Guilt

di Kuro Iri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Morte ***
Capitolo 2: *** Puro ***
Capitolo 3: *** Taglio ***
Capitolo 4: *** Furia ***
Capitolo 5: *** Collaborazione ***
Capitolo 6: *** Via ***



Capitolo 1
*** Morte ***


Sollevò il ramo calpestato da terra. Poco più avanti, i ragazzi che avevano distrutto l’alberello appena nato girarono l‘angolo e sparirono dalla sua vista. Lanciando verso di loro occhiate di fuoco, si diresse verso casa. In quel momento, le nubi scure che avevano coperto il cielo per tutto il giorno decisero di aprire i rubinetti. Maledicendo tutto e tutti, si lanciò in una corsa mozzafiato. La polvere che si era accumulata sulla strada in un mese di siccità si era trasformata in fango, che ora le si infilava infidamente nei sandali. Finalmente, arrivò al cancello: il cane fiutò il suo odore e abbaiò, contento. Dopo avergli concesso una veloce carezza, entrò nell’edificio.
“Come mai così in anticipo?”
Abbassò il capo sotto lo sguardo della donna.
“Mi dispiace. Io… ho perso la cognizione del tempo…”
“Non è la prima volta. Ti avevo avvisata. Vai in camera. Niente cena”
Dopo essersi pulita per bene i piedi da ogni residuo di fango, la ragazza salì la stretta scala a pioli fino alla stanza nel sottotetto. Si trascinò verso il letto di paglia e si raggomitolò tremante sotto la coperta, mentre le gocce d’acqua le scivolavano lungo il volto dai capelli bagnati. Dopo circa un’ora, sentì la scala scricchiolare. Un volto aggraziato, circondato da un’aureola di morbidi capelli argentei, nel quale brillavano due occhi dello stesso colore del metallo, sbucò dalla scala.
“Lux”
“Stai bene? Vuoi che ti porti qualcosa da mangiare?”
“Non ho fame”
Vero.
“Perché sei arrivata così tardi? Sai che a mia madre non piace
“Ho perso la cognizione del tempo”
Bugia. Ma, in un certo senso, anche vero. Lux catturò il suo sguardo.
“è successo di nuovo, vero? Il vuoto”
Annuì.
“Perché la zia mi ha accolta in casa sua? Non mi sopporta”
“Sai che non è così, è solo…”
Arrossì e distolse lo sguardo. Gli occhi della ragazza si indurirono.
“Non sopporta che mia madre, nonostante abbia avuto me, non sia mai sposata. E per di più mi ha avuta da un umano”
Lux, infatti, non era completamente umano: era per metà elfo. Sua madre, un’umana, l’aveva avuto da un elfo, una delle Guardie Scelte del Signore del loro territorio. Il risultato era stato un ragazzo bellissimo, ma oltre ai capelli argentei e alla pelle pallida, aveva le forme del corpo più simili a quelle di un essere umano che a quelle del padre. Nyx, invece, nonostante fosse umana al 100%, ma alcune sue caratteristiche sembravano doni del sangue elfico: i suoi capelli, neri come l’inchiostro, sembravano quasi blu, la pelle sembrava di porcellana, gli occhi erano chiarissimi e dallo sguardo incredibilmente affiato, uno azzurro e l’altro viola, ed era molto alta. Finché era ancora una bambina, non c’erano stati dubbi sulla sua umanità, ma una volta entrata nell’adolescenza, le cose erano cambiate. Radicalmente. Da quel momento, la zia aveva cominciato a perseguitarla. Lux aprì la bocca per risponderle, ma vennero interrotti dalla porta che veniva spalancata con violenza.
“Donna Shu! Presto!”
“Cosa succede?”
“Un altro attacco!”
Mentre l’uomo si affrettava ad avvertire anche i loro vicini, i tre abitanti della casa si gettarono i mantelli sulle spalle e uscirono. La pioggia si era fermata. Seguendo la gente che si riversava nelle strade, si diresero verso la piazza della fontana. Quando arrivarono, come ogni altra volta, lo sguardo della ragazza venne catturato dalla fontana: la vasca era una gigantesca conchiglia, dalla quale si ergeva la statua di uno spirito che nascava da un dettagliatissimo albero. La sua figura era eterea, con i veli che gli circondavano il corpo leggeri come ali di farfalla. Il volto era dominato dalla pace, lo sguardo direzionato verso il fiore che gli sbocciava dalla mano e dal quale sgorgava una cascata d’acqua cristallina. Chiunque entrasse nella piazza, si sentiva stregato dalla sua figura, che calmava il cuore e la mente. Ore, però, l’acqua brillava come un rubino, e nella vasca galleggiavano i corpi smembrati e calpestai di quattro ragazzi. Nyx sentì lo stomaco rivoltarsi, si chinò e vomitò. Lux le cinse le spalle col braccio, facendole coraggio.
“Fate largo, arrivano le Guardie!”
La folla si aprì in due ali, facendo passare i nuovi arrivati. Le loro armature scintillavano come neve appena caduta, in perfetto contrasto con i crini rosso sangue dell’elmo, che si muovevano al ritmo dei passi dei cavalli. Sul pettorale, brillava il simbolo del Signore. Subito, rimandarono tutti a casa. Seduti attorno al tavolo della cucina, Lux, Nyx e Donna Shu attendevano in silenzio. La porta cigolò, facendoli sobbalzare. La Guardia che era appena entrata sorrise, poi si tolse l’elmo, rivelando il volto del padre del ragazzo.
“è bello essere di nuovo a casa”
Lux corse ad abbracciarlo, mentre la moglie esibiva un sorriso tirato. Nyx parlò prima di rendersene conto.
“Avete trovato qualcosa?”
Ignorò lo sguardo della donna che le bruciava la nuca mentre l’elfo sospirava.
“Sto seriamente iniziando a pensare che si tratti di uno spirito maligno. Non ha mai lasciato tracce”
“Ma, padre, è impossibile! Lo Spirito Guardiano serve per allontanare quelli maligni!”
Un’ombra passò davanti agli occhi dell’elfo, che si fece silenzioso. Lentamente, i due ragazzi uscirono dalla stanza e andarono a dormire. Verso la metà della notte, Nyx si alzò per prendere un bicchiere d’acqua. Fu solo per caso che notò o zio uscire silenziosamente dalla porta sul retro. Lo seguì di nascosto. L’elfo si diresse verso il bosco dietro alla casa e vi si inoltrò, imitato poco dopo dalla ragazza, che lo seguì finché non lo vide inginocchiarsi di fronte ad un alberello di circa vent’anni. Cerò di vedere meglio, ma calpestò un rametto e lo ruppe con un suono secco. L’elfo si girò, sorpreso.
“Nyx! Cosa ci fai qui?”
“Io… volevo solo vedere dove stesse andando…”
Lui le sorrise, poi le fece cenno di avvicinarsi.
“Quest’albero è l’unico rimasto. Circa diciassette, diciotto anni fa, poco prima che Lux nascesse, è stata presa una decisione molto importante: hanno deciso di spostare il Tempio dello Spirito Guardiano più vicino alla residenza del Signore per trasformare la sua foresta in un accampamento per l’esercito. La foresta è stata distrutta”
“E lui si è spostato?”
L’elfo tremò.
“Io credo di no”
Sfiorò il tronco dell’alberello.
“Il nuovo Tempio non è minimamente rigoglioso quanto quello originale. Questo è l’ultimo albero rimasto. Ritengo che sia qui che abiti ora lo spirito, ma temo la sua ira. Per questo vengo qui ogni vota che sono nei dintorni”
Nyx guardò le morbide foglie, ancora decorate dalle gocce della pioggia.
“Verrò anch’io”
Lo zio la ringraziò con un sorriso. Rimasero fino alle prime luci dell’alba, poi tornarono a casa.
 
RABBIA. DISTRUZIONE. DOLORE. TRADIMENTO.
 
“Nyx! Svegliati, siamo in ritardo!”
Alzandosi di scatto, la ragazza batté la testa contro una trave sporgente.
“Sbrigati, ci aspettano al lavoro!”
In ritardo, e col pane imburrato stretto fra i denti, i due cugini si scapicollarono per le strade del villaggio.
“Scusi!”
“Attenzione!”
“Dannati mocciosi!”
“Guardate dove mettete i piedi!”
“Ehi!”
Nyx giunse a destinazione.
“A dopo, lux!”
“Mi raccomando, non tornare a casa senza di me”
La ragazza entrò nella locanda e in fretta si mise la divisa delle cameriere. Appena in tempo per l’apertura del locale. Mentre serviva dei boccali di birra, sentì qualcuno sussultare: un gruppetto di Guardie, di quelle di stanza al villaggio, si era appena seduta al centro della sala. Rapidamente, Nyx si fece loro incontro per prendere i loro ordini. Mentre si allontanava lo sguardo le cadde sull’ascia da guerra di uno di loro. Una fitta di dolore le trafisse bruciando le tempie. Rapida com’era arrivata, la sensazione svanì. Dopo un profondo sospiro, rindossò il suo miglior sorriso e riprese a servire.
 
LI VEDEVA MUOVERSI. DIVERTIRSI. BRIVIDI DI ODIO SI MOSSERO NELLA SUA ESSENZA. COSì SICURI DI Sé… AVEVANO DIMNETICATO TROPPO FACILMENTE. DOVEVANO SPARIRE.
 
Nyx si sfregò gli occhi e sbadigliò. La notte insonne iniziava a farsi sentire.
“Nyx! Dove sei finita, dannata ragazzina?!”
La padrona della locanda infilò la testa nella cucina.
“Lava i piatti, svelta! Tra poco sarà ora di cena”
Di malavoglia, la ragazza riprese a strofinare. Mentre prendeva un altro piatto dalla pila di quelli sporchi, le parve di notare una macchia rossastra, che sparì a una seconda occhiata. Un urlo la fece sobbalzare, facendole perdere la presa sul piatto, che si frantumò al suolo. Non ci fece quasi caso. Seguì gli altri avventori e le cameriere fino a un giardinetto sul retro della locanda. Nel quale giaceva il corpo di una guardia. Aveva arti e orecchie strappate, gli occhi erano stati asportati e il corpo era percorso da innumerevoli tagli. Sentendo il sapore della bile sulla lingua, Nyx chiuse gli occhi e pregò lo Spirito Guardiano di darle coraggio. La locanda e ogni altro luogo pubblico nelle vicinanze venne chiuso, così la ragazza tornò a casa. Non avendo nessuna voglia di trovarsi preda dell’odio della zia, si diresse verso l’Ultimo Albero. Notò un rametto spezzato, così lo avvolse con un fazzoletto. Poi, si sedette e lo guardò. Sorrise.
“Ciao, Spirito Guardiano. Sono Nyx. Ma tu già lo sai vero?”
Le risposero solo i suoni della foresta.
“Non importa se non vuoi parlare. Io però credo che tu sia un po’ solo. Posso venire qui tutti i giorni, vero? Ti racconterò la mia giornata, così non sarai più solo, va bene?”
Quando finì di parlare, aveva la gola secca. Guardò il cielo: era il tramonto. Salutando in fretta e furia lo Spirito, si alzò e corse a casa. Arrivò appena in tempo per la cena.
 
L’elfo sospirò.
Un altro fallimento.
Da quando il tempio dello Spirito era stato spostato, lui e gli altri elfi cercavano di rendere rigoglioso il terreno attorno al nuovo tempio. Tutto inutile. Da circa due anni, il Signore aveva mandato anche degli umani ad aiutarli. Ripensò all’alberello al suo villaggio.
“Allora, Shyia? Ancora niente di niente?”
Scosse il capo. Il vento notturno soffiò gelido, facendo rabbrividire le due Guardie.
“Non mi piace. Tira una brutta aria”
Shyia annuì. Il loro sospetto venne confermato da un urlo. Si precipitarono in quella direzione.
E lo videro.
Una figura dura, irriconoscibile nel buio. Aveva una forma antropomorfa. Ai suoi piedi si agitavano agonizzanti i resti dei membri del gruppo che in quel momento si occupavano del tempio. Mosse il capo, ruotando il volto nella loro direzione. Sentirono un lieve rumore, come un ringhio soffocato. La figura scomparve, mentre l’altro elfo ululò di dolore e cadde a terra, il corpo pieno di profondi tagli, alcuni dei quali mostravano i suoi organi. Shyia si chinò per aiutarlo, senza staccare lo sguardo dalla figura che ora era alle sue spalle, ma il compagno morì in pochi secondi.
“Perché fai questo?”
L’essere mosse il volto nella sua direzione, come se lo stesse osservando, poi sparì.
 
“Buongiorno, Spirito Guardiano. Come stai oggi?”
Mentre si avviava verso l’albero, aveva notato che ai piedi di alcuni alberi, dello stesso tipo di quello che aveva davanti, erano sbocciati alcuni fiori azzurri e viola.
“Ho visto che hai fatto sbocciare dei fiori nuovi. Mi sarebbe piaciuto portartene un po’ ma non sarebbe stato giusto”
Sorrise. Poi si fece seria.
“So che vengo qui solo da un giorno, ma vorrei chiederti un favore”
Deglutì, muovendo nervosamente lo sguardo.
“è da un po’ che faccio degli incubi. Se sono causati da uno spirito maligno, potresti proteggermi?”
Nessuna risposta. Sospirò. Dopo essersi alzata, lo ringraziò e corse al lavoro.

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Capitolo 2
*** Puro ***


Aprì la porta con la schiena, facendo attenzione a non rovesciare i boccali. Si trovò davanti a una scena inaspettata: lo zio che discuteva con la padrona della locanda. Servì i clienti, poi si sentì chiamare.
“Nyx, abbiamo bisogno di altre provviste. Qualcuno deve andare in città a comprarle. Tuo zio si è offerto di scortare chiunque andrà. Vuoi occupartene tu?”
Il cuore della ragazza accelerò: la città! Pareva un sogno! Accettò con gioia la possibilità che le veniva offerta e corse a casa a preparare qualcosa per il viaggio. Sotto lo sguardo furioso della zia. Due ora dopo, con i risparmi ben nascosti in una tasca segreta sotto al vestito, uscì dal villaggio salutando le colleghe e la padrona, sporgendosi dal carro.
“Ehi, Nyx, vai via senza salutare?”
Dalla finestra della camera di una delle Guardie vide il cugino sbracciarsi.
“tornerò presto! E ti porterò qualcosa!”
“Non mi serve niente!”
“Bugiardo!”
“Hai ragione!”
Continuarono finché non furono troppo lontani per sentirsi. La ragazza si sedette a cassetta al fianco dello zio, con un sorriso stampato sul volto. Si voltò a guardarlo e il sorriso si spense all’istante: l’elfo si guardava intorno con i nervi a fior di pelle.
“Cosa c’è? Siamo in pericolo?”
“Non lo so. L’essere che ha causato le morti al villaggio può essere nei dintorni. Voglio solo tornare al sicuro delle mura”
Gli occhi bicolore di Nyx iniziarono subito a scrutare i dintorni, mentre una sottile corda d’ansia iniziava a stringerle il cuore. Nonostante l’emozione per la meta, e la meraviglia di ciò che la circondava, il viaggio fu per lei una dura prova: lo zio era sempre silenzioso e preoccupato, la mano sempre sull’elsa della spada, attorno al pugnale o stretta all’arco. Quando mancavano circa tre giorni al termine del viaggio, cominciò a piovere. La temperatura si abbassò molto, e Nyx faticava a non tremare, nonostante le coperte nelle quali si avvolgeva. L’ultima notte di viaggio, miracolosamente, le nubi si ritirarono, mostrando il cielo notturno in tutto il suo splendore. Quella notte non dormì, completamente rapita dallo spettacolo che si svolgeva lentamente sopra di lei. Improvvisamente, una luce si staccò dal cielo, percorse la volta e sparì. Quell’immagine riempì la ragazza di tristezza. All’alba ripresero il viaggio, e, nel momento in cui il sole era al suo zenit e scaldava, finalmente, i corpi infreddoliti dei due viaggiatori, varcarono il portone d’ingresso della città. Subito, il caos li circondò: la città era una massa di gente pulsante, che spingeva per raggiungere la propria destinazione, urlava, vendeva, comprava, richiamava i clienti e i passanti. Mendicanti a bordo strada o sulla strada stessa insistevano con voce lamentosa per qualche spicciolo o qualche avanzo di cibo. Uno di loro si avvicinò al carro. Nyx si chinò all’indietro per prendere un pezzo di pane da dargli, ma lo zio la fermò deciso.
“Se li aiuti, non la smetteranno mai di seguirti. Lasciali perdere, è la cosa migliore”
Annuì, ma di nascosto fece cadere qualche provvista mentre passavano davanti a un ragazzo senza una gamba, che la guardò riconoscente e si gettò a nascondere il cibo. Shyia giudò il carro fino alla propria abitazione. La ragazza vi si precipitò dentro, ansiosa di sfuggire all’eccessiva vitalità della strada. La casa era spaziosa e molto luminosa, ma anche molto semplice. Dopotutto, l’elfo ci passava davvero poco tempo: era più che altro un letto per le volte in cui si trovava in città. Dopo che le venne mostrata la sua camera, mollò la borsa sul letto e si precipitò fuori.
“Fa attenzione. E non tornare troppo tardi!”
“Va bene!”
Con gli occhi pieni delle meraviglie della capitale, Nyx si addentrò sempre di più nelle sue vie. I locali ai lati della strada spargevano nell’aria deliziosi profumi, le voci dei venditori facevano voltare la sua testa da ogni parte. I suoi occhi si mangiavano ogni cosa su cui si posavano. Le sue orecchie registravano suoni completamente diversi da quelli a cui era abituata. Aveva le vertigini. Doveva riprendere fiato. Si infilò in un vicoletto e si appoggiò al muro mentre riprendeva fiato.
“Serve aiuto?”
“No, grazie, sto bene. Devo solo riprendere fiato”
“Ho detto. Serve aiuto?”
Sollevò lo sguardo. Ciò che vide la inquietò: tre uomini abbastanza muscolosi, di cui uno di sangue misto -aveva le orecchie a punta-, che la guardavano con occhi brillanti.
“Hai bisogno di aiuto. Ti sei persa. Ti aiutiamo noi a tornare a casa”
Gli altri risero.
“Lasciatemi stare!”
Prima che potesse fare qualsiasi cosa, un bastone colpì uno dei tre alla testa, facendolo crollare.
“Seguimi, svelta!”
Era il ragazzo senza una gamba. Tra lui e quegli uomini, Nyx scelse di seguire lui. Era stupita dalla velocità che riusciva a raggiungere, nonostante gli mancasse una gamba. Finalmente, riuscirono a seminare gli inseguitori.
“Grazie”
“Devi stare attenta. Quelli come te sono delle facili prede”
“Quelli come me?”
Gli stranieri. Quelli che vengono in città per la prima volta. Gli abitanti dei villaggi”
“Si capisce così tanto?”
“Già”
“Comunque, perché mi hai aiutata?”
“Mi hai dato da mangiare. Non lo fa mai nessuno, a causa di quello che ho fatto”
“Cos’hai combinato di così grave?”
“Sono andato contro al Signore. Non trovavo giusto che distruggesse il bosco dello Spirito Guardiano per spostarlo più vicino a casa sua. Io e altri abbiamo protestato, anche se erano già passati anni da allora, e siamo stati puniti. Io sono quello a cui è andata meglio: ho solo perso la gamba”
“Mi dispiace”
“E di cosa? Questo moncone per me è come una medaglia. Non tornerei mai indietro!”
I due ragazzi strinsero amicizia, e Orion le mostrò la città. Fu sempre lui a riaccompagnarla, esausta, a casa.
“Ti vedrò anche domani?”
“Se la mia presenza non ti infastidisce, volentieri”
Nyx gli sorrise raggiante, poi entrò in casa. Non appena ebbe poggiato la testa sul cuscino, crollò dal sonno.
 
ANIMA PURA. È COSì RARA… LA VOGLIO.
 
Nonostante la stanchezza accumulata nel viaggio e il giorno prima, Nyx si svegliò incredibilmente presto, fece un’abbondante colazione e uscì come un tornado. Rischiando di andare a sbattere contro Orion. Aveva lo sguardo cupo.
“è meglio se oggi resti in casa”
“Ma come! Perché?”
Non rispose.
“è successo qualcosa di brutto?”
Lo vide tormentare la stampella.
“Orion. Cos’è successo?”
Lui sospirò.
“è da anni che qualcuno uccide brutalmente le persone-“
“Anche qui?!”
Si fissarono a bocca aperta, poi, sentendo una presenza alle sue spalle, Nyx si voltò incrociando lo sguardo serio dello zio.
“Zio! Ehm… lui è… ecco…”
“Perché non inviti dentro il tuo amico, mentre io non vado a vedere cosa è successo?”
Annuì e si fece da parte per farlo passare. Mentre scompariva dietro l’angolo, invitò Orion ad entrare. Il ragazzo la guardava a bocca aperta.
“è tuo zio?! Il capo delle Guardie è tuo zio?!”
“Sshh! Non c’è bisogno di urlarlo a tutto il mondo. Entra. Hai fame?”
Mentre gli preparava uno spuntino, il ragazzo raccontò che, da circa dieci anni, c’era un assassino che terrorizzava la popolazione.
“Non si limita a ucciderli. Li squarta, li riempie di tagli, e non lascia mai il segno”
“Mi sembra impossibile… è anche al nostro villaggio”
Rimasero in casa tutta la mattina. Poi, Orion accompagnò l’amica alla ricerca delle provviste per la locanda. L’aiutò anche a caricarle sul carro. Avevano quasi finito, quando Shyia tornò.
“Hai fatto quello che dovevi?”
“Bene. Prepara le tue cose. Ripartiamo subito”
Si rivolse al giovane.
“Tu vieni con noi. Sembra che tu abbia molte informazioni sul nostro assassino”
“Vivendo per strada si sentono tante cose, inoltre, nessuno sembra curarsi di quello che possono sentire quelli come me”
“Se hai qualcosa da prendere, fa in fretta”
“Ho un rifugio”
“Nyx, accompagnalo”
Gli effetti personali di Orion stavano in un solo sacco, che riempirono in fretta. Tornarono al carro correndo.
 
UCCISO! UCCISO! MORTE!! PERCHé?!?! COS’HO FATTO?!?!
 
“Nyx? Dai, forza, Sali sul carro. Dobbiamo andare”
La ragazza non rispose. Rimase immobile, col capo chino. Poi sollevò lo sguardo verso lo zio ed Orion, che le tendeva una mano.
“Cosa…”
Dai suoi occhi scesero due lacrime scarlatte. Si afferrò la pancia, si chinò in avanti e vomitò sangue.

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Capitolo 3
*** Taglio ***


 
“Nyx!! Ti prego, rispondi!”
Gli occhi della ragazza erano vitrei, il volto pallido e le labbra macchiate di sangue, che sembrava nero su quella pelle così pallida.
“Mettila sul carro”
“Ha bisogno di un dottore!”
“Lo so. Il migliore si trova al villaggio”
Partirono immediatamente. Non fecero quasi nessuna pausa, e, dopo quattro giorni, rientrarono nelle mura del villaggio. Mentre Orion correva alla ricerca del dottore, Shyia portò la nipote in camera. Dopo un’attesa che gli parve infinita, sentì il rumore di una porta che sbatteva, due voci concitate e il suono ritmico di una stampella sul pavimento di legno.
“Da questa parte! Siamo qui!”
L’uomo che Orion aveva portato aveva il volto paonazzo, una borsa stretta al petto e lo sguardo preoccupato.
“Mostratemela”
Si fecero da parte. Il dottore aggrottò le sopracciglia, poi iniziò ad esaminare il corpo della ragazza. Quando le mise una mano sulla fronte, gli sfuggì un gemito di sorpresa.
“Che c’è? Che succede?”
“Com’è possibile?! Non ho mai sentito nessuno bruciare così tanto!”
Si tolse la giacca per lavorare meglio.
“Svelti portatemi dell’acqua fresca e dei panni. Veloci, non perdete tempo!”
Mentre i due si affrettavano a obbedirgli, cercò di togliere i vestiti alla ragazza, per verificare che non avesse ferite. Shyia e Orion lo trovarono bloccato a bocca aperta, a guardare il busto di Nyx.
“Cos’ha? Guarirà, vero?”
“Cos’è… questa…”
Si avvicinarono. Sul petto, in mezzo ai seni, sui fianchi e sul ventre erano presenti tanti corti tagli, alcuni più profondi di altri, ma nemmeno lontanamente spaventosi quanto quello che le attraversava il ventre dal seno sinistro all’ombelico. Era infiammato e continuava a trasudare sangue e pus. L’elfo e il ragazzo sbiancarono, poi Orion uscì in fretta dalla porta, facendo cadere una sedia. Lo sentirono vomitare.
“Riuscirà a salvarla?”
“Con l’aiuto degli Spiriti. Pregate. Io verrò ogni giorno, ma se ci dovessero essere cambiamenti, avvisatemi all’istante. Per il momento, posso solo pulirle le ferite e spalmare l’unguento. Tornerò domani, a quest’ora”
Mentre usciva, lo sguardo gli cadde sulla gamba amputata del ragazzo.
“Vieni con me, c’è una persona che devo presentarti”
Ancora pallido in volto, Orion lo seguì. Il dottore lo condusse al negozio di un artigiano. Li ascoltò parlare senza capire, finché non si rivolsero a lui.
“Da quanto tempo ti manca la gamba?”
“Circa dieci anni, perché?”
“Seguimi”
Lo condusse nel retro bottega, dove gli prese alcune misure e gli fece un paio di domande. Lo congedò con queste parole.
“La protesi sarà pronta fra una settimana”
Con il cuore colmo in egual misura di gioia, terrore, speranza e disperazione, tornò alla casa nella quale lo stava aspettando Shyia. Appena entrato nel giardino, però, vide una scopa volare verso la sua testa. Si scansò appena in tempo.
“Come osi entrare nel mio giardino, lurido mendicante! Fuori!”
“No, Shu, fermati! Ho portato io il ragazzo”
La donna guardò sbalordita il marito.
“Mi ha aiutato a prendermi cura di Nyx”
“Lo sapevo, quella ragazza è una piaga!”
“Ti sbagli! È stata ferita, io… io credo che sia stato lo spirito colpevole delle altre morti”
“Uno spirito?!”
“Altrimenti non si spiegherebbe mai come sia potuto succedere: era davanti a me, in perfetta salute, improvvisamente ha sputato sangue e si è ritrovata col corpo pieno di ferite”
Si girò verso Orion.
“Mi spiace chiederti un’altra volta di uscire, ma dovresti consegnare questa lettera al palazzo delle Guardie. È per mio figlio, per dirgli di tornare subito a casa. È molto legato a Nyx”
Annuì. Poi partì alla massima velocità che poteva raggiungere, cinque minuti dopo, col fiato corto, arrivò davanti al palazzo. La Guardia che prese la lettera gli scoccò uno sguardo disgustato, poi andò a cercare Lux.
 
ODIO. COME OSA. FECCIA.
 
Lux correva al fianco di Orion, diviso tra il terrore per la cugina e lo stupore verso il ragazzo mingherlino al suo fianco, che riusciva a stare al suo passo nonostante gli mancasse una gamba. Arrivati a casa, Orion crollò esausto in giardino, senza fiato, le labbra secche e bisognose d’acqua, mentre Lux si precipitò al fianco di Nyx. Appoggiato alla staccionata, il ragazzo tentava di riprendersi.
“Tieni”
Shyia gli stava porgendo un bicchiere e una brocca pieni d’acqua fresca e cristallina. Come se non bevesse da giorni, afferrò il bicchiere e, dopo averlo vuotato, finì anche l’acqua nella brocca.
“Meglio, ora?”
“Si… grazie… se non vi servo più, vado a cercare un postò dove montare il mio rifugio-“
“Cosa stai dicendo? Ora starai qui con noi”
Il cuore del ragazzo perse un battito.
“Tranquillo, troverai il modo di ripagare”
Deglutì. Poi parlò con voce flebile.
“Prima che mi amputassero al gamba…la mia famiglia ne serviva altre. Se non vi spiace, vorrei che mi consideraste vostro servitore”
Shyia annuì e sorrise.
“Se è ciò che vuoi, va bene”
 
Vide Orion tenderle una mano per aiutarle a salire sul carro. Improvvisamente, sentì una strana sensazione al ventre, poi tutto si fece buio. Sentiva le loro voci, preoccupate, ma non le capiva.
“Sto bene, tranquilli. È solo un giramento di testa. Un attimo e tornerò a vederci”
Le parole non uscirono dalla sua bocca. Si chiese il perché. In quel momento, arrivò il dolore. Prigioniera di quell’oscurità che la separava dallo zio e dall’amico, Nyx urlò. Urlò fino a perdere la voce, ma nessuno venne in suo aiuto, né il dolore si placò. Si arrese, raggomitolandosi su sé stessa, cercando di non pensare a niente, nemmeno al dolore. Dopo un’infinità di tempo, il dolore, così lancinante e bruciante si affievolì, lasciandole solo una sensazione di perdita. Provò a muoversi, ma ogni più piccolo movimento lo acuiva nuovamente. Passarono altri secondi, altri minuti, altre ore, altri giorni. Il dolore era quasi sparito. Provò a muoversi un’alra volta. Ci riuscì. Esausta, si trascinò nel buio, cercando di sfuggire a quell’infinito nulla, alla ricerca di qualsiasi cosa. Niente. Era sola. Chiamò, ma nessuno rispose. Pianse, ma fu tutto inutile. Ogni tanto, le sembrava di sentire la voce di qualcuno fuori dal buio, ma era distorta, e non capiva le parole. Era sempre più stanca. Iniziò ad arrancare. Sempre più lentamente. Finché non cadde. Non tentò nemmeno di rialzarsi. Tanto, era inutile. Nessuno sarebbe venuto. Una lacrima solitaria le scese lungo la guancia. Una mano delicata l’asciugò. Nyx spalancò gli occhi di colpo e sollevò la testa. C’era qualcuno, inginocchiato davanti a lei.
“Chi… chi sei?”
La sua voce era rauca: era da troppo tempo che non parlava, e l’ultima cosa che la sua voce aveva fatto era stato rompersi nelle urla d’aiuto. Il volto davanti a lei sorrise.
“Ciao, Nyx”
 

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Capitolo 4
*** Furia ***


Seduta a terra, Nyx pensava a quel giorno di quasi due anni prima nel quale il suo corpo era stato dilaniato da una forza misteriosa. Allungò la mano verso il trono reciso dell’ultimo albero, rabbrividendo al ricordo del dolore che aveva provato. Sentì dentro di sé una sorta di sospiro. Si immobilizzò, respirò a fondo e strinse i pugni. Sentì una fitta di rabbia, poi si rilassò.
“Nyx! Dove sei? Non ti trovo!”
Sorridendo, la ragazza si alzò e si avviò verso casa. Lux e Orion si guardavano intorno con aria sconsolata il primo e divertita il secondo.
“Eccomi”
“Nel bosco?! È pericoloso, non ci dovresti andare!”
Sbuffò.
“Non sono una femminuccia inerme. Sono capace di difendermi”
“Resta comunque troppo pericoloso. Devi promettermi che non ci entrerai più”
“Come vuoi”
Si avviò verso casa.
“Non hai promesso”
“è ora di pranzo”
“Ah, si?”
Il cugino le saltò addosso, spingendola a terra. Rapidamente, la ragazza con una risata, bloccando le braccia dell’avversario.
“Orion, dammi una mano!”
“Non ti azzardare!”
“Forza unione dei maschi!”
Ridendo, i tre amici si rotolarono a terra, simulando una lotta. Rimasti senza fiato, si sdraiarono sul prato, cercando di recuperare ossigeno.
“Lux! Dove sei finito? È pronto, sono stufa di chiamarti!”
“Arriviamo!”
Dopo pranzo, si diressero verso i rispettivi lavori: Lux raggiunse la Guardi di cui era da poco diventato scudiero, ansioso di prendere parte all’allenamento; mentre Orion accompagnò l’amica per un po’, per poi separarsi alla bottega dell’artigiano che gli aveva creato la protesi alla gamba. Era un capolavoro: gli sembrava di avere nuovamente due gambe, non dava fastidio ed era lavorata come una gamba umana con una maestria incredibile. Nyx, dopo averlo salutato, si avviò verso la locanda. Entrando, salutò la padrona, poi aspettò un suo cenno. La donnona le sorrise furbescamente, poi le lanciò una scopa. Ringraziandola con un cenno del capo, si lanciò nel sotterraneo della locanda. Bussò tre volte alla porticina di legno, fece una pausa di tre secondi e bussò due volte. La porta si aprì su un volto con un occhio mancante di un vecchio, che le rivolse un sorriso sghembo. Mentre si dirigeva verso il centro di quel luogo segreto, tolse la parte finale della scopa, roteando il bastone per sgranchirsi i polsi. Nel centro, altre quattro ragazze si stavano affrontando usando oggetti quotidiani come armi: un nastro, due spuntoni per capelli in metallo, un bastone più corto e spesso di quello di Nyx e un vecchio ventaglio. La salutarono distrattamente con un cenno del capo, per poi tornare al loro allenamento, ignorandola. Si parlarono solo in un’occasione, nella quale ringraziarono ancora una volta la padrona. Qualche mese dopo la guarigione di Nyx, un uomo aveva cominciato a violentare giovani ragazze, uccidendole una volta finito. Prigioniere della paura nessuna ragazza e nessuna donna riusciva a lasciare la sicurezza della propria abitazione, tranne che per estrema necessità. Nonostante ciò, l’uomo continuava a mietere vittime. Un giorno, era stato trovato il colpevole agonizzante al centro del villaggio: qualcuno gli aveva bloccato mani, piedi, gambe e braccia al suolo con delle sbarre di ferro appuntite, dopodiché aveva riprodotto sul suo corpo tutte le ferite che aveva inflitto sulle sue vittime. Infine, gli aveva strappato gli organi genitali dopo averli maciullati. Nelle settimane successive, con molta cautela, le donne avevano ripreso a uscire di casa. La padrona della locanda aveva deciso di mettere a disposizione di qualunque ragazza lo desiderasse il sotterraneo della sua locanda per consentire loro di imparare a difendersi. Aveva chiesto a una vecchia Guardia in pensione di occuparsi del loro addestramento. Quando l’aveva scoperto, Nyx si era unita al gruppo in gran segreto. Non si era mai sentito di una femmina con in mano un’arma, né tantomeno di una in grado di usarla. Nemmeno Orion e lux lo sapevano.
 
MARCI. TUTTI LORO. FINO AL MIDOLLO.
 
Nyx barcollò, poi conficcò il bastone nel soffice terreno e vi si appoggiò pesantemente.
No.
I suoi occhi serrati mandarono un breve bagliore, poi rilassò i muscoli. Qualcuno bussò alla porta.
“Nyx? La padrona ha bisogno di te”
Sistemando la scopa, la ragazza risalì la scala.
“Ci servi ai tavoli. Siamo pieni”
Quando finalmente la giornata finì, Nyx, Lux e Orion si trovarono alla fontana dello Spirito e tornarono a casa insieme, tutti e tre esausti. Quella sera, a cena, Shu non perse nessuna occasione per punzecchiare la nipote.
“Lux sta per diventare una Guardia. Tu sei ancora a lavorare in quella locanda da quattro soldi”
“Anche Orion sta imparando un mestiere, tu invece cosa fai?”
“Sei una ragazza o no? Come mai i tuoi capelli sono scompigliati, i tuoi vestiti spiegazzati, sei impolverata e a volte torni distrutta, come se avessi corso. Vedi di darti una sistemata”
Una volta che finirono di mangiare, i due ragazzi cercarono di consolarla, ma lei li allontanò. Non voleva che la vedessero con gli occhi lucidi.
 
BASTA. HA VISSUTO ABBASTANZA. NON VIVRà OLTRE.
È INUTILE.
È INUTILE FUGGIRE.
 
Il giorno dopo vennero svegliati da urla: l’assassino aveva colpito ancora. Nyx dovette passare davanti al corpo per andare alla locanda, e quando entrò aveva il volto verdastro. A metà giornata, un araldo fece irruzione nel locale, leggendo ad alta voce le nuove misure precauzionali contro l’assassino. Non appena il coprifuoco venne anticipato di due ore, nella locanda si alzarono urla di protesta. Senza curarsene, l’araldo terminò la sua lettura, poi si diresse verso l’uscita. Si fermò davanti alla porta.
“Un’ultima cosa. Ci è giunta voce di un’attività che va contro i desideri di pace del nostro Signore. È meglio che non giriate mai da soli. Rischiereste di essere catturati per partecipare a degli incontri illegali di combattimento. Stiamo cercando si gli organizzatori che i… rifornitori”
Su quest’ultima nota cupa, uscì. Quel giorno, nella locanda, non passò quasi nessuno. Quella sera, mentre cenavano, Shu impose dei limiti ai tre ragazzi: non sarebbero mai dovuti uscire da soli e non avrebbero potuto muoversi dalla locanda e dalla bottega da soli. Lux era obbligato a stare sempre alle calcagna della Guardia di cui era scudiero e aveva il permesso di portarsi dietro un’arma. Solo quando lui sarebbe passato a prenderli sarebbero potuti tornare a casa, indipendentemente dall’ora. Mentre parlava, scoccava occhiate di fuoco a Nyx e Orion, come se fossero dei bambini disobbedienti. La ragazza strinse i pugni sempre più forte, finché non si ferì i palmi con le unghie. Quella sera, andarono a letto presto.
 
“Scusi ancora per l’inconveniente, non ci eravamo accorte che fosse così tardi”
“Tranquille ragazze, anzi, sono felice di vedere i vostri progressi! Sono certa che nessuno vi farà mai del male!”
La padrona della locanda sorrise alle quattro ragazze che stava riaccompagnando a casa. Loro la guardarono piene di riconoscenza, le mani appoggiate sulle loro “armi”. Avevano perso la cognizione del tempo nel sotterraneo della locanda, allenandosi fino a tarda sera. Il coprifuoco non era ancora scoccato, ma per le strade non c’era già anima viva. Solo loro. Le quattro ragazze, però, erano tranquille: se fosse apparso qualcuno intenzionato a far loro del male, l’avrebbero affrontato e sconfitto, per proteggere sé stesse e la donna che le aveva aiutate così tanto.
“Scusi… casa mia è da quella parte”
“Oh, lo so, cara, però… vedi, lì vicino è accaduta una rapina con omicidio quando ero piccola, e da allora non riesco ad avvicinarmi a quel luogo. Ti dispiace se facciamo un giro più lungo?”
“No, niente affatto. Parlare con lei mi piace”
Camminarono ancora per qualche minuto. Si trovavano in una parte del villaggio semiabbandonata a causa di un violento incendio causato da un fulmine. Dopo aver svoltato si trovarono in una strada sbarrata da tre uomini con un carro chiuso da sbarre di ferro. Quando le guardarono sorridendo in modo storto, si spaventarono e si bloccarono. La donna le spinse da dietro con fermezza.
“Coraggio, non abbiate paura”
Arrivate vicino al carro, la padrona della locanda le fermò. Loro la guardarono col cuore in gola e con lo sguardo tremante. Lei le ignorò e si rivolse agli uomini.
“Eccole, come promesso. Quattro ragazze con nozioni di combattimento che non vedono l’ora di mettere in pratica quello che hanno imparato. Ora, se non vi spiace…”
Allungò una mano, sulla quale uno degli uomini depose un sacchetto che produsse un tintinnio metallico. Poi, l’uomo si rivolse al suo ultimo acquisto.
“Buona sera, ragazze. Il mio nome è Ito. Mio padre era un mezz’elfo, non preoccupatevi per il mio aspetto, so che in questo paesino gli elfi e quelli come me sono molto rari. Comunque, ora fate parte della mia grande famiglia. Io vi darò cibo, vestiti e un letto. In cambio, dovete solo lavorare per me: basterà che mi mostriate la vostra abilità nel combattimento, nient’altro.  
Le ragazze, inermi, iniziarono a piangere in silenzio, lanciando occhiate supplici alla padrona della locanda. Che ricambiò con uno sguardo divertito.
“Pensavate davvero che vi avrei insegnato a combattere senza pagamento? Ora, avete saldato il vostro debito”
Con le guance rigate d lacrime, una delle ragazze tento di liberarsi. Venne colpita allo stomaco e si accasciò, con un filo di saliva rosata che le colava dall’angolo della bocca.
“In quella casa dovrebbe esserci una corda. Portala qui”
Le guardò con disprezzo.
“Non ho voglia di faticare inutilmente”
Mentre la donna entrava nella casa indicatole, l’uomo udì un debole gemito di uno dei compagni alle sue spalle. Si voltò giusto in tempo per vederli cadere a terra con la gola squarciata. Le ragazze emisero un urlo soffocato dalla sorpresa e dal terrore. In mezzo ai corpi, c’era un essere. Aveva forme antropomorfe, ma emanava un’aura di rabbia infinta e non era possibile distinguere il suo volto. Imprecando, l’uomo afferrò il pugnale che portava al fianco.
“Sei tu, vero? Il famoso assassino. Cosa vuoi da me?!”
L’altro non rispose. Allungò un braccio. L’uomo vide rosso per un istante, poi, dopo un dolore inimmaginabile che gli sembrò eterno, ma che effettivamente dorò solo un secondo, i pezzi smembrati del suo corpo caddero al suolo. Le ragazze urlarono. . l’essere si voltò lentamente verso di loro. In quel momento, la padrona della locanda uscì con la corda in mano. Quando i loro sguardi si incrociarono, nell’essere avvenne un cambiamento: una parte di lui aveva tentato inutilmente di fermarlo fino a quel momento, ma improvvisamente la sua furia si sommò a quella dell’essere.
 
Nel momento in cui uscì dalla casa, si accorse che qualcosa non andava. Poi li vide. I corpi. Il sangue. Le ragazze terrorizzate. L’essere. Che si voltò verso di lei. Vide l’aria attorno alla sua figura incresparsi e crepitare a causa della sua furia. Poi, l’essere mostrò il volto distorto dall’ira di Nyx.
“Bastarda traditrice!!!”
 

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Capitolo 5
*** Collaborazione ***


Al fiume, Nyx sfregava con forza il sangue che le era schizzato sulle braccia quando aveva fatto esplodere il cuore e gli occhi della padrona della locanda. Lo spirito era silenzioso.
Non dici niente?
Da dove veniva quella furia?
Anni di repressione. Quando ero piccola ero sempre in una rissa, non ricordi?
Lo facevi per Lux. Ha sempre avuto problemi nel difendersi.
Non più.
Guardò l’acqua rosata allontanarsi, poi si alzò, asciugandosi le mani sul vestito.
Ho una proposta.
Cioè?
Sospirò.
Ti darò il mio supporto, combatterò con te. Ma non uccideremo indiscriminatamente. Solo coloro che sono veramente marci.
E come capiremo chi lo è?
Tu ci riesci molto bene, a quanto pare.
Ci fu un momento di silenzio, nel quale lo spirito rifletté sulla proposta.
Accetto.
 
La mattina dopo, i tre amici vennero svegliati da delle urla: i cadaveri erano stati trovati. Insieme, si diressero verso il lavoro, ma la locanda era chiusa. Vedendo una delle cameriere appoggiata svogliatamente alla parete, le domandarono se ci fossero problemi.
“Non lo sai? La Padrona è una dei morti”
“Cosa?!?”
“Da quelle che ci hanno detto alcune ragazze, era una dei rifornitori di cui si parla: faceva allenare delle ragazze nei sotterranei della locanda per poi venderle ai combattimenti. Sono felice che non possa più farlo”
Mentre Lux riaccompagnava la cugina a casa, le rivolse una domanda preoccupata.
“Tu non lo facevi, vero?”
“Cosa?”
“Combattere. Non ti stava insegnando, vero?”
Rise di gusto.
“Ma ti pare? Io, con un’arma! Siamo seri!”
“Lo sono, Nyx. Ricordo molto bene quando eravamo piccoli e ti dovevo sempre guarire le ferite, visto che prendevi a pugni il mondo”
“Io ricordo che lo facevo per proteggerti. E poi, ormai è acqua passata. Non sono più così”
La si strinse il cuore alla bugia, ma riuscì a mantenere lo sguardo allegro.
“Bene. Resta in casa finché non ti avremo trovato un nuovo lavoro. Io sono in ritardo”
“Cosa? E cosa mai dovrei fare tutto il giorno?”
“Non lo so. Inventa. Ciao, Nyx, a stasera!”
Sdraiata sull’erba del cortile che dava sul bosco, Nyx viveva con noia il passare delle ore.
Non hai proprio niente da fare?
No…
Potremmo-
No.
Allora, lascia che ti mostri una cosa. Ricordi la sensazione di ieri?
L’ira?
No. Quella che ha provato il tuo corpo.
Credo di si…
Prova a richiamarle. Così imparerai ad essere uno strumento migliore.
Antipatico.
Si concentrò. Poi, lo sentì, sentì il suo corpo pizzicare. Intuendo che fosse avvenuto un qualche cambiamento, si precipitò in casa alla ricerca di uno specchio. Si guardò a bocca aperta.
Cerca di imparare a muoverti meglio. Sono stufo di dovermi trattenere per non lacerarti i muscoli.
Guarda che sto cercando di aiutarti. Smettila di comportarti così.
Uscì nuovamente in giardino, afferrò una scopa e la fece roteare. Quando Orion e Lux tornarono, avevano lo sguardo cupo.
“Cos’è successo?”
“Le guardie sono preoccupate: uno dei corpi era diverso dagli altri. Sembra che si sia divertito ad ucciderla-“
“Shh!”
“State parlando della Padrona?”
Di chi altri? La tua furia è spaventosa.
Taci.
“Non… non volevamo farti star male.
Scosse la testa.
“Se è vero che lavorava come rifornitore, ha avuto ciò che meritava”
Dopo cena, Lux raggiunse la cugina in giardino.
“Nyx. Vuoi affrontarmi? Una piccola rissa”
“Perché?”
“Ho bisogno di sfogarmi, e tu sei sempre riuscita a tenermi testa”
Attenta. Vuole testare il tuo livello.
Lo so, ma la maggior parte delle volte che partecipavo a una rissa, lui era svenuto.
“Se proprio ci tieni…”
Si misero in posizione. Fu Lux ad attaccare per primo. Mentre il pugno diretto verso il suo volto si avvicinava, Nyx si abbassò di colpo. Quando il cugino le fu sopra in equilibrio precario, si rialzò di scatto, colpendolo con una violenta testata sotto il mento. Subito dopo, lo colpì allo stomaco con un pugno. Mentre cadeva, gli bloccò le braccia dietro la schiena e il collo con i piedi.
“Mi arrendo mi arrendo mi arrendo! Hai vinto!”
Mentre lo lasciava andare, gli scoccò un’occhiata di fuoco.
“Mi hai sottovalutata. Non dimenticare chi fossero le persone da cui ti proteggevo”
“Hai ragione, scusa. Riproviamo?”
Vinse Lux.
Hai fatto bene.
Spero solo non si sia accorto che ho ammortizzato i suoi colpi…
Non capirà mai che sai combattere. È troppo ottuso.
Gentile come al solito. Ti hanno mai dato un bavaglio come offerta?
Sentendolo brontolare, capì che, molto probabilmente, era successo. Ridacchiò, mentre il cugino la guardava senza capire. Quella notte, dopo circa un’ora da quando si era addormentata, Nyx venne svegliata dallo spirito.
Abbiamo del lavoro da fare.
 
Shyia sospirò, poi sradicò l’ennesimo arbusto morto. Stava ormai perdendo ogni speranza. Da quando l’ultimo albero era stato tagliato, il nuovo tempio era andato sempre peggio. Sentendo i passi di qualcuno alle sue spalle, si girò. Era uno dei capi delle altre squadre, che lo guardò con gli occhi annebbiati dall’alcool, poi rise.
“Davvero? Ti stai davvero prendendo cura di questo schifo?”
shyia strinse i denti, ma gli rivolse un sorriso.
“è il mio compito”
“L’uomo gli mise un braccio attorno alle spalle.
“il tuo turno dovrebbe essere finito ormai, no? Forza, vieni con me: ti mostrerò qualcosa che valga davvero il nostro tempo”
Lo condusse nella sua sezione del campo, verso la sua tenda. Vennero accolti da una ragazzina di circa due anni più giovane di Nyx.
“Chi è lei?”
“Non preoccuparti, le ho solo dato un lavoro. Forza, sbrigati. Stasera solo noi due”
Lei annuì, apatica, poi iniziò a slacciarsi la camicia.
“Ferma! Che stai facendo?”
“Andiamo, Shyia, lasciati andare! Divertiti!”
Un violento pugno lo colpì alla mascella, facendolo crollare. L’elfo afferrò il polso della ragazza, portandola lontano da lì, fino a casa sua. Le diede un po’ di soldi e le proibì di avvicinarsi nuovamente al campo. Mentre la sua visuale era coperta da una patina di rabbia, tornò alla tenda da cui era sfuggito.
 
“Maledetto elfo di merda! Ha rubato il mio giocattolo!”
“Quindi per te lei era solo questo? Un gioco?”
Sobbalzò e si voltò di scatto, afferrando un coltello per la frutta. Davanti a lui c’era una ragazza dalla pelle bianca e luminosa e dai fluenti capelli blu, nei quali gli sembrò di veder brillare alcune luci. Le squadrò il corpo per bene, ma quando arrivò al volto si paralizzò e il respiro gli uscì in un rantolo strozzato: le guance e la fronte erano marchiate da dei segni color della notte; gli occhi, ma soprattutto il suo sguardo, lo riempirono di terrore. L’iride era indistinguibile dalla pupilla, entrambe composte da una luce argentea incastonate in due sclere dal colore diverso, una azzurra e l’altra viola. Lo stesso identico colore degli occhi di Nyx.
“Chi… cosa… sei tu?!?”
“La tua fine”
 
Quando Shyia entrò nella tenda, rischiò di scivolare sul sangue. L’uomo era stato smembrato e ridotto in pezzi. Nonostante fosse felice per la sua scomparsa, intuì che il misterioso assassino era stato nel campo. Diede l’allarme, ma nessuno trovò niente. Nel frattempo, Nyx si infilava nuovamente sotto la coperta.

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Capitolo 6
*** Via ***


Nyx guardava il cugino ridacchiando: la settimana successiva ci sarebbe stata la Cerimonia nella quale sarebbe diventato ufficialmente una Guardia, e non la smetteva più di assillare parenti e amici riguardo a cosa avrebbe dovuto indossare.
“Dovrei mettere questo? Certo, è il più elegante che ho, però i colori non sono quelli giusti… per i colori c’è questo, ma non è così elegante… accidenti, devo assolutamente comprare qualcos’altro!”
“Finito?”
“Ehi, Nyx, ho bisogno di te, puoi veire?”
“No, lei serve a me”
“Con piacere”
Sorda alle suppliche di Lux, la ragazza seguì Orion in giardino.
“Grazie per avermi liberata”
“Ah, figrati. Però ho davvero bisogno di te”
le indicò l’uomo che riposava all’ombra di uno degli alberi del giardino.
“Mi ha chiesto se potevo portargli qualcosa da mangiare, ma non sapevo…”
“Non credo ci siano problemi, si tratta comunque di un sacerdote”
“Sacerdote?”
“Coloro che si occupano della cura dei templi”
“Dici? Non lo sembra affatto”
Nyx sbiancò, poi le uscì un risolino.
“G-già… forse è meglio se vado a parlargli, tu nel frattempo porta qualcosa da bere e da mangiare”
Mentre si allontanava, Nyx sospirò.
Grazie, eh.
Trattalo come un sacerdote merita.
Perché? Non dovevano morire tutti?
Non è un mio sacerdote. E non avverto malvagità in lui.
Prima che aprisse bocca, l’uomo volse lo sguardo, incrociando i suoi occhi.
“Ehm…”
Il vecchio spalancò gli occhi, poi si prostrò alla ragazza.
“Com’è possibile? Com’è possibile che uno dei guardiani delle nostre vite sia in un corpo mortale?”
“Cosa…?”
Svelta, lascia fare a me. No, non lo uccido.
Toccò la sua fronte, e in un attimo il vecchio sacerdote venne a conoscenza della situazione delle due entità davanti a lui.
“Alzati. Non deve saperlo nessuno”
Si rialzò appena in tempo: Orion uscì in quel momento con un bicchiere e una brocca strabordante di succo d’uva. Mentre versava il liquido, scoccò ai due un’occhiata imbarazzata.
“è l’unica cosa fresca che abbiamo oltre al vino, e ho pensato che forse non lo potesse bere…”
“Hai pensato bene, ragazzo. Succo, si, vino, purtroppo no”
Mentre beveva, l’uomo li guardò con curiosità.
“Mi sembrate molto affiatati”
“Beh, Orion mi ha salvato la vita, e noi gli abbiamo dato un posto dove vivere…”
“No, non è solo questo. Siete amici, di un tipo molto difficile da trovare. Inoltre, percepisco una certa purezza nell’anima di questo ragazzo”
Un’ombra passò davanti agli occhi di Nyx, e solo il sacerdote se ne accorse.
“Cosa state facendo per la vostra vita?”
“Io sto imparando il mestiere dell’artigiano dello stesso genio che mi ha fatto questa gamba”
“è davvero un ottimo lavoro, sono felice che la sua sapienza venga tramandata. E tu, amica mia?”
“Non lo so. Lavoravo come cameriera, ma…”
“Chi abita in questa casa? Non credo sia vostra”
“è dei miei zii. Ci abitiamo noi, loro e mio cugino”
“Hai un cugino?”
“Si, si chiama Lux”
Il suo volto si riemì d’orgoglio.
“Settimana prossima si unirà alle Guardie”
Il vecchio sorrise.
“Se lo desideri, potrei mostrarti un’altra via. Resterò in questo villaggio per un’altra settimana, poi partirò. Se vorrai venire con me, ti inizierò alla via dei sacerdoti”
Le lanciò un’occhiata profonda, mentre Nyx si paralizzò.
“Potrebbe aiutarvi a capire come andare avanti”
Quelle parole erano rivolte solo a lei, che annuì lentamente sotto lo sguardo disorientato di Orion.
“Le farò sapere dopo la cerimonia”
Da quel momento, entrò in un profondo silenzio, e a nulla valsero gli sforzi di Orion per distrarla. Dopo cena, mentre tutti in casa dormivano, uscì di nascosto e si diresse verso i resti dell’Ultimo Albero. Si sedette davanti al tronco tagliato e chiuse gli occhi.
Spirito?
Stai seriamente pensando alla sua proposta?
Si. Io… mi dispiace per quello che ti è stato fatto, e non nego che, molto probabilmente, avrei fatto le stesse scelte di mia madre, o le tue, ma…
Ma ritieni le loro vite troppo importanti.
Si.
Lo sentì sospirare.
Ti capisco. Ed è vero. Ogni vita è sacra, e non dovrebbe essere fermata.
Ma allora-
Fammi finire. Nonostante ciò, non ci riesco. Da quel giorno ho perso la mia fiducia in voi, ciò che mi permetteva di proteggervi. A volte, vorrei tornare a quell’epoca, ma non ci riesco. Lo vorrei, ma non…
Sentendo la sua profonda tristezza, una lacrima segnò il volto della ragazza.
E se lo seguissimo? Potrebbe aiutarci.
La scelta è solo tua, lo sai. Ora, però…
Si. Solo, facciamo in fretta.
Il corpo di Nyx sembrò risplendere, mentre l’essenza dello spirito la colmava, modificando il suo aspetto. Poi, rapida come il vento, si diresse verso il loro obbiettivo.
 
“Sono preoccupato. In pieno giorno, in un posto così affollato non era mai successo. Che la situazione stia per peggiorare?”
Nyx non rispose, concentrandosi sul cibo. Lux, invece, voleva a tutti i costi la sua opinione.
“Ehi, Nyx, tu che ne pensi?”
 Grugnito. Al terzo tentativo del cugino di farla parlare, sbottò duramente.
“non è il momento, lo capisci? È un mese che non fai altro che parlare di quando sarai una Guardia, della cerimonia, degli omicidi, non ne possiamo più!”
!Nyx!”
“Non sei l’unico ad avere problemi, sai?”
Si alzò di scatto, facendo cadere la sedia.
“Nyx! Cosa credi di fare?”
“Non ho fame”
Uscì di casa e si diresse nuovamente nel bosco. Girò a lungo senza meta, quando un rumore improvviso la fece nascondere dietro un tronco. Qualcuno stava correndo. Poco dopo, vide arrivare una ragazza che arrancava faticosamente sulla salita, mentre la gonna veniva continuamente fermata dai rami, come se fossero mani. Dietro di lei veniva una Guardia. La raggiunse in poco tempo e la bloccò a terra.
“No, ti prego, non farlo…”
E perché? Tu lavori in quella locanda per servire i clienti, no?”
“Si, ma questo-“
“Fa silenzio!! Io, ho mangiato e bevuto, in quella locanda, e ora ci dormo. Sono un vostro cliente. Significa, che devi servirmi. In ogni mio desiderio”
Con lo sguardo inorridito, Nyx vide l’uomo passare una mano lungo la gamba della ragazza, sotto la sua gonna. Sentì montare la rabbia sua e dello spirito. Mentre il suo corpo cambiava, contrasse i muscoli per attaccare.
“Fermo!”
Si bloccò, con gli occhi spalancati: il vecchio sacerdote che aveva incontrato nel giardino si fece avanti.
“Lascia andare quella ragazza. Non merita tutto ciò”
Mentre la ragazza si divincolava, cercando inutilmente di scappare, la Guardia fissava il vecchio con sguardo di sfida. Quando lo vide muovere il bastone, la lasciò andare. Piangendo, la ragazza si precipitò al villaggio. La guardia lanciò al vecchio uno sguardo ostile.
“Chi sei, tu? Con quale autorità mi primi dei miei giocattoli?”
“Solo con l’autorità di qualcuno più anziano di te, più saggio e con più morale, a quanto pare”
“Oh, allora il tuo bastone è solo una decorazione?”
“No, ma il mio spirito no ha autorità, qui. Questa è la terra di un altro”
“Allora, non potrà salvarti!”
Non fece in tempo a sfoderare la spada, che il braccio si staccò dal corpo, tagliato da una forza invisibile. Il sacerdote spalancò gli occhi, mentre l’uomo cadeva al suolo. “Che tu sia maledetto! Cos ami hai fatto?”
Gli staccò anche l’altro braccio. Lentamente, la Guardia venne smembrata, e solo alla fine le sue urla si fermarono. Il sacerdote non era riuscito a staccare lo sguardo da quella scena. “Mi dispiace per la violenza a cui l’ho fatta assistere”
Vide Nyx venirgli incontro ancora avvolta dalla luce dello spirito.
“Capisco. Hai protetto quella ragazza. Te ne sono grato. Ora, credo che tu debba tornare a casa. È tardi”
Si allontanò lasciandola a bocca aperta. Quando non fu più in vista, Nyx, tornò al suo aspetto e si girò. Trovandosi a guardare gli occhi pieni di terrore e stupore di Orion. Sentì il suo cuore sprofondare.
“Orion, io-“
“Allora eri tu…”
 
“Quella ragazza! Non è altro che un problema! Tu, ragazzo, renditi utile e valla a cercare. Ha un po’ di cose di cui chiedere scusa”
Seguendo le sue tracce nel bosco, il ragazzo su trovò davanti alla scena del tentato stupro. Stava per intervenire, quando venne preceduto dal vecchio sacerdote e da una strana figura illuminata. Gli sembrava familiare. Vide i due parlarsi, ma non riuscì a sentire quello che si dicevano. Mentre il sacerdote si allontanava, lui si avvicinò. In questo modo, vide molto chiaramente l’essere perdere la sua luce e diventare la sua amica. Che incrociò il suo sguardo con terrore.
“Allora eri tu…”
La vide fare un passo nella sua direzione. Istintivamente, indietreggiò. Gli occhi di Nyx si riempirono di lacrime. Si girò e scappò. Orion rimase bloccato, e non fece nulla per bloccarla. Vagò a vuoto nel bosco e poi nel villaggio, finché non si accorse di essere circondato da una folla assetata di sangue. Spintonato dai vicini, arrivò in prima fila. Davanti a lui, vide il sacerdote cadere a terra dopo aver ricevuto un violento schiaffo sul labbro. Dietro di lui, c’erano i resti della Guardia. Tra i suoi aguzzini, c’era anche Lux.
“Allora? Sei stato tu l’ultimo a vederlo. Cosa è successo?”
“Non ne ho idea, signore”
“Davvero? Allora, ti scioglieremo la lingua”
Sollevò il braccio.
“No, aspetti, la prego!”
Nyx si frappose tra i due.
“La prego, dopo aver liberato la ragazza, il mio maestro mi ha raggiunto. Stavamo raccogliendo le erbe per il viaggio”
La folla venne percorsa da mormorii.
Che sta dicendo? Cosa vuoi fare, Nyx? Vattene, è pericoloso!
“Cosa stai dicendo?”
“Quest’uomo mi ha chiesto se volessi intraprendere la via dei sacerdoti. Ho accettato, e lo stavo aiutando con i preparativi”
La Guardia abbassò il braccio.
“Mi fido della nipote di Shyia, ma non di lui. Avete mezz’ora per lasciare il villaggio”
La ragazza annuì. La folla cominciò a disperdersi, impedendo a Orion di avvicinarsi a Nyx. Quando, finalmente, raggiunse il centro della piazza, i due non c’erano più. Li cercò inutilmente per tutto il villaggio, finché non venne fermato dal suo maestro.
“Stai cercando Nyx, vero?”
“Si… sa dov’è?”
“Porta sud. Farai meglio a sbrigarti”
Con le sue ultime energie, si lanciò verso la direzione indicatogli dall’artigiano. Era troppo tardi. In lontananza, si vedevano due viaggiatori, che a passo sostenuto si allontanavano dal villaggio. Crollò in ginocchio.
È colpa mia… è tutta colpa mia!
La luce nei suoi occhi e il suo sorriso si spensero.

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