Il principe Mezzosangue (Rivisitata)

di JennyPotter99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I. ***
Capitolo 2: *** Capitolo II. ***
Capitolo 3: *** Capitolo III. ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV. ***
Capitolo 5: *** Capitolo V. ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI. ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII. ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII. ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX. ***
Capitolo 10: *** Capitolo X. ***



Capitolo 1
*** Capitolo I. ***


Cornelius Caramel era stato sostituito come Ministro della magia.
Questa era la prima notizia che apparve sulla Gazzetta del Profeta.
Mentre Jenny se ne stava con Harry in un bar della metro di Londra, lesse anche in prima pagina un articolo dove il Ministero faceva le sue scuse ai fratelli Potter e ad Albus Silente.
Infine, sull’angolo a destra, c’era una foto di Draco e Narcissa Malfoy, con l’annuncio che il figlio aveva mandato ad Azkaban il suo stesso padre.
Non doveva esser stata un’estate facile per lui.
D’altronde, nemmeno Jenny ed Harry avrebbero dovuto trovarsi così allo scoperto in un luogo pubblico.
Silente avrebbe voluto che rimanessero segregati in casa, ma con i Dursley, era impossibile.
Nel frattempo che leggevano il giornale, una cameriera mulatta e riccia si avvicinò a loro timidamente.
-Harry Potter, chi è Harry Potter?- domandò al ragazzo.
-Oh, nessuno, un fessacchione.- rispose l’altro, arrossendo.
Jenny notò subito come si guardavano a vicenda: era ovvio che si piacessero.
-Cosa prendete?-
-Due cappuccini, grazie.-
Preso l’ordine, la ragazza fece per tornare in cucina.
-Avanti, chiedile di uscire.- le sussurrò Jenny, alla sedia accanto alla sua.
-Mi chiedevo…- continuò Harry.
La cameriera si voltò di scatto.- Alle 11, è l’ora in cui smonto. Così mi racconterai di quel fessacchione di Harry Potter.-
Harry si grattò un sopracciglio imbarazzato, mentre Jenny le fece un occhiolino.
-Ormai sei sulla piazza, dobbiamo trovarti una signorina per bene.-
-Non credo di riuscirne a conquistare molte.-
Jenny le mostrò una parte dell’articolo, dove era scritto chiaramente che la gente iniziasse a pensare a lui come Il Prescelto, colui che avrebbe sconfitto l’Oscuro Signore.- Chi non uscirebbe con Colui che è Prescelto?-
In quel momento, un treno passò in stazione ed Harry notò una luce andare e venire.
Proprio qualche secondo dopo, quando la metro se ne fu andata, apparve Albus Silente sulla banchina opposta.
Harry e Jenny raggiunsero l’uomo in veste grigia e barba lunga.
-Siete stati incauti, questa estate.- commentò egli.
Jenny osservò che il preside aveva la mano destra nera e ossuta.
-Alquanto spiacevole da vedere, anche se tuttavia ha una storia affascinante.- continuò Silente. -Ma ve la racconterò in un altro momento. Harry, afferra il mio braccio e tu, Jenny, quello di tuo fratello.-
Non appena fecero quanto indicato, anche se voleva dire mancare all’appuntamento con l’affascinante cameriera, i tre si ritrovarono teletrasportati in una piazzetta buia.
Jenny sentì chiaramente lo stomaco brontolare.
-Ci siamo appena materializzati, vero?- chiese Harry, riprendendo fiato.
-Già: è anche andata piuttosto bene.- rispose Albus.- Tutti la prima volta vomit-
La ragazza si nascose dietro un cespuglio in fretta, per rigettare.
Si pulì la bocca, tornandogli vicino.- Chissà perché.-
Successivamente, i due fratelli seguirono Silente verso una casa.
-Benvenuti nell’incantevole villaggio Budleigh Babberton.- spiegò l’uomo.- A questo punto, vi starete chiedendo perché vi ho portato qui.-
Jenny ridacchiò.- Signore, sinceramente, dopo tutti questi anni, mi adeguo e basta.-
I tre giunsero davanti alla porta e videro che era stata scassinata, così prima di entrare, prepararono le bacchette, facendosi luce.
Dentro era stato messo tutto a soqquadro: mobili, sedie, lampadari.
Incastrato sotto un comodino c’era una copia della Gazzetta del Profeta: Jenny osservò cadere gocce di liquido rosso su foglio dall’alto, così alzò lo sguardo e vide una pozza di sangue che impregnava il soffitto.
A quel punto, una di essa cadde sulla sua fronte e Silente si avvicinò, la prese con il dito e se la portò alla lingua.
Fu in quel momento che notarono qualcos’altro di strano: al centro del salone, c’era una poltrona con un’imbottitura di color azzurro, che non c’entrava per niente con l’arredamento.
In più, c’erano due piedi in pantofole marroni, sotto di esse.
Con la bacchetta, Albus ci diede un colpetto ed essa si tramutò in un uomo in vestaglia e ciabatte.
-Per la barba di Merlino!- esclamò egli.- Non c’è bisogno di infilzarmi, Albus!-
Era chiaro che i due si conoscessero.
Egli aveva una carnagione chiara, qualche capello in meno sulla tempia, occhi azzurri e un nasone lungo e a punta.
-Cosa mi ha tradito?-
-Il sangue di drago.- rispose Silente, mentre Jenny si puliva la fronte.
Riconobbe subito i due fratelli Potter.- Oh, salve.-
-Harry, Jenny, lui è il mio amico e collega, Horace Lumacorno.- continuò il preside.- Com’è tutta questa messa in scena, Horace? Non è che aspettavi qualcun altro?-
-I Mangiamorte cercano di reclutarmi da oltre un anno, perciò non resto più di una settimana nello stesso posto, perché a quelli non si può dire di no più di una volta.- spiegò il professore.- I proprietari di questa casa sono in vacanza alle Canarie.-
-Beh, allora suppongo che dovremmo rimettergliela a posto.-
Con un unico gesto di bacchetta, Silente ordinò l’intera stanza.
Quadri, sedie e mobili tornarono al loro posto, insieme al lampadario, che finalmente fece luce.
Harry e Jenny si guardarono intorno affascinati.
-Beh, è stato divertente.- commentò poi Albus. -Ti spiace se uso il bagno?-
-Certo. Non credere che non sappia perché sei qui, Albus. La risposta è sempre no. Assolutamente e inequivocabilmente no.- esclamò, prima di riportare gli occhi sui due ragazzi.- Wow, assomigliate tanto ai vostri genitori. Tu, Harry, hai….-
-Gli occhi di mia madre.- disse Harry, sapendo già cosa l’uomo avrebbe detto.
-Sì, la bella Lily.- affermò Horace.- Era una studentessa modello, una delle allieve che in assoluto preferivo.- continuò, indicando una foto su una mensola.- Eccola là, in prima fila.-
Jenny si avvicinò e vide una foto incorniciata di Lumacorno insieme alla madre e altri studenti.
Ne osservò anche un’altra, di Horace insieme ad un ragazzo che assomigliava molto a Sirius.
Ciò le fece salire un po' di malinconia.
-Regulus Black.- esordì il prof.- Di sicuro sai di suo fratello Sirius, deceduto qualche settimana fa.-
Silente tornò dal corridoio.- Grazie Horace, allora io e i ragazzi ce ne andiamo.-
Horace sembrò improvvisamente sorpreso.- Oh, di già?-
-So riconoscere una sconfitta quando la vedo e capisco che non riuscirò mai a convincerti, anche se sarebbe stato un personale successo se tu avessi acconsentito a tornare ad Hogwarts.- rispose Silente.- Sei come i due fratelli Potter qui: unico nel tuo genere.-
I 4 si salutarono anche se, non appena percorso il vialetto, Horace li seguì in fretta e furia.- Va bene, accetto! Ma voglio un nuovo ufficio, non quel gabinetto che avevo prima!- esclamò brontolando.- E voglio un aumento: viviamo in tempi pazzi!-
-Pazzi davvero.- sussurrò Jenny, tra se e se.
Aveva capito bene l’intento di Silente.
Nell’osservare le foto che aveva sulla mensola, Jenny aveva visto che Lumacorno era un Serpeverde.
Conoscendo allievi ambiziosi e con la smania di potere appartenenti a quella casata, Albus voleva mostrare al suo amico che conosceva qualcuno di potente e famoso come i fratelli Potter.
-Signore, lo scopo di tutto questo?- chiese Harry, confuso.
-Credo che Silente ci abbia appena usato per la nostra fama.- rispose la sorella.
-Esattamente Jenny, il professor Lumacorno vi vorrà sicuramente nella sua collezione, una volta tornato ad Hogwarts ed è vitale che lui ritorni.- spiegò il preside.
Giunsero nuovamente alla piazzetta da cui erano arrivati.
-Temo di averti derubato di una serata interessante Harry: era davvero molto carina.- commentò poi, riferendosi alla cameriera.
-Non fa niente signore, ci ritornerò domani, inventerò una scusa.- disse Harry, ridacchiando.
-Oh non tornerete a casa questa sera.-
-Ma signore, tutti i nostri bagagli.- intervenne Jenny.
-Vi stanno aspettando.- rispose Silente, porgendogli di nuovo il braccio.
Jenny era un po' titubante a materializzarsi di nuovo, così trattenne il fiato, fin che non ritrovarono in un enorme campo di grano.
In lontananza, la tana degli Weasley.

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Capitolo 2
*** Capitolo II. ***


Come tutti gli anni, Harry e Jenny vennero accolti dalla signora Weasley, Ginny, Ron ed Hermione.
-Ma che bella sorpresa!- esclamò Molly, abbracciando entrambi.
Nessuno si aspettava che arrivassero, ma di certo non si misero a discutere della stranezza di Silente.
Dopo cena, i 4 amici si riunirono davanti al camino.
-Quando sei arrivata?- domandò Harry ad Hermione.
-Qualche giorno fa. Per un po' non si sapeva se sarei tornata.-
-Già, anche mia madre era furente qualche settimana fa. Aveva paura di farmi tornare ad Hogwarts.- aggiunse Ron.
-Beh, ma non è definita la scuola più sicura del mondo?- intervenne Jenny.
-Girano voci: Silente è alquanto invecchiato.- continuò Hermione.
-Fesserie, quanti anni avrà? 150?-
-Anno più, anno meno.- commentò Ron, facendo scoppiare a riedere tutti
***
Il giorno dopo, Harry, Ron, Hermione e Jenny si avviarono a Diagon Alley per i soliti acquisti scolastici.
Visitarono il nuovo negozio di Fred e George: i Tiri Vispi Weasley.
Grazie alla vincita del torneo tremaghi di Jenny, i due gemelli avevano messo su un enorme negozio dove vendevano ogni tipo di furbo marchingegno.
C’era tantissima gente, nonostante mezza Diagon Alley avesse chiuso i battenti per via dei Mangiamorte sempre in agguato.
Ginny ed Hermione si avvicinarono ad una coppa con dentro delle fialette piene di liquido rosa.
-Filtri d’amore?- chiese Fred.
-Non ne hai bisogno, vero sorellina? Non stai uscendo con Dean Thomas?- continuò George.
-Fatti gli affari tuoi.- rispose la sorella minore, guardandoli male.
Jenny, invece, notò su uno scaffale una curiosa pietra nera e scintillante.
-Polvere buio pesto peruviana. Ottima per una fuga rapida.- le disse George, porgendogliene una.
-La tiri a terra e si crea una fitta nebbiolina, così te la puoi dare a gambe senza che nessuno ti veda.- spiegò Fred.- Gratis per te.-
-Questo quanto viene?- domandò Ron, prendendo un pacchetto di pasticche vomitose.
-5 galeoni.- risposero all’unisono.
-E per me?-
-5 galeoni.-
-Ma sono vostro fratello.-
-10 galeoni.-
Jenny scoppiò a ridere e si mise in tasca il suo nuovo acquisto, mentre si avviarono fuori.
-E’ incredibile, ma come fanno?- intervenne Hermione, sorpresa che il loro negozio andasse così bene.
-Per Fred la gente, al giorno d’oggi, ha bisogno di ridere.- disse Ron.
Fu a quel punto che videro il negozio di Olivander: era stato tutto bruciato e dell’uomo nessuna traccia.
-Oh no. Tutti compravano le bacchette da Olivander.-
Mentre proseguirono, Ron notò qualcuno che conosceva comportarsi in modo strano.- Ehi, sbaglio o Draco e mammina sembrano due che non vogliono essere seguiti?-
Jenny vide Draco e Narcissa, vestiti rigorosamente di nero, che si guardavano attorno prima di impegnare il vicolo che portava a Notturn Alley.
Senza pensarci molto, il gruppo li seguì fino a che non arrivarono da Magia Sinister.
Rimasero nascosti dietro una colonna di pietra, a spiare.
Draco era circondato da Mangiamorte, tra cui sua zia Bellatrix e un lupo mannaro, un certo Greyback, oltretutto ricercato dal Ministero.
Mostrarono a Draco uno strano armadio a due ante.
Non riuscirono a sentire cosa si stessero dicendo, ma Jenny notò che Draco voleva essere in tutt’altra parte, quando sua zia gli baciò la guancia delicatamente.
Quella situazione non le piaceva affatto.
***
Anche mentre era sul treno per Hogwarts, Jenny si mise a guardare il paesaggio fuori, facendosi mille domande alla quale non aveva una risposta.
-Non capite, era un’iniziazione. E’ diventato uno di loro.- stava dicendo Harry.
Jenny era così sovrappensiero che non aveva seguito il discorso.- Cosa?-
-Harry crede che Draco sia un Mangiamorte.- rispose Hermione.
La sorella lo guardò immediatamente male.- Tu straparli, cosa può volere Voldemort da Draco?-
-Beh, suo padre è un Mangiamorte.-
Jenny sbuffò infastidita.- E con questo? Tu non lo conosci per niente: l’ultima cosa che vuole è essere come lui.- borbottò, prima di alzarsi.- Ho bisogno d’aria.-
La teoria di Harry era da escludersi, ma Jenny aveva comunque necessità di sapere.
Prese il mantello dell’invisibilità dal porta bagagli e si diresse nel vagone dove di solito si riunivano tutti i Serpeverde.
Jenny aveva ancora la pietra acquistata da Fred e George, così decise di usarla.
Mentre Draco si sedeva davanti a Pansy e Blaise Zabini, Jenny la lanciò a terra ed essa creò una fitta nebbiolina nera, così da non farsi vedere mentre, sotto il mantello, si postava ad una delle poltrone rimaste vuote, per origliare.
-Che diamine è stato?- domandò Draco, spostando la scia con la mano.
-Saranno sicuramente quelli del primo anno che si divertono.- commentò Pansy.
-Come mai non sei nello scompartimento insieme alla tua amica Potter?- domandò Blaise, con un ghigno divertito.
Draco alzò un sopracciglio.- Tu chiamala di nuovo così e ti trasformo in un gabinetto.-
Jenny aveva già visto il ragazzo fare commenti del genere, per difenderla, ma notò dalla sua faccia che era più arrabbiato e nervoso del solito.
Quando il treno si fermò alla stazione di Hogwarts, Draco rimase seduto.- Voi andate, devo controllare una cosa.- disse ai due.
Si alzò e chiuse la porta scorrevole del vagone, lentamente.
Ci fu un’irritante pausa, in cui Draco si risedette di nuovo, calmo.
Allora Jenny intuì dal suo comportamento che aveva capito tutto.
-Va bene, va bene.- esclamò lei, venendo fuori da sotto il mantello.- Mi hai scoperto.-
Draco scoppiò a ridere.- Se volevi dirmi qualcosa, bastava farmelo sapere.-
Jenny divenne rossa in viso e per un attimo si sentì in colpa di averlo spiato.- No, è che, ecco…- balbettò, coprendosi la faccia.
-Dai, andiamo, prima che il treno riparta.- le disse, prendendole la mano e scendendo alla stazione.
-Mi dispiace, è che ti ho visto ieri a Notturn Alley e credevo che non avresti voluto parlarne, dato che eri insieme a tua zia.- continuò Jenny.
Furono costretti ad arrivare al castello a piedi, dato che l’ultima carrozza era già partita.
Draco sorrise, mettendo le mani nelle tasche del tuo abito nero.- Mi hai spiato?-
-Scusami, non volevo, è che tu e tua madre sembravate così sospetti.- rispose, camminandogli a fianco.
Il ragazzo abbassò lo sguardo, come se fosse ansioso.- Voleva che vedessi quell’armadio, ma non mi ha detto il perché, ne che tipo di armadio fosse. Mia zia ha detto che serviva per un bene superiore. Non so altro.- spiegò, piuttosto vago.
Jenny gli crebbe subito, senza voler ulteriori spiegazioni, dopotutto si trattava solo di Draco.
-Mi credi?- le chiese, guardandola negli occhi.
Lei si perse ancora una volta in quell’azzurro cielo.- Non dubito mai di te.-
Draco fece uno di quei sorrisi affascinanti.- Bene.-
-Finalmente!- esclamò il professor Vitius.- Sono ore che vi cerchiamo!-
Jenny notò alcuni uomini all’entrata che perquisivano i bagagli.- Chi sono?-
-Auror, per la protezione.-
Gazza stava proprio controllando il baule di Draco e vi trovò il vecchio bastone di Lucius Malfoy.- Che ci fai con questa canna?-
Draco gli si avvicinò, togliendoglielo di mano.- Non è una canna, cretino, è un bastone da passeggio.-
Egli aveva cambiato umore in pochi secondi.
-Garantisco io per il signor Malfoy.- intervenne Piton.
Jenny non aveva mai visto Severus importarsi così tanto a Draco, ma dopotutto, era il suo capo casata.
Per via del ritardo, Jenny aveva saltato la cena ed Hermione si preoccupava di sapere dove fosse.
Harry, invece, mangiava tranquillamente il dolce.
-La vuoi smettere di mangiare!- borbottò, colpendo l’amico più volte con un libro.- Tua sorella è scomparsa!-
Fu in quell’istante che Jenny entrò nella sala grande insieme a Draco e Piton, sedendosi poi davanti agli amici. -Scusatemi, che mi sono persa?-
-Il cappello parlante ci vuole forti e coraggiosi in questi tempi inquieti.- intervenne Ron.- Facile per lui, è un cappello!-
-Cosa hai scoperto?- le domandò Harry.
Jenny non vedeva l’ora di sbattergli in faccia che aveva torto.- Per tua informazione, Draco non è diventato un Mangiamorte. Volevano solo mostrargli quell’armadio, ma non gli hanno detto a cosa servisse.-
-Beh, io non mi fido.- bofonchiò l’altro.
-Fa come ti pare!-
In quel momento, Silente si alzò dal suo posto, avvicinandosi al leggio.- Buona sera a tutti ragazzi.- esordì verso gli studenti.- Vi starete chiedendo perché i vostri bagagli sono stati perquisiti al vostro arrivo. Vedete, molto anni fa, c’era un ragazzo che, come voi, sedeva su questi tavoli, dormiva nei vostri stessi letti, frequentava le vostre stesse aule. Il suo nome? Tom Riddle.-
Si creò brusio quando capirono di chi stesse parlando.
-Ogni giorno, ogni ora, o forse perfino anche in questo momento, forze oscure tentano di penetrare in questo castello. Ma, alla fine, la più grande difesa, siete voi.-
Hogwarts era circondata non solo da gruppi di Auror fidati, ma anche da una potente barriera magica che i Mangiamorte non potevano attraversare.
Dopo la cena, Hermione e Jenny si avviarono nella loro camera.
Quando entrarono, videro che i letti erano sottosopra e le piume dei cuscini erano tutte per aria.
-Ma che è successo?-
Si sentì un miagolio provenire da dietro la porta ed entrambe sobbalzarono quando videro Blue, più grande rispetto all’anno prima.
-Te lo avevo detto che sarebbe diventato gigante!- esclamò Hermione.
Il felino si strusciò con la testa sulla pancia della padrona, con  le sue enormi orecchie  e gli occhi azzurri.
-Ehm, forse è meglio che ti porto da Hagrid.-

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Capitolo 3
*** Capitolo III. ***


Troppo grande per la sua gabbietta, Blue sarebbe rimasto e accudito da Hagrid.
Il professor Lumacorno aveva ripreso il suo vecchio ruolo di insegnante di Pozioni, mentre, finalmente, Piton aveva preso la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure.
Mancavano tre anni alla fine dell’anno scolastico ad Hogwarts: Harry aveva intenzione di divenire Auror al Ministero, mentre Jenny, volendo seguire le orme dei Malandrini, si dedicò al difficile apprendimento dell’Animagus.
Solo che non aveva idea di che animale avrebbe preso forma e forse Piton poteva aiutarla.
Prima della lezione di Pozioni, di cui ancora non aveva il libro, si diresse nell’aula di Difesa ed entrò nell’ufficio del professore senza nemmeno bussare, come fossero ormai diventati migliori amici.
Con se aveva portato due ciambelle prese dalla colazione.- Dobbiamo festeggiare!- esclamò, facendolo sobbalzare.- Finalmente sei il professore di Difesa.-
Severus sospirò.- Dobbiamo discutere su questo tuo presentarsi senza esser invitata, signorina Potter.-
Jenny incrociò le braccia.- Non mi sembri una persona molto impegnata, Sev e credo di essere la tua unica amica qui, mi sbaglio?-
Piton si dedicò a mettere le sedie nell’aula, ignorandola, ma senza neanche dire di no.
-Come immaginavo.- continuò lei.- Comunque, sono venuta qui per dirti che voglio diventare un Animagus.-
-Abbiamo delle alte ambizioni.- commentò, sistemando i piccoli banchi.
La ragazza iniziò a parlare a vanvera senza accorgersene. -Infatti, ma non ho idea di che animale potrei diventare. Insomma, rispecchierà il mio Patronus come succede a Lupin? O potrei diventare uno scoiattolo, o un orso peloso. Oddio, potrei?-
Severus alzò un sopracciglio.- Deduco che non posso astenermi da questa cosa.-
Jenny gli fece un grande sorriso.- No.-
Il professore sospirò e mise le ultime sedie.- L’animale di un Animagus si basa sulle sue caratteristiche fisiche e caratteriali, perciò non è detto che tu ti trasformerai in una cerva.-
Jenny fu subito confusa.- Come fa a sapere che il mio patronus è una cerva?-
A quel punto Piton si fermò, nascondendo a Jenny il suo viso nervoso.- Intuizione.- rispose, poggiandosi ad uno dei banchetti. Le prese il viso tra la mano e l’analizzò.- Mento e naso a punta: un uccello, direi.-
-Un uccello?!- esclamò lei, entusiasta.- Sarebbe fantastico! Ma che tipo di uccello?-
Severus ormai sembrò non sopportala più.- Facciamo che ci vediamo qui, tre giorni alla settimana, per delle lezioni extra.-
-Splendido!- saltellò Jenny.- Grazie Sev!-
Successivamente, i fratelli Potter si avviarono a Pozioni: se Silente voleva che legassero con lui, dovevano seguire le sue lezioni.
-Buongiorno ragazzi, benvenuti!- gli disse Lumacorno.- In quel mobiletto troverete i libri.-
Jenny aprì un armadietto e vide che erano rimasti due libri: uno nuovo con la copertina lucida e l’altro vecchio, con il bordo rovinato.
Di scatto, entrambi fecero a gara per accaparrarsi quello nuovo, dandosi spallate e allungando il braccio dentro.
Alla fine, Harry ebbe la meglio.
In quella lezione c’erano anche Ron, Hermione, Draco, Katie Bell, Pansy, Blaise e Lavanda Brown, che non la smetteva di fissare Ron.
Jenny dedusse che fosse la sua nuova cotta.
-Allora, ho preparato una mistura stamattina, chi vuole dare un’occhiata e capire cosa sia?- domandò il professore.
Jenny alzò la mano e così si avvicinò al calderone.
Dal colore sembrava lo stesso liquido presente nelle fialette al negozio dei gemelli Weasley.- Questo è Amortentia: il filtro d’amore più potente del mondo. - dedusse.- Dovrebbe odorare delle cose che ci attraggono di più. Per esempio, io sento: aroma d’erba tagliata, pergamena nuova e………Profumo, misto lavanda e menta.- spiegò e si tolse da lì prima di svenire dal piacere.
Nell’angolino, Draco si annusò il mantello e sorrise sotto i baffi capendo che si era riferita al suo solito profumo.
-Molto bene. Ora, l’Amortentia non crea veramente l’amore, questo sarebbe impossibile. Ma provoca una potente infatuazione o ossessione, per questo motivo, è la pozione più potente in questa stanza.- continuò Horace, chiudendo il calderone.
-Signore, non ci ha detto cosa c’è lì dentro.- intervenne Katie, indicando una fialetta.
-Questa è Felix Felicius, detta anche….-
-Fortuna liquida.- disse Hermione.
-Esatto, signorina Granger, Fortuna liquida. Un sorso e scoprirete che tutte le vostre imprese hanno successo.- spiegò Lumacorno.- Questa mattina, darò in premio questa fiala, allo studente che produrrà un accettabile Distillato di morte Vivente. La ricetta è a pagina 10 del vostro libro, buon lavoro!-
Jenny si mise a fianco a Draco, preparando gli ingredienti e il calderone.
-Profumo menta e lavanda, eh?- le disse lui, ridacchiando appena.
La ragazza sorrise arrossendo.- Sta zitto.-
Quando aprì il libro, notò che sulla prima pagina c’era un’iscrizione: di proprietà del principe mezzosangue.
Non sapeva chi fosse, ma questo tipo aveva fatto un sacco di correzioni a penna su quello che riportava il libro in se.
Ad esempio, diceva di aggiungere un tipo di ingrediente, invece che un altro e di trattare alcune cose in modo diverso.
Tant’è che Hermione non capì cosa stesse facendo.
Tuttavia, mentre nell’aula, alcuni studenti si ritrovarono con pozioni bruciate, quella di Jenny sembrò esser perfetta.
Lumacorno lasciò cadere una fogliolina nel liquido ed essa bruciò subito.- Accidenti, è perfetta. Un goccio ci ucciderebbe tutti!- esclamò, entusiasta.- Come promesso, una fiala di Felix Felicius.- continuò, porgendole la boccetta.- Usala bene.-
Era la prima volta che Jenny riusciva a completare una pozione.
Quel principe mezzosangue doveva essere un genio.
***
Nel pomeriggio, Silente fece chiamare i fratelli Potter nel suo ufficio.
Mostrò loro una mensola piena di fialette di cristallo, tutte rigorosamente etichettate.
-Quelli che state vedendo sono ricordi su una particolare persona: Tom Riddle.- esordì il preside.- Vorrei che ne vedeste uno, se siete d’accordo, quello di quando l’ho conosciuto.-
Entrambi annuirono e così Silente inserì il ricordo nel pensatoio.
Harry e Jenny immersero il viso nel liquido e si ritrovarono davanti il cancello di un orfanotrofio.
Un giovane Albus Silente bussò alla porta di una camera: ad aprirgli fu un piccolo Tom Riddle, all’epoca, aveva circa 10 anni.
Non tanto diverso da quando Jenny lo aveva visto al secondo anno.
La sua stanza era piccola e stretta, con un armadio, un letto, una finestra, un davanzale con 7 pietre messe una dietro l’altra e una foto di una grotta sulla sedia.
-Lei è il dottore, vero?- domandò a Silente.
-No, sono un professore.- rispose Albus, sedendosi sul suo letto.
-Io non le credo, vogliono farmi visitare. Credono che io sia diverso, ma non sono pazzo.- continuò il bambino.
-Hogwarts non è un posto per gente pazza. Hogwarts è una scuola di magia.- spiegò Silente, notando che il piccolo era confuso.- Tu puoi fare delle cose, vero Tom? Cose che gli altri bambini non fanno.-
-Posso spostare gli oggetti senza toccarli, far fare agli animali delle cose senza addestrarli, far capitare brutte cose a quelli cattivi con me.-  raccontò Tom.- Chi è lei?-
-Beh, io sono come te Tom, sono diverso.-
Il ragazzo lo guardò accigliato.- Lo dimostri.-
Improvvisamente l’armadio accanto a loro prese a bruciare.- C’è qualcosa che tenta di uscire dal tuo armadio, Tom.-
Il piccolo tirò fuori un coltellino e uno yoyo, probabilmente rubati a qualcuno.
-Il furto non è tollerato ad Hogwarts, Tom. Ti verrà insegnato come controllare i tuoi poteri.- disse infine il preside, prima di dirigersi verso la porta.
-Parlo anche con i serpenti.- aggiunse Riddle.- Loro mi trovano, sussurrano cose. E’ normale per uno come me?-
Il ricordi finì lì: con Albus Silente che lo guardava confuso, perché parlare con i serpenti, non era una cosa ordinaria.
-Lo sapeva signore?- chiese Harry.
-Che avevo appena conosciuto il mago più oscuro di tutti i tempi? No.- rispose Silente.- Quando Tom studiò, si affezionò ad un particolare professore.-
-Non ha riportato qui il professor Lumacorno solo per insegnare Pozioni.- intuì Jenny.
-No, infatti.-
-Ha detto che ci avrebbe voluti nella sua collezione, vuole che glielo permettiamo?-
-Sì. Horace possiede qualcosa che io voglio ardentemente e non la darà via facilmente.-
Mentre tornavano al dormitorio, Jenny incrociò Draco per il corridoio, con fare furtivo, così decise di seguirlo.
Ad un certo punto, si soffermò davanti ad un muro e la ragazza si avvicinò.- Ehi.-
Draco la guardò, colto di sorpresa.- Ehi, ciao, che fai qui?-
-Riunioni serali col preside, tu che fai?-
Fu a quel punto che il muro si trasformò in una porta: la stanza delle necessità.
Jenny si chiese cosa volesse farci lì dentro.
-Vieni, ti faccio vedere una cosa.- le disse, conducendola dentro.
Girò un angolo pieno di robaccia, rimasta come l’anno prima e poi tolse un lenzuolo polveroso da quello che sembrava un armadio.
Lo stesso armadio visto da Magia Sinister.
-Ma è lo stesso.- esordì Jenny.
-Già, il proprietario lo ha portato qui. Vogliono che lo ripari.-
Jenny notò lo sguardo nervoso di Draco e gli afferrò la mano.- Draco, ti stanno costringendo a fare qualcosa?-
Draco le sorrise, accarezzandole la guancia.- No, sta tranquilla, va tutto bene.- le rassicurò, facendola sedere insieme a lui su un divano di pelle in mezzo a tutti quegli oggetti.- Ti fidi di me?-
Glielo aveva già chiesto una volta e quella volta Jenny si era fidata.
Non aveva mai detto bugie, se non a fin di bene.
Dopotutto, era sempre lo stesso ragazzo che l’aveva aiutata e di cui era follemente innamorata da anni.
Doveva solo dirlo anche a se stessa.
-Certo.- sussurrò, annuendo appena.
Lui le mise silenziosamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio.- Mi sei mancata.-
Entrambi chiusero gli occhi e poggiarono la fronte l’una sull’altra.
Jenny sentì un fremito sulle labbra: desideravano le sue, ma Draco si spostò.- Dovremmo andare a cena.-
Anche lei si ritrasse, abbassando lo sguardo.- Sì.-
Per anni, Draco era stato quello che aveva investito su di loro, offrendo a Jenny un piccolo pegno, l’anello che aveva rifiutato.
Ora che Jenny si sentiva quasi completamente legata a lui, egli sembrava lontano, nervoso, pensieroso.
Certe volte, al banchetto, incrociava il suo sguardo basso e disattento.
Che gli stesse succedendo qualcosa?
 
Il giorno dopo, iniziarono le selezioni per il quiddich.
Dopo che Baston se era andato, Harry era diventato il capo della squadra e insieme a Jenny avrebbe deciso i nuovi membri.
In particolare, come ruolo di portieri, provavano Ron e Cormac Mclaggen, un ragazzo robusto e affascinante.
Sugli spalti, alcuni Grifondoro, tra cui Lavanda ed Hermione, stavano assistendo.
-Nessun rancore Weasley, anche io provo da portiere.- gli disse Cormac, mettendosi il caschetto e i parastinchi.
-Un armadione come te? Staresti meglio come battitore, non credi?- ribatté Ron, evidentemente nervoso, mentre una mosca gli girava intorno.- Il portiere deve essere veloce e abile.-
Di scatto, il ragazzo schiacciò l’insetto tra le dita.- Tu potresti presentarmi la tua amica Granger?- gli chiese, con un sorrisetto.- Vorrei iniziare a chiamarci per nome, non so se mi spiego.-
Mentre Harry osservava dall’alto, Jenny era incaricata di tirare 4 palle ai portieri in angolazioni diverse.
Ron li parò esattamente tutti e 4 e Lavanda applaudì come una fan sfegatata.
Infine, Jenny tirò la pluffa verso Cormacc ad una velocità inaudita.
Il ragazzo era pronto a parare, ma improvvisamente la sua scopa si spostò da sola, facendo arrivare la palla oltre il cerchio.
Cormacc non se lo spiegò e anche Jenny era stranita: sembrava che la sua scopa fosse stata vittima di un incantesimo Confudus.
Jenny guardò verso gli spalti e vide Hermione mettere velocemente via la bacchetta.
Non se lo sarebbe mai aspettato da lei, ma tuttavia avrebbe fatto qualsiasi cosa per vedere Ron felice.
***
I 4 decisero di festeggiare nel pomeriggio, raggiungendo Hogsmade e i Quattro Manici di Scopa: taverna famosa per la sua ottima Burrobirra.
Data la sua ultima lezione di Pozioni, Jenny continuava curiosa a leggere quel libro e tutte le sue annotazioni.
-Sono giorni che ti porti dietro quel libro e non sei curiosa di sapere chi sia il principe mezzosangue?- le domandò Hermione, per strada.
Jenny alzò le spalle.
-Comunque, io ero curiosa, e sono andata….-
-In biblioteca.- dedussero i due ragazzi.
-E niente, non ho trovato nessun riferimento al principe mezzosangue.-
-E questo chiude l’argomento.- aggiunse Jenny.
Quando entrarono, videro il professor Lumacorno al bancone: un’ottima scusa per chiacchierare con lui e farci amicizia.
Mentre si misero seduti, Ron notò, a qualche tavolo più in là, Ginny e Dean.
-Miseriaccia.- borbottò, diventando tutto rosso.
Jenny si voltò verso di loro: dopotutto non stavano facendo niente di male.- Stanno solo parlando Ron.- le disse, anche se dopo Dean le diede un passionale bacio.- E, ehm, si sbaciucchiano.-
-Vorrei andarmene.- balbettò l’altro.
-Oh avanti, se ti vedesse qui a sbaciucchiare Hermione, credi che se ne andrebbe?-
Ron rimase sorpreso dalle sue parole ed Hermione si coprì la faccia dall’imbarazzo.
Successivamente, il professor Lumacorno si avvicinò.- Salve ragazzi, che piacere!-
-Professore, il piacere è tutto nostro!- esclamò Harry, forse troppo entusiasta, si vedeva che stava recitando.
-Anche meno.- le suggerì sua sorella, sotto voce. -Cosa la porta qui?-
-Oh, beh, io conoscevo questo posto sin da quando era Un manico di scopa.- rispose egli.- Comunque, è mio solito dare una cenetta intima con i migliori del corso, vi piacerebbe partecipare?-
-Assolutamente sì.- risposero all’unisono i due fratelli.
Durante la conversazione, Jenny vide Draco uscire in fretta e in furia dal bagno, talmente distratto che nemmeno la notò.
Si chiedeva cosa ci facesse lì, ma non voleva pensare male: magari ci era venuto anche lui per bere qualcosa.
Da come era il loro rapporto, non si aspettava di certo che le chiedesse di uscire.
Dopo che Hermione ebbe bevuto la sua Burrobirra tutta d’un sorso e che ciò l’avesse quindi portava a camminare a zig zag, come ubriaca, tornarono verso il castello.
Improvvisamente, durante la strada, sentirono un urlo femminile.
Davanti a loro, una studentessa di Grifondoro, Lynne, completamente spaventata, indicava l’amica a terra.- Glielo avevo detto di non toccarla!-
Katie Bell si trovava a terra, con lo sguardo nel vuoto, immobile.
Vicino a lei, c’era un pacchetto di carta.
In quel momento, giunse Hagrid, che la prese in braccio, cercando di svegliarla.
Jenny, incuriosita, si avvicinò.
-Non la toccare! Solo la carta che l’avvolge!- le ordinò il gigante.
Dentro il pacchetto, c’era una collana di smeraldi verdi, all’apparenza innocua.
Lynne, Hermione, Ron, Jenny ed Harry finirono nell’ufficio della McGranitt per raccontare l’accaduto.
-Sei sicura che Katie non l’avesse già prima di entrare alla taverna?- le domandò la donna.
-No, è tornata dal bagno e aveva il pacchetto. Diceva di doverlo consegnare assolutamente al professor Silente.- spiegò la ragazza.
-Molto bene Lynne, puoi andare.- le disse, spostando lo sguardo vero i 4 amici.- Perché quando succede qualcosa, ci siete sempre voi 4?-
-Mi creda professoressa: mi faccio la stessa domanda da 6 anni.- commentò Ron.
A quel punto giunse anche Piton per analizzare la collana.
-Che ne dici, Severus?-
-Penso che la signorina Bell sia fortunata ad essere viva.-
-E’ stato un incantesimo?- intervenne Harry.- Conosco Katie, fuori dalle partite non farebbe male ad una mosca. Intendeva consegnarla a Silente e lo faceva inconsapevolmente.-
-Sì, è stata una fattura.- confermò la donna.
-E’ stato Malfoy.- aggiunse il ragazzo.
-E’ molto grave la tua accusa, Potter!- esclamò Minerva.
-Hai delle prove?- domandò Severus.
-No, lo so e basta.-
-Lo sai e basta?!- intervenne Jenny, rossa in viso per la rabbia.- Soltanto perché sei il Prescelto, questo non ti da i potere di giudicare chiunque.- gli disse, prima di allontanarsi con passo deciso.
Nel corridoio, la stanza delle necessità si mostrò a lei.
Sembrava che ogni volta che era in cerca di Draco, la stanza le appariva.
Corse dentro, sapendo di trovarlo e arrabbiata diede un calcio ad un tavolino.- Ma come diavolo si permette?! Ma chi si crede di essere?!-
Draco, seduto sul divano, la guardò con aria interrogativa.- Che è successo?-
-Qualcuno ha fatto una fattura ad una mia compagna di Grifondoro ed Harry crede sia stato tu.- gli rispose, incrociando le braccia.
-Perché avrei dovuto?-
-Non lo so! Te l’ho detto, è uscito fuori di testa!-
-Tu gli credi?-
-Assolutamente no!-
Il ragazzo le sorrise.- Mi basta questo.- mormorò, avvicinandosi all’armadio.- L’ho riparato.-
-Cosa dovrebbe fare?-
-Tutto quello che so è che se ci metti qualcosa dentro, sparisce.- continuò lui: prese una mela dalla tasca del mantello e ce la mise dentro. Poi, estrasse la bacchetta e si concentrò, chiudendo gli occhi.- Armonia Nectere Passus.- sussurrò.
Pochi secondi dopo, Jenny riaprì le ante e la mela era sparita. -Funziona.-
-Vuoi provare?-
Jenny annuì e si mise davanti l’armadio, con lui dietro le spalle.
-Ok, chiudi gli occhi e pronuncia…- le mormorò, avvicinandole le labbra all’orecchio.- Armonia Nectere Passus.-
La pelle della ragazza rabbrividì e chiuse gli occhi.- Amornia Nectere Passus.-
Quando li schiuse, sentì il suo respiro alle spalle e si voltò a guardarlo.- Se continui così, impazzisco.-
Draco ridacchiò appena, ma il sorrise scomparve quasi subito.- E’ solo……….Complicato.-
Jenny lo guardò confusa.- Complicato?-
-La mia vita, io, è tutto un casino.- sospirò, lasciandosi andare sul divano.
-La mia vita lo è sempre stata, eppure per qualche anno siamo stati felici.- commentò lei. -E’ colpa mia? Per quello che ho fatto l’anno scorso?.-
-No, Jenny, non è colpa tua.- continuò Draco, torturandosi le mani.- E’ solo…-
-Complicato.-
L’altro annuì e silenziosamente si avvicinò per darle un bacio sulla guancia.
Infine, senza dire niente, se ne andò.
Curiosa, Jenny aprì le ante dell’armadio e vide di nuovo la mela.
Questa volta però, da un lato, era stata morsa.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV. ***


Quella stessa sera, Hermione, Harry e Jenny avrebbero partecipato alla suddetta cena intima di Luamcorno.
Un tavolo rotondo era stato apparecchiato per vari studenti, tra cui anche Blaise Zabini, Neville, Ginny e Cormacc.
Erano arrivati al dolce, ovvero un gelato al cioccolato, ma Ginny non era ancora arrivata.
-I tuoi genitori fanno qualche lavoro nel mondo babbano?- domandò Horace ad Hermione.
-Oh sì, i miei genitori sono dentisti.- rispose Hermione, però, tutti intorno a loro, non sapevano che mestiere fosse.- Curano i denti delle persone.-
-Ed è considerato un mestiere pericoloso?-
-No, direi di no. Anche se un bambino, Robbie, una volta ha morso mio padre. 8 punti di sutura.- continuò lei, ridacchiando da sola.
Jenny notò che Cormac stava fissando l’amica e con sguardo malizioso si leccò il mignolo dal gelato.
-E’ disgustoso.- sussurrò Jenny.
In quel momento, giunse Ginny: aveva gli occhi di chi aveva appena pianto molto. -Scusate, di solito non sono mai in ritardo.-
-Guarda che occhi.- mormorò Hermione.- Hanno litigato di nuovo, lei e Dean.-
Di scatto, Harry si alzò.
Voleva dirle qualcosa, ma dalla sua bocca non uscì nulla.
C’erano degli strani sguardi tra loro due, come con Harry e la cameriera mulatta.
Ginny era sempre stata affascinata da Harry e forse anche lei aveva fatto colpo.
***
Il giorno successivo, ci sarebbe stata la prima partita della stagione, Grifondoro contro Serpeverde.
Jenny vide entrare Ron nella sala grande più nervoso che mai.
Se il loro portiere non era abbastanza concentrato, non avevano possibilità: così la ragazza organizzò un piano per far prendere coraggio all’amico.
Ron si sedette, ignorando il cibo.
A quel punto, giunse Draco.- Ciao Ron.- gli disse, già con la divisa da Quiddich. Notò che Harry lo guardava male dalla testa ai piedi, ma si mise comunque al loro tavolo. -Volevo augurarti buona fortuna.-
Anche Lavanda Brown si avvicinò timidamente.- Ehi Ron, vedrai, sarai grandioso!- gli disse, filando poi via.
Draco conosceva bene quanto Lavanda potesse essere ossessiva.- Stai attento amico, quella è una pazza.- commentò, mentre Jenny rise sotto i baffi.
-Io mollo: dopo questa partita, Cormacc può prendere il mio posto.- affermò Ron, tremando.
-Va bene, come vuoi.- continuò Jenny, passandogli la tazza, sventolando la Felix Felicius.- Succo?-
-Che ci hai messo?- domandò Draco.
Jenny alzò le spalle, facendo la vaga e si mise l’ampolla nella tasca.
-Fortuna Liquida? Non berla Ron!- esclamò Hermione.
Ma il ragazzo non l’ascoltò e bevve il succo tutto d’un sorso.
-Potresti essere espulsa per questo.- sussurrò l’amica.
-Non so di cosa tu stia parlando.- ribatté Jenny.
In quel momento, la smorfia angosciata di Ron si trasformò in un entusiasta sorriso.- Andiamo ragazzi, abbiamo una partita da vincere!-
E così fu: Ron parò tutte le pluffe dei Serpeverde.
Harry ebbe la meglio su Malfoy, nel prendere il boccino e così Grifondoro festeggiò nella sala grande.
Ron venne invitato a salire sulla panca, mentre tutti lo acclamarono, chiamandolo Il Loro Re.
-Non avresti dovuto farlo.- commentò Hermione, sorridendo per come l’amico si stava montando la testa.
-Certo, era meglio un incantesimo Confudus.- rispose Jenny.
Hermione si fece seria, iniziando a balbettare, dato che era stata scoperta.- Era diverso, erano le selezioni, questa era una partita vera.-
-Non ce l’ha messa.- intervenne Draco, applaudendo insieme agli altri.
-Cosa?- chiese Hermione, confusa.
Jenny le mostrò la fiala di Felix, ancora piena.
Fu allora che lei capì.- Ron lo ha solo creduto.-
La ragazza annuì e fu in quel momento che Lavanda si fece spazio tra la folla, salì da Ron e lo baciò passionalmente davanti a tutti.
Hermione abbassò lo sguardo e se ne andò di corsa.
Draco e Jenny, capendo la situazione, la rincorsero, trovandola a piangere sugli scalini.
Era circondata da piccoli uccellini e quando vide i due, si asciugò in fretta le lacrime.- Un incantesimo, mi sto esercitando.-
-Oh, lo conosco, sono venuti bene.- commentò Draco, sedendosi accanto a lei per offrirle la sua spalla su cui piangere.
-Cosa proveresti Draco, se vedessi Jenny con un altro ragazzo?- gli domandò Hermione, stringendosi al suo braccio.
Ad un certo punto, giunsero Ron e Lavanda, ridacchiando come due innamorati in fuga.
-E quegli uccelli?- chiese Ron, ignorando il fatto che la sua migliore amica stesse piangendo.
Draco, infastidito, lo guardò male, scuotendo la testa.- Oppugno.-
Di scatto, il gruppo di uccelli scese in picchiata verso Ron, facendolo fuggire via.
Hermione continuò a piangere, posando la testa sulla spalla del ragazzo.
-Mi sentirei così.- rispose Draco.
Jenny ancora si chiedeva come suo fratello pensasse che Draco fosse diventato un Mangiamorte.
I Mangiamorte hanno il cuore di pietra.
Draco, invece, no.
***
Il professor Lumacorno, prima delle vacanze di Natale, avrebbe dato un festicciola per tutti quelli che eccellevano nel suo corso.
Jenny non riusciva a staccarsi dal suo libro di Pozioni, nemmeno mentre lei, Harry ed Hermione ripassavano in biblioteca.
Lesse una scritta sul bordo di una pagina: Sectusempra, contro i nemici.
-Conosci questo incantesimo? Il Sectusempra?- domandò ad Hermione.
-No e se avessi un briciolo di amor proprio, restituiresti quel libro.- rispose lei, sotto sotto gelosa che Jenny fosse migliore in Pozioni.
-Beh, nessuno lo ha reclamato.- continuò Jenny, alzando le spalle.
-Comunque, speravo di andare alla festa di Lumacorno con Ron, ma se lo scorda. Può baciare benissimo chi gli va, non me ne può importare di meno.- commentò l’altra, ancora con la voce rotta, mentre metteva apposto i libri sullo scaffale.
-Beh, visto che Draco non è una cima in Pozioni, quest’anno, potremmo andarci insieme.-
-Perché non ci ho pensato io?- borbottò Hermione, grattandosi la nuca.
-Perché tu a chi lo hai chiesto?- intervenne Harry.
-E’ una sorpresa.-
-Non sei messa meglio del Prescelto qui: non può invitare Ginny.- aggiunse Jenny, dando una spintarella a suo fratello.
-Già, andiamoci insieme allora e mi risparmierò questa rottura.-
-Meglio così, non puoi invitarci chiunque.- disse Hermione, indicandogli con un cenno della nuca una ragazza riccia che, da un altro banco, stava fissando Harry da un po'.- Vedi quella ragazza? E’ Romilda Vane. Pare voglia rifilarti un filtro d’amore.-
Harry sgranò gli occhi, rimanendo sorpreso dalla sua bellezza.- Ah sì?!-
Hermione gli scioccò le dita davanti.- Ehi! Vuole stare con te solo perché crede che tu sei il Prescelto.-
-Ma io sono il Prescelto!-
Jenny sospirò e gli diede il libro sulla testa.
-Ahi! Va bene, ho capito, scusa.- esclamò, massaggiandosi la nuca.
-Testa di fagiolo.-

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Capitolo 5
*** Capitolo V. ***


Jenny si era ritrovata nel baule un dolcissimo vestito lilla per la festa.
Era stato Silente a fare i loro bagagli quell’estate.
Dopotutto il preside aveva buoni gusti.
Harry e Jenny raggiunsero la festa l’uno vicino all’altro.
-E’ deprimente andare ad una festa con il proprio fratello.- borbottò Jenny.
Per la maggior parte, gli invitati erano Serpeverde e il povero Neville era stato costretto a servire da bere.
Ginny, nel suo abitino verde, si era buttata sul buffet.
-E’ proprio carina.- commentò Harry.- Secondo te come ha fatto Dean?-
Jenny ridacchiò: suo fratello non era proprio bravo in amore, così, ella lo spinse verso Ginny.- Così.-
I due scoppiarono a ridere e senza accorgersene, iniziarono a conversare.
Si vedeva lontano chilometri che l’uno aveva la cotta per l’altro.
Prese da bere e si soffermò a guardarli: gli ricordavano lei e Draco, quanto erano impacciati le prime volte.
E a quanto le mancassero quei vecchi tempi.
In quel momento di riflessione, Jenny vide Hermione nascondersi furtivamente dietro una tenda e la seguì.
-Che stai facendo?- le chiese.
-Aiutami! Ho lasciato Cormacc sotto il vischio!- esclamò Hermione, storcendo la bocca nervosamente.
Jenny non era affatto sorpresa che lo avesse invitato. -Beh, è il prezzo per far ingelosire Ron.-
-Ha più tentacoli di una piovra.- commentò l’altra, mentre Neville si avvicinò con un vassoio.
-Tartare di drago?-
-No grazie, siamo a posto, Neville.- rispose Jenny.
-Meglio così, danno un alito da spavento.-
Allora Jenny lo fermò prima che se ne andasse e prese le praline al cioccolato dal vassoio, ingozzando l’amica.- Tieni, lo terranno a bada.-
Hermione masticò veloce, vedendo poi il ragazzo arrivare.- Oddio, eccolo!- bofonchiò, scappando via.
-Credo che le sia venuto il ciclo.- disse Jenny a Cormac, inventando la prima cosa che le era venuta in mente.
-Un tipetto sfuggente la tua amica eh?- commentò Cormac.- Parla anche tanto. Bla bla.-
In quello stesso momento, giunse Piton, chiedendosi il perché fossero così intimi e si stessero nascondendo lì dietro.- Credimi, signorina Potter, non ho alcun interesse a chiedertelo, ma dato che sono un professore, dovrei sapere il motivo per la quale siete qui dietro a gingillarvi.-
-Cosa?! Oh, no, no!- negò Jenny, mentre l’altro ragazzo fuggì via imbarazzato.- Hai capito  male.-
-Tuttavia, sono qui per darti gli auguri di Natale da parte del professor Silente. E’ in viaggio e non tornerà prima della ripresa delle lezioni.- spiegò Piton, senza dare ulteriori informazioni su dove fosse andato e il perché.
Successivamente, nel pieno della festa, si sentì qualcuno lamentarsi.
Gazza portò dentro Draco che teneva per la giacca nera. -E levami quelle mani di dosso!-
-Signore, ho trovato questo ragazzo per il corridoio, dice di esser stato invitato.- disse Gazza ad Horace.
-Va bene, va bene, volevo imbucarmi!- esclamò Draco.
-Ci penso io a lui, signor Gazza.- intervenne Piton.
Allora Draco si dimenò dalla presa del custode e si sistemò la giacca, guardando Severus con un ghigno infastidito.- Certamente, professore.-
Era la seconda volta che Jenny vedeva Piton proteggere Draco senza un motivo.
I due non erano mai stati così legati.
Perciò, decise di seguirli per il corridoio, rimanendo a debita distanza per origliare.
-Forse ho fatto una fattura alla Bell, forse no, a lei che importa?!- gli chiese Draco, camminando veloce e nervosamente.
Piton lo fermò, spingendolo contro il muro.- Ho pronunciato un voto infrangibile! Fatti aiutare!-
-Non ho bisogno di protezione!- replicò l’altro, spingendolo via.- Posso farlo da solo.-
Jenny non aveva idea a cosa Draco si riferisse, probabilmente all’incarico che la sua famiglia gli aveva chiesto, di riparare l’armadio.
Ma che fosse soltanto questo?
Dato che Ron ed Hermione aveva litigato, sull’espresso per Hogwarts, di ritorno a Londra, Jenny decise di chiedere spiegazioni a Ron riguardo quello che aveva sentito dire da Piton.
Si sedette allo scompartimento insieme a lui.
-Voto Infrangibile? Sicura che ha detto così?- le chiese, mangiucchiando una caramella presa dal carrello dei dolci.
-Sì, ne sai qualcosa?-
-Beh, non puoi infrangere un voto infrangibile.-
Jenny alzò un sopracciglio.- Fino a qui c’ero arrivata anche io.-
In quel momento, giunse Lavanda: dallo sguardo di Ron, sembrava che le volesse stare lontano.
Ma la ragazza appannò il vetro della porta e con le dita disegnò un cuore, con dentro le loro iniziali. -Mi manchi.- sussurrò infine.
Jenny ridacchiò sotto i baffi.- Incantevole.-
-Tutto quello che vuole fare è sbaciucchiarmi!- piagnucolò Ron.- Ho le labbra screpolate, guarda!- esclamò, avvicinandosi a lei per farle vedere.
La ragazza ridacchiò e lo scansò.- Va bene, ti credo sulla parola.- gli rispose.- Comunque, cosa succede che infrangi un voto infrangibile?-
-Muori.-
***
I dubbi di Harry non se ne erano ancora andati e ne parlò perfino a Lupin, la sera della cena di Natale.
Durante l’anno, Jenny aveva scritto segretamente al signor Weasley, esperto di oggetti magici, descrivendogli esattamente l’armadio che Draco aveva riparato, per sapere di che si trattasse.
Come ogni Natale, i fratelli Potter lo passarono a casa degli Weasley, anche se la mancanza di Sirius si faceva sentire.
-Credi che Voldemort abbia reclutato Draco Malfoy?- gli domandò Lupin.- Hai delle prove?-
-No, parla a vanvera. Sembra che per lui siano tutti sospettosi e cattivi.- intervenne Jenny, sedendosi sulla poltrona accanto a loro.
-Sei accecata dall’amore!- ribatté il fratello.
-E tu dall’odio!-
-Ragazzi.- intervenne Remus.- L’ultima volta, Voldemort ci ha portato via quasi tutto quello a cui tenevamo di più. Se iniziamo anche a litigare fra di noi, è finita.-
-Dillo al quattrocchi.- commentò lei, facendo a gara con lui per prendere uno dei dolci fatti da Molly sul tavolino.
Successivamente, Jenny aiutò Molly e Tonks a mettere a posto i piatti.
La ragazza si chiese perché Ninfadora era stata l’unica dell’Ordine della Fenice ad essere invitata dopo Lupin.
Ebbe la risposta quando la donna portò una tazza di tè caldo al vecchio professore che guardava fuori la luna piena.
I due si scambiavano strani sguardi e sorrisi, che Jenny riconobbe subito.
-Lunastorta, devi dirmi qualcosa?- gli domandò, avvicinandosi e indicando con la nuca Ninfadora.
Remus ridacchiò appena.- Mi hai beccato.- le sussurrò, quasi con il labiale.
Jenny gli sorrise, stringendosi al suo braccio.- E’ carina.-
Lupin tornò a guardare la luna e d’un tratto divenne nervoso.
-Tutto bene?-
-La seconda fase della luna è la peggiore. Devo andare, temo.-
Jenny comprendeva il suo timore e si chiese se anche lei, un giorno, da Animagus, avrebbe avuto gli stessi problemi.
Dopo cena, Arthur e Jenny visitarono il loro garage, dove l’uomo teneva i più strani oggetti babbani.
Egli appariva molto silenzioso e pensieroso.
-Sta bene signor Weasley?- gli chiese Jenny.
-Siamo braccati, tutti noi del Ministero. Spesso Molly non esce di casa. Dopotutto, è il prezzo da pagare.- rispose Arthur.- Comunque, ho letto la tua lettera, io credo che quello che mi hai descritto e che avete visto alla fine dell’estate, sia un armadio svanitore. Erano molto in voga quando Tu sai chi era al potere. Bastava che ti ci infilavi dentro e sparivi per un’ora o due.- spiegò.
-Beh, uno è ad Hogwarts, quindi lo hanno fatto trasferire lì.- fece notare lei.
-Non credo sia del tutto vero: quello di Magia Sinister, è ancora là.-
 

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Capitolo 6
*** Capitolo VI. ***


Confusa dalla storia raccontatole dal signor Weasley, Jenny non ebbe tempo per chiedere spiegazioni a Draco, perché il primo pomeriggio di ritorno ad Hogwarts, Silente volle vedere di nuovo i due fratelli nel suo ufficio.
Voleva mostrargli un altro ricordo riguardante Tom Riddle: più importante del precedente.
Esso era ambientato in una delle cenette intime di Lumacorno, quando Riddle frequentava già Hogwarts.
A tarda serata, il ragazzo si era soffermato a parlare col professore.
-Avanti Tom, torna al dormitorio, oppure verrai messo in punizione.- gli disse Lumacorno, sistemando la tavola.
-Volevo chiederle una cosa, professore. A lei, in particolare, perché, ecco, altri professori potrebbero fraintendere.- continuò Tom, con incredibile pacatezza. -Ero in biblioteca, l’altro giorno, al reparto proibito e mi sono imbattuto nel termine di un raro pezzo di magia. SI chiama, se ho ben capito….-
D’un tratto, la voce di Tom si interruppe e non si capì cosa avesse detto.
-Queste cose che non ti dovrebbero interessare! Ora vattene via da qui e non farne parola con nessuno mai più!- esclamò Lumacorno, cacciandolo via furiosamente.
Jenny ed Harry alzarono il volto da Pensatoio piuttosto frastornati.
-Confusi? Mi sorprenderebbe il contrario.- disse il preside.
-Ma, cosa è successo?- domandò Harry.
-Questo è uno dei più particolari ricordi che posseggo, è anche una menzogna.- aggiunse Silente.- Il professor Lumacorno lo ha manomesso per qualche ragione e noi dobbiamo assolutamente sapere cosa si sono detti.-
Silente voleva che i due facessero sì che Lumacorno gli desse il ricordo completo.
Jenny la prese come una sorta di sfida e guardò il fratello con un sopracciglio alzato.- Facciamo a chi arriva prima?-
***
Di ritorno dalla cena, Jenny incrociò Draco per il corridoio: si trovava in cortile e in mano aveva in mano un uccellino bianco.
La ragazza si avvicinò, affiancandolo.- Ehi.-
Solo in quel momento si accorse che l’animale era morto e il ragazzo lo fissava con gli occhi lucidi.
-Ehi, che è successo?-
Draco si asciugò velocemente l’occhio.- L’ho trovato morto nella gabbietta.-
Jenny lo aveva già visto così triste, quando si era trattato di Fierobecco.
Come Hagrid, sembrava tenere molto alle creature.
-Vuoi che lo seppelliamo insieme?-
Il ragazzo annuì e i due raggiunsero i giardini: scavarono nella terra  a mani nude e ci fecero una piccola montagnetta per l’uccellino.
-E’ morto imprigionato, senza vedere mai la luce, senza poter volare libero.- sussurrò Draco, con sguardo triste.
Difficilmente Draco era malinconico, ultimamente il suo comportamento era cambiato: con le persone era continuamente acido e arrogante, mentre con Jenny, rimaneva lo stesso.
-Draco, quest’ultimo periodo sei così strano.- commentò Jenny, in pena per lui.
L’altro scosse appena la testa.- Sto bene.-
-Draco.- ribatté lei, voltandole il viso verso di se.- C’è qualcosa che devi dirmi?-
Il ragazzo fu un po' titubante, inizialmente, ma poi rispose.- No.- le disse, secco. -Buonanotte Jenny.- esordì infine, baciandole la guancia.
Ancora piena di dubbi, Jenny fece ritorno al dormitorio e oltrepassata la Signora Grassa, vide Ron, seduto per terra nella saletta che, con un enorme sorriso, fissava la luna di fuori.
-Non è splendida, la luna?- le domandò, senza batter ciglio.
Jenny si accorse che per terra c’erano una decina di carte di cioccolatini e sul divano una scatola a forma di cuore.
Forse la sua nuova fiamma gli aveva fatto un regalo.
-Ci siamo fatti lo spuntino serale.- commentò Jenny, facendo pulizia.
-Era sul letto di tuo fratello il pacchetto, ho pensato di provarne un paio.- spiegò il ragazzo, alzandosi, un po' barcollante.
-O venti.- aggiunse lei, tra se e se.
-La amo Jenny.- continuò Ron, con un evidente bavetta che gli si stava formando al lato della bocca.
-Strano, credevo che iniziasse a stancarti, sinceramente.-
Ron la guardò accigliato.- Ma di che stai parlando?-
Jenny trovò strana quella domanda.- Tu di che stai parlando?-
-Di Romilda, naturalmente, Romilda Vane.-
La ragazza fu confusa, ma pensò che dati i comportamenti buffi che Ron aveva, probabilmente tutto ciò era normale e ridacchiò.
Ron prese il pacchetto e glielo tirò sulla testa.- Non prendermi in giro! Sono innamorato di lei!-
-Ahi!- esclamò l’altra, massaggiandosi la nuca.- Bene, sei innamorato, l’hai mai conosciuta?!-
-No.- mormorò l’amico, prendendole improvvisamente le mani.- Potresti presentarmela?-
Fu in quel momento, che Jenny vide un biglietto sul divano.
Veniva direttamente da Romilda Vane, ma sprizzava Filtro d’amore da tutti gli angoli della pagina.
Ron era stato vittima di quella pozione.
Jenny non aveva idea di come guarirlo, ma forse un professore sì.
La ragazza approfittò della situazione per parlare con Lumacorno e insieme a Ron, bussò al suo ufficio.
Egli aprì la porta e fece capolino.- Signorina Potter, ancora sveglia?-
-Dov’è Romilda?- chiese Ron, più intontito di prima.
-Cos’è successo al tuo amico?-
-Un potentissimo filtro d’amore.- gli mormorò Jenny.
Così, il professore li fece entrare e preparò un rimedio, versando del liquido rosso in un bicchiere.
Jenny fece sedere Ron su una poltrona davanti al caminetto.
Non appena bevve un sorso, l’ampio sorriso sulle sue labbra, scomparve, lasciando spazio ad una smorfia di confusione.- Che mi è successo?-
Jenny rise per la sua espressione.- Un filtro d’amore.-
-Mi sento uno straccio.- borbottò lui.
-Ti serve qualcosa da bere.- intervenne Lumacorno, frugando tra le sue scorte.- Ho dell’ottimo idromele. Era un regalo, però, date le circostanze…..- continuò, versando un bicchiere per tutti e tre da una bottiglia ancora impacchettata.
Jenny era sulla buona strada: stava bevendo insieme al professore alla quale doveva sfilare un ricordo.
Prima di bere, batté il calice con lui.
Improvvisamente, dopo un sorso, Ron cadde a terra.
Dalla sua bocca usciva schiuma bianca e il suo corpo si contorceva: era stato avvelenato.
-Oh Mio Dio! Signore! Faccia qualcosa!- esclamò Jenny, preoccupata.
-Io non capisco!- gridò l’altro, immobile per la paura.
Jenny si ricordò di quando Piton le aveva parlato dei veleni e dei suoi antidoti: un bezoar.
Si affrettò a prenderne un pacchetto dalle scorte di Lumacorno e poi si accasciò sull’amico, mettendogliene uno in bocca e forzandolo ad inghiottire.
-Forza Ron!- balbettò, anche se il corpo non si muoveva.
Furono attimi di terrore, in cui Jenny credeva che fosse troppo tardi.
D’un tratto, Ron iniziò a tossire e tornò a respirare, facendo fare a Jenny un sospiro di sollievo.
-Queste ragazze mi uccideranno.- commentò, stendendosi sul pavimento.
Jenny accanto a lui, che si passava le mani sugli occhi.- E poi chi lo avrebbe detto ad Hermione?-

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Capitolo 7
*** Capitolo VII. ***


Ron venne portato immediatamente in infermeria, dove avrebbe passato la nottata.
Madama Chips gli rimboccò le coperte, ma quando Jenny fece per tornare al dormitorio, Ron le afferrò la mano.- No, per favore, resta con me!-
Anche lui era evidentemente impaurito, così la ragazza accettò di rimanere a dormire lì.
La mattina dopo, non appena un raggio di luce entrò dalla finestra sul suo viso, Jenny aprì gli occhi e si ritrovò poggiata al busto di Ron, che ancora dormiva pesantemente.
Quando si stropicciò gli occhi, notò Hermione, davanti al letto, che la fissava stranita.
-Oh, ehm, non è come pensi.- balbettò Jenny, alzandosi velocemente e rimettendosi a posto la divisa.- Non voleva rimanere da solo.-
-Lo hai salvato, grazie.- le disse Hermione, sorridendo appena.
-Beh, diciamo che ora mi deve dieci pacchetti di cioccorane.- continuò l’altra, sarcasticamente.
In quel momento, entrò anche Harry, seguito da Silente, Piton, la McGranitt e Lumacorno con in mano la bottiglia incriminata.
-Ottima idea, Jenny, quella di utilizzare un bezoar.- commentò il preside.
-Ho solo seguito un vecchio consiglio.- disse Jenny, incrociando lo sguardo di Piton.
-Siamo d’accordo che le azioni di Jenny si sono rivelate eroiche, ma il punto è, perché sono servite?- domandò Minerva.
Silente analizzò la bottiglia, annusandola.- Questo ha l’idea di essere un regalo Horace, ricordi chi te l’ha dato?-
Lumacorno sembrava ancora sconvolto da quello che era successo.- No e volevo darlo in regalo a te, preside…- balbettò.
Era già la seconda volta che un pericoloso dono stava per finire nelle mani di Albus: per fortuna, non era accaduto.
A quel punto, Lavanda corse dentro l’infermeria.- Dov’è il mio Ron-Ron?! Ha chiesto di me?!- esclamò, con vocina acuta e fastidiosa, notando poi Hermione al fianco del letto.- Che ci fa lei qui?-
Hermione alzò un sopracciglio.- Potrei farti la stessa domanda.-
-Si da il caso che io sia la sua ragazza.-
-E che io sia la sua………amica.-
-Ma per favore, non vi parlate da settimane.- ribatté Lavanda.
-E’ stato avvelenato, asina giuliva!-
Jenny ridacchiò sotto i baffi, mentre Ron, ancora addormentato, iniziò a blaterare qualcosa.
-Her..….Hermione.-
Nessuno se l’aspettava e così l’altra ragazza scappò via in lacrime.
-Ah, essere giovani e sentire il morso pungente dell’amore.- aggiunse Silente.- Bene, possiamo andare, il signor Weasley è in buone mani.-
Con un enorme sorriso stampato sul volto, Hermione si sedette accanto a Ron e gli strinse la mano.
-Era ora direi.- disse infine Jenny, prima di andarsene.
Vedere i suoi due amici finalmente insieme, fece pensare a Jenny quanto gli mancasse avere quel rapporto speciale con Draco.
Non le interessava più quanto i tempi fossero difficili, né del futuro incerto.
Gli disse di vedersi nella stanza delle necessità e gli chiese di portare l’anello che le voleva regalare al terzo anno e che lei aveva rifiutato.
La porta le apparì subito: aveva bisogno di vederlo.
Lui la stava aspettando con aria interrogativa, seduto sul divano.
-Ehi, perché mi hai chiesto di portarlo?- le chiese confuso, alzandosi.
Jenny non rispose: lo guardò negli occhi e ci vide di nuovo quel giovanotto conosciuto a Diagon Alley.
D’un tratto, percepì di averlo deluso, in tutti quegli anni: respingendo il suo anello e non aver mai ricambiato il suo Ti Amo.
Di scatto, gli corse in contro e senza esitare gli prese il viso fra le mani, baciandolo intensamente, con passione, quasi con disperazione.
Ardentemente aveva desiderato baciarlo ancora e sembrava fosse lo stesso anche per lui.
Poggiò la fronte sulla sua, guardandolo.- Non mi importa quanto complicato sia.- gli sussurrò, accarezzandogli la guancia.- Mi hai capito? Qualsiasi cosa succeda, io ti amo da morire, chiaro?-
Draco le sorrise con gli occhi lucidi.- Ci ho messo 5 anni a fartelo dire.-
Jenny ridacchiò stringendosi a lui.- Lo so, mi spiace.-
Senza ulteriori convenevoli, il ragazzo prese il gioiello dalla scatolina e glielo mise al dito anulare della mano sinistra.
Da quel momento in poi, sarebbero stati l’uno legato all’altro da un sottile filo.
Il filo della vita.
***
Tutto si spense tra i due amici qualche giorno dopo, Ron era rimasto in infermeria per una settimana e al suo risveglio, sembrava non ricordarsi gran che.
A colazione, quella mattina, notò come Lavanda lo guardava male, con gli occhi rossi e i denti serrati.
-Ripetetemi come ho rotto con Lavanda.- chiese, ancora con la memoria confusa.
Hermione ci era rimasta molto male del fatto che non ricordasse.- Beh, ti è venuta a trovare in infermeria e tu hai parlato. Non ricordi niente?-
Ron si concentrò, grattandosi la testa.- C’è qualcosa…-
Jenny sperò sotto sotto che si rimembrasse di aver chiamato Hermione nel sogno.
-Ma è impossibile. Ero fuso, no?-
La ragazza sospirò.- Già, eri fuso….-
A quel punto, Ron vide Draco e gli fece un cenno con la mano.
-Eh Ron, ciao.- balbettò Draco: sembrava nervoso e stava sudando freddo.- C-come stai?-
-Sto bene amico, tu sembri uno straccio.-
Anche Jenny non capiva cosa stesse succedendo e gli riempì una tazza di latte.- Forza, siediti.-
Un po' titubante, il ragazzo si sedette con loro, quando passarono anche alcune ragazze di Grifondoro, tra cui Katie Bell.
-E’ Katie Bell, è uscita dall’infermeria.- notò Hermione.
Harry voleva assolutamente chiederle cosa fosse successo, se sapesse chi era il colpevole.
Così, sia lui che Jenny le andarono in contro.
-Ciao Katie, come ti senti?- le domandò Jenny.
-So che vuoi chiedermelo Jenny, ma non so chi mi abbia fatto la fattura, ricordo molto poco.- rispose lei e poi posò uno sguardo confuso e pensieroso dietro le loro spalle.
I fratelli Potter si voltarono e videro Draco fissarli ansiosamente.
Era come se avesse paura di qualcosa.
D’un tratto, camminò velocemente fuori dalla sala grande ed Harry lo seguì.
Jenny sapeva quale idea balenasse nella testa del fratello.- Harry, non è stato lui!-
Harry la ignorò e continuò ad andare dietro a Draco, che appariva come un prigioniero in fuga.
-Harry fermati! Non ha fatto niente!- esclamò la sorella, con tono infastidito.
I due percorsero le scale e la ragazza li perse.
Si ritrovò da sola, nel corridoio: si guardò intorno, ma niente.
Improvvisamente, sentì dei rumori provenire dal bagno dei ragazzi.
Trovò Harry a colpire Draco con la bacchetta.- Sei stato tu vero?! Le hai fatto una fattura!-
-Harry smettila!- replicò Jenny, dandogli uno spintone.
Di conseguenza, Harry e Draco iniziarono letteralmente a combattere nel bagno, anche se Jenny gli diceva di farla finita.
Fecero esplodere tutte le tubature, allagando quasi completamente il bagno.
-Sectusempra!- gridò Harry, colpendo l’altro, facendolo cadere a terra.
Nessuno dei due aveva idea di cosa facesse l’incantesimo, lo avevano solo letto nel libro.
Jenny corse verso Draco, preoccupata e osservò che aveva delle bruciature su tutto il petto, da cui continuava a fuori uscire sangue.
-Oddio, ma che gli hai fatto?! Ti rendi conto!- urlò lei: Harry si era dimenticato che qualsiasi cosa succedeva a Draco, si riversasse anche su sua sorella.
-M-Mi dispiace, i-io…- balbettò Harry, correndo a chiedere aiuto.
Mentre Draco si lamentava del dolore, Jenny iniziò a sentire la pelle bruciare e si accasciò sul pavimento bagnato.
La stanza si riempì dei loro gemiti di dolore, fin che non intervenne Piton.
Egli conosceva il rimedio per quel particolare incantesimo e per fortuna li salvò in tempo.
 

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII. ***


Jenny e Draco finirono in infermeria per due giorni e due notti.
Quando Jenny riaprì gli occhi, era quasi metà pomeriggio.
Se li stropicciò e mise a fuoco il ragazzo accanto a se.
Draco indossava una camicia bianca, aperta e ciò mostrava i suoi pettorali né troppo gonfi né troppo secchi.
Il resto della pancia, era stato coperto da bende, mentre, ancora una volta, il suo sguardo era fisso nel vuoto.
-Ehi.- mormorò Jenny, alzando il busto dal materasso.
Draco la guardò e le fece un leggero sorriso.- Ehi, buon giorno, come ti senti?-
-Uno straccio.- rispose lei, con la testa che ancora le girava, ma con la rabbia nel corpo verso il fratello.- Dio, io lo uccido.-
-E’ tuo fratello.- puntualizzò l’altro.
-E allora?! Ma non hai visto quello che ti ha fatto?!- replicò lei.
Draco si avvicinò al suo letto e le prese la mano.- Sono tempi bui, Jenny e tuo fratello è tutto ciò che ti rimane.-
Jenny fu confusa da quell’affermazione.- E tu allora?-
-Io non ci sarò sempre.- mormorò, accarezzandole la guancia con il pollice.
In quell’istante, Jenny vide chiaramente la sua divisa piegata su una sedia accanto al letto.- Sono i miei vestiti, quelli?-
Il ragazzo accanto si grattò imbarazzato il lato della bocca.- Già.-
Jenny si guardò allora addosso e capì di essere completamente nuda, con le bende che le coprivano il seno e metà della pancia.
-Oh miseriaccia!- esclamò, coprendosi velocemente. Divenne tutta rossa e si mise le coperte fin sopra la testa, lamentandosi.- Che figuraccia.-
Draco scoppiò a ridere, quando vide Horace passare per il corridoio.- Nessuna fortuna ancora con Lumacorno, immagino.- commentò, riferendosi alla sfida tra lei e il fratello.
Fu in quel momento, sentendo le parole del fidanzato, che a Jenny venne un’idea.- Ma certo! Ci vuole solo un pizzico di fortuna!-
***
Mentre Draco era rimasto in infermeria per qualche altro giorno, Jenny si era rivestita e con Hermione aveva organizzato un piano per mettere nel sacco Lumacorno: utilizzare la Felix Felicis.
Jenny stappò la fialetta e ne inghiottì quasi mezza.
Successivamente, si sentì benissimo, elettrizzata, come se avesse bevuto 10 Burrobirre.
-Ricordati: di solito Lumacorno cena, fa una passeggiata e poi va a dormire.- le disse Hermione.
-Bene, io vado da Hagrid.- aggiunse Jenny, sprizzando gioia da tutti i pori.
-Che cosa? Ma devi andare a parlare con Lumacorno!-
-Lo so, ma sento che da Hagrid è il posto in cui devo andare. O almeno, forse, è la Felix a dirmelo!- spiegò Jenny e nell’uscire dal dormitorio, incrociò suo fratello.
-Ciao Jenny, stai bene? Mi dispiace tantissimo, davvero.- le disse lui, velocemente.
Altrettanto rapidamente, sua sorella le diede un pugno in faccia.- E questa si chiama vendetta.- borbottò tra se e se, prima di correre verso il cortile.
E probabilmente fu proprio grazie alla fortuna, che trovò il professore.
Egli stava tentando di entrare nella serra della professoressa Sprite di nascosto per rubare qualche pianta, in particolare, delle foglioline di Mandragola.
Jenny gli si avvicinò lentamente.- Buona sera professore!-
Horace sobbalzò, mentre cercava di tagliuzzare una foglia.- Jenny, maledizione, mi hai fatto prendere un colpo.-
Lei prese a ridere.- Mi scusi, ha ragione, avrei dovuto annunciarmi, schiarirmi la voce, tossire.- gli disse.- E’ mandragola quella?-
-Già, 10 galeoni al miglior offerente. Tutte voci di corridoio, ovviamente, i miei scopi sono puramente accademici.- spiegò egli, riempiendo il suo contenitore.
-Personalmente queste piante mi hanno sempre spaventato.- commentò infine, prima di dirigersi fuori.
-Jenny, dove hai intenzione di andare?! E’ tardi!-
-Da Hagrid, signore, è un mio carissimo amico. Sta accudendo il mio gatto, un Matagot.-
Lumacorno sgranò gli occhi sorpreso, sentendo il nome dell’animale.- Un Matagot?-
Jenny fece un sorrisetto furbo.- Vuole vederlo?-
-Assolutamente sì!-
Una volta giunti alla capanna di Hagrid, lo trovarono davanti al cadavere di un grosso ragno, vecchio e rinsecchito.
Probabilmente era Aragog, per come il gigante stava piangendo.
-Santo cielo, Hagrid, è un Acromantula quella? Come hai fatto ad ucciderla?- domandò Lumacorno.
-Ucciderla? Il mio più grande amico lui era.- singhiozzò Hagrid, pulendosi le lacrime con un enorme fazzoletto di seta.
-Mi permetteresti di prendere un po' di veleno? E’ molto raro. Per scopi puramente accademici, si intende.- continuò il professore.
-Beh, non credo che lui se ne faccia più qualcosa.-
Allora l’uomo tirò fuori un ampolla dal mantello e si avvicinò al corpo.- Tengo sempre con me qualche fialetta, per questi casi.-
-Vuoi che dica quale parola Hagrid?- gli chiese Jenny, dopotutto, conosceva Aragog: senza di lui, non avrebbe mai trovato la camera dei segreti, al secondo anno.
-Magari, sì.- rispose il gigante, soffiandosi il naso.
-Suppongo avesse famiglia.- aggiunse Horace.
-Oh sì.- esclamò la ragazza, ricordandosi dei centinaia di ragni che l’avevano quasi uccisa.- Beh, addio, caro Aragog. Che con le tue zampine pelose tu possa volare nei più alti cieli, sereno e possibilmente senza mangiare piccole ragazzine di 12 anni.-
I due uomini la guardarono straniti.
-Scusate, ho perso il filo del discorso.- continuò lei, schiarendosi la voce.- Addio, re degli aracnidi.-
Successivamente, quando si fu fatto buio, i tre si riunirono nella capanna e Hagrid versò un bicchierino di brandy per tutti.
Peccato, che dopo due ore, divennero una decina di bicchierini.
Sia il gigante che il professore iniziarono a canticchiare, mentre Jenny sentiva chiaramente svanire l’effetto della Felix.
-Anche io ho avuto un animale, un pesciolino.- intervenne Lumacorno.- Si chiamava Francis. Poi, un giorno, sono sceso in soggiorno e non c’era più. Puff.-
-Puff.- borbottò Hagrid, prima di addormentarsi per via del troppo alcool.
-Fu tua madre regalarmi Francis.- spiegò Horace.- Un giorno, trovai sulla mia scrivania una boccia con un pochi centimetri di acqua cristallina e un petalo di giglio che galleggiava sopra. Quado toccò il fondo si trasformò in un pesciolino: una delle più belle magie che avessi mai visto.- raccontò, rendendo il discorso tetro e triste.- Fu la notte in cui tua madre venne uccisa che non trovai più Francis.-
Era quello il momento: Jenny doveva cogliere l’attimo per chiedergli del ricordo, ma sembrava che Lumacorno già lo sapesse.- Io lo so perché sei qui, Jenny, so cosa ti ha chiesto Silente. Ma non posso, mi rovinerebbe.-
La ragazza capì che aveva solo bisogno di una spintarella.
-Signore, vorrei rivelarle una cosa che solo in pochi hanno ipotizzato.- esordì Jenny, avvicinandosi a lui.- Mio fratello è il Prescelto, l’unico capace di sconfiggere Voldemort.-
-Non dire quel nome.- balbettò l’altro, impaurito.
-Non ho paura del nome, signore. Mi dicono che io ho lo stesso coraggio di mio padre e solo con questa consapevolezza possiamo sopravvivere a tutto questo.- continuò, stringendogli il polso.- Sia coraggioso signore. Come lo è stata mia madre quando ha dato la vita per salvare Harry. Altrimenti lei sarà morta invano. Altrimenti la boccia rimarrà vuota.-
Allora, lentamente, il professore estrasse una fiala e la sua bacchetta.- Non giudicarmi quando lo vedrai, tu non sai com’era allora: se il mostro esisteva già, era dentro di lui.-
-Glielo prometto, signore.-
Con la bacchetta, egli tirò fuori dalla sua tempia un leggero filamento bianco che inserì poi nell’ampolla.
Jenny si diresse immediatamente nell’ufficio di Silente, dove c’era anche Harry, con lo zigomo arrossato per via del suo pugno.
Senza neanche parlargli, inserì il ricordo nel pensatoio e tutti e tre lo guardarono.
Ancora una volta, si ritrovarono alla cena di Lumacorno.
-Ero in biblioteca, l’altro giorno, nella sezione proibita e mi sono imbattuto in un raro pezzo di magia leggendo.- gli disse Tom.
-Credo che tu dovresti porre queste domande al tuo professore di Difesa.- gli rispose Horace.
-Sì, ma temo che non capirebbe, non è come lei.- commentò Riddle.- Si chiama, se ho ben capito, un Horcrux.-
-Un Horcrux è un oggetto dentro la quale un mago o una strega sigilla un pezzo della propria anima, solo così sei libero dalla morte.- spiegò Lumacorno. -Ma questa è magia molto molto oscura, Tom, spero che la tua sia solo curiosità.-
-Certamente, professore. Come si divide la propria anima?-
-Credo che entrambi sappiamo la risposta a questa domanda.-
Tom si soffermò a guardare il camino acceso, rigirandosi un anello che aveva al dito.- Omicidio.-
-Esatto: uccidere fa a brandelli l’anima.-
-E si può dividere l’anima quante volte si vuole? Per esempio, sette….-
-Dannazione, Tom.- esclamò il professore.- Non è già orribile pensare di uccidere qualcuno?-
-Non si preoccupi, professore. Sarà il nostro piccolo segreto.-
Il ricordo terminò così: tutto ciò fece prendere ai tre un’orribile consapevolezza.
-Crede che ci sia riuscito, signore?- domandò Jenny, preoccupata.
-Oh sì, ne ha creati ben sette e ha diviso la sua anima in oggetti probabilmente comuni.- rispose Silente, prendendo dalla sua scrivania il diario che Harry aveva distrutto anni fa.- Come un diario o questo.- continuò, mostrando ai due un anello.- Apparteneva alla mamma di Voldemort.-
-Allora per ucciderlo definitivamente dovremmo distruggere questi horcrux.- intuì Jenny.
-Esatto e credo di averne trovato un altro.-
-Era lì che andava a Natale?- chiese Harry.
-Sì, ma temo che questa volta non potrò farcela da solo. Ancora una volta, ho bisogno di voi due.-

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Capitolo 9
*** Capitolo IX. ***


Fu proprio il giorno dopo che i tre si sarebbero messi in viaggio.
Harry e Jenny raggiunsero Silente sulla torre di astronomia, dove stava chiacchierando con Piton.
-Ha pensato che magari io non voglio più fare questa cosa?- stava dicendo Severus.
-Hai accettato Severus, non si torna indietro.- gli rispose Silente.
I due fratelli non sapevano a cosa si riferissero, ma era meglio non impicciarsi.
Per quella volta Jenny si sarebbe assentata alla lezione del professore.
Egli si soffermò a guardarla e poi se ne andò, strisciando il suo mantello nero.
-Cari ragazzi, il posto dove andremo oggi potrebbe essere molto pericoloso. Dovete promettermi che farete tutto quello che vi dico.- gli disse il preside, con tono serio.- Se vi dico di scappare, voi scappate, se vi dico di abbandonarmi lì, voi lo fate. Sono stato chiaro?-
Entrambi erano leggermente innervositi dalle sue parole.
-Sì, signore.- dissero all’unisono.
Successivamente, Albus gli porse il braccio e tutti e tre si smaterializzarono.
Si ritrovarono all’entrata di una grotta, la stessa della foto nella stanza di Tom Riddle.
Intorno a loro c’era il mare in tempesta.
La caverna era buia e dai lati scendeva acqua salata come fosse una piccola fontana.
Con la luce delle bacchette si fecero strada tra le pietre scivolose e Silente ne analizzò una in particolare.
In seguito, dalla manica del suo abito estrasse un coltello.- Per passare si esige un pedaggio.-
-Posso farlo io, signore.- intervenne Harry.
-No ragazzo, io sono molto più vecchio e meno prezioso di te.- ribatté Albus, bucandosi il palmo della mano e facendo cadere il sangue sulla roccia.
Fu così che si aprì un varco e si ritrovarono in una grotta più grande, circondata d’acqua.
-Voldemort non avrà reso facile scoprire il suo nascondiglio.- commentò Silente, puntando la bacchetta verso il cielo.- Lumos Maxima.-
Dall’arma uscì un’enorme palla di luce che si soffermò sopra le loro teste, scoprendo che, al di là del piccolo lago, c’era una struttura in cristallo.
-Eccolo lì.-
-Ma è impossibile arrivarci.- balbettò Jenny, che si fidava poco di quello che c’era nell’acqua.
Improvvisamente, il preside fece riemergere una catena dal lago.
Harry la tirò verso di se, facendo tornare in superficie una piccola barca.
Jenny fu affascinata.- Come non detto.- sussurrò tra se e se.
Grazie ad essa, raggiunsero l’altra sponda.
Il materiale sotto i loro piedi sembrava cristallo lucente e al centro c’era un piccolo pozzo.
Il colore dell’acqua non era molto affidabile, ma se c’era un guscio di ostrica sul lato, voleva dire qualcosa.
-Crede che l’horcrux sia qui dentro?- chiese Harry.
-Sì, va bevuta tutta. Questa pozione potrebbe paralizzarmi, farmi dimenticare perché sono qui. E’ vostro compito obbligarmi a berla, anche se vi implorerò pietà, d’accordo?- spiegò Silente.
Jenny prese coraggio e strinse i pugni, non sapendo cosa sarebbe successo.- D’accordo.-
L’uomo riempì il guscio e poi iniziò a bere.- Alla salute.-
Di colpo, le sue rinsecchite mani presero a tremare e lui cadde a terra.
-Professore!-
Mentre Harry cercava di capire cosa avesse, Jenny si affrettò a riempire ancora la conchiglia e a fargliela bere velocemente.
Ogni sorso sembrava fare più male e il preside piangeva disperato.
-Jenny sta male, dobbiamo fare qualcosa!- esclamò il ragazzo.
-Hai sentito cosa ha detto? Deve continuare a berla!- replicò Jenny, ingozzandolo di acqua, senza smettere, fin che il pozzo non fu quasi vuoto.
-Basta! Uccidimi! Uccidimi!-  singhiozzò Albus.
-Signore, deve continuare a bere, l’ha detto lei, se lo ricorda?- continuò Harry, stringendogli la mano.
Jenny aveva tenuto i nervi saldi tutto il tempo: Silente non doveva farle compassione, altrimenti arrivare fin lì non avrebbe avuto più senso.
Riempì il guscio un’ultima volta.- Signore, un ultimo sorso ed è finita.- gli disse, guardandolo negli occhi.- Glielo prometto, questo e basta.-
L’uomo piagnucolò, ma lentamente aprì la bocca.
Quando Jenny tornò al pozzo, vide che dentro di esso c’era una collana argentata con un grosso ciondolo a pentagono: l’horcrux.
-Ce l’abbiamo fatta.-
-Acqua.- balbettò Albus.
Harry puntò la bacchetta nel pozzo per creare una pozzanghera d’acqua e darla al preside.- Agumenti.-
-Acqua.- ripeté l’altro.
In quell’istante, Jenny vide muoversi qualcosa nel lago e si mise in tasca il gioiello per non perderlo. -Harry, non credo che si riferisca a quell’acqua.-
I due fratelli si avvicinarono alla riva per tentare di capire cosa ci fosse all’interno.
D’un tratto, qualcosa uscì e afferrò la caviglia di Harry, spingendolo dentro con se.
Non capivano di che creatura si trattasse, ma era rivoltante e magrolina.
Jenny afferrò il fratello, cercando di impedirgli di cadere in acqua, ma fu tutto inutile.
Molto presto centinaia di quegli esseri la circondarono, mentre Harry veniva spinto contro il fondale.
Silente rimase inerme e a terra, tentando di prendere la sua bacchetta, caduta troppo lontano da lui.
Jenny tentò di colpirli sia con gli incantesimi che a suon di pugni, però erano troppi.
Due di loro le si avventarono sulla schiena, facendola scivolare.
Nonostante il mostro le tenesse il braccio sulla gola, soffocandola, Jenny strisciò fino alla bacchetta del preside e gliela lanciò.
Una volta presa, Silente si alzò e con essa creò una sfera di fuoco che li cacciò via.
Harry riemerse dall’acqua e sua sorella lo aiutò a risalire sulla riva.
Infine, si materializzarono via da là.
***
Si era fatta sera e i tre si ritrovarono sulla torre di astronomia.
Harry e Jenny fecero sedere Silente, ancora troppo debole.
-Dobbiamo portarla in infermeria, signore.- disse Harry.
-No, Severus, ho bisogno di Severus, trovalo.- replicò Silente.
-Resto io con lui, va.- gli assicurò Jenny. Mentre il fratello corse via, estrasse l’horcrux dalla tasca.- Signore, come lo distruggiamo?-
Prima che egli potesse rispondere, si sentì un rumore di passi provenire dalle scale.
Silente si mise l’oggetto in tasca, non sapendo chi fosse.
Dall’oscurità, si vide una bacchetta, puntata proprio verso di loro.

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Capitolo 10
*** Capitolo X. ***


-Buonasera Draco.- esordì Silente.
Jenny non capì perché avesse l’arma alzata: era nervoso, pallido, sudato, non lo aveva mai visto così.
-Draco che stai facendo?- gli chiese lei, più che confusa.
-Spostati.- le ordinò lui, facendole cenno con la testa.
Lei non riusciva a comprendere.- Draco, ma sei impazzito?-
-Ho detto spostati!- urlò l’altro, con gli occhi lucidi.
Non le aveva mai gridato in quel modo, nemmeno lo riconosceva.
Sembrava lo stesso: col suo solito abito nero, ma lo sguardo era perso e arrabbiato.
-Draco, tu non sei un assassino…- continuò Silente.
-Come sa cosa sono?! Potrei sconvolgerla!- gli rispose Draco.
Jenny era stanca di rimanere nell’ombra, voleva spiegazioni.- Draco, di che cosa sta parlando?-
-Come la fattura a Katie Bell, sperando che mi desse la collana maledetta? O sostituire una bottiglia con una al veleno? Perdonami, ma questi tentativi sono così sciocchi, che non credo tu ci abbia messo davvero te stesso.- commentò il preside.
Jenny non credeva a quello che stava sentendo.- Avevi detto che non eri stato tu.- balbettò, scioccata.
-Ti faciliterò la cosa.- sussurrò Albus, estraendo la bacchetta.
Ma Draco gliela tolse subito.- Expelliarmus!-
Fu allora che Jenny capì tutto.
Delle lacrime cominciarono a rigarle il volto, mentre si mise davanti a lui.- Sei uno di loro.- mormorò, con la voce spezzata.
Anche a Draco cadde una lacrima e i suoi occhi divennero improvvisamente più scuri del solito, come se davvero fosse passato al lato oscuro.
Il suo silenzio, confermò la teoria che Harry aveva avuto fin dall’inizio.
Però Jenny, ancora per un momento, non volle crederci.- Guardami negli occhi e dimmi che non è vero.-
Draco strizzò gli occhi per far cadere anche l’altra goccia di pianto e poi la fissò.- E’ vero.- le rispose, alzando la manica sinistra.
Sul suo braccio era disegnato un evidente marchio nero: un teschio con la bocca dalla quale fuori usciva un serpente.
Jenny barcollò in un angolo, con le mani sulla bocca, cercando di metabolizzare la cosa.
-Draco, tanto tempo fa, conobbi un ragazzo che fece tutte le scelte sbagliate.- aggiunse Silente.
Fu in quel momento che si sentirono altri rumori provenire da sotto: altre persone stavano salendo.
-Non sei da solo. Come?- domandò egli.
-L’armadio svanitore nella stanza delle necessità, l’ho riparato. C’è un gemello a Magia Sinister, creano un passaggio.- rispose il ragazzo.
Jenny riuscì a sentire quasi il suo cuore spezzarsi in mille pezzettini.
Dall’inizio dell’anno, non le aveva mai detto un briciolo di verità. -Mi hai mentito fin dall’inizio. Sapevi benissimo a cosa servisse.-
Da allora Draco iniziò letteralmente a piangere.- Ma non capisci? Io lo devo fare. Devo ucciderlo. - singhiozzò, guardando prima l’uomo e dopo lei.- O lui ucciderà me.-
Draco era evidentemente stato messo sottopressione, solo che per via della rabbia che Jenny stava provando, non le interessò.
Iniziò ad odiarlo a morte.
Fu in quel momento che arrivarono Bellatrix e altri Mangiamorte, tra cui il lupo mannaro Greyback.
-Buonasera Bellatrix, credo sia ora delle presentazioni.- esordì Silente.
-Vorrei Albus, ma temo che siamo tutti pieni di impegni!- le rispose la donna.
Jenny non poteva fare molto, era circondata.
-Fallo!- gridò Bellatrix al nipote.
La mano di Draco tremava talmente tanto che quasi sembrò che gli sarebbe caduta.
-Forza Draco, ora!-
-No.-
Una voce rauca e profonda provenne dalle spalle di Jenny.
Si voltò: Piton.
L’uomo le passò accanto lentamente, la guardò, tristemente e poi estrasse la bacchetta.
Jenny non riusciva a capire se fosse lì per aiutarla o stava dalla parte dei Mangiamorte.
-Severus.- sussurrò Silente.- Ti prego.-
Agli occhi di Jenny, era come se il preside gli stesse pregando di ucciderlo al posto del ragazzo.
Lei restò a fissare Piton che, con un unico scatto, puntò l’arma contro Silente.- Avada Kedavra!-
Un fulmine verde le attraversò gli occhi.
Jenny fece un urlo straziante e tentò di afferrare la veste dell’uomo, mentre cadeva giù dalla torre di astronomia, ma era troppo tardi.
Il corpo del preside di Hogwarts precipitò per sette piani, fino al cortile.
Bellatrix gridò entusiasta e con la bacchetta produsse un marchio nero che si creò tra le nuvole nere.
Mentre i Mangiamorte corsero via, Jenny rimase immobile con le mani tremanti sulla ringhiera per capire cosa dovesse fare.
Non sapeva se essere più scioccata per il ragazzo che amava, che era diventato un seguace di Voldemort o per uno dei suoi migliori mentori ad Hogwarts, Piton, che aveva appena ucciso il più grande mago del mondo.
Le sarebbe stato impossibile affrontare Draco, ma non Piton.
Così seguì il gruppetto fino alla foresta proibita, dove Bellatrix si stava divertendo a bruciare la capanna di Hagrid.
-Piton!- strillò Jenny, con la bacchetta pronta.- Noi ci fidavamo di te!-
Lo colpì subito, per più volte, però lui si protesse sempre, come se volesse evitare lo scontro.
-Io mi fidavo di te!- continuò, prima che Bellatrix potesse lanciarle un incantesimo che le facesse perdere l’equilibrio.
-Ferma! Lei no!- esclamò Severus, fermando la donna.
Jenny si rialzò, preparandosi a battersi con lui.-Sectusempra!-
Piton si protesse ancora una volta e l’incantesimo le rimbalzò addosso, colpendo Jenny, che cadde a terra, ormai inerme.
Il professore si avvicinò a lei e con il piede le scansò la bacchetta dalla mano.- Tu osi usare i miei incantesimi contro di me?- le mormorò, inginocchiandosi all’altezza della sua testa.- Sì, io sono il principe mezzosangue.-
Era sempre stato Piton.
Per tutto l’anno l’aveva aiutata nelle lezioni, con la faccenda dell’Animagus e in Pozioni.
Senza di lui, probabilmente Jenny non si sarebbe mai fatto amico Lumacorno e mai sarebbe riuscita a strappargli quel ricordo.
Allora perché aveva fatto una cosa tanto terribile come uccidere Silente?
L’uomo che egli stesso serviva.
Confusa e troppo debole per pensare, una lacrima le scese lentamente dal lato del volto.
Piton, proprio come aveva fatto due anni prima al funerale di Cedric Diggory, la raccolse col dito, l’asciugò e se ne andò.
Una volta ripreso fiato, Jenny si alzò e si ritrovò faccia a faccia con Draco.
Di nuovo notò il disegno sul suo braccio sinistro: ancora non aveva realizzato.
-Se te lo avessi detto…-
Jenny lo bloccò prima che potesse dire altro.- Sta zitto.- gli disse, seccamente.- Io potevo aiutarti. Avevi una scelta.- continuò, singhiozzando.- Mi avevi promesso che non mi avresti mai più mentito.-
-Jenny, non capisci…- replicò Draco, accostandosi a lei.
-Avevi promesso!- gridò l’altra, con il viso rosso dalla rabbia e dal pianto.
-Jenny, mi disp-
La ragazza gli diede un forte schiaffo ancor prima che potesse pronunciare l’intera frase.
Malfoy non riuscì nemmeno a guardarla, si limitò ad allontanarsi e a smaterializzarsi.
Jenny si ritrovò da sola, in mezzo al bosco, con la capanna di Hagrid che bruciava.
Lui sembrava non esserci, ma lei si ricordò di una cosa.
-Oddio! Blue!-
Lo chiamò incessantemente, pregando dentro di se che non gli fosse accaduto niente.
Dalle grandi zucche che solitamente coltivava il gigante, sentì un miagolio.
Lo seguì fin che non trovò il povero gatto che le venne in contro zoppicando, con la zampa destra davanti ferita.
-Blue, scusami.- piagnucolò, stringendolo a se, mentre lui le si strusciava sotto il mento.- Vedrai, andrà tutto bene. Andrà tutto bene.-
***
Una volta che il fuoco si fu spento, Jenny tornò al castello, come un prigioniero si dirige al patibolo.
Se avesse ascoltato suo fratello fin dall’inizio, probabilmente Silente non sarebbe morto.
Purtroppo si era fidata delle persone sbagliate.
La maggior parte degli alunni si trovava nel cortile, compresi Lumacorno e la professoressa McGranitt.
Si fece spazio tra la folla, fino ad arrivare al corpo morto di Silente.
Harry stringeva l’horcrux e intanto piangeva sul cadavere del preside.
Jenny non sarebbe  mai più riuscita a guardare in faccia suo fratello: era tutta colpa sua.
Egli alzò lo sguardo su di lei, ma Jenny l’abbassò, facendo per voltare le spalle.
Improvvisamente, Harry le prese la mano.
Senza dire niente, l’abbracciò.
Non la stava incolpando di nulla, anzi, l’aveva capita.
Jenny era stata tradita.
Non servivano parole.
A quel punto, la McGranitt alzò la bacchetta verso  il cielo e lo stesso fecero gli studenti, creando una forte luce magica che fece andar via il marchio nero.
Albus Silente era morto.
Ed Hogwarts non sarebbe mai stata più la stessa.
***
Quando si fu fatta mattina, Harry, Jenny ed Hermione si riunirono sulla torre di astronomia per analizzare il gioiello.
-Credi che Draco l’avrebbe fatto?- domandò Hermione.
-No, stava abbassando la bacchetta.- rispose Jenny.- Alla fine è stato Piton. E’ sempre stato Piton ed io sono stata così sciocca da credergli sempre. Compreso anche Draco.-
-Non è colpa tua Jenny, è stato molto bravo, anche io ci ero cascata.- commentò l’amica, accarezzandole la spalla in segno di  conforto.
-Beh, è finita, lui se n’è andato. Ed io conviverò con questa maledizione per sempre.-
-Guardiamo il lato positivo.- continuò l’altra.- Tuo fratello ha baciato Ginny.-
Jenny ridacchiò, dando una pacca ad Harry.- E bravo il quattrocchi!-
Quest’ultimo rise insieme a loro e poi le porse l’horcrux.- E’ un falso, aprilo.-
Jenny aprì il piccolo contenitore e ci trovò un foglietto.- Al signore oscuro: ho scoperto il tuo segreto. Ho preso il vero horcrux e intendo distruggerlo. Firmato R.A.B.-
-R.A.B?- chiese Hermione.
-Non so chi sia, ma so che devo continuare quello che Silente ha iniziato.-
Jenny alzò un sopracciglio.- Devi? Sei convinto di poter trovare tutti quegli horcrux da solo?-
-Ha ragione.- aggiunse Hermione.- Hai bisogno di noi, Harry.-
Fu in quel momento che in cielo apparve la dolce Fanny.
Il suo proprietario era morto e lei poteva volare libera.
E proprio come le fenici fanno, i fratelli Potter erano ancora una volta caduti, ma avevano sempre la forza di rialzarsi.
Rialzarsi e continuare.
Insieme.
 
CONTINUA……

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