In love with a legend

di Xay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione-Voglio sapere... ***
Capitolo 2: *** || 1.Benvenuta un corno!! ***
Capitolo 3: *** || 2. Perchè vuoi quel che è mio? ***
Capitolo 4: *** || 3.I miei poveri e superstiti neuroni ***
Capitolo 5: *** \\ 4. Il lupo e la luna ***
Capitolo 6: *** \\ 5. Cosa si nasconde dietro la tua antipatia?? ***
Capitolo 7: *** \\ 6. La vita è un biscotto, ma se piove si scioglie ***
Capitolo 8: *** || 7.Illusa e Distrutta… Viva l’ottimismo! ***
Capitolo 9: *** || 8. Scusami, prendimi, lasciami. ***
Capitolo 10: *** || 9. Caro Babbo Natale, mi fai schifo... ***
Capitolo 11: *** \\ 10. Odi la tua vita? Prendi il numerino, siamo in molti. ***
Capitolo 12: *** \\ 11. Gli aforismi di un licantropo ***
Capitolo 13: *** \\ 12.Te lo dico ora, visto che magari non tornerò (1°parte) ***
Capitolo 14: *** \\ 12.Volterra...ed io che pensavo di avere dei problemi?! (2°parte) ***
Capitolo 15: *** || 13.“Black ohana” di nuovo al completo, ma anche un cuore spezzato troppe volte ***
Capitolo 16: *** || 14. Questo ragazzo potrebbe dirmi che l’acqua del mare sa di caramello ed io ci crederei ***
Capitolo 17: *** || 15. Non so perché lo sto dicendo, e sono sicura che me ne pentirò, ma voglio darti una mano ***
Capitolo 18: *** \\ 16. Piccoli, grandi, imbarazzati, arrabbiati: Innamorati. ***
Capitolo 19: *** \\ 17. Amelia e Annìka, presenze e comportamenti sconosciuti ***
Capitolo 20: *** \\ 18. Odio essere quello che sono… amo odiare quel che ho ***
Capitolo 21: *** || 19.Confini immaginari da rispettare e bugie da smascherare per loro… ***
Capitolo 22: *** || 20. … rose bianche da bagnare di lacrime e persone care da salutare per noi ***
Capitolo 23: *** || 21. Perché dovrei fidarmi di due occhi cremisi? ***
Capitolo 24: *** \\ 22. A.A.A. cercasi disperatamente un briciolo di normalità ***
Capitolo 25: *** \\ 23. Ho bisogno di un analista... e Quil di un dietologo! ***
Capitolo 26: *** \\ 24. Consigli da esperti? No, grazie, sbaglio da me! ***
Capitolo 27: *** || 25. La versione vampirizzata di Jack lo Squartatore ***
Capitolo 28: *** || 26. Stupido ottuso relativamente utopistico, non voglio avere ragione ***
Capitolo 29: *** || 27. Campo di grano, freddi baci, senso di vuoto e faccia da bullo ***
Capitolo 30: *** \\ 28. In balia della bestia che vive insieme a me ***
Capitolo 31: *** \\ 29. Cuore di diamante e nuovi arrivati... aspettati e non ***
Capitolo 32: *** \\ 30. Hope di nome e di fatto! ***
Capitolo 33: *** || 31. La discendenza di Annìka ***
Capitolo 34: *** || 32.Cavalcata su un pony peloso, vuoi provare? ***
Capitolo 35: *** || 33. Ancora una volta Bella vince e io mi adatto alla situazione ***
Capitolo 36: *** \\ 34. Non-litigi necessari e patatine alla paprika ***
Capitolo 37: *** ~ 35. La battaglia ***
Capitolo 38: *** || 36. Matrimonio svelato, incubi di sangue e neve ***
Capitolo 39: *** || 37.L’improvvisa sfioritura di un fiore… o di una speranza? ***
Capitolo 40: *** || 38.Il grande giorno, domande sulla felicità ***
Capitolo 41: *** \\ 39. Tutta l'orribile verità ***
Capitolo 42: *** Gli effetti della quarantena - avviso ***
Capitolo 43: *** 40. Perché il loro affetto mi soffoca così dolcemente? ***
Capitolo 44: *** 41. Come la decima per Beethoven ***
Capitolo 45: *** 42. Che matassa del c***o le nostre vite ***



Capitolo 1
*** Prefazione-Voglio sapere... ***


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   Prefazione

 

           Voglio sapere…

 

 

<< Jacob, no! no! Jacob! Non ti azzardare a saltare da quel… JAKE!!!! >>
Incrocio le braccia con un’espressione offesa, degna da toro pronto per la carica, gli avrò detto almeno cento volte che è pericoloso, zio Billy si sarebbe arrabbiato di brutto sta volta.
Sento un passo svelto dietro le spalle e mi volto, guardo Quil venirmi accanto e gli indico lo scoglio. << Vuoi anche tu provare a spezzarti l’osso del collo e immolarti per una stupidaggine? >> ringhio irritata.
<< Meg respira, non pensi di stare esagerando? È solo uno scoglio… >> lo guardo sgranando gli occhi, e non perché abbia detto che è “solo uno scoglio” riferendosi allo strapiombo più ripido della spiaggia di La Push, ma perché si lancia anche lui, chissà come mai tutti oggi tentano il suicidio!
Mi siedo su un tronco cavo, pronta a picchiare Jacob appena quella sua faccia da scemo sarebbe spuntata dalla foresta e vedo Seth, si accomoda al mio fianco e sorride, ricambio il sorriso e guardo di nuovo lo strapiombo, << Non fai il buon agnellino e segui i padroni? >> gli chiedo maligna, lui non se la prende, ma mi riserva un’occhiata di provocazione, permaloso come al solito, poi mi prende in braccio, e nonostante scalcio e urlo, dandogli anche qualche pugno in faccia, lui non ne è scalfito minimamente, quanto odio essere così… Meg!
Tutti mi spostano e mi fanno quel che vogliono approfittando della mia mancata trasformazione. Bastardi.
<< No! Seth! Ti prego… no! Seth! >> lo guardo implorante, mentre con passo distinto si avvicina allo scoglio.
<< Sei io vado giù, tu vieni giù con me. >> dice ammiccante, << non ti alletta l’idea? >>
<< No! Seth non so nuotate?! Ti… ti prego! >> lui mi guarda allusivo, sporgendomi verso l’acqua.
<< Nuoti benissimo, non fare la tonta! >> Lo supplico ancora, ma so che ormai il mio destino e tra l’acqua gelida e pulita di La Push.
<< Seth!! Lasciala cadere!! >> la voce di Jacob arriva distante, troppo distante per darmi sollievo.
<< Ciao Maggie! >> mi saluta con una linguaccia, non sento il sostegno delle sue braccia calde e l’aria che mi stropiccia i capelli mi lascia intuire che sto precipitando verso l’acqua, chiudo gli occhi e come gesto estremo mi tappo il naso aspettando di arrivare a contatto con il bagnato, e infatti eccolo, annaspo tra l’acqua salata e appena risalgo in superficie, dopo aver espirato guardo Jacob.
<< Ti odio, ti odio quasi quanto… >> non finisco la frase perché Seth precipita urlando al mio fianco, schizzandomi. << Seeeeeth!! >> lo sgrido,  sull’orlo di una crisi di nervi, lui mi fa un’altra linguaccia e io, sbuffando sempre come un toro, mi concentro su Jacob, che osserva l’allegra scenetta con un ghigno in faccia. << Tu… tu mi vuoi morta!!! >> sorride, mostrandomi la sua dentatura bianchissima e mi stringe in uno dei suoi abbracci stritolatori e incandescenti.
<< Meg, che ne dici di farci una bella nuotata e dimenticare tutto? >>mi sussurra all’orecchio, vengo colta da un brivido e lo spintono facendolo bere, scatenando l’ilarità del gruppetto, poi qualcosa mi prende per la caviglia e mi trascina di sotto, quando riemergo guardo Jacob tossendo. << La tua ora è giunta Black! >> lo minaccio, sorridendo.
<< Mmh, fammi vedere di cosa sei capace Allen… >>  mi avvento su di lui, ridendo ancora, lo fermo tenendolo per il collo e sbuffo irriverente quando un ringhio, tutt’altro che umano, gli sale dal petto. Sono nata e cresciuta trai licantropi, so come gestirli.
<< Megan, Jacob! State zitti! >> tuona la voce imperiosa di Sam, lanciando uno sguardo sospettoso verso il fitto verde della foresta, in un attimo  cinque paia di occhi guardano interessati lo stesso punto e io finisco, di routine, dietro le spalle di uno di loro.
<<… è andato via? Cos’era? >> chiedo, notando i muscoli delle loro facce tese allentarsi.
Nessuno mi risponde,  come sempre, e con la velocità in cui tutto è diventato teso  ogni cosa torna rumorosa e serena, osservo Jacob, confusa, e sospiro, è inutile, non capirò mai cosa c’è sotto, non riesco a cavare una parola di bocca a quei cinque cuccioletti neanche con i muffin al cioccolato di nonna Anne.
Dopo aver passato tanto di quel tempo in acqua da assomigliare a prugne secche, io e Jake salutiamo gli altri e c’incamminiamo verso casa, credo sia ora, ora di chiedergli cos’era nel bosco, perché hanno avuto quella reazione, non possono tenermi all’oscuro di ogni cosa, sono una Quileute anch’io, per la miseria!
<< Jacob c… >> mi riserva un’occhiata severa, che mi fa ammutolire, sa già le mie intenzioni.
<< Meg, non cominciamo di nuovo, sai che papà preferisce tenerti fuori da questi argomenti. >> borbotta, mandando indietro i suoi capelli con un colpo deciso e legandoli in una coda.
Scuoto la testa, contrariata, e mi stringo nelle spalle sparendo maggiormente dentro la mia camicetta umida.
<< Ho visto tutti i miei amici diventare dei lupi della stazza di cavalli, ti visto diventare grande e grosso nel giro di pochi mesi, cosa ci sarà da nascondermi di tanto grave? Avete una morale strana, solo perché non sono un lupo come Leah non vuol dire che … >> mi ferma, parandosi davanti la strada e tappandomi la  bocca con la mano, grande e calda, sta volta e lui a scuotere la testa.
<< Non voglio più sentirti dire che non fai parte di questa famiglia, Megan, sei insieme a noi da quando avevamo appena undici anni, come puoi considerarti un’estranea? Tua madre non vorrebbe sentirti dire certe cose, lo sai. >> mi mordo il labbro, perché tirano sempre in ballo mia madre, è morta, non può fare niente per me ormai, non qua, non ora.
<< Anche tua madre non sarebbe d’accordo, zia Sue sa tutto, Emily forse ancora di più, cos’ho di diverso da loro, io? >>
Guarda altrove con un ringhio sommesso e riprende a camminare trascinandomi per il polso. << Anni ed esperienza. >> dice fermo.
Mi divincolo dalla sua presa di fuoco e calpesto i piedi per terra con fare nervoso.<< Continui a trattarmi come una bambina! Jacob abbiamo la stessa età! >> sono stanca di essere allontanata in momenti impensabili da casa perché loro devono discutere e sono stra stufa di vedere quella spocchiosa di Leah andare alla ribalta mentre io sono costretta a rimanere a casa perché potrebbe essere rischioso. Dio solo sa quanto darei per essere un lupo e non essere più trattata come quella fragile, quella da salvare, la bimba piccola che alle otto della sera deve andare a letto mentre i suoi fratelli più grandi possono stare a guardare la TV fino a tardi, non mi piace!
<< Non sto facendo il paparino, sto solo cercando di tenerti fuori pericolo. >>
<< Meg è pericoloso, Meg non uscire di casa durante la ronda di Paul potrebbe essere pericoloso, Meg è meglio che tu non sappia, potrebbe essere pericoloso…Meg è stufa… stufa… >> ormai vaneggio, camminando con la testa bassa in direzione della casa. Cala il silenzio, e il rumore della ghiaia sotto le nostre infradito bagnate accompagna il suo respirare faticosamente, quando si arrabbia ed è con me cerca sempre di calmarsi, non vuole trasformarsi e lasciarmi da sola, è sempre stato il più protettivo nei miei confronti, dopotutto avevamo sono undici anni quando mio padre e mia madre sono morti, lasciandomi a zio Billy e Harry, zia Sue e nonno Quil, che non sono altro che amici d’infanzia, ma nonostante ciò mi hanno allevata come una figlia biologica.
<< Un giorno forse, se sarai dentro questa storia fino al collo, rimpiangerai questo periodo, come tutti noi. >> afferma, con severità, una volta arrivati davanti la piccola casetta di legno consumato dal tempo, e si dirige a passo lungo in direzione della porta, lasciandomi indietro, a rimuginare e a mangiarmi il fegato.
Quando rientro in casa sento le grida strozzate di Jacob arrivare dalla cucina.
<< Papà prima o poi li incontrerà, non possiamo tenerla in una gabbia d’oro, e allora, anche solo guardandoli, capirà! Conosce abbastanza bene le leggende da comprendere da sola! >>
Mi fermo all’entrata della cucina e Billy mi osserva, con uno sguardo amorevole in viso, con l’espressione paterna che mi è mancata.
<< Megan, siediti, credo proprio che dovremmo spiegarti delle cose. >> mi volto verso Jake, tiene gli occhi chiusi, poggiato con le mani a palmo aperto sul tavolo, cerco il consenso nei suoi occhi, lui mi guarda e annuisce appena.
<< Okay >> sussurro con un filo di voce prendendo posto a tavola. << sono pronta >> .

 

------------------------------Valentina’s space!!--------------------------

 Hallo carine/i!!! visto che ho finito la prefazione ho deciso di postarla, so che non è nel mio stile scrivere qualcosa incentrata sui Quileute (che voi sappiate) , ma Jacob e
tutti gli altri, specialmente Quil e Seth, sono sempre stati i miei preferiti, di certo meno complessati e più spensierati dei vampiri, e ultimamente, rileggendo il mio libro preferito
della saga, New Moon, ho pensato “perché no...?” e così è stato!!! Spero vi piaccia, posterò il primo capitolo al più presto!!


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Capitolo 2
*** || 1.Benvenuta un corno!! ***


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Capitolo 1

 

                                    Benvenuta un corno!!

 

<< Meg? Megan? sveglia dobbiamo andare da Charlie, Bella è arrivata! >> apro gli occhi e guardo Jacob con un’espressione assonnata, sbadigliando.
Charlie non fa altro che parlare di quella santarellina tutta casa e chiesa di Bella da quando ha scoperto che Renée e Jim, Phil o come cacchio si chiama, hanno deciso di fare i nomadi da un punto all’altro del paese, non ricordo il motivo preciso, non ero attenta alla conversazione, stavo litigando con Seth per il possesso del telecomando.
<< Oh, ma davvero? Yuppie! >> biascico, con la bocca ancora impastata nel sonno.
Non ho mai sopportato Bella, quando veniva durante l’estate o per qualche vacanza di Natale era sempre stata noiosa e imbranata, una tale palla al piede che solo Jacob poteva trovare la pazienza di farsela amica, mentre io Quil, Leah e Seth giocavamo per i fatti nostri, Bella  per noi era sinonimo di noia. Mi giro dall’altra parte del letto, dandogli le spalle, e chiudo gli occhi sospirando rumorosamente. << Non salutarmela. >> borbotto, sento il materasso cedere leggermente sotto il suo perso e mi lagno a bocca serrata, infastidita dalla sua temperatura.
<< Dai, magari è cambiata, insomma non la vediamo da quasi nove anni! >> mi volto dalla sua parte e esco la lingua schifata dalla sua euforia, poi apro  gli occhi e sussulto, trovandolo più vicino di quanto pensassi, il suo profumo di menta mi pizzica il naso, mi allontano un tantino per riprendere lucidità e sbadiglio. << Andrà nella scuola dei succhiasangue? >> gli chiedo, sperando vivamente in un si. Il viso di Jacob si fa irritato, annuisce e si mette a sedere. << Non sono riuscito a convincere Charlie, dice che la scuola di La Push è troppo distante da casa sua. >>
Sospiro sollevata della notizia che avrebbe reso più bella questa giornata e mi metto a sedere stiracchiandomi, poi soffio sulle ciocche di capelli che ho davanti il viso, lui con un sorriso li scosta e mi accarezza la guancia, quasi mi soffoco col l’aria che respiro, succede sempre così se mi sorride. << Sei molto addolorata, eh? >>
Ricambio il sorriso falsamente, ignorando il cuore che prende a galoppare, come ogni volta che mi guarda. << Se tu e lo zio pensate che io venga con voi potete dimenticarvelo, vado da zia Sue o da Sam e Emily, troverò qualcosa da fare, ma … >> fermo la mia arringa perché Jacob mi fa gli occhi dolci, stringendo le miei mani tra le sue, lo guardo frastornata.
<< Ti prego! Andremo via subito, te lo prometto. >> scuoto la testa, chiudendo gli occhi per non rischiare di essere sedotta dai quelli suoi, grandi, belli, scuri, teneri e languidi. << Meeeeeeg! >> mugola.
<< No! >> esclamo interdetta, strizzando più forte gli occhi.
<< Ti prego… >> mi soffia all’orecchio, fremo, la sua voce è troppo vicina, e il suo alito caldo mi solletica la guancia, un brivido, come ormai da quasi sette anni, mi fa rizzare la schiena, e smaniosa di averlo vicino, ma al contempo desiderandolo lontano, lo spingo giù dal letto con tutta la forza che ho, fortunatamente era al bordo, sennò non si sarebbe smosso nemmeno di un centimetro. << Ahi!! >> urla, guardandomi stranito. << Va bene, resta a casa da sola come un cane!! >>
Lo guardo strabuzzando gli occhi << io sarò anche sola come un cane, ma Bella sarà da sola CON un cane, che poi saresti tu, bello mio!! >>
Mi scruta, facendo spuntare un ghigno malvagio sulle sue labbra e uno strano scintillino illumina i suoi occhi scuri. << Maggie? >>
<< Eh? >> mormoro, guardandolo curiosa e anche un po’ spaventata.
<< Ti conviene iniziare ad urlare… >>
Sollevo il sopracciglio incrociando le braccia sul petto. << E perché dovrei?? >> si solleva e mi afferra per i fianchi trascinandomi di sotto stretta in una presa ferrea. << Perché andiamo da Bella! >>
Mai più provocare Jacob: dovrei ficcarmelo bene in testa, è solo colpa della mia bocca larga se ora sono in macchina, pronta a rivedere, con l’entusiasmo di un soprammobile, La SUA cara amica, Isacosina… Oltretutto, per darvi un assaggio della stupidità che trasuda questa ragazza basta sentirne il nome! Io mi chiamo Megan, tutti lo abbreviano in Meg; Il cretino, qui accanto a me, si chiama Jacob, tanti lo chiamano Jake o addirittura J; lei si chiama Isabella, a record di logica il soprannome dovrebbe essere Isa, e no! lei si deve distinguere da noi comuni umani (umani, che lei sappia) , quindi si fa chiamare Bella!
<< Hai l’intenzione di tenermi il muso in eterno? >>mi chiede Jacob, facendomi cascare al centro di una conversazione da cui mi ero esclusa, persa nelle mie intelligenti considerazioni.
Lo ignoro, sporgendomi verso i posti posteriori, dove zio Billy ci guarda ridendo, sbuffo infastidita. << Zio, senti anche tu questo ronzio insopportabile? Sarà una mosca. >> dico teatralmente, facendolo ridere ancora di più e facendo brontolare Jacob.
<< Non avresti dovuto costringerla… >>  gli fa notare benevolo lo zio Billy.
<< Vorrei proprio sapere perché gli lasci sempre fare ciò che vuole! >> continua a borbottare, mi volto decisa verso di lui e sorrido antipatica facendogli una linguaccia.
<< Perché io sono la più piccola! >> esclamo.
<< Soltanto per due mesi! >> ringhia quell’altro, guardandomi di sbieco.
<< Ragazzi!! >> ci rimprovera Billy, non riuscendo a trattenere una risata.
La casa di Charlie si intravede dal fondo della strada, arriccio il naso e affondo maggiormente nel sedile, sbarrando gli occhi. Da quando so tutto sul segreto che proteggiamo noi Quileute non mi sono mai azzardata ad avvicinarmi troppo alla città, anche se loro dicono di essere “vegetariani” Sue e Billy temono per la mia incolumità e preferiscono sapermi nella riserva, posto dove loro è negato l’accesso, stupidi vampiri!
Così, una delle mie già poche uscite le dedico a quell’odiosa piattola con i piedi quadrati, dire che sono la personificazione della sfortuna è da minimalisti.
Una volta arrivati, vedendo la macchina della polizia di Charlie ferma sul vialetto di ghiaia vengo colta da un brivido di terrore: ho dimenticato a casa I-pod! Oggi si ricorda la morte di Megan Kaliska Allen, deceduta per un attacco di noia soffocante.
Jacob mi afferra per un polso e mi strattona. << Puoi meditare più tardi? >>
Faccio un sorrisino amaro e lo seguo, arrivati alla porta Billy bussa, mentre io dietro di lui spingo la sedia a rotelle, mi volto verso Jacob e gli pizzico un fianco con violenza, ma quella a farsi male sono io.<< Non più di mezz’ora. >> sibilo trai denti, mi guarda e annuisce, sospiro sollevata e faccio un sorriso ipocrita quando una ragazza pallidissima e disorientata ci apre la porta.
<< Mmh… ciao. >> sussurra timida, quasi inciampando nel tappetino mentre indietreggia di qualche passo per farci entrare.
<< Ciao! >> esclamano i due, Jacob mi da una gomitata, la guardo e faccio un segno del capo.
<< Ehilà… >> borbotto, beccandomi uno schiaffone in pieno sedere dal signor Jaki- cordiale- da- vomitare- Black.
<< Se fai così accetterò senza esitazioni di trattenerci per cena. >> mi dice Billy, severo, quando Bella sparisce dentro la porta della cucina per chiamare Charlie. Sgrano gli occhi e deglutisco a vuoto. << Zio ma… >>
<< Niente ma! Dimostrami che ti ho educato bene! >> annuisco avvilita, e lo seguo dentro, con Jacob che mi sghignazza all’orecchio.
<< Se continui così ti faccio sterilizzare! >> ringhio a denti chiusi, smette di ridere, Charlie ci viene incontro e sorride cordiale. << Ehi Ragazzi! >>
<< Ciao Charlie. >> lo salutiamo ad unisono, lui sorride e guarda
<< Buongiorno!! Visto la finale dei play-off ieri sera!! Micidiale, quando il numero sei ha tirato la palla… >> alzo gli occhi al cielo e guardo Bella, ritta in piedi con lo sguardo perso negli occhi di Jacob, mi volto verso di lui, scandalizzata, e noto che l’espressione da fesso che ha stampato in faccia farebbe perfettamente pendant con il rivolo di saliva che ha di solito Paul quando osserva gli involtini di carne fatti da zia Sue.
Divento verde, pesando un piede a terra,  lo sapevo, dovevo rimanere a casa! Mi schiarisco la voce facendo finta di tossire e Jacob si ridesta dal trance in cui era caduto. << Vuoi finire di scannerizzarla? >> sibilo a bassissima voce.
<< Saranno cazzi miei? >> mi sussurra all’orecchio. << cosa c’è? Sei gelosa? >>
Lo guardo sollevando il sopracciglio, ovvio che si!! ma lo scemo non lo sa, quindi…
<< Io? gelosa? Sei fuori di testa! >>  appena distoglie gli occhi osservo Bella di sottecchi, lei se ne accorge e accenna un sorrisino, è stupida? Io la sto uccidendo con lo sguardo e lei che fa? Sorride!! Ovvio, tipico da Bella Swan! Sadica alla massima potenza.
Il ritorno a casa è molto più lungo di quanto mi sarei aspettata, ascolto svogliata Jacob e Billy farneticare su Bella, quasi luccicasse di luce propria la ragazza, non è brutta, ma neanche una tale bellezza da essere elogiata giorno e notte. Lo ha detto già sei volte, ha usato per lei l’aggettivo carina, non l’aveva mai fatto con nessuna, eccetto che con me, e non va bene per niente.
<< … e poi sembra così fragile, mi fa tenerezza, è carina. >> sette, sette volte. Basta, devo scendere da questo veicolo prima di gonfiarlo di botte.
<< Megan tu che ne pensi? >>  guardo Billy sollevando un sopracciglio.
<< Respira, parla, ha i capelli, due occhi… direi che è una ragazza. >> mormoro scontrosa, prendendo a macchinare con la radio della macchina per coprire e far cessare quella conversazione inutile e irritante.
<< Vedo un mostriciattolo verde! >> mi canzona dai sedili posteriori, Jacob ride, sbuffo e incrocio le gambe.
<< Sono solo arrabbiata per aver speso il mio pomeriggio così. >> mugugno, scendendo veloce come la luce dalla macchina appena il motore si spegne.
Salgo le scale, entro in camera mia e mi butto sul letto facendo un sospiro lunghissimo e rilassato. È finita, almeno per oggi è finita.
<< Posso entrare? >> mi chiede Jacob, tamburellando gentilmente le nocche sulla porta di legno.
Annuisco e affondo la faccia nel cuscino, lo sento sedersi al mio fianco e poggiare il mento sulla mia spalla. << cosa ti prende? >> soffia al mio orecchio, stringendo le mani intorno le mie spalle.
Anche se dovrei essere arrabbiata mi solleva sentirlo così vicino, nascondo il viso nell’incavo del suo collo e inalo il suo odore abbandonandomi all’abbraccio.
<< Sono stanca. >> mormoro, lui stringe di più la presa e soffoca una risata.
<< Di fare…? >> mi chiede. Facile, sono stanca di continuare a far finta di niente, di fare l’indifferente mentre muoio dentro quando fai il cascamorto con qualcuna, di…
<< Niente. >> borbotto, tirandomelo addosso e lasciandomi avvolgere completamente dalle sue braccia.
<< Sei sempre la solita. >> mormora, baciandomi la testa, mi accoccolo alle suo petto e cullata dal calore, effettivo e soggettivo, che emana, cado in un dormiveglia cosciente, poco dopo sento il suo respiro appesantirsi e la sua presa si allenta leggermente, quando sento un leggero ronfato capisco che si è addormentato, sorrido stringendomi di più a lui e sprofondo nel sonno anche io.

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Ciao ragazze!!! ^^  allora? cosa ne pensate??? spero proprio che vi piaccia!! ^^ ditemi se vi piace davvero, perchè mi divrto un sacco a scrivrla, ma se non è di vostro gradimento preferisco fermarmi nel publicare, non servirebbe a niente.
Ringrazio immenzamente coloro che hanno recensito, e rispondo! ^^ :

Ed4e: tesoro!! Grazie per essere venuta a dare un’occhiata, dimmi in tutta sincerità cosa ne pensi, un bacio!!! ^^ ti adoro <3

DarkQueen_: Jake ** siiiiii!!! Anche a me piace tanto, ma levaci mano cretinetta!! xD
Ho postato, ma tu hai già letto -.- UN BACIO!!! ^^ Ti adoro <3

jessalex: Ciao!!! ^^ grazie x i complimenti, dimmi se ti piace ancora! Un bacio, Vale! Mi auguro di leggere una tua recensione al più presto! *-*

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Capitolo 3
*** || 2. Perchè vuoi quel che è mio? ***


Capitolo 2

 

Perché vuoi quel che è mio?

 

 
<< Buoooongiorno! >> alzo lo sguardo dal display del mio cellulare e lo punto su di lui, snervata.
<< Mi spieghi dove trovi tutta questa vitalità? È lunedì mattina Seth, siamo a scuola! Non è un sogno, non spunterà Pamela Anderson da un minuto all’altro giurandoti eterno amore, svegliati!! >> mi guarda sbuffando e alza gli occhi al cielo.
Mi odia quando faccio così, ma è insensato essere di buon umore, e tutto deve per forza avere un senso: è lunedì, il lunedì è sinonimo di realtà, la triste, dura e irreparabile realtà, quindi non c’è motivo valido al mondo per cui lui debba avere quel sorriso da ebete stampato sulla faccia, nessuno!
<< Quando hai morso la vipera sta mattina è morta subito avvelenata o ha sofferto un po’ prima di esalare l’ultimo sibilo? >> mi chiede, indispettito, lanciando la cartella sulla panchina di legno su cui sono seduta.
Esco la lingua e strizzo gli occhi. << Stecchita al colpo… cosa c’è? Vuoi provare?? >> mi da una scompigliata hai capelli e soffoca una risata.
<< Jacob? >> mi chiede, continuando ad accarezzarmi la testa, sa già la risposta. È il mio migliore amico, in assoluto, da quando ho scoperto quel che provo per Jacob c’è sempre stato, a tirarmi su o a darmi qualche spinta in avanti, è diventato una presenza costante ed estremamente importante nella mia vita.
<< Dici? >> borbotto affondando il viso sul suo stomaco, lo detesto quando è così maledettamente intuitivo.
<< Bella c’entra qualcosa? Dai Meg, non essere sciocca, tra te e lei non c’è paragone. >> continua a consolarmi, mentre stringo tra i pugni il tessuto rosso della sua maglietta. Vorrei solo dirgli che no, non sono nervosa, dopotutto perché dovrei esserlo? sta mattina quando sono andata a svegliarlo in camera sua non c’era e ha il telefono spento, quindi non risponde ai messaggi, che sarà mai! Io sono calmissima… forse.
<< Non c’entra, il tuo è un commento di parte, come potresti dirmi che sono brutta? >> farfuglio con la voce ovattata dall’impatto con il suo stomaco, massiccio quasi come quello di Jacob.
<< Perché dovrei dirti che sei brutta, direi una bugia. >> gracchio un lamento e mi allontano dal suo stomaco, lui solleva un sopracciglio e sorride appena. << Vuoi le prove? Va bene, te le darò. >> si guarda intorno e ferma un ragazzo, poi lo volta di scatto verso di me.
<< Jared, sinceramente, quella ragazza, seduta sulla panchina, ti sembra brutta? >> lui mi guarda e sorride teneramente. << Tutt’altro! >>
<< Ma anche il suo è un commento di parte!!! >> urlo sull’orlo di una crisi esistenziale tirando la testa indietro. Non vorrei usare frasi troppo celebri o logorate ma… qui non mi capisce nessuno!
<< Allora, visto che alla riserva ci conosciamo tutti, andremo a fare una passeggiata in città, fermeremo un passante e… >> lo guardo con un espressione di sfida.
<< Non oseresti. >> ringhio.
<< O si che lo farebbe. >> ridacchia Jared sedendosi al mio fianco e circondandomi le spalle con un braccio. << Secondo te cosa non sarebbe capace di fare? >> mi chiudo nelle spalle. In effetti è proprio vero, Seth si lancerebbe anche da un aereo senza paracadute per –dopo essere uscito dal coma- poter dire: “io l’ho fatto” o  peggio “rifacciamolo!”.
<< Di che parlate?? >> chiede una voce profonda, ci voltiamo verso Quil e non posso che aprirmi in un sorrisino nel vedere Claire mano nella mano con lui. Lei mi sorride affabile mostrandomi la sua solita cordialità, è un raggio di sole per la vita di Quil, e lui lo è per la sua, sono proprio fatti uno per l’altra, un po’ li invidio.
<< Meg crede di essere brutta! >> guardo Seth incenerendolo con lo sguardo.
<< Io non ho det… >> la mano febbricitante di Jared mi tappa la bocca e quasi soffoco.
<< Invece si, crede di essere brutta! >> Quil e Claire mi guardano straniti, con la bocca schiusa.
<< Dovrei proprio chiedere a Billy in che stato sono gli specchi a casa sua. >> borbotta, tutti ridono e io, con la bocca ancora impedita dalla mano di Jared, batto furiosamente il piede per terra e incrocio le braccia sospirando a vuoto.
<< Perché cerchi di ammazzare Megan? >> domanda Jacob, poggiandosi al palo della luce, vicino la panchina dove sono seduta. Mordo la mano di Jared e mi alzo furiosa dalla panchina precipitandomi su di lui.
<< Dov’eri sta mattina? Ti ho tartassato di messaggi ma niente, lasciare un biglietto, no? >> lui, spaventato dalla mia reazione, indietreggia di qualche passo e si apre in un sorriso di scuse, è ancora più bello quando è dispiaciuto.
<< Ero… sono andato da Bella, Charlie le ha comprato il Chevy, sai visto che si trovava senza macchina papà a pensato che… >> Sgrano gli occhi e in quel momento le scuse di Jacob m’interessano meno di niente.
<< I-Il… i… il mio Chevy? >> balbetto indicandomi con l’indice, colpendomi tanto forte  il petto quasi da sfondarlo.
Jacob affina lo sguardo e annuisce lentamente, come aspettando una sgridata. << Si. >>
Non ci posso credere, il mio neurone continua a ripetermi che è vero, ma mi rifiuto di accettare l’idea di zio Billy che da via quella macchina, non che fosse un granché, il motore è praticamente da rifare da capo e il radiatore è una via di mezzo tra una groviera e  una lattina di soda però… era una promessa, potevo avere la mia indipendenza.
<< Spero vivamente che il problemino che avevo riscontrato hai freni non sia solo frutto della mia immaginazione, e vada a finire contro un albero. >> ringhio, sbarrando gli occhi.
<< Megan!! >> mi rimproverano tutti ad unisono, afferro la mia cartella e vado a passo svelto e sostenuto fino all’entrata della nostra scuola, una presa rovente, come al solito, mi blocca per il polso, sento il fiato profumato di Jacob battermi sulla guancia e le sue mani stringersi intorno ai miei fianchi. << Dovresti vedere quel che ti aspetta a casa prima d’infuriarti. >> mi soffia all’orecchio, percepisco i suoi capelli solleticarmi la clavicola, un brivido mi percorre la schiena.
Socchiudo gli occhi e delicatamente mi libero della sua presa, anche se sarei rimasta in quel modo per il resto della mia vita. << Sto facendo tardi. >> riesco a dire solo questo, sono arrivata alla conclusine che la perdita del Chevy non è importante, lo è molto di più invece l’immagine di lui che porta il rottame a Bella, oddio… lo chiamerà sicuramente per le sue doti di meccanico, quel pick-up ha un guasto al giorno!
La paura di quella che sicuramente sarebbe stata la risposta di Bella nei confronti di uno come Jacob mi fa congelare il sangue nelle vene, la mia testa mi urla di intervenire, ma come? Complicherei solo le cose.
<< Meg... >> mi volto e fisso i miei occhi scuri sui suoi, ricambia lo sguardo, e forse con un gesto istintivo, protende la mano verso il mio viso, ma ad un centimetro dalla mia guancia la ritrae. << Mi… mi dispiace non averti avvertito, ma era una sorpresa… >> mormora mettendosi una mano in tasca e uscendone una chiave, mi prende la mano e la chiude a pugno su di essa, si avvicina, di nuovo, e il suo profumo m’investe facendomi rabbrividire, posa le labbra sulla mia guancia e scocca un bacio rumoroso e affettuoso. << Buon compleanno, piccola. >>

 Driiiiiiiiiiiin
Sento la sua presa allentarsi e quando se ne va rabbrividisco colta dal vento gelato che soffia sulla radura, non mi ero neanche accorta del freddo accanto a lui. << Dai, andiamo… >> mormora la voce di Claire, prendendomi per il braccio, annuisco guardando ancora la chiave nella mia mano e comincio a camminare accanto a lei in direzione dell’aula di scienze.
Le prime tre ore passano in un soffio, non so se esserne contenta a meno, penso solo agli sguardi che mi riserveranno i ragazzi a mensa, ho detto delle cose un po’ gravi per quanto riguarda la sorte di Bella, non me la faranno passare solo con una ramanzina, come al solito, sta volta ho esagerato.
<< Terra chiama Megan! >> scuoto la testa e mi accorgo che tutti, e dico tutti, seduti al tavolo mi fissano, non è piacevole vedere nove paia di occhi fissarti come se ti volessero sbranare, senza contare anche che delle nove persone che mi fissano sei sono licantropi. Ovviamente Jacob non c’è, chissà come mai, coglione di un cascamorto casanova che ci prova con una creatura dall’equilibrio pari a zero se non a meno uno!
<< Cosa c’è… >> ringhio, tornando a torturare quello che dovrebbe essere un paté di patate.
<< Pensi davvero di essere stata onesta con Jake? se ne andato abbattuto come un cagnolino bastonato! >> borbotta Kim sparendo sotto il braccio di Jared, come se non bastasse, anche lui che sorride in tutte le occasioni mi armonizza strumentalizzando la sua ragazza, perfetto.
<< Pensi davvero che sia stato un gesto ingegnoso vendere la mia macchina senza dirmi almeno che lo facevano?? >> Seth si batte la fronte con una mano e tira fuori dalla mia cartella la chiave che Jacob mi aveva dato appena tre ore e un quarto fa, lo guardo di traverso e rimetto la chiave dov’era rubandogliela dalle mani.
<< Megan?! Hai visto lo stemma stampato sulla chiave?? Hai una Volkswagen per la miseria, vuoi finirla di fare la bambina!! >> mi urla quasi all’orecchio, sbuffo e gli ficco in bocca una forchettata di paté di patate, ormai fossilizzato sulla posata, per farlo stare zitto.
<< Sei proprio impossibile a volte, e come se non bastasse Jacob è sparito. >> Ecco, ci mancava solo lei, la signora porto rancore fino alla tomba ha partorito l’ideologia del perdono più brillante nell’ultimo millennio!
<< Leah, se sei davvero tanto preoccupata per lui perché non vai a cercarlo? Ah e se lo trovi, digli di scappare, oltre a prudermi la lingua mi prudono anche le mani, e dio non voglia che usi il suo bel faccino al fine di grattarmele per bene! >> Seth sbarra gli occhi e tossisce, probabilmente si è affogato con un sassolino trovato dentro il paté. Ci mettono di tutto la dentro, non mi stupirei se quella poltiglia giallastra si alzasse dal piatto e corresse via insultandomi in tailandese o in coreano.
<< Megan era solo una fottutissima macchina! Se quella si poteva considerare macchina poi! >> guardo Paul di sbieco e allontano il piatto, spingendolo al centro della tavola.
<< Non è per quel catorcio Paul, è una questione di principio, avevo fiducia in lui. >>
<< Secondo me cerchi solo un casus belli per punire quel povero ragazzo, sai benissimo che ci sta male quando litigate, il ché non succede praticamente mai. >> ora i miei occhi passano su Claire, che sorride lievemente, dopo aver detto quelle cose.
Si capisce che non è un segreto per lei quello che sento per Jake, e neanche quello che sento adesso: mi sento umiliata, considerata meno importate e cavolo, mi sto comportando davvero come una mocciosa.
Mi alzo di slancio facendo spaventare a morte Seth, che sull'attenti e mi studiava ad una spanna dal naso. << Dove vai adesso?! >> mi chiede, restando interdetto mentre afferro lo zaino e inizio a camminare. << chiedo scusa a Jacob, ci siete riusciti, mi avete risvegliato i sensi di colpa, contenti adesso? >> un coretto d'approvazione si alza dal tavolo, alzo gli occhi al soffitto e mi mordo il labbro affrettando il passo. Provo a fare mente locale: alla mensa non c'é, in classe ci credo poco... Forse in palestra? No, neanche quello è un posto dove sta volentieri.
Mi poggio al davanzale della vetrata sul corridoio e respiro avvilita, abbandonando il peso della mia testa sul vetro, che si appanna per via del fiato, apro appena gli occhi per osservare fuori e mi do della stupida per non averci pensato prima.
Noto la sua figura, ferma davanti la rete che divide la suola superiore della riserva dalla scuola dell’infanzia, osserva pensieroso i bambini dondolare sulle altalene, giocare e urlare, è immerso in pensieri felici, che lo fanno sorridere, e non posso far almeno di notare come i raggi di sole sbiaditi, che riescono a trapassare la perenne coltre di nuvole, si posino sul suo profilo, quasi come fosse un dio, quasi come se brillasse di luce propria, come se fosse il sole, lui è sempre stato un sole, per tutti, per tanti, per troppi forse.
Esco fuori, aprendo con uno spintone flebile la porta di vetro, ancora opacizzata dal mio fiato, la lascio chiudere alle mie spalle e rabbrividisco sentendo il freddo imprimersi brusco sul mio maglione.
<< Jake? >> sussurro, rompendo il silenzio sacro in cui si era rifugiato.
Si volta nella mia direzione e sorride, contrariamente alla faccia infastidita che si era costruita nella mia mente come reazione alla mia voce, la sua spontaneità ancora una volta oltrepassa gli schemi della tolleranza umana.
<< Pensavo che sta volta non sarebbero riusciti a dissotterrare la tua coscienza… >> mormora in una risata, tornando a guadare i bambini.
Sbuffo e mi avvicino a passo misurato, poggiando il viso sul suo braccio e sospirando arresa. << Ti piace parecchio la scema, vero? >> biascico atona, vedo le sue sopracciglia congiungersi in una ruga perplessa sulla fronte.
<< Meg, perché tiri in ballo Bella… >> e mi riserva un occhiata scherzosa sottolineando il nome con un tono di voce più alto. << … quando dobbiamo parlare di noi. >> sbarro gli occhi e sento il mio cuore balbettare, proprio come il motore rattoppato del Chevy.
<< di noi? >> ripeto, cercando di deglutire.
<< Si, non voglio più litigare per queste stupidaggini, sai che sei una sorella per me… >> la mia meraviglia si spegne a quella parola. Sorella, non poteva dire amica? Confidente? Socia o che so io…  no, sorella!
Quella piccola, apparentemente innocente, e semplice parola mi ha pugnalato il petto, ma come da una vita, rimando in silenzio e osservo il mio stupido cuoricino riprendere un battito regolare e smorto, proprio come se lavorasse a fatica, senza voglia.
<< … quindi penso di doverti delle scuse… Megan? Mi stai ascoltando? >> annuisco ridestandomi dai miei pensieri e mi forzo a sorridere, lui ricambia e voltandosi mi stringe al petto, il suo profumo dolce m’investe e il calore placa i brividi provocati dal venticello freddo che soffia lieve sulla riserva da quella mattina.
<< Scusa sono un coglione. >> mi sussurra sulla fronte, stampando un bacio leggero sulla mia fronte corrugata.
Mai quanto me – penso, la campanella suona e Seth con un movimento brusco apre la porta finestra. << Datevi una mossa o facciamo tardi! >> sbotta, seccato.
<< Andiamo. >> mi dice con un sorriso e come di solito mi prende per mano. Mi lascio trascinare di dentro mentre quella parola continua a schiaffeggiarmi il morale.
Sorella, sorella... solo una sorella.

 

------------------------------Valentina’s space!!--------------------------
Ave!!!!! ^^ mi prostro ai vostri piedi, oh mie giudici!  


O_O scusate devo ancora riprendermi dalla versione di Apollodoro che ho finito!! XD XD ahahaha.

Ditemi cosa ne pensate vi prego, descrivo bene Jake? e Megan? Vi sta antipatica? Rispondete sinceramente!

Rispondo alle recensioni:

jessalex: Ciao!!! E già, Meg è proprio cotta, ma Jacob è parecchio cotto anche di Bella, praticamente incantato dalla bellezza  (ma anche no!! XD ) di Bella.
Grazie per i complimenti, non ripudiarmi ma è la prima storia che scrivo su Jacob, cioè, la prima long fic che provo a pubblicare, ho un’autostima pari a zero e ho paura di non essere apprezzata, ma ho pensato, va al diavolo, voglio pubblicarla e come va va… ho fatto bene??? ^^” alla prossima, un bacio, Vale!

Ed4e: Tesoro!! Povera Bella il cavolo U_U antipatica e sfigata!! XD finalmente potrò consumare la mia vendetta sotto le veci di Meg, lasciami divertire!!! *3*  haahahah
Billy se ne è accorto, ma tieni a mente che non tutto quel che sembra è! Mi raccomando!!! ^^ non mi deludere, so che capirai che c’è sotto! Un bacio, Vale. <3 ti adoro!

Mary96twilight: ^^ Graaaazie!!! Sonon contentissima che la storia ti piaccia! No, Megan e Jake, come dice la prefezione, non hanno un legame biologico, no, Twilight non sarà seguito, diciamo che terrò tutti e tre i libri ( tranne Breaking Dawn) in considerazione. Mi fa piacere sapere che ti piace così tanto, fammi sapere che ne pensi, Bacio, Vale! ^^

StarLight90: Grazie per i complimenti!!! ^^ ecco il capitolo, continua a dirmi che ne pensi, un bacio?! <3

Kirej: Ciao!!!!! ^^ abbasso Bella?? XD aahahahahah , già, diciamo che Megan ne combinerà non poche per rovinare la vita alla “povera, fragile, piccola, tenera ecc…” Bella! Ecco il capitolo, che ne pensi??? Un bacio! alla prossima!

 

 

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Capitolo 4
*** || 3.I miei poveri e superstiti neuroni ***


Capitolo 3

I miei poveri e superstiti neuroni

Megan
<< Auguri Maggie!! >> guardo scombussolata zia Sue senza vederla davvero e sorrido, tutta questa gente mi da sui nervi.
<< Meg, buon compleanno! >> ricambio l’abbraccio di Sam e accetto di buon grado il bacio sulla guancia che mi stampa con forza.
<< Meeeegan!! >> mi impongo di rimanere seria e saluto con la mano Quil, mentre è intento ad appendere un festone di buon compleanno seduto sulle spalle di Seth, che mi riserva uno sguardo sofferente, ridacchio e passo avanti, tra la confusione assoluta.
Ci sono tutti: amici, compagni di scuola, parenti, e…
<< Auguri! >> mi volto verso la voce e un sorriso mi si forza contro ogni volontà sulle labbra.
<< Bella, Charlie… grazie per essere venuti. >> dico, come di copione, zio Billy mi lancia un’occhiata di raccomandazione, io rispondo silenziosamente con uno accondiscendente e sottomesso alle buone maniere.
<< Ehi, siete arrivati! >> dice la voce di Jacob, in un attimo sento la sua presa sui miei fianchi e il suo mento poggiato sulla testa. L’altezza non è una mia prerogativa, specialmente accanto a loro ragazzi, diciamo che vado fiera del mio metro e sessantadue anche se a volte mi sento davvero insignificante.
<< Ehi… >> sussurra Bella, un po’ intontita, o almeno, più del solito. Per un attimo gioisco nel pensare che magari è la posizione di Jacob che la indispone.
All’improvviso la presa calda svanisce e i miei occhi vedono con irritazione la mano di Jacob stringere quella di Bella per poi trascinarla al centro della folla, un invito implicito a ballare che però Bella cerca, inutilmente, di reclinale, sbuffo e mi poggio al muro mentre Charlie e Billy, si dirigono verso il tavolo del buffet, pensano solo a mangiare quei due!!
Certo, osservare il mio sole personale e il moscerino sul parabrezza della mia vita ballare il giorno del mio compleanno non è decisamente nella lista di cose da fare prima di morire, ma che altro posso fare se non rodere e annuire indifferente ai continui auguri che mi arrivano alle orecchie, ormai non distinguo neanche più le voci, sono concentrata sui due, e se gli sguardi uccidessero sarebbero morti entrambi.
Lui gli bisbiglia qualcosa all’orecchio, lei accenna una risatina, rallentano il passo e Bella si allontana un po’ titubante, un fiammella di speranza accende i miei occhi, poi, quando lui la stringe al petto, una secchiata d’acqua gelida la spegne e al suo posto rimane soltanto irritazione e rabbia. << Meg? >>
<< Io non sono gelosa! >> urlo senza un motivo voltandomi adirata verso la voce di Seth alle mie spalle.
Lui solleva le mani in segno di resa e arretra spaventato di qualche passo. << Come vuoi! Non uccidermi, sono troppo bello per morire! >> lo spintono e alzo gli occhi al cielo.
<< Tonto! >> boccheggio, tirandolo per il colletto della camicia dalla parte opposta del salotto, non sono abbastanza forte per vedere in diretta le tresche di Jake e Bella.
La serata passa maledettamente lenta, con qualche piccolo ostacolo formato solo dall’instabilità di Bella su superfici lisce. Devo ammettere però che non mi è dispiaciuto per niente che avesse rovinato la bellissima scritta di cioccolato sulla mia torta se questo vale a dire la sua faccia ricoperta di panna montata.
<< … guarda ha anche la fragolina sulla fronte. >> io e Seth abbiamo riso per un tempo tanto lungo che ci siamo affogati più di una volta con l’aria che respiriamo.
Povera Bella, poi si parla di bullismo e umiliazione pubblica, ma se si umilia da sola e le sue gambe gli fanno da bullo che colpa ne abbiamo noi? È così intollerabile che anche il suo corpo cerca di eliminarla, la sua goffaggine è la mia maggiore alleata, se non fosse per il fatto che il suo cadere e scivolare a destra e a manca suscita in Jake un istinto paternalistico sepolto da chili e chili di non so ché… stupidaggine a parer mio.
Povera Bella? Povera me! Inizio a considerare il convento un’alternativa abbastanza allettante, ma i miei flash mentali poco innocui e innocenti farebbero di me una suora ninfomane, il che è da escludere.
<< Buonanotte allora. >>
<< Si, buonanotte. >> sorrido ancora, falsamente, mentre il bradipo dai piedi quadrati del Texas mi saluta uscendo dalla porta di casa, Jacob, al mio fianco, agita la mano come un deficiente, con gli occhi foderati sempre di quella celebre stupidaggine per quanto ne so.
Chiudo la porta e avvicino l’occhio allo spioncino, appena la macchina sparisce definitivamente sospiro sollevata, stanca, finalmente tranquilla e mi abbandono alla poltrona osservando con aria stranamente appagata la faccia da angioletto di Seth, addormentato sul divano.
Poi ecco di nuovo quella presa salda e calda, la pressione dello spigolo del mento sulla testa, mi divincolo malamente e sbuffo. << Ehi che ti prende! >> ringhia, sedendosi a gambe incrociate sul tappeto della soggiorno, esattamente di fronte alla poltrona sulla quale sono seduta.
<< Seth è geloso, si potrebbe indisporre! >> mugugno con tono di beffa, nello stesso momento, come ad evidenziare quanto sia scemo quello che ho detto, il lieve e continuo ronfato di Seth aumenta, facendolo ridere.
‘Cavolo se adoro quella risata. Ne vado pazza.
<< E perché mai si dovrebbe indisporre? >> borbotta percorrendo ammiccante con l’indice e il medio il collo del mio piede.
<< Mmh.. >> mi lagno infastidita e gli nego ancora una volta l’accenno ad un contatto fisico, incrociando i piedi tra i mio sedere e l’imbottitura della poltrona.
Mi scocca un’occhiata indispettita e con il tocco aggraziato di un maiale che si rotola nel fango butta giù Seth dal divano, facendolo svegliare.
<< Dovresti andare a casa, Sue e Harry staranno esultando per la tua scomparsa, non dare ai tuoi false illusioni Seth… >>  e continua a farlo rotolare sul tappeto, alternando pizzicotti, schiaffetti e tirate di capelli, fino a quando lui si alza, mi stampa un bacio sulla guancia, da un calcio a Jake, che si scansa ridendo, e poi sparisce.
Sento la porta chiudersi e mi drizzo in piedi pronta per andare in camera mia, ma lui mi blocca l’avanzata, impedendo anche a zio Billy di passare, che però, paziente com’è, si limita ad osservare il figlio con un cipiglio a metà strada tra il rimprovero e la consolazione.
<< M’intralci il passaggio… >> gli faccio notare, con fare annoiato, incrociando le braccia al petto e puntando gli occhi altrove, se lo guardo negli occhi è finita.
<< Pensi che non me ne sia accorto? >> sollevo lo sguardo, presa alla sprovvista dal tono di voce con cui pronuncia quella piccola provocazione, ci scambiamo degli sguardi curiosi, Billy simula una finta tosse che ci ridesta, Jacob si schiaccia contro lo stipite per farlo passare, poi volta il viso e fa scontrare la mia fronte e la sua con un gesto quasi naturale, gli poso le mani sul petto caldo, costretto dentro una maglietta nera, e lo allontano un po’ , annaspando nei meandri della mia mente in cerca di una briciola di lucidità. Maledizione a lui e al suo odore tentatore!
<< Perché cambi atteggiamento come fai con i vestiti la mattina? >> mi chiede, irritato, tornando a appoggiarsi con testa sullo stipite.
<< Perché mai dovrei renderti conto di ogni cosa che faccio ? >>
Mi guarda, sfacciato e arriccia il naso in una smorfia antipatica. << Da quando si risponde ad una domanda con un’altra domanda? >>
Lo fulmino con lo sguardo e evitando sempre di puntare gli occhi nei suoi passo avanti, inforcando la via per le scale e lasciandolo poggiato ad attendere una risposta che non gli darò mai, però… ora che ci ripenso, perché non avere l’ultima parola?
<< Da quando il mio compleanno è diventato un pretesto per fare colpo su Bella, ecco da quando! >> tuono dall’alto dell’ultimo gradino, con passo deciso mi avvivo verso la mia stanza e con un tonfo secco mi chiudo la porta alle spalle, lascio le lacrime rigarmi il volto e mi tolgo le scarpe adirata, quasi tirando calci quando le fibbie non vogliono saperne di slacciarsi.
Un movimento svelto, disinteressato e il mio vestito cade per terra, metto il pigiama, poi m’immergo nelle coperte, coprendomi fin sopra il naso, come a voler sparire sotto lo strato di stoffa che profuma di ammorbidente, di fresco, di quel odore che mi ricorda lui.
<< Vaffanculo stronzo. >> borbotto, prendendomela con le lenzuola, e incrocio le braccia sotto il cuscino, sprofondando immediatamente in un sonno fatto di strana coscienza, un dormiveglia, è un paradosso, ma sono cosciente di essere incosciente.
<< Stronzo… >> biascico flebile, un’ultima volta, voltandomi dall’altra parte del letto e distendendo la mia espressione.
Non vale la pena arrabbiarsi per uno come lui, non riuscirei comunque ad essere arrabbiata con lui, lo amo, più di quanto merita, dovrei farmene una colpa, eppure capisco che è inutile provarci.
Lui è la mia droga, la mia dipendenza, non posso stare senza, lo vorrei anche solo per odiandolo e litigarci, ma la sua presenza deve esserci, per forza.
 

Apro gli occhi, per quanto il sonno mi permetta, e tasto con la mano il comodino su cui la sveglia mi strilla di svegliarmi, la solita luce fioca della mattina filtra dalle finestre, guardo i numeri verdi fluorescente che spiccano dalla mia sveglia, che finalmente tace.
Sette meno venti.
<< Sorgi e brilla Maggie, dì ciao, ciao al tuo primo giorno da diciassettenne e alza il culetto dal materasso >> gracchio con voce assonnata.
Purtroppo anche l’auto-convinzione non funziona sta volta, mi volto a pancia in su e lotto disperatamente contro il sonno, tentando di spalancare le palpebre, pesanti come macigni.
Qualcuno bussa alla porta, mi siedo sul letto e con la voce smorta di poco prima dico un “avanti” poco convinto e forzato.
Uno spioncino di luce si riflette sulla mia scrivania e la faccia di Jacob sbuca dal fascio di luce giallina. << ‘Giorno, vengo  in pace, ho il caffè. >>
Accenno un sorrisetto e con la mano gli faccio cenno di avanzare, lui apre ancora un po’ la porta, giusto quanto basta per passarci, entra, se la chiude alle spalle, con un gesto abituale tira sul le tapparelle lasciando che la luce inondi il mio letto facendomi strizzare gli occhi e si siede sul letto porgendomi il mio caffè, poi inizia a bere il suo.
Lo osservo ancora intontita dalla luce e sorrido quando mi accorgo che ha i capelli bagnati.
<< Hai fatto la doccia? >> gli chiedo, beandomi del calore che la tazzina emana sulle mie dita intorpidite.
<< È così strano? >> mi chiede con il suo solito sorrisino, finendo il suo caffè e poggiando la tazzina sul comodino, di fianco la sveglia.
<< No, e solo che… >> mi avvicino un po' a lui, sollevandomi sulle ginocchia, e ispiro a piene narici la pelle del suo collo. Cioccolato. << ...hai usato il mio bagnoschiuma, di nuovo. >> borbotto in una risatina,inalando ancora una volta il profumo della sua pelle.
Vorrei riempirlo di tanti piccoli morsi quando si ostina ad usare il mio bagnoschiuma, la sua pelle ambrata profuma di cioccolato, e diventa ancora più invitante, maledettamente stuzzicante.
<< il mio era finito. >> si scusa, togliendomi la tazzina dalle mani e stringendomi in un abbraccio. << Dimmi la verità, sei gelosa delle attenzioni che rivolgo a Bella? >>stringo ancora di più l’abbraccio, chiudendo gli occhi, mentre continuo a respirare il suo profumo, bagnandomi leggermente il naso con i suoi capelli.
<< Gelosa è una parolona, diciamo che mi sento messa in secondo piano… >> farfuglio.
<< E fai delle scenate. >> completa per me lui, ridacchiando.
<< Si. >> sentenzio decisa.
<< E di grazia, come pensi si chiami tutto questo? >> mi chiede, allontanandomi leggermente dal suo petto, giusto quanto basta per guardarmi.
<< Fastidio? >> suppongo, ficcando di nuovo il viso nell’incavo tra il suo collo e la sua spalla.
 Ridacchia scuotendo la testa. << No, si chiama gelosia! G… E… L… O… S… >>
<< Okay, okay, ho capito?! >> ringhio ostile, allontanandolo e tirandogli un colpo di cuscino.
Ride e poggia le labbra sulla mia fronte dopo essersi alzato. << Vestiti piccola, oggi andiamo a scuola con la tua nuova e fiammante Golf. >> Sorrido e annuisco, poi lo osservo andare via e chiudersi la porta alle spalle. Sospiro e mi abbandono al materasso, ma calcolando male la traiettoria finisco con lo sbattere la testa sulla testiera di legno. << Ahi! >> esclamo, massaggiandomi il bernoccolo che pulsa.
Mi svuota il cervello questo ragazzo, è nocivo, mi prosciuga anche le riserve di neuroni, già poco numerosi oltre tutto.

------------------------------Valentina’s space!!--------------------------

Ciao tesori ^^ , mi dispiace per il ritardo mostruoso, ma il mio problema è  un po’ tanto grande, sto cercando di scrivere il dodicesimo capitolo di Three 4 one, solo che non mi vengono buone idee, poi anche il banno per una settimana per dichiarazione di falsa maggiore età, poi sinceramente non sapevo neanche di avere l’account segnato come utente maggiorenne XD…
Cmq, detto questo, ecco il capitolo, i prossimi aggiornamenti saranno molto più veloci visto che mentre cercavo di scrivere il capitolo di Three 4 one finivo sempre per scriverne uno di questo… Jacob inizia ad interessarmi molto di più, è un personaggio un po’ bambino, poi improvvisamente adulto, impulsivo e Dio solo sa quanto mi diverto a scrivere questa storia.
Dal prossimo capitolo si alterneranno i due pov, tre capitoli con il pov Jake e tre con quello di Megan, o almeno, pensavo di fare così, Un bacio a tutte, e perdonatemi ^^ :* Vostra Valentina

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Capitolo 5
*** \\ 4. Il lupo e la luna ***


Capitolo 4

 

 

Il lupo e la luna

Jacob
Chiudo il libro di storia, stufo di far finta di studiare, e mi ritrovo come non so quante volte a osservare la foto sulla mia scrivania, quella contornata dalla cornice di legno scuro, con un primo piano di me e Megan stretti in un abbraccio, il giorno del mio tredicesimo compleanno, l’anno in cui si è complicato tutto.
Pensare di dover dire a Meg tutta la verità sui succhiasangue e su di noi mi era sempre sembrato abbastanza opportuno, ma l’imprinting è un tasto doloroso, lei non ha mai sopportato la logica perversa che si nasconde dietro questa parola, ho ribadito più di una volta che l’imprinting è una questione delicata e complicata, ma lei continua a pensare all’assurdità di quell’atto: unire un ragazzo ad una ragazza solo perché quest’ultima sforna cuccioli perfetti, come dice lei.
Così ho deciso di limitarmi nella spiegazione di questo fenomeno, che non è molto chiaro neanche a me, non riesco ancora a capacitarmi di come sia possibile che lei non mi ami.
Se non è ancora chiaro, ho avuto l’imprinting, e l’ho avuto con lei.
I giorni passavano e io non la vedevo reagire, era sempre la stessa, mentre Kim e Jared o Quil e Claire erano subito stati inondati da un amore quasi morboso, io mi ritrovavo a stringere i pugni ogni volta che lei parlava con qualcuno o a guardarla da lontano quando scherzava sulla spiaggia.
“E’ strano, ma non è assoggettata… non vedo nessun interessamento da parte sua, solo un rapporto fraterno” so a memoria ormai le parole di mio padre, ma specialmente una mi scheggia il buon umore quando la vedo anche solo sorridermi: fraterno, quell’aggettivo mi fa salire il sangue al cervello con una violenza tale da azzerare il QI e farlo scendere a livelli inferiori a confronto di quelli degli uomini primitivi. Inoltre fare finta di niente sta diventando sempre più difficile, solo uno spioncino di luce nel buio mi permette di vederci ancora un po’: Bella.
Lei ha uno strano effetto su di me, quando siamo insieme smetto di pensare, dimentico quante volte al giorno ho condannato mentalmente a morte Seth per averla stretta un po’ più del solito o cosa provo quando Kim e Claire sghignazzano programmando un modo per farla scontrare con quel ragazzo della squadra di football, quello che piace tanto a loro, Meg non ha mai espresso una valutazione valida per nessun ragazzo a scuola quindi loro le programmano la vita sentimentale, è riservata, quasi indolente nei confronti di tutti i ragazzi che le fanno capire di esserle interessati, e questo mi mette ancora più ansia addosso, è libera, è sola, è abbastanza aperta con gli altri, ma io non potrò mai averla, e perché? perché lei mi crede un fratello e io le faccio credere che per me è solo una sorella.
Anche per questo ho deciso che la questione sarebbe rimasta soltanto tra me e mio padre, forse un giorno glielo dirò, forse quando sarà sposata e appagata con il ragazzo che la rende felice, quando la mia vita diventerà vuota, e resterò solo, un lupo solitario.
Forse il lupo solitario un giorno dirà alla luna che l’ha sempre amata e ammirata da lontano, ma come potrebbe la luna amare il lupo che ha sempre ritenuto il fratello?
Mi rispondo da solo: non potrebbe mai farlo, non lo farà mai.
<< Jacob! Jake? dove sei? … Jacob?! >> ascolto assorto i passi farsi sempre più vicini e il piccolo e eccitato vociare ovattato amplificarsi fino a quando la porta si spalanca e un piccolo uragano si scaraventa sul mio letto, sorrido istintivamente e la spingo in avanti.
<< Respira Meg! Cos’è successo? >> ghigno, sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
<< Non hai idea, Leah e Paul… è … è innaturale, li ho visti baciarsi… insieme?! >>
Spalanco gli occhi e la bocca, rimanendo interdetto, e non mi scanso quando il suo respiro accelerato rilascia delle ondate di alito profumato che m’inondano il viso, anche se so che l’effetto non sarà di certo soltanto un groviglio alla pancia.
<< Leah? E… e… Paul? Meg che cazzo ti fa fumare Seth? Il dado vegetale, la paglia o l’erba gatta? >> scuote la testa e incrocia le gambe, allontanandosi, fortunatamente per il piccolo Jacob al piano di sotto che è sempre molto elettrizzato all’idea di sentirla vicina.
<< Perché non mi credi! Secondo te ti direi una cazzata o ci crederei? Li ho visti con i miei occhi! >> mi mordo il labbro, è impossibile che avessero avuto l’imprinting soltanto adesso, è praticamente una cosa immediata, come un colpo di fulmine, avviene al primo sguardo, anche solo vedendosi da lontano, dopo la trasformazione Leah stava con Sam, che poi ha avuto l’imprinting con sua cugina Emily, da allora è da sola, e anche Paul e sempre stato un tipo abbastanza solitario, è impossibile.
<< Impossibile. >> borbotto, facendo eco ai miei ragionamenti e riaprendo con nonchalance il libro di storia, lei lo chiude prontamente e pianta i suoi occhi sul mio viso, il color nocciola intenso e profondo mi colpisce come uno schiaffo in piena faccia e la mia inflessibilità mette il cartello “Torno tra cinque minuti” abbandonandomi a me stesso e al mio stupidissimo cervello andato a male.
<< Sei proprio fissato con la storia dell’imprinting Jacob, non capisci che esistono dei sentimenti irrazionali? Al cuor non si comanda! Se si ama una persona… non… non importa tutto il resto. >> mormora l’ultima frase, serro la mascella, so che c’è qualcuno che non le è indifferente, lo vedo quando fissa il vuoto per ore con un sorrisino incantato stampato sul viso, lo vedo da come il suoi modi di fare cambiano, saltando da un estremo all’altro o da quella celebre noncuranza per tutti i ragazzi che tentano di attaccare bottone. Lei ama qualcuno, qualcuno che a differenza di ogni logica prestabilita, non sono io.
<< Potrebbe anche esistere per un po’, ma quando uno di loro lo avrà le cose diventeranno difficili. >> mi guada settica e solleva un sopracciglio.
<< Parli come se fossi un esperto in materia quando non sai nemmeno che vuol dire avere l’imprinting… >> borbotta irritata, alzandosi dal letto e andando a passo lento avanti e indietro per la stanza, preoccupata come se la questione riguardasse lei in prima persona, è sempre pronta a farsi in quattro per i suoi amici, anche se Leah proprio non la sopporta a volte. << Dovresti capire che non si può far almeno di amare una persona, indifferentemente da quello che l’altra prova o proverà in futuro per qualcun altro. >> continua a farmi la predica con l’imperiosità e l’irritazione di chi pensa di saperla lunga, quando mi da le spalle sospiro e sollevo gli occhi al cielo, tutto il mondo è contro di me, anche il mio essere licantropo! Ed eccomi qui, mentre il soggetto del mio imprinting mi sta accusando di non sapere tutte le cose che fino ad ora penso di saper meglio, ma tanto vale star zitto ed annuire, annuire e stare zitto, non faccio altro da quattro anni.
<< Lo so. >> affermo, piatto, stringendo forse troppo violentemente il lenzuolo dentro la mano.
Mi guarda di nuovo, e sospira, sempre più irritata. << Bella ti suscita tali emozioni? >>
La guardo di sottecchi provando ad immaginare cosa si agiti nella sua testa.
Se solo sapessi Meg, se solo sapessi…
<< Potrebbe anche essere, cosa ci vedi di male? >> brontolo, osservando i suoi lunghi ricci agitarsi mentre si gira di scatto, scoccandomi un’occhiata famelica.
<< Pronto?! Parliamo di Bella! >>
<< Non è una bestia Meg, Bella è una ragazza, come te… non capisco perché sei cosi prevenuta! >>  abbassa lo sguardo e pesta il piede per terra.
<< Sto esagerando… >> annuisco lentamente, osservandola di sbieco e mordendomi il labbro, vederla così mi fa un effetto distruttivo, le mani formicolano e la testa mi urla i peggiori insulti, ma non la tocco e non la consolo, non è giusto che tratti Bella a quel modo.
<< Okay… cercherò di… >> fa una smorfia teatrale, uscendo la lingua e strizzando gli occhi. << Farò la brava. >>
A quel punto le mani agiscono da sole, la prendo per i fianchi e alzandomi la stringo in un abbraccio. Il contatto fisico, anche quello minimo, è l’unica cosa che mi permette di restare nel mio angolo della sua vita, senza sconvolgerne il senso e senza farne da co-protagonista, cosa che tra l’altro non succederebbe comunque.
<< Grazie… >> sussurro al suo orecchio, so benissimo che lo fa soltanto per me, tra lei e Bella c’è sempre stata una certa tensione, indipendentemente dal contesto in cui si trovano. Si dice che siano educate a sopportarsi e a non invadere lo spazio dell’altra, ma c’è un passo impercettibile dall’educazione all’ipocrisia.
Un attimo di silenzio, o un po’ di più - quando sto con lei non faccio caso al tempo, sono troppo occupato a vociferare con il mio io interiore per cronometrare il silenzio – lei si muove leggermente, oscillando verso il letto, si siede e mi fa segno di sedermi al suo fianco, lo faccio, poco convinto, e la lascio accoccolarsi sulla mia spalla, sorrido, tranquillo e la osservo, sa di patetico ma potrei guardarla per ore, e anche se conosco i suoi tratti a memoria, non mi stancherei facilmente.
Le accarezzo la guancia e ascolto la sua voce senza soffermarmi sul significato delle parole messe di fila per formare una frase, mi limito ad annuire e ammirarla in tutto il suo buffo e tenero splendore: le guancie e il naso appena arrossati dal freddo, i capelli, che odorano d’arancia, e le mani che s’intrecciano sulle ciocche dei miei capelli e formano dei piccoli nodi.
Le è sempre piaciuto giocare con i miei capelli, li annusa, li pettina con le dita, li scompiglia… e la cosa più strana e che io glielo lasci fare senza proferire parola, tutti sanno che odio che mi si tocchino i capelli, ma lei se ne frega, e a me non da fastidio quando è lei a farlo.
<< Sei troppo silenzioso… >> dice all’improvviso, mentre sul suo viso si fa spazio un’espressione a metà strada tra la preoccupazione e l’offesa.
Scrollo le spalle e tuffo il mio viso nell’incavo del suo collo, mormorando una frase che apparentemente non ha un senso, ma che in realtà ne ha più di quanto si possa credere.
La verità è che non ho il coraggio di sputarle in faccia parole del tipo “sei bellissima” senza che il colore rosso carminio s’impossessi delle mie guancie e gradualmente anche delle sue, finirebbe per stringersi in un sorriso imbarazzato e andare via, indisposta, credo che i miei complimenti la innervosiscano più del normale… forse ha già capito tutto, anche se preferisco sperare di avere ancora un briciolo di reputazione da difendere, sennò questa sceneggiata del “ as brother and sister ” sarebbe un’emerita cazzata di troppo.
<< Basta non pensare a niente in particolare, mi barcameno da un’idea all’altra e tengo la mente impegnata… sai a cosa pensavo? >> mi guarda curiosa, ma dubito voglia sentire realmente a ciò che penso, così finisco per aprirmi in un sorrisino e castigare ancora una volta quella ciocca ribelle di capelli dietro l’orecchio. << Hai ragione, non posso giudicare Paul e Leah, dopotutto, non so che vuol dire innamorarsi. >> “Jacob, devi sempre dire alle donne quel che vogliono sentirsi dire” – parole sante, nonno Quil!
Mi guarda dubbiosa, e quasi non riesco a reprimere un ringhio quando si scosta dalla mia presa. << Ah no? >> mi chiede, e una scintilla di malizia mista a non so che altro le illumina gli occhi.
<< Aemh… mi… mi sono perso qualcosa? >> il tono con cui ha abbozzato quella domanda era troppo suadente per non arrecarmi qualche mal funzionamento celebrale.
<< Dicevo, davvero non ti sei mai innamorato? >> le sorrido teneramente, lei metto un muso da bambina, non sopporta queste nostre reazioni alle sue domande, si sente quella da proteggere, quella fragile, quando invece tutto il branco sa che è lei quella più forte, non in campo fisico ovvio, ma sa sempre come sdrammatizzare, come tirare su il morale, come farmi tornare un sorriso durante una giornata no, certo, a me basta la sua presenza per rianimare quella gioia nel vedere il blu denso del cielo, che quasi ti acceca lo sguardo, perché per quanto tu voglia seguirlo, non troverai mai uno spazio diverso dall’altro, tanto meno troverai la fine, dovrai accontentarti di vedere in lontananza la linea che sembra congiungere mare e cielo in un'unica cosa, ecco, quella linea, quella è Meg.
<< Emh.. è che… >> abbozzo una risatina e sollevo un sopracciglio. << domanda di riserva? >>
Fa una risatina  e saltella nervosamente sul letto. << No! no! no! parla, adesso!!! Chi era? Daaaaai! >> continua a saltellare e ridere, io denego con la testa, pensando che sono in una situazione difficile, e la prendo anche sul ridere, che dovrei fare? Ovviamente continuo la mia sceneggiatura degna dell’Oscar. Dopo vari saltellamenti e occhiatine da cerbiatto perde l’equilibrio, mi finisce addosso e entrambi finiamo distesi sul letto.
Jacob,
rilassati. Jacob, respira.
La osservo, il suo viso sul mio petto, sento il seno premere prepotente contro il mio stomaco per via del fiatone, e la paura che qualcosa all’altezza del mio cavallo attiri l’attenzione aumenta quanto la voglia e il nuovo piacere di restare in quella stana posizione.
Si solleva, ed ecco l’imbarazzo rosso fuoco farsi spazio sulle sue guancie. << Scusa >> allo stento del mio auto controllo mi limito ad accarezzarle il viso e a scuotere la testa con un sorrisino, speranzoso, camuffato, apparentemente tranquillo.
<< Resta, non mi dai fastidio… >> sussurro, e mi meraviglio di come la mia voce si sia fatta bassa e arrochita, lei, incoraggiata dalla mia mano, ritorna ad appoggiare la testa sul mio petto, e il suo, ormai preme appena sullo stomaco, segno che il respiro è tornato normale, ma ciò nonostante continua a piacermi quel piccolo ed innocuo contatto.
Chiamatemi pure maniaco, intanto sono io lo scemo che non ha mai baciato la ragazza per cui ha perso la testa… e anche gran parte di tutto il resto.
Il silenzio, quello che non cronometro mai, inizia a prendere posto nella stanza, accompagnato solo da qualche movimento accennato, appena fatto: una carezza, un battito di ciglia, un battito di cuore, il petto che si muove sotto un respiro misurato e il brusio leggero delle mie fantasie, che mando prontamente a farsi fottere.
I suoi occhi si piantano nei miei, appena lucidi, come se fossero consapevoli del momento di strana intesa che si è creato tra i nostri corpi, di tutta risposta, giusto per alleggerire il momento, mi apro in un sorrisino innocente. << Comunque… >> mormora, e quasi mi sciolgo come un emerito scemo nel sentire la sua voce così. << … non hai ancora risposto alla mia domanda. >>
Un vertice nel cervello mi dice di fare qualcosa, di dire una bugia, insomma devo farlo. << Che importanza può avere? Non era che una stupida cotta sopravvalutata. >> biascico, meglio rimanere sul vago, anche se non faccio altro da anni non mi piace mentirle se non è necessario.
<< Va bene, farò finta di accontentarmi della risposta. >> borbotta sommessamente mentre la sue dita giocano a tracciare ghirigori immaginari sul mio braccio, scendendo fino al polso e risalendo lentamente all’altezza dell’avambraccio, per poi scendere di nuovo.
<< Meg, Jake, sono a casa?! >>
Il nostro scatto di allontanamento è quasi automatico.
Lei si rizza in piedi e si da una sistemata ai capelli sedendosi a gambe incrociate sul letto, io mi sollevo e con un colpo deciso rimetto la maglietta stesa per terra, papà non ha mai sopportato il mio andare in giro a petto nudo.
Ci scambiamo un occhiata, dove l’imbarazzo regna ancora una volta, ma da ribelle quale sono, sfido il sovrano e con un sorrisino le accarezzo la guancia e le bacio la fronte.
<< Si papà… arriviamo subito! >> esclamo, e dopo averle accarezzato un’altra volta il viso scendo al piano di sotto senza voltarmi, consapevole che in quel momento stesse sorridendo.

------------------------------Valentina’s space!!--------------------------
E dopo questo nuovo e sconvolgente capitolo (o almeno spero), eccomi di nuovo a rompere i cosiddetti ciufoli XD.
Mi dispiace che le recensioni siano calate di parecchio, ma so che è una cosa normale vista la mia lunga assenza, mi auguro solo che cresceranno, prima o poi.
Sondaggio: come descrive i pensieri di Jacob la vostra Valentina??? (rispondete sinceramente)

 
Ed4e: Tesoro!!! Mi dispiace darti una delusione XD … ma ho 15 anni ==”
Spero che questo non ti condizioni! XD
Cmq non sono mai andata a ficcare il naso nel raiting rosso, credendo che il mio account fosse su “minorenne, ma la mia caaaaara cuginetta dodicenne a quanto pare non la pensava come me … ed eccomi qui!!! >_>
Lo so, sono proprio una scema O_O  ma ho cancellato e riscritto il 12esimo capitolo di three 4 one più o meno venti volte e siccome  non ho voglia di scrivere perché DEVO e preferisco farlo perche VOGLIO ho deciso che quando arrivrà l’ispirazione, arriverà. Punto.
Non vorrei proprio scrivere e pubblicare un capitolo che non mi piace, perciò perdonatemi T_T.
Tornando al capitolo, che ne pensi del “sentimento fraterno” di Jacob??? Bello, eh? XD STZ!! Anche io voglio il mio “Sentimento fraterno” !!! XD ahahahahahah
Ora è tutto più chiaro??? Se no dimmelo. Un bacio! ^^

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Capitolo 6
*** \\ 5. Cosa si nasconde dietro la tua antipatia?? ***


Capitolo 5

 

Cosa si nasconde dietro la tua antipatia??

Jacob

Jacob.
Mi volto, un lupo grigio mi osserva con un cipiglio stizzito, soffoco un guaito di noia e mi avvicino.
So cos’è successo tra te e Paul, non devi giustificare i tuoi pensieri.
Mi mostra i denti, in quello che è il tentativo di sorridere sotto forma ferina, di risposta mi abbandono ad una finta tosse, che corrisponde ad un tentativo di ridere, e riprendo la mia corsa di ronda, girando intorno il perimetro prestabilito con il branco.
I pensieri del branco, è sempre più difficile anche per questo motivo mantenere segreto il mio imprinting, fortunatamente riesco a diventare molto vago quando devo tenere la mente lontana da Megan e evito di trasformarmi se non è necessario così da condividere il meno possibile i miei pensieri con il resto dei ragazzi, non voglio che lo sappiano e con un po’ di fortuna riuscirò a tenerlo nascosto ancora per qualche tempo.

Jacob, Cullen vuole parlare con te.
Mi fermo piantando le zampe sul terriccio umido e con stupore mi volto verso il grande lupo nero che mi guarda, nel suo muso vedo la mia stessa meraviglia.
Cullen?
Chiedo, affinando lo sguardo per guardare nella coltre buia del bosco dietro Sam, annuisce con la testa e a passo pesante e sostenuto arriva al mio fianco.

Dice sia importante, continuo io al posto tuo, tanto avevi quasi finito, vai.
Vedo il grande lupo nero scattare in una corsa ancora prima che abbia il tempo di pensare ad una parola come ringraziamento, mi volto e un odore dolciastro e tremendamente fastidioso m’investe prepotente, è vicino.
Cammino lento e stanco verso gli alberi, due occhi color  miele mi osservano mentre vado dietro un cespuglio, mi trasformo e indosso i pantaloncini che tengo legati alla caviglia, poi gli vado incontro.
<< Edward… >> sussurro come saluto, poggiandomi contro un albero e incrociando le braccia.
<< Jacob… >> gracchia quell’altro, in riposta, senza scomporsi di un decimo di millimetro.
<< Cosa vuoi? >> gli chiedo, fin troppo spossato per continuare quei giochetti educati e sofisticati, non corre buon sangue tra di noi, specialmente da quando Bella ha deciso che diventare amica di un vampiro sarebbe stato il suo nuovo hobby.
<< Bella, cerca di… tenerla lontano da me, non voglio che sappia quel che sono, tanto meno voglio che s’innamori di me. >> annuisco, deciso, Bella non sa quello che realmente potrebbe farle Edward se l’ autocontrollo venisse a mancargli.
<< E la visione della nana? >> borbotto, reprimendo uno sbadiglio e perdendo lo sguardo al di la degli alberi scuri del bosco, dove in casa mia anche l’ultima luce che illumina la finestra si spegne.
<< Le visioni di Alice sono soggettive, se riesci a farle cambiare idea quello che ha visto non succederà. >> mi spiega, con un’evidente nota di preoccupazione nella voce.
<< Avrei provato ugualmente a far cambiare decisione a Bella, non voglio che finisca con l’essere una succhiasangue o un cadavere, cerca solo di stare al tuo posto, al resto ci penserò io. >> dico piatto, scostando gli occhi dalla casa buia e indirizzandoli verso i suoi.
<< D’accordo, buona notte allora, e… salutami Megan. >> finisce, quasi ringhiando, è evidente che non abbia fatto altro che frugare nella mia testa fino a quel momento.
<< Non nominarla! >> ringhio teso, chiudendo gli occhi pesanti e riaprendoli. << Lei si chiama fuori in tutto questo, limitati a pensare a Bella. >>
<< Non farla soffrire cagnaccio o te la vedrai con me. >>
Scuoto la testa e sollevo la schiena dal tronco con uno slancio deciso, << Non vedo l’ora. ‘Notte Edward. >> e mi avvio verso casa, stanco, troppo stanco anche per capire realmente quello che è successo, ci penserò domani mattina ora ho solo voglia di poggiare la testa sul guanciale del cuscino e sprofondare in un sonno profondo… solo un piccolo pensiero si agita nella mia testa assonnata: Megan non deve essere coinvolta in tutto questo, non voglio che si abitui alla presenza dei vampiri, sennò non avrebbe avuto senso tenerla il più lontana possibile da Forks per tutti questi anni.

                                                      ***

<< Bella! Sta per iniziare! >> urlo, dalla mia postazione nel divano di casa Swan, alzando leggermente il volume dal telecomando, per farle sentire la musica acustica dell’inizio.
<< Ti avevo detto di mettere in pausa!! >> urla ridendo dalla cucina, sollevo gli occhi al cielo soffocando una risata e pigio un altro bottone sul telecomando, facendo bloccare a mezz’aria il piede di un signore.
<< Okay, fatto, ma datti una mossa! Sei sempre l’ultima! >> le rispondo, per stuzzicarla, lei sbuca dall’arcata della cucina e con una smorfia stizzita mi lancia un pop-corn.
<< Bene, visto che hai cosi tanta fretta, non te ne darò neanche uno. >> mi dice, sedendosi al mio fianco e parando la ciotola con le mani. Raccolgo il pop-corn che mi ha lanciato, poggiato sul bordo del divano, e me lo porto alla bocca.
<< L’hai appena fatto. >> mugugno divertito, inghiottendolo, lei sbuffa e arresa mi passa la ciotola, avvio il film e sospiro soddisfatto quando il piede del signore tocca finalmente terra.
Si accoccola al mio petto e sorride quando le accarezzo la schiena, passiamo gran parte del tempo in quella posizione, totalmente immersi nei fatti del film, io continuo a far scorrere la mia mano sulla sua schiena e lei a immergere la mano della ciotola di pop-corn e ogni tanto portandomene uno alla bocca.
<< Come va a scuola? >> le chiedo d’un tratto, ignorando il film e ricordando con una certa irritazione ciò di cui mi aveva parlato la notte prima Edward.
<< Mmh… non c’è male, potrebbe andare meglio. >> mormora l’ultima parte con un ché di amaro, capisco che intende il comportamento di Edward, dopo l’incidente con il pick-up Bella ha iniziato a dubitare della sua umanità, ma questo invece di convincerla ad allontanarsi l’ha spinta maggiormente al suo fianco.
<< Come va la testa? hai fatto prendere un colpo a tutti, anche a Megan. >> borbotto con una risata, cercando di non farle capire a cosa punto con quel discorso ingarbugliato.
<< Ci credo poco, quella ragazza mi guarda come se mi volesse mangiare. >> farfuglia, arricciando il naso, poi si volta a guardarmi e stende un braccio per accarezzarmi la guancia.
<< Però tu non sei da meno… >> sussurro sollevando un sopracciglio con aria di sfida, lei si chiude nelle spalle e con un dito traccia il contorno delle mie labbra.
<< Chi non da amore non ne riceve. >> si giustifica, poi poggia la fronte sul mio mento e lancia uno sguardo poco interessato al film. << E comunque, non credere che io non stia bene solo perché sono convinta di aver visto il mio compagno sollevare il furgoncino dall’asfalto, non riesco ancora a capacitarmi, lo ricordo perfettamente, l’ha spinto via con la mano!! >>
Cerco di ridere, fortunatamente mi riesce meglio di quanto pensavo, e cercando di riprendere fiato dopo la mia finta risata, le accarezzo il braccio scuotendo la testa. << Sei proprio fuori, cerca di concentrarti su altre cose, perderai tutti i tuoi amici se continuerai a correre dietro a quel povero ragazzo che si trovava nel momento giusto al posto giusto, magari l’ha fatto davvero ed era sotto l’effetto di qualche droga, credimi, meglio se lo lasci perdere. >> farnetico, sempre più vicino alle sue labbra, mentre il suo cuore prende il galoppo. << … ti manca solo la droga per sembrare una pazza. >> sussurro roco ad un centimetro dalle sue labbra, lei, confusa, si limita a guardarmi con gli occhi spalancati e un’espressione imbambolata.
La porta d’ingresso si apre ed entrambi ci voltiamo verso la TV, osservo con la coda dell’occhio le sue guancie rosso fuoco e il suo petto muoversi farneticamente, per via dei battiti accelerati del suo cuore, e tutto questo non può che farmi piacere, perché non l’ho neanche toccata ed è già prossima all’iperventilazione.
<< Abbiamo vinto!!!! >> canticchiano in coro le voci di Megan e Charlie dall’uscio, poi si sente la risata di Seth e un piccolo schianto accompagnato da un’altra risata soffocata, sta volta di Quil.
<< Siete sempre i soliti. >> borbotta la voce di mio padre, poi eccoli, sbucare tutti in salotto, Quil tiene Meg sulla spalla come un sacco di ortaggi, lei scalcia e urla mentre il cappellino da baseball le cade dalla testa.
<< Le fai salire il sangue alla testa così… >> borbotto ridendo.
<< Dovresti sentirti in colpa! >> sbraita Quil puntandomi un dito contro e rafforzando la presa sui fianchi di Megan con l’altra mano. << Non sei venuto e abbiamo perso, battuti dalla briciola, lo capisci! >> Quasi ogni settimana facciamo una partita di baseball, questa è la prima volta però che preferisco stare a casa, Bella sarebbe rimasta da sola e avevo paura che potesse cercare Edward.
<< E’ inutile tenerla accesa, non si riesce più a sentire niente. >> sussurra flebile Bella spegnendo la televisione, poi si alza e da la ciotola di pop-corn a Seth, che accetta senza esitazione stravaccandosi sul divano al mio fianco.
Sospiro e la seguo con lo sguardo andare verso la cucina, mio padre, entrato in quel momento, mi guarda interrogativo, faccio un segno con la testa e boccheggio amaro: “tempismo perfetto” lui soffoca una risata e con una mano si calca il cappello sulla testa tornando a parlare della partita.
Nel momento in cui gli occhi di Megan e i miei s’incontrano l’effetto rilassante che m’invade quando sono con Bella svanisce, e una morsa allo stomaco mi convince a scostare lo sguardo bruscamente, dall’occhiata omicida che mi riserva Seth però mi accorgo che c’è rimasta male, allora mandando a quel paese il mio scopo per oggi, mi alzo dal divano e le vado incontro, sorridendo, appena le mie dita sfiorano il suo braccio sto già meglio e il sorriso si allarga a dismisura, lei abbozza un sorriso e inclina la testa. << Non sei contento? Ho battuto Quil. >>
Annuisco e freno il pensiero di accarezzarle la guancia. << Sei stata bravissima, mi dispiace non esserci stato. >> con nonchalance lancia uno sguardo alle mie spalle, dove sicuramente c’è Bella, e si limita a chiudersi nelle spalle.
<< Avevi cose più importanti da fare, suppongo. >> chiudo gli occhi e sbuffo.
<< Megan, vuoi darci un taglio. >> sussurro ridendo quando mi fa il verso copiandomi nei movimenti, lei mi scocca un’occhiatina sdegnata e solleva il sopracciglio.
 << Perché non è vero? >> sussurra acida, non rispondo, rimango a guardarla con uno sguardo supplicante e seccato, non capisco perché calca tanto su questa storia, so che non la sopporta, ma è fin troppo facile rendersi conto che è un conflitto insensato, scommetto che se si fermassero a parlare un momento si troverebbero perfino simpatiche! << Chi tace acconsente. >> mugugna superiore, esco la lingua offeso e quando la sua risata armoniosa mi riempie le orecchie non posso far almeno che ridere a mia volta.
<< Ragazzi, andiamo a fare un giro nel bosco? >> chiede Quil, prima di prendere Claire per mano.
<< Si, perché no! >> esclama Leah, afferrando Paul e Seth per un braccio, costringendoli ad alzarsi dal divano.
<< Andiamo. >> acconsento sorridendo, << Bella vieni anche tu? >> lei sorride intimidita e annuisce.
<< Veniamo anche noi! >> dice Jared indicando Kim.
<< Meg? >> domanda Claire, aprendosi in un sorriso amichevole, mi volto a guardarla e la prego con lo sguardo, lei arriccia il naso, so che sta pensando di no perché siamo tutti in coppie, la conosco fin troppo bene, infatti quando il suo sguardo si posa su Seth annuisce contorcendo le labbra in un mezzo sorriso. << Okay! Andiamo prima che faccia buio, prendiamo un po’ di marshmallow e hot - dog e accendiamo un falò, ci state? >> continua Jared, andando verso la cucina, dopo le chiacchiere generali tutti indossano il proprio giubbino afferrano qualche sacchetto e si avviano verso le macchine.
Dio solo sa quanto godo vedendo Megan tirare sassolini a Seth mentre è intento a sistemare le cose nel bagagliaio, non so perché ma questa sorta di complicità che c’è tra di loro due ultimamente si è intensificata a dismisura, facendo fare la stessa fine anche alla mia gelosia.
Il tragitto è breve, e il silenzio in macchina uccide, d’altro canto quando si hanno Bella e Megan nella stessa macchina, sullo stesso sedile, una di fianco all’altra è difficile non stare attenti con le parole, tutti hanno paura di quelle due mescolate insieme, specialmente di Megan, a differenza sua Bella non è mai stata una tipa chiacchierona e piccante, lei è timida e introversa, ma se parla colpisce affondo.
Appena arrivati davanti la transenna che delimita l’accesso alle macchine posteggiamo e incominciamo a camminare tra risatine, canzoni stonate, sgambetti e gli urletti di Claire e Kim alla vista di una serpe,
tutto piuttosto calmo, quello che m’inquieta di più è l’assenza mentale di Bella, che si guarda intorno disinteressata e incespica sulle radici sporgenti e i tronchi cavi, spero non stia pensando a Edward, non le fa bene stare con i succhiasangue, le porteranno solo dolore, fisico e morale… ma soprattutto fisico se le visioni di Alice si avverano.
<< … COOOME TOGETHER, RIGHT NOW, OVER ME!! >> mi giro di scatto verso Paul e Seth che cantano a squarcia gola una canzone dei Beatles e mi abbandono ad una risata sguaiata durante il tempo in cui gli altri si guardano intorno cercando un posto dove sostare per allestire il fuoco.
<< Che ne dite di questo punto? >> chiede Bella, dando due calcetti a una pietra abbastanza grande.
<< Mmh… perfetto. >> mormora Quil, iniziando a spingere verso Bella un altro sasso e tutti lo imitano, formando un cerchio di pietre, usate come delle sedie, in centro Jared mette dei rami secchi e in quattro e quattr’otto il fuoco è acceso.
 << Ora potete disperdervi nei meandri loschi e uggiosi della selva umida! >> vaneggia Seth con aria solenne, ricevendo uno schiaffetto sulla nuca da Leah.
<< Però ricordatevi dove ci siamo sistemati e non allontanatevi, non mi va di sprecare la serata a cercare qualcuno… >> continua dopo aver leggermente spintonato il fratello con un gesto affettuoso, poi si volta verso Meg e le sorride strafottente. << Ovviamente, cara Megan, ogni riferimento a parole o cose è puramente casuale. >> tutti scoppiano a ridere, io rabbrividisco, anche solo il ricordo del panico e della rabbia che ho provato quando si è persa mi fanno sbiancare ancora adesso.
<< Senza alcun dubbio, Leah adorata! >> la canzona Megan, afferrando il povero Seth, che sta ancora cercando di riprendersi dalla sberla, sottobraccio, poi mi lancia un occhiata disinteressata e altezzosa. Sorrido furbo ed arcuo un sopracciglio, cos’è? Una sfida implicita?
Senza pensarci più di tanto cingo Bella per la vita e annuisco. << Okay, allora noi andiamo. >> dico indicandomi le spalle con un pollice, senza degnarla di uno sguardo.
<< D’accordo… >> mi beffeggia Jared, facendomi l’occhiolino, Meg gli pesta il piede indispettita, le riservo uno sguardo trionfante e girando i tacchi mi avvio verso il bosco con Bella al mio fianco.
La passeggiata passa nel migliore dei modi, e quando dico nel migliore dei modi intendo dire senza che nessuno di sia perso o si sia fatto del male.
Appena il cielo inizia a imbrunire torniamo tutti al punto di ritrovo e ci sediamo iniziando ad arrostire gli hot – dog e i marshmallow, per la precisione noi ragazzi lo facciamo, le ragazze sono impegnate a guardare con gli occhietti a cuoricino una lepre con la zampetta ferita che Claire ha trovato durante la passeggiata.
<< E’ un amore!!! >> dice adorante Kim, accarezzando la testolina scura della lepre.
<< Più di me? >> gli chiede canzonatorio Jared, battendo ritmicamente gli occhi con fare sdolcinato.
<< Si. >> dice lei, inflessibile, guardandolo male e tornando ad accarezzare il piccolo coniglietto, con il risultato che tutti ridono e lui, offeso, per poco non brucia una salsiccia.
Bella si siede al mio fianco e mi poggia la testa sulla spalla, sorrido e il mio sguardo va istintivamente verso Meg, al centro della folla, con il piccolo batuffolo di pelo scuro tra le braccia.
<< Senti freddo? >>  le chiedo, sentendola tremare, Bella sussurra un si timido e si morde il labbro, la stringo al petto e lei sospira sollevata dal calore della mia pelle. << Meglio così? >>
<< Mmh-mmh >> mugugna annuendo a scatti. << sei molto caldo. >> bisbiglia sorridendo.
<< Lo so… >> farfuglio con un mezzo sorriso e guardo di nuovo Megan, sta volta incontro i suoi occhi grandi e luminosi, che spiano attraverso le braccia di Kim, Claire e Leah, scanso il suo sguardo inquisitore e mi concentro sulle fiamme, inizio a contemplare le sfumature scoppiettanti del falò, il fuoco si agita per via del vento e vedo chiaramente gli occhi di Edward fissarmi indagatori dalle fiamme. Scuoto la testa per scrollarmi di dosso quell’ allucinazione e cerco di ricompormi stringendo maggiormente Bella nella mia presa calda, ma le sue parole rimbombano prepotenti nelle mie orecchie, stordendomi.

<< D’accordo, buona notte allora, e… salutami Megan. >>
Se la tocca, se pensa anche solo a sfiorarla con quelle sue dita pallide e smorte, giuro che sarà l’ultima cosa che fa…


------------------------------Valentina’s space!!--------------------------
 Holaaa!!! Allora, le recensioni sono aumentate!!! DI UNO!!!! sono troppo contenta ** so che non mi merito una recensione, ma se vi sta a cuore la mente poco sana di questa autrice (bhuauauau bella battuta X°D) vi prego di dirmi cosa ne pensate!
Detto questo, non ho altro da dire... Anzi si!!!
PUBBLICITA' OCCULTA >:P
Per le sostenitrici di Jacob, vi consiglio di leggere la storia della mia Best, le ho praticamente imposto di pubblicare dopo averla ricontrollata insieme.
si chiama:
Guilty To Love di DarkQueen_

Ed4e:
Tesoro!!! scusa di che??? figurati!!! XD ti è piaciuto allora eh?? ^^" sono contenta che la mia età non ti abbia indisposta, mi è già successo un po' di volte =_="
Cmq per quanto riguarda la tua storia, VOGLIO LEGGERLA ASSOLUTAMENTE... quindi, se vuoi, puoi mandare i capitoli all'e-mail angels-94@hotmail.it, che sarebbe il mio!! XD e se vuoi puoi anche aggiungermi su MSN (: Ore devo proprio scappare, la storia del medioevo romano mi chiama -.-""" Signur dammi la forza!! XD Un bacio, ti adoro.

DarkQueen_ : Senti, cosa, ho trovato una fine micidiale per il parrrgolo, l'ho graffigliata da un film ci siamo??? e questo film è un dei miei tanti DVD nella cassettiera centrale della scrivania, si... quello dove hai preso The Covenant =_=""""
Cmq, non lo scrivo qua perchè non mi pare giusto, solo che mi ha ricordato troppo il flash che ti sei fatta Paaaaaa, è... è... dobbiamo solo farlo finire a frittella sotto qualche veicolo ... (sei sicura di volerlo fare??? O_O guarda che sei ancora in tempo per uccidere il poraletto e evitarmi un'agonia luuuunga e dolorosa) vabbé , vedremo... TiAmo... a domani XD

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Capitolo 7
*** \\ 6. La vita è un biscotto, ma se piove si scioglie ***


Capitolo 6

 

 La vita è un biscotto, ma piove si scioglie

Jacob

Ah.

Potrei dire, urlare, sbuffare, sbraitare, borbottare o farfugliare di tutto, e invece no, è la sola cosa che riesco a pensare e ad esprimere con un urlo morto, sulla bocca spalancata.
Ah.
Forse dovrei camminare con gli occhi cuciti da un filo di ferro per non rischiare di fratturare due o tre ossa a quel tipo e anche a quello, ecco, la ce n’è un’altro… Ma non hanno niente da fare i ragazzi in questa scuola?
<< Megan, che ne dici di… emh… sollevarti? >> biascico cercando di sorridere e grattandomi la nuca, non so più dove guardare, spero solo di non essere paonazzo.
Continuo a ripetermi mentalmente che è solo un sedere normalissimo fasciato dai jeans quello che sporge in avanti, e fa voltare metà scuola a quanto pare, ma sembra che il mio corpo e il mio cervello perverso non rispondano neanche più alla mia volontà ora come ora.
Lei non mi da conto e continua a rovistare nel suo zaino, piegata in avanti, sorride vittoriosa e tira fuori tre fogli stropicciati rimettendosi in piedi, mi abbandono ad un respiro di sollievo e socchiudendo gli occhi mi poggio agli armadietti, lei alza un sopracciglio osservandomi perplessa. << Hai visto un fantasma? Sei così pallido… >> e io che pensavo di essere rosso! Strabuzzo gli occhi e scuoto la testa, poi le strappo i fogli di mano cercando disperatamente di cambiare discorso.
<< E queste reliquie? >> chiedo sventolando i tre fogli, lei si morde un labbro e accenna un sorriso.
<< Gli appunti… >> mormora, io la guardo scoppiando a ridere.
<< E tu pensi che io riuscirei a studiare con dei fogli ridotti così? >> gli chiedo isterico, lei mi lancia un occhiataccia e solleva le sopracciglia con tono di sfiga.
<< Almeno io ti prendo gli appunti quando non vieni a scuola, tu non l’hai mai fatto per me! >>
Mi chiudo nelle spalle. << Non il prendo per me… figurati se lo faccio per te. >> mi lancia uno scappellotto e io ridacchio.
Non posso fare almeno di non sembrare un deficiente patentato quando sono con lei:
Lei che fa l’offesa, ma non riesce a trattenere una risata;
Lei che si tormenta e una ciocca di capelli quando è nervosa;
Lei che ha il vizio di non spegnere mai la luce quando esce da una stanza;
Lei che dorme sempre con un piccolo ippopotamo di pezza ai piedi del letto e una foto dei suoi genitori sotto il cuscino;
Lei che è Megan, la ragazza che mi ha mandato in pappa il cervello.
<< Allora non ti lamentare o la prossima volta dovrai fare gli occhi dolci a quella secchiona di Karen per averli! >>  borbotta mettendosi lo zaino in spalla, rabbrividisco al ricordo dell’ultima volta: mi c’era voluta una settimana per farle capire che non eravamo “compatibili” e che non mi meritava, per cosa poi? Una A? il gioco non vale la candela… certo, ormai papà si romperebbe la mano nel cercare di darmi uno schiaffo per un’ipotetica F, ma non mi piace comunque deluderlo. Conclusione? Uso gli appunti di Meg e prendo una B. Ragionevole, no?
<< Okay, mi accontenterò dei tuoi fogli disordinati e malridotti. >> gli dico, ficcandoli nella tracolla e pulendo la mia felpa da alcune molliche, prova schiacciante del fatto che Kim oggi ha fatto merenda, insistendo a stravaccarsi a peso morto sulle mie gambe.
<< Bravo, così si fa! >> esclama sorridendo, poi si ferma di botto e guarda davanti a se sollevando un sopracciglio. << E quello chi è?? >> chiede troppo curiosa, mi volto verso il soggetto che fissa e rimango sbalordito.
<< Acc…  Aspetta qua! >> gli ordino e cammino in direzione di Edward, che poggiato sul muro vicino la porta, mi lancia uno sguardo d’intesa, purtroppo mi rendo conto troppo tardi che Meg cammina decisa al mio fianco, alternando sguardi curiosi tra lui e me.
<< Lo conosci. >> non è una domanda, << E’ strano… >> borbotta più a se stessa che a me, << … so cos’è… >> le riservo un’occhiata fuggitiva e stringo la mascella. Dovevo tenerla fuori da questo. << E’… è … è un… >> rallenta leggermente il passo, non pronuncia quel nome, ma mi guarda cercando una risposta.
<< Si. >> soffio e mi fermo di fronte Edward, lui guarda Meg e sorride benevolo, lei ricambia lo sguardo cercando di afferrare la mia mano, terrorizzata.
<< Stai tranquilla Megan, non ho intenzione di farvi alcun male. >> ridacchia, lei affina lo sguardo.
<< Edward…? >> domanda con voce malferma, sa le caratteristiche e le doti di ogni membro del clan Cullen, e sentendo la risposta a quello che era sicuramente un suo pensiero non può far altro che capire chi è il vampiro che ha davanti.
<< Si, piacere. >> sorride, ma lei non si lascia ammaliare dalla bellezza del suo viso da sanguisuga e trovando la mia mano non può far altro che stringerla, e lo fa ancora di più quando lo sguardo di Edward passa su di me. << Ci sono delle complicazioni. >> ringhia affranto guardandomi, è più che ovvio, si parla di Bella, lei è l’unica ragione per la quale io e il figlio dei pipistrelli ci parliamo, forzatamente s’intende.
<< Di che tipo? >> chiedo stingendo i denti. Se Bella si è fatta male per colpa tua, giuro che io…
<< No, no… niente del genere per fortuna. >> la campanella suona, il corridoio diventa meno confusionario, guardo Megan e sospiro. Almeno ho una buona scusa per tirarla fuori da tutto questo prima che faccia tutti i collegamenti e capisca, la situazione si sta facendo pesante e ho giurato a me stesso che lei sarebbe stata il più fuori possibile da questa storia,
<< Vado a casa, tu rimani qua, ti passo a prendere dopo, prendi gli appunti anche per me! >> le dico, cercando di apparire più scherzoso e sorridente possibile, le accarezzo una guancia e le lascio un timido bacio sulla fronte.
Lei guarda Edward e adesso, con mia immensa sorpresa, neanche un’ombra di paura le oscura lo sguardo. << Come un pesce. >> afferma Edward annuendo, lei alza gli occhi al cielo e va via correndo per non arrivare dopo il professore. << La sua mente è davvero purissima. >> mormora e sorride, stringo i pugni e nel momento in cui evitabilmente quello che provo per lei viene a galla e lo osservo strabuzzare gli occhi e schiarirsi la gola. << Che situazione… >> sussurra impercettibilmente.
 << Allora , queste complicazioni? >> gli chiedo, infuriato e preoccupato, andando in parcheggio.
<< Bella, mi faceva delle domande, eravamo in macchina, lo so non dovevo, ma l’ho seguita e sono intervenuto quando dei brutti ceppi volevano approfittarsi di lei, abbiamo parlato e … ora lei sa cosa sono. >>
Le chiavi della Golf di Meg mi cadono di mano e mi fermo guardando Edward, stralunato. << ma come …?! >>
Lui si copre il viso con le mani e sospira sommessamente. << Ha un effetto distruttivo su di me, sta diventando un’ossessione e se lei vuole sapere qualcosa la mia bocca parla da sé… > ringhia irritato, io raccolgo le chiavi da terra e le metto in tasca, poi mi siedo sulla panchina osservandolo di sbieco. << Complimenti Cullen. >>
Lui mi minaccia con lo sguardo. << Cagnaccio, ti ricordo che hai una situazione molto simile alla mia. >> mi incupisco e mi chiudo nelle spalle.
<< Stiamo parlando di Bella. >> mi giustifico colto in fragrante, scatenando la vena umoristica  di Edward, che si abbandona in una risatina sommessa.
<< Sei nei guai, come me, se non di più… >>

 

                                                                  ***

<< Lo so papà, lo so… ma perché dovrei pagare io per gli errori del succhiasangue, sai quello che significa Bella per me, non posso permetterlo. >> farfuglio, guardando svogliato l’ultimo biscotto solitario dentro il barattolo trasparente al centro del piccolo tavolo rotondo, mio padre poggia il suo cappello di paglia sul tavolo e mi guarda con il suo solito sguardo consolatorio.
<< Bella per te è solo una copertura figliuolo, e se la vampira continua a vedere il suo futuro con loro o comunque riesce a vederla tu non sei nei suoi piani, sai benissimo che se fossero presenti licantropi nel suo futuro Alice non potrebbe leggerlo, oltretutto c’è Meg… come pensi di comportati con lei? >>
Il mio sguardo si sposta dal cappello al biscotto e dal biscotto al soffitto. << Pensi sia meglio aspettare che una qualche divinità le dia l’illuminazione o le salto addosso senza ritegno? >> un sorriso amaro gli sfiora il viso, ma il mio sarcasmo macabro non lo diverte, infatti pochi minuti dopo ritorna la personificazione della serietà.
<< Come convincerai Bella a venire con te? >> mi chiede, stringendo spasmodicamente le mani sui braccioli della sedia a rotelle, il solo pensare che una malattia come il diabete l’abbia ridotto in questo stato mi da sui nervi.
<< Non lo so, tenterò, ha bisogno di allontanarsi, entrambi ne abbiamo bisogno. >>
<< Vuoi lasciare Maggie da sola…? >> a quella domanda il mio cuore ha una stretta, perde un battito e mi fa mancare l’aria, stringo la mascella e strizzo gli occhi. << Ne soffrirò anch’io, il solo pensiero mi fa… >> mi fermo, rendendomi conto dagli occhi attenti di mio padre, che le mie mani stringono troppo violentemente i bordi del tavolo, li lascio e tiro indietro la testa.
<< Ami Bella? >> mi domanda, cogliendomi alla sprovvista, lo guardo, il suo solito sorriso ora è del tutto assente.
Un brivido mi corre sulla schiena. << Tu hai avuto l’imprinting con la mamma, vero? >> Vedo il dolore che ancora prova contorcergli il viso.
Sorrido appena, mentre il ricordo sfocato di quella figura eterea mi sfiora la mente, mia madre, era impossibile non volerle bene. <<  Si. >> risponde secco.
<< E tu l’amavi? >> gli domando, con un tono di voce più basso.
<< La amo tuttora, come nel primo momento in cui l’ho vista. >> sussurra con un sorriso.
Mio padre non ha mai creduto nel paradiso, ma da quando lei è andata via ha cambiato idea, deve pur esserci un posto dove ospitare l’anima di quell’angelo – dice sempre.
<< Allora non chiedermi se amo Bella, papà. >> sussurro flebile, quella che provo per lei è un po’ di più di una normale attrazione fisica, mi fa dimenticare tutto, magari non ora, ma un giorno la amerò sul serio, magari un giorno rincontrerò Megan con l’uomo che ama e non sarò un lupo solitario, avrò una famiglia, non con lei, ma come lei, devo solo abituarmi all’idea.
Esco dal mio groviglio di pensieri e mi accorgo di essere da solo, torno a fissare il biscotto, nervoso.
Quel biscotto è un piccolo modellino della mia vita, di quello che sto facendo, di quanto sia egoista nei miei confronti e nei confronti delle persone a cui voglio bene.
L’ultimo biscotto, lo vorresti, ma non puoi prenderlo, perché ne hai già mangiati troppi, e non sarai mai pienamente soddisfatto.
La vita è un biscotto, ma se piove si scioglie… peccato che nella mia vita sembra esserci il diluvio universale.
 << Jacoooob! >> scatto in piedi quando la porta si apre e guardo interrogativo Leah, piombata in cucina come l’ennesimo fulmine nel temporale eterno che è la mia vita.
<< Cosa? Che? >> le chiedo spaesato, quasi inciampando sulle gambe della sedia.
<< Bella vuole parlare con te… >> spalanco gli occhi e la seguo fino ad arrivare in salotto, dove Bella è seduta sul vecchio divano rosso, ha le lacrime agli occhi e mi guarda smarrita, confusa.
<< Bella? >> sussurro spaventato, facendomi subito vicino a lei.
<< I-i-io … >> mi abbraccia e scoppia a piangere, facendosi piccola tra le mie braccia. << Edward è andato via… è andato via… >> Sbarro gli occhi, guardando fisso davanti a me.
Non era necessario che io andassi via e la portassi con me, lui se n'è già andato, ha fatto la cosa migliore?
Senza dubbio le lacrime scioglieranno il biscotto di Bella…
La stringo e la consolo, cullandola tra le mie braccia, accarezzandola e cercando di rassicura.
Posso offrirti un ombrello, per riparare la tua vita dalla pioggia, e tu lo offrirai a me. Così saremo pari.

----------------Valentina’s space!!----------------

Eccomi, con un po’ di ritardo.
In realtà però l’ho fatto apposta, speravo che le recensioni aumentassero… Perché non commentate tesori??? Fa così schifo la mia storia?? O_O”
In realtà a me piace molto come sta uscendo fuori, e tutto molto intrecciato, già nel prossimo capitolo ci sarà un fraintendimento bello e buono… *---* Beeeeeeeooo chappo!! XD
Spero piaccia anche a voi, e sta volta siate così amorevoli da commentare, ma in ogni caso lo siete lo stesso *---*
Un bacio!!! Vale!!!

 
Ed4e: Ciau tessssssorrooo!!! ^^ GRAZIE!!! Continui a recensire: nel bene e nel male, nella salute e nella malattia… ecc ecc XD
Ti adoroooooooooo *---* ‘Accieeee di tutto!!!
Hai ragione, anch’io voglio un Taylor per me!! O_<”   
Peròòòò… quando si dice MONDO INGIUSTO!!  -‘___’-  
Dimmi cosa ne pensi di questo capitolo!!! ^^”
Aspetterò con ansia i capitoli della tua storia (:  Non vedo l’ora!!!  >:P TI ADORO, ancora un bacio!!!!
 
DarkQueen__: Amo!!! continua con la pubblicità occulta che i seguiti e i preferiti aumentano GRAZIE!!! Un bacio! Ricambio il favore come vediii!!! ^^

 

PUBBLICITA’ OCCULTA!!!!!! ^^
Leggete la storia di DarkQueen_  “Guilty To Love”
 :D è magnifica!!! ^^

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Capitolo 8
*** || 7.Illusa e Distrutta… Viva l’ottimismo! ***


Dedicato a Ed4e che adora i fraintendimenti!! *-*

Capitolo 7

 

Illusa e Distrutta… Viva l’ottimismo!

Megan

Spingo il carrello, persa al di là delle pile di scaffali, dove gli alimenti sono disposti con un ordine quasi maniacale, ignorando le risate di Seth e Jared alle mie spalle, fortunatamente Paul è rimasto a casa, Jacob non c’è, è andato via a penultima ora con Cullen, aveva detto che mi sarebbe venuto a prendere, invece ho trovato Sam ad aspettarmi fuori, con un buono per la spesa, una branco di lupi affamati in macchina e le scuse di Jacob: “ Sta facendo una cosa, è  importante”.
Tutto sta diventando più importante di me ultimamente, tutto.
Stringo i denti cercando di sbollentare gli spiriti e, ironia della sorte, entro al reparto surgelati.
<< Seth!!! Posa quelle patatine! >> ringhia Kim, togliendo il pacchetto rosso dal carrello, glielo da e gli indica con decisione il reparto snack, lui con aria frustrata si dirige verso il corridoio.
Kim si volta verso di me e soffia avvilita scuotendo la testa. << Ora capisco perché i genitori preferiscono non portare con loro i figli quando fanno la spesa. >>
Sorrido vaga e lancio un’occhiata al carrello, poi alzo gli occhi al cielo. << Abbiamo comprato tutto tranne gli ingredienti che ci servono per la pizza. >>
Emily posa un pacchetto di farina dentro il carrello e si chiude nelle spalle ridendo. << Tanto pagano loro. >> Ridiamo anche noi, Sam si fionda sul carrello e svuota le mani, piene di bustine di lievito, barattoli di pelato e mozzarelle.
<< Finalmente! >> esclamo guardando che alla fine - oltre le miriadi di pacchetti di caramelle e schifezze varie - abbiamo anche gli ingredienti che ci servono per la cena.
<< Ora però… >> sussurra Sam stringendo in un abbraccio dolce Emily. << Dobbiamo trovare Claire e Quil, non li vedo da quando siamo arrivati. >>
Io e Kim ci scambiamo un’occhiata d’intesa e ci voltiamo istintivamente verso il reparto leccornie. << Claire, Claire, Claire… si lascia sempre coinvolgere nelle pazzie di Quil. >> vaneggio, scenica.
<< Cosa non si fa per amore!! >> prosegue Kim con il mio stesso tono di voce, lanciando uno sguardo disperato verso Jared, che sorride.
<< Già… >> mormoro, chinando lo sguardo sul carrello.
L’argomento amore, tasto doloroso, ma credo sia più che chiaro ormai e non so cosa darei per affondare tre o quattro pugni nello stomaco di Jacob e poi sperare che mi salti addosso con l’intento di farmela pagare, il contatto fisico? Gli angeli che cantano l’Alleluja!
Meg, sei una ninfomane.
Lo so, lo so, ma a volte sono così stanca di fingere che tutto vada bene, busserei alla porta della sua stanza e senza dargli neanche il tempo di aprire del tutto la porta lo bacerei.
Una volta sono perfino arrivata sull’uscio di camera sua, ma mi sono subito data della sciocca e cercando di fare meno rumore possibile sono tornata in camera mia.
<< Seeeeeeeth!!! Andiamo alla cassa! >> urla Kim, spingo il carrello senza guardare realmente dove sto andando e sbatto contro qualcuno, sollevo lo sguardo, ancora un po’ intontito e incontro due occhi neri, le labbra a cuore, fine, mi sorridono e la testa s’inclina leggermente di lato.
<< Ti sei fatta male? >> mi chiede, scuoto la testa e mi chiudo nelle spalle.
<< E’ colpa mia scusa, quando inizio a pensare non mi curo neanche più di dove sono. >> sussurro con un sorrisino di scuse, lui scuote la testa soffocando una risata e si china per prendere le cose  poche cose che gli sono cadute di mano quando l’ho… investito.
<< Capita a tutti. >> dice senza smettere di sorridere.
<< Meg? >> mi volto di scatto e vedo Seth sorridermi con in mano un barattolo di pomodori pelati.
<< Si… arrivo… >> poi guardo di nuovo il ragazzo, accennando un sorriso.
<< Be, scusa per averti disturbato… >> lascio in sospeso la frase quando mi rendo conto di non sapere il suo nome.
<< Embry. >> finisce lui, porgendomi la mano.
<< Piacere Embry, io sono Megan. >> mi guarda affinando lo sguardo e accennando un altro mezzo sorriso, si guarda intorno e si indica dietro le spalle guardandomi di nuovo.
<< Io devo andare, allora ci vediamo… Megan. >> annuisco e sorrido, poi lo guardo allontanarsi dopo neanche due secondi sento la stretta inconfondibile di Seth cingermi le spalle.  << E quello chi era? >> sibila sprezzante.
Mi chiudo nelle spalle e con noncuranza prendo tre scatolette di tonno  mettendole dentro il carrello. << un certo Embry, l’ho quasi ucciso con il carrello. >>
<< E se non sta lontano da te il quasi sparirà ben presto! >> gli stampo un bacio sulla guancia e ridacchio.
<< A cuccia, Pluto! >>

Una volta arrivati a casa di Sam e Emily la stanchezza vince su di me e mi addormento sul divano guardando la TV, quando mi sveglio un odorino invitante mi accarezza l’olfatto e il mio stomaco ruggisce, facendomi ricordare che non mangio da sta mattina.
Continuo a tenere gli occhi chiusi, spaventata da quello che mi attende fuori dal miei sogni e un piccolo sorrisino mi accarezza il viso quando sento il profumo di pino coprire quello della pizza, Jacob.
Sollevo una palpebra e vedo il suo viso, bello e sorridente, arriccia il naso e mi accarezza la guancia, apro anche l’altro occhio, e il suo sorriso si allarga.
<< Scusa per oggi. >> mi sussurra, sedendosi sul divano e facendo scricchiolare le molle del cuscino. << … è successa una cosa, un po’… strana. >>
Mi alzo dal divano e mi metto seduta, portandomi le gambe al petto e poggiando il mento sulle ginocchia.
<< Ovvero? >> lui sospira e con un movimento nervoso tira indietro i capelli che gli coprivano il viso.
<< Niente…. >> risponde brusco, sbarro gli occhi, sollevando lentamente il mento dalle ginocchia e cerco più volte di dire qualcosa, ma nel momento stesso in cui le mie labbra si aprono per parlare, non so che dire, quindi le richiudo e sto zitta. Lui mi guarda e ride, tappandosi la bocca. << ti spieghi sempre in modo molto chiaro, amore. >>
Come mi ha chiamata? Megan è solo uno stupido soprannome! Non farti paranoie.
<<
Gacias!! >> esclamo, ancora un po’ scombussolata dal sonno e dal soprannome insolito.
Quando le risate si spengono ci guardiamo senza parlare, vedo che c’è qualcosa che non va, i suoi occhi lo dicono per lui, è spaventato, preoccupato, forse anche triste. << Ehi Jake cosa ti prende? >> sussurro sedendomi sulle sue gambe senza pensarci troppo, non risponde, abbassa leggermente le palpebre e poggia la tempia sulla mia spalla.
<< E’ tutto così complicato… >> sussurra a mezza voce, restando in quella posizione e chiudendo gli occhi del tutto. << …Edward, è partito, ha lasciato Bella da sola. >>
Il calcolo che in quel momento fa il mio cervello è brutalmente superficiale e quasi inumano.

Bella e Edward – Edward = Bella
Megan e Jacob : Bella = Jacob e Bella con il resto di Megan.
Megan x Bella = è un risultato troppo violento, mi rifiuto anche di pensarlo.

<< Le ho promesso di starle accanto e… >> si schiarisce la voce, avvolgendo la mia vita con le braccia. << … e ho paura che faccia qualche stupidaggine, non capisco come quel succhiasangue faccia partire la testa a voi ragazze. >>
Lo guardo soffocando una risata, lui corruga la fronte senza aprire gli occhi e arriccia le labbra, in una smorfia stranita. << Cosa c’è da ridere? Ti piace? Ti piace Edward? >>
Continuo a ridere e sospiro per trattenermi. << Ma ti sei mai guardato alle spalle? le ragazze ti guardano con la bava alla bocca! >> lo ammetto anche con una sorta di amarezza camuffata da un’altra risata. << … e poi non mi piace Edward, troppo… bianchiccio e freddo, preferisco di gran lunga il ragazzo caldo e abbronzato. >> sussurro, schiudendo la bocca subito dopo per lo scoop che mi ero lasciata scivolare dalle labbra.
Spalanca gli occhi e li fissa nei miei sollevando il viso dalla mia spalla, il suo sguardo cerca qualcosa, fruga disperatamente nel mio.
Troppo vicini Jacob, siamo troppo vicini – sussurro mentalmente, sperando che si allontani, non ne ho la forza, non riesco a muovermi, non accenna nessun sorriso, non sbatte le ciglia, continua a scavare nel mio sguardo, chiudo gli occhi di botto, prendendo un respiro brusco che a lui non sfugge.
<< Chi sarebbe questo tipo abbronzato? >> mi chiede con un mezzo sorriso, sorrido anche io, contenta che la tensione si sia allentata e sbuffo, guardando altrove.
<< Io lo so!!! >> urla Seth, trascinandosi per mano Leah, che lo guarda con un espressione contratta.
<< Sei scemo? Una cosa è spiare, un’altra è farti volontariamente scoprire! >> gli ringhia, poi si volta e fa un sorriso . << io non spiavo! >> si affretta a dire, scuotendo le mani.
<< Oh, ti credo! >> sbotto sarcastica sollevando un sopraciglio.
<< Ma non perdiamoci in discorsi futili… torniamo al punto della questione, chi è questo ragazzo? >> sussurra Leah, ridendo malvagia e voltandosi verso Seth.
<< Già, sono curioso… >> esclama Jacob e guarda Seth con insistenza, spronandolo a parlare.
Lui fa un’espressione concentrata e si gratta il mento farfugliando cose che non afferro, poi s’illumina e sorride << Il tipo del supermercato, Arnold?! >> sbotta, trionfale.
<< Embry! >> lo correggo alzando gli occhi al cielo, sento Jacob irrigidirsi e sorpresa lo guardo con la coda dell’occhio, stringe la mascella, serrando le labbra in un sorriso forzato, mentre due ciocche di capelli gli cadono sugli occhi, negandomi la vista della sua espressione.
Leah sorride affabile, da quando sta con Paul è cambiato tutto, forse aveva solo bisogno di qualcuno che l’amasse davvero, qualcuno che la facesse sentire una donna e non solo un membro del branco. << E siamo a tre nuove coppie!! >>
<< Tre? >> chiede Seth, perplesso. << E quali sarebbero? >>
<< Io e Paul, ovviamente; Jacob e Bella… >> i miei occhi guizzano di nuovo sul viso di Jake, che scuote la testa.
<< Ho già detto che non stiamo insieme. >> borbotta.
<< Non ancora! >> puntualizza lei, puntandogli un dito contro.
<< E la terza coppia?? >> chiede Seth, tardo, come al solito.
<< Arnold e Megan >> dice, ovvia.
<< Embry!!! Si chiama Embry! E poi l’ho solo visto al supermarket, non credo lo rivedrò più. >> mi chiudo nelle spalle, e appena il profumo della pizza mi arriva di nuovo al naso salto giù dalle gambe di Jacob. << Andiamo a mangiare! >> esclamo, a quella parola Leah e Seth si scambiano un’occhiata d’intesa e corrono giù dalle scale litigandosi un’ipotetica fetta di pizza con i peperoni e le acciughe, mi dirigo dietro di loro ridendo, ma prima di oltrepassare la porta Jacob mi afferra per i fianchi.
<< Meg…? >> sussurra a voce bassa, mi volto, lo vedo combattuto. Ho paura, tanta paura, paura di perderlo, paura di perdere anche quel briciolo di vana speranza che un giorno mi ami, e che l’imprinting per lui non arrivi mai. Continua a guardarmi, e avvicina il suo viso al mio, tremo per la sorpresa, osservando le labbra farsi sempre più vicine e gli occhi socchiudersi, quando vedo la traiettoria cambiare e le sue labbra poggiarsi sulla guancia, a pochi centimetri dalle mie, sospira, rimanendo lì, fermo, facendomi sentire il suo odore. << Ricordi quando… quando mi hai detto che avresti fatto la brava con Bella? >> bisbiglia, lasciando un altro bacio sullo stesso punto della mia guancia.
<< Si. >> soffio, arresa.
<< Bene, ti prego, sta male davvero, non vuole uscire, è come… morta. >>
<< E’ normale Jake, forse già lo amava… e lui ama lei. >> mi mordo il labbro, odiando quel vampiro più del legittimo, perché proprio a me, Edward? non dovevi andartene, non dovevi.
<< Tu pensi… che un giorno di questi potresti avere l’imprinting? >> chiedo senza pensarci, lui si allontana un po’ da me e mi osserva, smarrito.
<< Cosa? >> sbotta con un tono sguaiato, come se avessi detto una qualcosa di sbagliato… o di maledettamente azzeccato? << perché me lo chiedi? Io… non… perché? >> mi spavento della sua reazione, e facendo dei collegamenti veloci, mi ritrovo a spalancare gli occhi, mentre il mio cuore si rompe in tanti pezzi, e sento il tintinnio dei cocci toccare il pavimento, cadere come quelli di un vaso di cristallo, sono pezzi troppo piccoli per poterli ricomporre. << Hai… avuto l’imprinting. >> affermo, sconvolta, annaspando con la mano, stringendo il tessuto marrone della mia maglietta, nel punto in cui il mio cuore batte quasi come volesse uscire dal petto. << Lei. Lo hai avuto con lei, e non me l’hai neanche detto! >>  ora sento il mento umido di lacrime, lui scuote la testa, avvicinandosi a me cauto, ma ogni suo passo avanti e uno mio indietro.
<< Non hai mai capito. >> ringhia d’un tratto, e riservandomi un’occhiata contratta e arrabbiata scuote la testa. << …e non capirai. >> digrigna i denti e stringe i pugni, sospirando a fatica.
<< E’ vero allora?! >> urlo, fuori di me, trattenendo a stento le lacrime, mordendomi il labbro convulsivamente, lasciando che i capelli mi cadano sugli occhi, torturando la stoffa della mia maglietta con le mani tremanti.
<< Si. >> risponde secco.
Il respiro mi manca, ritornando di botto e causando un gemito soppresso, ansimo, cerco di respirare normalmente e sollevo gli occhi, guardandolo fisso. << … tu mi hai tenuto nascosto il tuo imprinting … ti odio… ti odio. >> e mi sento male e distrutta, come se fosse stato lui a dirlo a me, la sua espressione passa dalla rabbia ad una tristezza inaspettata, facendomi ancora più male.
<< Tu… cosa? >> sussurra, gli occhi ora sono sgranati, lucidi. Strizzo gli occhi e arriccio il naso. << Meg, io non… >> fa per avvicinarsi, ma sposto il suo braccio, spingendolo bruscamente.
<< Non toccarmi. >> sibilo e piano scendo le scale, incrocio le braccia sul petto stringendole rabbiosamente.
<< Megan, dove pensi di andare!! >> mi urla, dalla cima della rampa di scale. Non rispondo, stringo le braccia ancora più violentemente sul petto e ignoro anche lo sguardo sconvolto di Emily e Sam, quello di Seth, con la bocca piena, e quello di Quil, apro la porta e vado via sbattendomela alle spalle, lasciando finalmente cadere le lacrime di rabbia, una dopo l’altra, cammino, con passi decisi e quando mi volto vedo  Sam, Seth e Quil, li sento urlarmi di tornare indietro, ma non li ascolto. Non voglio. Mi volto di nuovo, consapevole di cosa stessero facendo, infatti al loro posto ci sono tre grandi lupi adesso, mi fermo arresa, e lascio che dopo un piccolo spostamento d’aria un lupo nero e uno marrone mi si parino davanti, impedendomi di passare, mentre un lupo color sabbia, guaendo, mi tira dolcemente per il tessuto dei jeans.
Mi accascio inginocchiandomi sul terriccio umido, affondando il viso sulla pelliccia color sabbia del lupo che guaisce e strofina delicatamente il muso contro il mio braccio.
<< Ho sbagliato tutto Seth, tutto… >> soffio, stringendo i ciuffi di pelliccia tra le mani.
Il grande lupo nero mi spinge in avanti con la zampa, chiedendomi chiaramente di tornare a casa, scuoto la testa, sospirando, neanche tanto bene. << Lasciate stare, arriviamo subito…  >> ma loro non si schiodano, allora cerco di sorridere, per rassicurarli, << Promesso. >>  Sussurro.
Il lupo nero annuisce e dopo aver mandato uno sguardo di raccomandazione a Seth sparisce trottando verso la casa, seguito dal lupo marrone.
Sono in gabbia. << … Non posso neanche scappare. >> . mormoro sconfitta, poggiando la testa sulla schiena di Seth, che guaisce ancora, cercando di consolarmi.

------------------------------Valentina’s space!!--------------------------
Ciao ragazzuole!!! *-* non avete idea di quanto io sia felice, anche se il numero delle recensioni non è salito >___< le preferite sono aumentate di uno e le seguite di 2!!! XD ci avevo perso le speranze!!! Grazie x il sostegno silenzioso comunque, anche se una recensione non mi farebbe male.
Il capitolo è un po’ strano, se è stupido ditemelo, non è stato difficile scriverlo, ma non mi sentivo sicura: lo posto o no??? è questo il dilemma!!!!! XD
Per tutte le sostenitrici di “Three 4 one” questo sabato ho deciso di restare in casa di pomeriggio per cercare con tutte le mie forze di continuare a scrivere! ABBIATE PIETA’ E PAZIENZA! Sono una neoJacobina costretta a sfogare la sua vena creativa repressa nei confronti di Jaki!! XD
SCLERO: Leggete i libri!!! E non guardate i film! Dorian Gray è decisamente poco  rispetto al libro, per chiunque l’abbia visto… non vi è un po’ caduto un mito come quello di Harry o lo stesso Dorian??
Un bacio, ciao tesori!! ^^”

……..

Ed4e: tesoro! U_U ti è piaciuta la “surprise!” ^^ spero ti abbia fatto piacere avere un capitolo dedicato! Era pure ora, voglio dire, sei un mito!!! *-* XD
Lieto fine *o* giààààààà… Vallo a raccontare a quegli animali tremendamente affascinanti e con capacità mentali sotto zero, più comunemente chiamati ragazzi! Davvero non sto scherzando! Vedere in che situazione siamo finiti fa calare il mio livello di mielosità romantica sotto la pianta dei piedi… Povere ragazze!!! >____< povera me!!! POVERE NOI!!!
L’amore fa schifo ^^”…. ehhhh già, specialmente perché se non lo provi TI SENTI uno schifo! Ma che ci vuoi fare…XD
Devo scappare *-* grazie, ti bacio forte, Vale.

 

StarLight90: *-* SEI NUOVAAAA!!! Cioè, non proprio, intendo nel recensire! E sono contenta!!! ^^ GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!!! Sia per i complimenti che per tutto il resto, che ne dici di questo capitolo??? FAMMI SAPERE! Tanti baci, Vale.

 

 

 

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Capitolo 9
*** || 8. Scusami, prendimi, lasciami. ***


Capitolo 8

 

Scusami, prendimi, lasciami.

Megan

<< Megan? >> mi volto verso la voce, socchiudendo gli occhi come colta in fragrante. << Dove stai andando? >> ha un viso triste, contratto da un finto mezzo sorrisino uscito male, si tortura un passante dei jeans con l’indice.
<< Esco… n-non aspettatemi in piedi. >> sussurro un po’ indisposta dalla sua espressione, tornando a camminare in direzione della  porta.
<< Per… >> sbuffa di nuovo, parandosi davanti la porta, mi guardo intorno non sapendo dove poggiare gli occhi, poi mi decido e li poso su di lui. << … per quanto ancora vuoi … continuare ad istigarmi con il tuo silenzio? >> mi mordo il labbro, colta in fragrante nel bel mezzo del mio piano “salva - il - salvabile”, guardando i suoi occhi scuri diventare due pale, che scavano nei miei occhi, in cerca di una risposta, che forse è la più semplice, ma che comunque già so, non troveranno.<< mi dispiace, come devo dirtelo, mi… dispiace. >> prova ad accarezzarmi una guancia, ma io indietreggio come scottata quando le sue dita mi sfiorano appena la mascella. << Megan. >> geme, corrugando le sopracciglia e scuotendo lentamente la testa. << Smettila, ti prego. >>
Sollevo gli occhi dal pavimento, puntandoli di nuovo su di lui e cerco di rimanere impassibile, mentre dentro le tante sfaccettature del mio carattere litigano tra di loro sul da farsi. << Parla. >> mi prega, chinandosi per guardarmi dritta negli occhi, per essere allo stesso livello. << Dimmi che sono uno stronzo, un cagnaccio, un coniglio… mi va bene anche una giraffa, ma dimmi qualcosa, non sopporto il silenzio, specialmente da una come te, mi manca la tua voce scassa timpani. >> dice, avvicinando lentamente le sue mani alle mie, appena i polpastrelli si toccano, con mia e sua grande sorpresa, le mie mani non si scansano, e dopo due settimane di silenzi si intrecciano con le sue.
Per un po’ nessuno dei due parla, i nostri occhi fissi sulle mani che giocano timide, le mie quasi non si vendono, nascoste dentro quelle grandi e calde di lui. << Voglio… >> sussurra, lo guardo, ma lui continua a guardare le mie mani. << Vorrei fare pace. >> soffia,  fievole, ma deciso, ricambiando il mio sguardo.
<< Jacob, c’è Bella al telefono?! >>
Ci voltiamo verso la voce di Billy, lui appena sente quel nome stringe un po’ di più le mie mani, io strizzo gli occhi, poi lo osservo.
<< Io… >> borbotta, allentando la presa sulle mie mani, sentendo la sua esitazione mi lascio cadere le braccia lungo i fianchi e dischiudo le labbra, deglutendo a vuoto e tornando a fissare il pavimento.
<< Jacob! Bella attende!! >> urla ancora la voce di Billy.
<< La faccio attendere? >> chiede inaspettatamente la sua voce, sommessa e vicina al mio orecchio, sobbalzo e lo guardo con gli occhi pieni di curiosità, lui sorride e acchiappa una dei due mazzi di chiavi delle moto che sta riparando insieme a Bella. Ha deciso di darsi agli sport estremi la ragazza-vampiro. << Ti va se andiamo a fare una passeggiata? >> chiede, sventolando per aria il mazzetto di chiavi, facendolo ruotare intorno l’indice.
Fermo le chiavi, con uno sguardo atono, lui lo ricambia spaventato, stringo le chiavi tra le mani e lo spintono leggermente. << Prendiamo il Land Rover di Paul. >> dico, aprendomi in un sorriso furbo.
Lui sorride e annuisce. << Come sempre. >> ammicca chinandosi su di me e stampandomi un bacio sulla fronte.
<< Jaaaaaaacooooob! >> cantilena Billy, spazientito.
Ridacchio e lo spingo fuori dalla porta, lui ride prendendomi per mano e corriamo verso la macchina nera che si trova vicino il garage.
Saliamo velocemente e quando mette in moto vedo zio Harry affacciarsi alla finestra allarmato, scuoto la mano in segno di saluto, e faccio una piccola linguaccia a Paul, dopodiché sfrecciamo via per il vialetto di ghiaia, verso il mare.
Soffoco un’altra risata e affondo le spalle sul sedile di pelle chiara. << Ci ucciderà prima o poi se continueremo a prendere la sua macchina quando ci pare e piace. >> sussurro cercando di tornare seria, lui mi lancia un’occhiata sorridente e poi torna a guardare al di là del parabrezza, attento.
<< Dove ti va di andare? >> mi chiede,cercando di accendere la radio.
<< Dove vuoi. >> borbotto, chiudendomi nelle spalle e acchiappando il cellulare che mi vibra, nella tasca.

  Seth.

 Che accidenti…? Megan? Spero che tu stia scherzando, perché se hai intenzione di illuderti ancora e poi soffrire io… senti, se hai una salute mentale nella media, torna indietro.

 Scorgo il naso, sapendo che Seth ha ragione, ma da autolesionista quale sono, mi chiudo nelle spalle, menefreghista, e rispondo al messaggio. Breve. Conciso.

Ti risulta che io abbia una salute mentale nella media? … fammi illudere ancora un pochino, ci vediamo domani a scuola Seth. 

Spengo il cellulare, mentre un’altra piccola parte del mio variegato e contrastante carattere mi da della stupida, sospiro e guardo la luna che sembra ricambiare lo sguardo, come sorvegliandoci, come rimproverandomi.
<< Chi era? >> mi chiede con finto disinteressamento, fermando la macchina e girando la chiave per spegnere il motore.
<< La mia coscienza… >> borbotto, lanciandolo sui sedili posteriori con un lancio preciso.
<< Come? >> sussurra, spalancando gli occhi, sorrido, rendendomi conto che quello che ho detto, almeno per lui, non ha alcun senso logico.
<< Nulla, nulla… >> sussurro facendo uno smorfia schifata, arricciando il naso e uscendo la lingua.
Lui fa finta di niente, chiudendosi nelle spalle e facendo dondolare il portachiavi a forma di tour Eiffel attaccato alla chiave della macchina di Paul.
<< Cambierà qualcosa? >> chiedo, sussurrando appena, con una forte stretta allo stomaco.
Capisce cosa intendo e china lo sguardo, lasciando dondolare la tour Eiffel formato mini e poi, lentamente alza il viso, puntando i suoi occhi nei miei e sorridendo teneramente. << Non cambierà niente, mai. >>
Mai? Per me è già cambiato tutto. E credo che niente tornerà come prima.
Cosa dovrei fare? Sperare che l’imprinting persista solo in tempo limitato? Sarebbe inutile anche solo provare a pensarlo: La verità è che sono informata più di lui sull’argomento imprinting ed è per questo che ho paura, perché so a cosa vado incontro… e non mi piace.
Sento la sua presa sulle spalle, mi rifugio sotto il suo braccio, lasciando scivolare sulle mie guancie due o tre lacrime silenziose senza che lui possa sentirmi o vedermi.
<< Ti voglio bene. >> sussurra, con un lieve tono mesto, cullandomi adagio.
Io ti amo, più di quanto sia mentalmente possibile per una ragazzina di diciassette anni. << Anch’io. >> e mormoro quella mezza verità stando attenta a celare le mie lacrime, ed il mio amore, come ho sempre fatto e come dovrò fare per il resto della mia inutile vita.

 
Per quanto possa essere sincero, a volte penso proprio di non conoscerlo.
E non sto parlando di un calzino fuori ordine o qualcos’altro… ma un taglio di capelli. Un taglio di capelli molto drastico.
Così, rimango sbalordita, con lo spazzolino sospeso a mezz’aria e gli occhi sbarrati.
<< J-J-J-J-JACOB?! >> urlo, non appena riesco a respirare normalmente, non mi da ascolto, continua tranquillo a guardarsi allo specchio, ammirando in tutte le angolature il suo taglio di capelli.
‘Dio non ce la faccio, non posso guardarlo, non posso farlo!!
<< Carino, no? >> sussurra, sollevando un sopracciglio e voltandosi verso di me, mi chiude la bocca con l’indice e sorride. << Megan? Ci sei? >> stringo gli occhi e inizio a scuotere lentamente la testa: a destra e
a sinistra, a destra e a sinistra, a destra e…
No! sono un’emerita scema che si è lasciata scappare di mano la situazione, e che non ha a disposizione niente da tirarti sulla testa per l’affronto che le hai appena fatto tagliandoti i capelli, quei meravigliosi capelli lunghi fino alle spalle, così neri da sembrare quasi blu notte.<< Perché? >> chiedo, in un sussurro, strozzato.
<< Perché? cosa perché? >> dice, e il suo sorriso diminuisce gradualmente, fino ad assumere una smorfia perplessa.
<< Oh. Mio. Dio. >> soffoco stridula, mettendomi le mani ai capelli. << … che peccato! >> continuo con lo stesso tono di voce, passando le mani sulle guancie e poi sul collo, facendo finta di strozzarmi.
Lui solleva gli occhi al cielo e si passa una mano trai capelli sedendosi sulle mattonelle del bagno, mentre io continuo la mia sinfonia di urletti strozzati. << Quanto sei melodrammatica!! >> borbotta poggiando la nuca contro le mattonelle azzurre della parete.
<< Io melodrammatica?? Sei.. sei.. sei.. tu che… >> gesticolo e boccheggio, poi sospiro e cerco di rilassarmi, ma quando i miei occhi cadono di nuovo sui suoi capelli il nervosismo arriva alle stelle . << … i miei capelli!! >> urlo di nuovo, dandomi uno schiaffetto a palmo aperto sulla fronte.
<< Vorrai dire i miei capelli! >> dice sarcastico, contorcendo la bocca in un sorriso compiaciuto.
<< Erano tuoi solo perché li portavi tu sulla testa, ma io possedevo tutti i diritti su quei capelli! >> ringhio, lui ridacchia e scorre il mio corpo con lo sguardo, poi scuote la testa socchiudendo gli occhi.
<< Ci tenevi davvero tanto? >> annuisco, e mi lascio cadere sul pavimento, seduta al suo fianco, con gli occhi fissi sui suoi capelli. << Lo vedo… sei così traumatizzata che stai praticamente mezza nuda davanti i miei occhi senza preoccupartene. >> guardo le mie gambe nude e i miei slip azzurrini, che nascondono un tenero coniglietto stampato sul fondoschiena, il resto è coperto da una sua maglietta nera, esageratamente larga, che avevo preso un giorno dall’armadio di Jacob e mai rimesso apposto. Sgrano nuovamente gli occhi e con uno soffio energico sollevo leggermente i ricci che mi coprono il viso, per poi lasciarli cadere di nuovo a coprirmi la visuale.
Appena sento il calore sul fianco venirmi meno mi accorgo che si è alzato, sollevo con una mano i capelli che avevo sugli occhi e vedo il suo profilo perfetto darmi le spalle ed uscire dal bagno.
Si sarà offeso?
Mai quanto me, questo è palese!
In realtà il taglio dei suoi capelli non è più drammatico di tanto, sarebbe bellissimo anche rasato a zero… Mi fa arrabbiare più che altro quel lieve mormorio, sentito appena dal giardino, per via della finestra socchiusa della cucina, dove Jacob e Bella, parlavano come sempre mentre continuavano ad aggiustare le moto: “ Perché non ti tagli i capelli?” chiede il bradipo depresso. Nodo alla gola.
Non lo farà – ho almeno era quello che pensavo fino a mezz’ora fa! E invece l’ha fatto! l’ha fatto per lei, diamine! Per lei! << ‘Fanculo. >> mugugno poggiando lo spazzolino sulla mensola del bagno.
<< Emh-Emh. >> mi giro persa nei miei pensieri, e mi copro istintivamente la bocca con una mano, incurvando le sopracciglia e socchiudendo gli occhi.
Jacob, con un sorriso di giustificazioni e un foglio a coprirgli interamente il viso, se non per gli occhi scuri e luminosi, che sorridono. Scusami.
C’è scritto scusami, su quel foglio, con tanto di smile triste dopo i due punti esclamativi.
Mi avvicino e con un gesto veloce gli accarezzo i capelli, mettendomi in punta di piedi per raggiungere a malapena il suo capo. Lui lascia cadere il foglio e mi afferra per le spalle e le gambe, prendendomi in braccio e baciandomi la guancia, fermo il suo viso tra le mie mani e senza pensarci, accarezzo con il pollice il profilo della sua mandibola squadrata, per poi passare a solleticare piano il suo collo con i polpastrelli dell’indice e del medio, e sorrido, perché in quei piccoli momenti, in quel secondo precisamente, avverto il suo corpo tremare, vedo le sue labbra inumidirsi e ho la strana sensazione che anche lui mi voglia… ne sono quasi sicura.
<< Ragazzi! >>
… ma sono anche sicura del fatto che ci sarà sempre qualcuno a dividerci. E’ come quando compri un gelato in pieno Agosto e alla seconda leccata ti cade di mano, spalmandosi sull’asfalto rovente, dove si scioglie e va via in piccoli rivoli colorati. Rimani insoddisfatta, affamata e accaldata. Io mi sento esattamente così adesso: insoddisfatta, affamata e accaldata.
Sento la presa sui fianchi allentarsi e reagisco con un piccolo brivido quando i miei piedi toccano le mattonelle del bagno. << Non è Billy… >> sussurra Jake, soprappensiero, mettendomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e affinando lo sguardo, << lui è andato a casa di Charlie, dovevo raggiungerlo il prima possibile. >>  continua a dirmi, mi lascia là e scende velocemente le scale, << Tutto okay! E’ zio Harry! >> mi urla dal piano inferiore, per tranquillizzarmi.
<< Oddio figliuolo, cos’hai fatto hai capelli?! >> mi scappa una risatina e annuisco, a me stessa, per cercare di riprendere un contegno, quello che è andato a farsi una passeggiata quando mi si è presentato con un cartello in mano, per scusarsi.
<< Sembri un marines in licenza. >> sbotta la voce di Seth, tra una risata e l’altra, sorrido anche io, mordendomi il labbro e avviandomi verso la mia camera, chiudo la porta e ancora una volta due ciuffi di capelli mi coprono il viso, forse dovrei tagliarli anche io i capelli.
<< Meg? >> sobbalzo a quella voce, mi volto e rabbrividisco.
<< Non… >> sollevo gli occhi al cielo e mi seggo sul letto, fregandomene del fatto che sono ancora mezza nuda. Sapevo che sarebbe venuto, era questione di tempo. << … da dove sei entrato? >> sussurro, afferrando i pantaloni del mio pigiama e mettendoli velocemente.
<< Dalla finestra. >> dice lui, inflessibile, poggiandosi contro la parete di legno scuro.
Sollevo un sopracciglio e mi gratto la nuca, voltandomi verso la porta e sperando che nessuno faccia irruzione, come loro solito, senza bussare.
<< Non vorrei sembrare drastica, solo mi sembra tanto una cosa da psicopatici. >> borbotto in una risata, fingendomi calma e dirigendomi verso l’armadio, << Cosa vuoi? >> gli chiedo, aprendo l’anta e acchiappando una maglietta arancione.
<< Voglio solo essere sicuro che tu non stia soffrendo. >> soffoco una risata senza entusiasmo e arriccio le labbra in una smorfia di sconcerto.
<< Be’… come mi trovi? >> borbotto, con quel poco di sarcasmo macabro che mi ha trasmesso Jacob.
<< A pezzi. >> dice, con un tono di voce affranto. Inorridisco, sentendo le sue mani fredde accarezzarmi le spalle e il collo.
Stringo i denti e sopporto in silenzio le sue carezze glaciali,ma quando sento la mano scendere troppo in basso la fermo, avvertendo la sua stretta nervosa sull’altro fianco, << Ora che sai come sto puoi anche andartene. Sai che Seth e Jacob potrebbero… >> sussurro flebile, quasi pregandolo.
<< Vieni con me. >> ringhia possessivo, avvicinando il suo viso al mio collo, scoccando un bacio che mi provoca un impulso di vomito.
<< Sai come la penso… perché sei tornato? >>
<< Anche solo immaginarti piangere per lui scatena in me un istinto omicida, potrei ucciderlo, se solo lo chiedessi. >> fermo ancora una volta, un suo tentativo di accarezzarmi e scuoto la testa.
<< Non te lo direi mai, e non c’è alcun motivo valido che ti trattenga qua, vattene. >> Sento la sua presa farsi violenta, quando mi solleva da terra e le sue labbra si scontrano sulle mie, ma io mi volto, disgustata. << Meg… ti ho sempre… desiderata… ma tu… >> scuoto la testa, pregandolo con un gesto di abbassare il tono della voce, lui abbassa il tono e continua, cercando di persuadermi . << Potrei darti l’immortalità, potrei darti tutto quello che vuoi! >>
<< Io amo lui, non ti ho mai dato alcuna speranza, perché non capisci. >> sussurro, cercando delicatamente di liberarmi dalla sua presa.
<< Ti prometto che sarai felice… e se non lo sarai con me, lo sarai con lui… te lo giuro, Meg. >>
Osservo i suoi occhi cremisi, scuotendo leggermente la testa. << James… >> gemo, cercando di reprimere la voce, << non fare niente di avventato, ti prego. >> sussurro, sospirando quando le sue mani mi lasciano, ma non ottengo una risposta, vedo solo i suoi capelli biondo cenere confondersi per la velocità con cui esce dalla finestra. Apprettandomi il più possibile prendo la mia boccetta di profumo e ne svuoto mezza cercando di coprire interamente l’odore di James.
La porta si apre e vedo Jacob arricciare il naso. << ‘Dio Meg… ma quanto profumo … ? >> abbozzo un sorriso, nascondendo la boccetta dietro le spalle. << Ho esagerato, scusa! >>
Sorride e scuote la testa. << Datti una mossa, giù aspettano solo te, io vado da Bella. >>
Annuisco e sospiro quando chiude la porta. 

<< Ti prometto che sarai felice… e se non lo sarai con me, lo sarai con lui… te lo giuro, Meg. >>

 Cosa intendeva dire, James?

 

 ------------------------------Valentina’s space!!--------------------------
Vi amo!!! *-* è ufficiale! Sarà per le cinque recensioni, sarà perché siete aumentate sia in preferiti che in seguiti. Vi amo. Punto. U_U
Passiamo al capitolo, scritto di fretta e furia perché l’ispirazione di Valentina è irruenta e fulminea … CHE VE NE PARE DELL’INTRECCIO???
James ha una sorta di cotta per Meg, nessuno ne sa niente, e non dico più niente!! XD
Come vedete i fatti sono sballottati come tempo e spazio. L’abbandono di Edward qua avviene prima dell’arrivo del clan dei Nomadi, e vi dirò anche che i Volturi interverranno molto di più per quanto riguarda tutta la trama, la sola spiegazione è la mia totale adorazone nei confronti dei tre bacucchi e soprattutto degli scagnozzi, loschi e misteriosi. Oglio svelare i loro segreti ;) e… per quelle che credono che Renesmee non arriverà… ARRIVERA’ E COME CARE MIE!!! Un bacio a tutti da Vale, ho detto troppo. U_U

 Risposte alle recensioni:

Marty95: Ciao!!!! Grazie per i complimenti :) ho aggiornato abbastanza presto, quindi sono contenta! XD Baci, Vale. Dimmi pure cosa ne pensi di questo capitolo!!!

Ed4e: Già, scappare insieme XD ahahah ci facciamo arruolare nel’esercito o lavoriamo al circo, chiamate Moira Orfeiii!!! XD ahahah
Tesoroooooooo, grazie un cavolo! quel capitolo aveva praticamente il tuo nome sopra XD
Allora che ne pensi di questo capitolo? Meg è una ragazza proprio con gli attributi, al contrario di Bella, e non parlo dell’incoscienza di farsi disanguare da un vampiro, ma da come affronta l’ipotetico imprinting che Jacob ha con Bella… La

serata non continua >___< ma  ti posso assicurare che è proprio finita lì…
James innamorato di Meg, altro che segugio!!! XD un bacioooo tesoro ti stradirooo anche io!!!

dafne891: Ericaaaa!!! *o*
 Ma perdonati di ché, siamo impegnate da morire è normale perdere i contatti!!:)
Ogni tua recensione è bella!! Figurati, appena ho visto il tuo nome il mio sorriso s’allargato a dismisura!! ^^”
Non è proprio una rivisitazione, come ho già spigato prima.

Non so se ci sarà un pov Edward, ma un pov Bella quasi sicuramente. Soprattutto durante la gravidanza. Eeeeeeh si! come ho già detto Renesmee ci sarà!
Volterra, la credo si terra più di un capitolo, ma non voglio svelare altro!!! ;) Un bacioneeee Erica!!! *-* sono contenta!! ^^ grazie per la visita. Dimmi cosa ne pensi di questo!

bluesky: WOW lo dico io!!! XD ti sta prendendo la mia storia? *3* davverooo???  
Ehi socia!! Anche tu anti Bella?! Bene! Bene! *W* benissimo!!! XD

Grazie per i complimenti! Ecco un altro capitolo da… DIVORARE!! *-*
Dimmi se ti piaceeee!!! XD un bacio Vale.

Morgana92: ciao!! Se ti chiami davvero Morgana ti faccio un monumento!! *-* mi piace da morire questo nome!! XD
Cmq, tornando serie U_U … sono contenta ti sia piaciuta così tanto! ANCHE IO ADORO JACOB! V_V anche se l’ho scoperto solo da poco.. ma che posso dire? Meglio tardi che mai!! XD
Megan è un po’ una via di sfogo, posso permettermi di farle fare quello che avrei fatto io! *W* ma… al contrario non è assolutamente una sotto specie di mio clone, perché alcune delle sue reazioni io non le avrei ne ora ne mai. Embry, lo scoprirai dopo ;D non correre!!!
Che dire!  Un besos anche a te!! Alla prossima!!

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Capitolo 10
*** || 9. Caro Babbo Natale, mi fai schifo... ***


Capitolo 9

 Caro Babbo Natale, mi fai schifo…

Megan

Tic - tac, tic - tac, tic - tac, tic - tac …
Ho paura.
Forse non dovrei averne, forse dovrei solo andare a cercare James o meglio ancora dire a Jacob cos’è successo. Il fatto è che non sono mai riuscita a dire neanche a Seth di James, mi è sempre sembrata una questione di poco conto, non mi andava di essere sorvegliata giorno e notte, ero già abbastanza serrata e tutelata… non so se ridere o piangere quando penso che cercano in tutti i modi di proteggermi da qualcuno che invece mi usa come suo nuovo hobby per il tempo libero.
Mi abbandono ad un sospiro e chiudo gli occhi ascoltando il ticchettio dell’orologio a muro.
Tic - tac, tic - tac, tic - tac, tic - tac …
Apro di nuovo gli occhi e guardo il viso di Jacob nella penombra della sua stanza, che dorme pacificamente in un letto troppo piccolo per lui, abbracciato al cuscino, con un lieve ronfato e la trapunta tirata sotto il mento.
Scusami Jacob, ma non ci riesco…
Non riesco a dirti tutto, specialmente adesso che tu e Bella siete legati, in maniera indissolubile.

Ed ecco la morsa allo stomaco, il gonfiore agli occhi e il nodo in gola. << Merda… >> bisbiglio, allungando la mano per sfiorargli appena lo zigomo destro.
Il sonno c’è, ma ogni volta che i miei occhi si chiudono il viso di James si fa spazio tra i miei pensieri e il cuore perde un battito, due, tre, le mani sudano, gli occhi vedono il suo viso ovunque, le orecchie sentono la sua voce, la pelle percepisce il freddo delle sue dita, la paura m’investe e un urlo mi si mozza in gola.
Poggio la testa sul cuscino, a pochi centimetri di distanza dove quello di Jacob regna nel suo splendore, addormentato, provo a chiudere gli occhi e all’istante una calma sovraumana mi solletica gli occhi assonnati, non riesco più a riaprirli, il respiro diventa pesante e la mia mente comincia a fantasticare, a vagare sulle colline della sua guancia, scivolare giù per il naso dritto, e restare poco dopo in bilico sulle sue labbra, dipendente da tutto quello che vuole, da tutto quello che pensa, da tutto quello che pensa di volere e da tutto quello che vuole pensare.
Sento dei piccoli movimenti che producono calore e pur essendo ancora cosciente rimango ferma, apparentemente dormiente, il calore mi raggiunge le spalle e la vita, poi mi avvolge come in un abbraccio. Il caldo ora con una lieve pressione mi solleva dalla mia posizione per stendermi sul letto, sento una risatina strozzata all’orecchio e di nuovo il calore mi avvolge totalmente. << Ah Megan… >> sussurra, sento il calore anche sul collo e sollevo pianissimo la palpebra, per cercare di capacitarmi:
Jacob mi ha coperto con la sua trapunta profumata, le sue braccia mi cingono la vita e il suo viso è nascosto trai miei capelli, praticamente nell’incavo tra il collo e la spalla. Sorrido ed avverto ancora la calma che mi procura la sua vicinanza, socchiudo gli occhi e sprofondo subito in un sonno tranquillo, protetto, felice… mio.
Mi volto senza pensarci e affondo il viso sul suo petto caldo, ascoltando il suoi battiti, leggermente più veloci dei miei, sovrapporsi al ticchettio dell’orologio.
Bum - bum, bum - bum, bum - bum, bum - bum …
La sua persa si stringe e il suo viso si perde maggiormente trai miei capelli e anche se il calore mi avvolge omogeneamente la sua vicinanza mi fa venire la pelle d’oca.
Stupida adolescente con gli ormoni in subbuglio.
Bum - bum, bum - bum, bum - bum, bum - bum …
Mi sveglio, l’udito accarezzato dal cinguettio degli uccelli, la consapevolezza di dove sono si fa strada dentro la mia testa, facendomi spuntare un sorrisino maligno mentre sento la sua presa stringersi un po’ di più, nell’incoscienza del sonno.
<< Mmh… >> mugugna, poggiando le sue labbra sulla mia guancia e lasciandoci un bacio con uno scocco secco e piacevole. Non dorme, mi stringe consciamente, e questo è ancora più dolce, quasi quanto è amaro in retrogusto.
Le sue dita vagano sul mio collo, scostando i capelli e accarezzandolo con i polpastrelli, delicatamente, gradevolmente, avanti e indietro, avanti e indietro, e di nuovo…
Mi convinco ad aprire gli occhi – accorgendomi che i nostri visi sono più vicini di quanto in realtà credessi – e trovo la sua espressione assonnata e sorridente, il naso arricciato per via del fastidio che gli da la poca luce del sole filtrata dalle serrande, gli occhi sono due fessure di pece liquida e calda. Un sogno fatto persona, questo è Jake. << Buongiorno piccola. >> sussurra fioco, allargando il sorriso e accarezzandomi il viso con il dorso della mano che prima era sul collo.
<< Ciao… >> biascico, poco convinta e trasognata – sta davvero rivolgendo a me quel tono di voce?
La sua espressione si fa contratta, le sue dita continuano a vagare sulla mia guancia, sempre più lentamente. << Cosa ti è successo ieri notte? Non riuscivi a prendere sonno?? >> mi chiede, assottigliando maggiormente lo sguardo, sono in paradiso, ma in quel momento, anche se le sue carezze continuano, il mio sorriso si affievolisce riccamente.
<< No, ho fatto solo un… un incubo. >> sussurro riluttante, scostando il mio sguardo, che si allontana protestando in silenzio dai due pozzi di pece sensuali e teneramente assonnati che sono i suoi occhi.
<< Oh… vuoi, vuoi raccontarmelo? >> balbetta, tentando di sedersi, ma io lo fermo, cercando sostegno sul suo petto, pentendomene subito dopo, quando sento il suo corpo rilassarsi e le sue mani modellarsi sui miei fianchi. Scuoto la testa.
<< Era solo uno stupido sogno. >> mento, scostando lentamente le sue mani dai miei fianchi, poi sollevo lo sguardo, imbarazzata lo indirizzo verso il suo e sorrido cercando di rendere quel gesto il meno patetico possibile. Cosa impossibile forse.
<< Come vuoi… >> borbotta, portandosi entrambi le mani dietro la nuca con totale indifferenza e sospirando sommessamente, guarda la finestra con le tapparelle semichiuse, sbadiglia, poi guarda la sua scrivania e sgrana gli occhi. << Oh Cristo! >> salta giù dal letto e mi afferra per il braccio, evitando quella che sarebbe stata una caduta rovinosa causa perdita d’equilibrio, sorride a mo’ di scusa e corre verso l’armadio ripetendo a disco rotto “sta volta Sam mi fa secco”.
Sbuffo e mi siedo sul letto massaggiandomi le tempie. << Turno di ronda? >> più che una domanda vera e propria è più un’affermazione con una strana cadenza fonica, ma pur sempre un’affermazione. Si volta spazientito prendendo un elastico e cerca con le mani disperatamente i suoi capelli, non trattengo una risata mentre la sua espressione si fa seccata e stramazzo tra i cuscini quando imbronciato lancia per aria l’elastico imprecando a bassa voce, sicuramente prendendo coscienza solo in quel momento che ha lasciato la sua stupenda chioma dal barbiere più o meno 24 ore fa.
<< Vuoi smetterla di prenderti gioco di me!! >> urla esasperato picchiettando nervosamente con la mano sull’anta aperta dell’armadio.
<< Sei troppo… pff…. Ahahahah >> non riesco a tornare seria, lui ride e si butta sul letto afferrandomi per un braccio e iniziando a solleticarmi l’avambraccio, il mio punto debole.
<< Ora vedremo proprio chi ride! >> esclama vittorioso, provo a rispondere alla provocazione, ma sono troppo impegnata a contorcermi in preda al solletico e a supplicare pietà.
La porta si apre di botto e colui che si presenta davanti l’uscio è nientemeno che sconvolto.
<< Che cosa state facendo voi due? >> chiede imbarazzata cercando di apparire scherzosa, non sapendo dove fissare lo sguardo, maldestra come al solito.
Sorrido, come colpo di grazia mi sollevo sui gomiti e bacio Jacob sulla punta del naso, lo scanso, scendo giù dal letto e vado verso la porta, passandole davanti e chiudendomi nelle spalle.
<< Facciamo di peggio. >> sussurro superiore e improvvisamente cattiva.
La vedo sgranare gli occhi e sento la risata strozzata di Jacob venire da dentro la stanza. << Megan, cosa potrebbe passare per la testa di Bella se le dici così! >> esclama, ridendo ancora.
Mi mordo il labbro, voltandomi a guardarlo, gli lancio uno sguardo di sfida e faccio una linguaccia irriverente. << Che pensi pure quello che vuole. >> ed esco dalla stanza subito dopo aver sogghignato vedendo il suo volto e quello di Bella impallidire. Oh magnifico, da oggi non sarò più nella lista dei buoni di Babbo Natale suppongo. Che palle, tanti anni di fatica per niente.
Mentre entro in bagno il mio pensiero non può fare altro che essere rivolto a Jake e Bella, nella sua camera, da soli, digrigno i denti e sputo il dentifricio, dannazione Babbo Natale, non m’importa essere stata cattiva, tanto non mi servi: mi avessi mai dato mezza cosa di quello che chiedo da quando avevo sette anni. Non volevo mica una bambola supertecnologica, io, volevo solo Jacob. E’ troppo… forse… oppure no! sei solo un vecchio bacucco pieno di soldi che non può fare dei regali in termini sentimentali. Brutto materialista!!
Mi specchio e istintivamente mi tasto la guancia arrossata dove compare il segno del guanciale, mi guardo intorno e affino lo sguardo puntandolo sulla finestra, dove la luce del sole è attenuata dalle graziose tendine azzurrine che zia Sue ha sistemato per noi, e la testa vaga, con dei pensieri che martellano prepotentemente.

 << Ti prometto che sarai felice… e se non lo sarai con me, lo sarai con lui… te lo giuro, Meg. >>

 Bha, valli a capire ‘sti vampiri millenari e depressi …
Mi volto, dando le spalle alla finestra, poi un’idea lampo mi fa impallidire, ed è strano che una cosa del genere mi faccia questo effetto, considerando che la mia vita è fatta per metà di fantasticherie e viaggi tutt’altro che brevi con la testa: Il solo modo per far si che io sia felice è stare con Jake, ma lui ha Bella, quindi James è a lei che punta, vorrebbe farla sparire… o … ucciderla?
OPS!
Mi lascio cadere di mano la tovaglia e senza curarmi del fatto che Jacob e Bella dovrebbero sapere delle miei ipotesi scendo fulminea le scale.
In realtà un piccolo innesco che cerca di farmi ragionare c’è, ma l’istinto involontario di tenere Jacob fuori da tutto ciò che potrebbe essere pericoloso anche lontanamente  mi convince a tacitare quella vocina e ad afferrare il giaccone in tutta fretta, chiudendomi la porta alle spalle e incominciando a correre verso casa di Sam e Emily. Se le mie supposizioni sono esatte la Swan si farà male, e non sto parlando di un braccio rotto o una spalla lussata – qualche graffio se lo sarebbe pure meritato – ma qua si parla di vita, vita in pericolo. E non va bene, nessuno muore per me, nessuno!
Sento la ghiaia scricchiolare antipatica e umida sotto i miei piedi e quando vedo la casetta di legno apparire davanti i miei occhi sospiro, aumentando il ritmo della corsa.
Una volta arrivata mi addosso con il fiatone alla porta e busso ripetutamente, finché qualcuno aprendola, mi fa mancare il sostegno, e cado dentro, con la faccia sul pavimento. << Meeeg! >> mi rimprovera ridendo Emily, scuote la testa e dopo aver chiuso la porta mi aiuta a mettermi in piedi. << come mai così mattiniere? Di solito la domenica dormi come un ghiro. >> mi siedo sulla poltrona e cerco di calmarmi.
<< Lascia stare, dov’è Sam? Devo parlargli. >> lei sorride maliziosa e mi porge un bicchiere d’acqua.
<< A proposito di Sam, ricordi il ragazzo con cui ti sei scontrata al supermarket? E’ il figlio della signora Call, è tornato dal Canada più o meno due mesi fa, e adesso è un licantropo, roba da non crederci, eh? >> scuoto la testa, drammatica e mi batto una mano sulla gamba, nervosamente.
<< Emily, non capisci, Bella, Jacob … noi, siamo in pericolo. >> sussurro.
La sua espressione cambia, i suoi muscoli si fanno tesi e il sorriso malizioso scompare, si guarda intorno e un piccolo sospiro le muore sulle labbra, poi mi guarda di nuovo e si passa una mano sulla faccia. << Meg, nessuno è in pericolo se il frullatore non si spegne! >> urla esasperata alzandosi e andando verso la cucina. << … non hai lasciato il pomello del gas aperto, vero? >> borbotta scherzosa, sollevando il coperchio di una pentola ed esaminandone con occhio d’intenditrice il contenuto. Alzo gli occhi al cielo e mi accascio sulla poltrona. << Ora capisci perché voglio parlare con Sam! Secondo te un vampiro assetato di sangue può essere un problema? >> lei solleva lo sguardo, annoiato, e poi lo riposa sui fornelli.
<< No, i Cullen sono andati via da quasi tre mesi ormai Meg, fattene una ragione e dormi tranquilla. >> mi alzo di scatto e le vado incontro, spegnendo la fiamma sulla quale stava facendo scaldare la pentola, una zuppa a giudicare dall’odore.
<< Non sto parlando dei Cullen Emily, parlo di un vampiro, forse solitario, che non è un vegetariano, ha gli occhi rossi e… ha in mente qualcosa, qualcosa che non promette niente di buono. >> lei mi riserva un’altra delle sue occhiate incredule e poi mi accarezza la guancia.
<< Meg, ti fai condizionare troppo dai tuoi incubi… ricordi quando avevi tre anni e non volevi andare a dormire perché credevi ci fosse un vampiro sotto il letto, o quando a sette preferivi non mangiare niente che fosse arancione perché avevi paura che la faccia diventasse dello stesso colore… o quando… >> la fermo, con uno sguardo serio, fin troppo perché lei non se ne accorga, prendo un altro degli innumerevoli respiri che enfatizzano la mia preoccupazione e scuoto la testa, chinando lo sguardo, mentre due lacrime salate mi scendono giù dalle guancie, e dei brividi di paura s’impossessano del mio corpo: l’autoconvinzione e la concezione della realtà spaventosa che ci attende se non  faccio qualcosa prende forma e colore nella mia testa: è tutto vero, siamo in pericolo, non è un sogno.
<< Si… si chiama James, è un nomade, circa due mesi dopo la mia totale conoscenza delle leggende e dei Cullen, mentre passeggiavo lungo la spiaggia mi ha fermata, la sua pelle brillava, come se avesse mangiato dei diamanti, avrebbe voluto uccidermi, ma il mio profumo non era buono e irresistibile quanto la mia bellezza, diceva, e così ha iniziato a corteggiarmi, ma io l’ho sempre rifiutato, un giorno è sparito, non si è più fatto vedere per due anni, credevo di essermene liberata, ma non mi ha sorpreso ritrovarlo nella mia stanza.
Vuole uccidere chiunque mi renda infelice… e so che lo farà, conosco James. Emily… so che non le ho mai voluto bene, e continuo a non averla molto in simpatia… ma se… se Bella… m-muore, io… >> Sento la porta aprirsi di scatto e Sam guardarmi con un volto esangue che non è da lui, dietro, Embry scuote la testa lentamente, con la mascella tesa: hanno sentito tutto.
<< Ma com’è possibile! >> urla fuori di se, Sam, ripreso il suo colorito, che poi viene rimpiazzato da un color fragola. << Ho sempre detto a tutti di non fare i coraggiosi, per il bene comune, per non avere rischi, le ronde, i turni notturni, erano per non avere pericoli, per non farmi sfuggire niente! Pensare che quel succiasangue ha osato… DANNAZIONE! PERCHE’ NON HAI PARLATO STUPIDA! AVRESTI DOVUTO FARLO, PER TUTTI!! SEI UN EGOISTA… un egoista… >>  Sam urla fuori di se e Emily mi stringe al petto, scossa anche lei da quei singhiozzi, che le sfondano il petto e le corrugano la cicatrice.
<< Basta Sam!! Così la spaventi!! >> urla, stringendomi maggiormente al petto come farebbe una madre, Embry tiene Sam per l’avambraccio e gli si avvicina, battendogli una mano sulla spalla.
<< Siamo undici Sam, lui è solo uno… >> gli ripete, cercando di calmarlo, << riusciremo facilmente a gestirlo, ho già sentito il suo odore, e l’hai sentito anche tu stamattina, ricordi? lo troveremo… dobbiamo solo fare mente locale. >> i miei occhi incrociano quelli di Embry, che mi sorridono. << La nostra paladina ora ci racconterà per bene da cosa ha dedotto quello che ha detto e poi passeremo all’azione. >>
La presa di Emily abbandona la mie spalle, che quasi pulsano per l’impetuosità dell’abbraccio protettivo, sento la mano di Embry afferrare la mia e la resistenza venirmi meno quando i suoi occhi si inchiodano ai miei, dopo avermi fatto sedere. << Vorrei proprio dirti che è un piacere rivederti… >> mi sussurra mentre Emily e Sam parlottano sottovoce per non farci apprendere loro parole. << … ma di certo non avrei tutte le rotelle apposto se lo dicessi adesso. >>
Non trattengo un sorriso e subito dopo mi do della stupida. Come posso sorridere in un momento come questo!
<< Meg, da cosa hai capito che quel nomade vuole far del male a Bella? >> mi chiede la voce di Sam, più calma, ridestandomi dai miei pensieri. Chiudo gli occhi, sconfitta, senz’altro dovrei raccontare il mio insensato amore nei confronti di Jacob, e questo mi convince a non aprire bocca. << Niente bugie, ti prego. >> sibila, con uno sguardo improvvisamente comprensivo.
Annuisco, mesta, e prendo fiato, pronta a parlare, a dire tutto per il bene di Jacob, certo anche di Bella, mi sento brutale e cattiva nel dirlo, ma sebbene consapevole che il rischio è suo in maggior parte non riesco a metterla prima di lui e del branco, forse prima di me ste stessa, si, è proprio là Bella. << Quello che sto per dire… vi prego… >> sussurro, improvvisamente scossa da dei singhiozzi violenti come strattoni. << … non ditelo, specialmente… specialmente a loro. >> Sam si siede al mio fianco e mi stringe dalle spalle, cercando di rassicurarmi. << Loro chi, Meg? >>
Faccio una smorfia di dolore, poi punto gli occhi in quelli di Embry, che mi guardano confusi e perplessi, e accenno un sorrisino amaro. << Ora vi spiego… >> biascico atona, chinando lo sguardo. E ora chissà se qualcosa cambierà davvero.

 
------------------------------Valentina’s space!!--------------------------

Ragazze è primavera!!!!! *-* magnifico!!!
Il sole splende, la mia faccia è già abbronzata x via dell’intero sabato sulla spiaggia e il raffreddore mi ha fatto capire che forse era meglio coprirsi un po’ di più. -.-“”” HAHAHAH… loooo so, sono scema!!!
Siete tutte aumentate, e anche le recensioni!!! VI AMO! :)
E visto che non so che altro dirvi, vi informerò anche se non interesserà niente a nessuno, che ho trovato il mio nuovo smalto preferito: BLU!  xD
Ma cmq, stendiamo un velo pietoso e passiamo alle recensioni...

 


dafne891: Ciao Eri!!! :) ovvio che mi piacciono le tue recensioni, Edward è fedele a Bella almeno quanto lo è nel libro, tranquilla, ma in questo caso, malgrado tutto, non credo tornerà presto.
James, lui è strano, chi è realmente riuscito a capire cosa si agitasse dentro la sua testa? cosa lo spinge ad essere un segugio? Soltanto per la voglia ed il gusto di uccidere?
Malgrado tutto non mi sembra giusto che James sia considerato un cacciatore con il cuore di pietra, vorrei che almeno la sua “sete di sangue” sia suscitata da un sentimento nobile, per quanto
quest’azione sia sbagliata, è pur sempre più umano. Ecco cosa penso. :)
Per quanto riguarda i “Due poveri cristi” ehhhhhhh aspetta ancora un po’ ?! XD trrrrrranquilla! Succederà, succederà… un bacio, Vale.

 
Ed4e: tesoroooooooooo, ciaooooo!!! ^^”
Si, hai capito benissimo, a quanto pare non è solo Edward il vampiro che mette la felicità della sua amata prima di se stesso! *-* non è fantastico vedere James sotto quest’altra luce?
Ecco qua cosa succede, i Cullen torneranno dopo James, credimi, non so se è la cosa giusta, e neanche certa, ma penso proprio che farò così, tanto per accrescere maggiormente i sensi di colpa Edwardiani! -.-“ XD ah ah
Dimmi se ti piace anche questo capitolo … ti adoro, Vale. :*

 
bluesky: Divorato? Ahahah *-* quanto mi piace quando dici così! ^^ Jacob che molla Bella? Sai, è un po’ impossibile, Bella è l’unica che riesce più o meno a farle dimenticare Meg, pensi che la lascerà facilmente? Mmh… non creeeedo >__<
Grazie per i complimenti, bacioni!

 

morgana92: tranquilla, anche Martina è un bellissimo nome, forse si, troppo usato, in effetti anche io avrei fatto lo stesso, odio avere troppe persone intorno con il mio stesso nome.
Fortunatamente conosco poche persone con il mio nome, e posso stare in pace con me stessa, visto che mi piace anche parecchio :) detto questo…
Ciao Morgana! ;D
Jacob ha paura, in più questo nuovo rapporto con Embry mi sa, mi sa che metterà ancora più in bilico il rapporto poco stabile tra Jacob e Meg, ma non dico altro! .____.” Anche se mi piacerebbe XD un baciiiio, ciao! ;)

 

Marty95: Hola!!! :D
Già, neanche io avrei parlato con Jacob, ma ricordati che di mezzo c’è pur sempre l’imprinting!
Spero che il capitolo abbia risposto adeguatamente a tutti i tuoi interrogativi. Se no dimmelo, ti risponderò con piacere! Grazie x il complimento! :)
Baci, alla prossima, Vale.

 

mary96twilight: Graaaazie!! ^^” quanto sei carina! *3* GONGOLO! xD
O.O” ohmmiodio! XD
Ho dovuto leggere la tua recensione due volte per capire realmente quello che volevi chiedermi, sono un po’ lentina -.- lo dice anche il nome Va- lentina XD ahiahiahi >___<
Cmq… rispondo:
Alllllloooora! Jacob ha avuto l’imprinting con Meg, e credo tu sappia benissimo che l’imprinting non ha rifacimenti, poi non so, forse in caso di morte, ma questo la Meyer non l’ha mai specificato; quindi nessuno dei due può avere l’imprinting con i rispettivi Nessie ed Embry, ma chissà, se questi due complicheranno le cose, che è una frase che vuol dire implicitamente: ma loro complicheranno le cose! XD
Spero di essere stata utile, continua a fare le tue lunghissime e complicatissime domande. Mi piacciono le curiose, come me, e ancora di più mi piace vederti così presa!!
J
Bacio, alla prossima, Vale.

 

 

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Capitolo 11
*** \\ 10. Odi la tua vita? Prendi il numerino, siamo in molti. ***


Capitolo 10

Odi la tua vita? Prendi il numerino, siamo in molti.

Jacob

La sento, addosso, nell’aria, sotto le mani, sul palato… è mia.
Labbra dovunque,  dita ingorde trai capelli che cercano di spingere maggiormente il viso dell’altro contro il proprio, come se potesse essere possibile avvicinare di più due corpi già fusi in uno soltanto, sospiri fanno da sottofondo, i cuori battono in perfetto sincrono, un sussulto mi esce dalla bocca quando sento i suoi denti sulla pelle del braccio, ma lei, impassibile al mio dolore, stringe la morsa. << Megan...! >> continua a mordere, non si ferma.


Ahi!

Spalanco gli occhi ritrovandomi sudato, ansante e … stupido, cretino, pervertito!
<< Complimenti Jacob, tra un po’ qualcuno t’impedirà perfino di sognare perché non sei ancora maggiorenne! >> mugugno, mettendomi seduto sul letto, guardo fuori dalla finestra, il sole c’è ancora, scosto lo sguardo sulla scrivania.
Le quattro di pomeriggio…bene, non ho dormito troppo.
Qualcosa di umido strofina insistentemente contro il braccio, pulsante come se mi avesse morso davvero, indirizzo lo sguardo sulla parte che pulsa e rimango sconvolto: Una piccola pallina di peli neri e color miele mi osserva con due occhietti scuri e vispi, scodinzolante.
Sollevo un sopracciglio, osservando scettico il cane-topo e inclino la testa. << E tu da quale sogno perverso sbuchi fuori? >> biascico, sbadigliando senza curarmi di coprire la bocca con la mano.
Di tutta risposta il gomitolo di pelliccia fa  un abbaio, molto simile ad uno squittio, lo guardo annuendo e sorrido, << Hai proprio ragione, dovrei mangiare meno schifezze… mi fanno uno strano effetto ultimamente. >> con passo goffo e buffo il topino si avvicina alla mia mano e da un piccola leccata sul palmo, poggio la mano sulla sua testolina, lentamente per non farlo spaventare, e noto che non si vede, completamente coperto, come può essere così piccolo? Siamo sicuri che sia un cane?
Mi chiudo nelle spalle e lo accarezzo, in risposta, con altri passi, instabili e buffi come i primi, si posiziona senza la minima esitazione sul mio grembo, emettendo un mugolio di piacere, probabilmente per il calore che emano, ridacchio. << Senti freddo? >> gli chiedo, decidendo di dargli un’altra carezza, ma sta volta con tre dita, in modo da poterlo ancora vedere.
Uno scalpitio di passi si fa vicino, guardo con la coda dell’occhio la porta di camera mia e noto Bella e Kim, ridono.
<< La piccola ha già capito tutto della vita… Jacob, eh?  >> sussurra maliziosa Kim, Bella ride coprendosi la bocca.
Le guardo, perplesso, << Potete giustificare la presenza di questo roditore abbaiante nella mia abitazione? >> sussurro, con voce in falsetto.
Bella si avvicina e prende il cucciolo tra le mani, ridendo ancora, poi mi guarda. << E’ stato Billy a comprarlo, dice che le ha fatto tenerezza… vuole fare una sorpresa a Meg, pare le somigli, chissà perché... >> mi spiega, con gli occhi fissi sul cagnolino. Kim si avvicina e con un gesto frenetico scompiglia il pelo sulla testolina dell’animale, arriccio il naso, vedendo dall’espressione del suo muso il fastidio che gli ha procurato quel gesto. << è una femminuccia di circa un mese, non è ancora del tutto svezzata, la madre è morta di parto… >> ora la mia faccia è sconcertata dal dolore: è per questo che le somiglia? <<… e quindi Billy ha deciso di prenderla per farle una sorpresa, credo sia un York shire, è così piccol … Jacob? Mi stai ascoltando? >> scuoto la testa aprendomi in un sorriso strafottente e mi becco uno schiaffo sulla spalla in risposta. Quando Kim attacca un discorso, è impossibile farla fermare.
Mi alzo dal letto stiracchiandomi e dopo aver baciato Bella sulla fronte, vedendo ancora una volta il musino color miele scontento della cuccioletta la prendo, reggendola con una sola mano, e scendo le scale, mi volto e noto che Bella e Kim sono rimaste di sopra. Bene.
Vado in cucina e mi fermo davanti la porta, guardando mio padre di sbieco. << E questo? >> esclamo, sollevando leggermente la mano con il cagnolino, lui sorride e si chiude nelle spalle. << Meg voleva un cucciolo, ora ce l’ha. >> faccio un ringhio indispettito.
<< Papà, questo cagnolino ha bisogno di latte … e non credo che quello in busta faccia al caso suo. >> annuisce saccente e indica una busta di latte in polvere sulla mensola della cucina.
<< Sarebbe morta, se non l’avessi comprata nessuno si sarebbe preso cura di lei… >> mi incupisco e sospiro guardandola di nuovo, lei, come capisse la situazione, mi lecca il polso, ridacchio sedendomi sulla sedia e poggio la piccola sullo stomaco, ricominciando ad accarezzarla.
<< … dobbiamo pensare ad un nome, però… >> sussurro con un sorrisino.
<< Che ne dici di Bijou! >> propone Kim, entrata in quel momento in cucina, il cane ringhia, io rido e scuoto la testa.
<< Credo ti abbia fatto capire che non è di suo gradimento. >> …e a quanto pare neanche Kim le sta molto simpatica.
 << Macchia? >> chiede Bella, poggiandosi contro il bordo del tavolo, le lancio un’occhiata poco convinta.
<< Pensi davvero che chiamerei una cagnolina bella come lei con un nome così monotono?! >> vaneggio imitando la voce di Meg e facendole subito dopo l’occhiolino, lei ridacchia e si morde il labbro tornando a guardarla, in cerca d’ispirazione.
Io invece continuo a studiare lei, sorridendo, è merito mio, sta ricominciando a vivere, lontano da quei mostri, è come rinata.
E mi trova attraente, il ché è dire tutto. E' guarita, altro che rinata!
<< Ehi…che ne dici di Wendy? >> esclamo, rivolto alla cagnolina, senza pensarci più di tanto.
<< Mi piace. >> sussurra Bella, sorridendo. La cagnolina abbaia, scodinzolando, io sorrido. << Bene, che Wendy sia allora! >>
 << Zio Billy? >> urla la voce di Emily, coperta dal rumore della porta che si chiude.
<< Siamo in cucina! >> gli risponde papà.
Vedo Megan entrare ad occhi bassi e stravaccarsi sulla sedia vicino la mia, seguita da Emily, con la stessa espressione spenta. << Cosa vi prende? >> sbotto, raddrizzandomi sullo schienale della sedia, spostando Wendy sulle gambe, preoccupato dall’espressione di Megan.
<< Dobbiamo parlare. >> dice imperioso Sam, facendo irruzione in cucina, alle sue spalle Embry, il nuovo componente del branco.
Li squadro, mentre si siedono e guardano prima Bella, poi Kim. << Emily, potresti andare di la con le ragazze? >> lei annuisce e tutte si alzano, Kim, la più esperta in queste questioni dopo Emily, vedendo che non tira buona aria prende Wendy dalle mie gambe e la stringe al petto, uscendo in silenzio – Meg non si muove di un millimetro, continua a tenere lo sguardo basso e una mano a sorreggerle il viso, mi siedo meglio sulla sedia, avvicinandola al tavolo e stendendo il braccio, le sollevo il viso con la mano in modo da vedere finalmente i suoi occhi, arrossati. << Cosa cazzo è successo!! >> urlo fuori di me, alzandomi e lasciando cadere la sedia, tremo e non va bene.
<< Meg… >> sussurra Embry per incoraggiarla, cingendole le spalle con un braccio, lei annuisce e sospira.
<< Credo che Bella sia in pericolo… >> sussurra con voce quasi assente, poggiando fiacca, come priva di qualsiasi energia, la tempia sulla spalla di Embry, che sospira.
 << Cosa? come? perché? da dove l’avete capito? >> ringhio, fuori di me, sbattendo un pugno sul tavolo, facendolo scricchiolare malamente.
Lei trema, come me, ma io lo faccio per rabbia, lei è terribilmente impaurita.  << James, lui, io… Jake, mi… mi dispiace, avrei dovuto… >> vedo Sam – anche lui sta cercando di preservare la rabbia - passarsi frettoloso una mano sotto l’occhio e mio padre sgranare gli occhi, Embry continua a tenere lo sguardo fisso su di lei.
A quel punto il mio tremore si fa maggiore e mi inginocchio davanti a lei, scostandola da sotto il braccio di Embry, << Perché non me l’hai detto… >> sibilo, stringendo le mani sui bordi della sua sedia, so che così la spavento, ma Bella è in pericolo e c’è un vampiro nei dintorni, non serve a niente fare gli educati e controllare la rabbia.
<< Jacob! >> interviene mio padre, mettendo una mano tra il mio viso e quello di Megan. << non vedi che sta male, così peggiori soltanto le cose! >> la guardo meglio quando la mano sparisce, e mi accorgo che la rabbia mi aveva reso ceco, una morsa allo stomaco mi fa stringere la mascella e le mie mani lasciano la presa sulla sedia, portandosi sul suo volto, i pollici cercando di spazzare via tutte le lacrime che le inondano le guancie.
<< Dimmi che non ti ha toccata… che non ti ha ferita… >> sussurro a scatti, guardandola negli occhi, lei, forse incapace di aprire bocca, scuote la testa, e dalle sue labbra esce un altro sussulto, tremo, ma sta volta sono i sensi di colpa. << … Ora raccontami tutto, dal principio, non tralasciare niente. >> smarrita cerca gli occhi di Sam, li trova, lui annuisce chiudendoli appena, e dopo un altro singhiozzo, inizia a parlare. La guardo senza riuscire a capacitarmi che quello che sento sia vero, come ha potuto non dirmi niente? Perché non l’ha fatto? non capisce che ora oltre ad esserci la sua vita in pericolo c’è pure quella di Bella?
Le coincidenze adesso non sono più banali casualità, i suoi strani atteggiamenti neanche … è tutto collegato, tutto in un piccolo spago, che io, come uno sciocco, cercavo di far entrare nel microscopico occhiello di un ago, senza però capire  che l’occhiello in realtà non era microscopico, ma semplicemente non c’era.
E pensare che sembrava il peggio due ore fa, adesso direi senza dubbio che quel momento è slittato al secondo posto, questo è sicuramente peggio:
Bella seduta sul divano, sbigottita, Meg la osserva con uno sguardo perso in chissà quali pensieri, accanto Seth, che cerca di rassicurarla stringendola a se, facendo aumentare la mia confusione, il mio cervello non sa come comportarsi: non sa se essere geloso di lei, non sa se essere preoccupato per Bella, non sa se provar odio per Embry, o provarlo per Meg, che mi ha tenuto nascosto una cosa del genere per tutto questo tempo, o odiarmi profondamente, perché non ho mai sospettato niente, perché sono stato così stupido da non accorgermi di quello che stava succedendo sotto i miei occhi, di quello che succedeva a Meg mentre io cieco e stupido vagavo tranquillo ed allegro sul sentiero della mia vita credendo che fosse mezzogiorno, quando invece le tenebre inondavano tutto, così fittamente da non dare l’impressione di avere gli occhi aperti.
<< Il tuo odore ti fa da nemico … per questo, pensiamo che tu sia in pericolo. >> Meg fa una smorfietta alle parole di Sam e scuote la testa, ripetutamente, poi solleva lo sguardo arrossato, e lo punta su di me.
<<  Non è vero. >> abbozza fievolmente, per poi tornare a guardare Bella, deglutendo a vuoto.
Sam e Seth spalancano gli occhi, Seth la scuote. << Meg, potresti pentirtene. >> sussurra appena.
<< Perché dovrei pentirmene? Sono già abbastanza pentita del casino in cui vi ho trascinato con i miei capricci da bambina. >> La guardo anche io, cercando di intercettare la bugia, ma non trovo niente di strano nella spiegazione: Bella ha un ottimo profumo, l’ho già accurato dai racconti di Cullen, non mi sorprende più di tanto che il vampiro, dopo aver sentito il suo odore è meno interessato a quello di Meg, che fino a quel momento voleva, i segugi sono così.
<< Meg, ti prego, pensaci. >> sussurra Emily, con gli occhi pieni di lacrime. << Se Bella e Jacob hanno avuto l’imprinting cosa pensi possa cambiare? >> le dice, mordendosi il labbro quando Leah si alza di scatto ed esce dalla stanza come un uragano silenzioso, seguita da Paul.
<< Imprinting? >> balbetta confusa Bella, sicuramente non avendo mai sentito quella parola in vita sua. Io strizzo gli occhi e li riapro. Da quando soffro di allucinazioni uditive?
<< Sono stufa! Stufa… >> urla d’un tratto Meg, alzandosi dalla poltrona e raggirando la presa di Seth. Mi viene incontro e fa una risatina isterica da cui l’umorismo è ben lontano, poi mi guarda, con gli occhi infuocati. << Jacob, non ho mai parlato del vampiro per paura, non ho mai detto di lui perché preferirei morire che far morire te, preferire che tutto morisse e tu rimanessi! E questo perché…? perché sono una stupida! Un’emerita scema! Pensa che io ho perfino sperato, e continuo ad illudermi, di poter fare qualcosa per cambiare quello che è successo… ma non è così, non lo è perché… >> si ferma, guardando con occhi lacrimosi e lucidi la porta alle mie spalle, tutti la guardano, perfino Sam è sconvolto, e Bella inizia a singhiozzare con un’espressione incredula.
<< Alice! >> urla, portandosi un mano al petto, il respiro sconnesso, io, stordito, guardo Meg, incurante di quello che succede, incurante del fatto che Bella stia per entrare in iperventilazione. Cosa stava dicendo? Perché i vampiri arrivano sempre nei momenti meno opportuni?
Questo è uno dei momenti in cui vorrei avere uno di quei telecomandi che hanno nei cartoni animati, per pigiare il bottone dello rewind riascoltare le sue parole e poi avanzare velocemente fino al punto in cui ricomincia a parlare. Se mai lo farà.
<< Non puoi entrare nei nostri territori! >> urla nonno Quil, con tono rabbioso.
Mi ridesto dai miei pensieri, voltandomi mi scatto verso la vampira, che non sembra vedere  nessuno oltre Bella, seguo lo sguardo della succhiasangue e vedo che anche Bella ha la medesima espressione dipinta in faccia. Nonno Quil continua a borbottare, Meg non accenna un movimento, e appena i suoi occhi si fondono con quelli di Alice, mi decido ad intervenire, mettendomi in piedi, interrompendo il loro contatto visivo.
Il folletto sbuffa vistosamente, avanzando con passo elegante verso Bella, mentre con la coda dell’occhio ricambia le mie occhiatacce. << Bella, mi spieghi perché un vampiro ti vuole azzannare! >> sbotta, rabbiosa e intenerita, gettandosi tra le sue braccia e stringendola oscillando come una bambina di cinque anni.
<< Non… dicono che ho un buon odore. >> balbetta quella, tra un singhiozzo e l’altro, tira su col naso e allontana la vampira per osservarla meglio. << Come…? perché sei…? Oh Alice! non andare via, ti prego, non andartene!! >> urla stringendola di nuovo in un abbraccio e piangendo con più foga e disperazione. I miei occhi si rovesciano per il fastidio e la rabbia, non può arrivare da un momento all’altro e rovinare tutto quello che ho fatto per farle tornare il sorriso. Non può!
<< Sono solo venuta ad assicurarmi che tu non stia facendo delle stupidaggini, Edward mi ucciderebbe se lo sapesse… >> al nome del succhiasangue il viso di Bella si contorce per il dolore, facendo fare lo stesso al mio, sento tutti i piccoli sacrifici fatti per non rinfacciarle la verità scollare piano, lei si solleva e scuote la testa.
<< Lui non è qua… non verrà mai più. >> sussurra a se stessa, per auto convincersi. << … ma io non ho bisogno di lui… >> continua, stringendo i pugni per frenare un’altra ondata di lacrime, << … non m’importa niente di lui. >> e si abbandona di nuovo sullo schienale del divano.
Ringhio sommessamente, guardando Alice. << Prima invadi i confini Quileute, poi fai soffrire Bella… dammi un motivo per non farti a pezzi e poi bruciare i tuoi resti! >> La vedo sorridere malignamente, mentre Bella la stringe di nuovo, con lo sguardo impaurito dalla mia minaccia nei confronti della sua amichetta.
<< Perché vi servo! >> esclama, rassicurando Bella con una carezza sincera e affettiva. << posso prevedere le mosse di quel segugio. >> dice infine, poi indirizza lo sguardo verso Sam.
<< Tu sei l’alpha, giusto? >> e ancora una volta, nonno Quil, che non è per niente d’accordo su questo piano, inizia a borbottare che il mondo sta andando in malora perché i Black, che hanno sempre capeggiato fin dai tempi di Ephraim,  non sono più gli alpha e perché i vampiri e i licantropi si trovano dalla stessa parte.
<< Nonno, piantala! >> urla Seth, fulminandolo con lo sguardo. Lo ringrazio mentalmente e Sam e Alice dopo aver guardato lui, tornano a scrutarsi con occhi poco fiduciosi.
<< Sai bene quanto me che un vampiro nei dintorni non vuol dire la morte di una sola umana, ma di molti altri che le faranno da antipasto, dobbiamo eliminarlo, e quando si deciderà ad attaccare io lo vedrò, vi avvertirò, voi saprete come comportarvi e il gioco sarà fatto. Allora cane? Ci stai? >> ancora una volta nonno Quil borbotta qualcosa, ma prima che possa finire anche solo la prima parola tutti in automatico si voltano e lo guardano male.
<< Ci stiamo. >> dice Sam, indugiando prima di stringere appena la mano che il folletto teneva protesa verso di lui da cinque minuti.
<< Ma ad una condizione… >> commenta a bassissima voce Embry, intromettendosi. << Se adesso ci alleiamo è per necessità, ma appena questo sarà finito, tutto tornerà come prima, patto compreso. >> nonno Quil tira un respiro, sollevato, e Seth si strozza in una risata poco opportuna, come il suo solito.
<< Bene. Mi sembra ragionevole. >> commenta lei, sedendosi meglio sulla poltrona e incrociando le gambe. << Meg, scusa per averti interrotto, volevi condividere qualcosa con noi? >> sibila con una risatina melodiosa, lei scuote la testa, fulminea, e con un movimento ancora più veloce esce dalla stanza, Embry si alza, con l’intento di seguirla, ma io lo afferro per il polso, digrignando i denti.
<< Va a sederti. >> dico freddo, sollevandomi dal mio posto a sedere, << … non ti riguarda. >> continuo più minaccioso, quando lui non accenna a tornare indietro.
<< Embry, fai come ti ha detto. >> gli sussurra Jared, che pronto si mette tra di noi. Lui con una smorfia superiore mi da le spalle e va a sedersi, incrociando le braccia al petto subito dopo.
<< Non metterti mai tra me e Megan, non ne hai diritto. >> sibilo, andando verso la porta con passo sostenuto. Non ha ancora capito che deve stare lontano da lei, ma capirà ben presto con le cattive se non vuole farlo con le buone. Non voglio che lei s’innamori, potrebbe soltanto soffrire il giorno in cui Embry avrà l’imprinting.
La porta del giardino e la figura di Megan, offuscata dalla retina della zanzariera, si fanno più vicini mentre cammino, ma per un motivo inspiegabile la mia mano si ferma proprio ad un centimetro dalla maniglia e un giramento di testa mi fa traballare, faccio sostegno sul lavello della cucina, arpionando le braccia ai lati e respiro profondamente, sentendo le tempie martellare. Quando sollevo lo sguardo, ancora un po’ annebbiato, mi accorgo che  lei non è più là, prendo un altro respiro profondo e apro il rubinetto, bagnandomi il viso con dell’acqua gelida, ma neanche questo sembra servire poi tanto per farmi riacquistare lucidità.
Mi poggio alla parete e chiudo gli occhi, stringendo i pugni.

Troppe novità, confusione, troppi sentimenti mischiati insieme, confusione…

Mi sento come in un giro eterno sulle montagne russe di cui io stesso sono il macchinista, ho la nausea, ma anche urlando di voler scendere non so come fermarlo e continuo a ripetere all’infinito gli avvitamenti e i giri della morte. Basta. Fatemi scendere. Sono confuso. Ho il voltastomaco. Neanche Bella potrebbe anestetizzare il mio malessere. Meg, ho bisogno di te. Vieni da me. Ti prego.

Troppe novità, confusione, troppi sentimenti mischiati insieme, confusione…

 
------------------------------Valentina’s space!!--------------------------
Ciao ragazzuole!! Cos’è successo alle recensioni? O.o
Spero sia solo una cosa momentanea perché iniziavo a essere felicissima!! T_T
Che dire, questo capitolo è + un po’ più lungo del solito anche per questo mi sono trattenuta e l’ho revisionato, visto era già pronto l’avrei postato prima, che ne dite??
Secondo me è fondamentale, un po’ noioso, ma mi serve per andare avanti con la storia, detto questo, rispondo alle recensioni, un bacio care.
E per la cronaca, sono contenta che continuiate ad aumentare!!! :)

 

Ed4e: ahhh! Tesoro!!! Allora che ne dici di questo capitolo??
Noioso o interessante? Povero Jake eh? È proprio distrutto, anche ilsuo essere licantropo gli va contro. :(   Già, il risveglio è stato decisamente stupendo *-* e non so se l’hai notato ma c’è sempre qualcuno che li interrompe quando uno dei due decide di fare il “coraggioso”. Ahia! Che sfigati! XD  Ecco spiegato cosa hanno fatto! Embry, Sam, Seth e Emily sono gli unici ad essere al corrente del secreto di Meg, ma ti ricordo anche che Jacob è stato un bel furbacchione a cercare di tenere per se e Billy il suo imprinting, che a tutti sembra sia con Bella. Sono tutta imbacuccata, il raffreddore sta passando! :) grazie per l’interessamento! Ti adoroooooo, un bacio, Vale.

 
bluesky : ciaooo!!! ^^ Bastonata sui denti per Tonto-bella… CI PIACE!! *-*
Sei astuta, brava! Vedrò cosa posso fareeeee!! XD ahahahah
Non ti lascio mai delusa??? *-* OhmmioGod! XD ti adoro lo sai? Mi fai arrossire!! *3*
Dimmi cosa ne pensi di questo capitolo, e se non è bello o chiaro avertimi! Al prossimo commento. Un bacio, Vale :*

 
dafne891 : Holaaaaa Eri! *-* qua a Palermo brilla il sole invece!! XD puoi sempre consolarti del fatto che un ipotetico Edward verrebbe nella tua uggiosa città più tosto che nella mia! XD tornando al capitolo, Meg ha già fatto la sua confessione, ma non ha tutti, ha chiesto infatti a coloro i quali l’hanno sentita di non dirla, e per questo hanno inventato una bugia, ovvero l’odore di Bella, eccessivamente inebriante per James. Tutto chiaro? Se no fammi sapere!
Certo che ci sentiremo si msn!e si, ci sarà la lotta non temere, i neonati ci saranno e anche i Volturi, e non escludiamo Laurent! Quest’ultimo ricordaaaaalo bene! XD un bacio Eri, ti adoro, Vale.

 

mary96twilight: XD tranquilla non sei l’unica ad essere un po’ lenta!
Ciaooooo, grazie per i complimenti, mi lasci sempre senza fiato *3* sei davvero troppo buona! ^^
Allora con tua estrema gioia vedi che il capitolo è più lungo? Spero di si! ^^
Un bacio cara, grazie ancora, alla prossima recensione, fammi sapere cosa ne pensi!! :) Vale.

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Capitolo 12
*** \\ 11. Gli aforismi di un licantropo ***


Capitolo 11

Gli aforismi di un licantropo.

Jacob

<< Ne hai già mangiati cinque, posa quel panino! >> si lamenta esasperata  Sue, colpendo Quil sulla nuca, lui si strozza e tossisce, ingoia il boccone e poi fa un’espressione da bimbo innocente, sporgendo il labbro in un broncio teatrale.
<< Ma Sue… io ho fame! Vedi! dimagrisco a vista d’occhio! >> Farfuglia indicandosi, Leah non trattiene più le risate e sputa la sorsata d’acqua che aveva in bocca direttamente sulla faccia di Paul, per poi sgranare gli occhi e sussurrare un “Scusa amore” ancora ridendo mentre si avvicina cautamente al suo viso, zuppo e che trama già vendetta.
Mi volto nella direzione di Megan e accenno un sorriso quando vedo che parla tranquilla con zio Harry, è sempre stata molto attaccata alla famiglia Clearwater, certo, anch’io lo sono, però per lei Sue, Harry e Seth sono come una seconda famiglia, Leah è un po’ più difficile da paragonare visto il suo caratteraccio, ma i momenti d’idillio non sono mancati neanche con lei. Strano ma vero. Megan Kaliska Allen fa questo effetto.
<< Dai Paul, guarda il lato positivo, cane bagnato, cane fortunato. >> scherza Jared, poggiando la forchetta sul piatto vuoto, con aria soddisfatta.
<< Ah, ah… >> mugugna sarcastico il malcapitato, ficcandogli un panino in bocca per farlo tacere.
La risata di Megan mi accarezza le orecchie e anche se non ci trovo niente di divertente finisco per sorridere. Da due settimane  attendiamo che quel vampiro si faccia avanti, ma non riusciamo più a sentire neanche il suo odore, Bella cerca di auto convincersi dicendo a tutti che forse  ha cambiato idea, ma né io né Alice la lasciamo da sola, ho insistito perché rimanesse a La Push, ovviamente  non  ha sentito ragioni, non vuole lasciare Charlie da solo, così la succhiasangue e lei sono tornate a Forks, e uno di noi, a turno, setaccia a fondo il perimetro della casa.
Meg pensa di essere sola, ma ha sempre un’altro di noi alle calcagna, solo che  a differenza di Bella con lei si lavora sotto copertura, alternando solo Seth e Embry di giorno e me di notte, in modo da  non farle capire che temiamo ancora per la sua incolumità.
<< Jacob? >> mi accorgo in quel momento di essere il solo ancora seduto a tavola, sono spariti tutti, tranne papà e Harry, che mi osserva con un sorriso benevolo scuotendo la testa. << … non vedi come ti stai riducendo? >> arriccio il naso, colto in fragrante, e con un gesto leggero e disinteressato mi stringo nelle spalle reprimendo l’istinto di scappare correndo a gambe levate da quella stanza: so già che i discorsetti di Harry oltre a farmi diventare piccolo quanto una pulce per la vergogna e i sensi di colpa mi lasciano in mutande, non ci sono bugie che tengano con lui, e neanche la mia c’è riuscita. << Deciditi a parlarne con lei di questo maledetto imprinting, per una volta! >> salto sulla sedia come colto da una scossa elettrica e gli tappo la bocca fulmineo.
<< Shhh!! >> sibilo scuotendo la testa spasmodicamente, lui solleva un sopracciglio e sbuffa notevolmente incrociando lo sguardo di mio padre.
<< Harry, non ricambia… perché rovinare la vita a quella povera ragazza. >> sussurra lui, d’accordo con me, chiudendo la porta per non permettere a nessuno di sentire la nostra conversazione.
<< Come puoi sapere che non ricambia se non le chiedi quello che prova e per primo camuffi i tuoi sentimenti?! >> esclama innervosito, portandosi le mani sulla fronte, poi accenna un sorriso, con lo sguardo perso nel vuoto. << è sempre così solare, allegra, spontanea… >>
<< Già. >> soffio fievole, con un sorriso lieve, lui annuisce e sospira sconsolato.
<< Vi appartenete Jacob, è tua! Prendila, e se non prova niente per te, conquistala, sei bello come il sole, figliuolo, nemmeno lei sarebbe capace di dirti no. >> vengo colto da un brivido a quelle parole e mi mordo il labbro, pensando a tutte le volte che sono stato sul punto di dirle tutto, solo per poter sentire il gusto delle sue labbra sulle mie, pronto a perderla subito dopo averle rubato un bacio e averle detto che la amo… mi ritrovo perfino a  fantasticare su una sua reazione nei miei confronti: un bacio ricambiato, un “ti amo anche io”  sussurrato all’orecchio, uno sguardo malizioso… poi mi ricordo che la realtà è un’altra, mi do dello stupido e torno nel angolino che Meg a ritagliato apposta per me nel suo cuore, e che mi va stretto, per quanto grande possa essere, mi va terribilmente stretto.
<< Harry non è cosi facile. >> sussurro, con l’amaro in bocca, scostando lo sguardo da lui alla finestra, dove intravedo Megan parlare fittamente con Clear, si accorge che la sto guardando e sostiene il mio sguardo, mi sorride, lo faccio anch’io, poi Embry la prende per i fianchi e le bacia la guancia, il mio cuore si stringe e con uno scatto d’istinto mi alzo e corro verso la porta.
<< Jacob dove vai! >> urla Harry.
<< Vado a prenderla, come hai detto tu! >> ringhio irritato e improvvisamente sicuro di quello che faccio, mio padre mi guarda stralunato parandosi davanti la porta.
<< Jake! >> sussurra preoccupato, poggiandomi una mano sulla spalla, io scuoto la testa. << Non ce la faccio più… davvero io… >> sento le lacrime gonfiarmi gli occhi, scosto mio padre in modo da poter uscire, ma ancora una volta la mia mano si blocca sulla maniglia, la testa inizia a girare e con un tonfo sonoro mi siedo per terra. <<… non riesco a vederla insieme a lui, non sopporto il modo in cui la guarda, e quando guarda me vorrei saltargli addosso, ma non lo faccio, perché so che lei non mi rivolgerebbe più la parola… sono stanco di fingere e di mentire… >> sussurro velocemente, tremando dalla rabbia e reprimendo le lacrime condotte agli occhi dal nervosismo, dalla smania, dallo scontento.
Nonostante questo però, non mi muovo da quella stanza, continuo a rimuginare, a pensare alle conseguenze. Sono istintivo, ma non ci riesco, tutta, anche l’ultimo briciolo della mia istintività, si dissolve nel momento in cui Meg e ad una distanza di sei metri da me.
Forse dovrei iniziare piano, in modo da farle capire qualcosa, poi dalla sua reazione saprò se continuare la mia opera di espansione o rannicchiarmi di nuovo in quel famoso angolo, e sta volta rimanerci per tutta la vita.
D’altra parte però, il famoso istinto con la paura di un coniglio che menzionavo prima sbuca fuori nei momenti meno impensati, rischiando di creare delle situazioni da cui un cervello ben funzionante, almeno in parte, starebbe alla larga.
Mi decido ad uscire, e cammino in direzione di tutti gli altri, la trovo, seduta da sola sul divanetto di vimini sotto il gazebo che Harry e papà hanno costruito almeno cinque anni fa’, lo sguardo perso tra le pagine di un libro, di cui non riesco a leggere il nome, mi avvicino lentamente, tra una risatina con Paul e una battuta a Seth.
Romeo e Giulietta? Ma come…?
Mi siedo al suo fianco, osservandola perplesso e mettendole una mano a cingerle le spalle prendo delicatamente il libro dalle sue mani, lei mi osserva stordita, io mi concentro su un verso e arriccio il naso, facendo finta di non vederla.
<< Da quando ti dedichi alla lettura di Romeo e Giulietta? Pensavo odiassi questo libro. >> mi guarda sospirando per poi riprendere il libro delle mie mani, poggiandolo lentamente sul tavolino davanti a noi.
<< Solo un vero stupido non cambia mai opinione. >> sussurra, con lo sguardo perso tra i ragazzi, che parlano, si spingono, ridono, ma a me non importano loro, sono preoccupato per la sua reazione: è seria. Mi mordo la lingua. Accidenti! Così non va.
<< Forse è l’amore a farti vedere le cose con occhi diversi. >> sussurro improvvisamente, la mia lingua sembra aver preso vita da sola. << Magari quei due babbei di Romeo e Giulietta non sono poi così stupidi ora che hai capito per cosa valga la pena vivere. >> abbasso lo sguardo nel momento stesso in cui lei alza il suo, guardandomi stupita.
<< Magari hai ragione. >> sussurra infine, torturandosi le mani e tornando a perdere lo sguardo altrove. << … ma l’amore di Romeo e Giulietta è una passeggiata in… confronto al mio. Loro si amano incuranti dei limiti, decidono di scappare, sognano, ma poi muoiono… non è un brutto finale questo, la vita è difficile, triste, certo dà tanta gioia, ma per cosa poi? La morte è permanente, serena,  niente novità, priva di alcun sentimento. E’ morte, punto. >>
Ed ecco la mia impulsività venire fuori in uno sfogo, derivante sicuramente dalla paura a quelle parole. << Meg! Nessuno che ti ama ti farebbe una cosa del genere, nessuno vorrebbe la tua morte. >> sussurro afferrandole il viso, per guardarla finalmente dritta negli occhi.
<< So che darei un dolore a tutti coloro che mi amano, ma per una volta vorrei pensare a me stessa, senza dover poi rendere conto a tutti gli altri. Non ho detto che non sono egoista,  so di esserlo almeno un po’, ma dovrei smetterla di perdermi a sognare nei libri in cui alla fine tutti vivono felici e contenti e il bene trionfa sul male, perché non è così nella vita reale. L’amore non vince mai, i principi sono solo dei presuntuosi, le principesse delle viziate e l’amore non è un sentimento perfetto come viene mostrato. La possessività, il rancore e l’invidia… questi sono sentimenti perfetti. E io ne sono piena fino al midollo, me ne vergogno, ma lo ammetto. >>
In quel momento mi accorgo che la sua vita non è bella e spensierata come me la sarei immaginata cinque secondi fa, anche lei ha i suoi problemi, ed ora, riesco a vedere in lei il dolore che fa inorridire mio padre, ogni volta che penso esattamente quello che Meg mi sta dicendo tutto d’un fiato, come se stesse esplodendo, piena, muta e rimuginante da troppo tempo.
<< Possessività, rancore ed invidia…Meg, tutte le ragazze di questo mondo sono piene di questi sentimenti, sono umani, legittimi. Perché vergognarti? >> le chiedo, cercando di confortarla.
<< Perché li provo per una persona che non mi ha mai guardato come io vorrei. >> sospira e mi stringe la mano che le ho messo intorno il braccio, poi riprende a parlare. << La vita… è così. Inutile sognare. >> sussurra, sorridendo, si alza e mi porge il libro. << Leggilo, non è poi così male. >> si volta, dandomi le spalle, e se ne va. Lasciandomi là, davanti ad un libro rilegato con una copertina di cuoio verde. Da quando la mia Megan, sognatrice e romantica, preferisce le fini tragiche ai lieto fine?
Devi farcela, Jacob Black, da oggi lotterai con denti e zanne per rianimare Meg, per farle fare tutti i collegamenti possibili. Per farle capire che, malgrado i suoi pregiudizi, il dolore sofferto per amore, è il più logorante, ma anche il più dolce, in assoluto… e che io lo provo per lei.
<< Hai detto niente! >> sbotto, stiracchiandomi appena, mi guardo intorno e vedo splendere il sole. << ‘Dio santo sto diventando la reincarnazione di quel depresso di Cullen! >> faccio una risata e mi alzo, corro verso Meg e la prendo per i fianchi poggiandomela sulla spalla destra.
Lei scoppia a ridere. << Ma che fai?! >> Faccio a modo mio! << Fammi scendere! >>
<< Ama la vita, Meg! >> urlo lasciandola cadere di botto sul terreno coperto da un fresco tratto di erbetta, mi chino su di lei e le bacio la fronte, sorridendo ancora, incurante del suo cipiglio omicida. << come pretendi che qualcuno ti ami se sei la prima a non amarti? >> sussurro.
<< Io… >>
<< Shhh. >> sibilo con un’altra risatina, le labbra ancora attaccate alla  sua fronte. << La vita non è complicata. E’ solo la vita. Vivi e lascia vivere. Vivi per qualcuno, fai vivere qualcuno per te. >>
Lei sorride e solleva un sopracciglio. << E’ Bella ad ispirarti aforismi del genere? >>
<< No. >> sbotto franco, la guardo e sorrido di nuovo, avvicinandomi al suo orecchio e sorridendo prima di sussurrare la cosa più sensata che il mio cervello aveva dedotto in più di quattro anni di seghe mentali. << Me le ispiri tu. >> spalanca la bocca, io gliela chiudo sorridendo, mi alzo e vado via, senza voltarmi, anche se la tentazione è forte, troppo forte.
Devo aspettare, devo solo aspettare, darle il tempo di cercare un ragionamento logico, che ovviamente non troverà, dopo di ché: 1… 2… 3…
<< Jake?! >> faccio un sorriso saccente e soddisfatto, mi volto appena verso di lei e mi schiarisco la voce.
<< Si? >> sussurro con nonchalance, fingendomi annoiato.
<< Io… cosa… EH? >> mi abbandono ad una risata malefica e le faccio occhiolino, poi mi volto e ricomincio a camminare, a passo sostenuto.
<< Meg, respira, non ho detto niente di scandaloso! >> ridacchio, consapevole di aver detto la cosa più stupida in tutta la mia vita, ma anche la più bella, maledettamente bella, proprio come lei.

 …Meg… Meg… Meg… Meg… Meg… Meg…Meg… Meg… Meg… Meg… Meg… Meg…Meg… Meg… Meg… Meg… Meg… Meg…

 Una risata sguaiata e un leggero spostamento, affino lo sguardo e prendo coscienza della realtà da cui ero fuggito. La realtà in cui due stupidi, quali Quil ed Embry, mi osservano come fossi una rana sezionata, arriccio il naso infastidito da quegli sguardi inquisitori e li scosto con una manata borbottando qualcosa senza senso.
<< Oh, menomale, iniziavo a pensare che fosse in un coma farmacologico! >> sbotta Quil, voltandosi di scatto e afferrando Meg, che in quel momento si avviava tranquilla verso il salotto, con Wendy stretta tra le braccia. << Secondo te che gli prende? >> in un attimo ci guardiamo negli occhi, perso in quei profondissimi occhi nocciola mi limito a tenere a mente come si respira e ignoro bellamente lo sguardo omicida di Embry, sapere che lei guarda me e non lui, mi fa letteralmente impazzire. Sarà anche perché da quando le ho parlato, dopo pranzo, sono palesemente sulle nuvole.
<< Magari sta solo ideando dei nuovi aforismi. >> sussurra, sorridendomi, soffoco una risata, i nostri sguardi rimangono incatenati, la osservo in tutta la sua buffa bellezza, nei suoi capelli sciolti, ricci e lunghi fino a coprirle il seno, le sue labbra a cuore, stirate in un sorriso lieve.
Socchiudo  gli occhi e li chino imbarazzato sulla solita scatola di biscotti al centro della tavola, sta volta è piena, sorrido di nuovo.
<< Embry? Tu non ti senti son un po’ escluso dal discorso? >> borbotta Quil, in tono beffardo.
Embry fa una smorfia, alzandosi e lanciandomi uno sguardo, che dovrebbe apparirmi provocatorio, ma che in verità non mi susciterebbe niente se non una risata.
<< In effetti solo un po’. >> sussurra rivolgendo a Meg uno sguardo di rimprovero.
Lei annuisce lievemente a una conversazione fatta di sguardi a cui io sta volta non ho preso parte, e dopo avermi lanciato un’altra fugace occhiata segue Embry fuori dalla cucina, con Wendy ringhiante tra le braccia. Se non altro qualcuno la pensa come me su quel playboy.
Quil mi guarda, curioso, grattandosi la base della testa. << Io in tutto questo continuo a non capirci un fico secco. >> alzo gli occhi al cielo e borbotto un “beato te” poi mi reggo il viso con le mani, puntellando i gomiti sul legno consumato del tavolo.
<< Non capisci un fico secco riguardo cosa? >> chiede Seth sedendosi nella sedia prima occupata da Embry. Possibile che nessuno si faccia i fatti propri in questo branco?
<< Allora hai parlato con Meg? >> botta zio Harry, entrando in cucina con una confezione di arachidi tra le mani, subito dopo, vedendo Seth e Quil si ferma e riservandomi uno sguardo di scuse esce lentamente, passo dopo passo, a marcia indietro. Seth tossisce rizzandosi sulla sedia e dentro la mia testa un campanellino d’allarme mi avverte che sono nei casini. << parlare di che? >> balbetta intontito, sgrano gli occhi e mi volto di nuovo verso Quil, che ha un espressione sconvolta e ammutolita.
<< Sta volta credo di aver capito, ma sicuramente è una cazzata. >> si ferma, mi guarda e rabbrividisce, sbarrando gli occhi. << Deve esserlo. P-per forza. >> balbetta, con voce malferma.
<< Oh Cristo! >> urlo, portandomi nuovamente le mani sul viso. Nei casini. Sono nei casini.
<< Jake! >> esclama Seth, allibito.<< … dimmi che non ho capito. >> completa per lui Quil. Li guardo, sforzandomi di sorridere, per cercare di preservare quello che si può.
<< Voi… >> mormoro con una risata nella voce e il risolino da ebete ancora presente. << … voi cos’avete capito? >> Seth sbatte volutamente e ripetutamente la testa sulla tavola, Quil inclina leggermente la testa.
<< Sputa il rospo! >> esclamano ad unisono, il tono di voce non offre scorciatoie.
<< Ma io… >> mi arrampico sugli specchi, poi la suoneria del mio cellulare ci interrompe, ringrazio il cielo e lo afferro, rispondendo con un sospiro, sollevato e rasserenato per aver appena trovato uno buona scusa. E Jacob vince ancora! << Pronto? >> dico, con una voce tranquilla e chiara.
<< Jacob, l’ho visto, tra più o meno tre ore oltrepasserà il confine con il Canada e domani alle sei e un quarto attaccherà Bella. >> ammutolisco e prendo un respiro sentendo la testa girare, sta volta attonito dalla velocità delle cose, annuisco e guardo il soffitto. Stringendo il pugno così violentemente da evidenziare le nocche.
<< Va bene, arriviamo subito. >> chiudo la chiamata e osservo Quil e Seth. Non so che altro dire, che altro fare, deglutisco a vuoto per il nervosismo e mi sollevo dalla sedia chiudendo gli occhi.
<< Dobbiamo andare. >> urlo, rivolgendomi ai licantropi presenti in tutta la casa.
In risposta sento solo la Tv spegnersi e la porta spalancarsi, poi un ululato convince tutti gli altri a correre verso l’uscita. Ci siamo. E’ ora.

-------------------------Valentina’s Space-------------------------

So che faccio finire i capitoli sul più bello!! XD ma il prossimo riprenderà proprio da questo punto! Voglio lasciarvi un piccolo spoiler, così, per aumentare il vostro istinto omicida nei miei  confronti !! XD
Spoiler
<< Non credevo che James potesse arrivare a tanto. >> dico riluttante, stringendo maggiormente Bella al petto, mentre guardo Edward mordersi il labbro e scuotere la testa alle richieste di Carlisle. Deve morderla. Non può lasciarla trasformare. Sarebbe un mostro.
<< Edward, fallo, ora. >> sussurro, guardandolo fisso negli occhi. << Sei scappato per tenerla lontana, ma a cosa è servito se ora diventa come te. >> continuo e chino lo sguardo su di lei,  le stringo la mano e affino gli occhi per il malessere che mi da vederla così, mentre balbetta frasi disconnesse, il dolore lancinante è evidente sulla sua faccia, una sola parola esce chiara dalle sue labbra livide: Brucio.

 Alllloooora!!! XD mi odiate ehhh??? Un bacio careeee!! XD

 
Rispondo alle recensioni

 DarkQueen_: Ammore!! ^^ senti, Jake e mio!! *_* tu… tu… tu tieniti Edward!
Postato più presto che ho potuto mia padlona !! xD ti ammmooo…. E ricorda: W TYLER ù_ù

 Ed4e: tesoroooo MA SAUUU!! … -.-“ tranquilla, non sono febbricitante è il latino che mi da alla testa XD
Jake non sta male fisicamente, ma, molto semplicemente, se la fa addosso dalla paura! XD
Come vedi però, in questo capitolo veri Jacob fartire all’arrembaggio ;) che succederà nel prossimo capitolo??? O.O
UMMMH… lo vedremo nel prossimo capitolo ù_ù XD
Un Bacio grande grandissimo tesoro!!! ^^ alla prossima recensione, ti adorooooooo,Vale.

 dafne891: Ciao :)
Visto!!! Nel prossimo chappy torna Edward, contenta? XD
Ci sarà la lotta tra Edward e Jake, penso… e il cuore di Bella c’entrerà in un senso un po’ perverso, non quello che in tendi tu… che dici? Sono stata troppo chiara?? XD
In questo momento immagino proprio la tua faccia contorta dal dubbio mentre provi a capire cosa sto cercando di anticiparti!! XD
Ricorda però! Niente è certo ^^ scrivo al momento, non c’è niente di pianificato! Alla prossima rec, BACIO! Vale <3

 morgana92: Ohi Morgana! Pensavo di averti persa!! XD
ma sei qui, ed è questo che conta ;)
Grazie per il complimento sulla mia malvagità!!! *-* lo so, ci godo ad essere sadica!!! xD
Allora che ne dici dello spoilerino!!! *-* fammi indovinare… SADICO?? xP
UN BACIO, ALLA PROSSIMA REC <3

 Kaida Seleny: Benvenuta!!! ^^ si, sapevo che leggevi già, grazie tantissimo per i complimenti!! *3*
Ecco il capitolo, che ne dici?? ^^ fammi sapere se continua ad essere appagante! :)
Un bacio, Vale.

 mary96twilight: Anche io sono una Jacob for Meg, ma non ci voleva un genio a capirlo, eh? xD
Dal prossimo capitolo sarai contenta di sapere che tra Jacob e Meg le cose si ravviveranno un po’ MA NON DICO ALTRO!!! xD
Jacob? Penare? *-* perchèèèè povero cucciollloooo!!!
Ma tranquilla, penerà anche se è il mio cucciolo ù_U
Che ne dici del capitolo??? *-* fammi sapere, Baci Vale.

 
Marty95:
Hola!! :D Tranquilla per l’altro chappy, ora sei qui! ;)
Che ne dici dei passi avanti che fa Jaki?? *-* lo so, sono decisamente fatti per stare insieme, sono così coccolosi insiemeeee… ma non perdiamoci in ciarle XD
Embry fa ingelosire Jacob, cacchio mi leggi nel pensiero!!! Visto come ringhia il nostro cuccioletto XD ma non lo attacca perchè poi Meg si arrabbierebbe con lui…
Tanto due cazzotti se li daranno *-* Adooooro la violenza ù_U
Ovviamente niente di eccessivo, solo i due cavalieri che si battono per la virabile donzella ;)
Ammettilo!!! XD non ti fa impazzire questo Jacob a cui non interessa realmente Bella? Io ne vado pazza! E’ una soddisfazione vederlo trattare Bella come Bella tratta lui nel libro di Zia Stephy!
Ecco l’altro capitolo, che ne pensi?? Fammi sapere! Baci, Vale. <3

 

 

 

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Capitolo 13
*** \\ 12.Te lo dico ora, visto che magari non tornerò (1°parte) ***


Capitolo 12

Prima parte

Te lo dico ora, visto che magari non tornerò

Jacob

<< Aspetta, Jacob, aspetta! >>
Un momento prima uscire per la porta una piccola e possente stretta mi afferra il polso, mi volto e la guardo, il suo viso è un mix tra preoccupazione e disorientamento.
Le accarezzo istintivamente la guancia e prendo un respiro stringendola in un piccolo e veloce abbraccio, le labbra mi formicolano e repentino le indirizzo sulla sua guancia, per un breve saluto e una rassicurazione che in quel momento i suoi occhi mi chiedono.
A quanto pare anche lei vuole baciarmi la guancia con altrettanta velocità e con un equivoco di movimenti le nostre labbra si incontrano per un millesimo di secondo, il cuore prende a battere come se volesse uscirmi dal petto. << Scusa. >> sussurriamo nello stesso istante, poi sorridiamo, è talmente bella così: tremendamente rossa, tremendamente tenera, tremendamente Megan.
Mi sento tirare per la maglietta, ma rimango indifferente di fronte a lei, le bacio la fronte e chiudo un attimo gli occhi, assaporando il momento, che se pur piccolo, è necessario, almeno per me. << Torno subito. >> le sussurro all’orecchio.
Lei mi stringe in un abbraccio possessivo, soffoco una risata. << Lo dici come se stessi andando a fare la spesa! >> farfuglia, affondando il viso sul mio petto.
<< Allora fai finta che sia così… >> dico sorridendo beffardo, mentre un altro strattone mi scuote appena le spalle.
<< Datti una mossa, latin lover! >> scuoto la testa sorridendo e sciolgo l’abbraccio dando un colpo sulla nuca di Paul, poi mi volto di nuovo.
<< Torno. Subito. >> ripeto in tono severo, sottolineando per bene le parole, lei poggia la schiena al muro e annuisce, per poi abbassare lo sguardo, sospirando, controvoglia, le do le spalle e raggiungo gli altri con tre grandi falcate, per poi proseguire tutti insieme, ma a differenza di poco prima, non si sente più il rumore pesante dei piedi umani, ma quello agile e secco delle zampe ferine.

Tu, io… Jake!! cazzo dobbiamo assolutamente parlare...?!
Emetto uno sbuffo dal naso e tossisco un guaito fermandomi davanti casa di Bella con una frenata decisa, sento gli artigli strisciare contro la terra umida del giardino di casa Swan, fiuto l’aria, cercando di individuare l’odore del succhiasangue, anche essendo irrespirabile l’aria intorno ai Cullen, il loro odore è migliore di quello dei vampiri che si nutrono di sangue umano, e questo mi aiuta e mi rassicura, perché di quella traccia olfattiva non c’è ombra.
Seth… sono cavoli miei!
Penso, un po’ più tranquillo, cedendo dallo stare guardia e stendendomi a pancia sotto sul piccolo prato verde, distrutto dal nervosismo, dalla smania di averla ancora accanto, ma camuffo il tutto facendo scorrere continuamente nella mia mente immagini del pomeriggio passato a correre, giocare a baseball e schizzarci con i bicchieri pieni d’acqua potabile… insomma, dei buon motivi per riempirmi la testa e tenere lontani gli altri dai miei veri pensieri.
Cosa? Tu! Oh no, signorino Dico–Non–Dico! Ora ci racconti tutto!  – pensa Leah, facendo un ululato stizzito.
Non ho niente da dirvi! – ringhio, scodinzolando spasmodicamente a destra e sinistra, per scaricare la tensione, aspetto che Alice esca, devo informarci per forza, e purtroppo nella mia pelliccia da lupo non ho ancora fatto cucire delle tasche, né sono momentaneamente fornito di pollici opponibili, il ché renderebbe problematico usare il cellulare. C’è una sola soluzione: uscire, parlare … e magari far sviare il discorso!
Ragazzi, non è il tempo per le chiacchiere da the, concentratevi su altro!  – pensa Sam, rivolgendomi uno sguardo pieno di comprensione e storpiando il muso in una smorfia che scopre leggermente i denti, la identifico come un sorriso e ricambio, per quanto difficile possa essere farlo. La mimica facciale dei lupi è impossibile da gestire, così diversa da quella umana, per non parlare delle parti aggiuntive come la coda: E’ imbarazzante e porta tante noie. ‘Dio solo sa quante volte mi sono pestato da solo quella cazzo di coda, che praticamente non serve a niente di niente!
<< Siete arrivati! >> urla una voce, quella di Bella, la porta si apre e la vedo correre fino a gettarmi la braccia intorno all’enorme collo peloso, affondando i viso sulla pelliccia della mia schiena. Riesce a distinguerci anche sotto le sembianze da lupo ormai, la sento tremare, la paura è grande per lei, o magari solo dolorosa.
<< Con una buona scusa abbiamo convinto Charlie ad andare a casa dei Clearwater, ma c’è un’altra cosa che devo dirvi… >> sussurra Alice, con tono freddo, sedendosi sui gradini del giardino, appena più giù della porta d’ingresso. << Rosalie ha raccontato a Edward la mia visione, pensa sia già morta, e ora lo vedo deciso di andare in Italia. >>
Bella allenta la presa sul mio collo e punta gli occhi, lucidi, su Alice. << Italia? >> sussurra lentamente. Io mi svicolo dolcemente dalla sua presa e corro trai cespugli, mi da fastidio non poter dire la mia, così mi trasformo, indosso i miei soliti bermuda e torno da loro sedendomi esattamente nello stesso posto in cui ero seduto prima, sottoforma di lupo. << Alice, cosa c’è in Italia? >> chiedo altrettanto freddo, guardo Bella e mi sento morire, come può il solo nome di quel succhiasangue farle così male?
<< I Volturi. >> e se in quel momento avesse potuto piangere, sul viso di Alice sarebbe comparsa una lacrima. Né io e Bella né il resto del branco capisce, quindi ci limitiamo ad osservarla curiosi.
<< Marcus, Aro e Caius, i Volturi, si sono autoproclamati la famiglia reale dei vampiri, si occupano della segretezza della nostra specie. I vampiri possono morire solo per opera dei licantropi o di altri vampiri, crede che Bella sia morta e anche lui vuole morire, ma sa che noi non lo aiuteremo ad avere la morte, quindi va a cercarla da loro. Chiedendogliela, e pregando affinché gliela concedano. >>
I miei muscoli si bloccano e il mio cervello inizia a creare un’immagine di come quei vampiri avessero dato la morte a Cullen. Rabbrividisco e strizzo gli occhi, scuotendo lievemente la testa.
<< Alice non pensarci nemmeno. >> ringhio fermo, capendo  le sue intenzioni.
<< E’ mio fratello Jacob, e poi potrebbe essere un modo alternativo di far perdere le tracce di Bella. >> dice alzandosi dai gradini ed avvicinandosi a me con un movimento che agli occhi umani sarebbe stato quasi invisibile.
<< E tu vorresti farla fuggire da un solo succhiasangue portandola in un covo di vampiri! >> urlo scuotendo la testa e alzandomi a mia volta. << non capisci quanto sei egoista! Rischiare la breve e innocente vita di Bella per salvare quella lunga e dannata di tuo fratello!! Che faccia quello che vuole, è grande e consapevole delle sue azioni. >>
<< Pensa che lei sia morta!! >> urla fuori di se, indicando Bella con un dito affusolato e candido.
<< Dovrebbe pensarla così visto che è andato via! >> intervengo fermando la sua sfuriata e indicando a palmo aperto Bella. Lei afferra sia il suo dito che la mia mano e scuote la testa, poi guarda me, deglutendo.
<< Io vado con lei. >>
Ringhio, guardandola dritta negli occhi. << Bella non essere sciocca, sarebbe come chiedermi di caricarti una pistola da puntarti alla testa. Tu non andrai. >> lei affina lo sguardo, inviperita.
<< Io lo amo! E anche se lui non mi ama più non posso lasciare che i sensi di colpa lo inducano a fare una cosa del genere, perché mi sentirei un’assassina, avrei le mani sporche di un sangue indelebile, che mi condizionerebbe la vita ancora di più, perché se ora lui vuole morire, e solo perché si sente in colpa per avermi lasciata da sola. >>
Stringo la mascelle e anche i pugni, guardandola ancora, con tono severo e tremante dalla rabbia sibilo un altro no. Non può andarsene, non deve, non posso permetterglielo!
<< Jacob sono grande anch’io, ho diciotto anni per la miseria! Qui si parla di Edward! >> urla.
La capisco fin troppo bene, sarei capace di fare tutto per amore, per Lei, se solo me lo chiedesse, ma non posso lasciarla andare via, è pericoloso. << … resta. >> sussurro poco convinto.
Scuote la testa, mordendosi il labbro e mi abbraccia. << Devo dare. >> un filo di voce, quasi impercettibile.
<< Non sei obbligata. >> la stringo. << resta. >> ripeto, socchiudendo gli occhi.
<< No… no, devo andare. >> sussurra, cercando di sciogliere l’abbraccio.
<< Ti prego. >> sussulto, ancora meno fermo.
<< No. >> sbotta fredda, sciogliendo l’abbraccio, << no. >> ripete, sta volta prendendo la mano di Alice. << Io vado. >>
<< Non mi arrendo, lo sai. >> le mormoro, stringendo i pugni e osservandola ancora.
<< Allora vieni con noi. >> sussurra appena.
<< COSA?! >> urlano tutti, compresa Alice, io e lei continuiamo a guardarci, ignorandoli.
<< Pensi che direi di no. >> chiedo, sollevando un sopracciglio, scettico.
<< lo spero. >> sussurra con una smorfia di dolore, << non vorrei mai che tutti quei vampiri ti attacchino. >>
<< Non ho paura Bells, quindi verrò anche io. >> Alice mi guarda, con gi occhi sgranati.
<< Tu non puoi venire! >> sbotta, mettendosi le mani ai capelli, << come giustificherei la tua presenza ad Aro! >>
<< Questi sono fatti miei, non devi preoccupartene, io vengo esclusivamente per tenere d’occhio Bella, non di certo per salvare la sanguisuga, lui non m’importa. >> e detto questo do le spalle a ad entrambe.
<< Va bene, ma io non mi sento responsabile della tua sorte, cane! Bella, prepara l’essenziale in uno zaino! Jacob, fallo anche tu, in fretta! >> e con questo, sento i loro passi svelti salire le scale, la porta si chiude. Sospiro e mi rivolgo al branco.
<< Sam, Embry, Paul dovreste restare qui di guardia. Jared, Quil, Leah, invece è meglio che teniate d’occhio casa Clearwater. Seth, tu dovresti venire con me, per stare con Billy e le ragazze. >> annuiscono, d’accordo con me, guardo Sam, chiedendogli quasi scusa con lo sguardo per aver impartito quelle sottospecie di ordini al posto suo, lui di tutta risposta, fa un altro cenno del capo, annuendo più fittamente.
Faccio un gesto a Seth, per convincerlo a seguirmi, lui lo fa senza il minimo indugio, così corriamo verso casa Black, ed io ho un solo pensiero in mente: Meg.
La porta si apre cigolando e sento i passi svelti e decisi di piedi scalzi sul pavimento in legno del piano superiore. << Jake, Seth. Grazie al cielo! >> urla Meg, felice, lasciando cadere il libro che ha tra le mani e scendendo i gradini due per volta. Si lancia su di me con una forza tale da farmi traballare, la stringo al petto, lasciando che le sue gambe si leghino ai miei fianchi, e sospiro.
<< Vado in Italia. >> sussurro a suo orecchio, stringendo la presa sui suoi fianchi. << Mancherò si e no tre giorni, Edward vuole uccidersi, Bella e Alice vogliono impedirglielo, io vado per proteggerla, devo, lo sai. >> allenta la presa e scende dalle mie braccia, si siede sull’ultimo gradino della piccola rampa di scale e tiene lo sguardo basso, osservandosi con finto interesse i piedi nudi.
<< perché? Alice non è abbastanza responsabile? >> annuisco, inginocchiandomi davanti a lei e curvandomi per raggiungere i suoi occhi e fissarli nei miei.
<< Si, ma il posto in cui stiamo andando, è pericoloso. >> mormoro, sereno, scostandole i capelli dagli occhi, per osservarla meglio, mi alzo e le porgo la mano. << mi aiuti a preparare lo zaino? Devo spiegarti delle… >> mi fermo, grattandomi la nuca, ispiro ed espiro, per poi chiudere gli occhi e fare un mezzo sorrisino, imbranato. << … delle cose. >> lei annuisce fiaccamente e afferra la mia mano, piano ed in silenzio saliamole scale, ritrovandoci poco dopo in camera mia, a rovistare con il viso dentro l’armadio.
<< Bella, lo ama. >> dico tranquillo, all’improvviso, senza motivo, o meglio, il motivo c’è, voglio farle capire che non ama me e che per quanto io possa volerle bene, non riuscirò mai ad amarla, non come amo lei.
Meg sembra capire il messaggio tra le righe, chiude l’anta del mio armadio, mi porge tre magliette e si morde il labbro, in continuazione, scostandosi nervosamente i capelli che le cadono sugli occhi con gesti veloci e tremanti. << E tu? Ne soffrirai moltissimo immagino. >> sussurra, incrociando le braccia e poggiando le spalle all’armadio di legno scuro.
Mi siedo sul lato del letto più vicino a lei e mi massaggio le tempie, facendo uno dei miei respiri profondi. << In realtà no. >> dico, e il tono esce secco, pungente, tagliente.
Spalanca gli occhi, e io mi perdo dentro di loro, accennando un sorriso e alzandomi dal letto, le vado incontro e la vedo appiattirsi sull’armadio, ridacchio e le accarezzo la guancia.
<< In realtà non ho avuto l’imprinting con lei, e non capisco… ti giuro che non capisco, cosa mi abbia spinto a dirti il contrario. >> le sue mani si poggiano sul mio petto, e stringono il tessuto della maglietta blu che indosso, i suoi grandi occhi continuano a fissarmi, indagatori.
Prendo il suo mento tra le dita, e sollevo lentamente il suo viso, fino a fare scontrare le nostre fronti, un altro respiro profondo.
Puoi farcela Black. << Vuoi sapere cosa mi fa veramente soffrire? se tu piangi, ti arrabbi, o se anche ti senti un po’ annoiata: io soffro… solo che, non cambia… per quanto io abbia potuto aspettare e soffrire in silenzio Meg, non cambia niente, e invece desidero che succeda, Dio solo sa quanto lo desidero. Questa però è una scelta che tu devi fare, non posso farla io per te, non sarebbe giusto. Specialmente sapendo cosa pensi di tutta questa questione dell’imprinting. >> mi guarda, sconvolta e scuote lentamente la testa, allentando la presa sul mio petto, annuisco e le tappo la bocca quando cerca di chiedermi una spiegazione: non ha ancora capito, e non ne sono sorpreso, neanche io riuscivo a capire cosa volessi dire con quelle parole, pur avendole pronunciate, come se il mio copione, già pronto e corretto, fosse stato manomesso da una scimmia poco istruita. Idiota Jake, sei un idiota.
<< Quello che sto cercando di dirti e che io, a tredici anni, ho avuto l’imprinting, e l’ho avuto con te Megan, ma non ti vedevo reagire, non facevi niente che mi facesse capire qualcosa, così ho pensato che forse potevi non essere stata assoggettata dall’attrazione che invece… io… ho sempre provato per te. >> anche l’altra mia mano va sul suo viso, e i nostri nasi si sfiorano.
<< Ma anche senza l’imprinting, io sarei ugualmente ossessionato da te. >> trema come una foglia, ormai il mio coraggio sta galoppando, e non ha intenzione di fermarsi, mi sento fragile e forte, ho paura di un rifiuto, però sapere che finalmente quattro anni di menzogne sono state smascherate mi fa sentire decisamente leggero.
<< Meg, non riesco più a nasconderlo, scusa, io… non ce la faccio… e non me ne volere se ora…io… >> la mia voce si affievolisce lentamente, come i miei movimenti in direzione delle sue labbra, deglutisco a fatica, la mia mano le accarezza una guancia, l’altra si posiziona dietro il suo collo, spingendo dolcemente il suo viso in direzione del mio, le labbra si toccano, timide, sospiriamo entrambi, e quando la sento rilassata non posso non fare caso alle immense scosse di piacere lungo la schiena, tra le dita, dentro la testa, che ora è ancora più leggera. Le mie labbra calde strofinano sulle sue quando inclino il viso, e non appena di nuovo si modellano le une alle altre la sento reagire, stringendosi addosso a me con forza e spingendo le sue labbra contro le mie, di tutta risposta, sperando di non svegliarmi dal sogno più bello della mia vita, le lambisco il labbro superiore e le mordicchio quello inferiore, sentendo la sua lingua a contatto con le mie labbra non esito ad aprirle ed approfondire il contatto, appena la mia lingua incandescente esplora il suo palato le esce un sussulto dalla bocca, che fa aumentare maggiormente il bacio. Allo stremo, dopo averle posato due baci fugaci e casti sulle labbra, torno a poggiare la fronte sulla sua, ascoltando i respiri irregolari e disconnessi, che fanno scontrare i nostri petti.
<< Non riesco a capire, se… se avevi paura… perché ora… >> sussurra con la voce scossa dal fiatone.
<< Anche il solo vederti sorridere ed essere felice, starti vicino, mi avrebbe reso sereno, ma poi non mi è più bastato, avrei voluto farti capire le cose con calma, ed ora invece smentisco di nuovo i miei piani, e mi ritrovo qua: ti ho praticamente assalito. Mi dispiace, e solo che…il solo pensiero di perderti mi fa diventare pazzo, vorrei staccare la testa ad Embry, e sinceramente a volte ho fatto gli stessi pensieri su Seth. Non posso nasconderlo, e se non vuoi avere più niente a che fare con me io capirò, capirò e ti starò lontan… >> non finisco la frase, perché malgrado le mie aspettative, le nostre labbra sono di nuovo coinvolte in un bacio mozzafiato.
<< Stai scherzando vero?! >> borbotta, adirata, <<
Mi stai prendendo in giro, che gusto ci trovi? Eh?... quale? >> continua a sussurrare, tra un bacio e l’altro, << pensavo che avessi un minimo di tatto, io… io ti ho visto preferire lei a me, Jacob, non… non dovrebbe essere così, quindi se è uno scherzo per costringermi a parlare, se è una delle tue stupide scommesse per svelare il mio segreto da Pulcinella, sappi che ci sei riuscito! >> e singhiozza, lanciandomi un pugno fiacco sulla spalla. In quel momento le nostre labbra smaniose si fermano, le accarezzo il viso e le prendo le mani, portandomele alla bocca e baciandole.
<< Perché non me lo hai detto? >> sussurro in un soffio, contraendo il viso in una smorfia di dolore e lasciando due linee scintillanti percorrermi il viso.
Mi vuole anche lei, quasi non ci credo.
<< Tu perché non l’hai fatto? >> mi chiede flebile, capendo cosa intende abbasso lo sguardo e mi porto le sue braccia intorno al collo, sorrido, lieve, scosto una delle tante ciocche di capelli dal viso e faccio incontrare le nostre labbra, sta volta però il bacio è piccolo, semplice, di una dolcezza infinita.
<< Ora devo andare… >> sussurro, controvoglia, lei annuisce e allenta la presa sul mio collo, ma io non la lascio e le bacio di nuovo le labbra, sospirando, << Appena torno… >> e qua la mia voce indugia. <<…ti spiegherò tutto per bene. >>  sorrido e le accarezzo i capelli. << promesso. >>
Alza gli occhi al cielo. << spero solo che non sia una promessa da marinaio. >>
<< Pensi che non ti racconterei tutto? >> gli chiedo, inclinando la testa.
<< No, parlavo del “tornare” >> ammette con una smorfia di sofferenza, la imito a ruota, colpito ed affondato.
Per compensare il silenzio che si è creato la cullo appena fino a quando il suono di un clacson mi fa sobbalzare e l’odore pungente di Alice raggiunge il mio naso. << Devo andare. >> borbotto.
<< Torna presto. >> bisbiglia appena, con la voce appannata dal pianto. Stringo i denti, perché cavolo deve chiedermi sempre la cosa più azzeccata?!
<< Ti amo. >> le sussurro senza rendermene conto, lei spalanca gli occhi, ammutolita, << non ti sto chiedendo di rispondermi, però pensaci. >> rido della sua reazione, sulle sue labbra, e dopo un altro innocuo ed essenziale bacio con uno slancio scendo giù dalla finestra, zaino in spalla. Si va in Italia con il cuore al culmine di felicità e la testa straripante di preoccupazioni.
In realtà, non le ho promesso di tornare, e le ho detto tutto proprio per questo, perché potrei anche non tornare, potrei morire.
Sospiro lanciando un’ultima occhiata fugace alla finestra illuminata di camera mia, apro la portiera e siedo sul sedile accanto la sanguisuga, sento i chilometri staccarmi da lei, chiudo gli occhi con la consapevolezza che ormai una bolla di sentimenti la tiene lontana da qualsiasi altro licantropo, vampiro o ragazzo che sia, sorrido e non ci penso più, in quel momento il pericolo, i problemi, Bella, Cullen–kamikaze e i vampiri italiani non mi preoccupano. E posso sembrare monotono o incredibilmente stupido, ma nella mia testa continua a gravitare un solo pensiero, un solo viso. Quello di Megan.

 
To be continued…
 

-------------------------Valentina’s Space-------------------------

 Contrariamente a quello che ho detto prima, il prossimo capitolo sarà eccezionalmente P.O.V. Jacob, e per chi sta cercando lo spoiler… be’, dovrà attendere un altro po’ perché il capitolo era già pronto, ma ho aggiunto delle cose e si è notevolmente allungato. Quindi invece di  farvi aspettare ancora e pubblicare un capitolo di quasi 18 pagine word ho deciso di dividerlo in due parti. *-* avete visto Jake e Meg??? Com’è venuto il capitolo? Sono stata abbastanza brava?? Fatemi sapere. Baci, Vale! 

morgana92: subirti??? Ma ti senti quando parli?! XD io subire te!!! MA FINISCILA!!
È un piacere leggere le tue recensioni, spero che la tua vena romantica stia urlando dalla gioia!!! *_*
Forse hai malinteso lo spoiler comunque, perché Jacob chiede a Edward di succhiare via il veleno, proprio come in twilight, ma forse mi sono spiegata male io. Scusa ==”
Alla prossima rec. Un bacio, Vale
P.s. adoro “subirti” XD

 dafne891: esattamente?! La trasformazione… hai centrato il punto!! XD
Ed e Jaki lotteranno per questo!
Ovviamente ho una scaletta, ma non è niente di ufficiale, come hai già visto basta una revisionata ed ecco cosa succede ad un capitolo che originariamente non mi andava a genio perché trp corto XD
Il problema fondante è che i mio stato d’animo infierisce riccamente sui fatti. A dichiarazione doveva avvenire alla fine del capitolo, e invece eccola qui, capisci cosa intendo? XD spero di si, un bacio, Vale.

 bluesky: tranquilla per il capitolo scorso, non fa niente! Si è ripigliato Jake??? XD aehhhh!!! Mi sa di si!!! XD si è dato una mossa U_U ecco il cappy, un bacio, Vale.

 Ed4e: tesoro!!!! Secondo te com’è il capitolo? Ho corso un po’? Eddy rimane, si, ma questo succederà nella seconda parte del capitolo!! XD si è leggermente allungato e… non temere arriverà!tra Meg e Quil c’è solo un’amicizia profonda come può esserci tra dei ragazzi che si conoscono praticamente da una vita! Niente di più! Quil ha quell’angelo di Claire!!! *-*
Allora,mi raccomando, dimmi che ne pensi, un bacio!!!!

 
mary96twilight:
Jake si è rianimato notevolmente! XD grazie per i complimenti dimmi coda ne pensi di questo!! :) baci, Vale.

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Capitolo 14
*** \\ 12.Volterra...ed io che pensavo di avere dei problemi?! (2°parte) ***


presenze.com
volterra

Capitolo 12

Seconda parte

Volterra… ed io che pensavo di avere dei problemi?!

Jacob

 
Il verde della campagna toscana sfreccia così veloce sotto i miei occhi che tutto sembra una macchia di blu limpido e verde mela, indistinto, ma a quanto pare, non tutti pensano che la velocità sia ancora abbastanza!
 << Questo coso non può andare più veloce! >>  guardo scettico Bella, dal sedile posteriore della magnifica Porsche 911 Turbo che io e Alice abbiamo “preso in prestito” per l’occasione e strabuzzo gli occhi.
<< Bella, stiamo andando a 250 km l’ora, datti una calmata! >> borbotto e sprofondo nei sedili di pelle chiara.
<< Jacob, forse non ti è chiaro, provo a ripetertelo, ascoltami, anzi, guarda il labiale… >> e detto questo si sporge verso i sedili posteriori, indicandosi le labbra con l’indice. << Edward è in  pe – ri – co – lo! >> mi sollevo dal sedile e le pizzico il naso facendole una linguaccia.
<< Sarebbe in pericolo se l’avessero rapito e ora lo stessero minacciando di morte. Il suo si chiama suicidio. Su-i-ci-di-o! >> la beffo, e qua mi becco uno schiaffo, la guardo, truce, e spalanco la bocca, massaggiandomi la nuca. << Bellaaaaa! ringrazia il cielo che… >>
<< Volete smetterla voi due?! >> urla Alice, afferrando Bella per la maglietta e facendola sedere composta con decisamente poca delicatezza. << So che la tentazione è forte e che forse chiedo troppo, ma sarebbe opportuno chiedervi di fare i ragazzi maturi, per una volta? Specialmente tu Bella, sei la più grande metaforicamente parlando, dai il buon esempio! >> ridacchio, mi guarda di sbieco e io le faccio l’ennesima linguaccia, lei vorrebbe rispondere, ma non appena la punta della sua lingua s’intravede tra le labbra, spalanco la bocca ed urlo: << Alice?! >>
La sua frenata brusca e improvvisa fa impallidire sia me che Bella, << Scusa, facciamo i buoni! >> sbotta spaventata lei sventolandosi le mani davanti il viso e  facendosi piccola, piccola contro il sedile, Alice non accenna un movimento, inizio a preoccuparmi seriamente e mi sporgo verso i sedili anteriori, guardandola e respirando di sollievo quando sbatte le ciglia, dopo una buona manciata di minuti. << Hanno rifiutato la sua proposta, e ora vuole… vuole esporsi alla luce del sole, per attirare l’attenzione degli umani, così saranno obbligati ad ucciderlo. >> sussurra atona, lo sguardo ancora perso in chissà quali immagini sfocate che ritraggono il futuro. << Dobbiamo fermarlo, sono le undici e quarantacinque, abbiamo esattamente quindici minuti per farlo. >> ingrana la quinta e quasi non piango quando sento la frizione stridere. Povera Porsche, tutta colpa del kamikaze per amore.
Arrivati al centro abitato una frenata brusca per poco mi fa finire spiaccicato sul parabrezza come un moscerino, causa la lunga coda di auto che procede a singhiozzi, lunga fino all’ingresso della vecchia città,  Alice, suo malgrado, è costretta ad ingranare la seconda, abbassa il finestrino frenetica ed inizia a parlare con un tizio di passaggio, ha una moglie e due figli, tutti rigorosamente vestiti di rosso, dal modo in cui Alice indica la città direi che sta chiedendo delle informazioni , sbalordito affino lo sguardo, cercando di afferrare qualcosa della conversazione, il ché ovviamente è una vana impresa considerando che le sole parole italiane che conosco sono pizza e spaghetti, la succhiasangue parla un italiano senza ombra di cadenza americana.
Dopo aver falsamente sorriso al passante tira su il finestrino e si volta verso di noi. << L’ingresso alle macchine è vietato. Dovrete correre, chiedete di Palazzo Priori o della torre campanaria. Io farò un giro intorno le mura e cercherò un posto poco in vista per scavalcare. Troverete Ed ai piedi della torre, sul lato sud della piazza, si è nascosto in un vicoletto, nell’ombra, sull’angolo destro. Datevi una mossa, non lasciate che si esponga alla luce! >>
<< Palazzo Priori… >> ripete Bella, annuendo e lanciandosi sulla portiera, pronta a scendere appena Alice le avrebbe dato il segnale.
<< Non c’è un altro modo meno trafficato per arrivare? Con tutte queste persone saremo lenti! >> dico grattandomi la nuca e concentrando il mio interesse sull’ondata di pedoni in rosso diretti verso la grande e logora entrata in mattoni di tufo della città di Volterra.
Alice si chiude nelle spalle e frena bruscamente davanti l’entrata, scatenando l’ira di una marea di automobilisti che le urlano insulti, per me incomprensibili.
<< Non lo so, cercherò un’entrata secondaria, voi non pensate ad altro se non a salvarlo, intesi? >> annuisco e mi avvicino anch’io alla manopola dello sportello.
<< Palazzo Priori… >> ripete Bella, facendo dei lunghi sospiri, << Torre campanaria, lato sud della piazza, vicoletto… >> Alice la spintona leggermente bisbigliando un “andate” , non ce lo facciamo ripetere due volte e scendiamo veloci della macchina, afferro Bella per il braccio e inizio a correre trai turisti, tutti vestiti di rosso, il vento fa aderire i vestiti al corpo e mi fa bruciare gli occhi, ma non me ne curo e scosto bruscamente chiunque si pari davanti i nostri occhi, chiunque intralci i nostri passi. Sollevo lo sguardo, e un grande orologio scandisce il tempo in modo pesante e stranamente più veloce del solito. Almeno abbiamo trovato la torre campanaria. Guardo di nuovo l’antico orologio mordendomi il labbro: mancano sette minuti.
Bella, più minuta di me, riesce a raggirare la folla, tenermi per mano la rallenta, così la lascio, e quando il suo viso cerca con sconforto il mio le faccio cenno di correre e le indico il vicolo, dove ho già visto Edward, poggiato sul muro, sorridere beato, forse spera di poterla rincontrare, nella vita che c’è dopo questa, e anche se pensa di non avere un’anima,e di andare dritto tra le fiamme dell’inferno, un po’ ci spera nel paradiso, perché ha amato, perché si è sacrificato… perché è il solo modo per poterla riavere. Si sbaglia però, perché lei è ancora in vita. Cazzo Edward, fermati, non farlo!
Mi volto tormentosamente, cercando qualcosa di indefinito, perso nella strettissima strada, ammattonata con pietre color ocra, come i palazzi. Il  caos mi manda in tilt e i miei occhi adesso distinguono solo il rosso, che regna, presente sottoforma di mantelli, di magliette, sciarpe, stendardi e bandiere, frustate violentemente dal vento, anche sui balconi delle case.
All’improvviso sento un urlo rauco e indistinto, è la voce di Bella, la intravedo dalla folla, sta correndo, ma solo quando adocchio dei signori guardarsi infuriati gli indumenti gocciolanti e intravedendo dei piccoli zampilli d’acqua capisco che correva dentro una fontana, ha fatto la cosa più giusta, la folla è densa, e non c’è nessun’incosciente che in una giornata ventosa di Maggio intralci la strada dentro la fontana, così ha guadagnato tempo.
Torno a guardare l’orologio: quattro minuti.
Altri schiamazzi attirano la mia attenzione, e spintonando due o tre persone mi ritrovo davanti l’entrata del vicolo buio dalle pareti spioventi, Edward mi da le spalle.
Mi sento mancare quando lo vedo avanzare verso la luce e correndo cerco di accorciare le distanze il prima possibile. << Edward?! >> urlo, ma tanto è il baccano intorno che la mia voce si perde.
Lancio un’occhiata al grande orologio, visibile da una feritoia nel muro denso di umidità. Soltanto due minuti.
Lo afferro per un braccio nello stesso instante in cui Bella si getta violentemente su di lui, vedo la meraviglia diffondersi sulla faccia di Edward, più pallida del solito, gli occhi scuri, quasi viola, si aprono increduli, cerchiati da delle occhiaie violacee ed evidenti.
<< Straordinario. >> esclama e accarezzando il viso di Bella sorride. << Carlisle allora aveva ragione. >> poi le bacia la fronte ed il naso.
Alzo gli occhi al cielo e sorridendo vagamente mi poggio al muro freddo e ruvido. Devo ammetterlo: mi fa stranamente piacere vederli di nuovo insieme.
Faccio una smorfia nauseata e mi copro il viso con una mano. Bravo Jake, l’amore ti ha fatto diventare una femminuccia? Perché non piangi un po’?
Noto il luccichio della mano di Edward e mi affretto ad afferrarlo nuovamente per il braccio e strattonarlo fino ad essere inghiottito dall’ombra del vicolo. Mi guarda sconvolto. << Sei morto anche tu? >> io e Bella ci scambiamo un’occhiata e non possiamo far altro che ridacchiare.
<< Non siamo morti! >> gli spiega Bella. << E nemmeno tu! >> borbotta accarezzandolo.
<< Come, scusa? >> sbotta, sgranando gli occhi.
<< Non siamo morti succhiasangue… e tu sei ancora vivo!… metaforicamente. >> farfuglio.
Nel medesimo istante, sentendo dei passi svelti e secchi, io ed Edward ci voltiamo di scatto.
Due figure torve e massicce escono dalla penombra, velocemente mi piazzo davanti Bella, per farle da scudo, seguito da Edward.
<< Buongiorno signori. >> dice Edward in modo calmo e gentile.
<< Aro vuole parlarti, e vuole… incontrare lei… >> dice altezzoso, una voce scura e rauca. Sento Bella dibattersi tra le braccia di Edward, indietreggiando le prendo la mano, per trattenerla dal avvicinarsi agli incappucciati grigi. So quello che vuole fare, la capisco, ma non posso permetterglielo.
Uno dei due si lascia cadere il cappuccio sulle spalle, scoprendo un viso spigoloso e sorridente. << Ma guarda, hai portato a spasso il cane… che bravo. >> solo in quel momento, vedendo il sorriso beffardo e ascoltando il tono strafottente, capisco chi mi trovo davanti.
<< James. >> ringhio, scoprendo i denti. Adesso è Bella quella che mi trattiene.
<< Hai lasciato
Maggie a casa?>> sibila, avanzando guardingo, mi si ferma davanti e accenna un’altra risata, avvicinandosi al mio orecchio. << ... che peccato, avrei potuto… salutarla. >> frenare la rabbia mi risulta impossibile, mi avvento su di lui, ringhiando e tremando, ma un “piantatela” urlato da una voce chiara e infantile mi blocca, e blocca anche lui, sembra spaventato a sentire quella voce, indietreggia e si rimette il cappuccio, io, ancora tremante dalla rabbia mi volto serrando i pugni per trattenermi, e noto un altro cappuccio, più scuro degli altri, quasi nero, apparire dalla penombra, un visetto ingenuo e angelico si presenta davanti i nostri occhi. I capelli lucenti e castani, una bellezza innocente e bianca che solo una piccola dea può possedere, ma, sotto le grandi ciglia folte due occhi cremisi e opachi fanno da alterego alla sua immagine eterea e un ghigno serafico sforma le labbra piene e rosse.
<< Jane. >> sussurra James, come sottomesso.
<< cosa ti avevo detto, James? Sai benissimo che i nostri signori non acconsentono ad un simile rischio… poi dovremmo… uccidere tutti i presenti. >> e nell’ultima frase il sorriso si fa più ampio e maligno, alle sue spalle compaiono altre due figure scure.
La ragazzina serafica sospira, annoiata, ed indicando me e Edward schiocca appena le dita. << Felix, Demetri. Prendeteli. >>
Un tonfo ovattato e un contatto freddo mi fa sobbalzare, Alice è comparsa al mio fianco, e sorride strafottente poggiata al braccio del fratello. << Toccate Bella e io vi ammazzo uno dopo l’altro. >> io e Edward non possiamo fare altro che annuire e seguendoli, attraverso tombini e sotterranei arriviamo davanti una porta in bronzo, sfarzosa e di altri tempi.
Attraversiamo uno dei tanti corridoi tappezzati di quadri antichi e anneriti dal tempo, una grande porta di legno, ebano a giudicare dal colore, si apre al nostro passaggio, spalancandoci davanti un posto fiabesco, quasi irreale, e mentre sento il ticchettio secco e deciso dei tacchi di Alice sul marmo chiaro, presente in tutta la sontuosa sala circolare, percepisco il mio essere di troppo, il mio essere completamente sbagliato: una nota stonata e grossolana tra le altre, raffinate e melodiose.
Un piccolo, altrettanto bello e dannato ragazzino abbraccia Jane, i vestiti di questo però sono diversi, color avorio.
Una spinta possente mi spinge avanti quando rallento il passo, sollevo lo guardo verso il soffitto, alto, una piccola cupola a vetri colora i raggi di luce che lo trapassano in colori tenui, le decorazioni sui vetri sono alquanto insolite, ma non mi meraviglio più di tanto vedendoli, i vampiri sono dei mostri, e quegli orribili affreschi ne sono la prova.
Mi  soffermo a guardare Bella trasalire, intimorita e raccapricciata quando i suoi occhi si posano su uno dei tanti vetri della cupola, decisamente il meno inquietante secondo i miei criteri: un leone, sulla posizione d’attacco, tiene tra le fauci tese per lo sforzo un piccolo agnello sanguinante. Le accarezzo il braccio e avverto la pelle d’oca, lei, come fosse appena rinvenuta da uno stato di coma, scuote la testa e cerca di rassicurarmi con un sorriso tirato, che però ha l’effetto contrario sulla mia preoccupazione.
<< Bentornato Edward. >> mi volto verso la voce e schiudo la bocca per recuperare il respiro. Tre vampiri, seduti su dei troni possenti e anch’essi di freddo marmo chiaro, ci guardano con tre espressioni diverse… noia, felicità insensata, ferocia… << … e benvenuti a voi. Alice, Isabella… Jacob. >> in un istante gli occhi rossi e i visi di porcellana, sicuramente resistenti come l’acciaio, mi scrutano, le espressioni sui tre volti varia ancora una volta: vago interessamento, curiosità, malignità.
<< Vi ringraziamo per aver … assecondato le follie di mio fratello, ma noi ora dovremmo proprio andare. >> dice sicura Alice, indicandosi alle spalle con la tranquillità di chi parla al cameriere di una tavola calda.
Il vampiro seduto a destra stringe la mano in un pugno, accennando un risolino. << Perché questa fretta piccola femmina? Devo pensare che abbiate qualcosa da nascondere o da… tutelare. >> il verbo richiama l’attenzione di James, che ghigna, guardandomi superiore.
Edward stringe le dita fredde e affusolate attorno il mio polso. << Jacob, controllati… >>
<< Se parla di nuovo di Megan, se osa anche solo pensare di farlo… io… >> Edward annuisce.
<< Ti seguirei a ruota se solo non fosse per Bella, dobbiamo essere prudenti, lo sai. >> annuisco e chiudendo gli occhi sospiro profondamente.
<< Licantropi, Edward? >> chiede uno dei tre, quello che ha parlato per lo più.
<< Non esattamente, Aro. >> risponde lui, << è un mutaforma, i licantropi si trasformano solo durante i pleniluni e non sono dei veri e propri lupi, ma degli antropomorfi, i mutaforma invece diventano dei lupi perfetti se solo non fosse per la stazza superiore e possono trasformarsi a loro piacimento… >>
Lo guardo alzando un sopracciglio, con una smorfia di sufficienza. << Ah, davvero? >> sbotto. 
Lui annuisce saccente, poi un ruggito che conosco bene, irrompe nell’aria, fa tremare i vetri, mi libero della stretta di Edward e corro verso l’uscita, ma prima che io possa varcare il grande portone, questo si chiude e le mani fredde di Felix e Demetri mi fermano, bloccandomi i polsi dietro la schiena.
<< Sam! >> urlo, divincolandomi, non riesco a vincere la forza di due vampiri da solo, ma non demordo. Cosa può averlo spinto a venire fin qua? Non di certo la solidarietà verso i Cullen, tantomeno per Bella, non l’ha mai vista di buon occhio, ma allora per cosa?
<< Sam! >> urlo di nuovo, tirando un calcio nel vuoto quando i due vampiri mi sollevano da terra per allontanarmi dal portone, mentre i ringhi e i ruggiti, sta volta di dolore, continuano, e sento il mio stomaco contorcersi e provare una frazione di dolore a quei gemiti e quei ringhi: è mio fratello. Siamo un branco. Spero solo che non ci sia nessun’altro.
<< SAM! >> urlo più forte, vedo una mano bianca circondarmi il collo e stringere la presa, inizio a tossire e afferro il braccio gelato che mi sta strozzando con le mani, stringendolo a mia volta, comincio a vedere tutto appannato e gli occhi lacrimano, i polmoni bruciano, poi un urlo, umano, apro gli occhi, ma non vedo, non vedo altro se non tanti piccoli puntini rossi e bianchi, tiro un calcio debole e chiudo gli occhi. << S… a-am. >> provo a dire, ma l’aria mi manca. Ora anche Bella grida, grida un nome, un nome che conosco, le mie mani iniziano a tremare, il ringhio di Edward rompe l’aria, quello di James mi squarcia l’udito, un altro urlo il cuore…
<< Scommetto che ti fa male! >> mi sibila all’orecchio la vice maligna di Jane, strizzo gli occhi, ma continuo a non vedere, a sentire gli urli e i ruggiti come guaiti lontani, disconnessi, poco chiari.
<< Meg! Spostati! >> sento la voce di Alice, pronunciare quel nome, che fino ad un minuto fa ignoravo, cercando di convincermi che era una mia sensazione sentire le sue urla, ma ne ho la certezza, e adesso saperlo mi da una scarica innaturale, le miei mani tremano ancora di più, all’improvviso non è più respirare la cosa che mi manca, quella che mi fa stare male: lei è prima di qualunque altra cosa. Sento la presa sparire e un respiro affannato sull’orecchio. << Jacob, Jacob apri gli occhi, Jake… amico! >> li apro subito,  mettendomi a sedere e cerco con lo sguardo Meg, dopo aver rassicurato Quil con un cenno della mano. Mi alzo in piedi, la vedo, sotto le grinfie di una vampira dai capelli rossi, ha il viso graffiato, i vestiti strappati. << Jake! >> urla appena mi vede, con un’espressione straziata, << Stapp… uhm!! >> le tappano la bocca, corro verso di lei e ringhio quando un altro vampiro si mette tra di noi.
<< Sono abbastanza forte da ucciderti!! >> urla la voce di Edward alle mie spalle.
<< Chelsea, Alec! Prendete quel cane?! >> Aro, attorniato da degli incappucciati di grigio, da ordini, indicandomi con il dito.
In un secondo, non sento più niente, non vedo più niente, ho la percezione di essere immobilizzato, piantato al suolo, non avverto niente, i miei sensi sono bloccati, paralizzati, annullati.
Resto nel buio, e cerco di muovermi, poi, all’improvviso, riesco a vedere, vedo il viso di Meg singhiozzare, sollevo una mano e la accarezzo << Sto bene… >> sussurro con la voce intorpidita.
<< Resto io con lei, tu vai da Bella… credo che l’abbiano morsa… >> dice Paul, stringendo tra le braccia Megan, tremante.
Mentre corro verso l’altra parte del grande salone di marmo mi accorgo di un grande falò, mantelli grigi sparsi d’ovunque, Aro, Marcus e a Caius sono spariti.
<< Il morso è pulito, devi succhiarle via il veleno. >> e solo in quel momento mi accorgo della completa presenza dei Cullen, arriccio il naso all’odore d’incenso che emana il fumo bianco del falò.
Bella, distesa in un lago di sangue, si contorce, il suo corpo è scosso dal dei tremori, inizia ad agitarsi, i capelli sporchi di sangue attaccati al viso.
<< Bella? >> bisbiglio, sconvolto, Alice mi guarda, la mascella serrata. << Resta con loro… io…. non ce la faccio… >> e si volta, sparendo dietro in grosso portone di ebano.
Le prendo la testa, stringendola al petto e stringo i denti, quando improvvisamente tutto ha un senso: James voleva farmela pagare, ma non voleva uccidere Meg, perché la ama e sapeva che uccidendo me l’avrebbe fatta soffrire… Bella era l’unica che potesse servirgli… per adempiere al suo scopo.

<< Non credevo che James potesse arrivare a tanto. >> dico riluttante, stringendo maggiormente Bella al petto, mentre guardo Edward mordersi il labbro e scuotere la testa alle richieste di Carlisle. Deve morderla. Non può lasciarla trasformare. Sarebbe un mostro.
<< Edward, fallo, ora. >> sussurro, guardandolo fisso negli occhi. << Sei scappato per tenerla lontana, ma a cosa è servito se ora diventa come te. >> continuo e chino lo sguardo su di lei,  le stringo la mano e affino gli occhi per il malessere che mi da vederla così, mentre balbetta frasi disconnesse, il dolore lancinante è evidente sulla sua faccia, una sola parola esce chiara dalle sue labbra livide: Brucio. << Diventerà una vampira… >>  continuo, osservandolo, Carlisle annuisce quando vede il figlio deglutire rumorosamente.
<< No, non così, non ora… no! >> biascica Edward, guardandola sofferente ed accarezzandola. << Bella, amore, mi senti? Ti amo, Bella… ora, cercherò di portarti via il veleno. >> sussurra infine, avvicinandosi al braccio. Lei di risposa si torce, storpiando la bocca e soffocando un urlo. << Spegnete il … fuoco! >> dice a stento.
Respiro a fatica, scambiando una nuova occhiata con il dottor Cullen, dopo un grido di Bella mi fa capire che Edward ha finalmente ceduto alle persuasioni. Chiudo gli occhi e freno il tremore della mascella. Non posso vedere, non posso.
<< Edward, il sangue le serve, così la uccidi! >> spalanco gli occhi e guardo la situazione: Bella non si divincola, il suo volto ora è pallido, il suo viso insofferente, come morto… morto?
<< Cullen! Basta!! >> urlo, strattonandolo. 
Si stacca immediatamente e sgranando gli occhi si porta entrambe le mani alla bocca, sopprimendo un ringhio infastidito. << portiamola a casa. >> dice subito dopo, prendendola in braccio e baciandole la fronte, poi le si china sull’orecchio e ridacchia forzatamente, tentando di farla rinvenire del tutto. << Assisteremo al massacro di Charlie, finalmente scoprirai se la mia pelle è davvero antiproiettile. Non ti lascerò più amore mio, mai più. >>
<< Dove sono finiti i Volturi? Perché non ci hanno attaccati? >> bisbiglia infastidito ed annoiato Emmett, l’armadio di casa Cullen.
<< Erano sprovvisti di guardie e deboli… ma so che ci cercheranno presto… Bella sa troppe cose, ed è un’umana, non le permetteranno di stare in vita per molto, se non sottoforma di vampiro. >> spiega Alice, oltrepassando il salone e facendo alternare i colori opachi delle finestre tra il suo vestito bianco e la patina di fumo che invade la parte superiore della grande sala.  << … ma non è un problema visto che lei lo diventerà. >>
<< Alice! >> ringhia sommesso Edward scuotendo la testa. << Ti sbagli, è solo una visione d'assestamento, passerà… >>
Tutti passano avanti, ed io e Alice rimaniamo indietro, quando spariscono dalla mia visuale mi accorgo che il branco è già tutto andato via, perfino Meg. Guardo Alice e lei sospira.
<< James è morto… e anche gran parte delle guardie volture, stai tranquillo. >> Annuisco e sospiro di sollievo, oltrepassando quella grande stanza, mi riempio per l’ultima volta le narici dello strano odore d’ incenso e mi lascio alle spalle la sala di marmo bianco. E’ finita. E’ finita.

-------------------------Valentina’s Space-------------------------

Chiedo infinitamente scusa x il grandissimo ritardo, ma dovete sapere che sto passando un periodaccio, senza usare mezzi termini vi dirò che sto da schifo x una storia sentimentale e che i miei nonni e mia zia non sono in condizioni di salute molto buone.
Ma ho visto che siete aumentata e che avete recensito in molte, sono molto contenta di questo, vi avevo già preparato l’immagine poco tempo prima di scrivere il capitolo, spero vi piaccia.
Per quanto invece riguarda le recensioni, chiedo umilmente scusa ma devo proprio andare dai miei nonni per i motivi già detti. Perdonatemi, rimedierò. :) e abbiate un po’ di pazienza, il prossimo capitolo (p.o.v. Meg) arriverà, spero molto prima di questo!
Ringrazio le 11 magnifiche persone su preferiti e le 24 su seguite, un mega bacione alle 7 ragazze che hanno recensito (
mary96twilight, morgana92, Ed4e, dafne891, liala90,
 Svampi e Marty95)  e alle 32 che mi hanno aggiunto su gli autori preferiti. Grazie e scusate ancora! VOSTRA Vale :*

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Capitolo 15
*** || 13.“Black ohana” di nuovo al completo, ma anche un cuore spezzato troppe volte ***


 

Capitolo 13

 “Black ohana” di nuovo al completo, ma anche un cuore spezzato troppe volte

Meg

 
<< Sono a casa. >> urla frastornata una voce dal piano di sotto, stropiccio gli occhi doloranti e gonfi di sonno mancato e guardo immediatamente zio Billy camminarmi davanti e riservarmi uno sguardo di rimprovero e compassione.
<< Non scendi con me? >> sussurra indicando le scale, mi stropiccio l’occhio e scuoto ritmicamente la testa, lui sospira e si siede al mio fianco sospirando afflitto. << Meg non apri bocca da quando sei tornata a casa, certo, Jacob è schivo con te ultimamente, ma potresti risolvere tutto parlandoci… >> scuoto nuovamente la testa, facendomi più piccola contro la parete di legno della panca davanti la grande finestra del corridoio e affino lo sguardo scostandolo verso il vetro appannato e bagnato dalle piccole gocce di pioggia, facendo finta che le sue parole non mi scalfiscano quando invece girano il coltello nella piaga e fanno un male cane.
<< Papà? Ci sei? >> urla di nuovo la voce al piano di sotto, sbuffo, sollevando gli occhi verso il soffitto per evitare di far colare sul viso le lacrime da coccodrillo che mi sono meritata. Perché in fondo è vero: ho torto… lui però ne ha quanto me, se non di più.
Lo scricchiolio familiare della porta mi informa che qualcuno sta entrando… o forse che Jacob sta uscendo di nuovo, come ormai da quasi due settimane: dorme, mangia e sparisce per ore.
<< Jacob, dov’è Megan? >> la voce di Embry mi fa rabbrividire, è entrato lui, e vuole vedere me.
<< Non lo so e non m’interessa. >> … ma io non voglio vedere nessuno. Zio Billy lo sa bene, così quando lo guardo con uno sguardo supplichevole lui si chiude nelle spalle e sorride lievemente.
<< Tu non parli? Ti sorbisci le avance di Embry allora! >> e se ne va, spingendosi da solo sulla sua sedia a rotelle. Dovremmo cambiare casa, Emily lo sta già aiutando a cercarne una nelle vicinanze, su un solo piano: nelle sue condizioni non può abitare in una casa su due piani ed è stanco di farsi trasportare in braccio da Jacob.
<< Buongiorno, Come ti senti oggi! >> esordisce Embry, sorride e allarga le braccia facendo una faccia strana, sollevo un sopracciglio e schiudo la bocca, sconcertata, ultimamente somiglia sempre più ad un pessimo animatore da feste per bambini, cerca di farmi ridere o di estorcermi anche solo un monosillabo facendo le cose più assurde. Ovviamente senza risultato. << mmh… che accoglienza. >> borbotta sarcastico, dietro di lui, Jacob mi lancia uno sguardo sfuggevole, pieno di risentimento, io faccio lo stesso, e con uno orgoglioso e umano di lacrime mi volto ancora una volta verso la finestra, Embry si siede al mio fianco e girandomi giusto in tempo verso il suo viso lo intravedo, con lo zio tra le braccia, scendere le scale. Ritorno al viso del clown in fallimento e non trattengo una smorfia nauseata, lui se ne accorge, ma non demorde e sorride un po’ scoraggiato. << Il silenzio e la tua arma più forte. >> gracchia massaggiandosi la nuca con un altro sorrisino imbarazzato, poi si fa serio, mi accarezza la guancia e si avvicina al mio viso, mi scosto bruscamente, infastidita, ma godo come al solito quando sento Jacob ringhiare al piano di sotto. Gli da tremendamente fastidio che mi tocchino, anche se mi ignora. << Megan, capisco che sei ancora terrorizzata per i vampiri e tutto il resto, ma è ora di andare avanti!  Bella sta bene e i Cullen sono tornati a renderci la vita odiosa … >> mi guarda, annuendo, convinto delle sue motivazioni, io gli indico le scale e sventolo la mano facendogli capire di andarsene, come ho già detto però, lui non demorde! << … senti… so che prima o poi avrò l’imprinting e rovinerò tutto… è solo che tu mi piaci davvero Meg, voglio stare con te. >> spalanco gli occhi, non me l’aveva mai detto palesemente, stento un sorrido, imbarazzata, e mi appiattisco contro il vetro gelato sventolandomi le mani davanti la faccia quando tenta di baciarmi.  Non basta essere stata rapita da quella sottospecie di Pippi Calzelunghe immortale? come si chiamava? …ah sì, Victoria! Ed essere stata portata di forza su un aereo per l’Italia? Inseguivamo James che inseguiva Bella che correva da Edward (che al mercato mio padre comprò) come se non bastasse il branco era subito partito in mio soccorso. Quando anche i lupi erano arrivati in Italia la rossa stava quasi per spezzare l’osso del collo a Sam e un gran trambusto di situazioni sovrapposte ha reso tutto confuso ai miei occhi ...e ora anche Embry che mi confessa la sua cotta? insomma, non so se mi senti Dio, ma devo starti proprio antipatica se mi fai tutto questo!
<< Embry! >> urla la voce di Jacob, improvvisamente vicina, apro gli occhi, abbassando le mani, sospiro sollevata, notando il suo volto infuriato: sbatte il piede sul pavimento, nervosamente, e come avevo fatto io prima, indica all’ospite indesiderato le scale. << credo proprio che il tuo piccolo cervello non abbia ancora afferrato del tutto la situazione… >> mugugna esasperato, dandogli uno scappellotto quando lui gli passa accanto scendendo le scale, li guardo andare via e sospiro, alzando gli occhi al cielo, cercando di ringraziare quel Dio che fino a due secondi fa davo per nemico…

Ma lo fai per me o per lui?... comunque sia grazie! Prometto di non parlare più a sproposito! – penso, poi abbozzo un sorriso: non ho mai e poi mai visto qualcuno tenere il broncio e fare l’indifferente con minor successo di Jacob. Semplicemente non è nella sua natura.
Mi alzo dalla panca poggiando le punte dei piedi sul parquet gelato e con passi silenziosi e felini mi accosto alla ringhiera del soppalco, osservando i due licantropi parlottare a bassa voce.
<< … non capisco… perché mai dovresti farlo? >> sibila Embry con tono annoiato, indicando la porta aperta a palmo in su.
<< Perché è quello che voglio, chi sei tu per decidere quel che devo fare? Ricordati che Sam è dalla mia parte! >> bisbiglia, facendo lo stesso gesto di Embry, ma in direzione della cucina.
Embry batte una mano sulla maniglia della porta e soffoca una risatina.
<< Lo fa solo perché è obbligato dalla tua voce da lupo alpha… come tutti ultimamente, non hai visto come sono sceso in fretta? Jacob è inutile negarlo, tu sei il cap… >> in quel momento il ringhio di Jacob interrompe il suo discorso, scuote la testa e afferra Embry per il collo della magliettina azzurra che indossa.
<< Io non sono un bel niente! Sam è il lupo alpha! Sam è il capobranco! e non capisco neanche perché stiamo parlando di questo, tutto quello che ti chiedo è di non fare il galletto con Megan?! >> nel momento il cui pronuncia il mio nome mi tiro indietro e con un passo silenzioso come il primo mi siedo a gambe incrociate nascondendo il viso tra le sbarre lisce e rastremate della ringhiera, in modo da vedere e sentire, ma non essere vista né sentita.
Jacob molla la presa sul poverino, che lo guarda allibito, e sospira vistosamente passandosi una mano tra i capelli.
<< Amico, da quando sei tornato dall’Italia, la tua voce da lupo alpha è forte, non puoi negare la verità Jake, devi solo prenderti un po’ di tempo, capisco che è un incarico importante e hai paura di deludere le persone che ami, e noi ti daremo tutto il tempo che vuoi; ma come lo è stato Billy e come lo è stato Ephraim prima del padre di tuo padre, tu, sei il capobranco… >> sta volta il tono di voce che usa è ancora più basso di prima, capisco bene cosa dice solo osservando il labiale.

Jake… lupo alpha…in effetti Ephraim era un Black… ma non sapevo che anche zio Billy e suo padre avessero ricoperto il ruolo di capobranco.
<< Devo… devo solo … >> balbetta Jacob, non sapendo più dove poggiare lo sguardo, si siede sull’ultimo gradino delle scale e sospira, tirando indietro la testa, << … lasciatemi tempo, d’accordo? >> biascica infine, e dopo aver salutato Embry si abbandona maggiormente sulle scale, sospirando ancora.
Mi sollevo lentamente e decido di scendere con passo pesante e rumoroso, lo schivo per arrivare al pavimento del piano di sotto e vado spedita in direzione della cucina, consapevole del fatto che mi stesse fissando, mi siedo sulla sedia più vicina e poggio il mento sul tavolo, guardando zio Billy intento a leggere delle bollette.
<< Ti va di andare da Charlie nel pomeriggio? >> mi chiede vago, prendendo un sorso di succo dal bicchiere che mi sta davanti il naso.
Lo guardo arricciando un lato della bocca e denego con la testa, lui ride e si massaggia la tempia sinistra. << Meg parla… giuro che non ti sopporto quando adoperi la tecnica del mutismo. >>
<< Già, quale sarà il prossimo passo? Trattenere il fiato fino a quando ti imploreremo di respirare? >> sbotta antipatico Jacob, sedendosi accanto lo zio e stropicciandosi l’occhio con una mano. << mi stai sui nervi quando fai la bambina. >> conclude, sporgendosi verso il tavolo e prendendo il bicchiere di succo per svuotarlo del tutto.
Gli faccio una smorfia arricciando il naso, lui ricambia con un’altra, Billy ride. << Ahhh, i miei bambini! >> sbotta dopo, andando verso l’uscita della cucina, << Fate pace, ora che sapete cosa vi lega mi sembra assurdo fare gli orgogliosi… vi lascio soli, vado da Charlie insieme a Sam. >>
<< A dopo  >> mima Jacob prima di poggiare la fronte sul tavolo e simulare un dormiveglia, io mi sporgo verso zio Billy e gli bacio una guancia. Rimaniamo soli, lo guardo, dopo un po’ anche lui guarda me, mezz’ora di silenzio più tardi allunga una mano e con l’indice traccia il contorno delle mie occhiaie. << non riesci a dormire neanche tu, eh? >> mi chiudo nelle spalle e fermo la sua mano, bloccandola tra le mie, la chiude a pugno stringendo la mia mano destra e sospira.
<< Avrei dovuto dirti il vero motivo della furia di James. >> sussurro flebile, lui solleva lo sguardo e annuisce.
<< Avresti dovuto… è stato orribile capire da solo quello che provava per te, ho il rimorso di non averlo ucciso io. >> sussurra rauco, la sua fronte si increspa. << Anch’io avrei dovuto dirti che l’imprinting con Bella non c’è mai stato. >>
<< Avresti dovuto… >> concludo, abbassando lo sguardo. << … mi dispiace averti mentito. >> sussurro allentando la presa sulla sua mano.
<< Anche a me. >> biascica, lasciando la mia mano per portare la sua a sorreggergli la testa, puntellando il gomito sul legno logorato del tavolo. << Adesso però finiscila di fare la smorfiosa o ti prendo a calci finché non sei costretta a parlare, per implorarmi di cessare la tortura. >> lo guardo scettica e mi sporgo verso di lui poggiando il busto sul tavolo. << Lo prometto. >> sussurro suadente. Gioisco dentro quando lui capisce e si avvicina con naturalezza, poggiando le sue labbra sulle mie e sospirando bruscamente per quel bacio, se pur ingenuo, atteso da due settimane, più lunghe e dolorose degli ultimi sette anni in cui l’ho amato in silenzio.
Chiude gli occhi e mi accarezza i capelli avvicinandosi alla mia fronte e baciando anche quella. << Oggi vieni con me da Bella? >> mi chiede dolcemente.
... e all'improvviso, beng! il Jacob scontroso e antipatico delle due settimane passate si è polverizzato, questo è il ragazzo che amo. << Devo...? >> borbotto docile.
Ride e mi bacia la tempia. << Dovresti… >> sussurra, accondiscendente.
<<…e perché? >> continuo, allontanandomi da lui quel che basta per guardalo dritto negli occhi.
<< Perché non fa altro che chiedere di te. >> rimango interdetta, sollevando un sopracciglio.
<< Ha battuto la testa così violentemente da perdere anche il piccolo neurone assonnato che le rimaneva? >> chiedo lamentosa, alzandomi dal tavolo per andare al frigorifero.
<< Megan! >> mi rimprovera Jacob, ma non trattiene una risatina, << … e hai anche il coraggio di chiamare me stronzo. >> dice scherzoso, poi si alza chiude il frigo con un colpo di fianco e mi prende per la vita stringendomi in modo tale da far aderire perfettamente la mia schiena con il suo petto, e anche se la mia statura non gli permette di stare dritto, ma lo obbliga a curvarsi, sento i battiti del suo cuore scuotermi la cassa toracica, mi beo della vicinanza e sorrido quando il suo viso si accuccia sul mio omero. << Allora vieni con me? >> mi chiede baciandomi il collo.
<< Ho scelta? >> articolo affannata, stendendo il collo come invito a continuare.
<< In effetti no. >> ridacchia, mordendo delicatamente lo stesso punto che aveva baciato, rido anche io, e mi volto facendo scontrare le nostre fronti.
<< …haloa ohana?! >>
Jacob ringhia infastidito per l’intrusione e si toglie un scarpa tirandola in direzione della porta, senza staccare gli occhi dai miei.
<< Ahi, ahi, ahi, ahi! >> si sente poco dopo.
Ma solo quando sentiamo la voce solare e frizzante lamentarsi di dolore capiamo chi è presente davanti la porta.
<< Becca?! >> urliamo voltandoci e saltando letteralmente addosso alla figura alta e slanciata piegata in due dal dolore , Rachel ci guarda poco più in là, sorridendo pacifica.
<< Cosa ci fate qua? >> chiedo allibita guardandole con gli occhi fuori dalle orbite, Rachel si gira verso la sua gemella, guardandola male, Rebecca sorride a mo’ di scusa . << Okay, ci ho ripensato, non voglio saperlo. >> fiato sconfitta, immaginandomi già quali fatti contorti ci siano dietro quelle espressioni.
Rachel squadra il suo fratellino e si lucida l’occhio con una mano. << Jake, di la verità…ti fai di steroidi! >>
Becca annuisce. << Jaki è vero! sembri la versione nativa d’America di Arnold Schwarzenegger! >> io rido, incapace di trattenermi guardando l’espressione esterrefatta e offesa di Jacob, che alza il sopracciglio.
<< Esagerate! Solo perché ora sono più alto di mezzo metro e ho messo su un po’ di massa muscolare! >>
Rachel e Becca si guardano e scoppiano a ridere, poi guardano di nuovo Jacob. << Certo che… se non fossi mio fratello… un pesierino…>>  Jacob li guarda schifato voltandosi sconvolto verso Becca e spalanca la bocca cercando di dire qualcosa, ma alla fine ci rinuncia e scuote la testa sorridendo; io rido a crepapelle poggiandomi allo stipite della porta e sorreggendomi la pancia per le risate. Non cambieranno mai!
Suona la porta, mi raddrizzo per andare ad aprire, Rachel mi spinge dalla spalla facendomi indietreggiare. << Fammi fare gli onori di casa! >> borbotta, partendo a duemila verso l’ingresso.
Mi siedo sul divano e guardo Jacob e Becca inseguirsi per la stanza.
<< Okay, non assomigli ad Arnold! Pardon…vuol dire scusa! Perdono! No…Aiuto?!… S.O.S… Nooo!  >> urla Rebecca, lanciando pugni e calci a vuoto mentre Jacob la massacra con il solletico. Rido anche io. << Megan che ne diresti della solidarietà femminile! >> grida, correndo intorno il divano.
Faccio finta di pensarci, poi mi chiudo nelle spalle. << Nah! >>
Mi guarda male e cerca disperatamente di saltare in piedi sul divano per evitare le mani di Jacob << Rachel!! Aiuto! Aiuto! >> balbetta, scossa dalle risate.
Piano  il riso si affievolisce, di Rachel ancora nessuna traccia, scambio un’occhiata dubbiosa con Jacob, mi alzo dal divano e vado verso l’ingresso. Quello che vedo non mi piace, serro la mascella e strizzo gli occhi. << Oooh-Oh… >>
Inclino la testa, e ignoro il mio cervello, che mi urla di si, si perché ho capito quello che sta succedendo tra quei due… si perché dopo aver passato una vita con il branco riconosco quelle stesse espressioni da tonti totali, da folgorati, da esaltati… imprinting… merda…
<< Paul? >> balbetto, nella mia testa un neurone comincia a bestemmiare, immaginando la faccia di Leah. Una fitta di dolore mi frantuma lo stomaco. Merda, merda, merda. Leah. Non di nuovo.
<< Emh… s-si! … in realtà sono venuto soltanto per… parlare con… >> guarda nuovamente Rachel e sorride. << … tuo fratello. >> balbetta, riferendosi a lei, che ricambia con un sorriso timido, arrossendo.
<< Che ca… ? >> Jacob ha una faccia sconvolta, Becca guarda la scena da sopra la sua spalla ridacchiando ancora, circondata dalle mani calde e grandi di Jake come un sacco di patate.
Si sente un tonfo, segno che Jacob si è lasciato cadere Becca dalle mani. << Dimmi che non è vero. >> sibila portandosi le mani ai capelli. << Con tutte le ragazze di La Push, perché proprio mia sorella!! >> si sfoga, afferrando Becca per il braccio e mettendola in piedi. << tu rimani chiusa in casa fino a nuovo ordine! non farai la sua stessa fine!… >> poi si volta verso Paul, puntandogli il dito contro. << …e tu guarda di nuovo con quello sguardo da panda mia sorella e ti assicuro che non sentirai altro che il bip del respiratore artificiale per un tempo indeterminato! >> faccio a Rachel segno di seguire Rebecca, lei lo fa all’istante, Jacob chiude la porta e si massaggia le tempie, poi spalanca gli occhi e il suo viso impallidisce. << Cazzo, Leah… >> sussurra, passandosi una mano trai capelli, respirando a fatica. << Non a lei, no… >>
Prendo la sua mano, vedendola tremare, lui la stringe e mi bacia la fronte, accarezzandomi il viso con la punta del pollice. << Non sopporterebbe un altro colpo del genere… >> soffia.
Annuisco, poi guardo Paul, anche lui sembra dispiaciuto, uno clacson mi fa sobbalzare, sento una portiera sbattere furiosamente e la sagoma di Leah avanzare irritata sulla soglia spalancata di casa. << Allora? Paul, avevo detto non più di cinque secondi! >> si blocca e guarda la scena, sorridendo.
<< Quanto siete carini… >> lascio istintivamente la mano di Jacob, lui si allontana e si porta entrambe le mani nelle tasche dei jeans, imbarazzati e dispiaciuti. Leah è nostra cugina e sappiamo benissimo come è stata male dopo l’abbandono di Sam.
<< Paul, perché mi fissi così? Ho qualcosa trai denti? >> mi mordo il labbro e mi stropiccio l’occhio, avanzando verso Leah.
<< Leah… forse è meglio se… >> provo a dire, ma lei è più svelta delle mie parole a realizzare un discorso logico. Scuote la testa e guarda fisso Paul.
<< N-no… >> sussurra, sbiancando, accenna una risata, nervosa. << … non fatemi questi scherzi! >>
Jacob si scompiglia i capelli sbuffando, poi la guarda. << Leah, non immagini quanto mi piacerebbe potertelo dire. >> sussurra.
<< No! NO! NO! >> urla, avvicinandosi velocemente verso Paul. << Perché?! DANNAZIONE! >>
Lui la stringe, ma lei si divincola e lo spinge facendolo indietreggiare . << So che non è colpa tua Paul… >> si stropiccia l’occhio e si allontana da lui, indietreggiando in direzione dalla porta. << Lasciatemi… dovete soltanto … lasciarmi da sola. Tutto qui. >> e corre via.
Provo a correrle dietro gridando il suo nome, ma Jacob mi afferra per il braccio, stringendomi in un abbraccio. << Fai come ha detto… ha bisogno di pensare. >>

-------------------------Valentina’s Space-------------------------

Ragazze il periodo è quello che è: zia sta meglio, i nonni mi fanno venire certi infarti che non vi dico e la mia vita sentimentale sembra essersi andata a fare un giro nei pressi di Bora-Bora…A scuola improvvisamente si sono ricordati tutti di un’alunna chiamata Valentina! Ma come maiii interrogano sempre me per prima!! XD Azz!! Cmq, vi confesso che questo capitolo è stato scritto moooolto di getto e … non vi prometto niente di logico visto e considerato che sono un po’ giù e sicuramente si sentirà anche leggendo… Ho bisogno di coccole e stranamente vedo il bicchiere mezzo vuoto… Ma perdo troppo tempo in seghe. Vi lascio alle recensioni, mi dispiace siano calate, ma sinceramente me l’aspettavo, quindi non me la prendo. Bacio. Vale.

P.s. se trovate degli errori non esitate a dirmelo, non ho avuto il tempo di ricontrollarlo.

 Risposta alle recensioni:

 Svampi: spero di essere stata abbastanza chiara nelle spiegazioni degli avvenimenti, tranquilla, l’importante è che tu ti sia ricordata di lasciarmi un piccolo segno della tua presenza :) Grazie e un bacio. Alla prossima.

 Ed4e: Tesoro, ciao, tranquilla per il ritardo, voi dovreste perdonare me.
Grazie per i complimenti, ultimamente riesco a postare solo sotto l’incoraggiamento della mia best, quello che scrivo, non mi convince mai, non capisco cosa succede in questo periodo, la scrittura è sempre stato un punto d’appoggio, e per quanto mi possa sfogare con essa, alla fine il risultato non mi soddisfa.
Un bacio. Grazie di tutto. Vale. Dimmi cosa ne pensi, ci tengo.

 morgana92: scusa per averti fatto aspettare.
Be… diciamo che non sono in vena di far migliorare le cose drasticamente, però… Jake e Meg ora stanno insieme… più o meno “o.O
Beso. Alla prossima, spero di essere più su per poter rispondere alle tue rec. con più vitalità. Vale.

 liala90: ciao, grazie per i complimenti, mi lusinghi, non me li merito, davvero.
Ecco il corso degli eventi, diciamo che le coppie si devono ancora assestare, e come ho già detto a qualcun altro, ci sarà anche Renesmee e inoltre Jake e Bella continuano ad essere migliori amici… poi c’è questo nuovo problema…. Leah … per non parlare della voce da alpha di Jacob.
Ti lascio così, con un po’ di dubbi. Un bacio, alla prossima e grazie ancora. Vale.

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Capitolo 16
*** || 14. Questo ragazzo potrebbe dirmi che l’acqua del mare sa di caramello ed io ci crederei ***


Capitolo 14

 Questo ragazzo potrebbe dirmi che l’acqua del mare sa di caramello ed io ci crederei

Meg

 
 Mi lagno, scacciando via un piccolo ciuffo di capelli dal viso, dopo un secondo sento qualcosa solleticarmi il collo, arriccio il naso infastidita e apro lentamente gli occhi.
Leah dorme tranquillamente al mio fianco, gli occhi arrossati, il viso illuminato fiocamente dall’abat-jour sul mio comodino, la mia mano è intrecciata alla sua.
Tutto è calmo e triste come l’avevo lasciato quando mi sono addormentata, eppure qualcosa continua a stuzzicare il mio collo.
Percorro lentamente li mio profilo con la mano fino ad arrivare al collo: una mano, bollente, morbida, grande. << Hey… >> quella voce, calda e rauca. Sorrido flebilmente e mi volto, incontrando gli occhi rattristati e preoccupati di Jacob. << … scusa, volevo sapere come stava, ma stavi dormendo. >> sussurra sorridendo malinconicamente, osservando le nostre mani, sorrido anche io, intenerita e sempre più contenta della persona che è destinata a stare con me per la vita. Non potevo avere più fortuna: lui è perfetto, in tutti i campi.
La luce giallina e bassa proveniente dalle mie spalle fa brillare i suoi occhi scuri, rendendoli più profondi, se è possibile; i suoi capelli sono ricresciuti un po’ facendo tanti saluti al taglio severo da militare, le labbra piene sono capovolte in una smorfia d’angoscia, il sorriso si è dissolto.
<< Jake, sapevamo tutti che sarebbe successo un giorno di questi. L’avevi detto anche tu… >> sussurro, sollevando la mano libera e sfiorandogli la guancia, al contatto i suoi occhi si chiudono e porta la sua, di mano, a costringere la mia lì dove l’ho posata, come se avesse paura che la togliessi, come se avessi intenzione di farlo. << … Leah è forte, vedrai che supererà anche questo. >> apre gli occhi e li punta nei miei, inclinando delicatamente il capo e sfregando dolcemente la guancia sul mio palmo.
<< Le è già successo, ho paura che affrontare di nuovo una cosa del genere sia il colpo di grazia. >> poi si morde il labbro, << Paul e Sam, sono dei licantropi, e come licantropi devono convivere con la loro natura. Non si ci deve innamorare mai di uno di noi, Harry gliel’avrà detto un milione di volte. >> bisbiglia, chinando lo sguardo, affranto.
<< Io l’ho fatto. >> sussurro, deglutendo a vuoto per raschiarmi la gola, secca.
Accenna un sorriso e si chiude nelle spalle. << Sei stata fortunata, ma il tuo sbaglio era accettabile, dopotutto… chi non si innamorerebbe del mio bel faccino? >> simulo una risata e subito dopo lo guardo trucemente.
<< Narcisista… >> mugugno facendogli una linguaccia.
Solleva un sopracciglio. << Quando parlavi al telefono con Claire ieri non eri dello stesso parare “ E’ così bello… e dolce…” >> cerca di imitare la mia voce, cosa che non gli riesce molto bene visto il timbro della sua.
Spalanco la bocca e mi sollevo cautamente dal letto, svicolando astutamente dalla stretta di Leah, << Tu hai origliato la mia telefonata? >> sbotto, con gli occhi fuori dalle orbite.
Accenna un sorriso e strizzando gli occhi chiude tra il pollice e indice un piccolo spazio.  << Solo un pochino… involontariamente. >>
Sollevo un sopracciglio. << Certo, per puro caso il tuo padiglione auricolare si è spalmato sulla superficie della mia porta. >> borbotto seccata e sarcastica. Alza gli occhi al cielo, poi mi osserva con accuratezza e arrossisce visibilmente, mi curvo verso di lui e assottiglio lo sguardo, sorridendo con il naso arricciato,fa un mezzo sorriso anche lui scuotendo la testa e accarezza le mie labbra con un dito, sospirando lo fa scendere fino al collo, per poi farlo correre sulla clavicola, lungo il braccio, fino a stringere la mia mano. << Vieni fuori. >> mi volto di scatto verso Leah, poi guardo di nuovo lui, combattuta. Sorride. << Non ti trattengo più di tanto… voglio soltanto, averti un po’ per me. >> mi mordo la guancia per sopprimere un sorriso involontario: anche io ho una tremenda voglia di stare con lui e mi sorprendo sempre di più nel vedere come i nostri sentimenti equivalgano, le nostre menti sono l’una lo specchio dell’altra. Annuisco poco convinta e mi indico le spalle con il pollice scendendo dal letto.  << … ma torniamo subito. >> lo ammonisco.
Mi accarezza il viso. << Giuro! >> ridacchiamo e andiamo in punta di piedi verso l’uscita, mano nella mano.
Appena fuori dalla porta osservo la porta chiusa della camera di zio Billy e storpio la bocca. << Dici che è d’accordo con tutto questo? >>
Mi guarda di sfuggita sorridendo lievemente e mi trascina giù per le scale. << Certo che si… Sa benissimo cosa si prova quando si ha l’imprinting, capisce cosa proviamo. C’è passato anche lui... >>
Senza che me ne rendessi conto ero già fuori dalla porta di casa, seduta sul dondolo sotto il porticato di casa, raggomitolata contro il suo petto caldo, infagottata nella mia sciarpa e coperta dal vecchio scialle che avevo sequestrato a zia Sue.
I minuti diventano secondi e i secondi quasi impercettibili, il tempo mi scorre tra le dita così velocemente che avrei voglia di urlargli di fermarsi per poter bearmi del suo amore timido e possessivo senza un limite temporale, ma così non è, il tempo scorre, il silenzio non pesa, le parole neanche, le dita sulla mia schiena sono gentili, il suo alito rovente sulla fronte è essenziale. Il tempo, fermate il tempo… vi prego.
<< Meg… i-io… mi chiedevo se… >> sollevo il viso e schiudo leggermente le labbra, accigliandomi. La sua espressione è poco rassicurante, sembra imbarazzato come prima in camera, è sempre stato un tipo abbastanza timido, ma mai con me, tra di noi non c’è mai stato nessun tipo d’imbarazzo, quell’espressione sul suo viso è nuova per me, e non mi piace.
<< se…? >> soffio appena, dopo aver atteso una risposta che non è arrivata.
<< Niente. Pensavo, insomma, noi… si, noi… cosa, cosa siamo adesso? >> Schiodo gli occhi dai suoi facendo una smorfia impreparata.
Mi ero già chiesta lo stesso così tante volte da aver perso il conto, e non ero solo io a domandarmelo, anche Bella se lo chiedeva. Incredibile, lo so, ma è la verità:
quando siamo andati a trovarla e Jacob è sceso al piano di sotto, mi ha riservato un sorriso forzato, forse il più costruito che ci siamo mai scambiate, e dopo aver stretto la mascella e sbuffato vistosamente, sicuramente nervosa e sempre più egoista e insensibile nei confronti del suo migliore amico, ha accennato un “allora state insieme?”. Ottima domanda, Bella. Che avrei dovuto dirle? “non lo so, sai, siamo stati troppo occupati a tenerci il muso per settimane e salvare la vita a te e ai pipistrelli antropomorfi che ti porti dietro”? certo che no! ho risposto semplicemente con una smorfia che diceva palesemente “colpita e affondata” lei invece, da emerita stronza, è esplosa in un sorriso trionfale da “tanto sta con te solo perché io non sono sulla piazza”.
Ho pensato che avesse ragione, sono perfino stata un po’ male al pensiero di quel che intendeva dire con quel sorrisino odioso, e ogni volta che incrociavo Jacob desideravo chiederglielo, ma non ne ho avevo il tempo: per tutta la settimana sono stata impegnata al progetto extrascolastico T.L.L.D.C. ovvero Tenere Leah Lontana Dai Coltelli (o Dalla Cioccolata).
Ma adesso, con davanti agli occhi quelle guancie rosse e quegli occhi sognanti e imbarazzati, è impossibile pensare che abbia ragione lei. Uno a zero per te, Bellina.
<< io credo che forse… forse… >> dico, inciampando sulle parole e arricciando le labbra.
<< forse… >> balbetta lui, venendomi in soccorso e annuendo, deglutisce a vuoto e volta il viso verso la porta. << …f-forse dovremmo entrare. >>
<< No! >> sbotto afferrandolo per il mento e voltando il suo viso verso il mio. << Jacob ho aspettato quasi dieci anni per sentirmi dire quelle parole… fallo, ti prego. >>
Lui alza gli occhi al cielo e si batte una mano sulla fronte. << Ma così non c’è enfasi! Abbiamo spompato l’atmosfera… e poi… io te l’ho già detto… >> finisce, sorridendo caparbio e sollevandosi dal dondolo.
Lo prendo per il braccio e lo scaravento di nuovo al mio fianco, con un sorriso largo e sgraziato. << Quale gioco stai giocando? Vuoi che te lo dica io? >> sbotto, sedendomi sulle sue gambe per non correre il rischio che si alzi ancora.
Solleva un sopracciglio e infila le mani nelle tasche della felpa che indossa. << Che cosa? >>
Lo guardo deconcentrata. << Credo di essermi persa nel discorso… stiamo parlando della stessa cosa?  >> lui sorride, stende il collo per avvicinarsi e deposita un piccolo bacio sulle mie labbra, accetto volentieri e sorrido appena.
<< Sei così carina quando ti confondi. >> mi sussurra ammiccante.
<< Sei il solito spaccone… >> borbotto e gettandogli le braccia al collo poggio la fronte sulla sua, la presa calda  delle sue mani si stringe intorno ai fianchi e sospira, chiudendo gli occhi. Rimaniamo così per del tempo, il solo movimento è quello delle nostre labbra, che si lambiscono e giocano lente, sento le sue ciglia accarezzarmi la guancia, un piccola brezza ci scompiglia i capelli, ma non sento freddo, sono calda, percepisco il suo calore bruciante ovunque.
Recupero coraggio, rassicurata dalla sua vicinanza, e apro gli occhi, trovandolo intento a scrutarmi.
<< Puoi dirlo adesso, sarebbe perfetto… >> sussurro sorridendo.
Lui soffia facendomi socchiudere gli occhi. << Sono libero di dirlo quando voglio. >> borbotta rauco.
<< Quando arriverà quel momento? >> chiedo, inclinando la testa.
<< Quando sarà il momento più opportuno. >> sghignazza, arricciando il naso.
<< Ovvero? >> chiedo ancora.
<< Ovvero adesso. >> sussurra velocemente, non capisco e lo guardo strano.
<< Credo di essermi persa di nuovo… >>
<< Io no di certo. >> bisbiglia e mi bacia il collo.
Lo stendo in avanti, come sempre, assaporando il suo tocco, le sue parole mi frullano in testa, << Ma… >> provo ad intervenire.
<< Shh… >> sibila seccato, poggia le labbra sulle mie completando il mio annebbiamento mentale e sorride << Ti amo. >> un sussurro impercettibile, sorrido, la testa mi gira, ridacchio, lo bacio.
Non è la prima volta che me lo dice, me l’aveva già detto, quel giorno, prima di partire per l’Italia, ma sentirlo in un momento di quasi normalità e serenità, senza fretta, è decisamente migliore.
Per la prima volta da due settimane sento di essere realmente la persona più importante nella sua vita, quella che può fargli tornare il sorriso dopo una giornataccia, quella a cui pensa continuamente, quella che vorrebbe sempre tra le braccia.
<< Anche io. >> un sussurro ancora più impercettibile che esprime una certezza assoluta, e ancora le sue labbra sulle mie, il suo calore mi avvolge di nuovo. Un’altra certezza assoluta: non sentirò mai più freddo nella mia vita, non se lui è con me, non se i raggi del mio sole personale mi riscaldano la pelle.
<< Bene, ho avuto quel che volevo, ora puoi anche andare da Leah se vuoi. >> metto il broncio, accarezzandogli il viso e non curandomi dei ciuffi ribelli che mi cadono sugli occhi.
<< Ancora un po’… >> mormoro rapita dalla sua bellezza, imprigionata e incantata dentro la mia piccola bolla fiabesca. Mi accuccio sul suo petto rovente e sospiro beata, chiudendo gli occhi. << Perché dovrei accontentarmi dello scaldino se ho te? >> continuo, non riuscendo più neanche ad aprire gli occhi.
<< In effetti hai ragione! sono comodo, caldo, sensuale, bello… >> gli tappo la bocca e soffoco una risata.
<< … narcisista, spaccone… >> continuo per lui, ridacchia e si solleva dal dondolo, tenendomi tra le braccia.
<< Ti porto a letto… >>
<< ‘a io ‘on ho ‘onno…  >> mugugno, sbadigliando.
<< Giusto! E io sono la nonna di Cappuccetto Rosso >> sbotta ridendo.
<< Uhh, nonna… che braccia forti che hai! >> biascico con una vocina infantile, scatenando la sua ilarità, tuffo la testa sul suo braccio, a peso morto e sbadiglio un’altra volta.
<< Okay, ho sonno, mi arrendo. Potami a letto. >>
<< Sempre la solita >> ride, incominciando a salire le scale.

 

                                                       ***


<< E quindi? Poi cos’è successo? >> chiudo l’armadietto ficcando il libro di storia nella tracolla e soffoco una risatina alla vista degli sguardi sognanti di Leah, Claire e Kim, avrò raccontato quella sera del “ti amo” un milione di volte, eppure è già passata più di una settimana e continuano ad essere entusiaste come fosse successo ieri.
<< Gli ho detto che lo amavo anche io. >> sussurro fievolmente e sorrido imbambolata, poggiando le spalle agli armadietti. << Non è stata una di quelle cose eccessivamente sdolcinate, diciamo che… è stata una cosa alla Jacob. >> Kim fa un espressione sdegnata, grattandosi la base del mento.
<< Romanticismo … zero! >> ringhia, poi disgustata mi spinge e apre il suo armadietto, io e Claire ci scambiamo uno sguardo interrogativo.
<< Mmmh… è successo qualcosa, Kim? >> chiede cauta Leah, lei si volta, guardandoci spaesata, poi sbuffa.
<< Jared… non gli piace la mia amicizia con Bella. >> sussurra fievole.
<< Come biasimarlo! >> dico senza riflettere, Claire mi da una gomitata freddandomi con lo sguardo, accenno un sorrisino di scuse e ondeggio la mano in direzione di Kim. << Scusa, continua pure… >> sussurro appena, trattenendo le risate, indietreggio e strappo dalle mani di Seth, che è appena arrivato, una bottiglietta d’acqua.
<< Bé… so che avrei dovuto parlargliene prima, ma litighiamo spesso, non riusciamo a comunicare… io devo dirlo a qualcuno… sennò… >>
Seth sorride ammiccante. << Sennò…? >> fa un occhiolino a Kim e si tira indietro i capelli con una mano, poi sbianca. << Non l’avrai mica tradito?! >>
Leah si volta iraconda verso il fratello e lo spinge. << Evapora bastardino! >> lui scuote la testa e si volta, andando via.
Giocherello avvitando e svitando il tappo della bottiglia e mi siedo su una delle tante sedie a muro accanto la  fila degli armadietti. << Dicevi? >> chiede Claire, dopo essersi accertata che Seth fosse ben lontano. Io svito il tappo e decido di prendere un sorso d’acqua.
<< Io… io … sono incinta! >> sgrano gli occhi e senza fare caso ai passanti sputo fuori l’acqua facendo svuotare le guancie piene. Brutto vizio quello di riempirsi la bocca prima di ingoiare, il tipo fradicio davanti a me che mi fulmina la penserà sicuramente così.
<< Ragazze?! >> urla Claire guardando prima me, poi lei, poi tornando a guardare me.
<< Io non ho colpa! perché guardi me, dovreste accertarvi che io abbia ingoiato prima di sparare notizie bomba?! >> urlo frustrata, lancio un fazzolettino al tizio fradicio sorridendo e scusandomi velocemente, mi alzo e abbraccio Kim. << e tu… si può sapere come hai fatto! >> esclamo cullandola lentamente per consolarla.
<< Allora… ti spiego… quando un ragazzo e una ragazza si vogliono bene, dopo un po’ succede che i baci non bastano più e così si finisce per… >> tappo la bocca di Claire sollevando gli occhi al cielo, però mi accorgo subito che la sua intenzione ha avuto dei frutti: Kim sorridendo scuote lievemente la testa.
<< Abbiamo diciotto anni, capirà, lo amo, lui mi ama… non devo aver paura. Bella mi ha detto che… >>
<< Oh, Misericordia! >> sbotto mettendomi le mani ai capelli, Leah ride, poi sento una presa calda avvolgermi la vita.
<< Briciola, la campanella è suonata da dieci minuti, stavo diventando vecchio vicino quella fontana. >>  conoscendo quella voce suadente e ammirando con allegria i visi sognanti ed eccessivamente sorridenti delle mie amiche mi rendo conto che Jake, versione ragazzo-perfetto, mi ha appena arpionato.
Mi volto e mi mordo il labbro. << Hai ragione, dovevo raggiungerti … è solo che… >> guardo Kim, lei scuote convulsivamente la testa, in automatico il mio sorriso da situazioni imbarazzanti fa la sua comparsa e tanto per intontirlo mi metto in punta di piedi baciandogli il mento. << … emh… L’ho dimenticato, scusa. >>
Lui si chiude nelle spalle e ride. << Ricordi che giorno è oggi, vero? >>
Ci penso un attimo, poi realizzo e mi libero della sua presa.
<< Ohhh no! no! no! no! >> gli punto l’indice a un palmo di naso e tanto per dargli un’idea più chiara lo faccio oscillare a destra e a sinistra, continuando a ripetere dei no secchi e pungenti.
<< Non ho capito… >> borbotta Claire, confusa.
<< Oggi è venerdì, e ogni venerdì Jacob costringe Meg ad andare a casa di Bella. >> spiega Leah con nonchalance, mentre io, imprigionata nella presa salda di Jake, mi divincolo inutilmente.
<< Ti prego… perché mi fai questo! >> piagniucolo straziata, ancorandomi con le unghia al cappuccio della felpa fucsia di Claire.
<< Ummh… convivenza forzata? >> chiede lei, liberandosi dalla mia presa.
Jacob accenna uno dei suoi sorrisini mozzafiato e mi costringe a star ferma, stringendomi entrambi i polsi con una sola mano. << Più che altro è un’integrazione voluta. Potrebbero andare d’accordo secondo me, e anche se sarà l’ultima cosa che faccio, Meg e Bella diventeranno amiche. >>  conclude vittorioso, mi libero e arresa saluto le mie amiche, al turno di Kim le pizzico un fianco, sussurrandole all’orecchio che l’avrei chiamata, scambio uno sguardo d’intesa con Claire, indirizzandolo poi a Leah, per farle capire di tenerla d’occhio, lei annuisce e sorride lievemente, sospiro, prendo la mano che mi porge Jacob e arricciando le labbra lo seguo verso l’uscita.
In macchina c’è silenzio, osservo persa nei miei pensieri senza logica le piccole nuvole farsi sempre più grandi e minacciose con l’avvicinarsi a Forks: è possibile che questo posto sia tanto uggioso? Non dico che La Push sia un paradiso terrestre, ma la temperatura varia di almeno due gradi nonostante distino poco l’una dall’altra.
<< Kim, era strana, litiga ancora con Jared, vero? >> annuisco in silenzio e mi chiudo nelle spalle.
<< Tutta colpa dalla tua amichetta … >> dico neutra, chinandomi verso lo stereo per cambiare stazione radiofonica.
<< Meg questa situazione comincia a starmi pesante. >> dice gravoso, indirizzando il suo sguardo su di me e fermando la mia mano che sollecitava frettolosamente il pomello dello stereo.
<< Non ti va che tocchi il tuo stereo? >> borbotto, ho capito a cosa si stava riferendo, preferisco far finta di nulla, non sopporto litigare per queste sciocchezze, ma quando la difende non posso farne almeno e il mio lato pacato e riflessivo – già piccolo di suo – mi fa tanti saluti.
<< Sai di cosa parlo. Bella malgrado tutto sta cercando di guardare oltre questa vostra stupida avversità, tu invece sembri intestardirti ancora di più. >> mi innervosisco, nonostante questo però continuo a stare zitta, ho già capito cosa vuole lui, è non è di certo fare da conciliatore, vuole soltanto spompare la mezza idea che ultimamente gira per la testa mal funzionate del bradipo maldestro: diventare una Cullen, a tutti gli effetti, da tutte le angolature.
Questo argomento ha suscitato non pochi litigi  tra il branco e i Cullen, e a quanto pare ha frammentato anche la stessa famiglia di sanguisughe tra favorevoli e sfavorevoli. In ogni caso devono tenere obbligatoriamente i loro canini appuntiti lontani dal collo pallido e smorto di Bella, rischierebbero grosso violando il patto dei Quileute, e l’ultima cosa che quei vampiri vogliono è avere il branco alle calcagna, poi c’è Edward, che da solito principe senza macchia e senza paura, fa l’offeso con la sua Bella – addormenta perché la trasformazione sarebbe contraria ai suoi principi.
Molto vagamente ho proposto a Jacob di star fuori da questo casino, lui però ha detto che c’è dentro fino al collo e non può schierarsi, da una parte per non contrariare il branco, dall’altro per non andare contro la sua migliore amica.
E qua entro in gioco io, che diventando l’amichetta del cuore di Bella le consiglierei di rimanere umana, lei , totalmente illuminata dalle mie parole d’immensa saggezza cederebbe e tutti continueremo a vivere felici e contenti… potrebbe funzionare? Le mie percentuali di riuscita sono sotto zero e l’irrealtà dei flash mentali di Jacob mi hanno perfino portata a chiedergli del perché non provasse ad intraprendere una carriera da scrittore di favole e leggende: fate, gnomi, Big–Foot, il mostro di Loch–Ness… Bella e Meg amiche?! Secondo me potrebbe funzionare!
<< Jake, non voglio litigare, non di nuovo. >> lo sento sbuffare e innervosita poggio la testa sulla spalliera. << Io non farò mai da pedina, e sai benissimo che del patto, dei Cullen e specialmente di Bella non m’importa un fico secco, quindi non contare su di me. >> lui frena fermandosi davanti casa Swan, tira con smania il freno a mano e spegne il motore, poi mi guarda.
<< Dovrebbe invece, perché tutte mi riguardano, e se io ti interesso dovrebbero interessarti anche queste cose! >> tiro un calcio al cruscotto e lo guardo sprezzante.
<< Jacob non puoi obbligarmi, lei non si sta lasciando niente di quello che è successo alle spalle, proprio come me, non la sopporto, è non è solo una questione di gelosia, credimi. È lei, lo è sempre stata, non siamo compatibili, ecco tutto… >> poi mi inginocchio sui sedili e gli cingo l’addome, nascondendo il viso contro la sua costola. << … e se pensi ancora che io non tenga a te sei fuori strada. >> mugugno, sento la sua mano accarezzarmi la nuca.
<< Hey, Briciola… >> sollevo lo sguardo e lo vedo perplesso. << … non puoi almeno tentarci, dai tu il buon esempio, magari riusciremo a convincere Bella che quello che pensa è sbagliato, ma tu sei indispensabile, come sempre, mi serve il tuo aiuto, sai essere convincente, per questo l’intero branco conta su di te… ti prego, tentaci. >> annuisco e mi lascio baciare, lui sospira, poi sorride, << Grazie, ti amo. >> sorrido anch’io e staccandomi controvoglia da lui apro la portiera e cammino sul terriccio perennemente umido di Forks, lancio un’occhiata alle mie spalle, dove Jacob mi guarda speranzoso camminando un po’ più lentamente.
Questo ragazzo potrebbe dirmi che l’acqua del mare sa di caramello ed io ci crederei – penso tra me, suono al campanello ed attendo, prima che la porta si apra sento un bacio sulla guancia e un sussurro dolce all’orecchio.
<< Comunque vada, in caso di rissa, tiferò per te. >> rido ed entro in casa.  Avere degli fans in "caso di rissa" mi tira già su di morale!

 
-------------------------Valentina’s Space-------------------------

Hola pulzelle! Eccomi qui, vi chiedo scusa ma tra scuola, reazione disastrosamente allergica e morale atterra non sono riuscita a scrivere velocemente come al solito il capitolo.
Ora sto bene in ogni caso, e anche i miei parenti, grazie a tutte voi per l’interessamento, mi ha fatto molto piacere. <3
Per quanto riguarda il capitolo ditemi cosa vi sembra, purtroppo sto postando in fretta e furia, perché devo correre a studiare matematica, quindi non potrò rispondere alle recensioni, ma vi ringrazio tutte!!! E soprattutto Ed4e che ha votato Meg come partecipante per i personaggi più originali!
Ho scritto una piccola one-shot ispirata a remember me. Ditemi il vostro parere anche su quella, baci, Vale.

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Capitolo 17
*** || 15. Non so perché lo sto dicendo, e sono sicura che me ne pentirò, ma voglio darti una mano ***


Capitolo 15

Non so perché lo sto dicendo, e sono sicura che me ne pentirò, ma voglio darti una mano

Meg

Blocco la mano di Bella sulla spalla di Jacob con un tatto inesistente e sorrido sprezzante guardandola tirarsi indietro e rannicchiarsi sul divano sospirando, come bruciata.
Jacob mi riserva uno sguardo di disapprovazione, io faccio altrettanto e mi aggrappo al suo petto sorridendogli beffarda, lui ricambia e facendo uno smorfia divertita torna a prestare attenzione alla finale di baseball che trasmettono in TV.
Sapendo la tonta è in agguato, senza accennare minimamente a staccarmi da Jake, lancio un’occhiata alle mie spalle, intravedo dalla finestra Edward indicare l’orologio con aria annoiata.
Alzo gli occhi al cielo e tiro una piccola sberla a Bella, indicandole poi la finestra, lei sorride e guarda Jake, lui mi prende per mano e dopo aver borbottato qualcosa sulla partita indecente che stava giocando la sua squadra si alza di slancio.
<< Io, Bella e Meg andiamo a fare una passeggiata fuori. >> finto sorriso a Charlie, sguardo d’intesa a Billy, indicazioni in codice per il branco presente nella stanza.
I ragazzi si irrigidiscono e annuiscono, io socchiudo gli occhi chiedendomi ancora il motivo del mio coinvolgimento in quella storia, ma non appena mi ricordo il viso bello e supplicante di Jake mentre me lo chiedeva mi ricredo. Pagherà interessi a fiocchi, il ragazzo – penso guardandolo maliziosa e trattenendo una risata sotto i baffi.
La porta si apre, Edward e i suoi fratelli sono tutti davanti i miei occhi, la presa di Jacob sulla mia mano si fa più forte e con un piccolo slancio mi fa indietreggiare, anche se il mio avvicinamento ai Cullen è totalmente indispensabile per la riuscita del piano che sta mettendo in atto con il branco, è sempre nervoso e protettivo nel momento in cui me li trovo davanti.
Jacob inizia a parlare, da portavoce del branco, a differenza del solito Sam si è subito tirato indietro dall’opportunità di parlare con i vampiri, Seth mi ha spiegato che Jake deve addossarsi delle responsabilità adesso, ma non mi è del tutto chiaro il contesto. Sarà sicuramente una sottospecie di dovere legato al lupo alpha, perché seppur lui continua a negare, anche io, da umana, lo sento un capo, il capobranco.
<< Il patto non deve essere infranto. >> comincia,  << l’accordo non prevede  clausole che specificano i casi in cui è legittimo mordere o meno… è una cosa sbagliata, e se ignorerete il volere del branco… >>
<< … o è il tuo volere, cane? >> mormora il biondino accanto Alice, Jasper sicuramente, facendo una risata priva di entusiasmo.
<< E’ il nostro alpha e il suo volere è il volere comune. >> mi intrometto caparbia affinando lo sguardo, per niente inquietata dalla sua dote, che conosco e che mi aveva affascinato così tanto da non conoscere segreti per me, ho torturato nonno Quil per anni facendomi raccontare ogni minima sfaccettatura delle loro doti, specialmente su quella di Jasper.
Jacob mi guarda con irritazione e digrigna i denti. << Io non sono l’alpha, fino a prova contraria il portavoce e Sam. >> mormora, e il suo pollice marca il contorno della mia mano, nervosamente.
<< Allora perché qui ci sei tu? >> chiede Emmett, scambio uno sguardo con il grande vampiro, il viso aperto un sorrisino strafottente.
<< Ragazzi dateci un taglio, Jacob ha ragione. >> taglia corto Edward, accarezzando la guancia di Bella con tono di rimprovero. << Amore, anche se volessi non potrei farlo…il patto parla chiaro. >>
<< Ti nascondi dietro quello stupido e vecchio patto, dovreste imparare a guardare avanti! >> mugugna Bella, lanciando uno sguardo languido e smorfioso a Jacob, per cercare di convincerlo. Imbranata, un corno! Quella conosce tutte le tattiche per conquistare un ragazzo, e dire che si sente una sfigata! è solo uno stupido comportamento di facciata per fare la puro d’animo agli occhi di Edward, che a mio parere sta con lei solo perché i suoi pensieri sono un mistero per lui.
Uno sguardo di disapprovazione dal vampiro rosso mi colpisce in pieno: sicuramente si è sorbito tutti i miei ragionamenti.
<< Non cedere… >> sussurro a Jacob per rincarare la dose di adrenalina nel suo corpo e fargli coraggio, senza staccare gli occhi dal vampiro abbracciato a Bella, che ora sorride appena.
<< Mai. >> un sussurro quasi inesistente. Mi lascia la mano e cingendomi la vita con un braccio mi serra al suo fianco. << Non mi voglio dilungare, sanguisughe. Trasformate Bella e il patto sarà sciolto, sciogliete il patto e saremmo liberi di attaccarvi, cosa che non tarderemo a fare, uccidendovi… tutti. >> e dicendo il tutti osserva Bella, che in quel momento sussulta colta di sorpresa. << il branco e la salvezza degli altri prima di tutto, dovete essere leali… nonostante non abbia stipulato il patto di persona voglio che le volontà di mio nonno siano rispettate e voi dovreste sapere l’importanza che lui dava alla faccenda, visto che eravate presenti quel giorno. >>
Detto questo, mi prende nuovamente per mano e girando i tacchi fa per entrare in casa, ma io mi fermo. << Dovrei un attimo parlare con Edward. >> sussurro fievole, lui s’irrigidisce. << Jake, non è niente di preoccupante… sta tranquillo. Entra, ti raggiungo. >> guarda Edward con sguardo assassino, mi bacia leggero le labbra, teso, e  rientra in casa, demordendo dal lasciarmi la mano fino a quando è ancora possibile tenerle in contatto.
Bella segue Jacob dubitante e il resto della famiglia Cullen si disperde nella foresta buia.
<< So che contate su di me, per quanto riguarda il persuadere Bella, ma anche se non ho ancora capito bene il perché, voglio aiutarvi, ovviamente per Jacob. Devi solo dirmi come. >> inizio ferma, il vampiro mi guarda e sospira.
<< Bella non capisce che non m’interessa il tempo, purtroppo. La sua paura è quella di diventare vecchia, la sua paura è nell’opinione della gente che la vedrebbe camminare insieme a me quando il suo corpo la farà sembrare mia madre… ha paura che io non la trovi più attraente. Ecco di cosa ha paura. >>gli faccio cenno di continuare e lo guardo inflessibile << Dice che io sono pronto a sacrificarmi, e lei vorrebbe soltanto donarmi tutta se stessa, com’è ora, per sempre… ed è terrorizzata dall’idea che un giorno, dopo la sua morte, potrei tornare dai Volturi. >>
<< E’ un bel conflitto d’interessi. >> borbotto, lui scuote la testa e si siede sul muretto del porticato di casa Swan.
<< No, per niente. A me non interessa il tempo che passa, e neanche l’immortalità. >> dice fermo.<< Alice l’ha vista come voi, Ed. Quanto pensi potrebbe resistere ancora? Nell’arco di una vita umana succedono più cose di quanto tu possa immaginarti, la tua famiglia non ti lascerebbe morire, loro vogliono che tu sia felice, e hanno capito che un ingrediente essenziale per la tua felicità è lei. >> mi guarda sollevando un sopracciglio e accenna un sorrisino storto.
<< Pensavo stessi dalla parte del branco. >> borbotta, per poi sollevare lo sguardo ed osservare il cielo buio nel mezzo del quale appare la luna, piena.
<< Lo sono, infatti non ti sto parlando da Quileute. Ti sto parlando come penso ti parlerebbe un’amica di Bella, visto che pensate di poter far ragionare Bella e aggiustare tutto così. Con questo non sto dicendo che state sbagliando, non c’è un modo di pensare giusto per antonomasia, devi solo metterti nei suoi panni, poi nei nostri, dopodiché torna nei tuoi e analizza tutti i pensieri che riesci ad acchiappare, facendoli incastrare e combaciare… troverai la soluzione e capirai. >> mi avvicino a lui con un sorriso mesto e gli sfioro la mano gelida, sospirando. << Grazie per aver tenuto il becco chiuso riguardo i miei pensieri con Jake. >> poi mi volto, tirando indietro la mano, abituata al caldo, dal gelo della sua, e vado verso casa.
<< Megan? >> mi giro appena, incontrando i suoi occhi ambrati e torturati, solo ora capisco cosa prova, è amore sincero il suo, forse è questo quello che lo fa sembrare tanto un vecchio bacucco.
<< Cosa? >> sussurro, raddolcita.
<< Voglio solo che lei sia felice, ma chiedermi di dannare la sua anima, è troppo anche per uno come me. Cerca di farglielo capire. >> annuisco e mi chiudo la porta alle spalle.
 Nella penombra di casa Swan, oltre il sottofondo dei tifosi e il parlottare di Billy e Charlie noto Jacob, poggiato allo stipite della porta della cucina, i suoi occhi sono puntati su i me e anche se si nota appena la sua espressione, tutt’una con il buio, capisco che non sta sprizzando di gioia.
<< Hai sentito tutto, vero? >> gli chiedo, incrociando le mani al petto e socchiudendo gli occhi, fiacca e stanca.
Lui si avvicina e mi stringe in un abbraccio, cullandomi. << Diciamo che ho sentito abbastanza. >> mi dice all’orecchio, poi lo bacia.
<< Io non so come avrei reagito nei panni di Bella, ma so che non sarebbe stato facile neanche per me vedere il mio ragazzo rimanere giovane e non potergli dare neanche il piacere di sorridere ogni volta che metto un vestito appariscente. >> biascico, lui soffoca una risata.
<< Meg, a volte sei ridicola. >> soffoca, allontanandomi dal suo petto per potermi scoccare uno sguardo scherzoso.
<< No, Jake, sono realista. >> sbotto, franca, poi sciolgo del tutto l’abbraccio. << Dio mio, dimmi che non sto per farlo. >> gracchio acuta, andando verso le scale.
<< Cosa? Dove stai andando? >> balbetta deconcentrato e infastidito dal mio improvviso allontanamento.
<< A parlare con Bella. >> mimo, salendo le scale di fretta e furia e lasciandolo di sotto, rincitrullito e ammutolito.
Non lo sto facendo davvero, non lo sto facendo davvero, non lo sto facendo davvero.
Busso alla porta di legno logorato e scuro con su attaccato un foglio dove in una scrittura infantile spunta l’indicazione “camera di Bella” e batto nervosamente il piede per terra, ripromettendomi che se al dieci non avrebbe aperto sarei scappata di sotto e avrei mandato al diavolo tutto.
Oh si! Lo sto facendo davvero!
<< Si? >> il viso di Bella spunta dal piccolo spazio in cui ha aperto la porta. Chiudo gli occhi, poi li riapro e stringo la mano in un pugno.
<< Posso entrare? >> balbetto imbranata, indicando la porta chiusa.
Lei sembra confusa, annuisce e spalanca la porta, una volta dentro la chiude, mi sento in trappola, mi guardo intorno spaesata, persa in quella stanza, leggermente più grande della mia, e vinta, mi siedo sull’angolo di letto più lontano possibile alla scrivania, dove un vecchio computer ronzante attira l’attenzione di Bella.
<< Scusa un attimo, rispondo ad un’e-mail di mia madre e sono da te. >> annuisco, poco convinta, e mi perdo a guardarmi nuovamente intorno.
La foto sul comodino attira la mia attenzione, specialmente perché ritrae lei e Jacob che si abbracciano sorridenti.
Sento un moto di rabbia scombussolarmi lo stomaco, ma con un piccolo gesto metto a tacere tutto, voltando fulminea la cornice di polistirolo verso la parete e sospirando soddisfatta, come se avessi tolto un sassolino fastidioso dalle scarpe.
<< Okay, senza tanti giri di parole… ti ha mandato Jacob? >> dice, voltandosi verso di me, io accenno una smorfia disgustata.
<< Jacob è il mio ragazzo, ma questo non vuol dire che mi comandi come fossi una bambolina, se sono qui è solo perché devo parlarti. >> sbotto, incrociando le braccia al petto e sbuffando adirata.
Dentro sogghigno sadica, perché sebbene la mia attenzione sia puntata da tutt’altra parte, vederla sussultare quando dico che Jacob è il MIO ragazzo è una soddisfazione.
<< ti ascolto… >> gracchia arresa, alzandosi e avanzando verso di me, lancia un’occhiata interrogativa alla foto voltata in direzione della parete, ma io faccio finta di niente e prendendo un bel respiro inizio a parlare.
<< Per non so quale scherzo del destino tutti sembrano essere convinti che tra noi potrebbe nascere una “bellissima” amicizia. >> dico ferma.
<< Non penso proprio. >> sentenzia lei, scuotendo la testa.
<< Neanche io. >> intervengo subito. <<… ma pensandoci bene, perché dovrei continuare a litigare con Jacob per te? Sinceramente non ci tengo, anche perché con tutti quei turni di guardia e le visitine alla sua amichetta del cuore ho ben poco tempo da passare con lui e spenderlo in litigate mi sembra assurdo. >> mi fermo, pensando che forse sono uscita fuori tema, perdendomi nelle mie seghe mentali quotidiane.
Lei arriccia il naso e aggiusta con un gesto di stizza il portafoto, puntandomelo addosso come un’arma letale. << Se ti da fastidio la mia amicizia con Jacob mi dispiace, ma le gelosie di una ragazzina non m’interessano. >>
La guardo, sollevando un sopracciglio. << Ragazzina? >> poi scuoto la testa, << Comunque no, mi sono persa in discorsi secondari. Sono solo venuta per dirti che devi rispettare il volere del patto, e dovresti parlare con Edward e ragionare insieme a lui invece di intestardirti … >> poggiando i gomiti sul comodino, con un movimento lento, volto nuovamente la cornice verso il muro. <<…quindi… >> dico, lasciando in sospeso la frase.
Lei solleva lo sguardo dalla cornice. << Quindi? >>
<< So che quello che provi è sincero, io teoricamente dovrei farti ragionare… non so perché lo sto dicendo, e sono sicura che me ne pentirò, ma voglio darti una mano. >> detto questo mi accascio fiacca alla testiera del letto, come se le avessi appena donato più di quattro litri di sangue.
<< Tu? vuoi aiutare… me? >> balbetta, impreparata, inclinando la testa.
<< Si, >> sibilo, poi mi guardo intorno. << … ma nessuno deve saperlo. >>
<< Perché vuoi aiutarmi? >> mi chiede, sedendosi al mio fianco, ancora visibilmente frastornata.
<< Perché tutto è legato tramite un filo! quando tu ed Edward sarete occupati a progettare a puntino la vostra eternità io potrò finalmente godermi la mia piccola e insignificante vita con Jacob, serenamente! >> la trucido con lo sguardo mentre si avvicina alla cornice, ancora voltata verso il muro, lei si arrende e si chiude nelle spalle.
<< Ci sto, ragazza-lupo! >> prorompe, annuendo.
<< Bene, ragazza-vampiro, allora affare fatto. >> ci scambiamo un’occhiata di assenso, mi alzo e avanzo verso la porta.
<< Bella, ricorda, non una parola! >>  e scendo le scale velocemente, respiro a fondo e sorrido rispondendo con un indeterminato monosillabo o un indifferente “niente” a tutte le domande di Jacob.

Volevate l’amicizia? Prendetevi questo!
Durante il tragitto per casa le luci a tratti accecanti e il buio dell’autostrada mi fanno da riparo e la canzone che canticchia Jacob, per quanto sia stonata, è il sottofondo perfetto, nel momento preciso in cui i miei occhi stanno per chiudersi, la mano grande e paterna di Zio Billy mi accarezza la spalla, sobbalzo.
<< Sono fiero di te. >> mi dice sorridendo nel buio, sorrido anche io, affinando lo sguardo come se mi avesse appena dato una pacca violenta sulla nuca.
<< E’ stata grande, pensavo non lo avrebbe mai fatto, invece… >> dice Jacob sorridendo vago con gli occhi puntati sulla strada.
Sento un capogiro investirmi in pieno, nauseata volto il viso verso il finestrino e mi mordo il labbro. << Già. >> biascico.
I sensi di colpa sono leciti: non sto aiutando il branco, sto patteggiando con Bella per raggiungere i miei egoistici voleri, vado contro il patto e sto anche rischiando grosso per quanto riguarda la stabilità del mio rapporto, già solidamente instabile, con Jacob.
Ancora nauseata, ma maledettamente tentata, poggio la mano su quella di Jacob, chiusa sul cambio, lui lascia il pomello e accarezza le mie dita con le sue, lancia uno sguardo furtivo alle mie labbra e sorride.
<< Billy è vecchio, non stupido! >> interviene ridendo la voce dello zio dai sedili posteriori, ritiro la mano e mi raschio la gola, Jake soffoca una risata e scuote la testa. << Ragazzi, non dovete nascondervi, vedervi così mi fa felice… ma avete pur sempre diciassette anni, e a quest’ètà può succedere di correre troppo, per poi, ancora prima di poter rendersene conto, trovarsi con un piccolo marmocchio per casa. >> mi affogo con l’aria che respiro e tossisco poggiandomi le mani sulla pancia, Jacob alza gli occhi al cielo e scuote la testa.
<< Papà, quante possibilità ci sono che possa accadere una cosa del genere?  E poi, diciamocelo, non abbiamo alcuna fretta… d-da quel punto di vista, ecco. >>
<< Intanto Kim è rimasta fregata. >> sbotta apertamente.
Jacob fa una frenata brusca, io sgrano gli occhi e mi volto verso i sedili posteriori, inginocchiandomi. << Te l’ha detto lei? >> gli chiedo, sorpresa.
<< No,  è stata Emily, ed io ero con lei. Voleva sottrarsi dalla strage della sorpresa, così ha deciso di avvisare Jared, per evitare dei comportamenti indelicati con Kim, in modo che potesse poi apprendere la cosa con più calma… l’ultima cosa di cui hanno bisogno è una sceneggiata stile telefilm >> spiega, Jacob mi guarda dubbioso, poi spalanca gli occhi, puntandomi il dito contro.
<< Tu lo sapevi! >> esclama, battendo una mano sul volante.
<< … forse… >> sussurro, imbarazzata, mi volto di nuovo verso zio Billy e lo guardo attentamente, << lui? Come ha accolto la notizia? >>
<< Incredulo, rabbioso, improvvisamente contento, ma più che altro confuso… è corso verso la porta e poi tornato indietro una ventina di volte. >> poggio la testa sulla spalliera del sedile e sospiro.
<< Cacchio. >> gracchia Jacob, riavviando il motore.
<< Almeno ora lo sa, non credo che Kim avrebbe avuto il coraggio di caricarlo con un peso tale. Sai, il loro rapporto è un tantino instabile, ultimamente. >> alle mie parole Jacob sbuffa.
<< Megan, sono legati dall’imprinting. E’ un fattore quasi elettromagnetico… ed eterno! Non è materialmente possibile ignorarlo, non pensi che sarebbe stato più facile per Paul se lo fosse stato? >> mi dice Jacob, poi accenna una risatina nervosa, << … è impossibile che avvenga una cosa del genere, vero papà? >> ma la risposta di zio Billy, quasi scontata per lui, tarda ad arrivare, mi volto, sollevando un sopracciglio, Jacob sbianca. << … papà? >> prova di nuovo, insicuro.
<< In realtà … è successo… una sola volta in più di mille anni. Non credo possa succedere ancora, c’erano dei fattori contraddittori che convinsero i due ad allontanarsi controvoglia, ma senza risultato… poi, un giorno, nella tribù ci fu una nascita, e il licantropo, alla vista della bambina provò un sentimento fortissimo, che sovrastò l’imprinting, per sostituirlo, definitivamente. >> il rombare del motore tace davanti casa, i fari si spengono e il buio inonda l’abitacolo del pick-up Chevrolet di zio Billy, nessuno di noi parla o osa scendere dalla macchina, mi raggomitolo sul sedile e mi mordo il labbro, nervosa. In testa un solo pensiero:
<< Hai parlato di fattori contraddittori… quali? >> sussurro, un lamento sfugge dalla bocca di Jacob, che poggia la fronte sul volante.
<< Lei era una vampira. >> dice con voce leggermente più alta, completando il suo discorso con voce serena. << … Jacob ha ragione, l’imprinting è inattaccabile, non preoccuparti Meg, credo proprio sia stata la famosa eccezione che conferma la regola. Ora… andiamo a letto ragazzi, si sta facendo tardi. >>
In silenzio assoluto Jacob apre la sua portiera e con passi secchi e svelti si dirige verso il bagagliaio, sento il rumore metallico della sedia a rotelle che si apre e poco dopo il portello posteriore, sospiro e strizzo gli occhi, aprendo il mio sportello e poggiando i piedi sulla ghiaia umida mi stringo su me stessa e arrivata al  porticato apro la porta di casa, la fermo con il sasso a forma di gufo che siamo soliti usare in modo da permettere alla sedia a rotelle un’entrata senza intralci e salgo lentamente le scale.
Afferro il telefono e digito velocemente il numero di Kim. Suona.
<< Pronto? >>
<< Kim? Tutto okay? >>
<< Si, è tutto apposto, sta tranquilla. >> dice, un sorriso nella voce.
Tiro un sospiro di sollievo. << Ci sentiamo domani allora, ti voglio bene. >>
<< Anche io. Buonanotte Meg. >>
<< ‘Notte Kim. >>
 

-------------------------Valentina’s Space-------------------------
Scusate, scusate, scusate, scccuuuusate!!Per ora, so che vi chiedo troppo, ma siate pazienti, la scuola sta per finire e sarò tutta vostra, devo impegnarmi al massimo per ora, e non ho neanche tempo per guardare il pc.
La storia vi annoia? C’è una calo pazzesco delle recensioni  e non ho idea di ciò da cui è stato provocato!
Y_Y che peccato !!!!
Cmq ditemi che ne pensate, ora la situazione inizierà a farsi leggermente più complicata!! Rispondo alle recensioni! Bacio Vale ;*

Recensioni:

 dafne89: Grazie per la comprensione!!! >__< sono davvero stanchissima ultimamente, e confusa, non so che fare prima -.-“
Bella e Megan che “lavorano” insieme!che ne dici?? O.o durerà?
Cmq mi sa che hai un po’ di confusione! XD Meg e Jacob hanno avuto l’imprinting, quindi teoricamente Jacob e Renesmee non possono averlo! TEORICAMENTE, ripeto! U_U basta! Ti dico sempre troppe cose! XD
Mi piacerebbe sentirti su msn, ma come vedi il tempo mi viene meno >__< però ti penso! ;)
Bacio, Vale. Fammi sapere! XD

 
Ed4e: tesoooro!! Sai che mi sono resa conto di non sapere il tuo nomeee!! O.O”
A parte questo XD … nel prossimo capitolo ci sarà quasi sicuramente l’arrivo di un elemento odiato penso da tutte XD e mi ricongiungerò alle vicende di New moon, completandole, per poi attaccare in quarta con Eclipse! WIIII ^^”  Quindi …. “ocio” al dito di Belllaaaaaa *_*
Ci saranno i momenti “<3 Meg&Jay <3” NON TI PREOOOOCCUPE!!! xD
DIMENTICAVO!! casppppita! Grazieeeee PER IL VOTO ^^” ti adoro!
Un bacio, ciauuu!!! <3

 
liala90: *_* lo sooooo anche io li adoro insiemeeee!!! Bella odiosa/pallosa/amorfa ragazza/ prossima sacchiasangue”? HAI FATTO CENTRO! Bravissima! siamo affini allora, e quello che penso anche io di lei!! >__<  ;))
^^” grazie per l’interessamento alla “nostra” salute XD ti ringrazio *3* quanto sei carina!
Botte? Mmmh… penso di si… ti ricordo che … ECLIPSE INCOMBE!!! E se incombe lui incombe anche la BATTAGLIAAAAA *_* sangueee! XD XD ahahahahah
Un bacio! fammi sapere cosa ne pensi dell’alleanza Meg-Bella!! Le motivazioni di Meg mi sembrano ragionevoli! U_U

 

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Capitolo 18
*** \\ 16. Piccoli, grandi, imbarazzati, arrabbiati: Innamorati. ***


Capitolo 16

Piccoli, grandi, imbarazzati, arrabbiati: Innamorati.

Jacob

Le luci rosse e blu mettono in evidenza i capelli ricci, che ondeggiano appena mentre si sporge verso il tavolino per prendere un bicchiere mezzo pieno, sorridendo a Claire e Leah.
<< Ricordami, perche siamo venuti…? >> borbotta Seth, intrecciando le braccia al petto e sbuffando animatamente prima di affondare con la schiena nel tessuto rosso della poltroncina.
<< Perché Jacob ha bisogno di rilassarsi. >> dice Quil, sorridendo al suo bicchiere pieno.
Con non poca difficoltà sollevo lo sguardo da Meg, seduta a due tavolini di distanza, e lancio un’occhiata eloquente a Quil.
<< Grazie? >> balbetto con un sorrisino venuto male, Seth ride, ma si ferma subito squadrandomi.
<< Non ho ancora capito che ci fai qua invece di stare con lei. >> poi inclina la testa e con insistenza addita il tavolino delle ragazze.
Sam si siede sul bracciolo della poltroncina, fermando con sguardo seccato il dito di Seth. << Non si indica, Seth! >> tiro un sospiro di sollievo e guardo la pista stra-colma di persone ballare a tempo di una canzone trasmessa così spesso alla radio che -anche non volendo- finisci per canticchiare.
La domanda di Seth era lecita: Perché mi sono lasciato strascinare in un locale di Port Angeles per poi finire stravaccato sulla poltroncina decisamente troppo comoda a guardare Meg lanciarmi occhiatine sorridenti e in attesa?
Facile: Voglio che si diverta, la vedo troppo poco allegra, sorridente, spensierata e affettuosa. Poco Meg, per dirla breve.
Eppure so che non dipende dalla questione dell’accordo tra vampiri e lupi, né dalla mio sopravvento come possibile lupo alpha, né da Bella, né da altri fattori sovrannaturali interni o esterni, tanto meno dal tempo. Dipende da me, semplicemente, forse anche troppo.
Ho altro per la testa? potrebbe essere una battuta con risata assicurata, questa.
Mi da noia?  Che domande assurde…
Ho paura?  Colpito in pieno.
Perché?  Perché mi ritrovo a fare dei sogni decisamente più perversi del solito;
Perché la desidero così intensamente da tirare un freno a mano immaginario quando mi accarezza, e mi allontano come gelato da un gesto che in realtà è puro, senza malizie celate;
Perché ogni volta, quando scherzando la sua T-shirt si arrotola lasciando intravedere l’intimo, il gioco finisce lì, diventando una tortura per me e per lei. La vedo, si sente rifiutata, e non voglio si senta così;
Perché… ho diciassette anni per la miseria, e anche lei. Vorrei crescere, insieme a lei, ma il problema fondante è proprio questo, cresciamo, troppo velocemente, sento come i nostri anni moltiplicarsi in pochi minuti, diventiamo grandi, più tempo passiamo insieme più parliamo, più ci stringiamo, più ci baciamo e … i suoi baci sono una droga che mi fanno perdere lucidità, mi lasciano preda ad ogni istinto, e non voglio essere “Vittima del mio testosterone”. Assolutamente no!
<< Non passate praticamente mai del tempo insieme, Seth ha ragione. Perché non la inviti a ballare invece di fare da imitazione al “pensatore”? >> La voce di Sam e le braccia di Quil, ma specialmente le seconde, mi buttano giù dalla poltroncina e mi convincono ad avanzare verso le poltroncine investite dai colori tenui delle luci.
Mi chino su di lei, che sembra non essersi accorta della mia vicinanza e le bacio la guancia, delicatamente, sorridendo lievemente al piccolo brivido che sento percorrerle per la schiena.

Jake, non pensare, non devi pensare. Il gioco è tutto basato su questo.
<< Hey! ce ne hai messo di tempo. >> borbotta, voltandosi e sorridendo, divertita del suo atteggiamento da “gattino mascherato da tigre”.
Con un cenno del capo indico la pista sorridendo sempre più soddisfatto. Lei annuisce e lancia un’occhiata a Claire, poi si lascia trascinare.
La stringo e balliamo, ridiamo, la faccio girare, poi la musica cambia. E in un attimo, ci ritroviamo a ballare un lento, abbracciati, in silenzio, mi perdo nuovamente nei miei pensieri, lei non sembra farci caso, forse sta pensando. Mi sento così confuso! Com’è possibile avere il cervello annebbiato e lucido al contempo?
<< Davvero, non ti capisco… insomma, è assurdo! >> sollevo il mento dalla sua testa e la guardo, stranito, per un attimo avendo paura che avesse sentito la mia domanda mentale/esistenziale.
<< Parli con me? >> balbetto, inclinando la testa, lei si chiude nelle spalle e prendendomi per mano mi fa avanzare tra la folla di coppie ondeggianti fino ad una porta nera che sicuramente è un’uscita di servizio, spinge con rabbia la maniglia antipanico e la spalanca, per poi chiuderla con altrettanta irruenza.
<< Si, parlo con te! >> e la sua espressione da adirata si fa fragile e rattristata. << … c’è qualcosa che non va? … intendo dire, in me… >>
Scuoto la testa e ripeto un “no” deciso e quasi arrabbiato, stringendola in un abbraccio e accarezzandole il viso, mentre la mia testa mi da dell’idiota. << Cosa non dovrebbe andare in te, Meg? >> sussurro, con tono strozzato e quasi derisorio, come se la sua domanda fosse una battuta.
<< A volte, non so, forse non sono abbastanza … >> la fermo, sollevandole il mento con l’indice in modo da poter far sfiorare le nostre labbra con cautela, inevitabilmente sospiro alla fine di quel contatto, maledicendomi subito dopo per averlo fatto. Mi decido a reagire da adulto, o a provarci almeno, e le punto un dito contro.
<< Sei tu quella assurda se... >> riesco a dire, prima di essere interrotto dalle sue labbra, che si muovono sulle mie timide e desiderose. Sospiro ancora, poi rido appena divertito e incantato dalla sua tenera foga, tra un piccolo bacio all’altro, perso in quella timida e inconsapevole sensualità, sorrido quando si stacca e le accarezzo il viso, guardandola negli occhi. << Dicevo, sei tu quella assurda se pensi di non essere abbastanza… qualcosa! Non potevo chiedere di meglio, lo capisci? Da quando stiamo insieme, sono il ragazzo più felice del mondo e… il mio unico problema è quello di… di desiderarti, in modo diverso da quello in cui sono abituato farlo di solito… non voglio… obbligarti, ecco. >>
Mi fissa, adesso consapevole, e annuisce incerta, mettendosi sulle punte per arrivare alle mie labbra e accarezzarle con un bacio, stringe le braccia al mio collo e nasconde il viso sulla mia spalla.
<< Credo sia ora di mettere in chiaro delle cose. >> dico stringendola.
<< Lo credo anch’io. >> sussurra, lasciando che le mie mani si posassero delicate sui suoi fianchi, in modo da sentire la pelle d’oca attraverso la stoffa leggera dalla sua maglietta.
<< E lo faremo, ma non qua. >> indico la macchina di Paul e sorrido imbranato lasciando penzolare le chiavi dal mio dito. << Land-Rover? >> domando, ammiccando per sdrammatizzare.
Lei ride, mi sento sollevato nel vedere il suo sorriso. << Come sempre. >> dice afferrando la mano che le porgo.
Ed in un attimo eccoci di nuovo a fissare la piccola Tour Eiffel ondeggiare indecisa tra destra e sinistra, le onde del mare agitato di First Beach le fanno da sottofondo.
<< Allora... >> dico schiarendomi la voce e puntando lo sguardo verso il finestrino, imbarazzato.
<< Io, non ho mai fatto sesso. >> dice d’un fiato Meg rompendo la piccola frazione di silenzio, mi volto di scatto e la vedo arrossire, scosta lo sguardo.
Mi sento mancare l’aria per l’impatto diretto e decisamente impacciato sospiro. << Neanche io. >> dico e capisco il motivo del suo imbarazzo. << … tu pensavi che io avessi già…? >> provo a chiederle, la vedo arrossire ancora, sbuffa e annuisce. Sollevo gli occhi al cielo e mi avvicino a lei, baciandole la guancia. << Perché? >> domando curioso, lei arriccia le labbra, scuotendo la testa, di nuovo adirata.
<< Mi sono lasciata… travolgere dagli eventi? >> mi chiede, confusa, io rido e improvvisamente rilassato sistemo il mio viso sulla sua spalla.
<< Che eventi di preciso? >> chiedo sbadigliando per camuffare una risata, divertito dal suo tentativo di sembrare ragionevole e non una ragazza normalissima in preda a delle crisi esistenziali illogiche, come me.
<< Bé, le tue battutine, i tuoi gesti… e i tuoi baci sono molto migliori dalla prima volta che ci siamo baciati. >>
La guardo di nuovo, sollevandomi dalla sua spalla. << Meg, avevamo otto anni! >> dico ridendo.
Lei si gratta la nuca e storpia un sorriso, annuendo. << Appunto, pensavo che come nei baci anche in “quel” campo avessi fatto esperienza… >> scuoto la testa.
<< Pensavi male. >> poi faccio istintivamente una linguaccia e sospiro. << E proprio perché non so cosa aspettarmi che ti allontano non appena… >> lancio uno sguardo disgustato al cavallo dei miei pantaloni e arrossisco, a lei non sfugge niente e mordendosi il labbro trattiene una risata. Mi acciglio e la guardo innervosito. << Sto parlando di cose serie, non mettermi più in impaccio di quanto non lo sia già! >> annuisce e si sistema sul sedile, restiamo in silenzio per un po’, poi, contemporaneamente scoppiamo a ridere. Le nostre risate fragorose e divertite fanno scemare ogni ostacolo, ci ritroviamo abbracciati e sorridenti, a riprendere fiato, ridacchiando ancora.
<< Cosa pensi di fare? >> chiede all’improvviso Meg, sedendosi delle mie gambe e poggiando i busto sul volante dell’auto. La sento crescere, ci sento crescere.
<< Niente… >> mormoro, e faccio scontrare le nostre fronti. << Non cambia il fatto che non so come comportarmi. >> continuo, chiudendomi nelle spalle.
18 anni.
Lei mi fa poggiare il capo sulla testiera, accarezzandomi i capelli, sono certo che nota la lunghezza, ed è per questo che sorride. << Stanno ricrescendo. >> commenta soddisfatta, con un sorriso allietato.
19 anni.
Mi bacia e poi scende sul collo, mordicchiandolo, inarco la schiena e cerco di nuovo la sua bocca, quando la trovo lei fa uno strano giochetto, allontanandosi ogniqualvolta che riesco a far sfiorare le nostre labbra. Sento un esplosione al bassoventre, imbarazzato mi allontano, ma lei si arpiona alle mie spalle, lamentandosi. << Smettila di preoccuparti. >> bisbiglia, e sentendomi teso mi stringe in un abbraccio, lo ricambio senza esitazione e le bacio l’orecchio.
20…
<< Se non so più fermarmi, e la situazione si fa… bollente. Fermami tu. >> lei annuisce seria, e mi concede finalmente di assaggiare le sue labbra.
21…
<< E se io non volessi fermarti? >> chiede, realmente curiosa.
22...
Una gioia immensa si diffonde nella mia testa e dentro il mio stomaco le farfalle si alzano in un volo stravagante e confuso facendomi tremare con brividi caldi e piacevoli.
<< Non farlo. >> gemo, mordendole il lobo dell’orecchio e sorridendo mentre ascolto i suoi battiti irregolari, il suo fiato corto. Non l’ho mai sentita così vicina, in quel momento vogliamo le stesse cose, e le otteniamo, lenti e cauti… poi improvvisamente scaltri e impazienti.
23…
<< Ti amo. >> mi sussurra, stringendo impetuosa la presa sul mio collo.
24…
<< Ti amo. >> le ripeto, e solo in quel momento mi rendo conto di quanto la mia voce sia roca e irriconoscibile.
25…
Venticinque anni? Un uomo? Jacob Black, un uomo…
                                                                                                 ****

<< Jake? >> apro gli occhi e con una smorfia ben poco accogliente mi volto dall’altra parte del letto, ignorando Rachel. Da quando ha avuto l’imprinting con Paul la vita in casa si è fatta tesa, Becca ha addirittura deciso di tornare al college per scappare da questa continua guerra fredda. << Jacob farai tardi per la ronda. La colazione è già pronta! >> continuo ad ignorarla e sorrido al pensiero della sera prima, non è successo niente, ma sono finalmente riuscito a scavalcare quell’ostacolo ripido che mi impediva di star bene con me stesso, quando stavo con lei.
<< Ti butto giù dal letto! >> faccio una risata, apro un occhio e arriccio il naso infastidito dalla luce, per lanciarle un’occhiata divertita.
<< Non ci riusciresti. >> mugugno beffardo.
<< Rachel, sta tranquilla, ci penso io. >> quella voce mi sveglia immediatamente, facendomi sollevare di scatto e sgranare gli occhi, di risposta lei sorride e scambia un’occhiata arguta con mia sorella. << Visto, che ti dicevo? Sveglissimo! >>
<< Bells? Che ci fai qua? >> chiedo stupito, con un sorrisino soddisfatto, quando Rachel esce dalla stanza.
Un ringhio acuto mi fa sobbalzare, solo intravedendo un batuffolo di pelliccia color cioccolato mi ricordo che Wendy è accoccolata a pochi centimetri dal mio fianco, e anche lei dormiva beatamente prima dell’arrivo delle due, le accarezzo il busto ridendo e ritorno a guardare Bella che – adesso seduta al bordo del mio letto – mi spiega la ragione della sua visita.
<< Quindi finalmente avete deciso di fare amicizia! >> sbotto sorridendo, decisamente soddisfatto del mio operato. Sto diventando piuttosto bravo nei lavaggi del cervello.
<< Più o meno… ci stiamo provando, direi. >> poi sorride e si stende sul letto quel che basta per abbracciarmi. << mi sei mancato ultimamente. >> sussurra, un sorriso nella voce.
<< Anche tu, Bells >>  mormoro, Wendy ringhia, scoppio a ridere e sciolgo l’abbraccio guardando la cagnolina. << Cosa c’è? Sei gelosa? >> ma lei non guarda noi, i suoi occhietti minacciosi sono puntati alla finestra aperta, dalla quale arriva un po’ di brezza.
Seguo il suo guardo e rimango interdetto. << Nana, sai benissimo di violare i patto entrando nel territorio Quileute. >> borbotto, facendo una smorfia annoiata.
Lei, con una faccia schifata mi ignora e guarda Bella, con un sorriso. << Megan è pronta? >>
Megan? Con i Cullen?
<< Perché? >> chiedo, la voce più alta di un’ottava, spalancando gli occhi.
<< Andiamo a fare compere, Bella preferirebbe spararsi che farlo, ma a quanto pare Meg adora andare in giro per negozi… quindi… >> Chiudo gli occhi, respirando a fondo e con voce tremante chiamo Meg, che spunta dalla porta della mia camera con lo spazzolino arancione ficcato in bocca e, dopo aver guardato in modo strano Bella ed aver sorriso a Alice, mi bacia con la bocca piena di dentifricio.
<< Sono pronta tra un attimo! >> urla alle ragazze, mi guarda di nuovo, afferra Bella per il braccio e se la tira dietro sculettando dentro i suoi pantaloncini aderenti a pois, borbotta qualcosa alla malcapitata, decisamente poco allegra, ma non capisco quale sia l’argomento, d’altronde non si può pretendere che i miei sensi siano lucidi da appena sveglio… Wendy va dietro alle due, rimango da solo, con Alice.
Alzo gli occhi al cielo. << Io le ragazze non le capirò mai! >> urlo, sprofondando nei cuscini.
<< tu non capisci mai niente, cane. >> commenta sarcastica.
La guardo truce e mi alzo dal letto, dall’occhiatina indagatrice di Alice però, capisco di non essere del tutto presentabile, chino lo sguardo e mi rendo conto di essere in boxer. Impassibile mi dirigo verso l’armadio e dal riflesso dello specchio vedo l’espressione altrettanto disinteressata di Alice, che guarda le foto e i poster sulle pareti.
<< Da quanto conosci Megan? >> mi chiudo nelle spalle. << Da una vita. >> conclude per me.
<< Perché me lo chiedi se conosci già la risposta? >> borbotto, saltando dentro un paio di jeans chiari.
<< In realtà non era proprio questo quello che volevo chiederti. >> indosso la maglietta grigia che mi aveva regalato Quil per il compleanno e osservo Alice, accigliato.
<< E allora cosa vuoi sapere? >>
<< Se lei ti chiedesse qualcosa, anche se fosse impossibile o assurdo, non cercheresti di accontentarla? >> la guardo concentrato e non posso far altro che schiudere la bocca.
<< Dove vuoi andare a parare? >> le chiedo, sollevando un sopracciglio.
<< Bella vuole solo essere considerata una pari, non una da proteggere. >> e in quel momento mi rendo conto per l’ennesima volta quanto Bella e Meg siamo simili: chiedono le stesse cose, solo in maniera diversa e in contesti opposti.
<< Violare il patto la renderà solo una vampira smembrata e bruciata. >> dico, e scuoto la testa. << Mi pesa dirlo, ma per una volta tuo fratello ha ragione. Non si può. Non continuate a chiedermelo, non è conforme al patto. Volete capirlo! >>
<< Vuole solo amarlo! >> dibatte, rannicchiandosi sul davanzale della finestra, come se volesse attaccarmi da un momento all’altro, benché sappia che non ha intenzione di farlo. Sarebbe poco intelligente visto che si trova in territorio nemico, da sola.
<< Anche io so cosa vuol dire amare ed essere amato, ma non riesco ancora a concepire quest’idea masochistica e autolesionistica dall’amore. L’amore è soltanto amore, le differenze vanno a farsi fottere! >> lei scuote la testa, incrociando gli occhi, seccata.
<< Parlare è facile per te! Non sei tu quello che deve combattere contro se stesso quando la sua ragazza si avvicina per baciarlo. >> borbotta, adirata, rilassandosi contro il legno logorato del davanzale e facendo penzolare un piede nel vuoto. << … è più facile essere un licantropo. >> conclude.
<< Che ne sai tu! Potrei perdere il controllo e sfigurarle il viso con un solo colpo di zampa o ucciderla con un morso, non trasformarla in un pulcioso cagnone di stazza equina, cara la mia sanguisuga, ma ucciderla definitivamente…  eppure so trattenermi, sono convinto che ci riuscirà anche lui. E’ solo… questione d’esercizio, conosco quel succhiasangue, ha forza di volontà. >>
Un mugolio arriva dall’ingresso interrompendo il battibecco: è Wendy che avanza verso il mio letto e si nasconde tra le coperte.
Io e lei seguiamo con lo sguardo la birbantella, poi torniamo a guardarci, ostili.
<< Pronta. >> esclama guizzante Meg, saltandomi sulle spalle e baciandomi sulla guancia. << Ci vediamo sta sera. >> mi sussurra all’orecchio, con tono allegro.
Io ridacchio e annuisco, torcendo il collo per far sfiorare le nostre labbra, << A sta sera… >> guardo Bella e sorrido anche a lei. << Divertitevi allora. >>
Lei risponde con una smorfia. << Jake, sei uno spasso! >> borbotta sarcastica, indica la porta e sta volta è lei ad afferrare il braccio di Meg. << Muoviti Megan, dobbiamo ancora passare a prendere Claire e Kim. >> dice e trascina la mia seducente e confusa ragazza giù per le scale, soffoco una risata, poi mi volto verso Alice.
<< Non spupazzatela, mi serve ancora. >> lei arriccia il naso, poi sorride e decide di stare al gioco, dimenticando l’animata discussione di poco prima.
<< La sciupo soltanto un  po’… niente che non si possa risolvere con una doccia calda. >> dice risoluta, sistemandosi con nonchalance un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
Faccio un mezzo sorriso, malizioso, e mi mordo il labbro. << Mmmh… mi piace l’idea. >> dico in un sussurro appena percepibile, ma sono consapevole del fatto che senta anche quello.
Infatti Alice sgrana gli occhi e scuotendo la testa salta giù dal davanzale. << Pervertito! >> urla.
Mi affaccio alla finestra e rido. << Ecco! Scappa codarda, evita il confronto! >>

 
 -------------------------Valentina’s Space-------------------------

Hoooooolaaaaa XD ho ritardato un po’ per via del viaggio d’istruzione!! XD
Ragazze, sono stanchissima : ma quando finisce la scuolaaaa?? T_T Noto con piacere che le recensioni si sono destabilizzate :)
Allora, questo è più che alto un capitolo di “stallo” il prossimo sarà decisamente più impegnativo >__<
che ne pensate? Bella e Meg ( a specialmente la mia Maggie *_*) non sono due attrici fantastiche nel nascondere la verità? XD
Essì, ora si entra definitivamente in Eclipse XD *_* yuppieee!!

 
Risposta alle recensioni:

 
bluesky: ciaoooooooo!! Tranquilla, anche se vado solo al secondo anno di superiori ti capisco più che benissimo -.-“
contro Bella forever! U_U xD bacioni, alla prossima.

 
liala90:
Hai proprio ragione, l’alleanza tra Bella e Meg è rischiosa… ma Jake non è il pericolo più grande U_U … ups! Detto troppo ^^”
Per quanto riguarda la leggenda, tienila bene a mente, ti tornerà utile dopo un… qualcosa! che succederà a … qualcuno! … BASTAAA!! XD
L’idea dell’harem formato da Jacob Edward a chi non farebbe comodo cmq? XD noooo… io sono modesta, a me basta Jakeee *-*
Perfetta intuizione su eclipse, brava XD … che ne dici?? I miei verginelli *-* bellissimi, no? XD
Un bacio, alla prossima. Vale.

 
morgana92: ciaooo. Tranquilla i ragazzi ebeti meritano tempo XD … a parte lo scherzo, è un momento abbastanza impegnato per tutte, quindi ti perdono U_U
Sono contenta che la storia continui a piacerti!! :) Ecco il nuovo capitolo, che ne pensi di questo? un bacio, a presto :)

 
Ed4e: Tesooooro!! Ma il tuo nome è bellissimooooooooo *-* Micaela, mi piace! Tanto!!  Se a te non piace hai tutto il diritto di abbreviarlo, mi pare giusto XD però, per una questione di abitudine e amore (ebbenesì! Ti amo?! u_U ) continuerò con il tuo soprannome per antonomasia! So che ti chiami Miky, ma chiamarti Tesoro ormai è d’obbligo!! *_* ih ih ih
Come ho già detto, ti consiglierei di tenere bene a mente la leggenda che Billy ha raccontato ai piccioncini! Eeeeeeeeezzì … a te posso dirlo, in un prossimo futuro ( più o meno dopo la nascita di Nessie) potrebbe succedere qualcosa =___=” … lo so, a volte mi odio da sola. XD
Ecco soddisfatta la tua sete di “MOMENTI IDILLIACI” ;D eh-eh-eh, visto quanto sono carini… e poi, diciamocelo, mi sono anche fatta un po’ trascinare: hai presente la scena dello spazzolino e i pantaloncini a pois? È un comportamento Valentinesco… abbastanza =__= anche perché… io dormo con quei cosi a pallini! XD ahahahah ma… sono dettagli, no! dopotutto lo dicono tutti che Bella è la copia adolescenziale venuta male della Meyer U_U cmq…. Sto divagando troppo…. Ti adoro!!!! (anzi ti amo! XD Ahah ) un bacio Vale. ;)

 
dafne891: Erii!! <3 grazie ancora per la comprensione!! XD
Hai ragione, in effetti Bella non ha alcun interesse di tipo amoroso nei confronti di Jacob… è semplicemente una migliore amica gelosa… e come giudicarla??? Da questo punto di vista, ha il mio appoggio! XD Però l’amicizia mi sembra ancora abbastanza improbabile: sai com’è… lupi - > vampiri; Jacob -> Edward; patto -> NONpatto… ci sono mooooolti fattori contraddittori, col tempo li aggiusteremo, devo fare in modo che quelle due si guardino in faccia almeno senza vomitare o insultarsi mentalmente! XD CI RIUSCIRO’! Abbi fiducia! XD
Stai tranquilla, male che vada… non succederà ADESSO! -.- anche io sono abbastanza empatica, e devo ammettere che anche scrivendo “Unhappy Egoist” ho avuto l’angoscia addosso per giorni XD ahahah… ma deve per forza esserci un motivo per quella leggenda, non l’ho messa mica così, per allungare il sugo della storia!! XD EH! U_u non avrei avuto motivo di inserirla altrimenti.
Anche se a giugno sei piena di esami io aspetterò fedele e tiferò per te ;) mancano meno di 20  giorni alla fine della scuola!!! ‘Accie per l’in bocca a Jake!!! (*-* waaa) ti adoro!! Un bacio, Vale ^^ <3

 

 

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Capitolo 19
*** \\ 17. Amelia e Annìka, presenze e comportamenti sconosciuti ***


Capitolo 17

Amelia e Annìka, presenze e comportamenti sconosciuti.

Jacob

Mezzanotte. Mezzanotte e la luna. Mezzanotte, la luna e il buio. Mezzanotte, la luna, il buio, me e le mie zampe.
Jacob, ho trovato qualcosa.
Riprendo a correre, affrettandomi sempre di più, trottando verso la posizione da cui viene la voce, studiando con gli occhi di Seth le impronte visive e olfattive. La pista è così chiara e anche a un chilometro sento la traccia olfattiva, dolciastra… fastidiosa… nauseante.
Seth, continua il tuo giro – gli ordino, e il mio timbro potente, da capobranco, non accetta obbiezioni. I licantropi devono ubbidire agli ordini del lupo alpha. Guaisco un lamento: Lupo alpha. Arrivato al posto indicato dalla forte presenta di quell’odore vomitevole e da delle impronte poco chiare ma indubbie scuoto il capo, facendo luccicare la pelliccia sotto la luce fioca della luna che riesce a passare trai rami degli alberi.
Ragazzi, Seth ha ragione… è la traccia chiara di un vampiro.
Un brusio di pensieri mi scuote la testa, poi, la voce mentale di Sam, sovrasta le altre.
Che cosa vuoi fare? – annaspo aria, socchiudendo gli occhi.
Aumentare i turni ronda? – chiedo riflessivo.
Seth abbaia, torturato. Ma l’abbiamo già triplicati?!
Non faccio in tempo a rispondere alla lamentela che un urlo strazia l’aria, senza alcun bisogno di parlare sento tutti i licantropi presenti nel bosco correre verso il rumore. Ancora buio, e anche se per noi non è davvero così buio, la cosa che inseguiamo è troppo veloce da poter vedere, uno spostamento d’aria… poi il silenzio assoluto. Arriccio il naso sentendo l’odore pungente del sangue umano irrompere nelle mie narici e mi avvicino al corpo deturpato, colmo di rabbia: me lo sono lasciato scappare. Ho permesso a quel mostro di uccidere un essere umano! Innocente! Nel silenzio, sento un cuore battere portentoso, sollevo lo sguardo e trattengo il fiato, indietreggiando. << A…a… aiu… aiut… o… >> la ragazza, ferita gravemente, sanguinante e spaventata, mi punta un rametto contro, tossisco una risatina, divertito dal suo buffo e disperato tentativo di difesa e indietreggiando mi nascondo dietro un cespuglio. Mi trasformo e indosso il solito paio di pantaloncini. Esco dal buio, che ora è davvero buio, del fogliame e le vado incontro con passo misurato, per darle il tempo di mettere a fuoco il mio viso. Lei mi guarda e sospira sollevata. << A…a…aiuto! Ti pr…ego! >> poi perde i sensi, sospiro e la prendo in braccio, mentre cammino verso casa un lupo nero mi si para davanti, seguito da uno marrone cioccolato. << La  porto da Emily. Le ragazze si prenderanno cura di lei. >> come risposta ottengo solo due guaiti accondiscendenti.

                                                                                                                                                ***

<< Imprinting! Io? L’imprinting! >> Meg ed io, seduti sul divano, ridiamo dell’entusiasmo di Seth che saltellando da una parte all’altra parla di lei, il centro del suo mondo.
Si chiama Ronnie, dicono sia bellissima, ma io non l’ho mai guardata con attenzione, specialmente perché accanto a lei c’è quasi sempre Megan, che le da una mano per la spalla lussata, e in quei momenti il mio interesse è dedicato del tutto alla seconda persona. A volte mi sento un invasato considerando il modo maniacale  in cui esamino ogni suo gesto, ogni suo sguardo, ogni sua smorfia… emh… Dicevo. Ronnie: È ridotta a un mucchietto d’ossa rotte, povera ragazza, d’altro canto sono arrivato giusto in tempo per salvarla, quel vampiro con lei avrebbe sicuramente fatto una bella cena se non fosse stato altrimenti. Per buona sorte o chissà quale Dio misericordioso siamo anche riusciti a rintracciare i genitori e a far sorbire loro la bugia provetta del suo falso sbandamento in bici, e da quel giorno è entrata, con gran gioia di tutti, a far parte della nostra famiglia.
<< Non poteva capitarti ragazza migliore, Seth. >> dice Meg, sorridendo contenta per l’umore dell’amico. Corrugo le sopracciglia, perplesso, poi soffoco una risata. Ti sbagli Meg, sei tu la ragazza migliore... – Jake, basta! È ufficiale. Stai farneticando!!
Embry entra in casa e ci lancia un’occhiataccia: non gli va ancora giù il coronamento della storia d’amore tra me e Meg. Dopotutto come dargli torto? Si è preso una bella batosta!
Sorrido strafottente e mi volto verso Meg, avvicinando il mio viso al suo con l’intento di farlo davvero impazzire, ma proprio mentre le nostre labbra stanno per incontrarsi…
<< Ahhhhhhhhhh?! >> Meg si volta di scatto sobbalzando, io tiro indietro la testa e maledico con tutto me stesso quella scriteriata di Kim rispendendo ilfiato che mi è venuto meno per lo spavento.
<< Cosa? >> urla Meg, ridendo.
<< Edward… e Bella! Non ci credo, Meg, vieni a sentire! >> la voce di Claire risuona nel soggiorno di casa Clearwater, con un’intensità tale da far vibrare le pareti di legno massiccio che la compongono.
Mi volto verso il luogo di provenienza della sua voce e alzo un sopraciglio, perplesso. << Dimmi che non è quello che penso io… >> sussurro, più a me stesso che agli altri. Già da un po’ di tempo il rapporto tra me e Bella si è un tantino raffreddato, lei è entrata in fissa con la questione della trasformazione, noi siamo contrari invece, e ci fidiamo ciecamente del patto. Per quanto riguarda l’amicizia tra Bella e Meg… caspita! Quella sembra andare a gonfie vele.
<< Non preoccuparti, so che tiene a te… non ne sarebbe capace, non prima di avvisarti almeno. >> per risposta alla sua rassicurazione faccio una smorfia di sufficienza, lei mi guarda mordendosi il labbro e mi deposita uno schiaffetto affettuoso sulla guancia, subito dopo un bacio altrettanto affettuoso sullo stesso punto, poi si alza e va spedita verso il soggiorno, sicuramente spinta dalla sua solita curiosità, a scoprire l’ultimo gossip sulla “coppia dell’anno”, come colonna sonora della sua uscita di scena si sentono le risatine stridule e gli urletti delle ragazze – alla quale si è aggiunta anche Rachel, adesso – la seguo con lo sguardo finché non sparisce definitivamente dietro la sottile tenda d’organza color porpora, e a quel punto torno a concentrarmi su Seth, aprendomi in un sorriso decisamente spavaldo.
<< Non siamo tutti presenti, dov’è la tua metà, Setthy? >> dico ridendo alla sua espressione frustrata per l’assenza di Ronnie, in realtà lo capisco, purtroppo all’inizio è quasi insopportabile stare lontani per troppo tempo e si ci preoccupa per un ritardo, anche se quello in questione è di appena cinque minuti.
<< Jacob, smettila di prenderlo in giro… sei quasi morto d’infarto quando due anni fa Meg si è persa al centro commerciale. >> borbotta Leah, che si siede al mio fianco, prendendo le difensive del fratello. La risata fastidiosa di Embry seguita da quella trattenuta di Seth mi fanno sbuffare.
<< Avevo paura che l’avessero rapita! >> mi giustifico arricciando le labbra. << Il commesso la guardava in modo strano, e poi zio Harry e papà l’avevano affidata a me! >> continuo, corrugando le sopracciglia. Mi ricordo di quello spavento, non riuscivo a trattenermi dal dare in escandescenze. Avevamo quindici anni e lei si era fermata al reparto CD ispezionando ogni scaffale in cerca dell’ultimo album de Keane, senza accorgersi della nostra assenza.
<< A-ah, certo. >> dice Leah in tono scherzoso, dandomi due pacche fraterne sulle spalle e ridendo. << Quel tipo si che la guardava in modo strano?! >> e qua Embry scoppia di nuovo in una delle sue risate composte di grugniti e sospiri profondi. Un suono tutt’altro che armonioso, come invece lo è la risata di Leah. Sorrido guardandola, sono contento che si sia ripresa dal dramma di Paul, qualcosa mi dice che però ancora ci soffre, ma come fa sempre, cerca di mostrarsi dura e impassibile, non dandolo a vedere, inoltre è l’unica che non urla e saltella per tutta la casa come un’ossessa.
<< Non sento le urla di Meg… >> commento a quel proposito, corrugando le sopracciglia, insospettito.
<< Magari urla in silenzio! >> sbotta la vocina concitata dal fiatone di Ronnie, arrivata in quel momento, sorride ammiccante e si siede sulle gambe di Seth. Adoro vedere come i loro occhi s’illuminino!
 …che femminuccia che sono a volte. << Scusa Seth, i miei rompevano, ma alla fine li ho convinti dicendo che avrei dormito a casa dei Black, Billy e Meg mi avevano già detto che per loro andava bene quindi… >> lui annuisce e sorride, poco dopo Meg rientra in salotto, il viso tutt’altro che allegro, sorride stentata a Ronnie e mi guarda facendo una smorfia di dolore.
<< Meg? >> mormoro spaesato, osservandola ciondolarsi da un piede all’altro, mentre arriccia le labbra. Lei lancia un’occhiata veloce alla tenda in organza, dove Claire con gli occhi sbarrati scuote la testa, Kim mi guarda spaventata, fa un sorrisone e presa alla provvista con un gesto secco tira la tenda a coprire sia la sua faccia sia quella di Claire. << Che cosa state tramando? >> dico, rivolgendomi a lei.
<< Niente … Bella e Edward ci raggiungeranno a First Beach, Ronnie è arrivata, quindi siamo tutti! Possiamo andare… Sam! >> tutti si alzano dal divano e le ragazze guizzano da una parte all’altra della casa raccattando il necessario per la serata, quasi non mi rendo conto del modo frenetico ma capace con cui cambia il discorso, lascio correre e una volta che tutti sono sulle rispettive macchine, trascinandola in cucina con la scusa di prendere dei marshmallow, la guardo di sbieco e le blocco ogni eventuale via di fuga, parandomi davanti la porta con aria innocente.
<< Si può sapere cos’è successo? >> si stringe nelle spalle e tenta di chiudere le fibbie del borsone.
<< Avete riempito troppo la borsa viaggio e adesso non vuole saperne di chiudersi. >> commenta seccata, mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e stringendo la mascella dallo sforzo che mette nel cercare di ricongiungere i due componenti delle fibbie.
Le fermo le mani e faccio tutto in dieci secondi, allontano la borsa, mettendola al centro del tavolo, e scuoto la testa. << Parlo degli urletti delle ragazze… e della tua faccia da funerale! >>
Fa una smorfia. << Io non ho una faccia da funerale! >> borbotta, incrociando le braccia al petto. << e poi, Bella ha insistito, vuole… vuole parlartene di persona. >> sussurra poco dopo, tentando di accarezzarmi. Scanso la sua mano e stringo le mie in pugni.
<< Vuole parlarmi! E di cosa? … sono più che certo, quel succhiasangue… io…! >> Lei indietreggia, solo in quel momento mi accorgo di stare inevitabilmente tremando, la mia foga si spegne quando mi rendo conto della mia stupidità, riflessa negli occhi lucidi e spalancati di Meg.
<< Penso proprio che dovremmo andare. >> sussurro appena, chinando lo sguardo verso il pavimento, l’odio che in quel momento abita nei suoi occhi dissipa ogni mia rabbia.
Anche lei china lo sguardo, forse rendendosi conto dell’espressione che aveva assunto, annuisce e si allunga sul tavolo per recuperare la borsa, senza dire una parola, esce dalla stanza, sospiro passandomi una mano trai capelli e mi guardo alle spalle, poi la seguo, e poco prima di chiudermi la porta dietro, con un altro sospiro e un'altra briciola di consapevolezza in più spengo la luce dell’ingresso.
In meno di un’ora siamo già davanti il falò, tutto procede stranamente in modo silenzioso, come se tutti fossero in attesa, ed in effetti è proprio così. Aspettiamo i Cullen.
Non posso ancora crederci, eppure quando il dottor Carlisle e sua moglie – che credo si chiami Esme – hanno saputo di quello che avevamo in mente di fare hanno cortesemente chiesto a me, per quanto ormai sia diventato, anche senza nulla di ufficiale, portavoce del branco se potessero assistere una sera di quelle.
In realtà avevo accettato solo perché Seth mi aveva torturato fino alla noia per tre semplici motivi che ha perfino puntualizzato più di una volta:

  1. Non vede l’ora di far conoscere Ronnie a Bella e Edward;
  2. Anche se fa parte del branco, il suo rapporto con i Cullen è tutt’altro che forzato, cosa che in realtà non piace molto a nessuno;
  3. Si diverte da morire nel sentire i borbottii di Nonno Quil.
In effetti, ora che ci penso già a immaginare la faccia del vecchio Ateara mi sento un po’ meglio.La serata non sarebbe poi stata niente di speciale. Semplicemente Sam ed Embry, ascoltando Quil raccontare una leggenda originaria della nostra tribù a Ronnie, hanno pensato che purtroppo non tutti riescono a raccontare con precisione i fatti e con l’idea spaventosa che le nostre tradizioni andassero perdute nel tempo si è deciso di fare qualcosa. Un incontro al mese in cui Billy, Sue, Harry e Quil Senior avrebbero avuto l’opportunità di raccontare quelle meravigliose storie che parlano di lupi, freddi e spiriti giuda mentre Emily avrebbe trascritto tutto su un foglio. Proprio come avevano già fatto i cattolici con la Bibbia o i greci con i loro miti noi trascriviamo delle storie trasmesse oralmente per far sì che il tempo non le modifichi o le faccia sparire.
Sollevo lo sguardo dal fuoco e guardo Meg, precisamente dalla parte opposta, e attraverso le fiamme ci scambiamo uno sguardo neutro, quasi spaesato, involontariamente ancora per una volta mi ritrovo a pensare quanto sia bella e unica, e a quanto io sia stato brusco e indecente con lei poco più di un’ora fa in cucina. Mi sento in colpa, lei scosta lo sguardo, e ora mi sento perso, faccio un respiro denso e quando mi decido ad alzare il culo dal tronco è troppo tardi.
<< Sono arrivati. >> esclama Seth, annusando l’aria, Ronnie lo osserva curiosa e divertita al contempo. Anch’io sento il loro odore nell’aria, ma mi rifiuto di voltarmi a curiosare e continuo a concentrarmi su Meg, che adesso sorride a Embry rifiutando gentilmente un hot-dog, quando anche lei si alza per accorrere alla venuta dai Cullen, lui si stravacca sconfortato sul sediolino pieghevole che occupava e mi lancia un’occhiata disperata, io non trattengo un sorriso orgoglioso e mi chiudo nelle spalle con il mio solito comportamento da gradasso << Im-prin-ting >> sillabo ovvio, sbuffa.
<< Allora, che ci siamo persi? >> interviene la voce di Bella, sollevo lo sguardo, lei sorride malinconica, forse delle nostre sempre più rare uscite, e senza la minima esitazione si siede al mio fianco, cerco con la coda dell’occhio Meg e la vedo chiacchierare con Alice e l’armadio, Emmett. Quei Cullen proprio non mi piacciono, e vista la presenza della montagna vicino a Meg mi viene anche voglia di prenderlo a pugni, ma so per certo che è già sposato con quella sottospecie di vampira bionda alias megera, slavata e ottusa. Quindi questo mi frena e mi convince a concentrarmi di nuovo su Bella.
<< Niente, aspettavamo voi per cominciare. >> dico, e anche non volendo il mio tono di voce è riluttante. << Meg mi ha detto che volevi parlarmi. >> le dico senza più guardarla dopo una breve pausa, serio.
Lei annuisce, << Voglio che il mio migliore amico sappia … >> la fermo, respirando a fatica.
<< Forse dovresti smetterla di dichiararmi tuo migliore amico, forse non ti sei accorta che l’equilibrio delle cose sta andando a farsi benedire… insomma, guardaci! Licantropi e vampiri radunati insieme. >> prendo fiato e scuoto la testa. << tutto per ottenere cosa, Bella? Quello che vuoi. Tu vuoi sempre tutto quello di cui pensi di aver bisogno passando sopra tutto e tutti. C’entra la tua trasformazione? Eh? >>
Ed ecco che rivedo l’espressione che poco prima abitava nello sguardo di Meg riproporsi negli occhi di Bella. << Indirettamente. >> sussurra fievole, io socchiudo gli occhi.
<< Cos’è? Una minaccia celata? >> ringhio.
<< Jake Edward ed io abbiamo deciso di… >> il suono sgradevole e antiquato di un campanaccio per animali da stalla le impedisce di finire.
<< Allora, è già tardi, direi di incominciare! >> dice Sue, poi guarda Emily e facendo un cenno del capo la persuade ad aprire un piccolo libro rilegato in cuoio dalle pagine appositamente bianche e ad aprire la penna con un click sonoro e rimbombante.
Papà dopo aver finito di masticare il suo marshmallow abbraccia teneramente e possessivamente Meg, schiarendosi la voce e incominciando a raccontare. E non so perché, anche essendo più che consapevole dell’impossibilità che mio padre ha nel difendersi o nel difenderla, vederli abbracciati, vederla protetta tra e sue braccia, mi mette subito serenità.
<< Ho deciso di raccontare una storia che sia Meg sia Jacob saranno sicuramente curiosi di sentire. >> dice, la sua voce possente risuona nell’attenzione e nel silenzio assoluto.
<< Qual è il titolo? >> chiede Emily, tenendo sospesa a pochi centimetri dal primo foglio la penna.
<< Questa leggenda parla della difficile vita di Amelia e Annìka >> Megan ed io ci guardiamo, interrogativi, evidentemente anche lei non riesce a capire e non ricorda di aver parlato di questa leggenda, che a giudicare dalle facce dei presenti solo Quil Senior e Sue conoscono, per di più vedo uno strano sguardo, un impreciso sentimento negli occhi color miele dalla signora Cullen, tanto più in quello del dottor Cullen e di Alice. << Era l’anno 1927, Amelia e Annìka si amavano, c’era solo un problema, lei era una vampira, lui un licantropo. >> in quel momento con un brivido di troppo capisco a che cosa si riferisce mio padre e annuisco fiocamente, poi un ringhio interrompe il racconto e rompe il silenzio, quando ci voltiamo tutti verso il guaito, Edward era sparito. 

 

-------------------------Valentina’s Space-------------------------

Cosa sarà mai successo? O.O” Oh-santissima-nutella!!! Dov’è andato Eddie? chi era il vampiro nella foresta???? E perché Esme, Carlisle e Alice hanno quelle facce??? AHuahUAHuhauH… io lo so! XD
Però sono curiosa di sapere cosa si agita nelle vostre testoline!
SODAGGIO: SECONDO VOI CHE COSA E’ SUCCESSO?
Vediamo se siete in grado di capire ancora prima che vi spieghi. Il capitolo era lungoooooo (quasi dieci pagine ^^” ) e postarlo tutto mi sembrava antiproduttivo (manco fosse un one-shot) e poi così ho il tempo di perfezionare il tutto! (sempre che le mie odiose prof assetate di interrogazioni me lo permettano)
…. Chissà perché oggi ho la fissa per le parentesi O_o
Babbè, cmq…. Ho fatto una pazzia!!! 8D vi spiego, tutto è iniziato con me, che mangio una mela mentre sono intenta a mettere lo smalto azzurro, la macchina fotografica era troppo vicina, la mia ispirazione artistica era al massimo così ho fatto una foto alla mia manina che tiene la mela, l’ho modificata e …. TADà!!! Una copertina versione “Twilight” reinventata solo per I Love With a Legend”! SONO STATA BRAVA???? *-* ehhh?
Ditemi cosa ne pensate, potete vederla postata sulla pagina del PROLOGO di questa storia.
Ditemi che ve ne pare!! :)

 
Risposta alle recensioni:

 
Dackota:
Ciao!!! *-* tu sei la scrittrice di quella storia che mi fa morire dalle risate!! XD mi fa piacere ritrovarti nella mia! Come hai fatto a leggere così velocemente?? O.o Wuoa sei un fulmine! ;) … Grazie per i complimenti su Maggie! :D
Ti appoggio perfettamente per quanto riguarda Bella, brutto rifiuto umano/animale -.-, sono contenta della sua storia d’amore con Edward solo ed esclusivamente perché lui NON-E’-JACOB! Leah *-* è vero, mia piccola cara….Ma non ti preoccupare, sto lavorando per lei U_U xD
Jake e Meg hanno due caratteri troppo simili e finiscono per litigare, ma dopo ogni litigata si fa pace!!! Certo… Jacob per ora, e non immagini quanto mi secchi ammetterlo, sta male per Tonto-Bella perchè dopotutto è la sua migliore amica( che idea obbrobriosa… >__<), e le brutte abitudini tardano a morire -.-“, ma non può trattare così Meg, ti pare??? >___<
La sceneggiata di Bella e Meg continua alla tra grande *-* ovviamente solo perché che la MIA Meg, sennò sarebbe già tutto scoperto con quella testa di nocciolina bacata che si ritrova Swannetta !U_U
Tranquilla… Nessie è ancora lontana e non sono molto sicura di quello che avverrà O.o
Jake spezzerà le gambine a Meg??? Possibile! Ma non ora! XD
Mamma quanto parlo O.O” … vabbè, la spetto! :D alla prossima, dimmi cosa ne pensi. Vale.

 
liala90:
Lo so, lo so. Stai rosicando, vero??? XD SCUSA, SCUSA, SCUSA, SCUSA!!         ihihihihihih ( intanto ci godo! >___< XD)
*3* anche a te piacciono quando i due fanno gli impacciati!! XD sono così carini… e umani =__= a volte non sopporto la mancanza di umanità, invece con tutto quell’imbarazzo sembravano così…. Normali!
Per quanto riguarda il capitolo, si è importante, ma lo sarà molto di più il prossimo, perché si piegheranno tante cose. VISTO SETTHY? Piccolo amoreeee che ha avuto l’imprinting!! *-* wiii.
Dimmi che ne pensi! Visto la nuova copertina??? *_* vabbè, vado XD un bacio, Ciaooo.

 
Morgana92:
ciao! Ti mancava la mia storia *-* che caluccia! TENERO Jake. si, lo so… anche se per come si è comportato con Meg io gli avrei rotto una scopa in testa mandandolo al paese del sedere! U_U  Siiii… sono troppo romantica per far finire male le cose sta tranquilla, il mio sarà un lieto fine, contorto, ma ci sarà! xD a presto! BACIONE!

 
Ed4e:
Ma che diciiiiiiii…. Il lieto fine ci sarà!!! Stai tranquilla!!!! U_U mi conosci, lo sai che sono troppo romanticona per far finire tutto a merrrrrrda >__< Jake e Meg forevererever!! *ù*
Tesoroooo!! *_* vista l’immaginetta nel prologo? Sono stata brava, vero? (‘Dio quanto sono orgogliosa U_U) allora? Rispondi al sondaggio, vediamo se ci azzecchi! Che ne pensi della sfuriata senza senso di Jake? è stato cattivo non è vero??? >___<
Dimmi cosa ne pensi del capitolo… Annìka è un nome tedesco =__= ma non lo so, mi sembrava appropriato! XD tu che dici? Un Bacio! Ti amo!!! XD Vale.

 

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Capitolo 20
*** \\ 18. Odio essere quello che sono… amo odiare quel che ho ***


Capitolo 18

Odio essere quello che sono… amo odiare quel che ho.

Jacob

<< Oh cappero! >> sbotta Emmett, guardando allibito l'oscurità del bosco dove si è diretto Edward di gran furia. Tutti siamo sorpresi in effetti dal suo insolito comportamento; tutti tranne i signori Cullen e Alice. La nana vampirizzata lancia un'occhiataccia a mio padre, scuote la testa e poi si alza, raggiungendo con calma, compostezza e la sua solita eleganza il fratello, finendo anche lei inghiottita dal buio che regna nel bosco.
<< Ma che acc...? >> borbotta Leah, fortunatamente Ronnie
 emette un suono seccato, sorridendo appena a labbra strette e le tappa la bocca prima che potesse finire di parlare. Bella, disorientata, guarda Carlisle, forse con l'intento di capirne un po' di più in quel caos composto, sconvolto e silenzioso, ma evidentemente dalle smorfie che fa lui non ne ricava un granché in termini di chiarezza. << io vado a cercarlo. >> dice allora, decisa, alzandosi dal tronco, la blocco afferrandola per la maglietta.
<< Neanche per sogno! Tu resti seduta qui. >> sentenzio piatto, con la solita pretesa di uno che non accetta repliche. Un'altra delle numerose smorfie del dottor Cullen la convince più delle mie parole a rimettersi seduta.
<< Tornerà... >> dice poi la moglie, con un tono di voce dove, a differenza della sua natura, sarebbe comparsa una piccola lacrima dignitosa.
<< deve soltanto prendere un po’ di lucidità. Amelia… >>
Bella si agita, al mio fianco, e strabuzza gli occhi. << Amelia, cosa? >> borbotta, nervosa.
Emmett fa un sorrisino impacciato e scuote entrambe le mani, accompagnando il loro movimento con la testa. << Frena, frena… non è come pensi. >> dice, poi abbraccia Esme, sospirando.
Jasper si concentra su Bella, in un attimo la vedo rilassarsi, la capigliatura leonina del vampiro si muove in direzione di mio padre, con un cenno del capo. << Forse è meglio che il signor Black continui la storia, eh? >> dice, cercando di rassicurarla più di quanto non l’abbia già fatto.
<< Forse… >> balbetta a quel punto Meg, con un tono di voce basso e incerto, poggiando una mano sull’avambraccio di mio padre.
Mi sporgo verso di loro e noto una nota di pallore sul suo viso, mi alzo dal tronco, allarmato.
<< Meg? >> mormoro preoccupato, prendendole la mano, lei mi guarda, la sua espressione è a dir poco nauseata, ma per rassicurarmi accenna un lieve sorriso.
<< Jake… potresti… portarmi a casa? >> mi chiede, arricciando il naso quando la nausea prende il sopravvento. << Deve essere stato qualcosa che ho mangiato. >> conclude chiudendosi nelle spalle.
<< Billy, tu potresti rimanere e chiarirmi la situazione? >> domanda Bella, con un sorriso, mordendosi il labbro. << … ti, ti posso riaccompagnare io a casa… oppure può farlo uno di loro. >> lui annuisce, bacia la fronte a Meg e le sussurra qualcosa all’orecchio, evidentemente deve essere divertente visto che scoppia in una risatina.
<< Ci vediamo domani mattina, allora. >> dice Meg, annuendo a sua volta.
La sollevo da terra di peso e dopo aver salutato tutti mi avvio verso la macchina, una volta nell’abitacolo la guardo allacciarsi la cintura e sospirare malferma posando lo sguardo al di là del parabrezza. << Non è stato per qualcosa che hai mangiato, vero? >> le domando, accendendo il motore.
<< Penso sia stata la questione della leggenda e tutto il resto… questa tensione mi attorciglia lo stomaco senza un motivo logico. >> mi spiega, poi guarda il finestrino. << Hai parlato con Bella? >> chiede a sua volta, voltando ancora una volta il viso in direzione del finestrino, con aria di sufficienza.
<< Stavo per farlo, ma non ne ho avuto il tempo… >> poi sospiro di nuovo. Faccio inversione e finalmente rientriamo nella strada sferrata, la fisso con la coda dell’occhio e allungo la mano, in modo da poter prendere la sua, ma lei si scansa. << Cosa ti prende? >> irritato, pianto il piede sul freno e mi volto a guardarla. << Sei strana! Stai male senza un motivo, mi tratti come se mi conoscessi appena… Meg! >> la afferro per le spalle, scrollandola leggermente. << … Meg! Rispondi! >> lei mi guarda, i suoi occhi sono lucidi, belli e appena un po’ spaventati, mi fermo e le carezzo la guancia, mordendomi spasmodicamente l’interno della guancia.
<< Sarei io adesso quella strana…? >> commenta, seccata e con un filo di sarcasmo nella voce, fermando la mia mano e poggiandola cautamente sul pomello del cambio. << … non so, forse sarò anche un tantino eccentrica, ma chiedermi perché mi comporto in modo strano quando sei tu ad aggredirmi come fossi un cane che ha fatto i bisognini sul tappeto non… >>
<< Meg, cosa stai dicendo? >> ringhio, battendo leggermente le nocche sul volante e guardandomi intorno, spazientito. << Sono nervoso… cerca di capirmi. >> scuote la testa, soffocando una risata senza entusiasmo.
<< Invece no, non ci penso nemmeno. >> parla con voce impastata e strozzata. << Mi hai trattata come… >> non le do il tempo di finire, respirando profondamente e parlando al suo posto.
<< … come in quel momento avrei trattato Bella. Lo so, ho sbagliato, e mi dispiace, ti chiedo scusa, ma dovresti almeno provare a capire come mi sento nel sapere che da un momento all’altro il patto possa essere violato, e Bella diventare un vampiro. Non saprei davvero che fare perché il trattato mi ordina di uccidere ogni vampiro, e questo significherebbe uccidere anche la mia migliore amica! >> ora i nostri occhi  sviano il contatto visivo nascondendosi nei rispettivi angoli in mezza luce  dell’abitacolo, lei respira a fatica e poggia la mano sulla maniglia del portello, aprendolo. << Megan dove stai andando? >> mormoro, guardandola di sbieco.
<< Scusa, e che devo… >>  barcollando esce fuori dalla macchina e si inginocchia sul bordo della strada con un lamento. Scendo di corsa dalla macchina e mi chino al suo fianco, sorreggendole la fronte mentre vomita. Lei è così, se non lo sapessi potrei preoccuparmi seriamente, fa proprio paura quando fa così, ma so che è la sua reazione al nervosismo, l’avevo capito immediatamente, e da quando ha sette anni che il nervosismo le provoca nausea, vomito, le fa sudare freddo e la fa tremare come una  foglia.
<< Basta, Meg… >> soffoco sofferente, stringendola dalle spalle quando vedo il suo corpo scosso da brividi violenti, per  via del freddo che l’ha colta alla sprovvista.
<< Jake… >>  mormora, tremando. << ti prego, stai zitto. >> e cerca di essere prepotente, ma alla fine la voce le viene meno.
<< ti porto a casa. >> dico, sollevandola nuovamente di peso, poi le bacio la tempia. << forse è meglio se riposi. >>
<< Shhhhh. >> sibila, arricciando il naso infastidita e sventolandosi una mano davanti la tempia, per scacciare le mie labbra . << … taci, ti scongiuro. >>
Aggrotto le sopracciglia e non sapendo se fare l’offeso per quello che mi ha detto o se preoccuparmi realmente per lo stato in cui è ridotta la adagio sul sedile e vado al posto guida, sospirando.
Apro gli occhi solo quando una fitta lancinante all’altezza del collo mi costringe a farlo, tossisco per nulla turbato dal dolore e affondando maggiormente il viso sul cuscino faccio un profondo sospiro, che finisce per diventare uno sbadiglio sguaiato. << Sfaticato! muovi il culo…. Ma perché devo scegliere sempre quell’insulso sasso? Devo decidermi una volta per tutte di passare alla carta! >>
Ed ecco spiegato il dolore al collo e gli insulti di prima mattina. Le ragazze avevano giocato a morra cinese per contendersi l’onore di svegliare Jacob-morto-apparente-Black e Leah aveva vinto… o aveva perso (dipende dai punti di vista).
In un momento di lucidità la faccia pallida, scontrosa e nauseata di Meg sovrasta i piccoli brusii che di solito la mattina mi ricordano cosa devo fare, perché, dove e quando, proprio come un’agenda elettronica. Mi volto, mettendomi a pancia in su e osservo con occhio critico Leah, incavolata nera di prima mattina, guardarmi di sbieco poggiata alla scrivania. << Meg? >> mormoro, sbadigliando ancora.
Lei si apre in un sorriso eloquente, poi improvvisamente mi fulmina con lo sguardo e mi lancia la pallina di Wendy.
<< Leah… >> mi lamento, afferrando la pallina con una mano prima che s’infrangesse sul mio viso e posandola sul comodino con aria seccata. << questo a cosa è dovuto? >>
<< Sta bene. >> dice secca, con stizza. << ma ce l’ha ancora a morte con te. E talaltro fa anche benissimo. Sei stato uno stronzo, fai tutto questo unicamente per quella stupida ragazza-vampira con un’ameba per cervello. >> Ovviamente capisco subito a chi è riferito la squisita lista di aggettivi alla fine del discorso, alzo gli occhi al cielo e impreco alzandomi dal letto.
<< Tu non c’entri. >> mormoro procedendo a passi svelti verso la porta, poi mi fermo e mi volto a guardarla. << secondo te come dovrei comportarmi? >> le chiedo esasperato.
Lei squittisce qualcosa di incomprensibile e con un sorrisino astuto dice: << non mi avevi appena detto di farmi gli affari miei? >>
<< Non esplicitamente. >> mormoro espressivo. Lei fa una smorfia poco convinta, poi scrolla le spalle e solleva un sopracciglio.
<< Tre parole risolverebbero la questione al meglio: niente – più – Bella. Eh? >> mi guardava, annuendo appena, con le mani protese a palmi aperti verso di me.
Scuoto la testa con uno sbuffo e vado di nuovo in direzione della porta. << Non se ne parla, è la mia migliore amica…voi siete tutte matte. >> mormoro, mentre vengo attirato al piano di sotto da un profumino parecchio invitante.
<< Quil, dai quel muffin a Meg! >> dice la voce di Emily, proveniente dalla cucina, poi si sentono delle risate e infine un minuscolo schianto.
<< Siamo alle solite… >> mormora quasi disinteressata la voce di zio Harry, sicuramente mio padre è al cimitero visto e considerato che ogni sabato andare a trovare mamma per lui è una tappa fissa.
L’aroma di cioccolato e burro d’arachidi mischiato a caffè, latte e pane tostato contorce il mio stomaco e lo fa brontolare. Arriccio il naso e mi dirigo deciso verso la cucina. Affamato. Un altro brontolio, mi poggio una mano sullo stomaco e mi mordo il labbro. Rettifico: terribilmente affamato.
<< Buongiorno. >> dico piatto, entrando e riservando un mezzo sorriso a Emily, che mi porge immediatamente un muffin.
<< So quanto ti piacciono, te ne ho messo uno da parte. >> sorrido e le bacio la fronte.
<< Grazie, cosa farei senza di te. >> dico quasi in tono teatrale, azzannando con avarizia il dolce e sedendomi sulla sedia di legno, accanto Quil.
<< Facile! >> squittisce Ronnie, portandosi alla bocca una fetta di pane tostato. << Moriresti di inedie… Quil aveva messo il turbo! >> rido, voltandomi nella sua direzione, lui risponde con un sorriso forzato e tutt’altro che divertito. Il suono del telefono di casa lo ferma, Paul entra in cucina, stampa un bacio sulla guancia di Rachel e risponde al telefono con un “pronto” poco garbato, poi sgrana gli occhi e fulmina Meg con lo sguardo. << Meg! C’è il succhiasangue al telefono, chiede di te.>>
Lei si alza dal tavolo masticando il muffin che aveva preso a Quil e risponde al telefono. << Alice? >> dopo appena cinque secondi anche i suoi occhi si sgranano. << Arrivo subito. >> balbetta, poi attacca la cornetta, afferra il suo cellulare dalla tavola e se lo ficca in tasca.
<< Ci vediamo a cena, devo andare! >> dice, rispondendo allo sguardo interrogativo di Seth.
<< Dove? >> le domanda Paul, infastidito. Lei gli bacia la guancia per tranquillizzalo e sospira.
<< Non mi crederesti! >> sbotta, acchiappa la borsa che le tende Ronnie e guizza fuori dalla porta, facendola sbattere.
<< Non mi ha neanche salutato! >> sbotto adirato con lo stesso tono lamentoso che usa solitamente nonno Quil, ingoiando un boccone di muffin. << Alice si sarà accorta che non ha degli stivaletti verde vomito così l’ha chiamata a rapporto per correre a Seattle. >>
<< Non era la puffa! >> dice Paul, guardando ancora la porta, come se volesse fermarla.
<< Allora chi era? >> chiede Embry, togliendo un croissant dalle mani di Seth e portandoselo alla bocca.
<< Edward. >> risponde, teso.
<< Edward?? >> chiede sgranando gli occhi zio Harry, distogliendo l’attenzione dal suo giornale.
<< Cosa vuole da Meg? >> sbotta altrettanto interrogativo Seth, spintonando leggermente la spalla di Ronnie per porre fine alle coccole del buongiorno.
<< Questa storia non mi piace… >> borbotta Embry, scuotendo la testa con fare possessivo.
<< Perché pensate sempre male? magari Bella ha chiesto a lui di chiamarla! >> mormora Claire, benevola come sempre.
<< Quello che mi stupisce di più è vedere Jacob ancora seduto a tavola. >> commenta acidamente Leah, storcendo il naso. In un attimo l’intera tavolata si gira a guardarmi.
<< Jake, insomma dì qualcosa?! >> mi grida Quil all’orecchio, << Terra chiama Jaky! >> continua, più scherzoso.
Gli lancio un manrovescio e sbuffo, << Vaffanculo, Quil!! >>
<< Jacob, moderiamo i termini! >> mi rimprovera zia Sue, in tono affettuoso. << Quil voleva solamente accertarsi della  tua attenzione. >> continua, porgendo una tazza di caffè a zio Harry, che la ringrazia sorridendo.
<< … Fidati, lo facevo per rompere i coglioni. >> sussurra Quil vicino il mio orecchio, ridendo sotto i baffi.
<< Davvero non t’interessa che Meg sia u-s-c-i-t-a con E-d-w-a-r-d ? >> insiste poco dopo Leah, con gli occhi quasi fuori dalle orbite.
Solo in quel momento realizzo davvero…

Edward? … Meg? … cosa?... come? … DOVE?!
Mi alzo e guardo la porta, poi, schizofrenico, mi stravacco di nuovo sulla sedia e lascio crollare sul tavolo la testa, che atterra con un tonfo sordo contro il legno coperto dalla tovaglia arancione macchiata di latte e succo d’arancia. << Sto perdendo colpi… >> mormoro avvilito. Ero così adirato nel considerare disgustato il fatto che non mi avesse salutato da ignorare completamente la questione per cui era dovuta allontanarsi.
<< Oh, Jaky… questo è poco ma sicuro… >> blatera Jared, spalmando la marmellata sul suo toast.
<< Jerry!! >> lo rimprovera Kim, lanciandogli un piccolo schiaffo sulla nuca. << Sta’ zitto! >> sorride scuotendo la testa e mi carezza il braccio. << Magari Claire ha ragione. Edward avrà fatto un piacere a Bella… lui ha lei e Meg ha te. Anche se fosse un’incontro tra loro due non sarebbe altro che una cosa tra “amici” … giusto? >>
<< Lo spero proprio per lui. >> ringhia Embry, scuotendo la testa.
<< Io lo dico sempre che da quando i vampiri si sono mischiati nelle nostre faccende non c’è più niente di normale in questa famiglia… >> borbotta, sempre pronto a batter ferro, nonno Quil. <<… neanche le tresche adolescenziali sono più normali. >>
<< Nonno, cosa ci può essere di normale nei licantropi? … cosa ci può essere di normale nell’imprinting?! >> sbraito, improvvisamente sveglio e attivo, senza sollevare la fonte dal tavolo, ma agitando vistosamente le braccia, per dopo lasciarle ricadere con un ennesimo tonfo ai lati della mia testa.
<< In effetti non credo che l’aggettivo normale sia azzeccato… >> commenta Ronnie annuendo e additando poco dopo, con un sorrisino saccente, la faccia di Jared, imbrattata di marmellata. << Insomma, io questo non lo definirei normale. >>
<< I licantropi e l’imprinting rientrano nella nostra normalità. >> controbatte fiero il nonno.
<< Cazzate! A volte vorrei soltanto essere un ragazzo della mia età senza dover preoccuparmi del fatto che probabilmente un o più vampiri assetati di sangue si divertono ad entrare ed uscire dal nostro confine con il Canada, a volte vorrei poter essere un coglione con i fiocchi, ubriacarmi come tutti i miei coetanei e stare con la ragazza che amo senza dover interrompere tutto da un momento all’altro per quei merdosissimi turni di ronda… e quel fottuto imprinting, Dio solo sa quanto lo detesto! Lo detesto, cazzo! >> solo quando chiudo la bocca mi rendo conto di quello che ho detto, di come l’ho detto e davanti a che pubblico. Mi guardo in giro, e vedo soltanto facce sorprese, taciturne e comprensive da parte dei miei compagni, espressioni accondiscendenti e malcontente sui visi di zio Harry, zia Sue, Emily… e infine la smorfia degnata di nonno Quil.
<< Non apprezzi il dono che i tuoi antenati ti hanno tramandato. >> sussurra in tono di rimprovero, con la sua voce rauca.
<< Suvvia Senior, è pur sempre un ragazzo… >> mormora zia Sue, poi mi lancia un’occhiata. << E tu signorino, penso sia ora di andare a quei poco piacevoli ma necessari turni di ronda. >>
Annuisco e ancora leggermente adirato vado in direzione della porta, anche Quil e Seth si alzano, pronti per andare, strizzo gli occhi ed esco ficcandomi in tasca il cellulare. L’avrei nascosto dentro il tronco cavo ad est della foresta prima di trasformarmi, così rintracciarla, qualora volessi farlo, sarebbe stato molto più semplice.  Sollevo gli occhi dal display del cellulare sgranando gli occhi:
Un urlo… un urlo familiare… troppo vicino…
<< Bella…? >> balbetto, lanciando incurante i bermuda sul porticato e sfilandomi la maglietta.
<< Cazzo, è lei! >> urla Seth, facendo altrettanto ed incominciando a correre.
Quell’odore mi colpisce in pieno… dolce e nauseante: vampiro… lo stesso che ha aggredito Ronnie.

Perché Bella è da sola?
<< CORRI! SEGUI L’ODORE DI BELLA! >> urlo a Quil, e mentre corro anch’io sento il calore impossessarsi delle mie mani, facendole diventare zampe.

 
-------------------------Valentina’s Space-------------------------

Ed eccomi… in ritardo pazzesco!  SCUSATEMI :)
Ma sapete anche voi, la scuola e tutto il resto… Bene, allora…
 
COSA E’ SUCCESSO ANCORA?? O.O”
Lo so, lo so… non ho risposto a nessuno dei vostri dubbi, più che altro questo è un piccolo capitoletto di stallo, ma vi prometto che il prossimo  (P.O.V. Meg) chiarirà molte cose, tra cui la reazione di Edward. Ho tante domandine per voi: VI PIACE L'AFFINITA' TRA EDWARD E MEGAN HO PENSATE CI SIA QUALCOSA CHE PUZZA? O.o
PER QUANTO INVECE RIGUARDA LA NOSTRA EROINA:
Secondo voi fa bene a fare la sostenuta con Jaky?
E Jaky… E’ nervoso perché la sua migliore amica lo tiene all’oscuro di qualcosa, è nervoso perché Meg lo tratta con freddezza… E’ nervoso perché è nervoso! U_U
Per voi ha un senso? POVERO IL MIO JAY!! *-*
Spero che le sei meravigliose persone che hanno recensito possano perdonarmi, ma la vostra Vale ha tanto sonno *si stropiccia l’occhio*  VI ADORO, e vi ringrazio… prometto di rispondere alle recensioni il prima possibile.
STA FINENDO LA SCUOLA… anche se il debito in greco è sicuro come la morte >__<
Però mi consolo pensando al mare!! *-*

P.S. E PER CHI ME L’HA CHIESTO… SIETE STATE BRAVE!!! RONNIE E’ PROPRIO NATA DALLA TIPETTA TOSTA DEL MIO NICHOLAS SPARKS – INOO !!! *O* ma io vi adorooo!!! UN BACIONE A CHI L’HA CAPITO! ;D

 

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Capitolo 21
*** || 19.Confini immaginari da rispettare e bugie da smascherare per loro… ***


Capitolo 19

Confini immaginari da rispettare e bugie da smascherare per loro…

Megan

Tiro il freno a mano e osservo con un cipiglio concentrato e sconcertato il confine immaginario che divide me e la mia Golf dalla Volvo grigio metallizzata di Edward.
Scendo dalla macchina afferrando la borsa dal sedile passeggero e mettendo le chiavi dell’auto nella tasca interna con aria nervosa m’incammino verso il confine, pronta a superarlo come se niente fosse. Per me in effetti non è vietato farlo, ma per Edward si.
Lui esce dalla macchina e mi riserva un sorriso storto. Ricambio forzatamente e mi sento in colpa per non aver salutato Jacob, per non avergli neanche rivolto uno sguardo raggelante come faccio di solito quando sono arrabbiata con lui. Dopo un respiro profondo mi lascio alle spalle La Push e mi avvicino al vampiro.
Lui arriccia il naso. << Scusa, lo so che non è proprio il massimo per te incontrarci, ma era necessario. >> annuisco, incapace di pensare ad altro che non fosse il viso assente di Jacob, lui mi sorride di nuovo, sta volta si nota anche nei suoi confronti un certo sforzo. << Problemi? >>
Lo guardo ovvia. << Non capisco l’utilità di una risposta… saprai tutto se continui a setacciarmi il cervello. >> borbotto.
<< Era solo una domanda di cortesia, quanto siamo irritabili!  >> sbotta seccato, poi con un cenno del capo indica la sua macchina. << Sali, non mi piace restare così vicino al confine. >>
Mi mordo il labbro, lanciando uno sguardo alla Golf e al punto in cui nella mia testa c’è una linea gialla, ben marcata, e un cartello con su scritto a caratteri cubitali “ VAMPIRI ALLA LARGA”, dietro quella striscia c’è la mia salvezza, quella che la mia famiglia e i miei amici mi hanno quasi imposto per la bellezza di diciassette anni, e invece dall’altra parte che un Cullen, che con un’espressione indifferente mi dice di salire in macchina.
<< Meg, ti do due motivi buoni per i quali non ti dissanguerò: uno, mi sono appena dissetato. Due, puzzi terribilmente di licantropo. >> ed ecco spiegato il perché si ostini ad arricciare il naso, scrollo le spalle e mi mordo il labbro.
<< Jacob mi spennerà come l’ultimo tacchino che abbiamo mangiato il giorno del Ringraziamento. >> mormoro più a me stessa che a lui, quasi beffarda nei miei stessi confronti.
<< Sarà più magnanimo di quanto credi. >> ridacchia lui, mentre sale in macchina, sicuramente analizzando l’immagine mentale del povero pennuto massacrato il quarto giovedì del Novembre scorso.
Salgo in macchina, al suo fianco, e lo osservo mettere in moto e passare con un gesto cauto dalla seconda. << Perché hai bisogno di me? >> gli domando, sentendo un tuffo al cuore quando ci lasciamo alle spalle la linea gialla e il cartellone intimidatorio visibili solo ai miei occhi e a quelli impiccioni del vampiro rosso, diretti verso Forks.
<< Perché oltre Bella e i miei fratelli sei l’unica con cui io possa parlare, l’unica di cui mi fidi. >> malgrado tutto non riesco a camuffare un sorriso imbarazzato.
<< Ti fidi di me? >> sussurro, stupita.
<< Si, hai una delle menti più incasinate, bugiarde e allo stesso tempo pure e leali che io abbia mai visto. >> mi spiega, poi ridacchia. << Sei molto difficile da capire, pensi in maniera disordinata, infantile, subito dopo matura e … >> il suo viso si fa sofferente. << … mi ricordi mia sorella. >> sussurra.
Il mio cervello incasinato, bugiardo, puro, leale ect. capisce subito quello che nasconde il suo tono di voce e afferra il lieve velo di tristezza sugli occhi grandi, color ambra limpido. << A-Amelia…? >> balbetto, più sconcertata di prima.
<< Dimenticavo: sei anche molto intuitiva. >> dice con lo stesso tono sommesso di poco prima, annuendo appena.
< Spiegami meglio… fratelli? Eravate fratelli biologici? >> chiedo, dilatando gli occhi in maniera quasi disumana.
<< Si, Carlisle ci salvò, durante l’epidemia di spagnola del 1900. Eravamo in cinque, io, mia madre, mio padre, Amelia e Derek… Amelia e Derek erano gemelli, più piccoli di me di appena due anni. Anche loro sono stati trasformati in vampiri da Carlisle… Amelia purtroppo… >>
<< E’ fuggita. >> completo per lui, mordendomi il labbro.
<< No, l’hanno uccisa. >> ringhia, in modo molto simile a come lo fa Jacob. << Lei e Annìka volevano evitare che i licantropi e i vampiri continuassero a darsi contro e furono loro stessi ad insistere affinché Ephraim e Carlisle stipulassero il patto. >> scuote la testa e affina lo sguardo, trafitto da chissà quali ricordi sfocati e ingialliti, << … ma la tribù non vedeva di buon occhio l’imprinting che li legava perché aveva paura di avere un possibile traditore tra di loro e noi Cullen eravamo molto più guardinghi nei confronti di Amelia, anche se sono consapevole del fatto che non ci fosse nessun motivo logico per esserlo.Allora decisero di scappare, fui io a fermali, non volevo che anche lei mi abbandonasse dopo Derek, così li convinsi a rimanere. E tutto continuò per un po’… fino a quando…>> si ferma, sospirando sconnesso, senza rendermene conto gli accarezzo il braccio, trovando non poco raggelante la sua temperatura, abituata a quella infernale di Jacob.
<< … non devi raccontarmelo per forza se… >> scuote la testa e prende un altro respiro, accennando un sorrisino.
<< Voglio che tu sappia, non so perché, ma lo voglio. >> sussurra.
Un attimo di silenzio, in cui il battere frenetico del mio cuore compensa la mancanza del suo, e il calore che emanano le mie guancie arriva anche alla sua pelle di ghiaccio, riscaldandola. 
<< … I Volturi  vennero a conoscenza di quella situazione insolita e secondo delle leggi non scritte decisero che questo non poteva accadere, sia il licantropo sia il vampiro dovevano essere uccisi, Amelia per salvaguardare Annìka si presentò alla loro corte da sola e assumendosi tutte le colpe fu giustiziata… dopo la sua morte Annìka ebbe nuovamente l’imprinting. Nessuno ha mai capito il perché… e sinceramente non mi è mai importato, saperlo non mi avrebbe riportato mia sorella. >>
Arriccio l’angolo della bocca in una smorfia stupita, poi sollevo un sopracciglio. << La storia che mi hanno raccontato non era proprio così… >> biascico, sospirando a fatica.
<< Diciamo che non avete voluto tramandare la parte della storia in cui una vampira si sacrifica per amore,, va contro l’idea maligna e spregiudicata che avete di noi. >> annuisco, nettamente d’accordo con quello che ha detto e poi un altro pensiero mi s’insinua in testa.
<< Avevi detto di avere un altro fratello, Derek, giusto? >> lui sospira e fa manovra.
<< Si. >> la sua risposta si ferma lì, non so se sia meglio insistere o far cadere il discorso, e proprio mentre penso cosa fare e il silenzio si allunga, spegnendo il motore dell’auto finisce per sorridermi come se nulla fosse. << … siamo arrivati. >>
Lo guardo spaesata, uscendo dal groviglio di pensieri con cui mi ero ingarbugliata. << D-dove? >> balbetto, spalancando gli occhi. Scoppia in una risata divertita, arricciando il naso in una smorfia perfetta.
Mi indica fuori con nonchalance e scrolla le spalle. << Benvenuta a casa Cullen. >>
Osservo la meraviglia architettonica che mi si para davanti e schiudo istintivamente la bocca, << Wao.>> lui annuisce e apre la portiera.
<< Tranquilla, poi ci fai l’abitudine. >> mi confessa e con una velocità decisamente poco umana fa il giro della macchina per aprirmi la portiera.
Lo guardo strano. << Sono ufficialmente confusa. >> balbetto, quando lui mi porge la mano per aiutarmi ad alzarmi dal sedile, da vero galantuomo.
<< Sei un’amica di Alice… e di Bella. Quindi “mi casa es tu casa”  >> scoppio in una risata capendo cosa intende e annuisco afferrando la sua mano e saltando fuori dalla macchina.
<< Oh, certo! >> sbotto, poi lo spingo. << Alice!! >> urlo, consapevole del fatto che ci potesse sentire anche dall’altra parte del mondo. << Edward ha qualcosa che non va… Possibile che abbia la febbre?! >> urlo, tastandogli la fronte, gelata.
Il sorriso che rende decisamente più giovanile il viso di Edward sparisce e Alice si masterizza accanto a noi in meno di un secondo, seguita da Emmett. << Bella, è andata da sola nel bosco, riuscivo a tenerla d’occhio… ma poi Laurent l’ha trovata e … ora non riesco più a vederla. >> Anche il mio sorriso ci fa tanti cari saluti, guardo Alice e sospiro sconnessa. << Cosa facciamo? >>
Edward mi afferra il braccio e con delicatezza mi indica la macchina. << Emmett ti accompagna a casa. Io e Alice andiamo a cercarla… o ad uccidere qualcuno. >>
Non riesco a controbattere, perché le braccia di Emmett mi cingono la vita e mi sollevano da terra, portandomi contro voglia verso la Volvo, una volta dentro va per allacciarmi la cintura, ma io con un lieve schiaffetto alla sua mano lo allontano. << Posso benissimo farlo da sola. >> lui annuisce appena, con un mezzo sorriso mi accarezza la spalla e in meno di un secondo è già al mio fianco. Questa velocità mi da sui nervi. Qualcosa vibra all’interno della mia borsa, il mio sguardo e quello di Emmett si concentrano alla fonte del rumore.
<< Dovresti rispondere, magari è Bella. >> mormora agitato.
<< Ne dubito fortemente. >> biascico, ma prendo la borsa, osservo con nervosismo il numero di Jacob lampeggiare e mi riprometto di non rispondere, alla fine però, considerando il fatto che la sua migliore amica è in pericolo pigio il verde e rispondo, ancora poco convinta.
<< Pronto? >>
Un sorspiro sollevato dall’altra parte del telefono. << Meg! Grazie al cielo non ti hanno presa. >>
<< E’ Bella! >> esclamo piena di sorpresa, scuotendo spasmodicamente la spalla di Emmett.
<< COSA?! >> sbotta quello, frenando bruscamente.
<< Bellina? Stai bene?? >> urla avvicinando il viso al mio orecchio.
<< Si, Emmett sta tranquillo! Meg, sei con Edward, vero? devi dirgli che sto bene e che… >>
<< Troppo tardi, ti sta già cercando. Magari se ti allontani dai ragazzi insieme zio Harry Alice riuscirà a vederti. Provaci. >> tossisce un si e, proprio mentre sta per riattaccare mi sento in dovere di chiederle una cosa.
<< Bella, aspetta… come stai? >> le chiedo, la sento soffocare una risata.
<< Non è che stai prendendo questa cosa della tregua troppo seriamente? >>
<< Scusa se mi preoccupo per te! >> borbotto con un tono di voce eccessivamente alto, che fa voltare di nuovo Emmett nella mia direzione, gli sorrido impacciata e mi volto verso il finestrino, dandogli le spalle e facendomi piccola contro la portiera.
<< Piuttosto, dovresti preoccuparti per Jacob… sta male, Megan. Non vuole che tu faccia così. >> annuisco, poi mi rendo conto di essere al telefono, balbetto un si e mi mordo il labbro.
<< Gli hai parlato del matrimonio? >> sussurro, anche se Emmett può sentirmi ed è già a conoscenza del fatto.
<< No… non ci riesco… >> sussurra anche lei, con voce addolorata.
Sbuffo. << Be’… allora provaci! >> un lungo momento di pausa mi fa capire che non è difficile come sembra parlare con Jacob: lo è di più. Vedere il suo viso intristirsi, i suoi occhi socchiudersi, la sua mascella serrarsi, insieme ai pugni è estremamente distruttivo per noi. Soffoco un lamento. Noi…
<< Senti, io sto arrivando.  Fa come ti ho detto, allontanati dal branco, di a zio Harry di accompagnarti a First Beach. Ciao. >>
<< Okay, parla con Jake! ciao. >> e riattacca, mi abbandono al sedile, Emmett mi riserva un sorriso benevolo e scuote la testa.
<< Aaaaah, l’amore! >> sbotta sarcastico, << E capace di farci morire. >>
Gli riservo un’occhiataccia. << Certo, come se per te fosse possibile morire per amore! >> ridacchia e si chiude nelle spalle.
<< Morirei dentro. >> si giustifica con tono autoritario. Scuoto la testa e malgrado tutto accenno un sorrisino che proprio non riesco a trattenere.
<< Stupido. >> borbotto, scuotendo la testa e incrociando le braccia sul petto.
<< Irrispettosa. >> mi pizzica lui, sempre con quel finto tono superiore, tira il freno a mano davanti il confine tracciato nella mia testa e sospira.
<< Dici che Jacob accetterà il fatto che io oltrepassi il confine per accompagnarti a casa? >> annuisco e apro la portiera, ci avviamo verso il confine, e come a fare una pernacchia a quel grande cartellone immaginario che è piazzato davanti la finta linea gialla, lancio le chiavi ad Emmett.
<< Guida tu. >> gli dico sorridendo.

                                                                                                                                                                     ***

<< Meg! Cazzo!! >> grida Ronnie, lanciandomi una pantofola di zio Billy, poi mi corre incontro e mi abbraccia, riservando un’occhiata fulminante al vampiro alias armadio a muro riccio che mi sta accanto. << Ci hai fatto prendere un colpo! >> urla tornando a guardarmi, con tono di rimprovero. Dei passi frenetici sulle scale di legno scricchiolanti mi fanno alzare il capo troppo in ritardo, riesco soltanto a vedere un’ombra venirmi addosso.
<< Stupida, testarda, orgogliosa, incosciente, masochista, immatura e bastarda che non sei altro!  >> sbotta la voce suadente di Jacob, concitata, nervosa e troppo vicina al mio orecchio per farmi sentire meglio.
<< Buongiorno anche a te. >> sussurro, trattenendo una risata, e stringo il suo corpo tremante dal nervosismo, sospirando. << Non sono stata esposta al pericolo minore nemmeno un attimo, ero insieme ad Edward, Alice ed Emmett… Jake, stai calmo. Sono qui. >> mi bacia la guancia e annuisce accucciando il mio viso sul suo petto.
<< Grazie sanguisuga. >> sussurra, veramente grato.
<< Di niente, Rin-Tin-Tin. >> sbotta con un sorriso beffardo, Ronnie scoppia a ridere e sventolando la pantofola che mi ha tirato torna in salotto, ripetendo “Rin-Tin-Tin” con l’entusiasmo sconsiderato di una squilibrata mentale.
<< Emmett, Bella è andata a First Beach, Harry ha chiamato, Edward li ha già trovati. Potresti aspettarli in salotto insieme a Ronnie, io dovrei parlare con Meg, di sopra. >> lui annuisce con indifferenza, Jacob si gira tra le mani un libro e solo in quel momento mi accorgo che sta davvero leggendo “Romeo e Giulietta” come gli avevo consigliato.
<< Tieni. >> gli dice porgendoglielo. << Siediti sul divano e fatti una cultura. >> poi mi tira di sopra tenendomi per mano e facendomi saltare i gradini a due a due.
Arrivati di sopra le nostre fronti si scontrano e la sua voce si fa quasi arrabbiata. << Meg. Io ti amo, ma non puoi pretendere che io non consideri più la mia migliore amica… non chiedermi di scegliere. Sarebbe come chiedermi se preferisco bere o mangiare… ti prego… capiscimi. >>
Scuoto la testa, accarezzandogli il viso. << Non ti ho mai chiesto di scegliere, o almeno, non ultimamente, sei stato tu a trarne questa conclusione… volevo solo che tu capissi quanto odio essere trattata come hai fatto tu, io non sono  una bambola su cui scaricare la rabbia, posso consolarti, non incassare i colpi al posto della persona che ti ha atto un torto. >> lui sorride lievemente e si avvicina alle mie labbra, baciandole lievemente.
<< Perdonami. >> sussurra, chiudendo gli occhi.
<< Non dovrai mai scegliere tra me e Bella… non posso chiederti tanto. >> mormoro, poi sospiro. << Edward mi ha raccontato la storia di Annìka ed Amelia… lei era… >>
<< Sua sorella, lo so. >>
<< Come fai a saperlo? >>
<< Anche Bella me l’ha raccontato. Mi dispiace così tanto. Quegli stupidi Volturi, finiranno ben presto in brace… >> e stringe la presa sui miei fianchi. << mai, mai lascerò che ti prendano, lo prometto. >>

Eh??
<< Aspetta! Stoppati! … mi sono persa qualcosa? >> sbotto, arricciando il naso.
<< Tu e Bella, sapete troppo sui vampiri… e non siete parte di loro. Laurent, il vampiro che ha cercato di attaccare Bella, era un loro messaggero. Aro è curioso di vedere quali doti immortali si possano nascondere dietro la strana immunità della ragazza-vampiro e ancora di più è curioso di dissetarsi con il sangue dell’invitante ragazza-lupo. >> ringhia, mi mordo il labbro, nascondendo un fremito. << Hai paura? >> mi chiede, strizzando gli occhi.
<< Si, da morire. >> mormoro, sopprimendo un brivido.
<< Non dirmi così… >> borbotta sbuffando. << … non puoi provare a far finta di essere forte o chessò io... >>
Ridacchio. << Io… paura? Bha! Io rido in faccia al pericolo?! >> ma sussulto nel momento in cui la porta si apre.
<< Megaaaaaan Kaliska Allen! Corri immediatamente di sotto se non vuoi finire ammazzata per mano mia!! >> mi aggrappo al collo di Jacob, baciandolo possessiva, lo prendo per mano e alzando gli occhi al cielo sbuffo nell’ascoltare la voce di Seth continuare ad urlare il mio nome annesso a insulti e minacce di morte poco scherzose e inquietanti.
<< Ronnie e Seth sono proprio prefetti insieme. >> mi sussurra all’orecchio Jacob ridendo, scende i gradini insieme a me.
<< E già. >> biascico, Seth mi prende per il braccio e mi molla uno schiaffetto sul fianco.
<< Ciao!! Quando pensi di nuovo di fare due passi fuori dal confine, Kaliska, ce ne dici di avvisare con chi, perché e per quanto tempo!! >> urla lui, con un cipiglio incavolato.
<< Non vorrei infrangere il vostro momento di ricongiungimento familiare strappalacrime e pacifico, ma… >> ci voltiamo verso la voce di Emmett, seduto sul divano con le gambe incrociate e il libro aperto davanti il viso.
<< ma…? >> chiede Seth, allentando la presa sul mio braccio.
<< Aemh…. Non ne ho idea, volevo senz’altro infrangere il vostro momento di ricongiungimento familiare strappalacrime e pacifico. Mi sentivo ignorato. >> dice con un sorriso innocente, si chiarisce la voce e torna a leggere il libro, annuendo convinto. Jake e Seth si scambiano uno sguardo stralunato e poco dopo accennano una risatina, io scuoto la testa e accenno un sorriso. 
Emmett fortunatamente riesce a farci ridere anche quando non c’è proprio alcun motivo per farlo.

-------------------------Valentina’s Space-------------------------

Ragazze sto morendo di sonno, posterò soltanto i commenti, scusatemi ma non vedo l’ho di andare a lettuccio *-*

dafne891: ciaooooo!!! *-*  Okay, è ufficiale!! Tu mi fai pauraaaaaaaaaaaaaaaaaaaa O.O” >__< hai AZZECATO TUTTO!! <3 che devo dirti, hai già è detto tutto tu >__< ma Bella non è scappata di caaaasaaaa ed è apparso un altro Cullen, chissà cosa nasconde il nostro Derek!!! Ehhhhhh!! U_U qualcosa ti è sfuggita!!! Vediamo se riesci a capire meglio adesso! Fammi sapere 007 XD ihihihihihih  Vado a letto, domani ho l’ultima interrogazione, storia dell’arte. Dopo di che… ESTATE!! Più o meno XD un bacio Eri, sei una bravissima detective *-* baci Vale. <3

 

 Ed4e: tesoroooooo, ciao *-* visto alla fine Meg e Jake hanno fatto pace-pacetta!! *-* Belliii, eh? *-* A me piace quando fa lo scemo!!! >__< :D Rin-Tin –Tin?! XD XD …Ho riso per ora -.-“ non so perché! XD Da domani in poi spero di aggiornare almeno tre volte alla settimana ma non vi posso promettere nnt! T_T  Ora la storia inizia a farsi più complicata e ho bisogno di scervellarmi un po’ di più. Allora che ne dici della leggenda e della fine di Amelia? E Derek? Perché Eddy ha sviato il discorso??? O.o ummmh… dimmi che ne pensi!!! XD un bacio, Vale. Ti adoro <3

liala90: Ciao, soddisfatta adesso?! dai dimmi di siiii!!! *O* Adoro Ronnieeeeee! Non è micidiale?! XD ahahah, certo, il mio cervelletto ormai è fuso con quello di Meg, però mi piace un sacco Ronnie! XD <3 Allora che ne pensi della leggenda? O.O fammi sapere, un bacio, Vale!! ^^

Svampi: Aloha!! *-*  Brava (: hai proprio afferrato il punto della situazione! Sono diversi, tra di loro… ma di questa somiglianza con la sorella, Amelia, cosa ne pensi? O.o E Derek? Ti saresti aspettata una cosa del genere?  U_U no,eh? Dimmi di no!!! XD Io non rischio il debito, ma la prof mi ha chiaramente detto “ti darò il debito!” -.- non ho che farci, purtroppo per me non sono un tipo che non ha mai studiato, quindi non mi sento in colpa, recupererò… però non te lo auguro, quindi spero che tu ce l’abbia fatta!!! FAMMI SAPERE. Bacio (:

Dackota: l’imprinting non si romperà maiiiii *_* SONO CONTRAIA!!! XD  Hahahah. Allora, che ne pensi della leggenda di Amelia e Annìka?? XD  Niente fiamma per il depresso\verginello Cullen, solo una sorella morta e un fratello di cui non vuole parlare… non ti sa di strano?? O.O” Troppe domande, eh??? XD  Brava! La situazione di Eddy e Mg è simile, diciamo che si sorreggono a vicenda, specialmente per quanto riguarda Eddino, che rivede nella mente di Meg quella della sorella. Eddy e Meg??? MA BLEAAAH! Ma manco se mi pagano!! >__< Meg sta con Jake non c’è altra soluzione!! XD ihihih dai, come si fa!!!? Hai proprio ragione i vecchi stanno con i vecchi U_U nnt scambio di coppie…. Scusa ma ti chiamo amore??? Ma anche nooo!!! Moccia non c’entra qua!! XD HO POSTATO!!! *-* ( e penso che tu te ne sia accorta!! … sarebbe preoccupante =__= XD) voglio sapere cosa ne pensi! Fammi sapere. Un bacio, Vale <3

 

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Capitolo 22
*** || 20. … rose bianche da bagnare di lacrime e persone care da salutare per noi ***


Capitolo 20

… rose bianche da bagnare di lacrime e persone care da salutare per noi.

Megan

Una volta asciugato l’ultimo  piatto mi sollevo  sulle punte per metterlo nella piattaia, mi poggio al bancone di marmo della cucina e guardo Bella disporre le forchette e i coltelli puliti  nel cassetto delle posate. << Jacob ha chiamato tuo padre, non vuole farti andare a casa con quel brutto graffio sulla guancia, potrebbe insospettirsi. >> sospiro e lo guardo, non è proprio grave, ma Charlie è iperprotettivo e anche una stupidaggine come quella l’avrebbe mandato in delirio, << perciò, se qualcuno te lo chiede tu ed io siamo due amichette del cuore che oggi si prenderanno a cuscinate in faccia e si tingeranno le unghie a vicenda. >> lei scoppia in una risatina, scostando lo sguardo dalle sue unghia, alle mie. Mi mordo il labbro, imbarazzata, e chiudo la mano in un pugno, nascondendo la tinta arancione lucido.
<< Non mi piace lo smalto. >> mi spiega, arricciando il naso.
Mi chiudo nelle spalle. << Ovviamente non dobbiamo fare niente di tutto questo. Ma ora tutti pensano che noi due siamo amiche e ci serve che lo pensino ancora per un po’, quindi a mezzanotte ci chiudiamo in camera mia, tutto quello che devi dividere con me è il letto, sopravivvrai? >> annuisce e prende un respiro a pieni polmoni, portandosi le mani che sanno di detersivo alle mani.
<< Adoro quest’odore… >> mi spiega, sorridendo appena, sorrido anche io, avvicinandomi alle sue mani per sentirne l’odore.
<< Lo so, è intenso… ho fatto spendere un sacco di soldi a zio Billy per comprare questo detersivo. >> ridiamo, poi il telefono squilla…

 
 

Tossisco malamente quando i polmoni iniziano a bruciarmi, riemergendo dall’acqua, tremo per la sua temperatura, e poggio la nuca sulla parte di porcellana candida, strizzo gli occhi, sulle guancie acqua e qualche rivolo di mascara. Qualcuno mi dica che non è vero.

 

<< Pronto? >>
<< Seth, cosa c’è? >>
<< Vieni all’ospedale, subito. >>

 

 
<< Meg?! Apri questa dannata porta! >> urla una voce ovattata e rauca attraverso il legno scuro che divide il bagno dal corridoio. Un singhiozzo mi perfora il petto, mi strofino gli occhi arrossati e mordo con violenza il labbro che continua indisturbato il suo tremolio, le lacrime e i capelli umidi sul viso non mi permettono di vedere chiaramente il soffitto.

 

 
<< Che cazzo è successo! >> urlo paonazza e lacrimosa, scuotendo per la maglietta Seth, che mi osserva senza vedermi davvero.
<< Non lo so, stava benissimo, poi … poi… >> si accascia sulla sedia e si porta le mani al viso, con un singhiozzo. << Non lo so, non lo so. >>

 
 

I mugolii di Wendy fanno da sottofondo alle preghiere e alle urla di quella voce, che continua a minacciarmi, implorarmi e rimproverami dal corridoio. Ecco, ora le voci sono due.

 
 

<< Meg, dai, cammina! >>
<< Zio, ma sono stanca… >>
<< Lo sai che se vuoi arrivare fin sopra la collina devi prima scalarla. >>
<< Non puoi prendermi in spalla? >>
<< No, Maggie… vieni qua, ascoltami tesoro mio, puoi darmi la mano, ma devi farcela con le tue gambe se quello che vuoi veramente è salire lì in cima. >>

  

<< Meg?! Se non apri giuro che sfondo la porta! >> strizzo di nuovo gli occhi e reprimo un urlo stringendo la maglietta fradicia, sotto un cuore batte a stento, sofferente. Perché non capiscono, voglio rimanere da sola.
 


<< Leah. >>
<< Meg, i-io… ti prego…  a-abbracciami. >>
<< Certo, non… non preoccuparti… andrà tutto bene. >>
 

 

E invece no! NO! NO!
<< Meg!! >> urlano ad unisono le voci, ancora più ovattate quando il mio viso finisce sotto il livello dell’acqua nella vasca.

 

 
<< Signori Clearwater? >> un dottore, in camice azzurrino ci guarda, la presa di Jacob sulle mie spalle si triplica quando i suoi occhi incrociano quelli del chirurgo e si alza dal mio fianco per andargli incontro, seguito da zia Sue.
<< No… >> fiata con voce strozzata, i suoi occhi si arrossano. << Impossibile… lui, non … non può essere, c’è uno sbaglio, uno sbaglio… l-lui sta bene,  NO! >> Zia Sue piange, e afferra il braccio di Jacob, quasi come se volesse essere sorretta, lui si ferma e con le lacrime agli occhi la stringe energicamente.
<< Impossibile… >> mormora Seth, affondando  il viso tra i miei capelli quando lo abbraccio, scuote la testa e ripete all’infinito quella parola, mentre i singhiozzi di Leah si fanno più acuti.

 

 
Un rumore sordo, dei passi pesanti, qualcuno con un gesto frenetico mi tira la testa fuori dall’acqua, tossisco gravemente e lo spintono con poca forza. << Lasciatemi in pace, voglio solo essere lasciata in pace… >> sussurro, le mie labbra tremolano, l’ombra si getta dentro la vasca e si stende al mio fianco, stringendomi tra le braccia.
<< E’ difficile per tutti… per tutti, briciola. >> i miei vestiti fradici si appiccicano a quelli altrettanto bagnati di Jacob, batto leggermente le testa contro il suo petto e reprimo un altro lamento, stronfiandomi gli occhi come se volessi staccarmeli del tutto.
<< Meg… >> anche la sua voce è rotta dal pianto, so che vorrebbe dirmi qualcosa per consolarmi, ma non ce la fa, non sa come, non quando anche un pezzo di quello che era il suo mondo, uno dei pilastri portanti della sua vita, quello che sosteneva in piedi tutto il resto, è venuto a mancare.
<< Perché tutti quelli che amo sono destinati ad andarsene, perché?! >> urlo, o almeno ci provo, ma la voce mi viene meno. << Prima papà e mamma, poi zia Sarah, ora zio Harry... proprio adesso che tutto stava andando per il verso giusto… perché la vita è così… sbagliata, complicata e ingiusta! Aveva solo poco più di cinquant’anni, non doveva ancora andarsene, doveva restare, doveva farlo per tutti, doveva farlo per lui, perché non ha lottato? Ci ha sempre fatto sudare e conquistare quel che volevamo, perché non ha provato anche lui a farlo! >> ringhio, stringendo la mascella con violenza e gli occhi con eguale smania.
Lui non risponde, sento solo un lieve singhiozzo scuotergli il corpo, poi le sue mani mi stringono di nuovo.        
 

 
<< Jake diventa più bello ogni giorno che passa. >> mi sussurra all’orecchio, sorridendo. Annuisco, cercando di non fargli capire quanto lo penso realmente, quel che sta dicendo, << Si lotta per quello che si vuole. >> mi sussurra ancora, sgrano gli occhi.
<< Eh? >> riesco a pronunciare, sconvolta.
<< Sei bella anche tu Meg, tanto bella. >> così si alza, e dopo avermi baciato la guancia, va via, lasciandomi con mille dubbi e nessuna certezza. Ha capito tutto?

 
 

<< Megan, se non te la senti, sono certo che capiranno. >> sussurra flebilmente Embry, chinandosi sulla vasca.
<< Esci. >> dice secco, seppur con voce malferma, Jacob, baciandomi la fronte, << devo parlare con lei, da solo. >>
Altri passi, il cigolio della porta che si socchiude, il mio corpo, paralizzato e tremante, viene sollevato leggermente da braccia calde, tirato fuori dalla vasca e avvolto in un panno morbido e odoroso, dita mi scostano i capelli dal viso, ed ecco il volto bagnato e gli occhi arrossati di Jacob guardarmi con tristezza, smarrimento e anche un frammento di comprensione. Pure lui vorrebbe urlare e piangere, sbattere i pugni al muro e rompere di tutto. Eppure non lo fa. Lui è quello forte. Lui è quello che protegge e consola, salva e cura. Io sono quella fragile. Quella da proteggere e da consolare, da salvare e da curare.
<< Briciola, guardami. Sono qui, non ti lascio da sola, non me ne vado. Io sono con te e ti amo. >> tossisco ancora e tiro su col naso, scuotendo la testa.
<< Non andartene, non andartene… promettilo, Jake, promettilo. >> balbetto, e solo quando mi rendo conto che di fronte a me, la ragazza con le labbra livide, le occhiaie e gli occhi colati di nero, è il mio riflesso, rabbrividisco.
<< Te lo prometto. >> sussurra, dai suoi occhi arrossati scende una lacrima, la asciuga frenetico con un lembo del mio accappatoio e sospira profondamente, guardando il soffitto, << ora però dobbiamo andare, so che lo vuoi Maggie, e lui, so che ne sarebbe contento. >>
Tiro indietro i capelli e mi stropiccio ancora una volta l’occhio, << non può essere vero… >> balbetto, reprimendo l’ennesima crisi di pianto.

 

 
<< Sarah, fammi spazio! >> Amber, mia madre, mi stringe in un abbraccio, mentre io, incurante, sono impegnata a lanciare calcetti a Jacob.
<< Ohi! >> borbotta il bimbo, corrugando le sopracciglia e osservandomi truce.
<< Ragazzini miei, un giorno voi prenderete il nostro posto, siate maturi, niente giochi violenti! >> dice fiero Christian, mio padre, battendo una pacchetta sulla spalla di zio Harry, che ancora indaffarato a posizionare il cavalletto della macchina fotografica al meglio annuisce soltanto.
<< Chris, hanno sette anni. >> dice Sarah, sorridendo e prendendo in braccio suo figlio per stampargli un bacio sulla guancia paffuta, Rachel e Becca si contendono sottovoce una bambola.
<< Seth, lascia stare tua sorella! >> mormora Sue, togliendo una treccina nera corvina dalle mani della peste.
<< Quindi, questa foto? >> chiede zio Billy, dall’alto delle sue gambe possenti.
<< Al tre… mettetevi in posa. >> dice zio Harry, guardando all’interno del mirino. << Uno… >> e corre, lanciandosi nello spazio libero tra me e Leah, << …due… >> ci abbraccia entrambe aprendosi in un sorriso. << … TRE! >>

 

 
<< Il tuo motto era: “lotta per quello che vuoi e lo otterrai”… eppure, lottare contro me stessa per riaverti, sta volta non funziona, papà. >> sussurra Leah, con voce provata, guardando la bara in legno chiaro, il solo pensiero di lui là dentro, mi fa rabbrividire.
Anche per questo tengo lo sguardo, grondo di lacrime, basso e assente, nessuno, neanche Paul, riuscirebbe a guardare la scena a testa alta.
Sospiro e mi stringo maggiormente contro il fianco di Jacob, cercando del sostegno che non tarda ad arrivare, dalle punte plastificate dell’ombrello gocciolano piccole perle d’acqua piovana, l’odore di terra umida ci avvolge totalmente, il verso di qualche animale selvaggio spezza il clima di ostilità e durezza che si crea vicino la tomba dello zio.
<< Sei sempre stato il più vispo tra noi, Harry… e ora che anche tu sei andato via, io come farò, amico mio? Christian, Harry… come farò senza di voi. >> dice zio Billy, che incurante della pioggia è avanzato verso la bara, per poggiarvi sopra la sua rosa bianca.
Sentire il nome di mio padre mi fa male, sapere che in questo momento sia l’uno che l’altro avrebbero dovuto essere ancora qua mi fa innervosire, ricollegare la loro morte con quelle delle nostre madri è distruttivo. Deprimo un gemito, Jacob se ne accorge e mi cinge la vita, sollevandomi leggermente da terra con un solo braccio, anche i suoi occhi arrossati versano lacrime. 
<< Papà… mi dispiace non averti mai accompagnato a pescare, mi sarebbe davvero piaciuto capire come si fa… s-sai che non so farlo, n-non so pescare. >> Seth, stringendo in un abbraccio Ronnie, poggia la sua rosa accanto quella di Leah, e subito dopo, con un timido e muto dolore, anche Sue lo fa. 
Kim e Jared, si avvicinano alla bara e uscendo da una carta argentata una piccola rosa con un nastro azzurro legato sullo stelo senza spine sorridono, tra le lacrime, Jared accarezza la pancia sporgente di Kim e arriccia le labbra. << E’ un maschietto Harry, proprio come dicevi tu. >> pian piano si susseguono tutti, in saluti, pianti e sospiri di rassegnazione. Quando Jacob mi guarda, porgendomi la rosa, mi sento mancare. Non voglio salutarlo, lo voglio con me. Tuttavia prendo il fiore, e seguita da Jacob, anche lui in mano ha la sua rosa, mi avvio verso lo zio, a pochi metri da noi.
<< Tu hai sempre saputo quello che stava succedendo tra me e Meg… >> sussurra Jake, in tono confidenziale, accarezzando il legno liscio. << … mi hai dato tu la forza di farmi avanti. >> annuisco e intervengo, poggiando la mano sopra quella di Jake.
<< Sapevi tutto, zio Harry, ma non hai mai detto una parola né all’uno né altro dei nostri sentimenti, volevi vederci lottare per avere quel che volevamo. Bé … l’abbiamo fatto. >>  e lui mi guarda accigliato.
<< Lo sapeva… >> borbotta, con un sorrisino, scuotendo la testa in direzione della bara. << … sono certo che se non avessimo lottato così tanto apprezzeremmo meno la vicinanza dell’altro. >> dice, e carezza la cassa con la dolcezza e la prudenza di chi si è appena scottato con il fuoco. << Grazie di tutto zio, ti devo un favore. Sta attento a mamma. >> mormora, a voce sempre più bassa.
<< Ti voglio bene. Papà, mamma e zia Sarah saranno contenti di avere te come compagnia, scommetto che lassù deve esserci una tale noia senza le tue battutine. >> dico, poi mi mordo il labbro e togliendomi un cordino di cuoio dal braccio lego con un nodo stretto le due rose che abbiamo posto sul legno. C’era riuscito, era riuscito nel suo intento. Ora io e lui eravamo insieme. << Addio. >> sussurro, le braccia di Jacob mi avvolgono, la pioggia cade leggermente sulla cerata scura dell’ombrello e su tutte le figure sfocate che ci guardano. Strizzo gli occhi e sospiro.

 

 
<< Zio, non c’è niente da ridere! >>
<< invece si, Quil ti ha reso davvero giustizia con quell’imitazione >>
<< Non è vero! >>
<< Ohhh, invece si! >>
<< Ti dico di no! >>
<< invece si! >>
<< invece no! >>
<< Si! >>
<< No! >>

 

 
<< Meglio andare a casa. >> Faccio una smorfia, mi da un senso di vuoto abbandonare là zio Harry, quella non è casa sua.

 
 

<< Così ti salteranno tutti addosso! >> scuote la testa, Leah arriccia il naso, annoiata.
<< Papà! >> si lamenta.
<< E’ la verità, non puoi andare in giro vestita… anzi, svestita così! >>
<< Zio siamo con quattro ragazzi, e il più basso e mingherlino può fare da bodyguard per Britney Spears. >> mugugno, mettendo il muso.
<< Mmh, continua a non convincermi. >>
<< Ti pregoooo!! >> urliamo, facendo gli occhioni.
<< Quil! Paul! Portatele a quella festa e fatele sparire dalla mia vista! >> sorridiamo, Leah scocca un bacio sulla guancia di suo padre e mi afferra per il polso.
<< Corri, prima che cambi idea! >>

 

 
Guardo il vuoto che si estende fuori dalla finestra, sento le lacrime appannarmi la vista, allora per evitare di versarle mi mordo il labbro e sollevo gli occhi verso il soffitto. Mi bruciano ancora un po', gli occhi, ma sembra proprio che le mie scorte di lacrime non abbiano fine.
<< Meg… >> mi scanso dalla finestra, per permettergli di entrare, lui mi guarda storcendo le labbra in una smorfia dolorosa, << Come stai? >>
<< Come potrei stare… >> balbetto, << era importante per me, dopo la morte dei miei Billy, Sue e Harry hanno… hanno preso il loro posto. >> cauto allunga una mano, e mi accarezza, il suo viso ha ancora lineamenti sofferenti.
Mi getto tra le sue braccia, scoppiando a piangere, la frescura delle sue braccia mi fa tremare e mi ricorda la vasca in cui mi ero fiondata il giorno del suo funerale , una settimana fa.
<< Edward, grazie per essere venuto. >> sussurro, lui scuote la testa.
<< Ci sosteniamo a vicenda. Non hai esitato a venire quando avevo bisogno di te. >>

 

 << Quel vampiro non me la racconta giusta, è strano… >>
<< … per me è solo un depresso cronico. >>
<< Jacob, non puoi dirlo. >>
<<  Harry, se ne sta sempre lì a suonare il suo piano, insomma… che non-vita di merda! >>
<< Magari ha avuto una vita dolorosa. Tu non puoi saperlo. Porta rispetto per il dolore delle persone, moccioso! >>
<< Io porto rispetto per il dolore delle persone, è quello dei succhiasangue che non m’interessa. >>

 

 
Mi volto nel dormiveglia, schiudo gli occhi e osservo il profilo di Jacob, steso al mio fianco. Ha i capelli – ormai lunghi fino alle spalle – arruffati e non porta il pigiama, ma i bermuda che usa per i turni di ronda. Vederlo così apprensivo nei miei confronti mi fa sentire ancora più vulnerabile, però, sentirlo vicino, fa nascere in me un senso di gratitudine eterna e moltiplica l’amore che già pensavo di provare nei suoi confronti. << Hey… >> sussurra, con voce assonnata.
<< Ciao. >> mormoro, sorridendo appena.
<< Non riesci a dormire? >>
<< No… >> sussurro, e gli accarezzo il viso, << Pensavo soltanto che sei bello anche quando dormi. >> si avvicina e poggia le labbra sulle mie.
<< Il sonno ti fa dire scemenze, dormi briciola. >> mi stringo al suo petto e sospiro, immersa fino al collo nella tranquillità che mi infonde questo strano ragazzo.

 

 
<< Oh mio Dio! >> urla tra le risate Jared, osservando il viso fradicio di Seth. << Scusa fratello, dovevo tirarla a Jacob e invece ho beccato te. >>
<< Jared! >> un rumore d’acqua ci fa voltare tutti, di scatto.
Zio Harry ha svuotato un secchio d’acqua sulla testa di Jared, con un espressione seria in viso, ma che nasconde la sua solita risata interiore, << Ops, scusa “fratello” avrei dovuto prendere Jacob! >>
E tutti, compreso il malcapitato, scoppiano a ridere.

 

 
<< Ciao mamma, ciao papà. >> osservo le lapidi sulle quali sono iscritti i nomi di Amber Williams e Christian Allen, << ero venuta a trovare zio Harry e … ho pensato di fare una visita anche a voi. >> poi sorrido appena, vedendo i fiori freschi, sicuramente posti da Billy: viene ogni sabato. Da sempre.
<< So di essere una figlia irresponsabile e ingrata, ma … venire qua… >> mi asciugo una lacrima, e tiro su con il naso. << … mi fa star male. >> finisco di dire, con voce strozzata e insopportabilmente dolorante. << La scuola sta finendo, inizia a fare caldo, ora… ora sto con Jacob, so che a papà è sempre piaciuto, e in un certo senso sono orgogliosa di sapere che lui avrebbe approvato. Ho anche fatto una mezza tregua con Bella, per la felicità di mamma che non faceva altro che… >> soffoco un singhiozzo e mi siedo a gambe incrociate sull’erbetta davanti le due lapidi. << … sgridarmi. Sto bene, volevo solo rassicurarvi e… vi penso. Anche se non riesco a venire fin qua con la regolarità di zio Billy, io, vi penso, costantemente. >>

 

 
<< Meg, torniamo subito. Non far disperare Sarah e Billy, e non litigare con Jake. >>

 

 

 
<< Devi lottare, devi essere forte, solo così conquisterai il mondo… tu puoi ottenere tutto, figliuola, ma solo se lotterai! >>

 

 

… Il cuore forse si farà più forte dopo tutti questi brutti colpi, si risanerà e diventerà ancora più resistente, ma adesso, in questo preciso istante, mi sento soltanto cadere a pezzi.
<< Andiamo? >> dice Jacob, arrivato da poco, sedendosi al mio fianco davanti le lapidi.
<< Si… >> poi lo osservo, lui studia i grandi blocchi di marmo e rabbrividisce. << zio Chris, zia Amber! Ciao, come va? Giuro che non l’ho toccata… ha fatto tutto lei! >>  lo spintono ridendo appena.
<< Non è vero, non credetegli, è un bugiardo, mi ha sedotto fino alla nausea. >>
<< Tu però ti sei lasciata sedurre. >> sussurra, accattivante, poi mi bacia delicatamente la guancia, << dai, andiamo a casa, aspettano solo noi >> prendo la sua mano e poggio una rosa sulla lapide di mamma, sorridendo amaramente.
Starò pur andando a pezzi, ma lui mi aiuterà senz’altro a mantenermi integra, con il suo amore.

 

-------------------------Valentina’s Space-------------------------

T_T non uccidetemi… mi sto già uccidendo da sola per quello che ho scritto.
Non chiedetemi perché… Non lo so, la mia mente perversa ha scritto tutto di botto… e poi ho approfittato della situazione per spiegare un po’ di più sui genitori di Megan: Amber e Christian… tra un po’ avrete sempre più chiarezza, e scoprirete collegamenti , taaaaanti collegamenti U_U che dire? Sono quasi le due, domani si va al mare perché qui in Sicilia ci sono trenta gradi fissi e  rischio di cuocermi sul balcone come un uovo all’occhio di bue.
W Mondello ù_ù … è arrivata l’estate finalmente, non ho mai sofferto così tanto la fine della scuola.

 
Y__Y povero Harry. Sono proprio una Waka- Waka.

 

Vabbè, rispondo alle reck (XD)

 
Svampi: Odio quando le prof fanno così, almeno la mia ha avuto la dignità di dirmi le cose come stavano… anche se è una stronza lo stesso visto che ha promosso persone molto peggiori di me… e non è una fissazione mia, lo pensano in molti -.-“
Torniamo al capitolo… *-* davvero non avevi capito! ^^” wiii, allora ti ho stupitaaa!!! XD ahahah
Megan e Bell? Amiche? Nahh! Diciamo che devono necessariamente sopportarsi! e……. ta-da-da-da?! Visto che amichetto coccoloso (+ dentini zuppi di veleno) che ha trovato Maggie???? Che ne pensi???
E Harry?? ?T_T sono sceeeemmmma -.-. Non so come mi sia venuto in mente. Fammi sapere, baci.
 

Dackota: bentornata cara ^^
Dici che è una bella trovata?? Io mi sento un po’ prevedibile, una ragazza ha praticamente capito tutti gli avvenimenti un capitolo prima -.-“ sto decandendo…
*_* Eddy meno Palloso FOR PRESIDENT! Giuro che non sopporto più quel tipo depresso e romantico da vomitare in IC… è noioso -.- fa diventare le Ball grandi quanto quelle di un pachiderma >___<
Jacob invece FOR PRESIDENT sempre e comunque … *-* è così “dolcemente complicato” decisamente più complesso e interessante come personaggio….
Mi sono persa in vaneggi >__<
Emmett: Be’ si… io sono decisamente pro Emmett e Carlisle… Jasper non posso proprio soffrilo. I volturi *-* preeeesto…. Incombono …. Incombe lui… il mio sopravvalutato e scartato Marcus! *-* quanto godo!! XD HAHAH
T_T che ne dici del capitolo? Y_Y picciulo Harry mio… l’ho fatto schiattare… ma così doveva andare, no? >_< Bacio. Vale.
 

Ed4e:tesorino miooooooooo *-*
Anche io adoro Emmmy- pooh! *o* è il migliore!
Derek? Non scartare la tua tesi… non è del tutto esatta, ma… ci sei quasi ;) noooooon dimenticarlaaaaa! *.* il prossimo capitolo vi metto le fotine con la faccina di Amelia, quella di Derek e se riesco anche quella di Annìka… anche se non trovo nessuno che somigli all’adone indo americano che si è creato nella mia mente <___<
Ho aggiornato velocemente? T_T forse farlo mi rende schifosa…. Questo capitolo è stato schitto il un’ora e quattro minuti. Ed è palesemente il più orrendo e depressivo T_T che cacchio ho combinato? Eppure non riesco a scrivere altro. Dopotutto devo pur far morire Harry per andare avanti con la storia… secondo te ho fatto bene? T_T Bacio. Vale.

 
liala90: *-* CIAO!!
Lo so… Ronnie è Ronnie.. io la identifico un po’ come l’Alice dei Licantropi *-* adorabile. Emmett, tenerissimo lui, io lo adoro *-* … e mi piace anche Rose, molti non capiscono la complessità del personaggio. *_* il mio Orsetto e la mia Barbieee?!
Wiii!! XD
il matrimonio…. Chissà se lo saprà mai Jake, pensa solo alla telefonata dello scorso capitolo. Es DIFFISILE! U_U ehhh , anche perché la “pace di facciata” tra vampiri e licantropi verrebbe meno non trovi?
Tornando a noi U_U: COSA HO FATTO?! y_y secondo te dovrei fustigarmi ora o aspettare che il primo commento con annesse minacce di morte da parte di una di voi faccia capolinea sulla schermata del pc!
T_T credimi, ho provato a riscriverlo, ma mi sono arresa all’evidenza che ormai il “capitolo venti” era inevitabilmente questo. >___>
Fammi sapere cosa ne pensi! Bacio, Vale <3

 

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Capitolo 23
*** || 21. Perché dovrei fidarmi di due occhi cremisi? ***


. Capitolo 21

 Perché dovrei fidarmi di due occhi cremisi?

 Megan

<< Wendy… >> mormoro, facendo segno alla mia piccola cagnolina di salire sul letto, con un sorrisino scolorito. Lei fatica un po’, ma alla fine, grazie al mio aiuto, riesce ad arrivare sul copriletto blu e si accuccia subito sulle mie gambe, << secondo te dovrei aspettarlo? >> gli chiedo, mordendomi il labbro e guardando la finestra, spero solo che ora stia venendo. È fuori da più di dodici ore: quando è uscito per il suo turno di ronda c’era ancora buio.
Anche se il vampiro che ha attaccato Ronnie è stato ucciso l’odore continua ad esserci e per aumentare la sicurezza le ronde e i turni sono sempre più lunghi e ravvicinati. Fortunatamente la scuola sta finendo, non so se sarebbe stato possibile essere promossi con il tasso già alto di assenze che hanno. Anche se per mio conto il preside è al corrente di tutto, fanno materialmente troppe assenze per essere puntualmente promossi, è pur vero che nessuno di loro è nelle condizioni di essere bocciato.
Wendy abbaia e mi guarda, arricciando il naso, afferro un elastico e mi lego i capelli alla nuca con una crocchia improvvisata, sbuffando per il caldo. << Se ritardo Bella mi sgozza, Kim mi vomita addosso insulti degni dei suoi sbalzi d’umore inquietanti e Claire mi pizzicherà
il braccio per il nervosismo fino a farmi venire l’orticaria. >> borbotto, oggi è il compleanno di zia Sue,  vogliono tutti cercare di farla sorridere.
Apprezzo questa loro volontà, ma la concepisco come assurda, ho cercato di farli ragionare: lo zio è morto poco più di tre mesi fa, è troppo presto, nessuno riesce a vivere ancora una normalità decente, il vuoto si avverte, e tanto.
Leah non da retta a nessuno, è diventata più asociale del solito.
Seth si rifiuta di eseguire i turni di ronda e rimane tutto il giorno chiuso in casa, con zia Sue.
Zia… lei sta come potrebbe stare chi ha perso l’amore della sua vita.
Mi sollevo e apro l’armadio, rovisto nel guardaroba e sgrano gli occhi alla vista di un perizoma. << Giuro che non è mio! >> articolo imbarazzata, quasi sentendomi sotto giudizio dallo sguardo curioso di Wendy. Noto l’etichetta chilometrica, interamente scritta in francese, e il cartellino, il prezzo fortunatamente era oscurato da un veloce colpo di pennarello.

 

Sei più pallida e smorta di un vampiro,

non pensare a niente e divertiti.

Edward mi ha dato una mano

leggendo nella mente di Jake.

Pretenzioso, il ragazzo.

Alice

 
Sgrano gli occhi alla vista del bigliettino rosa attaccato alla parete dell’armadio e tossisco ,poi mi volto verso Wendy e la guardo affinando lo sguardo. << Guarda! >> e sventolo il perizoma nero bordato di rosso, scoprendo anche un reggiseno abbinato. << … nella mente, gli ha letto la mente, e dentro la zucca vuota di Jacob c’è questo… mmh, buono a sapersi, davvero. >> articolo, stizzita, mi volto verso lo specchio e poggio il perizoma sulla vita, sopra i pantaloni vecchi e slabbrati della mia tuta nera. << Oh Cristo. >> commento con una smorfia schifata, riportandoli all’altezza del viso per esaminarli. << A volte vorrei proprio sapere tutto quello che c’è realmente dentro la testa del mio ragazzo, chissà che schifo. >> biascico, sdegnata, ma anche indecisa, << se lo metto, vuoi dire che dovrò spogliarmi per farglielo vedere, giusto? E spogliarmi davanti i suoi occhi implica il fatto di… stare per fare… ses… >> Wendy abbaia, decisa, interrompendomi, frenandomi dal pronunciare quella parola. Annuisco, arrossita dal rimprovero animalesco delle mia piccola cucciola. << Hai ragione! >> dico adirata, lanciando la lingerie pregiata, sicuramente costosa e francese sul letto e sospirando, innervosita. << Perché dovrei mettere quel filo interdentale al posto delle mie bellissime culottes con sopra stampata la faccina di Tweety? >> mi volto a guardare Wendy, con espressione eloquente e dignitosa, ma il mio sorrisino altezzoso si spompa al suo sguardo accigliato. << Che c’è? >> balbetto, lei prende la lingerie tra le piccole fauci e con delicatezza, quasi come fosse sicura del prezzo esorbitante di quei capi, scende giù dal letto e li deposita sulle pantofole a forma di papera che ho ai piedi. La guardo, furiosa. << Insomma, tu da che parte stai! >> ringhio,  mi metto in ginocchio e sospiro, osservando insieme a lei i due capi, in attesa di un segnale divino, << dici che dovrei? >> mormoro, ci scambiamo uno sguardo, la porta si apre facendoci sobbalzare.
<< Briciola? >> sgrano gli occhi a quella voce, prendo Wendy, la faccio sedere sul reggiseno e mi ficco il perizoma in tasca.
<< Stai immobile, ti prego! >> le sussurro all’orecchio, con voce stridula. Sto coalizzando con una cagnolina di quattro mesi! Meg, non c’è che dire: un vero genio!
<< Ciao. >> fiato, sorridendo impreparata, alla vista del mio bellissimo e stanchissimo ragazzo.
Lui solleva un sopracciglio, << conosco quello sguardo, cosa stavi facendo? >> il mio sguardo cade immediatamente sulla tasca gonfia, lo alzo all’istante impreparata e sorrido di nuovo.
<< Assolutamente niente! >> dico, in modo forse troppo sbrigativo.
Mi guarda dubbioso ancora per un po’, poi si chiude nelle spalle, forse troppo stanco per controbattere, si avvicina e mi abbraccia delicato, scoccandomi un bacio sulla nuca e sciogliendomi i capelli dallo chignon arrangiato, << Mi sei mancata. >> sussurra, poggiando la guancia sulla mia testa, sorrido raddolcita e mi lascio stringere, chiudendo gli occhi, anche se il caldo che emana comincia ad essere fastidioso per via non tanto dei venti gradi che ci sono, quanto per il tasso record di umidità.
<< Anche tu. >> sussurro appena, riapro gli occhi in tempo per vedere Wendy venire nella nostra direzione con il reggiseno tra i dentini. Scuoto il dito dilatando gli occhi e agito la mano cercando inutilmente di allontanarla, Jake se ne accorge e guarda la cagnolina.
<< Hey, Wendy… vieni da papà. >> sussurra, riservandomi un’occhiatina dubbiosa, << perché la scacci? >> mi mordo il labbro e continuo a guardare il pezzettino di stoffa nera, lui lo  capisce e porge la mano sotto il muso di Wendy, lei allenta la presa, da brava cagnolina, e Jacob si porta la stoffa ricamata finemente vicino il viso, analizzandola.
Lo vedo sbiancare, si volta nella mia direzione e schiude la bocca, << Cosa…? Tu…? D-da quanto porti cose del genere? >> abbozzo un sorriso e gli strappo di mano il reggiseno.
<< Io… emh… effettivamente… >> lui si siede per terra, ancora frastornato, alza la mano e chiude appena gli occhi, frugando nella mia tasca, con un sospiro.
Metto il muso e lo lascio fare, arresa. Appena tira fuori il perizoma quasi non mi affogo.
<< Oh, porca merda! >> sbotta, dilatando gli occhi, li punta sui miei e respira, sconnesso, << mi vuoi morto o cosa!? >> farfuglia, << dove sono finiti i reggipetto con le ciliegie e le mutandine con Paperino? >>
Sporgo il labbro e mi lascio cadere al suo fianco, strappandogli di mano anche il perizoma, << Non ho le mutandine con Paperino… >> mormoro, offesa, << però ho quelle con le paperelle, fa lo stesso, no? >> commento, avvilita, e poggio la testa sulla sua spalla, << è stata un’idea di Alice. >>
<< Oh. >> commenta, mi sfila entrambi gli indumenti dalle mani, lanciandoli sul letto come avevo fatto io poco prima, e mi solleva da terra , portandomi sulle sue gambe.
Poggio le mie labbra sulle sue, in un piccolo bacio, affondo le mani nei suoi capelli di nuovo decentemente lunghi e ispiro il suo odore.
<< Veramente… >> balbetto, ridendo, << è stata una tua idea, Edward e Alice hanno soltanto… >>
Ride anche lui, e scuote la testa, << Quanto li odio. >> borbotta, si fa strada verso il mio collo e lo bacia, << pensi davvero di mettere quella roba? >> mi chiede, deglutisco a vuoto.
<< Perché così curioso? >> ride ancora e riprende a baciarmi, arrivando alla mascella.
<< Se sanno quello che pensavo quando avevi quelli addosso tutto diventa chiaro, no? >>
Rabbrividisco, colta da un tremore diverso, nuovo, prodotto da un sentimento a metà strada tra l’emozione, l’imbarazzo, la gioia e la paura.
Un abbaio mi fa sobbalzare, rido appena e allontano controvoglia le sue labbra dalla pelle della mia mascella,. << Jake… non davanti la bambina! >> mi fingo sdegnata, indicando il muso arricciato e marrone di Wendy.
Lui sorride intenerito e allunga un braccio, accarezzando la testolina di Wendy, poi la spintona dolcemente e innocuamente verso la porta, << Va’ a cercare nonno Billy… mamma e papà hanno da fare. >> sussurra, io rido e scuoto la testa.
<< Faremo tardi, ora più che mai… >> commento, e mi lascio stringere in un caldo abbraccio.
<< Tardi? Per cosa? >> mormora perplesso, sciogliendo l’abbraccio.
<< Oggi è il compleanno di zia Sue. >> non mi stupisco del fatto che se ne sia dimenticato, ha così da fare per ora, passiamo anche giornate intere senza vederci più di mezz’ora, ma non riesco a farne una colpa a nessuno, tutti a turno ricoprono almeno due volte a settimana la ronda di Seth. Sono degli amici leali e comprendono il dolore che sta attraversando. Io e Jacob lo capiamo più che mai: perdere le persone più importanti delle propria vita e vedere che il mondo continua ad essere quello di sempre ci appare come un’offesa. Un oltraggio.
<< Oh. Cacchio, l’avevo dimenticato! allora… vado a fare la doccia e andiamo. Cambiati! >> ed eccolo fuggire dalla mia presa e uscire fuori dalla stanza ancora prima che potessi dire qualunque cosa, come ad esempio: “Sai, sto ancora annegando nella questione del mio abbigliamento intimo!”
Decido di fregarmene altamente dell’opinione che mi sono fatta di me stessa e acchiappo la lingerie riservandole un’ultima occhiata nauseata. Proviamoci!
Una volta vestita, mi soffermo a torturare la cucitura posteriore dei miei jeans, << Ohi, che dolore… ma quelle modelle come fanno a sopportarlo? >> mi chiedo, sollevando un sopracciglio alla vista del mio riflesso allo specchio.
Squadro interamente il mio corpo nel suo metro e sessantadue, i capelli sono mossi e scompigliati, la lampada fioca del comodino fa notare i piccoli e quasi monotoni riflessi rossi, gli occhi sono sgranati, intenti a scrutami, del solito color nocciola, le ciglia solleticano appena le palpebre, la bocca e piegata in una smorfia indagatrice, le guancie piene come quelle di una bambina, arrossate.
L’ennesima smorfia delle labbra, con un dito mi accarezzo il collo, presa da chissà quale istinto, e chiudo automaticamente gli occhi, sospirando spazientita. Non c’è niente di speciale in me.
Li riapro e mi osservo un’ultima volta, ad affermare il mio pensiero c’è il riflesso dello specchio, identico a quello di poco prima.
Nodo allo stomaco, solito dubbio Amletico, solito interrogativo che mi lascia distrutta: Senza l’imprinting, Jacob sarebbe ugualmente stato mio?
Probabilmente no. Sarebbe stato un bellissimo ragazzo normale, esigente di una ragazza bella e normale, come lui.
Megan Kaliska Allen non è mai stata del tutto normale, certo, l’apparenza inganna, ho anche qualche pretendente - o per lo meno lo avevo prima che Jacob e io ci lasciassimo vedere camminare mano per mano nei corridoi della scuola – è solo che non sono mai stati un buon compromesso tra bella esterna e interna: belli e vuoti, brutti e brillanti. E Diciamocelo, nessuno in questo mondo sta con una persona se non c’è almeno una minima attrazione fisica.
Innamorata di suo “fratello” mentre lui sta con una delle ragazze più carine di La Push. Nelle migliori delle ipotesi sarei finita per stare insieme ad Embry…
<< Non credo che lo specchio possa dirti qualcosa di carino… anzi, credo proprio che non possa dirti niente di niente. >> mi volto e vedo Seth poggiato sullo stipite della porta, con un sorrisino spento, lo sguardo vitreo, come se non vedesse niente.
<< Hey. >> soffio, lasciandomi cadere dalle mani il flaconcino di rimmel.
Lui si avvicina con il suo consueto passo pesante e senza prima guardarmi negli occhi mi stringe in un abbraccio.
Dopo una buona manciata di minuti parla, la sua voce è strozzata e tremante, << Scusa se non ho risposto alle telefonate, mi rendo conto che tre mesi sono tanti, ma… >> annuisco, raddoppiando la presa e sorridendo di quel contatto tanto familiare, che mi è mancato.
<< Seth, è tutto apposto. Ti capiamo. Nessuno ce l’ha con te. >>
L’abbraccio si scioglie quando mi bacia la fronte e poi, finalmente, punta i suoi occhi, arrossati e gonfi, sui miei, sorridendomi tenero.
<< Grazie. >> sussurra, e mi stringe le mani, facendo allargare il suo sorriso, e di conseguenza anche il mio.
Qualcuno bussa ripetutamente sulla scrivania, con una risata cristallina, << Non volevo disturbarvi, ma siamo in ritardo… >>  sorrido e camminando lentamente afferro la mani di Leah, mettendomi in punta di piedi per baciarle una guancia, << ciao. >> bisbiglia, e vedo i suoi occhi gonfiarsi di lacrime.
<< Mi è mancata la tua voce >> dico, poi la trascino giù, correndo per le scale e evitando gli scatoloni vuoti sparsi qua e là per la casa.
<< A cosa vi servono tutti queste scatole? >> chiede Seth, osservandoli scettico.
Mi chiudo nelle spalle con un ché di mesto e sospiro, << ti ricordi quando Emily e zio Billy cercavano una casa tutta a piano terra? L’abbiamo trovata, è vicina all’’oceano, dalla finestra della cucina si vede First Beach. >> Leah fa un’espressione eloquente.
<< Mi sa proprio che quella casa non sarà mai del tutto riservata alla famiglia Black, specialmente in estate. >> rido e mi ricompongo giusto in tempo per entrare in salotto.
<< Zia… >> sussurro, sorridendo.
<< Meg, tesoro, vieni qui. Abbracciami. >> mi avvicino a lei e la stringo mentre osservo Jacob parlottare a bassa voce con Paul e Rachel, tutt’altro che spensierato.
Sbuffo e faccio un sorrisino amaro, << è successo qualcosa? >> chiedo, zia Sue china lo sguardo e poi lo punta di nuovo sul mio viso.
<< No, stai tranquilla. >> e mi riserva un sorriso timido, sinonimo di quello di Leah e Seth.
<< Bene, allora buon compleanno. >> le dico, Ronnie entra con in mano un mazzo di chiavi.
<< Emily attende. Che ne dite di andare? >> da noi si alza un “si” generale e piano usciamo nel vialetto di ghiaia e erbetta, in direzione delle macchine.
Una volta arrivati la cena si svolge nel migliore dei modi. Sue, Seth e Leah hanno stampato in viso un sorriso grato e immensamente vero, che quasi mi disarma. Il loro modo di ringraziarci è talmente bello e sincero da lasciare tutti inebetiti e soddisfatti, come dopo un abbondante porzione di dolce.
Una volta sparecchiata la tavola e pulite tutte le stoviglie, spinta da una strana sensazione di inquietudine esco sul giardinetto di casa Uley, dove, accanto un tavolino con due poltroncine accoglienti c’è l’orticello di Emily. Osservo l’albero di mele e deformo la bocca in una delle mie smorfie da routine, poi arriccio il naso, sentendo un odore simile a sangue.
<< Edward? >> sussurro immediatamente, presa dal panico, sperando con tutta me stessa che rispondesse la sua voce, e che il sangue fosse soltanto quello di un cervo.
Poi lo scorgo nella penombra, i capelli scompigliati e la figura slanciata di Edward, sospiro sollevata e mi poggio una mano sul petto, dove il cuore batte freneticamente, << Stupido, mi hai fatto prendere un colpo… come mai hai attraversato il confine senza avvertirmi, sai che non è corretto. >> ma lui non risponde, affino lo sguardo e mi chino leggermente, verso l’ombra, << Ed? va tutto bene? >>
Lui si fa avanti, e la poca luce mette in risalto la maglia imbrattata di sangue e il sorriso sghembo, ma c’è qualcosa di diverso, sebbene non riesca a capire cosa.
Non appena l’intera figura mi è vicina, illuminata fiocamente con la luce proveniente dalle finestre, troppo lontane per rassicurami, scorgo due occhi cremisi guardarmi maliziosi.
<< Non avere paura… Megan, giusto? >> lo guardo con sguardo perso e indietreggio, lui mi afferra per il polso e stringe la mascella, ringhiando sommessamente, << Vuoi che ti dica chi sono? Sono Derek Masen, il fratello del tuo caro amico Edward, non ho intenzione di farti alcun male, se però urli o scappi te ne farò pentire. >> mi fermo e torno indietro, sperando che qualcuno aprisse la finestra affinché un soffio di vento accarezzasse i capelli scompigliati del vampiro fino a portare il suo odore dentro la casa, sotto il naso dei ragazzi.
<< Derek? >> chiedo, intimorita.
<< Si, sono venuto per conto di Aro, mi ha ordinato di farti fuori. >> sussurra con nonchalance, chiudendosi nelle spalle.
<< E sapere che fai parte dei Volturi e sei venuto qui per uccidermi dovrebbe calmarmi? >> gli chiedo, con voce strozzata, cercando di liberarmi, invano, della sua presa sempre più stretta sul mio polso.
<< Io non faccio parte dei Volturi. >> e molla la presa, facendomi però segno di sedermi sul muretto. Lo faccio e cerco di respirare normalmente, lancio un’occhiata veloce allo spazio che mi divide dalla porta: troppo lontano, ma – conoscendo la velocità dei vampiri – so che sarebbe inutile fuggire anche se la distanza tra me e la porta fosse stata minuscola, << Non più. >> lo guardo, espellendo aria dal naso e reprimendo un conato di vomito, portato alla gola dal nervosismo.
<< E cosa vuoi da me? Perché non mi uccidi e la fai finita? >> sussurro, così impaurita da sperare che, in un modo o nell’altro, finisca tutto il più presto possibile.
<< Sarebbe una seccatura. Secondo te mi darebbero retta vedendoti morta? la mia reputazione è in bilico, ho già fatto uno sbaglio fidandomi di Amelia… >>
Tossisco, guardandolo male, << come fai a essere così sicuro che io sappia di cosa stai parlando…? >> balbetto, guardandomi intorno, impaurita e dubbiosa dal fatto che fosse completamente solo.
Derek fa un sorrisino, sedendosi al mio fianco, << Edward legge nel pensiero, io invece riesco a percepire ricordi nel momento in cui affiorano alla mente…. Ad esempio riesco a vedere la solita faccia depressa di mio fratello attraverso i tuoi occhi, e riesco a vedere anche la tua mano toccare quella sua, dentro la sua macchina. Giusto? >> e si apre nel suo ennesimo sorriso, amichevole, inclinando il viso per scorgere meglio il mio, nascosto trai capelli.
Un non so ché in quel sorriso mi fa subito sentire più calma, ma quando vedo la capigliatura leonina di Jasper capisco che non è dovuto totalmente alla dentatura perfetta e affascinante di Derek.
<< Fratello, quanto tempo! >> sbotta lui, riferendosi al buio.
<< Derek, Non - toccarla. >> sibila la voce di Edward, << Meg, allontanati! >> continua, e in un batter d’occhio, senza aver fatto un passo, mi ritrovo tra le braccia roventi di Jacob, attorniata da lupi ringhianti.

 

-------------------------Valentina’s Space-------------------------

Siamo di nuovo quaaa!!! :)
Non chiedetemi niente!! xD … non ho avuto internet per una - e dico UNA – settimana. U_U
Fortunatamente il mio caro zietto ha messo tutto a posto!
Avete letto il nuovo libro della zietta Meyer?? *.* quello che parla di Bree Tanner? Leggetelo ragazze, a me è piaciuto davvero un sacco. Anche se Edward mi ha fatto dannare alla fine perché … Leggete e poi ne parliamo! =___=”
*-* CHI E’ STATA ALLA CONFERENZA DEL 17 GIUGNO???? .____. Io nooooo!!! (Purtroppo sto in Sicilia e non avevo proprio modo -.- )Però ho guardato tutto su coming soon. ‘DIO CHE GLI AVREI FATTO A QUEL TAY IN GIACCA E CRAVATTA!!! >___<”
Kris invece era bellissima ^^ e poi poverina… non è che la ami alla follia, ma da qui a chiamarla “Fanciulla di facili costumi” proprio no :(
BEEEEEEEEENE! Avete capito che non è colpa mia per il ritaaaardo?? XD cmq sia spero vi piaccia il capitolo *-* UN BACIOOO, Vale. PS: stavo per dimenticarmi di allegare  la foto dei fratelli Cullen-Masen! *.* eccoli qui! che ne dite???

presenze.com

 Risposta alla rec:

 
dafne891:
Ciaooo :) tranquilla per le scorse recensioni! Sapevo che avevi gli esami quindi non mi sono stupita ^^
COMPLIMENTI PER IL 28!! Sono più che convinta: li supererai tutti con questi magnifici risultati! :)
*.* dimmi che ne pensi di questo! Bacioni!
… e in bocca a Jacob! ;D

 
Ed4e
: tesooooro! Quanto tempo *.*
Hai pianto davvero?? XD hahahah
*.* Già … bellissimi Eddy e Meg, sono così teneri :)
Per ora con l’arrivo di Derek la quastione “genitori di Meg” è in standby, ma vedrai che si collegerà presto al resto della storia e tutto sarà più chiaro :)
Un Bacio! dimmi che ne pensi del capitoletto!
Vale.

 
Svampi: triste? Ma triste in senso buono, vero? xD MA CEEEERTO *.* GRAZIEEE!!
Faccio tutto da sola -.- XD
*.* x quanto riguarda l’amicizia tra Eddy e Maggie. Sono magnifici! XD
Tranquilla, presto le vicende di genitors&Co. torneranno alla riscossa, per ora c’è Derek, e il prossimo capitolo farà chiarimenti su di lui e su cosa è successo.
Non preoccuparti per quanto riguarda la durata… ehhh, mi sa che durerà ancora per molto XD
Un bacio, Vale.

 
Dackota
: Carissima :)
GRAZIEEEE *w* mi fa molto piacere vedere che apprezzi il capitolo *sing sing* XD
Lo so, la battuta di Jake è stata un colpo di classe XD
Mi dispiace per te, ma sono certa che farai gli esami benissimo e poi potrai goderti l’estate.
Il tempo per ora non è dei migliori, consolati con questo! :D
Dimmi che ne pensi di questo :) Baci, Vale. 

 

liala90: grazie  per il complimAnti! :D
Quindi la faccenda di Eddie e Meg secondo te puzza. Perché? ;D Dimmi!
 Beee, per quanto riguarda la fustigazione una settimana senza internet è stata abbastanza >__<
… è arrivato Derek!!! xhe ne dici?? XD ahahah ^^” magnifico, no?
Un bacio, alla prossima, Vale.

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Capitolo 24
*** \\ 22. A.A.A. cercasi disperatamente un briciolo di normalità ***


Capitolo 22

A.A.A. cercasi disperatamente un briciolo di normalità.

Jacob

Più si va avanti con questa storia più mi sento rabbrividire.
Tutto diventa quasi impossibile da credere, legato insieme da un filo di ferro sottile e appuntito, senza né buoni né cattivi, dove nessuno ha il coltello dalla parte del manico, ma da entrambe le parti ci sono delle lame, taglienti anche solo guardandole.
<< … è passato così tanto tempo che non ricordavo la minima traccia del vostro odore, quello di Meg era la sola che avevo, Aro mi ha rimediato un frammento della maglia che portava a Volterra, quindi ho seguito l’odore che c’era sul pezzetto di stoffa. Sarei tranquillamente venuto a cercare te se solo mi ricordassi il profumo di voi vegetariani. Ero un vampiro molto giovane ed irrequieto, non facevo molta attenzione ad imprimere nella mia mente odori o colori… sentivo solo la sete, tanta sete. >>
A volte mi chiedo se sto davvero vivendo o mi sto solo immaginando di vivere una vita come questa, ma la risposta riaffiora ovvia quando qualcuno, come sapesse del mio dubbio, mi tira uno schiaffetto o un pizzicotto. Giusto per farmi riemergere dallo stato di trans temporaneo.
<< E cosa ti fa pensare che io possa crederti? >>
In effetti Edward ha tutto il diritto di mantenersi sulla difensiva. Anche io avrei fatto lo stesso.
<< Sto solo cercando una vita migliore di quella che ho avuto in questi anni frequentando la corte di Aro, Caius e Marcus in Italia o quella di Stefan e Vladimir in Romania… >> i due vampiri  si scambiano un’occhiata. Che per noi è silenziosa, ma sicuramente per loro è un modo di scannerizzare uno i pensieri uno i ricordo dell’altro.
<< Non porti la minima importanza al fatto che forse non vogliamo più crederti perché hai consegnato MIA sorella ai Volturi? >> sussurra con voce realmente stupita Edward, occhi gialli.
<<… era anche mia sorella, Edward, e voleva che io fossi felice… e anche io volevo che lei lo fosse. Che altro avrei potuto fare? Me l’ha chiesto lei, lo sai. >> dice stringendosi nelle spalle Derek, occhi rossi.
Edward inclina leggermente la testa, perplesso, cercando di decifrare il discorso apparentemente chiaro e scorrevole di Derek.
Perciò Amelia avrebbe chiesto a Derek di consegnarla ai Volturi per salvare il suo adorato e permettere a suo fratello di entrare a far parte di quel clan (anche se il nome più approprio a me sembra setta) ergo di mangiare tutto il sangue umano che gli pareva, visto le abitudini alimentari dei vecchi bacucchi italiani?
<< Direi proprio di si, alquanto improbabile, no? >> dice irritato Edward, guardandomi per rispondere ai miei pensieri, sobbalzo e sento la mano di Bella strattonarmi leggermente per portarmi sull’attenti. Il solito segno che mi indica la mia concreta presenza in questo mondo in apparenza irreale.
<< Aspetta… >> sussurra Derek, solleva lo sguardo e lo punta su ogni componente della famiglia Cullen, poi si sofferma su Alice. << Tu non hai visto Amelia? >>
<< L’ha vista mentre la uccidevi con le tue mani!! >> urla fuori di sé Edward, battendo un pugno sul tavolo.
Derek, con lo sguardo smarrito, guarda Carlisle, poi Esme, << Voi non crederete che io abbia…? >> scuote la testa, improvvisamente quello che mi sembrava un piccolo Edward più spavaldo e provocatorio diventa intristito e riflessivo… una precisa copia dell’originale per farla breve, << … lei non è mai tornata qui. Non vi ha avvisato, non è scappata dopo avervi spiegato, non ha mantenuto la promessa e… e io che… >> dice più a se stesso che agli altri, con lo sguardo chino.
L’espressione di Edward si distende, facendosi sbalordita, si avvicina a suo fratello e lo guarda, scuotendo la testa, poco dopo la smorfia sdegnata torna a deformare il viso pallido e smorto, << Sei un attore più capace di quanto credessi, ma ti aspetti veramente che io mi beva questa messa in scena?? >> urla di nuovo, Megan si alza di botto dal divano di casa Cullen, afferrando Edward per un polso. Lui si volta all’istante, quasi paralizzato e spaventato dal suo atteggiamento. Vedo i loro occhi incrociarsi, la mascella di Edward si distende e la fronte si rilassa di nuovo, poi… sorride?
Okay, questa situazione inizia a starmi stretta.
<< D’accordo, ma torna a sederti. Può essere pericoloso. >> sussurra decisamente più rilassato Edward, e si volta di nuovo verso suo fratello mentre Meg torna a sedersi al fianco di Seth, che la guarda con la bocca spalancata.
Mi volto in direzione di Bella, sbigottito, e in quel medesimo istante anche lei mi guarda, pallida e sorpresa. Evidentemente neanche lei sa che cosa sta succedendo tra quei due.
<< L’imprinting… non s-si può sciogliere, vero? >> balbetta Bella. Sembra spaventata a morte.
La guardo di nuovo, disdegnato, << No, e anche se fosse Megan mi ama, non… non… lo farebbe, ecco. >> dico, poi ci scambiamo un’occhiata.
<< Sarà meglio per lei. >> mormora inasprita, lanciando un’occhiata omicida a Megan.
Deglutisco a vuoto, incazzato, impaurito e non so che altro, Bella solleva un sopracciglio e posa lo sguardo su Edward, altrettanto alterata.
I due fratelli, dopo l’interruzione di Megan, continuano a guardarsi negli occhi, ennesimo silenzio inquisitore.
<< Voi avete creduto per ottantatre anni che io avessi ucciso Amelia? Mi pensate capace di fare una cosa del genere? >> chiede allibito il vampiro, allargando le braccia.
La signora Cullen si siede, portandosi una mano alla fronte e respirando a fatica, Carlisle le preme le spalle con le mani, in gesto di confronto, stringendo le labbra e battendo velocemente le ciglia, come se tentasse di prendere lucidità, << Derek, noi… Alice ti ha visto. >> balbetta dopo, la moglie scuote la testa.
<< Lo sapevo, Derek non avrebbe mai potuto fare una tale crudeltà. >>
La bionda ossigenata fa una smorfia e alza gli occhi al cielo, << Lo state facendo. State cadendo nella sua rete. Edward ha ragione, è tutta una farsa. Cosa ci potrebbe convincere del contrario? >>
<< Amelia. >> l’inaspettato commento di Bella fa voltare tutti, lei strizza gli occhi, forse accorgendosi solo in quel momento di aver pensato a voce alta, << dovreste… cercarla… se non l’ha uccisa… probabilmente è ancora viva. >> continua insicura: non le piace essere al centro dell’attenzione.
<< Potrebbe essere dovunque. >> commenta il biondo in agonia in tono ovvio, accompagnando le parole con un gesto veloce e circolare della mano destra, poi rivolge un’occhiata ad Alice, sollevando un sopracciglio, << Non puoi provare a concentrarti su Amelia? >> le chiede, il tono di voce più grave e interessato. Lei si chiude nelle spalle, si porta le mani alle tempie e arriccia il naso, chiudendo gli occhi, il silenzio inonda ancora una volta la stanza, tutti si protendono, anche involontariamente, ad osservare Alice, che muove le labbra arricciate a destra e a sinistra, ritmicamente, strizzando appena un po’ gli occhi di tanto in tanto.
Dopo un’attesa abbastanza distruttiva si abbandona frustrata su una sedia e si lascia cadere le braccia lungo il busto sottile, sospirando arresa, << Non vedo niente… e ho un terribile mal di testa, come quando provo a sbirciare nel futuro di Bella quando è con Jacob, o in quello di Meg. >>
<< È un buon segno, no? vuol dire che è viva. >> mormora Emmett, dubbioso e serio, rivolgendo poco dopo uno sguardo eloquente a Rosalie e aprendosi in un sorrisino trionfante.
<< A dire il vero, non lo so. Apparentemente una persona, vampira o qualunque cosa sia se è morta non ha un futuro… e quindi il vuoto sarebbe spiegato. >> chiarisce Alice, facendo uno strano movimento col dito sulla superficie sicuramente fredda della sua gamba, << siamo praticamente al punto di partenza. Dobbiamo solo decidere se credere o no a Derek. E credo spetti principalmente ad Edward farlo. >>
Ora l’attenzione è rivolta ad Edward, che poggiato spalle al muro, con il suo solito fare riflessivo e depresso, solleva leggermente lo sguardo e lo punta su Meg, lei storce il naso, lui scuote leggermente la testa, << Hai ragione. >> commenta dopo, i suoi occhi si illuminano mentre lo dice, lei sospira, << I licantropi sapevano che Amelia era fuggita. Infatti i Quileute, raccontando questa leggenda dicono che  Amelia, dopo aver visto Annìka con la sua nuova compagna d’imprinting, fugge … forse non mente, forse… Amelia è scappata senza prima avvisarci del piano con Derek perché si sentiva ferita e tornare a casa avrebbe reso l’intera famiglia un bersaglio da attaccare facilmente visto che continuavamo a darle accoglienza. >>
<< … sapeva che se fosse venuta non l’avreste mai fatta andare via >> completa per lui Derek, altrettanto riflessivo e concentrato, << e così facendo avrebbe anche fatto passare dei guai a me medesimo, che avevo giurato ai Volturi di averla uccisa. >>
<< Perché fare una cosa del genere? >> sussurra Megan, guardando Derek, in cerca di risposte.
E di nuovo Edward e Meg si studiano, persi in chissà quali conversazioni, ringhio a bassissima voce degli insulti decisamente poco carini, lui li sente rimbombare nella sua testa e si volta verso di me riservandomi un’occhiata impreparata, Derek ha già cominciato a parlare: << Era principalmente un piano tra lei e Annìka, io ero come un complice. Dopo che i Volturi hanno scoperto l’esistenza di… questo legame tra loro e hanno deciso di ucciderli, Amelia aveva pensato che facendomi entrare nei Volturi e assicurandosi che io stesso compissi la sua esecuzione, falsa esecuzione, poi sarebbe potuta tornare a Forks per prendere Annìka e insieme sarebbero andati lontani da questo posto che le aveva soltanto creato problemi… >>
<< Ma quando è arrivata… >> borbotta in tono seccato Jasper.
Derek si volta verso di lui e annuisce, poi torna a guardare Meg e continua la sua spiegazione, << Avrà visto Annìka insieme alla bambina e si sarà sentita perduta. Tornare a casa sarebbe significato mettere a rischio la vita della nostra famiglia, non poteva nemmeno tornare in Italia perché anche io avrei corso dei guai seri, quindi avrà deciso di scappare, sparire nel nulla >>, finita la spiegazione sospira sconnessamente, portandosi una mano alla gola e una alla bocca, il suo sguardo vaga da Bella a Meg, Emmett sgrana gli occhi e con un sorriso afferra prima Bella, poi Meg.
<< Credo sia ora di andare a casa, da brave bambine. >> dice, con un tono che malgrado tutto non offre seconda scelta.
Mi sollevo dal divano, Derek sussurra un scusate, e sotto la sorveglianza serrata di Jasper, va in cucina con passo svelto, poco umano.
<< Il racconto giallo è finito… >> bofonchia Rosalie, scuotendo la testa e salendo le scale con una certa fretta, << vado a farmi una doccia. Tutte queste rivelazioni mi hanno fatto diventare isterica… >>
<< intendi più del solito? >> chiedo serio, lei si volta, sguardo assassino, mi punta un dito addosso e ringhia.
<< Non sono isterica, il fatto è che non sopporto i cagnacci. Ti basta come spiegazione? >>
Mi chiudo nelle spalle e ficco le mani in tasca, con nonchalance, << nessuno ti ha chiesto una spiegazione. >> dico ovvio, << ‘Notte strega. >> poi mi avvio verso la porta, ma Edward mi si para davanti e mi guarda con fare paternalistico, quasi ironico, << Che vuoi? >> borbotto, corrugando la fronte.
<< Non è come credi, sai che amo Bella più della mia stessa vita. >> mi dice, l’espressione nel suo viso non cambia.
Faccio un lungo respiro e guardo alle sue spalle, << Non mi piace questa vostra amicizia, ma non vi posso criticare, io e Bella abbiamo lottato per rimanere uniti, non vedo perché Meg non possa avere i suoi amici… Cullen, so che lei mi ama, essere gelosi è un conto, essere infastiditi è un altro. Con questo non sto dicendo che mi fido di te, sai che ti spaccherei la faccia volentieri, ma mi fido di lei, e la conosco. Non mi tradirebbe… e se dovesse farlo non lo farebbe di certo con te. Sai… non sei il suo tipo. >> ora azzarda una risatina, e anche lui si guarda alle spalle, dove Bella con fare annoiato indica l’orologio.
<< Non riesco ad abbagliarla come faccio con tutte… neanche se mi ci metto d’impegno. >> dice scherzoso.
Con fare altezzoso mi poggio allo stipite e soffio fuori aria dal naso, facendo una sotto specie di pernacchia, << Be’… io si, anche involontariamente. >> e non posso fare almeno di trattenere un sorrisino.
Batto una mano sulla spalla di Edward, sentendomi vittorioso e mi precipito fuori, poi mi volto, << Però potresti cercare di essere meno affabile con lei? >> balbetto, affinando lo sguardo.
<< Perché  mai dovrei? Hai paura di risultare meno attraente ai suoi occhi? >> scuoto la testa, per niente intaccato da quella provocazione.
<< Parlo in vece di miglior amico di Bella. Lei si, che è gelosa. >> e ridacchiando vado verso la macchina, c’è già Seth al voltante e Sam vicino a lui, dietro Meg indossa una felpa esageratamente grande per lei, riesco a sentire i suoi denti battere.
<< Hai freddo? >> le chiedo, entrando in macchina e chiudendo la portiera, Sam borbotta un “fai piano o la rompi” sorrido a mo’ di scusa e torno a guardare Meg.
<< Solo un po’ >> risponde lei, a voce bassa, solleva il viso e mi bacia la guancia, << ma ora ci sei tu. E con la mia stufetta personale non ne sentirò più. >>
Faccio una risatina, << Mi stai usando? >>
<< Possibile. >> borbotta, poi sbadiglia e chiude gli occhi, incoraggiandomi ad abbracciarla.
Lo faccio senza protestare e mi avvicino al suo orecchio, << Ti sei divertita a fare la detective? >>
<< Diciamo che esistono giochi più divertenti. >> ridacchia, poi la sua voce si fa arrochita, << … Amelia non è morta, quindi Annìka ha subìto un altro imprinting mentre lei era ancora in circolazione. Questa cosa non mi piace. >> alzo gli occhi al cielo.
<< Perché dovrebbe succederci? >> gracchia un lamento e affonda maggiormente il viso contro l’incavo della mia spalla.
<< Non so neanche se senza imprinting staresti con me, come posso pretendere che tu lo faccia se ne subisci un altro? >>
<< Megan, fidati, non è il nostro caso, come non lo sarà per ogni componente del nostro branco… e poi… >> prendo il suo viso tra le mani, facendo scontrare in nostri occhi, << cosa ti fa pensare che senza l’imprinting non starei insieme a te? >> gli chiedo, con una punta di acidità.
<< Forse il fatto che non ci sia niente di speciale in me >> dice a bassissima voce, scostando lo sguardo, << non sto dicendo che sono brutta, ma soltanto che non penso le tue grazie sarebbero cadute su di me. >>
<< Mi crederesti se ti dicessi che ti sbagli? >> le chiedo, in tono irritato, lei scuote la tesa, scrollando le spalle.
<< Potresti anche dirlo, ma oramai sono convinta di questo, non faresti altro che sprecare fiato. Sto cominciando a vedere l’imprinting come una fonte di salvezza. Inizia a non importarmi il fatto che tu sia costretto o meno. L’importante è che tu stia con me. >>
Faccio una smorfia, ricordandomi tutte le paranoie che mi ero fatto, specialmente nell’ultima settimana, << Non ti critico e non mi arrabbio soltanto perché anche io mi sono chiesto le stesse cose su di te. Insomma chi mi assicura che tu saresti ugualmente con me senza imprinting? >>
Ridacchia, amaramente, << E’ il dubbio più stupido che io abbia mai sentito. Mi sembra impossibile una Megan che non abbia il cervello in pappa per te. >>
Sollevo un sopracciglio, guardandola con aria di sfida, << e adesso chi mi assicura che non sia l’imprinting a farti parlare così? >>
Lei sbuffa e sbadiglia di nuovo, chiudendo gli occhi, << Okay, okay. Hai vinto. >> gracchia, poi mi bacia il collo. << ti amo. >>
<< Meno male. >> sussurro ridendo, e la stringo, mentre la macchina va spedita in direzione della riserva di La Push.

 
-------------------------Valentina’s Space-------------------------

Hola! Ragazze, il mio pennino internet è passato a miglior vita e sono costretta a farmi 40 kilometri a piedi sotto il caldo cocente con il mio portatile in spalla (che di portatile non ha proprio niente! -.-) e…devo anche studiare… Wiii!! Eh-eh! -.-“
Ma!!! Eccomi qui! Con questo capitolo che dovrebbe (occhio al condizionale!!!) chiarire molte cose! Bene! Ditemi cosa ne pensate! : ) vi adoro ragazze, ci vediamo probabilmente giovedì, però non posso promettervi nnt -.-“  e ora sapete il perché!

Vi ho preparato una cosa!! *.*

 
Spoiler:
Sgrano gli occhi, soffocandomi con l’aria che respiro, e li punto sul suo torace, soffermandomi in particolar modo sul suo… abbigliamento intimo!
Scoppio in una risatina e rosso come un peperone mi gratto la nuca, sbattendo ritmicamente le ciglia per riprendere lucidità, << Oh mio Dio. >> biascico, con voce strozzata.

 

Risposta recensioni:

 
Ed4e: tesoro! :) il mio Derek è un attore di un romanzo televisivo che guarda la mia nonnina… Beautiful se non sbaglio 0_o *me controlla su Wiki* si! U_U mamma che sono braaava!
Penso ci siamo tutte le risposte ai tuoi interrogativi! ^^” se non hai capito dimmi, ti piego meglio! XD
Beee… dallo spoiler capisci che il vestitino intimo Jake lo vedrà ;D
Shhh!! Parlo troppo!
XD ahahah un bacio. Vale. Ti adoro! 

liala90:  Bonazzo assurdo??*_* ho fatto colpo allora!!! XD ahahahah
Amelia? E adessooo? Secondo te è viva? @_@
Lo so fa morire dalle risate quella parte. Mi ricorda tanto uno di quei film dove i cagnolini parlano *-* magnifico!
Grazie per avermi risparmiato le frustate! :D te ne sono grata!! Allora? Che ne dici di questo? Visto lo spoiler?? ;D ehi ehi ehiiiii
Un bacio, alla prossima, fammi sapere!! XD Vale. 

Svampi: Hola!!! Grazie! ^^” si,è molto carino in effetti! U_U e sennò che lo seglievo a fare?! XD ahahah
Jake idee chiare?
Mmmh… aspettiamo I prossimi capitoli U_U ihihi XD cacchio ti lascio sempre con gli gli occhi sgranati, vero? XD ahha
Si!! *_* libro di Breeeee. È un personaggio che mi piace così tanto!! Penso di metterlo nella storia. Vedremo come ;) dimmi csa ne pensi appena lo leggi!!!
Per il 17… trooooppo bellissimo e tenerissimo!!! *.* mmmhhh piccolo!!! >_<
Cmq… non sai con chi volevano sostituirlo? U_U steven strait. A me piace, ma se non sbaglio è molto più grande(in termini d’età ) del Jacob Meyeriano.
Cmq. Devo proprio scappare!!! Un bacio. Alla prossima!! Letto lo spoiler?? ;D
Vale. 

saradm21: ciaooooo ^^ sei nuova! Benvenuta nella famiglia! In soli due giorni? Cavolo sei velocissima!! :D che ne dici di questo capitolo? Fammi sapere come ti sembra la questione e cosa ne pensi dei personaggi! bacio, spero che continuerai a recensire ;) Vale. <3  

morgana92: ciao!! È già. Ti davo per dispersaaa O.O ma adesso eccoti qui!! ;D
fammi sapere come ti sembra, è chiara la spiegazione?? Letto lo spoiler “ehi ehi” XD ahahah .
Vabbè, scappo. Un Bacio, Vale!!

 

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Capitolo 25
*** \\ 23. Ho bisogno di un analista... e Quil di un dietologo! ***


Capitolo 23

  Ho bisogno di un analista... e Quil di un dietologo!

Jacob

Studio meravigliato i piccoli pigmenti dorati che s’insinuano tra il verde e il castano dei suoi occhi, mentre lei è intenta a leggere, comodamente accucciata tra le mie gambe.
Lancio un’occhiata al piccolo libro che tiene tra le mani e ne leggo il titolo per l’ennesima volta, soffermandomi allungo su ogni lettera color rame, leggermente incavata rispetto alla copertina rigida, di cuoio verde scuro. Poi delicatamente inizio a giocare con un riccio che le cade sulla tempia, facendolo rotolare intono un dito e rimbalzare appena nel tentativo di sviarlo dalla stretta. Continuando questo divertente giochetto torno ad analizzare rapito i suoi occhi, spalancati dall’attenzione e perduti in mondi fantastici, descritti tra le righe di quel vecchio libro prestatole dal dottor Cullen.
<< Hai finito? >> sussurra poco dopo, facendomi sobbalzare per lo spavento. Le orecchie, ormai abituate al silenzio, fischiano, quando la sua voce, seppur delicatamente, irrompe nell’aria facendo scoppiare la bolla di magia che mi sono creato intorno.
<< Forse. >> sussurro per niente scherzoso, senza schiodare gli occhi dai suoi, in tutto il loro vario e magnifico colore.
Chiude li libro tenendo però il segno con una mano tra le pagine, sospira e con la coda dell’occhio fissa il mio dito, ancora intento a usare il ricciolo come passatempo.
Si chiude nelle spalle e torna a leggere, tuffandosi a capofitto nella storia interrotta cinque secondi prima, poggia il capo sul mio petto e sorride appena, senza staccare gli occhi, ora socchiusi e seminascosti dalle ciglia. Tiro indietro la testa, poggiandola sulla testiera del mio letto, e lancio un’occhiata alla finestra.
C’è un vento vigoroso, ma il cielo stranamente non è offuscato neppure da una nuvola e le stelle brillano in tutto il loro timido e solenne splendore.
La guardo di nuovo, sta volta attirato dalle sfumature dei suoi capelli, scompigliati e tirati indietro nella solita crocchia improvvisata, la manica della felpa grigia le copre quasi del tutto la mano, che regge la testa leggermente inclinata; il braccio é puntellato sul suo ginocchio.
<<  Sembra interessante. >> ne deduco, lievemente infastidito dalla mia inaspettata invisibilità ai suoi occhi.
<< Oh, lo è. >> dice, con voce sommessa, annuendo, anche ora lo sguardo resta fisso sulle pagine.
Sbuffo, cogliendo la mia sconfitta nel voler istaurare una conversazione e getto un’occhiata veloce all’orologio.
<< Magnifico. Leggi da tre ore e un quarto. >> borbotto, sollevando gli occhi al cielo, << non puoi fermarti? >>
I suoi occhi ora puntano i miei, spaesati, << Perché? >> mi chiede, con un cipiglio innocente.
Mi indico con una mano, << non ti alletto più di un libro? >> dico, sta volta sorridendo, con fare spiritoso.  
Lei solleva un sopracciglio, riservandomi un sorrisino malizioso, si sporge verso le mie labbra e mi bacia. Chiudo gli occhi, abbandonando le braccia ai fianchi e facendo una smorfia quando mi accorgo che il suo è stato solo un innocuo e brevissimo bacio a stampo.
Solleva leggermente il libro, scuotendolo perché lo guadassi, << Arrivo ad un punto fermo e sono tutta tua. >>
Mi avvicino di nuovo, accarezzandole il viso con entrambe le mani, e chiudo nuovamente gli occhi quando le labbra si toccano, il suo gusto è qualcosa di unico, porta dipendenza.
Sa sempre d’arancia, forse a causa dell’emolliente per le labbra che usa spesso, e a volte, specialmente la sera, dopo la doccia, sa di cioccolato fondente, sta volta la colpa è dello zio Billy, che si ostina a comprarle quel bagnoschiuma al cioccolato come se fosse ancora piccola.
<< Aspetta. >> piagnucola, con voce lamentosa, << Manca pochissimo, giuro. >> poggio il capo sulla sua spalla, abbandonando le sue labbra controvoglia, e inspiro affondo il suo profumo, che vista l’ora, prevale decisamente sulla variante “cioccolato”.
<< Leggi ad alta voce. >> mormoro, sorridendo.
Mi lancia un’occhiata sorridente a sua volta, << Sei sicuro? Non conosci l’inizio. >> camuffo un finto disinteresse chiudendomi nelle spalle. Evito di dirle che ho già letto quel libro per un compito di letteratura inglese.
<< Tranquilla, sono certo che se ti prende così tanto non avrò difficoltà ad appassionarmi. >>
Sorride guardandomi allusiva e annuisce, volta pagina e prende un respiro prima di leggere, << L'amore  può dar forma e dignità a cose basse e vili, e senza pregio; ché non per gli occhi Amore guarda il mondo, ma per sua propria rappresentazione, ed è per ciò che l'alato Cupido viene dipinto col volto bendato. >>
Poi mi osserva, facendo una piccola smorfia, curiosa, << secondo te che vuol dire? >> mi chiede, con fare intellettuale.
Sospiro chiudendo gli occhi e quando li riapro la trovo ancora intenta a studiarmi con quell’espressione piena di curiosità, << Be’ … che l’amore riesce a far diventare tutto più bello e i difetti, guardarti con gli occhi di un innamorato non possono che essere altri strani pregi e per quanto siano brutti, quella persona, per gli occhi quell’amato, continuerà ad apparire una… perfetta reincarnazione dei propri sogni. >> mi osserva, persa nei miei occhi, annebbiata e incantata dalle mie parole. Ricambio il suo sguardo intenerito e accenno una risatina, scostandole il famoso ricciolo dagli occhi, << …poi qualcosa su Cupido accecato. >> anche la sua risata, lieve e genuina, aleggia nell’aria adesso. Chiude il libro, lo posa sul letto e con entrambe le mani afferra il mio viso, proprio come avevo fatto io poco prima, sfrega timidamente le mie labbra e le sue, con il risultato di attorcigliarmi lo stomaco.
<< L’amore è cieco. >> soffia, con una risatina.
<< Credimi >> bisbiglio baciandole il naso, << ti amo, ti guardo da ore… e ti vedo benissimo?! >>
Si finge offesa e si scolla dalle mie labbra, ma io l’attiro a me e la tengo stretta, permettendole a malapena di respirare.
<< Secondo te Derek riuscirà a nutrirsi solo di sangue animale? >> mi chiede, senza motivo, sollevando il viso dal mio petto quanto serve per osservarmi negli occhi.
<< Perché non dovrebbe? >> le chiedo io, sollevando un sopracciglio, scombussolato per l’improvviso cambio di argomento.
<< Non lo so. Edward dice che… >> la fermo, tappandole la bocca con la mano.
<< Edward dice questo. Edward dice quello. Perché non provi a pensare con la tua testolina invece di credere a tutto ciò che esce dalla boccuccia di Edward? >> borbotto irritato, guardandola truce.
Lei fa una smorfia impreparata, accigliandosi. Poi pian piano sorride, maligna. << tu sei geloso! >> realizza, stringendomi in un abbraccio e ridendo, << il mio gelosone!! >> mi schernisce, ricoprendomi il viso di baci.
La spingo dolcemente, incrociando le braccia sul petto e sospirando, infastidito. << Io non sono geloso! >> 
Ride e scuote la testa allungandosi verso il comodino per mettere in salvo da eventuali strappi o scompaginazioni il vecchio libro di Carlisle. << Oh, certo… e io sono bionda! >> sbotta, ridendo.
Scosto lo sguardo verso la finestra, sporgendo leggermente il labbro, in una smorfia infantile, e sbuffo vistosamente. << Gne, gne, gne >> le faccio il verso, ancheggiando scenicamente da una parte all’altra.
<< Visto! >> urla lei, ancora ridendo, << Ammettilo! Hai un debole per me! >> mi accusa, additandomi.
<< Nah! >> rido, sventolandomi una mano davanti al viso, con finta indifferenza.
Mi studia in silenzio, socchiudendo gli occhi con fare malizioso, soffoca una risatina e si morde il labbro, acchiappando con entrambe le mani il bordo della felpa e sfilandosela disinvolta.
Sgrano gli occhi, soffocandomi con l’aria che respiro, e li punto sul suo torace soffermandomi in particolar modo sul suo… abbigliamento intimo!
Scoppio in una risatina e rosso come un peperone mi gratto la nuca, sbattendo ritmicamente le ciglia per riprendere lucidità, << Oh mio Dio. >> biascico, con voce strozzata.
Lei sorride imbarazzata e si rimette la magliettina, poi mi lancia uno sguardo eloquente. << Allora? Hai un debole per me, si o no? >>
…ma in quel momento il mio cervello e da tutt’altra parte, << M-Meg… dimmi che hai messo solo il reggiseno, ne va della mia salute mentale. >> continuo, la voce continua ad uscire strozzata.
Arriccia il naso facendo l’ennesimo sorrisino furbo e scende dal letto, si volta e con non poco imbarazzo inizia a lottare contro il bottone dei suoi pantaloni.
Io la guardo, paralizzato. Vorrei fermarla e saltarle addosso al contempo, ma resto fermo. La personificazione di una roccia. Da un momento all’altro rimane seminuda davanti i miei occhi, il ché non è decisamente poco per la mia immaginazione, già fulgida di suo.
<< Però… >> fa una risatina e si volta, mostrandomi il fondoschiena scarsamente coperto, incurante della mia faccia paonazza, << mi da tremendamente fastidio, l’ho messo solo perché… be’ a dire la verità, non ne ho idea! >> Abbozzo una risatina isterica e mi copro il viso con un cuscino.
<< Meeeg! >> grugnisco straziato, la voce strozzata attutita dall’imbottitura del cuscino, << ti prego. Anzi, ti scongiuro. Copriti! >> ancora una volta la sua risata aleggia nella stanza.
Dopo vari spostamenti d’aria la sento accovacciarsi sul mio stomaco e la ritrovo in pigiama, gli occhi assonnati. << Sai non mi sarebbe dispiaciuto essere apprezzata un po’ di più. >> mugugna, sbadigliando, << lo so che lo fai per me, ma credimi. Ultimamente mi sento così… confusa, sull’argomento. >>
La sollevo, fino a far scontrare i nostri nasi e mi sistemo meglio, completamente disteso.
Lei si irrigidisce, ma non si muove quando la invito ad allungarsi su di me, le accarezzo i capelli e le bacio le labbra, sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
<< Meglio? >> sussurro sorridendo beffardo, con il fiato corto.
Annuisce e sorride, di nuovo imbarazzata, concentrando tutta la sua attenzione sui miei capelli, sparsi per il guanciale.
<< Sono così scuri da sembrare blu. >> dice interessata e compiaciuta, io acchiappo un ciuffo e me lo porto davanti gli occhi, analizzandolo come si deve.
<< Davvero? A me non sembra. >> sorride e scuote la testa.
<< Non così, devi guardarli nell’insieme. >> scorgo il naso e mi chiudo nelle spalle, sbadigliando sgraziato.
<< Oh, adesso si che è tutto chiaro! >> dico sornione, mi giro su un fianco, facendola cadere sul materasso e la avvolgo con le braccia, rannicchiandomi comodamente contro il suo corpo, << ora però, non mi dispiacerebbe schiacciare un pisolino. Domani devo alzarmi alle sette… ovvero tra… >> lancio uno sguardo alla sveglia sul comodino e rabbrividisco, << … più o meno due ore. >> ride sommessamente e mi bacia la mascella.
<< ‘Notte. >> sorrido, e la stringo ancora, strofinando la mia guancia contro la sua.
<< Buonanotte briciola. >> farfuglio.

                                                                                                                                                               ***

<< Concentrati su un punto preciso del bosco e cerca un battito, un odore… che possibilmente non sia di escursionisti … o di coniglietti minuscoli, Derek!! >> Jasper, esasperato, si poggia sul tronco della quercia secolare a più o meno quaranta metri dal ruscello che divide in due la foresta dietro casa Cullen. Io e Quil, sotto sembianze lupine, ci scambiamo uno sguardo annoiato e sospiriamo, sputando fuori aria dal naso umido.
I Cullen, in particolare Esme e Carlisle, ci hanno chiesto il favore di tenere d’occhio le prime battute di caccia vegetariana di Derek, per cautelare la sicurezza di qualche eremita senza un briciolo di cervello che si sarebbe potuto addentrare così in profondità nella foresta di Forks. Non si sa mai, giusto?
<< La fai facile, tu. >> sbuffa Derek, dando un calcetto al batuffolo bianco, imbrattato di sangue, che meno di qualche secondo fa’ saltellava ancora, ignaro del suo sfortunato futuro.
<< Perché in effetti lo è! Non ti sto chiedendo di resistere al profumo di un umano mentre il suo collo dista solo pochi centimetri dai tuoi canini… ma di risparmiare dei piccoli roditori! Devi distinguere il battito, sentire il rumore delle loro zampe sul terreno per capirne il peso. Usare il tuo cervello altamente sviluppato da vampiro! >>
Ci va giù pesante! Cinque dollari sul biondino slavato.
Guardo Quil, poi osservo Derek e Jasper scambiarsi occhiatacce.
Andata – penso, di risposta.
<< Proprio tu cerchi di darmi ordini! Capirei ed eseguirei quelli di Carlisle, di Edward o di Esme… ma tu! Che fino a pochi giorni fa’ lottavi contro te stesso per non azzannare Bella…! >> Derek è fuori di sé dalla rabbia, torno a guardare Quil, deformando il muso in un ghigno.
… Jake, stai zitto! – interviene lui, con voce seccata, prima che io possa pensare qualcosa di strafottente da dire.
Io? scherzi? Non mi sarei mai permesso.
Si, certo.
Te lo giuro!
U-uh…

Con uno sbuffo, mi volto verso i vampiri, intenti ancora a battibeccare come due ragazzine viziate.
<< Ragazzi, basta?! >> urla snervata Alice, lasciandosi cadere come un peso morto sul prato accanto Quil a gambe incrociate, << dovete concentrarvi sulla caccia! Non sui torti e le debolezze dell’altro! >>
<< Guarda! È arrivata Sen-sei - Alice - Bonsai! >> sbotta antipatico Derek, dando un calcio più forte alla carcassa del coniglietto, che va a finire dentro il ruscello.
<< Non dovete concentrarvi sulle debolezze dell’altro eccetera e eccetera…dove le leggi queste frasi fatte? Nei biscotti della fortuna o sulla carta dei cioccolatini fatti in casa da Esme? >> continua Jasper, scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo.
La faccia di Alice si contrae in una smorfia di pura ferocia.
…Ahi-ahi - penso affinando gli occhi, immaginandomi già quello che succederà da lì a poco.
Puoi dirlo, fratello.
<< Voi?! Stupidi mocciosi millenari che non sanno mettersi d’accordo neanche per un’insulsa battuta di caccia, come osate scaricare la vostra rabbia su di me… DOVETE-RESTARE-CONCENTRATI-SULLA-CAAAAAAACCIA!! >> continua a guardarli con un’espressione degna di Hitler e con l’indice indica oltre il ruscello, << c’è una piccola mandria di alci oltre i pini, perché non mettete insieme i vostri cervelli apparentemente superveloci per prenderne almeno uno?! >> i due la guardano spaventati, in effetti anche io sono un po’ scosso. La voce di Alice, nei punti più salienti della sgridata, somigliava molto più ad una sequenza di ultrasuoni che ad altro.
<< Eamh… Alice? >>sussurra spaventata Esme, dietro di lei.
<< Che c’è adesso?? >> urla con la ferocia di un leone, voltandosi verso la presunta madre.
Non appena la vede ammutolisce e sorride cordiale, << Oooh, ciao Esme! Stavo solo aiutando i ragazzi a raggiungere un rapporto di unanimità. >> dice, sorridendo dolcemente.
<< Bene >> si volta verso di noi e sorride, porgendoci due piatti pieni zeppi si roba da mangiare, con un modo di fare degno di una mamma che accoglie gli amici del propri figli (anche se non è propriamente consone alla situazione), << volevo assicurarmi che Quil e Jacob facessero colazione. >>
Abbaio, in senso di gratitudine, poi scuoto il capo, dandole a capire che non ce n’è alcun bisogno.
Però prima che Esme possa capire, Quil si è già fiondato sul suo piatto.
Faccio uno sbuffo e mi abbandono sul prato, accucciandomi come farebbe un normalissimo cane.
Quil. Mi fai schifo. – penso, disdegnato.
Hey. Io ho fame! Sue mi ha messo a dieta!
A volte mi stupisco del fatto che durante i turni di ronda continui a trasformarti in un lupo e non in una sottospecie di maiale con il pelo.
Una parola. Metabolismo.

Quando distolgo l’attenzione da Quil e osservo Jasper, Alice e Derek li vedo conversare tranquillamente.
<< Edward? >> chiede Derek, interessato.
<< Non lo so, doveva andare da qualche parte insieme a Bella… tornerà dopo le cinque. >> dice con indifferenza Alice, poi si concentra facendo perdere per un attimo il suo sguardo nel vuoto e torna ad annuire, più convinta, << si, precisamente alle sei meno dieci. >>
<< Perché così tardi? >> mormora Jasper, Alice si volta e incontra i miei occhi, con la faccia di chi è appena stata colta in fragrante si chiude nelle spalle e sussurra : << Le solite cose. >>
<< Oh! >> dice Jasper, guardandomi con uno sguardo analogo a quelle di Alice, mentre Derek, con lo sguardo concentrato, continua a non capire. Come me.
Poi all’improvviso anche lui spalanca gli occhi, << davvero? >> chiede, cercando una conferma, sicuramente dopo aver analizzato affondo un ricordo dei due. Alice annuisce per rispondere all’esclamazione del vampiro e arriccia il naso.
<< Jake, Quil… grazie per il favore, potete andare. Tra non molto arriverà Emmett. Ci penseremo io e lui a tenere sottocontrollo la situazione. >> dice lei, troppo cordiale per darmela a bere.
Tutto il mondo cerca di nascondermi qualcosa e ci riesce anche benissimo.
Fratello, scusa se distolgo la tua attenzione da questi pensieri degni di un Cullen depresso, ma io vorrei andare a casa!
Quil…
- ringhio, sollevandomi sulle zampe – questa è l’ultima volta che faccio un turno di guardia con te.
Come vuoi, Signor sono-triste-perché-qui-nessuno-si-degna-di-dirmi-niente!
Quiiiiil!
D’accordo, d’accordo. Sto zitto, sto zitto.

 

-------------------------Valentina’s Space-------------------------

capitoletto piccolo ma carino ^^" ... o almeno, così penso che sia! XD ahahah
Dopotutto è più piccolo soltanto di mezza pagina. Però è ricco... Mooolto ricco. ;D CHI MI SA DIRE COSA LEGGE LA NOSTRA MAGGIE??
Ragazze, a voi posso dirlo... Sto cercando di tenere il mio naso fuori da facebook. Il fatto è che non sono andata a vedere eclipse (la solita eretica e masochista che aspetta settimane! - E NO CARE MIE! STA VOLTA VADO SUBITO! XD) ma ci andrò domani (sorprese?? ;D) anzi, visto l'ora, praticamente ci vado OGGI! XD aahah
Ho deciso di fare come tutte le twilighters e andare nella salute o nella malattia! XD il massimo l'ho avuto con Twilight, ero talmente spaventata di andare al cinema che alla fine l'ho visto in dvd. ahahah XD che volete? ci rimango sempre male quando fanno il film dei libri che leggo e vengono una cacca. T_T
Cmq sia mi fido del registra perchè quasi tutti i suoi film mi fanno impazzire ( urlare e impazzire U_U ) quiiindi... *w* NON VEDO L'ORA DELLA MIA SCENA PREFERITA. Sempre ammesso che ci sia! -.- sapete... dove Billy racconta la leggenda della terza moglie e gli spiriti guerrieri. MAGNIIIIIIFICA *.* e poi la storia di Jasperrrr.... fantastica!!! e ancora prima quella di Rosalieeee!! *.* Eclipse è il mio libro preferito.
Certo, è oscillante il mio parere perchè c'è sempre una parte che mi piace e una parte che odio.
come ad esempio << I love you. I want you. Right now. >> MA FAMMI IL PIACERE! t_t sempre odiata questa cacchio di parte del libro.
Cmq sia parlo SEMPRE  troppo. 

VOGLIO LA VOSTRA OPINIONE SUL FILM!!!!  *o*

 Vi lascio lo spoiler, eh?! ;D almeno così leggere sto poema e servito a qualcosa! ( e vi ricordo che tra due capitoli entreremo nel vivo di Eclipse visto che ho già divorato fino al midollo sia New moon che Twilight... qualcosetta di New moon veramente pensavo di tenerla per doooopo! Ma Shhh! XD) 

Spoiler
Un piccolo urlo divertito ci fa sobbalzare, vedo piombare in cucina Bella e Claire, interamente imbrattate di vernice, corrono per la casa e ridono a crepa pelle, poi arriva anche Meg, e quasi mi sembra di impazzire quando noto che ricoperta di vernice blu rimane sempre bellissima, divide le due e ridendo le spedisce di sopra, poi si volta verso di me e incurante dei nostri amichi, che ancora allibiti guardano l’intera scena,  mi da una violenta pacca sul sedere, lasciando l’impronta della sua mano sulla stoffa a jeans che ricopre la parte destra del mio fondoschiena. La afferro per un braccio prima che possa fuggire e la guardo stranito, << che state combinando? >>

 vi lascio riflettere U_U enigmatico e *_* hahahah.... shhh! U_U

 
Perdonatemi e comprendetemi, Sono le 3 e io mi sono svegliata alle 6 :D ... -.-"

 

risposta alle reck ( quanto parlo oggi?? O.o)

 
CelesteMAR
: Heilà! *.* saaaalve!
benvenuta nella nostra grande famiglia U_U
O_o sono sempre più stupita della velocità che impiegate voi nuove fan per leggere i capitoli! ... e mi piace XD
Embry, Leah e anche Derek troveranno la loro sistemazione. Sta tranquilla U_U
Brava, ottima presa di posizione! presto ho in mente di fare delle immagini con su scritto TEAM MEG! aahahah XD secondo me sarebbero originali!
Siciliana? *.* ciaoooo!!! lo so, mondello è fantastico, mi ustiono ogni settimana, ma rimane fantastico!! Essendo nella mia stessa frazione d'Italia (oh noi, cartaccia calciata dallo stivale U_U) saprai che c'è un venticello in questo preciso istante che mi fa accapponare la pelle  e mi inumidisce il cervello -.- e sono fuori in veranda perché internet prende solo qui in villeggiatura e... niente U_U volevo informarti del mio "attassamento" visto che capisci che significa ;D
Allora alla prossima recensione!! :D Notte notte!! :*

 
dafne891: Non devi scusarti, gli esami sono gli esami! Mamma mia io so soltanto che il massimo è 30 XD quindi 18 è brutto? o-o spiegami, anche se mancano ancora tre anni ( o magari di più XD ahaha) non mi è chiaro.
Passiamo al capitolo: ;D unahuahuahu grazie per i complimenti! *.*
 coda di paglia... ummmmh, vedremo!
Per quanto riguarda la questione amorosa... diciamo che è una ferita piccola ma dolorosa e ricucita male. Ogni volta che 'sto tizio salta fuori ( me lo trovo dovunque, spunta con la stessa velocità della muffa sul gorgonzola) il mio umore crolla. Stupida me! >__<
La tua stupidissima Vale, bacio, ti adoro  ^^"

 
Ed4e: tesoroooooooooo, accidenti! allora ho sbagliato >___< purtroppo non ho avuto proprio tempo. spero tu parta mercoledì sera così magari avrai tempo di leggerlo!!
Tachicardia??? XD *.* quuuasi! ihihihi povero piccolo Jake! non è adorabile mentre studia ogni minimo dettaglio di Meg?  *-* io lo trovo sensazionale!
Sulla questione Amelia non posso che farti innervosire con un sonoro: Bhoooo - e un non so se rassicurante: però lo scoprirai tra poco. ;D
Prova a pensare invece a quale sarebbe la reazione di Jacob. O.O diviso tra l'incudine e il martello.
Mamma mia, fammi sapere. Bacio ;D

 
saradm21: GRAZIEEE *.*
Ho già parlato con altre della possibilità di fondare un TEAM MEG! ihihih ;D ovviamente scherzo, comunque sono contenta che ti piaccia così tanto come personaggio, se c'è una cosa che non vorrei è quella di Meg presa in giro come succede con TONTObella, non so se mi spiego XD
Bella è un personaggio più inverosimile di vampiri e licantropi in un certo qual modo per me. Ma non ti so spiegare il perché .--.
forse perché non ha mai accennato ad avere paura mentre io sarei scappata a gambe levate, perché non è mai stata egoista, impulsiva (ninfomane si, però -.-) , immatura o ... un po' meno Lucia Mondella per dirla breve. E' come la rincarnazione stupida e goffa di un angelo o qualcosa del genere. Non riesco ad affiancarmi al personaggio, non riesco a pensare con la sua testa, forse per questo.
Il doppio imprinting preoccupa tutte voi, sai XD e come ho chiesto a tutte, posso chiederti il perchè? ^^"
Tranquilla, io scrivo sempre trattati XD un bacio, spero di vedere un altro "trattato" nel prossimo capitolo ;D. Vale.

 
 liala90: ho fatto colpo?? OVVERO?! *w*
Sarai contenta dell'assenza di Edward in questo capitolo, anzi, se ti può far sentire meglio ti dico che non c'è neanche nel prossimo! XD ahahah
Derek è innocuo, morde, quello si! XD ... ma è innocuo *.* piccino!
Bella gelosa? si, lo so , non so da dove mi sia venuta l'idea, forse dal discorso che si fanno sul lettuccio lei e Eddy, riguardo Tanya Denali. La si che ho detto " Vaiii Bella!! " aahahah XD

"fatto di non sapere se ha qualche potere particolare" secondo me sei su una pista perfetta!!! XD continua a far muovere gli ingranaggi e ci arriverai!!! ;D ovviamente io sono zittissima XD
*.* ed eccoci qui al capitolo?! che te ne pareeeeee?! Fammi sapere *.* e lo spoiler?
Non chiedermi il perché della manata sul sedere di Jacob! Da quando mi sono resa conto di quanto sia ... venerabile il sedere di Tay ... no, dico, l'hai visto? *.* sto ufficialmente diventando una ninfomaneee!! XD ahahah
fami sapere!!! Al prossimo spassosissimo commento! Baci, Vale ;D

 
morgana92:
ecco aggiornato il tutto! Amelia è molto più vicina (viva o morta che sia, attenzione!! U_U) a quanto pensi! un bacio! Ho deluso le tue aspettative per questo capitolo?? :)) comunque sia al prossimo commento ^^" Baci Vale.

 

 

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Capitolo 26
*** \\ 24. Consigli da esperti? No, grazie, sbaglio da me! ***


Capitolo 24

  Consigli da esperti? No, grazie, sbaglio da me!

Jacob

<< Dove sono le chiavi della macchina? >> lancio un’occhiata dalla cucina all’ingresso e vedo papà e Charlie guardarsi intorno con aria interrogativa.
<< Quelle del Chevy? >> urla Meg, dalla cima delle scale.
<< Si. >> le risponde Charlie, << Bella! dove hai messo sta volta quelle maledette chiavi! >> Un piccolo tintinnio metallico e poi la voce annoiata di Bella.
<< Scusa papà, le avevo in tasca! >> i due vecchi amici si scambiano sguardi comprensivi e con un piccolo sorriso si dirigono verso la porta di casa Black.
Scuoto la testa e sospiro, << dove andate? Non rimanete per cena? >> chiedo, poggiandomi allo stipite e attendendo una risposta, quasi come fossi io il genitore e loro i figli.
<< No, i signori Weber ci hanno invitato a cena e al concerto dei loro figli, sai, suonano il clarinetto e il flauto traverso… >> mi spiega Charlie, mio padre si limita ad annuire. Da quando in qua papà frequenta i “visi pallidi”?
<< Saluta Angela da parte mia! >> urla ancora una volta la voce di Bella, dal piano di sopra.
Tutti e tre ci voltiamo verso le scale, << si può sapere cosa stanno facendo lassù? Non scendono da ore! >> borbotta papà, sollevando un sopracciglio.
Ronnie ed Alice scendono le scale frettolosamente e spariscono in cucina, neanche due minuti dopo le vedo correre di nuovo su per le scale, trascinando per un braccio la povera Claire.
Qualche rumorino, due risatine… poi nuovamente il silenzio.
<< Cose tra donne, suppongo. >> borbotta Seth, bacia la fronte di sua madre e sorride con un ché di mesto, << Mi raccomando, trattatemela bene. >> dice a Charlie e Billy, come se  ancora una volta i ruoli fossero invertiti: lui il padre, lei la figlia. E per quanto questo comportamento sia strano e apparentemente inappropriato scatena in me una tenerezza senza eguali, un senso di responsabilità che abbiamo ottenuto sudando. I nostri genitori si fidano di noi, e ne vado fiero.
<< Tranquillo… >> mormora Charlie, stringendo Sue in un piccolo abbraccio affettivo, << starà benissimo e sarà a casa non più tardi di mezzanotte. >> e qua una risata misurata serve per disgelare il ghiaccio che dopo sei mesi ricopre ancora l’argomento “morte di Harry”.
Con tutti i saluti e gli avvertimenti reciproci la porta si chiude, portandosi dietro papà, Charlie e zia Sue.
Io e Seth ci guardiamo per un lungo istante, prima di sospirare rassegnati e tornare in cucina.
Tutto procede con silenzio religioso, quasi surreale: io mescolo la crema di funghi messa sul fornello per il purè, Jared fa un solitario con le carte da poker, Seth guarda un punto indeterminato fuori la finestra buia e Quil morsica una mela in attesa della sua razione di cena.
Un piccolo urlo divertito ci fa sobbalzare, vedo piombare in cucina Bella e Claire, interamente imbrattate di vernice, corrono per la casa e ridono a crepa pelle, poi arriva anche Meg, e quasi mi sembra di impazzire quando noto che ricoperta di vernice blu rimane sempre bellissima, divide le due e ridendo le spedisce di sopra, poi si volta verso di me e incurante dei nostri amichi, che ancora allibiti guardano l’intera scena,  mi da una violenta pacca sul sedere, lasciando l’impronta della sua mano sulla stoffa a jeans che ricopre la parte destra del mio fondoschiena.
La afferro per un braccio prima che possa fuggire e la guardo stranito, << che state combinando? >>
Lei si chiude nelle spalle e soffoca una risatina, << visto che stiamo per cambiare casa ho pensato di fare le cose per bene, ovvero dipingere come voglio la mia stanza, ma per paura che non mi piaccia dopo lo sto prima sperimentando in questa… >>
<< Fammi capire, state verniciando le pareti della tua stanza di blu? >> chiede Jared, leggermente schifato, << non è un colore troppo scuro? >>
<< Hey, chi ha detto che uso soltanto il blu?  >> esclama Meg, in sua difesa, coprendosi la spalla nuda con un gesto veloce della mano. Indossa una delle mie magliette smesse, e il colletto, essendo troppo largo, finisce per scivolarle sulla spalla fino a scoprirle la clavicola.
<< Meeeg! >> ride e solleva il viso in direzione delle scale, Alice la indica con un pennello, << Sali, adesso! >>
Mi bacia sfacciatamente le labbra e corre su per le scale, << avvisateci quando è pronto a tavola! >> urla sghignazzando.
Ora tutti gli occhi sono puntati su di me, cerco di tenere testa a tutti, ma quando sento puzza di bruciato smetto di sostenere i loro sguardi e corro a spegnere il fornello. A quel punto so che l’interrogatorio ha inizio.
<< Cosa prende a Meg? >> prima domanda. Seth borbotta qualcosa che non afferro, Jared mi toglie il pentolino dalle mani aspettando la risposta alla sua domanda e Quil tossicchia battendosi una mano sul petto, sicuramente qualche pezzetto di polpa gli è andato di traverso.
<< E’ così… spudorata! >> continua, sempre Jared, poi ride, << insomma, non sembra molto innocente. Amico, ti lancia occhiate di fuoco. >>
Seth scuote la testa, << Jake, non ascoltare una virgola di quello che dicono! >> toglie la mela di mano a Quil e si siede al posto prima occupato da Jared, mordendola con energia, << mi hanno fatto un discorsetto del genere circa due settimane fa’… secondo loro Ronnie aspetta solo che io le dia più lenza. >> mugugna, a bocca piena.
<< E’ così! >> dicono a unisono i due, l’espressione ovvia dei loro visi mi fa rabbrividire.
<< Quil… non vorrai dire che tu e Claire… >> lui mi guarda come venissi da Marte dopo anni di assenza ingiustificata.
<< Per la miseria, certo che si! >> sta volta è Seth ad affogarsi, lancia la mela, ormai ridotta ad una forma smagrita, simile ad una clessidra, nella pattumiera e scuote la testa.
<< Io non ci credo. La nostra piccola e innocente Claire non può aver… >> si blocca, ci scambiamo un occhiata inorridita e lanciamo un lamento straziato.
Mi volto verso i fornelli e mi sorreggo la testa con una mano, << Grazie mille per l’informazione Quil, ora non riuscirò più a guardarla in faccia! >>
Jared sbuffa, irritato, << non capisco proprio cosa ci vedete di male. E’ solo il… culmine di una relazione sentimentale sincera e romantica. >> mi volto con sguardo perplesso verso di lui e faccio una smorfia.
<< Scusa tanto, ma non mi va proprio di prolificare. Sono ancora troppo impegnato a capire come funziona il ruolo di figlio per appiopparmi volutamente quello di padre. >> sbotto, apro lo stipetto e tiro fuori i piatti necessari per la cena.
Seth fa una risatina, << sai, Jared sta perfino leggendo una di quelle guide assurde, del tipo “dieci passi per essere un super papà” >> anche Quil ride, io invece, lo guardo di nuovo, sospirando e facendo un sorrisino superiore.
<< Quando sarà il momento giusto succederà e sarà memorabile per entrambi. Niente forzate. C’è ancora tantissimo tempo. >> dico, mentre riempio i primi due piatti di purè.
<< Cosa c’è di male nel non avere fretta? >> aggiunge Seth, chiudendosi nelle spalle.
<< Facile! Forzarsi di fare il ragazzo per bene quando invece dal cinto in giù è tutt’altro fatto oppure allontanare la ragazza per paura di fare le cose troppo in fretta… o ancora… >> lo fermo, consegnandogli la tovaglie e le forchette.
<< Che ne dici di chiudere quel forno spara cazzate e apparecchiare la tavola, super papone? >> Jared fa una smorfia e scuotendo la testa va verso il salotto, con lo scopo di fare, almeno per una volta, quello che gli ho chiesto, << Quil, chiama le ragazze, per favore. >> farfuglio, facendo attenzione a non versare neanche la minima parte di purè a terra.
<< Si, mammina. >> mi canzona, poggia una mano sul mio sedere, esattamente come aveva fatto prima Megan e ride, << e comunque il blu ti dona! >> non nego una risatina e tirandogli un calcetto sullo stinco borbotto: << Ahhh, sta zitto e vai! >> ride di nuovo e sparisce.
Io e Seth rimaniamo soli e in silenzio, non appena finisco di versare il purè sopra ogni piatto disposto sulla tavola e sospiro, lui mi imita, poi con voce tremante dice: << Ronnie, non so… sembra non avere problemi. Lei per me sarebbe pronta in qualsiasi momento. Ha avuto così paura nel vedermi in quello stato comatoso per la morte di mio padre che farebbe di tutto pur rendermi felice. E io non voglio che lo faccia esclusivamente per questo. Non deve essere così. >>
Lo guardo spaesato per quel discorso saltato dal nulla, tuttavia capisco cosa prova e annuisco comprensivo, cercando di rassicurarlo, << Seth, hai perfettamente ragione, e anche se fosse il contrario è la tua vita. Sei tu a decidere quel che è giusto o no. Mantenendoti entro i limiti segnati dai diritti umani, ovviamente. >> ridiamo piano, poi lui mi guarda e sorride.
<< Meg mi ha detto che non vuoi che facciate niente di cui poi vi potreste pentire. >>
<< Proprio così. Non desidero che sia una cosa  fatta perché si deve, una cosa premeditata. Deve essere spontanea, come un bacio o qualunque altra effusione di questo mondo. >>
<< Però… secondo me il problema qua non è Meg, e neanche quello che hai appena detto. Potrebbe chiamarsi Bella, questo problema. Hai paura, eh? >>
Seth, se stessimo giocando a battaglia navale avresti vinto. Colpito e affondato.
Faccio un sospiro sconnesso e mi gratto la nuca, << Più che altro mi sento in colpa. Lei non può avere neanche la metà dell’affetto incondizionato che offro a Meg. La vedo soffrire e vedo che anche quel succhiasangue soffre. Forse non è poi così sbagliata l’idea di trasformarla in vampiro. Mi costa caro dirlo, e sai benissimo quanto perché le condizioni del patto per me sono da difendere con i denti, ma ne va della felicità di Bella, la mia migliore amica. >>
Seth annuisce e resta in silenzio, lancio un’occhiata alla porta, vedo le ragazze, tutte con almeno una parte del corpo blu, scendere dalle scale, poi sulla soglia compare Quil.
<< Jake, dovresti andare a vedere. Quelle ragazze sono dei veri geni. >>
<< No! >> urla Meg, entrando in cucina e aprendo il frigo per prendere una bottiglia d’acqua, << lui vedrà tutto a lavoro finito, con me. >> Mi lancia un’occhiata che dice chiaramente “Sali quelle scale e sei morto” e si avvia verso il salotto, schizzando via veloce come una scheggia.
<< Bene, direi che… >> mi schiarisco la voce e do una piccola pacchetta alla spalla di Seth, << sia ora di andare a mangiare. Speriamo che il mio tentativo di cucinare non avveleni tutti. >> Quil si avvicina alla pentola, ispira l’odore e fa finta di soffocare, contorcendosi e balbettando lamenti degni di un attore professionista. << Okay, ora non esagerare però. Male che vada passerete le prossime ventiquattro ore a vomitare. Non credo di essere in grado di uccidere, non sono ancora così bravo. >> e così dicendo li spintono entrambi in direzione del salotto, ridendo.
La cena si svolge nel più consueto dei modi; urla, risate, qualche boccone di cibo che vola per aria e metà delle ragazze addormentate sul divano dopo circa dieci minuti dall’inizio del film ci hanno imposto di guardare.
Seth ogni tanto mi lancia qualche occhiata e sorride, o almeno ci prova, e per quanto i risultati di consolazione siano vani gliene sono comunque grato. Immensamente grato.
A mezzanotte tutti decidono di andare a casa, mi assicuro che Bella abbia un passaggio dal momento che i signori Black e Swan non si sono ancora fatti vivi e metto la sicura alla porta una volta ricevuto il messaggio di papà, il quale oltre ad aggiornarmi sul talento dei gemelli Weber mi dice che, vista l’ora indecente, avrebbe dormito a casa di Charlie.
Ed ora mi aspetta il compito più arduo: Svegliare Meg.
Mi chino sul divano e ridacchio quando lei fa una smorfia, infastidita da una ciocca dei miei capelli che le solletica la punta del naso. << Megan… >> sussurro dolcemente, carezzandole il viso.
<< Mmmmmh … >> mormora, la sua fronte si aggrotta e i suoi occhi si serrano maggiormente.
<< Maggie? So che non ti piace molto essere sollevata di peso, ma se non ti svegli sarò costretto a farlo. Non ti lascio dormire sul divano, ti verrà il torcicollo. >>
Corruga le labbra e con una mano, a tentoni, tasta il mio viso fino a trovarne bocca, la tappa e con un sospiro la sua espressione torna a farsi rilassata e pacifica.
Mi divincolo con facilità dalla sua presa debole e rido lievemente, sedendomi a gambe incrociate sul tappeto, << Conto fino a tre. >> cantileno, sollevo una mano e chiudo tutte le dita, tranne l’indice, << Uno… >>, sollevo il medio, << due… >>, la guardo, lei non accenna un movimento, << due e un quarto… >>, ancora niente, << due e mezzo… >>, ma lei continua indisturbata il suo coma sul divano, a quel punto, pianissimo, sollevo anche l’anulare e stringo le labbra, sibilando un: << tre. >> secco, conciso, quasi maligno.
Spalanca gli occhi e si apre in un sorrisino, << Sono sveglia! >> cerca di esclamare.
<< Oh, no! adesso facciamo a modo mio! >> la faccio alzare dal divano, suo malgrado, e me la carico sulle spalle, trascinandola scalciante e urlante fino al piano di sopra, dove, con decisamente poca delicatezza la lascio cadere sul parquet.
<< Ahi! stupido! >> ringhia lei, si massaggia la nuca e mi riserva un’occhiata truce, della serie “Se gli sguardi potessero uccidere tu saresti morto da un pezzo”.
 Mi inginocchio e le prendo le mani nell’intento di aiutarla a rialzarsi, << dovevo vendicarmi. Sai, con quella vernice hai rovinato i miei jeans nuovi! >>, invece di sollevarsi mi tira verso di lei, facendomi inginocchiare , accosto i nostri visi e con un sospiro ne faccio congiungere le  labbra, lei mi cinge il collo con le braccia e si lascia cadere indietro, così da finire distesi sul pavimento.
<< Ti prego… >> sussurra, con voce piagnucolosa, da bambina.
<< Ti prego, cosa? >> le chiedo a bassa voce, siamo così vicini da far toccare le nostre labbra parlando.
La sua espressione si fa persa, chiude gli occhi e si morde il labbro, in seguito scuote la testa, << Niente, sta tranquillo >> la guardo stranito e la aiuto a rialzarsi.
<< Papà dorme da Charlie, è tardi e non vuole essere un peso. >>
Lei annuisce e si scotola i pantaloni, << Bene, non posso dormire nella mia stanza. La vernice è fresca. >>
Corrugo la fronte e schiudo la bocca, << Non ti va di… dormire con me? >> le chiedo, imbarazzato. Nelle ultime settimane era diventato un vizio, ormai non ci mettevamo neanche più d’accordo. Aspettavamo che mio padre cadesse nel mondo dei sogni e poi in silenzio uno dei due sgattaiolava nella stanza dell’altro.
Lei si batte una mano sulla fronte e mi punta gli occhi addosso. << Non capisci, eh? >>
Sgrano gli occhi, inclinando la testa, << Che cosa? >> balbetto.
Alza gli occhi al cielo e facendo un piccolo urletto va verso camera di mio padre, << ‘Notte! >> squittisce, stizzita.
<< Aspetta! Meg non ho… >> la porta si chiude con violenza e la chiave gira frenetica per due volte nella serratura, << …capito. >> completo con voce più bassa, mi gratto la nuca e mi volto verso la mia stanza, osservandola disgustato ora che non c’è più lei distesa sul letto a leggere.
Mentre mi lavo i denti ripenso a quello che mi ha detto, a come lo ha detto, al suo comportamento di quell’ultima settimana e facendo due più due –  sputando il dentifricio nel lavandino – capisco cosa intendeva con quelle parole.
…Oddio, lei voleva che le strappassi i vestiti di dosso?!
 << Jared aveva ragione. >> ringhio più infuriato contro me stesso che contro di lui.
Perché non riesci a capire? Lei lo vuole esattamente come lo vuoi tu, zucca vuota!
Sciacquo il lavandino e poso lo spazzolino dentro la tazza azzurra sulla mensola della specchiera, nauseato. Guardo la porta di camera mia, poi torno a guardarmi allo specchio,  << Non mi resta che augurarti buonanotte, mister coglione del terzo millennio! >>.
La mattina dopo sono davanti la sua porta, le mani mi tremano e sono sudate.
Mi do dello scemo e prendo un respiro, socchiudendo gli occhi. Ho già detto che a volte sembro una femminuccia?
 Mi chino a ginocchioni e infilo sotto la porta un foglio, lasciandone un’estremità fuori, poi, pregando che abbia lasciato la chiave inserita, con una sua forcina inizio a giocherellare dentro la serratura, finché un tintinnio metallico mi convince del fatto che la chiave è caduta, a quel punto riprendo il foglio da sotto lo spiraglio della porta sperando che ci sia caduta sopra. Esulto a bassa voce alla vista della chiave e l’afferro ficcandola nella fessura e aprendo la porta. Ora chi ha il coraggio di dire che la televisione non serve a niente?!
Abbasso la maniglia con cautela ed entro nella stanza. Lei dorme ancora profondamente, sommersa dalle lenzuola, i capelli arruffati e la T-shirt arrotolata fin sopra l’ombelico.
Mi siedo sul letto e faccio mente locale. Ricordi ancora come si respira o Megan sarà costretta a rianimarti con una di quelle manovre che insegnano a scuola?
Prendo l’ennesimo respiro profondo e, non sapendo ancora che fare, mi chino su di lei. Le osservo il viso semi nascosto dai cuscini e dai capelli e scuoto la testa. Labbra irraggiungibili.
Affino lo sguardo, la prima cosa che mi cade all’occhio è la spalla scoperta; indossa ancora la maglietta di ieri sera. Mi chiudo nelle spalle e con più istintività che intelligenza comincio a depositare piccoli baci in cerchio sulla sua pelle stentatamente abbronzata.
Lei dischiude un occhio, guardandomi scombussolata, << Jake… >> mormora, non le do il tempo di dire altro, ora che le labbra sono raggiungibili mi fiondo su quelle.
<< Scusa, ieri sera sono stato uno stupido! >> dico, stringendola, poi la guardo intensamente, o almeno, ci provo… << mi vuoi ancora? >> gli chiedo, affannoso.
<< Certo che… ti … >> ancora una volta mi tuffo sulle sue labbra, teso come una corda di violino, lei ricambia il bacio, poi si blocca , mi spintona delicatamente e annaspando aria mi guarda, intontita, << Aspetta, co-come… come sei entrato? >>
Gli occhi confusi e stralunati, le labbra appena screpolate e dischiuse, i capelli buffamente scompigliati, annodati e una piccola macchiolina di vernice blu sulla guancia mi fanno sorridere, sciogliendo ogni residuo d’imbarazzo e nervosismo che aleggia nell’aria.
La mia mano, più sicura e audace, si fa strada sotto la sua T-shirt arrotolata, lei rabbrividisce e socchiude gli occhi, << che importa. >> sussurro più convinto, capendo di avere la situazione in pugno.
<< Io… >> prova a dire, mi stendo su di lei e sorrido appena, sempre più convinto di quello che sto per fare.
<< Shhhhh! Parli troppo. >> sussurro malizioso.
<< Ma… >>
<< Shhhhh! >> sibilo, in una risata divertita.
 Il silenzio si impadronisce della stanza e l’unico suono che si sente dopo è quello morbido e smorzato dei nostri vestiti, che cadono sul pavimento.

 
------------------------------Valentina’s space!!--------------------------

 
Oggi è il mio primo compleanno su EFP! auguri Sei_Nel_Anima 2oo9!!! XD e auguri anche a Maybe later! *.*
Inizio con lo scusarmi, ma mi sono presa un'ustione a mare e ho avuto un po' di febbre oltre al fatto che non mi sono praticamente potuta muovere più di tanto, mi bruciava dovunque -.-"
GIURO SOLENNEMENTE CHE DA OGGI IN POI METTERO' SEMPRE LA CREMA SOLATE!
Per tutte quelle che volevano sapere cosa ne pensassi del film: avete ragione, è il migliore che io abbia mai visto tra i film della Twilight saga... anche se non c'era la frase dell'eclissi, sulla quale in teoria dovrebbe girare tutto, Ica, mia cugina, dice che non faccio altro che lamentarmi xD, ma mi sarebbe anche piaciuto vedere il litigio tra Jacob e Leah !! e vabbè... pazienza.
Posso darvi una buona notizia, ho già scritto gli altri due capitoli, quindi, studio e recensioni permettendo, dovrei postarli tutti e due entro sabato ;D
Be... ringrazio tutte le meravigliose Belle Figliole che hanno commentato (Ed4e,
Svampi,  CelesteMaR, liala90, saradm21, kandy_angel, morgana92)
Credo sia meglio non sprecare troppo fiato e lasciarvi con il cuore raddolcito e un sorriso inebetito stampato in faccia, perché spero sia così vista la fine del capitolo.

 commentate in tante, non vedo l'ora di leggere le vostre reazioni, Baci!! *-*

 
Sono troppo buona? Nahhhh!! vi lascio uno spoilerino spompa buon umore!!! ^^"

 
[...]Osservo la pagina, dove la foto in bianco e nero di un telo steso sull'asfalto, sotto il quale si distinguono forme umane, mi fa subito pensare alla cronaca nera, << Ecco perché odio i giornali. >> borbotto, ma uno strano sesto senso non mi fa staccare gli occhi dalla pagina. Leggo il titolo e mi mordo il labbro "
Morte e terrore a Seattle"[...]

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Capitolo 27
*** || 25. La versione vampirizzata di Jack lo Squartatore ***


Capitolo 25

  La versione vampirizzata di Jack lo Squartatore

Megan

Il suono metallico della sveglia sul comodino mi fa sobbalzare, strizzo gli occhi e mi lagno, in una lingua che sicuramente nessuno - neanche io - capirei.
Sono le undici. Bene. Molto bene. Sono le undici!
Mi do della stupida e scuoto la testa; solo io posso dormire fino alle undici per fare dei sogni molto vividi e a luci rosse su Jacob.
Affondo il viso nel cuscino e con una mano metto a tacere la radiosveglia, mi do una leggera grattata alla nuca e sentendo il materasso cedere dalla parte opposta alla mia poggio la testa lateralmente e apro un solo occhio per capirci qualcosa in tutta quella situazione che di certo non è gradita, visto i miei sensi decisamente rincitrulliti dal lungo e pervertito sonno voluto.
Quello che vedo in realtà mi piace più di quanto voglia ammettere, chiudo gli occhi, conto fino a dieci e li riapro, ma non cambia niente. Provo a darmi un pizzicotto e per il dolore mi mordo la lingua. Sono sveglia, afferrato.
Okay, a questo punto ho soltanto una domanda: Nel purè di ieri c'erano funghi allucinogeni che ora stanno facendo effetto alla grande o quel pezzo di ragazzo praticamente nudo, se non per un lenzuolo che gli copre appena il fondoschiena sodo, è davvero Jacob?
Il mio ipotetico sogno a luci rosse mi riporta a sta mattina, quando effettivamente ricordo di essermi svegliata, ma scombussolata, pensavo che anche quello facesse parte del sogno.
Prendo un respiro profondo e chiudo gli occhi, li riapro e con una mano mi tasto il petto, coperto dal lenzuolo. Afferro l'estremità e la sollevo, ficcando la testa sotto per controllare lo stato del mio corpo.
Per poco non urlo, fortunatamente il cuscino mi tappa la bocca prima che io possa farlo. << Oh merdissima merda merdosa! >> squittisco, strozzata, e con lo sguardo torno su Jacob e sul suo delizioso sedere sodo... e coperto, diamine!
Lui si muove torpidamente e accenna un sorrisino cingendomi la vita con un braccio.
Solleva il viso e sbadiglia tappandosi la bocca, poi mi guarda e inclina la testa. << Buongiorno. >> sussurra, con un ché di malizioso.
<< Ciao. >> balbetto io, sorpresa e positivamente turbata. Non era un sogno.  Non era un sogno?!
Si avvicina alle mie labbra e scocca un bacio leggero, con un piccolo morso mi stuzzica il labbro inferiore, << che ore sono? >> dice in tono sommesso.
<< Le undici. >> sorride e con uno sbadiglio si tuffa sul suo cuscino.
<< Oh, sono in ritardo di un'ora per il mio turno di ronda. Interessante. >> ridacchia e si sistema su un lato, avvolgendomi la vita con un braccio, proprio come prima.
Il suo sguardo si fa imbarazzato, sorride di nuovo e mi accarezza la guancia con il dorso della mano, << è un sogno! >> sbotto sollevandomi di scatto, per mettermi seduta sul letto.
Lui alza gli occhi al cielo e frana a pancia in su sul materasso, << Lo sapevo che te ne saresti uscita con una storia del genere... >> , si siede anche lui e sospira, << ti sembra così difficile? >> mormora, dolcemente.
<< Non lo so, ma... >> si lancia di nuovo steso sul materasso, facendomi ondeggiare come sul pontile di una nave durante una mareggiata.
<< Aspetta! >> urla, e mi tappa la bocca, << ho delle prove! prove inconfutabili! >>
Acchiappa entrambi i lembi del lenzuolo e li scalcia da parte, lancio un urlo e mi tappo gli occhi con entrambe le mani, rannicchiandomi su me stessa per coprire il più possibile tutto quello che c'è da coprire, pur essendo in biancheria intima. Sento il suo fiato contro la guancia, << Non vorrei sembrare volgare, ma ho fatto delle fotografie mentali a tutto il tuo corpo sta mattina e non credo sarà facile cancellarle per non so quanto tempo, quindi non credo serva a tanto coprire... e... io sono in boxer. >>
<< E chi mi dice che non è un tuo subdolo trucco?! >>
Mi bacia la guancia e affonda il viso sul mio collo, tracciando linee dritte con il naso, << Briciola... >> sussurra con un tono di voce supplichevole.
Rassegnata apro gli occhi e mi trovo davanti una piccola macchiolina rossa stampata sul coprimaterasso, << Allora? >> mi sussurra Jake, all'orecchio, abbracciandomi da dietro; Qualcuno mi piega com'è finito dietro di me?
<< Allora abbiamo fatto tu sai cosa, è stato magnifico e non ho sognato niente, ergo non so se sai che sono la ragazza depravata più felice del mondo. >> mi volto e poggio il viso sul suo petto nudo, lui soffoca una risata e poggia il capo sul mio, rimanendo in silenzio. Il silenzio più bello e melodioso che io abbia mai sentito.
Poi lui tossicchia, << Però, penso sia compito mio riportarti alla realtà. Siamo nel letto di Billy Black e sono le undici di sabato. Ciò vuol dire che sarà qua tra una mezz'ora circa e tutto deve essere normale. Comprese le nostre facce dai sorrisi inebetiti. >>
Affondo il viso nell’incavo del suo collo e mugugno l’ennesimo lamento nella lingua sconosciuta di cui sono un’esperta. << Ma io non voglio alzarmi! Mi sono appena resa conto che non è un sogno! >> borbotto, sento la sua presa farsi forte sulla vita, in un batter d’occhio sono su di lui.
Il sorriso soddisfatto di Jacob e gli occhi socchiusi e sensuali mi convincono a sollevare la parte superiore della bocca in un sorriso rimbambito, totalmente rimbambito, << Sei bello. >> mugugno, a quel punto vedo tutta la sua sicurezza scomparire e le sue guancie tingersi di un leggero rosso.
Questo è il mio Jacob.
<< Anche tu. >> sussurra, le nostre labbra si sfiorano, il mio cuore accelera, le sue mani, ormai sicure, sfiorano i miei fianchi come se lo facessero da anni, << Sta mattina è stato magnifico, ma non mi ha stupido, con te tutto è magnifico. >> anche io sento le mie guancie arrossire, lui sorride di nuovo e mi accarezza lo zigomo con l’indice, << E’ magnifico perfino il modo in cui arrossisci! >> mi canzona, tenero.
<< Ora smettila con questi complimenti sdolcinati o finirò per sporcarti il mento di bava >> mi guarda sconvolto e schifato, io azzardo una risatina e faccio scioccare la lingua, al piano di sotto, qualcuno apre la porta.
<< Oh santo... >> esclamo, non finisco la frase che sono già stesa per terra, mentre Jacob, soltanto in boxer grigi, si da daffare per togliere tutte le lenzuola dal letto di Billy.
<< Meg, copriti, dannazione! >> annuisco decisa, mi volto verso il comodino e adesso che so dell'inesistenza del sogno un po' mi fa ridere vedere i miei pantaloncini penzolare dall'angolo di una cornice, al muro. Non posso perdere molto tempo a sghignazzare però, il afferro mettendomi in punta di piedi e ci salto dentro, indosso la maglietta che già avevo la sera prima e mi stiracchio.
<< Vado a lavarmi i denti. >> mimo, indicando il bagno, lui mi lancia le lenzuola e indica convulsivamente la porta della stanza. "Mettile via" sillaba, annuisco e dopo averlo guardato con l'ennesimo sorrisino da assoluta rincretinita, mi dirigo saltellando verso il bagno, quasi inciampando per via di uno scatolone di troppo trai piedi.
<< Jacob! sono Sam, devi scendere, ADESSO! >> scoppio a ridere senza volerlo e mi volto verso di lui, che sgrana gli occhi, si mette i pantaloncini del pigiama e scende deciso le scale, con troppa fretta per sembrare uno che se ne frega.
Continuo la mia risatina sentendo i rimproveri di Sam ed entro in camera mia. Non appena apro la porta l'odore pungente della vernice mi colpisce in pieno, osservo le pareti e sorrido, soddisfatta del lavoro.
Lo sfondo blu e i tanti ghirigori azzurro cielo mi fanno pensare a First beach, mi volto verso la parete nord della stanza e accenno una risatina; avevo detto ad Alice di non esagerare, ma a quanto pare è stato tutto inutile. La scritta "Meg" si legge in tutta la sua sinuosità ed eleganza, dello stesso colore dei ghirigori.
Mi chino sul pavimento e raccolgo le cartacce di giornale che Clarie e Ronnie avevano piazzato per terra così da evitare che il pavimento si sporcasse. li poggio sulla scrivania, dove la data del primo foglio accartocciato mi fa spalancare gli occhi. E' di ieri, zio Billy si arrabbierà di sicuro, da quando sono piccola tiene tutti i giornali per almeno una settimana prima di buttarli, e se si accorgerà che quello di ieri è misteriosamente scomparso non sarà molto contento.
Osservo la pagina, dove la foto in bianco e nero di un telo steso sull'asfalto, sotto il quale si distinguono forme umane, mi fa subito pensare alla cronaca nera, << Ecco perché odio i giornali. >> borbotto, ma uno strano sesto senso non mi fa staccare gli occhi dalla pagina. Leggo il titolo e mi mordo il labbro "Morte e terrore a Seattle", << Mmmh... non male. >> balbetto, improvvisamente terrificata, per lo più senza un vero motivo. Mi siedo a gambe incrociate per terra e inizio a leggere, il mio stomaco si attorciglia, mosso da un sentimento di irrequietudine.
Negli ultimi tre mesi ci sono stati trentanove omicidi e sparizioni, tutti correlati tra di loro per il modo in cui sono stati compiuti, ma apparentemente senza alcun nesso logico che li unisce.
Sulla fiancata destra del giornale spuntano foto di persone sorridenti, sotto sono descritte le loro sorti: Riley Biers, 17 anni scomparso da quasi un anno, Amanda Reed, 15 anni morta, Omar Jenks, 67 anni morto, Robert Walsh, 30 anni morto, Alicia Harmens, 19 anni, scomparsa da un mese.
A quanto pare si tratta di un serial killer, le vittime vengono trovate con ossa ridotte in poltiglia, oppure con arti staccati dal resto del corpo. Affogati, bruciati o  addirittura lacerati, divisi a metà.
Rabbrividisco, visto il numero elevato di assassinii e il poco tempo in cui si sono svolti, la polizia del luogo pensa si tratti di una gang, assetata di sangue.
Assetata di sangue - ripeto tra me e se non fosse per lo specchio non mi renderei conto di quanto
sono realmente shockata.
La porta si apre e Jacob entra fischiettando, si getta a pancia sotto sul pavimento di fronte a me e guarda le pareti. << Quil aveva ragione, bel lavoro, sono sconvolto... >> mi guarda e il suo sorrisino sparisce, << ... e a quanto pare anche tu. Meg ti senti bene? >>
Annuisco e cerco di respirare. << Leggi qua. >> mormoro e gli passo il giornale, puntando gli occhi sui miei piedi, concentro tutte le mie attenzioni sullo stomaco, per non vomitare. Arriva il nervosismo, sta volta però non ha un motivo palese il mio malessere, solo un presentimento.
Lui lo afferra, da un'occhiata veloce e tossicchia un lamento, << Oddio, le persone diventano ogni giorno più pazze. Non vorrei vivere a Seattle, chissà con quale paura i cittadini affrontano la questione. >>
Mentre sto per obbiettare il mio cellulare squilla, chino gli occhi e ne leggo il numero sul display. Proprio lei! << Alice! Hai avuto delle visioni su Seattle? hai visto il TG sta mattina? >> balbetto.
<< No, l'ha visto Jasper però. Aspetta, te lo passo! >> esclama.
<< Non è necessario, credo solo che... >>
<< Pronto? >> una voce maschile e profonda mi fa rabbrividire e interrompe il mio discorso.
Per un motivo o per un altro non ho mai avuto tanta paura di Emmett e Alice e ugualmente dicendo ho sempre trovato Jasper e Rosalie spaventosi. Edward lo sa (come potrebbe non saperlo, il ficcanaso!) di conseguenza lo sa Alice. E lei vuole far sì che, con uno strano giochetto, riesca a superare questa mia paura, soprattutto per quanto riguarda il suo amato Jasper.
<< Jasper, Alice mi ha detto che... >> inizio con voce titubante, lui esplode in una risatina melodiosa e grave.
<< Sì, so cosa hai chiesto ad Alice, anche io trovo ci sia qualcosa di strano a Seattle, ma devo prima parlarne con la mia famiglia. Comunque credo sia meglio che tu e il branco ne restiate fuori. Se c'entrano qualcosa i vampiri, i Volturi se ne occuperanno al più presto. Sono come dei poliziotti per noi, fanno in modo che la nostra esistenza rimanga un segreto, quindi se qualche vampiro continuerà a dar voga di sé in questo modo... >>
<< Trentanove uccisioni in tre mesi mi sembrano troppi anche per un solo vampiro. >> sussurro, più a me stessa che a lui.
<< Indagheremo. >> borbotta lui, forse indignato dalla mia insistenza.
<< Non ne dubito. >> dico, con voce più sicura, ma pur sempre fioca.
<< Ora ti passo Alice, ha bisogno di dirti qualcosa. >>  Annuisco, prendendo un respiro, << Ah, Meg... datti una calmata. Anche senza poteri riesco a sentire che sei un fascio di nervi. >>
<< Ci proverò. >> mormoro, e prima che possa aggiungere altro la voce squillante di Alice mi costringe ad allontanare l'orecchio dal ricevitore.
<< Sai, quest'anno noi ci diplomiamo! e pensavamo di fare una festa, ovviamente tu sei invitata. Lascia a casa Jacob. >> ridacchio e lo osservo, legge l'articolo con un cipiglio, troppo concentrato per sentire le mie chiacchiere.
<< Vedrò cosa posso fare. >> dico ironicamente, mostrandomi disinvolta.
<< Ci conto. Devo scappare adesso, un bacio, ciao! >>
<< Ciao. >> mormoro, e chiudo la chiamata, << Allora? che ne pensi? >> chiedo ansiosa, lui storce il naso.
<< Non lo so, il fatto che tra così tanto omicidi non ci siano collegamenti ragionati mi fa pensare a due ipotesi... >> guarda il giornale e sento una fitta di dolore quando il suo viso si fa disgustato,
<< ... o dei pazzi maniaci vanno in giro ad uccidere per divertimento vecchi e ... b-bambini >> e qua il suo sguardo si dilata leggermente, << .... o dei vampiri hanno troppa sete per soffermarsi a pensare che così si metteranno in pericolo e uccideranno persone innocenti. >> sussurra, e con risentimento lancia il foglio da parte.
<< Ho un idea. Chiamiamo Charlie! lui dovrebbe saperne più di noi, no? >> blatero, guardando fisso il cellulare.
<< E come pensi di chiederglielo? " Sai Charlie, pensiamo che i serial killer che si aggirano per Seattle siano vampiri e vorremmo avere maggiori informazioni"? non essere ridicola! >> arriccio il naso in una smorfia incaparbita, ma capendo che ha ragione non provo a contrattaccare il suo discorso.
<< Potremo almeno... >> tento di dissuaderlo, cambiando punto d'aggancio.
<< No. >> sbotta, serio.
<< Ma... >> continuo, utilizzando il mio sguardo da panda triste.
Si inginocchia e fa scontrare le nostre labbra, alzo gli occhi al cielo e aspetto immobile che si stacchi, lui sbuffa e mi accarezza il viso, << Non metterti strane idee in testa e limitati ad imballare le tue cose negli scatoloni. Lascia che siano i Cullen a sbrigare la faccenda. >>
Ringhio, << Sei in pericolo anche tu. E se arrivassero a Forks?... e poi a La Push?! >> la mia calma diventa solo un lontano ricordo quando penso all'incolumità del branco. Mi dibatto tra le sue braccia per acciuffare il telefono, ma lui, seccato, lo spinge via con la gamba, facendolo arrivare lontano dalla nostra portata.
<< Sempre ammesso che siano dei vampiri. Meg, respira! >> stringo le labbra e metto il muso, borbottando come una vecchietta stizzita, << perché il preside quest'estate ha chiuso la scuola in anticipo?? >> si domanda teatrale, << ora sarò costretto a tenere la tua fulgida immaginazione a freno. >> La sua mano scende sul mio gluteo, il suo sorriso si fa malizioso, << fortunatamente ho trovato un modo molto efficace per farlo. >> sibila, maligno, e si getta sulle mie labbra con foga, stringendomi al suo corpo scultoreo e febbricitante.
<< Smettila. >> ridacchio e lo spingo via con un gesto che rende palese la mia adorazione nei suoi confronti.
<< Mmmh, ancora cinque minuti. >> ridacchia e approda sul mio collo, per niente intaccato dal mio tentativo di allontanarlo.
<< Bla, bla, bla, bla... >> vaneggio, ancora indignata.
Scocca un ultimo bacio sul  mio collo e sospira, << pensi di riuscire a non combinare macelli mentre per colpa tua sono costretto a fare il doppio turno? >>
<< Per colpa mia?! >> urlo, ridendo, << ti sbagli di grosso, nessuno ti ha chiesto di rimanere sta mattina. >> continuo.
<< Però non ti è dispiaciuto. >> conclude con ovvietà, sorridendo con sufficienza.
<< Ovviamente. >> mormoro, cauta.
<< Ovviamente. >> ripete, ridacchiando, mi stampa un bacio sulla fronte e si mette in piedi per poi dirigersi verso la porta.
<< Ci vediamo sta sera. >> e mi fa l'occhiolino, sorridendo.
<< Certo, ora capisco perché tu e Bella siete amici. >> biascico, sogghignando, << avete gli stessi principi. Lei è una ninfomane e tu... >>
<< Vedi sempre il male in tutto!! stavo solo cercando di fare il carino. >> borbotta, gli faccio una linguaccia, poi si apre in un sorriso mozzafiato.
<< A sta sera, briciola. >>
<< A sta sera. >> gli rispondo, sorridendo a mia volta.
Ascolto con attenzione i suoi passi scendere le scale, quando la porta fa un tonfo chiudendosi mi guardo intorno e gattono verso il foglio di giornale, lo afferro e leggo una delle ultime righe dell'articolo: " Seattle trema" - tremo anch'io e cerco con lo sguardo il cellulare. Lo trovo e continuando a gattonare arrivo pure a lui. << Scusami tanto Jake, ma non mi fido. >> e detto questo cerco il numero di Bella sulla rubrica.
 

                                                                                                                           ***

 
<< Non vedo altra spiegazione. Qualcuno ha lasciato acceso il DVD di Jack lo Squartatore e lui ha pensato bene di saltare fuori da quella scatola magica che chiamiamo televisione. >> io e Bella guardiamo scettiche Rosalie, che con la sua voce suadente e petulante sovrasta quella del giornalista alla TV.
<< La cosa invece sembra più seria di quanto credevo. >> mormora Carlisle, lo sguardo concentrato sul televisore, << Ma per saperne di più dovremmo prima ispezionare un corpo di questi. >>
<< Bleah! >> sbotto io.
Sorride e mi lancia un'occhiatina. << Lo so, ma è l'unico modo per constatare se le tue paure sono fondate oppure no. >>
Edward accarezza il viso di Bella e le bacia guancia, poi sospira,. << Non hai un amico all'ospedale di Seattle che ti possa dare il lascia passare per l'obitorio? in questo modo potresti farlo tranquillamente. >> dice.
<< E con quale scusa? >> mormora serio Emmett.
<< Non esistono scuse. Solo curiosità da medico. >> borbotta con nonchalance Edward.
<< Perché dei vampiri intelligenti farebbero una cosa del genere? >> chiede con irrequietudine Bella, accennando con il capo allo schermo della televisione.
<< Facile. I Volturi sono passati al piano B. >> dice Derek, sfogliando il quotidiano della mattina, << Corpi abbrustoliti e quasi sempre sfregiati. Visi pallidi e smagriti che fanno pensare alla polizia di uccisione per assideramento. Questo è opera di neonati scapestrati. >>
<< I Volturi c'entrano con tutta questa storia? pensavo che loro portassero ordine, non che creassero scompiglio. >>  chiede sdegnato Jasper.
<< Si. Aro è pronto a tutto per avere Bella, Edward, Alice e Meg. >>
<< Io? >> sbianco e guardo Derek, seduto a pochi metri da me. I suoi occhi tendono all'amaranto, segno che la sua dieta è drasticamente cambiata nelle ultime tre settimane. << perché dovrebbe volermi? pensavo fosse solo un capriccio momentaneo quello di volermi uccidere, faccio parte di voi, ho avuto l'imprinting con Jacob, quindi sono anch'io dentro tutto questo incondizionatamente, o sbaglio? >> Edward soffoca un lamento e si alza dalla poltroncina dov'era seduto per chinarsi sulle ginocchia e posare con affetto le sue mani gelate sulle mie gambe, sfregandole.
<< Senti... >> i suoi occhi mi fissavano, oro scuro e liquido concentrato e contrito, << ... quando eravamo là Aro non faceva altro che pensare a me ed Alice perché apprezzava le nostre doti, ma Marcus si è accorto di come riesci a unire licantropi e vampiri senza neanche rendertene conto. Guardaci! senza di te probabilmente io e Jacob saremo ancora come cane e gatto. >>
<< Perché non lo siete? >> borbotta Rosalie, guardandolo con la sua aria da snob.
<< Diciamo che stiamo trovando dei punti d'incontro. >>
<< Diplomazia e persuasione. >> borbotta Carlisle, sovrappensiero, concentrandosi su un punto indeterminato della stanza ariosa, << in effetti l'idea di Marcus potrebbe avere delle buone percentuali di riuscita. Sarebbe utile per loro un vampiro che convince i nemici dell'inesistenza di un conflitto >>
<< Inoffensivi e dunque facili da eliminare. >> mormora tra sé Derek, con ovvietà, continuando a sfogliare il giornale.
<< Non voglio diventare una vampira. Meno che mai una Volturi. >> dico, ancora esangue, afferrando la mano che Esme mi stringe sulla spalla.
<< Non lo permetteremo. Tu e Bella resterete umane. >> il lamento di Bella è sconfortante, tutti ci voltiamo verso di lei.
<< Dovresti trasformarmi prima che ci pensino loro. >> borbotta, Edward la fulmina con lo sguardo.
<< Bella, non mi sembra il momento più adatto. >> sentenzia, contrariato.
<< Certo. Non è mai il momento adatto. >>
La porta si apre e vedo tutti i vampiri arricciare il naso in un millesimo di secondo, Bella sorride vaga, sporgendosi verso la finestra. << Hey, è arrivato Jacob! >>
Spalanco gli occhi e corro spedita per le scale. << Vi prego non gli dite che sono qui! gli avevo promesso di non mettere il naso in questa questione. >>
<< Be' ... in ogni caso penso cambierà presto idea. >> ridacchia sarcastica Rose, si alza dal divano e sale le scale dietro di me, << Ti aiuto a coprire il tuo odore, ma lo faccio solo per non vedere il muso di quel cagnaccio. >> sorrido forzatamente e annuisco.
<< Grazie!! >>
<< Vedi... >> dice Edward, rivolto al padre, indicandoci, << Marcus ha proprio fatto centro. Persuasione. >> rabbrividisco e mi siedo sul pavimento del primo piano, Rose si siede al mio fianco e sospira.
<< Non preoccuparti non permetteremo che ti tocchino. Non auguro a nessuno questa vita. Bella è troppo stupida per capire che non è davvero quello che vuole e visto che tu l'hai capito lotterò per lasciarti vivere, con un cuore che batte, intendo. >> la guardo stupita e accenno un sorrisino.
<< Ti ringrazio, Rosalie. >>
La sua espressione si fa combattuta, << avrei voluto che qualcuno lottasse per me, perché ciò non succedesse. Non mi sarei mai scelta questa vita. >>
Le sue parole mi colpiscono come un cazzotto in pieno stomaco, la osservo affinando lo sguardo e sospiro, << com'è successo? >> chiedo, flebile.
Lei si morde il labbro e i suoi occhi dorati, quasi dello stesso colore dei lucenti boccoli biondi, si velano di risentimento, << Volevo fare la signora degli alti fondi, mi ero innamorata di quello che avrebbe comportato avere una famiglia, dei figli... ma l'uomo che avrei dovuto sposare... non era la persona che credevo. >>
<< E' stato lui a... "quasi" ammazzarti? >> enfatizzo sul quasi, chiudendolo tra virgolette con le dita.
Lei annuisce. << Violentata e picchiata. Non era da solo. I suoi amici hanno contribuito. Carlisle mi ha trovato in quello stato e... >> vedendo che la questione non la lascia indifferente le poggio una mano sulla gamba fredda.
<< Capisco. >> sussurro, accennando un sorrisino amaro.
Annuisce e si solleva, lancia uno sguardo al salotto e senza dire una parola cammina sinuosamente fino a sparire dentro una delle tante porte del corridoio.
<< Dov'è lei? >> chiede la voce seccata di Jacob, come sapesse al cento per cento che una volta uscito di casa io sarei corsa qui. D'altro canto come dargli torto se è proprio quello che ho fatto?
<< Meg, esci fuori! Zia Sue ti cerca da ore! >> urla Jared, sbuffo e scendo al piano inferiore, sentendomi sempre più piccola e pentita sotto lo sguardo accusatore di Jake.
<< Prima di tutto non arrabbiati! >> lo fermo, additandolo con un cipiglio quando sta per aprire bocca, << ascolta bene. Avevo ragione. Sono vampiri. Ed è affare mio, perché è anche me che vogliono. >>
Il viso di Jacob da autoritario e inflessibile diventa sconvolto e bianco come un lenzuolo. << te? >> ringhia, cupo e adirato, << Che storia è questa?! >>
Prendo un respiro profondo e guardo Edward, con un espressione vagamente riconducibile a quella di Rose, annoiata e infastidita. << Glielo spieghi tu o lo faccio io? >>  borbotto.

 
 

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BENVENUTE IN ECLIPSE!!!
hola!! *-* allora? vi è piaciuto? U_U spero di si! Voglio solo informarvi del fatto che, come una magica fatina della iella, oltre al mio computer ci sta salutando anche dello di nonno!!
... In verità nella zona di Villagrazia ci sono problemi con luce e linea telefonica (Ergo internet) da un po'. Ho intenzione di fare una lettera al sindaco >___< il mio nonnino ha detto che posso!! XD *________*
eh! io devo postare, ho bisogno di internet... scrivo, scrivo, scrivo (l'estate mi porta ispirazione!! sono già intenta a scrivere il capitolo 30!!) ma non posso mai postare velocemente come vorrei per questa palla al piede di lavori su luce e linea telefonica -.-
cmq sia... viva la vita ragazze, ecco a voi il capitolo, vi lascio lo spoiler, così siete contente!!! *__* anche se non credo renderà contento qualcuno quello che succederà nel prossimo cappy... shh!! ;D
 

spoiler
Entro in camera mia e chiudo la porta di botto, i suoi occhi mi fissano, mi siedo al suo fianco e lancio un calcio ad uno scatolone. << Che ci fai tu qui? >> borbotto.
Si chiude nelle spalle e si vede che in tutti i modi sta cercando di non sorridere. << Mi hai difeso. >> constata, con voce meravigliata.
<< Non so neanche il perché. >> biascico e affondo la faccia nel cuscino, chinandomi sul letto, << ora vedi di andartene. Oggi non tollero voi idioti relativamente utopistici saltati fuori dalle favole per far spaventare i bambini che non vogliono andare a nanna. >>

 

Cosa mai sarà successo??? O.O ... tanto lo so che azzeccate tutte, dannatamente brave come siete.  -.-"

 

risposte alle rec:

Ed4e: ti ho stupita??? *_* davvero??
Ciao tesorooooooooo *_* quuuanto tempo. Tanto tanto per me U_U
come sono le facce del dopo?? e le facce del dopo-dopo?? O.O ... e lo spoiler??? XD magnifico, no? ci saranno un sacco di nuovi personaggi, per movimentare un po' la storia... *_* per renderla un po' più mia!! Baci, ti adoro, Vale.
 

liala90: Ciaoooo cara :D
eggiààà!! mi sono tutta abbrustolita :(( MA ORA STO MEGLIO, E SONO SCURA COME UNA TURCA!! *-* ... anzi, una Quileute!! *Q*
Deliziata dal capitolo? @___@ ommioddio, così entro in iperventilazione!
*_* graaaazie per la brv figliola!! XD in effetti a volte faccio proprio pena quando stacco il capitolo sul più bello, ma è  colpa di Manzoni, penditela con lui!! U_U
Mi sa che sei rimasta un po' delusa, ma non mi è mai piaciuto tantissimo descrivere le scene hot e poi da raiting arancione devo trattenermi >___< anche perchè, moi, ma proprio moi, non posso ancora accedere a quelle, perchè essere piccola U_U
Idee più chiare? sono arrivata a scrivere altri quattro capitoli e sto scrivndo il quarto e forse solo al capitolo trenta le cose iniziano a stabilizzarsi un po'... già nel prossimo capitolo il mondo inizierà a girare al contrario. Dannazioni con te parlo sempre troppo!!! XD <3 <3 ti adoro, bacio!!!!!!

 
maylea85: Ciao! Grazie per i complimenti, mi fa sempre piacere sapere che c'è qualcuno che mi ricorda quanto sia bella questa storia, perché io non so mai valutarmi con equità XD fortunatamente mi date sempre la carica, in ogni capitolo c'è la paura di non soddisfarvi e quando leggo i commenti sono contenta di essere invece riuscita nell'intento! :D
Tra un poco ci saranno dei nuovi personaggi e dei colpi di scena, forse un po' scontati ma essenziali se vogliamo seguire il linea di massima le vicende della Meyer.
*_* non mi stancherei mai a sentirvi dire "mi piace", quindi DIMMELOO!! *_*
<3 al prossimo commento, baci ;D

 
 morgana92: Ciaoo, Moghi! *-* anche a me piace la manata sul sedere, sarà che sono una fanatica dei lati B U___U XD
Hhaahah si è vero!! XD è successo anche a me! sentivo le trombette da stadio e gli urli d'incoraggiamento mentre scrivevo: avrei voluto tirare la corda ancora per un po', ma mi sarebbero morti tra le mani ad aspettare ancora, mi sa, mi sa. Behhhh... fammi sapere?! un bacio, Vale :D

 
 saradm21: e' stato doooolce? davvero, davvero, davvero?? *_* la parte da "oo7 black" mi è piaciuta da morire, mi sono divertita un sacco a scriverla, anche se come dicevo a Morgana la scena della manata sul sedere... mmh... si è capito che sono un tantino una pervertita, eh? XD
Ed ecco che tornano i problemi, più in forma che maiiii!!! MANCATI? no! XD
"che du palle, Vale!" ebbene lo so, ma sai che mi diverto a vedervi soffrire e nei prossimi capitoli soffrirete parecchio, io ho pianto mentre li scrivevooo!!! t_t PARLO TROOOOPPPPO! xD eccoti il capitolo. Alla prossima :D fammi sapere, che ne pensi dello spoiler?? >___<

 
CelesteBlackMaR: Buondì! Grazie per l'iscrizione al club, mi sa che siamo molte, eh? XD
*_* c'è tutto??? bene, ora mescolare il sorriso e il cuore raddolcito per circa mezz'ora e poi... ta-daaaa, Eclipse è pronto in tavola.
Ora che abbiamo sorriso e incitato Jacob a calare il... mhm mhm ... con te mi faccio prendere dalla vena siciliana XD... cmq, dicevo: ora, se sei una tipa emotiva, ti direi di preparare i fazzolettini, io ne ho finiti un sacco scrivendo i prossimi quattro capitoli!!! >___<
Ho postato, non proprio presto, ma spero la mia motivazione sia valida, non dipende da me >____< posterei ogni giorno se solo potessi! Toh, ti lascio un cuore <3 ;) !
baci, Vale ;D

 

 

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Capitolo 28
*** || 26. Stupido ottuso relativamente utopistico, non voglio avere ragione ***


Capitolo 26

  Stupido ottuso relativamente utopistico, non voglio avere ragione

Megan

Osservo in uno stato di annebbiamento mentale le colonne di legno sbiadito e ingiallito dal sole e dalla salsedine che compongono il porticato di quella che da oggi in poi chiamerò casa.
A più o meno cinquanta metri si trova la spiaggia, l'acqua brilla flebile in tutte le magnifiche varianti rossastre e violacee del tramonto e in cielo appare la luce di qualche piccola stella, appena sopra il sole. Quando ero piccola adoravo pensare che le stelle spuntassero la notte soltanto perché erano invidiose del sole, Seth invece aveva sempre sostenuto che le stelle fossero le migliori amiche della luna e la consolassero con la propria luce ricordandole il suo amore impossibile, ovvero il sole.
Sorrido vagamente pensando a quanti bisticci sono stati alimentati dal voler imporre la propria tesi all'altro e mi mordo il labbro portandomi una mano al grembo, brontolone. Per via del trasloco non ho toccato cibo e anche se mangiassi non saprei proprio come fare per evitare la nausea.
Il nervosismo in questi ultimi giorni mi ha fatto sentire nel bel mezzo di un film horror in tivù, ma a differenza di questo non posso cambiare canale e lanciare un urlo schifato per scaricare la tensione.
Faccio vagare lo sguardo lungo il litorale e mi fermo quando, a circa quattro metri da casa, tra gli alberi, un luccichio sinistro smaschera l'ennesimo tentativo di tenermi d'occhio sotto copertura.
Il lupo, ormai colto in fragrante, esce dal suo nascondiglio e con poco stupore scorgo il muso aguzzo di Jacob. Il suo sguardo mi mette i brividi e un capogiro mi fa socchiudere gli occhi, grondi di lacrime.
Lo sento vicino, stringo la mascella e mi volto lentamente, perdendomi - come immaginavo - nei suoi occhi color pece, illuminati soltanto da qualche riflesso vagamente rossiccio. Le sue labbra sono assottigliate in una smorfia perplessa e un espressione accigliata e preoccupata prende forma nel suo viso ambrato. << Sei sicura di non avere fame? >> sussurra, indicandomi cautamente l'interno della casa, dalla quale proviene un profumino delizioso, cosa che fa aumentare la mia nausea. Scuoto la testa e lascio scorrere una piccola lacrima sulla guancia, camuffando un basso fremito con un colpo di tosse.
Rimaniamo in silenzio e anche se non lo vedo, troppo occupata a trattenere le lacrime e studiare il cielo colorato, so che il suo sguardo e fisso sulla mia figura, traballante e nervosa.
<< Se io dovessi diventare una di loro... >> sussurro, con voce strozzata, senza voltarmi.
Un ringhio inumano mi interrompe, singhiozzo e prendo un respiro profondo, << Se io dovessi diventare un vampiro. >> ripeto con voce più ferma, ma pur sempre tremante, << è probabile che tu abbia un altro imprinting. >>
Sento un calore tanto familiare e gradito avvolgermi con fare possessivo, << tu non diventerai un vampiro. >>
<< Jacob, neanche Alice può affermarlo per certo, lo sai. >> sospiro e mi asciugo l'occhio con la manica della felpa, << Ho soltanto bisogno di dirtelo. >> biascico, << Perché so che ti sentiresti in colpa una volta avuto l'imprinting con qualcun'altro... >>
<< Sei assurda. >> m'interrompe di nuovo, la mia nuca trema quando dal suo petto si sprigiona l'ennesimo ringhio animalesco.
<< Fammi finire! >>  esclamo, tirandogli un debole schiaffo sul braccio, << ... io non te ne farò una colpa come dicevo, quello che voglio è vederti sorridere e ti giuro di non intromettermi, non lo farò neanche per sbaglio, starò attenta... >> sento qualcosa di morbido e bollente modellarsi sulla mia guancia e trattengo il respiro.
<< Tu avrai il tuo cuore funzionante, i tuoi occhi meravigliosi e la tua pelle morbida finché il tempo un giorno deciderà di fermarli. E invecchieremo insieme, con nipotini, sedie a dondolo, capelli bianchi e tutto il resto. Non permetterò a nessuno d'infrangere il mio e il tuo futuro. Hai capito bene? >> la mia espressione si fa dolorante e le sopracciglia si arricciano, agonizzanti; vorrei poter sorridere ed annuire, ma insieme alla gioia che fa martellare il cuore nel petto c'è anche quel fottutissimo presentimento che un giorno, non molto lontano, di quel battere frenetico non sarebbe rimasto altro se non un ricordo offuscato dal dolore della trasformazione. Di certo c'è che lui vivrà quei momenti di felicità assoluta in qualunque modo andranno le cose.
Non so se essere felice o furiosa per questo.
<< Sembra così facile. >> sospiro pensierosa, socchiudendo gli occhi.
<< Lo sarà, più di quanto pensi. Però ho bisogno che tu ci creda. Devi essere forte... >>  sbuffo vistosamente e scuoto ancora la testa, contrariata.
<< Non c'è alcun motivo per esserlo! >> controbatto.
Lui mi afferra dalle spalle e mi volta, ora i nostri occhi si scontrano, lui affila lo sguardo, la stessa espressione straziata di poco prima, sospira sommessamente e poggia la fronte contro la mia.
<< Smettila. Il tuo nervosismo non ha motivo di esistere. Tu non sarai mai una di loro e se anche fosse sono certo che troverei altrettanto interessanti e belli i tuoi nuovi occhi, la tua pelle fredda, il tuo cuore fermo... nessun'altra potrà prendere il tuo posto. Mai. Tu sei il centro del mio universo, per me tutto gira intorno a te. >> la sua voce si affievolisce e le sue mani si poggiano ai lati del mio viso, << Adesso basta. Ti prego. >> sussurra, sorride appena al mio segno d'assenso e poggia le sue labbra sulle mie, in un bacio innocente, << Che ne dici di provare a mettere qualcosa nello stomaco? >> mormora, sta volta più che una domanda sembra un ordine velato.
<< Sì... >> sussurro, annuendo appena, << ... forse dovrei provarci. >> mi fa un cenno del capo verso la porta e prende un respiro profondo, gonfiando il petto  d'aria.
Una volta dentro cammino spedita per il corridoio, decisa a seminare lui e il suo sguardo, che mi fanno sentire in colpa, non ho ancora capito perché o per cosa esattamente, ma sento che è così.
<< Paul, potresti soltanto… ahh! Stai attento! >> Rachel, in equilibrio su una sedia, monta le tende alle due porte-finestre del salotto, ma la sua attenzione è tutta per Paul, che posiziona dentro uno dei piccoli portacenere di legno intagliato sparsi per casa del purpurei puzzolente, versandone per terra almeno la metà.
Da quando Rachel è tornata dal college, sta volta decidendo di non tonarci per stare con il suo "Paulino-amorino-cagnolino-tesorino", non fa altro che cercare di rendere la casa più confortevole possibile mettendo tende d'organza, comprando tanti di quegli strani oggettini di vetro che tanto finirò per rompere tutti, seminando dei fiori dentro ogni cosa anche lontanamente simile ad un vaso e cambiando gli spazzolini ogni settimana. Non che mi dia fastidio, ma decisamente non ci sono abituata.
Mi guardo alle spalle e affino gli occhi stupita quando mi accorgo di essere riuscita nel mio intento; Jacob è sparito. La porta, ormai infondo al corridoio, è chiusa e nel corridoio silenzioso nessuno mi viene incontro o accenna a manifestare la sua presenza.
Sospiro sollevata e con un piede cerco di scansare dal mio passaggio un sacco nero di nylon per poter entrare in cucina.
Lo zio Billy alza lo sguardo dal tavolo e sorride. << C'è riuscito! allora, cosa vuoi da magiare? >>
Mi chiudo nelle spalle e arriccio le labbra in una smorfia concentrata, alla fine apro lo sportello della dispensa tirando fuori una confezione di cereali. << Niente di complicato, un po' di latte andrà bene. >> apro il frigo prendendo la busta di latte mezza piena e la vuoto nella tazza arancione che zio Billy mi ha passato.
Guardo i piccoli componenti di un puzzle sparsi sul tavolo e mentre verso i cereali dentro la tazza inclino leggermente la testa per vedere cosa compongono i pezzi già assemblati, poi ridacchio.
<< E' bello. Dove pensi di metterlo una volta finito? >> chiedo, lui sorride, liscia con la mano il tavolo per allontanare i pezzi che probabilmente non gli servono in quel momento e ne avvicina un gruppetto alla sua sinistra.
<< Se Rachel mi lascerà carta bianca almeno su questo... >> ridacchio, indicando con il pollice la figlia, alle sue spalle, << vorrei metterne diversi nel corridoio, è così lungo, mi sembra spoglio. >>
Annuisco e mi porto alle labbra un boccone di cereali, masticando svogliatamente, << è strano non avere più scale in casa. >> mugugno con la bocca piena, comprensiva.
Lui sorride e applica un'altro tassello al puzzle. << Sei preoccupata. >> sentenzia, senza guardarmi in faccia, usando un tono pacato. I cereali mi vanno di traverso e tossisco tre volte prima di sgranare gli occhi, lucidi per via della tosse, << E' più che normale Meg, ami Jacob e non vuoi perderlo... >>
<< Mi fa strano parlarne con te. >> ammetto in tono basso, guardandolo imbarazzata.
Lui scuote la testa, sorridendo. << Non voglio mica parlare della tua relazione con Jacob. Era un introduzione al mio discorso. >>
<< Mmh... >> grugnisco, titubante.
<< Non permetteremo ai Volturi di farti quello che vogliono. Combatteremo fino alla morte... il branco adesso è cresciuto, ormai siamo una decina, oltretutto abbiamo i Cullen dalla nostra parte, e per quanto nonno Quil non li sopporti anche lui è disposto a collaborare, per il tuo bene. Quindi, voglio solo che ti senta protetta, perché non c'è cosa peggiore al mondo che sentirsi fragile, ma grazie al branco e alla tua tenacia, non lo sarai. Non in questa situazione. >>
Scosto lo sguardo verso la famosa finestra che da sul mare e sospiro, << Grazie zio. >> solleva una mia mano dal tavolo e se la porta alle labbra, lasciando un bacio affettuoso sul palmo aperto.
Sorride e la lascia, << Sei come una figlia per me e... a dire il vero non so cosa sei realmente. Una sottospecie di cognata-figlia-nipote acquisita. Tu che ne dici? >>
<< Pressappoco. >> ridacchio e annuisco, << Tutti questi gradi di parentela mi fanno girare la testa. >> mi alzo e poso la tazza vuota dentro il lavello, poi mi chino su di lui e gli bacio la guancia.
<< Dove vai? >> mi chiede, sollevando un sopracciglio.
<< Jacob. >> dico, lui mi indica la porta.
<< Dovrebbe essere in giardino, sta lavorando ad un ciondolo di legno. >> mi fermo e afferro tra indice e pollice un pezzo di puzzle, esaminandolo.
<< Un ciondolo? >>                                                                              
<< Sì, voleva regalarlo a Bella per il diploma. Ultimamente quei due sono peggio di cane e gatto. >> faccio una smorfia al ricordo dell'ultima litigata a cui ho assistito - ovvero origliato - insieme ad Edward, sul porticato di casa Swan. Trovano modo di litigare su tutto, ma soprattutto l'argomento trasformazione imminente è quella che da i colpi più forti.
Senza contare che Bella non si è ancora decisa a parlargli del matrimonio, lei insiste dicendo che non c'è motivo per farlo visto che la data non è ancora stata fissata e nemmeno Charlie ne è a conoscenza, ma le ho dato un ultimatum: o glielo dice lei o lo faccio io.
Cosa ha in mente di fare? Vorrebbe uscire fuori di casa nel suo vestito bianco, salutando Jacob con un abbraccio e dicendogli: " Oh, scusa per non avertelo detto prima, ma tra più o meno due ore sarò la moglie di Edward"? Assolutamente no, non se io sarò ancora in pieno possesso delle mie facoltà mentali.
<< Perché un ciondolo? pensavo non volesse più impugnare un coltellino. Diceva che solo tu riuscivi bene con queste cose. >>
<< Non ne ho idea. Chiediglielo tu. Scommetto che la tua compagnia gli farebbe piacere. >>
Poso il pezzo di puzzle che avevo in mano, facendolo combaciare con gli altri e sorrido soddisfatta osservando il disegno di un paesaggio al crepuscolo che si va formando sotto la leggera satinatura dei frammenti. << Okay, male che vada mi urlerà di farmi i fatti miei. >> Percorro il corridoio e ignoro palesemente Rachel, ancora protesa verso le tende con un equilibrio tutt'altro che stabile, diretta verso il giardino.
Quello che vedo mi fa ridere, non mi trattengo e attiro la loro attenzione con le mie sghignazzate, << Sapevo che avresti fatto carriera come modello. >> ghigno, lo sbuffo di Seth e la risatina di Ronnie sono la reazione alla mia battutina.
Jacob, chino su un minuscolo ceppo di legno accenna un sorriso divertito senza distogliere l'attenzione. << Seth, stai fermo. >> borbotta dopo, sollevando lo sguardo sul lupo color sabbia, attento ai minimi particolari.
<< T'impegni tanto per quell'affare, Jay. >> sussurra Ronnie, chinandosi su di lui per osservarlo meglio.
<< Voglio che per una volta venga come dico io. >> mugugna, osservo i piccoli frammenti di legno cadere per terra, inclino il capo e faccio un sorrisino. Incantata dalla bellezza del suo viso concentrato.
<< Meg, vieni a dare un'occhiata. Secondo me è bellissimo. >> dice Ronnie, mi avvicino cautamente e incrocio lo sguardo di Jacob, sorrido e mi chino su di lui, osservando l'oggettino che tiene tra le mani.
<< Magnifico. >> sussurro senza fiato, persa nei piccoli intagli che evidenziano il pelo, nel muso a punta perfettamente inclinato, nelle orecchie appena appiattite, nelle zampe possenti ed eleganti, << Magnifico, dico davvero. >> ripeto, a voce più bassa.
<< Siete troppo buone. >> borbotta Jacob, muove con agilità il coltellino e vedo un piccolo ricciolo di legno scendere per terra con una caduta ovattata.
<< Perché tu sei bravo. >> bisbiglia indifferente Ronnie, poi un ringhio infastidito ci fa sobbalzare. Seth ci guarda annoiato, disteso sul terreno con i muso accucciato tra le zampe anteriori e la coda afflosciata che si muove spazientita da destra a sinistra.
<< Puoi trasformarti, ho finito. Grazie Seth. >> dice sorridendo, lui di risposta fa un ululato e galoppa verso un asciugamano.
Mi volto per dargli un po' di privacy e neanche venti secondi dopo sento un suo braccio cingermi il collo. << Allora? com'è venuto? >> esclama mentre con l'altro braccio avvicina Ronnie all'incavo del suo collo, per baciarle la tempia.
<< Decentemente. >> biascica l'artista, rigirandosi tra le dita il piccolo lupo.
<< Bene, che ne dite di farci compagnia? andiamo a Port Angeles. >> guardo Jacob, indecisa sul da farsi, lui fa una smorfia e sorridendo appena scuote la testa.
<< Io passo. >> dice.
<< Gli faccio compagnia, sarà per un'altra volta. >> prorompo di conseguenza, loro annuiscono, Seth raccatta i suoi vestiti sulla sedia, si stringe meglio l'asciugamano intorno alla vita e dopo averci salutato spariscono dentro casa.
<< Pensi che a Bella piacerà? >> sorrido vaga e mi siedo al suo fianco, accogliendo senza proteste il suo capo sulla spalla.
<< Almeno che non sia più stupida di quanto creda, penso proprio di si. >> mi guarda storto e sospira.
<< Mi sembrava che i vostri rapporti si stessero addolcendo. >> dibatte, con un riferimento piuttosto ovvio alle mie parole.
<< Infatti, ma non possiamo diventare amiche del cuore o cose del genere. Sarebbe da vere ipocrite, non credi? >> stringe le labbra e socchiude gli occhi, sollevo le gambe e me le porto al petto.
<< Charlie ne soffrirà parecchio. >> mi volto a guardarlo e schiudo la bocca, perplessa, << Parlo di Bella, dopo la trasformazione non potrà più vederlo. >> annuisco capendo a cosa si riferisce, e poggio il capo sul suo, mettendogli una mano sulla guancia, << ormai neanche un patto scritto con il sangue del mio polso la fermerebbe, Edward dovrebbe lasciarla andare. Non potrà mai vivere una vita come la tua se continuerà così. Sembra che tutti tifino per il lupo cattivo invece che per il cacciatore. >>
<< Edward sarebbe il lupo cattivo? >> domando, con una punta d'acidità e di sarcasmo.
Ringhia sommamente e si divincola dal nostro abbraccio, << Anche tu lo pensi. Sei sempre pronta a difenderlo, magari ritieni anche che sia bello? Ammettilo, è così. >>
 Alzo gli occhi al cielo e sbuffo, << Non mi risulta che Edward sia l'unica creatura mitologia, come potrei avere una vita normale, io? non ho mai avuto quella che si ritiene una vita normale. >>
<< Allora forse anch'io dovrei lasciarti andare. >> dice, freddo come non lo è mai stato.
Scatto in piedi e lo guardo, allibita. << Si può sapere cosa ti prende? come puoi cambiare opinione nel giro di poche ore? dovrei ricordarti quello che mi hai detto sul porticato o sei solo troppo testardo per capire che non sai neanche tu quello che vuoi? >> urlo, si alza anche lui e mi guarda dall'alto in basso.
<< E con questo cosa intendi dire? >> ringhia.
<< Che Bella è sempre stata un ostacolo e che continua ad esserlo... quello che vuoi tu non è una vita normale per lei, ma una vita normale con lei. Mi sbaglio? >> il silenzio si fa forte e fa male, prendo un respiro più profondo e fisso gli occhi nei suoi, sconvolti e spalancati, << Mi sbaglio? >> ripeto con voce meno sicura e spaventata, il labbro mi trema, lo mordo smaniosamente per fermarlo e scuoto la testa, << io penso di no. >> sussurro e a sguardo chino vado verso la porta di casa.
<< Forse dovresti baciare Bella invece che me! >> urlo prima di entrare in casa, << spero proprio che non le piaccia quel tuo stupido ciondolo, così ti ritroverai ancora una volta con il cuore infranto senza capire neanche che ci stai male ad essere messo in secondo piano per un vampiro. Ti do una notizia flash, Edward vale molto più di te, sei solo un ottuso, un eterno indeciso, ecco cosa sei! >>
Entro in camera mia e chiudo la porta di botto, i suoi occhi mi fissano, mi siedo al suo fianco e lancio un calcio ad uno scatolone. << Che ci fai tu qui? >> borbotto.
Si chiude nelle spalle e si vede che in tutti i modi sta cercando di non sorridere. << Mi hai difeso. >> constata, con voce meravigliata.
<< Non so neanche il perché. >> biascico e affondo la faccia nel cuscino, chinandomi sul letto, << ora vedi di andartene. Oggi non tollero voi idioti relativamente utopistici saltati fuori dalle favole per far spaventare i bambini che non vogliono andare a nanna. >>
Sospira e si solleva dal letto, si china su di me e mi bacia la nuca. << Jacob è solo nervoso. >>
Mi sollevo di scatto e lo osservo adirata. << Perché non sparisci insieme a quella sottospecie di bradipo antropomorfo che ti porti dietro come un animaletto domestico?! >> urlo e gli lancio un pugno sul petto, lui mi abbraccia. << Bella! che cazzo di nome è Bella! Il mio pesciolino rosso si chiamava così... è morto dopo tre giorni! >> ridacchia e mi batte delicatamente una mano sulla spalla.
<< Farò finta di non aver sentito. Hai bisogno di me e io ci sono. >> mormora con voce pacata, ricambio l'abbraccio e socchiudo gli occhi, improvvisamente meno arrabbiata.
<< Come se fosse una novità. >> balbetto, con voce tremante, segno che le lacrime stanno per arrivare ancora una volta a bagnarmi gli occhi, << ...se avevo dei dubbi sul nostro imprinting adesso sono scomparsi del tutto. Ogni piccolo barlume di speranza con questa litigata si è spento. Il nostro imprinting è strano, diverso da tutti gli altri. >>
<< Cosa vuoi dire? >> sussurra, chinandosi quanto basta per guardarmi negli occhi.
<< Voglio dire che è debole... >> sussurro, sospirando, << e che ho sempre trovato Jacob e Bella dannatamente perfetti insieme. >> continuo, amareggiata.
Lo vedo deglutire a vuoto e stringere la presa sulle mie spalle. << Non dire sciocchezze. >> sentenzia, << Non succederà niente di quello che hai in mente. >>
<< Lo spero proprio. >> mormoro e tacito un tremolio dovuto alla temperatura artica delle sue braccia.

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Ma salve a tuttissime. Meno quattro a Milano. E Sono stanca.
Si studia o si va in giro per negozi. Anche se devo ammettere che la seconda parte è tutt'altro che spiacevole... E POI FA CALLLLLDO!! xD
Ma che è successo alle reck? O.o mi state abbandonando?
Quanto sono booooring! Tz! datemi retta, non reggo più T_T sto andando di matto. xD
Che ne pensate del capitolo? SE VI FA SCHIFO NON AVETE ANCORA VISTO NIENTE!! ... =.=  il prossimo è già pronto, e mi fa schifo il triplo di questo!!! xD OH YEAAAH!

TA-TA-TA-TA! pubblicità!
Leggete la storia "Lizzie*" della nostra amichetta Celeste! non fate le musone e andate a dare un'occhiata! *-*

 

Spoiler
<< Meg, oggi Jake ha baciato Bella. >> sento raggelarsi il sangue nelle vene e un violento sussulto mi fa tremare. Scoppio a ridere, ma nello stesso istante le gambe, improvvisamente fragili, cedono e mi ritrovo seduta sul terreno [...]

 Oh my CAT!! o.o" ... and now?

Alla prossima, non trucidatemi! ^^"

 

 
Risposta alle recensioni:

 liala90: Ciaoooo!!! Mi togli una curiosità? xD liala sta per...? xD
*-* non ti abbronzi? uhhhhhh! Una mia amica è arrivata alla conclusione che il sole la evita o.O  va tutti i giorni a mare e diventa sempre più bianca se è possibile! xD
Per la fervida immaginazione... altroché, cara, ALTROCHE'! xD
*__________* VUOI TRUCIDARMI, it's true? se dopo il capitolo eri scombussolata lo spoiler ti a stesa?! Liala K.O.!! xD
Cmq tranquilla, quando ho scritto la frase " Jake ha baciato Bella "  ho sofferto come sottoposta a torture cinesi!! O.O" Quindi risparmiami, okay?? xD
Fammi sapere, bacio. Vale!! *-*

 
saradm21
: Ciao! Bé, anch'io ci credo, un sogno... *_* e che sogno!! xD
Jacob è simpatico? xD che mi dici di questo capitolo? la prima parte è da sciogliersi come burro al sole... la seconda? o.o" UMMMH! e lo spoiler? NON LANCIARMI NIENTE! risparmiami!!! XD ahahahah
Alla prossima, fammi sapere *.* Vale. Baci.


CelesteBlackMaR: Il sospetto com'era? xD 'Dio so già che mi ucciderai!
Tanto comprendi: 'un Ma firu chiùù, chi cavuruuuuu!
T_T Oggi non posso dire che si sia stato male, ma per ora mi sento talmente accalorata! >____< saranno gli ormoni in crisi? XD
ahahah. Visto la pubblicità? Te lo dicevo che avrei ricambiato il favore! Liceo Meli! *_* che figata! io sono nel corso H, ma penso di passare alla A perché una prof mi sta rendendo la vita impossibile. Hai debiti? io greco T_T che du' maroniiii!
Lo Spoiler? ti brucia? O.O" io ho pianto come una fontana scrivendo questo capitolo, quello dopo e quello dopo ancora. Dimmi, dimmi!! *_* Hai aggiornato! Vado a leggere, alla prossima!! ;D


 
morgana92: Che mi dici del nuovo spoiler? O.o
Siobhan! *_* sei magnifica. Mi è sempre piaciuta la sua dote, ho preso spunto da quella. Però lei influisce solamente su se stessa, mentre Meg dovrebbe influire sullo stato di persuasione altri... capisci la differenza? XD non so se mi sono spiegata bene.
Fammi sapere! ;D Baci. Valeeee. <3

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Capitolo 29
*** || 27. Campo di grano, freddi baci, senso di vuoto e faccia da bullo ***


Capitolo 27

Campo di grano, freddi baci, senso di vuoto e faccia da bullo

Megan

 L’infinito sembra tanto una cosa per adulti: immenso, sconosciuto, incerto, doloroso, vuoto, pieno, deciso, indeterminato, infinito appunto.
Eppure ora, nell’istante in cui tutto sembra non avere più una giusta direzione, l’infinito non mi fa paura, non è complicato, è solo troppo grande e silenzioso, ma se non hai niente da pendere, se non hai più nessuno per cui valga la pena fingere, ti si distende davanti con una semplicità quasi banale, attutita, come tutto. E ora mi chiedo cosa si provi a guardare l’infinito da fuori; è possibile farlo?
Forse no, è infattibile o solo troppo complicato, ma cosa non lo è dopo tutto.
Il fruscio delle spighe che si muovono accarezzate dal vento è interrotto soltanto dal verso di merli e corvi, il dorato desolato e sterminato del campo invece da qualche pizzico di rosso, dovuto ai papaveri timidi e sottili come carta velina, anche loro in balia del vento.
Accarezzo con le mani le estremità pungenti e ruvide delle spighe di grano, cercando di sorridere per illudere me stessa che va tutto bene,  una smorfia forzata, lontanamente ricongiungibile ad un sorriso mi si disegna sulle labbra, mi abbandono ad un sospiro affranto e provo ad immaginare come sono ridotta in questo momento, non mi sono mai auto-commiserata, ma devo proprio fare compassione, povera idiota.
Guardo i miei capelli, dove si è attaccata una piccola spiga scura, probabilmente staccata dal suo gambo perché troppo fragile, la racchiudo in un pugno e la rigiro tra le mani, respirando a pieni polmoni l’odore che accompagna il vento e sa di sole, sabbia e salsedine.
Penso che ognuno di noi abbia il suo infinito personale, per antonomasia l’infinito non dovrebbe essere personale perché è indistinto, non ha caratteristiche, ma l’assenza di elementi     rilevanti può dare vita alle forme implicite di ogni paura: perché il vuoto occupato dall’infinito per alcuni può fare sgomento mentre per altri non sarà niente di terribile, rimarrà vuoto, punto.
Affino lo guardo puntandolo verso la linea retta e dorata che si incontra con il blu sbiadito del cielo, limpido se solo non fosse per qualche macchia di nuvola, e mi sento mancare, ecco cosa intendono tutti per infinito, all’istante ti rendi conto di quanto sei piccola, di quanto in realtà puoi valere poco per il mondo o per l’infinito stesso, ti senti annullare dall’esatta copia di te stessa, inutile e insignificante quanto te, se non di più.
Un fruscio diverso mi ridesta dal mio mare di pensieri e voltandomi di scatto incontro quegli occhi dello stesso color dorato che investe il prato, ignoro il senso di tranquillità che m'invade ogni qual volta li vedo e ritorno a guardare il cielo. << Sapevo che saresti venuta qui, sai. >> sussurra, ridendo sommessamente.
<< Se ti diverti a passare in rassegna tutti i miei pensieri, facendoti aiutare da Derek per i ricordi, lo trovo abbastanza ovvio. >> gracchio, scuotendo la testa.
<< Cos'è successo? >> borbotta, in un secondo sento il suo braccio freddo cingermi le spalle.
Scuoto la testa, sospirando. << Appena lo capisco sarai il primo a saperlo, giuro. >> sbotto.
Ride e poggia la tempia contro la mia. << Volevo raccontarti cosa mi è successo, pensavo di aver avuto la giornata più brutta in assoluto trai due e invece... sai, mi sto quasi abituando ad essere miseramente sconfitto da una ragazza, umana per giunta. >> gli riservo un'occhiata funesta e scuoto la testa, chinandola.
<< Sta volta cercare di farmi ridere sarà un'impresa ardua, perciò non te la prendere se sembrerò la tua copia più depressa e molto migliorata anche quando avrai finito l'intero repertorio di battutine, d'accordo? >> lui sorride di nuovo, sta volta un po' preoccupato, la sua pelle al sole ha una lucentezza abbagliante, come se i tessuti della sua pelle fossero costituiti da fibre diamantine, afferro la sua mano, inclinandola per osservarne il luccichio al sole e finisco per poggiare la testa sul suo petto ghiacciato.  << Cosa ti è successo oggi? >> gli chiedo dopo, guardandolo con la coda dell'occhio.
<< Bella si è rotta la mano e ho quasi picchiato Jacob... a dir la verità quella è stata la mia parte preferita, voglio dire, se non fosse stato per il "quasi" lo sarebbe stata in assoluto. >> sobbalzo e sta volta guardandolo dritto negli occhi esplodo in uno sbuffo adirato; lo prenderei a pugni se solo non sapessi che sarei l'unica a farmi male.
<< Edward...! >> riesco a dire, lui si chiude nelle spalle e fa un altro sorrisino sornione.
<< Credimi, ho fatto bene. Non merita di vivere, quel cane. >> improvvisamente il suo tono di voce si fa duro, il suo sguardo vitreo.
Lo guardo e sbatto gli occhi, confusa, << che ti ha fatto? >> balbetto, preoccupata.
<< A me niente, ma a te... >> ringhia, afferro la sua mascella e la costringo, non senza un certo sforzo, a guardarmi.
<< A me? >> sussurro, affinando lo sguardo, << Perché? >> continuo, << Io cosa c'entro tra te e Jake? >>
La sue mani si poggiano sulle mie e i suoi occhi si chiudono, improvvisamente le stringe e con un gesto frettoloso le riporta entrambe ritte lungo il busto.
<< Meg, non mi va di darti un motivo valido in più per gettarti sotto un treno. >> sussurra e, incrociando le braccia al petto, scosta lo sguardo.
Sbalordita e scioccata torno a guardare le spighe, torturandone una con le dita, il silenzio dura allungo, ma tra me e lui il silenzio non è mai pesato.
Proprio come con Jacob - aggiunge la mia testa.
Fingo di non sentire il commento e sospiro, ricordando la fitta di dolore alla vista del suo viso, sta mattina.
<< Si è tagliato i capelli. >> soffio, strizzando gli occhi, << so che può sembrarti una sciocchezza, ma non lo è. >> gli do le spalle e chiudo gli occhi per non vedere i ricordi che si rincorrono e mi salutano. Questo posto è sempre stato il nostro nascondiglio segreto, dove poter essere noi stessi, dove parlare di tutto, dove inseguirci e sfidarci a mangiare le cose più disgustose, dove poterci guardare negli occhi  per poi scoppiare a ridere, gridare forte o stare in silenzio. Il nostro posto.
<< Meg, oggi Jake ha baciato Bella. >> sento raggelarsi il sangue nelle vene e un violento sussulto mi fa tremare. Scoppio a ridere, ma nello stesso istante le gambe, improvvisamente fragili, cedono e mi ritrovo seduta sul terreno, le spighe mi pizzicano il naso.
Dire che me l'aspettavo è poco, praticamente vivevo giorno per giorno nel terrore che qualcuno pronunciasse quelle parole, adesso che Edward l'ha fatto mi sembrano ovvie e credibili, eppure il fiato mi si mozza e le dita scavano la terra per la rabbia mentre le lacrime che ora non ho più motivo di preservare mi scendono silenziose sul viso. Non una parola esce dalla mia bocca, sono paralizzata, non trovo neanche la forza di battere le palpebre, non sento l'impulso consueto di asciugarmi le lacrime, neanche quello di mordere il labbro per fermare il tremolio. Niente, assolutamente niente. Paralizzata da un sentimento maligno e irreale che mi provoca dolore fisico, percepibile, lancinante.
Lo sento sedersi al mio fianco e asciugarmi le lacrime con le dita gelide, non faccio caso al suo sguardo e penso a lui, provo ad immaginarlo con le labbra incollate a quelle di Bella, vedo lei ricambiare con passione il suo bacio e mordere le sue labbra morbide e carnose come avevo fatto io almeno un milione di volte. << No. >> sussurra fermo Edward,  alla vista dei miei pensieri, << lei l'ha spinto via e poi l'ha picchiato, per questo si è rotta la mano. >>
Rantolo e sconfitta faccio combaciare le nostre la spalle, cercando sostegno, improvvisamente sento la lingua pizzicare e riesco appena a muovere le labbra, così mi ritrovo a balbettare due o tre volte prima di riuscire a comporre una frase di senso compiuto. << Vorrei solo sapere se ha finto con me o sta fingendo adesso... perché non so più cosa pensare. >> mi volto a guardarlo e i nostri visi sono vicinissimi, i miei occhi si affilano e osservano le sue sopracciglia perfettamente arcuate, la sua fronte aggrottata e le sue labbra fine e ben delineate  stese in una smorfia perplessa. Lo studio ancora per una frazione di secondo prima che, a differenza di ogni mio pensiero e volontà, le nostre labbra si uniscano in un bacio.
Sento il freddo oltrepassarmi le labbra e , sotto le mie mani tremanti, la durezza delle sue guancie mi fa rabbrividire, malgrado ciò non me ne pento. Continuo a baciarlo e mentre lo faccio il mio pianto, insoddisfatto, si moltiplica. Provo ad ignorare una nuova sensazione di calore, che mi esplode nello stomaco. Non può essere vero. Sento le farfalle.
Mi stacco, pulendomi le labbra con il braccio e non lo guardo più, concentrandomi sulle spighe e mettendo una distanza adeguata, lui prende un respiro profondo.
<< Perché hai ricambiato il mio bacio? >> gli chiedo all'improvviso, con voce piatta.
<< Tu perché l'hai iniziato? >> mi chiede lui, con il mio stesso tono di voce.
<< Non lo so. >> balbetto con voce strozzata e mi fiondo di vuoto sulle sue labbra gelide, baciandole con smania mentre le sensazioni che sento, se pur piacevoli, non mi soddisfano.
Non mi rendono appagata perché non mi ritrovo a sudare e a ridere senza un motivo contro le sue labbra, che a differenza di quelle calde e carnose di Jacob, sono fine e fredde.
Sta volta è lui a staccarsi, mi osserva stranito e scuote la testa. << Non puoi baciare me e pensare a lui. >> mormora, sembra quasi acido.
<< Io non… volevo. >> balbetto, sollevando un sopracciglio, perplessa, e voltandomi dalla parte opposta al suo viso faccio un respiro scosso.
Baciarlo, anche se non mi ha dato le stesse emozioni di Jacob, è stato comunque piacevole, mi sono sentita per la prima volta dopo settimane di nuovo protetta e ... amata. Per quanto possa essere assurdo nelle ultime settimane non mi sono mai resa conto di quello che succedeva ogni volta che era con me, il ché è praticamente un abitudine, e forse per la sua assidua presenza non lo capivo. Cerco i suoi abbracci con spontaneità e i suoi discorsi consolatori stranamente mi tirano più su di quelli congetturati da Seth o zio Billy, in sua assenza mi sento indifesa ed esposta a rischi, pronta ad essere colpita in pieno da qualunque cosa, come un meteorite o quella famosa fitta allo stomaco che sento ogniqualvolta  i miei occhi e quelli del lupo rossiccio che mi tiene d’occhio ai confini del bosco s’incrociano. Mi tiene d’occhio. Chissà perché… forse non gli piace la mia amicizia con Edward – se si può ancora chiamare amicizia, la nostra – forse si tiene pronto a saltargli addosso, nell’eventualità che faccia qualcosa, come pretesto per uccidere i Cullen, che gli stanno portando via la ragazza che ama.
Altra fitta… La amano entrambi.
<< Cosa abbiamo fatto? Perché me l’hai permesso? >> sussurro, fievole, chiudendo gli occhi al rumore secco e sordo del mio cuore, pronto ad uscire dal petto, picchiando il torace con battiti prepotenti e concitati.
<< Credo sia il mio turno di dire “non lo so”. >> sostiene, con tono freddo e concentrato.
Avvicino le nostre dita e le lascio sfiorarsi, lui le osserva, teso, i nostri occhi si incrociano.
<< Vuoi un'altro motivo per dire  "non lo so"? >>  sussurro, mentre le nostre dita s'intrecciano e si stringono, << Spiegami perché non riesco a... >> mi fermo, imbarazzata.
<< ... pentirmene. >> completa lui, con mio grande stupore. Si avvicina e mi abbraccia.
<< Amo Bella, ma loro due forse hanno ragione a dire che non si ama solo una persona... >> lo stringo e sospiro. Sento di nuovo quello strano calore nonostante stia tremando per il freddo che mi provoca la sua pelle.
<< Ci amiamo? >> balbetto, impreparata.
Di risposta mi arriva un piccolo sospiro sconsolato, un bacio sulla fronte e poi mi ritrovo sola, a barcollare abbracciando il nulla.
Annuisco all'aria, capendo perché se n'è andato. Nella mia testa, ancora solo un nome: Jacob.

                                                                            ***
<< Meg? mi stai ascoltando? >> sollevo lo sguardo dal mio frappé alla fragola e guardo Claire, deconcentrata. Lei sorride benevola e allunga una mano per accarezzarmi il viso, Embry inclina la testa e mi riserva una piccola pernacchia buffa.
<< Hey piccola, qualcosa non va? >> scuoto ritmicamente la testa e sorrido appena, sentendomi colpevole, convinta che potesse capire attraverso l'odore di Edward che ci eravamo baciati, anche se era successo quasi due giorni fa e - oltre le numerose ore passate sotto l'acqua bollente non appena tornata a casa dal campo di grano - mi ero già fatta la doccia tre volte nel corso della giornata prima di uscire.
Non vedo né sento Edward da quel giorno, anche lasciando la finestra aperta e svegliandomi nel bel mezzo della notte per dare un'occhiata: non una traccia, eppure, anche se non dovrebbe, mi fa piacere vedere Seth arricciare il naso quando entra in camera mia, vuol dire che c'è ancora, anche se non vuole farsi avvistare, e questo, in un certo senso, basta a farmi sentire meglio.
<< Pensi sia meglio prendere un cheeseburger o un hamburger? >>  mormora Quil, guardando con aria interessata il menù del fast food.
<< Prendi un'insalata, amore. >> lo canzona Claire, tastandogli il fascio di addominali, che a record di logica dovrebbe essere una pancia da obeso visto le quantità industriali di cibo che ingurgita dalla mattina alla sera, Paul ormai come voracità nel mangiare è l'eterno secondo, Quil batte tutti.
Embry ride e scuote la testa, facendo vibrare la piccola conchiglia ovale legata da un cordino sottile di cuoio intorno al suo collo. L'abbiamo raccolta insieme, quella conchiglia, quando ancora credevo che Jacob e Bella avessero avuto l'imprinting, da quel giorno non se l'è più tolta dal collo.
Sei mitica Meg, tre ragazzi su tre, TRE SU TRE!! - urla la mia testa, per poi sottolineare con una certa ironia che il termine "ragazzi" non è per niente appropriato agli oggetti.
Afferro una patatina dal piatto di Ronnie e me la porto alla bocca con fare annoiato, mastico e cerco di sembrare il meno patetica e disperata possibile, cercando di fare La domanda. << Dov'è Jacob? >> sussurro, dalla mia voce traspare tutto. Missione impassibilità di facciata, fallita.
Rachel da un cazzotto sullo sterno a Jared, che si è affogato alla mia domanda, e appiattisce le labbra, producendo un suono a metà strada tra un gemito di dolore e una pernacchia ironica.
<< A casa Swan. >> risponde, contraendo il viso in una smorfia ansiosa.
<< E ti pareva! >> sbotta adirato Seth, ringhiando lupino in tono un po' troppo alto. Anche Ronnie interviene con una gomitata al suo amato, piccolo e stupido fidanzato.
<< Potresti dare un'impressione più umana?  Non tutti a Port Angels sono abituati a sentire uomini che ringhiano o ululano in modo così realistico. >> lo rimprovera, al contempo riservandogli però un'espressione piena d'amore e trasporto.
<< Incosciente. >> borbotta Embry, scuotendo la testa con un sorrisino divertito.
Socchiudo gli occhi e torno a fissare il milk-shake alla fragola che cerco di bere da quando siamo arrivati, accettando senza protestare il braccio di Embry intorno le spalle.
Mi sento consolata e meno sola, ma nauseata, appena sento un contatto del genere: nauseata perché mi faccio schifo a cercare in questo modo del calore in persone che non possono darmelo; mi mancano le braccia fredde di Edward; perché mi sento stupida a cercare Jacob ovunque posi lo sguardo... e trovarlo sempre, puntualmente in ogni cosa. Chiudo gli occhi del tutto e provo ad immaginare che sia Jacob a stringermi in quel piccolo gesto inoffensivo, subito il calore che emana il braccio intorno il mio collo si moltiplica, facendosi incandescente... poi sento un lieve pizzicorino fastidioso che può provocare un ghiacciolo a contatto con la lingua. Spalanco gli occhi e con la maggior delicatezza possibile scanso la presa, afferrando il mio bicchiere e ficcandomi in bocca la cannuccia, decisa a prenderne una sorsata per sfidare queste stupide e odiose sensazioni dannatamente vivide.
<< Che vi va di fare sta sera? >> rispondo alla domanda di Paul indicando, con ancora la cannuccia trai denti, il libro poggiato sul tavolo.
<< Nuovo? >> mi chiede Kim, sporgendosi con goffaggine verso la copertina e prendendola, per poi rigirarsela davanti il viso, mentre con l'altra mano si carezza la pancia ormai esuberante ed evidente.
<< Sì, l'ho comprato con ... Edward, qualche giorno fa. >> balbetto, Embry dilata le narici e mi guarda infuriato, ignoro il suo sguardo, sapendo di avere torto, e annuisco alla domanda silenziosa di Quil quando chiede con gli occhi il classico "tutto okay?" che mi sento ripetere da almeno tre settimane.
Lo scampanellio della porta mi fa girare istintivamente e nel momento in cui due occhi pece mi scavano dentro con ira sento la mia colpevolezza salire a livelli disumani, anche per un vampiro o un licantropo.
Cammina a passo veloce e severo verso il nostro tavolo, quella magliettina nera gli da un'aria da duro e i capelli corti mi stringono lo stomaco in una morsa possente, lo sguardo duro sempre fisso sul mio, le mani in tasca e neanche l'ombra del suo solito imbarazzo gli sfiora il viso bellissimo, rigido e teso... da uomo.
<< Jacob! Fratello! Sei viv... ! >> Kim, sollevando gli occhi al cielo e massaggiandosi la tempia, tappa la bocca del suo quasi-marito, ringhiando in maniera umana e isterica un "Taci!" a denti stretti.
Lui continua a guardarmi, gli occhi sono sbarrati,  caparbi e leggermente adirati, una rabbia controllata e ammaestrata.
<< Meg... >> dice, sentire la sua voce mi da una scarica enorme, a differenza della sua faccia da duro la voce lascia trasparire tutto quello che sente, e mi meraviglio nel sentire che il tono è uguale al mio. Cerca di mostrasi impassibile?  << ... ho bisogno di parlarti. >> continua, lanciando uno sguardo basso e cupo al braccio di Embry, ancora troppo vicino al mio collo.
Un'altra scossa mi fa stringere a pugno il tessuto dei pantaloncini che porto, lo osservo dritto negli occhi e cerco di sembrare il meno provata possibile. << Adesso? qua? >> gli chiedo, in un sussurro, scorrendo con lo sguardo tutti, ma soffermandomi con aria sofferente su Embry, rigido sul posto.
Cazzo Embry, non ti ho mai dato chance! - gracchia il mio cervello - chissà che ci trovate in me, voi strani cosi mitologici!!
<< Sì e... no. >> mi dice e con il capo indica la sua moto nera, che s'intravede dalla vetrata a specchio dell'entrata, << Allora, vieni? >> insiste, continuando a guardarmi come se non gli importasse l'esito della risposta.
Annuisco e un ringhio come il precedente esce dalla bocca di Seth, sta volta però nessuno lo rimprovera o lo ferma, lui mi afferra per il braccio. << Se hai bisogno sappi che ... noi ci siamo. >> e mentre dice l'ultima frase si volta verso Jacob, guardandolo truce.
<< D'accordo. >> soffio, a testa china.
Mi avvio verso l'uscita in silenzio, seguita dall'ombra tenebrosa e seria di Jacob, lo guardo cavalcare la groppa della moto nera, lo imito e sussulto quando sento le sue man bollenti afferrare i miei polsi e avvolgermi le mani intorno il suo torace robusto.
<< Se non hai intenzione di cadere ti consiglierei di tenerti. >> mormora, sento il suo pollice carezzare lentamente il palmo della mia mano nel tempo in cui le sue mani cercano di legarmi a lui.
Un brivido mi fa tremare violentemente, lui lo percepisce e credendo di non essere visto si lascia sfuggire una smorfia sollevata chinando lo sguardo sulle mie mani, scosto subito lo guardo dallo specchietto retrovisore, confusa e preoccupata.
Con un rombo leggermente meno forte e potente del sangue che mi pompa alle tempie iniziamo a sfrecciare sulle strade di Port Angeles, espiro il suo odore e stringo i denti mentre cerco disperatamente un motivo valido per dar fine a questa dolce tortura e capire cosa mi ha convinta a salire sulla moto.
Appena i nostri occhi si incontrano di nuovo, di sfuggita, dal medesimo specchietto, e i miei dubbi spariscono... sarei andata con lui anche in capo al mondo.

 
 

-------------------------Valentina’s Space-------------------------
Buongiorno Picciottelle! No, non è un miraggio, sono proprio io, con un immenso ritardo =__=”
…e vi parlo in diretta da Milano, dove il tempo fa schifo ^^”  Burgiarda! In questo preciso istante c’è il sole, qua è bellissimo, ma mi manca tanto tanto il mare!! *___*
Lunedì si va a GARDALAND!!! *w* wiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!
Passiamo al capitolo : T___T rileggendolo per postarlo ho pianto di nuovo, anche se Jay versione “bulletto” è molto… hot! XD
Che dire? T__T si studia ancora, mi devo mettere sotto più del solito, dovrei prendermi ad auto- bastonate. Vale studia!!!
Il problema è che il mio adorato pc mi chiama e m’invita a scrivere e quando non c’è lui c’è la mia Nihal e il mio Sennar *___* mi sto praticamente drogando di questo libro, ci sono un sacco di scene di guerra, ma è coinvolgente come lo erano stati soltanto il mago di Oz quando avevo sette anni e Twilight quando ne avevo tredici XD ahahah… LEGGETELO! È la prima trilogia di Licia Troisi “Cronache del Mondo Emerso” DIECI E LODE!! *_*
Altra pubblicità!! Non dimenticatevi di leggere la storia di CelesteBlackMaR, Lizzie*

 
PASSIAMO ALLO SPOILER CHE VI HO PREPARATO PER LA PROSSIMA VOLTA.
Per farmi perdonare sarà bello sostanzioso…

 
Spoiler
<< Dateci un tagl... >> il suo rimprovero viene interrotto da un urlo di dolore e solo allora vedo l'intero braccio di Meg ricoperto da una patina rossa, sangue, con una mano si stringe la ferita, tremando appena, il suo sguardo smarrito e vitreo mi fissa, come se vedesse un mostro. Mi sento mancare e crollo per terra, guaendo. Edward le si fa vicino e afferrando un residuo dei miei vestiti dal terreno cerca di tamponare la ferita, un'espressione preoccupata sul volto, gli occhi su di lei.
<< Meg? Stai bene? >> sussurra, lei barcolla e poggia il capo sulla sua spalla, imbrattando la camicia bianca di Edward con il sangue.
<< Jac... >> cerca di sussurrare, ma la voce le si mozza, la vedo socchiudere gli occhi e rovesciarli indietro, poi la sua presa ferrea sul tessuto della camicia si annulla e si accascia, priva di sensi, tra le braccia di un'altro.
Mi lascio sfuggire un ululato e sento, anche sotto forma lupina, le lacrime offuscarmi la vista.
Meg, è colpa mia, come sempre.

 
‘EEEEEEECCO A VOI! ^^” capito tutto, eh? T____T vi auguro di no!!

 Perdono, perdono, perdono!!! >___< non ho proprio tempo di rispondere alle recensioni, concedetemi la vostra benevolenza PER STA VOLTA! *W* so che lo farete. Ringrazio comunque tutte voi, E PER QUELLE CHE SONO TORNATE DALLE VACANZE: mi sono mancati i vostri commenti. E NO, RAGAZZE, MEG NON E’ INCINTA, STATE TRANQUILLE! xD

 Vi ringrazio una ad una:
morgana92,  Ed4e, dafne891, CelesteBlackMaR, saradm21,  liala90, MoonLight_95

 siete uniche ;D

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Capitolo 30
*** \\ 28. In balia della bestia che vive insieme a me ***


Capitolo 28

 

In balia della bestia che vive insieme a me

Jacob

Tutto quello che sento è lei. I suoi capelli colpire le mie braccia come tante piccole fruste innocue, i suoi occhi schiusi, persi al di là dei laterali della strada, le sue mani tremanti, la morbidezza della sua pelle.
I nostri occhi si scontrano, trafiggendosi con un'intensità tale da farmi provare un brivido grande quanto quello che l'ha scossa pochi minuti fa, lei svia lo sguardo, come addolorata, io lo affino e torno a concentrarmi sulla strada, bruciando più in fretta possibile i chilometri che ci separano dal posto in cui avremmo parlato. Non so ancora come iniziare, lo stomaco attorcigliato e nauseato m'invita a reagire andando su tutte le furie, proprio come ho fatto quando le labbra di Bella si sono dischiuse, sbalordite dalle parole sussurrate da Edward.
" Ci siamo baciati, ma non era nostra intenzione."
Serro la mascella e freno l'ira, ricordandomi della presa instabile di Meg intorno il mio torace. Lei è qui adesso, non con lui. "Come si può baciare una ragazza senza volerlo? " così gli ho urlato contro a primo impatto, Bella mi ha afferrato per un braccio e con lo sguardo chino ha scosso la testa, sussurrando appena " Solo chi non ha peccato, Jake, può scagliare la prima pietra."
La verità di quelle parole mi ha colpito in piena faccia, facendomi raggelare il sangue nelle vene. Non posso giudicare Megan e per quanto avrei voluto attaccare Edward non sarebbe stato corretto. Non posso, non dopo quello che è successo tra me e Bella.
In questi ultimi giorni l'ho vista soffrire in silenzio ed ora, nel momento in cui Meg comincia ad abituarsi, non vedo che logica potrei dare ai miei ragionamenti.
La ami - mi spiega, per l'ennesima volta, la mia testa.
L'imprinting non è bastato! - rispondo puntualmente, quasi urlando - ... non è colpa mia!
Invece si. E' tutta colpa mia. E adesso ringrazio il cielo che il mio imprinting sia fasullo, perché se lei me lo concederà ancora potrò amarla come un ragazzo normale fa con una ragazza normale. Niente imprinting, licantropi, attaccamento morboso e dubbi esistenziali... niente, niente di tutto questo, solo noi. Io e Lei. La cosa più bella e - apparentemente - semplice del mondo.
Freno e prendo un respiro profondo, aspetto di sentire la moto alleggerirsi del suo peso e metto il cavalletto scendendo a mia volta. Non appena i nostri sguardi s'incontrano mi rendo conto di quanto sia cambiato in queste settimane, vedendomi nel riflesso dei suoi occhi grandi e concentrati, intimoriti. Stringo i pugni e la mascella; è ora. Prima o poi doveva succedere, non vedevo l'ora di chiarire... e adesso? Adesso mi sento il solito coniglio!
Black, ammettilo, ti dai tanto l'aria da bullo, ma te la fai addosso anche solo pensando ad un no da parte sua.
<< Ho saputo che tu ed Edward vi siete baciati. >> dico, in tono neutro e disinteressato, poggiandomi alla sella della moto, senza guardarla in faccia.
<< Sì... >> sussurra lei, con voce instabile e provata, << ... ma se provi a farmi la ramanzina giuro che mi metto ad urlare, non hai alcun diritto di essere geloso... non dopo... non dopo il bacio tra te e Bella. >> spalanco gli occhi e sollevo lo sguardo, prendendomi l'ennesimo colpo di pesci in faccia, << Me l'ha detto Edward. >> mi spiega lei, vedendo la mia reazione sorpresa alle sue parole. Stupido succhiasangue!
<< Ho capito che gioco sta facendo, ma deve sapere che io gioco questa partita da più tempo e che sono disposto a barare pur di vincere. >> mormoro più tra me che a lei, poi sento un odore dolciastro e stomachevole sfiorarmi il naso, arriccio le labbra, disgustato, e mi lascio scappare un ringhio, << sei un macchinatore con i fiocchi, Cullen! Tanto di cappello, davvero! >> mi sento gli occhi di Megan addosso, ma il mio sguardo è rivolto al piccolo luccichio che intravedo in un punto alle sue spalle. E così mi ritrovo a fronteggiare con una sanguisuga nascosta tra gli alberi.
<< Edward non c'entra niente in tutto questo, il problema qui sei tu! >> dice irritata, perdendo tutta la titubanza che aveva al fast food.
Il mio sguardo si dilata di nuovo e si punta su di lei, sconvolto. << Tu continui a proteggerlo. >> gli faccio notare, con riluttanza, furibondo mi rivolgo di nuovo ai cespugli, << Complimenti Cullen, c’è una nuova iscritta al tuo fans club anche tra le ragazze della tribù Quileute! >>
Lei fa una smorfia impreparata. << Piantala. >> incrocia le braccia e si volta verso il punto dove, con occhi sofferenti, guardo colui che vorrei uccidere a tutti i costi.
Nel momento in cui Meg si gira Edward si rende manifesto e solo quando lo vedo farle da scudo mi accorgo di stare tremando violentemente.
<< Non ho intenzione di fare del male a lei. Non fare l'eroe, Cullen. >> ringhio, sentendo le mani trasformarsi in zampe.
<< Potresti fargliene, quando sei un lupo non puoi controllare il tuo istinto e io non voglio che si faccia male. >>
<< No!! >> urlo straziato, al limite della sopportazione, Meg sobbalza, affondando le dita nella carne fredda del suo braccio, la mia spina dorsale si curva, lacerando i vestiti, << Meg, ascoltami... >> ma quello che segue è solo un ululato straziato. Guaisco e inizio a correre, li sento parlare, ma non capisco, penso solo a mettere distanza tra lei e me, tra lui e me, tra loro e me.
Edward sta cercando di ripagarmi con la stessa moneta comportandosi da amichetto del cuore con lei.
Guaisco e affondo le zampe nel terreno, fermandomi di botto, ringhio e torno indietro con tutta la furia che sento dentro, in un attimo sono di nuovo di fronte a loro e mi fiondo su Edward, lo sento ringhiare, non me ne curo e lo azzanno, lui mi spinge via e tenendomi fermo per il busto mi colpisce il  muso, guaisco e gli mordo la stessa mano con cui mi ha colpito.
<< Basta! Smettetela! >> urla Meg, inginocchiandosi sul terreno, in lacrime, << Edward, Jacob, vi scongiuro... Basta! >> continua, portandosi le mani alla fronte, si china sul terreno e ci lancia dei sassolino, con ripugnanza.
Lo vedo indietreggiare, ma non gli do il tempo di fare tanti passi chiudendo con ferocia la sua caviglia tra le mie zanne, sento un dolore lancinante alla testa per via della sua carne dura e guaisco appena, ma stringo la morsa sopportandolo e con mia somma gioia lo sento urlare.
Meg urla e continua a piangere disperata, ora audacemente vicina ad entrambi, cerca di tirarci calci e pugni, con l’intendo di farci fermare. << Dateci un tagl... >> il suo rimprovero viene interrotto da un urlo di dolore e solo allora vedo l'intero braccio di Meg ricoperto da una patina rossa, sangue, con una mano si stringe la ferita, tremando appena, il suo sguardo smarrito e vitreo mi fissa, come se vedesse un mostro. Mi sento mancare e crollo per terra, guaendo. Edward le si fa vicino e afferrando un residuo dei miei vestiti dal terreno cerca di tamponare la ferita, un'espressione preoccupata sul volto, gli occhi su di lei.
<< Meg? Stai bene? >> sussurra, lei barcolla e poggia il capo sulla sua spalla, imbrattando la camicia bianca di Edward con il sangue.
<< Jac... >> cerca di sussurrare, ma la voce le si mozza, la vedo socchiudere gli occhi e rovesciarli indietro, poi la sua presa ferrea sul tessuto della camicia si annulla e si accascia, priva di sensi, tra le braccia di un'altro.
Mi lascio sfuggire un ululato e sento, anche sotto forma lupina, le lacrime offuscarmi la vista.
Meg, è colpa mia, come sempre.
 

***

 

"Io fuggirò da te, mi nasconderò nella selva e ti lascerò in balia delle bestie feroci.
Le più feroci non hanno un cuore come il tuo. Fuggi quando vuoi, e la storia sarà invertita: 
Apollo scappa e Dafne lo rincorre; la colomba insegue il falco; la mite cerva corre ad afferrare la tigre. 
 Vana corsa, quando la vigliaccheria ci insegue e la prodezza fugge."
 

Chiudo il libro e mi guardo intorno, sospirando cautamente, il portico di casa è inondato dal torpore soffuso del sole di Giugno al tramonto. Carezzo la copertina e stringo le labbra, ripensando all'ultima volta in cui l'avevo vista leggere quel libro, tra le mie gambe. Sollevo gli occhi al cielo e ringhio. << La vigliaccheria mi ha raggiunto da un pezzo, da cosa dovrei scappare? >> borbotto riluttante, perdendomi nello scintillio di luce che il sole produce sul mare di First Beach.
<< Pensare di trovarla qua è l'unico motivo per il quale tieni in mano quel libro, dimmi di sì fratello, fai venire la pelle d'oca. Peggio di un film horror! >> mi volto verso Paul e abbozzo un sorriso amaro.
<< Possibile, ti concedo il beneficio del dubbio. >>
I ragazzi del branco, una volta trasformato in lupo hanno praticamente assistito al mio scontro diretto con Cullen e, meraviglia tra le meraviglie, mi danno ragione. Sono d'accordo con me: secondo loro Edward sta solo cercando di far provare a me quello che io ho fatto provare a lui, ma Megan non capisce, continua a stare nei territori dei Cullen più del necessario. Non la vedo praticamente mai e sempre più spesso schiudo un occhio ridestandomi dal sonno per vedere se è accucciata ai piedi del mio letto. La notte dopo il nostro primo battibecco l'ho trovata lì, ma da vigliacco qualificato quale sono non ho osato muovere un muscolo in sua direzione sebbene avrei voluto farlo, l'orgoglio a volte prevale su tutto. Ed eccomi ancora una volta a fuggire da ciò che voglio, ad essere un anti-Apollo : invece di inseguire Dafne fuggo via da lei, pur desiderandola ardentemente. Sono un predatore che scappa a gambe levate, impaurito dall'innocenza della propria preda. Sono un prodotto difettato... e leggere Shakespeare nuoce gravemente al mio cervello imputridito e mezzo vuoto già di suo!
<< Non riesco neanche a scusarmi per averle fatto del male... >> farfuglio, ricordandomi la vista di tutto quel sangue, del suo volto, del dolore morale che ho provato, così forte da diventare fisico, paralizzandomi... mi sono considerato un mostro per giorni, fortunatamente Sam c'era, lui mi ha capito. Sospiro e scuoto la testa, << lo hai visto di recente? >> gli chiedo subito, affinando lo sguardo, già pensando al peggio.
<< Sì, è un taglio lineare e profondo, sette di sutura più o meno, ha tolto le bende proprio ieri a casa di Sue, Rachel mi ha raccontato che dottor Canino pensa le resterà una bella cicatrice, un souvenir, un po' come quello di Emily... >> rabbrividisco e stringo la presa intorno il libro, serrando la mascella, << ... fortuna che continua ad avere un bel faccino, perché una cicatrice lunga quindici centimetri  sul viso invece che sul avambracc... >>
<< Paul, grazie. Ora... basta. >> balbetto, massaggiandomi le tempie, al limite della sopportazione.
Cala il silenzio, lui si dondola sui talloni, annuendo, e dopo pochi minuti con due falcate arriva alla porta, sorridendo cauto. << Ti lascio alle tue letture da femminuccia, se hai bisogno di qualcosa di appuntito con cui fustigarti ti consiglio il servizio di piatti di nonna Annie. Rachel lo odia, sarebbe molto lieta di toglierselo dalle palle. >> gli lancio una delle tante conchiglie riposte sul piccolo tavolino di legno perno dell'umidità del porticato e sbuffo.
<< Grazie Paul, mi sei sempre d'aiuto. >> borbotto, facendogli segno di tirargli anche il libro.
Si para il viso con le mani e si apre in un sorrisino, << Quando posso! >> esclama, ironicamente, mi fa un cenno e mi lascia da solo, entrando in casa.
Ripensare alla persona che ha cercando quando ha aperto gli occhi, vedere la faccia di Bella farsi contratta quando Edward le ha lasciato la mano per correre da lei... forse voglio soltanto illudermi che sia un subdolo, non voglio accettare la possibilità che lui la ami davvero. E che lei possa provare eguali sentimenti per lui. Se dopo tutto non è stato l'imprinting a fermarla, non vedo cosa potrei fare io, tendere un'imboscata al pianista surgelato? che senso avrebbe? non sarebbe altro che uno dei tanti punti da aggiungere alla lista " Ecco perché Megan odia Jacob".

... Le più feroci non hanno un cuore come il tuo.
<< .... a questo punto mi chiedo proprio chi sia la bestia. >> ringhio, preso alla sprovvista, lasciandomi cadere il libro dalle mani e alzandomi di botto. << Jacob, calmati. >> mi dico subito dopo, tornando ad osservare la poltroncina su cui ero seduto, facendo dei respiri lunghi e regolari per far cessare il tremolio. Mantenere la calma è un lavoro sempre più difficile e frequente da quando lei ha deciso di passare undici ore su dodici in casa Cullen; non posso difenderla là, non posso entrare nel loro territorio senza il permesso di almeno uno di loro.
Sto impazzendo, mi sento come uno stupidissimo bastardino, che continua a ricorrersi la coda mentre una volpe, rossa e furba, gli sgraffigna il cibo da sotto il naso... il bastardino è così stupido e intento a trastullarsi che nel momento in cui si accorgerà di quello che ha fatto la volpe nella ciotola non ci sarà più niente.
La golf di Meg frena, spalanco gli occhi e resto immobile, la vedo scendere dalla macchina e chiudere la portiera. Uno sfregio arcuato e nascosto all'interno dell'avambraccio mi fa rabbrividire, il suo sguardo m'inchioda, freddo, spento, disgustato... come l'ultima volta.
Nel momento in cui arriva al porticato si ferma e raccoglie il libro da terra, poi  sospira,<< Perché tocchi le mie cose? >> mi chiede fredda, senza guardarmi, deglutisco a vuoto, gli occhi ancora sul taglio.
<< L'ho trovato in cucina e gli ho dato un'occhiata rapida. >> dico con nonchalance, lei si chiude nelle spalle e va per aprire la porta, ma io le blocco il passaggio, afferrandole la mano destra e voltando il braccio per avere una visione completa dell'artigliata, << Mi spiace. >> sussurro fiacco, sento l'aria mancarmi e le lascio la mano.
Vedo le sue narici dilatarsi e i suoi occhi indurirsi mentre delle lacrime ne velano l'iride e le labbra si capovolgono in una smorfia trattenuta. << Non basta, Jacob. Ti sembro così stupida da accettare le tue scuse, dopo questo?! >> indica con la mano opposta il braccio sfregiato e mi riserva uno sguardo pieno di odio, << sei assurdo. >> gracchia, scuotendo il capo, << Presuntuoso, odioso, viziato... >> si ferma e con un'espressione nauseata mi da un piccolo colpetto sulla spalla, << …togliti di mezzo, non ho niente da dirti. >>
<< Pensi che non lo sappia? la parte peggiore è che non posso evitarmi come fai tu, sono costretto a convivere con me stesso, il mio essere codardo, strafottente... sono cose che non mi pesano quando stiamo insieme, però quando sono solo preferirei impiccarmi. >>
<< Grande! in garage c'è una corda, scegli un albero bello alto e se vuoi ti aiuto volentieri! >> socchiudo gli occhi e la riprendo per mano, sospirando.
<< Ti manco. >> mormoro, cercando di incrociare il suo sguardo, si morde il labbro e cerca di liberarsi dalla mia stretta, non riuscendoci scosta lo sguardo.
<< La ami. >> soffia di risposta, i suoi occhi si soffermano sul taglio, in bella mostra.
<< Tu lo ami? >> mimo, avvertendo un fremito, che ricaccio al suo posto con un respiro profondo della serie.
<< Non è la stessa cosa, è un amore  non mi soddisfa. >> si ferma, contenendo le lacrime.
<< Oh magnifico. >> borbotto lasciandole ancora una volta la mano, lei se la porta a coprirle il viso e soffoca un singhiozzo.

Poi finalmente ritorna a guardarmi, sta volta determinata. << Dov'è nascosto il vero Jacob? il mio Jacob. Quello che scoppia a ridere senza un motivo logico. >> sussurra.
<< Ridere adesso? hai voglia di scherzare? >>
<< Quello che s'imbarazza quando gli si fa un complimento. >> continua.
<< I complimenti più carini che ho ricevuto oggi sono stati assurdo, presuntuoso, odioso, viziato... >>
<< ... QUELLO CHE MI AMA!! >> quasi urla, con voce strozzata, interrompendo i miei commenti acidi, ci scambiamo un'occhiata, lei torna a guardarsi la cicatrice e scuote il capo, << ...basta faccia da bullo, Jake, tu non sei così. Puoi anche illudere gli altri, ma con me non ci riuscirai mai. Non devi fingerti più grande solo perché il tuo ruolo nel branco lo richiede. Il tuo comportamento, i tuoi sentimenti, la tua età, queste sono le cose che fanno di te Jacob Black. >> torna a guardarmi e ancora con le lacrime agli occhi continua a scuotere la testa, << Non chiedermi di far finta che non sia successo niente, perché una cicatrice avrei anche potuto sopportarla, ma quelle litigate, quei baci... non... non riesco ad archiviarli totalmente e so benissimo che tornerai in te prima o poi, forse però sono solo stanca di vivere nella paura del tuo prossimo cambiamento d'umore... e di litigare, di piangere, di soffrire. >>
<< Come se la nostra relazione fosse fatta solo di dolore. Non giriamo intorno al nocciolo. Pensi che abbia fatto l'amore con Bella? te lo dico palesemente, no. Quello che sento per Bella è uguale a ciò che provi tu per Edward, ma ogni posto, ogni piccolo dettaglio, ogni battito... >> afferro la sua mano e me la porto sul petto, << ... tutto mi ricorda te. E so che anche tu lo senti. Lui non ha un cuore pulsante, non ha sangue, non è caldo e umano come me... e questo ti manca. E' difficile pensare ad andare avanti, lo so, scommetto che a te non importino queste spiegazioni da teatro, ma tra me e Bella è stato un momento di debolezza, pensavo fossi diversa dalle ragazze che amano la perfezione. Invece ti vedo cascare nella trappola della volpe come un ingenuo coniglietto. Reagisci! Dimmi tranquillamente quello che pensi, dimmi che ti faccio schifo, ma dopo mettiamoci una pietra sopra, lo vogliamo entrambi, dannazione! >>

<< No. >> dice, fiacca, << Come puoi essere così egoista? Jacob, non capisci quello che dici? Non capisci cos'è successo? >> si ferma osservando le due lacrime che hanno finalmente vinto la battaglia spietata contro il mio orgoglio e la mascella serrata in maniera inumana, il suo volto si addolcisce, afferra il mio viso tra le mani, poggiando la fronte sulla mia, trattengo il respiro e avverto un fremito di piacere scuotermi dalla testa ai piedi, << E' successo, Jake... Annìka e Amelia: ci sta succedendo la stessa cosa ed io non voglio soffrire più di quanto già faccia quando avrai il tuo secondo imprinting. Perdonami. >> si avvicina e scocca un bacio sulla mia guancia, umida, << Tu sarai felice, io cercherò di esserlo, non rendermi tutto più difficile. >>
<< Io voglio soltanto te. >> dico, cocciuto.
<< No, no, no. Non è vero, ricordi? l'imprinting è assoluto... ti senti solo disorientato. >>
<< Io non sono disorientato, io ho te, non chiedo altro, Bella non m'interessa, l'ho fatto solo per paura di perderla, ma ora ho capito che neanche questo importa, m'importi solamente tu. Tu. E nient'altro. >>
<< Jake... >> piagnucola, scuotendo imperterrita la testa.
<< Chiedimi quello che vuoi. >> fa un sorriso privo di qualunque allegria, << cosa ci guadagneresti a stare con lui? sai che Edward sceglierà Bella comunque, forse lo ami più di quanto ami me? >>
Spalanca gli occhi e scuote di nuovo la testa, << Edward è in viaggio, sto tanto con i Cullen perché in un certo senso saranno la mia nuova famiglia quando... quando...  >> e da mostro quale sono mi sento sollevato nel sentirle dire quelle parole, sollevo una mano e le accarezzo il viso.
<< Te lo dico per l'ultima volta, okay? ti amo e non diventerai una vampira. >> la vedo rilassarsi e lentamente mi avvicino alle sue labbra, ma poco prima del contatto lei si scosta.
<< No. >> sussurra, poggiando la mano sulla maniglia della porta, << Ti prego, Jay. Mi rendi tutto più difficile. >> e la porta si chiude, facendola svanire. Avverto i suoi passi sul pavimento allontanarsi sempre di più e i miei pensieri protendersi verso il punto in cui si trova, come il polo apposto di una calamità.
Scuoto il capo e do due piccole testate ad una colonna del porticato, stando però ben attento a non distruggerla. La parte peggiore è che non posso neanche darle torto, perché è legittimo allontanarsi da una persona che è destinata a stare con un'altra. Sarà vero quello che pensa? c'è un'altro imprinting che mi aspetta dietro l'angolo?
... Io fuggirò da te, mi nasconderò nella selva e ti lascerò in balia delle bestie feroci. - fuggirò volutamente da lei quando accadrà, già lo so, ma sarò io in balia della bestia feroce con cui divido l'esistenza, sarò schiavo della mia seconda natura.
Lancio un pugno debole contro la colonna, stringo i pugni e per la prima volta in quasi cinque anni sento di odiare la mia parte lupina; non me uomo, ma la parte di me in cui mi rifugio quando il mondo sembra avercela con il Jacob sprovvisto di coda; odio il lupo che sono. 


-------------------------Valentina’s Space-------------------------

Qualcuno di voi per e-mail mi ha chiesto del fattore età perché vedeva che qualcosa non quadrava, quindi spiego in breve la situazione.
Jacob, Megan, Quil, Embry, Seth, Ronnie, Claire, Collin, Brady e Aislinn (questi tre arriveranno dopo ^^) hanno 17 anni. Anche Alice , per di più in modo contorto ^^
Bella, Leah, Paul, Edward e Jasper hanno 18-19 anni.
Sam, Emily, Jared, Kim, Emmett e Rosalie ne hanno 20.
Per quanto riguarda Derek e Amelia hanno entrambi - essendo gemelli - un anno in meno di Edward.
Ho dovuto farlo perché, anche se mi sarebbe piaciuto scrivere di Jacob sedicenne, la maggior parte delle cose che avrei voluto fare non si adattava all'età. Quale padre avrebbe mandato un appena sedicenne in Italia? O.o" capite che intendo, no?

 Detto questo!!
Chiedo scusa x il ritardo, ma gli esami sono alle porte e ho una fifa blu! ho notato che una persona ha abbandonato la storia quindi volevo chiarire il fatto che Jacob e Meg FARANNO PACE!! Non potrei mai far mettere Meg ed Edward insieme!! Suvvia! Che andate pensando! O_O (anche se, ai paesi miei, non faccio nomi, c'è qualcuno che mi ha scongiurato fino allo sfinimento per farlo -.-" Ahi Ahi Ahi ) Non mi resta che rispondere alla rec, ma prima uno spoilerone per farmi perdonare ! ^^"

 
Spoiler
<< Non mi permettono di entrare, non sono abbastanza grande secondo loro, dov'è Bella? >> chiede poi, in quel momento si accorge della mia presenza e si arresta, fissandomi, per un istante sostengo lo sguardo, dopo lo scosto.
<< E' una situazione complicata >> mormoro, attirando anche l'attenzione di Ronnie, << comunque sia lo scoprirai dopo. >> lei continua a fissarmi e annuisce appena, veniamo interrotti da un Jared, decisamente poco calmo, che irrompe correndo dalla porta d'ingresso.
<< Dov'è la mia Kimmy? >> balbetta disperato, Meg e Ronnie fanno una smorfia analoga quando dalla stanza affianco, ovviamente chiusa, si sentono bestemmie urlate dalla voce squillante di Kim, poi un piccolo vagito, vedo il viso di Meg rilassarsi, sorride e chiude gli occhi, tendendo l'orecchio.
<< Benvenuto piccolo Harry Junior. >> sussurra, sorridendo pacifica.
Jared, bianco come un lenzuolo, fissa il vuoto, con un sorriso stupido e realizzato. << Sono papà. Sono papà. Io sono... >>
Lo guardo annoiato e infastidito per avermi deconcentrato da lei. << Si, Jared. Sei papà. >> dico piano e ovvio, guardandolo dritto negli occhi con aria seccata.

 Ci sono due novità dentro questo spoiler, ma una è accuratamente camuffata. Avrete capito di certo che nascerà il piccolo Quileute, ma che altro? ^^" Dai, potete farcela!

 

Risposte alle reck:

 dafne891: Mi leggi nel pensiero o cosa??? O.O" be' ecco la rissa! xD
Tranquilla, anche a me piace la coppia Edward Bella, e in modo contorto e forse un po' strano tornerà tutto a posto. Edward ha già perdonato bella, si capisce da cosa dice a Jacob all'inizio del capitolo. Il problema è Jacob, diciamo che ultimamente mi sono detta: "che cacchio! Hanno diciassette anni? facciamo fare qualche cavolata a questi ragazzi, sono pur sempre degli adolescenti" u_u
Be', spero che non mi ucciderai ^^ faranno pace comunque, te lo ripeto. Un bacio, Vale.
 

 
saradm21: Sì, me l'hai detto taaaaante volte T__T ma io continuo! xD
Tranquilla per Meg e Ed, è stato un colpo di testa... come vedrai la loro amicizia non sarà intaccata... ma non sarà mai una normalissima amicizia, proprio come quella di Jake e Bella. Credo sia un rivincita di che ho voluto avesse Edward da parte mia. E con chi poteva succedere se non con Megan? ^^"
Jake penerà, e neanche poco ;D, ma finiranno per tornare insieme e te lo dico perchè l'ho già scritto. Però dovrete avere un po' di pazienza ^^ aLLa prossima.

 
liala90:
^^" io le tue paure le adoro!!! XD ahahah *-* tesoro mi dispiace tanto, ma l'amore sudato è quello più bello - non chiedermi che cretinate dico perché non sono io a dirlo, ma mia nonna -.-""
Cmq sia, metà delle cose che scrivo me le ispira il mio Luciano adorato, anche l'ambientazione del campo di grano, se conosci la canzone "il mio pensiero" e hai visto almeno una volta il video... beè, ti sarebbe tutto un po' più chiaro. :D
Che posso farci? Sono una ragazza che vive di ossessioni : Mondo Emerso, Twilight, Ligabue,  i panda... xD
Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo. E non temere, tutto tornerà a posto *_* Bacio.

 
CelesteBlackMaR:
Non c'è che dire, Jacob è un umano e come tale ragiona come gli pare... ora ha capito che ha sbagliato, però. xD
Gli esami sono vicini O.O" ed io mi sento "fottuta" ( buongiorno finezza U_U ) ho ricevuto una richiesta d'amicizia su Facebook da una Celeste non scrivo il cognome per la privacy. Sei tu??? *-*
Bé, correrei a studiare io :D quindi un bacio. Non sono ancora riuscita a leggere il tuo capitolo, lo farò al più presto *_* tu aspettami!!
Bacioni Vale. <3

 
Ed4e: Ultimi capitoli un corno, sono già arrivata a scrivere il 35esimo capitolo XD quindi ... ahahah xD
Come ho già detto, Jacob, Meg e Bella sono degli adolescenti. Edward ovviamente lo è solo esteriormente, ma pur essendo il più maturo e quindi il meno impulsivo Meg stranamente riesce a suscitare in lui una simpatia particolare perché le ricorda un po' sua sorella. Ed ecco il punto debole che manda in tilt il cervello vampirizzato di Eddy. Tutto il resto viene da sé- Faranno pace ^^" sai che non resisterei a fare una cosa del tipo "scambio di coppie" O.O" assolutamente no!
Bé, chiedo ancora scusa per il ritardo. Bacio, Vale.

 
 MoonLight_95: Ecco l'ennesimo spoiler, cara. ^^" Che ne pensi? Scusami tanto per il ritardo. Ma la scuola è la scuola T____T un bacio, alla prossima. Ciaoooooooo! <3

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Capitolo 31
*** \\ 29. Cuore di diamante e nuovi arrivati... aspettati e non ***


Capitolo 29

 
Cuore di diamante e nuovi arrivati... aspettati e non 

Jacob

Sette giorni, sono pochi, ma sono una tortura per chi vive passivamente. Sento i minuti scapparmi via dalle mani come una saponetta bagnata, spettatore indiretto della mia vita che…
Flap! mi scivola via dalle mani come volesse scappare il più lontano possibile da me.
Cammino per la spiaggia con le mani in tasca, i piedi nudi a contatto con la sabbia e l'acqua salmastra che batte sul bagnasciuga; il vento s'intrufola dovunque gonfiandomi la vecchia maglia verde scuro e accarezzandomi i capelli corti. Canticchio fra i denti e scanso con i piedi le conchiglie e i sassolini che mi sbarrano la strada, poi mi volto e lancio un'occhiata all'orizzonte, affinando lo sguardo, accecato dal sole di mezzogiorno. Neanche una nuvola in cielo. Mi chiudo nelle spalle e scuoto il capo, riprendendo a camminare e a fissare la sabbia dorata formare l'impronta dei miei piedi. Pazzesco, fino a ieri minacciava pioggia e adesso fa caldo.
Megan è rimasta a dormire da Claire, cerca sempre un modo per stare lontana da casa il più possibile. I primi giorni mi è sembrato d'impazzire, poi c'ho fatto l'abitudine: basta solo non pensarci, mi sento tornato indietro nel tempo, quando dovevo fingere che lei per me non fosse altro che un' amica-quasi-sorella. Non è difficile, semplicemente mi sento sfoglio, stupido e inutile... ma è più facile di quanto credessi. E per quanto mi costi ammetterlo, mi pesa meno se lei non c'è mai. Sento dei passi sollevare la sabbia accanto a me e accenno un sorriso quando vedo Bells rincorrere Wendy per la spiaggia, lei si volta e ricambia sorriso, lasciando perdere Wendy e venendomi incontro. Mi prende per mano e mi abbraccia, io sospiro e poggio la testa sulla sua.
<< Dai... vedrai che prima o poi torna. >> borbotta, con un ché di amaro, si stacca da me e sorride, << e poi... posso sempre baciarti io se proprio ti senti solo. >> continua con tono beffardo, sorrido della battuta e la spintono leggermente.
La questione del bacio è archiviata, non so in che modo siamo riusciti a farlo con questa tranquillità e velocità, né se durerà ancora per molto la nostra amicizia, anche se Edward ora non fa più tante storie e la lascia libera di venire quando vuole, non credo tornerà tutto come prima, magari proprio per questo si mostra più accondiscendente: perché sa che ormai il nostro tempo insieme è agli sgoccioli. Cullen va a caccia molto più spesso negli ultimi tempi e sta via per parecchi giorni, capisco benissimo da me che è un modo per essere più lontano possibile da Meg, Bella ne subisce le conseguenze di buon grado; a volte, semplicemente, non la capisco.
Un piccolo e sinuoso passo si avvicina alle mie spalle quando mi lascio cadere seduto sulla sabbia, il passo viene interrotto da una goffa scivolata, che spedisce la persona in questione seduta - o meglio distesa - al mio fianco. Senza neanche rivolgerle un'occhiata la saluto, sospirando. << Ronnie. >> mormoro, fiacco.
Lei sbuffa. << Sai che ti dico? Vaffanculo! >> cerca di rimettersi in piedi, ma io con un sorrisino e un piccolo strattone la faccio cadere di nuovo al mio fianco, mi guarda fugace, poi scosta lo sguardo all'orizzonte, << ... perché è qui? >> chiede con tono irritato, facendo un cenno alle nostre spalle, dove Wendy ringhia, giocando con Bella.
<< Bells è mia amica, può stare qui quanto le pare. >> borbotto atono, ogni giorno che passa Ronnie mi ricorda sempre più... tutto quello a cui non dovrei proprio pensare.
Fa una smorfia e afferra un sassolino vicino i suoi piedi, per tirarlo verso l'acqua. << Basta cincischiare! mi manda il fronte opposto. >> dice militante, orgogliosa.
Sorrido fiocamente e scuoto la testa. << Ragazze, vi ringrazio per l'impegno, ma non servirà a niente... >> mi da una pacca sulla spalla e fa una faccia buffa e seccata.
<< In riga, soldato! il pessimismo non ci appartiene! >> mi passo una mano sulla faccia e soffoco una risata poco divertita.
<< E' il giochetto più divertente a cui tu abbia mai partecipato, ammettilo. >> annuisce, affinando lo sguardo con aria saccente.
<< Ebbene sì! Ma... questo non cambia il fatto che Meg non ha chiuso occhio. >> la sua voce adesso si fa seria, segno che non è più il momento di scherzare.
Arriccio il naso, preoccupato. << Finirà per sentirsi male se non dorme... è una settimana che la sento agitarsi nelle ore più impensabili. >> borbotto, ricordando i suoi movimenti frenetici la scorsa notte, tanto turbolenti che per un secondo ho pensato che se la stesse spassando con Cullen, di ritorno, entrato per la finestra, quando ho aperto la sua porta, già in preda al panico, l'ho trovata addormentata, sudata e tremante... mi sono dato dello stupido, mi sono sentito in colpa per averlo anche solo pensato, vederla in quello stato mi ha reso più morboso del solito. In teoria, come ho detto, non è così difficile sembrare una persona normale con un sorriso per le battute e un pizzico di umorismo. Nel momento in cui le ragazze decidono di farmi il resoconto però, da brave paladine dell'amore, finisco sempre per pensare che sono solo convinto di stare bene e che oramai la mia testa è talmente abituata ad includere Meg in qualunque pensiero faccia da non passarla neanche più in rassegna. Penso a lei costantemente, senza saperlo, senza accorgermene.
<< Tanti incubi. >> sentenzia Ronnie, con un sospiro, ondeggiando la testa sconsolata, << pensi dureranno ancora per tanto? >> continua, guardandomi.
<< Di solito fa brutti sogni quando qualcosa non le sta bene... parla? >> lei fa una smorfia dolorante e solleva il labbro superiore, mostrandomi i denti.
<< Abbozza qualcosa. Alterna il tuo nome a quello di Edward... ma... l'avrà detto sì e no tre volte, in nome di Edward intendo. >> china lo sguardo e disegna dei ghirigori sulla sabbia con l'indice, << mi sembra talmente fragile, ultimamente sapendola in giro ci sentiamo nervose come mamme troppo apprensive... non siete più voi. Cosa vi succede? >>
Una fitta di dolore, << Annìka, Amelia, il doppio imprinting... vorrei che fossero brutti sogni. Vorrei svegliarmi, prima o poi. >>  lei annuisce e si solleva dal suo posto a sedere scolpito sulla sabbia.
<< Credo sia meglio che vada, Lei crede che sia andata a comprare la colazione per tutte. >> mi scocca un bacio sulla guancia e mi passa una mano trai capelli, cercando di scompigliarli, con pochi risultati visto la loro scarsa lunghezza, << mi ha detto che preferirebbe poter sparire, poter cancellare la sua esistenza, non capisco. >> sollevo lo sguardo e, contrito, lo faccio scontrare con i suoi due occhi verdi.
<< Cosa non capisci? >> sussurro, con voce strozzata per via delle sue prime parole; vuole sparire, vorrebbe che io non ricordassi la sua esistenza.
<< Perché proprio a voi? non siete un caso particolare. Tu licantropo, lei umana. Semplice e regolare, per questo non mi quadra... ho anche provato a fare qualche domanda poco discreta a tuo padre o a nonno Quil, ma i risultati non sono molto soddisfacenti. Megan Kaliska Allen, nata a New York, diciassette anni, genitori deceduti per un incidente, bambina metaforicamente allevata dai lupi, la vostra avvincente storia d'amore camuffata e bla, bla, bla... >>
Solo in quel momento mi rendo conto di quello che ho passato prima di rivelarle il mio amore. << Ronnie! >> trasalgo, lei sbarra gli occhi e sussulta.
<< ... cosa? che?! >> esclama, spaventata dal mio tono di voce.
<< Quando hai visto Seth per la prima volta, cos'hai provato? >> lei solleva un sopracciglio, perplessa e disorientata, poi notando la mia espressione immutabile si stringe nelle spalle e si apre in un piccolo sorrisino imbarazzato.
<< Sentivo che non avrei mai potuto far almeno di vedere i suoi occhi, di sentire la sua voce... ci siamo baciati subito, involontariamente, Seth dice che è normale, l'imprinting è come una bomba innescata, esplode immediatamente ed è impossibile che fallisca... o forse no. >> dice, sospira e si ficca le mani nella tasche dei pantaloni che indossa, << perché me lo chiedi? >>
<< Non ho mai sentito questi sentimenti con la stessa intensità, ma pensavo che l'imprinting fosse un'esperienza diversa per ognuno, ora però, ripensandoci, mi rendo conto che  solo io non ho mai sentito l'ossessione a livelli così alti... quindi l'imprinting non si è indebolito... >> la mai voce rauca si smorza, lasciando incompiuto il ragionamento, deglutisco a vuoto e cerco di continuare, << ... è sempre stato così. >> lei si porta una mano sulla guancia, inclinando il capo, pensierosa.
<<  Magari, semplicemente la miccia è troppo lunga >> sussurra, assorta.
<< ... o la bomba troppo piccola. >> commenta una voce melodiosa e limpida alle nostre spalle.
Ci voltiamo, incontro due occhi color ambra e respiro a fatica notando i lunghi capelli neri, lisci, legati in una coda e le labbra rosee di quella creatura eterea, che per un certo verso mi ricordano all'istante un misto tra Edward, Derek e la piccola Alice, forse per le dimensioni. Ogni dubbio sparisce, spalanco gli occhi e batto le palpebre. Lei mi fissa concentrata e con un ché di curioso, la sua faccia è la personificazione della compostezza e della mitezza al contempo.  << Come hai fatto a...? >> avrei potuto dire mille cose, evidentemente il mio cervello però non si è ancora abituato all'idea.
<< Diciamo che sono brava a passare inosservata, non per questo intendo tirarmi fuori dalla situazione, io ne faccio parte. >>
Bells corre sorridendo fuori di casa, venendoci incontro, nota la nostre espressione contrite e il suo sorriso tenero si affievolisce quando nota la presenza eterea, << Amelia. >> sussulta sbigottita, quel nome aleggia nell'aria tesa, leggero, ma tagliente come un rasoio.
<< Ciao, Bella. >> dice lei, con un sorriso cordiale, indifferente alla tensione e allo stupore presente nelle nostre facce, << mio fratello ha proprio dei gusti impeccabili. >>
Ronnie tossicchia, io la fulmino con lo sguardo, poi un cellulare interrompe il silenzio. Sempre lei fruga nelle tasche, fa un sorrisino e si china sulla sabbia, scavando per qualche secondo, afferra il cellulare ricoperto di granelli e fa una smorfia schifata, risponde e tossisce ancora, sta volta realmente affogata.
<< Cooosa? ... adesso? ...come sarebbe?! ... Jared? Quil? DOVRA' PUR ESSERCI QUALCUNO! ...Meg, respira e parla più lentamente, non capisco un accidenti!!... no, no... okay! ti raggiungo là! >> Sento un "fai in fretta" urlato, Ronnie chiude la chiamata e si apre in un sorriso, << mi dispiace dover interrompere la suspense e il rullo di tamburi, ma una mia amica sente le contrazioni a distanza di pochi minuti l'una dall'altra e ha appena rotto le acque. Perciò io andrei, ma voi continuate indisturbati! >>
<< Kim!! >> urlo, improvvisamente agitato, fermo Ronnie e prima di parlare guardo Amelia, << Scommetto che tu e Bella abbiate molte cose da raccontarvi... perciò io andrei con lei. >>
Amelia sorride ancora una volta, quel sorriso mi ricorda la versione dolce e femminile del ghigno di Derek, << è un evento da non perdere, Jacob. Non intendo andare via comunque. Aspetterò te e Megan. >> in quel momento, seppur sconvolto dal suo tono pacato nel pronunciare i nostri nomi come se ci conoscesse da una vita, annuisco svelto e corro insieme a Ronnie sulla spiaggia fino ad arrivare alla sua Chamade rossa.
<< Guida tu! >> urla in preda al panico, lanciandomi qualcosa. Mi arresto guardando le chiavi che ho in mano.
<< Perché? >> chiedo, confuso. Non ha mai fatto avvicinare al volante di quella carriola neanche Seth e adesso mi chiede di guidare. Il mondo sta proprio invertendo il senso di rotazione.
<< Ho come l’impressione di avere le doglie, sono molto empatica e sentire le urla di Kim mentre ero al telefono non mi ha di certo aiutata. >> biascica poggiandosi una mano sulla pancia con un espressione incupita.
Scoppio a ridere e mi metto al volante, << Magnifico! ho una partoriente virtuale affianco! >> lei mi colpisce il braccio, accigliata, e mi fa una linguaccia.
<< Il solito esagerato, sono solo delle sensazioni. >> bofonchia.
Continuo a ridere sguaiatamente e scuoto la testa. << tu provi come delle doglie e l'esagerato sarei io? >> fa uno sbuffo vistoso e io, sempre ridendo, scalo marcia e prendo velocità andando in direzione dell'ospedale, << Bislacco, non trovi? >> singhiozzo tra le risate, lei mi risponde con un gesto poco carino, sventolando il medio.
Non appena arrivati all'ospedale noto subito, attirato dalla sua andatura nervosa su e giù per il corridoio, Meg e sorrido, inconsapevole del perché, anzi, consapevole di essere inconsapevole del perché.
Lei corre verso Ronnie, parlando affannata, con il viso arrossato e le mani trai capelli, tira indietro con violenza e nervosismo le solite ciocche che le ricadono sul viso. << Non mi permettono di entrare, non sono abbastanza grande secondo loro, dov'è Bella? >> chiede poi, in quel momento si accorge della mia presenza e si arresta, fissandomi, per un istante sostengo lo sguardo, dopo lo scosto.
<< E' una situazione complicata >> mormoro, attirando anche l'attenzione di Ronnie, << comunque sia lo scoprirai dopo. >> lei continua a fissarmi e annuisce appena, veniamo interrotti da un Jared, decisamente poco calmo, che irrompe correndo dalla porta d'ingresso.
<< Dov'è la mia Kimmy? >> balbetta disperato, Meg e Ronnie fanno una smorfia analoga quando dalla stanza affianco, ovviamente chiusa, si sentono bestemmie urlate dalla voce squillante di Kim, poi un piccolo vagito, vedo il viso di Meg rilassarsi, sorride e chiude gli occhi, tendendo l'orecchio.
<< Benvenuto piccolo Harry Junior. >> sussurra, sorridendo pacifica.
Jared, bianco come un lenzuolo, fissa il vuoto, con un sorriso stupido e realizzato. << Sono papà. Sono papà. Io sono... >>
Lo guardo annoiato e infastidito per avermi deconcentrato da lei. << Si, Jared. Sei papà. >> dico piano e ovvio, guardandolo dritto negli occhi con aria seccata. Un tizio imbavagliato apre la porta domandando del padre, lui sorride schiarendosi la voce e appiattendo sullo stomaco la maglietta - tanto per ridarsi un contegno - e con aria trionfante di chi cammina sulla luna si avvia verso la stanza, entrando a passo lento e dignitoso.
Ronnie è sparita, sollevo gli occhi al cielo, le sue intenzioni non sono per niente difficili da capire, neanche Meg sembra stupita dal fatto che ci troviamo da soli e in silenzio nel corridoio dell'ospedale di Forks. Senti un fastidioso ronzio nelle orecchie, il mio sguardo cade inevitabilmente sul braccio sfregiato, socchiudo gli occhi colto dal dolore e mi accorgo che il ronzio è provocato dal suo cellulare solo quando ondeggia il braccio, frugandosi in tasca. Dal suo polso pende un piccolo cuoricino, troppo luccicante per essere di semplice zircone.
<< Edward? >> sussurra, quasi sconvolta, rispondendo con voce fioca al cellulare, << si, è tutto okay... non l'ho ancora visto, no... >> poi i suoi occhi si puntano su di me e la vedo arrossire un po', << come fai a saperlo? >> sussurra a voce più bassa, poi si rabbuia, << quando torni? >> sussurra a voce ancora più bassa, sperando forse che non la sentissi. Ha fatto male i conti purtroppo, mi mordo la guancia e volto lo sguardo, ascoltando il mio cuore singhiozzare battiti che producono altro dolore, << Okay, ciao. >> chiude la chiamata e mi guarda.
Anche il mio conto era sbagliato: Edward continua ad avere contatti con Meg... ma allora perché mancare così tanto tempo?
I nostri sguardi s'incontrano di nuovo, dalla stanza esce Jared, sorridente e trepidante, stringendo tra le braccia un piccolo fagotto di stoffa verdina. << Eccolo! Kim mi ha detto di darlo a te, perciò Meg, ti presento Harry! >> lei accoglie il fagotto allargando le braccia e non appena lo prende sorride, ondeggiando piano, spostando il peso da un piede all'altro.
<< Hey, ciao piccolino. >> sussurra, in tono raddolcito, Jared mi fa segno di andare verso di loro.
<< Non vuoi vederlo? >> mi chiede, sorridendo ancora. Annuisco e mi avvicino con titubanza a Meg, ci scambiamo uno sguardo e lei, per la prima volta dopo quasi un mese, mi sorride, scansando la copertina verde per farmi avere una chiara visuale.
Il cosino che vedo è piccolissimo e grazioso, con tutte le caratteristiche di un perfetto Quileute, avvolto in una tutina arancione, e contrariamente ai bambini appena nati che avevo già visto, tiene i due occhi grandi, color pece inteso, spalancati e curiosi, mi studia con ingenuità e sta fermo, le labbra chiuse in una piccola O morbida e piccola quanto lui.
<< E' bellissimo. >> sussurro a fiato mozzato e per ammirarlo meglio, involontariamente, poggio una mano sulla spalla di Meg, sporgendomi verso il fagottino.
Lei mi lancia subito uno sguardo, ma non c'è contrarietà nei suoi occhi, innocenti quanto quelli della new entry nella nostra famiglia. << Già, bellissimo. >> sussurra, chinando gli occhi sul bambino.
Jared fa una risata, contento. << Sono pa-pà! >>  ridiamo sommessamente anche noi.
Un'ombra alta e slanciata si accosta a Meg velocemente nel corridoio deserto dell'ospedale, riconosco l'odore e indietreggio, lei sospira, come sollevata, e sorridendo fa vedere il bambino ad Edward, che lo ammira intenerito e si china su di lei stampandole un bacio sulla fronte.
<< Dovrei andare da Bella, adesso. >> dice, Meg annuisce impassibile, la sua comparsa l'ha ricaricata, ora, sempre sorridendo, non ha occhi che per il piccolo che culla leggermente.
Penso ad Amelia e  Bella a La Push, facendo un resoconto completo ad Edward degli avvenimenti, gli do il permesso di oltrepassare il confine per andarle a prendere e poi storpio la bocca, pregandolo di non raccontare niente a Meg per il momento.
Il suo viso si illumina, sorride e mi guarda, contento. << Lo sapevo! >> esclama, entusiasta e sparisce com'è arrivato.

 
<< Biberon. Biberon. Biberon... Kim! ho setacciato il frigo ma non c'è traccia di niente anche lontanamente riconducibile ad un biberon! >> indico con ovvietà il piccolo flaconcino di vetro sulla mensola della cucina accanto il frigorifero, accanto, proprio come aveva detto Kim meno di cinque secondi fa, sospira sollevato e lo afferra, avvitando per bene il tappo e controllando la temperatura del latte lasciandone cadere qualche goccia sul polso, << è il latte di Kim. >> mi spiega, indaffarato a scaldarlo, << è pigro, non vuole faticare per berlo, quindi attaccarlo al seno è praticamente inutile. >> mi spiega, rifà quella cosa delle gocce sul polso, sorride soddisfatto e mi fa segno di aspettare, avviandosi verso il salotto di casa mia.
Torna quasi immediatamente, sorridendo ancora. << Non vedo l'ora di portarlo a casa. >>
Seth si poggia al cornicione della porta e sospira, sono passati tre giorni, Kim è appena stata dimessa dall'ospedale e Meg non sa ancora niente di Amelia, e tutto è fantastico... per Kim, Jared ed il piccolo e innocente Harry.
<< Jared, focalizza il tuo interesse sul branco per cinque minuti. >> borbotta Embry, poggiando il mento sul tavolo.
Lui annuisce, imbarazzato, << Scusate, okay, ci sono. >>
In quel preciso istante Megan entra in silenzio e indica a tutti la porta, io un muto gesto di cortesia, << vi prego. >> sussurra, fievole. Tutti fanno come dice, ci troviamo da soli, lei si avvicina e mi abbraccia, strizzando gli occhi, impreparato cerco di stringerla al meglio, sentendo brividi profondi attorcigliarmi lo stomaco.
<< Cosa? >> sussurro, preoccupato.
<< Non ascoltarlo. >> squittisce, << io... lo so che non ho alcun diritto di dirtelo, ma ti prego. Non andare, ti prego. >> la sua voce si fa più piccola e stringe in pugni il tessuto della mia maglietta.
Dalla finestra entra Edward, il suo volto è impassibile, << Victoria ha raggruppato per il volere Volturi  un esercito di vampiri neonati, arriveranno e vorranno la guerra, siete dei nostri? >>
<< No, ti prego Jay, ti prego. >> continua a chiedermi lei, << potresti farti male e... ti scongiuro. >>
Ripenso alla sorte che potrebbe avere e aggrotto le sopracciglia, in un'espressione dura. << Che importerebbe? A chi importerebbe? >> le chiedo tagliente, allontanandola appena. Lei si aggrappa ai miei fianchi per resistere alla mia presa.
<< E' una guerra scontata, vinceremo facilmente se siamo insieme, sono tanti certo, ma sono inesperti e giovani. >> continua Edward, spiegandomi la situazione, cercando lo sguardo di Meg, per provare a rassicurarla, << il destino di Bella e Megan dipende dall'esito di questa battaglia. >>
<< No, no, no... ti prego. >> sussurra sempre più fievole Meg, la stringo e poggio le mie labbra sulla sua tempia, << non ascoltarlo. >> continua.
<< Te l'ho detto, non diventerai mai una vampira, non finché ci sarò io. >> mi lancia un pugno fievole quanto la sua voce e scuote la testa, convulsivamente, << Megan, non preferiresti vedermi morto che assoggettato da un'altro imprinting? >> sussurro, forse un po' troppo macabro per una battuta.
<< Ti prego. >> sussurra, abbandonando il peso della sua testa contro le mie labbra.
Sussulto e cerco di rimanere lucido, stai giocando sporco. Cerco di non ascoltare le sue supplice e mi concentro su quello che potrebbe essere l'imminente futuro di Megan, provando subito ribrezzo. << Ci saremo. >>, informo Edward, scoccandole però un bacio sulla tempia.
<< NO! >> urla Meg, il suo tono e la sua espressione da supplichevoli si fanno infuriati, mi tira un'altro piccolo pugno, sta volta più forte, << Sei uno stupido! Uno stupido! >>, si gira verso Edward e gli indica la finestra, << Hai attenuto quello che volevi? Adesso vattene! >> gli urla, lui cerca di afferrarle le mani, lei si divincola e gli indica spasmodicamente la finestra, guardandolo con odio, Edward stringe gli occhi e le labbra, forse ferito, e con passo vampiresco esce in assoluto silenzio, lei sbarra la finestra sussultando per il rumore dello schianto e si lascia cadere contro il muro, stringendosi le gambe al petto, la luce poca che arriva dalle persiane abbassate fa brillare il cuoricino che le pende dal polso sinistro, << Sei un incosciente. >> sussurra affranta, guardandomi storto.
Mi avvicino a lei e m'inginocchio, << ti amo. >> lo dico come fosse la spiegazione più ovvia del mondo.
Trema quando sente quelle parole, scuote lievemente il capo e sospira, << Per ora. >> dice, socchiudendo gli occhi, colta dal dolore.
<< Non lo so, ti direi una bugia se ti dicessi di sì, altrettanto per un no. >> rispondo sinceramente, poggiandole una mano sul ginocchio, lei punta gli occhi sulle mie dita e stringe la mascella.
<< Rimani comunque uno stupido, rischieresti di morire, capisci la gravità della cosa? >> prova a incalzare, alzando per quanto le è reso possibile, la voce.
Le bacio la fronte e mi sollevo da terra, chiudendomi nelle spalle, << lo faccio per te. >> mormoro ovvio e pacato.
<< Non farlo, allora. >> continua con tono strozzato, di nuovo supplichevole.
Mi volto ad un passo dalla porta e rido una risata senza entusiasmo, << ora sei tu la stupida. >> e apro la porta, chiudendomela alle spalle.

 

 -------------------------Valentina’s Space-------------------------

 Scusate per il finale, sa un po' di "Beautiful" però non riesco a farlo uscire meglio... =___=

 Salve ^^" come va?
A me benissimo! *-*  PRRRRRROMOSSA!!
E poi sono... sono... ANDATA AL CONCERTO DI LIGABUE!! *W*
E' stata un'esperienza magnifica, è successo tutto così in fretta e senza preavviso. E poi lui: Fantastico. Un vero genio.  Inutile dire che le ghiandole lacrimali non hanno retto allungo >__< xD
Che ne dite della spartizione dei beni? XD A Bella il lupetto e a Megan il cuore… a me pare pure giusto! U_U
La nostra bellissima Amelia è qui! *-* Incantevole, no? xD Non lo so, voi che ne dite? Ho fatto bene a tirarla in ballo adesso?
Scusate per il ritardo, ma la linea, come quasi sempre, va e viene!
Villeggiatura finita, ergo sono tornata a Palermo, ergo ho lanciato la chiavetta internet dal balcone e ho abbracciato e baciato il modem fisso con le lacrime agli occhi ^^”
(Info: mancano [all’incirca] cinque capitoli alla grande battaglia ;D… ho già messo giù qualcosa, ^^” volevo avvisarvi)

 
Vi lascio allo spoiler ;D

 Spoiler
La porta di Meg si apre, mi preparo a vedere il suo viso, ma rimango deluso e maggiormente stupito quando al suo posto esce un bambina bionda, con le mani e la bocca sporche di cioccolata e Wendy intenta a leccarle le guance, tra le braccia.
La bambina si ferma e punta i suoi occhi verdi su di me, guardandomi. << Ciao, io sono Hope! >> dice, tranquilla, sorridendo, mostrandomi i dentini da latte bianchi e uno spazio centrale, vuoto.
<< Ciao. >> biascico, stranito, rispondendo alla piccola umana ricoperta di cioccolata.
<< Caspita! Sei tanto alto! >> esclama stupita, posando Wendy in terra e tornando ad osservarmi con il naso all'insù, << Mi sa che sei molto più alto di Seth, sì, mi sa proprio di sì. >>

Okay, questa situazione si fa sempre più strana. Sollevo un sopracciglio e inclino la testa. << Seth? >>
La bambina annuisce così velocemente che per un momento temo le si stacchi la testa dal collo. << Oh, sì, certo... non ho mai viso nessuno più alto di lui, a parte te. >> increspo le labbra e strizzo gli occhi, aspettando il momento migliore per scappare a gambe levate da quella sottospecie di scricciolo con un sorriso privo di due dentini.
O.O wow!! Chi sarà mai la piccola cicciottella cioccolattosa? SI ACCETTANO SCOMMESSE! Xd

 
Risposta alle reck:

dafne891: Ehhh… mi dispiace, neanche a me dispiaceva la coppia Megan-Edward, ma non lascio Jacob a Bella -.-“ eh-nno!
Povero Eddy T_T ma nooooooo: errare è umano… o vampiresco U_U non mettiamolo sotto processo, mi sembra che soffra abbastanza già di suo xD
*-* io ADDDDORO I BAMBINI! Credo si sia capito ^^” salutami tuo cugino-ino-ino-ino XD *-* Piccolo! Sarà dolce come una caramella! Io ho una sorellina di 4 anni e mezzo… non è proprio una dolce e tranquilla bambina comune, ma io la amo lo stesso!! *-*
Renesmee arriverà presto… più o meno.
Cmq mancano, come ho già detto, più o meno 5 capitoli alla battaglia, e già nel 7’ o nell’ 8’ dovrebbe esserci il matrimonio. Tempo al tempo ;D
Un bacio, alla prossima. Vale. :*
 

Ed4e: T____T mi dispiace di averti fatto piangere!!!
Già, Meg è innamorata, ma sarà cavarsela! ^^ Che ne dici dello spoiler? Secondo te Amelia l’ho tirata in ballo troppo in fretta? Hai postato la fic? Andrò andare un’occhiata al più presto!! ^^
Gli esami… tutto a posto, ho studiato sodo :D
E ora inizia la scuola T_____T vabbé, non pensiamoci… fammi sapere! Un bacio, ciao! :*
 

LaIKa_XD: Ciao! Grazie per i complimenti, non ti preoccupare per il ritardo, l’importante è essere qua!
Penso proprio che alla nascita di Renesmee le cose si complicheranno parecchio, in effetti, a dir la verità, Nessie è uno dei miei personaggi preferiti… ma Meg è Meg! ;D
Che ne dici dello spoiler? E questo capitolo? ;D Fammi sapere! Un bacio, ciaooo!! ;D <3

 liala90: Ciao tesoro :D
O.O distruggendo? Addirittura?! xD ahaha mi dispiace!! *-* nahhhhhh, non è verooo!! XD … Vampiri con vampiri?

Seè così, almeno per ora, o c’è un vampiro in meno… o un’umana in più O.O”
xD aahahahah
Vabbè, diciamo che tra Meg e Edward è stato tutto un riscatto! Non possono pomiciare senza motivo e poi magari anche tornarsi a fare gli affari loro, ‘sti due scemi di Jake e Bella U_U eh!!
Magaaaaari, avrei preferito che fosse all’ospedale anche Bella -.-“
Non dimenticare però che c’è sempre la scena del tuffo dallo scoglio in New moon. L’ho conservato apposta! *-*
Nella ff siamo arrivate al… Non lo so! T___T non me lo chiedere!! xD
Fammi sapere che pensi …su tutto!! :D
Un bacio, Vale :*

 CelesteBlackMaR: Perché faccio piangere tutti!!! X.X MO PIANGO IOOO!! xD
Io non disprezzo Edward, ma preferisco Jacob xD però si, anche a me capita di odiarlo, dipende dal periodo… penso che succeda un po’ a tutti.
Bhé? Che ne dici? Ti aspettavi l’entrata di Amelia? *-* e Ronnie? Quella ragazza è un genio! Quando aggiorni???? O.o E che ne pensi dello spoiler?? *_*
Alloraaaaaa?? Come sono andati gli esami? A me bene! Fammi sapere, eh! Un bacio! ^^” ciao Celi!

 saradm21: Ciao! Grazie!! ^^
Ecco, penso che i chiarimenti ci siano riguardo l’imprinting, ma tutto diventerà più chiaro tra pochi capitoli, non preoccuparti.
Meg invece, be’ è convinta di diventare una vampira perché ha paura, poi Alice non può neanche darle delle risposte, visto che la sua vita è sotto l’influenza dei licantropi.
^^” spero di essere stata utile, se non è chiaro dimmi tutto!! :D fammi sapere, un bacio, Vale :D

 mary74: *_* grazie!!!!! *_* ma io ti adoro!
Ti ringrazio per i complimenti, ti prego di continuare a recensire ^^” mi fa piacere sapere che ti piace, ma mi andrebbe anche sapere se c’è qualcosa che non va.
Mi dispiace per il ritardo >____< spero di fare meglio la prossima volta! Mi raccomando, fammi sapere!! Bacio Vale! :]

  MoonLight_95: Tranquilla, era un solo debito ed è stato facile ^^” xS grazie comunque per l’appoggio :D
Dimmi com’è questo capitolo! :) Che dici? Amelia è saltata fuori al momento giusto??? Forse ho esagerato?? xD
Edward anche qua fa la parte di superman!!! XD ma Megan non apprezza U_U XD
Un bacio, fammi sapere :) Vale.


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Capitolo 32
*** \\ 30. Hope di nome e di fatto! ***


Capitolo 30

  Hope di nome e di fatto!

Jacob

Cammino per il corridoio della casa, osservando con occhio stupito i tre quadri fatti interamente in puzzle che mio padre ha sistemato prima di ogni porta quella mattina.
Vicino la stanza di Rachel, la prima in ordine dopo la cucina, appare in tutto il suo splendore un tramonto arancione e giallino, le montagne aguzze nascondono a tratti il mare; vicino la porta di mio padre ce n'è un'altro, leggermente più piccolo, che raffigura un paesaggio campestre ricoperto da una sottile patina di nevischio, tutto alla luce rosata dell'alba, vado avanti e guardo quello che c'è invece sulla parete confinante alla stanza di Meg, la luce bluastra e violetta del crepuscolo lascia intravedere ancora qualche impavido raggio di luce di un sole ormai sparito, in alto, iniziano a vedersi le stelle e la luna, che proiettano in modo quasi inverosimile la loro luce su un campo di grano, accenno un sorriso al quadro, facilmente riconducibile al nostro campo di grano, e sperando stupidamente che lei abbia insistito per avere proprio questo accenno un sorriso scolorito. Con molta curiosità, avanzo verso camera mia. Rimango interdetto nel vedere il mio quadro e storpio le labbra in una smorfia enigmatica.
Un eclissi di sole. L'alba, il tramonto, il crepuscolo... e un eclissi di sole.
Sento il leggero cigolio delle rotelle di mio padre e mi volto verso di lui, lo sorprendo a pochi metri da me, con un sorrisino soddisfatto stampato in faccia. << Mi sembra molto appropriato a te, non trovi anche tu? >> sbatto gli occhi più volte e sollevo le spalle, stupito.
<< Perché dovrebbe raffigurarmi? >> gli chiedo, avvicinandomi maggiormente per osservarlo con più attenzione.
Lui fa una risata, trattenuta, poi scuote il capo, << Che gusto ci sarebbe a dirtelo così? Scoprilo da solo. Per diamine, sei grande abbastanza. >>
Faccio uno sbuffo sonoro e sollevo gli occhi verso il soffitto, con fare seccato. << Non potresti dirmelo e chiuderla qui? >> mormoro, guardandolo con la coda dell'occhio.
<< Assolutamente no, il mio duro lavoro scemato in pochi secondi... o ci arrivi da solo o crescerai cercando di scoprirlo. >> sbotto in una risatina.
<< Ora sembri nonno Quil. >> lo schernisco, lui mi da le spalle, indirizzato verso la cucina, poi, poco prima di sparire, punta un dito al quadro.
<< Pensaci, Jacob. >> e si dissolve. Rantolo insoddisfatto.
La porta di Meg si apre, mi preparo a vedere il suo viso, ma rimango deluso e maggiormente stupito quando, al suo posto esce un bambina bionda con le mani e la bocca sporche di cioccolata e Wendy, intenta a leccarle le guance, tra le braccia.
La bambina si ferma e punta i suoi occhi verdi su di me, guardandomi stranita. << Ciao, io sono Hope! >> dice, tranquilla, sorridendo, mostrandomi i dentini da latte bianchi e uno spazio centrale, vuoto.
<< Ciao. >> biascico, stranito, rispondendo alla piccola umana ricoperta di cioccolata.
<< Caspita! Sei tanto alto! >> esclama stupita, posando Wendy in terra e tornando ad osservarmi con i naso all'insù, << mi sa molto più di Seth, sì, mi sa proprio di sì. >>

Okay, questa situazione si fa sempre più strana. Sollevo un sopracciglio e inclino la testa. << Seth? >>
La bambina annuisce così velocemente che per un momento temo le si stacchi la testa dal collo, << Oh, sì, certo... non ho mai viso nessuno più alto di lui, a parte te >> increspo le labbra e strizzo gli occhi, aspettando il momento migliore per scappare a gambe levate da quella sottospecie di scricciolo con un sorriso privo di due dentini.
<< Senti, Hope... >> abbozzo, incerto, ancora una volta la bambina mi scruta con occhi languidi, da cerbiatto.
<< Sei il fidanzatino di Megan? >> mi chiede di botto, interrompendo il mio tentativo di capirci qualcosa in questa situazione.
<< COSA? >> esclamo a voce alta, poi mi tappo la bocca, lei scoppia a ridere e inizia a saltellare.
<< Beccato! >> urla, additandomi e saltellando, << Che bello! Che bello! ho capito chi sei, mia sorella mi ha detto che il fidanzatino di Megan si chiama Jacob. Sei tu Jacob! >> cantilena, girando in tondo.
Sconvolto annuisco e, prossimo al collasso, poggio la mano sulla parete, per sorreggermi in piedi.
Il suo sguardo si fa truce e si avvicina, tirandomi un calcio sullo stinco, << Sei cattivo! >>
Mi chino su di lei e, ormai arreso all'evidenza di essere impazzito, mi sento ferito dall'offesa di quel soldo di cacio. << Perché? >> domando, colpito.
Lei si avvicina al mio orecchio, sento che odora di cioccolato e il suo profumo da bimba è fuso a quello aspro e frizzante di Meg, sorrido e socchiudo un occhio, concentrandomi su ciò che mi dice.
<< Mia sorella mi ha detto di non dirlo neanche al mio angioletto custode, però se tu non lo racconti a nessuno io te lo posso dire... >> sussurra.
<< Okay, starò zitto. >> le mormoro, a bassa voce, lei si allontana leggermente e mi guarda interrogativa.
<< Croce sul cuore? >> annuisco e segno una croce immaginaria sul mio petto, sorride soddisfatta e si avvicina nuovamente al mio orecchio, << ... mi ha detto che l'altro giorno, quando Megan è andata a casa con gli occhi rossi, rossi, si è messa a piangere perché il suo fidanzatino, che poi sei tu,  la tratta male e ruba i suoi biscotti. >> torna a sussurrarmi all'orecchio poi si stacca e mi guarda, saccente, << ma se tu le vuoi tanto bene devi lasciarle i suoi biscotti, anzi, devi darle anche i tuoi! >> e annuisce, socchiudendo gli occhi e sospirando, le mani sui fianchi.

Ed ecco che rientrano in gioco i biscotti! Mi sento il cuore stretto in una morsa e, mansueto, chinando lo sguardo, come dopo un rimprovero funesto, le dico: << Hai proprio ragione. >>
<< Mia sorella mia ha detto che Megan ti vuole tantissimissimissimo bene. Tu non gliene vuoi? >> mi domanda imbronciata, annuisco con un sorrisino amaro in bocca, lei ricambia il sorriso e mi si lancia addosso, stringendomi al collo i braccini.
Sento una certa soddisfazione e le poggio una mano sulla schiena, ricambiando quell'abbraccio bislacco e sincero, che solo i bambini riescono a creare. << Le darai i tuoi biscotti? >> mi chiede allora, supplichevole, sciogliendo l'abbraccio.
<< Sì. >> sussurro, intenerito e dannatamente sincero.
<< Croce sul cuore? >> mi chiede ancora.
Faccio un altro segno immaginario sulla parte sinistra del mio petto e sorrido lievemente, << Croce sul cuore. >>
La porta della stanza si apre e una Meg assonnata e tremendamente bella si strofina l'occhio, guardando Hope, annoiata.
<< Tesoro, quante volte ti devo dire di non andare in giro per la casa senza di me? Rachel uccide entrambe se rompi qualcosa. >> lei sorride e mormora delle scuse così carine che fanno spuntare il sorriso sulle sue labbra,  rosee e debolmente screpolate dal sonno. Quelle labbra. strizzo gli occhi e deglutisco a vuoto. Non ora, Jake.
Solleva lo sguardo da Hope e lo punta su di me, la vedo mutarsi nell'espressione, si morde la guancia, << ... andiamo a finire il disegno? e... magari puliamo il muso prima che Ronnie si accorga che ti ho lasciato mangiare del cioccolato. >> le dice, e tende la mano verso di lei.
Arriccio le labbra: Sorella di Ronnie, perché non l'ho pensato prima?
Noto gli occhi, verdi, identici a quelli della sorella, e pensando a tutte le domande e i commenti che ha fatto dopo tutto è ancora più facile.
La bambina mette il muso e afferra la mia mano, per poco non mi affogo quando mi fa un occhiolino celato, << Solo se entra anche Jacob! >> si lagna dolcissima, subito dopo.
Sgrano gli occhi e li punto su di lei, che poggia il capo contro la cornice della porta e accenna un sorrisino. << D'accordo, Jacob sia. >> sussurra e apre la porta lasciandoci entrare.
Le pareti della stanza di Meg sono proprio come quelle che aveva sperimentato nella vecchia casa, sulla scrivania sono sparse tantissime foto e delle cornici vuote sul pavimento mi fanno capire che sta ancora mettendo a posto i dettagli, mi volto verso il comodino e sorrido, la nostra foto è ancora là.
<< Vieni qua! >> la incita con voce dolce, pulendole le guance e le mani con una salviettina umida, << non so perché continuo a dartelo, prima o poi farai indigestione di cioccolato e io mi sentirò in colpa. >> sorride e fa saltellare il suo dito sul naso di Hope. La bambina  fa gli occhi grandi dallo stupore, si avvicina al braccio di Meg e osserva il taglio. Socchiudo gli occhi e mi siedo sulla sedia, portandomi una mano a strofinarmi il viso, distrutto, come sempre, alla vista di quel marchio che segna la sua vita in maniera indelebile.
<< Wow... guarda, Jacob! come te lo sei fatta questo? >> la interroga Hope, lei abbassa gli occhi e si chiude nelle spalle, successivamente cercando in me un aiuto, alza il viso e mi perfora con un'occhiata supplicante.
<< E' stato un lupo cattivo. >> sussurro, Hope spalanca la bocca e torna a guardare Meg, incredula.
<< Davvero? >> esclama,  con occhi interessati e attenti.
Lei scuote la testa, sorridendo appena, << No, il lupo che me l'ha fatto è buono e bravo, non voleva farmi del male, non l'ha fatto apposta. >> sussurra, la guardo fisso e mi abbandono ad un respiro sconnesso, come se quelle parole fossero la formula magica per liberare la mia anima castigata alle peggiori torture dell'Inferno.
<< Ti piacciono così tanto i lupi? >> le chiede poi Hope, inclinando il capo per grattarsi la spalla, infastidita dalle unghia di Meg, che le tracciavano dei piccoli ghirigori sopra.
Lei ridacchia dell'espressione persa di Hope e annuisce, << Li amo. >> afferma dopo, in tono improvvisamente serio.
<< E tu invece li odi, vero Jacob? >> la piccola si volta nella mia direzione, senza guardare in faccia Meg m'inginocchio sul pavimento di fronte Hope e annuisco.
<< Sono grandi, cattivi, pelosi e... puzzano! >> la bambina scoppia a ridere, ma Megan rimane seria e incrocia le braccia per sviare il mio sguardo dalla cicatrice.
<< Perché non vi date un bacino? >> esclama, improvvisamente, battendo le mani e tornando a saltellare.
<< Hope!! >> la rimprovera Megan, diventando rossa, sorrido e poi guardo la bambina, divertito dalla sua reazione.
<< Non siete due fidanzatini? Ronnie dice di sì. E i fidanzatini si danno i bacini. >> Meg sbuffa e si batte una mano sulla fronte, si volta e mi sfiora le labbra con un bacio veloce, leggero, buono, dolce.
Nel momento in cui mi rendo conto che non era una mia fantasia quella di lei che mi baciava, la sua figura mi da già le spalle. << Va bene, adesso? >> enfatizza, rivolgendosi a Hope.
Senza sapere il perché la mia mano corre ad afferrare la sua, ferma dietro la schiena, la stringo e faccio intrecciare le nostre dita in una danza lenta e carezzevole, sussulta e dopo qualche istante ricambia la presa, strofinando il pollice sul dorso della mia, i suoi occhi si fanno lucidi.
<< Sì. >> risponde soddisfatta Hope, sempre sorridendo e squadrando Megan, ignara del nostro segreto contatto, << Fantastico! un cuoricino, come luccica!! >> urla poi, gettandosi su di lei, osservando con ammirazione il piccolo bracciale che le pende dal polso. Non appena il luccichio del ciondolo mi arriva alla vista la magia si rompe, le lascio la mano, scottato, e ritorno nel mio angolino, con un sospiro sconsolato. La sua mano si chiude in un pugno e piano si posiziona lungo il fianco, sorride fiocamente e muove il polso facendoglielo vedere meglio, la coda dell'occhio è fissa su di me.
<< E' il regalo di un amico... lo conosco da poco, ma lui riesce a capirmi, più che un amico vero e proprio... è una sorte di sostegno. Ci aiutiamo a vicenda, lo abbiamo sempre fatto, anche senza saperlo. >> il suo occhio continua a scrutarmi di nascosto, stringo le labbra e cerco di restare il più imparziale possibile, quando la sua mano, con mi grande sorpresa, torna dietro la schiena, aprendosi appena. Non riesco a compiere alcun movimento per farla di nuovo tra le mie, fin troppo “non-imparziale” alla sua dichiarazione.
Subito la sua mano si stringe nell'ennesimo pugno, sta volta con energia, i suoi denti si serrano appena e, mimando un piccolo ''no'' con le labbra, porta entrambe le mani alle tempie, massaggiandole in senso orario. Tre colpi secchi alla porta ci fanno voltare tutti. << Avanti. >> mormora, malferma, smettendo di torturarsi le tempie.
La porta si apre e Ronnie, un paio di pacchi in mano, fa un sorrisone alla sorellina e - dopo aver lasciato tre di quei pacchi a Meg - la incita a raccogliere le proprie cose per tornare a casa. << Allora? è stata cattiva? >> domanda.
<< E' stata ... Hope. >> le risponde lei, indicando con un cenno del capo i vari fogli scribacchiati sparsi per terra.
Lo sguardo di Ronnie si fissa su di me, si fa esitante. << Jake, non hai una bella cera. >> borbotta, leggermente preoccupata.
Provo un sorriso e mi passo una mano trai capelli, << Sto benissimo, forse è una tua impressione. >> abbozzo, adesso provando a ridacchiare vagamente. Schiappa? di più, di più!
Un piccolo colpetto al fianco mi fa chinare, afferro Hope dai fianchi e la sollevo, baciandole la guancia. << Vengo a trovarti qualche volta. >> le sussurro, ammiccante.
Lei annuisce e batte le mani. << Ti aspetto. >>  la lascio andare e dopo aver baciato anche Megan va via, canticchiando una canzoncina.
La porta si chiude con un debole scatto della maniglia, il silenzio che aleggia nella stanza blu-azzurra è il meno pesante e il più appropriato che io abbia mai sentito, i piccoli raggi di luce che trapassano dalle persiane della finestra colpiscono di colpo il cuoricino mentre lei si china a raccogliere uno dei tanti disegni sul pavimento. La stanza si accende di colori fiochi, eterei, armoniosi, perfetti... da Edward. Lei soffoca un gemito e racchiude il ciondolo nel pugno di una mano, guardandomi impreparata, forse per paura di una mia reazione.
Non mi stupisce che non immagini neanche cosa io voglia fare quando a passo svelto separo i pochi metri che ci separano: Dolcemente le faccio aprire la mano e carezzo con la punta dell'indice il cuore luccicante. << E' carino. >> sussurro, con voce smorzata.
<< Grazie. >> balbetta, rilassandosi leggermente, ma restando pronta a scattare.
<< forse un po' fuori dalla mia portata... >> ridacchio, osservandolo, << ... sono sicuro sarà costato un occhio della testa. >> mi guarda e inclina il capo, schiudendo le labbra.
<< Vuoi davvero parlare del ciondolo? >> mi chiede, ha già capito tutto.
Lascio perdere il bracciale e socchiudo gli occhi, << Amelia. E' arrivata appena una settimana fa', le ho chiesto di non rivelarti la sua presenza perché... non mi sembrava… la cosa più sensata, ecco. Ne ho parlato con lei però, intendo della nostra situazione. Avevo dei dubbi, fortunatamente ha saputo darmi altrettante risposte. >> torno a tacere, la sua espressione è lo shock fatto persona.
<< Amelia? quell'Amelia? >> annuisco e sospiro, pronto a vuotare il sacco.
<< Non avrò un altro imprinting. >> sussurro e la prendo per mano, << Il nostro imprinting non si è spezzato e neanche indebolito, semplicemente è sempre stato molto meno potente di quelli dei ragazzi del branco. La nostra non è devozione, mi capisci? Il nostro è un semplicissimo amore "poco normale" e Bella, Edward, le litigate... sono la prova che non stiamo insieme perché dobbiamo, ma soprattutto perché vogliamo. Questa situazione ci assicura dei sentimenti non influenzati, ma condiziona il mio essere licantropo al contempo. Sei ancora il mio imprinting Meg, il solo che avrò mai. >> mi chiudo nelle spalle e sospiro, liberandomi dal macigno pesante che rappresenta il mio nervosismo.
I suoi occhi mi osservano, ancora l'incredulità di poco prima a evidenziarli, << Come può saperlo lei? >> sussurra, arrochita.
<< Ha fatto tante ricerche per capire cosa fosse successo tra lei ed Annìka. Ha trovato un'altra tribù nell'entroterra, emigrati Quileute, consultando e confrontando le leggende di una tribù e dell'altra ne ha tratto un piano di lavoro chiaro e delineato. Io tenevo solo a dirti da solo e per primo che ora non c'è base nella tua paura. Puoi anche non credere alle parole che ti ho detto, capirei. Quindi se adesso senti il bisogno di parlare con lei, ti ci accompagno. >> parlo così velocemente da non accorgermi del suo sorrisino timido, una volta finita la mia arringa però, ne vengo abbaiato e mi fermo, le labbra formicolano.
<< In effetti saresti capace di partorire un'idea del genere solo per avere quello che vuoi. >> mi deride, scuotendo appena il capo.
<< Attenta, se mi prendi in giro capirò che credi a ciò che ho detto. >> il mio viso si avvicina al suo involontariamente, gli occhi si socchiudono, il respiro si appesantisce.
Cerca di scansarmi, io la fermo e scuoto la testa, << ti prego, non andartene. So che credi a quel che ti ho detto. >> le dico, << Resta. >> fiato e accenno un sorriso fioco.
Una volta ancora le nostre labbra si sfiorano e si staccano in un battito di ciglia, ma i brividi di quel secondo scarso equivalgono a molto di più.
Ora non c’è più alcun motivo valido al mondo per cui potrei soltanto pensare a staccarmi da lei, respiro il suo profumo, percepisco i suoi movimenti farsi più sciolti, le sue mani cercare disperate i capelli che non ho più, le sue labbra divorare le mie con dolcezza, la passione pudica che solo lei sa come avere. Quella che mi stupisce. Non è mai volgare, sa sempre rendere quello che fa virtuoso e speciale, in quegli istanti sento che è lei che fa pompare il mio sangue nelle vene, e lei che m’insegna a respirare, che mi mostra come fare… e sento di essere necessario per lei, quanto lei lo è per me. E lo adoro. Ride, contro le mie labbra, una risata di gusto, soddisfatta, socchiudo gli occhi e continuando ad assaggiarla mi abbandono anch’io ad una risata immotivata e liberatoria. << Ammettilo. Ti sono mancato. >> mi spinge e mi ritrovo seduto sul letto, si siede su di me e si apre un sorriso.
<< Come può non mancarmi il sole? >> il mondo riprende colore con quelle poche parole e mi apro in un minuscolo sorriso beato, faccio scoccare la lingua, chiudo gli occhi e le mie labbra tornano ad impossessarsi delle sue. Tutto il resto viene spontaneamente, ed è facile abbandonarsi a tutto questo. Facile come respirare.

 
Penso proprio di essermi del tutto bevuto il cervello.
La osservo mentre volta con pigrizia il viso nel lato opposto a quello mio e sorrido come uno stupido. Non ho ancora capito cosa ci sia di divertente nel vederla sonnecchiare mezza nuda dentro un letto, eppure mi diverte da matti.
Affino lo sguardo e alzo leggermente il viso dal cuscino, rimanendo a pancia sotto, mi stiracchio cercando di non sbadigliare in modo troppo rumoroso e mi sporgo verso di lei, notando con un certo fastidio che preferisce stringere un cuscino invece che me.
Lancio un'occhiataccia al ciondolo sfavillante che porta al polso e impreco, sempre a bassissima voce per non rischiare di svegliarla. Quell'odioso cuoricino continua a darmi più fastidio ogni minuto che passa e mi ricorda con un certo squallore la copia più piccola e di diverso colore del ciondolo di "Titanic".  Non starò tranquillo sapendola vicino al mare con quel coso addosso: Potrebbe riemergere una piovra gigantesca dalle profondità più oscure dell'oceano e portarsela via o magari un qualche principe tritone biondo e avvenente potrebbe volerla come regina, dopo tutto non mi sorprenderebbe più di tanto, ora come ora, sapere che esiste la città di Atlantide... insomma, sarò pure scemo, ma per me quel coso baluginante porta iella.

Forse dovrei procurarle una sottospecie di anti-iella. Qualcosa che annulli l'effetto del piccolo cuore dell'oceano.
Vengo distolto dai miei arguti pensieri sentendola di nuovo muoversi, stringe di più il cuscino e si porta le gambe vicino al petto, farfugliando un lamento incomprensibile. Ed ecco che sorrido ancora, da perfetto idiota.
Magnifico - dice in tono pacato e rassegnato il mio cervello - adesso sì che puoi tornare all'asilo, Jake... o preferisci un centro per l'igiene mentale?
Mi avvicino al suo viso e le bacio delicatamente la fronte, sospirando beato, lei cerca di aprire gli occhi, ma non ci riesce. << Jay, ho sonno... altri cinque minuti. >> si lagna. Poggio le labbra sulla sua bocca e le lascio un bacio veloce. << Jacob... >> borbotta, con voce impastata, dandomi nuovamente le spalle per tornare a stringere il cuscino.
<< Comincio ad essere geloso di quell'ammasso di piume e stoffa, sai? >> ringhio a bassa voce.
Ridacchia e si volta, poggiando la testa sulla mia schiena. << Meglio? >>
<< No, sarebbe meglio se la smettessi di fare la dormigliona, visto che tra cinque minuti dovrò andare via per il mio turno di guardia. >> le dico, tranquillo, accarezzandole i capelli.
Esplode in un lamento acuto e stringe la presa. << Non puoi andartene adesso! >> piagnucola.
Rido e scuoto la testa. << Ricordi cos'è successo l'ultima volta? Non ho alcuna voglia di fare il doppio turno, quindi se non ti dispiace... >> cerco di scollarmi dalla sua presa, ma lei la stringe maggiormente.
<< Chiama Seth! Te lo deve, no? chiedigli di sostituirti... >> afferro il suo mento e lo sollevo in modo da arrivare alle sue labbra.
<< Quanto mi sei mancata? >> chiedo retorico, con un sorrisino.
Lei ricambia, poi torna a stringermi, << Tanto! Ergo, rimani. >> , il suo sguardo si fa più serio, << Devi portarmi da Amelia. So di averti dimostrato che ti credo, ma ho bisogno di palare con lei. >>
Annuisco e sospiro. << Hai ragione, è un tuo diritto. >>
<< Per l'appunto. >> marca, si solleva e mi accarezza i capelli, << Così hai anche una buona scusa da esibire. >> continua, perfida.
Sorrido malizioso e abbandono la mia posizione pancia sotto per sedermi e lanciarle una leggera cuscinata. << sei proprio senza scrupoli! >> la insulto.
Incassa la cuscinata con una smorfia e spalanca la bocca. << Come osi?! ora la tua vita è appesa ad un filo, trema stupido San Bernardo! >> urla, ridendo.
E così, dopo settimane, l'amore trionfa un'altra volta. M'incupisco mentre ascolto le sue risate, in reazione al solletico che le provocano le mie dita, e mi chiedo se davvero riusciremo a non dividerci mai più, solo l'idea mi fa paura.

Non riesco ad immaginare un'esistenza che non sia coordinata alla sua. Sarebbe possibile vivere una vita da rette parallele?  Camminare affianco senza mai sfiorarsi?
La verità la conosco, e solo che mi fa male pensarci. Non voglio pensarci. Non posso. Non adesso.

 

------------------------------Valentina’s space!!--------------------------

Salve fanciulle, perdonatemi, ma la scuola mi tira già via un sacco di tempo <__< devo ancora andare a studiare chimica – materia che tra l’altro non mi sta molto a genio – quindi vorrei evitare di dilungarmi in discorsi con le recensioni, spero capirete, ho cercato di tirare un po’ sperando di poter rispondere, perché, credetemi, è la parte che preferisco.
Le recensioni salgono :) vi ringrazio, per questo!
Giuro che proverò a postare più spesso anche se significherebbe omettere le recensioni qualche volta.
Capisco che le recensioni fanno piacere, ma che la storia è la cosa più importante, ed essendo anche io una lettrice non sopporto l’assenza.

Ergo, ho ritenuto più importante postare. :)
Spero che capirete, anzi, lo so xD
Un bacio a tutte da Vale. <3 Vi adoro.

 P.s. per i motivi seguenti anche se a volte ritardo a postare non ho la minima intenzione di interrompere la storia O.O” state tranquille! ^^”

 Spoiler:
<< Nessuno lo sa, tranne i membri più anziani… >> socchiudo gli occhi e sussurro un grazie indirizzato al nulla. Sarebbe stato davvero troppo scoprire che anche lui mi teneva volutamente all’oscuro di tutto.
Il campanello suona, mi alzo dalla sedia e arrivo alla porta correndo, la spalanco e mi lancio tra le sue braccia, che mi stringono immediatamente. << Meg, stai tremando. >>
<< Portami a casa, ti prego. >>
Un ringhio gli perfora il petto, scuoto la testa e sospiro. << Non mi hanno fatto niente di male, Edward non c’entra, voglio solo andare a casa. >>

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Capitolo 33
*** || 31. La discendenza di Annìka ***


  Capitolo 31   

 

La discendenza di Annìka

Megan

In macchina verso casa Cullen. Stupendo. Non metto piede là dalla mia ultima discussione con Edward, quella che riguardava la partecipazione o meno del branco alla battaglia.
Assottiglio lo sguardo, colta dal dolore, e guardo di sottecchi Jacob, impegnato a guidare con la mano sinistra e a cercare qualcosa da ascoltare all'autoradio con la destra.
Jay è sempre stato l'incarnazione di ogni mio sogno d'amore e, lo ammetto, anche di ogni mia fantasia erotica; ottuso nella sua intelligenza e furbizia, dolcissimo nel suo caratteraccio, egoista nella sua generosità, arrendevole nella sua cocciutaggine... perfetto nella sua imperfezione, per farla breve; e adesso che tutto è andato a posto mi chiedo il perché, imprinting a parte, del mio abbaglio grande come una casa. Con questo non voglio dire che non mi piaccia Edward, - lui è desiderato da ogni ragazza che si possa chiamare tale, è il principe azzurro del ventunesimo secolo, l'ultimo dei romantici... divinamente perfetto nella sua divina perfezione - ma, molto semplicemente, lui non è Jacob. Una delle verità più schiaccianti che abbia mai sentito, l'obiettività di queste parole è soffocante.
Avevo invertito i poli, come un bambino appena nato, che confonde il giorno con la notte: Ricevendo freddezza dal mio sole personale, cercavo calore in una statua di ghiaccio, sentendo parole chiare e concise ferirmi come un coltello affilato, trovavo conforto in giri di parole, ampollosi e complessi.
Tuttavia continuo a non pentirmi di quello sbandamento, è inutile negarlo, provo una certa attrazione per lui ed è evidente, pensare di rincontrarlo però, non mi crea nessun tipo di nervosismo, tantomeno un frenetico batticuore scassa-torace, anzi, oserei dire che sento un certo conforto nel nostro ipotetico incontro. Gli voglio bene, un bene intenso. Scuoto il braccio facendo luccicare il cuoricino e sorrido, mordendomi il labbro. C'è sempre stato quando avevo bisogno di qualcuno. E questo non può essere cancellato da una stupidissima sbandata, siamo entrambi dello stesso parere: Teniamo troppo l'uno all'altro per troncare tutto così.
Spinta da un moto d'inquietudine mi sporgo verso la mano di Jacob, stringendola nella mia, lui fa guizzare il suo sguardo su di me per un millesimo di secondo, accenna un sorriso e torna a tenere attenzione alla strada, stringe le dita intorno le mie e canticchia la canzone che danno alla radio.
<< Nervosa? >> mi chiede, oramai in prossimità di casa Cullen. Incapace di dare un nome al frullato di emozioni che il mio cervello ha adeguatamente mixato per quest'occasione, mi limito a fare una smorfia. Indecifrabile.
Risponde al mio stato di annebbiamento celebrare battendo nervosamente una mano sul volente. << Merda, siamo quasi arrivati, dimmi che non mi tocca tornare indietro per recuperare la tua lingua... l'hai lasciata sul comodino? >> gli faccio una linguaccia sgraziata guardandolo truce, lui sorride e mi poggia la destra sulla guancia, << Oh, meno male. Allora che ne dici di usarla? Finirà per andare a male, non trovi sia un peccato? >> la sua vena ironica mi ha sempre dato leggermente sui nervi, ma mai quanto adesso.
<< Dovresti indossare un naso a palla rosso, daresti meno nell'occhio come clown con tutte le battutine che fai. >> borbotto, si apre in un grandissimo sorriso mozzafiato e si dondola a destra e sinistra, con fare strafottente.
<< Ho vinto lo snervante mutismo della mia ragazza, altro che clown, direi che sono uno strizzacervelli con i fiocchi! >> mi apro anche io in un sorrisino alla parola "ragazza", preceduto dall'aggettivo possessivo "mio", e scuoto la testa sollevando gli occhi al cielo.
La macchina si ferma sul vialetto ben curato, la casa bianca e ariosa si estende davanti a me con tutto il suo lussuoso splendore. Prendo un respiro profondo e apro lo sportello, ma prima che possa fare un passo la mano bollente di Jacob mi blocca, afferrandomi il braccio. << Sei sicura di non volere che venga con te? >> ne abbiamo già parlato tutta la mattina, scuoto la testa e rientro in macchina, inginocchiandomi sul sedile, mi sporgo verso di lui e faccio sfiorare le nostre labbra.
<< No, è il mio momento di affrontare la questione da sola. Tu l’hai già fatto. >> annuisce e lancia uno sguardo veloce alla cicatrice.
<< Fai attenzione. >> sussurra.
Scoppio in una risata bassa e divertita. << A cosa? Inciampare sullo zerbino di casa mentre tento di suonare il campanello? Jake, sii ragionevole. >> prende un respiro profondo e mi indica la casa con un cenno del capo.
<< Vai, prima che cambi idea. Ci vediamo sta sera… >> borbotta, sconfitto.
Mi apro in un sorrisino e scendo con un salto dal pick-up blu di zio Billy.<< Sì, a sta sera. >> gli rispondo, mi volto in direzione della casa e mi mordo la lingua.

Meg – cerco di incitarmi – coraggio, non si è mai detto che le rose vicino il porticato possano mangiarti, Esme ha perfino tolto tutte le spine per paura che quella tonta di Bella ci cadesse sopra.
Annuisco, decisa, poi sobbalzo impaurita nel sentire il motore dell’auto riavviarsi. Mi volto di scatto e lancio un’occhiataccia a Jacob, che cerca di respirare, disteso sul voltante, scosso da risate potenti.

Bastardo – penso, irritata, metto un piede davanti all’altro ed arrivo fin davanti la porta, suono e provo un sorriso. Appena il viso di Edward compare dietro la porta, diventa stranamente più facile sorridere, lui ricambia e inclina la testa. << Pensavo ce l’avessi con me. >> borbotta.
Ridacchio e lo scanso, entrando in casa. << Infatti. Sono venuta per parlare con Amelia. >>
Annuisce e mi indica la cucina, << Vai, ti sta aspettando. >> poco prima di andare dove mi ha indicato mi avvicino a lui e gli scocco un piccolo bacio sulla guancia.
<< Ti odio per quello che hai fatto… e ti voglio bene. >> mi stringe in un piccolo freddo abbraccio e sfiora con un dito la cicatrice.
<< Anch’io te ne voglio. >> sussurra, sciolgo l’abbraccio e mi incammino verso la cucina.
Non appena noto la figura snella e aggraziata di una ragazza con dei lunghi capelli neri, china sugli scacchi, il mio cuore batte freneticamente, Jasper, suo avversario, interrotto dalla mia aura nervosa, solleva il viso dalla scacchiera e accenna un sorriso.
<< Bentornata. >> dice, in tono divertito. Il mio rapporto con lui è leggermente migliorato e la sua presenza in un certo qual modo riesce a rilassarmi, sarà anche perché sta sicuramente manipolando le mie emozioni. Per una volta invece di  provare fastidio e paura lo ringrazio per la tranquillità che mi procura.
Anche il viso della ragazza dai lunghi capelli color pece s’indirizza verso di me, i tratti simili a quelli dei fratelli mi fanno sentire meglio e il sorriso dolce, che per un certo verso mi ricorda quello di Esme, fa sparire ogni mio dubbio. I suoi occhi sono color oro: Segno che non uccide uomini per nutrirsi.
<< Hey! Mi sei mancata!! >> sento il braccio forte e potente di Emmett sollevarmi di qualche centimetro da terra, << Sai, ormai nessuno vuole giocare a baseball senza di te, abbiamo provato con Bella, ma… >> Derek fa un balzo dalla finestra e ride.
<< Dillo Emm, come arbitro fa proprio schifo! >> anche Amelia ride, riservando un’occhiata di rimprovero al fratello, che le si siede affianco, poggiando il mento sul tavolo. Gli occhi di Derek, ormai di un color oro intenso, sono fissi su di me. << Maggie? Un licantropo ti ha mangiato la lingua? >> sollevo gli occhi al cielo. Rieccoci con le battutine sulla mia lingua, manco si fossero messi d’accordo.
<< No. E solo che… dovrei… >> Jasper si alza con eleganza dallo sgabello su cui era seduto e afferra la scacchiera, facendo restare in equilibrio perfetto ogni pezzo, con l’altra mano prende Derek per i capelli.
<< Andiamo, Goblin, t’insegno a giocare a scacchi! >> da un calcio sullo stinco ad Emm e gli fa segno di seguirlo, lui si china su di me, mi da un buffetto e con un sospiro profondo lo segue, facendomi prima promettere che avremmo giocato a baseball.
<< Vieni, siediti. >> dice la voce cristallina di Amelia, riferendosi a me per la prima volta, << Dovrei scusarmi per il loro comportamento e dirti che di solito non fanno così, ma mentirei, e tu lo sai meglio di me. >> poi ride piano, sorrido appena e prendo posto davanti a lei, << Sei venuta perché non credi a quello che ti ha detto Jacob? >>
Scuoto la testa, << Credo a Jacob, volevo soltanto… poter parlare con te, capire meglio come funziona. >> annuisce e scosta lo sguardo sulle finestre, sempre un lieve sorrisino sulle labbra.
<< Avrei fatto anch’io così. >> mi dice, per rassicurarmi, << Se pensi di uscire da questa casa dopo aver capito come funziona però, ti conviene perderci le speranze… perché l’imprinting non ha regole, capisci? È come un requisito genetico. C’è chi ha gli occhi verdi, chi azzurri, chi ha un imprinting forte, chi invece ne ha uno di scarsa potenza… e nessuno può essere controllato. >>
La guardo senza capire e schiudo la bocca. << Allora, se non ha regole, come dici tu… come fai a sapere che Jake non avrà un altro imprinting? >> le chiedo.
Sorride e torna a fissare i miei occhi con i suoi, grandi, quasi più di quelli di Alice. << Jacob mi ha raccontato il modo in cui avete giostrato l’imprinting per tutto quel tempo. Lui flirtava con Bella, tu facevi la gatta morta con Embry… >>
<< Non facevo la gatta morta con Embry. >> mi giustifico, corrugando le sopracciglia, offesa.
Lei ride, << D’accordo… comunque sia, gatta morta o non, anche se desideravate intensamente stare insieme, ognuno riusciva a condurre la propria vita. L’imprinting c’era. Dopo che vi siete dichiarati giustificavate l’amore potente che vi univa con l’illusione di un attaccamento morboso dovuto all’imprinting… tanto che vi siete persino chiesti se senza di esso sareste stati insieme ugualmente, mi sbaglio? >> incapace di parlare scuoto la testa, nella mia faccia, riflessa nel vetro del forno dietro le spalle di Amelia, echeggia la richiesta ossessiva e supplicante di continuare, lei sembra accorgersene e riprende subito a parlare, << I problemi tra Bella e Jacob erano imminenti, le vostre litigate sempre più contigue e mio fratello era al tuo fianco, per affetto. La vostra reazione è stata la meno strana, nessun morto e nessun ferito… solo un reciproco tentennamento. E, per quanto può sembrarti strano, l’imprinting continuava ad esserci, sempre con la stessa potenza… non corri il pericolo di perdere Jacob. Vi appartenete. Perciò sta tranquilla. >> socchiudo gli occhi e senza pensarci due volte mi allungo sul tavolo di granito, afferrando le sue mani, lei non sembra turbata da quel contatto e mi asseconda.
<< Perché allora Annìka ha avuto il doppio imprinting? Come ha fatto il vostro a spezzarsi? >> le chiedo, con voce supplicante. Fin quando non avrò la certezza assoluta che non succederà niente non mi arrenderò.
Il suo viso si fa intriso di dolore, mi guarda e stringe leggermente la presa sulle mie mani, << Il nostro imprinting era forte, il più forte di cui si sia mai parlato, ma io ero una vampira già allora, quindi non potevo concepire dei piccoli, il che mi rendeva ancora più pericolosa e inutile agli occhi del branco. Dopo quasi cinque anni Annìka cercò di convincermi a scappare, Edward mi chiese di rimanere, aveva bisogno di me. Decisi di rimanere. Inconsapevole della mia decisione, il lupo alpha, Ephraim Black, pur essendo l'amico più fidato di Annìka, si decise a informare la tribù del suo desiderio di andarsene, per impedirglielo. Purtroppo però gli  anziani della tribù , allarmati dalla situazione e consapevoli della potenza del nostro imprinting, andarono contro la semplice richiesta di Ephraim di richiamarlo all’ordine e invocarono Kaheleha, il primo spirito guerriero, l’unico capace a poter sciogliere un imprinting. Quando successe nella tribù nacque una piccola, prescelta da Kaheleha per essere la sua anima gemella. So che non fu corretto, ma ero ferita nel profondo e cercai di uccidere la bambina. Fui attaccata da Annìka, che la difese, e solo in quel momento, vedendolo con la mascella serrata, minacciosa, ma con le lacrime agli occhi, capii che una parte di lui voleva ancora stare insieme a me. Così per dargli una vita più semplice, feci un patto con Derek e diedi a tutti l’illusione di essere morta. Sai, è stata una fortuna non aver ucciso quella bambina. Molto probabilmente non saresti venuta al mondo. >> la mia presa sulle sue mani si estingue quando pronuncia le ultime parole. << Sembra strano dirtelo, anche perché è passato un bel po’ di tempo, ma hai i suoi stessi occhi. >> mi dice.
<< Non avevo idea del fatto che Annìka fosse il mio bisnonno. >> mormoro.
<< La famiglia di tuo padre non voleva che lui diventasse un licantropo, suo malgrado la presenza dei Cullen l’avrebbe costretto ad esserlo, quindi sua madre lo portò a New York a dodici anni, perché come tu sai la maturità per un licantropo si raggiunge ai tredici. Là incontrò tua madre e una volta passati i trent’anni, periodo in cui il corpo è troppo vecchio per sopportare una trasformazione, portò te e tua madre a La Push, felice di ritornare a casa e sicuro che tu non ti saresti trasformata, in quanto femmina. >>
La guardo sbalordita, << Ma Leah? Lei… lei è femmina e… >> balbetto.
Si chiude nelle spalle, scuotendo la testa, << Probabilmente non hai ereditato il gene del licantropo. Te l’ho detto, questo cose non si controllano. >>
<< Per questo lo zio Billy voleva tenermi fuori da tutto? >> chiedo, più a me stessa che a lei.
<< Aveva paura che potessi trasformarti, dopo che i Volturi hanno scoperto l’esistenza del gene di Annìka hanno ucciso tuo padre, per evitare che la situazione dell’imprinting con un vampiro si ripetesse. Tua madre, lei era solo un’innocente spettatrice… mi dispiace. >> Le lacrime affiorano ai miei occhi.
<< No, no, ti sbagli! i miei sono morti in un incidente d’auto, loro stavano andando al cinema per il loro anniversario, pioveva e … e … >> mi fermo, dopo aver parlato con voce rotta, e sento una presa fredda stringermi per impedirmi di cadere dallo sgabello.
<< Non era necessario che le raccontassi la verità, Billy Black l’aveva fatto per proteggerla. >> la attacca Edward.
<< E’ in pericolo di vita, probabilmente diventerà una vampira, secondo te il tentativo di quello stupido vecchio riuscirà ancora a proteggerla? >> scuoto leggermente il braccio di Edward per chiamarlo e gli chiedo mentalmente di chiamare Jacob, lui annuisce, e dopo essersi accertato che  il mio equilibrio fosse stabile, sparisce.
<< Scusa, mi dispiace. >> mi sussurra lei, prendendo di nuovo la mia mano, << volevo che tu lo sapessi. >>
<< Hai fatto la cosa più giusta. >> le dico, con voce tremante, cercando di trattenere le lacrima, di essere forte, << … ma non è facile per me apprenderlo senza una reazione del genere. Ho bisogno di tornare a casa. >>la mia voce si colora di lacrime. Strizzo gli occhi e faccio un sospiro profondo, imponendomi di non piangere.
Annuisce comprensiva e resta in silenzio, continuando a stringermi la mano. << Jacob lo sapeva? Sapeva la verità? >> fiato.
<< Nessuno lo sa, tranne i membri più anziani… >> socchiudo gli occhi e sussurro un grazie indirizzato al nulla. Sarebbe stato davvero troppo scoprire che anche lui mi teneva volutamente all’oscuro di tutto.
Il campanello suona, mi alzo dalla sedia e arrivo alla porta correndo, la spalanco e mi lancio tra le sue braccia, che mi stringono immediatamente. << Meg, stai tremando… >> constata, sbalordito.
<< Portami a casa, ti prego. >> soffio.
Un ringhio gli perfora il petto, scuoto la testa e provo di nuovo a frenare le lacrime. << Non mi hanno fatto niente di male, Edward non c’entra, voglio solo andare a casa. >>
Una volta arrivati, riesco appena a camminare fino in camera mia e gettarmi sul letto, dove finalmente le lacrime prendono il sopravvento, lui si siede al mio fianco e sospira, cercando in tutti i modi di consolarmi, senza proferire parola.
<< Li hanno uccisi. i Volturi, sono stati loro. zio Billy e zio Harry lo sapevano, anche la zia Sue e nonno Quil… mi hanno mentito anche dopo avermi raccontato della storia di Amelia e Annìka. >> sussurro in tono ridotto, alzandomi leggermente dal letto, mentre poggio la testa sulle sue gambe. Non sono mai stata così sbalordita, triste e arrabbiata al contempo, non lo auguro a nessuno, non riesco neanche a piangere. E’ un dolore sordo, insopportabile, talmente doloroso da sembrare indolore. Precisamente come quando poggi l’indice su un cubetto di ghiaccio e quello è così freddo da dare l’impressione che la pelle del dito bruci.
Jake non apre bocca per un tempo indefinito, continua ad accarezzarmi e sta rigorosamente in silenzio. Non so per quante ore continuo a fissare il vuoto e quanto sia costato a Jake stare in silenzio, ma quando riapro gli occhi mi rendo conto di essermi addormentata e le voci che arrivano dalla cucina non promettono niente di buono.
Mi avvicino alla porta socchiusa e tendo l’orecchio, affinando lo sguardo, già pronta a scoppiare in lacrime capendo di essere il motivo del litigio.
<< …Non avevi alcun diritto di tenerle nascosto tutto questo, papà! >> urla la voce di Jacob, un rumore cristallino mi da l’impressione delle posate che cozzano sui piatti. Altro indizio è l'odore di cibo: Stanno cenando.
<< L’abbiamo fatto soltanto per non darle una vita piena di preoccupazioni, se i Volturi vengono a sapere che oltre alla sua innata dote di persuasione potrebbe essere capace di generare dei licantropi con il gene di Annìka le cose degenererebbero. >>
<< Non è diventata un licantropo, ciò vuol dire che non ha il gene. >> dibatte, pungente.
<< Ma potrebbe esserne portatrice … di solito può succedere, una generazione salta e la generazione dopo si ripresenta. E’ più che normale. >> cerca di spiegargli.
<< Volete capire che non c’è niente di normale in tutto questo? Vi siete bevuti il cervello? Come può uno vecchio bacucco morto mille anni fa ritornare e spezzare un imprinting?! >>L’istinto di uscire dalla porta è grande, ma l’urlo di nonno Quil mi paralizza.
<< Jacob, porta rispetto per i tuoi antenati! >> lo rimprovera, con la sua voce rauca, scheggiata dall’età.
Il silenzio cala, mi preoccupo, ma prima che ancora una volta possa mettere piede fuori dalla stanza qualcuno parla.
<< Non volevo che Meg fosse condizionata da questa storia, avrebbe vissuto una vita nel terrore di uscire da casa. >> dice con voce fievole lo zio.
<< Invece eri tranquillo quando usciva e stava via per ore? >>  gli chiede tagliente Jake.
<< No, mai. Infatti inconsapevolmente ognuno di voi ha badato a Meg nel migliore dei modi. Erano poche le volte in cui usciva sola, e se lo faceva restava al novantanove virgola nove per cento dei casi nella riserva, dove il perimetro era sempre sorvegliato da quattro o più licantropi. >>
Trasalgo e mi tappo la bocca per non fare rumore. Ero sorvegliata, giorno e notte. Da sempre. E persino le mie guardie erano all’oscuro di tutto. << I Volturi sanno dell’esistenza di un’altra Allen? >> domanda, con voce più pacata.
Un silenzio che mi soffoca, aspetto di sapere, tendo di più l’orecchio, strizzo gli occhi.
<< No. Per loro la discendenza di Annìka è finita con Christian. >> tiro un sospiro di sollievo e tiro su con il naso.
Uno strepitio mi fa sobbalzare: Una sedia che si sposta. Poi dei passi sempre più vicini, torno a letto e chiudo gli occhi, fingendo di dormire.
La porta si apre e in meno di un minuto Jacob è seduto nella sedia che ha messo di fronte il mio letto, si massaggia la fonte con le mani. << Non ti faranno del male, Meg. Te lo giuro. >> mi accarezza lievemente il viso e sospira, gli trema la mano.
Decido che è ora di aprire gli occhi e lo vedo chinarsi su di me. << Scusa, non volevo svegliarti. >> mi sussurra, poggiando le labbra sulla mia guancia, << Come ti senti? >>
<< Come chi ha appena scoperto che tre vampiri assetati di potere hanno ucciso i suoi genitori. >> sospira e socchiude gli occhi, poggiando il viso sulla mia pancia.
<< Non sanno chi sei, non verranno a cercarti. >> prova a tranquillizzarmi.
<< Non per questo motivo forse, ma la mia dote… >> considero.
<< Se Marcus tiene così tanto ad averti sarà disposto a far uccidere tutto il suo corpo di guarda. >> sussurra, i suoi occhi si accendono con una scintilla, << … e sia. Non ho alcuna intenzione di lasciarti andare via, dovessi anche morire. >>
<< Non lo farai, te lo impedirò. >> sussurro.
<< Sai che non ci riusciresti, è inutile. >> borbotta in tono duro. Il suo telefono squilla, alza il viso dal mio stomaco e risponde.
<< Che vuoi? >> ringhia, ascolta con attenzione, << alle tre del mattino? >> annuisce appena, << ci saremo. >> poi riattacca.
Mi metto a sedere e lo guardo alzarsi e stiracchiarsi. << Dove vai alle tre? E con chi? >> fa una smorfia e mi risponde svogliatamente.
<< Nella foresta di Hoh, con il branco e i Cullen. Vogliono che ci alleniamo, i neonati sono più forti dei vampiri adulti, sai, per via di tutto il sangue che hanno nelle vene, ma noi siamo di più e con molta esperienza. >> sento la rabbia montare. Li stanno praticamente spingendo al macello, come vitellini!
<< Vengo con voi. >> dico, neutra.
<< No! >> sentenzia con un tono grave, scuotendo la testa.
<< Scommetto che Bella ci sarà, tra l’altro sono dentro questa storia anche più di te… non posso non esserci. Devo venire. Voglio. Ti prego. Preferiresti lasciarmi da sola in casa con nonno Quil e zio Billy? >> sento una certa soddisfazione quando vedo che l’ultima frecciatina l’ha colpito in pieno, infatti ora storpia la bocca in una smorfia indolenzita.
<< D’accordo, vieni anche tu… ma starai vicino quanto basta ad almeno uno dei componenti del branco e non andrai gironzolando per il bosco, sennò torni di filato a casa. >> mi dice, con un modo di fare che ricorda tanto Charlie.
Annuisco e mi siedo sul letto mettendomi le scarpe da ginnastica, mi sfilo la maglietta e indosso una felpa blu, poi lo guardo e lui sorride appena, si avvicina e mi tira su il cappuccio, cinge i miei fianchi con entrambe le braccia e mi bacia la fronte. << Vorrei poter scappare. Ti porterei via subito se solo potessi lasciare qui a La Push … “la bestia”. >> mi dice, riluttante.
Sollevo il viso e sorrido amaramente, << Quella che tu chiami “bestia” è una parte di te. Ed io amo anche quella, per quanto possa essere normale sentirsi attratta da un lupo. >>
Ancora una volta mi sistema il cappuccio e sorride. << Wow. Dovrebbero proclamarti presidentessa del WWF. >> commenta, con ironia.
<< E quello che dico sempre anch’io. >> borbotto, prendo la mano che mi tende e mi avvio verso la porta.

<< Per le tre c’è ancora tempo, andremo a casa di Sam, da lì chiameremo tutti ed Emily ti darà qualcosa da mangiare, rischieresti un collasso. Non hai toccato cibo oggi. >> Lancio uno sguardo alla cucina nel momento in cui passo davanti la porta, individuo zio Billy e sventolo la mano, per fargli capire che non ce l’ho con lui.

Dopo, decisamente più tranquilla per aver visto un piccolo sorriso spuntare sul viso dello zio, entro dentro il pick-up e mi avvicino a Jacob, lasciandomi avvolgere con un braccio. << Puoi anche dormire, se vuoi. >> m’informa, mettendo in funzione l’auto.

<< Ho dormito praticamente tutto il giorno. Non credo avrò problemi a stare sveglia fino a tardi. >> gli dico.

Mi guarda e sorride. << Ti amo. >> sussurra, serio.

<< Non me lo dicevi da un po’. >> gli dico, e mi lascio baciare la guancia.

-------------------------Valentina’s Space-------------------------

Cos’è successo alle reck? O.O oddio, mi dispiace, ero così contenta il capitolo prima. Forse ho tirato un po’ troppo la cinghia?? Mi dispiace ragazze, non era mia intenzione!! xD
Comunque sia, tra scuola (che mi sta uccidendo ancora prima del solito)
Nel prossimo capitolo entreranno in campo Collin e Brady. :)
Sperando in qualche commentino in più vi lascio allo spoiler.

 Spoiler
[…] Edward arriccia le labbra, Jacob fa un cenno con la mano e il lupo pezzato e quello color nocciola avanzano galoppando nella nostra direzione, mi porge una mano, la afferro e mi lascio tirare giù dalla roccia scoccandogli un'occhiata. << Cosa dovrei fare? >> sussurro, curiosa.
<< Scegli un pony. >> mi prende in giro, indicando i suoi compagni, che rispondono alla sua provocazione con dei ringhi che distinguo come scherzosi. Mi avvio senza pensarci due volte verso il lupo pezzato e aspetto che si abbassi leggermente per saltargli in groppa. Edward guarda il tutto con un'espressione indecifrabile stampata sul viso.

 Recensioni:

 
 CelesteBlackMaR: Hooooola! *-* Ma come?! Mi vedi e non mi fermi? O.o Ma come ragioniii!! xD
Allora? Come mi trovi dal vivo? *O* ahaha xD
Niente, provo a fare la spiritosa per sbollentare la tenzione. Domani filosofia, due ore di latino, storia dell’arte e matematica -
à O.O” Capisci, tu che puoi!! XD
Vabbò, fammi sapere che ne pensi della storia di Annìka e di Amelia… e Christian e Amber T_T (genitori di Megan!)
Ancora non si è scoperto tutto, anche se apparentemente sempre così! ;) Un bacio, alla prossima, Vale. <3

 
LaIKa_XD : XD
E NOI STIMIAMO TE!! *-* Peace and love?? … MENO QUATTRO CAPITOLI ALLA BATTAGLIA!! xD altro che pace! XD
NO! Non lo sapevo, quindi grazie per i complimenti!! *O*
Hope? Lo so U_U è praticamente la personificazione di una piccola Ronnie. Ci serviva proprio!! XD
Ci saràin altri capitoli con parti più o meno grandi, sì *-* come faccio a farne senza ormai?? XD
Ecco come continua! Che te ne sembra? Fammi sapere, baci. Ciaooo <3

 
Ed4e: Tesoroooo!! :D Già, ma le cose iniziano a farsi davvero pesanti O.O dopotutto mancano praticamente tre anni (contando questo) per la maturità. E quando ci penso mi viene da svenire!! =___=”
Migliorando??? QUATTRO CAPITOLI ALLA BATTAGLIA!! xD E ti ricordo che durante la battaglia qualcuno si farà male (T___T gneeeee!) Basta, parlo troppo!! U_U Adesso che dici?? XD un bacio, ciaoooo, ti adoro!! <3

 
mary74: :) Già. *-* ehhhhhhhh! L'amour s'est l'amour!! xDD
La certezza ora è assoluta… forse xD
Hope è speranza *-* Hope è Hope!!
Ti ringraaaazio! GRAAAAZIE *me gongola* :3 Che bello, quanto me gustano les complimendassss (non so che lingua sia, ma fa effetto, eh?? @_@)
Ora ecco il “prossimo”… Fammi sapere, okay?? :D Bacio bacio, e grazieeee ancora *-*, Vale.

 

 

 

 

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Capitolo 34
*** || 32.Cavalcata su un pony peloso, vuoi provare? ***


  Capitolo 32   

Cavalcata su un pony peloso, vuoi provare?

Megan

<< Chi è lui? >> sussurro all’orecchio di Emily, posando al posto il mio piatto, ormai vuoto.
Riso al curry. Continuano a viziarmi come una bambina di cinque anni, solo adesso me ne rendo conto.
<< Collin, è nuovo. Lui e sua sorella Aislinn sono arrivati da poco in città, abitavano in Australia. Carino, eh? >> arriccio il naso e la guardo sconvolta, dopo aver esaminato in modo decisamente indiscreto la sua capigliatura bionda.
<< E’ un viso pallido. >> borbotto, arricciando il naso, << Mi fa strano vederne uno nel branco.>> Emily afferra la mia mano, facendo intrecciare le nostre dita, e mi scocca un’occhiata ovvia.
<< Meg, anche tu sei una viso pallido a nostro confronto. Sua madre è australiana. E’ normale sia un po’ diverso, non credi? >> Osservo le nostre mani e penso al branco, a quanto vorrei poter essere un licantropo, quanto però al contempo ringrazio il cielo per non esserlo diventata. E' tutto così nuovo… sarebbe stato anche possibile far parte del branco come dei veri lupi, ma evidentemente né io né tantomeno la sorella di Collin, Aislinn se non sbaglio, possediamo il gene del licantropo. Mi incupisco e sospiro, manca solo Leah, chissà dove si sarà cacciata.
<< Sta per arrivare. >> dice Paul, picchiettando nervosamente una mano sul vetro. Cerca in tutti i modi di non farle pesare niente, si sente in debito con lei quanto Sam, e questo porta Leah ad essere sempre sopra un altarino, forse poco ben viso, ma pur sempre un altarino.
<< Aspettiamo un altro po’. >> dice accondiscendente Sam, annuendo a Paul.
Mi volto verso Seth con aria annoiata e lo guardo arricciare il labbro, trattenendo un borbottio per il ritardo della sorella. Per lui questa situazione è senz’altro elettrizzante, non vede l’ora di combattere. Per una volta mi ritrovo a dover dare ragione a Bella: “L'entusiasmo nel combattere è un requisito geneticamente costante nel cromosoma Y”.
Torno a studiare scettica il tizio biondo, Collin, e accenno un sorriso incontrando gli occhi di Jake.
<< E’ tutto a posto, allora? >> mi chiede Emily, indicandolo con lo sguardo quando ci da le spalle. Annuisco e inclino la testa, socchiudendo gli occhi. Tra meno di un ora Jacob si trasformerà in lupo e tutti sapranno, con i dettagli di chi assiste di persona,  quello che mi è successo oggi.
L'ho pregato di non pensarci, ma immagino sia difficile quanto lo è per me tenere la mente sgombera da questi pensieri. Non gliene farò una colpa se non ci riuscirà, perché non c’è niente di cui incolparlo; non condivide i suoi sentimenti volutamente, è una cosa che succede in automatico. Spero comunque che almeno sta sera riesca a tenerlo per sé.
Leah entra frenetica, i suoi capelli corti attirano la mia attenzione. E’ uno shock bello e buono vederla così, ha sempre avuto i capelli lunghi.
Una questione di comodità – mi aveva spiegato più di una volta Sam, quando mi lagnavo del suo taglio di capelli. Forse i capelli lunghi portano pelo altrettanto lungo, e il pelo lungo non aiuta di certo l'agilità.
Promemoria per me: Non assillare più Jacob quando decide che è ora di darsi una spuntatina. Soffrirò in silenzio.
<< Allora andiamo. >> dice Embry alle mie spalle, mi alzo e li seguo con nonchalance, lui se ne accorge e mi blocca per un polso, << Tu dove vai? >> mi chiede, sollevando un sopracciglio.
<< Vengo con voi. >> dico pacata, Jacob mi cinge le spalle e annuisce ad Embry, per dare conferma alle mie parole.
<< Fratello, sei impazzito? >> esclama Paul a quel punto, scuotendo la testa, << Megan ormai sta entrando in simbiosi con i vampiri, okay, ma non è sicuro comunque. >>
Jacob sospira e mi guarda, pregandomi con lo sguardo di rimanere, ha l’abbattimento di chi ci prova perché lo vuole davvero, << Potremmo lasciare qualcuno di guardia. >> mi sussurra, scuoto la testa.
<< Io vengo. >> torna a rivolgersi ai ragazzi e si chiude nelle spalle.
<< Lei viene. >> borbotta, insoddisfatto e rassegnato. Embry spalanca bocca e occhi, io gli faccio una linguaccia e mi lascio trascinare dalla stretta bollente di Jacob fino al porticato di casa.
Mi ferma per le spalle e inclina la testa, quasi divertito. << E’ un po’ che non lo facciamo. Ti ricordi tutto? >>
Prendo fiato e inizio a contare le istruzioni sulla punta delle dita: << Devo tenermi sul pelo del collo o allacciare le braccia intorno il tuo torace, non devo muovermi perché potrei prendere un ramo in pieno con la testa e se sento la nausea devo darti una pacca per farti fermare o chiudere gli occhi e pensare di non essere su un lupo che corre a velocità disumana tra alberi, rocce appuntite eccetera… >> , mi guarda insoddisfatto.
<< Manca la cosa più importante. >> dice caparbio, incrociando le braccia sul petto, Quil alza gli occhi al cielo e mormora un commentino che non afferro, Jake lo fulmina con un'occhiataccia.
<< Chiudere gli occhi quando qualcuno torna umano? >> chiedo, sorridendo. Lui annuisce deciso, svolta e ridendo da una spallata a Quil, corrono per qualche metro ed ecco la pioggia di coriandoli piovere lungo il vialetto di casa Uley. Poveri vestiti.
<< Accipicchia, mi toccherà pulire di nuovo. >> guardo Emily e le do un buffetto sulla schiena, guardandola comprensiva, prima di correre verso i lupi. << Magari ti do una mano io più tardi. >> farfuglia un “certo, come no” e rientra in casa, con passo lento e assonnato.
Trovo Jacob e salgo subito in groppa, con l’aiuto di Seth, che fa da scaletta col muso. Sono tutti molto più grandi ultimamente, tranne Sam, per quel che mi ricordi è sempre stato enorme.
Provo a cingere il torace di Jacob ma non ci riesco, le mani non arrivano a toccarsi tra di loro, la circonferenza è troppo ampia, allora opto per il pelo della collottola, affondo le mani nella pelliccia ruvida e profumata di muschio e mi distendo su di lui, appiattendo la testa, nascosta dietro la sua nuca, le gambe penzoloni lungo i suoi fianchi. << Pronta. >> sussurro al suo orecchio, prova a scotolarmi via, ma io mi aggrappo per bene, tossisce un abbaio, chiaro segno di una risata.
Voleva provare la stretta - ne deduco, allungo la mano verso il mento e gratto leggermente, mugola, sorrido soddisfatta e torno ad appiattirmi contro di lui.
Procediamo a passo umano per circa sessanta metri, Jake passa accanto la figura nera di Sam e mi accorgo che ormai sono grandi uguali. Con una certa curiosità mi guardo intorno , per vedere la stazza degli altri e confrontarla con quella di Sam e Jacob, ma prima che potessi provare a distinguere una sagoma dal buio tutto inizia a schizzarmi ai lati ad una velocità sempre più forte, strizzo gli occhi e mi aggrappo al pelo di Jacob, colta di sorpresa dal vento che sbatte sui vestiti. Mi rilasso quasi subito e, senza allentare la presa, concedo ai miei occhi di aprirsi, non riesco a vedere un granché, ma le macchie indistinte e scure della foresta m'incuriosiscono, ricordandomi quelle anonime chiazze d'inchiostro che gli psicologi fanno vedere ai propri pazienti.
Il passo rallenta di nuovo e il fruscio del ruscello mi avvisa che siamo arrivati alla foresta di Hoh, Sam e Jacob si lanciano continue occhiate, i riflessi diamantini degli occhi di ogni lupo trasmette una luce diversa e stranamente riconducibile al proprietario sotto sembianze umane. Mi perdo in quell'incanto di luci e tenebre e non mi accorgo che il buio si fa sempre più fitto, per poi tornare a diminuire, quando il chiarore delle stelle e della luna tornano visibili anche attraverso gli alberi.
Passiamo qualche cespuglio e un piccolo cenno del muso di Jacob mi indica la direzione in cui andiamo. Per rendermi in qualche modo partecipe, penso.
Alla fine ci fermiamo, al limite con la boscaglia, c'è troppo buio e non riesco a distinguere bene le persone che ci stanno a suppongo cento metri di distanza. Jacob lancia uno sguardo a Sam, lui lo sostiene, sembrano immersi in una discussione fatta di sguardi, poi Jake indietreggia e lui avanza di qualche passo.
Tutti tranne Sam si sistemano seduti sull'erba e guardano le ombre nella radura come se le vedessero molto più che chiaramente. Ora che è disteso non faccio molta fatica a scendere dal suo dorso per sedermi a gambe incrociate tra lui e Seth,  sorrido quando il suo muso umido si avvicina al mio viso. Mi fa dei segnali, cerca di farmi capire qualcosa, affino lo sguardo e mi concentro.
<< Sam farà da portavoce? >> bisbiglio, al suo orecchio. Annuisce e soddisfatto di avermi spiegato la situazione torna a guardare con occhi attenti le sagome.
<< Benvenuti. >> la voce di Carlisle risuona nella radura, sobbalzo e un basso gorgoglio, molto simile ad una risata, scuote le gole di Jacob e Seth.
<< Piantatela. >> sibilo offesa, serrando la mascella e colpendo entrambi con una manata sul muso.
<< Grazie. >> la voce piatta di Edward, che traduce i pensieri di Sam in parole, mi fa tremare, colta impreparata, ma sta volta Jake invece di ridere si abbandona a un piccolo ringhio, << Guarderemo e ascolteremo, ma nulla di più. E' tutto ciò che possiamo chiedere al nostro autocontrollo. >> continua.
<< Allora non faremo altro che guardarli? >> domando vicina al suo orecchio, consapevole che in quel momento Seth fosse sul punto di piangere per la delusione. Annuisce, facendo rimbalzare su e giù il muso. . Bene. Almeno per oggi non dovrò preoccuparmi dell'incolumità dei miei bambocci.
<< E' più che sufficiente. >> risponde Carlisle, << Mio figlio ha esperienza in questo campo. Ci insegnerà come lottano i neonati, come possiamo sconfiggerli. Sono sicuro che potrete applicare queste indicazioni al vostro modo di cacciare. >>
Lancio un'occhiata annoiata al lupo rossiccio al mio fianco, lui ricambia con uno saccente, da "ti avevo detto di restare a casa", borbotto un'imprecazione, stizzita, e incrociando le braccia mi lascio cadere contro di lui, affondando la nuca nella sua pelliccia.
<<  Sapete quando e come arriveranno? >> la mia espressione annoiata si volatilizza, spalanco gli occhi e li strizzo cercando di concentrarmi sulla sagoma più chiara, quella di Carlisle.
<< Attraverseranno le montagne tra quattro giorni, nella tarda mattinata. Non appena si avvicineranno, Alice ci aiuterà ad intercettarli. >>
Quattro giorni? Così pochi? Una volta superati i monti Olimpici non ci vorrà molto ad arrivare ai centri abitati. Stringo in un pugno il pelo sotto la mano destra, Jake poggia il muso sulla mia testa, cercando di tranquillizzarmi.  Carlisle indietreggia, rientrando nel buio, e Jasper avanza verso il centro esatto tra noi e loro, guarda per un secondo nella nostra dimensione, dopodiché si volta, dandoci le spalle, come parlasse solo con la sua famiglia.
Quello che dice non è niente di rilevante per me, continua a ripetere che i neonati sono come dei bambini, che sono più forti per via della frenesia che il loro stesso sangue, consumandosi, produce, che attaccheranno in modo semplice, facendo affidamento sull'istinto e sulla forza brutale che possiedono. Una volta finita la spiegazione fa avanzare Emmett, dicendogli di attaccarlo nel modo più grossolano possibile, vedo l'ombra gigantesca indietreggiare, ma quando si scaglia contro di lui il buio non mi permette di vedere altro. Troppo veloci. Troppo buio.
Molti combattimenti e prove dopo la voce di Edward dice qualcosa che mi lascia interdetta: << Il branco pensa che per loro sarebbe importante imparare a riconoscere i nostri odori per non rischiare di confondersi. Se riusciamo a stare fermi, sarà più facile. >> Jake mi colpisce con il muso, facendomi segno di salirgli in groppa, scuoto la testa e mi metto in piedi, poi seguo Sam, camminando in mezzo a quello che non è altro che luce azzurrina di luna e ombre. Subito Jacob mi è affianco, soffoco una risatina quando il pelo delle sue zampe mi solletica il braccio e come risposta ricevo una piccola spinta in avanti sul sedere.
Non appena siamo davanti ai Cullen e la luce aumenta notevolmente riesco a distinguere tutti i membri del branco, e oltre Collin, il lupo pezzato, ce n'è un altro che non ho mai visto, color nocciola.
Mi volto con disincanto verso i volti dei Cullen e scorgo un piccolo borbottio passare tra le labbra di Edward, Bella è al suo fianco. Mentre gli altri lupi cercano di imprimere nella loro mente gli odori dei nuovi arrivati nel clan Cullen, Jacob e Edward sembrano intrattenere una conversazione fatta di smorfie e segni del capo. Proprio come poco prima Jake aveva fatto con Sam. La cosa inizia ad irritarmi.
<< Li odio quando fanno così. >> borbotto, pestando un piede in terra, e mi siedo su una pietra levigata poco più in là.
<< ... odiosi. >> mi da ragione Bella, facendomi segno di scansarmi per farle spazio.
Ha la cera di chi non dorme da anni, gli occhi lottavano contro le palpebre per rimanere aperti, è una visione orribile con occhiaie pronunciate, capelli annodati e tutto il resto.
<< Pensi stiano parlando di noi? >> le chiedo infastidita, quando gli sguardi di entrambi si posano per un millesimo di secondo sulla pietra dove siamo sedute.
Lei fa una smorfia, << Sicuro. >> Derek indietreggia di qualche passo e si poggia contro le mie gambe, disgustato.
<< Il feto di un licantropo posso anche sopportarlo, ma qui sono davvero troppi. >> gli faccio notare i musi schifati di ogni componente del branco e faccio una risatina.
<< Penso proprio che non siano gli unici a puzzare. >> puntualizzo, mi sventola una mano davanti la faccia, con fare aristocratico e va verso Amelia, che mi sorride appena sollevando una mano.
Ricambio goffamente il sorriso e mi mordo il labbro, Bella mi da una leggera spallata, << Guardali, ecco che arrivano. >> avanzano verso di noi insieme, mi fa un po' senso vederli così, Jacob si ferma e si volta per un minuto, osservando tutti i membri del branco tornare nell'oscurità e dopo aver guardato Edward, che annuisce, trotterella verso dei cespugli al lato opposto del branco.
<< Dove va? >> quasi urlo, Edward si chiude nelle spalle e sospira.
<< Torna tra un attimo. >> bofonchia.
Infatti pochi minuti dopo sbuca dai cespugli in forma umana, corre fino a noi e appena arrivato torna a rivolgersi a Edward. << Ho chiesto a Collin e Brady di rimanere ancora per qualche minuto, sono la nostra unica speranza, gli unici che non hanno avuto l'onore di essere stati in Italia. Il loro odore per i vampiri dovrebbe essere sconosciuto e disgustoso, ma non so se riuscirà a coprire quello delle ragazze, specialmente di Bella. >> Edward arriccia le labbra, Jacob fa un cenno con la mano e il lupo pezzato e quello color nocciola avanzano galoppando nella nostra direzione, mi porge una mano, la afferro e mi lascio tirare giù dalla roccia scoccandogli un'occhiata. << Cosa dovrei fare? >> sussurro, curiosa.
<< Scegli un pony. >> mi prende in giro, indicando i suoi compagni, che rispondono alla sua provocazione con dei ringhi che distinguo come scherzosi. Mi avvio senza pensarci due volte verso il lupo pezzato e aspetto che si abbassi leggermente per saltargli in groppa. Edward guarda il tutto con un'espressione indecifrabile stampata sul viso.
Bella si avvicina a quello che a rigor di logica dovrebbe essere Brady e un po' titubante ripete i miei movimenti, accennando a cadere pochi secondi dopo, fortunatamente il lupo nocciola la salva da un caduta rovinosa, compensando l'equilibrio, mentre Collin afferra con le fauci il tessuto della sua maglietta. Brady sbuffa, rido sotto i baffi, anche Collin lo fa. Sappiamo entrambi che il fardello è toccato a lui, << Bella, adesso guarda come si tiene Meg. >> continua Jacob, indicandomi. Afferro il pelo ai lati del collo, dove ha un colore marrone scuro, e appiattisco la testa contro la sua nuca, come prima avevo fatto con Jake, le gambe penzoloni, leggermente rannicchiate per far si che non vadano in contatto con niente al di fuori del pelo soffice e ruvido del lupo.
<< Collin, prova a scollartela di dosso. >> , gli occhi del lupo corrono su di lui, lo guarda scettico, << tranquillo, fallo. >> lo incoraggia.
Lui, ancora dubbioso, si agita, io rafforzo la presa. Neanche sta volta accenno a cadere. << Vedi? Sostegno saldo. >> puntualizza, indicandomi ancora, non so se voglia tranquillizzare più Bella o Collin. Quando è certo che Bella abbia capito si avvicina a lei e le mostra dove stringere le mani, come e dove nascondere la testa, poi guarda Brady, annuendo svelto. << Prova. >>
Edward ringhia, Jacob lo ferma. << Lasciami fare. Non la farò cadere di certo. >> borbotta, come chi è stato appena messo in discussione. Brady, facendosi decisamente meno scrupoli di Collin, inizia a scrollarsi, ma neanche Bella accenna a cadere. Appena fermo, Jacob scocca un'occhiata furba e soddisfatta ad Edward. << Visto, Cullen? Sostegno saldo anche qui. >>
Edward ricambia lo sguardo, nauseato, chiama Jasper ed Emmett, che si avvicinano svelti, e gli illustra velocemente la situazione. << Durante la battaglia dobbiamo portare le ragazze in un posto a cui non possono arrivare seguendo le loro tracce, lasciarle a La Push o a Forks è troppo rischioso. I lupi porteranno Bella e Meg in giro per la boscaglia, dovete cercare di individuare anche la minima traccia del loro odore e seguirla, se non la sentirete, avremo trovato un modo per coprire i loro odori e portarle... magari in cima alla montagna più ad est? >> l'ultima parte è rivolta a Jacob, che annuisce.
<< Tu cerca la traccia di Meg... >> dice Ed, concentrandosi su Emmett, << tu invece quella di Bella. >> sta volta si rivolge a Jasper.
Collin e Brady si scambiano uno sguardo, dopo uno va verso destra, l'altro prosegue dalla parte opposta.
Il passo del lupo pezzato aumenta, mi abbandono contro il pelo e socchiudo appena gli occhi, infastidita dal vento che si crea con la velocità. Dopo un piccolo breve tratto, in cui facciamo strani giri complicati e salti, ci scopriamo nella radura, la velocità diminuisce di nuovo e in un batter d'occhio mi ritrovo con i piedi sul terriccio umido, come poco prima. Bella lancia un'occhiata al bosco, Emmett ci viene incontro con un faccia disgustata, riemergendo dal buio.
<< Neanche la traccia del suo odore. >> dice con il naso arricciato, passandomi una mano intorno la spalla.
E' il turno di Jasper, arriva e scuote la testa. << Mi sono anche fermato per cercare sul terreno, ma non sento niente, a parte il feto. >>
<< Perfetto! >> esclama Jacob, soddisfatto, << Vedremo dove farle accampare, il giorno prima della battaglia? >>
<< Nel tardo pomeriggio dovranno già essere accampate. >> lo corregge Edward.
Lui inclina il viso, << Noi useremo delle strade secondarie? Sarai con loro, no? So per certo che non combatterai. >> quasi lo schernisce, con un sorrisino superiore, il mio viso si fa affranto. Perché Edward si lascia convincere così facilmente?!
<< Sì, infatti, sarò con loro. >> borbotta, Bella accenna un sorriso soddisfatto. Jacob in modo ineducato spazza via dalla mia spalla il braccio di Emmett e mi prende per mano.
<< Bene, starò più tranquillo... >> mi perfora il viso con un'occhiataccia severa, << ... forse. >> mugugna. Accenno un sorrisino innocente e decido di cambiare discorso è troncare il male sul nascere.
<< Credo sia ora di tornare a casa. >> dico allora, osservando l'ora sul display del mio cellulare.
<< Ci vediamo domani. Stessa ora, stesso posto. >> ci informa Jasper.
Lui annuisce. << Contateci. >> e gli diamo le spalle, seguiti da Collin e Brady. Ora non è più così buio intorno, il sole schiarisce tutto, mentre albeggia.
Arriviamo a casa dopo poco tempo, o almeno, a me sembra così, visto che sono finita per restare distesa durante tutta la strada del ritorno sul dorso di Jacob, ad occhi chiusi, pensando confusamente agli avvenimenti di oggi. Jacob si ritrasforma sul porticato, indossa i suoi vestiti e apre la porta, sbadigliando con energia.
<< Va' a letto. >> quasi gli ordino, annuisce e si avvia verso la sua stanza, poi si volta a guardarmi, stranito.
<< Tu non vieni? >> scuoto la testa e rido a bassa voce del suo broncio di risposta.
<< Potrei, ma non dormiresti. >> puntualizzo, maliziosa, lui sorride e si strofina l'occhio, un altro sbadiglio gli fa gonfiare i polmoni e spalancare la bocca. Mi riserva uno sguardo assonnato e stordito, sventola una mano indicando il nulla e torna a camminare verso camera sua.
<< Sono troppo stanco per flirtare, briciola. Facciamo più tardi. >>  soffoco una risatina, si volta ancora una volta, prima di entrare in stanza, la mano già sulla maniglia, << Pensi che dovrei comprarti una tenda? O riuscirai a dividerne una con Bella senza mangiartela? >>
Faccio una finta faccia perplessa e mi chiudo nelle spalle, << Se ci saranno abbastanza patatine alla paprika penso proprio che la risparmierò. >>
Accenna un sorrisino. << Brava, bimba. >> biascica, apre la porta ed entra con passo stanco.
<< … e le patatine?! >> urlo, prima se la chiuda alla spalle.
<< Ci saranno! >> mi garantisce, con voce frastornata.

 
-------------------------Valentina’s Space-------------------------

Ecco un altro capitolo.
RECENSIONI?? La storia inizia ad annoiarvi? O.ò ‘Dio, spero proprio di no.
Bene, aggiornamenti inutili sulla vita di Valentina: La scuola mi sta uccidendo, il raffreddore mi sta uccidendo, tutto il popolo maschile mi sta uccidendo, il mio conscio e in mio inconscio mi stanno uccidendo … per farla breve: l’intero mondo sta organizzando una congiura contro la mia sanità mentale e fisica. Di conseguenza ho deciso di dedicarmi alla chitarra come un ancora di salvezza >___<

Bene, passiamo alle recensioni, che è meglio ^^ Meno deprimente e più interessante, ma prima lo spoiler!!!

Spoiler … hot? ;D

I secondi passano, senza che nessuno dei due faccia o dica niente, solo dopo un paio di minuti solleva un sopracciglio, scuotendo lievemente la testa. << Allora? Sto ancora aspettando la violenza! >> sbotta, corrugando la fronte in una finta occhiata delusa.
Sorridendo inarco la schiena, in modo tale da sollevarmi quando basta per poggiare le labbra sul suo collo, lo bacio e affino lo sguardo ridacchiando tra me, scopro i denti e li affondo con avidità nel suo collo, lo sento soffocare un gemito, poi ride sommesso. << Meg... >> sussurra, in un tono talmente sensuale e fievole da far scemare ogni azione audace si fosse creata nella mia mente, stringo la presa sul suo collo, ma il mio obbiettivo non è più quello, le mie labbra pensano soltanto ad entrare in collisione con le sue, smaniose.

 Bene, vi aspetto!! :D

Perla di saggezza del giorno: Non tutto ciò che luccica è oro… potrebbe essere un vampiro.
 

Recensioni:
liala90: Ti capisco, cavolo! Sto morendo xDD
Bene, tieni a mente i tuoi dubbi e ricordati che c’è ancora qualcuno che manca all’appello, qualcuno che sarà abbastanza adirata con me per averle anticipatamente fregato il ragazzo… O.O eh, già!

Diciamo che la vita di Megan è ancora minacciata, ricordi, Marcus è bramoso di lei… Ahia!
Tranquilla, non c’è scanenza, solo, ti prego, continua a lasciare una recensione, davvero, il mio neurone si sente abbandonato a se stesso! XDD Bacio, Vale.

 
 CelesteBlackMaR: o.O perché NON riesco a riconoscerti?!?
Non so, inventati qualcosa, tipo un cartellone con su scritto Celeste da mettere a mo’ di collana!! *-* così magari (e sottolineo il MAGARI) ti riconosco xDD
Finalmente hai aggiornato!!! Non ho ancora avuto il tempo di leggere, dannazione, ma lo farò al più presto *-* giùùùro!
La storia di Christian ed Amber sarà spiegata per bene tra un paio di capitoli.
Cosa c’è da scoprire?? ANCORA CI SONO TANTISSIME COSE DA SCOPRIRE!! *-* accidenti a me!! xD
*-* grazie per il “genio”, ricambio!!
Toh, un cuore ;D <3 e ricorda: CARTELLO!!
Un bacio, Vale. Che ne dici ora dei pony?? XD

 saradm21: Eccomi finalmente!!! XDD oddio, spero di non essere in ritardo! Sono mancata così tanto?? O.o
Meg penserà di averlo fatto, ma ancora per poco ___ ___|| lo so, lo so. Mi odi.
Ricordati che è un Volturi in persona a volere la sua trasformazione, quindi la cosa è un po’ più complicata.
Già  a volte so essere davvero dolce *___* ma tanto tanto: cosa da diventare diabetici!! xD
>___<
Anche io adoro la scena dell’allenamento!! *-* spero di non averti delusa quindi, fammi sapere come va!! *-* Un bacio, Vale.

 mary74: Grazie ^^”
Coppia senza paranoie??? E IO ALLORA CHE CI STO A FARE QUA!!! Dammi retta, goditi la calma, perché non durerà. Anzi, mi sa che è già finita O.o
Grazie per i tanti complimenti, mi fanno davvero bene per andae avanti con questa storia, perché le idee ci sono, ma ho la sensazione che le persone comincino ad annoiarsi.

Un bacio, a preso, CIAOO! Vale :D

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Capitolo 35
*** || 33. Ancora una volta Bella vince e io mi adatto alla situazione ***


Capitolo 33

Ancora una volta Bella vince e io mi adatto alla situazione

Megan

Entro in camera di Jake, attenta a non fare il minimo rumore, scanso con abilità i vestiti gettati alla rinfusa lungo il pavimento e mi siedo sul letto, poi mi chino e, piano, gli bacio la fronte. << Hai intenzione di dormire ancora? Ti ho preparato da mangiare, che ne dici di alzarti? >> sussurro suadente, poggiandogli le labbra sull'orecchio.
La sua bocca - appena visibile nella penombra causata dalle imposte chiuse - si tende in un sorrisino assonnato, schiude gli occhi e con un braccio mi circonda la vita, facendo scontrare le nostre fronti quando serra un po' la presa. << Mi hai preparato da mangiare. >> afferma sussurrando la sua voce, come incredula, << Meno male, pensavo di aver soltanto sognato quest'odorino invitante. Frittelle? >> annuisco, pedante, lui di risposta fa sfiorare i nostri nasi.
<< Non credere che, facendo l'adulatore, riuscirai ad ottenere la colazione a letto. >> borbotto, facendolo ridacchiare.
<< Accidenti, mi hai scoperto. >> mugola, socchiudendo gli occhi e avvicinando le nostre labbra, stringe tra i denti il mio labbro inferiore e sospira, << Adesso mi toccherà fare tutto il corridoio fino in cucina solo per poterle assaggiare. >> focalizza, soffocando un'altra risata rauca.
<< Cosa ci guadagnerei nel lasciarti fare tutto quello che vuoi? >> gli chiedo, sorridendo caparbia. Mi scocca un'occhiata scaltra e la mano scende dalla vita fino ad arrivare sul gluteo destro, il mio sorriso diventa una smorfia, << Jay... >> sussurro, afferrando la sua mano, facendone intrecciare le dita con la mia.
 Sospiro mestamente mentre l'altra sua mano mi accarezza i capelli, il suo sguardo è di interrogazione. << Jay, cosa? >> mi domanda, sollevando un sopracciglio.
<< Pensavo che tutto questo potrebbe mancarmi. >> sussurro, << E non sto parlando della diversità nelle cose che porterebbe il mio diventare una vampira. >> la sua mano smette di accarezzarmi i capelli e si accascia lungo il fianco sinistro del materasso, sembra che sappia già dove voglio andare a parare, << Edward è immortale, eppure resta con Bella perché lei non sopporterebbe l'idea di saperlo in battaglia. Tu , sei forte, ma mortale. E io mi chiedevo se non fosse più sensato che rimanessi tu invece che lui. >> le parole escono dirette, si susseguono frenetiche, senza sosta, come se qualcuno all'interno della mia bocca le spingesse fuori prendendole a calci. 
In reazione al mio discorso stringe i pugni e volta il viso verso la scrivania. << Sai bene cosa penso al riguardo. >> sussurra, neutro. Prende un respiro e torna a poggiare la mano sui miei capelli, studiandomi con occhio tormentato. << Voglio neutralizzare Victoria e la sua banda, così i Volturi capiranno che non siamo disposti a cedervi a loro. >>
<< Tu stesso sai che se Marcus mi vuole, mi avrà. Che senso ha combattere adesso, allora? l'hai detto anche tu, no? sarà una sciocchezza. Se morissi in questa stupida battaglia pensi che Marcus avrà rispetto per te e mi lascerà in pace? Se combatti soltanto per me cosa ti costerebbe restarmi accanto e proteggermi se necessario? >> la mano destra di Jacob mi serra il viso in una stretta lieve e calda, a cui tuttavia so già, non potrò opporre resistenza.
<< Come puoi pensare che io muoia? Stare con Bella ti fa male! >> borbotta, con un certo umorismo scatenato da chissà ché. Lo osservo senza dire una parola e non appena finisce di sghignazzare affino lo sguardo e incrocio le braccia.
<< Jacob-rido-in-faccia-alla-morte-Black, se proprio hai voglia di morire, perché non lasci fare a me? >> ringhio, adirata. Purtroppo la sua reazione non è quella che mi aspettavo: fa un sorrisetto malizioso, vedo la sua tensione scomparire e mi accarezza, con espressione sollevata, il collo, usando solamente tre dita. Nonostante tutto socchiudo gli occhi, beandomi di quel contatto, e lascio che anche sul mio viso si disegni un sorrisino incondizionato.
<< Sentiamo un po', in che modo vorresti porre fine alla mia vita? >> mi chiede, scherzoso, facendomi distendere al suo fianco con una delicatezza tale da lasciarmi addirittura dubbiosa sul fatto che l'avesse davvero fatto.
<< Non lo so, direi in modo lungo e doloroso, straziante, così il tuo bisogno masochistico sarà finalmente soddisfatto, non trovi anche tu? >> soffoca una risata rauca e si stende su di me, puntellando le mani ai lati delle mie spalle, per non pesarmi addosso e potermi facilmente guardare dritta negli occhi, un sorriso divertito gli piega con malizia le labbra carnose.
I secondi passano, senza che nessuno dei due faccia o dica niente, solo dopo un paio di minuti solleva un sopracciglio, scuotendo lievemente la testa. << Allora? Sto ancora aspettando la violenza! >> sbotta, corrugando la fronte in una finta occhiata delusa.
Sorridendo inarco la schiena, in modo tale da sollevarmi quando basta per poggiare le labbra sul suo collo, lo bacio e affino lo sguardo ridacchiando tra me, scopro i denti e li affondo con avidità nel suo collo, lo sento soffocare un gemito, poi ride sommesso. << Meg... >> sussurra, in un tono talmente sensuale e fievole da far scemare ogni azione audace si fosse creata nella mia mente, stringo la presa sul suo collo, ma il mio obbiettivo non è più quello, le mie labbra pensano soltanto ad entrare in collisione con le sue, smaniose.
<< Resterai con me, vero? >> pigolo, affranta, in un tono così accattivante, ruffiano e provocatorio da lasciarmi interdetta. I movimenti di Jake si bloccano di nuovo, facendosi rigidi e misurati.
<< No, te l'ho già detto. Io combatterò. >> le mie mani si stringono in pugni, gli occhi si colmano di lacrime, prendo un respiro profondo e le trattengo, allentando la presa intorno a lui, lasciando che le mie braccia cadano sul materasso, lungo il tessuto biancastro che compone il lenzuolo.
<< Sai che potresti anche morire, non vedo come tu possa continuare ad essere così deciso. >> sussurro con voce grave, inasprita, mettendomi a sedere. Lui, spaesato dal mio repentino cambio di posizione, finisce per sedersi spalle contro il muro, i piedi toccano terra anche se è seduto al limitare opposto del letto; lo osservo bene, ormai sarà alto sì e no un metro e novanta. Mi sento sempre più piccola ed inutile con intorno certi colossi.
<< Briciola, io... >>
<< No. >> sbotto fredda, alzandomi dal letto, << Sei solo il solito immaturo che non mantiene le sue promesse, non capisco perché io continui a stupirmi. >> la sua mano bollente afferra con violenza non voluta il mio polso, vedendo la mia smorfia infastidita lo lascia subito, senza però permettere ai miei occhi di trovare una via di fuga, arresa, lascio alle lacrime il permesso di precipitare rovinosamente sulle guancie. L'aria si riempie di piccoli e silenziosi respiri affannati, unica sua reazione al mio pianto silenzioso. << Quando è morto lo zio Harry, mi hai promesso che non mi avresti mai lasciata da sola, che saresti rimasto con me, perché non mantieni le tue promesse? >> balbetto appena.
<< Non puoi pretendere che io resti in disparte mentre altre persone combattono quella che essenzialmente è la mia battaglia. Oddio, ma senti cosa dici? Io non sono come Edward, non sono disposto a lasciar combattere i miei fratelli quando so già che sono io quello a dover combattere in primo fronte. Per difendere ciò che è mio. >> rovescio gli occhi indietro, sentendo le palpebre bruciare frenetiche, serro nervosamente le dita, le nocche bianche mi indicano l'impetuosità della mia stretta, prendo fiato e parlo con un groppo in gola, ma nonostante questo la mia voce continua ad avere un non so ché di determinato, di convinto.
<< Non sono un oggetto, non appartengo a nessuno, tanto meno voglio che quel nessuno si senta il compito di difendermi. Non dovresti prendere così alla leggera la battaglia, è pur sempre guerra, la guerra porta morte e distruzione! >> i suoi occhi s'illuminano di sarcasmo, le labbra si sformano in un sorriso ostinato,come se tutto quello che ho detto fosse una splendida battuta di pessimo gusto.
<< Preferisci allora che ti consegni ai Volturi, magari urlando un: "Avete vinto, fatene una bella vampira che si nutre del sangue degli uomini che seduce"? E’ davvero questa la fine che vuoi fare? Non ti resta che chiedere! Sono certo che ci eviteresti parecchie noie. Niente battaglia contro i Volturi. >> il suo sguardo si punta su di me, inquisitore, lo sostengo senza il minimo indugio.
<< Ti sto soltanto chiedendo di rimanere con me, perché ho paura per te, non voglio che tu ti faccia male, non posso sopportare anche l'eventualità di una tua morte... come... come posso guardarti mentre corri verso la battaglia? Dovrei sventolare un fazzolettino bianco e urlarti piangendo che ti amo e che ti aspetterò? Perché se posso chiederti di rimanere? Cos'ho in più di Bella che mi permetta di star buona e calma senza il ragazzo che amo al mio fianco? >> la mia voce si mozza, rotta da un singhiozzo soffocato a sua volta da un minuscolo urlo nervoso.
La velocità in cui le sue braccia mi afferrano e mi stringono in un abbraccio possessivo è così poco umana che riesco a capire tutti i movimenti che ha fatto quando il mio viso è già appiattito contro la sua bocca dello stomaco, il torace è un posto irraggiungibile per la mia statura ora come ora. Sembro una bambina di appena otto anni considerata a lui. Resto in silenzio e serro in pugni le mani, esaminando ancora una volta le nocche cambiare colore. Le sue dita riprendono ad accarezzare sinuose il mio collo, come pochi minuti fa'. << Odio litigare. >> sussurra, chiudendo tra pollice ed indice il mio mento, sollevando con dolcezza il mio viso verso l'alto, per indirizzarlo al suo, dopo di ché mi sorride mestamente socchiudendo gli occhi.
<< Odio il tuo eroismo di merda, vorrei che fossi solo un tantino più pauroso. Non c'è niente di male nell'avere paura, è una cosa umana. >> dibatto, soffiando il tutto con un filo di voce, sincera e mesta quanto lui.
<< Non sono certo umano, io. >> afferma, secco, di nuovo quell'umorismo macabro
gli sfiora gli angoli delle labbra, che si sollevano un po'. Le sue mani carezzano le radici dei miei capelli, seguendone la lunghezza fino alle costole. Un brivido potente m'impedisce di tornare su tutte le furie.
<< ... io sì. >> mormoro, << E ho paura per te. >>
Le sue carezze raggiungono un livello di goduria che è impossibile negare, con un certo sforzo cerco di non farlo, ma i miei occhi tendono a chiudersi, a roteare verso l'alto. Un mugolo strozzato mi muore tra le labbra strette in una smorfia sconcertata.
<< Non ne hai alcuna ragione. Motivo per cui faremo un patto. E Dio mi fulmini se non lo rispetto! >> sussurra, vicinissimo al mio orecchio, << Ti va bene? >> il suo alito profumato pervade il mio padiglione auricolare, lungo la mia schiena l'ennesimo brivido, il mio corpo lotta contro se stesso per non fremere sotto la sua stretta. Annuisco, fiocamente. Non avrei potuto fare nient'altro, non senza sembrare una stupida.
<< Ecco il patto: io vado a combattere... >> mi divincolo dalla sua presa, ma lui stringe le braccia, affondando il viso nei miei capelli e soffocando un'altra risatina, << Aspetta, dammi almeno il tempo di finire. >> smetto di agitarmi, lui prende un respiro profondo e riprende a parlare: << io vado, tu resti all'accampamento. Se mi farò male avrai il permesso di picchiarmi a sangue, fino alla morte se vuoi, nessuno ti fermerà. Se invece vinco io, tu... mi farai da schiava per la vita. >> ora ridiamo entrambi, sommessamente, pigramente, come se fosse un obbligo farlo. << Allora, ci stai? >> continua, a voce più bassa ancora.
<< Se ti farai male sarà meglio che implori i nemici di finirti. Potrei prendere sul serio ciò che mi hai detto. >> gli dico, semplicemente, nascondendo il viso sul suo braccio caldo.
<< Lo prendo per un sì. >> mormora, soddisfatto. Poggia il mento sulla mia testa chinandosi leggermente e comincia a scostare il peso da un piede all'altro, cullandomi innocentemente.
<< Non mi farò niente. >> lo ripete in maniera assidua, sussurrandomelo all'orecchio, come un mantra, mentre i secondi diventano minuti e noi continuiamo a ciondolare.

Non si farà niente, non si farà niente, non si farà niente, non si farà niente, non si farà niente...
La giornata trascorre lenta e morta, fino alla notte. La luce della luna, piena, illumina in modo lugubre e al contempo magico la piccola radura nei pressi della foresta di Hoh.
La figura grande e ferina di Jacob mi siede accanto con aria nettamente annoiata, la fissa di continuo. Non posso negare il fatto che mi dia tremendamente fastidio, ma neanche quello che mi dispiacerebbe davvero farglielo capire. Finiremmo per litigare di nuovo, magari. E non voglio litigare. Il piccolo lupetto che le pende dal polso si confonde con la penombra. Chino lo sguardo sul mio, di polso. E' talmente assurdo avere due cose nettamente opposte ai ragazzi che amiamo legate al polso, ha un non so ché di comico e macabramente ironico. Da morire dalle risate. E sottolineo il morire. Edward si volta di scatto nella mia direzione e mi trafigge con uno sguardo truce. Ricambio lo sguardo stralunata e sollevo appena un sopracciglio. Protende il braccio e le sue dita si stendono nella mia direzione per dopo rannicchiarsi su se stesse. Chiaro invito a raggiungerlo.
Mi sollevo da terra e subito Jacob addenta il tessuto della mia felpa arancione. << Torno immediatamente. >> sentenzio, ma la promessa non sembra convincerlo, mi inginocchio e poggio la fronte contro la sua,  istintivamente porto le dita a grattargli lievemente dietro le orecchie, in un gesto che faccio milioni di volte con Wendy. << Non fare il bambino. >> sussurro, un mugolio esce dalle sue fauci, con un suono sottomesso, come un’ultima debole insistenza. << Stupido. >> mormoro, scherzosa, lui socchiude gli occhi e guaisce, chinando il capo. Incurante del suo momentaneo aspetto gli scocco un bacio sulla fronte lupina e sospiro, poi mi alzo e m'incammino verso Edward.
Con gli occhi di un licantropo e un vampiro addosso, attraverso il breve spazio vuoto tra l'uno e l'altro, trovandomi faccia a faccia con Edward, << Cosa? >>  esordisco.
<< Smettila di pensare quello che stai pensando. >> mi dice, a voce decisamente troppo bassa, è costretto a stare ad un centimetro dal mio orecchio.
Il piccolo ringhio represso di Jacob mi fa socchiudere gli occhi e serrare la mascella. << Sai che gli da tremendamente fastidio. >> soffio, riferita alla sua vicinanza, lui si chiude nelle spalle e si apre in un sorrisino indirizzando lo sguardo in direzione di Bella.
<< Non credere che sia il solo. >> cicala, poi torna a guardarmi, << Dacci un taglio. Bella potrebbe infuriarsi. >>
<< Riguardo a cosa l'animo della tua insopportabile donzella dovrebbe turbarsi? >> ride del mio finto formalismo e incrocia le braccia con lo sguardo perso nel combattimento simulato tra Carlisle ed Emmett.
<< Riguardo alla tua insistenza nel voler preservare la vita del tuo ragazzo piuttosto che la mia. >> mormora, piatto, aggrottando le sopracciglia.
<< Tu non hai una vita da preservare. >> brontolo, spazientita.
<< Megan, lei è inflessibile, ma prova ad ascoltarci almeno tu, un licantropo ha possibilità uguali se non minori di ferirsi, i vampiri sono i loro nemici naturali. Sono fatti per uccidere vampiri. Quindi forse è meglio che ti adegui: Jacob vuole combattere, è irremovibile quanto Bella. Tu starai con me e lei, Victoria e il suo esercito saranno brevemente sconfitti e tutto tornerà all'apparente normalità a cui siamo abituati. Chiaro? >>
<< No. >> sbotto, a voce più alta, << Bella non è stupida, anche se da quest'impressione a molte persone, quello che chiedo io è uguale a quello che chiede lei. >>
<< Con la differenza che tu vivi tra di loro da quando eri piccola e sai bene come funzionano queste cose. >> argomenta, scuotendo la testa con fare ovvio.
<< Mocciosa. >> borbotto, acida.
<< Meg. >> mi riprende debolmente lui, arricciando il naso all'offesa nei confronti della sua ragazza, mi afferra per le spalle e il suo sguardo si punta sul mio, << Se farai presente i tuoi pensieri a tutti finiranno per darti ragione e salveranno Jacob invece che me. Bella s'infurierà perché mi hai mandato in battaglia e Jacob perché l'hai costretto a non andarci. Ce l'avranno a morte con te. E' questo che vuoi? >> mi divincolo facilmente della sua presa e gli do le spalle, imponendomi di non piangere.
<< Sì. >> dico. Lo sento sospirare pesantemente in risposta, << Comunque ho già promesso a Jacob che l'avrei lasciato andare senza fare storie. Questo non vuol dire che sarò contenta, ma una promessa è una promessa. >> mi volto di nuovo e inclino la testa appiattendo le labbra, << Ancora una volta Bella vince e io mi adatto alla situazione. Dopotutto ci sono abituata. >> La sua faccia si piega in una smorfia.
<< Promettimi di stare zitta. >> sussurra, flebile.
<< Certo, certo. >> borbotto, rubando la classica battuta "alla Jacob".
<< Megan? >>
<< Ti ho già detto che starò zitta! >> cantileno, arresa e alterata, lui sorride appena e mi da un bacio sulla tempia. 

***

L'aria mattutina mi batte sul viso con pigrizia mentre, seduta davanti casa Uley, sfoglio il quaderno rilegato in cuoio su cui Emily trascrive le leggende. Uno spostamento d'aria mi fa incupire, sollevo lo sguardo, eloquente, sapendo già cosa dire, ma non appena il viso curioso di Jasper infrange le mie fantasie sulla faccia di Edward spalanco gli occhi e sobbalzo, facendo indietreggiare la sedia sotto il mio peso. << Il branco sa che sei qui? >> sussurro, tremante. Decisamente la paura nei suoi confronti non è ancora andata via del tutto.
<< I branco ha cose ben più importanti da fare, non credi? >> sospiro, non sapendo se essere sollevata o provare timore per quel suo tono scherzoso.
<< Da quando... ti interessi a La Push? >> incalzo, cercando di riprendere un contegno, sistemandomi sulla sedia e chiudendo frenetica il quaderno per poi ficcarlo nella mia tracolla. Lo restituirò al legittimo proprietario appena finito di leggerlo. Mi sollevo dalla sedia e a malincuore gli faccio cenno di seguirmi oltre il porticato. Sam si arrabbierebbe molto, Emily magari potrebbe spaventarsi. Meglio evitare che lo vedano.
<< Da quando Edward ed Alice mi hanno praticamente obbligato a farti un bel discorsetto. >> gli lancio un'occhiata furtiva salendo su un tronco cavo, lui lo supera senza fatica alcuna e afferra la mia mano quando presa alla sprovvista dal suo movimento inumano perdo l'equilibrio, << Pensano che i tuoi pensieri per l'incolumità del branco siano giusti, ma che non aiuteranno né te né tantomeno loro. >> dice, piatto, come se l'argomento non lo toccasse nella maniera più assoluta.
<< E perché mandano proprio te? >> arresa, mi lascio cadere a gambe incrociate sull'erbetta di un verde scolorito e umido, gli faccio cenno di sedersi e abbozzo un sorrisino, << Questo è il posto più lontano al perimetro di ronda. Non dovrebbero vederti o sentirti. >> gli spiego, quando per risposta mi guarda con aria interrogativa.
Annuisce veloce e poi si chiude nelle spalle sedendosi al mio fianco, la sua capigliatura leonina ha quasi lo stesso colore degli occhi. Tiro un respiro, sollevato: è sazio. << Alice dice che faresti di tutto per non alterarmi. A quanto pare ti faccio paura. >> azzardo un sorriso, colta in fallo, ed arrossisco vivacemente. Socchiudo gli occhi sollevandoli al cielo e scuoto la testa, sorridendo appena.
<< Senti, è inutile farmi uno di quei discorsi sulle responsabilità, i limiti e le capacità di ognuno di voi. Ho già detto ad Edward e Jacob che avrei fatto tutto quello di cui si era già parlato. Sperando in nessuno morto o ferito resterò dentro una tenda con le dita incrociate. D'accordo? risparmiami la ramanzina, non serve a nulla. >>
<< Amelia si fida di te. >> dice, senza guardarmi, << Ma Edward continua ad essere morbosamente apprensivo nei tuoi riguardi. Come se in un certo qual modo amasse anche te... >>
Accenno una smorfia, serrando la mascella e assottigliando gli occhi. Quello tra me ed Edward non è un dolore straziante, e neanche qualcosa di umano che solo quando ritorna alla memoria fa male, ma di ancora più effimero: un ronzio all'orecchio, una cipolla tritata troppo vicina al viso, una puntura di zanzara, un sassolino nella scarpa o un pizzicore alla lingua; un fastidio più che un dolore, qualcosa che anche se c'è provoca solo un piccolissimo e breve vuoto alla pancia, che pochi minuti dopo è già acqua passata.
<< Mi vuole bene. >> balbetto, facendo una finta faccia indifferente, anche se non sono molto sicura della sua efficacia.
<< Già, a quanto pare te ne vuole. >> mi guarda e l’ombra di un sorriso gli sfiora il viso. << Parecchio. >> si affretta ad aggiungere, marcando per bene ogni sillaba.
Mi guardo in giro, cercando per la medesima volta di darmi un contegno meno vicino a quello di chi ha appena beccato un calcio in pieno stomaco e finisco per esplodere in un sospiro sconnesso, chiudendo del tutto gli occhi e abbandonandomi al silenzio, tra le querce e gli aceri che ci circondano.
<< Scommetto venti dollari che non sei venuto solo per parlarmi di questo. >> dico, cauta, senza degnarlo di molta attenzione, continuando a tenere il viso leggermente rivolto verso la punta del pino che si protende a dieci piedi da me, ad occhi serrati. Anche se non lo do a vedere temo una sua risposta, ma quando questa tarda ad arrivare aggrotto le sopracciglia e dischiudo un occhio per studiare la situazione, evidentemente ricaduta nella mia paura nei suoi confronti.
Lo trovo ancora lì, semidisteso sull’erbetta umida di rugiada, mentre con noncuranza mi tende, chiusa tra indice e medio, una banconota da venti dollari.
Soffoco una risata e stendo la mano sotto la banconota, quando la lascia cadere la afferro e me la rigiro tra le mani.  << Allora cosa vuoi? >> gli chiedo, lo sguardo fisso sul rettangolo di carta stropicciato e verdino.
 << Voglio sapere perché continui ad avere paura di me, pensavo di aver acquistato la tua fiducia, ma adesso mi sorprendo a cogliere un timore che non riesco a manipolare neanche volendolo, non che la cosa mi dispiaccia, anzi, mi fa orgoglio sapere di essere temuto … >> e qua la sua risata sommessa e armoniosa mi carezza le orecchie, << … però al contempo mi crea non pochi dubbi vedere che sono rimasto l’unico che ti fa quest’effetto. Ecco, tutto qui. >> lo guardo e schiudo la bocca, perplessa.
 << Dici sul serio? >> balbetto, incredula.
Sorride, beffardo. <<  Scusa, perché non dovrei? Mi sento un mostro, non che m’importi piacerti, come ho già detto, ma voglio capire cosa ti spinge a farlo. La mia è semplice curiosità. >>
Scoppio a ridere e mi porto una mano alla bocca.  << Be’… sei … freddo e hai … l’aria di un tipo che … sta agonizzando. >> solleva un angolo della bocca e mi punta un dito contro.
<< Edward dice che lo pensano in molti. ‘’un tipo in agonia’’… oh, sì. Le parole sono decisamente quelle. >> sorrido e mi mordo il labbro, poi lo sguardo mi cade all’orologio e un moto di preoccupazione m’investe, di petto. Avevo promesso a zio Billy di restare nei paraggi, insieme a Collin, il mio guardiano per quel giorno. Un po’ seccata mi sollevo e prima di poter dire qualunque cosa lui ha già capito tutto.
<< Ricorda solo di riposarti, il grande giorno è vicino. >> dice, ancora scherzoso.
Faccio una smorfia nauseata e raccolgo la tracolla. << Lo dici come se fosse un matrimonio. >>
<< Bé, anche quello è vicino. >> dice, chiudendosi nelle spalle.
Arriccio il naso. << E’ vero. >> mormoro.
<< Megan? Ho paura di chiedertelo, ma la puzza di vampiro è insopportabile. Sai che Jake mi strozza, in teoria eri con me! Meg!! >> la voce di Collin ci interrompe.
Jasper mi indica il sentiero e affina lo sguardo. << Meglio che vai. Sta sera alla foresta di Hoh. Come al solito. >>
<< Afferrato. >> mi affretto a rispondere, prima di vederlo sparire in un lampo.
<< Oh, insomma? Megan! >> mi volto in direzione della voce e soffio via prepotentemente il ciuffo che mi ricade sugli occhi, cercando di frenare il nervosismo. Il gran giorno è vicino, Jasper ha ragione. La mia testa continua a ripeterlo: Non sarà niente di eccezionale, niente di eccezionale, niente di eccezionale, niente di …
<< MEG!! >>
<< Arrivo! >> urlo e corro verso il sentiero.

-------------------------Valentina’s Space-------------------------

Saaaaalve a tutte! No, non è un miraggio e non avete mangiato pesante (forse O.o) ho realmente aggiornato.
Motivo dell’ENNESIMO ritardo? SCUUUUOLA! °---° a me vengono i brividi solo a scriverlo!
Ebbene sì, ho studiato anche durante queste striminzite vacanze, ma che ci volete fare? -__- Domanda inutile: voi proprio un bel niente xD
Come se non bastasse per la prima volta dall’alto dei miei undici anni buttati trai banchi ho paura per il compito d’italiano di domani. >____<
Ma passiamo a cose più interessanti: RECENSIONI?? Proprio non vogliono salire, eh? Oddio, le quattro recensioni non fanno schifo, anzi, sono contenta quando le leggo :) ma mi avevate viziato alla media di 7-8 recensioni a capitolo. Non potete togliermele così! T___T Ho capito, forse non me le merito? O.O
Cercherò di meritarmele provando a postare più spesso. ( tutti: Valentina, lo dici sempre e non lo fai mai. V: lo so y__y ma ci provo tutte le volte, lo giuro!!)
La battaglia si avvicina!!!! Evviva o ahimé?? O.o Ecchilosà?!
E come primo passo per farmi perdonare:

 

Super-mega-enomissimo-spoiler:


<< Non capisco perché voi ragazze andate in confusione per dei tipi così da … copertina. >>
Sgrano gli occhi e inclino la testa, accennando un gorgoglio di disappunto. << Grazie per la considerazione, Charlie. >> gracchio, con fare offeso.
L’uomo si stiracchia e scoppia in una risatina, allungandosi verso di me nell’angusto spazio della cucina per passarmi una mano sui capelli. << Suvvia, Jake, non te la prenderai per così poco?! >> esplode, ridendo ancora di gusto. Sbuffo e scuoto la testa, in segno di denego, << Bene, campione. Adesso io vado a lavoro. Niente risvolti sentimentali mentre sono via, intesi? >> e qua di nuovo la sua risata copre il silenzio, << Salutami Meg e di a Billy che in settimana gli farò visita. >>
Annuisco, di rimando, senza ascoltare con molta attenzione quello che mi dice. << Lo farò senz’altro. >> accenno serio, vedendo che non desisteva dal guardarmi, aspettando una risposta.
Saluta la figlia e parte spedito per la porta, il rombo del motore che si allontana fino a sparire fa nascere un sospiro di sollievo da entrambe le nostre labbra, stanche di camuffare dei sorrisi. Bella svuota il contenuto della padella su un piatto, me lo deposita sotto il naso e si siede al mio fianco, fissandomi con le mani tese a sorreggerle il volto.
<< Chissà cosa potrebbe pensare della povera Meg se sapesse che anche lei si è data da fare? Con Edward, aggiungerei. >> blatera, sorridendo vaga, lo sguardo perso sull’intonaco bianco.
Allontano disgustato il piatto di uova, notando con malcontento che almeno la metà della pozione è carbonizzata.  << Chissà cosa potrebbe pensare di sua figlia, che vuole diventare una vampira? Come Edward, aggiungerei. >> le faccio eco, con un tono in apparenza indifferente. Come previsto, la colpisco nel vivo e vedo la sua bocca sformarsi in una smorfia sconcertata, << Non merito le tue uova carbonizzate. >> borbotto, porgendole la forchetta, l’ennesimo sorrisino tirato.
 

Perla di saggezza: Se uno nasce vampiro, non puo’ morire quadr… Anzi, non può morire e basta! ò_ò
 
Recensioni:

 
saradm21: Ciaooooo!! Davvero ho letto? Bé, questo capitolo serve un po’ a chiarire le cose.
:D Allora? Che ne dici del confronto con Jasper??? *o* io lo adoro!
Fammi sapere. Un bacio, Vale :D

 
liala90: Ciao cara *.*
E’ vero, sono un catorcio, chissà dov’è piazzato il mio tagliando, sarebbe ora di una bella revisione XD
La “Tizia”, per farla breve, è Renesmee-Nessie >___< insomma, le ho pregato il ragazzo, no? xDD
Tranquilla, avrai visto che è proprio quello di Jacob, il collo. Allora? Che ne dici del capitolo? E lo spoiler? Lunghetto, eh? *_*
Ma che altra vampira!! XD per una volta che mi sono tenuta tu infierisci O.O XDD
Grazie per le continue recensioni, lo apprezzo. Baci, baci Vale! <3

 
mary74
: Grazie per l’appoggio!! :D
 Bella è “scialba e senza sugo” ( complimenti, rendi molto l’idea ;D) perché, se ti ricordi, nel libro aveva superato la 24 ore di veglia. xD

Fammi sapere che ne pensi, mi raccomando!! Bacioooooooo, Vale.

 
CelesteBlackMaR: Non ho ancora visto il cartello y___y mi sa che, o sono orba io, o non l’hai fatto tu! ^-^ eheheh!
Le perle di saggezza le avevo scritte in fogli volanti e bozza incomplete, non so perché xD ma mi è venuto in mente di inserirle.
E chi l’ha detto che Meg non si pappa Bells?! U_ù ecco!
Dimmi che ne pensi del capitolo, specialmente della seconda parte, sai, il discorso tra Megan e Jasper *O* mi è venuto bene?? Fammi sapere, eh?  Un bacio “beddazza” ;D. Vale. <3

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Capitolo 36
*** \\ 34. Non-litigi necessari e patatine alla paprika ***


  Capitolo 34  

Non-litigi necessari e patatine alla paprika

Jacob

Studio annoiato Bella muovere con calma le uova dentro la padella sul fornello e faccio roteare tra le dita un tappo di bottiglia, trovato per caso sul tavolo della cucina. Dalla parte opposta alla mia, Charlie mastica voracemente la sua colazione alternando sguardi interrogativi e confusi, guardandoci entrambi, persi nei nostri mondi. La mascella di Charlie continua a muoversi per un altro paio di minuti, poi lascia cozzare la posata sul piatto con un tintinnio e ingolla l’ultimo boccone di uova, sistemandosi meglio sulla sedia e sollevando un sopracciglio, perplesso. << Jacob, pensavo che dopo il malinteso del bacio non ti avrei visto più, non che mi dispiaccia vederti, ma … insomma, cosa vi prende, ragazzi? >> io e Bella ci scambiamo un’occhiata, mi volto verso Charlie e mi chiudo nelle spalle, lei riprende ad occuparsi delle uova.
<< Non ne valeva la pena. >> dico alla fine, chinando lo sguardo sul tappo di bottiglia, adocchio il sacco della spazzatura e con un lancio preciso e lineare centro l’apertura, sospirando subito dopo.
<< … suppongo che Meg te ne abbia dette quattro! >> mi prende in giro, in tono scherzoso, faccio un sorriso tirato e m’irrigidisco.
<< Diciamo anche cinque. >> il borbottio sommesso di Bella fa deformare il mio viso in un’espressione truce, mentre mi volto a guardarla; mi da ancora le spalle.
<< Era il minimo. >> la difende lui, sollevandosi pigramente dalla sedia e afferrando la cintura poggiata sulla sedia alla sua destra, << povera Maggie. >> dice scuotendo la testa, << Non capisco perché voi ragazze andate in confusione per dei tipi così da … copertina. >>
Sgrano gli occhi e inclino la testa, accennando un gorgoglio di disappunto. << Grazie per la considerazione, Charlie. >> gracchio, con fare offeso.
L’uomo si stiracchia e scoppia in una risatina, allungandosi verso di me nell’angustio spazio della cucina per passarmi una mano sui capelli. << Suvvia, Jake, non te la prenderai per così poco?! >> esplode, ridendo ancora di gusto. Sbuffo e scuoto la testa, in segno di denego, << Bene, campione. Adesso io vado a lavoro. Niente risvolti sentimentali mentre sono via, intesi? >> e qua di nuovo la sua risata copre il silenzio, << Salutami Meg e dì a Billy che in settimana gli farò visita. >>
Annuisco, di rimando, senza ascoltare con molta attenzione quello che mi dice. << Lo farò senz’altro. >> accenno serio, vedendo che non desisteva dal guardarmi, aspettando una risposta.
Saluta la figlia e parte spedito per la porta, il rombo del motore che si allontana fino a sparire fa nascere un sospiro di sollievo da entrambe le nostre labbra, stanche di camuffare dei sorrisi. Bella svuota il contenuto della padella su un piatto, me lo deposita sotto il naso e si siede al mio fianco, fissandomi con le mani tese a sorreggerle il volto.
<< Chissà cosa potrebbe pensare della povera Meg se sapesse che anche lei si è data da fare? Con Edward, aggiungerei. >> blatera, sorridendo vaga, lo sguardo perso sull’intonaco bianco.
Allontano disgustato il piatto di uova, notando con malcontento che almeno la metà della pozione è carbonizzata.  << Chissà cosa potrebbe pensare di sua figlia, che vuole diventare una vampira? Come Edward, aggiungerei. >> le faccio eco, con un tono in apparenza indifferente. Come previsto, la colpisco nel vivo e vedo la sua bocca sformarsi in una smorfia sconcertata, << Non merito le tue uova carbonizzate. >> borbotto, porgendole la forchetta, l’ennesimo sorrisino tirato.
Mi guarda di sbieco e prende il piatto con le mani, per poi scaricarlo rabbiosamente dentro il lavello, di nuovo il tintinnio delle posate aleggia nell’aria.
<< Quando dovrebbe arrivare Edward? >> chiedo in tono annoiato, poggiando il mento sulla superficie del tavolo, cercando d’ignorare il brontolio del mio stomaco vuoto.
<< A momenti, ma tutto è così vago da quando Alice li ha visti. Porta pazienza. >>dice calma, poggiandosi contro il marmo logoro che ricopre la superficie dell’angolo cottura.
Il disappunto si rende manifesto, tra le mia sopracciglia aggrottate, nelle piccole rughe d’espressione. << I vampiri arriveranno tra due giorni, non puoi chiedermi di portare pazienza. >> grugnisco, infastidito, schiudendo la bocca per lo stupore.
Il campanello suona, Bella mi guarda con occhio perplesso e dopo aver sospirato si solleva dal bordo di marmo e avanza goffamente verso la porta, ciabattando con le pantofole viola che indossa.
Dopo pochi secondi la voce di Edward risuona nel corridoio, davanti i miei occhi invece spunta Alice. << Ehilà! Scusa per l’apparizione, ma a volte quei due mi danno la nausea. >> brontola, sollevando un angolo della bocca, schifata.
Le indirizzo uno sguardo comprensivo e annuisco, facendo rimbalzare la testa su e giù lentamente. << Ti appoggio. >> farfuglio. Mi zittisco in tempo per vedere Bella e il suo principe surgelato entrare mano nella mano. Edward mi rivolge uno sguardo di sufficienza e sorride appena, facendo un cenno del capo nella mia direzione, come per salutarmi.
<< Ho già trovato un posto perfetto in cui portare Bella e Meg. >> dice serio, cingendo la vita di Bella, lei mi scruta con attenzione, oserei dire con preoccupazione, << I vampiri arriveranno tra due giorni, ciò vuol dire che nel tardo pomeriggio della vigilia dello scontro entrambe dovranno essere là, al sicuro. >> annuisco e mi alzo dalla sedia di legno scricchiolante in cui era seduto.
<< Bene, avviserò Collin e Brady. Piuttosto, sei sicuro che quel posto sia irraggiungibile per l’esercito di vampiri? >> lui mi osserva con un cipiglio superiore, senza scomporsi di un millimetro.
<< Pensi davvero che permetterei a qualcuno di avvicinarsi a loro? >> mormora, affinando lo sguardo. La gelosia, una brutta bestia.
Loro?  - Socchiudo gli occhi ed ignoro il bruciore allo stomaco, il prurito alle mani, il ringhio che preme contro la gola cercando di uscire, il pensiero delle sue braccia da succhiasangue intorno a lei, le sue labbra su quelle di lei. Freno i pensieri e lancio uno sguardo omicida ad Edward; lo trovo intento a studiarmi con un sorrisetto sinistro.
<< Io devo andare. >> sbotto, improvvisamente confuso, avanzando a falcate verso la porta.
Una presa gracile circonda la mano, in modo malfermo.
<< Dove? >> mi chiede, la voce lascia trasparire la preoccupazione che mi è parso di vedere nei suoi occhi cioccolato poco prima.
<< Bella, cos’è che non ti è chiaro del termine “nemico mortale”? Lasciami andare. >> delle piccole lacrime silenziose le solcano le guancie, mi osserva ancora per un po’, dopo la sua presa si allenta fino a sparire del tutto.
<< Dove vai? >> mi chiede di nuovo, con più insistenza.
<< A La Push, devo avvisare il branco. >> dico, in tono inflessibile e freddo. Dalla cucina lo sguardo di Edward, contrito, osserva la scena. I pugni stretti in una morsa sicuramente letale per qualunque umano.
<< Resta. >> balbetta in un singhiozzo più acuto, << Non voglio che ti facciano del male. >>
Scuoto la testa. << Io non sono Edward, mettitelo bene in testa. >> sibilo, tutta quella scena mi è improvvisamente chiara. Sta cercando di convincermi a rimanere fuori dalla battaglia. << No: questa è stata la risposta che ho dato a Meg, la tua non sarà diversa. Hai già il tuo succhiasangue accanto. Io non c’entro niente. >> continuo, in tono duro e dandole le spalle mi avvio verso la porta.
<< C’entri eccome! Sei il mio migliore amico! Vuoi vedermi da sola? Pensavo ci tenessi a me! >> urla, le guancie umide.
<< Non sarai sola >> ringhio.
<< Sai cosa intendo… >> soffia, fievole, inchiodandomi con lo sguardo.
<< Mi stai chiudendo fuori dalla tua vita, Bella! Quindi anche se dovessi morire non sarebbe affar tuo! >>
Le mando un’occhiata caparbia e mi chiudo la porta alle spalle con estrema violenza.
Una volta fuori prendo un respiro profondo e scuoto lievemente il capo, socchiudendo lo sguardo mentre apro la portiera, lancio un’ultima occhiata alla casa e sorrido appena; un sorriso amaro. << Scusa Bella, ma almeno così ci sarà una persona in meno da rassicurare. >> sussurro, le parole si perdono nel vento. Il cellulare vibra nella mia tasca, alzo gli occhi al cielo e lo prendo.
<< Sam, arrivo. >> gracchio, chiudendo la comunicazione senza dare tempo alla voce dall’altro capo del telefono di sgridarmi. Sono per l’ennesima volta in ritardo. Metto in moto l’auto e scalo marcia 
aumentando di velocità.
I vampiri portano solo problemi. La battuta di Charlie continua a rimbombarmi nella testa.
Chissà che ci troveranno tutte quelle ragazze in un tipo come Edward? – Rabbrividisco e con un gesto frenetico spengo l’autoradio – Chissà che ci troverà
 Meg, in un tipo come Edward?
Una volta arrivato a casa Uley vado di filata in direzione della porta e la spalanco, ma nessuno si accorge della mia entrata precipitosa.
<< Cosa stai facendo?! >> urla Ronnie e inchioda la sorella con uno sguardo fulminante, strappandole un pastello a cera dalle mani, con un dito indica la parete imbrattata di rosso.
<< Che domande! Coloravo, no? >> Meg, seduta alle spalle di Hope con un pastello blu tra le mani, sorride impacciata e si chiude nelle spalle con un ché di naturale quando Ronnie la guarda in cagnesco.
<< Che c’è? Ha ragione, fai delle domande inutili. >> dice in tono di noncuranza, stringendo la piccola peste bionda tra le braccia. La risata melodiosa di Emily arriva a distendere anche le mie labbra in un sorriso.
<< Lasciala fare, Ronnie. Le ho dato io il permesso. In quell’angolo andrà una libreria che occuperà tutto il muro, nessuno si accorgerà dei capolavori della nostra piccola artista. >> anche lei a quel punto si rilassa. Hope si accorge di me e il suo visino s’illumina, scappa dalla presa di Megan con delicatezza e mi corre incontro, saltandomi addosso.
L’accolgo a braccia aperte e me la carico sulla spalla sinistra. Incrocio lo sguardo di Meg, che mi sorride e si solleva dal pavimento dov’era seduta per venirmi incontro.
Il mio sorriso si spegne e rimetto Hope a terra, mi avvio verso di lei e le riservo uno sguardo il più possibile calmo. << Vieni con me. >> tutta la spensieratezza che fino a quel momento sembrava avvolgerla scompare e al suo posto rimane una smorfia sconcertata. Segno che il mio tentativo di camuffare uno sguardo sereno è stato inefficace.
<< D’accordo. >> dice piatta e, annuendo flebilmente, mi segue in silenzio, salutando Hope con una carezza frettolosa ai capelli quando le si avvicina confusa, << Torno presto, promesso. >> la rassicura. Afferra la mia mano e si lascia portare. La sua mano, stretta ansiosamente alla mia, trema. Ha già capito cosa succede.
Due giorni passano veloci. Un battito di ciglia e sei nel bosco, in un tardo pomeriggio d’inizio luglio, a guardare la tua ragazza e la tua migliore amica sparire nella selva su due lupi enormi, nel cuore un mix di preoccupazione ed eccitazione per l’imminente battaglia e … un succhiasangue di fianco.
<< Bella ha già lasciato la traccia per condurli alla radura. Il suo odore lungo il percorso è molto forte, li manderà in orbita. Abbiamo la vittoria in pugno. >> mi dice, faccio finta di ascoltarlo e noto con un certo rammarico, dal luccichio che intravedo ad una lontananza impossibile per un occhio umano, che Megan porta ancora quello stupido ciondolo al polso. << Ti da fastidio? >> mi punzecchia, in tono tagliente.
<< Infinitamente. >> affermo, pacato, per non dargliela vinta, ma lui può leggere la rabbia che ho dentro, quindi è una partita già persa a tavolino.
<< Dovremo raggiungerle passando da est e poi a un miglio tagliare ad ovest. Ci vediamo lì. >> sparisce in un soffio, mi guardo intorno e vedo che il tramonto è prossimo, meglio sbrigarsi.
Mi scaglio verso est, ascoltando nient’altro che il mio cuore battere sotto la pelliccia e il mio respiro scandito al suono smorzato delle zampe sul terreno, poi percepisco l’odore di Edward puntare verso nord ovest, aumento il ritmo della corsa e seguo il tanfo vampiresco fino ad una piccola raduna circondata da numerosi pini, così fitti e vicini tra loro da creare una barriera naturale abbastanza faticosa da superare – attraverso i primi alberi sempre più veloce e spicco un salto, passando in modo sinuoso tra lo spazio ristretto presente da un ramo all’altro della “barriera naturale” – per un uomo, s’intende.
Una volta arrivato all’accampamento studio con occhio attento la tenda e sbuffo; le dimensioni sono ridotte, e dimensioni ridotte significano poca aria, poco spazio, poca privacy e soprattutto molta vicinanza tra Megan e Bella.
Dall’episodio che i ragazzi del branco si divertono a denominare “lo scambio di coppie” i rapporti fra loro sono tornati esattamente come prima, se non peggio, perciò la paura di una piccola reazione chimica mi allarma, alquanto. Specialmente sapendola con Edward. Fortunatamente ho fatto in modo di rimanere per la notte, domani, per la battaglia, Seth farà da guardia. Non è molto d’accordo, ma nessuno può andare contro la nostra sfida a morra cinese; ha perso e fa la guardia.
<< Tutto a posto qua? >> chiede dolce la voce di Amelia, passando un braccio intorno la vita di Bella, con fare fraterno. Soffermandomi ad osservarla la trovo cambiata e, anche vedendo che il suo cambiamento è indotto da numerosi fattori,  nella mia mente, che cerca di classificarla, s’imprime un solo aggettivo: Radiosa. Amelia è radiosa. E non ha niente a che fare con la pelle baluginante … o forse sì?
<< Hey, buongiorno! >> scherza Collin, dando una piccola spinta in avanti a Meg, che troppo impegnata a portarsi una mano alla bocca, nell’intento di coprire uno sbadiglio, non lo calcola neppure.
<< Cosa posso farci se hai una schiena da far invidia ai materassi ortopedici? >> gracchia, stiracchiandosi, schiude gli occhi e accenna un sorriso vedendomi vicino, allunga le braccia e mi circonda il collo in modo affettuoso, per poi ricadere a peso morto sul mio petto, << Collin mi porta sonnolenza … >> mi spiega, il viso completamente scomparso tra i suoi capelli, le braccia e il mio torace.
<< Guarda il lato positivo. Oggi si dorme in tenda! >> provo a fare lo spiritoso, ma ottengo soltanto varie occhiatine truci. Accenno un sorriso imbarazzato e passo oltre.
<< Perché Bella ti guarda come se fossi un miraggio? >> mi chiede la voce ovattata e insonnolita di Meg. Capovolgo il sorrisino in una smorfia di puro sconcerto e scrollo le spalle.
<< Ho solo usato il metodo “faccio finta di odiarti così non starai in pena quando andrò a far fuori qualche succhiasangue” >> mormoro vicino al suo orecchio, annuisce, poi storpia le linee leggermente arcuate delle sue sopracciglia, aggrottando la fronte.
<< Ti darei un premio per lo sforzo, ma non sembra funzionare. Forse Edward le ha detto perché lo fai. >> faccio una risatina e le accarezzo la guancia con il dorso della mano scuotendo la testa.
<< La mia dolce ed ingenua Maggie. >> la canzono, con un sospiro esageratamente sconsolato, << Pensi davvero che Edward, trovando l’occasione di far credere a Bella che non m’importi di lei, non ne approfitti? >> una volta che ho finito di parlare sollevo appena un sopracciglio, con fare ironico e scettico.
Amelia c’inchioda con lo sguardo, sostengo i suoi occhi e affino i miei, concentrato e preoccupato, ma prima che potessi capire qualcosa ha già fatto l’occhiolino a Bells in segno di saluto ed insieme al resto dei Cullen, Brady e Collin si è dissolta nella foresta, lasciandoci da soli. Io, Edward, Meg, Bella e una notte dentro una tenda in cima a un monte desolato – se non per pini, cipressi ed aceri.
<< Ho portato le patatine. Sono in tenda. >> sussurro all’orecchio di Meg, le soffoca una risata divertita.
<< Bravo Black, vedo che cominci a prendermi sul serio. >> gracchia, stringe la mia mano e prendendo un’ultima boccata d’aria socchiude gli occhi, << Dio dammi la pazienza, perché se mi dai la forza la strangolo a mani nude. >> sibila a denti stretti, si aggrappa ancora una volta al mio collo e mi stampa un bacio sulle labbra, si costruisce un sorriso eccessivamente grande, chiaramente falso, ed entra in tenda, dove già sono sia Edward sia Bella.
Osservo la scenetta divertito e aspetto un minuto prima di entrare in tenda.
Che la serata abbia inizio!
Due ore dopo l’ingresso dentro la tenda stiamo ancora seduti in silenzio, scrutandoci a vicenda senza poi tanto interesse reale nei confronti del colore strano e più inquietante del solito degli occhi di Edward o della fantasia sul cappello infeltrito che indossa Bella.
Siamo ai due lati opposti, non serve molta immaginazione per vedere che una linea netta divide in due la tenda e che ognuno di noi fa il più che possibile per non respirare neanche l’aria che circola dalla parte opposta della linea, pur ammettendo che le dimensioni ridotte dello spazio a disposizione sono tutt’altro che illimitate. La temperatura è scesa, siamo molto in alto e anche se è quasi estate inoltrata non ho il minimo dubbio sul tempo. Nevicherà. So che lo farà perché lo sento nell’aria; è uno dei vantaggi dell’essere mezzo lupo: sono sensibile ai cambiamenti climatici.
Meg si accovaccia contro il mio fianco destro e si sporge verso Edward senza esitare, mormorando un grazie sincero ed imbarazzo, quando lui le tende il suo giaccone. Bella sta cominciando a tremare anche se ha già addosso tanta di quell’imbottitura da poter riscaldare un elefante.
Vorrei dirle di staccarsi dalla sanguisuga e sedersi al mio fianco, in modo da poterle scaldare entrambe, ma non so come potrebbe prendere questo mio improvviso cambio di rotta. Potrebbe offendersi o – peggio ancora – ricominciare a supplicarmi di rimanere facendo gli occhi languidi sotto le ciglia umide di lacrime. So che non le darei retta neanche se volessi, ma mi farebbe male crearle altro dolore, riportare a galla la preoccupazione che so già prova per la mia sorte. Dopotutto, mi sono comportato da stronzo però, l’ho fatto per evitare strazianti conversazioni prima della battaglia; in quanto Megan: mi ha promesso che non farà storie, che mi lascerà andare.
<< Come fa a dormire? >> farfuglia Meg, la voce le trema. Solo in quel momento, riscuotendomi dai miei pensieri, mi accorgo che Bella è acciambellata su se stessa con un espressione beata sul viso.L’ennesima pesante coperta di lana che Edward le ha caricato sulle spalle ha annullato il suo tremore.
<< Sapevi che avrebbe nevicato. >> sussurro, rivolto ad Edward. Lui si chiude nelle spalle e tira fuori dallo zaino da trekking altre coperte.
<< Con Alice niente è una sorpresa. Me le ha portate Amelia. Meg, ne vuoi una? >> lei, stretta ancora nella sua giacca, facendo un gesto fluido gliela restituisce e con impaccio prende in cambio due coperte dall’aria pesante, avvolgendosi in modo che spuntassero dal groviglio solo gli occhi e qualche ciuffo di capelli.
Edward ride sommessamente e io non posso che accennare un sorriso, non tanto per l’aria straordinariamente buffa che assume, quanto per il sonoro sospiro di sollievo che fa, accogliendo il tepore delle coperte.
<< Bene, fattore freddo battuto. >> puntualizza Edward, guardandomi di sottecchi con un pizzico di sottintesi nella voce. Meg rantola e fissa contrariata Edward, ammonendolo. Lui fa finta di non capire e con un accenno allo zaino aggrotta lo sguardo.
<< Che c’è? Ne vuoi un’altra? >> Gli occhi di Megan si alzano verso il soffitto della tenda, roteando, scuote la testa e con un altro grugnito gli tira un calcetto, Edward assume un’espressione perplessa, << Bene, ora utilizza anche il linguaggio dei segni. >>
<< Ha sempre un’idea nuova e originale quando decide di punirti o di farti sentire in colpa. E fino ad ora ognuno dei metodi ha dato i suoi frutti. Credimi, non lo dico per dire. >> borbotto, con l’aria di chi la sa lunga, una smorfia e uno sguardo altezzoso incorniciano il mio viso.
<< umh-uh! >> enfatizza Meg, imitando la mia espressione altezzosa e annuendo decisa, rivolta ad Edward.
La nostra conversazione viene interrotta dai farfugli di Bella. Edward si china su di lei in un lampo e cerca di capire cosa mormora nel sogno. << Jacob, il mio… Jacob. >>
Due occhiate fulminanti mi guizzano sul viso, sbianco e sgrano gli occhi. << C-come? >> balbetto.
<< Io vado a prendere un po’ d’aria. >> dice in tono basso Edward. Meg si divincola dal groviglio di coperte come una farfalla che tenta di uscire dalla sua crisalide, ma non appena le se mani sono sbucate dall’involucro di lana lui si è già chiuso la zip dietro, lasciandoci con Bella che continua a ripetere il mio nome e – meno frequentemente – il suo.
L’espressione di Meg si fa omicida mentre, incurante del freddo, scalcia le coperte in malo modo e, liberandosi del tutto da quell’impaccio, gattona verso Bella. << Forse potrei… >>
L’afferro per il fianchi e la blocco, tirandomela addosso. << Meg, no! >> cerco di impormi a lei, ma la mia voce poco convinta non sortisce l’effetto desiderato. Continua a divincolarsi.
<< Lasciami andare… lasciami, una volta per tutte… io, io la… >> le tappo la bocca e sospiro.
<< Sempre la stessa storia. Non puoi metterci una pietra sopra? >> mi risponde con un occhiata offesa, affonda la schiena sul mio petto ed incrocia le braccia.
<< E’ sempre lei. >> gracchia.
<< Mi avevi detto che non te la saresti mangiata. >> cerco di sviare il discorso, futtandola sul ridere. Lei si volta e mi guarda annuendo cauta.
<< Lo so, ma non ho ancora visto neanche l’ombra delle mie patatine alla paprika. >> mugugna.
Sbuffo e mi allungo verso lo zaino, afferrando un pacchetto rosso di alluminio. << Ecco qua. Ora però rilassati. >> cantileno, come una mamma che parla con il figlio capriccioso.
<< Il mio Jake… >> sussurra ancora Bella.
<< Zitta, bradipo! >> ringhia allora lei, le paro il pacchetto di patatine davanti e la freno delicatamente, il suo viso si rilassa alla vista dell’involucro rosso, << Ringrazia Jacob per averti salvato. Ah e per la cronaca non è il tuo Jacob… è il MIO Jacob, stupido automa. >> poi si ficca una patatina in bocca e comincia a masticare rumorosamente.
<< Meg, sta dormendo. >> le faccio notare, sorridendo. Pur essendo decisamente uscita dai gangheri continua a mandarmi in confusione come se stesse sfilando con passo sensuale e poco vestita davanti i miei occhi. Magnifico.
<< Lo so, ma devo pur sfogarmi. >> prova a dire, con la bocca piena di patatine, << Ne vuoi? >> mi chiede dopo, porgendomene una.
<< Perché no? >> dico, e la prendo per portarmela alla bocca. Lei sorride e mi bacia le labbra. Un bacio alla paprika. << Ho il presentimento che sarà una notte mooooolto lunga. >> borbotto, masticando ancora.
Lei, con la bocca troppo piena, annuisce soltanto, ingolla il boccone e prende una boccata d’aria, poi abbozza un sorriso. << Oh sì, ci puoi contare. >> esplode.
 

 
-------------------------Valentina’s Space-------------------------
Hola a todos! ¿como estas? Estoy bien… e lo spagnolo mi da alla testa -.-“ xD
VALE!! O_o come mai aggiorni di già???
Ehhhh, ditelo che c’avete pensato!! U_U Beeee’ avevo un po’ di tempo libero e visto che avevo promesso di postare più spesso, eccomi qua!!
T_T Inutile dire che mi sento un tantino abbandonata a me stessa per la questione “recensioni” anche perché le visite ad ogni singola pagina superano le 100 visualizzazioni e mi sembra riduttivo il numero di 3 recensioni. BASTA, STO SEMPRE A LAMENTARMI!! >___<

Ho delle news!! *-* ho aggiornato il mio blog e ho deciso di curarlo e di postare tante anticipazioni ed extra… e così potrò anche parlare con tutte voi ;DD
E’ sul sito Blogger, per chi non lo conoscesse:  la visualizzazione è permessa anche agli utenti non registrati e per chiunque volesse intervenire, commentando i miei post, la registrazione è assolutamente gratis e senza impegno! Ecco il nuovo blog :
Shiny-shimmer
: http://shiny-shimmer.blogspot.com/ by Sei_Nel_Anima 2oo9 ;DD

 

Bene, vi lascio allo spoiler! (per chiunque volesse leggere gli spoiler da oggi in poi dovrà consultare il blog)
(Il prossimo capitolo sarà quello della battaglia e sarà in via del tutto eccezionale a doppio P.O.V. Quindi vi lascio una piccola anticipazione per quanto riguarda il P.O.V. Meg e il P.O.V. Jake.)

 P.O.V Megan…
<< Sei un'egoista. Non hai nemmeno provato a parlare con Jake del matrimonio, perché hai paura che ti volti le spalle! Se rimanessi da sola  non avresti più qualcuno da abbracciare quando Edward è via o quando desideri un po' di calore umano, mi sbaglio? Non credo che un morso e del veleno nelle vene possano rendere il tuo cuore più duro e freddo di quanto non lo sia già. >> quasi urlo, tanto che Edward fa irruzione nella tenda e mi lancia uno sguardo truce alla vista della sua fidanzata, sbiancata e inorridita dalle mie parole.
Adirata mi alzo ed esco dalla tenda lasciando a Edward il tempo di calmare Bella, ho parlato più del necessario e la cosa più strana era che le cose dette le pensavo davvero. Calcio la neve con gli scarponi larghi che indosso e guardo distrattamente il cielo limpido, nessuna delle piccole nuvole candide sembra ricordarsi della nevicata di ieri.

 P.O.V. Jacob…
<< Jacob, sei un idiota! >> grida la voce incaponita e smorzata di Leah. "L'idiota sei tu" vorrei dirle "Dovresti ringraziarmi!". Ed invece urlo di nuovo, provo a muovermi e il dolore si triplica. Strizzo gli occhi e serro la mascella, rantolando.

 

Recensioni:

 

 mary74: Ti è chiaro tutto? O.O aspetta, ti faccio un piccolo excursus :D
Megan: vuole che Jacob rimanga con lei durante la battaglia:
Jacob: vuole combattere contro l’esercito di neonati e spera nella presenza dei Volturi ( perché come sai in questa storia sono i Volturi che incaricano Victoria di creare un esercito);
Bella: come nel libro di zia Stephy chiede a Eddy di restare con lei, cosa che ottiene;
Edward: Non vuole che Megan faccia presente agli altri le sue idee (mandare lui a combattere e risparmiare Jacob) perché tutti avrebbero finito per darle ragione e sia Jake sia Bells se la sarebbero presa con lei. Jake perché vuole partecipare alla battaglia, ma è costretto a restare con loro mentre Edward va a combattere; Bells perché Edward, appunto, va a combattere.
Lo so, sono contorta! XDD  Ora è tutto chiaro? Se vuoi puoi anche usare il mio blog per chiedermi qualcosa di più approfondito! Un bacio, Vale, alla prossima <3

 
  CelesteBlackMar: Ciao! :) Ti capisco, la lettura è lenta, specialmente quando si hanno un sacco di compiti. L’importante comunque è leggere e poi recensire U_U da brave! XD ahahah
Avrei dovuto lasciare Megan affondare le sue fauci nella carne flaccida di Bella?? Nah, ti do due motivi: primo, malattie infettive. (Pensa che schifo); secondo, c’avevo pensato per davvero, ma purtroppo poi mi sarei ritrovata senza Bellina-mammina, quindi “no Bellina, no Nessie” >___< E A ME NESSIE SERVE!
Però ciò non toglie che la mia Maggie volesse ucciderla (mi riempie d’orgoglio, questa ragazza ù_ù) *O* mi sono divertita un sacco a scrivere quel pezzo :DD Apprezzo il tuo “fare la persona seria” Ma a me vanno bene anche gli scleri, visto che sia le mie recensioni (tu ne sai qualcosa) sia le mie risposte alla recensioni sono u tantino poco serie. xDD ahah. Cavolo x.x è proprio un trauma quello delle recensioni, chissà perché sono calate poi, non mi ricordo un tale calo l’anno scorso >_______< Un bacio, alla prossima!
P.S. Bello, il cartello. xDD

 

 liala90: Ciaooo!
Concordo! Anche a me sta tanto sulle balle Bella *-* l’assonanza “balle-Bella” è magnifico, complimAnti!! *ç*
Allora suppongo sarai contenta dello sfogo di Megan, voleva ucciderla per davvero *O* ( come ho già detto: Questa ragazza mi riempie d’orgoglio xDD)

Megan , nel prossimo capitolo, farà un discorso simile a quello che hai fatto tu nella tua recensione :) perciò è inutile dirti che hai perfettamente ragione riguardo a tutto!
Nessie non avrà l’imprinting proprio con nessuno, anche se i Jake\Nessie  non mi dispiacciono per niente, Meg viene prima di tutto e di tutti U_U… che poi, in confidenza, che cacchio ci sta a fare Nahuel, allora? ;DD ehehe, vedremo U_U
Cambiare idea??? PERCHE’ DOVRESTI? O_o .. hai tutto il mio appoggio! ù_ù
Le tue recensioni mi piacciono, sei fallita nel tuo intento di tirarmi su il morale X_X
Un bacio, alla prossima ( capitolo della battaglia °W°) ti adoro. Vale.

 

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Capitolo 37
*** ~ 35. La battaglia ***


Capitolo 35

LA BATTAGLIA

 

Jacob

Poco prima di andare incontro al nulla…

Apro gli occhi e mi stiracchio, facendo molta attenzione a non svegliare Megan, che dorme placidamente con la guancia poggiata sul mio stomaco e almeno tre coperte addosso.
Mi volto verso Edward, notando un’espressione atona sul volto pallido. << Ormai manca poco. >> dice, lo sguardo perso in chissà quale mente, indifesa al suo setaccio.
<< Seth? >> mi limito a chiedere, assonnato, << E’ già arrivato? >>
<< E’ fuori. Ti conviene sbrigarti se vuoi andartene in tempo per essere utile. >> continua. Chino lo sguardo su Megan e le accarezzo la guancia, sospirando.
<< Promettimi che ti prenderai cura di lei. Qualunque cosa potesse succedermi. >> sussurro. Mi sento così stupido a chiedere un favore del genere proprio a lui, ma mi trovo costretto a farlo.
Non vedo la reazione del vampiro, attento come sono ad imprimere nella mia mente il viso di Meg, ma sento chiaramente lo spostamento d’aria che provoca annuendo, non appena alzo lo sguardo lo trovo a guardarmi con uno occhio imperscrutabile.
<< L'avrei fatto anche se non me l'avessi chiesto. >> mi dice, in quello che vorrebbe essere un tentativo di consolarmi e rassicurarmi.
<< Lo so, l'avresti fatto. >> mugugno, con una punta di amarezza chiaramente espressa nella voce a quell'ennesima dimostrazione di simpatia fin troppo spinta nei confronti della mia ragazza.
Con molta delicatezza la sollevo dal mio petto, cercando di fare meno rumore possibile e di minimizzare i gesti, proprio per non svegliarla. Non voglio che mi veda andar via.
Edward accorre in mio aiuto, reggendo in una presa dolce il corpo di Meg mentre io le sistemo sotto il sacco a pelo, stendendo frettolosamente con le mani il tessuto di nylon verde che lo costituisce.
Una volta dopo averla adagiata sul sacco a pelo e averle rimboccato le coperte scambio uno sguardo con Edward, lui lo ricambia.
<< Sai, se solo tu non fossi un licantropo, un testardo ed un immaturo, forse mi staresti a genio. >> sussurra Edward, accennando un sorriso vago.
<< Sai, se solo tu non fossi un odioso e disgustoso succhiasangue depresso, forse ... Be', no, neanche in quel caso. >> un ululato c'interrompe, sospiro, gattono fino all'entrata della tenda e senza voltarmi indietro esco, chiudendomi la zip alle spalle.
Un manto di neve candida copre omogeneamente l'intera vallata, facendola apparire quasi abbagliante per i miei occhi, assonnati e ancora non abituati alla luce del giorno.
Al limitare est della piccola radura, tra le scarse macchie di vegetazione che verdeggiano - laddove la foresta, grazie alla fittezza dei rami, non ha permesso la sera precedente il passaggio alla neve - percepisco la presenza di Seth. Concentrandomi su nient'altro se non sul suolo sotto i miei piedi mi sfilo la maglietta, lasciandola adagiare sulla neve, e con due calci mi libero facilmente delle scarpe da tennis, restando in bermuda. Io, la neve che si scioglie a contatto con la pelle incandescente dei miei piedi nudi, la foresta, i vampiri, la battaglia. Dilato le narici, assaporando l'odore freddo e pungente della neve e di qualche fiore sopravvissuto alla fioccata di ieri. Niente odore di vampiri nei dintorni. Tendo le orecchie, ma non sento alcun rumore, se non fosse per i respiri di Meg e Bella, quello di Seth ed il mio, il silenzio sarebbe tanto profondo da assordarmi.
Dei passi svelti e goffi trapassano il mio affinato udito, concentrato sui minimi rumori che cercavo di intercettare, traballo per la sorpresa e serro la mascella. Merda, addio concentrazione e inflessibilità. << Te ne vai? Senza nemmeno dirmelo? >> cerca di rimproverarmi, ma il fiatone dovuto alla corsa glielo impedisce, facendola piegare su se stessa per riparare allo sforzo.
<< Pensavo sarebbe stato meglio per entrambi. >> sussurro, continuando a darle le spalle, se mi volto sarà tutto ancora più difficile, << Seth farà da guardia e da mediatore tra noi e voi per tutta la durata dello scontro. Ti prego. Niente colpi di testa, intesi? >>
<< Intesi. Però, adesso che ne dici di voltarti. >> riprende a dire, la sua mano si poggia sulla mia spalla e prova a voltarmi, la assecondo e i miei occhi si perdono negli arabeschi che formano i suoi capelli spettinati sulle guancie rosate.
<< Cerca di non mangiarti Bella durante la mia assenza. >> le dico, sorridendo.
Lei abbozza un sorriso e china lo sguardo. << So che ho fatto una promessa, ma non credo la infrangerei dicendoti di fare attenzione. >> prende un respiro e torna a ricambiare il mio sguardo. << Perciò... fai attenzione. >>
Mi avvicino al suo viso e le scocco un bacio sulla bocca, accarezzandole la guancia, poi mi blocco preoccupato, non sentendo le sue labbra rispondere alle mie.
La trovo a serrare gli occhi, due piccole lacrime ai lati delle ciglia scendono lente. Con un gesto frenetico le spazza via usando l'angolo della coperta che ha addosso. << Scusa, non... non volevo piangere, ma pensandoti là, i-io... >> la interrompo scuotendo la testa.
<< Shhhh. >> le sibilo all'orecchio, stringendola in un abbraccio. << Tornerò molto prima di quanto speri. Vedrai. >>
<< Vedrò... >> sussurra, come se stesse tentando di auto convincersi.
<< Esatto. >> le rispondo, usando il suo stesso tono di voce, basso e cantilenante. Ridiamo sommessamente, poi l'abbraccio si scioglie.
<< Fai attenzione. >> Alzo gli occhi al cielo e borbotto un’imprecazione.
<< L'hai già detto. Se continuerai a farlo finirai per portarmi sfiga. >> la punzecchio.
Mi molla un lieve pugno sulla spalla per ripagarmi della battutina di pessimo gusto e si protende sulla punta dei piedi per arrivare alle mie labbra. << Ti amo. >>
Sorrido e lascio la mano che le stringevo fin dall'inizio della conversazione. << Lo so, briciola. Per questo tornerò tutto intero. >> le strizzo l'occhio e in un attimo sono un lupo; un lupo che corre veloce e pensa solamente ad uccidere i mostri che attentano alla vita delle persone che ama.

 

Megan

…Lacrime salate, sangue sul palato, rabbia…

A volte penso che ci sia sempre di peggio a ciò che è già peggiore di suo.
<< Dov’è Edward? >> la voce preoccupata ed impastata dal sonno di Bella riaccende i miei istinti omicidi. Sarei pronta a sfogare tutto il mio malumore su di lei. Sarebbe un bel pretesto per giustificarmi davanti una corte marziale: Esaurimento nervoso; così, invece di sbattermi in prigione, mi mandano al manicomio.
<< Fuori, con Seth. >> grugnisco, guardandola per un millesimo di secondo, con sufficienza.
<< E Jacob? >> il sangue si congela nelle vene, faccio un respiro sconnesso e apro la bocca, tentando di rispondere, con difficoltà notevoli.
<< ... è già andato. >> soffio riluttante alla fine, con sforzo inumano, chinando lo sguardo sui miei piedi. So che anche lei soffre per l'assenza di Jacob, ma di certo vederla piangere per lui non mi sarebbe d'aiuto. Mi asciugo gli occhi con il dorso della mano e stringo i pugni così intensamente da far sbiancare le nocche. << Non gli hai ancora detto niente del matrimonio. Ormai manca poco. >> dico, cambiando completamente argomento. Torno a guardarla giusto in tempo per vedere il suo viso farsi contrito.
<< Non credo gliene importi niente dopo la scenata a casa mia. >> balbetta. Sollevo gli occhi al cielo.
<< Se prima di oggi pensavo fossi tonta, adesso invece ne ho la conferma! >> borbotto, portandomi le mani alle tempie, scuoto leggermente la testa e le riservo un sorriso ironico, << L'ha fatto per non dover frenare le lacrime di qualcun'altro. Non è forte come credi, avrebbe ceduto facilmente alle nostre richieste combinate insieme. >>
Le lacrime affiorano sugli occhi di Bella, ma prima che possano ricaderle sulle guancie se le asciuga. << Perché rischiare la vita? >> sussurra.
So di dover prendere le sue difese, pur sentendomi toccata dalla sua domanda. Così mi chiudo nelle spalle e con voce atona dico: << Per combattere la guerra servono soldati. Non puoi portare tutti in salvo sul cucuzzolo di una montagna. >>  lei scuote la testa, adirata.
<< Megan, la guerra è morte. >> dice, sento ancora una volta che ha ragione, stringo i pugni e freno le lacrime per l'ennesima volta.
<< E tu, invece? Lo fai realmente perché gli vuoi bene o perché senza i tuoi giocattoli da spupazzare ti annoieresti a morte? >> sbotto, più acida e sincera di quanto credessi.
Bella si morde il labbro e china lo sguardo. << Quello che dici non ha senso. >> sussurra.
<< Sei un'egoista. Non hai nemmeno provato a parlare con Jake del matrimonio, perché hai paura che ti volti le spalle! Se rimanessi da sola  non avresti più qualcuno da abbracciare quando Edward è via o quando desideri un po' di calore umano, mi sbaglio? Non credo che un morso e del veleno nelle vene possano rendere il tuo cuore più duro e freddo di quanto non lo sia già. >> quasi urlo, tanto che Edward fa irruzione nella tenda e mi lancia uno sguardo truce alla vista della sua fidanzata, sbiancata e inorridita dalle mie parole.
Adirata mi alzo ed esco dalla tenda lasciando a Edward il tempo di calmare Bella, ho parlato più del necessario e la cosa più strana era che le cose dette le pensavo davvero. Calcio la neve con gli scarponi larghi che indosso e guardo distrattamente il cielo limpido, nessuna delle piccole nuvole candide sembra ricordarsi della nevicata di ieri.
Piano inizio a sentire le gambe tremare, fino a quando, cedendo, mi ritrovo seduta sul suolo freddo. Mi chiedo se tutto questo non sia un fardello troppo grande per la mia testa. Forse prima o poi esploderò. Un pelo color sabbia struscia contro la mia mano destra, apro gli occhi e mi ritrovo davanti Seth.
<< Ce l'hai con me, eh? Sono stata una strega con Bella, dopotutto anch'io ho tentato di far restare Jacob. Non avrei dovuto... sono un'egoista, lei è riuscita nel suo intento, ma la colpa rimane anche se sono stata un'incapace nel persuaderlo. Anch'io considero Edward o te un fantoccio con cui giocare, allora? Non son... >> il muso attento di Seth viene trafitto da un gemito di dolore, un guaito mi ferma. Tendo le orecchie, oltre i lamenti di Seth la foresta continua ad essere silenziosa. Un brivido mi percorre la schiena. << Cosa? >> gli chiedo, a voce bassa. Come risposta ricevo un rantolio sinistro. Lo stringo al collo e socchiudo gli occhi.
<< Sono arrivati? >> mi limito a chiedere, con un sussurro quasi totalmente impercettibile all'udito di un comune mortale. Un'altro guaito, il muso di Seth si accuccia sulla mia spalla. << Sono qua. >> soffio, strizzando gli occhi e chiudendo i pugni sulle spalle lupine di Seth, quando le urla ed i guaiti giungono anche al mio orecchio. E' iniziata.
<< Megan... >> mi sussurra Edward, all'orecchio, << vieni, andiamo dentro. >> lo guardo senza vederlo davvero e scuoto la testa.
<< Resto qua. >> fiato.
<< Io non voglio che tu... >> non finisce la frase e mi poggia una mano sulla spalla.
Un urlo ovattato sconvolge l'aria. Seth guaisce, strizzo gli occhi e affondo di più le dita nella sua pelliccia. << Non m'interessa di cosa vuoi, io resto qua. >> sibilo e mi scrollo la sua mano di dosso. La mia famiglia sta combattendo per me, voglio sentire quello che succede.
Un guaito trafigge la gola di Seth. Mi mordo il labbro fino a sanguinare. Tutto questo non può che essere una prova schiacciante: Il mondo non è avvolto dalle bugie, ma è una bugia di per sé. Stare qui a soffrire in silenzio, mentre le altre persone vivono la loro vita non credendo all'esistenza dei mostri che invece fanno parte della mia vita mi fa infuriare, sapere che per quelle persone il loro dolore non esiste, mi fa piangere.
Forse per questo sono soddisfatta sentendo il gusto del sangue sul palato o le guancie zuppe di gocce d'acqua salata. Mi aggrappo con veemenza al collo di Seth e lancio un urlo soffocato. << Basta! Fateli smettere! >> urlo, Seth mugola e poggia la testa contro la mia, lui sta assistendo a tutto. << Basta... >> sussurro, << adesso, basta. >> continuo, la voce sempre più fievole.
Edward è di nuovo al mio fianco. << Vieni dentro, hai sentito abbastanza. >> sussurra premuroso ad un centimetro dal mio orecchio, mi solleva tra le braccia e sento solo la tempia gelarsi contro il suo petto. L'udito cerca un battito che non c'é.
<< Jacob. >> deliro, socchiudendo gli occhi, ancora grondanti di lacrime.
<< Sta per finire Meg, stiamo vincendo. >> mi rassicura Edward, carezzandomi il viso e poggiandomi sul sacco a pelo di nylon, dove mi affretto nel sedermi, nascondendo il viso tra le gambe, strette al petto.
<< Le sanguina il labbro. >> balbetta Bella, turbata dai miei modi di fare.
<< Nervosismo. E' chiaramente sotto shock. >> le spiega professionale Edward, si avvicina a me con un fazzolettino e mi tampona il labbro inferiore. Lo allontano in malo modo e gli strappo il fazzolettino di mano.
<< Lasciatemi in pace! >> quasi ringhio. So che in questo momento sono più simile io ad un lupo selvaggio che Seth, ma non m'importa. Non m'importa più niente. Voglio soltanto sapere che è finita e che d'ora in avanti non dovrò più avere paura. Lo desidero con tutta me stessa.
Poi una voce acuta e petulante rompe l'aria: <<  Pensavate di potervi nascondere? >>

 

Jacob

… Il prezzo della battaglia…

Attraverso gli occhi di Seth vedo palesemente tutto quello che succede nella radura. Guaisco quando scorgo il viso di Meg e schivo l'attacco di un neonato. I pensieri dei miei compagni di branco mi rimbombano in testa:
 Jacob, concentrati!
Non vorrai farti ammazzare?!
Attento, alle spalle!

Con un balzo mi volto e stringo tra le fauci l'arto superiore di un biondino, con uno slancio violento glielo stacco e lo atterro, poggiandogli una zampa per spalla. Finirlo una volta bloccato è semplice e veloce. Emmett mi schizza davanti come una scheggia e tendendo un braccio ne blocca a terra un altro, afferra la testa e stringendola possentemente con entrambe le mani gliela stacca di netto dal collo, lasciandolo inerme. Paul ringhia, di fronte ad un altro. Mi guardo intorno, siamo in metto vantaggio. Magari potrei andare da Megan, ormai manca poco. Erano circa venti vampiri per noi e venti per i Cullen. Dovremmo avere quasi finito.
Combattere non m'interessa, voglio confortarla, farle vedere che sono sano e salvo e... I pensieri di Seth mi fanno rizzare il pelo.Victoria li ha trovati. E' lì. E vuole Megan.
Com'è possibile?
- ringhio, fuori di me, uccidendo con furia un neonato - Sam! Devo andare da loro!
Jacob, c'è ancora bisogno di te qua!
- dice lui, mettendosi in posizione d'attacco e ringhiando ad una neonata.
Hai voglia di scherzare?! - urlo mentalmente, adirato. Anche lo sguardo di Leah si solleva sconcertato su di lui.
Vuoi lasciare da soli Seth e Megan? - replica lei, schivando una gamba del neonato che Jared sta smembrando.
Seth sa benissimo cavarsela da solo e c'è anche Edward lì con lui.
Jasper e Derek con molta cura passano in rassegna i corpi e li bruciano, mentre noi continuiamo ad abbattere gli altri, che sembrano non finire mai. Mentre ne faccio fuori uno dopo l'altro assisto alla battaglia di Seth ed Edward contro Victoria ed un certo Riley, il suo pupillo a quanto pare. Bella e Megan, terrorizzate, stanno ai bordi della tenda.
Edward cerca di parlare con Riley, convincendolo a non attaccarli, dicendogli che è tutta una farsa, che Victoria non lo ama, che lei voleva soltanto uccidere Megan, perché é stata lei ha far innamorare James, e Bella perché vuole che chi l'ha ucciso - ovvero Edward - capisca il suo dolore. Lui non sembra ascoltarlo granché.
Sam dilania le membra di uno degli ultimi neonati rimasti, mi guardo intorno, affinando lo sguardo, cercando di contare le nostre vittime. Venti. Devono essere venti.
Improvvisamente il dolore di Seth mi coglie in pieno, facendomi appannare la vista. Riley l'ha ferito.
Seth, stai in guardia! - ringhio e stringo la mascella.
Sono tutti! Abbiamo finito! - dice in tono soddisfatto Quil – venti vampiri, li ho contati io stesso.
Un urlo di Meg mi fa ridestare dalla lotta e ancora una volta le cifre nella mia testa si perdono.
Vedo Edward lottare con Victoria e Meg graffiarsi le mani per togliere dalle mani di Bella una pietra appuntita. Cosa pensava di fare quella ragazza?
La lotta si fa più dura e Seth viene ferito un paio di volte prima si staccare un braccio a Riley. Quel neonato è incredibilmente capace per essere così giovane. Victoria ed Edward continuano a guizzare così velocemente da sembrare inconsistenti, ad un certo punto la chioma rossa della vampira è per terra, il suo volto inespressivo. Stessa cosa per Riley. Edward prende un accendino e da fuoco ai corpi. Sospiro sollevato quando gli occhi di Seth si concentrano su Megan: Ha un labbro spaccato e le mani scorticate, ma sta bene.
Leah! Stai attenta! - uno spostamento d'aria mi fa sobbalzare.
Ringhio e mi avvento contro il neonato che presuntuosamente Leah ha deciso di affrontare da sola, cercando di puntare alla gola. La scanso in modo brusco, per evitarle ferite.
Nella fretta di salvarla però, non calcolo bene la distanza né tanto meno la stazza o la posizione in cui si trova il neonato. Sento una fitta soffocante sulla spalla destra, uno spasmo trafiggermi il cervello, inaspettatamente tutto diventa nero e tante piccole scintille bianche annullano la mia capacita di ragionare, facendomi piombare nel dolore più intenso che io abbia mai sentito. Ululo straziato, ma invece di sentire il verso animale che mi sarei aspettato non percepisco altro che un urlo angosciante, umano. Il mio.
<< Jacob, sei un idiota! >> grida la voce incaponita e smorzata di Leah. "L'idiota sei tu"  vorrei dirle "Dovresti ringraziarmi!". Ed invece urlo di nuovo, provo a muovermi e il dolore si triplica. Strizzo gli occhi e serro la mascella, rantolando.
<< Jake, fratello? Stai tranquillo, ti portiamo a casa. >> sussurra la voce di Embry al mio orecchio. Mi sento sollevare da terra ed il dolore si fa più forte ancora. Urlo di nuovo, poi chiudo gli occhi e provo ad ignorare la mia sofferenza, mentre i ragazzi camminano a passo prudente verso La Push.


Megan

… Ricominciare insieme, con qualche cicatrice.

Un altro urlo tanto tormentato da sembrare inumano trapassa la porta chiusa, tremo e nascondo il viso contro il collo di Seth, soffocando un singhiozzo, lui mi stringe forte, Ronnie mi carezza la schiena. La mia mano tiene forte quella di Zio Billy, anche lui trema. << Perché ci sta così tanto? >> soffio, la voce martoriata dal pianto. Come anche gli occhi e tutto il resto.
<< E' per il suo bene,  se le ossa si rimarginano troppo in fretta finirà per essere ancor peggio... >> dice Sam, la voce provata fa perdere solidità alla spiegazione.
Ancora un urlo. Stringo la mano dello zio Billy e sopprimo un grido.
Quando Edward ci ha detto di Jacob mi rifiutavo di crederci. Bella si è accasciata al suolo, io continuavo a guardare il vuoto mentre nella mia testa l'immagine di Jacob ferito prendeva consistenza. Più appariva chiara più mi ripetevo che era impossibile. Che illusa.
Quando sono tornata a casa ho trovato Zio Billy in lacrime "La parte destra del corpo é del tutto rotta" mi ha spiegato. A quel punto mi sono sentita il fiato mozzare e gli occhi bruciarmi. Ho urlato. E ho pianto.
Carlisle esce dalla stanza con passo trattenuto, trovandoci tutti schierati sul corridoio, mi sorride a stento e si avvicina. << Dovrò disinfettarti questi brutti tagli alle mani, >> sussurra benevolo, << ma prima va da lui. Chiede di te. >>
Mi asciugo le lacrime e annuisco, faccio qualche passo in direzione della porta e mi riprometto di non piangere. La apro e me la chiudo alle spalle, prendo un respiro profondo e mi volto, gli occhi schiusi.
Quello che vedo è ancora peggio di quello che immaginavo: bende macchiate di sangue dappertutto, il volto imperlato di sudore, gli occhi chiusi e le labbra tendenti ad un colorito violaceo-blu.
Le lacrime si condensano e scendono lente, le mi labbra si serrano, cercando di non far uscire nessun suono. La fasciatura al braccio destro è così stretta e spessa da farmi tremare. Per un attimo mi ritrovo a pensare che forse per lui farsi spezzare le ossa una ad una da Carlisle sia stata la parte meno dolorosa.
Avanzo e mi siedo a gambe incrociate sul pavimento, poggiando la testa sul suo braccio sano.
Il suo viso sudato mi sorride, gli occhi si schiudono, ma una nota di dolore è evidente e sottintesa comunque. << Scusa. >> soffia, la voce angariata.
Continuo a piangere in silenzio e la rabbia monta. << Jacob, sei assurdo! Mezzo rotto su un lettino osi chiedermi scusa? Stare a contatto con Edward ti fa male. Non hai alcuna colpa. Stai zitto o giuro che ti rompo anche tutto il resto. >> ma la mia minaccia non è efficacie perché metà delle parole erano incrinate dalle lacrime.
<< In teoria avresti il diritto di farlo. Ho infranto il patto >> continua, provando una risata, che si trasforma in una tosse affannosa. Mi inginocchio e poggio la guancia sulla sua mano calda, socchiudendo gli occhi.
<< Sei assurdo. >> singhiozzo, ormai il pianto ha raggiunto il punto di non ritorno. << Assurdo... >> sussurro, continuando a piangere disperata. La sua mano abbandona il mio viso e mi cinge le spalle, facendomi alzare, mi stendo contro il suo lato buono e continuo a piangere, angosciata.
Lui sta in silenzio, mi lascia sfogare, accarezzandomi leggero il braccio con la punta dell'indice.
Dopo secondi, minuti o forse ore, la voce fiacca e rauca di Jacob mi ridesta dal mio pianto stanco e più silenzioso. << Ti amo. >>
<< Anch'io. >> sussurro e, facendo attenzione a non far muovere troppo il letto, mi sollevo un tantino, arrivando a poggiare la fronte sul suo mento. Lui porta la sua mano sulla mia nuca e dopo pochi secondi labbra screpolate e secche mi sfiorano la fronte.
<< Non mi dai neanche un bacio? >> mi chiede, lo fa con ironia.
<< Può servire? >> sussurro, sollevo la fronte dalle sue labbra e piano stendo il collo fino a portarla contro la sua. I suoi occhi si chiudono e le labbra si dischiudono.
Mi chino sulla sua bocca e la bacio lentamente, come se potessi fargli male. Solo nel momento in cui lo sento rispondere al mio bacio capisco che anch'io ne avevo bisogno esattamente come lui.
Ora le sue labbra non sono screpolate, sono tornate ad essere quelle carnose di sempre. Il labbro spaccato mi brucia e scommetto anche che ha ricominciato a sanguinare, ma non ha importanza.
Quando allontano il mio viso dal suo lui mi riserva un sorrisino. << Ti sembrerà stupido, ma... finora questo è il miglior antidolorifico che ho provato. >> gracchia, la voce rauca, ancora lacerata dalla sofferenza. << A proposito di dolori: ti avviso. Non fare entrare Ronnie perché potrebbe davvero sentirsi male. Sai com'è? E’ molto empatica. >> dice subito dopo, tentando un'altra risata, ridacchio e mi asciugo le lacrime con la palma della mano.
<< Giuro che farò di tutto per non farle vedere un tale spettacolo. >> balbetto.
Accuccio il viso contro il suo collo e inalo il suo odore. Solo che sta volta invece del muschio e dell'aria di montagna sento odore di fumo, sudore, sangue e disinfettanti. Stranamente addosso a lui anche quel mix insolito mi rilassa. << I Volturi devono aver capito che sapevamo della loro colpa in tutto questo. Avevo sperato di poter vedere Marcus, di poterlo affrontare. Ma non c'erano. In questo modo abbiamo tagliato l'erbaccia senza estirparne la radice. >>
<< Loro non partecipano mai ad una battaglia ed anche se fosse hanno delle guardie del corpo validissime... o almeno, così mi ha detto Carlisle. Sono contenta che fossero assenti, se un neonato ti ha ridotto così cosa potrebbe succederti contro la guarda del corpo personale del grande e potente Marcus? >>
Soffoca un lamento e mi spintona leggermente: << Io mi sono fatto quasi uccidere, da vero eroe, e tu mi ripaghi in questo modo? >>
<< Nessuno ti ha chiesto di rischiare la vita. >> borbotto, facendo una linguaccia inorridita al solo immaginarmi mentre gli chiedo di combattere.
<< Sta' zitta. >> grugnisce, ma non c'è cattiveria nella sua voce. La sua mano buona vaga sul mio fianco, coprendo e scoprendo la pelle con il lembo della maglia stropicciata ed imbratta che porto. Le mie dita percorrono le sue labbra, massaggiandole, noto con una certa soddisfazione che dopo qualche minuto tornano ad avere un colore più umano, segno che il sangue ha ripreso a circolare. In poco tempo inizia a far caldo accanto a lui, mi sento infervorata ma non oso muovermi, i suoi occhi si chiudono lentamente e il suo respiro si fa regolare e pesante, fermo il dito scostandolo dalle labbra, lui spalanca gli occhi e si lamenta a bassa voce. << Mi piaceva. >> sussurra appena. Sorrido e torno a poggiare l'indice sulle sue labbra, lui scocca un piccolo bacio sul polpastrello e torna a chiudere gli occhi. Si addormenta quasi subito, sicuramente sotto una dose notevole di morfina.
La porta viene scossa da una bussata timida. Guardo il mio fianco arpionato saldamente dalla sua mano e decido che non voglio sapere chi è, andasse pure a fuoco la casa io di qua non mi muovo, non mi staccherò dal suo fianco per nessuna ragione al mondo.
Poggio il viso sul guanciale perno del suo strano odore e chiudo gli occhi, addormentandomi di botto. La porta smette di tremare dopo appena due bussatine.
 
-------------------------Valentina’s Space-------------------------
 
Vale che fai? Stai postanto? Potevi aspettare altri mille anni, eh? O.O ommiodiosantissimanutella! Lo so, lo so  U_U eh eh.
Ma il problema non dipende da me: con tutto il macello che la maggior parte di noi ha a scuola e per la sventurata sfortuna di dimenticare il pennino con dentro il capitolo a casa di nonna! XD
Avrei postato da tempo se solo non fosse che non mi convince il capitolo, l’ho ricontrollato mille e mille volte.
Dunque, dunque, dunque. che ne dite? Spero di non aver sminuito o descritto male niente. Ce l’ho messa davvero tutta :)
Bene, e qua, si può dire che Eclipse è quasi finito. Finirà esattamente tra circa due capitoli.
Potete trovare lo spoiler sul mio Blog:
Shiny-shimmer: http://shiny-shimmer.blogspot.com/ by Sei_Nel_Anima 2oo9
Per quanto riguarda le recensioni (che sono salite: yuppie-yeah *-*) eseguo…

 
Ed4e:  Ciao tesoro :)
Tranquilla, più che altro pensavo che tu fossi morta O.O”
Scusa se non mi dilungo, ma vado di frettissima >___< Un bacio, fammi sapere cosa ne pensi! (ti adoro!! ;D)

 
CelesteBlackMaR:  Dammi torto se sbaglio: Quel cappellino è davvero orrendo! Popola i miei incubi peggiori O.O”
Anche a te serve Nessie? Ehhh, è la vita XD dobbiamo continuamente rompere le palle a queste coppiette amorose! XD
Camurria? Sangò, chi sì tascia!! XD …naturalmente schirzavu! U_U
:D Grazie per i complimenti!!
*_* dimmi cosa ne pensi di questo capitolo, eh?! Non sono per niente convinta! T_T
Bacio!! :D <3
P.s. Piaciuta l’occupazione? XDD

 
saradm21: Anch’io l’avrai fatto! XD Ma Jake vuole bene a Bella >___>
Piange. Lo so, credevo fosse il modo migliore per far capire quanto in realtà sia realmente strana. Cioè, anche Megan ha provato a convincere Jacob a restare, infatti non dicevo questo. Quello che mi stupisce più di Bella, intendo nel libro della Meyer, è la sua ingenuità. Non che io non sia ingenua, ma lei lo è in modo consapevole. Non so se mi spiego: Lei fa la “parte” dell’innocente. xD Sto vaneggiando. Okay, dimmi come va questo capitolo :)  Bacio.

 
liala90: Ciao carissima!! :D
BELLA ALLA GOGNA!!! *o* sìììì!! Chiama le guardie!!!! *o* GUARDIEEEE, ACCIUFFATELA!!!
Ecco la sfuriata di Meg, è per un motivo abbastanza stupido e mi rendo conto che forse è troppo avventato, ma secondo me è proprio ciò che serviva.
T_T Jacob ferito, ho sofferto tanto tanto tanto tanto scrivendolo, ma d’altra parte è stato bello poter dare voce ai suoi sentimenti.
Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo, non mi convince molto.
Bacionissimi, Vale. <3

 
mary74:  *O* era proprio quel che volevo!! XD
Fammi sapere, come ho già detto alle altre, non sono per niente sicura su questo capitolo. Un bacio e non esitare a chiedere altre spiegazioni, sono sempre disponibile :D <3

 

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Capitolo 38
*** || 36. Matrimonio svelato, incubi di sangue e neve ***


                     

  Capitolo 35   

  Matrimonio svelato, incubi di sangue e neve

   Megan

Sono chiusi là dentro da ore ed ancora niente.
<< Dannazione Paul, stai zitto!! >> bisbiglio, con voce strozzata. Sono in ginocchio, il mio orecchio è attaccato alla porta della camera di Jacob, accanto a me Rachel fa lo stesso.
<< Cosa ci sarà di divertente nello stare qua invece che fare un giro all'aria aperta? >> borbotta, gli faccio cenno di tacere con la mano e affino lo sguardo, cercando di capire le parole.
<< Bella, sei impazzita?! >> assordate dall'urlo funesto di Jacob io e Rachel sobbalziamo, Paul sghignazza.
<< Ecco, la ragazza vampiro ha vuotato il sacco. >> ne deduce, chiudendosi nelle spalle. Mi mordo il labbro e faccio una smorfia. Forse non era poi tanto urgente dirglielo, solo adesso che ho sentito quanto l'abbia presa male capisco che questo comprometterà sicuramente la sua guarigione. Cavolo, non ne combino una giusta.
<< ... orrei ch... tu foss... test... Jay... i pr...Ti vog... ben... ai... >> Cogliendo a tratti troppo piccoli le parole di Bella allontano affranta l'orecchio dal legno e, rassegnata al fatto che zio Billy avesse preso delle porte troppo spesse, mi metto in piedi, scuotendo la testa sempre meno convinta. Dalla porta, sulla quale Rachel è ancora intenta ad origliare, si sentono in maniera chiara le parole lapidarie di Jacob, che rispondono ai sussurri, impercettibili alle mie orecchie, di Bella.
E' ferito. E' arrabbiato. E ha perfettamente ragione. Ciò non toglie però che mi dia ugualmente un fastidio disumano sentire che l'ha presa davvero così male.
Il dito rovente di Paul mi sfiora la guancia contratta. << Megan, non c'è che dire, il rosso rabbioso ti dona. >> serro la mascella e allontano il suo dito  con stizza.
La porta si apre e in un lampo io, Rachel e Paul ci precipitiamo nella mia camera, socchiudendo la porta.
Il passo lento e arreso di Bella percorre il corridoio e la sua voce saluta Billy, incerta. Poi il rimbombo della porta che si chiude investe il corridoio e sia Paul sia Rachel mi puntano gli occhi addosso. << Che aspetti? Vai a parlargli! >> mi incita Rachel, spingendomi fuori dalla porta di camera mia.

Cacciata dalla mia stessa camera. Non c'è più religione.
Busso alla porta e la voce di Jacob urla un "Vattene!" lapidario. Quelle parole mi colpiscono come un pugno allo stomaco. Ferita, sgrano gli occhi e schiudo la bocca, il pugno rimane proteso a mezz'aria, tra me e la porta. Mi lascio cadere le braccia lungo i fianchi e il mio sguardo si fa guerriero. << Jacob... >> miagolo, sfoderando le mie capacità più letali: tenerezza ed ingenuità.
La porta si apre e Jacob mi riserva uno sguardo che non promette niente di buono. Maledico Bella. Gli ha detto che lo sapevo, brutta traditrice.
<< Tu lo sapevi! >> esclama. Ecco, appunto, brutta traditrice.
<< Non potevo fare la spia! >> urlo, difendendomi, lo sguardo corrugato.
Mi punta un dito contro e sporge il labbro in un broncio contrariato. << Mai sentita una scusa più infantile! >> ruggisce. Cavolo, fa' sul serio.
Di conseguenza il mio sguardo si fa la personificazione della tenerezza e, con passo affranto, mi abbandono seduta sul letto, lui chiude la porta in un gesto di rabbia.
<< Tu volevi che facessi amicizia con Bella, tenere questa questione per me mi sembrava un buon modo per consolidare il rapporto, tu eri così felice, io non me la sentivo di... >> mi fermo e vedo la sua espressione distendersi. Mi si accende una lampadina, rido sotto i baffi e mi faccio ancora più piccola e pietosa.  La piccola e dolce Bellina mi getta fango addosso?  Bene, ricambio il favore.
<< ... le dicevo sempre di dirtelo, giuro! ... ma lei niente. Poi l'ho minacciata, le ho detto che se non avesse fatto qualcosa al più presto sarei stata io a dirtelo. E allora lei si è convinta. >> il suo viso si fa contratto ancora una volta, si siede al mio fianco e sospira.
Per un attimo penso che voglia abbracciarmi e ci rimango perfino male quando invece continua a tenere le mani serrate allo stomaco. Mi volto a guardarlo, la sua espressione è persa nel vuoto.
<< Scusa... >> pigolo, gli occhi lucidi, sempre più irritata dal suo umore.

Devo vincere io, lei non può farti quest'effetto. Sono io la tua ragazza, non lei!!
<< Posso chiederti una cosa? >> sobbalzo al suono della sua voce, annuisco e fisso la sua mano indugiare sul copriletto. << Ci... stai male? Intendo, per il matrimonio. Non ti fa alcun effetto sapere che Edward... >> non finisce, gli occhi si affinano, il pizzico fastidioso che mi provoca la sua assenza mi turba per un millesimo di secondo, poi sparisce senza lasciare traccia. Come sempre. Mi alzo dal letto e gli punto gli occhi addosso. << No. Nessuno. >>
Il suo viso s'illumina fiocamente di un sorriso soddisfatto, beffardo, azzarderei. << E' un sollievo sentirtelo dire. >> fiata.
Mi getto su di lui a peso morto, e lui mi accoglie stringendomi al petto con forza, finiamo distesi sul letto. I piedi penzoloni.
<< Assolutamente no. >> ripeto, più decisa. Lui stringe la presa, il suo fiato mi accarezza la guancia. << Non devi pensarlo. >> continuo,  lui annuisce.
<< Non lo farò più... >> sussurra al mio orecchio.
<< A te invece fa effetto? >> gracchio, lui soffoca una risata, amara. Lo fa sempre più spesso. Sta diventando macabro quel suono, rabbrividisco quando lo fa.
<< Un... un po'. Ma è più che altro legato al fatto del "dopo". Quella sua stupida idea della trasformazione continuo a non accettarla. >> non dico niente, tutto quello che faccio e socchiudere gli occhi e ascoltare il suo corpo reagire alla vita. Anche lui sta in silenzio. Capisco dal nostro tacito accordo che proviamo esattamente la stessa cosa.
Siamo stanchi, infinitamente stanchi di questo modo di vivere, malgrado ciò è il nostro. Pensare ad una vita che non sia questa mi da un senso di malinconia ed inspiegata irrealtà che è propria di una bambina troppo cresciuta quando cerca con tutte le sue forza di credere ad una favola, ad una leggenda. Magari senza sapere che quello a cui non crede è in realtà la pura verità.
Tutto questo è orribile se solo provo ad immaginarmi come sarebbe vederlo dall’esterno.

 
La neve mi accarezza i piedi nudi, la foresta è quella di sempre, ma per certi versi mi sembra diversa.
Non perdo tempo a chiedermi perché nevica a luglio o per quale motivo sono a piedi scalzi sulla neve. Mi guardo intorno, incuriosita. Non sento freddo. I miei occhi riescono a vedere cose lontanissime ed un colore sconosciuto, leggiadro e sottile, presente dovunque in percentuali microscopiche. Il mio udito percepisce ogni suono; dal fruscio di una foglia non lontana fino al tonfo ovattato di un fiocco di neve dall’altra parte della foresta.
Vedo un ombra venirmi addosso, in un attimo sono distesa sulla neve e solo allora mi accordo di avere addosso degli abiti malridotti e sporchi. Dell’ombra che mi ha spinto non c’è nessuna traccia, eppure so che mi sta ancora osservando, posso sentire i suoi occhi scannerizzarmi. Posso sentire il suo odore. Un moto di angoscia mi attorciglia lo stomaco, quella cosa – qualunque cosa sia - puzza di morte. Mi sollevo da terra e osservo le macchie scure sui miei vestiti. Sangue. Sangue secco.
Le mie labbra fanno una smorfia, la preoccupazione monta insieme alla paura. Provo a pensare per quale motivo sono sola, ma subito, nel considerare il branco qualcosa mi da la nausea, nell’immaginare Jacob accanto in quel momento un senso di colpa mi investe in pieno.
L’ombra si rende manifesta. Non è altro che una figura alta, con un mantello grigio, dall’aspetto pesante, sulle spalle. Il cappuccio calato fino a coprirle tutto il viso.
Cammina deciso verso di me e dal cappuccio spunta solo la parte finale del viso, capisco dal suo puzzo di carogna che è l'ombra di prima, ma non ho più paura, nel frattempo le sue labbra si piegano in un ghigno maligno, compiaciuto. Presto una risata sonora fa scuotere le punte dei cipressi innevati, mi da fastidio che rida, mi sento male, ma so di non poter far niente per farlo smettere. Devo sopportarlo. Anche se vorrei ucciderlo. << Sei stata brava. >> dice dopo, il ghigno non scompare neanche un attimo. Anche io improvvisamente sorrido a quelle parole, lui riprende a ridere e la mia risata lo accompagna. Rimango interdetta, non capisco perché la mia voce sia così melodiosa, seppur sempre la stessa. E' come vedere, sentire e toccare le stesse cose, che però accolgono i tuoi sensi in maniera diversa. << Adesso come ti senti? >> sospiro e mi volto, quello che vedo mi sconcerta. E' una parte di me ad essere addolorata, per la maggioranza invece sento goduria, piacere. Un piacere intenso.
Il viso da ragazzo quasi uomo, che dimostra tutti i suoi anni, gli occhi chiusi, come se stesse dormendo, la pelle ambrata, sulle guancie si nota una leggera barba incolta, tutto fa pensare a un sonno ristoratore se non fosse per il suo collo, lacerato e sporco di sangue. Sangue scuro, denso, che scorre così copioso da sporcare anche la neve sottostante formando un piccola pozza vermiglia. Dai miei occhi vorrebbero sgorgare delle lacrime che non esistono. Sei un mostro, Meg.
Di scatto do le spalle a dello spettacolo abominevole e mi perdo in due occhi color cremisi, riflessi in uno specchio enorme, affianco a quello il sorriso del tizio incappucciato si allarga.
Il fiato mi si mozza in gola nel vedere la creatura aggraziata e letale che ho davanti gli occhi e fatico a credere che sia davvero io. Una pericolosa vampira nella fiorente ed eterea bellezza da ventenne senza tempo. Megan ora è questo.
All'istante il dolore microscopico al petto si fa più forte nel rivedere il viso dell'uomo morto riflesso allo specchio. M'inginocchio e lancio un urlo, l'ombra ride, ride sempre più forte, prova ad occultare la mia disperazione.
<< L'ho ucciso! >> urlo, disperata. La mia voce flautata articola dei lamenti che, anche se agonizzanti, continuano a sembrare un antico e melodioso canto in una lingua sconosciuta.
<< Era la persona che ti amava più al mondo, lo sai... eppure non hai esitato ad ammazzarlo quando te l'ho chiesto. >> dice la voce profonda della figura incappucciata. << La tua sete di sangue e di potere è così forte da farti dimenticare qualunque legame affettivo. >> continua.
Urlo di nuovo, ma nessuno può sentirmi.
<< Jacob... >> balbetto, scossa da singhiozzi privi di lacrime. Lo specchio rinvia ai miei occhi cremisi un viso bellissimo e contratto dal dolore. Dalla bocca rosea e carnosa si scorgono due denti impercettibilmente più slanciati e un debole raggio di sole fa baluginare una guancia. Nell'aria si avverte il sibilo di un colpo violento sferrato allo specchio, che a contatto con la mano si rompe, cadendo sulla neve  macchiata di rosso in mille pezzi.
Poi un altro urlo e ancora, ancora, ancora. Solo dolore, e l'incappucciato continua a guardarmi, sorridendo in modo sempre più sprezzante.

 
Spalanco gli occhi e tossico spasmodicamente, mi alzo dal letto divincolandomi dalle coperte e mi poggio di schiena contro il muro, portandomi una mano al cuore e socchiudendo gli occhi. Batte così forte da farmi temere che qualcuno possa essere svegliato.
Subito realizzo che chiudere gli occhi non è stata una grande idea: appena fatto le immagini orribili di quell'incubo sono tornate a macchiarmi la vista.
Prendo un respiro profondo e schiudo lo sguardo. Mi manca il respiro, il petto è oppresso da una forza inumana. Provo a prendere fiato, ma dalle mie labbra affannate esce un lamento strozzato.
Apro la porta di camera mia e con passo frettoloso ma felpato percorro il corridoio, poi mi chiudo l'uscio di casa alle spalle e mi aggrappo ad una colonna del porticato, facendo perdere lo sguardo sulla spiaggia, nella quale il chiarore dell'alba da inizio ad un giorno di luglio.
Il cuore batte ancora, i piedi si muovono da soli, corro, corro fino alla battigia, mi inginocchio e affondo le mani nell'acqua cristallina, poi le porto al viso, tergendolo con violenza, non appena le mani tornano ad essere umide ripeto l'operazione, ma rendendomi presto conto che non serve a niente finisco per gettarmi in acqua. Cerco disperatamente di svegliarmi del tutto, di cancellare un sogno, e come spesso accade, di lasciarmi alle spalle tutto.
Apro gli occhi ed intravedo un pesce appannato guizzarmi di fianco, riemergo e prendo fiato, solo allora mi arrendo. L'incubo vuole rimanere. Ha segnato la mia mente in maniera indelebile.
Era un incubo che riguardava il futuro, un futuro neanche tanto anteriore. E sembrava tutto reale, orrendamente reale.
Piano esco dall'acqua e mi getto sulla spiaggia, voltando il viso verso il cielo albeggiante. Chiudo gli occhi con pigrizia e mi limito ad ascoltare il rumore ancora affannato del mio cuore.
<< Non voglio. >> sussurro, scuotendo leggermente la testa, lo sguardo è annebbiato dalla stanchezza.
Dopo secondi, minuti o forse ore finisco per chiudere gli occhi ed addormentarmi, sprofondando in un sonno senza ombra d'incubi né, tantomeno, di bei sogni.
I giorni passano, i sogni si susseguono. Il tizio incappucciato è presente in tutti quanti, ma anche il voltodi Jacob, il suo corpo martoriato, il mio viso perfetto e quegli occhi rossi.
Provo a fingere una tranquillità che non ho, cerco di convincermi che gli incubi sono solo stupidi incubi e niente di più, però nulla di questo riesce a calmarmi nemmeno minimamente. La notte continuo ad aver paura, le ore di sonno diventano un flagello. Non parlarne con nessuno mi rende nervosa.  Fin quando, terrorizzata e stanca, un giorno afferro per il polso il dottor Cullen.
<< Carlisle. >> il suo viso da semidio mi si punta addosso. << Dopo che avrà finito di visitare Jacob, io avrei... bisogno di parlarle. >> sussurro, la voce più flebile che mai.
Un cenno del capo e una piccola smorfia preoccupata sono la sua unica risposta, si volta e dopo essersi chiuso la porta alle spalle un gemito di Jacob mi fa capire che è meglio tornare in cucina.
Percorrendo il corridoio mi accorgo che Edward è lì, affino lo sguardo e gli vado incontro, ma rendendomi conto che la sua smorfia è analoga a quella di Carlisle, mi fermo e, imbarazzata dalla sua reazione, mi torturo le mani, chinando lo sguardo.
<< Ne fai spesso di questi sogni? >> il mio viso si illumina, annuisco e torno a guardarlo in faccia.
<< Tutte le notti. >> mormoro, quasi sollevata dal non dover raccontare quelle mostruosità e tutte le preoccupazioni che mi procurano. << Secondo te è una fissazione? >> domando, con titubanza, << Magari dovrei proprio farmi vedere da uno bravo... chissà se esistono psicanalisti vampiri. >> bofonchio, lui non sembra apprezzare il mio sarcasmo macabro, mi afferra per mano e sospira.
<< E' meglio se vieni con me. >> dice, in tono grave. Non mi da il tempo di rispondere o obbiettare, mi trascina di peso, senza la minima difficoltà, verso la porta d'ingresso.
 Una volta entrata in macchina sobbalzo nell'avvertire una mano ghiacciata sfiorarmi la spalla.
<< Hey! Come mai qua? >> mi chiede Derek in tono beffardo, affacciato verso i posti anteriori della Volvo. << Credevo che la vostra amicizia si fosse raffreddata da quand... >> Edward tappa la bocca a suo fratello, sollevando gli occhi in cielo, poi si morde il labbro e con un moto di stizza batte la mano sul volante e soffoca un ringhio.
<< Artamon usa il suo dono su Megan! Te ne rendi minimamente conto? >> urla, stringendo la presa sul volante, che scricchiola.
L'espressione infantile e divertita di Derek scema nel sentire quel nome, sconosciuto alle mie orecchie. << Come abbiamo fatto a non accorgercene? >> chiede in tono meravigliato, dopo aver analizzato i miei ricordi. << I Volturi tengono a Megan molto più di quanto pensassi. >>
Edward ringhia ancora, poi guarda fuori dal finestrino. << Diciamo pure che Marcus tiene a Megan più di quanto pensassi... e la cosa non mi piace. >> 
Affino lo sguardo, confusa. << Come pensa di convincermi ad unirmi ai Volturi facendomi sognare cose così... >> inorridisco ripensando a Jacob. << ... orribili. >>
Derek mi accarezza appena la spalla con le dita gelide. << Facile. Una volta che ti avranno in pugno ti diranno che se ti unirai a loro senza insistenze non torceranno un capello a Jacob... >> sospira e tira indietro la schiena, affondandola nei sedili posteriori. << Ma questo non vuol dire che non sarai tu stessa a farlo quando lui cercherà di avvicinarsi a te, proprio come nel tuo incubo. >>  continua, con voce scura. << In un certo senso Artamon cerca di avvisarti che succederà. E’ la sua procedura. Dopo quello che è successo a sua moglie Selena, anche obbedendo agli ordini dei Volturi, cerca di avvisare tutti quelli che cadono sotto il suo potere. >>
Lo guardo senza capire, lui sospira e mi spiega. << Artamon da umano aveva la tendenza a condizionare i sogni delle persone che conosceva. Marcus se ne accorse e lo volle con lui, cercò di convincerlo minacciandolo di uccidere la moglie Selena, lui accettò, ma non appena rivide la moglie, sentendo l’odore del suo sangue, la uccise. Ovviamente i Volturi avevano dato il consenso di tale incontro, sapendo come sarebbe finita. Selena doveva morire, sapeva troppe cose. E così nessuno violò il patto fatto con Artamon. >>
Edward sembra avere un colpo di genio, perché il suo viso di colpo s’illumina di una luce intensa. << Quindi Artamon non è totalmente fedele ai Volturi. Potrebbe volere vendetta… >> sussurra, sovrappensiero.
<< Perché dovrebbe volerla, Ed? Loro non hanno infranto l’accordo. >> borbotta Derek.
<< Ma l’hanno trasformato contro la sua volontà in un mostro. >> controbatte, restio.
<< Sarebbe comunque difficile parlare con lui, riesce a controllare i sogni di Meg da fuori la riserva. Ad una distanza stupefacente. >> commenta il fratello, facendosi pensieroso anche lui.
<< Lo so, per questo non riesco a sentire i suoi pensieri. >> Edward si fa di nuovo scuro in volto, poi mi afferra la mano e la stringe tra le sue. << A te non succederà niente. >> mi sussurra, forse con l’intendo di tranquillizzarmi, << Devi soltanto pensare a Jacob. E se i sogni tornano, ogni volta che lo fanno, chiamaci. Non dire al branco di Artamon. Risolveremo tutto in fretta. Te lo giuro Megan. >> annuisco poco convinta e quando Carlisle esce di casa scendo dalla macchina, ci scambiamo un occhiata e lui mi sorride mestamente.
<< Jacob sta bene. Tra un paio di settimane sarà completamente guarito. Va’ da lui. >> faccio un cenno d’assenso e lo guardo salire. I miei occhi si fissano in quelli di Edward, che mi manda suppliche e ordini con il suo sguardo dorato, prima di accendere il motore dell’auto e tornare verso casa sua.
Un paio di giorni dopo Jacob mi fissa insistentemente mentre leggo un libro accovacciata tra le sue gambe, tutto mi sembra abbastanza normale e sono più serena. Non do a vedere un granché di quello che provo, anche perché, inspiegabilmente, dal giorno della discussione con Edward e Derek gli incubi di Artamon si sono fatti più radi e meno spaventosi.
<< Io… non andrò al matrimonio di Bella. >> sussurra, le sue labbra sono incerte.
Sollevo il viso dalle pagine del mio libro e lo volto verso di lui, sconvolta. << Perché non dovresti? >> gli chiedo.
Lui affina le labbra e aggrotta le sopracciglia. << Perché non sono d’accordo. Lei lo sa già. >> mormora.
Chiudo il libro e mi siedo accanto a lui, passandogli una mano sul braccio. << Io… credo che tu sia libero di fare quel che vuoi. >> mormoro.
Lui sospira e annuisce, convinto. << infatti. Non andrò. >>
Scuoto la testa e poi la poggio sul suo avambraccio. << Ma io sì. >> dico con nonchalance.
Non vedo la sua reazione, ma la tosse spasmodica che lo prende nel momento in cui le mie parole arrivano alle sue orecchie la palesa.
<< Tu andrai… >> borbotta, poi mi spintona leggermente, sbuffando. << E’ stato Edward a chiedertelo? >>
Lo guardo seccata e rantolo un lamento. << Io vorrei Edward al nostro matrimonio. Quindi a rigor di logica lui vorrebbe me… credo. >> Jacob sospira e arriccia il naso, infastidito, << E poi… non è detto che debba fare tutto quello che fai tu. >> aggiungo, con un gesto risoluto.
Lui scrolla le spalle. << Io avrei … >>
<< Avresti, cosa? Rinunciato al matrimonio di Bella? Ci credo! Non ti costerebbe alcuno sforzo, lo stai già facendo, genio! >> lo punzecchio, << Senza contare che le nozze di Bella e quelle di Edward altro non sono che un unico matrimonio. >> puntualizzo, arricciando le labbra.
Lui accenna un sorriso e scuote la testa. << Non riuscirai a convincermi. >>
Metto il muso. << Ma, Jake… >>
Sorride di nuovo e mi afferra il viso con le mani. << Niente “ma”! Sono irremovibile. Mi suona strano che tu stia cercando di convincermi ad andare al matrimonio di Bella… Insomma, stiamo parlando di
Bella! >> soffoca una risata e mi tasta la fronte, << Credo proprio che tu abbia la febbre alta. >>
Scaccio la sua mano e mi batto un palmo sulla fronte. << Sei il suo testimone! >> esplodo.
<< Non l’ho mai dato per certo. >> risponde, indifferente.
<< Non credo che Bella ne voglia un altro. >> ipotizzo, << Dovresti farlo per lei. >>
<< Anche tu farai da testimone, vero? >> mi chiede di colpo.
Faccio una smorfia impreparata e arriccio il naso. << … possibile. >> mugugno.
Lui esplode in una risata e si alza dal letto, facendomi affondare il viso nei cuscini. << Lo sapevo! >>
Lo guardo di sbieco alzando la testa dai cuscini e tiro indietro la testa. << Ti prego! >> pigolo.
<< No. >> esclama, strozzando una risata.
<< Dai!! Ma che amico sei?! >> frigno, tirandogli un cuscino.
<< Ho detto di no! >> ribadisce, e scansa il cuscino per poi prendere la via della porta. << Io vado a mangiare. >> ed esce.
Affondo nuovamente il viso trai cuscini e sbuffo, pigio il pulsante di chiamata rapida sul mio cellulare e attendo un po’. << Alice, credo proprio che dovrai cercare un testimone per Bella… >> borbotto.
<< Come? Cosa? Stai scherzando?! >> allontano il ricevitore dall’orecchio e affino lo sguardo, infastidita per il tono di voce.
<< Non so, ma la situazione è in stallo, devo ancora provare a lavorarmelo, non è molto convinto… non trovi sia assurdo? >> gracchio.
<< Sì, decisamente. Bella lo diceva che sarebbe stato difficile convincerlo. >> dice la voce metallica, seccata, ma nonostante tutto meravigliosa, della vampira.
Faccio una smorfia contrariata. << Già, non hanno funzionato neanche le supplice. >>
<< Stupido cane… Piuttosto, Edward mi ha parlato di Artamon: Come va? >> sussurra, con voce improvvisamente bassa, come se non volesse essere sentita.
<< Se non dormo abbastanza bene. >> dico, pronta, << Comunque la situazione è migliorata. Sarà che sono così stanca da non permettere l’accesso a niente, tanto è profondo il mio sonno. O almeno, è quello che pensa Edward. >>
<< Verrai anche senza Jacob al matrimonio? >>
Sorrido e disegno dei cerchi immaginari sul guanciale del letto. << Certo. Non farei mai ad Edward un torto del genere. >>
<< ‘Dio ti ringrazio. >> rantola, io mi abbandono ad una risata e scuoto la testa. << Ho già pronto il tuo vestito… sarebbe stato un peccato non vedertelo addosso. >>
Nel sentirla la mia risata si conclude in una tosse affogata. << Un vestito? Eravamo d’accordo che avrei fatto da sola! >> mi lagno.
<< Scusa, scusa, scusa!! Ma quando l’ho visto, io… è perfetto, Meg! >> dice, cercando di convincermi.
Grugnisco. << Non è aderente, mi auguro. >>
<< Per niente. >> poi tossicchia. << Okay, magari solo un po’. >>
<< Alice!! >> piagnucolo.

 
-------------------------Valentina’s Space------------------------- 
La vita fa schifo. Non l’avevi ancora capito, Vale? Cercavo soltanto d’illudermi ancora per un po’.
E’ inutile dirlo, credo sia stato palese che sia stata male, visto la mia prolungata assenza. Possiamo dire che l’amore fa schifo? Sarebbe troppo semplice a parer mio!! >_<
Il fatto principale è che non capisco il motivo per cui la tristezza ti colpisce in questi momenti in cui tutti sono felici. Inutile dire che mi sento sempre più piccola e insignificante di fronte tutto o.o” La cosa peggiore è che dentro il mio corpo il pancreas fa a pugni con il polmone destro e quello sinistro con lo stomaco O.o ho una guerra dentro, non so se ho reso l’idea. Quindi, semplicemente, vi chiedo di scusare la mia tristezza motivata alias immotivata.
Ho deciso di non postare più sul blog visto che quasi nessuno va lì, riprenderò a postare gli spoiler qua.
Vi chiedo per favore di rimi se la storia inizia ad essere monotona, perché avrei ancora Breking Dawn da scrivere e postare, ma mi sembra inutile postare, per carità, continuerei a scrivere comunque, ma ogni volta che posto e vedo
calare le recensioni mi viene la colite xDD
Chiudendo la parentesi depressiva, penso che sia d’obbligo augurare un
FELICE NATALE a tutte voi.
Chissà, non ve lo do per certo, ma credo che domani posterò di nuovo, vorrei davvero rimediare.
RISPONDO ALLE RECENSIONI CON IL NUOVO METODO ;D
 

Andiamo allo spoiler
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Lui si allunga e mi schiocca un bacio sulla guancia. << Buongiorno. >>
Prendo una brioche fumante dal vassoio e l’addento, << Ciao. >> farfuglio, la bocca piena.
Indispettito dal mio saluto poco caloroso mi toglie di mano la brioche e la morde anche lui. << Che ti va di fare oggi? >> mi chiede, guardando le persiane socchiuse con un certo fastidio.
Soffoco un lamento e lancio un’occhiata funesta al calendario. << Mancano due settimane al matrimonio… devo andare a fare spese con Kim, Ronnie, Claire ed Alice. >> poi mi chiudo nelle spalle. << Ti va di venire? Potresti comprarti uno smoking e magari se poi hai voglia… >> mi ficca la brioche in bocca per non farmi finire e scuote la testa, lapidario.
<< Non ho alcuna intensione di venire. Non insistere. >> sentenzia.
Poggio il vassoio sul comodino e mi isso sulle ginocchia, sorridendo cauta. << Potresti comprarlo anche soltanto per curiosità… non ti ho mai visto in smoking. >> soffio a pochi centimetri dalle sue labbra, ammiccante.
Di risposta lui mi inchioda con uno sguardo omicida e con un dito mi spintona la fronte, facendomi perdere l’equilibrio. << Se comprassi anche solo un bottone di quello smoking sarebbe già un passetto in meno tra me e il matrimonio. Cosa che non voglio! >> gli faccio una linguaccia impertinente e mi allungo verso il vassoio, prendendo il bicchiere di succo d’arancia.

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Capitolo 39
*** || 37.L’improvvisa sfioritura di un fiore… o di una speranza? ***


  Capitolo 37  

L’improvvisa sfioritura di un fiore… o di una speranza?

Megan

Mi sveglio e trattengo un urlo, inorridita dall’ennesimo incubo. Ansimante tasto il cuscino al mio fianco e mi stranisco sentendo che è vuoto. Guardo i numeri fluorescenti della radiosveglia e la mia reazione è un rantolio. << Perché dormo fino a tarda mattinata e mi sento stanca come avessi riposato solo poche ore? >> mugugno rivolta al nulla, esasperata dalla presenza dei sogni.
Da un paio di notti sono tornati, e da quando l’hanno fatto, ho cominciato a dormire più spesso con Jacob. La sua vicinanza mi tranquillizza, a volte sono così spaventata da strattonarlo finché non si sveglia, o da tappargli il naso per vederlo reagire, tanto per assicurarmi che sia ancora vivo, ma a parte questo non do di matto come le prime volte. Semplicemente mi appaiono sempre più vividi. Le occhiate meravigliate e spaventate di Jacob alle mie azioni non mi disturbano. Ha sempre pensato che fossi un po’ pazza…
<< Megan… >> indirizzo lo sguardo assonnato alla porta e sorrido, intenerita.
<< Jay, grazie. >> sussurro, e mi metto seduta accogliendo con entusiasmo un vassoio traboccante di cibo sulle gambe.
Lui si allunga e mi schiocca un bacio sulla guancia. << Buongiorno. >>
Prendo una brioche fumante dal vassoio e l’addento, << Ciao. >> farfuglio, la bocca piena.
Indispettito dal mio saluto poco caloroso mi toglie di mano la brioche e la morde anche lui. << Che ti va di fare oggi? >> mi chiede, guardando le persiane socchiuse con un certo fastidio.
Soffoco un lamento e lancio un’occhiata funesta al calendario. << Mancano due settimane al matrimonio… devo andare a fare spese con Kim, Ronnie, Claire ed Alice. >> poi mi chiudo nelle spalle. << Ti va di venire? Potresti comprarti uno smoking e magari se poi hai voglia… >> mi ficca la brioche in bocca per non farmi finire e scuote la testa, lapidario.
<< Non ho alcuna intensione di venire. Non insistere. >> sentenzia.
Poggio il vassoio sul comodino e mi isso sulle ginocchia, sorridendo cauta. << Potresti comprarlo anche soltanto per curiosità… non ti ho mai visto in smoking. >> soffio a pochi centimetri dalle sue labbra, ammiccante.
Di risposta lui mi inchioda con uno sguardo omicida e con un dito mi spintona la fronte, facendomi perdere l’equilibrio. << Se comprassi anche solo un bottone di quello smoking sarebbe già una cosa in più tra me e il matrimonio. Cosa che non voglio! >> gli faccio una linguaccia impertinente e mi allungo verso il vassoio, prendendo il bicchiere di succo d’arancia. << Come mai Alice ti lascia comprare il vestito a solo due settimane di tempo dal matrimonio? >> borbotta, stupito.
Stacco le labbra dal bicchiere vuoto e prendo un respiro, poi lo guardo e scrollo le spalle. << Perché ne aveva già comprato uno per me, ma se spera che io possa mettere una cosa di quel genere ad un matrimonio è fuori strada. >> 
Ride di gusto e si passa una mano sul viso. << Non avrei mai pensato di dirlo, ma… povera Alice. >>
Mi immusonisco e faccio l’offesa. << Ma era nero… e stretto… esageratamente corto.... così scollato da sembrare un… >> mentre gli spiego faccio dei gesti ampi, indicandomi il seno, le braccia, il busto e facendogli vedere l’altezza della gonna, segnandomi la coscia con l’indice ed il medio.
Piano l’espressione di Jacob si fa contratta. << Ho capito. E’ meglio se vai in costume da bagno >> mormora, impensierito e indubbiamente irritato dalla scarsa castità di quel vestito.
Annuisco e assumo un espressione disperata. << …per non parlare delle scarpe!! Le avevo detto che non mi sarei lamentata per i tacchi …e lei che fa? Mi da delle scarpe bassissime! Giusto per sembrare un po’ più alta, visto che tanto sono una campionessa in questo campo. >> ormai vaneggio, lui mi ascolta appena, visibilmente annoiato, annuendo ritmicamente per darmi l’illusione che stesse ascoltando.
<< Okay, mi correggo. >> si raschia la gola e finge un’aria turbata. << Oh! La mia povera Maggie!! >> esclama, teatralmente.
<< Fottiti. >> boccheggio, incrociando le braccia sul petto.
Affina lo sguardo e sorride, beffardo, << Hey, se sei una nana non è colpa mia. >> si difende, continuando a sorridere.
Guardo altrove, indispettita. << Ma non sono io quella bassa, siete voi ad essere troppo alti. >> mi difendo.           
Lui ride. << Megan, non sei altissima nemmeno trai comuni mortali. >> il mio sguardo lo raggela, lui ride più sguaiatamente e afferra il mio mento, indirizzando il mio viso verso il suo, per poi baciarlo.
<< Certo, ora mi baci. >> mi lagno, ma non nego il contatto con le sue labbra incandescenti, che ridono ancora contro le mie.
<< Non ti preoccupare. Ho sempre preferito le ragazze piccole: la versione tascabile e molto più comoda. >> gli mollo una manata sul braccio e spalanco gli occhi, staccandomi dal bacio.
<< Tengo a puntualizzare che per te qualsiasi versione di ragazza sarebbe “tascabile”. >> chiudo la parola tra virgolette usando le dita e sollevo un sopracciglio. << Sei un mostro. >> esclamo, poi sorrido, piccata. << Intendo in senso buono. >>
Lui mi riserva un’occhiata eloquente, << Certo, certo. Il mostro e la nana. >> ne deduce.
<< Che coppia vincente. >> commento, presa da un finto entusiasmo, dopo ridiamo entrambi.
Lo sguardo di Jacob si fa serio, mi prende una mano e sorride appena, forse rendendosi conto che la sua espressione gravosa mi aveva colta impreparata.
<< Megan, non mi sembri turbata, ma da un po’ fai brutti sogni… >> mi dice, in tono mesto, << … diventi pallida, sudi freddo. Ho paura perfino di svegliarti. >> sussurra, preoccupato, << Ricordi niente dei sogni che fai? >>, mi affretto a scuotere la testa, lui la blocca, prendendomi un’altra volta il mento, tenendolo stretto in una dolce e calda presa tra le mani. << Non mentirmi. >> soffia, tranquillo. << So che lo ricordi. >>
Chino lo sguardo e scuoto nuovamente la testa. << No, credimi, non … non ricordo nulla. >> balbetto, e cerco di tenere a mente le parole di Edward, quelle che mi dicono espressamente di tenere Artamon soltanto per me. Le sue parole vorticano come un mantra dentro la mia testa, affollandola così da appannarmi anche la vista.
<< Chiamavi il mio nome, di continuo. Dicevi di avermi ucciso, mi chiedevi di odiarti, imploravi qualcun altro di ucciderti… >> poi prende un respiro profondo. << Sta notte hai urlato così forte da svegliare persino Rachel e papà. Fortunatamente lui si è bevuto la storia dell’incubo perché se fosse andata diversamente non credo sarei ancora vivo dal momento che mi sono fatto beccare con te sotto le coperte. >> deglutisco a vuoto e mi sforzo, cercando di rimanere il più impassibile che posso.
Scuoto la testa, apparentemente indubbia.  << Io, mi dispiace di avervi svegliato, non era … >>
<< Megan, perché non vuoi dirmelo? Tu credevi che io fossi morto! Imploravi per avere la morte!! Come puoi non ricordare?! >> le sue mani sul mio mento iniziano a tremare, la sua voce si è fatta più dura e
alta.
Strizzo gli occhi e ora le parole di Edward mi appaiono confuse, senza un senso. Così cedo, mi aggrappo al suo collo e scoppio a piangere, versando una cascata di lacrime salatissime, spaventate, preoccupate, ma anche sollevate. << Ho paura. >> mormoro, contro la sua spalla.
<< Non voglio che tu muoia, non voglio che mi prendano, non voglio… >> la sua presa su di me si fa più sicura e salda, il suo corpo smette di tremare, si limita a stringere il mio con un impeto trattenuto.
<< Non mi succederà niente. Niente. Perché sei convinta del contrario? >> borbotta, infastidito.
<< Non sono io… >> mormoro, i singhiozzi mi impediscono di parlare. << … Artamon. >> sussurro, prendendo fiato. << E’ colpa sua. >>
<< Chi? >> mi chiede, aggrottando le sopracciglia, cerca di allontanarmi dal suo petto quanto basta per guardarmi, ma non appena stringo la presa sul suo collo lui mi lascia fare senza opporre resistenza inutile, limitandosi ad accarezzarmi la testa.
<< Non odiarmi. >> fiato, flebile, chiudendo a pugni il tessuto della sua maglietta.
<< Mai. >> sussurra, stringendo il mio corpo tremante, la sua mano continua il breve percorso trai miei capelli.
<< Ho tanta paura, Jake. >> gemo e socchiudo gli occhi, distrutta. << E sono talmente stanca… >>

 << Perché le hai detto di star zitta?! >> urla, io mi faccio più piccola sotto il braccio di Emmett, seduto al mio fianco sul divano in pelle color panna di casa Cullen.
I profili di Edward e Jacob, ritti e tesi, ostacolano la luce che entra dalla grande porta-finestra di fronte a noi. Le urla adirate di Jacob fanno vibrare le pareti ed il piccolo tavolino da the in vetro posizionato alla mia destra. Edward ha dipinta sul viso un’espressione computa, ma i suoi pugni, angustamente serrati, lasciano trasparire tutto il suo reale nervosismo.
In giardino, esattamente dietro la porta-finestra, Alice si è appena voltata verso l’interno con in mano una planimetria di casa Cullen, al suo fianco scatoloni su scatoloni di ghirlande e servizi di piatti pregiatissimi. Stringo i denti.
<< Jacob… >> sussurro, cercando di impormi, ma la mia voce esce a stenti e più che un richiamo all’ordine sembra una supplica. Nonostante ciò lui si volta verso di me e quando i nostri occhi s’incrociano la sua tensione si allenta. I viso si distende, faccio un sospiro sollevato e guardo anche Edward, lui mi osserva di rimando. Negli occhi la solita contrizione, che in questo momento m’ispira soltanto un profondo odio.
<< Mi sono avvicinato ad Artamon quando bastava per poter percepire i suoi pensieri. La smania di Marcus è diventata un ossessione. Brama Meg in un modo quasi maniacale. >> la voce di Edward taglia in due l’aria, Amelia si blocca davanti l’arco del soggiorno, mi guarda e accenna un sorriso. Il suo sguardo è di comprensione, dispiacere e riesco ad intravedere una rabbia celata. Deglutisco a vuoto e chino lo sguardo, Emmett stringe la presa sulle mie spalle, borbottando a bassissima voce un imprecazione rabbiosa.
<< Vuol dire che morirà per colpa della sua fissazione. >> dice in tono deciso Jacob, guardando verso la finestra, dove Alice ascolta tutto senza darlo a vedere. Continua a tenere in mano la planimetria e sembra studiarla assorta, ma la mascella serrata ed i tratti tesi del suo viso la tradiscono.
<< I sogni stanno di nuovo diminuendo… magari se ne andrà prima o poi, devo solo ignorarli. >> provo a dire, la voce bassa, sottomessa.
Tutti gli sguardi, compreso quello di Alice, mi scrutano severi. << Non se ne parla. E’ una follia, finiresti per impazzire. >> biascica la voce sconcertata di Derek, mentre si siede sul bracciolo del divano, alla mia sinistra. << Per un vampiro il tempo non ha un significato, potrebbe torturarti fino all’ultimo giorno della tua vita senza farsi tanti problemi. >>
I miei occhi si affinano, guardo di nuovo Alice e la scopro a guardarmi, sospiro sconsolata. << Faremo qualcosa… >> soffio, << Però preferirei aspettare dopo il matrimonio di Edward e Bella. Non voglio che questa stupida faccenda intralci la vostra vita. >>
Edward in un attimo lascia cadere la sua maschera e mi da le spalle in modo brusco, soffocando un ringhio adirato. << Ti terremo d’occhio comunque. Alterneremo i turni dei licantropi con i nostri. E’ chiaro? >> sentenzia.
Amelia e Derek annuiscono subito, Emmett borbotta un “ovvio che sì” ed Alice sospira, passandosi una mano sulla fronte, come per tergerla da un sudore inesistente.
<< Non abbiamo bisogno di voi per tenerla d’occhio. >> sbotta Jacob, contrariato.
<< Infatti non avevo chiesto la tua opinione. >> gli risponde piccato Edward. Di risposta il ringhio di Jacob riempie la stanza, mi sollevo dal divano e gli sfioro una mano, cercando di calmarlo. Si volta a guardarmi e chiude gli occhi, tirando indietro la testa, poi stringe la presa sulla mia mano. Lo sguardo di Edward si ferma per un millesimo di secondo sulle nostre dita incrociate, dopo si indirizza alla porta-finestra, di Alice, fuori, neanche l’ombra.
<< Megan, che ne dici di provare a modificare il  vestito che ti ho fatto invece di comprarne un altro? >> sussurra con voce flebile la voce di Alice, alle mie spalle.
Stringo i denti e guardo Edward con disprezzo. << Non puoi allontanarmi con una scusa così stupida! La questione mi appartiene, perché non dovrei rimanere? >> sibilo, capendo anche fin troppo bene che la richiesta di Alice è un’attenuante. Contro ogni mia aspettativa gli occhi di Jacob mi inchiodano, indicandomi con un cenno del capo Alice. Non vuole che io stia lì, non vuole che li veda litigare. Torno a guardare Edward; incontro la stessa espressione di supplica nei suoi occhi. Lo vogliono entrambi.
Lascio la mano di Jacob e scuoto la testa, mi volto e cammino verso Alice, ma non appena arrivo al suo fianco l’aggiro e continuo dritta verso la porta.
<< Megan! >> mi richiama Jacob, uno spostamento d’aria mi scompiglia i capelli, poi la figura di Amelia mi si para davanti.
<< Non è sicuro uscire. >> mi dice, bonariamente. La guardo in modo duro, stanco.
<< Lo sarebbe anche senza un vampiro pazzo alle calcagna. >> sibilo, truce, le sembra capirmi, con un movimento quasi invisibile si scansa, cerco di non guardarla in viso - di non guardare in viso nessuno di loro - apro la porta e me la chiudo alle spalle con un tonfo sordo.
Tutto passa in maniera assurdamente veloce, rimango seduta fuori, sotto un piccolo gazebo piazzato lì vicino sicuramente per il matrimonio, mi guardo intorno e penso accennando un sorriso amaro che se questa storia fosse stata la trama di un musical in questo momento ci sarebbe stato un mio assolo. Che pensiero stupido.
Guardo con attenzione un piccolo tulipano pappagallo bianco e fucsia, usando l'indice ne accarezzo piano i petali frastagliati e mi torturo il labbro inferiore con i denti, dall'interno arrivano parole smorzate che non mi sforzo neanche di capire. Solo una cosa è chiara nella mia testa, e sovrasta qualsiasi contraddizione: sono stanca.
Mi arrenderei a Marcus, anche subito, se questo potesse servire a portare la tranquillità. Mi sento proprio come un malato terminale, che arriva al punto di sperare nella sua morte pur di porre fine a tutto quel dolore che lo avvolge. Indirizzo lo sguardo alla porta-finestra e un brivido profondo mi trafigge come la lama di una spada, da parte a parte. Il fiato tituba, rimanendo sospeso per qualche secondo, poi esplode nell'ennesimo sospiro.
Stanno litigando, gli occhi pizzicano al ricordo dell'ultimo bisticcio e lo sguardo va per un riflesso condizionato verso la cicatrice. La mascella si serra, freno le lacrime sollevando lo sguardo verso l'alto e giocherello ossessivamente con le punte dei miei capelli, appiattendoli sulle costole e girandone le ciocche sulle dita.
Socchiudo gli occhi e li riporto alla vetrata, lascio cadere le mani lungo i fianchi quando mi accorgo che la stanza ora è vuota, un moto d'irrequietudine mi attorciglia le viscere, cerco disperata uno sguardo o un movimento su cui appigliarmi per non cadere in disperazioni e brutte supposizioni e dopo qualche secondo, con mio grande sollievo, vedo Jacob chiudersi la porta alle spalle e venirmi incontro. Le mani in tasca, lo sguardo rivolto altrove; Non promette niente di buono, penso tra me, e caccio fluidamente i capelli dietro le spalle. Lo fisso, lui si poggia contro spalle sul pilastro del gazebo e da un innocuo calcio ad uno scatolone vuoto lì vicino. Continua a non degnarmi di uno sguardo. << Sei arrabbiato? >> chiedo, il mio tono di voce è talmente basso da sembrare il sibilo del vento tra le fessure in legno della struttura che costituisce il chiosco.
<< No. >> risponde di rimando, la voce piatta, annoiata. Aspetto che dica qualcos'altro, ma l'impresa, sfortunatamente per me, si prospetta vana. L'angoscia mi fa seccare la gola.
<< Hai lo sguardo da cattive notizie. >> mormoro, chiudendomi nelle spalle, tornando a riferire le mie attenzioni sul tulipano. Non so il perché, ma è ipnotizzante, forse sarà colpa delle sfumature. Sebbene il fucsia non mi sia mai andato molto a genio come colore, su quel fiore è semplicemente perfetto.
<< Non so se sono cattive, ma di sicuro non ti piaceranno. >> aggrotta la fronte e prova un mezzo sorriso, sollevando l'estremità destra delle labbra.
<< Non avrete mica intenzione di uccidere Artamon? >> balbetto, spalancando appena la bocca.
Il viso di Jacob si fa contrito, << E' l'unico modo per uscirne. Sicuramente faremo un favore anche a lui, conosci la sua storia, non credo gli dispiacerà togliersi di mezzo. >>
Una fitta di dolore mi coglie in pieno, scuoto la testa e soffoco un gemito. << A volte mi chiedo come facciate a uccidere con tanta leggerezza, specialmente Edward, che percepisce fino all'ultimo i pensieri della persona che sta uccidendo. >>  sussurro, le dita continuano a sfiorare i petali.
<< Megan è un vampiro assetato di sangue, non proverà mai a... >> prova a controbattere lui.
<< Non puoi saperlo, nessuno di voi può saperlo! >> urlo, e lo faccio con tutta l'aria che ho in petto. Jacob sgrana gli occhi e finalmente si degna di guardami, io rimango poggiata con lo sterno sulla ringhiera in legno e fisso il fiore, le mani, serrate, incrociate al petto. Oscillo leggermente avanti ed indietro tentando ancora una volta di frenare le lacrime, poi mi fermo, sentendo da due piccole puntine umide sulle guancie che non era servito. << Io... patisco tutto quello che ha provato lui, tutta l'angoscia che lo dilania, tutti i tentativi nascosti con cui cerca di avvisarmi, vuole che io scappi. La figura incappucciata che mi segue come un'ombra in tutti gli incubi raffigura i Volturi, lo so per certo, lo sai come vuole che la percepisca? ... Fa puzza di carogna, trasuda malvagità, sa di morte!! E io sento un misto di morboso desiderio di compiacerla, ma dentro urlo, dentro vorrei ucciderla. E tu, tu sei la parte peggiore, nel mio sogno appariamo più grandi, il tuo viso è sereno, ma dal mento in giù non oso nemmeno ricordare com'eri... >>
<< E, con tutto quel che vedi, preferiresti tenerteli, questi dannati incubi? >> la voce di Jacob non è più sicura come prima.
Rispondo alla sua domanda con una smorfia. << Ognuno ha la sua croce, forse la mia è questa. >> soffio, flebile.
Lui mi guarda e mi stupisco nel vedere i suoi occhi lucidi ed arrossati, si strofina un pugno sull'occhio, poi accenna un sorriso. << Edward ti sottovaluta. >> sussurra, allunga una mano e la tende verso di me, io l'afferro e mi lascio trainare fino al suo fianco, mi stringe con la stessa mano che mi ha teso e si guarda in giro con fare desolato, sospira e accentua la presa.
<< Edward ti ha chiesto di uscire per spiegarmi perché fosse importante uccidere Artamon il più in fretta possibile. Non voleva che tu capissi quello che ti stava trasmettendo con i sogni: era certo che ti saresti battuta in suo favore. A quanto pare però la sanguisuga non ha preso sul serio la tua perspicacia. Tu hai già capito tutto. >> china le labbra e le poggia sulla mia tempia sinistra, chiude gli occhi e giocherella con il lembo della mia magliettina. << Ma c'è qualcosa che forse non hai afferrato. Il morboso desiderio di compiacere la figura incappucciata è un'altro avvertimento. Lui ti ucciderebbe comunque se i Volturi glielo chiedessero. Anche se andrebbe contro la sua volontà, lo farebbe. >> Sopprimo un singhiozzo, lui porta la mano sulla mia nuca e la stringe sulla sua spalla.
<< Non cambia le cose. Non ti perdonerei mai se dovessi ucciderlo... >> mormoro, lui annuisce. Magari si aspettava una risposta del genere. Ripenso alla conversazione e inorridisco. << Secondo te sto diventando una masochista come Bella? >> borbotto in tono sconsolato, tirando su con il naso.
Soffoca una risata, forse forzata. << Non saprei, avete sempre avuto una morale piuttosto strana, voi due. >> commenta, vago.
Rimaniamo così per un po' di tempo, dopo lui si schiarisce la gola. << Magari potrei provare a parlarci. Andrei là con qualcuno dei Cullen e cercherei di persuaderlo a rinunciare, a fargli capire che può esserci un'alternativa. Il signor Carlisle accoglierebbe a braccia aperte un nuovo membro in famiglia, specialmente se può salvarti la vita. Quel dottore ha un vero debole per te. Come anche Amelia... hai visto come ti ha lasciato passare? >>
Sorrido e annuisco. << Mi ha già detto che qualcosa nel mio sguardo la riporta ad Annìka, ma non credevo la toccasse fino a questo punto, sembra come... ferita da ogni mio sguardo. >> fiato.
Il silenzio torna a capeggiare per un paio di minuti, è di nuovo lui a romperlo. << Allora? Che ne dici del piano? >> sussurra.
<< Mi sembra una buona idea... >> mormoro, ispirando a pieni polmoni il suo odore.
<< Bene. Direi che dovremmo andare dentro e parlarne con loro. >> Sciogliamo l'abbraccio, cerca di prendere la mia mano, ma io mi ritraggo.
<< Tu inizia ad andare, entro subito. >> si guarda ancora una volta intorno, sta volta sospettoso, affina lo sguardo, tende l'orecchio e annusa l'aria avaramente.
<< D'accordo. >> dice, dopo essersi accertato dell'assenza di pericoli, lo guardo darmi le spalle e tornare dentro.
Con due falcate mi rimetto poggiata sulla ringhiera, a guardare il tulipano.
Aggrotto la fronte a quello che vedo, mi chino mestamente e raccolgo un petalo, provando un misto tra rabbia, stupore e dolore. Come può essere sfiorito in così poco tempo?

 

-------------------------Valentina’s Space-------------------------

A NATALE PUOI, fare quello che non puoi fare maiiiiii!!! *o*

E quindi, Valentina posta. Non fa una piega, eh? xD
Ragazze, non c’è che dire, vi amo e vi auguro buon Natale.
Sapete cosa c’è di bello nel sentirsi un po’ giù? Avere la MIA famiglia accanto, per quanto assillante, litigiosa, rumorosa e poco normale possa essere .-. Anzi, forse proprio per questo!!
Mi chiedo poi, non ho ragione quando ti dico che ho crisi emotive degne di una donna incinta, liala90??  
Non posso dirvi che mi comporto come un’adolescente semplicemente perché sarebbe troppo ovvio vista la mia tenera età. xD
Che vi aspettate sotto l’albero?? Io ho già dato un’occhiata di nascosto (non ditelo a mamma) e ci sono tanti soldi, ma soprattutto, il DvD di Arrivederci, Mostro! *O* non vedo l’ora di scartarlo!
Per non parlare del dvd di Eclipse (rigorosamente non originale, mai avuto un dvd della Twilight saga originale, vado a comprare un libro con 17 euro!!) che mia zia mi ha portato sta mane! *-* non sono pacioccosissimi i miei parenti??
Detto questo, spero per vostra felicità, posto un altro capitolo e lo spoiler ;D
------------------------------ spoiler
<< Mi sa proprio che da oggi in poi dovrò evitare dei contatti del genere, diventerai un uomo sposato. >> dico scherzosa sorridendo ancora.
Lui mi accarezza il viso e arriccia il naso in un'espressione buffa. << Bella potrebbe ucciderti. >> ridacchia.
<< Non credo che allora cambierebbe molto dalla situazione in cui ci trovavamo prima. >> e scoppiamo a ridere.
Un'altra bussatina ci fa ridestare dalle nostre risate. E' Esme. Sorride teneramente e quasi sembra dispiaciuta di doverci interrompere. << Credo proprio che tra qualche minuto di sotto di sarà un bisogno vitale di voi due. >> dice, ironica.
Edward mi stringe la mano, nervoso, io accenno una risatina. << Pronto? >> lo stuzzico.
<< Lo sono dalla prima volta in cui l'ho vista. >> mi dice, fiero.
<< Allora cosa stiamo facendo ancora qui?! >> sbotto, ovvia, e me lo tiro appresso.

 
Ebbenessì! Siamo arrivati al GRAAAANDE GIORNO! Al prossimo capitolo, Buon Natale per la quinta volta  *.*

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Capitolo 40
*** || 38.Il grande giorno, domande sulla felicità ***


  Capitolo 38  

Il grande giorno, domande sulla felicità

Megan

 “ Ciao, sono Jake! Lasciate un messaggio.”
<< Jay, sono Megan. Potresti chiamarmi appena puoi? Non ci sentiamo da giorni, sono... preoccupata. Comunque sia tra qualche minuto inizierà la cerimonia. Volevo…Dirtelo. Per favore, richiamami. >>
Ticchetto nervosamente con le unghia sul display del cellulare, poi chiudo nervosamente lo sportellino e socchiudo gli occhi oscillando verso destra.
Un dolore breve ma acuto mi fa sobbalzare, istintivamente sposto il peso sull'altra gamba, ancora quel dolore, miagolo un “Ahia” disperato e sospiro.
<< Meg! Finirai per somigliare ad un colapasta se non stai ferma! >> mi mordo la guancia e sbuffando torno a guardare fuori dalla finestra della camera di Alice. Borbotto qualcosa d’incomprensibile e chino lo sguardo sulla mia laboriosa e concentrata amica vampira.
<< Al, mi sembra già perfetto. >> provo a dirle, battendo le dita sui fianchi, ma lei mi zittisce con un gesto di stizza.
<< Questo lascialo decidere a me. >> barbuglia a bocca serrata, tenendo tra le labbra un piccolo spillo.
Fisso lo sguardo sullo specchio e la guardo da là mentre passa con gesti veloci e puliti il contorno dell’orlo. Ha voluto accorciare il vestito, era troppo lungo secondo lei; l’ho lasciata fare: neanche io amo le gonne lunghe, la lunghezza è l’unica pecca di questo vestito.

“A Jacob piacerà da matti!” aveva esclamato Ronnie quando glielo avevo mostrato. Speravo davvero che gli sarebbe piaciuto, non vedevo l’ora di indossarlo e studiare la sua espressione.
Invece ora so che per ben due motivi lui non lo vedrà mai: Prima di tutto non sono riuscita a convincerlo, quindi non sarebbe stato presente al matrimonio, ma, anche se ci fossi riuscita, vista la sua fretta di rintracciare Artamon e cercare di salvarmi da un esaurimento nervoso, si è trascinato via anche Emmett per riuscire nella sua missione. Così ci saranno due assenti al matrimonio di Edward e Bella.
Non so come faccia Rosalie ad essere così serena nonostante l’assenza di Emmett, io sto letteralmente diventando matta
… Sarà perché non riesco a parlargli neanche per telefono da due settimane?
<< Perfetto, sei stupenda. >> mi dice in tono rilassato e soddisfatto, lisciando il tessuto del vestito sulla mia gamba.
Accenno un sorriso e chino lo sguardo. << Grazie. >> mormoro, e scaccio via dalla spalla un ciuffo di capelli, in modo da sistemare la spallina arrotolata per via della fretta con cui avevo infilato il vestito. << Bella? >> chiedo, poco dopo. Curiosa.
<< Rosalie si sta occupando dei capelli, Esme del trucco. Non saprei come fare senza loro, sono i miei angeli. >> mi spiega mentre attraversa la stanza, si china e prende una scatola color panna. La apre e mi mostra le scarpe con un espressione sorridente. << Sono trentasette. Edward mi ha dato una mano per capire come le volessi… Non posso negarlo, hai stile. >> mi dice compiuta, poi me le porge.
Le faccio un inchino scherzoso e prendo tra le mani le scarpe, mi volto verso la finestra, vedendo le macchine arrivare e posteggiare sulla ghiaia, dove prima c’erano soltanto la mia Golf e la Mercedes Guardian di Bella. Il Chevy, quello che doveva essere mio, ci ha salutato per sempre qualche giorno fa’. So per certo che c’è lo zampino di Edward in tutto questo. E’ ossessionato dalla sua incolumità, per questo le ha procurato quella favolosa e scintillante Mercedes anti proiettili. Dopotutto con un “attira - calamità” come Bella non credo che le precauzioni siano mai abbastanza.
Osservo la vernice scura e finemente metallizzata della macchina e sorrido
: anche questa sarebbe piaciuta da matti a Jay. << Sei stata con me fin troppo tempo. Dovresti andare da loro. Magari hanno bisogno di te. >> le dico, mi siedo sulla sfonda del letto e indosso le scarpe, sorridendo nel vedere che sono proprio come le avevo immaginate.
Lei sorride e si avvicina, stringendomi in un abbraccio gelido che mi scalda il cuore. << D'accordo, ci vediamo di sotto? >>
Le faccio un cenno del capo in direzione della porta e la incoraggio ad andare. << Va bene, ora vai. >> le dico.
Mi guarda poco convinta ancora per qualche secondo, poi va via, camminando su i tacchi alti con la disinvoltura di chi indossa delle pantofole.
Afferro il telefono e mi sollevo dal letto, camminando con passo picchiettante verso la finestra. Premo il tasto di chiamata rapida e mi porto il cellulare all'orecchio, incrocio le dita dietro la schiena e socchiudo gli occhi. << Ti prego, ti prego, ti prego. Rispondi. >> sussurro, in tono disperato e speranzoso.

“ Ciao, sono Jake! Lasciate un messaggio.”
Sospiro e chiudo lo sportellino del cellulare, guardando con aria assorta l'ennesima macchina parcheggiare sul selciato di casa Cullen. << Coraggio Meg. Sarà tutto magnifico... >> mi dico, cercando di convincermi a mettere un piede davanti all'altro e scendere le scale fino ad arrivare al piano di sotto. Tre colpi alla porta di legno mi fanno trasalire, stringo il cellulare tra le mani e prendo un respiro profondo, passandomi una mano sulla fronte. << Avanti. >> dico, la mia voce trema, è incerta.
<< Scusi se la disturbo, ma sto cercando la mia testimone, credo che sia vestita di verde e ovviamente è bellissima. Sa dove posso trovarla? >>  accenno un sorriso e mi sento stringere in un abbraccio, poi un bacio gelato mi sfiora la guancia. << Vedrai che sarà qui prima di notte. >> mi dice, il suo tono è troppo sicuro per sembrare uno stupido tentativo di consolarmi.
<< Come fai a saperlo? >> gli chiedo, sgranando gli occhi.
<< Non lo so per certo, ma nelle visioni di Alice dopo poco più di tre balli la festa sparisce... cadrà sotto le grinfie di un licantropo? >>  accenno un sorriso e mi mordo il labbro.
<< Quindi verrà? >> chiedo, con un tono di voce che esprime una gioia trattenuta.
<< Penso ci sia una buona probabilità che succeda. >> mi volto e lo stringo in un abbraccio.
<< Mi sa proprio che da oggi in poi dovrò evitare dei contatti del genere, diventerai un uomo sposato. >> dico scherzosa sorridendo ancora.
Lui mi accarezza il viso e arriccia il naso in un'espressione buffa. << Bella potrebbe ucciderti. >> ridacchia.
<< Non credo che allora cambierebbe molto dalla situazione in cui ci trovavamo prima. >> e scoppiamo a ridere.
Un'altra bussatina ci fa ridestare dalle nostre risate. E' Esme. Sorride teneramente e quasi sembra dispiaciuta di doverci interrompere. << Credo proprio che tra qualche minuto di sotto di sarà un bisogno vitale di voi. >> dice, ironica.
Edward mi stringe la mano, nervoso, io accenno una risatina. << Pronto? >> lo stuzzico.
<< Lo sono dalla prima volta in cui l'ho vista. >> mi dice, fiero.
<< Allora cosa stiamo facendo ancora qui?! >> sbotto, ovvia, e me lo tiro appresso.
 

<< Signorina, insisto... >> sento dire a Seth, mentre fa un inchino così profondo da sfiorar terra con la fronte.
Gli riservo una smorfia caparbia e vagamente divertita mentre continuo imperterrita a percorrere con l'indice il bordo del magnifico bicchiere in cristallo di Boemia, dentro il quale ancora luccica qualche doccia vermiglia di vino. Jasper aveva insistito affinché lo assaggiassi. Non sono mai stata una che adora il vino. Certo, non mi è mai dispiaciuto scolarmi un paio di birre con i ragazzi della riserva, anche quando ero decisamente troppo piccola per farlo, ma il vino è tutt'altro. Mi sento in imbarazzo, bere un vino francese vecchio di vent'anni è da ricchi. Non mi appartiene. Nulla in questo tripudio di luci, vestiti raffinati e balli composti mi appartiene. E la nausea che mi ha assalito quando all'arrivo dell'antipasto mi sono ritrovata davanti la scelta di quale delle numerose forchette finemente decorare fosse quella opportuna da usare si è ripresentata nel momento in cui ho frenato la mia sete, rimanendo con il dubbio di quale dei tre bicchieri davanti a me servisse per l'acqua.
Mi sono addirittura chiesta se la forma del bicchiere o la dimensione e la conformazione delle posate potesse in qualche modo modificare la composizione genetica del cibo e delle bevande. Sennò che senso avrebbe usare così tante cose poco differenti l'uno dall'altra quando si potrebbe benissimo bere o mangiare anche con delle semplicissime posate e dei semplicissimi bicchieri, senza nessuna differenza?
Gli ammirati gentlemen che hanno istituito le regole del bon-ton dovevano annoiarsi davvero tanto per arrivare a complicarsi la vita fino a questo punto.
 << Te l'ho già detto. Io non ballo. >> fa un gesto seccato e mi da le spalle andando da solo verso la pista, fallendo nel suo intento di trascinarmi con lui per ballare un lento.
Le mie speranze sul ritorno di Jacob si sono vanificate all'arrivo di Seth, che in qualche modo mi ha spompato il buonumore. Ci sono cento possibilità su cento che sia lui la causa della cecità di Alice. E questo mi fa rabbia. Rabbia e un'infinita paura. Due settimane sono troppe anche per un incosciente come lui.
<< Non sapevo che ci fosse un funerale. A chi devo porre le mie più sincere condoglianze? >> sbotta divertita la voce di Alice. Me la mangio con lo sguardo e digrigno i denti.
<< Stai rischiando... e quando sarai morta per mano mia forse la teoria sull'immortalità della tua specie sarà da rivedere. >> sibilo, lei di tutta risposta allarga il suo meraviglioso sorriso.
Scuoto la testa ed accenno ad alzarmi, lei mi blocca per li polso, poi tossisce.
<< Rosalie mi sembra contenta... >> osserva, facendo un cenno alle mie spalle.
<< Non tutti sono come Rosalie. >> mi schermisco, corrucciando le sopracciglia in un'espressione dolorante, << Mi dispiace solo non dare il meglio di me ad Edward, non riesco a fingere un sorriso che non ho... >> trattiene una risata, la guardo con rabbia e stringo un pugno.
<< Non capisco cosa ci sia di tanto divertente! >> quasi urlo, lei scuote la testa cercando di assumere un'espressione dignitosa e passandosi un dito sotto l'occhio, come per spazzare via una lacrima che non potrà mai essersi, si apre nuovamente in un sorriso, sta volta delicato e commosso.
<< Sono bellissimi. >> sussurra, guardo Edward e Bella sorridere e guardarsi negli occhi, mentre volteggiano al centro del grande spiazzo ovale, tutto sembra dipendere da loro, tutto sembra restar su e mantenere un colore vivido e gioioso solo perché loro lo sono, tutti sono felici di riflesso alla loro felicità. M'incupisco: tutti tranne me.
<< Già, Bella sembra uscita da un libro di fiabe, non è mai stata brutta, ma con appena un po' più di cure è diventata la personificazione di un sogno. E tutto questo grazie a te. >> finisco con un sorrisino, lei con finta modestia si spolvera una spalla, fasciata da una fine spallina di pizzo color lavanda.
<< Ahh, quanto mi piace sentirmi elogiata!! >> sbotta, poi torna a farsi divertita.
<< Ora, che sei inconsapevolmente riuscita ad arruffianarti il mio volere, credo davvero che dovresti vedere com'è felice Rosalie... >> spero che quei sottintesi che ho letto nella sua voce non li abbia soltanto immaginati, mi volto di scatto e la vedo stringere in un grazioso abbraccio Emmett, che indossa uno smoking e il suo solito sorriso strafottente. Il mio cuore perde un battito. Trattengo un urlo di gioia e le lacrime mi gonfiano gli occhi.
<< Così cola il mascara... >> borbotta Alice, falsamente indispettita, poi guarda nella semioscurità della quercia che si trova, occhio e croce, ad una sessantina di metri da noi. << Un'altra cosa in cui credo molto è vederti andare spedita verso quell'albero... chissà perché? >> sorrido e la stringo in un abbraccio, poi mi metto a correre, ma i tacchi affondano nell'erba e mi rallentano, li tolgo e tenendoli in mano riprendo a correre, sento l'erba solleticarmi le piante dei piedi e faccio un risolino saltando appena, poi riprendo a correre più veloce di prima.
I miei occhi abituati alla luce sgargiante della festa non mi permettono di vedere altro che non sia indistinto buio, il pallido verde delle foglie in vicinanza mi fa rallentare e  con sguardo ansioso cerco un movimento nell'oscurità. Sorride, per questo lo noto. Il riverbero della festa alle mie spalle illumina vagamente il suo sorriso.
Mi lascio cadere le scarpe di mano e con una rincorsa mi getto su di lui, sentire il modo tanto familiare in cui mi stringe e il calore della sua pelle schiantarsi e aderire alla mia è un toccasana per il malumore. Mi mette le  mani sui fianchi e mi solleva da terra, girando su sé stesso un paio di volte, come in quei film in bianco e nero che vedevo con zia Sue quando ero piccola, come un soldato, di ritorno dalla guerra, che rivede per la prima volta dopo mesi la ragazza che ama.
Poi le sue labbra carnose incontrano le mie, i piedi continuano a stare a qualche centimetro da terra, stretta saldamente tra le sue braccia.
Ci stacciamo solo dopo un po', mi lascia toccare terra e i miei occhi, adesso abituati al buio, lo vedono. Noto che mi sta squadrando con un sorriso malizioso.
Si avvicina e mi abbraccia, sospirando. << Mi sei mancata. >> sussurra, la sua voce è rauca come sempre, << E sei una visione. >> continua.
Vorrei dirgli che anche lui mi è mancato e, stuzzicandolo, che so perfettamente di essere una visione, ma non mi da il tempo di rispondergli come si deve, perché nel momento in cui tento di farlo le sue labbra sono di nuovo incollate alle mie.
Allontano il mio viso dal suo e prendo un respiro profondo, mi apro in un sorriso, forse un po' troppo enorme, e anch'io lo scannerizzo. << Te lo dicevo di comprare uno smoking. >> mormoro, la voce esce spezzata. Lui ride.
<< Non ho intenzione di rimanere ancora per molto, sono venuto esclusivamente per te e… >> si ferma e sospira, ma capisco ugualmente, come se avesse urlato quello che invece non è riuscito neanche a sussurrare.
<< Sei ancora convinto di voler dire addio a Bella? >> gli chiedo, prendo la sua mano e la stringo tra le mie, cercando di dargli conforto. Non fa altro se non annuire.
Socchiudo gli occhi e apprendo la sua decisione con una certa amarezza. Non per fraintendere, mi fa davvero piacere che Bella faccia le valigie e sloggi dalla vita di Jacob, ma ho la sensazione che in realtà non lo farà mai e che questo peggiorerà le cose. Sia tra di loro sia tra Edward e me.
<< Vuoi che vada a chiamarla? >>
Accenna un sorriso e si china su di me, sfiorandomi le labbra con un piccolo bacio. << Non ti preoccupare. Se ne sta già occupando Edward. >> annuisco con vigore e gli deposito un altro bacio sulle labbra prima di allontanarmi controvoglia. Mi volto a guardarlo e faccio una smorfia seccata.

Mi è mancato da morire e adesso devo lasciarlo da solo con Bella; vita ingiusta. Vedo la meraviglia candida del suo vestito e il suo viso squisitamente truccato che le da l'aria di una di una dea e sbuffo, mi allontano ancora un po', ma non resisto molto vedendo Jake abbozzare un sorriso e decido di ritornare indietro. Magari potrei tenere sotto controllo la situazione senza farmi vedere, così, come un angelo custode, ed intervenire nel caso la situazione diventasse pericolosa, o peggio ancora, scottante. Mi batto una mano sulla fronte. Meg, è appena diventata la moglie di Edward, cosa vai pensando?
<< Già, Meg, cosa vai pensando? >> sobbalzo con un urlo strozzato e lancio uno schiaffo involontario a chiunque sia stato a parlare. Anche se, visto la risposta, la probabilità che non sia Edward sono pari a zero. Poi socchiudo gli occhi colta dal dolore e mi massaggio la mano, guardandolo di sottecchi.
<< Sei fatto di marmo o cosa? E' insoddisfacente volervi picchiare! Una povera umana finisce sempre per farsi del male... >> borbotto, continuando indisturbata l'atto del massaggiare la mano pulsante, senza però smettere di guardarlo con la coda dell'occhio.
Lui solleva un sopracciglio e si porta le mani ai fianchi. << Sai di stare vaneggiando, vero? >>
Soffoco una risata, annuendo convinta, mi lascio prendere sottobraccio e trascinare verso la festa, mentre, con malinconia, liquido mentalmente il piano che avevo congetturato per tenere d'occhio la situazione. << Mi faresti l'onore di questo ballo? >> mi chiede dopo, porgendomi la mano a palma in su e inchinandosi deliziosamente.
Arrossisco come una stupida bambina e denego timidamente con la testa. << Non mi è mai piaciuto ballare, potrei anche non esserne capace. >>  mi fa l'occhiolino e prende delicato la mia mano, portandosela
alla bocca per scoccarle un bacio.
<< Devi solo seguire i miei movimenti. Lasciati guidare, è più facile di quanto tu possa pensare. >> con passo incerto lo seguo verso la pista, e non perché mi abbia convinto, ma piuttosto perché la sua mano continua a stringere la mia e non ha intenzione di lasciarla. Chiudo gli occhi e ingollo il grumo in gola, pronta per una figuraccia.
Dai Meg, supererai anche questa.
Scuote la testa, accennando un sorriso sghembo, e poggia la mano sul mio fianco, l'altra in posizione rigida, intrecciata alla mia. Affonda il viso nei miei capelli e si affoga in una risata quando i nostri corpi aderiscono. << Vuoi smetterla, Meg? >> borbotta al mio orecchio, << Ti fai troppi complessi, vedi, ti stai muovendo, e vai benissimo. >>
<< Ti pesterò i piedi, ne sono sicura. >> stento a dire, intimorita.
<< Poco importa, sei a piedi scalzi. >> incalza, rispondo con un lamento, << e comunque non mi sarei fatto male ugualmente, mettiti il cuore in pace. >>
Continuiamo così in silenzio per un po'. La curiosità mi sta uccidendo, lacerando il petto, divorando il cervello, corrodendo ogni cosa. << Cosa si stanno dicendo? >> sbotto all'improvviso, lui non ne è sorpreso, sicuramente avrebbe ascoltato i loro pensieri comunque.
<< Parlano della loro amicizia e si chiedono a vicenda se sono felici. >> risponde, mi allontana dal suo corpo e inclina la testa.  << Tu sei felice? >> mi chiede, sorridendo.
Lo guardo impassibile, spalanco la bocca, poi mi blocco. << Io... >> balbetto, sgranando gli occhi.
<< Tu? >> è davvero dubbioso e incupito. Tiro un lungo sospiro e lo imito, inclinando la testa.
<< Io sono certa che il matrimonio ci allontanerà, ma sono ugualmente felice se tu lo sei. E tu lo sei parecchio. >> Sorrido, almeno ci provo. Anche il suo tentativo di farlo esce un tantino male.
Sa quando mi mancherà, ma sa anche che non mi sarà difficile non pensarlo, proprio come negli ultimi mesi. Dopo la battaglia le nostre visite si sono concluse senza troppi convenevoli. Vederlo non è mai stato un bisogno primario, il nostro è sempre stato un capriccio, volevamo semplicemente avere qualcosa in più. Abbiamo già quello che ci è necessario, ed è triste in effetti, ma è proprio così, lo sappiamo entrambi.
Mi abbraccia, ricambio con trasporto e sopprimo un singhiozzo di commozione. << Ti voglio bene. >> mi dice all'orecchio.
<< Te ne voglio anch'io. >> sussurro in tono commosso.
Balliamo sereni ancora per qualche istante, solo allora mi accorgo che la musica è cambiata, ma prima che potessi dirglielo l’atmosfera si fa confusa. Vedo Seth irrigidirsi e correre verso la quercia e Edward sparire dopo di lui, lasciandomi da sola.
Mi volto in direzione dei due e spalanco gli occhi. Quello che penso non può essere vero e il buio mi impedisce di vedere. Così ancora una volta mi ritrovo a correre tra l'erba, corro a perdifiato fino alla quercia e mi blocco non appena noto i lineamenti contratti sulle facce dei presenti.
 << Ti ammazzo. >> Jake trema violentemente e minaccia Edward, che si è parato davanti Bella. Non ci penso due volte e mi precipito fra di loro, ma non guardo neppure Edward e Bella. La mia priorità è Jacob. << Io ti ammazzo con le mie mani. Ora! >>
<< Meg, Seth, allontanatevi! >> dice Edward. Lo sguardo con cui lo trafiggo spiega tutto, lo fa in maniera concisa.
Jacob non sembra neanche vedermi, cosa che non mi sorprende visto la mia altezza. << Jake, andiamo a casa... >> lo supplico. << Ti prego. >>
In un attimo mi stupisco nel notare che i suoi occhi neri di rabbia si spostano sui miei e si rilassano leggermente.
<< Non farlo, Jake. Vieni via. Andiamo. >> dice la voce di Sam, dal buio, mi volto e lo vedo, accanto a lui ci sono Quil e Jared sottoforma lupina.
<< Andiamo. >> dico con voce più ferma, e comincio a tirarlo verso Sam. Lui mi guarda di nuovo, il polso che stringo continua a restare incollato al suo fianco. A quel punto mi vengono le lacrime agli occhi, aumento la forza. << Fallo per me. >> biascico.
Confuso torna a guardare Bella, leggo sofferenza e rabbia nel suo sguardo, poi, come rinvenuto da un coma, lo vedo riprendere lucidità e sospirare, stringe la mia mano con la sua e, quando lo tiro per la mano, si lascia trascinare. Una volta superata la quercia di qualche metro tiro un sospiro di sollievo e mi passo il dorso della mano sugli occhi. Uno dei lupi si fa al mio fianco non appena sbadiglio, Jake accenna un segno. << Credo che Quil voglia offrirti un passaggio. >> farfuglia, la sua voce è dispiaciuta, la sua mano si stringe nella mia più vigorosamente.
Ricambio la presa sulla sua mano e scuoto la testa, accarezzando la schiena di Quil.
<< No, Quil, grazie. Manca poco alla Golf, preferisco restare con lui. >>  
<< Mi spiace. >> mi dice, quando il lupo marrone passa avanti. Non riesco a guardarlo in viso, ma malgrado tutto non sono neanche minimamente arrabbiata con lui, sapevo che in fondo sarebbe successo qualcosa del genere. Tutti lo sapevano, nessuno però era sicuro di chi (Edward o Jacob) avesse ringhiato contro l’altro. Emmett e Jasper avevano perfino scommesso,
<< Non pensarci. >> dico pronta, quando  invece sono la prima a farlo, a scorrere tutte le immagini.
Non pensarci - vorrei ridere della mia stupidità - è impossibile non pensarci. << Era un addio? >> chiedo, scoraggiata.
<< Probabilmente. >> dice, incolore.
Stringo i denti e socchiudo gli occhi.  << La trasformazione è vicina? >> chiedo, farfugliando.
<< Se supera la prima stupidaggine arriverà alla seconda. >> ringhia.
Rimango interdetta, ma non oso domandare altre spiegazioni.
Di che cosa sta parlando?

 
-------------------------Valentina’s Space-------------------------

Ciao a tutte, ho pensato di aggiornare prima del Capodanno. Sperando che per voi questo sia un bel regalo :)
Ho deciso di aprire su facebook un gruppo dedicato alla storia che vi terrà costantemente aggiornate sulle mie uscite di testa!
Mamma che palle!! – penserete.  Infatti so che non lo cercherete e non vi interesserà xD
Secondo me potrebbe essere carino, invece O_o
Potreste darmi dei consigli e naturalmente vi posterò teaser , sondaggi, immagini, un po’ di cavoli miei ogni tanto (XD) e tanto, tanto altro. (rettifico: che pallllle!! xD)
Questa è la pagina: http://www.facebook.com/pages/In-Love-With-A-Legend/129654533765861?v=wall
Recensioni al solito modo!! :D Baci, Vale.

------spoiler

Mi alzo di scatto, tergendomi la fronte, imperlata di sudore freddo, strizzo gli occhi e scosto delicatamente le coperte, lanciando uno sguardo accorato al viso pacato e dormiente di Amber. Mi sembra inutile benedire il suo sonno pesante, l’ho già fatto tante di quelle volte negli ultimi due mesi che ormai è diventata un’azione automatica.

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Capitolo 41
*** \\ 39. Tutta l'orribile verità ***


  Capitolo 39  

Tutta l’orribile verità

Jacob

Mi alzo di scatto, tergendomi la fronte, imperlata di sudore freddo, strizzo gli occhi e scosto delicatamente le coperte, lanciando uno sguardo accorato al viso pacato e dormiente di Amber. Mi sembra inutile benedire il suo sonno pesante, l’ho già fatto tante di quelle volte negli ultimi due mesi che ormai è diventata un’azione automatica.
Percorro il corridoio con passo felpato e mi fermo alla porta socchiusa della camera di Megan. Un brivido violento mi lambisce la schiena nel vedere il suo viso spensierato e tranquillo, invaso da quei capelli lucenti e morbidi, come quelli di sua madre.
Ormai ha quasi undici anni – penso, per contraddirmi subito dopo – no, la mia Megan è sempre la stessa. E’ la mia bambina, lo è sempre stata nello stesso modo. Lei è quella che non si vergogna di me quando la stritolo in un abbraccio e la soffoco di baci davanti i suoi compagni di scuola, è quella che sorride se Amber le fa una delle sue solite facce stizzite durante una loro discussione ed è sempre lei quella che sebbene abbia voluto a tutti i costi la chiave della sua stanza non l’ha mai utilizzata.
Chiudo nel tutto  la porta, maneggiando con delicatezza assoluta la maniglia, e la lascio beata nel suo sonno da bambina, camminando ancora a punta di piedi, fino alla veranda.
La pioggia colpisce i vetri, poggio una mano sulla superficie gelida della finestra e sbarro gli occhi, cercando di calmare il mio cuore, che sembra martellare nel petto seguendo il ritmo della pioggia battente. Le immagini di quei stramaledetti incubi rimangono tinti indelebilmente sotto le mie palpebre:
Amber che mi guarda con uno sguardo pieno d’odio e mi urla di aver rovinato tutto, di aver distrutto la vita di nostra figlia, e lei, Megan, che scossa dalle urla di sua madre inizia a tremare visibilmente prima di trasformarsi in quello da cui per primo io ero scappato. Un licantropo.
Prendo un respiro profondo e squarcio il silenzio emettendo un gemito basso che copre per un attimo il ritmo ticchettante della pioggia.
Dopo la trasformazione di Leah so che ci sono altrettante possibilità per Meg di essere una mutaforme. Lei è pur sempre una discendente diretta di Annìka.
<< Ancora quegli incubi, eh? >> mi volto e accenno un sorriso amaro nel vedere il solito sorriso bonario di Amber.
<< Come se fosse una novità. >> fiato, poi torno a guardare fuori. In un attimo sento la sue braccia avvolgermi la vita. Fa intrecciare la mia mano destra con la sua e mi perdo nell’osservare quanto le sfumature della mia pelle ambrata, da perfetto Quileute quale sono, siano diverse da quelle della sua pelle chiara. Mi sento sollevato sentendola vicina, ma ho anche la sensazione che più mi stia accanto più la sua esistenza sia in pericolo. << Forse sto diventando matto. >> mormoro, fiacco.
<< Ti fai solo troppe paranoie da papà di una “quasi-adolescente”, però dovresti almeno aspettare che raggiunga la soglia dei tredici anni per andare di matto, a quel punto nessuno ti potrà biasimare. E’ ancora una bambina, Chris. Ultimamente guardi Jacob e gli altri ragazzini come se te li volessi mangiare uno ad uno. >> poi soffoca una risata.
Scuoto la testa. << Li sto soltanto tenendo d’occhio, ormai la loro trasformazione è vicina. Lo so, me lo sento nelle ossa. >> nel solo istante in cui lo dico vedo il viso di mia moglie contrarsi lievemente, segno evidente del fatto che non accetta del tutto la mia interpretazione dei fatti. << Sto semplicemente cercando di evitare l’evitabile. >> mi difendo allora, ricevendo l’ennesima occhiata stranita. << Amber, canto cielo! >> borbotto allora, allontanandomi con stizza da lei e dalla sua impeccabile mimica facciale.
<< Sai bene che i sogni non sono frutto della tua fulgida immaginazione, il signor Cullen ha ragione. >> mormora, e con aria stanca si siede sui divanetti beige che prendono l’intera parte destra del soggiorno.
Arriccio il naso e camuffo un ringhio. Per quanto abbia sempre rinnegato la mia natura di lupo i miei comportamenti sono simili a quelli di un qualunque licantropo. << Stupida sanguisuga. >> sibilo.
Mia moglie appare contrariata dal mio atteggiamento. << Vuole solo darti una mano, Christian. Quei sogni sono giostrati da qualcuno, e sapresti anche chi è questo qualcuno, se invece di ostinarti a sostenere questa faida insensata ti affidassi alle sue mani. >>
Il mio sguardo è duro, ammonitore. << Un Quileute non si affida nelle mani di nessuno. >>
<< Hai bisogno di lui. >> sentenzia, con voce sicura e per niente impaurita dalla mia reazione.
<< Questo lo dici tu! >> dico, a voce più alta. Poi mi ricompongo e con un sospiro mi passo una mano trai capelli scuotendo la testa.
<< Fallo per Megan. >> biascica, il mio sguardo si fa grande di paura quando fissa gli occhi nei suoi. E’ in lacrime. << Se non t’importa niente né di me né di te stesso, fallo almeno per lei. >>
Mi avvicino con tre falcate e la stringo al petto, subito dopo essermi inginocchiato sul pavimento ghiacciato.
E lei, già piccola di suo, sta le mie braccia diventa ancora più piccola, << Tu m’importi. >> le sussurro all’orecchio. << Ho soltanto paura. >> continuo e le bacio la fronte.
La sua fragile presa sul mio collo si stringe, << Non devi, risolveremo tutto, tutto. >> e mi stringe di più.
Un piccolo scalpiccio di passi ci fa ridestare, sciogliamo l’abbraccio in tempo per vedere una zazzera spettinata di capelli sbucare dalla porta.
<< Ma che fate? >> sbotta, la voce assonnata.
Amber sorride. << Niente d’importante, fila a letto. >> sussurra, in tono dolce.
Lei fa spallucce e dopo uno sbadiglio torna indietro, lasciandoci di nuovo da soli. Gli occhi verdi di Amber si puntano di nuovo nei miei. << Lascerai che Carlisle ti aiuti? >> mi chiede, la voce in un sussurro appena percettibile. Annuisco debolmente e accenno un sorriso nel vedere il so viso distendersi.
<< Bene, ora andiamo a letto. >> sussurra, soddisfatta, e si alza dal divanetto, << Domani abbiamo un sacco di cose da fare. >>
Il giorno dopo esco prima da lavoro, non so perché. Ne ho bisogno. Salgo in macchina, ma non so dove sto andando fin quando non mi trovo davanti la scuola di La Push.
Scendo dalla macchina senza pensarci due volte e percorro il selciato fino al reticolato che delimita il cortile dove gli allievi fanno la pausa pranzo all’aria aperta.
Prego che ci sia Megan e dopo pochi minuti la vedo, seduta su un’altalena, si dondola pigramente sulla punta dei piedi, oscillando solo di poco. Ha lo sguardo rivolto ad un punto fisso, mi accordo subito che guarda Jacob parlare e ridere con una ragazzina della sua età. Nel suo sguardo c’è tutto quello che può provare un’adolescente: invidia, gelosia, tristezza, ira…
Il mio stomaco si chiude quando lo capisco, accenno un sorriso intenerito e mi passo una mano sul viso.
La mia bambina si è presa una cotta per il figlio di uno dei miei migliori amici.
Non faccio in tempo a formulare quel pensiero che vedo il piccolo Black accorgersi dell’espressione di Megan. Il suo sguardo si fa preoccupato, si congeda velocemente dall’amica e corre nella sua direzione.
Gli occhi di mia figlia si fanno grandi di stupore mentre Jacob inciampa e ruzzola fino ai suoi piedi, dopodiché entrambi ridono di gusto. Il viso di Jacob si rilassa nel vedere mia figlia ridere e, anche se ha una sbucciatura sul ginocchio destro, rimane seduto per terra a ridere. Megan si alza dall’altalena e si china su di lui tirando fuori dalla tasca un fazzolettino, lo poggia sul suo ginocchio e lo tampona con cura, poi i loro occhi s’incrociano, rimangono seri per un po’, guardandosi, ma la serietà dura poco e ancora una volta le loro risate risuonano splendide nell’aria, mischiate ad urla, bisbigli ed altre risate, nella confusione spensierata del cortile. Mi accorgo solo in quel momento di star trattenendo il respiro. Rido anche io.
Riformulo: La mia bambina si è presa una cotta per il figlio di uno dei miei migliori amici, e lui sembra ricambiare.
La calma però finisce per essere un ricordo, perché dalla parte opposta del cortile noto un viso adulto nei miei stessi atteggiamenti. Con la sola differenza che quel viso troppo pallido e quegli occhi di un innaturale color cremisi invece di guardare i bambini guardano me. Decido di allontanarmi dalla scuola cercando di non dare nell’occhio. Non ho alcuna intenzione di far correre dei rischi inutili a tutti quei bambini. Così con passo svelto entro in macchina e metto in moto, poi lancio uno sguardo alla grata e quando vedo che il vampiro è sparito tiro un sospiro di sollievo.
Non era là per Megan.
Mi abbandono al sedile, giusto il tempo di riprende fiato, rimetto in moto l’auto e lascio che ancora una volta la macchina mi porti dove vuole. Casa mia. Scendo dall’auto e cammino a sguardo chino verso la porta, inserisco la chiave nella serratura e la apro. << Dobbiamo dare un taglio netto a questa storia. >> sibilo, improvvisamente furioso nel realizzare quanto quel mostro fosse stato vicino a mia figlia e a tutte le volte che magari era stato a un soffio da mia moglie. La mia vita era sotto stretta sorveglianza chissà da quanto tempo.
I miei incubi erano causati da qualcuno, che si basava sulle mie più grandi paure per annientarmi.
<< Buon anniversario anche a te, amore! >> Il viso di Amber sbuca dalla cucina. << Allora? Chiamerai Carlisle? >> mi chiede, seria.
<< Cosa vogliono da me… >> bisbiglio, chiudendo gli occhi e sentendo tutto il mio corpo tremare come una foglia. << Non ho scelto io di essere un componente della famiglia di Annìka… non mi sono trasformato in un licantropo neanche una volta. >>
Amber sospira e lascia cadere per terra un foglio che aveva in mano, togliendosi gli occhiali da vista, si avvicina e senza fiatare mi stringe in un abbraccio.
<< Qualunque cosa succeda a noi due non ha peso, l’importante è proteggere Megan. >>
<< Tu non c’entri niente, Amber. Non dire stronzate. >> lei mi accarezza il viso, sciogliendo lentamente il nostro abbraccio.
<< Io ti amo, e non ho intenzione di… >> cerca di dibattere, io la fermo.
<< Nostra figlia viene prima di tutto. >> sentenzio.
<< Lo so. >> bisbiglia.
<< Non avrà nessuno con cui stare se anche tu… >> non riesco a finire la frase, è una cosa che non tollero, anche solo l’idea mi rende iracondo.
<< Non succederà! >> esclama, il tono fermo di quando è sicura. Sicura come la morte. Un brivido mi trapassa da parte a parte.
<< Dobbiamo parlare con i Cullen, ci andremo sta sera! >> mi dice, e annuisce, sorridendo lievemente.
<< Sta sera? >> balbetto.
<< Sta sera. >> sussurra.
Serata romantica in occasione dell’anniversario. Bella scusa.
Nessuno sa dove veramente siamo diretti e perché, ci sembra prematuro mettere tutti sull’attenti per qualcosa che non è sicuro. Lo spero con tutto me stesso che non sia sicuro, ma quegli occhi cremisi, quel viso senza età… se c’è qualcosa di sicuro in tutto questo pandemonio è senz’altro il fatto che il tizio a spiarmi fosse un vampiro. Un vampiro vero.
Guido verso casa Cullen dopo aver lasciato Megan a casa di Billy. Siamo certi che qualunque cosa succeda  i miei amici si prenderanno cura di lei.
Billy la vede con una terza figlia femmina e Megan gli vuole così bene da chiamarlo zio, anche se il legame genetico è pari a zero se non a meno uno.
Ho provato e riprovato a convincere Amber – doveva restare con lei – ma la questione era chiusa già da quel pomeriggio, quando mi ha detto che non sarebbe successo niente e che sarebbe venuta con me.
Le immagini di Megan e Jacob che ridono mi deliziano la mente senza un motivo vero, il sorriso si disegna sulle mie labbra quasi incondizionatamente.
<< Sai… >> mormoro, lo sguardo assorto oltre il parabrezza. << … credo proprio che Jacob si sia preso la sua prima cotta. Per Megan! >> Amber sorride.
<< Era ora! Megan è pazza di Jacob da sempre. >> dice tranquilla, assorta. Contenta, oserei.
Alzo un sopracciglio e spalanco la bocca, << Da sempre? >> ridacchio. Lei annuisce saccente. << E come fai a saperlo? >>
La sua espressione non cambia. << Una mamma certe cose le sa e basta. D’altronde come darle torto? Voi Quileute avete un fascino smisurato. >> commenta, sarcastica.
La guardo con la coda dell’occhio, un sorrisino malizioso. << Smisurato, eh? >> poi storpio la bocca. << Mi auguro che le passi presto. In caso contrario quando Jay si trasformerà ed avrà l’imprinting la nostra bambina soffrirà parecchio. >>
Anche Amber non nasconde una smorfia di dolore. << Accidenti, l’avevo dimenticato. È tutto così complicato. >> ora è arrabbiata.
Mia moglie ha degli sbalzi d’umore da far invidia ad una donna incinta. Forse la amo per questo. << Già. >> mi limito a rispondere.
Qualcosa si para davanti la strada, accendo gli abbaglianti… qualcuno. È il vampiro che mi ha seguito. La mano di Amber corre alla mia. Vorrei passargli sopra, non fermo la macchina, anzi, aumento velocità.
Amber urla. Le lacrime mi appannano la vista mentre sento la macchina strisciare e stridere sull’asfalto. È riuscito a fermarla. È riuscito a fermare la macchina in corsa. << Chris… >> balbetta, mia moglie.
<< Amber, dannazione. Non dovevi venire con me. >> farfuglio, tra le lacrime.
<< Smettila di ripeterlo! >> urla a sua volta.
Una mano spacca il finestrino e mi afferra per il collo. Trasalgo e osservo per l’ultima volta mia moglie. È finita, lo so.
<< Scappa… >> mormoro, non sono sicuro che mi senta, so solo che non vedo, non sento, non percepisco niente. Dopo un dolore lancinante mi attanaglia la gola, ed è dal punto preciso in cui il dolore nasce che sento la mia vita scorrere via.
Un urlo di dolore, quello di Amber. Provo a piangere, non ci riesco. Cerco di respirare, sta volta riesco nel mio intento, inalo l’aria con difficoltà, poi urlo il nome di mia moglie, buttando fuori per l’ultima volta l’aria che avevo inspirato.

                                                                          
                                   

Fa caldo. Gli uccelli cinguettano e il sole splende, ma è una giornata orribile, forse la più orribile in assoluto.
Megan piange disperata contro la spalla di mio padre. Sento la rabbia montare, insieme alla disperazione. Tutti sono disperati, tutti sono arrabbiati. Tutti stanno piangendo.
Sono due tombe in legno lucido, con sopra delle rose, a rendere questa giornata orribile. Tiro su col naso. Lo zio Chris e la zia Amber non ci sono più.
<< E tu, giovanotto, stai attento a lei! >> mi aveva detto, io avevo annuito quella sera, senza dare tanto peso a quelle parole.
Ora erano pesanti come macigni. << Lo farò. >> sussurro al legno, << te lo giuro. >> Devo prendermi cura di Megan, devo e voglio.
<< Jacob? >> lo zio Harry mi guarda con gli occhi arrossati, non l’ho mai visto piangere prima di adesso. << Andiamo a casa, figliolo. >> mi sussurra, come se gli costasse tanta fatica.
Mi asciugo le lacrime con il dorso della mano, annuisco fiocamente e lo seguo, cercando Megan con lo sguardo.

                                                                            **

 << Jake? >> scuoto la testa, tornando alla realtà.
Vedo i suoi occhi nocciola, vicinissimi al mio viso, fissarmi con attenzione, come se volessero scavarmi nello sguardo per capire cosa stavo pensando. << tutto okay? >> sussurra, e mi accarezza il viso. Tremo.
Socchiudo gli occhi e, sospirando, annuisco pigramente. << Sì, ero solo soprappensiero. >> mormoro, le scosto un ciuffo di capelli dal viso e provo un sorriso, ma non la vedo ricambiare, forse segno che la smorfia sulle mie labbra non equivaleva minimamente ad un sorriso.
<< Pensavi a Bella? >> senza neanche rendermi conto, annuisco immediatamente. Almeno ho una scusa perfetta per dissimulare in sua presenza.
Lei mi risponde con un lieve bacio sulle labbra. È dispiaciuta. << Per quanto ti possa servire, sappi che io ci sarò. >> mi dice, per rassicurami.
Mi basta sporgermi di pochi millimetri per sfiorare di nuovo le sue labbra. << Grazie. >> mi limito ad abbozzare.
Mi abbraccia, e mi sento in colpa. Non dovrei essere io quello da consolare. È tutto sbagliato. Ciò nonostante stringo la presa sulla sua schiena. Ingiusto e sbagliato.
<< Mamma mi ha detto che quando due persone si danno tanti baci poi nasce un bambino… >> ci voltiamo verso Hope, che ci osserva scandalizzata, con gli occhi spalancati e un colore tra le mani, fermo a mezz’aria. Megan scoppia a ridere e si scolla dal mio abbraccio per sprofondare nella poltrona dove era seduta, Hope continua a guardarci con disappunto e io schermo il mio umore usando l’ennesimo sorriso forzato, guardandole entrambe. Nella mia testa continuano ad agitarsi i ricordi, quel dannato vampiro mi ha strappato il cuore dal petto quando mi ha raccontato la verità, non so neanche perché l’ha fatto. È stato lui ad uccidere zio Christian e zia Amber.  Sterminarlo dopo aver saputo tutta la storia è stato automatico perfino per Emmett. Forse era proprio questo che voleva. Voleva provocarci perché sapeva che l’avremmo ucciso se l’avesse fatto. Voleva morire, lo desiderava. Alla luce di queste riflessioni mi sento perfino uno stupido: Dovevamo lasciarlo vivere, solo così avrebbe sofferto davvero, quella sì che sarebbe stata una punizione per lui. Sarebbe stato un Inferno.
D’altra parte mi preoccupa il fatto che prima o poi Megan stessa mi chiederà perché non le ho ancora voluto raccontare niente sull’incontro con Artamon.
E quando succederà, cosa dovrei dirle?

 -------------------------Valentina’s Space-------------------------
<< Un anno fa  nasceva la storia d’amore di Meg e Jake…>>
SORPRESAAAAA!! VIA AI ‘CCCCCORIANDOLIIIIII!!
<< Tanti auguriiii  a teeeeee, tanti auguriiiii a meeeee, tanti auguri alla  stooooria, tanti auguri a voooooi!! >> soffia dentro una trombetta e afferra la prima che incontra costringendola ad un trenino.  << BBBBraaaaazillll!!! La la la la la laaaa!!! Pe-pe-pepepepe!!! Pe- peeeeee!! >> La musica si stacca, lei spinge via la malcapitata ragazza e si schiarisce la voce, poi, sistemando una cravatta invisibile intorno al collo e lisciandosi gli abiti sul corpo, dice:
<< Torniamo seri. Buon giorno (alla 22.39) non sono morta, ho anche fatto delle radiografie, vi giuro, sono sana come un pesce. Vi lascio al capitolo perché mi sembra importante e… importante. >>
Sorride e soffia via un piccolo coriandolo che le è rimasto sulla punta del naso.
<< Mi dispiace non trattenermi più di tanto, ma sono tanto stanca. Ergo io andrei a letto  ^^ sono fin troppo rinc… rincoriandolita!!
Visitate il gruppo su facebook. Anche perché mi sembra una bella cosa.
Un bacio, le risposte alla recensioni sono state fatte al solito modo. ANCORA AUGURI ALLA NOSTRA STORIELLA! >>

 

 

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Capitolo 42
*** Gli effetti della quarantena - avviso ***


Ciao vecchi amici, benvenuti nuovi amici.


In questi mesi di lock-down ho cercato di sistemare delle cose, ho pensato molto.
Aver lasciato questa storia incompleta mi ha sempre messo addosso una tristezza ed un senso di colpa inimmaginabile.
Ho trovato le bozze degli ultimi capitoli ripulendo una vecchia pen drive, ma mi sembrava tutto sbagliato. Ho aperto 

un foglio word con l’intenzione di buttare giù qualcosa che rispettasse la nuova me, la me cresciuta. Ne è uscito fuori un
lungo scritto
dolce amaro(forse 3-4 capitoli), mi sembra adeguato e finalmente ho dato alla storia una conclusione.
Molte cose che avevano a che 
fare con la trama sono state abbandonate (mi perdonerete) , ho trovato degli errori nei
capitoli precedenti ma non so se avrò la forza di mettere tutto a posto. Mi sono concentrata solo su Meg e sul carattere
"umano" dei personaggi. 
Non ho scritto con l’intenzione di pubblicare il risultato, l'ho fatto più che altro per me stessa,
per capire se ne fossi ancora capace, ma sono le sette di sera, sono malinconica e mi sto chiedendo se 
qualcuno di voi è
rimasto ed è disposto a perdonarmi, a sentire come va a finire.


Un bacio grande, vi aspetto qui.

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Capitolo 43
*** 40. Perché il loro affetto mi soffoca così dolcemente? ***


cap

Nota: siete timidamente aumentati, vi ringrazio.
Lascio qua la prima parte, la seconda arriverà tra 7 giorni.

Fatemi sapere se risulta troppo lungo, fitto o impreciso.

Capitolo 40

Perché il loro affetto mi soffoca così dolcemente?

📍 Londra, 9 anni dopo

Continuo ad osservare il pezzo di carta e mi alzo, litigando con le lenzuola prima di avanzare verso la finestra, aprirla e appollaiarmi sul davanzale, facendo ciondolare la gamba destra sul ballatoio esterno, la schiena poggiata alla cornice. Quando accendo la sigaretta emetto un rumoroso sospiro, chiudendo gli occhi mentre me la porto alla bocca.
Neanche mi piace fumare, sono solo una sciocca che reagisce male al nervosismo.
Sto per prendere il secondo tiro quando il cellulare suona, poco lontano. Getto un’occhiata veloce, mentre la vecchia Wendy mi guarda dalla sua cuccia, probabilmente impietosita dal mio stato psicofisico. Allungo il braccio, premendo il tasto verde prima ancora di avere il cellulare vicino al viso, prendendomi tutto il tempo necessario.
«No.» dico lapidaria, dall’altra parte il silenzio regna assoluto per una manciata di secondi, poi viene rotto da un respiro che strozza una risata.
«Perché no?» dice soltanto, la sua voce è sempre limpida e odio ammetterlo ma mi fa bene al cuore «Butta quella sigaretta, Megan!»
Un risolino sarcastico esce dalle mie labbra, ma eseguo spegnendo la sigaretta contro l’infisso. «Non sono mica tua figlia.» sibilo, sputando l’ultima boccata di fumo, nel frattempo fisso il piccolo circolo nero lasciato dalla tizzone sul battente.
Me ne pentirò, il proprietario me la farà pagare per intero quella merdosa finestra.
«Non puoi non considerare la cosa, Meg.» Soffia, «non torni da quasi 10 anni.» Quando quelle parole raggiungono il mio orecchio una ventata di rabbia mi investe e mi scopro sbalordita da quella affermazione, perché non può farlo: non può dirmi queste cose, non ci credo neanche per un attimo che sia fin a tal punto insensibile, è inammissibile che non riesca a comprendere i miei sentimenti al riguardo, proprio lui.
«Non vedo quale sia il problema, tu e zio Billy venite a trovarmi, persino Seth e Ronnie hanno in mente di passare quest’estate.» preciso, tentando di pulire con il pollice l’alone nero sulla finestra. Sento già gli occhi pizzicare e decido che in fondo se lui gira il coltello nella piaga posso farlo anch’io, «o almeno, tu venivi a trovarmi. Hai smesso bruscamente dopo che noi...» come immaginavo mi interrompe bruscamente, rimproverandomi per la seconda volta nel giro di pochi minuti come farebbe un padre con una ragazzina. Reagisco di nuovo con una risata a denti stretti, un misto tra amarezza e rammarico.
«Scusa, pensavo giocassimo a chi ferisce di più l’altro.» lui risponde non rispondendo. So di averlo squarciato scaraventandogli malamente addosso il fatto che – nonostante la deviazione vampiresca – anche lui si era comportato da umano e, in quanto tale, si era reso capace di orchestrare delle stronzate colossali. Il succo della questione era che non avendo mai dubitato di quanto fosse infinita la sua bontà e immenso il bene che ci lega ci avevo marciato sopra; in conclusione il suo traboccante affetto misto alla mia depressione, bordata di peccaminoso pizzo nero, lo avevano portato a compiere un errore di cui si sarebbe pentito per tutta la vita. Io affronto più pacificamente con la cosa, per me non era stato un imperdonabile errore, so di essere stata una brutta persona ma mi sentivo così sola, ferita, trascurabile agli occhi dell'intero mondo.
«Perché tenti di respingermi?» una parte di me vorrebbe dirgli che no, io non sto tentando di respingere proprio nessuno, sto apertamente rivangando un passato doloroso come ha fatto lui dicendomi di tornare in America. Chiudo gli occhi e rifletto, ma alla fine non trovo nulla che valga la pena dire.
«Senti, io ho bisogno che tu venga, tuo zio ha bisogno che tu venga. È arrivato il momento di chiudere i conti con questa storia, di affrontare i fantasmi del passato.» butta fuori tutto con celerità, «ti ho già mandato per email i biglietti aerei, ci vediamo in aeroporto.» e la linea cade lasciandomi a scuotere la testa, esterrefatta dalla sua teatralità nel riattaccare senza darmi nessuna possibilità di oppormi. Prendo atto della cocciutaggine di quel maledetto e mi volto verso le luci notturne di Canary wharf, con la testa in arresto e il petto gravoso; il timore di non riuscire a liberarmi di quella parte di me, radicata in ognuno di loro, mi accorcia il respiro, come se queste mie radici più che l’origine di ogni linfa vitale fossero in realtà la catena che mi costringe al suolo.
A quanto pare andrò al matrimonio di Jacob e Renesmee, non posso credere di aver ceduto.


📍 Forks, 2 mesi dopo

Day 1
Arrivo al Quillayute Airport e appena fuori vedo zio Billy, agita la mano con vigore mentre procedo verso di lui stringendomi nella giacca a vento, la sua chioma argentata è mossa da un lieve vento che la rende luminosa. Tiene sul grembo un cartello con su scritto “Bentornata Maggie” e accanto a lui Edward, poggiato alla sedia a rotelle, stringe un palloncino rosa con un’espressione eloquente e un sorriso divertito. Vederli insieme mi fa uno strano effetto, ma suppongo ormai siano tutti una grande famiglia felice. L’amara considerazione che l’unico ingranaggio arrugginito della loro vita sia io si fa strada dentro di me mentre forzo il buonumore e bacio mio zio su tutto il viso, provocandogli risate gioiose.
Tutto ciò che ho di più simile a un padre - è la frase che mi avvolge con calore quando lo sento esclamare «Figlia mia, sei tornata a casa.» è commosso e non posso far altro che pensare sia la sua felicità il lato positivo di questa imponente montagna di merda, in seguito mi soffermo sulle sue parole, ancora una volta mi procurano dolore: casa?
Guardo Ed, nella sua eterna giovinezza rinnegata dall’abbigliamento maturo, mi porge il palloncino chiudendosi nelle spalle e si passa una mano tra i capelli. Sembra agitato. «Sei invecchiata.» sussurra, aprendosi in un mezzo sorriso sornione. Lo spintono e sbotto divertita: «molto spassoso!», successivamente ripongo la mia attenzione ancora su zio Billy, mentre mi dice: «Adiamo in macchina, Jacob ci aspetta.» Colta dalla sensazione che mi si stesse congelando il sangue nelle vene mi immobilizzo, tornando lucida solamente quando Edward mi agguanta la spalla. Il freddo della sua mano mi fa comprendere che, pur sentendomi un ghiacciolo, sto andando a fuoco.
«Non ha voluto sapere ragioni, voleva venire.» mi spiega lo zio, vedendo la mia reazione. Edward comincia a spingere la carrozzella e io lo seguo attonita, quando riprendo sorprendentemente a respirare dico : «per questo sei qui» non è una domanda, ma Edward annuisce lo stesso. Un paio di minuti e ci fermiamo davanti un’auto che non riconosco, dalla portiera del guidatore viene fuori un omone alto e asciutto. Blue jeans dall’aria costosa e un maglione da golf di ottima fattura, a stonare con il tutto un berretto dei Seattle Marines calcato sulla testa, metà viso all’ombra. Mi stupisco nel vedere un uomo simile rispondere all’immagine di Jacob. Mi chiedo quanto sia autentica quella figura che da di sé adesso e rispondo ai suoi saluti sussurrando un “ciao” tra lo scioccato e il turbato. Una gomitata glaciale mi ridesta anche ora. «Hai fatto buon viaggio?» mi chiede, riesco a incontrare il suo viso e - per fortuna o purtroppo - i suoi lineamenti e i suoi occhi scuri sono esattamente quello che ricordavo di lui, senza la barba sarebbe lo stesso ragazzone di sempre, ha però un’aria triste. Pensando a quella cupezza come ad una sua reazione nel constatare il modo in cui mi sono ridotta in questi anni non posso fare a meno che essere seccata.
Non voglio che provi pena per me, non è per questo che sono tornata.
«Tutto okay, grazie Jake.» rispondo con garbo e provo un sorriso cordiale, oserei dire britannico, per convincere lui e persino me stessa che va bene.
«Faremo meglio ad andare, gli altri si staranno chiedendo dove siamo finiti.» borbotta Edward, Billy annuisce con veemenza ed io non posso che azzardare un sorriso compiaciuto nel vedere quanto vadano d'accordo, la loro complicità è sbalorditiva. In un secondo istante, quando siamo tutti seduti in macchina e la strada ci scorre già ai lati, faccio mente locale sulle parentele che si andranno a cementificare grazie al matrimonio: Billy ed Edward hanno il bene dei loro figli come interesse comune, la mia salute mentale come obiettivo da raggiungere nel corso di quella che si prospetta essere una lunga settimana. Arrivati in casa si affronta un’altra sessione di saluti e presentazioni in cui Rachel non manca di farmi notare aspramente quanto sia ingiusta la mia presenza allo sposalizio di Jake, vista l’assenza al suo con Paul. La realtà è molto diversa da quella che superficialmente sembra essere un capriccio da ragazzina: avevo cominciato a franare dopo aver scoperto il coinvolgimento di Artamon nella morte dei miei, una cosa che dopotutto sarei riuscita a superare, l'ennesimo trauma della mia vita che si accatastava sul mucchio già abbondante di cose a cui non potevo dare un senso fino in fondo, ma poi è arrivata Renesmee, coronamento della storia d’amore di Bella ed Edward, il colpo di grazia al debole imprinting che legava me e Jacob.
Così la storia si era ripetuta, io ero Amelia.
Tutti – quando è successo – sapevano che sarei dovuta andare via, gli occhi lucidi di zio Billy brillavano di una consapevolezza dolorosa mentre Embry caricava i miei bagagli sull’auto che mi avrebbe condotto in aeroporto. Erano presenti nella loro totalità, sembrava quasi stessi presenziando alla mia stessa veglia funebre. Il mio ultimo periodo a La Push aveva finito per farmi galleggiare in una brodaglia insipida fatta di indolenza e accettazione delle cose; avevo trovato una via di fuga spedendo richieste ai college più lontani e nell'attesa ero riuscita a sopravvivere, sguazzando in quella disgustosa sensazione. Leah aveva giocato un ruolo fondamentale, mi aveva convinto lei a cambiare aria, dicendomi quanto fosse un dono poter estraniarsi dalla realtà malata di Forks. In principio mi sembrava un'idiozia quell’inneggiare ad una mia ipotetica libertà: io non la volevo, non sapevo che farmene; ma adesso, a quasi dieci anni di distanza, appare limpida la verità di ogni singola parola che aveva pronunciato Leah in quei mesi, mentre mi sorprendo a considerare la mia vita a Londra come l’unica che io abbia mai vissuto, fosse quasi una sorta di fuga dissociativa. Lei, Leah, non poteva fuggire dalla sua natura, non poteva fingere di non essere quello che era e le ferite che aveva dentro risultavano profonde ed incurabili. Ad un certo punto, chissà di quale maledetta giornata, aveva deciso di non volere più sopportare dei fardelli così gravosi. Pensavano fosse scappata - anche io ne ero certa - fino a quando, mesi dopo, non avevano rinvenuto il suo corpo vicino al confine con il Canada. Sono certa che non fosse il matrimonio il motivo scatenante di quel gesto, più probabilmente però la goccia che aveva fatto traboccare il suo enorme, gigantesco vaso di lacrime e delusioni, perciò non avevo trovato la forza di salire su un aereo per guardare Rach e Paul sposarsi, non avevo neanche provato a cercarla quella forza, non dopo essermi assentata al suo funerale. Sarebbe stato un torto che non potevo farle. Non a lei.
Evitando qualsiasi tipo di attrito, mi limito a sorridere delle scuse per l'assenza e prendo subito le distanze da quella bolla d'inconsapevolezza che circonda Rachel e il suo mondo arcobaleno per rifugiarmi sotto l'ala di zia Sue, che mi sorride dolorosamente capendo ogni cosa. Zia Sue sta con Charlie Swan adesso, la sua esistenza dopo il rinvenimento di Leah era appesa ad un unico filo: Seth. Con il tempo suo figlio è riuscito a farla pian piano tornare a vivere, grazie anche alla forza di Ronnie e all'infinita tenerezza della piccola Hope, che ormai è nel bel mezzo dell'adoloscenza. È stato un corteggiamento spietato quello di Charlie, Sue un giorno si è arresa al suo fascino, ritrovando un parte di quella sensazione di pienezza che le sembrava ormai lontana e irrecuperabile. Renesmee – Nessie, come la chiamano qui – sembra aver deciso di risparmiarmi da un crollo nervoso la prima sera, restando a casa sua. Quando mi congedo per la notte il mezzo reggimento che invade la zona giorno di casa Black sembra deluso, ma non me ne curo e chiudo il più in fretta possibile la porta di camera mia borbottando qualcosa sul jetleg.


Day2

È veramente insensato dover ancora star appresso a tutto ciò.
«Meg, sei la solita guastafeste!» indirizzo a Seth una delle occhiate più adirate che abbia mai avuto modo di vedere nella sua vita e alzo le braccia al cielo, arresa.
«Sai cosa? Fate ciò che volete, siete grandi abbastanza da riuscire a capire che non sarebbe il caso, ma evidentemente mi sbaglio di grosso!» borbotto, sedendomi sul consueto tronco cavo, che avevo da anni amabilmente ribattezzato “della rassegnazione”.
Ricevo un bacio sulla tempia e poi lo squadrone guizza verso il dirupo. Chiudo gli occhi per non guardarli lanciarsi nel vuoto e li riapro unicamente dopo aver sentito il goffo concento di schizzi, urla liberatorie e risate. In fondo non sono così infastidita dalla situazione: un libro tra le mani, il loro fracasso, gli alti abeti e pini marittimi, la lieve brezza che li scuote, il cielo e l'acqua che si toccano per migliaia di miglia, tutto questo mi toglie il fiato e mi procura un tuffo al cuore. Per un secondo, un solo secondo meraviglioso, ho 17 anni e sono a casa mia.
«Qui è sempre identico, vero?» dà suono ai miei pensieri la sua voce, visto il momento non so quanto e se mi stia facendo male, suppongo che avrò modo di scoprirlo più tardi. Mi accorgo di avere gli occhi chiusi e quella che deve essere un'espressione beata solo quando cambio posizione, voltandomi verso di lui per guardarlo. Mi sta sorridendo, leggero e sincero.
«In modo rassicurante ed inquietante al contempo.» rispondo, fiocamente, la mia voce tradisce un po' di emozione.
Annuisce, d'accordo con me e dopo avermi chiesto il permesso prende posto sul tronco al mio fianco. Vengo invasa da quello che suppongo sia il suo profumo, sa di acqua di colonia, la cosa mi sorprende, ma meno del previsto. Di nuovo oggi il suo abbigliamento casual-chic contrasta con il consueto berretto da baseball calcato sulla testa. Mi rendo conto dopo un paio di minuti che ci stiamo studiando spudoratamente a vicenda, quando nel processo di scandaglio dell'altro ci ritroviamo occhi negli occhi.
«Sai, è assurdo quanto tu sia cambiata rimanendo sempre la stessa.» dice infine, girandosi verso l'orizzonte e affinando lo sguardo per via della luce.
«È esattamente quello che ho pensato anche io vedendoti ieri.» mi ritrovo a confessare, ma lui scuote la testa. Constatando il mio sguardo accigliato capisce di dover motivare quel gesto, allora mi spiega: «per me non è stato immediato. Ieri ero sbalordito nel vederti così. Il modo in cui porti i capelli, il trucco, il tuo abbigliamento che non consiste più in felpe e jeans rattoppati. Insomma, sei una donna ora!», si ferma, ridendo di gusto, «ero sconvolto!» ridacchio insieme a lui e allungo il braccio per riporre il libro che ho tra le mani nella borsa.
Lui mi blocca per leggerne il titolo, il suo tocco caldo mi paralizza mentre continua a parlare: «e poi ti ho vista seduta su questo tronco con un libro della collezione di Carlisle in mano. Sei la solita Meg, non è cambiato niente.» Siamo veramente vicini adesso e mi manca quasi il fiato quando in nostri occhi si trovano. Provo una sofferenza che avevo arginato per così tanto tempo da metterne in dubbio l'energia distruttiva e gli occhi mi pizzicano immediatamente appena mi raddrizzo, ristabilendo una distanza adeguata tra noi. Il mio io britannico non può far altro che constatare quanto sia inopportuno questo suo atteggiamento nei miei riguardi a poco meno di cinque giorni dal suo matrimonio, ma forse sono io a gonfiare la situazione, a notare atteggiamenti inesistenti. Continuo a rimuginare, ma una sua frase mi ridesta dal marasma: «Tu non senti niente, tra di noi?»
Non stavo immaginando proprio un cazzo.
Con tutta la forza che mi rimane lo guardo dritto negli occhi, le nostre attuali e passate sofferenze si incastrano come i pezzi di un puzzle mentre gli scavo dentro e questo mi fa ancora più fottutamente male. Sono alla ricerca di un briciolo di misericordia in lui quando abbozzo stravolta: «Perché mi stai facendo questo? Dopo tutto quello che ho passato.» E mi sento subdola a giocare la carta del mio lontano tormento così sfacciatamente, anche perché lui prende un respiro profondo e frana sulle ginocchia, nascondendo il viso tra le braccia. Cade il silenzio e non riesco a trovare un modo per rendere meno insensata la situazione, il cuore sta per uscirmi dal petto; ad un certo punto capisco: la logica non va cercata da nessuna parte, la logica sono io. Rincuorata da questa rivelazione, dico: «Lasciami fuori da qualsiasi cosa ti stia passando per la mente.» Sono più sicura dopo aver parlato, mi alzo e prendo la borsa, caricandola sulle spalle.
È stato uno sbaglio tornare.
Me lo ripeto ossessivamente mentre mi addentro nella foresta che riporta al sentiero ghiaioso per la riserva. Lungo il tragitto incontro Seth, su due piedi invento una giustificazione su una chiamata di Billy che mi chiede aiuto per fare la spesa. Non è a casa che sono diretta, c'è solo un posto dove vorrei essere in questo momento.
È stato uno stramaledettissimo sbaglio tornare.
«Hey-hey, dove vai tanto di corsa?» mi chiede Ronnie, accostando al mio fianco, la guardo e i miei occhi si riempiono di lacrime. Sto per esplodere, non posso più farcela ad accampare scuse.
«M-mi porti da Leah, p-per favore.» balbetto, strozzando le parole. Il suo sguardo si fa angosciato e senza aggiungere niente si allunga aprendo la portiera della sua auto, facendomi segno di sedermi sul posto passeggero.


Day3

«
Io non ci posso credere!» Mi tappo la bocca e soffoco un urlo mentre Alice mi punge con uno spillo, destinato allo scollo del mio abito e non al mio petto. Forse.
«Alice, non so neanche cosa intendesse sul serio, me ne sono andata praticamente subito. Magari voleva soltanto sapere se provassi qualcosa.» sussurro pianissimo, sperando nessuno mi senta, che sia una speranza vana?
Lei mi punta un dito contro e assottiglia lo sguardo, «Se è una bugia e lo stai coprendo sappi che Edward lo scoprirà e farà di quel cane uno scendiletto.» annuisco, consapevole che sarebbe andata esattamente così.
«Questa situazione ha un ché di paradossale.» dice in tono disteso Amelia, sfogliando annoiata una rivista di cartamodelli per abiti da cerimonia,«insomma, al massimo avrebbe potuto provare un mal di pancia, per la miseria! È assoggettato da un imprinting.» poi alza gli occhi al cielo, «non che questo in passato l'abbia mai fermato, in effetti.» Ci scambiamo un'occhiata d'intensa, di quel tipo che può esistere tra chi come noi due c'è stata dentro per davvero in questa situazione irreale, mi sento rassicurata dal suo sguardo ambrato. Un frastuono assordante ci costringe a girarci tutte verso la porta della camera, in qualche secondo si materializzano ai nostri occhi Esme e quella che suppongo essere Nessie.
La creatura più bella che avessi mai visto, non saprei come altro descrivere quei lunghi capelli ramati e setosi, quelle labbra perfette, quell’incarnato etereo. Mando giù il boccone amaro e quando Esme chiude discretamente la porta, come se quel atto bastasse a coprire il frastuono, tutti tornano alle loro occupazioni e capisco che nessuno parlerà del rumore o ne indagherà le cause. Alice torna sulla mia scollatura e mi mima un “sono Ed e Bella”, intanto che penso se siano impegnati in una litigata furiosa o in una seduta di sesso selvaggio vengo interrotta dalla conseguenza incantevole e catastrofica della mia seconda ipotesi. «Tu devi essere Megan.» allunga la mano verso di me. Bellissima, perfetta.
«Proprio cosi» sono imbarazzata, si respira un'aria tesa e perfino Esme si tortura nervosamente le mani con un sorriso forzato sul volto dolce.
«Sono contenta di conoscerti, Jacob non parla mai di te, Billy tiene sottochiave tutto ciò che ti riguarda e qualsiasi traccia della tua presenza è stata accuratamente riposta in un cassetto per non creare malumori.» Mio malgrado mi ritrovo a spalancare gli occhi, provo a dire qualcosa ma la mia bocca si spalanca e basta, dandomi quasi certamente l'espressione di una ottusa zucca di Halloween.
«Renesmee, sei stata molto indelicata.» La rimprovera Alice, con uno sguardo incredulo. Lei si chiude nelle spalle e mi riserva uno sguardo impenetrabile, «scusa, non mi piacciono i mezzi termini. Comunque sia bentornata! Ora scusatemi ma devo andare a controllare che zio Emmett non abbia fatto un disastro con la disposizione dei tavoli.» Si lancia letteralmente dalla finestra e mi lascia lì, disorientata.
«Perdonala tesoro, è una sposina stressata» la giustifica Esme.
«Oh-oh no, oh-oh proprio no!» ridacchia sadica Amelia, poi mi riserva una guardata eloquente.
«Lei sa tutto» diciamo all'unisono io, Alice e lei. I toni sorpresi, scocciati e angosciati delle nostre voci si fondono in una polifonia discordante.
«Oh, misericordia.» erompe esasperata Esme e prende posto con fare scombussolato, socchiudendo gli occhi all'ennesimo tonfo sordo.

Non so ben identificare la ragione per la quale non ritorno alla riserva dopo il siparietto sconfortante condiviso con Nessie, presumibilmente perché quello che è uscito fuori risulta alle mie orecchie la conferma definitiva ciò che avevo percepito, ovvero del mio essere fuori luogo e tempo limite in questi luoghi e nei pensieri delle persone che li popolano; malgrado ciò nella piccola biblioteca di Carlisle respiro a pieno e mi concedo di abbassare la guardia.
Mi avvicino agli scaffali pullulanti di tomi e poso al suo posto il libro che tengo in borsa, lo avevo abbandonato a casa Black per anni. Ne accarezzo il dorso, praticando una lieve pressione per portarlo ad uniformarsi al fronte unico di cuoio verde e sospiro appagata, accarezzando con le dita i caratteri dorati dei titoli che incontro sulla strada che mi conduce alla poltroncina da lettura vicino alla finestra. Mi lascio cadere su di essa e mi perdo al di là degli scaffali, consapevole che questa sensazione pacifica e appagatrice sarà con ogni probabilità una delle poche favorevoli che mi ricorderò di questi giorni. Cerco di imprimere al meglio il modo in cui la luce colpisca le superfici, il profumo delle fresie sul tavolino e il colore degli alberi subito fuori dalla finestra, dello stesso verde intenso delle rilegature che mi circondano.
Qua alla fine mi sento a casa.

«Non mi stupisce trovarti qui.» sorrido alla voce di Edward mentre lo sento avvicinarsi piano, passo dopo passo.
«Avete dato spettacolo questa mattina» lo dico senza pensarci, rilassata e contenta di poter parlare con un amico, ma alla vista del suo viso corrugato comprendo che avrei fatto probabilmente meglio a star zitta. «È tutto okay?» azzardo, mettendomi seduta composta e puntandogli gli occhi in viso, incerta se andargli incontro per offrirgli conforto.
«Diciamo che io e Bella facciamo i conti con l'eternità.» L' atteggiamento che assume lascia intendere il suo rifiuto categorico di continuare il discorso, quindi mi cucio la bocca e gli tendo una mano, che prontamente lui afferra. Il suo viso si distende e condividiamo un minuto di muta complicità, contemplo le sue piacevoli fattezze, penso al suo buon animo e mi lascio cullare da pensieri dolciastri sul nostro passato, su noi due; quelle limitate circostanze passate insieme mi scivolano addosso, semplici.
«Meg.» mi rimprovera e io come scottata mollo la sua mano, che lui si porta tra i capelli, per poi stringere tra le dita il setto nasale. «Credimi, non è il caso.»
Mi scuso con un fil di voce, dandomi dell'imbecille, lui si avvicina e mi tocca delicatamente la guancia, piegandosi sulle ginocchia. Mi guarda dritto negli occhi e per la seconda volta in due giorni mi sento avvolta in un tormento asfissiante.
Perché il loro affetto mi soffoca così dolcemente?

«Ci sarò sempre per te.» adagia le labbra sottili sulla mia fronte e indugia lì, mentre io cerco di riemergere dalla burrasca in cui sto per annegare. «Non sarei dovuta venire» lo dico a me stessa per l'ennesima volta e lo chiarisco a lui, che è stato il primario fautore del mio ritorno.
«Sai quanto ho bisogno di te ed egoisticamente oserei dire che me lo devi.» strabuzzo la vista e la punto su di lui, con un sorrisino confuso sulla faccia.
«Ah, sì?» credo di comprendere a cosa si riferisca,ma preferisco chiederlo per fugare ogni dubbio.
Lui si stringe nelle spalle, dicendomi «quella volta a Candem in cui mi hai fatto buttare giù immotivatamente tanti di quegli shot di tequila da perderne il conto, ad esempio.»
«
Hey! Sarebbe stato triste ingurgitare da sola tutto quell'alcool!» esplodiamo con un'ilarità liberatoria.
I nostri visi sono a tal punto vicini, il suo alito così fresco, gli occhi incatenati e per un attimo penso che dopotutto sarebbe esclusivamente uno sfiorarsi di labbra e neanche il primo, non ci sarebbe niente di negativo nel cercare calore in Edward, di certo questo mio modo caino di riflettere non è un avvenimento insolito. Dal canto suo anche lui presumibilmente necessita di qualche smanceria, di un fugace sollievo. Il mio flusso di pensieri si interrompe bruscamente, insieme ai lenti movimenti dell'uno verso l'altro, dall'istante in cui qualcuno si schiarisce la voce pesantemente a limitata distanza da noi, facendomi prendere uno spavento.
«Ragazzi, per favore, un parossismo per volta» mormora Derek, afferra le nostre fronti e le spinge lontane, in un gesto non necessario, ma molto melodrammatico. Alla Derek.
Edward respira profondamente e dopo avermi lanciato uno sguardo addolorato esce dalla stanza in un soffio, seguito dal fratello ed io rimango da sola, accaldata e arruffata, seduta scompostamente su quella dannata poltroncina.


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Capitolo 44
*** 41. Come la decima per Beethoven ***


cap2

Nota:     Eccomi qui, come promesso. Il prossimo capitolo sarà
leggermente più lungo e sarà l'ultimo.Ringrazio le persone che
stanno dando una chance alla me di 15 anni e a quella presente 
che sta cercando di mettere un punto.

Capitolo 41

Come la decima per Beethoven

Day4
Dopo quello che mi sembra appena qualche attimo di sonno tranquillo apro gli occhi e non mi sconvolgo nel percepire quanto la poca luce che filtra dalla finestra li ferisca, ruoto la testa e goffamente allungo un braccio per sbloccare il cellulare e controllare l'ora. La faccia dormiente di Embry mi risulta d'intralcio, sbuffo seccata dall'impossibilità di raggiungere l'apparecchio, che rimane una mia priorità giusto il tempo di assimilare che quella faccia profondamente addormentata si trova proprio nel mio letto sfatto ed è attaccata ad un corpo febbricitante e scarsamente vestito.
Cazzo.
Cerco di mantenere la calma perché - guardiamo in faccia la realtà -a conti fatti quando Embry è mai stato completamente vestito? Dopo essermi convinta che la quasi nudità del ragazzo non rappresenta un elemento sufficiente per determinare il livello di criticità della situazione mi limito a tastarmi il corpo, sospirando sollevata quando percepisco addosso il tessuto dei miei vestiti del giorno prima. Oltre lo straziante momento con Jacob e quel flirt strampalato ed enigmatico con Edward espletare i miei bisogni sessuali con Embry sarebbe stato il fattore decisivo a testimonianza della mia “stronzaggine” e insanità mentale.
Scommetto che dopo questa settimana schifosa sarò costretta a tornare dall'analista.
Scongiurato l'attacco di panico decido di volere delle risposte, quindi tento di svegliare il rovente addormentato scuotendolo progressivamente sempre più forte.
«Meg, se non la smetti ti spezzo il braccio.» gracchia. Trattengo un urlo e decido di spingerlo giù dal letto facendo forza sui piedi, lui preso alla sprovvista cade sul parquet con un tonfo sordo e un lamento arreso.
«Cosa ci fai nel mio letto, Embry?» scandisco bene ogni parola, come stessi parlando con nonno Quil, lui decide di mettersi seduto e poggia il mento sul materasso, stringendo gli occhi bruni, alla ricerca di un motivo che giustifichi la sua presenza nella mia stanza, a quanto pare senza particolare successo.
«Io mi ricordo solo il rum» un sorrisino ammiccante si disegna sul suo viso «tanto rum» ripete.
Assottiglio le labbra, inorridita «Oh no, non il rum. Tira fuori il peggio di me quella merda.»
«
Puoi scommetterci, bimba. Hai fatto veramente... beh... non ricordo, ma qualcosa è successo.» mugugna, si gratta la testa e di nuovo quell'espressione di sforzo mentale si dipinge sulla sua faccia, «Credo c'entrasse Nessie.» lo dice alzandosi in piedi e stiracchiandosi. A quella mezza frase mi sento venir meno, crollo sul cuscino e chiudo gli occhi colta dalle vertigini. Non posso evitare ciò che è successo, prima o poi dovrò uscire dalla stanza e affrontare l'accaduto, accettarne le conseguenze. Il peso della responsabilità e dei miei anni mi costringe ad alzarmi, lavarmi velocemente la faccia e mettere una vecchia felpa dentro cui nascondermi, alzo il cappuccio come unica barriera tra me e la fastidiosa percezione del mondo esterno che solo la sbornia può donarti, a questo punto non mi resta che uscire e apprendere di quale morte sarei dovuta morire. Dico ad Embry di rimettersi a dormire, che gli avrei portato un caffè appena possibile. Non voglio un pubblico mentre Zio Billy mi sgrida come quando da adolescente non riuscivo a tenere a freno la lingua e il sol pensiero di potergli dare un tale dispiacere mi provoca delle fitte intense allo stomaco.
O forse devo semplicemente vomitare.
In cucina trovo Jacob, appena metto piede nella stanza mi pento amaramente di non essermi portata dietro Embry. Il suo sguardo si alza su di me e capisco che di lì a poco avrà luogo una di quelle belle conversazioni/litigate che caratterizzavano il nostro rapporto. Lo accetto riluttante e mi siedo esattamente di fronte a lui, sprofondo il più possibile dentro la grande felpa grigia e mi verso un caffè sperando che il liquido scuro e fumante mi dia la forza di affrontarlo. Lui continua a starsene sulle sue mentre io prendo un sorso dalla tazza, squadrandolo come di consueto. Credo di non averlo mai visto senza quel ridicolo cappello indosso da quando sono tornata, chissà cosa nasconde là sotto. Oggi porta una camicia di flanella a quadri, aperta su una semplice t-shirt bianca attillata. Sicuramente più nelle sue corde, anche se il semplice fatto di avere più di uno strato di vestiti mi sembra alquanto strano.
Sente forse freddo? Chissà se si trasforma ancora, se fa ancora parte del branco.
Quando comprendo di dover essere io a rompere il silenzio faccio mente locale e dico le prime parole che mi ronzano in testa.
«Cosa ho fatto ieri sera?» pensavo di aver chiamato a raccolta ogni briciolo di sicurezza e spavalderia che possiedo nel dire quelle parole, ma il suono della mia voce risulta comunque intimidito.
La reazione di Jacob mi spaventa, perché all'improvviso si alza tanto velocemente da creare un fastidioso trambusto e sbraita: «Santo cielo, Meg! Questo ti hanno insegnato a Londra? Ad ubriacarti tanto da non reggerti in piedi? Guarda come ti sei ridotta!» Ignoro la sua ramanzina paterna e fuori luogo, battendo sul punto della questione.
«Cosa ho fatto?» Sembra capire che non sono disposta a mettere sul banco d’accusa il mio grado di lucidità della sera prima e tenta di ridimensionarsi, tornando a sedersi mentre lo osservo di sbieco.
«Eri ubriaca, ti stavi divertendo ma ero preoccupato, okay? Volevo portarti a casa, ho dovuto prenderti in braccio, portarti via di peso. Nes mi ha fatto una scenata ... e tu gli hai vomitato sulle scarpe mentre litigavamo.» provo con tutta me stessa a non ridere e mordicchiando uno dei cordoncini che penzolano dal cappuccio aspetto che il silenzio si allunghi, sperando non aggiunga altro, dopo dieci secondi capisco di poter tirare un grande respiro di sollievo.
«Oh, bene! Ma allora perché siamo tutti così incazzati? E perché c’è Embry nella mia stanza?» Dallo sguardo stralunato che mi riserva non capisco se ho sbagliato ad aver minimizzato la lite tra quasi-neo-sposini o a parlare del ragazzo tra le mie lenzuola, firmandone la condanna a morte. «Maggie, perché stai rendendo tutto così difficile?»
Okay, giuro che adesso lo ammazzo.
E invece no, respiro appieno per evitare di saltargli al collo e guardo il caffè, provando a distendere i nervi percorro il bordo della tazza con le dita e decido di chiarire una volta per tutte la situazione, di stabilire delle linee guida che evitassero esaurimenti nervosi durante la mia permanenza.
Perché, veramente, non voglio tornare dall'analista.
«Non mi importa.» No, non è un buon inizio.
Prendo un respiro e riprovo «Di te e Nessie, non mi importa. Converrai con me che da quando quella fottuta partecipazione di nozze è finita nella mia buca lettere io mi trovi in una grandissima situazione di merda, sto cercando di fare del mio meglio! E né quelle stronzate maliconiche a First Beach, né la passivo-aggressività della tua ragazza mi stanno aiutando e ci sono un mucchio di altre cose che mi fanno sentire come se stessi correndo una maratona. >> chiaro, conciso.
«Non stai bene.» sbotta.
«Come scusa?» mi massaggio la testa e torno a guardarlo, confusa.
«Non puoi stare bene, io sto cadendo a pezzi da quando sei tornata.» non oso proferir parola, mi perdo nel suo sguardo denso di tristezza e lo guardo strofinarsi il viso con le mani, grattarsi la fronte corrugata.
«Renesmee ha avuto una strana reazione ieri, lo so, mi dispiace. Il fatto è che da quando sei tornata sono assente nei preparativi e in... tutto il resto», quella pausa piena di significato mi provoca un conato, ma tento di ignorarlo, « e lei sa - io so - che in un certo senso c’entri tu.» i suoi occhi languidi addosso e il fatto che si è alla fine tolto quel fottuto cappello dalla testa peggiorano la mia situazione cardiaca e so di dover fare qualcosa. Porta i capelli corti, ma non come immaginavo, è un taglio curato, da adulto, niente a che vedere con quell'accorciatura che di tanto in tanto subiva la sua lunga chioma corvina. La tentazione di accarezzarlo la reprimo stringendo il pugno e non so se mi rivolgo a me o a lui quando esplodo in un: «no, cazzo.» non è più il mio Jake, quest'uomo distrutto davanti ai miei occhi.
Gli assomiglia parecchio, ma il passato non dovrebbe mai inficiare la vita di qualcuno fino a tal punto, in una circostanza così delicata soprattutto. Lui non è più il mio Jake, io non sono più la sua Meg.
Con questa consapevolezza apro di nuovo bocca: «Jay, non sono più una che deve essere salvata, protetta e supervisionata. Odieresti la persona che sono diventata e tu... tu adesso indossi i golfini, Cristo Santo! Quello che voglio dire è che bisogna smetterla di pensare a legami iperuranici del cazzo e altre fottutissime porcherie simili a incatenarci l'uno all'altro per l'eternità! Non sono più affar tuo, non in quel senso. L'unico motivo per cui senti queste cose è perché siamo stati il primo vero amore l'uno dell'altro, avrai sempre un posto nel mio cuore ma ora basta, sarebbe una stronzata immane mandare tutto a puttane perché ti senti in colpa nei miei confronti, sei solo un coglione che se la sta facendo sotto.» quando finisco di parlare mi accorgo della smorfia indecifrabile che gli deforma il volto. Ho vomitato il mio discorso talmente tanto di getto da non ricordarmi neanche più davvero ogni parte e quel silenzio mi preoccupa alquanto. Per fortuna dopo qualche minuto eterno solleva un angolo della bocca, divertito.
«Sei stata molto volgare» dice, mi prende per mano e sento che probabilmente ho detto quello di cui aveva bisogno perché la sua fronte è distesa, i suoi occhi più limpidi.
«Colpa dei residui del rum» scherzo, prendo una grande sorsata dalla tazza, fino a vuotarla completamente, mi alzo dal tavolo e realizzo che Edward aveva ragione, aveva sempre avuto ragione:
devo fare i conti con tutti, chiudere ogni questione irrisolta abbia con loro, il momento è arrivato.
«Tu la ami, lo so e sono qui perché voglio vederti felice. Io voglio che tu sia felice.» il mio obiettivo è lo stesso fin da quando ho preso quell'aereo, è giunta l'ora di lasciarli andare; non è un rassegnarsi, bensì un accettare con serenità e positivamente le direzioni che ognuno di noi ha preso mentre il tempo passava. Tutti loro sono in un modo o nell'altro riusciti senza volerlo a ferirmi parecchio, fino alla parte più intima di me; ciò è successo esclusivamente perché io li adoravo a tal punto da far diventare marginale qualunque altra faccenda o entità non li riguardasse direttamente, li amavo più di quanto avessi mai amato me stessa.
Oggi è diverso, ho imparato a volermi bene e sono abbastanza forte da andare avanti, ma per riuscirci completamente devo riappacificarmi e accettare la piccola Megan diciassettenne e fragile, fatta a pezzetti e sparsa nelle persone di questo posto. «Adesso andiamo, dobbiamo buttare giù dal letto Embry e precipitarci da Nessie. Le devo delle scuse e mi offrirò di ricomprarle delle scarpe che non posso permettermi».


Day5
Ho passato il periodo immediatamente seguente la discussione e tutto il tempo appresso a cercare di capire come poter tornare a Londra con un bagaglio emotivo più piccolo. Ho accettato la fine della mia storia con Jacob, ho parlato con Renesmee, precisandole che non ho alcuna intensione di rubarle il marito e che niente che mi riguardi potrà in nessun caso ostacolare la loro vita, almeno da questo istante in avanti. Per fortuna ha rifiutato la mia offerta di ripagarle le scarpe. Ho cercato di farmi perdonare da Rachel per non essermi presentata al suo stupido matrimonio - utilizzando i soldi risparmiati con Nessie - regalandole un servizio da tè che Esme mi ha aiutato a scegliere; ho perdonato Paul, Sam e gli altri membri del branco per essere quello che sono, non che sia una colpa, più semplicemente credo di averlo accettato, in ogni sfumatura, anche la più inumana come l'imprinting che li lega, lo stesso imprinting che tra altre cose è causa della morte di Leah. Ho accettato anche lei e sue decisioni: il fatto che non sia mai riuscita a trovare la forza che ha dato a me convincendomi ad andare via, che abbia deciso di farla finita, la perdono per non aver pensato che io avrei potuto e voluto aiutarla; accetto e comprendo la decisione dei miei genitori e quella di chiunque altro abbia mai avuto un segreto con me con l'esclusivo fine di proteggermi; accetto il fatto che la mia vita non sarà mai normale fin quando ci saranno loro, tuttavia so bene di non poterne più fare parte come prima e ho accettato anche questo. Da questo recinto fatto di perdono, accettazione e altre banalità del tipo ho intenzionalmente lasciato all'esterno Edward: non so cosa ci lega, mi fa paura pensarlo, mi ha sempre fatto paura aprire quella porta e lui non è mai stato da meno. La sua vita matrimoniale non è tutta rosa e fiori come chiunque conosca Edward e Bella ha ragione di pensare, non riesco ancora a capacitarmene. Forse dovrei semplicemente accettare il fatto che non tutto si può risolvere, che ci sarà sempre qualcosa che rappresenterà l'opera incompiuta, una cosa finita ma a metà, una melodia che esisterà solamente in potenza. Indubbiamente la mia maturità è schizzata alle stelle in quarantotto ore, la mia comprensione e benevolenza si sono ammorbidite come un paio di scarpe usate e credo di essere addirittura riuscita a tornare ad un livello passabile di parolacce. Per questi motivi, oltre il fatto che rappresenta di per sé una barzelletta fatta e finita, ho le mie legittime ragioni nell'adirarmi quando Alice decide che durante il matrimonio dovrò subentrare ad una delle bambinette lancia-petali che si è rotta la tibia durante una corsa in bicicletta.
«Alice, spero tu stia scherzando!» balbetto, agitando il cestino di vimini che mi ha mollato in mano comunicandomi la lieta notizia. « Ti prego, non farmi essere parte attiva al matrimonio del mio ex ragazzo quasi fratellastro. Sarebbe davvero deprimente!»
Lo sguardo che mi rivolge è carico di comprensione, ciò che esce dalla sua bocca no : «lo faccio per te e tutti i tuoi passi di accettazione e perdono da tossicodipendente. E poi pensa a Renesmee! Quale cosa migliore dice ad una donna “prendilo, è tuo!” Della sua ex che le prepara letteralmente il terreno?»
Alzo gli occhi al cielo e accetto di buon grado il braccio rasserenante di Jasper sopra le spalle, lo guardo e dalla sua faccia capisco che non potrò vincere, non questa battaglia.
«Jazz, dovrai aiutarmi almeno tu oppure ricorrerò allo Xanax.» lo imploro, riferendomi al suo dono di controllare l’umore, lui si segna una croce sul petto e annuisce. Nel preciso istante in cui lo fa Alice comincia a saltellare dicendo di aver salvato le nozze.
Io credo di essere il ritratto della rassegnazione e dell'indolenza, prendo la tazza di cioccolata calda consolatoria che mi offre Carlisle con una mano, con l’altra gli sfilo dal taschino della polo bianca il pacchetto di sigarette che mi ha reiteratamente confiscato durante la mia permanenza in casa Cullen.
«Quelle cose ti uccideranno» mi dice con fare giudicante, il medico che è in lui esce fuori. Lo guardo esasperata esclamando non so che sul fatto che probabilmente mi avrebbe uccisa prima Alice o la vergogna a cui sarei stata sottoposta e vado in direzione del patio con l’intento di intossicarmi per bene i polmoni e accettare anche questo conclusivo sommo gesto d’amore verso questa imponente massa di – diciamolo pure senza alcun filtro – irriconoscenti bastardi. Aprendo la portafinestra scorgo all'aperto la zazzera rossiccia di Edward, ci guardiamo per un secondo e in seguito sparisce.
Edward per me sarà come la decima per Beethoven?
Mentre mi perdo tra le spirali di fumo bofonchio tra me e me , dandomi della sciocca per essermi paragonata perfino a Beethoven.
Un altro individuo era stato lasciato fuori dalla mia rotazione : Bella. Questo mancato confronto probabilmente si potrebbe considerare una immediata conseguenza del non voler aprire quel cassetto nella mia mente con sopra il nome di Edward, eppure sarebbe erroneo indicarla come ragione dal momento che più candidamente non ho avuto necessità di pensarci perché credo mi stia evitando come la peste, lo ha fatto per tutta la settimana. Una parte di me ne è sollevata, sarebbe inutile provare a negarlo; sta facendo ad entrambe un grandissimo favore, ma non potremo scappare in eterno: so di doverla vedere alle nozze, mi sono rassegnata al fatto che una madre sia presente al matrimonio della figlia nella stragrande maggioranza dei casi. Nessuno mi ha tuttavia ricordato che la sera prima usualmente si organizza una la cena di prova.
Nessuno si era annotato di accennarmene, nemmeno una volta.
Quindi attualmente mi ritrovo a sudare cercando di tirare su la cerniera di un vestito nero e troppo attillato mentre il mio cervello cerca di far pace con l’idea che il plotone di esecuzione al completo sarà riunito e pronto a far fuoco con più di un paio di ore d’anticipo rispetto a ciò che mi ero abituata a pensare.
Ci saranno migliaia di persone a guardarmi con pietà a causa degli sposi.
E ci sarà Bella, con Edward chiaramente.

Nel momento in cui la zip arriva ad un punto - tra le mie scapole - in cui mi risulta impossibile anche solo sfiorarla reprimo un urlo a labbra strette e sento un coro angelico mentre la porta si accosta subito dopo, lasciando sbucare il viso di Emmett.
«Una parte di me vorrebbe chiederti cosa cavolo ci fai qui, ma ti devo supplicare di aiutarmi!» prima che finisca la frase il vampiro è già al mio fianco e la mia chiusura lampo è già al suo posto alla base della nuca. Sospiro soddisfatta e lo guardo grata, mi allungo verso i grandi orecchini d’oro e perle - uno dei pochi ricordi che ho della mamma - e li indosso con calma.
«Sei meravigliosa» mi dice, nei suoi occhi da eterno diciottenne leggo la fierezza di un padre, la malinconia di un vecchio amico, l’affetto di un fratello.
«Anche tu non sei niente male» gli rispondo, con un sorriso ampio e sincero «sai, faccio finta di niente ma mi sento ancora così in imbarazzo qui tra di voi.» si chiude nelle spalle il dolce Emmett, mi guarda comprensivo dalla superficie riflettente e afferra il braccialetto che sto cercando di agganciare al polso per facilitarmi.«Sarebbe strano il contrario, io credo. Sono venuto per garantire che facciate in tempo, per scappare dall'eccitazione di casa Cullen e per te, soprattutto. Per assicurarmi che stessi bene e prepararti»
«Prepararmi» ripeto e ho capito, un misto di inquietudine ed esaltazione mi monta all'interno dello stomaco. Mi sento talmente confusa che mi gira la testa. La specchiera mi rispedisce indietro un'espressione che speravo di non dover più incontrare sul mio volto.
«Stasera l’atmosfera sarà tesa, bisognerà non innescare strane dinamiche e andrà tutto bene» quel ragionamento mi pesa come un macigno e decido di cercare in lui le risposte a quei quesiti che molto disperatamente ho tentanto di non elaborare neanche dentro la mia testa.
«Emmett che accade tra Edward e Bella?» Lo sguardo che mi riserva mi fa comprendere che attendeva che lo chiedessi e contrariamente a quello che pensavo non ho bisogno di forzarlo. Si siede sulla sponda del letto e comincia a parlare:
«Hanno cominciato ad avere dei problemi quando hanno capito quanto celermente crescesse Renesmee, andava sempre peggio, sarò sincero, ma in seguito al suo fidanzamento con Jake la situazione è diventata drammatica. Il problema sta nel fatto che la ragazzina dovrebbe avere circa 11 anni adesso e invece sembra una ventenne e domani si sposerà. Bella è frustrata e sente che gli è stato strappata via la possibilità che aveva di essere madre. In breve, ha bisogno di aiuto e lo rifiuta, rimane chiusa in se stessa, Edward ne soffre e... e poi ci sei tu.» il suo sguardo si solleva dalle sue mani e mi trafigge, illeggibile.
«Io?» balbetto, mi giro confusa in cerca delle scarpe, colta dal bisogno frenetico di fare qualcosa per evitare di crollare in uno stato catatonico. Lui afferra la situazione e mi raggiunge, mi acciuffa le mani e sorride a metà.
«Dai Meg, Edward ti adora e adesso a tutti appare evidente quanto anche tu...»lo fermo, scuotendo vigorosamente la testa e accennando un risolino esiguamente convinto.
«Edward è un amico» lo asserisco come se fosse la cosa più ovvia del mondo, come se sinora si fossero dette soltanto eresie, come se le parole non avessero avuto alcun significato alle mie orecchie.
«Ci sei andata a letto» quello che mi sconcerta, oltre la mancanza di sensibilità, è il fatto che abbia usato il mio identico tono ovvio.
«EMMETT!» mi libero dalla sua presa, scioccata e mortificata, riprendendo a cercare le scarpe. Questa volta non prova a bloccarmi, sospira e basta, guardandomi rassegnato mentre sprofondo nella mia irrequietudine girando a vuoto.
«Maggie, ti imploro» biascica, sollevando gli occhi al soffitto allora mi fermo senza guardarlo in viso.
«Lo sanno tutti» sussurro, e non so se la mia sia una domanda o un'affermazione. So che non mi sono mai vergognata tanto nella mia vita per le azioni che ho compiuto, come se mi stessi rendendo conto della situazione solo adesso che la bolla di riserbo tra Edward e me è esplosa.
«Non che io sappia» dice, tranquillo, poi osa una risata «Io stesso non ho mai avuto una conferma prima di... be', proprio ora» lo guardo truce, presumibilmente gli lancerei un cazzotto se non sapessi quanto sarebbe inutile e controproducente. Sarebbe meglio prendersi a schiaffi da sola.
«Stai distante da Ed per stasera.» è un bisbiglio, una supplica.
Mi guardo per l'ennesima volta allo specchio e allungo la mano per prendere il mascara, ma non lo uso, lo tengo semplicemente chiuso in un pugno. I miei occhi sono lucidi e penso che a breve piangerò, per cui metterlo sarebbe inutile.
«Non immaginavo potesse essere così difficile.» balbetto appena, maledicendomi ancota per essere tornata, per aver pensato per un attimo di poter ricavare qualcosa di buono da questo terribile viaggio.
«Anche noi abbiamo bisogno di chiudere i conti con tutto quello che concernere te e quegli anni del cazzo.»
Se potesse piangere adesso piangerebbe con me.
Lo penso mentre mi lascio andare a qualche lacrima e lo sento stringermi fraterno, scoccandomi un bacio sulla tempia mentre un'angelica Rosalie accosta la porta e con un sorriso triste, quasi avesse paura di rompere il nostro momento, dice con un filo di voce:
«Ora andiamo o faremo tardi.»

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Capitolo 45
*** 42. Che matassa del c***o le nostre vite ***


final

Nota: mi son fatta prendere dalle insicurezze perché non so quanto possiate apprezzare,
ma questa è la sola fine che riesco ad immaginare e sento che in nessun altro modo sarebbe potuta andare.
Grazie sempre e per sempre, vi abbraccio forte.

Per qualsiasi dubbio sono a vostra completa disposizione.

Capitolo 42

Che matassa del cazzo le nostre vite

La grande sala vetrata di casa Cullen è stata privata dal suo consueto mobilio, lasciando il posto a maestosi tavoli finemente apparecchiati, le luci soffuse e la piacevole musica di sottofondo completano il quadro, semplice e raffinato. Rabbrividisco e sistemo meglio la stola sulle spalle mentre mi rendo conto quanto la cosa più difficile per esseri insensibili alle temperature sia regolare il termostato e accetto con un sorriso un flûte di champagne dal vassoio d'argento che un addetto del catering mi porge affabile. Jacob e Nessie si trovano all'ingresso, salutano cordiali tutti gli avvenuti alla festa, stretti in un abbraccio dolce, mi fermo a guardarli e passo energicamente una mano sulla spalla di zio Billy quando si si ferma al mio lato, il viso vagamente corrugato dalla preoccupazione.
«Tutto bene, figlia mia?» indirizzo il mio sguardo verso di lui e con un gesto gentile gli tolgo il cappello, annuendo. I suoi occhi mi rendono fiera di me stessa, per un attimo dimentico la conversazione avuta con Emmett e sento di essere unicamente una brava figlia, forte e responsabile. Integra e intera.
«Dovrai fare a meno del tuo fidato amico stasera» dico, porgo il copricapo a Esme, che sparisce dopo aver detto a Billy che l'avrebbe riposto in un luogo dove nessuno avrebbe potuto appiattirlo e rovinarlo. « E comunque dopo stasera sarà tutto in discesa» commento con un tranquillità, tornando a guardare il duo e sorseggiando dal bicchiere. Bella scende le scale in quel preciso istante e non posso non attestare quanto l'immortalità le stia d'incanto. Nessuna traccia era rimasta del suo essere impacciata e ritrosa. Una dea dal portamento felino incede con leggiadria un gradino alla volta dentro un lungo abito blu notte di seta lucida. Edward alle sue spalle la segue litigando concitatamente con i gemelli del polsino destro. Ripenso alle parole di Emmett e scelgo di allontanarmi da lì, dicendo a zio Billy che sarei andata alla ricerca di Seth e gli altri. Non so come sia plausibile un tale numero di invitati, mi rendo conto di non conoscere neppure la metà della gente elegantemente vestita che schivo con l'intento di approdare alla grande vetrata che dà sul giardino. Noto in un cantone poco distante dal tavolo degli entrée Ronnie e zia Sue che mangiucchiano delle tartine con l'aria di chi preferirebbe un hamburger e sollevata mi avvicino a loro con passo più sicuro. Ronnie non perde neanche un istante e dopo avermi salutata mi bisbiglia all'orecchio:
«Bella è una top-model, non sapevo che trasformarsi in vampira equivalesse al diventare la sorella minore di Afrodite.» una risatina nervosa è l'unica maniera in cui riesco a replicare e per eludere la conversazione sostituisco il mio bicchiere vuoto con uno colmo e ci tuffo la faccia.
Devo solo riuscire a non essere completamente ubriaca a fine serata, andrà tutto bene.
«Meg, che bello vederti finalmente!» la voce suadente di Bella mi accarezza l'orecchio, zia Sue e Ronnie si defilano in un batter d'occhio ed io mi volto nella sua direzione e mi apro in una specie di sorriso.
Andrà tutto bene il cazzo.
«Bella, ciao!» mi sporgo per un abbraccio imbarazzato, che lei ricambia con la sue inedite arie da regina delle sceneggiate.
I suoi capelli setosi e ondulati, di un acceso castano ramato mi svolazzano sul viso, hanno una fragranza celestiale e mi ritrovo ad essere in grave disagio per il suo splendore. La percezione di lei come di un bradipo inetto si è dissolta nel nulla e fatico a credere che sia mai esistita.
«Non tornavi al nido da anni, grazie per la tua presenza. Immagino ti sia costato molto, lo apprezzo.»
Le sue parole sono sincere, la sua intonazione lo è, la sua espressione lo è; ciononostante qualcosa, un piccolo ed insignificante sesto senso, mi fa pensare a quanto questi convenevoli siano mirati ad adempiere un dovere, propri di una cortesia di facciata da padrone di casa. Assottiglio la bocca nell’ennesimo sorrido insicuro, rispondendole quanto per me sia un piacere prendere parte alla felicità dei ragazzi. Lei sorride di rimando e mi poggia una mano sulla spalla, poi - con mia infinita gioia - si scusa dicendomi di dover raggiungere Nonsochinonstavoascoltando e signora.
Mi rendo conto, quando vedo la sensuale schiena scoperta di Bella allontanarsi, di non aver respirato per la maggior parte del tempo e quasi mi affogo con il mio stesso fiato mentre, prendendo una grande boccata d’aria, incontro gli occhi di Edward. Dura poco quel suo scavarmi intimamente, poi torna a osservare le sue dita che scivolano sui tasti del pianoforte, vicino a lui Esme lo ammira oscillando a tempo, non distanti Jacob e Renesmee ballano stretti, con due larghi sorrisi. Mi rilasso e poggio la guancia surriscaldata sul mio flûte di nuovo vuoto. Socchiudo appena gli occhi appagata dalla temperatura del cristallo, la quiete dura poco perché Alice passando lo sostituisce velocemente con il suo bicchiere pieno, borbottando alcune cose della serie “se berrò ancora questa merda darò di stomaco”.
Non sapevo che i vampiri avessero il riflesso del vomito, ma in fondo cosa me ne importa?
Emmett, già scarsamente distante, si avvicina del tutto e mi dice all’orecchio quanto fossi stata brava e che adesso con i discorsi agli sposi e la cena più di mezza serata sarebbe andata per il verso giusto senza troppi sforzi. Adagio la tempia sul suo braccio e mi concedo un secondo, già stremata e tesa, eppure determinata e motivata dalle sue notizie.
In effetti i discorsi filano lisci, proprio come aveva detto lui; parole, lacrime e abbracci dopo il mio nodo allo stomaco mi permette di piluccare a malapena il primo e rimandare indietro il secondo praticamente intatto, neanche il dolce riesce a suscitarmi appetito. La bottiglia di Merlot al centro del tavolo è più ammaliante di ogni altra pietanza o beveraggio, ma la ignoro vista la quantità di champagne ingurgitata durante gli antipasti. Finito di sgretolare il dessert con la forchettina dorata mi chiedo se non sia già l'ora di andare a casa, ma purtroppo l’orologio non segna neanche le 23.
Se non avessi quasi ventisette anni comincerei a piangere e a pestare i piedi in terra infastidendo zio Billy.
Il mio incontro con Bella era stato insoddisfacente sotto qualsiasi punto di vista, nulla di quello che c’eravamo dette era anche lontanamente riconducibile ad una conversazione che si potesse definire tale: nessun riferimento alla sua vita o alla mia, nessun “scusami se ti ho detestata” uscito dalle labbra di una delle due, ovvero nulla che non fosse composto da convenevoli o banalità.
Forse avrei preferito se mi avesse urlato che ero una puttana per essermi ripassata suo marito dopo aver fatto il pieno di tequila.
Un colpo di tosse mi fa girare in direzione del tavolo dei festeggiati, incontro di nuovo gli occhi di Edward che mi inchiodano, questa volta duri e consapevoli, rimproverandomi per i miei iniqui pensieri.
Cosa vuoi?
Aggrotta le sopracciglia, infastidito dalla mia domanda retorica e scuote la testa, passandosi una mano a sfregarsi il collo. Alzo gli occhi all'aria e torno a guardare davanti a me, decisa a non dargli possibilità di replica, nessuno avrebbe intaccato il mio umore apaticamente di merda, non stasera. Sto già esagerando pensandole soltanto determinate cose, sarebbe imperdonabile da parte mia qualsiasi tipo di reazione, devo limitarmi a mantenere un profilo così tanto basso da rasentare il pavimento, uno sbaglio adesso manderebbe in vacca un'intera serata di muta e sofferta presenza. Mi perdo in sproloqui del genere fin tanto che la serata scorre blanda, sottotono e senza che me ne renda conto comincia ad arrivare al mio tavolo gente che dice di volermi salutare prima di fare ritorno a casa.
Riesco a malapena a pensare vittoriosa al fatto che sono sopravvissuta, quando un rumore sordo mi fa capire di aver esultato ancora troppo presto e mi fa puntare lo sguardo sul fondo della stanza, dove la sedia di Bella si è furiosamente spostata per finire malamente a sbattere contro la parete alle sue spalle, gli occhi sgranati dei presenti la guardano increduli mentre lei elegantemente raccoglie la sua borsetta e gira i tacchi, camminando verso le scale che portano al piano superiore. Seguendo ancora una volta la sua schiena lungo il salone mi rendo conto di essermi persa nelle mie elucubrazioni mentali talment
e tanto da non notare di essere una degli ultimi ospiti rimasti in casa Cullen. Nessie sta impalata a pochi metri da me a piedi scalzi, con le sue decolté in mano e l’aria annoiata di chi sta assistendo a qualcosa che si sarebbe con piacere evitata.
«Okay dolcezza, ti porto a casa!» mi dice Emmett, precipitatosi accanto a come una scheggia, Alice segue Bella su per le scale, tirandosi dietro anche Jasper e Renesmee.
«cosa ca...?» non riesco neanche a finire la frase che Jacob mi si para davanti, avvolgendomi tra le sue braccia. Il contatto così profondo, imprevisto mi fa tremare e il mio primo istinto e quello di scollarmelo di dosso, facendo forza con le mani sul suo torace, una serie di ringhi gutturali mi rendono costantemente più confusa.
«Ragazzi, rimaniamo lucidi. Ci penso io» dice Emmett, cercando di mantenere un tono pacifico, scandendo bene le parole, ha le braccia spalancate e i palmi aperti. «Insomma, non avete già fatto abbastanza? Non è meglio che non ci pensiate più per qualche ora?» sono sconcertata e perplessa, l’altra persona con cui Emmett parla è Edward, che ha dietro di sé i suoi fratelli. Derek mormora delle parole che non sento, Amelia mi studia contrita. La mia sopportazione a quel punto giunge al termine, mi divincolo malamente dalla presa di Jacob e reprimo un urlo, furibonda.
«Io non voglio neanche sapere quello che sta succedendo e perché mi trascinate sempre nella vostre faccende!» si fermano tutti, paralizzati dal mio sfogo. So di avere un'espressione tutt'altro che sicura di sé e inflessibile e mi rendo conto di quanto la cosa non mi agevoli nel apparire decisa e autoritaria, ma non sono disposta a sopportare e subire i loro atteggiamenti. Mi rivolgo prima di tutto a Jacob: «non è qui con me il tuo posto, vai di sopra.» suona come uno degli ordini più autoritari che mi sia mai venuto fuori dalle labbra. Lui indietreggia appena, tra l’amareggiato e l’infastidito, ma fa come dico. Liberatami così dal primo ostacolo mi avvicino a Billy e gli afferro la mano per tranquillizzarlo dopo quello scatto d’ira. «Emmett, puoi accompagnare mio zio a casa sua? » vedo che il vampiro sta per aprire bocca ma io assottiglio gli occhi, come se qualunque sua replica potesse in qualche modo ferirmi irreparabilmente «ti prego» sussurro, lo vedo cedere e acconsentire. Do un bacio sulla guancia a mio zio prima che Rosalie lo prenda in custodia e che i tre si dirigano verso l'ingresso. La porta si chiude, Derek non si muove di un centimetro dalla sua posizione mentre Amelia si fa vicina a me, sfiorandomi una spalla.
«dobbiamo fargli risolvere questa cosa da soli» sussurra lei, il suo tono è deciso quanto lo era il mio pochi minuti fa, ma è più pacato. Ancora uno scambio di parole tra fratelli e Derek si allontana riluttante da Edward, mi punta addosso uno strano sguardo e in un battito di ciglia siamo da soli, dopo un mio cenno in altrettanto poco tempo siamo fuori dalla casa.
Mi copro le spalle con la stola, prendo coraggio e gli chiedo l'unica cosa possibile da formulare per il mio cervello in panne:
« Ed, cosa vuol dire tutto questo? » con un gesto indico me e lui, incapace di assegnare una definizione allo spazio che ci divide. La sua faccia è deformata in una maschera di dolore e ansia.
« Non lo so » è tutto quello che gli sento dire, in un soffio. Rimaniamo in silenzio, ma capisco che ha intenzione di proseguire a parlare quando accenna dei movimenti con le mani. Sta solo cercando i termini adatti. «Io e Bella ci siamo lasciati. Già da qualche tempo, in realtà.» non nascondo la mia sorpresa, poggiandomi al tronco dell’albero dietro di me, percepisco la ruvidità della corteccia sui polsi e quella piccola sensazione mi fa capire che è la realtà quella in cui mi trovo, per quanto mi appaia tutto sottosopra, sbagliato e guasto.
«So che Emmett ti ha già raccontato per grandi linee. Ti basti sapere che quella volta tra noi a Londra non è stata altro che una goccia nell’oceano. Ed è colpa mia se è finita nel peggiore dei modi, quello che immaginavo sarebbe successo si è verificato: Bella insoddisfatta della vita ai limiti della normalità che ho potuto darle, la sofferenza di tutti quelli che ci stanno intorno, le discussioni, la noia.» dà un piccolo calcio a qualcosa di inesistente, le mani in tasca, lo sguardo basso.
«Poi vedo te, la donna che sei diventata andando via da questo posto.» All'improvviso mi si avvicina e posso far finta di volermi allontanare, consapevole del fatto che il tronco dietro di me finirà per bloccarmi. «Sei cresciuta, Meg. Con il tempo ho cominciato a pensare che non rappresentavi soltanto quello che avrei voluto per Bella ma anche quello che avrei voluto per me stesso.» mi viene meno il fiato quando una carezza artica mi solletica il viso e il collo. Una parte di me sapeva già da tempo che questa situazione si sarebbe potuta verificare, per quanto mi sembrasse irreale, eppure trovarmici dentro mi rende totalmente scombussolata ed esterrefatta. Ascolto ogni vocabolo con uno stupore che non appartiene ad una come me, che ha subito e sopportato l'inverosimile, il surreale.
«Forse abbiamo sbagliato tutto, magari no. Pensi mai che quel giorno, al campo di grano... Non lo sapremo mai cosa sarebbe successo se... » stringe le labbra e sospira «adesso è troppo tardi» avvicino il mio viso al suo in un gesto d’impulso, non so che intenzioni avessi e mai lo saprò perché le sue mani scattano sulle clavicole e mi bloccano al tronco ruvido con delicatezza. «Non ti chiederò niente, Meg. Non voglio fare parte della tua vita, questo ho bisogno che sia chiaro prima di qualsiasi altra cosa tu decida di dire o fare. Non farò due volte lo stesso errore.» annuisco, credo di non essere in grado di fare altro. Una risata gli scappa dalle labbra e mentre riecheggia macabramente nella mia testa la sua fronte si poggia alla mia, «so che mi hai odiato durante questi ultimi giorni, ma sappi che ti ho ascoltato. Non volevo che mi parlassi, non volevo che facessi i conti anche con me. Ero divorato dal terrore di quello che sarebbe successo appena finito di spiegare, avevo bisogno di tempo per riflettere, per fare prima i conti non me stesso.»
Colgo quello che intende, il motivo che aveva spinto entrambi ad evitare il confronto fino ad ora è lo stesso ed è inevitabile che prima o poi uno dei due ne parli:
«Sei arrivato a qualche conclusione?» mi stupisco nel sentirmi pronunciare quella domanda, con intonazione ferma e vagamente scherzosa.
«Molte, in realtà. Nessuna che sia anche lontanamente accettabile, ovviamente» annuisco con vigore e mi lascio scappare un mezzo sorriso amaro, la mia fronte è di nuovo sulla sua «Che matassa del cazzo le nostre vite.»

day6

Alice ha fatto degli aggiustamenti dell’ultimo minuto al mio vestito, per “renderlo adatto al nuovo ruolo” o almeno, così mi ha detto questa mattina, quando con la scusa di consegnarmelo è venuta a ispezionare giudicante i miei occhi contornati di occhiaie per via della nottata in bianco passata con Edward a parlare senza sosta.
«Sai che questa situazione non porterà a niente che sia anche lontanamente una cosa buona, non c’è alcun bisogno che te lo dica.» esordisce all’improvviso, mentre mi sistema la lunghezza della sottana per farla cadere addosso nel modo giusto.
«Alice, non esiste nessuna situazione. Sappiamo entrambi benissimo quanto sarebbe complicato ed io mi rifiuto di ficcare di nuovo la testa così tanto in profondità dentro il pozzo senza fondo che è la vostra vita qui, e comunque anche se volessi lui non mi asseconderebbe mai.» tutto quello che fa è annuire, soddisfatta un po’ dalla mia risposta, un po’ dal lavoro fatto sull’abito.
«Bella come sta?» farfuglio, intimorita e costernata.
«Non lo so, credo che neanche lei riesca a concepire quello che sta accadendo. Era fino a tal punto convinta che la sua eternità, programmata nei minimi dettagli, sarebbe stata una lietissima non-fine che ora si ritrova spaesata e con in pugno neanche un paio di mosche.»
Per l’ennesima volta in questi pochi giorni non riesco a trovare termine adatto per proseguire la conversazione, quindi mi limito ad abbassare lo sguardo sull’orlo del vestito, guardando le mani di Alice lavorare più rapidamente di quanto fosse umanamente fattibile e mi accorgo che sulla sedia in cui ha poggiato il cuscinetto con gli spilli è adagiato un altro vestito e aggrotto la fronte, dubbiosa.
«Non torni a casa?» lei non solleva neanche lo sguardo, si limita a denegare con la testa, abbozzando che le faceva piacere passare del tempo con me. Inutile dire che la cosa mi puzza e mi lascia pensare di essere stata additata come persona da tenere d'occhio, ma accenno una stretta di spalle e decido di farmi andare bene la cosa, perdurando nel silenzio per il resto delle modifiche ad abito, trucco e capelli; mi guardo allo specchio estasiata e scioccata contemporaneamente quando ha concluso: gli strati velati color cipria dell’abito cascano morbidi sul mio corpo e si intonano alla piccola ghirlanda di fiori fermata sulla chioma che Alice ha provveduto rendere lucida e articolata in grandi onde, l’insieme mi conferisce un’aria quasi botticelliana. Distolgo lo sguardo da me e lo indirizzo su di lei mentre indossa il suo abito alla velocità della luce per poi scavalcarmi davanti allo specchio per dedicarsi al trucco. Frastornata mi siedo sulla prima superficie orizzontale a disposizione, realizzando che queste saranno le ultime ore passate in questo posto, con tutti loro, per chissà quanto tempo. Penso alla mia vita a Londra e ad un tratto mi sento colta alla sprovvista dal modo in cui mi si sarebbe srotolata davanti non appena tornata: il mio lavoro, i miei amici al pub, la vecchia Wendy. Come avrei fatto a disabituarmi di nuovo alla loro presenza? Cosa potrà succedere se cominciassi a non sentirmi a casa neanche a Londra? In tal caso dove sarebbe casa mia?
Prendo fiato bruscamente e lotto energica contro me stessa per non arrendermi alle lacrime, rovinando il trucco che Alice mi aveva fatto con tanta cura. Lei pare accorgersi del mio stato, ciò che fa è scrutarmi dal riflesso dello specchio mestamente, annuendo a stento quando i nostri sguardi si incontrano. Prendo quel cenno come un autorizzazione a lasciarmi andare e comincio perciò senza parlare a riversare ogni goccia trattenuta fino ad ora. La cerimonia si svolge nel migliore dei modi: commovente, romantica, piacevole, oserei. Fare da bambina spara-petali non mi è poi pesato e lo sguardo grato di Renesmee e Jacob mi ha riempito il cuore fino all'orlo. Il rinfresco procede con calma, la musica accompagna armoniosamente risate, chiacchiericci e tintinnii di bicchieri come fosse stata composta di proposito per l'evento. I fiori, presenti ovunque su cose e persone sono intonati al bouquet di Ness e in qualche modo la cosa mi infastidisce, facendomi percepire la maggior parte di noi come fossimo un suo stiloso accessorio. Le note del primo ballo si propagano nell'aria e tutti ci riuniamo ad ammirare la coppia. Carlisle decide di chiedermi un ballo con un profondo inchino, arrossita per quella premura d'altri tempi curvo appena il capo per accettare l'invito e mi lascio condurre sulla pista, che nel frattempo si popolava di coppie danzanti. So che vuole dirmi qualcosa, glielo leggo negli occhi, ma ci limitiamo ad ondeggiare e sorridere per l'intera durata della prima canzone.
«Ho paura, Meg» lo ascolto senza scompormi, ma intristendomi quando capisco dove arriverà. «Mio figlio mi terrorizza. Non voglio perderlo, la sua vita si sta svuotando così tanto da farmi pensare possa compiere qualche stupidaggine, non so cosa abbia in mente.» condivido il suo dolore e le sue paure, ma non posso far altro che mordermi le labbra con fare nervoso. Fino a quel punto non una volta il suo nome era uscito dalla mia bocca, nessuno dei miei sguardi si era intrecciato al suo neanche per errore. Di comune accordo il giorno prima avevamo deciso di limitare ogni contatto per il bene degli altri e nostro, quindi la confusione albergante nella mia testa sentendone parlare apertamente per poco non mi procura un capogiro. Come siamo arrivati a questa situazione così diversa in soli pochi giorni?
«Credo che non lo sappia neanche lui» finisco per dire, in un sussurro lieve, dopo aver aleggiato nel silenzio per ancora qualche minuto. « Posso assicurarti però che non farà niente di quello che pensi, ho parlato molto con lui ieri e ti posso assicurare che è molto cambiato, troverà una soluzione.»
Il suo viso latteo si avvicina al mio e le labbra gelate mi scoccano un bacio sulla guancia mentre accenna un grazie con voce incrinata, nell'istante in cui la canzone finisce un altro inchino e con un grande sorriso mi accompagna al mio tavolo, dove si ferma a conversare con Charlie Swan, stranamente a suo agio più di me in quello strano mondo conosciuto da relativamente poco.
Un sorso d'acqua mi basta a riacquistare il controllo totale dei miei pensieri e per cedere ad Embry che tenta di trascinarmi di nuovo con una risata sulla pista da ballo.
Quando il ricevimento giunge al termine è già il crepuscolo, so di dover andare a casa a preparare la valigia ma rimango per qualche tempo in compagnia di Jacob e Seth, che tira fuori dalla un angolo nascosto delle birre scadenti e mi convince a salutarci così, farneticando che mai più sarebbe stato lo stesso ora che uno di noi si era sposato. Lo sguardo addolorato che in sincrono lega i miei occhi a quelli di Jacob ci convince a non interrompere il suo discorso per precisare che niente era più neanche lontanamente come un tempo.
Forse è stato meglio sia finita così – penso e mi siedo sull'erba con un tonfo attutito dagli strati del vestito, afferro la birra che mi porgono e con l'altra mano provo a disfarmi della corona di fiori sulla testa, ormai appassita e sgualcita.
Da piccolissima la figura di Bella si fa vicina e con la stessa agilità si adagia per terra, a chiudere il nostro cerchio. Sorride, con una punta di amarezza; so che potrebbe facilmente ridurmi ad una poltiglia umana, eppure il mio petto è schiacciato dalla preoccupazione che possa cadere in frantumi da un momento all'altro, come fosse fatta del più fragile dei cristalli. «Di che parlate?» chiede, Seth sembra seccato ma alla fine si apre in un sorriso e le spiega la sua teoria sulla fine di un'epoca.
«Sono assolutamente d'accordo con te. Sta per cambiare tutto, io domani partirò per Denali.» ne parla con tranquillità e in seguito si volta a guardarmi, inaspettatamente i suoi occhi risultano dolci quando si posano su di me. «Meg, volevo solo parlarti prima che partissi. Non sarò prolissa o drammatica, volevo dirti che non ha colpe. Io non sono arrabbiata con te, non riesco neanche a capire come sia possibile che prima provassi tanta rabbia nei tuoi confronti.» La sua mano si allunga e trova la mia, la stretta che le do io è energica, felice. Jacob ci guarda estasiato e mi rendo conto che per lui deve essere una conquista guardarci mentre ci vogliamo così bene forse per la prima volta e nonostante tutto. Seth solleva la birra e noi lo imitiamo, perfino Bella afferra una bottiglia.
«Alla nostra!» esclamiamo e in quel minuto esatto finalmente mi sento in pace e con la sicurezza che ogni cosa si sarebbe risolta per il meglio.

📍  Londra, 8 mesi dopo

«Dobbiamo darci un taglio.» si sistema meglio il cuscino sotto la testa e il suo petto nudo si alza e si abbassa, sembra assonnato e affannato ma non lo è, non può esserlo. I suoi capelli arruffati fanno pensare a chi si è appena svegliato, mi perdo in questa fantasia poggiandomi alla cornice della porta del bagno, spazzolandomi vigorosamente i denti e alternando occhiate a lui che mi studia accorto e alla finestra appena sopra di lui.
Credo che pioverà tutto il giorno oggi.
«Lo credo anche io, puoi prendere il mio ombrello.» increspo le labbra in un sorriso, ringraziandolo mentalmente e mi volto per sputare il dentifricio nel lavandino, ben consapevole di aver ignorato la sua frecciatina iniziale.
Finisce sempre così, ogni volta che viene a trovarmi. Ci giuriamo che nulla sarebbe successo e ci riusciamo perfino abbastanza bene per i primi tempi, ma inevitabilmente e per le più svariate ragioni finiamo col perdere il controllo e farci prendere la mano, cediamo, incespichiamo nel sesso ogni singola volta. Subito dopo o con una tolleranza di poche ore di stordimento comincia la fase conclusiva, una via crucis fatta di confronti spigolosi e analisi di coscienze che ci spingono a non vederci né sentirci per settimane, mesi. Un giorno poi lo trovo a aspettarmi sul pianerottolo o fuori dal mio ufficio e si parte con un altro ciclo di amicizia-passione-penitenza.
In un attimo è dietro di me, mi cinge la vita, mentre le mie mani armeggiano con la spazzola. Il suo viso finisce tra la mia scapola e il mio collo e rimane lì, guarda il mio riflesso e resta assolutamente immobile.
«Megan.» lo pronuncia dopo un silenzio interminabile, in cui la mia ansia comincia a montare e nell'aria non si sente altro che i colpi di spazzola con cui torturo fin troppo violentemente i miei ricci.
Cosa Edward? Che cosa vuoi?
Faccio un giro su me stessa e posso constatare direttamente quanto il mio pensiero lo ferisca, tuttavia non osa allentare la presa su di me e fa sfiorare i nostri nasi, chiudendo gli occhi. Comunicare con lui tramite pensieri è diventata un' intimità a cui mi sono riabituata con più facilità di quanto credessi fattibile.
«Odio anche io discuterne, ma non possiamo continuare così.» come sottolineando il carattere d'incoerenza in cui aleggia la nostra non-conversazione mi sollevo sulle punte dei piedi scalzi e lo bacio con prepotenza, lui accetta di buon grado quel contatto e mi alza di slancio facendomi sedere sul bordo del lavandino per approfondirlo. Sa cosa sto facendo, sto fuggendo al confronto.
A turni quasi perfettamente alterni uno dei due vuole sbattere in faccia all'altro la realtà dei fatti, ottenendo come risposta un muro talmente alto e robusto da risultare invalicabile. I tentativi di corruzione sono le prime armi sfoderabili e sono soltanto una voce della lunga lista di atteggiamenti tossici e controproducenti che assumiamo.
Spogliarsi visto le condizioni casalinghe risulta fin troppo facile, ma la parte dell'assennato risvegliatore di coscienze oggi la interpreta Edward e quando tocca a lui il “sesso da vigliacchi” non va mai in porto, infatti quando le mie dita raggiungono i suoi boxer si stacca non senza un certo sforzo, scuotendo la testa e ridacchiando sommessamente, io dal canto mio sono la rappresentazione del cattivo umore e dell'immaturità. Lo so, ne sono ben consapevole.
«Per una volta possiamo non parlarne? Il tuo aereo per la Cambogia partirà tra due giorni.» la sua espressione non cambia, la sua mano prende la spazzola e comincia a prendersi cura dei miei i capelli con piacevolezza, facendomi tornare con il viso verso specchio. Non parla, entrambi studiamo le sue mani candide che si tuffano tra i miei capelli scuri con un meccanismo ripetitivo, di una dolcezza disarmante.
«Mi sento umano qui, adoro questa sensazione.» mi confessa, adagia la spazzola al suo posto e comincia ad intrecciare le ciocche tra loro. Chiudo gli occhi e capisco che ha finito quando lo sento frugare nella ciotola degli elastici per capelli. «Sai perché sono tornato?»
Perché lo fai sempre.
La sua risata sibillina mi stordisce, mi allontano da lui e apro fiacca l'armadio in cerca di qualcosa da indossare per la giornata di lavoro. Come niente fosse passa a sedersi sulla piccola sedia accanto la porta e mi osserva mentre svogliatamente salto dentro i pantaloni.
«Meg, sono venuto a dirti addio.» mi gelo e mantengo gli occhi bassi, sulla chiusura dei pantaloni.
Non si era mai parlato di addii.
«Lo so ma questa volta è diverso, Alice ti ha vista.» riesco a guardarlo, nel frattempo con una mano tasto il piccolo comò, in cerca del cellulare. Gli faccio cenno di aspettare, lui socchiude la bocca e alza gli occhi al cielo. Non si muove, diventa una statua di cera durante tutto il tempo della telefonata in cui informo che a causa di una necessità personale mi sarei dovuta assentare e che avrei completato il lavoro urgente da casa. Riattaccata la chiamata con un solo gesto mi sfilo i pantaloni e mi trascino verso il letto, lui mi segue e le sue braccia mi circondano in un abbraccio.
«Sputa il rospo.» sussurro, sollevando il viso da suo stomaco, le sue labbra mi colgono impreparate e mi distendo su di lui in uno scatto, assaporando appieno il bacio, che adesso è agrodolce. Questa volta tocca a lui scappare.
«Cosa ha visto, Ed?» le sue labbra si assottigliano, inverte la posizione e poggia il mento sul mio sterno, fissandomi con attenzione.
«Un ragazzo. Una persona fantastica, l'ho tenuto d'occhio per un po' e...» le parole gli muoiono in gola quando si accorge che sono bianca come un cencio.
Non so cosa sto provando, non lo capisco, l'unica cosa che sento certa è che «Io non voglio.» balbetto, mi metto seduta e lo guardo con gli occhi stralunati. «Io non ti abbandono così.» farfuglio indignata e gli punto un dito contro con tutta la rabbia e la disperazione che mi stanno logorando «Non te lo lascerò fare.»
La sua espressione è annoiata dalla mia reazione, con poca grazia si libera del mio dito rabbioso e si siede incrociando le gambe. «Devi farti la tua vita, sapevamo che sarebbe successo presto o tardi. Io starò bene.» sono frastornata dalle sue parole, mi limito a sollevare un sopracciglio «Meg, se c'è una cosa che ho capito grazie a te è che sono in grado di amare ancora, un'infinità di volte, in modo sempre diverso ed è meraviglioso. Tu devi trovare la tua strada, i Cullen hanno lasciato Forks, si erano trattenuti fin troppo tempo e così possiamo più agevolmente... dirci ciao.» il suo discorso è logico e rincuorante, ma vedere quel bel viso, gli occhi buoni, la sua grande mano sopra la mia, mi sembra tutto inconcepibile e sbagliato.
«Ma io...» Edward separa la distanza tra noi scoccandomi un bacio sulle labbra e il suo sorriso è radioso, non c'è un velo di tristezza in lui.
«Anche io, Meg! Ma non basterà alla lunga, lo sappiamo.» annuisco, la sua posizione in merito non è mai cambiata, non ci sarebbe mai potuto essere un “vissero felici e contenti” per noi. Anche la mia opinione non è mai stata differente, non mi ero mai fatta chissà quali fantasie, ma vederlo finire – proprio qui, proprio ora - mi sta destabilizzando.
«Interferirà con il mio futuro chiederti di passare nel migliore dei modi questi ultimi giorni?» mentre lo dico gattono verso di lui, sedendomi sul suo grembo, mi rannicchio tra le sue gambe ed assumo una posizione quasi fetale.
«No, chiaramente sto lavorando con largo anticipo, ci diremo addio per bene.» annuncia fiero, solleticandomi la fronte con i suoi capelli, intento a poggiare le labbra sul mio naso. I nostri occhi si incastrano e mi apro in un sorriso, annusando il suo profumo.
«Perché l'hai seguito? È davvero inquietante.» parlarne mi mette a disagio, ma ormai la frittata è fatta.
«Volevo essere certo che fosse un bravo ragazzo e lo è, nessun altro dettaglio.» non dà peso alla risposta, sventola una mano davanti al suo viso, quasi a scacciare la mia domanda come una zanzara fastidiosa.
«Ma...» mi tappa la bocca e si lascia andare ad uno sbuffo sonoro.
«Nessunissimo dettaglio, ne ho già parlato fin troppo! Adesso vestiti, oggi non c'è un filo di sole e voglio passeggiare.» mi alzo controvoglia e di nuovo infilo i pantaloni, sempre osservandolo. Mi da la schiena, probabilmente è perso nelle menti dei passanti fuori o tra i miei pensieri. Lui sul mio letto sfatto, ogni angolo della stanza e lo scorcio fuori dalla finestra, tutto trasuda di una strana bellezza malinconica, disperata. Scatto una foto mentale prima di aprire il cassetto dei maglioni. La fine allora è giunta? Razionalmente non posso che dire di sì, ma i grandi legami forgiati in quegli anni come possono definitivamente abbandonarmi adesso che so conviverci pacificamente? La cieca consapevolezza che se non fossi forte abbastanza da sopportarlo non mi avrebbero mai detto addio mi rincuora. Alla fine dei giochi, per quanto profondamente, nessuno di loro mi mancherà più di un qualsiasi altro caro, vecchio amico d’infanzia e non ho intenzione di concentrarmi sui particolari che fanno di loro le creature leggendarie che sono, perché non importa, piuttosto li terrò nei miei ricordi nella loro accezione più umana, quando spensierati si perdevano nei loro gesti quotidiani.
Edward si volta, lasciandomi vedere il suo viso sorridente, i capelli scomposti, quella sua aria di superiorità beffarda, ma percettibilmente buona.
E sono sicura, so di volerlo ricordare esattamente così, come un ragazzo normale.



Fine.

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