Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli: Capitolo 1: *** Capitolo I: Crema di nocciole stregata *** Capitolo 2: *** Capitolo II: Di carrozze, cavalli, serpenti e draghi moderni *** Capitolo 3: *** Capitolo III: Pedo-Arthur e i palloncini colorati *** Capitolo 4: *** Capitolo IV: Un marchio emblematico *** Capitolo 5: *** Capitolo V: Abluzioni sotto la cascata di acqua tiepida *** Capitolo 6: *** Capitolo VI: Speziali, medicinali e malintesi reali *** Capitolo 7: *** Capitolo VII: Di messaggeri, missive e sigilli reali *** Capitolo 8: *** Capitolo VIII: Strane scatole magiche *** Capitolo 9: *** Capitolo IX: Excalibur nella nuova scatola magica *** Capitolo 10: *** Capitolo X: Coltivare relazioni e intessere reti sociali *** Capitolo 11: *** Capitolo XI: Antica galanteria *** Capitolo 12: *** Capitolo XII: La mentalità medievale di Arthur *** Capitolo 13: *** Capitolo XIII: Arthur e la dimora stregata ***
Capitolo 1 *** Capitolo I: Crema di nocciole stregata ***
Cioccolato
D’accordo.
So che siamo tutte col cuore spezzato per la fine di Merlin.
Non mi voglio dilungare su questo.
Immagino che nel fandom ci sia
stato un fiorire di fic-sfogo al riguardo, ma non ne
ho ancora letta neppure mezza, perché fa ancora dannatamente troppo male per farlo e sono stanca di piangere.
Anch’io ho buttato giù alcune bozze deprimenti sull’onda
delle emozioni, tuttavia passerà un po’ prima che riesca a completarle.
Perciò mi sono concentrata sul finale che dà speranza e ho
pensato di scrivere questa piccola crack!fic(?) raccolta, una decina di drabble
e flash-fic dai toni leggeri, demenziali e un po’
comici (spero).
Non ho grandi pretese al riguardo, auspico almeno che riesca a
strapparvi un sorriso in questo mare di lacrime.
Sostanzialmente abbiamo delle ficmodern!AU (ma dopo il finale, è
corretto chiamarle così? Ormai credo che il mondo attuale sia da considerarsi canon, non AU XD) in cui Arthur
deve abituarsi a tutto quello che è moderno. Alcune storie saranno
esplicitamente slash, altre intese come semplice friendship.
Spoiler! Post 5x13 “The Diamond of the Day (2)”.
Doppio drabble. 200 parole esatte.
<>O<>O<>
The Once and Future…
Prat.
Capitolo I: Crema di nocciole stregata
“Dev’essere stregata”, dichiara Arthur, con
convinzione e sguardo severo. “È stregoneria, senza – uhmmm – dubbio”, ribadisce serio, osservando sospettosamente l’oggetto
incriminato che tiene fra le mani. Un istante dopo, però, rilecca con voracità
il cucchiaio. “Altrimenti non mi spiego come mai io non riesca più a smettere
di mangiare questa crema di nocciole”.
Merlin solleva gli occhi al cielo e lo chiama
mentalmente Asino Reale.
“La
Nutella non è
stregata, Arthur”, risponde paziente.
“Oh, sì che lo è”, riafferma l’aristocratico Somaro, dando
fondo al barattolo senza pudore. “È dolce come miele, ma non è miele.
Ha un colore che può sembrare soltanto quella cosa puzzolente nelle stalle – concorderai con me, vero? –; ma il sapore… Oh, bontà divina! Il sapore!” si spertica in elogi, mentre
due baffi assai poco virili si disegnano sopra le sue regali labbra.
Merlin prede nota del fatto che dovrà saccheggiare un intero
ipermercato, se Arthur va avanti di questo passo.
“Ti verrà il diabete, continuando così”, lo ammonisce, per
spaventarlo.
Il re del passato e del futuro fa spallucce.
“Te l’ho detto: sapevo
che era stregata. Ma sono anche certo che tu
saprai togliermi questo maleficio! Solo… potresti aspettare ancora qualche
veglia? …O fino
all’anno venturo?”
- Fine
-
Disclaimers: I personaggi, citati in questo racconto, non
sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di
essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.
Note:La Nutella non mi appartiene.
XD E l’asineria di Arthur non ha fine.
La fic non è stata betata. Spero non mi sia sfuggito nulla.
Con questa storia vi auguro
un Buon Anno Nuovo, a ritrovarci fra qualche giorno!
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Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro
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Farai felici milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede) Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.
Sostanzialmente abbiamo delle ficmodern!AU in cui Arthur deve abituarsi a tutto quello che è
moderno. Alcune storie saranno esplicitamente slash,
altre intese come semplice friendship.
Spoiler! Post 5x13 “The Diamond of
the Day (2)”.
Capitolo dedicato a chi ha recensito
il precedente.
Tutto il vostro entusiasmo mi
ha scaldato il cuore. Sono felice di avervi regalato un momento di serenità!
A RossKL, Raven Cullen, r e d s, Emrys__, DevinCarnes, chibimayu, layla84, Stray cat Eyes, ginnyred,
Agito, Morganalastrega, arya131,
yuki89, katiaemrys e __Nihal__.
Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Grazie.
The Once and Future…
Prat.
Capitolo II: Di carrozze, cavalli, serpenti e draghi moderni
Confrontarsi con i mezzi di trasporto del ventunesimo secolo
è per Arthur una sfida.
Come la prima volta che il Re del Passato e del Futuro ha
incrociato da vicino una macchina… e si è
quasi fatto investire.
“Arthur! Stai attento! Devi controllare, prima di attraversare la strada!” lo sgrida il
mago, lasciando il braccio con cui l’ha strattonato indietro sul marciapiede.
Ma il sovrano di Camelot
non sembra badare alla ramanzina, mentre scruta l’oggetto delle sue riflessioni
allontanarsi impunemente. Quindi lo addita.
“Merlin?”
“Mh?”
“Quella gente… è dentro una carovana?”
Lo stregone sbuffa, divertito, osservando una famigliola che
sta comodamente viaggiando nella propria automobile monovolume. “Una specie, sì”.
“E i cavalli dove sono?”
“Dentro al motore, Arthur”.
“Oh, sì. Certo”, gli fa eco il re, negligentemente, come se Merlin avesse
detto un’ovvietà indegna della sua nobile attenzione. Ma poi sembra
ripensarci: “Dove?!”
***
“Merlin! Merlin! Vi è un drago in
cielo! Sta volando!” urla Arthur dalla terrazza, allarmato
come se il pericolo fosse quello di un attacco immediato a loro danno.
Merlin, dalla cucina, sospira tra sé, si pulisce
le mani sul grembiule con metodica lentezza e spegne il fuoco dei fornelli,
perché prevede che sarà una cosa lunga.
Poi raggiunge il suo compagno, affiancandolo contro il
parapetto di marmo.
“È là! È là!” Si sbraccia il re di Camelot, additando il mostro.
“Quello è un aereo, Arthur. Non un drago”, spiega
condiscendente.
“Ma vola!” obietta il giovane Pendragon, saldo nella sua convinzione. “E non vedi che
sputa fumo?!”
“Quella è la scia… in realtà sono dei gas di scarico…”
Quando Arthur sgrana gli occhi al colmo dello stupore,
Merlin capisce che forse gli ha
fornito la riposta sbagliata.
“Mi stai dicendo che fa i peti in aria e che si vedono?!” domanda infatti, sconcertato.
Lo stregone non resiste e scoppia a ridere davanti alla sua
faccia comicamente sconvolta.
Ma il re è così meravigliato che –
per una volta ancora – soprassiede
all’altrui irriverenza e soffoca le proprie nobili rimostranze.
“Non è davvero un mostro… è fatto
scaglie di metallo e dentro la sua ‘pancia’ ci sono decine di persone che si
muovono!”
“Oh, buon Dio!” esclama il re, inorridito. “Vuoi dire che se
le è mangiate?!”
Merlin, nuovamente, si pente per l’infelice scelta dei
termini.
“Ed è per questo che rilascia tutto
quel gas!” rincara l’Asino Reale.
Prima che sia troppo tardi, lo stregone blocca sul nascere
altre raccapriccianti riflessioni.
“Vieni dentro, che te lo spiego meglio…” gli offre,
intrecciando le loro dita e trascinandoselo appresso, per una chiacchierata che
– come aveva previsto – sarebbe andata per le lunghe. “Tanto… questa notte non
ci attaccherà!”
***
La stazione è piccola, ma
affollata, e il Re del Passato e del Futuro si guarda attorno affascinato, come
sempre, da un nuovo ambiente da esplorare.
Fra un mare di valigie tecnologiche e trolley alla moda,
quando riconosce dei vecchi bauli, Merlin è quasi commosso dal luccichio
nostalgico che gli intravede nello sguardo.
“Perché tutte le carrozze sono legate fra loro?”
Il mago vorrebbe quasi complimentarsi per l’esatto uso del
nome, non fosse che il nobile Somaro l’ha azzeccato
per caso.
“Perché è un treno, Arthur”.
“Questo lungo serpente?”
“Sì, trasporta la gente”.
Giusto in quel mentre, una locomotrice si mette in moto,
sbuffando vapore.
Arthur la guarda, e poi mette al corrente
il suo valletto delle proprie, argute riflessioni: “Dev’essere
parente di quel Drago Volante che ti
ostini a chiamare ‘Aereo’, perché rilascia le stesse flatulenze!”
Merlin scuote il capo, e per un istante è tentato di
correggerlo – ancora una volta –, ma poi si rassegna a lasciargli le sue asinine convinzioni.
***
La moto è forse l’unica diavoleria
tecnologica che Arthur apprezza veramente.
Da quando Merlin – bontà sua! – gli ha spiegato che Quella-cosa-a-due-ruote è il
corrispettivo moderno di un cavallo, non c’è stato verso per il povero mago di
dissuaderlo dal verificare.
Arthur ha voluto subito cavalcare quella
bestia strana al suono di “Io sono il re,
Merlin! E faccio
quello che voglio!”
Così si sono ridotti ad affittarne una per prova.
Ovviamente, l’Asino Reale non ha optato
per un vecchio, piccolo catorcio dalla cilindrata bassa… no, lui è
andato a scegliere un mostro dal peso inaudito e dall’aura minacciosa fin da
ferma e da spenta.
Forse, ingenuamente, Arthur vuole ricreare la sensazione di
essere nuovamente in groppa al suo fedele Hengroen.
Merlin ne ha la conferma mentre, appena dopo avergli dato
pochi suggerimenti e tante raccomandazioni, lo vede sfrecciare come un pazzo
con un’orda di Barbari alla calcagna per quella
stradina di campagna deserta.
Mentre il povero cuore impazzito del mago rischia di
esplodere – l’ha già visto una volta morire, ma due volte
no, e che cavolo! – con la mano tesa
segue il percorso per soccorrerlo con la propria magia, nel caso qualcosa –
qualsiasi cosa, con quell’idiota scavezzacollo – possa andare storto.
Eppure, alla fine non succede niente.
Arthur consuma l’asfalto avanti e indietro, sgasando a più
non posso, sgommando a piacimento e concludendo con
una bella – dannazione! Eccolo che si
rompe la testa! – impennata giusto davanti ai suoi piedi.
Merlin ha un sacco di rimostranze e rimproveri da rifilargli
– ha una vaga idea, quel Babbeo, di
quanto l’abbia lasciato in pena?! – ma le parole gli muoiono in gola, quando Arthur si sfila il
casco e ha gli occhi brillanti di gioia a stento trattenuta e un sorriso grande
come il mondo.
Oh, d’accordo. Un
infarto o due val bene una faccia così.
“Devi lucidarmi l’elmo che si è impolverato”, gli fa notare
l’Asino Reale, passandogli il casco di protezione con la visiera incrostata.
“Sì, Mio Signore”, scherza lo scudiero, sentendo finalmente
lo stomaco più leggero. “Vedo che il giro è stato di tuo gradimento…”
“Oh, sì. È stato discreto”, è la risposta calibrata. “Ma la prossima
settimana gradirei provare una moto da Trial o una Enduro”.
Merlin non si dà neppure pena di sapere come diavolo Arthur conosca già
il nome di quei dannati modelli da fuoristrada.
“Mi attira l’idea di saltare qualche fosso e poi risalire un
sentiero di montagna e-”
No. Una faccia così
non merita un infarto o due. Neanche mezzo.
“Se proprio insisti, ti compro una
bicicletta…
…Uhm, no. Meglio un triciclo”.
- Fine
-
Disclaimers: I personaggi, citati in questo racconto, non
sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di
essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.
Ringraziamenti:
Alla mia kohai che subisce le mie paranoie. X°D
Note: Capitolo
particolarmente lungo per la sua conformazione. I
prossimi saranno di lunghezza variabile, ma inferiore.
Ho adorato scrivere dell’asineria di Arthur, spero sia
piaciuta anche a voi.^^
Do per scontato che sappiate cosa sono i cavalli del motore
e le scie degli aerei. XD
Hengroen, secondo la tradizione
condivisa delle leggende arturiane, è l’epico cavallo di re Arthur, anche se
nel telefilm di Merlin non è mai nominato.
Trial ed Enduro sono due tipi di motocicletta per fare
motocross spericolato.
Chiudo, ringraziando gli utenti che hanno messo questa
raccolta nei preferiti, seguiti e da ricordare!
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Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro
recensioni.
Farai felici milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede) Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.
Sostanzialmente abbiamo delle fic modern!AU in cui Arthur deve
abituarsi a tutto quello che è moderno. Alcune storie saranno esplicitamente
slash, altre intese come semplice friendship.
Spoiler! Post 5x13 “The Diamond of
the Day (2)”.
Capitolo dedicato a chi ha recensito
il precedente.
Sinceramente non mi aspettavo
che qualcuno commentasse entrambi gli arretrati. Siete state gentilissime!
A Emrys__,
RossKL, ginnyred, MaMavruz, melleth, Missfantasy94, Deb, katia emrys, Raven
Cullen, chibimayu, __Nihal__, _Jaya, DevinCarnes, Sheireen_Black
22 e r e d s.
Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Grazie.
The Once and Future…
Prat.
Capitolo III: Pedo-Arthur e i palloncini colorati
Arthur fa ritorno dal suo giro pomeridiano a metà fra
l’indignato e la faccia da genio incompreso, mortalmente ferito.
Merlin ci tiene che lui prenda confidenza col mondo moderno
e certe volte gli fa fare piccole commissioni e poi lo
spinge a far jogging nel parchetto del quartiere vicino… per muoversi un po’,
tenersi in allenamento, che l’Asino Reale diventa nervoso se non scarica
l’energia in eccesso da quando non ha più le nuove reclute e i cavalieri da addestrare.
Ma qualcosa dev’essere successo…
“C’erano dei bambini che giocavano, d’accordo?” sfoga
subito, spinto dall’espressione educatamente perplessa del suo vecchio valletto
reale. “Avevano una… una bisaccia sferica,
di pelle sottilissima e piena d’aria e volava…”
“Un palloncino?” prova a indovinare il mago.
“Un palloncino,
sì. Ma si è bucato sui rovi di un cespuglio…” spiega il re,
gesticolando. “E allora mi sono ricordato che nei bagni nel parco, dove una
volta sono andato a bere, c’è quella bancarella senza venditore…”
“Smettila di interrompermi, Merlin”, lo sgrida spazientito il nobile Pendragon; poi, senza aspettarsi
davvero delle scuse, prosegue con la narrazione: “E così ne ho preso una scatola – erano colorati, sì, ma tralasciamo il
sapore, ed erano tutti unti, bleah! –; e quando ho provato a gonfiarne qualcuno
(ritengo che i primi due dovessero essere difettosi), delle madri si sono messe
ad urlare cose indicibili contro la mia persona –
Merlin, le avessi sentite! Io non le capirò mai le dame di oggi… – e in
sostanza… c’è mancato poco che mi rincorressero, prendendomi a borsettate! E mi
hanno chiamato ‘Pedo-qualcosa’! Ma dico io!” sbotta, sdegnato. “Come si permettono,
io sono il re!”
Merlin è diviso a metà tra il desiderio di abbracciarlo, consolandolo
per quell’ingenuità – l’Idiota Reale non cambierà mai, ma resterà sempre un idiota di buon cuore – e la voglia di
terminare l’operato delle infuriate genitrici. Alla
fine, esala solo un rassegnato sospiro.
“Credevano che tu molestassi i loro bambini… Arthur, non puoi giocare coi preservativi”.
- Fine
-
Disclaimers: I
personaggi, citati in questo racconto, non sono miei; appartengono agli aventi
diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma
di lucro da parte mia.
Ringraziamenti:
Alla mia kohai che subisce le mie paranoie. X°D
Note: Uhm… niente da spiegare…
a parte che adoro giocare sull’ingenuità di Arthur e quando lui cerca di far
collimare il suo bagaglio linguistico medievale con quello moderno. ^O^
Ringrazio gli utenti che hanno messo questa raccolta nei
preferiti, seguiti e da ricordare!
Avviso di servizio (per
chi segue le altre mie storie): Linette 68 dovrebbe arrivare nel weekend.
E, prima di postare il quarto capitolo di questa raccolta,
credo che darò spazio ad una fic angst+lieto fine post!5x13,
una di quelle bozze a cui accennavo nel capitolo della Nutella. Se siete
interessati, rimanete sintonizzati. ^^
Un ultimo, importantissimo appello:
per i National Television Awards, che sarà il 23 gennaio.
Merlin è stata nominato per
Migliore Commedia TV, quindi assicuratevi di votare (e
votare anche per Colin).
Questa è l’ultima possibilità perché il nostro telefilm
preferito e Colin possano ricevere un meritato premio.
Ci voglio 2 minuti, cliccate sul
link della parola ‘votate’ e basta confermare con una mail seguendo la
procedura. Non costa niente e può fare molto. Spargete
la voce!!
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Sostanzialmente abbiamo delle ficmodern!AU in cui Arthur deve abituarsi a tutto quello che è
moderno. Alcune storie saranno esplicitamente slash,
altre intese come semplice friendship.
Spoiler! Post 5x13 “The Diamond of
the Day (2)”.
Capitolo dedicato a chi ha recensito
il precedente.
A Emrys__,
DevinCarnes, Deb, None toBlame, Missfantasy94, layla84,
RavenCullen, r e d s, _Jaya, melleth, RossKL, katiaemrys,
Sheireen_Black 22,
YukiEiriSensei, ginnyred, chibimayu, Morganalastrega e __Nihal__.
Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Grazie.
The Once and Future…
Prat.
Capitolo IV: Un marchio emblematico
“Esigo anch’io un’incisione, un marchio emblematico!”
sbotta Arthur dal nulla, un tranquillo pomeriggio in cui lui cazzeggia e Merlin
si sfacchina nelle faccende domestiche – niente di nuovo, insomma.
“Lo chiamano tatuaggio!”
insiste.
Merlin ferma a mezz’aria lo scopino con cui sta spolverando
la mobilia, sperando di aver capito male.
“Co-cosa?!”
Il Re del Passato e del Futuro indica lo schermo della tv,
dove una popolazione non ben definita mostra con orgoglio i propri corpi nudi
ricoperti di simboli rituali.
In un istante, Merlin si appunta mentalmente che DiscoveryChannel non è un canale
da permettere all’Idiota Reale. Non è
educativo, mette idee strane in testa.
“Loro sono guerrieri. E anche io. Lo voglio”, la voce del re infrange i suoi cupi pensieri.
“Ma… Arthur!” Cerca di farlo ragionare. “Ma il
tuo corpo è già martoriato di cicatrici e i tatuaggi sono dolorosi e-” ahia. Ha dato fiato alla bocca senza
pensarci. Lui sa che quella Testa di Nobile Legno è suscettibile su quest’argomento.
“Merlin, mi stai
dando della donnicciola? Stai forse insinuando che la mia regale
persona non possa sopportare qualche
puntura d’ago?”
“No, ma… ma sono
indelebili!” Riprova, giocando l’ultima carta. “Sì, in-de-le-bi-li,
Arthur. Non come i pennarelli con cui ti sei impiastricciato le mani l’altro
giorno…”
“Ormai il dado è tratto”, risponde l’altro, e suona come se fosse la
decisione finale di una battaglia decisiva. E al mago non resta che
rassegnarsi. Non lo approva, ma lo ama troppo per non rispettare la sua
decisione.
Il giorno dopo, Merlin lo accompagna da un tatuatore. Anche se non ha praticamente
chiuso occhio per l’apprensione. E quando lo ha fatto,
ha sognato incubi.
Conoscendolo, quell’idiota potrebbe decidere di farsi
disegnare lo stemma dei Pendragon – un enorme dragone
rosso e oro – su tutta la schiena a mo’ di mantello o una corona kitsch sui pettorali.
Oppure potrebbe ritrovarsi, come i marinai e la loro àncora, col bicipite sfregiato da una spada nella roccia. Ma questo pensiero lo conduce ad un altro, ancor peggiore: quell’aristocratico Babbeo
potrebbe arrivare a farsi scrivere “Excalibur” sul ventre, con una freccia che
punta esplicitamente verso il suo p— è la sveglia che trilla, misericordiosa, e
lo strappa dal suo delirio onirico.
Arthur è tutto contento, lui sembra un cane bastonato.
“Ne sei proprio
sicuro?” Ritenta in extremis, prima di sedersi nella saletta d’attesa e
lasciarlo al suo destino.
“Sì”, è l’unica, marmorea risposta. Raramente lo stregone
gli ha visto uno sguardo così determinato.
“Hai già scelto il disegno?” s’intromette l’assistente del tatuatore, accompagnandolo nel retro del negozio. “Dev’essere qualcosa di
significativo, per te”.
“Oh, sì. Ce l’ho,”
le sorride Arthur, e Merlin trema per quella che sa già sarà un’enorme – indelebile
– idiozia.
Il tempo dell’attesa sembra infinito, ma in realtà Arthur
ritorna presto.
Il che, assurdamente, è una consolazione per il mago. Poco tempo=piccolo
disastro.
Non ha niente di nuovo in faccia, e anche questo è già un sollievo.
Il resto del corpo è coperto dagli spessi strati del
maglione invernale, quindi non può capire quale sia la zona incriminata.
“Che disegno ti sei fatto?” gli chiede, uscendo dal negozio,
con fare casuale. D’accordo. Muore di
curiosità.
“Non è un disegno. È una scritta”.
Merlin resiste a stento a darsi una manata in fronte.
Alle scritte non ci aveva davvero pensato, che diamine!
Con che eresia sia
sarà rovinato?
‘The Once and Future King’ lampeggia nella sua testa come un
neon. Ma anche ‘Sono il Re del Mondo’ è abbastanza
megalomane per incontrare i gusti del suo Asino Reale.
E quell’idiota potrebbe essersi fatto scrivere un tema!
La parte di lui che non è scioccata,
è arrabbiata. Quasi quasi
vorrebbe tatuargli un bell’insulto, ecco! Così si ricorderà sempre quant’è
asino!
Per farsi sbollire un po’, Merlin propone un giro in centro
per vedere le vetrine addobbate dai colori natalizi; ma, quando tornano a casa
e si sono sistemati, Arthur gli passa un tubetto di vaselina.
“Devo medicare la zona, così l’arrossamento scomparirà prima”,
motiva.
“Io con la vaselina ci farei ben altro!” ghigna lo stregone,
allusivo.
“E poi quello maniaco sarei io!” ride il re, ammiccando con
un sorriso altrettanto lascivo, sollevandosi la manica della felpa.
Ed è lì che Merlin la vede: è una piccola fasciatura
all’altezza dell’incavo del polso destro.
Arthur fa per sfilarsi la benda e lui lo aiuta ma, scoprendo
l’ultimo strato di protezione, rimane ammutolito, mentre sente un fastidioso
pizzicore sotto le palpebre.
“Non… ti piace?” esita Arthur, cercando di nascondere
malamente quanto la risposta sbagliata potrebbe ferirlo. Ma il suo orgoglio è duro a morire.
Merlin accarezza lentamente quell’intrico di lettere,
traccia in punta di dita l’intreccio elegante di una Ae una Msovrapposte e fuse – come se fossero un
nuovo, unico simbolo neonato –, poi, prima che Arthur possa ritirarsi, bacia
devotamente quel lembo di pelle che li ha uniti ancor di più.
“Lo adoro”.
Il nobile Babbeo sfodera un arrogante sorriso soddisfatto.
“Sapevo che ti
sarebbe piaciuto! Io non sbaglio mai!”
“Oh, ma smettila!” sbotta Merlin, per non dargliela vinta.
“Sto considerando la possibilità di farmi un tatuaggio anch’io…”
“Sì, ottima idea! Potresti farti incidere ‘Appartengo al Re
in Eterno’!”
Merlin si fa scappare un sorriso. “‘Appartengo all’Asino Reale’ vorrai dire!”
“Merlin!”
- Fine
-
Disclaimers: I personaggi, citati in questo racconto, non
sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di
essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.
Ringraziamenti:
Alla mia kohai che subisce le mie paranoie. X°D
Note: Anzitutto, la scelta
del tatuaggio. Ho trovato nel web delle foto di AM tatuate vicine, ma non
sovrapposte.
Le mie A e M intrecciate sono nate quando ho ricordato una
vecchissima esercitazione di arte che mi costrinse a fare il mio prof. secoli
orsono. Si doveva creare delle bozze di spille fondendo le proprie iniziali. Ho
pianto sangue su quel compito, ma ora l’idea mi è
tornata utile. XD
Un credit va ad
una VM che ho visto intrecciate a punto croce, ancora anni fa, che mi è
ribalzata in mente di riflesso.
Infine, la scelta del luogo. Il credit
va a David Borenaz (l’attore di Buffy,
Angel, Bones…) che ha un ideogramma in kanji tatuato all’interno di ciascun polso (“Anima” e
“Destino”).
Premesso che per me è un luogo sensibilissimo e non me lo farei mai lì, mi
piace perché gli occhi ci cadono sopra tutto il giorno; eppure, essendo nella
parte interna del braccio, è meno lampante. È
un po’ come un promemoria personale. Sarà sciocco, ma è un concetto che
adoro. *_*
Detto questo, avevo preparato a mano un disegno decente del
tatuaggio, per darvi l’idea generale, ma l’ho perso. Ç_ç
Ora: o pubblicavo oggi con una mezza schifezza in allegato,
oppure rimandavo ancora l’aggiornamento... Quindi ho aperto paint e in due minuti ho buttato giù tre bozze.
La prima si avvicina abbastanza al disegno fatto a mano. La
seconda è stilizzata.
La terza, simmetrica, fa abbastanza schifo, ma mi è uscita
la testa di drago sul ricciolo e non ho avuto cuore di buttarla. XD
Un’altra precisazione riguarda la cura medica di un
tatuaggio appena fatto.
Ho letto che varia dalla grandezza del disegno e soprattutto dai consigli del tatuatore.
Per mia esperienza diretta, dopo 2-3 ore dal lavoro, abbiamo usato la vaselina
fin da subito, ma molto spesso, i primi giorni, si usa
una crema lenitiva e poi la vaselina. Ecco, solo per pignoleria. XD
Un’ultima cosa. ‘Appartengo al Re(,)
in Eterno’ si può interpretare in due modi a seconda
che si metta o meno una metaforica pausa. Giusto a scanso di equivoci. ^_=
Ringrazio gli utenti che hanno messo questa raccolta nei
preferiti, seguiti e da ricordare!
Avviso di servizio
(per chi segue le altre mie storie): ho postato la fic
di cui vi accennavo nello scorso aggiornamento: angst+lieto
fine post!5x13 “Wakeme up (Rebirth)” (un piccolo parere è sempre gradito^^)
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recensioni.
Farai felici milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede) Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.
Sostanzialmente abbiamo delle ficmodern!AU in cui Arthur deve abituarsi a tutto quello che è
moderno. Alcune storie saranno esplicitamente slash,
altre intese come semplice friendship.
Spoiler! Post 5x13 “The Diamond of
the Day (2)”.
Capitolo dedicato a chi ha recensito
il precedente.
A None
toBlame, thevenom, katiaemrys, Sheireen_Black 22, RavenCullen, _Jaya, chibimayu, Emrys__, DevinCarnes, yuki89, layla84, melleth,
Morganalastrega, Missfantasy94,
r e d s, Burupya e mindyxx.
Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Grazie.
The Once and Future…
Prat.
Capitolo V: Abluzioni sotto la cascata di acqua tiepida
Arthur si stiracchia pigramente sul divano come un grosso,
sonnolento, gatto viziato e, se Merlin non si scansa in tempo, Sua Maestà gli
pianta anche un gomito nel costato mentre accomoda meglio la propria regale
persona.
A stento reprime uno sbadiglio e il mago se lo coccola un
po’, giusto per vedere se riesce a fargli fare le
fusa. Certe sere ce la fa.
Arthur ha un amor proprio da difendere e ci tiene sempre a ribadirechi, fra
loro due, alla fine è quello che comanda. Ma è Merlin, e lo sanno entrambi.
“Il vespro è – mmmhhh – passato da
un pezzo… ed è – mmmhhh – tempo che io vada a fare le
abluzioni sotto alla cascata d’acqua tiepida…”
mugugna, allungando la testa perché Merlin gli gratti la nuca con quelle sue
lunghe, magiche dita. “Un po’ più a
destra. Sì, così… – mmmhhh – solo
due minuti ancora… ma niente tinozza… meglio la cascata – mmmhhh…”
Il mago sorride orgoglioso, strappandogli un bacio a fior di
labbra, prima di fingere un broncio ponderato e provocarlo: “Preferisci andare a
farti la doccia, piuttosto che restare qui a farti viziare da me?”
Arthur sfodera un ghigno da ‘Bello e Dannato’ (e Asino Reale, ma questo lo sa solo Merlin).
“Il mio valletto personale ha la memoria corta… Ho mai fatto, in vita mia, un bagno da solo?”
“Oh! Giusto”, si finge sovrappensiero lo
stregone, per pura ripicca (e per non dargliela vinta). “Se non c’ero io
a ripescarti dal lago di Avalon, staresti ancora a giocare con le paperelle…”
“Chiudi il becco, Merlin!”
Si rannuvola il nobile Babbeo. “Potrei riconsiderare l’idea di imparare a
lavarmi da me a partire
da stasera”.
Merlin si morde la lingua per non ricordargli che, il giorno
prima, quella Regal Testa di Legno si è quasi
ustionato i gioielli della corona con
il miscelatore girato dal verso sbagliato.
Ma non è nel suo interesse litigare.
Non stasera.
“Temo mi dovrai sopportare in quel cubicolo, perché ho
intenzione di fare le abluzioni con te e purificare la mia impertinenza”, gli rende noto, come offerta di pace, sbattendo le folte ciglia
in modo inequivocabile.
Un istante dopo, Arthur se l’è già caricato in spalla e sta
correndo verso il bagno di gran carriera.
- Fine
-
Disclaimers: I personaggi, citati in questo racconto, non
sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di
essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.
Ringraziamenti:
Alla mia kohai che subisce le mie paranoie. X°D
Note: Non so se sono inutili,
ma per amor di pignoleria: il vespro indica la scansione temporale del
tramonto, nel Medioevo riguardava un lasso di tempo
dalle 16 alle 18. Anche nel telefilm di Merlin viene
citato da Arthur, benché lì non abbia il valore religioso con cui lo conosciamo.
Allo stesso modo, le abluzioni sono riti di purificazione/espiazione compiuti
dai cavalieri mediante il lavaggio del proprio corpo. Anche i religiosi li
compivano, ma la cosa non riguarda il telefilm. Arthur ce ne dà un accenno
nella puntata 3x08 “L’occhio della Fenice”.
Ringrazio gli utenti che hanno messo questa raccolta nei 18 preferiti, 40 seguiti e 5 da ricordare!
Avviso di servizio
(per chi segue le altre mie storie): ho postato Linette 69 qualche giorno
fa, festeggiando il suo terzo compleanno. Il capitolo 70,
forse, arriverà mercoledì prossimo.
Come sempre, grazie a chi si fermerà a lasciare un parere.^^
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Farai felici milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede) Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.
Sostanzialmente abbiamo delle ficmodern!AU in cui Arthur deve abituarsi a tutto quello che è
moderno. Alcune storie saranno esplicitamente slash,
altre intese come semplice friendship.
Spoiler! Post 5x13 “The Diamond of
the Day (2)”.
Capitolo dedicato a chi ha recensito
il precedente.
A RavenCullen, strangerinthistown,
Burupya, mindyxx, Sheireen_Black 22, _Jaya, chibimayu, yuki89, DevinCarnes, katiaemrys, melleth,
Orchidea Rosa, __Nihal__, r e d s, Missfantasy94 e YukiEiriSensei.
Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Grazie.
The Once and Future…
Prat.
Capitolo VI: Speziali, medicinali e malintesi reali
Lo scatto del portone d’entrata che si chiudeva ebbe lo
stesso effetto di una deflagrazione nucleare nel cervello di Merlin.
Lo stregone mugolò di dolore e tossì per l’ennesima volta,
quasi soffocando nel proprio, rantolante respiro.
Arthur ciabattò, a passo d’elefante, verso la loro camera da letto, e lui sentì ogni tonfo d’avvicinamento e la
sua emicrania ballonzolò un po’ di più per compensazione di quel terremoto.
“Sono tornato! Meeerlin, sono a casa!” gli rese noto il Re del Passato e del Futuro, mentre dondolava a
mezz’aria due sacchetti di carta e Merlin sapeva
che erano uno solo, in realtà, e che era
lui a vederci doppio a causa della febbre alta.
“Gaius non ha mai posseduto così tanti prodotti
nel suo laboratorio! E neppure lo speziale di Camelot nella sua bottega!” rifletté il giovane Pendragon, considerevolmente meravigliato dal risultato della
sua ultima incursione nella modernità.
Se non fosse stato realmente disperato, il mago non avrebbe
mai mandato Sua Maestà degli Idioti fino alla farmacia all’angolo.
Ma, allorché ebbe finito le scorte
di antipiretici e antidolorifici, e soprattutto il nobile Babbeo ebbe
fracassato, per sbaglio, l’unico termometro che possedevano, Arthur si era
offerto di andare – con così tanto ardore e testardaggine – che lo stregone non
era riuscito a dissuaderlo (non che le sue forze-rimostranze e i suoi tentativi
fossero stati così convincenti, beninteso).
Merlin sperava solo che l’Asino Reale avesse comprato
correttamente almeno del paracetamolo
in qualsiasi forma – gocce, compresse, granulare o
persino in supposte – perché era
certo che l’aristocratico Microcefalo non avesse semplicemente consegnato al farmacista il promemoria che lui gli aveva
fatto scrivere a scanso di equivoci.
“Non sono un lattante, Merlin!”
aveva protestato, mordicchiando il tappo della stilografica. “Devi solo chiarirmi
perché la bottega dello speziale adesso
si chiama in quel modo assurdo: Farnagìa!”
E così il povero servo si era sperticato nel correggere la
sua pronuncia nasale dovuta al raffreddore (perché – per quanto volenteroso
potesse essere l’Asino Reale – scorgere un’insegna con scritto ‘Farnagia’ sarebbe un’impresa ardua per davvero).
Spiegargli, poi, che non avrebbe trovato un termometro come
quello che avevano – quelli al mercurio erano stati banditi dal Regno Unito
anni addietro – era stato un po’ più complesso. Si sarebbero rassegnati ad usarne uno elettronico, da oggi in poi.
“È come una grossa penna col cappuccio. E
la temperatura compare di lato”.
Arthur aveva annuito ed era partito per la ‘Cerca’.
Merlin aveva pregato
solamente che fosse una missione indolore.
Anche se, ogni volta precedente, il re era tornato con un
mezzo disastro appresso.
Questo era stato l’ultimo ricordo del mago, prima di
piombare in un dormiveglia da sfinimento.
Ma ormai era tardi per
recriminare, pensò, adesso che l’altra metà della sua medaglia era nuovamente di fronte a sé.
“Come ti senti?” gli chiese
premuroso, aprendo la busta e sfilando un blister da una scatola.
“Gnnnhhhnnh…” rantolò lo stregone,
come unica, gemuta risposta.
“La commessa mi ha detto che questo ti rimetterà a nuovo!”
spiegò il sovrano di Camelot,
con tono incoraggiante, passandogli una compressa e mezzo bicchiere d’acqua
preso dal comodino accanto.
Merlin si risollevò lentamente, acciaccato come se fosse stato
ancora il vecchio Emrys; controllò comunque, per scrupolo, che fosse il farmaco
giusto, lo ingoiò con sofferenza e ricadde sui cuscini con un tonfo stremato.
Si sentiva uno
straccio.
Davvero.
Arthur gli diede un buffetto sulla guancia, e quasi
casualmente gli accarezzò la fronte madida.
“Il mago più potente del mondo non sa curarsi un’influenza
da solo…” lo canzonò, per dissipare un po’ la preoccupazione.
Merlin sbuffò. E roteò gli occhi per esprimere il proprio
dissenso. Era l’unica cosa che poteva fare.
Gli aveva già spiegato, il giorno prima, che lui non era mai
stato ferrato con la magia di guarigione (con somma disperazione di Gaius,
peraltro), e quindi non vi si era applicato nel corso dei secoli, preferendo
concentrarsi su altri scopi – ma, se anche avesse avuto una discreta esperienza
taumaturga… come il suo corpo malato, pure la sua magia era instabile e avrebbe
potuto fare più danni che ottenere benefici.
“Ti ho comprato un termometro nuovo. Anzi,
due!” riprese Arthur, aprendo un’altra confezione. “Anche lo sconosciuto,
in coda prima di me, ne ha preso una scatola per la
sua fidanzata: era tutto agitato perché era in
ritardo ed è pallida, sta male e vomita di continuo… probabilmente soffre dello stesso morbo invernale che hai tu”, gli
spiegò, esponendo la propria, personale diagnosi. “E così, visto che tu mi hai
raccomandato di non sbagliare – ma quando
mai io fallirei, mh? – l’ho affiancato e ho detto: ‘Voglio la stessa cosa che prende lui!’, e me l’hanno data”.
Merlin sentiva i suoni ovattati e annuiva benché non avesse
ascoltato nulla, con la sola speranza che l’altro, dopo, stesse zitto.
“Bastano tre minuti appena, poi compare il risultato sul
display ed è sufficiente leggerlo… è affidabile al 100%!” gli rese noto il re, con la perizia consumata di un imbonitore
televisivo. “Ce l’ha spiegato la farmacista… a tutti e due”.
Il mago allungò una mano alla cieca e si fece passare il
sottile bastoncino, e subito non realizzò che il suo
compagno gliene stava offrendo una coppia. Ma, poi, il
suo sguardo perplesso parlò per lui.
“Perché quella gentile fanciulla ci
ha detto che il secondo serve per
conferma!”
Merlin aggrottò le sopracciglia e cercò di mettere a fuoco
quel dannato affare.
Poi scoppiò a ridere, quasi soffocando tra ansiti e tosse,
anche se sapeva che questo gli sarebbe costato un polmone e forse lo avrebbe
trascinato nella tomba. Ma no, non poteva farne a meno.
“Arthur… Arthur, tesoro…” lo compatì, sentendo che le forze
gli stavano mancano di nuovo. L’Idiozia Reale
lo avrebbe stroncato, prima o poi. “Credimi, se ti
dico che sono influenzato… e non incinta!”
Il re boccheggiò, incapace di raccapezzarsi. “Mi prendi per
stupido?!” bofonchiò, convinto che quel febbrone da
cavallo avesse leso definitivamente il senno del suo vecchio servitore. “Forse
stai delirando!” considerò, preoccupandosi non poco.
Lo stregone lanciò un’ultima occhiata ai due test di
gravidanza momentaneamente abbandonati sul piumino. E Arthur, ancora una volta,
fraintese.
“Merlin, la misurazione la farai più tardi, ora è meglio che
ti riposi un po’…” E anche se suonava come un consiglio, il sovrano gli rimboccò
le coperte sopprimendo ogni protesta.
“Già, forse è
meglio”, concordò, sfinito. E, forse,
quando il paracetamolo avrebbe fatto effetto, avrebbe tentato di trasmutare quei cosi inutili in un vero termometro…
o forse no, ma di sicuro non avrebbe
mandato mai più Arthur a fare compere. Altrimenti… non osava pensare a cosa il Babbeo
sarebbe stato capace acquistare la prossima volta.
Un brivido freddo gli attraversò la schiena e no, non era
per l’influenza. Decisamente, meglio non rischiare.
- Fine
-
Disclaimers: I personaggi, citati in questo racconto, non
sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di
essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.
Ringraziamenti:
Alla mia kohai che subisce le mie paranoie. X°D
Note: Per amor di pignoleria,
sento il dovere di chiarire che, quando ho iniziato la raccolta, avevo pensato
di scrivere ogni shot al presente; questa storia,
però, suonava meglio al passato, quindi ho preferito scegliere questa versione.
Ho chiesto ad una mia conoscente
britannica e anche in Gran Bretagna, come in Italia, i termometri al mercurio
sono stati banditi dal 2007.
So che Merlin è immortale, ma l’idiozia di Arthur potrebbe
quasi stroncarlo per davvero. XD
Se volete, c’è un parallelo ironico tra la Cerca della puntata 3x08
“L’occhio della Fenice” e la ricerca della farmacia. XD
In un contesto medievale, lo
speziale è l’antesignano del farmacista.
Ringrazio tutti gli utenti che hanno messo questa
raccolta nei preferiti, seguiti e da ricordare! Come sempre, grazie a chi si fermerà a lasciare un parere.^^
Avviso di servizio
(per chi segue le altre mie storie): ho postato Linette 71 qualche giorno
fa.
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(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede) Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.
Sostanzialmente abbiamo delle ficmodern!AU in cui Arthur deve abituarsi a tutto quello che è
moderno. Alcune storie saranno esplicitamente slash,
altre intese come semplice friendship.
Spoiler! Post 5x13 “The Diamond of
the Day (2)”.
Capitolo dedicato a chi ha recensito
il precedente.
A chibimayu, Hamlet_, Burupya,
strangerinthistown, chibisaru81, WildBlueMoon,
Raven Cullen, DevinCarnes, Orchidea
Rosa, r e d s, Sheireen_Black 22, melleth,
I love chocolate e _Jaya.
Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Grazie.
The Once and Future…
Prat.
Capitolo VII: Di messaggeri, missive e sigilli reali
“Ho udito due squilli di tromba!” Il giovane Pendragon corre in bagno, afferra il povero Merlin che si
sta lavando i denti e lo trascina verso la finestra che dà sulla strada.
“Era il campanello, Arthur”,
gli rende noto il mago, sputacchiando dentifricio qua
e là.
“Ma vi è un messaggero, un messo reale, un ambasciatore che
chiede udienza fuori dai cancelli del nostro palazzo!” insiste il sovrano di Camelot, gonfiando il petto e
indicando lo sconosciuto. “Magari porta con sé buone nuove!”
Merlin è certo che il
re stia sopprimendo a stento l’istinto di non sistemarsi il mantello, che non
porta più, per sembrare perfetto e impeccabile – più regale di quanto già non
sia.
“È solamente il postino, Arthur”, si trova costretto a
deluderlo.
Il nobile Pendragon osserva, con rinnovata
attenzione, l’uomo che, con un agile balzo, atterra dal suo mezzo di trasporto,
rovistando poi nelle bisacce penzolanti ai fianchi.
“E perché non ha legato il suo destriero?”
“È una bicicletta.
Se non te la rubano, non scappa da sola!”
“Oh! Sta guardando verso di noi! Va’
a predisporre un banchetto, Merlin, avremo un ospite!” gli ordina, ignorando la
spiegazione appena ricevuta.
“Ci sarà solo qualche ricevuta da firmare…” minimizza l’ex
valletto, con quanto più tatto possibile.
“Allora posso andare a prendere il mio sigillo!” si rianima il
Re del Passato e del Futuro. “In un attimo, la ceralacca sarà già sciolta al
punto giusto!”
“Magari conserviamo il sigillo reale per le grandi occasioni,
eh?” propone lo stregone, cercando di salvare capra e cavoli. “Per stavolta,
puoi apporre la tua nobile firma con
quella stilografica che ti ricorda tanto la tua vecchia penna d’oca, ma che non
ti macchia d’inchiostro le dita…”
Un secondo scampanellio fa capire ad
entrambi che il tempo scarseggia.
“Uh. D’accordo”, concede il nobile cavaliere,
cercando di nascondere la propria delusione. “Ma
speriamo giunga presto qualche epistola importante, come l’ultima missiva che
aveva sopra il mio nome!” si ringalluzzisce, con un gioioso brillio nello
sguardo.
“Oh, sì. Speriamo!”
Anche se lui spera l’esatto contrario.
Merlin non ha cuore di dirgli che l’unica lettera raccomandata, destinata ad Arthur nel mondo
moderno, conteneva una dannata multa per
eccesso di velocità.
- Fine
-
Disclaimers: I personaggi, citati in questo racconto, non
sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di
essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.
Ringraziamenti:
Alla mia kohai che subisce le mie paranoie. X°D
Note: Benché ogni capitolo
sia a sé stante, questa volta è possibile ricollegarlo
al capitolo 2 “Di carrozze,
cavalli, serpenti e draghi moderni”, dove Arthur ha apprezzato l’ebbrezza
della velocità, scorrazzando spericolato su una moto. Ricordate?
Beh, ho immaginato che si sia beccato una multa, da qui il
riferimento alla raccomandata. XD
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Capitolo 8 *** Capitolo VIII: Strane scatole magiche ***
Buon sabato^^
Buon sabato^^
Anche se gli altri anni, a quest’ora, contavamo i giorni che ci separavano dall’inizio
di una nuova stagione e ora non potremo più farlo, ho intenzione di infarcirvi
di storie, per sentire un po’ meno dolore, sperando di regalare un
sorriso, lo stesso che mi è venuto scrivendo.
È da molto che non aggiorno questa raccolta,
ma finalmente ho trovato il tempo per sviluppare alcune vecchie bozze, quindi…
eccoci ad nuovo delirio.
Sostanzialmente abbiamo delle ficmodern!AU in cui Arthur deve abituarsi a tutto quello che è
moderno. Alcune storie saranno esplicitamente slash,
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Capitolo dedicato a chi ha recensito
il precedente.
“Merlin, non dovresti usare la tua magia per niente!”
Arthur guarda le figure che cambiano sulla televedente (ocomediavolosichiama), mentre lo sente
trafficare di là.
Merlin gli arriva accanto, con il cesto della biancheria
lavata sottobraccio.
“Ma non sono io!” si difende. “Ricordi il discorso di ieri? Ti ho detto
che non è un incantesimo!” spiega, trattenendo a stento un sorrisino divertito,
accomodandosi il paniere sul fianco e afferrando un’altra scatolina nera, piena
di macchie in rilievo.
Arthur osserva che, come il suo valletto la tocca, la
scatola grande diventa buia e silente.
Chiedendosi che fine abbia fatto la gente, e cercando di
ignorare il groppo d’ansia che sente crescere per la sorte incerta di quei
poveretti, tenta una distrazione e domanda: “È una nuova bacchetta magica?”
“Non è una bacchetta magica, Arthur.
Si chiama telecomando”,
chiarisce, paziente, lo stregone. “E chi diamine ti ha parlato di
bacchette magiche?” domanda invece, insospettito.
“Ehmm… Harry… Potter?” dichiara incerto, tanto da farla suonare come una domanda
invece che un’affermazione.
“Accidenti…” mastica Merlin, per l’argomento uscito allo
scoperto troppo presto. Ma l’altro fraintende il suo
cruccio.
“Allora è vero! Mi hai mentito!” rincara
infatti l’Asino Reale, scaldandosi. “Hai detto che eri l’ultimo mago
rimasto al mondo, ma non è così! C’è un’intera scuola dove
si studia stregoneria!”
“Oh, Arthur… Hogwarts non esiste
davvero!” sospira Merlin, posando la biancheria per avvicinarsi a lui. “Hai
presente quando ti ho spiegato la differenza tra finzione e realtà?”
“Mi hai detto che la gente non è davvero dentro la scatola in
questo momento…” ripete, annuendo alla volta dell’oggetto incriminato, anche se
non sembra del tutto persuaso. “E che non muore, se anche il vetro diventa nero
e muto”.
“Esatto…” conferma il mago, forse con una punta di eccessiva
condiscendenza.
“E che volano per finta… E i mostri non sono veri mostri…
perché usano una magia chiamata ‘effetti speciali’…”
“Giusto… quasi”,
approva in parte. “Effetti speciali sì, magia no”, riassume, come se avesse
davanti un bambino tardo.
“Guarda che non sono un idiota, Merlin!” ruggisce il sovrano di Camelot, oltraggiato.
“Arthur, è meglio mettere le cose in chiaro”, lo rabbonisce,
con un mezzo sorriso di scuse. “Lo dico giusto per evitarci altri spaventi…”
E il Re del Passato e del Futuro sa che Merlin, come lui, sta
ripensando al giorno addietro, a quando si è seduto per sbaglio sulla bacchetta
magica – quella che il suo servo idiota si ostina a chiamare telecomando.
Di colpo, la grande scatola nera attaccata al muro (Arthur ha creduto essere – su due piedi – un
arazzo moderno – Merlin gli ha detto che adesso gli arazzi li chiamano ‘quadri’
–, ma chi diamine appende un quadro completamente
nero?) ha preso vita, mostrando delle persone strillanti e terrorizzate.
Avendo chiaramente inteso che si è trattato di stregoneria,
anche lui s’è messo ad urlare, per richiamare il suo
mago.
“Una donna intrappolata nella scatola! Merlin, corri a
salvarla! Ora sono due! Oh!... Oh! Siamo in guerra! Merlin!”
E il povero valletto è corso in suo aiuto, saltando fuori
dalla vasca ancora tutto insaponato e schiumoso, solo per vedere l’ennesima
replica di un film di bassa lega.
E così lo ha placato, spiegandogli
funzionamento di tv e telecomando, ma la Regal
Testa di Legno non è sembrata del tutto convinta della
verità… forse perché, effettivamente, ha ricevuto un po’ troppe informazioni
tra reality, fiction, make up e computer grafica,
tutte in una volta.
Ora, comunque, il mago capisce che ha sprecato il fiato. La
faccia perplessa dell’aristocratico Babbeo, ieri, doveva essere indice di non comprensione.
D’accordo, bisognava
fare un bel discorsetto al suo sovrano. Ma da dove
incominciare?
Merlin sospira, decidendo per la via più indolore.
“Arthur, la tv è sotto sequestro, per te. Fino
a nuovo ordine”.
- Fine
-
Disclaimers: I personaggi di Merlin, citati in questo
racconto, non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.
Idem, per il mondo potteriano
esplicitamente citato.
Ringraziamenti:
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Note: Allora. Questa shot è la prima di una trilogia legata alle tecnologie in
senso stretto. Ogni storia è a sé stante, ma le posterò in ordine, perché ci
saranno dei richiami (e una sorta di evoluzione-apprendimento per Arthur).
‘Televedente’
è un termine che ho già usato in un’altra mia vecchia fic
su Harry Potter, mi piace pensare che, per James, il Mondo Babbano
sia strano quasi come per Arthur la modernità. XD
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RavenCullen, melleth, Rosso_Pendragon,
misfatto, katiaemrys, Orchidea
Rosa eEncha.
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Capitolo IX: Excalibur nella nuova scatola magica
La prima volta che la nota, Arthur pensa che quella sia solo
l’ennesimo frutto del familiare caos merliniano.
Il suo servo non è mai stato capace di possedere un minimo
di ordinata decenza – in questa o nell’altra vita – e probabilmente quella
scatola va riposta da qualche parte, dopo il suo uso, ma l’idiota se n’è
dimenticato.
Poi, una sera come tante, si accorge che Merlin la tiene
sulle ginocchia, mentre è aperta, e vi guarda dentro assorto.
Ponendosi alle sue spalle, Arthur realizza
che, all’apparenza, è come la grande scatola sul muro – la televedente –, perché le persone sono
intrappolate anche lì e, ignare di tutta la prigionia, vivono la loro vita lì
dentro.
Successivamente, però, intuisce che
questa scatola è anche simile a quella piccolina – il telecomando – solo che ha molti più bottoni (stavolta non colorati)
e Merlin ci pigia sopra con velocità.
“Cosa stai facendo?” domanda,
facendo sussultare il mago, che gli lancia un’occhiata a mezza via tra lo
spavento e l’incertezza.
“Sto… ehm… è una cosa troppo lunga, Arthur. Te la spiegherò
fra un po’ di tempo!” lo rassicura, borbottando poi, come se pensasse
tra sé. “Fra vent’anni, forse”.
“Esigo di saperlo ora! Adesso! Merlin!” ruggisce il re di Camelot,
incrociando le braccia, e allo stregone non resta che rassegnarsi, perciò lo fa
accomodare al suo fianco.
“D’accordo. Vedi…” Merlin prende un grande sospirone e si
arma di infinita pazienza. “Questo è un computer. Un pc”,
butta là, ben consapevole che il nobile Babbeo non riuscirà a capire.
“Lo puoi usare per scrivere…”
“Con l’inchiostro e la penna d’oca?” domanda l’Asino Reale,
perplesso. “Dove lo metti il sigillo?”
“No, con i tasti… è come una pergamena, solo che non la
tocchi… Capisci?”
“La vedo dura…”
“Non dirlo a me!” sbotta lo stregone, perché è sfibrante
accompagnare quell’aristocratica Testaccia Dura nel mondo moderno.
“Ad ogni modo, puoi anche vedere i film e ascoltare la
musica, come con la tv”.
“D’accordo”, asserisce il nobile Pendragon,
entrando in un terreno più familiare.
“Ma, soprattutto, un pc può comunicare con tutto il mondo, grazie alla
connessione. Vedi, puoi navigare in internet-”
“Ma con che barca?!” lo interrompe
Arthur, perplesso.
“Internet, in realtà, è una grande rete-”
“E cosa si pesca?” domanda il sovrano, troncandolo ancora.
Merlin sbuffa, trattenendo una piccola risata, poi devia la
domanda nel suo senso più utile.
“Si pescano informazioni di qualunque tipo”, risponde. “In verità,
si scambiano è la parola più
corretta”, aggiusta. “Qualsiasi cosa tu cerchi, su internet troverai la
risposta”.
“C’è qualcosa anche su noi due?” chiede il re,
inaspettatamente.
Lo stregone non sa fino a che punto è pronto a spingersi.
“C’è un mucchio di roba su di noi, ma è perlopiù sbagliata. Un insieme di
leggende che non hanno niente a che fare con quello che eravamo davvero…”
Ad Arthur sembra bastare, dato che smette il suo
interrogatorio e il mago silenziosamente ringrazia la sua buona stella, perché
il loro passato è sempre un campo minato, e preferisce concentrarsi mostrando
l’uso del pc al suo sire, armandosi di santa pazienza.
***
Arthur passa i successivi tre giorni a subissarlo di domande:
“Cosa è questo, Merlin?
Cosa è quello?” “Cosa succede se digito C: reset?” “Perché
si blocca continuamente?!” “Perché lo schermo è diventato nero?!” “Merlin?
Merlin! Meeerliiin!”
Ciò nonostante, incredibilmente, il nobile cavaliere impara
a destreggiarsi nell’utilizzo base in tempo record, rendendo entrambi
enormemente orgogliosi (Merlin – a onor del vero – ha anche preventivato di
formattare il portatile dopo il nobile passaggio per correggerne i danni: l’unica
cosa che gli importa davvero è che il computer non esploda in faccia al suo Asino
Reale, nel caso in cui, suddetto Asino, impaziente, lo prenda a martellate).
Prendendoci gusto, Arthur ha persino iniziato a navigare,
assorbendo un mare di informazioni che lo mettono al
passo col nuovo mondo in cui si è trovato a vivere e Merlin trova lodevole il
suo impegno e il fatto che tenti di non scandalizzarsi per ogni stranezza vista
o letta. Al contempo, trova un po’ meno
lodevoleche Sua Maestà si senta in dovere di
renderlo partecipe di ogni sua scoperta e novità.
“Oh, Bontà Divina, Merlin!” esclama giusto in quel momento.
“L’abito di Lady Gaga avrebbe trascinato Geoffrey
nella tomba!” motiva, additandola. “Una nobildonna! Vestita in
maniera così scostumata!”
Merlin è tentato di spiegargli che
l’eclettica cantante non ha il benché minimo goccio di sangue blu nelle vene,
ma preferisce continuare le sue pulizie, ignorando i successivi commenti
cadenzati, compreso l’urlo entusiasta di Arthur che grida con infantile
allegria: “I miei palloncini! Sono come i miei
palloncini!”, smontandosi poco dopo con un soffocato “Ah”.
***
Cinque minuti di silenzio totale e assoluto dovrebbero
suonare come la più lampante delle spie o, per dirla coi
termini del suo Asino Reale, come la campana d’allarme di Camelot
in piena notte.
Eppure non sta provenendo
alcuna voce dal salotto, neppure un fiato, considera il mago, raddrizzando
la schiena dopo aver pulito i tappeti della loro camera da
letto. Ed è meglio andare a
controllare.
Merlin trova Arthur con la bocca spalancata e lo sguardo
allucinato, si china in avanti per scoprire che il suo re sta navigando in un
sito porno gay. E
per fortuna che gli altoparlanti sono spenti...
“Come ci sei finito qua dentro?” domanda, francamente sorpreso, sedendogli accanto.
“Non ho resistito e ho
googlato ‘Excalibur’!Volevo
rivedere la mia spada!” spiega il re, senza togliere lo sguardo dallo schermo.
“E… e… mi si è aperto questo”.
“Quello lì è un altro
tipo di Excalibur”, puntualizza lo stregone, anche se è superfluo.
“Perché noi non abbiamo mai provato a fare questo?” gli
chiede l’Asino, perplesso e un po’ offeso, ma lui è troppo concentrato per replicare.
Il silenzio cala fra loro.
Arthur piega la testa e Merlin lo imita.
“E’ una stregoneria, vero?”
“No, è solo molto elastico”,
spiega, incapace di staccare gli occhi. “…perciò noi non lo faremo mai… perché
mi dislocherebbe una vertebra e mi incrinerei le costole”.
“Oh, beh… peccato… sembra divertente…”
“Arthur… Le mie ossa hanno millecinquecento anni, abbi
pietà!”
Il re annuisce distrattamente, seguendo con interesse
l’evolversi della scena.
“E cos’è quel coso che sembra una protuberanza cilindri- ohmiodio!”
“Ehm…”
“Ma gliel’ha infilato nel-!”
“…sì”.
“E quel tizio non sembra neppure sconcertato!”
“Credimi. Essere
sconcertato è l’ultima delle sue opzioni…”
“Uh! Ma che diamine…?”
“È un sex toy, Arthur”.
“Un… che?”
“Un dildo. Serve a quello scopo”.
“Ah!”
“Già…”
“Ma! Ma si
muove!”
“Vibra…”
“E quel tizio sembra incredibilmente soddisfatto della
cosa!”
“Lo è”.
“… Potremmo comprarne uno anche noi?”
“Co-cosa?!”
“Oppure potresti trasmutare qualcosa in casa con la tua
magia!”
“Ehm… veramente…”
“Merlin! Non mi
dire che lo possiedi già!”
“Ehm…”
“Merlin…?”
“Hai una vaga idea di quanti secoli ho passato in solitudine
ad aspettarti? Beh, è stata una lunga attesa! Lunga un’eternità!”
- Fine
-
Disclaimers: I personaggi di Merlin, citati in questo
racconto, non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.
Lady Gaga, invece,
appartiene a se stessa.
Ringraziamenti:
Alla mia kohai che subisce le mie paranoie. X°D
Note: Allora. Questa shot è la seconda di una trilogia legata alle tecnologie in
senso stretto. Ogni storia è a sé stante, ma le posterò in ordine, perché ci
saranno dei richiami (e una sorta di evoluzione-apprendimento per Arthur).
‘Televedente’
è un termine che ho già usato nel capitolo precedente e in un’altra mia vecchia
fic su Harry Potter, mi piace pensare che, per James,
il Mondo Babbano sia strano quasi come per Arthur la
modernità. XD
L’accenno ai ‘miei palloncini’ è un esplicito richiamo al
capitolo 3.
Mi avevate chiesto di dare una spiegazione pratica ad
Arthur sull’uso di questi palloncini,
ed eccola. ^_=
Per dovere di completezza: ‘Excalibur’
è davvero un porno esistente. X°D
Ringrazio tutti gli utenti che hanno messo questa
raccolta nei preferiti, seguiti e da ricordare! Come sempre, grazie a chi si fermerà a lasciare un parere.^^
Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro
recensioni.
Farai felici milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede) Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.
Capitolo 10 *** Capitolo X: Coltivare relazioni e intessere reti sociali ***
Buon pomeriggio
Buon pomeriggio! ^^
Ho pensato che un aggiornamento potesse distogliervi
dall’improvvisa calura (Tzé, magari!) No, dai, non ho
questa pretesa... Ma spero almeno di regalarvi un
momento divertente.
Un pensiero speciale ai poveretti che stanno sudando sui libri
per gli esami.
Questa è la terza one-shot
della trilogia legata alle tecnologie in senso stretto. La bozza è stata scritta ancora nel dicembre
2012 e ho preferito lasciare un particolare dato così, leggendo capirete cosa
intendo.
Anche qui valgono le stesse indicazioni dei precedenti
capitoli e, in generale, di tutta la raccolta.
Sostanzialmente abbiamo delle ficmodern!AU in cui Arthur deve abituarsi a tutto quello che è
moderno. Alcune storie saranno esplicitamente slash,
altre intese come semplice friendship.
Spoiler! Post 5x13 “The Diamond of
the Day (2)”.
Capitolo dedicato a chi ha recensito
il precedente.
A DevinCarnes,
chibimayu, misfatto, katiaemrys, hiromi_chan, FlameOfLife, RavenCullen, yuki89, Burupya, Orchidea Rosa, melleth, Rosso_Pendragon, mindyxx, areon, _Jaya, YukiEiriSensei e
Sheireen_Black22.
Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Grazie.
The Once and Future…
Prat.
Capitolo X: Coltivare relazioni e
intessere reti sociali
“Bip. Bip-Bip”, suona
il cellulare del re, che smette un istante di digitare sulla tastiera, apre il
messaggio e sorride.
“Chi è?” domanda Merlin, abbassando il libro che sta
leggendo, incuriosito (e un po’
sospettoso, a dirla tutta).
“Ah, è solo la notifica di un nuovo follower”.
“Ma non è il terzo da stamattina?”
“Sì”, risponde Arthur, gongolando.
Nessuno dei due sa
esattamente come sia successo. Ma Sua Maestà è
finito per dispensare qua e là pareri su cose medievali, strategie di guerra
nei giochi di ruolo e un sacco di diavolerie così.
Merlin non avrebbe mai
scommesso neppure un soldo bucato sulla faccenda.
Eppure l’Asino Reale, giusto per smentirlo, è diventato un fervente
internauta, con un vasto e appassionato esercito di fedeli seguaci che pendono
da ogni suo clic. Forum, blog, lj… sono tutti ai suoi piedi.
“Cosa stai scrivendo?” s’interessa
il mago, stiracchiandosi pigramente sul divano.
“Oh, stavo chattando…”
“Con chi?”
“Ancora con Betty2…”
“E questa chi è?!” salta su, prima
di raddrizzarsi in piedi per raggiungerlo.
“Merlin! Non puoi
essere geloso di una povera vecchina!” lo canzona l’Idiota Reale, ma sotto sotto è lusingato dall’esternazione di gelosia nel suo
compagno.
“Arthur, dai retta a me…” lo mette
in guardia lo stregone. “Sarai anche diventato famoso, ma resti ancora un po’
sprovveduto nel mondo moderno. Su internet… nessuno è mai chi dice di essere e
magari questa Betty2”, Merlin mima il
nome disegnando con le dita due parentesi in aria, “…beh, in realtà è una gatta morta che cerca di adescarti! Tu non la conosci affatto!”
“Oh, sì che ci conosciamo!” lo smentisce il re.
“Effettivamente, siamo anche parenti alla lontana!”
Merlin sgrana gli occhi, oltremodo stupito.
“Che… che vuoi dire?” domanda, guardingo.
“Dico che Betty sarebbe la mia… uhm… bis-bis-bis-bis-bis-bis-bis-bis-bis-bis nipotina?”
“Qual è il suo riferimento completo?”
“Betty2@HRH_TheQueen”, cita Arthur, aprendo il suo account
di Twitter.
“Elisabetta II? Ti prego, Arthur, non
dissacrarla!” sbotta il mago. “Senza offesa, eh! Ma la nostra regina ha
ben altro da fare che chiacchierare con te…”
“In realtà, tutto è cominciato quando le ho mandato un paio
di tweet di apprezzamento e per esprimerle un paio di
consigli… poi siamo passati alla discussione privata. Mi ha dato un indirizzo
personale per comodità…”
“È un fake, Arthur, la regina non-”
Ma Merlin si paralizza quando vede il
familiare simboletto che indica ‘account verificato’ e per poco la mascella non gli cade per terra.
“Oh, mio-!”
“Sai? Betty concorda sul fatto che
è difficile trovare buoni servitori di questi tempi – e come in passato, ho
aggiunto io...” continua ad aggiornarlo Arthur, con
sguardo allusivo.
Ma il suo povero compagno è ancora
lì, con la bocca spalancata, in piedi come uno stoccafisso.
Il re di Camelot
lo afferra per un braccio e lo trascina giù, sui cuscini del divano, e lo
stregone cade come un sacco di patate.
“Oh, mio-!” ripete
ancora, ed è l’unica cosa semisensata che il suo cervello sconvolto produce.
“Ho espresso a Betty le mie nobili rimostranze sulla caccia
alla volpe… è un peccato che vogliano toglierla!” gli rende
noto Sua Maestà degli Asini, sventolandogli davanti al naso una mano
distratta. “Le ho anche proposto di ripristinare la gogna. Ha riso, ma ha detto
che ne parlerà con un tale Cameron.
Tu sai chi è? È il Ciambellano di Corte?”
Merlin ancora non dà segni di ripresa.
E il Re del Passato e del Futuro prosegue, incurante, il suo
entusiastico soliloquio: “Betty mi ha mandato in allegato all’ultima mail una
foto con i suoi tre corgi, elogiandone la straordinaria
fedeltà… tu lo sapevi che sono anche ottimi cani da caccia?” domanda
retorico, spintonando la spalla del mago.
“Eh?” farfuglia lo stregone, uscendo dalla sua personale
catalessi, sbattendo le palpebre.
“Merlin! Ma mi
ascolti quando ti parlo?!” sbotta Arthur, infastidito.
Merlin lo fissa, ancora sconvolto.
“Arthur! Stavi chattando con la regina! La regina
d’Inghilterra che ha un dannato account Twitter
verificato!”
“Beh, se il Papa di Roma ha Twitter,
perché non Betty?” domanda retorico, con un’alzata di spalle.
E lo stregone sgrana lo sguardo, e invece di rispondere gli
ruba il portatile dalle ginocchia, per una veloce sortita nei contatti di
Arthur.
“Benny16!” esclama,
al colmo dell’incredulità. “Arthur! Non
dirmi che scambi tweet anche col Papa!” sbotta,
allucinato.
“È un Capo di Stato!” gli rende noto
re Pendragon, in tono solenne. “Geoffrey direbbe che
è necessario coltivare certe alleanze, Merlin”.
Arthur gode ancora qualche istante di
fronte alla reazione basita del suo compagno, tenendolo sulle spine, ma poi smentisce:
“No. Nessun Pontefice. È solo un ragazzino che adora sentirmi raccontare
delle mie antiche gesta…”
Ma Merlin, ancora, si deve riprendere.
- Fine
-
Disclaimers: I personaggi di Merlin, citati in questo
racconto, non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.
I personaggi famosi, invece, appartengono a loro
stessi.
Ringraziamenti: Un
abbraccio alla mia kohai e a Laura, che subiscono le
mie paranoie. X°D
Note: Allora. Questa shot chiude la trilogia legata alle tecnologie in senso
stretto, anche se vedremo ancora Arthur alle prese con la modernità.
Come avevo anticipato, ho seguito un certo ordine perché c’erano dei richiami (e una sorta di evoluzione-apprendimento
per Arthur).
La traduzione del titolo: Social Network significa
letteralmente ‘rete sociale’.
Anche se credo che tutti lo sappiano già, David Cameron è
l’attuale primo ministro inglese.
Come detto nella premessa, ho scritto questa bozza nel
dicembre 2012, molto prima di sapere delle dimissioni di
Papa Benedetto XVI di un anno fa. Avrei potuto cambiare, ma preferisco rimanere
fedele all’idea originale.
Ringrazio tutti gli utenti che hanno messo questa
raccolta nei preferiti, seguiti e da ricordare! Come sempre, grazie a chi si fermerà a lasciare un parere.^^
Avviso di servizio (per chi segue le
altre mie storie):
Aggiornata Waiting for you 9
Aggiornata Linette 86
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Farai felici milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede) Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.
Ho improvvisamente realizzato
che… beh… è passato esattamente un anno dall’ultimo aggiornamento di questa
raccolta. Mi dispiace per quelli che aspettano da tanto. Ho riesumato un
capitolo pronto dal 2012, l’ho spolverato e ve lo offro in dono.
Spero almeno di regalarvi un momento divertente.
Un pensiero speciale ai poveretti che stanno sudando sui
libri per gli esami.
Anche qui valgono le stesse indicazioni dei precedenti
capitoli e, in generale, di tutta la raccolta.
Sostanzialmente abbiamo delle ficmodern!AU in cui Arthur deve abituarsi a tutto quello che è
moderno. Alcune storie saranno esplicitamente slash,
altre intese come semplice friendship.
Spoiler! Post 5x13 “The Diamond of
the Day (2)”.
Capitolo dedicato a chi ha
recensito il precedente.
A FlameOfLife, _Jaya, RavenCullen, Barby_Ettelenie_91,
chibimayu, Burupya, mindyxx, HowlingFang, Orchidea
Rosa, DevinCarnes, YukiEiriSensei, Sheireen_Black22, EiryCrows
e ginnyred.
Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Grazie.
The Once and Future…
Prat.
Capitolo XI: Antica galanteria
“B-buonasera, signore”, saluta la
cassiera, timidamente, piegando la testa per nascondere il velo di rossore
sulle guance che sente bruciare. Non si era aspettata di trovarsi
improvvisamente davanti unfigo del genere.
È la prima volta che Arthur mette piede in vita sua – nell’una e nell’altra vita – in un
supermercato e trova tutto affascinante.
“Buonasera, Milady”,
le risponde galante, palesemente inorgoglito dal fatto che lei l’abbia chiamato
col suo vecchio titolo onorifico, riconoscendo la sua insita regalità, e per
l’inchino ossequioso del capo che ovviamente ha frainteso.
Prima che Merlin possa intervenire, l’idiota si allunga
oltre la cassa e le afferra le dita per un baciamano – degno del miglior saluto
alla più nobile delle principesse – che avrebbe inorgoglito Geoffrey di Monmouth, ma non
Merlin.
“Arthur! Che diavolo stai facendo?!” gli urla di
lontano il mago, intento a riporre il carrello della spesa appena svuotato.
“Non fare il cascamorto!” E magicamente è subito lì fra loro, afferrando il
gomito del giovane biondo sotto lo sguardo allucinato della commessa. “Il mio ragazzo ha la Sindrome del Cavaliere”, le getta come risposta,
calcando bene sul quel possessivo lampeggiante fra loro. Mio. E se ne va, lasciando lì la spesa da pagare sul nastro trasportatore.
La commessa li guarda oltre le vetrate. Peccato, quel tipo sembrava proprio come il principe delle fiabe.
“Ah, la cavalleria è davvero morta”, sospira, a malincuore,
prima di rivolgersi al prossimo cliente.
Ma forse è bene
ritentare, come dicono i ‘gratta-e-vinci’.
“Buonasera, signore!”
- Fine
-
Disclaimers: I personaggi di Merlin, citati in questo
racconto, non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.
Ringraziamenti:
Un abbraccio alla mia kohai e a Laura, che subiscono
le mie paranoie. X°D
Note: Oddio, oddio! Credo sia
la prima volta che non devo spiegare qualcosa! O_O
So che non è niente di trascendentale… ma non è carino jealous!Merlin, eh?
Ringrazio tutti gli utenti che hanno messo questa
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altre mie storie):
PostataunaoneshotModern!AU,
Merthur, High School, teacher-student
relationship.
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Capitolo 12 *** Capitolo XII: La mentalità medievale di Arthur ***
La mentalità medievale di Arthur
Buongiorno! ^^
Non mi sono ancora liquefatta dal caldo e, seppur in
ritardo, porto in dono un capitolo un po’ più lungo del solito, come richiesto
negli ultimi commenti, sperando che vi strappi un sorriso in questa canicola
insopportabile.
Anche qui valgono le stesse indicazioni dei precedenti
capitoli e, in generale, di tutta la raccolta.
Sostanzialmente abbiamo delle ficmodern!AU in cui Arthur deve abituarsi a tutto quello che è
moderno. Alcune storie saranno esplicitamente slash,
altre intese come semplice friendship.
Spoiler! Post 5x13 “The Diamond of
the Day (2)”.
Capitolo dedicato a chi ha
recensito il precedente.
Quando Arthur ritorna a casa dal suo ‘giretto pomeridiano di
ambientamento nel mondo moderno’ tutto lacero e sanguinante, Merlin è seriamente
spaventato (prima) e arrabbiato (poi).
Il Re del Passato e del Futuro, invece, non fa una piega di
fronte alla sua espressione inquisitoria.
“Sto seriamente considerando di portarti a spasso con un
guinzaglio, lo sai?!” sbotta l’ex valletto, andando a
prendere disinfettante e cerotti in bagno, per poi tornare con tutta la
cassetta del pronto soccorso appresso per scrupolo. “Cos’hai
combinato, stavolta?”
“Ma non ho iniziato io!” si difende
il nobile rapidamente, forse un po’ troppo querulo,
cercando al contempo di trattenere un sibilo di dolore e le smorfie di
sofferenza – ne va della sua mascolina dignità! – mentre il liquido brucia su
tutte le escoriazioni delle sue mani e del viso (e probabilmente Merlin sta
calcando un po’ troppo con quel batuffolo, appositamente
per punirlo, anche se è innocente, lui!)
La tregua dura esattamente il tempo di fasciare le regali
nocche scorticate, di applicare un paio di cerotti sui graffi in fronte e di spalmare
una generosa dose di pomata sull’ematoma che si sta espandendo su uno zigomo.
“Guarda che disastro… L’occhio è già tutto nero…” borbotta
il mago, preferendo dar voce al risentimento piuttosto che alla preoccupazione.
Arthur si limita a lasciarlo sfogare, mansueto, e intanto
mugugna piano sentendo le mani indelicate del suo vecchio servo tastare con
malagrazia la cute gonfia e dolorante del sopracciglio.
Vorrebbe sorridergli, ammiccando, per fargli capire che non
è niente di grave, in realtà – lo sanno entrambi che è stato conciato molto
peggio di così migliaia di volte e che ora si tratta solo di qualche graffietto
di poco conto – ma Arthur non riesce a chiudere l’occhio che è troppo tumefatto
e il taglio sul labbro punge, così il suo blasonato sorriso ne uscirebbe un po’
ammaccato.
Ma lo stregone sembra capirlo lo
stesso, perché sbuffa scuotendo la testa, stiracchiando le labbra in una fugace
rassegnazione.
Poi allunga due dita e stavolta accarezza la palpebra con
delicato garbo, con la premura che sempre sfocia in devozione, e di colpo
Arthur avverte il familiare formicolio della magia di guarigione. Tempo qualche
battito di ciglia, e l’occhio contuso è tornato normale. Il resto dei cerotti è
ancora lì, come le escoriazioni che si è procurato, come monito per ricordargli
che sì, Merlin è sempre lì per lui, ma no, non per questo lo perdonerà così
facilmente per averlo spaventato.
“Mi piace la caccia!” sbotta di colpo il sovrano di Camelot. “Lo sai, no?”
Il mago lo fissa intensamente per un istante.
“Forse il danno è maggiore di quel che pensavo. Hai per caso battuto la testa?”
“Non fare l’idiota, Merlin…”
“Io? Io farei l’idiota?! Se non
erro, sei tu quello che se n’è appena uscito con una stupidissima affermazione
su… su… No, aspetta un momento…” Lo stregone ansima
rumorosamente, mentre l’idea gli lampeggia in testa a caratteri cubitali. “Hai
cercato di andare a caccia?! Ti prego, ti prego… non
dirmi che hai cacciato dentro ai giardinetti…”
Arthur sfodera lo sguardo più indignato del suo repertorio,
quello che usa ogni volta che il suo compagno lo deride per qualcosa di moderno
che gli sta sfuggendo o sta fraintendendo – il che capita troppo spesso, per i suoi
nobili gusti.
“No! Certo che no! Ma per chi mi hai preso?!”
si difende oltraggiato.
“Ma, allora, cosa…?”
“Stavo camminando per i fatti miei, quando un tizio mi si
avvicina e si presenta, dicendo di chiamarsi Peta e-”
“Volevi dire ‘Peter’?” lo corregge Merlin, per puntiglio.
“Oppure… era un nome straniero?”
“Lasciami continuare!” lo rimbrotta il monarca, gesticolando,
e aspettando il silenzio dell’altro. “Insomma!”, riprende poi, infervorato dal
ricordo: “Quel bifolco mi chiede di firmare non so dove, per abolire la caccia
alla volpe! Ma siamo
matti, dico io!”
“Cioè… aspet-”
“Gli ho detto che non avrei assolutamente firmato nessun
Decreto Reale per l’abrogazione della caccia!” rende noto
re Pendragon. “E quel tipo – che doveva essere un
pazzo, te lo dico io, Merlin – mi ha
chiesto tutto scandalizzato perché gli avessi detto di no! Ma
ti pare?”
“Fammi indovinare la tua risposta…” ironizza il mago.
“Gli ho detto che la caccia è il passatempo più bello del
mondo! Che sarà sempre il mio divertimento preferito!”
“E… lui?”
“Lui mi ha dato del retrogrado, urlandomi contro che non
siamo più nel Medioevo!”
“Oddio…”
“Beh, gli ho risposto che io, nel Medioevo, ci vivevo
benissimo! E ne vado fiero! E ci tornerei, anche!”
“E… quindi ti ha messo le mani addosso?”
“No, continuava a gridare ‘Oscurantismo medievale!’ come se
fosse stato uno sbandieratore…”
“Mmmh…”
“Gli ho detto di smetterla subito di inveire, e che avrebbe
meritato la gogna per il suo comportamento!”
“Ed è stato allora che ti ha colpito…?”
“Certo che no! Era ovvio che avessi ragione io! Gli ho spiegato
che, se non aveva mai provato, non poteva capire la soddisfazione di uccidere
un cinghiale a colpi di lancia o un cervo con la balestra…”
“Ouch!” ansima Merlin, immaginando
il colpo metaforico all’animalista.
“Sì, anche quel tizio si è messo ad ansimare dopo che è
sbiancato. Credevo avesse un mancamento lì davanti a me…”
“Perciò… se stava svenendo, non poteva colpirti, o sbaglio…?”
“No, ma si è ripreso in fretta e ci è
arrivato vicino quando gli ho riferito che ero molto orgoglioso del tappeto
d’orso che avevo nella mia vecchia camera. Ricordi il mio scendiletto,
com’era morbido e folto? Quante volte ti ci sei addormentato sopra?”
domanda ironico e nostalgico al contempo.
“Insomma! Ma come
siete finiti alle mani?” insiste lo stregone, preferendo accantonare i ricordi,
per chiudere la prolissa questione.
“Quando gli ho detto che ad ogni
compleanno regalavo una nuova stola di pelliccia a quella traditrice di mia
sorella… una di volpe, di ermellino, di lupo, di zibellino, di visone…”
“E allora te le ha date di santa ragione…”
“No, Merlin”, lo smentisce, altezzoso. “Avevo tutto sotto controllo…
almeno all’inizio. Perché devi sapere che quel villano è stato un vero farabutto:
si è fatto aiutare da altri tre tizi, che si chiamavanoPeta come lui, e tutti insieme mi hanno sopraffatto
per un istante – uno solo, beninteso
– perché sarò anche fuori allenamento, ma ci vuol molto di più per vincere
contro Arthur Pendragon!”
“E poi?”
“Quando li ho resi abbastanza malconci, se ne sono andati e io sono stato magnanimo a non inseguirli. Quindi, non avendo
più niente da fare, sono tornato da te…”
“Oh, mi sento lusingato!” ironizza Merlin. “Anzi, sai cosa? Anch’io dovrei iscrivermi alla PETA!”
Arthur gli lancia un’occhiataccia guardinga. “E perché mai?”
“Perché ho sempre nutrito un grande amore verso gli animali…
soprattutto per un certo un asino reale!”
“Merlin!” raglia
suddetto asino, indignato, e mentre il compagno ride di lui, entrambi ricordano
quell’imbarazzante incidente con il Goblin e le orecchie pelose che l’erede al
trono si era ritrovato magicamente cucite addosso.
“Erano deliziose…” sospira il mago, nostalgico.
“Erano mortificanti”,
lo corregge il re, indispettito. “E mi hai anche lasciato a ragliare più del
dovuto, solo per puro divertimento…”
“Dovevo pur togliermi qualche sfizio, no?” ammette Merlin,
candidamente, con un sorriso malandrino che fa sempre venire il batticuore al
Re in Eterno.
“Sì, beh, d’accordo…” farfuglia quindi, arrossendo per il
momento di debolezza. “Cioè, no. Non sono d’accordo. Ma ormai è tardi per
recriminare su ciò che abbiamo fatto…”
“Sagge parole”, concorda l’ex valletto, accoccolandosi
contro di lui sul divano, accarezzandogli dolcemente una delle mani bendate che
si è trascinato in grembo.
Arthur si rilassa all’istante a quel tocco così familiare e benefico.
Ma il silenzio dura poco.
“Mi rammarico di non averti mai regalato un bel mantello
foderato di pelliccia, quand’eravamo a Camelot”.
“Hai sempre provveduto al necessario: un paio di stivali
nuovi ogni autunno e mi davi i soldi con cui avrei comprato gli abiti da
sostituire qualora fosse servito…”
“Ma tu, invece che nuovi calzoni, continuavi
sempre ad acquistare quegli stupidi stracci che ti legavi al collo!”
“Per tua informazione, vanno ancora di moda…”
“Mph!”
“…Una volta – ti ricordi? – mi hai donato persino dei guanti
imbottiti con pelo di coniglio. Dèi, erano caldissimi…
la cosa più morbida che abbia mai posseduto”.
“Sì, e alla prima occasione, tu li hai mandati a tua madre”.
“Beh”, Merlin arrossisce, stupito che quel suo piccolo
segreto non sia poi così segreto. “Se li avessi usati, si sarebbero rovinati
subito e… e gli inverni a Ealdor erano sempre più
freddi che al castello…”
Ma entrambi sanno che non c’è bisogno di vere
spiegazioni per quel gesto, perché il ricordo di Hunith
è sempre nei loro cuori.
Il Re del Passato e del Futuro si tira contro il suo mago,
incurante delle proteste per le ammaccature subìte e ricambia le coccole con piccoli
tocchi e baci disseminati su ogni lembo di pelle disponibile.
Poi, come folgorato da un’idea geniale, si scosta un po’ –
giusto quel pochino che serve a concentrarsi, ma non troppo da avvertire il
dolore della perdita.
“Potrei regalartela ora, una bella
pelliccia… magari come copriletto! Credo che le notti invernali siano alquanto
rigide qui e quel cosodai tubi caldi non scalda come un vero caminetto
con la legna e le fiamme!”
“Non mi serve più una pelliccia foderata, Arthur…” ansima Merlin, mescolando i
loro fiati.
“Perché?”
“Perché, adesso, nelle notti lunghe e fredde, ho te”.
- Fine
-
Disclaimers: I personaggi di Merlin, citati in questo racconto,
non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire
di essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.
Ringraziamenti:
Un abbraccio alla mia kohai, che subisce le mie
paranoie e mi beta le cose al volo. Tilovvo, Giuls!
Note: Per quelli
che non lo sapessero, la sigla P.E.T.A. sta per: People
for the Ethical Treatment ofAnimals (PETA), che
è un’organizzazione non-profit a sostegno dei diritti animali, o almeno questa
dovrebbe essere la sua missione. Non entro nel merito della questione, perché
non intendo scatenare polemiche pro o contro.
Per fortuna, dal 2005 in Gran Bretagna la caccia alla volpe è
stata definitivamente abolita; e invece, purtroppo, da noi è ancora permessa.
Ç__ç
Va beh, smetto di lamentarmi… ^^’’
Ringrazio tutti gli utenti che hanno messo questa
raccolta nei preferiti, seguiti e da ricordare! Come sempre, grazie a chi si fermerà a lasciare un parere.^^
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Capitolo 13 *** Capitolo XIII: Arthur e la dimora stregata ***
Buongiorno
Buongiorno! ^^
Per quelli di voi che non si aspettavano di
rivedermi su questi lidi… sì, sono ancora viva. E sì, ho ancora voglia di
scrivere. Anzi, in realtà ho scritto in questi anni: ho pubblicato su Amazon
due libri e ho dovuto accantonare le fan fiction per mancanza di tempo.
Dopo cinque anni dall’ultimo aggiornamento del Capitolo 12, riemergo oggi dalle nebbie (forse erano
quelle di Avalon, non so di preciso) e torno a farmi
viva su EFP con un nuovo capitolo di questa raccolta.
Ho visto che devo restaurare e rispolverare
tutto il mio profilo e anche parecchie storie, perché le immagini e i bannerini di Tinypic sono
spariti. Con calma provvederò.
Ma intanto veniamo a ciò che vi
attende qui sotto. È un capitolo speciale, per farmi perdonare la lunga assenza:
ho unito 11 frammenti in un unico post, sperando che
vi strappi un sorriso in questo brutto periodo.
Non so ancora quando uscirà il prossimo
aggiornamento – la real life mi sta prosciugando – ma
è mia intenzione aggiornare questo lavoro e anche riprendere in estate altre
storie su Merlin, sempre che ci sia ancora qualcuno interessato a leggere i
miei deliri. In tal caso, fatevi sentire, perché un po’ di supporto morale
sarebbe molto apprezzato!
Anche qui valgono le stesse indicazioni dei precedenti
capitoli e, in generale, di tutta la raccolta.
Sostanzialmente abbiamo delle ficmodern!AU in cui Arthur deve abituarsi a tutto quello che è
moderno. Alcune storie saranno esplicitamente slash,
altre intese come semplice friendship.
Spoiler! Post 5x13 “The Diamond of
the Day (2)”.
Capitolo dedicato ai vecchi e
ai nuovi lettori.
Grazie.
The Once and Future…
Prat.
Capitolo XIII: Arthur e la dimora stregata
“È stregoneria, Merlin! È stregoneria!”
Sembra essere diventata la frase più gettonata del Re in
Eterno.
Se non corresse il pericolo di riaprire vecchie ferite,
Merlin è tentato di fargli notare come Arthur rischi di sembrare quasi troppo simile
a suo padre. Quella era sicuramente l’asserzione
prediletta del vecchio Uther.
Quantomeno, il suo re non la urla con disprezzo, ma piuttosto
con ingenua e infantile incredulità.
Orsù, come dargli
torto?
Il suo servitore personale lo ha
ripescato dalle acque di Avalon da meno di dodici ore
– o quattro veglie, per dirla al vecchio modo –, mentre delle allegre paperelle
gli giravano attorno, starnazzando.
Arthur puzza ancora di acqua putrida, melma e pesce marcio,
e la prima cosa che hanno fatto, dopo essersi riabbracciati e aver pianto un
po’ (beh, Merlin ha pianto, Arthur giura che era l’acqua del lago incollata
alle ciglia), è stato litigare sul fatto che no, la sua armatura non sarebbe
passata inosservata e che no, non gliel’avrebbe lucidata
seduta stante, per paura che l’umidità l’arrugginisca.
Merlin se l’è trascinato fino a casa, infarcendolo di informazioni – almeno quelle essenziali – che possano
riempire un gap temporale di millecinquecento anni. Ovviamente, l’Asino Reale è
rimasto tale e quale: asino, per
l’appunto.
Arrivati sulla soglia del suo monolocale, il nobile Somaro
si è indignato, esigendo di sapere perché il suo valletto non vivesse più in un
castello e, soprattutto, dove fosse
finito il suo, di castello.
“Millecinquecento anni, Arthur,” gli
ricorda il mago, come se questo spiegasse tutto. Probabilmente diventerà il
nuovo tormentone dell’estate delle sue giornate, ma non ha cuore di
dirgli che di Camelot non
resta più nulla, che è stata rasa al suolo dalle guerre, dal tempo,
dall’incuria della gente, e che è solo leggenda, ora.
Ma lo stregone immortale non ha tempo di cedere alle
riflessioni tristi, perché Sua Maestà intende criticare ogni oggetto del suo
arredamento, con un ritorno in grande stile.
“Merlin! Dormi ancora per terra,
dopo tutto questo tempo?!” si scandalizza il Regal Babbeo, indicando il pavimento della camera da letto.
“È un futon,
Asino! Ed è comodissimo! Provalo!” si difende lui, avvalorando
la propria tesi.
“Certo! Per te, anche le stuoie di paglia erano comode! Ma io non ci penso neppure! Rivoglio il mio letto, con i
tendaggi, le colonne, tutti i cuscini e…”
E dove accidenti lo
avrebbe messo, un letto a baldacchino, in un
monolocale?
***
Presentare il bagno è
una faccenda seria. Capire cosa farne… ancora più drammatica.
“Di questi tempi,” incomincia il
servo, additando i sanitari. “Non usiamo più i vasi da notte.”
“E ci credo bene!” sbotta il re, fermandolo. “Come accidenti
infileresti un pitale sotto al fufon!”
Merlin non perde la speranza e, ignorando l’interruzione, prosegue
il piccolo tour.
“Nel lavandino
ci lavi le mani. Ok? Nient’altro.” Apre e chiude il rubinetto, per far
vedere come miscelare acqua fredda e calda.
“È stregoneria…” borbotta l’Asino, cercando di imparare.
“Questo,”
e indica il water, “sostituisce il vaso da notte, e ci fai quello che devi.”
Arthur si avvicina, guarda dentro alla strana diavoleria.
“Ma non vedi che è rotto?!” si lamenta, considerando quanto sia mentecatto il suo
valletto personale, per non essersene accorto prima, da sé.
“No, no!
È fatto così!” s’affretta a smentirlo Merlin, mentre
la nobile curiosità s’impenna.
“Perché è un pitale col buco?”
“Perché… uhm…” Come spiegargli il
funzionamento delle fosse biologiche? Delle acque nere? Delle tubature nelle
fogne? “Perché quello che produci va nel dimenticatoio,” taglia corto. “Basta che schiacci qui!”
Arthur fa un salto all’indietro
con un piccolo strillo, quando lo sciacquone produce il familiare mulinello e
gorgoglia.
“E se ci perdo dentro la mia virilità?!”
Lo guarda terrorizzato, mentre Merlin per poco non se la fa addosso dal ridere.
“Se mi risucchia nell’oblio, tornerò di nuovo indietro a
picchiarti e finirai alla gogna, sappilo!” lo minaccia il Re del Passato e del
Futuro, puntandogli un dito contro il petto.
Il servitore reale cerca di ricomporsi, e accenna al
sanitario accanto, anche se le reazioni del suo sovrano sono adorabilmente
asinine.
“Il bidet è come una piccola tinozza.
Ci puoi lavare i piedi, e ehm… quello che lavi di
solito nella tinozza…” spiega, sollevando le sopracciglia allusivo.
Ma Merlin avrebbe dovuto sapere che,
con quel babbeo, bisognava essere sottili come i muri di cemento armato. Millecinquecento anni anche per te, Merlin.
E te lo sei scordato.
Così, non ha calcolato di trovare Arthur in ginocchio,
quella sera, mentre cerca di lavarsi i capelli nel bidet, allagando il
pavimento con gli schizzi ovunque.
Ma pazienza, considera Arthur, facendo
pratica. La stregoneria più grossa è quella tinozza grande di ceramica, che
contiene una fontana e cade come una cascata e con la magia fa bollire l’acqua,
perché non è mica fredda quando esce! È
stregoneria per forza, perché poi si svuota da sola… Forse anche quella va a
finire nel dimenticatoio?
***
“Merliiin!” lo chiama il suo re,
annuendo alla volta del soffitto. “Quelle candele magiche come si spengono? Devi arrampicarti fin lassù ogni volta?” esige di sapere.
“Sono lampadine, Arthur,” replica
il mago, indicandogli un piccolo bottone sul muro. “Si accendono e si spengono
da qui,” chiarisce, pigiando l’interruttore con un
esempio pratico. “Fanno luce, come le candele. Ma hanno una
fiamma speciale.”
“E perché non si consumano?”
“Ci passa la corrente elettrica.”
“La corrente che?”
“Magia, Arthur. È magia…”
“L’avevo detto, io,
che questo mondo moderno è tutto stregoneria!” ne
conviene, pomposo.
***
“Muori! Muori! Dannato mostro, muori!”
Merlin corre verso la fonte dello scontro, col cuore in gola,
per scoprire il suo re intento a uccidere, a colpi di radazza, l’aspirapolvere
che ha acceso erroneamente.
“È un serpente magico! Senti come sibila! E si aizzava
contro di me!” ansima il sovrano di Camelot,
colpendo con lo spazzolone il tubo indiavolato. “Stai lontano, Merlin, potrebbe
morderti!”
Ma il suo servo, solito testone,
decide di non ascoltarlo e s’intromette, ammansendo il mostro con un dito premuto
sulla sua schiena. Di colpo, quello smette di muoversi, pare morto e loro hanno
vinto.
Arthur ha il fiatone e si schiaccia un fianco dolorante. È
un po’ fuori allenamento, deve ammetterlo.
“Ho pensato che fosse… che fosse uscito dal dimenticatoio,”
prova a spiegare. “Quel buco è grosso abbastanza per-”
“Non è così grosso, Asino Reale! E tu hai appena accoppato la mia aspirapolvere nuova!”
“Aspi… che?”
“Millecinquecento anni, Arthur”.
“Stregoneria…”
***
“Dobbiamo immortalare il tuo ritorno!” propone Merlin, tutto
felice. “Perché non ci facciamo una foto ricordo?”
Arthur non ha la più pallida idea di cosa intenda dire il
suo vecchio servitore, ma annuisce, mentre lo osserva rovistare in un cassetto
dell’armadio, per uscirsene poi con una scatola nera
che tiene fra le mani.
“Questa è una macchina fotografica, si chiama Polaroid,” gli
spiega, sbucciando lo strato eterno dello strano aggeggio.
Il re lo osserva, moderatamente scettico, mentre l’altro gli
si avvicina e, spalla contro spalla, lo invita a sorridere.
“Di’ ‘cheese’!” È il suggerimento che Merlin segue per primo.
Ma il giovane Pendragon
si scosta da lui, interdetto. “Ma perché mai dovrei pronunciare ‘formaggio’?!”
“È per farti sorridere, Arthur.”
“Ti stai prendendo gioco di me?” ribatte il Babbeo Reale, incrociando
le braccia e rannuvolandosi.
“Neanche per idea!” lo smentisce Merlin, sgranando gli occhi
con espressione sincera.
“E allora perché mai-”
“Millecinquecento
anni, Arthur,” taglia corto il mago, afferrandolo
per la collottola e stringendoselo addosso, prima di accecarli con una luce
improvvisa.
Arthur sta ancora sbattendo le palpebre, imprecando contro
quell’atto vile, quando la diavoleria moderna sputa fuori un foglio, come un
pezzetto di pergamena e Merlin, quell’idiota del suo amico, glielo passa tutto
contento.
“È stregoneria, Merlin! È stregoneria!” urla lui, di riflesso.
“Mi ha rubato l’anima! È qui, vedi?!”
“No, Sire. Questa è soltanto una foto! È come un piccolo quadro,
un arazzo che ti raffigura.”
“Quindi… la mia anima è salva?” si
premura di sapere con certezza. “Perché non sono mica tornato, dopo mille anni,
per farmi fregare!”
“Non so se il mondo moderno te la corromperà, ma per ora è
al sicuro,” lo tranquillizza lo stregone e finalmente
Arthur può godersi il suo piccolo arazzo.
“Posso tenerla?”
A un cenno d’assenso,
un tramestio felice s’agita nella pancia del re.
È ancora troppo presto, è appena tornato e ci sono mille cose rimaste in
sospeso da un’eternità, ma il sorriso di Merlin riesce ancora a scaldarlo come
un tempo.
Arthur guarda la foto
che li ritrae insieme e sente… sente che è dove
dovrebbe essere. Con Merlin.
***
“Quindi… questo è un forno?”
“Sì, questo è tradizionale. Quello, invece, è un microonde,” spiega Merlin, indicando i due
elettrodomestici. “Se devi solo riscaldare qualcosa, il forno a microonde è
molto veloce!”
Ed è così che gli illustra il funzionamento base, per
rendere l’Asino Reale un filino autonomo.
Ma, ovviamente, non c’è mai limite
al peggio.
“Merlin! È una stregoneria!” urla infatti
il nobile Babbeo, tutto allarmato. “Dal microforno escono le fiamme!”
Il mago si batte una mano in faccia.
“Non devi mettere le cose di alluminio lì dentro, non ci
vanno le casseruole!”
“Ma se non posso metterci i tegami, che accidenti di forno è?”
***
La prima volta che sente una caffettiera gorgogliare, Arthur
afferra un mestolo e lo usa a mo’ di spada, balzando sul nemico.
“Stai indietro, Merlin! Questo essere potrebbe essere pericoloso!”
“L’unica cosa pericolosa è la tua idiozia, Arthur,” sbotta il mago, mezzo esasperato e mezzo divertito, poi lo
ferma giusto in tempo, prima che tenti di infilzare la povera moka.
Sotto lo sguardo allucinato dell’Asino Reale, l’ex valletto
versa il liquido scuro in due tazze e gliene porge una, suggerendogli di
zuccherarlo a piacere.
Re Pendragon palesa la sua altera
indignazione con un: “Di grazia, hai intenzione di farmi bere acqua di palude?! È un infuso così torbido che neppure le brodaglie di Gaius erano così fetide!”
“Fidati, assaggia.” Merlin insiste, dando per primo il buon
esempio.
Arthur gli lancia un’altra occhiata perplessa e annusa,
cauto, la sbobba fumante. L’odore
pungente non è affatto incoraggiante.
Vecchi ricordi di
calici avvelenati riaffiorano alla mente… con Ninueh.
E anche intricati
labirinti, unicorni, scommesse e sacerdoti ritornano prepotenti.
Ma il suo servitore ha vuotato la tazzina in
un sol sorso e, se l’ha fatto lui, Arthur non è da meno.
La bevanda calda cola giù nello stomaco, il sapore è
particolare, strano. Strano,
ma buono.
Arthur osserva ora la caffettiera ora il recipiente vuoto.
“Uhm… non mi è chiaro come tu abbia munto quella bestia magica, ma il risultato è soddisfacente”.
***
“Non canzonarmi, Merlin!” erompe il Re del Passato e del
Futuro, fulminandolo con uno sguardo perplesso.
“Ti dico che è così!”
Arthur si rigira nuovamente lo strano oggettotra le mani, ma
resta scettico. Tasta il cinturino di pelle – bestia pregiata, senza dubbio, e concia
perfetta –, scruta il vetrino tondo e i numeri incisi all’interno. Le due
piccole lance in movimento sono senz’altro stregoneria. Merlin sguazza nel suo
elemento da mattina a sera. Questo mondo
moderno è tutto stregoneria!
“E quindi… questo serve davvero
per segnare le ore?”
“Sì, è come… uhm… una clessidra, all’incirca.”
“E la sabbia dove la metti?”
***
“Questa invece è una sveglia,”
chiarisce lo stregone, sventolandogli davanti al naso un oggetto rettangolare,
sottile e nero. Da un lato, però, è bianco. Anche quello ha le lance che si
muovono per effetto della stregoneria.
“Sembra un orologio…” obbietta il Re in Eterno.
“Beh… è anche un
orologio,” concede il suo vecchio valletto,
grattandosi la testa. Ma questo non aiuta.
“Se è come un orologio, perché non si chiama ‘orologio’?” ribatte il re, perché – da quando si è
risvegliato dal suo lungo sonno – sembra che il mondo si diverta a complicargli
la vita.
“Perché puoi leggere le ore, sì, ma la sua funzione
principale è darti un allarme…”
“Come le campane di Camelot,
quando c’era un pericolo?” tenta il re, raschiandosi la barba, sempre più
dubbioso.
“No, non proprio. Serve a svegliarti a un dato momento che
decidi tu.”
“Uhmm…”
“Tu imposti un allarme, e quello suona quando il tempo è
arrivato.”
“Uhmm…”
“Vedi? Si fa così!”
E d’improvviso un suono terribile, che lacera le orecchie e stritola il
cervello, esplode nell’aria, facendolo saltare fuori dalla propria pelle per lo
spavento.
“Bontà divina!” esclama il monarca, con una mano ancora
schiacciata sul cuore impazzito per colpa di quella stregoneria. “Sono le
trombe dell’inferno!”
***
“Merlin! Merlin! Merli-iiin!” Le urla crescono d’intensità, come l’ansia che trapela da Sua
Maestà.
Il povero mago accorre in aiuto. Non sa ancora se sia per
salvare il suo sovrano o qualche suo elettrodomestico, che ha avuto l’ardire (o
la sfortuna) d’incrociare la strada del Re in Eterno.
“Merlin!” ripete l’Asino Reale, sul punto di una crisi di
nervi, presentandosi attorcigliato attorno al filo del telefono che lo sta
stritolando come un boa constrictor, mentre la cornetta del telefono scodinzola
nel vuoto.
“Quest’essere canaglia mi ha catturato a tradimento!”
inveisce oltraggiato.
“Ne dubito…” borbotta il mago, avvicinandoglisi.
“La bestia magica si è messa a ululare quando le sono
passato vicino!” riprende il re, ignorando il suo commento. “E
allora l’ho colpita e d’improvviso ho sentito una voce provenire dalla sua
pancia, ma non vedo gente! Questo è un incantesimo, Merlin! Devi liberare le persone lì dentro!” gli ordina, con urgenza.
Lo stregone lo aiuta a districarsi e poi ripone la cornetta
sul suo supporto, tacitando la voce preregistrata di qualche offerta
commerciale.
“Ha… smesso,” realizza il Babbeo,
stupefatto.
“Già,” concorda Merlin.
“Ma non sono morti, vero?”
“Credimi, stanno tutti bene.”
“Ma se… E se quel mostro ci attaccasse
di notte e con le sue spire ci soffocasse? Perché accidenti tieni una bestia
così pericolosa in casa?!”
“Millecinquecento anni, Arthur.”
“Oh, dannata stregoneria!”
conclude il nobile Somaro. “Ma,
ti avverto, se lo vedo strisciare verso di me, lo scuoio!”
***
Anche un abbigliamento consono a un re è un compromesso
sfinente.
Merlin si è consumato la pazienza, spiegandogli che no, non può andare in giro
con la sua armatura né con elmo e spada.
Gli stivali che indossava, poi, sono davvero, davvero rovinati e urge un moderno
guardaroba. Ma convincere l’Asino a scegliere tra
indumenti nuovi è cosa ardua… Le felpe sintetiche pungono, queste braghe strane
stringono, quelle camicie sono indecenti. “Merlin,
non vedi che sono quasi trasparenti? Possibile che non ci sia un solo sarto
capace di lavorare?!”
“Arthur, non puoi mettere per sempre i pantaloni della
tuta!”
“Sì che posso! Io sono il re, Merlin!”
“Ma i jeans sono più-”
“Quella tagliola mi
ha quasi evirato, idiota!”
Merlin ride, ignorando l’insulto, mentre lo aiuta a coprirsi
e solleva la cerniera al posto suo.
Arthur lo guarda, mentre lo veste.
“Come ai vecchi tempi,
eh?” ammicca il servo reale.
“Le mie vecchie braghe coi lacci
erano certamente più confortevoli…”
Merlin gli strappa un bacio e Arthur smette di mugugnare.
- Fine
-
Disclaimers: I personaggi di Merlin, citati in questo
racconto, non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.
Ringraziamenti:
Un abbraccio alla mia kohai, che subisce le mie
paranoie e mi beta le cose al volo. Tilovvo, Giuls! E a Maryluis, per il prezioso supporto!
Note: Okay, forse non tutti
gli inglesi hanno il bidet in casa, ma amen. Merlin ce l’ha! XD
La Polaroid è una cosa sorpassata, ma ce lo vedo
Merlin, da nerd nostalgico, ad usarla ancora.
Ringrazio tutti gli utenti che hanno messo questa
raccolta nei preferiti, seguiti e da ricordare! Come sempre, grazie a chi si fermerà a lasciare un parere.^^
Per chi fosse interessato a sbirciare cosa mi ha tenuta impegnata in questo lungo tempo, lascio il link del
mio profilo Amazon.