Synchronicity

di Sarah Shirabuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Allen X Krad ***
Capitolo 2: *** Moritz X Valentina ***
Capitolo 3: *** Martino X Lucrezia ***
Capitolo 4: *** Sebastian X Leo ***
Capitolo 5: *** Theresa X Edward ***
Capitolo 6: *** Marina X Jane ***



Capitolo 1
*** Allen X Krad ***


Nuovamente, nel Paradiso di Luce ed Ombra
Io ti ritroverò 


Per un secondo il tempo sembra quasi fermarsi: Krad cade a terra, poco dopo essersi guardato la mano sporca di sangue. Ma com'è possibile, se nessuno lo ha colpito? Guarda Valentina dietro di sè: è incosciente, ma l'ha salvata e questo è ciò che conta. Fa per alzarsi ma una nuova ferita compare sul suo corpo: sta morendo. Una pozza da prima piccola e di colore bianco si sta formando e mescolando al suo sangue, è un segno: Faith lo sta abbandonando. Un momento: ciò signicica che, nonostante la punizione di suo Padre, il Creatore, la sua Virtù era ancora dentro di lui? Per questo si sentiva protetto, per questo ha avuto fino a quel momento il potere di impugnare la Lancia Divina: la sua Virtù non lo ha mai abbandonato anche se lui, come Krad, era ormai corrotto. Corrotto da Lussuria, corrotto dall'amore... non lo sa più. Fa male: le ferite fanno malissimo, nonostante nessuno gliele abbia inferte continuano a comparire a vista d'occhio. " Aiutami... ". Sibila solamente la più potente tra le Incarnazioni Angeliche, colui che era più vicino al Creatore. " Padre... aiutami... ". Mormora. Si trascina a fatica fino a quasi raggiungere la propria arma: anche così ridotto pensa, deve reagire e combattere. " Padre! Devi permettermi ancora una volta di usare la mia lancia, devo punire i peccatori, devo... ". Qualcuno tuttavia è più rapido. Con un calcio allontana la lancia di Faith da colui che ne è il proprietario per poi pararsi davanti a lui. Non lo sta guardando con scherno, anzi: sembra quasi provare pietà per lui. " Tu! Maledetto... peccatore, io... ". Ma tossisce sangue ancor prima di poter dire qualunque cosa. L'altra persona sospira pesantemente per poi lanciare un'occhiata alla lancia di Faith. 

" E' rotta, Krad: non puoi più usarla, fino a quando non rinascerà la nuova Incarnazione Angelica di Fede sarà solo un vecchio pezzo di metallo senza nessun valore ". Commenta solamente mentre invece, sicuro di sè, lui impugna la propria spada. 

" Non è rotta! Non è vero! ". Ma deve ben presto ricredersi: le gocce bianche si stanno dirigendo tutte verso la lancia, come a volerla rigenerare. La punta di essa è ormai distrutta, il resto presenta vistose crepe. Krad si sente per la prima volta perduto, incapace di reagire: come farà a combattere senza la sua arma? Eppure lui, il suo nemico giurato è li davanti, a pochi passi di distanza. Colui che si rivela essere Allen lo osserva un istante: sarà pur vero che si sono affrontati fino alla morte del figlio del Creatore, come Lussuria e Fede. Ma è pur vero che, come Allen e Krad, erano e sono fratelli gemelli. 

" Sei proprio uno sciocco, fratello mio ". Commenta solamente il capo delle Incarnazioni Demoniache. In seguito si inginocchia per poter arrivare all'altezza del minore che lo guarda: per la prima volta non c'è odio in quei bellissimi occhi color del Cielo, ma c'è tanta, tanta disperazione per non essere riuscito a portare a termine la sua missione. 

" Ti prego! Se non sono nemmeno in grado di punire i peccatori, allora non sono degno di vivere nel mondo creato da mio Padre! Uccidimi! ". Fa solamente, esasperato e ormai consapevole che la vittoria non sarà più sua. Allen lo osserva qualche istante per poi posare a terra la propria spada: è come se ora, fosse solo il suo lato umano a prevalere. Posa una mano su quella di Krad per poi guardarlo intensamente. 

" Non posso, e lo sai: non ti posso uccidere, anche se come Lussuria sarebbe mio compito. Come Allen, non potrei mai levare la spada su mio fratello, anche se lo meriteresti ". Non ha mai parlato così: non è mai stato " Allen " a parlare a " Krad ": chi si è affrontato fin ora sono sempre e solo stati Lust e Faith. Ma ora... No: non serve più pensare, ma agire. Istintivamente Allen abbraccia il fratello che, seppur da prima provi ad opporre resistenza in fine cede. 

" Fa male! Mi fa male! Troppo dolore, troppa sofferenza! Sto sentendo il peso di tutta la sofferenza umana, le ferite che la rottura della mia lancia provoca, sono in realtà tutta la sofferenza del genere umano. Ma non riesco più a sostenerlo! Non riesco più! ". Il dolore non pare più far ragionare colui che un tempo era il leader delle Incarnazioni Angeliche. La sua nemesi si limita a stringerlo ancora per un pò. 

" Sta calmo, tra poco non dovrai più sostenere tutto questo peso da solo: è finita, Fede. Anzi, Krad: è finita, non sentirai per molto questo dolore insopportabile. Credimi, lo so ". Commenta solamente. Krad pare calmarsi ed osserva qualche momento il fratello, poi in un bagliore bianco una crepa divide letteralmente in due la lancia di Faith. " Ti ritroverà, nel Paradiso di Luce ed Ombra io ti ritroverò. Ma ora, riposa in pace ". Commenta solamente Lussuria, alzandosi da terra dove posa il corpo del gemello. " Addio, Fede. Addio, Krad... ". Mormora per poi guardare valentina: lo sa bene, la sua prossima avversaria sarà lei. Ma con Giustizia non sarà altrettanto indulgente: la spada si illumina di un'intensa luce ametista mentre lui ghigna: quella donna sarà sua, volente o nolente. Poi i lsuo sguardo torna sulla lancia di Krad: è ormai rotta, inutilizzabile. Eppure da essa, traspare una forte malinconia e solitudine. 


Salve a tutti! Ed eccomi con il primo capitolo, con protagonisti loro: i due leader delle fazioni Angeliche e Demoniache, i figli di Dio e di Lucifero. Nati come gemelli, Lussuria e Fede si scontrano e quest'ultimo perde la battaglia. Ma il fratello, per qualche momento, si comporta più da umano che da Incarnazione Demoniaca... 

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Capitolo 2
*** Moritz X Valentina ***


Se non riuscirò a raggiungerti dopo il crollo della Luce, 
allora distruggerò questo Paradiso con le mie mani


" Devo resistere... non posso cedere proprio ora ". La giovane dalla chioma mogano impugna la lancia di Krad: in fine, in punto di morte Fede ha voluto aiutarla e, gerazie al potere divino di Dio, la lancia è stata nuovamente ripristinata nelle sue originarie condizioni e, grazie al consenso di Faith, l'incarnazione di Giustizia sta riuscendo ad impugnarla. Dall'altra parte tiene lo scudo di Justice, pronta al peggio: colui che ha di fronte è malvagio, non sa cosa aspettarsi da lui ed è bene che mantenga gli occhi aperti e la guardia alta. Tuttavia usare le armi di due Virtù la sta letteralmente sfiancando ed inizia a sentire la stanchezza. Ma sa di non poter cedere: Martino, Sebastian e Theresa sono andati al di là del cancello Divino, alla ricerca del Creatore e soprattutto, dei suoi quattro fedelissimi Arcangeli. I soli che potrebbero aiutare le Virtù ad affrontare il più crudele dei nemici, il più inaspettato e che ora sta esattamente di fronte a Valentina: tiene tra le mani lo specchio di Pride e ghigna sadico. Le crepe sull'arma non ci sono più, nessuna traccia di esse e questo, che lei lo voglia o meno sta spaventando la giovane figlia del Creatore. 

" Suvvia, Giustizia: sei esausta. Tutto ciò che puoi fare è piegarti a me ed inginocchiarti ai miei piedi ". Commenta sadico il giovane dalla chioma mogano. In tutta risposta lei gli rivolge un'occhiata disgustata per poi prendere parola. 

" ma che razza di mostro sei, Moritz Glassred? Che razza di demonio sei?! Avevo distrutto lo specchio di Pride con la lancia di Krad! Sei morto sotto i miei occhi, come fai a stare ora in piedi di fronte a me?! E come hai raggiunto l'Heaven Gate? ". Chiede e rivelando che, colui che le è di fronte, è niente poco di meno che Moritz: incarnazione demoniaca di Superbia e fratello minore di Allen e Krad, nonchè suo ex ragazzo prima che lei stessa scoprisse la propria natura divina. La risposta di lui la shocca decisamente. 

" Come? Questo è il luogo dove io stesso nacqui, non posso non riuscire a raggiungerlo, ti pare? ". Chiede sarcasticamente. La donna scuote il capo mentre lui prosegue. " Io non sono chi avete creduto fin ora: che ingenui... ". Commenta mentre la donna lo guarda: nei suoi occhi nota una folle luce color viola, il colore tipico di Superbia. Quell ostesso bagliore che vide quando, anni prima, Moritz diede di matto al funerale di Ettore, suo amato padre. " Credevate davvero che avrei mandato i miei figli in avan scoperta, da soli contro voi altri? Con chi credete di avere a che fare? ". I suoi figli? Valentina sbianca di colpo mentre un atroce sospetto inizia a prendere forma in lei. Lui le si avvicina sogghignando cinicamente: con uno scatto le fa cadere a terra lo scudo di Justice e le afferra il polso. Lei deve trattenersi dal gridare: quella mano sembra fatta di fuoco, la pelle le brucia. 

" Superbia, chi diavolo sei veramente?? ". Chiede la figlia del Creatore, incapace tuttavia di sottrarsi alla presa. In tutta risposta lui si avvicina al suo orecchio per poi rispondere alla sua domanda. 

" Brava, hai usato la parola giusta ". Commenta mentre lei inizia a tremare per la prima volta spaventata. " Chissà cosa direbbe il Creatore, se facessi mia la sua figlia prediletta proprio qui, all'entrata del suo regno incantato? Come pensi reagirebbe? Credi verrebbe in tuo soccorso? ". La ragazza non può fare a meno di sbarrare gli occhi sconcertata: queste blasfemie possono appartenere solo ad un individuo: è pazzesco! Lo hanno cercato per tutto quel tempo, e lui è sempre stato presente accanto a loro. E non solo: è anche stato suo fidanzato! 

" Mio padre mi salverebbe in ogni caso! Non pronunciare queste blasfemie in questo luogo sacro.. ". Esita a pronunciare quel nome. No, pensa: non deve mostrarsi debole. "... Lucifer! ". Lo chiama in fine. L'altro non molla la presa sul suo braccio ma, di li a poco, riprende parola. 

" Puoi cercare di scappare, Giustizia. Potrai andare anche da tuo Padre, ammesso e non concesso che riesca ad incontrarlo. Ma sappi che ti troverò ovunque tu sia. E se sarà necessario, distruggerà questo Paradiso che tu chiami casa con le mie stesse mani ". E' una minaccia? Si, è una minaccia celata dietro una promessa, pensa Valentina: non sta scherzando. Non solo il suo incubo peggiore è divenuto realtà, ma ora p letteralmente sola ad affrontarlo. Moritz si è rivelato essere niente poco di meno che la reincarnazione di Lucifer, il tramite con il quale il Signore dell'Inferno e padre delle Incarnazioni Demoniache è potuto rinascere. Ecco spiegato tutto: Moritz era effettivamente morto, ma Lucifer ne ha approfittato per insidiarsi nel corpo di colui che, comunque, ospitava il peccato che gli è proprio: la Superbia. E batterlo non sarà facile, se non pressochè impossibile. E soprattutto, l'obiettivo del Signore Infernale pare proprio essere Giustizia. 


Salve amici, come va? Ed eccomi con il secondo capitolo di " Syncronicity ": stavolta i protagonisti sono Moritz e Valentina. Come farà l'Incarnazione di Giustizia a sconfiggere un nemico tanto temibile? Riuscirà a non farsi sopraffare dalla potenza della non solo incarnazione demoniaca di Superbia, ma anche reincarnazione di Lucifer? 

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Capitolo 3
*** Martino X Lucrezia ***


Alla fine della strada per il Paradiso, mani calde mi furono offerte.
Ma non riuscirono a raggiungermi. 


La giovane donna pare quasi perdere i sensi per un istante: il dolore è lancinante. Accanto a lei il bicchiere di cristallo: è in frantumi. Ciò può voler dire solo una cosa: non guarirà mai da quella ferita infertale da Carità con la sua balestra: ha distrutto la sua arma e così, sentendo il corpo ospite morire, anche il suo peccato la sta abbandonando. Infatti a terra si è formata una pozza arancio sempre crescente, mischiata al sancue della donna. Sente dolore anche al polso: lo stesso polso che si era azzannata in preda alla fame, quella fame che l'aveva persino indotta a tentare di divorare sè stessa. I suoi occhi riprendono lentamente il colore originario, è un segno che oramai Gluttony l'ha quasi del tutto abbandonata, decidendo di far provare a Lucrezia tutto il dolore che comporta morire. Tuttavia la donna non pare pienamente consapevole di questo: cerca di alzarsi da terra per potersi portare vicina al bicchiere. " Se lo riaggiustassi, allora io... ". Tossisce sangue non appena si mette su un fianco: è impossibile che riesca a muovere anche solo un passo, anzi, anche solo alzarsi in questo momento è impossibile. Dall'altro lato, lui: Martino. Sorregge la balestra di Carità con la mano destra, gli occhiali sono volati da qualche parte durante lo scontro ma in quel momento non gli importa: in quel momento è Charity a prevalere, non l'umano Martino ma la Virtù che è rinata tramite lui. Osserva il suo opposto che sta lentamente morendo e qualcosa si muove nel suo gelido animo: sa di aver agito bene e di aver solo eseguito gli ordini di Krad, ma come mai di punto in bianco, tutto ciò gli pare profondamente ingiusto? Prima di essere un'incarnazione demoniaca, quella donna era Lucrezia: una donna, una madre che ha sofferto e che ha sempre lottato per suo figlio e per lui solo. Per lui è scesa in campo, per proteggerlo dalla furia di Fede e Carità, che sicuramente non lo avrebbero risparmiato se lei non fosse intervenuta. In oltre c'è anche la questione di Allen: non le è mai andato giù il fatto che colui che è stato suo marito e suo amato, il padre di suo figlio, abbia sempre amato Giustizia e che l'abbia solamente usata come " sostituta ". " Mi rimetterò in piedi e ti divorerò, maledetta... ". Sibila infuriata la rossa, il morso della fame la attanaglia: vuole mangiare. Non resiste più e, ora che lo vede meglio, non pensa a quel bicchiere come ad una cosa da aggiustare, ma da divorare! Sarebbe disposta a mangiare anche quei cocci, ormai non si controlla più. " Datemi... datemi...! ". Qualcuno la sorregge improvvisamente: non sa nemmeno lui come mai ma, vedendola in quello stato, la pietà lo ha invaso e si è precipitato da lei. 

" Riposa ora, Gola: è finita. Non c'è più bisogno che ti agiti... ". commenta solamente il giovane dalla chioma rossa. Lucrezia può avvertire chiaramente quell'odore aprticolare: lo percepì anche all'inizio del loro scontro. Quel profumo che la sta invadendo lentamente e che, incredibilmente, sta calmendo la fame residua che il suo peccato, nella propria crudeltà, le ha lasciato provare prima di uscire dal suo corpo e, tramite quella pozza arancio, posarsi sul bicchiere di cristallo cercando di ripararlo. 

" E' cannella... ". Sussurra solamente la donna: è vero, quello è profumo di cannella. Un profumo che la riporta a moltissimi anni prima quando, ancora giovane ed innocente e totalmente ignara della propria vera natura, incontrò Allen. " Anche lui aveva questo profumo... ". Sussurra. Colui che si rivela essere Martino la guarda: sente il potere di Gola indebolirsi sempre di più. 

" Perdonami, Krad, ma io sono Carità, dopo tutto: non potevo restare indifferente e lasciarla morire da sola. Sarebbe stato troppo per me, sarebbe significato andare contro la mia stessa Virtù... ". Mormora semplicemente l'occhialuto. Lucrezia lo guarda un momento per poi percepire qualcosa di diverso dall'odio verso quell'uomo. 

" Ah... lo sento, sai? ". Sussurra attirando così l'attenzione di Martino. " Il tuo profumo, il profumo di quella Virtù così pura: tu non sei come lui. Scappa... scappa finchè sei in tempo... ". Commenta solamente mentre la Virtù di Carità la osserva sorpreso: cosa intenderà dire? " Puoi... puoi restare qui con me ancora per un pò? ". Chiede poi la rossa. martino rimane sorpreso qualche istante, per poi comprendere che questo è il desiderio dell'umana Lucrezia, ormai quasi totalmente libera dal suo peccato. Annuisce per poi posare una mano sulla sua, che a sua volta è posata sulla vistosa ferita all'addome. 

" Rimarrò al tuo fianco, Gola... ". Ma lei lo interrompe, scuotendo il capo seppur molto flebilmente. 

" Lucrezia... io sono Lucrezia... ". Lo dice quasi in un sussurro. Martino annuisce: i suoi lunghi capelli sfiorano il viso della donna, facendole nuovamente percepire quell'intenso aroma di cannella. 

" Lucrezia, va bene: se è ciò che desideri, rimarrò al tuo fianco ". Fa con decisione Carità. Lei annuisce per poi pronunciare le sue ultime parole.

" Ricorda ciò che ti ho detto: tu... tu non sei come lui ". Fa solamente, prima che in un'intensa luce arancio tutti i frammenti del bicchiere si sbriciolino in tanti cristalli minuscoli: è finita. Gola ha lasciato questo mondo, eppure un dubbio atroce attanaglia Carità: ha seguito gli ordini del capo, ma non è più così sicuro che sia stata la decisione migliore. 


Salve amici, come va? Eccomi con il terzo dei sette capitoli di questa storia: Lucrezia sta morendo, ma percepisce chiaramente il vero animo di martino, colui che l'ha uccisa. 

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Capitolo 4
*** Sebastian X Leo ***


In passato non avevo un luogo dove andare e tessevo voci lontane. 
Ai margini della storia che si ripete, dedico me stesso al destino.


Sebastian rimane qualche istante incredulo: perchè? Perchè il suo avversario non lo ha mai attaccato? Ha solo schivato i suoi colpi e comunque, anche nel fare questo ha avuto non poche difficoltà. E' stato come se non gli importasse di nulla, è come se nè la vittoria nè la sconfitta lo riguardassero o gli interessassero. Era come se tutto quanto lo scontro gli provocasse solamente una gran noia. Ed ora il colpo di scena che mai il figlio di Dio si sarebbe aspettato: il peccatore solitario, colui che non ha neppure mai cercato l'approvazione degli altri suoi compagni semplicemente perchè anche questo lo avrebbe annoiato a morte, si è in fine gettato dal tetto della Villa. E Sebastian non ha potuto farci nulla, tutto è stato dannatamente rapido e non ha potuto agire in alcun modo per cambiare il corso degli eventi. Per un secondo anzi, gli è quasi sembrato di vedere l'incarnazione di Accidia sorridere per poi asserire che per lui questa vita è decisamente troppo noiosa e non vale la pena viverla. Ha abbracciato poi la bambila di Sloth parlandole come si fa ad un bambino: le ha accarezzato amorevolmente i capelli azzurri, dicendole che sarebbe sicuramente andato tutto bene e che, in ogni caso, lui le sarebbe rimasto accanto finoalla fine anche se era rotta. Ed in quel momento Sebastian riuscì a scorgere una lieve crepa su quella bambila, ma chi l'abbia provurata non è dato saperlo. Poi improvvisamente, Leo Glassred si è buttato da quel tetto lasciando l'Incarnazione Angelica di Forza del tutto sconvolto e spaesato. Come scosso da chissà che cosa, il terzogenito del Creatore si affretta a rientrare alla villa: inizia a scendere le scale, correndo come fosse inseguito dal diavolo in persona. " Che cos'hai fatto?! Che cos'hai fatto?! perchè?! ". Fa esasperato e, una volta giunto al piano terra spalanca la porta principale come un indiavolato, correndo al giardino senza minimamente accorgersi che Theresa è dietro di lui. Infatti, notando il compagno di battaglia scendere le scale in quel modo ha intuito che deve aver vinto lo scontro con Leo, allora perchè è così sconvolto? Speranza giunge in giardino di li a poco, per poi prendere  parola di li a poco. 

" S... Sebastian? ". Lo chiama semplicemente ma, non ottenendo da lui risposta riprova di li a poco. " Sebastian...? Come...? ". Forza lascia cadere a terra la propria spada per poi crollare sulle ginocchia, lo sguardo fisso su un punto ben preciso ed una luce fuxia che attraversa quello sguardo altrimenti di ghiaccio. 

" E' morto... ". Sentenzia, notando poco più in la la bambola di Sloth in frantumi. Theresa rimane in silenzio mentre, dopo alcuni istanti Sebastian si alza per poi raggiungere l'ormai ex avversario e stringendolo tra le braccia, posandogli il capo sul proprio grembo mentre, sulle proprie mani e miste al sangue nota delle gocce azzurre. " Leo Glassred è morto, Theresa! E' morto a soli diciassette anni e per colpa mia! Io, io avrei dovuto redimerlo ma ho solo ottenuto che si gettasse da quel maledetto tetto! ". Grida in preda alla disperazione il corvino, stringendo forte a sè il corpo del biondo come fosse suo figlio. " Avrei dovuto fermarlo! Io avrei dovuto impedire che ciò accadesse! Avrei dovuto redimerlo, ma non ne sono stato capace! Non sono degno di essere il nuovo vicecapo delle Virtù, non sono degno di essere chiamato Forza se... se... ". Si guarda le mani intrise di sangue e liquido azzurro. Strano: è come se Sloth avesse abbandonato in anticipo il corpo di Leo intuendone le intenzioni. Theresa è la prima ad accorgersi di questo fatto.

" Sebastian, aspetta... ". Sussurra semplicemente Hope, per poi avvicinarsi con cautela alla bambola di Sloth e nitando che si è già ricomposta. " Sebastian, guarda! ". Grida semplicemente l'incarnazione Angelica di Speranza. Lui volge lo sguardo verso la compagna, e ciò che vede lo lascia incredulo e sconcertato.

" Ma è intatta! ". Constata semplicemente e notando che la bambola di Sloth si è già ricomposta. " Ma com'è possibile? Il nuovo Accidia non è ancora in questo mondo, allora come... ". In oltre pensa, perchè una singola crepa è rimasta? E' quasi invisibile ma c'è, ed è proprio sul capo delal bambola. Da ciò che ne sa però, solo un altro peccato avrebbe potuto danneggiare uno dei sette contenitori demoniaci senza compromettere la vita dell'ospite. Che qualcuno abbia cercato di distruggere Sloth per liberare Leo? E se si, chi? E' Theresa ad interrompoere il flusso dei pensieri di Sebastian, avvicinandosi cautamente a lui. 

" Credo che in fine, Sloth avesse intuito le intenzioni di Leo: dopo averlo spinto al suicidio ha abbandonato il suo corpo. E' morto da umano. O meglio, è precipitato da quel tetto ma... ". Non fa in tempo a finire la frase: il corvino si precipita dal figlio di Allen e Lucrezia per poi inginocchiarsi, guardando Theresa. 

" Se Sloth se n'era andato da prima della sua morte, se come dici tu lui era umano quando è precipitato dal tetto, ciò significa che la vita di Leo era svincolata da quella bambola! Allora, potrebbe... ". Guarda il biondo e finalmente se ne accorge: seppur debolmente sta respirando! Il peccatore solitario è vivo, non più in veste di nemico. Ora è solo Leo Glassred, un giovane di diciassette anni. Questo anche Theresa, ma sorpattutto Sebastian lo percepiscono. Forza afferra la mano del suo ex opposto per poi decidere di prendere parola, come ad incoraggiaròlo a lottare per la sua vita. " Non sei più solo, Leo: coraggio! Vivi! Almeno tu, devi vivere! ". Fa semplicemente l'incarnazione di Forza, iniziando ad usare il suo potere per curare la ferita dell'ex avversario. Non può ancora crederci ma è così, è riuscito a redimerlo! E non intende permettere che muoia, specialmente ora che è un giovane umano privo di colpe. 

Sebastian non sa che qualcuno ha osservato la scena: colui che ha tentato di distruggere Sloth ma che l'ha comunque indebolito molto tiene tra le mani la propria spada, intrisa di gocce porpora che lentamente la riparano dalla leggera crepa creatasi. Una donna dalla chioma rossa lo sorregge un momento mentre lui scuote il capo. " Sto bene, non serve che mi aiuti ". Commenta solamente il giovane dalla chioma ametista. Lei scuote a sua volta il capo per poi continuare a sorreggerlo. 

" E io ti aiuto lo stesso. Consideralo un modo per ringraziarti: hai salvato nostro figlio, Lo hai reso libero, aiutando quella Virtù a redimerlo e colpendo la bambola, indebolendola con la tua spada. Hai impedito la morte di Leo, e io... ". Non dice altro. Colui che si rivela esere il suo ex marito e padre di Leo la guarda un istante, sorridendo lievemente. 

" Lucrezia ". La chiama, mentre lei alza di colpo lo sguardo verso di lui. " Vedi di non farti ammazzare da quegli Angioletti, intesi? Senza di te, mi sentirei davvero perduto ". Comemnta semplicemente il Capo delle Incarnazioni Angeliche. Lucrezia rimane stranita mentre lui, ripresosi completamente dalla debolezza precedente, fa qualche passo per poi darle le spalle. 

" Allen, io... ". Lei cosa, si chiede? Cosa vorrebbe dirgli esattamente? Lui sorride appena, ovviamente senza farsi vedere da lei.

" Lo so ". Fa solamente: come Lussuria infatti, ha anche percepito i sentimenti di Lucrezia per lui. Ironico, pensa: lui, il figlio diLucifero, ha percepito il sentimento dell'amore. Scuote il capo per poi proseguire la frase di li a poco, rimanendo sempre di spalle. " E credimi, anche per me sei stata e sei importante. Combattiamo, Lucrezia: combattiamo ed usciamone vincitori, insieme. Ho una grande fiducia in te ". Fa semplicemente colui che si è rivelato essere Allen, per poi incamminarsi ed andarsene in direzione dell'entrata: tra poco toccherà anche a lui combattere. Lucrezia rimane qualche istante interdetta, portando una mano chiusa a pugno sul cuore che, sentendo quelle parole, ha preso  a battere all'impazzata.

Salve amici, come va? Eccomi con il quarto capitolo di questa " Sincronia ", in cui vediamo la redenzione di Leo e, in fine, una scena tra Aleln e Lucrezia che ci rivela che, in realtà, la redenzione è stata possibile perchè Sloth era già stato indebolito in precedenza e proprio dal capo dei peccati. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, ci si sente al quinto! Baci


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Capitolo 5
*** Theresa X Edward ***


Ti lascerai morire inutilmente?
Eppure, io continuerò a pregare. 
Vorrei salvarti, ma i nostri sentimenti non riescono ad unirsi. 


Theresa cerca di riprendere le forze: lo scontro si stà protraendo da parecchio tempo, e lei deve ammettere, ha davvero cresuto che stavolta sarebbe stata eliminata: il potere del suo opposto è davvero impressionante e fuori da ogni umana immaginazione. Certamente sapeva che non sarebbe stato facile vincere, ma non si aspettava nemmeno una forza di tale portata e soprattutto, così tanto odio concentrato in una sola persona. Eppure pensa, è stata sciocca: doveva aspettarselo, in fin dei conti Edward è pur sempre il vice capo delle Incarnazioni demoniache. La bionda sente tristezza, una tristezza infinita: come Edward e Theresa avrebbero anche potuto rimanere insieme, essere una coppia come tutte le altre. Avrebbe potuto aiutarlo a sconfiggere i demoni del suo passato, lo avrebbero fatto insieme ma ora non è proprio più possibile: come Ira e Speranza sono infatti destinati allo scontro. Eppure pensa la figlia di Dio, è strano: Ira stava per pugnalarla con il coltello di Anger, ma improvvisamente si è fermato: si è portato una mano al capo iniziando ad inveire con una furia inaudita. " E... Edward... ". Mormora solamente la bionda. Lui non pare sentirla, la sola cosa che fa è stringere forte le mani attorno al capo. 

" Zitti! No! No, non lo posso fare, lo capite?! Lei... lei mi amerà! Mi amerà quando saprà di non avere scelta, quando perderà ogni speranza vedendo i suoi amici morire davanti a lei! No! No! Ho detto di no! ". Continua il suo delirante monologo. Theresa porta una mano alla bocca sconvolta, le lacrime scendono dai suoi occhi: vorrebbe solamente redimere Ira e salvarlo, porre fine allo scontro una volta per sempre. 

" Edward, ti prego! Io... io non posso amarti, ma tu puoi vivere! Ti prego, ti scongiuro: lascia che io ti redima! ". Lui la guarda con occhi brucianti, una scintilla rossa passa in essi. 

" Taci! Loro dicono che tu non mi vuoi amare e che ti devo uccidere! ". La bionda tiene a portata di mano il proprio arco per difesa, anche se preferirebbe e spera di non doverlo usare. 

" Loro chi? Non c'è nessuno qui! Ti prego, mi devi ascontare! Torna in te! ". Tenta nuovamente la giovane ma, in tutta risposta lui si lascia andare ad una risata sprezzante. 

" Le voci, ecco chi. Le voci dei precedenti Ira, loro dicono che tu non mi amerai e che ti devo uccidere. Io ho provato a convincerli del contrario, ma il tuo atteggiamento di certo, non è stato d'aiuto! ". Uno sguardo folle viene ora rivolto alla bionda, lei arretra istintivamente: non vuole combattere, non vuole essere obbligata ad ucciderlo. Arriva spalle al muro, il suo opposto di fronte a lei che le punta il coltello dritto alla gola. " Di addio alla vita, Speranza. E mi raccomando, salutami tanto paparino! ". Fa poi Edward, mentre Theresa chiude gli occhi: se è qusto il destino che suo Padre le ha riservato non le resta che accettarlo. Un urlo da parte di lei, poi... 
Sangue: c'è del sangue a terra. Theresa è shoccata: gocce rosso vivo si mischiano al porpora del sangue di colui che, per evitarle la morte, si è pugnalato con la sua stessa arma. " E... Ed... ".Sussurra, incapace eprsino di muoversi: lo percepisce chiaramente. Il lato umano ha prevalso su Anger ed Edward, pur di salvarla, nel suo unico momento di lucidità ha preferito suicidarsi. " Ed! ". Lo chiama disperata e facendo per soccorrerlo, ma lui si allontana. 

" Stà lontana! ". Grida, estraendo il pugnale dal suo corpo e provando un dolore indicibile. Piccole crepe si stanno formando su esso, ma il potere di Ira pare essere ancora molto, troppo attivo. " Non basta... ". Mormora solamente l'incarnazione di Ira e, senza che Theresa abbia il tempo di reagire si pugnala nuovamente. Del sangue finisce sul viso di Speranza, e questo sembra riscuoterla violentemente: vedendo che l'ormai ex avversario intende ripetere l'atto per la terza volta agisce d'istinto: pone la mano tra il corpo di lui ed il pugnale, intercettando il fendente e venendo così trafitta. Con la forza che le è rimasta estrae l'arma dalla propria mano e la getta a terra: il coltello di Anger cade a terra per poi iniziare a sbriciolarsi e qeusto può stare a significare solamente una cosa. E' finita: anche Ira sta lasciando questo mondo. " Theresa, perchè... ". Sussurra solamente lui: una pozza rosso vivo va ad impregnare ciò che resta del coltello. 

" Perchè ti amo, stupido! ". Fa solamente lei, per poi prendere la mano di lui con la propria e mentre entrambi cadono a terra. " Hai preferito morire per salvare me: mio padre saprà essertene riconoscente. Non andrai all'Inferno, te lo giuro ". Sussurra, poco prima di svenire e mentre una lacrima le riga il viso: lo sa bene, il sacrificio è la più alta forma di redenzione. La sua missione è compiuta, ma a che prezzo? Sicuramente, un prezzo troppo alto. 


Ciao cari amici, come state? Ed eccomi qui con il quinto capitolo di questa " sincronia ". Che ne pensate? In fine il lato umano di Edward ha prevalso, seppur per un solo istante, facendogli decidere di suicidarsi piuttosto di uccidere la sua amata. Un gesto sicuramente molto più umano di ciò che si può pensare, in fin dei conti. Bene, non mi resta che darvi appuntamento al sesto capitolo! Baci

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Capitolo 6
*** Marina X Jane ***


La voce che risuonava nel profondo del mio cuore
è tormentata dalla sofferenza. 
La mia richiesta non arriva al Paradiso Eterno, 
e distorta tra le voci scompare in lontananza.


Per qualche secondo, qualche interminabile, infinito secondo, le due donne si guardano: due nemesi, due combattenti poste su due fronti completamente opposti: la rosa su quella del bene e della purezza, la bionda invece, su quello del male e della follia totale ed assoluta. La stessa bionda che, di li a poco si lascia andare ad una risatina di scherno dopo aver ghignato sadicamente, probabilmente rivolta a colei che le è di fronte. " Mariiiiinaaaa! ". La canzona, pronunciando il suo nome quasi come fosse una bimba capricciosa. " Maaaariiiinaa...! ". Continua, come volesse spaventarla. Prudenza la osserva qualche istante nel più totale ed assoluto silenzio, poi il suo sguardo si posa su un'altra cosa.

" Dammi quel flacone, Jane ". Suona quasi ocme un ordine il suo, come avesse già intuito cosa contenga quella fiala. Quasi come se ne fosse ricordata solo ora Avarizia punta anch'ella lo sguardo sulla boccetta. Uno sguardo nel quale alberga la più totale ed assoluta follia, ma estremamente intenso come se, invece, appartenesse alla più lucida delle eprsone. E' come se quegli occhi meravigliosi fossero distaccati dal resto del corpo, assumendo uno sguardo così intenso che mai, anche Marina lo deve ammettere, hanno posseduto. 

" Vuoi dire forse, questo? ". Chiede ironica Avarizia mentre, a quella frase, Prudenza fa un passo verso di lei. 

" Jane! Il flacone, dammelo subito! ". Ordina con più decisione la figlia di Dio, allungando la mano come a dare maggior enfasi a quel comando che, ancora una volta, viene disatteso dall'altra. La Duchessa belzenia si guarda intorno: le sue ricchezze che, piuttosto di lasciare a " loro ", ha preferito distruggere ella stessa: pezzi di banconote giacciono ora a terra, inutilizzabili. I dipinti distrutti non potranno mai più narrare la storia del grandioso Impero Belzenia, gli sfarzosi abiti fatti ora a brandelli non potranno mai più essere indossati da alcuno. Jane cambia rapidamente umore: ora pare essere malinconica, il suo intenso sguardo sempre puntato alla boccetta. 

" Tu... tu sei qui per redimermi, eh? ". Chiede, rivolta all'avversaria. Marina rimane un pò interdetta a quella domanda ma, no sa nemmeno lei dove, di li a poco trova la forza di annuire. 

" Si: voglio la tua redenzione, non la tua morte. Quindi, ti prego... ". Le porge nuovamente la mano per farsi consegnare la boccetta che lei sa, contiene un letale veleno. Jane la osserva nuovamente, il suo sguardo non perde nemmeno per un secondo la propria intensità, poi si lascia andare ad una fragorosa risata. " Ma che cosa... ". Borbotta solamente Prudenza, mentre Avarizia sogghigna maligna. 

" Ma davvero mi hai presa per un'ingenua? ". Chiede la figlia di Lucifero, iniziando a perdere le staffe piuttosto rapidamente per poi riprendere parola di li a poco. " Non sono una stupida: so bene che, appena abbasserò la guardia, tu pianterai il tuo pugnale nel mio petto! ". Grida infuriata la figlia del Diavolo. 

" Non è vero, e tu lo sai! ". Ribatte la figlia del Creatore, per poi proseguire la sua frase. " Noi Virtù non siamo assassine... ". Ma la voce dell'altra la interrompe bruscamente. 

" Proprio come Fede, eh?! Mi ha quasi ammazzata, e lo avrebbe senza dubbio fatto se non fosse intervenuto Edward a salvarmi! No! Voi Virtù siete solo demoni mascherati da angioletti puri e casti, ma in realtà siete più corrotti di noi! ". Grida arrabbiata la bionda, memore della brutta esperienza avuta con Fede. 

" Smettila! Sai bene che non è così, noi non siamo così, e... ". Ma ancora una volta è la rivale a zittirla.

" Taci! ". Grida, il suo corpo è scosso da alcuni tremiti. " Taci! Non ti credo, mai lo farò! Tu vuoi solo la mia vita, ma non credere che te lo permetterò senza reagire! Piuttosto... ". Stappa la boccetta, la sua mano trema. Marina pare quasi intuire qualcosa.

" Non farlo... ". Sibila, sporgendosi in avanti ed incrociando con il proprio l'intenso sguardo dell'avversaria. " Non farlo! ". Grida poi, con tutta la forza che ha in corpo. 

" Au revoir, mademoiselle ". Ghigna solamente l'altra, buttando giù in un sol colpo il potente veleno contenuto nella boccetta e lasciando di sasso l'altra.

" No!! ". Grida poi la rosa, lanciando un potente grido di disperazione mentre i primi, letali effetti del cianuro ingerito iniziano a manifestarsi in Jane. " No!! No!! ". fa disperata la Virtù, senza sapere che, di nascosto anche Lucrezia ha assistito alla scena giurando vendetta contro le Incarnazioni Angeliche ed ovviamente, loro padre, per aver condotto alla morte la sua migliore amica.


Salve amici, come va? Ecco qui il sesto dei sette ( O forse più ) capitoli di questa sincronia. Marina cerca di redimere il suo opposto ma avarizia, totalmente sopraffatta dal suo peccato, preferisce suicidarsi piuttosto di " lasciare " la sua vita in mano alla rivale. 

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