I Doni della Morte Parte 1

di JennyPotter99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I. ***
Capitolo 2: *** Capitolo II. ***
Capitolo 3: *** Capitolo III. ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV. ***
Capitolo 5: *** Capitolo V. ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI. ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII. ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII. ***



Capitolo 1
*** Capitolo I. ***


Il Ministero della magia aveva finalmente un Ministro che rappresentasse degnamente tutta la comunità magica.
Rufus Scrimgeour aveva assicurato ai giornalisti della Gazzetta del Profeta che il Ministero sarebbe rimasto forte, anche dopo tutto quello che Voldemort aveva distrutto.
Intanto, egli continuava a pianificare non solo la presa del potere al Ministero, ma anche l’uccisione di Harry Potter.
Lui e i suoi seguaci si vedevano regolarmente alla villa dei Malfoy, usata come quartier generale.
Lucius era stato infatti liberato da Azkaban, però il controllo della casa era sotto Bellatrix Lestrange.
Draco era stato costretto ad assistere a tutte le riunioni e non solo: a Voldemort piaceva assassinare i traditori del sangue puro nel soggiorno.
Non aveva mai visto così tanta gente morire davanti ai propri occhi.
Ogni volta passava ore sotto la doccia, cercando di starsene il più possibile chiuso in camera, lontano da loro.
Lasciò che l’acqua gli scorresse sui capelli e sulla faccia, posando poi lo sguardo sul marchio nero al braccio.
Desiderò che sparisse, così che non fosse più collegato a Voldemort.
Prese il pezzo di sapone ed energicamente se lo passò sul tatuaggio, per tentare di cancellarlo, ma fu inutile.
Con rabbia, lanciò la saponetta e si sedette lungo la vasca, scoppiando a piangere.
Avrebbe voluto poter scegliere di essere libero e invece aveva una bacchetta puntata alla gola, pronta a tagliargliela al primo passo falso.
Indossato l’abito nero, raggiunse gli altri Mangiamorte per la solite routine.
In una delle stanza più grandi della villa, davanti al camino, ergeva un lungo tavolo dove si sedevano tutti: Draco in mezzo ai genitori.
Una delle piccole cose che lo confortava era sua madre.
Narcissa amava suo figlio più di qualsiasi altra cosa al mondo: l’anno prima, aveva fatto un voto infrangibile con Severus Piton.
Se Draco non sarebbe riuscito ad uccidere Silente, lo avrebbe fatto lui al suo posto.
E fu proprio Piton ad arrivare per ultimo: era divenuto un Mangiamorte completo.
La sua falsa col preside di Hogwarts era finita.
Ai due capotavola, sedevano Pius O’Tusoe, politico infiltrato al Ministero per conto di Voldemort.
Invece, dall’altra parte, il signore oscuro, con la sua veste grigia e la pelle pallida.
Il suo fedele pitone, Nagini, gli girava sempre intorno.
Infine, quella sera, Draco vide fluttuare in aria una donna che conosceva: era una delle sue professoresse ad Hogwarts.
Era ferita e debole, ma lui non poteva farci niente.
Quando Severus entrò nella stanza, tutti si voltarono a guardarlo.
-Severus, pensavo che non arrivassi più.- commentò Voldemort, indicandogli una sieda vuota alla sua sinistra.- Vieni, ti abbiamo lasciato un posto.-
Alla sinistra di Pius, Codaliscia controllava scrupolosamente tutti loro.
-Quando sarà trasferito il ragazzo?- domandò Tom.
-Avverrà tra due giorni.- rispose Severus.
-Mi è giunta una voce diversa, mio signore.- intervenne Yaxley, anch’egli infiltrato al Ministero.- Un Auror si è lasciato sfuggire che il ragazzo, Potter, non sarà trasferito fino al 30 di questo mese, un giorno prima del compimento di 17 anni.-
-Questa è una falsa pista.- commentò Piton.- Gli Auror non giocano più nessun ruolo nella protezione di Harry Potter.-
-E dove sarà portato?-
-Probabilmente nella dimora di qualcuno dell’ordine, sicuramente pieno di incantesimi di protezione. Una volta lì, temo che sarà difficile riuscire nel suo intento, mio signore.- aggiunse Piton.
-Molto bene, Severus, come sempre ti rendi molto utile. Tuttavia, sorge una complicazione. Vedete, la mia bacchetta e quella di Harry Potter, sono in qualche modo collegate.- continuò Riddle, alzandosi.- Condividono lo stesso nucleo. Possiamo ferirci, ma non nuocerci fatalmente l’un l’altro. Perciò, devo chiedervi, amici miei: chi di voi avrà l’onore di consegnarmi la sua bacchetta?-
Voldemort camminò lungo il tavolo e si soffermò su Lucius.- Per esempio tu, Lucius?-
Dopo aver fallito due anni prima nel catturare Harry, la famiglia Malfoy era stata quasi diseredata e Lucius tentava in qualsiasi modo di farsi perdonare.
Nonostante tutto però, era intimorito da lui.- Mio signore?- balbettò, impaurito.
-Mi necessita la tua bacchetta.- rispose l’altro, porgendogli la mano.
Lucius estrasse la sua e gliela porse, tremando.
Fu in quel momento, che Voldemort fece avvicinare la donna che aveva preso in ostaggio.- Questa sera è in nostra compagnia la professoressa Charity Burbage, insegnante di babbanologgia ad Hogwarts.- disse a tutti. -Secondo lei, il miscuglio di sangue tra maghi e babbani, non dovrebbe essere scoraggiato.-
Bellatrix fece un verso di disgusto, mentre gli altri risero.
La donna, inerme, piagnucolò, voltando lo sguardo su Piton, anch’egli, come lei, professore ad Hogwarts.- Severus, ti prego, noi siamo amici.-
Draco osservò come con incredibile pacatezza, l’uomo non rispose.
Si chiedeva come facesse a starsene lì, immobile, guardando un’amica in pericolo.
-Avada Kedavra.-
Un secondo dopo, era morta.
Draco serrò gli occhi, cercando di non guardare l’ennesima vittima che giaceva dentro casa sua.
Non riusciva più a sopportarlo.
A quel punto, Nagini strisciò sul tavolo.
-Nagini, la cena…….-
Con la sua lingua biforcuta, il pitone scivolò fino al cadavere e con pochi morsi, se ne cibò.
Di scatto, Jenny si alzò dal letto, vittima dell’ennesimo incubo.
Si ritrovò per l’ultima volta sul materasso che aveva fin da quando era piccola.
Per via di Voldemort, i Dursley stavano lasciando la casa.
Quei luoghi stavano diventando molto pericolosi e anche i fratelli Potter sarebbero partiti quella sera stessa per raggiungere la casa degli Weasley.
Mentre i Dursley si portavano via ogni cosa, anche Jenny fece lo zaino.
Si legò i capelli in una treccia e svuotò il baule rimasto ancora pieno dalla fine dell’anno precedente.
Sul comodino, accanto al letto, aveva sempre la foto fatta al secondo anno, con lei, Harry, Ron, Hermione e Draco.
Erano così piccoli e così uniti.
Avrebbe tanto voluto che le cose rimanessero così.
Quando mise la foto nello zaino, notò qualcosa nella valigia vuota.
Si trattava di un pezzo di vetro, specificatamente, uno specchio.
Però Jenny non ci vide se stessa, ma qualcosa in lontananza, come una finestra.
Stranita, scese di sotto per farlo vedere a suo fratello.
Si meravigliò nel vedere la casa completamente vuota: gli zii si erano portati via perfino i mobili.
Petunia se ne stava al centro della stanza con aria malinconica.
Chissà se si sarebbero mai riviste: dopotutto, lei l’aveva cresciuta.
-Sai, quella notte tu non hai perso solo una madre.- le disse. -Io ho perso una sorella.- aggiunse, alzando gli occhi su di lei e con un leggero sorriso, osservò la sua treccia.- Hai imparato a fartela, alla fine.-
Anche Jenny le sorrise, poiché Petunia non era una da abbracci.
Una volta che furono andati via, i fratelli Potter si sedettero al tavolo, in attesa dell’arrivo dei propri amici.
-Ho trovato questo nel mio baule, ti dice qualcosa?- gli chiese Jenny, passandogli il frammento di specchio.
-Non l’ho mai visto.- rispose il ragazzo, analizzandolo.
-Ce l’ho da quando Silente ci ha fatto i bagagli, l’anno scorso, forse ce lo ha messo lui.- dedusse lei, anche se non sapeva a cosa servisse.
Fu in quell’istante che sentirono dei rumori provenire da fuori.
Harry andò ad aprire la porta ed Hagrid gli si presentò davanti.
-Harry!- esclamò lui, abbracciandolo.
Finalmente erano arrivati.
Jenny abbracciò Ron ed Hermione, mentre dentro entrarono anche Lupin, Ninfadora, Kingsley, Arthur, i gemelli Weasley, Fleur insieme ad un ragazzo e perfino Malocchio.
L’uomo aveva una chioma di capelli rossi e si presentò ai due fratelli.- Bill Weasley, molto piacere.- disse, stringendo la mano a Jenny che osservò una lunga cicatrice che aveva sul volto.- Lo devo tutto ad un lupo mannaro di nome Greyback.-
-Per me sei sempre bellissimo.- gli disse Fleur, baciandogli la guancia.
-Però ricorda che ora Bill preferisce la bistecca al sangue.- commentò Lupin, facendola ridere.
-Mio marito, il giocherellone.- continuò Tonks.
Jenny sgranò gli occhi a quell’affermazione.- Vi siete sposati! Complimenti!-
-Sì, è tutto molto commovente.- borbottò Malocchio, lasciando al centro della stanza un enorme sacca. -Allora, avete entrambi ancora addosso la traccia.-
-Cos’è la traccia?- domandò Jenny.
-Beh, se starnutite al Ministero sapranno chi vi pulisce il naso. Secondo legge magica sparisce compiuti i 17 anni, per questo dobbiamo utilizzare mezzi di trasporto, come scope e Thestral.- spiegò Moody. -E se ci mischiamo per bene, non sapranno quale Harry Potter è quello vero.-
Jenny alzò un sopracciglio: già aveva capito cosa intendesse.- Quello vero?-
L’uomo estrasse una boccetta, la stessa dalla quale Barty Crouch Junior beveva la pozione polisucco per prendere le sue sembianze.- Credo che tutti sappiamo cosa sia questo particolare infuso.-
-No. Siete impazziti? E’ troppo pericoloso!- esclamò Harry.
-L’ho detto che l’avrebbe presa bene.- aggiunse Hermione.
-Non voglio che rischiate la vita per me.-
La sorella fece una ridarella.- Non lo abbiamo mai fatto.-
-Ma è diverso. Bere quella cosa, diventare me……-
-Non è che la cosa ci piaccia.- intervenne George.
-Pensa se qualcosa va storto e rimaniamo dei quattrocchi pelle e ossa per sempre.- continuò Fred.
-Qui siamo tutti maggiorenni, Potter e pronti a correre il rischio.- disse Malocchio, mentre Hermione strappò una ciocca di capelli ad Harry per inserirla nella pozione.
Moody la mischiò un po' e poi la fece scorrere tra i gemelli, Hermione, Ron, Fleur e Jenny.
In pochi secondi, nella stanza c’erano 7 Harry Potter.
-Wow, siamo identici.- commentarono all’unisono i gemelli.
-Non ancora.- Malocchio svuotò la sacca che era piena di vestiti uguali. -Devi cambiarti anche tu, Potter.-
Jenny si spogliò, facendo un verso di disgusto.- Cavolo Harry, potevi passarti un po' di lametta.- gli disse, riferendosi alla foresta di peli che il ragazzo aveva sul petto.
Hermione fece fatica a trovare i vestiti senza gli occhiali.- Harry sei praticamente cieco!-
-Ognuno di voi avrà un compagno.- aggiunse Moody.- Per quanto riguarda Harry.-
-Sì?- risposero tutti insieme.
-Il vero Harry: tu viaggerai con Hagrid.-
-Ti ho portato qui quando non eri più grande di un asticello, è giusto che sia io a portarti via, ora.- gli disse Hagrid, quasi commosso.
Mentre Harry lasciò libero Edvige, Jenny salì sulla scopa dietro Lupin.
Tonks prese con se Ron, Kingsley Hermione, Arthur con George e Fred con Malocchio.
Harry salì sulla motocarrozzetta del gigante, sedendosi alla sua destra.
-Andata alla tana, ci incontriamo lì!- gridò Malocchio, battendo il suo bastone.- Al mio tre!-
Quando Moody ebbe battuto per la terza volta il suo bastone a terra, tutti sfrecciarono via in cielo.
Jenny fece capolino e vide che si stavano dirigendo verso dei nuvoloni neri.
Non appena vi entrarono, trovarono una vera e propria battaglia.
Tirò fuori la bacchetta quando vide un gruppo di Mangiamorte che attaccava gli altri dell’Ordine.
Remus volò in cerchio ed evitò l’incantesimo di un Mangiamorte, uscendo dalla tempesta.
Jenny si voltò a guardare quello che erano rimasti indietro, chiedendosi dove fosse il fratello.
-Lupin, dobbiamo aiutare gli altri!- gli gridò.
-No Jenny, è troppo tardi!- rispose lui, dirigendosi verso la casa degli Weasley.
Atterrarono lungo il campo di grano e Jenny corse dentro per vedere se Harry fosse arrivato.
Hagrid ed Harry erano già dentro, ma prima che i due fratelli potessero abbracciarsi, Lupin prese il ragazzo per la maglietta, sbattendolo contro il muro.
-Che cosa fai?!- gli chiese Jenny, confusa dal suo gesto.
-Dimmi, in ordine preciso, il nome degli amici di tuo padre sulla mappa del malandrino.- gli disse Lupin, puntandogli la bacchetta contro.
Harry non capiva perché glielo stesse chiedendo.- Sei impazzito?!-
-Dimmelo!- esclamò Remus, col fiatone.
L’altro ci pensò su un attimo.- Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso!- rispose velocemente, impaurito dalle sue grida.
A quel punto Lupin abbassò l’arma, riprendendo fiato.- Siamo stati traditi, Voldemort sapeva del tuo trasferimento.-
In quel momento, sentirono arrivare qualcun altro: era Kingsley con Hermione, ma Remus non si fidava.
-Le ultime parole che Albus Silente ha detto a tutti e due noi.- gli chiese Kinglsey, per assicurarsi la sua fiducia.
-Harry è la nostra speranza più grande, fidatevi di lui.-
Dopo che si fossero assicurati di non avere intrusi, atterrarono con i Thestral Bill, Fleur, Ron e Tonks.
Hermione gli corse in contro per abbracciarlo.
-Magnifico è stato, non sarei qui senza di lui.- commentò Ninfadora.
-Davvero?- gli domandò Hermione.
-Sempre questo tono sorpreso.- aggiunse Ron.
Harry e Jenny gli corsero in contro per stringersi tutti insieme, felici che stessero bene.
Infine, giunsero per ultimi Fred, Arthur e George.
-Aiutateci!-
George aveva un’orribile ferita all’orecchio e stava perdendo molto sangue.
Harry li aiutò a portarlo dentro e Molly lo fece stendere sul divano.- Oh, ragazzo mio!-
Fred gli si inginocchiò davanti, preoccupato.- Come va Georgie?-
Il gemello era incredibilmente tranquillo.- Romano.-
L’altro non capì.- Come hai detto?-
-Romano.- ripeté George, indicandogli il suo orecchio alla quale era rimasta poca carne attaccata.- Come il foro.-
Fred afferrò la battuta e ridacchiò.- Ci sono un mucchio di barzellette legate ai fori e tu scegli romano, sei patetico.-
-Sono comunque più bello di te.-
-Questo lasciamolo decidere a Jenny, eh?-
Con i gemelli Weasley c’era sempre da ridere, ma qualcosa fece smettere subito tutti.
-Malocchio è morto.- esordì Bill.
Jenny fu dispiaciuta per quell’enorme perdita, però almeno suo fratello stava bene.

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Capitolo 2
*** Capitolo II. ***


Dopo aver curato George, andarono tutti a dormire.
Sia Harry che Jenny tenevano la bacchetta vicino al cuscino, poiché certe volte i loro incubi sembravano davvero reali.
Nonostante tutto l’odio che provava per Draco, non si era mai tolta il suo anello.
Molte volte Jenny sognava l’ultima volta che lo aveva visto e quasi ogni notte immaginava ai tanti modi con cui avrebbe potuto reagire alla notizia che fosse diventato un Mangiamorte.
In certi, pensava anche di fargli del male.
Però, quella notte, un dolore terribile la svegliò.
Sentì il braccio sinistro bruciare: con le gambe intorpidite dal sonno, andò in bagno e velocemente mise l’interno dell’avambraccio sotto l’acqua.
Non sapeva cosa stesse succedendo, ne perché avesse tutto quel male.
Cessò dopo qualche minuto, quando Jenny sentì un rumore provenire dal piano inferiore.
Indossò le scarpe e uscì fuori: Harry, con lo zaino in spalla, se ne stava andando da solo.
Sospirò e gli andò dietro.- Dove credi di andare?-
-Nessun altro morirà, non per me.- affermò Harry.
Jenny alzò gli occhi al cielo, roteando gli occhi.- Quante manie di egocentrismo.- commentò.- Credi che Malocchio sia morto per te? Che George si sia beccato quella cosa per te? Questa è una faccenda molto più grande del fatto che tu abbia quella cicatrice sulla fronte.-
-Devo iniziare a cercare quegli horcrux! Più aspettiamo e più forte lui diventa!- replicò Harry.
-Non è la serata giusta questa, gli faremo solo un favore. Non puoi andare da solo. Per quanto voglia bene a Ron, ma, beh, non resisteremo un giorno senza Hermione.-
Harry sorrise appena e lasciò lo zaino.- Edvige è morta mentre cercava di proteggermi.-
Jenny gli prese la mano: non riusciva nemmeno ad immaginare come si sarebbe sentita se Blue fosse stato ucciso.- Mi dispiace tanto, Harry.-
Il fratello la guardò.- Mi resti solo tu.-
La ragazza annuì.- Sono qui.- sussurrò stringendolo a se.
***
L’indomani, scoprirono che quella mattina ci sarebbe stato il matrimonio tra Bill e Fleur.
Ginny prestò a Jenny in vestitino rosa e trasparente.
Mentre beveva una tazza di latte, la ragazza lesse sulla Gazzetta del Profeta, insieme ad Harry, che Rita Skeeter aveva scritto un libro su Silente, rivelando i suoi segreti più scuri.
Invece, a fine pagina, c’era una commovente dedica da parte di Elphias Dodge, forse un amico di Albus.
Leggendo il giornale, Harry si accorse dell’anello che la sorella portava ancora al dito. -Non lo hai tolto.-
Jenny arrossì leggermente.- E’ che non ci riesco.- balbettò. -Non credo capiresti.-
-Certo che capisco.- affermò Harry.- Non solo era il tuo fidanzato, ma uno dei miei miglior amici. Io mi fidavo.-
-Mi chiudi la zip?- giunse Ginny, porgendo la schiena ad Harry. -Sembra sciocco no? Un matrimonio. Visto quello che sta succedendo.-
-Forse è per questo che andrebbe fatto, per quello che sta succedendo.-
Tra i due si creò un’atmosfera intima, che fece imbarazzare Jenny.
I due si stavano per baciare, quando la sorella di lui sorseggiò rumorosamente il latte.
Arrossendo, Harry e Ginny la guardarono.
-Oh, scusate, fate come se non ci fossi.- aggiunse lei.
La famiglia Weasley stava allestendo un lungo tendone in giardino, quando si materializzò un uomo.
Un tipo distinto, con un elegante vestito blu e una valigetta: Rufus Scrimgeour, il Ministro della magia.
Volle vedere Hermione, Harry, Ron e Jenny tutti insieme.
-A cosa dobbiamo l’onore, Ministro?- gli chiese Harry.
Egli estrasse dalla borsa un foglio che volò in aria da solo e una sacchetta.- Qui sono riportare le ultime volontà testamentarie di Albus Percival Wulfric Bryan Silente.-
Allora i 4 si misero seduti: sembrava una cosa importante.
-Primo: a Ronald Bilius Weasley, lascio il mio Deluminatore. Con la speranza che in momenti bui, possa mostrargli la luce.-
A Ron venne dato un oggettino che sembrava un accendino.- Forte!- commentò sorridendo.- Che cos’è?-
Di scatto, premette un bottoncino sul bordo ed esso attirò a se la luce delle lampadine presenti nella stanza.
Facendolo di nuovo, le luci tornavano al proprio posto.
-Mitico.-
-Ad Hermione Jean Granger, lascio la mia copia delle storie di Beda e il Bardo, con la speranza che le trovi appassionanti ed istruttive.-
Ad Hermione venne consegnato un piccolo libro usato, di cui non aveva mai sentito il nome.
-Ad Harry James Potter, lascio il boccino vinto alla sua prima partita di Quiddich.-
Nel consegnargli l’oggetto, sembrava che il Ministro aspettasse che succedesse qualcosa che evidentemente non accadde.
-Infine, a Jennifer Lily Potter, lascio la spada di Godric Grifondoro.-
Jenny sgranò immediatamente gli occhi.- Cosa?! Cosa aspettava che ci facessi?! Che la utilizzassi come taglia carte?!-
-Purtroppo Albus Silente non aveva la facoltà di tenere tale oggetto.- continuò Rufus.
-Come scusi?- domandò Hermione.
-La spada è scomparsa.-
-Ma appartiene ai fratelli Potter! Gli è apparsa quando gli serviva nella camera dei segreti!-
-La spada può presentarsi a qualsiasi valoroso grifondoro, tuttavia questa non ne fa un oggetto proprio.-
-Bene, ho una spada.- sussurrò Jenny, tra se e se.- Potrei nominare qualche cavaliere.-

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Capitolo 3
*** Capitolo III. ***


Quando si fu fatta sera e il matrimonio celebrato, tutti si riunirono nel tendone per festeggiare.
Gli Auror perlustravano il territorio per sicurezza, tra cui Remus.
Jenny gli riempì un bicchiere di vino e glielo portò. -Può bere o è in servizio?- gli chiese sorridendo.
Lupin ridacchiò.- Un bicchiere non mi farà male.- rispose, sorseggiando.- Chissà quando mi ricapiterà di fare festa. Tra 8 mesi, mi aspettano sveglie notturne e tante grida.-
Dalle sue parole, la ragazza capì tutto.- Avrete un bambino?-
Remus annuì alzando il lato della bocca in un mezzo sorriso.
-Lunastorta, è fantastico, sono molto felice per te.- gli disse, strofinandogli una mano sul braccio.- Credi che vinceremo questa guerra?-
L’altro scosse la testa e si strinse nelle spalle, con sguardo malinconico.
-Non ci rivedremo molto spesso, vero?-
-Credo di no, bambina mia.- le mormorò, accarezzandole la guancia.
Con tristezza, Jenny lo abbracciò, godendosi ogni attimo.- Ti voglio bene, Remus.-
-Anche io, piccola mia.- rispose Lupin, baciandole la fronte.
Quando tornò al tavolo per mangiare la torta e vedere Bill e Fleur ballare, si chiese come facevano a rimanere uniti anche in quei tempi oscuri.
Rigirandosi l’anello al dito, Jenny si ricordò di quando aveva ballato insieme a Draco al Ballo del Ceppo.
Chissà che fine aveva fatto quel ragazzo che la faceva sempre ridere.
Tra i vari pensieri, Fred si avvicinò a lei e le porse la mano.- Madame, vuole ballare?- le chiese.- Prometto che non ho nessun secondo fine.-
Jenny arricciò il naso ridacchiando.- Nessuno nessuno?-
-Giurin giurello.-
Allora i due si mischiarono agli altri e ballarono un lento.
-Comunque, non per rigirare il coltello nella piaga, ma io e te avremmo fatto faville insieme.- esordì Fred, mettendole una mano sul fianco.
-Oh sì, una sarcastica come me, con un eccentrico come te. Avremmo tipo avuto un clown come figlio!-
Fred la guardò con sguardo serio.- Sarebbe stato molto bello.-
Jenny gli accarezzò la guancia.- Già e invece mi sono andata a cacciare in un bel guaio, probabilmente rimarrò zitella.-
-Nah, non credo che finirai come la mia prozia Tessy.- commentò l’altro, indicandogli una signora dallo sfarzoso vestito arancione e un sacco di nei sulla faccia, seduta a qualche tavolo più in là. -Puzza come un cane bagnato.- continuò sghignazzando, mentre strinse la ragazza a se. -Jenny, non riesco a mentirti, ho scommesso 5 galeoni con mio fratello che mi avresti dato un bacio sulla guancia.-
Jenny scoppiò a ridere e gli diede uno schiaffo sul petto.- Lo sapevo!-
Non rideva così tanto da qualche tempo e per un attimo sembrò che niente fosse successo.
Si sentiva bene.
In quel momento, vide seduto a bere lo stesso uomo di cui c’era la fotografia sulla Gazzetta del Profeta: il tipo che aveva scritto una dedica a Silente.
Se volevano scoprire dove fossero gli altri horcrux, dovevano entrare nella vita di Albus, persona alquanto riservata, dato che non aveva mai accennato niente di se stesso ai fratelli Potter.
-Non ti costringo, è solo una stupida scommessa.-
Se davvero ci sarebbe stata una guerra, quella poteva essere il momento più tranquillo per tutti.
-E quanto varrebbe un bacio sulle labbra?-
Fred sgranò appena gli occhi.- Beh, tipo 50 galeoni!-
Jenny gli sorrise e lentamente gli diede un leggero bacio sulla bocca.
-Wow.- sussurrò l’altro.- Sto volando o cosa?-
La ragazza ridacchiò.- Vai e riscuoti!-
Successivamente, andò al tavolo di Harry per avvisarlo.- Ehi, guarda là.- gli disse, facendogli cenno con la testa verso l’uomo.
-E’ Elphias Dodge!-
-Già, andiamo a parlargli?-
Mentre si dirigevano da lui, Luna e suo padre gli sbarrarono la strada.
-Ciao ragazzi, vi presento mio padre.-
Era un uomo dai lunghi capelli biondo acceso, con un curioso abito che per lo più sembrava una vestaglia.
-Molto piacere signori Potter.- disse egli, stringendogli la mano. D’improvviso, si avvicinò ai loro orecchi.- La nostra famiglia appoggiava completamente Silente e dopo la sua morte, appoggia voi, senza dubbio.-
Era talmente vicino che i due poterono vedere una strana collana che portava al collo, triangolare, con al centro una linea e un cerchio.
-Grazie signore, gliene siamo grati.- commentò Jenny.
-Andiamo papà, non vogliono essere disturbati, sono solo troppo cortesi per dirlo.- continuò Luna, tornando al tavolo.
Allora i due fratelli si avvicinarono all’anziano signore quasi privo di capelli, sedendosi accanto a lui.
-Salve signor Dodge, possiamo sederci?- gli chiese Jenny.
-Ma certo, con piacere!-
-Ho letto quello che ha scritto su Silente alla Gazzetta del Profeta e l’ho trovato molto commovente.- esordì Harry.
-Era ovvio che lei lo conosceva molto.- continuò la ragazza.
-Beh, lo conoscevo da più tempo di tutti, se non si conta suo fratello Aberforth e non so perché nessuno da conto ad Aberforth.-
Entrambi furono confusi.- Neanche sapevamo di un fratello.-
-Beh, Albus era molto riservato, ma ho saputo che è stato accuratamente descritto da Rita Skeeter, in ben 800 pagine. Sicuramente la Skeeter avrà trovato comodo fare un giretto a Godric’s Hollow per scavare nella gabbia di quell’uccellaccio!-
I fratelli furono sorpresi del fatto che Silente avesse abitato nello stesso quartiere dei loro genitori.
-Silente abitava a Godric’s Hollow?!-
-Ovvio e sono certo che Bathilda Bath abbia rivelato un bel po' di cose, dato che  erano molto amici.- commentò infine.- Sinceramente, ragazzi, siete sicuri che lo conoscevate?-
A quanto pareva, la risposta era No.
In quel momento, Harry vide qualcosa di strano venire verso il tendone.
Come un meteorite provenuto dallo spazio, una palla di luce entrò dentro la tenda: sembrava un messaggio.
Il Ministro della magia è caduto.
Il Ministro è morto.
Arrivano.
Di seguito, improvvisamente, un gruppo di Mangiamorte si materializzò lì davanti e gli Auror si apprestarono a proteggere gli invitati.
Jenny non aveva nemmeno la bacchetta con se, non poteva fare niente.
Nemmeno aiutare Lupin.
-Scappa Jenny, va!- le gridò quest’ultimo.
Harry, Jenny, Ron ed Hermione unirono le mani e si smaterializzarono via.
Si ritrovarono sul ciglio di una strada, in una cittadina abitata e affollata.
Senza dire dove Hermione li avesse portati, si nascosero dietro un vicolo.- Dobbiamo cambiarci.-
Ella aveva con se una piccola borsa a perline e ci mise una mano dentro, iniziando a tirare fuori vestiti.
-Ma come?- domandò Ron, sbalordito.
-Incantesimo estensivo irriconoscibile.-
-Geniale.-
-Sempre questo tono sorpreso.-
Dopo esserci cambiati i vestiti, andarono in un bar notturno per decidere il da farsi.
-Tutti quelli al matrimonio cosa faranno? Non dovremmo tornare indietro?- esordì Harry.
-Davano la caccia a te, amico, se torniamo indietro mettiamo in pericolo tutti.- commentò Ron.
-Si nasconderanno, si daranno alla clandestinità.- aggiunse Hermione.
-Dannazione, lo zaino con tutta la mia roba, l’ho lasciato alla tana!- esclamò Jenny.
L’amica scosse la testa, facendole cenno con la testa verso la sua borsetta.
Allora Jenny immaginò che fosse tutto lì dentro.- Stai scherzando?-
-Da giorni tenevo le cose pronte in caso di necessità.-
-E dove si va adesso? Al paiolo magico?- domandò Ron, mentre due uomini entrarono nel bar, dirigendosi verso il bancone.
-Troppo pericoloso: se Voldemort si è impadronito del Ministro, nessuno dei vecchi posti è sicuro.- puntualizzò Hermione.
Fu in quel momento che Jenny notò i due tipi appena entrati estrarre lentamente la bacchetta.- Giù!-
Di scatto, iniziarono a colpirli e i 4 si protessero dietro al tavolo.
Ruppero vetri, tazze e tazzine, facendo morire di paura la barista.
Harry si alzò e con una fattura ne atterrò uno.
Di seguito, quando tutto si fu calmato, Hermione si alzò d’improvviso.- Pietrificus Totalus!-
Mentre la barista scappò via, lo stesso fecero i 4 amici prima di incontrarne altri.
-Dobbiamo toglierci dalla strada!- esclamò Ron, nel frattempo che si erano fermati ad un semaforo.
-Oh no. Dovevamo festeggiare il vostro compleanno! Io e Ginny avevamo fatto una torta da portare fuori alla fine del matrimonio!- intervenne Hermione.
-Hermione, ti ringrazio, davvero, ma visto che poco fa siamo stati quasi uccisi da due Mangiamorte…..- continuò Harry.
Jenny le mise le mani sulle spalle.- Ripeti insieme a me: questione di priorità.-
-Giusto, giusto.-
Decisero così di andare al quartier generale dell’ordine della fenice, casa che Silente aveva accuratamente circondato da incantesimi di protezione.
Unirono qualche poltrona e divano per poterci passare la notte.
 
Quando si fu fatta mattina, Harry diede un’occhiata al piano in cui non era mai andato.
Su una delle porte c’era il nome di Sirius, probabilmente la sua camera.
Sul comodino polveroso, un enorme libro scritto da Bathilda Bath.
Un’anziana donna dalla pelle cadente e il naso gobbo.
A quel punto, Ron lo chiamò dal piano di sotto.
Mostrò ad Hermione, Harry e Jenny una camera che era stata messa a soqquadro da poco e sulla porta il nome: Regulus Aracturus Black.
-R.A.B.- fece notare Ron.
-R.A.B. è il fratelli di Sirius?- chiese Jenny.
-Sì, ma il punto è: ha effettivamente distrutto il vero horcrux?- aggiunse Hermione.
Mentre stavano parlando, sentirono un rumore provenire dalla cucina.
La porta di un piccolo ripostiglio tremava, come se qualcuno ci si stesse muovendo dentro.
Di scatto, Harry l’aprì e ci tirò fuori l’elfo di casa Black, Kreacher. -Ci stavi spiando!-
-No, Kricher non voleva, è stato rinchiuso lì dentro!- replicò l’altro, impaurito.
Se Kreacher aveva da sempre servito dentro quella casa, forse sapeva qualcosa riguardo il gioiello, così Harry glielo mostrò.- Hai mai visto questo ciondolo?-
L’elfo fece uno sguardo di disgusto.- Quell’oggetto ha causato molto dolore a padron Regulus, era suo.- rispose egli.- Ha provato molte volte a distruggerlo, ma non c’è mai riuscito.-
-Che fine ha fatto?- continuò la sorella.
-Pochi giorni fa, è entrato un ladro e ha rubato quasi ogni cosa del padron Regulus, incluso il medaglione e ha rinchiuso Kreacher nel ripostiglio.-
-Hai riconosciuto chi fosse?-
Egli fece cenno di sì con la testa.
-Trovalo.- gli ordinò Harry.
Dopo che l’elfo si fu smaterializzato, gli altri 4 aspettarono che tornasse in soggiorno.
Mentre Ron e Jenny si divertivano col pianoforte, Harry osservò il boccino lasciatogli da Silente che gli volava davanti gli occhi.
-Hanno una memoria tattile.- intervenne Hermione. -Quando il Ministro te lo ha dato, credevo che al tuo tocco si sarebbe aperto, che Silente ci avesse lasciato dentro qualcosa.-
-Silente non ci aiuterà, non lo avete ancora capito?- commentò Jenny, intonando una melodia al piano. -Allora, ti sei mai ricordato cosa hai detto quel giorno in infermeria?- chiese a Ron.
-In realtà no, ho ricordi molto confusi.- rispose lui, accendendo una radiolina per trasmetterlo sulla stazione delle nuove notizie.
-Vuoi che te lo dica?-
L’altro alzò le spalle.- Certo.-
Jenny controllò che Hermione non stesse guardando e indicò all’amico di seguire il proprio labiale: Her-my-oh-nee.
-Cosa?!- urlacchiò lui, stupito.
Prima che continuassero a parlare, udirono la porta spalancarsi.
Dall’entrata della cucina, un ragazzo biondo platino barcollò dentro, con Kreacher che gli teneva la faccia e sorprendentemente Dobby che gli stava aggrappato alla caviglia.
-Dobby!-
-Harry Potter!- gridò felice l’elfo.
-Va bene, va bene, sto entrando!- borbottò il ragazzo.
Quando si voltò, tutti sgranarono gli occhi nel vedere Draco Malfoy.
-Tu!- esclamò Hermione.- Hai rubato l’horcrux!-
-No, aspetta, fatemi spiegare.-
-Cosa ci vuoi spiegare?! Daccelo, feccia!- continuò Ron.
Draco sospirò.- Anche io sono felice di vedervi.-
Jenny non sapeva esattamente come comportarsi: stava provando mille emozioni insieme, gioia, tristezza e rabbia erano le prime della fila.
-Niente scherzi Malfoy.- intervenne lei, con le sopracciglia aggrottate.- Dove lo hai messo?-
-Ascoltate: ho sentito Voldemort e Piton parlare di questi horcrux la settimana scorsa e sentivo di dover fare qualcosa. Sapevo che Piton faceva parte dell’ordine della fenice e che questo era il nascondiglio, quindi sono venuto a dare un occhiata.- spiegò Draco.
-Perché dovremmo crederti? Sei un Mangiamorte.- replicò Harry.
Draco si alzò la manica sinistra per mostrare a tutte che era privo del marchio nero, ma solo di cicatrici di bruciature.- Non più.-
Jenny si guardò l’avanbraccio e ripensò a quella notte in cui aveva sentito tutto quel male: quello era il motivo.
In effetti, Draco aveva indosso dei jeans e un maglione beige: sembrava quasi tornato quello di un tempo.
-Sono scappato e non ci metteranno molto ad accorgersene.- aggiunse.
-Dov’è il medaglione?- gli domandò Harry.
Draco storse la bocca.- E qui viene la parte brutta: mi stavo nascondendo a Diagon Alley, quando sono passati un gruppo di Ghermidori insieme ai dei tipi del Ministero. Ricercati che adesso servono sia il Ministero che mio padre. Mi si è avvicinata una del Ministero e me lo ha preso.-
-Oh perfetto! Che idiota!- commentarono tutti insieme.
-No, no, ascoltate! Volevo riprendermelo! Ho sicuramente addosso qualche capello dei miei. Che sia di mio padre o di mia madre, ho fabbricato la pozione polisucco per potermi infiltrare al Ministero.-
-Sei stato furbo.- commentò Hermione.
Draco fece un sorrisetto.- Ho imparato dalla migliore.-
I 4 si guardarono pensando che non fosse una brutta idea: si strinsero in cerchio per discuterne.
-Come sappiamo di poterci fidare di lui?- sussurrò Ron.
-Vi sento!- esclamò Draco.- Sono proprio qui.-
-Non ha più il marchio.- aggiunse Jenny.- Potremmo dargli il beneficio del dubbio.-
-Il tuo pensiero non vale, sei di parte.- gli disse il fratello.
Jenny lo guardò male e gli diede una schiaffo sulla spalla.
-Se posso.- intervenne Dobby, con la sua vocina. -Dobby, in quanto elfo, riesce a vedere nel cuore di padron Malfoy. Dobby si fida di padron Malfoy. E’ sempre stato buono con Dobby.-
-Grazie Dobby.- gli disse Draco, notando solo in quel momento che ai piedi aveva delle scarpe da ginnastica rosse.- Mitiche le tue scarpe.-
Jenny lo analizzò dalla testa ai piedi: non aveva più il marchio nero e per quanto volesse solo prenderlo a calci, il fatto che avesse un piano era l’unica possibilità che avevano per recuperare il ciondolo. -Va bene, vado io con lui. Chi era la persona che ti ha fermato?-
-Donna, altezzosa, vestita interamente di rosa, vi ricorda qualcuno?-
***
Capirono subito che si trattava di Dolores Umbridge.
La mattina successiva, armati di pozione polisucco, si nascosero nel magazzino dell’immondizia e Draco estrasse dalla sacca da viaggio che portava degli abiti adatti.
Jenny avrebbe preso le sembianze di uno dei Malfoy e Draco sarebbe entrato con lei, in quanto loro figlio.
Lei sperò solo che il capello che avevano utilizzato fosse di Narcissa e non di Lucius.
Mischiò la pozione nella boccetta e la bevve tutta d’un sorso.
In seguito, vide che le sue mani si erano trasformate in più secche ed eleganti: era ancora una donna.- Grazie al cielo.-
-Ricorda: tu sei Narcissa Malfoy e sei venuta semplicemente per fare visita a tuo marito.- le disse Draco, dopo essersi cambiati.
Jenny prese un bel respiro e cercò di assumere un portamento più regale, mentre uscivano da lì.
Improvvisamente, Harry afferrò Draco per i capelli prima che se ne andasse.
-Ahia! I capelli no, per favore!-
-Se le succede qualcosa, ne risponderai a me, chiaro?- lo minacciò Harry, a denti stretti.
Draco fece una smorfia di dolore.- Cristallino.-
Nell’entrare al Ministero, Jenny e Draco si mischiarono alla folla.
Attraversando la piazza, la ragazza notò che vicino alla grande fontana avevano costruito statue di persone che sembravano molto reali.
All’apparenza come fossero persone vere.
-Babbani: al posto che spetta loro.- spiegò Draco.
-E’ orribile.- commentò Jenny, schifata e impaurita allo stesso tempo. -Che succede se ci scoprono?-
Anche Draco era nervoso.- Non ne ho idea.-
Senza pensarci, le afferrò la mano e Jenny si sentì più sicura di continuare.
Raggiunsero l’ascensore, quando qualcuno chiamò Narcissa da lontano.
Draco si nascose quando vide Yaxley arrivare.
-Narcissa, è un piacere vederti.- le disse, baciandole ripetutamente la mano.- Cosa ci fai qui?-
-Oh, ehm, sono venuta a trovare mio marito.- rispose l’altra, cercando di essere convincente.
-Che gesto premuroso. Lucius è un uomo fortunato.- continuò egli, sorridendole. -A presto, spero.-
Jenny annuì sorridendogli ed entrò in ascensore con Draco.
-Yaxley, verme viscido.- borbottò lui, pigiando il tasto che li avrebbe portati all’ufficio misteri: probabilmente la Umbridge, come ai vecchi tempi, presidiava alle udienze.
-Come sono andata?-
-Abbastanza bene, ti ci vedo nella mia famiglia.- rispose Draco, arrossendo.- Insomma, se noi due ci saremmo mai sposati.- balbettò, accorgendosi poi che aveva ancora le sembianze della madre.- Okay, non riesco a parlare di queste con te, ora.-
Una volta giunti al piano,  trovarono proprio Lucius Malfoy all’entrata dell’aula di tribunale.
Velocemente, si nascosero dietro una colonna.
-Che stai facendo?!- sussurrò Draco.
-Non so che cosa devo fare!- rispose Jenny, ansiosa.
-Vai lì e lo distrai mentre io cerco di entrare.-
Jenny prese coraggio.- Okay, ce la posso fare.-
Si diresse verso Lucius che ovviamente era sorpreso di vederla. -Tesoro, che ci fai al Ministero?-
-Beh, una moglie non può venire a trovare suo marito al lavoro?-
-Ma certo.- rispose lui, prendendole le mani e facendo uno sguardo stranito.- Hai ritrovato il vecchio anello di fidanzamento.-
Jenny capì che si stava riferendo all’anello che le aveva regalato Draco.- Oh, tesoro, non l’ho mai tolto. Probabilmente non lo hai notato.-
Nell’osservarli, aspettando il momento giusto per entrare, Draco fece un sorriso compiaciuto: Jenny non si era mai tolta l’anello, anche dopo tutto quello che era successo.
-Ho mandato dei Ghermidori a cercare Draco.- continuò Lucius.-  Ho sbagliato tutto con lui, non avrei mai dovuto costringerlo a diventare qualcosa che non avrebbe voluto essere.-
Fu in quel momento che Jenny capì che non era stato Draco a scegliere di essere un Mangiamorte, ma gli era stato imposto.
Lo aveva sempre pensato, però Lucius le diede la conferma e all’apparenza era anche molto dispiaciuto.
L’uomo le accarezzò la guancia.- Vedrai, lo ritroveremo.-
In seguito, si avvicinò per baciarla.
Jenny non se l’aspettava, ma dovette fingere di ricambiare il bacio e intanto fece cenno a Draco con la mano di entrare in aula.
Il ragazzo, schifato, estrasse la bacchetta e fece irruzione nella stanza, colpendo la Umbridge con una fattura.
Le tolse il ciondolo dal collo e velocemente corse fuori.- Andiamo! Andiamo!-
Jenny si staccò dal bacio con Lucius e corse via, riacquistando intanto la sua forma da adolescente.
Afferrò il braccio di Draco ed entrambi tornarono all’ascensore.
Ci fu un attimo di silenzio, in cui Jenny prese fiato e il ragazzo si mise il gioiello in tasca.
-L’anello di fidanzamento?!- esclamò lei, d’un tratto.
-Che c’è?! Volevo dimostrarti il mio amore!- replicò l’altro.
-Hai rubato l’anello di fidanzamento a tua madre!- ribatté Jenny, nel frattempo che tornavano in piazza.
-L’ho fatto per te!-
Improvvisamente, qualcuno tentò di colpirli con un incantesimo.
Voltandosi, videro un gruppo di guardie comandate da Yaxley che li inseguivano.
-Magari ne parliamo dopo, eh?!- commentò Draco, iniziando a correre.
Si mescolarono alle altre persone per non essere intercettati, ma vennero rincorsi fin fuori il Ministero, dove Harry, Ron ed Hermione li stavano aspettando.
-Correte!- gli urlò Jenny.
Tutti e 5 si riunirono per smaterializzarsi, ma Yaxley si aggrappò a Draco.
A suon di pugni, alla fine, egli riuscì a scacciarlo via, impedendogli di raggiungerli.
Jenny si ritrovò stesa su un mucchio di foglie, in una foresta, anche se credeva che sarebbero tornati a Grimmuld Place.
Harry afferrò il ciondolo caduto e lo tenne per se, quando notò Ron, ferito gravemente al braccio.
Aveva delle brutte bruciature e la maggior parte della pelle era scomparsa.
Hermione e Draco lo stavano velocemente spogliando.
La povera ragazza aveva le mani piene di sangue e tremanti per lo spavento.
-Hai del dittamo?- le chiese Draco.
-S-sì, nella borsetta.-
Il ragazzo estrasse la bacchetta.- Accio dittamo.-
La bottiglietta gli volò in mano e la diede ad Hermione.- Tieni, mettigli questo.-
-Ecco, questo ti farà bene.- piagnucolò, mentre Ron gemeva di dolore.
Con rabbia, Harry afferrò Draco per il colletto della camicia.- Dove ci hai portati?!-
-C’eravamo, c’eravamo, volevo tornare a Grimmuld Place, ma poi Yaxley mi aveva afferrato e sapevo che non poteva scoprire dove fossimo. Così, ho cambiato posto e poi Ron si è spaccato.- spiegò Draco, spingendolo via.- Siamo circa ad un centinaio di chilometri da casa mia.-
Il dittamo stava curando le ferite di Ron e Draco si alzò, iniziando a pronunciare strane parole per tutto il perimetro.
-Che fa?- domandò Jenny.
-Incantesimi di protezione.- rispose Hermione, frugando nella sua borsa.
Da allora Jenny capì che Draco voleva solo aiutarli.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV. ***


Durante la notte, utilizzarono due tende per dormire, rigorosamente incantate con l’incantesimo estensivo di Hermione.
Draco aveva vegliato su Ron per tutta la notte, cambiandogli la fasciatura a braccio più volte.
L’indomani, Hermione e Jenny cercarono legna per il fuoco.
Intanto, Draco raccoglieva erbe per curare Ron.
Ne mise un mucchietto su una grande roccia e con un sasso più piccolo iniziò a macinarle.
-Come sai tutte queste cose?- gli domandò Hermione.
-Beh, a Voldemort piaceva torturare ed uccidere i mezzosangue nel salone, quando gli andava. Una volta che aveva finito, curavo i feriti e li aiutavo a scappare di nascosto.- raccontò Draco.
Jenny portò un mucchio di cortecce vicino alla tenda e le unì.- Come ti sei tolto il marchio?-
-Vi ricordate la professoressa Burbage, che ci insegnava babbanologgia?-
-Certo.-
-Qualche sera fa, Voldemort l’ha uccisa e lì sono scoppiato. Volevo andarmene, fuggire di lì, dimenticare tutto.- spiegò, rendendo le erbe una poltiglia.- Così ho………….mi sono avvicinato al camino, ho preso l’attizzatoio infuocato e-
-Ti sei coperto il marchio.- intervenne Jenny: aveva provato il suo stesso dolore. -L’ho sentito.-
-Già, scusa.-
Fare un gesto come quello, voleva dire davvero dimenticare il passato.
Jenny iniziò lentamente, quindi, a fidarsi di nuovo di lui.
In quel momento, Ron ed Harry uscirono dalla tenda con il ciondolo, decisi a distruggerlo.
Harry, Hermione e Jenny presero le bacchette.
-Incendio.-
L’horcrux prese fuoco, ma non si sciolse nemmeno un po'.
-Expulso.-
Saltò in aria, rimanendo intatto.
-Bombarda.-
Niente sembrava fare effetto, così Harry lo raccolse da terra e se lo mise al collo.- Lo teniamo fin che non capiamo cosa fare.-
-Certo che Silente ti manda a cercare tutti questi horcrux senza dirti come distruggerli. Non ti secca questo?- intervenne Ron.
Sarebbero rimasti in quel posto fin che Ron non fosse guarito un po' per essere in grado di smaterializzarsi altrove.
Una sera, mentre Draco faceva la guardia davanti al fuoco, vide passare qualcuno lì intorno.
Jenny uscì per fargli compagnia e lo affiancò.
Videro tre uomini che trasportavano il cadavere di due persone: una, era una bambina.
Probabilmente seguivano gli ordini di Voldemort di uccidere qualsiasi babbano e mezzosangue gli sbarrasse la strada.
Grazie agli incantesimi di protezione, loro non potevano vedere né Jenny né Draco.
-Un momento.- disse uno, annusando l’aria.- Cos’è questo odore?- si chiese, guardandosi intorno.- Odore di ricco: il ragazzo è vicino.- ridacchiò infine, proseguendo.
-Ghermidori.- disse Draco a Jenny.
-I tuoi incantesimi funzionano.- commentò lei.
-Sentiva l’odore del mio profumo.-
I vestiti di Draco ne erano impregnati: quell’odore l’aveva sempre attratta, tant’è che in quel momento sentì una forte attrazione fisica verso di lui.
Nonostante fosse ferita dalle sue bugie, l’amore che provava sarebbe stato difficile da cancellare.
-Per quanto mi piaccia, magari la prossima volta non mettertelo.- borbottò Jenny, incrociando le braccia.
Draco ridacchiò e abbassò lo sguardo.
-Deve esser stata un’estate dura.-
Il ragazzo annuì, mantenendo lo sguardo basso.- In realtà: è che mi sei mancata così tanto che certe volte mi sembrava di non farcela.-
Gli occhi di Jenny si fecero immediatamente lucidi: voleva dirgli la stessa cosa, ma non riuscì a trovare le parole.
Gli si avvicinò, poggiando la fronte sulla sua guancia, quando lui iniziò a singhiozzare.
-Sssh.- gli sussurrò lei, accarezzandogli il viso.
-Mi dispiace tanto.- balbettò Draco, sfiorandole il naso.
Non molto tempo dopo, si ritrovarono a baciarsi con passione, stringendosi i corpi l’uno all’altro.
Così intensamente che gli mancò il fiato.
-Jenny, non sai quanto mi odio.- piagnucolò Draco, stringendole i capelli.
-Sssh, non devi, è tutto okay.- mormorò Jenny, asciugandogli il viso.- Ti amo.-
L’altro mandò giù il nodo in gola che aveva, annuendo appena.- Ti amo anche io.-
Jenny non sapeva ancora se Draco fosse sincero o stesse facendo la spia per conto di Voldemort.
Agli occhi della ragazza, sembrava lo stesso tipo che le aveva regalato le ballerine rosse quel Natale.
Ma non le importava, nonostante tutto, poiché un amore forte li legava.
Jenny era stata sempre ammirata per il suo coraggio e ancora una volta le si presentò utile.
Perché il coraggio non sta nel dimenticare, ma nel dubbio e nell’incertezza della verità, perdonare.
Perché l’amore per una persona non sta nel dimenticare, ma nel dubbio e nell’incertezza della verità, perdonarla.
***
Ron non era ancora in grado di smaterializzarsi, perciò decisero di muoversi a piedi.
Era rischioso rimanere troppo tempo in un unico posto.
Per la maggior parte del tempo, Harry osservava il frammento di specchio che si teneva dentro il calzino, trovandoci, qualche volta, il riflesso di un vecchio uomo barbuto.
Hermione leggeva i suoi libri, Draco si occupava di Ron e Jenny della legna per il fuoco.
Nessuno sapeva esattamente cosa stava facendo, né come distruggere il gioiello.
Vagavano giorno dopo giorno, senza meta.
Pian piano, Harry iniziava a fidarsi di Draco e accettava perfino che gli passasse l’acqua per dissetarsi.
Una mattina, mentre Ron riposava con la sua radioliona sempre accesa, Hermione, Draco e Jenny cercavano delle provviste.
Improvvisamente, Jenny notò nel fratello uno strano sguardo: era pallido e sudava freddo.
Lo aveva già visto ridotto così: quando Voldemort gli era entrato nella testa.
-Credevo che fosse finita.- commentò, avvicinandosi.
-Non riesco a fermarlo sempre.- le disse Harry.- Non so perché, ma è andato dal fabbrica bacchette, cerca qualcosa, ma non so che cosa.-
-Io sì.- intervenne Draco. -Nell’ultima riunione in cui ho partecipato, Voldemort ha detto che le vostre bacchette sono identiche e perciò non riescono a ferirsi a vicenda. Lui cerca un’altra bacchetta per ucciderti.-
-E’ vero, anche Olivander ce l’ha detto quando siamo andati a comprarla.- aggiunse Jenny.
-Chissà che fine ha fatto…- mormorò Hermione.
-Lo tengono nei sotterranei nella villa. Probabilmente per lo stesso motivo per cui è andato dal fabbrica bacchette.- spiegò Draco. – Tengono in ostaggio anche un elfo della Gringott: sembra che mia zia ci abbia messo dentro qualcosa di prezioso.-
-Forse un altro horcrux.- esclamò Harry.
-Ci ho pensato anche io, ma i folletti sono scrupolosi, non si entra facilmente.-
D’un tratto, Ron alzò il volume della radio e fece innervosire Harry.
-Lascialo stare, gli dà conforto.- continuò Hermione.
-Cosa si aspetta di sentire, buone notizie?!- borbottò l’altro. -Quando sarà in grado di smaterializzarsi?-
Draco alzò le spalle.- Non lo so, è ancora un po' debole. Sto facendo quel che posso.-
-Beh, non è abbastanza!-
Il ragazzo sbuffò e gli andò in contro.- Toglitelo.- gli disse, indicando il medaglione.
-Adesso credi di potermi dare ordini?!- esclamò Harry, guardandola male.
-Per una volta nella tua vita potresti ascoltare una voce che non è la tua? Toglitelo.-
Harry sospirò e gli mise l’oggetto in mano, sentendo che pian piano la rabbia si affievoliva.
-Va meglio?-
-Sì.- rispose lui, stranito.
-Lo terremo a turno, eh?-

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Capitolo 5
*** Capitolo V. ***


Qualche giorno dopo, Draco si ritrovò nella tenda con Hermione che gli tagliava i capelli grazie a delle forbici di fortuna.
Improvvisamente, ebbe un lampo di genio. -Oh Mio Dio!-
Draco, preoccupato, si tastò la chioma.- Che c’è? Ti prego, dimmi che non me li hai rovinati.-
Hermione aprì uno dei suoi libri.- La spada di Godric Grifondoro è forgiata dai folletti!-
Harry e Jenny la guardarono senza capire.
-Assorbe solo ciò che la fortifica.- continuò.- Voi avete già distrutto un horcrux.-
-Sì, con un dente di Basilisco.- aggiunse Harry.
-Se mi dici che ne hai uno in quella maledetta borsa a perline………..- intervenne Jenny.
Anche Draco capì il suo ragionamento.- No, non si tratta del dente, ma della spada. Uccidendo il Basilisco, adesso è impregnata di veleno. Non capite? Può distruggere gli horcrux!-
-Ecco perché Silente me l’ha lasciata nel testamento!- commentò Jenny.
-Sei un genio Hermione.- esclamò Harry. -Peccato però che………-
D’un tratto, le luci delle varie lanterne si spensero, risucchiate dal Deluminatore di Ron. -La spada è scomparsa.- mormorò lui, facendo poi tornare la luce, scoprendo il suo sguardo infastidito.- Sì, sono ancora qui.-
Ron sembrava arrabbiato per qualcosa e oltretutto aveva tenuto il ciondolo al collo per tutto il giorno.
-D’accordo, che c’è che non va?- gli domandò Harry.- Sputa il rospo.-
-Va bene, sputerò il rospo: credevo che Silente ti avesse lasciato delle istruzioni! Che avessi un piano!-
-Vi ho detto tutto quello che Silente ha detto a me!- replicò Harry.- Credevi che avremmo trovato un horcrux ogni due giorni? Credevi di tornare da mammina per Natale? O di dormire in un albergo a 5 stelle? Dimmi, tu cosa hai fatto oltre a sentire quella radiolina tutto il giorno?!-
-Io la ascolto perché spero di non sentire il nome di Ginny, o di Fred, o di George o di mamma.- ribatté Ron, scansando Hermione che cercava di togliergli il medaglione.
-Toglitelo Ron, non diresti così se non lo avessi tenuto tutto il giorno.-
-Credi che non sappia cosa si prova?- domandò Harry, sbuffando.
-No, non lo sai cosa si prova! I tuoi genitori sono morti!- esclamò Ron.
-E che mi dici dei miei? Sono vivi.- esordì Draco.
-Certo, la feccia della terra!-
 A quel punto Draco si avventò su di lui e sarebbero venuti alle mani se Harry non li avesse bloccati.
-Allora vattene!- gli urlò Harry.
Ron squadrò i due ragazzi accigliato, togliendosi il ciondolo.- Certo, siete diventati amiconi voi due, vero?-
Draco fece una ridarella nervosa.- Questa poi.-
L’altro non esitò a prendere lo zaino e andarsene, con Hermione che lo rincorreva, pregandogli di restare.
Ma fu tutto inutile: Ron si smaterializzò via ed Hermione tornò in tenda a sguardo basso.
-Mi dispiace.- le mormorò Draco.
Lei lo guardò con un leggero sorriso, sistemandogli la frangetta.- Non farti più tagliare i capelli da me.-
***
Dal giorno dopo iniziarono a smaterializzarsi di posto in posto, mentre Hermione lasciava dei suoi vestiti appesi agli alberi, nel caso Ron tornasse.
Dormivano in due tende: in una c’era un tavolo per mangiare e tre letti singoli, nella seconda un letto ad una piazza in mezzo per i due fratelli.
Dopo che Harry le ebbe dato il cambio di guardia, Jenny andò a riposare.
Entrando nella tenda con il letto più grande, notò che Draco stava preparando lo zaino.
-Dove vai?- gli domandò preoccupata.
-II Ghermidori mi cercano, se rimango vi metto tutti in pericolo.- rispose lui, chiudendo la sacca.
Tutto voleva tranne che anche lui li lasciasse: erano ad un punto morto, non sapevano dove trovare la spada, né dove si trovasse il prossimo horcrux.
-E allora? Tanto ci cercano comunque.-
-Devo tornare a casa, Jenny, ho lasciato mia madre in balia di mia zia. Starà impazzendo, non posso abbandonarla.- continuò, infilandosi le scarpe.
Jenny capiva il voler tornare dalla propria famiglia, anche se non ne aveva una.
Lo afferrò per la maglietta prima che uscisse dalla tenda.- Si sta facendo buio, rimani, solo per stanotte.- gli sussurrò, poggiando la testa sul suo petto.- Ti prego.-
Allora Draco lasciò scivolare lo zaino a terra e le accarezzò i capelli.
La ragazza si fece inebriare ancora dal suo profumo, nonostante egli avesse promesso di non metterselo più.
Era stato il puro destino a farli incontrare di nuovo, ma non sapeva se sarebbero stati altrettanto fortunati.
Chissà cosa gli avrebbe fatto Voldemort al suo ritorno.
Draco poggiò la fronte sulla sua e le accarezzò la guancia, fissandola negli occhi.
Fu come se in quel momento i loro occhi comunicarono qualcosa l’uno all’altro.
Di non volersi lasciare.
Di desiderarsi l’un l’altro.
Si baciarono con passione e lentamente Jenny le mise entrambi le mani sotto il maglione, facendole scivolare lungo il suo petto.
Draco si staccò leggermente per toglierselo e poi tornò a baciarla, facendola camminare all’indietro verso il letto.
Jenny capì verso che direzione si stavano spingendo e non aveva intenzione di fermarsi.
Una volta stesa, si tolse la maglietta e nel mentre le si slacciarono anche i capelli.
Draco si apprestò a lasciarle dei baci lungo tutto il petto, fino alla pancia, facendole venire la pelle d’oca.
Dopo averle tolto le scarpe, le sbottonò i jeans, facendoli scendere verso il basso.
Stava venendo tutto così naturale e sembrava che Draco non le avrebbe chiesto il permesso per farla sua.
Qualche ora dopo, si ritrovarono nudi tra le lenzuola del letto, a guardarsi negli occhi.
-Te ne sei pentita?- le chiese Draco, strofinando il naso al suo.
-Assolutamente no, è stata la cosa più bella che io abbia mai fatto.- rispose Jenny, carezzandogli la guancia col pollice.
-Sai cosa significa questo vero? Adesso non puoi più scappare da me.- continuò, stringendola a se.
-Non voglio.- mormorò lei, chiudendo lentamente gli occhi fino ad addormentarsi.
Era quasi l’alba, quando Draco si alzò e si rivestì.
Prima di uscire dalla tenda, notò qualcosa nello zaino di Jenny: una foto dei 5 amici quando erano ancora bambini.
Fece un sorriso malinconico e le baciò la fronte.
Passò all’altra tenda, dove anche Hermione era quasi in dormiveglia.
-Ehi.- le mormorò, inginocchiandosi alla sua altezza.- Io torno a casa.-
Hermione annuì e di scatto l’abbracciò.- Grazie di tutto.-
Draco le strofinò una mano sulla schiena e le baciò la guancia.- Ti voglio bene.-
Con Harry non poteva di certo scambiarsi segni d’affetto.
Salutò il ragazzo accanto al fuoco con un cenno della testa e un leggero sorriso.
Lui ricambiò facendo lo stesso.
E andava bene così.

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Capitolo 6
*** Capitolo VI. ***


Erano rimasti solo Harry, Hermione e Jenny.
Nuovo giorno, nuovo posto.
Iniziava a diventare tutto molto stressante e malinconico.
Spesso Hermione si sedeva sul letto a fissare il vuoto, mentre la radiolina continuava a dare notizie.
Dopo che Draco se ne era andato, Jenny si unì a lei.
Una sera, Harry entrò in tenda e si intristì nel vederle così.
Stavano dando una canzone alla radio, un lento quasi movimentato.
Fu allora che il ragazzo gli porse le mani, come per invitarle a ballare.
Con un piccolo sorriso, le due si unirono a lui e goffamente ballarono tutti insieme.
I fratelli Potter non erano poi gran che in quel particolare ambito e si ritrovarono a ridere delle loro buffe mosse.
Per qualche minuto, furono di nuovo felici.
L’indomani, mentre Hermione leggeva su una roccia, Harry analizzava il boccino lasciatogli da Silente.
Nel frattempo che gli volava davanti agli occhi, lo prese e ci lasciò un bacio sopra.
In quel momento, magicamente apparve una scritta: Mi apro alla chiusura.
Velocemente, Harry raggiunse le due ragazze fuori.
-Hermione, avevi ragione, i boccini hanno la memoria tattile, ma io non ho afferrato il mio primo boccino con la mano, l’ho quasi ingoiato!-
Hermione osservò la scritta.- Mi apro alla chiusura, cosa significa?-
-Non ne ho idea.-
-Comunque, anche io ho trovato qualcosa.- continuò lei, mostrando ad entrambi uno dei suoi libri: sul lato alto della pagina c’era un piccolo disegno: un triangolo con dentro una linea ed un cerchio.- Qualcuno lo ha disegnato, non fa parte del libro.-
Jenny lo riconobbe subito.- Lo portava il padre di Luna al matrimonio.-
-Ma perché disegnarlo su un libro per bambini?-
-Ci ho riflettuto, comunque, voglio andare a Godric’s Hollow. E’ dove sono nato, dov’è nato Silente, potrebbe esserci la spada.- aggiunse Harry.
-E’ proprio lì che si aspetta che andrai, perché ha un significato per te.- commentò Hermione.
-Sì, ma ha un significato anche per lui, se ci pensi bene: Tu sai chi ci è quasi morto là.- pensò Jenny.
Fu grazie a questa frase che anche Hermione fu convinta.
Quella stessa sera, vestiti di abiti più pesanti per via della neve che era caduta, si materializzarono a Godric’s Hallow.
Da lontano si sentivano dei cori e le case erano quasi tutte addobbate in festa.
-Credo che sia la Vigilia di Natale.- sussurrò Hermione, aggrappandosi al braccio del ragazzo.- Dovevamo usare la pozione polisucco.-
-No, qui è dove sono nato, non ci ritorno con un aspetto diverso.- affermò Harry.
Anche Jenny si aggrappò a lui e intanto percorsero la strada.
Su quella stessa via, incrociarono una casa abbandonata, ma non del tutto rotta.
-E’ qui Jenny, è qui che lui li ha uccisi.- mormorò lui.
Solo un cancelletto rovinato li divideva da quella casa, però nessuno ebbe il coraggio di entrare.
Poco più in là, un piccolo cimitero.
Sicuri che James e Lily fossero seppelliti lì dentro, ci entrarono.
Guardandosi in giro, mentre Hermione aveva trovato la tomba d Ignotus Peverell e ancora una volta quel simbolo, Jenny, in una delle cappelle, scoprì quella dei Serpeverde e Grifondoro.
Di lato, una tomba per due persone.
Soffiò sulla polvere, leggendo il cognome delle due famiglie: probabilmente quei due erano gli amanti della profezia.
La donna era deceduta prima dell’uomo.
-Mi spiace.- sussurrò Jenny, prima di raggiungere il fratello che la chiamava.
Harry se ne stava con gli occhi lucidi davanti una lapide.
James e Lily Potter.
Non erano mai stati così tanto vicini ai loro genitori.
Asciugandosi una lacrima, Jenny estrasse la bacchetta e abbellì la tomba spoglia creando un fiore.
-Buon Natale sorellina.- le disse Harry, col naso rosso.
-Buon Natale fratellino.- rispose Jenny, stringendosi a lui.
Per un attimo furono una vera famiglia.
Successivamente, Hermione si avvicinò di soppiatto.- Ragazzi, qualcuno ci sta fissando.-
Tutti e tre si voltarono scoprendo una vecchia donna che, ben coperta, li stava osservando.
Harry riconobbe il suo viso.-Credo di sapere chi sia.-
Si trattava di Batilda Bath, l’antica amica di Silente, che li condusse verso casa propria, senza proferire parola.
Era stretta e fatta in pietra, con molte foto sui vari scaffali.
In particolare, Harry curiosò su di una che ritraeva un giovane ragazzo dalla chioma biondo cenere.
-Signora, chi è quest’uomo?- le chiese.
Batilda non rispose e dopo aver acceso una candela, si avviò di sopra, con Harry che la seguiva.
-Questo posto mi mette i brividi.- commentò Jenny, guardandosi attorno.
Dando un occhiata in giro, le due ragazze trovarono il libro di Rita Skeeter e oltretutto stava anche ringraziando Batilda per aver vuotato il sacco con lei.
A quel punto, entrambi sentirono un ronzio provenire dal ripostiglio.
Stranite, si diressero verso di esso e nell’aprirlo, scoprirono qualcosa di orribile.
-Harry!- gridò Jenny, raggiungendolo di sopra.
Il fratello stava combattendo con un enorme serpente: Nagini, la fedele compagna di Voldemort.
Il pitone si era cibato della povera vecchia e aveva preso le sue sembianze.
Di scatto, prima che facesse la sua mossa, Hermione la colpì con una fattura e i 3 si smaterializzarono, volando via dalla finestra.
***
Per via del buio, non avevano capito dove Hermione li avesse portati.
Quando Harry e Jenny si alzarono, il giorno dopo, uscirono dalla tenda: si ritrovarono in una foresta innevata, con un laghetto che la circondava.
Hermione era seduta davanti al fuoco a leggere.
-Wow Hermione, stavolta ti sei proprio superata.- commentò Jenny, sedendosi vicino a lei.
-La foresta di Dean.- puntualizzò lei.- Harry, volevi sapere chi fosse il ragazzo della foto, ho trovato qualcosa.- continuò, mostrando al ragazzo la stessa foto con una didascalia.- Gellert Grindelwald.-
-Ho già sentito questo nome.- intervenne Jenny.- Sta scritto sulla cioccorana di Silente, dice che è un potente mago oscuro che lui ha sconfitto in passato.-
Non sapendo dove egli si trovasse al momento, Harry prese il posto di Hermione e col medaglione fece la guardia per la notte.
Mentre si riscaldava al fuoco, notò una lucina più in là, verso il laghetto ghiacciato.
Vide chiaramente un cervo, femmina, ma aveva la forma di un patronus.
Guardandosi attorno però, Harry non vide nessuno.
La cerva lo guardò e poi proseguì verso l’acqua.
Harry la seguì, fin che essa non divenne una piccola palla di luce e si immerse.
Il ragazzo camminò lentamente sul ghiaccio e togliendo un po' di neve, scoprì che dentro il laghetto c’era proprio la spada di Godric Grifondoro.
Non ci pensò nemmeno un secondo: sciolse il ghiaccio, si tolse i vestiti ed entrò in acqua.
Con la pelle d’oca per via del freddo, Harry nuotò fino al fondo, ma quando fece per prendere la spalla, il ciondolo al suo collo quasi non lo strozzò.
La spada serviva ad uccidere gli horcrux e perciò esso si stava ribellando, come se all’interno ci fosse davvero qualcosa di vivo.
Harry non sapeva come uscirne, il suo ossigeno stava per finire.
Ad un certo punto, vide qualcuno camminare sul ghiaccio e tuffarsi in acqua.
Prese la spada e lo riportò in superficie.
Dopo essersi messo gli occhiali, Harry si accorse di Ron: lo aveva salvato.
-Ma sei impazzito?- borbottò Ron.
-Hai evocato tu la cerva?- gli chiese l’altro e tremando si rimise i vestiti.
-No, non sei stato tu?-
-No, il mio patronus è un cervo, quello di mia sorella una cerva, ma sta dormendo.-
-Ah giusto, le corna.- continuò Ron, ricordandosi la differenza fisica tra i due sessi.
Ora che avevano la spada, potevano finalmente distruggere il medaglione.
Harry lo posò su una corteccia d’albero caduta, deciso a farlo fare a Ron.- Allora, sta attento, il pezzo nel diario di Tom mi ha quasi ucciso.-
-Non mi piace, fa più effetto su di me che sugli altri.- sospirò Ron, afferrando la spada.
-Ora ci parlerò in serpentese per farlo aprire, quando lo farà, non esitare.-
Ron annuì e di seguito Harry pronunciò qualche parola nella lingua dei serpenti.
Improvvisamente, esso si aprì, facendo esplodere al di fuori una oscura nube nera.
-Ho visto i due sogni Ronald Weasley e sono miei.-
Una voce simile a quella di Voldemort rimbombò in aria, cercando di confondere il ragazzo.
-Ho visto le tue più grandi paure.- esclamò esso, facendo scivolare verso di lui un gruppetto di ragni.
Ron strisciò via, spaventato, quando la voce cambiò.
-Stavamo meglio senza di te.- continuò la voce di Draco.
-Più contenti senza di te.- aggiunse quella di Harry.
Ma Ron non si fece ingannare: con rabbia e stringendo la spada, corse verso il ciondolo e ci diede un colpo secco con la lama.
Finalmente, il terzo horcrux fu distrutto.

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Capitolo 7
*** Capitolo VII. ***


Era sorto il sole quando i due amici, felici di essersi ritrovati, raggiunsero la tenda.
Jenny uscì e meravigliata corse in contro a Ron per abbracciarlo.- Sapevo che saresti tornato.-
Per Hermione non fu altrettanto.
-Ehi.- le disse Ron, sorridendo.
Furiosa, la ragazza gli andò in contro e con il suo zaino lo colpì.- Sei un vero- esclamò, lanciandogli le foglie a terra. -deficiente Ronald Weasley! Non ti fai vedere per settimane e dici Ehi?!-
Jenny ridacchiò sotto i baffi, ma non volle intervenire: sapeva come reagiva l’amica in quelle situazioni.
A quel punto, Hermione notò sia la spada che il medaglione rotto.- Lo hai distrutto. E perché tu, guarda caso, hai la spada di Grifondoro?!-
-E’ una lunga storia.- intervenne Harry.
-Non crede che questo cambi qualcosa.- borbottò l’altra.
-Certo, ho solo distrutto un maledetto horcrux, perché dovrebbe cambiare qualcosa?- continuò Ron.- Senti, volevo tornare non appena me ne sono andato, ma non sapevo come. Una sera dormivo in una locanda, alla larga dai Ghermidori ed è apparsa questa palla di luce che si è diretta dritto verso il mio cuore, nel petto. Ho sentito la tua voce, Hermione, che sussurrava il mio nome. Ho fatto scattare il Deluminatore e mi sono materializzato qui: sentivo che era la cosa giusta da fare. Aspettavo solo che qualcuno di voi si mostrasse e così è stato.- spiegò.
Hermione lo guardò accigliata e con le braccia conserte.- Buon per te.- commentò, prima di tornarsene in tenda.
Ron sospirò.- Per quanto credi che ce l’avrà con me?- domandò a Jenny.
-Tu continua a dirle di quella palla di luce che ti ha toccato il cuore e le passerà.- gli rispose lei, ridacchiando.
Quando toccò a Jenny fare di guardia, per passare il tempo si mise a leggere uno dei libri di Hermione.
In particolare, una pagina che parlava di una curiosa storia.
Quella dei tre fratelli.
Però, prima che giungesse alla seconda riga, sentì un ramo spezzarsi non lontano da lei.
Mise il libro nello zaino e prese la bacchetta, guardandosi intorno.
Fu in quel momento che vide una cerva dietro un albero: la stessa che era apparsa a suo fratello la sera prima, un patronus.
Era la propria forma, ma non era stata lei ad evocarla.
Oltre al suo, la cerva era il patronus di sua madre.
Per un attimo crebbe che fosse lei.
-Mamma?-
Di scatto poi, esso divenne una sfera lucente e volò verso il cielo.
Jenny alzò lo sguardo e una lacrima malinconica le scivolò lungo la guancia.
Chissà se era vero.
Chissà se davvero sua madre era venuta a dirle qualcosa.
***
Mentre cenavano con le ultime provviste rimaste, Hermione si sedette lontano da Ron, ancora arrabbiata.- Voglio andare a trovare il padre di Luna.- esordì, passando ad Harry una pagina aperta.- E’ una lettera che Silente scrisse a Grindelwald.- continuò, indicandogli un simbolo vicino alla firma.- E’ di nuovo quel segno, continua ad apparire: credo che significhi qualcosa.-
-Va bene, mettiamola ai voti. Chi è a favore?- domandò Ron, alzando la mano.
Si ritrovò ad essere l’unico, con tutti che lo fissavano.
Abbassò la mano arrossendo, mentre Jenny gli diede una pacca sulla spalla.-Quello che dice Hermione è legge, amico mio.-
Così, presero gli zaini e si avviarono oltre la collina, dove abitava la famiglia Lovegood.
Era una casa a due piani: all’apparenza sembrava un cappello in mattoni, con accanto una piantagione di prugne.
Hermione salì le scalette che portavano alla porta e bussò.
Xenofilius Lovegood aprì con sguardo turbato e in dosso una vestaglia bianca.- Chi siete? Cosa volete?-
Harry si avvicinò per farsi riconoscere.- Salve signor Lovegood, sono Harry Potter, ci siamo conosciuti al matrimonio.-
D’un tratto, sulla sua bocca apparve un sorriso.- Ma certo, entrate pure.-
L’uomo li fece accomodare su delle poltrone al piano di sopra e gli offrì del tè fatto con delle strane erbe disgustose.
L’anno scolastico ad Hogwarts era iniziato, ma Xenofilius aveva deciso che sarebbe stato troppo pericoloso per sua figlia, soprattutto dopo che Piton era diventato preside.
Jenny, ogni tanto, osservava sulla mappa del malandrino come egli facesse avanti e indietro nell’ufficio di Silente.
Tuttavia, Luna non era in casa.
-Dov’è Luna?- chiese Hermione.
-Luna? Oh, sarà qui tra poco.- balbettò lui.
Jenny diede un ultimo sorso a quella bevanda schifosa e poi posò il bicchiere.- Signore, siamo venuti per chiederle di un gioiello che portava al collo alla festa.-
Egli tirò fuori dalla scolatura lo stesso ciondolo che aveva quella sera.- Intendi questo?-
-Esatto, cosa significa?-
-Beh, penso che tutti sappiate la storia dei tre fratelli.-
-Sì.- risposero insieme Hermione e Ron.
-No.- disse invece Harry.
Era la stessa storia che Jenny stava iniziando a leggere il giorno prima.- Io ce l’ho qui.-
Estrasse il libro dallo zaino e iniziò a leggere.
-C’erano una volta tre fratelli che viaggiavano lungo una strada tortuosa e solitaria al calar del sole.
Dopo un po', giunsero sulla riva di un fiume troppo pericoloso da attraversare.
Ma versati nelle arti magiche, ai tre fratelli bastò agitare le bacchette per creare un ponte.
Nell’attraversarlo però, trovarono il passo sbarrato da una figura incappucciata.
Era la morte: era turbata perché di solito le persone annegavano nel fiume.
Ma la morte era astuta: finse di congratularsi con i tre fratelli per la loro magia e promise ad ognuno una ricompensa per la loro abilità a sfuggirle.
Il maggiore, chiese la bacchetta più potente del mondo.
Così, la morte gliene fabbricò una da un albero di sambuco che era nelle vicinanze.
Il secondo fratello, volle umiliare la morte ancora di più.
Le chiese qualcosa che potesse resuscitare i propri cari defunti.
Così la morta prese una pietra dal fiume e gliela offrì.
Infine, giunse il terzo fratello.
Un uomo umile: egli chiese qualcosa con la quale andarsene da lì senza essere seguito dalla morte.
E allora ella, con riluttanza, gli consegnò il proprio mantello dell’invisibilità.
Il primo fratello, armato della bacchetta di sambuco, raggiunse un lontano villaggio e uccise un mago con cui una volta aveva litigato.
Ma quella stessa notte, un uomo gli rubò la bacchetta e per buona misura gli tagliò la gola.
E così la morte si prese il primo fratello.
Il secondo fratello tornò a casa e fece girare la pietra sulla mano per tre volte.
Con sua grande sorpresa, la donna che aveva giurato di amare prima della di lei morte prematura, le apparve.
Ma la donna fu subito docile e fredda, perché non apparteneva a quel mondo.
Di seguito, l’uomo si impiccò per raggiungerla.
E così la morte si prese anche il secondo fratello.
Per quanto riguarda il terzo fratello, la morte lo cercò per anni e anni, senza trovarlo.
Solo quando l’uomo ebbe giunto una veneranda età, si tolse il mantello dell’invisibilità e lo consegnò a suo figlio.
Poi, salutò la morte come una vecchia amica e se ne andò lieto con lei, congedandosi da questa vita, da pari a pari.-
-Ecco, questi sono i doni della morte.- aggiunse il signor Lovegood.
-Mi scusi, ma io ancora non ho capito.- intervenne Harry, confuso.
Jenny sospirò.- Per questo sono io quella intelligente della famiglia.- commentò, cercando tra la confusione un foglio ed una matita. Su di esso, disegnò prima una linea.- La bacchetta di sambuco.-
Lovegood annuì.- La bacchetta più forte mai creata.-
Poi, su di essa, un cerchio.- La pietra della resurrezione.-
-L’unica in grado di resuscitare i morti.-
Infine, intorno ai due tratti, un triangolo che li racchiudeva.- Il mantello dell’invisibilità.-
-Insieme creano i doni della morte e anche un padrone della morte.-
Non era un buon segno: se Voldemort si fosse impadronito di tutti e tre, sarebbe stato invincibile.
-Signore, la famiglia Peverell centra qualcosa con i doni?- domandò Hermione, ricordandosi di aver visto il simbolo sulla tomba di Ignotus Peverell.
-S-si dice che i Peverell fossero i primi possessori dei doni, non che i fratelli che hanno ispirato la  storia.- balbettò, iniziando stranamente anche a tremare.- L’acqua del tè s-si è freddata, vado a riscaldarla.-
Quando fu sceso, Ron afferrò il proprio zaino.- Andiamocene, non bevo un altro sorso di quella roba neanche morto.-
Gli altri 3 non gli diedero torto, così si avviarono all’uscita.
-Grazie di tutto signor Lovegood, noi andiamo.- gli disse Hermione.
-No, non potete!- esclamò l’altro, sbarrando la porta con il proprio corpo.
Trovarono il suo comportamento alquanto strano.
-Erano arrabbiati, capisci? Perché ero dalla tua parte.- mormorò, abbassando lo sguardo.- E così l’hanno presa. Hanno preso la mia Luna.-
-Signore, chi l’ha presa?- gli chiese Harry.
-Voldemort. Ma, in effetti, è te che vogliono.-
Improvvisamente, ci fu un esplosione.
Un gruppo di 4 Mangiamorte attaccò la casa, cercando di ucciderli.
Nel caos, i 4 si stesero a terra e strusciarono l’uno verso l’altro, materializzandosi prima che fosse troppo tardi.
Jenny li condusse di nuovo nella foresta in cui li aveva portati Draco.
-Accidenti, non possiamo fidarci di nessuno!- esclamò Ron.
-L’hanno presa perché lui mi appoggiava: era solo disperato.- commentò Harry.
Prima che potessero tirare fuori le tende, intorno a loro si presentarono 6 Ghermidori: gli stessi che davano la caccia a Draco.
Iniziarono velocemente a correre, mentre gli uomini li inseguivano a suon di incantesimi.
Jenny riuscì a seminarli, nascondendosi dentro un fossato, ma gli altri 3 furono presi.
Hermione lanciò una fattura contro Harry, per deformargli la faccia e far sì che non lo riconoscessero.
Jenny fece capolino con la testa e vide che li stavano portando via, anche se non sapeva dove.
Non aveva idea di che cosa fare, ma doveva allontanarsi da lì.
Fece qualche passo indietro, fin che non sentì una presenza alle proprie spalle.
Voltandosi, il lupo mannaro Greyback, alto quasi 2 metri, le sorrise malvagiamente con i suoi denti appuntiti.
Le diede un pugno, facendole sanguinare il naso e poi l’afferrò.
Tentò di dimenarsi, però egli era molto più robusto di lei.- Lasciami!-
La portò fino al cancello nero di un enorme villa: su di essa, la M, lo stemma dei Malfoy.

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII. ***


Quando Greyback la portò nel salone, i Ghermidori tenevano in ostaggio Ron ed Hermione, privandoli della spada di Grifondoro e delle bacchette.
Lucius e Narcissa Malfoy assistevano vicino al camino.
Harry era inginocchiato a terra, con la faccia gonfia, mentre Bellatrix Lestrange sussurrava nell’orecchio a Draco.- Devi pensarci bene e dirmi chiaramente se questo è Harry Potter, altrimenti se lo chiamiamo e non è lui, ci ucciderà tutti.-
Draco non voleva dirgli di certo che quello era Harry Potter.- Non ne sono sicuro.-
-Ho trovato questo insetto che cercava di scappare.- intervenne Greyback, spingendo Jenny dentro.
-Oh, che peccato.- ridacchiò Bellatrix.- Sbaglio o è la sorellina di Harry Potter?-
-Sì, è lei.- confermò Lucius.
Il sorriso sulle labbra della Mangiamorte scomparve quando vide la spada in mano ad uno dei suoi uomini.- Dove l’hai presa quella?-
-Ce l’avevano l’oro, ma adesso è mia.- rispose l’uomo, con un sorrisetto soddisfatto.
Improvvisamente, Bellatrix lo colpì con un incantesimo che lo fece volare fino all’altra parte della stanza.- Via tutti!- urlò arrabbiata, afferrando la maglia di Jenny.- Sissi, metti gli altri nelle segrete, voglio parlare con questa qui, da donna a donna!-
Narcissa consegnò Harry, Ron ed Hermione a Codaliscia che li rinchiuse nei sotterranei.
-Che cosa le faranno?!- domandò Ron, preoccupato.
-Non lo so, ma se feriscono lei, feriscono Draco.- commentò Harry, sedendosi a terra per tirarsi fuori il frammento di specchio dal calzino.
-Io non credo che Bellatrix sappia della maledizione.- aggiunse Hermione.
-Hermione?- chiese una vocina più in là.
Luna venne fuori da dietro una colonna insieme al signor Olivander e Unci Unci, il folletto della Gringott.
Erano tutti prigionieri.
Harry prese lo specchio e ci vide di nuovo l’uomo barbuto.- Aiutaci.-
Intanto, al piano di sopra, Bellatrix stava a cavalcioni su Jenny, puntandole la bacchetta alla gola.
-Per favore, lei non sa niente!- continuava a ripetere Draco, tenuto da suo padre.
-Quella spada stava nella mia camera blindata alla Gringott, come avete fatto a prenderla?!- insistette la Mangiamorte.
Jenny non aveva di certo paura di lei.- Te l’ho detto, non so di che diamine stai parlando.- rispose e le disse anche la verità: la spada era apparsa ad Hary nella foresta di Dean.
-Bugiarda!- sussurrò Bellatrix e di scatto le alzò la manica della maglietta e iniziò a bruciarle il polso, creando la scritta Bugiarda.
Jenny urlò di dolore, non riuscendosi a muovere per il peso della donna su di se.
Nei sotterranei, nessuno sapeva cosa fare, quando apparve di colpo Dobby.
-Dobby! Puoi materializzarti per entrare e uscire?!- gli domandò sorpreso Harry.
-Ma certo, sono un elfo.-
-Bene, per favore, porta tutti…….-
-A Villa Conchiglia, fidati.- gli disse Ron.
-Quando vuole lei, signore.- disse Luna all’elfo.
-Signore? Oh, lei mi piace moltissimo.- commentò Dobby che, con le piccole manine, strinse quelle di Luna e Olivander, mentre il folletto si aggrappò alla ragazza.- Ci vediamo in cima alle scale tra 10 secondi.-
-Smettila, ti prego, lasciala stare!- gridò Draco, prima di accasciarsi a terra con il braccio sanguinante.
Si tirò su la manica della camicia nera, gemendo per la ferita.
Bellatrix si alzò e sgranò gli occhi.- Che stregoneria è mai questa!-
Con una lacrima che le rigava il viso, Jenny guardò Draco: le sembrò di esser tornata in quel cimitero, anni prima.
Avrebbe voluto rimanere nel letto con lui e non muoversi mai più.
Draco voltò lo sguardo verso le scale che portavano ai sotterranei, osservando il trio che saliva di nascosto.
Gli occhi di Draco ed Harry si fulminarono: avevano un piano.
Harry e Ron, di scatto, estrassero le bacchette e iniziarono un duello con Lucius e Narcissa.
Nel caos, Draco strisciò a terra per afferrare Jenny, ma Bellatrix lo fece prima di lui, puntandogliela alla gola.- Giù le bacchette!- ordinò.
Tutti si bloccarono ed Harry e Ron furono costretti a mettere le loro armi a terra, prima che facesse altro male a Jenny.
-Ti giuro, non mi importa della parentela, un giorno ti ucciderò.- sputò tra i denti Draco, guardandola con una smorfia d’odio.
-Povero sciocco.- ridacchiò la zia.
La fattura che Hermione aveva fatto al viso di Harry stava scomparendo.
-Oh, ma chi abbiamo qui, è Harry Potter e tutto rimesso a nuovo.- continuò Bellatrix.- Forza, Lucius, chiamalo.-
L’uomo si alzò la manica, scoprendo il marchio nero, pronto a chiamare Voldemort.
Fu in quel momento che sentirono un rumore provenire da sopra le loro teste.
Al di sopra di Bellatrix, Dobby stava svitando la vite di un grosso lampadario che poi, sarebbe caduto dritto verso di lei.
Prima che la potesse colpire, la Mangiamorte si allontanò, lasciando così la presa su Jenny.
La ragazza corse tra le braccia di Draco e i 5 si riunirono insieme all’elfo.
-Potevi uccidermi!- gridò ella.
-Dobby non voleva uccidere, voleva solo mutilare o ferire gravemente.- rispose l’altro, stringendosi nelle spalle.
-Come hai osato sfidare i tuoi padroni?!- esclamò Bellatrix, contrariata dal comportamento di Dobby.
Come risposta, egli la guardò accigliato.- Dobby non ha nessun padrone! Dobby è un elfo libero ed è venuto per aiutare Harry Potter e i suoi amici!-
In quell’istante, mentre si stava smaterializzando, Bellatrix tirò fuori un pugnale e lo tirò verso di loro.
Forse colpendo qualcuno.
***
Harry, Ron, Hermione, Dobby, Jenny e Draco si ritrovarono su una spiaggia.
Harry si guardò intorno, confermando che fossero tutti in salvo.
-Jenny, stai bene?- le chiese, inginocchiandosi davanti a lei.
-Sì.- annuì, anche se il braccio ancora le bruciava.
-R-Ragazzi…..-
I due fratelli si volarono verso Draco, che aveva in mano il piccolo elfo e stava sanguinando molto.
-Dobby!-
Draco estrasse dal suo piccolo corpicino il pugnale di Bellatrix.
Dobby respirava a malapena e molto probabilmente non sarebbe sopravvissuto.
-T-ti prego, fa qualcosa, lui sta…….- piagnucolò Harry.
-Mi dispiace, è troppo profonda.- sussurrò Draco, con una lacrima che gli scese lungo la guancia.
-Un bel posto.- balbettò Dobby, sorridendo appena.- Per stare con gli amici.-
Jenny si mise le mani sugli occhi singhiozzando, non voleva guardare.
-Dobby è felice.- disse infine l’elfo, prima che il suo sguardo si fermasse verso il cielo.
Perdere l’ennesima vita innocente, aveva scaturito in Draco un’irrefrenabile rabbia.
Lo adagiò sulla sabia lentamente e poi si alzò, con le mani ancora piene di sangue.
Fece un urlo di sfogo verso le onde del mare e scoppiò a piangere.
-Oh, piccolo.- mormorò Jenny, accarezzandogli prima la testolina e successivamente chiudendogli occhi.
-Voglio seppellirlo.- balbettò Harry, asciugandosi il viso.- Come si deve, senza magia.-
E mentre Draco rimase seduto sulla riva a guardare il mare, gli altri 4 scavarono una buca tra la sabbia, su una collinetta.
Villa Conchiglia era la casa dove Bill e Fleur erano andati a convivere dopo il matrimonio.
I due neosposi li accolsero, gli diedero da mangiare e dei nuovi vestiti puliti.
Fleur fasciò il braccio di Jenny che sarebbe guarito presto.
Nel pomeriggio, la ragazza raggiunse Draco sulla spiaggia che stava togliendo il sangue sia dalle proprie mani che dal pugnale della zia.
Se lo mise in tasca, deciso a tenerlo per se.
-Stai bene?-
-Sai quante persone sono riuscito a salvare? 17. Sai quante persone ha ucciso lui? 189. Le ho contate.- rispose Draco, asciugandosi le mani sulla camicia.- Anzi, scusa, 190.-
-Mi dispiace tanto, Draco.- gli disse lei, avvicinandosi lentamente.
-Ferma.- esclamò, mettendo una mano in avanti.- Ti avverto: se fai un altro passo, Jenny, se vieni verso di me, non ti lascerò mai più andare.-
Jenny fece un piccolo sorriso, mentre gli occhi le si fecero lucidi.
Ignorò il suo ordine e camminò decisa da lui, prendendogli il viso tra le mani per baciarlo con passione.
Era vero.
Da quel giorno in poi non si separarono mai più.
Ma insidie e pericoli li aspettavano.
La guerra era imminente.
Soprattutto perché Voldemort aveva trovato la bacchetta di Sambuco, appartenuta fino a quel momento ad Albus Silente e perciò seppellita insieme a lui.
La bacchetta più potente del mondo.
L’unica in grado di uccidere Harry Potter.
 
CONTINUA…..
 

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