Come lingue di fuoco

di Diva_13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** INTRODUZIONE ***
Capitolo 2: *** L'IMPORTANZA DI SAPERSI RILASSARE ***
Capitolo 3: *** SPIONAGGI ACCIDENTALI ***
Capitolo 4: *** CHE COSA STA SUCCEDENDO? ***
Capitolo 5: *** MOMENTI DI TENEREZZA ACCIDENTALI ***
Capitolo 6: *** GUARDAMI ***
Capitolo 7: *** E' DI QUESTO CHE SI TRATTA. GIUSTO? ***
Capitolo 8: *** NON SALIRO' MAI SU UNA SCOPA ***



Capitolo 1
*** INTRODUZIONE ***


INTRODUZIONE:

Come lingue di fuoco i loro cuori ardevano.

Colmi entrambi di sentimento: gioia, trepidazione, paura, amore e passione.

Come lingue di fuoco che danzano, le loro essenze sinuosamente si univano.

Senza sosta, lentamente, godendo di ogni attimo.

Tra le mura di Hogwarts, davanti a un fuoco evocato al momento, un nuovo amore stava nascendo.

Inconsapevolmente, un sentimento innocente provato da due ragazzi che, consapevoli della guerra alle porte, erano riusciti a trovare la felicità in qualcuno di inaspettato.

Con tali pensieri per la testa, Hermione Granger ravvivò le fiamme morenti; chiese alla stanza delle necessità di far comparire un’altra coperta e delicatamente la pose sulla schiena nuda del ragazzo accanto a lei.        

La testa rossa si volse e per un attimo la ragazza temette di aver svegliato il compagno; gli occhi rimasero però chiusi e la giovane strega permise anche a se stessa di assopirsi grazie al calore di quel corpo. 

Un braccio le avvolse dolcemente la vita ed Hermione Granger, pensando a come sino a quel momento erano andate le cose fra loro, non potè fare a meno di domandarsi come lei e Fred fossero giunti fino a quel punto.
 

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Capitolo 2
*** L'IMPORTANZA DI SAPERSI RILASSARE ***


CAPITOLO 1:
La vita a Grimmauld Place procedeva in maniera monotona. Mancavano pochi giorni al rientro ad Hogwarts ed Hermione stava leggendo un vecchio tomo, quando un tonfo improvviso le fece alzare gli occhi dal volume che stringeva fra le mani.

Un secondo rumore, accompagnato da una richiesta urgente d’aiuto, la indusse a chiudere il libro e ad alzarsi velocemente dal letto. Con le mani si sistemò le pieghe della maglia leggera che indossava e si diresse vero il corridoio. La voce proveniva dalla camera dei gemelli.

In quella casa così monotona, durante l’estate, gli unici momenti di movimento erano stati generati da Fred e George, i quali si divertivano a fare scherzi a chiunque capitasse sotto tiro e a lavorare alle proprie invenzioni.
La ragazza li trovava geniali, anche se non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce, era più naturale e normale lamentarsi della pericolosità delle loro gesta.

-Questa volta si sono fatti davvero male- pensò scuotendo la testa, con fare sconsolato.

Le lettere da Hogwarts erano arrivate da qualche settimana, annunciando il suo ruolo da prefetto, e quasi fossero già a scuola, lei si sentiva investita di tale incarico. Non che prima fosse in carenza di senso del dovere ovviamente.

Un nuovo urlo, questa volta più forte, la risvegliò dai propri pensieri e indusse ad accellerare il passo preoccupata.

Giunta di fronte alla stanza dei gemelli spalancò senza indugi la porta pronta a dover porre rimedio ad un’incidente.
Davanti a se però vi erano i due ragazzi che la guardavano con un ghigno sul volto. Uno dei due, non seppe dedurre in quella frazione di secondi se fosse Fred o George, alzò lo sguardo sopra la sua testa. Hermione seguì la direzione degli occhi del ragazzo, e non ebbe il tempo di fare nulla: in pochi secondi un secchio ricolmo di una sostanza melmosa, verde e puzzolente le cadde addosso ricoprendola totalmente.

Delle risate giunsero immediatamente alle sue orecchie, con un gesto secco della mano scansò un fazzoletto che le veniva porto e si pulì gli occhi, il necessario per aprirli.

-Cosa mi avete gettato addosso?- sibilò fra i denti. I gemelli continuarono a ridere senza darle risposta, ed Hermione stizzita si avvicinò, fulminando con uno sguardo i due ragazzi,    -Non avete pensato che avrei potuto farmi male? E se mi fosse caduto addosso il secchio?-

-Dai Granger non fare la tragica, non è successo niente di grave, era per farsi una risata-

La ragazza però non rise, non si soffermò a capire chi avesse parlato, semplicemente con tono solenne ripetè la domanda -Cosa. Mi. Avete. Fatto. Cadere. Addosso?-

-Un nostro prodotto Granger…-
-E’ come quelle sostanze babbane, simula la bava di lumaca…-
-Solo che questa è più duratura…-
-Per un risultato permanente!- conclusero contemporaneamente con tono leggero.

Hermione sentì salire la voglia di afferrare la bacchetta e maledirli. -Sono ancora minorenne- si ripetè, -Sono ancora minorenne- limitandosi ad uscire infuriata. Da lontano si sentirono unicamente nuove risate.

La strega entrò violentemente nella propria camera, sbattendo contro Ginny che in quel momento stava invece uscendo dalla stanza, ma che si ritrovò a fissare con perplessità la propria migliore amica. Hermione, che nel frattempo si era scostata, camminava freneticamente avanti e indietro, borbottando frasi incomprensibili, di cui Ginny riuscì solo a comprendere le parole: gemelli, scherzo, maledetti, pagare.

-Hermione, Hermione- chiamò la rossa.

L’interpellata non diede cenno d’aver udito e che tali parole fossero andate perse al vento, allora Ginny prese per le spalle l’amica scuotendola con forza: -Hermione vuoi dirmi cosa è successo? Stai scavando un solco nel pavimento e io non ho ancora imparato a leggere nella mente. È un’arte nota a pochi maghi sai? E poi che cosa hai fra i capelli? Melma verde? Come ci è finita?-

Solo a quel punto Hermione sembrò riprendere coscienza e con sguardo furente indicando la porta affermò lapidariamente: -I tuoi fratelli, ecco cosa mi è successo!- E detto ciò riprese a borbottare fra se e se.

Costrinse la ragazza a sedersi sul letto e la scosse nuovamente -Ho sei fratelli, sii più precisa- In realtà la rossa era ben consapevoli di quale fratelli stesse parlando.
Ginny sbuffò -Maledetti gemelli- pensò. Loro la facevano arrabbiare, e poi toccava a lei l’arduo compito di far calmare la riccia. Non chiedeva tanto, solo la possibilità di mangiare le sue api frizzole in santa pace. E di fidanzarsi con Harry, e di ottenere il nuovo modello di scopa. Ma quello era tutto un altro discorso.

Per tutta l’estate Hermione e i gemelli si erano stuzzicati, non passava settimana senza che vi fossero alterchi fra di loro, e nella monotonia di Grimmauld Place tali momenti erano stati…particolari sotto vari punti di vista.

-I gemelli, ho sentito un tonfo ed una richiesta d’aiuto. Ho pensato che qualcuno si fosse fatto male, sono andata a controllare, ma a quanto pare era solo un modo per gettarmi questa roba verde addosso-

Ginny trattenne le risate, irritare Hermione non era affatto una scelta saggia, specialmente in momenti come quelli. Si limitò quindi a suggerirle di farsi una doccia.  
Periodo di guerra, serietà, infantili. I borbottii della riccia scomparvero dietro alla porta del bagno e solo a quel punto la rossa si permise di ridere.

Purtroppo per la strega la doccia non sortì l’effetto desiderato: dopo un’oretta circa la sostanza ricomparve, emanando un fetore più potente di prima.

A questo punto fu necessario l’intervento di Molly, la quale però dopo vari tentativi non riuscì ad ottenere risultati comunque.

Fu nel momento in cui la donna tentava di rincuorare Hermione che in salotto comparvero i gemelli. Quest’ultimi si limitarono ad osservare la ragazza ed attendere che la madre uscisse dalla stanza per poi parlare. Se c’era una persona temuta dai ragazzi, era proprio lei.

-Granger, sei proprio bella, quel colore verde ti dona particolarmente…-
-Per non parlare del fantastico odore!-

-Cosa mi avete messo in testa?. Fatelo sparire immediatamente! Insieme ai vostri ghigni magari- Una serie di epiteti poco delicati colpirono i gemelli. Non che questo permise loro di scomporsi o sentirsi feriti.

-Tranquilla l’effetto dei svanisce in trentasei ore, ma tu devi rider ci su, devi imparare a rilassarti! O non troverai mai un ragazzo-

Nel frattempo in sala erano arrivati anche Harry e Ron. Il primo osservava la scena con aria leggermente accigliata, il secondo confuso, non aveva ancora compresi cosa stesse accadendo.

-Come al solito- Pensò Ginny osservando il fratello.

-Cosa succede?-

-Zitto!- Lo interruppe la rossa, che voleva godersi il battibecco, continuando ad immergere la mano un pacchetto di api frizzole.

-Ma…-

-Zitto!-

-Me ne dai una Ginny?-

-No!- urlò la ragazza proteggendo avidamente il pacchetto di dolci -E’ il mio tesssoro-

Hermione si volse leggermente scioccata, pentendosi di aver fatto conoscere alla rossa il signore degli anelli. Mentre i gemelli osservarono con aria preoccupata la sorella. La sua dipendenza da quei dolci stava divenendo preoccupante. Harry invece si allontanò dalla ragazza che aveva cominciato a fissarlo con aria leggermente sadica.

-Gradirei tornare normale, e comunque la mia situazione sentimentale non vi deve interessare minimamente. Un po’ di compostezza e serietà sono necessari, alle ragazze non piacciono i perenni buffoni-

-Angelina l’anno scorso non si è lamentata di me e cosi nessuna delle mie ragazze, amano il fatto che io sia sempre calmo, rilassato-

-Mi dispiace per loro sei SEMPRE rilassato, io apprezzo un po’ di rigidità, tutte le ragazze in generale la apprezzano. Quindi Fred- disse finalmente comprendendo quale dei due gemelli le stesse rivolgendo la parola. -Vedi di farmi tornare normale-

Le parole di Hermione nella sala generarono diverse reazioni. Harry rimase sbigottito, Ginny, che nel frattempo si stava masticando una grossa quantità di api frizzole cominciò a tossire per il cibo andatole di traverso, George rise, e Fred rimase a fissare con occhi spalancati la riccia. Ron invece semplicemente cominciò a balbettare parole sconnesse: Hermione, pura, nessun ragazzo             

“Piantala Ron, non sono un palo, e quello che faccio non sono cavoli tuoi”

“Si Ronnino, non sono cavoli tuoi” George venne zittito da uno sguardo di Hermione, mentre il povero Ron svenne cadendo dal divano, senza che qualcuno ci facesse caso.

Fred d’altro canto era stupito, la Granger aveva fatto una battuta, una battuta riuscita bene fra l’altro.

La ragazza osservò compiaciuta le reazioni generate e lasciò la stanza con un sorriso sulle labbra.

In quel momento entrò la signora Weasley. La scena che le si presentò davanti era alquanto singolare: Ron svenuto, un Harry nel mentre di praticare la manovra di Heimlich su Ginny, che nel frattempo stava diventando cianotica, ma non rinunciava a lasciar cadere il sacchetto dei dolci. Dopotutto era il suo tesoro.
George invece era piegato in due dalle risate e Fred aveva ancora quello strano sorriso sulla faccia.

Non vi fece particolarmente caso, il suo figlio minore giaceva ancora per terra, e non dava segno di volersi riprendere. Balbettava parole sconnesse: Hermione, pura, no ragazzo.

Ginny invece, tornata del colore originale, guardando anche lei il ghigno del fratello non potè fare a meno di pensare alla vicinanza di Fred ad Hermione in quei mesi e alla sua insistenza nel fare scherzi alla ragazza. Con quella battuta la riccia aveva spiazzato tutti, e se conosceva bene il fratello aveva attirato la sua attenzione. Non seppe dire se nel bene o nel male.
Scuotendo la testa, ed afferrano un’altra manciata di api frizzole, sotto lo sguardo sbigottito di Harry che l’aveva appena salvata da soffocamento di quei dolci, la rossa mormorò -non sai in che guaio ti sei cacciata Hermione-  

Ed effettivamente, la strega non lo sapeva 

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Capitolo 3
*** SPIONAGGI ACCIDENTALI ***


Il primo settembre arrivò velocemente. I gemelli, nei giorni seguenti al diverbio, erano rimasti nella propria camera, a lavorare ai loro prodotti. Hermione, invece, aveva trascorso la gran parte del proprio tempo sul letto a leggere. Si erano ignorati, come se nulla fosse mai accaduto.

Non che la battuta di Hermione fosse però andata dimenticata, ovviamente. Fred spalancava ancora gli occhi dallo stupore quando ci pensava, George rideva, ma entrambi erano rimasti in silenzio, senza intraprendere quel discorso. Sia fra se stessi, che con gli altri.

Se i gemelli non avevano fatto commenti o battutine alla strega, ci aveva invece pensato Ginny. Ampiamente. Continuamente. In modo alquanto esagerato. La noia porta a fare brutte cose, si sa. O per lo meno, così, giustificava Hermione la malsana fissazione dell’amica.

Ginny ci aveva riso sopra, aveva ripetuto la battuta sino allo stremo, e l’aveva presa in giro. Senza però accennare allo sguardo di Fred. O meglio, ci aveva provato, fra una presa in giro e l’altra, ma era stata minacciata di veder scomparire tutte le sue scorte di api frizzole, se avesse osato fare nuovamente riferimento all’accaduto e quindi la rossa aveva finalmente taciuto.

-A Serpeverde, altro che Grifondoro! Quella ragazza dove finire fra i Serpeverde- Sbiascicò la Ginny afferrando una manciata di caramelle e infilandosele avidamente in bocca. Harry che stava passando in quel momento davanti alla camera delle ragazze, e che aveva osato guardare il pacchetto di dolci venne fulminato con lo sguardo. Nessuno poteva guardare le sue api. Erano solo sue. Nemmeno il ragazzo per cui aveva da sempre una cotta poteva arrogarsi tale diritto.

La mattina della partenza, come al solito erano tutti in ritardo. A chiunque mancava qualcosa. Quando giunsero al treno i gemelli si allontanarono, andando a cercare Lee, mentre Ron ed Hermione occuparono un proprio scompartimento. Harry rimase indietro per poter salutare Sirius, e li raggiunse in seguito. Ginny invece si diresse verso alcune compagne del proprio anno.

Il treno partì e ben presto Ron ed Harry addentrarono in una conversazione, alquanto noiosa, secondo il parere della riccia, sul quiddich. Hermione smise di ascoltarli preferendo la compagnia di un buon libro.

Non seppe dire quanto tempo fosse passato, quando si accorse che Harry e Ron avevano smesso di parlare, perché caduti in un sonno profondo.

Si guardò attorno, e dedusse che mancasse ancora un po’ all’arrivo ad Hogwarts. Almeno un paio d’ore all’incontro con gli altri prefetti.

Fu in quel momento che entrò Ginny.

-Sono stata nello scompartimento di Neville, non riusciva a trovare la propria bacchetta- disse sedendosi pesantemente sul sedile davanti alla riccia. -C’erano anche Seamus e Dean. Ci ho litigato, incolpavano Harry definendolo bugiardo, hanno la testa piena di pregiudizi e chissà cos’altro. Sono suoi amici dal primo anno. Pensavo che questo almeno contasse qualcosa. Non so cosa pensi Neville invece, non si è espresso-

-La gazzetta del profeta ha passato l’estate a parlare male di Silente e Harry, da un lato, quindi non c’è da stupirsi che si comportino in questo modo. Sarà un anno duro, dobbiamo rimanere uniti, la guerra è alle porte, lo capiranno ben presto anche loro-

Per qualche minuto rimasero entrambe in silenzio. Un’aria tetra era subentrata nello scompartimento. Un improvviso grugnito proveniente da Ron però, sciolse l’atmosfera tesa. Dalla sua bocca colava un po’ di bavetta. Sia Hermione che Ginny osservarono la scena con aria leggermente disgustata.

La rossa fu la prima a riprendersi, e subito con sguardo malandrino si mise ad osservare l’amica. La riccia si mosse a disagio sul proprio sedile, non la rassicurava affatto l’espressione che l’altra ragazza aveva in volto.

Ginny, che nel frattempo aveva tirato fuori dal nulla un pacchetto di api frizzole, ed Hemione si domandava dove tenesse tutte quelle scorse di dolciumi, improvvisamente proferì -Allora, che ne dici di parlarmi di te e dei miei fratelli?-

La riccia sgranò gli occhi, non voleva proprio intraprendere quel discorso, che inoltre, pensava fosse già archiviato.

-Non fare la finta tonta- continuò la rossa -Hai evitato di parlarne gli scorsi giorni, e lo capisco era ancora notizia fresca, ma non puoi scapparmi per sempre. E’stato mitico, non avevo mai visto Fred rimanere così senza parole-

-Shhh.- La zittì Hermione guardando preoccupata Ron ed Harry -Non mi va di parlare davanti a loro-

Ginny guardò scettica la ragazza indicando i due ragazzi che dormivano profondamente. Ron emise un altro strano rumore a confermare tale fatto. Fissò Hermione come per dirle “Avevo ragione”

La riccia sbuffò -Cosa vuoi che ti dica? Tuo fratello andava zittito, sono rimasta con quella sostanza puzzolente addosso per due giorni.-

-Ma a chi importa che l’hai zittito, lo fai sempre! E’ stupefacente, invece, il come lo hai fatto. Nessuno credeva che tu sapessi fare delle battute simili, sei stata fantastica.- gli occhi le luccicavano, Hermione scosse sconsolata la testa. Non era fatta solo di compostezza e amore per lo studio, esisteva una cosa chiamata sarcasmo e lei era perfettamente capace di usarlo.

- Anche se, forse da un lato non è stata una mossa totalmente intelligente. Così come la delicatezza non è di famiglia, nemmeno lasciarsi prendere in giro lo è. Specialmente per i gemelli, odiano essere vittime di battute. Ho visto lo sguardo di Fred, sta macchinando qualcosa. Guardati le spalle- ripetè Ginny.

Hermione sbuffò, capendo quanto in realtà quella situazione divertisse l’amica -Deve solo provarci, a farmi un altro scherzo. Dovrebbe crescere sai? Ce una guerra alle porte. E poi dovrebbe smettere di essere così egocentrico. Manco fosse Johnny Deep-

-Fosse chi?- chiese Ginny incuriosita. Hermione scosse la testa in segno di dissenso, sarebbe stato troppo complicato spiegarle chi fosse Johnny Deep.

-Con tutto il rispetto, a parte la sua tendenza, assieme a George a fare scherzi, che capisco non è una cosa apprezzata da tutti, non puoi negare che mio fratello sia carino. È alto, solare- Si interruppe per farle un occhiolino. -Muscoloso. Sai, il quiddich fa miracoli, dovresti vederlo senza…- Ginny non riuscì a finire la frase. Hermone tutta rossa, capendo dove l’amica volesse andare a parare cambiò repentinamente discorso.

-Che mi racconti di te e…?- inclinò la testa verso il ragazzo seduto accanto a lei.

Ginny sbuffò, non era un argomento piacevole -Non so più cosa fare, credo che mi vedrà per sempre e comunque solo come la sorellina del suo migliore amico.- Prese una manciata di api frizzole e se la mise in bocca. Il suo tesoro, le rimaneva solo quello oramai.

-E tu dimostragli che non è così. Dimostragli che non hai più undici anni. ma non correndogli dietro. Dimostrandogli che esistono altri maschi a cui tu potresti piacere. Trovati un ragazzo-

Hermione si poggiò soddisfatta al sedile, osservando la strega elaborare e poi accettare l’idea. Era contenta di aver dispensato un ottimo consiglio.

-Chi sei tu che ne hai fatto della mia migliore amica?- Risero  -Comunque stavamo parlando di te non di me, dicevo mio fratello…-

Non potè continuare, Ron ed Harry si svegliarono ed entrambe concordarono silenziosamente che la conversazione fosse da rimandare, o nel caso di  Hermione totalmente e direttamente da dimenticare.

Fu mentre si stava dirigendo alla riunione con i prefetti, che vide per la prima volta dopo giorni Fred. Si trovava nello scompartimento con George, Lee e Angelina. Angelina era in braccio a George, Fred era seduto accanto a loro.
Hermione era sicura che non fosse l’altro gemello. Non sapeva se dallo sguardo o altro. Semplicemente aveva la sensazione che il ragazzo seduto accanto al finestrino fosse Fred.
-Sarà l’aria da perfetto pallone gonfiato tronfio che lo contraddistingue- Pensò. L’avrebbe ignorato come aveva fatto nei giorni precedenti e tutto sarebbe andato al proprio posto.

Purtroppo le cose non andarono come sperato. Appena finita la riunione furono costretti a correre per cambiarsi la divisa e lei dovette dirigersi al bagno. Fra tutte le cose che Ron aveva dimenticato di portarsi con se vi era la camicia.

-Dovevo immaginarlo a undici anni che accettare di essere la migliore amica di due uomini avrebbe comportato fargli anche da balia- Borbottò fra se. -Che poi- continuò -Non poteva andarci Harry? O Ginny?-

Immersa in questi pensieri arrivò davanti alla porta del bagno. Erano in ritardo, Ron le stava rallentando i piani, come al suo solito. Nulla lo avrebbe salvato da una sgridata dopo.
Iniziò a chiamarlo ad alta voce, non udendo risposta e notando come la porta, per uno sbalzo del treno, si fosse socchiusa, decise di aprirla. -Tanto- si disse -Lo troverò sicuramente impanicato-

Quello che però Hermone non si aspettava di vedere, furono un paio di spalle muscolose. Definite. Ampie. E fra tutte le persone a cui potevano appartenere, per sua sfortuna, la ragazza dovette notare che la testa sopra di esse era rossa. Rosso Weasley.
Chiuse immediatamente la porta cercando di cancellare l’immagine dalla propria mente. Fred senza maglietta. E si, sapeva che era Fred. Ma dove cavolo era finito Ron? Per fortuna il ragazzo dentro il bagno non diede segno di essersi accorto della riccia.

Decise di tornare immediatamente al proprio scompartimento. Giunta lì vi trovò il ragazzo rosso, venuto in cerca della propria camicia. Senza preamboli Hermione gliela gettò addosso, cominciando a sgridarlo per la propria immaturità, per poi uscire furiosamente dal treno. Oramai erano arrivati alla stazione.

Mentre scendeva e attendeva che anche gli altri la raggiungessero, per poi prendere assieme le carrozze, si ritrovò a pensare alle parole di Ginny. A malincuore dovette darle ragione. Suo fratello era proprio carino. Ma non era necessario che qualcuno lo venisse a saper giusto?

La cena procedette senza problemi. La Umbrige era stata presentata come nuova insegnate della cattedra di difesa contro le arti oscure.

-Quest’anno sarà un disastro, non faremo niente, saremo perennemente sorvegliati dal ministero- disse Hermione a Ron, mentre accompagnavano i primini alla sala comune.

Ron si limitò ad assentire con un cenno del capo. Non era passato neanche un giorno ed Harry aveva già dovuto affrontare l’ostilità dei loro compagni. Era preoccupato per il suo migliore amico.

Stanchi per la giornata trascorsa, non rimasero come al solito a parlare davanti al camino della sala comune. Ron ed Harry preferirono dirigersi subito a letto. Solo Hermione decise di rimanere ancora qualche minuto davanti al fuoco. Doveva rispondere a delle lettere arretrate. Non ne aveva avuto ancora l’occasione. A Grimmauld Place per motivi di sicurezza era stato impossibile inviare gufi.

Stava scrivendo le ultime parole, quando un improvviso rumore la fece voltare. Appoggiato al muro vicino all’entrata delle scale vi era Fred.

-Wealsey, che fai? Mi spii, per caso?- chiese infastidita la ragazza. Aveva sonno e voleva solo tornarsene a letto.

-Se qui c’è qualcuno che spia sei tu, mia cara prefetto. Credi che non ti abbia  notato oggi sul treno? Piaciuta la visione avuta in bagno? Credo tu ora abbia capito perché le ragazze si innamorano di me-

-Non tirartela troppo, cercavo tuo fratello-

- Ronnino? Direi che ti è andata decisamente meglio, non credi?-

Hermione guardò scettica il rosso, il quale sorridendo affermò -Chi disprezzza compra Granger, ricordatelo-

-Come ho sempre detto, non ti vorrei nemmeno se fossi l’ultimo uomo sulla terra. Ridimensiona il tuo ego-

-Finora sei tu ad avermi ammirato senza maglietta, non il contrario. Sei umana anche tu, Granger, inutile negarlo-                                                                                                 

-I fumi delle tue invenzioni ti hanno dato alla testa-                                                                             

Hermione si voltò, pronta ad andare a letto e concludere quel teatrino, ma Fred, afferrandola per un braccio la attirò a se, facendo scontrare i loro petti. Con un dito le alzò il viso, incatenando gli sguardi, mentre con l'altro braccio le strinse la vita, sorreggendola. Hermione sentì le propria ginocchia divenire molli. I loro nasi erano pericolosamente vicini e la ragazza sentiva il fiato caldo dell’altro sulle labbra. Si sentì scrutata nel profondo dagli occhi del rosso, e non potè impedire alle proprie guance di tingersi.

Fred sorrise in modo malandrino – Mi hai stupito con quella battuta Granger, ma visto il tuo rossore credo di aver riportato alla pari i conti. Neanche tu puoi rimanere impassibile come vuoi far credere, a quanto pare.-

-Questo è quello che credi tu Weasley. Ti sfido a continuare a fallire, provando a convicerti di ciò-

Fred rise -Vedremo Granger, vedremo. Buonanotte- e detto ciò, lasciò libera la ragazza, dirigendosi verso le scale.

Hermione, guardando il ragazzo salire. Si maledì per non aver tenuto la bocca chiusa, evitando così di cadere nel guaio in cui si era cacciata.

 
 

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Capitolo 4
*** CHE COSA STA SUCCEDENDO? ***


Hermione decise di non raccontare nulla a Ginny. Aveva bisogno di elaborare l’accaduto senza l’intervento dell’amica. Non era quello di cui necessitava, un diverbio con Fred, una sfida o una scommessa. Non sapeva come chiamare quella strana situazione che si era andata a creare.

-Non ci siamo mai parlati, se non superficialmente. Cosa è cambiato?- si chiese la ragazza la mattina successiva.

Non aveva dormito bene. Il suo sonno era stato molto travagliato. Si era domandata a lungo su come sarebbe stato il proprio futuro.

Ragionò sui problemi che il suo nuovo rapporto con Fred le avrebbe causato. Poi pensò ad Harry, e alla situazione che invece lui stava vivendo. E rise di se stessa. Si vergognò, sotto un punto di vista, per essersi preoccupata in questo modo, per una cosa così futile, quando il suo migliore amico solo pochi mesi prima aveva incontrato Voldemort ed in quel momento era denigrato dall’intera comunità magica. Il suo compito di migliore amica era sostenerlo. Non angosciarsi per delle sciocchezze. E così sarebbe stato. Lei era Hermione Granger, non si sarebbe lasciata scombussolare dagli strani comportamenti di un ragazzo, privo di serietà.

Con questi pensieri in testa, e decisamente più tranquilla, la strega scese per la colazione. Harry era silenzioso, Ron invece si stava abbuffando di uova.  Gli chiese se avesse avuto altri incubi. Il ragazzo sorrise mesto, a sotto intendere come fosse impossibile la loro assenza durante la notte.

La Mc Granitt consegnò loro gli orari, e il quinto anno di Grifondoro si ritrovò a sospirare per il sollievo: avrebbero avuto lezione di pozioni unicamente il giorno dopo. Per quel giorno l’unica lezione interessante sarebbe stata difesa contro le arti oscure. Avrebbero conosciuto la nuova insegnante.

La sala grande di stava riempiendo e fu nel momento in cui il trio si stava alzando per dirigersi a lezione, che entrarono i gemelli. Ad Hermione tornarono in mente le immagini della sera precedente e volse il capo frettolosamente evitando lo sguardo dei ragazzi. Fred, che aveva visto il gesto della riccia, rise. Suo fratello lo guardò come se fosse improvvisamente diventato pazzo. Venne tranquillizzato da un cenno del capo.

La giornata fu tremenda: la Umbridge aveva deciso di negare l’uso della bacchetta nella sua materia, e aveva messo in punizione Harry, quando aveva ribattuto alla sua affermazione sul fatto Voldemort non fosse tornato. Hermione si ritrovò per la prima volta ad odiare un professore. Non sarebbero riusciti ad imparare nulla, e visti i tempi che correvano si trattava di una disgrazia. inoltre stava costruendo delle bugie su una verità palese. Come era morto Cedric Diggory?

Anche la situazione con i propri compagni si era dimostrata peggiore di quello che si aspettavano. La tensione impregnava l’aria, e le voci mal celate aleggiavano per tutto il castello.
Hermione abbracciò il proprio migliore amico. Alla fine si sarebbe risolto tutto, e loro sarebbero stati sempre con lui. Nel bene e nel male.

L’unica nota positiva, ragionò la ragazza, era stata la mancanza di pensieri riguardo a Fred. Quella mattina si era lasciata vedere vulnerabile, come se le fosse importato realmente qualcosa, e tutte le cose sottointese dal ragazzo fossero state vere. Quando in realtà non era assolutamente così.

Andò a dormire, col cuore in pace, preoccupata unicamente per Harry.

Purtroppo per la strega, la figura del rosso minò duramente, durante tutti i giorni seguenti, il proprio autocontrollo. In ogni occasione a lui possibile provava a metterla in imbarazzo. Le faceva occhiolini e rivolgeva sorrisi ambigui.

Durante il secondo giorno scolastico, in seguito alla lezione di Piton, mentre stava consolando Harry a cui erano stati tolti dei punti per via della sua versione letale, così l’aveva definita il professore, della pozione della pace, i gemelli le passarono accanto.

-Granger- si limitò a pronunciare Fred sorridendole e mimando il segno di un bacio.

Hermione, che nel frattempo si era girata al richiamo, voltò il capo furiosamente, farfugliano qualche parola, che somigliavano a: ti crucio, brutto babbuino. Sia Harry che Ron osservarono la scena confusi e seguendo la ragazza, che nel frattempo si stava allontanando velocemente.

-Ma, ma Hermione? Perchè mio fratello ti ha salutata in quel modo?-

-Perché i fumi delle sue pozioni gli hanno bruciato l’ultimo neurone esistente Ronald.-

I gemelli che avevano sentito la discussione risero.

La situazione continuò in questo modo nei due giorni seguenti. La riccia aveva deciso di limitarsi ad ignorarlo e a rispondere con sorrisi di circostanza. Imbarazzata più che altro dagli sguardi indagatori dei suoi amici. In particolare di Ginny che la guardava costantemente con aria scettica.

-Quei due non me la contano giusta- sibilò, tirando una sberla sulla mano di Neville che aveva tentato di prendere un’ape frizzola dal suo pacchetto.

Nemmeno George era convinto della situazione, ma miseriaccia!! Quando si trattava di poter infastidire qualcuno, non si sarebbe mai tirato indietro. Lungi da lui potersi chiamare George Weasley.
 
Il tutto sembrò degenerare qualche giorno più tardi. Erano a cena, Ron stava mangiando voracemente una coscia di pollo, mentre Hermione ed Harry discutevano della punizione che il ragazzo avrebbe dovuto scontare quella sera con la Umbridge.

-Non preoccuparti, andrà tutto bene, non credo possa esistere qualcosa peggiore di Piton- stava dicendo il bambino che è sopravvissuto alla ragazza, fissando con aria sconsolata il professore di pozioni. Non sarebbe passato molto tempo che avrebbe avuto una punizione anche con lui. Ne era sicuro.

Ron farfugliò qualche parola, in maniera incomprensibile, per via del cibo che aveva in bocca. Un pezzetto di pollo masticato cadde sul tavolo.

-Cavolo Ronald, che schifo, non hai un minimo di pudore?- chiese schifata Ginny

-Giusto Ronnino, dovresti avere un minimo di pudore…-

-Davanti a delle ragazze poi…-

-Non stupirti se rimarrai solo a vita!- conclusero contemporaneamente i gemelli, comparsi in quel momento.

Tutti risero, tranne il soggetto interpellato e la riccia, la quale si ritrovò a fissare male entrambi i fratelli.

-Dai Granger, stai tranquilla. Le nostre battute non lo uccideranno. Vedi Ronnino, nonostante la tua mancanza di eleganza, Hermione ti difende comunque. Forse hai un minimo di
speranza-

Ron, che nel frattempo aveva messo in bocca un altro pezzo di carne borbottò qualche parola sconnessa arrossendo.

Anche Hermione stava per ribattere, quando Fred, le si sedette accanto. Le poggiò un braccio sulla spalla e avvicinando il proprio viso all’orecchio della riccia le sussurrò con un sorriso malandrino sulle labbra

-Tranquilla Granger, non c’è bisogno di scaldarsi. Tanto lo sappiamo tutti che ami me, pensavo che avessimo già chiarito questo argomento-

La frase venne comunque udita, e coloro che erano in ascolto rimasero pietrificati. Harry si ritrovò a spalancare gli occhi, Ginny continuava a spostare lo sguardo dal fratello all’amica. George si limitò a rimanere in silenzio.

Ron invece ebbe una reazione totalmente naturale, sensibile e delicata, come ci sarebbe aspettato da lui ovviamente: sollevò improvvisamente il capo, mentre stava deglutendo, facendo in modo tale che il pollo gli andasse di traverso e lui fosse obbligato a tossire, sputacchiando carne in giro. Riuscì ad evitare il soffocamento solo grazie al tempestivo intervento di Harry, che iniziò a battergli poderose pacche sulla schiena.

-Ma è un vizio di famiglia di farvi salvare per mancato soffocamento da me?- si domandò fra se e se.

Hermione non si scompose. Aveva capito il gioco del rosso e non aveva intenzione di fungere ancora a lungo come suo giocattolino. Con calma quindi, senza spostare il braccio del ragazzo dalla propria spalla, si girò. I due visi erano estremamente vicini.

I ragazzi osservavano la scena rapiti, mentre Ron mugolava. Venne prontamente zittito dalla mano di Ginny che gli mise sotto al naso altro pollo.

A un soffio dalle labbra del rosso, quando sembrava che si stessero per baciare, la ragazza sorrise -Mi sembrava di essere stata chiara, con te non uscirei nemmeno se fossi l’ultimo uomo sulla terra. E vedi di mangiare una mentina, che hai l’alito pesante- e detto ciò si scostò dalla strana posizione in cui erano finiti.

Fred scosse la testa scoppiando a ridere -Granger Granger.-

Il tutto venne accompagnato da Ron, che nel frattempo si stava bevendo l’acqua e si ritrovò a sputare per la sorpresa in pochi secondi.

-Cavolo Ronald, ma cosa sei? Un lama?- urlò infuriata Ginny costretta ad asciugarsi da uno schizzo finitole in faccia.

La discussione si concluse in una serie di epiteti poco delicati nei confronti del povero Ron. Ma dallo sguardo che la rossa rivolse ad Hermione, la ragazza capì che l’amica avrebbe voluto parlare della scena appena accaduta.


L’occasione cadde esattamente quella sera, mentre Harry era in punizione dalla Umbridge e Ron, ancora sotto shock si era defilato a letto.
Hermione sedeva sul letto della propria stanza, che in quel momento era vuota. Ginny si trovava davanti a lei. E l’osservava

-Non è quello che pensi- esclamò improvvisamente la riccia

-E cosa starei pensando?-

Hermione fisso male l’amica. –Mi pare ovvio che ti sia fatta strane idee su me e Fred. Non è così, si sta solo divertendo ad infastidirmi. Con George che lo sostiene. E io gli rispondo a tono, quindi non è proprio quello che stai pensando-

Ginny annuì sorridendo -Non pensavo proprio a nulla, mi domandavo cosa stesse succedendo. Mi devo preoccupare? Mio fratello sa essere tremendo quando vuole. Ma giusto che hai sollevato l’argomento…sicura sicura che non stia succedendo nulla?-

La riccia si limitò a fissare male l’amica. Ginny fece le spallucce

-Povero Ron, oggi è rimasto traumatizzato. Tuo fratello è proprio un’idiota-

-E’ proprio divertente questa situazione in realtà. Cioè strana, perché tu e Fred che parlate fa un po’ senso. Ma è divertente-

-Tuo fratello crede di poter fare l’idiota. Ma capirà ben presto che con me non si può giocare. Basta ignorarlo e si stancherà ben presto-

-Peccato- sospirò la rossa afferrando un’ape frizzola – anche se non credo tu riuscirai ad ignorarlo, sei troppo orgogliosa e battagliera. Inoltre per quanto ami mio fratello questa situazione è così divertente. Sarebbe stato carino vedere qualcuno che gli tiene testa. Ma forse è meglio così, Ron è molto sensibile, non sopporterebbe a lungo la situazione. Si farebbe strani film mentali.-

Ginny venne colpita da un cuscino.

-Finiscila con questa storia. Ci tengo a Ron e lo sai, non farei nulla che potesse scioccarlo. Fred deve solo capire che mi deve lasciare stare. E prima che tu lo dica non ho bisogno di consigli. La situazione si concluderà ben presto. Non ho tempo per queste cavolate- e la conversazione sfumò su altri pettegolezzi, che Ginny aveva raccolto per il castello durante quei giorni.


Contemporaneamente anche George aveva ritenuto necessario parlare col proprio gemello. Si trovavano entrambi nella propria camera mangiando degli scarafaggi a grappolo assieme a Lee.  O meglio, loro stavano rubando gli scarafaggi a grappolo di Lee. Non che questo avesse importanza. Si sapeva: tutto quello che era di Lee era loro e che tutto quello che era loro non era di Lee. Semplice e conciso.

-Perché ricordatelo Lee- stava dicendo George -Tu devi sentirti onorato ad essere amico di due geni come noi-

-Fino a quando non tirerete su qualche soldo con le vostre invenzioni non potrete definirvi magnifici-

-Diventeremo ricchi, e tu potrai dire “io li conoscevo”- Risero

-Sempre che la Granger quest’anno, essendo prefetto, non vi crei enormi problemi. Quella ragazza vive per il rispetto delle regole- disse Lee mangiando nel contempo un dolce.

Fred ghignò – Hermione non sarà un problema, lei ci trova geniali sai? Ha solo qualche difficoltà ad ammetterlo-

Lee lo guardò confuso

-Mio fratello a quanto quest’anno trova divertente stuzzicarla. Anche se non ho capito bene il gioco a cui sta giocando E’ proprio necessario fingere di corteggiarla per metterla in imbarazzo? Ron ci lascerà le penne e anche se siete divertenti da guardare, lei continua a farti fare la figura del babbuino. O la stai corteggiando davvero e ogni sua parola rivolta è ora?- concluse scherzando George

Fred scoppiò in una sonora risata -Gred, non preoccuparti. Mi sto solo divertendo a darle un po’ di fastidio. Non farti venire mille paranoie. Non ci sto provando con lei. Come hai detto tu, è divertente vederla in imbarazzo-

-Che poi- aggiunse Lee -In realtà, cosa ci sarebbe di male nel caso?-

I gemelli lo fissarono contemporaneamente come se gli fosse spuntata una seconda testa

-E’ diventata proprio carina. Non guardatemi così. Volete dirmi che non l’avete pensato anche voi, l’anno scorso, al Ballo del Ceppo? E’ cresciuta. Non ti giudicherei Fred se ci
provassi realmente con lei.-

Fred si limitò a prendergli tutti i dolci e a scuotere la testa. George guardò il fratello e rise.

-Tranquillo Lee, mio fratello non mischierà i suoi geni da buffone con quelli da secchione-

-Esatto mi sto solo godendo le sue reazioni. Sono spassose- E poi fece un cenno di capo al fratello, che rispose con uno sguardo significativo. Per loro almeno.

Lee li fissò. Non avrebbe mai capito le loro conversazioni silenziose. Si limitò ad andare a dormire.
 


Hermione era convinta che Fred stesse tramando qualcosa di particolare. Che entrambi i gemelli lo stessero facendo in realtà.  Ogni volta che si incontrano trovavano l’opportunità di farla arrabbiare ed infastidirla. E lei si era ripromessa di non reagire. Come se in realtà la faccia di Fred non le facesse salire la voglia di maledirlo. Ogni volta che la guardava o rideva o le mimava scene di svenimento. Non avrebbe ceduto al suo gioco.

Durante le selezioni per il quiddich venne raggiunto il punto di culmine. Era andata per sostenere Ron. Poco dopo la fine mentre tutti i giocatori stavano scendendo dalle scope lei si era avvicinata all’amico e lo aveva abbracciato congratulandosi per aver ottenuto il ruolo di portiere.

-Bravissimo Ron-

-Lo pensi davvero? Hai visto come ho parato l’ultima pluffa?-

In quel momento però passarono i gemelli.

-Ronnino, tranquillo anche se avessi fallito…-

-Lei ti avrebbe voluto lo stesso-

-Sarete una coppia fantastica- conclusero contemporaneamente.

Hermione furiosa si limitò ad arrossire per la rabbia. Non ce la faceva proprio più, questa storia doveva finire. Lei, e la sua stupida idea di istigare Fred, dicendogli che non lo trovava carino. Ma cosa le era preso? Ora si trovava a dover affrontare questo. Avrebbe fatto meglio ad ignorarlo fin da subito.

-Hermione…ma tu?-

-Smettila di dire cavolate Ron, e vatti a cambiare che sei tutto sudato-

Per la miseria. A lei non piaceva Ron, e nemmeno Fred. Ma cosa avevano tutti quest’anno?

-E tu, vedi di maturare, che è ridicolo come troviate divertente prendervi gioco di me. Non è più divertente-

Dopo quella scena, la ragazza non incontrò più i gemelli. Si impegnò accuratamente ad evitarli e, a quanto pareva, la decisione era reciproca. Ogni cosa era tornata normale.

Con la gioia dell’idea che quella situazione si fosse finalmente conclusa, Ron ed Hermione si ritrovarono a camminare nei corridoi per la ronda notturna qualche giorno dopo, senza crucci particolari per la testa.

-Ci dividiamo quest' ultimo piano così facciamo prima?-

Hermione annuì. Si stava apprestando a controllare l’ultimo corridoio, quando un improvviso rumore da un’ aula in disuso la indusse ad avvicinarsi ed entrare nella stanza.
Seduto su un banco che trafficava con degli ingredienti vi era uno dei gemelli. Quando si voltò la riccia riconobbe il volto di Fred.

-Cosa ci fai qua?-

-Ma allora mi spii davvero Granger-

-Cosa ci fai qua?- ripetè la strega

Fred si avvicinò -Nulla di particolare, tranquilla. Tu perchè non sei con Ronnino? Hai deciso di diventare ribelle ed evitare il giro di ronda?-

-Sta perlustrando l’altro corridoio. Vedi di tornartene a letto o sarò costretta toglierti dei punti-

Fred negò con la testa e la ragazza si avvicinò ulteriormente puntandogli la bacchetta al petto.

-Sei proprio carina quando mi sgridi. Ma tranquilla non c’è bisogno di fingere indifferenza. Ti capirei se preferissi me a mio fratello. E’ fastidioso il fatto che tu continui a negarlo.-

-E’ quindi tutta una questione di orgoglio?-

-Non esattamente. Ma sarebbe molto meglio se tu ammettessi la verità. Ovvero che non ti sono indifferente.- la ragazza si mosse, e per un momento Fred temette che stesse per
affatturarlo davvero.

Quello che fece però la riccia non era previsto. Si avvicinò maggiormente al ragazzo che nel frattempo la stava osservando. Delicatamente gli circondò il collo con le braccia e alzandosi sulle punte dei piedi senza inibizione poggiò le proprie labbra su quelle di Fred.
Il ragazzo inizialmente rimase impietrito, ma quando la lingua di Hermione gli accarezzò il labbro inferiore si risvegliò, desideroso di ricambiare quel bacio. La ragazza però si tirò indietro e guardò il rosso con aria di sfida.

-A quanto pare ad avere le farfalle nello stomaco fra i due non sono io. Lasciami stare e finiamola subito. Evita di fastidirmi e farti strane idee. Non ammetterò che tu mi piaci, perché non è così. Sei tu che stavi per ricambiare il bacio. Togliti, qualunque fantasia tu abbia dalla testa-

Si voltò, pronta ed andarsene. Fred però afferrandole la mano, la tirò contro il proprio petto. Per una frazione di secondo si fissarono negli occhi e poi il ragazzo si avventò sulle sue labbra, baciandola appassionatamente. Hermione sentì le propria ginocchia cedere, non cadde solo grazie alle braccia del ragazzo che la sorreggevano stringendola a se.

Quando si separarono Fred rise – A quanto pare ti sbagli Granger, non sono il solo ad essere interessato-

Hermione sbuffò -Come credi Weasley, per me rimani sempre il solito buffone-

-L’importante è che ne sia convinta tu, è inutile negare l’ovvio- disse il rosso avvicinandosi un’ultima volta -Io, a differenza tua, non ho problemi ad ammettere di trovarti carina.- Con lo sguardo la osservò nuovamente -Molto carina.-

Detto ciò poggiò un’ultima volta le proprie labbra su quelle della ragazza e uscì dalla stanza facendole l’occhiolino.

Hermione continuò a pensare al bacio mentre tornava nel dormitorio e andava a letto. Perchè aveva ceduto? Perché le era piaciuto? Sicuramente il ragazzo la stava prendendo in giro.

Si sfiorò le labbra con le dita, sorridendo involontariamente.

Si, avrebbe proprio dovuto parlare con Ginny.

 

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Capitolo 5
*** MOMENTI DI TENEREZZA ACCIDENTALI ***


CAPITOLO 4

La prima cosa che fece Hermione, appena sveglia, la mattina seguente, fu cercare Ginny. Entrò nella camera della ragazza, che stava ancora dormendo, e spalancò le tende del baldacchino.  Effettivamente, si rese conto la riccia, quando l’amica le rivolse uno sguardo carico d’odio e di desiderio di maledirla, che, forse, piombare nella stanza alle sette e mezza di domenica mattina non era stata esattamente un’idea grandiosa. Ma lei aveva bisogno di parlarle. In modo urgente.

-Ti prego Ginny! E’ importante- la supplicò.

Doveva esserci qualcosa di estremamente disperato nello sguardo e nella voce della ragazza, perché la rossa, cambiò immediatamente atteggiamento, da irritato a preoccupato. Svegliatasi oramai completamente, si alzò dal letto       

-Andiamo a fare colazione- proferì cacciando contemporaneamente un grosso sbadiglio.

Mezz’ora più tardi stavano camminando lungo le rive del Lago Nero. Hermione era silenziosa e continuava ad osservare la punta delle proprie scarpe.

-Cosa è successo?- chiese ad un certo punto Ginny, capendo che l’amica era persa nei propri pensieri e non avrebbe proferito parola. Di certo, si augurò, non l’avrebbe mai svegliata così presto e violentemente solo per fare una passeggiata.

Difatti appena richiamata, come un fiume in piena Hermione iniziò a raccontarle tutto. Ogni cosa che fosse accaduta con Fred: dall’episodio nel bagno sul treno, al bacio della sera precedente.

Le narrò, a fatica, in quanto Ginny rideva e le dava dei colpetti col gomito sulla vita, di come si fosse ritrovata in imbarazzo nel vedere suo fratello senza maglietta. E che si, aveva dovuto ammettere come Fred fosse molto carino. Il quiddich faceva davvero miracoli. Le parlò dello stupore che aveva provato quando l’aveva stretta fra le braccia, la tenerezza che si era celata dietro quei gesti, una tenerezza che lei credeva sconosciuta nel ragazzo. Le raccontò delle battute a doppio fine ed infine del bacio. Un bacio travolgente, di quelli che non aveva mai provato, che le aveva fatto tremare le ginocchia e ardere il petto.

La descrizione di quel momento però la tenne per se, pensandola unicamente. Era sicura che lui stesse solo giocando con lei, e non avrebbe mai dato lui la soddisfazione di sapere cosa le aveva provocato quel momento. Anche perché si era trattato di un semplice momento. Nulla di più. Pensare a Fred, le faceva prima di tutto, ancora venire voglia di lanciare uno schiantesimo.

-Almeno una cosa vera c’è, fra le tante battute che fa- bofonchiò Hermione, mentre Ginny scoppiava a ridere capendo a cosa si riferisse la ragazza.

-Effettivamente Krum era un vero cavernicolo. Senza tatto, pregno di irruenza nordica. Solo Ron poteva ammirarlo come se fosse stato un dio- disse Ginny. Venne immediatamente zittita dalla riccia.

La strega si ritrovò costretta a raccontare, con difficoltà, viste le risate della rossa, di come le fosse suo malgrado piaciuto. Ginny rimase in silenzio fino a quando Hermione non ebbe finito di parlare

 -Sai, prima non comprendevo il perché di questa tua fissazione nell'ottenere vendetta, ma ora ho capito. Effettivamente non poteva piacerti Ron, troppo ingenuo-

-Che cosa? A me non è mai piaciuto Ron-

-A no?-

-No. Ron è troppo…Ron. Dai che schifo per favore. È il mio migliore amico. E’ praticamene come un fratello. Lui e Harry sono i fratelli che non ho mai avuto. Non potrei mai pensarlo come mio ragazzo. Specialmente dopo averlo visto mangiare- aggiunse sottovoce.

Ginny scosse le spalle, tirando fuori delle api frizzole dalle tasche della giacca.

-Tutti la pensano così. Mamma è convinta che vi sposerete un giorno. Si offenderà se non diventerai parte della famiglia. Aveva già pensato a tutti i dettagli, alla torta…Ma effettivamente, a te non serve un bambino immaturo, con cui non si possa ragionare. Tu hai bisogno di un uomo. Di qualcuno che ti sappia tenere testa, e che non si senta intimorito dalla tua intelligenza. Qualcuno che ti sappia far sentire viva, qualcuno tipo…tipo Fred. Esatto! Anche un matrimonio con Fred potrebbe rendere felice mia madre.-  esclamò Ginny persa nei propri ragionamenti, improvvisamente gioiosa.

Hermione diede uno schiaffetto leggero dietro alla nuca della rossa, che si limitò a ridere.

-Finiscila con questa storia. Non mi piace nemmeno Fred, sto solo cercando di trovare il modo per levarmelo di torno. E gradirei il tuo aiuto. Non cospirazioni di matrimonio alle spalle-

-Ma hai detto che bacia bene…-

-E anche di volerlo maledire…Mi pento di aver fatto quell’ affermazione in tua presenza. Bacerà bene, per sua fortuna, fra l’altro, visto quanto se ne era vantato. Ma rimane sempre il buffone che mi dà sui nervi e tu, vuoi aiutarmi o no, a fargli capire che la deve smettere di giocare con me?-

-Ok ti aiuterò. Anche se Fred è più di un buffone. Solo non lo fa vedere.- disse fra le risate. Oramai la situazione si era  rilassata e la preoccupazione aveva abbandonato la riccia. Per qualche minuto rimasero in silenzio tornando verso il castello.

-Ma quindi proprio non ti piace Fred? Nemmeno un pochino?-  Hermione si limitò ad accelerare il passo, nel tentativo di seminare l’amica.

-Ho detto che devi finirla-

-Ma io dico sul serio. Lo hai detto anche tu che quel bacio ti è piaciuto.-

-Mi ha baciata, ma lo ha fatto per prendermi in giro. Per consolidare la sua teoria che io lo trovi carino. Si sta solo prendendo gioco di me. Non importa quanto mi sia piaciuto-

-Ma a te è piaciuto. Non puoi ignorare questa cosa.- per un secondo rimase in silenzio.  

-Dimmi, bacia proprio così bene mio fratello, per scombussolarti in questo modo? Vorrei i dettagli- Hermione la fulminò con lo sguardo.

-Dai, sto tentando di alleggerire la situazione. E’ così divertente se ci pensi-

-Non mi sembra di star ridendo. E comunque anche se lo fosse, non ne parlerei con te, specialmente entrando nei particolari. E prima che tu me lo richieda, di nuovo, no sono sicura: non mi piace Fred.-

Ginny, capendo che la maledizione era imminente, finalmente abbandonò l’argomento.

-Sai, ho deciso di seguire il tuo consiglio e uscire con altri ragazzi-

Si fermò un secondo sedendosi sull’erba. -C’è un ragazzo di Corvonero, si chiama Michael Corner. Ogni tanto parliamo. E lo trovo carino credo. Ci sto provando davvero a darmi altre possibilità.
Sia per me, che non ce la faccio più a correre dietro al vento, e anche perché- sospirò -considero questa mia scelta un ultimatum. Se Harry, neanche in questo caso, si accorgerà della mia esistenza, lascerò perdere davvero.-

Hermione le sorrise dolcemente -Fai bene. Per quanto Harry ti possa piacere, tu non devi dargli il cibo pronto. Deve darsi lui una mossa, e se non sarà abbastanza sveglio da accorgersi di quello che si sta perdendo. Beh…per quanto voglia bene al mio migliore amico, devo dirlo: cavoli suoi.-

-Grazie Hermione- e la riccia si limitò ad abbracciarla.
 
(…)
 

La ragazza trascorse una giornata relativamente tranquilla. Ebbe l’opportunità di studiare, leggere un buon libro e dopo giorni, finalmente, anche di parlare con Harry.

-Ho incontrato Cho l’altro giorno alla guferia. Ci siamo parlati. Ma per poco, lei mi è sembrata per tutto il tempo sull’orlo delle lacrime. Mi sento in colpa, è colpa mia se Cedric è morto.-

-Harry ne abbiamo già parlato. Non è colpa tua. Non lo è stata. Specialmente, se, nel mentre, qualcuno stava cercando di ucciderti.-

-Va bene, ma, anche se escludiamo il fatto che Voldemort tenti di uccidermi da anni, sono io che ho detto a Cedric di afferrare la coppa assieme…-

-Ma non potevi sapere che fosse una passaporta- Hermione strinse le mani del ragazzo fra le sue, accarezzandogli il dorso con i pollici. -Devi smetterla di colpevolizzarti. Non è stata colpa tua.-

Harry annuì, anche se, alla riccia sembrò poco convinto. Abbassò lo sguardo, continuando a massaggiare le mani all’amico per tranquillizzarlo. Fu in quel momento che notò la scritta arrossata “non devo dire le bugie”. Si fermò improvvisamente come raggelata, ed Harry, accortosi dove lo sguardo della riccia puntava, ritrasse velocemente le mani.

-Cosa hai fatto Harry?-

-Nulla- e il ragazzo fece per alzarsi. Hermione lo trattenne per la manica del maglione.

-Cosa ti è successo?- ripetè fermamente la ragazza

Harry sospirò -E’ la punizione della Umbridge. Ti fa scrivere con una penna la frase “non devo dire bugie” infinite volte. E l’inchiostro da cui attinge la penna è il tuo sangue.-

Hermione ebbe un singulto. -Ma è una cosa macabra. Perché non sei andato in infermeria? Dobbiamo dirlo a Silente.-

-No non ci sono stato. Si solleverebbero più voci di quelle che già circolano su di me. E non possiamo dirlo a Silente, mi sta evitando. Non possiamo dirlo a nessuno, chissà cosa potrebbe fare quella donna. E’ qui per volere del ministero. Non mi crederebbe nessuno, e non cambierebbe nulla anche se lo facessero. Ha il potere-

-Lascia almeno che ti dia qualcosa per alleviare il dolore.- detto ciò, la riccia cominciò a rovistare, in modo frenetico, nella propria borsa, tirando fuori oggetti assurdi.

-Scusami Hermione se te lo chiedo, ma mi potresti spiegare cosa te ne fai di tutta questa roba in borsa?-

-Devo sapermi far trovare pronta in caso di emergenza, come in questo caso.- esclamò tirando fuori un libro sule cure mediche.

Due ore più tardi Harry stava immergendo le mani in una sostanza bianca.

-Brucerà un po' probabilmente. E’ dittamo- rispose la ragazza alla domanda silenziosa che il ragazzo gli stava ponendo.

Effettivamente la sostanza bruciava, ma potè ben resto notare con la ferita si fosse rimarginata, lasciando una semplice e pallida cicatrice.

-Purtroppo per quella non credo di poter fare qualcosa…la penna è incantata e le ferite maledette impediscono alla magia di eliminare le cicatrici.-

-Va bene così Hermione. Grazie-

-Tranquillo, quindi…chiederai di uscire a Cho?-

-Se riesco a parlarle fra una lacrima e l’altra si- disse Harry alleggerendo la situazione.

(…)


Il giorno dopo, durante la colazione apparve, appeso al muro, il primo dei tanti decreti che sarebbero comparsi nei mesi successivi e che fece rabbrividire la scuola intera, compresi gli insegnanti: secondo il decreto n.23 Dolores Umbridge, per nomina ministeriale, diveniva Inquisitore supremo di Hogwarts.
Ogni lezione cominciò a venir supervisionata e le condizioni durante le ore di difesa peggiorarono. Era chiaro che il ministero volesse controllare i loro apprendimenti e limitare la libertà di pensiero.

Fu in occasione di una cena, che Hermione, si trovò per la prima volta a chiedere ad Harry di diventare il loro insegnante di difesa. La questione venne subito abbandonata, ma non per questo non sarebbe stata ripresa in futuro. La guerra era vicina, e Voldemort non li avrebbe risparmiati davanti alla giustificazione: “a scuola non mi hanno insegnato a difendersi, per favore abbia pietà di me”

Nel contempo, di Fred, non aveva più saputo nulla, grazie a tutto quel trambusto. Fra professori monitorati, una tensione crescente, che presumeva l’avvenire di tempi peggiori, la canzone dei Cranberries, Zombie, uscita pochi anni prima le risuonava in testa come una condanna.
 
(…)
 

Non riusciva a comprendere la paura di Ron. L’aveva costretta, nuovamente, per sostegno morale, così l’aveva definita lui la sua ansia da prestazione, ad assistere agli allenamenti della squadra di quiddich.

E lei da brava amica aveva accettato, portandosi quindi dietro una lettura leggera per intrattenere il tempo, e non doversi girare i pollici come l’ultima volta. Si aspettava di dover passare un lungo e noioso pomeriggio a fingere di osservare ragazzi a rincorrere palle, e alla fine dover dire a Ron che era stato bravissimo, pur non avendo guardato un singolo minuto.

Ma ovviamente non aveva previsto alla presenza dei gemelli Weasley. Non avendo più avuto diverbi recenti con loro, si era dimenticata totalmente della loro esistenza.
Poco prima che l’allenamento iniziasse, i due ragazzi avevano cominciato a sfrecciare sulle proprie scope. Hermione di principio non aveva donato a loro molta attenzione. Il capitolo che stava leggendo era molto più importante di sette giocatori senza il timore dell’altezza. A un certo punto, però, Fred le si avvicinò e fermandosi all’altezza degli spalti su cui era seduta, le soffiò in un orecchio facendola spaventare.

-Vieni a farti un giro?- chiese candidamente. Hermione lo guardò truce, col cuore che batteva ancora a mille per lo spavento

-Sei consapevole che io abbia paura di volare vero?- rispose scetticamente

-Lo avevo sentito dire, ma pensavo che, dopo essere uscita con un giocatore di fama mondiale di quiddich, la paura ti fosse passata. Oppure krum, non è bravo ad usare la propria scopa come si crede? Se vuoi te lo mostro io-

-Victor sa usare molto bene la sua scopa, non preoccuparti. Anzi sicuramente la sa usare meglio di te-

Fred rise -Non lo puoi sapere se non hai mai provato. Comunque sono sorpreso di sentirti dire che ti sia fatta un giro sulla scopa di krum e che lui la sappia usare bene.-

-Io…- la faccia della ragazza stava assumendo troppo velocemente sfumature purpuree.

-E’ così divertente- si ritrovò a pensare il ragazzo, salvato in extremis da Angelina, che, scesa in campo, stava richiamando i giocatori.

-Sarà un allenamento duro. Tutti gli allenamenti lo saranno in futuro. Dobbiamo vincere, e non ho tempo per i fannulloni. Tutto chiaro?- in molti risero

-Ho detto. Tutto chiaro?- urlò Angelina iniziando ad affibbiare esercizi pesanti a ciascun giocatore.
 
Alla fine dell’allenamento erano tutti doloranti ed affranti. Se avevano pensato che Baston fosse un duro coach, Angelina era decisamente peggio.

-George l’hai per caso fatta arrabbiare con una delle tue solite bravate?-

-No- rispose il ragazzo massaggiandosi una spalla.

-Ecco vedi di non farlo mai. Non oso immaginare come sarebbero gli allenamenti se lo fosse-

E mentre i giocatori si stavano lamentando, Hermione, passando di soppiatto accanto a Fred, gli sussurrò all’orecchio

-E comunque ho osservato come usi la tua scopa, e capisco perché tu non abbia una ragazza. Devi decisamente migliorare- La ragazza concluse il tutto con un occhiolino. Il rosso era rimasto di
stucco.

-Granger, Granger, Granger…chi se lo sarebbe aspettato questo lato di te- disse ridendo il ragazzo.

(…)


La seconda volta che si rividero fu qualche giorno dopo l’allenamento. Era sera tardi e lei stava finendo un saggio di trasfigurazione per la settimana seguente, quando dalla porta della sala
comune entrò Fred.

Quest’ultimo non disse nulla, semplicemente le si sedette accanto, stendendo le gambe verso il fuoco e appoggiandosi allo schienale con uno sbuffo dolorante.

-Harry e Ron?- chiese dopo aver osservato per qualche istante la ragazza.

-Sono già a dormire.- Fred annuì

-Cosa ci facevi l’altro giorno agli allenamenti della squadra?- Hermione lo osservò, con sguardo scettico, pronta a dover rispondere ad una battuta

-Sono serio, non ho le forze di scherzare, non stasera per lo meno, sono stato in punizione dalla Umbridge- e come a confermare tale teoria, alzò le mani in segno di resa.

Solo in quel momento Hermione notò come il ragazzo, effettivamente, mentre parlava si stesse massaggiando la mano. Senza dire nulla, lasciò perdere i compiti e si sedette sul divano accanto a lui afferrandogli la mano.
Le sue dite scomparvero fra quelle del ragazzo, decisamente più grandi. Gli massaggiò delicatamente il palmo per poi voltarla e notare sul dorso la scritta rossa “non devo dire bugie”. Non fece domande, afferrò la bottiglietta di dittamo e l’apri.        

-Questo brucerà un po’, ma permetterà alla mano di guarire.-

Fred che in tutto quel tempo era rimasto silenzio ad ascoltarla si schiarì la voce e mentre la ragazza applicava la sostanza, e, senza dar segno di provare dolore, proferì.

-Non hai risposto alla mia domanda-

-Scusa?- chiese la strega alzando improvvisamente il capo dalle dita.

-Cosa ci facevi al campo da quiddich? A te nemmeno piace il quiddich…- rispose, bofonchiando le ultime parole, quasi fosse stato un insulto. Insomma! A chi non piaceva il quiddich?

-Me lo ha chiesto Ron.-

-Capito. Quindi non è Krum a piacerti, ma mio fratello. Pensavo avessi altri gusti sai?-

-A me non piace tuo fratello.-

-Ehi! Non ci sarebbe nulla di male, nel caso. Se ti piace davvero, corteggialo con del cibo, dolci soprattutto e cadrà ai tuoi piedi. E’ così che lo incastriamo ogni volta io e Georgie. E fagli
complimenti. Magari non troppi o non potremmo più prenderlo in giro- ragionò - Oppure comunque continua semplicemente così. Sei stata tenera a venire a sostenerlo.-

Hermione osservò il ragazzo -Grazie. Per il consiglio. Ma mi spiace dirtelo. A me non piace Ron. Non so perché siate tuti fissati con questa storia-

-No?-

-No-

-Sicura, sicura?

-Sicura, sicura-

-Sai che mamma sta già organizzando il matrimonio vero?-

Hermione alzò gli occhi al cielo.
-Purtroppo, ne sono venuta a conoscenza.- il ragazzo perse il tono serio abbozzando un ghigno

-Perfetto. Quindi posso continuare a sostenere la teoria che tu sia realmente attratta da me. Era scontato in effetti che fossi al campo per me e non per Ronnino- il rosso sorrise, senza segni di
malizia, ed Hermione accettò la sua battuta con un mezzo sorriso.

-Sei il solito buffone. Ho finito qua con la mano.- disse la ragazza senza però lasciargliela andare veramente. Fred pose anche l’altra sopra di essa, accarezzando le dita sottili della strega. Vi posò un bacio sopra.

-Grazie a te!- Fece per andarsene, ma venne bloccato dalla voce della strega.

-Fred.- Il ragazzo si voltò.

-Solo perché non mi piaci, e io non ti trovi assolutamente attraente- il ragazzo girò gli occhi al cielo -Questo non vuol dire che tu non possa venire da me se succedesse di nuovo un episodio come questo.-

-Ti preoccupi Granger-  Hermione si limitò a sorridere. E Fred, sorpreso da tale reazione ripetè -Ma quindi ti importa davvero!-
Hermione rise

-Giusto un po’. Ed evita di sentirti importante. Solo perché tu sei convinto di cose assurde non vuol dire che io sia così cattiva da lasciarti con una mano pronta ad entrare in cancrena… Buonanotte Fred. – concluse con un gesto della mano.

Il ragazzo sorrise. -Hermione-

La ragazza si voltò. Era sorpresa che il ragazzo l'avesse chiamava per nome.

Fred si avvicinò a lei e chinandosi le posò un dolce bacio sulle labbra.

-Questa è una buonanotte. E comunque, sono contento che non ti piaccia Ron-

Ed Hermione, per l’ennesima volta nella serata rise. Avrebbe potuto anche farci l’abitudine a quei momenti.

-Questi minuti sono stati solo una tregua vero? Da domani potrò continuare a dimostrarti come tu sia un pallone gonfiato- chiese la strega

-Esatto, anche se forse è giunto il momento di mettere da parte l’orgoglio prefetto-perfetto.-

-Parla per te, Weasley!-

E come se fosse stata da sempre un’abitudine, si scambiarono un altro bacio, più intenso e profondo. Davanti al fuoco, lui con una mano stretta intorno alla sua vita e l’altra nei capelli, lei stringendogli il viso fra le dita.

Si, decisamente, Hermione avrebbe proprio potuto fare l’abitudine a quei momenti.
 

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Capitolo 6
*** GUARDAMI ***


CAPITOLO 5: 

No, Hermione non si sarebbe mai potuta abituare alle litigate con i gemelli.

Come aveva potuto pensare che Fred fosse in possesso di un cervello? Ci aveva davvero creduto, ma no. Era un insulto per il ragazzo poter affermare di avere dei neuroni, a quanto pareva; e lo stesso valeva per suo fratello.

Gli avrebbe regalato un criceto. Un criceto a testa, e gli avrebbe fatto vedere come quegli animaletti corrono sulla ruota. Poi delicatamente gli avrebbe spiegato come, anche gli ingranaggi della loro testa, avrebbero dovuto funzionare in quel modo.

L’avrebbe mostrato anche a tutti quei decerebrati della propria casata, che, nell’ultimo periodo, avevano deciso di trovare interessante lo show “La Granger sgrida i gemelli”, e appostarsi in sala comune per osservarli.

-Per le scommesse di qua, per comprare i posti in prima fila dall’altro lato! Colin! Muoviti, più veloce con la raccolta dei soldi. Su gente, scommette sul Granger’s Show! Chi l’avrà vinta? Hermione? O i gemelli?- Hermione, che era nel mezzo, per l’appunto, di una litigata, si voltò allibita verso Ginny.

-Scusa…ma ti sembra il caso?- la rossa non diede segno di averla udita. La ragazza scosse la testa tornando all’argomento principale. In quel momento stava nuovamente discutendo con i gemelli sulla vendita illegale della loro merce.

-Dovete smetterla di sperimentare i vostri prodotti sui primini-

-Ma noi non collaudiamo prodotti su nessuno. Quella roba è perfettamente sicura, la stiamo solo vendendo-

-Immagino come sia sicura. Smettetela di venderla, prima che si faccia male qualcuno.-

-Dai Granger…-

-Non essere così noiosa…-

-Impara a comprendere la genialità delle nostre invenzioni!- conclusero allegramente i due fratelli, che nel frattempo avevano continuato a distribuire merendine marinare, torroni
sanguinolenti e tortine canarie in giro. Si. Gli affari stavano andando decisamente alla grande.

-E smettila di assumere quella posa. Ricordi nostra madre- aggiunse Fred con sguardo malandrino.
Ecco di cosa parlava Hermione. Se comunque riusciva a non impazzire e non risultare, abbastanza, fanatica quando sgridava entrambi, in ogni discussione Fred doveva sempre esagerare e farla uscire dai gangheri.

In quel momento, quindi, provava il forte impulso di picchiarli.

-I vostri prodotti, per quanto divertenti possano essere, e non mi dilungo sul sottolineare come unicamente i decerebrati possano divertirsi con sta roba, non sono collaudati da degli esperti. Non sono stati assicurati, e io non lascerò che mettiate in pericolo le vite dei bambini- disse poggiando le mani sui fianchi.

-Avevi ragione, proprio uguale a mamma- sussurrò George al fratello che contemporaneamente annuiva trattenendosi dallo scoppiare a ridere.

-Smettetela. Tutti e due. Se qualcosa andasse storto, come fareste a rimediare? Avrete sicuramente usato ingredienti incredibilmente instabili, per creare questa roba. E’ pericolosa.
Inoltre- e volse il capo verso il pubblico che seguiva animosamente la discussione -Voi dovreste smetterla di spendere soldi per quelle cose. E’ denaro che i vostri genitori non avrebbero mai voluto che venisse speso per cavolate del genere. Non è istruttivo-

Tutta la sala comune si zitti di fronte a quel ragionamento, assumendo un atteggiamento colpevole e, per un secondo, Hermione ebbe l’impressione che finalmente quello che voleva trasmettere fosse passato. Persino i gemelli avevano assunto un’aria quasi consapevole.

Ma, purtroppo per la ragazza, tutto ciò durò un solo secondo: un cinguettio e un rumore d’ali che sbattevano le fece voltate il capo. Neville aveva mangiato una crostatina canarie e si era riempito di piume. Tutta la sala comune cominciò a ridere, e i due fratelli ripresero le vendite.

-Soldi, soldi! Su sommettete! Ultima puntata, siamo in dirittura d’arrivo signori!- la voce di Ginny rimaneva un sottofondo costante.

-Ginny. Ci vorresti spiegare cosa stai facendo… esattamente?-

A quel punto, la ragazza si rese conto che effettivamente Ron ed Harry la stavano fissando con aria stralunata. La riccia era troppo impegnata ad arginare il danno, per prestarle attenzione. Per sua fortuna ovviamente.

-Che problema c’è? Guadagno.- rispose come se fosse la cosa più naturale del mondo, voltandosi contemporaneamente con aria minacciosa verso il ragazzo accanto a lei e ricominciando a raccogliere soldi.

-Colin. Più veloce, che i soldi non si generano da soli, e se non farò abbastanza soldi, Harry non uscirà con te-

-Io dovrei fate cosa?- Chiese Harry. Non si ricordava di aver promesso a Colin un’uscita. Specialmente a Colin.

-Zitto Harry, tu non centri nulla…Colin. Veloce-

-Sembra un generale…-

-Abbiamo allevato una dittatrice vero Gred?-

-Affamata di denaro Forge…-

-FICO!- urlarono entrambi -Visto Ronnino? L’unico difettoso in famiglia sei tu.- Ron si fece piccolo sulla poltrona.

Nel frattempo i tiri vispi Weasley continuavano ad essere venduti: Hermione continuava a confiscare i prodotti, ma più ne faceva evanescere più loro ne facevano comparire. E le persone accanto a loro seguivano la vicenda come se da quello ne sarebbe dipeso la loro stessa vita. futura

Effettivamente vista dall’esterno la scena poteva apparire particolarmente comica. Harry, il quale invece non riusciva a capacitarsi di come le stranezze quell’anno stessero aumentando, si voltò verso Ron.

-Ron…non dovresti dare una mano ad Hermione? Sei prefetto anche tu dopotutto-

-Credo che ‘Mione se la stia cavando alla perfezione non credi? Sai, lei è indipendente, e quando è arrabbiata… la conosci…-

Nel contempo la ragazza aveva tirato fuori dalla tasca la bacchetta e aveva cominciato a puntarla sui petti dei ragazzi. Harry sgranò gli occhi.

-Si, hai ragione, meglio evitare di trovarsi davanti alla sua bacchetta.-

-Ecco, appunto.- disse Ron sobbalzando ad un urlo particolarmente violento della riccia.

-Voi dovete smetterla. Se continuerete a vendere i vostri inutili prodotti sarò costretta a consegnarli alla Mc Granitt- parole gettate al vento, fu come se non l’avessero sentita e i gemelli continuarono a vendere la merce. A quel punto allora la ragazza si voltò verso i suoi amici.

-Ron! Sei un prefetto anche tu. Sarebbe gradito un tuo intervento. Puoi dire qualcosa?- disse indicando energicamente la scena

-Ma…ma… Hermione… non fanno male a nessuno, cioè…-

-Sei serio Ronald? Sanno testando dei prodotti sui dei bambini innocenti.-

-Innocenti… sono abbastanza grandi per decidere se spendere soldi o meno- borbottò il rosso

-Come scusa?-

Ron si rimpicciolì su se stesso e la ragazza capì che l’amico non avrebbe mosso un muscolo in suo aiuto.

-Tocca sempre a me fare tutto- disse sbuffando -Via, lo show è finito!- con un colpo di bacchetta cominciò a far scomparire i prodotti nelle mani dei bambini. Un coro di proteste generali si sollevò dalla folla.

-Sei proprio una guastafeste Granger…- la ragazza si voltò con un sorrisetto puntando la bacchetta sulla scatola accanto ai gemelli. Si sentì però improvvisamente sollevare da terra.

Senza che se ne fosse accorta Fred l’aveva presa sulle spalle, come se fosse stata un sacco di patate e spostata di peso dall’altra parte della stanza. Non che la cosa avesse potuto sortire qualche effetto. Con un colpo di bacchetta il ragazzo si ritrovò infatti schiantato e i prodotti fatti evanascere.

-Idiota…la prossima volta toglimi la bacchetta se vuoi davvero combinare qualcosa-

Pian piano a sala comune si svuotò. Ginny le si sedette allegramente accanto

-Grazie Hermione ho guadagnato tantissimi soldi grazie a te.-

-Mi vorresti spiegare perché stai tenendo questo circolo di scommesse?-

-Perché siete una fonte redditizia di denaro. La gente vi ama. E io ne approfitto.- disse con leggerezza cominciando a contare i soldi.

-Sembra che tu stia parlando di un circo- bofonchiò la riccia

-Certo che- continuò la rossa -Non impedirai loro di vendere quei prodotti, ne sei consapevole vero?-

-Già, ne sono pienamente conscia- di certo la frase urlata da George mentre saliva le scale le rimasta ben chiara nella testa

-Granger, avrai vinto una battaglia, ma non la guerra! I Weasley domineranno il mondo- era stato trascinato via da un Lee spaventato, prima che lei avesse la possibilità di maledirlo

-Sono tutto fumo ma niente arrosto, non sono cattivi, e non metterebbero mai in pericolo la vita di qualcuno. Lo sai vero?-  con stupore della riccia, accanto a lei si era seduta Angelina

-So quanto possano essere pesanti, eccome se lo so.-

-Ma tu non sei loro amica? Non dovresti prendere le loro parti?-

-Si forse. Ma ho notato come ultimamente si siano accaniti su di te, specialmente Fred. Quando si comporta così vuol dire che sta macchinando qualcosa. E io che li conosco da anni, ti dico di stare attenta. A te sembra di stargli tenendo testa, ma poi inconsapevolmente cominci a giocare al suo gioco. Inoltre, se vede troppa tenacia, finisce coll’esagerare. E’ vero che sei orgogliosa, e lui non è cattivo, ma poi finisce con fare cose stupide se provocato.  E’ un testone, e anche per questo preferisco George-

-State assieme? Vi ho visto sul treno…-

-Cosa? No. Siamo solo amici. Ne deve fare ancora di strada per avere l’onore di diventare il mio ragazzo.- concluse ridendo

-Giuro, mi stanno facendo saltare i nervi-

-Uffa niente matrimonio- le due ragazze su voltarono perplesse verso Ginny, comparsa dal nulla in quel momento, la quale scosse le spalle come a dire “Che ce?”. Angelina, guardò
dubbiosa la riccia che scosse semplicemente la testa. Sarebbe stato troppo lungo spiegarle le macchinazioni di Molly. Inoltre, per quanto le fosse grata del consiglio, non era solita raccontare i fatti propri con tanta libertà.

-Attenta a metterti con George, potrebbero organizzare il vostro matrimonio all’insaputa e ricattarti emotivamente- si limitò a consigliare Hermione, sussurrando all’orecchio della ragazza

-Lo hanno fatto per te e Ron?- Hermione alzò gli occhi al cielo

-Ancora con questa storia. A me non piace Ron-

-E lui lo sa?-

-La cosa è reciproca- Angelina rise, e la riccia si sentì sprofondare


(…)


Angelina effettivamente aveva ragione. I gemelli si erano vendicati. Non sapeva come ci fossero riusciti ma, durante una cena lei sei era ritrovata all’improvviso a dover correr fuori dalla sala grande per il desiderio di vomitare. Non riusciva a smettere, le sembrava di essere tornata al secondo anno, quando sotto le sembianze di un gatto aveva continuato a rimettere palle di pelo.

-Non credo funzionerà se non mangi questa- nel bagno si udirono le voci dei due fratelli

-Mi avete dato uno dei vostri prodotti vero?- I gemelli sbucarono da dietro la porta

-Si, era per dimostrarti come siano innocui…- cominciò Geroge

-E per farsi quattro risate- concluse Fred

-Ma siete impazziti? E se l’effetto non passasse? E se stessi veramente male?-

George si limitò a ridere uscendo dal bagno mentre lei veniva colpita da un altro conato di vomito.

-A te l’arduo compito di convincerla a prender l’altra parte di merendina Fred-

Fred porse nuovamente la merendina marinara alla ragazza.
Ma Hermione la scansò con un gesto secco della mano.

-Granger, se non la mangerai continuerai a vomitare, e se continuerai a vomitare ti sentirai male sul serio-

-Non…prenderò mai qualcosa da te-

-A me sembra che…- Hermione alzò il braccio, zittendolo, e si alzò

-Andrò in infermeria- disse convinta. Non riuscì a muovere un passo, la vista le si annebbiò e si sentì cadere . Aspettandosi l’impatto col pavimento strinse gli occhi. Ciò non
avvenne: Fred l’aveva afferrata al volo prima che avesse potuto toccare terra. L’aiutò a rimettersi in piedi, prima che fosse costretta a piegarsi per vomitare nuovamente. Il rosso alzò gli occhi al cielo.

-Vuoi accettare la merendina?- maledetto Georgie si ritrovò pensare. E maledetto lui che si era fatto convincere a dare alla ragazza l’altra parte di merendina. “Perché ultimamente
ho notato una certa affinità fra di voi” una certa affinità…certo.

Sorprendentemente però Hermione accettò e mangiò la cura.

-Non pensare che questo cambi la mia idea sui vostri prodotti- disse austera-Continuerò a confiscarli, perché sono illegali.-


E fu così: in ogni sera che loro provavano a vendere i prodotti Hermione li faceva evanescere. E lei di conseguenza si ritrovava vittima di uno scherzo: libri scomparsi, o cose simili. Non venne più sottoposta a loro prodotti. Si augurò che avessero capito di rischiare la morte, si ci avessero provato di nuovo.
E i litigi, però, erano all’ordine del giorno. Con Fred soprattutto, la faceva imbestialire. E purtroppo si vide ad ammettere come Angelina avesse avuto ragione.

-Ti sta fregando Hermione….- le disse un giorno Ginny

-No.-

-Si Hermione. Ti sta prendendo in giro e tu passivamente glielo stai concedendo. Non ci prova nemmeno più ad impegnarsi. Ti provoca, assieme a George, e aspetta che tu reagisca. E tu reagisci proprio come si aspetta. Gli stai dando tutta l’attenzione che desidera- Hermione si sentì mancare la terra da sotto i piedi.

-Dici che dovrei ignorarlo? Non vorrei dovergliela dare vinta così…. però in effetti… Ginny! Mi vuoi ascoltare?-

La rossa nel frattempo aveva afferrato dal nulla un pacchetto di api frizzole e stava dedicando tuta la sua attenzione. Hermione si vide costretta a ritirarle il pacchetto. Per un attimo temette che l’amica l’avrebbe maledetta.

Ciò non accadde -Sei Hermione Granger, e oltre a doverti ritenere fortunata per il fatto che ti lascerò illesa nonostante l’oltraggio appena commesso alla mia persona- disse
indicando il pacchetto di dolci e riprendendolo violentemente. -Non hai bisogno dei miei consigli. Ricordalo-

E la riccia, ricordandosi effettivamente di chi era lei, capì cosa avrebbe dovuto fare. Non sarebbe stato un ragazzo ad imbrogliare Hermione Granger.


(...)

 
Fred aveva capito fin da subito che c’era qualcosa che non andava. La Granger non reagiva più ai loro scherzi, alle sue battute. Li ignorava, non prestava loro attenzione. Inizialmente aveva pensato fosse solo una sua impressione, ma quando una sera la ragazza lasciò che i prodotti Weasley venissero venduti senza opporre resistenza, capì che c’era qualcosa che non andava. Insomma, da quando la Granger non approfittava dell’occasione per sgridarli?

-Meglio così, per gli affari. Non è che ti interessa vero? Le giri molto attorno ultimamente- aveva detto George. Fred aveva riso spiegandogli brevemente i fatti accaduti nei giorni precedenti.

-E credo mi stia ignorando per farmi innervosire-

-Non potresti semplicemente rendere le cose facili?-

-E dove sta il divertimento se no? Ma cosa ne puoi capire tu. Sei il gemello brutto, tutte guardano me. Non hai esperienza sul comportamento femminile-

-L’importante è crederci. Tutti sanno che sono io il gemello più bello. Fammi sapere come va a finire con la Granger- disse ridendo, uscendo dalla stanza.

Il sabato mattina seguente, Fred venne ignorato nuovamente dalla riccia: Hermione si stava dirigendo verso la camera di Harry e Ron, quando incontrò il ragazzo.

-Sai ho capito perché fai così. E penso che tu dovresti smetterla di ignorarmi.-la strega si volto, guardandolo con aria indifferente. Dentro di se in realtà esultava.

-Ti crea così tanti problemi? Sai Weasley non credevo di essere così importante per te-

-Non mi importa infatti, ma è un po’ strano vedere la Granger non far rispettare le regole, rischi di scombussolare il tenero ed innocente animo di Ronnino, sai?-

-E da quando ti importa di tuo fratello?-

-E’ pur sempre parte della famiglia- rispose con sorriso sghembo -e tu ti stai rendendo ridicola con questa sceneggiata-

-Fino a prova contraria quella che si sta rendendo ridicolo sei tu: sei qua a supplicare di farmi tornare a darti attenzione. Spiegami cosa è che ti diverte tanto. Sapere che esiste
qualcuno con cui parlare? Esiste una cosa chiamata amici. Cercala. Io non sono qua in balia dei tuoi scherzi. Inoltre…Fred? Fred mi stai ascoltando?-

Non ricevette risposta. Fred, che aveva smesso di prestarle attenzione a metà discorso. Fece un passo in avanti e annullò le distanze fra di loro. Un secondo prima si stavano urlando contro e il secondo dopo si stavano baciando.
Fred la sollevò per le cosce, tenendola saldamente con le mani da sotto la gonna. Rimasero così, in piedi, il ragazzo che la sorreggeva senza sforzo, intrappolati in bacio famelico e sensuale. Hermione sentì il rosso accarezzarle, con la lingua, il labbro inferiore.
 Fred si ritrovò ad indietreggiare fino ad entrare nella propria stanza e lasciarsi cadere sul letto. La strega rimase a cavalcioni sopra di lui, le mani che vagavano fra i capelli del rosso.
Lui le stringeva possessivamente i fianchi, la ragazza era sicura che sarebbero rimasti i segni, mentre scendeva a baciarle il collo. Con la lingua tracciò un percorso immaginario ed Hermione si sentì invadere dal piacere, avrebbe potuto rimanere così per sempre. Al diavolo Fred Weasley, in quel momento riusciva solo a pensare a quanto bene stesse.
Sollevò la testa del ragazzo per riportarla sulla sua bocca, gli morse un labbro e Fred mugolò. Con un colpo di reni invertì la posizione, e la ragazza si trovò distesa sul letto, accorgendosi contemporaneamente di come la mano del ragazzo fosse finita sotto la sua camicetta. Non che la cosa le stesse causando problemi, in quel momento non riusciva a ragionare, pensava unicamente alle mani del rosso su di se. Per questo motivo entrambi non si resero però conto della porta della stanza che improvvisamente era stata aperta.

Un’imprecazione ruppe il silenzio, costringendoli a staccarsi.

Fred coprì col suo corpo Hermione

-Lee! Vattene via!- urlò gettandogli addosso un cuscino

-Scusa, scusa- disse Lee tenendosi una mano sugli occhi -Non ho visto nulla-

Appena il ragazzo fu uscito Fred si alzò da Hermione, la quale si ricompose velocemente.

-O mamma! Dici che ci ha visti? Certo che mi ha visto. Ora lo verrà a sapere tutta la scuola. E passerò come la ragazzaccia di Fred Weasley-

-Hermione, Hermione- disse il rosso afferrandola per i polsi -Lee non ha capito chi fossi, quindi sta tranquilla. Era troppo scioccato per capire cosa stesse succedendo. Sai, è come i bambini lui. E’ un cucciolo di unicorno indifeso…-

La riccia colpì con un cuscino il ragazzo. -Piantala di scherzare. Meglio per te che sia così, e che lui non abbia capito chi fossi. Se lo dice a qualcuno ti riterrò il diretto responsabile.-

Il ragazzo rise, e cominciò a massaggiarle le spalle lasciandole delicati baci sul collo

-Sei parecchio stressata vedo-

-Certo, fra voi gemelli che mi fate dannare, lo studio e la Umbridge e mi sembra di non aere abbastanza tempo per tutto. E togli le mani dalle mie spalle–

-Subito signora!- disse Fred ridendo -Comunque, se temi di non essere preparata in difesa puoi chiedere sempre ad Harry. Di farti ripetizioni. Potrebbe farle a tutti in effetti, non si capisce nulla di quello che spiega la Umbridge. Meriterebbe uno scherzo. Di quelli epici, giganteschi. Organizzato da tutta la scuola.- borbottò, per poi illuminarsi -Dai! Sarebbe fortissimo. Ci troviamo in giorni precisi, concordati prima e organizziamo una specie di resistenza clandestina. Per fare scherzi contro il mostro rosa. Che te ne pare?-
Hermione non rispose, persa nei propri pensieri. Fred alzò gli occhi al cielo. Figuriamoci se lei avrebbe mai accettato di fare uno scherzo ad un’insegnante. Per questo scosse le spalle e si chinò sulla ragazza, per baciarla ma la strega lo fermò con una mano.

- Fred!- esclamò gioiosa -Sei un genio! Grazie! Devo trovare Harry- e detto ciò si alzò baciandolo e correndo fuori dalla stanza.

Fred rimase perplesso osservando la porta aperta -Quando vuoi!- le urlò dietro.

-E comunque- disse Hermione, tornata indietro e sporgendo solo la testa all’interno della camera -È stata solo un momento di pausa questo, ricordalo. Prima che ti venga da immaginarti un amore incondizionato da parte mia, nei tuoi confronti. Continui a darmi sui nervi. Sappilo.-

-Certo Granger.- rispose Fred ridendo, lasciandosi cadere sul letto. I passi della ragazza divennero ben presto lontani.


 (…)


-Harry, Ron!!- Hermione si era trovata a dover rincorrere il ragazzo per il parco. -Fermatevi per favore.-

I ragazzi stopparono il passo

-Respira Herm. Cosa è successo?-

-Ho avuto un’idea che non potete bocciare. Specialmente tu Harry.- non aspettò cenni d’assenso -E’ evidente che con la Umbridge come insegnante, non stiamo imparando nulla, e vista la guerra imminente è necessario per noi apprendere qualcosa. Ti avevo già chiesto di farci tu, da tutor, ma ti sei rifiutato. Mi trovo costretta a doverti riproporre nuovamente la questione. Organizzeremmo un gruppo, formato da poche persone fidate. Troveremo un luogo, concorderemo degli orari. Non puoi dirmi di no. Sai anche tu quanti sia necessario in questo momento una soluzione simile. Diglielo anche tu Ron- il ragazo assentì

Harry scosse la testa -Senza contare il fatto che, la Umbridge controlla tutti, i nostri compagni mi odiano. Nessuno vorrà darci ascolto.-

-Lo faranno, vedrai. Settimana prossima c’è la prima uscita ad Hogsmade. Loro si troveranno…alla Testa di Porco senza sapere il perché, li inviteremo lì. E poi gli spiegheremo la nostra idea.- la determinazione fra le sue parole era tale che Harry capì di non avere scelta.

-Va bene, tanto sarà impossibile farti cambiare idea vero?- Hermione gli gettò semplicemente le braccia al collo

-Grazie. Vado a stilare una lista- e detto ciò si staccò dal ragazzo iniziando a correre verso il castello, nello stesso modo frenetico con cui era arrivata.

Ron ed Harry si osservarono stupefatti negli occhi. Il rosso scosse le spalle. Harry invece si annusò il maglione, assumendo un’aria strana

-Herm!- la richiamò il ragazzo corrucciato. La riccia, si voltò -Hai per caso iniziato ad usare un profumo da uomo?- chiese confuso

Hemione non rispose, semplicemente arrossì.


 

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Capitolo 7
*** E' DI QUESTO CHE SI TRATTA. GIUSTO? ***


CAPITOLO 6: E’ DI QUESTO CHE SI TRATTA, GIUSTO?

Era il cinque di ottobre, quando i ragazzi, durante la prima uscita ad Hogsmade, si riunirono alla Testa di Porco. La confusione si poteva leggere nei volti di ciascuna persona presente nella stanza.

Hermione, schiarendosi la voce, e pregando che tutto andasse secondo i piani, attirò l’attenzione su di se e Ron, mentre Harry rimaneva in un angolo. Brevemente, spiegarono come, in seguito al ritorno di Lord Voldemort, loro tre, sostenessero che fosse necessario sapersi difendere contro le arti oscure. Ed Harry, che aveva già avuto modo di affrontare le vita vera, e quindi comprendeva la differenza dall’esercitazione scolastica, fosse l’insegnante perfetto.

Inizialmente scoppiò il putiferio. Nessuno voleva credere a quelle parole, la gazzetta del profeta parlava chiaro: Harry e Silente erano due bugiardi, Voldemort non era tornato. Tutto era come al solito.
Le voci non si abbassavano e la riccia scuotendo la testa, si vide costretta a riportare il silenzio nel bar. Dovevano ricordare chi fosse il bambino che è sopravvissuto, e che prima di quello era un loro amico, un compagno in cui avevano sempre avuto fiducia. Bastava un semplice articolo per far crollare tale rapporto?

Un velo di consapevolezza attraversò i volti dei ragazzi, e finalmente Harry poté spiegare ciò che aveva intenzione di fare, come si sarebbero gestite le lezioni e soprattutto se tutti erano d’accordo con quello che avevano appena detto.

La questione venne risolta. Su un foglio, che avrebbe rivelato, nel caso, un traditore, vennero depositate le firme: Harry Potter, Hermione Granger, Ronald Weasley, Neville Paciock, Fred Weasley, George Weasley, Ginny Weasley, Colin Canon, Dennis Canon, Katie Bell, Angelina Johnson, Alicia Spinnet, Lee Jordan, Lavanda Brown, Calì Patil, Dean Thomas, Cho Chang, Marietta Edgecombe, Terry Boot, Anthony Goldstein, Michael Corner, Luna Lovegood, Padma Patil, Ernest Macmillan, Hannah Abbott, Susan Bones e Zacharias Smith.
Hermione si prodigò ad assicurare ciascuno, che avrebbero trovato un mezzo di comunicazione per poter fissare gli incontri e comunicare, senza suscitare l’attenzione della Umbridge; aveva già qualche idea in mente. In ogni caso quelli erano solo dettagli: era nato l‘Esercito di Silente.

Terminata la riunione, mancava ancora qualche ora al rientro ad Hogwarts, ognuno si diresse per la propria strada, con la promessa di rivedersi presto. La riccia, mentre sistemava l’elenco di nomi nella borsa, e salutava i ragazzi, vide chiaramente Ginny farle l’occhiolino indicando con un cenno del capo il ragazzo accanto a lei. Michael appariva davvero soddisfatto di poter uscire con la rossa.

Anche Ron ed Harry si dileguarono ben presto, volendo dirigersi da Zonko. Hermione invece, aveva la necessità di recarsi ad un negozio di cartoleria, si separò quindi dagli amici, promettendogli però di rivedersi più tardi, per fare un ultimo giro assieme.

Non guardava dove stava camminando, quindi non si accorse del perché, a un certo punto, non riuscisse più a muoversi.
Non vide la persona il cui braccio la trasse verso di se, conducendola verso la periferia, dove iniziava il bosco; una mano le tappò la bocca per impedirle di gridare. Hemione, d’istinto, portò la propria mano alla tasca dei pantaloni, alla ricerca della bacchetta. La voce di Fred le giunse però all’orecchio.

-Calma prefetto-perfetto, non compiere gesti avventati. Sono solo io-  la ragazza si scostò dal ragazzo violentemente

-Ma sei impazzito a rapirmi in questo modo? Mi hai fatto spaventare-

-Quale esagerazione…nessuno ha rapito nessuno… ti ho solo portato via da un’attività sicuramente noiosa, per fare qualcosa di più interessante-

E detto ciò, unì le proprie labbra a quelle della ragazza, prima che quest’ultima potesse dire qualcosa.

-Fred…- provò lei a mugugnare

-Zitta e non lamentarti- in risposta Hermione strinse maggiormente le proprie braccia attorno al collo del ragazzo.
 

Non seppero dire quanto tempo fosse passato, ma le voci di alcuni ragazzini, che si stavano avvicinando, li costrinsero separarsi.

-Questi momenti stanno diventando un po' troppo frequenti non credi?-

-Naaa…è solo una tua impressione-
 

(…)
 

Ginny si stava davvero divertendo. Non l’avrebbe mai detto. Considerava Harry l’amore della propria vita, ma in quel momento non riusciva a pensare ad altro, se non quanto si sentisse bene. Uscire con altri ragazzi era interessante. E Michael non era affatto male. Certo magari un po' troppo borioso, pieno di se, carico della saccenza tipica dei Corvonorero, ma nel complesso la trattava bene: le dava attenzioni; da Madama Rosmerta le aveva aperto la porta e offerto una burrobirra. Nessuno aveva mai fatto questo per lei, e Ginny non ne era affatto dispiaciuta. Anzi. Per questo non si lamentò quando il ragazzo provò a baciarla. Si era improvvisamente resa conto di aver voglia guardare, scoprire e vivere un mondo, che non girasse attorno ad Harry Potter. Voleva farsi una vita.

Ma come al solito, doveva immaginarselo che, vivere con sei fratelli, non avrebbe equivalso ad ottenere una privacy inesistente, e che Hogsmade non fosse esattamente il luogo adatto per mantenerre la suddetta vita privata, per l’appunto privata.

-Ehieheiheihi fermo tu! Cosa sti tentando di fare? Leva le tue mane da mia sorella! E’ ancora troppo piccola per queste cose. Maniaco. Se ci riprovi ti schianto!- disse Ron avvicinandosi alla coppia, e separandoli fisicamente.

-Ronald dovresti imparare a farti i fatti tuoi, ne sei consapevole vero? Non sono più una bambina, e tu non sei mio padre.-

-Ma..ma.. certo che lo sei. Sei ancora piccola, innocente.-  il viso di Ron cominciava ad assumere sfumature rossastre.

-Harry vuoi dirgli qualcosa?- Harry spostò il peso del corpo da un piede all’altro, a disagio.

-Ginny io credo che….-

-Non vorrai dirmi che gli dai ragione!- lo interruppe la rossa -Ron, per l’ultima volta. Smettila. Non sei mio padre-

-Non rivolgerti così a me, sono tuo fratello maggiore! Giusto Harry?- il ragazzo accanto a lui annuì

-Finiscila con questa storia. E anche tu Potter. Cosa ti interessa con chhi esco?-

I ragazzi non riuscirono a controbattere e Ginny sbuffò.

-Andiamocene Michael-

Dentro di se, senza darlo a vedere la ragazza sorrise.

 
(…)
 

Fu abbastanza complicato decidere come e dove incontrarsi con l’es. Ma alla fine, dopo vari ragionamenti, la stanza necessità venne ritenuta un luogo perfetto, in quanto poteva adattarsi alle esigenze del momento e assumere le forme e funzioni che loro volevano. In quanto al mezzo di comunicazione, in quei giorni Hermione, ispirandosi al marchio nero, riuscì ad incantare dei galeoni finti che rispondevano al richiamo di quello di Harry. Quest’ultimo avrebbe comunicato attraverso la moneta orario e giorno, che sarebbe comparso sulle altre nel bordo esterno. Nessuno avrebbe potuto distinguere un galeone vero da quello falso. E questo era necessario

La Umbridge, difatti, due giorni dopo l’uscita di Hogsmade, aveva emanato il "Decreto Didattico Numero Ventiquattro" che scioglieva qualsiasi organizzazione, società, squadra, gruppo e circolo di studenti. L’autorizzazione alla ricostituzione di tali gruppi doveva essere richiesta all´Inquisitore Supremo e tutte quelle che non sarebbero state approvate, sarebbero state ritenute illegali. Angelina quindi era stata costretta a presentare l’autorizzazione per l’esistenza della squadra di quiddich. Per fortuna le venne concesso. Il fatto, che oramai Hogwarts fosse in amno al ministero spaventava tutti.

Il commento dei gemelli, che tutta quell’illegalità, rendeva il tutto più “fico”, da vero racconto d’azione, da resistenza, rallegrò gli animi, e per una volta Hermione si ritrovò a ridere per le loro battute.

Harry decise di parti dalle basi. Non conosceva il livello generale e quindi aveva deciso di partire da qualcosa di semplice; un buon ripasso, come gli aveva fatto notare Hermione, non avrebbe fatto male a nessuno.
Incominciarono dunque con l’incanto di disarmo. Inizialmente il moro mostrò l’incantesimo disarmando il manichino davanti a se, e poi divise il gruppo in coppie. Hermione capitò con una delle gemelle Patil. Non ebbe problemi con la formula, le venne alla perfezione. Padma invece presentò qualche difficoltà.

-Tranquilla, stai solo sbagliando il gesto del polso, non deve essere così brusco- le disse sorridendo e mostrandole il movimento.

Harry, nel frattempo, girava fra i vari gruppi aiutando chiunque ne avesse bisogno e propensando consigli vari. Era soddisfacente, ma al contempo si trovò ad ammettere che le lacune erano davvero tante. La mancanza di un buon insegnante durante quegli anni si stava facendo notare.

-Herm’, Ron!- urlò il moro -Datemi una mano-

I due amici, allora, si distribuirono per la stanza, aiutando chi non riusciva ad eseguire l‘incanto.

Alla fine l’esercitazione non andò male. Ben presto tutti riuscirono a gestire l’incantesimo alla perfezione. Dean si dimostrò più dotato di quello che, invece, dimostrava a lezione;
Luna, che all’inizio non sembrava possedere una buona attitudine per difesa contro le arti oscure, si rese invece ben presto noto il perché appartenesse alla casata di Corvonero.

Anche i gemelli se la stavano cavando abbastanza bene, anche se, ogni tanto vi erano dei problemi. Incertezze che gli impedivano di padroneggiare alla perfezione l’incanto. Hermione, che aveva visto la scena, ricordando lo scopo superiore, si fece forza e decise di aiutarli.

-Angelina!- disse alla ragazza accanto a se -Vieni con me ad aiutare i gemelli!- la ragazza annuì

-Va bene, io prendo Geroge e tu Fred- la riccia, seppur a malavoglia, si diresse verso il ragazzo.

I gemelli, che nel frattempo stavano scherzando fra di loro, fecero comparire un ghigno sui propri visi quando le due ragazze li separano prendendoli per le mani.

-Angelina, sapevo che un giorno avresti ceduto al mio fascino e mi avresti rapito, per avermi solo per te e cavalcare verso gli orizzonti dell’amore assieme su un unicorno fatato.
Accetto volentieri, ma tranquilla, è solo il mio gemello, il mio cuore apparterrà sempre a te-

La ragazza sbuffò -Finiscila Weasley, e muoviti, che quell’incantesimo non ti viene ancora bene.- poi rivolgendosi ad Hermione, mimò con le labbra -buona fortuna- e la strega si ritrovò a pregare davvero per averne un po’

La coppia si allontanò ed la riccia rimase in silenzio con Fred.

–Allora mi aiuti?- chiese il rosso con tono di scherno -Ti sei incantata anche tu a fissare la mia bellezza?-

-Sta zitto Fred. Concentrati. Ora, prova a disarmarmi, ho notato che non sempre ti viene, non sei abbastanza convinto-

Fred si concentrò, fissò la ragazza e esclamò -Expelliarmus!-

La bacchetta del ragazzo rilasciò alcune scintille rosse, che colpirono la strega, ma non furono abbastanza forti pe farle perdere il controllo della bacchetta.

-Riprova. Con più convinzione, sia nelle parole che nel movimento- quella volta funzionò e la bacchetta della ragazza volò in aria. La recuperò velocemente.

-Di nuovo-

Questa volta invece non successe nulla. A quel punto allora Hermione si rivolse a Fred -Non sbagli la pronuncia, è un problema d concentrazione. Ti distrai troppo facilmente, esegui l’incanto correttamente una volta, non mantieni la concentrazione e sbagli leggermente il gesto della mano. Che già non è molto convinto. Guarda devi muovere il polso in questo modo-

Fred provò il movimento

-No, non così, così-

-Granger, da quella distanza non riesco a capire molto-

-O mamma! Dai, lasciamo stare-

La ragazza si avvicinò al rosso, mettendosi davanti al suo petto, senza appoggiarsi, ma abbastanza vicino da potergli afferrare e muovere il polso.

-Guarda, questo è il movimento che devi compiere- disse dirigendogli dolcemente la mano. Fred mosse un passo in avanti, facendo collidere in quel modo, il proprio petto con la schiena della riccia. La ragazza sentì il fiato del rosso muoverle i capelli

-Granger, speriamo funzioni, non vorrei far esplodere nulla- e detto ciò pronunciò l’incanto contro il manichino. La bacchetta volò via e Fred sorrise con aria vittoriosa.

-Grazie prefetto-perfetto- le sussurrò fra i capelli, senza però scostarsi da quella posizione. Hermione rimase immobile, godendosi quella sensazione di tranquillità, che provava quando era con lui, ancora per qualche secondo. Ci aveva riflettuto attentamente in quei giorni. Non riusciva a spiegarsi il perché di quello che sentiva. Aveva ipotizzato, ma sicuramente era così, che fosse per la necessità di affetto, causato dalla paura per la guerra imminente. Inoltre lui non provava davvero qualcosa per lei. Lo avrebbe capito nel caso. La stava solo prendendo in giro.

Rimasero in quella posizione ancora per qualche istante, dovendosi però scostare, quando si accorsero che Harry li stava osservando.

-Granger- si sentì chiamare mentre si stava dirigendo verso Neville, in evidente difficoltà.

-Domani, fatti trovare al parco, dopo le lezioni- Hermione guardò Fred stralunata. Senza però contraddirlo o dargli risposta. Il ragazzo lo prese con un segno d’assenso.

 
(…)
 

-Johnson!- gridò George. -E’ tutto il giorno che provo a trovarti.- Angelina arrestò il passo. Dopo averlo aiutato con l’incanto expelliarmus non si erano più rivolti la parola

-Che cosa c’è Weasley?- George sorrise

-Mio fratello è a fare Non so cosa con non so chi, ti andrebbe di fare un giro con me?-  la ragazza rise. -Dai non farti pregare, fidati di me- ripetè il rosso

-E perché dovrei fidarmi di te?-

-Perché mi ami alla follia. Anche se non lo sai ancora ovviamente, ed è il mio compito, quello di fartelo scoprire- detto ciò le afferrò la mano iniziando a correre fra i corridoi i del
castello.

-Ma non ti avrei rapito io l’altro giorno per “cavalcare gli orizzonti dell’amore assieme”?- chiese la ragazza stando al gioco

-L’hai ammesso! Andiamo Angelina, il mondo ci attende!-

La ragazza scosse la testa -Muoviti Weasley, prima che io cambi idea-
 

(…)
 

-Perchè mi hai portato qui Weasley?- stava chiedendo contemporaneamente Hermione all’altro gemello.

-Quante domande Granger! Eri così stressata l’altro giorno. Ho pensato che ti servisse un po' di aria fresca. Lontano dalle preoccupazioni che ti possono dare gli altri; quindi
cammina e respira, non ti sto tendendo un attacco a sorpresa, come invece temi tu- la riccia continuò a guardarlo diffidente; poi sospirò arrendevole.

-Se è uno scherzo, sappi che ti farò molto male- il rosso scoppiò a ridere, gettando la testa all’indietro.

Non parlarono, si limitarono semplicemente a passeggiare sulle rive del lago, giungendo in prossimità della foresta proibita. Le loro dita, per via del passo cadenzato, ogni tanto si sfioravano. Ad un certo punto Fred le fece unire. La mano della ragazza era così piccola rispetto a quella del rosso. Era una sensazione così strana. Ma ad Hermione andava bene così in quel momento.

-E’ sconcertante sai- disse a un certo punto -Pensare a come il nostro rapporto si sia evoluto rispetto agli anni passati. Non ci siamo mai parlati molto e…- non riuscì a finire la frase perché, inciampando su un sasso, cadde per terra, tirando Fred giù con se.

-Cavolo Hermione. Ho sempre saputo che tu avresti voluto portarmi letto, e farmi finire sotto di te, ma non c’era bisogno di tutta questa irruenza e questi stratagemmi- la ragazza in tutta risposta, pronta ad inveirgli contro, si limitò a tirargli uno schiaffetto sul braccio, quando si accorse che il tono del ragazzo non era di scherno come al solito. Stava semplicemente scherzando.

Fece per rialzarsi ma il ragazzo la tenne stretta fra le sue ginocchia, seduto nell’erba.

-Rimani qua e rilassati, cosa c’è che ti turba?-

La riccia sospirò -Sono davvero preoccupata, per la storia di Voldemort, per Harry. E l’es. Credo che abbia una funzione davvero importante, ma se la Umbridge venisse a scoprire qualcosa, le conseguenze sarebbero devastanti. Non dovrei avere questi dubbi, lo so. Sono stata io a proporre ad Harry di farci lezione-

Fred nel frattempo giocava con i ricci della ragazza, e quest’ultima fini col cedere alle carezze che il ragazzo le stava concedendo, rilassandosi fra le sue braccia.

-Perché sei così carino con me? Non devi continuare a sostener la tua teoria che io sia follemente innamorata di te?- chiese dopo qualche attimo di silenzio.

-Ma è quello che credo Granger! Solo che ti voglio in perfetta forma quando ti renderai conto di quello che sta succedendo far di noi.-

-E cosa sta succedendo fra di noi Fred?- chiese la ragazza. I loro visi si avvicinarono impercettibilmente.

-Non lo so Hermione, non lo so…- le loro labbra si sfiorarono e  in un secondo si stavano baciando. Da delicato e sentimentale quel momento divenne ben resto passionale, come se tutti i sentimenti negativi che stavano provando in quel periodo venissero sfogati e scomparissero grazie a quel momento.

Ed Hermione ebbe paura. Di quello che stava provando e di come si sentisse bene fra le braccia del ragazzo. Non riusciva a comprendere come fosse possibile che si potessero provare quelle cose. Specialmente due ragazzi diversi come loro.

Si convinse quindi nuovamente che lui la stesse solo prendendo in giro. Decise di non rimanere in “svantaggio” e poggiò le proprie mani sotto la camicia del ragazzo. Scese, sfiorandogli la linea degli addominali con la punta delle dita, fino ad accarezzargli la patta dei pantaloni. Fred sussultò, mordendole il labbro. Hermione sorrise. Era a cavalcioni sul bacino del rosso, si mosse, cominciando una danza sensuale. Le mani del ragazzo erano ovunque. Il rosso provava la necessità di toccarla, di sentire che lei fosse lì con lui.

-Fai quello che vuoi Hermione…- disse con un sorrisetto malizioso

Hermione allora scese con le dita ai bottoni dei jeans, facendo stendere il ragazzo a terra. Con le labbra lambì una porzione di pelle e si avvicinò alla cintura. Non sapeva nemmeno lei da dove venisse tuto quel coraggio, si trattenne a stento dallo scappare via. Quando capì che il ragazzo non si sarebbe opposto, si alzò improvvisamente.

-Ho capito cosa stavi facendo, e questo era per ricordarti come io non cascherò mai fra le tue braccia-

-Come vuoi Hermione, quando vuoi io sono sempre qui- disse ridendo.
La ragazza si avviò verso il castello. Fred rimase in quella posizione ancora per qualche minuto. Si era fatto fregare di nuovo. Quella ragazza non finiva mai di stupirlo. L'adorava. Ma, parola di Fred Weasley, che quel senso di sconfitta che provava in quel momento, avrebbe bruciato solo l’orgoglio di Hermione, non il suo. Perché era questo quello di cui si trattava…un sentimento di irritazione per la  "sconfitta"…giusto?

Scoppiò a ridere. Perchè farsi tutti quei problemi. Qualunque cosa fosse, gli stava piacendo. E parecchio! Doveva solo far tornare la direzione dei giochi nelle proprie mani. 


 

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Capitolo 8
*** NON SALIRO' MAI SU UNA SCOPA ***


CAPITOLO 7: NON SALIRO’ MAI SU UNA SCOPA
 

La folla urlava e gridava. L’eccitazione era palpabile nell’aria. Sebbene non fosse la squadra di Grifondoro o quella di Serpeverde a giocare, l’adrenalina, per la partita di quiddich in corso, fra Corvonero e Tassorosso, scorreva anche nelle vene dei ragazzi delle altre casate. Il quiddich faceva quest’effetto, a chiunque, persino ad Hermione.

La riccia si trovava sugli spalti, Ron ed Harry, seduti accanto a lei, stavano commentando la partita, ideando delle tattiche di gioco, basate sullo studio di quelle avversarie, da presentare ad Angelina all’allenamento successivo.

Era un momento di gioia collettiva, di allegria e spensieratezza. Tassorosso riuscì a far entrare la pluffa in uno degli anelli, ma il cercatore di Corvonero afferrò in quel momento il boccino decretando così la fine della partita. 

Ed Hermione esultò. Lasciandosi andare in un grido di gioia. Non le importava realmente della partita, ma quel momento di svago la fece ridere. Si guardò intorno, il gioco era finito e tutti stavano, pian piano, abbandonando il campo. Vide Angelina, che si trovava dall’altro lato del campo, assieme a Lee e ai gemelli. E la strega notò chiaramente l’occhiolino, poco discreto vista la risata che scosse George, di fronte a quella scena, che Fred le rivolse. Lei, in tutta risposta, gli fece una linguaccia. Era inutile prendersela con lui. Se si fosse arrabbiata avrebbe unicamente fatto il suo gioco.

In ogni caso, non si fermò dal pensare “Montato. Un vero idiota”.
 

(…)
 

Pensava che finalmente quella storia fosse conclusa, ma stava accadendo tutto di nuovo: i gemelli avevano cominciato a vendere i loro prodotti illegali nella sala comune dei Grifondoro. E nel resto della scuola a quanto pareva. Hermione poteva giurare di aver visto una serie di primini di Corvonero correre ai bagni, per vomitare, tutti nello stesso giorno. E non si trattava sicuramente di influenza intestinale.

Ovviamente, di fronte a quella scena, la riccia non aveva potuto stare zitta e ferma. Aveva ragione quando ripeteva che i gemelli si stavano prendendo gioco di lei. Le frecciatine rivoltale ne erano un chiaro segnale.

-Smettetela subito di vendere quella roba- stava urlando furiosa

-No…-

-Goditi la vita per una volta…-

-Prefetto-perfetto- esclamarono i gemelli ignorando, nuovamente, tutti i rimproveri che la ragazza stava rivolgendo loro.

-Herm lasciali stare- le disse timidamente Ron, più interessato a placare la furia della sua migliore amica, che a bloccare la vendita illegale dei suoi fratelli. La strega non gli prestò ascolto

-Ron dammi un mano, digli qualcosa!-

-Ma…ma…-

-Ho detto: dammi una mano!- rispose risoluta la ragazza. Ron valutò velocemente chi fosse più pericoloso fra la strega arrabbiata o i suoi fratelli vendicativi.
L’occhiata che gli rivolse Hermione risolse i suoi dubbi

-Ma perché a me…-borbottò sconfortato fra se e se, mentre si alzava dalla poltrona su cui era seduto.

-Come scusa? Hai detto qualcosa?-

-Nono. Non ho detto nulla- rispose frettolosamente

-Ecco! Muoviti ad aiutarmi, che se non farai qualcosa, ti farò trovare un ragno nel letto per tutte le sere di tutto l’anno.

-Okok- disse Ron pienamente convinto. Si, decisamente Hermione era più pericolosa dei suoi fratelli.

Avanzò timidamente -Fred, George, dovreste smetterla di vendere i vostri prodotti…- non ricevette risposta, i due fratelli continuarono a fare quello che stavano facendo, Hermione fece un segno scocciato con la testa in segno d’esortazione. Ron deglutì rumorosamente.

Si voltò verso Harry che lo guardò con aria compassionevole come per dire: “mi dispiace per te amico.” Si fece coraggio. -Avete capito?-

-Hai sentito qualcosa George?-

-Io no, e tu Fred?-

-Nemmeno io- Hermione diede in colpetto sul gomito di Ron, incitandolo nuovamente a continuare.

“Ragni nel letto, ricorda i ragni nel letto”. Si ripetè come mantra il rosso prima di pronunciare parole, con un coraggio che non credeva nemmeno gli potesse appartenere

-Smettetela, è poco costruttivo. E se qualcosa andasse storto e se dei bambini si facessero male?- La riccia lo guardò con soddisfazione.

I gemelli nel frattempo aveva stoppato per un attimo le vendite pronti ad ascoltare le inaspettate parole del fratello. Entrambi sollevarono il sopracciglio nello stesso istante e Ron deglutì.

-Quindi ora- Continuò meno sicuro-Sarebbe carino se voi metteste via tutto e vi dedicaste ad altro- i gemelli inarcarono maggiormente le sopracciglia, Fred imitò chiaramente il gesto dello sgozzamento -Ma ovviamente solo se volete… anzi fate pure così continuate nessun problema-

-Grazie Ronnino- risposero in contemporanea. Di sottofondo, come le altre volte si sentiva la voce di Ginny che gestiva il banco delle scommesse.

-L’abbiamo allevata proprio bene Gred-

-Verissimo Forge- dissero fingendo di asciugarsi una lacrima dall’angolo dell’occhio. Ed Hermioe non potè fare altro che scuotere la testa, sconsolata. Doveva
passare all’armeria pesante.

Rivolse uno sguardo risentito ad entrambi gemelli e corse fuori dalla sala comune. Sentì dei passi seguirla, dietro di se vide Ginny.

-Dove stai andando?- le chiese preoccupata l’amica.

-Dalla McGranitt, li denuncerò così la smetteranno, finalmente, di prendersi gioco delle regole.-

-Ma dai Hermione, non stanno facendo del male ad una mosca. Lo so io e lo sai tu. E per creare questi prodotti non hanno sfruttato nessuno. Quindi, quale è il vero motivo per cui ti danno così fastidio?-

La riccia sbuffò. E si guardò intorno. Poi parlò

-Tuo fratello ha deciso di farmi uscire di testa. Si sta prendendo gioco di me. E l’altro tuo fratello gli dà corda.-

-Pensavo avessimo già affrontato questo discorso, comunque io non credo che lo stia facendo. Prenderti in giro intendo. Io credo tu gli piaccia davvero, solo che questo è il suo modo di rapportarsi con le ragazze. E’ sempre uscito con gatte morte, esclusa Angelina, con cui poi, come puoi vedere, non ha combinato nulla. Semplicemente tu gli tieni testa. Non gli è mai capitato. Ma tu devi continuare così, o finirai davvero ad essere una delle tante.-

-Ma io non voglio mica mettermi con lui, quante volte devo dirlo?- disse scocciata la ragazza.

Ginny rise. -Herm- ed Hermione, effettivamente si rese conto che le sue parole non suonavano sincere nemmeno a lei. E’ solo una questione di orgoglio, si ripetè. E’ solo una questione di orgoglio.
 

(…)
 

-Vuoi dirmi che cosa stai combinando?- disse Ginny furiosa, puntando il dito contro quello che credeva fosse Fred. Il ragazzo gli indicò l’altro rosso nella stanza.

-Sono George.- la ragazza cambiò la direzione del dito.

-Chi io?- chiese candidamente il ragazzo

-Si tu-

-Non ho fatto niente- rispose il rosso alzando le mani in segno di resa.

-Smettila di prendermi in giro, so benissimo cosa stai combinando. Stai giocando con lei, finiscila. Non so cosa ti abbia preso quest’anno, ma smettila. A meno
che tu, sotto tutti quei gesti, che sono divertenti da vedere dall’esterno, non abbia intenzioni serie-

Geroge, seduto sul proprio letto, si lasciò cadere sul materasso, scoppiando clamorosamente a ridere.

-Non sto combinando nulla. Smettila di essere così sfiduciata. Smettila di dire che sto giocando con i sentimenti di qualcuno. Non è vero. E comunque, non sono affari tuoi- e detto ciò uscì dalla stanza, con aria irritata.

-Non lo ha negato. Non ha negato di avere intenzione serie.- disse Ginny rivolta Geroge

-No sorellina, non lo ha fatto. E prima che tu lo dica, non impicciarti nemmeno tu. Sono fatti loro- la rossa sbuffò contrariata

-Li prenderemo in giro quando le cose, fra loro, saranno più consolidate- rispose George con un ghigno sul volto, tranquillizzandola.

-Mi piace come prospettiva, e comunque, non volevo impicciarmi, ci tenevo a fargli sapere che se la cosa voleva essere mantenuta segreta, avrebbe dovuto essere più discreto. E ora vado che devo vedermi con Michael-

-E chi è Michael?- le domandò ridendo

-Il mio nuovo ragazzo- disse con leggerezza.

-Niente più cotta per Potter?- la rossa lo ignorò

Fu mentre scendeva le scale, che incontrò Harry, che stava uscendo dalla propria camera con la scopa in mano

-Ciao Ginny- esclamò col sorriso in volto

-Ciao Harry, stai andando al campo…ci sono gli allenamenti?- chiese confusa

-No, vado semplicemente a volare, sai, per schiarirmi le idee e cose simili…Vuoi venire con me?-

Ginny sorrise in maniera imbarazzata –Mi dispiace, ma ho un appuntamento col mio ragazzo…-

Sul viso di Harry comparve una smorfia – ah…sarà per la prossima volta allora.-

-Sicuro! Ci vediamo Harry!-

E il ragazzo sentì una strana sensazione al petto.
 

(…)
 

-Dovremmo incontrarci, con l’Es e fare qualcosa di diverso dagli allenamenti; per unire il gruppo sai?- disse Ginny il sabato mattina seguente. In sala comune erano presenti solo lei e il trio.

-Nemmeno per sogno- rispose Hermione, mentre contemporaneamente Ron ed Harry annuivano.

-Non essere una guastafeste ‘Mione-

-Potremmo fare qualcosa nella stanza delle necessità, senza essere scoperti- disse il moro, provando a convincerla.

Hermione li lasciò parlare, smettendo di ascoltarli.  Non aveva intenzione di rovinarsi così la giornata. Era impensabile uscire a fare una festa o cose simili. Un conto era allenarsi, un altro…no. Era impensabile. Uscì dalla sala comune.

Stava camminando per i corridoi, senza badare a dove stesse andando, quando si sentì tirare per un braccio, e una mano le tappò la bocca prima che potesse
urlare.

-Vieni con me- le sussurrò una voce all’orecchio

-Ma sei impazzito?- disse scostandosi dalle mani del ragazzo che la stavano tenendo. Fred la ignorò, traendola velocemente dentro ad uno sgabuzzino.

-Che cosa stai facendo?- chiese irritata

-Fai silenzio- le bisbigliò guardandosi dietro

-No, perché dovrei…-

-Il ragazzo allora le tappò nuovamente la bocca con la mano

La voce della Umbridge risuonò per i corridoi -Dov’è finito quel rosso? Appena lo trovo rimarrà in punizione a vita-

-Credo sia andato da questa parte- disse Gazza. Le voci pian piano si allontanarono, ma Fred non tolse la mano da dove era posizionata

Fu in quel momento che Hermione notò che il ragazzo aveva in mano una scopa

-Che ci fai con quella?-

-Mi pare ovvio Granger, stavo andando a volare al campo.-

-E perché la Umbridge ti cercava?-

Il ragazzo sorrise candidamente -Potrei averle trasfigurato i gatti nel suo ufficio in maiali-

-Ma tu sei un deficiente! Come ti è saltato in testa- il ragazzo roteò gli occhi e lasciò che la strega parlasse, fino a quando non dovette per la terza volta chiuderle la bocca con la mano

-Ma tu non stai mai zitta?- La ragazza lo guardò scettica. Fred tolse la mano e Hermione ricominciò a rimproverarlo

-O mamma. Vediamo se così stai zitta- e detto ciò la baciò

Hermione rimase un secondo bloccata, ricambiando subito il bacio. Non ci avrebbe mai fatto l’abitudine, ogni volta che il ragazzo la baciava lei sentiva le farfalle nello stomaco. Ovviamente lui non avrebbe dovuto saperlo, anche se in quel momento non le importava davvero. Era presa, Fred le stava stringendo i fianchi con possessività, stringendola a se, e lei si sentiva così piccola fra le sue braccia. Baciare il rosso era paradisiaco. Si staccarono dopo un numero di minuti indefinito. La ragazza posò ancora qualche dolce bacio sulle labbra del ragazzo, per poi aprire gli occhi.

-Hai tutti i capelli scompigliati-

-E tu le guance rosse- le rispose il rosso. Hermione si scostò sistemandosi la camicetta che era uscita dalla gonna.

-Forse è meglio se tu vada al campo- Fred fece per uscire dallo sgabuzzino prima di voltarsi improvvisamente

-Vieni con me!- la riccia sgranò gli occhi

-No! Non ci pensare nemmeno-

-E’ giunto il momento che tu superi questa tua paura per l’altezza Granger, o non potrai dichiararti la migliore in tutto!-

- Io non penso di essere la migliore in tutto, e sicuramente sopravvivrò se non diventerò una campionessa di quiddich affermata. Le basi del volo le conosco, e
mi ritengo sufficientemente preparata in caso di emergenza. Il mio interesse finisce lì- affermò risoluta, incrociando le braccia sotto al petto. Fred alzò gli occhi al cielo.

-Facciamo così: se non riesci a stare con me, per almeno, mezz’ora sulla scopa farò tutto quello che vuoi, se ti provo invece che è una cosa fattibile, e che le mie maestose capacità ti renderanno piacevole il tutto, farai tu quello che voglio io. Ok?-

-Non mi risulta sia tu il giocatore più giovane dell’ultimo secolo-

-Rifiuti così una sfida? Ti credevo meno arrendevole-

Hermione scosse la testa indecisa: non voleva assolutamente volare, ma, non avrebbe mai lasciato che il rosso avesse vinta una qualunque sfida. Fu specialmente per questo motivo che seguì Fred fino al campo e salì sulla scopa.

-Se ti vomito addosso, è colpa tua, ricordatelo- il mago rise

-Reggiti forte Hermione!- e detto ciò si librò in aria.

Il volo non fu come se lo sarebbe aspettata, Fred era davvero bravo. Sorvolarono il campo, e quando la scopa prese maggiormente quota lei si ritrovò a stringersi alla vita del ragazzo.

-Stai zitto- proferì sentendo la sua schiena scuotersi per le risate.

Successivamente cominciò a rilassarsi e a godersi il panorama: il sole stava calando sul lago nero, e lei appoggiò la testa sulle spalle del ragazzo, continuando ad abbracciarlo, non per paura quella volta.

Atterrarono dopo un tempo indeterminato e lei guardò l’orologio che teneva al polso. Avevano volato per un’ora intera. Fred rise

-Che ti avevo detto Granger? Ho vinto. Mi devi un favore-

-Non montarti la testa. E’ stato giusto un colpo di fortuna. Di cosa si tratta? Non lascerò mai che vuoi vendiate i vostri prodotti illegali.- affermò con sguardo di sfida. Il rosso le afferrò le mani

-Nulla del genere. Esci con me ad Hogsmade-

-Perchè?-

-Perché mi va- rispose semplicemente

-Vedremo- disse sbuffando, nel tentativo di nascondere il sorriso che le stava nascendo sulle labbra.

-Ho vinto la sfida, devi venire per forza! Dai Hermione, non farti pregare.-

-Sarebbe curioso vedertelo fare!- affermò la riccia ridendo. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, caricandola improvvisamente sulle proprie spalle come se fosse stato un sacco di patate e appoggiandola delicatamente a terra.

Si baciarono nuovamente, fino a quando non si resero conto che era ora di cena, e il buio stava calando su Hogwarts. Si diressero verso il castello, Fred circondava le spalle della strega col proprio braccio.

-E comunque, avrai vinto anche la sfida, ma io voglio vederti pregare, o quest’uscita rimarrà a data da destinarsi- affermò Hermione.

Fred la baciò un’ultima volta, a stampo, sfiorando semplicemente, con le sue labbra, quelle della ragazza.

-E questo per che cosa era?- chiese sconcertata la strega, guardandosi attorno per essere sicura che fossero soli.

-Per consolarti dall’idea che non mi vedrai mai pregarti, ma che uscirai comunque con me-

-Vedremo Weasley, vedremo- e si diressero, così ridendo, verso la sala grande, allontanandosi giusto nel momento prima di entrare, ma mantenendo comunque i sorrisi sui loro volti.
 
 

Spazio Autrice:
Non credevo avrei mai palesato la mia presenza, ma sto scrivendo in questo mio angolino, per scusarmi del ritardo. Sono oberata dallo studio, e lo sarò anche nelle prossime settimane. A questo è dovuta la lunghezza, leggermente ridotta rispetto agli altri, di questo capitolo, e futuri ritardi nelle settimane future. Spero di riuscire a continuare ad aggiornare una volta a settimana, tenendo come giorno di riferimento il sabato, ma potrebbe capitare, come questa volta, che io ritardi di alcuni giorni, o di più. Appena questo mesetto sarà finito tornerò a pubblicare regolarmente.

Buona serata e buona lettura,

Diva_13


 

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