Non sarò tua

di iris_white
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Dafne ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Jesus ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Jesus ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Dafne ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Jesus ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Salvatore ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Dafne ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Jesus ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Dafne ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: Jesus ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: Dafne ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: Jesus ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: Dafne ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: Dafne ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


«Ludovica!» la voce di mio padre rimbomba per il corridoio così come il mio nome che, tra l'altro, detesto!
Ne ho altri tre che seguono il primo e non so realmente quale sia il peggiore tra Lucia, Elettra e Dafne.
Hanno un significato, questo è certo, ma per l'epoca in cui viviamo sono un po' troppo antiquati.
Io, personalmente, preferisco che mi chiamino Dafne.
Dafne Capponi, la figlia del famigerato Salvatore Capponi!
Peccato che il mio dolce paparino sia l'unico a non capire che il nome, per cui lui impazzisce, a me non va proprio giù.
Sbuffo esasperata, cosa vorrà adesso?
Perché ad Andrea non urla mai e gli lascia fare quello che gli pare mentre io devo sempre sottostare alle regole che vigono in questa casa?
Mio fratello, di due anni più grande di me, è libero da ogni restrizione o legge imposta in famiglia mentre io sono quel tipo di figlia che finisce sempre in castigo anche se non ha fatto alcunché di sbagliato.
Va bene, forse alcune volte qualcosa ho combinato, ma erano piccolezze!
Ho un carattere da ribelle, adoro fare cose che i miei genitori mi negano, come ad esempio fare tatuaggi e tanti buchi all'orecchie, oppure truccarmi con colori scuri o ancora tenere i capelli molto corti e vestirmi in modo fin troppo casual con sfumature da rockettara.
Ho capelli e occhi scuri, come mio padre, sono una mediterranea ad hoc.
Andrea, invece, è tutto il mio contrario, è biondo con grandi occhi azzurri come la mamma ed ha anche un carattere che la rispecchia molto.
Lui è più cauto, io sono impulsiva e sempre in cerca di guai.
«Ludovica!» alzo gli occhi al cielo andando alla porta e quando la apro mi ritrovo davanti la faccia oltremodo furiosa del Boss.
Indietreggio per niente tranquilla, che avrò combinato stavolta?
«Mi hanno informato dalla scuola che una certa Signorina Capponi, oggi, si è fatta mettere due dalla prof di Filosofia e dopo le ha anche risposto male...Ti sembra un modo corretto? Sei una ragazza, dovresti comportarti per bene invece di passare per un maschiaccio!» piccolo dettaglio che mi era sfuggito dalla mente, maledetta scuola!
Maledetta filosofia!
Non la digerisco.
«Papà, non è la fine del mondo! Lo recupero...» scuote la testa irritato più di prima «Tuo fratello Andrea non ha mai avuto problemi scolastici, sembra che tutti i difetti più insidiosi li abbia manifestati tu! Non posso credere che mia figlia si comporti come una poco di buona quando a casa l'educazione è all'ordine del giorno...
Mi stai deludendo, non mi aspettavo un simile comportamento!» sbuffo stanca di ascoltare sempre le stesse cose, come al solito il nome del mio adorato fratello deve per forza uscire almeno una volta dalla sua bocca per fare un paragone.
Che colpa ne ho io se quel idiota è un autentico leccapiedi?
Fa di tutto per rendere orgoglioso mio padre in modo tale che possa ottenere ciò che gli pare e piace, pff, odioso.
Io non sopporto e soprattutto non riesco a leccare il sederino ai miei genitori.
Quello che mi serve lo chiedo senza mezzi termini e il mio tenerissimo papone mi soddisfa sempre, spesso, qualche volta, quasi mai.
Beh, per come la pensa lui, io non sono nelle condizioni di poter chiedere qualcosa.
«Papi, lo sai benissimo che recupero sempre tutte le insufficienze! Non ti devi preoccupare» gli spiego mentre navigo su Facebook «Quando parlo quell'aggeggio non lo devi utilizzare ed inoltre vorrei ricordarti che quest'anno hai la Maturità!» blocco l'IPhone con riluttanza e fisso lo sguardo in quello di mio padre «Quanto la fai lunga ogni volta! Ti ho detto che recupero, stai tranquillo» scuote la testa affranto «Vorrei tanto sapere da chi hai preso...» alzo un sopracciglio e incrocio le braccia sotto al seno «Davvero non ne hai la minima idea?» gli chiedo guardandolo ovvia, mi sorride ed aprendo le braccia mi da il permesso di catapultarmici per abbracciarlo «Ti voglio bene» mi accarezza i capelli dandomi un bacio «Anche io te ne voglio tanto! Ti prometto che il due scomparirà...» alla fine dei conti sono una gran tenerona, io amo il mio super sexy papà!


Angolo Autrice
Eccomi!
Come vi avevo promesso!
Cosa ve ne pare?
Come vi sembra Dafne?
Salvatore si è ammorbidito parecchio😏😏😏
Al prossimo episodio!
P.S. Dafne Capponi ~ Lily Collins

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2: Dafne

Sono seduta all'ultimo banco lato muro con in mano il mio nuovo acquisto, Madame Bovary, mentre la prof Salasco, di spagnolo, spiega Lorca.
Emma Bovary è un personaggio davvero bizzarro, odia la vita che conduce con suo marito, è totalmente insofferente e non si accontenta di niente.
Provo pena per il marito che, invece, ci tiene molto a lei e quindi cerca di renderla felice in tutti i modi.
«Dafne Capponi! Mi auguro che quello che ho spiegato le sia entrato in testa! Prenda il libro di spagnolo e posi quello che sta con tanta attenzione leggendo, lei è davvero un disastro nella mia materia quando pensa di farsi interrogare?» sbuffo chiudendo il libro e posandolo sotto al banco prendo quello di spagnolo «Che pagina, prof?» chiedo cominciando a sfogliarlo con la solita noia «189 paragrafo 4» 
Finalmente sono fuori da questa prigione, non ce la facevo più a sentire quel pappagallo starnacchiante della Salasco.
Prendo le cuffie e le metto nell'orecchie estraneandomi dal mondo circostante, per fortuna è sabato.
Posso anche essere ricca ma mio padre non ha mai voluto che il suo autista mi venisse a prendere, mi obbliga ogni giorno ad usufruire del pullman come tutti i comuni mortali.
Mi dirigo verso la fermata indossando gli occhiali da sole ed il mio miglior sorriso.
Adoro apparire sempre positiva e dinamica e odio tutti quelli che hanno costantemente il broncio.
Oggi la mia migliore amica Clotilde, alias Mercoledì Addams, non è venuta a scuola per colpa di una brutta influenza, peccato, perché mi avrebbe fatto piacere stuzzicarla.
Sorrido al ricordo di tutte le volte che l'ho fatta incavolare senza una motivo sensato, a volte sembro proprio una bambina.
Prendo una sigaretta dal pacchetto e la accendo aspirando a fondo, per la sfortuna dei miei polmoni purtroppo fumo.
Ma papà non lo sa, mi avrebbe squartato nel vero senso della parola.
Non sono troppo dipendente dalla nicotina, ne fumo cinque massimo sei alla settimana.
Guardo l'ora, stanca di aspettare in piedi, notando che ancora mancano dieci minuti all'arrivo del dannato pullman.
Dal nulla sento il rumore di quella che sembra essere una Ferrari, giro la testa verso l'incrocio vicino per vederne uno stupendo modello 812 Superfast svoltare verso la fermata ed accostarsi di fronte a me.
La gente mi guarda tra lo stupito e l'incuriosito come se io sapessi a chi appartiene questa bella carrozzeria.
Il finestrino viene abbasso facendo apparire un ragazzo sulla ventina che mi guarda dall'alto verso il basso, faccio scendere di poco gli occhiali sul naso come per chiedergli "Che vuoi?" e lui per tutta risposta accenna un ghigno continuando a fissarmi «Non so che problemi tu abbia ma hai sbagliato persona per risolverli» spegne il motore e si appresta a scendere «Me han dicho que tu eres la hija de Salvatore Capponi» continua a squadrarmi aspettando una risposta «E a me hanno detto di mandare a fanculo gli impiccioni spagnoli come te» scoppia a ridere come se quello che avessi detto sia la cosa più divertente del mondo «Como eres simpatica, muchachita» mi domando perché continua a parlarmi in spagnolo, che sappia più del dovuto sul mio conto?
«Senti, non hai niente di meglio da fare?» domando mentre il clacson del pullman mi informa che finalmente me ne sarei tornata a casa, ringrazio mentalmente qualsiasi Dio ci sia lì sopra sorridendo «Me disculpe, pero, ahora tengo que ir» lo informo salutandolo con la mano, mi rimetto le cuffie e mi avvicino al mezzo intenzionata a salirci ma una presa salda sul mio polso mi fa arretrare e colpire il duro petto di quel maledetto spagnolo «Vengas conmigo» mi spinge fino alla sua macchina aprendomi lo sportello «Sali» mi ordina con sguardo tagliente «Pensi davvero che verrò con te?» domando fulminandolo con lo sguardo «Mi dulce estrella de la noche, yo creo que sería mejor si tu entres en el coche» mi sta prendendo per il culo o cerca di imitare Shakespeare con il nomignolo "dolce stella della notte"?
«Ma chi ti credi di essere? Non provare a minacciarmi, razza di babbeo!» lo spintono allontanandomi, sto dando spettacolo con le mie urla ma non me ne può fregare di meno.
Questa specie di gradasso spagnolo mi sta facendo innervosire un po' troppo.
«Yo soy Jesus Pablo Rafael Ruiz Cruzado, encantado de conocerte...» è arrivato un nuovo Messia ed io non ne sapevo niente?!?
«I tuoi genitori sono soltanto molto religiosi per affibbiarti certo nomi o semplicemente erano drogati quando li sceglievano? - faccio finta di rimuginarci- Credo più la seconda» ghigno maleficamente vittoriosa vedendolo serrare la mascella e stringere i pugni ma quasi subito mi pento delle mie parole perché si avvicina minacciosamente con intenzioni tutt'altro che amichevoli.
«Sali in macchina e nessuno si farà male» gli faccio il dito medio e senza pensarci due volte mi metto a correre in direzione di un nuovo pullman che si è appena fermato, salgo giusto in tempo per non finire schiacciata dalla porta.
Tiro un grosso respiro di sollievo mentre lo vedo risalire in macchina con le orecchie fumanti di rabbia.
Secondo lui, io sarei andata chissà dove senza nemmeno conoscerlo?
Li credevo più svegli gli iberici ma a quanto pare non sono molto diversi da tutto il resto del mondo.
Sicuramente sarà legato alla mafia, perché uno spagnolo con una Ferrari rossa che parcheggia di fronte alla mia persona con intenzione univoche di certo non è storia di tutti i giorni!
Dopo pochi minuti il mio cellulare comincia a squillare, lo prendo dalla borsa rispondendo subito « COSA TI DICE QUELLA TUA TESTA BACATA?!? TI SEMBRA MODO DI TRATTARE UN CRUZADO?!?» urla mio padre in preda ad una crisi isterica.


Angolo Autrice
Buongiorno, ecco il secondo capitolo.
Ho deciso di chiamare i capitoli con il nome del punto di visto del personaggio in modo da non creare nodi nodosi😬
Cosa ne pensate?
A presto❤

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3: Jesus

Quella cogliona della Capponi me la pagherà molto cara!
Batto le mani sullo sterzo incazzato nero, come si permette a prendermi in giro?
Adesso le faccio vedere io...
Prendo il telefono e faccio il numero di suo padre che risponde quasi subito «Pronto» dalla voce capisco che è abbastanza irritato per essere stato disturbato ma appena scoprirà quello che ha fatto la sua adorabile figlioletta mi tratterà con i guanti dorati «Señor, soy Jesus, volevo dirle che sua figlia, dopo avermi mandato gentilmente a quel paese, ha preso il pullman e ha declinato la mia offerta» racconto con tono rammaricato mentre dentro di me sto esultando per la mia prossima vittoria «Jesus! Avrei dovuto immaginarlo, perdonala ti prego, purtroppo ha un brutto carattere, quando torna a casa gliene dico quattro!» mi trattengo dal ridere, quella dark queen si accorgerà presto che giocare col fuoco porta a bruciarsi.
«Oh, no! Señor Capponi, volevo solo informarla che non torna conmigo» continuo a dire mentre parto la macchina e sfreccio per le vie di questo schifo di città.
«Tu si che sei un bravo ragazzo! Se vuoi raggiungerci alla villa, tra poco serviamo il pranzo...» afferma risoluto, prendo la principale inserendomi nel traffico «Muy bien, tra poco sarò lì» chiudo la chiamata ghignando, tra poco di quella ragazzina non resterà che la polvere!
Parcheggio la macchina nel garage scendendo poco dopo, non vedo l'ora di vedere la sua faccia!
Entro in casa e mentre percorro l'atrio sento delle urla provenire dal salotto «COSA TI PASSA PER LA TESTA? ME LO VUOI SPIEGARE? TRATTARE COSÌ UN CRUZADO! ALTRO CHE USCITE QUESTA SERA, TU RIMARRAI A CASA!» il signor Capponi è veramente fuori di sé dalla rabbia, forse ho esagerato un tantino...
Lei più di te!
Scuoto la testa nel sentire la mia coscienza ficcanaso «Quel troglodita non mi ha detto che venisse per tuo conto! Poteva essere chiunque! Se fosse stato un maniaco?! Lo sai che io non mi fido di nessuno, tanto meno di stupidi spagnoli che si credono Dio, letteralmente! Ti sembra nome da usare? Jesus Pablo Rafael, ha la madre monaca?!?» questa è la voce della nana dark, guarda un po' che faccia tosta!
Continua a trattarmi come uno fenomeno da baraccone, stringo i pugni mentre mi avvicino sempre di più al suono di quelle urla rabbiose «NON TI PERMETTERE A INSULTARE LA SUA FAMIGLIA! MI STUPISCO CHE A PARLARE SIA PROPRIO MIA FIGLIA, ANDREA NON SI SAREBBE MAI PERMESSO!» aggrotto le sopracciglia curioso, Andrea è il figlio maggiore e dev'essere quello più rispettoso tra i due «Andrea, Andrea e ancora Andrea! Non ti si è inceppata la lingua a furia di ripetere sempre le stesse cose?! IO NON SONO COME ANDREA! Non ti aspettare che io faccia la lecchina per poter ottenere qualcosa, io sono quella che vedi davanti a te! Devi accettarmi così come sono» qualcosa cade a terra, sembra un vaso «VATTENE IN CAMERA TUA!» urla ancora Salvatore, sento dei passi veloci arrivare verso la mia direzione mi scanso giusto in tempo per non finire contro la furia ceca della ragazza dark «Tu eres un imbécil! Te odio!» mi scansa con una spallata salendo velocemente le scale.
I suoi occhi erano pieni di lacrime e nonostante il suo caratteraccio un po' mi dispiace.
«Oh! Signorino Jesus! È un piacere rivederla!» davanti a me, in tutta la sua bellezza, appare la biondissima signora Capponi «Señora Amalia, que placer veerla!» decido di parlare in spagnolo ben sapendo che lo capisce «Tambien para mi!» sorride, se non fosse stata la moglie del "grande boss" ci avrei provato senza timore «Tengo mucha hambre, ¿cuando se come?» domando sorridendo di rimando «Oh, dentro de poco» annuisco, ho realmente troppa fame «Creo que su hija haya paleado con su marido» il suo sorriso scompare immediatamente appena capisce che suo marito ha litigato con la figlia «¿De nuevo?» domanda scuotendo la testa con tristezza «Padre e figlia non stanno per niente d'accordo, purtroppo! Vado a parlarle, tu intanto raggiungi gli altri uomini in sala da prazo» faccio come dice entrando nella grande ed elegante sala da pranzo dove trovo Andrea ed il padre «Jesus, vieni pure, tra poco si mangia» mi informa il mio diciamo amico, mi siedo sul divano che decora la stanza guardandomi intorno, è davvero tutto molto bello qui dentro «Come si vive in Spagna?» domanda ancora Andrea venendosi a sedere accanto a me «Non male, Madrid è come tutte le altre capitali, frenetica e piena di vita, non posso dire di annoiarmi» rispondo con nonchalance passando una mano tra i capelli «Verrò a trovarti allora!» dice dandomi una pacca sulla spalla «Sei il benvenuto» ricambio il gesto sorridendo «Sono felice che almeno voi due riusciate ad andare d'accordo!» afferma contento il capofamiglia chiudendo il giornale «Eccoci qui! Scusate il ritardo» sulla soglia appaiono le due donne di casa la più giovane con lo sguardo cupo, la più anziana con un sorriso «Sediamoci a tavola, finalmente si mangia!»
Il pranzo passa nel più assoluto silenzio da parte di Dafne, sua madre cerca di coinvongerla in tutti i modi ma lei risponde sempre a monosillabi tenendo lo sguardo basso sulla pasta nel suo piatto «Come ti sembra la cucina italiana?» domanda Amalia cercando di smuovere un po' la situazione che si è creata a tavola «È deliziosa! Gli italiani sono grandi cuochi!» poso lo sguardo sulla dark lady notando che il suo viso sta assumendo una smorfia schifata, ridacchio divertito, questa ragazza è davvero molto bizzarra!
«Daf Daf, mi passi l'insalata?» chiede Andrea rivolgendosi alla sorella, alza lo sguardo puntandolo verso il suo interlocutore, lo fissa per alcuni istanti poi gli passa quanto richiesto sbuffando rumorosamente «Grazie» il fratello appare davvero un gentiluomo, educato e sensibile mentre la sorella è scorbutica e poco propensa alla conversazione.
«Che ne dite se pomeriggio andiamo a fare un giro?» propongo ai miei due coetanei italiani «Sarebbe fantastico!» esclama Andrea sorridente, Dafne rimane in silenzio continuando a mangiare come se la cosa non la toccasse minimamente «Io sono in punizione, amico» dice poi portandosi il bicchiere con l'acqua alla bocca e marcando l'ultima parola «Ragazzi, per questa volta dovrete cavaverla senza donne in giro» conferma il padre guardando male la figlia «Forse tra qualche settimana se ne potrà riparlare!» qualcuno sbatte i pugni sul tavolo, ci giriamo tutti verso un'unica direzione «Non ti sembra di esagerare? Quel pappamolle spagnolo invece di chiamare il suo paparino avrebbe dovuto affrontarmi di persona! Che razza di uomo sei?!» esplode guardandomi in faccia, si alza dalla sedia facendola cadere a terra «Tesoro, non fare così...» cerca di dire la madre ma il marito la stoppa con la mano «Siediti a tavola, se non vuoi che da settimane diventano mesi» si guardano in cagnesco dopodiché volta le spalle a tutti e se ne va dalla stanza lasciandomi del tutto sorpreso: ha sfidato apertamente suo padre!
Okay, mi ha di nuovo insultato ma la cosa non mi tocca affatto, stamattina ero anche incazzato per altri motivi e sentendomi preso in giro ho fatto scattare la parte vendicativa del mio cervello.
Non credevo di metterla così tanto nei casini, onestamente.
Scuoto la testa, chiedendomi perché ancora ci sto pensando, il vero Jesus non si sente in colpa per niente e nessuno.
Questo mese sarà un vero inferno.


Angolo Autrice
Buonasera!
Come vi sembra Jesus?
Ed Andrea?
A presto❤
P.S. Jesus Cruzado ~ Jon Kortajarena

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Dafne ***


Maledetto procione spagnolo!
Per colpa sua mio padre mi ha dato un mese di punizione che posso scontare solo se chiedo scusa allo scimmione e solo se gli faccio da chaperon!
Ma dico, è impazzito?
Non chiederò mai scusa a quell'idiota e tanto meno gli farò da guida!
Mi butto sul letto non sapendo cosa fare, è domenica e non posso uscire.
Sbuffando prendo il libro di spagnolo e comincio a sfogliare le pagine in modo da regolarmi su quante esse siano, ne conto 30.
Dio, sono troppi argomenti!
Comincio a leggere il Modernismo con poca voglia, si prospetta un lungo pomeriggio.

Dopo due ora e mezza ho imparato metà del numero totale.
Mi sento soddisfatta per la prima volta in questa materia, se continuo così domani potrei andare volontaria è finalmente togliermela dalle scatole.
Il cellulare comincia a vibrare segno che qualcuno mi sta chiamando, rispondo vedendo che si tratti di Clotilde «Ciao! Come te la stai passando?» domanda curiosa mentre sgranocchia qualcosa «Uno schifo, però una parte positiva in tutto questo c'è: sto studiando spagnolo e se finisco tutto alla perfezione è possibile che domani mi faccio interrogare» spiego sottolineando Machado «Wow, tuo padre sa come farti mettere la testa a posto, comunque hai fatto bene davvero! Se avessi continuato a rimandare sempre alla fine non avresti potuto recuperare tutti gli argomenti, ma adesso passiamo alla parte clou: perché ti ha messo in punizione?!? Che hai combinato? Ti ha beccato mentre fumavi?» domanda terribilmente avida di informazioni «No, ho solo trattato male un suo ospite spagnolo mandandolo a fanculo e prendendolo in giro per il suo nome» spiego chiudendo l'evidenziatore viola «E come si chiamerebbe questo ospite?» uno dei difetti di Clotilde è l'essere troppo impicciona «Jesus Cruzado» rispondo scatenando subito dopo una risata da parte sua «Mi prendi per il culo? Ha il nonno papa?! Cosa possibile visto che sono entrambi spagnoli!» senza riuscire a trattenermi scoppio a ridere, almeno non sono l'unica a pensarlo!
«Orribile! Ma perché lo hanno chiamato così? È proprio assurdo» scuoto la testa amareggiata, per colpa di quel babbuino sarò rinchiusa dentro casa per ben quattro settimane «Lasciamo perdere, lo odio da morire! Ma è vero che Brigitta si è messa con Carlo? Quello si che è un orrore! Coppia più infelice non poteva esserci!» decido di cambiare argomento deviando su argomenti più soft «L'hai saputo? Dio, quella nerd è riuscita ad accalappiare quel figone! Credo che me la farò amica...» ridacchio per la sua affermazione «Forse se sembrassi meno Mercoledì Addams...» sbuffa piccata dalla mia supposizione «Il mio ragazzo ideale deve accettarmi per quello che sono, mia cara, dovresti saperlo ormai» sospiro alzandomi dalla scrivania ed avviandomi verso il mio balcone personale «Che stai facendo?» domando appoggiandomi alla ringhiera osservando il tramonto che si staglia imperioso davanti a me «Fumo, tu?» risponde concisa «Magari potessi anch'io! Sono osservata a vista qui...» continuo a far vagarе il mio sguardo sulla natura che mi circonda ispirando un po' d'aria fresca «Ehi, ti devo lasciare, sono tornati i miei, ci sentiamo più tardi, va bene?» senza aspettare una mia risposta chiude la chiamata, sospiro sconsolata, questa tortura non finirà presto!
Accendo lo stereo e faccio partire il CD, guarda caso mi capita una canzone spagnola Darte un beso.

Alzo il volume al massimo fregandomi di chi ci possa essere nelle vicinanze.
Non ho un gusto musicale specifico, ascolto tutti i generi, dipende dalla canzone e dal ritmo.
Nella mia lista non mancano Enrique Iglesias, Maluma, Gente de Zona, Jennifer Lopez, Marc Anthony, Pitbull, Katy Perry, Shakira, Nicky Jam, Ed Sheeran, Europe, Kiss, Queen, Sandra, Madonna, Alizee, Celentano, Ligabue, Elvis Presley e molti altri.
«Yo solo quiero darte un beso 
Y regalarte mis mañanas 
Cantar para calmar tus miedos 
Quiero que no te falte nada» canticchio muovendo leggermente la testa, mi piace esprimere attraverso la musica quello che sento, mi fa sentire libera.
Il venticello scompiglia i miei capelli e mi accarezza la faccia delicatamente, ad un tratto sento un rumore provenire dal balcone adiacente, mi giro e noto con stupore la presenza di Mister Importanza «Hola» mi saluta sorridendo con la mano, per tutta risposta gli do le spalle e rientro dentro chiudendo la finestra.
Pensa davvero di potermi parlare come se non fosse successo?
Beh, si sbaglia di grosso.
Chiudo le tende e mi stendo sul letto, che idiota!
Sento un leggero bussare nel vetro, mi alzo sospettosa e prendendo la mazza da golf scosto un pezzo del tendaggio ritrovandomi la faccia di quel troglodita che fissa scioccato lo strumento che tengo tra le mani, lo guardo male e facendogli il medio richiudo la tenda, con lui non voglio avere niente a che fare!
Rimetto al suo posto la mia adorata mazza e ritorno sul letto, dopo qualche istante sento il pomello di ferro cadere a terra e la finestra aprirsi, alla velocità della luce mi catapulto su di essa e cerco di richiuderla ma lui è troppo forte e riesce ad aprirla facendomi a cadere a terra «Ma si può sapere che cazzo di problemi hai?! Adesso violi anche la mia privacy!» dico rialzandomi dal pavimento, mi guarda con i suoi occhi glaciali e seriosi «Credo che tu stia prendendo un po' troppa confidenza con me, querida! Fino ad ora ho sorvolato sul tuo caratteraccio, ma adesso stai oltrepassando ogni limite! Tu devi portarmi rispetto, entiendes?» mi stringe entrambi i polsi strattonandomi rabbiosamente «Sei solo una stupida ragazzina che gioca a fare la grande, ma tu non sei niente! Tuo padre avrebbe dovuto usare metodi più forti con te, ti prendi troppe libertà...» lo guardo incazzata nera, come si permette a parlarmi in questo modo?
«Lasciami, stronzo!» cerco di liberarmi ma senza successo, mi blocca con una mano il viso in modo da potermi guardare dritta negli occhi «È inutile fare l'orgogliosa, non arriverai lontano» scende lo sguardo verso le mie labbra e poi verso il resto del mio corpo «La mia faccia è qui» affermo vedendo il suo soffermarsi sul mio seno «Anche se il tuo carattere è pessimo, il corpo non è da buttare» mi sussurra all'orecchio sfiorandomi il lobo, sussulto e subito mi irrigidisco «Che diamine stai facendo?» allontano la testa dalla sua in modo da creare anche la minima distanza tra noi ma lui in una mossa repentina mi intrappola tra le sue braccia cominciando ad accarezzarmi i capelli «Piccola Daf Daf, voglio metterti in guardia: non mi sfidare perché finiresti per perdere miseramente» detto questo si allontana e come se niente fosse, esce dalla stanza richiudendo la porta alle sue spalle.

Angolo Autrice

Eccomi!
Continuano le incomprensioni tra Dafne e Jesus, cosa ne pensate?
Dafne seguirà il consiglio dato dallo spagnolo?
A presto❤

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Jesus ***


Quella ragazzina è davvero impertinente!
Come osa trattarmi in quel modo?
Sarà meglio che rimanga al suo posto se non vuole che diventi il suo peggior incubo!
Faccio il numero di mio padre e attendo che risponda «Era ora che mi chiamassi! Ti avevo detto di farlo appena arrivato alla villa, che hai combinato?!» ora capisco perché sono diventati amici quei due...
«Scusate padre, ho avuto un paio di imprevisti non proprio piacevoli» spiego sedendomi sulla poltrona del salotto «Non mi interessano i tuoi imprevisti, devi portare a termine il piano, non so se mi sono spiegato...» il suo tono non ammette repliche ed io sono obbligato a sottostare ai suoi ordini «Lo farò padre, dovete darmi del tempo, la missione si è rivelata più tortuosa del previsto» lo sento imprecare pesantemente mentre sbatte un pugno sulla scrivania «Entro la fine del mese dev'essere tua, non mi deludere» detto questo chiude la chiamata lasciandomi senza parole.

Ho deciso di parlare con Salvatore, devo convincerlo a togliere dalla punizione la dark.
È un pezzo importante del puzzle.
Busso deciso attendendo che mi faccia entrare «Avanti» apro la porta e senza esitazione faccio il mio ingresso all'interno dell'ufficio «Jesus! Come mai qui?» domanda posando il foglio che teneva in mano «Vorrei chiederle un favore, visto che io qui resto solamente un mese, potrebbe lasciare Dafne uscire? Abbiamo iniziato col piede sbagliato, vorrei conoscerla meglio e restando in punizione non potremmo farlo» spiego con tono supplichevole, sono un attore nato!
Sembra pensarci un attimo, poi annuisce rassegnato «Lo faccio solo perché sei tu» dice solamente prima di congedarmi con la mano.
«Grazie» apro la porta ed esco.
Adesso finalmente posso attuare il piano.

Ho scoperto che le piace da morire il cioccolato e la cheesecake ai frutti di bosco, così sono andato a comprarglieli.
Se voglio tenerla a bada devo fare in modo che si fidi di me.
Busso alla sua porta e aspetto che venga ad aprirmi, spero soltanto che non abbia la luna storta anche oggi.
Appena viene ad aprirmi i miei occhi escono fuori dalle orbite nel vederla solo in reggiseno e mutande «Che vuoi?» domanda senza preoccuparsi di coprirsi «Ehm...Ti ho comprato della cioccolata e una deliziosa cheesecake, ho saputo che ti piacciano un sacco» gliele metto sotto al naso facendole illuminare gli occhi »Oh Dio! Non me lo aspettavo da te, spagnolo, mi hai sorpreso» afferma prendendomi il cibo dalle mani «È un modo per fare la pace» mi guarda sospettosa poi con un cenno del capo mi fa entrare «Sei fortunato, di solito non parlo con gente che frequenta mio padre» posa la torta sul tavolo ed indossa un maglioncino grigio, una gonna con forme alla scozzese, le calze lunghe nere ed una collana.
Si avvicina allo specchio e si passa il rossetto di un colore scuro sulle labbra, si mette il profumo e si pettina i capelli corti.

Rimango del tutto spiazzato, si comporta come se nella stanza ci fosse suo fratello e non un perfetto sconosciuto.
«Ma tu fai così con tutti?» chiedo passandomi la mano tra i capelli mentre l'agitazione si propaga per tutto il mio corpo «Faccio "così" cosa?» apre la cioccolata e stacca un pezzo per poi portarselo alla bocca «Ti fai vedere da tutti mezza nuda?» mi guarda sorridendo «Non mi dire che ti sei sentito a disagio, non credo sia la prima volta che vedi una ragazza in reggiseno!» risponde continuando a mangiare tranquilla, ma come ragiona?
Lei è strana, ha idee assurde per la testa e si comporta come le pare e piace, è proprio il tipo di ragazza che non frequenterei mai.
Ha un modo di fare da libertina.
«Grazie per avermene offerta un po'» guardo la carta vuota tra le sue mani ridendo «Riesci a finire in meno di cinque minuti la cioccolata?» chiedo mentre lei intanto si appresta ad aprire la confezione della torta «È un peccato lasciarla a te» dice solamente estraendo da un cassetto un piattino ed un coltello, cosa ci fa con un coltello ed un piatto nella camera da letto?!?
Sono io quello che è fuori di testa o quella di possedere delle posate è diventata una moda?
«Ne vuoi?» domanda mettendo una bella fettona per sé «No grazie, la lascio a te» comincia a mangiarla con ingordigia, cavolo, sembra un maschiaccio in tutto e per tutto.
«Sei venuto solo per questo?» scuoto la testa negando «In realtà sono venuto ad informarti che, grazie a me, tuo padre ti ha tolto dalla punizione» spalanca gli occhi mandando di traverso il pezzo di torta che aveva in bocca, comincia a tossire convulsamente diventando tutta rossa, mi alzo di scatto venedole vicino «Hai acqua qui con te?» annuisce indicandomi la borsa, corro a prenderla e gliela porgo, beve metà contenuto respirando a fondo «Stai dicendo sul serio?» faccio cenno di sì guardandola dritto negli occhi «Scommetto che c'è qualcosa sotto, cosa vuoi in cambio?» ghigno malignamente mettendomi comodo sulla sedia «In cambio, tu devi farmi da guida, una specie di chaperon, la mia ombra...» sbarra gli occhi buttando la bottiglia dell'acqua sul pavimento « Spero tu stia scherzando, sei forse impazzito? Pensi davvero che sarò la tua schiavetta personale?!?» si alza e sbatte il piatto sul tavolo, mi alzo a mia volta scatenando una battaglia di sguardi assassini, un'improvvisa voglia di baciarla mi assale le interiora fino ad arrivare alle mie gambe che senza un ordine iniziano a muoversi verso di lei e la sua bocca «Non mi guardare in quel modo, so dove vuoi arrivare e stai sicuro che...» non le do il tempo di finire la frase che la faccio cadere sul letto con me di sopra, mi inserisco tra le sue gambe bloccandole i polsi all'altezza della testa «Tesoruccio adorato, non hai il potere di scegliere cosa fare o non fare, tu mi appartieni per tutto il mese che viene, non hai scampo» le sussurro all'orecchio poi la mia bocca si avvicina alla sua e in un lampo le unisco chiudendo ogni spazio alle parole, continuo a baciarla ma lei ricambia tenendo la bocca chiusa in una morsa «Abres tu boca por mi, preciosa» le libero le braccia lasciando vagare le mie mani su tutto il suo corpo, le bacio il collo soffermandomi il tempo necessario per marcare il territorio, scendo verso il basso arrivando alla pancia dove continuo a lasciarle languidi baci.
Il mio membro comincia ad ingrossarsi chiedendo di avere via libera, mi allontano di colpo alzandomi dal letto «La próxima vez quiero más participación de tu parte» le do un'ultima occhiata dopodiché esco chiudendo la porta.

 

Angolo Autrice

 

Cominciano le parti piccanti...
Di che piano stavano parlando padre e figlio?
Cosa vorranno fare?
Dafne cosa centra?
Lo scopriremo nelle prossime puntate😬
A presto❤

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Jesus ***


Questa mattina al mio risveglio ho trovato la casa vuota.
Il boss è andato ad una riunione importante a cui non poteva proprio mancare, la bomba sexy di sua moglie è partita nuovamente per la Spagna, Andrea è all'università e la Dark Lady è al liceo.
Dopo quello che è successo in camera sua non ci siamo più parlati e guardati in faccia.
Lei ha ripreso ad uscire la sera e a comportarsi da strafottente nei confronti di tutti.
Io, invece, passo le giornate girando per la città e scopando qualche cagna in vena di delizioso piacere.
Nel frattempo nella mia testa risuonano sempre le parole di mio padre che ancora non ho preso sul serio.
Devo trovare un modo di farmela amica.

Verso l'una e un quarto sento la porta aprirsi e rinchiudersi con forza «Se c'è qualcuno che batta un colpo!» urla salendo le scale, apro la porta e me la ritrovo davanti «Ciao Daf Daf!» la saluto sorridendo «Non chiamarmi in quel modo, Crociato!» risponde superandomi con una spallata «Quanta gratitudine nei miei confronti» si gira fissandomi male «Pensi che dopo aver convinto mio padre io debba esserti riconoscente a vita? Beh, ti sbagli di grosso, Crociato dei miei stivali!» serro la mascella inspirando a fondo «Non chiamarmi Crociato, non è il mio nome» dico a denti stretti serrando i pugni «Oh, ma davvero? A me non risulta che il mio sia "Daf Daf", idiota» questa ragazzina ha il potere di farmi perdere la pazienza con neanche mezza parola, preso da un moto rabbioso la prendo di peso e la metto sulla mia spalla mentre lei cerca di divincolarsi «Stupido Crociato da due soldi, mettimi subito giù!» urla mentre mi tempesta la schiena di pugni «Prima ripeti mi nombre come si deve e poi ti lascio...» gli do una pacca sul sedere facendola innervosire ancora di più.
«Ma come ti permetti a toccarmi il sedere?!? Brutto maniaco di sto cappero!» mi metto a ridere per la frase che ha appena detto «Cappero?! Non le dici le parolacce, piccolina?» chiedo camminando verso la cucina sempre con lei sulla spalla «Non le spreco con un individuo come te!» la faccio sedere sulla penisola per poi insinuarmi tra le sue gambe «Mangiamo qualcosa, preciosa?» metto le mani sulle cosce coperte dai pantaloni neri «Togli quelle mani...» sorrido compiaciuto mordendomi il labbro inferiore «Ammettilo che vorresti un mio bacio...» ride procurandomi un certo fastidio «Io da te non voglio proprio un bel niente, il mio fidanzato mi soddisfa più che bene...» quelle parole mi fanno rimanere di stucco, è fidanzata? Da quando? Non mi risulta dai dati che ho ricevuto, devo avere maggiori informazioni, ora!
«Hai un fidanzato?» domando scioccato dalla notizia appena ricevuta «Si, da quasi un anno» risponde tranquilla guardandosi le unghia laccate di nero «Hai problemi?» continua osservandomi interrogativa, non ci vedo più, la stendo con forza sulla superficie di marmo e la bacio con trasporto mentre lei cerca di liberarsi dandomi calci «Stai ferma, amoruccio, così mi ecciti» si blocca di colpo mentre io continuo a baciarle il collo «Non volevo arrivare ad una soluzione così drastica ma a quanto pare non mi lasci altra scelta, da oggi si fa a modo mio!» la sollevo dalle natiche e la faccio aderire al mio bacino «Lasciami, non ne hai il diritto...» questa affermazione mi ferma dal fare altri movimenti troppo inoltrati, con lei non riesco a rimanere indifferente ed insensibile, lei è diversa da tutte le altre, mi fa diventare pazzo solo guardandola nei suoi occhi di puro cioccolato fondente
«Scusami» dico semplicemente rimettendola a terra «Sono un coglione, lo so, ma tu mi provochi fino all'esasperazione, ragazzina» si sistema la maglia ed i capelli per poi guardarmi negli occhi «Ho sbagliato anche io, non dovevo farti irritare, ma tu non devi mai, e dico mai, più toccarmi!» sussurra mesta torturandosi le mani, colgo la palla al balzo «Ricominciamo?» tendo la mano verso di lei dandole la possibilità di stringermela «Va bene» la stringe con forza.

«Quanti anni hai?» mi chiede mangiando un'altra patatina fritta «Ne ho ventuno» annuisce continuando a masticare «Cosa sei venuto a fare in un paese sperduto da Dio?» curiosa la dark girl, purtroppo non le posso rivelare il vero motivo del mio arrivo «Diciamo che sono in vacanza, voglio imparare meglio l'italiano e godermi un po' la vita, i figli maschi hanno troppe responsabilità sulle loro spalle» invento sperando che ci creda «Mi sembra una scusa assurda ma per ora la prendo per la verità» finisce le sue patatine e si pulisce le mani dal sale e dall'olio «Cosa ti fa credere che ti stia mentendo?» domando cercando di essere il più credibile possibile «Beh, sei un mafioso, perché dovrei abboccare alla stupida scusa della vacanza ristoratrice?» dice con ovvietà nella voce, cazzo, è troppo sveglia ed arguta, riesce a captare ogni singola menzogna «Sono la regina indiscussa in questo campo, non mi sfugge mai una persona che mente, quindi sputa il rospo...» assottiglia gli occhi mettendo i gomiti sul tavolo «Dafne, non ho nessun segreto, se non ci credi domanda a tuo padre o a tuo fratello» ci riflette un po' per poi annuire «Resto comunque del parere che tieni nascosto qualcosa e stai pur certo che scoprirò di cosa si tratta, è una promessa!» si alza dalla sedia lasciandomi nella mia solitudine, in cucina.
Menomale che dovevamo diventare amici...
Ha uno scudo protettivo attorno a sé, sarà difficile riuscire a romperlo.

Angolo Autrice

¡Hola a todos!
Ecco il nuovo capitolo!
Riuscirà Jesus nel suo intento di farsi amica Dafne?
E Dafne si lascerà andare o resterà sulle sue?
Avrà davvero un fidanzato?😏
Alla prossima❤

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Dafne ***


Il mio nuovo obbiettivo è scoprire cosa nasconde quel babbuino spagnolo e l'unico modo per farlo è diventare amici, amici stretti.
Il problema è che un attaccamento repentino lo farà dubitare, quindi, procederò per gradi.
Mi butto sul letto mettendo la mano sulla bocca, nessuno mi ha mai baciato come lui.
Il suo è un bacio possessivo, rabbioso, dato con necessità.
E poi c'è un altro lampo che squarcia la mia mente, appena gli ho nominato il mio presunto fidanzato, in lui, è scattato qualcosa, una rabbia, quasi gelosia come se io non potessi neanche parlare con un altro uomo che non sia lui.
Sospiro annoiata, cosa posso fare per attirarlo alla mia rete?
D'un tratto nella mia mente si accende una lampadina, basta provocarlo...
Mi alzo dal letto e corro verso l'armadio con l'intenzione di mettere in mostra le mie grazie, scommetto che non potrà resistermi.
Dopo un quarto d'ora passato a rovistare tra i miei indumenti, decido di mettermi un gonna a vita a alta rossa e a lacci vedo non vedo, un top a bretelle nero e i sandali con i tacchi.
Dopotutto è estate, che male c'è a mostrare un po' di carne?!
Mi sistemo il trucco e mi pettino i capelli per poi guardarmi allo specchio soddisfatta del risultato.

Mi siedo sul letto e prendendo il cellulare noto che mi è arrivato un messaggio da un numero sconosciuto:

Da Sconosciuto
Chica, vuoi farti un giro sulla mia Ferrari?😏

Alzo gli occhi al cielo capendo che si tratti del coglione spagnolo, poi, però, sulla mia faccia compare un sorriso sadico.
Mi sdraio di poco e faccio una foto dalla vita in giù mettendo in bella vista la gonna con le cuciture da dove si intravede la mia pelle nuda.

A Idiota di un babbuino spagnolo🐒
Davvero lo faresti per me?
Beh, accetto volentieri, dici che vestita così posso andar bene????

Premo su "invia" e aspetto che risponda.
Passano cinque minuti senza alcuna risposta, penso al meglio.
Forse sarà morto dopo aver visto la foto, beh, non sarebbe una grande perdita alla fin fine.

 

Da Idiota di un babbuino spagnolo🐒
Qualcosa di più sobrio andrà più che bene...

 

Scoppio a ridere immaginando la sua faccia davanti allo schermo del telefono: occhi spalancati, la mascella che tocca terra e il suo amichetto che bussa ai pantaloni.
Che morto di pesca!

 

A Idiota di un babbuino spagnolo🐒
Okay, tra cinque minuti ti aspetto nel salone di sotto😉

 

Mi alzo dal letto e prendendo la borsa ci metto dentro tutto quello che serve per la sopravvivenza personale.
Spruzzo un po' di profumo sul collo ed esco dalla stanza con un sorriso, stranamente, sincero sulle labbra.
Sarà forse la prospettiva di vederlo sbavare a rendermi felici?
...Si, proprio così!
Con disinvoltura scendo le scale non badando agli sguardi dei camerieri che mi guardano sempre come se fossi la figlia sopravvissuta di Voldemort.
«Che avete da guardare?» domando scendendo gli ultimi gradini, in lampo scompaiono tutti lasciandomi finalmente libera di dirigermi al posto prestabilito per messaggio.
Quando entro nella stanza capisco di essere sola, decido di attuare un altro piano diabolico.
Mi avvicino alla porta e resto lì in attesa di passi.
Dopo pochi minuti sento qualcuno avvicinarsi, mi allontano velocemente e quando la maniglia viene abbassata, a mia volta, mi abbasso, dando un bella visuale, facendo finta di aggiustarmi le scarpe.
Mi alzo lentamente per poi girarmi, «Ah, eccoti finalmente, ma dov'eri finito? Ti aspetto da dieci minuti ormai!» dico beandomi della sua faccia da idiota patentato.
«Ehm, mi sono cambiato, ma a quanto pare, tu no...» mi sistemo la gonna sorridendo «Alla fine, mi sono scocciata a cambiarmi» deglutisce a fatica annuendo «Allora, andiamo o no?» domando prendendo la borsa dalla poltrona «Si, si andiamo» mi fa passare per poi richiudere la porta e seguirmi alcuni passi più indietro.
Con la coda dell'occhio vedo che fissa il mio sedere che, appositamente, sto ancheggiando «Hai finito di guardarmi?» domando ironica ghignando, mi fulmina con lo sguardo per poi raggiungermi «Non ti stavo guardando, ma hai almeno le mutande lì sotto??» chiede indicando la parte interessata «Vuoi controllare?» chiedo di rimando alzando di poco la gonna «Mi basta la tua parola, grazie» oh figurati caro...
Questo è solo l'inizio del mio nuovo obbiettivo!

 

Saliamo in macchina ed io subito accendo la radio cercando un canzone decente da ascoltare, «Consecuencia de ese gran efecto
Y dance dance dance
Hay calor en la ciudad
Hay calor en la bahía
Venga, nos fuimos de fiesta
De noche y de día
Fusión internacional
Baila que trae alegría
Venga que siga la fiesta
De noche y de día...» adoro Enrique Iglesias, così mi metto a cantare la canzone che risuona nell'abitacolo, muovo la testa e il piede a ritmo mentre lo spagnolo guida.
«Ti piace la Spagna?» domanda di punto in bianco cambiando marcia «In realtà non ci sono mai stata, dalle foto sembra bella, vuoi regalarmi un vacanza, per caso? Non è una cattiva idea» rispondo guardandolo mentre è super attento alla strada «Basta chiedere preciosa, posso ospitarti da me a Madrid» spiega serio osservandomi per alcuni secondi, ma dai, veramente?
«A me piace il mare, e per quanto poco conosca la geografia, Madrid non è una zona balneare, peccato, sarei stata davvero contenta di accettare l'invito» sospiro affranta facendo gli occhioni da cucciolo.
«Beh, il problema -afferma mettendo una mano sulla mia coscia- si può risolvere, tesoruccio. I soldi non mi mancano, potrei prenotare un bel viaggio a Maiorca solo per noi due...» alzo un sopracciglio togliendo con finta delicatezza la sua manona dal mio corpo «Davvero faresti un cosa del genere per me?» mi rivolge uno sguardo d'intesa che di certo non promette gelato e popcorn.
Sventolo la mano davanti la faccia facendo la melodrammatica «Sono io, o qui fa un po' troppo caldo?» domando abbassando di poco il top rivelando un pezzo del mio seno privo di reggiseno.
Noto delle goccioline di sudore sulla sua fronte e il pomo d'Adamo andare su e giù per l'agitazione.
Perché nessuno mi ha dato il Premio Oscar che mi spetta di diritto?
Sempre con la mano a mo' di ventaglio abbasso un po' il finestrino facendo penetrare aria fresca, se così si può dire.
Metto gli occhiali da sola e sporgo di poco la testa fuori dall'auto assaporando il vento sul mio viso «Ehi, bella gnocca» sento dire da qualcuno e senza farlo volutamente gli mando un bacio volante sorridendo.
Una presa salda sull'altro braccio mi fa ricomporre «Dico, sei impazzita? Prima mi provochi e alludi a possibili rapporti e poi fai la gatta morta con quel deficiente?» grida rosso dalla rabbia, non mi scompongo, anzi «Sei forse geloso, mio caro Jesus? Non preoccuparti -dico stringendo di poco la sua guancia per poi poggiarci sopra le labbra- tu resterai il mio prediletto dopo il mio fidanzato...» sussurro all'orecchio, per poi mettermi composta sul sedile «Ancora con la storia del fidanzato? Quando la smetti con questa farsa? Non sei divertente, per niente ed inoltre, per tua informazione, mi sto incazzando quindi ti consiglio di chiuderla qua» ridacchio per poi prendere il cellulare e cercare la foto del mio compagno super palestrato, Paolo.
«Ecco qua» mostro la foto con sguardo fiero mentre le sue orecchie diventano di colore amaranto.
«Questo qui sarebbe il tuo fidanzato? Non ti credo, pochi secondi fa stavi accettando la mia proposta! Smettila Dafne, questi giochetti mi irritano» scuoto la testa chiudendo la galleria del telefono, «Non ti sto mentendo, pensavi seriamente che sarei partita sola con te? Era ovvio che se fosse mai successo avrei avuto il seguito dietro, Jesus sono una ragazza per bene io, cosa ti aspettavi di fare?» parcheggia la macchina affianco al marciapiede delle via marina girandosi del tutto verso di me «Senti, ragazzina, adesso mi stai esasperando, credi davvero di poter fare e dire quel che ti pare in mia presenza? Ti sbagli di grosso, solo perché sei mezza nuda non vuol dire che io sia tanto idiota da cascarci, fino a mezz'ora fa non mi potevi vedere, cosa stai architettando in quella tua testa malsana?» roteo gli occhi alzandoli al cielo, ma quanto è noioso?
Pensavo fosse più spavaldo, più easy, più tutto, cazzo, che scema che sono!
È soltanto un figlio di papà, sparte, mafioso!
Che le sante da cui ho preso il nome mi assistano...
«Senti ciccio, non so cosa ti sia passato per la tua testa bacata, perché fidati lo è, ma stai pur certo che non era mia intenzione finire a letto con te. Questo è il mio stile, mi sono sempre vestita così, non cambierò per un babbeo spagnolo. Inoltre, mio caro, se vuoi proprio saperlo, Paolo, il mio fidanzato, mi soddisfa più che bene, non ho bisogno di altro. Te l'ho detto, sei la ruota di scorta, cocco» finisco il mio discorso stringendogli nuovamente la guancia « Hai capito, hai capito, pucci pucci??!» canticchio con una voce ridicola che fa paura anche a me stessa.
Mi afferra per il polso bloccando ogni movimento «Sei una stronza, sei una bambina viziata che gioca a fare la grande donna quando in realtà è solo uno scarafaggio» lo schiaffo che colpisce il suo viso parte spedito, da solo, senza darmi il tempo di padroneggiare le mie azioni.
Mi guarda spiazzato mentre molla la presa, si tocca la guancia rovente senza pronunciare una parola «Che c'è, la mammina non ha mai schiaffeggiato il tuo bel visino?» domando con tono derisorio «Lascia fuori mia madre, stronza» mi prende dal mento e con forza mi attira alle sue labbra che voracemente divorano le mie, cerco di scansarmi ma mi immobilizza sul sedile «Adesso non fai più la sbruffona?» continua a baciarmi senza darmi la possibilità di allontanarlo, senza preavviso scende verso il collo continuando a torturarmi con le sue labbra «Sme...tt...ila» sussurro sperando che possa aver sentito «Perché dovrei? Ti sei divertita tu fino ad ora, adesso tocca me, bella mia» con la mano libera si insinua tra le mie cosce facendomi trasalire, okay, non sono vergine ma non voglio di certo darla a quest'idiota di un macaco!
«Lasciami subito» urlo cercando di spostarlo ma con scarsi risultati, la mano sotto al mento rafforza la presa facendomi gemere dal dolore, dopodiché si fionda nuovamente sulle mie labbra intrappolandole in uno dei suoi baci selvaggi...

 

Angolo Autrice
Eccomi!
Finalmente ho aggiornato!
Sembra che Dafne all'inizio abbia un piano che verso la fine del capitolo sfuma completamente.
Cosa succederà in quella macchina?
Lo scopriremo nel prossimo aggiornamento❤

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Jesus ***


Quest'oca starnazzante di una Capponi mi ha girato le palle!
Ma come osa parlarmi a quel modo?!
Ha avuto la faccia tosta di prendermi per il culo e provocarmi per suo puro divertimento, sono stato fin troppo paziente con lei, adesso, la pagherà...
La prendo con forza dal braccio e senza darle il tempo di realizzare la situazione attacco le sue labbra con le mie.
Non mi preoccupo delle sue proteste continuando il mio lavoro sulla sua bocca, mi morde a sangue ma non la lascio, anzi, la stringo più forte a me «Mi fai eccitare, piccoletta» ghigno toccandomi il labbro inferiore, si allontana velocemente cercando di uscire senza sapere che la macchina è bloccata dall'interno, per mio volere «Fammi uscire di qui, Jesus!» faccio una smorfia scioccata «Oh mio Dio, sai il mio nome! Pensavo non lo sapessi pronunciare» godo nel vederla incazzata nera mentre cerca un modo di scappare dalla situazione creatasi «Certo che lo so pronunciare, idiota!» incrocia le braccia sotto il seno mettendolo in evidenza, il mio sguardo scende sempre più giù verso la gonna, se così si può chiamare, che lascia scoperta gran parte delle gambe ed oltre «Non guardarmi così, metti ansia» alzo un sopracciglio tornando a guardarla negli occhi «Ansia? Sei sicura che sia ansia?» mi avvicino di nuovo e le passo una mano sulla coscia salendo in su «Smettila, non è divertente» rido per poi toglierla «Preciosa, non deve essere divertente ma eccitante, fai così anche con il tuo fantomatico fidanzato?» domando partendo la macchina «Dove andiamo?» evita la domanda ponendomene un'altra «Beh, allora? Che fai, non rispondi? Vorresti farmi capire che sei vergine?» domando perfidamente usando la sua stessa moneta «Brutto stronzo, come ti permetti?! E per tua informazione non sono più vergine da un bel pezzo...» un'idea malsana mi passa per la testa che cerco di scacciare via «Quindi, qual è il tuo problema? Pensavo fossi così acida per la mancanza di una gran bella scopata, sei forse già arrivata alla via della menopausa?» la guardo un attimo per poi rimettere lo sguardo sulla strada, si tortura le mani in visibile difficoltà «Ma tu parli di solo sesso con tutte le ragazze che incroci per la strada? No perché, è un problema grosso, caro mio! C'è uno psicologo qui in città, se volessi raccontargli i tuoi problemi di frustrazione lui può ascoltarti senza indugi» ed ecco che ritorna all'attacco spazzando via quel momento di fragilità che avevo notato sul suo viso «Pensi che lo faccia per frustrazione? Il fatto è che io sono ricco, bello e potente e le ragazze non possono resistere a tutto ciò, preciosa» ride come se fosse qualcosa di divertente quel che ho detto «Non sono tutte puttane, crociato dei miei stivali! Esistono ragazze che non pensano ai figli di papà come te ma a dei ragazzi che le facciano stare bene con sé stesse e che donino loro amore, credo che tu non abbia conosciuto niente del genere, posso immaginare il genere di donna che ti porti a letto...Bionda, con tette enormi, culo e labbra rifatti e che ha voglia solo di una cosa» mi incupisco nel sentire quelle parole, mio padre non è stato un ottimo maestro in questa materia, lui stesso trattava mia madre come una nullità dal loro primo giorno di matrimonio, la tradiva in continuazione senza preoccuparsi di lei o del bambino che portava in grembo nonostante sapesse che fosse affetta da leucemia da pochi mesi, inutile dire che quando nacqui lei morì.
«Tu non sai niente di me, non parlare senza conoscere come stanno i fatti, è la cosa più sbagliata che la gente possa fare, giudicare senza sapere chi si ha veramente di fronte» parcheggio vicino casa sua spegnendo il motore «Voi mafiosi siete tutti uguali, cosa ci sarebbe da conoscere o sapere sul vostro conto se non che siete dei luridi assassini che vivono a spese degli altri?!» scende sbattendo lo sportello «Peccato che anche tu fai parte di questo mondo...» dico tra me e me scendendo a mia volta per poi seguirla dentro.

Angolo Autrice
Capitolo abbastanza corto ma non volevo dilungarmi troppo in quanto il capitolo è incentrato sulle loro divergenze di opinioni.
Ah, buongiorno❤

Oggi sono particolarmente buona, quindi, vi lascio un piccolo spoiler:

«Avevamo detto entro un mese o sbaglio?» mi passo una mano tra i capelli rassegnato «Sono ancora dei ragazzi, diamo loro più tempo, che potrà cambiare se aspettassimo un altro mese?» domando cercando un qualsiasi appiglio, non mi perdonerà mai «Gli accordi sono accordi, anche se posso capire che tu non glielo abbia ancora detto, giusto?» serro la mano a pugno stringendo il cellulare con l'altra, mi odierà.

~A presto!❤

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Salvatore ***


«Buongiorno, signor Capponi» saluta la mia segretaria portandomi il caffè che richiedo ogni mattina appena entro in ufficio.
«Li hai controllati quei documenti, Cecilia?» domando sedendomi dietro la scrivania «Certo, ecco qui il fascicolo con quanto richiesto» la congedo concetrandomi sui nuovi conti quando sento il telefono squillare che sbuffando prendo dalla tasca per poi controllare chi disturba il mio lavoro «Buenos dias, Salvatore» merda, tra tutti non aspettavo di sentire proprio Cruzado.
Ho qualche affare in sospeso con lui e per non complicare la situazione avevamo deciso di unire le nostre famiglia attraverso un matrimonio combinato ma questo piccolo dettaglio lo avevo concordato prima di sapere che Ludovica sarebbe diventata una ragazzina ribelle ed irrispettosa.
Non accetterà mai di sposare Jesus piuttosto andrebbe a vivere sotto un ponte.
Cazzo, che casino!
«Buongiorno, come mai questa chiamata?» domando sperando che sia per qualche altra questione «Sai benissimo il motivo della chiamata, caro Capponi» mi alzo andando alla finestra «Bisogna proprio concludere tutto entro tre settimane?» sto già immaginando la sfuriata di mia figlia ed anche di Amalia, neanche lei sa niente dell'accordo e appena lo scoprirà sarà la fine perché le avevo fatto una promessa che non ho mantenuto «Avevamo detto entro un mese o sbaglio?» mi passo una mano tra i capelli rassegnato «Sono ancora dei ragazzi, diamo loro più tempo, che potrà cambiare se aspettassimo un altro mese?» domando cercando un qualsiasi appiglio, non mi perdonerà mai «Gli accordi sono accordi, è da quanto riesco a capire, tu non glielo hai ancora detto, giusto?» serro la mano a pugno stringendo il cellulare con l'altra, mi odierà.
«Va bene, puoi star tranquillo che il patto verrà rispettato, ma visto che Jesus non è arrivato il primo del mese, il matrimonio sarà celebrato verso i primi di Agosto, tra qualche giorno ti manderò la data precisa, il tempo di sistemare le cose con la mia famiglia» il suo silenzio mi fa pensare che stia riflettendo e prego che accetti, più tempo perdo meglio è «D'accordo, faremo come vuoi tu, aspetto tue notizie» chiude la chiamata lasciandomi un grosso peso sul petto.

Entro nella sua stanza, disordinata come al solito, aspettando che torni da scuola, oggi se non sbaglio ha la terza prova degli esami di Stato, spero che abbia scritto qualcosa...
Girovago un po' in giro guardando le foto appese al muro, tutte della famiglia o dei suoi amici più intimi, una in particolare mi colpisce molto.
Ci siamo io e lei da piccola, era così dolce con suoi sorrisi sdentati e i suoi occhioni scuri, mi si riscalda il cuore nel vedere che l'ha decorata con cuori e dediche.

La porta si apre ed entra lei con una borsa colma di libri «Papà? Che ci fai qui? Non dirmi che hanno chiamato dalla scuola, giuro che questa volta non ho fatto niente, anzi, mi sono concentrata sul mio lavoro e devo dire che me la sono cavata, adesso manca solo l'orale, che liberazione!» spiega buttandosi sul letto, la guardo affranto ben sapendo che tra poco si scatenerà la Terza guerra Mondiale «Sono felice che te le sia cavata, ma non sono qui per parlarti di scuola, è molto più difficile di quanto tu possa immaginare» si siede guardandomi confusa e sospettosa allo stesso tempo «È successo qualcosa a mamma o Andrea? Hai problemi con qualcuno? C'entro, per caso, io?» domando agitandosi sul materasso, mi siedo accanto a lei sospirando pesantemente «No, niente del genere, il fatto è che nella questione rientri tu e credo che sia giunto il momento di dirtelo prima che sia troppo tardi...Jesus è venuto per un motivo ben preciso qui...» mi ferma facendo una mossa vittoriosa «Sapevo che nascondeva qualcosa quell'idiota! Ti ha derubato o fatto la spia?» scuoto la testa sempre più angosciato «Dovrai sposarlo» sgancio la bomba aspettando una sua reazione, mi guarda con occhi sconvolti alzandosi dal letto «Cosa?! Spero tu stia scherzando, sai benissimo che non lo sposerò! Che ti salta in mente??! Pensi davvero che io a diciotto anni pensi a mettere su famiglia?? Puoi togliertelo dalla testa» comincia ad alzare la voce alterandosi sempre più «È già stato accordato, non puoi tirarti indietro, ad Agosto ti dovrai sposare con Jesus» mi guarda malissimo stringendo forte la mascella, sono riuscito a rovinare il nostro rapporto per sempre «IO NON SPOSERÒ QUELLO SPAGNOLO! ESISTE LA LIBERTÀ DI PENSIERO O SBAGLIO?!? COME TI SEI PERMESSO A PRENDERE DECISIONI AL MIO POSTO, NON CREDEVO ARRIVASSI A TANTO, TI ODIO! TI ODIO, TI ODIO!» urla cominciando a piangere a dirotto, mi avvicino ma mi scansa uscendo dalla stanza.
La sento correre lungo il corridoio, esco a mia volta vendendola scendere velocemente le scale.
«Dafne! Aspetta, ti prego!» cerco di raggiungerla ma si imbatte in Jesus e nuove lacrime e grida riempiono la casa «BRUTTO COGLIONE, TU SAPEVI E NON MI HAI MAI DETTO NIENTE! MI FAI SCHIFO! SCHIFO!» lo spintona aprendo la porta d'ingresso ed uscendo la fa sbattere più forte del dovuto.
Rimane impassibile guardando la porta poi si gira verso di me «Non è andata poi così male, vero?» sdrammatizza uscendo a sua volta.
«Salvatore, cos'è successo?» vengo raggiunto da Amalia ed Andrea che mi guardano preoccupati «Abbiamo sentito Dafne urlare, avete litigato?» continua lei cercando di tirar fuori qualche parola dalla mia bocca «Dobbiamo parlare, Andrea lasciaci soli» annuisce ritornando in camera sua senza obbiettare «Che diavolo è successo? Si può sapere?» chiede ancora con sguardo truce «Era tornata tutta contenta da scuola, ce ne vuole per farla piangere ed urlare in quel modo!» respiro profondamente prima di parlare, assaporo questi momenti di pace prima che anche lei dia di matto come sua figlia «Deve sposare Jesus, entro gli inizi di Agosto» lo schiaffo che ricevo mi spalanca gli occhi per la sorpresa «NON POSSO CREDERCI! MI AVEVI DATO LA TUA PAROLA CHE NON AVRESTI INTROMESSO I NOSTRI FIGLI NEL TUO LAVORO! PER DI PIÙ LO HAI FATTO CON DAFNE! MA CHE COSA TI DICE IL CERVELLO, MIO DIO, SALVATORE MI HAI PROPRIO DELUSO, NON CREDEVO ARRIVASSI A TANTO!» le sue parole fanno più male dello schiaffo ricevuto e nel vedere quei meravigliosi occhi azzurri riempirsi di lacrime non posso che sentirmi una vera merda «Mi dispiace, non avevo scelta» mi da le spalle salendo velocemente le scale «Di scelte ne avevi molte, hai scelto quella che ti conveniva maggiormente!»

 

Angolo Autrice
Ed eccoci arrivati al clou della storia!
Potevate mai pensare che Salvatore, dopo quello che ha vissuto con Amalia, avesse mai potuto prendere una scelta del genere?
Beh, lo ha fatto e adesso sia Dafne che Amalia gli hanno girato le spalle.
Cosa succederà?
A presto❤

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Dafne ***


Corro senza una meta precisa nella mente, corro come se non ci fosse un domani.
Le lacrime, sempre più copiose, scendono lungo le guance senza darmi tregua.
Non riesco ancora a crederci che mio padre, proprio lui, mi abbia incastrata in un matrimonio!
Lui che aveva lottato per stare con la donna che ama, lui che aveva ucciso suo padre per poter vivere libero, proprio lui che sembrava essere cambiato grazie all'amore!
Sento qualcuno chiamarmi in lontananza ma non gli do importanza, attraverso la strada continuando la mia corsa senza pensare alla mia vita, alle gambe che chiedono pietà, senza dare importanza a quello che mi circonda.
Vorrei urlare per la frustrazione ma mi limito a compiangermi miseramente.
Senza accorgermene mi ritrovo alla villa comunale ed entrando corro verso la prima panchina che trovo libera sulla quale mi stendo dando sfogo alle mie emozioni.
È così ingiusto quello che ha fatto!
Potevo accettare di tutto ma non un matrimonio combinato! Non questo.
La rabbia sale al solo pensiero che lo abbia fatto senza alcun pentimento o rimorso, nei suoi occhi non ho notato neanche un minimo senso di colpa.
Era tranquillo, come se fosse una questione di poco conto.
Metto le mani tra i capelli stringendoli leggermente.
Vorrei scomparire, essere in tutt'altro posto.
Un respiro affannato giunge alle mie orecchie «Ti ho trovato, finalmente!» la voce di quell'idiota si fa sempre più vicina finché non apro gli occhi e me lo ritrovo a due passi «Vattene! Non voglio né vederti né sentirti, hai fatto più del dovuto!» mi guarda accigliato senza parlare «Perché non me ne hai parlato? Invece di pensare solo ai tuoi bisogni fisici potevi anche accennarmelo! Cosa stavi aspettando? Il momento in cui mi sarei concessa a te senza alcun indugio in modo da avere meno problemi? Quante bugie ancora devo sentire?» urlo fuori di me alzandomi e mettendomi davanti al suo viso, i suoi occhi sono furenti quanto i miei «Di che cazzo stai parlando? Spettava a tuo padre informarti, non di certo a me! E poi, cos'è questa storia del concedersi?» urla a sua volta nero in volto «Una vacanza, eh? Ne avevi bisogno, eh? Sapevo dall'inizio che fosse una balla bella e buona ma volevo vedere per quanto avresti portato avanti la tua messa in scesa» rispondo dandogli qualche pugno sul petto «Credi che io sia contento di sposarti? Sei solo una mocciosa viziata!» serro la mascella trattenendo il mio istinto omicida «Come osi?! Non mi conosci! Non hai alcun diritto di giudicarmi, lurido bastardo!» mi afferra per le spalle stringendomi più del dovuto «Smettila! Non si può tornare indietro, ormai la decisione è stata presa! Non puoi farci niente» ci guardiamo per qualche istante, mi libero dalla sua morsa e dandogli le spalle mi incammino verso l'uscita con l'intenzione di trovare un posto in cui poter stare per conto mio.
«Non provare a seguirmi» dico senza voltarmi con nuove lacrime agli occhi.

Appena la porta viene aperta mi catapulto all'interno senza dare tempo al maggiordomo di salutarmi «Nonna!» urlo andando verso il salotto in cui è solita leggere qualche libro in compagnia di una tazza di tè.
Entro e quando la vedo corro ad abbracciarla ricominciando a piangere «Tesoro mio, cos'è successo? Perché stai piangendo?» domanda accarezzandomi i capelli «Non puoi neanche immaginare che cosa ha fatto papà! Ha organizzato un matrimonio per me e il figlio di un suo socio spagnolo!» spiego sconvolta, la sua espressione cambia divenendo cupa all'istante «Stai dicendo sul serio? Salvatore? Oh, ma non ci posso credere, quello stupido!» dice alterandosi «Ma come ha potuto? Cosa pensava quando prendeva una tale decisione?» sospiro asciugandomi il viso bagnato «Non si può tornare indietro, purtroppo» affermo capacitandomene all'improvviso, le parole di Jesus che mi rimbombano nella testa.
Se provassi a scappare a pagarne le conseguenze sarebbe la mia famiglia.
Con la mafia non si può scherzare, un passo falso e ti ritrovi sotto tre metri di terra.
Chiudo gli occhi sospirando pesantemente capendo che la parte critica è passata, adesso, provo solo indifferenza.
«Sposerò quel maledetto spagnolo».

Angolo Autrice
Eccomi qui!
Nuovo capitolo, nuovi problemi.
Dafne sposerà Jesus ma abbandonerà il suo carattere ribelle?
Alla prossima❤

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: Jesus ***


Maledizione!
Che merda di situazione, non credevo sarebbe stato così complicato!
È colpa di mio padre se Dafne dovrà sposarsi con me, è colpa di mio padre se dovremo vivere nell'infelicità, è colpa di mio padre se Capponi è stato costretto a firmare quel maledetto patto.
È sempre e solo colpa di Juan Cruzado.
Quel verme schifoso non solo manderà a puttane i sogni della dark queen ma anche i miei.
Il compito che mi ha assegnato è indegno quanto lui, vorrei mandare tutto a fanculo e andarmene lontano, in un posto sperduto per poter rimanere finalmente in pace.
Solo il pensiero che prima o poi dovrò far fuori Andrea mi spaventa, non riuscirò più a guardare negli occhi nessuno di loro, soprattutto lei, quella nana ribelle.
Dovrò far in modo che si fidino di me, che mi facciano entrare nel loro giro d'affari e quando sarò certo che mi vedranno come uno di famiglia dovrò ammazzare il primogenito.
Che gran figlio di troia è mio padre!
È solo un bastardo opportunista senza cuore.
Non lo perdonerò mai per la morte di mia madre, MAI!
Quando Isabel stava morendo, dopo avermi dato alla luce, lui era indaffarato con la sua nuova fiamma fregandosene di sua moglie e di suo figlio.
Quella puttana, ancora oggi, vive con noi e con i suoi due figli, i miei fratellastri, si perché non ha perso tempo a rifarsi una famiglia.
Quella donna è una serpe così come quei due bastardi illegittimi.
Do un pugno al muro senza pensare al dolore che questo potrà scusarmi «Vaffanculo, vaffanculo» prendo a calci l'armadio lasciando che la rabbia fuoriesca senza sforzi.
La porta si apre e noto l'alta figura di Andrea «Ehi, che fai?! Sembri abbastanza incazzato, c'entra mia sorella?» domanda ridendosela sotto ai baffi «No, per una volta posso dire che Dafne non è la causa» mi siedo sul letto, mettendomi le mani davanti agli occhi «Problemi col paparino?» continua chiudendo la porta alle sue spalle «Diciamo di sì» scuote la testa sospirando «Devi sposarti con Daf, vero? Ho sentito mia madre sbraitare contro mio padre» si adombra in viso stringendo i pugni «Non è abituata a farsi mettere i piedi in testa od obbligata a fare qualcosa che non le va a genio, è molto simile a nostro padre ed è per questo che litigano sempre. Penserai che sarà un supplizio stare con una come lei ma, in verità, è dolcissima, generosa e simpatica, quel suo comportamento è una corazza che usa per proteggersi, lo fa spesso con tutti.
Tutti abbiamo dei difetti, forse, non è come le sue coetanee ma è pur sempre una ragazza e come tale, ti prego, di trattarla» dire che non mi aspettavo un tale discorso sarebbe superfluo, lo guardo per alcuni istanti notando che la sua espressione si sia addolcita visibilmente «Ne terrò conto, puoi stare tranquillo, non ho nessuna brutta intenzione con lei» annuisce sorridendo leggermente «Andiamo a bere qualcosa?» domando alzandomi «Buon'idea».

Entriamo in casa tenendoci per le spalle, non ho mai bevuto così tanto come oggi.
«Ehi amico, ma la macchina nel giardino ci può stare?» domando guardando Andrea «Ma certo amico, e tu invece sei sicuro che quella era una ragazza? Troppi peli» scoppiamo a ridere salendo malamente le scale, intorno a noi tutto è buio «Senti, ma tu ci vedi qualcosa?» prende il telefono e senza rendersene conto lo fa cadere per gli scalini «Mi sa che si è rotto» scoppiamo di nuovo a ridere continuando a salire quando all'improvviso veniamo abbagliati da una luce «Hai mai visto un lampo in casa?» domando cercando di rimanere in piedi accanto ad Andrea «Razza di idioti, che state facendo?» una voce femminile mi giunge alle orecchie, alzo lo sguardo e la vedo « Ehi amico, guarda, c'è tua sorella, la dark lady! Come sta Dart Fener??» le chiedo lasciando la presa dal corpo di suo fratello che per la sorpresa cade ruzzolando fino al primo scalino «Amico, non siamo mica in una pista di scii» scoppio di nuovo a ridere seguito dalla sua risata in lontananza «Dio, che coglioni» la sento dire mentre scende velocemente le scale per andare ad aiutare suo fratello «Io me ne andrei in bagno, raga» continuo a salire e dopo un paio di porte ne apro una entrando.
Mi guardo in giro, che diavolo dovevo fare?
Boh.
Mi butto sul letto e chiudo gli occhi.

Una voglia assurda di andare in bagno mi fa svegliare di colpo e senza accorgermene vado a sbattere la testa sul comodino.
«Cazzo...» cerco di sopportare il dolore riaprendo nuovamente gli occhi «Ti sei svegliato, finalmente!» mi guardo in giro fino a quando noto una figura femminile davanti la finestra «Perché sono nella tua stanza?» mi accorgo di stare a terra, così mi alzo e mi stiracchio leggermente, mentre un mal di testa allucinante fa capolino in tempo record «Me lo chiedo anche io, quanto cazzo avete bevuto ieri? Vi siete fatti a merda, se vuoi proprio saperlo!» si volta e mi fissa « Per di più ho dovuto portare Andrea, di peso, fino alla sua stanza e quando sono entrata nella mia ho trovato te dormire nel mio letto, non avendo più forze per un altro trasporto, ti ho gentilmente buttato sul tappeto ritornando a dormire» racconta sorridente, certo, posso immaginare perché se la ride «Gentilmente? Ci credo a stento» sbuffa dandomi le spalle «Pensa quel ti pare, io esco e ci tengo che uscissi dalla mia camera, ora» detto questo apre la porta e con lo sguardo mi invita a uscire «Okay, okay, esco».

Angolo Autrice
Doppio aggiornamento!
Ecco il punto di vista di Jesus, che ne pensate?
A presto❤

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Dafne ***


Oggi, con mamma, le nonne Lucia e Natalia, le zie  Caterina e Marianna e Clotilde, andremo in giro per negozi, fiorai e pasticcerie, dopotutto tra meno di tre settimane dovrò sposarmi.
Più precisamente, il 6 Agosto.
Ancora rivedo la faccia della mia migliore amica nel sentire parlare di matrimonio.
Ci è rimasta molto male, ben sapendo quanti sogni andranno in fumo.
Ci siamo consolate a vicenda per tutto il resto del tempo ridendo sui disastri che avrei fatto come casalinga o peggio, come mamma.
Mi riscuoto tornando alla realtà, siamo tutte in macchina chi in agitazione, chi felice, chi come me, del tutto indifferente alla questione.
La prima tappa sarà un atelier di abiti da sposa, poi andremo a scegliere la torta e i fiori per la Chiesa.
La scelta delle fedi e della sala è ricaduta su Jesus e mio fratello Andrea, spero che non facciano gli idioti come al solito.
Io come testimoni avrò Clotilde e mio fratello, mentre Jesus avrà il suo amico Santiago e il suo fratellastro Josè, da non crederci!
Ha due fratellastri più piccoli.
Chissà quante altre cose dovrò ancora scoprire sul suo conto.
«Daf, siamo arrivati» mi informa Clotilde sorridendomi di poco, ricambio e scendo «Non vedo l'ora vi vederti con un abito da sposa!» strilla zia Marianna battendo le mani come una bambina, cosa che effettivamente sembra essere.
«Dai, entriamo» all'interno ci accoglie la proprietaria, una signora di mezza età che sa il fatto suo «Buongiorno, avete preso un appuntamento?» domanda, annuisco mentre le altre si sono già disperse alla ricerca di qualche abito da farmi provare «Capponi» dico, controlla nell'agenda e dopo aver fatto un cenno positivo con la testa mi lascia nelle mani di un'assistente.
«Ciao! Sono Monica, ti aiuterò nella scelta del tuo abito!» esclama sorridente, respiro profondamente prima di seguirla verso i camerini «Hai già in mente qualcosa di particolare?» mi torturo le mani mordendomi il labbro inferiore, un'idea ce l'avrei, spero che le altre non se la prendano troppo, so per esperienza personale che sicuramente storceranno il naso se provassi abiti che non rispecchiano i loro gusti stravaganti e fantasiosi «In realtà si, un modello abbastanza semplice senza troppi fronzoli, con qualche centimetro di strascico, morbido e leggero, la cerimonia è ad Agosto, non vorrei svenire per il caldo» spiego cercando di essere abbastanza esaustiva «Non pomposo, non troppo scollato, qualcosa di semplice, insomma senza cadere nel banale o nel pacchiano, sia chiaro» ridacchia per poi scomparire alla ricerca della mia richiesta.
Aspetto un paio di minuti, poi, la rivedo comparire con quattro modelli che dalla cerata non intravedo molto bene «Ho trovato questi abiti, credo siano quello che cerchi!» ne prende uno e mi aiuta ad indossarlo.Mi guardo allo specchio e sorrido, davvero carino, lo devo ammettere.
Percorro il corridoio e giungo davanti alle giudici che appena mi vedono cominciano a starnazzare come oche.
«Oh, che meraviglia!» afferma mia madre con gli occhi lucidi, stessa cosa per zia Caterina ma zia Marianna e Clotilde non sembrano convinte, le nonne invece sono intente ad asciugarsi le lacrime visto che hanno già iniziato a piangere come due fontane «Vi prego, siamo solo al primo abito» scuotono la testa per farmi capire che non è di loro gradimento ed io rassegnata ritorno in camerino.
Provo il secondo, ed è più bello del primo!Adoro lo strascico e le decorazioni sul corpetto, davvero ben fatto!
Faccio la mia ricomparsa e nuovamente trovo pareri incongruenti.
Sto per provare il terzo abito quando entrano Clotilde e zia Marianna con due grucce piene di abiti attaccati «Prova questi!» me li lasciano e se ne vanno al loro posto «Vuoi fare un tentativo?» chiede Monica, annuisco decidendo di provare uno degli abiti scelti da loro.Scuoto la testa guardandomi allo specchio, troppo scollato e troppo pieno di perline!
Per non parlare delle maniche!
Le accontento e mi faccio vedere col vestito, molto fastidioso a dirla tutta.
«Sei bellissima!» urlano tutte ma io continuo a rimanere scettica, non mi piace per niente.
«A me, sinceramente, non mi piace» mi guardano tutte male per poi sbuffare «Come fa a non piacerti?» chiede Clotilde sorpresa, stessa cosa domanda nonna Lucia e la sua figlia minore «Troppo elaborato, voglio qualcosa di semplice, quindi non portate più abiti del genere!» ritorno in camerino e lo tolgo immediatamente, provando un altro modello che mi aveva portato Monica.Mi guardo e per poco non urlo, è stupendo e mi sta anche molto bene!
Batto le mani e non me ne rendo neanche conto, sono felice anche se la mia testa grida il contrario.
Quasi corro per farglielo vedere «Prima che diciate qualsiasi cosa, io adoro questo vestito! È come lo volevo io, semplice ma raffinato, adoro il pizzo e la forma del corpetto, anche lo strascico è come lo desideravo! Si, credo proprio che sia l'abito che prenderò!» le guardo aspettando una loro reazione «Sei bellissima, tesoro» comincia a dire mia madre con le lacrime agli occhi, anche le altre si uniscono al piagnisteo facendomi capire che la scelta è stata fatta!
«Ti mostro qualche velo?» faccio di sì con la testa andando ad abbracciarle «Vi voglio bene!» mi stritolano nel loro abbraccio per poi lasciare lo spazio a Monica che abilmente mi aggiusta il velo tra i capelli.

È bellissimo, ha una strascico lunghissimo e si adatta alla perfezione al vestito.
«Direi che la scelta è fatta» interviene la proprietaria congratulandosi.

Dopo aver girovagato in diverse pasticcerie, ci fermiamo in una, a detta di tutti, famosa per le sue ricette super golose.
Beh, solo a guardare la vetrina il mio stomaco comincia brontolare «Giusto in tempo» ridono le altre mettendomi a disagio.
Entriamo e ci accomodiamo ad un tavolo aspettando l'arrivo del cameriere «Ditemi» è pronto a scrivere nel suo block notes ma i suoi sogni vengo infranti dalla richiesta di mia nonna Natalia «Vorremmo assaggiare qualche torta, forse dovremo parlare col proprietario, ma vede, mia nipote si sposa e le serve una torta» la guarda perplesso prima di andare a chiamare quello che scopro essere il pasticcerie e padrone di casa «Torta nuziale, giusto?» chiede portandomi due cataloghi che comincio a sfogliare «Mentre sceglie la forma, le facciamo assaggiare i nostri gusti migliori» comincio a sfogliare il secondo, capendo che il primo non è nel mio destino, chiedendo qualche consiglio alle altre ma senza un grande risultato, ognuna ha la sua idea.
Il mio entusiasmo si affievolisce man mano che le pagine cominciano a guidarmi verso la fine, poi la vedo e i miei occhi prendono la forma di due cuoricini «Tilde! Guarda, questa è davvero quella che fa al caso mio» sei teste si gettano sulla foto mostrando il loro consenso «Si, può andare! Si, si»

«Riprende, per qualche verso, il pizzo del tuo vestito, te ne sei accorta?» mi fa notare nonna Lucia sorridendo veramente felice, ora che ci penso, si, è simile.
Dopo aver mangiato come maiali per il macello, dopo aver discusso per i vari gusti e perso quasi due ore siamo arrivate alla decisione finale: crema ai frutti di bosco, cioccolato bianco e fondente per dare un tocco leggermente amaro alla controparte dolce.
Visto l'ora tarda decidiamo di tornare a casa e rimandare le altre compere ai giorni seguenti.

 

Arrivata a casa corro di sopra e mi incammino verso la mia stanza.
Devo assolutamente fare una doccia!
Entro e comincio a togliermi i vestiti quando noto uno scatolo bianco poggiato sul letto ed infiocchettato con cura.
Mi avvicino curiosa e sciogliendo il nastro tolgo la parte superiore della scatola rimanendo a bocca aperta.
Dentro è perfettamente confezionato un abito da sera nero.

Lo prendo tra le mani e lo ammiro da più vicino quando un foglietto cade in terra, lo raccolgo e lo leggo:

 

Spero che il regalo sia di tuo gradimento, preciosa.

 

                                                                   J.

 

Sorrido leggermente, nonostante tutto, il suo gesto è stato carino e devo ammettere, con mio grande rammarico, che il vestito è di mio assoluto gradimento.

 

Angolo Autrice
Ci avviciniamo sempre più al tanto atteso matrimonio!
Vi sono piaciute le scelte?
A presto❤

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: Jesus ***


Sono passati tra i tre e due giorni e le donne di casa Capponi sono in fermento per la cerimonia, tutte tranne una.
Dopo la scelta del suo abito è ricaduta nel silenzio, ha perso l'entusiasmo che avevo visto all'inizio.
L'abito che le ho scelto le starà sicuramente d'incanto con quel suo incarnato chiaro e seppur mi costa dirlo, non vedo l'ora di vederla scendere le scale in tutta la sua bellezza.
Oggi con Andrea andremo a scegliere le fedi e faremo qualche giro per le sale sperando di trovare qualcosa al più presto.
«Ehi ehi ehi, il cognato è arrivato ma il fidanzato è ancora coricato!» la porta viene aperta con tale impeto che sbatte contro il muro mentre quel coglione entra vestito di tutto punto «Sono più che pronto, possiamo andare» lo informo alzandomi dal letto.

Arriviamo in gioielleria e subito esponiamo quel che ci serve ad un commesso «Vi porto qualche modello» rimaniamo in attesa guardandoci attorno «L'anello di fidanzamento l'hai scelto?» domanda ritornando con lo sguardo su di me, mi do dell'umidità mentalmente «No» alza un sopracciglio sorpreso dalla mia risposta «Che aspetti? Dovrai donarglielo il giorno del ricevimento» afferma alzando un po' la voce, sospiro, adesso si mette anche lui a farmi la predica «Ho dimenticato questo piccolo dettaglio, comprerò anche quello, oggi» lo tranquillizzo vedendo che il ragazzo  tornare con in mano una ventina di cofanetti «Eccoci qui, cominciamo con queste» apre la scatolina e la gira in modo che possiamo vedere anche noi.Lo guardo scettico, pensa davvero che io possa comprare qualcosa del genere?

Non trovo nulla che si può ricollegare a delle fedi «No» la chiude e mi porge un'altra dal velluto blu.«Che bello quello da donna!» esclama Andrea toccandolo con le dita, lo guardo schifato ed in un secondo si ricompone.
Ma delle normali fedi nuziali non esistono in questa gioielleria?

Fisso il commesso che impaurito chiude la scatoletta aprendone subito una più piccola.Ah, perfetto!
Non poteva farle vedere subito??
'Sto minchione...
«Prendo queste» confermo con tono autoritario, il ragazzo annuisce e mette da parte gli anelli predestinati al matrimonio «Vuole qualche incisione al loro interno?» domanda timoroso di sentire la mia risposta, sento lo sguardo di Andrea addosso e sospirando annuisco «Il giorno e il nome, sei Agosto, Dafne e Jesus» prende l'appunto e sorrido titubante «Entro la prossima settimana devono essere pronti» gli ordino minaccioso, non se lo fa ripetere due volte «Adesso passiamo all'appello di fidanzamento, la mia fidanzata è abbastanza particolare, ama il nero, quindi mi faccia vedere degli anelli con zaffiro nero o diamante, sempre nero» mi fissa sotto shock per poi riprendersi e correre nel magazzino «Spero che non lo prenda come una presa in giro» mi giro e scuoto la testa «Perché dovrebbe? Scommetto che invece le piacerà» annuisce poco convinto per poi allontanarsi e ispezionare le varie vetrine.

Dopo un secolo lo vedo tornare con tre miseri cofanetti «Ho trovato solo questi» li posiziona davanti a me e li apre.

«Il primo è di zaffiro, gli altri due sono di diamante» li studio attentamente tutti e tre «Potete notare come l'ultimo proposto sia completamente decorato di diamanti, tutti autentici, il secondo è più piccolo ma molto raffinato, entrambi in oro bianco, il primo è oro giallo e la forma a goccia gli conferisce un'aria delicata, a voi la scelta» spiega con tono esperto, continuo ad osservarli è più volte lo sguardo cade sull'anello più vistoso ma allo stesso tempo la mia mente fa scorrere l'immagine dell'anello a forma di goccia, quale le starebbe meglio?
«Andrea, potresti aiutarmi?» domando vedendolo intento a chiaccherare con una donna, la saluta e si avvicina «Dimmi tutto» gli mostro le tre scelte e dopo averle studiate per qualche secondo punta il dito verso il primo, quello a forma di goccia «Questo le piacerà sicuramente, non ti puoi sbagliare» ed anche questa è fatta.

 

Dopo essere usciti saliamo in macchina e cominciamo a girare varie location ma nessuna mi convince davvero.
Cerco di immaginare un posto che potrebbe farle strappare un sorriso, un posto in cui possa sentirsi parte della festa, un posto che potrà ricordare per sempre.
Non riesco a capire il perché mi sto crucciando in questo modo ma vederla così spenta, così vuota, così triste ha fatto scattare qualcosa in me, quel qualcosa che mi ha fatto sempre desiderare di non diventare come mio padre.
Ci sediamo al tavolino di un bar con una birra in mano «Tu sei di qua, non conosci un posto speciale in cui poter organizzare un matrimonio?» domando bevendo un altro sorso di Ceres, sembra pensarci un attimo poi scuote la testa «Mi sembra di capire che ci tieni...» il suo sguardo è molto eloquente e fa abbassare il mio «Il fatto è...il fatto è che guardandola la mia mente ritorna a pensare a mia madre e a quella che doveva essere la sua triste vita con mio padre. È morta dandomi alla luce e quel abominio che devo chiamare padre non era neanche presente per vedere suo figlio o sua moglie un'ultima volta. Questo mi fa pensare inevitabilmente che la vita di quella donna, che non ho mai conosciuto se non in foto, era un vero inferno soprattutto nell'ultimo periodo in cui doveva combattere contro la leucemia, i tradimenti di mio padre e la sua gravidanza.
Tua sorella, da quanto ho capito, ha un carattere molto forte ma anche lei può essere scalfita e colpita dritta al cuore, all'inizio pensavo fosse solo una ragazzina viziata ma in realtà è una ragazza intelligente che si è ritrovata con le mani legate dalle nostre famiglie» mi ascolta con interesse sorseggiando di tanto in tanto la sua Peroni «Mi sorella è cazzuta, sarebbe un boss perfetto peccato che sia contro il mondo in cui viviamo, neanche io posso dire di esserne fiero ma mi attengo agli ordini di mio padre, come primogenito è questo il mio dovere» ci alziamo e dopo aver lasciato sul tavolo il conto ce ne saliamo in macchina per ricominciare la ricerca.
«Cazzo! Ma perché non ci ho pensato prima?» urla di colpo Andrea battendo una mano sulla fronte «Che succede?» domando parcheggiando la macchina «Ho trovato il posto perfetto! "Le Paradis Perdu", è una sala ricevimenti davvero mozzafiato, basta guardare il panorama che offre! Si, è il posto che fa al caso nostro» prende il cellulare e compone un numero aspettando che qualcuno risponda «Salve, Le Paradis Perdu? Si, per il sei Agosto è disponibile la sala? Un matrimonio...Ehm, lo so, poco preavviso ma siamo disposti a qualsiasi cifra...Un centinaio di persone, facciamo 120 per sicurezza...Capponi, si, verremo dopodomani per il menù, siamo più propensi per il pesce...D'accordo, per mezzogiorno saremo lì, arrivederci» chiude la chiamata trionfante, ed ecco che anche la sala è stata scelta!

 

Angolo Autrice
Anche i maschi sono obbligati a dare una mano ma se la sono cavata più che bene!
Dafne e Jesus dovranno pranzare insieme, riusciranno a passare pacificamente due ore?
A presto❤

 

 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: Dafne ***


Sono mollemente stravaccata sul divano quando con la sua solita delicatezza entra Clotilde con la mamma «Stasera avrai il tuo addio al nubilato!» urla la seconda in preda ad una crisi euforica, le guardo entrambe come se fossero appena uscite dal manicomio.
«No, grazie, non ho bisogno niente del genere, non provate a organizzare festicciole oscene perché non ci vengo!» le avverto ben sapendo che le loro strambe idee non portano mai a niente di buono.
Da quando si conoscono queste due si sono trasformate in pappa e ciccia.
«Rilassati Daf, so che non ti piace stare al centro dell'attenzione per questo ce ne andremo in pizzeria, una bella pizza e qualche birra!» il suo tono non mi piace affatto ma decido di fidarmi lo stesso, cosa potrebbe mai accadere in una pizzeria?

Finisco di prepararmi mettendomi il profumo, un po' troppo forse, ma non me ne frega un accidente!
Sono davvero incavolata con papà che arrivato con l'intenzione di farsi perdonare se ne andato dritto a fanculo dove l'ho spedito.
Se la frase "quel che è fatto è fatto" la considera una scusa, beh, può andare ad iscriversi ad un corso di galateo avanzato.
Davvero odioso, vuole scusarmi mantenendo il suo orgoglio intatto.
Sospiro e mi guardo allo specchio, vorrei annullare tutto, il litigio mi ha proprio buttato a terra il morale.
Sistemo il top e prendo la borsetta, si può andare.

Apro la porta e mi imbatto in Jesus ed il suo sguardo contrariato «Dove stai andando?» domanda alterato, lo scruto per bene vedendo il suo cambiamento d'umore «A mangiare una pizza con le altre, perché?» scuote la testa allontanandosi a passo di m...        

Apro la porta e mi imbatto in Jesus ed il suo sguardo contrariato «Dove stai andando?» domanda alterato, lo scruto per bene vedendo il suo cambiamento d'umore «A mangiare una pizza con le altre, perché?» scuote la testa allontanandosi a passo di marcia «Fa' in modo che non debba ammazzare qualcuno» mi avverte chiudendosi dentro la sua camera da letto, rimango lì ferma ad osservare la porta bianca per qualche istante prima di scendere al piano di sotto dove mi stanno aspettando mia madre, organizzatrice esecutiva, Clotilde, sua socia, zia Marianna, zia Caterina e le mie due cugine Tonia, figlia dello zio Aldo, e Lucia, figlia di zia Caterina.
«Ma quanto siamo sexy?» ammicca la mia migliore amica, di certo, neanche lei si è risparmiata dal mettere le sue grazie in mostra.
«Smettila! Andiamo» le incito prima che possano sparare altre stupidaggini dalla bocca.
Dopo un quarto d'ora arriviamo al posto prestabilito, la pizzeria Angelis.
Entriamo e subito un cameriere si avvicina chiedendoci se avessimo prenotato «Certo, Capponi» risponde mia madre, il cameriere annuisce e ci mostra il nostro tavolo.
Ci sediamo e cominciamo a leggere il menù «Tonia, quanto tempo ti fermi qui?» chiede zia Marianna sfogliando le pagine del suo menù «Fino a Ferragosto, ricomincia l'università» spiega sbuffando leggermente «Dafne, come vanno i preparativi?» domanda cambiando discorso «Direi bene, il vestito è pronto, la torta anche, domani andiamo dal fioraio per le decorazioni in Chiesa, Jesus ed Andrea hanno scelto la location e le fedi, dopodomani dobbiamo andare a scegliere le portate» spiego giocando con le bustine di maionese «Non vedo l'ora di vederti vestita di bianco! Sarai stupenda» dice Lucia sorridendo «Facciamo così, tu sarai la mia damigella mentre tuo fratello Antonino porterà gli anelli, ora che ci penso, ma zia Anna e  zia Carmen perché non sono venute? Mi farebbe piacere se anche Maria e Giuditta mi facessero da damigelle!» a rispondere è mia madre «Ehm, certo sarebbe bello che partecipassero anche loro, dovresti informarle domani, inoltre, mi sono dimenticata di dirti che abbiamo già spedito gli inviti, saremo sulle 120 persone» quasi mi strozzo, ma chi diavolo è stato invitato al mio matrimonio?
Poi mi torna in mente che mio padre ha le sue "amicizie", annuisco e lascio cadere il discorso «Siete pronte ad ordinare?» giusto in tempo, non avevo intenzione di rispondere ad un questionario.

Appena finiamo di mangiare zia Caterina si alza e con la scusa del bagno scompare, le guardo ad una ad una per vedere se tramano qualcosa ma sembra tutto tranquillo.
«Mi hanno informato che una certa Dafne abbia commesso il reato di volersi sposare» mi volto sconvolta e ai miei occhi appare un uomo alto due metri, superpalestrato e fighissimo con un uniforme da carabiniere.
Mi giro e le fulmino tutte con lo sguardo «Io avevo capito che il suo era mal di pancia...» un altro figo si posiziona accanto al finto carabiniere e mi guardo in modo fin troppo, ehm, consapevole.
Ad un certo punto si sente della musica di sottofondo ed io vorrei tanto sprofondare sotto terra, cominciano a spogliarsi ballando sessualmente e per poco non mi viene un colpo al cuore quando le pazzoidi dietro di me si mettono ad urlare, mi sembrava troppo strano che con una stanza tanto grande ci fossimo solo noi ad occuparla.
Si avvicinano pericolosamente a me mettendo in mostra le loro grazie, chiudo gli occhi cercando di non pensare al fatto al fatto che i loro piselli sono coperti solo da una misera mutandina che neanche un perizoma può eguagliare.
Sento un corpo estraneo entrare in contatto con il mio, apro velocemente gli occhi e vedo con orrore che uno di loro si sta strusciando sulla mia coscia, che imbarazzo...
«Adesso faremo un bel giochetto con la festeggiata, verranno riempiti dieci bicchierini con una bevanda alcolica e lei con le mani ammanettate dovrà berli tutti di fila, se fallisce verrà sculacciata» sbarro gli occhi scioccata, ma scherziamo? Quelle pazze me la pagheranno.
«Sei tutte noi!» urla Clotilde ridendo come un'ossessa, mi mettono le manette ai polsi e quando finiscono di preparare i drink mi invitano ad avvicinarmi.
Mi alzo controvoglia e avvicinandomi al tavolo mi piego in modo da poter mettere in bocca il primo bicchierino.
Me lo scolo tutto e senza pensare al bruciore che percorre la mia gola continuo a bere il secondo e così via.
Al decimo bicchierino mi sento già sballata, mi liberano e si complimentano per la mia performance e il mio sedere, li guardo male e vado a sedermi al mio posto.

Dopo altri stupidi giochi alcolici in cui hanno partecipato anche le altre, finalmente, quei due decidono di lasciarmi in pace andandosene.
Felice che la tortura sia finita, mi dirigo verso l'uscita ma vengo bloccata, per l'ennesima volta, dai due colossi che dopo avermi messo un cerchietto con attaccato un velo e datomi un mazzo di fiori, finti per l'esattezza, mi fanno letteralmente precipitare sui sedili di una limousine dove senza perdere tempo entrano quelle megere brille come non mai e i due coglioni.
Viene messa la musica a palla e vengono aperte due bottiglie di champagne che si esauriscono in poco tempo a causa loro.
Tenendo il mio flûte in mano guardo la scena che mi si presenta davanti sbalordita, ed è poco.
Mentre i due ballano i loro sederi vengono palpeggiati senza ritegno da quelle pazze, pazze e ripeto pazze come se fosse la cosa più naturale al mondo.
Mi chiedo solamente se siano realmente consapevoli di quello che stanno facendo...
«Dafne, sii più partecipe» mi urla Lucia ma io dopo aver scosso la testa apro un po' il finestrino e faccio filtrare aria fresca.
Ad un tratto l'auto si ferma e lo sportello viene aperto «Signore» saluta un dipendente del posto, credo.
Senza aspettare che mi aiuti scendo dalla macchina allontanandomi di qualche passo da quelle sanguisughe.
Cammino all'indietro di alcuni passi andando a sbattere contro qualcuno «Mi scusi» mi ritrovo a dire ma quando mi giro, davanti, mi compare Paolo, il mio compagno figo e palestrato, lui sì che sarebbe perfetto come spogliarellista!
«Tranquilla» mi sorride e dopo avermi salutato con un bacio sulla guancia si allontana velocemente.
Aspetto che quelle papere escano dalla limousine per poi seguirle all'interno del locale.
«Cosa ci facciamo in discoteca?» domando a Clotilde che sembra la più sobria del gruppo «Ci divertiamo, tu che dici? Stai tranquilla, non le faccio più bere, ho prenotato una saletta dove non potranno fare danni» la ringrazio con lo sguardo per poi seguirla nella baraonda.
Le facciamo entrare, incluso gli spogliarellisti, e con la scusa di andare ad ordinare da bere le chiudiamo lì dentro per poi correre verso il bancone ridendo « Mi stavo chiedendo cosa penseranno di loro i rispettivi maritini» ridacchio mentre sorseggio il mio mojito.
«Non le faranno più uscire, questo è sicuro, sono le 02:00, balliamo un po' e poi le riportiamo a casa?» annuisco per poi buttarmi in pista a ritmo di musica.

Alle 03:05 sono tutte nei loro letti a fare la nanna.
Con Clotilde mi rinchiudo in camera e dopo esserci cambiate, fumiano una sigaretta ciascuno per poi cadere stremate sul letto, addormentandoci.

Angolo Autrice
Eccoci qui!
Addio al nubilato davvero riuscito, vero?😂
Ci saranno delle ripercussioni?
A presto❤

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: Jesus ***


Mi sveglio presto ed uscendo sul balcone cerco di captare qualche suono dalla stanza di Dafne.
Spero che siano tornate, almeno.
Dopo pranzo arriva mio padre con la sua nuova famiglia ed io sono obbligato ad andare all'aeroporto per scortarli fino a casa dei Capponi.
Se non sbaglio, oggi, la dark lady e sua madre andranno a scegliere le composizioni floreali, anch'io dovrei passare per ordinare il bouquet che poi dovrò dare a Dafne, in Chiesa.
Sospiro maledicendo mio padre.
Ad un tratto la misera voglia di andare a prelevarlo scema a mano a mano, chiederò a Dafne di accompagnarmi.
Sono sicuro che con accanto un carattere come il suo mi sentirei più tranquillo e poi devo confessarlo, lei è cazzuta proprio come la mia donna ideale.
Non riesco a spiegarmi questo mio repentino cambio d'idea, fino a due giorni fa, per me, lei era una gran scassacazzo, ottusa e viziata, testarda, nana e malefica, ridicola e fin troppo fuori dalla mia portata, ma adesso, forse contagiato dall'euforia che quel plotone di donne emana, ho cambiato opinione su di lei.
Può diventare fragile, piangere, sentirsi incastrata e oppressa ma riesce comunque a rialzarsi combattendo con determinazione e orgoglio.
Non avevo mai incontrato una come lei e la cosa all'inizio mi dava troppo fastidio.
Vederla mentre non si fa mettere i piedi in testa, mentre litiga da pari a pari con suo padre, mentre risponde a tono senza crearsi problemi mi ha stupito molto e sono davvero sollevato che avrò lei come moglie e non una ragazza superficiale e senza ideali.
Scendo in cucina dove non trovo anima viva, sono ancora le sei e mezza di mattina, dopotutto.
Apro il frigo e prendo il brico del latte riempendone una tazza, apro lo sportello di uno scaffale e ci trovo un pacco di biscotti che prendo andandomi a sedere al tavolo della cucina per poi cominciare a mangiarli.
Sono al decimo biscotto quando dei passi giù per le scale mi annunciano che qualcun'altro si è alzato di buon'ora.
«Già sveglio?» la sua voce mi riempie le orecchie facendomi sorridere leggermente «Dovrei farla a te questa domanda, in realtà, come mai già in piedi?» alza le spalle non sapendo che rispondere «Forse lo stress, forse l'ansia, forse il mal di testa, non saprei dirti, ma ho una gran fame e devo mettere subito qualcosa tra i denti! Oggi sono impegnata con mamma per mezza mattinata, domani invece dobbiamo scegliere il menù, giusto?» apre qualche scaffale cercando qualcosa che non trova dall'espressione della sua faccia «Giusto» rispondo semplicemente continuando a mangiare, la sento sbuffare e sedersi su di uno sgabello con il muso e le braccia conserte «Che ti succede?» diventa improvvisamente triste facendomi diventare dubbioso sulla sua sanità mentale, due secondi fa era sorridente per così dire «È finito il Nesquik» la sento sussurrare a testa bassa, scoppio a ridere alzandomi «E stai per piangere solo perché è finito il cacao?» mi fulmina con lo sguardo «Io devo bere una tazza di Nesquik al mattino, altrimenti sclero! È un rituale sacro il mio...» scuoto la testa, resta sempre una bambina ma dal momento che mi serve più tardi decido di renderla felice «Se vuoi possiamo andare a comprarlo» le propongo facendola illuminare in viso «Lo faresti?» chiede speranzosa con gli occhi a cuore, annuisco scatenando la sua gioia allo stato puro «Grazie, grazie!» mi saltella vicino per poi buttarsi letteralmente su di me «Se basta così poco per renderti felice...» la prendo per i fianchi e la faccio allontanare di qualche centimetro «Oh, scusa» si allontana imbarazzata «Devi farmi un favore in cambio» alza gli occhi al cielo come se lo avesse immaginato «Che tipo di favore?» scrollo le spalle per poi passarmi una mano tra i capelli «Mi accompagnerai a prendere mio padre all'aeroporto, niente di che» sembra soppesare le mie con un cipiglio serio in volto, come se si stessero scegliendo le sorti di un condannato «Va bene, okay, ma adesso andiamo a comprare il Nesquik, sto morendo di fame!» mi prende per il braccio e mi trascina in corridoio.

Cammino avanti e indietro per il salotto aspettando che quella ritardataria scenda.
Guardo l'ora per l'ennesima volta, le avrò detto un centinaio di volte di non fare tardi e lei sembra non aver sentito neanche mezza parola.
È tornata, tipo, mezz'ora fa a casa e ancora non la si vede.
Sto per chiamarla al cellulare quando finalmente la vedo comparire vestita di tutto punto in un abbigliamento lontano mille miglia dal suo solito.

«Zitto! Neanche mezza parola su come sono vestita» la guardo basito e con la bocca leggermente aperta, non per dire, ma sta realmente bene, dovrebbe usare più spesso questa eleganza «Sei davvero molto graziosa in questa mise, non ho niente da ridi...

«Zitto! Neanche mezza parola su come sono vestita» la guardo basito e con la bocca leggermente aperta, non per dire, ma sta realmente bene, dovrebbe usare più spesso questa eleganza «Sei davvero molto graziosa in questa mise, non ho niente da ridire» alzo le mani per rafforzare le parole pronunciate «Non è stata certo una mia idea, mia madre mi ha obbligato con le minacce e con le sue solite frasi da chi non vuole fare brutte figure, ah, non so se lo hai saputo...I miei genitori e Andrea verranno all'aeroporto con una limousine, porteranno loro la tua famiglia fino a casa» non potrei essere più felice, per una volta non mi dovrò sorbire tutte le lamentele di quelle due e i pesanti discorsi di mio padre.
«Andiamo» la invito a uscire dalla stanza, alza gli occhi al cielo e girando sui tacchi mi da le spalle dirigendosi verso la porta d'ingresso ignara che il suo sedere è messo il bella mostra dalla tuta che indossa.
Come avevo sempre pensato, il corpo non è da buttare.
«Smettila di guardarmi il didietro e rispondi alla mia domanda» alzo lo sguardo e lo incrocio al suo «Cosa?» sbuffa guardandomi male «Tua sorella è pesante? Dolores? Di chi devo preoccuparmi?» domande lecite dopotutto per chi non vuole fare passi falsi facendo alterare il paparino «Lola è la solita ragazza ricca che pensa alla moda, allo shopping, al divertimento e ai ragazzi, se ti prenderà in simpatia, cosa poco probabile, non farà altro che spettegolare. Dolores, invece, è una Lola cinquantenne, ci tiene all'eleganza e alla perfezione di ogni cosa, avrà sicuramente da ridire sui preparativi del matrimonio, in poche parole sono due rompicazzo che non si fanno gli affaracci loro. Devi entrare nelle grazie di mio padre, è lui il capo, è lui che devi convincere.
José è un cazzone in piena regola, ci proverà spudoratamente con te» le spiego accendendo il motore della macchina «Di bene in meglio, hai una famiglia davvero splendida ed hai anche un'alta considerazione su di loro» si mette la cintura sistemandosi meglio sul sedile, mi giro un attimo posando lo sguardo sulla scollatura «Crociato, il mio viso è più in alto, smettila di osservarmi come un arrapato vergine che si fa di seghe dalla mattina alla sera» la sua linguaccia non si è per niente addolcita «Dovresti mangiare miele la mattina al posto del Nesquik, dicono che riesce a rendere più dolce l'acido che si incorpora sulla lingua» solita routine, andiamo avanti a pungenti battute «E tu dovresti cercarti un'amante perché non ho intenzione di vivere con quel tuo sguardo da malsani impulsi sessuali» rido pensando a quanto sia ingenua, come può non averlo ancora capito?
C'è uno scopo ben preciso per il quale siamo obbligati a sposarci.
Un erede, un maschio che possa unire le due famiglie e i loro mondi malavitosi, ecco cosa vogliono da noi.
«Perché trovarmi un'amante quando avrò una moglie che potrà soddisfare i miei istinti animali, come li chiami tu?» mi sto ancora chiedendo se sia vergine o lo abbia già fatto con qualcuno, con quel Paolo, ad esempio.
«Puoi scordartelo! Non verrò mai a letto con te, fossi l'ultimo uomo presente sulla terra» ed ecco che tra poco tutta la pazienza che tiene in corpo collasserà non appena dirò qualcos'altro che non le va giù «Ma come? Non lo sai? I nostri genitori non vedono l'ora di diventare nonni, vuoi privarli di questo piacere?» ghigno aspettando la sua reazione che non tarda ad arrivare «Io non avrò mai un figlio, non da te! E quando deciderò di averne uno, sarà con l'uomo che amo e non con un mafioso che lo farà entrare in qualche losco giro allontanandolo da me e dal giusto. Mio figlio non farà la fine che ho fatto io, che hai fatto tu, Andrea e gli altri, non permetterò a nessuno di educarlo alla violenza!» sbotta rabbiosa alzando il tono di voce, le sue parole mi colpiscono come un pugno in faccia, non credevo che la sua vita le facesse così schifo, che odia la sua situazione fino a starci male e volerla cambiare, possibile che abbia realmente un fidanzato?
«Pensieri nobili i tuoi, peccato che sono del tutto irrealizzabili, tu dovrai sottostare a quanto deciso dal patto e questo comprende anche avere un figlio maschio, mi dispiace per l'uomo che ti fa scalpitare il cuore, ma dovrai venire a letto con me, che ti piaccia o no!» distruggo ogni sua vana speranza con parole fredde e ben mirate, perché non si rassegna? Perché continua a lottare in una guerra persa in partenza?
Il silenzio aleggia imperioso, non risponde e questo mi fa pensare che non si aspettava una rivelazione del genere.

Arriviamo all'aeroporto lasciando la macchina nel parcheggio.
Scende velocemente dalla macchina e comincia a camminare verso l'entrata.
La raggiungo in pochi passi prendendola dal braccio «Cerca di comportarti come si deve» le sussurro all'orecchio intrecciando la mia mano alla sua «Siamo una coppia, dopotutto» non mi degna di uno sguardo continuando a camminare con me accanto «Di qua, sono nel gate della prima classe, i tuoi quando arrivano?» la sento sospirare ma non risponde subito, guarda l'ora sull'orologio che indossa «Tra dieci minuti dovrebbero essere qui» annuisco continuando a camminare con nonchalance, alcune ragazze mi guardano interessate fregandosene che vicino ho la mia "fidanzata", Dafne sembra notarlo e non si trattiene dal farmelo notare «Guarda quante future amanti pronte per te, la scelta è tua» devo rimangiarmi quanto avevo pensato stamattina, è una gran scassacazzo con sfumature di immaturità ed idiozia, non cambierà mai.
«Vedi di essere così intelligente da fare le tue stupide battutine anche davanti a mio padre...» sorride con sguardo da animale indifeso «Non oserei mai mettere nei guai il mio amato fidanzato davanti a suo padre, povero piccolo, hai paura che possa metterti in punizione per non riuscire a tenere a freno la propria fidanzata?» continua deridermi come se fosse la cosa più naturale di questo mondo, e solo i Santi, che stanno trattenendo la mia collera, sanno quanto vorrei chiuderle quella boccaccia con poca gentilezza «La vuoi smettere di essere così infantile? Devo per forza incazzarmi ogni volta che ti ho accanto?» continuiamo a camminare mano nella mano con la sua presa inesistente e la mia che, invece, la sta stritolando come se fosse un grissino «Se non mi sopporti non vedo il perché tu debba avere un figlio con me o vivere con me, possiamo benissimo rimanere separati e fingere di essere felici alle riunioni di famiglia» cerca di liberarsi dalla mia presa diventata sempre più forte ma non glielo permetto «Piccola mia, non hai capito un emerito cazzo del mondo in cui vivi, la tua dolce mammina avrebbe dovuto informarti meglio» arriviamo al gate continuando a punzecchiarci a vicenda fino a quando non intravedo l'alta figura di mio padre «Eccoli, cerca di essere quanto meno educata» mi avvicino con lei sempre al mio fianco accennando un sorriso «Padre! Felice di vederti» una stretta di mano e una pacca è quanto ci scambiamo per mantenere le apparenze «Dolores» saluto la megera per poi voltarmi verso i suoi adorati figli «Lola, José» mi guardano indifferenti mentre noto che la dark queen stia guardando con grande disappunto la scena «Lei deve essere Ludovica» mio padre le si avvicina mettendole le mani sulle spalle nude e non posso fare a meno di mettermi immediatamente accanto a lei «Benvenuto in Calabria, signor Cruzado» appare come una perfetta fidanzatina e ne rimango un po' sorpreso «Chiamami pure Juan, querida» sorride leggermente annuendo «Beh, allora lei deve chiamarmi Dafne, Juan» cerca di ironizzare riuscendoci a quanto pare «Bene bene, come vuoi, Dafne ti presento mia moglie Dolores e i fratelli di Jesus, José e Lola» li saluta garbatamente nonostante il muro che si trova ad avere davanti «Scusate il ritardo di mio padre, aveva del lavoro urgente da sbrigare, intanto potremmo andare al bar a bere qualcosa di fresco, che ne dite?» rimango sempre più stupito del suo repentino cambio d'atteggiamento che quasi non la riconosco più «Ottima idea, che ne dite?» intervengo in suo sostegno «Ma si, perché no?» così dicendo ci incamminiamo tutti verso un bar decisamente alla moda per un aeroporto e ci accomodiamo aspettando l'arrivo del cameriere.
La suoneria di un telefono interrompe il silenzio creatosi al tavolo, vedo Dafne frugare nella borsetta dalla quale estrae il cellulare «Scusate» si alza e si allontana per rispondere.
«Per la prima volta provo pena per te, fratellino, davvero pessimo partito» come avevo immaginato Lola non ha ancora imparato a tenersi la bocca chiusa «Tutta invidia la tua, Lolita...A mio parere è un bel bocconcino da assaporare, sei stata fortunato che non te ne sia capitata una cessa» ed ecco che anche il coglione ha parlato esponendo le sue cazzate al pubblico «Non male come ragazza, dovrebbe curarsi un po' di più, si vede mille miglia che l'abbigliamento non è suo, avrà tutt'altro modo di vestire» l'esperta di moda ha parlato, ma io aspetto solo un unico parere che sembra non arrivare «Lasciate stare la ragazza, ho subito notato che non si avvicina neanche di un millimetro alle ragazze di oggigiorno, viziate e presuntuose, deve avere un bel carattere, confermi?» lo fisso per qualche secondo incredulo, non credevo e non ci speravo che gli sarebbe andata a genio «Confermo, tiene testa persino a suo padre, cosa inusuale ma vera, ha bel carattere e non si fa mettere i piedi in testa» ghigna girandosi verso la porta dov'è ferma a parlare sicuramente con suo padre dall'espressione seria «Muy biensarà un'ottima moglie e madre».
La vedo tornare ma l'espressione cupa non l'abbandona, si porta una mano al fianco e senza pensarci due volte le vengo vicino preoccupato «Stai bene?» non risponde ma una smorfia di dolore conferma che qualcosa non va «Signorina Dafne, chiamo un dottore?» mio padre si alza e prende subito il cellulare per chiamare l'ambulanza, «Stai tranquilla» le sussurro all'orecchio, si appoggia leggermente al mio petto prima di perdere del tutto i sensi.

Angolo Autrice
La situazione sembra precipitare: i litigi e adesso il malore di Dafne, cosa le sarà successo?
A presto❤

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16: Dafne ***


Mi sveglio di colpo aprendo gli occhi ma subito li richiudo per la troppa luce.
Un dolore lancinante al fianco si diffonde offuscando ogni altra sensazione, poggio la mano sotto lo stomaco e subito noto qualcosa di strano, decido di alzare le coperte ritrovandomi in un lungo camice d'ospedale, tocco la leggera stoffa sentendone altra avvolgermi tutto il ventre, ma che mi è successo?
Mi guardo intorno e lo sguardo mi cade sulla figura addormentata accanto al lettino, Jesus.
È rimasto qui?
Sorrido al pensiero sorpresa nel ritrovarmelo in questa veste, ma come si dice? 
"In salute e in malattia..."
Continuo a fissarlo per un tempo impreciso, dopotutto è un bel ragazzo, non posso negarlo.
Allora perché faccio di tutto per allontanarlo e farmi odiare?
Infondo, credo proprio di saperlo...
Ho paura di affezionarmi a qualcuno che potrebbe ferirmi o farmi del male, ho sempre cercato di starmene lontana dalle conoscenze di mio padre e di mio fratello, non mi sono mai fidata di nessuno.
Il dolore persiste e non vale a nulla pensare ad altro per alleviarlo, richiudo gli occhi respirando a fondo, ma che diavolo prende al mio corpo?!
Porto nuovamente la mano al fianco capendo finalmente di avere dei punti non ancora chiusi del tutto, riapro gli occhi girandomi verso il Crociato mentre le fitte lancinanti sembrano diminuire di poco «Ammiri la perfezione, preciosa?» i suoi occhi chiari si posano sui miei mentre si apre in un sorriso «In realtà mi stavo chiedendo se russi anche la notte, no perché altrimenti andrai a dormire sul divano» rispondo per sgonfiare il suo immenso egocentrismo «Vedo che la tua linguaccia si sia ripresa alla grande, eri mille volte meglio ko» vorrei schiaffeggiarlo ma non ne ho le forze, quindi ci rinuncio «Cosa mi è successo ieri?» si alza avvicinando la poltroncina totalmente al mio letto «Piccoletta, vorrai dire tre giorni fa, comunque, ti sei sentita male all'aeroporto svenendo di colpo, ti abbiamo portato all'ospedale dove ti hanno diagnosticato l'appendicite, ti hanno operato l'altro ieri asportandoti l'appendice, i punti sono quasi del tutto chiusi, credo che domani mattina potranno cacciarteli» annuisco allibita, chi avrebbe mai pensato che pochi giorni prima del mio matrimonio mi sarei operata d'appendicite?
«Mi fa male un casino il fianco, ti prego chiama qualcuno» gli chiedo poggiando la mia mano sulla sua, scatta in piedi all'istante «Torno subito» mi lascia un leggero bacio sulle labbra per poi correre a chiamare qualcuno.
Mi sfioro la bocca sorridendo come un'ebete, è stato dolce...

Per mia fortuna i preparativi per le nozze sono proseguiti senza intoppi, tornata a casa non ho potuto neanche aprire la bocca per una mia personale considerazione in quanto spedita nella mia stanza a riposare.
Coricata come un fagotto penso ad un modo efficace per scendere le scale le quali sono diventate un vero incubo per il mio povero fianco ancora dolorante e non del tutto guarito.
La mia pancia brontola e non posso che darle ragione, i dottori hanno espressamente ordinato di mangiare solo brodini vegetali per purificare lo stomaco e l'intestino, di bere intrugli dall'odore nauseante e non azzardarmi a mangiare schifezze varie di cui sono ghiotta.
Naturalmente vengo tenuta d'occhio da ogni persona presente nella casa, da mio padre all'ultimo cameriere.
Mi metto seduta con qualche difficoltà quando la porta viene aperte e sulla soglia appare Jesus, l'onnipresente.
Non mi lascia un attimo di respiro, è praticamente ovunque.
Non so perché è così preso ma stento a riconoscerlo, sembra diventato un angioletto «Aspetta, ti aiuto» afferro la mano che mi tende e lentamente mi metto in piedi «Vieni, siediti un po' in veranda, ti farà bene un po' d'aria fresca» lo seguo senza obbiettare, scosta la tenda facendomi passare «Ecco» mi aiuta a sedermi sulla poltrona per poi sorridermi, ma quanto è strano??!
«Come mai non parli?» domanda vedendo che non apro bocca, sospiro e mi giro a guardare il paesaggio che mi si presenta davanti «Perché sei così premuroso con me?» chiedo di rimando, lo sento trattenere il respiro per qualche secondo così mi rigiro osservandolo attentamente, sembra turbato da qualcosa «Nonostante non ci sopportiamo per svariati motivi, alla fin fine, a te, un po' ci tengo...Quando sei svenuta tra le mie braccia mi sono preoccupato pensando fosse qualcosa di più grave, sono sollevato dal fatto che sia stata solo un'appendicite» sembrerebbe quasi una dichiarazione d'affetto, ci guardiamo per alcuni istanti prima che ricominci a parlare «Mia madre è morta di leucemia dopo la mia nascita, non averla potuta conoscere sapendo che la principale causa della sua morte sono io mi fa impazzire, mi chiedo perché non abbia abortito, perché abbia continuato a soffrire in quel modo fino a perderci la vita.
Odio mio padre per non esserle stato accanto come si deve in quei momenti così difficili, per aver continuato a metterle le corna con quella donna che adesso sfoggia ogni ricchezza come se fosse lei l'artefice dei soldi con cui la paga, quella maledetta ha preso il posto di mia madre come se niente fosse ed i suoi figli si sono sentiti in diritto di pretendere quanto spetta a me da sempre! Non sopporterei vederti ancora in quelle quattro mura...» la sua angoscia palpabile mi tocca il cuore, si è aperto con me e gliene sono grata, gli accarezzo la guancia asciugandogli una lacrima sfuggita al suo controllo «Jesus, non darti colpe per quanto è accaduto a tua madre, ha voluto donare a te la vita che lentamente la stava lasciando, lei continua a vivere in te, nel tuo cuore, da lì nessuno può portarla via, pensa a quanto dev'essere felice nel vederti così cresciuto, nel sapere che il suo sacrificio è valso a qualcosa» gli accarezzo i capelli dolcemente pensando a quanto sia indifeso in questo momento «Dafne, non ho fatto niente di sensato nella mia vita, eseguivo gli ordini che mi venivano dati da mio padre senza pensare a quante vite avrei distrutto, lei non avrebbe voluto che diventassi quel che sono, lo avrebbe sicuramente impedito» prende la mia mano tra le sue e con mio stupore ne bacia il palmo «Hai pensieri così diversi dal mondo in cui vivi, hai il coraggio di ribellarti mentre io mi sono lasciato trascinare» ci guardiamo negli occhi, è così bello quando mostra il vero sé stesso «Dafne...» stringe le mie mani «Jesus» le nostre labbra si scontrano unendosi in bacio desiderato da entrambi.

Angolo Autrice
Altro momento a due, cosa ne pensate?
Avranno finalmente fatto la pace?
A presto❤

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17: Dafne ***


Un altro tuono squassa il cielo provocandomi lunghi brividi sulla schiena.
Mi guardo allo specchio indecisa sul da farsi, questa sera ci sarà la festa di fidanzamento e sono del tutto fuori forma per affrontarla.
Il vestito è poggiato sul letto con cura e guardandolo il ritmo del mio cuore accelera, è così bello che quasi ho timore ad indossarlo.
Tra due ore arriveranno la parrucchiera e la truccatrice per prepararmi al meglio per l'evento, il problema è che non possono migliorare il mio stato di salute abbastanza precario.
In presenza degli altri cerco di minimizzare ma sono ancora troppo debole e quattro giorni non basteranno per rimettermi in forze, sono totalmente giù di morale.
Qualcuno bussa per poi entrare «Tesoro mio, come ti senti?» vado ad abbracciare mia madre beandomi del suo dolce profumo alla vaniglia «Come farò ad affrontare tutta quella gente? Non è qualcosa che mi riesce bene, sono così lontana da tutto questo...» mi accarezza i capelli continuando a tenermi nel suo caldo abbraccio «So quanto è difficile tutto questo per te, non ho ancora perdonato tuo padre per quel che ha tremato alle mie spalle ma soprattutto alle tue, sono così dispiaciuta di non poter annullare il matrimonio, ma almeno hai Jesus e non un pazzoide come marito» da una parte ha ragione, mi è andata bene, Jesus si è rivelato migliore di quel che avevo pensato all'inizio «Dovevi vedere com'è stato in pena per te quando eri ricoverata, non ha lasciato mai la stanza se non per andare in bagno o prendersi un caffè, è stato così premuroso e dolce, hai trovato un gioiello Dafne, devi solo saper prendere la strada giusta» posso solo immaginare come si è sentito, il rimorso per la morte di sua madre è sempre presente e non lo lascerà finché non si renderà conto che non è lui la causa ma la "natura maligna".
«Grazie mamma» le sorrido grata «Non c'è di che, non buttarti giù, stasera dovrai divertirti, resta accanto a Jesus, vedrai che non succederà niente di male» annuisco guardando nuovamente l'abito, si gira anche lei sorridendo «È davvero molto bello, vedrai, li stenderai tutti».

Cammino avanti e indietro lisciando le pieghe della gonna, l'agitazione mi assale vincendo l'apparente calma che si stagliava qualche minuto prima «Puoi farcela!» dico a me stessa spruzzandomi il profumo, si, posso farcela, devo farcela!
Vado verso il balcone uscendo, respiro un po' d'aria estiva, la luce nella sua stanza è ancora aperta, cerco di sbirciare ma le tende me lo impediscono così rientro dentro e mi affretto ad uscire dalla stanza.
Mentre cammino per il corridoio sento delle voci femminili in vicinanza, mi nascondo dietro l'angolo ed inizio ad origliare, saranno sicuramente Dolores e Lola.
«Proprio pessimo partito, è la peggior scelta di sempre di papà! Goffa, per niente aggraziata e femminile, i capelli sono un vero scempio, quale ragazza di buona famiglia tiene i capelli in quello stato? Come avevi notato il suo vero stile è un vero disastro, provo pena, per la prima volta, verso Jesus!» parlano in spagnolo ma per loro sfortuna lo capisco, stringo la mascella mentre le mie mani si serranno in pugni, quella papera starnazzante osa criticarmi per poi fare la faccia lavata, quello a dover provare pena è proprio Jesus, non il contrario.
«Sarà ancora una verginella incallita, chissà cosa ci hanno trovato di bello in lei José e papà» sentendo quelle parole il mio lato vendicativo esce allo scoperto facendomi uscire dal mio nascondiglio «Meglio verginella che puttanella, tesoro» si girano entrambe colte sul fatto con occhi sbarrati e bianche in volto «Stavo giusto sentendo i tanti complimenti che stavi facendo alla mia persona, ma non dovevi sentirti obbligata, Lola, giusto? La prossima volta assicurati che non ci sia nessuno prima di aprire i gommoni per parlare, ah, non serve a niente parlare in spagnolo visto che l'ho studiato e quindi riesco a comprendervi» detto ciò le do le spalle incamminandomi verso le scale dove incontro Jesus di un'eleganza abbagliante «Sei bellissima» gli sorrido prima che possa catturare le mia labbra in un bacio veloce «Sembravi turbata, ti senti male?» scuoto la testa, devo dirgli del mio incontro con le due spagnole?
«Piacevole conversazione con mia suocera e mia cognata» diventa serio di colpo guardandomi in modo freddo e distaccato «Perché penso che la tua linguaccia abbia fatto il suo intervento?» ha cominciato a conoscermi fin troppo bene per mia sfortuna «Ehi, hanno cominciato loro a criticarmi alle mie spalle, io mi sono ritrovata lì per caso a sentire quel che dicevano, anch'io ho il mio orgoglio da proteggere, non lasciavo di certo correre» alza gli occhi al cielo, ridacchio guadagnadomi un'occhiataccia «Non è la fine del mondo, se lo va a spifferare a tuo padre mi difenderò a mia volta dicendo quel che la sua cara figlioletta pensa di me, tranquillo, non ho bisogno del tuo aiuto, so cavarmela e poi ho notato che tuo padre non mi disprezza come loro due, anzi, sembra realmente gentile con me» sembra calmarsi respirando a fondo «D'accordo, basta che non combini altri guai fino a fine serata, adesso, passiamo a cose più importanti» si abbassa inginocchiandosi con in mano una scatolina, rimango senza fiato quando l'apre davanti ai miei occhi «Ludovica Lucia Elettra Dafne Capponi, vuoi sposarmi?» guardo il piccolo anello d'oro a goccia strabiliata, è così particolare con quella gemma nera «Jesus Pablo Rafael Ruiz Cruzado, si...» sorride nel sentire il suo nome per intero, mi infila l'anello alzandosi «E così ricordi il mio nome completo? Mi hai stupito, preciosa» mi avvolge il fianco col suo braccio per poi invitarmi a scendere le scale insieme, uno accanto all'altro per darci coraggio a vicenda «Andrà tutto bene» sussurro mentre tutti gli occhi si puntano su di noi.

Per tutta la serata sono rimasta accanto a Jesus che si è rivelato una buona compagnia in quella giungla di estranei.
Clotilde, invece, sembra del tutto scomparsa.
Non mi ha prestato molta attenzione ultimamente, sembrava essere sulle nuvole tutto il tempo.
Bevo un po' di spumante con la noia che esce da tutti i pori esistenti nel mio corpo.
«Sai ballare?» domanda di punto in bianco il Crociato «Per chi mi hai preso? Certo che so ballare!» goccioline di sudore freddo solcano la schiena mentre un sorriso finto viene abbozzato dalle mie labbra «Dafne, Dafne, scommetto che sei una frana nel ballo a coppia» sbuffo incrociando le braccia al petto «Non fare il muso, piccoletta, basta che mi segui, vedrai non sarà del tutto un fallimento» mi bacia sull'angolo della bocca per poi mordermi il lobo «Non vedo l'ora che tutte queste teste vuote se ne tornino a casa, ho qualcosa da farti vedere» sento i miei liquidi corporei prosciugarsi del tutto nel sentire quelle parole in contatto con il mio orecchio «Che tipo di sorpresa?» fa spellucce con la mano allontanandosi, vorrei tanto sapere cosa ha in mente quel Crociato spagnolo!
La musica cambia di colpo facendomi capire che è arrivato il momento del tanto indesiderato ballo di coppia, mi porge la mano che sono costretta ad accettare.
Mi dirige verso la pista da ballo ed inizia a muovere i primi passi di lento, a me del tutto sconosciuto.
Cerco di sembrare la più naturale possibile mentre continuo a seguirlo, mi stringe più a sé poggiando la sua guancia sulla mia «Te la cavi, preciosa...» mi conforto leggermente rimanendo concentrata fino alla fine che, per mia fortuna, non tarda ad arrivare.
Appena l'ultima nota cessa il suo suono mi allontano da tutta quella gente che applaude seguita subito dopo da Jesus che mi agguanta per la mano portandomi in balcone dove i fuochi d'artificio cominciano ad illuminare il cielo notturno.
Rimango senza fiato ammirando tutti quei colori mentre la sua mano stringe possessivamente il mio fianco facendomi aderire completamente a lui, mi giro per poterlo vedere in faccia notando che sta guardando qualcosa dietro le mie spalle, seguo il mio sguardo indirizzandolo sulla figura di José che alza il suo bicchiere ridendosela bellamente «Hijo de puta...» sgrano gli occhi nel sentire quell'affermazione uscire dalla bocca di Jesus «Ehi, non ci badare» lo faccio voltare verso di me per poi sorridergli, sospira avvolgendomi nel suo caldo abbraccio sotto quello spettacolo luminoso e sotto lo sguardo degli invitati.

Verso le tre del mattino posso finalmente tirare un respiro di sollievo, mi caccio i tacchi senza badare all'occhiata scettica che mi getta Lola e quella stupita di José che per tutta la serata non mi ha tolto gli occhi di dosso.
«Scusate l'indecenza, ma i miei piedi esigono l'essere ascoltati» lo vedo avvicinarsi fin troppo a me ghignando in modo perverso «Tu eres muy bonita, ¿puedo llamarte "bonita"?» sembra brillo ed un forte odore di alcol me lo conferma «No, per te sono Dafne» rispondo risoluta allontanandomi disgustata «Yo quiero llamarte "bonita", tu eres hermosa como las chicas españolasyo te quiero muchisimo» ma dov'è finito Jesus? E perché quella gallina non fa qualcosa per allontanare suo fratello? Ma certo, si gode lo spettacolo mentre i nostri genitori sono magicamente scomparsi nel nulla.
«Senti Crociato 2, adesso hai rotto, sei ubriaco marcio e puzzi da morire, vedi di girarmi a largo se non vuoi ritrovarti con i tuoi gioiellini spagnoli fuori uso...» scoppia in una risata oscena scuotendo la testa «Si, hai fegato, aveva ragione nostro padre» se ne va chissà dove seguito da Lola che prima di voltarsi mi lancia un'occhiata di fuoco che non promette amicizia.
Ma dove si è cacciato quel Crociato? 
Gli occhi si stanno chiudendo soli e le mie gambe tra poco esauriranno le ultime energie.
Se entro due minuti non è qui, me ne vado a dormire, senza "ma" e senza "se".
Mi avvicino al tavolo delle bevande e mi verso un po' di succo tropicale, il mio preferito.
Ad un tratto la luce si spegne e girandomi allarmata noto una luce soffusa sul balcone, lentamente mi avvicino e quando metto di poco la mia testa fuori parte una canzone, quella canzone...
«Amarte como te amo es complicado
Pensar como te pienso es un pecado
Mirar como te miro está prohibido
Tocarte como quiero es un delito

Ya no sé qué hacer
Para que estés bien
Si apagar el sol
para encender tu amanecer...» il mio cuore comincia a reagire alle parole, è la canzone che ho messo quando ci siamo conosciuti...
Mi guardo in giro trovandolo davanti alla balaustra con due lanterne pronte per spiccare il volo, mi avvicino velocemente sorridendo come una bambina «Ho pensato di ricreare l'atmosfera che Eugene Fitzherbert alias Flynn Rider ha voluto regalare alla sua amata principessa...» quasi non ci credo, Rapunzel è la mia principessa Disney preferita, come ha fatto a scoprirlo?
È stata proprio lei ad influenzarmi nel mio taglio di capelli all'epoca ed ancora oggi li tengo corti proprio per il bel ricordo che mi ha lasciato.
«Non dovevi...» non finisco di parlare che altre lanterne cominciano ad illuminare il buio che ci circonda, metto una mano davanti alla bocca stupita «Sorpresa!» sussurra avvicinandosi e porgendomi una lanterna, insieme le lasciamo andare guardando lo spettacolo che si è andato a creare in cielo «Grazie...» lo abbraccio spontaneamente mentre la canzone di Prince Royce accompagna il dolce momento.


Angolo Autrice
Capitolo interessante a mio parere, voi che ne pensate?
A presto❤

P.S. Vi lascio con i nostri protagonisti...

 

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