L'avvoltoio innamorato dell'acqua marina

di camillavaamare
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 9 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


à

1.CUORE INNAMORATO E CRUDELE

Ares, è figlio di Era e Zeus. Nsce in Tracia. Ha due sorelle, anche loo Dee: Eris (Dea Della Discordia) ed Atena (Dea delle Stratgie Militari Ed Astuzia).

Ares è il dio che incita all'odio; per poter così provocare le guerre, stragi e distruzioni. Ama la vendetta, tanto quanto il sangue.

Ad Ares delle guerre interessa solo lo sterminio degli umani e le carneficine, quindi non è interessato a sapere da quale parte fosse la ragione e il torto. Ha grande forza ed un temerario coraggio... per non dire incoscienza. Si butta nella lotta allo sbaraglio.

Ares è corazzato di bronzo. Ed ha una lunga lancia capace di trapassare gli scudi più duri e resistenti.

Ares in guerra viene seguito da Eris ed i figli: Deimos Lo Spavento e Phobos Il Terrore.

Un dio così ispirava poca devozione; anche tra gli Dei stessi non è molto amato. Ares ed Afrodite si amano.

Ares, sta passeggiando per levie della città; sente due litigare. Estrae la spada e i avvicina. Uccie un ragazzo a caso, dopodiché rindodera l'arma.

"Come ti chiami, umano? Parla. Sono Ares."ordina impaziente il ragazzo.

"So chi siete. Mi chiamo Alexis. Perché l'avete ucciso? Abbiamo avuto una discussione."

"Il tuo amico, voleva rubarti tua moglie. Ecco, perché. Devo andare."spiega impassibile Ares prima di andarsne. Adora mettere i sentimenti peggiori dentro le persone, l'odio è quello che si diverte a mettere di più.

Ares va dalla sua amata Afrodite. Si amano... perché è l'amore a calmare la violenza. Non potrebbero essere più diversi. Sono opposti mab si completano. L'amore ferma quella sua furia omicida ingiustificata. Ares solo quando è con Afrodite non fa il pazzo, anzi. Riesce ad essere perfino dolce! Lei lo calma... sono molto innamorati.

Ares; bussa alla porta della casa e il servo gli apre, lo porta dall'amante. Li lascia.

Afrodite, è una ragazza bellissima. Ha 24anni apparenti, con grandi occhi blu, lunghi capelli biondi, ricci, labbra sottili, rosee, ha le orecchie ed il naso piccoli. Le sue forme sono sensuali e terribilmente morbide, nonostante il suo corpo esilissimo ed asciutto. Lei ama con tutta sé stessa, ma senza secodi fini. Ha deciso i amare Ares.

Afrodite, nasce in primavera dalla spuma del mare fecondata dai testicoli di Urano, che Cronos aveva scagliato in mare dopo la ribellione contro il padre.

Quando Ares, vede la ragazza viene invaso da un senso di pace profonda. È l'unca ad amarlo senza volerlo cambiare. Adora il sangue e lei lo sa.

"Finalmente, ti vedo senza corazza. Sembri quasi un ragazzo normale."dice allegra Afrodite prima di baciarlo. La guarda accigliato.

"Esatto, asembro. E non voglio nemmeno esserlo. Sai che noia avere paura del tempo. Per fortuna, sono immortale."commenta il ragazzo sedendosi con lei sul divano. Ammira Afrodite. Indossa tanti gioielli stupendi, tra i capelli ha delle ninfee rosa ed un lungo vestito blu quasi trasparente.

Afrodite essendo molto vanitosa adora essere venerata. Stende l'amante sul divano ed inizia a baciarlo. Lenta con tanta passione.

"Ti appartengo... perché amarti è semplice come sorridere... voglio possederti. Mi desideri fino al limite dell'ossessione... voglio rifare l'amore."

"Sei sempre molto tenera. Come potrei non amarti? Conosci la parte peggiore di me. Sai cosa faccio, però ci resti. Perché? Nessuhno mi ama."

"4Sono l'esatto opposto dell'amore. Vendicativo, sadico e olento. Come puoi essere innamorata?"

"Te lo ripeto... io, ti amo. Non posso cambiare la tua natura... sei bello. Ecco, perché."spiega soave svestendosi, lo stesso fa lui; Ares intanto che la bacia porta la ragazza sul letto. Fanno l'amore, quando finiscono i loro sguardi teneri si fissano. Anche con tutte le rassicurazioni di Afrodite, lui continua a non capire come la Dea Dell'Amore E Della Bellezza possa amarlo. Viene invidiato da tutti gi Dei Dell'Olimpo! Atena, ha cercato di avvisare la rgazza della codardia del fratello; ma essendo accecata dall'amore per Ares non le crede.

Afrodite gli sposta la frangia e accarezza il suo corpo. È perfetto senza segni. Ha una pelle chiara, quasi cadaverica. L'unica cosa che lo differenzia dagli umani è la forza sovrumana... ha perfuino gli stessi sentimenti. Positivi e negativi.

I Greci non usano l'orientamento sessuale come un identificatore sociale.

La società non divide desiderio o comportamento sessuale dal sesso di appartenenza dei partecipanti, ma per il ruolo che ciascuna persona ha all'interno del rapporto e nell'atto sessuale. Se fosse stato dominante o dominato. Questa divisione viene fatta tra attivo e passivo. Corrisponde ai ruoli sociali (dominanti e sottomessi).

Il ruolo attivo, anche nella penetrazione viene collegato con la mascolinità; quindi allo stato sociale più elevato ed all'età adulta. Mentre il ruolo passivo viene collegato con la femminilità, che sarebbe lo stato sociale più basso ed alla pr adolescenza.

Ares, dopo aver baciato l'amante si alza ed esce sulla spiaggia. La sabbia calda gli scotta i piedi e lui corre nel mare. Ama l'acqua marina perché Afrodite nasce qua.

Le onde si infrangono sul suo corpo spruzzando quel liquido salato nella sua bocca.p

Ad Ares, l'acqua marina ricorda il sangue. Gli umani nsenza quei liquidi non possono vivere.

Ares ha un cuore innamorato e crudele... come può amare Afrodite ed essere così spietato? Non lo sa neanche lui. Tuttavia, è impassibile cambiare la propria natura.

Zeus, manderà il suo irresonsabile figlio a cercare un misterioso oggetto; in questo modo Afrodite vedrà realmente la natura del Dio Guerriero. Ares e Zeus fanno l'accordo che se tornerà vivo potrà sposare Afrodite.

Ares, è cotto dell'amante... rinuncierebbe perfino all'immortalità... se significsse sare con lei! Non gli interessa cosa deve sacrificare.

L'avventura di Ares ed Afrodite sta per iniziare... riusciranno a tornare vivi? Il loro amore, nonostante questo supererà i problemi della convivenza ed i caratteri diversi? O suo padre riuscirà a tenerli separati? Lei è già sposata, ma ama Ares per la bellezza e l'incoscienza dimostrata nei combattimenti. Non le importa se ha un marito.

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Capitolo 2
*** 2 ***


6

2.ETERNI RIVALI!

Ares baciata Afrodite monta sul cavallo, galoppa a casa e nel corridoio incontra sua sorella. Lei gli salta addosso per baciarlo.

“Buonasera, sorella... dove vai di bello? Posso accompagnarti? Ne sarei felice...”

“Da nessuna parte, veramente. Stavo cecando te. Ti regalo un po' di me... con silenzi seducenti... tormenti e passioni. Desidero baciarti...”dice soave al fratello avvicinandosi. Lo bacia e lui osserva Eris innamorato. Indossa un vestito giallo, lungo, con le bretelle dorate ed i sandali.

“Non saprei stare senza di te... voglio baciarti. Fa niente, se sei mia sorella.”aggiunge tenero Ares prima di baciarla. Eris solo in qesti momenti si sente bene. Ama suo fratello più della sua stessa vita.

“Nessuno ci dividerà. E se proveranno a farlo li trafiggerò con la lancia.”

“Nessuno ci proverà. Sanno che sei crudele. Tutti hanno paura, tranne Afrodite.”aggiunge soave venendo trascinata dal fratello nella sua stanza.

Fratello e sorella si baciano lentamente, vogliono gustarsi quel momeno. Eris toglie il vdestito. Il tuo corpo mi affascina. È bello... e lo stesso i tuoi baci. Sono seducenti... sei perfetta. Riflette innamorato Ares accarezzandola.

“Devo andare. Scusa. Ci vediamo in un altro momento...”aggiunge sove baciandolo. I soldati entrano e sposta no la ragazza per prendere Ares.

“Tuo padre è arrabbiato. Vuole parlarti. Vieni con noi senza protestare.”

“E' arrabbiato e manda i soldati?!”sclama sprezzante il rgazzo al solato.

“Eseguo l'ordine di tuo padre. Non parlarmi in questo modo. Forza. Vieni.”

“Ringrazia Zeus che non posso prendere la spada. O saresti già morto.”repica rabbioso il ragazzo cvenendo ammanettatto dalla guardia. Quello è l'unico modo per portarlo dal padre. Non sono fatte dall'uomo; perché Ares essendo un Dio le romperebbe immediatamnte. Ha una forza sovrumana, dunque vengono fabbricate nello stteso posto delle Armi Divine. Non riesce a rompere le manette.

I soldati portano Ares al Tempio Di Zeus, dopo avergli tolto le manette lui gli rompe il braccio. Suo padre lo guarda infuriato... la gardia dolorante se ne va.

“La evi smettere di comportarti in questo modo. Non sei pazzo. Gli umani ci venerano. Fai il Dio, ogni tanto.”replica rabbioso Zeus al figlio.

“Non mi venerano. Prefino gli altri Dei hanno paura di me.”commenta sereno Ares sedendosi sulla panca. Non gli interessa venire venerato, vuole che Afrodite continui ad amarlo. Zeus si avvicina.

“Non dovrebbero? Hai rotto il braccio della guardia solo perché ti ha ammanettato.”

“Avete fatto ammanettare vostro figlio. Fatelo anche con Athena.”replica crudele Ares, ma Zeus gli dà uno schiaffo. Nesuno deve sfidarlo.

“Athena?! Lei non fa un incesto ed ha una relazione con uno sposato!”

“Amo entrambe! Vi, padre... quante aanti avete?! Afrofidite è innamorata di me!”

“Molto bene. Allora... partirete per Delfi. Andrete all'oracolo di Apollo...”

“Ma... padre... perché? Non posso rischiare che Afrdite venga uccisa...”

“Sei il Dio Della Guerra, no? Con chi sarebbe più al sicuro? I soldati?”

“Perché? Ditemi l motivo. Siete tanto crudele... rischiate che venga uccisa o ferita.”

“Delfi non è molto lontana e tra due settimane sarte tornati. Potrete sposarvi o stare nsieme da amanti. Nessuno potrà opporsi.”spiega calmo Zeus e suo figlio pur di stare con Afrodite deve accettare l'accordo.

Ares sulla scalitnata inconta Athena, si inchina con una frda educazine.

“Fratello...”dice impassibile Athena guardondolo con sufficienza. Lui fa lo stesso.

“Sorella... sto per partire. Nostro padre mi manda a Delfi per parlare con Apollo...”annuncia annoiato prima di andarsene. Non vuole sentirla.

Ares svelto esce dall'edificio e monta sul cavallo, trotta fino ad una caverna in montagna. È sera, gli unici esseri viventi che vede sono cinghiali.

Ares siede su un macigno e guarda l'avvoltoio mangiare il corpo della pecora. Forse essendosi persa nel bosco è morta di fame... o il pastore l'aveva abbandonata perché invendibile, per qalche strana ragione.

Ares deve dire ad Afrodite della partenza, odia sé stesso per averla messa in pericolo.

Ares è il Dio Della Fuerra, quando ha problemi nel combattimento preferisce fuggire.

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Capitolo 3
*** 3 ***


6


3.FAI SUL SERIO, PADRE?!

Ares guarda l'avvoltoio mangiare il cadavere. Si alza per avvicinarsi, quello invece di volare lo uarda infasidito, non vuole venire interrotto mentre mangia. Lui ignorando lo sguardo irritato dell'uccello gli accarezza il collo e decide di portarselo a casa.

Lo schiavo vedendo Ares smontare dal cavallo si avvicina con la torcia.

"E' pronta la cena, se volete. Vostr sorella ha preferito aspettarvi."

"Prendi l'uccello e mettilo nel serraglio."ordina calmo dando allo schiavo l'avvoltoio, ignora la frase precedente detta dall'uomo. Andato nel salone, Ares siede sulla sedia e capisce che sua sorella è arrabbiata.

"Fratello... è ero che dovrai partire con Afrodite, per andate a Delfi?"

"Sì. È stato nostro padre a deciderlo. Domani. All'alba."dice sconsolato nfilzando la carne con il coltello. Mangia disinteressandosi della sua gelosia.

Ares finito la cena va nella casa di Afrodite, ma sente delle voci provenire dal giardino. Non è suo marito... allora, chi può essere? Ares da dietro una colonna vede Afrodite bacire Adone. Impazzisce di gelosia.

"Ci vediamo un altro giorno. Appena mio marito non c'è... vai... forza."dice serena Afrodite accarezzando i lunghi capelli di Adone.

"Spero presto. Eros ci ha trafitto con le sue frecce. E sono contento che l'abbia fatto."aggiunge dolce Adone accarezzando la ragazza. Lentamente.

Ares impazzito dalla gelosia si trasforma in un cinghiale! Uccide Adone incornandolo. Carica il ragazzo al galoppo infilando le zanne dentreo a uel corpo molle. Lo sbatte ovunque, Afrodite ha troppa paura per intervenire. E comunque, Adone è già morto dissanguato.

"Fermati... Ares. So che sei te... dimmi... perché? Ucciderlo in questo modo crudele."dice sconvolta la raazza vedendo il corpo massacrato di Adone, ma Ares non avendo nessuna intenzione di rispondere galoppa ontano nel bosco; dopo essersi trasformato si lava. L'acqua del lago è scura e immbile, solo le mani del Dio Guerriero la muovono increspandola.

Ares tornato a casa passeggia nel cortile tra uliverti e vigne. Le fiamme delle torcie tremolano con il venticello.

"Chi state cercando? Quale dei due fratelli?"domanda apprensiva la guardia all'ospite.

"Ares."risponde disperata Afrodite e il soldato la porta dal ragazzo. L'uomo li lascia.

"Cosa ti è successo? Perché stai piangendo?"domanda innocente Ares facendola sedere su una delle panche intorno al laghetto. La abbraccia.

"Adone... è stato massacrato da... un cinghiale. Dimmi... che non c'entri..."

"Non c'entro... a volte pastori e caciatori vengono uccisi o feriti dagli animali..."

"Ho fatto una domanda stupida... scusa. Hai ragione. Lui... era entrambi."

"Zeus... vyuole che andiamo a Delfi per parlare con Apollo. Partiamo domani. All'alba..."

"Perché? Non può mandare uno dei suoi messaggeri?"domanda sconsolata al ragazzo, il quale scuota la testa piano; Afrodite annuisce. Non possono disobbedire all'ordine di Zeus. Deono partire. Non voglio che hai altri amanti. Solo me. Ho ucciso quel ragazzo. Poiché è bello lo amavi e mi avresti dimenticato. Come tutti... del resto. Chi può amare un codardo che scappa dal combattimento? Rifltte vergognandosi guardando l'amante andarsene. Ares va a preparare le armi per la partenza, non può rischiare che Afrodite vanga ferita! È inpensabile. Assolutamente. Deve tprnare sana e salva.

Lamattina seguente; Ares vede che il cielo è nuvoloso, spera che possano partire. Le navi non salpano quando c'è butto tempo, rischia di uccidere l'equipaggio, naufragare o perdere la marce. Nel mare c'è uno dei mostri più pericolosi e subdoli: sirene. Sono cannibali. Sbranano gli sfortunati marinai che naufragano, a volte se sono barche di emergenza li trascinano dall'imbarcazione negli abissi.

Ares indossata l'armatura e presa la lncia esce dalla casa.

"Avete dimenticato i mantello! Signore!"esclama agitato lo schiavo rincorrendo Ares per darglielo. Se ne va. Il ragazzo infila l'oggetto nella sacca e riprende la camminata. Sebbene chiunque lo odi nessuno prova a deriderlo. Ci tengono alla vita, sanno che Ares li ucciderebbe senza farsi problemi. Ama l'odio e la violenza. Incontra Alexis.

"Siete in partenza, Dio Della Guerra? Posso chiedervi dove andate?"domanda l'altro ragazzo porgendogli la mano. Ares lo guarda sprezzante.

"Non siamo amici. Perché dovrei darti la mano? Rispondi, umano."replica irritato camminando. Vine seguito dal ragazzo; non vuole allontanarsi.

"Avete ragione. Se volete partire con una nave temo di deludervi. Niente partenze con questo tempo. Ci sarà la burrasca. Ed i marinai diventeranno cibo per le sirene."spiega deluso Alexis abbassando lamano.

"Cosa dovrebbe importarmi se degli umano verranno mangiati dalle sirene?"

"Voi non siete un marinaio. Chi remerà? Ci vogliono tante persone, non una."

"Molto bene. Viei con me, marinaio."ordina arreso il Dio Guerriero. I due ragazzi vengono raggiunti da Afrodite. La poverina ha ancora gli occhi gonfi.

Il gruppo non potendo partire dal porto di Bisanzio (Istanbul) va a Neos Marmaras. Camminano per giorni sotto la tempesta, zuppi nei mantelli.

Il pomeriggio di un giorno impreciso, Afrodite sfinita trscina le redini del mulo; quando si ferma viene tramortita da un ladro. Ruba l'animale. Alexis ed Ares prendono le armi, ma lo sconosciuto è già lontano. E con quella pioggia non possono inseguirlo! Sui sentieri c'è fango e le rocce rotolano dalle pareti montuose o collinari.

"Che facciamo? Quello ha rubato tutte le nostre cose, compresi i soldi."

"Fermiamoci a riposare sotto quella tettoia."dice triste Ares indcando un piccolo edificio, di lato c'è un recinto con del pollame.

"Ho un'idea... potrestre fingere di essere marinai. E cercare lavoro su una nave. Lei potrà fare l'eterea."

"Assolutamente, no! Non farà sesso con quei marinai! È fuori discussione!"

"D'accordo. Lo facio... mi fingerò un'eterea... se può portarci a Delfi."aggiunge rassegnata Afrodite prima di andare ad uccidere un pollo, orna con l'animale. I rami degli alberi essendo zuppi non possono venire usati per accendere il fuoco: sono costretti a mangiare la carne cruda. Poi esausti e depressi si rannicchiano vicini per scaldarsi.

Il pomeriggio seguente Alexis, Ares ed Afrodite salpano dal porto di Neos Marmaras (Skiathos).

I ragazzi vengono messi insieme ai marinai ed Afrodite fa l'eterea per il capitano.

Alla sera una nave trireme abborda quella dove stanno Ares, Afrodite ed Alexis.

Le de navi iniziano la guerra! I sioldati attraversanoil ponte e combattiono.

Ares estrae la spada ed uccide i nemici, ma un uomo cerca di ferirlo. Alexis lo spinge lontano, ma quello gli tira una freccia nel braccuio.

Ares la estrae e corre ad uccidere un solato sl ponte; gli lancia la lancia nella schiena. Il corpo floscio cade dal parapetto e le sirene lo prendono.

Afrodite è nascosta dietro a dei barili... Alexis e Ares sono accerchiati dagli uomini. In realtà, questi sono pirati in cerca di schiavi da vendere nell'agorà. Atene per costruire quei templi maestosi ha bisogno degli schiavi; in quanto è un lvavoro molto faticoso.

Il gruppo di pirati vedendo che entrambi i ragazzi sono feriti (non hanno riconosciuto Ares), li spingono dal parapetto. Con quei tagli saranno morti in poche ore. Le sirene vedendo i corpi nuotano vero di loro per portarli negli abissi, ma vengono decapitate da Eris. Ares vede solo il sangue uscire dai colli delle sirene.

Afrodite si tuffa nel mare per venire mangiata dai mostri, non ha più nessuno! Etrambi gli amanti sono morti... e lei detesta uo marito.


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Capitolo 4
*** 4 ***


6

4.SIAMO UMANI

Il corpo di Ares galleggia verso la riva. È a Sciato. O così pensa (non è sicuro.). Visto da lontano pare morto... non si vede bene. Mangia la sabbia. Ansma dolorante... ha male in tutto l corpo... l'acqua marina brucia sulle ferite! Inizia ad odiarla! Gattona verso Eris, alza la mano per toccarla. Non si è mai sentito in questo modo.

"Sorella? Dove sono finito? Mi hai salvato dalle sirene?"domanda sofferente alla ragazza, ma lei senza rispondere cammina verso l'acqua ed Ares la segue trascinandosi... le onde salate sui tagli sono un tormento.

Ares dopo vari tentativi riesce ad alzarsi, barcollante segue sua sorella.

"Ragazzo? Stai bene? Sei tutto ferito. Ti sta colando ilsangue sulle gambe."

"Sto bene. Hai visto una donna? Stava camminando nel mare... è la mia gemella."spiea incerto Ares indicando l'acqua con il dito; si gira. Vedendo che non c'è nessuno sia lui che lo sconosciuto sono confusi.

"Non sai quello che dici. Il caldo ti ha dato alla testa. Vieni con me, soldato."

"Sno Ares! Il Dio Guerriero! Non un soldato! Abbi rispetto, umano!"esclama irritato Ares, ma l'uomo paziente lo trascina alla sua barca.

"Gli ssomigli, ma non sei lui. Ti porto a casa mia. Le mie sorelle cureranno i tagli. Potrai restare con noi, finché starai bene."risponde stanco lo sconosciuto raccogliendo la rete da pesca, per darla a lui.

"Cosa dovrei farci? Non ti aspetterai che mi metta a pescare, vero?"

"No. Certo. Soldati e nobili, non potrebbero mai pescare. Figurati."commenta spazientito il pescatore riprendendosi la rete. Ares cerca le ue armi con lo sguardo. Guarda verso le onde, ma non c'è nula.

"Hai visto la mia lancia di bronzo? Avevo anche una spada... non le vedo..."

"No. Eri solo. Forza, vieni. Basta parlare."risponde spazientito l'uomo, intanto Ares guarda l'acqua trasparente del mare: si vedono i pesci.

"SONO UN UMANO! ZEUS, MI HA TOLTO TUTTE LE ABILITA' DIVINE! È PER QUESTO CHE NON GUARISCO!"strilla sconvolto Ares irritando ancora di più l'uomo.

Ares si trascina seguendo il pescatore fino a casa sua, non è molto distante dalla spiaggia; per fortuna. Ha talmene tanta voglia d camminare che appena arrivano si fionda sulla sedia. Le sorelle dell'uomo lo guardano affascinate, ma Ares è troppo sconvolto dalla punizione del padre per accorgesene. Zeus l'aveva punito trasformandolo nella cosa che odia e disprezza: umano! È stato crudele.

"Sorelle, curate le sue ferite e dategli da mangiare. È nostro ospite. Può restare quanto vuole."ordina calmo il pescatore prendendo dei coltelli per sgusciare i gamberi. Tre donne portano Ares in una stanza al primo piano. Le case sono divise per maschi e femmine.

Nelle stanze maschili non esistono specchi, vengono usati solo dalle femmine: significano bellezza narcisistica; temono di finire come Narciso. Gli uomini non devono usarli perché loro vedono la bellezza esteriore e sono socialmente attivi nlla vita della polis. Le donne, inece no.

Ares viene curato e bendato, odia venire toccato da femmine che non conosce.

Le donne gli sfilano gonna, chitone e clamide. Questo è l'abbigliamento dei soldati. Poiché i Greci non usano i pantaloni resta nudo. Li considerano dei barbari.

Le altr donne stanno preparndo il pesce; dalla cucina roviene un profumo di focaccia, zuppa alle lenticchie e salsiccie. Al ragazzo bronola lo stomaco.

Le donne dopo averlo vestito lo accompagnano in cucina e servino la cena li lasciano. Prima mangiano i maschi e poi le femmine. Non devono flo insieme.

"Non abbiamo vestiti da nobile o soldato. Mi dispiae."dice dispiaciuto l'uomo offrendo la ciotola delle olive all'ospite. Lui accetta.

"FRATELLO! C'E' UN RAGAZZO CHE CORRE VERSO LA CASA! FORSE SONO I SOLDATI!"

"Dimmi la verità. Sei un ladro o qualcosa di simile?"dice preoccupato e l'atro risponde scuotendo la testa. Il pescatore, quindi nasconde Ares nella sua stanza.

Ricordo di Ares.

Sono a casa insieme ad Eris. Mi piace stare con lei... siamo in tutti sensi gemelli. Amiamo sangue, violenza, sofferenza e distruzione... è bello vedere gli umani affannarsi ad uccidersi per far piacere agli Dei. In realtà, amano il possesso di conquista.

Se avessi voluto il potere avrei fatto la guerra contro mio padre, non è così. Sono semplicemente sadico. E violento. Mi piace vedere l'odio negli umani.

"Vieni con me. Ho una sorpresa per te."dico sereno accompagnandola nella scuderia. Saliti ul calesse la luce del bronzo brilla riflettendosi sugli oggetti. I cavalli cavalcano nel cielo, sopra le nuvole. Saliamo fino alle stelle e lei mi bacia tenera. Guardo mia sorella innamorato. Quel vestito bianco non le rende giustizia. È fatto di lana... dai tessitori umani. Ne serve uno rosso. Gli occhi verdi ed i capelli biondi sono stupendi. Certo... samo figli degli Dei, come potremmo non essere perfetti? È normale... gli umani sono l'opposto.

Arrivati al mio tempio vedo chedei soldati di Sparta: stanno sacrificando dei cani per avere un aiuto da me. Li sgozzano. Vedere il sangue sui campi di bttaglia mi eccita. Anche a mia sorella capita lo stesso.

Aspettiamo che finiscano il sacrificio, dopodiché scendiamo dal calesse ed ntriamo nel tempio. È vuoto. Gli umani mi raffigurano con l'elmo rosso e un'armatura di bronzo. Sono proprio divertenti! Mi fanno ridere.

Eris cammina sul sangue che gocciola dall'altare sacrificale, non è schifata. Anzi.

Ares odia nascondersi! Lui è il Dio Guerriero, non un mortale! Ma deve farlo... suo padre l'aveva punito facendolo diventare umano. Che cattiveria. È la peggiore dlle punizioni! Avrebbe preferito stare con Ade nel Regno Degli Inferi. O sopportare le paranoie di Athena. Ma questo è troppo.

Ares ha paura che Zeus abbia punito anche Afrodite. Deve trovarla, assolutamente.

Ares sente la voce di quel ragazzo fastidioso e si rilassa. Alexislo irita ma è l'unico a conoscere davvero quel mondo complesso.

Ares ha sempre visto il mondo reale dall'esterno, senza viverlo realmente. Se vuole sopravvivere per tornare da Zeus e pretendere di stare con Afrodite; deve imparare a vivere nel mondo reale. I nemici sono ovunque.


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Capitolo 5
*** 5 ***


6

5.CI SERVONO SOLDI

Alexis insieme ad Ares vive con la famiglia del pescatore. Sono ancora troppo deboli per ricominciare a camminare dall'alba al tramonto.

Ares ogni volta che c'è da mangiare piagnucola irritato, non riesce ad abituarsi ai magri pasti della gente povera; sull'Olimpo si fanno sempre banchetti con qualsiasi pietanza conosciuta a Dei e persone.

Un giorno apparentemente normale, Ares tornato a casa con una sacca di pesce nota che dalla capanna sale del fumo. Dubbioso osserva l'edificio... non sa bene come comportarsi. È preoccupato che possa essere successo qualcosa ad Alexis. Senza la sua guida umana non sa cosa fare, gli importa di portare Afrodite a casa e farla tornare immortale. È questa la sua missione, non quella affidatogli dal padre.

"ALEXIS?! STAI BENE, VERO?!"urla terrificato Ares correndo dentro la capanna.

Ares vedendo Alexis sospira sollevato. È immobile davanti ai corpi.

"Non ho potuto fare niente... sono morti mentre ero a caccia."spiega distrutto.

"Sono dispiaciuto... mi dispiace molto. So che eravate amici..."aggiunge tenero Ares stringendo la sua spalla. È l'unico modo che ha pr rincuorarlo.

"Andiamo. Dobbiamo partire per cercare Afrodite. Hai un'idea di dove possa esere?"

"E' annegata. O mangiata dalla sirene. L'avevo vista tuffarsi... sei solo..."

"Non ti credo! Hai visto male! Perché avrebbe dovuto uccidersi?! Sbagli!"

"Non lo so... avrà pensato che fossi morto. E ha voluto raggiungerti."

"Esatto! Non lo sai, dunque staizitto! Devo trovarla! Magari l'anno venduta!"

"Ti devi clmare... non sappiamo nulla di cosa le può esere capitato..."

"Non ho tempo da perdere! Basta parlare! Se vuoi venire, vini! Altrimenti stai qua!"esclama infastidito Ares raccogliendo più cibo possibile da mettere nella sacca, cerca qualcosa anche come arma. Ovvimente, è costretto ad accontentarsi dei coltelli usati per il cibo. Non esistono spade o lance.

I ragazzi finito di mangiare il polpo; legano la sacca sulla sella dell'asino e partono per il villaggio. Ci mettono 1 ora e 45 minuti.

"VENITE! CARNE E PESCE FRESCHI! SBRIGATEVI A COMPRARE, PRIMA CHE FINISCANO!"strilla ottimista un mercante tagliando delle bistecche. Con la confusione della piazza il rumore del coltello si sente poco.

Le persone passeggiano tra: bancarelle, mendicanti, animali randagi ed operai. I bambini cercano di convincere madri e zie a comprargli dei dolci al miele, ma quelle non ne vogliono sapere; li trascinano lontano.

Ares si avvicina al venditore e quello gli sorride educato, spera di riuscire a vendergli qualcosa.

"Dove posso trovare il venditoredi schiavi?"domanda impaziente e l'uomo sospira deluso.

"E' al porto... vuoi del polpo? O dei gamberi?"domanda infastidito ed Ares senza rispondere cerca il porto. Afrodite tra gli schiavi, non c'è.

Ares sconfitto siede sulla sedia a vedere l'asta degli schiavi, viene raggiunto da Alexis.

"Questo schiavo costa 1 dracma! Venite a vederlo! Avvicinatevi!"esclama convincente il venditore ai clienti e gli schiavi aspettano: sono rassegnati al loo destino. Se nessuno li libererà dovranno servire il padrone fino alla morte, facendo lavori pesanti per poche dracme.

Ares bacia Alexis sul collo facendolo rabbrividire di piacere, si sente in colpa per Afrodite.

"La mia pena per Afrodite viene alleviata da te... grazie. Perché in questo bizzaro mondo mi sento smarrito."dice tenero Ares baciando Alexis.

I due ragazzi vivono per settimane in questo villaggio. Le persone aspettano che il primo freddo finisca prsto; ma non fu così. Anzi. L persone svelt macellano la carne e mettono sotto sale il resto del cibo. Senza queste cose non supererano l'inverno. Gli albri sono senza frutta.

Ares l'unica cosa ch può fae è il gladiatore, ovviamnte. Intanto Alxis lavora com fornaio.

Ares dev aver più soldi pe pagar il viaggio in nav, dv assolutamente trovar Afrodite.

Ares si sente debole e vulnerabile da umano... si aggrappa alla spranza del trovar Afrodit. Vuole tornare ad avere potere sull'umanità.

Ares vede un nobile seduto sulla panca che sta parlando con altri uomini, convince due ladri a derubarli. Poi si nasconde dietro alla parete di un edificio per godersi la scena. I nobile derubato estrae l'arma per uccidere l'uomo. Le guardie vedendo cosa succede arrestano l ladro. Lo sconosciuto è quasi morto; ci stava per lasciare le penne... e l'uomo con la spada cerca di ferirlo, ma viene immobilizzato dal soldato.

Nella confusione dell'arresto nessuno si è accorto del piccolo sacchettino caduto sul lastricato, Ares lo raccoglie per nasconderlo in tasca.

La priogioe non è punitiva, serve solo ad allontanare le persone pericolose dalla società.

Ares si diverte lo stesso a mettere zizzania tra le persone! Fa niente se rprima o poi rischia il collo.

Ares crede che la vita sia inutile e non gli da nessuna importanza, ma capirà che sbaglia.

Alexis a differenza dell'amante tiene molto aklla sua reputazine, senza non può sposarsi.

Ares crede che tutte le regole sociali sian solo ipocrisie come la repuazione.

Alexis vorrebbe che Ares non trovi Afrodite, ma sa che appena arriverà la primavea dovranno ripartire.

Ares quando è solo sul letto di paglia pensa ad Afrodite ed a sua sorela.

La notte c'è tempo per pensare e sia Alexis che Ares rimuginano su Afrodite. Hanno ei motivi diversi, ma il risultato è lo stesso. Non camia nulla. Ares vuole sapere che Afrodite sta bene. Ed Alexis perché lo vuole tutto per sé (Ares).

Ares si sta sforzando ad abituarsi alla vita umana... con scarso successo.

Ares sa che ogni giorno come gladiatore potrebbe essere l'ultimo; tuttavia non riesce ad evitarlo. La lota è nel suo sangue, dopottuto lui causa guerra e violenza.

Alexis sgrida sempre Ares, senza vita non pu salvare Afrodite. Zeus l'avava trasformato in umano e suo figlio deve accettarlo. Pria dimenticherà l'immortalità, meglio sarà. Ares in questo momento non può fare nulla.

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Capitolo 6
*** 6 ***


6

6.LA PELLE DEL CICLOPE

E' arrvata la primavera ed Ares può cercare Afodite, insiemead Alexis parte per Xanemos. Meno male che sono soo 35 minuti di camminata! Quel giorno è caldissimo, sebbene indossino i sandali sentono il caldo delle pietre.

Ares vede i contadini (non esistono le mondine, perché la donna non può uscire dalla casa) arare il riso dai buoi che tirano l'aratro. Le risaie attraversano campi lunghissimi confondendosi con gli ulivi.

I contadini vengono inseguiti dai bambini che giocano a sfidare la pazienza dei buoi.

Ares accaldato e dolorante siede sotto un grande fico, l'ombra gli da sollivo.

“Manca poco... ancora un po' e siamo arrivati...”spiega dolce Alexis.

“Come lo sai? Ho mle ai piedi. Perché non posso avere il mio calesse?”

“La mia f1amiglia vive in questo posto. Me ne sono andato per mantenere i nonni. Loro mi hanno cresciuto. I miei genitori erano morti subito.”

“Ah... spero che riusciamo a trovare Afrodite. Non so più dove cercare.”

“E' quasi il tramonto. Andiamo.”ordina stanco Alexis aiutando l'amante ad alarsi. Vedendo che non ha voglia di camminare, lo tira correndo.

“Non ho il permesso di correre... lasciami. M fanno male i piedi...”

“Guarda! Là c'è il mare! Vieni! E smettila di piagnucolare!”eclama allegro Alexis indicando con l'altra mano il mare blu; tira Ares fino alla spiaggia.

“AFRODITE! TI HO TROVATA!”urla euforico correndo da lei, la donna lo guarda infastidita.

“Cosa fate?! Giratevi! Sono nuda! E non parlo con uomini sconosciuti!”esclama spazientita quella vedendo la delusione del ragazzo. Dietro Ares c'è una bellissima sorpresa: Afrodite è a pochi metri dal suo corpo sudato.

“Ares! Ho sentito la tua voce da dentro la stalla! È bello vederti!”

“Ti cercavo ovunque! Non ho mai smesso di pensarti, neanche per un secondo!”

“Andiamo. Lasciamoli da soli. Venite. Mi serve il vostro aiuto.”ordina calma l'altra donna, Alexi la segue; intanto Afrodite bacia l'amante. Gli tocca ii capelli; qei riccioli le erano jmancati.

Are osserva Afrodite svestirsi per lavarsi nel mare. La schiuma marina esce dai testicoli del Dio Marino, disspovendosi sotto l'acqua. Era un corpicino bianco (dello stesso colore dell'acqua marina) che in pochi minuti si fece più grande; le alghe diventarono dei bellissimi capelli ed i assolini gli occhi. La sabbia invece forma il corpo.

Una volta Ares trasformato in avvoltoio vola sopra il mare e vede queste scena; da quel momento si innamora di Afrodite. Decide che sarà sua. Non importa come. Percé perfino il Dio Guerriero sa amare.

“Ricordi quando ci siamo conosciuti? Avevi la pelle azzrra. Eri strana.”

“Non potrei mai dimenticarlo. Mi sei rimasto nei pensieri per giorni.”

“DOBBIAMO UCCIDERE POLIFEMO! IL GIGANTE CHE VIVE NELL'ISOLA DEI CICLOPI!”esclama ansioso Alexis dalla finestra del cucinotto. Ares lo guarda irritato.

Afrodite accompagna Ares in casa per cenare. Mangiata la salsiccia ed i fichi chiacchierano sui mesi in cui non si sono visti. Hanno tante coe da dirsi.

Ares ha ancora fame, ma si è rassegnato che queste persone non mangiano tanto.

Ares insieme ad Alexis partono per Catania dal porto di Xanemos, devono raggiungere Aci Trezza. La famiglia doe ha vissuto Afrdite vuole la pelle del ciclope, perché vivrebbreo per sempre come dei nobili; dopo averla venduta.

Polifemo vive nell'Isola Dei Ciclopi ad Aci Trezza sotto l'Etna. Non esce quasi mai dalla sua caverna, solo per mangiare qualche pecora.

Alexis ed Ares organizzano una rissa con alcune guardie per rubargli le armi.

“Mi ubriacherò e piccherò la guardia alla pota ovest, poi te le dai dei pugni.”spiega dubbioso Ares prima di entrare nella taverna.

Ares crede di meritarsi un po' di divertimento, dopo l'incubo che sta vivendo! Gioca a braccio di ferro. E beve la birra fino al tramonto. È in questo momento che le guardie cambiano il turno di guardia. Si alza dal tavolo da gioco barcollante.

I soldati guardano Ares sospettosi, sono attenti a qualsiasi movimento.

Ares si avvicina al soldato per tiragli un pugno, l'altro lo spintona irritato.

“Attento, ragazzo! Torna a casa che è meglio... ordina spazientito il soldato, intanto Alexis colpisce l'uomo e gli ruba l'arma; Ares raccoglie la spada. Non si sa come riesca a stare in piedi. I ragazzi fanno lo stesso con una seconda guardia.

Alexis ed Ares dormono sotto un albicocco: è troppo ubriaco per riuscire a coordinare il corpo sl sentieo collinare. All'alba, i ragazzi camminano fino alla caverna del ciclope; si guardano intorno angosciati. Non c'è nessuno in quelle strade, neanche un animale... che gira in quelle campagne. Frutteti, vigne e cascine; solo queste cose ci sono in queste colline. Come se in quel posto ci vivesse qualcosa di sbagliato. Mostruoso e crudele. Nesuna vita può nascere in queste campagne; ma solo distruzione... perché vivono i giganti con un solo occhio: ciclope è l'essere brutale che insazabile mangia gli umani.

Ares ed Alexis giungono davanti alla caverna del ciclope, vedono un recinto di pecore e degli scheletri... probabilmente umani. Sono schifati.

Polifemo nobn uscendo mai dalla su caverna, usa il succo prodotto dal fico per la coagulazione del latte e la produzione dei formaggi. Nessuna persona capita sull'isola: ci devono andare apposta.

Alexis gira intorno al recinto delle pecore, per cercare un'entrata secondaria. Non c'è.

Ares insieme all'amico aspettano che Polifemo esca dalla caverna per entrare.

Polifemo presa una pecora se ne torna nella caverna; l'animale bela terribilmente. L'essere dopo aerla scuoiata infilza dei pezzi di carne sul bastpne, la mette a cuocere sotto il fuoco. Polifemo si è già accorto degli intrusi! Ma Ares preso dall'incosciente coraggio estrae la spada per uccidere il mostro; nel frattempo Alexis lo distrae parlandogli, dopo un po' Polifemo capisce l'inganno e riesce ad afferrare Ares dalla caviglia! Il Dio Guerriero si dimena come un umano qualunque... ma Alexis riesce a raccogliere il bastone della carne e brucia il mostro. Lo scuioano.

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Capitolo 7
*** 7 ***


6

7.UCCIDERE IL DIO CHE C'E' IN NOI

Alexis ed Ares infilata la pelle della gamba di Polifemo nella sacca fuggono dalla caverna, prima che l'essere riesce a caturarli.

Ares apre il recnto delle pecore e Polifemo vedendolegaloppare urla.

“AVETE LIBERATO IL MIO CIBO! VI TROVERO', MALEDETTI UMANI! VERRETE MANGIATI DA VIVI!”

“Non ci vedrai mai più! Essere schifoso! Appena tornerò sull'Olimpo dirò a mio padre di uccidervi!”esclama sprezzante Ares ed Ares lo guarda torvo.

“Cosa ti è saltato in mente?! Ci stavi pr lasciare la pelle! I ciclopi hanno un occio solo, manon sono stupidi! Attaccare in questo modo è da stupisi!”

“Non ho vogia di parlarne... per stasera ci accampiamo. Sono stanco. Vado a prendere la legna per il fuoco...”rispnde scontroso Ares posando la sacca sul sentiero. L'altr ragazzo lo guarda contrariato, ma ha ragione; quel atto ci stava per la scare le penne.

Ares mentre raccoglie la legna guarda l'Etna. È un vulcano molto alto cn tanta vegetazione.

Ares sente il pulpare di un avvoltoio sopra la sua testa, poiché si distrae a guardare l'animale inciampa nella radice. Cade sulla terra. È arida.

“Fratello... come ti sei ridotto? Sei uguale alle èersone che tanto disprezzavi...”dice sconfortata Eris osservandolo alzarsi, poi cammina verso un laghetto. Ares molla la legna èer seguire sua sorella.

“Vi odiate. Perché siete insieme?”dice meravigliato vedendo Athena con Eris.

“E' stata Athena a chiedermi di venire. Sa che...”spiea calma, ma viene interrotta dall'ira del fratello; il quale estrare la spada. Punta alle sorelle, ma loro conoscendolo aspettano indifferenti che finisca.

“Devo andare. Scusate.”dice dispiaciuta Eris guardando Ares, vorrebbe abbracciarlo. Ma no. Meglio lasciare perdere. Salita sul calesse vola nel cielo e scompare. Athena accarezza la criniera dell'unicorno.

“Che betia schifosa... usar un ibrido. Sono innaturali come i centauri...”

“Non voglio parlare di animali e filosofia, per queste cose c'è Apollo.”

“Cosa vuoi? Se ti sei scomodata tanto è successo qualcoa di grave, immagino.”

“Voglio dirti che mi devi aiutare. In questo lago dentro la averna c'è un oggetto molto importante. Recuperalo per me.”spiga calma indicando il lago con un dito.

“Perché? Non sono più immortale. Evito di aiutare un nemico. Devo portare Afrodite a casa.”

“Come sei sentimentale... se non ti conoscessi potrei anche crederti...”commenta spiritosa tornando ad accarezzare l'essere. Il mostro nitrisce.

“Ti rifacco la domanda: cosa ci guadagno?”dice spazientito sedendosi sul sasso; sua orella ne approfitta per spingerlo nel lago! Lui è muscoloso, ma Athena ha la forza divina. Non resce a liberarsi dalle sue mani... e si ritrova sotto l'aqua. Quella lo stringe.

Ares non può far altro che eseguire l'ordine della sorella, perché senza respirare muore.

Ares furioso non vede nulla, deve toccare con le mani. Quasi senza ossigeno raggiunge la caerna subacquea. L'acqua si abbassa finché sente la pietra sotto i sandali.

“Appena tornerò una divinità, mi vendicherò di quella rgazza! Costringermi a fare il suo schiavo usando le mie debolezze! Odio essere uomo!”esclama rabbioso guardando la lunga galleria. Il lago appariva piccolo.

Ares entra nella galleria. Non pensare nemmeno per un istante

che nei miei silenzi, io ti ami di meno. Come potrei? Sei una parte del mio cuore. Riflette innamorato arrivando alla fine della galleria. I pensierisono interrotti dal ringhio d una creatura mostruosa. È un umanoide fino alla pancia, con il resto del corpo da lucertolone. Ares estrae la spada, ma quello si gira e guarda l'intruso famelico.

“Finalmente un umano! Sono stanco di mangiare i pesci! Hanno una carne schifosa!”

“Sparisci prima che ti faccia a fette! Voglio solo prendere l'oggetto per cui sono venuto!”

“Non ti permetterò di prendere la boccetta con il veleno. Diventerai la mia cena.”dice famelico Tifone coprendo con un telo le boccette che sono ul tavolo. C'è anche una spada a forma di serpente. Tifone si avvicina al ragazzo e cerca di graffiarlo con gli artigli; ma qello scappa.

Ares giunto alla fine della seconda galleria, è costretto a lottare. In quel vicolo cieco non c'è un'altra uscita! Tifone zampetta facendo stridere gli artigli, a sentire quel suono il ragazzo rabbrividisce.

Ares con tutta la suaforza salta addoso all'essere, lo frisce infilandogli l'arma nella zampa; poi corre al tavolo dei veleni per raccogliere la spada.

“Qual è?! Non lo so! Athena! Dimmelo!”esclama terrificato rimbombando la voce.

“Non è nessuna di quelle! Sono tutte false! Dentro c'è solo dell'acqua!”dice allegro l'essere, ma Ares le lancia tutte contro la parete frantumandole: solo quella verde ha un liquido diverso. Non è trasparente ma giallo. Ares osserva il sangue uscire dalla ferita del lucertolone: hanno lo stesso colore! E Tifone ha paura che riesca ad ucciderlo.

“Non ho bisogno delola boccetta mi basti te. Ti do un'ultima possibilità, prima di ucciderti.”ordina crudele e Tifone rinuncia al combattimento. Sta scappando dentro la galleria, quando Ares gl lancia l'arma nella schiena. Ferito mortalmente si affloscia tentando di graffiare quell'essere spietato e codardo. Viene raggiunto da Ares.

“Che cosa sei? Nessun umano mi ha mai ferito... come hai fatto ad uccidermi? Dimmelo...”

“Infatti sono il Dio Della Guerra. Ares. Spietato e codardo, esatto.”risponde beffardo prima di tagliuzzare la creatura per dissanguarla. Tifone strilla sofferente, lui sadico continua a ferirlo; finché non è morto.

Ares tornaal tavolo per cercare una boccetta vuota, dopo averla trovata torna al corpo ed aspetta che si riempa del sangue di Tifone.

Ares torna nella secona galeria per raccogliere l'arma, è spezzata.

Ares nuota nel lago e tornato in superficie vede sua sorella seduta sul sasso, intanto l'unicorno dorme.

“Pensavo che Tifone ti avesse mangiato. Hai recuperato il veleno, vero?”

“Certo! A cosa ti serve?! Dimmelo! Ho rischiato di venire ucciso, per cosa?!”

“Addio, fratello... torna vivo nell'Olimpo. Io ed Eris ti aspettiamo... sempre.”dice calma sua sorella prima di montare sull'unicorno. Galoppa. Ares sente gli zoccoli allontanarsi rapidamente e la pelle luminosa della creatura illuminare tutto! Brilla di luce propria.

Ares non sapendo cosa farsene, infila la boccetta nella borsa e torna da Alexis. Vedendolo tornare corre ad abbracciarlo sollevato, pensava che Ares fosse stato mangiato da qualche essere... ma sbagliava.

Le creature vivono lonane dalle città umane: di solito stanno nelle campagne o el mare.

Ares ed Alexis mangiano il coniglio che ono riusciti a catturare il giorno precedente.

Alexis guarda i nuvoloni preoccupato del temporale che sta pr soppiare.

Finita la cena i ragazzi si stringononei mantelli per riscaldarsi. Sono zuppi di pioggia. E l'acquazzone spegne il fuoco.

Il giorno seguente tornano al villaggio, date le pelli alla famiglia che ha curato Afrodite riescono a salire sulla nave; l'acquazzoneè finito.

Afrodite eguirà Ares ovnque, non importa se rischia la pelle. Hanno iniziato quell'avventura insieme e torneranno a casa vivi. Entrambi.

Ares vuole convincere il padre di Afrodite che non è così indegno dell'amore di sua figlia e farlo tornare immortale. La prossima missione sarà parlare con il Dio Del Mare. Ad aiutarlo ci saranno Ales ed Afrodite.

Ares fa tutto questo pr vivere insieme alla sua amata Afrodite. Rischia la vita.

Alexis ama Ares, nonostante tutto.

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Capitolo 8
*** 9 ***


7


9.GUARDIE E LADRI

Ares viene portato dal Dio Marino, la sirena nuota da un'altra parte lasciandoli soli.

"Sai combattere bene, giusto? Se sì mi serve che recuperi il mio tridente rubato."

"Perché dvrei? Avete tanti di quei soldati tra tritoni e sirene."commenta beffardo Ares.

"Ti darò l'immortalità. Tuo padre te l'aveva tolta. No?"aggiuge serio attirando l'attenzine del ragazzo.

"Dovete convincermi usando alte parole. Solo Zeus può dare o togliere l'immortalità."

"Non nel mare. Pure io posso. Cosa rispondi?" spiega spazientito dal tanto parlare.

"D'accordo. Ma anche alla Dea Dell'Amore. Chiedo solo questo."risponde serio.

"Va bene. Tritone ti accompagnerà."spiega sollvato Poseidone mentre suo figlio raggiunge Ares. Entrambi escono dal palazzo, in strada i passanti non li notano nemmeno. Sono tutti occupati dalle loro coe.

"VENITE A COMPRARE GLI STRUMENTI MUSICALI USATI DAGLI UMANI! SONO IN OFFERTA!"esclama annoiato il venditore, ma nessuno si ferma alla sua bancarella.

Tritone si avvicina al venditore e prende un flauto per osservarlo meglio. È fatto di bambù verde, sottile e vene verdi. Anche Ares li guarda.

"Prendo questo."dice pensieroso Tritone pagando l'uomo, lui gli porge il flauto.

"Grazie, mio signore."dice grato l'essere ed Ares fissa Tritone incredulo. Come può sprecare i soldi in oggetti inutili?! Non lo capisce.

"Non sei Apollo. A cosa ti serve uno strumento musicae? Sai suonarlo, almeno?"

"Devo essere il Dio Dell'Arte per sunare un flauto? E gli umani, allora?"

"D'accordo. Come ti pare."aggiunge stanco Ares prima di venire intrrotto da Afrodite.

"Dove andate di bello? Posso venire?"domanda euforico ansimando ai ragazzi.

"Ho fatto un accordo con Poseidone. Se lo aiuto ci darà l'immortalità."spiega ottimista Ares entre caminano tra le strade di Atlantide.

Tritone, Afrodite ed Ares si fermano davanti ad un portone verde. È l'unico edificio ad essere abbandonato.

"Siamo arrivati."annuncia agitato l'essere dando ad Ares il flauto.

"Cosa dovrei farci? Non so suonare il flauto... tienilo te... è meglio..."

"Ti servirà... ci vediamo in giro. Torna vivo... va bene? Promettimelo."dice sconsolato Tritone prima di andarsene. Quella frase non dà un buon segno. Entrambi si guardano preoccupati. Restano immobili in mezzo alla strada infastidendo i passanti. Li urtano.

"Spostatevi! Non avete gli occhi?! Siete in mezzo alla strada!"esclama un tritone trainando le redini del cavalluccio marino.

Afrodite bussa al portone e quello si apre. Entrati vedono un labirinto di scale: vanno in tutte le direzioni.

"E ora? Cosa facciamo? È un labirinto... hai una qualche idea? Spero di uscie viva..."domanda disorientata guardando le scale. Arriva una sirena... due. Tre. Dieci. Li attaccano con i tridenti ed Ares estrae la spada per ucciderle. Manca l'ultima che si arrende.

"Non uccidermi. Mi arrendo."dice spaventata la sirena, ma lui non ha pietà e taglia il corpin due. Rinfoderata l'arma guarda Afrodite, però lei è scandalizzata dalla crudeltà con cui l'aveva uccisa. Le fa impressione che lui sia a suo agio anche con il sangue della airena addosso.

Afrodite sconvolta sale la scala girata al contrario ed Ares segue l'amante indifferente. Non capisce cosa le sia preso, sa che lui ama la violenza.

Afrodite piutosto che parlare con l'amante preferisce salire le scale faticosamente. Dopo acuni minuti giungono in una sala circoare con due sirene che lottano, quella bionda spinge l'altra sul bordo e preme un tsto sul muro. I sassi crollano dal soffitto bloccando il passaggio a gli intrusi.

Afrodite contrariata si aggrappa al ragazzo poi lui afferrata la corda dondola avanti – indietro, poi salta sul masso e l'amante scend dalla sua schina. Corrono ad aiutare la sirena che sta per cadere.

L'altra sirena lotta con Ares, intanto Afrodite insieme alla sirena cercano un modo per aiutare il ragazzo; non trovandolo preferiscono sare lontano dalla lotta. Ares disarmato l'essere infila la spada nella sa pancia facendo schizzare sangue ovunque... è morta.

La sirena per ringraziare regala ad Ares il suo tridente ed una spada a forma di chiave. Poi se ne va. Sono soli un'altra volta... sospirano.

Zeus sta riuscendo nel suo piano contorto, infatti Afrodite inizia a vedere Ares per quello che è. Violento e spietato senza motivo. Athena aveva ragione.

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