In un mondo di magia... Lupi mannari e Professori di Pozioni

di Miss Loki_Riddle Gold
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cioccolato e pozioni ***
Capitolo 2: *** Ultimi pensieri ***



Capitolo 1
*** Cioccolato e pozioni ***


Cioccolata e Pozioni

Fill del 16-17 Ottobre 2015 

HP Severus / Remus. Una torta al cioccolato corretta con pozione * (a piacere)

 

 

Severus sapeva che il dolce preferito di Remus era il cioccolato, cosa che, a dire il vero, era più difficile da ignorare che da sapere. Severus lo sapeva con la stessa sicurezza con cui sapeva che Remus non avrebbe mai provato nulla per lui.
Ci aveva provato, davvero ci aveva provato, ma lui non aveva il carattere e l’aspetto giusto per piacere alla gente, non aveva nulla che le persone potessero considerare “piacevoli”, aveva un carattere spiacevole, non diceva mai la cosa giusta, si trovava sempre nel posto sbagliato e, come se non bastasse, era un Serpeverde. Uno stupidissimo Serpeverde innamorato perso di un Grifondoro, non uno qualsiasi, il più dolce, il più buono, il più intelligente ed il più bello fra i Grifondoro.
Grifondoro che, come se nulla fosse, sarebbe andato a trovare, proprio il giorno del suo stesso compleanno. L’unico con il quale volesse passare quel giorno.
Ecco perché si stava dirigendo verso la Biblioteca. Era quasi sicuro di trovarlo lì, poco importava dell’orario. Quello era l’unico posto dove avrebbe trovato il Prefetto di Grifondoro.
- Dove stai andando, Snivellus?- Chiese una voce alle sue spalle.
- Oh, lo so io dove va!- Un’altra voce, divertita.
Non gli serviva nemmeno voltarsi per sapere di chi si trattasse. James Potter e Sirius Black. Il terzo motivo per il quale non sarebbe mai potuto piacere a Remus. Potter e Black, coloro che lo tormentavano da anni. Coloro che lo allontanavano da tutti quelli che amava.
Lui odiava Potter e Black, li odiava e li invidiava, perché loro potevano parlare con Remus, perché loro potevano farlo ridere, tutte cose che lui non poteva, non riusciva a fare.
Si mise a correre.
- Snivellus, scappi?- Chiese Black, facendo per seguirlo. Si sorprese delle parole che gli sussurrò Potter.
- Lascialo andare. Sta andando dalla sua ragazza, vero, Snivellus?-
- Ma chi lo prende, a quello?- Lo scroscio di risate che seguirono mise fine alla discussione.
Avrebbe potuto sentire il crack del suo cuore, se ne avesse avuto ancora uno e se non avesse corso tanto velocemente. D’altro canto sentì distintamente gli occhi riempirsi di lacrime. Li odiava, li odiava!
Chiuse gli occhi, cercando di ricacciare le lacrime.
- Ehy, ehy! Attento!- Gli disse una voce dolce e gentile, sottile come uno strato di seta, questa volta davanti a lui, mentre due forti braccia lo reggevano per non farlo cadere.
Se non fosse stato troppo preso a leccarsi le ferite a causa dell’ennesima umiliazione si sarebbe accorto subito di chi era. Una sola persona usava quel tono anche con lui.
Cercò di ribellarsi a quella presa, ma non ci riuscì, mentre due dita gentili gli sollevavano il volto.
- Stai piangendo?- Chiese la voce del ragazzo davanti a lui. Sbattè le palpebre, riconoscendo quelle due pepite d’oro incantonate nel volto dell’altro. Remus… che lo vedeva piangere. Oddio!
Umiliazione, trecento volte umiliazione.
- N-no…- Negò fermamente, voltando il capo per non farsi vedere.
- Severus? Ehy, guardami. Severus, stai bene?- Remus gli sorrise, asciugandogli il volto con le dita, come se lui avesse un qualche genere di importanza.
- Rem… Lupin, io…- Lo guardò indeciso da come dirlo. C’era la torta in cucina. Poi si accorse di una cosa:- Mi hai chiamato per nome?-
- Certo, sciocco che non sei altro!- il sorriso che si ampliava e le labbra che si avvicinavano.
- Remus…- Non fece in tempo a dire altro, perché le sue labbra furono catturate da quelle dell’altro.
Tutto iniziò a girare intorno a lui, quasi si stesse smaterializzando, l’unica cosa certa erano le lacrime che gli bagnava il volto ed il corpo di Remus stretto al suo in un abbraccio, mentre le loro labbra continuavano a cercarsi. Il corpo di Remus nudo sopra di lui, il corpo di Remus liscio a contatto con il suo.
L’odore di Remus che entrava nella sua mente, il corpo di Remus che lo stringeva a se, il corpo di Remus semi-coperto da un lenzuolo.
Sgranò gli occhi, da quand’è che era sdraiato in un letto, stretto fra le braccia di Remus?
Si staccò dalle labbra del mannaro con un certo sforzo.
- Che diamine…?- Chiese, osservando l’altro.
- A quanto pare qualche simpaticone ha pensato bene di drogarci con la torta al cioccolato che abbiamo mangiato ieri sera.- Cercò di spiegare Remus, un sorriso dolce sul suo viso, mentre scendeva da sopra di lui. Non uno di quelli finti, uno di quelli che riservava solo a lui.
Ieri sera… Oh, già! Era stato il compleanno di Remus e per festeggiare avevano deciso di mangiare la torta insieme, come facevano ogni anno in memoria del giorno in cui si erano messi insieme, quando ancora frequentavano Hogwarts. Il quinto anno.
Quando erano entrati l’unico occupante della cucina era Sirius.
Mentre entravano Sirius aveva sorriso loro, continuando a stare girato a farsi un tè.
Sirius… cucina… un tè…
- Io lo ammazzo. Io lo ammazzo!- Iniziò a dire, gli occhi ridotti a due fessure, mentre si liberava dalle coperte e si metteva solo un paio di boxer, prima di correre fuori dalla camera.
- IO TI AMMAZZO, SIRIUS BLAAACK!!-
Remus sorrise nel vedere il marito correre in quel modo. Una nuova giornata aveva inizio.
In un angolo, dimenticato, l’orario scolastico degli studenti giaceva in attesa di essere totalmente definito dai due occupanti della camera.

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Capitolo 2
*** Ultimi pensieri ***


HP, Remus/Severus:
Non sapevano che l'altro stesse morendo ma pensavano l'uno all'altro nello stesso istante. (Tradimento + Incubi)

Almeno era felice. Si era sentito spezzare in due quando lo aveva visto sposasi con un altro, altra ad essere precisi. Sembrava di vivere in un incubo. La sua vita era un insieme di incubi, ogni singolo giorno. Era stato felice e speranzoso solo quando aveva pensato che lui… lui potesse ricambiarlo, ma non era importante. Non poteva pensare a lui, non ora. Aveva ancora un ultimo compito da eseguire. Sentì il dolore al collo, dove quel maledetto serpente lo aveva morso. Avrebbe dovuto dichiararsi, avrebbe dovuto spiegare, cercare il suo perdono, invece aveva continuato quella farsa. Forse, una volta conosciuta la verità lo avrebbe potuto perdonare. Forse, se solo… ma non importava, non più. Ormai aveva la sua vita, sua moglie e suo figlio. Sarebbe stato felice. Non importava. Stava morendo.
Guardò i tre ragazzi, davanti a lui. Sembravano i tre malandrini. 
Sarebbe morto guardando il corpo del suo aguzzino, quello era ironico. Aveva pensato più volte a come se ne sarebbe andato, ma quello… Quello era troppo. Ricordò il modo in cui Remus gli sorrideva, chiedendogli più volte scusa per i suoi amici, unendosi a lui nel fare i compiti, le volte in cui gli aveva toccato la mano mentre si passavano qualcosa, prima di ritirarsi. Ricordò quell’unico giorno in cui era entrato mentre era in forma di lupo, quando lo aveva visto e la paura che aveva provato, ricordò le leccate della bestia, come aveva strofinato il naso umido contro la sua mano. L’unica volta in cui aveva davvero lasciato che il loro affetto si dimostrasse. Non lo aveva morso e se… se solo non fosse arrivato Potter… ma c’era. Era lì a mandarlo via, a fare il gradasso credendo di averlo salvato quando in realtà aveva solo spezzato quel momento solo loro. Remus non aveva più avuto il coraggio di avvicinarsi. Non aveva mai avuto il coraggio di baciarlo, di dichiararsi, non quando lo vedeva così vicino a Black. Doveva esserci per forza qualcosa fra loro. Aveva odiato Black e Potter. Aveva odiato perdere la sua unica amica, Lily. Almeno l’avrebbe rivista mentre aspettava Remus. Aveva odiato Tonks, il suo modo di conquistare e corteggiare l’uomo che anche lui amava, ma ora… ora era felice che non avesse scelto lui. Ora era felice di lasciarlo a lei, era felice che non avrebbe pianto la sua perdita. Ora Remus avrebbe potuto essere felice anche senza di lui.
- Guardami… hai gli occhi di tua madre.- Si costrinse a dire, guardando gli occhi di Harry Potter e vedendo l’ombra della sua migliore amica, forse non l’aveva amata, ma l’avrebbe aiutato ad aspettarlo. Forse. 

***

Avrebbe dovuto dirglielo. Si era ripromesso di parlargliene, doveva cercare Severus e dirgli che lo amava, doveva dirgli che il figlio di Tonks non era suo. Doveva dirgli che non aveva mai avuto occhi che per lui, ma non poteva, non più. Doveva dirgli di quanto si fosse sentito tradito quando aveva saputo di come fosse morto Silente, ma non poteva, non più. Non in mezzo a quella guerra, non con Tonks al suo fianco. Doveva dirgli che l’aveva sposata solo per ripicca, solo per dimenticarlo, ma non c’era mai riuscito. Avrebbe voluto vederlo al matrimonio, per vedere la ferita nei suoi occhi, ma adesso voleva solo baciarlo. Era stato un pensiero costante in quei lunghi anni. Doveva dirgli quanto facesse male sapere che l’uomo che ami è divenuto un Mangiamorte, un nemico. Aveva creduto in lui, aveva atteso troppo. Il tradimento di vedere quel marchio deturpare quella bella pelle chiara. Il desiderio di baciarlo. Doveva spiegargli quanto avrebbe voluto stringerlo a se nelle notti fredde in cui era rimasto da solo e quanto il lupo avesse pianto nelle notti di luna piena, senza il suo compagno, il suo unico vero compagno. Voleva dirgli tutto questo ed altro ancora per tenerlo radicato a terra, per chiedergli di vivere per entrambi perché lui non poteva, non più. Non mentre vedeva il raggio della morte arrivargli addosso senza potersi scansare. Troppo lento. Almeno sarebbe voluto morire al suo fianco o fra le sue braccia, per poterlo ricordare meglio mentre lo aspettava.

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