A Midsummer Night’s Dream

di Athelye
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Blue Monday ***
Capitolo 2: *** Should I Stay or Should I Go? ***
Capitolo 3: *** Moonlight Shadow ***
Capitolo 4: *** The Lovecats ***
Capitolo 5: *** What A Feeling (Flashdance) ***
Capitolo 6: *** Nothing's Gonna Stop Us Now ***
Capitolo 7: *** No More Lonely Nights ***
Capitolo 8: *** Purple Rain ***
Capitolo 9: *** Dancing in the Moonlight ***
Capitolo 10: *** Take on Me ***
Capitolo 11: *** Come back and stay ***
Capitolo 12: *** Tainted Love ***
Capitolo 13: *** We Don't Need Another Hero ***
Capitolo 14: *** Total Eclipse of the Heart ***
Capitolo 15: *** Alone ***
Capitolo 16: *** Hungry Eyes ***
Capitolo 17: *** I Think We're Alone Now ***
Capitolo 18: *** Is This Love? ***
Capitolo 19: *** Got My Mind Set On You ***
Capitolo 20: *** Suddenly Last Summer ***



Capitolo 1
*** Blue Monday ***


L’aria tiepida gli accarezzava la pelle. Aveva un profumo fresco, di tranquillità. Si guardò intorno, osservando la pineta, che a terra disegnava macchie di leopardo con la sua ombra.
Si sentiva solo il dolce frinire di cicale e qualche uccello muoversi fra i rami, probabilmente delle tortore.
Sentì una mano sulla propria spalla, la sua stretta amichevole e allegra.
“Lan SiZhui, ci sei?” Il sorriso carico di energie del ragazzo lo contagiò. Altri ragazzi scesero dal piccolo pullman celeste dopo di loro, chiacchierando a bassa voce.
“Mh-mh. Tu hai preso tutto, Lan JingYi?”
Il ragazzo si sistemò un borsone su una spalla, afferrando la valigia con l’altra mano. “Sì! Dai, andiamo!”
Era l’inizio di un giugno come tanti, e quello che li aspettava erano i consueti tre mesi in quel campo estivo insieme ai ragazzi di altre scuole. L’unico dettaglio era che quella sarebbe stata l’ultima volta.
La loro ultima estate da liceali. Si prospettavano tre mesi decisamente entusiasmanti.
 
 

 

A Midsummer Night’s Dream

 
Capitolo I – Blue Monday
                                                                                                                                    
 
 
Era ancora mattina ma i raggi bruciavano già, al passaggio nelle poche chiazze di luce che sfuggivano al riparo della vegetazione. Per liberarsi almeno un poco dal caldo, Lan SiZhui si legò i capelli neri in un piccolo codino. Non li teneva particolarmente lunghi, gli accarezzavano appena le spalle, ma lo erano comunque più che a sufficienza per essere legati, anche se una ciocca scivolava sempre dalla presa e rimaneva ad accarezzargli il viso, affilato ed elegante.
Il primo giorno, dopo l’arrivo, era soprattutto dedicato all’assegnazione delle camere, divisione in gruppi di lavoro per i progetti estivi e una generale socializzazione.
Quello era un campo estivo organizzato dalle scuole più importanti della regione. Si svolgeva in un ex villaggio turistico, donato ormai una ventina d’anni prima per questo progetto dal proprietario ultranovantenne. Il posto si trovava immerso in un bosco di pini marittimi, querce e lecci, e arrivava fino al mare. Un dedalo di sentieri portava ai vari edifici e agli alloggi dei ragazzi, dei piccoli bilocali numerati, ognuno assegnato a una coppia di studenti della stessa scuola.
A differenza dei loro corrispettivi per elementari e medie (situati in altre zone della regione), l’organizzazione di quel campo estivo era lasciata in maggiore percentuale ai ragazzi stessi rispetto che agli insegnanti che avevano aderito al progetto, questo per incentivare il senso di responsabilità degli studenti.
Dopo aver lasciato i bagagli nelle proprie stanze, tutti i ragazzi dovevano radunarsi nell’edificio principale di quel campo, ovvero la mensa, per registrarsi e ritirare un badge da tenere almeno per tutta la prima settimana. Inoltre, lì venivano presentate le varie attività a cui poter prendere parte.
Ogni studente doveva applicarsi almeno a due attività: una di “svago” e una di approfondimento.
C’erano progetti sportivi, teatrali, artistici, culturali e ricreativi in generale, poi corsi di approfondimento di materie specifiche, indicati sia per chi avesse delle lacune, sia per chi avesse voluto intraprendere un determinato percorso di studi universitari. I corsi prevedevano anche dei test alla fine di ogni mese, eccetto ad agosto, in cui erano fissati per la terza settimana.
Ogni anno, iniziava il primo di giugno con gli arrivi e finiva il primo settembre con le ripartenze.
 
Tutti i ragazzi avevano delle divise piuttosto simili, maglie bianche e pantaloncini che variavano nei colori dei dettagli e dei simboli stilizzati che rappresentavano la scuola di provenienza: alcuni avevano un loto viola, altri un sole rosso, altri ancora una peonia dorata o una bestia verde, ma i simboli erano tanti, ed elencarli tutti porterebbe via tempo inutilmente. Quello che Lan SiZhui e Lan JingYi avevano stampato sulle loro t-shirt bianche era il motivo di una nuvola blu, stemma della scuola principale di Gusu.
Quei primi giorni servivano soprattutto ad ambientarsi, e le applicazioni ai progetti andavano consegnate entro la fine della prima settimana, così da poter provare e dare un’occhiata ad alcune senza avere la fretta di decidere, anche se per la maggior parte dei ragazzi non era la prima volta lì, quindi molti sapevano già dove applicarsi. Le iscrizioni infatti erano già aperte. Quell’anno era particolarmente facile organizzarsi con le attività a partire dalla seconda settimana, dato che la scadenza era una domenica.
“Tu quali frequenterai?” Gli chiese Lan JingYi mentre erano in fila per registrarsi.
“Stavo pensando se provare qualcosa di nuovo. Tu? Sempre teatro e chimica?”
“Decisamente! Altrimenti chi farà il protagonista?”
“Lan JingYi, ci fosse stata una volta in cui hai fatto il protagonista, con tutte le estati che abbiamo passato qui!” Rise Lan SiZhui.
Quello si voltò sbuffando. Lan JingYi era un ragazzo dall’aria sempre vivace, alto più o meno quanto lui, con i capelli neri leggermente più lunghi sopra e corti dietro. Era anche il suo migliore amico fin dall’infanzia. Avevano fatto insieme ogni anno di scuola, vicini di banco inseparabili, così abituati a starsi accanto che gli estranei erano portati a chiedersi dove iniziasse l’uno e dove finisse l’altro.
Lan JingYi era ciò che di più vicino a un fratello potesse avere, forse anche per quello Lan SiZhui si divertiva a stuzzicarlo.
“Lasciami sognare, ok?!”
Dopo aver firmato la registrazione ed essersi appuntati i badge alla maglia, Lan SiZhui accompagnò l’amico a consegnare subito l’iscrizione per il club di teatro. Molti ragazzi del gruppo erano i soliti da anni, quindi fecero una piccola rimpatriata, con la promessa di divertirsi ogni giorno fino all’ultimo. Diedero immediatamente a Lan JingYi alcuni fogli con le trame degli spettacoli fra cui scegliere quello da preparare e gli diedero appuntamento per il giorno successivo per l’incontro a riguardo.
Stavano chiacchierando, diretti all’uscita, mentre un piccolo gruppo di ragazzi camminava in senso opposto, parlando animatamente fra loro. Lan JingYi e uno dei ragazzi si scontrarono inavvertitamente con un discreto colpo, cosa che fece volare di mano al Lan i fogli appena ricevuti.
L’altro si girò immediatamente con aria scocciata. “Oi, guarda dove cammini!”
Era un ragazzo abbastanza alto, poco più di Lan SiZhui, slanciato, dai capelli castani leggermente mossi un po’ più corti dei suoi, e gli occhi ambrati, che scrutarono con altezzosità il Lan che si era buttato a recuperare il fascicoletto. Nonostante lo sguardo seccato, era davvero un bel ragazzo.
“Io?!” Lan JingYi, che non brillava esattamente per pazienza e autocontrollo come il migliore amico, si accigliò notevolmente. “A me hanno insegnato le buone maniere almeno, tua madre se n’è dimenticata per caso?!”
Nel gruppetto alle spalle del ragazzo piombò il silenzio, mentre i suoi occhi si strinsero a due fessure. Fece qualche passo in avanti verso la figura accucciata sui fogli.
Lan SiZhui era certo di averlo già visto negli anni scorsi, doveva essere loro coetaneo. Notò la peonia sulla sua maglietta e i dettagli dorati sui pantaloncini suoi e dei suoi compagni. È di Lanling.
Lan JingYi nel frattempo era scattato in piedi, pronto a fronteggiare il giovane. “Che c’è, non rispondi più?”
Quello, improvvisamente serio, arrivò a pochi centimetri dal viso del Lan, poi accennò un sorriso amaro e parlò con una nota velenosa nella voce. “Cosa credi che abbia fatto mia madre?”
“Avrebbe dovuto essere più presente nella tua educazione, evidentemente.”
“Ed esattamente, tu, chi ti credi di essere per parlare così?!” Il ragazzo lo spintonò, caricando già un pugno, pronto a iniziare l’attacco.
L’altro era già pronto a rispondere, quando Lan SiZhui gli posò una mano sulla spalla. “Dai, dai, lascia perdere. Siamo tutti un po’ stanchi dal viaggio, non è il caso di prendersela, ok?”
Contemporaneamente, anche uno del gruppo di Lanling si era mosso per fermare l’amico dicendo una cosa simile. Le iridi dorate del ragazzo si posarono un istante su Lan SiZhui, per poi balenare di nuovo su Lan JingYi. Schioccò la lingua, liberandosi dalla presa e decidendo di non proseguire solo perché avevano già iniziato ad attirare l’attenzione. “Non pensare che sia di memoria corta.”
Quello fece una smorfia, mentre il gruppo passava oltre. “No dico, ma l’hai visto? Tsk. Che bastardo..”
“Non farci caso, dai.” Abbozzò un sorriso. Poi si girò indietro per osservare i ragazzi che se ne andavano verso il banco delle registrazioni e per assicurarsi che non ci avessero ripensato e stessero tornando indietro. Né lui né Lan JingYi se l’erano mai cavata male nelle poche risse in cui erano finiti, però in quel caso sarebbero stati in netta minoranza numerica.
Colse l’occhiata affilata del ragazzo con cui si era scontrato Lan JingYi, voltatosi a sua volta a guardarli andare via. Lan SiZhui ebbe la brutta sensazione che ciò che aveva detto non fosse una minaccia, ma una promessa.
 
Dopo qualche giorno, Lan SiZhui era arrivato alla conclusione di optare per un club di musica. Suonava la chitarra da anni e voleva focalizzarsi sul percorso di studi che aveva deciso di intraprendere all’università, quindi si registrò al corso di approfondimento di letteratura.
Diede una veloce occhiata ai nomi e alle firme prima dei suoi, e notò con piacere che sarebbe stato come essere in una classe normale, dato che si era registrata una ventina abbondante di persone. Ottimo.
In quel modo, non erano abbastanza pochi da fare in modo che il professore li fissasse uno per uno (come invece gli era capitato il secondo anno, quando si era registrato per fisica), e non erano neanche talmente tanti da rendere difficile la gestione della classe.
Soddisfatto della sua scoperta, si diresse sorridente verso uno degli edifici che ospitavano le attività di club. Nel suo caso, andò verso quello di musica, ovviamente.
Attraversò il sentiero ghiaioso, avvolto dall’aria estiva e dal cinguettare degli uccellini, e arrivò davanti alla casetta che ospitava il club di musica. Era appena il primo pomeriggio e, a giudicare dalle serrande ancora abbassate, dovevano ancora arrivare i responsabili. La porta però non sembrava chiusa, così decise di entrare per sfuggire al caldo.
Dentro l’aria era decisamente più fresca. Si mosse nella penombra, osservando i leggii ammassati disordinatamente da una parte e un discreto numero di sedie messe a semicerchio al centro della stanza. Sul fondo della sala c’era una porta accostata, probabilmente una sorta di sgabuzzino per accatastare altro materiale, da cui provenivano dei rumori come di cose che venivano spostate. Lan SiZhui non riuscì a resistere alla propria curiosità e si avvicinò per sbirciare. Era sbagliato, era terribilmente sbagliato, ma i suoi piedi si mossero più veloci dei suoi sensi di colpa.
Gettando un’occhiata all’interno, vide due ragazzi che sembravano spaventosamente vicini l’uno all’altro, ma accadde tutto così in fretta che Lan SiZhui non riuscì davvero a capire cosa stessero facendo, o cosa si stessero dicendo, prima della sua involontaria irruzione.
Già, perché nell’affacciarsi con cautela, non si era accorto di essersi leggermente appoggiato alla porta, spalancandola per errore.
I due si voltarono di scatto verso di lui, con ancora dei mezzi sorrisi sulle labbra. I tre si fissarono in un silenzio imbarazzato, e lui realizzò che quella stanzetta era più piccola di quanto avesse immaginato.
Lan SiZhui spalancò di più gli occhi, quando si rese conto che uno dei due che aveva davanti era proprio lo stesso che si era scontrato con Lan JingYi qualche giorno prima. Gli venne spontaneo chiedersi come, in tutto un campo estivo con studenti da ogni scuola dell’intera regione, potesse essere incappato nella stessa persona in così poco tempo e, soprattutto, in quel contesto. Perché sembravano piuttosto vicini quei due per non pensare male.
“Tu sei Lan SiZhui, vero?” Chiese quello, inarcando un sopracciglio, dopo averlo squadrato da capo a piedi.
Come in ogni film d’azione che si rispetti, Lan SiZhui avrebbe voluto rispondere ‘E tu devi essere..’, peccato però che non avesse idea di come si chiamasse. Già, a tal proposito, come diamine faceva quel ragazzo a conoscere il suo nome?!
Quindi beh, si trovò costretto ad annuire senza dire niente.
“Sei quello che gira sempre insieme a quel bastardo, com’è che si chiama? Lan JingYi, sbaglio?” Si avvicinò a lui, scansando l’altro ragazzo con una mano.
Wow, ha davvero una memoria di ferro per chi lo offende, pensò Lan SiZhui, con un velo di preoccupazione.
“Non sbagli, ma tu come..?”
Quello lo interruppe, indicando la targhetta attaccata alla propria maglia. “Il vostro badge.”
Ah, già. Sia lui che Lan JingYi si erano appena registrati, quindi avevano il tesserino con il loro nome addosso.
Ripensò all’occhiata che il ragazzo gli aveva lanciato quando aveva fermato l’amico e sgranò gli occhi. Stava guardando il mio nome?!
“Beh, non sei curioso di sapere come mi chiamo?” Chiese quello con un sorriso divertito, mentre il suo amico tratteneva una risatina.
Ovvio, che domande. Il problema era che in quella penombra non vedeva la scritta sul suo badge. Fece quindi per avvicinarsi a sua volta di qualche passo, ma inciampò in un’asse che non aveva minimamente notato, franando addosso al giovane, preso a sua volta di sprovvista.
Con un fracasso allucinante, i due rovinarono sui leggii accatastati, finendo anche per colpire un mobile con degli spartiti, che puntualmente si rovesciarono a cascata su di loro.
L’amico del ragazzo castano spalancò gli occhi, tappandosi la bocca con una mano per non scoppiare a ridere, ma gli sfuggì ugualmente un sonoro pffffttt.
Sollevandosi leggermente, Lan SiZhui prese atto con qualche secondo di ritardo della posizione alquanto imbarazzante ed equivoca in cui si trovava. Il suo torace giaceva esattamente fra le gambe dell’altro, la t-shirt si era sollevata e lasciava scoperto parte dell’addome del ragazzo, senza contare la vicinanza con il suo viso e le mani che sembravano volerlo stringere, quando Lan SiZhui le aveva solo portate istintivamente in avanti per attutire la caduta.
In quell’esatto momento, probabilmente a causa del rumore tremendo che avevano fatto, nella stanza si precipitò un insegnante, che doveva essere entrato da poco nell’edificio. Trovandosi davanti quella scena, rimase leggermente interdetto.
“Cosa.. Sta succedendo qui?!”
Lan SiZhui cercò di scattare indietro, quando con la coda dell’occhio colse per un misero, fulmineo istante un sorriso sinistro farsi strada sulle labbra del ragazzo e svanire quello successivo, lasciando spazio a uno sguardo che sembrava davvero preoccupato.
“Professore! Io.. Non so davvero cosa gli sia preso, è successo tutto così in fretta!” La sua voce suonò radicalmente diversa dal tono fermo e sicuro che aveva prima. “Mi ha afferrato, e.. E io.. Non sono riuscito a..”
“Cos-?!” Un’aria incredula sostituì la maschera di imbarazzo che aveva Lan SiZhui.
I suoi occhi color cenere balenarono dall’insegnante sbigottito al ragazzo che mimava un’espressione fra difficoltà e paura.
“Io.. Io non ho fatto niente!!” Esclamò Lan SiZhui, riuscendo a tirarsi indietro e, più o meno velocemente, rimettersi in piedi.
Il ragazzo di Lanling venne aiutato dall’amico a rialzarsi, mentre il professore puntò i suoi occhi sull’altro. “Lan, nel mio ufficio. Ora.”
Lui boccheggiò un paio di volte, cercando le parole, ma venne ignorato dall’uomo, che uscì di buon passo dalla stanza.
Si voltò, ancora più incredulo, verso quel maledetto che l’aveva appena incastrato, accusandolo di qualcosa che non avrebbe mai e poi mai fatto.
Il ragazzo aveva di nuovo assunto quel sorriso affilato e presuntuoso. Incrociando le braccia al petto, aveva indicato la porta con un cenno della testa. “Ti conviene non farlo aspettare.”
Lan SiZhui sgranò di più gli occhi. “Tu..”
Poi scosse la testa, e si avviò velocemente fuori. Mentalmente, iniziò a contare, alternando a ogni numero un’imprecazione verso quella nuova sciagura che si era abbattuta su di lui, di cui però ora conosceva anche il nome.
Già, perché cadendo era finito proprio a un soffio dalla targhetta e, ancora in confusione, ci aveva posato gli occhi e aveva letto.
 
È una dichiarazione di guerra, Jin Ling?









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Note dell'Autrice
BUON SALVE!
Hell, ci siamo. Che dire, si comincia! Ahahahahah! Ormai non mi posso tirare indietro, quindi here we are.
Dopo un paio di mesi di lavoro, vi presento la mia storia: è una long, è una AU, e spero che vi piacerà come è piaciuto a me scriverla, e come mi sta divertendo mandarla avanti. Perché sì, non è ancora terminata, ma non mi manca moltissimo a finirla.
Ad ogni modo, vi accompagnerò sicuramente con un capitolo a settimana almeno fino a fine estate, quindi non temete, vi romperò a lungo <3

A questo proposito, con il mio iniziale piano di pubblicazione avrei dovuto concludere il 1 settembre, ma al momento attuale sforerei alla grande come capitoli, solo con quelli già scritti, quindi vi chiedo:
Volete che pubblichi alcuni capitoli in concomitanza ad alcuni eventi, finendo quindi il 1 settembre come avevo pensato inizialmente, o volete che prosegua con il mio programma di un capitolo a settimana, portandola oltre settembre?
In base a ciò che mi direte nei commenti, deciderò come agire a partire dal primo capitolo di luglio.

Che altro mi resta da dire? Niente, solo che devo ringraziare la magica persona che mi accompagna da anni in questo mio mondo di scrittura, che corregge con pazienza anche la mia lista della spesa e che mi sopporta ogni giorno, Giò, la mia beta. Questa mia storia, come le altre, la state leggendo grazie a lei e al suo supporto.
Ringrazio moltissimo le persone che stavano aspettando con ansia di leggermi da quando l'ho annunciato, in particolar modo Valchiria, Deb e Lilith, che mi sono accanto tutti i giorni in questo delirio che è Mo Dao Zu Shi.
Infine, ma non per importanza, grazie a chi tiene in piedi la baracca, ovvero tutti i miei lettori, silenziosi e non.
Spero di non aver deluso nessuna delle persone che leggeranno.

Il prossimo appuntamento, solo per questa settimana, è a venerdì 5!
Nel frattempo mando un abbraccissimo a tutti, ci si legge!



Athelyè ~ 

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Capitolo 2
*** Should I Stay or Should I Go? ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo II – Should I Stay or Should I Go?



“...Quindi mi ha detto che non si aspettava un comportamento simile da me, e che è profondamente deluso. Non mi ha dato particolari punizioni, perché sono sempre stato uno studente modello in tutti questi anni, però un altro errore simile e mi rispedisce a casa.”
“Non posso crederci.”
Lan SiZhui emise uno sbuffo, ancora incredulo. “Non dirlo a me.”
Nel buio della loro stanza, i due ragazzi stavano chiacchierando di quanto successo in quella specie di sgabuzzino.
“Poi è arrivato mentre il professore mi stava facendo quella ramanzina interminabile, dicendo che non si era spaventato, ma che si era solo.. Sorpreso. E che quindi non voleva che ci fossero problemi per me.”
Lan JingYi schioccò la lingua, facendo una smorfia. “Jin Ling hai detto? L’ho già sentito come nome.. Non è quello che l’anno scorso ha vinto una qualche medaglia regionale? So che viene da una famiglia importante.”
“Non so, è possibile. Sai che non presto mai molta attenzione ai gossip, Lan JingYi..” Mormorò, vagamente assorto a ricollegare gli eventi.
“Male, dovresti. Alla nostra età, i pettegolezzi sono tutto, Lan SiZhui!”
“Non sono mica una comare come te.” Disse, girandosi verso l’amico.
Quello gli rivolse una linguaccia, prima di ridere.
“Ma quindi.. Questo vuol dire che te lo ritroverai al club di musica?”
Lan SiZhui scosse la testa. “Ho controllato, il suo nome non c’è fra i partecipanti.”
“Beh dai, nel male ti è andata bene. Puoi comunque frequentare quel club e lui non ci sarà.”
“Vero.”
 
Sì, assolutamente verissimo. Peccato che il lunedì immediatamente successivo se lo ritrovò nella stessa classe di letteratura. Aveva controllato solo l’elenco del club di musica, mica anche quello del corso di studio.
Quando Lan SiZhui aveva aperto la porta, inizialmente, aveva pensato a un’allucinazione. Invece, nonostante avesse stupidamente chiuso e poi riaperto la porta, lui era ancora lì.
Jin Ling gli aveva rivolto un ghigno divertito. Davvero molto divertito.
Sembrava davvero un gatto che aveva trovato un animaletto, un piccolo coniglio nel suo caso, con cui divertirsi prima di divorarlo. Se solo avesse avuto le vibrisse, Lan SiZhui avrebbe giurato che si stesse leccando i baffi anche solo guardandolo.
Proprio per questo scelse un posto che fosse dalla parte opposta dell’aula, in seconda fila lato porta, mentre Jin Ling era seduto nella quarta, esattamente accanto alla finestra.
Durante la lezione, Lan SiZhui poté sentire ben piantato sulla sua nuca lo sguardo divertito del ragazzo castano.
A coronamento di quello splendido inizio settimana, l’insegnante sorteggiò dei nomi per formare dei gruppi che portassero ognuno un approfondimento su una poesia diversa, da esporre la settimana successiva. Volete indovinare chi era finito nel suo stesso gruppo? Beh, credo possiate immaginarlo anche da soli.
 
Per l’ora successiva, i ragazzi avevano attaccato dei banchi a formare delle piccole isolette dove disquisire sui temi principali delle poesie assegnate e sulla loro analisi. E dato che essere nello stesso gruppo con lui non era sufficiente, Lan SiZhui era finito esattamente davanti alla sua sciagura.
Ogni gruppo contava cinque persone. Il suo era formato da lui, Jin Ling, Ouyang ZiZhen, Yu Liang e Yao HaoFai. Gli altri tre ragazzi non venivano da Gusu, ma da altre scuole (solo Yu Liang era di Lanling come Jin Ling), ed erano amici già da qualche anno anche con Lan JingYi. * (vedi NdA)
Apparentemente erano amici comuni anche a Jin Ling, ma lui non l’aveva mai notato.
“Aaaahh! Ma perché a noi è toccata una poesia d’amore??” Esclamò Yao HaoFai, con un sospiro sgomento.
“Sono tutte d’amore. Ringrazia piuttosto che la nostra è un tema almeno vicino a due di noi su sei.” Rispose Ouyang ZiZhen, distribuendo i fogli con la poesia.
“Ouyang ZiZhen ha ragione. Poteva andarci molto peggio, di cosa ti lamenti?” Commentò Jin Ling ridacchiando, riferendosi a lui e Yu Liang. “Abbiamo anche due chitarristi nel nostro gruppo, meglio di così non sarebbe potuta andare!”
Lan SiZhui incrociò il suo sguardo, rabbrividendo nel vedere quel sorriso affilato. Gli sembrò persino che quello gli facesse l’occhiolino, ma doveva essere stata sicuramente un’allucinazione.
Quando l’amico gli passò il foglio, Lan SiZhui ci posò immediatamente gli occhi pur di evitare quello sguardo dorato davanti a sé. La poesia era “La mia Amante”, di Chen Li. * (click per leggere!)
Lesse alcune volte quei versi, provando una sensazione incredibilmente familiare. Un’amante non l’aveva mai avuta, però la sua chitarra conosceva bene il suo tocco delicato e i suoi sentimenti, dato che spesso si affidava a far vibrare la sua voce con le corde quando dei pensieri gli affollavano la mente.
Una campana suonò lontana, indicando la fine del tempo di studio.
I ragazzi si alzarono, chiacchierando allegramente, finché Yu Liang non diede un’occhiata alla tabella che aveva stampato e si era appiccicato sulla copertina del quaderno. “Jin Ling, non hai tiro adesso?”
Quello sembrò sobbalzare sul posto. Controllò l’orologio al polso sinistro, lasciandosi sfuggire dalle labbra un’imprecazione.
“Ti porterà via molto tempo, sei sicuro di riuscire anche a partecipare a questo progetto?” Chiese Ouyang ZiZhen, con aria scettica.
Ugh.. Questo non era nei piani, farò del mio meglio.” Si portò una mano dietro la nuca, con fare imbarazzato. Poi posò lo sguardo su Lan SiZhui. “A meno che..”
Il ragazzo iniziò già a sudare freddo. “Cosa?
“Potresti fare anche la mia parte, e poi io esporrò il tutto. Così voi non dovrete imparare anche le parti degli altri, e io non dovrò farmi in quattro fra arco e studio.”
“Perché io?!” Trasalì Lan SiZhui.
“Perché sei quello con meno ore occupate. Yu Liang segue due corsi di approfondimento, oltre al club di musica. Ouyang ZiZhen è il principale responsabile del club di teatro, Yao HaoFai fa anche da tutor per i ragazzi più piccoli, e a me tiro con l’arco porta via almeno tre ore ogni giorno, quindi tu sei oggettivamente il più indicato.”
A Lan SiZhui girava la testa. Purtroppo quella rapida analisi era corretta. Sbuffò, passandosi una mano sul viso.
“E quando penseresti di impararla? Va per lunedì prossimo.”
Jin Ling sorrise, sapendo di aver azzerato qualsiasi opposizione. “Anche domenica va bene. Ho una buona memoria.”
“Sì, ho notato.” Gli sfuggì, facendo inarcare le sopracciglia degli altri. Quando se ne accorse cercò di aggiungere qualcos’altro, ma Jin Ling lo interruppe nel tentativo.
“Allora è andata! Ci accordiamo poi nei prossimi giorni, ora devo correre!” Prese la sua tracolla e posò una mano sulla spalla di Lan SiZhui, poi aggiunse con un sibilo. “Ci vediamo in giro.”
Come aveva previsto il moro, Lan JingYi aveva dato in escandescenze quando gli aveva riferito l’accaduto, però anche lui aveva dovuto ammettere che quel bastardo di Lanling aveva ragione.
 
Aveva continuato a vederlo, ogni due giorni su tre come da orario, a quelle lezioni di approfondimento, e quasi sempre a mensa, oltre a incrociarlo in giro o la sera circondato dal suo gruppetto di amici di Lanling mentre lui e Lan JingYi si trovavano con Ouyang ZiZhen e gli altri di teatro. A volte i loro sguardi si incrociavano, ma quelli che riceveva Jin Ling erano decisamente di ostilità. Il ragazzo però sembrava divertito dalla cosa.
Insomma, quel venerdì, dopo la breve riunione del gruppetto per l’analisi della poesia, Jin Ling gli aveva chiesto un orario per l’appuntamento di quella domenica, in modo da imparare quello che avrebbe dovuto dire.
“Ti va bene dopo pranzo? Così hai più tempo per ripetere.” Gli chiese Lan SiZhui, appuntando un paio di cose a lato del testo.
“Mh-mh. Vieni tu da me? Domenica mattina abbiamo una piccola gara, più per stilare una classifica che altri motivi reali. Non so a che ora finiremo, non so neanche se avremo il tempo di mangiare, in realtà.” Ridacchiò, osservandolo con il mento appoggiato alla propria mano.
“Va bene. Dimmi il tuo numero di stanza allora.”
Ogni scuola, o distretto scolastico, aveva una propria “zona”, così che gli studenti responsabili potessero controllare e reagire più facilmente in caso di problemi. La sezione della Carpa Dorata, la scuola principale di Lanling, non era troppo distante da quella dei Meandri delle Nuvole, il corrispettivo di Gusu. Da camera sua e di Lan JingYi a quella di Jin Ling non erano neanche dieci minuti a piedi.
Tuttavia, il caldo era l’ostacolo principale di quella traversata, e a quell’ora era insopportabile anche con la compagnia dei suoni tranquilli e pacifici della natura.
Lan SiZhui si ritrovò davanti alla porta della stanza di Jin Ling, chiedendosi perché, nonostante i meritatissimi insulti di Lan JingYi a quel ragazzo, oltre agli schemi il moro avesse in mano anche una scatolina con alcune pietanze prese dalla mensa.
Maledisse silenziosamente il suo stupido buon cuore e suonò il campanello. Mentre pensava a quanto avrebbe dovuto lanciare nel giardino circostante quel pranzo racimolato per poi darsela a gambe, la porta si aprì davanti a lui.
Jin Ling doveva essere appena uscito dalla doccia. Aveva ancora i capelli bagnati, e le goccioline di acqua fresca imperlavano ogni sua ciocca nocciola lievemente ondulata.
“Puntuale come sempre.” Commentò, inarcando un sopracciglio. “Entra, che fuori si muore.”
Lan SiZhui obbedì, guardandosi intorno con circospezione, come se ci dovessero essere trappole nascoste. La stanza sembrava passabilmente in ordine, e non sembrava esserci traccia di altre persone oltre a loro.
“Il tuo compagno di stanza?”
“Ha nuoto. Ma resterà comunque fuori ancora qualche ora probabilmente.”
Ah, quindi erano davvero solo loro due? Fantastico. E chi avrebbe dovuto chiamare Lan SiZhui in caso di pericolo?!
“Capito.”
“Vieni, cosa stai davanti alla porta?” Lo guardò il castano, ridacchiando fra sé e sé.
Lan SiZhui guardò con incertezza la sua scatolina, poi, avvicinandosi a lui, gliela allungò senza aggiungere niente.
“Cosa.. È per me..?” La prese dubbioso, poi capì cosa conteneva e Lan SiZhui vide un’espressione nuova dipingersi sui suoi bei lineamenti. Era l’ombra di un sorriso, uno genuino, quella, vero?
“Hai detto che probabilmente non saresti riuscito a mangiare, quindi ti ho portato qualcosa.”
Jin Ling non disse niente per qualche secondo, poi emise uno sbuffo divertito. “Grazie.. Non pensavo che..” Tuttavia, lasciò morire la voce, e Lan SiZhui provò a immaginare il seguito, sentendosi ancora più stupido.
Il ragazzo castano sorrise un po’ di più, prima di fare strada al tavolo che c’era lì davanti. “Siediti pure. Vuoi qualcosa?”
“Solo un bicchiere d’acqua, grazie.”
Jin Ling si girò verso di lui, lanciandogli un’occhiata divertita e perplessa. “Stai facendo complimenti, per caso?”
“No, davvero. Ho solo molto caldo, quindi solo acqua, grazie.”
Quello fece spallucce e aggiunse un Come vuoi, prima di tirare fuori il necessario per mangiare quello che gli aveva portato Lan SiZhui e passargli il bicchiere d’acqua.
Mentre l’altro calmava la fame, il ragazzo gli spiegò i punti focali dell’analisi, consegnandogli tutto il lavoro della settimana appena passata.
Lan SiZhui rimase incredibilmente soddisfatto della rapidità con cui quello registrava le informazioni e le assimilava. Fino a quella mattina, era convinto che Jin Ling gli avesse detto che gli sarebbe bastato un pomeriggio solo per vantarsi. A dispetto della sua idea iniziale, Jin Ling non era proprio un cretino.
Una volta terminate le spiegazioni, Jin Ling ripeté un paio di volte il ‘copione’ che gli aveva preparato in modo praticamente perfetto, dando prova ancora una volta di un’ottima memoria.
“Perché non fai teatro? Saresti bravo.” Commentò Lan SiZhui, memore anche della crudelmente perfetta pantomima che il giovane aveva messo su una manciata di giorni prima, nella stanzetta di musica.
“Nah, non fa per me. Sono più un tipo da competizione che da scena.” Disse, stiracchiandosi leggermente.
Il moro ci pensò su un attimo, prima di fargli quella domanda. Involontariamente, i suoi occhi si oscurarono un po’. “Allora perché?”
Non c’era bisogno di chiedere spiegazioni, Jin Ling sapeva perfettamente a cosa l’altro si stesse riferendo. “Per danneggiare un nemico devi attaccare ciò che ha caro.”
Lan SiZhui aprì di più gli occhi, con sguardo stupito. “Mi stai dicendo che sono la vittima delle vostre scaramucce?”
“In sostanza.” Quello affilò il suo sorriso. “Spero tu non me ne voglia troppo per questo.”
“Quindi io ho rischiato di essere rimandato a casa perché tu te la sei presa con Lan JingYi?”
“Esatto. Ma se vuoi richiedermelo, posso farti un disegnino. Così evitiamo la stessa domanda rigirata per la terza volta, sai.”
Gli lanciò un’occhiataccia. “Scusami tanto se trovo assurda questa cosa.”
“Va bene, sei perdonato.” Jin Ling gli fece l’occhiolino, e Lan SiZhui pensò seriamente di tirargli una testata. “Comunque tu mi stai simpatico. È divertente prenderti in giro.”
“Prego?”
“Ho detto che è divertente prenderti in giro.”
“Sì, avevo capito.” Spalancò gli occhi, interrompendolo già a metà frase. “Allora trovati un altro hobby, grazie.”
Quello emise un mugolio contrariato, facendo roteare gli occhi. “Mh.. Ci penserò.”
 
In effetti, da quel momento in poi, Jin Ling si comportò in modo più amichevole verso Lan SiZhui, anche se spesso continuava a prenderlo in giro, se capitava l’occasione. Fortunatamente, Lan SiZhui era davvero molto paziente e lasciava correre spesso e volentieri.
Lan JingYi gli ripeteva almeno venti volte il giorno che l’avrebbe picchiato, se lui glielo avesse chiesto o se Jin Ling gli avesse fatto di nuovo qualcosa di male. Lan SiZhui doveva ricordargli ogni volta che non era il caso di andarsi a cercare altri guai, e che sembrava essere passata la fase critica, anche se continuava a provare un discreto livello di diffidenza nei suoi confronti.
Qualche giorno dopo, ad esempio, quando se lo ritrovò accanto per il corso di letteratura, gli schioccò un’occhiataccia. Era la prima volta che cambiava posto.
“Mh? Non sono qui per te, ma per stare più vicino al professore. L’argomento di oggi mi interessa.”
Lan SiZhui accettò quella risposta, almeno finché l’insegnante non iniziò a spiegare. A quel punto, infatti, Jin Ling prese un libro con la copertina rigida e lo mise in piedi aperto davanti a sé, poi incrociò le braccia e le usò come cuscino improvvisato. Il moro aggrottò le sopracciglia.
E meno male che l’argomento ti interessa..
Durante quella lezione, Lan SiZhui ogni tanto lasciava cadere lo sguardo sull’altro ragazzo. Lo osservò mentre se ne stava lì a dormicchiare, totalmente incurante della lezione in corso. I suoi lineamenti erano dolci, le sue labbra definite e carnose. Aveva le ciglia folte e lunghe e i capelli gli incorniciavano delicatamente il viso.
L’aveva pensato anche il primo giorno, ma ora che ce l’aveva così vicino, probabilmente per la prima volta senza che fosse molesto, poteva affermare con ancora più sicurezza che Jin Ling era davvero bello. Non che guardandolo di sfuggita non lo fosse, anzi, a quanto ne sapeva erano diverse le lettere di dichiarazioni che trovava sotto la porta di camera.
Lan SiZhui era una persona tranquilla, a cui piaceva starsene per conto proprio, magari a leggere o suonare, o al massimo con il suo gruppetto di amici, ma con l’avvento di quell’individuo, che si stava vendicando su di lui per le parole di qualcun altro (per altro!), la sua solita bolla di quiete era brutalmente esplosa.
Nella testa sentì riecheggiare le sue parole, È divertente prenderti in giro.
Com’era possibile che una persona così attraente potesse essere anche così capricciosa?
Distratto com’era da quelle riflessioni, non si accorse che ora due spicchi d’oro lo stavano osservando e un sorriso divertito aveva increspato le belle labbra. Sussultò non appena se ne rese conto, avvampando.
Mi stavi guardando dormire?
La sua voce suonò più flebile di uno spiffero. Lan SiZhui si voltò di scatto, ignorandolo, con ancora una sfumatura rosea sulle guance. L’altro si stiracchiò appena, poi abbassò il libro e seguì gli ultimi minuti di lezione.
“Se non ti interessa, perché ti sei iscritto a questo corso?” Commentò Lan SiZhui, con un tono critico.
“Perché è obbligatoria l’iscrizione ad almeno un laboratorio di studio, e con questo caldo è più stancante anche tirare.”
“Potevi sceglierne un altro.”
Quello sembrò divertito dalla sua risposta. “Sei ancora arrabbiato per quella storia?”
Il moro increspò le sopracciglia. “Tu che dici?”
Jin Ling rise, mentre intorno a loro le persone iniziavano ad alzarsi e uscire. “Cosa vuoi che sia? Poi è andato tutto bene. Sei ancora qui, no?”
Lan SiZhui sospirò. “E quindi? Pensi che basti per farti perdonare? Per colpa tua e del tuo ragazzo ho rischiato di essere rimandato a casa.”
L’altro batté qualche volta le palpebre, poi scoppiò a ridere di più. “Il mio cosa? Hai decisamente frainteso!”
“Oh beh, non che tu ti sia sprecato a dare spiegazioni, per la cronaca.” Lan SiZhui si alzò velocemente, affrettandosi a prendere le proprie cose, poi gli diede le spalle diretto all’uscita. “Ma comunque non mi interessa, basta che tu non mi coinvolga in quello che fai se non per il minimo necessario.”
Sentì un colpo dietro di sé, di qualcosa che cadeva, e una presa attorno al polso. Jin Ling era scattato in piedi, facendo cadere la sedia, per fermarlo.
“Cosa..”
“Scusami, hai ragione.” Disse quello, guardandolo con delle scintille negli occhi. “Mi scuso per quello che ho fatto, non odiarmi per questo. Posso continuare a parlarti?”
 
Lan SiZhui in quei giorni aveva pensato molto alle sue parole, ma non era riuscito davvero a darsi pace. Aveva provato a suonare, per liberare la mente ogni volta che poteva, ma un’ansia costante gli impediva di rilassarsi. Ripensava a tutte le volte in cui Jin Ling e Lan JingYi erano incappati l’uno nell’altro: erano volati commenti pungenti, poi si erano aggrediti di insulti e avevano sempre sfiorato la rissa. Se non erano ancora arrivati a sputarsi addosso era solo per decoro.
Lan SiZhui non capiva perché lo facessero, ma non poteva tollerare che il suo migliore amico venisse trattato così. Aveva “accettato” di essere la vittima sacrificale se Jin Ling voleva sfogarsi per ripicca nei confronti di Lan JingYi, anche se dall’episodio nello sgabuzzino non era più capitato, ma non aveva intenzione di lasciar correre le continue liti fra i due.
Jin Ling si sedette accanto a lui anche i giorni di lezione successivi a quella sua richiesta. Non faceva granché, a dire il vero: giocherellava con la penna, prendeva qualche appunto ogni tanto, a volte dormiva.
Quel giorno non faceva eccezione. Dalle finestre aperte entrava una brezza leggera che muoveva le tende, l’aria era calda ma sopportabile.
La lezione era particolarmente lenta e noiosa, quindi anche Lan SiZhui faceva fatica a seguire. Prese un foglietto e decise di comunicare le sue conclusioni all’altro.
Dopo aver scritto, spinse leggermente il foglio verso di lui.
Ci ho pensato, e no. Preferirei che questa cosa non continuasse.
Vide le iridi ambrate dell’altro abbassarsi sulle parole. Quello tuttavia non reagì in alcun modo anche dopo aver letto.
Lan SiZhui increspò le sopracciglia. Riprese la penna e aggiunse altro.
Non ti odio, ma non posso passare sopra a tutti gli insulti a Lan JingYi.
Jin Ling inarcò un sopracciglio. Il comportamento era reciproco, il torto da entrambe le parti, ma continuò a non scrivere nulla in risposta.
Lan SiZhui non si sarebbe sentito sicuro che il messaggio fosse arrivato senza una riposta da parte sua, quindi insisté a scrivere.
E le tue scuse non erano sincere.
Le sopracciglia castane del ragazzo si inarcarono. Smise finalmente di giocare con la penna nera che si rigirava fra le dita.
Perché dici così?
Di motivi, Lan SiZhui ne aveva a bizzeffe. Scrisse quello più sintetico, che in fondo era anche quello che sentiva di più.
Vuoi solo continuare a prenderti gioco di me. Quindi per favore, trovati qualcun altro e lasciami stare.
Jin Ling scrisse solo una parola sotto il suo messaggio.
Ok.
 
Nei giorni a seguire, Jin Ling non si avvicinò più a Lan SiZhui, e se capitava che i due si incrociassero, il ragazzo castano lo ignorava totalmente. Smise anche di attaccare briga con Lan JingYi.
Inizialmente Lan SiZhui pensò di aver ritrovato il proprio spazio vitale, poi gli venne il dubbio che quello fosse il modo del ragazzo di Lanling di tenergli il muso.
Lan SiZhui iniziò a guardare l’altro da lontano, chiedendosi quanto sarebbe durata quella tregua, prima che tornasse all’attacco. Ma il tempo passava, loro si incrociavano, e nessuno dei due diceva niente. Che Jin Ling avesse davvero perso interesse nel giocare con lui?
Però, alla fine, Jin Ling stava facendo quello che gli aveva chiesto, quindi qual era esattamente il problema? Forse, molto in fondo, Lan SiZhui si sentiva offeso. Il giovane Jin aveva passato quasi ogni giorno delle scorse due settimane a ronzargli intorno, e ora lo trattava come se non esistesse più.
Un pomeriggio, il moro si recò addirittura al campo di tiro con l’arco. Se Jin Ling l’avesse visto lì, non avrebbe potuto ignorarlo. O almeno, Lan SiZhui la pensava così.
Fu solo quando si ritrovò fra gli spalti che si chiese cosa diamine ci fosse andato a fare, dato che i suoi problemi si erano risolti da soli con un foglietto.
 
Thwack!
La freccia si conficcò esattamente al centro del bersaglio.
Jin Ling era in una zona d’ombra a diversi metri dai bersagli, ma il caldo che evaporava dal prato lo infastidiva ugualmente, distorcendo l’aria. Dopo aver caricato un’altra freccia, sollevò l’arco e iniziò a tendere la corda, correggendo la propria posizione lentamente. L’atmosfera silenziosa era condita solo dal frusciare delle foglie degli alberi circostanti e dagli uccellini che li popolavano.
Fissò il punto in cui voleva lanciare la freccia, poi la lasciò andare. Quella sferzò l’aria verso il bersaglio con un sibilo. Thwack!
La freccia si conficcò poco sotto l’altra, ma ancora all’interno del cerchio giallo che contava il punteggio più alto.
Con la vista periferica, Jin Ling colse un movimento dallo spazio spettatori, che lo portò istintivamente a girarsi. Aprì di più gli occhi, con stupore.
Quando aveva scoccato la freccia, Lan SiZhui doveva aver sobbalzato, ma non era quello il punto. Perché Lan SiZhui era ?
Andando a memoria, il ragazzo non doveva avere corsi quel pomeriggio, quindi perché non era a leggere al fresco sotto qualche albero come al solito?
Jin Ling stava facendo quello che lui gli aveva chiesto, che senso aveva presentarsi lì all’improvviso?
Il giovane Jin ignorò la sua presenza.
Inforcò un altro dardo, ma mentre stava caricando il colpo, la mano gli vibrò leggermente, e quello andò a conficcarsi nel terzo girone.
Tsk.
Guardò con fastidio il punto in cui la freccia si era piantata.
“Ti sei distratto.” Fece Jin Chan alla sua destra, con le braccia incrociate e un sorriso di scherno.
“Ma va’?”
Preparò subito un altro lancio, mentre l’amico si guardava intorno. “Ah, ho capito. È per quel ragazzo di Gusu?”
“Jin Chan, se non vuoi che usi te come prossimo bersaglio, ti consiglio di smetterla.” Le sue iridi erano fisse sul bersaglio davanti a sé, la corda tesa sembrava quasi scricchiolare accanto al suo viso.
Quello rise, mentre Jin Ling rilasciava anche quell’ultima freccia. “Sette punti. Questi ultimi due tiri ti hanno rovinato la media di tutta una giornata.”
L’altro schioccò di nuovo la lingua, infastidito, mentre abbassava l’arco. Senza dire nient’altro, si girò e andò a rimettere a posto l’arma, slacciandosi le protezioni.
Jin Chan lo seguì. “Te ne vai già?”
“Sì, non sono abbastanza concentrato.” Sbuffò quello, mentre raccoglieva le cose. Non voleva buttare al vento il suo lavoro per una giornata no, quindi preferì prendersi quel pomeriggio per darsi una calmata anziché vedere il suo nervosismo ripercuotersi su tutta la settimana successiva.
Era uno degli studenti di punta della sua scuola nel tiro con l’arco, con la sua squadra riuscivano sempre a qualificarsi ai nazionali senza sforzo. Non poteva permettersi degli scivoloni di media durante uno stupido campo estivo.
“In effetti, con il tuo umore attuale potresti davvero tentare di uccidere qualcuno.”
Jin Ling sollevò lo sguardo su di lui. “Hai finito?”
Jin Chan non era di certo uno dei suoi cugini preferiti, però non era neanche sempre antipatico in quel modo. Solo quando Jin Ling era nervoso, il ragazzo si divertiva a stuzzicarlo ancora e ancora, portandolo al limite della propria pazienza.
Indicò gli spalti con un cenno della testa. “Vai dal tuo ammiratore?”
“Ci vediamo a cena.” Tagliò corto lui, voltandogli le spalle.
 
Mentre tornava verso la propria stanza, Jin Ling si chiese perché, se lui aveva deciso di rispettare la sua richiesta e stargli lontano, Lan SiZhui era venuto a cercarlo. Quando arrivò nei pressi del suo alloggio, vide una ragazza della sua scuola con una lettera in mano che si stava avvicinando dalla direzione opposta alla sua.
Quella sobbalzò nel vederlo, però non si fermò, nonostante il suo viso stesse iniziando prendere una sfumatura porpora. Aspettò che lui le fosse davanti per parlare.
Il ragazzo la guardò prendere un respiro profondo e combattere con l’imbarazzo di parlargli di persona. Era decisamente più bassa di lui, ma contando il suo metro e ottanta era anche normale.
“Jin Ling! Io.. Mi chiamo Bai Shan. Vengo sempre a vederti gareggiare. Io.. Penso che tu sia veramente bello, quindi volevo.. Sì, insomma.. Volevo chiederti di uscire con m..”
“Non ho tempo, scusa.”
Bai Shan * sollevò il viso, ancora più rossa. Dallo sguardo che aveva, Jin Ling intuì che quel colore adesso era dovuto più alla rabbia di essere stata interrotta che non alla vergogna di quel rifiuto secco.
La superò ed entrò nella propria stanza, lasciandola piantata lì senza aggiungere altro. Ripensandoci, avrebbe potuto risponderle in modo un po’ più garbato, però in quel momento non era davvero in vena. Accese la radio e si lasciò cadere sul letto con un sospiro, incrociando le braccia dietro la testa e fissando il soffitto. Non stava davvero ascoltando la trasmissione, in realtà, gli serviva solo per colmare i silenzi fra un pensiero e l’altro, in attesa che il tempo passasse per poi andare a cena.
 
Quella sera, la mensa sarebbe stata l’involontario teatro di uno spettacolo che nessuno si aspettava vedere.










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Note dell'Autrice
Macciao again! Dunque, che si dice in questi giorni di inizio giugno ed estate imminente? :3
Per chi, come me, è in piena sessione, beh, mi dispiace. I feel ya.
Vi ricordate la OS (linklink!) in cui avevo portato due OC, dicendo che non li avreste visti mai più? Beh, sorpresa! :D a quel link trovate anche il significato dei loro nomi ^^
Mentre per la ragazza, Bai Shan = Bai è "cristallo", mentre Shan "virtuosa"
Ok, detto ciò, possiamo passare a commentare la sfiga di Lan SiZhui nel ritrovarsi per la terza volta di fronte a questa piccola disgrazia, anche se poi se ne libera in qualche modo. Ah, per ragioni di trama, ho reso coetanei tutti e quattro (certo che includo anche Ouyang ZiZhen, poverino eh).
E sì, Jin Ling avrebbe potuto essere più cortese.. Ma via, sappiamo tutti il carattere del cavolo che ha.
Beh, con questa pausa/conclusione a effetto che di cliffhanger non ha proprio niente, passo ai saluti.

Dunque, volevo ringraziare Deb, Lilith e Valchiria (a cui faccio anche gli auguri uwu) per aver commentato il primo capitolo, e la mia beta, che legge e corregge con pazienza. Chiunque volesse dirmi che ne pensa per ora della storia, siete i benvenuti qui sotto, per MP, per piccione viaggiatore o anche sotto casa pur stando a un metro di distanza!
Vi sarei anche grata se, chi non l'ha fatto, volesse anche rispondermi alla domanda che ho fatto lunedì, ergo se pubblicare più capitoli e finire al primo di settembre o una pubblicazione a settimana e protrarci ben oltre u.u

Via, ora bacissimi, e l'appuntamento è per venerdì prossimo!
Saludos amigos!



Athelyè ~ 

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Capitolo 3
*** Moonlight Shadow ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo III – Moonlight Shadow



Lan JingYi si sentì crollare il mondo addosso quando sentì quelle grida. Le parole della ragazza riecheggiarono nell’improvviso silenzio che aveva avvolto l’intera sala, colpendolo dritto allo stomaco.
Tornò per un istante indietro al primo giugno con la memoria. Se solo avesse potuto, si sarebbe picchiato da solo.
 
Lan SiZhui e Lan JingYi erano arrivati da poco all’edificio, rispettivamente insieme a Yu Liang e Ouyang ZiZhen per via delle loro attività di club. Dopo essersi infilati nella coda, si erano messi a chiacchierare allegramente fra loro, quando un gran tonfo non attirò l’attenzione di tutti i ragazzi.
Una ragazza aveva lasciato cadere il proprio vassoio a terra, rimanendo solo con un bicchiere colmo d’acqua in mano, e aveva iniziato a sbraitare addosso a qualcuno.
“Non sei mica giustificato a comportarti da stronzo!”
Lan JingYi non si stupì più di tanto nel vedere che quel qualcuno era Jin Ling, e commentò a bassa voce la cosa con gli amici. Lan SiZhui però trovo davvero esagerato il comportamento della ragazza, che non sembrava esattamente in sé. Gli venne spontaneo chiedersi se fosse sobria o non avesse fumato qualcosa di strano.
La scena si stava svolgendo proprio poco distante da loro, quindi Lan SiZhui poteva vedere bene lo stato ‘confusionale’ della ragazza da dove si trovava.
Quella lanciò addosso a Jin Ling tutta l’acqua nel bicchiere, provocando negli spettatori una generale reazione di sorpresa, mentre il castano non sembrava battere ciglio, mantenendo un’espressione leggermente divertita anche con tutti gli insulti che gli stavano piovendo addosso. Tuttavia, le successive parole della ragazza, a quel punto palesemente fuori di sé, gelarono il sangue a chiunque riuscì a sentirle.
“Avrebbero dovuto sparare anche a te come ai tuoi!”
Le amiche di lei si avventarono a trascinarla via velocemente, ma ormai l’aveva detto.
Le mani di Jin Ling tremavano impercettibilmente, nel loro serrarsi intorno al vassoio. Dopo un attimo di silenzio in cui nessuno si mosse, il ragazzo si avvicinò a un cestino, buttando via tutto.
Un suo amico gli si avvicinò per mettergli una mano sulla spalla, ma quello la schivò, forzando un sorriso. “Sto bene, ho solo bisogno di una boccata d’aria.”
Poi si diresse rapidamente all’uscita, passando davanti ai Lan e al loro gruppo senza notarli. Lan SiZhui mormorò il suo nome, ma quello era già fuori.
Dopo essersi risvegliato come da una trance, mollò il vassoio sul primo tavolo libero e corse fuori a cercarlo. Non sapeva perché lo stesse facendo, dato che persino i suoi amici non l’avevano seguito. Non avevano davvero questo grande rapporto, anzi, tutt’altro, ma in quel momento stava dando ascolto al cuore e non alla ragione.
Era già sparito, ma Lan SiZhui non era disposto a lasciarlo da solo dopo quanto accaduto. Escluse che fosse scappato nella sua camera, ma anche pensare che fosse a girovagare senza meta non gli sembrava molto da lui. Tirò a indovinare appigliandosi a dove sarebbe corso lui stesso, e imboccò un sentiero.
 
Dopo un paio di minuti, una brezza fredda gli colpì il viso, mentre sbucava dal verde, arrivato ad affacciarsi sul mare. L’accesso non era diretto alla spiaggia: si arrivava su una stradina rialzata, costeggiata da una ringhiera, dove ogni tot metri si potevano trovare una decina di gradini che portavano sulla sabbia.
Si strinse un po’ nella felpa bianca e, facendo viaggiare velocemente gli occhi in quel buio spezzato solo dalla luna, lo vide. Appoggiato alla ringhiera, perso a guardare quel mare di inchiostro che si muoveva con un lieve fruscìo, con solo una sottile linea argentea che si alzava arricciolandosi davanti al suo viso.
Lan SiZhui non era per niente sicuro di voler entrare in quel momento, sia perché non avevano tutta quella confidenza, sia perché era come guardare uno di quei quadri impressionisti e malinconici che scaldavano il cuore.
Si avvicinò senza far rumore, temendo di rompere quell’immagine fragile, affacciandosi sulla ringhiera e guardando il mare accanto a lui. Quello fece cadere qualche briciola di cenere con un gesto meccanico.
“Non pensavo fumassi.” Disse semplicemente.
“Non lo faccio quasi mai, in realtà.” Jin Ling espirò un rivolo di fumo mentre parlava. “Farlo solo quando voglio e non quando ne sento il bisogno mi fa sentire in controllo. O perlomeno, mi illude di esserlo.”
Lan SiZhui annuì, capendo quella sensazione. Passò qualche momento di silenzio prima che parlasse di nuovo. “Mi dispiace.”
“Ci sono abituato.” Quello scrollò le spalle, prendendo un’altra boccata di fumo. Il silenzio tornò fra di loro per qualche momento.
“Mia madre cercò di uccidermi quando ero ancora nella culla.”
Jin Ling aprì di più gli occhi, voltandosi leggermente verso di lui.
“Quando si rese conto di cosa stava facendo, mi affidò a mia nonna, lato paterno, e andò a costituirsi. Però il senso di colpa la portò a uccidersi prima che fosse preso qualsiasi provvedimento, o almeno così mi hanno detto. Da allora vivo con mia nonna.”
Il castano osservò il sorriso triste sulle labbra dell’altro. “E tuo padre?”
“Era un medico da campo. È morto salvando vite prima che nascessi.”
“Mi dispiace.” Disse Jin Ling dopo qualche momento di silenzio.
Lan SiZhui scosse la testa. “È come non averli mai avuti, non serve dispiacersi. Non sento davvero la loro mancanza, la mia unica famiglia è mia nonna.”
L’altro annuì, poteva capire quello che intendeva. Soffiò un altro sbuffo di fumo, tornando a guardare il mare.
“I miei sono morti quando avevo dieci anni. Un pomeriggio, quando stavamo rientrando da una passeggiata, un ex impiegato che aveva perso il lavoro di recente nell’azienda di mio padre ci aggredì. Sparò a loro e anche a me.”
Il moro ascoltò in silenzio la sua storia. Il tono dell’altro era quello di chi ormai si era rassegnato ad accettare come stessero le cose, incapace di cambiarle.
“Mio padre morì sul colpo, mia madre quando arrivò in ospedale. Io rimasi senza sensi per qualche giorno e, quando mi svegliai, parte dei miei ricordi era svanita a causa del trauma. Da allora, per qualche anno, due dei miei zii si sono litigati il mio affidamento, finché soltanto l’anno scorso non è riuscito a ottenerlo il fratello di mia madre.”
Continuò, dopo aver aspirato gli ultimi due tiri. Quanto tempo era passato dall’ultima volta in cui aveva raccontato quella storia? Ormai sembrava quella di qualcun altro.
“La cosa peggiore è rivivere quei frammenti di memoria, ma senza riuscire a metterli a fuoco sempre, a risentire le loro voci o avere ben presente i loro sorrisi, senza poter davvero piangere qualcosa che non ricordi. È come guardare dentro a tante belle cornici vuote.”
Gettò la sigaretta e si passò una mano fra i capelli, staccandosi dalla ringhiera, poi si voltò verso Lan SiZhui con un sorriso.
“Che dici, ci facciamo una corsetta?”
 
Neanche due minuti dopo stavano correndo sulla riva, sollevando con le falcate agili degli sbuffi di polvere. Schivavano la schiuma delle onde quando si avvicinavano alla battigia, poi piroettavano nella sabbia morbida e ancora tiepida lontana dall’acqua, le loro voci accompagnate da quella dolce e frusciante del mare.
Lasciandosi alle spalle una traccia che avrebbero portato via il mare e il vento e altre persone il giorno dopo, nel silenzio di quel momento c’erano solo loro, con dei sorrisi luminosi che attraversavano il buio.
L’aria fresca e salata della notte liberò la loro mente, mentre ridevano rincorrendosi, a volte in linea retta e a volte in cerchio, saltando e non pensando a nient’altro, bagnati dalla luce bianca della luna e del letto di stelle sopra di loro.
                                                       
 
Chissà se tornando indietro avrebbero ritrovato le loro scarpe.









_________________
Note dell'Autrice
Massalve! Come va?
Dunque, riguardo a questo capitolo, beh.. Ho sganciato una bomba, I guess, con questi due background dei nostri piccolini. Essendo una AU, posso gestire i loro passati come voglio, ma è stato comunque un capitolo 'difficoltoso' da mettere giù, soprattutto perché non volevo che apparisse sterile. È piuttosto triste che la prima cosa che trovano in comune sia il fatto di essere orfani. :\
Questo a parte, sì, Jin Ling fuma, è un viziaccio, I know, ma sono dell'idea che lo farebbe in un mondo reale, so, here we are.
Spero che questo (breve) capitolo vi sia risultato più intimo di quanto sembri. Fondamentalmente volevo come punto focale il dialogo fra loro, con pochi pensieri e poco contesto per concentrare sulle storie. Poi, citando la mia beta "Hanno sempre un passato così. Ma ogni tanto, una coppia con uno normale? Mica felice, solo normale. No, eh? Le cose facili ti schifano proprio?"
Passando ai saluti, ringrazio as always la mia insostituibile beta, e Deb e Val che hanno recensito lo scorso capitolo, grazie a chi sta aggiungendo alle proprie raccolte, e infine (ma non per importanza) grazie a tutti i lettori, silenziosi e non. Sappiate che mi fareste un piacere enorme se voleste commentare qua sotto, o anche per MP ^w^

Btw, ci si legge venerdì prossimo, bacix!



Athelyè ~ 

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Capitolo 4
*** The Lovecats ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo IV – The Lovecats



Giugno era già finito. Anche se dire ‘già’ non era corretto, non per Lan SiZhui perlomeno, che pensava di aver passato le settimane più lunghe della propria vita.
Dopo quella notte, Jin Ling era tornato a sederglisi accanto a lezione, avevano iniziato a girare insieme sempre più spesso e ogni tanto, quando non aveva il club di musica, Lan SiZhui andava a vederlo tirare. A volte in classe faceva anche le parole crociate con lui, senza farsi notare dall’insegnante.
Il giovane Lan non aveva ancora ben capito come l’altro ragionasse, a dire il vero, e temeva ancora che alla prima occasione Jin Ling avrebbe cercato di metterlo nei guai per sport, però per il momento aveva deciso di dargli fiducia.
Lan JingYi si era scusato più che adeguatamente con il castano, ma i due non si erano riappacificati subito. Battibeccavano ancora su alcune cose, anche se erano perlopiù stupidaggini. Iniziarono a trovarsi tutti insieme come un unico gruppo anche con Ouyang ZiZhen e gli altri.
La sera, dopo cena, si attardavano a chiacchierare e più di una volta Yu Liang si era lasciato convincere a suonare qualcosa. Un paio di volte Ouyang ZiZhen e Lan JingYi avevano messo su uno spettacolino, accompagnato dal chitarrista. Lan SiZhui aveva sempre accampato scuse invece, perché per lui suonare era qualcosa di più “intimo”.
                              
Quella sera erano rimasti solo Jin Ling e Lan SiZhui, che per tornare alle proprie stanze avevano preferito fare il giro lungo.
“Non vuoi mai che venga a vedere le tue prove.”
“Perché sei ad allenarti.”
“Che c’entra, tu vieni a vedermi a volte, io invece non ti ho mai visto né sentito suonare una volta.”
Parlavano sempre di cose simili. Leggere chiacchiere a vuoto per riempire i silenzi, anche se avevano imparato a rendere confortevoli anche quelli. Perché era capitato che i due fossero da soli e stessero in silenzio, senza però che quello pesasse minimamente.
Chiacchierando del più e del meno, erano arrivati davanti all’alloggio del castano. Temporeggiarono, forse inconsciamente, con qualche altra considerazione sulla cena, sull’escursione termica, sulle lezioni.
“Vuoi entrare?” Chiese all’improvviso Jin Ling, quando anche quegli argomenti stupidi si esaurirono, salendo i tre gradini per arrivare alla sua porta.
“E Jin Chan? Non darei fastidio?” Lan SiZhui era dubbioso, ma aveva già un piede sul primo scalino.
“Jin Chan? Dorme qua solo sulla carta. È sempre dalla solita ragazza la notte.” Fece spallucce con un sorriso divertito.
“Oh. Non sapevo fosse fidanzato.”
“Non lo è, infatti.” Disse, mentre apriva la porta. “Ma da un paio di estati si è trovato questa tizia da Qinghe e passa l’estate a letto con lei.”
“Ah.”
Jin Ling si tolse la felpa color zafferano, lanciandola sul divano-letto, chiuso, davanti alla porta. “Vuoi qualcosa da bere?”
“Cos’hai?”
“Acqua.”
Lan SiZhui ridacchiò, scuotendo la testa. “Non mi va, ce l’hai dell’acqua invece?”
L’altro guardò in alto come se ci stesse riflettendo. “Penso di averla finita. Ho dell’acqua però!”
“Vada per quella, allora!”
I due risero stupidamente, mentre Lan SiZhui prendeva i bicchieri e Jin Ling gli versava l’acqua.
“Ho sentito che state componendo la musica per lo spettacolo.” Disse, dopo qualche sorso.
“Non proprio componendo, la stiamo riarrangiando.”
“Siete a buon punto?”
“Mh.. Abbiamo qualche problema con alcuni passaggi della canzone su cui stiamo lavorando adesso, però niente di insormontabile. Un paio di giorni al massimo e l’avremo sistemata.”
Lan SiZhui finì il proprio bicchiere e lo posò nell’acquaio. “Jin Ling.. Posso chiederti una cosa?”
“Mh?”
“Se Jin Chan ha questa.. Relazione, immagino, cosa stavate facendo in quello stanzino?” Gli venne da ridere, pensando che gli aveva veramente fatto quella domanda. Soprattutto perché di recente aveva scoperto che erano cugini di terzo o quarto grado.
Anche Jin Ling sorrise divertito e accennò una risata. “I cretini. Stavamo facendo i cretini. Jin Chan continuava a vantarsi di un succhiotto sul suo collo, che era totalmente invisibile, te l’assicuro. Quindi si era avvicinato per farmelo vedere, e anche lì puoi capire il suo genio, dato che eravamo quasi al buio.”
Ridacchiò, poi chiese ancora. “Ma voi non siete del club di musica, perché eravate lì?”
“Yu Liang ci aveva chiesto di tirargli fuori alcune cose prima dell’incontro. Dato che aveva un appuntamento con un professore per un corso, lui non aveva il tempo di farlo.”
“Ora capisco, ahahahah!”
Per un tempo che non avrebbero saputo quantificare, stettero in silenzio, ad ascoltare solo i suoni flebili della notte estiva.
“Cosa fai sabato sera?” Chiese all’improvviso Jin Ling.
“Beh, niente di diverso dal solito, perché?”
“Vieni con noi.”
I due si guardarono qualche istante, poi Lan SiZhui scosse la testa, ridendo. “Non se ne parla.”
Ogni sabato sera, e occasionalmente anche di venerdì, Jin Ling e il suo gruppo di amici sgattaiolavano fuori e andavano in un locale lì vicino a ballare.
“Dai. Perché no?”
“E se ci beccassero?”
“Ci inventeremo qualcosa!”
Lan SiZhui sbuffò con un sorriso. “Nah.”
“Vuoi davvero passare la tua ultima estate di liceo senza essere andato a ballare neanche una volta?” Lo punzecchiò l’altro. “Scommetto che Lan JingYi verrebbe.”
“Se vuole, è libero di farlo.” Commentò lui.
“E abbandoneresti così il tuo migliore amico? Non ci credo.”
Il moro rise, ma non rispose. Non l’avrebbe davvero lasciato andare da solo, mai, ma non voleva neanche ammetterlo.
“Ok, allora facciamo una scommessa.” Propose Jin Ling.
Quello lo guardò, curiosamente divertito. “D’accordo. Sentiamo.”
“Sabato mattina ho una piccola gara. Se mi classifico fra i primi due, vieni con noi. Perché dovremo festeggiare, no?”
“Mh.. E se non ci riesci?”
“Non succederà.” Disse, con aria sicura. “Ma, se proprio fossi totalmente fuori forma, dimmi tu.”
Lan SiZhui rise, poi chiuse gli occhi e si portò un indice sulle labbra per pensare. “Mh.. Sabato a pranzo voglio anche il tuo yogurt bianco coi lamponi.”
Jin Ling sorrise. “Andata.”
I suoi occhi ambrati si posarono sull’orologio. Erano rimasti a chiacchierare decisamente più del solito, eppure non gli era sembrato che fosse passato così tanto tempo.
“Lan SiZhui?”
“Mh?”
“Vuoi dormire qui stanotte?”
Il moro si stupì un po’ a quella domanda. “Non ti do fastidio?”
“Perché, russi?”
Lan SiZhui gli schioccò una manata sulla spalla, facendolo ridere. “Scemo.”
“Ok, ok. Lo prenderò come un no.” Affermò, con le labbra incurvate fin troppo all’insù. “Allora? Ti fermi?”
“Non ho niente per dormire, però.”
“Dov’è il problema? Fa un caldo da schiantare, non mi scandalizzo mica se dormi in mutande.” Gli rispose, poi indicò l’armadio. “Però se è un problema posso prestarti qualcosa di mio.”
Lan SiZhui arrossì leggermente a quelle immagini, dando la colpa alla poca confidenza. Però non seppe cosa rispondere nell’immediato, così scrollò semplicemente le spalle. “È uguale.”
 
Dopo averlo aperto, i due si erano quasi lanciati sul letto, sentendosi molto più stanchi di quanto pensavano di essere.
“Domani te la riporto pulita.” Mormorò Lan SiZhui, godendosi la sensazione di essere a letto. Faceva leggermente più fresco lì che nella stanza che divideva con Lan JingYi, quindi alla fine aveva accettato una maglia di Jin Ling, che invece aveva molto più caldo e indossava solo i pantaloncini.
“Tranquillo, tanto non ce ne andiamo prima della fine di agosto. Hai tutto il tempo di ridarmela.”
Una leggerissima luce filtrava da fuori, forse un lampione. Il moro poté scorgere un sorriso sulle labbra dell’altro. Si trovò a ricambiarlo nel silenzio di quelle lenzuola fresche.
Buona notte, Lan SiZhui..”
Notte, Jin Ling..”









_________________
Note dell'Autrice
Sciaux! Come vi va questo giugno? uwu
Dunque, oggi un capitolo abbastanza corridoio, e pure corto, dato che non succede un granché. Scopriamo cosa stava succedendo nello stanzino del primo capitolo, e approfondiamo un po' il rapporto fra i nostri due beniamini.
E vi prego, scioglietevi un po' anche voi con me per l'indossare i vestiti della crush. Anche se è crush ancora solo nella nostra testa, forse. O forse no?
Btw, ringrazio as always la mia insostituibile beta, e Deb, Val, e Lilith che hanno commentato lo scorso capitolo, grazie anche a tutti i lettori silenziosi che stanno seguendo questa mia cosa senza troppe pretese :3
Se voleste dirmi che ne pensate, io accolgo a braccia aperte qualsiasi recensione, siano positive, neutre o negative, o anche semplici scleri <3
I bimbi andranno a festeggiare, o Lan SiZhui avrà il suo yogurt? Lo saprete venerdì prossimo!

Nel frattempo, un bacissimo, ci si legge!



Athelyè ~ 

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Capitolo 5
*** What A Feeling (Flashdance) ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo V – What A Feeling (Flashdance)



Il silenzio teso si poteva affettare. Gli spettatori trattenevano il fiato, tenendo gli occhi puntati sull’arciere.
Un leggerissimo filo di vento gli faceva vibrare i capelli castani. Le iridi ambrate inchiodate sul bersaglio, l’espressione seria e concentrata.
Quanto è bello Jin? Diamine, quanto vorrei..
I bisbigli delle ragazzine vicino a lui gli arrivavano anche se tentava di ignorarle, insieme all’aria calda e secca che si alzava dal prato davanti a loro.
Non poteva dar loro torto, era almeno un’ora che stava pensando che il ragazzo con la maglia color fieno fosse incredibilmente affascinante in quella situazione. In un’altra vita, forse, sarebbe stato un bellissimo guerriero dalle doti straordinarie e i vestiti dorati come un piccolo principe, nonostante il suo caratteraccio.
Scosse la testa con una risata accennata, tornando alla realtà, mentre lo guardava incoccare la freccia, tendendo la corda per l’ultimo tiro della mattina.
Vieni a vedermi vincere.
Così gli aveva detto Jin Ling. Che sfrontato. La falsa modestia non sapeva neanche cosa fosse.
Thwack!
Però Lan SiZhui era andato e, con quell’ultima freccia, con quell’ultimo schiocco, Jin Ling aveva cristallizzato quella frase. Non appena registrarono il punteggio, aggiornando la classifica, il nome di Jin Ling schizzò accanto al numero uno. Il ragazzo esultò con i suoi compagni, prima di girarsi verso gli spalti e sorridergli trionfante.
Maledizione, aveva perso.
 
A pranzo, Lan SiZhui era al tavolo con Ouyang ZiZhen, Lan JingYi e Yao HaoFai. Era seduto sull’angolo, come sempre, mentre alla sua sinistra c’era il continuo viavai degli studenti che sfilavano con i loro vassoi, alla ricerca di un posto.
I ragazzi commentarono la vittoria dell’amico, facendo diverse domande a Lan SiZhui, che era l’unico di loro ad aver avuto la mattina libera per poter andare a vedere la gara. A dispetto delle sue aspettative, aveva sinceramente trattenuto il fiato diverse volte. Nella sua testa, il tiro con l’arco non era mai stato uno degli sport più appetibili, probabilmente per la mancanza di un dinamismo costante, ma il modo entusiastico in cui Jin Ling gliene aveva parlato doveva aver smosso qualcosa.
Mentre chiacchieravano, immersi nella conversazione, Lan SiZhui colse un movimento con la coda dell’occhio. Proprio sul bordo del tavolo, c’era un barattolino di yogurt con i lamponi. Gli altri non si erano accorti di nulla, continuando a parlare di vari sport.
Lan SiZhui sollevò lo sguardo, vedendo Jin Ling che si allontanava parlando con i suoi compagni di squadra, un sorriso accennato e un’occhiata fulminea indietro, nella sua direzione.
Il moro si voltò velocemente, mentre un’espressione sempre più luminosa prendeva possesso delle sue labbra, nonostante i suoi tentativi di contenerla.
“Lan SiZhui, va tutto bene? Perché sei così allegro?” Ridacchiò Yao HaoFai.
“Eh? Ah.. Niente, sono solo contento che sia finalmente sabato. Tutto qui.” Scosse piano la testa, ma non servì a far sparire quella curva inspiegabilmente felice.
 
Jin Ling aveva comunicato l’invito per quella sera anche agli altri, e la loro risposta era stata prevedibilmente unanime. Ok, a dire il vero Lan SiZhui si era astenuto dal dire qualsiasi cosa, ma a) chi tace acconsente, b) aveva perso la scommessa, quindi non poteva comunque dire niente.
Per questo, mentre gli altri iniziavano già a esaltarsi, Jin Ling si era avvicinato all’orecchio del ragazzo moro e gli aveva sussurrato. “Te l’avevo detto che avresti perso.”
Quello sembrò scosso da un brivido per un istante. Solo uno, perché si riprese subito, sussurrandogli di rimando. “Non dovresti comunque vantarti in questo modo..”
Mh.. Era buono lo yogurt?” Bisbigliò, prima di allontanarsi e avvolgere un braccio intorno al collo di Ouyang ZiZhen, iniziando a prenderlo un po’ in giro per la sua poca tolleranza all’alcool in previsione della serata.
Gettando un’occhiata a Lan SiZhui, notò che stava scuotendo la testa con un sorriso, mentre una punta di rosa gli colorava le guance.
“Ok, ragazzi. Statemi bene a sentire adesso.” Partì a spiegare. “Dopo cena, verso le dieci, venite davanti a camera mia, poi da lì andiamo insieme. Mi raccomando, puntuali. Hai capito Yao HaoFai?”
Il diretto interessato sbuffò.
Era sempre il più lento a prepararsi quando dovevano andare a cena. Ogni volta ci metta tre vite e mezza anche solo per fare la doccia e vestirsi. Yao HaoFai, con i suoi capelli castano scuro sempre perfetti, tagliati mai troppo per non sembrare un soldato e lunghi il giusto per non sembrare un cialtrone, con le sue camicie floreali che trovava molto eleganti, oltre che all’ultima moda, era un ritardatario cronico. Ed era una cosa risaputa in tutto il campo, fra quelli che lo conoscevano almeno.
Per questo Jin Ling aveva detto prima l’orario giusto agli altri separatamente, ovvero le dieci e mezza, poi aveva annunciato quello davanti a lui.
E, incredibile ma vero, la strategia funzionò, perché il ragazzo era arrivato addirittura con soli venti minuti di ritardo. Quindi alle 22.30 si era raccolto un discreto gruppetto di persone davanti a camera sua e di Jin Chan, che aveva un braccio intorno alle spalle di una graziosa ragazza con i capelli neri a caschetto. C’erano anche altri studenti che non conosceva e alcuni suoi compagni della squadra di tiro.
Jin Chan fece strada, arrivando alla rete che costeggiava il confine del parco che ospitava quel campo estivo. La sezione di Lanling era la più vicina alla recinzione su quel lato, quindi era sensato dare come luogo d’incontro una stanza di quella scuola.
Jin Chan e Jin Ling chiamarono un paio di altri ragazzi e insieme letteralmente spostarono un pezzo di quella rete metallica, aprendolo come fosse una porta.
Lan SiZhui si stupì, perché quel tratto non sembrava assolutamente staccato dal resto. Erano stati davvero accurati nel nasconderlo, doveva riconoscerglielo.
Quando passarono tutti, uno degli arcieri di Lanling legò un fiocchetto rosso intorno a un nodo della rete. A quel punto, Jin Chan li guardò e, con un sorriso sfacciato, disse: “Da qui in poi, ognun per sé e dio per tutti. Se vi succede qualcosa sono esclusivamente cazzi vostri, perché nessuno qui ha intenzione di coprirvi.”
“Noi non rientreremo prima delle cinque, se qualcuno volesse tornare prima, si deve armare di pazienza e scavalcare la rete, o trovare altre persone per spostarla.” Concluse la spiegazione un altro.
Alcuni si dispersero praticamente subito (soprattutto coppiette, com’era prevedibile), altri fecero gruppo e si diressero alla discoteca, come Jin Ling e i suoi amici.
 
Lan JingYi era decisamente fin troppo esaltato quando, entrando nel locale, i suoi occhi vennero invasi dalle mille luci e dalla musica, tanto forte da riuscire ad avvolgergli anche le ossa. Brillava qualsiasi cosa, anche le persone. Le davvero tante persone, immerse nel viola, blu, verde e rosso..
In un battito di ciglia, Jin Chan e la sua accompagnatrice erano spariti, gli altri compagni di squadra di Jin Ling invece l’avevano agguantato e insistevano a offrirgli da bere.
Lui disse qualcosa all’orecchio di uno di loro, indicando il gruppo di amici, cosa che Lan SiZhui registrò come non necessariamente positiva. Quelli annuirono, ridendo, e si poteva leggere un certo!, ci mancherebbe! sulle loro labbra.
Jin Ling si liberò dalla presa e si avvicinò ai ragazzi. Dovette alzare parecchio la voce per farsi sentire.
“Venite con noi, vi offriamo da bere per il primo giro, dato che è la prima volta!”
Lan JingYi e Yao HaoFai avevano già detto di sì, prima che Lan SiZhui o Yu Liang, che quella sera non sembrava in vena di bere, potessero anche solo pensare di accampare qualche scusa. Ouyang ZiZhen invece non aveva sentito un accidente, quindi venne semplicemente trascinato.
Per arrivare al bancone dovevano attraversare la pista, passando in mezzo a tutte quelle persone che ballavano selvaggiamente su I Was Made for Lovin’ You. Jin Ling allungò una mano dietro di sé, intrecciando appena le proprie dita con quelle di Lan SiZhui, che ci si aggrappò istintivamente per non perderlo nella ressa.
Una volta lì davanti, Jin Ling si girò verso di lui, sempre parlando piuttosto ad alta voce. “Cosa ti offro?”
“Uh.. Non.. Lo so?”
Il castano pensò che sicuramente quel suo viso dolce non nascondeva l’insicurezza. Rise appena, trovandolo molto tenero. Per un verso o per un altro, gli sembrava sempre di trovarsi davanti un coniglietto un po’ spaurito. “Ti piace il margarita?”
L’altro fece spallucce. Diamine, ma almeno un cocktail l’aveva mai bevuto quel ragazzo? “Non è molto dolce, ma neanche amaro. Vuoi provarlo?”
“Va bene.”
Jin Ling chiese al barista due drink uguali, poi si girò verso Lan SiZhui mentre l’uomo li preparava. “Se non ti piace lo bevo io e ne scegli un altro.”
“Però sei tu ad aver vinto la gara, quindi perché mi stai offrendo da bere?” Quello inclinò la testa. “Non dovrebbe essere il contrario?”
“È la prima volta che vieni in una discoteca ed è perché ti ci ho trascinato io. Mi sentivo in dovere.” Disse semplicemente, rivolgendogli un sorriso. Poi prese i due bicchieri e ne porse uno al ragazzo.
“Grazie.”
Quando tutti ebbero una bevanda fra le mani, partirono due o tre brindisi, e i bicchieri si svuotarono rapidamente.
Jin Ling dopo non molto sentì la testa già piacevolmente più leggera. Quel barista doveva aver avuto la mano pesante con la tequila, perché riscontrò la stessa cosa anche in Lan SiZhui.
Il gruppo a quel punto si divise: chi si sentiva abbastanza carico da buttarsi in pista e chi invece aveva bisogno di un secondo round per annientare l’imbarazzo.
Né lui né il moro sembravano appartenere alla seconda categoria, quindi Jin Ling afferrò l’altro per un polso e lo trascinò a ballare senza incontrare molta resistenza, abbandonando un Lan JingYi e un Ouyang ZiZhen, già palesemente poco sobri, spiaggiati al bancone nel tentativo di impressionare una dei baristi. Inizialmente Lan SiZhui non si era dimostrato molto collaborativo con tutti quei brindisi, che presupponevano arrivare troppo rapidamente al fondo del proprio bicchiere, però alla fine si era lasciato trasportare dall’entusiasmo, e come previsto l’alcool era entrato in circolo abbastanza in fretta.
Conquistando facilmente uno spazio loro, Jin Ling e Lan SiZhui cantarono e ballarono sulle ultime note di What a Feeling. Il giovane Jin pensò che sicuramente l’altro si sarebbe divertito anche da sobrio in quella situazione, ma vederlo un po’ più ‘libero’ lo fece sorridere ampiamente.
La voce di Shirley Goodman gli esplose nelle orecchie, e loro si lasciarono trasportare dalle note allegre in quel ballo.
Jin Ling si stava divertendo un mondo, molto più del solito, ed era piuttosto sicuro fosse merito dell’amico che ballava davanti ai suoi occhi.
Anche Lan SiZhui sembrava davvero nel suo, con quell’espressione allegra mentre si muoveva. Stava ridendo come lui e i suoi occhi erano due virgole felici così vicine alle sue.
 
Lan SiZhui riusciva a tenere discretamente bene il tempo, nonostante la sua testa girasse più di quanto era disposto ad ammettere. Bere quel drink in così poco tempo forse non era stata una grande idea.
Anzi, togliete il forse, sicuramente non lo era stata.
Però dall’altra parte si sentiva come se avesse potuto tenere il mondo in mano. Quando sentì partire le prime note di Sweet Dreams i suoi occhi si illuminarono, e il suo corpo assecondò stranamente il suo volere, muovendosi con il tempo giusto.
Accorciò la distanza che lo separava da Jin Ling, muovendosi sinuosamente più vicino a lui. L’altro ragazzo sembrava divertirsi e stare al gioco, mentre Lan SiZhui sentiva un enorme sorriso stamparglisi in faccia. Diede la colpa al drink, ripromettendosi di mangiare di più la prossima volta. Per il nervosismo di andare lì non era riuscito a mangiare neanche metà della sua cena, che aveva lasciato divorare al suo migliore amico.
Jin Ling assecondava i suoi movimenti, abbassandosi e ridendo con lui, mentre tutti quei bassi gli martellavano il cervello, insieme al corpo dell’altro che ondeggiava quasi aderente al suo in quel momento, complice anche la folla di quel momento.
I due ragazzi si divertirono anche a cantare le parole delle canzoni che passavano, nonostante la musica fosse talmente alta da ridurre il loro karaoke a un labiale in playback. A volte avvicinavano i loro visi per ‘cantare’ insieme alcune parti scrollando le spalle nel ballare, altre scattavano indietro e facevano delle piroette su loro stessi.
Un compagno di squadra di Jin Ling comparve alle loro spalle, passando al ragazzo un altro drink “per la sua vittoria”, o almeno così gli era sembrato di leggere sulle sue labbra. Jin Ling ne aveva offerta una parte anche a Lan SiZhui, non appena il compagno era sparito fra le persone. Finirono la bevanda neanche in un minuto, e tornarono a ballare più carichi di prima.
Ci fu un attimo di silenzio, poi tutti iniziarono a battere le mani a tempo e colpire a terra con il piede non appena riconobbero il motivo. La voce di Freddie Mercury iniziò a riversarsi nelle casse, scaldando le persone come poche.
Le luci stavano diventando incredibilmente forti e colorate, con tutti quei flash verdi e rossi, luci bianche lampeggianti, e quelle blu che scurivano l’aria insieme al naturale buio della notte e degli spazi chiusi.
Una musica dall’apparenza esotica si sostituì al ritmo martellante di poco prima, accompagnata da una voce molto tranquilla che cantava ‘It’s gonna take a lot to drag me away from you’.
 
Dio, se la testa gli girava! E la colpa non era solo del nuovo drink che gli circolava nel sangue, ma anche di tutto quel movimento. Però, guardando davanti a sé, c’era quel viso, oh, così sorridente. Era una visione incredibile.
Il suo cuore mancò un battito.
Lo vide quasi muoversi al rallentatore, mentre si passava una mano fra i capelli, per portarli leggermente indietro così da non stuzzicargli il viso. E quello, quel profumo che sentiva, era il suo..?
Un dubbio che l’aveva attaccato di recente, un pensiero prima solo evanescente divenne incredibilmente concreto in un secondo. Un improvviso vuoto nel suo stomaco inghiottì qualsiasi altra emozione, lasciandolo solo con un caldo stupore all’altezza dello sterno.
Le loro iridi si allacciarono in modo quasi magnetico, ipnotizzate le une dalle altre, e i due si sorrisero apertamente. Gli mancò il respiro per quanto era bello quel sorriso.
Era certo che quel batticuore non fosse dovuto né all’alcool né al ballare continuo. La confusione intorno a loro divenne solo un contorno ovattato e distante.
 
Maledizione.










_________________
Note dell'Autrice
Massalve bella gente! :D
Alla fine avete visto? Jin Ling gli ha dato comunque il suo yogurt, che buon cuore la piccola peonia per la sua crush, eh?
Ragazzi, voi davvero non avete idea di quanto mi manchi andare a ballare. Sono tipo in astinenza, dannata pandemia che ha bloccato la mia discoteca preferita lol. Rileggere questo capitolo mi ha fatto oggettivamente male al cuore, soprattutto ora che è estate xD
Btw! Chissà dove ritroveremo JingYi e ZiZhen nel prossimo capitolo, lol. Li ritroveremo integri?

Intanto ringrazio la mia beta, che legge e corregge con tanta pazienza nonostante la sessione. Ringrazio e abbraccio Deb, Mary e Lilith che hanno commentato lo scorso capitolo, e un abbraccio a tutti i miei lettori, silenziosi e non ^^
Fatemi sapere, come sempre se vi va, qui sotto cosa ne pensate di questo capitolo, mi fareste entusiasta <3

Ci si legge, in via del tutto straordinaria, lunedì, buon fine settimana!



Athelyè ~ 

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Capitolo 6
*** Nothing's Gonna Stop Us Now ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo VI – Nothing's Gonna Stop Us Now



Si reggeva la testa fra le mani, cercando di premere la fronte contro i palmi. Il suo cervello sembrava quasi pulsare ancora con i bassi di quella notte, e di sicuro le chiacchiere continue e i suoni di posate e vassoi che ciottolavano non aiutavano per niente quel terribile senso di confusione che gli rimbombava in testa.
Si sentiva un cencio, i suoi muscoli erano stanchi e intorpiditi, anche se molto più sciolti e rilassati. Probabilmente, nonostante la lieve abbronzatura che aveva preso in quei giorni, il suo viso doveva essere decisamente pallido.
Davanti ai suoi occhi comparve una tazza di the fumante. Sollevò appena il viso e vide Jin Ling sedersi nel posto di fronte a lui, con un piattino di cose salate. Lan SiZhui si chiese come l’altro potesse avere davvero fame, quando lui sentiva ancora lo stomaco torcersi prima in un senso e poi nell’altro. Non era una bella sensazione.
“Buon giorno, splendore.” Con la sua espressione allegra e raggiante di energia, sembrava trovarlo profondamente divertente. “Bevi, starai meglio.”
Mh..” Lan SiZhui prese la tazza e ne bevve un paio di sorsi. Fuori l’aria non era soffocante, anzi, e il calore del the che gli scivolava in gola attenuò un po’ di quella sensazione di nausea e pienezza. Non era il primo post-sbornia della sua vita, ma non era neanche il più piacevole.
“Lan JingYi? Non è con te?” Chiese lui, guardandosi intorno.
A quel tavolo erano seduti solo loro due, e in generale l’intera sala era piuttosto deserta. Lan SiZhui non sapeva se fosse per l’orario, dato che erano circa le nove e mezza, o perché loro non erano stati gli unici a fare serata.
“No.. Quando siamo tornati in camera si è fiondato in bagno e penso abbia vomitato anche la colazione di lunedì..”
Jin Ling rise, mentre addentava una focaccina. “Beh, prevedibile. Tu invece? Come mai già qui?”
Il moro alternò un sorso di the al premere la fronte contro la mano libera. “Mi sono svegliato. Ho pensato di venire a mangiare qualcosa senza dar fastidio a Lan JingYi, ma è stata una pessima idea. L’odore di cibo mi sta dando decisamente fastidio e sento qualsiasi rumore nel cervello come se fosse una coltellata.”
“Vuoi uscire? Posso prenderti del the da portare via.” Jin Ling sembrava aver diminuito la carica di scherno nella sua voce.
“Mh..”
“Fuori fa ancora abbastanza fresco. Facciamo due passi, ti farà bene.”
Quello emise un altro mormorio. “Forse hai ragione.. Però niente the..”
Jin Ling annuì. “D’accordo, ma vado comunque a prenderti dell’altra acqua, se bevi tanto starai meglio prima. Aspettami qui.”
“E dove vuoi che vada..”
Il castano ridacchiò, prendendo l’ultimo boccone della sua colazione, prima di alzarsi.
 
Un paio di minuti dopo erano fuori, camminando nell’aria ancora fresca della mattina nei sentieri immersi nel verde. Chiacchieravano del più e del meno, anche della sera prima, in cui Lan SiZhui si era divertito molto, ma aveva specificatamente detto, in risposta a Jin Ling, che non sapeva se avrebbe fatto un bis. Quello l’aveva preso un po’ in giro, ma non aveva insistito.
“Vuoi andare a riposarti in camera?” Chiese a un certo punto quello, anche se il moro sembrava essersi ripreso un po’.
“No, Lan JingYi è collassato più o meno quando io sono uscito, quindi non potrei comunque fare nulla in camera, e nonostante io abbia dormito solo quattro ore scarse sto bene. Non ho sonno, mi sento solo la testa un po’.. Così.”
“Vuoi fermarti in camera mia, allora?”
“Ma no, figurati..”
“Guarda che non daresti mica noia. Gli altri della squadra mi hanno chiesto se voglio andare in spiaggia con loro oggi, Jin Chan incluso, quindi puoi stare lì.” Spiegò lui, poi aggiunse con un sorriso che sembrava speranzoso. “A meno che tu non voglia unirti a noi.”
Lan SiZhui sembrò interdetto a quella domanda. Dentro di sé avrebbe voluto, però non era il suo gruppo di amici, e temeva di sentirsi di troppo. Jin Ling sembrò intuire quei pensieri.
“Non sei di troppo, se è quello che stai pensando.” Disse, infilando le mani in tasca. “E se hai paura di stancarti, ti dico subito che non faremmo chissà cosa, eravamo lì anche noi ieri sera. È solo per stare in compagnia e divertirci un po’ in un giorno libero. Ti va?”
Il ragazzo di Gusu ci pensò su. Forse stare all’aperto con altri non gli avrebbe fatto male. “Devo passare da camera a prendere le cose, però.”
Jin Ling si illuminò a quella risposta. “Allora andiamo!”
Quando entrarono, era tutto buio, con le finestre ben chiuse. Jin Ling notò che quella camera era arredata in modo esattamente speculare alla sua. Nel divano-letto aperto era spiaggiato un ragazzo moro profondamente addormentato.
Lan SiZhui gli fece cenno di aspettare lì sulla porta, mentre andava a prendere alcune cose da un cassetto e dalla valigia.
Il castano osservò intensamente Lan JingYi, con un sorriso che cresceva di intensità, man mano che nella sua testa prendevano forma vari scenari in risposta ad eventuali scherzi. Lan SiZhui se ne accorse e si voltò rapidamente verso di lui.
No!” Sibilò all’altro. “Jin Ling, no!
Quello spostò gli occhi su di lui per un secondo, poi li fissò nuovamente sul ragazzo addormentato. Lan SiZhui ebbe l’impressione di star parlando a un gatto che ha già deciso che tirerà in terra quel vaso di cristallo. A Jin Ling mancava solo una coda che ondeggiasse sinuosamente nell’aria, poi il resto era uguale.
Sì, anche il vaso. Lan JingYi dormiva in un modo che era molto lontano dal poter essere definito umano.
Arruffò velocemente le proprie cose, poi si lanciò su Jin Ling, che aveva già allungato una mano verso l’ignaro dormiente.
Jin Ling..” Lo avvertì, mentre stringeva il suo polso fra le dita, sentendo il proprio viso ribellarsi.
Stai ridendo anche tu..” Disse l’altro, sorridendo ancora di più.
Non è vero.
Si guardarono qualche istante, trattenendo a stento una risata, poi Lan SiZhui allentò la presa, lasciandolo scivolare via.
Andiamo?
 
Ricordava perfettamente quelle facce, però i nomi erano spariti del tutto insieme al suo margarita la sera prima. I compagni di squadra di Jin Ling erano sicuramente gli stessi, era la sua memoria ad essere stata inghiottita dalla musica e dall’euforia. Oltre a Jin Chan, che ormai aveva ben presente, degli altri aveva solo un ricordo fumoso.
Sorrise timidamente, stando qualche passo dietro al castano, mentre quello salutava i compagni.
“Lui è Lan SiZhui.” Jin Ling indicò alle sue spalle, poi davanti a sé un ragazzo alla volta. “Dato che ieri abbiamo saltato i convenevoli, loro sono An Chang, Gui Heng e Xing Lei.” * (vedi NdA)
Nell’ordine, gli si erano presentati un ragazzo dai capelli color castagna, alto più o meno quanto Jin Ling, un ragazzino moro dai tratti perennemente allegri leggermente più basso degli altri, e un altro dall’aria sportiva che aveva i capelli neri rasati appena sopra l’orecchio solo da un lato.
Lan SiZhui sospirò di sollievo dentro di sé, perché quello voleva dire che non era la sua memoria ad essere bacata. Quelli si presentarono allegramente, poi andarono insieme al loro accampamento improvvisato, che consisteva in qualche ombrello usato come scudo dal sole, alcuni asciugamani e degli zainetti.
“Io ho portato lo stereo, ma se mi ci finisce anche solo un granello di sabbia ti spezzo le falangi, ok?” Disse An Chang a Jin Chan.
“Perché solo a me? È ingiusto!” Replicò quello, sbuffando.
“Perché sei quello che mi ha rotto le palle per portarlo, ecco perché.”
“Ci faremo attenzione, sì.” Xing Lei rise, mentre faceva girare un pallone sulla punta dell’indice. “Fa caldissimo, andiamo in acqua?”
Jin Ling si sfilò immediatamente la maglia, concordando con il ragazzo, poi si girò verso Lan SiZhui. “Tu cosa fai? Preferisci stare qui all’ombra o vieni con noi a fare un tuffo?”
Gui Heng si sdraiò su un asciugamano, inforcando occhiali da sole e cappello. “Io resto qui, ho bisogno di dormire, ma non necessito della balia, te lo dico subito, quindi fai come vuoi.”
Lan SiZhui lo guardò, un po’ perplesso. “Ehm, ok..?”
“Quelli mi prendono per il culo perché sono il più piccolo del gruppo.” Spiegò, sentendosi leggermente in colpa per il tono che aveva usato. “Scusami, temevo potessi fare qualche commento anche tu.”
Lui gli rivolse un sorriso gentile. “Non sono il tipo, tranquillo.”
“Già, Lan SiZhui è molto bravo con i bambini, quindi non preoccuparti.” Jin Ling fece una linguaccia a Gui Heng, che rispose mandandolo a quel paese con un gesto.
“E questo tu lo sai per esperienza diretta?” Commentò il moro, inarcando un sopracciglio.
“Sbam!” Fece il ragazzino, incrociando le braccia dietro la testa. “Ben ti sta!”
“Mi sembri stare decisamente meglio.” Jin Ling emise uno sbuffo divertito, poi lanciò la maglia su Gui Heng, che protestò vivacemente.
“Mh-mh.” Annuì, osservando il sorriso raggiante che gli rivolgeva il castano. “Penso verrò anch’io in acqua.”
 
Lan SiZhui passò una giornata davvero spensierata. In acqua giocarono per un tempo infinito a schiaccia sette, fino a stufarsi e iniziare invece una battaglia di schizzi e una lotta per la conquista della palla.
Erano rimasti a mollo fin quasi al tramonto, Gui Heng si era addormentato e si era scottato in vari punti del corpo. Con il passare delle ore, il sole si era ovviamente spostato, e lui ovviamente no.
Si era lamentato tutto il tempo, insultando gli altri che non si erano curati minimamente di lui, al che erano arrivate pronte le risposte di Jin Ling e Xing Lei “Allora lo vedi che sei un bimbo?” e “Ti serviva la balia, alla fin fine!”. In tutta risposta, quello aveva messo il broncio abbastanza a lungo.
Il gruppo riaccompagnò Lan SiZhui alla propria stanza, dato che era la più vicina ed era comunque di strada. Lui li salutò mentre rientrava, e gli parve che Jin Ling gli avesse fatto l’occhiolino, ma quella forse era stata solo una sua impressione.
La stanza era vuota. Lan JingYi sembrava essere uscito già da un po’, quindi Lan SiZhui andò a farsi la doccia. Quando uscì, andò al telefono e fece un numero ben familiare.
Suonò a vuoto per un po’, ma proprio mentre lo stomaco del ragazzo iniziava a stringersi con un filo d’ansia, finalmente dall’altra parte sentì avviare la chiamata con un leggero tac.
Pronto?” La voce anziana e incerta lo fece sorridere e sospirare con sollievo.
“Pronto, nonna?”
Ooooh, SiZhui! Tesoro, stavo giusto pensando a te. Come stai?
“Bene, nonna. Tutto bene.” Strinse la cornetta fra l’orecchio e la spalla, mentre lavava le cose che il suo amico aveva lasciato nell’acquaio. “Tu stai bene? Ti stai ricordando le medicine, vero?”
Una risata appena gracchia. “Sì, sì, caro. E chi vuoi che se le scordi quelle?
Risero insieme leggermente. “Bene, mi raccomando eh.”
Tu stai mangiando, vero? Vi danno abbastanza da mangiare lì?
Lan SiZhui rise. “Sì, nonna. Tranquilla, mangio, non preoccuparti.”
Bravo, bravo. Non mi devi mica tornare pelle e ossa come l’anno scorso!
Per sua nonna era sempre deperito quando tornava a casa, anche se l’anno prima era tornato a casa addirittura con due chili in più. Alla faccia della prova costume.
E Lan JingYi? Come sta? Vi divertite?
“Sì, ci stiamo divertendo un sacco, nonna. Lui è così contento del suo ruolo di teatro, te lo farei vedere! Recita tutto il giorno e prova le battute anche mentre parliamo!” Ridacchiò, insieme all’anziana donna dall’altro capo. Lan JingYi aveva perso i suoi nonni molto presto, così era stato ‘adottato’ dalla sua fin dalla prima elementare. A dispetto del cognome uguale, però, non li legava alcuna parentela, anche se si erano sempre sentiti come fratelli.
Bravi, bravi.”
Lan SiZhui mise a posto un piatto, esitando un secondo. “Sai, stiamo facendo anche tante nuove conoscenze. È un peccato, avrei voluto conoscerli prima. Avrei voluto passare un’altra estate con loro..”
Eh, lo so, lo so. Dai, non ci pensare, pensa a divertiti quanto puoi per questa, tesoro mio.”
Lui annuì, poi dette un’occhiata al letto completamente sfatto. “Ora ti saluto nonna, devo prepararmi per andare a cena appena torna Lan JingYi.”
Perché, dov’è?
“Credo a provare. Io sono andato al mare con alcuni ragazzi di Lanling.”
Ah, va bene, va bene. Allora via, buon appetito, stella. E mi raccomando, occhio eh.”
“Sì, sì. Tanto ne ho due, meglio di così?” Lan SiZhui sorrise, sentendola ridere ancora nel suo orecchio. “Ti voglio bene, nonna.”
Anche io, caro. Mangia eh, mi raccomando! Buona notte!
“Sì, promesso. Buona notte.” Attaccò lui, sereno, proprio mentre rientrava Lan JingYi.
Il ragazzo gli fece un cenno.
“Dove sei stato? Pensavo fossi ancora qui a dormire.” Rise appena.
“Ho fatto un salto da Ouyang ZiZhen quando mi sono svegliato, che mi doveva dare delle cose per domani. Tu invece? Sei stato fuori tutto il giorno, stai bene?”
Lan SiZhui annuì. “Sì, sono stato in spiaggia con il gruppo di Jin Ling.”
“Jin Ling di qua, Jin Ling di là. Non ti vedo quasi più a causa sua!” L’altro sbuffò, con una mezza risata. “Comunque, eri con tua nonna?”
“Mh-mh. Ti saluta.”
“Uffa, volevo sentirla!”
Lan SiZhui ridacchiò. “Tanto nei prossimi giorni la richiamerò. Ora preparati, che ho fame.”
 
 
“Non pensavo saresti venuto a fare la doccia qui.”
“Beh, è anche camera mia, dove dovrei andare?”
Jin Ling inarcò un sopracciglio. “Oh, davvero? Strano, non mi sembrava di avertici mai visto da quando ci hanno dato le chiavi. Tant’è che le ho entrambe io.”
L’altro ragazzo rise con tono canzonatorio. “Che c’è, senti mica la mia mancanza?”
“Ci mancherebbe! Ho il letto tutto per me, scherzi? Dormi pure da lei quanto ti pare, Jin Chan.” Si stropicciò i capelli per farli asciugare un po’, liberando le ciocche leggermente ondulate.
“E non ci porti nessuna ragazza. Che spreco.” Schioccò la lingua quello. “Anche se così almeno non rischi di metterne incinta una a caso.”
Oh che palle, è stato un falso allarme una sola dannata volta, ed è successo mesi fa. Devi per forza ricordarmelo?” Commentò con un sospiro esasperato, facendo roteare gli occhi.
Jin Chan scrollò le spalle. “Vedi? Se facessi come faccio io, non avresti neanche bisogno del preservativo..”
“Ah certo, perché è un contraccettivo infallibile il tuo, come no. Fossi in te, mi farei due domande sul perché, di tante tue ‘conquiste’, a nessuna è ancora capitato.”
“Preoccupati del tuo, intanto, che non si sa mai. Jiang Cheng potrebbe davvero ucciderti se torni con un più uno. Il mio era solo un consiglio.”
Quello scosse la testa, lasciandolo parlare a vuoto, però pensò che uno di quei giorni avrebbe dovuto chiamare suo zio. Erano almeno dieci giorni che non si faceva vivo, e voleva anche sapere come stava Fata, la sua cagnetta.
“Mh-mh. E tu ascolta il mio: i preservativi sono nella mia valigia, se ne hai bisogno. Guarda cos’è quasi successo per l’unica volta in cui non l’ho messo.”
“Ma senza si sente di più! Sei così noioso..!”
“E tu un cretino. Comunque, ti muovi, Jin Chan? Vai a farti la doccia, che ho fame e voglio andare a cena!” Disse, lasciandosi cadere sul letto, mentre l’altro entrava in bagno, sapendo già che ci avrebbe messo una vita come al suo solito.
Sentiva lo stomaco in movimento, però non per i morsi della fame. Il suo era un appetito di natura diversa, anche se si sforzava di credere diversamente.
La sua mano viaggiò più veloce dei suoi pensieri, nonostante l’immagine nella sua mente fosse più che vivida. Chiuse gli occhi e si morse il labbro sospirando piano, abbandonandosi all’istinto. Quel viso dolce dai tratti eleganti e gli occhi color cenere, la sua bocca dall’aspetto così morbido e attraente. Diamine, cosa non ci avrebbe fatto con quella bocca..










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Note dell'Autrice
Buondì! Beeeene. Cosa c'è da dire di questo capitolo?
Abbiamo uno stonfo di nuovi OC, ma sono tipo la parte più divertente mentre scrivo. Mi diverto un sacco a cercare dei nomi e inventare gente nuova!
Avete presente, come ho detto anche sopra, quando vedete il vostro gatto che decide di buttare in terra quel preziosissimo vaso della vostra prozia? Che iniziate a dirgli di no, che non deve, ma lui ormai ha già deciso? Ecco, più o meno è così che ho immaginato Jin Ling in camera dei Lan. XD
Ma c'è anche altro, "vediamo" anche la Nonnina, oltre a conoscere nuovi personaggi, insomma, un capitolo denso di sorprese, Soprattutto l'ultima, I guess.

Btw, qua ci sono i significati dei nomi:
* An Chang = An "pacifico", Chang "spirito"; Gui Heng = Gui "nobile", Heng "eterno"; Xing Lei = Xing "che aumenta", Lei "tuono".

Ok, passando adesso ai saluti, ringrazio as always la mia insostituibile beta, ringrazio le mie assidue commentatrici, Mary, Lilith e Deb (a cui faccio tanterrimi auguri), e chiunque stia aggiungendo la storia alle proprie raccolte!
Grazie anche ai lettori che seguono in silenzio la mia storia. Sappiate che, come sempre, io vi aspetto nelle recensioni se voleste rompere il ghiaccio e dirmi che ne pensate u.u

Detto ciò, rinnovo come sempre l'appuntamento a venerdì, e vi mando un abbraccissimo!
Ci si legge!



Athelyè ~ 

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Capitolo 7
*** No More Lonely Nights ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo VII – No More Lonely Nights



Lan JingYi puntò l’indice contro Ouyang ZiZhen con uno sguardo stupito. “Ora! Devi assolutamente raccontarmi tutto! Anche se devo dire che ho sempre sospettato tu fossi un affermato Bunburista di nascosto. E beh, ora ne sono ancora più sicuro.”
Quello aggrottò le sopracciglia, preso totalmente di sprovvista. “Un cosa? Bunburista? E cosa vorrebbe dire?!”
Il giovane Lan fece un gesto sbrigativo con la mano. “Ti spiegherò il suo incomparabile significato non appena avrai avuto la gentilezza di dirmi perché sei Ernesto in città e Jack in campagna.”
Ouyang ZiZhen allungò una mano verso di lui, con il palmo rivolto al soffitto. “Allora intanto ridammi il mio portasigarette.”
L’altro roteò gli occhi e gli mise l’oggetto in mano. “Eccotelo. Ora la tua spiegazione, e fa’ che sia del tutto improbabile!”
Un applauso dei presenti li fece fermare e sorridere. L’insegnante responsabile del club di teatro aveva avviato l’applauso, a cui si erano accodati anche gli altri ragazzi.
“Bravissimi! State migliorando a vista d’occhio!” Esclamò l’uomo. “Farete faville! Forza, ora qualcun altro!”
 
Quella era la prima volta di Lan JingYi come co-protagonista, dire che era euforico sarebbe stato un eufemismo. Non appena gli era stato assegnato quel ruolo, si era fiondato da Lan SiZhui per dirglielo. L’altro, dopo un secondo per metabolizzare, l’aveva abbracciato di slancio e si era congratulato con lui.
Le prove, poi, andavano benissimo. Lan JingYi sembrava nato per quella parte, se anche non diceva le battute esattamente come da copione, erano comunque improvvisate nel migliore dei modi.
Con il resto del gruppo i rapporti andavano a gonfie vele, e anche con i novellini aveva instaurato un ottimo legame fin dal primo giorno.
Li chiamava così, novellini, perché Lan JingYi aveva partecipato a quel club dalla prima estate della prima elementare; la maggior parte delle persone faceva solo uno o due anni, ma un piccolo gruppo aveva resistito per tutti quegli anni: infatti era come tornare in famiglia quando rivedeva lo “zoccolo duro” della squadra, Ouyang ZiZhen primo fra tutti.
Inoltre, Lan JingYi aveva sempre frequentato corsi di teatro anche a scuola e una delle compagnie teatrali di Gusu nel resto dell’anno. Lui amava la sensazione di stare sul palco, vestire i panni di qualcun altro ma dargli comunque la propria impronta, la propria voce. Era un’emozione che gli toglieva sempre il fiato, sentire lo scroscio di applausi che acclamavano loro e tutto il lavoro che avevano fatto per arrivare a quella determinata sera, per mettere in scena ogni sera uno spettacolo unico e irripetibile.
 
Dopo le prove di quella mattina, Lan JingYi si sentiva al settimo cielo. Quei complimenti erano ciò che più desiderava sentire, e arrivavano direttamente dal loro insegnante responsabile! Doveva assolutamente dirlo a Lan SiZhui.
Quando lasciò la saletta dove facevano le prove insieme a Ouyang ZiZhen, continuarono a parlarne con esaltazione.
I due ragazzi, borsa in spalla, avvistarono l’altro Lan insieme a Jin Ling davanti alla mensa. Probabilmente stavano aspettando loro e Yu Liang.
“Certo che sono strani quei due, eh.” Disse Ouyang ZiZhen. “Mi sembra ieri che sembrava di vedere un gatto col topo.”
“Già.. Mi chiedo come mai SiZhui abbia ceduto ad averlo intorno.” Sbuffò lui.
“Beh, non è antipatico. Ha solo un carattere.. Particolare.”
“Di’ pure del cazzo.” Aggiunse Lan JingYi, facendo ridere l’amico.
Avvicinandosi, li videro ridere e gesticolare animatamente. Lan SiZhui sembrava star insistendo su qualcosa, mentre Jin Ling scuoteva la testa, scettico. E più lui negava, più l’altro si infervorava ridendo.
Ormai li avevano quasi raggiunti, quando Ouyang ZiZhen richiamò la loro attenzione. “Di cosa state discutendo?”
Lan SiZhui si girò di scatto verso di lui. “Ok, secondo te. In uno scontro fra frutti, quale vincerebbe?”
Pfftt, una mela ovviamente!” Ouyang ZiZhen lo disse come se non ci fosse altra risposta possibile, incrociando le braccia al petto.
“Hah! Visto?!” Esclamò Jin Ling.
“Ragazzi, state scherzando spero. Le banane sono delle pistole. Delle pistole.” Si aggiunse immediatamente Lan JingYi.
Lan SiZhui li fissò allibito. “Davvero?! I fichi d’India hanno le spine.”
“Ok, e che cosa pensa di fare un fico d’India contro un cocco, ad esempio? Utili le spine, contro una fottutissima corazza.” Aggiunse Jin Ling.
“Ah beh, perché la mela fa tanto!”
Quando sopraggiunse Yu Liang, i quattro si stavano ancora scannando sulla questione, ognuno cercando di portare acqua al suo mulino con assurde teorie. Ebbe la malaugurata idea di chiedere per cosa stessero litigando, ma la sua risposta spiazzò e zittì tutti.
“Il pomodoro. Chi sospetterebbe mai di un frutto che tutti credono verdura?”
Dopo qualche attimo di silenzio, Lan JingYi lo indicò. “Ok, ha vinto lui.”
 
 
 
“Una donna.”
“Due donne.”
“Una donna.”        
“Una anch’io.”
“Una donna.”
“Secondo me qui qualcuno ha detto una cazzata. Due donne.”
“Tu dici? Ahahahah! Una donna, comunque.”
“Tre donne.”
Dubito!”
Il ragazzo scoprì le tre carte che aveva appena messo sul tavolo, rivelando un jolly e due donne, una di cuori e una di picche.
“Jin Ling, cazzo. Sei un bastardo.”
“Sei tu che fai cagare a questo gioco, Gui Heng. È diverso.” Rise lui, passandogli il malloppo di carte che avevano accumulato dopo almeno due interi giri i cinque ragazzi.
“Tutti voi siete degli infami!” Insisté quello, accompagnando un’altra imprecazione mentre smistava le carte. “NON CI SONO NEANCHE TUTTE E QUATTRO, PORCA TROIA!
Gli altri scoppiarono a ridere mentre quello continuava a borbottare insulti. “È troppo facile con te.” Fece Yu Liang, allegro.
An Chang scaricò la parte bruciata della propria sigaretta nel posacenere al centro del tavolo, soffiando una nuvola densa nell'aria della sera. “Tocca a te mettere giù, Jin Ling.”
“Mh..” Diede un’occhiata alle carte, poi girò leggermente il viso a destra, aprendo appena il ventaglio di semi per mostrarlo meglio alla persona, che non giocava, comoda affianco a lui. “Quale dovrei tirare?”
Lan SiZhui, che se ne stava appoggiato alla spalla del ragazzo di Lanling letteralmente per un soffio, osservò i numeri, poi allungò una mano e toccò due carte, una con l’indice e l’altra con il medio, con aria calma. “Direi queste due, così se gli altri le hanno possono essere scartate tutte.”
“Mh.. Sì, è vero.” Jin Ling mise tranquillamente le due carte coperte sul tavolo, passandole a Gui Heng. “Due sette.”
Quello le guardò, con diffidenza, poi mise una carta a fiori delle sue e passò a Xing Lei. “Comunque non vale. Tu hai il suggeritore. Un sette.”
Mentre le labbra di Lan SiZhui si incurvavano appena con allegria, Jin Ling esplose in un sorriso profondamente divertito, quasi ridendo. “No, è che sei un coglione Gui Heng.”
Coperti sul tavolo c’erano un cinque, un tre e un sette di fiori.
 
 
 
“Ho il giornale di oggi!” Esclamò Yao HaoFai quando entrò nella stanza.
Da diversi giorni, la camera di Jin Ling era diventata il loro quartier generale, quando non avevano attività di club o studio, dato che Jin Chan era sempre fuori, per un motivo o per un altro. Non che importasse molto a nessuno di loro, in realtà.
“Uh, da’ qua! Voglio vedere dove sono i Lakers!”
“Come sempre in America. Dai a me, faccio in un attimo!”
“Ah-ha. Simpatico. Ma tu vuoi solo vedere l’oroscopo. Che c’è, speri di trovare l’amore quest’estate per caso?”
Ouyang ZiZhen schioccò la lingua. “Se anche fosse?”
Lui era “l’inguaribile romantico” del gruppo, e ne andava fiero. Ci voleva pure qualcuno che smuovesse gli animi in quel gruppo di mezzi matti, no?
Fra loro, era indiscutibilmente il più sensibile. Probabilmente era una conseguenza del suo amore per la scena, con il suo dedicarsi così tanto ai personaggi e alle loro emozioni per interpretarli al meglio.
Yao HaoFai gli lanciò la gazzetta e il ragazzo la prese al volo. Jin Ling d’altro canto gli dedicò un dito medio.
Lan SiZhui rise, non riuscendo a non distrarsi dal suo libro. Era seduto per terra, accanto al divano-letto chiuso dov’era steso Jin Ling. Quello gli picchiettò sulla testa senza neanche doversi allungare. “E tu non ridere delle mie disgrazie!”
Il moro chiuse il romanzo, scacciando la mano con un gesto. “Dai, sentiamo cosa dice.”
Yu Liang sollevò il viso dalla chitarra per ascoltare, incuriosito.
“Da quando credi all’oroscopo, SiZhui?” Chiese Lan JingYi, mentre Yao HaoFai si sedeva al tavolino accanto a lui.
“Assolutamente da mai, ma è divertente da sentire.” Ridacchiò lui.
Ouyang ZiZhen sorrise. “Allora partiamo da te. Che segno sei?”
“Capricorno.”
Il ragazzo cercò con gli occhi il simbolino, poi iniziò a leggere. “Capricorno. Non esitare a difendere i tuoi interessi, anche se le circostanze sembrano svantaggiose o sfavorevoli. Venere ti assiste e porta maggiore serenità.”
I ragazzi risero. “Lan SiZhui è sicuramente quello che ha più possibilità con le ragazze. È troppo gentile e disponibile per non attirarle.”
“Non snobbarci quando ne avrai trovata una!” Aggiunse Yao HaoFai.
Yu Liang commentò, facendoli ridere di più. “Beh, potremmo dargli torto? Si sa, che più di un carro di buoi traina un..”
“Non ti farai mica rubare così facilmente? Sarebbe fastidioso vederti con una sgualdrina qualunque.” Fece Jin Ling con una mezza risata.
Quello scosse la testa con un risolino leggero. “Non c’è questo rischio, tranquillo.”
“Il prossimo?” Chiese Ouyang ZiZhen, ancora ridacchiando.
“Proviamo.” Chiamò il chitarrista, divertito.
“Segno?”
“Ariete.”
“Ariete.. Ariete.. Ecco! Se ti senti in un vicolo cieco, abbi pazienza e non forzare le cose. La vita sentimentale però va a gonfie vele, l’amore potrebbe sorprenderti in ogni momento!
“Certo, come no. Le ragazze cadono ai miei piedi.. Se allungo le gambe.” Commentò con ironia, facendo ridere gli altri. Yu Liang in realtà era un bel ragazzo, e a differenza degli altri aveva gli occhi azzurri e i capelli mossi di un castano molto chiaro quasi biondi, dato che aveva preso da sua madre che era straniera. Se non aveva molto successo in generale era per il suo carattere molto introverso con gli estranei.
“Avanti, un altro, un altro!”
“Fai me.” Disse Lan JingYi, appoggiando il viso a un pugno, mentre posava il copione. “Sono Vergine.”
“Nessuno aveva dubbi.”
“Fottiti, Jin Ling.”
Il ragazzo castano scoppiò a ridere, come gli altri del resto.
“Vergine.. Ecco qua. Devi stare attento, l’inganno è dietro l’angolo. C’è una forte affinità con i Pesci, e Venere ti viene incontro, ma l’amore può essere ancora distante.”
“E mi sa che lo resterai ancora per un po’.” Continuò a punzecchiarlo Jin Ling, ricevendo in risposta il copione lanciato dal Lan.
“Ouyang ZiZhen, il tuo com’è?” Chiese Yao HaoFai.
“Sono dell’Acquario, tu?”
“Ma dai, anche io! Che giorno?”
“Febbraio, il 14. Tu?”
“Io invece 24 gennaio. Dai, leggilo allora!”
Acquario. È arrivato il momento di scegliere, non perdere tempo. In amore pioveranno i colpi di fulmine con i Gemelli!
“Jin Ling, manchi solo tu! Che segno sei?”
“Scorpione.”
Scorpione. Non ti aspetta una settimana semplice, ti sentirai spesso arrabbiato..
Lan JingYi: “Perché, quando mai non lo è?”
“Meglio incazzato che Vergine.” Ribatté quello, guadagnandosi il lancio di un altro fascicolo. “Quanti cazzo ne hai di quelli?!”
“...Attenzione alle reazioni eccessive di gelosia e alla possessività. La sintonia sarà forte con un Capricorno.”
“Capricorno? Non è Lan SiZhui del Capricorno?” Chiese uno di loro.
Gli altri ragazzi lasciarono nell’aria qualche commento sul proprio oroscopo, mentre Lan SiZhui arrossiva impercettibilmente e Jin Ling roteava gli occhi, facendo finta di nulla.









_________________
Note dell'Autrice
Buon venerdì! Oggi capitolo molto corridoio u.u
Molto corridoio, però impariamo a conoscere un po' di più i nostri personaggi e le loro relazioni, in questi momenti sporadici delle loro giornate.
Francamente non ricordo se il titolo che avrebbero rappresentato ve l'avevo detto all'inizio, ma vabbè. Avevo fatto un riferimento a quest'opera anche in un'altra fanfic, una NieLan (click me!), perché la adoro, come amo il suo autore.
Per quanto riguarda la partita a Dubito, Lan SiZhui praticamente è la fidanzata che guarda ma non gioca lol.
Per l'ultima scenetta sull'oroscopo mi sono divertita molto, e ringrazio le DiscepolinE per avermi suggerito quando dare il compleanno a ZiZhen, inoltre le ringrazio al volo anche per commentare sempre le mie storie e i miei capitoli, insieme a Mary che condivide con me lo scetticismo verso l'oroscopo, ma che si diverte like me a vedere quando ci prende.
Ringrazio anche la mia beta per leggere e correggere, e tutti i lettori silenziosi. Se voleste dirmi cosa ne pensate, qui sotto, per MP o per piccione viaggiatore, sappiate che io non mordo e anzi, vi ringrazierei ancora di più <3

Via, un abbraccissimo e ci si legge venerdì prossimo!
Au revoir, gente!



Athelyè ~ 

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Capitolo 8
*** Purple Rain ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo VIII – Purple Rain



Lan SiZhui stava studiando tranquillamente in un’aula studio, quando davanti a sé si piazzò un volto ormai fin troppo conosciuto.
Sollevò appena lo sguardo per lanciargli un’occhiata, poi lo riabbassò sui propri appunti. Vide una mano che si allungava per picchiettargli sul quaderno.
Arruffò le sopracciglia, mentre tornava a guardarlo. “Che c’è?”
“Domani il club di cinema proietta un film, vieni?”
“Cosa?”
“Una commedia con Michael J. Fox.”
“Non posso, voglio studiare per i test. E tu dovresti fare lo stesso, Jin Ling.” Perché hai chiesto, se sapevi già che gli avresti detto di no?, chiese una voce nella sua testa.
“Ma sono fra almeno dieci giorni! Daaaaai, vieni!” Insisté lui.
“Non hai tiro?” Chiese ancora.
“No, domani sono sospesi per impegni dell’istruttore.”
“Beh, ti ringrazio dell’invito, ma no, grazie.” Tornò con gli occhi sulle parole scritte a penna nera.
Con la vista periferica, poté registrare lo sguardo perplesso di Jin Ling, poi lo vide incrociare le braccia sul banco e appoggiarcisi con la testa, sporgendosi leggermente in avanti, inchiodando le iridi ambrate su di lui.
Dopo un minuto di silenzio in quel modo, Lan SiZhui sospirò. “Cosa vuoi?”
“Te l’ho detto, che tu venga con me a vedere il film.”
“E io ti ho detto di no.” Replicò lui, incrociando per un breve istante quegli occhi.
“Allora starò qui, così, finché non mi dirai di sì.” Quello affilò il proprio sorriso. “Quindi ti conviene abituarti.”
Il moro scosse la testa, tornando a sottolineare e aggiungere note ai propri schemi sotto quello sguardo dorato e penetrante. Riuscì a sostenere quella situazione per cinque minuti buoni, poi la sua attenzione iniziò inevitabilmente a vacillare.
“Puoi andare altrove?”
Nnnnnaah.” Aggiustò il mento sugli avambracci, mettendosi più comodo per guardarlo intensamente.
Lan SiZhui roteò gli occhi, scosse di nuovo la testa e sospirò ancora.
Dopo qualche altro minuto di silenzio, stava iniziando a diventare snervante quella presenza che non faceva assolutamente niente, oltre che osservarlo sorridendo felino.
“Ti stai divertendo?”
“Molto.” Il suo sorriso si accentuò, probabilmente conscio dell’effetto che stava provocando.
“Mh.”
Un paio di minuti dopo, Lan SiZhui espirò frustrato, passandosi una mano fra le ciocche corvine, sfuggite allo chignon improvvisato con una matita, dato che aveva dimenticato l’elastico in camera. Gli schioccò un’occhiataccia. “E va bene. Verrò. Ora vattene e lasciami studiare.”
Quello si alzò, vittorioso, con un’espressione trionfante sul viso. Infilò le mani in tasca e gli passò accanto, contento. “Visto? Non ci voleva tanto.”
Lan SiZhui puntò di nuovo lo sguardo sul quaderno, quando sentì come una carezza leggera sui capelli che gli fece saltare un po’ di più il cuore nel petto.
“Ci vediamo dopo a cena.”
 
Il giorno dopo, si erano dati appuntamento verso le quattro davanti a un cartello che indicava i vari campi sportivi. Era un punto abbasta vicino a dove avrebbero proiettato il film, quindi era un ritrovo comodo.
Lan SiZhui arrivò lì con più di mezzora di anticipo, dandosi mentalmente dello stupido per la sua solita paura di arrivare in ritardo. Cos’avrebbe dovuto fare con quel caldo per almeno quaranta minuti?!
Con un sospiro scocciato, si guardò intorno. Lanciando uno sguardo alle indicazioni, vide che una delle frecce indicava anche il campo di tiro con l’arco. Inconsciamente, imboccò quel sentiero, anche sapendo che quel pomeriggio non ci sarebbe stato nessuno. Forse, dentro di sé, era solo curioso di vedere come gli sarebbe apparso vuoto, con i bersagli di fieno senza frecce.
Dato che non c’era nessuno, decise di passare dagli spogliatoi, per arrivare direttamente nell’area di tiro. Quando svoltò l’angolo che dava sul prato, sentì vibrare qualcosa nell’aria, per poi conficcarsi nel fieno dell’unico bersaglio con i punteggi appesi.
Davanti ai suoi occhi, Jin Ling stava fissando il suo obiettivo con un’espressione concentrata sul viso e una nuova freccia nel suo arco. Le sue braccia distese con forza per tendere la corda e dare l’impulso al dardo, prima di scoccarlo lontano, impeccabile, esattamente accanto all’altro nel cerchio più piccolo del bersaglio.
Il ragazzo si chinò per prendere un’altra freccia, poi probabilmente notò qualcosa con la coda dell’occhio, perché si sollevò di scatto. Gli sorrise. “Sei venuto a goderti lo spettacolo?”
Lan SiZhui ridacchiò. “Avevi detto che non c’erano gli allenamenti oggi.”
Jin Ling sollevò un sopracciglio. “E allora perché sei qui?”
Forse speravo di vederti’ non andava bene come risposta. Scrollò le spalle. “Ero in anticipo, così ho pensato di fare un giro.”
Il castano sorrise di più, ma non fece commenti. Invece, gli fece cenno di avvicinarsi. “Vuoi provare?”
Lui si stupì leggermente. “Ma.. Non si può-”
“Non c’è nessuno, Lan SiZhui. O meglio, ci sono solo io.” Gli fece l’occhiolino. “Non lo dirò a nessuno.”
Lan SiZhui ridacchiò, e continuò a opporre una sorta di resistenza, ma finì per lasciarsi convincere con un altro paio di moine. In fondo, l’aveva sempre incuriosito.
Jin Ling gli fece mettere la sua protezione al braccio, poi gli passò l’arco e gli fece vedere il movimento che doveva fare. “Prova a tendere la corda, poi ti do la freccia.”
Il giovane Lan fece come aveva detto e si stupì di quanto fosse rigida, faticando incredibilmente. L’altro ridacchiò guardandolo. “Non te l’aspettavi così resistente, eh?”
“No, decisamente no.” Continuò a provare, osservando confusamente l’arma, come se non riuscisse a spiegarsi come potesse opporglisi in quel modo. Non riusciva a tendere il filo neanche il minimo sufficiente. Non era un arciere, ma bastava un’occhiata per capire che quella tensione non bastava.
Dopo qualche tentativo, finalmente, ci riuscì con soddisfazione.
“Bene! Ora prova a incoccare una freccia.” Jin Ling gli batté le mani, divertito.
Lan SiZhui si fece prendere appena dall’ansia, mentre agganciava il dardo. Si mise in posizione come poco prima, ma non riuscì di nuovo a caricare bene il colpo.
“Ah, aspetta! Fai così.” Il ragazzo gli andò alle spalle, correggendo con delicatezza la sua postura. “Questo braccio va un po’ più in alto, o la pianterai nel prato.” Ridacchiò, alzandogli appena il braccio. “Ecco, così. Ora tendi.”
“Così?”
“Ancora un po’..”
Lan SiZhui si morse il labbro, mentre si sforzava di tirare la corda. Un improvviso calore lo avvolse da dietro, mentre una mano si posava dolcemente intorno al polso che reggeva l’arco e delle dita affusolate si univano alle sue sulla corda, facendola tendere di più senza tutto lo sforzo di prima. Sentì il proprio viso avvampare, quando sentì la voce bassa di Jin Ling sfiorargli l’orecchio.
Guarda il punto in cui vuoi che vada e aggiusta la traiettoria.”
Quel respiro era rovente sulla sua pelle, mentre un alone speziato gli avvolgeva i pensieri. “Mh-mh.”
Attento, non avvicinarlo troppo, o rischi che la corda ti graffi il viso.” Disse, aggiustando ancora la sua postura, senza abbandonare quel contatto.
Lan SiZhui lasciò la presa sulla corda e la freccia spiccò il volo in avanti, conficcandosi nel terzo cerchio. Insieme alla freccia, anche il calore dell’altro svanì dalle sue dita, facendogli provare un velo di dispiacere a cui cercò di non dare peso.
“Non male.” Commentò Jin Ling.
Il moro si sentiva sinceramente entusiasta di quel suo risultato. Sentiva ancora ribollire lo stomaco per l’emozione, anche se non sapeva esattamente di cosa.
“Vuoi tirarne un’altra?”
“No, no. Grazie.” Abbozzò una risata lieve. “È più faticoso di quanto pensassi.”
Il castano annuì, sorridendo, poi diede un’occhiata all’orologio alle loro spalle. “Allora vado a farmi la doccia, così andiamo. Il tempo di rimettere tutto a posto e ci sono.”
 
“Va tutto bene?” Chiese il moro mentre camminavano.
“Sì, perché? Quando sono solo è più rilassante allenarmi.” Spiegò, guardandolo.
“Oh, capito.” Disse semplicemente, poi aggiunse. “Sai di fumo.”
“Ti dà fastidio?”
“No, ma mi hai detto che non lo fai spesso, quindi ho pensato potessi avere qualcosa.”
“Ah, no. Niente di che, mi andava e basta.”
“Tuo zio lo sa? Che fumi, intendo.” Chiese Lan SiZhui, poi, dopo averlo visto annuire. “E gli sta bene?”
“La prima volta che mi vide fumare mi diede una scarica di schiaffi.. Penso non me la dimenticherò finché vivo.” Ridacchiò al ricordo. “Però a volte mi becca a fumare alla finestra di camera.”
“E non ti dice niente?” Fece, perplesso.
“Al contrario. Mi pianta un cazziatone ogni volta che mi vede con la sigaretta in mano.”
“E poi?”
“E poi impreca un paio di volte e si mette a fumare con me, dicendo che sono stressante.”
Il moro rise piano. “Deve volerti molto bene.”
“Dici?”
“Mh-mh.”
“Beh, sì.. Lo penso anche io, a giorni alterni.” Jin Ling sorrise appena. “Tua nonna, invece? Com’è?”
“Una normale vecchietta che mi chiede se e quanto mangio, se dormo abbastanza e mi ricorda di prendere la felpa quando esco la sera.” Raccontò in breve lui. “Le piace giocare a carte la sera, anche se conosce solo rubamazzo.”
Il castano infilò le mani in tasca, giocando con un paio di monete. “Ti manca?”
“Molto.” Rispose immediatamente. “Soprattutto, mi manca aiutarla. So che quando non ci sono viene la vicina a farle compagnia e le dà una mano, però ho sempre un po’ l’apprensione che si ricordi le sue medicine, o che non si affatichi con le faccende, sai?”
Lan SiZhui stava sorridendo in un modo così dolce da scaldare il cuore.
“Posso capire. Io sono tranquillo perché so che mio zio può parlare con Fata, il nostro cane. Non è esattamente un uomo socievole, ma lei è un’ottima ascoltatrice. E sa fare davvero molta compagnia.”
“Quanti anni ha?”
“Non si chiede l’età a una donna.” Jin Ling gli fece l’occhiolino, facendolo ridere con quella risposta. Nel frattempo erano arrivati davanti all’edificio che avrebbe ospitato la proiezione. “Entriamo?”
 
Risero fin troppo, durante la proiezione, molto più di quanto entrambi avevano immaginato.
Quando uscirono, però, il tempo si era totalmente capovolto. Dal sole rovente di quel pomeriggio, ora un tramonto lilla e aranciato fra alcuni nuvoloni invadeva il cielo. Iniziò a schizzettare.
Jin Ling e Lan SiZhui si guardarono perplessi. Nessuno dei due aveva un ombrello, ovviamente.
“Beh, ci toccherà correre.” Commentò il primo, guardando in alto con un palmo rivolto al cielo per sentire quelle prime gocce sulla pelle.
“Con te sto correndo più di quanto abbia mai fatto in tutta la mia vita.” Rise l’altro.
Jin Ling sembrava divertito. “Ti dispiace?”
Quello scosse la testa. “No, decisamente no.”
Il ragazzo di Lanling allungò una mano verso di lui, con un’espressione ammiccante. “Mi concede questa corsa, allora?”
Un ampio sorriso illuminò il viso di Lan SiZhui.
L’acqua iniziò ad infittirsi leggermente, mentre loro si lanciavano in avanti. Ad un certo punto era diventato inutile, dato che erano già zuppi, ma non smisero né di ridere né di correre. Il rumore scrosciante calmava il cuore e il profumo di pioggia ed erba bagnata rinfrescava la mente, mentre la stoffa dei vestiti diventava una seconda pelle sul loro corpo.
Tuttavia, Jin Ling rallentò, saltellando un po’ in avanti quando le loro dita umide scivolarono dalla presa, e iniziò a intonare un motivetto davvero troppo famoso per non essere riconoscibile, attaccando a cantare poco dopo.
I’m siiiinging in the rain, just siiinging in the rain..
Il ragazzo saltò di proposito in un paio di pozzanghere, bagnandosi di più, se ancora possibile.
I’m laughing at clouds so daaaark up aboooove..
Aprì le braccia e fece un paio di piroette, mentre l’altro si era fermato a guardarlo. E Lan SiZhui rideva, rideva fino alle lacrime, che si confondevano nelle gocce di pioggia sul suo viso. Doveva reggersi l’addome per quanto stava ridendo.
Jin Ling intanto continuava a cantare e più o meno ballare, nonostante l’acqua, mimando un tiptap improvvisato in quella fanghiglia. Lan SiZhui lo stava guardando con così tanta spensieratezza e allegria che non poteva non sentirsi spronato a continuare. Poche volte aveva visto un’espressione così luminosa, in grado di pungolargli lo stomaco, come quella, non se la sarebbe lasciata sfuggire per niente al mondo.
The sun’s in my heart and I’m reeeeady for love!
Lo scroscio non copriva la sua voce calda mentre cantava e non ostacolava il suo sorriso, mentre quello saltellava all’indietro, portandosi ora le mani al petto e ora aprendole di nuovo come un paio di ali.
Tu sei matto!” Disse ad alta voce il moro, quasi urlò per farsi sentire, mentre non riusciva a trattenere le sue labbra di incurvarsi sempre di più.
Probabile!” Quello rise e continuò a cantare, con le gocce che gli scorrevano addosso senza che lui ci desse il minimo peso, come se avesse voluto abbracciare tutto ciò che lo circondava.
Il cielo era incredibilmente luminoso nonostante quel tempo. Era uno dei classici acquazzoni estivi, con le nuvole brillanti e una pioggia battente che sarebbe sparita nel giro di un’ora o due al massimo.
Daaancing in the rain, I’m happy agaaain!
I capelli neri gli si erano ormai appiccicati al viso, la sensazione di bagnato gli arrivava alle ossa, ma non riusciva a smettere di sentirsi allegro e sinceramente felice, con un calore crescente dalla base del suo cuore.
Le iridi dorate di Jin Ling brillavano in tutta quell’acqua, mentre ballava e stava a braccia aperte a prenderla tutta, prendendo in giro il cielo mentre proseguiva danzando. Lan SiZhui lo vide persino tirare fuori la lingua per prendere qualche goccia al volo.
Arrivarono alla stanza del giovane Jin, fradici a dir poco, e ancora ridevano. Lan SiZhui si sentiva così leggero che pensava di camminare un metro sopra terra nonostante i vestiti pregni e appesantiti.
Jin Ling gli lanciò un asciugamano pulito con un’espressione allegra. “Fatti una doccia calda qui, starai sicuramente meglio dopo.”
Quello lo agguantò al volo, guardando il ragazzo mentre si toglieva con un po’ di difficoltà la maglietta grondante d’acqua piovana, e si ritrovò a chiedersi stupidamente una cosa.
 
Meglio? Perché si può stare meglio di così?











_________________
Note dell'Autrice
Buon salve! u.u
Dunque dunque! Il capitolo di oggi mi è piaciuto particolarmente da scrivere, è uno di quelli che ho preferito, in effetti, sia perché le nostre due bestioline si aprono un po' di più, sia perché, per una volta, mi piace davvero l'ambientazione che ho tentato di creare, sotto questa pioggia battente estiva, che è una delle poche cose che mi piacciono davvero dell'estate. Forse non sarà il più bello per voi (me lo direte poi, a fine corsa), ma anche a rileggerlo, questo capitolo, mi dà in qualche modo spensieratezza.
Anche se Jin Ling che canta come un cretino sotto la pioggia è un po' OOC e lo so, ma per far sorridere Lan SiZhui nella mia testa si metterebbe anche una palla sul naso e inizierebbe a gorgheggiare come una foca.

Allora, vi avevo detto che a luglio vi avrei detto come ho deciso di impostare la pubblicazione. Fondamentalmente, per luglio resta una settimanale e saranno un po' più frequenti ad agosto. Ho fatto il possibile per far coincidere le date, e ci sono più o meno riuscita. Quindi si finisce il primo settembre.
Inoltre, altro annuncio! Ho ufficialmente finito di scriverla, quindi ora posso dirvelo con certezza. La storia avrà venti capitoli in totale.
Quindi ora sapete quanti capitoli ci separano dalla fine e anche la data in cui ci si saluta.

Ultimo ma non ultimo, come sempre passo ai ringraziamenti: grazie alla mia beta, alle mie DiscepolinE e a Mary per commentare assiduamente qui sotto, un abbraccio forte a voi e a tutte le persone che stanno aggiungendo alle seguite, alle ricordate e alle preferite.
Infine, grazie anche ai lettori silenziosi, che seguono la storia. Chiunque voglia lasciarmi un pensierino qui sotto, è più che ben accetto! <3

Vi mando un abbraccio stritoloso, ci si legge venerdì prossimo!



Athelyè ~ 

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Capitolo 9
*** Dancing in the Moonlight ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo IX – Dancing in the Moonlight



Erano su quella stessa spiaggia dove, ormai circa un mese prima, lui e Jin Ling si erano messi a correre sotto una luna quasi piena. Solo che questa volta erano in dieci, e quasi tutti di Lanling.
Lan JingYi gli aveva detto che sarebbe rimasto con Ouyang ZiZhen e gli altri di teatro a provare fino a tardi anche dopo cena, mentre Yao HaoFai doveva finire una relazione per il corso di biologia che seguiva.
Quindi, quando Jin Ling gli aveva chiesto se avesse voluto unirsi al suo gruppo, lui aveva accettato. Anche perché c’era anche Yu Liang, quindi si sentiva meno “intruso”. Anche se, oltre a lui, c’era anche la non-ragazza di Jin Chan, Qing Rou, che era di Qinghe. * vedi NdA
I ragazzi avevano fatto una specie di falò, con alcuni asciugamani colorati stesi sulla sabbia. Yu Liang non aveva portato la chitarra, infatti c’era anche lo stereo di An Chang, già impostato su una qualche frequenza che mandava Stayin’ Alive ad un volume veramente alto. Appoggiate da una parte c’erano anche delle bottiglie che al buio Lan SiZhui non riusciva a distinguere. Anche se era piuttosto ovvio che non fossero d’acqua.
Oltre agli amici di Jin Ling c’erano anche due ragazze che non aveva mai visto. Quelle gli si presentarono non appena i due si furono avvicinati al gruppo. Anche loro erano di Lanling, della stessa scuola di Jin Ling, ma di un anno o due più piccole, come Gui Heng. Xing Jia era la sorella minore di Xing Lei, mentre la sua amica si chiamava Qi Shan. * vedi NdA
Una delle prime cose che vide fare a Jin Ling dopo averli salutati fu accendersi una sigaretta, forse per compagnia, dato che anche diversi altri stavano fumando.
Le due ragazze lo bombardarono immediatamente di domande, probabilmente perché non l’avevano mai visto, almeno finché Jin Ling non gli avvolse un braccio intorno al collo e con una battuta fece capire loro di essere leggermente aggressive. Quelle si rimisero un po’ in riga, tornando ad essere delle persone normali e non il surrogato di due giornaliste mancate.
I ragazzi si sedettero, Jin Ling accanto a Lan SiZhui, spiluccando qualche stuzzichino che avevano portato i due Xing. An Chang si lamentò per un po’ del suo professore di matematica, mentre Jin Chan distribuiva alcune birre con una mano sola, perché con l’altra non voleva mollare la sua non-ragazza, che teneva le bottigliette mentre lui le stappava prima di passarle.
Jin Ling prese un sorso della sua, mentre ne passava una a Lan SiZhui, facendo un commento sull’insegnate anche senza conoscerlo. Poi, con un’occhiata vide lo sguardo dubbioso del moro verso la birra che teneva in mano. “Che c’è, non ti piace?”
“No, è che..”
“Pensi di non riuscire a reggerla?” Ridacchiò lui, interrompendolo.
Lan SiZhui gli schioccò un’occhiataccia. “No, non per quello, è solo ch..”
“Allora bevila.” Jin Ling aveva un sorriso affilato sulle labbra.
Lui rise piano, distogliendo lo sguardo mentre gli altri iniziavano a guardarli. In coro tutti, anche le tre ragazze, iniziarono a incitarlo con un bevi, bevi, bevi! costante.
Lan SiZhui si portò alle labbra la bottiglia proprio mentre Jin Ling gli soffiava nell’orecchio. “Tutta.”
Lo folgorò con la coda dell’occhio, prima iniziare a bere. Sentiva il retrogusto amaro del malto scivolargli in gola, ma continuò a mandar giù la bevanda. Strizzando gli occhi, ci arrivò davvero in fondo.
Quando abbassò la bottiglia, Jin Ling rise e gli altri gli fecero un applauso. Qualcuno gli passò un’altra bottiglia di qualcosa, ma lui non la guardò neanche, dato che sentiva già lo stomaco sazio.
“Grande Lan SiZhui!” Esclamò Xing Lei.
Si aggiunse An Chang. “Così si fa!!”
“Mh, non male.” Commentò il ragazzo castano, alla sua sinistra, a cui lui rispose con una linguaccia, facendolo ridere di più.
Il fuoco moriva piano, sfrigolando nella sabbia. Rimanevano solo le stelle, la musica e uno spicchio di luna.
Dopo qualche chiacchiera e la prima birra, tutti avevano intaccato anche la bottiglia nuova accanto a Lan SiZhui, molto probabilmente un alcolico più forte, mentre la voce di Whitney Houston faceva da ingombrante sottofondo. Xing Jia e Qi Shan si erano alzate e avevano iniziato a ballare cantando.
Nel frattempo, Jin Chan aveva appena finito di rollare un paio di sigarette, passandone una a Yu Liang, anche se Lan SiZhui non ci mise molto a capire che non era tabacco, quello avvolto nella cartina.
Non appena i ragazzi se la accesero, infatti, si liberò nell’aria un odore acre che avrebbe dato quasi fastidio se non fossero stati all’aperto. Ne presero alcune boccate, prima di passarle al vicino, che nel caso di Jin Chan era Jin Ling.
Il ragazzo aspirò profondamente, godendosi il sapore speziato sulla lingua. Lanciando un’occhiata a Lan SiZhui, chiese anche se immaginava già la risposta. “Vuoi?”
Quando quello scosse la testa, Jin Ling aggiunse, prima di prendere un altro paio di tiri. “Allora mi prendo anche le tue.”
“Oi, oi! Egoista!” Rise Gui Heng.
Jin Ling si allungò verso il ragazzo alla destra di Lan SiZhui per passargli il tubicino, espirando lentamente il fumo proprio mentre era davanti a quest’ultimo, costringendolo a una smorfia.
Dopo il secondo giro, Jin Chan si mise a baciare Qing Rou e An Chang si alzò per ballare, mentre Yu Liang, Xing Lei e Jin Ling continuarono a passarsi le due sigarette fumandole fino al filtro.
I tre parlavano di niente e ridevano, ridevano davvero tanto. Lan SiZhui sorrideva con loro, divertito dalla situazione. O almeno finché una canzone non costrinse anche gli altri due ad alzarsi per ballare, mentre una voce maschile cantava flessuosa ‘e tutta la città impazzisce..’.
A quel punto Jin Ling crollò sulle gambe incrociate di Lan SiZhui, con sua sorpresa. Nonostante la quasi totale assenza di luce, il moro poteva comunque scorgere il sorriso un po’ stupido dell’altro.
“Ehi!”
“Mh?”
“Potevi chiedere, sai?”
Mmmhh.. Scusa?”
Lan SiZhui rise piano, inclinando la testa per guardarlo. “Stai bene?”
“Mh-mh.” Aveva gli occhi languidi e allegri. “Ora decisamente meglio.”
Le ciocche corvine di Lan SiZhui ricadevano simili a una cornice d’ebano intorno al suo viso, intorno ai suoi luminosi occhi color cenere. Jin Ling sorrise in un modo incredibilmente bello. “Vedo uno spettacolo meraviglioso da qui..”
Lan SiZhui sorrise di più e gli passò una mano fra i capelli. “Beh, penso sia normale. L’universo è sicuramente uno spettacolo impagabile.”
Jin Ling si limitò a rimandargli un’espressione serena, sorridendo di più ma senza dire nient’altro, conservando per sé i propri pensieri. Le dita affusolate dell’altro lo accarezzavano in modo così leggero e dolce.. Sembravano quasi comporre una melodia, con quel tocco lieve. Scosse lievemente la testa, come a voler mandar via quell’idea arrogante.
“Ti do noia?” Chiese il moro, esitando per un istante.
Lui scosse la testa. “No, continua.”
“Viziato.” Il giovane Lan scoprì i denti nel ridacchiare, e lui pensò di sentire il proprio cuore accelerare. Assecondò le carezze tirando lievemente più indietro la testa.
“Sembri un gatto, sai?” Scherzò quello, guardandolo.
“Mh.. Se ti avvicini, faccio anche le fusa.” Rispose, con una punta di furbizia nel suo sorriso.
L’altro commentò. “Hai la gola così scoperta che, se mi avvicinassi, potrei morderla.”
“Chi dice che mi lamenterei?” Replicò lui, lasciandolo spiazzato per un paio di secondi.
Dopo un istante di indecisione, Lan SiZhui si chinò su di lui, avvicinandosi alla gola scoperta del ragazzo. La sentì vibrare appena sotto le proprie labbra, mentre sentiva un rumore tenue, lento e costante, davvero come un gatto che fa le fusa.
Al ragazzo castano sfuggì un sospiro quando sentì pungere i denti sulla sua pelle, proprio alla base della gola. Inarcò appena la schiena, sentendo la morsa leggera che scivolava lieve senza lasciare segni. Era un accenno di rossore, quello che scorgeva su quel viso elegante, mentre si sollevava e allontanava di nuovo?
Non poteva saperlo, perché ormai si erano spente anche le ultime braci del fuoco. Però Lan SiZhui stava ridendo appena, di questo ne era certo. Forse ne fu contagiato, perché sentì singhiozzare il proprio petto come se stesse ridacchiando, insieme a un martellare crescente.
Partì una nuova canzone, dal ritmo incredibilmente acceso. Jin Ling si sollevò con il busto, cogliendo leggermente di sorpresa il moro, per poi alzarsi con un’improvvisa energia e scrollarsi un po’ di sabbia di dosso, decidendo di essere rimasto fermo fin troppo a lungo. Poi tese una mano verso Lan SiZhui.
“Vieni.” Fece, con un sorriso, dopo aver visto lo sguardo truce che gli aveva scagliato. “Stanno ballando tutti.”
“Non è vero, tuo cugino non sta ballando.” Gli rispose quello.
Jin Ling gettò un’occhiata veloce a Jin Chan, che stava baciando in modo decisamente appassionato Qing Rou.
“Oh beh, se ci tieni tanto posso anche baciarti.” Disse ridendo.
Lan SiZhui agguantò la sua mano per alzarsi, schizzando in piedi alla velocità della luce. Forse pure troppo, perché ondeggiò pericolosamente in avanti, ma fu prontamente sostenuto dal ragazzo davanti a sé. Diciamo che con tutto quello che aveva bevuto prima aveva sottovalutato il proprio slancio e le sue conseguenze.
Sto bene.”
L’altro emise un pft soffocato, guadagnandosi un leggero schiaffo sul petto. “Mh-mh, lo vedo.”
Don’t let me be misunderstood riempì l’aria, facendo scatenare i ragazzi fra risate, allegria e battiti di mani.
Lan SiZhui si stava divertendo un sacco con Jin Ling, che ballava di fronte a lui tenendo il ritmo in modo incredibile. Lui si sentiva la testa così leggera da poter spiccare il volo.
Quando poi un altro testo spagnoleggiante si fece strada nel loro divertimento, Jin Ling e Yu Liang mimarono con le mani una chitarra, saltando qua e là come se stessero suonando in modo sfrenato, venendosi incontro con delle espressioni piene di euforia. Ma Jin Ling, con un’occhiata, vide che Lan SiZhui si era fermato, così tornò immediatamente da lui, prendendogli una mano e facendogli fare una piroetta, due, tre, poi lo agguantò per fermarlo fra le risate e continuò a farlo danzare di fronte a sé.
Il moro si lasciò guidare in quel ballo, non aveva davvero la forza di opporsi, quindi seguì i movimenti sempre più vicini dell’altro, anche quando quello si abbassava a tempo e Lan SiZhui temeva di perdere l’equilibrio e finire sulla sabbia.
E Jin Ling rideva. Rideva, e sembrava davvero la persona più felice della Terra, mentre con la canzone successiva girava su se stesso a braccia aperte con un sorriso che illuminava anche il cielo. E.. Era la sua voce, quella che sentiva cantare così bene, così calda, così vicina?
 
Un brivido gli attraversò la pelle quando i loro occhi si incrociarono, ma la colpa non poteva essere della brezza mordace che si levava sul mare di notte, e questo lo sapeva bene.










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Note dell'Autrice
Buon salve gente! Altro venerdì, altra corsa!
Bene. Com’è andato questo capitolo? Vi sembrava familiare? Pensate quanto lo è sembrato A ME, quando mi sono resa conto di aver scritto praticamente quasi la stessa scena, ma a ruoli invertiti di questa storia. È stato un momento molto divertente, considerando che avevo già scritto il capitolo quando l’ho riletta per pubblicarla, LOL.
Però, a mia discolpa, ho messo anche loro due che ballano, loro due che bevono, loro due che ballano (di nuovo, sì), loro due che flirtano, più o meno. Via, a farmi perdonare di questa semi-replicante perlomeno ci ho provato.
Ho dimenticato loro due che si guardano in modo struggente, ma comunque ci si siamo capiti.

Btw, qui i significati dei nomi:
Qing = “blu scuro”, Rou = “lieve/leggera”
Jia = “bellezza
Qi = “giada elegante”, Shan = “virtuosa
 
Ok, passando rapidamente ai saluti di rito, come al solito un saluto speciale va alla persona che più di tutte mi sopporta giorno e notte, la mia beta.
Un abbraccio forterrimo va alle mie DiscepolinE e a Mary, che commentano ogni mio capitolo con dedizione, vi adoro bimbe belle çwç
Infine, ma non per importanza, grazie a chi aggiunge la storia alle sue raccolte, e a chi legge in silenzio.
Se voleste rompere questo silenzio, io sono sempre qui, pronta a fare amicizia, sappiatelo!
 
Via, detto ciò, ci si legge, come sempre, venerdì prossimo!
 


Athelyè ~ 

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Capitolo 10
*** Take on Me ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo X – Take on Me



Lo studio in biblioteca era diventato particolarmente soffocante, dato che da qualche giorno non c’era un alito di vento e l’unico momento vivibile della giornata era diventata la sera, dalle sette in poi. Lan SiZhui faceva particolarmente fatica anche solo a leggere le parole stampate. Si era anche legato i capelli in una piccola coda da quanto stava patendo il caldo, sentendosi andare a fuoco.
Un suono gli pizzicò l’attenzione, solleticando il suo udito.
Pss..”
“. . .”
Pppssss..”
Si girò verso il ragazzo di Lanling accanto a sé. Se ne stava con la guancia svogliatamente appoggiata al pugno chiuso. Doveva essere cotto almeno quanto lui.
Sospirò. “Cosa c’è?
Ho caldo..” Sbuffò quello.
E quindi..?
Fai qualcosa.”
Non sono mica un ventilatore, cosa dovrei fare?” Replicò con tono divertito e un sopracciglio alzato.
Quello si sporse con il viso verso di lui e un mezzo sorriso sulle labbra. “Soffia.”
Lan SiZhui trattenne a stento una risata. Fissò gli occhi cenere in quelli ambra dell’altro, poi prese un respiro e gli soffiò sul viso.
Jin Ling chiuse gli occhi e arricciò il naso, e con quella smorfia Lan SiZhui non riuscì a non ridacchiare. Da un tavolo vicino al loro arrivò prontamente un sonoro ssshhh!. Loro si scambiarono un’occhiata complice e divertita, sorridendo e voltandosi di nuovo sui libri.
Lan SiZhui?
Mh?
Usciamo?
Ma fuori fa più caldo.”
Però fuori puoi soffiare di più.”
Il moro scosse la testa, mordendosi il labbro per non ridere di nuovo, e Jin Ling seppe di aver vinto. “Scemo.”
 
Davanti ai distributori, Lan SiZhui chiese all’altro se aveva sete, poi gli passò una lattina. Jin Ling la aprì in automatico e ne prese un sorso, solo per sputarlo un secondo dopo.
“Ma fa schifo!” Disse con una smorfia, passandosi il dorso della mano sulle labbra.
“Sì, JingYi me l’aveva detto.” Gli fece la linguaccia, prima di aprire la sua, che era diversa, e bere un po’.
Jin Ling gli si avvicinò. Non appena il ragazzo smise di bere, lui gli afferrò il polso e portò la lattina alle proprie labbra per bere un paio di sorsi.
Lan SiZhui sentì la morsa calda di Jin Ling sulla pelle e ci mise qualche secondo a realizzare quanto il ragazzo di Lanling fosse vicino. Sobbalzò, rovesciando parte della soda in faccia e addosso a Jin Ling.
Si bloccarono entrambi, pietrificati, mentre si sentiva il lievissimo sfrigolare della bevanda sul ragazzo.
“Ehm.. Ops?”
 
“Mi hai colto di sorpresa, scusa!”
Lo scorrere dell’acqua nel lavandino sembrava rinfrescare l’aria. Jin Ling era chinato lì sopra, per raccoglierla nelle mani e poi sciacquarsi il viso.
“So di limone zuccherato.” Gli lanciò un’occhiataccia, prima di ripetere il gesto.
“Ti ho detto che mi dispiace. Cos’altro vu-.. EHI!
Ops..”
Un getto d’acqua lo colpì, infradiciandogli la faccia e parte di maglia. Lan SiZhui era ancora con la bocca aperta. Si leccò le labbra, raccogliendo un paio di goccioline di acqua fresca.
“Mi hai colto di sorpresa, scusami.” Gli fece il verso Jin Ling, con un’espressione che tutto diceva fuorché scusami.
“Ah sì?” Lan SiZhui aprì il rubinetto accanto a sé e tentò di fare la stessa cosa, colpendolo e facendolo ridere.
Il castano rispose all’attacco, lanciando di nuovo il getto verso di lui, che schivò all’ultimo secondo scostandosi dall’ingresso, sparando dietro di lui.
“Ehi ragazzi, che state fac-
I due si fermarono un secondo dallo scherzare fra loro, solo per scoppiare a ridere più fragorosamente. Lan JingYi aveva la faccia fradicia, persino con le sopracciglia che gli gocciolavano.
Neanche due minuti dopo tutti e tre stavano combattendo a colpi di getti d’acqua, schizzi e risate.
 
“Oi, che fate stasera?”
“Mh? Il solito.”
“Quindi un cazzo?” Rise.
Ouyang ZiZhen storse il naso. “Hai qualcosa di meglio da proporre, Jin Ling? E poi, perché voi tre avete i vestiti umidi?”
“Lunga storia.” Il ragazzo lanciò un paio di volte la penna in aria, riacchiappandola sempre con due dita. “Comunque, con gli altri pensavamo di andare in un locale dove fanno il karaoke. Venite?”
“Nel locale dell’altra volta?” Chiese Lan SiZhui, facendosi aria con gli spartiti a cui stavano lavorando lui e Yu Liang.
“No, un altro. Perché, volevi tornare lì?”
Quello scosse la testa. “No, era solo curiosità. Va bene, comunque.”
Gli altri si girarono a fissarlo.
“Hai detto ‘va bene’ ad andare fuori da questo campo estivo, in piena notte?” Lan JingYi spalancò gli occhi. “Lan SiZhui, hai la febbre? Un colpo di caldo forse?”
Il gruppo rise, diretto interessato incluso. “No, è solo che mi sembra manchi così poco a dover tornare a casa.. Perché sprecare delle occasioni?”
A Jin Ling brillarono gli occhi, anche se nessuno se ne accorse. “Stessa spiaggia, stesso mare, allora.”
E così andò. Il gruppo di amici, insieme alla squadra di arcieri, formava una delle diverse allegre combriccole di giovani in quel bar, incredibilmente gremito di persone per essere una sera infrasettimanale.
Tutti intorno a un tavolo, ognuno con davanti almeno due bottiglie di birra con la scusa di allentare il ‘panico da palcoscenico’, ridevano e sceglievano le canzoni che avrebbero voluto cantare. Incredibilmente, nonostante le tante persone che affollavano il posto, erano relativamente pochi quelli intenzionati a esibirsi davanti a decine di spettatori poco sobri. Quando gli si sciolsero i nervi grazie all’alcool, il primo fra loro a trovare il coraggio di cantare si fece avanti. O meglio, i primi due.
Lan JingYi e Ouyang ZiZhen diedero spettacolo con una delle peggiori interpretazioni di Thriller di Michael Jackson che la storia avesse mai visto. Da brivido, davvero. Se non fosse stata oltre mezzanotte e il loro pubblico fosse stato sobrio, avrebbero di certo ricevuto una scarica di insulti e bottigliate.
Invece tutti applaudirono e fischiarono, mentre anche i loro amici ridevano come matti. Altri di loro si esibirono dopo, finché Yu Liang non indicò Lan SiZhui dopo che Jin Ling si era messo l’anima poco sobriamente in pace all’idea di dover cantare di nuovo qualcosa, costretto dagli altri. “Perché non canti con lui? È l’unico che non ha ancora mai cantato.”
Lan SiZhui si era lasciato scappare una risata. “Ma non ci penso neanche! Non sono bravo neanche la metà di quanto lo siate voi. E dopo JingYi, direi che la dice lunga.”
Ehi!” Brontolò quello, con le guance arrossate dal secondo cocktail della serata, o forse il terzo?, sentendosi preso in causa anche se non sapeva bene per cosa.
“Dai! Si fa per divertirsi, Lan SiZhui!” Esclamò Xing Lei. “Mica è un concorso!”
“Certo, se vuoi fare colpo su qualcuno è diverso.” Aggiunse An Chang.
Il ragazzo arrossì di colpo, ma nessuno ci fece caso, un po’ per la poca luce e un po’ per l’effetto dell’alcool sui visi di tutti. Si voltò verso Jin Ling sospirando e appoggiando la testa fra le braccia incrociate. “Cosa vuoi cantare?”
“Mh.. Qualcosa che sono certo tu conosca.” Gli sorrise quello.
Jin Ling gli passò al volo un microfono, quando si avvicinarono allo schermo su cui sarebbero passate le parole, dopo avergli sussurrato nell’orecchio il titolo che aveva chiesto. E Lan SiZhui aveva annuito, contento.
Iniziarono a suonare le note di Say, Say, Say. Jin Ling cantò il primo verso, mentre il secondo toccò a Lan SiZhui, alternandosi così, un verso a testa, per tutta la canzone.
Say, say, say what you want but don't play games with my affection..”
Take, take, take what you need but don't leave me with no direction..”
Si guardarono sorridendo, quasi ridendo. Lan SiZhui era decisamente molto più intonato di quanto gli altri avevano pensato, date le sue premesse, e la sua voce era avvolgente mentre cantava. In effetti, suonando la chitarra, qualcosa doveva pur capirci, ma a nessuno era venuto in mente. E anche Jin Ling cantava davvero bene per non aver mai preso in mano uno spartito.
Il duetto continuò, mentre i due si accompagnavano perfettamente l’un l’altro, divertendosi e accennando dei movimenti che sembravano andare a ritmo di musica. Si avvicinavano per cantare in duetto per il ritornello e ridacchiavano.
Just look at my face, these tears ain’t drying!
Quando conclusero, gli arrivò l’applauso da tutto il locale per la performance più che sufficiente, soprattutto visti gli standard della serata. Più tardi, i due vennero spediti dagli altri al bancone per prendere altre cose da bere.
“Comunque non è vero che canti male.” Disse Jin Ling all’improvviso, mentre aspettavano che il barista gli restituisse ciò che avevano chiesto.
“Mh, non ne sono convinto. Hai bevuto.” Ridacchiò lui, in tutta risposta.
“Che c’entra, magari non ho bene il senso delle misure, ma sentire ci sento, sai?” Replicò, con tono leggermente stizzito. “Comunque. Che fai domani?”
“Ho il club di musica.”
“Posso venire a vederti?”
“Cosa? Ovviamente no!” Rise Lan SiZhui.
Il castano mise il broncio. “Perché no? Tu vieni a vedermi quando mi alleno!”
Lan SiZhui sembrò arrossire. “È diverso! Tu sei in un campo e chiunque può vederti, io sono in una stanza!”
“Beh, ma non è vietato l’ingresso al pubblico.”
“Ma è vietato a te.” Aggiunse, divertito.
“Ah sì? E chi l’ha deciso?”
“Io!”
I due risero. Quando le loro risate scemarono, Jin Ling incrociò le braccia, appoggiandosi al bancone e guardandolo con la coda dell’occhio. “Non ti ho mai sentito suonare. Vorrei.”
“Eh..” Lan SiZhui si morse appena il labbro, guardandolo mentre il sorriso sulle sue labbra si affilava. “Chissà.”
Il barista gli mise davanti alcuni drink da portare al tavolo.
 
“Sei uno stronzo.”
“Sì, lo so.”
 











_________________
Note dell'Autrice
Buondì! Come è andata la settimana appena passata?
Che dire gente, siamo a metà! Non mi sembra vero sia già passato quasi un mese.. Dio, è volato!
In questo capitolo fondamentalmente inutile (come la maggior parte di quelli passati, come avrete ormai notato), vediamo un po’ di siparietti fra i nostri piccioncini. Riuscirà il nostro eroe a vedere Lan SiZhui suonare? Eh, chissà!
(Beh, io lo so, ma non avrebbe molto senso dirvelo)
Dunque, se tutto va bene e riesco a sopravvivere a questo fine settimana, ci leggiamo con la prossima puntata, come sempre venerdì prossimo!
 
Un grazie, as always, alla mia beta che legge e corregge, un bacissimo alle mie DiscepolinE e Mary che leggono e commentano; un abbraccio forte forte a lauretta02, che ha aggiunto la storia alle preferite, e a giuliacaesar, Jordan Hemingway e Laeta Bais, che l’hanno aggiunta alle seguite :3
Anche a tutti gli altri lettori silenziosi mando un abbraccio e un incoraggiamento a rompere questo silenzio u.u
 
Ci si legge!

 
 
Athelyè ~ 

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Capitolo 11
*** Come back and stay ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo XI – Come back and stay



I pigri raggi del sole di agosto scaldavano anche di rimbalzo, picchiando sul pavimento e riflettendosi nell’aria della biblioteca. Qualche gocciolina scivolava sulla condensa delle bottigliette d’acqua fredda che molti ragazzi avevano accanto, mentre l’unico suono di compagnia era il continuo frinire delle cicale. Jin Ling si chiese quante di loro avessero impugnato il proprio violino per cantare a un’amante.
Si era distratto di nuovo, e aveva iniziato a scarabocchiare con la penna sul quaderno, accanto agli schemi, per fingere di star studiando, o comunque di scrivere qualcosa. Alzò gli occhi dal foglio, con un’occhiata fugace al ragazzo seduto di fronte a lui. Il riflesso creava un bel gioco di luci sulla sua pelle chiara.
Jin Ling sorrise leggermente, pensando a come fosse possibile che, con tutto quel sole, Lan SiZhui non si fosse né abbronzato particolarmente, né scottato. Certo, aveva preso un po’ di colore, come chiunque dopo due mesi, ma neanche quanto lui, che invece aveva una doratura ben evidente sulla pelle.
Senza accorgersene, si era incantato a guardarlo. Si risvegliò da quel torpore solo quando allacciò lo sguardo con quelle due iridi color cenere, che gli sorrisero divertite.
Che c’è?
Ah. Niente, ho bisogno di una pausa.” Rispose velocemente, poi indicò la portafinestra poco distante. “Vado un secondo sul terrazzo a fumare, mi fai compagnia?
Quello annuì e lo accompagnò fuori. Una sottile carezza di aria fresca li accolse non appena misero piede sul terrazzo. A un tavolino poco distante da loro c’erano un ragazzo e una ragazza che sembravano molto in sintonia, forse erano fidanzati.
Jin Ling si accese una sigaretta, soffiando il fumo azzurrino che si vaporizzò nell’aria. “Aaah.. Mi ci voleva una pausa.”
Lan SiZhui ridacchiò, mentre si portava le mani dietro la testa per stiracchiarsi. “Ti senti pronto per gli esami?”
“Eeeh. Un sacco.” Si appoggiò alla ringhiera con la schiena. “Sono positivo, abbiamo ancora due intere settimane prima del test.”
Il moro rise di più, ma si bloccò all’istante quando, vedendo Jin Ling fare un cenno con la mano a qualcuno, lanciò uno sguardo alla soglia e vide Jin Chan.
“Guarda chi si vede.” Lo salutò il castano. Effettivamente non vedeva il ragazzo da almeno un paio di giorni, da quando erano stati sospesi gli allenamenti di tiro con l’arco in vista delle ultime prove d’esame, dato che dormiva sempre dalla sua pseudo-ragazza.
“Ehilà, cugino. Hai da accendere?” Gli rispose a sua volta con un cenno, afferrando poi al volo l’accendino che Jin Ling gli aveva tirato. Sbuffò una folata di fumo, poi si girò verso Lan SiZhui, appoggiato alla ringhiera ma guardando verso l’esterno. “Non mi saluti neanche?”
Le labbra di Jin Ling si incresparono con divertimento, quando vide il moro girarsi il minimo per squadrare l’altro da capo a piedi e far saltellare appena un sopracciglio con sguardo di sufficienza.
“Non sei corretto, però. Se dopo due mesi ce l’hai ancora con me, dovresti fare lo stesso con lui. Non siamo mica così diversi.” Indicò Jin Ling con la sigaretta stretta fra le dita.
Lan SiZhui non poteva negare di non averlo mai preso in simpatia, fin dal primo giorno, nello stanzino di musica. Era anche colpa sua se era quasi stato espulso. Il sentimento, però era reciproco, quindi non vedeva perché dover fingere.
Jin Chan rise, prima di parlare ancora. “O è perché ti porta sempre su un vassoio d’argento?”
Il cugino gli scoccò un’occhiata seria. Avrebbe voluto intimargli di tacere, ma l’altro ignorò totalmente il chiaro avvertimento nei suoi occhi.
“Insomma, per come ti tratta, chiunque potrebbe tranquillamente pensare che tu gli piaccia, quindi perché non approfittarsene, sbaglio? O forse è a te che piace lui? A questo punto potresti anche dichiararti, chissà, magari ti dice di sì.” Continuò, con una nota chiaramente derisoria nella voce.
Jin Ling spalancò gli occhi, incredulo e per un secondo senza più ossigeno nei polmoni. Iniziò a sentir vorticare la testa e il corpo debole, mentre il suo cuore continuava a battere a un ritmo sempre più veloce. Lo sentiva pulsare e rimbombare dentro di sé, quindi no, non stava morendo davvero.
 
Lan SiZhui serrò i denti. Sentì congelarsi la punta delle dita, mentre un brivido si diffondeva nelle sue vene ghiacciandogli il sangue, e il fiato bloccarglisi in gola. Una sensazione fredda invase ogni sua fibra.
Senza dire assolutamente niente, si voltò con uno scatto e si allontanò velocemente, rientrando nella biblioteca e raccogliendo frettolosamente le proprie cose, con le mani che tremavano leggermente e la testa che non la smetteva di girare.
Jin Ling ci mise un paio di secondi a registrare quell’azione. Spense rapidamente la sigaretta e la gettò, fulminando Jin Chan e fiondandosi dentro, subito dopo aver sibilato con livore. “Ma che cazzo hai nella testa?!”
Ma, una volta raggiunto il loro tavolo, lo sconforto prese possesso della sua mente. La soffocante realizzazione di essere stato rifiutato aggredì il suo stomaco, regalandogli delle fitte atroci che a cose normali l’avrebbero fatto piegare dal dolore.
Tutte le cose di Lan SiZhui erano già sparite.
 
Certo, quel pomeriggio avrebbe potuto inseguirlo, ma che senso avrebbe avuto?
Lan SiZhui, nel suo non dire nulla, era stato chiarissimo. E anche il modo in cui l’aveva evitato nei giorni successivi lasciava poco spazio all’immaginazione.
Anche gli altri se n’erano accorti, ma non si azzardavano a fare domande, solo Lan JingYi aspettava il momento giusto per chiedere spiegazioni al migliore amico, anche se questo ‘momento giusto’ non si presentava mai.
Una mattina finalmente, dopo diversi tentativi, Jin Ling riuscì a trovarlo solo, all’uscita da una delle ultime lezioni prima dei test, in cui Lan SiZhui si era attardato per chiedere alcune cose al professore.
“Lan SiZhui, parliamone un secondo. Per favore!”
“Cosa vuoi che ci sia da dire?” Rispose velocemente, mentre infilava alla rinfusa quaderno e penne nella tracolla per fuggire da quella situazione il più in fretta possibile. “Jin Chan ha ragione. Dovrei odiare anche te come odio lui, così dà solo un’impressione strana.”
Uscì di corsa dall’aula, ma Jin Ling gli era già affianco, senza perdere neanche uno dei suoi passi. Nel corridoio c’erano altri ragazzi che chiacchieravano allegramente.
“Ok, ma a me non interessa.” Il castano tenne il passo affrettato, inseguendolo. “Se mi hai perdonato, dov’è il problema? E se anche siamo amici, dov’è il problema?”
“Il problema è che non ti ho perdonato.” Sospirò, cercò di accelerare, saettando verso l’uscita e lanciandosi fra le persone nella speranza di non dover continuare il discorso.
Ma quello insisteva con foga. “Farò quello che vuoi, allora! Ma per favore, ti prego, non..
Lan SiZhui inchiodò per fronteggiarlo, alzando la voce. “Jin Ling!
Jin Ling si pietrificò, indietreggiando di mezzo passo, attonito. Intorno a loro calò il silenzio per un secondo, poi si levò un leggero brusio.
“Scusami. Hai ragione, ho passato il limite stavolta.”
Intanto, con quelle parole dell’arciere, il brusio aveva di nuovo lasciato il posto a un fitto chiacchiericcio e al normale viavai di ragazzi e ragazze.
Lan SiZhui sospirò, abbassando la testa, sentendosi orribile per ciò che provava. Oltre alla pelle a causa del sole, sentiva bruciare anche gli occhi per qualche altro motivo. Quando riaprì bocca, il suo tono era più calmo.
“Jin Ling, se devo essere totalmente onesto, io.. Io non riesco a fidarmi. Continuo a chiedermi se non sia un enorme scherzo, se tu non ti stia solo prendendo gioco di me. È sbagliato.” Quando sollevò lo sguardo, l’espressione che trovò sul viso dell’altro era un freddo terrore. Quello gli strinse il cuore ancora di più, ma era certo di star facendo la cosa giusta, anche se sentiva una crepa in più nel proprio cuore a ogni parola che lui stesso pronunciava. “È sbagliato per me e per te che io ti resti accanto se non riesco a non pensare che potresti pugnalarmi alle spalle ogni volta che penso di aprirmi con te.”
Jin Ling sentì aprirsi una voragine all’altezza del proprio sterno. Un sapore amaro si diffuse sulla sua lingua, mentre le sue labbra gli tremarono leggermente in un sorriso a malapena accennato e sofferente.
“Fra tutti quelli che mi stanno intorno, pensavo che almeno tu avessi capito che con te sono stato me stesso tutto il tempo, senza bisogno di maschere o di fingere.” Continuò, vedendo gli occhi di Lan SiZhui che si aprivano un po’ di più, mentre i suoi si facevano man mano più lucidi. “Evidentemente mi sbagliavo, e avrei dovuto immaginarlo, quindi te lo dirò chiaramente. Non l’avrei mai fatto. Non cercherei più di ferirti, in nessun modo, né ti prenderei in giro. Ma immagino tu non possa credermi neanche adesso, quindi non preoccuparti. Non mi avvicinerò più.”
Jin Ling lo superò a testa bassa e passo svelto. Lan SiZhui strinse di più presa intorno alla tracolla della borsa con i libri, mentre il suo cuore andava in mille pezzi con uno schianto che lui soltanto poteva sentire.
Aveva fatto la cosa giusta, ne era più che sicuro. Ma allora perché faceva così male?
 











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Note dell'Autrice
Macciaaaaao! Belle persone, come state? :D
Sì, ok, so che ho una mannaia che pende sulla mia nuca in questo momento, inutile fingere. Lo so. E sì, Jin Chan è una carogna anche in questa fic. Avevate dubbi?
Beh, che dire? Stava filando tutto troppo liscio, un po’ di drama ci voleva. Probabilmente voi non sarete d’accordo, ma la cosa dei primi giorni doveva saltare di nuovo fuori prima o poi.
 
So che vi sto lasciando con il fiato sospeso e un buco nel cuore (come Cocciante), ma questo è l’ultimo capitolo per cui dovrete aspettare una settimana (almeno per un po’, se non ricordo male), dal prossimo gli aggiornamenti inizieranno a essere più frequenti.
 
Detto ciò, passo ai saluti e ringraziamenti. Grazie come sempre alla mia insostituibile beta, alle mie DiscepolinE e a Mary che commentano con costanza ogni capitolo, luv you ladies <3
Grazie a chi aggiunge la storia alle raccolte e a chi legge in silenzio :3
 
Ora fuggo, un bacissimo e ci si legge venerdì prossimo con il primo capitolo di agosto!



Athelyè ~ 

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Capitolo 12
*** Tainted Love ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo XII – Tainted Love



Quando aveva sentito Jin Chan parlare così, le emozioni che aveva provato erano state tante. Ma nel raccogliere penne e fogli e affrettarsi a uscire, era riuscito a districarsi più o meno bene fra la paura e la speranza, insidiosa emozione. O almeno, così aveva creduto.
Già, perché quando era arrivato in camera la testa gli bruciava talmente tanto che si era buttato sotto una doccia ghiacciata subito dopo aver posato la borsa. Vestiti e tutto, sì.
Però lì l’avevano assalito i suoi pensieri, tutti quelli che continuava a spingere negli angoli della propria mente. Si era appoggiato alla parete della doccia con le mani che gli tremavano, mordendosi il labbro e sentendo scorrere qualcosa di caldo sul proprio viso.
Si era lasciato scivolare fino a terra, accompagnato solo dallo scrosciare continuo del getto gelato sul suo corpo. Quando Lan JingYi era rientrato dalle prove, l’aveva trovato ancora accucciato lì, come un cucciolo spaurito.
Dire che l’amico aveva avuto un infarto sarebbe un eufemismo. Ma nonostante quella pioggia di domande cariche di preoccupazione e spavento, Lan SiZhui aveva le labbra serrate, ostinato a tenere per sé quella tempesta di sentimenti e sensazioni. Solo quando stavano per uscire per andare a cena aveva detto qualcosa, una frase scherzosa, come se non fosse successo niente, che aveva fatto appena sorridere l’altro.
Lan JingYi non aveva più insistito, neanche nei giorni successivi, capendo che non era il famoso momento giusto. Avrebbe aspettato e rispettato il suo migliore amico, come sempre.
Però, quando alle orecchie gli era arrivata la voce che Lan SiZhui e Jin Ling avevano dato spettacolo, litigando davanti ad alcune aule e a tanti occhi, si era detto che, dato che la montagna non si era ancora mossa, allora il primo passo l’avrebbe fatto lui.
 
Stava aspettando da una mezz’oretta buona davanti alla sua stanza, quando finalmente lo vide arrivare.
Jin Ling ridacchiava con il braccio di Yu Liang intorno al collo. Quando Lan JingYi entrò nel suo campo visivo, il ragazzo si accigliò leggermente, mentre l’altro lo salutava dandogli appuntamento per cena.
“Cosa vuoi?” Chiese, avvicinandosi e superandolo senza neanche degnarlo di uno sguardo, sparato verso la porta di camera sua.
“Come sarebbe ‘cosa voglio’?! Lo sai perché sono qui!” Lo inseguì il moro.
Jin Ling emise uno sbuffo divertito, che di divertimento in realtà non aveva proprio niente, roteando gli occhi, mentre lanciava la borsa sul divano-letto. “Davvero? Dovrei saperlo?”
Lan JingYi lo osservò mentre si versava un bicchiere d’acqua. “Cos’è successo con Lan SiZhui? Vi evitate da giorni, e mi hanno detto che avete anche litigato.”
“Bene. Se lo sai allora, mi spieghi perché sei qui?”
“Perché voglio sapere cos’è successo.”
Quello mise su un sorriso sardonico. “Esattamente quello che ti hanno detto. Abbiamo litigato, fine.”
“Ma su cosa? E perché?”
Sospirò, già seccato, voltandosi verso di lui. “Lan JingYi. Sarò estremamente sincero con te. Ora davvero non ho voglia di una rottura di palle.”
“Quindi, se hai qualcosa di importante da dirmi, ti ascolto. Altrimenti, quella è la porta, e io e loro ti saremmo immensamente grati se tu la infilassi e non ti facessi più vedere, smettendo così di scartavetrarle.” Gesticolò con la mano con cui teneva il bicchiere senza agitarla e versarne il contenuto, mentre con l’altra era appoggiato all’acquaio. “Anche perché, se sei qui, vuol dire che Lan SiZhui non ti sta dicendo niente. Quindi non ti pare di star sconfinando un po’ troppo?”
“Sì, è vero. Ma è proprio perché non mi dice niente che sono preoccupato.” Rispose, sentendosi colpito in un punto sensibile, ma insisté sulla propria linea. Senza accorgersene, alzò la voce mentre parlava. “Lan SiZhui è la mia famiglia, anche se non per il sangue, e per questo non riesco a sopportare il fatto che indossi una maschera con me per nascondere quanto sia triste davvero!”
L’espressione di Jin Ling si fece impercettibilmente più malinconica, ma Lan JingYi pensò di star solo immaginando.
“Mi dispiace per lui, ma io non ho nulla da dirti. Se vorrà, te ne parlerà lui.” Scosse la testa con risolutezza. Poi si diresse verso il bagno, intenzionato a farsi una doccia. “Se è tutto, ci vediamo in giro. Chiudi la porta quando esci.”
Lan JingYi rimase solo a due passi dall’uscio. Emise un flebile ringhio, poi uscì sbattendo la porta. E dire che Jin Ling si era anche speso per non sbattergliela in faccia.
 
Nei giorni successivi, anche gli altri ragazzi del gruppo parlarono e si mossero intorno a loro come se stessero camminando sulle uova.
Lan SiZhui faceva finta di non accorgersene, impostando come sempre il suo sorriso gentile sulle labbra e scherzando con loro con spensieratezza, ma con la coda dell’occhio continuava a cercare il ragazzo di Lanling ogni volta che entrava in biblioteca o a mensa. E quando gli succedeva di trovarlo, nel secondo in cui quello allacciava il suo sguardo, Lan SiZhui voltava gli occhi con una fitta al cuore. Quello che non poteva vedere era il velo di dolore che calava su quegli occhi ambrati ogni volta che lui fuggiva a quel contatto.
 
Disgraziatamente, una sera, Ouyang ZiZhen, che già era arrivato con un insolito ritardo a cena, decise di sedersi al loro tavolo. La disgrazia non stava nella sua compagnia, ma nel fatto che per chissà quale motivo si era sentito in dovere di dir loro quello che pensava sarebbe diventato presto un pettegolezzo. Infatti, annunciò di aver visto Jin Ling con una ragazza giusto poco prima, a chiacchierare in apparente intimità sul piccolo ponticello di legno che collegava a una delle tante stradine di quel campo.
“Sembravano davvero vicini, secondo me non sono proprio amiciah!” Si girò con sorpresa alla sua sinistra.
“Scusa, mi è scivolato il coltello.” Lan JingYi, seduto accanto a lui, gli aveva tirato una gomitata nelle costole, ma ormai era comunque troppo tardi. Lanciò un’occhiata a Lan SiZhui, ma lo vide continuare a mangiare con tranquillità, anche se con qualcosa di lievemente diverso negli occhi che gli altri non potevano notare.
Il ragazzo in realtà aveva avuto un improvviso rivoltamento nello stomaco, e di mangiare non aveva più voglia, ma non voleva attirare l’attenzione o la preoccupazione degli amici. D’istinto, quando sentì aprire la porta principale, i suoi occhi puntarono lì, vedendo effettivamente una ragazza snella dai lineamenti graziosi incorniciati da capelli lunghi e neri accanto a Jin Ling.
Lan SiZhui sentì improvvisamente un conato partire dalla base del proprio stomaco. Si portò una mano davanti alla bocca e mascherò la cosa con un colpo di tosse.
“Scusate, mi è andata di traverso l’acqua.” Sorrise, imbarazzato, mentre Yao HaoFai gli batteva piano sulla schiena, ridendo insieme agli altri.
Si schiarì la gola, prendendo ancora il bicchiere e seguendo con gli occhi i due mentre beveva piccoli e brevi sorsi di acqua fresca.
Doveva essere passata almeno mezz’ora quando li vide passare di nuovo con i vassoi vuoti in mano, diretti all’uscita. Jin Ling sembrava dolcemente allegro mentre parlava con la ragazza, che invece aveva una risata delicata stampata sul viso.
Il gruppo di Lan SiZhui era ancora seduto a chiacchiera, quando Yu Liang sobbalzò, dopo aver guardato l’ora. “Ragazzi, scusate, ho promesso agli altri che sarei andato con loro, devo ancora passare da camera e sono in dannato ritardo! Ci vediamo domani?” Disse, schizzando in piedi.
Lan JingYi si alzò a sua volta, allegro. “Veniamo via anche noi, tanto fra poco chiudono qua. Siamo fra gli ultimi!”
Quando uscirono, l’occhio di Lan SiZhui cadde involontariamente sul ponticello alla loro sinistra, dove c’era Jin Ling ancora a chiacchierare con la ragazza di prima. Si fermò, sentendo ancora una specie di nausea.
I suoi amici, qualche passo più avanti, si voltarono verso di lui.
“Lan SiZhui, tutto bene?”
Lui mosse appena la testa con un sorriso. “Sì, scusate, ho dimenticato le mie chiavi dentro. Voi andate pure avanti!” Disse, prima di rientrare velocemente nella mensa, mentre quelli fecero spallucce e proseguirono. Solo Lan JingYi aveva aggrottato appena le sopracciglia con preoccupazione, ma non poté comunque seguirlo, sentendosi impotente in quella situazione. Immaginava che l’amico volesse semplicemente stare da solo, in quel momento.
Lan SiZhui sospirò lentamente, cercando di calmare quella spiacevole sensazione, di eradicare gli strani pensieri che avevano iniziato a farsi spazio nella sua mente.
Perché? Perché quel fastidio?! Solo perché Jin Ling aveva una nuova amica, il suo corpo doveva darsi all’ammutinamento?!
Lan SiZhui lo sapeva che non era solo quello il motivo, ma non voleva ammetterlo. Avrebbe solo aggravato quel ciclone che si stava scatenando da giorni nel suo petto.
Aspettò qualche minuto, prendendo dei respiri profondi, decidendosi finalmente a uscire. Appena mise un piede fuori, davanti agli occhi aveva di nuovo quei due.
Si mosse prima di riuscire davvero a realizzarlo, e un attimo dopo si rese conto di essere a un passo da loro. Tuttavia, sentiva un’energia esplosiva che gli arrivava al cervello e gli impediva di ragionare davvero. Così, parlò senza riuscire a mordersi in tempo la lingua.
“Ci hai messo poco a trovare qualcuno che ti desse attenzioni.”
I due lo guardarono perplessi per un attimo. Jin Ling arruffò leggermente le sopracciglia, poi si rivolse con cortesia alla ragazza. “Scusami, Wan Chow. Vai pure, ci vediamo domani.” * vedi NdA
Quella annuì, mormorando allegramente un saluto e rivolgendo un sorriso accennato a Lan SiZhui, che la osservò allontanarsi.
“Attenzioni? Credi davvero che io stia cercando attenzioni?”
“Allora è tutta una scena per attirare la mia, di attenzione?”
Jin Ling emise uno sbuffo ironicamente divertito. “Lan SiZhui, sei serio? Mi hai detto tu di non volermi più parlare, o essere amici. Per quale assurdo motivo dovrei cercare di attirarti?!”
“Non lo so! Ma adori avere la mia attenzione, pensi che non lo sappia? O che non me ne sia accorto?!”
Il ragazzo di Lanling non poteva ribattere a quell’affermazione, perché era vera, e lo sapevano entrambi. Sospirò, passandosi una mano fra i capelli e mordendosi un labbro.
“Ho sempre fatto ciò che volevi, fin dalla prima volta che me l’hai chiesto, anche se mi faceva male. Quindi mi spieghi cos’altro vuoi?! Dimmelo, per favore, lo farò.” La sua voce sembrava quasi increspata da qualcosa, qualcosa che lo scuoteva dal profondo. Però suonava davvero sincera.
Lan SiZhui non rispose. Non sapeva cosa dire che non avesse già detto, cosa chiedere che non avesse già chiesto. Passarono un paio di minuti in silenzio, con il moro che aveva voltato lo sguardo verso il ruscello di acqua limpida per evitare il suo, entrambi incapaci di allontanarsi da lì, dall’altro.
Delle voci poco distanti colsero la loro attenzione. Lanciarono un’occhiata ai ragazzi che uscivano dalla mensa e qualcosa approfondì ancora di più il silenzio fra loro.
“Facciamo due passi?” Chiese, con mezzo sospiro, Jin Ling. Lan SiZhui annuì e lo seguì istintivamente.
Camminarono in silenzio, mentre il nero avvolgeva il cielo, rivelando fra le frasche dei lecci le prime stelle come perle brillanti su una coperta. Spinti da qualcosa, ripercorsero un sentiero già fatto settimane prima, trovandosi davanti, oltre la ringhiera, una spiaggia deserta e un mare che si infrangeva sulla riva.
Passò altro tempo, difficile da quantificare, nel loro silenzio.
 
“Continui a respingermi, a rifiutarmi. Eppure torni sempre indietro a cercarmi e vedere dove sono. Perché?”

 











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Note dell'Autrice
Buon salve a tutti!
Beh, questa curva degli eventi come la vedete? Ma soprattutto, cosa succederà nel prossimo capitolo?
Lo scoprirete.. *rullo di tamburi*.. LUNED
Ì!
Come promesso, da oggi gli aggiornamenti saranno più frequenti, ergo avete meno tempo per decidere se e di quale morte farmi morire.
 
Intanto, eccovi il significato del nome della ragazza: Wan = “d’amore”; Chowestate”.
 
Non penso ci sia altro da dire per questo capitolo molto corto, quindi passo subito ai saluti. Ringrazio la mia beta, le mie DiscepolinE e Mary, lettrici e amiche instancabili.
Grazie anche a chi aggiunge la storia alle raccolte e chi legge in silenzio. Come sempre, vi ricordo che a me farebbe piacerissimo sentire un vostro parere, anche per MP o piccione viaggiatore va bene!
 
Via, ci si legge fra tre giorni! ^^
 
 

Athelyè ~ 

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Capitolo 13
*** We Don't Need Another Hero ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo XIII – We Don’t Need Another Hero



Una leggera ma piacevole brezza calda soffiava sulla loro pelle. Era tardo pomeriggio, il sole iniziava a inclinarsi e tingere il cielo con sfumature più calde, ostinato a non affondare ancora in quella distesa verde e morbida, addormentando un’altra giornata di quell’estate.
Jin Ling e Lan SiZhui stavano mangiando un gelato, appoggiati alla ringhiera che dava sulla spiaggia dorata, osservando senza particolare attenzione i gruppetti di ragazzi davanti a loro. C’era chi giocava in acqua, chi restava sdraiato su un asciugamano a prendere gli ultimi raggi del sole di giugno, chi leggeva e chi nuotava verso l’orizzonte.
Le voci arrivavano come un brusio tranquillo alle loro orecchie, indistinte e lontane, coperte dal rumore delle onde.
Faceva piacere sentire la sensazione fresca e non troppo dolce del gelato sulla lingua, anche se l’avevano ormai finito.
Il moro si portò una ciocca ancora umida dietro l’orecchio, sistemandola al riparo da quel lieve ma dispettoso spiraglio d’aria, poi si girò verso l’altro. L’acqua salata gli aveva fatto increspare in morbidi riccioli le onde castane.
“Jin Ling, cosa ti piace del tiro con l’arco?”
“Cosa mi piace?” Quello sorrise, poi si girò verso di lui e assunse un’espressione più furba mentre gli faceva l’occhiolino. “Beh, mi piace quando vinco, è ovvio.”
Lan SiZhui stava per dire qualcosa, quando Jin Ling si staccò dalla ringhiera, infilando le mani in tasca e incamminandosi. “Andiamo? Sennò Gui Heng se la prenderà a morte se lo trascuriamo.”
Osservò la sua schiena, mentre si allontanava intrecciando le dita dietro la testa. Una linea color perla si avvolgeva intorno sua coscia sinistra, risaltando sull’abbronzatura.
Ci aveva messo un po’ a capire perché Jin Ling girasse con quel gruppo di ragazzi, che non rispecchiavano veramente il suo modo di essere, non era stato automatico. Ammesso che quello che mostrava a lui fosse davvero il suo carattere, chiaramente.
L’aveva capito solo quando aveva iniziato a provare un sentimento di evasione, come se facendo con loro quelle cose avesse avuto la possibilità di scappare dai ricordi, o meglio, dal vuoto che avevano lasciato. Cercare uno svago, una via di fuga che non fosse esattamente morale, Lan SiZhui poteva davvero capirlo.
Si chiese quanto in realtà si sentisse fuori posto quel ragazzo dall’aria sfacciata, da che cosa volesse scappare con tutte quelle risate di fumo, che cosa gli mostrasse davvero la sua mente quando coglieva delle fiamme malinconiche nei suoi occhi.
“Allora? Vieni o il caldo ti ha appiccicato lì?” Si era fermato, girandosi a metà verso di lui con un sorriso. Lui si riscosse dai suoi pensieri, raggiungendolo con un ‘sì, scusa’.
 
 
 
“Tiro con l’arco?” Gli chiese l’uomo, mentre sfogliava un piccolo fascicolo, sistemandosi meglio gli occhiali, e continuava a leggere quei resoconti. La lampada alle sue spalle gli illuminava di giallo una parte del viso, l’altra era spigolosa e scura nella penombra della tarda sera.
Il bambino si portò le mani dietro la schiena, mordendosi leggermente il labbro per l’agitazione. “Sì.. L’abbiamo provato oggi a scuola. Mi piace come mi fa sentire. Sembra.. Bello.”
“Bello, ma impegnativo. Porta via molto tempo e devi anche studiare, Jin Ling.” Suo zio alzò lo sguardo dalla carta stampata, guardandolo da sopra le lenti. Il suo tono fermo aveva una nota di severità. “Puoi farlo, ma non voglio che tu trascuri lo studio. Se la tua media scenderà sotto l’otto, dovrai smettere.”
Il bambino sembrò illuminarsi di contento stupore. Non pensava davvero che suo zio gli avrebbe detto subito di sì. Era pronto a puntare i piedi e fare i capricci, se necessario. “Grazie! Non succederà, vedrai!”
Stava già per scappare, quando la voce dell’uomo lo richiamò. “Ah, Jin Ling?”
“Sì, zio?”
Jiang Cheng gli lanciò un’ultima occhiata, con un sorriso accennato. “Vedi di vincere o ti taglio le mani, perché so che puoi farlo.”
Jin Ling sentì un calore diffondersi nei propri polmoni, e aprì di più gli occhi con felicità e orgoglio.
“Certo!” Quasi saltò sul posto, entusiasta, prima di correre nella propria stanza e stringere ancora fra le mani una freccia sottile.
 
Gli tremavano leggermente le braccia per la tensione. Quando lasciò andare la corda, anche le mani gli tremavano, e la freccia mancò totalmente il bersaglio. Con tutta quella fatica, Jin Ling guardò affranto l’oggetto, piantato nel prato a un buon paio di metri di distanza da dove voleva puntarlo.
Riprovò, scagliandone alcune, ma solo un paio riuscirono a colpire il cerchio di fieno, nel giro più esterno. Tutte le altre erano andate a vuoto.
Una sensazione di sgomento e delusione si fece strada nel suo stomaco, vedendo tutti quei fallimenti in fila. Sobbalzò quando sentì la voce del maestro alle sue spalle, mentre caricava titubante un altro colpo.
“Jin Ling, devi essere concentrato. Sii tu a controllare la freccia, non lasciare che sia lei a controllare te.” L’uomo corresse la sua posizione con calma, poi picchiettò sul suo arco accennando un sorriso. “Hai un forte alleato fra le tue mani, collaborate.”
L’undicenne deglutì, fissando gli occhi sul bersaglio, leggermente preoccupato.
L’insegnante, vedendolo così insicuro, aggiunse. “La freccia può andare ovunque, ma devi essere tu a volerlo. Senza le tue dita, lei non parte. Devi farla arrivare dove vuoi tu.”
Con un’occhiata, il suo sguardo cadde sulla cicatrice che i suoi pantaloncini lasciavano appena scoperta sulla coscia. L’ennesima stretta al cuore lo portò a ricordare.. No, non ricordare, perché quello non sapeva più farlo con chiarezza, ma a ripensare a quello che era successo. C’erano dei bidoni accanto a loro, quel giorno. Se solo non si fosse lasciato trascinare dalla paura, avrebbe potuto nascondersi, e allora anche sua madre non sarebbe stata colpita a morte, dopo essersi gettata su di lui per proteggerlo.
Quello era successo perché non era stato in grado di controllarsi. Quella cicatrice era il suo promemoria per l’accaduto.
Quella era successa perché quello non dovesse succedere mai più.
Serrò le labbra e strinse leggermente di più le dita intorno all’impugnatura, determinato a non sbagliare di nuovo. Non si sentiva ancora del tutto sicuro, ma non voleva che quella freccia gli sfuggisse ancora fra le mani, senza che lui potesse fare niente per impedirlo. Inspirò a fondo, poi allentò la presa e la liberò.
La sentì librarsi, sibilare fendendo l’aria con un suono fluido, mentre i suoi occhi la aspettavano già all’arrivo.
Thwack!
“Hai visto? Centro. Complimenti, Jin Ling.” Gli diede una pacca sulla spalla. “Vai a prenderla e portala a casa, e ricordati questa sensazione.”
Gli angoli della bocca di Jin Ling si arricciarono all’insù con entusiasmo, mentre nei suoi occhi vibrava una nuova fiamma.

 











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Note dell'Autrice

Buondì! Come va?
Credevate di sapere cosa sarebbe successo, eh?? E invece no! u.u
Oggi focus su alcuni frammenti del passato di un piccolo Jin Ling, e scopriamo anche perché del tiro con l’arco. Oltre alla coerenza con il canon, ovviamente.
Il fatto di voler controllare qualcosa è un tratto che vedo calzare a pennello a Jin Ling, non solo questo ma anche quello originale, per vari motivi, e uno è sicuramente il fatto di non aver avuto modo di controllare niente di quello che gli è successo.
Comunque! Chiusa questa piccola e triste parentesi su uno dei nostri protagonisti, cosa succederà nel prossimo capitolo? Vi prenderò di nuovo in giro, o stavolta si smuoverà qualcosa nel 'presente'?
Chi può dirlo? Beh, chi leggerà il nuovo capitolo venerdì!

As always, ringrazio la mia beta adorata, le mie splendide DiscepolinE e Mary, onnipresenti qui sotto nelle recensioni e nella mia vita <3
Un abbraccio forte anche a tutti i lettori, silenziosi e non, che stanno seguendo questa storia! Sono sempre pronta ad accogliere anche le vostre recensioni e i vostri pareri a riguardo :3

Via, vi mando un bacissimo, ci si legge!


Athelyè ~ 

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Capitolo 14
*** Total Eclipse of the Heart ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo XIV – Total Eclipse of the Heart



“Continui a respingermi, a rifiutarmi. Eppure torni sempre indietro a cercarmi e vedere dove sono. Perché?”
 
Jin Ling aveva guardato la distesa salata confondersi con l’arcata celeste fino all’ultima parola, momento in cui aveva voltato lo sguardo su Lan SiZhui.
 
 
E lui avrebbe voluto mentirsi, avrebbe voluto negare, dire di non sapere perché lo stesse facendo.
Ma Lan SiZhui lo sapeva. Conosceva bene il perché continuasse a inseguirlo: Jin Ling era il suo opposto.
Era quella scintilla di trasgressione che faceva gola, che faceva dire di sì anche senza volerlo, quella punta di piccante che non può che farsi amare.
Un ragazzo a pezzi almeno quanto lui, ma che viveva una vita capovolta rispetto alla sua. Lan SiZhui, il bravo nipote morigerato, che va bene a scuola, calmo e tranquillo, che genericamente si astiene dal bere e dal fumare. Jin Ling, il nipote scapestrato che rientra a casa nel cuore della notte, che se va bene a scuola meglio, ma in caso contrario non se ne sarebbe fatto un cruccio, che vive di fumo e alcool con gli amici.
Jin Ling era il vizio che gli era mancato fino a quel momento, era quell’aria di libertà che gli rinfrescava i polmoni dall’odore inconfondibile di sigaretta e tabacco.
Era tutta un’illusione, un divertissement di cui si avvaleva, certo, questo lo sapevano entrambi. Però Jin Ling gli rimandava quella sensazione di bohémian attraente come la fiamma per una falena che l’insegue accecata. Lan SiZhui era cosciente anche di quello, che avrebbe finito col morirne consumato.
E Jin Ling, per contro, trovava in Lan SiZhui quella roccia ben salda a cui aggrapparsi, quella fermezza di cui aveva disperatamente bisogno per non lasciarsi trascinare via dalla corrente. Era la sua antitesi, sempre così attento e prudente, ma senza mai soffocare, senza farsi mancare l’aria.
Lui viveva inseguendo delle chimere, assaporando il momento con le sue illusioni e tenendo poco conto delle conseguenze che si sarebbero riversate sulla sua stessa vita. Lan SiZhui era quel punto fermo di cui aveva bisogno, quel freno che forse l’avrebbe salvato dall’autodistruggersi. Per questo aveva continuato ad attrarlo, anche se era consapevole che fosse deleterio per entrambi. Perché Jin Ling lo sapeva, che le falene hanno vita breve.
 
In quel suo mondo privo di colore, Lan SiZhui era la figura in bianco e nero che faceva brillare tutto il resto.
In quel suo mondo di tonalità soffuse, Jin Ling era il raggio di sole che donava vivacità a tutto il resto.
 
Nonostante il suo dolore, quel vuoto incolmabile che ormai sentiva da anni, con l’altro gli sembrava di riempirlo almeno un po’. Anche se la sua famiglia ormai contava solo una persona, anche se di ricordi da accarezzare non ne aveva. Solo foto, di persone che non conosceva davvero, ma che lo guardavano attraverso il suo riflesso ogni mattina.
 
 
“Penso.. Penso che tu sia qualcosa che, molto in fondo, non voglio perdere.”
Jin Ling sorrise.
“Questa è l’ultima estate che abbiamo ‘di libertà’. Perché non fai come tutti, e non provi a cogliere l’uva anche se è acerba?”
Lan SiZhui emise uno sbuffo, forse divertito, forse malinconico. “Perché non vorrei che maturasse fra le mie mani, senza poterla assaggiare davvero.”
Gli occhi ambrati del ragazzo si posarono sul moro per qualche istante, tristemente silenti ma comprensivi. Il piccolo e morbido coniglio che aveva tenuto fra le zampe in quelle settimane, alla fine, non sapeva più se mangiarlo o lasciarlo andare. Forse, a forza di averlo lì, aveva fatto l’abitudine al suo calore, e non poteva più farlo scappare né divorarlo.
Annuì. “Fra qualche giorno ci sono i test.”
“Mh-mh.”
“So che non sei obbligato a coglierla, ma ti va di stare ancora un po’ sotto il pergolato della vite? O ci sei stato così male, all’ombra di quelle foglie e di quei pampini?”
Lan SiZhui sorrise ampiamente, guardando altrove come per nascondere quell’espressione. “Mi farebbe molto piacere. Ma c’è ancora un po’ di spazio per me?”
“Certo. C’è tutto lo spazio che vuoi.”
“Anche se non ho sempre voluto curarla?”
Appoggiò il viso al pugno chiuso, guardando l’altro ragazzo con un sorriso luminoso, puntando il gomito sulla ringhiera. “Pensi davvero che una pianta possa appassire per qualche giorno di negligenza, dopo averla curata così a lungo?”
Lan SiZhui, appoggiato con le braccia alle sbarre di metallo, si voltò ancora, stavolta per guardarlo. Non rispose subito ma le sue labbra accennarono una curva felice, mormorando appena mentre l’altro scuoteva delicatamente la testa. “Grazie.”
Senza che loro se ne accorgessero davvero, le loro dita avevano iniziato a sfiorarsi e giocare dolcemente, pungolandosi e accarezzandosi in modo affettuoso.
“Niente corsa stasera?” Chiese il moro, dopo qualche fruscìo di onde.
Jin Ling ridacchiò. “Sono un po’ stanco, se devo essere sincero. Ma se ci tieni, posso fare uno sforzo.”
“Tranquillo, io ho un po’ freddo in realtà.” Rispose con calma lui.
“Vuoi la mia felpa? Io sto bene.”
“No, grazie.. Devo ancora restituirti la maglia, fra l’altro.”
“Mh, vero. Ma c’è tempo. Mancano ancora un paio di settimane.”
“Già.. C’è ancora un po’ di tempo.”

 











_________________
Note dell'Autrice
Buondì people! Allora? Com'è andato il capitolo di oggi? :3
La 'metafora' che uso in fondo è la famosissima favola della volpe e l’uva. E sappiamo tutti che quella della volpe era solo una scusa, perché quell’uva era già bella matura, no?
E sì, si stanno parlando per metafore, ma mi piaceva troppo come immagine per non usarla e scrivere dei discorsi più chiari lol. Quindi spero si capisca comunque quello che vogliono dire, anche senza doverlo esplicitare. Ad ogni modo, se avete dubbi, basta che me lo scriviate e cercherò di rispondervi nel modo meno spoileroso possibile :3
Scusate, questo capitolo è un po’ così, corto e molto confuso, me ne rendo conto, ma, incredibilmente, mi piace così. ^^”
 
Btw, ringrazio as always la mia beta, che legge e corregge, le mie DiscepolinE, Deb e Lilith, e Mary per recensire assiduamente ogni capitolo :’3 vi voglio tanto bene <3
Grazie a chi legge in silenzio e chi aggiunge alle raccolte, se voleste farmi sapere cosa ne pensate, vi aspetto qui sotto! ^^
 
Via, ci si legge lunedì 17!
Un bacissimo,



Athelyè ~ 

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Capitolo 15
*** Alone ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo XV – Alone



Quel giorno in mensa non c’erano molte persone, e le ampie vetrate non aiutavano certo a mantenere una temperatura fresca, anzi. I suoi amici erano impegnati con le attività di club, dato che lo spettacolo era a breve e dovevano districarsi anche con lo studio per i test.
Lui era davanti a un bancone con delle verdure, con il vassoio vuoto in mano, pensando se non fosse meglio prendere una scatolina e metterci dentro qualcosa da mangiare un po’ più al fresco nella sua stanza.
Si era incantato a fissare la lattuga, quando una voce sopra la sua spalla lo fece sobbalzare.
“Decisamente meglio i pomodori. Almeno hanno un sapore.”
Lan SiZhui si girò, trovando il ragazzo di Lanling appena chinato in avanti, che teneva le mani dietro la schiena. Ridacchiò leggermente. “Tu non mangi?”
“Mh? Sì, perché?”
“Beh, non hai un vassoio.”
“Dato che non c’è quasi nessuno, pensavo di dare prima un’occhiata e poi prendere direttamente quello che voglio. Tu, piuttosto, non mi sembri molto affamato.” Indicò il vassoio vuoto, inarcando un sopracciglio con mezzo sorriso.
“Oh, uhm.. Stavo pensando se..” Si interruppe un secondo, mentre riportava lo sguardo dal piatto vuoto al ragazzo accanto a sé. “Jin Ling?”
“Mh-mh?”
“Ti va di studiare da me? Prendiamo da portar via e mangiamo nella mia stanza, che c’è più fresco. Che ne dici?”
Avevano preso delle scatoline e alcune pietanze fresche, poi avevano fatto tappa da Jin Ling perché lui prendesse le cose che gli servivano per studiare, ed erano tornati nella casetta che Lan SiZhui divideva con Lan JingYi. Lì avevano mangiato con calma, chiacchierando e rilassandosi prima di mettersi seriamente a studiare.
Lan SiZhui aveva già tirato fuori i libri, quando sentì un mormorio provenire dall’altro, contrariato all’idea di mettersi a studiare. Il moro scosse la testa, accigliandosi leggermente con fare divertito. “Te lo dico subito, io ho intenzione di studiare oggi. Quindi, se a te non va, puoi tranquillamente andare altrove.”
“Quanta cattiveria.” Mugolò lui, abbozzando un sorriso mentre appoggiava la testa sulle braccia incrociate. “Comunque non ho detto di non voler studiare. Non ho detto niente, in realtà.”
“Ma l’hai pensato.”
“Sai che cosa penso?”
Lan SiZhui si bloccò un istante, mentre rimetteva a posto un libro che si era accorto di aver preso per sbaglio. “No. In effetti, non sono mai sicuro di cosa ti passa per la testa.”
Si girò per incrociare i due occhi ambrati che lo osservavano curiosi, mentre una curva piegava le labbra del ragazzo di Lanling. Lan SiZhui era certo che se quello avesse avuto davvero una coda, probabilmente in quel momento l’avrebbe vista ondeggiare con interesse.
“Mh.. Davvero?” La sua voce uscì un po’ più roca del previsto, simile a delle fusa profonde. “Prova a indovinare, allora.”
“Non hai voglia di studiare.” Commentò.
“Quello mai, ma lo faccio comunque perché conosco la mano pesante di mio zio.”
Lan SiZhui ridacchiò, mentre prendeva il libro giusto. “Mi dispiace?”
“Nah. Mi sono meritato tutti i suoi schiaffi, probabilmente. Ritenta.”
Quello lo osservò un paio di secondi. L’espressione di Jin Ling era abbastanza rilassata, ma i suoi occhi brillavano di curiosità. Altrove non brillavano in quel modo, quindi doveva essere per qualcosa che era lì.
“Vuoi qualcosa, suppongo.”
“Vago.” Fu il suo commento.
Mpf.” Lan SiZhui si guardò intorno. “Dev’essere qualcosa che è solo qui, dato che non ti ho mai visto fare quella faccia.”
Le labbra di Jin Ling si arricciarono, particolarmente compiaciute. C’era anche della speranza in quello sguardo, però. Lasciando viaggiare gli occhi nella propria stanza, Lan SiZhui pensò che ci fosse più confusione di quanta pensasse, anche se per una persona normale sarebbe parsa assurdamente ordinata.
“Oh. Ho capito.” Rise piano e scosse la testa. “Avevo detto ‘chissà’.”
Jin Ling si sollevò, con aria capricciosa. “Sì, lo so. Ma ci siamo solo io e te qui. Daaai..” Quell’ultima parola era sfuggita dalle sue labbra davvero simile a un miagolio.
Il moro sospirò. “No.”
Ma l’altro sorrise di più, perché in fondo sapeva già che avrebbe accontentato le sue moine, nonostante quella farsa. Infatti anche mentre ripeteva quella sillaba, Jin Ling seguì i suoi movimenti verso la custodia dello strumento.
Lan SiZhui sospirò di nuovo, e per un secondo pensò anche di cambiare davvero idea, lasciando riposare la sua chitarra. “Sei davvero..”
“Sì, lo so.” Ma l’espressione di Jin Ling era radiosa. Sembrava trattenere a stento la contentezza di vederlo finalmente suonare. Solo per lui, inoltre.
“Non aspettarti granché. La suono solo per passatempo, non ho grandi aspirazioni.” Disse il ragazzo, con un sorriso rassegnato. Si sedette, imbracciando la chitarra e prendendo un profondo respiro.
Fece vibrare le note sulle corde, accompagnandosi con il piede. Poi, iniziò a cantare piano, e Jin Ling credette di perdere per un secondo il proprio respiro con quella voce modulata.
 
I’m looking for you.. I’m looking for you, don’t know where to go. Don’t know what to do. I walk along the street between a million people that I don’t see. Maybe.. They think that I am mad.”
Alla faccia del ‘passatempo’, l’altro era incredibilmente intonato con quella melodia, che eseguiva in modo perfetto. Mai il ragazzo castano aveva desiderato così ardentemente di essere una chitarra in mano a qualcuno. Rapito da quell’immagine, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
Mentre cantava, Lan SiZhui muoveva dolcemente le dita sulla chitarra, osservandola a volte di sfuggita, a volte più attentamente, mentre altre volte ancora chiudeva gli occhi e dondolava in modo impercettibile la testa, a tempo con il ritmo cadenzato e lento della canzone.
I fell in love, I am in love with you.”
Jin Ling pensò che il suo petto fosse sul punto di esplodere, per quanto forte sentiva martellare quell’organo maledetto che mirava solo a fregarlo. Perché Lan SiZhui l’aveva guardato, mentre cantava quel verso.
Per un attimo o poco più, Jin Ling aveva incontrato il suo sguardo, poi i suoi occhi color cenere erano scivolati di nuovo, veloci, sulle stringhe vibranti della chitarra, che stuzzicava con la punta delle dita e con le unghie. A labbra strette mormorò un motivo che accompagnava le note, prima di ricominciare a cantare con quella sua sonorità armoniosa.
I made this song just for you. I made this song, deep in my heart, I was thinking of you.”
Man mano che le parole si susseguivano, Jin Ling aveva come l’impressione che il tono diventasse sempre più caldo e morbido alle sue orecchie, la sua voce lieve e malinconica. O forse era sempre stata così, calda e lieve, morbida e malinconica, ma lui non se n’era mai accorto.
Because time runs so fast and it never comes back. And that’s all I can keep with me, that sweet love that you gave to me.”
Jin Ling si accorse di avere gli occhi lucidi solo quando li sentì bruciare, mentre le ciglia in angolo diventavano leggermente più pesanti con quei timidi cristalli. Nel suo petto, invece, imperversava una tempesta che non sapeva come acquietare.
Per un altro breve istante, con quelle ultime parole, le loro iridi si riallacciarono, ma in quel caso fu Jin Ling a distogliere lo sguardo, con paura.
 
 
Forse aveva ragione. Cosa avrebbe fatto se l’uva fosse stata matura troppo in fretta?
Eppure, quel sentimento struggente dentro di sé gli stava dicendo chiaramente qualcosa che, in fondo, sapeva già.
 
Era già nera, quell’uva.
 











_________________
Note dell'Autrice
Buon salve, gente!
I rapporti fra i nostri piccolini si sono ristabiliti, finalmente sentiamo suonare e cantare Lan SiZhui, ma c'è comunque una nota agrodolce.
A proposito, la canzone è questa, "Looking for You" di Nino Ferrer, che io ho immaginato un po' più lenta in realtà, e chiaramente con una voce giovanile. Adoro Nino Ferrer, e una sua canzone non poteva mancare in questa storia; la mia preferita sarebbe "Le Sud", ma non potevo mettere di nuovo quella (la piazzo letteralmente ovunque) ahahah!
Questo è, in assoluto, uno dei miei capitoli preferiti, e spero possa essere anche uno dei vostri :'3

Ringrazio come sempre la mia adorata beta, le mie DiscepolinE, Deb e Lilith, e Mary che lasciano sempre dei commenti adorabili qui sotto <3
Un abbraccio a chi aggiunge alle proprie raccolte questa storia, e grazie anche a chi continua a leggere, anche se in silenzio. Come sempre, se avete voglia di chiacchierare, io vi aspetto nei commenti a braccia aperte :3

Detto questo, vi do appuntamento a venerdi per il prossimo capitolo!
Un bacio, ci si legge!



Athelyè ~ 

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Capitolo 16
*** Hungry Eyes ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo XVI – Hungry Eyes



Da quel pomeriggio, era tornata ad essere un’abitudine per loro studiare insieme.
Il caldo appannava i loro bicchieri d’acqua fresca, mentre il loro silenzio era condito solo dal frinire costante delle cicale, a cui si alternava ogni tanto lo stormire degli alberi, nei quali tubava qualche tortora in amore. Eppure, quel richiamo frequente non infastidiva lo studio dei due, concentrati ognuno sul proprio lavoro.
“Lan SiZhui.. Scusa, ma in questo verso, il fiume quale sarebbe? Non l’ho trovato nei miei appunti.” Lo indicò sul foglio, avvicinandolo all’altro ragazzo perché potesse vedere.
“Forse è perché hai dormito per tre quarti delle lezioni?” Commentò, mentre scriveva alcune cose sul proprio quaderno e sottolineava delle parole su un folio stampato.
Jin Ling ridacchiò, allungando ancora il foglio verso di lui. “Sì, ok, forse è per quello. Però dai, aiutami!”
Lan SiZhui sospirò leggermente, poi si girò e si sporse leggermente verso la poesia che l’altro gli aveva avvicinato. Con la matita indicò il verso. “Non è difficile, è il fiume Yangzi. Non c’è nelle note?”
“No, vedi? Non ne parla neanche nel commento sotto.”
“Però parla di . Comunque, non è tanto il luogo geografico in cui si trova, ma cosa simboleggia.” Indicò con la matita anche le parole successive, facendo attenzione a non segnare il foglio con la mina. “È importante che vada verso Oriente.”
“Mh-mh, quello lo so. Grazie.” * click me!
Sollevando lo sguardo contemporaneamente, arrossirono appena, accorgendosi in quel momento della pochissima distanza che li separava.
“Jin Ling.. Sei troppo vicino..”
“Pensa.. E io che credevo di non esserlo abbastanza..”
Lan SiZhui emise uno sbuffo di divertito imbarazzo. “Jin Ling..”
Avevano iniziato questa sorta di gioco, occasionalmente, oltre al tornare a passare del tempo insieme, in cui nessuno dei due faceva il passo più lungo della gamba, ma continuando a venirsi incontro, a volte con mezzi saltelli.
Il moro fece giocare dolcemente le loro dita e le lasciò intrecciare, mentre l’altro si espresse con un lungo mormorio vibrato. “Così è una tortura..”
Il ragazzo di Gusu ridacchiò, poi timidamente portò le loro mani intrecciate più vicino a sé, accarezzando appena quella di Jin Ling. Quello arrossì, imbarazzato, voltando il viso per cercare di nasconderlo. Lo sentì ridacchiare di nuovo, ma come se stesse sorridendo ancora di più.
“E non sorridere mentre non ti sto guardando.” Sbuffò, con ancora le guance roventi.
“Perché?” Chiese lui, con uno strascico di allegria, incuriosito.
“Perché sei uno spettacolo quando lo fai, e io non voglio perdermelo.”
Lan SiZhui non rispose, ma arrossì e gli angoli della sua bocca tesero inevitabilmente ancora di più all’insù. Quello che non poteva sapere era che gli occhi ambrati dell’altro lo stavano osservando contenti dal riflesso traslucido sulla portafinestra aperta.
 
 
Dato che il pomeriggio gli altri erano impegnati con prove e preparativi per lo spettacolo, la sera spesso si trovavano anche con loro in camera di Jin Ling, per ripassare e aiutarsi nello studio, ora che il giorno dei loro esami si faceva sempre più vicino e pressante.
Quella sera l’aria era fresca grazie alla pioggia leggera e costante, un sollievo dopo giorni di caldo asfissiante in cui non si era vista una nuvola né un alito di vento.
I ragazzi erano seduti intorno al tavolino, con libri e quaderni davanti ai propri occhi, mentre la luce fredda della lampada faceva brillare ancora di più il bianco di fogli e pagine. C’erano spesso sospiri e mormorii di noia o confusione, a cui in genere seguiva una domanda da parte di qualcuno per smorzare la stanchezza.
Era ormai passato un po’ di tempo dall’ultima interruzione, quando Jin Ling affondò il viso nelle proprie mani, lasciando poi scivolare le dita fra i capelli ondulati con un leggero lamento. Gettò un’occhiata al ragazzo moro davanti a sé, che stava impilando una serie di numeri e lettere sul proprio foglio con aria svogliata.
“Perché chimica? Non avresti potuto scegliere qualcosa di più facile, dato che fai anche teatro?”
Quello sollevò lo sguardo dopo aver terminato il calcolo. “Perché è facile per me. Devo solo ricordare e applicare dei sistemi. Le definizioni, gli schemi, i risultati possibili, sono quasi sempre gli stessi, quindi devo solo memorizzare e applicare. Non è molto diverso dall’imparare delle battute, se ci pensi, quindi lo faccio senza sforzo.”
“Beh, su questo hai ragione.” Si inserì Ouyang ZiZhen, mentre Jin Ling riprendeva a fare schemi ma continuando ad ascoltare la conversazione. “Però io non ce la farei comunque. Ti invidio, Lan JingYi. Io non mi sentirei mai abbastanza coinvolto da dei calcoli anonimi. E per questo sto ammattendo su uno stupido commento..”
Yu Liang e Lan SiZhui ridacchiarono quando lo sentirono sbuffare. Yao HaoFai invece aveva iniziato a scarabocchiare disegnini a caso nell’angolo del quaderno. “Sei una secchia, Lan JingYi.”
“Io? Tsk. È SiZhui che ha la media più alta della classe.”
L’interessato scosse appena la testa. “Non è chissà cosa..”
“Voi dei Meandri delle Nuvole siete su un altro livello..” Mormorò Yao HaoFai.
“Jin Ling, non hai anche tu voti altissimi a biologia?” Disse Yu Liang, dopo averci pensato un attimo.
“Beh, certo. Mio zio è biologo forense.”
“Davvero? Credevo che Jiang Cheng fosse dirigente nell’azienda di famiglia.”
“Mh? Ah, no, mi riferisco a Wei WuXian. Se andassi male a scienze, finirei sul suo piano di lavoro alla velocità della luce.” Commentò, facendo ridere gli altri.
“E perché non hai fatto quella, allora?” Chiese Lan JingYi.
“Perché così mio zio Jin GuangYao forse la smetterà di dirmi ‘fatto non fosti per viver come bruto’.”
“Beh, non ha tutti i torti.” Lo punzecchiò l’attore di Gusu.
Jin Ling si limitò a sorridergli e rivolgergli il medio, mentre gli altri sghignazzavano. Poi si alzò, “Comunque. Io vado a fumare una sigaretta, ho bisogno di staccare un attimo.”
 
Si sedette su uno dei gradini di accesso alla casetta, ancora riparato dal piovere fine e costante. Prese una boccata di fumo e gli sembrò di respirare per la prima volta nell’intera serata. Gustò il lieve sapore piccante che si insinuò sulla sua lingua con il tiro successivo. Alle sue spalle sentiva il leggero chiacchierare degli altri, ma non ci fece molta attenzione. Si immerse piuttosto nel rumore della pioggia, mentre osservava il fumo azzurrino avvitarsi verso il cielo, sfiorando una ragnatela imperlata da alcune gocce, che brillavano illuminate da un lampione vicino.
Sentì un paio di passi accanto a sé, mentre qualcuno si sedeva vicino a lui in silenzio.
L’acqua crepitava dolcemente, picchiettando leggera su foglie e ramoscelli, mescolandosi alla quiete che avvolgeva sempre la vegetazione notturna. In genere era disturbata solo dal richiamo di qualche civetta, ma quello sfrigolare copriva i versi lontani.
Jin Ling soffiò qualche altra nuvola di fumo, prima di sentire la voce dell’altro.
“Non pensi che sia silenzioso da queste parti?”
“Molto.” Disse semplicemente. Poi, esalando un rivolo grigio e denso, aggiunse. “Io sto in un appartamento molto in centro, quindi sento sempre il traffico e i suoni della città. Quando la notte sto per chiudere gli occhi, sul soffitto ci sono mille luci come se stessi guardando dentro un caleidoscopio, mentre fuori sento la vita di una città che non si ferma mai.”
“Quando vengo qui, le prime notti faccio sempre fatica a prendere sonno, e a volte non ci riesco nemmeno.” Percepì lo sguardo cinereo dell’altro mentre parlava. Sorrise appena, alla nostalgia di casa, aspirando un’altra boccata e sentendo sfrigolare la sigaretta che bruciava veloce. “C’è troppo silenzio, e nessuno a farmi compagnia. A casa, sento sempre il respiro pesante di Fata accanto a me. Anche quando a volte mio zio è fuori per lavoro, non mi sento mai solo con lei e la vita che c’è fuori.”
Sulle dita, gli parve di sentire il ricordo del pelo morbido del suo cane, che lo aspettava a casa per fargli le feste come se fosse partito per la guerra. Le sue labbra si incurvarono di più, al pensiero dell’espressione felice della bestiola, che con la coda spazzava il pavimento scodinzolando da seduta, con quegli occhi acquosi e pieni di gioia.
“Te, invece?”
“Gusu è tranquilla. La maggior parte dell’anno c’è poca gente, sempre la stessa, e l’orecchio si abitua a quelle voci familiari. Qua c’è un silenzio diverso però, molto più profondo e.. Intimo?” Disse, guardando i cerchi concentrici che si formavano rapidi nelle pozzanghere sul sentiero. Il profumo di pioggia accarezzò i suoi pensieri, mentre con la mente tornava a casa per un po’.
“Non c’è molto traffico, se non nei giorni di mercato, e la notte si sentono solo alcune macchine solitarie sfrecciare sulla strada. A volte io e mia nonna sentiamo i coinquilini del nostro palazzo che litigano, e ci facciamo due risate.” Lan SiZhui emise un lieve sbuffo divertito, chiedendosi se sua nonna stesse scommettendo con la vicina l’argomento di discussione dei loro dirimpettai come faceva con lui. “Non è un palazzo grande, comunque. Ci sono solo sei appartamenti, e due sono vuoti, quindi in realtà c’è sempre un clima molto tranquillo intorno a casa mia.”
Jin Ling rise appena. “A Lanling impazziresti. Non c’è un attimo di silenzio neanche a pagarlo.”
Il moro sorrise. “Anche tu a Gusu non avresti vita facile. Troppa calma.”
Espirò un alone di fumo, allegro, rigirandosi fra le dita il tubicino ormai quasi consumato. “Te lo richiedo per sicurezza. Non ne vuoi, vero?”
Vedendolo rifiutare, Jin Ling aspirò una delle ultime boccate. “Potresti provare, però.”
“Sì, potrei, ma non penso lo farò.”
“Mh, giusto. Fai bene, poi tutti ti rompono le palle perché il fumo fa male. Soprattutto gli altri fumatori.”
Si guardarono con divertimento. All’improvviso, Jin Ling soffiò l’ultima nuvola di fumo sul suo viso per dispetto. Lan SiZhui arricciò leggermente il naso assottigliando gli occhi, senza perdere la curva allegra sulla proprie labbra, mentre l’altro spegneva la sigaretta e si allungava per metterla nel posacenere.
“Potresti assaggiare, però.” Disse, portando le braccia dietro di sé per appoggiarsi e voltandosi di nuovo verso di lui, allacciando gli occhi dorati alle iridi cineree e luminose dell’altro, incredibilmente vicino.
Il moro chinò il viso con un ampio sorriso e scosse appena la testa, sentendo ancora il profumo pungente del tabacco. Forse era intriso fra quelle onde nocciola.
Sollevò appena lo sguardo per incrociare il suo, mentre si portava una ciocca corvina dietro l’orecchio. “Ho paura che possa piacermi.”
 
Yu Liang si alzò. Quel movimento fece destare Lan JingYi dai suoi calcoli. “Dove vai?”
Il chitarrista inchiodò e lo guardò perplesso, con il pacchetto di sigarette stretto in mano. “Beh, te che dici?”
Il moro arruffò leggermente le sopracciglia. “No. Vacci fra un po’.”
Quello inclinò la testa, con aria confusa, e inarcò un sopracciglio. “Ma io ho voglia di fumare adesso.”
“Non hai fumato per due ore, aspetta altri dieci minuti, che ti costa?” Insisté quello.
“E mi è dato almeno sapere perché?”
Lan JingYi diede un’occhiata oltre la soglia, dove il suo migliore amico parlava serenamente con il ragazzo di Lanling, ridacchiando con allegria di tanto in tanto. Lo conosceva da una vita, eppure in quel momento gli sembrava così tranquillo da pensare che in realtà non lo fosse mai stato.
“Beh.. Si sono appena riappacificati, lasciali chiacchierare per conto loro ancora un po’. Non vorrei litigassero di nuovo.”
Gli altri tre seguirono il suo sguardo, trovando un quadretto pacifico, e concordarono con le parole del Lan. Yu Liang si rimise a sedere.
“Sì, hai ragione.. Ci manca più che discutano di nuovo.”
 











_________________
Note dell'Autrice
Buondì! Come va? :3
Anche oggi capitolo tranquillo, in cui vediamo qualche passo avanti, incerto e traballante. Specifico che non si ambienta tutto nella stessa giornata, per chi se lo stesse chiedendo.
Btw, altro applauso per Lan JingYi, che ancora una volta si guadagna il titolo di amico più sagace in quel gruppo di squinternati.

Aneddoto da dietro le quinte della storia, Wei WuXian e Lan WangJi non si conoscono, certo è che non voglio mettere limiti alla provvidenza, quindi non so se dal punto in cui finirà la storia, in questo universo parallelo, avranno modo di incontrarsi. Io credo nell'ineluttibilità della sorte, quindi, secondo me, si troveranno comunque. Anche se, lo ricordo, in questa storia Lan SiZhui non è imparentato in alcun modo con Lan Zhan.

Comunque, senza altro da aggiungere, passerei senza indugio ai saluti.
Saluto e ringrazio come sempre la mia beta, mando un bacissimo alle mie splendide DiscepolinE e Mary, sostegni immancabili delle mie giornate. Un abbraccio anche a chi aggiunge alle raccolte e chi continua a leggere, anche se in silenzio.
Come sempre vi invito a raccontarmi qua sotto cosa ne pensate, anche a insultarmi se volete, o per MP se siete timidi. Giuro che non mordo e, anzi, adoro fare amicizia!

Via, ora faccio come Baglioni, e vi aspetto con il nuovo capitolo lunedì 24, per il compleanno del nostro bff numero uno!
Un bacissimo, ci si legge! :D



Athelyè ~ 




P.s. Mi sono accorta ora che gli aggiornamenti sono praticamente cadenzati ogni venerdì e lunedì, vi giuro che è casuale AHAHAHAH

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Capitolo 17
*** I Think We're Alone Now ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo XVII – I Think We're Alone Now



Finalmente anche i loro ultimi test erano andati, quindi non restava che un ultimo evento: lo spettacolo di teatro.
Nell’attesa dei risultati, intanto, chi non era impegnato della preparazione della recita si godeva il tempo libero. Chi si piantava in spiaggia dalla mattina alla sera, lamentandosi del caldo e della polvere, chi giocava con gli amici, e chi ancora passava il tempo tranquillamente al fresco della propria stanza.
Però, nello specifico, la scena che Lan SiZhui si trovò di fronte mentre si avvicinava al gruppetto, accampato all’ombra della tettoia del campo di tiro, non rientrava esattamente in nessuna delle tre categorie.
Yu Liang teneva il tempo, arrangiando qualcosa alla chitarra, mentre An Chang e Xing Lei osservavano i due ragazzi a terra, scambiandosi opinioni su chi dei due secondo loro avrebbe vinto. O almeno, che ci fosse una gara in corso era ciò che aveva pensato il ragazzo di Gusu mentre si avvicinava. * click!
Jin Ling e Gui Heng erano uno di fronte all’altro, paralleli al terreno come se stessero facendo delle flessioni, ma senza distendere le braccia e mantenendole sempre parzialmente piegate. Il castano aveva le labbra serrate e inspirava profondamente, mentre il più piccolo del gruppo digrignava i denti e sembrava fare una gran fatica.
Quando i ragazzi che non erano impegnati nell’esercizio lo videro arrivare, lo salutarono con un gesto e un ‘guarda chi c’è’. An Chang spiegò la situazione, in risposta allo sguardo profondamente perplesso del Lan. “Gui Heng ha detto di essere il più resistente della squadra. Jin Ling l’ha preso un po’ per il culo, allora lui l’ha sfidato a chi resiste di più in questa posizione.”
“Oh, capisco.” Lan SiZhui annuì, osservando i due ragazzi, a un palmo da terra rigidi come due bastoni.
Ehilà..!” Lo salutò Jin Ling, con la voce leggermente forzata, senza sollevare la testa.
Il moro sorrise per quel saluto. Data la sua posizione, era certo che gli fosse costato impegno. “Ciao.”
So many times, it happens too fast. You trade your passion for glory..” Yu Liang intanto aveva iniziato da poco a cantare, in modo più che allegro, mentre le sue dita viaggiavano veloci sulle corde della chitarra. “Don’t lose your grip on the dreams of the past, you must fight just to keep them alive!
Jin Ling espirò con il naso, sibilando a denti stretti con un sorriso. “Yu Liang. Fottiti.”
Quello rise, insieme agli altri, ma non smise di cantare.
“Io ho puntato sul ragazzino.” Disse Xing Lei.
Lan SiZhui lo guardò perplesso. “Ma non è Jin Ling il capitano della squadra?”
An Chang si inserì, ridacchiando. “Sì, ma Xing Lei crede che la gioventù possa battere noi vecchie generazioni. Io invece punto sull’esperienza.”
“Mh.. Ho capito. E da quanto è iniziata questa gara?” Domandò lui, inarcando un sopracciglio con divertimento.
“Quasi due minuti.”
“Su chi punti, Lan SiZhui? Gioventù o esperienza?”
Scosse la testa. “Ah, nono. Io non scommetto.”
“Dai!! Si fa per scherzare, via! Non c’è niente in palio, tranquillo. Solo la vittoria!
Quello sospirò, poi posò lo sguardo sui due. Gui Heng mandava un flebilissimo mormorio a causa dello sforzo, mentre le sue braccia tremavano appena per la fatica.
Jin Ling, al contrario, sembrava concentrato a mantenere il respiro regolare. Gli occhi grigi viaggiarono sui muscoli contratti del ragazzo, percorrendo la linea della schiena e osservando i tendini delle spalle risaltare a causa di quella posizione, soffermandosi poi sulla linea tesa del collo, esaltata da quel tipo di sforzo. Era tutto così perfettamente definito che avrebbe potuto disegnare ogni fibra di quel corpo.
“Allora? Hai deciso?” Fece Xing Lei, dopo gli interminabili secondi in cui Lan SiZhui si era incantato a guardare il fisico scolpito del ragazzo castano.
Rinvenne, schiarendosi leggermente la gola. “Eh? Ah, sì. Jin Ling.”
“Ottima scelta.” Mormorò quello sfoderando i denti, oltre che per lo sforzo, per l’orgoglio.
L’altro ringhiò appena, facendo ridere gli altri ragazzi di Lanling. Anche Jin Ling dovette controllarsi per non ridere e perdere le forze. Alla fine, poco dopo Gui Heng cedette, cadendo a terra con uno stramazzo.
Jin Ling sollevò appena la testa per guardarlo e passarsi la lingua sui denti con un sorriso di soddisfazione per quella vittoria. “Hai ancora tanta strada da fare, ragazzino.”
Allentò la tensione un paio di secondi dopo, appoggiandosi a terra con un sospiro, e finalmente poté sollevare la testa e guardare Lan SiZhui, sorridendogli apertamente. “Ehilà di nuovo!”
Il moro ridacchiò stupidamente. “Ciao di nuovo.”
“Qual buon vento ti porta qui?” Chiese Yu Liang, facendo vibrare ancora le corde della chitarra e intonando in modo distorto e totalmente fuori tempo le parole.
“Vengo in pace. Porto l’invito in vece del signor Worthing per i festeggiamenti del suo compleanno. Vorrebbe sapere se ci sarete.”
“È lunedì, vero?” Chiese Yu Liang.
“Mh-mh. Pensava di fare qualcosa in spiaggia.”
An Chang scrollò le spalle. “Beh, non abbiamo un cazzo da fare nei prossimi giorni. Direi che è un’ottima occasione per far baldoria.”
Gui Heng, ancora steso a terra ansimante, si limitò a fare un gesto di ‘ok’ con la mano, per cui risero tutti.
 
Lunedì sera, sulla spiaggia concordata, c’erano molte più persone di quante Lan SiZhui si era aspettato. Tutta la comitiva di teatro, non mancavano quelli del corso di chimica che seguiva Lan JingYi, c’erano diversi loro compagni di scuola, e di certo non si erano lasciati sfuggire l’occasione neanche i ragazzi di Lanling.
Chiunque aveva portato qualcosa, che fosse da mangiare, da bere, o chincaglieria anche solo per fare scena. C’era uno stereo sparato a tutto volume da qualche parte che mandava That’s the Way I Like It, seguita da Le Freak, mentre quasi tutti ballavano. Non erano neanche le undici, e Lan JingYi già ci vedeva doppio, se non triplo. Ouyang ZiZhen era la causa di quella sua condizione psicofisica totalmente distorta, e tanti altri in realtà erano più o meno nelle sue condizioni, ma loro non per colpa dell’attore.
Lan SiZhui era stato trascinato a ballare una specie di tango dal festeggiato, quando quello per poco non gli franò addosso con una risata.
“Hai fame SiZhui?” Chiese, quasi urlando, sovrastando la musica non tanto per il volume quanto per la poca distanza che li divideva.
L’altro rise e scosse la testa. “Ma se vuoi qualcosa, te lo vado a prendere.”
Quello annuì, continuando a saltare nella sabbia, ballando e dimenandosi a tempo come se non avesse nessuno intorno. In realtà, Lan SiZhui era davvero preoccupato che avrebbe finito col tirare un pugno a qualcuno. Accompagnò le parole a gesti eloquenti. “Ok, allora vado a prenderti qualcosa. Tu non muoverti, va bene? Stai. Qui.”
“Va beneeee!!” Lan JingYi gli fece la linguaccia, mentre Ouyang ZiZhen gli avvolgeva un braccio intorno alle spalle.
Lan SiZhui scosse la testa, allontanandosi poi in cerca di qualcosa da portare all’amico. Evitò un paio di persone che ballavano come forsennate, in preda a chissà quale scatto di entusiasmo. O di alcool. O di erba. O di altro.
La sua attenzione venne inevitabilmente attirata da un gruppo di ragazzi che ormai conosceva bene. La squadra di tiro di Lanling era decisamente più di là che di qua. Fra An Chang e Yu Liang che ballavano scatenati carpì alcuni movimenti e salti, esaltati dai capelli ondulati, di Jin Ling. Almeno, finché non si rese conto di averlo fissato fin troppo a lungo, ergo, quando quello intrecciò lo sguardo ambrato al suo con un gran sorriso. Chiaramente non era in sé, nessuno di loro lo era. Però non riuscì comunque a sfuggirgli, perché Xing Lei l’aveva già acciuffato e trascinato a ballare con sua sorella e Gui Heng, che sembrava a un passo dal vomitare anche la colazione del giorno prima, ma non smetteva comunque di agitarsi.
Qi Shan, aggrappandosi a un’instabile Xing Jia, lo guardò, scoppiando a ridere incontrollabilmente prima di riuscire a parlare. “Tu.. Hai la facciaccia seria di chi è troppo sobrio!!”
“Ha ragione! Sorellina dai, passa qua, dobbiamo rimediare!” Esclamò allegramente Xing Lei, stringendolo di più mentre si muoveva a ritmo.
Anche a Lan SiZhui veniva da ridere, mentre scuoteva la testa. “No, no, no!! Grazie, devo solo trovare..”
“Ma tanto lo trovi anche dopo, daaai!!” An Chang lo afferrò per un polso, trascinandolo in un ballo sconclusionato che lui assecondò, sinceramente divertito.
Gui Heng intanto aveva strappato alla ragazza una bottiglia di qualcosa e gliel’aveva schiaffata in mano, al che tutti iniziarono a battere le mani a tempo con il ritmo spagnoleggiante.
“No, davvero ragazzi, dovevo solo..”
“Fammi contento, prendilo un sorso!” Esclamò il ragazzino, con un sorriso che di denti sembrava averne quaranta.
“Ha ragione, stasera si festeggia!” Rinforzò allegramente Jin Ling, sollevando una bottiglia gemella a quella del Lan a mo’ di brindisi, prima di cantare l’ultimo verso della canzone che riempiva l’aria in quel momento e bere.
Lan SiZhui sospirò profondamente, poi imitò quel gesto, inghiottendo un sorso fin troppo abbondante di qualcosa che gli bruciò la gola, e di cui era certo sarebbe arrivato fin troppo velocemente al cervello, senza neppure passare dallo stomaco. “Alla salute!”
In realtà, dopo quel primo sorso, gli altri lo costrinsero a tracannarne altri, finché i suoi nervi non si sciolsero abbastanza da continuare a ballare spensieratamente con loro.
Quando gli tornò in mente del proprio migliore amico e della sua richiesta, fece il gesto di andarsene, ma venne prontamente riagguantato. Ovviamente, dall’unica persona che poteva essere concentrata su ogni suo minimo movimento.
“Oi, dove vai? Ci lasci così?” Lo richiamò Jin Ling, afferrandogli la mano prima che fosse troppo lontano.
“Mh.. JingYi.. Lan JingYi mi aveva chiesto di portargli qualcosa da mangiare..” Si giustificò quello, più o meno. La testa gli girava, non era certo di aver detto tutto correttamente, ma era il concetto che contava, no?
“Ah beh, certo. Sicuramente adesso sarà ancora lì.” Rise l’altro, non accennando ad allentare la presa sulla sua mano. Ma era una stretta piacevole, serrata più del voluto probabilmente, ma dolce.
“Gli ho detto di non muoversi!”
Jin Ling rise di più. “Lan SiZhui, non vorrei dirtelo, ma credo siano passate almeno sei o sette canzoni. Fai i tuoi conti, se ci riesci.”
Approssimativamente, se ogni canzone durava almeno quattro o cinque minuti, moltiplicando per circa sette.. Beh, a prescindere dai numeri, un po’ di tempo era passato. Ma Lan SiZhui non era disposto ad arrendersi. Neanche a contare, ma non era quello il punto.
“Mh, ok, allora vieni con me a vedere se è ancora lì!” Gli propose, sicuro che in realtà la concezione del tempo fosse solo distorta dal troppo.. Dal troppo.. Già, cos’era quello che aveva bevuto?
Sapeva solo che gli aveva bruciato la gola, diverse volte. E Jin Ling rideva.
“Va bene!” Gli aveva detto, con un’espressione tanto scettica quanto divertita. Quindi Lan SiZhui aveva afferrato la sua mano con più convinzione e l’aveva trascinato nel punto in cui ricordava di aver lasciato l’amico.
Ovviamente non era più lì. Dopo più di mezz’ora, ovviamente, chiunque si sarebbe spostato, anche se era piuttosto sicuro che Lan JingYi non avesse aspettato neanche cinque minuti.
“Visto?”
“Dobbiamo trovarlo.” Asserì lui, con il tono più serio che riuscì a far uscire dalla propria gola.
L’altro emise uno sbuffo divertito. “SiZhui, sono assolutamente certo che stia bene. È circondato da amici, cosa vuoi che succeda?”
“Potenzialmente tutto. Tu, tu..” Lan SiZhui cercò di contenere un sorriso che voleva esplodere mentre puntava l’indice contro il petto del ragazzo. “Non l’hai mai visto ubriaco. Potrebbe succedere qualsiasi cosa!
E Jin Ling rise ancora, afferrandogli la mano e agguantandolo per la vita. “È la sua festa, lascia che si diverta. Con chi era?”
Era solo un’impressione di Lan SiZhui, o il ragazzo sembrava spaventosamente sobrio rispetto a lui? Ah, dannazione, la spiaggia stava girando e a lui veniva da ridere.
O perlomeno, Jin Ling era coordinato, lui no. Era per quello che ora la mano dell’arciere era sul suo fianco, no? Come la sua aveva trovato la sua strada sulla spalla dell’altro. Per trovare un supporto. Sì, era sicuramente per quello che erano così vicini, adesso.
La ridarella che voleva esplodergli nel petto gli impediva di aprire bocca. “Ouyang ZiZhen, credo?”
“Allora è in ottima compagnia. Dai, ora pensa a divertirti. O ti faccio ridere io.” La sua minaccia suonava così allegra nelle orecchie di Lan SiZhui.
“Ah sì? E come far– NO!” Esclamò con un gridolino acuto, colto di sorpresa dalla sensazione sul proprio fianco, proprio sotto la mano del ragazzo di Lanling.
Jin Ling sfoderò un enorme sorriso a quella reazione, non mancando di pungolare ancora il moro in quello stesso punto. “Ci avrei scommesso che lo soffri.”
Lan SiZhui serrò una mano sul suo avambraccio, con le labbra increspate da una risata che voleva uscire. “Nnnu..
Lui insisté, stuzzicandolo e facendolo ridere mentre cercava di sfuggire alla sua presa, con scarsissimo successo.
Smetti! Naahhhahahahah! Jin Ling! Jin Ling ti prego.. Basta!!” Il Lan aveva le lacrime agli occhi per quanto stava ridendo, impossibilitato a fuggire a quel supplizio. In un gesto di disperazione, si rifugiò fra le braccia del proprio aguzzino, aggrappandosi a lui che, dopo un attimo di sorpresa, riprese la sua tortura, stringendolo di più a sé.
Lan SiZhui si dimenò ancora, ridendo e lanciando gridolini nell’incavo del suo collo. Con tutto quel movimento però, Lan SiZhui si sbilanciò, facendo perdere l’equilibrio a entrambi e facendoli cadere sulla sabbia. Nella caduta, Jin Ling si era sostenuto leggermente per non fare male all’altro, così ora il moro era ingabbiato sotto di lui, ancora scosso da alcuni risolini che gli erano rimasti da sfogare in gola.
Il viso a un soffio dal suo. Jin Ling abbassò per un secondo lo sguardo sulle sue labbra, passaggio che non passò inosservato all’altro, che girò appena la testa.
“Sei.. Gh..” Il castano emise un sospiro pesante, come una specie di ringhio sommesso, appoggiandosi alla sua spalla con la fronte. Poi sollevò di nuovo gli occhi per guardarlo sorridere ancora, espressione che imitò senza fingere. “Logorante.”
Lan SiZhui batté un paio di volte le palpebre, poi rise piano. “È la prima volta che me lo dicono.”
“Beh, qualcuno doveva pur cominciare!” Ridacchiò lui, in risposta. “C’è sempre una prima volta per tutto, no?”
Il moro annuì. “Me ne restano ancora tante, però.”
“Mh? Tipo?”
“Uhm.. Tipo.. Non ho mai.. Mh.. Fatto tante cose.” Rise, cercando di ricollegare le idee, ignorando le persone che ballavano poco distanti da loro. Per qualche strano caso, gli arrivò alle orecchie il rumore del mare. O più probabilmente lo stava immaginando, dato il volume della musica che gli faceva vibrare anche i pensieri. “Che so, fatto il bagno di notte.”
“Cosa?! Mai?!” Jin Ling si sollevò immediatamente, stupito.
Lui scosse la testa. “Mai.”
“E da quanto vieni a questo campo?!”
“Mh.. Tutti gli anni.” Ci pensò un attimo, per sicurezza, ma era certo di esserci sempre stato.
Il ragazzo castano spalancò gli occhi con stupore. “Non è possibile. Non è vero.”
Lan SiZhui rise appena. “Mh-mh. Lo è.”
“A questo allora dobbiamo assolutamente rimediare!” Affermò determinato, sollevandosi abbastanza in fretta e scrollandosi dalle mani della sabbia.
“Cosa? E quando?”             
“Ora! Non è ovvio?” Jin Ling gli tese la mano con un sorriso che poteva tranquillamente illuminare intorno a sé. O almeno, era ciò che aveva pensato Lan SiZhui.
“Ma.. Davvero?” Domandò, sollevando appena il busto da terra, sentendo sfrigolare appena la sabbia che scivolava dai suoi capelli insieme alle parole di I’m a Believer.
“Ti sembro uno che scherza?” Replicò quello, con un’espressione divertita.
“Ma.. Siamo a una festa! Non possiamo sparire così.. No?” Ridacchiò, contagiato dall’entusiasmo dell’altro.
“Oh, dai. Non se ne accorgerà nessuno se mancano due persone! Guardati intorno, credi davvero che noteranno la nostra assenza?” Protestò Jin Ling, senza dar cenni di voler ritrarre la mano.
Lan SiZhui si morse il labbro, incerto e sinceramente combattuto, ma un attimo dopo aveva già le dita intrecciate a quelle affusolate del Jin.
 
Si erano spostati di parecchio, correndo con le mani strette l’una all’altra scalzi sulla sabbia, stavolta certi di non ritrovare le scarpe. Anche perché non ricordavano neanche di averle avute, le scarpe, a inizio festa.
Solo quando la musica martellante di poco prima divenne una sfumatura in sottofondo si decisero a rallentare, ridendo con il fiato corto. Anche le loro dita scivolarono, slacciando quella presa a cui entrambi si erano aggrappati.
Jin Ling lo guardò per un istante, prima di sfilarsi con un gesto fluido la maglia e lasciarla cadere accanto a sé. Sorrideva in modo affilato e divertito anche mentre si sfilava i pantaloncini, abbandonandoli accanto alla maglietta e indietreggiando leggermente.
Lan SiZhui intanto si mordeva il labbro per contenere le risate che gli fiorivano dal petto, con scarsi risultati.
“Jin Ling..!”
“Che aspetti? Dai!” Lo spronò lui, facendo qualche altro passo indietro.
Il moro si sentiva andare a fuoco, e non sapeva neanche perché. “Ho.. Ho cambiato idea!”
Jin Ling gli rise. “Bugiardo.”
Era una pessima bugia, in effetti. Lan SiZhui sospirò profondamente, guardandosi intorno, prima di togliersi la maglia, osservando l’altro che indietreggiava ancora entrando in acqua fino a poco sotto le ginocchia. Jin Ling si fermò a guardarlo mentre si toglieva i pantaloncini, e il moro si sentì andare a fuoco sapendo di avere i suoi occhi puntati addosso. Non poteva certo dirgli niente, però. Non aveva forse fatto la stessa cosa, percorrendo ogni centimetro della pelle dell’arciere man mano che veniva scoperta?
Lasciò gli indumenti accanto a quelli dell’altro, guardandolo un po’ incerto. La luna era solo uno spicchio crescente, ma illuminava più che quanto necessario.
“Che fai? Resti lì a prendere la tintarella di luna?” Lo provocò indietreggiando ancora di pochi passi, facendolo ridere.
“Non è che è fredda?” Chiese ancora titubante, ma con una curva felice sulle labbra.
Jin Ling aprì le braccia e si lasciò cadere indietro, accompagnato da un tonfo scrosciante e un alone d’acqua dai riflessi color perla che si sollevò intorno al suo corpo. Quando riemerse pochi secondi dopo, scosse la testa allegramente e si spostò indietro capelli per poterlo guardare.
“È caldissima, fidati. Vieni?”
Lan SiZhui ebbe l’impressione che, con quel sorriso, avrebbe potuto convincerlo anche a entrarci a quattro zampe, in mare.
In effetti, in quegli ultimi giorni c’era sempre stato un sole cocente e fare il bagno equivaleva a immergersi in un brodo. Quindi aveva senso, anche dato il leggero calore che gli sembrava l’acqua emanasse.
Scuotendo appena la testa, si fece coraggio e avanzò nelle timide onde che si infrangevano sulla battigia. Una sensazione piacevolmente calda gli avvolse la pelle man mano che entrava in acqua, avvicinandosi a dove l’altro lo stava aspettando.
Il mare era trasparente, l’impressione era quella di affondare in un blocco di tiepido vetro fuso. Non si vedeva bene il fondo, un po’ per il buio e un po’ per la luce riflettente della falce lunare.
Lan SiZhui era già immerso fino ai fianchi, quando sentì di nuovo la voce dell’altro.
“Hai visto? Si sta bene, no?”
“Mh.. Sì, dammi un secondo per ambientarmi.” Rispose allegramente.
Jin Ling si immerse di nuovo, andandogli incontro. “Muoviti, o mi viene voglia di schizzarti.”
“No!” Protestò lui, già ridacchiando, mentre l’acqua intanto gli arrivava alle costole. “Però è calda. È vero.”
In lontananza, si sentiva ancora il motivo di una canzone che accompagnava la festa che si erano lasciati alle spalle.
Con un sospiro, Lan SiZhui finì di immergersi piegandosi sulle ginocchia, trovandosi letteralmente con l’acqua alla gola. Era una sensazione avvolgente, però tiepida e ospitale.
Il ragazzo di Lanling intanto gli girava intorno, nuoticchiando pigramente. “Allora, com’è il tuo primo bagno notturno?”
“Diverso da come l’avevo immaginato. Pensavo che l’acqua fosse gelata, invece è.. Davvero calda.”
I due ridacchiarono stupidamente, scambiandosi qualche altra chiacchiera vuota, poi presero a nuotare ancora, inseguendosi con dei tuffi accennati e qualche risata, sguazzando fra le increspature del mare. Giocarono in acqua, lanciandosi qualche schizzo per dispetto, avvicinandosi e allontanandosi di nuovo per un tempo che non avrebbero potuto quantificare. Il riflesso della luna era frammentato ovunque sulla superficie opalescente, e non potevano tenerne davvero traccia, né era nel loro interesse farlo.
Solo in un momento si trovarono di nuovo abbastanza vicini da potersi guardare negli occhi. Quelli di Jin Ling bruciavano con lo stesso ardore di quelle stelle da cui erano circondati, mentre quelli Lan SiZhui erano limpidi come l’acqua in cui si stavano muovendo.
Jin Ling allungò una mano, che venne prontamente afferrata, quasi di riflesso. Attirò a sé l’altro ragazzo, circondandogli dolcemente la vita, mentre quello sollevava le braccia con un lieve rumore di gocce per posarle sulle sue spalle. La sensazione della pelle sulle mani era allo stesso tempo a malapena tiepida quanto rovente per entrambi.
Sentì un brivido accarezzare il palmo della sua mano, mentre teneva vicino l’altro.
Hai freddo?” Chiese a bassa voce, Jin Ling.
L’altro scosse la testa, mentre un altro brivido lo attraversava ancora.
Sicuro? Possiamo uscire se hai freddo..”
Sto bene, davvero. Non preoccuparti.”
Jin Ling si accorse di star sostenendo l’altro quando sentì i polsi dell’altro incrociarsi dietro al proprio collo. Lo stava quasi tenendo in braccio, ma non sembrava che la cosa dispiacesse a nessuno dei due. Abbozzò una giravolta, facendo ridere l’altro e aumentare leggermente la sua presa intorno al collo.
Il respiro caldo di Lan SiZhui gli solleticava appena il viso, mentre si immergeva in quegli occhi così grigi e profondi. Un leggero gocciolare decorava quei centimetri di silenzio fra loro, sorridendosi con dolcezza, sospesi come in una bolla.
Lan SiZhui, con un secondo di incertezza, si sporse a coprire quell’infima distanza, incontrando teneramente per un misero istante le labbra morbide e fredde dell’altro. Un attimo fugace che bastò a far esplodere e irradiare una fiamma nel petto di entrambi.
Jin Ling inseguì ancora la sua bocca dopo uno sguardo veloce, premendo un altro bacio su quelle labbra delicate, e un altro, e un altro ancora, sentendoli ricambiare dolcemente, stringendo piano l’abbraccio in cui lo teneva prigioniero, per avvolgerlo un po’ di più con il suo calore.
Entrambi si sentivano scaldare da un sentimento che li teneva attanagliati in quella soffice morsa di timidi schiocchi felici. Il moro lasciò che l’altro approfondisse quell’assaggio con l’accenno di un sorriso, sentendo un contatto umido e leggermente speziato sulla propria lingua.
Sai di fumo..” Mormorò poi, con un filo di voce, strofinando appena il naso contro il suo, con una sensazione che sfrigolava nel proprio cuore.
L’altro gli rubò un altro bacio a fior di labbra. “Ti dà noia?
Scosse lievemente la testa prima di baciarlo ancora, tenendolo vicino e spostando una ciocca castana che minacciava di ostacolarlo. Si rincorsero ancora, aggrappandosi dolcemente uno all’altro per qualche altro bacio.
Facevo bene ad avere paura che mi piacesse..” Sussurrò, guardandolo a un soffio dal suo viso.
Mi dispiace, è un brutto vizio..” Jin Ling gli sorrise felice, poi sollevò una mano con il consueto rumore gocciolante per posarla con delicatezza sulla sua guancia. Lan SiZhui pensò che volesse baciarlo ancora, così chiuse gli occhi, aspettando quella sensazione che trovava già familiare sulle labbra. Quello, invece, gli posò con leggerezza un bacio sulla fronte.
Scambiandosi uno sguardo felice, si strinsero ancora nell’acqua, mentre Jin Ling gli accarezzava piano la schiena, percorsa dai brividi di freddo.
Sei un bugiardo..” Mormorò il castano, divertito, contagiando anche l’altro.
Potevo sopportare qualche minuto in questo modo..”
Lan SiZhui si lasciò stringere ancora per un po’, sentendo il cuore che correva all’impazzata accanto a quello dell’altro. Si decisero a uscire dall’acqua solo quando Jin Ling iniziò a preoccuparsi dei brividi che scuotevano il corpo fra le sue mani, nonostante il moro volesse ignorare il problema.
Non potendosi asciugare, i vestiti si appiccicarono alla loro pelle senza dare un vero sollievo, però erano entrambi troppo su di giri per darci reale peso. Jin Ling comunque avvolse un braccio intorno alle spalle dell’altro, stropicciandolo dolcemente mentre lo teneva stretto a sé per scaldarlo.
I due ridacchiavano, stando con i cuori vicini, mentre tornavano indietro. Il castano ogni tanto si sporgeva per dargli un bacio sulla guancia o l’accenno di un morsetto, facendolo ridere allegramente e girare per ricambiare quegli schiocchi d’affetto.
Mh.. Smetti..” Mormorava il moro, ricambiandone un altro subito dopo.
Ancora uno, solo per stasera..” E intanto gliene aveva già rubati due con un sorriso.
A un certo punto Lan SiZhui aveva intrecciato le loro dita, mentre camminavano affondando nella sabbia e sbandando leggermente. La sua testa non girava più, quel loro ondeggiare era più dovuto alla loro posizione instabile. Certo, non la sentiva di sicuro leggera, la testa, e anzi, voleva davvero arrivare al proprio letto e sprofondarci dentro.
“Mh.. Lan SiZhui?”
“Mh?”
“Camera tua è più vicina a questo lato di spiaggia, posso fermarmi da te?”
Il cuore di Lan SiZhui ebbe un sussulto. “E JingYi? Cosa dirà quando ti troverà lì domani?”
Jin Ling emise un mormorio contrariato. “Per favore, dai.. Non ho una gran voglia di arrivare alla mia.. E poi Lan JingYi neanche sarà in camera adesso.”
“Mh.. E perché non dovrebbe?”
“Non so, forse perché era totalmente di fuori quando l’ho visto mentre andavamo via? Te che dici?”
“L’hai visto e non me l’hai detto?!” Esclamò quello, con un’occhiataccia stupita.
“...Avrei dovuto?”
Lan SiZhui sospirò, scuotendo la testa con mezzo sorriso. “Vabbè. Ad ogni modo, non avrei avuto qualcosa da dargli da mangiare.”
Jin Ling emise un altro mormorio, come a voler ricordare la sua domanda.
“A maggior ragione, se era uno straccio, sarà in camera ora, non credi?”
“Scommettiamo?” Fece saltellare le sopracciglia castane con aria furba.
Quello fece schioccare la lingua. “D’accordo. Sentiamo.”
“Io dico di no. E se ho ragione, mi fai restare.”
Lan SiZhui sbuffò divertito. “Va bene. Ma se c’è, non devi neanche entrare, ok?”
Antipatico.” Mormorò Jin Ling, strofinando il naso vicino al suo orecchio, mentre lo stringeva leggermente di più, facendolo ridacchiare dolcemente.
 











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Note dell'Autrice
Massssaaaalve! *wink*
Da quanto lo stavate aspettando, questo bacio, eh? Solo quasi tre mesi, dai, non vi ho fatto aspettare poi così tanto, no? uwu
Scherzi a parte, non era per rubare la scena al nostro simpatico Lan di quartiere, nonostante la mia INCREDIBILE fatica a ricordare quando caz fosse nato, Deb e Lilith me ne sono testimoni, l'avrò chiesto qualcosa come duecentosei volte in una decina di giorni. Tutt'ora non sono certa di aver beccato la data giusta.
Scusatemi, ho una memoria veramente pessima per le date, scordo persino il mio compleanno, fate voi.
Comunque! Tanti auguri a Lan JingYi, che domani troveremo probabilmente incagliato dentro un cespuglio in mutande mentre si crede Superman!

Finito questo sproloquio, mi è piaciuto scrivere questo capitolo, ma inviterei chiunque a non fare il bagno di notte dopo aver troppo bevuto/mangiato, nonostante l'acqua sia effettivamente tiepiduccio-calda, la congestione vi aspetta. Jin Ling e Lan SiZhui sono un caso a parte, sono i protagonisti di questa storia, quindi non posso ammazzarli così. Mi servono vivi ancora per un pugno di capitoli, lol.
A tal proposito, il prossimo uscirà fra ben due giorni, ergo mercoledì 26! (sì, proprio ora che avevo notato la regolarità delle uscite lol.)
Questo per mettere più spazio fra gli ultimi due, perché beh, ridendo e scherzando sì, siamo arrivati quasi in fondo.

Via, con questa nota di malinconia, ringrazio la mia beta per il supporto in questo breve ma lungo viaggio. Grazie alle mie DiscepolinE per la pazienza nel sentirsi chiedere almeno due o tre volte quotidianamente "quand'è nato JingYi?". Grazie a Mary per la pazienza di aver dovuto aspettare qualcosa come tre mesi per leggere tutta la scena del pining durante la gara di resistenza, di cui aveva avuto un'anteprima di due righe perché ero indecisa se lasciare la canotta a Jin Ling o no. Abbiamo concordato che sarebbe uscito un soft porno senza, quindi nonostante la visione che avrebbe avuto Lan SiZhui, ho optato per tenerla.
Grazie a tutti i lettori e a chi aggiunge alle raccolte!

Ci si legge fra un paio di giorni, bella gente!



Athelyè ~ 

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Capitolo 18
*** Is This Love? ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo XVIII – Is This Love?



Lan SiZhui aprì gli occhi con un mormorio. La prima cosa su cui la sua attenzione si focalizzò fu la figura accasciata sul tavolino a pochi passi dal letto. Già, la sensazione delle lenzuola intorno al suo corpo era molto ospitale, peccato che non ricordasse minimamente come ci fosse arrivato.
Non ricordava davvero di essersi messo a letto, l’ultimo ricordo della sera prima era di essersi fatto la doccia e infilato la maglietta con cui dormiva di solito.
E quei ciuffi castani scompigliati, quasi ricci a causa dell’acqua salata e placidamente appoggiati a un paio braccia allenate, perché erano così distanti?
Si sollevò appena, sentendo ancora i pensieri molto pesanti, e guardò confusamente il posto vuoto accanto a sé, perfettamente intatto, prima di tornare con gli occhi sul ragazzo profondamente addormentato sul tavolo.
Uhm.. Jin Ling..?” Chiamò piano, con la voce impastata.
Da lì poteva chiaramente vedere i lineamenti distesi dal sonno, le labbra chiuse e le sopracciglia rilassate dell’altro. Le ciocche nocciola gli cadevano disordinate sul viso e gli accarezzavano gli avambracci.
Jin Ling..?” Chiamò ancora, stavolta più dolcemente.
Quello inspirò più profondamente, increspando per un secondo la sua espressione rilassata, e rivelò due spicchi dorati dall’aria lucida.
Mmmhn.. ‘Giorno..” Quel tono basso e ancora roco aveva un che di tenero. Jin Ling accoccolò meglio la testa fra le braccia, ma senza riaddormentarsi. O perlomeno provando a non farlo.
Perché sei lì?
Stavo dormendo..” Rispose lui, come se fosse ovvio.
Lo vedo, ma perché sul tavolo?” Lan SiZhui rise appena.
Il castano batté un paio di volte le palpebre, tranquillamente. “Mh.. Lan SiZhui, ti ricordi cos’è successo ieri sera?”
Una lieve sfumatura rosa si diffuse sul suo viso. “Mh-mh.”
“Beh, quando sono uscito dal bagno, ti eri già addormentato. Non volevo farti venire dubbi su qualcosa che non è successo, quindi ho dormito qui.” La risposta era uscita lenta, complice il sonno che ancora pesava sul suo respiro.
Lan SiZhui lo guardò stupito per un paio di secondi. Non sapeva bene come sentirsi, o se pensare che l’altro fosse molto premuroso o solo molto stupido. Scosse appena la testa e rise dentro di sé.
Poi gli venne in mente, come un flash, di voler specificare una cosa che altrimenti l’avrebbe fatto sentire in colpa. “Uhm, però.. Riguardo a ieri sera..”
L’arciere lo interruppe, lasciandolo confuso per un paio di secondi prima di annuire. “Per favore, so cosa fa l’alcool, soprattutto quando è troppo. Quindi non pensarci.”
Jin Ling sollevò il busto stiracchiandosi un po’, dato che sentiva tutti i muscoli intorpiditi. Beh, ovviamente.
Diede un’occhiata all’orologio appeso al muro, assottigliando leggermente gli occhi. Aveva ancora i sensi rallentati. “Mh.. Comunque ora penso che leverò le tende.”
“Almeno prendi qualcosa.” Disse Lan SiZhui, alzandosi e andando a prendere qualcosa da un mobiletto sopra l’acquaio. Gli mise davanti una tazza con un sorriso. “Non disturbi, davvero.”
Inoltre, gli pareva il minimo dopo averlo lasciato, anche se involontariamente, a dormire sul tavolino.
“Non vuoi andare in mensa?” Chiese, appoggiando la guancia alla mano, mentre guardava l’altro avvicinarsi al piccolo fornello e tirarsi su i capelli in uno chignon scomposto. Una ciocca nera gli ricadde come sempre su un lato del viso.
“E stare come l’altra volta? No grazie.” Mise sul fuoco il necessario a preparare del caffè per Jin Ling e l’acqua per il suo the.
“Mh.. Però verrai con noi, o no anche a quello?”
“Andate al mare?” Chiese, mentre prendeva le foglie. Nella sua testa si chiese anche come potessero avere tutta quell’energia dopo aver fatto serata.
“No, pensavamo di andare a fare un giro in un paesino qua intorno. Ti interessa?”
Lan SiZhui ci pensò un momento, poi si voltò sorridendo. “Beh, se non disturbo, perché no?”
 
Quando Lan SiZhui uscì dalla propria camera, si trovò davanti il gruppetto di ragazzi. Erano tutti a cavallo della propria bici, e lui rimase disorientato per qualche secondo.
“Ehilà!”
“Pronto, Lan?”
“Porta altra acqua, che noi abbiamo solo due bottiglie!”
“Ehm..” Lui sollevò la borsa dove aveva messo acqua e provviste in più, con aria imbarazzata. “I viveri non mancano.. È il mezzo che non ho..”
“Non hai una bici?” Chiese An Chang, inclinando la testa. “O non ci sai andare?”
Tsk, che domande! Alla sua età, chi non sapeva andare in bicicletta?
...
Beh, lui.                                         
Evase la domanda. “Uhm, beh, mi sa che allora devo rifiu..”
“Ti porto io.” Disse con voce spontanea Jin Ling, come se fosse qualcosa di naturale, quasi scontato, prima di rivolgergli un sorriso.
“No, ti farei solo faticare.. Non importa, davve..”
“Non ti porto mica in braccio! Siamo su due ruote.” Rise lui, facendogli un cenno con la testa. “Dai, salta su.”
“Dai, Lan SiZhui!”
“Vieni, dai!!”
Il ragazzo si era già convinto, pur sentendosi in colpa, a quell’invito da parte del Jin. Quindi si avvicinò a lui con aria leggermente incerta.
“Sei sicuro?”
“Mh-mh.” Gli sorrise ancora. “Sono abituato a portare altra gente, non preoccuparti.”
Lan SiZhui non seppe bene quale sensazione gli colpì lo stomaco in quel momento, se era piacevole o velenosa, ma sicuramente osservò con molta perplessità la bici.
Jin Ling, intuendo un possibile imbarazzo, fece un gesto agli altri. “Voi avviatevi, vi faremo mangiare la polvere in un minuto!”
Quelli partirono, lanciandosi in avanti per precederli con qualche grido di euforia. Lan SiZhui li aveva sempre trovati un gruppo di matti, ma non poté fare a meno di sentirsi contagiato da quell’allegria. Tuttavia, continuò a osservare ‘il suo posto’ con esitazione.
“Che dici, ce la facciamo in giornata?” Lo prese in giro Jin Ling.
Il moro, per tutta risposta, gli fece una smorfia tirando fuori la lingua, facendolo ridere. Poi, finalmente, prese posto dietro di lui, sistemandosi in modo da stare comodo, sentendosi comunque in imbarazzo.
Jin Ling gli lanciò un’occhiata rassicurante da sopra la spalla. “Reggiti a me.”
Il ragazzo stava aspettando di sentire la presa sulle proprie spalle per partire, quindi, quando si sentì avvolgere da una sorta di abbraccio più o meno all’altezza della vita, rimase stranito un paio di secondi. Il leggero calore dell’altro sulla schiena lo prese alla sprovvista, costringendolo a un ampio sorriso che per fortuna l’altro non poteva vedere. “Ci sei?”
Che domanda idiota, Jin Ling, lo senti se è pronto.
Lan SiZhui annuì, stringendosi di più a lui mentre si dava la spinta, prendendo lo slancio per partire. L’aria fresca colpì immediatamente il viso di entrambi, man mano che acquisivano velocità. In un attimo, comparvero anche gli altri davanti a loro, che stavano chiacchierando e ridendo fra loro.
“Sei un cretino, Gui Heng!” Rise Yu Liang, mentre pedalava, dopo aver schivato il ragazzino.
“Era per rendere le cose più interessanti!”
An Chang rallentò leggermente, mettendo un paio di metri o poco più fra sé e i due, che continuavano a incrociare le loro traiettorie, e lasciò il volante per pedalare pigramente in piano con le mani intrecciate dietro la testa.
Anche Jin Ling rimase più indietro, attento a tenersi distante dai due, che battibeccavano cercando di urtarsi nella corsa. “Ragazzi, se vi rompete qualcosa sono cazzi vostri e ai regionali andrete a fare il tifo dagli spalti.” Commentò con una mezza risata.
Xing Lei gli batté le mani, prima casualmente, poi continuò seguendo un motivo ben preciso mentre uscivano dal campo estivo e invadevano la strada.
An Chang riconobbe la canzone e iniziò a dargli corda, accompagnando il battito schioccando le dita e battendo la stessa mano sulla coscia. Anche Gui Heng abbandonò il suo intento di disarcionare l’amico e mormorò il motivetto a labbra strette, mormorio a cui si unì anche Jin Ling, in attesa dell’attacco alla prima strofa.
My best friend told me what you did last night. Left me sleepin' in my bed, I was dreaming, but I should have been with you instead..!” Si fece strada la voce di Yu Liang. Appena attaccò il ritornello, anche gli altri si unirono con voci allegre, mentre la gente che passeggiava in strada gli batteva le mani e rideva della loro vivacità.
Lan SiZhui rimase inizialmente sorpreso, ma allo stesso tempo divertito, dal coro spensierato e giocoso che stavano formando. Forse era quello che significava far parte di una squadra?
Non poteva saperlo, ma di sicuro sapeva cos’era a spingere Jin Ling a voler far parte di quel gruppo, anche indossando una maschera. In fondo, loro due, il senso della solitudine lo conoscevano fin troppo bene.
“Canta anche tu, dai!”
Jin Ling gli lanciò un’occhiata allegra da sopra la spalla, a cui lui rispose con un riso leggero, prima di aggiungere anche la sua voce alla loro.
 
Attraversarono un insieme di case, che variavano dal giallo paglierino al lilla chiaro e messe tutte insieme davano l’impressione di passare dentro un croco.
All’improvviso, Lan SiZhui vide spalancare le braccia di Yu Liang, in testa al gruppo, e poi sparire un secondo dopo mentre cantava. Perse almeno sei anni di vita per il terrore e il vuoto di stomaco che provò quando imboccarono una discesa, che lui non si aspettava in generale, poi figuriamoci di sentirla così bene. Sentì sussultare ritmicamente il corpo di Jin Ling, e capì che aveva preso apposta quella discesa con slancio, ma non poté fare a meno di imitarlo mentre lo rimproverava. “Tu non ridere!”
“Scusa.” L’arciere dovette mordersi il labbro per fermare i risolini. Non era sincero, ovvio, ma a chi importava? Anche Lan SiZhui stava ridendo. Lo sentiva bene contro la propria schiena, aggrappato com’era dopo quel piccolo scherzo.
Il gruppo inforcò una stradina in salita, rasentando un muretto chiaro, e man mano che salivano un drappo blu scuro si estendeva sempre di più alla loro destra, incontrando il cielo con uno stacco netto dato solo dal riflesso del sole sulla superficie dell’acqua.
I ragazzi fecero una pausa non appena raggiunsero uno spiazzo del paesino arroccato lì, per rinfrescare la gola con un po’ d’acqua e scattarsi delle foto. O meglio, diciamo piuttosto che Xing Lei, l’unico dotato di macchina fotografica, li richiamava spesso per immortalarli davanti a questa o quella casa, angolo di mare o statua che fosse, per foto di gruppo e per quelle che lui definiva ‘spontanee’. Spesso, sviluppandole, si rendeva conto che la maggior parte erano mosse, però quelle buone le metteva subito in un album.
In particolar modo, riuscì a catturare Lan SiZhui (a sua insaputa, chiaramente) mentre rideva portandosi le ciocche corvine dietro l’orecchio con aria elegante. L’espressione che aveva era così luminosa, e il suo comportamento così aggraziato, che pensava quasi di aver immortalato una dama di fine ottocento insieme al suo amante.
Xing Lei sollevò lo sguardo dall’obbiettivo, osservandoli per un paio di secondi con un pensiero vago per la mente, poi richiamò la sua attenzione e quella del ragazzo castano comodamente appoggiato al muretto accanto a lui. Palesemente, non si erano accorti di lui.
“Sorridete, vi faccio una foto!”
“Eh? Ah, no, aspetta! Vengo male!” Rise Lan SiZhui, coprendosi la faccia con una mano, non sapendo che una gli fosse già stata scattata.
Jin Ling sospirò guardando il cielo, poi si voltò verso il Lan. “Fallo contento. Tanto, nove su dieci, gli esce mossa.”
Ehi!” Sbuffò quello, mentre sollevava di nuovo la macchinetta. “Dai, solo un sorriso!”
Gli altri risero, mentre i due ragazzi si mettevano in posa. Si rilassarono non appena sentirono lo scatto.
“Fatta! Bene, poi dammi il tuo indirizzo, Lan SiZhui, che te la mando appena le sviluppo!” Uno schiocco arrivò sulla nuca di Xing Lei, che mugolò in protesta.
“Non dargli retta, Lan SiZhui! Siamo vicini di casa da quando avevamo sei anni e non mi ha mai passato una sola foto!” Rise An Chang, prendendolo in giro, mentre andava a sedersi all’ombra.
Lan SiZhui ridacchiò, vedendoli battibeccare in amicizia, e presto anche gli altri si unirono alle risate, dimenticandosi della domanda. Intanto Jin Ling si accese una sigaretta, sbuffando un ricciolo bianco verso il cielo azzurro. Nell’aria, oltre alle loro voci allegre, si sentiva solo l’eco lontana di una radio accesa ad alto volume in qualche casa.
Quasi istintivamente, mentre lo guardava portarsi alle labbra il tubicino bianco, Lan SiZhui si passò impercettibilmente la lingua sul labbro inferiore, come a volersi ricordare quel sapore. Arrossì leggermente appena se ne accorse, nonostante nessuno l’avesse notato. D’altronde era stato davvero un attimo e solo lui sapeva perché.
“Oi, Jin Ling, puoi accendermela?” Yu Liang agitò la mano che teneva la sigaretta.
“Mh-mh, vieni.” Il fumo fuggì dalla sua bocca mentre rispondeva.
I due fecero toccare la punta delle due sigarette, mentre aspiravano facendole brillare di rosso. Yu Liang, non appena riuscì a prendere una boccata, soffiò negli occhi di Jin Ling per dispetto, cosa a cui quello rispose con un’imprecazione e una smorfia per evitarlo.
Lan SiZhui si morse appena il labbro, sorridendo per la scenetta. E forse, ma molto in fondo, per una scheggia d invidia.
“Ne vuoi una anche tu?” Chiese il chitarrista, accorgendosi dello sguardo di Lan SiZhui, ma senza riuscire a decifrarlo.
“No, grazie!” Si affrettò lui, dopo aver incrociato gli occhi ambrati e incuriositi di Jin Ling.
“Perché no? Non hai mai provato?” Chiese Xing Lei, mentre se ne accendeva una, soffiando una colonna di nebbiolina bianca e densa.
Intanto anche Gui Heng ne aveva posata una fra le proprie labbra e, dopo averla fatta luccicare di rosso, aveva lanciato l’accendino ad An Chang.
“No, mai.” Poi guardò il gruppetto e rise. “Mi sento in minoranza etnica così, però.”
E subito piovvero dei dai prova!, te ne do una, e ancora se non ti piace la fumo io. Eccetto Jin Ling, che invece era rimasto in silenzio e non aveva neanche provato a insistere. Anzi, aveva anche mugugnato un lasciatelo stare, se non vuole.
“Perché non gliene dai solo un bacio allora, capitano? Alla canadese.” Propose An Chang.
Quello aggrottò un sopracciglio con aria scocciata. “Non vedo perché dovrei, se non vuole provare.”
Gui Heng parlò in tono scherzoso esalando una nuvola. “Posso farlo io, se ti vergogni..”
Jin Ling lo fulminò con lo sguardo seduta stante, e il ragazzino non tentò più neanche di aprire bocca per espirare il fumo, soffiandolo dal naso e somigliando a un piccolo draghetto.
Il Lan li guardò perplessamente divertito. “Ehm.. Sarebbe..?”
“Un bacio di fumo o di sigaretta, o alla canadese. Quando ti passano il fumo in bocca.” Spiegò Xing Lei. “Non lo sapevi?”
“No.. Ma.. Mh.. Non smetterete di insistere finché non lo farò, vero?”
Gli altri annuirono convinti, eccetto il più piccolo che continuava a non muoversi.
“Quanto rompete il cazzo..” Disse Jin Ling, prima di aspirare una boccata dalla sigaretta che era quasi al termine.
Avrebbe voluto ridere per quell’esclamazione, ma Lan SiZhui ebbe a malapena il tempo di registrare le azioni del ragazzo, quando si ritrovò incollato alla sua bocca. Il respiro denso di Jin Ling gli arrivò dritto alla gola, occupandola con una sensazione pungente del tutto inaspettata. Appena si staccò, tossì forte, ancora sorpreso e con quel gusto amaro sul palato. Non era stato niente di neanche vagamente romantico, né voleva esserlo, ma il viso di Lan SiZhui era comunque in fiamme.
Jin Ling gli posò una mano sulla schiena, osservandolo con un sopracciglio inarcato, divertito. “Tutto bene?”
Annuì, chiedendosi come fosse possibile che dei baci avessero un sapore così diverso da quella zaffata acre, appena speziati sulla lingua, mentre quello era solo terribile!
Appena realizzò quel confronto, avvampò anche dall’imbarazzo, ma passò facilmente inosservato agli altri, che pensarono fosse per quella sua reazione di fronte a loro e non per ciò che gli attraversava la mente.
Uno del gruppetto che Lan SiZhui non si preoccupò di individuare, continuando a schiarirsi la gola per togliere quel saporaccio, rise. “Davvero non aveva mai provato!”
“Dategli dell’acqua, via.”
“Tieni, bevi! Ahahahah!”
Gli arrivò una bottiglietta d’acqua, di cui bevve almeno metà, cercando di portar via l’amaro. Mentre lui si riprendeva, An Chang chiamò Gui Heng.
“Maaa.. Poi ieri sera, con JiaJia?” Accompagnò la domanda con un gesto della mano come a scuotere qualcosa, più che eloquente.
Woow. Cosa, cosa?” Jin Ling si sporse, improvvisamente incuriosito dalla conversazione.
“Sì, beh, tu a un certo punto sei sparito, ma quei due..” Commentò Yu Liang, lasciando in sospeso la frase.
Gui Heng sbiancò del tutto, a quel punto. Xing Lei si voltò verso il più piccolo del gruppo, fulminandolo con lo sguardo. “Tu.. Io ti pianto sotto un cipresso se alzi un dito su mia sorella.”
An Chang: “L’ha alzato, ma non so se era un dito.”             
Yu Liang: “Beh, se vogliamo lei ne ha usate almeno cinque. O quattro, se è raffinata.”
In quello scambio di battute, Lan SiZhui si sentiva decisamente di troppo e in imbarazzo anche per Gui Heng. Volarono altre battute, a cui gli altri ragazzi risero, mentre l’interessato sembrava voler scappare il più rapidamente possibile da lì, dov’era fin troppo a portata di mano di Xing Lei.
In quel casino di risate e occhiate minacciose, Jin Ling gli si avvicinò appena all’orecchio, con nonchalance.
Quale dei due ti era andato di traverso? Il bacio o il fumo?
Il Lan avvampò ancora, voltando il viso per allontanare lo sguardo da quello dell’arciere. “..Sfacciato.
Jin Ling sorrise con divertita soddisfazione, senza rispondere ma gongolando fra sé e sé, tornando a seguire la conversazione degli altri.
 











_________________
Note dell'Autrice
Hola! Dunque, cos'abbiamo qui? U_U
Vi ho fregati all'inizio, per chi si aspettava fosse successo qualcos'altro fra loro, e vi confermo che per rispetto Jin Ling non ha allungato una mano su Lan SiZhui, però vi ho anche regalato una gita appena fuori porta dove abbiamo del fanservice gratuito e dei discorsi pieni di minchiate, e niente. Ho nel cuore il 'povero' Gui Heng, e anche Xing Lei lol.
A questo punto ci separano solo due capitoli dalla fine di questa storia. Dio, fa così strano ahahahah
Per il prossimo vi faccio aspettare, ma saranno due aggiornamenti in due giorni in fila. L'appuntamento, quindi è per lunedì prossimo, il 31 agosto. Cosa succederà? uwu

Passo rapidamente ai saluti, ringraziando come sempre la mia beta per l'instancabile lavoro di sopportazione e correzione, le mie DiscepolinE, Deb e Lilith, e la mia carissima Mary, che commentano immancabili ogni capitolo. <3
Ringrazio anche chi legge la storia, anche se in silenzio, e chi aggiunge alle raccolte :3

Via, ci si legge fra un po' bella gente!
Un abbraccissimo,



Athelyè ~ 

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Capitolo 19
*** Got My Mind Set On You ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo XIX – Got My Mind Set On You



Il fatidico giorno era arrivato. Mancavano solo poche ore allo spettacolo, Lan JingYi aveva i nervi a fior di pelle, e per tutto il giorno aveva fatto su e giù per la stanza ripetendo le proprie battute come fossero una preghiera. Lan SiZhui, a forza di aiutarlo aveva imparato le sue battute, quelle dei personaggi in scena con lui, e persino quelle nelle altre scene.
Ma d’altronde, cosa non si fa per un fratello? Anche perché era certo di apprezzare ugualmente lo spettacolo, dato che quella commedia comunque gli era sempre piaciuta.
Verso le sei circa, Lan JingYi era corso dove si sarebbe tenuto lo spettacolo e lui invece era rimasto solo in camera, finalmente di nuovo in pace.
In contemporanea alla ‘partenza’ dell’altro, era più o meno cessato anche il continuo viavai per i vialetti fra le varie stanze. Chi era coinvolto nella preparazione e realizzazione dello spettacolo aveva levato le tende e si era recato nell’edificio che avrebbe fatto da teatro.
Sicché, adesso, a Lan SiZhui non restava molto da fare, se non prepararsi per essere entro le nove a vedere il suo migliore amico su un palco.
Pensò di chiamare sua nonna, che quella mattina aveva passato almeno dieci minuti ad augurare ‘in bocca al lupo’ all’altro ragazzo.
Compose il numero, e dopo solo due squilli si agganciò la chiamata. Lan SiZhui sorrise nel sentire la voce anziana che gli raccontava la sua giornata, quello che aveva sentito alla radio, perché sebbene avesse il televisore non sapeva ancora come accenderlo o spegnerlo senza di lui, le chiacchiere e i pettegolezzi di Wen Qing sugli inquilini del piano di sopra.. Lan SiZhui era davvero contento che la loro vicina di casa andasse costantemente a trovare sua nonna, facendola chiacchierare e passare il tempo.
Giocò, attorcigliando il filo fra le dita e poi srotolandolo di nuovo. “Sì, nonna. È stasera lo spettacolo. Sì, sì.”
Sì, aveva augurato il meglio a Lan JingYi quella mattina, ma il suo senso del tempo era comunque distorto. Ridacchiò, sentendo di nuovo la stessa domanda.
Tesoro, ma va tutto bene? Ti sento un po’ così.. Stai mangiando abbastanza?
“Sì, tranquilla. Sto mangiando, lo giuro!”
Bravo, bravo. Che quando domani torni ti faccio le lasagne!
Lan SiZhui rise, nonostante una piccola fitta allo stomaco all’idea di tornare a casa. L’ideale, comunque, mangiare le lasagne al primo di settembre con ancora trentasei gradi all’ombra. “Grazie nonna.”
Dopo qualche secondo in cui nessuno dei due disse nulla, il ragazzo si morse leggermente il labbro, serrando la presa sul cavo di gomma arricciolato a molla, mentre qualcosa, una domanda piuttosto insistente, bussava alla sua mente. Solo che non sapeva come porla.
Però, pensò che sua nonna, con tutti quegli anni di esperienza, una risposta gliel’avrebbe saputa dare. Forse era l’unica persona a cui poteva chiedere, in realtà.
“Nonna?”
Dimmi tesoro.
Lan SiZhui inspirò a fondo. L’immagine che comparve davanti ai suoi occhi era quella di un sorriso arrogante, di riccioli castani, di occhi ambrati e velatamente tristi, sotto una maschera di spavalderia.
“Nonna, tu.. Ti sei mai pentita di non aver fatto qualcosa?” Chiese, con un po’ di apprensione. Voleva aggiungere altro, spiegarsi un po’ di più forse, ma la voce gentile dell’anziana interruppe la sua ricerca di parole.
Oh certo, tesoro mio, troppe! Per questo, ti dico, finché ne hai l’occasione, vivi in modo da non avere rimpianti.” Disse lei, con voce lenta e gentile.
Serrò la presa intorno alla cornetta di plastica beige, con un sorriso. “Grazie, nonna.”
 
Yao HaoFai gli aveva tenuto il posto accanto a sé. Si sbracciò davanti a una marea di studenti e altrettanti professori, per farsi notare. Lan SiZhui si sentì sia molto divertito che profondamente imbarazzato dal ragazzo.
Non gli ci volle molto per essere individuato dal gruppetto di Lanling, appostato a bighellonare aspettando l’inizio dello spettacolo un paio di file dietro i due, e quelli lo salutarono con dei cenni.
Quando finalmente iniziarono ad abbassarsi le luci, una musica riempì la sala, mentre una voce presentava l’opera, accompagnata da una leggera melodia. Lan SiZhui avrebbe saputo suonarle tutte, quelle musiche, dato che aveva passato quasi due mesi a riarrangiarle con gli altri ragazzi del club di musica.
Il sipario si aprì, rivelando la figura di un ragazzo vestito da cameriere, mentre delle note di un pianoforte occupavano l’aria. In meno di un minuto, apparve un Lan JingYi con un completo di scena elegante e l’aria fiera. Dopo qualche scambio di battute, sulla scena entrò anche Ouyang ZiZhen con una mise simile, dando ufficialmente il via allo spettacolo.
Ciò che seguì fu una splendida esecuzione della commedia, le risate nel pubblico, gli applausi al termine di ogni atto, l’allegria e il trasporto degli attori stessi.
 
Al termine della messa in scena, uno scroscio di applausi piovve sui giovanissimi attori, condito da altre risate e da un chiacchiericcio confuso.
Il sipario si chiuse, solo per riaprirsi con i quattro principali protagonisti, due ragazzi e due ragazze, mentre un’abbondante professoressa parlava al microfono in tono piuttosto accorato, ringraziando calorosamente tutti i presenti.
“Infine, prima di passare ufficialmente ai ‘titoli di coda’ di questo spettacolo, i quattro brillanti, giovani attori alle mie spalle sono tutti ragazzi che fra poco inizieranno l’ultimo anno del loro percorso scolastico. Su loro specifica richiesta, hanno un messaggio per voi, caro e insostituibile pubblico. Lascio la parola al responsabile del club di teatro.”
A Lan JingYi batteva in modo enormemente veloce il cuore, ora che lo spettacolo era finito, ma restava un’ultima cosa da fare per loro. Erano stati tutti d’accordo su quell’iniziativa, complice forse una sensazione che sentivano sfuggire dalle mani, ormai già troppo distante per essere recuperata.
Ouyang ZiZhen prese il microfono, ringraziando a sua volta il pubblico. “C’è inoltre una cosa che volevamo dirvi. Per noi quattro, questa fantastica avventura durata anni, purtroppo, finisce stasera.”
Alle sue spalle, le ragazze si strinsero in un abbraccio insieme a Lan JingYi, tutti con un’aria leggermente malinconica, sebbene soddisfatta per tutti i risultati raggiunti in quegli anni.
“Quando abbiamo cominciato, era quasi un gioco, e da domani tutti noi vorremmo che questa diventasse la strada del nostro futuro.” Disse, prima di lasciarsi sfuggire una risata, facendo ridere anche la platea. “Non sto cercando di farmi pubblicità, tranquilli! Ma se voleste vederci ancora, beh..!”
“Quando abbiamo cominciato, ci sembrava che avremmo recitato così, davanti ai nostri compagni di classe, per e con i nostri amici, chissà per quante altre estati.” Continuò il ragazzo, con una lieve emozione nella voce. “Nessuno ci aveva detto che il tempo, fra una prova e l’altra, fra una battuta e un errore di scena, sarebbe passato così veloce, e che quelle estati non erano poi così tante.”
“Per questo, come ultimo volo di foglia, come diceva Cyrano de Bergerac, abbiamo deciso di volteggiare e non limitarci a cadere a terra.”
Passò il microfono a Lan JingYi, che nel frattempo aveva sciolto l’abbraccio e l’aveva affiancato. “I versi che vi reciteremo sono quelli che avremmo voluto sentire anni fa, quando tutto questo ebbe inizio. Li reciteremo per quelli di voi che il prossimo giugno torneranno qui, ma anche per tutti quelli che, insieme a noi, da domani piangeranno sui libri per gli esami.” Abbozzò una risata, insieme a diverse persone nel pubblico, incusi un paio di insegnanti. “Che vi sia d’aiuto, come lo sarebbe stato un po’ di più per noi.”
Restituì il microfono alla professoressa con un cenno di ringraziamento. Quella annunciò titolo e autore, mentre i quattro si mettevano in fila, guardando avanti nonostante le luci alla base e di cornice al palco li stessero ancora accecando. A recitare, una strofa a testa, partì proprio Lan JingYi.
 
«Cogliete le rose finché potete, perché il Tempo sta già volando, e questo stesso fiore che sorride oggi, domani morirà

«La magnifica lanterna del paradiso, il Sole, più in alto arriverà, prima la sua corsa terminerà, e più vicina sarà a tramontare


«È migliore quell’età che è la prima, quando la giovinezza e il sangue sono più caldi; ma quando è passata, il peggio, e il crudele Tempo ormai succedono alla precedente


«Quindi non siate schivi, ma usate il vostro tempo e finché potete, sposatevi; poiché, perdendo anche solo una volta la prima, rischiate di attardarvi per sempre

Uno scroscio di applausi accolse i loro inchini finali, prima che tutti gli attori in scena facessero la loro passerella come da tradizione. * vedi N.d.A.
 
Aaaahhh!! Pensavo di squagliarmi lì dentro!” Esclamò sospirando Lan JingYi, mentre si passava una mano fra i capelli. “In quel completo e sotto quelle luci. La prossima volta costume da bagno, non voglio storie!”
Ouyang ZiZhen rise di quel dito puntato contro di lui. “Guarda che non l’ho mica scelto io l’abbigliamento, sono le ragazze ad averlo scelto! Prenditela con loro!”
“Stavate molto bene, comunque!” Aggiunse Yao HaoFai, e i due fecero un inchino per rispondergli, nonostante Ouyang ZiZhen avesse il braccio intorno al collo di Lan JingYi.
“Beh, ragazzi, che si fa ora?”
“Oi, oi! Siete ancora qua?” Yu Liang saltellò accanto a loro, facendo altri complimenti ai due attori. Alle sue spalle comparvero anche gli altri ragazzi di Lanling.
“Wow, sei venuto anche tu?” Fece Lan JingYi, palesemente rivolto a Jin Ling. “Capisci una cosa così profonda come il teatro?”
“Abbastanza da capire che hai fatto pena, tranquillo.” Gli rispose con una smorfia sorridente quello.
“Buoni.. Per favore..” Intervenne allora Lan SiZhui, lanciando un’occhiata a entrambi. “Non stasera.”
Jin Ling fece roteare gli occhi, incrociando le braccia al petto, mentre l’altro ragazzo di Gusu gli faceva il verso.
“Sssssì, allora. Noi pensavamo di andare in discoteca. Voi? Che fate?” Disse Yu Liang, tornando all’argomento.
“Sì! Veniamo con voi!” Esclamò Ouyang ZiZhen, entusiasta, agguantando per il collo anche l’altro Lan. “Voglio festeggiare quest’ultima serata con voi, ragazzi!”
“Va bene, va bene! Ma ora lasciami, non respiro!!”
 
Una pioggia di colori li accolse, insieme alla musica alta che faceva vibrare la gola e agli intervalli di buio che aumentavano la confusione di quel luogo, come se li stesse aspettando. E il gruppo di amici si immerse nell’atmosfera senza indugi, come se avessero saputo che li stava aspettando.
I ragazzi sembravano interessati a separarsi, chi diretto al bancone del bar e chi invece non vedeva l’ora di tuffarsi nella musica.
Jin Ling si avvicinò a lui, mentre gli altri si dividevano. “Vuoi qualcosa?” Gli chiese, alzando la voce nel suo orecchio per farsi sentire.
Quello scosse la testa, agitando i capelli corvini che per una volta non erano raccolti in nessun tipo di codino o chignon. Anche se aveva già caldo, quindi forse nei prossimi minuti li avrebbe legati.
“Sono io che ti devo da bere!” Gli rispose, allegro.
Il ragazzo scosse la testa, arricciando il naso con una risata. “Non mi devi niente!”
“Come no! Sì, la prima volta hai offerto tu, e avevi vinto!”
“Come? Non ho capito!”
“Ho detto..” Lan SiZhui si bloccò, sigillando le labbra con un sorriso tanto divertito quanto imbarazzato, dopo aver capito. Scosse la testa, mordendosi il labbro. “Tu..!”
Jin Ling rise. “Allora? Cosa vuoi?”
Il moro sospirò, sostenendo il suo sguardo con le labbra ancora incurvate all’insù, sebbene stesse scuotendo piano la testa, rassegnato. “Sex on the Beach.”
L’altro sorrise di più, facendo saltellare un istante le sopracciglia. “E sia..!”
Lan SiZhui venne agguantato di nuovo, sempre da Ouyang ZiZhen, e trascinato a ballare con una delle colonne sonore di quell’anno in mezzo a un caleidoscopio di luci e ombre.
Dopo alcune canzoni, al suo fianco comparve di nuovo Jin Ling che gli porgeva il suo drink dai colori allegri. Il ragazzo di Lanling ne aveva uno a sua volta in mano, già a metà, di un azzurro brillante. Ma forse erano quelle luci a farlo brillare così. Per offerta di Jin Ling, ne prese un sorso, ma lo trovò terribilmente amaro, facendo ridere l’arciere con la smorfia che increspò per un secondo il suo viso.
 
Insieme a Lan JingYi, poi, quando entrambi ebbero finito il loro drink, si lanciò in un ballo anni Sessanta, cantando i Beach Boys mentre muovevano fianchi e gambe a tempo di musica. Al termine della canzone, Lan JingYi gli si lanciò praticamente addosso, alla ricerca di un appiglio, facendolo traballare e ridere ancora.
Si chiese perché l’amico avesse bevuto qualcosa di così pesante anche quella volta, ma riuscì a farlo tornare in piedi in tempo per la successiva, che ballò anche con Ouyang ZiZhen, che cantava a squarciagola Livin’ On A Prayer.
Stava ridendo quando, dopo qualche altra canzone, l’occhio gli cadde su Jin Ling, che rideva a sua volta, ballando e cantando con An Chang e Xing Lei sotto una serie di flash che li facevano sembrare un trio di fantasmi. Ironico, con le note che avevano sostituito in quel momento la voce di Bon Jovi. Yu Liang si era buttato a saltare fra i tre, conquistando la pista in preda a chissà quale effetto alcolico.
Forse fu una sua impressione, in mezzo a tutta quella gente, ma gli parve di incrociare il suo sguardo e che il Jin gli avesse fatto l’occhiolino.
Yao HaoFai aveva trovato il suo momento con Qi Shan, l’amica di Xing Jia, mentre quest’ultima era sparita, probabilmente insieme a Gui Heng, dato che anche di lui Lan SiZhui aveva perso le tracce da una decina di minuti buoni.
Ouyang ZiZhen lo acchiappò mentre era sovrappensiero per un paio di giravolte di cui decisamente non sentiva il bisogno, cantando di colori e di sogni, e probabilmente dell’ennesimo amore non ricambiato che la musica da discoteca rendeva comunque allegro.
Già, colori, sogni, amore. Il perfetto riassunto di quell’estate.
Quando si girò di nuovo dopo quelle giravolte, i suoi occhi non riuscirono a individuare il gruppo di Lanling. Lan SiZhui si fermò di scatto, cercandoli in mezzo alla gente, cogliendo quasi per sbaglio lo sbrilluccichìo dell’orologio di Jin Ling più distante da dove ricordava. In movimento, in effetti.
Il moro lanciò un’occhiata ai suoi amici, trovandoli passabilmente.. Passabilmente.. Beh, passabilmente.
Si sentiva in colpa, davvero, ma si allontanò ugualmente da loro, pregando che sopravvivessero anche senza la sua vigilanza. Gli erano tornate in mente quelle parole, quella poesia che aveva chiuso l’ultimo spettacolo del suo migliore amico, e l’avevano colpito come in platea. Per un attimo, mentre le ascoltava, aveva persino creduto che le stesse rivolgendo proprio a lui.
Cogli la rosa quand’è il momento, perché il Tempo sai, vola, e il fiore che sboccia oggi, domani appassirà.
Inseguì quell’immagine, quel profilo appena delineato di rosso e di fucsia, e prima di rendersene conto aveva allungato la mano verso di lui.
 
Jin Ling aveva appena accettato un altro giro di bevute, quando qualcosa, o meglio, qualcuno, si era aggrappato al suo braccio.
Era già pronto a scrollarsi di dosso quel fastidio quando si ritrovò a fissarsi negli occhi grandi e grigi di Lan SiZhui, che aveva ancora il respiro leggermente affannato per tutto il tempo che aveva passato a ballare fino a poco prima. Perché Jin Ling l’aveva guardato quasi tutto il tempo, quindi quel fiato corto doveva essere per tutto quel movimento.
Gli sorrise, voleva chiedergli se voleva favorire anche lui dell’ ‘offro io!’ di An Chang, ma si bloccò con quello sguardo e fece cenno agli altri di avviarsi senza di lui.
Le dita eleganti di Lan SiZhui erano allacciate al suo polso, poco sotto l’orologio, determinate a non allentare la loro presa. La musica rimbombava nelle orecchie, ma le sue parole gli arrivarono comunque distintamente.
“È l’ultima occasione, vero?”
Le iridi cenere del ragazzo brillavano, sotto tutte quelle luci. Jin Ling si morse il labbro e, con uno strattone, lo tirò a sé, annuendo.
“Non voglio perderla. Non di nuovo. Non..-
Non poté continuare, perché Jin Ling aveva sigillato le sue labbra con un bacio, a cui l’altro si aggrappò con ancora più bisogno mentre lo rincorreva.
Jin Ling..” Mormorò appena sulle sue labbra, incontrando il suo sguardo ambrato, sfavillante anche in quell’oscurità.
Stai bene?” Chiese, sfiorando ancora, dolcemente, la sua bocca.
Lan SiZhui annuì, stringendo di più le braccia attorno al suo collo. Ricambiò un altro bacio, prima di appoggiare piano la fronte contro la sua, con un sorriso e un lieve tremito in quella stretta.
Jin Ling lo tenne più vicino, baciandolo ancora, sentendolo mormorare sulle sue labbra, prima di annuire sorridendo.
Si erano stretti di più attraversando quel fiume di colori e di persone, lasciandosi tutto alle spalle, accolti poi da suoni morbidi come le carezze in cui si erano persi, e avvolti in un buio dove non distinguevano più i propri confini, ricordando solo di chiamare il nome dell’altro aggrappandosi a quei sospiri e a quelle lenzuola fresche.
 
 
Andiamo via..
 











_________________
Note dell'Autrice
Buondì!
Ed eccoci arrivati all'ultimo giorno di campo estivo, al tanto atteso spettacolo, all'ultima serata, all'ultimo tango a Parigi. E chi vuole intendere, intenda.
La poesia che recitano Lan JingYi e la crew è la celeberrima "Cogli la Rosa quand'è il momento", resa tale dal film "L'attimo fuggente", che io personalmente adoro. Come potete notare, aprendo il link, la traduzione che trovate nella storia l'ho fatta io (deformazione professionale), dato che preferisco sempre usare una 'mia' traduzione delle cose quando so la lingua di origine. Eccetto quando torna in mente a Lan SiZhui, che ho usato la versione del film, perché francamente la adoro, ma recitata dai ragazzi trovavo che stonasse con il resto e con il taglio che volevo dargli.
Ah, non c'è bisogno di dirlo, ma la battuta finale è ciò che dice Lan SiZhui a Jin Ling prima che escano dal locale.
Non penso ci sia altro da aggiungere, su questo capitolo, se non la nota malinconica/agrodolce che ha.

Beh, che dire? Ci siamo, ragazzi. Ne manca soltanto uno. Non mi pare ancora vero ahahahah!
Oggi vi saluto qui, e rimando il papiro di chiusura a domani, con tutti i ringraziamenti di rito.

Un bacissimo, ci si legge domani.



Athelyè ~ 

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Capitolo 20
*** Suddenly Last Summer ***


A Midsummer Night’s Dream


Capitolo XX – Suddenly Last Summer



Non fu per qualcosa che lo infastidì che i suoi pensieri assopiti iniziarono a destarsi. Non la luce che pian piano allagava la stanza, non il prepotente cinguettare degli uccellini lì fuori, non il calore di quel corpo stretto al suo.
Semplicemente, il suo cervello era abituato a svegliarsi a quell’ora, indipendentemente dalle sue ore di sonno.
Lanciò un’occhiata all’orologio appeso alla parete, cercando di leggerlo nonostante la penombra e il riflesso sulla plastica davanti alle lancette. Un bacio sulla sua spalla, però, e una sensazione un po’ più avvolgente intorno a sé lo distolsero da quel tentativo.
Si girò di nuovo, incontrando due occhi ancora un po’ addormentati ma sorridenti.
‘Giorno..
Ciao..” Le loro labbra si incontrarono appena. “Ti ho svegliato?
Il castano scosse appena la testa, strofinando dolcemente il naso contro il suo.
Scusa..
Ti ho detto che non sei stato tu..” Ridacchiò appena, con la voce ancora molto bassa, mentre l’altro si sistemava di nuovo in quell’abbraccio. “Come stai?
Mh..” Chiuse ancora gli occhi, beandosi dei baci leggeri lasciati dall’arciere sul suo collo. “Ho vagamente caldo..
Scusa tanto, eh..” Commentò divertito, stringendolo di più in tutta risposta.
Lan SiZhui rise piano, incontrandolo ancora con un bacio. “Non ho mica detto che mi dispiace..
Mh.. Meglio..” Fece l’altro, tenendolo con dolcezza stretto a sé. I due stettero così, avvolti in un lenzuolo accartocciato e nel loro calore, ancora per un po’, a scambiarsi effusioni fra qualche chiacchiera assonnata.
Parlò poi Jin Ling, quando fra loro cadde del silenzio, la sua voce di poco meno roca per il disuso. “Vieni ai regionali. Di tiro con l’arco.”
Il moro rise piano, dal suo comodo rifugio fra le braccia dell’altro. “Non so farlo. Avresti dovuto insegnarmi.”
Emise un mormorio lamentoso. “L’ho fatto. O perlomeno, ci ho provato.”
Mh.. Vero.” Affermò, lasciandogli un bacio sulla gola.
Vieni.”
Non so tirare.”
Vieni a guardare, allora. La squadra dei Meandri Delle Nuvole arriva sempre ai regionali.”
Lan SiZhui emise una risata leggera, scaldando il cuore dell’altro. “Dovrei venire a fare il tifo per un’altra squadra?
Mh.. Perché no?” Sorrise l’arciere, mentre cercava un altro bacio sulla sua bocca. “Tifa per i vincitori.”
Quanta modestia..” Il moro rise dolcemente, ricambiando quei baci.
Dopo un po’ di quelle coccole, fece il gesto di alzarsi, ma l’altro lo agganciò, facendolo tornare giù. Lui lanciò un gridolino nel mentre, ridendo. “Nnnh.. Lasciami, è tardi..!”
“Tardi? Non sono neanche le nove, lo sai?” Protestò, senza allentare la presa.
“Mh-mh.. Ma devo ancora fare la valigia.”
Jin Ling inarcò un sopracciglio, scettico. L’altro ridacchiò. “Davvero. Ieri ho aiutato JingYi a ripetere l’intero copione almeno nove volte. Non ho avuto il tempo di farla.”
“A che ora avete il raduno?”
“Tre e mezza, voi?”
“Tre. Hai ancora tempo.” Affondò nel suo collo, facendolo ridere ancora fra le sue deboli proteste.
Alla fine, dopo altre dolci effusioni, Jin Ling si arrese. “Vado a farmi la doccia, allora. Così, sono certo di trovarti ancora qui.”
Lan SiZhui gli teneva teneramente il viso fra le mani, prima che quello si sollevasse un po’, passandosi una mano fra le ciocche mosse. “Perché?” Domandò, appena divertito, mentre lo guardava alzarsi e dirigersi verso il bagno senza niente addosso, rigirandosi nel divano letto per continuare a seguirlo dalla sua comoda posizione.
“Perché non mi sembri il tipo che scappa senza essersi lavato. Quindi faccio la doccia prima io.” Disse lui, appoggiandosi allo stipite della porta del bagno continuando a ricambiare quello sguardo con un sorriso. Fece saltellare un sopracciglio. “Sempre che tu non voglia farla con me.”
Lan SiZhui sorrise. “È piccola per due.”
“Ah, hai già provato?” Lo provocò con un mezzo sorriso, stando fermo sulla soglia.
Il moro rise piano.                                        
“Non stai negando. Audace.” Commentò, prima di darsi una leggera spinta. “Beh, io vado. Lascio la porta aperta.”
Lan SiZhui lo vide sparire oltre quel limite, poco dopo sentì accendersi il getto dell’acqua. Dopo un attimo, si decise ad alzarsi a sua volta dal letto.
Scostò delicatamente le lenzuola, alzandosi e avviandosi verso il bagno.
 
Aveva un paio di pantaloncini bianchi e una maglia gialla, Jin Ling, mentre guardava l’altro controllare il lato del letto su cui aveva dormito.
“Non dimentichi niente, vero?” Chiese, pur sicuro che Lan SiZhui avesse controllato più volte di non lasciare nulla di suo indietro.
“No, dovrei avere tutto.” Il moro ricontrollò ugualmente le tasche dei vestiti del giorno prima, che ovviamente non si era potuto cambiare, nonostante la certezza che non mancasse niente..
“Mh-mh. Bene.”
“Sei sicuro di non volere una mano?”
“Sì, tranquillo. Tanto Jin Chan dovrebbe comunque arrivare fra non molto.”
“D’accordo.” Dopo aver infilato le mani in tutte le tasche per l’ennesima volta, Lan SiZhui poté finalmente avvicinarsi alla porta più o meno tranquillo.
Jin Ling era lì sulla soglia. Gli si avvicinò per un bacio sulle labbra che l’arciere volle approfondire, facendolo sorridere, mentre lo attirava in un abbraccio senza costrizioni, posandogli le mani sui fianchi.
“Ci vediamo dopo?” Disse, con l’accenno di un sorriso.
Lan SiZhui annuì, mentre scivolava nella sua presa. “Mh-mh.”
Il castano accompagnò quella lenta perdita fino all’ultimo, sfiorando anche la punta delle dita affusolate dell’altro in un ultimo contatto, prima di vederlo scendere i gradini davanti alla sua porta, appoggiandosi allo stipite con le braccia incrociate. “Allora a più tardi.”
Il ragazzo si girò appena per sorridergli ampiamente, facendogli ribollire il petto. “A dopo.”
Jin Ling lo seguì con gli occhi, con una consapevolezza amara in bocca, che gli fece vibrare leggermente le labbra, prima di rientrare per raccogliere le proprie cose.
 
Quando Lan SiZhui mise piede in camera, si aspettava un terzo grado, invece Lan JingYi era indaffarato a svuotare tutti i cassetti e l’armadio dai propri vestiti.
“SiZhui, ricordati le cose da portare a tua nonna.” Disse semplicemente, mentre organizzava la valigia, osservando le cose disseminate sul loro letto e cercando di capire come farcele rientrare tutte.
Il ragazzo annuì, iniziando a fare lo stesso con calma, aprendo la sua e mettendola sul suo lato.
I due avevano quasi finito di disfare la loro camera, mancavano solo le ultime cose da mettere in valigia e da dividersi, quando gli occhi di Lan SiZhui si posarono quasi per sbaglio sull’orologio. Le lancette nere formavano una piccola L, mentre la stanghetta rossa dei secondi iniziava un nuovo giro.
Sbatté un paio di volte gli occhi, finché la voce dell’amico non lo fece girare. L’attore aveva appena chiuso la propria valigia, quando aveva richiamato la sua attenzione.
“Non vuoi andare?” Chiese, mentre si fermava un secondo dal togliere la federa al cuscino.
Lan SiZhui sembrò pensarci per un attimo, poi scosse appena la testa.
“Sei sicuro?”
“E tu? Non vuoi salutare gli altri?”
“Io li ho già salutati stamani, poco prima che arrivassi.” Rispose, guardandolo. “E poi forse rivedrò Ouyang verso gennaio, per uno spettacolo.” E poi non era la stessa cosa, lo sapevano entrambi.
Lui annuì. “Beh, li ho salutati ieri sera, comunque.”
Qualche minuto dopo, mentre liberava la sedia dalle ultime cose e chiudeva la valigia, una maglia gli saltò agli occhi. La prese, stringendola leggermente fra le dita con un sospiro appena frustrato. Inconsciamente si aggrappò alla stoffa bianca con quel piccolo fiore dorato, una peonia stampata all’altezza del cuore che incrociava un arco.
Guardò di nuovo l’ora. 15.15.
 
Nel parcheggio di ritrovo, alcuni pullman avevano già lasciato vuoti i loro slot, come quello verde scuro di Qinghe o quello viola di Yunmeng, che erano partiti in tarda mattinata. I due insegnanti avevano appena terminato l’appello, mentre i ragazzi salivano sul loro autobus color grano.
Jin Ling era rimasto a terra il più possibile, fumando una sigaretta dietro l’altra insieme a Gui Heng e Xing Lei, non senza alcuni richiami da parte dei professori, ma i tre si erano giustificati dicendo che era l’ansia per il ritorno.
Alla fine erano saliti, il capitano per ultimo, lanciandosi uno sguardo alle spalle, dandosi dello stupido per qualcosa che sapeva già da quel bacio sulla soglia della sua camera.
Yu Liang gli aveva tenuto il posto accanto a sé, lato finestrino, perché tanto lui aveva intenzione di dormire.
Il pullman si era appena messo in moto, quando vide comparire una figura sull’asfalto, quella che aveva sperato di vedere ancora, prima di partire. L’espressione sul suo viso era affannata, come se avesse corso per arrivare lì. In realtà doveva essere in anticipo, pensò Jin Ling, come sempre d’altronde.
Lan SiZhui stava guardando nella sua direzione, cercandolo rapidamente finché il suo movimento della mano non colse la sua attenzione. Quando l’aveva individuato, un velo di delusione era calato sui suoi occhi, a Jin Ling non serviva essere vicino per capirlo. Lo vedeva anche con un vetro e alcuni metri di distanza.
Il moro gli aveva rivolto un sorriso, davvero luminoso anche se triste, stringendo qualcosa al petto. Lui non poté che sorridergli di rimando, in fondo sollevato che l’altro non avesse trovato il tempo anche per quello.
Jin Ling continuò ad agitare la mano e guardarlo rimandandogli un sorriso, finché il pullman non curvò, lasciandosi alle spalle quel parcheggio.
Strinse i denti, appoggiando la fronte al proprio pugno chiuso, ancora premuto contro il vetro, accasciandosi debolmente su quel lato. Qualcosa di caldo gli bruciava gli occhi, scivolando dolorosamente lungo il suo viso, con la sensazione di bruciargli la pelle al suo passaggio. Avrebbe voluto gridare, se solo avesse potuto.
Sentì una presa delicata sulla propria spalla, che lo portò a girarsi e incontrare il debole sorriso comprensivo dell’amico.
Jin Ling si inumidì appena le labbra, inspirando profondamente, mentre tornava a guardare, per l’ultima volta, quel paesaggio familiare che iniziava a scorrergli davanti agli occhi ad un ritmo sempre più veloce.
 
Lan SiZhui aveva continuato a sorridere e muovere timidamente una mano, mentre teneva stretta a sé la maglietta con lo stemma di Lanling. Alla fine, non era riuscito a trovare il tempo per restituirgliela.
Quando poi il mezzo aveva girato, abbandonando quel posto, il ragazzo aveva abbassato la mano, sentendo un improvviso freddo, con un dolore lacerante al petto. I suoi occhi cenere avevano iniziato a lasciargli un'immagine sfocata dei dintorni, mentre il respiro iniziava a mancargli in gola, scuotendolo.
Si morse il labbro, abbassando il viso, mentre il suo corpo iniziava a tremare leggermente. Si voltò alla sua destra, dove il suo migliore amico lo guardava impotente.
Lan JingYi posò a terra il borsone avvicinandosi a lui e aprendo leggermente le braccia per accoglierlo con un mormorio sinceramente dispiaciuto. “Vieni qui..”
Lan SiZhui affondò in quella stretta, singhiozzando, mentre si scusava con la voce rotta. L’attore gli accarezzava pazientemente la schiena, senza allentare la presa su di lui. Fortunatamente, erano arrivati lì in anticipo e dei loro compagni di scuola non c’era ancora quasi nessuno.
Quando erano saliti, Lan SiZhui si era calmato, ogni tanto prendeva solo un respiro più profondo degli altri. Sulle proprie gambe continuava a tenere la maglietta, stropicciandola appena fra le dita. Le lanciava uno sguardo occasionalmente, man mano che il pullman imboccava la sua strada verso casa.
Non vedeva davvero qualcosa fuori dal finestrino, come non sentiva davvero neanche le voci degli altri ragazzi, solo un discorso gli arrivò casualmente alle orecchie.
Vabbè, se anche non la trovano nella tua camera, era solo una felpa.
Sì, beh, un po’ mi dispiace. Non avevo ancora scritto l’indirizzo sull’etichetta, ed era pure bella!
Lan SiZhui aprì di più gli occhi, ascoltando quella conversazione, abbassando lo sguardo sulla maglia che teneva in grembo. Era una di quelle della squadra, quindi ognuno aveva la sua personale.
La dispiegò immediatamente, cercando lungo la cucitura interna finché non trovò la linguetta, nonostante la difficoltà degli occhi offuscati.
Un sorriso si dipinse sul suo viso, portandolo stupidamente ad abbracciare l’indumento con affetto, dopo aver letto i piccoli caratteri che riportavano un recapito sulla stoffa, accanto al nome ‘Jin Ling’.
 
 
 
 

Fin.












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Note dell'Autrice
Salve a tutti,
Ho rimesso mano a questo capitolo fino all'ultimo, come sempre d'altronde per gli ultimi capitoli, indecisa se tenere o no quelle ultime righe. Alla fine ho deciso di tenere questo "finale aperto", e lasciare la palla in mano a Lan SiZhui, a lui la decisione se inseguire quell'amore estivo, o se tenerlo nel cuore come un ricordo bellissimo così com'è stato.
La storia finisce qui, io non so come proseguirà, ma sono certa che loro lo faranno nel migliore dei modi.
Dio, è finita davvero, mi viene da piangere ahahahah! Prima di rpassare ai saluti, vorrei raccontarvi un po' di questa storia. Mi dispiace, ora vi beccate il papiro emotivo dell'autrice, lol.

Questa storia è nata a primavera, direi più o meno a metà quarantena, dando 'sfogo' al mio desiderio di voler scrivere assolutamente una storia sulla mia ship preferita di Mo Dao.
Probabilmente alcuni l'avranno intuito, ma non è ambientata proprio ai giorni nostri, ma comunque, chiunque dovrebbe essere riuscito a immaginarla quando preferisce, e sono felice così, di non aver determinato niente nella vostra immaginazione. Suppongo sia un mio segno distintivo, non volere che il lettore collochi la storia nel tempo, così da immergersi di più, e spero di esserci riuscita. Gli indizi comunque ci sono, per chi vuole provare a indovinare. ;3
L'ambientazione, anche, non sarà sfuggito che chiaramente non è orientale, ma anzi piuttosto mediterranea. Ho deciso di metterla in scena in un posto reale, in cui ho trascorso estati bellissime per tanti anni. Vi dirò, è stato bello ripercorrere con i ricordi quei sentieri, man mano che scrivevo, e descrivere i suoni e i luoghi della mia  'giovinezza'.
L'unica cosa che spero davvero sia passata attraverso le parole, è quel sentimento 'malinconico' che ogni estate porta via con sé, quando finisce, insieme a tutto quello che è stato vissuto, alle persone conosciute e ai ricordi costruiti, che è il motivo per cui il mio Lan SiZhui ha cercato fino all'ultimo di non cedere, per non dover dire addio a tutto quello.
Ah, e sì, per chi non l'avesse capito, non era vergine neanche lui già all'inizio della storia.

Passando ai personaggi, a cui devo tutto per essersi prestati a questo spettacolo, volevo dire due cose su di loro.
Lan SiZhui, come ho appena detto, si è beccato il ruolo infame di chi ragiona e sa che l'estate finisce, che se si fosse innamorato e avesse continuato a buttare benzina sul fuoco, a settembre avrebbe dovuto solo dire addio a tutto, perché avere una relazione a distanza a diciassette anni che va pure tenuta nascosta, per esperienza diretta, purtroppo è più lacrime e ostacoli che altro. A volte ci sono cose che l'amore non può superare, a seconda del momento in cui capita.
Per questo, pur accorgendosi e ricambiando i sentimenti di Jin Ling ha sempre cercato di evitarli, nonostante fosse una tortura anche quella.
Jin Ling va da sé che abbia capito queste motivazioni (con il discorso della volpe e l'uva, intendevano quello), e anche se è una persona capricciosa che non si dà per vinta, non ha mai scavalcato più di tanto i limiti che aveva messo Lan SiZhui. Come era cosciente che non l'avrebbe riabbracciato prima di partire.
A Lan JingYi va il premio come migliore migliore amico e supporto tecnico alla storia, meno stupido di quanto sembri e soprattutto meno cieco di tutti gli altri; ho cercato di dare un po' più spazio a lui e a Ouyang ZiZhen, spero di esserci riuscita.
Per quanto riguarda i miei OC, voglio bene a tutti, non so se li rivedrete nelle ff canon che scriverò, chi può dirlo. Posso solo dire di avere bene in mente ognuna delle loro storie e delle loro vite, delle loro facce e delle loro personalità. E' stato divertente averli a bordo, insieme a tutti gli altri.

Le long che ho scritto in passato hanno segnato la mia vita e hanno testimoniato eventi importantissimi per me e per la persona che sono oggi, quindi ero letteralmente elettrizzata all'idea di vedere di cosa sarebbe stata testimone questa, quando l'ho iniziata. Non avrei mai immaginato che a segnarla sarebbe stata una perdita, in realtà, ed è anche per questo che la prima che ringrazierò stavolta non sarà la mia beta, ma Mya, la mia cagnetta, che mi è stata accanto per metà della mia vita.
Quando se n'è andata, non avevo ancora finito la storia, ero esattamente a fine capitolo 16, quando Jin Ling parla di Fata che lo aspetta a casa. Andare avanti da quel punto è stato davvero difficile, nonostante sapessi esattamente come doveva finire la long, ma ero determinata a farlo anche per "onorare" quella persona (perché sì, per me è stata e sarà sempre una persona, non un animale) che per undici anni mi è stata accanto, accompagnando con un russare decisamente pesante ogni notte che ho passato a scrivere, studiare, ridere, piangere, e occasionalmente anche dormire.
Dietro a ogni storia su questo profilo e a ogni mio scritto, c'è anche lei, e dedicarle questa era il minimo che potessi fare, anche se non mi ha potuto fare compagnia per scrivere la parola 'Fine'.

Bene, penso non ci sia altro da dire. Ora, prima di mettere un punto definitivo a questa storia, devo ringraziare le persone che mi sono state più accanto in questi mesi.
La mia insostituibile beta, Giò, che mi legge, corregge, supporta e soprattutto sopporta tutti i giorni, senza cui queste pagine non avrebbero mai visto la luce.
Le persone, ormai più che amiche, che hanno assiduamente commentato con pazienza e affetto ogni capitolo, Deb, Lilith e Mary.
Chi, da dietro le quinte, è in capo a tutto 'artefice' di questa mia deviazione del Qi (qui inteso anche come 'quoziente intellettivo', dato che mi sono rincretinita da un anno e dieci giorni a questa parte, lol), portandomi nell'abisso di MDZS e dei drama orientali, Giulia.
Infine, grazie a tutti coloro che hanno continuato a leggere questa storia, l'hanno aggiunta alle proprie raccolte, o hanno letto in silenzio, nonostante gli evidenti alti e bassi nella trama e la lentezza esasperante.

Via, l'estate sta finendo, e un anno se ne va. Viaggiare su questa nave con tutti voi è stato un onore, davvero.
Ci si legge, anche non so quando, perché mi prenderò un periodo di ferie adesso.

Un abbraccio fortissimo e un bacio a tutti voi,
Grazie di essere rimasti fino a qui.



Athelyè ~ 

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