It's like the sun came out

di sasaneki
(/viewuser.php?uid=150636)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Colpa ***
Capitolo 2: *** Gratitudine ***
Capitolo 3: *** Bacio ***



Capitolo 1
*** Colpa ***


Comincio col dire che non ho mai scritto dei SasuSaku, ma era da tempo che volevo provarci. Quindi ho approfittato del periodo orrendo per provare a fare qualcosa di carino (sperando di riuscirci).
È la prima SasuSaku che scrivo bla bla, spero di non andare OOC bla bla, solite paranoie da ansia da prestazione.
Saranno tutte delle flashfic e per lo più missing moments, quindi non ci sarà una "trama". Inoltre non so ancora se saranno in ordine cronologico o meno, dipenderà un po' da come mi gira lol.






It's like the sun came out


 
 
1. Colpa
 


«Mi dispiace…»
Sasuke glielo aveva sussurrato appena, mentre lei tentava di fermare l’emorragia con le poche energie che le erano rimaste in corpo.
Si era soffermato su quegli occhi smeraldini, velati da una stanchezza che celava dietro di sé qualcosa di molto più grande e radicato nel profondo, sperando in cuor suo che Sakura, di lì a poco non ricambiasse la sua occhiata, dal momento che non era così certo che sarebbe stato in grado di reggerla. Perché, per quanto potesse sembrare assurdo, temeva di rimanere schiacciato dal peso di quello sguardo glaciale che Sakura avrebbe avuto tutti i diritti di rivolgergli. Oltretutto, non era così sicuro di voler scoprire se la sua più cara amica, l’unica che non aveva mai avuto la presunzione di cambiarlo o di imporgli le sue idee e che gli avrebbe dato tutto l’affetto del mondo, sarebbe stata capace anche di rivolgergli certi sguardi freddi e severi, oltre a quelli pieni d’amore.
E in fondo conosceva bene la risposta.
Mi dispiace...
Non era riuscito a dire di più, né tanto meno ad utilizzare un tono di voce più alto. Come se la vergogna per se stesso e i sensi di colpa per averle inferto una ferita tanto grande quanto invisibile, gli avessero ostruito le corde vocali.
«E di cosa?!»
La risposta traboccante di sarcasmo, ma al tempo stesso di felicità, che Sakura gli aveva rivolto, gli aveva stretto ancor di più il cuore in una morsa terribile.
Perché, di nuovo, si era dimostrata essere una persona migliore di lui.
E Sasuke, di nuovo, si era sentito tremendamente piccolo e immeritevole dinnanzi ad un cuore tanto buono quanto grande come quello di Sakura.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Gratitudine ***


2. Gratitudine


 
Per anni sei stato schiavo della vendetta, cresciuto in un mondo intriso di menzogne che ti avevano avvelenato la mente; cresciuto in una società che poi avevi scoperto essere corrotta e piena di egoismo.
E quando il mondo sotto i tuoi piedi crolla, è naturale costruirsi delle certezze, basate sulle proprie convinzioni e idee, per preservare almeno l’illusione di vivere in un mondo giusto e che funzioni come si deve.
Eppure, quel cammino che avevi intrapreso ti aveva quasi condotto alla pazzia, logorandoti giorno dopo giorno, scavandoti una voragine nel petto e facendoti dimenticare com’era vivere in una sorta di stabilità emotiva che non fosse costituita di solo odio e risentimento. Avevi scordato la sensazione di quel calore e quell’affetto che avevi ricevuto solo dalla tua famiglia e che, dopo lo sterminio del tuo clan, aveva tentato di donarti Sakura, con i suoi modi di fare pacati e il suo amore incondizionato.
Ma eri troppo accecato dal risentimento per potertelo concedere. D’altronde, era la via che avevi scelto, e l’amore di Sakura era rientrato inevitabilmente nella lista di cose da sacrificare. Ma non ti penti della tua scelta. Ti sei sempre ripetuto che così facendo, almeno le hai risparmiato di macchiarsi inutilmente l’anima.
Ed è solo alla fine della guerra, quando l’oscurità e il rancore si erano diradati dal tuo cuore, che ti eri accorto davvero a cosa avevi rinunciato, a cosa per poco avresti detto irrimediabilmente addio.
Ti volti verso Sakura, seduta all’ombra di un albero, e non puoi fare a meno di ammirarla, quasi preoccupandoti di non essere colto in flagrante. La fronte imperlata appena di sudore, i lineamenti delicati del viso, il naso fine, le labbra sottili e le gote arrossate dalla lunga camminata. Ti rendi conto che del corpo di quella ragazzina di un tempo non è rimasto più niente, e che quella che adesso ti ritrovi ad osservare di nascosto, quasi avessi il timore di incrociare inaspettatamente il suo sguardo, è ormai divenuta una bellissima donna.
Sei grato per avere la possibilità di condividere con lei una parte del tuo viaggio.
Ma ancora di più sei grato a Sakura per non essersi mai arresa con un caso perso come te. E vuoi dimostrarle che ne è valsa la pena.
La vedi voltarsi verso di te e sorridere, ma d’istinto distogli lo sguardo, puntandolo verso il basso.
«Sakura… – mormori – grazie».

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Bacio ***


3. Bacio


 
Avevano deciso di fermarsi a riposare per la notte in quella locanda di un piccolo villaggio situato ad Hana no Kuni, uno scorcio di terra famoso per le sue lande colorate da fiori di ogni tipo.
L’anziano proprietario aveva assegnato loro una camera doppia, l’ultima rimasta, e si era giustificato dicendo loro che, per una così bella coppia, non sarebbe stato un problema condividere il futon.
Sakura aveva sorriso, divertita, al contrario di Sasuke che, per quanto ostentasse una sorta di freddezza, le gote gli si erano colorate appena e a quel bella coppia un moto d’orgoglio gli aveva smosso lo stomaco.
Non sapeva spiegarsi esattamente il perché, ma sapeva per certo che quell’orgoglio era per lo più rivolto a Sakura. Se fosse stato più espansivo, probabilmente avrebbe sbandierato ai quattro venti che Sakura Haruno era la sua compagna di vita, che donna più forte di lei non esisteva e che era la prima persona a cui pensava quando sentiva la necessità di confidare a qualcuno le proprie insicurezze e le proprie preoccupazioni, dal momento che lei conosceva sempre le giuste parole per donargli sollievo e conforto. E Sasuke, dopo averle ascoltate, irrimediabilmente si sentiva stranamente meno sbagliato.
Sakura si coricò sotto le coperte, mentre Sasuke si sedette a terra, poggiando la schiena alla parete.
«Non penserai di passare tutta la notte seduto lì?!»
Uchiha sgranò appena gli occhi, sperando vivamente che la penombra della stanza nascondesse l’espressione da ebete che gli comparve in volto nel sentirsi porre quella domanda. Non che fosse esattamente l’essere più puro e ingenuo del mondo ma, per quanto ormai lui e Sakura avessero consolidato il loro rapporto, a volte aveva ancora delle remore nell’avvicinarsi a lei.
«Sì… insomma, non vedo perché no. Starò di guardia».
Sakura si alzò e si portò fra le sue gambe, ad un palmo dal suo volto.
Sasuke non poteva scorgerla nitidamente a causa della penombra, ma percepì chiaramente il suo odore e il suo respiro flebile solleticargli le labbra. Avvertì quasi l’istinto irrazionale di ritrarsi, ma le labbra di Sakura si posarono piano sulle proprie prima ancora che potesse pensare di farlo. E quando sentì la sua bocca schiudersi appena, tutto divenne più naturale: la mano si insinuò fra i capelli rosa, stringendoli delicatamente, le proprie labbra si schiusero a loro volta e la lingua si intrecciò con quella di Sakura. E inaspettatamente si sentì estremamente leggero.
«La guardia? Nella camera di una locanda? – sussurrò Sakura, dopo essersi staccata appena – Smettila di trovare scuse e vieni a dormire».
E a Sasuke non rimase che ascoltarla.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3905270