My Father

di Marlena_Libby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Sembrava una giornata come tanti a PontyPandy, tanto che nessuno immaginava la tempesta che si sarebbe scatenata di lì a poco.
Sam stava andando al lavoro come tutti i giorni, quando all'improvviso qualcuno si scontrò con lui.
- Oh, mi scusi tanto! - disse lo sconosciuto, un tizio con i capelli rossi arruffati e gli occhi azzurri.
- No, non si preoccupi - rispose Sam.
- Piacere, mi chiamo Walter Newman e sono nuovo in città - si presentò lui tendendogli la mano.
- Il piacere è tutto mio. Io sono Samuel Jones, ma può chiamarmi Sam - rispose il pompiere stringendogliela.
- Stavo cercando questo indirizzo - disse Walter mostrandogli un biglietto. - Per caso lei saprebbe dirmi dov'è?
- Sì, lo conosco, è il negozio di Dilys Price. Si trova da quella parte - rispose Sam indicandogli la strada.
- Grazie mille, arrivederci! - lo ringraziò Walter dirigendosi verso il negozio.
- Prego - rispose Sam continuando per la sua strada.
Quando arrivò in caserma gli altri erano già tutti lì.
- Buongiorno, ragazzi - li salutò.
- Buongiorno, Sam - disse Elvis.
- Sapevate che si è trasferito qualcuno qui a PontyPandy?
- Cosa? Davvero? - chiese Arnold.
- Wow, che notizia! - esclamò Ellie.
- In effetti qualche giorno fa avevo notato dei camion di una ditta di traslochi - disse Penny. - Perché Sam, tu lo conosci?
- No, l'ho solo incontrato mentre venivo qui: si chiama Walter Newman; stava cercando il negozio di Dilys e mi ha chiesto dove fosse, così gliel'ho indicato.
- Ah, quindi è un conoscente di Dilys - disse Elvis.
- Però non mi sembra di averla mai sentita nominare questo Walter Newman - aggiunse Penny.
- Nemmeno io - disse Sam. - Inoltre quel tizio aveva un'aria familiare: credo di averlo già visto da qualche parte, ma non ricordo dove.

Intanto, a casa Price, Norman stava guardando la TV in salotto, quando all'improvviso gli venne voglia di un budino. Però quando aprì il frigorifero non ne trovò neanche uno.
- Strano, ero convinto che ce ne fosse ancora uno - si disse.
Così corse giù al negozio.
- Mamma, sai per caso dove sono...
Si interruppe perché aveva visto sua madre intenta a litigare con uno strano tizio dai capelli rossi e gli occhi azzurri. Allora si mise un po' in disparte per ascoltare.
- Vattene via! Subito! - gridò Dilys.
- Dilys, ti prego, ascoltami! - disse lui.
- No Walter, non voglio ascoltarti!
- So di aver commesso molti errori, ma ti assicuro che sono cambiato!
- Sì, certo!
- Io devo vederlo!
- Devi stare lontano da lui, è chiaro?! Lo faresti solo soffrire!
- Sei un'egoista! Io ho il diritto di stargli accanto!
- Io sarei egoista?! Tu hai già avuto l'occasione di stargli accanto e l'hai sprecata! E ora sparisci prima che perda la pazienza!
Walter sospirò e disse: - Va bene. Me ne vado, ma sappi che non mi arrenderò.
Quando Walter se ne fu andato, Dilys si appoggiò al bancone e sospirò.
Norman si fece avanti e chiese: - Mamma, va tutto bene?
- Eh?! - sussultò Dilys accorgendosi della sua presenza. - Sì caro, ma certo che va tutto bene!
Norman alzò un sopracciglio, poco convinto: - Chi era quello? Lo conosci?
- Non era nessuno di importante tesoro, stai tranquillo. Era solo un mio vecchio conoscente con cui ho litigato tanto tempo fa.
- Va bene - disse Norman. - Comunque volevo sapere dove sono finiti i budini.
- Mi dispiace tesoro, l'ultimo l'ho finito io ieri! - si scusò la madre. Poi prese una barretta di cioccolato e gliela diede dicendo: - Però puoi prendere questa se ti va.
- Wow, grazie! - disse Norman prendendo la barretta e tornando al piano di sopra.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Quel pomeriggio Norman invitò Mandy, Sarah e James a casa sua per divertirsi.
Appena arrivarono andarono tutti insieme in camera sua.
- Norman, io adesso uscirò per qualche minuto. Se viene qualcuno al negozio occupatene tu e mi raccomando, non combinare guai - disse Dilys.
- Va bene, mamma.
Quando la donna se ne fu andata, Norman disse ai suoi amici: - Sono contento che abbiate accettato di venire. Comunque non vi ho invitati qui solo per divertirci, ma anche per mostrarvi qualcosa di incredibile!
- Davvero? E che cosa? - chiese Sarah curiosa.
- Questo! - esclamò Norman tirando fuori da sotto il letto un album colorato.
- Un album? - chiese Mandy.
- Non è un semplice album! Questo è l'annuario dell'ultimo anno di liceo di mia madre! Non me l'ha mai voluto far vedere perché dice di essere venuta malissimo nelle foto. Ci sarà da divertirsi, vedrete!
Così cominciarono a sfogliarlo: l'annuario ovviamente conteneva le foto degli studenti, degli eventi scolastici di quell'anno, del personale e dei docenti.
- Guardate, ecco mia madre! - disse Norman quando arrivarono alle foto della classe di Dilys.
Nella foto la donna aveva i capelli legati in due lunghe trecce, portava due occhiali dalla montatura leopardata ed era molto graziosa.
- Che carina che era! - disse James.
- Già, non capisco perché pensi di essere venuta male - aggiunse Mandy.
Nella pagina seguente c'era una foto di tutta la classe al gran completo e lì Dilys era accanto a un ragazzo con i capelli rossi e gli occhi azzurri: i due si tenevano per mano e si guardavano con occhi sognanti.
- E questo chi è? - si chiese Sarah.
Norman tornò alle foto singole degli studenti, sotto alle quali c'erano scritti i loro nomi, e vide che quel ragazzo si chiamava Walter Newman.
- Un momento ragazzi, ma io questo lo conosco! - esclamò
- Cosa?! Davvero?! - chiese James.
- Sì, stamattina è venuto al negozio e si è messo a litigare con mia madre!
All'improvviso suonò il campanello al piano di sotto.
- Oh, qualcuno è venuto al negozio.
Tutti insieme scesero giù al negozio e sussultarono nel vedere che ad attenderli c'era proprio l'oggetto delle loro discussioni.
Norman cercò di mostrarsi indifferente e chiese: - Mi dica, cosa posso fare per lei?
Walter lo guardò con sguardo perso e mormorò: - Quindi... Tu sei il figlio di Dilys Price?
- Sì, perché?
Walter sorrise, i suoi occhi si fecero lucidi e abbracciò fortemente il ragazzino.
- Non posso crederci, finalmente ti vedo! - esclamò l'uomo accarezzandogli il viso.
- Ehi, mi tolga le mani di dosso! - rispose il ragazzino allontanandosi.
- Oh mio Dio! - urlò una voce femminile alle loro spalle.
Si girarono e videro Dilys che li guardava pallida come un fantasma.
- Che ci fai tu qui?! - domandò con rabbia a Walter.
- Sono venuto a vedere mio figlio! - rispose l'uomo.
Norman sgranò gli occhi e mormorò: - Suo... Suo figlio? Ma allora lei... Lei è...
Walter allora rispose: - Sì, Norman. Io sono tuo padre.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Norman sgranò occhi e bocca e arretrò di qualche passo.
- Cosa?! No... Tu non...
- Invece sì e sono così felice di conoscerti! - disse Walter.
Cercò di accarezzargli la guancia, ma Norman lo respinse e corse di sopra.
Dilys non ci vide più dalla rabbia e spinse Walter fuori dal negozio urlando: - Va via! Va via!
Quando l'uomo se ne fu andato, la donna sospirò e disse a Sarah, James e Mandy: - Ragazzi, tornate a casa per favore. Ho bisogno di parlare da sola con Norman.
I bambini capirono che la situazione era molto delicata e così se ne andarono anche loro. Dilys poi andò in camera del figlio e lo trovò seduto sul letto che si abbracciava le gambe e aveva le lacrime agli occhi.
- Norman... - lo chiamò accarezzandogli dolcemente la testa.
- Lasciami in pace! - gridò lui.
- Tesoro, mi dispiace così tanto che sia successo!
- Mamma, dimmi la verità: quel tipo... è veramente mio padre?
Dilys sospirò e rispose: - Sì, è così, tesoro.
- E dov'è stato tutto questo tempo?!
- È una storia un po' lunga. Vedi, ho conosciuto tuo padre all'ultimo anno del liceo: la sua famiglia si era trasferita per via del lavoro di suo padre ed è venuto nella mia scuola. Lui era un tipo affascinante e divertente, si è subito inserito bene nella nostra classe. Mi sono presa una cotta per lui quasi subito, ma non avevo il coraggio di parlargli, ero troppo timida. C'era un ragazzo di un'altra sezione, Robert, che si era preso una cotta per me e mi stava dietro da mesi, anche se io gli avevo detto chiaro e tondo che non ero interessata; un giorno si era fatto particolarmente insistente e abbiamo iniziato a discutere, allora Walter è intervenuto e mi ha difesa! Si è anche preoccupato di come stessi e mi ha invitata a prendere un gelato! Durante questo primo appuntamento mi ha rivelato che era interessato a me dal primo giorno, ma non si era mai fatto avanti perché dato che non gli parlavo mai era convinto di non interessarmi e allora io gli ho detto cosa provavo e dopo qualche altro appuntamento ci siamo messi insieme! Eravamo molto felici e dopo il liceo abbiamo lavorato per mettere da parte qualche soldo, ci siamo comprati una casa e siamo andati a vivere insieme.
Dilys raccontò tutto questo con un misto di gioia e nostalgia, poi proseguì il racconto con amarezza: - Poi un giorno, qualche anno dopo, iniziai a stare male, mi feci visitare e venne fuori che ero incinta... di te. Però quando lo raccontai a Walter lui mi disse di non voler avere figli, ha insistito perché abortissi, ma io rifiutai: ero felicissima di essere incinta, tu eri il frutto del nostro amore e se lui era troppo stupido per volerti io non volevo più saperne niente di lui! Così ci lasciammo e tornai dai miei genitori, che mi aiutarono con la gravidanza e quando ebbi racimolato abbastanza denaro venni a vivere qui a PontyPandy.
Norman aveva ascoltato il racconto con molta attenzione e quello che aveva scoperto lo fece sentire ancora più triste e confuso: quando da piccolo vedeva che gli altri bambini avevano il padre e lui no aveva sempre dato per scontato che il suo fosse morto, e adesso scopriva che non solo era ancora vivo, ma che non lo aveva mai voluto!
- Perché non me l'hai detto prima? - domandò alla madre.
- Eri troppo piccolo per capire certe cose, poi vedevo che eri comunque felice nonostante non avessi un padre e ho sperato che questo giorno non venisse mai! Mi dispiace tanto di averti mentito, Norman!
Dilys abbracciò dolcemente suo figlio, lui però non ricambiò, rimase rigido come una statua.
- Mamma?
- Sì, tesoro?
- Stasera posso andare a dormire da Sarah e James?
A Dilys sembrò una richiesta un po' strana, però disse: - Certo che puoi.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Mentre Sarah, James e Mandy camminavano verso la casa dei primi due continuavano a ripensare a quello che era successo.
- Com'è possibile che quel tizio sia il padre di Norman?! - esclamò Mandy.
- Già. I papà non dovrebbero vivere sempre con le mamme e i figli? Invece Norman finora non l'aveva mai visto e neanche noi! - aggiunse James.
- Però invece Dilys a quanto pare lo conosce - disse Sarah. - Poi chissà perché non stanno più insieme, sembravano così innamorati nella foto!
Quando arrivarono a casa di Sarah e James, trovarono Charlie intento a parlare al telefono.
- Ciao, papà - lo salutò James.
- Oh, ciao ragazzi - rispose Charlie per poi riprendere la conversazione telefonica. - Sì, per noi non ci sono problemi. I bambini sono appena tornati, gli chiedo se sono d'accordo.
Si rivolse ai figli e chiese: - È Dilys, mi ha detto che Norman vuole venire a dormire qui stasera. Per voi va bene?
I gemelli rimasero un po' sorpresi da quella notizia, ma Sarah disse: - Per me va bene.
- Anche per me - aggiunse James.
- Ottimo! - disse Charlie. Poi si rivolse di nuovo a Dilys al telefono: - Hanno detto di sì. Ok, allora ci vediamo stasera.
Quando chiuse la chiamata, Mandy gli chiese: - Senta Charlie, posso restare anche io qui a dormire stasera?
- Ehm... Sì, penso di sì. Ma prima devi chiedere il permesso ai tuoi - rispose Charlie.
- Ok, vado subito! Grazie! - esclamò Mandy correndo a casa sua.

Quella sera, durante la cena a casa di Sarah e James, Norman fu parecchio silenzioso, apriva bocca solo per chiedere qualcosa o ringraziare. Charlie e Bronwyn trovavano quel comportamento strano per uno vivace come lui e cercarono di fare conversazione con lui, ma invano.
Poi più tardi i bambini si lavarono, si misero il pigiama e andarono in camera dei gemelli. Questi ultimi ovviamente dormivano nei loro letti, mentre Mandy e Norman in dei sacchi a pelo sul pavimento.
- Buonanotte bambini, dormite bene - disse loro Bronwyn.
- Buonanotte mamma - dissero in coro i gemelli.
Quando la donna se ne fu andata però i bambini non avevano ancora intenzione di dormire, avevano aspettato quel momento apposta per chiedere a Norman cosa stava succedendo.
Infatti Mandy gli chiese: - Norman, ma quindi quel tizio che abbiamo visto oggi pomeriggio è davvero tuo padre?
- Sì, è così - rispose Norman mestamente.
- E perché non l'abbiamo mai visto? - chiese Sarah.
Allora Norman raccontò loro ciò che la madre gli aveva detto.
- Com'è possibile che tuo padre non ti volesse?! - esclamò James.
- Non lo so...
- È davvero una persona orribile, non mi stupisce che tua madre l'abbia cacciato! - disse Mandy.
- A proposito, ma tu sei arrabbiato con lei perché te l'ha tenuto nascosto? Per questo stasera sei venuto a dormire qui? - chiese James.
- Certo che no! È solo che non avevo molta voglia di stare a casa stasera, volevo cambiare aria.
- Comunque non devi preoccuparti, se tuo padre prova ancora a darti fastidio dovrà vedersela con noi! - esclamò Sarah.
- Già, se non ti ha voluto bene subito non ti merita! - esclamò Mandy.
Norman sorrise commosso dalle loro parole e disse: - Grazie, ragazzi!
Rimasero svegli ancora un po', poi andarono a dormire.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Il giorno seguente era domenica, quindi i ragazzi non dovevano andare a scuola, così dopo aver fatto colazione ed essersi vestiti decisero di andare a fare una passeggiata, anche per distrarre un po' Norman.
Camminavano parlando del più e del meno, quando all'improvviso una voce dietro di loro disse: - Norman?
I quattro si voltarono e videro proprio l'ultima persona che avrebbero voluto incontrare: Walter.
- Che cosa vuole?! Se ne vada! - gli intimò Mandy facendosi avanti.
Ma lui la ignorò: - Per favore Norman, voglio solo parlare.
- Non voglio parlare con te! - rispose Norman. - La mamma mi ha detto cosa hai fatto tanti anni fa quando stavate ancora insieme!
- Ascoltami, tuo padre era giovane, egoista e molto molto stupido! Ma ora sono cambiato e voglio avere una seconda possibilità! Ti prego, credimi!
- No che non ti credo! Mi hai abbandonato! Ci hai abbandonati! - urlò Norman correndo via verso casa.
- Complimenti, ha visto cos'ha fatto?! - urlò Mandy a Walter.
- Deve lasciare in pace il nostro amico, ha capito?! - aggiunse Sarah.
Poi i tre corsero verso il negozio di Dilys e quando arrivarono trovarono la donna che stava appena scendendo lì dalle scale di casa con sguardo triste.
- Dilys! - la chiamò Mandy.
- Oh, ciao ragazzi! - rispose lei accorgendosi di loro.
- Come sta Norman? - chiese James. - Sa, lungo la strada abbiamo incontrato...
- Lo so, Norman me l'ha detto - rispose Dilys. - Adesso è in camera sua a piangere e credo sia meglio se lo lasciamo stare un po' da solo.
- Sì, credo abbia ragione - disse Sarah uscendo dal negozio con gli altri.

- Che cosa possiamo fare, ragazze? - disse James mentre camminavano. - Dobbiamo trovare un modo per aiutare Norman.
- Quel Walter è un idiota! - esclamò Mandy arrabbiata. - Non crederà sul serio che ci beviamo la storia del suo cambiamento!
- Non lo so Mandy, a me sembrava sincero - disse James. Poi chiese alla sorella: - Sarah, tu che ne pensi?
- Io penso che... dovremmo chiedere consiglio a zio Sam. Lui sa sempre cosa è giusto fare.
Gli altri due furono d'accordo, così andarono verso la caserma dei pompieri.
- Oh, ciao ragazzi - li salutò Sam quando entrarono.
- Ciao, zio Sam - lo salutarono i gemelli.
- Che ci fate qui?
- Dobbiamo parlarti di una cosa importante... in privato - disse Sarah riferendosi agli altri pompieri lì presenti.
- Ok, andiamo fuori allora - rispose Sam.
Una volta fuori, i bambini gli raccontarono per filo e per segno quello che era successo.
- Wow, non riesco a credere che quel Walter sia il padre di Norman! - esclamò Sam incredulo. - In effetti lui e Norman si somigliano molto, ecco perché mi era familiare.
- Ma come zio Sam, tu lo conosci?! - esclamò James.
- Non proprio, l'ho incontrato ieri per la prima volta; mi ha chiesto dove fosse il negozio di Dilys e così gliel'ho indicato - spiegò Sam.
- Comunque che cosa possiamo fare per aiutare Norman? - chiese Mandy. - Lui è nostro amico e noi gli vogliamo bene, anche se a volte ci fa arrabbiare! Non ci piace affatto vederlo soffrire!
- Siete degli ottimi amici se vi preoccupate in questo modo per Norman - si complimentò Sam. - Comunque penso che per prima cosa dovremo andare a parlare con Walter.
- Cosa?! Ma se è proprio lui ad aver combinato questo guaio! - esclamò Mandy.
- Sì, ma a volte le persone possono davvero cambiare. Adesso andiamo da lui a parlarci e vedremo se merita una seconda possibilità - disse Sam.
- Ma non sappiamo dove abita - disse James.
- Non vi preoccupate: Penny mi ha detto che qualche giorno fa ha visto dei camion di una ditta di traslochi, probabilmente erano quelli che trasportavano le cose di Walter; se riesce a dirmi la casa allora sapremo dove abita. E chiederò anche al capitano Steele il permesso di andarci subito, voi aspettatemi qui.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Sam non disse al capitano Steele il motivo preciso per cui doveva allontanarsi, ma per fortuna riuscì a fargli capire che si trattava di una questione importante, così ottenne il permesso di andare.
Dopo qualche minuto di cammino lui e i bambini arrivarono alla casa di Walter, suonarono il campanello e lui aprì.
- Ehm... ciao! Che ci fate qui? - chiese Walter, molto sorpreso di vedere Sam in compagnia dei bambini.
- È nostro zio - dissero in coro Sarah e James.
- I ragazzi mi hanno detto tutto di lei Walter, e vorrei darle una mano - disse Sam.
- La ringrazio molto, ma non credo ci sia qualcosa che possiamo fare - disse Walter.
- Non dica così, a tutto c'è rimedio
- Non stavolta. Norman e Dilys mi odiano e non posso biasimarli, non mi ascolteranno mai.
- Il suo errore è stato di entrare nella loro vita troppo all'improvviso, è normale che siano rimasti sconvolti. Però forse se adesso andiamo lì tutti insieme riuscirà a farsi ascoltare.
- Ne è sicuro?
- Assolutamente sì.
- Spero che lei abbia ragione. Ormai non pretendo più che mi diano per forza una seconda possibilità, ma voglio almeno che sappiano quanto sono pentito.
Così andarono verso la casa di Dilys e Norman, salirono al piano di sopra e suonarono il campanello. Ad aprire fu Dilys, che rimase sconvolta nel vedere i bambini e Sam in compagnia di Walter.
- Sam, bambini, perché siete venuti qui con lui?! - domandò arrabbiata.
- Dilys, ascolta... - provò a calmarla il pompiere.
- No! Tu non hai la minima idea di quello che ci ha fatto!
- Invece sì, Norman si è confidato con i bambini e loro l'hanno raccontato a me e penso che tu e Norman dovreste almeno provare ad ascoltarlo.
Dilys guardò Walter e nei suoi occhi vide un gran dispiacere a differenza di quando si era presentato lì il giorno prima in modo così spavaldo.
- Io non sono tanto convinta, ma mi fido di te Sam, quindi ok, potete entrare.
Tutti e cinque entrarono e videro Norman sdraiato sul divano a guardare la TV con sguardo mesto, ma si alzò di scatto quando li vide con Walter.
- Ciao, Norman - mormorò Walter.
- Non voglio parlare con te, vattene! - gridò il bambino.
- No, ti prego ascoltami! Mi dispiace di essere entrato così all'improvviso nella tua vita, non volevo sconvolgerti! Voglio solo farti capire perché ho agito così tanti anni fa e dimostrarti che sono davvero pentito!
Norman guardò la madre, gli amici e Sam che gli rivolgevano sguardi rassicuranti, così si calmò e disse: - Va bene, ti ascolto.
- Vedi Norman, quando tanti anni fa tua madre mi disse che era incinta mi prese il panico: ancora non mi sentivo pronto a diventare padre, avevo paura di combinare qualche disastro e di rovinare le nostre vite, così ho agito senza riflettere e vi ho allontanati!
- Perché invece ferire la mamma e abbandonarci è stata una mossa molto più furba, vero?! - disse Norman con tono sarcastico.
- Lo so, hai perfettamente ragione! Ma vedi, a volte, quando le persone hanno paura fanno un sacco di stupidaggini e a volte cercano di proteggere quelli che amano allontanandoli, ma è un grosso errore! Col tempo ho sentito sempre di più la mancanza di tua madre e rimpiangevo la vita che avremmo potuto avere se non fossi stato così stupido, quando alla fine non ce l'ho più fatta! Così ho indagato per scoprire dove foste e mi sono trasferito qui per conoscerti! Lo so che non è facile da credere, ma voglio davvero starti accanto ed essere tuo padre! So che sarà difficile, ma ti prego, pensi che possiamo provarci? Puoi darmi un'altra possibilità?
Norman percepì quanto dolore e pentimento ci fosse nelle parole di quell'uomo, che era piombato così all'improvviso nelle loro vite dicendo di essere suo padre. Si era sentito malissimo quando aveva scoperto che anni prima non lo aveva voluto, ma ora era lì a implorarlo di dargli un'altra possibilità. Sembrava che volesse davvero rimediare e del resto lui sapeva meglio di tutti lì cosa volesse dire fare un sacco di errori.
Così sorrise dolcemente e disse: - D'accordo, papà.
Walter sentì un tuffo al cuore nel sentirsi chiamare "papà" e abbraccio fortemente suo figlio, che ricambiò.
- Ti voglio bene, figliolo.
- Anch'io, papà.
Tutti li guardavano commossi.
Poi Walter si staccò dal figlio e si rivolse a Dilys: - Dilys, devo delle scuse anche a te. Ti ho abbandonata quando avevi più bisogno di me per la mia codardia. Non ti chiedo di amarmi di nuovo, ma pensi che potremo almeno provare ad andare d'accordo per Norman?
La donna lo guardò pensierosa, poi vide lo sguardo implorante del figlio, così sorrise e disse: - Va bene, possiamo provare.
- Comunque papà, anche se ho deciso di darti una possibilità non voglio venire a vivere con te - disse Norman.
- Stai tranquillo Norman, non ho mai avuto intenzione di portarti via da tua madre! - rispose Walter. - Però magari qualche volta puoi venire a mangiare e a dormire da me, che ne dici?
- Certo! - esclamò il figlio.
Poi Walter si rivolse a Sam e disse: - La ringrazio, Sam, per avermi voluto aiutare.
- Di niente - rispose il pompiere con un sorriso.
- E grazie anche a voi, ragazzi, per esservi preoccupati tanto per me - disse Norman ai suoi amici.
- Non devi ringraziarci, tu sei nostro amico e ti vogliamo bene - disse James.
- Comunque signor Walter, veda di non far soffrire di nuovo Norman o se la dovrà vedere con me! - gridò Mandy rivolta a Walter.
- Oh, me ne guardo bene! - esclamò Walter scherzosamente.
Tutti scoppiarono a ridere.

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