Cronache dal paese che non dorme

di Elisaf8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Con l'orologio nel taschino ***
Capitolo 2: *** Di abbracci e biglietti del treno ***
Capitolo 3: *** Ortensie ***
Capitolo 4: *** 1960 ***
Capitolo 5: *** Fuori era marzo inoltrato ***
Capitolo 6: *** C'è chi parte... ***



Capitolo 1
*** Con l'orologio nel taschino ***


Con l’orologio nel taschino

 

Stringeva la monetina accanto al cuore, perché sua nonna le aveva raccontato che con il suo nome portava il talento — e la mi’ nonna ne sapeva una in più del diavolo — e per lei sapeva d’amore. Chiuse gli occhi pensando al distinto signore — mi ha detto che avea l’orologio nel taschino — che prima di tornare in patria, tanti anni prima, l’aveva lasciata nella borsetta di quella sua antenata che lei aveva visto solo nelle parole; chissà se si era mai immaginato che sarebbe finita nelle sue mani, quella sera.

Buonanotte nonna, mandami un bacio mentre ridi insieme a lui. 

numero parole: 103
prompt: talento


NdA: l'interpretazione del prompt può essere un po' difficile da capire, quindi faccio questa piccola nota. Il talento era una moneta dell'antica Grecia (tutta colpa del liceo classico) e ho immaginato che fosse una sorta di pegno d'amore per l'antenata della protagonista. Sopportate queste mie uscite da classicista, chiedo perdono!

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Capitolo 2
*** Di abbracci e biglietti del treno ***


Di abbracci e biglietti del treno

Lei aveva un cappotto verde lungo fino alle caviglie, un bassotto microscopico e una valigia più grande di lei; lui gli occhi velati dal pianto, occhiali tondi e un orecchino al lobo sinistro. Dipingevano “Il Bacio” di Hayez nel bel mezzo della piazza.

“Sei sicura?”

“Ne ho bisogno, lo sai.”

Un ultimo abbraccio, pieno di parole rimaste sospese nell’aria; il biglietto del treno stretto in mano.

“Questo pezzo di carta è una coltellata al cuore. Pensami dall’altra parte del mondo.”

“Non smetterò mai di farlo.”

Corse verso la stazione il più velocemente possibile — avrebbe avuto meno tempo per voltarsi indietro. Lasciò che fosse il vento a far giocare i pensieri.


numero parole: 110
prompt: "mi hai fatto male."

 

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Capitolo 3
*** Ortensie ***


Ortensie

 

Sistemò le ultime ortensie ravvivandole come fossero i capelli di una donna, e pensò a lei. Un secondo, come succedeva sempre nelle ultime settimane, un lampo in quella notte illuminata solo da una piccola luna, in fondo erano sotto lo stesso cielo — cliché, ma non l’avrebbe scritto nelle sue lettere comunque. Ne tagliò una rosa e una blu, e l’ultima foglia disordinata della siepe d’alloro. Sarebbero state così bene in mezzo al manuale che le avrebbe spedito. Corredate da una piccola nota, rinchiuse nel loro guscio di sapienza e ostentazione, un dolce dono nascosto. Perché solo ai froci piacciono i fiori, gli ripeteva la voce di suo padre.
 

numero parole: 109
prompt: ortensia


NdA: piccola nota perchè l'ultima frase ero indecisa se metterla o meno. Inizialmente mi è sembrata esagerata, ma poi ho pensato che non rispecchia minimante il mio pensiero mentre dà una buona idea su chi fosse il padre del protagonista. Spero non disturbi nessuno, in quanto vuole essere una mia presa di posizione contro ideologie omofobe di qualunque tipo. 

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Capitolo 4
*** 1960 ***


1960

Lo scricchiolio dei gradini che conducevano alla mansarda rischiava di destare l’intera abitazione sopita. Lei li percorreva sugli avampiedi, così lentamente che avrebbe potuto impiegarvi la notte tutta; un lume nella mano destra, nell’altra una chiave. 

Aprì con cautela il bauletto che pareva uscito dal Medioevo. Vi aveva rovistato all’interno talmente tante volte che quasi ne conosceva a memoria il contenuto; ma quella notte era diverso, aveva il retrogusto amaro della malattia. Carezzò una fotografia della sua vecchia nonna — Tokyo, 7 ottobre 1891, tutto ciò che le rimaneva di lei — e si distese sul parquet. Avrebbe voluto domandarle dove si trova nei meandri del cuore l’impeto per combattere il male più grande. 


numero parole: 114
prompt: soffitta


NdA: il linguaggio è volutamente un po' "stucchevole" perchè, come spero si capisse dal titolo, questa drabble è ambientata nel 1960. Grazie a te che hai letto anche questa piccola nota. 

 

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Capitolo 5
*** Fuori era marzo inoltrato ***


Fuori era marzo inoltrato

 

Il cavalletto scattò svegliandola di soprassalto. Accese l'abat-jour sul comodino e scostò il piumino. Fuori era marzo inoltrato, e un vento tiepido entrava dalla finestra socchiusa. Quando il sole calava, insieme alla luna sorgeva anche il pensiero di lui. Era inverno nel suo cuore, le foglie dell'amore imbrunite e cadute, e ogni sentimento coperto da una coltre di bianca indifferenza. Fuori era marzo inoltrato. 

Agguantò la tela accantonata in un angolo da settimane e qualche pennello. Prese il più grande che aveva e coprì di colore il paesaggio invernale appena abbozzato. 

Quando l'alba la colse con il terzo caffè sulle labbra, fuori era marzo inoltrato. E anche dentro di lei stava tornando la primavera. 


numero parole: 114
prompt: marzo

 

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Capitolo 6
*** C'è chi parte... ***


C'è chi parte...
 

La valigia giaceva aperta sul letto, l’armadio sventrato e i vestiti alla rinfusa. Mamma le avrebbe detto che sembrava scoppiata una bomba, in quella stanza. E lei era lì, all’apparenza impassibile artefice del disastro, la schiena appoggiata al muro.

Una lacrima le rigò la guancia, solinga pellegrina sul suo viso, corse fino al mento, e poi — plick — cadde sul parquet nel silenzio della notte, rimbombandole nelle orecchie. Sapeva di averne bisogno — di andarsene — per sé e per nonna, che era la lei di qualche anno prima. Giocherellò con la monetina e si passò un dito sotto l’occhio. Respirò profondamente: era pronta. 


prompt: lacrime
numero parole: 105

 

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