Non incasinare il multiverso Naruto!

di TheLegendary
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ma dove diavolo sono finito? ***
Capitolo 3: *** Troppi casini per un titolo decente ***
Capitolo 4: *** Quel maledetto ponte ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La Valle della Fine.

Un luogo che nella storia è stato luogo di una battaglia imponente.

Secondo la storia è qui che, al loro tempo, combatterono lo Shodaime Hokage Hashirama Senju e il capo del clan Uchiha di allora, Madara. Oggigiorno ci sono due statue raffiguranti i due guerrieri, per ricordare a tutte le future generazioni del grande scontro avvenuto anni prima.

Ed è sotto queste statue che sta avvenendo un altro scontro.

Sotto la statua di Madara Uchiha si trovava un suo discendente, Sasuke Uchiha, il segno maledetto del nukenin di Konoha Orochimaru attivato al secondo livello, in posa per preparare una delle sue tecniche, il Chidori.

Dall’altra, sotto Hashirama, si trovava Naruto Uzumaki, il Jinchuuriki della Volpe a Nove Code, con una coda al momento attiva, e con un Rasengan cremisi nella mano.

Per spiegare perchè questa battaglia sta avvenendo: l’Uchiha aveva deciso che il suo villaggio non poteva renderlo forte, è scappato e Naruto vuole riportarlo.

Adesso era un momento cruciale: solo i rumori dei loro Jutsu potevano essere sentiti nella valle.

Nemmeno la cascata era più udibile.

Come se un arbitro avesse fatto un fischio, i due partirono in aria in sincronia, mano col Jutsu rivolta verso l’altro, pronta a stabilire il colpo finale.

Con un urlo finale entrambi i Jutsu si scontrarono, creando una cupola di luce che avvolse i due e che impediva a qualunque testimone esterno di vedere cosa succedeva al suo interno.

 

 

Ora, se dovessimo seguire il canon Naruto dovrebbe svenire, Sasuke scappare e il primo a fare un viaggio di tre anni che porta a quei settecento episodi di Shippuden, ma in quel caso questa fanfiction sarebbe inutile.

 

 

Invece, quando la luce si dissipò si trovava Sasuke svenuto a terra e nessuna traccia del biondo.

Ma dove crisna si era cacciato quello?

 

 

Nessuno a Konoha (o nelle nazioni ninja per quel riguardo) poteva immaginare che Naruto stava per fare ciò che nessuno immaginava possibile fino a quel momento.

Anzi, nessuno pensava che una cosa del genere esistesse. E nessuno lo saprà per un bel pò di tempo.

 

Il viaggio nel multiverso.

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Capitolo 2
*** Ma dove diavolo sono finito? ***


Buio.

 

Questo era ciò che vedeva Naruto in quel momento.

 

Un buio infinito, come in un limbo.

 

Vabbè, se tieni gli occhi chiusi è normale vedere così.

Naruto aprì lentamente gli occhi, colpito dalla luce solare inaspettata.

Si ricordò improvvisamente della battaglia con il suo amico.

<< SASUKEEEEE!!! >> urlò il ragazzo, alzandosi di scatto e guardandosi intorno, ma vide che qualcosa non andava.

 Questa non era la Valle della Fine.

Dove doveva esserci una cascata gigante con ai lati le statue dei fondatori di Konoha, adesso c’erano edifici dall’aspetto particolare per lui.

Come se fosse in un’altra epoca.

Si potevano sentire le eco dei passi e delle voci di tantissime altre persone nelle vicinanze, la città doveva essere abbastanza grande.

Si trovava in un vicolo abbastanza buio e nascosto, ma il suo urlo deve essersi ben sentito, perché poteva vedere un uomo correre verso di lui.

<< Sei tu quello che ha urlato? Pensavo che fossi in pericolo! >> gli disse lo sconosciuto davanti a lui, dopo essersi fermato a riprendere fiato. << Perché sei vestito in quel modo? Sembri un cosplayer. >> gli chiese confuso l’uomo.

Naruto intanto stava osservando per bene la persona davanti a se.

Era pelato, dall’aspetto non poteva avere più di trent’anni, e aveva dei vestiti che lui non aveva mai visto prima. Sulle spalle portava un pacco non grosso ma nemmeno piccolo. Doveva essere un corriere.

<< Beh, scusami se mi sono trovato svenuto in un vicolo in una città sconosciuta. >> disse il biondo, per poi urlargli contro. << E POI QUESTI SONO I MIEI VESTITI NORMALI! POI COSA PARLI TU, CHE I TUOI VESTITI SEMBRANO ESSERE DI SECONDA MANO!!?? >>.

<< Piano, non urlare così forte! >> si lamentò l’uomo.

<< Io sono Cole MacGrath, comunque. Se vogliamo capire qualcosa sulla tua situazione, sarà meglio che andiamo. >> disse Cole, ma prima di fare anche un solo passo un’esplosione si espanse dalla scatola che Cole portava, prendendosela tutta in faccia. Nemmeno Naruto però ne fu risparmiato.

 

 

 

 

 

 

Forse dovrebbe smetterla di svenire, sta succedendo troppe volte.

Naruto si rialzò aprendo gli occhi, ma non metteva bene a fuoco perché era disorientato.

Quando ci riuscì, decise che avrebbe preferito non averlo fatto.

 

 

Tutto attorno a lui era distrutto.

 

Tutto quello che c’era nel raggio di 400 metri era distrutto. Gli edifici rimasti in piedi erano gravemente danneggiati, alcuni sembrava che bastasse una piccola spinta da un bambino affinché cadessero.

Di gente non ce n’era nemmeno l’ombra, non c’era nulla che dicesse che in quella zona ci fossero state persone.

Notò di stare su una piattaforma circolare formata dalla strada del vicolo che non era molto grande, con il corpo di Cole steso a pancia in giù.

 

<< COLE!! >> urlò il ragazzo, accorrendo in aiuto dell’uomo steso a terra, girandolo a pancia in su e scuotendolo nel tentativo di svegliarlo.

Ci mise un pò, ma riuscì a fargli aprire gli occhi.

<< Che cosa è successo, Naruto? >> chiese in modo strascicato Cole, ma quando vide la distruzione attorno a lui si bloccò.

<< No... >> sussurrò il pelato, mettendosi in ginocchio e guardando con occhi sgranati e la bocca semiaperta tutta la distruzione avvenuta attorno a lui.

<< Dobbiamo andare, Cole. Non possiamo fare nulla qui. >> fece il biondo, prendendo per la spalla l’altro uomo e coricandolo sulla propria schiena, visto che poteva vedere come fosse troppo stanco e scioccato per muoversi per bene.

Si, anche lui era scioccato, ma questo era un luogo che non gli diceva nulla. Per Cole era la città dove viveva, se non addirittura dove era nato.

Camminarono strascicandosi tra le macerie della strada, vedendo vari cavi elettrici sporgere dal cemento, alcuni di essi spezzati e che facevano ancora scintille, con Cole che ripeteva tra se e se ‘possibile che sia stato il pacco che portavo?’ come un disco rotto.

Arrivarono ad un parcheggio colpito a metà dall’esplosione, quando decisero di fermarsi momentaneamente per riposare.

Un elicottero stava sorvolando la zona, senza dubbio cercando possibili sopravvissuti, attirando l’attenzione del Jinchurikii che non ne aveva mai visto uno.

Un fulmine si sprigionò all’improvviso da un quadro elettrico attaccato al muro e colpì entrambi, stordendoli momentaneamente ma senza, stranamente, far male a nessuno dei due.

Anzi, sembrava che avesse dato più forza ed energia ai due sopravvissuti.

Si rimisero a camminare, stavolta però Cole riusciva a reggersi in piedi e ad andare avanti da solo,anche se lentamente.

Arrivarono a un ponte che era abbastanza lontano dall’epicentro dell’esplosione da non essere proprio colpito, dove dei veicoli della polizia stavano bloccando il ponte, con dei poliziotti che stavano facendo evacuare i civili nella zona.

<< Cooole! Coooole! Sono qui!! >> un urlo riecheggiava dall’altra parte del piccolo ponte di cemento.

Naruto provò a vedere chi era che stava urlando, e riuscì a vederlo subito.

Si trattava di un uomo, gli occhiali da sole appoggiati sugli occhi, riconoscibile dalla stazza (non era rivolto come un insulto, non voleva un’incazzatura al livello di Choji se gli dici che è grasso), e i vestiti abbastanza scoloriti che indossava.

<< Zeke.... >> sussurrò il suo partner momentaneo, anche se Naruto poteva dire che aveva l’intenzione di chiamarlo ma senza riuscirci.

Due poliziotti si avvicinarono a loro prima che Naruto potesse richiamare il tizio dall’altra parte.

<< Signori, ho bisogno che mi seguiate un momento. Non siete in buona salute, dobbiamo portarvi all’ospedale >> fece il primo poliziotto, le mani già in posizione di prendere Cole in caso stesse per cadere.

<< Statemi lontano!! >> si scosse il pelato, sprigionando un fulmine bianco dal proprio corpo che andò a colpire Naruto.

<< Ehi, Cole! Stai attento! >> fece il ragazzo, ma notò subito la mano destra del compagno ricoperta da fulmini.

<< E ora che succede?! >> fece esasperato il biondo, quando fulmini blu iniziarono a venire sparati dalla mano, con alcuni che colpirono i poliziotti che si erano avvicinati, uccidendoli.

<< Naruto, dobbiamo scappare!! >> fece Cole, con altri fulmini, stavolta rossi, che sprigionavano continuamente dal suo corpo, distruggendo piano piano il ponte.

Naruto prese per il braccio l’altro e iniziò a correre verso Zeke, che aveva appena preso un furgoncino nero da dietro l’angolo.

Cole svenne a metà strada, finendo di sprigionare elettricità, così al biondo toccò trasportarlo sulle spalle fino al veicolo, riuscendo ad entrarci dentro.

Ma lo stress della situazione, unito allo sforzo fatto per trasportare Cole e la corsa distruttiva, fece perdere i sensi al ragazzo, facendolo cadere in un sonno profondo.

Non sapendo che i giorni successivi sarebbero stati molto incasinati per lui.

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Capitolo 3
*** Troppi casini per un titolo decente ***


Quando Iruka un giorno gli disse che un ninja deve essere pronto ad affrontare tutto, anche l’inaspettato, Naruto aveva risposto che nulla lo avrebbe colto impreparato.

La scoperta della Volpe nel suo stomaco era stata scioccante, ma era riuscito a superarlo velocemente. Quella volta Iruka stava per morire, dopotutto.

L’invasione della Foglia era stata improvvisa, ma era riuscito ad aiutare, sconfiggendo Shukaku. Per quanto fosse spaventato e confuso da quegli eventi, doveva salvare il villaggio.

Non voleva credere alla fuga di Sasuke, ma si era messo al suo inseguimento il prima possibile.

Ma adesso, dire che era spaesato era un eufemismo.

Il biondo impiegò due giorni per svegliarsi, probabilmente la stanchezza lo aveva colto peggio di quanto credeva all’inizio, ma al suo risveglio si trovò di fronte a una situazione particolare.

Innanzitutto, quando riaprì gli occhi, si ritrovò davanti Cole che ricaricava la batteria di una televisione sparando un fulmine bianco dal braccio. Particolare, ma visto da dove veniva il ragazzo, niente di che.

Provò poi a chiedere sia a lui che a Zeke, che si scoprì poi essere il migliore amico del pelato, come potesse tornare a Konoha, ma entrambi gli risposero che un posto chiamato Konoha non è mai esistito.

Ma non era quello il problema, poteva anche essere finito in un posto dove non sapevano degli altri villaggi.

Il problema era venuto alcuni giorni dopo la sua ripresa.

Zeke aveva un dubbio: come aveva fatto il ragazzino a sopravvivere a un’esplosione dove l’unica altra persona sopravvissuta aveva ottenuto dei poteri?

C’era qualcosa che non quadrava.

Così chiese a Naruto se potesse provare a fare la stessa cosa che Cole fece quando il biondo si svegliò: provare ad incanalare l’energia del fulmine nel braccio e spararlo fuori.

Ora, Naruto sapeva bene che c’era gente che sapeva usare i fulmini abbastanza bene da poterli usare sul proprio corpo, e il Raikiri di Kakashi ne era una prova, ma sapeva che per arrivare a quel punto ci sarebbe dovuto essere allenamento davvero lungo e faticoso. Altrimenti tutti quanti avrebbero potuto usare quell’elemento.

Allenamento che lui non ha mai fatto.

Eppure un fulmine blu venne comunque sparato dal suo braccio, andando a colpire la finestra di un altro edificio e distruggendola in mille pezzi.

Se qualcuno si chiede come ha fatto a beccare una finestra, i tre si trovavano sul tetto dell’edificio che sembrava essere la casa di entrambi (o almeno di uno dei due), quindi c’erano un sacco di possibili bersagli che poteva pigliare.

E mentre il ragazzo elaborava quello che aveva appena fatto, l’uomo robusto stava scuotendo velocemente le spalle del suo migliore amico, alzatosi dal divano verde abbastanza rovinato dopo aver visto quello che ha fatto il biondo, esultando di gioia per aver provato vera una delle sue teorie.

Si, Zeke è un tipo particolare, ma quando impari a conoscerlo non è così male.

Avevano già esplorato parte dei poteri di Cole, che si venne a scoprire erano uguali a quelli che aveva preso Naruto. Entrambi erano in grado di sparare fulmini a ripetizione, come una mitragliatrice. Un centimetro di troppo su una sporgenza senza ringhiera fece scoprire ai tre che a quanto pare le cadute non erano più un problema, ma in compenso Cole si prese un infarto perché credeva che il minorenne del trio fosse spacciato.

Non aveva ancora detto del fatto di essere un ninja ai due. Ma del resto perché avrebbe dovuto? Sicuramente lo potevano capire dal copri fronte.

Siate magnanimi con questo ragazzo, non ha capito ancora che i due credono che il biondo sia vestito da cosplayer. 

Da quando l’esplosione è avvenuta, i tre si sono accorti che l’intera città è andata in tumulto.

Una gang aveva iniziato a terrorizzare il distretto in cui si trovavano.

La città, che Naruto aveva scoperto chiamarsi Empire City, era divisa in tre distretti, che altro non erano che degli isolotti collegati da ponti.

Il primo distretto, quello del Neon, era dove si trovavano in quel momento i nostri eroi. Era anche l’unico distretto dal quale potevi uscire dalla città usando lo Stampton Bridge, ma i militari per qualche motivo la stavano tenendo bloccata con postazioni molto rinforzate. Una gang, nominatasi Mietitori, stava terrorizzando il quartiere, ma Naruto non poteva fare nulla finché non avesse imparato a controllare i suoi nuovi poteri.

Il secondo distretto, il Dedalo, era per qualche motivo inaccessibile. A quanto pare un’altra gang stava impedendo che la gente entrasse o uscisse da quel distretto.

Il terzo, il Quartiere Storico, era dove si trovavano Cole e Naruto quando avvenne l’esplosione. Il ponte che lo collegava al Neon era stato danneggiato dai fulmini rilasciati dal pelato quel giorno, quindi era stato alzato. L’unico altro modo per entrarci era passando per il Dedalo, ma come già detto prima non si poteva entrare.

Zeke era l’uomo che girava per le strade per fare le compere e cose del genere, mentre gli altri due dovevano restare a casa. Avevano innalzato un polverone alcuni giorni prima, avrebbero dovuto attendere che le acque si calmassero un attimo.

L’uomo più robusto ritornò sul tetto, passandosi una mano tra i capelli neri a spazzola, sospirando.

<< Uuf, ragazzi, non potete capire il casino che sta succedendo. Ci sta gente che sta andando in panico, credono che avverrà un’altra esplosione come nel Quartiere Storico. I militari stanno chiudendo il ponte che ci separa dal resto del mondo, e quei bastardi che si fanno chiamare Mietitori stanno mettendo ancora più terrore nel quartiere. Come se non bastasse, quasi tutto il Neon è senza corrente, solo questa zona in cui abitiamo ha energia elettrica. Non siamo in una bella situazione >> Zeke spiegò. 

Tutto quello che stava succedendo stava portando grande stress ai due adulti.

<< E allora, cosa dobbiamo fare? Restiamo qui a girarci i pollici? >> chiese Naruto.

Il ragazzo voleva tantissimo tornare a Konoha. Doveva sapere cosa era successo a Sasuke, doveva vedere se Orochimaru era riuscito nel suo piano o se qualcuno nel suo villaggio era riuscito a riportare indietro il suo amico.

Si erano accorti che lui mancava all’appello?

Ma nonostante questa voglia di tornare a casa, sapeva di non poterlo fare. Non ancora, perlomeno.

Si trova in una città completamente isolata, e le uniche persone con le quali poteva parlare non sapevano nemmeno dell’esistenza del suo villaggio.

Avrebbe dovuto aspettare, per forza di cose.

<< Dobbiamo trovare Trish, devo assicurarmi che stia bene >> rispose Cole, steso sul divano di pelle semi rotto messo sul tetto mentre guardava uno show comico sul vecchio televisore.

Zeke osservò compassionevolmente il suo migliore amico.

Naruto aveva carpito qualche informazione durante le conversazioni tra i due. Trish era la ragazza di Cole, che apparentemente aveva perso la sorella nella fantomatica esplosione.

Quando stava ancora dormendo, qualcuno che si fa chiamare “la Voce della Sopravvivenza” aveva iniziato ad incolpare McGrath, dicendo che era lui dietro al genocidio nel Quartiere Storico. La ragazza però non ci credeva, perchè questo tizio non aveva mostrato prove. Non si trovava con loro perchè lei era un’infermiera e voleva aiutare più gente possibile, anche se rischiava la vita.

<< Aspetta, aspetta, aspetta. Non sei pronto, Cole. I Mietitori sono in giro e dobbiamo ancora scoprire l’interezza dei tuoi poteri. Dobbiamo sapere cosa puoi fare prima di metterci per strada>> lo fermò Zeke.

E fu così che nella settimana che seguì sia Cole che Naruto si occuparono cercando di capire cosa potessero fare.

Naruto scoprì per puro caso che l’acqua era diventata off-limits per loro due. Zeke stava bevendo da una bottiglia di plastica quando sparse per sbaglio un pò d’acqua per terra. Il ragazzino ci camminò senza accorgersene e Zeke vide che l’aveva resa..... ‘scioccante’ (battuta di merda, lo so).

Cole se la stava prendendo con dei cassonetti dell’immondizia sotto casa perchè non riusciva a capire cos’altro poteva fare, quando per sbaglio lanciò un piccolo fulmine circolare. Questo si attaccò al cassonetto ed esplose, dando vita a quella che possiamo definire come granata elettrica.

Scovarono l’onda d’urto quando si trovarono a dover spostare delle macchine che i proprietari avevano parcheggiato davanti al furgone usato da Zeke nel famoso giorno. Naruto non era mai stato l’epitoma della pazienza, e quindi mosse le mani all’aria dopo aver provato a spingere la macchina. Non si accorse però di aver incanalato energia elettrica nelle braccia, e fece cosi volare le due auto sul balcone della casa davanti.

Cole invece scoprì di poter assorbire energia elettrica quando, in un momento in cui era stanco, si appoggiò a una centralina a muro attaccata a una delle case vicine. Era passata elettricità sul suo corpo, ma anziché stordirlo ulteriormente gli aveva dato energia.

 

 

 

La settimana passa.....

 

 

<< Ragazzi, dobbiamo andare!! >> arrivò senza fiato Zeke sul tetto, attirando l’attenzione dei due maschi elettrici.

<< Che sta succedendo? >> chiese incuriosito Cole, volendo sapere cosa aveva portato il suo migliore amico a correre fin sul tetto per farli sbrigare.

<< I militari faranno cadere delle scatole di cibo nella piazza qua vicino, e sono sicuro che i Mietitori cercheranno di fregarle ai cittadini. Se vogliamo impedirlo e prendere anche la nostra parte dobbiamo muoverci! >> fece Zeke, iniziando subito a scendere le scale in fretta e furia. Gli altri due invece saltarono giù dal tetto: come detto precedentemente, le cadute non erano più un problema.

Si riunirono con il complottista (perché si, Zeke era uno di loro) e corsero subito verso la piazza, mentre Zeke andò a recuperare una pistola che aveva nascosto in un parcheggio li vicino.

Quando arrivarono alla piazza, entrambi poterono vedere che alcune delle casse si erano impigliate sulla statua abbastanza alta che si trovava nella piazzetta.

<< Facevo parkour per hobby prima di tutto questo casino, lasciale a me >> fece il partner di Naruto, correndo sotto la statua e iniziò a scalarla.

Ma quando Cole arrivò a circa 1/4 dell’altezza della statua, degli spari iniziarono a farsi sentire.

<< Sono i Mietitori!! >> urlò Zeke, che era appena arrivato nella piazza e aveva iniziato a sparare a loro.

Naruto li osservò per bene.

Innanzitutto notò come tutti erano uguali tra loro. Felpa rossa con cappuccio alzato che oscurava il volto, disegno di un teschio sul cappuccio e pantaloni che sembravano presi dalla spazzatura. Armi d’assalto in mano (Naruto sapeva che cosa erano solo perché Zeke si era occupato personalmente di insegnare al ragazzo tutte le possibili armi che poteva trovarsi contro) che venivano usate contro i civili in fuga.

Naruto non perse un secondo.

<< Kage Bunshin no Jutsu!! >> urlò il biondo, evocando dieci cloni che andarono ad assaltare frontalmente i criminali, mentre l’originale sparava fulmini blu da lontano. Onda d’urto e granata non erano possibili, avrebbe preso anche i suoi cloni.

Uno dei Mietitori stava per prenderlo alle spalle, ma Zeke riuscì a tirargli un colpo in testa, uccidendolo prima che sparasse al jinchuriiki.

Mentre tutto questo succedeva, Cole stava ancora scalando la statua, ma ogni tanto si fermava per sparare un fulmine ai banditi.

Tempo un minuto e tutti quanti i Mietitori erano stati sconfitti.

Il ninja sentì un tonfo dietro di lui e si girò.

Cole era appena sceso dalla statua, le casse di cibo già a terra e prese d’assalto dai vari cittadini.

In quel momento arrivò una ragazza.

<< Ehi Trish >> fece il pelato, avvicinandosi all’infermiera appena arrivata.

Naruto potè quindi finalmente vedere chi era la fidanzata del suo nuovo partner.

Capelli marroni a caschetto completamente spettinati, occhi che guardavano Cole preoccupati e i vestiti sporchi di polvere e un pò di sangue non erano di certo l’immagine che si era fatto nella testa.

<< Cole, è da quasi due settimane che non ti vedo, mi hai fatto preoccupare! >> si lamentò lei, avvicinandosi al suo ragazzo e esaminandolo per vedere se aveva delle ferite.

Zeke e Naruto intanto si erano avvicinati, entrambi con le braccia piene di cibo in scatola preso dalle razioni lanciate precedentemente.

<< Non ho idea di quanto ci possano durare, ma spero che bastino per quando arriva il prossimo lancio >> fece il secondo, mentre il primo si stava lamentando sul fatto che “potevano anche mettere qualcosa di qualità in quelle scatole”.

<< ATTENZIONE!! >> una voce registrata si fece sentire all’improvviso nella piazza. Tutti si voltarono verso la vetrina di un negozio di elettronica, dove uno dei televisori si era acceso e stava mostrando un uomo. La Voce della Sopravvivenza.

<< Ho sempre detto che la colpa dell’esplosione che ha causato così tante vittime era colpa di Cole McGrath. Ebbene, adesso ne ho le prove! Guardate e giudicate voi stessi! >> urlò il tipo, oer poi sostituire la propria immagine con un video in cui si vedeva Cole sulla strada principale affollata di gente tirare fuori qualcosa dal pacco sulle sue spalle e attivarlo, per poi creare l’esplosione.

<< Come hai potuto, Cole? >> sussurrò Trish, che si sentiva tradita dal fatto che il suo ragazzo avesse ucciso non solo così tante persone, ma anche sua sorella Amy,

<< Trish, non credergli, quel video è falso! Io non ero nemmeno sulla strada principale quando è avvenuto il fatto! >> cercò di convincerla, ma invano. L’infermiera si girò e se ne andò senza voltare lo sguardo, nemmeno una volta.

Tutti coloro che avevano ascoltato iniziarono a circondare i tre amici, l’intento malevolo evidente nell’aria.

Zeke fregò uno zaino lasciato incustodito per terra (la fortuna dei personaggi, ma è così che deve andare), ci infilò in fretta e furia tutto il cibo che lui e il biondo avevano preso e se lo mise sulle spalle.

<< Cole, la situazione qui sta andando molto male, dobbiamo scappare! >> urlò il più robusto dei tre, separandosi. Il pelato iniziò a scalare l’edificio più vicino, il minorenne si trasformò in Sasuke e sfruttò la folla per uscire senza essere visto. Il terzo iniziò a correre verso il loro edificio.

<< Ragazzi >> una voce uscì dalle tasche del ragazzino. Naruto prese una radio.

L’aveva ricevuta alcuni giorni prima, dopo che gli altri due gli avevano insegnato come usarla, in caso si ritrovassero separati.

<< La situazione qui è molto brutta >> continuò la voce, che il jinchuriiki riconobbe essere quella dell’altro uomo elettrico. << e la gente è contro di noi. Dovrebbero chiedersi come può una registrazione essere ancora intatta dopo un’esplosione di quel tipo, ma il bisogno di incolpare qualcuno è più forte a quanto pare. Domani incontriamoci nella piazza del lancio.

Andremo a Stampton Bridge, usciremo da questa città del cavolo >>.

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Capitolo 4
*** Quel maledetto ponte ***


Naruto si trovava in un vicolo, i corpi di alcuni Mietitori stesi per terra.

Il sole stava sorgendo proprio in quel momento, pronto ad assistere a quello che lui e i suoi due compagni avrebbero cercato di fare.

Tutta la giornata di ieri erano rimasti separati, la radio l’unico strumento che li manteneva in collegamento.

Zeke era andato in giro a controllare vari posti dove prendere altro cibo.

Cole girava usando i tetti per vedere la situazione. Non girava per niente bene per loro.

Naruto invece si era messo a cercare Mietitori da sconfiggere in modo da averne di meno contro. Una specie di rassicurazione personale.

Si fecero le sette quando i tre si incontrarono di nuovo sulla piazza dove tutto è andato a quel paese.

<< Ragazzi >> iniziò il pelato << la situazione è messa peggio del previsto. I civili si stanno radunando in piccole folle per chiedere la mia esecuzione, e non credo ci vorrà molto prima che qualcuno dei militari arrivi qui a cercare di uccidermi. O ce ne andiamo adesso o mai più. Avete capito? >>

<< Tutto chiaro, amico >> rispose il suo migliore amico << e ci conviene muoverci subito, ho sentito che ci sono dei protestanti anche al posto di blocco dello Stampton Bridge. Se ci sbrighiamo, possiamo sfruttarli per scappare >> continuò poi, trovando l’approvazione di entrambi. A Naruto non piaceva usare altra gente per il suo guadagno, ma stavolta avrebbe dovuto fare uno strappo a questa “regola”.

 

 

Intanto, in un altro universo......

 

 

<< COSA VUOL DIRE CHE NON SAI DOVE SI TROVA!!!!???? >> urlò Tsunade in faccia al maestro del nostro viaggiatore di universi, che era messo in ginocchio dall’intento omicida rilasciato dal suo interlocutore.

<< Mi dispiace, Tsunade-sama. Quando sono arrivato sul posto, l’Uchiha era incosciente, ma di Naruto non c’era traccia >> rispose l’argenteo. 

Era andato nella torre dell’Hokage per fare rapporto. Aveva già affidato il traditore nelle mani degli ANBU, che lo stavano tenendo sotto controllo.

La bionda prese una bottiglia di sake, la stappò e bevve un enorme sorso direttamente dalla bottiglia, il bruciore nella gola abbastanza per calmarla un pochino.

<< Chiama tutti i jonin disponibili, faremo una squadra di ricerca. Vai! >> ordinò il Quinto, e Kakashi sparì dalla vista.

Tsunade sbattè la testa sul banco, facendo volare qualche foglio tra quelli impilati sulla scrivania e facendo anche una piccola crepa.

“Per favore, Kami, fa che Naruto stia bene” pregò il Sannin.

 

 

Ritorniamo da Naruto e compagnia....

 

 

<< Ok, mi aspettavo una folla un pò più piccola >> commentò Cole.

Erano arrivati alla base del ponte, varie macchine distrutte sparse su di esso. Un container bianco messo orizzontalmente bloccava la parte centrale della strada. 

Potevano vedere più in alto il retro della folla protestante che manteneva cartelli e urlava contro i militari.

<< Andiamo li sopra e vediamo com’è la situazione >> fece Naruto, e iniziarono a correre verso le persone.

Potevano già vedere il cancello abbassato sul ponte, e sei/sette uomini della SWAT senza armi da fuoco ma con un manganello a testa che si trovavano fuori. Una voce proveniente da un altoparlante si fece sentire.

<< State cercando di entrare in una zona off-limits! Abbiamo il permesso di usare forza letale in ogni momento. Per favore, tornate nelle vostre case e aspettate la fine della quarantena, o apriremo il fuoco! >> fece la voce, ma invano. Nessuno dei cittadini si mosse.

<< Siamo qui, ma adesso? Cosa facciamo? >> chiese Zeke, insicuro sul da farsi.

<< Per come la vedo io, abbiamo due possibilità. O friggiamo qualche poliziotto da dentro la folla, scatenandoli poi contro i civili, per evitare che vadano contro di noi oppure ci mettiamo davanti a tutti e li attacchiamo per conto nostro >> manco il tempo di finire che il biondo era saltato davanti alla folla e aveva lanciato un’onda d’urto che aveva fatto volare via tutti i poliziotti. Alcuni di essi finirono nel fiume sottostante, altri presero una bella botta contro il muro. Nessuno di essi si rialzò per attaccare il biondo.

<< Mi sa che la decisione è stata già fatta >> commentò sarcastico il senza poteri, iniziando a correre per raggiungere il minorenne.

Naruto assorbì l’elettricità dal cancello, che si ritrovò ad aprirsi non essendoci corrente a tenerlo chiuso. Si, un cancello un pò strano, ma i poliziotti di Empire City sono un pò minchioni, quindi passiamoglielo.

<< Andiamo!! >> urlò Cole, e tutte le persone che manifestavano precedentemente fecero partire una carica oltre al cancello.

Dall’altro lato c’erano diversi container sulla strada, messi in modo da formare una specie di percorso. Potevano vedere altri uomini della SWAT, stavolta armati con armi automatiche, prendere posizione dietro a vari container e a tutte le coperture possibili. Diverse torrette erano posizionate lungo il percorso, almeno due uomini vicino, in modo da poter fare una sostituzione in caso uno dei due morisse.

Cole si mise a scalare lo scalabile per colpire da sopra, Naruto era andato in avanscoperta da sotto per eliminare tutti quelli che poteva. Zeke invece stava guidando i protestanti, fermandoli quando la polizia stava ancora attaccando e andando avanti una volta che tutto era pulito.

La tattica stava funzionando. Le torrette cercavano di uccidere il biondo, ma il parkourista elettrificava gli uomini dietro. I soldati attorno si accorgevano della presenza del secondo e cambiavano bersaglio, ma deficienti come erano si mettevano in bella mostra per farsi colpire dal primo, che non perdeva l’occasione per esagerare con i colpi. Qualche granata elettrica ogni tanto stanava i più codardi tra i loro nemici, a volte li stordiva completamente.

Questo assalto durò altri dieci minuti, quando il gruppo arrivò ad un altro cancello, un pulsante di apertura rosso ben visibile.

<< Adesso o mai più.... >> sussurrò il pelato, per poi sparare un fulmine sul pulsante.

Il cancello iniziò ad aprirsi, ma la gente lo aveva già preso d’assalto, chinandosi per passare sotto di esso mentre era ancora in apertura.

I nostri tre protagonisti furono gli ultimi a passare, ma videro qualcosa che fece gelare il loro sangue.

Oltre alle persone che bloccavano in parte la loro vista potevano vedere postazioni impenetrabili con mitragliatrici pronte al fuoco. 

Guardandosi intorno in fretta e furia, Naruto vide una piccola porta di ferro a lato del ponte, dove si trovava una stanza aperta divisa da un buco.

<< DI QUA!! >> urlò il ragazzo, buttandosi di sotto. Gli altri due lo seguirono a manetta, riuscendo nel tentativo. I civili ci provarono, ma le armi dei militari li fermarono. Nessuno era sopravvissuto.

Sia Naruto che Cole riuscirono a saltare dentro la stanza, ma Zeke non prese bene la rincorsa e cascò nel buco, finendo in acqua. Naruto stava per buttarsi di sotto, ma la porta in ferro si chiuse prima che potesse uscire. I due rimasero nel buio e in silenzio per una trentina di secondi.

<< Cole McGrath >> una voce femminile si fece sentire, mettendoli all’erta.

Una luce si accese davanti ai due uomini, mostrando una signora in smoking dall’altra parte di un vetro che li separava. Lei era seduta su una sedia di legno, gli occhi nocciola osservavano freddi e calcolatori le persone davanti a lei, che avevano già l’elettricità preparata nelle braccia.

<< Chi è lei? >> chiese l’interpellato, non fidandosi della situazione in cui si trovavano.

<< Io sono l’agente dell’FBI Moya Jones e ti stavo aspettando. Non pensavo avremmo avuto un ospite in più, ma non è un problema >> rispose la signora, spostando momentaneamente lo sguardo sul biondo, per poi riportarlo al suo compagno << e vi chiedo una mano >>.

<< E mi spieghi, per cortesia, perché mai ci dovremmo fidare di lei? >> fece sarcastico Naruto, che a quanto pare stava trovando nel sarcasmo la sua nuova ragione di vita.

<< Perché se mi aiuterete io vi farò uscire da Empire City >>.

Cole alzò un sopracciglio. Il casino del ponte dal quale erano appena sfuggiti lo avevano reso cauto nei confronti di figure autoritarie, ma questa era l’unica possibilità che avevano per poter uscire dalla città. Cosa aveva da perdere del resto?

<< E qual è la parte che dovremmo fare? >> le chiese, spegnendo i fulmini nelle braccia. Naruto lo osservò per un momento, indeciso su che cosa fare, ma alla fine anche lui smise di caricare l’energia elettrica.

<< Il giorno dell’esplosione, ho perso i contatti con John White, mio marito. Stava lavorando sotto copertura come spia per i Primogeniti. Sono stati loro a creare quello che poi ti ha dato i poteri. Si chiama Raggio Sfera, e ti dico subito che è ancora in circolazione. Tutto quello che ti chiedo di fare è trovare John e recuperare la Raggio Sfera. Voi fatelo e io vi farò uscire da questo posto. Siamo intesi? >> offrì Moya, la voce ovattata dal vetro.

Entrambi annuirono.

<< Potete uscire da li >> disse indicando una botola di ferro quasi completamente oscurata dalla loro visuale << ma mi raccomando, se non onorate la vostra parte del patto ne subirete le conseguenze, e vi assicuro che non saranno affatto piacevoli >> finì di parlare, per poi alzarsi dalla sedia e andarsene.

Naruto aprì la botola e vide che portava direttamente nel fiume, un tubo sporgente l’unico appiglio che li separava da un bagno elettrizzante. 

<< Andiamo Cole. Abbiamo un compito da svolgere, e io voglio tornare a Konoha >> fece il ragazzo, saltando sul tubo e iniziando a seguirlo. Cole lo seguì subito dietro.

 

Ora avevano un compito, e non si sarebbero fermati fino a quando non lo avrebbero portato a termine...

 

....o almeno era questa la loro intenzione.

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