Elementa

di la_pazza_di_fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Natuy è il regno nel quale nascono e vivono gli Elementa che sono coloro che stabiliscono l’ordine della natura non solo nel loro regno, ma anche su quello parallelo che è comunemente conosciuto come Terra.
L’ultima generazione di Elementa è stata la prima a dover affrontare una vera e propria minaccia. I Marton, così si fa chiamare questo gruppo che risucchia completamente la vita dei pianeti. I quattro Elementa non sono riuscita a fermare completamente questa minaccia. La Terra non ha avuto grosse ripercussioni di questa prima sconfitta solo perché gli Elementa sono riusciti ad impedire ai Marton di prendere la principale fonte di vita che si trova nella capitale di Natuy: Sinfade.
Sinfade è l’unica città ancora sotto il controllo degli Elementa in tutta Natuy e la nova generazione deve riuscire a tenere al sicuro la fonte di vita e soprattutto a sconfiggere i Marton per poter riprendere tutto il resto del territorio di Natuy.
C’è un solo problema: i guardiani, coloro che sono designati ad allenare e trovare gli Elementa, sono riusciti a trovare solo uno dei quattro Elementa. Ma lui da solo di certo non può riuscire a proteggere Natuy e anche la Terra. È proprio per questo che Viktor, Elementa del fuoco, si unirà con due dei guardiani sulla Terra per cercare i tre Elementa mancanti prima dei Marton e sperare di poter eliminare definitivamente i Marton da Natuy e dalla Terra.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Zilean guarda il biondo inferocito davanti a lui e sospirò sconsolato. Sapeva perfettamente che il ragazzo aveva ragione, ma non era quello il modo per dirlo e soprattutto sarebbe stato un rischio fare quello che il ragazzo stava chiedendo. Sinfade sarebbe rimasta senza Elementa.
-ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo?- chiese l’uomo al ragazzo.
-certo che si, ma se continuiamo in questo modo non troveremo mai gli altri tre Elementa. Io non posso restare da solo-
-e Sinfade rimane senza Elementa. I Marton potrebbero approfittarsene.- disse Zilean mettendosi una mano sulla fronte.
-in quel caso sarò pronto a tornare qui il prima possibile. Tre persone sono meglio di due- fu la risposta di Viktor.
-e va bene- si arrese alla fine il re di Natuy, o meglio di quello che ne era rimasto. Alla fine l’uomo sapeva perfettamente che il ragazzo avrebbe fatto comunque di testa sua e sarebbe andato sulla Terra senza il suo permesso.
-la ringrazio, partirò subito- furono le parole del biondo dagli occhi di ossidiana scomparendo completamente dalla vista di Zilean prima che l’uomo stesso potesse fare qualsiasi cosa.
Viktor da parte sua aveva preventivamente preparato la borsa con dentro tutto quello che gli sarebbe servito per poter andare sulla Terra. Era da tanto tempo, addirittura due mesi, che fremeva dalla voglia di andare ad aiutare qui due incompetenti dei suoi migliori amici e quel giorno finalmente era riuscito a chiederlo al re Zilean visto che nessuno era riuscito a fermarlo come le volte precedenti.
Il ragazzo si accertò di aver preso tutto e una volta fatto sorrise per incamminarsi verso la sala degli elementi dove si trovava il portale principale di Sinfade, era da li che il ragazzo sarebbe arrivato sulla Terra, o meglio nella corrispondente sala degli elementi che si trovava sulla Terra e che era situata al centro di una radura poco distante dalla città dove si trovavano i due guardiani.
Viktor sapeva perfettamente che i due non si sarebbero minimamente aspettati la sua presenza sulla Terra e di sicuro, al novanta per cento almeno, Caleb gli avrebbe gridato contro.
Non ci mise molto a raggiungere la sala dalla sua camera e, senza essere fermato da nessuno, entrò dentro aprendo le grandi porte di cedro. La sala era circolare a con il soffitto così alto che sembrava quasi inesistente. Sul pavimento era disegnata con un mosaico la rosa dei venti che individuava i quatto punti cardinali. In corrispondenza di essi attaccati al muro c’erano quattro statue ognuna con in mano un elemento tra le mani. Gli elementi però non erano di marmo come le statue, ma erano i veri e propri elementi. Viktor non aveva mai capito come facessero quelle statue a tenere vivi quegli elementi e, a dire il vero, il ragazzo non ci aveva pensato poi più di tanto dopo aver capito che nemmeno il resto delle persone di Sinfade lo sapevano.
Il biondo si avvicinò al cerchio sul pavimento, perfettamente nel centro della rosa dei venti. quel cerchio che aveva colori celesti era il vero e proprio portale. Il solo camminarci sopra avrebbe permesso al ragazzo di poter raggiungere la Terra e fu proprio quello che Viktor fece con un sorriso sulle labbra. Lui era nato sulla Terra, come il resto degli Elementa, però non aveva ricordi della sua vita li visto che era stato portato a Natuy non appena compiuti i tre anni. Un incendio aveva distrutto completamente la sua casa e lui era l’unico sopravvissuto ed era stato grazie a quello che i guardiani avevano scoperto il suo essere Elementa. Un bambino normale non sarebbe mai riuscito a resistere alle fiamme che lo circondavano completamente e qualcuno aveva anche ipotizzato che fosse stato proprio il Viktor di tre anni a creare l’incendio. Incendio che aveva ucciso i genitori del ragazzo. Viktor non se ne era mai fatto una colpa, soprattutto perché sapeva che governare i propri poteri non era semplice da bambino e anche perché non aveva ricordi dei due.
In un batter d’occhio Viktor si ritrovò al centro della radura sulla Tarra. Il ragazzo su accorse di essere perfettamente al centro di quatto pietre con sopra, leggermente nascosti dalle erbe selvatiche, le rune che rappresentavano i quattro elementi.
Ora gli restava solamente trovare i due guardiani, ma si accorse troppo tardi di non aver chiesto l’indirizzo della casa dei due e quindi Viktor si trovava completamente da solo non sapendo dove andare, e soprattutto non sapendo quanto grande fosse la stessa città. Perché Zilean non lo aveva bloccato? Poi si ricordò che era praticamente scappato dalla sala del trono per impedire al re di ripensare alla sua scelta e di diede mentalmente dello stupido. Cosa cavolo doveva fare in quel momento?
Decise alla fine che non sarebbe servito a niente farsi mille domande e quindi si incamminò verso il sentiero che vedeva chiaramente davanti a se. Di sicuro quello lo avrebbe portato verso la città.
Dopo essersi allontanato leggermente dalle pietre il ragazzo si accorse che il sentiero diventava sempre meno visibile, molto probabilmente per nasconderlo dai Marton. Se quei tizi lo avessero trovato avrebbero avuto la strada spianata per poter tranquillamente entrare a Sinfiade indisturbati. Cosa che loro non potevano per niente permettersi visto che l’unico Elementa che sapeva utilizzare i propri poteri più o meno al completo era lui.
Ad un certo punto fu lo stesso Elementa del fuoco ad aver problemi a trovare il sentiero con tutte quelle erbacce, ma fu comunque fortunato a riuscire ad uscire dalla foresta e trovarsi completamente catapultato in mezzo alla strada. E se ne accorse solo quando una macchina suonò il clacson e gli passò così vicino che il ragazzo credette per un momento di essere morto. Per sua fortuna non fu così, ma il conducente dell’auto fu molto più sfortunato di lui visto che per ripicca Viktor usò i suoi poteri per sciogliere le ruote dell’autovettura ormai lontana da lui.
Il ragazzo sentì chiaramente le ruote della macchina sgommare, ma non se ne preoccupò più di tanto mentre attraversava la strada e si incamminava verso il centro di quella città.

 






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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


-Viktor ha fatto cosa?- chiese sconvolto Caleb allo specchio d’acqua dove c’era l’immagine del re Zilean che aveva avuto la premura di avvisare i due  guardiani delle intenzioni dell’Elementa del fuoco.
-molto probabilmente è già li da qualche parte, per favore controllatelo ed evitate che faccia qualcosa di stupido- furono le parole del re prima di scomparire e lasciare i due ragazzi con mille dubbi in testa e nessuna certezza. Perché quel pazzo aveva deciso di fare quella cosa stupida? E poi perché non li aveva avvertiti prima? Non conosceva nemmeno l’ubicazione della loro casa come cazzo voleva raggiungerli?
-vado a prenderlo- disse Brenda mettendosi il suo chiodo il più velocemente possibile.
-ma potrebbe essere ovunque!-
-andrò verso il sentiero cercando di andargli incontro. La città è così piccola che in un modo o nell’altro lo troviamo comunque- disse la bionda salutando con la mano Caleb prima di lasciarlo da solo nella loro casa presa in affitto ormai tre anni prima.
La ragazza sbuffò anche lei infastidita come Caleb dall’improvvisa decisione di Viktor, ma se non fosse stata lei la prima ad andare a cercare il ragazzo probabilmente il castano l’avrebbe lascito a marcire per la città per quanto era innervosito.
Mentre la ragazza stava camminando verso la foresta vide la familiare figura alta e bionda di Viktor che camminava verso la direzione opposta dalla quale lei stava arrivando e Brenda decise di correre per raggiungere il ragazzo. Il suo metro e cinquantotto era troppo poco per potersi permettere di camminare ed inseguire il biondo che era un metro e ottanta, quindi con venti centimetri in più dalla sua parte.
-Viktor!- gridò la ragazza e per sua fortuna il biondo sentì la sua voce e si fermò girandosi e, una volta accertata la sua identità, si bloccò aspettando la guardiana.
-come mi hai trovato?- chiese il ragazzo facendo sbuffare la bionda.
-prima di tutto buongiorno, o buon pomeriggio se vogliamo essere pignoli- disse lei incrociando le braccia al petto infastidita dal fatto che l’Elementa non l’avesse salutata. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo ma non rispose al suo saluto. -comunque ci ha avvisato Zilean e io stavo venendo a prenderti- rispose alla fine lei alla domanda del biondo.
-ah bene- fu la risposta di Viktor sbadigliando, cosa che fece innervosire ancora di più la bionda.
-andiamo a casa così parliamo con calma- sospirò la ragazza che si voltò e si incamminò senza aspettare che Viktor le rispondesse.
I due camminarono in silenzio per tutto il tragitto che ad un certo punto Brenda pensò che il ragazzo non la stesse veramente seguendo e quindi si era girata per controllare tranquillizzandosi una volta visto Viktor che camminava seguendola quasi annoiato.
-si può sapere cosa ti è saltato in mente con quest’idea?- chiese Caleb non dando nemmeno il tempo a Brenda di chiudere la porta dietro di lei.
-voi non state facendo il vostro dovere- rispose semplicemente il ragazzo poggiando a terra il suo zaino, precisamente in mezzo al salotto.
-certo che lo stiamo facendo, ma non è facile cercare di trovare tre Elementa in una volta sola dovendo cercando di non far capire ai Marton qui presenti chi siamo! E poi se non usano involontariamente i loro poteri non li troveremo mai, nemmeno con il tuo aiuto che al momento mi sembra solo una pazzia- gridò il ragazzo castano “leggermente” arrabbiato con il biondo.
-sono tre anni che ormai state qui! Almeno uno dovevate trovarlo! E poi siete sicuri che siano in questa città e non da qualche altra parte-
-questa città è contaminata dal potere della natura Viktor e lo dovresti sapere anche tu visto che sei nato qui. Gli Elementa nascono solo qui- gli rispose Brenda prendendo lo zaino da terra e poggiandolo sul divano dopo esserci quasi inciampata sopra.
-allora perché non siete ancora riusciti a trovarli? Questa città e minuscola e sapete anche l’età che devono avere!- sbottò Viktor.
-se non usano i loro cavolo di poteri come facciamo ad essere sicuri della loro identità?- Caleb si stava veramente arrabbiando e la cosa stava preoccupando parecchio Brenda. Sarebbe successo il finimondo tra i due.
-in realtà siamo cercando di capire tra due ragazze chi è l’Elementa della terra. Dobbiamo solo aspettare che una delle due usi il suo potere- si mise in mezzo la ragazza dicendo il vero. Lei e Caleb avevano individuato entrambi due diverse ragazze che erano davvero le possibili candidate e nessuno dei due voleva lasciare la propria preda visto che erano entrambi sicuri.
-e da quando siete indecisi?-
-da due mesi, ma…-
-e perché non ci avete avvisati? Potevamo trovare un modo per scoprire molto più velocemente il vero Elementa-
-perché non siamo sicuri nemmeno noi! Siamo così tanto convinti che è probabile che nessuna delle due sia la vera Elementa- gli rispose Caleb ringhiando.
-siete inutili! Davvero!- Viktor non diede il tempo ai due ragazzi di rispondergli che si incamminò verso la zona notte cercando una camera per se. Solo dopo aver aperto tutte e quattro le porte li presenti per trovare una camera libera nella quale poteva stanziarsi. La prima cosa che fece, dopo ovviamente aver chiuso la porta a chiave per non far entrare quei due, fu buttarsi sul letto e chiudere gli occhi.
Nel salotto invece Brenda e Caleb si stavano guardando negli occhi entrambi al limite della pazienza. Già non sopportavano l’impazienza di Viktor quando si parlavano solo attraverso lo specchio d’acqua. Ora, con l’Elementa li presente, sarebbe stato ancora più impossibile trattenersi.
-lo odio- si lasciò uscire Caleb sedendosi sul divano e chiudendo gli occhi stanco.
-è meglio non dirgli i nomi delle due ragazze altrimenti finisce tutto male- borbottò Brenda sedendosi a fianco a Caleb per poi poggiare la testa sulla spalla del ragazzo.
-ovviamente non gli diremo niente! Quello ci farà scoprire me lo sento-

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


-spiegatemi perché dobbiamo fare questa pagliacciata- disse Viktor guardando con sguardo truce la struttura difronte a se.
-perché vanno ancora tutti a scuola- gli rispose pacatamente Brenda. Nemmeno la ragazza sapeva da dove gli era uscita quella tranquillità, forse dall’abbondante colazione che aveva fatto quella stessa mattina. La loro vicina aveva fatto una crostata al cioccolato e l’aveva portata anche a loro. Brenda non se l’era fatto dire due volte fregandosene altamente della dieta che stava seguendo per perdere quei due chili in più.
-ma io non ci sono mai andato e non mi sembra possa piacermi-
-per come sei fatto non ti piace niente a prescindere, però se ci vuoi aiutare devi venire qui con noi altrimenti torni dritto dritto a Sinfade- lo minacciò Caleb. Il castano non aveva minimamente voglia di litigare per delle sciocchezze con Viktor.
-ma di solito a diciannove anni non si dovrebbe finire?- chiese Viktor curioso, o meglio voleva trovare un modo per scamparsela.
-siamo tutti e tre all’ultimo anno, non te la scamperai tanto facilmente- gli disse Brenda per poi mettere in atto uno dei suoi migliori sorrisi e fare la sua passerella nel cortile della scuola sotto lo sguardo scioccato di Viktor e quello esasperato di Caleb nel mentre tutti gli esseri di sesso maschile presenti nel cortile puntavano i loro occhi sulla bionda.
-ora capisco perché ci state mettendo così tanto tempo- borbottò Viktor.
-sai che lei ama essere al centro dell’attenzione- gli disse Caleb per poi iniziare a guardare un punto fisso davanti a se cosa che non sfuggì al biondo che cercò di seguire lo sguardo dell’altro cercando di capire cosa stesse guardando per averlo fatto bloccare in quel modo. Ma davanti a lui vide solo un gruppo di ragazzi che stavano guardando a loro volta Brenda che camminava. Viktor alzò gli occhi al cielo raggiungendo in men che non si dica la bionda prendendola sottobraccio e facendo girare verso di loro anche gli occhi delle altre persone che non avevano guardato in precedenza Brenda.
-basta giocare donna! Chi sono le due?- chiese il ragazzo guardandosi intorno una volta raggiunto l’ingresso della scuola.
-non avrai informazioni da noi tanto facilmente. Dovrai ricavarle da solo- gli disse la ragazza schioccandogli un bacio sulla guancia per poi allontanarsi da lui entrando all’interno della scuola dopo aver sentito la campanella suonare.
-ti stanno guardando tutti male- furono le parole di Caleb che aveva raggiunto i due ragazzi non appena si era accorto dell’assenza di Viktor al suo fianco.
-sono troppo bello- disse il biondo sorridendo mentre Caleb ruotava gli occhi.
-c’è gente molto più bella di te- rispose a tono Caleb cosa che fece sgranare gli occhi a Viktor che non si sarebbe aspettato una risposta del genere.
-ma li hai visti questi? Ma che gusti hai?- chiese il biondo che non aveva visto persone un gran che. Ovviamente per quello che aveva visto che era praticamente niente.
-fa come vuoi- borbottò il castano tirando il biondo per un braccio. Infondo dovevano andare in classe per seguire le lezioni ovviamente.
-scusa se sono tutti più piccoli di noi perché dobbiamo subirci queste lezioni inutili?- chiese il biondo mentre si guardava intorno osservando sia il lungo corridoio pieno di gente stanziata li a chiacchierare.
-perché non possiamo mica entrare qui dentro senza frequentare. Attireremmo troppo l’attenzione-
-mi stai dicendo che in questi ultimi tre anni avete frequentato la scuola?- chiese sconvolto Viktor che sono il quel momento aveva pensato a quella possibilità.
-certo che si e ci hai anche complicato la vita quindi che dobbiamo spiegare la tua presenza qui- borbottò il castano aprendo la porta della loro classe dove Brenda si era già posizionata a quello che doveva essere il suo posto: infondo vicino alla finestra. Viktor non ci pensò due volte e andò a sedersi vicino alla ragazza fregando quello che era sempre stato il posto di Caleb che sbuffò per la milionesima volta in quella giornata per poi sedersi al banco davanti al loro lasciando il posto al suo fianco libero.
In quel momento oltre al professore entrarono in classe il resto degli alunni e uno dei ragazzi, che Viktor riconobbe come uno di quelli del gruppetto che Caleb aveva fissato quella mattina, fu costretto a sedersi proprio affianco al ragazzo visto che era l’unico posto rimasto libero.
E Viktor si accorse anche che Caleb si irrigidì leggermente per la presenza e si girò subito verso la bionda al suo fianco.
-chi è quello?- chiese a bassa voce indicando con la testa il moro che aveva davanti e che stava cercando qualcosa all’interno della sua borsa. La sua pelle era ambrata cosa che catturò subito l’attenzione di Viktor visto che era raro per i ragazzi di quella città avere la pelle così scura visto che il mare era lontano chilometri.
-Varus Soler, ha la pelle così scura solo perché ha vissuto gli ultimi dieci anni con il padre nella più grande città costiera della zona- gli rispose Brenda a bassa voce. Non aveva minimamente intenzione di farsi sentire dal ragazzo davanti a se.
-okay e perché Caleb sembra strano?- chiese ancora il biondo non capendo perché il guardiano piano piano si stava sempre di più spiaccicando vicino al muro. Sembrava come se volesse mettere più spazio possibile tra se e Varus.
Brenda gli rispose ridacchiando facendo confondere ancora di più il povero Viktor. Il ragazzo non ebbe il tempo di insistere con la ragazza che il professore iniziò a parlare per poi presentarlo come il cugino di Brenda e Viktor fu costretto ad alzarsi e presentarsi alla classe che per il biondo consisteva solo nel dire nome, cognome ed età. Si risedette sentendo su di se lo sguardo di tutti i presenti e anche quello infastidito del professore, ma di certo non avrebbe detto altro su di se.
Alla fine l’uomo lasciò perdere e iniziò la sua lezione ignorato completamente da Viktor che si guardò intorno in cerca di qualche segno della presenza di un Elementa nella sua classe conscio che era davvero impossibile visto che quello più grande degli altri tre doveva avere sui diciott’anni e quindi impossibile per lui essere li.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


-così non finiremo mai- borbottò Viktor durante la ricreazione ai suoi due guardiani. Aveva provato in ogni modo a farsi dire il nome delle due ragazze sulle quali erano indecisi, ma sia Caleb che Brenda non gli avevano risposto.
-invece si. E tu non servivi-
-sei ancora arrabbiato con me?- chiese il biondo sorpreso.
-certo che si! Hai fatto un’enorme cazzata e non ti perdonerò tanto facilmente-
-nemmeno se riesco a trovarli tutti e tre?-
-nemmeno in quel caso-
-ragazzi per favore smettetela- sospirò Brenda esasperata. Viktor era arrivato li solo da tre giorni e quei due non avevano fatto altro che litigare e la bionda era sempre dovuta intervenire per evitare che la casa e, soprattutto, Caleb prendessero fuoco improvvisamente.
-okay, lasciando perdere tutto ciò, perché sembra che tu abbia paura di Varus?- cambiò argomento l’Elementa del fuoco ridacchiando mentre vedeva il volto del castano cambiare improvvisamente espressione.
-non ho paura di lui- si affrettò a dire il ragazzo. Cosa che fece ridacchiare ancora di più la bionda mentre Viktor volevo assolutamente capire il comportamento dei due. -e tu smettila- disse ancora il castano guardando male la guardiana che iniziò a ridere con più forza e attirando un po’ di sguardi nella loro direzione, soprattutto dei ragazzi che stavano rientrando in classe dopo essere stati in giro per i corridoi a parlare con i propri amici.
-ti odio- borbottò Caleb alzandosi di colpo e incamminandosi verso l’uscita sotto lo sguardo attento e confuso degli altri due ragazzi di Sinfade.
Il guardiano si scontrò involontariamente con Varus mentre stava uscendo, ma sembrò non accorgersene facendo alzare un sopracciglio confuso anche al moro.
Moro che si risedette al suo posto senza curarsi più di tanto di quello che era successo.
-mi puoi spiegare cosa succede e perché sembrava davvero incazzato?- chiese Viktor alla ragazza al suo fianco che sospirò.
-ti spiego tutto a casa, è meglio- gli disse lei con un sorriso sulle labbra e posando immediatamente lo sguardo verso il professore appena entrato in classe e che aveva iniziato a spiegare senza curarsi dell’assenza di Caleb.
 
Caleb sbuffava mentre passeggiava per i corridoi ormai deserti della scuola, tutti gli studenti erano nelle proprie classi e anche lui doveva ritornarci se non voleva litigare con il professore, ma quei due l’avevano fatto innervosire davvero tanto, soprattutto Brenda e la sua risatina. Solo perché lei sapeva non significava che poteva tranquillamente prenderlo in giro. Voleva vederla al posto suo. Di sicuro avrebbe fatto anche di peggio.
Il ragazzo era troppo preso nei suoi pensieri che non si era nemmeno accorto di essere arrivato all’ingresso della scuola. Sospirò e stava per ritornare indietro quando intravide dalla porta di vetro una ragazza che stava discutendo animatamente con una professoressa fuori dalla scuola. Sapeva che la donna era una professoressa solo perché era andata una volta nella loro classe a fare una lezione, ma il ragazzo non si ricordava di cosa visto che aveva passato tutto il tempo a guardare Varus di nascosto.
La ragazza dai lunghi capelli castani sembrava davvero arrabbiata. Caleb scosse la testa e decise di andarsene da li prima che succedesse un macello solo perché aveva involontariamente assistito a quella scena, e anche perché doveva assolutamente ritornare in classe.
-ehi tu- il ragazzo non fece in tempo a fare due passi che si ritrovò bloccato. La professoressa e la ragazza erano appena rientrate nell’edificio e sola allora Caleb si accorse che la ragazza non l’aveva mai vista a scuola in quei tre anni.
-si?- chiese lui leggermente confuso. Mica l’avevano visto prima vero? nel caso si sarebbe difeso dicendo di essere passato li per caso che d’altro canto era anche la verità.
-accompagnamela a casa e stai attento- disse la donna mentre la ragazza sbuffava contrariata.
-come scusi? Io teoricamente dovrei ritornare in classe- Caleb non era per niente certo di aver chiaramente capito quello che la donna gli aveva appena chiesto.
-sei un guardiano no? Tienila al sicuro ti copro io qui. Dimmi come ti chiami- Caleb non sapeva se essere scioccato perché la donna lo aveva appena chiamato guardiano o perché non sembrava per niente essere sorpresa da quello che stava dicendo.
-Caleb McLean-
-va bene Caleb accompagnala a casa e tu- disse rivolgendosi alla castana che incrociò le braccia al petto alzando gli occhi al cielo -vedi di non fare più una cosa del genere ci siamo capite?- la ragazza annuì e la donna soddisfatta se ne andò lasciando i due ragazzi da soli.
Nemmeno il tempo di finire di metabolizzare tutto che la ragazza prese e uscì dall’edificio senza aspettare Caleb che le corse subito dietro.
-tu sei?- cercò di chiedere il ragazzo per provare a capire un po’ di più quello che stava succedendo.
-Ann- rispose lei che sembrava davvero scocciata dalla sua presenza.
-okay Ann, come mai non ti ho mai vista? E chi sei in realtà?- continuò a chiedere Caleb.
-perché mia madre ha deciso di tenermi in una bolla di cristallo per il resto della mia vita e io non sono d’accordo ovviamente e per questo oggi sono uscita di nascosto da casa- disse Ann mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-tua madre è la professoressa?- chiese sorpreso Caleb.
-si, lei- borbottò la ragazza.
-okay, puoi rispondere anche alla domanda che stai cercando di evitare in qualunque modo possibile? Me lo devi visto che ti sto accompagnando a casa-
-nessuno ti ha detto che dovevi seguire le indicazioni di mia madre- fu la risposta schietta della castana che non sembrava minimamente intenzionata a rispondere a chi era in realtà.
-conosce i guardiani e mi ha individuato come uno di loro. Chi sei Ann? O chi siete?-
La ragazza si fermò in mezzo alla strada fissandolo per un po’. I suoi occhi grigi sembravano un cielo in tempesta mentre pensava a quello che doveva dire al ragazzo per farlo desistere. Alla fine però si arrese.
-ti dice niente il cognome Lois?-
Caleb sgranò gli occhi mentre nella sua mente si formava solo un nome: Aaron.
 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


-cosa c’entra Aaron adesso?- chiese Caleb una volta ripresosi da quel piccolo momento di smarrimento avendo sentito quel cognome.
-era mio padre- disse la ragazza alzando le spalle per poi riprendere a camminare mentre Caleb, dopo un secondo momento di smarrimento per la sorpresa, camminò velocemente per ritornare al fianco della ragazza.
-sei sua figlia? E come mai noi non sapevamo niente di te?- chiese Caleb leggermente agitato. Perché nessuno li aveva avvisati che l’ex Elementa dell’aria aveva una figlia? E la ragazza sembrava anche dell’età giusta per essere lei stessa il nuovo Elementa dell’aria.
Nel mentre erano arrivati a casa della ragazza che si affrettò ad aprire la porta.
-parliamo dentro- furono le sue uniche parole prima di far entrare Caleb e chiudere velocemente la porta dietro di loro. -mia madre ha tenuta nascosta la sua gravidanza perché aveva paura potessi essere io il prossimo Elementa dell’aria, cosa rivelatasi vera- e per confermare le sue parole fece volteggiare intorno al ragazzo correnti d’aria.
-da quando sai tutto questo?- chiese il ragazzo che stava cercando di trattenere leggermente la sua rabbia, non era con la ragazza che doveva arrabbiarsi visto che aveva deciso tutto la madre.
-da due anni, quando sono usciti allo scoperto i miei poteri. Non sono mai andata a scuola perché mia madre aveva sempre paura che i Marton potessero portarmi via e quando sono usciti fuori questi poteri ho scoperto perché ho passato la mia vita relegata qui dentro. E non è stata una bella scoperta-
-perché allora tua madre non ci ha avvisati? Potevamo aiutarti con i tuoi poteri e avremmo avuto un secondo Elementa con noi- disse il ragazzo che ora capiva perché non aveva mai avvertito la presenza dell’Elementa dell’aria nella scuola.
-perché io non voglio far parte del vostro mondo. Non ho mai conosciuto mio padre perché è morto in battaglia e lui non sapeva nemmeno della mia esistenza perché mia madre non lo sapeva ancora. Non è il mondo nel quale voglio vivere-
-posso solo immaginare quello che hai passato, ma abbiamo davvero bisogno di tutti e quattro gli Elementa per poter cercare di distruggere definitivamente i Marton-
-è un cercare di distruggere, non è detto che ce la faremo quindi non ho nessuna intenzione di sprecare la mia vita così-
-ti prego Ann, questa storia andrà avanti all’infinito se tu…-
-non cambio la mia idea. In questa generazione avrete tre Elementa. Ora va via ti ho fatto entrare solo per evitare che i Marton potessero vederci o sentirci-
-sei davvero sicura della tua scelta? I Marton verranno comunque a cercarti e non avresti nessuna possibilità di difenderti in quel caso- cercò di convincerla Caleb, perdere un Elementa non era una possibilità che si potevano permettere, per niente.
-saprò come difendermi- rispose lei andando spedita ad aprire la porta per poi invitare il castano ad uscire con un gesto della mano.
Caleb la guardò per un po’ prima di sospirare e uscire da quell’abitazione. Non si sarebbe arreso, anzi avrebbe raccontato tutto a Zilean e anche a Brenda e Viktor. Sperava davvero che il re desse loro il permesso di prendere Ann con la forza e portarla a Sinfade. Sapeva che non era una cosa tanto giusta da fare, ma era l’unica possibilità che avevano in quel momento.
 
-allora qual è il motivo per il quale Caleb si allontana da Varus?- chiese Viktor buttandosi a peso morto sul divano lasciando il suo zaino a terra vicino alla porta. Brenda guardò lo zaino con sguardo intimidatorio, sperando si alzasse da li da solo, ma non poteva farlo, quindi la ragazza si sedette con grazia vicino al biondo sorridendo.
-perché gli piace Varus- rispose semplicemente la bionda con un’alzata di spalle sorridendo.
-davvero? Quel coso tutto muscoli?- chiese sorpreso Viktor, non tanto per il fatto che il guardiano fosse gay, visto che lo sapeva da tantissimo tempo, ma perché al castano piacesse quel ragazzo che sembrava tutto muscoli e niente cervello.
-si, lui. E si innervosisce ogni volta che io rido perché Varus una volta mi ha chiesto di uscire. Mi vede come una sua rivale-
-e ci sei uscita?-
-certo che no! Non mi piace per niente quel ragazzo, e poi non voglio che Caleb pensi male di me.- rispose lei aggiustandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-a me non piace nemmeno per Caleb e poi credevo avesse gusti migliori!-
-tipo chi? Te?- chiese la ragazza scoppiando a ridere e facendo innervosire leggermente Viktor.
-comunque che fine ha fatto?- disse il biondo guardando l’ora sull’orologio attaccato alla parete difronte al divano. Era dalla ricreazione che i due non vedevano Caleb e si stavano preoccupando. Erano stati loro a portare le sue cose a casa. Avevano anche provato a cercarlo per la città ma sembrava quasi scomparso.
Nemmeno il tempo di pensarlo che la porta di casa si aprì di scatto, ma non fu quella che fece girare i due ragazzi verso il nuovo arrivato, ma fu il tonfo che si sentì dopo che Caleb inciampò nello zaino di Viktor lasciato a marcire li.
I due biondi scoppiarono a ridere non appena videro la scena davanti ai loro occhi facendo innervosire il castano mentre si alzava per poi lanciare lo zaino che lo aveva fatto cadere verso il suo proprietario con l’intento di colpirlo in faccia, ma Viktor fu abbastanza veloce da riuscire a prenderlo al volo.
-dove sei stato? Sei sparito all’improvviso- disse Brenda visibilmente preoccupata.
-prima ho accompagnato l’Elementa dell’aria a casa e poi sono andato nella radura per parlare con Zilean- disse il ragazzo sospirando.
-in che senso l’Elementa dell’aria? L’hai trovato?- chiese Viktor sgranando gli occhi felice che si fosse palesata quella possibilità.
-diciamo che la madre mia ha costretto ad accompagnarla a casa. È la figlia di Aaron- disse il ragazzo per poi sedersi sul divano tra i due.
-ci devi raccontare parecchie cose tu- furono le parole di Brenda mentre sorrideva al ragazzo che sembrava realmente stanco.
-si, e non vi piaceranno visto che la ragazza non vuole avere niente a che fare con noi e Zilean ci ha detto di rispettare la sua volontà- borbottò il ragazzo.
-aspetta in che senso non vuole avere niente a che fare con noi?- chiese Viktor che purtroppo per lui stava già iniziando a capire che la cosa non sarebbe stata di suo gradimento.
-che in questa generazione l’Elementa dell’aria non ci sarà-

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Viktor stava mordicchiando la matita velocemente per il nervosismo. In quel momento aveva solamente voglia di andare da quell’Ann Lois e trascinarla a forza con loro. Anche lui non desiderava minimamente essere un Elementa, ma era stato trascinato in quel mondo a tre anni e non aveva minimamente potuto opporre resistenza. Lei non poteva fare di certo la bambina viziata che deve sempre averla vinta. Anche Zilean non aveva per niente aiutato visto che aveva detto che andava bene l’assenza della ragazza. Ma cosa aveva in mente quello?
-consumerai la matita- fu il commento di Brenda al suo fianco. La ragazza era arrabbiata proprio come lui, ma cercava di farlo vedere di meno.
Viktor diede un’occhiata veloce a Caleb che vide abbastanza tranquillo. era sempre a una distanza esagerata da Varus, però almeno non sembrava preoccupato per la questione di Ann. Ci aveva di sicuro messo una pietra sopra prima di loro.
Poi lo sguardo del biondo si spostò subito verso la folta chiome mora davanti a lui. Non riusciva minimamente a capire cosa ci trovasse in Varus Caleb. Sembrava il solito ragazzo sciupafemmine che come unico scopo ha quello di uscire, e farsi, l’intera scuola.
 
 
Varus sentiva chiaramente su di se lo guardo di fuoco del nuovo arrivato che era seduto precisamente dietro di lui. Non aveva la minima idea del perché lo stesse fissando con così tanta insistenza, sapeva perfettamente di non aver fatto niente di male. Almeno per il momento! L’unica possibilità era che Brenda avesse detto al ragazzo che le aveva chiesto di uscire, ma era una cosa successa ormai due anni prima.
Alla fine il moro non ce la fece più, anche perché iniziava a sentire stranamente caldo, e si girò verso il biondo cercando di non farsi vedere dal professore.
-hai bisogno di qualcosa?- chiese a bassissima voce mentre notava di aver attirato anche l’attenzione di Brenda che li stava guardando con la coda dell’occhio.
-no- disse semplicemente Viktor continuando a guardarlo leggermente male.
-okay, allora potresti smetterla di fissarmi? Mi da leggermente fastidio- disse ancora Varus sperando che dirlo con calma facesse decidere al biondo di smetterla. Viktor non rispose e Varus decise lo stesso di girarsi di nuovo verso il professore, non poteva stare tutta la lezione girato verso di lui.
Purtroppo per lui, però, Viktor non smise di fissarlo e sospirando si arrese ad avere quello sguardo di fuoco su di se. Alla fine fu costretto a togliersi la felpa per il troppo caldo che iniziava a sentire ringraziando il fatto di essersi messo anche una maglietta a maniche corte sotto.
Appena suonò la campanella della ricreazione Varus si alzò di corsa e uscì da quell’aula che stava diventando sempre più calda. Maledizione a lui quando, tra tutti i posti liberi disponibili in classe, si era andato a sedere proprio vicino a Caleb, non tanto per il castano ma perché lo sguardo fisso di Viktor lo stava davvero facendo innervosire.
La differenza di temperatura si fece sentire quasi subito e Varus si rimise subito la felpa mentre starnutiva.
-ma sei pazzo ad andare in giro solo con una maglia a maniche corte?- chiese una voce che Varus conosceva fin troppo bene e sorrise mentre poneva il suo sguardo proprio verso la rossa che lo stava raggiungendo con un sorriso stampato sulle labbra.
-in classe si crepava di caldo- si giustificò Varus anche lui ricambiando il sorriso della ragazza.
-le solite scuse tesoro- disse lei lasciandogli un leggero bacio sulla guancia.
-se continui così alimenterai ancora di più le voci secondo le quali noi due stiamo uscendo insieme- borbottò il moro guardandosi intorno sperando che nessuno gli avesse visti.
-e falli parlare, noi sappiamo la verità- disse lei con un’alzata di spalle e un sorriso che non prometteva niente di buono. -comunque come sta andando il tuo piano di conquista?- Varus alzò gli occhi al cielo. Doveva aspettarselo.
-non è manco iniziato Dalia- le rispose il ragazzo sbuffando.
-non puoi ideare piani e poi lasciarli marcire nell’armadio!- disse Dalia incrociando le braccia al petto.
-non l’ho fatto perché l’altro giorno mi ha chiamato mio padre- borbottò a bassa voce il moro. Non voleva darle quella notizia così, ma non vedeva alternative.
-e che ti ha detto?- chiese la rossa che aveva sentito tutto quello che il ragazzo aveva porbottato.
-che devo ritornare da lui-
-ma…-
-non dirlo nemmeno. Non posso ragionarci, ha già deciso tutto-
-quando dovresti partire? Spero non a breve-
-fra due settimane- Dalia sgranò i suoi occhi verdi completamente incredula.
-ma perché? Sei all’ultimo anno e mancano pochissimi mesi! Non puoi andartene adesso! Non può aspettare almeno la fine della scuola-
-è quello che ho cercato di spiegargli anch’io, ma non ha voluto sentire ragioni- disse sempre più sconsolato Varus.
-ed è anche per questo che ti stai allontanando sempre di più dai tuoi amici?- chiese Dalia che in quegli ultimi giorni aveva visto il ragazzo quasi sempre da solo.
-in realtà sono stati loro a farlo non appena saputo del mio trasferimento prossimo-
-aspetta, mi stai dicendo che a loro avevi detto tutto e a me no?- chiese arrabbiata la riccia. Si stava sentendo esclusa come amica.
-non l’ho fatto perché tu sei l’unica persona che si è rivelata veramente mia amica in tutti questi anni e non volevo perderti-
-la nostra amicizia non smetterà mai di esistere, nemmeno a chilometri di distanza- disse lei abbracciando di slancio il ragazzo che ricambiò felice quel contatto. -questo però è anche un incentivo in più per provarci, se va male poi non vi rivedrete più!- disse lei staccandosi tutta felice.
-e se va bene mi sentirò malissimo- borbottò lui.
-quindi adesso credi che possa andare bene tra voi?-
-non sto dicendo questo, anche perché sono sicuro riceverei un due di picche colossale, ma voglio comunque mettere sul tavolo tutte le possibilità-
Dalia stava per partire alla carica, ma la campanella la fece desistere. Doveva assolutamente ritornare in classe. Ciò comunque non le impedì di dare un ultimo consiglio al ragazzo davanti a se.
-secondo me dovresti provarci, se non lo fai potresti pentirtene per il resto della tua vita- e poi la rossa sparì così com’era arrivata.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


-ti odio- stava borbottando Caleb in direzione di Viktor mentre si toglieva la felpa completamente zuppa di sudore.
-che ho fatto adesso?- chiese il biondo confuso dalle parole del ragazzo.
-hai alzato la temperatura vicino a Varus mentre lo fissavi e io ci stavo affianco quindi il calore ha colpito anche me!- gridò il ragazzo mostrandogli la felpa che era da lavare.
-era giusto per farlo stare al suo posto!- disse Viktor incrociando la braccia al petto.
-smettila per favore. Non ti ho detto niente solo perché eravamo in classe, ma davvero evita di usare i tuoi poteri così, i Marton potrebbero avvertirli-
-è solo una scusa perché non vuoi che il tuo “caro” Varus venga colpito da essi- disse il biondo facendogli il verso.
-cos…Brenda perché glielo hai detto?- gridò sempre più arrabbiato Caleb.
-l’avrebbe capito anche da solo- borbottò l’interessata mentre si fissava le unghie che aveva appena ricoperto con lo smalto rosso completamente incurante di quello che stava succedendo tra i due ragazzi. o almeno così stava facendo credere. -comunque Caleb ha ragione, smettila di usare i tuoi poteri così-
-siete odiosi. Volevo solo divertirmi un po’ con il moretto- disse lui ridacchiando.
-e perché di grazia? Cosa ti ha fatto di male?- chiese Caleb mentre andava verso il bagno per farsi una doccia per togliersi tutto il sudore di dosso.
-non mi piace e poi ci ha provato con Brenda-
-ma questo è successo due anni fa Viktor!- gli fece notare la ragazza sbadigliando.
-questo non significa che potrebbe tranquillamente riprovarci-
-non credo visto che in giro si dice stia con Dalia- borbottò Caleb rimanendo in piedi davanti la porta del bagno. Quella conversazione lo riguardava leggermente quindi non voleva perdersi le parole dei due.
-e chi è sta qui?- chiese Viktor non ricordando nessuna ragazza di quel nome nella loro classe.
-è più piccola di noi ed è quella che Brenda crede possa essere l’altro l’Elementa- borbottò Caleb per poi coprirsi la bocca capendo di aver appena regalato informazioni importanti a Viktor che il biondo non doveva assolutamente sapere.
-oh! E chi è l’altra?- chiese Viktor con un ghigno sulle labbra.
-e chi ti dice che te lo diremo? Ora per favore lascia in pace il povero Varus e cerca di non dare nell’occhio- disse Caleb per poi girarsi ed infilarsi nel bagno per farsi, finalmente, una doccia.
-è davvero permaloso quando si parla di Varus-
-lo faresti anche tu se fossi innamorato di qualcuno- gli disse Brenda stiracchiandosi. La bionda non capiva come mai negli ultimi giorni iniziasse a sentirsi davvero stanca.
-ne dubito-
-credimi, l’amore fa fare tante cose inaspettate- la ragazza andò a sedersi sul divano poggiando poi la testa sulla spalla di Viktor.
-quella di Caleb è solo una stupida cotta che deve farsi passare presto visto che credo sia anche colpa di quel moretto che le indagini non sono andate avanti-
-non è solo una cotta, lo vorrei veramente ma non lo è- sussurrò la ragazza prima di addormentarsi sulla spalla dell’Elementa.
 
-allora quando partirai per Sinfade?- chiese Sophi mentre cucinava la cena.
-mai- rispose Ann alla madre apparecchiava.
-in che senso mai? Il guardiano non ti ha detto niente?- la donna si voltò di scatto mentre la carne si cuoceva nella padella.
-io non ci vado li per poi morire- disse la castana che non aveva ancora parlato alla madre della sua decisione.
-Ann hanno bisogno di te- cercò di farla ragionare la donna. Anche lei aveva paura che la figlia potesse morire come era successo con l’uomo che aveva amato, ma sapeva perfettamente che con solo tre Elementa non si poteva combattere. Era stata felice quando aveva avvertito la presenza del guardiano vicino a loro qualche giorno prima, era finalmente riuscita a mettersi in contatto con loro senza dare negli occhi. Erano sorvegliate strettamente dai Marton e fare un passo falso significava la fine di tutto.
-io non volevo avere questi poteri quindi loro non possono costringermi, e nemmeno tu- sbuffò la ragazza incrociando le braccia al petto.
-nessuno nasce con la voglia di essere un Elementa, ma questo non significa che non facciano il loro dovere. Anche tu dovresti farlo-
-non me ne frega niente-
La donna stava per rispondere a tono ma avvertì chiaramente una leggera puzza di bruciato e si girò subito per sperare di impedire alla carne di diventare immangiabile.
Il silenzio calò nella stanza e continuò a persistere anche durante la cena. Sophi era riuscita a non bruciare la carne e quindi non era stata costretta a cucinare altro.
Ann aveva iniziato a mangiare con la testa bassa per evitare che la madre riprendesse il discorso iniziata prima. Non aveva assolutamente voglia di litigare con la donna nuovamente. Sapeva perfettamente che la madre non avrebbe demorso e avrebbe fatto di tutto per convincerla ad andare a Sinfade. Il suo compito era quello di resistere fino a quando la donna non si fosse stufata. Avrebbe dovuto aspettare molto, ma lo avrebbe fatto per conquistare quella libertà che non le era mai stata concessa.
-Ann…-
-non iniziare. La mia idea non cambia- disse la ragazza alzandosi per posare il piatto sporco nel lavandino.
-invece la cambierai visto che è assolutamente necessario il tuo aiuto. Sappi che posso tranquillamente dire di portarti con la forza a Sinfade-
-non lo faresti mai- gli occhi grigi di Ann nascondevano tutta la rabbia che la ragazza stava provando in quel momento. Non si sarebbe mai immaginata una frase del genere dalla madre e sperava vivamente che stesse solamente scherzando e non parlando sul serio.
-invece si se ne vanno di mezzo vite umane-
-come se quelli di Sinfade fossero umani- borbottò la castana.
-certo che lo siamo tesoro, abbiamo un’affinità con i vari elementi, ma lo siamo-

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Dalia stava camminando annoiata per i corridoi della scuola, non aveva minimamente voglia di aspettare in classe l’arrivo del professore visto che non andava tanto d’accordo con i suoi compagni di classe. Per sua sfortuna però Varus era sempre in ritardo e quindi la ragazza non poteva nemmeno torturarlo un po’ prima di iniziare le lezioni. Gli sarebbe davvero mancato una volta partito.
Se solo pensava a come erano diventati migliori amici quasi le veniva da ridere. Lui, che era arrivato da più o meno due mesi a scuola, aveva appena iniziato a chiedere a tutte le ragazze di poter uscire con lui. La maggior parte aveva accettato, ma subito dopo non si erano più viste con il ragazzo. Dalia era rimasta abbastanza sorpresa quando il moro le si era parato difronte chiedendole di uscire con lui. Aveva detto di si solo perché gli faceva pena e poi ne aveva approfittato visto che i suoi compagni l’avevano sempre presa in giro per non essere mai uscita con un ragazzo più grande.
A inizio serata la ragazza aveva messo subito in chiaro che non voleva minimamente finire invischiata in questioni amorose e Varus le era sembrato davvero felice di quella cosa. A fine serata si erano ritrovati entrambi con un amico in più e ne erano stati felici.
-ehi rossa!- la ragazza si voltò vedendo arrivare verso di lei un altro dei ragazzi più contesi di tutta la scuola: Erik Jacobs: alto, i capelli biondi gli arrivavano fino alle spalle e gli occhi rossi che sembravano scrutarti nell’anima. Per Dalia era il più bello della scuola, ma non l’avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura. Solo Varus lo sapeva, ma perché l’aveva intuito da solo altrimenti la ragazza non glielo avrebbe mai detto.
-ehi- rispose lei fermandosi e aspettando che il ragazzo la raggiungesse.
-stasera diamo una festa a casa mia, ci sei?- chiese lui mettendosi le mani nelle tasche mentre Dalia sgranava gli occhi sorpresa. Non si era minimamente aspettata quell’invito.
Era vero che aveva parlato tantissime volte con il ragazzo visto che le loro classi erano una accanto all’altra, ma mai si sarebbe aspettata un invito da parte del ragazzo.
-okay…come mai questo invito?- chiese la ragazza sorridendo e sperando di poter all’allargare l’invito stesso a Varus. Non voleva andarci da sola a quella festa.
-più siamo meglio è. Puoi invitare chi vuoi comunque-
-davvero?- Dalia sorrise, non aveva nemmeno bisogno di chiedere al ragazzo il permesso di invitare Varus.
-certo! Ovviamente massimo una persona a testa altrimenti non c’è spazio. Sai già chi invitare?- Erik si portò indietro i capelli sorridendo alla ragazza difronte a se.
-stavo pensando a Varus-
-sospettavo questa risposta- rise lui. La campanella suonò proprio in quel momento e i due furono costretti a ritornare in classe. E Dalia era davvero felice di poter fare quel piccolo pezzetto di corridoio insieme al biondo soprattutto perché tutte le ragazze la stavano guardando male, peggio anche di come la guardavano quando camminava affianco a Varus.
-ci vediamo stasera allora- le disse Erik una volta arrivati vicino alle due aule.
-certo. Grazie ancora per l’invito- Dalia si sporse e lasciò un bacio sulla guancia del biondo prima si sparire nella sua classe lasciando il ragazzo immobile davanti alla sua porta.
 
-perché devo venirci pure io?- sbuffò per la milionesima volta il moro mentre Dalia entrava nel salotto facendo una piroetta su se stessa per far vedere il vestito che indossava e per farsi consigliare del ragazzo, quello era il suo quarto vestito.
-perché non voglio andarci da sola. E tu non vuoi lasciarmi da sola in una festa dove non c’è nessuno che conosco- disse lei mettendosi una ciocca dietro l’orecchio.
-mi piaceva di più il primo- disse il moro guardando male il vestito marrone che si era messa la ragazza. -il verde ti sta meglio addosso-
-okay!- disse lei scomparendo nuovamente nella sua camera lasciando il ragazzo da solo per la quinta volta.
La rossa ritornò poco dopo con anche un paio di ballerine, dello stesso verde del vestito, e con i capelli legati in una leggera treccia che lasciava ricadere davanti al volto della ragazza due ciocche ricce.
-wow- disse Varus realmente stupito dalla bellezza della ragazza. -ti sei fatta bella per Erik?- chiese poi con un ghigno in faccia.
-conosci la risposta- disse lei arrossendo leggermente.
-spero per te che ci sia gente decente perché nel caso tu passassi l’intera serata con Erik io devo avere pure qualcuno con cui parlare- disse il ragazzo alzandosi dalla poltrona sulla quale era seduto e stiracchiandosi.
-tu vieni così?- chiese la ragazza guardandolo attentamente.
-cos’hai contro la mia maglia e i miei jeans?- rispose lui alzando le sopracciglia e guardandosi la semplice maglia nera che aveva addosso con i jeans.
-voi maschi siete fortunati visto che potete vestirvi normalmente senza che qualcuno vi dica niente- sbuffò la ragazza per poi tirare il moro per il braccio uscendo definitivamente dalla casa che ovviamente chiuse a chiave visto che i suoi genitori erano entrambi a lavorare. Altrimenti col cavolo che avrebbe portato Varus a casa.
I due ci misero solo dieci minuti a piedi per arrivare a casa di Erik e quando furono li davanti la musica si sentiva fortissimo nonostante provenisse dal giardino dietro l’abitazione. Dalia suonò il campanello nonostante stesse tremando per l’ansia visto che era la prima festa alla quale andava visto che era stato anche il primo invito ricevuto.
Erik aprì quasi subito la porta e sorrise in direzione di Dalia per poi far un sorriso forzato al moro che l’accompagnava.
-prego e grazie per essere venuti- disse lui spostandosi per farli entrare entrambi e una volta fatto chiuse la porta dietro di loro. -venite il giardino è di qua- poi fece strada verso il giardino che, nonostante l’ora, era già stracolmo di gente.
-meno male che avevi detto poche persone- disse Dalia ridacchiando.
-non è andata come speravo, comunque divertitevi- rispose Erik per poi correre di nuovo verso la porta visto che avevano nuovamente suonato.
-che hai?- chiese la ragazza vedendo che Varus era rimasto immobile sulla veranda fissando un punto davanti a se. La ragazza non ottenendo risposta cercò di seguire lo sguardo del ragazzo e sorrise quando si accorse cosa, o meglio chi, stava guardando. -come mai sento che sarai tu a mollare me da sola?-

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Brenda si guardò in giro per la decima volta prima di sospirare e prendersi un altro bicchiere di quello che sembrava prosecco. Viktor e Caleb erano al suo fianco, il primo si era fiondato solamente sul cibo mentre il secondo si stava scolando una bottiglia di birra. Brenda aveva perso il conto di quanto il castano avesse bevuto. Il ragazzo all’inizio era andato alla feste di quell’Erik con l’intenzione di non bere nemmeno un goccio visto che avevano accettato l’invito del ragazzo solo per poter controllare, e sperare di trovare, gli altri Elementa. Ad un certo punto avevano anche sperato di veder arrivare Ann, ma non era stato così. Il guardiano aveva iniziato a bere come un cammello quando era apparso Varus per poi andarci giù ancora più pesante quando il moro aveva iniziato a ballare con Dalia.  E i due ragazzi stavano ancora ballando insieme al centro della pista incuranti di tutti gli sguardi che avevano addosso, soprattutto due di fuoco. Anche Brenda stava guardando la coppia, ma solo per cercare di capire se Dalia fosse veramente l’Elementa della terra. Viktor era l’unico dei due che non stava guardando la coppia solo perché per lui il cibo era davvero più importante visto che prelibatezze del genere a Sinfade non erano all’ordine del giorno.
-ehi bellezza vuoi ballare?- chiese un ragazzo avvicinandosi ai tre ma rivolgendosi solo ed esclusivamente a Brenda che gli sorrise e, posando il bicchiere, si fece condurre al centro del giardino per iniziare a ballare con il ragazzo che l’aveva invitata.
Caleb stava per fare una battuta su quello che era appena successo, ma non riuscì a dire niente perché Viktor si era volatizzato mentre il castano non stava guardando. Il guardiano lo cercò con lo sguardo ma non lo vide anche perché la sua attenzione fu completamente catturata da Varus che stava andando proprio verso di lui. Ma poi il ragazzo si diede dello stupido, Varus non stava andando verso di lui, ma verso il tavolo delle bibite che si trovavano proprio al fianco di Caleb. Il moro infatti prese una delle bottiglie di birra li presenti ed iniziò a berla rimanendo sempre li vicino.
Caleb cercò di non guardarlo e ci sarebbe anche riuscito se non fosse stato lo stesso Varus a rivolgergli la parola:
-come mai qui? Non ti ho mai visto alle altre feste- Caleb rimase sorpreso da quell’interazione, nemmeno in classe parlavano ed erano addirittura compagni di banco.
-Viktor ci ha trascinati- rispose abbastanza a bassa voce il castano senza guardare il suo interlocutore negli occhi.
-ho la netta impressione che quel ragazzo mi odi-
-probabile-
-e come mai?- Varus era davvero curioso della risposta di Caleb, non aveva fatto davvero niente di male per poter ottenere l’odio di Viktor.
-non lo so- fu la risposta di Caleb, di certo non poteva dirgli che era perché si era innamorato di lui e Viktor non approvava minimamente.
-forse gli da fastidio tutta la mia popolarità?- disse ridendo Varus cercando di creare un contatto visivo con il ragazzo al suo fianco ma il castano sembrava non voler collaborare. Dalia l’aveva stressato per tutta la serata e alla fine il ragazzo aveva deciso di andare verso Caleb e parlargli. Infondo se fosse andata male se ne sarebbe andato per sempre da quella città.
-sarebbe strano visto che è completamente circondato da ragazze. E sono anche di più rispetto a quando sei arrivato tu- disse Caleb forse anche aiutato da tutto l’alcol che aveva in corpo.
-le hai contate?- chiese ridacchiando Varus. Era felice che il ragazzo stesse parlando con lui. Non aveva mai avuto modo di poter iniziare una conversazione in classe e in quel momento era davvero contento.
-certo che non, non ho il tempo di fare cose così stupide- borbottò Caleb mentre Varus sorrideva ancora. Fu in quel momento che il moro decise che era il momento di agire e avvicinò il suo viso a quello di Caleb, voleva assolutamente vedere la sua reazione e soprattutto i suoi stupendi occhi ambra.
Caleb rimase parecchio immobile quando vide il volto di Varus avvicinarsi, non sapeva cosa fare. Varus dal canto suo si stava avvicinando sempre di più e Caleb fu costretto ad usare la bottiglia quasi vuota che aveva in mano per mettere un blocco al viso di Varus.
-sei troppo vicino- sussurrò poi il castano mentre Varus lo stava guardando con occhi indagatori. Era una sua impressione o Caleb era leggermente arrossito? Sorrise quasi vittorioso e si allontanò subito dal viso del ragazzo per prendere un altro sorso della sua birra prima di poggiare la bottiglia sul tavolo. Si guardò intorno in cerca di Dalia e la vide tranquilla mentre ballava insieme ad Erik e quindi decise di agire.
-vieni- disse prendendo il poso destro di Caleb e trascinando il povero ragazzo per tutto il giardino fino ad entrare nella casa lontano da orecchie e, soprattutto, occhi indiscreti.
-cosa c’è?- chiese Caleb che aveva il cuore in gola. Cosa aveva intenzione di fare Varus? Il castano si sentiva leggermente frastornato per via dell’alcol e sperava veramente di non combinare macelli.
Il sorriso di Varus andava ad allargarsi sempre di più mentre vedeva la faccia metà confusa e metà spaventata di Caleb mentre si avvicinava lentamente al suo viso. Sapeva che non era poi tanto giusto provare a baciare il ragazzo con tutto quell’alcol in corpo, ma sapeva anche che lui non avrebbe trovato nuovamente il coraggio per fare una cosa del genere. Quindi o lo faceva in quel preciso momento o se ne sarebbe pentito per il resto della sua vita.
Caleb capì cosa voleva fare Varus solo quando le loro labbra erano praticamente a pochissimi millimetri di distanza e non riuscì, o non volle, a rifiutare il bacio.
Bacio che arrivò subito travolgente per quanto entrambi i ragazzi avevano aspettato quel momento e Caleb ci mise poco prima di intrecciare le braccia intorno al collo di Varus mentre quest’ultimo lo spingeva di più verso di se stringendogli forte la vita.
 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Varus accarezzava i capelli dicci di Caleb mentre sorrideva. Il ragazzo sdraiato al suo fianco stava ancora dormendo e il moro al suo fianco ne aveva approfittato per guardarlo meglio e per imprimersi ogni dettaglio di Caleb nella mente. La sera prima era stato tutto così bello che nemmeno si era ricordato del fatto che se ne sarebbe dovuto andare via da quella città e non sapeva minimamente come dirlo a Caleb.
Caleb aprì gli occhi proprio in quel momento sentendosi molto riposato nonostante il grande mal di testa che lo stava torturando. Era la prima volta che si svegliava senza le urla di Brenda o con Viktor che gli buttava addosso dell’acqua fredda. Il ragazzo si accoccolò meglio a quello che credeva essere un cuscino per accorgersi solo in seguito che era una persona. Il castano sgranò gli occhi ricordandosi tutto quello che era successo la sera precedente e per poi puntarli su Varus che gli stava sorridendo.
-buongiorno- gli disse proprio il moro per poi scoccargli un bacio a stampo sulle labbra cosa che lasciò ancora più scombussolato Caleb.
-dimmi che non è un sogno- sussurrò il guardiano che sperava veramente non lo fosse anche se era troppo bello per essere vero.
-no, non lo è- gli sussurrò il moro tirandoselo più vicino mentre sul volto di Caleb andava ad aprirsi un bellissimo sorriso.
-comunque come ci siamo arrivati a casa tua? Non ricordo- sussurrò Caleb mentre assaporava il buon odore del moro.
-camminando ovviamente. Posso farti una domanda?-
-dimmi-
-da quando ti piaccio?- Caleb rimase un attimo immobile pensando a cosa dire, ma alla fine decise di dire la verità:
-da più di un anno- Varus sgranò gli occhi. Non si sarebbe mai aspettato una rivelazione del genere, se solo lo avesse saputo prima non avrebbe mai aspettato così tanto tempo per fare quel passo. -e tu? O sono stato solo un passatem…- Caleb si bloccò vedendo lo sguardo di fuoco che gli stava rivolgendo Varus.
-più o meno dallo stesso tempo- rispose il moro impedendo al castano di avere brutti pensieri.
-due stupidi, siamo due stupidi- disse Caleb ridacchiando e facendo ridere anche Varus. -come mai ti sei buttato adesso?- il Volto di Varus si oscurò, ma non voleva assolutamente mentire al ragazzo al suo fianco.
-mio padre ha deciso che devo ritornare da lui-
-a fine anno vero?- chiese Caleb che era rimasto sorpreso da quelle parole.
-no, fra due settimane più o meno- sussurrò il moro cercando di evitare lo sguardo ambra dell’altro.
Caleb rimase per un po’ in silenzio mentre metabolizzava quelle parole perché non voleva minimamente crederci. Sapeva che fino alla fine non sarebbero riusciti a portare avanti quella relazione perché lui doveva compiere il suo lavoro da guardiano, ma non credeva così presto.
-Caleb?- chiese Varus che stava iniziando a temere leggermente il silenzio del castano. Castano che in quel momento si scostò dall’abbraccio del moro e, alzandosi e raccogliendo i suoi vestiti sparsi per la camera, si diresse in bagno.
Ne uscì poco dopo vestito e con una faccia da funerale.
-preferivo non venire a conoscenza dei tuoi sentimenti per me se poi dovevi partire- gli disse il ragazzo trovando un po’ di coraggio per fare lo stronzo. Se avessero continuato a vedersi Caleb non sarebbe riuscito a sopportare la rottura con il ragazzo.
-cosa? Ehi guarda che possiamo provarci anche a distanza e poi io posso venire qui ogni fine settimana- disse Varus girandosi verso Caleb. Quello era davvero lo scenario peggiore e non poteva credere che si stesse realmente realizzando davanti ai suoi occhi.
-preferisco di no- disse il castano per poi uscire dalla stanza del moro e lasciare definitivamente quella casa.
Varus guardava la porta della sua camera chiusa mentre si dava mentalmente dello stupido. Non doveva fare assolutamente niente e lasciare le cose così come stavano. Forse avrebbe addirittura preferito un rifiuto netto la sera precedente invece che quella piccola e bella illusione.
Varus tirò un pugno al muro e poi si alzò per farsi una doccia, solo dopo avrebbe chiamato Dalia per parlare. Poi aveva assolutamente bisogno di parlare con il padre, almeno sperava di poter chiedere all’uomo di rimanere un po’ di più, ma sospettava già la sua risposta: un no secco. L’uomo aveva deciso dal nulla che quella città non gli stava facendo per niente bene e Varus si era trovato anche la madre contro di lui e non aveva voluto lottare più di tanto. In quel momento invece voleva assolutamente rimanere li per poter stare con Caleb.
Il moro tirò un altro pugno al muro, questa volta erano le piastrelle della doccia. Ci fu un solo problema: l’acqua iniziò a scorrere più velocemente e Varus sgranò gli occhi, più perché non si aspettava una cosa del genere. Cercò di chiudere l’acqua, ma fu in quel momento che si accorse di non aver mai aperto l’acqua da quando era entrato. Come aveva fatto allora l’acqua a scorrere all’improvviso? Non aveva nemmeno colpito le tubature. L’acqua d’altro canto non la voleva smettere di scendere e Varus iniziò a sbuffare cercando di capire come dire ai suoi che aveva praticamente rotto la doccia.
Alla fine decise di lavarsi prima di pensare al resto e fece per prendere il bagnoschiuma ma, nel momento stesso in cui avvicinò il braccio all’acqua essa si spostò evitando di toccarlo e facendo sgranare gli occhi al moro. Credette per un attimo di averlo immaginato e provò a farlo nuovamente vedendo che succedeva la stessa identica cosa. Il ragazzo allora provò in tutti i modi possibili di bagnarsi, ma l’acqua sembrava non aver minimamente voglia di stare alle sue regole.
Varus sbuffò nuovamente e tirò un altro pugno nello stesso punto del precedente ma l’acqua non fece niente di niente. Gli occhi azzurri del moro si assottigliarono mentre cercava di capire come risolvere il tutto anche perché aveva assolutamente bisogno di farsi quella dannatissima doccia.
 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


-sei odioso da quando sei ritornato da chissà dove dalla festa, e sono passati due giorni- disse Viktor a Caleb cercando di capire cosa avesse il castano.
-non sono odioso, ma normale- rispose a tono Caleb.
-dove sei stato? Sei sparito all’improvviso-
-in giro-
-CALEB! Non mentirci. È successo qualcosa e lo sappiamo tranquillamente dal tuo comportamento quindi dicci cosa è successo- disse Brenda incrociando le braccia al petto e ponendosi impetuosa davanti al castano che sospirò sapendo di non poter tenere niente nascosto alla ragazza.
-io e Varus siamo andati a letto insieme- cacciò fuori alla fine il ragazzo facendo sgranare gli occhi ad entrambi i biondi.
-e quando volevi dircelo? Ma è una cosa bellissima perché hai quel muso lungo?- iniziò Brenda tutta felice e contenta mentre Viktor non sembrava tanto convinto della cosa.
-perché lui se ne andrà tra due settimane, molto probabilmente anche meno e io ho interrotto tutto prima che iniziasse- rispose il castano sospirando. Aveva fatto una cazzata? Si. Aveva ferito a morte Varus? Si.
-vi sareste lasciati comunque visto che lui non verrà mai a Sinfade con te- gli disse Viktor alzando le spalle e ricevendo un’occhiataccia da parte di Brenda.
-lo so, credo che la mia sia stata solo rabbia che mi ha fatto scoppiare in quel modo. Non dovevo gridargli contro-
-parlatene. Digli quello che è successo e fate pace- disse Brenda sorridendo -da quanto speravi che Varus ti notasse?-
-da troppo tempo- sussurrò il castano con un mezzo sorriso sulla faccia.
-allora non basta che scusarti con lui e spiegargli le tue ragioni-
-come se fosse così semplice- disse Viktor alzandosi dal divano per stiracchiarsi. Poi si incamminò verso la sua stanza, era stufo di sentire i discorsi mielosi di Brenda e aveva anche assolutamente bisogno di fare una corsetta. Non si allenava da tantissimo tempo e non era una cosa buona. Come li avrebbe battuti i Marton se non si fosse allenato? E poi sentiva ancora tanto la pesantezza di stomaco dopo aver mangiato tutto quel cibo alla festa. Non si era minimamente controllato e quello era il risultato.
Si cambiò velocemente indossando una maglia termica e dei pantaloncini e corse subito fuori dall’abitazione senza dare minimamente il tempo ai due guardiani di accorgersi della sua assenza. Sapeva che non era tanto saggio farlo da solo visto che Marton giravano a piede libero in quella città, Viktor si chiedeva ancora come Caleb e Brenda non fossero ancora riusciti ad individuarli, ma non poteva fare altrimenti visto che non li voleva tra i piedi anche mentre correva.
 
-allora com’è andata con Caleb?- chiese Dalia a Varus che era appena entrato nella camera della ragazza. Il giorno prima l’aveva chiamata, ma la ragazza non aveva avuto il tempo materiale di parlare con lui e quindi gli aveva chiesto, o meglio imposto, di andare da lei il giorno dopo.
-uno schifo- disse lui in un sussurro.
-ma come? Siete spariti insieme!- disse la ragazza mettendosi le mani sui fianchi. Sapeva perfettamente quello che aveva visto.
-si siamo spariti insieme e sarebbe andato tutto bene se solo non gli avessi rivelato che me ne andrò-
-e tu perché non hai combattuto per farlo restare al tuo fianco?- chiese la ragazza che se conosceva il moro anche un poco sapeva perfettamente che il ragazzo non aveva mosso un dito per fermare il castano.
-e cosa dovevo fare? Lui non vuole una relazione a distanza e di sicuro non riuscirò a convincere i miei a restare qui- Varus sospirò prima di guardare la rossa negli occhi -devo dirti anche un’altra cosa-
-cosa?-
-non ridere però- la ragazza annuì non capendo perché il ragazzo le avesse detto quella frase visto che il suo viso si era fatto ancora più serio di prima. -ieri mentre mi facevo la doccia l’acqua ha iniziato a muoversi di sua spontanea volontà e quando io provavo a toccarla si spostava. Sono stato costretto ad aspettare due ore prima di riuscirmi a fare la doccia-
-mi stai prendendo in giro?- chiese la ragazza che ci stava mettendo tutto il suo impegno per non scoppiare a ridergli in faccia.
-sto dicendo seriamente Dalia. È stato bruttissimo- disse il ragazzo sospirando. Per sua fortuna non era successo nuovamente quella mattina, ma sapeva perfettamente quello che aveva visto era vero.
-dammi una prova di quello che hai detto allora!-
-e come faccio?- chiese il ragazzo confuso.
La rossa si alzò e prese il bicchiere d’acqua che aveva sulla scrivania e lo buttò in faccia al ragazzo davanti a lei. Se era come aveva detto Varus doveva riuscire a fare qualcosa no?
Il ragazzo come riflesso involontario mise le mani davanti alla faccia per non bagnarsi la faccia, ma l’acqua non arrivò mai alle sue mani. Il ragazzo confuso spostò le mani per capire e sgranò gli occhi vedendo che l’acqua era rimasta ferma a mezz’aria. Alzò il suo sguardo azzurro verso Dalia e la vide che sembrava sconvolta quasi quanto lui.
-okay questo non è un sogno e tu hai appena bloccato l’acqua- disse la ragazza guardandolo sconvolta. -ma questo che significa? Hai poteri sovrannaturali dei quali non sapevi l’esistenza?-
-possibile? Ma se fosse così voglio sperare di non essere l’unico anche perché non so minimamente come controllarlo- e proprio in quel momento l’acqua ferma a mezz’aria decise di attenersi alle leggi della gravità e cadde precisamente sui pantaloni di Varus che imprecò.
Dalia dal canto suo si mise a ridere per quello che era successo e Varus le tirò un’occhiataccia che la fece ridere ancora di più.
-dai è divertente- disse lei dopo un po’ con un sorriso sulle labbra per poi abbracciare il ragazzo di colpo. -grazie per avermelo detto- gli sussurrò all’orecchio mentre Varus la stringeva se.
-avevo bisogno di parlarne con qualcuno, se me lo fossi tenuto dentro molto probabilmente sarei scoppiato- sussurrò a sua volta il ragazzo.
 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


-è la prima volta che arrivo così presto a scuola- disse Varus mentre entrava nell’edificio con Dalia al suo fianco.
-è un passo avanti no?-
-secondo te Caleb si siederà al mio fianco dopo quello che è successo?- chiese il ragazzo titubante.
-se quelli sono i posti credo proprio di si. Sempre se non fa lo scambio con i suoi amici- disse la rossa sorridendo ad Erik che l’aveva appena salutata.
-ehi tu non mi hai detto com’è andata con Erik poi- si ricordò il moro.
-normale, abbiamo ballato un po’. Siamo solo amici Varus- disse la ragazza con una piccola nota di tristezza.
-secondo me tu a lui piaci e anche molto. Altrimenti non si spiega perché ti abbia invitato personalmente alla festa-
-si, credici- la campanella suonò segnando l’inizio delle lezioni e i due ragazzi si divisero andando ognuno nella propria classe.
Varus entrò e si sorprese di trovare il posto di Caleb vuoto, ma lo erano anche quelli di Viktor e Brenda, quindi molto probabilmente dovevano ancora arrivare. Il moro si sedette al suo posto sospirando e pregando vivamente che Caleb non decidesse di cambiare posto. Non l’avrebbe sopportato. Comunque era deciso a cercare di chiarire con lui prima di andarsene definitivamente da quella città.
Fu proprio in quel momento che il moro vide entrare Brenda e Viktor e il biondo si bloccò di colpo guardandosi intorno come se fosse successo qualcosa di strano. Brenda lo guardò confusa ma non disse niente. Subito dietro di loro c’era Caleb che non si curò minimamente che i due si erano fermati e si sedette al suo solito posto affianco a Varus facendo cacciare un sospiro di sollievo a quest’ultimo.
Viktor e Brenda si sedettero subito dopo e Varus li sentì parlottare fitto fra loro non riuscendo però a capire cosa stessero dicendo.
-Caleb devo…- iniziò il moro ma si bloccò non appena vide che il castano non lo stava minimamente ascoltando perché anche lui si era unito alla conversazione dei due biondi e sembrava avere una faccia perplessa. Il moro si arrese e decise di provare a parlargli durante la ricreazione.
 
-ne sei davvero sicuro?- sussurrò Brenda per la decima volta mentre aspettavano l’ingresso del professore che stava facendo davvero tardi per i suoi standard.
-ti ho detto di si. È in questa classe- rispose Viktor spazientito dalle continue domande della ragazza. Appena era entrato nella classe aveva avvertito la presenza di un Elementa, e l’unico che mancava e anche più possibile candidato visto l’età, era l’Elementa dell’acqua.
-si ma l’età?- chiese ancora la ragazza.
-potrebbe essere anticipatario, ma ce ne sono qui?- disse Caleb che stava facendo del suo meglio per non pensare che a pochissimi centimetri da lui si trovava Varus e il suo odore lo stava facendo andare in tilt. Aveva comunque deciso di sedersi affianco al moro perché voleva parlargli per chiarire, ma Viktor aveva detto di aver trovato un Elementa.
-dovremmo controllare il registro perché mi sembra che non ci sia nessuno un anno più piccolo di noi- disse Brenda pensandoci. Poi visto che il professore non era ancora arrivato e la classe sembrava nella confusione più totale decise di alzarsi ed andare a controllare il registro in quello stesso momento. Nessuno si accorse di quello che stava facendo, a parte Varus che la guardò leggermente confuso, e la ragazza riuscì tranquillamente a controllare tutti i suoi compagni. Si stava demoralizzando perché tutti erano dello stesso anno fino a quando non arrivò alla S e sgranò gli occhi. Solo una persona era più piccola in quella classe e quella persona in quel momento si trovava proprio al fianco di Caleb. Possibile che Varus fosse l’Elementa dell’acqua? Se si dovevano sbrigarsi perché il ragazzo stava per partire.
-signorina cosa sta facendo?- la voce del professore la fece saltare in aria e la ragazza si affrettò a chiudere il registro e a tornare al suo posto.
-allora?- le chiese Viktor visto che Caleb si era dovuto girare verso il professore.
-solo una persona- sussurrò lei facendo nascere un sorriso sulle labbra del biondo.
-bene, ora basta solo convincere l’antipatica e accertarci quali delle due sia l’Elementa della terra-
-la fai semplice tu- borbottò Brenda.
-chi è?- chiese Viktor curioso.
-ne parliamo dopo- sussurrò la ragazza che non voleva attirare molto l’attenzione su Varus da parte di Viktor.
Caleb sentiva i due dietro di se parlottare a voleva assolutamente sapere cosa stessero dicendo anche perché sembrava proprio che Brenda avesse trovato qualcosa di interessante. Il castano iniziò a giocare con la penna che aveva in mano visto che non riusciva minimamente a concentrarci. E avere Varus al suo fianco non aiutava minimamente. E poi doveva anche parlargli per chiarire le cose fra loro.
Decise di farlo in quel momento visto che la lezione non la stava ascoltando minimamente e i due dietro di lui sembravano non volerlo includere nella loro conversazione.
-Varus- sussurrò Caleb cercando di non attirare l’attenzione del professore su di loro visto che stava già guardando male Brenda e Viktor.
-dimmi- rispose quasi tranquillamente Varus anche lui cercando di non attirare l’attenzione del professore.
-dobbiamo parlare di quello che è successo tra noi l’altro giorno- continuò il castano lasciando parecchio sorpreso l’altro.
-okay, anch’io volevo parlarti- disse Varus in un sussurro impercettibile, si era appena reso conto che sperare che il ragazzo avesse cambiato idea era quasi impossibile.
-bene, alla ricreazione?- chiese Caleb che si sentiva quasi felice del fatto che anche Varus volesse parlargli.
-si, questo qui ci sta fissando come se volesse ammazzarci- rise Varus facendo anche allargare il sorriso sulle labbra di Caleb.
Il castano avrebbe mandato al diavolo tutto solo per poter vedere l’altro sorridere come due giorni prima. Avrebbe anche rinunciato al suo ruolo di guardiano per Varus e se ne era accorto solo quando aveva lasciato il ragazzo da solo quella mattina. Non l’avrebbe fatto una seconda volta, ovviamente sempre se il ragazzo voleva ancora averlo nella sua vita. Avrebbe accettato anche una relazione a distanza arrivato a quel punto.
 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


-okay chi inizia?- chiese Varus una volta che lui e Caleb ebbero raggiunto le scale antincendio dove avevano deciso di parlare senza dare nell’occhio.
-mi dispiace per quello che ho detto. Mi sono accorto della cazzata che ho fatto subito dopo essere uscito da casa tua. Ero sconvolto e non mi sono fermato a pensare- disse Caleb senza permettere all’altro di dire una sola parola. -non importa la distanza ci voglio provare lo stesso- disse alla fine puntando i suoi occhi ambra in quelli azzurri di Varus che lo stava guardando sorpreso. Aveva perso le speranze per un risvolto del genere, ma era davvero felice per quello che era successo.
-volevo convincerti a cambiare idea parlandoti, ma vedo che non serve- disse alla fine il moro aprendosi in un sorriso bellissimo.
-avevo paura che mi avresti detto un no secco visto come ti ho trattato- sussurrò Caleb incredulo. Varus scoppiò a ridere per poi fiondarsi sulle labbra del castano che gli erano davvero mancate in quei due giorni. Cavolo era già dipendente. Come avrebbe fatto a chilometri di distanza?
Caleb rispose al bacio mentre allacciava le braccia intorno al collo di Varus sempre sorridendo.
-scusami ancora- sussurrò il castano quando i due si staccarono, anche se i loro volti rimasero a pochi millimetri di distanza.
-l’importante è che abbiamo risolto per il meglio. Comunque proverò a convincere mio padre, se non dovessi riuscirci verrò qui ogni volta possibile- Caleb si morse il labbro inferiore: come avrebbe fatto a spostarsi sulla Terra ogni volta che il ragazzo sarebbe andato a trovarlo? Non lo sapeva e in quel momento non voleva minimamente pensarci, anche perché non voleva rovinare quel bellissimo momento. Ci avrebbe pensato in un secondo momento e poi era anche sicuro che avrebbe avuto tutto l’aiuto possibile da parte di Brenda.
-restiamo un altro po’ qui?- chiese Varus quando entrambi sentirono la campanella suonare. Caleb annuì prima di prendere l’iniziativa e baciare lui stesso il moro che aveva difronte.
 
-cosa? Quello?- quasi gridò Viktor quando, appena suonata la ricreazione, Brenda gli disse il nome dell’unica persona che poteva essere l’Elementa dell’acqua.
-smettila di gridare e poi è una cosa bellissima. Immagina quando lo saprà Caleb- disse lei tutta felice. I due ragazzi davanti a loro era spariti appena era suonata la campanella e Brenda ne aveva approfittato per non far insospettire Varus più di tanto. Voleva che il ragazzo venisse a conoscenza di tutta quella faccenda con calma.
-sempre se va tutto bene adesso- borbottò il biondo immaginando già le due diverse ipotesi: in una quei due non facevano altro che sbaciucchiarsi durante gli allenamenti e nell’altra si creava una tensione tale da potersi tagliare addirittura con una piuma. Non sapeva decidere quale fosse la peggiore.
-certo che andrà bene!- disse la ragazza tutta sorridente. Lei riusciva a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e Viktor a volte la invidiava, solo a volte.
-come mai non ritornano? La campanella è suonata da un pezzo- disse Viktor quando si accorse che il professore stava entrando in classe e dei due non c’era l’ombra.
-staranno facendo i piccioncini innamorati- disse Brenda dondolando la testa a destra e sinistra come se nell’aria ci fosse una musica particolare.
-e se i Marton…-
-Caleb è un guardiano bene addestrato, non ti preoccupare per loro- disse ancora la ragazza questa volta sbadigliando. Proprio in quel momento entrarono in classe, quasi di corsa, sia Caleb che Varus che si andarono subito a sedere ai loro posti dopo aver ricevuto un’occhiataccia da parte del professore. I due avevano il sorriso stampato sui loro volti.
Brenda sorrise a sua volta e il sorriso si allargò ancora di più quando la ragazza notò il leggero succhiotto che si stava formando sul collo di Caleb. Varus l’aveva già marchiato come suo allora.
La bionda si girò verso l’Elementa al suo fianco e con il labiale gli disse: “visto? Stanno bene”
La lezione passò abbastanza velocemente e alla sua fine i due biondi videro Varus sussurrare qualcosa all’orecchio di Caleb che annuì e gli sorrise. Il moro allora si alzò e lasciò velocemente l’aula mentre Caleb si girava verso i due amici.
-allora chi è l’Elementa?- chiese il castano che non vedeva l’ora di saperlo, forse alla fine la presenza di Viktor li non era poi così male.
-prima dicci com’è andata, anche se penso bene visto le facce che avete e il tuo succhiotto- disse Brenda mentre Viktor alzava gli occhi al cielo esasperato. Perché doveva fare tutte quelle storie Brenda?
-benissimo- disse il ragazzo coprendosi di riflesso il punto nel quale c’era il succhiotto maledicendo Varus per averglielo fatto.
-bene allora! Il tuo ragazzo è l’Elementa dell’acqua- Caleb sgranò gli occhi. Non pensava che Varus fosse un anno più piccolo di lui, però poi si aprì in un sorriso ancora più grande. Non doveva più preoccuparsi di trovare un modo per scendere sulla Terra visto che Varus sarebbe andato con loro a Sinfade.
-è per questo che Viktor sembra scazzato?- chiese poi Caleb.
-certo, vi vedrò ogni giorno sbaciucchiarvi! Che nervoso!- disse l’interpellato sbuffando rumorosamente.
-ora dobbiamo dirlo solo al moro e sono sicura ci crederà visto che dovrebbe aver già sviluppato i suoi poteri-
-lo spero- sussurrò Caleb.
-speri cosa?- chiese Varus che era appena ritornato e si era seduto affianco al castano. Non voleva farsi gli affari del suo ragazzo, ma era riuscito a sentire l’ultima frase e voleva capire di cosa stesse parlando. Caleb guardò velocemente i suoi amici, poi la classe ed infine Varus sospirando.
-ti è capitato qualche incidente strano in questi giorni?- gli chiese a bassa voce. Varus aggrottò la fronte non capendo cosa centrasse quella domanda. -tipo che l’acqua intorno a te si muoveva da sola o cose del genere?- chiese ancora il castano sperando in una risposta affermativa da parte del moro che sgranò gli occhi azzurri a quella domanda. Come faceva Caleb a saperlo?
-come fai a…-
-dimmi solo si o no, ti prego- sussurrò ancora il castano.
-si- si arrese alla fine Varus e fu abbastanza sconcertato di vedere un sorriso sul volto del castano.
-okay, oggi vieni a casa mia. Ti spiegherò tutto-
Varus era ancora più confuso di prima.
 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


-bene, cosa dovete dirmi?- chiese Varus che era seduto al tavolo della cucina di Caleb con i tre ragazzi seduti li con lui.
-esiste un mondo chiamato Natuy che è governato dalle forze della natura. Purtroppo però i Marton, esseri umani che tolgono vita dalla natura stessa, hanno conquistato quasi tutta Natuy. L’unica città rimasta sotto il nostro controllo è Sinfade dove c’è la sede del re e anche degli Elementa. Gli Elementa sono uomini che possono dominare i quattro elementi principali: fuoco, terra, aria e acqua. Non esistono due Elementa con lo stesso elemento quindi quando ne muore uno ne nasce un altro. Al momento io sono l’unico Elementa presente e siamo qui per cercare gli altri tre. Questa città ha una storia molto antica ed è qui che nascono tutti i nuovi Elementa. Brenda e Caleb sono nati a Sinfade invece e sono i nostri guardiani cioè coloro che ci devono guidare nell’apprendere come governare il nostro elemento e anche coloro incaricati di trovare gli Elementa mancanti. Tu sei l’Elementa dell’acqua e noi lo abbiamo capito stamattina perché abbiamo sentito la presenza di un Elementa in classe e dovevamo controllare solo la data di nascita e abbiamo scoperto fossi tu- spiegò tranquillamente Viktor mentre Varus aveva gli occhi completamente sgranati.
-quindi non sto impazzendo?- chiese il ragazzo che non era ancora sicuro i quello che aveva detto il biondo. -e poi perché lo sapevate dall’età?-
-perché l’ex Elementa dell’acqua è morto diciott’anni fa- gli spiegò Caleb.
-okay quindi io cosa dovrei fare adesso? Venire con voi a Sinf qualcosa?- chiese ancora Varus.
-si, dobbiamo allenarci per sconfiggere i Marton, ma dobbiamo ancora capire chi sia l’Elementa della terra e convincere quella dell’aria a venire con noi- rispose Breda con un’alzata di spalle.
-e come faccio a dirlo ai miei?-
-si dimenticheranno di te non appena oltrepasserai il portale per Sinfade- fu la risposta pacata di Viktor.
-e questo sarebbe successo anche con noi? Io mi sarei dimenticato di te non appena ti avessi attraversato quel portale?- chiese Varus leggermente arrabbiato con Caleb.
-no. Lo fa solo la prima volta e con le persone che non sono di Natuy-
-si, ma comunque non ci saremmo più visti visto che tu devi stare li fisso- il tono di Varus stava diventando sempre più alterato cosa che fece sgranare gli occhi a Caleb.
-certo che no! Avrei trovato un modo per vederti- gli disse il castano. Varus lo guardò per capire se gli stesse mentendo, ma poi sorrise rilassandosi. Caleb sorrise a sua volta e si alzò per andare a sedersi sulle gambe del moro abbracciandolo.
-scusa- gli sussurrò Varus all’orecchio. Caleb scosse la testa, nel mentre sia Brenda che Viktor erano usciti dalla stana lasciando i due da soli.
-ma tu che hai di particolare?- chiese poi il moro curioso di sapere cosa fosse in realtà il suo ragazzo.
-sono identico agli umani, ho solo un’affinità maggiore alla natura-
-e come guardiano? Hai qualche potere particolare?- Caleb sorrise.
-noi guardiani possiamo usare un decimo dei vostri poteri in caso di necessità: tipo quando siete svenuti oppure immobilizzati e vi serve una mano-
I due ragazzi rimasero in silenzio per un po’ fino a quando Caleb non riprese la parola.
-come sono apparsi i tuoi poteri?- chiese curioso Caleb giocando con il laccio della felpa del suo ragazzo.
-mi stavo per fare una doccia e l’acqua mi evitava. Ci ho messo due ore per lavarmi- rise Varus ricordandosi il suo esaurimento nervoso. -come farete a trovare l’Elementa della terra?-
-siamo indecisi su due ragazze, ma fino a quando non usciranno i loro poteri non possiamo farci niente- rispose Caleb.
-e chi sono?-
-Dalia o Elise-
-posso parlare con Dalia se volete. Lei sa che ho questo potere-
-in che senso lo sa?- chiese Caleb alzandosi di scatto e guardando sconvolto Varus.
-avevo bisogno di parlarne con qualcuno e lei era l’unica con la quale potevo farlo- gli spiegò Varus baciandogli una guancia, non voleva che il suo ragazzo si infuriasse con lui.
-puoi fare una prova, ma non devi assolutamente dirle niente degli Elementa e di tutto il resto. Sappiamo che sono presenti dei Marton qui e non dobbiamo attirare la loro attenzione-
-va bene. Domanda ma per quanto tempo ha vissuto Viktor qui? Non mi ricordo di averlo mai visto. So che sono stressante con tutte queste domande-
-ma tranquillo. Viktor è a Sinfade da quando ha tre anni e poi nemmeno tu hai vissuto qui per tanto tempo- gli rispose Caleb tranquillamente.
-e che mi dici dell’Elementa dell’aria? Avete detto che sapete chi sia-
-si, lei però non vuole venire con noi perché non vuole rischiare la sua vita per sconfiggere i Marton- Caleb sospirò -detta così sembra lei la stronza ma ha davvero ragioni valide per dire una cosa del genere visto che l’ex Elementa dell’aria era suo padre-
-capisco- disse Varus iniziando a creare delle forme immaginarie sulla schiena di Caleb con le dita.
-tu sei davvero sicuro di voler lasciare tutto così?- chiese per curiosità Caleb, gli stavano comunque chiedendo di lasciare la sua famiglia e tutto quello che aveva.
-certo che si. E poi credo che ti seguirei ovunque. Quando mi insegni a controllare i miei poteri?- Caleb rise all’ultima domanda del ragazzo.
-una volta a Sinfade. Qui è meglio non usarli visto che ci sono i Marton in giro-
-almeno mi insegni come evitare di usarli involontariamente? Sai non vorrei impiegare altre due ore per farmi una doccia- borbottò il moro facendo ridere ancora più forte Caleb.
-pensa solo che non devi usarli. dovrebbe funzionare- gli rispose poi con tranquillità.
-aspetta un secondo! Viktor è l’Elementa del fuoco quindi quando sentivo caldo l’altro giorno in classe era veramente lui che stava aumentando la mia temperatura corporea?- chiese Varus ricordandosi di quell’episodio.
-si, aveva appena scoperto che mi piaci e pensava che fosse colpa tua la nostra lentezza nel trovare gli altri Elementa-
-appena siamo a Sinfode o come si chiama lo faccio affogare-
 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


-hai provato a parlare con i tuoi?- chiese Dalia che era comodamente sdraiata sul letto di Varus mentre quest’ultimo stava trafficando con delle piante, cosa abbastanza strana ma la ragazza non aveva voglia di farglielo notare.
-no- rispose lui.
-e quando hai intenzione di farlo? Partirai presto e, okay che il tuo ragazzo ha detto va bene alla vostra relazione a distanza, non sarebbe meglio restare qui con lui?- chiese ancora la rossa questa volta alzandosi sui gomiti per cercare contatto visivo con il moro che sembrava non considerarla minimamente.
Varus aveva realizzato solo una volta tornato a casa dopo aver parlato con Caleb e gli altri che se Dalia non fosse risultata l’Elementa della terra lei si sarebbe completamente dimenticata di lui e non voleva. Non voleva sapere che la sua migliore amica non sapeva nemmeno chi fosse. Era per quello che era andato subito a comprare una piantina e poi aveva trascinato la ragazza nella sua camera.
-ho una proposta da farti ci stai?- chiese il ragazzo evitando accuratamente di rispondere alla domanda precedente cosa che fece socchiudere gli occhi a Dalia.
-cosa?- chiese alla fine lei assecondandolo.
-non credo di essere l’unico ad avere poteri particolari quindi che ne dici di provare a vedere se ce li hai anche tu?- chiese il ragazzo cercando di sembrare il più naturale possibile.
-dovrei averli già sviluppati- borbottò la ragazza non capendo come mai il ragazzo se ne fosse uscito con quella cosa. E poi sembrava si stesse arrampicando sugli specchi.
-oh dai Dalia! Cosa ti costa?- chiese Varus sedendosi sul letto di fronte alla ragazza e poggiando la piantina in mezzo a loro. Cosa che non sfuggì alla ragazza.
-perché hai messo la pianta qui?- disse Dalia abbastanza confusa.
-per testare se hai o no i poteri-
-tu sei uscito di testa. Caleb ti ha fatto assumere droghe pesanti?- chiese la ragazza abbastanza confusa. Perché dovevano fare ciò su una povera piantina?
-certo che no! Dai Dalia! Fallo per me- il ragazzo cercò di fare gli occhi da cucciolo bastonato e alla fine la ragazza si arrese alzando gli occhi al cielo.
-okay cosa dovrei fare?- chiese sedendosi decentemente ed osservando la piantina.
-prova a farla crescere o anche a muoverle le foglie- disse Varus che non sapeva minimamente cosa un’Elementa della terra dovesse saper fare.
-okay, ma non rimanere deluso se non succede niente- la ragazza si concentrò sulla piantina.
Rimasero entrambi immobili per più di cinque minuti, ma la piantina non si muoveva di un millimetro e alla fine la ragazza alzò lo sguardo stropicciandosi gli occhi stanca.
-non funziona. Tu hai idee davvero strambe tesoro- disse la ragazza mentre vedeva chiaramente un’ombra di delusione negli occhi di Varus. Il ragazzo aveva sperato nella ragazza, ma a quanto pareva non era lei l’Elementa della terra. Doveva avvisare Caleb.
-okay, scusami- disse il ragazzo con tono triste.
-ehi sei tu il supereroe qui! Dovresti esserne contento e non volere rivali- cercò di tirarlo su di morale la ragazza, ma sembrò non funzionare. Allora la rossa decise di prendere un po’ di terra dalla piantina per tirarla in faccia al ragazzo. Avvicinò la mano alla terra della piantina, ma essa si mosse di sua volontà prima ancora che la ragazza potesse fare qualcosa e si andò a spiaccicare sulla fronte del ragazzo.
-EHI!- gridò lui che non si era minimamente accorto di quello che era successo mentre la ragazza aveva gli occhi completamente sgranati.
Dalia guardò intensamente la terra della piantina pensando che voleva sollevarla e poco dopo la piantina, con tutta la terra, si sollevò dal vaso dove era contenuta fino a posarsi di fronte ai due ragazzi.
Questa volta anche Varus sgranò gli occhi per poi sorridere.
-la fottuta terra!- disse il ragazzo scoppiando a ridere pensando di aver fato un grosso sbaglio nel credere che l’Elementa della terra potesse dominare le piante.
-Varus- disse la ragazza con gli occhi ancora sgranati. Che significava tutto quello?
-tranquilla tesoro- disse lui ridendo.
-non mi fai tranquillizzare se inizi a ridere- gridò lei che non sapeva veramente cosa fare.
-scusa, è che sono contento- disse lui calmando la propria risata e prendendo la piantina per rimetterla nel suo vaso. Aveva paura che i suoi genitori potessero entrare da un momento all’altro, visto che erano entrambi in casa, e non voleva che vedessero una pianta volante.
-bene adesso siamo in due, che si fa?- chiese Dalia che doveva ancora riprendersi.
-semplice ti…- ma il ragazzo non finì di parlare perché la finestra della sua camera andò in frantumi. I due si voltarono sconvolti verso la finestra vedendo un ragazzo che non avevano mai visto vestito di nero e che li stava guardando con un ghigno stampato in faccia.
Varus non ci mise molto a fare due più due e capire che quello che aveva difronte era un Marton. Il potere di Dalia lo aveva attirato li e non era per niente una buona cosa visto che nessuno dei due sapeva dominare decentemente il proprio elemento. Varus agì in pochissimo e prese per un polso Dalia aprendo la porta della sua camera e correndo velocemente verso la porta d’ingresso per scappare da quel ragazzo che li stava già seguendo.
-Varus cos’era quel rumore? Avete rotto qualcosa?- chiese la madre del ragazzo vedendolo correre come un matto.
-non ora- disse il ragazzo uscendo di corsa dall’abitazione tirandosi appresso Dalia.
-Varus chi è quello? E perché ci sta seguendo?-
-qualcuno che ci vuole morti. Corri e basta- le disse il moro correndo sempre più spedito verso la casa di Caleb, almeno li avrebbero potuto aiutarli e Viktor avrebbe potuto fare qualcuno arrosto.
-Varus quei due davanti a noi sono con il tipo che ci sta seguendo?- chiese dopo un po’ la ragazza indicando i due tizi che stavano davanti a loro con le braccia incrociate.
-merda- fu l’unico commento di Varus. Non sarebbero mai riusciti ad evitarli a meno che lui non avesse usato l’acqua. Ma non sapeva come dominarla. Il moro si morse l’interno delle guance non sapendo cosa fare. Alla fine si arrese e pregò di riuscire a fare quello che voleva. Distese il braccio libero verso la fontana che era li vicino e poi lo ritrasse sperando che in quel modo l’acqua inondasse i due davanti a loro e l’acqua fece proprio quello che aveva pensato.
-come hai fatto?- chiese sorpresa Dalia.
-pensando- rispose lui.
 

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Varus stava bussando come un matto alla porta di Caleb sperando che arrivasse qualcuno ad aprire il più velocemente possibile. Erano riusciti solo per un soffio a seminare i loro tre inseguitori, ma di sicuro erano vicini e Varus non credeva di essere in grado di utilizzare nuovamente l’acqua.
-come mai siamo qui?- chiese la rossa al suo fianco sbuffando. -e chi cavolo erano quei tizi?-
-con calma Dalia- le rispose Varus iniziando a bussare più velocemente dei prima. Stava per cacciare un urlo quando la porta si aprì di scatto rivelando un Viktor abbastanza incazzato.
-cosa cazzo vuoi?- chiese infatti il biondo.
-i Marton ci stanno inseguendo- disse Varus mentre il biondo spostava velocemente lo guardo da lui a Dalia e poi tutt’intorno al loro prima di farli entrare per poi chiudere la porta a chiave e girarsi verso il moro abbastanza incazzato.
-Caleb ti aveva detto di non usare i tuoi poteri o sbaglio?- chiese il biondo assottigliando gli occhi -e soprattutto di non parlare di determinate cose con gli umani- aggiunse rivolgendo un’occhiataccia anche a Dalia che stava cercando di capire cosa stesse succedendo.
-io ho usato il mio potere per difendermi quando ce ne stavano venendo due addosso. E poi Dalia è l’Elementa della terra non un’umana- disse Varus incrociando le braccia al petto. Viktor sgranò gli occhi per poi concentrarsi su Dalia e constatare che il moro avesse ragione.
-cazzo- sussurrò a denti stretti Viktor mettendosi le mani nei capelli. -quei due sono chissà dove in questo momento e voi non sapete dominare gli elementi! Siamo fregati- borbottò iniziando a fare avanti e indietro. -non posso combattere da solo visto che verranno in branco. Dobbiamo assolutamente tornare a Sinfade-
-ehm, qualcuno può spiegarmi cosa sta succedendo?- chiese Dalia che era davvero sconvolta.
-dopo donna! Chiama Caleb e digli di venire immediatamente qui- disse Viktor a Varus mentre si metteva il giubbotto di pelle con lo sguardo assassino di Dalia puntato addosso.
-tu dove vai?- chiese Varus che aveva comunque già uscito il cellulate e composto il numero del suo ragazzo. Prima non ci aveva minimamente pensato a chiamarlo.
-a prendere la stronza che non vuole collaborare. Se vi hanno trovati sarà solo questione di tempo- disse il biondo aprendo con una lentezza disarmante la porta mentre spiava dallo spioncino sperando di non trovare nessun Marton fuori. -chiudetevi a chiave appena esco. Questa casa è sigillata e non possono entrare. Ci vediamo alla radura- disse il biondo scomparendo dietro la porta e subito Varus fece come gli era stato detto mentre aveva il telefono incastrato tra l’orecchio e la spalla aspettando che Caleb rispondesse.
-mi puoi spiegare cosa sta succedendo?- chiese Dalia spazientita. Varus stava per farlo ma Caleb decise di rispondere proprio in quel momento.
-pronto?-
-amore ci hanno trovati, ora siamo a casa tua. Viktor ha detto di andare alla radura- disse di corsa il moro.
-aspettami li, arriviamo subito- furono le parole di Caleb prima di chiudere la conversazione.
-ora per cortesia mi puoi spiegare cosa cazzo sta succedendo?- chiese Dalia sull’orlo della disperazione.
 
Ann era tranquillamente sdraiata sul suo letto quando la porta della sua camera si spalancò di colpo rivelando la presenza di un bellissimo ragazzo con i capelli biondi e gli occhi neri come ossidiana seguito a ruota dalla madre che sembrava molto preoccupata.
-cosa succede? E chi sei tu?- chiese Ann guardando male il biondo.
-tu vieni con me. Ora- disse solo senza presentarsi e la castana assottigliò gli occhi.
-non prendo ordini da uno sconosciuto- disse secca e ghignò quando vide che il ragazzo sembrava parecchio infuriato per il suo comportamento.
-se non vuoi venire con le buone non ci metto niente a prenderti e portarti con me- disse lui sibilando ogni parola e avvicinandosi minaccioso alla ragazza.
-mamma chi è sto qui?- chiese allora Ann alzandosi di colpo dal letto per evitare che il ragazzo la potesse afferrare.
-è l’Elementa del fuoco, ha detto che i Marton li hanno trovati quindi devono assolutamente tornare a Sinfade- rispose la donna sospirando.
-bene, tornatevene da dove siete venuti. Io non ci vengo con voi- disse la castana iniziando a fluttuare sopra al letto per non farsi acchiappare dal ragazzo che la guardò con occhi di fuoco. Per fortuna la ragazza adorava il buio e quindi le tapparelle della finestra erano completamente abbassate.
-ti prenderanno se rimani qui. Quindi smettila di fare la bambina- disse il biondo cercando di afferrarle una gamba ma Ann fu più veloce e se le tirò al petto impedendo al ragazzo di raggiungerla, definitivamente.
-Ann per favore. A Sinfiade sarai al sicuro- cercò di convincerla la madre.
-non ci penso nemmeno. Nessuno può impormi cosa fare, decido io per la mia vita-
-hai detto che non vuoi morire no? Bene! Se rimani qui i Marton non impiegheranno nemmeno un minuto per trovarti e farti fuori visto come stai usando i tuoi poteri a sproposito!- gridò il biondo ormai esasperato. La ragazza rimase immobile cercando di capire se quello che aveva appena detto il ragazzo fosse vero oppure no.
Fu proprio in quel frangente che il biondo si diede la spinta sul letto della ragazza e riuscì a tirarla giù, cogliendola completamente alla sprovvista, e se la caricò sulla spalla.
-mettimi giù brutto pervertito!- gridò la ragazza tirandogli più pugni possibili sulla schiena, ma il ragazzo sembrava non intenzionato a lasciarla andare mentre si dirigeva verso la porta per uscire dalla casa. -mamma fai qualcosa!- gridò allora la ragazza, ma la donna non si mosse, guardò semplicemente i due ragazzi che se ne uscivano dalla sua casa.
Appena usciti dall’abitazione Viktor si guardò intorno per poi iniziare a correre cercando di tenere la castana più stretta possibile, non voleva darle la minima possibilità di liberarsi dalla sua presa e di sgusciare via. Il ragazzo sperava di ricordarsi perfettamente la strada che portava alla radura e sorrise quando riuscì a trovarla ed ad arrivarci sano e salvo con ancora la castana tra le braccia che si dimenava. Li ad attenderlo c’erano Brenda, Caleb e gli altri due Elementa.
-ti ha seguito qualcuno?- chiese Brenda. Il biondo scosse la testa. -allora andiamo-

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


-mollami!- gridava Ann che per tutto il tempo non aveva smesso nemmeno per un secondo di tirare pugni al povero ragazzo. Ragazzo che, una volta apparsi tutti e sei nella sala degli elementi, fece come gli era stato detto facendo cadere Ann proprio come un sacco di patate.
-ehi!- gridò la ragazza massaggiandosi il sedere dolorante.
-ma è bellissimo- furono le parole di Dalia che si stava guardando intorno sorpresa.
-ti abbiamo trascinata qui senza darti tempo di fare niente, ci dispiace- disse Brenda alla rossa che scrollò le spalle.
-avevo intenzione di scappare da casa visto che i miei erano troppo assillanti quindi va bene così-
-comunque avevo ragione io Caleb- continuò Brenda tutta felice che Dalia fosse l’Elementa della terra. Caleb come risposta alzò gli occhi al cielo senza però controbattere.
-posso chiedervi come mai eravate indecisi tra me ed Elise?- chiese la rossa dopo un po’. Quando Varus le aveva spiegato tutto mentre aspettavano i due guardiani alla ragazza era sembrato davvero strano che ci avessero messo così tanto a capirlo.
-siete nate lo stesso giorno. I nuovi Elementa nascono nello stesso giorno in cui muore il precedente- le spiegò Viktor che sembrava essere molto più calmo di quando si trovavano sulla Terra. Molto probabilmente l’aria di Sinfade gli faceva davvero bene per il carattere.
-ah Caleb- disse ancora Dalia attirando l’attenzione del castano -devi dire al tuo ragazzo che le piante non fanno parte della terra- continuò scoppiando a ridere e ricevendo un’occhiataccia dal suo migliore amico che cercò di difendersi:
-avevo capito male!-
-sul serio Varus?- chiese Caleb tra le risate. Cosa cavolo aveva provato a far fare a quella ragazza per capire se avesse dei poteri?
-si bravi, prendetemi in giro, ma adesso senza di me sareste ancora sperando di capire l’identità dell’Elementa della terra- il ragazzo incrociò le braccia realmente offeso da quell’affronto.
-comunque come hanno fatto a trovarvi? Tu non hai usato i tuoi poteri vero?- chiese Brenda osservando attentamente il moro.
-come ho già detto a Viktor li ho usati mentre stavamo scappando dai Marton. Il Marton che è entrato in camera mai lo ha fatto dopo che Dalia ha usato i suoi di poteri-
-stai scaricando la colpa tutta su di me?- chiese la riccia alzando un sopracciglio.
-molto probabilmente erano arrivati anche loro alle nostre stesse conclusioni e avranno messo delle persone per controllare da vicino le due ragazze aspettando lo scoppio dei loro poteri- disse Viktor con un’alzata di spalle.
-ehi, perché prima allora mi hai incolpato?- chiese Varus sconvolto da quella reazione.
-perché non avevo avuto modo di ragionare a mente fredda e poi non ero riusciti ad avvertire la presenza dell’Elementa dentro Dalia fino a quando tu non me lo hai fatto notare-
-la cosa importante adesso è che siamo tutti qui e possiamo definire un modo per riprenderci ciò che è nostro- disse Brenda che non voleva assistere ad una lite improvvisa.
Ann nel mentre aveva approfittato della confusione per alzarsi e avvicinarsi piano verso il centro della stanza.  Voleva ritornare sulla Terra il più velocemente possibile e senza che gli altri ragazzi se ne accorgessero, ma la fortuna non sembrava essere dalla sua parte quel giorno visto che venne nuovamente presa per la vita e caricata sulla spalla di Viktor. Come lo aveva capito? Semplice visto che il ragazzo aveva di nuovo messo le sue luride manacce sul suo sedere per “sorreggerla”. La ragazza sospettava che quella fosse solo una scusa per palparglielo.
-mettimi giù!- gridò Ann che non ce la faceva veramente più.
-solo una volta che ti sarai calmata ed eviterai di provare a scapare ogni santa volta- rispose pacatamente il biondo.
-ti ho già detto che non ho vogli di far parte di tutto questo quindi lasciami ritornare sulla Terra-
-non importa quello che vuoi tu, ma quello che devi fare. Il tuo compito come Elementa è quello di proteggere Natuy e Sinfade e lo porterai a termine anche rischiando la tua vita come gli Elementa che ci hanno preceduto. Credi che qualcuno di loro volesse tutto ciò? O che volessero avere una vita bere? No. loro volevano vivere la loro vita normalmente, ma non hanno potuto perché hanno pensato prima al bene della loro gente e del loro paese. Se riusciamo a finire quello che loro hanno iniziato potremo vivere in pace proprio come vuoi quindi smettila di frignare e vedi di collaborare. Sulla Terra saresti solo in pericolo costante- furono le parole taglienti di Viktor che fecero ammutolire per un po’ la castana.
-io non conosco la gente di qui e nemmeno voi, non ho niente da salvare-
-e la tua vita?- chiese Viktor.
-la mia vita la salvo rimanendo al sicuro sulla Terra senza lottare-
-ma sei sorda o cosa? I Marton conoscono la tua posizione sulla Terra, ti ucciderebbero in un istante. E se tu muori noi dovremo cercare il prossimo Elementa e aspettare minimo dieci anni prima di poterlo avere al nostro fianco in una vera è propria battaglia. È questo che vuoi? Di sicuro non è quello che vorrebbe tuo padre-
-non nominarlo minimamente! Tu non lo conoscevi!-
-invece si visto che è stato lui a portarmi qui! Ti ricordo signorina che sono più grande di te- Viktor lasciò andare la ragazza. Ormai erano usciti da un pezzo dalla sala degli Elementi e si trovavano in un’altra sala sempre circolare con quattro porte. Ognuna di esse era decorata con sopra uno dei quattro simboli presenti sulle statue della radura e della sala degli elementi.
-queste sono le nostre stanze. riposateci mentre noi andiamo a parlare con Zilean- furono le parole di Brenda che stava provando a non pensare all’enorme tensione che si era appena creata in quella sala. Sarebbe stata davvero dura convivere con Ann che non sembrava minimamente intenzionata a collaborare.

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


-quindi sono tutti e quattro qui?- chiese il re Zilean a Caleb e Brenda che erano andati ad avvisarlo del loro ritorno, anche se il re aveva detto di averlo capito visto che aveva avvertito l’apertura del portale della sala degli elementi.
Erano andati solo i due guardiani ad avvisare il re perché entrambi avevano imposto anche a Viktor di riposarsi un po’ visto che non solo aveva corso come un pazzo per la città, ma si era anche caricato addosso il peso di un’altra persona.
-si, anche se l’Elementa dell’aria non è tanto propensa a collaborare- spiegò Brenda.
-la cosa importante per il momento è che siano qui tutti e quattro, alla fine anche lei si unirà a noi. Ne sono sicuro-
-vorrei avere la vostra sicurezza ma c’è anche un altro problema: la ragazza e Viktor non sembrano andare molto d’accordo- spiegò Caleb. Dovevano assolutamente mettere il re al corrente di tutto quanto, non potevano permettersi di tralasciare dettagli.
-anche voi sembrate non andare molto d’accordo con Viktor ma siete i suoi migliori amici. Andrà tutto bene- rispose l’uomo sospirando. In realtà non ci credeva nemmeno lui a quelle parole. -sono tutti nelle loro camere?- chiese poi cercando di cambiare argomento. Era pur sempre un grande giorno visto che erano arrivati a Sinfade tutti e quattro gli Elementa.
-si-
-bene, andate ad avvisare: stasera ci sarà una festa in loro onore. La città deve sapere- disse il re che con un gesto congedò entrambi i ragazzi che uscirono subito dalla sala per andare verso le camere degli Elementa.
-io entro in quelle delle ragazze, tu avvisi i ragazzi ovviamente- disse Brenda prima di bussare freneticamente alla porta di Dalia che le aprì subito dopo.
-non potevamo avvisarli insieme?- borbottò Caleb che decise di partire da Viktor che aprì la porta ancora prima che il ragazzo iniziasse a bussare.
-che ha detto? Ho sentito e vostre voci arrivare- disse il biondo.
-dovresti riposarti e non origliare. Comunque stasera ci sarà una festa per voi-
-che nervi- borbottò il biondo per poi richiudere la porta facendo sospirare Caleb che si diresse spedito verso la camera del suo ragazzo aprendo la porta senza bussare per poi chiuderla a chiave una volta entrato.
-ehi!- disse Varus che si era leggermente alzato da sopra il letto dopo aver sentito il rumore della porta aprirsi.
-ehi, posso stare qui?- chiese Caleb che già si stava avvicinando al letto.
-e me lo chiedi?- fu la risposta del moro facendo spazio al ragazzo nonostante non ce ne fosse tanto bisogno visto che era un letto matrimoniale. Caleb si buttò a peso morto sul letto anche lui stanco per via di quella giornata pesante. Lui e Brenda avevano deciso di andare al supermercato proprio nel momento peggiore ed erano stati costretti a correre come parecchio per poter fare il loro lavoro.
-tutto bene?- chiese Varus iniziando ad accarezzare i capelli ricci del castano.
-si, stasera ci sarà una festa in vostro onore.-
-dobbiamo partecipare per forza?- chiese Varus che non sembrava avere tanta voglia di festeggiare.
-si, è in vostro onore-
-che nervi- borbottò il moro tirandosi più vicino il ragazzo.
-pensa che dopo saremo tutta la serata insieme- sussurrò il castano.
-ma domani non dovrei allenarmi? Da quanto ho capito dalla discussione di quei due oggi dobbiamo diventare forti per proteggere Sinfade- Caleb alzò un sopracciglio.
-non trovare scuse-
-la mia era solo una curiosità, non stavo cercando scuse-
 
-ce li siamo fatti scappare tutti quanti! Potevamo prenderne tre e invece ci troviamo con un pugno di mosche!- gridò l’uomo facendo sobbalzare coloro che non erano riusciti a portare a termine la loro missione.
-ci dispiace, non pensavamo che i guardiani conoscessero…-
-non trovare scuse! Almeno su uno ne eravate più che sicuri!-
-quella è colpa di Erik- disse uno dei ragazzi ottenendo un’occhiataccia da parte del biondo appena nominato.
-volevo che si fidasse completamente di me!- si giustificò il ragazzo. Si era spezzato la schiena per riuscire ad ottenere la fiducia di Dalia non appena aveva capito che Elise non era l’Elementa della terra. E tutto quello che aveva fatto non era servito a niente visto che Varus si era rivelo essere anche lui un Elementa e che era già in contatto con i guardiani. Era stata tutta colpa di Varus.
-perché non l’hai presa e basta?-
-avremmo attirato troppo l’attenzione Sett!-
-tu dovevi…-
-Sett il ragazzo ha fatto la cosa giusta. Se il suo piano fosse andato a buon fine avremmo avuto l’Elementa della terra dalla nostra parte- la donna dai lunghi e ricci capelli biondi sorrise in direzione del ragazzo che aveva appena supportato.
-va bene Charlotte. Ora lasciamo stare il vostro fallimento e pensiamo ad un modo per poter conquistare definitivamente Sinfade- disse Sett sbuffando. Non poteva contraddire quella donna, di certo non davanti a tutti i Marton. Lei era lo loro dea visto che era stata proprio Charlotte ad aver dato inizio alla morte di tutti gli Elementa. Charlotte era l’unica dei Marton che era riuscita ad entrare indisturbatamente a Sinfade, era riuscita ad ottenere la fiducia del re Zilean e di tutti e quattro gli Elementa. Poi in pochissimo tempo aveva sposato uno di loro, in quel periodo era stata maledetta da tutti i Marton: come si permetteva una donna del genere di tradirli? Poi però erano riusciti a capire il piano della donna. Era stata proprio Charlotte colei che aveva ucciso Julian, quello che in realtà era suo marito.
Era così che si era guadagnata parecchio rispetto tra i Marton. Era anche per quello che la donna con una sola parola poteva tranquillamente condannare o salvare un qualunque Marton da giudizio sicuro, come aveva fatto poco prima con Erik.
E Sett non poteva fare niente contro il potere che quella donna era riuscita a crearsi praticamente dal nulla.
 

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Dalia guardava con sguardo furente la ragazza castana che se ne stava tranquillamente seduta sul letto. Ann aveva espresso la sua volontà di non andare alla festa e Dalia non era per niente d’accordo con la decisione della ragazza.
-è una festa per noi!- disse la ragazza cercando di far cambiare idea alla castana.
-io non voglio far parte del vostro gruppo quindi non verrò a questa festa- rispose Ann che non riusciva a capire perché la rossa cercava di convincerla a partecipare. Non si erano mai parlate prima di quel momento e questo scombussolava davvero tanto Ann.
La castana aveva parlato solo con Caleb e Viktor, o meglio con Viktor ci aveva litigato pesantemente. E quello era anche un altro dei motivi per i quali non voleva andare alla festa. Non avrebbe minimamente sopportato la presenza del biondo, già non le andava a genio il fatto che le loro camere erano una affianco all’altra.
-ma è anche per divertirsi, non potrai stare rinchiusa qui per sempre!- cercò di farla ragionare Dalia. In quel momento bussarono alla porta e subito dopo fece capolino la testa bionda di Brenda facendo prendere un colpo alla povera Ann che aveva pensato subito a Viktor.
-allora ragazze siete pronte?- chiese la bionda richiudendosi la porta alle spalle.
-io si, Ann no. Dice che non vuole venire- rispose Dalia sbuffando.
-ma come? Certo che devi venire!- iniziò a dire Brenda incrociando le braccia al petto. -questa potrebbe essere anche l’ultima festa che faremo!- vedendo che la ragazza non si smuoveva la bionda sospirò -questa potrebbe essere la tua prima festa visto che non hai mai partecipato ad una festa e questa è anche per te- cercò di convincerla.
-si, sarebbe la prima festa- sussurrò la castana. Ma comunque non voleva dare quella soddisfazione a Viktor.
-dai, non puoi fare la musona per sempre- disse Brenda aprendo l’armadio della stanza che si era automaticamente riempito con vestiti della taglia di Ann non appena la ragazza aveva messo piede dentro la stanza. La stessa cosa avevano fatto il resto degli armadi nelle altre stanze. Nessuno aveva capito come funzionavano veramente e alla fine non ci avevano fatto nemmeno più caso.
-guarda quanti vestiti belli che ci sono!- iniziò Brenda guardando attentamente tutto quello presente nell’armadio della dominatrice dell’aria.
-non mi metterò mai un vestito!- si difese Ann che non ne voleva minimamente sapere di mettersi un vestito, nemmeno le gonne. In quel modo non avrebbe potuto svolazzare sopra le persone.
-e se ti proponiamo una camicia elegante ed un pantalone tu ci stai?- chiese Dalia che non voleva farsi assolutamente scappare quell’occasione. Ann si morse la lingua capendo di essersi scavata la fossa da sola e alla fine annuì pensando che poteva almeno concedersi quel piccolo sgarro.
-finalmente!- gridarono in coro Dalia e Brenda che iniziarono a buttare verso Ann tutti i possibili vestiti che la ragazza poteva scegliere mentre la castana iniziava leggermente a pentirsi di aver dato corda a quelle due.
 
Varus si guardava intorno con gli occhi sgranati. La piazza di Sinfade era completamente stracolma di gente vestita di tutti i colori possibili ed immaginabili. I fili di luci che ricoprivano quasi la totalità degli alberi li presenti illuminavano l’intera piazza a giorno, ma non impedivano di poter ammirare benissimo le stelle alzando solo leggermente la testa. Varus non aveva mai visto niente di più bello. E poi c’erano enormi tavoli pieni di bevande e cibo che il ragazzo non ricordava di aver visto in vita sua, ma comunque sembravano tanto invitanti che non vedeva l’ora di fiondarcisi sopra. E l’avrebbe fatto in quello stesso istante se solo Viktor e Caleb lo avessero lasciato andare. Entrambi gli avevano detto che dovevano aspettare l’arrivo delle ragazze per la presentazione ufficiale dei quattro Elementa e solo dopo avrebbero avuto la possibilità di mangiare qualcosa.
Varus non la trovava giusta come cosa visto che la gente li presente stava già mangiando tranquillamente. Quella cosa gli faceva venire solo ancora più fame.
-calmati presto mangerai- gli disse ridacchiando Caleb che capiva perfettamente il suo ragazzo visto che anche lui aveva assolutamente bisogno di mettere qualcosa sotto i denti.
-quelle non si muovono, perché dobbiamo aspettare per forza?- chiese il moro sbuffando. Aveva avuto a che fare con parecchie ragazze da sapere alla perfezione che quelle “vipere” ci mettevano secoli a prepararsi.
-arriveranno, molto probabilmente stanno cercando di convincere Ann- gli spiegò Caleb.
-come se quella volesse veramente venire a festeggiare qualcosa che non le piace- borbottò Viktor sospirando. Aveva sempre odiato litigare con le persone anche se era proprio lui la maggior parte delle volte ad iniziare una lite. Litigare con Ann era solo un modo per farlo stare sempre peggio visto che poco alla volta tutti lo stavano guardando come quello cattivo della situazione e quello non andava bene. Certo, Caleb e Breda sarebbero sempre stati dalla sua parte, nonostante la maggior parte delle volte li trattava davvero male, ma non poteva dire lo stesso degli altri.
-non essere così pessimista Viktor! E poi se non arriva Ann non mangiamo- disse Caleb mentre Varus gemeva di frustrazione.
-eccovi- i tre si girarono alla voce di Brenda che stava andando verso di loro tutta sorridente.
-sei riuscita nella missione impossibile?- chiese Viktor con un sopracciglio alzato.
-ovvio!- disse la bionda per poi indicare la castana e la rossa che erano qualche metro dietro di lei e che stavano parlottando tra loro.
-grazie Brenda avevo davvero fame- disse invece Varus cercando di andare verso il tavolo più vicino, ma fu prontamente bloccato da Caleb.
-prima le presentazioni e poi mangi- gli disse il castano prima di lasciargli un bacio sulle labbra per scusarsi con lui.
-signori, finalmente dopo tanti anni di attesa siamo riusciti ad avere tutti gli Elementa qui con noi- Zilean aveva iniziato a parlare proprio dopo che le ragazze avevano raggiunto gli altri. -finalmente possiamo riprenderci Natuy!- la folla esultò mentre Brenda e Caleb iniziarono a spingere i quattro Elementa verso il palco sul quale stava parlando il re di Sinfade. Re che sorrise ai quattro ragazzi e fece cenno loro di raggiungerlo sul palco e far si che si prendessero gli applausi che stavano già ricevendo dalla folla.
 

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Ann era sdraiata sull’erba a prendersi il sole di quella calda mattinata. Si era svegliata presto perché l’avevano svegliata per allenarsi insieme e alla fine aveva deciso di seguire gli altri ragazzi, ma si era messa in un punto e non si era ancora mossa. Sentiva chiaramente gli altri gridare come dei pazzi ed era per quello che non riusciva a richiudere gli occhi e a dormire. La sera prima era rimasta alla festa tantissimo tempo, più di quanto si era ripromessa, e la ragazza non era riuscita a dormire quanto avrebbe voluto.
-perché non vieni ad allenarti?- chiese Brenda facendo aprire gli occhi alla castana.
-so usare il vento quanto basta- fu la laconica risposta di Ann.
-credimi non hai sviluppato nemmeno un decimo dei tuoi poteri. Nemmeno Viktor ci è riuscito e lui si allena da ben sedici anni- la bionda alla fine si sdraiò come la castana.
-ma non mi serve a niente sviluppare tutto il mio potere-
-fa come vuoi- borbottò Brenda capendo che non avrebbe mai convinto la ragazza ad allenarsi insieme a loro. Quindi si alzò e raggiunse gli altri sorridendo mentre sia Dalia che Varus si stavano divertendo a lottare fra di loro usando i propri poteri. Era davvero sorprendente il minimo tempo con il quale i due avevano imparato ad usare i loro poteri.
Viktor e Caleb invece li stavano guidando per fargli capire come impostare i loro poteri. Il biondo aveva proposto di fare quella cosa per velocizzare i tempi di apprendimento e lui poteva tranquillamente non allenarsi per qualche mattina.
-te lo avevo detto che l’antipatica non avrebbe mosso un dito- fu l’atono commento di Viktor una volta che Brenda ritorno da loro.
-smettila! Ieri è venuta con noi quindi avevo ipotizzato che…-
-è impossibile sperarci. È già un gran risultato che non sia ancora scappata- la bloccò sempre Viktor lanciando un’occhiataccia verso la castana ignara di tutto.
-io credo invece che possiamo convincerla ad aiutarci- disse Dalia che aveva appena aperto una voragine nel terreno sotto Varus facendoci finire il povero ragazzo dentro.
-dovremmo riuscirci in pochissimo tempo però- borbottò Caleb aiutando Varus ad uscire dalla voragine tirandoselo contro. I due si guardarono negli occhi sorridendo fino a quando Viktor non li divise alzando gli occhi al cielo.
-non abbiamo tempo per fare i piccioncini qui-
Brenda e Dalia si lanciarono un’occhiata veloce prima di prendere sottobraccio Viktor e allontanarlo dagli altri due ragazzi.
-che state facendo? Dobbiamo allenarci!- iniziò Viktor cercando di divincolarsi dalla presa delle due e stava anche per riuscirci se solo Brenda non gli avesse infilato le unghia nel braccio facendolo gemere di dolore.
-devi lasciarli fare quello che vogliono tesoro. Quando troverai anche tu la persona adatta a te farai le loro stesse identiche cose- iniziò Brenda.
-e poi non stavano facendo assolutamente niente di male, avrei capito se si fossero mangiati la faccia a vicenda- continuò Dalia mentre Viktor iniziava a chiedersi perché, chiunque governasse il loro universo, aveva deciso di dargli non una ma ben due rompiscatole e il sospetto che anche Ann potesse essere come loro non gli piaceva per niente.
-ora è vietato anche esporre una propria opinione?- chiese Viktor sbuffando.
-no se lo fai come se la cosa ti desse fastidio. Ma non è che sei geloso di Caleb?- chiese Brenda iniziando a ridacchiare tutta felice.
-certo che no!-
-uhm vero, tu pensi solo a combattere- continuò la bionda ricevendo un’occhiataccia da parte del ragazzo. Non è che pensava solo a combattere, sulla Terra ci aveva anche provato con qualche ragazza che gli aveva chiesto di uscire ma alla fine tutte quante non si erano più fatte vedere per colpa del suo bruttissimo carattere. Di certo non sarebbe mai riuscito a cambiare il suo carattere e per il momento il ragazzo poteva solo sperare in un’anima pia che l’avrebbe apprezzato così com’era. Eppure aveva sentito che a molte ragazze piacevano i ragazzi con un brutto carattere, ma forse erano solo i libri che la gente di Sinfade leggeva e che lo facevano incitrullire. Almeno la sera prima era riuscito a farsi una festa in tranquillità lasciando gli altri tre Elementa alla mercé della gente di Sinfade.
-ti ho tolto le parole di bocca?- chiese Brenda sorpresa che Viktor non le avesse ribattuto contro.
-non ho niente da dirti. Se è questo quello che pensi buon per te- il ragazzo sospirò -continuiamo ad allenarci per favore? –
-come vuoi, ma sappi che sei davvero noioso- disse Dalia prima di lasciare il braccio di Viktor e tornare indietro dove Varus e Caleb si stavano baciando incuranti della presenza degli altri. Ma poi decise di cambiare completamente direzione visto che Viktor e Brenda sembravano non volerla seguire nonostante fosse stato lo stesso biondo a dire che dovevano allenarsi.
La rossa quindi si fece una bella passeggiata in giro per la città sorridendo ogni qual volta qualcuno la fermava. La sera prima era rimasta davvero sorpresa da tutta la gente che le parlava e ad un certo punto si era anche spaventata un po’. Poi ci aveva preso la mano e anche gusto. E in quel momento era davvero felice di poter parlare con quelle persone, anche conoscere un po’ di più la gente del posto e da loro la storia di Natuy. Nonostante Varus le avesse spiegato tutto c’erano tante cose di cui era curiosa e alle quali Varus non poteva risponderle visto che non le sapeva proprio come lei.
-Dalia finalmente!- la ragazza si girò verso quella voce abbastanza confusa visto che era quella di Erik e teoricamente Erik non poteva esse li. Ma quando guardò il suo interlocutore sgranò gli occhi ritrovandosi proprio Erik davanti a lei che le sorrideva.
-cosa? Ma tu che ci fai qui?- chiese la rossa parecchio confusa.
-non posso venire a salutarti? Sei sparita senza darmi il tempo di salutarti- furono le parole del biondo che si avvicinò sempre di più alla riccia.
-intendo che ci fai a Sinfade?-
Il ragazzo non le rispose, ma la baciò in bocca e la ragazza in un attimo di confusione rispose al bacio prima di svenire tra le braccia del biondo che si guardò intorno prima di scomparire con la ragazza tra le braccia.
 

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


-ragazzi dov’è Dalia?- chiese Ann che si era alzata dal suo posto ed era andava verso gli altri solo perché aveva fame ma non sapeva dove doveva andare per mangiare e voleva chiederlo agli altri. Quando era arrivata però li aveva visti tutti concentrati nel loro allenamento e con l’assenza lampante di Dalia.
-prima l’ho vista andare verso la città- disse Varus che solo in quel momento si accorse che era passato davvero tanto tempo che non vedeva la sua amica.
-okay, dove si può mangiare?- chiese la ragazza che si era tranquillizzata nel sapere che Dalia non fosse scomparsa da qualche parte. La castana non sapeva come, ma si era davvero affezionata alla rossa e la conosceva da solo un giorno! Forse era stato il fatto che la ragazza avesse provato a spronarla ad andare alla festa senza però imporle di allenarsi con loro quella mattina.
-è meglio che tutti facciamo una pausa! Seguitemi- disse Brenda tutta sorridente incamminandosi verso la sala da pranzo del castello dove avevano riservato un ricco pasto tutto per loro. In realtà avevano preparato anche la colazione per quella mattina, ma nessuno dei ragazzi l’aveva fatta per il troppo cibo che aveva mangiato la sera prima.
-ragazzi c’è un problema- i cinque si girano di colpo verso la persona che aveva parlato e che aveva uno sguardo vacuo.
-cosa succede?- chiese Viktor alla guardia incutendole parecchio terrore.
-abbiamo avvertito la presenza di un Marton qui e non appena è scomparso insieme a lui è scomparso il segnale dell’Elementa della terra-
Il silenzio calò immediatamente tra i ragazzi mentre Ann stava stringendo le mani a pugni. Perché avevano preso tra tutti proprio Dalia.
-e voi quando vi siete accorti di questa cosa?- chiese quasi con calma Viktor cosa che fece andare su tutte le furie Ann che si calmò non appena vide che anche il biondo era davvero incazzato ma che stava cercando in qualche modo di restare calmo.
-quando è scomparso il segnale dell’Elementa-
-MERDA!- fu il grido di Viktor che si mise le mani nei capelli mentre a guardia scappò impaurita. -cazzo!-
-troveremo un modo per riportarla qui Vik- cercò di calmarlo Brenda senza però ottenere un risultato evidente.
-e come se qui sono l’unico che sa usare l’elemento? Okay abbiamo la certezza che per almeno due settimane non la uccideranno, ma in due settimane Varus può fare poco e saremo comunque solo in due con due poteri che si annullano nel caso in cui involontariamente ci incrociassimo-
-ci saremo anche noi, possiamo provare a fare qualcosa- disse Caleb incrociando le braccia al petto.
-siamo comunque pochi-
-state completamente ignorando la mia presenza- furono le parole di Ann con una tempesta negli occhi.
-ovvio visto che non vuoi dare una mano- le gridò contro Viktor.
-per Dalia potrei anche farlo signor fiammella- e le parole di Ann fecero sgranare gli occhi a tutti quanti i presenti facendoli anche rimanere in silenzio.
-sappi che potrebbe essere la possibilità anche per sconfiggerli definitivamente, nel caso dovrai aiutarci- le disse Viktor che non aveva nessuna intenzione di ritrovarsi con la ragazza che li aiutava solo per metà.
-e va bene, ormai sono stata incastrata in tutto ciò- disse decisa Ann.
-bene adesso si va a mangiare e poi torniamo ad allenarci- disse Brenda prendendo sottobraccio Ann per poi anticipare gli altri verso la sala da pranzo.
-hai fatto la scelta giusta- le sussurrò la bionda con un mezzo sorriso. Anche lei era arrabbiata per quella situazione che si era creata.
-non l’avrei mai fatto se Dalia non si fosse rivelata tanto comprensiva nei miei confronti- le rispose Ann. -sinceramente non avevo nessuna intenzione di unirmi a voi ma non voglio che Dalia rischi di più nel caso io non intervenga-
-hai fatto bene. E hai lasciato molto sorpreso Viktor e questo è buono-
-mi odia-
-è normale visto che tu non vuoi collaborare, o meglio non volevi. Per lui è quasi fondamentale la vittoria contro i Marton e il fatto che tu non volessi aiutarci non andava bene-
-perché è così tanto fissato?- chiese la castana girandosi leggermente per osservare il biondo che camminava poco dietro mentre discuteva animatamente con Caleb.
-è qui da quando aveva tre anni e teneva molto ad Aaron visto che lo aveva salvato. Lo ha visto morire davanti ai suoi occhi e da quel giorno ha giurato di distruggerli-
-è più legato lui a mio padre di me- sussurrò Ann.
-è normale quando una persona diventa la figura più vicina ad un genitore per te- le disse Brenda.
-quindi lui è rimasto l’unico Elmenta per sedici anni?- chiese Ann facendo solo in quel momento i calcoli.
-si e non gli ha fatto per niente bene-  Brenda sorrise -anche se gli Elementa del fuoco sono tutto con un brutto caratteraccio. Credo sia l’elemento che li fa essere così-
-e lo sai perché lo hai visto?-
-no, me lo hanno detto i precedenti guardiani. Julian era davvero ingestibile, forse anche peggio di Viktor adesso. Hanno detto che si era calmato solo una volta sposato con Charlotte. Era l’unica con la quale era davvero calmo, ma alla fine si è ritrovato ucciso proprio da lei-
-come?- chiese Ann davvero curiosa -mia madre non mi ha mai detto come sono morti gli altri Elementa. Sapevo solo che erano stati uccisi dai Marton-
-infatti. Charlotte era una Marton e nessuno l’aveva individuata come tale. Il più grande errore mai fatto- le spiegò Brenda.
-e gli altri? Com’è successo?-
-Marc, l’Elementa dell’acqua, è stato catturato mentre era sulla Terra per cercare Viktor ed è stato subito ucciso. Fred invece durante una battaglia per conquistare Sinfade.-
-mio padre invece?- chiese leggermente spaventata di conoscere la risposta.
-proteggendo Viktor e credimi lui si è sempre dato la colpa di ciò-
 

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Dalia guardava con sguardo furente Erik che le aveva appena portato un vassoio pieno di cibo. Erano ormai tre giorni che si trovava in quella cella e quello era il primo in cui riusciva a vedere finalmente Erik.
-avevi paura di me?- lo aggredì la ragazza. Doveva scaricare tutta la sua rabbia e chi meglio di Erik che l’aveva rapita.
-avevo altro da fare- disse tranquillamente il biondo che lanciò uno sguardo veloce in direzione della ragazza anche se non la riusciva a vedere perfettamente per via della poca illuminazione presente.
-tu sapevi che potevo essere io l’Elementa non è vero? È per questo che mi hai sempre cercata- disse la ragazza che si sentiva davvero usata. Aveva sperato che, anche senza il ricambio dei sentimenti che lei provava per Erik, il ragazzo voleva essere davvero suo amico. Era stata tutta una messa in scena per farla andare dalla loro parte.
-secondo te sarei davvero diventato tuo amico?- chiese lui quasi con aria di superiorità che fece sentire la ragazza anche peggio.
-quando mi ucciderete?-
-aspetteremo l’arrivo dei tuoi amichetti- disse lui con un ghigno sulle labbra.
-vi faranno il culo-
-non credo proprio. Abbiamo una trappola apposta per loro. A dopo rossa- disse il biondo uscendo e richiudendosi la porta alle spalle prima di lasciare la chiave a uno delle due guardie li presenti e allontanarsi il più velocemente dalla rossa prima che qualunque idea malsana le venisse in mente. In realtà aveva accuratamente evitato di vedere la ragazza per una giusta ragione: voleva tenerla al sicuro dai suoi stessi alleati. All’inizio aveva veramente in mente di avvicinarsi alla ragazza solo per poterla avere con loro, poi era successo il macello e lui si era fottutamente lasciato coinvolgere dai sentimenti.
-sei strano- furono le parole di Charlotte che fecero prendere un colpo ad Erik che non si era minimamente accorto della presenza della donna al suo fianco.
-tutto okay- disse una volta tranquillizzato.
-è brutto, lo so- Erik si girò di scatto verso Charlotte credendo di aver capito male. -tradire chi ami intendo- spiegò la donna con un sorriso triste sul volto.
-stai parlando si Julian?- chiese a bassa voce Erik. La donna annuì.
-con la ragazza credo ti sia successa la mia stessa cosa. Siamo partiti con un’idea da seguire, ma poi ci hanno fregato i sentimenti-
-ma tu sei riuscita a metterli da parte, io non credo riuscirò a farlo-
-io non ho avuti scelta Erik, tu l’hai e sono sicura che farai la scelta giusta- gli disse la donna con un sorriso mentre il biondo sgranava gli occhi.
-mi stai veramente dicendo quello che ho capito?- chiese ancora sconvolto il ragazzo.
-bisogna sempre seguire il cuore, anche se si va contro le parsone che hai accanto e che ti hanno cresciuto- la donna sospirò. -ora è meglio che io vada e che questa conversazione rimanga fra noi- la donna gli sorrise prima di andarsene silenziosamente come era arrivata lasciando il povero ragazzo con ancora più dubbi di prima. Cosa doveva fare? Seguire il consiglio di Charlotte e quindi il suo cuore o chiudersi in se stesso e dare manforte a coloro che lo avevano scresciuto e che gli avevano dato quel potere?
Charlotte alla fine gli aveva messo più dubbi di prima.
 
Charlotte sospirò di sollievo una volta attraversato il corridoio al contrario e controllato che si, effettivamente, nessuno aveva sentito la loro conversazione. Aveva deciso di parlare con il ragazzo perché aveva notato quasi subito i suoi dubbi, fin da quando Sett aveva detto al ragazzo di cercare di portargli almeno un Elementa qualsiasi specificando che sarebbe stato fantastico avere quella della Terra. era proprio li che Charlotte aveva capito i sentimenti del ragazzo e si era rivista quando era stata costretta a dire a Sett stesso dove poter trovare Julian per farlo furori e l’uomo le aveva detto di farlo lei stessa. All’epoca aveva vent’anni, qualcuno in più rispetto ad Erik me ne era comunque rimasta sconvolta. Alla fine aveva tradito quello che era suo marito, ma non era stata lei ad ucciderlo. Non ci era riuscita al momento di farlo. Era scoppiata a piangere davanti all’uomo rivelandogli tutto quanto. Julian nonostante tutto l’aveva tranquillizzata e le aveva rivelato che lo sapeva da tempo della sua natura di Marton ma che non le aveva detto niente perché l’amava lo stesso. E proprio mentre i due si stavano abbracciando che due Marton erano arrivati uccidendo Julian alle spalle. Charlotte si era ritrovata con il marito morente tra le braccia e non ci aveva visto più uccidendo i due Marton per poi avvicinarsi all’uomo cercando di salvarlo ma senza successo per due motivi: uno, erano appena arrivati tutti gli altri Elementa e lei aveva involontariamente rivelato la sua identità di Marton e due, perché stava iniziando a sentirsi male e doveva assolutamente trovare un posto dove potersi riprendere.
Era riuscita a smaterializzarsi in tempo, e per quello ringraziava davvero tanto avere i poteri dei Marton, ed era arrivata sulla Terra nascondendosi in una casa disabitata da tempo. Li era scoppiata a piangere come una fontana e dandosi della stupida per non essere riuscita a dire la cosa più importante di tutte a suo marito. Era riuscita solamente a dargli un ultimo bacio prima che gli occhi azzurri dell’uomo si chiudessero. Il corpo di Julian era diventato freddo come il ghiaccio e la cosa era stata davvero orribile per la donna che era abituata a stare nel caldo abbraccio dell’Elementa.
-Charlotte dov’eri finita?- Sett la riscosse dai brutti ricordi del passato e la donna fece un sorriso forzata.
-stavo controllando Erik ovviamente- rispose aggiustandosi i capelli che le erano finiti davanti agli occhi.
-ci possiamo fidare di lui? Non voglio che ci tradisca all’improvviso-
-ero dubbiosa anch’io ma si, possiamo fidarci di lui- disse la bionda aprendosi in un ghigno che Sett interpretò male fidandosi ancora una volta di quella donna che in realtà stava facendo di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote.

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Ann cadde a terra gemendo per il dolore. Viktor non ci era andato per niente leggero e la ragazza si era trovata a cadere a terra senza nemmeno essere in grado di utilizzare i suoi poteri.
-devi velocizzare i tuoi movimenti e dovresti anche essere più avvantaggiata rispetto a noi- disse Viktor alzando gli occhi al cielo per poi porgerle una mano per aiutarla ad alzarsi, mano che la ragazza accettò volentieri. Avevano quasi completamente smesso di litigare fra loro. In realtà lo facevano ancora, ma erano più scaramucce che veri e propri litigi.
Alla fine però in quel modo riuscivano anche a lavorare meglio e c’erano anche stati parecchi miglioramenti in quei primi cinque giorni e Ann era riuscita a fare cose che non si sarebbe mai immaginata soprattutto combattere corpo a corpo. A cosa le serviva se poi aveva i suoi poteri?
-non avrai sempre la possibilità di usare i tuoi poteri- furono le parole di Viktor mentre Ann sgranava gli occhi.
-come hai fatto?-
-ti si leggeva in faccia la domanda-
-e come dovrei fare ad usare i miei poteri se mi sbatti a terra in due secondi?- chiese Ann aggiustandosi la coda che nella caduta si era sciolta.
-deve essere una cosa che ti esce automaticamente non appena ti accorgi che ti stanno per attaccare-
-ma è quello che faccio!-
-ci pensi troppo lentamente Ann, deve essere un pensiero quasi istintivo- le disse il biondo con un leggero sorriso.
-per te è tutto semplice. Ci sei abituato. Noi no- furono le parole di Varus mentre stendeva i muscoli indolenziti per quanto il biondo si stava sfogando su di loro. Quel pazzo stava usando tutta la sua forza senza risparmiarsi e le loro ossa ne stavano risentendo.
-ci ho messo parecchio tempo anch’io, il nostro problema è che non abbiamo tempo. Più lasciamo Dalia nelle mani dei Marton e poche saranno le possibilità di poterli combattere.-
-praticamente dobbiamo imparare quello che tu hai imparato in sedici anni in pochi giorni? È praticamente impossibile!- fu il commento di Varus che si, era migliorato, ma non sarebbe mai arrivato al livello mostruoso di Viktor. Aveva visto il ragazzo in azione quando aveva spiegato loro come dominare una grossa parte del loro elemento. Vedere tutte quelle fiamme danzare intorno a Viktor era stato contemporaneamente spaventoso e spettacolare. E quella era solo una parte dell’enorme potere che l’Elementa del fuoco possedeva. Per Varus era pure troppo se riusciva a dominare un’onda d’acqua alta due metri.
-be’ non potete fare un miracolo, ma almeno dobbiamo fare in modo che i vostri poteri possano fermarli- fu il semplice commento di Viktor all’affermazione di Varus.
-ragazzi come sta andando?- chiese Caleb arrivando poco dopo in compagnia di Brenda. I due guardiani si era assentati per qualche minuto per andare a parlare con Zilean di qualcosa che in ragazzi non sapevano, anche se Viktor aveva una mezza idea.
-ci sta ammazzando- furono le parole di Varus che sbuffò mentre il suo ragazzo scoppiava a ridere.
-tutto bene?- chiese invece Ann che era davvero curiosa di sapere cosa avevano avuto di tanto importante i due ragazzi da andare a parlare con Zilean.
-si, potete fermarvi qualche minuto?- chiese Brenda guardando Viktor che annuì avendo definitivamente conferma di quello che aveva sospettato.
-cosa dovete dirci?-
-non usate i vostri poteri sconsideratamente. Nel senso non superate il vostro limite-
-questo lo sapevamo tranquillamente- disse Ann che non capiva perché i due guardiani avevano la faccia così seria.
-quando si è in battaglia può capitare di non ragionare e, sperando si fare del bene, usare tutti i vostri poteri. Ciò non è buono perché vi conduce alla morte per questo non dovete abusarne- disse il castano.
-e come facciamo a capire qual è il nostro limite?- chiese Varus curioso.
-Zilean ha detto che si dovrebbe avvertire uno strappo all’altezza del petto- spiegò Brenda portando la mano dove si trovava il suo cuore. -la resistenza ovviamente cambia da persona a persona- continuò per poi guardare Ann che corrucciò la fronte.
-perché mi state guardando adesso?- chiese curiosa la castana.
-perché i figli di ex Elementa se lo sono a loro volta non hanno questo problema. Se superano il loro limite svengono e rimangono senza poteri per un tempo non definito, però non muoiono. A conti fatti tu sei l’unica tra noi che non rischi la morte- spiegò Viktor che aveva scoperto quella regola quando aveva cercato di usare tutti i suoi poteri contro i Marton quando si era intrufolato nella loro base per vendicarsi. Quella volta se non fosse intervenuto Joseph, un ex guardiano, sarebbe sicuramente morto.
-ovviamente non devi nemmeno esagerare altrimenti potresti trovarti impossibilitata di aiutarci nel caso la battaglia continuasse-
-credere davvero che io sia disposta a fare una cosa del genere?- chiese Ann che, anche se era l’unica che poteva, non l’avrebbe mai fatto. Rischiava troppo.
-te lo stiamo dicendo perché Zilean ha detto di farlo. E anche per mettere in guardia Varus prima che possa fare qualche cazzata come qualcuno qui presente- disse Brenda lanciando un’occhiataccia furente verso Viktor che sbuffò.
-è stato nove anni fa!- protestò il biondo incrociando le braccia al petto.
-cosa hai fatto?- chiese curioso Varus.
-si è intrufolato nella base dei Marton e stava per usare tutti i suoi poteri senza una ragione-
-ero arrabbiato! E avevo dieci anni!- protestò il biondo allargando le braccia esasperato.
-se non ci fosse stato Joseph avremmo detto addio all’unico Elementa che avevamo!- urlò Brenda per poi sospirare. -vedete di non fare cazzate! Ci servite tutti vivi fino alla fine e anche dopo- disse quasi in un sussurro.
-staremo attenti- le disse Viktor nonostante fosse davvero arrabbiato con la ragazza.
-si, promettiamo di non fare cazzate- disse Varus annuendo. Infondo erano loro due quelli più a rischio. Ann invece rimase in silenzio guardando a terra e sperando davvero di non perdere il controllo dei suoi poteri.
 

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


-avete solo pane e burro qui?- chiese Dalia quando vide arrivare Erik con il suo pranzo che, come i dieci giorni precedenti, era composto appunto da pane e burro.
-accontentati- borbottò il ragazzo che invece di lasciare il vassoio a terra, come faceva di solito, lo poggiò sul letto dove era seduta la ragazza per poi sedersi difronte a lei.
Erano passati sette giorni da quando Charlotte gli aveva parlato e lui aveva avuto tantissimo tempo per rimuginarci sopra e alla fine prendere la sua decisione.
-cosa vuoi?- chiese la rossa che non capiva il comportamento strano del ragazzo.
-ti fidi di me?- chiese invece il biondo senza guardarla negli occhi.
-e come potrei?- furono le parole della ragazza che non capiva veramente dove l’altro volesse andare a parare.
-non voglio farti del male credimi. Troverò un modo per farti uscire da qui- disse lui in un sussurrò, aveva paura che le guardie davanti alla cella potessero sentirlo.
-certo come no- borbottò Dalia che non si fidava minimamente di quel ragazzo.
-okay ho fatto tantissime cose sbagliate, ma sono diverso da quando sono stato mandato sulla Terra con lo scopo di catturare più Elementa possibili e questo grazie a te- continuò il ragazzo cercando di non pensare minimamente ai commenti taglienti della ragazza. -quel bacio era vero- aggiunse poi alzando gli occhi rossi per cogliere l’espressione di Dalia che era impassibile. La ragazza non gli credeva.
Erik sospirò e senza aspettare di ricevere qualche parola dalla ragazza, tanto sapeva sarebbe stato inutile, si alzò dal letto e raggiunse la porta per uscire. Prima di farlo si girò nuovamente verso la rossa.
-ti farò uscire di qui. Te lo prometto- furono le sue ultime parole prima di scomparire dalla vista di Dalia che poté finalmente rilassarsi.
La rossa non voleva credere alle parole del ragazzo per poi ritrovarsi delusa nel caso lui non avesse rispettato la promessa, perché era più sicura che non l’avrebbe mai fatto. Come poteva aver cambiato idea in pochissimo tempo? Era praticamente impossibile.
Okay, forse poteva credergli se l’avesse veramente portata via da quella squallida prigione. E poi non si faceva una doccia da quando era stata rapita e ne aveva assolutamente bisogno.
Dalia sbuffò prima di prendere il pane e morderlo. Non ce la faceva più a mangiare la stessa roba, ma se decideva di rimanere a digiuno poi non riusciva a resistere. Stava anche dimagrendo che non era per niente buono visto che era già parecchio magra di suo. Se fosse riuscita ad uscire da li si sarebbe ingozzata come si se non ci fosse un domani.
 
-cosa hai deciso?- Charlotte fece prendere nuovamente un colpo al povero Erik che guardò malissimo la donna al suo fianco.
-perché fai sempre così?- chiese invece il ragazzo cercando di fare respiri profondi per calmarsi. Ultimamente era troppo suscettibile e la cosa non gli piaceva minimamente.
-io non faccio proprio niente. Sei tu che ti spaventi per un non nulla- rispose la donna sistemandosi una ciocca di capelli che le era finita davanti agli occhi.
-comunque si- disse Erik sospirando.
-si che sei dalla parte giusta?- chiese Charlotte che sembrava aver capito perfettamente le intenzioni del ragazzo ma voleva farselo dire da lui.
-dipende quale secondo te è la parte giusta- fu la risposta del biondo.
-quella di mio marito ovviamente-
-allora si, sono dalla parte giusta- il sospiro sconsolato che uscì dalle labbra di Erik fece girare di colpo Charlotte.
-le hai parlato e non ti ha creduto vero?- chiese la donna accorgendosi solo in quel momento che l’espressione del ragazzo davvero sconsolata.
-si e non credo mi crederà mai- Erik fece un altro sospiro per poi girarsi verso la donna visto che erano presenti solo loro due in quel corridoio. -mi aiuterai?-
-nelle mie possibilità si, ma devo sempre e comunque sembrare dalla parte di Sett- gli disse la donna guardandosi intorno e abbassando notevolmente la voce. -non posso farmi scoprire, non dopo tutto questo tempo-
-capisco. Grazie- furono le parole di Erik prima di salutare la donna con un cenno della testa per poi scomparire e lasciare da sola Charlotte.
Charlotte che si guardò nuovamente intorno realmente impaurita che qualcuno avesse sentito la loro conversazione. Aveva davvero bisogno di far credere a Sett di stare dalla loro parte anche per esercitate tutto il potere che possedeva. Grazie a quello poteva tranquillamente rivoltare a suo piacere i Marton. Sett non le poteva fare niente fino a quando lei fosse stata dalla loro parte.
La donna si voltò di colpo e si diresse verso le prigioni decisa di parlare con quella ragazza per convincerla delle buone intenzioni di Erik. Molto probabilmente non avrebbe creduto nemmeno a lei, ma almeno avrebbe provato a dare una mano al ragazzo.
Le guardie appena la videro fecero un piccolo inchino, nonostante fossero davvero confuse di vederla li, e le aprirono subito la porta mente lei faceva un sorriso per ringraziarli.
-ciao- disse la donna in direzione della rossa che la stava guardando curiosa e anche spaventata dalla presenza di quella donna.
-salve- rispose la rossa educatamente. Non riusciva a individuare la donna. Le sembrava troppo buona, ma aveva paura che potesse essere anche peggio di Erik.
-vedo che hai mangiato tutto- disse la donna indicando con la testa il vassoio vuoto ancora poggiato sul letto.
-sono troppo magra e se mi rifiuto di mangiare quella schifezza finisco per morire di fame- disse Dalia assottigliando gli occhi.
-vedrò di farti avere qualcosa di più consistente da mangiare per rimetterti in forze- Charlotte le sorrise mentre Dalia non riusciva a capire le vere intenzioni della donna.
-e perché faresti una cosa del genere-
-perché sto aiutando Erik e tu devi essere in forza se devi usare i tuoi poteri tesoro- le disse la bionda con un sorriso facendo sgranare gli occhi alla rossa. -credi in lui, non te ne pentirai-
Dalia la osservò chiedendosi se davvero quei due biondi erano dalla sua parte o se quello che stava facendo la donna era solamente convincerla per poi darle il colpo di grazia.

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Ann guardò il cielo azzurro mentre cercava di riprendere fiato dall’allenamento intensivo. Aveva aumentato tantissimo la sua resistenza e ne era davvero felice, ma Viktor la stava spremendo troppo. Varus sembrava non lamentarsi molto della cosa, anzi a volte chiedeva di poter fare esercizi in più finendo per essere rimproverato da Caleb perché si stava sforzando troppo.
-è bello il cielo uccellino?- disse Viktor prima di sedersi anche lui affianco alla castana.
-di sicuro molto più di te fiammella- rispose a tono la ragazza senza degnarlo di uno sguardo.
-quindi stai ammettendo la mia bellezza?- chiese Viktor ridacchiando.
-ho detto che il cielo era più bello di te, ma non è detto che il cielo non sia brutto-
-sei odiosa quando fai così sai?- borbottò il biondo davvero infastidito dalle parole della ragazza. Stava cercando di fare una conversazione decente e anche pacifica e lei non voleva collaborare.
-guarda che tu sei più odioso di me e lo hanno confermato tutti quanti- continuò la ragazza girando finalmente lo sguardo verso il biondo che la stava guardando davvero serio.
-io lo faccio perché è il mio carattere, tu invece lo fai di proposito solo con me- le disse il biondo con tono leggermente adirato. Lui ci stava provando a cambiare il suo carattere.
-te lo meriti-
-no visto che l’unica cosa che ho fatto è stato portarti di peso qui visto che eri in pericolo-
-nessuno ti aveva detto di fare ciò- Viktor alzò gli occhi al cielo sbuffando.
-okay allora puoi tornare tranquillamente sulla Terra e venir catturata dai Marton- Viktor si alzò e guardò verso il cielo prima di andarsene lasciando la ragazza da sola.
Ann rimase immobile a pensare a quello che aveva detto e si accorse che forse non doveva comportarsi in quel mondo. Le cose stavano andando bene nonostante tutto e lei aveva rovinato tutto e nemmeno in un buon momento. Mancava poco al salvataggio di Dalia.
-Viktor sembrava davvero incazzato, cosa hai fatto?- chiese pochi minuti dopo Brenda arrivando alle spalle della castana.
-mi odia-
-non è vero. Diciamo che tu non stai collaborando con lui per andarci d’accordo- le rispose la bionda con un mezzo sorriso -è vero, Viktor a volte è davvero odioso, ma se lo conosci bene ti accorgi che non è così e quando vuole può essere anche dolce- Brenda stava sorridendo mentre diceva quelle parole.
-tu l’hai mai visto dolce?- chiese Ann che non riusciva minimamente ad immaginarsi Viktor dolce.
-una volta si. Ma non è andata tanto bene e si è ritrovato ad essere ancora più odioso- Brenda abbassò lo sguardo mentre si mordeva il labbro inferiore, forse aveva detto troppo.
-non riesco veramente ad immaginarlo dolce. È troppo strano- disse Ann scuotendo la testa.
-non fare l’antipatica okay? Anche perché dobbiamo essere uniti per combattere i Marton- Brenda si alzò per poi porgere la mano anche ad Ann che l’accettò volentieri tirandosi su.
Le due ragazze si incamminarono verso il palazzo per andarsi a fare una doccia prima di ricominciare con l’allenamento, ma Ann si bloccò di colpo vedendo che Viktor si stava ancora allenando da solo. Eppure era stato lui stesso a dire di fermarsi per non esagerare.
-ti raggiungo dopo- sussurrò Ann incamminandosi a passo veloce verso il biondo. Biondo che si accorse subito che la ragazza stava andando verso di lui e si bloccò di colpo assottigliando gli occhi. Non voleva assolutamente continuare a discutere con quella ragazza.
Ann dal canto suo si bloccò non appena si accorse che il ragazzo era senza maglietta e il sudore che scorreva sul suo corpo faceva risaltare ancora di più gli addominali pronunciati del biondo.
Ann si riscosse quasi subito e si avvicinò ancora di più al ragazzo cercando di guardare solamente gli occhi pece del ragazzo anche se non migliorava molto la situazione visto che quegli occhi erano davvero ipnotici.
-cosa c’è?- chiese il biondo vedendo che la ragazza non aveva intenzione di parlare.
-volevo chiederti scusa per prima- disse la ragazza mettendosi una ciocca dietro l’orecchio.
-okay- fu quello che rispose il ragazzo per poi continuare ad allenarsi ignorando completamente la castana.
-ti alleni ancora?- chiese Ann che non riusciva a togliere gli occhi dal corpo del ragazzo.
-si, non posso perdere tempo-
-ma così ti stai sforzando troppo- Viktor si fermò girandosi nuovamente verso la ragazza e prendendo la maglietta che aveva lasciato a terra per poi asciugarsi il sudore sulla fronte con essa.
-conosco i miei limiti Ann e vanno molto più in la dei vostri- Viktor fece un leggero sorriso alla ragazza cosa che destabilizzò Ann.
-comunque sforzarti troppo non ti conviene se dopo devi combattere con noi. Potremmo farti male- la ragazza sorrise che si pregustava già una sua vittoria contro il ragazzo che non era mai riuscita a battere.
-devo aumentare la mia resistenza Ann, altrimenti come vi salvo dai Marton?- Viktor ridacchiò mentre Ann lo fulminava con lo sguardo.
-io posso tranquillamente scappare volando- rispose a tono la castana incrociando le braccia al petto.
-non sarai mai più veloce dei Marton, almeno non adesso- Viktor si avvicinò al volto della ragazza con un sorriso sghembo. I due ragazzi si trovarono con i volti tanto vicini tanto che un solo movimento falso di uno dei due avrebbe fatto si che si baciassero. E Ann sperava che Viktor la baciasse e non sapeva nemmeno perché voleva le labbra di Viktor sulle sue.
I due ragazzi si fissarono per quello che parve ad entrambi tantissimo tempo, fino a quando Viktor non si allontanò dal volto della ragazza e poi si incamminò verso il palazzo lasciando la ragazza imbambolata a fissare il posto dove prima c’era Viktor chiedendosi il perché dell’azione del ragazzo. Era stata un’azione volontaria o no?
Brenda aveva osservato tutta la scena e in quel momento aveva le braccia incrociate mentre guardava con sguardo assassino Viktor che le stava andando incontro.
-cosa c’è?- chiese il ragazzo confuso da quello sguardo.
-potevi baciarla invece di fare quella finta- disse la bionda mentre lanciava uno sguardo veloce ad Ann che era ancora ferma.
-potevo, ma non l’ho fatto. Non voglio mettermi in relazioni complicate-
-ma lei ti piace e fino alla fine la bacerai- Brenda ridacchiò facendo sbuffare Viktor.
-non accadrà visto che mi saprò trattenere-
-lo vedremo-
 

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


Dalia stava guardando leggermente indecisa la mano che Erik le stava porgendo.
Dopo la visita della donna, che aveva scoperto chiamarsi Charlotte, ne lei che Erik erano più andati a farle visita. I pasti le erano stati portati da altri Marton, però erano diventati ogni giorno diversi e anche abbondanti, proprio come aveva detto la donna.
-perché dovrei fidarmi di te se sei stato proprio tu a portarmi qui?- chiese la rossa che non aveva nessuna intenzione di seguire il ragazzo, anche se sotto sotto voleva realmente andare via da li.
-perché mi piaci e sono stato stupido a non andare contro Sett quando mi hanno chiesto di portarti qui. Per favore Dalia, più tempo restiamo qui e più diminuiscono le nostre possibilità di scappare senza farci vedere- il biondo continuava a guardarsi intorno preoccupato.
Era sceso li sotto cercando di non farsi vedere e aveva addirittura rubato le chiavi alle due guardie davanti alla porta che stavano bellamente dormendo. Stava rischiando tantissimo e aveva davvero bisogno che la ragazza prendesse subito una decisione, sperando ovviamente che a ragazza gli credesse.
-sappi che se vedo che non sei dalla mia parte ti sotterro, e non sto scherzando- disse alla fine Dalia prendendo la mano del ragazzo e quindi accettando il suo aiuto. Voleva credere a quel ragazzo che le piaceva tantissimo, e anche a Charlotte.
Erik sorrise quando sentì quelle parole e subito fece alzare l’Elementa tirandosela addosso per poi incamminarsi spedito verso la porta con la ragazza appiccicata. Erik si guardò intorno e cacciò un sospiro di sollievo quando vide che le due guardie stavano ancora dormendo.
-andiamo- le sussurrò aprendo la porta il più silenziosamente possibile e facendo uscire prima la ragazza per poi chiudere la porta. La chiave però non collaborò facendo un rumore assordante che fece gelare sul posto Erik che guardò preoccupato le due guardie, ma per non si sa quale miracolo stavano entrambe ancora dormendo.
Dalia aveva avuto un’accelerazione nel battito cardiaco quando aveva sentito la chiave fare quel rumore aveva creduto fosse finita. Ma per fortuna loro non era andata così ed Erik fu abbastanza veloce a rimettere la chiave dove l’aveva trovata e tirare la ragazza verso la loro destra.
-dove stiamo andando?- sussurrò lei stringendo forte la mano del ragazzo mentre si guardava intorno per cercare di ricordarsi la strada nel caso ce ne fosse stato bisogno.
-prima dobbiamo uscire dalle prigioni, poi troveremo un modo per uscire dal palazzo- fu la risposta del biondo che continuava a guardarsi intorno spaventato dalla possibilità di essere scoperto e stava anche tramando. Il tremore del ragazzo era avvertito chiaramente anche dalla rossa che grazie a quello si era finalmente convinta che Erik voleva realmente portarla fuori di li e si era anche resa conto di quanto il ragazzo stesse seriamente rischiando per lei.
-Erik- sussurrò nuovamente la ragazza.
-dimmi- rispose lui evitando di guardare gli occhi verdi della ragazza.
-scusa, per non aver creduto alle tue buone intenzioni e grazie-
-ringraziami solo quando saremo usciti di qui- disse il ragazzo girandosi di scatto e facendo incrociare i suoi occhi rossi con quelli verdi della ragazza che gli sorrise.
Erik non riuscì a resistere e, fregandosene altamente che si trovavano in mezzo ad un corridoio e che non avevano minimamente tempo da perdere, baciò la ragazza che sorrise sulle sue labbra rispondendo anche lei al bacio.
-dobbiamo muoverci- sussurrò Erik a pochi millimetri dalle labbra di Dalia che annuì solamente non volendo realmente far finire li quel contatto con il biondo. Ma dovevano veramente sbrigarsi.
Nemmeno il tempo di fare due passi che nell’intero palazzo risuonò lo squillo di una tromba che fece completamente sbiancare Erik.
-cosa significa?- chiese Dalia ad alata voce visto che il suo della tromba copriva tutti i suoni intorno a loro.
-è il segnale di allarme! Ci hanno scoperti- disse lui stringendo forte la mano della ragazza per poi iniziare a correre per raggiungere l’uscita.
-Erik!- il ragazzo si girò di scatto all’urlo di Charlotte che li aveva appena raggiunti con un mantello nero tra le braccia. La donna era l’unica a conoscere il piano del ragazzo quindi anche l’unica che poteva sapere dove si sarebbero potuti trovare in quel momento i due ragazzi. -tesoro mettiti questo- la bionda consegnò il mantello a Dalia che non se lo fece ripetere due volte scomparendo completamente dentro al mantello. -gli altri Elementa sono qui, è per questo che è suonato l’allarme. Cercate di non farvi scoprire per favore- furono le parole di Charlotte prima di scomparire nello stretto corridoio in direzione delle voci assordanti dei Marton che si stavano preparando a combattere.
-sono venuti a prendermi?- si chiese Dalia davvero sorpresa. non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere così presto. Credeva avrebbe dovuto aspettare molto più tempo, almeno quello necessario per far si che Varus padroneggiasse bene i suoi poteri.
-era più che scontato. Raggiungiamoli subito- Erik si incamminò anche lui nella direzione presa precedentemente da Charlotte seguito subito da Dalia.
-sei sicuro che sia giusto andare da questa parte?- chiese Dalia preoccupata che qualcuno potesse scoprirli.
-non sappiano da quale parte siano entrati quindi è l’unico modo in cui possiamo ottenere informazioni- fu la veloce risposta di Erik che sembrava essersi caricato tanto in pochissimo tempo e sembrava molto più sicuro di se nonostante continuasse lo stesso a guardarsi intorno per non incrociare qualcuno.
-se ci troveremo in mezzo alla battaglia cosa…-
-combattiamo ovviamente-
-e tu da che parte starai?-
-dalla vostra. Appena si accorgeranno della tua assenza e soprattutto della mia al richiamo capiranno che sono un traditore. Ormai non si torna indietro- Erik le sorrise prendendole nuovamente la mano e aumentando il passo sperando veramente di non incontrare nessuno per quel poco tempo che mancava ai due ragazzi di raggiungere l’ingresso del palazzo e quindi anche gli altri Elementa.
 

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Viktor mise un muro di fuoco tra loro e il piccolo gruppo di Marton che li aveva attaccati non appena erano entrati nel palazzo dei Marton.
-per quanto tempo resisterà quel coso?- chiese Ann che iniziava già a sentire caldo per colpa delle fiamme.
-qualche altro secondo. Cazzo ci hanno visti arrivare di sicuro- sussurrò il biondo digrignando i denti. Sperava di poterli cogliere di sorpresa, ma era già tanto che non erano stati accolti direttamente da Sett.
-e ora che si fa?- chiese Varus che si stava guardando intorno in cerca di qualche fonte d’acqua, ma sembrava non essercene traccia. Praticamente la sua presenza li era completamente inutile.
-aspettiamo che il muro cali e poi attacchiamo- disse Caleb che era già pronto a combattere.
-attaccate- specificò Varus incrociando le braccia nello stesso istante in cui la barriera di fuoco si abbassò rivelando la presenza di quasi il doppio dei Marton.
-ma quanti cazzo sono?- chiese Brenda sgranando gli occhi mentre schivava un’onda oscura lanciata velocemente da uno dei Marton.
-troppi. Amore perché tu non dovresti attaccare?- Caleb era abbastanza confuso dalle parole del suo ragazzo.
-vedi acqua?- chiese il moro leggermente innervosito da ciò.
-l’acqua è ovunque Varus, ricordatelo- furono le parole di Viktor che aveva appena finito di stendere il terzo ragazzo che gli era andato addosso.
-in che senso?-
-amore le tubature- disse Caleb sorridendogli prima di lasciargli un bacio a stampo sulle labbra prima di buttarsi anche lui in mezzo alla battaglia. Varus si diede mentalmente dello stupido per non averci pensato. Il moro si concentrò cercando di sentire l’acqua che scorreva sotto al palazzo e sorrise quando riuscì a trovare praticamente tutto il percorso delle tubature del palazzo e in men che non si dica le fece saltare completamente facendo bagnare tutte le persone presenti nella sala. Sul pavimento si formò un’enorme pozza d’acqua che Varus avrebbe utilizzato per combattere, sempre se Viktor non avesse iniziato a creare fiamme potentissime.
-potevi evitare di estinguere le mie fiamma mentre attaccavo!- fu il commento arrabbiato di Viktor che per la “geniale” idea di Varus si era trovato a corto di fiamme proprio nel momento decisivo. Ann nel mentre che fluttuava, adorava farlo e poi le dava anche un vantaggio sui suoi avversari, era rimasta imbambolata nel vedere nuovamente gli addominali scolpiti di Viktor grazie alla maglietta bianche completamente zuppa d’acqua dell’Elementa del fuoco.
Da quando c’era stato quella specie di bacio mancato Ann non aveva fatto altro che pensare a Viktor, e non erano per niente pensieri casti. Il biondo le era sempre sembrato un bellissimo ragazzo e ciò che era successo l’aveva completamente sconvolta. Poi ci si era messa anche Brenda a canzone che non la smetteva mai di far sentire in imbarazzo la castana parlando in continuazione di Viktor.
-non l’ho fatto volontariamente- si scusò il moro dominando l’acqua come una frusta e facendo arretrare un gruppo di Marton che stavano per raggiungerli cercando di approfittate di quel piccolo attimo di distrazione generale.
-abbattiamo questi, troviamo Dalia e poi sistemiamo la questione una volta a Sinfade- furono le parole di Brenda mentre tirava un calcio ad uno dei tizi che le erano andati contro.
-ne stanno arrivando altri!- disse Ann che dall’alto riusciva a guardare benissimo il corridoio dal quale stavano arrivando altri due Marton.
-quanti?- chiese Viktor -e comunque dovresti combattere anche tu-
-sono solo due per il momento. E poi o vi avviso o combatto!- disse lei mettendo le mani sui fianchi indignata.
-puoi fare entrambi uccellino-
-mi deconcentro troppo fiammella-
-RAGAZZI!- gridò Caleb che non aveva nessuna intenzione di sentirli litigare. Ogni qual volta usavano quei nomignoli era quasi assicurata una lite.
Varus scosse la testa ridacchiando, diversamente dal suo ragazzo lui si divertiva davvero tanto quando i due ragazzi iniziavano a litigare. Il moro riusciva ad avvertire benissimo la tensione sessuale tra i due e davvero non si capacitava di come i due non si fossero ancora baciati. Il moro guardò in direzione del corridoi e sgranò gli occhi quando vide che una delle due figure che stavano arrivando era Erik.
-cosa cazzo ci fa qui Erik?- si chiese ad alta voce facendo girare verso di se Caleb.
-Erik chi?- chiese il castano non capendo.
-quello della festa- rispose Varus mentre anche Caleb individuava il biondo dagli occhi rossi che sembrava star andando spedito verso di loro non curandosi minimamente degli altri Marton e trascinando con se l’altra figura incappucciata.
-ragazzi ne stanno arrivando tanti altri- Ann aveva la voce stridula mentre diceva quelle parole, sembrava davvero spaventata da tutto ciò.
-dobbiamo sbrigarci!- disse invece Brenda mentre Varus si scagliava verso Erik che l’aveva quasi raggiunto, e l’avrebbe anche colpito, se solo la figura incappucciata non si fosse interposta tra loro.
-è dalla nostra parte- furono le parole della figura che fecero sgranare gli occhi mentre la figura scopriva leggermente il volto dando conferma a Varus della sua identità.
-come…stai bene?- chiese subito il moro.
-si, tranquillo-
-è meglio se ce ne andiamo. Sett non ci metterà molto ad arrivare e voi non avrete molte possibilità di vincere- furono le parole di Erik che avvertiva già su di se gli sguardi di fuoco degli altri Marton.
-tu ci stavi controllando- disse invece Varus leggermente arrabbiato.
-si, possiamo però parlare di ciò una volta arrivati a Sinfade per favore?-
-ma…-
-Varus ti prego- disse Dalia prendendo le mani del moro che alla fine si convinse e si girò verso Brenda per avvisare la ragazza, ma non ce ne fu bisogno visto che la bionda aveva sentito tutto e stava andando verso Viktor per poi cercare di ritirarsi.
Un urlo però bloccò l’azione di tutti quanti congelando completamente il combattimento.
Ann era finita di schiena a terra in pochissimi secondi. Era stata buttata giù da un uomo robusto che era arrivato alle sue spalle il più silenziosamente possibile prendendola per un piede. La ragazza aveva le lacrime agli occhi anche perché non riusciva minimamente a muoversi e il dolore era stato troppo.
Gli occhi di Viktor si incendiarono.

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


-SETT-urlò il biondo correndo verso Ann che era stata appena lasciata andare dal capo dei Marton che stava ridacchiando.
-che c’è Viktor? Ti da fastidio che io abbia tirato giù l’uccellino?- chiese l’uomo mentre Viktor cercava di far alzare Ann da terra senza successo.
-non chiamarla così- disse a denti stretti il biondo.
-e perché tu puoi?-
-non sono fatti che ti riguardano!- il ragazzo si alzò lasciando Ann nelle mani di Brenda e Dalia che erano corse subito verso la castana insieme al biondo. -se vuoi combattere contro qualcuno fallo con me e non tirando giù una ragazza di spalle-  Sett si mise a ridere di gusto guardando poi malissimo Erik che si trovava precisamente dietro l’altro biondo.
-sei solo un traditore. Pensavi di riuscire a svignartela in silenzio? Non capisco nemmeno come quella stronza di Charlotte non si sia accorta di niente-
-sei tu quello in torto Sett!- ribatté a tono il biondo.
-speravo che portare qui la ragazza sarebbe stata una buona idea visto che stavo sospettando di un tuo probabile cambio di idea. Quando me l’hai portata qui ero felice di averti dalla mia parte, ma tu mi hai davvero ingannato alla grande. Alla fine però credo che non mi frega visto che morirete tutti quanti qui- Sett allargò le braccia prima di scatenate tutto il suo potere verso i ragazzi, potere che venne prontamente fermato da una leggera folata di vento fatta da Caleb utilizzando una parte del potere di Ann che era stata finalmente fatta sedere da Brenda che le stava controllando la schiena con una faccia che non prometteva nulla di buono.
-combatti con me- disse Viktor avanzando cercando di porsi avanti a tutti i suoi compagni facendo sgranare gli occhi a Caleb.
-cos’hai in mente?- chiese il castano preoccupato mentre Varus si stava avvicinando ai due seguito a ruota da Dalia che si era tolta definitivamente il mantello anche perché stava iniziando a farle davvero caldo li sotto.
-non vi preoccupate ho tutto sotto controllo. Voi proteggete Ann- furono le parole del biondo.
-non se ne parla. Ti aiutiamo!- Varus si voleva imporre su Viktor, non aveva nessuna intenzione di lasciare il ragazzo da solo contro quello che sembrava essere davvero un mostro.
-per quanto apprezzi le tue buone intenzioni siete ancora troppo deboli per poter veramente aiutarmi- Viktor lo disse con calma e Varus sapeva perfettamente che l’Elementa del fuoco aveva tremendamente ragione.
-oh quindi l’Elementa del fuoco vuole affrontarmi da solo. Vuoi fare la stessa fine di quello che ti ha preceduto? Com’è che si chiamava? Gionny?- disse ridendo Sett e nel mentre erano arrivati li tutti i Marton ed Erik riuscì benissimo a vedere la faccia adirata di Charlotte a quelle parole. Il ragazzo non riusciva minimamente a capire come la donna riuscisse a trattenersi così tanto. Se Sett avesse insultato in quel modo Dalia lui sarebbe partito in quarta contro Sett senza pensarci una seconda volta.
-il suo nome era Julian e di sicuro era mille volte più forte di te- disse con calma Viktor iniziando a far uscire dalle mani delle fiammelle. Il ragazzo era pronto per combattere.
-sei molto sicuro di te ma non credo che riuscirai a battermi- disse Sett ghignando e facendo fuoriuscire dalle sue mai del fumo nero.
-lo vedremo- Viktor si lanciò subito verso l’uomo aumentando notevolmente la temperatura presente nella stanza.
Ann guardò il ragazzo che stava combattendo e sospirò prima di girarsi verso Brenda.
-quanto è grave?- chiese alla bionda che non aveva una bella cera.
-non lo so Ann, credo parecchio- le sussurrò la bionda. Ann annuì, non si sentiva più le gambe e poteva sperare solamente che la cosa non fosse grave quanto stava immaginando.
La castana riposò lo sguardo su Viktor che, a corpo a corpo, le stava prendendo di brutto da Sett. Il ragazzo riusciva a sfuggire dai colpi più pesanti solo utilizzando le sue fiamme che venivano comunque prontamente bloccate dal fumo nero che stava utilizzando Sett. Ann stava iniziando a tremare, se Viktor che era il migliore di loro le stava prendendo da quel bestione significava solo che non avevano la minima possibilità di vincere quello scontro. Era così che sarebbe finita?
Viktor venne spinto all’indietro da Sett e il biondo si fece parecchi metri riuscendo miracolosamente a rimanere in piedi mentre il castano se la rideva.
-non avete possibilità-
Viktor non rispose verbalmente a quella provocazione ma si raddrizzò per poi respirare profondamente. Quando aprì gli occhi non erano più nero pece, ma rosso fuoco mentre intorno a tutto il suo copro oltre al fumo iniziavano a formarsi le prime fiamme che fecero sgranare gli occhi a Caleb. Aveva appena capito cosa il ragazzo aveva intenzione di fare e non gli piaceva per niente.
-Viktor…- cercò di dire il castano ma il biondo lanciò una veloce occhiata al castano per fargli capire che la sua decisione era stata presa.
Il biondo si girò nuovamente verso Sett notando per un solo momento dell’indecisione presente negli occhi dell’uomo. Poi anche lui si fece circondare completamente dalle sue ombre. I due non aspettarono altro prima di andare l’uno contro l’altro e la temperatura iniziò ad alzarsi sempre di più facendo soffrire sia i Marton che gli altri Elementa. Ma nessuno di loro stava combattendo. Tutti erano concentrati sullo scontro tra Sett e Viktor.
-Caleb- sussurrò Ann dopo un po’ cercando di muoversi anche se non ci stava riuscendo.
-dimmi- le disse lui avendo già intuito la domanda che sarebbe arrivata di li a poco.
-sta facendo quello che penso?-
-si-
Ann si morse le labbra per non gridare, almeno non in quel momento. Non voleva distrarre il ragazzo dal combattimento contro quell’uomo che le faceva davvero paura.
Viktor sorrise non appena si accorse che ogni volta che toccava il corpo del suo avversario la pelle briciava e si decise di fare quello che aveva promesso di non fare, ma era l’unico modo che aveva per poter provare a vincere contro Sett e forse anche permettere agli altri di riprendersi completamente Natuy. È vero sarebbe morto, ma non gli interessava se poteva essere utile. Sorrise non appena si accorse che lui e Ann avevano due pensieri completamente opposti. Lei al posto suo non si sarebbe mai buttata in quel modo.
E con quel sorriso sulle labbra si buttò verso Sett e il grido di Ann arrivò come ovattato alle orecchie di Viktor.
 

 

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


Ann aveva le lacrime agli occhi mentre notava il corpo di Viktor cadere a terra come se fosse morto, cosa che molto probabilmente era vera. I Marton iniziarono a festeggiare, ma smisero non appena videro il corpo di Sett completamente carbonizzato sciogliersi davanti ai loro occhi. Si, era appena morto l’Elementa del fuoco, ma allo stesso tempo il loro capo aveva fatto una brutta fine. Tutti si girarono verso Charlotte che sembrava la più sconvolta di tutti.
La donna aveva lo sguardo perso nel vuoto e solo dopo qualche minuto si accorse di avere l’attenzione di tutti i presenti addosso e allora si riscosse schiarandosi la voce con un colpo di tosse.
-è finita- sussurrò la donna per poi ripetere la stessa cosa a voce alta. -non potremo mai vincere contro gli Elementa e Natuy è loro di principio- continuò poi mentre tutti gli Elmenta li presenti sgranavano gli occhi. Caleb invece era subito corso verso il corpo di Viktor e stava con gli occhi sgranati mentre sentiva il leggero battito di Viktor. Il biondo era ancora vivo, anche se per poco. Dovevano assolutamente ritornare a Sinfade per provare a salvare il ragazzo.
-che cosa stai dicendo? Possiamo batterli! Sconfiggerli!- iniziò a gridare uno dei Marton contro Charlotte.
-no, non possiamo vincere- disse la donna tranquilla. Non si era minimamente scomposta a quella presa di posizione da parte di quell’uomo, infondo fino a prova contraria lei era quelle che possedeva il potere di comando dopo Sett.
-stai sprecando anni di lotta per cosa? Niente! Non dirmi che sei dalla loro parte!- continuò lui imperterrito.
-e se fosse così?- chiese la bionda mentre Erik sgranava gli occhi. Aveva intenzione di rivelarlo in quel modo?
-quindi Sett aveva ragione quando diceva che eri solo una sporca puttana sotto il controllo degli Elementa- Charlotte a quelle parole non ci vide davvero più e si lanciò contro l’uomo uccidendolo in pochissimo tempo.
-se qualcuno di voi ha altro da ridire farà la sua stessa fine- nessuno fiatò, anzi scomparvero tutti il più velocemente possibile lasciando la donna da sola con gli Elementa.
-Viktor è ancora vivo, ma non so per quanto- disse velocemente Caleb mentre Ann alzava di scatto lo sguardo felice di quella possibilità.
-tranquilli dovrebbe riuscire a sopravvivere- furono le parole di Charlotte mentre si avvicinava al gruppo.
-perché dovremmo fidarci di te?- chiese Brenda che aveva da subito inquadrato la bionda come la moglie di Julian.
-perché sono dalla vostra parte. Adesso però dobbiamo davvero tornare a Sinfade, anche per la ragazza- continuò la donna indicando con la testa Ann. Varus fu veloce a prendere l’Elementa dell’aria in braccio mentre Caleb cercava di caricarsi sulla spalla Viktor prontamente aiutato da Erik.
-perché dovremmo farti venire con noi?- chiese Caleb vedendo che Charlotte li stava seguendo.
-devo parlare con Zilean e poi avete bisogno del mio aiuto per uscire tranquillamente da qui- dopo quelle parole nessuno si oppose alla presenza della donna sperando che Zilean la mettesse in riga una volta arrivati a Sinfade. In quel momento a tutti i ragazzi premeva solamente la salute di Viktor e anche quella di Ann.
 
-cosa vuoi?- Zilean aveva usato un tono aspro contro la donna che anni prima aveva accolto come una figlia e si era in realtà rivelata la rovina degli Elementa.
-dire la verità, su tutto- rispose Charlotte tranquilla. Aveva già immaginato che Zilean non sarebbe stato minimamente contento di vederla.
-sei disposta a condividere i tuoi ricordi con me?- chiese Zilean sapendo che la donna non l’avrebbe mai fatto. Era impossibile mentire in quel modo.
-si- fu la risposta che sconvolse completamente Zilean.
-allora dimmi prima tutto e poi condividerai i tuoi ricordi con me-
-vuoi vedere se ti sto mentendo?- chiese Charlotte sorpresa per quanto Zilean stava mettendo in discussione la sua buona fede.
-non mi fido mai due volte della stessa persona-
-okay allora- Charlotte prese un respiro profondo prima di iniziare a raccontare -Sett mi aveva detto di uccidere Julian e io non volevo farlo perché ero davvero innamorata di mio marito. Ho rivelato tutto a Julian il giorno stesso in cui è morto e non per mano mia, ma per degli scagnozzi di Sett che aveva mandato per accertassi che io svolgessi il mio compito. Sapevo, ero certa, che Julian sarebbe morto ma non volevo che succedesse in quel modo- le lacrime iniziarono ad uscire dagli occhi della donna.
-come facevi a saperlo per certo? Se avessi detto tutto in tempo Julian non sarebbe morto- la interruppe Zilean. La donna scosse la testa.
-ero incinta di Julian, ero al nono mese- le lacrime continuavano a scendere dagli occhi della donna mentre Zilean sgranava gli occhi. -gliel’ho nascosto perché avevo paura della sua reazione e non sono nemmeno riuscita a dirglielo mentre stava morendo.
-e il bambino? Che fine ha fatto?- chiese il re che non sapeva se credere alla donna. Era quasi impossibile nascondere una gravidanza, soprattutto al nono mese.
-sono scappata sulla Terra e ho partorito. Sono rimasta con mio figlio fino a quando ho potuto poi, una volta notato che i suoi poteri stavano nascendo ho dato fuoco alla casa e sono tornata dai Marton-
-mi stai dicendo che Viktor è tuo figlio e che hai creato l’incendio per farci trovare il ragazzo subito?- Zilean era davvero sconvolto e lo fu ancora di più quando vide la donna annuire.
-è per questo che Viktor non sta rischiando la vita in questo momento.-
-sai che non ti crederò fino a quando non condivideremo i nostri pensieri?-
-possiamo farlo anche adesso non ho niente da nascondere-
Zilean annuì e si avvicinò alla donna prendendole le mani prima di poggiare la sua fronte su quella della donna. E fu in quei minuti che capì che la donna aveva detto tutta la verità, sentì anche tutto il dolore che Charlotte aveva provato in quegli anni sia per la morte di Julian sia per aver lasciato il figlio da lei tanto voluto.  Fu una volta finito il legame che strinse la donna in un abbraccio paterno facendo si che la bionda potesse sfogare tutte le sue lacrime protetta in quell’abbraccio.
 

 

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


Ann si trovava nella camera di Viktor come da una settimana a quella parte. Andava dal ragazzo ogni qual volta aveva un momento libero sperando che si risvegliasse. Lei, Dalia e Varus stavano piano piano liberando tutta Natuy e non c’era giorno nel quale non venivano acclamati per aver salvato l’intero regno, ma tutti e tre sapevano di non aver fatto praticamente niente. Era stato Viktor a portare la vittoria ed era l’unico degno di tutti quegli onori.
Scoprire che il biondo era in realtà il figlio dell’ex Elementa del fuoco era stata davvero sconvolgente, ma subito Ann ne era stata felice visto che così il ragazzo aveva molte più possibilità di salvarsi.
Ma era ormai una settimana buona che il ragazzo non accennava a volersi svegliare nonostante il battito del suo cuore era ritornato normale. Ann non voleva perdere il ragazzo in quel momento perché sentiva chiaramente che era stato per colpa della sua distrazione che Viktor era stato costretto ad utilizzare il suo potere al limite. Se lei non si fosse ritrovata in quella situazione orribile avrebbe aiutato Viktor mandando all’aria tutte le sue convinzioni. Era davvero strano come stare pochissimo tempo con quei ragazzi le aveva fatto capire quanto ci tenesse in realtà a tutti loro e soprattutto a Viktor.
La castana si alzò dal letto del biondo per incamminarsi verso la porta, ormai era notte fonda e aveva bisogno di dormire se il giorno dopo voleva essere in forza per continuare a cacciare i Marton dai confini di Natuy. Fu però un piccolo gemito che la fece girare velocemente verso il ragazzo, però sembrava tutto troppo tranquillo e la ragazza pensò di esserselo solo immaginato.
Proprio mentre si stava girando nuovamente sentì chiaramente il ragazzo che si lamentava e si fiondò sul letto controllando il viso di Viktor che aveva appena aperto gli occhi.
-grazie al cielo- sussurrò la ragazza sorridendo mentre abbracciava stretto il biondo che era ancora parecchio intontito e non riusciva a capire cosa stesse succedendo. L’unica cosa che sapeva era che doveva essere teoricamente morto e non nel suo letto.
-cos’è successo?- chiese infatti con voce roca mentre Ann non voleva accennare a staccarsi dal ragazzo.
-ci hai salvati tutti- sussurrò Ann che finalmente allentò la presa dal ragazzo.
-ma io non dovrei essere…- la ragazza lo bloccò mettendogli un dito davanti alla bocca e scuotendo la testa.
-ti spiegherà tutto Zilean dopo- gli disse per rassicurarlo e il ragazzo annuì cercando di mettersi seduto visto che era ancora sdraiato. Ann lo aiutò per poi passargli un bicchiere d’acqua.
-hai fame?- chiese la ragazza riprendendo i bicchiere che il ragazzo aveva finito in un secondo.
-un po’- disse Viktor che in realtà aveva tantissima fame.
-ti vado a prendere qualcosa allora- Ann si alzò dal letto raggiungendo la porta sotto lo sguardo confuso di Viktor che non fece in tempo a dirle niente perché la ragazza era già sparita dietro la porta. Tornò poco dopo con un vassoio pieno di frutta che poggiò sopra a Viktor.
-c’era solo questo- si scusò la ragazza mentre Viktor sorrideva iniziando a mangiare con gusto l’uva. Si, aveva davvero tanta fame.
-ti piace davvero tanto fluttuare- disse dopo un po’ Viktor che vide subito lo sguardo di Ann rabbuiarsi.
-non posso più camminare. Quando Sett mi ha sbattuta a terra ho perso l’uso delle gambe. Fluttuare è l’unica cosa che posso fare per non essere un peso morto per gli altri- a quelle parole Viktor sgranò gli occhi. Non credeva che i danni caudati da Sett alla ragazza fossero così seri.
-mi dispiace- disse infatti il biondo mentre la castana scuoteva la testa.
-dovrei essere io scusarmi visto che hai fatto una cosa che dovevo fare io- gli disse lei incrociando le braccia al petto. -abbiamo rischiato di perderti per un mio errore e non me lo sarei mai perdonata- l’ultima parte la sussurrò, ma Viktor riuscì benissimo a sentirla e, sistemandosi meglio, accarezzò la guancia della ragazza con un piccolo sorriso che andava a formarsi sulle sue labbra.
-quanto tempo è passato?- chiese il ragazzo non togliendo la mano dalla guancia di Ann.
-una settimana più o meno- rispose lei.
-quindi abbiamo sconfitto definitivamente i Marton?-
-hai sconfitto i Marton, noi non abbiamo fatto niente e ci stiamo prendendo tutto il merito solo perché tu sei stato a dormire per una settima- disse lei facendogli la linguaccia e facendo ridere Viktor che poggiò la sua fronte su quella di Ann che arrossì leggermente e ringraziò che era abbastanza buio da non far vedere il suo rossore sulle guance.
-allora devo prendermi tutto il merito da oggi in poi- sussurrò il ragazzo avvicinando le sue labbra sempre di più e Ann pensò che il ragazzo stesse solo scherzando e che si sarebbe allontanato subito dopo. Ma non fu così visto che dopo pochi secondi si ritrovò con le labbra di Viktor sulle sue.
Il bacio durò pochissimo e i due rimasero a fissarsi negli occhi per un po’.
-per quanto tempo vuoi rimanere in silenzio?- chiese Viktor mentre Ann diventava ancora più rossa per l’imbarazzo. Vedendo che la ragazza non rispondeva Viktor ridacchiò e baciò nuovamente la ragazza.
-adesso che farai? Ritornerai sulla Terra?- le chiese Viktor.
-perché dovrei tornare in un posto dove non ho più niente? Mia madre è ritornata qui non appena ha saputo che avevamo sconfitto i Marton- rispose Ann.
-quindi rimani con noi dopo tutti i casini che hai fatto per tornare sulla Terra?- Viktor rise di gusto mentre Ann gli tirava pugni sul braccio per farlo smettere.
-ora ho cambiato idea okay? Smettila di ricordarmelo- borbottò la ragazza notando che i suoi deboli pugni riuscivano solo a fare il solletico a Viktor.
-scusa, era divertente- le disse lui baciandole i capelli.
-no che non lo è. Se mi fossi risparmiata tutte quelle proteste forse tu non saresti stato costretto ad usare in quel modo i tuoi poteri-
-non importa adesso. Sono vivo e non so come.- Viktor si guardò intorno cercando di capire che ore fossero, dal cielo scuro sembrava davvero tardi.
-è mezzanotte se lo vuoi sapere- gli disse Ann notando il suo sguardo.
-domani dovete fare qualcosa?-
-si, quindi riposati perché verrai con noi- Ann si alzò cercando di sgusciare fuori dalla presa di Viktor, ma il ragazzo la tirò per un braccio verso di se baciandola nuovamente sulle labbra.
-buonanotte- sussurrò il ragazzo lasciandola finalmente andare nella sua camera.
-buonanotte- rispose lei mentre un sorriso si andava a formare sulle sue labbra. Era felice di quei baci e sperava davvero che il ragazzo ricambiasse davvero i suoi sentimenti.
La ragazza non vedeva davvero l’ora di scoprire la faccia di Viktor quando Charlotte gli avrebbe rivelato la sua vera identità.
 

 

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Capitolo 32
*** Epilogo ***


-perché devo venire con voi? Mi sono appena ripreso- disse Viktor quella mattina. Era andato a fare colazione perché la frutta non gli era bastata e Caleb e Brenda, dopo averlo abbracciato stretto, gli avevano imposto di andare con gli altri Elementa.
-perché abbiamo bisogno che tu ti faccia vedere in pubblico vivo e vegeto- rispose Caleb con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono. In realtà un po’ tutti in quella stanza stavano sorridendo o ridacchiando e Viktor non riusciva proprio a capire il motivo.
-cosa mi state nascondendo?- chiese il biondo che iniziava davvero ad avere paura.
-vai da Zilean prima di raggiungerci all’ingresso e lo scoprirai- disse Dalia tutta sorridente prima di alzarsi insieme ad Erik ed uscire dalla sala da pranzo.
-da quando quei due stanno insieme?- chiese Viktor curioso.
-da una settimana più o meno- disse Brenda sorridendo.
-ah bene- borbottò Viktor.
-dai muoviti ad andare da Zilean cosi prima andiamo prima ritorniamo per riposarci- Viktor annuì alle parole di Ann e si alzò incamminandosi verso la sala del trono dove si trovava Zilean che gli sorrise non appena lo vide arrivare.
-sono felice che tu ti sia ripreso- gli disse l’uomo mentre Viktor notava in quel momento anche la presenza di Charlotte.
-che ci fa lei qui?- chiese infatti il ragazzo mentre la donna scoppiava a ridere a quell’affermazione. Viktor le aveva ricordato terribilmente Julian.
-è dalla nostra parte Viktor e ti deve qualcosa- Viktor guardò in direzione della donna aspettando che gli parlasse. Non si fidava molto, ma se secondo Zilean era okay allora doveva almeno ascoltarla.
-prima di tutto devo chiederti scusa- Viktor la guardò non capendo per cosa la donna si stesse scusando -scusa per averti abbandonato in mezzo alle fiamme. Era l’unico modo per far si che gli altri ti trovassero subito e non far insospettire Sett- Viktor sgranò gli occhi.
-mi stai dicendo che sei…-
-tua madre, si- disse la donna leggermente in imbarazzo a parlare con il figlio. Figlio che era diventato bello proprio come Julian. -e anche di Julian- aggiunse poi mentre il ragazzo capiva perché tutti avevano quelle espressioni quella mattina e anche perché alla fine era riuscito a salvarsi.
-perché non sei rimasta qui allora?-
-Sett conosceva un modo per poter entrare e volevo far si che vedendo come ero entrata facilmente qui trovassero un modo per rilevare i Marton. So di aver sbagliato ad abbandonarti, ma era la cosa giusta da fare per il tuo bene- Viktor annui a quelle parole. Era sconvolto, però non avrebbe mai immaginato di essere il figlio di Julian.
-gli assomigli tantissimo- aggiunse poi la donna facendo posare gli occhi pece del figlio nei suoi. -e non solo di aspetto-
Viktor allora incominciò a camminare verso la donna per poi fermarsi a pochi passi da lei.
-lo hai ucciso tu?- chiese quasi tremando. Voleva sapere la verità.
-non avrei mai potuto, ma mi sono presa il merito per non far insospettire Sett- Viktor annuì e poi annullò la distanza per abbracciare finalmente la madre che strinse a se il figlio felice di poterlo riabbracciare.
 
-quanto ci mette?- sbuffò Brenda sbadigliando.
-smettila di lamentarti!- le disse Caleb sbuffando. Alcune volte la bionda era davvero fastidiosa.
-gne gen- fece lei di rimando facendo ridere tutti gli altri ragazzi.
-davvero devo venire?- chiese Viktor mentre strisciava i piedi raggiungendoli.
-FINALMENTE!- gridò invece Brenda per scendere dal muretto sul quale si era seduta per poi iniziare ad incamminarsi verso l’uscita del palazzo.
-antipatica- disse Viktor che sospirando seguì tutti gli altri che si era già incamminati con affianco Ann che fluttuava tranquillamente. -sei troppo alta- borbottò poi il ragazzo vedendo che la castana si era messa in modo tale da sembrare più alta di lui.
-devo sfruttare i vantaggi di questa situazione ovviamente-
-come vuoi uccellino-
-come stai?- chiese Ann dopo un po’ mentre il volto di Viktor si apriva in un piccolo sorriso.
-bene, ancora incredulo ma bene- le rispose lui per poi tirare la ragazza verso di se non trovando resistenza da parte di quest’ultima. -sai che sei la mia ragazza adesso?- le disse mentre il suo sorriso si apriva sempre di più mentre vedeva il volto di Ann diventare sempre più rosso.
-vedremo- borbottò lei cercando di togliere i suoi occhi grigi da quelli pece dell’altro.
-non era una proposta ma un dato di fatto- e per suggellare quelle parole baciò nuovamente la ragazza che rispose al bacio sorridendo.
 

 

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