Il regalo più bello

di laurakovac
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PRIMA PARTE ***
Capitolo 2: *** SECONDA PARTE ***



Capitolo 1
*** PRIMA PARTE ***


PRIMA PARTE

Si era alzata presto come ogni mattina.
Matisse, il suo gatto, era salito sul letto per darle il buongiorno anticipando il suono della sveglia.
Sbadigliando, si era trascinata verso la cucina.
"Buongiorno!" sorrise al suo piccolo amico a 4 zampe che la seguiva in cerca di coccole.
"Oggi è un giorno speciale è il mio compleanno"
Miaoo miaooo il suo gattino sembrava capire e risponderle.
Si sedette sullo sgabello della penisola, iniziando a sorseggiare il caffè che come ogni mattina si concedeva.
Di fianco su un piattino una piccola fetta di torta che la sua vicina le aveva regalato.
Si era trasferita a Parigi da qualche mese per un nuovo lavoro. Aveva cambiato casa e lavoro e in poco tempo aveva rivoluzionato tutta la sua vita.
"Buona la crostata di Lucille vero?" chiese a Matisse che ne stava gustando un pezzetto.
Verso le sette e trenta indossò il giubbino e uscì di casa.
Sul pianerottolo incontrò la vicina di casa.
"Bonjour Lucille e grazie per la torta!"
"Buon compleanno cara, questo te lo da mio marito non esiste compleanno senza un degno biglietto di auguri"
Lalie ringraziò.
"Ahhh piccola... Vieni qui e abbracciami"
Venne racchiusa in due forti braccia, sprofondando in esse ma sentendo tutto il calore che quella donna le dimostrava.
Fuori dalla porta del condomino dove abitava, alzò lo sguardo e sorrise.
Amava molto quel momento del mattino.
Il sole stava sorgendo, illuminando la Senna e la torre Eiffel che si poteva scorgere in lontananza.
Risiedeva in una zona poco fuori dal centro, lungo il fiume, in un area poco trafficata e poco abitata.
Iniziò ad incamminarsi mentre teneva  lo sguardo fisso sul biglietto di auguri.
Hans, marito di Lucille, amava scrivere e le aveva dedicato una poesia per il suo compleanno.
Con la testa abbassata su quel foglio, non si accorse e andò a sbattere contro un ragazzo che stava correndo nella direzione opposta.
"Ehy attenta" le disse.
Lalie alzò lo sguardo "ops scu.. Scusami"
Rimase incantata da due occhi nocciola dolcissimi che la stavano osservando.
Lo riconobbe o almeno cosi credeva, ma non riuscì a proferire parola. Il suono del clacson del bus che l’aspettava alla fermata richiamò la sua attenzione e quindi corse via.
Non si accorse di aver perso il biglietto di auguri che stava stringendo tra le mani.
Arrivata al lavoro, venne accolta da Serge, il suo collega che le aveva preparato il caffè.
Era infatti una loro routine, quella di trovarsi ogni mattino dopo aver timbrato e iniziare la giornata lavorativa con un buon caffè e due chiacchiere in amicizia.
Ma quel giorno , anche Serge sapeva che era speciale.
“Joyeux anniversaire mon ami” le disse.
"Questi sono i prelibati muffin di mia moglie, che ti ricorda l'invito a cena per sabato"
"Merci merci" rispose Lalie con la bocca piena.
Serge sorrise "hai la bocca tutta sporca su... Vai al lavoro, a dopo"

E così la giornata trascorse serena. Era stata impegnata tutto il tempo, tra riunioni e
telefonate. Tra il controllo del sistema, e l’installazione del nuovo programma. Tra mostrare alla nuova arrivata la struttura e i suoi computer. Tra ascoltare il collega e la collega su quanto siano stronzi gli uomini e quanto le donne fossero peggio. Tra la pausa pranzo in fila alla posta e correre per rientrare in tempo. Tra la voglia di strozzare il magazziniere e cercare di non ridere per le faccette alle spalle dell’uomo.
Insomma una giornata impegnativa ma a lei il sorriso non mancava mai.
Era solo dispiaciuta perché aveva perso la poesia che del suo vicino di casa, ma una volta rientrata avrebbe provato a chiederne una copia.
Stava camminando sul viale che la riconduceva a casa, al solito orario.
Nonostante fosse fine ottobre, la giornata era stata limpida e il cielo azzurro intenso.
Alzò lo sguardo, il sole stava tramontando proprio dietro alla torre Eiffel.
Si distese sul prato, chiuse gli occhi.
Il giorno del suo compleanno stava per concludersi, non aveva fatto nulla di particolare, ma tutto sommato era felice.
Aveva imparato ad apprezzare i piccoli singoli momenti sereni di cui la giornata era scandita.
La torta di Lucille, i dolci della moglie di Serge, la stima dei colleghi, o il sorriso di un cliente soddisfatto.
Aveva imparato a mettere in conto anche i piccolo contrattempi, la pazienza era diventata una sua virtù e aveva smesso di sbuffare ad ogni minimo contrattempo che le si presentava davanti.
Stava proprio crescendo, maturando e quegli atteggiamenti erano la prova.
Tra le immagini che affollavano la sua mente, comparvero di nuovo quegli occhi marroni, dolci che la scrutavano.
Non era riuscita a chiedere scusa al ragazzo di stamattina, lo aveva visto di fretta, eppure le era sembrato di conoscerlo.
"Ehy lalie..." sentí qualcuno pronunciate il suo nome.
Per assurdo, le era sembrata la stessa voce di quel mattino, quel tono dolce uscire dalle labbra del ragazzo dagli occhi marroni.
Scosse la testa.
"Pure le voci ora sento!" penso tra se e se.
"Lalie...." udì ancora.
Fu allora che apri gli occhi e vide a pochi cm di distanza dal suo viso il delicato volto del ragazzo.
Si mise a sedere, stupita e spaventata.
" Non volevo farti paura scusami".
Il giovane uomo si sedette al suo fianco.
"come fai a conoscere mio nome?"
"C’è scritto sul biglietto che hai perso stamattina" e glielo porse.
"g.. Grazie " rispose quasi rincuorata nell’averlo ritrovato.
"buon compleanno"
"come?"
Ma lui la anticipò "pure questo ho letto sul biglietto di auguri"...
"grazie... TOM..."
"tu.. Sai chi sono?"
"Bè sei famoso.. Sei centrocampista del PSG e mio giocatore al fantacalcio"
"Fanta.. Che?"
Lalie si mise seduta. "Fantacalcio! Sai.... É un gioco sul calcio, consiste nell'organizzare e gestire squadre virtuali formate da calciatori reali, scelti fra quelli che militano nel vero campionato"
Tom si sedette di fianco a lei interessato. "ah e sentiamo un po’... Tu avresti me?"
"Sì! E sei uno dei giocatori con la media più alta! E ho pure Pierre! Grazie a voi sono prima in classifica!"
"E’raro vedere una ragazza interessata così tanto ad un pallone!"
Lalie arrossì "lo ammetto da piccola ci giocavo spesso con i miei compagni sai?"
"ah si? E che ruolo avevi?"
"terzino destro" rispose orgogliosa.
Tom inclinò la testa di lato "complimenti!"
Tra i due si creò un attimo di imbarazzo poi il volto della ragazza parve illuminarsi
"Vieni a mangiare una fetta di torta a casa mia! Te la devo! Mi hai salvato il compleanno ritrovando questo biglietto! Abiti qui vicino no?"
Si alzarono entrambi in piedi "si... Abito nel palazzo rosso!"
"Proprio dietro al mio"
"Sì però… Purtroppo ora... Però devo scappare, ho una riunione importante con la società!"
Lalie abbassò lo sguardo dispiaciuta
"ah... Va... Va bene..."
Tom la guardò. Era davvero una bella ragazza, i viso dolce, i miei capelli a caschetto e la frangetta.
Due vispi occhi marroni, molto simili ai suoi.
Si chinò sfiorandole una guancia "però come regalo... Posso darti questo"
E le diede un piccolo bacio sulla guancia, per poi voltarsi e correre via. Era davvero in ritardo.
Lalie chiuse gli occhi, sapeva di essere diventata rossa. Non si aspettava quel bacio, non si era ripresa e non aveva potuto salutarlo.
"ci.. Ciao..." sussurrò "e grazie.."
Avvolse il viso ancora accaldato per la precedente emozione, nella piccola sciarpa di seta azzurra che indossava e corse anche lei verso casa.

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Capitolo 2
*** SECONDA PARTE ***


SECONDA PARTE
Lalie amava molto la fotografia. Era la sua passione principale.
Quel giorno, una fredda domenica di metà novembre, decise di recarsi al vicino bosco di Vincennes.
Era un luogo che lei adorava. Un luogo che ben si prestava al suo amato hobby: infatti all'interno di quel bosco era possibile trovare quattro laghi e un castello. Poteva quindi sbizzarrirsi a trovare i soggetti più interessanti da fotografare, ad ogni stagione dell'anno: piante, fiori e piccoli animali popolavano i suoi album, in svariate pose e a diversi orari della giornata.
"Matisse! Ci vediamo più tardi" sorrise prendendo la sua macchina fotografica e coprendosi per bene.
Infilò sciarpa, guanti e berretto, ricevuti in regalo dai suoi colleghi di ufficio per il compleanno.
Sospirò mentre li indossava e con la mente andò a ripercorrere quel giorno.
Era stato bello e intenso. Tutte le persone che le volevano bene, glielo avevano fatto capire a modo loro, chi con un biglietto, chi con un regalo, chi con un semplice messaggio.
E poi c'era stato lui: Tom. Quel famoso giocatore, conosciuto per caso sulla riva della Senna, poco lontano da casa sua.
Abitavano vicini eppure lei da quell'incontro, non lo aveva più visto.
Seguendo il calcio, sapeva benissimo che era stato impegnato in diverse partite, tra campionato e Champions League, eppure avrebbe voluto incontrarlo di nuovo.
Si toccò la guancia dove lui le aveva regalato un timido bacio e poi uscì di casa diretta verso quel lago che amava tanto.
Trascorse buona parte del pomeriggio a fotografare particolari tipi di piante, erano i soggetti giusti per l’album che stava completando.
Si addentrò poi lungo un viale, anche se ormai gli alberi erano già quasi tutti spogli. Amava quell'angolo del parco in quanto conduceva proprio verso il castello.
La gente era veramente poca dato il periodo dell'anno in cui si trovavano.
Lalie iniziava a sentire un po’di freddo e decise quindi di rientrare a casa. Aveva già fotografato abbastanza soggetti ed era felice della sua raccolta.
Chiudendosi per bene dentro alla sua sciarpa e alla giacca pesante che indossava, si incamminò verso l’uscita del parco.
Ad un tratto però vide una figura a lei nota: un ragazzo dagli occhi nocciola che stava lanciando un bastone ad un piccolo cagnolino.
Quel volto e quello sguardo lo poteva riconoscere tra mille: si trattava proprio di Tom Becker.
Timidamente si avvicinò a lui.
"Ehm.. Tom.. C... Ciao... Non so se ti ric..."
Il ragazzo si voltò, sorridendo.
"Lalie... Sei tu…Ciao..."
La ragazza arrossì vistosamente. Si era ricordato di lei e persino del suo nome.
Le si avvicinò. "Come stai?"
Nel frattempo il piccolo meticcio si era messo ad abbaiare e scodinzolare per la nuova arrivata.
Iniziò ad annusarle le gambe.
Lalie sorrise, chinandosi per accarezzarlo.
"Credo senta l’odore di Matisse"
“Di chi?"
"Di Matisse, il mio gatto" solo in quel momento la ragazza alzò lo sguardo e incrociò gli occhi di Tom.
Si spostarono verso una panchina.
"Hai un gatto?"
"Sì, mi fa tanta compagnia"
"Già! Come la mia piccola peste, si chiama Lucky" rispose Tom riferendosi al suo cagnolino, poi continuò
"Non mi hai detto come stai".
Il tono della voce di Becker era dolce, calmo e sereno.
Vedeva la ragazza alquanto imbarazzata e quel rossore che le si dipingeva sulle guance infreddolite la rendeva ancora più bella.
"Sto bene, tu?"
"Molto bene grazie! Oggi è il nostro giorno di riposo... Sono stato molto impegnato nell'ultimo periodo tra Champions e campionato"
"Lo so! È grazie a te che ho vinto al fantacalcio la scorsa giornata"
Lalie sorrise a quelle sue ultime parole.
Tom invece rideva divertito "E’ vero che partecipi anche tu a questo gioco che va tanto di moda!"
"Sì! E sono prima in classifica sai? E contro ben sette maschi!" disse orgogliosa.
"Bene! Mi fa piacere che sto contribuendo ad una piccola ma grande vittoria!"
Risero insieme.
Ognuno sembrava trovarsi a proprio agio in compagnia dell'altro.
"Quella che vedo tra le tue mani è una macchina fotografica e anche professionale mi sembra"
"Sì, Ho questa passione da molti anni sai? E mi piace fotografare diversi soggetti, piante, animali e per chi vuole anche le persone. Questo è uno degli ultimi modelli. Un regalo che mi sono fatta per il compleanno"
"Si vede da come ne parli che questo hobby ti entusiasma molto"
"Già..."
Ad un tratto si alzò una folata di vento gelido. Lalie si strinse ancora di più dentro al suo giaccone.
Tom si alzò in piedi "Inizia a fare freddo sarà meglio andare"
"ehm se ti va... Potrei offrirti una fetta di torta e un thè caldo... "
"Molto volentieri. Non mi sono dimenticato che già la scorsa volta mi avevi invitato, ma purtroppo avevo un impegno con la società. Potremmo festeggiare adesso il tuo compleanno"
Lalie si illuminò "Ben volentieri… Ah.. Ovvio che la torta non è la stessa dell'altra volta"
Arrossì ancora in viso, accorgendosi dell’assurdità della frase appena detta.
"cioè... É lo stesso tipo ma... Non la stessa…Uff... Mi hai capito"
Tom che era stato in silenzio, scoppiò a ridere.
Le diede un buffetto sulla guancia "Certo che ho capito..." e inaspettatamente la strinse forte a sé prendendola per un braccio.
"Fa freddo vieni andiamo" le sussurrò accanto all'orecchio in quello che pareva un piccolo bacio.
Si incamminarono verso l’uscita del parco, Tom teneva al guinzaglio Lucky e dall'altra parte stringeva forte a sé Lalie.
Dopo un pò giunsero al condominio dove lei abitava.
"Vieni! Una bella merenda a quest'ora del pomeriggio ci vuole proprio!"
Prese per mano Tom quasi senza accorgersene e lo trascinò su per le scale.
Il ragazzo si lasciò condurre.
Tuttavia, davanti alla porta, Lalie si bloccò di colpo.
"che c'è?" chiese Becker.
"Matisse! Come facciamo? Tu hai Lucky… Loro…dobbiamo…"
Tom sorrise "Facciamoli conoscere, come in fondo dobbiamo fare noi" la rassicurò con il suo dolce sguardo e tono della voce profondamente caldo.
Lalie sorrise. Si era già innamorata di quegli occhi nocciola e di quello sguardo sereno, di quella persona rassicurante che aveva visto solo due volte.
Nell'aprire la porta, il gatto era pronto a saltare in braccio alla sua padrona.
Ma iniziò a miagolare vedendo quel cane che si stava avvicinando.
Lalie cercò di calmarlo, ma il gatto sparì sotto al divano.
Lucky continuava ad abbaiare, allora Tom tenendolo fermo riuscì a calmarlo.
"Uhm dobbiamo stare attenti" asserì la ragazza "Vediamo come si comportano. Intanto ti preparo la merenda"
Tom sorrise. Si sedettero al tavolo, mentre il meticcio si era appostato accanto al nascondiglio di Matisse.
"Ti ho seguito in ogni partita sai? Sei stato formidabile!" disse la ragazza mentre tagliava la fetta di torta.
Tom la osservava in ogni sua mossa. Era davvero molto carina e spontanea.
"Una ragazza con la passione per il calcio! Non se ne trovano tante"
"Be.... Sono cresciuta in una famiglia di tifosi. Mettiamola così"
Porse la fetta di torta a Tom che si apprestò velocemente ad addentare.
"E anche una brava cuoca. Questa torta è fantastica!"
"grazie! Me l’ha insegnata la mia vicina di casa! Sai da quando mi sono trasferita qui in città, lei mi ha aiutato molto ad inserirmi in un nuovo ambiente"
"Ah e che lavoro fai?"
"Sono laureata in lingue e mi occupo dei contatti con l'estero di una ditta di import-export"
"e ti piace?"
"Considera che in poco tempi ho rivoluzionato la mia vita, ho colto questa occasione e per ora va bene così!" sorrise ancora.
Tom si perse in lei. Sembravano molto simili.
La sua figura, il suo modo di fare, le sue chiacchiere. Tutto di lei era coinvolgente.
Lalie continuava a parlare e parlare, al punto che si era completamente dimenticata di versare il thè al suo ospite.
Becker dal canto suo aveva appoggiato un gomito al tavolo e assorto la ascoltava.
"Oh hai finito la torta ne vuoi ancora? E che sbadata non ti ho versato il thè…uff parlo sempre e perdo il senso delle cose scusami"
"E’ un piacere ascoltarti invece. Hai anche la passione per la fotografia ".
"Si quella.... Ehm aspetta" versò il thè in una tazza dal colore nero.
Magicamente, grazie al liquido caldo versato al suo interno, dalla tazza comparve la foto di Matisse mentre stava nella sua cuccia.
"Ehy ma..." tom era stupito.
"HJai visto? Questa è una delle tante foto che ho fatto e che poi a volte faccio trasferire sulle tazze. È un'idea carina secondo me!"
"decisamente!"
"ne ho altre così aspetta"
Lalie prese altre quattro tazze, sempre dallo sfondo nero, versò l'acqua calda al loro interno e comparvero altre immagini: Due raffiguravano alcuni particolari fiori che aveva fotografato al lago, una invece rappresentava la torre Eiffel al tramonto e una di lei da piccola con suo nonno.
"E questa?" Tom prese in mano proprio quest'ultima foto.
"Sono io all'età di circa otto anni. E questo è mio nonno. E’ lui che mi ha trasmesso la passione per la fotografia. Vedi? Armeggiavo già con una macchina fotografica"
Sorrise. Un velo di malinconia le scese sul viso.
Tom mosso a dolcezza le sfiorò la guancia leggermente arrossata, quasi a volerle fare una carezza.
Vennero interrotti dal miagolio di Matisse. Lalie si voltò e lo vide leccare Lucky: i due sembravano aver stretto amicizia.
"Hai... Hai visto quei due?" ma non riuscì a terminare la frase che Tom posò le labbra sulle sue. Un bacio! Tom l’aveva baciata!
Si staccarono quasi subito.
La ragazza imbarazzata teneva lo sguardo basso, andò a sedersi sul divano.
Tom fece altrettanto, ma senza accorgersi cadde sopra di lei.
"Ti... Ti ho fatto male? Scusa ma...sono inciampato in qualcosa"
"O meglio in qualcuno" con un dito Lalie, che stava ancora sotto a Tom, indicò i due animali.
Miagolarono e abbaiarono per poi dileguarsi verso il corridoio.
"Sembra lo abbiano fatto apposta” constatò la ragazza.
"apposta o no..." Tom non fini la frase che la baciò di nuovo.
Ma stavolta fu un bacio lungo, intenso, tanto desiderato. Le labbra incollate su quelle di lei, ad assaporarne ogni centimetro e il profumo dei suoi capelli ad inebriarlo.
Si staccarono per un attimo. Lalie si alzò leggermente. Nessuno dei due parlava, ma bastavano i loro gesti, i loro corpi. Allungò timidamente una mano e la strinse alla sua. Lo condusse nella sua camera da letto.
Tom si sedette sul letto, cingendole i fianchi e facendola sedere di fianco a lui.
Le spostò una ciocca ribelle di capelli dietro all'orecchio. Lalie tremava un po’. Forse per il freddo, forse per l'emozione. Mai avrebbe immaginato una cosa del genere. Poteva sentire il suo cuore battere forte all'interno del suo petto.
Tom teneva I suoi occhi nocciola incollati ai suoi. Vedendola timida e rossa in viso, l’abbracciò di colpo.
"Lasciati condurre" sussurrò e così lei fece.
Il ragazzo le alzò le mani al cielo, togliendole il maglione dolcevita che indossava. La spogliò tutta, piano piano. Lalie non provava vergogna, ma solo tanta voglia di lasciarsi andare. Unì le sue labbra a quelle del ragazzo, le loro lingue iniziarono una danza sensuale e ritmata.
Tom si spogliò completamente, e lei poté ammirarlo in tutta la sua bellezza. La prese portandola sopra di sé. I loro corpi combaciavano perfettamente e insieme divennero una cosa sola.
Lalie ebbe modo di scoprire che Tom non solo era bello, non solo era dolce, ma anche molto passionale.
Fecero l'amore più volte, unendosi in un legame indissolubile.
Ad un certo punto, la ragazza, coperta per metà solo dal lenzuolo, si accasciò sul petto di Tom, che nel frattempo si divertiva a stuzzicare con un dito un capezzolo ancora turgido.
"TU..."
"io.. Io?.. Cosa?" Tom la stava prendendo in giro.
Era la seconda volta che si vedevano eppure sembrava si conoscessero da sempre. Tutto era stato estremamente naturale, tutto così bello, nella semplicità in cui era accaduto.
Lalie si alzò leggermente per guardarlo negli occhi.
"Ti stai prendendo gioco di me Becker? Guarda che alla prossima partita del fantacalcio ti lascio in panchina!" lo minacciò puntandogli un dito sul petto.
Tom prese quel roseo dito affusolato, portandoselo sulle labbra.
"Mai potrei mia Fanta-allenatrice"
Le accarezzò una guancia e Lalie si lasciò andare a quel morbido tocco, per poi tornare a sdraiarsi su di lui.
Incrociò le mani dentro a quelle di Tom, facendosi ancora più piccola e quasi scomparendo, inglobata dentro a lui.
"Sei il mio regalo più bello" gli sussurrò.
"E tu il mio. Un dolce dono che la vita ha voluto farmi".
Insieme si addormentarono, mai immaginando che se tra loro due stava nascendo un amore, in cucina due piccoli animali , cane e gatto, stavano facendo a loro volta amicizia.

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