Every Holy Morning

di Izzyguns
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


DAL PUNTO DI VISTA DI WILLIAM
 
Aprii lentamente gli occhi. Dai buchi della tapparella entravano degli spiragli di luce, uno di questi illuminava leggermente la sveglia.
-Fantastico... anche oggi mi sono svegliato tardi...- dissi, guardando l’ orologio accanto al mio letto.
Mi alzai e quasi non caddi faccia avanti sul pavimento per quanto ero stordito.
Uscii dalla mia camera con ancora gli occhi chiusi dal sonno.
Bene, stava per cominciare la routine mattutina. Ogni santa mattina era sempre la stessa cosa, anche se di santo nelle mattine di casa nostra c’ era poco e niente a dirla tutta.
Entrai in cucina. Stephen era seduto al tavolo, tazza di caffè in una mano e giornale nell’ altra. Mia madre appoggiata alla cucina, anche lei con una tazza in mano. E Amy... dov’ era Amy?
-Giorno William...-
Ah eccola, era in bagno! Mi spostai per farla passare, poi lei prese dei biscotti dalla credenza, una tazza e del latte e appoggiò tutto sul tavolo. Presi anche io un paio di biscotti dalla busta, non facevo mai una grande colazione. Intanto lei cominciò prepararsi da mangiare.
-Io vado a farmi la doccia...- annunciai appena ebbi finito di masticare il biscotto
-William, non devi farti la doccia dopo colazione... lo fai tutte le mattine, poi ti viene il mal di stomaco- mia madre e le sue continue prediche, ma tanto che le fregava?
-Quando si sentirà male imparerà a svegliarsi presto e fare la doccia prima di mangiare-  tanto per cambiare ci si metteva anche Stephen...
Mi ero sempre chiesto come faceva la gente ad alzarsi dal letto e andare subito in bagno a fare la doccia... io la mattina ero talmente rincoglionito che riuscivo a malapena a stare in piedi, come avrei reagito ad un getto di acqua sulla testa? Mi sarei solo incazzato e svegliato peggio di quanto fossi già.
Scocciato andai in bagno. Chiusi la porta e aprii l’ acqua della doccia.
-No... no dai! Non esce l’ acqua calda! Non ci voglio crederee!-
Corsi in cucina. Non ero così pazzo da congelarmi.
-Non esce l’ acqua calda- dissi
-Ah... prima c' era... Sharon, chiami tu per venire a farlo sistemare? Ricorda però che alle cinque andiamo in chiesa- rispose Stephen, guardando mia madre.
Lei annuì, continuando a fissare il pavimento. Sei tu che lo hai sposato, almeno rispondigli!
-Amy, vai a vedere se tuo fratello sta dicendo la verità- continuò Stephen. Non si fidava di me nemmeno a pagarlo...!
-Ok...- rispose mia sorella, alzandosi e andando in bagno. Io la seguii.
Cazzo! Non avevo chiuso l’ acqua...infatti pavimento, pareti e specchio erano pieni di gocce di acqua (ghiacciata).
Amy mise la mano sotto il getto della doccia e sospirò, andò in cucina e la sentii dire -Esce solo quella fredda...-
Fantastico, niente doccia. Chiusi la porta, quello era l’ unico posto della casa in cui avevo un minimo di privacy, non lo avrei sprecato. Mi lavai quanto potei nel lavandino e corsi in camera a vestirmi. Vidi Amy che usciva dalla porta, presi lo zaino (che conteneva solo un quaderno mai usato e qualche penna) e uscii di casa.
-Ti ho aspettato-
Mi girai, c’ era Amy appoggiata al muro.
-Non dovevi... farai tardi-
-Sei tu quello che fa sempre tardi, io non ho nemmeno un ritardo quindi non succede nulla se arrivo un po’ dopo oggi...- mi sorrise e continuò -E poi se ci sono io con te, farai meno ritardo-
-Perché?- chiesi io inarcando un sopracciglio
-Perché non ti fermerai in mezzo alla strada a fare chissà cosa- ridemmo entrambi. Aveva ragione però...
In poco tempo arrivammo a scuola. Ci salutammo e ognuno andò nella propria classe.
Mi sedetti al mio banco nel preciso istante in cui il professore entrò in classe.
-Che culo- mi sussurrò Jeff dal banco dietro al mio
-Eh già!-
-Oggi non hai ritardato di due ore... cosa è successo?- disse lui, sarcastico
-Oggi mi ha accompagnato Amy-
-Ah ecco...-
-Ma di che materia è questo?-
-Scherzi?-
-No, affatto...-
-Storia-
-E che dovevamo fare di storia?-
-Un lavoro su uno dei personaggi studiati nell’ ultimo capitolo... una specie di ricerca a piacere...-
-Ah... io e te abbiamo fatto un lavoro di coppia, ok?-
-Che palle che sei...- mi rispose alzando gli occhi al cielo
-Grazie amico!-
-Ma che sia l’ ultima volta!-
-Ok...-
Scusa Jeff, ma lo dici ogni volta! Non sarà l’ ultima volta che succede, lo sappiamo tutti e due...
Passai l’ intera lezione a giocare con la matita, me la passavo tra le mani, la facevo ruotare tra le dita come se fosse la bacchetta di una batteria, la mordevo e ogni tanto la facevo cadere, così mi sgranchivo le gambe per andare a riprenderla.
Poi... sentii una cosa che nessun alunno vorrebbe mai sentire, soprattutto se sei ME, che non hai mai aperto il libro e non ti ricordi nemmeno dov’ è, il libro...
-Bailey? Parlami della lezione della scorsa volta, almeno facciamo un ripasso-
-C... cosa?- risposi io, che se non mi avesse chiamato per nome me ne sarei rimasto tranquillamente a fissare la matita
-La lezione della scorsa volta, parlamene-
-Ah, sì... beh, allora... il re d’ Inghilterra decide di... ehm, fare pace con la Francia?-
Una risata collettiva della classe, lo sguardo più che incazzato del prof... come si chiamava quel professore? Boh, non me ne fregava niente sinceramente...
-È la terza volta in un mese che ti chiamo e non sai rispondere! Preparati perché la prossima settimana ti interrogo su tutto il capitolo, Bailey!-
Non risposi... tanto mi succedeva sempre questa cosa, io avevo un piano infallibile: prendere un voto alto quel giorno e poi tornare a sbattermene completamente della scuola, così la media si sarebbe alzato fino alla sufficienza e non mi avrebbe interrogato per un po’.
Passarono altre ore e altre materie, fortunatamente c’ era il pranzo!
-Io mi siedo lì, ok?- dissi a Jeffrey
-Ok, arrivo subito-
Andai a sedermi e poco dopo arrivò anche Jeff.
-Come farai la prossima settimana con l’ interrogazione di storia?-
-Ho un piano...-
-Che piano?-
-Hai mai sentito parlare del copiare?-
-Sì... ma non è una verifica scritta-
-Lo so’, ma vale lo stesso... scrivo delle cose su un foglio e lo infilo nell’ astuccio-
-Aah... cosa si fa pur di non studiare, eh William? Ahah-
-Vero ahahah-
Quando la scuola finì andai da Amy che mi stava aspettando davanti al cancello
-Ehi Amy, senti, io vado a casa di Jeff... ci vediamo stasera a casa ok?-
-Ma... William, alle cinque dobbiamo andare in chiesa...-
-A me non interessa la chiesa!-
-Ma a papà sì! Si arrabbierà tantissimo Will...-
-Tanto si arrabbia comunque... vai, sennò torni troppo tardi-
-Uff... mi raccomando! Salutami Jeff... ciaoo!-
-Ciao!- la salutai con un gesto della mano e andai da Jeffrey
-Ehi amico, hai qualche nuova canzone?- gli chiesi
-Sì... ce ne sarebbe una...-
-Fantastico! Corri!- mi misi a correre. Tanto sapevo la strada per casa della nonna meglio  di quanto sapessi quella della mia...
Non esitò a seguirmi correndo
-Aspettami Will! Il tuo zaino è vuoto, il mio no!-
Arrivammo in poco tempo a casa di Jeff. Entrai e poggiai lo zaino vicino alla porta, lui fece lo stesso. Andammo di sotto, accendemmo gli amplificatori e ci sistemammo. Fortunatamente la nonna era quasi sorda, almeno potevamo fare casino!
-Ah, ti saluta mia sorella-
-Quando torni a casa risalutamela-
-Ok... ce lo hai il testo della canzone?-
-Sì... dove l’ ho messo?- rispose lui, cominciando a cercare in giro per la stanza -Eccolo! Tieni-
Mi porse un foglio con delle parole scritte in blu, e cominciai a leggere
-I've been lookin' for a trace, lookin' for a heart, lookin' for a lover in a world, that's much too dark, you don't want my love, you want satisfaction  you don't need my love, you got to find yourself another, piece of the action... forte! Mi piace!-
-Davvero?-
-Sì! Ha del potenziale! Io e te cambieremo la storia della musica amico!-
-Ahahah! L’ importante è crederci!-
-Dai proviamola... ho già la musica in testa!-






Note: Buona sera a tutti! Spero che questa storia su William e Jeffrey vi sia piaciuta!
Per chi non lo avesse capito, la nuova canzone che ha scritto  Jeff è "You' re Crazy", ho messo proprio quella perché è una delle tante canzoni scritte da Axl e Izzy!
Ho cercato di immedesimarmi in William, entrare nella sua mente da ragazzino... Spero di esserci riuscita. Lasciatemi un vostro parere, a presto!


P.S. Appena ho finito di scrivere la storia ho svelato a Jeff e Will che cambieranno veramente la storia della musica XD
 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


DAL PUNTO DI VISTA DI WILLIAM

-Come pensavi di chiamarla, la canzone?- chiesi
-Mmh... You are crazy!-
-Cosa centra ora?-
-Idiotaa! Non dicevo a te!- rispose Jeff, portandosi una mano sulla fronte -Ho risposto alla tua domanda! Hai appena cantato il testo! Il ritornello dice "you' re crazy... crazy!", quindi la canzone si chiama così!-
-Ma stavo scherzando, Jeff! Come sei noioso...- no, non stavo scherzando... ma avevo una reputazione! Mandare tutto all' aria così, per una figura (diciamocelo, aveva ragione... la avevo appena cantata!) di merda con il mio migliore amico, non mi sembrava certo il caso!
Provammo e riprovammo quella canzone un’ infinità di volte, finché non venne perfetta. Suonammo altri brani, cover e nostri. Quando ti diverti, il tempo passa velocemente, no? Beh, il tempo passò TROPPO velocemente! Era praticamente ora di cena quindi mi decisi a tornare a casa.
-Ci vai domani a scuola o la salti?- mi chiese Jeff mentre raccoglievo il mio zaino da terra e me lo mettevo in spalla
-No, tanto che ci vado a fare... tu?-
-Nemmeno io...-
-Allora ci vediamo domani da qualche parte! Ora vado che sono in mega ritardo, oggi dovevo anche andare in chiesa, quindi diciamo che sono fottuto-
-Ok amico, a domani!-
Uscii dalla casa e aspettai che Jeffrey chiudesse la porta per andarmene.
Stavo congelando. Faceva un freddo boia e io avevo solo dei jeans strappati da me (eh già, dovevo strapparli da solo con rasoio e forbici), una maglietta a maniche corte, uno stupido giubbino jeans e delle scarpe da ginnastica.
Affrettai il passo e arrivai a casa. Aprii velocemente la porta e...
-Ma guarda chi è tornato! E hai anche saltato la chiesa!- disse Stephen con un tono beffardo nei miei confronti.
Appoggiò la forchetta sul piatto e mi guardò.
Stavano cenando. Amy si girò di scatto e mi guardò mordendosi il labbro inferiore.
-Eh già, sono tornato! Chiedi scusa a Dio da parte mia allora, la prossima volta.- dissi. Quanto ero strafottente!
Mi piaceva stuzzicare Stephen, mi piaceva guardarlo mentre lo prendevo per il culo e si incazzava.
Datemi pure del pazzo, ma rispondergli male era uno dei miei modi per scaricarmi, dopo la musica ovviamente.
Come avevo programmato, il mio patrigno mi guardò malissimo e mia madre e mia sorella tornarono subito a guardare il piatto e a mangiare. Stephen si alzò e mi venne davanti.
Eravamo faccia a faccia.
-Rispondimi così un’ altra volta e te ne faccio pentire...-
Sorrisi -Beh, allora fammi un’ altra domanda, così posso risponderti- Sberla tra tre, due, uno... dolore alla guancia, bruciava.
Caddi a terra per quanta forza aveva messo in quello schiaffo, massaggiandomi il viso.
Mi alzai e andai in camera mia, sbattendo talmente tanto forte la porta che pensai si stesse per staccare, ma non me ne fregava nulla. Più sbattevo forte la porta e più mi rilassavo, ma non l’ avrei mai sbattuta abbastanza...
Lanciai lo zaino chissà dove e mi stesi sul letto.
Ancora sdraiato, aprii il cassetto del comodino e presi il pacchetto di sigarette che tenevo nascosto lì e l’ accendino nero che avevo rubato qualche mese prima insieme a Jeffrey. Mi portai una Lucky Strike alla bocca e la accessi.
Ero a meno di metà sigaretta, quando sentii la porta aprirsi. In meno di un secondo soffiai il fumo, lanciai la sigaretta dietro al letto e la spensi, schiacciandola. La porta si aprì ed entrò in camera mia sorella...
-Cazzo, Amy! Mi hai fatto sprecare una Luckies ancora a metà!- dissi, sbuffando
-Oh, scusa... comunque qui c’ è puzza di fumo mista ad altro... apro la finestra- richiuse la porta e andò ad aprire la finestra.
Sospirai, ancora un po’ arrabbiato per la sigaretta, e mi tirai a sedere.
-Posso chiederti perché sei in camera mia?-
-Beh... volevo stare un po’ con mio fratello!- mi rispose lei sorridendo
-Ah... certo che avresti anche potuto bussare...-
-Scusa...-
-Fa niente... ah! Jeff ti risaluta.-
Mi sorrise, si sedette vicino a me e appoggiò la testa sulla mia spalla. Ero davvero stanco... senza accorgermene mi addormentai. Ci addormentammo.

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


DAL PUNTO DI VISTA DI WILLIAM/AXL

 
Mi svegliai. Amy era sdraiata sulle mie gambe e dormiva profondamente. Con molta attenzione sgusciai fuori dal letto e con altrettanta cautela presi in braccio mia sorella e la portai in camera sua. La poggiai sul suo letto e la coprii, poi tornai in camera mia. Erano le sette. Misi i primi vestiti che mi capitarono sotto mano e uscii dalla finestra cercando di non fare rumore. Saltando fuori mi storsi la caviglia, c’ era un sasso proprio dove ero atterrato...
-Scherziamo? Proprio qui doveva stare questo cazzo di sasso?!- gli diedi un calcio (lo so’, sono molto intelligente, cosa ci posso fare?) ma non lo spostai minimamente, quello stronzo era incastrato nel terreno! Allora gli diedi un calcio ancora più forte... il sasso rotolò poco lontano, io mi fracassai il piede (che ora aveva una storta e qualche osso rotto) e della terra mi andò negli occhi
-Oggi non me ne va’ una giusta...- dissi tra me e me, strofinandomi gli occhi. Decisi di lasciar stare il sasso, piuttosto dovevo cercare Jeff. Pensai che, essendo le sette del mattino, si trovasse a casa sua, perciò cominciai a camminare, con le mani in tasca.
Poco dopo arrivai davanti casa sua. La sua stanza era al secondo piano, dovevo trovare un modo per attirare la sua attenzione... vidi vicino allo steccato che separava le case un cassonetto, lo spostai sotto la finestra di Jeff, ci salii sopra e cercai di arrivare con la mano alla finestra, quindi cominciai a bussare. Qualche secondo dopo la finestra si aprì e Jeffrey si affacciò
-Ma che... Will! Ma cosa fai?-
-Scendi!-
-Mi dai il tempo di vestirmi?-
-Mmh... ok! Ma sbrigati!-
-Sono da te in un attimo- rientrò la testa e io scesi dal cassonetto. Poco dopo sentii la porta aprirsi
-Non avevi detto che dovevi vestirti?- chiesi, guardandolo
-Sì, dovevo solo vestirmi... perché?-
-Quindi non sei in pigiama?-
-Ma quale pigiama!-
-Che ne so’ io... pantaloni blu elettrico e maglietta a righe gialle e nere...-
-Ma smettila! Tu hai la maglietta al contrario!-
-Cosa?- mi guardai. Avevo davvero la maglietta al rovescio! -Aspetta un attimo...- di corsa tolsi la maglietta, la misi al dritto e la rinfilai.
-Dove andiamo?- chiese Jeff. Io gli sorrisi -Fai paura quando sorridi in quel modo... cosa vuoi fare, Will?-
-Lo vedrai eh, eh...-
-Mi chiedo come faccio ad essere tuo amico certe volte-
-Ti rispondo io. Ci sono tanti motivi... ci piace la stessa musica, ci piace fare casino, odiamo la scuola, riusciamo a stare nella stessa stanza senza sentire il bisogno di fare un discorso e cosa più importante sono figo, dove lo trovi uno figo come me?- ridemmo entrambi. Gli feci segno di seguirmi.
-Cosa ci facciamo qui?- chiese lui, notando che mi ero fermato davanti ad un negozio che stavano ristrutturando
-Prendi uno di questi mattoni- dissi indicando la pila che era vicino alla vetrina -e andiamo dietro a quella macchina.- indicai una bmw nera poco lontano -E senza fare domande- aggiunsi. Lui annuì poco convinto. Entrambi prendemmo un mattone e ci nascondemmo dietro alla macchina
-Ora?-
-Ora spacchiamo la vetrina- risposi soddisfatto
-Ma sei scemo? È pieno di gente la dento che sta lavorando!-
-E allora? Hai paura?- punto debole centrato. Jeff odiava quando gli dicevo che aveva paura
-No che non ho paura!-
-Sì invece. Hai paura che ci scoprano e hai paura degli sbirri!- il mio piano era semplice: più era incazzato e più forza avrebbe messo nel lanciare il  mattone
-Fammi il piacere... guarda che lancio che faccio!-
-Così mi piaci! Al mio via... tre, due, uno... via! Lancia!-
I due mattoni rossi superarono l’ auto e arrivarono dritti contro il vetro, che si ruppe in mille pezzi.
-Corri!- gridai io ridendo
Corremmo, corremmo senza voltarci. Sentivamo dietro di noi le urla degli operai. Correvamo troppo veloci. Anche quando fummo fuori portata, continuammo a correre. Quando fummo stanchi morti e con il fiatone ci fermammo
-Wow, che corsa...- disse Jeff. Io annuii. Ci guardammo negli occhi e cominciammo a ridere come due scemi. Ce ne fregava ben poco della gente che passava e che ci guardava male.
Cazzata fatta. Ora potevamo continuare la giornata come se nulla fosse.
Camminammo un po’ per Lafayette, senza una meta precisa. Ad un certo punto incrociammo una bella ragazza che portava a spasso un cane. Quando ci sorpassò, e quindi ci diede le spalle, sia io e che Jeff ci girammo a guardarla
-Wow... hai visto quella che bel c- Jeff non mi fece finire la frase
-Eh già! Proprio un bel cane... era un Rottweiler, sai?-
-Eh già... aspetta, cosa?! No... no, no, no! Tu no! Cane?! Davvero Jeff?! Ti prego, dimmi che scherzi!-
-Ehi, ma che ti prende?-
-Jeff... io stavo per dire che quella aveva un bel culo e tu fai un commento sul cane?!-
-Aaah! Tranquillo, ho visto anche quello...-
-Aah, grazie!-
 

10 anni dopo

-Ehi- saluto Slash e mi siedo sul gradino della scale, vicino a lui. Mi risaluta con un cenno.
Le scale portano alla camera di Izzy.
-Mi sa’ che Iz sta con qualche ragazza...- dice Slash
-Ah, davvero?-
-Sì...-
-Hai sentito qualcosa?-
-Sì...-
Slash è ubriaco. Lo vedo dagli occhi e dalla voce.
-Origliamo!- dico, dando una pacca sulla spalla a Slash e alzandomi.
-Ma...-
-Oh, non dirmi che non l’ hai mai fatto!- lui sorride malizioso.
Vado vicino alla porta della camera e ci poggio l’ orecchio... eh sì, Izzy non è solo
“Ehi, calma... mi stai sbavando tutto il collo... ehi, ehi! No, la lingua in bocca no! L’ igiene!”
Igiene? Ma che...
“Calma! Mi hai graffiato... torno subito, tu resta qui e fai la brava”
Izzy sta uscendo, corro a sedermi vicino a Slash. Dietro di noi si apre la porta e Izzy ci passa accanto
-Ti stai divertendo, eh?- chiedo sorridendo
-Ehm... sì- lui sorride quasi imbarazzato, poi continua a scendere le scale. Mi assicuro che se ne sia andato e mi rialzo. Faccio segno a Slash di seguirmi e lui, a fatica, si alza. Andiamo alla porta e ci poggiamo tutti e due l’ orecchio.
-Dei... guaiti?-
-Sembra di sì...- risponde lui
-Io apro-
Slash annuisce e si allontana di qualche passo. Lentamente apro la porta. Non si vede molto, la luce è spenta e la serranda è abbassata...
-Slash, accendi la luce- dico sottovoce
-Ok... dove cazzo è l’ interruttore?-
-Lascia... faccio io-
Accendo la luce.
-Ma non c’ è nessuno!- esclama Slash
-Ma che diavolo...-
Sento una specie di abbaio. Anche Slash lo ha sentito, entrambi ci giriamo verso la fonte del suono
-Ma vaffanculo!- grido
Di corsa usciamo dalla stanza e andiamo a cercare Izzy
-Izzy!- lo chiama Slash.
Lui si gira e ci guarda -Che c’ è?-
-Non c’ è nessuna ragazza in camera tua!- esclamo io -C’ è un cane! Noi pensavamo che stessi con una ragazza!-
-Cosa ci facevi in camera con un cane?- chiede Slash
Lui scuote la testa e ride -Noi stavamo solo giocando e smettetela di chiamarla così... un cane... si chiama Pearl-
 -E perché è qui?- chiedo io
-Perché questa è casa mia e il mio cane vive con me!- risponde lui
-Ah... vero- dice Slash, passandosi una mano tra i capelli
-Aspettate... stavate origliando?- continua Izzy
-Ehm...- e ora cosa gli dico?

Fine

 

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