Hidden Side

di Clotild3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** La Visita ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** Il disegno ***
Capitolo 5: *** 5 ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


"No, non portatemi via, no! Vi prego!"
Sentivo le mani di quegli uomini sulle mie braccia, tirare, graffiare, spingere.
"No,no!" Urlavo, mi dimenavo, ma niente. Non avevo più fiato. Mi buttarono in quella macchina, mi feci male ma non era nulla in confronto a ciò che mi avrebbero fatto se non fossi subito scappata. Non ero sola.
"Dobbiamo andare via!" sentii gridare
"Lo so! Ma non ho idea di come fare!" Le lacrime scendevano copiose sul mio viso, ma non potevo arrendermi, iniziai a scalciare e gridare
"TIRATEMI FUORI DI QUI!" Non so quanto urlai, ma lo feci fino a rimanere assolutamente senza voce, "AIUTO!"
Mi sveglio ansimante, lo stesso sogno, lo stesso ricordo.
Provo a girarmi, ma a fermarmi ci sono queste maledette catene. Il mio corpo steso sul letto dalle lenzuola bianche, la luce spenta.
"E adesso cosa è successo?" Entra la mia, cosiddetta "infermiera"
"Niente, solo un sogno" cerco di avvicinare le mani alle tempie ma non ci riesco
"Se non è niente allora dormi" mi ordina. Sbatte la porta.
Se non è niente allora dormi, sì, come no, provaci tu a dormire qui dentro! Mi muovo, per quel che posso, nel letto, ma non cambia nulla, sono sempre scomoda. Chiudo gli occhi, devo assolutamente dormire, spero solo di non fare lo stesso incubo.
"Buon giorno!" La mia infermiera irrompe nella stanza spalancando le finestre
"Come stai oggi?" La sua voce è completamente calma, il che non mi fa comprendere se le importi davvero di me.
"Vivian, una risposta sarebbe gradita" dice guardandomi negli occhi
"Ah sì, Alyssa? E dimmi, vuoi una risposta sincera o una che ti permetterà di uscire da questa camera senza problemi?" Chiedo con tono sarcastico. L'infermiera corruccia la fronte e cerca di studiarmi con lo sguardo. Non risponde.
"Sto bene" rispondo alzando gli occhi al cielo,  Alyssa si avvicina a me e, con riluttanza, mi slega dal letto. Mi guarda per poco più di dieci secondi, poi si alza
"Non puoi saltare il pasto anche oggi, dai alzati".
Ci avviamo verso la mensa e passando davanti alle altre camere, riesco a scrutarne l'interno, molte sono vuote, ma in alcune ci sono ancora delle persone, alcune sedate, altre semplicemente ancora legate al letto.
"Vai a sederti, una volta finito torna nella tua stanza, non fare la furba, tra 20 minuti passo a controllare" mi avverte.  Agli ordini stronza.
Prendo la prima cosa che trovo, succo d'arancia, e mi siedo in un posto libero.
"Non so come mi abbiano scoperto" sussurra una voce dietro di me, mi volto
"Sono sempre stato attento, era impossibile che mi scoprissero" continua. Mi avvicino a lui. Si accorge immediatamente di me "Scusa, pensavo ad alta voce" dice scuotendo la testa
"Tu lo sapevi? Insomma che cercavano persone come noi?" Chiedo, guardandolo scioccata 
"Non ne ero certo, ma ne ho avuto la conferma, a mie spese." 
"Sono Ethan" mi allunga la mano affinché io la stringa, lo faccio.
"Non mi dici il tuo nome?" Chiede curioso
"No. Come facevi a saperlo?" Domando decisa.
Ethan fa un piccolo sorrisetto "Perché so come sono fatti, non accettano quelli come noi e mai lo faranno" guarda in basso,  poi torna sul mio viso  "Allora, Ragazza senza nome, da quanto sei qui?"
"Da pochi giorni" dico malinconica
"Come hanno fatto a trovarti? Che hai fatto?" Mi osserva curioso.
Perché vuole saperlo? Cerco di interpretare la sua espressione ma non capisco a cosa stia pensando.
Mi alzo dalla sedia
"Ciao Ethan" mi incammino verso la mia camera ma sento che quel ragazzo mi sta ancora guardando.

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Capitolo 2
*** La Visita ***


Forse voleva solo essere gentile, forse era solo curioso o forse... no! Niente paranoie, sono già rinchiusa qui, nessuno può farmi ancora male. Entro in camera e trovo Alyssa ad aspettarmi "Avevi detto 20 minuti" dico con voce annoiata, buttandomi sul letto "Sì Vivian, infatti sono passati" mi informa. Wow, forse sto perdendo la cognizione del tempo. Alyssa posa le pasticche sul comodino e mi porge una bottiglietta d'acqua, non mi muovo "Devi prendere davanti ai miei occhi, conosci le regole" la voce dell'infermiera si fa dura e così l'accontento. Prendo le mie tre pasticche e le mando giù con l'acqua "Sarebbe più facile se mi dicessi esattamente a cosa servono" puntualizzo "Lo sai, non fare finta che non te ne sia accorta in questi giorni, conosci il loro effetto" afferma Alyssa con aria di sfida "Se lo conoscessi non te lo chiederei, tu che dici?" "Dai Vivian, sei bionda ma non stupida" dice divertita. Odio questa frase. Non capirò mai perché le bionde sono viste come delle stupide, ma lascio correre. Vado alla scrivania e mi metto a scarabocchiare su un pezzo di carta "Tra 1 ora hai la visita, passerò a prenderti io" esce dalla camera. Sono 7 giorni che sono chiusa qui dentro ed è già la seconda volta che mi portano a "fare la visita" , che poi è solo un prelievo del sangue. Continuo a scarabocchiare ma la mia mente torna alla notte di una settimana fa. Non sapevo ciò che stavo facendo, è stato talmente istintivo, ma non volevo fare del male, non lo voglio neppure adesso che mi tengono "prigioniera"; adesso voglio solo andarmene. Ritorno alla realtà e mi accorgo che nonostante fossi assorta nei miei pensieri , la mia mano ha continuato a muoversi e a creare qualcosa... sono simboli, non so di che cosa si tratti, non so come ho fatto a disegnarli. "Vivian andiamo" l'infermiera irrompere nuovamente nella stanza e io nascondo il disegno nelle tasca della mia felpa "Sì, arrivo" Mi alzo dalla sedia e insieme ad Alyssa mi incammino, ma la mia mente rimane a quei simboli, sembravano così familiari, ma allo stesso tempo così estranei, come se l'avessi già visti ma non ne ricordassi l'esistenza. Entro nella stanza del prelievo. "Buon giorno signorina Ross, come sta oggi?" "Bene grazie" rispondo al Dottor Morgan. Fu una delle prime persone che vidi quella notte, mi legò lui per la prima volta al letto. È ovvio che non mi piaccia. Mi siedo sulla poltrona, allungo il braccio e vedo il Dottore avvicinarsi. Non mi sono mai piaciuto gli aghi, anche adesso che ho diciassette anni mi spaventano. Chiudo gli occhi e sento l'ago entrarmi nelle vene "Sei molto calma oggi signorina Ross, come mai?" Domanda senza neanche guardarmi "A cosa servono le pasticche che mi date dopo colazione? A lei sembra logico che prima di un esame del sangue mi facciate mangiare e poi prendere delle pasticche?" Chiedo fissandolo. Compare un sorriso sul suo volto "Vedi, Vivian, quelle pasticche fanno si che ciò che ti rende speciale si plachi, ti facciamo mangiare per non farti morire di fame ma sappiamo entrambi che questa mattina tu non hai toccato cibo, e non hai neanche bevuto quel succo che ti eri presa, quindi tranquilla, le analisi andranno benissimo" toglie l'ago dalla mia pelle "Puoi tornare in camera e, fai un favore ad e entrambi, mangia, non vorrei che morissi di fame solo per fare i capricci" afferma prima di uscire dalla stanza. « Quelle pasticche fanno si che ciò che hai di speciale si plachi.» La frase mi stava ronzando in testa, forse perché non conoscevo bene ciò che mi rendeva speciale.

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Capitolo 3
*** 3 ***


3 "Dove ci state portando?" Chiesi singhiozzante al conducente della macchina
"La prego! La prego, io non ho fatto nulla di male" non riuscivo a smettere di piangere
"Non hai fatto nulla?!" La voce dell'uomo mi fece paura. Era fredda, dura e spaventosa
"Io, io non l'ho fatto di proposito, non volevo fare del male" sussurrai. Sapevo ciò che avevo fatto ma non sapevo come.
"Non volevi fare del male? Ma ti ascolti quando parli? Non hai fatto solo del male, hai ucciso quell'uomo!" L'urlo del mio rapitore mi fece rabbrividire
"No!no,no! Non volevo farlo! Io non so come ho fatto!" La voce era ormai quasi sparita ma tentai in tutti i modi di gridare
"Smettila! Sai come hai fatto, non mentire, è  impossibile che tu non sappia di essere quello che sei!" 
"Cosa sono? Cosa sono ?" Ormai le mie urla erano strazianti
"Tu sei..."
"No!"
  Mi sveglio così, con un grido. Sembra che Alyssa si sia abituata ai mie risvegli, non entra in camera.  Perché questi ricordi così brutti mi perseguitano? Perché successe proprio a me quella notte?

Ero in garage, ero appena tornata da una serata orrenda, il mio ragazzo mi aveva lasciata dopo tre anni di relazione e stavo malissimo. Improvvisamente qualcuno spuntò davanti a me
"Lei è la figlia di Nora Ross?" Furono le parole che l'uomo pronunciò
"Come scusi?" ...

"Buon giorno, Vivian"
l'infermiera entra in camera, sembra che alla fine mi sia addormentata
"Mhhhh"  
"Cos'è questo grugnito? Alzati" seguo il consiglio di Alyssa e mi dirigo in bagno. Dopo una doccia veloce, ci dirigiamo alla mensa ... la stessa cosa ogni giorno: entro in mensa, mi siedo, mangio e torno in camera. Ma oggi
"Ciao, Ragazza Senza Nome"
"Buon giorno Ethan", mi siedo accanto a lui
"Allora che dici? Dormito bene?"
"Insomma, è un po' che  faccio incubi."
"Incubi? Di che genere?"
"Più che altro sono ricordi, ricordi della notte in cui mi hanno presa. Non faccio altro che pensarci,mi domando cosa sarebbe successo se non mi fossi trovata lì"  "  Ero passata dal non voler dire neanche il mio nome a parlare dei miei problemi
"Scusa, non dovrei angosciarti" dico con un falso sorriso
"Cosa ? Ma stai scherzando? Mi piace ascoltarti ,hai una bella voce, e in più anche io ogni notte ripenso a quando mi hanno preso"
"Davvero? "
"Sì, siamo tutti un po' sotto shock, è normale"
Sospiro. Mi rendo conto solo ora che non sa nemmeno il mio nome
"Io, io comunque mi chiamo Vivian" dico un po' imbarazzata. Sorride.
"Vivian, è un bellissimo nome, significa piena di vita .Lo sapevi?"
"No, non lo sapevo. Perché tu sì?" Chiedo incuriosita.
Un velo di tristezza attraversa i suoi occhi
"Mia, mia madre si chiamava Vivian"
"Chiamava? Che è successo?"
"Non mi va di parlarne.." capisco che forse è meglio non approfondire, per ora

"Va bene, da quanto sei qui?"
"Tre settimane, almeno credo, ho smesso di contare i giorni"
"Perché?"
"Perché non serve a nulla, nessuno ci tirerà fuori di qui" dice con tono abbattuto.
"Lo credi davvero? Io non posso, non posso credere che resterò qua tutta la mia vita"  Sento un groppo alla gola, vorrei piangere, ma a cosa servirebbe?  
"Quanti anni hai?" Mi chiede
"Diciassette, tra tre mesi ne farò diciotto; avevo già scelto tutto sai? per la festa: il locale, la torta, il vestito, le scarpe e adesso non ho più nulla." Ethan mi guarda dispiaciuto "Te quanti anni hai?"
" Diciannove, e neanche io posso credere che resterò qui tutta la vita. L'avevo appena cominciata in realtà, la vita. Ho finito la scuola da poco e avrei dovuto fare uno stage in Europa il mese prossimo. Sono un fotografo... Ero un fotografo."
"Davvero che bello!" Mi ha sempre affascinata molto la fotografia. "Parlami delle tue foto"
Continuiamo a parlare per molto tempo, TROPPO tempo.
"Vivian!" La voce di Alyssa risuona nella mensa "Sai da quanto tempo aspetto in quella camera ragazzina? Saresti dovuta essere in camera più di mezz'ora fa!" Urla piena di rabbia. Neanche fossi scappata, sono rimasta in mensa un po' di più.
"Va bene, torno in camera! Datti una calmata Aly" dico con tono sarcastico. L'infermiera mi prende per un braccio e inizia a trascinarmi
"Ciao Ethan!"
"Ciao... Ragazza Senza Nome"
Sorrido.

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Capitolo 4
*** Il disegno ***


"Ragazzina insolente che non sei altro!" Grida Alyssa "Lo sai che se il dottore scopre che sei rimasta fuori tutto questo tempo se la prenderà con me!?" Continua "Alyssa, a me basta che non se la prenda con me. E poi, non sei tu quella che vuole sempre che io esca a mangiare?" Le chiedo sfidandola con gli occhi "Adesso basta, oggi non uscirai da qui neanche per i prossima pasti" grida "Va bene" dico non curandomi della mia punizione. Esce sbattendo la porta. Sono felice di aver parlato con Ethan, forse mi aiuterà a non morire di noia qui dentro. Ancora non riesco a capire la mia presenza qui, certo so di aver fatto ciò che ho fatto, ma in fin dei conti, perché sono qui? Hanno paura che possa fare del male a qualcun'altro? In questo caso vorrebbero solo tenere al sicuro altre persone anche se io non sarei mai capace di fare del male, di nuovo. Oppure vogliono sapere cosa c'è di diverso in me? E una volta scoperto?! Cosa mi faranno? Non servirò più! Che succederà poi? Sono piena di domande e più ci penso più mi rattristo. Improvvisamente ho un flash. Mi alzo e mi avvicino alla scrivania, mi accovaccio e guardo sotto questa. Avevo attaccato il mio "disegno" sotto quest'ultima, pensavo che mettendolo nei cassetti qualcuno l'avrebbe trovato. Guardo il foglio e sono ancora più confusa della prima volta in cui l'ho visto. Che strani simboli, non riesco proprio a capirli. Mi siedo sulla scrivania e ripenso alla notte in cui mi hanno preso, nella speranza che la mia mano torni a muoversi da sola o cose del genere. Niente. Assolutamente niente. Passo diverse ore fissando questo fogli e provando a riprodurlo ma non ci riesco, ogni volta che ci provo è diverso. È così frustrante, vorrei strapparlo, ma qualcosa mi dici di non farlo "Vivian, muoviti è ora di cena" entra Alyssa in camera "Cosa? Avevi detto che oggi non sarei uscita di camera" dico nascondendo velocemente il foglio "Sì, ma il Dottor Morgan ha deciso che saltare il pranzo fosse una punizione sufficiente. Quindi alzati e andiamo" Aggrotto la fronte... quanto tempo ho passato su questo stramaledetto disegno? Più di 4 ore!? Ma non mi è sembrato affatto, no, non è assolutamente possibile "Vivian è l'ultima volta che te lo dico, Alzati!" Torno alla realtà e mi alzo seguendo la mia infermiera nella mensa "Ascoltami bene, se ti dico 20 minuti sono 20 minuti, é chiaro? Non faccio io le regole ma tu le devi seguire ugualmente" "Va bene" alzo gli occhi al cielo. Inizio a camminare e questa volta sono io che cerco Ethan, sta ancora prendendo da mangiare, così ne approfitto anche io, prendo una semplice insalata condita. "Ethan, ciao" mi siedo accanto a lui "Hey! Cia..." si blocca non appena vede il mio piatto "Che c'è?" Chiedo confusa "Senti Vivian, io capisco l'ossessione delle ragazza nel rimanere magre e roba del genere, ma quando è troppo è troppo. Dai! Servono gli hamburger solo una volta a settima e tu che fai? Prendi un insalata?! Dimmi che è solo l'antipasto ti prego" Dice quasi arrabbiato. Scoppio a ridere e timidamente gli rispondo "Sono..." rido ancora più forte, quasi soffoco "Sono vegetariana" ok, non respiro più dalla risate "Stai scherzando" chiede con la facci stupita è comica "No, non sto scherzando" "No, Vivian, io adesso mi alzo a me ne vado, non è possibile dai!" Non ce la faccio più! Mi fa male la pancia! Non smetto più di ridere! Ethan intanto mi guarda e la sua espressione cambia improvvisamente "Che c'è?" Chiedo asciugandomi gli occhi "Sei davvero bella quando ridi. Ti luccicano gli occhi e sembrano ancora più verdi" mi risponde. Non so che dire. Mi sorride notando il mio imbarazzo. Anche lui è molto bello, non avevo notato la sua bellezza in realtà, eppure è davvero affascinante. Fisso i sui occhi, i suoi bellissimi occhi azzurri. Ha i capelli castani e ricci. Le sopracciglia sono folte al punto giusto. Una leggera barba si estende sulla mandibola e... le sue labbra sono davvero mozzafiato. Wow! È davvero il ragazzo perfetto, almeno secondo i miei gusti. "TERRA CHIAMA VIVIAN!" Dice improvvisamente e io smetto immediatamente di fissarlo. Arrossisco. "Scusa, pensavo" dico imbarazzata "Ah si? A cosa pensavi?" Chiede mangiando delle patatine fritte "Ehm... t, ti volevo chiedere una cosa" balbetto "Dimmi" "Tu hai mai visto questi simboli?" Chiedo velocemente tirando fuori dalle tasche il foglio e porgendoglielo "Fai vedere" dice prendendolo. Scruta il foglio e rimane interdetto. "Vivian... chi te l'ha insegnato?" Chiede guardandomi seriamente "Cosa?" Domando Si avvicina ancora di più a me, e questo non mi dispiace, smettila Vivian, ascoltalo e non pensare al suo fascino! "Vivian, sai cosa sono questi?" Sussurra "No, per questo te li ho mostrati" sussurro anche io Mi guarda, indeciso sul parlarmi o meno... alla fine mi dice "Questo, è un incantesimo"

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Capitolo 5
*** 5 ***


"Ho detto, lei è la figlia di Nora Ross?" Chiese nuovamente l'uomo fuori dal mio garage "Sì, era mia madre. Lei chi è?" Domandai indietreggiando "Oh, io? Solo un uomo con un compito..." disse avvicinandosi sempre di più a me "Esca immediatamente o chiamo la polizia!" Lo avvisai sempre più spaventata "La polizia? Oh, non ce ne è bisogno " disse sorridendo, continuai a indietreggiare ma mi ritrovai con le spalle al muro, spalancai gli occhi e lo guardai impaurita. L'uomo si avventò su di me "Aiut..." non riuscii neanche a finire che mi aveva già tappato la bocca con la mano "Zitta ragazzina! Non vorrai mica svegliare i vicini?" Chiese con un sorrisetto ironico sul viso. Gli morsi la mano ma lui mi diede uno schiaffo in pieno volto come ricompensa. Tirai un calcio e lo feci allontanare un minimo , mi alzai ma lo fece anche lui. Avevo il pazzo davanti a me e il muro alla mie spalle. Ero in trappola. L'uomo fece improvvisamente un balzo in avanti, ed io feci la cosa più spontanea che mi venne in mente, misi le mani davanti a me e urlai... Luce. Moltissima luce e calore, e poi il buio. Apro gli occhi, non emetto un fiato. Non mi muovo. L'immagine di quell'uomo è fissa nella mia mente, la paura di aver ucciso qualcuno di amato, con famiglia, amici, con qualcuno che piangerà per la sua morte. Mi sento in colpa, voglio piangere e urlare contemporaneamente, ma a cosa servirebbe? Vorrei dirlo a qualcuno ma ho paura, vorrei liberarmi di questo peso ma non posso. Il sole sta per sorgere e aspettando Alyssa ripenso alla conversazione di ieri con Ethan. Un incantesimo, ho "tracciato" un incantesimo senza nemmeno sapere della sua esistenza, come è possibile? Un brivido mi percorre la schiena, un miscuglio di paura, ansia e curiosità. Il sole è sorto e Alyssa è già passata in camera per portami in mensa. Mi avvio verso il tavolo di Ethan "Ciao" mi siedo "Ciao Vivian... l'hai portato?" Chiede a bassa voce Tiro fuori dalla mia tasca "l'incantesimo" "Vivian, dimmi la verità per favore. Chi ti ha insegnato a tracciare gli incantesimi?" Chiede con una voce più seria che mai "Ethan,te lo giuro, io non sapevo neanche che cosa fosse" rispondo guardandolo negli occhi "È impossibile cazzo! Senza un insegnamento non avresti potuto farlo, io lo so decifrare ma non sarei in grado di tracciarlo." Respiro profondamente "Io non sapevo neanche di essere... di essere, non lo so! Che cosa sono Ethan! Io so solo che una sera un uomo mi è saltato a dosso, ho allungato le mani ed è comparsa una luce!" Dico tutto d'un fiato Ethan mi guarda sorpreso "Non sapevi di essere speciale?" Mi chiede stupito Scuoto la testa "Speciale... che significa realmente?" Lui sorride "La gente ci chiama Maghi e Streghe o cose simili, ma noi siamo semplicemente diversi, speciali... non possiamo essere descritti in poche parole. È genetico, i miei genitori mi hanno aiutato a capire ciò che sono. Anche i tuoi genitori dovevano essere così" afferma guardandomi Gli occhi mi diventano lucidi ma mi costringo a trattenere le lacrime "I mie genitori..." mi fa male la gola Ethan mi guarda "Non ci sono più?" Chiede con cautela. Scuoto la testa. "Mia madre è morta quando avevo due anni, mi ha cresciuta mio padre fino ai dieci anni... è morto anche lui in un incidente stradale. Poi mi ha preso mia zia, la sorella di mia madre, non poteva avere figli e mi ha trattata come se fossi tale." Una lacrima infine cade, Ethan mi accarezza una guancia per asciugarla "Mi dispiace tanto..." sussurra "Non fa niente, è passato tanto tempo" rispondo "Sì, ma la ferita rimarrà per sempre aperta, lo so. Mia madre , Vivian, è morta quattro anni fa, potranno passare altri dieci anni ma non ci sarà giorno in cui non sentirò la sua mancanza" la sua tristezza rispecchia nei miei occhi. Siamo entrambi molto feriti. La prima cosa che mi viene in mente di fare è abbracciarlo, è così faccio. Rimaniamo stretti nell'abbraccio per una decina di secondi, poi ci stacchiamo "Allora Vivian" la sua solita voce vivace torna "Tu quindi non sai nulla sulla nostra... magia" dice tra virgolette alte "Ma se non lo sapevi come hanno fatto a capire che eri speciale? Certo è genetico quindi saranno risaliti a te con un nome o un cognome , ma come hanno avuto la conferma?Hai detto qualcosa su un uomo e poi un fascio di luce... " Mi chiede iniziando a mangiare il suo toast al burro d'arachidi. Non credo di volerglielo dire, almeno non adesso "Basta parlare di me, parliamo di te, cosa hai fatto quando ti hanno preso?" Domando, lui mi guarda un po' storto ma capisce che non voglio parlare di quella notte "Io...beh, io e mio fratello Jake" "Frena, hai un fratello?" Domando scettica "Sì, Jake è mio fratello minore. Anche lui è speciale. Ma non è qui... ci hanno preso entrambi quella notte, stavamo solo giocando con qualche incantesimo quando ci hanno trovato. Mio padre non era in casa, non so neanche se hanno preso anche lui. Ma mio fratello ha solo quindici anni e ho davvero paura per lui" Entrambi ci guardiamo "Dobbiamo andare via di qui"

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