Obikin is love, Obikin is life

di rhys89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Conto alla rovescia ***
Capitolo 2: *** Febbre ***
Capitolo 3: *** Spring the trap ***
Capitolo 4: *** Ritiri spirituali e scoperte sconvolgenti ***
Capitolo 5: *** Vorrei un caffè ***
Capitolo 6: *** Matrix ***



Capitolo 1
*** Conto alla rovescia ***


Angolino dell'autrice

Buonsalve e buona domenica! ^^
Come anticipato, eccomi iniziare ufficialmente la terza raccolta su Star Wars, questa volta tutta a tema Obikin. Saranno tutte storie autoconclusive, alcune molto brevi altre più lunghe. Ci saranno storie di tutti i tipi, dalle AU alle what if alle canoniche, con avvertimenti che passeranno dal diabetico all'angst da "ti prego uccidimi adesso" (ok forse a questo livello no... forse).

Il titolo è estremamente stupido, me ne rendo conto. Probabilmente la citazione è evidente, ma ad ogni modo l'idea è ripresa da un video che era virale anni fa: "Shrek is love, Shrek is life".
Ora, partendo dal presupposto che quel video non mi era piaciuto, aveva però avuto su di me un fascino così morboso che quando l'idea mi ha folgorato ho capito che non poteva essere che quello, il titolo della raccolta. Così, giusto per mettervi a parte dei malefici piani dei cricetini che popolano il mio cervello xD

Come sempre, ogni capitolo sarà introdotto da una scaletta in cui saranno elencate le caratteristiche specifiche di ogni storia e anche tutte quelle note necessarie a capirla meglio.

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Obikin”, settimana 2/52]
[Partecipa alla Challenge delle Parole Quasi Intraducibili, indetta da Soly Dea sul forum di EFP.]
[Partecipa alla Un amore di Challenge, indetta da AleDic sul forum di EFP.]
[Partecipa alla Infinity Prompt Challenge, indetta da HarrietStrimell sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Conto alla rovescia
Prompt: Citazione 13) “Di qualunque cosa siano fatte le nostre anime, la mia e la sua sono fatte della stessa cosa.” - Cime Tempestose – Retrouvailles
Personaggi/pairing: Obi Wan Kenobi, Anakin Skywalker, Anakin/Obi-Wan
POV: Obi Wan
Rating: giallo
Generi: romantico, malinconico, introspettivo
Avvertimenti: slash
Localizzazione: AU
Note: Retrouvailles: il sentimento di gioia che proviamo quando finalmente ritroviamo la persona che amiamo dopo una lunga separazione.
Conteggio parole (word): 933

Conto alla rovescia

 Non appena lo rivedi, il suo sorriso ti lascia senza fiato. Come sempre, del resto.
 «Ciao» ti saluta Anakin, il vento tra i capelli e il chiarore dell’alba ad accarezzargli il viso.
 Un anno è poco più di un battito per chi ha l’eternità di fronte a sé, ma anche questa volta sembrava non finire mai.
 «Ciao» ribatti con altrettanta semplicità.
 Il sorriso di Anakin diventa ancora più luminoso mentre allunga la mano per stringere la tua.
Non ci sono angeli così belli in Paradiso, ti ritrovi a pensare. Non più.
 Ti avvicini a lui fino a catturare quel sorriso con le labbra, ed è come risvegliarsi dopo un lungo, lunghissimo incubo.
 A bacio finito Anakin appoggia la fronte sulla tua, e coi respiri che si mescolano in uno e le dita ancora intrecciate alle tue alza l’altra mano per accarezzarti una guancia con dolcezza infinita. Non ti dice che gli sei mancato, come pure non lo farai tu. Non che non sia vero, ovviamente, ma quando il tempo è così limitato anche quei pochi secondi spesi a sottolineare l’ovvio sarebbero solo un terribile spreco.
Ventiquattro ore insieme contro trecentosessantaquattro giorni di lontananza. E poi dicono che l’inferno è solo per i demoni.
 Anakin ti bacia di nuovo, distogliendoti da quei pensieri. Lo ringrazi con un sorriso e lo conduci per mano fin verso la riva, avviandoti poi con lui in una di quelle lente passeggiate che tanto amavate fare quando sembrava che niente e nessuno avrebbe mai potuto separarvi.
 Quando Anakin si ferma, tirandoti delicatamente il braccio, il sole risplende con forza in mezzo a un cielo completamente azzurro e sgombro da nubi.
 «Facciamo un bagno» ti dice all’improvviso, negli occhi quello scintillio di malizioso divertimento che ti ha sempre deliziato.
Lui solo, in quel posto tanto austero, sapeva veramente godere delle gioie della vita.
 L’abbraccio dell’acqua è fresco e piacevole sulla pelle nuda. Anakin ti precede a largo con poche, rapide bracciate e quando lo raggiungi ride e si dimena cercando invano di liberarsi dalla tua stretta. Ridi anche tu e gli scosti i capelli bagnati dal viso prima di coinvolgerlo in un bacio salato.
Lui solo riesce a trasportarti indietro in un tempo che non c’è mai stato, a quell’età spensierata che conosci solo dai racconti.
 Senti le sue braccia cingerti il collo e restare lì per minuti infiniti, mentre il suo sapore ti inebria i sensi e il lento battito delle tue ali vi mantiene a galla tra le onde. E poi le labbra di Anakin scivolano via dalle tue, scendendo sul mento e sul collo e dietro l’orecchio, dove sa che sei più sensibile.
 «Andiamo a casa?» sussurra suadente.
 Sorridi e lo abbracci ancora più stretto.
 «Andiamo a casa» concordi.
 L’attimo dopo siete già in volo.

Casa è un’isoletta così piccola e sperduta che probabilmente neppure compare sulle mappe. Una manciata di sabbia nell’immensità dell’oceano che ha visto la nascita e la crescita del vostro amore… e quello che sarebbe stato l’inizio della fine.
Da allora vi accoglie ogni anno, in questo stesso giorno, per fingere con voi che nulla sia cambiato.
 Anakin riprende a baciarti mentre siete ancora in aria, il corpo che si modella contro il tuo come se fossero nati per coincidere. Atterri sulla riva mentre lo baci anche tu, lo accarezzi, lo veneri. Lo stringi con forza per poi sfiorarlo con la delicatezza di un sospiro, e quell’unione che vi coinvolge è estasi per il corpo e per l’anima.
Anima. Che parola strana, questa. L’anima è qualcosa di cui tutti conoscono l’importanza, ma in fin dei conti resta un concetto indefinito perfino per gli angeli.
Eppure, di qualunque cosa siano fatte queste anime di cui tutti parlano, sei sempre stato certo che la tua e quella di Anakin fossero fatte della stessa cosa.
 Il sole continua inesorabile il suo cammino fino a lasciare il posto alla luna e voi vi amate, parlate, vi guardate negli occhi e condividete un silenzio più prezioso dell’oro per poi amarvi di nuovo, ancora e ancora, i gesti concitati di chi sa di non avere più molto tempo.
 Infine anche la luna termina il suo compito, e nel cielo le stelle cominciano a spengersi.
 In piedi di fronte a quello spettacolo così bello e così triste, attendete l’inevitabile senza esserne realmente pronti. Come sempre.
 E poi c’è un ultimo bacio, una carezza, uno sguardo. E Anakin non c’è più.
 Sospiri e fissi gli occhi sull’orizzonte senza in realtà vederlo davvero, ammansendo il cuore in tumulto così che l’oscurità che allunga i suoi artigli verso di te non possa avere la meglio.
Così che nessuno possa punirti togliendoti perfino il poco tempo che ti è concesso passare con lui.
 Anakin ha peccato di superbia, si è ribellato ed è stato cacciato dal Paradiso. È caduto giù, fin nei più cupi abissi della disperazione, lontano dalla luce della beatitudine che tu invece hai continuato a onorare perché è così che ti è sempre stato insegnato… è questo quello che sei. Sei saggio, e giusto, e rispettoso di quelle regole che nonostante tutto continui a trovare necessarie.
 Eppure qualche volta – nei tuoi momenti più bui, quando la mancanza di Anakin è un ferro rovente piantato nel petto – ti viene da pensare che forse la dannazione eterna sarebbe stato un prezzo equo da pagare, pur di restare al suo fianco.
 Sospiri e chiudi gli occhi.
Inspira ed espira, Obi Wan. Fatti pervadere dalla luce e scaccia le tenebre. Fallo per lui.
 Quando li riapri, il sole ha già cominciato a illuminare timidamente il mondo.
 Abbozzi un sorriso mesto.
Comincia il conto alla rovescia.



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Capitolo 2
*** Febbre ***


Angolino dell'autrice

Buondì! ^^
Eccomi di nuovo qui con una flash zuccherosissima tutta per voi! <3
Anche qui - anche se probabilmente già lo sapete - vi ricordo che questa raccolta si alternerà all'altra raccolta Obikin che ho in corso (Agape, Philos, Eros), quindi i capitoli saranno pubblicati una domenica sì e una no.
Non c'è altro dire che non sia già riportato in scaletta, quindi vi auguro una buona domenica e vi lascio alla storia.

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Obikin”, settimana 4/52]
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Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Febbre
Prompt: 7- Obi-Wan ha la febbre, un personaggio a vostra scelta si prenderà cura di lui.
Personaggi/pairing: Obi-Wan Kenobi, Anakin Skywalker, Anakin/Obi-Wan
POV: Anakin
Rating: verde
Generi: romantico, fluff, introspettivo
Avvertimenti: slash
Localizzazione: modern!AU
Note: established relationship
Conteggio parole (word): 339

Febbre

 Nonostante tutto, Obi-Wan continua a insistere.
 «Sto bene, Ani. Davvero» sussurra con voce roca, e il fatto che si sia giocato la carta di quel nomignolo che solitamente è riservato alle ore più buie della notte la dice lunga su quanto poco ci creda lui stesso.
 «Certo, come no» ribatte Anakin alzando gli occhi al cielo. «Dopotutto hai solo trentanove di febbre, che sarà mai…»
 «Veramente il termometro diceva trentotto e nove.»
 Anakin lancia un’occhiataccia al suo compagno, solo per arrendersi a un sorriso quando incontra quell’espressione di malizioso divertimento che gli piace così tanto.
Ancora non ci crede che quello è lo stesso serio professore di letteratura che sembrava tanto irraggiungibile solo pochi anni fa…
 «E poi sarei io il ragazzino» borbotta a mezza voce per stuzzicarlo.
 La risatina di Obi-Wan viene bruscamente interrotta da una nuova serie di colpi di tosse e Anakin è subito al suo fianco, a tenergli una mano e sentirsi terribilmente frustrato.
 «Ti preparo un tè?» prova a chiedergli quando è tornato a respirare come si deve, tanto per cercare di rendersi utile in qualche modo. Obi-Wan gli sorride riconoscente, ma scuote la testa.
 «Dopo…»
 «Dopo cosa?»
 Il sorriso di Obi-Wan si fa malizioso, lo tira verso di sé e lo bacia dolcemente sulla fronte.
 «Dopo che ti avrò detto quanto sono fortunato ad averti nella mia vita» mormora accarezzandogli una guancia. «E sappi che l’unico motivo per cui non ti do un bacio come si deve è perché non voglio rischiare di contagiarti.»
 A quelle parole sorride anche Anakin, e anche se è tentato di dirgli che vale la pena correre il rischio si limita a piegare la testa per andare incontro al suo palmo, specchiandosi nei meravigliosi occhi innaturalmente lucidi del suo fidanzato. Sospira e si alza dal letto.
 «Vado a prepararti il tè» annuncia. «E anche qualcosa da mangiare, così prendi pure un’altra pasticca per la febbre che probabilmente sta di nuovo aumentando.»
 Obi-Wan si sistema meglio sui cuscini e abbozza una parodia di saluto militare.
 «Ai suoi ordini, generale!»



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Capitolo 3
*** Spring the trap ***


Angolino dell'autrice

Buongiorno! ^^
Questa cosuccia che vi propongo oggi basa il suo titolo inglese (che in italiano viene tradotto con "far scattare la trappola") dall'iconica scena di inizio Episodio III. Vorrei mettervi il link al video ma non so se si può (se volete cercate su youtube I sense Count Dooku, è il primo risultato, un video di soli 8 secondi), quindi vi trascrivo le battute qui:

Anakin: I sense Count Dooku.
Obi-Wan: I sense a trap.
Anakin: Next move?
Obi-Wan: Spring the trap.

Dal momento che i film li ho visti in lingua originale la traduzione mi risulta meno d'impatto e ho preferito lasciarlo così.

Entusiasmanti retroscena (?) a parte, non ho molto da dire e quel poco che c'è da sapere è già in scaletta, quindi non vi tedio oltre. :P

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Obikin”, settimana 6/52]
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Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Spring the trap
Prompt: Citazione 5) Grazie per essere sempre al mio fianco.
Personaggi/pairing: Obi Wan Kenobi, Anakin Skywalker, Anakin/Obi-Wan
POV: Obi Wan
Rating: verde
Generi: romantico, azione (?), introspettivo
Avvertimenti: slash
Localizzazione: dopo Episodio II senza considerare Episodio III né l’intrallazzo romantico di Anakin con Padmé.
Note: established relationship
Conteggio parole (word): 591

Spring the trap

 La trappola che avevano annusato non appena messo piede su quella luna era più infida del previsto, e farla scattare si è rivelata alla fin fine un’idea davvero poco riuscita.
Beh, prima o poi doveva succedere.
 Obi-Wan salta all’indietro per evitare un colpo di blaster e con la spada laser ne devia altri che puntavano al suo viso mentre con l’altra mano usa la Forza per attaccare. Dall’altra parte della sala Anakin sta facendo lo stesso, e i rottami dei droidi di guardia si accumulano in fretta sul pavimento solo per essere calpestati dai loro stessi simili venuti a sostituirli in battaglia.
 Ci vogliono molti minuti e una buona dose di improvvisazione per riuscire a farsi strada in quel macello e crearsi una via di fuga, ma quando ormai sembra tutto finito…
«Anakin!» urla Obi-Wan mentre il suo apprendista viene assalito da un manipolo di droidi appostati nelle retrovie che iniziano a sparare colpi di blaster all’impazzata.
Troppi, per poterli evitare tutti.
 Lo vede cadere come a rallentatore, una smorfia di dolore che gli deturpa il viso, e il mondo di Obi-Wan precipita nell’abisso del terrore più nero mentre si costringe a eliminare fino all’ultimo ammasso di ferraglia prima di correre da Anakin e prenderlo tra le braccia.
Grazie al cielo è ancora vivo.
 Questa consapevolezza permette al suo cuore di riprendere a battere, ed è con gesti molto più controllati che lo aiuta lentamente a mettersi seduto.
 «Come stai?» gli chiede in un sussurro, verificando velocemente se le ferite gli avrebbero permesso di rimettersi in piedi o se per una volta sarebbe stato lui a doverselo caricare in spalla.
 Anakin gli sorride rassicurante, quasi avesse intuito i suoi pensieri.
 «Sto bene» mormora, stringendogli una mano.
 Sorride anche Obi-Wan, perdendosi a guardarlo negli occhi mentre Anakin inizia a giocherellare con le sue dita. Si rende conto della carezza che gli sta facendo solo quando sente la pelle calda e morbida della sua guancia sotto i polpastrelli, ma ormai è tardi per tirarsi indietro.
Oh, al diavolo!
 Si avvicina ancora e lo bacia dolcemente, concedendosi un piccolo e meritato momento di pace assoluta in mezzo al disastro che li circonda. Quando si separano, il sorriso di Anakin si fa malizioso.
 «Ora sto anche meglio.»
 Obi-Wan resta interdetto un paio di secondi, poi scoppia a ridere.
 «Non puoi averlo detto davvero!» commenta sbalordito.
E poi quello sfrontato ha il coraggio di tacciare lui di avere un “discutibile umorismo”.
 Anakin non cede di un millimetro, il sorriso ancora più ampio sulla sua faccia da schiaffi.
 «Oh, sì, l’ho proprio fatto.»
 Obi-Wan scuote la testa e lo aiuta a rimettersi in piedi – a quanto pare anche stavolta si è risparmiato la fatica di camminare per entrambi – e insieme tornano da dove sono venuti.
 Che sia per caso, per fortuna o perché hanno eliminato tutto ciò che poteva muoversi autonomamente, il cammino di ritorno prosegue senza intoppi fino alla nave, dove Obi-Wan aiuta Anakin a salire e sistemarsi nel posto del co-pilota.
Non prima di avergli fornito una medicazione di emergenza, ignorando i suoi borbottii indispettiti sul fatto che, davvero, sta bene, e poi non è più un bambino e quindi può benissimo aspettare di essere tornato alla base per curarsi qualche graffio.
 «Obi-Wan?» si sente chiamare mentre inizia le procedure per il decollo. Si volta appena con un sopracciglio inarcato e vede Anakin sorridergli con quel sorriso luminoso che lo fa sembrare ancora più bello. «Grazie, per essere sempre al mio fianco.»
 Sorride anche Obi-Wan, prima di tornare a concentrarsi sui comandi.
Grazie a te.



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Capitolo 4
*** Ritiri spirituali e scoperte sconvolgenti ***


Angolino dell'autrice

Salve gente! ^^
Sono mezza malaticcia e di molto irritata perché voi spiegatemi chi mai è così sfigato da prendersi l'influenza ad agosto a parte la sottoscritta... ma lasciamo stare che è meglio <.<

Due paroline su questa storia però le voglio spendere comunque, soprattutto perché è un po' particolare.
Come avrete modo di vedere, infatti, questa storia è divisa in due parti con due POV distinti. È decisamente insolito per me adottare una tecnica del genere, ma in realtà si spiega facilmente: la storia è nata con la prima parte, per la challenge a cui partecipa... solo che mentre la finivo di scrivere mi è venuto in mente anche una specie di sequel e quindi ho dovuto scrivere anche quello. Poi, anziché pubblicarli in due capitoli (che oltretutto avrei dovuto mettere in due raccolte diverse e non mi andava perché si creava confusione), li ho uniti in uno solo e... eccoci qui \^_^/
Io ho adorato scriverla (attualmente è una delle mie preferite), quindi spero tanto che piaccia anche a voi ^///^

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Obikin”, settimana 8/52]
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Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Ritiri spirituali e scoperte sconvolgenti
Prompt: 43- Obi-Wan e Luke o Ben/Kylo dormono per la prima volta assieme. Obi-Wan parla nel sonno, dicendo cose compromettenti. Al risveglio non ricorda nulla e Luke o Ben/Kylo deciderà di metterlo al corrente, o meno. – Friluftsliv
Personaggi/pairing: Luke Skywalker, Obi-Wan Kenobi, Anakin Skywalker, Obi-Wan&Luke, Obi-Wan/Anakin
POV: Luke (prima parte); Obi-Wan (Seconda parte)
Rating: arancione (per la seconda parte)
Generi: romantico, commedia, introspettivo
Avvertimenti: maltrattamenti psicologici del povero Luke nella prima parte.
Localizzazione: modern!AU
Note: Friluftsliv: connettersi con la natura, la sensazione che si prova quando si trascorre del tempo all’aria aperta e si sta in mezzo alla natura. È quel senso di pace e serenità che va in contrasto con la frenesia della quotidianità e che si può vivere facendo sport nella natura, ma anche semplicemente meditando o respirando aria buona, facendosi regalare energia dall’ambiente circostante.
Conteggio parole (word): 888 + 777 (giuro che non era voluto xD)

Ritiri spirituali e scoperte sconvolgenti


Prima parte
POV Luke

 Quando Obi-Wan gli ha proposto un ritiro prima della finale del torneo Luke è stato colto completamente alla sprovvista, ma non per questo si è tirato indietro. Dopotutto adora il suo sensei, – che ormai è anche un amico di famiglia, visto l’ottimo rapporto che ha con suo padre e sua sorella – e poi la prospettiva di saltare la scuola e passare qualche giorno fuori città è sempre benvenuta.
Soprattutto perché Obi-Wan gli ha promesso che la sera comunque dormiranno in un albergo con tutto il necessario, wi-fi compreso.
 E così, invece di perdere tempo a finire il saggio di storia, Luke passa ore e ore immerso nella natura.
 «Non pensare, Luke» gli ricorda la voce pacata di Obi-Wan. «Percepisci l’essenza di ciò che ti circonda e diventa un tutt’uno con essa.»
 E Luke lo fa. Ascolta il vento, annusa l’aria, si lascia pervadere dall’atmosfera di quella foresta che sembra quasi fuori dal mondo fino ad esserne parte integrante.
 Inspira ed espira. Mantiene il controllo e intanto si abbandona ai sensi: il fruscio delle foglie, la rapidità degli scoiattoli, il profumo della terra… tutto è vita, tutto ha una sua energia e tutto convoglia in un’unica spirale che lo trascina via con sé.
 Il volto si distende in un’espressione serena, piena di pace.
Riesce perfino a sentire la carezza dello sguardo del suo sensei, e il suono del suo sorriso.

 Rientrano in camera piuttosto presto, subito dopo una cena inaspettatamente buona al ristorante dell’albergo – o forse era solo che Luke aveva così fame che si sarebbe mangiato anche il cameriere, ma questa è un’altra storia.
 Obi-Wan gli lascia scegliere il letto e poi gli cede il primo turno in bagno mentre esce sul balcone a fare una telefonata; quando rientra, Luke è già con la tuta che usa per pigiama a guardare Netflix da cellulare, ma alza lo sguardo su di lui e sorride di rimando al sorriso affettuoso che trova sul suo viso.
 «Non sei stanco?» gli chiede Obi-Wan. Luke scuote la testa.
 «No, sensei… in effetti mi sento pieno di energie. La meditazione mi fa bene» aggiunge con un sorrisetto che lo fa sbuffare divertito.
 «Tutto suo padre» lo sente borbottare a mezza voce mentre va a prepararsi per la notte.

Finisco questa puntata, poi si dorme, ribadisce Luke a se stesso.
 In effetti non è che sia poi così tardi, – o almeno non per i suoi standard – ma da un lato c’è la stanchezza che inizia a farsi sentire… e dall’altro la prospettiva della sveglia all’alba per continuare con gli esercizi “nelle ore migliori del giorno”.
Era troppo bello per essere vero, doveva aspettarsela una fregatura.
 È nel pieno di una scena particolarmente noiosa quando gli pare di sentire la voce di Obi-Wan. Sussulta e mette subito in pausa, temendo di essere rimproverato perché è ancora sveglio… solo per scoprire invece che il suo sensei sta russando beato. Sogghigna sollevato e fa per premere play quando Obi-Wan parla davvero, dicendo però qualcosa di incomprensibile.
Sta parlando nel sonno, capisce all’improvviso.
 Spinto dalla curiosità, si tende verso di lui più che può senza doversi alzare dal letto e si concentra su quello che sta dicendo.
 «Ani… continua. Ti prego…» mugola Obi-Wan. «Sì, così… così…»
 Luke ci mette forse qualche secondo di troppo a capire che “Ani” sta per Anakin. Suo padre. E che probabilmente Obi-Wan sta sognando…
Oh. Mio. Dio.
 Con le guance così calde che sembrano andare a fuoco, Luke si infila velocemente le cuffie e alza il volume al massimo per essere certo di non sentire più neppure una sillaba.
Già così avrà gli incubi per settimane, meglio evitare ulteriori dettagli.
 Non che la scoperta in sé lo abbia sorpreso, – lui e Leia sospettavano da tempo che Obi-Wan avesse una storia con loro padre e non hanno proprio nulla in contrario, anzi – ma questo… questo è troppo. E mentre si sforza di seguire la puntata che ha ripreso a scorrere sullo schermo, Luke ammette con se stesso che darebbe pressappoco qualunque cosa per tornare a cinque minuti fa e farsi gli affari propri.
Sarebbe stato tutto molto, molto più semplice.

 «Hai davvero una gran brutta cera… a che ore ti sei addormentato stanotte?»
Se Luke avesse abbastanza energia potrebbe perfino trovare divertente l’involontario umorismo di quella domanda.
 «Non lo so» borbotta, stropicciandosi gli occhi. «L’una e mezzo, credo.»
 Obi-Wan scuote la testa ma non infierisce, lasciandogli il tempo di trovare la giusta coordinazione occhio mano necessaria a vestirsi e lavarsi i denti.
 «Ah, Luke?» si sente chiamare mentre si sta sciacquando la bocca. «Per caso stanotte…» Obi-Wan si interrompe, e Luke sgrana gli occhi e quasi si strozza con l’acqua mentre le guance formicolano per la paura che voglia affrontare proprio quell’argomento.
Ti prego no ti prego no ti prego no… riesce solo a pensare.
 «Insomma, ho russato parecchio?» gli chiede infine. «È per questo che non sei riuscito a dormire bene?»
 Luke ringrazia tutti i santi che conosce e si passa un po’ d’acqua fresca sul viso per cercare di riprendersi dallo spavento.
 «No, ecco… cioè, hai russato, ma solo un po’» lo rassicura tornando in camera. Obi-Wan sorride e gli scompiglia affettuosamente i capelli.
 «Quando usciamo ci fermiamo a comprare dei tappi per le orecchie, che ne dici?»
 Un sorriso riconoscente sale spontaneo alle sue labbra.
 «Sì, forse non è una cattiva idea.»



Seconda parte
POV Obi-Wan

 Rientrano in città nel tardo pomeriggio, come previsto.
 «Sei sicuro che sia una buona idea uscire stasera, Luke?» gli chiede mentre finisce di parcheggiare. «Domani è un giorno importante…»
 «Proprio per questo mi farà bene uscire un po’» ribatte subito lui. «Se restassi a casa finirei col pensare solo all’incontro di domani e diventerei agitato e nervoso, invece così arriverò stasera già stanco e tranquillo e pronto per andare a letto e farmi una bella dormita.»
 Obi-Wan non riesce a trattenere un sorrisetto divertito.
 «Oh, ma che allievo accorto e diligente che ho…» lo prende bonariamente in giro. Sorride anche Luke, poi scendono dalla macchina per avviarsi insieme verso il suo palazzo e su per l’unica rampa di scale che li separa dal suo appartamento.
 Anakin viene loro incontro nell’ingresso quando sente aprire la porta, in volto quel sorriso radioso per cui Obi-Wan ha perso la testa.
 «Bentornati. Fatto buon viaggio?»
 «Intendi a parte la velocità da lumaca?» domanda Luke in risposta, e poi padre e figlio si scambiano un sogghigno carico di complicità. Ai suoi danni, ovviamente, ma Obi-Wan non se ne risente.
 «Chi va piano va sano e va lontano» commenta soltanto.
 «Sì, ma arriva tardi» lo punzecchia Anakin, facendo ridere Luke mentre va in camera a cambiarsi.
 Non appena sono soli, Anakin sorride malizioso e si avvicina a lui per un bacio che Obi-Wan non esita a concedergli.
 «Mi sei mancato…» sussurra sulle sue labbra. Obi-Wan sorride e lo stringe forte a sé.
 «Sono stato via solo tre giorni.»
 «Sembravano molti di più… io non ti sono mancato?» gli chiede mettendo il broncio.
 Obi-Wan sbuffa un sorriso – vorrebbe prenderlo in giro quando si comporta da bambino, ma la verità è che lo trova adorabile, e Anakin lo sa – e gli bacia la punta del naso.
 «Certo che mi sei mancato…»
 Si concedono soltanto un altro bacio leggero, poi si costringono a separarsi. Appena in tempo, tra l’altro, perché pochi istanti dopo Luke ritorna già vestito di tutto punto.
Come mai non riesce ad avere questa velocità quando si prepara la mattina rimane un mistero, per Obi-Wan.
 «Allora io vado. Mi vedo anche con Leia, quindi dopo ci riporta Han.»
 «Va bene, divertiti» gli dice Anakin.
 «E non fare tardi» si raccomanda Obi-Wan. Luke annuisce, saluta entrambi e se ne va.
 Non appena la porta si chiude alle sue spalle Obi-Wan si ritrova contro il muro, con Anakin premuto addosso. Sorride sulle sue labbra e ricambia il bacio con fervore, le mani che vagano sulla sua schiena indecise se accarezzarlo o graffiarlo o togliergli quella dannata maglietta una volta per tutte per poterlo sentire davvero.
 Sceglie la terza opzione.
 Procedono a tentoni verso la camera da letto, lasciandosi dietro una scia di vestiti che dovranno ricordarsi di raccogliere prima del ritorno dei ragazzi, o sarà piuttosto imbarazzante spiegarne il motivo. Poi Anakin lo spinge a sedersi sul letto e si inginocchia di fronte a lui sorridendo malizioso, e Obi-Wan smette di pensare.
O almeno ci prova.
 «Allora, com’è andato il ritiro?» gli domanda, soffiando le parole sulla pelle sensibile del pube.
 «Bene…» esala Obi-Wan. «È andato tutto bene.»
 «Luke è stato bravo?» continua imperterrito Anakin – adesso è passato ad accarezzare tutta la sua lunghezza in punta di dita.
 «Sì, lui…» si interrompe con un sospiro. «Ti dispiacerebbe non parlare di tuo figlio mentre stai facendo… questo
 Anakin sogghigna.
 «Perché, ti mette a disagio?»
 «Abbastanza, sì.»
 «Allora tappami la bocca» mormora suadente, su quella faccia da schiaffi un sorriso impertinente che glielo fa diventare ancora più duro.
Mai ordine fu eseguito con più entusiasmo.

 «Sei ancora deciso a dire ai ragazzi di noi, dopo il torneo?»
 Sono sdraiati vicini sul letto – nudi, sudati e soddisfatti – e adesso, per Obi-Wan, è il momento di parlare. Anakin apre pigramente gli occhi per lanciargli un’occhiata in tralice.
 «Sì, direi di sì» gli risponde tranquillamente. «Insomma, ormai sono quasi tre mesi che stiamo insieme… credo che il periodo di rodaggio sia finito, tu no?» Obi-Wan sorride, ma non fa in tempo a replicare che Anakin continua. «E comunque secondo me loro già sospettano qualcosa.»
Ecco, questa è una cosa che non voleva sentire.
 «Tu dici?» gli chiede, la voce che suo malgrado tradisce una sincera preoccupazione. Anakin sorride dolcemente e gli accarezza una guancia.
 «Obi… i ragazzi ti adorano» sussurra mentre lui va incontro alla sua mano, ricercandone il calore. «E Luke praticamente ti vede già come un padre.» Quella frase lo fa sorridere intenerito e Anakin gli sorride di rimando, sporgendosi a dargli un bacio a fior di labbra. «Andrà tutto bene» mormora in un soffio, la fronte appoggiata contro la sua.
 E Obi-Wan gli crede, gli crede davvero.



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Capitolo 5
*** Vorrei un caffè ***


Angolino dell'autrice

Buondì! ^^
La storia di oggi è più un pre-slash che una Obikin vera e propria, e Anakin in effetti compare di persona solo per poco... ma spero che vi piaccia lo stesso ^^"

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Obikin”, settimana 10/52]
[Partecipa alla Challenge delle Parole Quasi Intraducibili, indetta da Soly Dea sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Vorrei un caffè
Prompt: Tretar
Personaggi/pairing: : Anakin Skywalker, Obi-Wan Kenobi, Rey, Obi-Wan&Rey, Anakin/Obi-Wan
POV: Obi-Wan
Rating: verde
Generi: romantico, commedia, introspettivo
Avvertimenti: //
Localizzazione: modern!AU
Note: - Tretar: riempire per tre volte la tazza di caffè.
- In questa storia Rey ha la stessa età di Anakin.
Conteggio parole (word): 784

Vorrei un caffè

 «Davvero non capisco perché ti ostini a negarlo.»
 Obi-Wan alza gli occhi al cielo, e mentre riempie la prima tazza di caffè del pomeriggio e se la scola quasi tutto d’un fiato maledice mentalmente il giorno in cui ha detto alla sua assistente che “non è necessario essere così formali, puoi darmi del tu” – cosa che Rey evidentemente ha interpretato come “non importa se di fatto sono il tuo capo, parlami pure come ti pare e impicciati tranquillamente degli affari miei”.
 «Non sto negando niente, Rey» risponde dopo aver mandato giù l’ultimo sorso. «Dico solo che non è opportuno continuare a parlarne.»
 «Questo è vero» ammette lei, e Obi-Wan la guarda stupito. «Dovresti deciderti ad agire, anziché perderti in chiacchiere.»
Ecco, ora la riconosce.
 Senza prendersi il disturbo di rispondere, Obi-Wan si versa una seconda tazza di caffè e comincia a riordinare i fogli sulla sua scrivania.
 «È perché sei fuori allenamento? È questo che ti preoccupa?»
Che cosa ha mai fatto di male per meritarsi questo?
 «Che tu ci creda o no» ribatte con tutta calma «io non sono fuori allenamento. Ho avuto delle storie nella mia vita privata… e “privata” gradirei che rimanesse, se non ti dispiace.»
 «E se invece mi dispiacesse?»
 «Rey, adesso stai-»
 «Tu sei pazzo di lui, Obi-Wan» lo interrompe, ma lo fa con tanta dolcezza nello sguardo che Obi-Wan non riesce ad arrabbiarsi – non che questa sia una novità, in effetti. «E Anakin è pazzo di te, e tu lo sai. Diamine, l’hai visto come ti guarda? Sembra che non chieda niente di meglio che esaudire ogni tuo desiderio!»
 Obi-Wan abbassa lo sguardo sulla tazza già bevuta per metà: al contrario di tanti altri, lui ha sempre trovato il caffè una bevanda rilassante… ma forse oggi preferirebbe invece che lo tirasse un po’ su.
 «Obi-Wan?» Si sente chiamare.
 «Ti prego di smetterla, Rey» le chiede con tono incolore. «Non voglio più parlarne» aggiunge in un sussurro, mandando giù tutte le rimostranze che vorrebbe fare – cose già dette e ridette, che Rey dovrebbe ormai conoscere a memoria – insieme al resto del caffè.
 Nel pesante silenzio che segue, Obi-Wan prende la cartella con i compiti da correggere, sfila il primo e inizia a leggerlo… o almeno ci prova. Intanto, però, con la coda dell’occhio segue i movimenti di Rey che si avvicina fino a sedersi sulla sua scrivania, prende la sua tazza e la riempie per la terza volta prima di porgergliela. Obi-Wan si arrende, la afferra con un sospiro e alza di nuovo lo sguardo fino a incrociare quello di Rey.
 «Devi smetterla di farti problemi che non esistono» gli dice sorridendo dolcemente. «Non puoi rinunciare a quello che potrebbe essere l’uomo giusto per te solo per qualche anno di differenza…»
 «Sedici anni non sono proprio “qualche anno”» borbotta contrariato, sorseggiando quel nettare scuro giusto per non dover dare altre spiegazioni. Tuttavia – vuoi perché è stanco, vuoi perché Rey è dannatamente insistente, vuoi perché diamine se lo vuole davvero – una piccola parte di lui comincia suo malgrado a pensare che forse, tutto sommato, la sua irritante assistente potrebbe avere ragione. Perché Anakin è veramente straordinario, e nonostante abbia solo ventiquattro anni è già molto maturo… ma non troppo, perché Obi-Wan sa che gli piace anche divertirsi – proprio come piace a lui.
 E poi è bello, è intelligente, è pieno di interessi che spesso coincidono con i suoi e che anche quando sono completamente diversi lo riescono ad affascinare, e ha quel modo di sorridere quando lo guarda che ad Obi-Wan sembra sempre che il mondo intero si riduca soltanto a loro due…
 «È permesso?»
 Obi-Wan sgrana gli occhi.
Dio, ditemi che non è vero.
 Come se fosse uscito dai suoi stessi pensieri, Anakin Skywalker si affaccia nella stanza con un sorriso luminoso tutto per lui. Gli sorride di rimando nonostante la sorpresa, il cuore che comincia a palpitare in maniera decisamente imbarazzante eppure dannatamente piacevole…
 «Anakin!» lo saluta Rey con entusiasmo, interrompendo l’idillio.
Troppo entusiasmo, secondo Obi-Wan, ma non fa in tempo a dire nulla che lei continua.
 «Arrivi a proposito… ti dispiacerebbe sostituirmi per un po’? Obi-Wan ha bisogno di aiuto per una ricerca ma io volevo andare al bar a prendermi un caffè, visto che qui è finito» gli spiega, mostrando la caraffa vuota che tiene ancora in mano. «È un bar molto, molto lontano da qui. In effetti» aggiunge, lanciando un’occhiata in tralice a Obi-Wan prima di rivolgersi nuovamente ad Anakin «è così lontano che dopo mi conviene andare direttamente a casa… se a te non dispiace, ovviamente.»
 Il sorriso di Anakin torna a splendere più che mai, tingendosi – o così sembra a Obi-Wan – di una leggera nota di malizia.
 «Nessun problema, tranquilla. Goditi il caffè.»



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Capitolo 6
*** Matrix ***


Angolino dell'autrice

Salve gente! ^^
Oggi finalmente pubblico una storia che mi sta tanto a cuore: è basata su un'idea che ho da anni, dico sul serio, ma che per un motivo o per un altro non ero mai riuscita a sviluppare con nessuna delle coppie con cui sono entrata in fissa nel corso del tempo... fino ad ora.
Si tratta di una storia piuttosto lunga e anche piuttosto strana, lo ammetto, ma nonostante questo spero davvero che vi piaccia ^^

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Obikin”, settimana 12/52]
[Partecipa alla Challenge delle Parole Quasi Intraducibili, indetta da Soly Dea sul forum di EFP.]
[Partecipa alla Un amore di Challenge, indetta da AleDic sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Matrix
Prompt: Citazione 20) “Sono qui se hai bisogno di me.” – Won
Personaggi/pairing:: Anakin Skywalker, Obi-Wan Kenobi, Rey, Obi-Wan&Rey, Anakin/Obi-Wan
POV: Obi-Wan
Rating: giallo
Generi: romantico, malinconico, introspettivo
Avvertimenti: //
Localizzazione: indefinita
Note: - Won: la difficoltà di una persona nel rinunciare a un’illusione per guardare in faccia la realtà.
Conteggio parole (word): 2273

Matrix

 Non riesce a credere di essersi fatto catturare così. In sua difesa, quella manovra estremamente stupida e rischiosa che l’ha portato dritto dritto in trappola era indispensabile per poter raggiungere il trasmettitore e avere una minima possibilità di mandare un SOS ad Anakin – e quindi uscirne vivo.
Spera solo di aver tenuto attiva la comunicazione abbastanza a lungo perché il messaggio arrivasse a destinazione.
 Il suo attuale aguzzino non parla una sola parola di Basic Galattico, e la testa gli gira troppo per decifrare con quale lingua poter comunicare con lui.
Poco male, probabilmente non servirebbe comunque a nulla.
 Inspira a fondo e cerca di concentrarsi per richiamare la Forza. Non ci riesce.
 «Inutile, Jedi» gracchia una voce nuova.
 Obi-Wan riapre faticosamente gli occhi, e attraverso la nebbia riesce a distinguere una seconda figura che gravita attorno alla sedia a cui è incatenato mentre finisce di collegare una preoccupante quantità di cavi al casco sulla sua testa.
 «Tu parla» continua a borbottare, annuendo tra sé. «Tu no resiste… nessuno può. Neanche Jedi. Tu dice noi tutto.»
 Per concludere in bellezza, il suo nuovo amico prende qualcosa che somiglia terribilmente a una siringa da un ripiano che non riesce a vedere. Mentre l’ago si avvicina al suo braccio Obi-Wan si divincola e prova con tutto se stesso a richiamare anche soltanto una scintilla di Forza per riuscire ad avere più tempo, per poter trovare una soluzione, per cercare…

 Si risveglia di soprassalto in una stanza buia che non riconosce, ma quando prova a muoversi nota con sollievo di non essere più legato né alla sedia né a quello strano casco. L’istante dopo, tuttavia, i sensi tornano in allerta avvertendo qualcun altro nella stanza insieme a lui… anzi, nel letto insieme a lui.
Ma che diamine…?
 «Obi-Wan?» mormora la voce assonnata di Anakin e Obi-Wan si concede un sospiro di sollievo, rilassandosi immediatamente. Il suo apprendista accende una piccola luce sul comodino e poi si volta verso di lui, stropicciandosi gli occhi. «Ehi… tutto ok?» gli chiede preoccupato non appena riesce a metterlo a fuoco.
Deve avere un aspetto orribile, a giudicare dalla sua espressione.
 Obi-Wan abbozza un sorriso rassicurante e fa cenno di sì, perché anche se non ricorda cos’è successo è evidente che il suo piano disperato alla fine ha dato i suoi frutti, e Anakin è riuscito a salvarlo ancora una volta e portarlo al sicuro.
Non gli è del tutto chiaro perché dorma nel suo stesso letto, ma forse voleva solo stargli vicino finché non fosse stato certo che stesse bene… dopotutto doveva essere in condizioni a dir poco infelici quando lo ha recuperato.
 Anakin però non ha mai smesso di guardarlo col naso leggermente arricciato e quel cipiglio serioso che mette su fin da bambino quando qualcosa non gli torna, strappando a Obi-Wan un sorriso divertito. Sorride anche Anakin e fa per dire qualcosa, ma viene interrotto da un rumore decisamente inaspettato.
Il pianto di un neonato.
 Mentre cerca di capire perché mai dovrebbe esserci un neonato nel loro appartamento sente Anakin sospirare.
 «Tocca a te» gli dice, indicando col capo la porta. Obi-Wan lo guarda senza capire e lui sbuffa un sorriso. «Va bene, vado io… ma quando torno mi racconti cos’hai sognato che ti ha sconvolto così.»
 Lo segue in silenzio con lo sguardo finché non esce dalla stanza, con la sgradevole sensazione di essersi perso qualche passaggio fondamentale. Corruccia la fronte e sforza il più possibile la memoria, ma quando Anakin ritorna non ha fatto alcun progresso: ancora non ha idea del perché mai sia stato affidato loro un bambino, soprattutto uno così piccolo.
 Eppure, nel vedere quel fagottino rosa tra le braccia di Anakin, Obi-Wan sorride e allunga le proprie con una naturalezza che non credeva di possedere. Sorride anche Anakin.
 «Vai da papà Obi?» le sussurra all’orecchio, e lei si sporge subito verso il letto.
 Ridacchiano entrambi mentre Obi-Wan l’afferra quasi al volo, ed è solo quando Anakin sparisce di nuovo per andare a prepararle il latte che Obi-Wan comprende davvero quello che ha appena sentito.
Papà Obi?
 Il sorriso gli si congela in volto, mentre il sospetto che ci sia qualcosa di decisamente sbagliato in tutto quello comincia a rosicchiargli il bordo della coscienza.
Che qualcuno gli abbia…
 Non fa in tempo a finire il pensiero che la bambina – tra l’altro come diamine fa a sapere che è una femmina? – gli tira la barba per attirare la sua attenzione. Abbassa gli occhi fino a incrociare i suoi e li vede vispi e intelligenti e fieri di averlo di nuovo tutto per sé. E sorride.
 «Pestifera come tuo padre» borbotta, facendole il solletico – la sua risata cristallina è musica per le orecchie e balsamo per l’anima.
 «Ehi, e io che c’entro adesso?»
 Alza la testa in tempo per vedere Anakin avvicinarsi a loro con un biberon e un bavaglino.
 «Tua figlia mi ha appena tirato la barba» gli spiega – e quella risposta da dove gli è uscita?
 Anakin unisce la sua risata a quella di Rey, prima di allungarsi a riprenderla in braccio.
 «Non dovresti fare i dispetti a papà» le dice. «Quello è compito mio» aggiunge sogghignando, guardando Obi-Wan di traverso. Lui sbuffa e alza gli occhi al cielo, ma intanto si tira indietro nel letto per permettere ad Anakin di sedersi a gambe incrociate di fronte a lui e appoggiare la schiena contro il suo torace.
 E mentre Anakin sistema Rey più comodamente e comincia a darle il latte, finalmente Obi-Wan capisce che tutto questo non è nient’altro che un sogno. Non c’è altra spiegazione. Questo è sicuramente il più assurdo e realistico – e meraviglioso – sogno che abbia mai fatto, e allora mette a tacere quel fastidioso campanello d’allarme che continua a risuonargli in testa e, semplicemente, spenge il cervello.
Dopotutto nessun sogno dura per sempre, quindi è meglio goderselo finché può.
 Esita solo un istante ancora, poi circonda la vita di Anakin con le braccia e appoggia il mento sulla sua spalla. Con la coda dell’occhio lo vede sorridere, mentre entrambi guardano quella minuscola e perfetta creaturina bere avidamente dal biberon.
 Prima ancora di finire il latte, Rey chiude gli occhi e si addormenta. Anakin sorride intenerito e le scosta piano un ciuffo moro dalla fronte, poggiando la bottiglia vuota e il bavaglino sul letto accanto a sé. Quando poi volta la testa verso di lui, Obi-Wan si ritrova a specchiarsi in quegli occhi così particolari che da anni non vedeva tanto da vicino. Socchiude i propri mentre Anakin si avvicina ancora fino a sfiorare il naso col suo, per chiuderli del tutto non appena le loro labbra coincidono in un bacio morbido che sa di casa.
 Quando si separano Anakin sorride di nuovo, e Obi-Wan con lui.
 «Ti va di parlarmi di quello che hai sognato?» sussurra.
 Obi-Wan ci mette un po’ a capire a cosa si riferisca, poi scuote piano la testa.
 «Non me lo ricordo nemmeno» mente.
 «Bugiardo» lo scopre subito Anakin, e Obi-Wan abbozza un sorriso colpevole – anche nei suoi sogni Anakin lo conosce come le proprie tasche. «Ma va bene… ricordati solo che sono qui, se hai bisogno di me.»
 Il cuore gli si stringe in petto e di riflesso stringe ancora più forte tra le braccia quell’utopistica replica dell’uomo che ama.
 «Lo so» sussurra contro il suo collo. Anakin gli accarezza i capelli e non ribatte, lasciandosi coccolare in silenzio fino a che non è lo stesso Obi-Wan ad allentare la presa.
 «Ti senti meglio?»
 La voce di Anakin è piena dello stesso amore che Obi-Wan legge sul suo viso quando lo trova davanti dal proprio. Soffia un “sì” sulle sue labbra e poi le bacia, affamato di lui e di quell’illusione che potrebbe sgretolarsi da un momento all’altro. Anakin risponde al bacio con la stessa urgenza, voltandosi nel suo abbraccio per salirgli sopra a cavalcioni.
 «Rey?» domanda Obi-Wan confuso.
 «Nel suo lettino che dorme.» L’immediata risposta. E non c’è tempo per la logica, non c’è la voglia di capire, c’è solo Anakin e il suo calore e il suo sapore e la sua stessa essenza che gli scivola sottopelle ad ogni bacio e gemito e carezza data o ricevuta.
 «Obi… facciamo un altro figlio?» sussurra malizioso sulle sue labbra.
 Obi-Wan lo guarda completamente ammaliato, e annuisce. Fa l’amore con lui, e Anakin è l’incarnazione di ogni singola fantasia proibita gli abbia accarezzato la mente negli ultimi anni. È sensuale, è dolce, è passionale.
È bisognoso di lui almeno quanto Obi-Wan lo è del vero Anakin.
 Ma all’improvviso c’è qualcosa che non va. Qualcosa che è legato al martellare sempre più insistente alle tempie e a quel ronzio che ha iniziato a sovrastare tutto il resto, e le immagini diventano come sfocate e la voce di Anakin va e viene e – ti prego no, non voglio svegliarmi! – la carezza dei suoi baci si fa più lieve di un sospiro fino a divenire solo ricordo.

 Quando si risveglia davvero è nell’infermeria del Tempio.
Da solo.
 Il droide medico che lo sorveglia si attiva subito per controllargli i parametri vitali e con la coda dell’occhio ne vede un altro uscire dalla stanza, probabilmente per andare a comunicare le novità a chi di dovere.
 Chiude gli occhi e si aggrappa come un naufrago agli ultimi strascichi del suo sogno – o quel che era.
La risata di Rey, le carezze di Anakin, il calore che sentiva nel cuore nello stringerli entrambi tra le braccia…
 La porta si apre con un fruscio riportandolo bruscamente al presente.
 «Sono lieto di vedere che stai bene, Obi-Wan» lo saluta maestro Windu con un sorriso. «Ci hai messo un bel po’ a risvegliarti.»
 Obi-Wan si sforza di sorridergli in risposta.
 «Lo confesso, ero piuttosto stanco.»
 Lo vede annuire comprensivo.
 «Sì, lo immagino… quello che ti hanno dato non era proprio estratto di bacta.»
No, decisamente no.
 «L’avete analizzato?»
 «Sì, ma erano già passate alcune ore dalla somministrazione quando l’abbiamo estratto dal tuo sangue e la sua composizione non è del tutto chiara. Sembra un misto di veleno e quello che riteniamo essere un allucinogeno… è così?»
 Il suo cuore sussulta traditore, svelando un tumulto interiore che tuttavia non traspare dal suo viso impassibile.
 «Sì, è così» risponde con semplicità.
 Windu lo studia qualche secondo – anche la Forza deve aver sussultato con lui – prima di fare un’altra domanda.
 «E queste allucinazioni avevano natura piacevole o spiacevole?»
Il fantasma delle labbra di Anakin è di nuovo sulle sue, l’eco dei suoi gemiti gli risuona fin dentro le ossa.
 «Piacevole.»
 Windu annuisce quasi tra sé e non indaga oltre.
 «Probabilmente serviva a indebolire la tua mente per poter estrarne informazioni senza che opponesse resistenza… anche se non abbiamo ancora capito qual era il loro obiettivo, né se ne avessero uno in particolare. Ad ogni modo-»
 Si interrompe all’improvviso quando la porta si apre e si voltano entrambi al chiassoso ingresso del nuovo arrivato. E all’improvviso Anakin – quello vero – è al suo fianco, sporco, scarmigliato e con un sorriso luminoso tutto per lui. Gli sorride anche Obi-Wan, e per un singolo ed effimero istante il sogno coincide con la realtà mentre il mondo intero si riduce soltanto a loro due.
 «Stavolta mi hai fatto preoccupare, maestro» gli dice Anakin con un ghigno scanzonato.
La sua immagine si sovrappone per un attimo a quella del giovane uomo che nella sua mente ha tenuto stretto tra le braccia, ma Obi-Wan si affretta a tornare al presente.
 «Preoccupare tutti ci hai fatto, Obi-Wan.»
 La piccola e imponente figura di maestro Yoda compare alle spalle di Anakin.
 «Felici di vederti in salute, noi siamo.»
 Obi-Wan sorride anche a lui, e insieme a Windu riprendono la discussione su quali mai potessero essere gli obiettivi di coloro che lo hanno catturato e torturato – e soprattutto cosa poter fare a riguardo.
Anakin non partecipa ma neppure se ne va, rimanendo in silenzio al suo fianco con la sua presenza calda e rassicurante.

 «È vero che quella roba che ti hanno dato provocava allucinazioni?»
 Yoda e Windu sono appena andati via, ma Anakin continua a rimanere con lui anche mentre finisce di rivestirsi per poter uscire a sua volta – il concetto di privacy non esiste tra di loro… non secondo lui, almeno.
 E se da un lato questo suo attaccamento lo rende sinceramente felice, dall’altro è dannatamente frustrante come, di tutte le cose concrete e importanti di cui hanno parlato nell’ultima mezz’ora, sia proprio quella ad aver colpito Anakin.
Mai una volta che quel ragazzo gli renda la vita più semplice.
 «Sì, è vero» conferma con un sospiro.
 «E cos’hai visto?»
 Obi-Wan si blocca con la cintura legata solo per metà.
Ho visto te. Ho visto nostra figlia. Ho visto la vita felice che non avremo mai.
 Si riscuote da quei pensieri e finisce il nodo come se nulla fosse.
 «Non ricordo» risponde con noncuranza.
 Anakin lo guarda attentamente solo un secondo.
 «Non è vero» ribatte sicuro. «Perché non vuoi dirmelo?»
«Bugiardo» sussurra l’eco di un discorso che non è mai avvenuto. «Ma va bene… ricordati solo che sono qui, se hai bisogno di me.»
 Obi-Wan sospira ancora e distoglie gli occhi dai suoi per paura di ciò che Anakin potrebbe leggerci.
 «Perché non era reale» ribatte bruscamente. «E non ha senso perdere tempo a parlare di qualcosa che non esiste.»
Il momento dopo già se ne pente.
 Si volta di nuovo verso Anakin e il suo sguardo ferito e gli sorride in segno di scuse, allungando la mano per stringergli piano una spalla – l’unico gesto di affetto che ormai si concede, con lui.
 «Coraggio, usciamo da qui… ho bisogno di un drink.»
Un bisogno disperato, direi.
 Anakin gli sorride in risposta, sollevato.
 «Ok, però guido io.»



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