King of the Forest

di JennyPotter99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Halfblood. ***
Capitolo 2: *** A new start. ***
Capitolo 3: *** Welcome to Beacon Hills. ***
Capitolo 4: *** You could rob a bank. ***
Capitolo 5: *** That’s the last time. ***
Capitolo 6: *** Twins. ***
Capitolo 7: *** That blind guy, not really blind. ***
Capitolo 8: *** Fusion. ***
Capitolo 9: *** Killing the Alpha. ***
Capitolo 10: *** The deep bond. ***
Capitolo 11: *** That mysterious guy. ***
Capitolo 12: *** You are part of me. ***
Capitolo 13: *** The survivor 2.0 ***
Capitolo 14: *** The doctors. ***
Capitolo 15: *** Lose. ***
Capitolo 16: *** The first sacrifice. ***
Capitolo 17: *** Druids. ***
Capitolo 18: *** The girl who know too much. ***
Capitolo 19: *** We have always a choice. ***
Capitolo 20: *** Like a scar. ***
Capitolo 21: *** One last sacrifice. ***
Capitolo 22: *** I’m not alone. ***
Capitolo 23: *** The original Alpha. ***



Capitolo 1
*** Halfblood. ***


Peter uscì dalle tegole del pavimento con i vestiti impolverati e, con nonchalance, si pulì.
Aveva i capelli più corti di prima, la pelle quasi abbronzata e un pizzetto ordinato.
-Come diamine hai fatto?- gli domandò Wendy, rimanendo davanti alla bambina per proteggerla.
-Oh beh, in realtà, io e questa bellissima signorina ci vediamo già da un po', a cominciare dal giorno del tuo compleanno.- rispose Peter.
Wendy ripensò a tutte le stranezze che erano successe.
-Credevo che fosse stato Jackson a mettere lo strozzalupo nel poach.- intervenne Derek, rialzandosi a fatica.
-Io non ho bevuto poanch.- puntualizzò Wendy.
-Ma il frullato sì.- mormorò Lydia, abbassando lo sguardo.
-Allora sei stata tu!- esclamò la ragazza.
-Mi dispiace…-
-Non incolpate Lydia, è stata colpa mia, credo di essermi un po' infiltrato nella sua testa senza permesso e ho visto tante cose interessanti.- commentò Peter, chinando la testa verso la culla.
-Dammi un motivo per la quale io non dovrei ucciderti di nuovo.- ringhiò Wendy, aizzando gli artigli.
Peter le sorrise.- Perché io so qualcosa sulla bambina che tu non sai.- le disse, per poi spaccare una tegola delle vecchie scale e tirando fuori una scatola.
-E’ un libro?- chiese Derek.
-No, un portatile, per chi mi hai preso?- ribatté lo zio.- Gli Argent non sono gli unici a documentare le cose che vedono.- spiegò, agitandolo verso la neo mamma.- Allora, vuoi saperlo o no?-
Wendy sospirò e ritirò le unghie, portandolo con se al loft.
Quando Stiles vide entrare Peter, aggrottò le sopracciglia.- E questo che significa?-
-Chi è?- chiese Isaac.
-Lo zio di Derek: un pazzo psicopatico che ha cercato di ucciderci, ma noi gli abbiamo dato fuoco e Derek gli ha tagliato la gola.-
Peter sorrise e lo salutò con la mano.- Ciao.-
-Buono a sapersi.- commentò l’altro.
-E’ una lunga storia, ma dice che sa delle cose che noi non sappiamo su Angelica.- gli disse Wendy.
-E tu ti fidi?-
-No, se dice cazzate gli conficco una delle tue frecce su per il cul-
-Okay, è tutto chiaro.- continuò Peter sospirando, poggiando il portatile sulla scrivania.- Come siete malfidati.- borbottò.- Allora Stiles, credo che un ragazzo intelligente come te abbia letto Harry Potter.-
-Fino a che non è morto Silente, poi ho pianto come un bambino e ho lasciato perdere.-
-Ti ricordi come si chiamano i figli nati dai maghi e i non maghi?-
-I mezzosangue.-
-Esatto, funziona anche per i licantropi.-
Il computer mostrava il disegno di un neonato con un occhio normale ed un occhio dorato.
-Il sangue umano e quello da lupo mannaro creavano questa creatura che cresceva in tempi sbalorditivi. Solitamente la sua crescita fisica rallentava una volta giunta all’età in cui erano stati partoriti.- raccontò Peter.
-Mi stai dicendo che mia figlia, in poco tempo, raggiungerà fisicamente la mia età?- gli domandò Stiles.
-Esatto, faccio una supposizione: tre mesi.-
Wendy sgranò gli occhi.- Alla fine dell’estate avrà 17 anni?!-
Quando Peter annuì, i due genitori iniziarono seriamente a pensare quanto tempo realmente avevano per godersi la sua infanzia.
Perciò decisero che avrebbero dedicato tutta l’estate solo a stare con lei.
***
Mentre Stiles e Wendy, dopo la fine della scuola, avevano organizzato un viaggio a Parigi per passare del tempo con Angelica, Erica e Boyd avevano deciso di lasciare il branco per vivere liberi e cercare un branco più numeroso.
-Ho 17 anni, voglio prendere la patente e vedere il mondo.- spiegò Erica.
-Te lo avevo detto che ci sarebbe stato un prezzo.- puntualizzò Derek.
-Ovvero sottostare sempre a te? Mi spiace, non ci sto.- intervenne Boyd.
-Voi state scappando.- borbottò Derek.
Erica non disse altro: prese la mano di Boyd ed insieme se ne andarono.
Derek diede un pugno sul tavolo con rabbia, alzando lo sguardo verso Isaac.- E tu? Vai via anche tu?-
Dopo che Matt si era preso la colpa anche per l’omicidio di Lahey, Isaac era stato completamente scagionato.
Il ragazzo scosse la testa.- Non vado da nessuna parte.- affermò, facendogli un piccolo sorriso.
La mattina prima che Wendy partisse, Derek riunì il branco rimasto, quindi Wendy, Jackson,  Isaac, Scott e, suo malgrado, anche Peter davanti casa Hale.
Per la prima volta dopo un po', Wendy lo vide preoccupato.- Stai per dirci che ti sposi?- gli chiese, per smorzare la tensione.
-Ci sono delle cose che non ti ho detto.- le disse Derek. -E una di queste non ti piacerà.-
-E me lo stai dicendo prima che parto così ti prendo a pugni e la finiamo subito?-
-Non a me…- rispose l’altro, voltando lo sguardo verso Jackson.

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Capitolo 2
*** A new start. ***


Jackson venne scaraventato verso la corteccia di un albero con forza.
-Hai avuto l’imprinting con mia figlia?!- urlò Wendy, con rabbia.
-Non ci posso fare niente, non lo posso comandare!- replicò Jackson, alzandosi a fatica.
-Dovremmo fermarla?- mormorò Isaac.
-Lasciala fare, mi sto divertendo e poi è così sexy.- commentò Peter, ridacchiando.
-Io sono quasi morta per partorirla e tu adesso credi di poter vantare chissà quale pensiero sessuale su di lei?!- replicò la ragazza.
Derek le afferrò le spalle.- Adesso basta, c’è una cosa molto più seria.-
-Cioè?-
Derek chiuse la porta della casa, facendo notare a tutti che c’era un disegno sul legno.
Era molto simile al tatuaggio che aveva sulla schiena, ma in quel simbolo, le linee erano molto più dritte e marcate.
-Che cos’è?- domandò Isaac.
-Il loro simbolo.-
-Di chi?-
-E’ un gruppo di Alfa, non sappiamo cosa vogliono, ma stanno arrivando.- spiegò Derek.
-Credevate che Derek volesse un branco solo per fare numero?- intervenne Peter.
-No, ma tutti insieme siamo letteralmente più forti. E saremo qui quando arriveranno.-
***
 
3 mesi dopo.
 
Wendy aveva comprato una polaroid per scattare i momenti che Angelica passava con loro.
Aveva l’aspetto di una bambina di 2 anni quando gli fecero il primo bagnetto, di 5 quando mangiò il primo gelato a Parigi, di 8 quando fece il primo giro sulla ruota panoramica insieme a Stiles, 11 quando certe volte la lasciavano a Jackson per perlustrare la foresta in cerca degli Alfa e 14 quando Wendy attaccò le foto al muro della camera, fino a formare un cuore.
Wendy credeva che con il viaggio, il suo rapporto con Stiles si sarebbe ripreso, ma invece il ragazzo stava la maggior parte del tempo al telefono.
A settembre ricominciò la scuola e iniziò il primo anno anche per Angelica.
La bambina era diventata una ragazza dai lunghi capelli neri e gli stessi occhi di Wendy.
Le labbra a cuoricino come quelle di suo padre e le guance rosee.
Wendy aveva preso la patente e finalmente poteva usare la Camaro per andare a scuola.
Parcheggiò accanto a suo fratello, che si era comprato una moto da cross.
Wendy scese dalla macchina sportiva con aria fiera, sorridendogli.- Carina.-
Scott guardò la sua macchina sospirando, con la bava alla bocca.
Angelica, invece, aveva preso la vecchia bicicletta di sua madre, sistemandola insieme alle altre.
-Perché non posso venire in macchina con te?- le chiese, legando la catena alla ruota.
Wendy le circondò le spalle mentre entravano nell’edificio. -Ricordi cosa ti ho detto quando ho acconsentito che uscissi di sera una volta raggiunti i 18 anni?-
Angelica annuì.- Responsabilità.-
-Esatto, brava bambina.- affermò sua madre, baciandole la guancia.- Ripetiamo quello che ci siamo detti stamattina.-
L’altra sospirò, come se lo avesse ripetuto fino alla nausea.- Mi chiamo Angelica Watson, i miei genitori sono morti in un incidente stradale, ho 15 anni e abito con mio zio.-
Ovviamente non potevano dire al nuovo preside che Angelica era la loro figlia, così avevano fatto fare dei documenti falsi a Danny.
-Bene, divertiti e fa amicizia, ci vediamo a pranzo.- disse infine Wendy, dirigendosi verso l’armadietto di Allison.
In realtà Angelica era molto spaesata: non conosceva nessuno e in questi 3 mesi era stata rinchiusa in casa e fuori da tutto.
Peter le aveva mostrato, attraverso il portatile, tutte le creature sovrannaturali anche se, fino a quel momento, di zanne, artigli o peluria in più, non ce n’era nemmeno l’ombra.
Secondo Derek sarebbero apparsi col passare del tempo.
Con lui si teneva in forma, facendo continue corse attraverso il bosco, però sembrava che continuasse a trattarla come una bambina, dato che aveva perfino paura delle foglie che le cadevano in testa.
Stiles le aveva insegnato a giocare a scacchi, Lydia le aveva praticamente comprato l’intero guardaroba e Jackson la ospitava a casa ogni volta che le andava di venire: guadavano la tv e giocavano ai videogiochi come se lui fosse una specie di babysitter.
Per via dell’imprinting, Jackson non riusciva a separarsi da lei.
Isaac era l’unico che la facesse svagare veramente quando non era da lui: ballavano, mangiavano schifezze e facevano anche dei bellissimi ritratti.
Tutto il branco si era affezionato a lei.
Angelica si guardò intorno e vide Jackson al suo armadietto, che cercava di aprirlo.
Si voltò verso di lei e la salutò con un sorriso a denti perfetti.
La ragazza arrossì e si avvicinò.- Ciao, tutto bene?-
-Mi hanno dato un nuovo armadietto, ma a quanto pare il codice è sbagliato.- rispose lui, sbuffando.
-Oh, fammi provare.-
Angelica mise l’orecchio sul metallo e quando girò la manovella, ad ogni tic che sentiva dall’altra parte, l’armadietto si aprì.- Et voilà!-
Jackson ridacchiò.- Wow, potresti rapinare una banca.-
Angelica sorrise timidamente.- Sai dov’è la classe di storia? Ce l’ho alla prima ora.-
-In fondo al corridoio a sinistra. E…Se vuoi dopo pranzo puoi venire a vedere gli allenamenti di LaCrosse.-
La ragazza si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio evitando di guardarlo negli occhi per non diventare rossa.- Certo, mi piacerebbe molto.-
-A dopo allora.-
-A dopo..-
Probabilmente l’imprinting non lo faceva staccare da lei, ma anche Angelica ci metteva del suo: trovava Jackson molto affascinante e premuroso.
Oltretutto, sua madre non le aveva ancora detto niente.
Wendy raggiunse l’armadietto di Allison, dove c’era anche Lydia ed entrambe alzarono le braccia esultando.- Ehi, sei tornata!- esclamarono, abbracciandola.
-Sì, non posso crederci, ma la scuola mi è mancata.-
-Hai sentito ai telegiornali di ieri sera?- le chiese la migliore amica.
-No, che è successo?-
-Un cervo ci è venuto addosso mentre eravamo in macchina.- spiegò Lydia.- Questa città sta diventando sempre più strana.-
-Ho visto i suoi occhi prima dello schianto, era terrorizzato.- aggiunse Allison, osservando che Lydia si stava mettendo un altro strato di rossetto rosso sulle labbra. -Comunque, prima che arrivassi, cercavo di convincere Lydia a non adocchiare le matricole.-
Wendy notò che l’amica guardava i ragazzi appena arrivati. -Ma avranno 15 anni!-
-E’ quello che ho detto io…E poi siamo impegnate.-
L’altra sospirò, grattandosi la nuca.- Se così si può definire…-
-Tra te e Stiles non va?-
-Non molto. Mi bacia a malapena e non mi tocca nemmeno.-
-Oh, povera te!- esclamò Lydia, prendendole il viso fra le mani. Successivamente, fece un sorrisetto malizioso e le voltò lo sguardo verso la porta.- Guarda là.-
Dalla porta d’entrata erano appena arrivati due ragazzi sui 16 anni che camminavano l’uno accanto all’altro con i giacchetti di pelle e i caschi di due moto probabilmente molto costose.
-Fratelli?-
-Gemelli.-
Erano due gemelli abbronzati e con i denti perfetti.
Wendy pensò che fossero carini, ma poi scosse la testa.- No, non fa per me.-
Mentre Angelica proseguì verso l’aula di storia, attaccati alla bacheca, notò i fogli della polizia che cercavano Erica e Boyd.
I due erano fuggiti, alla ricerca di un branco più grande, lasciando amici e famiglia.
Si sedette ad un banco al centro della stanza: alla sua destra e alla sua sinistra, i gemelli, che la salutarono con un cenno della testa.
D’un tratto, si iniziarono a sentire telefoni vibrare per tutta l’aula: tranne quello di Angelica, dato che non le era stato ancora permesso di averne uno.
-Sono pronto ad incontrare il mio creatore, ma che lui sia pronto al gran cimento d’incontrarmi è un’altra questione. Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.- disse la professoressa, entrando con una gonna elegante e dei tacchi pesanti.
Angelica fece capolino sul telefono del compagno che aveva davanti, capendo che il messaggio che era arrivato a tutti, riportava quelle esatte parole.
-Se stai attraversando l’inferno, fallo a testa alta.- lesse infine, poggiandosi alla scrivania.
La professoressa Blake era una donna sulla trentina, dal fisico perfetto e il viso angelico.
-Chi sa dirmi chi ha detto questa frase?-
Angelica aveva letto qualcosa insieme a Peter, perciò alzò la mano.
-Signorina Watson?-
-Wiston Curchill.-
La donna le sorrise.- Molto bene.- affermò.- Questo sarà anche l’ultimo messaggio che riceverete, quindi, via i telefoni!-
Prima che la professoressa potesse dire altro, si sentì un boato dalla finestra.
Un corvo ci aveva appena sbattuto contro ed era morto.
Dietro di esso, un enorme stormo che veniva verso l’aula.
Improvvisamente, gli uccelli, per qualche inspiegabile motivo, iniziarono a colpire i vetri, fino a sfondarli e ad entrare dentro.
-Giù, tutti giù!- gridò la Blake.
Angelica si nascose sotto il banco, mentre volavano sangue e piume.
L’attacco durò qualche terribile minuto, fin che i corvi non fossero tutti i morti.
Quando la professoressa chiamò la polizia, Wendy e Stiles accorsero dalla figlia.
-Prima che me lo chiediate, sto bene.- gli disse Angelica, togliendosi una piuma dalla testa.
-Ma che è successo?- mormorò Stiles.
-Proprio il tuo primo giorno, non ci credo.-
-Hai notato qualcos’altro di strano?-
Angelica sospirò.- No, l’unica cosa strana siete voi due che continuate a sussurrare.-
I tre si guardarono intorno, notando che tutti li stavano fissando.
Wendy si piegò a terra e notò gli occhi di uno dei corvi: come quelli del cervo, erano terrorizzati.

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Capitolo 3
*** Welcome to Beacon Hills. ***


Per Stiles era stata una giornata stressante.
Anche se era stato il primo giorno, i professori si aspettavano da lui grande cose e oltretutto, si faceva pressione sugli alunni per la scelta delle università.
Stiles entrò frustrato nella Jeep e alitò sul finestrino.
Da quando aveva iniziato a fare un po' più di freddo, Derek gli faceva trovare sul vetro l’orario di quando si sarebbero visti.
Per sicurezza poi, lo cancellava.
Parcheggiò all’angolo della strada, vicino al bosco e poi camminò verso casa Hale.
Poggiato alla porta, c’era l’unica cosa che gli fece fare un sospiro di sollievo e calmare la preoccupazione: Derek.
Si vedevano all’oscuro di Wendy: Stiles le diceva che si andava ad allenare con l’arco e così i due potevano passare del tempo insieme.
Stiles gli si avvicinò senza dire niente, poggiò la fronte sulla sua e lo baciò intensamente, lasciando che ogni fibra del proprio corpo si unisse a lui.
Lo spinse dentro, facendolo camminare all’indietro fino al salone, dove c’era un materasso e un piccolo lenzuolo.
Derek si sentì togliere la maglietta e lo bloccò.- Ehi, credevo volessi che ci andassimo piano.- gli mormorò.
Stiles si stese accanto a lui.- Sì, scusa, hai ragione. E’ che…E’ stata una giornata stressante: corvi che si suicidano, l’orribile voto di economia che mi porto dall’anno scorso, mio padre che vuole che pensi al college, semmai me lo potrò permettere.-
-Se vuoi posso prestarti dei soldi.- aggiunse Derek.
-No, scherzi?  Hai già fatto abbastanza: il loft, i mobili e le cose per Angelica. Non posso chiederti altri soldi, non saprei come restituirteli.- puntualizzò Stiles.
L’altro fece un ghigno malizioso e gli baciò la spalla.- Puoi sempre ripagarmi in natura.-
Stiles ridacchiò appena e gli diede una spintarella, mordendogli un fianco.
Notò poi il tatuaggio che aveva sulla schiena.- Non mi hai mai detto cosa significa.-
-3 è il numero perfetto…Ha diversi significati: Alfa, Beta, Omega. Spirito, mente, corpo. Per me: Creazione, distruzione e rinascita.-
L’umano capì che si stava riferendo alla sua storia ed in effetti, calzava a pennello.
Poi, Derek rifletté sulle sue parole.- Un momento, hai detto: corvi che si suicidano?-
-Sì, nella classe di Angelica, uno stormo di uccelli si è praticamente lanciato sulla vetrata.- spiegò.
-Sono loro.- affermò Derek, rimettendosi la maglia.- Stanno arrivando…Se non sono già arrivati.-
In quell’istante, il licantropo drizzò le orecchie.
-Che c’è?-
-Qualcosa non va, resta qui.-
Derek si alzò e uscì fuori, controllando attorno chi avesse fatto il rumore che aveva sentito.
Fece attenzione a non far scricchiolare troppo le foglie sotto i piedi.
Di colpo, qualcuno gli sfrecciò davanti, ma Derek fu altrettanto veloce da afferrarlo.
Era Isaac.
Ferito, col fiatone.
-Che cosa è successo?- gli domandò, sostenendolo.
-Sono qui.-
***
Derek trascinò Isaac fino al loft, facendolo stendere sul letto per controllare le sue ferite.
Aveva un grosso graffio sul fianco, ma che stava guarendo, anche se lentamente perché glielo aveva fatto un Alfa.
-Che gli è successo?- domandò Wendy, accorrendo.
-Gli Alfa, sono qui, l’ho trovato che vagava nel bosco.- rispose Derek.
Wendy notò che c’era anche Stiles.- Tu che ci facevi nella foresta?-
-Ehm…Provavo con l’arco.- balbettò Stiles, avendo paura di incrociare il suo sguardo.
-Che cosa ti ricordi?-
-N-Non lo so, è tutto sfocato…-
-Gli hanno cancellato i ricordi.- intuì Derek.
-Come?-
-Come io ho fatto con te: quella cosa serve anche per rubare i ricordi.- spiegò l’Alfa.
-E come facciamo a fargli ricordare?- intervenne Angelica.
-Conosco qualcuno che lo sa fare.-
***
-Perché dobbiamo chiederlo proprio a lui?- borbottò Isaac.
-Perché lo sa fare meglio di me: credimi, se ci fosse un’altra via, l’avrei già presa.- ribatté Derek.
La porta del loft si aprì e Peter entrò.- Anche se sono ancora un po' debole, riesco a sentirvi. Perché non dite tutto quello che pensate di me, coraggio.-
-Non ci piaci.- affermò Derek.
-Non mi fido affatto.- continuò Isaac.
Wendy alzò le spalle.- Sei uno stronzo psicopatico.-
-A me sta simpatico.- intervenne Angelica.
Peter le sorrise.- Grazie, tesoro.-
Mise poi una sedia al centro della stanza su cui fece sedere Isaac.
-Farà male?- chiese il Beta.
-Dipende da quanto sono profondi i ricordi.- rispose Peter, estraendo gli artigli.
Angelica si avvicinò timidamente.- Se vuoi posso tenerti la mano…-
Isaac le sorrise appena e annuì.
Senza nemmeno accorgersene, Isaac aveva già le unghie di Peter dentro il collo.
Cercava di dimenarsi e gemette dal dolore, mentre Angelica cercò di tenerlo fermo.
-Li vedo, li vedo.- esclamò Peter, con gli occhi che brillavano d’azzurro.- Ha trovato Erica e Boyd.-
Wendy sgranò gli occhi.- Erica e Boyd sono stati catturati dagli Alfa?-
Di colpo, Peter interruppe la connessione, massaggiandosi la mano tremolante.- Era tutto confuso, non capivo dove fossi…Parlavano tra loro, dicevano che erano preoccupati della luna piena, che si sarebbero uccisi a vicenda.-
I due Beta erano scomparsi da 3 mesi e probabilmente erano sempre stati rinchiusi dagli Alfa e non avevano più visto una luna piena.
-Intendi la prossima luna piena?- chiese Derek, preoccupato.
-Esatto…Domani notte.-
Wendy si mise una mano nei capelli.- Abbiamo bisogno di ricordi più nitidi per trovarli.-
-Ah e c’era una ragazza.- intervenne Peter.- Una ragazza con la moto, è stata lei a salvarlo, adesso è in ospedale.-
Wendy si diresse da sola in ospedale, anche se Derek aveva insistito ad andare con lei.
Chiese a sua madre se ci fosse una ragazza ferita gravemente e arrivata nelle ultime ore.
Melissa gli indicò una stanza e Wendy la raggiunse, ma era vuota.
La flebo era stata staccata e sul tavolino c’era uno strano disegno fatto col sangue.
Wendy lo piegò e se lo mise nella tasca dei jeans, iniziando a cercarla per tutto l’ospedale.
Uscita dall’ascensore per il reparto del pronto soccorso, un uomo le venne addosso.
Era un uomo sui 40 anni, occhiali da sole e dal bastone capì che era cieco.
-Scusami, puoi darmi una mano?- le chiese, poggiandosi alla sua spalla.
-Certo.-
Anche se stava perdendo tempo, Wendy non poté non aiutarlo a trovare l’uscita.
-Grazie.-
Quando Wendy voltò lo sguardo verso l’ascensore, vide un uomo robusto portare una carrozzina con sopra una ragazza di colore all’apparenza svenuta.
L’uomo scuro di pelle e privo di capelli, la guardò con un sorrisetto e con una mano piena di artigli, premette il tasto per scendere.
Mentre le porte si chiudevano, Wendy corse il più veloce possibile e riuscì ad entrare.
-Credo che tu abbia qualcosa di mio.- affermò poi.
Si trasformarono entrambi, solo che Wendy era bassa e gli occhi dorati, mentre lui era possente e con gli occhi rossi.
Egli cercò di colpirla, ma lei si abbassò in tempo e lo afferrò per i fianchi, sbattendolo contro il muro dell’ascensore, fino a fare una profonda ammaccatura.
Con le grandi mani, le prese il viso fra le mani, cercando di schiacciarlo, ma Wendy gli diede una ginocchiata sulla patta dei pantaloni, facendolo piegare in due.
Lo prese a pugni più volte, però non uscì nemmeno una goccia di sangue.
Le strinse gli artigli intorno ai polsi, facendo pressione su di lei.
Wendy non demorse e con le gambe si spinse verso l’alto, così forte che l’Alfa fece anche uno sguardo attonito.
Gli diede un ultimo pugno e poi un calcio sul petto, facendolo scivolare per il corridoio, esausto.
-Benvenuto a Beacon Hills.- esclamò lei, col fiatone. Diede poi alcune pacche alla ragazza per farla risvegliare.- Ehi, andiamo.-
La ragazza non rispose, così Wendy le mise due dita sul collo: non c’era battito.
Purtroppo, non era arrivata in tempo.
***
Wendy stava diventando sempre più paranoica quando si parlava di Stiles.
C’erano alcune ore della giornata in cui lei non aveva idea di dove andasse.
Mentre cercava al computer il simbolo disegnato dalla ragazza, notò che sul comodino c’era il telefono di Stiles.
Scosse la testa, non voleva controllarlo, non era il tipo.
Però, si chinò sotto il letto, dove di solito metteva l’arco.
Aprì l’astuccio e notò che sull’arma c’era un leggero strato di polvere, come se non lo avesse toccato per tutta l’estate, nonostante le avesse detto che si esercitava nella foresta.
Le aveva mentito.
Per cercare il motivo, Wendy prese il suo cellulare, ma c’era una password.
Aveva 4 tentativi: provò la data di nascita di Angelica, la propria e anche la sua, ma niente.
Sospirò e cercò di concentrarsi: si trattava di Stiles.
Poi, digitò semplicemente 1 2 3 4 e si sbloccò.
-Ma davvero?-
Controllò i messaggi e le chiamate, ma non c’era assolutamente niente di sospetto.
Si pentì perfino di averci pensato.
Ma che cosa faceva nella foresta se non si esercitava con l’arco?
Così, dopo la scuola, il giorno dopo, decise di seguire la Jeep a piedi, senza farsi vedere.
Si nascose fra le sterpaglie e lo vide parcheggiare la macchina a ridosso del bosco e scendere senza arco.
Lo seguì silenziosamente, fin che non arrivò a casa Hale.
Successivamente Derek uscì dall’edificio e Wendy rimase dietro un albero.
Poi, Derek gli prese i fianchi e lo baciò sulle labbra.
Wendy si voltò dall’altra parte con sguardo sconvolto, coprendo la bocca per non esser tentata di dire qualcosa.
Non ci poteva credere.
Lasciò che le lacrime scendessero incontrollate, mentre sentì chiaramente il cuore spezzarsi nel petto.
Non si sarebbe mai immaginata una cosa del genere.
Tornò a casa con passo lento, senza nemmeno vedere cosa avesse davanti.
E quando aprì la porta, Angelica la guardò stranita.- Mamma, stai bene?-
Perché Stiles aveva fatto questo?
Avevano una figlia.
Wendy la strinse a se.- Lo sai che ti voglio bene, vero?-
Angelica ricambiò anche se confusa.- Sì, ti voglio bene anche io mamma.-

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Capitolo 4
*** You could rob a bank. ***


Avevano poche ore per far ricordare ad Isaac dove si nascondesse il branco di Alfa.
Stiles, Derek e Wendy lo portarono da Deaton, alla clinica, che avrebbe fatto una delle sue magie.
Prima di entrare, il telefono della ragazza squillò.- Scott, dove sei?-
-Wendy, io…Io non posso, d’accordo? Non adesso. Devo recuperare delle materie, il lavoro, Allison…- le disse Scott.- Mi dispiace, ma devi farlo senza di me.-
La sorella capì che per Scott erano più importanti le cose umane, lo erano sempre state.- Va bene, non ti preoccupare. Spero solo che ci sarai quando avrò bisogno di te.-
-Contaci.-
Deaton aveva messo una vasca in mezzo alla stanza e l’aveva riempita in ghiaccio.
-Che cosa gli farai?- domandò Wendy.
-Lo farò entrare in trance: è una pratica che si usa spesso per recuperare i ricordi, ma ho bisogno che il battito di Isaac rallenti.- spiegò Deaton.
Isaac guardò l’acqua con una smorfia.
-Non sei costretto a farlo.- gli disse Derek.
L’altro scosse la testa e si tolse la maglietta.- Facciamolo.-
Wendy e Derek si misero ai lati e quando Isaac ebbe preso un bel respiro, i due lo spinsero sotto l’acqua.
Per un po' si dimenò, tant’è che Stiles dovette tenergli le gambe.
Ma poi, il suo corpo galleggiò sul bordo del ghiaccio e Isaac chiuse gli occhi.
-Okay, ricordate che devo parlare solo io: troppe voci potrebbero confonderlo.- sussurrò il veterinario.- Isaac, mi senti?-
-Sì…-
-Sono il dottor Deaton, segui attentamente la mia voce. Dove ti trovi in questo momento?-
-Sono qui fuori…Li sto cercando, sento il loro odore.-
-Molto bene…Ti devo chiedere di entrare dentro, Isaac.-
-N-no, no, non voglio! Mi faranno del male!- esclamò Isaac, col fiatone.
-Isaac, sono solo ricordi, non possono farti del male.- affermò Deaton.
Derek immerse la mano e afferrò la sua.
A quel punto, il Beta si calmò.
-Sei dentro, Isaac?-
-Sì...-
-Che cosa vedi?-
-Ci sono dei muri di pietra…Vedo lui…E’ il capo…Si chiama Deucalion…- rispose, sgranando poi gli occhi.- Mi hanno trovato!- esclamò, cercando di uscire dalla vasca.
-Isaac, va tutto bene, sono solo ricordi!- ribatté Deaton.
-Così non va! Isaac, dimmi dove sei!- esclamò Derek.
-Che stai facendo?! Doveva parlare solo lui!- replicò Wendy, cercando di tenere fermo Isaac.
-E’ una banca!- affermò Isaac, rinsavendo. -E’ il cavou di una banca.- ripeté, uscendo dal ghiaccio e coprendosi con un asciugamano.- Sui muri c’è un simbolo.-
Wendy tirò fuori il disegno fatto dalla ragazza.- Intendi questo simbolo?-
-Sì, esatto.-
-Come facciamo a capire di che banca si tratta?- chiese Derek.
-Usiamo internet.- intervenne Stiles.
-E quanto ci vorrà?-
Stiles alzò un sopracciglio.- E’ internet, Derek, tipo minuti.-
***
Stiles mise sul tavolo tutte le informazioni che aveva trovato sulla Beacon Hills National Bank: l’unica in città che avesse quel logo.
-Allora, questa banca è chiusa da anni, 3 anni fa c’è stata una rapina e non l’hanno mai più riaperta. Chi è entrato ha trivellato il muro e direi che noi non ne abbiamo il tempo. L’unico modo per entrare è dal condotto di areazione, dove sì, se te lo stai chiedendo, centrano anche le tue spallone.- spiegò Stiles, mentre Derek lo guardò male.- Ma i muri sono stati rifatti, perciò qualcuno dovrà dare una bella serie di pugni molto forti.-
-D’accordo, allora entreremo da lì. Chi viene con me?- chiese l’Alfa.
-Non guardare me, sono ancora troppo debole per combattere e per Isaac c’è la luna piena.- intervenne Peter. -E non ti consiglio il piccolo umano, lo faranno a fettine.-
Stiles sospirò.- Qualcuno può ucciderlo di nuovo?-
Anche se a Wendy non andava troppo a genio di stare con Stiles e Derek nella stessa stanza, si stava trattenendo parecchio, ma non aveva scelta. -Vengo io. Voi restate qua e impedite ad Isaac di uccidere mia figlia.-
-Non lo farebbe mai.- commentò Angelica.
-Forse, ma non possiamo fidarci.- aggiunse Derek.
Fu proprio lui a mettergli le catene ai piedi prima di andare, anche se Isaac sembrava essersi abituato.
-Hai trovato un’ancora?- gli domandò.
Isaac annuì.- La rabbia.-
-Verso tuo padre?-
Il ragazzo guardò fuori con un piccolo sorriso malinconico.- Mi ricordo quando mi lanciava i piatti gridando: Brutto finocchio! Perché sei nato così?-
Derek abbassò lo sguardo.- Mi dispiace, Isaac.-
Poi, l’altro lo guardò negli occhi.- Perché? Tu mi hai salvato.- sussurrò, avvicinandosi lentamente per cercare di baciarlo, ma Derek si voltò dall’altra parte.- Ah, giusto, dimenticavo…Il tuo cuore è impegnato.-
Derek lo lasciò insieme a Peter e Stiles, mentre lui e Wendy si avviarono alla banca abbandonata.
Saltarono lungo una scala antincendio per arrivare al tetto ed entrare dentro i condotti di areazione.
Secondo Stiles, il tubo era abbastanza grande per le sue spalle, anche se Derek ci entrava a malapena e aveva subito il fiatone.
-Che ti prende?- gli chiese Wendy, strisciando dietro di lui.
-Non ci crederai, ma da piccolo ero claustrofobico.- rispose lui, col fiato corto.
-Oh grande, perfetto.-
Intanto, Stiles era seduto sul divano, accanto a Peter, battendo il piede per terra.- Questa attesa mi distrugge.-
-Se vuoi ti do una botta in testa e ti risveglio quando è tutto finito.- borbottò Peter, che si stava rilassando ad occhi chiusi.
-Perché mi sembra che ci sia qualcosa che non quadra?-
-Perché sei paranoico, te ne sei mai accorto?-
-E poi perché scegliere il cavou di una banca come rifugio? Insomma, tu dove vivi?-
-In una galleria sotto un ponte.-
Stiles lo guardò sorpreso.- Davvero?-
-No, idiota, ho un appartamento in centro.-
-Avrebbero potuto ucciderli prima, perché proprio durante la luna piena?-
D’un tratto, Peter aprì gli occhi.- Di cosa sono fatti i muri?-
Stiles si mise a cercare i materiali sulla cartina.- Oh cazzo.-
-Che c’è?-
-Sono fatti di legno di frassino.-
Derek e Wendy erano giunti alla fine del condotto.
-Non c’entro, devi spingermi.- le disse Derek.
Wendy sospirò e con la testa diede una spinta sulle natiche di Derek.- Perfetto, proprio quello che pensavo di fare stamattina quando mi sono svegliata: spingere il tuo culo con la faccia.-
Derek cadde in una piccola stanza buia, dove c’era un muro, probabilmente quello che doveva distruggere.
Così, pugno dopo pugno, creò un foro nel muro che dava su un’altra stanza: il cavou della banca.
Davanti a loro, due licantropi molto arrabbiati.
-Boyd, sono io…Sono Derek.- gli disse, cercando di calmarlo.
In quel momento, il telefono di Wendy squillò.- Stiles, non è un buon momento.-
-Wendy, ascolta! I muri di quel cavou sono fatti di legno di frassino! Non appena i raggi della luna lo colpiranno, loro impazziranno!- esclamò Peter. -Hai presente i leoni nel Colosseo? Non gli davano da mangiare per 3 giorni così che durante la lotta fossero più feroci. Erica e Boyd non vedono la luna da 3 mesi. Loro sono i leoni e voi adesso siete nel Colosseo.-
Wendy ripose il telefono lentamente, senza fare movimenti bruschi. -Derek, abbiamo un grosso problema.-
Derek notò che intorno alla stanza c’era del sorbo degli uccellatori e la porta del cavou era aperta.
Dal buio, poi, accanto a Boyd, si fece notare una ragazza che non era Erica.
Aveva i capelli neri e gli occhi infuocati di rabbia.
-Cora?- la riconobbe Derek, rabbrividendo.
-Chi è Cora?-
-E’-E’ mia sorella, ma credevo fosse morta.-
-Derek…Va via di qui.- mugugnò Cora, con la fronte sudata.
In quel preciso istante, i raggi della luna entrarono all’interno della stanza e li fecero impazzire.
Boyd attaccò Wendy, ma prima che Cora potesse fare lo stesso, una freccia le passò di striscio sul viso.
Dall’entrata, Stiles ne caricò un’altra e la colpì alla gamba.
Notò poi la polvere per terra e la separò, prima che potessero uccidersi a vicenda.
-No, non rompere il sigillo!- gridò Derek.
Ma era troppo tardi, due furiosi licantropi scapparono fuori.
-Ma che diamine hai fatto?!- ripeté l’Alfa.
-Che cosa volevi che facessi?! Stavano per uccidervi!- replicò Stiles.
-Hai idea del problema che hai creato?!-
Wendy roteò gli occhi sospirando.- Ma sentitevi: state litigando come una coppia di sposini.-
Stiles e Derek si guardarono confusi.
-Sì, io so.- affermò Wendy, stringendo i pugni. – Vi ho seguito nella foresta.-
Derek non seppe cosa dire.
-Wendy, te lo avrei detto…- balbettò Stiles.
-Non ha importanza adesso.- affermò lei, guardandolo con rabbia negli occhi.- Adesso preferisco occuparmi delle persone della quale posso fidarmi.-

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Capitolo 5
*** That’s the last time. ***


Stiles, Wendy e Derek continuavano a seguire Boyd e Cora nella foresta, continuando a perdere le loro tracce.
Mancava ancora un bel po' all’alba e non sapevano cosa fare.
Isaac, che rispondeva bene alla luna piena, si era unito a loro e mentre correvano tra i cespugli, Stiles si soffermò su una strana figura che vide dietro un albero.
Per sicurezza, prese una freccia e la tenne puntata verso di esso, nel frattempo che si avvicinava.
Più si avvicinava e più capiva che era una persona, ma non erano Boyd o Cora.
-Cazzo…-
Era Erica.
Purtroppo morta e Stiles notò un particolare spaventoso.
Riprendendo fiato, il telefono di Wendy squillò.- Stiles, dove sei finito?-
-Ho trovato Erica.- affermò l’umano, sospirando.- E’ morta.-
-Dannazione!- borbottò Wendy, dando un calcio ad una pietra.
-Wendy, non sono stati loro, non è stata uccisa da un licantropo.-
-Che intendi?-
Stiles analizzò bene, con un leggero disgusto.- Ha tre ferite: le è stata tagliata la gola, spaccata la testa e infine legata ad un albero con una specie di filo elettrico.- spiegò.- Chiamo la polizia e vi raggiungo.-
-C’è un altro assassino in circolazione.- commentò Wendy, dopo aver attaccato. -Un momento, ma se Isaac e qua e anche Stiles…Chi sta con Angelica?-
 
-E cappuccetto si avvicinò stranita al letto della nonna…Era molto diversa dal solito. Nonnina, che denti grandi che hai. E’ per squarciarti meglio, bambina.- raccontò Peter.
Angelica venne fuori dalle coperte arricciando il naso.- Ma non fa così.-
-Senti, la sto raccontando io, quindi chiudi gli occhi e ascolta.- borbottò l’altro.
 
-Come facciamo a seguirli fino a che non faccia mattino?- chiese Isaac.
-Non possiamo, li uccideremo.- intervenne Derek.
-Non mi sorprende che tu voglia pugnalare alle spalle un tuo famigliare, ma potrebbe esserci un altro modo: ho un’idea.- aggiunse la ragazza.
-Non abbiamo tempo! Uccideranno chiunque gli sbarri la strada!- esclamò Derek.
-Potresti, per una volta, seguire una vocina nella testa che non è la tua?!-
-Io sono l’Alfa!-
-E chi se ne frega!-
Isaac li separò prima che venissero alle mani.- Okay, calmatevi. E’ la luna piena.-
-Io non credo proprio.- borbottò Wendy, ringhiando.
-Qual è l’idea?- chiese l’altro Beta.
-Chiedere aiuto a qualcuno che ci conosce meglio di noi stessi.-
Chris Argent era appena uscito dal supermercato e stava mettendo la spesa nella macchina, quando Wendy apparve alle sue spalle, mentre Derek e Isaac attesero nella Camaro.
-Io non avrei mai detto niente.- disse Isaac, riferendosi alla relazione tra lui e Stiles.
-Lo so.-
-La perderai, lo sai, vero?-
Derek si passò le dita negli occhi.- La sto già perdendo.-
-Aiutarti? Il tuo mondo sta decimando il mio. Prima mio padre, poi mia sorella e mia figlia mi parla a malapena perché non le lascio vedere Scott.- esclamò Chris, scuotendo la testa.
-Ascolta: un membro del mio branco è morto stanotte, ho partorito una bambina con la quale ho potuto passare solo 3 mesi d’infanzia perché è diventata già una sedicenne e ho appena scoperto che il mio fidanzato mi tradisce.- continuò Wendy. Chris lo guardò con un sopracciglio alzato, sorpreso.- Oh…E mi tradisce con un uomo.-
-O-Okay, hai vinto tu.-
Spinto dalla sua triste storia, Chris seguì la Camaro con il proprio SUV nel bosco, estraendoci alcune attrezzature.
-Allora, state seguendo le loro tracce?-
-Sì.- rispose Isaac.
-Sbagliato. I vostri sensi stanno per metà cercando di controllarsi per via della luna piena. Se steste usando la vista al 100%, sapreste che quelle sono le impronte di Boyd e quelle…- spiegò, indicando delle orme.
-…Di Cora.- continuò il Beta.
-No, sono le tue. Ci sei appena passato sopra.- affermò Chris, tirando fuori dei pali di ferro.- Questi lanciano un segnale che solo i licantropi possono sentire.- spiegò, conficcandone uno nel terreno.
-Ma davvero?- dissero all’unisono, tappandosi le orecchie per il fastidio.
-Abbiamo bisogno di rinchiuderli da qualche parte: andranno verso la fine della riserva e dopo la scuola, ci sono le case.-
-Possiamo rinchiuderli a scuola, dentro non c’è nessuno a quest’ora.- intervenne Wendy.
Chris diede ad ognuno un gruppo di marchingegni da mettere attorno alla foresta per spingere Boyd e Cora a raggiungere la scuola.
Una volta rotta la catena che teneva le porte chiuse e raggiunto il corridoio, Wendy si mise davanti a Cora per non farla scappare.
Quest’ultima le ruggì incontrollata.
-Vogliamo fare le presentazioni?- le domandò Wendy, colpendola due volte al petto con gli artigli e circondandole il collo con il braccio.- Dove li mettiamo?- gridò poi.
-Il locale della caldaia! E’ l’unico posto con un’unica uscita!- consigliò Isaac, chiudendo le porte principali.
Derek e Wendy trascinarono i due per le scale, fino ad una porta di ferro, spingendoceli dentro.
Infine, si sedettero entrambi lungo la porta.
Per un po', i licantropi cercarono di dare dei forti colpi, ma alla fine si fermarono.
Aveva funzionato.
Wendy si lasciò andare col sedere a terra, esausta.
-Wendy…- sussurrò Derek.
-Sta zitto.-
-Lascia almeno che ti spieghi.-
Wendy alzò il dito indice verso di lui, aggrottando le sopracciglia.- No, sul serio, sta zitto.-
Sentiva qualcosa di strano oltre la porta: ci poggiò l’orecchio per capire meglio.
-Cosa senti?-
-Battiti cardiaci.- capì Wendy.
-Loro due?-
-No…Ne sento tre.-
Improvvisamente, si udì un urlo femminile.
C’era qualcun altro nelle caldaie con loro.
Derek si alzò e aprì la porta.- Chiudila alle mie spalle, vado da solo, è un mio problema.-
Wendy alzò le spalle.- Non intendo seguirti, infatti.-
Non appena l’Alfa entrò dentro, lei richiuse velocemente la porta.
Non capì bene cosa stesse succedendo, ma sentì versi di lotta.
Non si pentì però, di non essere andata ad aiutarlo: il rancore verso i suoi confronti aumentava sempre di più ogni minuto che passava.
-Wendy, è l’alba!- esclamò Isaac, raggiungendola.
Quando la luna se ne andò, i due entrarono nel locale caldaie: Cora e Boyd erano stesi a terra, Derek fra i due, sanguinante e pieno di graffi, inginocchiato a terra.
-C’è un insegnante…- mugugnò, col fiatone.
Wendy gli si avvicinò e gli mise una mano sul mento, prendendosi un po' del suo dolore, come se avesse pietà.
-Grazie.- mormorò Derek, con gli occhi mezzi chiusi.
La ragazza gli alzò la faccia verso di se, fissandolo negli occhi.- Questa è l’ultima volta.- gli sussurrò, a denti stretti.
Proseguì poi verso le altre caldaie, notando una professoressa nascosta e terrorizzata dietro dei tubi.
-Signorina Blake.- le disse Wendy, chinandosi su di lei.- Non si preoccupi, è tutto finito.-
***
Quando ormai si fu fatto giorno, Stiles tornò a casa sfinito.
Varcata la porta, Derek e Isaac lo guardarono tristi e Stiles capì che c’era qualcosa che non andava.- Che c’è?-
Salì in camera da letto e vide gli armadi vuoti, i cassetti svuotati: non c’era nemmeno un vestito di Wendy.
Se n’era andata.
Per un attimo, Stiles credeva che si fosse portata via anche Angelica.
Corse in camera sua e velocemente accese la luce, ma la ragazza stava tranquillamente dormendo nel suo letto e fu svegliata.
Stiles fece un sospiro di sollievo e la strinse a se.
-Papà, sono le 5 del mattino.- bofonchiò lei, con un occhio mezzo aperto e l’altro chiuso.
-Lo sai che ti voglio bene, vero?- le mormorò, baciandole la nuca.
-Perché siete tutti così strani?- replicò lei, scansandolo per rimettersi a dormire.
Stiles tornò lentamente in stanza e si lasciò andare sul letto, notando sul comodino l’anello che aveva regalato a Wendy per il suo compleanno.
Non credeva che avrebbe reagito così, ma i propri occhi si riempirono di lacrime.
Derek si avvicinò lentamente e si sedette accanto a lui.
-Dovevo dirglielo.- singhiozzò Stiles, passandosi una mano nei capelli.
-Dovevamo.- lo corresse Derek.- Ci siamo dentro entrambi.-
-E allora perché solo io mi sento così?- piagnucolò, affondando la testa nella sua spalla.
Derek lo strinse a se.- Perché io sono bravo a nasconderlo.-
Con tutti i bagagli, Wendy non ebbe altra scelta che tornare alla sua vecchia casa e fu Scott ad aprirle.
-Che è successo?- le chiese, sorpreso.
La sorella gli spiegò tutto sulla soglia della morta.
-Ma io lo uccido!- esclamò Scott, bloccato da Wendy prima che uscisse.
-No, per favore, Angelica ha bisogno di un padre. Non voglio che cresca come noi due.- affermò Wendy, disfando i bagagli.
Wendy sentì chiaramente il suo sguardo su di se.- Avanti, dimmelo…-
-Te lo avevo detto.- affermò il fratello, come aveva promesso di fare tempo prima. -Non ci posso credere, non mi ha mai detto di essere gay.- commentò poi.
-Nemmeno a me e se lo avessi saputo, credimi, non ci avrei di certo fatto un figlio.-
-Sei arrabbiata?-
-E’ questo il punto, Scott.- rispose lei, mettendosi le mani sui fianchi.- Sono furiosa. Non sono mai stata così tanto arrabbiata in vita mia, nemmeno durante la luna piena. Ho paura di fare qualcosa di stupido.-
-E’ del tutto naturale, ne hai il diritto!-
In quel momento, il cellulare le squillò.- Lydia, scusami, ma non è il momento…-
-C’è un cadavere alla piscina pubblica.- affermò Lydia, senza peli sulla lingua.
-Alla piscina pubblica? E tu che ci fai lì? Siamo ad ottobre.-
-Non chiedermi come sono arrivata qui, non lo so nemmeno io.- singhiozzò, impaurita.
-D’accordo, non muoverti, arrivo subito.-
Wendy prese la Camaro e raggiunse Lydia alla piscina, accorgendosi poi che c’era anche la Jeep.
Stiles, infatti, stava già parlando con lei.
-Hai chiamato anche lui?- esclamò Wendy, aprendo le braccia.
-Perché hai chiamato anche lei?- ribatté Stiles.
-Credevo di dover chiamare prima voi che la polizia.- balbettò Lydia, ancora spaventata.
Wendy sospirò.- Lasciamo stare.- disse infine, avvicinandosi al cadavere.
Era un ragazzo giovane, seduto sulla sedia del bagnino e al dito portava un anello con su scritto Purità.
-Sono le stesse ferite.- notò Stiles.
-Le stesse ferite?-
-Sì, quelle che ho trovato su Erica.-
-Quindi sono stati uccisi dalla stessa persona.- puntualizzò Wendy. -La domanda è: perché?-
Stiles e Wendy arrivarono in ospedale con il corpo e Melissa li fece entrare in obitorio per analizzare le ferite.
-Non sono gli unici arrivati con queste tipo di contusioni.- gli disse Melissa, aprendo la sacca di un’altra ragazza.
Stiles la riconobbe subito.- E’ Heather…-
-La conoscevi?-
-Certo, non te la ricordi? Veniva alle elementari con noi.-
Wendy la guardò meglio.- Intendi la biondina che ti faceva la corte e che diceva di voler arrivare al matrimonio vergine?-
-Esat- Aspetta…-
Stiles aveva lo sguardo di aveva appena risolto un enigma.
Prese la mano del ragazzo appena trovato, osservando l’anello. -Erica era vergine?-
-Beh, prima che Derek la trasformasse era una sfigata, non credo che abbia avuto rapporti con nessuno.- rispose Wendy.- Ma che centra?-
Stiles guardò tutti e tre i cadaveri.- 3 è il numero perfetto.- mormorò tra se e se, ricordandosi le parole di Derek.- Questo ragazzo ha un anello con la scritta Purità, era vergine anche lui…-
-E cosa significa?-
-Sono sacrifici…Sacrifici umani.-

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Capitolo 6
*** Twins. ***


Stiles si continuava a muovere nel letto, diventato quasi troppo grande per lui, ma chiedere a Derek di dormire con lui gli avrebbe ricordato la cosa orribile che aveva fatto a Wendy.
D’un tratto, gli sentì mancare il respiro e alzò il busto di colpo.
Aprì gli occhi, ma era tutto buio, come se fosse diventato cieco.
Iniziò ad urlare cose senza senso e Derek corse di sopra in suo aiuto.
-Stiles, i tuoi occhi!-esclamò Derek: gli occhi del ragazzo erano completamente neri, compresa la pupilla.
-Non ci vedo, non ci vedo!- ripeté Stiles, in preda al panico.
Improvvisamente poi, riaprì gli occhi e si ritrovò nel letto, tutto sudato.
Derek, accanto a lui, che lo fece sobbalzare.- Stesso sogno?-
***
Il giorno dopo, Wendy andò a trovare Scott alla clinica veterinaria.
Arrivò Kyle, un ragazzo dell’ultimo anno, con il suo cane che sembrava aver mangiato qualcosa che gli aveva fatto male.
-Analizzeremo le feci e faremo dei controlli, ma non ti preoccupare, starà bene.- gli disse il dottore, dopo avergli fatto un iniezione.
Wendy notò il nome sulla medaglietta: Proiettile. -Che nome inusuale.- commentò, accarezzandolo.
-Già, la sua compagnia si chiama Gun, famiglia di soldati.- spiegò Kyle che non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.- Senti, sabato sera hai da fare?- le sussurrò, con un sorrisetto affascinante.
Wendy arrossì, voltando lo sguardo.- Io, ehm…Scusa, ho dei impegni.-
-D’accordo, se ci ripensi, sai dove trovarmi.- disse infine, andandosene con il cane.
Scott chiuse la porta alle sue spalle.- Perché gli hai detto di no?-
Wendy arricciò il naso, iniziando a pulire.- Non sono ancora pronta, abbiamo rotto solo da due giorni.- rispose lei, osservando che Deaton se ne stava fin troppo zitto e il suo cuore batteva forte.- Perché mi sembra che il dottor Deaton non ne sia sorpreso?-
Egli sospirò, grattandosi la testa.- In verità, riguardo Derek e Stiles…C’è una cosa che devo dirti.-
Prima che Deaton iniziasse a parlare, da fuori sentirono degli abbai.
Wendy uscì dal negozio e Proiettile gli corse in contro, ma il suo padrone, sembrava sparito.
Di ritorno a casa, Wendy decise di ricominciare definitivamente.
Non seppe cosa la spinse, ma decise di rivoluzionare il suo armadio: ammucchiò nella vasca tutti i vestiti colorati e gli diede fuoco.
Aver fatto shopping con Lydia aveva dato i suoi frutti.
Il giorno dopo, a scuola, entrò per il corridoio con dei leggins attillati, una camicetta appena sbottonata e un giacchetto di pelle, dopo esser scesa dalla Camaro appena lavata.
Tutti i ragazzi, compreso Stiles, si voltarono a guardarla mentre passava.
Angelica, invece, diede dei colpetti con la fronte sull’armadietto, sospirando.
-Ma quella è tua madre?- ridacchiò Jackson.
-Sì.- borbottò lei.
-Cosa le è successo?-
-Non lo so, non capisco cosa stia succedendo: papà mi ha detto che si sono presi una specie di pausa.- rispose Angelica sospirando.- E adesso ho la Blake, non la sopporto! Mi ha dato una sfilza di compiti, mi odia!-
-La Blake? Ma se è adorabile con tutti.- commentò l’altro.
-Appunto non capisco perché ce l’abbia con me.-
Jackson le fece uno dei suoi sorrisi a denti perfetti.- Vedrai, ce la farai, io credo in te.- aggiunse, dandole un buffetto sul naso.- Ah, e per la cronaca: anche io e Lydia abbiamo avuto una pausa una volta, e le pause…Hanno sempre nome e cognome.-
Angelica rifletté sulle sue parole, quando vide sua madre raggiungere l’armadietto di Isaac.
-Wow, potrei diventare etero per te.- commentò Isaac, alzando un sopracciglio.
-Grazie, saresti anche il mio tipo.- aggiunse. -Non riesco a non pensare al ragazzo di ieri sera.-
-Magari si è solo dimenticato il cane, non deve per forza esser sparito.- ribatté lui, tirando fuori la borsa della palestra.- Pronta per la corsa campestre?-
Wendy alzò le sopracciglia.- Giusto, me ne ero dimenticata!-
Il coach Finstock selezionava sempre alcuni dei ragazzi, tra i vari anni, con i voti più alti per farli partecipare alla corsa campestre contro altre scuole.
Wendy non partecipava mai, data la sua malattia, ma quell’anno, ne era entusiasta.
Lei, Isaac, i gemelli, Ethan ed Aiden e Stiles si erano messi la tuta e avevano raggiunto gli altri nel bosco, dove il percorso era stato segnato con delle bandierine arancioni fluo.
-Okay ragazzi, ho sentito che quelli dell’altra squadra sono molto agguerriti quest’anno!- disse il coach.- Fatemi vedere cosa sapete fare!-
-Siamo i più veloci di tutti, dovremmo andare più piano per rispettare gli altri?- domandò Isaac.
-Certo Isaac, gioco pulito.- gli rispose Wendy.
Non appena il coach suonò il fischietto, Wendy sfrecciò via.
Isaac alzò le braccia.- Ehi?! E’ il gioco pulito?!-
-Vale per te, non per me!- esclamò lei, ridendo.
Era stata sempre dietro agli altri per anni, ora che poteva fare di meglio, non vedeva l’ora di mostrarlo a tutti.
-Forza McCall, vai così!- grido Finstock.
Wendy si ritrovò in cima al gruppo, quando qualcuno la superò.
A destra e a sinistra si ritrovò Aiden ed Ethan che la superarono con un sorrisetto soddisfatto.
Nessuno poteva raggiungere quella velocità, a parte un essere sovrannaturale.
Di fatti, quando le passarono accanto, dal loro odore capì che erano dei lupi mannari.
-Sono loro! Mi hanno aggredito loro!- intervenne Isaac, con rabbia, iniziando a seguirli.
-Isaac, aspetta!-
Se quei due fossero stati Alfa, avrebbe voluto dire che erano molto pericolosi.
Lontano dal resto del gruppo, Ethan fece uno sgambetto ad Isaac e il fratello gli mise le mani dietro la schiena.
-Ricordami, fratello, quante sono le ossa del corpo?- domandò Aiden.
Improvvisamente, Ethan ricevette un calcio dritto sulla mandibola.
-Per te, meno una.- affermò Wendy, ringhiando.
Aiden, Ethan ed Isaac tirarono fuori gli artigli, ma prima che si potesse arrivare ad uno scontro, si udì un urlo.
Tutti e 4 tornarono dagli altri: stavano guardando qualcosa.
Il cadavere di un ragazzo era stato legato ad un albero con al collo il collare di un cane: Proiettile.
Era proprio Kyle, con le stesse ferite di Erica.
-E’ successo di nuovo.- commentò Stiles, mentre sul posto arrivò suo padre.- Chissà se era vergine.-
-Non credo.- intervenne Wendy, arrossendo.- Mi ha chiesto di uscire ieri sera.-
Isaac notò che i gemelli stavano borbottando qualcosa fra di loro.
-Credete siano stati loro?-
-No, è una pista che stiamo seguendo da un paio di giorni.- intervenne Stiles.
Wendy assottigliò gli occhi.- Stiamo? No, no. Non c’è alcun che, neanche un piccolo pezzo di briciola che mi colleghi a te in qualsiasi modo.-
Stiles sopirò, alzando un sopracciglio.- Davvero Wendy? Quanto ci hai messo per pensare questa frase?-
-Secondo voi è un caso che loro arrivano in città ed iniziato a morire persone?-
-E’ stato legato con un collare per cani, solo io non ci vedo niente di licantropesco in questo?!-
Isaac incrociò le braccia.- Wendy?-
Stiles fece lo stesso.- Già, Wendy?-
Wendy digrignò i denti, andandosene.- Ne ho abbastanza degli uomini.-
Una volta rivestiti, Isaac e Wendy uscirono dagli spogliatoi.
In mezzo al corridoio, c’erano solo i gemelli, come se li stessero aspettando.
A quel punto, Ethan prese il fratello per il colletto della maglia, iniziando a prenderlo a pugni finché non gli uscì sangue dalla bocca.
Non capirono cosa stessero facendo, fin che Ethan non trascinò Aiden ai loro piedi.
Nello stesso momento, gli altri uscirono dagli spogliatoi e il professor Harris dall’aula.
-Ma che diamine è successo?-
-Professore, mi hanno picchiato!- recitò Aiden, massaggiandosi la mascella.
Isaac e Wendy non riuscirono a credere che li avessero messi nel sacco con quella sceneggiata.
-Voi due, a sistemare il ripostiglio in pausa pranzo!-
Allora Wendy capì che li stavano provocando apposta.

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Capitolo 7
*** That blind guy, not really blind. ***


Stiles ed Angelica tornarono a casa insieme dopo scuola, sentendo un buon odore non appena varcarono la porta.
-Ciao, sei tornato prima, ho preparato il pranzo.- disse Derek, sorridendo.
Stiles ricambiò con dolcezza.- Grazie.-
Cora si era ripresa dalla luna piena e dormiva nel letto col fratello, anche se continuava ad allenarsi tutti i giorni.
Boyd invece era tornato a casa e anche a scuola.
Da quando era nata Angelica e il Kanima era entrato indisturbato in casa, avevano deciso di mettere un allarme.
Suonò proprio in quel momento.
-Angelica, in camera.- le ordinò il padre.
Se ci fosse stato un’emergenza, Angelica avrebbe dovuto chiudersi in camera e restare lì, anche se avrebbe tanto voluto aiutare.
Quando la porta si aprì, entrarono due licantropi Alfa molto arrabbiati.
Uno era lo stesso che Wendy aveva affrontato in ospedale e accanto a lui, c’era una donna con dei pantaloni stretti e senza scarpe, per via delle sue unghie appuntite.
Derek si trasformò, mentre Stiles cercò di correre a prendere l’arco, ma il robusto Alfa lo afferrò per la maglietta, facendolo cadere per le scale.
Derek si attaccò con la donna, ma dopo che lei gli ebbe graffiato il petto, prese un tubo in evidenza sul soffitto e con agilità, glielo conficcò nella schiena.
Stiles emise un gemito di dolore, sentendo il petto andargli a fuoco, proprio nello stesso punto in cui Derek era stata colpito.
Il licantropo senza capelli tenne Stiles a terra con il piede e, nel frattempo, entrò un altro uomo.
Questo camminava lentamente, con gli occhiali da sole e il bastone per ciechi.
Wendy lo aveva già incontrato, solo che egli non le si era rivelato per chi veramente fosse.
-Avete finito? Il solo ascoltarvi è stato estenuante.- commentò Deucalion, sedendosi davanti a Derek.
-Lascialo stare, lui non centra.- mugugnò Derek.
Deucalion annusò attentamente, dato che non poteva vedere.- Dato il modo in cui sembra tenere a te, lo tratterrò ancora per un po'.- spiegò, piegando il bastone.- Ah, la parte umana del licantropo…Disgustoso.-
I due Alfa ridacchiarono.
-Vuoi uccidermi?-
-Nah, non prendermi per pazzo, non sono tuo zio.- borbottò l’altro.- Io sono qui solo per parlare, avevo chiesto a Kali di andarci piano.-
-Questo per me è andarci piano.- commentò lei, affondando il tubo nella sua schiena.
Stiles fece un altro verso di dolore, non potendo fare altro che guardare.
-So che cosa vuoi: tu vuoi che uccida quelli del mio branco.- continuò Derek, con la bocca piena di sangue nero.
-No, non tutti. Voglio solo che tu ne uccida uno e l’altra, la voglio tutta per me. Come si chiama?-
-Wendy.- rispose Ennis, facendo una smorfia di rabbia per via del suo ultimo scontro con lei.
-Wendy. Sai Derek, quando sono diventato cieco, uno dei miei Beta ha deciso di pugnalarmi alle spalle e invece, io ho ucciso lui. Mi sono poi accorto, che dopo averlo ucciso, sono diventato sempre più forte. Così, li ho uccisi tutti.- raccontò, con un sorrisetto malvagio.- Ennis lo ha fatto, Kali lo ha fatto. Dovresti sapere come ci si sente, Derek.-
-Lui non lo farà mai!- intervenne Stiles, prima che Ennis potesse dargli un pugno sul viso.
 
Intanto, a scuola, Wendy ed Isaac si stavano occupando di sistemare il ripostiglio.
-Non dovrebbe esserci un inserviente per questo? Odio gli spazi stretti.- borbottò Isaac, portando dentro una pila di scatole.
Wendy li sistemo sugli scaffali.- Tu lo sapevi?- gli domandò, riferendosi a Stiles e Derek.
Isaac fece il vago.- N-no…Insomma, sospettavo qualcosa, ma non ne ero sicuro.-
La ragazza si voltò ad osservare il suo sguardo: lo aveva già visto.
A Scott quando parlava di Allison.
-Lui ti piace?-
Isaac iniziò a balbettare cose incomprensibili, stringendosi nelle spalle.
-Cristo! Ma che cos’ha di tanto affascinante questo tipo?!-
-A parte i muscoli, il sorriso sexy e il culo perfettamente rotondo?- rispose Isaac, alzando le sopracciglia.- Tutti siamo stati attratti da lui, anche tu.-
In effetti, prima di sapere che fosse gay, anche Wendy ci aveva fatto un pensierino su.- Già e me ne pento.-
Improvvisamente, la luce si spense e la porta si chiuse di scatto.
Wendy ci diede alcuni calci, ma non si aprì.- E’ bloccata dall’esterno.-
-Quei due bastardi!- esclamò Isaac, con rabbia.- No, no, io non posso stare qui dentro.- mugugnò, passandosi le mani nei capelli.
Ricordandosi di quando suo padre lo rinchiudeva dentro un frigo, Wendy capì perché avesse paura. -Isaac, andrà tutto bene!-
-No, non andrà bene, voglio uscire!- gridò, continuando a dare dei colpi forti.
-Usciremo di qui Isaac, te lo giuro sulla mia vita!-
Isaac la guardò con le zanne di fuori, ormai senza controllo.- Sulla tua vita?!-
Wendy prese un bel respiro.- Stai avendo un attacco di panico, devi trattenere il respiro, fallo Isaac!-
-Non ci riesco.- piagnucolò l’altro, senza smettere di muoversi.
D’un tratto, Wendy gli prese il viso fra le mani e premette le labbra sulle sue, fino a che non mancò il respiro ad entrambi.
Successivamente, il cuore di Isaac smise di battere forte.- Come hai fatto?-
-La mancanza di respiro ti distrae dall’attacco di panico, me lo ha insegnato il mio medico.- spiegò Wendy.- Adesso sfondiamo la porta, okay? Al mio tre!-
Al tre, entrambi diedero una forte spallata alla porta fin che non uscirono.
Isaac aveva ragione a sospettare dei gemelli, dato che li stavano guardando divertiti.
Wendy, invece, li fissò furiosa.- Adesso li facciamo incazzare veramente.-
 
-Chissà quanto può resistere con un tubo nella schiena: se 5 minuti o 5 ore.- commentò Kali, smuovendo un po' il tubo. -Credo che sia ora che tu venga al punto, Deucalion.-
Stiles fece un gemito di dolore talmente forte che lo sentirono tutti.
-Aspetta, aspetta.- sussurrò Deucalion, con un ghigno sul volto.- Fallo di nuovo.-
Kali mosse di nuovo il tubo e Stiles gridò.- Ti prego, basta!-
-Bene, bene. Derek, non mi avevi detto di avere un emissario.- affermò il capo, alzandosi e andando ad accarezzare la nuca di Stiles.- Sì, c’è decisamente del potenziale in te.-
-Ma di che diamine stai parlando?- borbottò Derek, sputando altro sangue, fino a creare una pozza a terra.
In seguito, Deucalion si avvicinò a lui e gli toccò il volto con le dita.- Avevi ragione Kali, è identico a sua madre. Mi conoscerai Derek, come ha fatto lei.-
-Io ti conosco, sei un mentecatto.- aggiunse l’altro.
-Tu mi conosci?- domandò, togliendosi gli occhiali da sole: le sue pupille erano rosse.- Tu non hai idea di chi sia io! Tu non hai mai visto nessuno come me!- urlò.- Io sono l’Alfa degli Alfa! Io sono il demone lupo!- esclamò, con voce così alta, da rompere le lenti degli occhiali. -Odio quando succede.- mormorò infine, prima di andarsene con i suoi due scagnozzi.
Stiles si trascinò verso Derek e con un colpo secco, gli tolse il tubo dalla schiena, per poi stringerlo a se.- Dobbiamo fare qualcosa.-

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Capitolo 8
*** Fusion. ***


Wendy raggiunse il suo armadietto dopo l’ultima lezione della giornata con la borsa pesante e fulminò con lo sguardo i due gemelli.
Non appena ottenne il messaggio di conferma da parte di Isaac, iniziò ad estrarre dalla borsa dei componenti della moto di Aiden, alzando le spalle, come a fa finta di non sapere il perché ce li avesse.
Aiden digrignò i denti, nello stesso momento in cui Isaac entrò per il corridoio con la moto di Ethan, fermandosi dritto davanti a lui.
-Scendi dalla mia moto!- ringhiò il gemello.
Isaac si tolse il casco con un sorrisetto soddisfatto e glielo tirò.- Come vuoi.-
Si aggrappò al sedile e fece una capriola all’indietro, proprio nello stesso istante in cui la signorina Blake uscì dall’aula per vedere cosa stesse succedendo.
Vide Ethan con la sua moto.- Lo sai che questo potrebbe causarti una sospensione?!-
Wendy e Isaac risero sotto i baffi, dopo essersi dati un pugnetto a vicenda.
Si diressero poi al parcheggio per tornare a casa.
-Hai visto le loro facce?- ridacchiò Isaac.
-Non siamo male come squadra.- commentò Wendy, sorridendo.
In quel momento, i gemelli gli si postarono davanti, piuttosto arrabbiati.
Si tolsero la maglietta: Ethan si inginocchiò a terra ed Aiden gli ficcò una mano nella schiena.
I due fratelli si unirono in un solo robusto Alfa possente, alto almeno due metri.
-N-Non ricordavo che sapessero farlo.- balbettò Isaac.
-Scappa!-
Wendy gli afferrò il braccio e corsero via nella direzione opposta.
Ma riuscirono a raggiungerli, li presero per il collo e li sbatterono testa contro testa.
Nello stesso istante, l’Alfa si fermò, come se fosse addestrato.
Dietro le loro spalle, apparve un uomo con gli occhiali da sole e un bastone per ciechi.
I due gemelli si divisero, abbassando lo sguardo.
-E’ questo il problema degli adolescenti: sono attaccabrighe.- commentò, togliendo il beccuccio al suo bastone: al suo interno c’era un’affilata lama che usò per graffiare ad entrambi la guancia, come per punirli.
Wendy riconobbe subito l’uomo che aveva aiutato all’ospedale.- Tu.-
-E’ Deucalion, l’uomo che li comanda.- puntualizzò Isaac.
Egli si chinò sulla ragazza, accarezzandole appena i capelli.- Bellissima.-
Da quel commento, Wendy capì che quel tipo non era affatto cieco ed era probabilmente molto pericoloso.
***
Dato quello che era successo quel giorno, Derek non se la sentiva di tenere Isaac in casa con se.
Lo mandò via in una serata tempestosa, dicendogli che ora che Cora era tornata, erano in troppi.
Isaac aveva un solo altro posto dove andare.
Wendy aveva appena finito una chiamata con Angelica, ma prima di andare a dormire, qualcuno bussò alla porta.
-Avanti.-
Isaac entrò tutto bagnato, con una borsa e un taglio sulla guancia.- Posso chiederti un favore?-
Wendy si alzò e toccò lentamente il graffio.- Che cosa ha fatto?-
L’altro abbassò lo sguardo.- Dice che non c’è più posto per me.-
La ragazza sospirò, scuotendo la testa.- Puoi restare, ma mia madre non deve assolutamente vederti o darà di matto.-
-Sarà il nostro piccolo segreto.-
 
Isaac e Wendy avevano legato molto: non a caso erano in cima alla lista nel branco di Derek.
Tuttavia, Wendy non aveva intenzione di parlare di nuovo con Derek perciò, come Isaac, si era tirata fuori dal branco.
Il giorno dopo, sarebbero partiti due giorni per partecipare alla corsa campestre: Wendy, Isaac, Danny, Boyd e i due gemelli.
Da quando non abitava più al loft, Wendy si era dedicata molto di più alla scuola e, quella domenica, stava facendo gli ultimi compiti di lettere prima di andare a casa di Allison per ripassare.
-Toccante.-
-Patetico, romantico, lacrimevole.- rispose Wendy, concentrandosi su trovare dei sinonimi, mentre soffiò sulla schiuma della vasca.
-Momentaneo.- continuò Isaac, cercando di non bagnare il libro.
-Breve, passeggiero, effimero.-
-Inganno.-
Wendy ringhiò.- Derek.-
Isaac sospirò, lanciando il quaderno.- Che cosa ci vedrà mai in Stiles.-
-Siamo sulla stessa barca, caro mio.- commentò Wendy.
Il ragazzo si immerse nell’acqua e poi ne uscì con un po' in bocca.- Siamo affondando, stiamo affondando!- esclamò, dimenandosi appena, per non far strabordare la vasca.
Wendy scoppiò a ridere, schizzandogli.
-Ma se non sei più nel branco, come faremo a sapere cosa vuole fare contro gli Alfa?- le chiese poi.
Wendy alzò un sopracciglio.- Tranquillo, ho un uomo all’interno.-
 
-Hanno intenzione di attaccare per primi: Derek non vuole un’altra sorpresa al loft.- le disse Jackson al telefono, mentre Wendy entrò in ascensore per  raggiungere casa di Allison.
-Quindi hanno scoperto dove vivono.- intuì lei.
-Sì, ha indetto una riunione al loft, ti farò sapere.-
In quel momento, una volta arrivata al piano, un uomo col bastone per ciechi entrò nell’ascensore con lei.
-Tranquillo Jackson…Credo di averlo appena capito.-
Deucalion le fece un sorriso ed entrò insieme a lei: voleva dire che il loro covo era nel palazzo degli Argent.
-Che cosa vuoi?- gli domandò, con i nervi saldi.
Deucalion alzò le spalle.- Voglio vedere di che pasta sei fatta: tu mi piaci molto, Wendy e secondo me saresti perfetta.-
-Io non sono come te, io non uccido le persone.- affermò lei, stringendo i pugni.
-Sai, ci sono molti modi per diventare Alfa: domare un branco o, quello che piace a me, ucciderne uno. Quando diversi animali feroci, come per esempio i leoni, vengono messi nella stessa gabbia, si uccidono a vicenda, fin che non ne rimangono solo due e si contendono la vincita.- spiegò, per poi avvicinarsi a lei e metterle i capelli da un lato.- Tu vieni con me e io non farò del male ai tuoi amici.- le sussurrò all’orecchio.
Successivamente, l’ascensore si aprì ed entrarono altre persone, mentre Wendy uscì.- Qualcuno può premere il bottone dell’attico?-

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Capitolo 9
*** Killing the Alpha. ***


Il bus era appena partito da scuola.
Wendy si era seduta agli ultimi posti, poggiando la fronte sul vetro e tenendosi la ferita al fianco che le faceva malissimo.
A pochi sedili davanti, Isaac e Boyd con sguardo incavolato.
Al sedile a fianco, Ethan e Danny, che sembravano aver fatto molto amicizia.
Stiles si sedette accanto a lei, un po' preoccupato.- Come ti senti?-
Wendy evitò il suo sguardo, pallida in viso.- Sto bene.-
-Fammi vedere.-
Sbuffò e alzò la maglietta: l’enorme graffio sanguinava ancora.
-Non sta guarendo affatto.-
-Guarirà…Lo farà solo lentamente perché è stato fatto da un’Alfa.- puntualizzò Wendy, acidamente.
Stiles la guardò per un po', con sguardo serio.- Dimmi la verità: lo hai lasciato cadere apposta?-
Wendy roteò gli occhi, continuando a guardare la strada.- Stiles, lasciami stare.-
-Non ci posso credere.- esclamò, facendo per cambiare posto.- Non posso credere che tu abbia ucciso Derek.-
 
Visto che entrambi i genitori sarebbero stati via per due giorni, Wendy tornò al loft per dare alcune istruzioni ad Angelica ed assicurarsi che stesse bene.
-Mi raccomando, al letto presto, non mangiare schifezze e vai a scuola.- le disse Wendy, impaurita a lasciarla con lui.
-Sta tranquilla mamma, ce la caveremo.- continuò Angelica.
Entrambi voltarono lo sguardo su Peter che leggeva incuriosito i vecchi libri di quando era bambina.- Orologi e candelabri parlanti…E’ decisamente una fiaba!-
-Andrà bene.- ripeté la ragazza, abbracciandola.- Ti voglio bene.-
-Anche io tesoro, tanto.-
 
Il giorno prima.
 
Se Wendy si fosse consegnata, forse Deucalion avrebbe smesso di fare del male al resto del branco.
Così, quello stesso giorno, prese le chiavi della macchina e fece per tornare al palazzo di Allison.
-Dove stai andando?- le chiese Isaac, prima che toccasse la maniglia.
-Vado a comprare la cena.- rispose Wendy: non voleva coinvolgerlo, dopo quello che era successo con i gemelli la prima volta.
-Vengo con te.-
-Isaac, non ho bisogno della scorta.- replicò lei.
-Che prendi?-
-Ehm…Messicano.-
-Adoro il messicano.-
-Bene.-
Isaac la bloccò prima che aprisse la porta.- Non ti lascerò andare da sola.-
Allora Wendy capì che il licantropo aveva intuito ciò che stava per fare.
Sospirò con un leggero sorriso.- Da quando mi leggi nel pensiero?-
-Da quando ci siamo fatti il bagno insieme.-
Salirono sulla Camaro e raggiunsero l’attico del palazzo.
Era l’attico di un vecchio centro commerciale: le colonne dei vari piani stavano cedendo e le scale mobili erano ferme da tempo.
Deucalion arrivò dritto davanti a lei.
-Eccomi, sono venuta, adesso lascia stare gli altri.- gli disse Wendy.
-Non sei venuta da sola.- disse lui, dondolando il bastone.
-Lui è a posto.- continuò lei, indicando Isaac.
-Non mi riferivo a lui.-
Dal buio delle pareti, apparvero Derek, Boyd e Jackson: l’avevano seguita.
-Scusa Wendy.- intervenne Jackson: aveva parlato.
-Lo hai costretto a fare la spia.- borbottò Derek, avvicinandosi pienamente trasformato.
-Derek, non capisci, se non lo faccio, inizieremo a morire.- puntualizzò Wendy.
-No, lui.- affermò Derek, indicando Deucalion.- Solo lui.-
Deucalion sbuffò.- Gli adolescenti sanno essere così ottusi.-
Anche Deucalion aveva portato la sua squadra: Kali venne giù da una colonna ed Ennis dalle scale mobili del secondo piano.
-Se ti fossi fatto gli affari tuoi, non sarebbe successo.- borbottò Wendy, tirando fuori gli artigli.
-Siamo un branco, possiamo affrontarli. – affermò Derek, ruggendo.
2 Alfa erano forti quanto 4 Beta.
Derek ed Isaac si occuparono di Ennis, mentre Wendy e Jackson di Kali.
La donna dalle lunghe unghie, alzò una gamba per graffiare Wendy al petto, ma la ragazza le bloccò la caviglia.- Tesoro, hai bisogno di una manicure.-
Di seguito, Jackson le diede un calcio, spezzandole la gamba.
Kali si ritrovò a terra, con la gamba storta, ma non si perse d’animo: fece un sorrisetto malvagio e si sistemò le ossa in men che non si dica.
Jackson fece una smorfia disgustata.- Dio, che schifo.-
Prima che Kali potesse fare un’altra mossa, dall’alto giunse una freccia che emise una luce abbagliante, accecando l’Alfa.
Wendy sollevò lo sguardo: Stiles era in cima al secondo piano e lanciava frecce contro il branco di Alfa.
Ma aveva una cosa particolare: i suoi occhi erano neri come la pece, camminava come uno zombie e si comportava come una specie di macchina telecomandata.
-Ma che gli succede?-
Derek afferrò Ennis da dietro.- Stiles, qui!- gridò e il ragazzo lanciò una freccia direttamente nel suo petto. -Stiles, dietro di te!-
Stiles si voltò: i gemelli erano dietro di lui e ci misero pochi secondi a fondersi di nuovo.
Mise l’arco nell’astuccio e con una strabiliante capriola, scese al primo piano.
Wendy guardò sbalordita, non gli aveva mai visto fare niente del genere.
Per lo più, una volta anche i gemelli furono saltati, Stiles estrasse due coltelli affilati e glieli conficcò nella schiena.
Atterrato Ennis, Derek gli corse in contro, prendendogli il viso tra le mani.- Stiles, ma che stai facendo?!-
Il ragazzo strinse gli occhi, passandoci poi le dita sopra, fin che non tornarono marroni.- Che c’è? Che ho fatto?- balbettò, sudato.
Rialzati da terra, i due gemelli si avventarono su Isaac e una volta preso per la gola, lo lanciarono verso un muro, stordendolo.
Kali strinse le braccia intorno al collo di Jackson, per poi graffiarlo al petto.
I gemelli si separarono e tennero fermo Stiles.
Wendy e Derek osservarono come quelli del branco erano stati tutti sconfitti.
Infine, si guardarono a vicenda: erano rimasti solo loro due.
Deucalion sorrise.- I due leoni che si contendono la vincita.-

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Capitolo 10
*** The deep bond. ***


-Jared, andiamo! Ogni volta che prendi un bus è sempre la stessa storia!- esclamò Finstock al povero Jared che aveva la nausea.
In effetti, c’era un po' di traffico e l’autobus continuava a frenare bruscamente.
-E con quelle due bombe ad orologeria che facciamo?- domandò Stiles, riferendosi ad Isaac e Boyd che, infuriati dalla presunta morte di Derek, continuavano a fissare Ethan come se volessero ucciderlo.
-Se fanno qualcosa li fermerò.- affermò Wendy, con una goccia di sudore che le cadeva dalla fronte.
-Ridotta così? Non credo proprio.- commentò Stiles, estraendo il telefono.- Chiedo aiuto ad Allison e Lydia.-
Wendy lo guardò stranita.- E loro che c’entrano? Sono a Beacon Hills.-
-No, ci stanno seguendo con la macchina da quando siamo partiti.- rispose Stiles, mandando un sms. -Dobbiamo fermarci, hai bisogno di cure.-
-Perché ti importa tanto?- gli chiese, facendo una smorfia di dolore.
Vederla ridotta in quel modo non gli piaceva affatto, proprio come non gli era piaciuto quando Derek aveva un tubo conficcato nella schiena.
Stiles non rispose e si avviò dal coach.- Coach, ehm, siamo per strada da 5 ore, non crede sia meglio fare una sosta?-
L’uomo fischiò.- Stilinski, non ho chiesto la tua opinione.-
-Ma coach, non crede che la vescica di qualcuno possa esplodere?- ribatté lui.
Fischiò ancora.- Seduto!-
-Ma coach!-
Ad ogni parola che pronunciava, Finstock fischiava. -Va a sederti!-
-Okay!- esclamò Stiles, sbuffando.
Mentre si avviava al sedile, notò Jared che guardava di fuori per cercare di non vomitare e gli venne un’idea.
Si sedette accanto a lui sorridendo.- Ehi Jared, come va?-
Il bus fu costretto a fermarsi dopo che Jared ebbe vomitato quasi ovunque.
-Jared, fa schifo!- gridò il coach, prima che si fermassero ad una stazione di servizio.
Allison e Lydia che, fino a quel momento gli erano state dietro, li raggiunsero.
-E voi che ci fate qui?- gli domandò Wendy, mentre veniva trascinata in bagno da Stiles.
-Siamo le tue migliori amiche, non ti lasciamo sola in questo stato.- affermò Allison, aiutandolo a farla sedere a terra.
Le tolsero la maglietta e notarono la gravità della ferita.- Mio Dio, è enorme. Perché non sta guarendo?-
-Forse è solo una cosa psicologica.- intervenne Lydia.
-In che senso?-
-Forse perché Derek è morto e non riesce a trovare la forza di guarire. O perché…- continuò la ragazza, guardando Stiles.- Perché tu sei la sua ferita aperta…-
-Che cosa facciamo? Il bus potrebbe ripartire a momenti.- aggiunse Allison.
Lydia frugò nella sua borsa, estraendo un piccolo kit per il taglio e cucito.- Intanto gliela ricuciamo.-
Mentre Allison e Lydia si occuparono di trattenere la partenza il più possibile, Stiles si piegò su di lei. -Okay Wendy, adesso resta con me, non ti addormentare.-
Wendy aveva gli occhi mezzi aperti, stava per svenire.- E’ colpa mia.- singhiozzò, dolorante.- Non avrei dovuto lasciarlo andare.-
 
Il giorno prima.
 
-Era il tuo piano fin dall’inizio, vero?- borbottò Derek.
-Cosa farai Derek? Diventare un’Alfa più forte, come i miei, uccidendo il tuo Beta? E Wendy? Lui ti ha rubato tutto, se non mi sbaglio. Non dirmi che non hai mai pensato a tagliargli la gola?- esordì Deucalion, con un sorriso malvagio sul volto. Estrasse poi gli artigli e fece presa sulla nuca di Derek, facendolo inginocchiare e mugugnare dal dolore. -Avanti, Wendy. Credimi, la vendetta è molto soddisfacente.-
Nel guardare Derek negli occhi, ripensò a tutta la rabbia e la tristezza che aveva provato dopo averlo scoperto con Stiles nella foresta.
Avrebbe voluto davvero ucciderlo.
-Wendy, ti prego, no!- esclamò Stiles, trattenuto dai gemelli.
La ragazza non l’ascoltò e fece spuntare le unghie alla mano sinistra.
-Wendy, è questo che vuole…Vuole metterci l’uno contro l’altro.- sussurrò Derek, cercando di dimenarsi.- Vuole macchiarti l’anima.-
Wendy serrò i denti.- Sono stanca di ascoltarti.- commentò, guardandolo accigliata.- Me lo sarei aspettata da qualche ragazza della scuola che lo guardava di nascosto, da Lydia, perfino, ma non da te.- affermò, con una lacrima che le rigò il viso.- Io non ti perdonerò mai.-
Derek incrociò i suoi occhi.- Mi dispiace…-
Wendy ruggì e con potenza, graffiò Deucalion al petto, facendolo indietreggiare così da perdere la presa su Derek.
Di conseguenza, Ennis corse incontro Derek e si avventò su di lui.
I gemelli circondarono Wendy ed Isaac.
-Andiamo ragazzi, ci siamo già passati.- affermò Wendy. – La prima volta non è bastata?-
Entrambi notarono che Derek era in evidente difficoltà contro Ennis.
-Ci penso io, tu va!- le disse Isaac.
Wendy raggiunse Derek e spinse via Ennis sul bordo del precipizio dell’ultimo piano, ma intervenne Kali che, con le unghie, graffiò Wendy alle caviglie, facendola cadere.
Ennis si aggrappò a Derek per non cadere, però questo avrebbe fatto precipitare entrambi.
Derek si divincolò dalla sua presa e Wendy gli afferrò il braccio prima che potesse cadere anche lui.
Erano feriti entrambi e molto deboli: Kali continuava a graffiarla pesantemente, fin che Jackson non le piantò una freccia trovata a terra, trafiggendola da parte a parte.
Derek era troppo pesante per Wendy: sarebbero caduti tutti e due.
-Wendy, lasciami.- le disse lui.
-No.- esclamò lei, con gli occhi lucidi e la fronte sudata.
Derek la guardò negli occhi.- Avevi detto che era l’ultima volta.-
Una lacrima le cadde sulla guancia.- Mentivo.-
-Lasciami.- sussurrò.
Wendy cercò di tenersi a lui anche con gli artigli, ma alla fine, Derek precipitò.
Isaac la strinse a se prima che gli altri Alfa si riprendessero.- Wendy, dobbiamo andare via!-
-No, no, lasciami!- gridò lei, dimenandosi.
Derek era ormai morto.
***
Si vedeva che Wendy non stava bene e Stiles faceva fatica ad infilare il filo dentro l’ago.- Andiamo, forza!- singhiozzò, avendo paura che gli morisse davanti.
-Qual è il problema?- gli domandò Derek, poggiato al lavello accanto a lui.
-Non riesco a mettere il filo.- balbettò Stiles, asciugandosi in fretta le lacrime col dorso della mano.
Derek si chinò davanti a lui con un sorriso rassicurante, come un’allucinazione.- Stiles, respira.-
Il ragazzo chiuse gli occhi e prese un bel respiro.
Sentiva la mano di Derek accarezzargli la schiena.- Concentrati, puoi farcela.-
In quel momento, Stiles aprì gli occhi, completamente neri e con estrema concentrazione, mise il filo dentro l’ago e ci fece un piccolo nodo.
Stranamente, con quegli occhi, riusciva a vedere molto bene i tessuti della pelle e li ricucì in fretta.
-Okay, ho finito.-
Stiles si passò le dita sugli occhi che tornarono normali e poi alzò lo sguardo su di lei.
Aveva la testa da una parte e sembrava non respirare.
-Wendy, andiamo!- le disse, dandole alcune pacche sulla guancia.- Ti prego, svegliati. Ti prego, non morire anche tu, per favore!- piagnucolò, prendendole le mani e portandosele alle labbra.- Svegliati…-
Improvvisamente, Wendy prese un grosso respiro e sgranò gli occhi.
Stiles fece un sospiro di sollievo. -Oh, grazie al cielo.-
Wendy si guardò la ferita che stava cominciando a guarire.- Ce l’hai fatta…-
-Sì, andiamo.-
Messa una maglia pulita, il ragazzo l’aiutò ad uscire dal bagno, dove gli alunni si erano accalcati a vedere Isaac che stava picchiando Ethan.
-Che succede?-
-Non lo so, quando gli ho detto quello che ti stava succedendo, ha iniziato a prenderlo a pugni!- esclamò Lydia.
Wendy si fece spazio tra la folla per intervenire.- Isaac!-
Non appena il licantropo sentì la sua voce, si fermò e la guardò sorpreso.- Stai bene?-
Lei poggiò la fronte sulla sua.- Va tutto bene Isaac, sto bene.-
***
Peter mise un po' di cereali nella ciotola di Angelica con un po' di latte, quando notò che stava facendo un curioso disegno: era un albero con rami diversi dal normale.
-Che cos’è?-
-Non lo so, l’ho sognato stanotte.- rispose lei, alzando le spalle.
-Posso averlo?-
Angelica lo strappò dal taccuino e glielo diede.- Certo.-
-Okay, andiamo a scuola o farai tardi.-
Angelica si era segnata al corso di arte, proprio perché, grazie ad Isaac, aveva scoperto la passione per il disegno.
Stavano aspettando l’insegnante già da un po' quando Jackson si sedette al banco accanto al suo. -Ehi, anche tu qui?-
-Già, faccio dei disegni niente male.- commentò lei, quasi vantandosi.- A proposito, tu che lo hai visto l’ultima volta, sai dov’è Derek?-
Da quella domanda, Jackson intuì che Wendy non le aveva detto niente.- Beh…Lo conosco: sarà da qualche parte a cacciare scoiattoli.-
La campanella suonò, ma il professore non si era mai fatto vedere.
-E’ mai successo che questo tipo non fosse venuto a lezione?- gli chiese, stranita.
-In effetti no.-
Angelica si avvicinò alla scrivania per dare un’occhiata, quando scoprì qualcosa di terribile.- Jackson..-
Jackson si voltò prima di uscire dalla porta.
Angelica girò la sedia verso di lui: c’era un enorme graffio.
 

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Capitolo 11
*** That mysterious guy. ***


Visto che Stiles e Wendy non erano in città, Angelica chiamò l’unica persona che sembrava saperne sempre più di tutti.
-Credete che sia stato rapito?- domandò Deaton, mentre Angelica cercava sue tracce nella scrivania.
-Mio padre seguiva la pista dei sacrifici umani.- puntualizzò lei.
-Ma queste persone non erano vergini.- commentò Jackson.
In quel momento, Angelica trovò una vecchia foto del professore con una divisa militare.- Mia madre aveva detto che Kyle ha una famiglia che è legata all’esercito.-
-Quindi adesso sta uccidendo persone legate all’esercito?-
-Conosco qualcun altro di questa scuola che era un ex marine: il professor Harris.- continuò il ragazzo.
-Qualcuno lo ha visto stamattina?-
-No, ho avuto un’ora di buca con lui.-
-Lei ne sa qualcosa? Conosce qualche tipo di creatura che faccia queste cose?- chiese Angelica a Deaton.
-No, stando alle ferite di quei tre ragazzi, qui c’è dietro qualcuno di umano. Credo che sia un druido.- rispose il dottore.
-Dobbiamo avvisare i miei genitori.-
 
Il bus si era appena fermato davanti ad un motel nel pieno del deserto della California.
Dato che avevano lasciato la macchina per strada, Allison e Lydia erano andati con loro.
-Questo è l’unico posto che può permettersi la scuola.- esordì il coach, facendo le coppie per le stanze.- Martin ed Argent, Danny tu con Ethan e…- disse, facendo rimanere fuori solo Stiles e Wendy.- Voi due state ancora insieme?-
-Sì coach, non ci preoccupi.- rispose Stiles, prendendogli la chiave dalla mano.
Wendy lo guardò con un sopracciglio alzato.- Io non voglio dormire con te.-
-Invece sì, devo tenerti d’occhio.- aggiunse lui.
L’altra sospirò.- Stiles, sto bene.-
-La, la la, non sento.- replicò l’altro, tappandosi le orecchie mentre si avviava alla camera.
In quel momento, Wendy passò davanti a Lydia che guardava l’hotel con uno strano sguardo impaurito. -Lydia, che c’è?-
-Questo posto non mi piace per niente.- commentò, storcendo la bocca.
-E’ solo per una notte.- ribatté Wendy, raggiungendo Stiles.
-Può succedere di tutto in una notte…-
Esaminata la stanza, a Stiles squillò il telefono.- Ciao tesoro, come sta andando?-
-Non bene, sono scomparse altre persone dopo Kyle: due insegnanti, quello di arte e il professor Harris. Crediamo che abbia iniziato a sacrificare i soldati o comunque qualcuno che è legato alla guerra.- spiegò Angelica.
-Stiles, credo che si tratti di un druido. Erano loro, nell’antichità, a fare dei sacrifici umani. Il nome druido significa albero saggio in latino: erano delle persone molto legate ai licantropi, li servivano, per così dire e gli offrivano sacrifici umani. La loro religione glielo imponeva.- aggiunse il dottor Deaton.
-Papà, posso farcela, posso continuare ad indagare.-
Wendy e Stiles si fulminarono con lo sguardo, ma alla fin fine, lei annuì.- D’accordo tesoro, ma per favore, sta attenta.-
-Tranquillo, c’è Jackson con me.- affermò lei, prima di attaccare.
A Stiles non andava molto a genio che fosse vicina a Jackson, ma almeno qualcuno la proteggeva.
-Okay, ora ho 3 sospettati.- continuò Stiles, sedendosi sul letto.- Il primo è il tuo capo: sa sempre tutto ed è iniziato a diventare molto misterioso. E poi c’è…-
-Chi?-
-Lydia…- rispose Stiles, anche se non gli piaceva pensarlo.- E’ stata sotto il controllo di Peter, non è un licantropo, chissà cosa potrebbe fare. E questo non saperlo, mi fa venire qualche sospetto.-
-E il terzo?-
-…Io.-
Wendy lo guardò confusa.- Tu?!-
-Quando gli occhi mi diventano neri, non ricordo niente di quello che faccio. L’altra sera, non so nemmeno come sono arrivato all’attico, né che cosa ho fatto.-
-In realtà sei stato piuttosto forte: hai iniziato a lanciare frecce, poi hai fatto una mega capriola, beh, fin che i gemelli non ti hanno preso.- raccontò Wendy.
Stiles si passò la lingua sul palato, quasi offeso.
-Sto morendo di fame.-
-Vado a prendere qualcosa alle macchinette che ho visto qui sotto.-
Stiles uscì dalla camera e prese qualche monetina dalla tasca, soffermandosi sulla ringhiera del corridoio e ricordando quella notte in cui aveva visto Derek precipitare.
Da quando era morto, sentiva uno straziante senso di vuoto dentro di se che non riusciva a spiegare.
 
Due giorni prima.
 
Derek lo baciò prima sulle labbra dolcemente e poi sulla fronte sudata.- Ha fatto male?- gli domandò, coprendogli il ventre nudo.
-Un po', ma non così tanto come immaginavo.- rispose Stiles, voltandosi verso di lui. -Sei sicuro di volerli attaccare per primo? Mi sembra un po' pericoloso e lo sai se…Dovesse succederti qualcosa, io…-
Derek fece un piccolo sorriso, prendendogli la mano.- Ti fidi di me?-
-Io mi fido…Non so se tu ti fiderai mai di me tanto da…-
-Da?-
Stiles arrossì, senza riuscire a guardarlo.- Da potermi amare, un giorno.-
Il licantropo sospirò, rimettendosi i boxer.- Il problema non è questo…Ho un’altra sensazione in testa…Riguardo Wendy.-
L’altro lo guardò confuso.- Wendy?-
Derek si sedette sul letto, dandogli le spalle.- Io lo so che una parte di te prova qualcosa per lei.-
In effetti, Stiles non poteva negarlo.
Si avvicinò e gli baciò il tatuaggio.- Ma provo qualcosa anche per te.-
Derek si voltò verso di lui, incrociando i suoi occhi.- Lo so.- mormorò, prima di baciarlo lentamente. -Ma chi vincerà alla fine?-
 
Stiles si asciugò una lacrima e poi scese le scalette che portavano alle macchinette automatiche.
C’era Boyd che digitò il numero di una barretta, ma si incastrò.
Il ragazzo dallo sguardo inquietante e fisso diede un pugno al vetro, rompendolo in mille pezzi e prendendo quasi tutti gli snack.
Comportamento licantropesco, pensò Stiles.
Lui prese due confezioni di Ringo e tornò in camera.- Guarda che ho trovato.-
Wendy saltellò sul letto, entusiasta.- Non ci credo, credevo non li facessero più!- estrasse un biscotto dalla confezione.- Ti ricordi facevamo da piccoli?-
-Ovvio!- separarono le due estremità di biscotto, leccarono la vaniglia al suo interno e poi se lo appiccicarono sulla fronte, scoppiando a ridere.
Era da un po' di tempo che non ridevano insieme e la situazione si fece piuttosto nostalgica.
-Vado a farmi una doccia, puzzo di sangue.- disse lei infine, chiudendosi in bagno. Fece poi capolino.- Puoi chiedere alla reception altri asciugamani? Non mi bastano.-
-Certo.-
Stiles scese alla reception dove c’era una bizzarra donna al computer.
-Salve, mi scusi, mi occorrerebbero altri asciugamani.-
-Certo tesorino, te li faccio mandare subito.-
Prima di andarsene, Stiles notò una tabella numerica dietro di lei: riportava il numero 198.- Che vuol dire 198?- domandò curioso.
-Sei sicuro di volerlo sapere, bocconcino? E’ una cosa un po' macabra, ma il mio vecchio marito ha mandato avanti questa tradizione dal 1977.-
I suoi occhi apparivano inquietanti.
-E sarebbe?-
-Non siamo in cima ai motel per quanto riguarda il gradimento, ma qui ci sono stati molto suicidi.-

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Capitolo 12
*** You are part of me. ***


La pelle di Stiles rabbrividì e decise di smettere di parlare con quella donna, tornando in camera, visto che si stava facendo buio.
Per il corridoio, incontrò Lydia, che aveva un orecchio posato sulla porta di una camera.
-Che stai facendo?-
-Non li senti?- domandò lei, con gli occhi sgranati.
-Sentire che cosa?-
Stiles l’affiancò, ma non sentì nulla.
-Si stanno per sparare, dobbiamo fermarli!- esclamò Lydia, entrando dentro la camera in fretta.
Ma non c’era nessuno, solo della vernice per terra e alcuni strumenti da lavoro.
Si stava facendo tutto molto strano.
-Lydia, sicura di stare bene?-
-Sì, ti sto dicendo la verità! Ho sentito due ragazzi che stavano per minacciare di spararsi!- spiegò lei.
Stiles ripensò alla receptionist che parlava di suicidi, perciò il suo racconto non gli risultò poi così anormale.
-Ti credo Lydia, va bene? Dopo tutto quello che abbiamo passato, ti credo. Adesso torniamo in camera e cerchiamo di riposarci, è stata una giornata pesante.- commentò Stiles, aprendo la porta della propria stanza. Sul letto c’erano altri asciugamani.- Wendy! Sono arrivati gli asciugamani!- Non appena si voltò verso il bagno, la ragazza era nuda e sgocciolante davanti a lui.- Oh santo cielo!- sobbalzò, cercando di guardare da un’altra parte.
-Perché non mi guardi, Stiles?- gli chiese, chinando la testa da un lato.
-Perché sei nuda.- rispose l’altro, battendo il piede a terra nervosamente e guardando in alto.
-Una volta ti piacevo.- continuò lei, avvicinandosi e accarezzandogli il braccio.
I suoi occhi erano fissi su di lui, come fosse in trance.- Wendy, smettila, stai iniziando a spaventarmi.- sussurrò Stiles, col fiato corto.
Wendy batté le palpebre più volte e si guardò intorno confusa.- Che ci faccio qui?-
Stiles alzò le sopracciglia.- Scusami?!-
Capì poi di essere nuda e fece un gridolino, afferrando gli asciugamani per coprirsi.- Oh mio Dio! Perché sono nuda in mezzo alla stanza?!-
-Non lo so!- gridò anche Stiles, aprendo le braccia.
La porta si spalancò e Wendy fece l’ennesimo urlo.
-Ragazzi, c’è qualcosa che non va.- affermò Isaac.
-Ma davvero?!- replicò Wendy, attorcigliandosi l’asciugamano al corpo.
-Qual è il problema? Ti ho già vista nuda.- commentò l’altro.
Stiles alzò un sopracciglio.- Come scusa?-
Wendy scappò in bagno, mentre Stiles iniziò a sentire un rumore provenire dalla stanza accanto.- Lo senti anche tu?-
Isaac drizzò le orecchie.- Sembra una motosega.-
Entrambi entrarono nella camera e dopo aver acceso la luce, trovarono Ethan con una sega in mano, che tentava di tagliarsi lo stomaco.
Stiles intervenne, cercando di togliergliela dalla mano.
Isaac si chinò a staccare la spina, prima che uccidesse qualcuno.
Nello scontro, Ethan andò a toccare con la spalla una stufetta portatile, scottandosi.
Si guardò poi intorno, piuttosto spaesato.- Che cosa è successo?-
-Vuoi dirmi che non ti ricordi cosa stesse succedendo?-
Ethan scosse più volte la testa e scappò via.
Mentre Isaac era tornato in camera, Stiles si avviò alla reception, cercando Lydia ed Allison, trovandole proprio lì.
-Okay, questo posto ha qualcosa che non va.- commentò Stiles.
In quel preciso istante, anche se la donna non c’era, notò che il numero attaccato al muro era cambiato.
-Un momento: prima c’era scritto 198…E ora… 201?-
-Che cosa vogliono dire quei numeri?- domandò Allison.
-Sono suicidi, ma lo giuro, prima c’era scritto 198.-
-Vuol dire che…-
-Che ci saranno altri 3 suicidi, stanotte.-
***
Angelica, Deaton e Jackson si avviarono nell’ufficio del professor Harris, per analizzare la sua scrivania.
Sul tavolo c’erano alcuni compiti, ma Jackson notò una cosa strana.
-Ragazzi…- esordì, mostrandogli un foglio.- Non esiste il voto R.-
Angelica ordinò tutti i compiti che c’erano e i voti segnati in rosso, formavano una parola: DARACH.
-Cosa significa?-
-Vi ricordate quando ho detto che druido in latino significa albero saggio?- spiegò Deaton.- C’è un modo anche per il gaelico: Darach.-
***
-Nessuno ha notato che i licantropi si stanno comportando in modo strano?- commentò Stiles.
-Credi che dovremmo tenerli d’occhio?- domandò Allison.
-Il numero è aumentato di 3.-
-Quindi Isaac, Boyd e Wendy?-
-Lo sapevo che questo motel aveva qualcosa di strano.- balbettò Lydia, spaventata.
Guardando Lydia, Stiles ebbe un deja-vu: stava succedendo tutto come al compleanno di Wendy, quando Lydia aveva avvelenato tutti con lo strozzalupo.
Tutti e tre si avviarono nella camera di Isaac e Boyd: di Isaac nessuna traccia, ma non appena aprirono la porta del bagno, videro Boyd immerso nella vasca, che teneva la cassaforte della stanza.
Non respirava, stava cercando di annegarsi da solo.
Stiles ed Allison cercarono di sollevarla, ma era troppo pesante.
In quel momento, Stiles notò una stufetta attaccata al muro e si ricordò dell’episodio con Ethan: sembrava esser rinsavito una volta toccato il fuoco.
-Okay, è una teoria assurda, ma credo che il fuoco li faccia risvegliare!-
-Dentro allo scuola bus dovrebbero esserci dei razzi da segnalazione per le emergenze!- intervenne Lydia.- Corri!-
Stiles corse in fretta sul bus e trovò una casetta con all’interno 3 razzi.
Una volta acceso uno, lo immerse nell’acqua e toccò la spalla di Boyd.
Il ragazzo balzò fuori dall’acqua e lanciò via la cassaforte.
-Mi dispiace papà, ti prego, no, non voglio entrare nel freezer.-
Stiles sentì Isaac bofonchiare questa frase continuamente, ma non lo vedeva nella camera.
Poi, si chinò sotto il letto e lo vide rannicchiato e spaventato a morte, così usò un razzo anche con lui.
-Manca Wendy.- affermò Allison.
Quando scesero le scalette, notarono Wendy in mezzo al parcheggio immobile.
In mano aveva l’ultimo razzo ed era tutta bagnata.
-Wendy…?-
Stiles vide a terra una tanica di benzina vuota: Wendy voleva darsi fuoco.
-Wendy, per favore, fermati…- le disse, avvicinandosi lentamente.
Le labbra della ragazza tremavano e gli occhi erano lucidi.- Che cosa aveva lui che io non ho?-
Stiles non aveva mai affrontato la rabbia e la tristezza di Wendy.
-Wendy, io…-
-E’ colpa mia…Lui è morto…Mi aveva detto di ucciderlo e per un attimo…- singhiozzò, avvicinando lentamente il razzo verso di se.- Per un attimo ho pensato i farlo.-
-Wendy, la morte di Derek non è colpa tua.- aggiunse Allison, con le mani nei capelli e terrorizzata dalla situazione.
Lei incrociò gli occhi di Stiles.- Ti ricordi com’era la nostra vita prima che Peter mi mordesse?- gli domandò, sorridendo appena.- Eravamo degli sfigati, io stavo per morire, non eravamo popolari, Scott non era bravo a LaCrosse…Era tutto perfetto.-
Una lacrima rigò la guancia di Stiles, ma lui sorrise.- E’ vero.-
-E io ti amavo…Ti amavo così profondamente…- piagnucolò Wendy, tremando. – E adesso è tutto rotto, tutto storto. Vorrei poter tornare indietro, perché adesso…Sento di non significare niente.-
Allison si asciugò una guancia.- Wendy…Non è vero quello che stai dicendo, significhi molto per me…Guarda…Guarda il tuo braccio.-
Per un attimo, Wendy voltò lo sguardo dal razzo al proprio polso, osservando il braccialetto con le loro iniziali.
-Lo vedi? A + W. Siamo noi due, Allison e Wendy.-
-Wendy…- intervenne Stiles, avvicinandosi lentamente.- Non è colpa tua, è mia. Tu sei tutto, è chiaro? Wendy…Tu sei una parte di me.- affermò, mettendo la mano sulla sua.- E se vuoi fare questa cosa, io verrò con te.-
I due si guardarono negli occhi e nel mentre, Stiles sfilò il razzo dalle sue mani, lanciandolo via.
Wendy scoppiò a piangere e si lasciò andare a Stiles. -Mi sei mancato così tanto.-
Lui la strinse a se, baciandole la fronte.- Anche tu mi sei mancata.-
Sembrava tutto finito.

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Capitolo 13
*** The survivor 2.0 ***


Angelica tornò a casa da scuola e capì che era deserta.
-Di certo lo zio Peter non c’è.- notò, lanciando la borsa sul divano.
Non appena varcò la porta della cucina, il corpo di Derek si aggrappò pesantemente a lei, ricoperto di sangue.
-Oddio! Derek!- esclamò Angelica, a bocca aperta e lo trascinò sul letto.
Le sue ferite erano molto gravi.
-C-Cosa devo fare?-
-Niente, sta tranquilla, guarirò.- bofonchiò Derke, tentando di togliersi la maglietta squarciata.
Angelica lo aiutò e prese una garza per asciugare il sangue.- Oddio…Se solo potessi…- singhiozzò, in preda al panico.- Fare qualcosa.-
Derek le prese le mani.- Resta con me.-
Lei scosse la testa.- Non vado da nessuna parte.-
Angelica desiderò tanto di poterlo aiutare e in quel momento, dal suo corpo uscirono delle vene nere, mentre le ferite di Derek rimarginarono completamente.
Sgranò gli occhi.- Oh mio Dio! Ti sto…Ti sto guarendo! Non ci credo!-
Derek fece un bel respiro e riuscì ad alzare il busto, sorridendole appena, come fiero.- Perché sei un licantropo.-
***
Stiles, Wendy, Allison e Lydia erano rimasti a dormire dentro il bus, avendo paura di quel motel.
Il coach salì quando ebbe fatto mattina, insieme a tutti gli altri.- Non lo voglio sapere, non lo voglio sapere.- borbottò, fischiando ancora una volta per farli svegliare. -E se non lo avesse saputo, l’evento è stato annullato, si torna a casa.-
In quel momento, Lydia notò che da quel fischietto perdeva qualcosa.- Mi scusi coach, posso avere il suo fischietto?-
Una volta in mano, Lydia ci soffiò dentro e sulla mano le rimase una polverina.
-Strozzalupo.- capì Wendy.
-Quindi ogni volta che il coach fischiava…-
-Wendy, Isaac e Boyd andavano fuori di testa.- continuò Allison.
Subito dopo, Ethan si sedette al sedile davanti.- Sentite, non so cosa sia successo stanotte, ma mi avete salvato la vita.-
-Tecnicamente sono stato io.- commentò Stiles.
-Ascoltatemi, sappiamo che Derek potrebbe essere vivo.- affermò l’Alfa.
Stiles e Wendy si fulminarono con lo sguardo.
-Ma ha ucciso uno dei nostri. Perciò o si unisce al branco o Kali verrà a cercarlo per ucciderlo.-
 
Avendo saputo quella notizia, Stiles accorse subito a casa una volta tornati a Beacon Hills.
Si precipitò alla porta e l’aprì con forza: Derek era poggiato al tavolo, leggendo.
Alzò gli occhi su di lui e gli sorrise appena.
Gli corse in contro, tastandolo per capire se fosse tutto vero.- Com’è possibile… I-Io…Ti ho visto cadere.-
-Certe volte accadono cose che nemmeno io mi sarei mai immaginato.- rispose lui, prima che Stiles potesse attirarlo a se e baciarlo con passione.
Nello stesso istante, Angelica uscì dalla cucina, osservando la scena.
Stiles arrossì, iniziando a balbettare cosa a caso.
-Papà, è tutto okay.- lo rassicurò Angelica.- Non mi importa che tu stia con un uomo o con una donna, io ti voglio bene lo stesso.-
Stiles l’abbracciò con gli occhi lucidi.- Ti voglio bene anche io, piccola.-
 
La sera successiva, Wendy andò in ospedale per portare la cena alla madre.
C’era un gran caos dovuto ad un tamponamento a catena.
Melissa fece un sospiro di sollievo vedendola.- La mia splendida figlia femmina che viene a portarmi la cena.-
-Lo so che sono sempre stata la tua preferita.- commentò lei, alzando le sopracciglia.
-Non dirlo a Scott.- sussurrò l’altra, con sarcasmo.
-Sembrate avere un bel da fare.-
-Tamponamento a catena, la gente continua ad arrivare e i due medici di turno non si sono visti.- spiegò Melissa.
Wendy lo trovò strano: d’un tratto, la teoria dei sacrifici umani di Stiles non era diventata così anormale, specialmente dopo che avevano trovato il professor Harris nel bosco, ucciso sempre dalle stesse tre ferite.
Così, decise di rimanere per studiare la situazione, sedendosi accanto ad una donna che perdeva sangue dal petto e sembrava soffrire.
-Sa…Ho sentito dire che il contatto umano spesso aiuta.- le disse, cercando di rassicurarla. Poi, senza farsi vedere, mise la mano sulla sua e le portò via un po' di dolore.
L’espressione rilassata e felice sul volto di quella donna, l’aveva soddisfatta a pieno.
Le piaceva aiutare.
-Qualcuno mi aiuti!- urlò improvvisamente Ethan dall’entrata.- Non respira!-
Melissa e Wendy si precipitarono ad aiutare Danny che continuava a tenersi una mano sul petto.
-Che cosa gli hai fatto?!- chiese Wendy ad Ethan.
-Non gli ho fatto niente! Diceva di avere dolori al petto e di non riuscire a respirare!- spiegò l’Alfa, mentre Melissa lo visitava.
A quel punto, Danny iniziò a vomitare strane piante.
Entrambi i licantropi capirono che si trattava di vischio.
-Ha un’occlusione, non riesce a respirare!- esclamò Melissa, facendolo stendere su una barella. -Toglietegli la maglietta.- disse poi, prendendo un lungo ago da un carrello.
Wendy deglutì il nervosismo, dopo aver strappato la maglia del ragazzo.- Mamma, che vuoi fare?-
Con un gesto secco, Melissa conficcò l’ago nel polmone di Danny e aprì il tubicino che c’era in cima per dargli aria.
Subito dopo, Danny tornò a respirare normale.- Grazie…-
-Sei stata magnifica!- esclamò Wendy, entusiasta.
Melissa arrossì appena.- Oh, niente di che…-
Successivamente, Ethan e Wendy uscirono fuori per parlarne.
-Hai saputo dei sacrifici umani? Credo che Danny fosse un bersaglio e noi lo abbiamo appena salvato in tempo.- gli disse Wendy.
Prima che Ethan potesse rispondere, dietro di lui due macchine si scontrarono.
Wendy andò ad aprire lo sportello del guidatore: le due auto si erano tamponate perché chi era al volante, era morto.
Una delle cose che notò, fu una farfalla morta sul cruscotto.
-Ma chi era?- si chiese Ethan.
Wendy lesse il cartellino che portava al collo.- Il medico di turno.-

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Capitolo 14
*** The doctors. ***


Stiles credeva che dopo i vergini e i soldati, adesso stessero toccando ai guaritori, ovvero ai medici, dato che avevano ucciso sia il medico di turno, che la sua sostituta.
Avendo timore per sua madre, Wendy decise di farle la guardia tutta la notte, insieme ad Isaac.
Ma quando Melissa si svegliò il mattino dopo, li trovò entrambi dormire sul pavimento.- Ehm, ragazzi?-
I due si svegliarono di soprassalto, con i capelli scompigliati.
-Toccava a te fare la guardia.- gli disse Wendy.
-Io credevo fosse il tuo turno.- replicò l’altro, grattandosi la testa.- Okay, forse era il mio turno…-
-I miei eroi.- commentò Melissa, sorridendo. -Ma non ne ho bisogno, sto bene.-
-Mamma, stanno uccidendo i dottori.- puntualizzò la figlia.
-Sì, ma dato che nessuno ha ancora messo il Doc accanto al mio nome, credo di essere piuttosto al sicuro. Voi due, a scuola.-
 
Quando Wendy attraversò il corridoio per andare al proprio armadietto, notò Stiles guardare in una direzione con gli occhi socchiusi, come un gatto che addrizza il pelo.
-Non mi piace, non mi piace, non mi piace.-
Stiles stava fissando sua figlia e Jackson che ridevano e scherzavano.
-Stiles, lo sapevamo che prima o poi sarebbe successo…E poi non stanno facendo niente di male, stanno solo ridendo.- commentò Wendy, vedendo che Jackson e Angelica si stringevano dolcemente.- …E ora si abbracciano.-
-Io gliene dico quattro!- borbottò Stiles, ma Wendy lo fermò prima che potesse fare qualcosa.
-No, noi andiamo in classe.-
Sulla soglia della porta, il telefono di Wendy squillò.- Ehi Doc, sto per entrare in classe, ti posso richiamare?-
-Temo di no, Wendy…- rispose lui, con voce tremante.
-Doc, che succede?-
-Non te lo avrei mai chiesto, ma tu sei la mia unica possibilità…- spiegò Deaton, con una farfalla in mano.- Stanno venendo a prendermi.-
 
A metà mattinata, Stiles e Wendy si precipitarono alla clinica veterinaria: c’erano già lo sceriffo e il vicesceriffo, quindi capirono che Deaton era stato rapito.
-Mi dispiace Wendy, ti prometto che cercheremo di capire dov’è.- le disse lo sceriffo.
Wendy non sapeva nemmeno da dove iniziare a capire dove il Darach avesse nascosto Deaton.
Così, spinse Stiles nella stanza dove tenevano le gabbie degli animali.- Dobbiamo dirglielo.-
-Cioè….Dirglielo dirglielo?- le domandò, riferendosi al fatto della licantropia.- Guardalo Wendy, è già abbastanza sconvolto.-
-E’ sconvolto perché non sa da dove iniziare: non sa nemmeno la metà della storia sulla città che tenta di proteggere.- replicò lei.
-Hai presente cosa ha fatto tua madre quando lo ha scoperto? Non ti ha parlato per una settimana.-
-Sì, ma poi lo ha superato e anzi…Questa cosa ci ha unite.-
Stiles scosse più volte la testa.- Senti, lo so che Deaton è come una specie di padre per te…-
-E’ anche l’unico a poter sapere cosa ti sta succedendo.- puntualizzò Wendy.
-Io non posso perdere entrambi i miei genitori.-
Quando Stiles disse quella frase, Wendy ci pensò bene e capì che aveva ragione.- D’accordo, lasciamo stare. Allora dobbiamo trovarlo noi prima che lo uccidano. Dividiamoci: due persone pensano meglio di una.-
Stiles annuì e le prese il polso prima che uscisse.- Sono contento che siamo rimasti amici.-
Wendy sorrise appena.- Anche a me.-
Non appena uscirono, notarono la signorina Morrell che parlava con lo sceriffo.- Se c’è qualsiasi cosa che posso fare per aiutarvi a trovare mio fratello, fatemi sapere.- gli stava dicendo.
Nessuno dei due sapeva che lei e Deaton fossero fratelli.
In seguito, la donna si avvicinò a loro.- Ascoltate, nessuno sceriffo riuscirà a trovare mio fratello.-
In realtà, erano anche abbastanza stupiti.- Quindi lei sa tutto?- le chiese Stiles.
L’altra alzò le sopracciglia.- Sono la consulente scolastica.-
-E quindi cosa consiglia di fare?-
-Dovete chiedere aiuto all’unica persona che riesce a percepire il sovrannaturale.-
Stiles capì subito.- Lydia.-
***
Mentre Wendy aveva ricevuto un messaggio urgente da Allison, Stiles tornò a scuola a cercare Lydia.
In realtà, la ragazza non aveva idea di come trovarsi al posto giusto nel momento giusto, come se fosse inconsapevole dei suoi poteri.
Wendy uscì dall’ascensore ed Allison la condusse nell’ufficio di suo padre.
Sulla scrivania c’era una mappa della città.- Ha tracciato tutti i posti in cui sono stati trovati i cadaveri.-
Wendy vide la mappa, ma nessun segno fatto col pennarello.- Io non vedo niente.-
-Perché non stai usando questo.- continuò Allison, prendendo un oggetto che lanciava raggi ultravioletti.
Una volta messo sulla mappa, si videro i simboli che Chris aveva fatto. -Ci sono stati 8 sacrifici fin ora, giusto?-
-Sì.-
-Qui ci sono 12 simboli.- puntualizzò Allison.
-Intendi dire che tuo padre sa già dove ritroveranno gli altri cadaveri?-
-Non chiedermi come, ma penso di sì.-
Allora Wendy fece delle foto, quando sua madre la chiamò.- Mamma, stai bene?-
-Sì, io sto bene: stavo analizzando i corpi, quando ho notato le ferite ai polsi. Non sono stati legati ad una sedia: i segni che hanno sono relativi ad una corda molto resistente, hanno cercato di fare pressione verso l’alto. Io credo che il tuo capo sia stato legato a mezz’aria, è così che le persone crocifisse morivano. Dovevano tirarsi su per prendere respiro. Queste due persone sono morte per asfissia.- spiegò Melissa.
-Quanto tempo può resistere Deaton prima di perdere il respiro?-
-Minuti…-
Wendy sospirò e attaccò.- Dobbiamo muoverci.-
 
Visto che con Lydia non aveva avuto risultati, Stiles decise di andare in ospedale, da Danny, dato che era stato un bersaglio.
Entrò di soppiatto nella sua stanza e sembrava in dormiveglia.
Così, con passo felpato, iniziò a cercare nella sua borsa.
-Che stai facendo?- borbottò Danny, ancora sotto sedativi.
-Niente Danny, questo è tutto un sogno, torna a dormire.- gli disse Stiles.
-Perché dovrei sognare te che frughi nella mia roba?-
-Non lo so, Danny, okay?!- esclamò l’altro.- Magari hai una cotta per me. L’ultimo che ce l’ha avuta era un manico assassino.-
Cercando nello zaino, Stiles trovò un compito che Danny aveva fatto per il professor Harris riguardo le correnti siderurgiche della città: c’era una mappa e dei segni, perciò decise di portarla con se.
Lui, Wendy ed Allison si rividero alla clinica veterinaria, mettendo a confronto le due mappe.
-Mio padre ha tracciato dei simboli, mentre Danny dei percorsi.- notò Allison.
Wendy le guardò bene entrambi.- Un momento…-
Prese un pennarello e unì tutti i punti sulla mappa di Chris: ne venne fuori un simbolo che avevano già visto.
-Mi prendi in giro?- borbottò Stiles.
-E’ il cavou: è lo stesso identico cavou.-
Wendy saltò sulla Camaro, la macchina più veloce che avevano e si diresse alla vecchia banca.
Quando entrò nel cavou, Deaton era legato ai polsi a mezz’aria e aveva gli occhi mezzi aperti.- Wendy…-
-Arrivo, tenga duro!-
Ma non appena Wendy fece un passo avanti, venne respinta da una specie di barriera.
Solo allora notò che Deaton era circondato da sorbo degli uccellatori.
-Cazzo.-
L’uomo sembrava già svenuto, era una vera corsa verso il tempo.
-Avanti Wendy, puoi farcela.-
Prese un bel respiro e chiuse gli occhi, aveva bisogno di tutta la forza possibile.
-Avanti, puoi farlo ad occhi chiusi.- commentò Isaac, accanto a lei.
-Hai più muscoli di me, qui dentro.- continuò Boyd, indicandosi il cuore.
Erica la guardò sorridendo.- Girl power, no?-
-Hai la forza di tutti noi.- aggiunse Derek. -Io credo in te.-
Allora, Wendy aprì gli occhi dorati e mise le mani sulla barriera, spingendo con tutta la forza che aveva in corpo, per entrare nel cerchio.
Deaton aprì appena gli occhi e con meraviglia, osservò che quelli della ragazza, stavano brillando di rosso.
Wendy fece un grido di sfogo, ma alla fine, la barriera la fece cadere all’indietro.
Non sapeva più cosa fare, quando sentì una presenza alle proprie spalle.
-Lascia provare a me!- esclamò lo sceriffo, estraendo la pistola e sparando dritto verso la corda.
Una volta a terra, Deaton ruppe il sigillo.
-Come sapeva dove fossimo?- chiese Wendy allo sceriffo.
-Nella clinica, tra le varie ampolle, ho trovato un simbolo che avevo già visto.- spiegò, riferendosi al logo della banca. -Restate qui, vado a chiamare un’ambulanza.-
-Sta bene, Doc?-
-Sono stato meglio, ma tu…Wendy…I tuoi occhi…Erano rossi.- affermò Deaton, sorridendo.
Wendy lo guardò accigliata.- Cosa? Ma è impossibile!-
-No…Succede molto raramente, probabilmente ogni 100 anni…Deucalion ti ha detto che ci sono diversi modi per diventare un’Alfa: uno di questi è la perseveranza, la bontà, la forza d’animo.-
Wendy notò che non era molto sorpreso.- Lei lo sapeva.
-Ci ho sempre sperato, fin da quando ho saputo che eri stata morsa. Non conosco nessuno che sia coraggiosa e forte quanto te.- affermò il veterinario.- Veniva chiamato il Vero Alfa. E non credo di essere l’unico ad averci sperato.-
Wendy intuì il suo pensiero.- Deucalion.-
-La storia con Derek è solo una copertura: lui vuole te.-

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Capitolo 15
*** Lose. ***


Per il momento, Wendy tenne la cosa per se e decise di tornare a casa per controllare che Derek fosse effettivamente vivo.
I primi ad aprire la porta furono Isaac e Boyd.
-Tornate a casa.- gli disse Derek.
-Non ti libererai così facilmente di me.- replicò Isaac.- Io sono come gli scarafaggi nella tazza del gabinetto: più cerchi di mandarli via, più strisciano su per il bordo.-
Derek alzò un sopracciglio.- Non essere duro con te stesso, sei più carino di uno scarafaggio.-
Wendy corse su per le scale, fino al loft, incrociando gli occhi di Derek non appena lo vide.
Lui le fece un mezzo sorriso.- Ciao.-
-Sei un vero…- esclamò Wendy, lanciandogli un cuscino, che lui evitò.- …Deficiente Derek Hale! Non ti fai vedere per giorni e dici Ciao?!-
L’Alfa alzò le spalle.- Anche io sono contento di vederti.-
Successivamente, Wendy gli afferrò il colletto della maglia.- Sono già due volte che ti credo morto, se la terza volta non lo sei, vengo ad ucciderti io!-
-Ho fatto i biscotti!- intervenne Angelica, per smorzare la tensione. Notò poi un disegno enorme sulla vetrata.- Quello cos’è?-
Era di nuovo la triscele rigida.- Il loro simbolo.-
-E che vuol dire?-
-Che verranno, stanotte, per me.- rispose Derek.
-Cosa facciamo?-
Angelica ci rifletté su.- C’è qualcos’altro per cui i licantropi sono deboli? Oltre al vischio, lo strozzalupo e l’argento?-
-Quando gli Argent hanno catturato me e d Erica, ci hanno legati con dei fili elettrici, ci impedivano di trasformarci.- rispose Boyd.
Ad Angelica venne in mente un piano.- Possiamo farlo di nuovo.-
-E come?-
La ragazza andò ad aprire il rubinetto della cucina.- Allaghiamo il salone.-
Isaac annuì.- E compriamo dei fili elettrici: così, chiunque entrerà da quella porta, rimarrà folgorato.-
-Soprattutto quelli che camminano a piedi nudi.- aggiunse Wendy, ripensando a Kali.- Sei davvero la figlia di tuo padre.- commentò poi, sorridendo ad Angelica.
***
Angelica venne mandata da Jackson per rimanere al sicuro, dopo aver consigliato di inchiodare delle tegole di legno al pavimento su cui starci sopra senza prendere la scossa.
Tuttavia, non riusciva a non pensare al pericolo che correvano.
-Battuta di nuovo!- esclamò Jackson, alzando il joystick in aria. Notò però che Angelica non era proprio presa dal gioco. -Ehi, tutto okay?-
-Scusa è che…Avrei voluto esserci anche io, sono così preoccupata.- rispose lei, abbassando lo sguardo.
-Ehi…Tu hai dato un gran contributo.- commentò Jackson, alzandole il mento dolcemente.
-Ma vorrei stare sul campo…Sono riuscita a guarire Derek, ma ancora niente zanne.-
-So come ti senti: anche io volevo disperatamente diventare un licantropo. Ma credimi, più ci pensi e peggio è.-
Angelica fece un sorrisetto.- Sarei sexy versione lucertola.-
Jackson ridacchiò.- Saresti sexy in qualsiasi versione.-
Il ragazzo voltò lo sguardo non appena si accorse di quello che aveva detto.
Angelica si morse un labbro.- Lo pensi davvero?-
Jackson sospirò.- Tuo padre mi ucciderebbe se sapesse che l’ho detto.-
La ragazza gli si avvicinò lentamente.- Ma mio padre adesso non c’è.-
Il licantropo la guardò negli occhi e senza accorgersene le accarezzò la guancia.
Il suo istinto non resistette: le disse di baciarla.
 
Ormai si era fatta sera: Isaac, Boyd, Derek e Wendy erano seduti sulle tegole di legno, in attesa.
I fili elettrici erano immersi in un dito d’acqua, quando, improvvisamente, tutte le luci si spensero.
-Che è successo?-
-Qualcuno ha spento il generatore.-
-Quindi significa niente corrente.- tremò Boyd.
In quell’istante, la porta si aprì.
Kali entrò senza problemi, con un sorrisetto soddisfatto.- Sai Derek…Quando Ennis è morto, ho pensato di vendicarmi su di te con tutta la brutalità che conosco.-
Da quella frase, Wendy capì che lei ed Ennis erano legati sentimentalmente.
-Ma poi mi sono detta che era troppo facile: Pensa come un adolescente, mi sono detta.-
I gemelli portarono Stiles sulla soglia della porta, tenendolo fermo.
-Solo io e te Derek, altrimenti Ethan ed Aiden lo fanno a pezzi.- affermò Kali.
Derek non ebbe scelta: fece un cenno al resto del branco di farsi da parte, così, Isaac, Boyd e Wendy rimasero in disparte.
Kali e Derek si ruggirono contro e poi iniziò la lotta.
Da dietro una colonna, Wendy notò che gli occhi di Stiles diventavano neri ad intermittenza.- No, non adesso….-
-Ma che gli succede?- domandò Isaac.
-Non lo so, sappiamo solo che quando Derek viene ferito, ne risente anche lui.- rispose Wendy, preoccupata.
-Come se fossero collegati?-
-Sì, come se…Come se lui lo servisse.- Wendy si ricordò le parole di Deaton riguardo i druidi. Che Stiles fosse divenuto uno di loro?
-Se lo serve allora fa tutto quello che gli dice lui!- osservò Boyd.
Kali era decisamente più forte di Derek, aveva poche chance da solo.
-Derek, dì a Stiles di fare qualcosa!- gridò Wendy.
-Ma di che stai parlando?!- urlò lui, prima che Kali lo graffiasse alla schiena.
-Non domandare, fallo e basta!-
-Stiles, liberati!- gli ordinò l’Alfa.
Stiles drizzò la schiena e con un unico gesto, diede una gomitata sulla faccia di Aiden ed in seguito un calcio sullo stomaco.
Afferrò il polso di Ethan e glielo girò dietro la schiena, rompendogli il braccio.
Derek lo guardò stupefatto.- Aiutami!-
Stiles corse da lui e scivolò a terra, facendo uno sgambetto a Kali, che cadde per terra.
Isaac ebbe la via libera per andare nel sotterraneo e attivare l’elettricità.
Wendy non poté credere di star guardando Stiles e Derek che combattevano fianco a fianco.
Improvvisamente, ci fu una potente scossa elettrica che, anche se per un momento, scosse Derek, Stiles e Kali.
Wendy trascinò via Stiles, tornato in se.
Credevano che i tre Alfa fossero KO, ma i gemelli si alzarono da terra e tennero fermo Boyd.
Kali afferrò il polso di Derek e con una forza anormale, lo costrinse a colpire il suo stesso Beta al petto, mortalmente.
Wendy sentì una fitta dentro di se, come se avesse appena perso un organo, una parte del proprio essere.
-Ti do fino alla prossima luna piena, Derek.- aggiunse Kali, facendo per andarsene.- O ti unisci al branco o verremmo ad uccidervi tutti.-
Il piano avrebbe potuto funzionare senza considerare però l’enorme potenza degli Alfa.
Derek e Wendy si chinarono su Boyd che ancora respirava a malapena.
-Mi dispiace.- balbettò Derek.
-Non fa niente…- mugugnò Boyd.- L’unica cosa che rimpiango, è non poter sapere come ci si sente durante un’eclissi…Anche lei voleva saperlo…-
Wendy versò una lacrima, capendo che si riferiva ad Erica.
-La luna piena…Quel brivido…Ne è valsa la pena.- sussurrò, prima di chiudere definitivamente gli occhi.
Wendy si alzò e con rabbia diede un pugno alla scrivania.
Infine, un urlo di sfogo, con gli occhi che le brillavano di rosso.

 

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Capitolo 16
*** The first sacrifice. ***


Wendy si precipitò da Allison quando il proprio braccialetto si illuminò.
Sperò vivamente di non incontrare qualche Alfa per l’ascensore, altrimenti si sarebbe arrabbiata a morte.
Quando le porte si aprirono, Allison si presentò davanti a lei.
-Che c’è? Che succede?!- le domandò Wendy, col fiatone.
-Tutto bene, sto bene, ma devo portarti in un posto…E non ti piacerà.- rispose lei, con sguardo serio.
Allison la condusse ad una casa di riposo, ma Wendy non capì il motivo per cui fossero lì, fin quando non entrarono dentro una stanza.
Seduto su una sedia a rotelle, c’era Gerard Argent, ancora vivo, ma che continuava a perdere sangue nero dal naso e dalla bocca.
-E’ un vero piacere rivederti, Wendy.- le disse, sorridendole.
-Lo stesso non vale per me.- borbottò la ragazza, accigliata.
-Lui sa delle cose su Deucalion che noi non sappiamo.- intervenne Allison.
-E ti fidi di lui?-
-Abbiamo altra scelta?-
Wendy sospirò.- D’accordo, ma vorrà sicuramente qualcosa in cambio.-
-Esattamente.- affermò Gerard, alzandosi su la manica e porgendole il braccio: voleva che gli togliesse un po' di dolore.- Sono una specie di celebrità in questo posto: i medici hanno detto che il cancro è quasi completamente sparito, ma non riescono a capire perché io continui a perdere questo strano liquido nero. Perciò, Wendy, dà un po' di sollievo a questo povero vecchio.-
Titubante, Wendy strinse il braccio al suo e dolorante, si prese un po' della sofferenza.
-Volete accomodarvi?- gli chiese, indicandogli le sedie.
-Sto bene in piedi, grazie.- ribatté Wendy, incrociando le braccia.- Allora, cosa sa?-
-Sapevi che Deucalion era cieco, non è vero?-
-E’ la prima cosa che si nota di lui, qual è la novità?-
-Beh, non è sempre cieco.-
 
Era una giornata di tempesta, perciò Stiles e Derek se ne stavano accoccolati al letto.
Derek gli accarezzava i capelli e Stiles leggeva le ultime pagine del suo libro.
-Tu sei in grado di trasformarti in un lupo completo?- gli domandò l’umano.
-E’ una cosa comune nella mia famiglia, ma ancora no…Mi sto addestrando fin da bambino.- rispose Derek.
Stiles voltò pagina, addentrandosi nell’argomento degli occhi.- Non mi hai mai detto il perché i tuoi occhi prima fossero azzurri.-
Derek mise il broncio e voltò lo sguardo.
Allora Stiles capì di aver toccato un tasto dolente.- Non devi dirmelo per forza, se non vuoi…-
-No, no..- Prese un bel respiro.- Sono pronto.-
In quel momento, qualcuno bussò alla porta.
Angelica andò ad abbracciare suo padre e poi Derek, con Jackson dietro.
-Mi dispiace tanto per Boyd.-
-E’ stato strano…Improvvisamente mi sono sentito come se…Come se mi avessero portato via un arto.- commentò Jackson.
-Perché era parte del branco.- esordì Peter. -Ho fatto il thè.-
-Stavamo per ascoltare la storia degli occhi dei licantropi.- continuò Stiles.
-Uh, adoro quella storia!- esclamò zio Peter, mettendosi comodo.
-Perché tu sei uno dei protagonisti.- aggiunse Derek.
-Derek aveva circa 15 anni…- disse Peter, ancor prima che Derek potesse aprire bocca per raccontare. -A quei tempi, quando frequentava la vostra stessa scuola, io e lui eravamo molto uniti.-
-Questo non è vero.- replicò Derek.
-Okay, facciamo che lo tenevo d’occhio.-
-Scusa, ma tu quanti anni hai?- domandò Angelica.
-Tu dovresti essere la prima a sapere che fra i licantropi non esiste età: comunque, meno di quanto possa sembrare e di più di quanto pensi.-
-Questa non è una risposta.- borbottò la ragazza.
-Derek era un ragazzo abbastanza tranquillo, gli piaceva il basket, aveva degli amici, fin che non lo scosse la cosa che scuote un po' tutti gli adolescenti.-
Stiles intuì di cosa si trattasse.- Una ragazza.-
Derek gli fece un piccolo sorriso.- Si chiamava Paige: suonava il violoncello come nessun altro, in quella scuola.-
-Sì, era una dolce ragazzina dalle guance rosee e lunghi capelli neri.- disse Peter.- Col passare del tempo ho capito che il mio caro nipote non fa niente per caso…L’ho capito la prima volta quando ha messo sotto la sua ala una ragazza che gli ricordava il suo vecchio amore.-
Angelica fece un sussulto.- La mamma….-
Derek annuì, bevendo un sorso.- Il nostro posto preferito era una distilleria abbandonata poco fuori città.-
Stiles fece un ghigno, dandogli una pacca.- Ti piacciono i nascondigli, eh?-
-Ma non eravamo gli unici ad aver scelto quel posto come covo…-
 
-Sapevamo che i branchi di Deucalion, Kali ed Ennis si sarebbero riuniti in una distilleria appena fuori città. Noi gli davamo la caccia perché un Beta di Ennis aveva ucciso due dei nostri.- raccontò Gerard.
-E vi avete ucciso lui.- intuì Wendy.
-Secondo il codice degli Argent.- puntualizzò il vecchio.- C’era aria di guerra, ma l’Alfa principale non lo avrebbe permesso. Lei sapeva essere pacifica e tutti le davano retta perché era l’unica a sapersi trasformare in un lupo completo.-
-Lei?-
-Talia Hale.- affermò.- Organizzarono una pacifica riunione con noi, ma io non mi fidavo affatto…Conoscete il mito dello scorpione e della tartaruga?-
Wendy aveva letto qualcosa.- Lo scorpione chiede alla tartaruga di aiutarlo ad attraversare il fiume, ma una volta dall’altra parte, lo scorpione la punge. E quando la tartaruga gli chiede il motivo del suo gesto, lo scorpione risponde…-
-E’ nella mia natura.-
 
-Ennis aveva perso uno dei suoi e Derek aveva visto una possibilità di stare con Paige per sempre.- raccontò Peter.
-Vuoi dire farla mordere da Ennis?- chiese Jackson.
-Tentai di persuaderlo…-
-Cazzate.- intervenne Derek.- Tu mi convincesti a farlo, anche se non ho idea quale profitto avresti avuto.-
-Un momento…- aggiunse Jackson.- Quando mi hai morso, hai detto che se non ti uccide…-
Derek abbassò lo sguardo.- Se…-
-Derek non poteva ripensarci, ormai era fatta, ma il corpo di Paige reagì al morso.-
-C’era un posto in cui io e Peter ci nascondevamo se i cacciatori ci davano la caccia. Era una botola sotterranea, dove in cima cresceva un albero. La portai lì, la tenni tra le mie braccia…- raccontò Derek, con gli occhi lucidi. -Riuscivo a percepire quanto stesse soffrendo…-
 
-Conosco la natura dei licantropi: di fatti, Deucalion portò con se alcuni suoi Beta e io portai con me alcuni dei miei uomini.- spiegò Gerard, pulendosi ancora una volta la bocca.- Come mi aspettavo: mi attaccarono.-
Allison lo guardò confusa.- Ma perché avrebbero dovuto?-
-Perché sono licantropi!-
Wendy alzò un sopracciglio.- O forse perché qualcuno li ha provocati.-
-Comunque sia iniziata, io l’ho finita: ho piantato due frecce negli occhi di quel lurido verme.- aggiunse l’uomo, digrignando i denti.
-Quindi è stato lei a renderlo cieco!-
-Mi avrebbe ucciso!- esclamò Gerard.- Venni poi a sapere che uno dei suoi Beta tentò di ucciderlo, ma lui lo uccise a sua volta. Non è sempre cieco.-
-Possiamo usare questa cosa contro di lui.- commentò Allison, alzandosi per andarsene.
-Io ti ho fatto un favore, adesso tu restituiscimelo!- affermò il vecchio, porgendole ancora una volta il braccio.
Wendy si chinò sulla sedia a rotelle e, fissandolo negli occhi, gli strinse con forza la mano.- Sappia che ho sentito il suo cuore battere per tutto il tempo e non ha mai cambiato velocità.-
-Perché ti ho detto la verità.- balbettò l’altro, un po' impaurito.
-Oppure perché è un bravo bugiardo. Ma se quello che mi ha detto non è vero, giuro che tornerò per ucciderla una volta per tutte.- gli sussurrò, prima di voltargli le spalle.
-C’è un perché se Deucalion è tornato a Beacon Hills dopo tanto tempo: vuole qualcosa e non si fermerà fin che non la otterrà.-
Wendy abbassò lo sguardo, sapendo di cosa stesse parlando.- Allora mi conviene ucciderlo per primo.-
 
-Cercai di toglierle un po' di dolore, ma non era abbastanza…-
-Stava morendo.- capì Stiles.
-E l’unica cosa che potevo fare era…-
-Velocizzare il processo.- affermò Peter, dato che Derek non riusciva a dirlo.
Tornarono poi in stanza, mentre la pioggia iniziava lentamente a diminuire.
-Per questo la proteggi? Per questo Wendy è così importante per te?- gli chiese Stiles.- Perché ti ricorda Paige.-
Derek annuì lentamente, guardandolo negli occhi.- Credo che farei qualsiasi cosa per lei.-
Peter mise a posto le tazze.
-Quindi perché? Perché gli occhi azzurri? Ce li ho anche io.- domandò Jackson.
-Perché quando uccidi una persona innocente, la tua anima si offusca…E il colore dei tuoi occhi, passa da un brillante dorato ad un freddo…blu glaciale…Come i nostri.- spiegò Peter, facendo brillare i propri occhi di azzurro.
Questo fece ricordare a Jackson tutte le persone che aveva ucciso quando era un Kanima.
Angelica riuscì a percepire il suo dispiacere e gli strinse la mano.
Stiles gli si avvicinò per baciarlo dolcemente alcuni secondi.
Derek gli accarezzò la guancia nel mentre.- Ti amo.- gli sussurrò.
L’altro si staccò per capire se lo avesse immaginato o no.
-Ti amo.- ripeté il licantropo.
Stiles gli sorrise: doveva esser stato molto difficile dirlo per lui.- Ti amo anche io.-
Peter osservò Jackson ed Angelica sul divano.- L’imprinting…Una delle cose più forti del nostro mondo.-
Angelica lo guardò stranita.- Il che?!-

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Capitolo 17
*** Druids. ***


Il giorno dopo, quando smise di piovere, Stiles, Wendy e Derek si avviarono alla clinica veterinaria.
Sapevano ormai che era un druido a fare i sacrifici, ma avevano ancora paura che Stiles centrasse qualcosa.
-Buongiorno Wendy.- gli disse Deaton, togliendosi i guanti da lavoro.
-Credo che lei ci debba delle spiegazioni.- gli disse Wendy, mentre Stiles e Derek apparirono alle sue spalle.
Deaton annuì, capendo che era giunto il momento.- Vogliamo iniziare con un po' di storia?
-No.- rispose all’unisono Derek e Wendy.
-Sì.- disse invece Stiles, alzando le spalle.- Io sono interessato.-
Deaton prese un libro dallo scaffale e lo aprì ad un disegno.- Tutto iniziò con Licaone. Quando Zeus scese sulla terra, Licaone, per sfidarlo, durante il banchetto gli diede da mangiare carne umana. Il Dio gli scaglio tuoni e fulmini, condannandolo per sempre ad essere un lupo: lui e i suoi 49 figli. Licaone si rivolse ai druidi che decisero di aiutarlo. Attraverso la loro devozione al Nemeton, l’albero saggio, erano gli unici ad essere in grado di ridare a Licaone la sua forma umana.-
Derek e Wendy iniziarono a fissare Stiles.
-Che c’è? Non inizierò a darvi da mangiare carne umana, tranquilli.- puntualizzò lui.
-Quindi tutti gli Alfa ne hanno uno?- domandò Wendy.
-Sì, anche Deucalion. Per quanto riguarda Kali ed Ennis, Deucalion gli ordinò di ucciderli insieme al resto dei loro Beta: per questo sono più forti di Derek.- affermò Deaton.
Derek notò un accenno di tristezza nelle sue parole.- Ne parla come se anche lei avesse avuto un Alfa.-
Il veterinario sorrise abbassando lo sguardo.- Sì, ce lo avevo.-
Wendy aveva origliato una conversazione con Gerard, tempo prima.- Aisha.-
-Si chiamava così…- annuì Deaton.- II punto è che il legame che c’è tra un licantropo ed un druido è qualcosa di molto speciale: è come avere un soldato al proprio servizio, la mente e il braccio, ma nel modo in cui si è collegati si hanno molte sfaccettature. Stiles: mi hai detto che quando gli Alfa hanno attaccato Derek, tu sei riuscito a sentire il suo dolore.-
-Sì, ma quando gli occhi mi diventano neri, poi non ricordo più niente.- aggiunse Stiles.
-Perché non vi siete ancora collegati completamente.-
Derek diede una pacca al tavolino operatorio.- Bene, passiamo alla pratica?-
Anche il resto del branco li raggiunse nella foresta per assistere.
Derek e Stiles si misero l’uno davanti all’altro.
-Quando ci si fa un tatuaggio, i tatuatori consigliano sempre di fare il primo tatuaggio sul braccio sinistro, perché è il braccio del cuore.- esordì Deaton.- Unite i bracci sinistri.-
Entrambi allungarono il braccio e se lo presero.
-Dovete unire mente e cuore, perciò quando siete pronti, tu Stiles, gira il braccio di Derek verso sinistra e tu Derek, dalla parte opposta.-
Stiles e Derek presero un bel respiro e poi lo fecero in un gesto secco.
Gli occhi di Stiles tornarono ad essere pienamente neri.
-Solo io penso che sia patetico?- commentò Isaac, accanto a Wendy.
Wendy si strinse nelle spalle: non le piaceva che fossero così uniti, ma probabilmente doveva solo farsene una ragione.
-Come ti senti?- gli chiese Derek.
Stiles si guardò le mani e sorrise.- Magnifico.-
Deaton fece un cenno con la testa ad Allison che estrasse dal proprio zaino una serie di armi affilate, dando a Stiles due pugnali.
-Bene, vediamo come ve la cavate in combattimento.- aggiunse Deaton.
Stiles si scrocchiò il collo.- Bene, sono pronto.-
-Wendy.- la chiamò lui.
-Okay no, sono morto.-
Wendy gli sorrise, estraendo gli artigli.- Ci andrò piano.-
Derek fece apparire gli occhi rossi da Alfa e quando Wendy tentò di graffiare Stiles, quest’ultimo evitò la mossa.
-Oh oh, mitico!- esclamò Stiles, ridendo.
In seguito, Wendy prese una piccola rincorsa, fece una ruota a terra e con le gambe afferrò il collo di Stiles, atterrandolo.
-Questo ha fatto male.- bofonchiò il ragazzo.
-Concentrati, Derek.- gli disse Deaton.
Derek prese un bel respiro e puntò lo sguardo verso i due.
Fu Stiles, in quel momento, a circondare il collo di Wendy con le gambe.
Si sentì quasi soffocare, così, per istinto, affondò gli artigli nelle sue caviglie e se le tolse di dosso.
Una volta entrambi in piedi, Stiles riuscì ad evitare tutte le sue mosse, una dopo l’altra, come una macchina da guerra.
Infine, Stiles le afferrò le braccia e gliele rigirò, bloccandogliele dietro la schiena.
Wendy si ritrovò le labbra sull’orecchio e i suoi occhi tornarono normali.
Alla ragazza, quello scontro, in un certo senso, l’aveva eccitata.
E dalla gocciolina di sudore che cadde a Stiles dalla fronte, anche a lui.
-E’ stato bellissimo, sento di poter fare tutto!-
***
Angelica non aveva ancora avuto il coraggio di dire ai suoi genitori della sua relazione con Jackson, soprattutto perché loro le avevano da sempre nascosto la storia del loro imprinting.
Mentre attraversava il corridoio, Jackson le afferrò il polso e la attirò nell’aula di scienze, prendendo a baciarla dolcemente.
-Ehi, ci siamo visti 10 minuti fa.- commentò Angelica, sorridendogli.
-Scusa, non riesco a stare troppo a lungo lontano da te.- spiegò Jackson, stringendola a se.
Angelica si morse un labbro, guardandolo negli occhi.- Fammeli rivedere.-
Jackson arrossì appena e poi fece brillare gli occhi di azzurro, facendo sì che Angelica gli saltasse letteralmente addosso.
Quando i due si staccarono, sobbalzarono dalla paura, vedendo Lydia accanto a loro, con lo sguardo nel vuoto.
-Santo cielo, Lydia!- esclamò Jackson.
Angelica notò che qualcosa non andava.- Lydia, stai bene?-
La ragazza non rispose: prese un gessetto dalla lavagna e iniziò a disegnarci sopra.
Angelica non aveva idea di cosa significasse quel disegno, ma osservò che sulla cattedra c’era del sangue.
Anzi, delle scie di sangue.
Le gocce portavano fino ad un armadio, dove si tenevano i libri.
Non appena lo aprì, il cadavere del professore di scienze vi uscì e poco dopo, Lydia fece uno dei suoi urli strazianti, che costrinsero Jackson a tapparsi le orecchie.
Sulla lavagna, Lydia aveva disegnato cinque cerchi: al suo interno, aveva scritto cinque nomi.
Vergini, Filosofi, Guardiani, Guerrieri e Guaritori.
Venne chiamata subito la polizia e un’insegnante, la signorina Blake, arrivò sul posto insieme allo sceriffo Stilinski.
-Io lo sapevo okay? Sapevo che il corpo era qui.- stava dicendo Lydia.
Lo sceriffo la guardò confuso.- Lo sapevi?-
-Sì, sono una sensitiva.- affermò, capendo poi che l’uomo non le stava credendo affatto.- Sono qualcosa!- esclamò, frustrata.
-Senti, ho 7 persone uccise in 2 settimane, il mio vice sceriffo è scomparso, non posso starti a sentire!- replicò l’uomo.
La Blake guardò male Angelica.- Tu non dovevi essere a lezione? Che cosa ci facevi qui dentro?-
Angelica alzò un sopracciglio.- Sta scherzando vero? Ho trovato un cadavere!-
-Mentre dovevi essere in classe: stasera, dopo il concerto, metterai tu a posto gli strumenti.- esclamò la professoressa, prima di andarsene.
La ragazza ringhiò.- Ti prego, posso ucciderla?-
-Sarebbe meglio di no.- balbettò Jackson, cercando di farle un massaggio alle spalle per calmarla.
Oltre agli studenti che si erano accalcati all’entrata per vedere cosa fosse successo, arrivarono anche Stiles e Wendy.
Videro il disegno sulla lavagna e capirono che fosse lo schema in cui il DARACH stava facendo i sacrifici.
-Sceriffo, abbiamo trovato Tara…- intervenne un poliziotto, scuotendo poi la testa: il vicesceriffo era stato ucciso.
-Un’insegnante e un poliziotto?- si domandò Wendy, confusa.
-No, ha senso: Tara era un’insegnante delle elementari prima di essere poliziotto.- spiegò Stiles.
Wendy si passò una mano nei capelli sospirando.- Come facciamo a sorvegliare tutti gli insegnanti? Fra un po' se ne andranno.-
Stiles osservò un foglio attaccato alla bacheca degli annunci.- No, invece.-
Su di esso c’era scritto che, quella stessa sera, ci sarebbe stato un concerto di beneficenza in onore delle persone scomparse.

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Capitolo 18
*** The girl who know too much. ***


Gli insegnanti e alcuni spettatori, si erano riuniti in palestra.
La signorina Blake aveva organizzato un concerto in onore delle persone che erano morte: avrebbero suonato insegnati e allievi.
Wendy e Stiles rimasero in piedi a controllare la stanza, Jackson ed Isaac seduti fra la folla.
Lo stesso Aiden ed Ethan.
Wendy notò che Ethan si prendeva molto cura di Danny, probabilmente gli piaceva davvero.
Prima che iniziasse il concerto, Angelica affiancò sua madre.
-Che ci fai qui? Devi tornare a casa, è troppo pericoloso!- esclamò Wendy.
-Lo so, ma la Blake vuole che metta a posto gli strumenti.- sbuffò Angelica.
In quello stesso momento, Angelica ricevette un messaggio di Jackson: voleva vederla in un’aula.
Così, se ne andò senza che la madre se ne accorgesse, mentre i ragazzi iniziarono a suonare una dolce melodia, con piano, tromba e trombone.
Isaac osservò che Jackson si muoveva troppo.- Che ti prende?-
-Credo di aver perso il telefono!-
Angelica proseguì nel corridoio buio, chiamando Jackson, ma non ebbe alcuna risposta.
Entrò nella prima aula che vide, ma era deserta. -Jackson?-
La porta le si chiuse alle spalle.
-Mi dispiace, ma Jackson non c’è.- affermò la signorina Blake, dandole poi un colpo sulla fronte e facendola svenire.
Quando riaprì gli occhi, si ritrovò con i polsi legati ad una sedia e la testa che le girava.
Vedeva sfocato, ma riuscì chiaramente a focalizzare la figura di Jennifer che le legava anche le caviglie.
-Li chiamate sacrifici…Ma non sapete nemmeno cosa sono, voi non sapete niente.- borbottò, stringendo il nastro con forza.
Il cuore di Angelica iniziò a battere a mille: da quell’affermazione, capì che era lei il druido oscuro.
-Sai Angelica, tu non centri niente con i sacrifici, tu sei solo una ragazzina che sa troppo.-
-Non so di cosa lei stia parlando…- balbettò Angelica, con una lacrima che le rigò il viso.
La Blake le mostrò un suo vecchio compito.- Questo è tuo, lo hai fatto tu.- le disse, indicandole un piccolo disegno di un albero che aveva fatto, inconsciamente, al lato del foglio.- Non sai nemmeno cosa sia, vero?- ridacchiò.
-La prego, mi lasci andare.- singhiozzò, dimenandosi.
-Mi preghi? Ma cosa diamine sei tu? Un’umana? Un licantropo?- le chiese, dandole un forte schiaffo.- Decisamente non un licantropo.-
In quel momento, la ragazza avrebbe tanto voluto essere un licantropo: la rabbia iniziava a crescere.
In seguito, le accarezzò una ciocca di capelli.- Sei così bella…Anche io, alla tua età, lo ero. La mia vita era perfetta…Ora guardami.-
I raggi della luna mostrarono la sua vera forma: una creatura dal volto scempiato, piena di graffi e dagli occhi bianchi e penetranti.
Spaventata, Angelica si dimenò, cercando di non guardare.
-Dopo averti uccisa, farò la stessa cosa col tuo bel faccino.- continuò, chinandosi su di lei, finendo guancia a guancia.- Specchio specchio delle mie brame…- le sussurrò, circondandole il collo con un filo spinato.- Chi è la più bella del reame?-
Angelica iniziò inerme a soffocare, usando tutte le forze per liberarsi.
Ma non appena la luce lunare toccò anche lei, i suoi occhi brillarono d’argento, le spuntarono le zanne alla bocca ed emise un potente ruggito.
Esso arrivò fino alle orecchie dei licantropi.
Jackson sgranò gli occhi.- Angelica!-
Jennifer si fermò e la guardò con disprezzo.- Mezzosangue.-
Prima che potesse farle altro male, Jackson si mise tra le due, ringhiando verso la donna.
-Ed ecco il principe azzurro.-
La donna fece un ghigno divertito e con un gesto delle mani, espanse un’onda di energia, che scaraventò via Jackson.
-Ferma dove sei!- esclamò lo sceriffo, puntandole la pistola contro.
-Avrei dovuto iniziare dai Guardiani.- commentò Jennifer e quando fece un passo in avanti, lo sceriffo le sparò ad una gamba, ma essa guarì subito.
Il concerto venne improvvisamente bloccato, quando una corda del piano si staccò e con violenza tagliò la gola all’insegnante che lo stava suonando.
Stiles e Wendy corsero nella direzione in cui avevano sentito il ruggito, ma sembrava troppo tardi.
Jackson si stava lentamente riprendendo dopo aver liberato Angelica, ma dello sceriffo e della Blake, nessuna traccia.
***
Anche se Angelica si era temporaneamente trasformata, le ferite al collo non stavano guarendo e perciò venne portata in ospedale.
Un’altra tempesta si stava abbattendo su Beacon Hills e molto peggio di quella che era appena passata.
La città stava crollando nel caos, con venti forti che stavano facendo cadere gli alberi e causando incidenti.
Sia i pazienti che i dottori erano nel più pieno panico, tranne Melissa che guidava le operazioni.
Angelica non guariva, anzi, continuava a sputare sangue nero mischiato al vischio.
Jackson le massaggiò la schiena e la strinse a se.- Ma che cosa le succede?!-
-Credi che io ne sappia qualcosa?!- rispose Stiles.
-Fai qualche magia da druido!-
-Non sono una Winx, chiaro?! Non so come si fa!-
-Allora sei inutile.- borbottò l’altro.
-Vi prego, smettetela…- bofonchiò Angelica, sudata in viso.
 
Wendy se ne stava seduta, ticchettando il piede a terra, mordicchiandosi le labbra e chiedendosi perché puntare proprio a sua figlia.
-Solo io posso guarirla.- intervenne la Blake, tenuta in ostaggio dagli artigli di Derek.
-Non ci ho messo tanto a trovarla.- commentò Derek.
-Allora diccelo e dimmi anche dove hai portato mio padre!- esclamò Stiles, guardandola male.
-Io ve lo dico se voi mi proteggerete dal branco di Alfa che ha appena varcato la porta.- rispose la donna.
La terra tremò e il vento faceva andare e tornare le luci.
-Dobbiamo andarcene di qui.- affermò Wendy.
-La prendo io.- intervenne Peter, dietro le spalle del nipote, prendendo poi in braccio Angelica.
Derek continuava a tenere la donna tra i suoi artigli, mentre proseguivano nei corridoi.
Melissa gli venne in contro.- Che cosa ci fate ancora qua?! Stiamo evacuando tutti!-
-Angelica non sta guarendo.- le disse Wendy.
-D’accordo, tra mezz’ora andranno via due ambulanze, usate quelle per andarvene, okay?-
-Okay, grazie, sta attenta.-
Presero l’ascensore, ma una volta nel secondo corridoio, si ritrovarono davanti Ethan ed Aiden, uniti nel loro licantropo gigante.
Si nascosero tutti in una stanza e serrarono le porte.
-Bene, ora che si fa?- domandò Stiles.
-Lo affrontiamo.- esclamò Wendy, tirando fuori gli artigli.
-Hai visto che colosso? Ci mancava poco che facesse a pezzettini te e Isaac.- commentò Peter, posando Angelica su un tavolo.
Jackson si guardò intorno.- Siamo in un ospedale, deve esserci qualcosa che possiamo usare contro di loro!-
Iniziarono tutti a cercare fra i vari scaffali, mentre Wendy arrivò il braccialetto per chiedere aiuto ad Allison.
-Che ne dite di questi?- domandò Stiles, riferendosi al defibrillatore.
-Sai come si usa?- intervenne Derek.
-Ehm, no.-
-Allora mettilo giù.-
Jackson prese una grande siringa da un cassetto, piena di qualcosa.- Epinefrina.-
-No, li renderebbe solo più forti.-
Peter drizzò le orecchie.- Quanto più forti?-

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Capitolo 19
*** We have always a choice. ***


Mentre gli altri si sarebbero diretti verso l’ambulanza, Wendy e Peter uscirono allo scoperto, dopo aver riempito il corpo di quest’ultimo con l’epinefrina.
Si tolse la siringa dal corpo e ruggì contro i gemelli.- Cominciamo.-
Jackson, Derek e Stiles scesero le scale fino al parcheggio delle ambulanze, caricando Angelica su una di essa.
Stiles notò però a terra una scia di sangue: il guidatore era appena stato ucciso.
-Julia…- canticchiò Kali, con un sorrisetto, agitando le chiavi della macchina.
Jackson le si mise davanti, ringhiando.- Ci penso io, voi andate.-
Dato che dovevano proteggere la Blake, Stiles e Derek corsero di nuovo dentro, prendendo l’ascensore.
Intanto, Wendy e Peter vennero scaraventati sul muro dai gemelli.
-Quella cosa non è durata molto.- commentò Peter, aggiustandosi da solo le ossa del collo.
Wendy cercò una via di fuga, osservando dietro di se il tubo della biancheria.
Capendo che era la loro unica possibilità, ci si gettarono all’interno, finendo dentro un carrello dei panni.
Peter le attutì la caduta e si ritrovarono faccia a faccia.
-Ciao.- le sussurrò, con un sorrisetto malizioso.
Wendy lo guardò male.- Toglimi la mano dal sedere.-
-Va bene, scusa.-
-A tutti i presenti…- disse una voce familiare, dagli altoparlanti.- Il signor Deucalion vorrebbe che portaste la signorina Blake all’accettazione e così potrete andare via tutti.- annunciò Melissa.
Wendy rabbrividì quando capì che l’Alfa aveva preso in ostaggio sua madre.
Improvvisamente, la corrente venne a mancare, facendo fermare l’ascensore, dove si accese una luce di emergenza.
-Qualcuno ha tolto la corrente!- notò Derek, cercando di aprire le porte, ma c’era solo il muro.
Stiles sentì la Blake col fiato sul collo.
-So che te lo stai chiedendo Stiles…Come fa Kali a conoscermi? E chi è Julia?- gli domandò la donna.
-Era il tuo licantropo?-
 
-Sì, Julia era il mio nome. Credevo di avere un rapporto speciale con Kali, fin che Deucalion le ordinò di uccidere tutto il branco, compresa me.- spiegò Jennifer. -Ma quando se ne andò, ero ancora viva, col volto sfigurato, ma ancora viva. Questi sacrifici sono la vendetta verso quei licantropi che mi hanno sottovalutata.- affermò, digrignando i denti.- Io e te Stiles…- aggiunse, sfiorandogli gli occhi con le dita.- Siamo uguali.-
-Come sei sopravvissuta?-
Jennifer posò lo sguardo su Derek.- C’era un antico albero, il Nemeton, che da potere agli esseri sovrannaturali. Strisciai verso di esso e il sacrificio di una vergine che vi era stato compiuto, giorni prima, mi ridiede la vita.- rispose.- Quando hai ucciso Paige, mi hai dato una seconda possibilità.-
Angelica era sempre più debole, i suoi occhi stavano per chiudersi.
Jackson aveva un grosso graffio sul petto, fattogli da Kali che lo aveva atterrato con forza.
Avanzò con fatica verso l’ambulanza, allungando una mano verso di lei, ma era fin troppo ferito.
Kali gli montò sopra e gli prese i capelli, mettendogli la testa all’indietro fin quanto bastava per tagliargli la gola.
Ma prima che lo fece, un SUV la investì.
-L’ho presa?!- domandò Isaac, alla guida.
-Penso proprio di sì.- affermò Allison, accanto a lui.- Jackson forza, andiamo!-
Il licantropo si rialzò da terra e dopo aver preso il corpo di Angelica, salì in macchina.
-Mamma…Dov’è la mamma?- mugugnò la ragazza.
Wendy si avviò al generatore principale in cantina e fece tornare la corrente.
Quando si voltò, dal buio, comparvero i gemelli e la ragazza prese a correre.
Una volta svoltato il corridoio, Peter apparve con il defibrillatore e colpì il grosso Alfa con una scossa elettrica, facendo separare i due gemelli.
Sorrise poi a Wendy.- Mi devi un favore.-
 
-Io non sono come te.- affermò Stiles.
Jennifer alzò l’angolo della bocca in un ghigno.- Lo sarai.-
La luce dell’ascensore andava e veniva: le porte si aprirono, ma non seppero come, Jennifer era sparita nel nulla.
Wendy seguì l’odore di sua madre fino all’attico, dove però trovò solo Deucalion.
-Lei dov’è?!- ringhiò.
-Se fossi stata uno dei miei, te lo avrei detto, Wendy….Che per il DARACH i Guardiani erano i vostri genitori.- rispose l’Alfa.
-Dicci dove li ha portati!- esclamò Stiles, accanto a lei.
-Se Wendy si unirà a me, ve lo dirò.-
-Non lo farà mai.-
Wendy ci rifletté su: non avevano molte possibilità.
Non potevano uccidere Jennifer perché era l’unica a sapere come guarire Angelica.
Perciò le rimase una sola cosa da fare.
Lentamente, si avviò da Deucalion.
-Wendy, che stai facendo?-
-Non capisci? Non c’è altra scelta!- commentò Wendy, aprendo le braccia.
Stiles la guardò tremando e scuotendo la testa.- C’è sempre una scelta. Noi abbiamo sempre un piano B.-
Lei lo guardò con gli occhi lucidi.- Non stavolta.-
Gli si avvicinò e lo baciò delicatamente sulle labbra.- Se mi succedesse qualcosa, pensa ad Angelica.- gli sussurrò.
-Wendy, ti prego….-
Ma lei non gli lasciò dire altro.
-Ti amo.-
Cercò di non guardarlo negli occhi per non cambiare idea e infine, sparì con Deucalion.

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Capitolo 20
*** Like a scar. ***


Mentre riportarono Angelica al loft, Stiles era rimasto all’ospedale per parlare con l’FBI.
Dato che lo sceriffo era stato rapito, i pezzi grossi erano scesi in campo.
E con i pezzi grossi, indagava l’agente McCall.
Quando Stiles lo vide, rinacque in se tutto il disprezzo che aveva provato quando l’uomo aveva deciso di separarsi dalla famiglia.
-Ciao Stiles, devo farti alcune domande. Potresti non rispondere col tuo solito sarcasmo?-
Stiles assottigliò gli occhi.- Ci proverò.-
-Sai che la macchina di tuo padre è nel parcheggio della stazione di polizia da due giorni? Ha iniziato di nuovo a bere?-
-Non ha mai dovuto smettere. Anzi, sa che faccio? Quando lo trovo glielo chiedo, gli faccio fare l’alcool test facendogli dire le lettere dall’alfabeto da F a O.- borbottò Stiles, nervoso.
L’agente sospirò, alzando gli occhi al cielo.- So che esci con mia figlia.-
-No, è rimasto leggermente indietro, agente.-
-Quindi non sei stato tu a scrivere il nome sulla porta dell’ascensore?-
Stiles lo guardò confuso.- Quale nome?-
Quando le porte dell’ascensore si chiusero, su di esse, scritto in grande e in rosso, comparve il nome Argent.
***
-Che cosa intendi fare?- chiese Isaac a Derek, mentre Angelica tossì ancora.
-Non lo so.-
-Hai un piano?-
-No.-
-Non ci posso credere! Non riesco a starmene qui con le mani in mano! C’è una tizia psicopatica che sta uccidendo persone e tu te ne stavi qui, ad amoreggiare con Stiles!- esclamò Isaac, dando un calcio ad una sedia. -Perché mi hai morso, Derek? Volevi giocare con me? Ti sentivi solo?-
Derek evitò il suo sguardo.- Può darsi.-
Isaac strinse gli occhi per trattenere le lacrime, il suo cuore scoppiava dalla gelosia.- Beh, Angelica sta morendo e io non intendo permetterlo. Farò qualcosa, con o senza di te.- affermò infine, uscendo dal loft.
-Ti prego, dimmi che c’è qualcosa che posso fare.- continuò Derek, torturandosi le mani.
-C’è qualcosa, sì, ma è molto pericoloso.- intervenne Peter.- Tra due giorni ci sarà l’eclissi lunare e Kali verrà a prenderti: dovrai essere al massimo delle tue forze.-
-Che cosa succede durante un’eclissi lunare?- domandò Jackson, dopo aver dato un po' d’acqua ad Angelica.
-Perdiamo i nostri poteri.-
 
Isaac e Stiles andarono a casa di Allison dopo che ebbero scoperto che anche Chris era stato rapito.
-Non capisco, perché anche tuo padre?- si chiese Stiles.
 
-Non hai riflettuto sul vero significato della parola Guardiano? Tuo padre è lo sceriffo, Melissa si prende cura delle persone e mio padre cerca di mantenere l’equilibrio in questa città.- spiegò Allison, tirando fuori le armi. Da un borsone estrasse coltelli, frecce accecanti, arco, balestra e fumogeni.
-E come facciamo a trovarli?- intervenne Isaac.
-Non lo so…-
 
-Quando i lupi del branco sono feriti, non vengono lasciati indietro. Gli altri lo aiutano, lo curano, gli rigurgitano le prede per tenerlo in vita. Ma in quanto licantropo, se tenti di guarirla, si prenderà il tuo essere. Non sarai più un’Alfa.- spiegò Peter.
-Non mi interessa.- replicò Derek.
-Lo faccio io.- affermò Jackson.
-Ti ucciderebbe.-
-Non mi importa, basta che lei viva.- ribatté Jackson, afferrandole il braccio.
-No, lei ha bisogno di te.- esclamò l’Alfa, allontanandolo.- Fin da prima che Angelica nascesse, ho promesso a sua madre che l’avrei protetta, sta a me farlo.-
-Ha ragione, Jackson non basta…Ma forse insieme, potete farlo. Ma ti avverto Derek, non sarai più un Alfa.- continuò Peter. -E’ questo che Jennifer voleva.-
Derek si sedette vicino ad Angelica, asciugandole un po' di sudore.- E’ un rischio che sono pronto a correre. Sei pronto?-
Jackson annuì con decisione ed entrambi strinsero le mani di Angelica.- E’ tutta la vita che sto morendo.-
Delle vene nere passarono dal corpo di Angelica fino a quello dei due licantropi.
Sentirono molto dolore, ma non si arresero.
Gli occhi di Jackson brillavano ad intermittenza, mentre quelli di Derek divennero da rosso, ad azzurro in pochi minuti.
Angelica prese un gran respiro e alzò il busto, sgranando gli occhi.- L’albero!-
Derek riprese fiato.- Cosa? Quale albero?-
-So dove sono!-
***
Stiles e Deaton riuscirono a contattare Wendy: si era appena unita al branco di Deucalion e l’Alfa sembrava fidarsi di lei.
La lasciò andare solo per farle trovare un modo per fermare Jennifer.
Da quando aveva iniziato a fare i suoi sacrifici, la fauna era cambiata radicalmente: dai cervi in strada ai corvi che si suicidano.
Jennifer aveva alterato l’equilibrio della vita.
-Crediamo siano in un Nemeton: è lo stesso albero che Angelica continua a sognare da mesi, perché è la fonte di tutto il potere.- spiegò Stiles.
Entrambi, nel rivedersi, provarono una strana sensazione, un brivido lungo la schiena.
-Non è lo stesso dove Derek e Peter si nascondevano dai cacciatori?- osservò Wendy.
-Sì, ma Talia decise di rimuoverlo dalle menti di entrambi, perché definito un posto troppo pericoloso.-
-Ci sarebbe un modo per salvarli, ma è molto rischioso: dovrete sacrificarvi al posto dei vostri genitori.- intervenne Deaton.
-Sacrificarci?-
-Intende morire.- affermò il ragazzo.
-Vi riporterò in vita, non vi preoccupate, ma il vostro cuore dovrà fermarsi.-
-Te la senti di farlo?- domandò Stiles a Wendy, guardandola negli occhi.
-Sono i nostri genitori, farei qualsiasi cosa.- rispose lei, stringendogli la mano.
-Voglio avvertirvi: questa cosa va oltre tutto quello che avete fatto fin ora…E’ una cosa che vi porterete per tutta la vita, come una specie di oscurità…Come una cicatrice.-

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Capitolo 21
*** One last sacrifice. ***


Stiles, Allison e Wendy si ritrovarono alla clinica veterinaria, dove Isaac aiutò Deaton a riempire delle vasche con del vischio e del ghiaccio.
Inoltre, il druido gli aveva chiesto di portare un oggetto legato ai loro genitori.
Stiles si rigirò in mano una stellina dorata.- Il distintivo di mio padre…Quella sera l’aveva lasciato a casa perché credeva di non essere all’altezza della situazione…-
Allison tirò fuori una pallottola.- E’ una pallottola d’argento: se ne forgia una quando nasce un nuovo cacciatore.-
Infine, Wendy mostrò un portachiavi a forma di orsacchiotto.- Quando ero piccola e stavo sempre in ospedale, mia madre mi portava questo e io lo stringevo forte se avevo troppo dolore.- raccontò, trattenendo le lacrime. -So che non è molto…-
-Può essere tantissimo, se ci credi.- commentò Deaton.- Vi dovremmo immergere fino a che il vostro cuore non si fermerà, ma chi lo farà, dovrà essere qualcuno che ha un legame con voi.-
I tre non avevano chiamato nessuno, ma dalla porta entrò Lydia, la migliore amica di Allison.
Poi Scott, il fratello di Wendy.
Lei andò ad abbracciarlo.- Te lo avevo detto che ci sarei stato se avessi avuto bisogno di me.- le disse.
-La troverò, te lo prometto.- affermò lei.
E infine Derek.
-Angelica?-
-Sta bene, è viva.-
Wendy lo guardò confusa.- Come hai fatto?-
-E’ una lunga storia, pensiamo ai vostri genitori adesso.-
Stiles, Wendy ed Allison si immersero nell’acqua gelata.
Derek, Scott e Lydia dietro di loro.
Wendy guardò la migliore amica alla sua destra.- Pronta, Ally?-
Lei le sorrise.- Con te sono sempre pronta.-
-Prima che andiamo…- esordì Stiles, voltandosi verso i fratelli McCall.- Volevo dirvi che vostro padre è in città.-
Questo fece innervosire Wendy ancora di più, ma cercò di concentrarsi.
Quando Deaton diede il via, Derek, Scott e Lydia spinsero i tre sotto l’acqua, fin che il loro cuore non smise di battere.
Stiles, Wendy ed Allison vennero fuori dalla vasca insieme, ritrovandosi in un’enorme stanza illuminata.
Forse una specie di limbo.
Zuppi d’acqua, si diressero verso una figura lontana.
Era la corteccia di un grosso albero tagliato.
Wendy ebbe l’istinto di toccarlo e si fidò di esso.
Non appena riaprì gli occhi, si ritrovò nel bosco: era buio, ma sentiva delle voci.
-…Okay, adesso metto il GPS e ce ne torniamo a casa.-
Riconobbe la propria voce.
Era proprio lei.
Qualche tempo prima, la notte in cui lei e Scott vennero morsi.
Per tanto tempo aveva desiderato che quella sera non ci fosse mai stata, così che la sua vita non sarebbe mai cambiata.
E mentre i due piccoli adolescenti scappavano da Peter, Wendy incappò in una corteccia d’albero: il Nemeton.
Anche Allison si ritrovò nel bosco: la sera in cui avevano combattuto contro Peter e sua zia Kate era stata uccisa.
Ricordò di aver pensato che non le interessava se Scott, il ragazzo che amava e Wendy, la sua migliore amica, fossero dei licantropi.
Lei e Wendy non ne avevano mai parlato, ma Allison l’accettava così.
E proprio mentre vagava tra le foglie, ecco l’albero.
Per Stiles, invece, nella foresta era giorno.
Si guardò intorno ed incrociò Wendy che aveva un passo felpato, come se stesse seguendo qualcuno.
Rimanendo a debita distanza, Stiles la seguì, fin che la ragazza non si nascose dietro un albero davanti a casa Hale.
In seguito, si vide insieme a Derek uscire dalla porta e baciarlo: era il giorno in cui Wendy aveva scoperto la loro relazione.
Wendy si lasciò scivolare lungo la corteccia, piangendo silenziosamente.
Stiles la osservò singhiozzando: si sentiva così in colpa.- Mi dispiace…-
Vederla piangere in quel modo gli fece male davvero.
Continuò a seguirla, chiedendole perdono, fin che non inciampò in qualcosa.
Il Nemeton.
 
Con un sobbalzo, Stiles, Wendy e Derek vennero fuori dall’acqua gelata.
Stiles guardò subito Wendy e le strinse la mano.- Stai bene?-
-Sì, stiamo tutti bene?- domandò Wendy, mentre Isaac le passò l’asciugamano.
-L’ho visto, so dove si trova.- affermò Allison.
Stiles notò che i 4 avevano uno sguardo preoccupato. -Che c’è?-
-Siete stati via un bel po'.- rispose Isaac.
-Cioè quanto?-
-16 ore.- affermò Deaton.- E all’eclissi lunare mancano meno di 4 ore.-
Wendy organizzò un veloce piano che comprendeva anche Deucalion: non a caso si era guadagnata la sua fiducia.
Jennifer cercava vendetta verso gli Alfa e aveva fatto quei sacrifici per diventare più forte: lo sapeva che Deucalion non era un normale Alfa.
Wendy aveva più paura di quei 15 minuti che avrebbero passato senza poteri, ovvero quando il sole avrebbe oscurato la luna.
Con la Camaro, lei, Stiles e Derek si avviarono al Nemeton, dove trovarono Jennifer ad aspettarli.
-Ma guarda chi c’è, il magico trio.- affermò sorridendo.- II lupo scorbutico, l’umano iperattivo e la bimba malata.-
-Credevo che ti piacesse il numero 3.- commentò Stiles.
-Infatti e tuo padre sarà il numero 1 a morire.-
Stiles fece un passo avanti con rabbia, ma Wendy lo bloccò.- Non provocarla, non fare il suo gioco.-
-Non eri così teatrale all’epoca.- intervenne Kali, avvicinandosi con i gemelli ai lati e i piedi scoperti come sempre.
Il piano di Wendy prendeva forma: dato che Jennifer era stata l’emissario di Kali, voleva metterle l’una contro l’altra.
-Fatti da parte Julia, loro sono miei.- aggiunse poi.
-Oh, credo che dovrai metterti in fila.- affermò Stiles, gesticolando.
Kali ringhiò.- Prendeteli.- ordinò ai gemelli.
Ma sia Aiden che Ethan si mossero solo per mettersi a fianco di Wendy.- No Kali.- le disse Ethan.
-Siamo stanchi di essere gli schiavi.- confermò Aiden.
-Allora li ucciderò tutti da sola!-
-Non così in fretta.- annunciò una vocina vicino alla corteccia.
-Angelica? Che fai qui?! E’ pericoloso!- esclamò Wendy, sgranando gli occhi.
-Tranquilla mamma, ho portato i rinforzi.-
Dai cespugli venne fuori una moto da cross, con a bordo Isaac e Scott.
Una freccia finì per colpire Kali, ma lei l’afferrò al volo.
Allison ne tirò un’altra e questa si conficcò nella sua caviglia.
-Credevi di poterlo fare da sola?- le domandò Isaac, mentre Wendy gli sorrise.
-Adesso basta!- gridò Jennifer, sul punto di attaccare.
-Copritevi le orecchie!- urlò invece Angelica.
Lydia comparve dal nulla e fece una delle sue potenti grida, tanto da scaraventare via Kali.
Il resto del gruppo si tappò le orecchie.
-Che cosa sei tu?!- borbottò Kali, rialzandosi quasi a fatica.
-Ho fatto delle ricerche per conto mio.- affermò Lydia, aggiustandosi i capelli rossi.- Quella cosa si chiama Banshee.-
-Kali.- la chiamò Wendy.- Siamo un branco intero contro uno: questa è la tua possibilità di andartene e non tornare mai più.-
-Avete ucciso Ennis.- continuò l’Alfa: Wendy giurò di averle perfino visto gli occhi lucidi.
-Lui ha quasi ucciso Derek.-
-E io ucciderò la tua bambina.- replicò Kali.
A quel punto, Angelica toccò con mano la corteccia del Nemeton, la grande fonte di potere e in men che non si dica, divenne un licantropo con gli occhi dorati.- Vieni a prendermi allora.-
Quell’affermazione diede via allo scontro.

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Capitolo 22
*** I’m not alone. ***


Scott, Isaac e Angelica si occuparono di Kali, mentre Wendy fu la prima ad affrontare il Darach, ma lei, con un unico gesto, usò una potente onda per scaraventare via sia Wendy che Derek.
Da terra, il licantropo guardò Stiles.- Sei pronto?-
-No, ma facciamolo lo stesso.- affermò il ragazzo, prima di unire il braccio al suo.
Non appena i suoi occhi si colorarono di nero, Stiles l’attaccò con i due pugnali che aveva in tasca.
Jennifer gli bloccò i polsi, fino a fargli cadere le armi e poi usò contro di lui lo stesso potere usato con i licantropi.
Solo che, al contrario di loro, Stiles non si mosse.
La donna si chiese come fosse possibile.
-Lo hai detto tu, no? Siamo uguali.- affermò Stiles, dando un calcio al pugnale per farselo tornare in mano e cercare di colpirla al fianco.
Ma lei lo bloccò, spingendogli con forza il braccio indietro, successivamente lo prese al collo, sollevandolo da terra.- Ma io sono più forte.- esclamò, tirandolo nella direzione di Derek.
Stiles gli cadde addosso e il loro contatto si interruppe.
Kali diede un calcio sul viso di Scott, graffiandolo.
Prese a pugni Isaac, ferendolo pesantemente al petto.
Fece inciampare Allison e con una zampata, le spezzò l’arco.
Afferrò poi Angelica al collo e strinse forte fino a soffocarla.
-Lasciala stare!- gridò Wendy, correndo nella loro direzione.
Ma quando fece un altro passo, Jennifer raccolse un coltello di Stiles e glielo piantò dritto nello stomaco.
Stiles cercò di alzarsi, con una lacrima sul viso, ma Derek lo bloccò, era troppo pericoloso.
Wendy cadde a terra, sputando sangue dalla bocca.
Ethan ed Aiden si unirono fino a formare il possente lupo: tentarono di graffiarla, ma lei evitò il colpo e con una manovra secca, gli spezzò il collo.
Wendy vide i loro cadaveri cadergli vicino e crebbe che fosse ormai tutto perduto.
-Guardami, Kali.- disse poi all’Alfa.- Sai come faccio ad avere questo aspetto? Ci vuole potere.-
Successivamente, alzò le mani verso il cielo.
Iniziarono a cadere tuoni e fulmini, insieme ad un forte vento.
Quello era il potere che le avevano dato i sacrifici.
Da terra si alzarono rami spezzati e i due pugnali di Stiles.
Lydia si avvicinò per trascinare via Wendy dal campo di battaglia delle due.
Kali la guardò accigliata.- Avrei dovuto finirti tempo fa!-
A quella frase, tutti gli oggetti che Jennifer aveva sollevato, le trapassarono il corpo e la uccisero.
In quel preciso istante, non lontano da lì, si udì un applauso.
-Molto brava, Jennifer.- commentò Deucalion, avvicinandosi col suo bastone.- Ma lo sappiamo benissimo perché hai fatto i sacrifici: non per uccidere un branco di adolescenti, non per vendicarti contro Kali, ma per affrontare me.-
Stiles e Wendy incrociarono gli sguardi.
-Piano B.- gli disse lei, con il labiale.
-Perciò Jennifer…Hai pregato i tuoi dei? Hai preso le tue erbe?- le domandò, trasformandosi poi in un licantropo dagli enormi occhi rossi.
Seguì un combattimento dove Deucalion ebbe la meglio, fin che il sole non iniziò ad oscurare la luna.
L’eclissi era iniziata e tutti i licantropi persero i loro poteri.
-Finalmente.- esclamò Jennifer, con un sorrisetto malvagio.
La donna atterrò Deucalion, tornato cieco: gli prese la testa e iniziò a sbatterla violentemente a terra, fino a farlo sanguinare.
-Jennifer, ferma!- intervenne Derek. -Lui non sa cosa ti è successo, lui non lo ha visto.-
-E’ vero…Non lo ha visto.-
Il Darach mise una mano sugli occhi e, grazie al potere donatole dai sacrifici dei guaritori, gli restituì la vista.
-Guardami.-
Deucalion sgranò gli occhi vedendo il suo orribile aspetto: i graffi sul volto, gli occhi bianchi e le ferite profonde.
Quando Jennifer fu pronta a dargli il corpo di grazia però, si ritrovò senza forze.
-Che è successo?- si domandò, stranita.
-Guarendolo hai perso le forze, proprio come ho dovuto fare io con Angelica.- spiegò il licantropo.
In effetti, Stiles aveva notato che il colore dei suoi occhi era tornato l’azzurro.- Non sei più un Alfa.-
Angelica strisciò verso il corpo della madre: senza poteri, Wendy riusciva a sentire tutto il dolore della ferita.
-Ti prego, mamma, resisti.- le disse Angelica, stringendole la mano.
Wendy tentò di non chiudere gli occhi e guardò le nuvole muoversi.
Si dice che prima di morire, la tua intera vita ti passa davanti.
Fu così anche per Wendy.
Si ricordò di quando lei, Stiles e Scott giocavano da piccoli.
Di quanto era stata felice alla nascita di Angelica.
Gli addestramenti buffi con Derek.
Le notti passate a dormire con Isaac.
Il braccialetto con la sua migliore amica e le uscite con Lydia.
Infine, la sera in cui Stiles l’aveva baciata per la prima volta.
I 15 minuti erano quasi terminati, ma i suoi occhi erano chiusi.
-Mamma?- singhiozzò Angelica.
Non appena i raggi della luna tornarono a splendere, Wendy riprese fiato e spalancò gli occhi.
Alzò lo sguardo e vide Derek ricevere continui pugni da Jennifer.
Stava facendo come con Cora e Boyd, la notte della luna piena, per guadagnare tempo.
Ma quando il sole se ne fu andato, Derek scatenò le zanne.- I 15 minuti sono passati.-
La spinse via e per proteggersi, Jennifer espanse un cerchio di sorbo degli uccellatori attorno a se.
Lydia ed Angelica aiutarono Wendy ad alzarsi: la ferita si stava rimarginando.
Si postò davanti a lei: voleva entrare nel cerchio, come aveva cercato di fare con Deaton.
-Ci siamo già passati Wendy e non ci sei riuscita.- commentò Jennifer.
Wendy la guardò decisa.- Ma ora non sono sola.-
Derek si avvicinò e le posò una mano sulla spalla.
Stiles si alzò e fece lo stesso con Derek.
Poi Scott, Angelica, Isaac, Lydia ed Allison.
Wendy mise le mani sulla barriera e spinse con tutta la forza che era rimasta.
Jennifer iniziò a tremare, non capendo cosa stesse succedendo.
Wendy fece un passo in avanti e superò la polvere, spezzando la barriera.
-C-Come hai fatto?-
I suoi occhi brillarono di rosso.- Sono un’Alfa, adesso.- affermò, prendendola per la gola e sollevandola.- Dove sono?-
Non riuscendo a parlare, Jennifer indicò una botola dietro l’albero.
Scott, Stiles ed Allison vi ci precipitarono, liberando finalmente i loro genitori.
Infine, Wendy la lasciò andare.
-Non mi uccidi?- le domandò, tossendo.
-Non sono un’assassina.-
In quello stesso momento, Aiden ed Ethan si separarono.
Lydia si accovacciò su di loro.- Sono vivi.-
-Tu ed Isaac portateli da Deaton, lui se ne prenderà cura.- ordinò Wendy: i gemelli avevano cercato di aiutarla, ora lei aiutava loro.
Lo sceriffo, Chris e Melissa uscirono fuori dalla botola e Wendy corse in contro a sua madre.
-State tutti bene?-
Lo sceriffo però, si guardò intorno piuttosto confuso.- Adesso qualcuno mi spiega che cosa diamine sta succedendo?!-

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Capitolo 23
*** The original Alpha. ***


Stiles e Wendy decisero di spiegare tutto allo sceriffo, presentandogli anche Angelica.
Rimase molto scosso, per un attimo crebbero che sarebbe anche svenuto, ma col passare del tempo, lo avrebbe accettato.
Il giorno dopo, prima di andare a scuola, Angelica, Wendy e Derek visitarono la tomba di Jackson.
Angelica si sedette davanti alla lapide e lasciò un rosa, ricordandosi le sue ultime parole prima di morire.
-Perché lo hai fatto? Perché?- singhiozzò Angelica, stringendogli le mani.
-Era l’unico modo…Dovevo farlo io…- bofonchiò Jackson, con il sangue nero che gli usciva dal naso.- Angelica, ascoltami…Non piangere. Anche sei bellissima quando piangi…-
La ragazza sorrise con gli occhi lucidi.
-Sei la figlia della donna più coraggiosa che io abbia mia conosciuto. Tu sarai forte…Vivrai una vinta stupenda: ti diplomerai, avrai tanti amici, ti innamorerai di nuovo, amerai così profondamente che nemmeno te ne accorgerai e vivrai insieme alle persone che ti vogliono bene.-
-No, non senza di te.- piagnucolò, accarezzandogli il viso.
Jackson le tolse una lacrima col pollice.- Grazie.-
Angelica tirò su col naso e si alzò, pulendosi le ginocchia.
-Ti sei sacrificato per salvarla e adesso non sei più un Alfa…Come potrò mai ringraziarti?- gli chiese Wendy.
-Te lo avevo detto che l’avrei protetta e io mantengo sempre le mie promesse.- affermò il licantropo.
Wendy quasi si commosse e tornò di nuovo a guardarlo come il Derek di un tempo, il suo mentore.- Ti perdono.-
Derek la fissò accigliato.- Cosa?-
Per lei sarebbe stato difficile vedere Stiles e Derek insieme, ma non voleva tenersi ancora dentro la rabbia.- Io ti perdono.- replicò, per poi abbracciarlo.
Derek le baciò la fronte.- Beh, adesso c’è un nuovo Alfa in città.-
Wendy sorrise soddisfatta.- Già, le cose si sono un po' ribaltate.-
Wendy accompagnò Angelica a scuola e spense il motore, osservando la sua tristezza.- Lui sarà sempre con noi, lo sai, vero?-
Angelica cercò di sorridere.- Lo so.-
La madre le accarezzò una guancia.- Sono molto fiera di te e ti voglio bene…Perciò, ti ho prenotato una visita con il consulente scolastico se hai bisogno di parlarne.-
Lei annuì.- Ci andrò.-
Scese dalla macchina, Wendy notò Isaac e Scott arrivare con la moto da cross.
Isaac era tornato al loft, dopo che Cora se ne era andata.
-Sono tornato per restare?- domandò a Derek, posando il borsone.
Derek lo guardò annuendo.- Sento che avrò bisogno di te.- commentò, incrociando le braccia, come se qualcosa lo turbasse. -Puoi prendere il mio vecchio letto.-
-Va bene, basta che mi avvertite quando fate sesso, non voglio sentire i versetti macabri di Stiles.- borbottò andando in cucina, mentre Derek arrossì. Osservò il foglio delle regole sul frigo e lo accartocciò, lanciandolo via.- Tre gay in una casa…Ci divertiremo da matti.-
Entrando, Wendy vide Danny ed Ethan, affiatati come sempre.
Il gemello si voltò verso di lei e le fece un cenno col capo, come ad assicurargli la sua fedeltà.
In seguito, Allison e Lydia le vennero incontro, prendendola a braccetto.
-Devi rimetterti in carreggiata, tesoro, ora sei single e avrai tutti i ragazzi ai tuoi piedi!- esclamò Lydia.
-Sicuramente Lydia potrebbe organizzarti un appuntamento con qualche giocatore di LaCrosse.- aggiunse Allison.
Wendy ridacchiò.- Grazie, ragazze, ma non credo di essere ancora pronta.-
In quel momento, Aiden le si presentò davanti.- Ehi Wendy, ciao, ehm…Mi chiedevo se una di queste sere fossi libera per…Non so…Mangiare una pizza insieme.-
La ragazza alzò le sopracciglia, piuttosto sorpresa.- Hai cercato di uccidermi.-
Aiden arricciò il naso.- Lo so e ti chiedo scusa.-
-Hai cercato di uccidere la mia famiglia.-
-Facciamo che pago io, così mi faccio perdonare?-
Wendy fece una ridarella, per poi tornare seria.- No.- affermò, oltrepassandolo, con Allison dietro che rideva sotto i baffi.
Aiden sospirò e si voltò verso Lydia che era rimasta lì.- E tu sei libera?-
Lei fece un sorrisetto.- Può darsi.-
 
-Lui ti manca?- le chiese la Morrell, riferendosi ovviamente a Jackson.
-Ogni momento…Di solito, quando entravo a scuola, giravo lo sguardo verso il suo armadietto e lui era lì a salutarmi con quell’affascinante sorriso perfetto.- rispose Angelica, sorridendo leggermente. – Credevo che senza di lui mi sarei sentita sola, ma non è così.-
-Ah no?-
-No, perché in quei momenti…Mi guardo intorno e so di avere i miei amici e la mia famiglia.- affermò lei, più che tranquilla. -Anche se i miei genitori non stanno più insieme, io sento che si hanno l’un l’altro.-
 
Alla fine delle lezioni, Wendy andò a riporre i libri all’armadietto e Stiles le apparve con in mano un pacchetto di Ringo.- Guarda cosa ho trovato a mensa!-
-Non ci credo!- esclamò Wendy.- Li hanno rimessi in riproduzione, finalmente.- commentò, mettendoselo dentro la borsa.- Ti accompagno a casa?-
Stiles annuì, scrollando le spalle.
Con un sorrisetto compiaciuto, gli tirò le chiavi della Camaro.- Guidi tu.-
Il ragazzo sgranò gli occhi.- C-cosa?! Davvero?!-
-Sì, muoviti!-
Stiles ebbe finalmente la possibilità di guidare quella macchina sportiva, ma tremò all’idea di poter fare qualcosa di sbagliato.
-Sai, credo di sapere cosa voglio fare dopo il diploma: ho visto mia madre fare delle cose strabilianti in ospedale, forse potrei intraprendere la carriera del medico.- esordì Wendy, mentre si addentravano sulla strada per il bosco.
-Sembra una buona idea. Chissà, forse anche io seguirò le orme di mio padre.- commentò Stiles.
-Detective Stilinski, suona bene.-
Stiles annuì più che convinto.- E molto sexy.- Ridacchiò e poi la guardò curioso.- Che cosa hai visto dopo aver toccato il Nemeton?-
-Sono tornata alla sera in cui Peter ha morso me e Scott…A quando tutto è iniziato.-
-Te ne penti ancora?-
Wendy ci rifletté bene.- Beh, no…Insomma, se non fosse successo non sarei qui a quest’ora e non avrei conosciuto tante persone che hanno arricchito la mia vita.- rispose, ridacchiando per, accorgendosi di quanto fosse seria quella frase.
Stiles la seguì.- Puoi usarla al discorso di fine anno.-
-Tu invece cosa hai visto toccando l’albero?-
A Stiles vennero in mente di nuovo tutte quelle orribili sensazioni.
 
-Mia madre dice di sentire quell’oscurità tutti i giorni e non so bene se riuscirà a superarla.- continuò Angelica.- Alla prima lezione della Blake, lei mandò un messaggio a tutti, citando una frase di Winston Churcill: Se stai attraversando l’inferno, fallo a testa alta.-
La Morrel le sorrise.- Bene, deduco da questa seduta che non avrai alcun problema a continuare con la tua vita, signorina Stilinski.-
Angelica si strinse nelle spalle.- Forse no.-
Uscì dal suo ufficio con i libri, quando la squadra di LaCrosse le corse accanto, facendoglieli cadere per terra.
-Ehi, guardate dove andate!- esclamò un altro ragazzo, aiutandola a prendere i libri.
Era un ragazzo giovane, con i capelli biondi e gli occhi azzurri.
-Grazie.- gli disse Angelica, sorridendo: lo trovò anche piuttosto carino.- Sei nuovo? Non ti ho mai visto qui.-
-Sì, mi sono trasferito da poco.- rispose lui, scrollando poi le spalle con un sospiro.- No, la verità è che sono stato cacciato dalla mia vecchia scuola.-
Angelica ridacchiò.- Beh, non far sì che risucceda.-
Il ragazzo le porse la mano.- Liam…Dunbar.-
Lei gliela strinse sorridendo.- Angelica.-
 
Stiles i fermò vicino all’entrata della foresta e insieme fecero una passeggiata, gustandosi il pacchetto di biscotti.
Il ragazzo la condusse davanti a casa Hale.- Tu eri qui, nascosta dietro quest’albero…- raccontò, a sguardo basso.- Poi, io e Derek siamo usciti dalla casa e tu ci hai visti baciarci.- continuò, con gli occhi lucidi.- Non mi dimenticherò mai la tua espressione.- singhiozzò, sedendosi su una roccia. -Ed ogni giorno, quando mi guardi, è come se mi stessi punendo, come se stessi punendo me stesso.-
Wendy strinse il suo viso al proprio petto.- Non devi nemmeno pensarle queste cose, io non ti voglio punire.- gli sussurrò, accarezzandogli i capelli. -Io vorrei soltanto che tu me lo avessi detto.-
-Mi dispiace.- balbettò Stiles, baciandole le mani.
Wendy e Stiles non stavano così vicini da tempo e con grande sorpresa, sembrò che il loro corpo fremesse al contatto con quello dell’altro.
Ad un tratto, sentirono un rumore: si stava facendo sera ed era pericoloso rimanere fuori.
Ma prima di andarsene, sentirono parlare una voce familiare.
Era Peter.
Entrambi si nascosero dietro un albero, vedendo una donna che strisciava lungo il Nemeton.
-Ma quella è Jennifer.- si accorse Stiles.
Dietro di lei, Peter, con gli artigli all’infuori.
-Ma certo…Tutti gli altri soffrono e Peter ne esce vincitore.- commentò la Blake.- Assumerà così tanto potere da sfidare il nuovo Alfa.-
Peter alzò un sopracciglio, infastidito.- Il nuovo Alfa? Io sono l’Alfa!- esclamò con rabbia, prima di reciderle la gola a morte. -Io sono sempre stato l’Alfa!- gridò verso il cielo.
Wendy e Stiles guardarono la scena sbalorditi.
-Ma che ca-
 
CONTINUA…

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