d e m i g o d || l.s.

di hemmoscialla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** uno ***
Capitolo 2: *** due ***
Capitolo 3: *** tre ***
Capitolo 4: *** quattro ***
Capitolo 5: *** cinque ***
Capitolo 6: *** sei ***



Capitolo 1
*** uno ***


2 ore

Sono davanti la mia nuova scuola da due ore e mi sembra sia passata un'eternità.
Sto fuori questo enorme edificio, che sorge proprio in mezzo ad un grande giardino, con degli alberi enormi.
Chiudo gli occhi e respiro, era da tempo che non respiravo dell'aria pulita. Nella mia (ormai) vecchia città era rarissimo vedere un albero e vedere tutto questo verde mi metteva stranamente di buon'umore.

Finalmente qualcuno con un po' di buon senso è venuto a recuperarmi, dopo avermi lasciato tutto quel tempo fuori.
«Mi scusi signorino, ci dispiace per avervi fatto aspettare tutto questo tempo, ma abbiamo avuto problemi con le sistemazioni.» mi dice il signore, che si era piazzato proprio difronte alla mia figura «prego, venga pure da questa parte, le mostrerò la scuola e le farò vedere dove dormirete.» 
Ha i capelli bianchi ed è molto alto, mi sento un bambino accanto a lui e forse faccio bene perché in fin dei conti lo sono davvero. È molto solare e non fa altro che sorridermi mentre mi mostra la scuola dove sarò costretto a stare per i prossimi 5 anni, o giù di lì, spero solo che vada tutto bene, sono davvero stanco di cambiare scuola e di vedere sempre più volti sconosciuti, non sono un tipo molto socievole.

«Ecco, questa è la stanza dove dormirai, non sarai solo, spero non sia un problema.» dice il signore, indicando una stanza con la porta rossa. «dividiamo i ragazzi dalle ragazze, per poi dividerli in base alle case di appartenenza, ogni casa è dedicata a una divinità e nel tuo caso starai nella cinque, la casa dedicata ad Ares.»
«Quindi dormirò con tutti i miei 'fratelli'?» chiedo sbuffando, guardando semplicemente il signore davanti a me annuire.
«Fantastico.» borbottai, continuando a camminare.

«Allora, questo è il corridoio e come potrai vedere ai miei lati ci sono degli armadietti. Ogni studente ha un proprio armadietto, dovrai andare in segreteria a richiedere il tuo, entro oggi possibilmente.» io annuisco, per poi guardarmi intorno. «dovrai richiedere anche gli orari delle tue lezioni, perché qui come puoi vedere ci sono i vari laboratori e le varie classi, dove assisterai alle varie lezioni.» continua a dirmi il signore alla mia destra e io con fare annoiato sono costretto ad ascoltare, ma dopo poco mi perdo nei miei pensieri e guardandomi intorno non vedo nessuno nei corridoi, ma noto che gli armadietti sono colorati di un giallo molto acceso, in un abbinamento perfetto alle mura tinte di giallo chiaro e sarebbero stupendi se solo non odiassi il giallo: è come se si fossero messi d'accordo prima per farmi odiare ancora di più la mia nuova scuola.
Le porte delle classi e dei laboratori sono di un legno molto chiaro, quasi color ciliegio.
«Ha capito tutto signor Tomlinson?» mi chiede ed io annuisco senza pensarci anche se non avevo ascoltato metà della tua spiegazione. «comunque io sono il signor Gelos e sono il preside di questa scuola. Buona permanenza.» mi sorride per poi allontanarsi da me e con il mio zaino ancora in spalla decido di avvicinarmi alla mia casa, mi soffermo prima di bussare, sospiro e mi faccio coraggio.

Busso e attendo un po' prima che mi aprano la porta, appena si apre vedo un ragazzo molto alto davanti a me. 
E questa cosa che sono tutti più alti di me spero che finisca presto.
Il ragazzo alto spalanca la porta con un grande sorriso, con mia sorpresa noto che è davvero carino, ha la carnagione molto scura, così come i capelli mori.
«Benvenuto! Tu devi essere Louis, ti stavamo aspettando tutti.» resto stranito dalla sua affermazione e molti ragazzi mi si stanziano davanti facendomi ridere appena. Perché erano così contenti di vedermi?  
Insomma, siamo i figli di Ares, non era ereditario il brutto carattere? O sono l'unico ad averlo ereditato? O forse è solo una scusa che posso usare quando mi fa comodo? 
«Piacere, io sono Louis Tomlinson, ma questo lo sapete già, quindi beh..potreste farmi solo vedere dormirò? Ve ne sarei grato.» sbuffo notando l'ennesimo ragazzo avvicinarsi a me.
«Che caratterino.» risponde il ragazzo che aveva aperto la porta. «comunque il mio nome è Zayn e il tuo letto è quello, ed è anche l'unico disponibile qui.» indica un letto vicino la parete, sul fondo della stanza. Mi avvicino e mi ci butto sopra, appoggiando il mio zaino per terra. Senza neanche accorgermene mi addormento, forse per il lungo viaggio, forse per il letto comodo, forse per i ragazzi noiosi che avevo intorno.

 

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Capitolo 2
*** due ***


12 giorni

Sono passati 12 giorni da quando la mia vita è cambiata, da quando ho scoperto che mio padre è un dio greco e l'unica cosa che ho fatto 12 giorni fa, dopo che mia madre mi aveva fatto quella confessione è stata scoppiare a ridere.
Cos'altro avrei potuto fare? Ares, il dio della guerra, proprio il dio che leggevo nei libri della mitologia greca. Ares, il dio che durante l'antichità veniva usato, insieme agli altri dei, per spiegare gli avvenimenti che accadevano inspiegabilmente.
Come poteva lui essere mio padre? E come fa un dio ad accoppiarsi con un umano? Erano e sono le domande che continuano a rimbombare nella mia testa. 
E nonostante stia diventando tutto più reale iniziando a frequentare la nuova scuola, io non riesco a crederci e spero che presto mi dicano che sia tutto uno scherzo.

Dentro il dormitorio siamo in troppi, a quanto vedo mio 'padre' si è divertito un sacco ad andare in giro sulla terra. Noto anche che gli altri dei hanno fatto la stessa identica cosa e questo fa capire quanto sia noiosa la vita sull'Olimpo.
Quindi esiste davvero l'Olimpo? E dove si trova? Su una nuvola? 
Son troppe le domande che mi ronzano in testa e qualcuno saprà sicuramente come rispondere, spero.

Mi alzo stiracchiandomi, stanno ancora tutti dormendo, cerco di avvicinarmi al bagno senza far rumore anche se non mi dispiacerebbe svegliarli tutti.
Apro la porta del bagno per poi chiuderla alle mie spalle, mi appoggio al lavandino e mi guardo allo specchio sospirando.
Mi avvicino alle docce, apro l'acqua e aspetto che si riscaldi spogliandomi velocemente, non voglio essere visto da nessuno, questo è uno dei pochi motivi per cui mi son svegliato così presto. Vado sotto il getto d'acqua fredda chiudendo gli occhi e rilassandomi tra il silenzio e il solo rumore dell'acqua che scorre, dopo pochi minuti mi insapono e sono costretto a sciacquarmi rapidamente dopo aver sentito un rumore, mi avvolgo la vita con un asciugamano mentre con un altro asciugamano mi occupo dei miei capelli lisci. Infilo i boxer e lascio cadere entrambi gli asciugamani per terra. 
Mi giro di scatto appena sento la porta aprirsi, vedo Zayn. 
«Qualcuno mi ha copiato l'idea.» mi dice, guardandomi dalla testa ai piedi per poi ridere.
«Anche se non so il motivo per cui ridi, non credo di averti copiato un bel niente.» affermo facendo spallucce, sbuffo fulminandolo con lo sguardo.
«Puoi anche evitare di comportarti così con me.» sussurra avvicinandosi appena con aria di sfida.
«Caro, penso che tu non abbia capito un bel niente. Faresti meglio a non avvicinarti, e soprattutto a non sfidarmi.»
Zayn di rimando alza le mani in segno di arresa e lo guardo alzando un sopracciglio, mi vesto in fretta ed esco dal bagno sbattendo forte la porta.
«Oops.» scoppio a ridere vedendo le persone presenti nel dormitorio spaventarsi e alzarsi di colpo, esco dal dormitorio per dirigermi in segreteria, questa volta però chiudendo dolcemente la porta.

Mi avvicino alla porta della segreteria, busso e mi affaccio nella stanza piccolina dove vedo subito una scrivania con nessuno ad accogliermi. Mi appoggio alla parete e guardo fisso l'orologio. 
Sono le 7:30, ancora.
Dopo 20 minuti vedo una signora arrivare, molto molto bassa e penso ridendo lievemente che finalmente sono più alto di qualcuno in quella scuola.
«Buongiorno, come posso esserti utile?» mi chiede la signora.
«Salve sono Louis Tomlinson, sono nuovo e mi servirebbe sapere il numero del mio armadietto e gli orari delle mie lezioni.»
«Uhm...saresti dovuto venire ieri, se non sbaglio.» dice mentre prende in mano un paio di fogli, porgendomeli. «questi sono gli orari delle tue lezioni, per l'armadietto invece, questa è la chiave in caso si dimentichi la combinazione, e questa è la combinazione.» dice mentre mi mostra un altro foglio. 
Io annuisco e prendo in mano i fogli che mi stava porgendo. 
«Bene, ora vada. Controlli i suoi orari, le lezioni iniziano domani.» la ringrazio ed esco dalla stanza guardando i fogli, sbuffo alla vista di quelle materie così strane per me.

Continuo a camminare lasciando perdere il casino intorno a me. Odio il casino ed è ironico dato che spesso sono io a crearlo.
Gioco con i fogli che ho ancora in mano e guardandomi intorno vedo solo persone che non conosco neanche, l'unica persona che conosco è Zayn e forse è l'unica persona a cui potrei chiedere una mano, ma scuoto la testa al solo pensiero.
Rientro nella stanza, vado spedito verso il mio letto e mi siedo con la schiena contro il muro. 
Continuo ad osservare i fogli come se mi aspettassi che le risposte che cerco uscissero fuori guardandoli.
«Vedo il fumo uscirti dalle orecchie Louis, forse non dovresti pensare così tanto, ti farà male.» mi dice il moro guardandomi.
«Almeno riesco a pensare io, non credo si possa dire lo stesso di te, giusto?»
«Invece di fare queste battutine acide, potresti semplicemente chiedere aiuto se è quello che vuoi.» chiude gli occhi a fessura mentre mi parla.
«Ci son troppe cose che non capisco.» sbuffo «cosa sono tutte queste materie? E servono dei libri? Io non ne ho comprato neanche uno, non mi avevano detto niente.»
«Allora i libri non serve comprarli, in ogni aula c'è un libro per ogni banco che viene sistemato prima dell'inizio delle lezioni, è per questo che nessuno ti ha detto di comprare i libri. In questa scuola c'è davvero di tutto, potevi far a meno di portare anche i vestiti.» mi dice indicando lo zaino vicino il mio letto. «ce ne danno di nuovi ogni mese. Per quanto riguarda le lezioni è abbastanza complicato, lo era anche per me il primo giorno, io non sapevo nulla e non avevo uno Zayn a spiegarmi tutto.» si indica da solo, ridendo. 
«Io non capisco cosa ti faccia ridere così tanto ogni volta, te lo giuro io non riesco proprio a capirlo.» lo guardo male.
«Si chiama ironia, mio caro Louis e dovresti solo ringraziarmi perché ti sto aiutando anche se non meriti neanche di essere guardato in faccia per i comportamenti che riservi a tutti noi.» 
E per quanta cattiveria possa esserci in quella risposta continuava a sorridere e okay ha un sorriso stupendo ma è alquanto fastidioso, perché non riesce ad arrabbiarsi? 
«Mh va bene, allora immagino di doverti ringraziare...beh, grazie moro
«Abbassa le difese Louis, qui vogliamo solo essere tuoi amici.» dice mentre se ne va, sospiro a quella risposta.

Io non ho mai avuto amici.

 

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Capitolo 3
*** tre ***


15 minuti

Sono passati 15 minuti dall'inizio delle lezioni, da quando ho sentito il suono della campanella.
«Buongiorno ragazzi. Accomodatevi nelle vostre rispettive aule. Godetevi quest'anno e possa la fortuna essere sempre dalla vostra parte.*» dice il preside dall'altoparlante.
Riguardo per l'ultima volta il foglio, dirigendomi verso l'aula 108 che continuo a cercare con lo sguardo.

Distratto sbatto involontariamente contro un ragazzo, apro la bocca per protestare e mentre mi giro scruto il ragazzo, chiudo la bocca e stringo i denti, mi sono promesso di non litigare con nessuno il primo giorno di scuola, è tra le mie regole.
«Oddio...scusami davvero, non stavo guardando dove andavo...stavo cercando l'aula 108, non-» dice il ragazzo mentre raccoglie ciò che gli è caduto.
«E hai sbagliato, forse avresti dovuto fare più attenzione e guardare dove metti i piedi.» sbuffo, passandomi una mano fra i capelli. «comunque è la stessa aula dove sono diretto io.»
«Scusa ancora, davvero non era mia intenzione...» si sofferma, e si guarda intorno. «l'ho trovata, è lì.» dice indicandomi una delle porte. «dai andiamo, siamo in super ritardo.»
Annuisco, e lo seguo entrando nell'aula.
«Io sono il professor Criss, insegno divinità...» dice scrivendo il suo nome alla lavagna «e odio i ritardatari.» continua senza neanche voltarsi verso di noi.
«Ci scusi professore...non trovavamo l'aula.» dice arrossendo il ragazzo alla mia destra.
Si gira per guardarci. «I vostri nomi?»
«Io sono Horan...Niall Horan.»
«Louis Tomlinson.» dico buttandomi sulla sedia, Niall si siede proprio nel banco al mio fianco.
«Allora questa materia la studierete per il resto della vostra permanenza all'interno dell'istituto, quindi vi conviene stare attenti.» 
La mia testa inizia a farsi pesante e la tengo con la mano, mentre osservo Niall.
Sembra un bimbo, ha i capelli biondi e la carnagione molto chiara ed è poco più alto di me da come ho potuto notare prima, proprio nel momento in cui mi si è catapultato addosso.
I miei occhi iniziano a chiudersi da soli e io lotto contro me stesso per fare in modo di restare sveglio ma senza successo.

A svegliarmi è la campanella.
«Buongiorno principessa.» ride il biondino che era già in piedi. «sbrigati o faremo tardi di nuovo.»
Mi alzo e strofino gli occhi, un'altra lezione, scherziamo?
«In che aula è?» chiedo sbadigliando.
«401..» mi tira da un braccio facendomi correre dietro di lui. «certo che sei proprio lento, sbrighiamoci

Arrivati mi siedo in fondo all'aula, così posso riprendere a dormire senza essere disturbato o visto da qualcuno.
Poggio la testa sul banco, ancora con gli occhi aperti e noto che al mio fianco si è appena seduto un ragazzo riccio, con i capelli molto lunghi. Non credevo fosse possibile, ma ho appena trovato un ragazzo che è ancora più bello di me e io che pensavo fossi il più bello della scuola, se non del mondo.
È molto alto e su questo non avevo dubbi, non capisco come mai siano tutti così alti. Lo guardo parlare con un ragazzo al suo fianco, capelli castani e lisci, chiudo gli occhi per distrarmi dalle due figure.
«Dai Harry, non dirmi che non ti è piaciuta la lezione di prima.» urla appena uno dei due ragazzi.
«Liam, non urlare! Non voglio che tutti sentano la nostra conversazione.» 
Quindi il riccio dovrà chiamarsi Harry o Liam, beh almeno restringe i campi.
Non hanno fatto che parlare durante tutta la lezione e ormai rassegnato dall'idea che potessi dormire li ho ascoltati per tutto il tempo.

Un'altra campanella, di nuovo. 
«Louis, Louis!» dice Niall mentre corre verso di me.
«Dimmi biondino, c'è bisogno di essere così allarmati?»
«Ehm, no. Ma hai qualcosa da fare? Abbiamo le prossime due ore libere...potremmo andare a prendere un caffè in caffetteria.» 
«Si, è il caso che io mi svegli un po'.» dico alzandomi per poi uscire definitivamente dalla porta.

Il cielo è azzurro e si nota la presenza di poche nuvole che non servono a coprire il sole.
Ci sono molte persone in cortile ma relativamente poche rispetto a tutte le persone che ho visto stamattina in corridoio, forse sono solo i ragazzi del primo anno.
Arrivati in caffetteria io e Niall ci mettiamo in fila.
«Sono state molto interessanti le lezioni, vero?» guardo stranito il biondo appena fa quella domanda. 
«Quindi tu hai ascoltato le lezioni?»
«È quello che si fa in classe, no? Tu cos'hai fatto?»
«Ho dormito, pensavo te ne fossi accorto.» dico ridacchiando.
È il nostro turno, prendiamo i nostri caffè e andiamo in cortile, ci sediamo su una panchina a osservare le persone che passano.
«Stasera dovrebbe esserci una festa, andiamo?» mi chiede il biondino sorseggiando il suo caffè. 
«Finalmente qualche notizia positiva!» dico mentre annuisco e sorrido appena prima di riprendere a bere il mio caffè. «e stasera faremo colpo biondino, te lo assicuro.» sussurro vicino il suo orecchio seguendo il riccio con lo sguardo, mi alzo per buttare il bicchiere di carta senza spostare neanche di un millimetro i miei occhi.

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*citazione di Hunger Games, forse lo sanno già tutti, ma per sicurezza 😉 ahahahah

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Capitolo 4
*** quattro ***


1 ora

Ci ho messo un'ora a prepararmi e sono quasi sicuro che Niall mi ucciderà per averlo fatto aspettare, non è un tipo paziente e questo non lo so solo io, ma tutte le persone nel mio dormitorio dato che sta bussando alla porta da circa 30 minuti. 
Prima di uscire dal bagno controllo un'ultima volta che i capelli siano a posto passando una mano fra di essi, mi dirigo fuori e noto Niall seduto per terra intento a parlare con Zayn.
Sbuffo e tossisco per attirare la loro attenzione.
«Oh, ciao principessa, ci ha degnato della sua presenza finalmente.» dice Niall mentre si alza da terra, sbuffando.
«Noto che sei in buona compagnia, a saperlo avrei perso più tempo.» rido, fulminando Zayn con lo sguardo. «vieni anche tu con noi?»
«Magari dopo, non sentirai la mia mancanza tranquillo.» poggia la mano sulla mia spalla stringendola appena e facendomi l'occhiolino.
Metto la mano sulla sua. «Oh, ci puoi scommettere.» dico, per poi togliere la mano che continuava a stringere la mia spalla. «andiamo Niall.» mi giro e inizio a camminare verso la grande Sala.

«Salve a tutti.» alzo lo sguardo verso il palco appena sento la voce del Preside. «come voi ben sapete siamo all'interno della sala Grande, dove si svolgono le varie feste annuali. Spero che quest'anno nessuno aggiunga dell'alcool al mio punch, perché sarà cacciato immediatamente, non solo dalla Sala, ma anche dalla scuola. Detto ciò, divertitevi pure.»
«Oh suvvia, che festa è senza alcool? Non pensavo fosse tutto analcolico.» dico sbuffando all'orecchio di Niall, lui ride di rimando.
«Dai andiamo, possiamo trovare tanti modi per divertirci.» dice lui e io lo guardo facendo spallucce.
Cerco con lo sguardo qualcuno di interessante, sorrido appena vedo i capelli del riccio che a mia fortuna si riconoscerebbero fra mille. 
Tocco Niall per farlo girare verso di me. «Sai come si chiama quel ragazzo?» lo indico con la testa. «il riccio.»
Niall scuote la testa. «Non ci pensare neanche Louis, penso che tu debba guardare altrove.»
«Perché?» dico con una smorfia sul viso.
«Andiamo, è il figlio di Atena, sai bene come andrà a finire.»
«In realtà non ne so niente, e come può questo ostacolare qualcosa?» mi giro e lo guardo negli occhi.
«Zayn prima stava con il ragazzo vicino ad Harry, Liam.» Oh, ora mi sono finalmente chiari i nomi. «anche lui è figlio di Atena, sai? Forse dovresti parlarne con lui, non è finita molto bene fra loro ed è normale, come se i conflitti fra i genitori si tramandassero fra i figli senza volerlo.» 
Continuo a fissare il riccio. Cosa potrebbe succedere se solo lo conoscessi? Non credo sia una cosa completamente sbagliata, solo perché i nostri genitori hanno/avevano delle divergenze. 
«Quindi mi consigli di ritirarmi senza neanche aver provato?» distolgo per un secondo lo sguardo da Harry posandolo di nuovo su Niall.
«Tecnicamente si.» scoppio a ridere alla sua risposta.
«Dovresti sapere..» mi avvicino al suo orecchio abbassando sempre di più la voce. «che non lo farò mai.»

Continuo a camminare seguendo Harry con lo sguardo fino a quando vedo la figura di Zayn davanti a me, scuoto la testa e indietreggio.
«Permesso.» dico cercando di passare.
«Louis, so cosa vuoi fare e non è una buona idea.» 
«Niall ti ha già detto tutto, è incredibile!» mi passo una mano fra i capelli, sbuffando. «davvero Zayn lo dico per te, è meglio se ti levi da qui.» 
«Lo sai che non mi fai paura.» ride dicendolo, mi prende per un braccio e mi trascina fuori. 
«Va bene! Ora lasciami la giacca però.» dico tirando il braccio che era fra le sue mani. «Parla se devi parlare.»
«Niall ti ha parlato di Liam.» fissa il vuoto e sorride, continuando a parlare. «Oh beh, non si trattava di una storiella qualunque, io amavo tantissimo quel ragazzo e penso di amarlo ancora tantissimo, lui amava me. Ci siamo conosciuti al campo mezzosangue e...»
«Si va bene, sarei felice di ascoltare una bella storia d'amore, ma guarda davvero non ne ho proprio il tempo.» alzo gli occhi al cielo.
«Beh...» riprende a parlare non facendo caso alle mie parole. «è andato tutto bene fino a quando un giorno l'Oracolo ha parlato.» scuote la testa. «non è mai un buon segno quando ci portano una notizia dall'Oracolo. Disse che se i figli di Ares e i figli di Atena continuavano a mischiarsi fra loro sarebbe successo qualcosa di brutto-» si ferma appena vede Liam, lui alza la mano in segno di saluto con un piccolo sorriso sulle labbra e Zayn ricambia felice per poi cambiare espressione non appena vede che lui ha subito distolto lo sguardo.
«Ecco, io non so spiegarti cosa possa succedere, perché l'Oracolo non ha più accennato niente, penso si tratti delle liti tra i due dei, ma da allora ci hanno proibito di stare insieme perché chiunque aveva paura di cosa potesse succedere. È stato orrendo staccarmi da lui, quindi sto facendo questo per evitare che anche tu faccia la mia stessa fine.» riprende a guardare me.
«E io non ho neanche mai pensato di starci insieme, ho solo chiesto il suo nome a Niall, ha praticamente scatenato un inferno.» sbuffo fissandomi i piedi.
«Lo sai che non è così. È come se gli dei lo facessero di proposito, più sa che non possiamo avvicinarci ai figli di Atena e più ci avvicina.» fa spallucce. «sarà colpa della mamma di Niall.» disse Zayn, per sdrammatizzare.
Oh, io non avevo proprio idea di chi fossero i genitori di Niall.
«Chi è?»
«Afrodite, è così dolce e bello, non puoi sbagliarti sai?» 
Rido alzando lo sguardo. «Penso che sia ora di rientrare.»
«Mi raccomando, Louis. Non metterti anche tu nei guai.»

Ma io sapevo già che l'avrei fatto.

 

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Capitolo 5
*** cinque ***


10:34

È domenica e posso finalmente prendere una pausa da queste lezioni noiose e stancanti. 
Ho passato una settimana all'interno di questa scuola senza essere richiamato, cacciato o picchiato ed è un nuovo record per me, mia madre dovrebbe esserne fiera.
Ma non posso dire altrettanto di mio padre dato che non ho ancora generato una rissa...ma sembra che nessuno mi dia fastidio quanto dovrebbe in questa scuola (purtroppo).

Controllo il mio telefono e a mia NON sorpresa noto dei messaggi da parte di Niall.
Biondo 8:23: Sei sveglio? Ti sto aspettando in cortile
Biondo 9:02: Non ci credo, stai ancora dormendo! Appena hai fatto raggiungimi, cerca di farlo prima dell'ora di pranzo.
Sbuffo, sono solo le 10 e vengo disturbato anche di domenica. Andiamo, chi è che disturba le persone di domenica? Ah già giusto, solo lui.
Mi alzo e aspetto che il bagno si liberi prima di entrare.

Esco dal dormitorio e mi dirigo in cortile, mi guardo intorno senza notare il volto di Niall fra le persone. Tutto quel casino per niente. 
Prendo il telefono e clicco sul suo contatto per poi far partire la chiamata.
«Dove sei? Stavo cercando di vederti in mezzo a tutta questa folla.*»
«Oh guarda un po', arrivi sempre nei momenti meno opportuni. Aspettami lì, ero appena andato via.» alzo gli occhi al cielo e riattacco, ora sono io quello che deve aspettare?

Mi siedo su una panchina, vedo un serpente avvicinarsi e arrotolarsi attorno alla mia gamba per poi arrivare sulle mie spalle, lo accarezzo dolcemente e sorrido guardandolo.
Sento una voce alle mie spalle, molto forte e roca. «Figlio di Ares, suppongo.» 
Mi giro e noto che la persona che mi aveva appena parlato era proprio il riccio, spalanco gli occhi.
«Mi spii o me l'hai letto in testa?» dico ironicamente.
«Nessuno dei due, riguardava lui.» indica il serpente. «non mi dire, non sai che è il rettile favorito di tuo padre?»
«Oh, ma qui abbiamo un so-tutto-io.» scuoto la testa ridendo. C'è da dire che da quel faccino mi aspettavo di tutto tranne questo carattere odioso.
«Non sono un 'so-tutto-io'.» muove le dita per mimare le virgolette. «pensavo fosse scontato.» dice guardandomi male. «ma tu non lo sai perché sei nuovo, giusto? Non ti ho mai visto al campo.» 
Annuisco stringendo i denti. «Esatto.»
«Infatti mi sembrava davvero strano, una persona così antipatica come te si sarebbe notata subito.» gira lo sguardo e scruta il cielo.
Alzo un sopracciglio. «Ma guarda, sono io l'antipatico?» rido. «Io? Davvero? Forse dovresti rivedere il significato della parola antipatico, vedresti che vicino c'è proprio scritto il tuo nome, qualunque esso sia.» Faccio strisciare il serpente via per poi alzarmi dalla panchina, mi allontano senza neanche guardarlo.
«Il mio nome è Harry!» rido sentendolo gridare. 
«Lo sapevo benissimo.» dico in sussurro appena ero abbastanza lontano e sicuro che lui non mi potesse sentire.

«Quindi hai parlato con lui?» mi chiede Niall abbastanza sconvolto.
Siamo seduti in caffetteria, dove lui mi aveva trascinato per fargli compagnia durante la colazione, a quanto pare non gli piace fare colazione da solo e odia farla tardi, infatti non fa altro che ripeterlo da quando siamo qui.
Annuisco. «Potevate anche non perdere tempo a fermarmi tu e Zayn, bastava solo sentirlo parlare per far allontanare dalla mia testa qualsiasi pensiero che lo riguardasse.»
«Cosa ti aspetti? Sai già a chi è figlio.» dice intento a girare il suo caffè.
«Io...degli dei non so nulla. E lui non ha fatto altro che farmelo notare sottolineando il fatto che non conoscessi neanche ciò che riguarda mio padre! Ma si può essere così...così-»
«Così bello?» scoppia a ridere dicendolo, lo guardo male e lo colpisco su un braccio. 
«Si, era proprio ciò che intendevo.» affermo ironico. «sono contento che tu sia l'unico a leggermi nel pensiero eh.»
«Non è molto difficile da capire! E poi il suo carattere ti da fastidio solo perché si scontra con il tuo.» lo guardo parlare mentre gioco con una bustina di zucchero. «ma è un bravo ragazzo ed è tanto gentile, anzi è strano che abbia questo comportamento con te. Fai uscire il lato cattivo dalle persone?» mi chiede ridendo.
«Quindi tu lo conoscevi già?» aggrotto la fronte, ignorando la sua domanda.
Annuisce. «L'ho conosciuto al campo mezzosangue. Lì anche senza volerlo socializzi con chiunque, anche con chi non vorresti.» fa spallucce 
«Ma cos'è questo campo? Perché io non ne sapevo niente?»
«Semplicemente perché tua madre ti ha confessato chi fossi troppo tardi, anche se è necessario entrare nel campo già da piccoli.  Noi semidei non sempre siamo al sicuro stando in mezzo agli umani e viceversa.» si alza dal tavolo e mi fa cenno con la testa per seguirlo. «Il campo mezzosangue è un rifugio per semidei, lì insegnano molte cose come tirare con l'arco e specialmente come combattere. Ci sono diverse capanne numerate come i nostri dormitori, in base alle divinità.» continua a parlare mentre passeggiamo. «ma sono sicuro che quest'anno verrai anche tu, assicurati di non cacciarti nei guai prima.»

Rientrati all'interno dell'edificio, vado nel dormitorio tenendo tra le mani un libro che mi aveva appena prestato Niall sulle divinità e i miti greci.
Mi posiziono sul letto e inizio a sfogliarlo cercando un capitolo che parlasse di Ares, o di Atena.
«Studi anche la domenica?» chiudo il libro non avendo notato la figura del ragazzo di fronte a me.
«Non che io mi dia un gran da fare gli altri giorni.» faccio spallucce guardandolo, non l'avevo mai visto prima. Ha gli occhi e i capelli scuri che fanno contrasto con la sua carnagione chiarissima. 
«Piacere Will.» dice porgendomi la mano. «da quando sei qui non ho avuto tempo di presentarmi.» accenna un sorriso mentre io gli stringo la mano.
«Piacere mio, Louis.» ritiro la mano per poggiarla di nuovo sul libro. 
«Beh, ti lascio 'studiare' allora, non vorrei interrompere l'unico giorno in cui fai qualcosa.» afferma ridendo per poi girarsi e camminare verso altri ragazzi. Distolgo lo sguardo da lui aprendo il libro, continuo a leggerlo con tutta l'attenzione possibile, anche se quella che ho è relativamente poca.
Mi appoggio con le spalle al cuscino e senza neanche accorgermene mi addormento con il libro in faccia.

 

*citazione di Frah Quintale

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Capitolo 6
*** sei ***


Mi ritrovo seduto di nuovo su queste sedie scomode, ad ascoltare un'altra lezione.
Noi semidei non dovremmo avere anche delle sedie più comode? Allora perché abbiamo le stesse sedie scomode degli umani? Non che io voglia vantarmi di essere ciò che sono ma..
«Tomlinson.» il professor Ellis richiama la mia attenzione. «sai per caso dirmi dove ci troviamo?»
«In classe?» alzo un sopracciglio guardandolo.
«Il suo cervello sembra che sia più sull'Olimpo in questo momento.» alzo gli occhi al cielo sentendo le persone dietro di me ridere all'affermazione del professore.
Sull'Olimpo? Sul serio? Era ciò che poteva fare di meglio? E vogliamo parlare di queste persone hanno davvero un senso dell'umorismo pessimo? No, meglio se evitiamo.
Sono a lezione di Mitologia e cerco di sforzarmi ad ascoltare ma mi è difficilissimo.
«Pss...prendi appunti.» mi sussurra Niall, che è seduto proprio accanto a me. «aiuterà a concentrarti.»
Apro il libro che avevo trovato sul mio banco e inizio a sfogliarlo per poi arrivare al capitolo di cui stavamo parlando, 'Persefone'.
Ascolto il professore parlare e scrivo delle note ai lati delle pagine e a mia sorpresa noto che il consiglio del biondo è molto utile.
«Persefone è figlia di Zeus e di Demetra.» il professore fa una lunga pausa riprendendo a parlare pochi attimi dopo. «Ecco, il fatto è che di Persefone non si può dire molto altro. Non è una gran intelligentona, e non è coraggiosa. Ciononostante, Demetra vive per lei, ed è stata ultra protettiva, infatti non permetteva a nessun uomo di avvicinarsi a lei. Ma ci fu uno che non riusciva a togliersi Persefone dalla testa.»
«Ade.» dice Harry sicuro di se'.
«Esatto, Styles. Ade, il Signore dell'Oltretomba.» cammina avanti e dietro per l'aula, passando accanto ai banchi dov'eravamo seduti noi. «E nonostante sapesse di non aver alcun tipo di speranze, specialmente perché significava mettersi contro Demetra, la rapì. Come se non bastasse, la faccenda del rapimento non era venuta in mente a lui, ma a Zeus.»
Per la prima volta stavo ascoltando una lezione e per la prima volta non mi sono addormentato.
Mi stavo abituando? Che schifo.

Finita la lezione ci dirigiamo alla sala Mensa, dove Niall e io ci sediamo in un tavolo accanto alla finestra che affaccia sul cortile.
«Mi manca ciò che cucinava mia mamma.» sbuffo guardando il mio piatto.
«Scherzi? Si mangia benissimo qua.» dice con la bocca piena, e io lo guardo ridendo. «o forse è solo perché sono abituato a mangiare questo, o perché mi ha cresciuto un uomo..»
«Si, non voglio sentire altre ipotesi Niall, è più il cibo che mi sta arrivando in faccia che quello che stai ingoiando.» mi allontano appena dal tavolo per pulirmi con un tovagliolo.
Lo sento bofonchiare qualcosa, per poi vederlo prendere anche i piatti dal mio vassoio. Alzo gli occhi al cielo ridendo. «Fai pure come se fossi a casa tua!» affermo ironicamente.
«Qualcuno qui è affamato?» sento la voce di Zayn alle mie spalle, lo vedo avvicinarsi e sedersi al nostro tavolo.
«Sarà sicuramente Louis quello affamato dato che non sta mangiando niente.» dice il biondo.
«Anche se volessi non potrei, ormai hai finito tutto.» mi alzo sistemando la sedia su cui ero seduto. «vi lascio parlare un po', vado in camera.» sorrido ad entrambi per poi uscire dalla sala.

Mi fermo al mio armadietto, dal quale prendo il libro che mi aveva prestato Niall.
Poi mi giro di scatto sbattendo contro qualcuno.
In questi giorni sto cercando di trattenere la rabbia, sto evitando le mie solite scenate per qualsiasi cosa, sto cercando di cambiare.
«Oops.» sussurro lasciandomi cadere il libro involontariamente.
«Ciao.» risponde il ragazzo, e riconoscendo la voce alzo lo sguardo velocemente guardando il ragazzo con cui mi ero scontrato, il riccio.
«Oh, sei tu, cosa ci facevi alle mie spalle?» mi piego per raccogliere il libro, e sbuffo notando una piega sulla copertina.
«Non ero dietro le tue spalle, o dietro di te.» dice in modo annoiato . «sei tu che ti sei voltato troppo velocemente.»
«Stai tranquillo, Harry. Non fa bene essere troppo acido.» affermo ridendo appena vedo la sua reazione.
«Non sono acido.» soffia un riccio che gli si era posizionato sul viso. «e mi da fastidio che tu sappia il mio nome, mentre io non so niente di te, occhi azzurri.» mi fissa gli occhi e ricambio il suo sguardo, mentre vedo il suo labbro piegarsi leggermente in un sorriso.
«Puoi anche chiamarmi così, se ti fa piacere. Ma spero non ce ne sia l'occasione.» mi volto e non appena gli do le spalle sorrido, quasi soddisfatto anche se non c'era nulla di cui essere soddisfatto.
Per ora.

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