Shinoa Hiragi, Raccolta

di Mo0ny_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nella Morte Vi È Pace ***
Capitolo 2: *** Colori ***
Capitolo 3: *** Il Peso Di Un Nome ***



Capitolo 1
*** Nella Morte Vi È Pace ***


Nella Morte Vi È Pace

 

Uccidimi.
Perché vivere in questo mondo non ha senso.
Uccidimi.
 Perché Yuu se n'è andato e a permetterlo sei stata tu. 
Uccidimi.
Perché non ti importerebbe affatto morire.
Pensi davvero che sarebbe meglio se ti uccidessero, a volte, e oggi è una di quelle volte. 
Rika ha il fuoco negli occhi. Vuole davvero che il tuo sangue si riversi a terra. E allora perché negarle questa dolce vendetta? 
Perché negarsi questa dolce fine?
Che ne sai tu, Shinoa, della felicità? 
Ti piacerebbe dire che la tua famiglia ti ama, che conosci il significato di "amare". 
Ma quasi ridi se pensi alle catene che hanno stretto i tuoi polsi, alle carezze negate e al ramen scaldato al microonde. È ridicolo che del cibo, sia quasi il simbolo della tua infinita agonia. 
Te lo ricordi Shinoa? 
Ti perdevi ad osservare la confezione di ramen che girava, girava e girava nel fornetto. Sola. Sempre sola. Con i pugni stretti, le lacrime agli occhi e il sorriso sul volto. 
Il tuo sorriso è sempre stato vuoto. Una curva rivolta verso l'alto. Niente di più. Niente di meno.
Che agonia guardarti allo specchio, specie da bambina, come le prime volte, quando stavi imparando ad acconciare i capelli e riuscivi solo a far danni.
Una vera tristezza guardarti. Capelli scompigliati e sempre quel sorriso quasi inquietante sul tuo giovane volto. 
La tua vita è così miserabile. 
È stata così, fino a quando non è entrato Yuuichirou.
Che occhi, che voglia di vivere che vi era in quelli.
"Proteggerò la mia famiglia"
"Siete la mia famiglia"
Famiglia... Che parola odiosa e piena di rancore se pensi al passato. Eppure dalle sua labbra il suono della parola è dolce, rassicurante.
Il passato è passato.
Lo hai pensato spesso. 
Eppure lo hai concretizzato solo poco fa, nel momento in cui hai voluto dar fiducia a Mika, o al concetto di famiglia di Yuu. Hai fatto da scudo con il tuo corpo, ti sei messa contro il tuo unico punto fisso: L'esercito demoniaco della luna. 
L'unica cosa stabile della tua vita è venuta a crollare per Yuu.
Forse a farti stare male è sapere che non lo rivedrai. Hai avuto fiducia, ma chi garantisce che sia stata ben riposta? 
Adesso non hai certezze, Shinoa. 
"Tu lo ami" 
Zitta, Shii-chan. 
Quello stupido demone non ti avrà, sei forte e puoi contrastarlo. 
Puoi contrastare tutto, anche Kureto e gli Hiiragi. 
Ma quel senso di vuoto e angoscia è sempre lì. 
Qualcuno metta fine a tutto questo. 
È così vicina Rika a farti fuori. Così vicina. 
Maledetto Shinya. 





 

Salve! Dopo aver letto il manga di Owari No Seraph ho voluto scrivere di nuovo qualcosa su Shinoa (ho scritto anche "Sorridi Shinoa" se questo tipo di fanfiction vi piace). È il mio personaggio preferito del manga e tornerò a scrivere di lei in futuro qualcosa di allegro spero.
Lasciate una recensione se volete darmi il vostro parere sulla storia, spero di rivedervi!

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Capitolo 2
*** Colori ***


Colori
 

Non ha mai pensato, Shinoa, ai colori.
Il mondo che l'ha circondata è sempre stato in continua distruzione e l'unica cosa che le rimaneva da pensare era la sua sopravvivenza.
Non ha mai pensato a quanto il mondo ne fosse pieno, di colori.
Il rosa è stato un colore che non le è mai piaciuto, almeno non più di tanto. Poi ha visto i capelli di Kimizuki e ha sorriso. Quel ragazzo la faceva ridere, davvero. Amava prenderlo in giro, amava davvero lanciargli frecciatine. Ma teneva al pranzo, quindi non esagerava mai più di tanto.
Si, il rosa cominciava a piacergli davvero.
Il giallo le era sempre piaciuto. Le ricordava i denti di leone che raccoglieva quando era davvero piccola, oltre che il sole e Mitsuba. Non glielo diceva mai, ma le voleva davvero bene. Non approvava del tutto alcuni suoi comportamenti e non mancava di farglielo notare. Ma Mitsuba era sempre stata dolce e forse troppo sola. Come lei.
Si, per il giallo provava un certo affetto.
Un po' odiava il bianco.
La neve, le ali di Shii-chan, le pareti di casa sua. No, il bianco non riusciva a farselo piacere. Tutto gli sapeva di solitudine in quel colore.
Forse poteva riservare un posto per quel particolare bianco dei capelli di Shinya che infondo, era un bravo fratello. L'unico, forse, davvero buono.
Si, il bianco era certa non sarebbe mai entrato nelle sue grazie.
E poi c'era il verde.
Il verde era un colore stupendo. Il verde era il colore del mondo, il colore che più di tutti aveva assunto il significato di "famiglia". Era fresco, sapeva di libertà. Sapeva di amore. Shinoa era sicura di impazzire per quello.
Lo amava davvero. 
-Quindi, qual'è il tuo colore preferito? - aveva chiesto Yoichi.
-Il viola, che domande! -






 

 

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Capitolo 3
*** Il Peso Di Un Nome ***



Il Peso Di Un Nome
 

Shinoa aveva ingoiato la saliva lentamente mentre il pugno si stringeva sulla sua preziosa chiave.
"Smettila con questo atteggiamento di superiorità, sei solo l'ultima ruota del carro degli Hiiragi" gli aveva detto uno sprovveduto vecchio compagno di scuola. Ammirò di certo il coraggio, glielo disse anche, ma non gli permise di aggiungere altro.
-Sarò l'ultima ruota del carro, ma ricorda che io l'ho scelto -gli disse prima di evocare Shii-chan e far venire la tremarella a quel tizio sprovveduto. Non ne ricordava più il volto, non sapeva neppure perché quel ricordo le veniva in mente adesso, mentre scappavano da tutto. Il peso di essere un'Hiiragi le era sempre stato stretto, tuttavia sapeva conviverci. Aveva imparato a sfruttare a suo favore quel nome, ma anche che se usato troppo finiva per dare alla testa. Se n'era dissociata spesso, preferiva essere semplicemente Shinoa, eppure quel nome era sempre lì. Non poteva negare di essere sé stessa. Non aveva mai accettato nessuna importante carica: il potere inebriava chiunque e il suo demone amava sfamarsi del suo desiderio. Era sempre stata ragionevole, Shinoa. Forse troppo.
-Tutto bene? -gli chiese Kimizuki. Con lui sapeva di non poter fingere, aveva sempre quello sguardo da fratello maggiore, come Mahiru. Ma nessuno poteva capire cosa si provava a portare sulle spalle il peso di un nome tanto potente, quindi si limitò ad uscire dal loro improvvisato rifugio per prendere un po' d'aria.
Quel ragazzo probabilmente aveva ragione: aveva spesso atteggiamenti di superiorità. Eppure pensava, forse egoisticamente, che poteva permetterselo. Nessuno sarebbe riuscito a resistere a quel gioco di potere degli Hiiragi, nessuno cresciuto con un impostatazione di regime militare almeno. A volte si ritrovava a pensare che doveva esser stata intelligente per non essere mai caduta in tentazione. E poi guardava i suoi amici che riuscivano a ridere nonostante quella brutta situazione perché erano una famiglia, perché erano insieme. No, non era affatto intelligente. Se lo fosse stata sarebbe riuscita a staccare e godersi la loro vicinanza. E invece...
-Ehi Shinoa! Se resti lì non rimarrà nemmeno un po' di pane! -e invece non riusciva a vedere del buono nemmeno in quel gesto di Yoichi, perché è questo che fa il peso di un nome di quella portata: rende troppo ragionevoli e a volte paranoici, rende schiavi della razionalità.
-Eh?! Siete proprio dei bastardi! Datemi subito del cibo! -eppure niente le impediva di provarci almeno, ad essere una persona normale.
Una persona felice.

 

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