I find
your lack of faith disturbing
Bertie
Higgs
Ministero
della Magia, 8 giugno 1979
“Riteniamo che Tu-Sai-Chi stia costruendo
un esercito e stia ampliando il numero di persone da coinvolgere. Secondo i
nostri sospetti, le famiglie tradizionaliste sono troppo poche per riuscire a
formare un esercito, forse i loro membri sono i generali, ma in guerra c’è
bisogno anche della fanteria e di chi scava le trincee.”
Rufus agitava la bacchetta
davanti i giovani Auror. Bertie Higgs e Frank Longbottom si scambiarono uno
sguardo di intesa mentre prendevano appunti.
Frank alzò la mano: “Che genere
di soldati?”
“Giovani, principalmente. La
Testa di Porco ha assistito a strane frequentazioni da parte di studenti di
Hogwarts. Serpeverde, se ve lo state domandando.”
Un mormorio nella sala di
risatine, un “sono sempre loro…” venne rotto dal borbottio brusco di Alastor
Moody: “Non siamo a Hogwarts, io ero in Serpeverde. Bartemius era in Serpeverde
e se la nostra Casa era piena di figli di puttana pronti a uccidere Babbani,
sono sicuro che le altre Case ne erano altrettanto piene. Il marcio è ovunque,
basta solo saperlo cercare!” Li guardò torvo con i suoi occhi azzurri e i
lunghi capelli biondi che cadevano disordinati ai lati del viso: “Non mi
stancherò mai di ripeterlo: non escludete mai un sospettato se non siete certi
della sua innocenza. Vigilanza costante!”
Bertie appuntò il consiglio sul
taccuino. Frank alzò la mano, di nuovo. “Mi chiedevo, potrebbero esserci anche
delle donne tra i Mangiamorte?”
Moody e Scrimgeour si scambiarono
uno sguardo divertito. Rufus gli disse: “Longbottom, di gonnelle che uccidono
Babbani finora non ne abbiamo registrate.”
“Ma Signor Scrimgeour, se
guardiamo le foto degli ultimi delitti, quelle recuperate dalla polizia
babbana, possiamo vedere una serie di indizi che rendono il delitto compatibile
con la presenza di una donna. Abbiamo un capello nero lungo, sulla scena del
crimine di Allison Park, la prima vittima babbana. Abbiamo impronte di tacchi
sul pavimento dell’ospedale babbano andato a fuoco in Cornovaglia e i testimoni
dell’esplosione del palazzo a Glasgow hanno riferito di aver sentito la risata
sinistra di una donna.”
“Giusto, Longbottom. Non
escludiamo un sospettato finché non siamo certi della sua innocenza,” esclamò
Moody. Si avvicinò al banco, li scrutò attentamente e disse: “Perché tu e Higgs
non vi camuffate da streghe e vedete se riuscite a farvi reclutare dai
Mangiamorte?”
Una serie di risatine di scherno
si diffusero per l’aula fino a diventare sempre più alte. Hestia Jones esclamò:
“Ehi, Longbottom, se vuoi ti presto un abito!” Facendo scoppiare a ridere
persino Alice.
“Molto divertenti,” esclamò Frank
seccato.
Così, Bertie e Frank si
trovarono a condividere una scorta di Pozione Polisucco, la trasfigurazione di
abiti e un mese di serate alla Tana di Porco e altri postacci simili, cercando
di agganciare qualcuno che volesse reclutare due streghe dall’aria poco
raccomandabile.
La missione fallì miseramente,
non riuscirono a provare che i Mangiamorte stessero reclutando anche streghe,
ma la loro amicizia ne uscì rinsaldata.
. * . *
. * .
Ministero
della Magia, 21 maggio 1980
“L’ho visto uscire da Borgin &
Burke!”
Frank gli era arrivato di
soppiatto e lo aveva arpionato mentre stava per infilarsi al Paiolo Magico ed
uscire da Diagon Alley. Era un giorno importantissimo quello e Bertie doveva
assolutamente andare al cinema. Nemmeno Tu-Sai-Chi in persona avrebbe potuto
impedirgli di prendersi una pausa dalla guerra.
“Chi hai visto?”
“Lestrange, Higgs, Rabastan
Lestrange.”
“E cosa c’è di strano? Sarà
andato a vendere qualche cimelio di famiglia o a comprare qualche regalo di
dubbio gusto.”
“No, non hai capito, è entrato
con fare circospetto.”
“Frank, io ti voglio bene, sei
il mio migliore amico, ma sul serio, io non ho tempo per pensare a Lestrange. Devo
andare al cinema.”
“Cosa?”
“Mi hai sentito. Devo andare al
cinema. Oggi esce l’Impero colpisce ancora, il secondo episodio della saga
di Star Wars, ma dove vivi?”
“Noi maghi non andiamo molto al
cinema.”
“E fate male. Vedi perché in
Inghilterra sta succedendo tutto questo casino? Perché non vi mescolate con i
Babbani! Senti, perché non vieni al cinema con me?”
“Cosa dico ad Alice? È incinta.”
“Dille di raggiungerci. Possiamo
trasfigurare gli abiti in quelli dei personaggi del film, dai, sarà divertente!
L’ho già fatto a Brooklyn quando è uscito il primo film.”
Alice con il suo viso tondo a
forma di cuore era perfetta come principessa Leia, nonostante la pancia per il
prossimo arrivo del piccolo Neville. Frank divenne un fantastico Han Solo e
lui, Bertie, era ovviamente Luke Skywalker, l’aspirante Jedi.
Frank e Alice sembrarono
divertiti dalla novità e seguirono Bertie al cinema che spiegò l’usanza di mangiare
pop-corn, bere una bibita gassata e godersi un film meraviglioso.
Bertie amava Star Wars. Era
merito del film “Una nuova speranza” se era riuscito a convincere suo
padre a lasciarlo partire per l’Inghilterra.
Poco dopo l’uscita al cinema del
film, infatti, Rufus Scrimgeour era andato a trovarli nella loro casa di
Brooklyn e aveva raccontato come l’Inghilterra stesse precipitando nel caos. Probabilmente
pensava di convincere il vecchio Albert Higgs a tornare in madrepatria a dare
una mano, ma suo padre non avrebbe mai lasciato New York. Non ora che si stava godendo
la pensione dopo una vita passata a rincorrere i seguaci di Grindelwald.
Così, era stato Bertie a
raccogliere il testimone, eccitato dall’idea di conoscere il paese di origine
di suo padre e combattere il Lato Oscuro della Forza. Si sentiva come Luke che aveva
appena incontrato il vecchio Obi-wan Kenobi. I Mangiamorte, con le loro
maschere e la scia di morte che si lasciavano dietro, non erano diversi dagli
eserciti guidati da Lord Fener.
“I Babbani sono incredibili!”
esclamò Frank uscendo entusiasta dal cinema, “Insomma, sembra che abbiano
capito cosa sta succedendo nel nostro mondo! Le affinità sono molteplici! Hai
visto i mantelli? E le spade laser? Insomma, sono delle bacchette! Anche se i
colori delle maledizioni sono sbagliati, ma insomma, cosa ne sanno loro, è
sorprendente uguale!”
Parlava senza fermarsi con un
entusiasmo contagioso e Bertie rideva pensando che avrebbe cercato una sala in
cui trasmettessero “Una nuova speranza” così avrebbero potuto guardarlo
insieme e poi sarebbero andati a vedere insieme il prossimo film.
“Ha ragione Frank, persino
Neville ha gradito il film!” esclamò Alice entusiasta, “Noi siamo il Senato Imperiale
che deve resistere ai tentativi di corruzione portati avanti dal Lato Oscuro e…”
abbassò la voce per non farsi sentire, “l’Ordine della Fenice non è altro che
la Ribellione!”
“Esatto, Alice! Moody deve vedere
questo film!”
“Moody ci direbbe che è una
perdita di tempo, che la guerra si deve combattere sul campo e non sullo
schermo,” gli ricordò Bertie prima di salutarli e ritornare nel suo appartamentino
vicino King’s Cross.
. * . *
. * .
Ministero
della Magia, 25 giugno 1981
Bertie stava per concludere il
suo primo anno da Auror. In quell’anno lui e Frank ne avevano viste tante, al
punto che ora lavoravano in squadra insieme a Jacob Williamson, un Auror con
qualche anno in più di esperienza. Un tipo atletico, dai lunghi capelli biondi
che spesso li portava legati in uno strano groviglio.
Jacob aveva saputo inserirsi nella
coppia formata da lui e Frank, e Alastor Moody non avrebbe potuto creare un trio
più differente: un vichingo, un newyorkese e un fottutissimo britannico.
Quel giorno avrebbero dovuto
esaminare i nuovi arrivati all’accademia degli Auror, vedere come reagivano
durante gli interrogatori, se erano in grado di resistere allo stress. I Mangiamorte,
del resto, usavano metodi più persuasivi delle tecniche di interrogatorio per
estorcere informazioni.
Crollare in una simulazione
avrebbe rivelato loro su cosa bisognasse lavorare o se indirizzare il candidato
verso una posizione più idonea all’interno del Ministero della Magia. Molti
sognavano di diventare Auror per il prestigio, ma pur essendo ottimi maghi, non
tutti avevano la tempra per il campo di battaglia. Loro potevano allenare il
carattere, rafforzare lo spirito, ma erano costretti a rinunciare agli anelli
deboli per non compromettere la sicurezza di tutti.
“Come va con Bertha?” gli
domandò Frank mentre sorseggiava il suo tè mattutino nel caffè nell’Atrium del Ministero
della Magia. Avevano preso l’abitudine di fare colazione insieme per discutere
di quanto sarebbe accaduto durante la giornata.
Bertie lo guardò sorpreso e per
poco non inondò il tavolo con il suo caffè americano. Bertie non riusciva
proprio ad abituarsi al tè. Se non beveva la sua bella tazza di caffè americano
(almeno tre al giorno) il suo cervello non riusciva a connettere e sembrava che
si trascinasse in giro per il Ministero. Il caffè, invece, era in grado di
svegliare tutti i sensi e fargli fare delle connessioni tra nomi, luoghi e
circostanze che non credeva possibile. Era il miglior stimolante per la mente
che fosse mai stato inventato.
“Dai, sono in casa con un bambino,
nemmeno mi ricordo più cosa si prova le prime volte,” lo supplicò Frank.
Jacob li guardava attraverso le
pagine della Gazzetta del Profeta. In prima pagina, Bartemius Crouch raccontava
gli ultimi arresti.
Bertie sospirò, guardò il
soffitto cercando le parole migliori per mettere fine a quella situazione
imbarazzante e confessò: “Temo di non avere molto da raccontare. A quanto pare,
Hestia l’ha vista in un ripostiglio con Ludo Bagman.”
“No!” esclamò Jacob abbassando
la prima pagina del giornale.
“Ma Ludo non è affidabile, cosa
ci troverà in uno come lui?” aggiunse Frank posando la sua tazza di tè. Bertie
trovava divertente l’aplomb britannico che Frank riusciva a mantenere con i
suoi orribili cardigan, le camicie stirate e la fila di lato.
“Grazie per la solidarietà,
ragazzi. Sapete come sono le donne, dicono che amano il bravo ragazzo, quello
con il faccino pulito, e poi scappano con il primo stronzo che passa. Non era
niente di serio, comunque. Ci siamo solo divertiti. Insomma, conoscete Bertha Jorkins.”
“Meglio di te, visto che era
compagna di dormitorio di Alice e non dire che lei non ti avesse avvisato.”
Bertie alzò le mani divertito: “Certo,
è tutta colpa mia. Mi sono lasciato abbindolare da quei boccoli alla Marylin
Monroe.”
Jacob scoppiò a ridere: “Forse è
meglio che andiamo a sentire questi aspiranti Auror se resistono alla pressione
di un interrogatorio.” Pagarono le loro consumazioni e si ritrovarono nell’Atrium
diretti agli ascensori.
Frank camminava con le mani in
tasca come al suo solito, scuoteva la testa dicendo: “Francamente è una cosa
inutile: i Mangiamorte non userebbero questi strumenti per carpire delle
informazioni.”
Jacob raccolse una ciocca di
capelli che era sfuggita alla sua coda e sospirò paziente: “Beh, Scrimgeour
dice che se non resistono all’interrogatorio di un Auror non hanno speranze
contro i Mangiamorte. È pur sempre qualcosa.” Avevano fatto quella discussione
già un centinaio di volte e Frank continuava a non essere convinto.
“Secondo livello. Ufficio per l’Applicazione
della Legge Magica, Dipartimento Auror, Servizi Amministrativi per il Wizengamot.”
Le porte dell’ascensore si
aprirono, presero il corridoio per andare in ufficio e Bertie incrociò una
strega che non aveva mai visto e che le sembrò un angelo per il modo leggiadro
con cui camminava.
“Chi è?” domandò voltandosi
verso di lei, sentendo la gola improvvisamente secca.
“Dolores Umbridge. Dovresti
conoscerla,” gli disse Frank disgustato. La Umbridge non godeva di ottima fama
al Ministero della Magia, anche se Bertie non aveva mai avuto modo di conoscerla
direttamente.
“No, l’altra,” sospirò.
“Una a cui piacciono i faccini
puliti.” Jacob sghignazzava divertito tra sé e sé e aggiunse: “È la ragazza di
Crouch.”
“Così giovane e carina?” domandò
Bertie confuso.
Jacob gli rivolse uno sguardo
scandalizzato e disse: “Del figlio. Vieni, oggi dobbiamo il suo interrogatorio.
È uno delle nuove reclute.”
Bertie non capiva il perbenismo
ipocrita degli inglesi, insomma, a New York poteva capitare che ci fossero
coppie con grandi differenze di età e il signor Crouch era pur sempre un uomo
di potere che teneva la sua vita privata estremamente riservata. A New York
nessuno si sarebbe sorpreso se avesse avuto una compagna più giovane.
Nell’aula in cui interrogavano
le reclute, Bertie se lo trovò seduto davanti, il figlio di Bartemius. Aveva lo
stesso sguardo sicuro del padre, la stessa postura impettita e l’aria di chi
non si lascia intimorire. C’era qualcosa che non tornava in quel ragazzo, lo
sentiva a pelle. Non gli piaceva.
Frank aveva mostrato al ragazzo
delle foto di scene del crimine perché individuasse i segni delle maledizioni e
le tracce dell’uso di Arti Oscure e lui le aveva individuate con una velocità
fin troppo sospetta e, a differenza delle altre reclute, non si era nemmeno impressionato
per lo stato in cui si trovavano i cadaveri dei Babbani.
“Cosa mi sa dire di questa foto?”
domandò Frank, Bertie lo osservava attentamente.
“È la scena di un crimine.”
Barty guardò la foto con sufficienza.
“Ci sa dire quali maledizioni
sono state utilizzate?” Frank era sempre dannatamente formale negli
interrogatori, era difficile che qualcuno iniziasse a sentirsi a suo agio e si
lasciasse andare. A New York stavano sperimentando delle tecniche diverse, su
suggerimento del FBI babbano.
“Servirebbe essere sul posto per
fare le verifiche,” disse Barty guardando la foto.
“Cosa verificherebbe?”
Si avvicinò alla foto e
socchiuse gli occhi, come per studiarla, poi disse indicando con un dito le
parti della fotografia che commentava: “Le tracce di bruciato sembrerebbero
indicare l’uso di Ardemonio. Il legno non sembra incendiato, ma interamente
consumato, è un residuo diverso da quello che lascia l’incantesimo Incendio. La
posizione dei corpi è compatibile con l’uso di qualche maledizione, come la Cruciatus,
e naturalmente l’assenza di ferite mortali sembrerebbe lasciar intendere che
sia stato utilizzato l’Anatema che Uccide.”
“Da cosa lo deduce?” domandò
Bertie.
“Guardi la posizione del
bambino.”
“Non la impressiona questa foto?”
“Se mi lasciassi impressionare
non avrei fatto domanda per questo lavoro,” gli rispose freddamente.
“Beh, trovarsi davanti una scena
del crimine è sempre diverso.”
“Sono cresciuto con foto del
genere in giro per casa, con Alastor Moody e mio padre che parlavano di omicidi
fino a notte fonda. Non c’è nulla che possa impressionarmi.” Le risposte erano
troppo sicure.
“Ne ha mai visti di Mangiamorte?”
“Sulla Gazzetta del Profeta. Sa,
ad Hogwarts non ci sono Mangiamorte.” Quanto gli stava sul cazzo quel sorrisino
sarcastico.
“Sa cosa si prova ad avere una
bacchetta puntata?”
“Non ho paura di una bacchetta
puntata.” Eccolo, il solito sbruffone.
“E se le portassero via ciò a
cui tiene?” gli domandò, “la sua fidanzata, per esempio? Lo sa che Tu-Sai-Chi e
i suoi seguaci optano per le vendette trasversali? Se le chiedessero delle
informazioni su una missione in cambio della vita della sua fidanzata, cosa
direbbe?”
Barty gli rivolse un’occhiata
gelida e Bertie in quel momento avvertì un brivido di paura scendere lungo la
schiena. Il corpo del giovane Crouch sembrava immobile, ma Bertie riusciva ad
avvertire come ogni fibra sotto la superficie fosse in tensione. Era troppo bravo
a simulare indifferenza per essere solo una recluta.
“Se i Mangiamorte prendessero la
mia fidanzata, ucciderebbero lei e me immediatamente dopo aver ricevuto le
informazioni, come è avvenuto per la morte di Meadowes. Dargli le informazioni
condannerebbe non solo me e lei, ma anche le altre persone. La sola difesa è,
come dice Alastor Moody, la vigilanza costante e la consapevolezza che la mia
fidanzata sa difendersi.” Si guardarono negli occhi e Barty aggiunse: “L’ho
istruita personalmente, Auror Higgs.”
“Torniamo alla scena del crimine.”
Frank intervenne per stemperare il clima gelido che si respirava in quella
stanza. “Se le faccio vedere questa foto, cosa mi dice?”
Bertie colse un bagliore negli
occhi di quel ragazzo, quasi lo scatto di un sorriso, un’ombra che scomparve un
istante dopo, veloce come un battito di ciglia.
“È una morte da annegamento ad
opera di Inferi,” disse sicuro.
“Come fa a dirlo?”
“I segni di trascinamento sull’addome
della vittima. Sembra che sia stata tirata sul fondo del lago da una di quelle
creature.”
“Come fa a sapere che la vittima
è stata ripescata da un lago?” domandò Higgs.
Barty si fermò e disse con lo
stesso tono freddo, meno sicuro di un attimo prima: “La foto ritrae del
terriccio e foglie di alberi che sono incompatibili con una spiaggia. Senza
contare che non ci sono notizie di Inferi nei mari.”
Bertie e Frank si scambiarono
uno sguardo. Frank riprese le foto dal tavolo e le infilò nella sua
cartelletta: “Può andare. Le faremo avere la valutazione tra qualche giorno.”
Barty si sistemò la cravatta, si
alzò dalla sedia e salutò entrambi stringendo la mano. Aveva una stretta di
mano ferma e decisa, la mano non gli sudava e non era nemmeno gelida, come se
quell’interrogatorio non lo avesse affatto innervosito. Jacob, che era rimasto
in un angolo ad osservare come loro due se la cavassero, chiuse la porta non
appena Crouch uscì dall’aula. Silenziò la stanza e disse: “Higgs, che cazzo
fai? Lo sai che è il figlio del Direttore del nostro ufficio?”
“Sì, e sa troppe cose per essere
una recluta.”
“È cresciuto con Moody in casa!”
“Ha inquadrato da una foto la
località dove è stato commesso un omicidio: non un bosco, non uno stagno, non
un fiume, ha detto un lago! Quel ragazzo sa troppe cose per essere uno che
origliava le conversazioni del padre! Sono figlio di un Auror anch’io!”
“Senti, a te non piace perché hai
scoperto che è il fidanzato della strega che hai incontrato.”
“Oh, andiamo! Quella ragazza non
c’entra niente. L’ho vista a malapena. È lui che non torna. Come dice Alastor? Non
eliminiamo nessun sospettato finché non siamo certi della sua innocenza? Hai
visto le risposte? Hai visto il controllo dei nervi che ha? Non si è scomposto
nemmeno al pensiero della morte della fidanzata.”
“Bertie,” la voce di Rufus
Scrimgeour irruppe nella stanza, facendoli sobbalzare. “La prossima volta
ricordatevi di bloccare tutti gli accessi,” disse indicando la porta sull’altra
parete. “Quello che stai sostenendo è molto grave. Non ti devo ricordare di chi
è il figlio, in che casa è cresciuto. Suo padre è conosciuto come Cuore di Pietra,
i nervi freddi sono tra le caratteristiche di quella famiglia. Tutto quello che
hai raccontato, che a te sconvolge, è esattamente il ritratto di Bartemius. Se
quel ragazzo diventa Auror e supera l’addestramento, possiamo aspettarci grandi
cose da lui.”
“Rufus, io ho visto dell’altro.
Ho visto un lampo di oscurità sul fondo di quegli occhi, un ghigno che è
scomparso come un battito di ciglio.”
“È troppo poco per sospettare qualcuno.
Se questa cosa salta fuori e non hai le prove, nemmeno io posso pararti il
culo. Ognuno di noi ha un po’ di oscurità in sé.”
Bertie pensò alla Principessa
Leia e disse a Rufus: “Un giorno ti sbaglierai anche tu e spero solo di essere
lì.”
. * . *
. * .
Ministero
della Magia, 31 gennaio 1982
“Vi voglio tutti nell’aula d’udienza!
Subito, cazzo!”
Rufus Scrimgeour li aveva
guardati torvi attraverso le cortine della sua folta criniera rossastra. In
quei momenti sembrava ancora di più un leone da battaglia. Era arrivato quella
mattina presto stanco e sconvolto, con i muscoli che ancora tremavano per l’adrenalina
e la preoccupazione sul volto.
“Che succede, Rufus?”
“Muoviti, Higgs. Cazzo, avevi
ragione. Porca puttana.”
Bertie lo guardò perplesso
mentre si domandava su cosa potesse avere ragione. Stavano lavorando da giorni
alla ricerca dei responsabili della tortura a Frank e Alice Longbottom. Era
andato a trovarli al San Mungo, anche se Moody aveva detto loro che non erano
coscienti, ma Bertie aveva insistito. Erano i suoi compagni di accademia e i
suoi migliori amici, dopotutto. Erano diventati Auror insieme, con una sfilza
di serate al Paiolo Magico o alla Testa di Porco dopo le lezioni, oppure in
bettole malfamate alla fine delle ronde.
Scese nell’Aula dieci, dove
venivano celebrate le udienze e sentì il freddo dei Dissennatori. Il Patrono di
Alastor Moody gli corse davanti e migliorò la situazione. Entrò nell’aula e
vide quattro sedie di fronte l’emiciclo. Moody gli passò davanti e andò a
sedersi in alto, vicino Albus Silente. Bertie si fermò a metà, rimanendo in piedi
e mescolandosi tra i fotografi della Gazzetta del Profeta.
Rita Skeeter gli fece l’occhiolino,
lui le sorrise in rimando. Era simpatica Rita, e ogni tanto era comodo farle
arrivare qualche notizia, per testare l’effetto che faceva sui loro obiettivi.
La stampa era fondamentale quando il loro nemico era un pazzo omicida alla
ricerca di popolarità.
Il vecchio Bartemius Crouch
chiamò gli imputati: Rabastan Lestrange, Rodolphus Lestrange, Bellatrix
Lestrange e Bartemius Crouch Jr.
Bertie si coprì la mano e disse:
“cazzo.”
L’occhio corse a Rufus che lo
guardò rabbrividendo.
Note dell’Autrice:
Bertie Higgs è nominato da
Cormac McLaggen in treno con Lumacorno nel Principe Mezzosangue. Di lui si sa
solo che va a caccia di Nogtails con Rufus Scrimgeour e Tiberius McLaggen (lo
zio di Cormac). Tutto il resto: il suo essere Auror, di New York, in fissa con
il cinema babbano e Star Wars e dell’età di Frank è un mio ricamo.
Per chi segue Kintsugi, vedremo Bertie
Higgs come personaggio durante il periodo de “L’Ordine della Fenice” quando la
Umbridge è a Hogwarts. A partire dal capitolo 52, ma quello che succede è un
missing moment che non influisce e non spoilera nulla della long.
Di Jacob Williamson si sa che è
un Auror con una lunga coda bionda che strattona Caramell/Fudge quando arrivano
al Ministero dopo la battaglia all’Ufficio dei Misteri e vedono Voldemort. Lui
esclama: “È tornato, lui è tornato!” e Caramell gli risponde abbastanza
risentito. L’ho immaginato di qualche anno più grande di Bertie e mi piaceva
metterlo come referente di lui e Frank.
Il titolo è una citazione di
Darth Fener in Star Wars “The Empire Strikes Back” e allude a come si è sentito
Bertie nel sapere di aver avuto ragione. Non solo, ma in tutti gli episodi ci
sono dei riferimenti a chi avrebbe causato la tortura dei Longbottom. Frank era
arrivato a intuire la presenza di Bellatrix e quella dei Lestrange, Bertie quella
di Crouch. Se i superiori avessero dato peso a quelle piste di indagine, forse
Frank sarebbe ancora integro.