Avengers- Age of Ultron

di JennyPotter99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Ultimo capitolo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


In seguito allo scioglimento dello S.H.I.E.L.D. grazie all’HYDRA, il progetto Avengers era più forte che mai e cercavano in qualsiasi modo di distruggere tutte le basi del movimento nazista.
Una di questi era un edificio antico nel bel mezzo della foresta, in una città europea chiamata Sokovia: era comandata da uno scienziato chiamato Strucker che sembrava aver fatto degli esperimenti anche sugli umani e aveva con se lo scettro di Loki.
Bruce Banner, alias Hulk, si occupava di distruggere i macchinari più grossi come carri armati o bazooka.
Vedova Nera e Occhi di Falco combattevano fianco a fianco, con frecce e pistole.
Thor usava i suoi potenti fulmini per incenerire i soldati tedeschi.
Steve aveva con se la sua amata moto e il suo scudo.
-Cazzo! L’edificio ha una barriera protettiva!- esclamò Tony Stark.
-Linguaggio!- continuò Steve, a lui non piacevano le parolacce.
Infine, Iron Man aveva la sua armatura d’acciaio e si stava occupando di disattivare le difese dell’edificio.
Una volta entrato, trovò alcuni uomini a sparargli contro. –Oh, andiamo, non vogliamo parlarne?-
Ma essi sembravano non voler cedere e Tony fu costretto ad abbatterli.
Una volta che la stanza fu libera, uscì dall’armatura e scaricò dai computer tutti i file degli esperimenti.
Intanto, fuori dal palazzo Clint era stato gravemente ferito e Thor aveva deciso di intervenire per portarlo all’aereo con il quale erano venuti.
I soldati tedeschi continuavano ad arrivare e sembrava non finissero mai.
Steve ne aveva due che stavano venendo verso di lui: lanciò lo scudo per tagliargli la gola, ma successivamente esso si incastrò dentro una corteccia d’albero.
Si accorse che altri due correvano verso di lui e poteva contrastarli solo con un corpo a corpo.
Ma egli non si accorse che un altro lo stava per cogliere di sorpresa alle spalle.
Steve si voltò improvvisamente, ma l’uomo era già completamente ghiacciato.
Il Soldato sapeva benissimo chi poteva esser stato: Mia ridacchiò divertita ed estrasse lo scudo dall’albero.
-Dovresti guardarti alle spalle più spesso, Capitano.- gli disse, restituendogli l’arma.
Dopo la sua piccola avventura ad Asgard, Mia controllava i suoi poteri, ma aveva deciso che non sarebbe più stata un’eroina o una cattiva, sarebbe stata quello che voleva lei.
Nel mentre, Tony era riuscito a trovare una stanza segreta dove Strucker faceva altri esperimenti: trovò alcuni Chitauri morti e perfino una loro nave madre.
In seguito a quello che aveva fatto a New York, ovvero esser entrato nello spazio per salvare la terra, Tony ne era rimasto turbato e spaventato.
Era così pensieroso, che non si era accorto di una donna dai lunghi capelli castani che gli stava facendo qualche magia alla mente.
La testa di Tony girò e dovette reggersi a qualcosa per riprendere conoscenza, ma quello che vide, era orribile.
Tutti i suoi amici, tutti gli Avengers erano a terra, morti.
Solo Steve respirava ancora ed improvvisamente gli afferrò il collo della maglietta. –Avresti potuto salvarci….- gli disse, in preda agli spasmi.
Solo poco dopo Tony si accorse che si trattava solo di un’orrenda visione e prese lo scettro.
Steve e Mia entrarono nell’edificio, uccidendo gli ultimi soldati rimasti e trovando anche Strucker.
La Dea gli tolse l’arma di mano con un calcio e Steve lo spinse al muro, mentre Mia con una lastra di ghiaccio gli bloccò il collo.
-Quali esperimenti state svolgendo?- gli chiese Steve.
L’altro ridacchiò malignamente. –Non immaginate nemmeno cosa abbiamo creato.-
A quel punto, entrambi percepirono qualcuno sfrecciargli accanto, ma non lo videro: era molto veloce.
Il Soldato avvisò la squadra. –Poteri in circolazione: è molto veloce.-
Ma dato che avevano recuperato lo scettro, la missione era completata.
 
Tornarono all’ultima base dello S.H.I.E.L.D. rimasta, ovvero la Stark Tower, da quel momento in poi utilizzata come rifugio degli Avengers.
Steve, Mia e Natasha erano diretti in infermeria per sapere delle condizioni di Clint.
-Strucker si riferiva al fatto che hanno fatto degli esperimenti su due fratelli, Wanda e Pietro Maximoff, rendendoli più forti: lui ha un’innata capacità nelle gambe, il suo metabolismo è molto più sviluppato della norma. Lei, ha poteri relativi la distorsione della realtà spazio-temporale.- spiegò Natasha.
Entrambi la guardarono con una smorfia confusa.
-Lui è veloce, lei inquietante.-
-Li incontreremo sicuramente di nuovo.- commentò Steve, entrando in ascensore insieme a Mia.
-Sicuro di voler entrare in un ascensore, Capitano? L’ultima volta non è stata una bella avventura.- gli disse Mia, per stuzzicarlo.
-Sono due fratelli nati in Sokovia e hanno perso i loro genitori nei bombardamenti.- lesse Natasha su un ipad. –E’ orribile il fatto che li abbiano sfruttati così.-
-Già: uno scienziato tedesco che rende umani più forti del normale, facendo esperimenti su di loro per salvare il mondo. Uhm..Dove l’ho già sentita?- continuò Mia, divertita.
Steve scosse la testa e fece un sospiro sorridendo, per poi premere il bottone per far salire l’ascensore.
Tra i due calò un imbarazzante silenzio.
-Perché sei tornata?- gli chiese Steve.
Lei alzò le spalle come se le importasse poco. –Mi ha convinto Thor.-
-Mi sei mancata.-
Solo a sentire quelle parole, la pelle della Dea rabbrividì.
Ma era cambiata, ormai non credeva più in niente, solo in se stessa.
-Non le sai dire le bugie.- commentò lei.
Si diressero poi in infermeria, dove la tecnologia si era sviluppata di molto.
La dottoressa Hellen Cho, che lavorava per Tony, aveva messo Clint  in una speciale macchina che gli stava lentamente ricostruendo i tessuti fino a guarirlo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Ora che avevano recuperato lo scettro, Thor poteva finalmente riportarlo ad Asgard, ma prima Tony aveva organizzato una festicciola d’addio.

Era stato il primo ad aver messo mano sullo scettro e aveva fatto una scoperta enorme: aveva chiamato Banner per condividerlo con lui.

-All’inizio JARVIS era solo un programma con la voce di uomo, ma adesso che l’ho sviluppato comanda tutto il mio sistema operativo.- disse Tony, mostrandogli JARVIS sul monitor: alla mente umana poteva sembrare un insieme di pixel di colore arancio.

–Questo è quello che c’è nello scettro.- continuò, facendogli vedere un’insieme di pixel di colore azzurro, ma molto più grande di JARVIS.

Anche Mia stava curiosando lì in giro.

-Sta pensando…- si accorse Bruce, riferendosi al contenuto dello scettro. –Intelligenza artificiale, è fantastico!-

-Sarebbe un’idea per Ultron, il pezzo mancante per crearlo, finalmente.- gli sussurrò Tony, come se la cosa fosse segreta.

-Chi è Ultron?- intervenne Mia.

Bruce annaspò senza sapere cosa dire, dopotutto era una cosa fra lui e Tony.

-A lei possiamo dirlo, ha un volto affidabile.- commentò Tony.

Mia sorrise per il complimento e diede un’occhiata ai monitor del computer.

-Dato che è finito lo S.H.I.E.L.D., prima o poi finiranno anche gli Avengers. E chi proteggerà la terra? Qualcosa che non è fatta di carne ed ossa: immaginati un robot con un’intelligenza artificiale, che non può essere sconfitto ed è autonomo.- spiegò Stark.

-E’ una buona idea, ovviamente fatta da te che sei un genio miliardario che vuole l’attenzione su di se.- continuò Mia, con un sorrisetto divertito.

-Direi che mi hai descritto a pieno.- le disse Tony baciandole la mano, come se l’ammirasse. –La festicciola d’addio sarà tra tre giorni, quindi ho 72 ore per inserire questa intelligenza artificiale nel progetto Ultron.-

Mentre pronunciava quelle parole, Mia lo studiò a fondo, guardandolo bene negli occhi. –Tu hai paura di qualcosa.-

In quel preciso istante, Tony si incupì e si arrabbiò del fatto che la Dea fosse riuscita a leggergli dentro.

Le afferrò il polso e la prese da una parte. –Ma mi hai guardato bene? Sono carne, solo carne, ci sono io dentro un’armatura di puro acciaio. Gli eroi sono finiti, la terra ha bisogno di qualcosa che la protegga in eterno.-

-Se la terra cadrà, sta pur certo che la vendicheremo. Non è per questo che ci chiamiamo così?- commentò Mia. –Cosa ti spaventa così tanto?-

-La Maximoff mi ha stregato.- mormorò, abbassando lo sguardo. –Faceva giochini della mente con me.-

-Cosa hai visto?- domandò lei.

-Mi ha mostrato tutto voi, morti. Io ero l’unico sopravvissuto.- rispose. –Da quando sono entrato attraverso quel portale, i miei sogni sono incubi, non riesco a dormire.-

Mia poggiò una mano sulla sua guancia, per cercare di tranquillizzarlo. –Ci siamo anche noi, non sei solo.- gli disse. –Fammi sapere se riesci nella tua impresa, sarei onorata di essere la prima a vederlo.-

 

I tre giorni passarono, ma purtroppo ne Tony, ne Bruce riuscirono a inserire l’intelligenza artificiale nel programma Ultron: non capivano cosa fosse andato storto.

Tutti si prepararono per la festa e invitarono i loro amici.

C’erano anche Sam Wilson e James Rhodes, il migliore amico di Tony.

C’era molto alcool nell’aria: Steve stava bevendo una birra con Sam quando vide arrivare nella stanza anche Mia.

Indossava uno splendido abito nero, aveva i capelli mossi da un lato e portava sulle labbra un rossetto rosso acceso.

Sam prese un bel respiro e si asciugò una gocciolina di sudore che gli cadeva dalla fronte. –Se non te la prendi tu, ci provo io.- gli disse.

Steve ridacchiò. –Non è il tuo tipo.- Le andò poi in contro. –Ci siamo vestiti eleganti stasera.- le disse.

-Credevo fosse una festa, me lo ha prestato Tony.-

-Siete amici adesso?-

Mia sapeva come stuzzicarlo. -Avverto un pizzico di gelosia.- continuò, per poi avvicinare le proprie labbra al suo orecchio.- Stia attento a non bere troppo Capitano.- gli sussurrò.

 

Ormai quasi tutti ubriachi, il gruppo dei Vendicatori si sfidarono a sollevare il martello di Thor.

-E’ tutta questione di calibrare la forza, è un trucco!- esclamò Clint.

-Perché non ci provate?- gli propose il Dio.

L’arciere si alzò e poggiò le mani sul martello postato sul tavolo: tentò di alzarlo, ma anche mettendoci tutta la forza possibile, non ci riuscì.

In quel momento, Tony si schiarì la voce. –Non mi tiro mai indietro davanti ad una sfida come questa.-

Tony prese un guanto della sua armatura e se lo mise al braccio, ma comunque non riuscì a sollevare il martello.

A quel punto, Mia sfidò anche Steve a provarci.

Il Soldato si tirò su le maniche della camicia e con due mani tentò di alzare il martello e l’arma si mosse appena.

In quei secondi in cui Thor vide l’oggetto muoversi, si spaventò a morte facendo una risatina isterica, ma nemmeno Steve riuscì a sollevarlo.

-E’ semplice: nessuno di voi ci riesce perché non siete degni!- esclamò Thor, sicuro di se.

Improvvisamente, si udì una voce roca dietro le loro spalle.

-Degno…- ripeteva.

Quando il gruppo si voltò, notarono pezzi di armatura rotti che erano stati uniti fra di loro: la cosa spaventosa è che l’armatura parlava come se avesse un cervello proprio.

-JARVIS, spegni tutto, deve esserci un virus nel sistema.- disse Tony, prendendo il cellulare dalla tasca.

Ma JARVIS sembrava non rispondere.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


-Come potete essere degni? Siete marionette, aggrovigliate nei fili.- disse, muovendosi come fosse un burattino. – Scusatemi, per un momento non ho capito più nulla e ho dovuto ucciderlo.-
Nessuno capiva cosa stesse succedendo.
-Hai ucciso qualcuno?- domandò Steve, avvicinandosi lentamente al proprio scudo.
-Ho dovuto, era in gamba.-
-Chi ti ha creato?- intervenne Natasha.
Il robot mosse lentamente il dito di ferro verso Tony.
-Ultron.- intuì Mia.
-In carne ed ossa!- esclamò l’altro. –O almeno, più vivo di prima.-
Improvvisamente spuntarono da ogni parte le armature che Tony aveva creato per scortare gli abitanti al sicuro.
Iniziarono ad attaccarli: Steve gli lanciò il suo scudo contro mentre Mia sparava e Natasha si lanciò con Bruce al di là del bancone del mini bar.
Accidentalmente il viso dell’uomo finì sul seno della donna.
-Non diventare verde, non diventare verde.- gli ripeteva.
Infine, Thor schiacciò l’ultimo robot.
-Molto teatrale.- commentò Ultron. –Volete proteggere il mondo, ma non volete che cambi. C’è una sola cosa da fare per tenere la terra al sicuro: far estinguere gli Avengers.-
Prima che potesse dire altro, Steve afferrò lo scudo e glielo tirò contro, distruggendolo.
Ma forse non del tutto…
 
In seguito, tutti si riunirono per cercare di capire cosa in realtà fosse successo.
-Ci è sfuggito, Ultron ha utilizzato internet per scappare. Adesso è su qualsiasi computer, probabilmente sa più cose lui di noi che di noi stessi.- disse Natasha.
Ultron era un programma e poteva insediarsi ovunque.
-Potrebbe accedere a qualsiasi file, anche armi nucleari.- continuò Sam.
-Ha preso anche lo scettro.- intervenne Mia.
-Ha detto di aver ucciso qualcuno.- disse Steve.
-Ma non c’era nessuno oltre a noi nell’edificio.- commentò la Dea.
-Si che c’era.-
Tony mostrò i pixel di JARVIS, completamente distrutti.
-JARVIS era la prima linea di difesa, ha senso..- continuò il Soldato.
-Ultron è un’intelligenza artificiale, questa non è strategia, è rabbia.- spiegò Bruce.
In quel momento giunse Thor che, arrabbiato, prese Stark per il collo e lo alzò.
-Ehi, ehi, non possiamo parlarne?- chiese Tony.
-Oh, avrei tanto da dirti Stark.- esclamò Thor, poggiandolo a terra. –Strucker è sparito e ha con se lo scettro. Quindi  adesso dobbiamo recuperarlo, di nuovo.-
-Io non capisco: hai creato tu Ultron. Perché vuole ucciderci?- domandò Mia.
-Tu lo sapevi?!- gli domandò Steve, accigliato. –A quanto pare ancora non hai la briga di dirmi nulla.-
-Sai, soltanto perché nel tuo nome c’è la parola “Capitano”, non vuol dire che sei tu a comandarmi.- gli disse lei.
Poco dopo, Tony prese a ridere.
-Lo trovi divertente?- chiese Thor.
-E’ divertente il fatto che non abbiate capito perché ci serve: siamo gli Avengers, possiamo fermare mercenari come Strucker tutto il giorno, ma non siamo niente quando si tratta di qualcosa di più grosso.- rispose Stark. –Avete dimenticato chi ha lanciato un missile nello spazio? Sono stato io. Un gruppo di alieni è venuto dallo spazio per ucciderci. Come credevate di poter combattere contro tutto questo?-
-Insieme.- continuò Steve.
-Perderemo.-
-Allora faremo anche quello insieme.-

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


La mattina successiva, non potendo accedere ad Internet visto che Ultron ne aveva preso possesso, cercarono di scovarlo in un altro modo.
Arrivò loro una foto dello scienziato Strucker, morto, come fosse un messaggio da parte di Ultron.
Per essere arrivato al tedesco, voleva dire che il robot era riuscito a rientrare nella base in Sokovia dove Strucker faceva i suoi esperimenti.
Tony sapeva benissimo che in quell’edificio c’erano pezzi di robot alieni, lo aveva visto con i propri occhi.
Fortunatamente aveva copiato tutti i file dai loro computer e andando a ricontrollare, Tony riconobbe un uomo che sembrava collaborare con Strucker.
-Ulysses Klaue, lo conosco, è un trafficante di armi nere e non solo questo.- disse Tony.
Steve lo guardò male. –Come lo conosci?-
-Tranquillo, non gli ho venduto niente. Ma so che produce il metallo più resistente al mondo.- continuò l’altro, guardando lo scudo del Capitano.
Tutti i telegiornali parlavano di avvistamenti di un enorme robot e di due ragazzi al suo fianco nella città innevata di Sokovia: gli Avengers erano diretti lì, per impedire a Ultron, con ormai un’armatura in acciaio, di prendersi il vibranio.
Atterrarono su una nave in mezzo all’oceano, ma Ultron e i gemelli li avevano preceduti e stavano già contrattando con Klaue.
-Siete ancora in tempo per ripensarci.- gli disse Steve.
-Oh, lo faremo.- commentò sarcastica Wanda.
Ultron invece rise. –Ah, Capitan America, l’uomo del popolo che finge di saper vivere senza guerra. Purtroppo non posso fisicamente vomitare, ma..-
-Se credi nella pace, allora manteniamola.- intervenne Thor.
-Credo che tu stia confondendo pace con calma.-
-Mmmh, a che serve il vibranio?- domandò Tony.
-Sono contento che tu me lo abbia chiesto: coglierò l’occasione per spiegare il mio piano malvagio.- rispose Ultron, per poi colpire Tony con un raggio di energia.
I due presero il volo e iniziarono a combattersi a vicenda, mentre gli altri droni di Ultron attaccavano il resto della squadra.
Occhi di Falco colpiva con delle frecce dall’alto e Mia produceva ghiaccioli appuntiti che penetravano nell’armatura dei robot.
Pietro Maximoff, con la sua velocità, confondeva Thor e Steve.
Ma il vero piano di Ultron, era Wanda: la ragazza sfuggiva alla vista dei Vendicatori e per prima, colpì la mente Mia.
La Dea barcollò, con la testa che le girava.
Si stava reggendo ad una parete, quando, all’improvviso, vide combattere davanti a se Tony e Steve.
L’uno sembrava prevalere sull’altro, ma non era quello il momento di litigare.
-Smettetela!- cercava di urlargli, ma dalla sua bocca uscì solo un flebile lamento.
Nel mentre, Wanda si insediò anche nella mente degli altri.
Thor si credeva forte, essendo un Dio, ma anche la sua testa gli giocò brutti scherzi: si ritrovò ad Asgard, nel pieno di una carneficina.
Anche Natasha, dalla mente debole, venne presa di mira: Wanda la riportò nella sala da ballo dove era stata allenata a diventare un’assassina, fu un duro colpo per lei.
 Clint fu l’unico che sfuggì alla Maximoff, solo perché qualcun altro aveva già giocato con la sua mente e si era attrezzato per non farlo più accadere.
Solo quando Mia si riprese, notò cosa stava davvero succedendo e avvisò gli altri. –State attenti alla Maximoff, vuole confonderci…- Sgranò poi gli occhi, accorgendosi di quello che voleva realmente dire. –Oh Mio Dio, ci confonderà tutti.-
Wanda voleva mettere fuori uso le menti di tutti i Vendicatori, compreso Bruce, che era rimasto sul jet.
 
Gli abitanti della Sokovia fuggivano da un enorme mostro verde arrabbiato che stava attaccando la città, senza nemmeno rendersene conto.
Tony fu costretto a far fuggire Ultorn con il vibranio, ma, per contrastare Hulk, aveva bisogno di un’armatura più grossa.
Oltre al programmatore JARVIS, Tony possedeva anche FRIDAY, che gli mandò un’armatura più possente di quella normale.
Ad aiutarlo, c’era anche Mia e si tramutò in una vera gigante di ghiaccio che gli strappò quasi tutti i vestiti.
I tre erano faccia a faccia.
-Bruce, lei sta giocando con la tua mente. Cerca di ricordarti chi sei!- gli disse Tony.
Ma Hulk sembrava non voler ascoltare e gli tirò contro un’auto.
Mia l’afferrò in tempo, mentre Iron Man prese Bruce al collo e lo lanciò contro un edificio per cercare di stordirlo.
Hulk non cedeva e dal terreno alzò un palo della luce, conficcandolo nella sua armatura.
-Alle spalle Bruce? Brutta mossa.- commentò Tony.
Con la possente armatura, Tony atterrò il mostro e lo colpì ripetutamente al viso. -Dormi, dormi, dormi!-
Col collo bloccato, Hulk lo allontanò con un calcio e sputò via un dente rottogli dai vari pugni: sembrava ancora più arrabbiato.
-Scusa.- gli disse Tony.
Vedendo Tony abbastanza stanco, Mia intervenne contro Bruce, ma più arrabbiato, significava più forte.
Il mostro la colpì in pieno petto e il suo corpo andò a conficcarsi nel terreno, facendola svenire.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Iron Man sembrava spazientito. –Okay, adesso basta.-

Lo prese da un bracciò e volò al di sopra di un alto edificio in costruzione.

-Posso comprare questo edificio?-

Infine, lo lasciò andare e Hulk precipitò lungo i piani: sembrava che si fosse calmato.

Prima di tornare dagli altri, Tony si diresse da Mia e prese in braccio il suo corpicino fragile.

 

Una volta giunti tutti sul jet, Mia si risvegliò a terra, accanto a Bruce.

-Mi dispiace.- le sussurrò.

La donna poggiò la schiena contro il muro e la testa dell’uomo sopra le proprie gambe. –E’ tutto okay.-

Accanto a se aveva Steve e senza nemmeno accorgersene, intrecciò le dita delle mani alle sue.

Gli Avengers erano stati battuti.

Clint, che era l’unico rimasto lucido, guidava il jet in piena notte. –Parlano tutti di noi, la Sokovia è ridotta male. Forse è meglio che spariamo per un pò.- gli disse.

-E dove ci porterai?- chiese Tony.

-In una casa sicura.- rispose l’altro.

Amareggiati e deboli, quando il sole albeggiò giunsero ad una piccola casa con fattoria.

Ad accoglierli, vi era una donna sulla trentina con un pancione che salutò Clint con un bacio sulle labbra: si trattava della sua famiglia.

-Sarà sicuramente un’agente.- commentò Tony.

Dai piani superiori, giunsero anche due bambini che abbracciarono Clint.

-Loro sono agenti più piccoli….-

Nessuno sapeva che Clint avesse una famiglia, tranne Natasha.

-Nick lo ha coperto quando sono entrato nella vostra squadra, non c’è nei file dello S.H.I.E.L.D., quindi vi devo chiedere di tenerlo segreto.- continuò Clint.

Tutti si accomodarono, tranne Thor, che dallo sguardo confuso, tornò fuori seguito da Mia.

-Dove vai?- gli chiese.

-Ho visto delle cose in quella visione, devo capire meglio.- rispose lui, per poi volare via.

Natasha e Bruce avrebbero condiviso la stanza per la notte, perfino Mia aveva notato che c’era qualcosa fra di loro.

Con i vestiti tutti strappati, la Dea si chiuse in bagno ed entrò nella vasca per farsi un bagno freddo.

Quando, improvvisamente, Steve entrò senza nemmeno bussare.

-Oh scusa, non sapevo fosse occupato.- esclamò, rosso in viso.

Mia ridacchiò e si coprì con la schiuma. –E’ tutto okay, vieni pure.-

L’altro entrò in bagno e tenne lo sguardo basso per evitare di guardarla.

-Ho sentito che è stata dura con Banner, stai bene?- le chiese, mentre si lavava il viso.

-Sono stata meglio.- rispose lei.

-Anche io.- commentò lui, guardandola attraverso lo specchio. –Perché sei andata via?-

-Ho capito che i miei poteri stavano cambiando perché non mi riconoscevo più. Stavo cambiando, dentro di me stava succedendo qualcosa. Mi stavo innamorando..di te.-

Ci fu un attimo di silenzio in cui si guardarono profondamente negli occhi mentre le loro pupille si dilatavano.

-Mi dispiace di esser stato così scontroso con te, avevo paura di quello che stava accadendo e di quello che accade tutt’ora, di quello che provo.- continuò Steve.

-E cosa provi?-

-Ti amo.-

Mia sorrise con la pelle d’oca.- Ti amo anche io.-

Quindi Steve non esitò a chiudere la porta a chiave, a spogliarsi e a sedersi nella vasca dietro la schiena della donna.

-Cosa ti ha fatto vedere Wanda? Sembri sconvolto.-

-Lo sono, ancora devo realizzare che era solo una visione: c’eri tu, che morivi tra le mie braccia…- mormorò il Capitano.

-Chi mi aveva uccisa?-

-Io..-

 

Dopotutto il loro amore era più forte che mai e una volta rivestito, Steve si avviò da Tony, che stava tagliando della legna per il fuoco.

-Thor ha detto dove sarebbe andato?- chiese Tony.

-No, credevo fosse l’unico della squadra che dicesse sempre la verità.- rispose Steve, spaccando legna insieme a lui.

-Dagli tempo, non sappiamo cosa gli ha mostrato la Maximoff.-

-Io non so cosa ha mostrato a te. So soltanto che hai fatto una cosa stupida.- continuò Steve. –Gli eroi più forti della terra, battuti da una donna..-

-Sembra che tu non abbia avuto molte conseguenze.- commentò Tony.

-E’ un problema?-

-Non mi fido di chi non ha un lato oscuro.-

-Beh, magari non lo hai ancora visto. So che hai compromesso la squadra..-

-Tutto ciò doveva mettere fine alla squadra!- esclamò Tony. –Non è la nostra missione?! Non è per questo che combattiamo, per non combattere più?-

Seccato dalle sue parole, Steve spezzò del legno a mani nude.- Ogni volta che qualcuno cerca di vincere una guerra prima che avvenga, muoiono innocenti. Sempre.-

-Beh, allora ti consiglio di tenerti stretta quella ragazza.- continuò Tony.

Steve andò verso di lui in modo rabbioso. –Che cosa intendi dire?-

Se la moglie di Clint non fosse intervenuta, probabilmente sarebbero venuti alle mani.

-Mi scusi signor Stark, il nostro trattore non vuole saperne di accendersi. Clint mi ha detto di chiedere aiuto a lei.- gli disse.

Tony annuì e dopo essersi calmato dall’infuocata discussione, andò nel fienile e osservò il trattore.

-Cerca di non riportarlo in vita.-

Da dietro la paglia, giunse Nick Fury.

-Ah, signora Barton, che birichina.- commentò Tony.

Fury era venuto per dare dei consigli ai Vendicatori e aggiornarli su Ultron.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


Quando si fece buio, Mia vide Tony steso sul prato e lo raggiunse, stendendosi accanto a lui.

-Com’è? Amare?- le chiese Tony.

Lei ci rifletté su, osservando le stelle. –E’ vedere quelle comete nei suoi occhi e capire che è la cosa più bella che tu abbia mai visto.- rispose sorridendo, ripensando agli occhi azzurri del Capitano. –Perché?-

-Credo di essermi infatuato di qualcuno.- disse lui, picchiettando le dita.

-E chi è la fortunata?-

-Non è male: ha un leggero brutto carattere, ma in fondo è un pezzo di pane. La verità è che non conosco nessuno come lei. Dici che dovrei lasciarmi andare?-

-Beh, si. E se non prova le stesse cose, pazienza.-

Riguardando Tony in viso, si ricordò della brutta visione che aveva avuto su di lui.

-Tutto bene?- domandò lui.

-La Maximoff mi ha fatto vedere una brutta cosa: c’eravate tu e Steve che combattevate, sembravate due leoni inferociti… Mi ha messo paura.-

-Sta tranquilla, non farò del male ai miei amici.- mormorò lui, sfiorandole la mano per poi stringerla.

Quella stretta la fece sentire al sicuro e tutti i pensieri brutti scomparvero.

Tornarono in casa dagli altri.

-E’ un incontro piacevole, ma speravo che quando ti avrei rivisto, avresti avuto più informazioni.- stava dicendo Natasha, riferendosi a Fury.

-Ce l’ho, ho voi. Siamo di nuovo qui sulla terra e abbiamo il nostro intuito e la nostra volontà per salvare il mondo. Ultron dice che gli Avengers sono l’unico ostacolo fra lui e la sua missione: che lui lo ammetta o no, la sua missione è la distruzione globale. Affrontatelo, distruggete quello stronzo di platino.- commentò Fury.

-A Steve non piacciono certe parole.- commentò Mia, sarcasticamente.

-Sai che c’è…Non mi importa più un cazzo.- esclamò Steve.

-A cosa sta puntando Ultron?- chiese Nick.

-Ad essere migliore…migliore di noi. Continua a costruire corpi, droni.- rispose il Capitano.

-Corpi di persone.- continuò Tony.

-Loro non devono essere migliori..- intervenne Bruce, avendo un lampo di genio. –Devono evolversi, evolvere i tessuti…-

-Di cosa stai parlando?-

-Beh, qualcuno ha più avuto contatti con Hellen Cho?-

 

Hellen Cho era la scienziata che aveva curato Clint e secondo Bruce, Ultron era diretto nel suo laboratorio in Giappone.

Clint e Natasha viaggiavano sul jet, mentre Mia e Steve a terra tramite la moto del Capitano.

Quando giunsero al laboratorio, Hellen era ferita.

-Che cosa sta progettando?- le chiese Steve, fermando il sangue con le proprie mani.

-Dovete prendere la culla! Nella culla c’è un corpo umano e la gemma.. la gemma che si trovava nello scettro..state attenti, la collegherà a se.- spiegò lei, col fiatone.

Dopo aver chiamato un’ambulanza, Steve e Mia cercarono di localizzare dove si potesse trovare Ultron.

-Capitano, c’è un furgone sospetto sul raccordo principale.- li avvisò Clint.

Steve spinse sull’acceleratore e arrivò dritto al furgone: i due saltarono sul tetto e Mia congelò le ruote per farlo fermare.

Ne venne fuori Ultron che attaccò il Capitano e nel mentre, Mia entrò nel furgone.

Dentro vi era una culla con un corpo umano: ma improvvisamente, alcuni droni afferrarono il furgone e lo alzarono in aria, facendo cadere Mia, Ultron e Steve all’interno di un treno.

Pietro e Wanda Maximoff restavano a guardare non sapendo cosa fare, la ragazza era riuscita a vedere nella mente del corpo nella culla e aveva visto solo distruzione e morte.

Quindi decisero di venire in aiuto dei Vendicatori e Wanda spezzò l’armatura d’acciaio di Ultron con la propria energia.

Solo poco dopo si accorsero che il treno era uscito dalle rotaie per il trambusto e stava sbandando verso un mercato.

-Potete fare qualcosa?! Ci sono civili davanti a noi!- esclamò Steve ai due fratelli.

Pietro sfrecciò qua e la per mettere gli abitanti al sicuro e portò anche la sorella a qualche chilometro di distanza.

Wanda cercò di creare un campo di energia davanti al treno per fermarlo prima che facesse altri danni.

Mia si resse a Steve fin che il treno non rallentò.

Tutti i civili furono salvi grazie a loro, era come se in qualche modo i gemelli avevano deciso di cambiare squadra.

-Hai preso la culla?- domandò Wanda a Steve.

-E’ nelle mani di Stark.- rispose lui.

-Maledizione! Non capisci che nelle sue mani è pericoloso?!- esclamò Pietro.

-Cosa avete contro di lui?- intervenne Mia.

I due si guardarono e decisero di raccontare la loro storia.

-Avevamo 10 anni ed eravamo a cena con i nostri genitori: ad un certo punto entra una granata in casa ed esplode. Io e mio fratello ci ripariamo sotto il letto, quando ecco arrivare una seconda granata, ma non esplode.- spiegò Wanda.

-Indovina cosa c’era scritto sopra? Stark.- continuò l’altro.

-Aspettammo due giorni che quella mina esplodesse, che Tony Stark ci uccidesse…Ma niente.-

Mia e Steve cercarono di capire il loro dolore ed erano decisi a difenderli mentre tornavano alla Stark Tower.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***


Tony e Bruce possedevano la culla ed erano già intenti a riprovarci, ma questa volta, volevano inserire JARVIS dentro il corpo creato da Ultron.

-E se succedesse di nuovo il caos? E’ proprio qui che tutto è andato storto.- commentò Bruce.

Credevano di esser soli a pianificare, ma comparvero Steve e i due gemelli.

Per Bruce fu difficile rivedere Wanda, dopo tutto quello che gli aveva fatto.

-Ci vuoi riprovare?! Sei impazzito!- esclamò Steve.

-Credimi Tony, non funzionerà.- gli disse anche Mia, avvicinandosi per guardarlo negli occhi. –Vuoi davvero cancellare gli Avengers? Tutto quello che siamo stati?-

In quei pochi secondi, Tony stava quasi per cambiare idea: sospirò e abbassò lo sguardo.

-Quindi è così che succede? Ti metti a pancia all’aria ogni volta che lei ti guarda negli occhi.- commentò Steve, socchiudendo gli occhi.

-Non essere geloso Capitano, lei ti ama..anzi, non ti merita.- contrattaccò Stark.

-Sta attento a quello che dici.-

-Sto dalla sua parte.- intervenne Bruce. –Perché li hai portati qui?- domandò, riferendosi ai gemelli.

-Non vogliamo fare del male.- continuò Wanda.

-Beh, se succederà sta pur certa che ti ucciderò anche rimanendo dello stesso colore.-

-Silenzio!- esclamò improvvisamente Mia.- Vogliamo che succeda di nuovo?! Vogliamo permettere a un mucchio di latta di farci azzannare l’un l’altro? Ultron ha il vibranio e centinaia di droni, chissà cosa vorrà pianificare.-

Prima che Mia potesse continuare il suo discorso, ecco giungere Thor dal nulla.

Senza spiegazione, attirò a se tutta la potenza dei fulmini e lo inserì nel corpo nella culla.

Improvvisamente esso prese vita e scaraventò via Thor, prima di vibrarsi in aria.

Nessuno sapeva se avrebbe fatto del male o del bene.

-Perdonatemi, è stato istintivo.- disse a Thor, come per scusarsi.

Egli aveva la voce di JARVIS, Tony era riuscito a creare quello che voleva.

-Thor, hai contribuito a creare questo?- domandò Steve.

-Ho avuto una Visione che mi mostrava quella gemma.- spiegò Thor, indicando la gemma gialla che Visione aveva sulla fronte. –La Gemma della Mente, una delle sei Gemme dell’Infinito.-

-Come facciamo a sapere che non sei una creazione di Ultron?- chiese Steve.

-Sbagliate a credere che io sia un figlio di Ultron, lui vuole morte, io voglio la pace. Voi siete l’unico ostacolo che lo divide dalla distruzione globale.- disse Visione.

-Si trova in Sokovia, attuerà lì il suo piano. Molti abitanti hanno visto un gigantesco robot avviarsi in una chiesa della città.- intervenne Clint.

-Io sono diverso da tutti voi, ma credo di essere l’unico che può sconfiggere Ultron.- continuò Visione, passando il martello a Thor.- Andiamo.-

Tutti erano sorpresi che riuscisse a sollevare quell’arma: Thor divenne rosso in viso per l’imbarazzo. –Uhm, bravo.-

 

Visione sapeva che Iron Man era il primo a cui Ultron avrebbe puntato, lo odiava a morte.

Quindi si avviarono tutti in Sokovia tramite un Jet: i gemelli avrebbero contribuito, anche se alcuni della squadra non si fidavano di loro.

-Ultron pensa che siamo il male del mondo. Non si tratta solo di sconfiggerlo, ma anche di capire se ha ragione o meno.- commentò Steve.

Mia si avvicinò a Tony quando lo vide giù di morale.

-Mi dispiace che il tuo piano non abbia funzionato, era una bella idea.- commentò Mia.

-No, avevi ragione tu. Non voglio dimenticare ciò che siamo stati.-

Mia gli afferrò la mano. –Lui ti odia più di tutti, sii prudente.-

Decisero che Wanda avrebbe tenuto i civili lontano dalla battaglia con i suoi poteri: tramite la mente, gli comandava di andarsene dalla città il prima possibile.

Tony decise di raggiungere Ultron nella chiesa dove era stato visto.

-E’ giunto il giorno in cui ti distruggerò, Stark.- gli disse Ultron.

Tony notò che era molto più grosso rispetto all’ultima volta. –Uuhm, prendi anabolizzanti? Cocktail al vibranio?-

-Chiacchierare per perdere tempo e consentire ai tuoi amici di salvare i cittadini è inutile.- commentò il robot.

A quel punto, dal centro della chiesa, si innalzò un marchingegno fatto di vibranio e tutti i droni di Ultron iniziarono ad attaccare la città.

Steve e Mia stavano mettendo al sicuro le persone dentro centro commerciali e negozi, ma avevano una dozzina di droni alle calcagna.

Mia si pose davanti a loro e creò un gruppo di ghiaccioli appuntiti, conficcandoli in tutti e 12 i robot, contemporaneamente.

-Per questo ti amo.- esclamò Steve, attirandola a se per baciarla.

Nel mentre, Wanda, Pietro, Clint e Natasha difendevano la periferia.

Pietro afferrò sua sorella e sfrecciò via.- Stammi dietro!- disse a Clint.

Ad Occhi di Falco non stava proprio tanto simpatico.-Basterebbe una sola freccia per ucciderlo, nessuno lo saprà. “L’ultima volta che l’ho visto Ultron era seduto su di lui, quella bastarda saetta, ci mancherà!”- si disse fra se e se.

La terra continuava ad alzarsi in cielo e se Tony non avrebbe trovato una soluzione, prima o poi la città sarebbe precipitata, causando l’estinzione globale.

La prima ondata di droni sembrava sconfitta, ma tutti sapevano che non poteva esser finita.

-Tutti i civili sono al sicuro, abbiamo fatto un buon lavoro.- commentò Mia, affiancando Steve.

-Ma sembra che nemmeno noi possiamo impedire la cosa.-

-Ci sono modi peggiori di morire e poi dove troverò un altro panorama come questo?- continuò, riferendosi al cielo sereno.

A quel punto, dai loro microfoni, udirono una voce familiare. –E sta diventando ancora più bello.-

Nick Fury giunse vicino a loro con un Helicarrer nuova di zecca: i Vendicatori ne furono sorpresi.

-Ci ho messo un pò a ristrutturarla dopo l’ultima volta, ma abbiamo installato delle scialuppe che possono essere d’aiuto.- spiegò Fury.

Dall’Helicarrer si sganciarono cinque astronavi dove iniziarono a mettere tutti gli abitanti della Sokovia prima che altri droni arrivassero.

Ma gli Avengers sapevano che se non avessero distrutto la fonte, non avrebbero mai risolto nulla: proprio come quella volta a New York.

Gli eroi più forti della terra si riunirono nella chiesa per non far toccare a Ultron il marchingegno da lui creato.

-Non sai fare di meglio?!- gli urlò Thor.

Ultron attirò a se un’altra centinaia di droni.

-Dovevi per forza chiedere?- commentò Steve.

-Mi fate ridere, come credevate di potermi sconfiggere?- intervenne Ultron.

Iron Man si guardò intorno e fu sicuro della sua risposta. –Come ha detto il Capitano: insieme.-

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Capitolo 8
*** Ultimo capitolo. ***


E di fatti insieme erano ancora più forti e vedendo il calore dei suoi amici uniti a Tony venne un’idea per cercare di salvare la Sokovia, ma aveva bisogno dell’aiuto di Thor.
Una volta messi in salvo tutti i civili, con il potere dei raggi e del fulmini, avrebbero sovraccaricato la macchina per disattivarla e così Iron Man avrebbe distrutto definitivamente la città prima che arrivasse al suolo.
I droni impedivano che gli abitanti venissero caricati sulla scialuppa e Mia cercava di combatterne cinque contemporaneamente trovandosi su un precipizio.
Improvvisamente, uno di loro le diede un pugno e la Dea cadde giù.
Fortunatamente, oltre all’Helicarrer, Nick aveva portato James Rhodes e Sam Wilson, che con le sue ali afferrò Mia in tempo.
La donna se la rise. –Sam, brutto figlio di puttana.-
-Uh, baci tua madre con quella bocca?- esclamò l’altro, riportandola a terra.
Intanto, Clint aveva portato a bordo una donna che aveva perso suo figlio tra le macerie e non riusciva più a trovarlo.
Sia Clint che Pietro si misero a cercarlo e lo trovarono nascosto sotto un’auto per la paura.
Ultron, nel mentre, sapendo che stava per esser sconfitto, salì su un jet e iniziò a colpire a caso le persone con una mitragliatrice.
Pietro vide che Clint aveva afferrato il bambino, ma stava per esser ucciso: sfrecciò verso di lui e lo coprì con la macchina, ma purtroppo i proiettili colpirono lui che lo aveva difeso.
Il mutante cadde a terra ed esalò l’ultimo respiro.
Wanda, sua sorella, percepì subito che la vita aveva lasciato suo fratello e con uno straziante urlo distrusse gli ultimi droni rimasti.
Ultron stava scappando e Hulk lo notò: fece un grande salto e prese il comando del jet, scaraventando via il robot che finì dritto al suolo.
Ad aspettarlo, c’era una Wanda in lacrime.
-Wanda,se rimani qui, morirai.- le disse egli.
-Io sono già morta.- balbettò lei. –Vuoi sapere come mi sono sentita?- le chiese, estraendo dal suo corpo d’acciaio quello che era il suo cuore. –Ecco come mi sono sentita.-
Dalla chiesa, un drone rimasto con una mano sola, attivò la macchina di Ultron e la terra prese a precipitare velocemente.
Steve, Mia, Natasha e Clint salirono sulle scialuppe, mentre Thor e Tony attuarono il loro piano.
La Sokovia venne distrutta e per fortuna non fece tanti danni al resto del mondo.
Avevano sterminato tutti i droni, ne rimaneva uno soltanto e a quello ci pensò Visione.
I due si trovarono faccia a faccia.
-Hai paura.- gli disse Visione.
-Di te?-
-Hai paura della morte, tu sei l’ultimo.-
-Sarà difficile stare al fianco degli Avengers.-
-Si, gli umani sono difficili,ma sono contento di stare al loro fianco.-
-Sei un ingenuo.-
-Beh..Dopotutto sono nato ieri.-
Infine, Visione usò la Gemma per distruggerlo definitivamente.
Ancora una volta, I Vendicatori avevano vinto.
 
Costruirono un’altra base sicura degli Avengers a New York e per ora, il mondo sembrava in pace.
Bruce aveva deciso di lasciare Natasha, aveva fatto fin troppi danni e non volle tornare, mentre Clint poteva finalmente tornare dalla sua famiglia.
-Abbiamo localizzato l’aereo, era distrutto: sarà saltato via e si farà una vacanza su qualche isola. Sta bene.- disse Fury a Natasha.
-Mi hai mandato a reclutarlo tanto tempo fa, sapevi cosa sarebbe successo?- gli domandò.
-Può darsi, ma non sapevo che il bestione avrebbe abbandonato così in fretta.-
-Niente dura per sempre.- commentò lei.
-I guai, miss Romanoff, i guai tornano sempre.-
Intanto, Tony e Steve salutarono Thor prima che tornasse ad Asgard.
-Le cose sono cambiate: Visione è un’intelligenza artificiale, il mondo si sta evolvendo.- commentò Steve.
-Può brandire il martello e avere la Gemma, è al sicuro con Visione e di sicurezza ce ne serve.- disse Thor.
-Ma se mettessimo il martello in un ascensore…-
-Non salirebbe!- esclamò Tony.
-L’ascensore non è dentro.- ridacchiò Steve.
-E’ la terza Gemma dell’Infinito che salta fuori in questi anni: c’è qualcuno che comanda dall’alto e noi siamo le sue pedine. Devo scoprire cosa sta succedendo.- continuò Thor, per poi volare verso Asgard attraverso il Bifrost.
-E tu cosa farai?- domandò Steve a Tony.
-Me ne ritornerò alla mia torre. Tu starai bene qui?-
Steve prese un respiro e si guardò intorno, notando Mia che gli sorrideva a pochi passi da lui. –Si, sono a casa.-
Anche Tony la osservò sorridendo. –Hai una bella cosa qui.- commentò, per poi salire sulla sua Ferrari e sgommare via.
Steve, Natasha e Mia, si diressero dai nuovi componenti degli Avengers, per istruirli sul da farsi.
Wanda, Sam, Visione e James si sarebbero uniti a loro, nella speranza di portare pace, e chissà, anche di creare un nuovo mondo.
 
CONTINUA…
 
 
 
 

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