Baby Morrilla:Sofia's life di littlepink6690 (/viewuser.php?uid=217904)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Regals ***
Capitolo 2: *** Turquoise turkey ***
Capitolo 3: *** Kittens ***
Capitolo 4: *** Look games ***
Capitolo 5: *** Jealousy ***
Capitolo 6: *** JMO's BDay ***
Capitolo 7: *** Concerns ***
Capitolo 8: *** Sea, Zoo and Aquarium ***
Capitolo 9: *** Elementary ***
Capitolo 1 *** Regals ***
1Regals
1
Adesso sei proprio la mia principessa – sorrise facendole fare
una giravolta, vedendo la gonna ampliarsi – Dopo che sistemiamo i capelli però -
ridacchiò guardandola nel suo immancabile codino.
Grazie mama – sorrise battendo le mani, erano arrivate ad
Halloween, e Sofia aveva insistito tanto per indossare il vestitino di una
principessa, chi poteva scegliere? Esatto Biancaneve, Lana non aveva potuto che
ridacchiare a quella richiesta.
Che dici la mandiamo una foto a mom? – sorrise prendendo
in cellulare.
Con me la foto però – come sempre con quel suo sorriso non
poteva dirle di no, che monella pensò.
Non sono ancora vestita però – ammise la mamma e la
piccola la incitò ad avvicinarsi ugualmente. Scattarono la foto per Jen e la
mamma chiese alla piccola cosa volesse scriverle.
Vocale – era una bambina abbastanza sveglia, e furbetta
per i suoi quattro anni – Mom noi ti aspettiamo, raggiungici presto! – sorrise mentre
parlava nel ricevitore – Mama sarà sicuramente bellissima come me! – solo Sofia
sapeva come la mamma si sarebbe vestita.
Mom non viene più? – chiese impaziente la piccola, stavano
andando a casa dei Dallas a conclusione del giro del dolcetto o scherzetto.
Certo
che viene amore, avrà fatto tardi per recuperare il costume – la guardò mentre
la incitava a suonare il campanello una volta davanti alla porta dei loro amici
– Jen, Sofia ti aspetta! – disse mentre le mandava un messaggio e la piccola si
faceva prendere in braccio da zio Josh.
La
mia Biancaneve – le baciò le guanciotte – Sei bellissima! Ti sei portata la
regina cattiva però – disse accogliendo anche la mamma in casa.
Ha
insistito tanto – ridacchiò guardando gli amici e i bambini.
Sei
favolosa come sempre – disse Gin andandole incontro, per abbracciarla – Libera concessione
dei costumisti?
Oddio
sono stati adorabili, ho dovuto scegliere i pantaloni, sennò chi la sentiva l’amica
vostra, quanto è gelosa mamma mia – rise.
Tutti
sono gelosi delle mogli – ridacchiò Josh guardandola e lasciò che Sofia raggiungesse
gli altri bimbi, tra cui Milo.
La
mia è gelosa anche della figlia – sbuffò – Spero riesca ad arrivare, non si è
mai persa una festa di Halloween da che è nata Sofia.
Verrà
– sorrise Gin e andarono in sala da pranzo per bere qualcosa.
Vado
io – disse Oliver correndo verso la porta, quando sentì il campanello – è zia Jennifer
– ridacchiò tornando da loro.
Oh
wow, il cavaliere senza destriero – rise Josh vedendola entrare.
Sono
armata come vedi, ti affilo la barba – disse Jen ma poi fu catturata dalla
vista di sua moglie e completamente rapita dai richiami di Sofia.
Mom
sei arrivata – si fece prendere in braccio e la riempì di baci.
Non
mi sarei mai persa Halloween paperotta – sorrise ricambiando i baci e guardando
sua moglie. Dio quanto le era mancato vederla vestire quegli abiti, un salto
piacevole nel passato, e lei era uno schianto – Me la presti la mela? – sorrise
scambiando uno sguardo complice con la figlia, che gliela concesse. Si avvicinò
a passo lento verso la sua Regina e le fece un mezzo inchino – Maestà!
Swan
– ridacchiò e prese dalla sua mano la mela che le offriva.
Credo
abbiate perso la vostra mela – era piacevole fare quel gioco, ma anche
estremamente pericoloso.
Siete
gentile – non trattenne più una risata, anche perché le stavano guardando.
Il
diabete alle stelle, dio – scoppiò a ridere Bex guardandole.
Esagerata
– la guardò Jen – Non vi disturbiamo! – prese per mano sua moglie e si
allontanarono andando in giardino.
Lo
fai apposta eh – disse accarezzandole le braccia nude – Io muoio così!
Le
farà la respirazione bocca a bocca in quel caso – disse cingendole i fianchi
con le braccia – Sei stupenda, peccato che tu non abbia indossato quell’altro
vestito, con le bocce ben in vista e la collana che ricadeva perfettamente tra
i globi – si leccò le labbra.
Era
troppo audace quell’abito, amore, Sofia è piccola e non volevo dare spettacolo –
ammise.
Peccato,
ma apprezzo lo stesso – sorrise lasciandole un bacio sulle labbra e poi uno sul
collo.
Jennifer,
ferma – la tenne dolcemente a distanza – Ti amo, mi sei mancata, ma la festa è
all’interno e c’è Sofia.
Le
hai già fatto vedere il primo episodio? – chiese.
No,
avevamo detto quando saresti tornata! – spiegò e l’altra annuì.
Rientriamo,
sennò finisce male Maestà – ridacchiò palpandole il sedere sullo strato di
similpelle del suo pantalone attillato – Meravigliosa!
A
fine serata, i bimbi erano crollati come pere, sparsi per i divani e le
poltrone.
Carico
di dolciumi – ridacchiò Mark, prendendo in braccio Milo e guardando le due
donne.
Speriamo
non facciano male – accarezzò il visino della piccola Sofia, mentre Jen la teneva
in braccio.
Ohi
ragazzi grazie mille per la magnifica serata, si sono talmente divertiti che
sono collassati – alluse a Oliver e Hugo.
Grazie
a voi per essere venute – sorrise Josh salutandole dopo Gin.
L’ho
messa a letto con il vestitino, mi dispiaceva svegliarla – ammise avvicinandosi
alla moglie – Stai bene amore? – la raggiunse davanti allo specchio.
Sono
solo un po’ stanca, pesa questo vestito – ridacchiò e la moglie la voltò verso
di lei – Ciao mio cavaliere scintillante – la guardò accarezzandole il viso.
Ciao
Maestà – le baciò le mani – Quanto mi sei mancata!
Io
o la regina cattiva? – sorrise.
Entrambe,
vederti vestita da lei è sempre un tuffo al cuore, ho sempre sbavato lo ammetto
– ridacchiò.
Oh,
questo non lo sapevo – si porse a darle un lungo bacio appassionato. Jen non perse
occasione per sganciarle la mantella dalla fibbia e si godette la vista del
seno di Lana sotto quel corpetto – Bella da mozzare il fiato! – accarezzò i
globi, mentre sentiva le dita della latina sfiorarle le braccia.
Ti
aiuto con questi – le slacciò la protezione degli avambracci e sorrise – Non credevo
che avrei mai spogliato un cavaliere – si porse a baciarla dolcemente – adoro questi
pantaloni e questi benedetti stivali alti.
E
io di fare l’amore con una regina – sorrise accarezzandole il viso e baciandola
ancora - Ti amo così tanto Lana!
Amore
mio, anche io tantissimo – poggiò la fronte alla sua e le diede le spalle per
farsi aprire la cerniera dell’abito. Jen non le negò baci e carezze e qualche
morsetto sulle spalle, poi la mora le tolse l’armatura arrossendo di tanto in
tanto per come la moglie la mangiasse con gli occhi. Sorrise quando la fece
distendere a letto, ormai entrambe nude e accaldate. La rossa si dedicò ad
accarezzare il corpo nudo della latina, con estrema lentezza, baciandolo in più
punti, con particolare attenzione alle parti più sensibili della moglie, che
eccitata si muoveva quasi come un’anguilla sotto i suoi gesti. E dio se le
piaceva come la faceva impazzire, iniziarono a fare l’amore, come se fosse la prima,
ogni volta era una scoperta donarsi piacere, sempre più intenso l’amore che
provavano una per l’altra.
Mamme
– la vocina impastata dal sonno della piccola, le destò dal sonno che le aveva
avvolte dopo l’ennesima sessione d’amore. Jen fu la prima a muoversi per voltarsi
verso la porta dove Sofia, aspettava che le aprissero. Indossò velocemente una
maglia lunga e andò dalla piccola.
Paperotta
che succede? -chiese aprendo la porta e prendendola all’istante in braccio,
mentre Lana apriva gli occhi guardando l’orologio, erano le tre del mattino.
Male
al pancino – disse stropicciandosi gli occhietti e le guardò entrambe.
Vieni
qui, mangiatrice di dolciumi – sorrise la mora, facendole posto nel lettone.
Erano
buoni – si giustificò guardandola quando la mom la lasciò sul materasso.
Eh
già – sorrise Jen ristendendosi nuovamente a letto – Se mom ti fa i grattini
passa vero? – la baciò sulla fronte.
Sì,
grazie – si accoccolò sulla sua spalla e giocò con le ciocche dei suoi capelli
rossi – Non ti piacciono le principesse mom?
Come
no? Ho due bellissime principesse al mio fianco – sorrise baciandola tra i
capelli, mentre la mora le accarezzava la schiena, guardando sua moglie.
Vero,
mama è una regina però – ammise – La tua, vero?
Un
giorno tu diventerai la regina di qualcuno Sofia – ammise la latina – E mom se
ne dovrà fare una ragione – ridacchiò all’espressione della rossa.
Quando
vediamo il telefilm dove vi siete conosciute? – chiese.
Domani
mattina, adesso devi fare la ninna, così passa anche il mal di pancino –
sorrise Jen intrecciando le dita di Lana sulla schiena della loro piccola.
Buonanotte
mamme – sorrise chiudendo gli occhietti e ammorbidendo il viso.
Buonanotte
paperotta – dissero le due donne, mandandosi un bacio.
La
Morrilla era diventata molto lunga, quindi ho pensato di dedicare
questa nuova storia a Sofia e alle sue mamme! Alla prossima xoxo
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Capitolo 2 *** Turquoise turkey ***
2Tacchino Turchino
2
Era
stata una giornata davvero divertente, mamma e figlia, che si occupavano delle
faccende di casa in vista del giorno del Ringraziamento. La cosa buffa era che
Sofia, aveva voluto aiutare mamma Jen ad ogni costo, con il suo set di pulizia
e aspirapolvere. La rossa non aveva fatto altro che sorridere vedendo la sua
bimba tutta impegnata, con il fazzolettino in testa, come una vecchia foto di
Lana, l’adorava! Infatti, le scattò una foto per mandarla alla mama, erano
molto legate agli scatti, avrebbero tracciato i loro ricordi per sempre. L’ultima
cosa da fare fu lavare il pavimento e li davvero, Sofia prese il suo mini mocio,
passandolo nei punti dove la mamma fingeva di non farlo, fu esilarante quell’ultima
mansione.
Sono
a casa? Amori? – Lana diede voce alle due donne in casa.
Alt!
– Sofia apparve all’ingresso porgendole delle scarpette da pavimento –
Indossale mama o caschi – Jen apparve infondo al corridoio.
Credo
di aver esagerato con la cera – rise andandole incontro – Buona sera signora Parrilla
– la mora si illuminò in un sorriso vedendo le sue donnine.
Ecco
cosa stavate combinando voi due, pulizie estreme – ricordò la foto che le era
arrivata.
Domani
viene un po’ di gente, sai i bambini stanno sempre per terra – rise.
L’unica
mascotte è Sofia però – la prese in braccio – Beata tra i maschietti – se la sbaciucchiò.
Viene
anche Sammy mama – sorrise abbracciandola.
Davvero?
Wow sarai contenta – ridacchiò, era legatissima al cugino grande e figo, diceva
lei.
Sì,
ha chiamato tua sorella e ci ha avvisato – sorrise porgendosi verso di lei –
Posso rubarti un bacio? – sorrise facendolo.
Stavamo
andando a fare il bagno in vasca – sorrise Sofia lasciandosi mettere in terra –
Tutte e tre? – le due donne si guardarono e sorrisero. La videro allontanarsi e
si attirarono l’una l’altra per un bacio lento ma inteso.
Non
te ne andare più senza salutarmi – disse Jen sulle sue labbra.
Ero
in ritardo e dormivi così bene – sorrise accarezzandole dolcemente il viso.
Non
ho la mia carica di energia, senza i tuoi occhi a prima mattina – sorrise baciandola
ancora.
Romanticona,
va bene, mai più senza bacio del buongiorno – la afferrò dal sedere – Anche in
tuta sei bona, ma come fai?
Mammine,
l’acqua è pronta – ridacchiò la piccola dal bagno.
Andiamo
– sorrise prendendola per mano e andarono in bagno, e si immersero nella vasca
piena di schiuma, appena denudate.
Il
turchino quanto tempo deve stare in forno mom? – chiese Sofia vedendo la grande
teglia nell’elettrodomestico.
Un’ora
per chilo e credo fosse da quattro o cinque – sorrise Jen guardandola dolcemente
– Perché paperotta?
Possiamo
guardare la serie? – chiese speranzosa.
Oggi
niente televisione pupa – sorrise Lana – Tra un po’ arrivano Milo e gli zii,
non vuoi giocare con lui? – chiese.
Sii,
ovvio – sorrise, si era già dimenticata. Le piaceva molto la serie, anche se
all’inizio era rimasta intimorita dal ruolo di entrambe le mamme, che si
odiavano e si facevano i dispetti, diceva sempre. Di lì a qualche minuti infatti
arrivarono i primi ospiti, Milo con mamma e papà, poi abuela Dolores e tía Deena,
con il figo di Sammy.
Sammy
– Sofia corse dal cugino che la prese in braccio.
Basta
a crescere signorina – rise tenendola su – Devo iniziare a tenerti d’occhio.
Oh,
no ti prego, ci pensa già Jen, tesoro – lo salutò con un sonoro bacio sulla
guancia, e poi saluto sua mamma e la sorella.
Meglio
più di uno – rise il ragazzo guardando la rossa e facendogli l’occhiolino.
Siete
un caso perso – salutò Milo con un abbraccio coccoloso e un bacio sulla fronte –
Ciao mostriciattolo!
Zia
Lana – sorrise restando tra le braccia della donna.
Su
andate a giocare, Sammy tienili d’occhio davanti alla piscina – sorrise la latina
– Tesoro che c’è da fare, risucchio il brodo dal tacchino, per la salsina? –
chiese guardandola dolcemente – Che ho detto? Non iniziare – rise mentre gli
ospiti si spostavano sulla veranda.
Non
ho detto niente – la guardò dandole un’ancata – Tu parli di risucchio però, io
cosa centro? – le sussurrò all’orecchio.
I
Dallas verranno nel pomeriggio, e i tuoi arrivano tutti all’una circa, pensi
che ce la facciamo con la cottura del tacchino turchino? – sorrise e la donna annuì.
Abbiamo
anche il tempo per altro – disse cingendole le braccia intorno alla vita da
dietro e le baciò il collo.
Jen,
no amore, non possiamo proprio – si girò nella morsa – Però stasera mi dedico a
te! – la baciò con trasporto e riprese la sua mansione. Solo quando furono
tutti arrivati, inclusi genitori, fratelli e nipoti di Jen, si misero a tavola
per il pranzo del Ringraziamento. C’era di tutto e di più come ogni anno, era
una festa molto significativa per la loro famiglia, avevano davvero tanto per
cui essere grati. Avevano affrontato tanto nella loro vita, come l’impossibilità
di stare insieme, l’incidente di Jen, poi però era arrivata Sofia ed era la
cosa più gratificante della loro vita assieme e del loro amore. Il pranzo passò
tra piatti di portate che venivano distribuiti, il tacchino con la salsina
salata e quella dolce era la fine del mondo e Jen era soddisfatta del
risultato. I bambini trovarono il loro bel da fare, giocando, mentre gli
adulti, si perdevano in discorsi, tra un sorseggiare alcool e l’altro. Poi
anche Gin e Josh con Oliver e Hugo si unirono a loro. I bimbi erano tutti molto
complici si divertivano, tra le loro coppie, Sofia era la mascotte, l’unica
femminuccia.
Sono
serena che Sofia abbia tutti questi cuginetti acquisiti e non, che la
difenderanno – sorrise Jen mentre saliti in terrazza, stavano attendendo i fuochi
pirotecnici conclusivi della festa.
Amore
io penso che Sofia si saprà difendere benissimo da sola – ridacchiò restando
tra le sue braccia.
Vuoi
che vada a prenderti la felpa? – si sporse verso di lei.
No
Jen, ci sei tu, calorifero mio preferito! – sorrise accarezzandole le braccia
allenate.
Mammine?
– la piccola le richiamò, aveva ancora paura dei fuochi d’artificio.
Vieni
qui piccolo cigno – era la prima volta che Jen la chiamava così, sapeva che la
sua piccola stesse crescendo.
Mom
– sorrise abbracciandola e poi portò un braccio intorno al collo di Lana che si
strinse a loro – Vi voglio bene!
Anche
noi, tanto piccola – sorrise la mora lasciandole un bacio sulla guancia
morbida.
Tanto
tanto – sorrise la rossa tenendo la piccola su un braccio e l’altro intorno
alla vita di sua moglie – Vi amo e ringrazio che ci siate entrambe nella mia
vita! – baciò la figlia sulla fronte e la moglie sulle labbra.
Il
cignetto dorme – sorrise Lana porgendosi alla porta del bagno e vedendo sua
moglie di spalle, completamente nuda, immergersi nella vasca. La linea sinuosa
della sua schiena e del sedere le fecero seccare la saliva in bocca.
Il
cigno invece ha bisogno di un bagno rilassante – sorrise poggiando le spalle
alla vasca e chiuse gli occhi.
Posso?
– sorrise entrando e socchiudendo la porta. Si sedette sul bordo vasca e prese
la spugna galleggiante sull’acqua.
Perché
non entri? – la guardò – Oh si giusto, sei un po’ stressata amore – sorrise accarezzandole
la mano che sfiorava il velo dell’acqua.
Sì,
hai ragione, ma c’è un po’ da fare per il franchising, e poi la scrittura – la guardò
sospirando. Poi iniziò a passare la spugna sul collo di sua moglie, sul petto e
soffermandosi sul seno, giocandoci maliziosamente.
Vedo
che sai subito come rilassarti però – si morse un labbro lasciandola fare.
Solo
guardare te e Sofia mi rilassa, siete il mio amore più grande, la mia calma, sempre
– si chinò – Se mi bagni, ti lascio a secco per sempre -ridacchiò per poi
baciarla con trasporto, la cosa le si ritorse contro, perché sentì una
travolgente esigenza di sentire il corpo di sua moglie contro il suo. Si spogliò
e la raggiunse in vasca, mettendosi cavalcioni su di lei, e non abbandonò più
quelle labbra fino all’esaurimento di aria.
Wow,
sei particolarmente vogliosa questa volta- le sfiorò il seno con le labbra – Ti
amo tanto – accarezzò la sua schiena, i fianchi alti, sentendo le tracce dei
due tatuaggi che amava infinitamente, così lievi e significativi.
Ti
amo anche io e sono vogliosa sempre con te, mi stancherò solo a ottant’anni!
-ridacchiò.
O
ti assicuro che non sarà così – la strinse dolcemente – Sarai un’ottantenne
molto attiva – ridacchiò – Sexy!
Non
esageriamo – sorrise poggiando la fronte alla sua – A letto adesso, iniziano i
fastidi.
Le
lasciò il tempo per prepararsi per la notte e l’attese a letto, dopo averle disciolto
una bustina e preso il cuscino serpentoso.
Grazie
amore – sorrise alla premura della donna. Si distese e richiese alla moglie di
abbracciarla, cosa che Jen non le negò, anzi la riempì di coccole dolci e
sanificanti.
Buonanotte
amore – la baciò tra i capelli e lasciò che fosse lei a stringerla.
Nuovo
capitolo, spero che questa idea vi piaccia, e spero che vogliate
ispirarmi per i prossimi capitoli, sono sempre interessata ai vostri
suggerimenti! Alla prossima xoxo
|
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Capitolo 3 *** Kittens ***
3Kitten
3
Sofia
era seduta nel giardino di casa, le piaceva guardare i fiori che la mama coltiva,
e disegnare su suoi fogli di album. Era intenta a riprodurre una delle piante che
abbelliscono il retro della casa quando la sua attenzione fu richiamata da
qualcosa che la incuriosì. Sembrava un pianto, ma la piccola sapeva che solo di
fronte c’era un neonato, ed era impossibile che si sentisse fino lì. Si alzò dalla
sua sediolina, perché curiosa vuole capire cosa stava ascoltando, così iniziò a
gironzolare; in casa mamma Jen sta cercando di preparare qualcosa di non troppo
pesante, perché tra gli avanzi del Ringraziamento e le venture festività, c’era
tanto da ingrassare, ridacchiò tra sé.
Sofia
era ancora intenta a capire da dove provenisse quel suono che giungeva alle sue
orecchie, arrivò davanti alla staccionata e sentì farsi più nitido il rumore.
Guardò e con grande stupore, si accorse che c’erano due piccoli gattini in un’insenatura.
Vorrebbe toccarli, ma sa che non deve farlo, non sa di chi sono ed erano molto
piccoli, l’unica cosa che le venne in mente era che avessero fame. Così corse
in casa e si precipitò dalla mamma.
Mom?
– la richiamò quando si avvicinò a lei, che era intenta a leggere qualcosa con
la faccia nel suo tablet.
Mmh,
dimmi cignetto – sorrise abbandonando la lettura.
C’è
una cosa che devi vedere – la donna incuriosita ma anche insospettita, sperando
che Sofia non avesse fatto caos in giardino, la guardò.
Sofia
non hai rovesciato i vasi di mama vero? Perché spezzerà le mani a me – disse
fintamente seria.
No,
è una cosa bella, almeno credo – la guardò mentre le porgeva la mano – Vieni o
no? – la incitò e allora a quelle parole Jen la seguì. Arrivarono nel punto
dove Sofia aveva trovato i gattini e si inginocchiò a guardarli, senza
toccarli, per poi rivolgere lo sguardo dolce alla mamma.
Li
hai trovati qui? – li guardò era davvero piccoli, ma non appena nati – Non li
hai toccati vero? – chiese premurosa.
No
mom, li ho solo guardati! Secondo me piangono perché hanno fame – li guardò
ancora.
Sì,
forse hai ragione cignetto, ma non possiamo toccarli, la mamma potrebbe non
tornare da loro se sente puzza umana – spiegò.
Mamma
ma noi non puzziamo mica, abbiamo fatto il bagno ieri – sorrise guardandola.
L’odore
umano, hai ragione, siamo profumate – le accarezzò la guancia.
Possiamo
lasciare il lattuccio? – la guardò – Non li tocchiamo!
Resta
qui senza toccarli, se dovesse arrivare la mamma allontanati intesi? – era una
bambina attenta, annuì.
La
mamma dei gattini non tornò da lì a tre giorni, quando invece rientrò Lana dal
suo viaggio.
Mama
sei tornata – sorrise accogliendola davanti all’uscio di casa. La donna si
chinò all’altezza di sua figlia e l’abbracciò stretta, con la tracolla in bilico
sulla spalla.
Da
me - sorrise Jen, liberandola dalla borsa e lasciando che mamma e figlia si
coccolassero – Come è andato il volo? – Lana la guardò e la rossa capì subito
che c’erano state delle turbolenze.
Ho
vomitato anche l’anima – disse tenendo la piccola ancora tra le braccia.
Hai
dimenticato i polsini mama – disse ovvia la piccola.
Sono
una sbadata – la guardò mentre la piccola, la teneva per mano e andavano in
salotto, dove si sedettero al divano. Sofia subito le si mise sulle gambe e
poggiò la testa al suo seno, e le coccoline tra i capelli e la schiena non
tardarono ad arrivare. La rossa approfittò di quel momento per guardare le sue
bellissime donnine assieme, era sempre bello vederle, c’era però da dire che la
mora non fosse proprio dell’umore per la notizia che le avrebbero dato a breve.
Avrebbe atteso, e nel frattempo andò a preparare per la moglie una tisana
rilassante.
Ecco
amore – sorrise porgendosi a darle un bacio, dopo aver lasciato la tazza sul
tavolino da thè e un piattino con dei biscotti.
Grazie
tesoro – ricambiò il bacio posandole una mano sulla guancia – Dorme? – chiese guardando
Sofia.
Sì,
dalla a me la porto a letto – sorrise e prese la piccola tra le braccia
portandola nella sua cameretta. Quando tornò sua moglie si era privata delle
scarpe e aveva incrociato le gambe sul divano, aveva l’aria stanca e il viso
pallido, sperò che non si fosse beccata l’influenza.
Preparo
un bagno caldo amore, hai una brutta cera – disse accomodandosi accanto a lei.
Devo
solo dormire, non è nulla tesoro davvero – prese la sua mano e cercò di
rilassarsi.
Qualcosa
non va con la boutique? – chiese, anche se il viaggio era a New York, per un provino,
non voleva opprimerla con le domande sconvenienti.
Tutto
apposto – sorrise alla nonchalance con cui sua moglie le chiedeva le cose – Non
so cosa rispondere per il provino però.
Rispondi
di sì – sorrise guardandola fiera di lei – Perché sei indecisa?
Jen
significherebbe trasferirmi a New York, e sai che non voglio stare troppo
lontana da voi – disse poggiando la testa alla sua spalla. Jen le avvolse un
braccio intorno alle spalle e la portò ad appoggiarsi sulle sue gambe.
Ce
la caveremo come sempre – iniziò.
A
settembre prossimo, Sofia inizia la scuola Jen – sospirò.
Parliamo
dell’anno prossimo amore – le accarezzò i capelli ricci osservando il suo viso
provato.
Sai
come funziona Broadway – la guardò – Preparazione, la prima, tutte le repliche,
perderò la prima volta di Sofia a scuola e no, non possiamo trasferirci a New York,
gli amichetti del cignetto sono qui, e voglio che non li perda e poi tu devi
lavorare qui.
Se
ne farà di nuovi e io posso sempre stare in stallo per un po’ – la guardò.
No,
vogliono che dirigi quel film Jen, non posso chiederti di rinunciare- si mise
su.
E
io non voglio che rinunci al tuo spettacolo a Broadway – ammise.
Come
facciamo allora? – chiese mentre fissava lo sguardo oltre la finestra, e vide quattro
occhietti brillanti guardarla – Jen cosa sono? – chiese indicandoglieli.
Ecco
Sofia ed io li abbiamo trovati in giardino, la mamma li ha abbandonati –
spiegò.
Non
possiamo tenerli Jen – alzò la voce accidentalmente guardandola.
Lana
calmati – guardò sua moglie con un sopracciglio alzato, era tesa okay, ma non
poteva prendersela per due gattini.
Non
possiamo chiaro? – in quel momento comparve Sofia, che aveva sentito la voce
della mama.
Perché?
– la piccola la guardò.
Perché
no tesoro, non possiamo – la scrutò, era la prima volta che vedeva quell’espressione
sul viso di sua figlia, almeno rivolta direttamente a lei, e si sentì uno schifo.
Tu
sei cattiva, non hanno la mamma, andranno al rifugio e nessuno li vorrà più –
disse scattando verso il corridoio.
Sofia!
– Jen la richiamò, ma la piccola la ignorò andando in camera sua – Che ti
prende si può sapere? – disse guardando sua moglie – Non c’è una motivazione, al
fatto che non possiamo tenerli – sbuffò guardandola e andando via.
Quella
serata era finita davvero in maniera pessima, e Lana si era ritrovata ad
addormentarsi sul divano. Era così strano per lei non risvegliarsi accanto a
sua moglie, capitava solo quando una delle due non c’era. E la cosa
destabilizzava molto la mora, anche pensando all’ipotesi di accettare il lavoro
a duemila settecento ottantanove miglia di distanza dalla sua famiglia. Aveva
compreso dopo il motivo della reazione alla vista dei due mici fuori dalla loro
porta finestra, e si era data della stupida.
Ehi
– la voce sottile di sua moglie la destò dai suoi pensieri – Non sei venuta a
letto stanotte? – chiese pensando che si fosse semplicemente svegliata da poco.
Ehi
– le rivolse un leggero sguardo – No sono rimasta qui! – ammise. Entrambe
odiavano discutere, e adesso che Sofia aveva reagito per la prima volta così,
era anche strano – È ancora arrabbiata con me? – chiese e Jen le si sedette di
fianco, passandole una mano sulla schiena ricurva della moglie.
Le
passerà, ma dovrai darle una spiegazione sensata al perché non possa tenerli,
Lana, lo sai, Sofia non disubbidisce mai! – chiarì – Che succede?
Non
so se riesco ad affezionarmi più – non la guardò, i ricordi erano sempre vividi.
Per
loro? – chiese Sofia, facendo il suo ingresso silenzioso, con in mano le foto
di Lana con Lola e di Jen con Ava. Le due donne guardarono la piccola e le foto
che aveva tra le dita.
Dove
lei hai trovate? – disse Lana rivolgendole un ampio sorriso.
In
una scatola in cameretta mia – sorrise e si sedette al centro tra le due donne –
Ti manca? – chiese a bruciapelo ed era una domanda per entrambe.
Molto
– risposero entrambe e si guardarono.
Scusami
se ho detto che sei cattiva mama, non è vero – Sofia le accarezzò la mano,
guardandola e gli occhi di Lana si inumidirono di lacrime da alcuni giorni represse.
Non
preoccuparti cignetto – le lasciò un bacio tra i capelli – Scusami tu se ho
detto che non possiamo tenerli, non è vero! – ammise.
La
mamma si è solo spaventata, e ha reagito male, non voleva – disse Jen aiutando
sua moglie.
Quindi
possiamo tenerli? – chiese.
Sono
arrivati per un motivo nella tua vita, come Lola nella mia – sorrise non aveva
raccontato niente a Sofia, e così quella fu l’occasione per spiegarle il
significato dei suoi due tatuaggi, legati al ricordo della cagnolina. E la
bimba rimase abbastanza colpita e commossa da tutto il racconto che la mamma le
fece, trattenendo a più riprese le lacrime.
Grazie
mama – disse abbracciandola e andando a prendere i due cuccioli.
Li
portiamo al veterinario vero? – la mora guardò la moglie che sorrideva come la
loro bambina. Anche a lei mancava Ava, ed era assolutamente normale per chi
aveva un’animale domestico, considerarlo uno di famiglia, da quando entra nella
tua vita a quando se ne va.
Certo
amore - sorrise mentre la piccola gliene metteva uno per ciascuna.
Sono
maschietti, come li chiamiamo? – disse Sofia guardandole e sedendosi di nuovo
in mezzo. Le due donne carezzarono il pelo dei gattini sentendoli miagolare.
Non
saprei, secondo te, Jen? – la mora la guardò.
Lascerei
decidere a Sofia – che non aspettava altro.
Hook
e Hood – ridacchiò – Che dite? – le due donne si guardarono e ridacchiarono a
loro volta. La storia della serie, stava portando Sofia ad amare
particolarmente i personaggi, e loro non potevano essere che felici.
Penso
siano perfetti, hanno anche il loro colore degli occhi, vero? – chiese Lana a
sua moglie.
Sì,
esattamente! – e coccolarono i micetti, che facevano fusa e miagoli.
Ecco
qui un nuovo capitolo, mi sono un po' commossa anche io scrivendolo,
che volete farci l'età! XD Ho altre quattro idee che
abbinerò assieme, ciò nonostante, resto sempre
aperta alle vostre idee! Alla prossima xoxo
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Capitolo 4 *** Look games ***
4Look Games
4
Era
sola in casa, Jennifer e Sofia erano dai nonni, lei avrebbe preso il volo in
tarda serata per New York, e si erano salutate prima per non turbare la
piccola, ma lo facevano anche per loro stesse. Aveva deciso così, Jen aveva insistito
perché non rinunciasse a quella opportunità, i mezzi di comunicazione c’erano e
appena avesse avuto tempo e modo avrebbe portato Sofia a New York dalla mamma,
o lei sarebbe potuta tornare a Los Angeles, tutto dipendeva dagli impegni.
Anche perché durante le vacanze di Natale sarebbero state assieme, volere o
volare.
Era
intenta a consumare la sua misera cena sulla penisola della cucina,
quando dal
lato opposto della superficie, fece la sua trionfale comparsa Hood, il
gatto
più scattante tra i due, non che Hook fosse tranquillo. Con il
musino bianco arricciato, iniziò a fissarla incuriosito da
quello che la padrona stava facendo. Lana lo
guardò a sua volta arricciando le labbra, mentre cercava di non
ridere a quello
che vedeva davanti a sé, aveva già compreso cosa volesse
il pelosetto. Il manto
di entrambi era di un grigio tigrato, il pelo sicuramente sarebbe stato
lungo,
erano due bei gattini e sarebbero stati dei gattoni adorabili da grandi.
Non
mi guardare così…Non ti darò un pezzo del mio sandwich al tonno, ah no – lo
additò dopo aver mosso l’indice. Il gatto non sembrò intimorito dal rimprovero
della donna e continuò a scrutarla attentamente. Poi a passo felpato iniziò ad
avvicinarsi, come ci si muove per andare a caccia, e la preda era il tonno nel
panino - Non ci provare sai? - Lana non poté far altro che scoppiare in una fragorosa risata, e il
gattino si fermò un istante a guardarla, si sedette e attese.
Chiama
il tuo compare, monello – lo guardò imbronciata – Mi state rubando la mia povera
cena, ricordatevelo – prese un tovagliolo, estrasse del tonno e lo adagiò
affinché i due micetti mangiassero, parola grossa dire fossero ancora piccoli,
sembravano crescere a vista d’occhio – Soddisfatti? – li accarezzò entrambi e
mandò loro dei bacetti. Poi si preparò per uscire e fu lì che i due ruffiani
diedero prova d’affetto, facendo fusa e restandole tra i piedi mentre era
intenta a far scorrere il trolley sul pavimento.
Mi
raccomando fate i bravi con le mie signorine, intesi? Niente graffi a Sofia, o
vi spello – imbronciò lo sguardo alla sua stessa battuta e poi
inginocchiandosi, li prese in braccio e li stritolò dolcemente – Io vado,
occhio a non far danni! – si richiuse la porta alle spalle e andò via – Jen i
gatti sono soli, non tardate! Vi amo – le inviò un messaggio vocale mentre
entrava in taxi.
Mama
– Sofia si svegliò tutta agitata e corse in camera da letto delle mamme.
Jennifer si era destata con il cuore in gola, vedendo la testolina della sua
bambina davanti al letto.
Amore
della mamma che c’è? – chiese invitandola a salire sul materasso.
Ho
fatto un incubo mom – disse slanciandosi verso il suo abbraccio protettivo.
Ehi
cignetto, va tutto bene su sta tranquilla – le accarezzò i capelli castani
appena all’insù sulle punte e le ricordò l’acconciatura di Regina nella
stagione di Camelot – Vuoi raccontarmi cosa è successo?
Mama
è morta – disse tremando tra le sue braccia, e Jen ricordò che avevano visto la
penultima puntata della quarta stagione, dove Regina veniva colpita. Anche a
lei quella scena aveva sempre mozzato il fiato in gola, ma adesso avevano un
problema con Sofia.
Sofia
guardami, la mamma sta benissimo, adesso la chiamiamo okay? – era
visibilmente
turbata e non vederla da alcune settimane aveva provocato quella
reazione, ecco
perché guardavano la serie, per non farle sentire la mancanza
della mamma. La piccola rimase stretta all’addome della madre e
attese di sentire la voce della mora dall’altro capo del
cellulare.
Jen,
oddio, sono le tre di notte – bisbigliò mentre si metteva a sedere a letto, tre le ore di fuso orario.
Scusaci,
ma abbiamo un codice brutto sogno – disse mostrandole il visetto di Sofia
appiccicato al suo.
Mama
– disse piagnucolando e vedendola però sorrise.
Amore
di mamma, perché piangi, ehi – si era corrucciata subito, la vena frontale
apparve sotto la pelle, vedendo il visino trafelato di lacrime della loro piccola.
Ho
sognato che eri morta – disse accarezzando il cellulare come se fosse lì.
Aspetta
– fece la finta seria e controllò – Ho la testa sulle spalle, uhm queste sono
sempre qui – si toccò il seno, facendo un occhiolino a Jen – Ho le gambe, direi
che sono tutta intera, amore – la guardò dolcemente con un sorriso limpido. E
la piccola rise appena.
Sicura?
– chiese tirando su con il naso, e Jen le accarezzò la
schiena teneramente, sentendo le lacrime della piccola, bagnarle le
guance.
Cignetto
non potrei parlare con te se fosse diversamente, sto bene, tu e la mamma mi
mancate tantissimo – disse non lasciando trasparire cosa provasse davvero alla
loro assenza.
Anche
tu ci manchi, mama – disse guardandola – Quando torni?
Venite
voi da me per l’ultimo dell’anno ricordi? – disse sorridente.
Vero
– ridacchiò – Scusa se ti ho svegliata!
Se
per questo l’ha fatto mom, chiamandomi – ridacchiò.
Ehi
– disse Jen accigliata e Lana le fece la linguaccia, provocandola.
Non
vedo l’ora di abbracciarti mama – sorrise guardandola e mandandole un bacio.
Anche
io cignetto mio, vai nel tuo lettino adesso? – sperò che si fosse
tranquillizzata.
Sì,
vado, solo se ci sei tu, posso stare nel lettone – sorrise – Ci sono Hood e Hook
tanto! – sgattaiolò fuori dalla camera, chiudendo la porta.
Perdonami
se ti ho chiamato nel cuore della notte – mise su un broncio adorabile e Lana
non poté che sciogliersi.
Scherzi?
Stavo giocando amore mio, dio quanto mi mancate – sospirò.
Anche
tu ci manchi, dormire senza te è inconcepibile per me – ridacchiò.
Cosa
ti manca di più? – si leccò le labbra.
Non
ci provare Parrilla, non osare provocarmi! – la guardò intensamente, e
notò indistinguibilmente il movimento del corpo di sua moglie che si distendeva
nuovamente.
Che
c’è? Non vuoi farlo così? – disse provocante mordendosi il labbro e Jen scattò
a prendere i suoi auricolari.
Sai
che non è la stessa cosa – sussultò al pensiero che volesse la moglie lì
davanti a sé e non uno schermo con lei all’interno.
Lo
so, ma tu mi ecciti anche a così tanta distanza Jennifer – disse con tono
suadente.
Lana
mi manchi – sorrise e poi vide gli occhi di sua moglie chiudersi e dalle sue
labbra uscire dei piccoli sussulti e ansimi.
Vigilia
di Capodanno
Allora
Sofia ti piace? – disse Lana guardandola seduta sulle spalle di Jennifer,
mentre percorrevano Time Square, addobbata a festa.
Molto
mama, è più freddo di Los Angeles – sorrise sistemandosi il cappellino.
Già,
avevo quasi dimenticato – disse Jen tenendo la mano guantata sul ginocchio di
Sofia mentre l’altra era posata sulla schiena di Lana.
Resterete
per la prima vero? – chiese poggiandosi a sua moglie.
Scherzi? – la guardò – Certo che ci saremo amore, mai potremmo perdercelo, vero
Sofia? – chiese e la figlia annuì.
Perfetto,
avrete i posti migliori! – sorrise ad entrambe. La serata era molto piacevole
nonostante il freddo pungente, Sofia restò sveglia fino all’apertura della
palla tipica della notte di Capodanno, poi crollò e tornarono dunque a casa. E
le sue mamme non persero occasione per recuperare tutto il tempo trascorso lontane e si
amarono come sempre, non perdendosi in intervalli.
La
prima
Lo
spettacolo era piaciuto un sacco a Sofia, sentire la sua mama cantare l’aveva
riempita di gioia e aveva applaudito più forte di tutti. Quando il sipario
calò, corse letteralmente per i corridoi, per andare nel camerino della mamma,
dove la trovò con la compagnia teatrale.
Mamma
– le andò incontro e sorrise quando la prese in braccio – Mom ti sta
portando i fiori che abbiamo scelto insieme – la vide apparire sulla porta.
Sei
stata magnifica amore – sorrise porgendosi a baciarla – Davvero wow! – sorrise
stringendola a sé e la moglie non le negò un baciò un po’ più intenso. A breve
sarebbero andate via e al solo pensiero, già le mancavano – Non pensarci! –
sorrise Jen percependo i pensieri dell’altra.
Cosa
mi dite? Vi sta piacendo? Credo che pian piano accompagneremo Sofia
verso il suo cammino universitario! XD Alla prossima xoxo
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Capitolo 5 *** Jealousy ***
5Jelousy
5
Come
nulla era arrivata la primavera e finalmente Sofia poteva montare per la prima
volta sulla sua bicicletta, regalatale a Natale. A giorni sarebbe stato anche il
suo compleanno, non sapevano ancora se Lana sarebbe riuscita ad esserci.
Oltremodo avevano avuto una brutta discussione, causata dalla troppa gelosia di
Jen e alcune mancate chiamate della mora alla piccola Sofia. La rossa aveva
dato in escandescenza, perché era vero il lavoro, ma la piccola non doveva mai
passare in secondo piano, poteva sopportare che non chiamasse lei, ma Sofia
aveva importanza doppia.
Mom?
Stai bene? – la piccola arrestò la sua bici a rotelle e la guardò – Stai
piangendo?
Cosa?
No, amore mi è andato del polline nell’occhio – disse strofinando appena.
Tu
e mama avete litigato? – chiese scendendo e andando da lei, arrampicandosi
sulla sedia.
Come
fai a saperlo? – non era ammesso mentirsi e quindi annuì.
Perché?
Sei gelosa! – la guardò e sorrise – Anche io sono gelosa dei gattini, ma non
litigo con te o la mamma – ammise.
Hai
ragione, non diventare subito così saggia, sennò mi sentirò una sciocca,
cignetto – ridacchiò.
Non
sei sciocca, vuoi bene alla mamma e ti manca, non litigate mai quando siete
insieme – disse defilandosi.
27
marzo 2030
E
no, a quanto pare non ce l’aveva fatta ad essere lì per festeggiare la loro
bambina, cosa aveva avuto di meglio da fare? Era il lavoro, okay ma Sofia? Tutti
i cuginetti acquisiti, anche se un po’ più grandi della piccola, erano lì a
festeggiare la loro mascotte, era coccolata da tutti, soprattutto nonni e zii.
Mom?
– vedeva che la mamma era furiosa per il fatto che Lana non ci fosse – Non
essere arrabbiata! – la guardò sorridendole con quel sorriso che aveva preso
tutto da sua moglie.
Solo
perché me lo chiede il mio cignetto! – sorrise chinandosi a baciarla.
Suonano
alla porta – disse Trish andando ad aprire – Finalmente, che è successo? – vide
il viso della sua amica sfatto e in punto di dare di matto.
Sono
arrivata almeno per la torta? – chiese guardando l’amica che annuì, si
diressero in veranda e la voce di sua figlia, cancellò all’istante tutto quello
che era capitato. Volo cancellato, poi preso, turbolenze, ritardi, un tassista
promiscuo e lentissimo, una serie di sfortunati eventi, ma era lì, finalmente.
Mama
– corse verso di lei – Sei qui! – sorrise aggrappandosi a lei.
Si
amore mio – la strinse forte, trattenendo le lacrime. Erano mesi che non la
stringeva, dio se le era mancata, come l’aria – Scusami il ritardo, ma era
tutto contro di me! – la tenne ancora tra le sue braccia, inginocchiandosi alla
sua altezza.
Stiamo
per aprire la torta – disse Jen guardando sua moglie, ma il tono era seriamente
distaccato, qualcosa che Lana non provava da anni, si annidò nel suo corpo. Era
arrabbiata, non avevano più parlato se non per Sofia, e la guardò rattristata.
La piccola si staccò e le sorrise, invitandola a sedersi, poi la torta fu
posata sul tavolo e le sei candeline accese, stava crescendo in maniera così
sana, che non voleva che uno stupido bisticcio rovinasse tutto. Lana doveva
parlare con Jennifer e risolvere, ma dopo la festa, adesso avrebbero messo su
un sorriso sincero per la piccola. Sofia pensò ad un desiderio ad occhi chiusi
prima di soffiare sulle candeline colorate, che poco dopo si riaccesero,
facendo lo scherzetto, e quindi le mamme l’aiutarono a spegnerle
definitivamente. Aprì i regali, ricevendo tanti vestitini, qualcosa di carino
da disegnare e colorare, una consolle interattiva, e una collana a forma di
cigno da mama Lana, che aveva scoperto che Sofia fosse nata nel mese dell’amore
dei cigni, destino? Beh, sì, la loro bambina era qualcosa di unico nel suo
genere per entrambe le sue mamme.
Posso
aiutarti? – glielo chiese raggiungendola in cucina, dopo aver messo Sofia a
letto. Si erano evitate, quasi per tutta la serata, sotto lo sguardo
rattristato degli invitati, che non credevano a quello che avevano ad un palmo
dal naso.
Non
serve ho finito – disse restando di spalle.
Jen
possiamo parlare? Ti prego voltati – si sentiva così male in quel momento,
voleva solo chiarire il malinteso.
Di
cosa dovremmo parlare? È chiaro che qualcuno di più importante ha attirato la
tua attenzione – disse stringendo il canovaccio tra le mani.
Cosa
stai dicendo? Ho fatto il diavolo a quattro per essere qui – spiegò.
Non
era necessario se adesso lo devi rinfacciare! – continuò.
Rinfacciare?
Non lo sto facendo, posso capire perché mi tratti così? – le si avvicinò.
Perché?
Vuoi mandare all’aria il nostro matrimonio, vero è che siamo al settimo anno,
quello della crisi e tu la stai davvero agevolando – disse voltandosi. Il viso
contrito dalle lacrime, che no, non sarebbero uscite.
O
mio dio Jennifer, ma ti ascolti? Io non sto mandando all’aria proprio niente,
di cosa stai parlando? – la guardò non sapeva cosa fare, se avesse provato a
consolarla, la moglie sarebbe tornata la donna di qualche anno prima
dell’inizio della loro storia d’amore, e si sarebbe scostata violentemente
lasciandola di sasso.
Ci
sei stata a letto è così? Con il tuo Casanova? – la guardò – E per questo che
non hai chiamato nostra figlia? – disse alzando la voce inavvertitamente.
Abbassa
la voce e piantala di dire idiozie Jennifer! – la guardò, il cuore un cumulo di
cenere alle parole appena apprese.
Basta
dirlo, così sarai libera, ma lo dirai tu a Sofia – disse sbattendo il
canovaccio sulla penisola e attraversando il soggiorno. Lana le afferrò un
polso, stando ancora ferma.
Per
favore – si voltò non mollando la presa, ritrovandosela a pochi centimetri –
Calmati! – poteva sentire il battito accelerato e il respiro affannoso. La
moglie la guardò e si sedettero una sul divano e l’altra davanti sul tavolino.
Ascolto
– disse incrociando le braccia al petto.
Devi
farmi parlare senza interrompere – la scrutò dolcemente – La prima volta che ho
mancato la chiamata con Sofia, avevo avuto un incidente sul palco e il mio
telefono è rimasto nella mia borsa. La volta dopo dovevamo recuperare e l’ho
dimenticato, ho sbagliato, sono terribilmente dispiaciuta e mi farò perdonare
da Sofia e da te – provò a prendere le mani, ma si fermò – Io amo solo te, Jen!
Ho messo in chiaro fin da subito le cose con Juan, gli ho detto che sono
sposata con la moglie più bella e amorevole del mondo, che mi ha dato la cosa
più importante che potessi desiderare, Sofia. Se voleva importunarmi, io me ne
sarei andata, ha capito e si è messo l’anima in pace, il nostro è un rapporto
professionale. Non sono mai andata a letto con lui, né prima né durante e dopo
gli spettacoli, mai – la guardò – So che sei gelosa, pensavo che dopo Alex e il
film, ti fosse passata, ma è okay! Ti prego non dubitare mai più di me, perché
sei l’unica che voglio, e sarà per sempre così, hai capito? – solo allora
scoppiò a piangere. Non voleva che fosse il solito discorso smielato, ma era
tutto quello che aveva da dire, la pura e semplice verità, la tensione era
stata tanta in quei giorni.
Scusami
sono odiosa – riuscì a dire solamente quello, abbassando il capo – Ti amo anche
io, Lana – sollevò lo sguardo e prese il suo volto tra le mani – Puoi
perdonarmi se sono così avventata? – le accarezzò le lacrime.
L’ho
accettato da subito, però ti sei fatta un grandissimo film, idea nuova? –
chiese scherzando e Jen schiantò le labbra sulle sue, sapendo che quello era il
modo di sua moglie di farle capire che era tutto okay. Non avevano più litigato
a quella maniera da diverso tempo, non ricordava più come era la brutta
sensazione che si sentiva nel petto, quando si guardavano senza amore.
Quando
devi tornare? – chiese restando con le mani nelle sue.
Dopo
il tuo compleanno, abbiamo tre settimane da trascorrere insieme, poi a fine
aprile ci sono gli ultimi spettacoli, poi finisce e torno definitivamente da
voi! – disse guardandola.
Non
ti sei licenziata vero? – la scrutò attentamente – Non me lo perdonerei!
Non
ti ficcare sempre in tutte le minestre, amore – ridacchiò piano – Sarò libera
come da contratto, giuro – le prese il viso tra le mani – Dio se ti amo! –
premette le labbra sulle sue lentamente. Poi un accennò di lingua sui denti di
Jen, e sua moglie socchiuse le labbra e lei la fece scorrere, intrecciando la
sua. Quel gusto che era solo suo, le invase le papille gustative e si spinse
ancora verso di lei, finendole seduta cavalcioni; Jen le strinse i glutei
avvolti solo dalla culotte, dato che il vestitino si era sollevato liberando le
sue gambe.
Andiamo
in camera da letto? – sorrise la rossa tra i baci.
Uhm
no, voglio farlo proprio qui! – prese a baciarle il collo, dopo aver lasciato
una scia umida sulla sua pelle – Sei così bella – sorrise portando le mani
tremanti sui bottoni della camicetta.
Ehi
– prese le sue mani – Stai bene? Stai tremando!
E
che sono emozionata, mi sembra di farlo con te per la prima volta – disse
imbarazzata appena.
Poi
sono io quella agitata eh – ridacchiò e mordicchiò il suo mento. La fece
distendere e si levò la camicetta, poi sollevò e sfilò il vestitino della mora
– Perfetta, ehi che diamine hai fatto – massaggiò l’addome.
L’incidente
che volevo dirti – ammise tenendo una mano sulla sua.
Sta
attenta, hai rotto qualcosa? Come è successo? – la guardò – Che c’è?
Stai
parlando troppo per i miei gusti – l’attirò a sé dal reggiseno e se la prese
addosso.
Vuoi
che usi la bocca per altro – disse scendendo senza avviso direttamente tra le
sue cosce, fermandosi a sfilarle le mutandine, per poi baciarla e leccarla in
tutti i punti bisognosi.
Oh
sì brava – inarcò la schiena – Jen – la voce tremò quando sentì quella lingua
con cui la sua aveva lottato poco fa riempirla tra le pieghe calde del suo
essere – Oh amore mio – trattenne il respiro e lo rilasciò quando la moglie
mosse le mani sul suo seno pieno – Aww Jen – la sentiva pompare in una maniera
che quasi aveva dimenticato, ma riportandola alle sensazioni che provava sempre
stato alla mercé della rossa e venne invadendo la sua bocca, sentendosi
appagata. Non pienamente e propose alla moglie di scambiarsi reciprocamente
piacere nello stesso momento, guardandosi negli occhi, fronte contro fronte e
mani che scorrevano sulle loro schiene sudate e segnate dalle unghie,
leggermente.
Ti
amo tanto, sei una donna magnifica La-na – pronunciò quelle parole prima di
gemere gutturalmente, inarcando la schiena e sfiorando il seno della donna che
stava amando in quell’istante. A sua volta la mora ansimò contro la sua spalla,
mordicchiandola appena.
Mi
sei mancata da impazzire, preparati perché questo è solo l’inizio – ridacchiò
mordendole il collo e poi la baciò intensamente.
Pronta
a soddisfare qualsiasi tuo desiderio – la guardò mordendosi le labbra – Per
esempio a me andrebbe una doccia!
Il
tuo desiderio di appiattire il mio sedere al vetro non cessa mai vero? –
sorrise sorniona.
Mai!
– fece leva per alzarsi e avvolte in una ridicola coperta, sgattaiolarono in
bagno, come due adolescenti.
Quando
ho iniziato a scrivere questo capitolo, certo non pensavo che tutto
sarebbe "sfociato in qualcosa di hot" ma è innevitabile con loro
due! Alla prossima xoxo
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Capitolo 6 *** JMO's BDay ***
6JMO's BDay
6
Il
vapore che si espandeva nel bagno l’avvolse appena si chiuse la porta alle
spalle. Si privò subito della vestaglia da camera, che le scivolò lungo le
spalle e sui fianchi cadendo sul pavimento, mostrando il suo corpo nudo. Entrò
senza troppe cerimonie nella doccia, già occupata, godette del profumo del
doccia schiuma e del calore dell’acqua che scorreva sulla chioma bagnata di sua
moglie. Fece alcuni passi e la strinse sensualmente a sé, iniziando a lasciarle
dei baci sulla pelle della spalla. Sapeva di buono come sempre, da quando la
conosceva non aveva mai smesso di usare quella fragranza che a lei piaceva
particolarmente, era dolcissima sulla sua pelle.
Buongiorno
– sorrise la donna che era già in doccia, accarezzando le braccia dell’altra
intorno alla sua vita.
Buongiorno
a te, festeggiata! – baciò la sua guancia, standole ancora dietro.
Non
ricordarmelo – ridacchiò voltandosi nell’abbraccio e la prese dai fianchi –
Devo iniziare a tingere i capelli, di nuovo – sospirò – Non voglio sembrare
vecchia accanto a Sofia!
Cosa
stai blaterando Jennifer? – chiese porgendosi a darle un bacio umido – Non sei
vecchia! – le accarezzò il viso e poi l’appiattì alla parete.
Già
vogliosa a prima mattina? – ridacchiò sulle sue labbra, prima di ribaciarla.
Potrei
darti un assaggio del mio regalo! – sfiorò i suoi seni sodi e bagnati, la moglie
dovette mordersi il labbro per non gemere, le labbra carnose immediatamente sul
suo collo bagnato.
La-na
– sorrise chiudendo gli occhi, che scattarono aperti, quando l’unica altra
persona in casa bussò alla porta.
Mama?
Posso? La porta è chiusa perché? – e già va a spiegare ad una piccola
curiosona, perché le mammine si sono chiuse in bagno.
Sofia,
aspetta un secondino – la mora mise una mano sulla bocca della moglie
zittendola – Shh, tu continua io vado ad aprirle – disse sottovoce. Sì, era
bagnata ma non importava, si sarebbe avvolta nell’accappatoio, per la fretta
però non prese il suo. Recuperò la vestaglia appendendola distrattamente, la
doccia era in una specie di anticamera, quindi Sofia non avrebbe visto l’altra
mamma.
Mom
è uscita? – chiese guardandola una volta aperta la porta.
Buongiorno
cignetto – sorrise guardandola accigliata.
Giorno
mama – sorrise e andò in bagno – Perché avevi chiuso? Volevo darle il mio
disegno!
Non
pensavo ti svegliassi prima delle nove, amore – immaginava già il risolino
sommesso di Jen nella doccia – Glielo darai piccola!
Pipì
– ridacchiò, dopo aver fatto tutto, salutò dolcemente la mamma, guardandola con
uno sguardo incuriosito – Hai l’accappatoio di mom – disse indicando la JMo
cucita.
Che
sbadata, ho sbagliato – ridacchiò – Va a dormire un altro po’, poi ti chiamo
quando la mamma ritorna dalla sua corsetta giornaliera okay? – era una bugia a
fin di bene, alla fine. Era un po’ presto per dire alla loro bambina, cose da
grandi, la piccola uscì e la mora, richiuse la porta e tornò da sua moglie.
Inizia
a fare domande a cui non sappiamo rispondere amore – sorrise Jen accogliendola
in doccia.
Lo
so, dobbiamo stare attente, non voglio traumatizzarla – disse seria.
Esagerata!
– le prese il viso tra le mani e la baciò intensamente, appiattendola – È il
mio turno!
Ah
ah, no, io non avevo ancora iniziato – disse ribaltando le posizioni e subito
scese tra le sue cosce, e Jen dovette trattenersi da non gemere incontrollata.
12
aprile 2030, in serata
Le
mie mamme non saranno mai vecchie – ridacchiò Sofia, mentre si intratteneva con
Milo e i due Dallas.
Quando
avranno i capelli bianchi si – rise Oliver guardando suo padre che gli fece il
verso.
Si
sfotti Ollie – lo guardò – Posso ancora rincorrerti – disse scattando e il
ragazzo prese la via della piscina, ridendo a crepapelle. Tutti seguirono
guardando la scenetta, tanto stavano crescendo i loro figli, tanto avanzavano
di età anche loro.
Siete
tutti belli lo stesso – sorrise la piccola mascotte guardandoli.
E
tu sei un cignetto dolcissimo – Lana la prese in braccio sbaciucchiandola –
Dovresti controllare le due tigri cucciola! – e la bambina seguita da Milo,
andò in casa ad accertarsi che Hook e Hood non facessero danni.
Sembra
si stia guastando il tempo – Rebecca guardò il cielo grigio.
Rientriamo
quello che potrebbe bagnarsi? – chiese Mark e si adoperarono gli uomini.
Passarono ugualmente una bella serata, anche se fuori pioveva, i bambini si
divertirono a stare con i genitori, con i nonni di Sofia e risero e scherzarono.
A fine serata Sofia aveva insistito perché andasse a casa di zia Bex, per la
notte e le mamme non avevano obiettato, trascorrevano del bel tempo insieme,
nonostante la differenza di età.
Lana,
tesoro? – Jen era incuriosita dal fatto che sua moglie fosse da minuti
interminabili nella loro camera, avevano deciso di passare un fine serata
tranquille a guardare un film. Quando però la rossa sollevò il naso dal libro
che aveva tra le mani, le crollò la mandibola. Sua moglie stava indossando, un
suo trench, e sperò che lì sotto non avesse nulla: se era quello il suo regalo,
ringraziava il fatto che la loro piccola non ci fosse.
Buona
sera signora Morrison, un brutto tempaccio lì fuori – disse tenendo le mani
nelle tasche della giacca, legata in vita con una cinta.
Davvero
pessimo – la guardò non capiva perché aveva il cuore a mille, Lana era sempre
stata una donna dalle mille provocazioni, ma quella era decisamente la migliore.
Indossava degli stivali alti neri di vernice, le arrivavano fino al ginocchio,
e già quello era un dato di fatto, poi quello sguardo tipico “sei sexy naturalmente
e nemmeno te ne accorgi”, mandò in brodo di giuggiole Jen. La moglie la osservò
dal punto in cui era fermata e si leccò le labbra in maniera spontanea.
Vuole
che le mostri il suo regalo? – sorrise facendo accenno ad aprire l’impermeabile
a righe. La rossa ormai priva di ogni facoltà mentale, annuì, era rimasta seduta
sul divano ad ammirarla. La mora non tardò ad aprire molto lentamente il capo d’abbigliamento,
lasciando ancor di più sua moglie a bocca asciutta.
Cavoli
– la festeggiata guardò quello che aveva davanti. O meglio cosa non aveva: un
reggiseno di cinghie, anelli e borchie avvolgeva il petto della mora, il
pantaloncino o culotte che indossava erano in pelle e lasciavano slanciate le
sue gambe, le avrebbe baciate per tutto il tempo.
Piace
quello che vede? – si sfilò con nonchalance il trench poggiandolo sulla
poltrona lì vicino, ancora una volta Jen rimase a bocca asciutta stringendo tra
loro le gambe – Problemi? – chiese maliziosa la mora avvicinandosi ancheggiando
verso di lei.
No,
sei solo sexy da togliere il fiato – riuscì a rispondere mettendosi in piedi –
Sei il regalo più bello, come sempre – sorrise sfiorandole i fianchi con le
dita – L’hai conservato per me!
Ogni
cosa fatta in passato riguardava te, Jen – sfiorò appena le sue labbra – Ti amo
– la guardò per qualche istante negli occhi.
Sei
sempre una scoperta – sorrise sulla pelle del suo collo – Ti amo tanto anche io
– sollevò il viso e le sfiorò il mento con le dita – È così facile scartarti
adesso, ma non so comunque da dove iniziare – sussurrò. La mora senza dire
altro, le si mise di spalle.
Apri
le cinghie – sorrise appena voltandosi con il viso e sentì presto le dita
affusolate di Jen sfiorarle la pelle delle spalle e allargare la stretta. Lasciò
che sua moglie si godesse il suo profumo, che le baciasse il collo, pian piano
che sfilava l’intimo accattivante, che abbandonò i suoi globi, poco dopo. Percepì
le mani della rossa, toccarle i capezzoli e i palmi massaggiarli, la testa finì
per forza di cose sulla spalla dell’altra. Ancora le mani percorsero il suo
addome, massaggiandolo piano, e lei dovette d’istinto portare, una sua mano sotto
la magliettina bianca, a sfiorarle quegli addominali così scolpiti da fare invidia.
Era ancora troppo vestita per i suoi gusti, non poteva essere l’unica mezza
nuda, insomma. Così si voltò, afferrò i lembi della maglietta e la fece scorrere
sullo sterno, sfilandola dalle braccia allenate, levandola; reggiseno assente
ovviamente.
Provochi
– sussurrò sulle sue labbra e sentì la lingua sfiorargliele e acconsentì all’accesso
– Jen – quel contatto e il loro sfiorarsi di seni, le fece sentire una scarica
lungo la spina dorsale.
Lascia
che scarti per bene il mio regalo – disse chinandosi a baciarle il collo
portando una mano a sfiorarle i capelli e la nuca. La mora sorrise e prese a
percorrere con le dita le braccia di Jen e poi il suo seno. La vide
inginocchiarsi, baciandole l’addome, portò le mani a sfiorarle i glutei appena
scoperti e poi con estrema lentezza, le calò l’ultimo pezzo di tessuto che
indossava. Lo spettacolo fu lo stesso, perfetto come sempre. Certo il divano
sarebbe stato comodo, ma le ginocchia di Lana cedettero a quell’immagine e si
accovacciò a sua volta all’altezza di sua moglie, avvolgendole le braccia
intorno al collo. I loro seni e cuori si toccarono, e si sorrisero sentendo i
battiti e il movimento provocato dal respiro accelerato, Lana portò le mani ai
glutei di sua moglie, palpando il sedere sodo.
Meraviglia
– sorrise.
Il
tuo lo è di più – sorrise prendendolo a coppa.
Devo
toglierti il pantalone – mordicchiò il suo mento e la rossa lo fece per lei. Erano
completamente nude, guardandosi negli occhi intensamente, iniziarono a sfiorarsi
nel punto importante. Il respiro accelerò ancora quando da un lieve tocco, le
dita di entrambe scivolarono come nulla tra le loro pieghe accaldate ed umide.
Gemettero una sulle labbra dell’altra e se potevano si persero nella profondità
dei loro occhi, ansimando i loro nomi. Giunsero dopo vari minuti a trattenersi,
per un orgasmo intenso, al limite, lasciandosi andare assieme. E quella fu la
prima sessione di una notte fatta di bollente passione, di labbra affamate e
combattive tra loro, mani che agguantavano quanta più pelle si potesse, occhi e
sospiri che esprimevano quanto di più intenso ci fosse tra loro.
Immagino che il capitolo si commenti da solo, restate sintonizzati se volete sapere cosa succede nel prossimo. Xoxo
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Capitolo 7 *** Concerns ***
7Concerns
7
Quel
mattino si era svegliata con una strana sensazione addosso, non ci aveva dato
troppo peso e si era diretta in cucina a preparare la colazione. Era felice di
essere ancora lì a Los Angeles, per uno slittamento di spettacoli, non sarebbe
tornata subito a New York. Le due donnine si erano svegliate con molta calma e
l’avevano aspettata in soggiorno, il suono del suo telefono la riportò alla
realtà, dato il perdersi nei suoi pensieri, quando guardava Jen assieme a
Sofia.
Pronto?
Bex ciao tesoro! – rispose.
Lana?
Devo dirti una cosa – disse la donna oltre l’altro capo – Milo ha la varicella!
– la mora se poté, sbiancò, fissò lo sguardo in quello di sua moglie che la
stava guardando in attesa – Non mi sono accorta di nulla, scusami! – continuò
nonostante il silenzio.
Non
scusarti, mica è colpa tua – disse sincera e la salutò. Nel frattempo, la rossa
le era andata accanto.
Che
succede? – chiese portandole una mano sulla spalla, preoccupata per il viso della
mora.
Tu
l’hai avuta la varicella? – la guardò.
Sì
perché? – chiese.
Potrebbe
averla presa Sofia – sussurrò – Milo ce l’ha!
Amore,
tutti i bimbi la prendono, è normale! Su non farne una tragedia – le accarezzò
i capelli.
Sai
che detesto che stia male – ammise – Tu hai notato nulla? Petto o schiena? –
chiese.
A
dire il vero ho notato qualcosa, la stavo monitorando, forse l’hanno presa al
suo compleanno, sarà brutto l’inizio, ma poi starà bene – disse baciandola tra
i capelli.
Che
succede? – chiese Sofia ignara di tutto.
Avrai
la varicella, cignetto – disse beccandosi una gomitata nello stomaco dalla
moglie.
Jen?
Ti sembra il modo? – la trucidò con lo sguardo.
Cosa
è? Una cosa brutta? – chiese incuriosita e spaventata allo stesso momento.
Niente
paura piccola, solo delle macchiette sul tutto il corpo!
Sei
incorreggibile Morrison, davvero! – disse prendendo la piccola in braccio – Non
ti preoccupare, ti metteremo sotto le coperte, starai al caldo, la faremo
sfogare tutta e starai subito meglio – disse premurosa.
E
mangeremo gelato e torta di carote – sorrise Jen andando loro dietro.
Sofia
era proprio figlia delle sue mamme, nonostante si fosse costellata di
vescicole, e il prurito non l’aveva abbandonata un attimo, con l’amore delle due
stava sopportando bene la malattia.
Mamma
Jen si preoccupava di non farle mai mancare il sollievo quando il prurito era
fastidioso sui palmi delle mani e le piante dei piedi, sempre pronta con il
borotalco, perché le pomate che invece applicavano sulla parte restante del
corpo potevano ungere. Mamma Lana invece si prodigava a cucinare e a tenere
sempre al caldo la sua piccolina, unita alle coperte e al calore corporeo di
sua moglie.
Per
alleggerire la tensione, a fine giornata, si ficcavano tutte e tre nella tenda
da campeggio di Sofia, avvolte delle coperte, tutte abbracciate a guardare
cartoni animati educativi. Jen sgattaiolava spesso e volentieri a recuperare
pezzi di torta di carote, cospargendole di panna, per Sofia poteva rinunciare
alla sua linea per qualche tempo.
Ops
che sbadata – Jen volontariamente sporcò la punta del naso di Lana con della
panna.
Sei
un disastro – la guardò male.
L’ho
fatto apposta su – le fece l’occhiolino e quanta panna avevano sparso insieme.
Piantala
– disse incrociando le braccia al petto – Non provocare!
E
chi lo fa – ridacchiò leccandosi le labbra, questo tutto sotto lo sguardo
confuso di Sofia.
Che
fai mom? – disse guardandola e Jen arrossì come un’adolescente, beccata a
flirtare.
Io
nulla, parlavo con la mamma! – sorrise in imbarazzo.
Questa
è una cosa da grandi e ci sono io non dovresti – la rossa sentì il risolino
trattenuto di Lana e sbuffò.
Chi
ti ha parlato di queste cose? – chiese incuriosita.
Hugo
– sorrise – Dice che un giorno ha sentito rumori strani dalla camera di zio
Josh e zia Gin, così Oliver gli ha detto che facevano cose da grandi – le due
donne sbiancarono e arrossirono in momenti ravvicinati, guardandosi.
Gli
faccio il pelo – disse guardandola e accertandosi che Oliver, non traumatizzasse
la bambina.
Jen,
rilassati! -sorrise – Sofia, mamma stava solo sorridendo felice a me, le cose
da grandi di cui parlava Oliver, non sono queste e…
E
fidati che siamo più discrete dei Dallas – disse la rossa.
Discrete?
– chiese incuriosita.
Silenziose
– spiegò la mora – E non devi preoccuparti, sei piccola per sapere! Un giorno,
più in là, te lo spiegheremo io e la mamma, senza andare in panico – le fece un
occhiolino – Su torniamo a guardare Frozen, uhm? – prese il telecomando e avviò
nuovamente il film.
Bimbi
in bici
Trascorrere
il tempo con i cugini era bellissimo per Sofia. Dopo essersi ripresa dalla
varicella, come anche Milo, era arrivato il momento di riprendere la
bicicletta. L’unica cosa che faceva sentire la piccola, un po’ esclusa, non
perché fosse femminuccia, era la velocità delle bici degli altri cuginetti
acquisiti: Oliver, Hugo e Milo, capì dunque che erano le rotelle a rallentarla.
Mom?
– chiese quando furono entrambe sedute a tavola a consumare il pranzo – Tu sai
andare bene in bici?
Sì,
perché me lo chiedi? Vuoi andare in bici con me, questo weekend? – chiese.
Voglio
imparare ad andarci senza rotelle! – disse determinata, ma non sapeva
smontarle, aveva bisogno della mamma tutto fare.
Sei
sicura? – chiese, oh conosceva quello sguardo, determinazione e cocciutaggine,
un mix letale di Lana e sé stessa – Okay! Dopo il pisolino? – chiese, sperando
che dormisse almeno un po’, ma la piccola sembra aver già deciso che quel
giorno non l’avrebbe fatto.
Sì,
niente pisolino, bici e via le rotelle – disse guardandola fiera.
Okay
cignetto! Poi mandiamo una foto alla mamma okay? – le accarezzò il viso
dolcemente e continuarono a mangiare.
La
piccola Sofia era cocciuta, nonostante, le cadute, si era sempre rialzata.
Aveva bene a mente le parole che le mamme le avevano detto nel Wyoming, era un
portento nell’ascoltare. Anche dopo aver deciso di togliere le ginocchiere, e
quando cadendo si era sbucciata il ginocchio, aveva trattenuto le lacrime e si
era messa in sella nuovamente. Jen l’aveva osservata per giorni, stando attenta
a che non si facesse troppo male, era una temeraria, come lo era sempre stata
Lana, le somigliava moltissimo.
Ahia
– Sofia questa volta sembrò essere caduta molto male, sempre su un ginocchio.
Ehi
cignetto – era scattata immediatamente verso di lei – Ahia, questo è brutto,
non dovevi venire così vicino – la guardò.
Poi
tu non mi vedevi senza occhiali – la guardò con le lacrime agli occhi.
Amore
ho le lenti, e poi non sono così talpa, oddio dove è la mia Sofia – disse
fingendo di non vederla, sentire la piccola ridere le fece capire che non era
poi così grave, ma andava disinfettato tutto – Aspetta qui! Questo ha bisogno
di un cerotto – la lasciò seduta sull’aiuola di casa, recuperò il kit del
pronto soccorso e andò da lei.
Dottoressa
Morrison – rise Sofia guardandola.
Esatto
– la baciò sulla fronte e si prese cura di quel taglietto, non profondo ma
particolarmente bruttino.
Brucia
mamma – disse facendo una smorfia.
Passa
subito, cignetto! – sorrise e continuò fino ad applicargli un cerotto.
Perché
è bianco? Ci fai un disegno? – sorrise guardandola.
Mamma
Lana è quella brava con i disegni – ammise.
Fai
lo stampo con il rossetto? – chiese.
Certo,
questo riesco – ridacchiò, rientrarono dentro casa e andarono in bagno. Jen la
sedette sul bordo della vasca e si applicò il rossetto e poi stampò un bacio
sul cerotto.
Così
passa prima – dissero assieme le due, sorridendosi -Ti va di fare la foto in
bici?
Per
oggi sono stanca! – scese dal bordo e andò verso il cortile – Però si la foto
va bene, per noi e la mamma – riprese la bicicletta caduta e si mise su,
poggiando un piede per terra. Jennifer sorrise scattando una foto alla piccola
da sola e poi una insieme, che mandò a Lana. Il trillo del telefono non tardò a
risuonare nella stanza.
Pronto?
Cosa? Rilassati, Lana, respira è solo un ginocchio sbucciato, su – disse
guardandola nello schermo.
Mama,
ciao, hai visto che belle labbra mi ha fatto mom? – chiese indicandole il
cerotto.
Cignetto,
ti fa tanto male? Sei caduta dalla bici? – disse allarmata.
Mama,
calmati! È tutto okay, mamma mi ha dato un bacino – sorrise – Passa prima! –
disse con lei la madre.
Va
bene cucciola mia, senti quando torno andiamo a fare acquisti per la scuola? Ti
va? – le sorrise affabile.
Non
voglio il solito zainetto, voglio una cosa fantastica – disse – Aspetta – corse
in cameretta sua.
Dove
va? – chiese a sua moglie – Jen almeno il caschetto la obblighi a metterlo?
Certo
che lo mette, adesso l’aveva tolto! – sorrise alla moglie.
Eccomi,
guarda mamma, non è bellissimo? – sul foglio c’erano i ritagli di vecchie
riviste, o forse erano immagini stampate, con tutte le versioni della regina
cattiva di Biancaneve, inclusa quella interpretata da Lana.
È
fantastico amore, l’hai fatto tu? – sorrise.
Si
mamma, perché cattivi non si nasce ma si diventa, e ogni cattivo ha un motivo
se lo è diventato! Posso avere uno zainetto così? I tuoi amici della boutique
possono disegnarlo per me? – la guardò speranzosa.
Mi
vuoi rubare il lavoro, cignetto? – sorrise – Una piccola imprenditrice, sei –
rise con la sua voce cristallina.
No,
voglio fare la veterinaria da grande – guardò i due gatti.
Uhm
bella idea! – sorrise Lana – Adesso amore devo andare, oggi è il penultimo
spettacolo, quando torno nel weekend sono tutta vostra.
Grazie
eh – scherzò Jennifer guardandola – Buon lavoro, a sabato amore.
Vi
amo, fate le brave – sorrise e mandò loro un bacio volante.
Anche
noi mama – dissero assieme e chiusero.
Ed
eccoci qui, varicella, ginocchia sbucciate, mamme preoccupate e forse
una probabile carriera per Sofia? Cosa ne pensate? Alla prossima xoxo
|
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Capitolo 8 *** Sea, Zoo and Aquarium ***
8 Sea, Zoo, Aquarium
8
Finalmente
l’estate era arrivata, Sofia poteva godersi le sue mamme tutte per sé, giocare
con loro e i nonni; le vacanze erano decisamente iniziate per la sua famiglia.
Percorse
la passerella in spiaggia, mano nella mano con mamma Lana, arrivando al loro
ombrellone, quasi vicino alla riva ma non troppo, come preferivano da sempre.
Jen le raggiunse poco dopo con il carico di giochini che i suoi le avevano
reso, certamente più utili a Sofia e non ad occupare una soffitta.
Mom?
Vuoi una mano? – chiese dolcemente la piccola, che portava il suo set di secchiello
e altro.
Sono
forzuta, ricordi? – ridacchiò Jen facendole un occhiolino.
Shi
– sorrise di conseguenza quando si sistemarono – Mama come si chiama questa
spiaggia? – chiese.
El
Capitan State Beach, piccola – sorrise sfilandosi il copricostume, incurante
del fatto che sua moglie le fosse praticamente dietro.
Come
Hook? - ridacchiò la bambina guardando
la faccia di mamma Jen – Stai bene mom? – chiese ancora.
Uhm?
Io? Sì, fa solo un po’ caldo – disse togliendosi la magliettina chiara e poi
sfilò il pantaloncino, Lana ridacchiò sotto i baffi: Jennifer si imbambolava
ancora a guardarla, e poteva solo che farle piacere.
Ci
sono di nuovo gli amichetti! – sorrise Sofia felice.
E
potrai giocarci, cignetto! Però prima la crema, su vieni – disse la rossa,
invitandola ad avvicinarsi e la bambina si lasciò spalmare la protezione
solare; dopo sempre sorridente si avvicinò ai bambini che erano vicini, intrattenendosi.
Sempre
socievole, il nostro cignetto – sorrise Jen stendendosi sul suo lettino, mentre
Lana prendeva l’abbronzante.
E
tu ancora mi sbavi dietro! – ridacchiò spalmando la lozione.
Vuoi
una mano per la schiena? – chiese mentre la moglie già si sedeva dove lei era
sdraiata – Vuoi mettere la moglie sexy che ho? – disse muovendo la mano sulle
sue spalle.
Grazie
amore – si voltò e la baciò dolcemente – Ti amo, e sono felice che hai organizzato
la giornata allo zoo e al parco.
Scherzi?
So che questo è un periodo che sei impegnata con la boutique e Sofia ti ha dato
quell’ idea, e sono strafelice che tu voglia prendere la palla al balzo per i
20 anni di Once – sorrise accarezzandole il viso – Dio sono vent’anni che ci
conosciamo amore mio – la guardò.
Ehi
non farai la sentimentale adesso, vero? – disse sfiorandole il mento.
Faccio
la dura solo per Sofia, perché vedi? – disse indicandole la piccola con
l’amichetto di spiaggia – Devo per forza essere gelosa!
Perché
credi che io non lo sia? – la guardò – Di entrambe sempre!
Vale
lo stesso – disse accarezzandole la guancia e posò le labbra sulle sue – Ti amo
tanto! Aspettiamo i miei e tua mamma?
Shh,
Sofia non lo sa che ci sono: sorpresa! – ridacchiò – Guarda! – le indicò David
andare dietro a Sofia, quatto quatto.
Mi
scusi signorina? – l’uomo ticchettò un dito sulla spalla della piccola, che
voltandosi si buttò tra le sue braccia.
Nonni,
siete venuti! – ridacchiò tenendolo stretto e guardando le due donne.
Certo
– dissero Dolores e la mamma di Jen.
Mamme
– salutò gli amichetti e mano nella mano con il nonno andò da loro – Lo
sapevate?
Sorpresa
– ridacchiò Lana prendendola sulle gambe e lasciò Jen coccolarla.
Tesoro,
abbiamo trovato questo – chiese la madre di Jen porgendole un Jumbo Speed.
Non
ci credo, esiste ancora – disse la rossa guardando quel gioco da spiaggia.
Cosa
è mom? – chiese curiosa la piccola.
È
un gioco impegnativo, ma troppo divertente! – sorrise guardando sua moglie che
se la rideva – Ehi, vieni forza! – incitò la figlia a giocarci – Allora quando
questo ovale è dalla tua parte, tu allarghi forte le braccia per farlo arrivare
a me, okay? – la guardò dolcemente. Iniziarono con qualche difficoltà della
piccola, che diceva di non avere forza.
Forza
con quelle braccia, cignetto – la incitò.
Mom
non ho la tua forza, tu ti alleni – la guardò.
Uhm
la forza non è solo nei muscoli cucciola – sorrise – Dai riproviamo!
Pian
piano la piccola riuscì a far arrivare il bolide da lei alla mamma e giocarono
per un po’, poi Sofia concesse il posto alla mama e si preparò per andare a
fare il bagnetto con le nonne.
Non
tardate a venire a fare il bagno – sorrise la piccola e le donne ridacchiarono.
Sofia
dorme con tua mamma, e tu vieni da me? Ruffiana – l’accolse tra le braccia,
mentre erano stese sul lettino circondato dai teli per non far filtrare il sole
dell’ora di punta.
Non
lo sono – fece il labbruccio – Voglio le coccole di mia moglie.
Uhm
solo perché hai fatto così – le solleticò il mento – Che dici posso baciarti?
Non ci vede nessuno – ridacchiò.
Tutti
i baci che vuoi, amore mio – sorrise e l’altra infranse le sue labbra sulle
proprie.
Zoo
of Los Angeles
Sia
chiaro io la sezione dei rettili non la guardo! – disse Lana tenendo per mano Sofia,
mentre la piccola, teneva l’altra in quella di Jen.
Mama,
ma ci sono le tartarughe, sono carine quelle – disse mentre camminava in mezzo
a loro e sorrideva di essere nuovamente allo zoo. Le mamme ce l’avevano portata
quando era più piccola, ma non aveva molti ricordi, anche se già diceva di
voler fare la veterinaria.
Okay,
ma se tua mamma mi fa qualche scherzo la strozzo, sei avvertita – trattenne una
risata.
Disse
la Regina Cattiva! – la rossa la guardò fintamente scioccata.
Mama
il mio zainetto è pronto? – chiese guardandola alzando il viso, incuriosita.
Il
tuo è prontissimo, sai la mamma vuole fare una cosa molto bella per i 20 anni
della serie, che ne pensi? – sorrise.
È
passato già tutto questo tempo? – chiese – E cosa vuoi fare? – si arrestò e la mora
si chinò alla sua altezza.
Beh,
ho pensato di fare delle maglie e altri accessori con la tua idea dei
personaggi – spiegò.
Mi
piace un sacco! Però poi tutti avranno lo zainetto uguale al mio! – la scrutò.
Niente
affatto, quell’idea è solo tua! Il resto ce lo inventiamo insieme ti va? –
chiese tenendole le mani.
Sì,
facciamo il collage? – sorrise e la mamma le sorrise baciandola sulla fronte.
Uh,
guarda Sofia, i fenicotteri! – sorrise Jen indicandoglieli nel recinto – Sai che
nascono bianchi e diventano rosa, perché mangiano un’alga di colore rosso? - spiegò.
Forte!
– disse avvicinandosi ad osservarli - Che bello, il becco è curvo!
Ci
sono tanti colori qui – sorrise Lana tenendo sempre la mano della piccola – Guarda
il tucano, Sofi – glielo indicò.
Ci
sono falchi, aquile, pavoni – disse Jen aprendo la cartina con l’itinerario da
seguire.
I
pappagalli sono i più colorati – Sofia si incantò a guardarli e sentirli.
Sono
bellissimi e intelligenti sai? – Jen spiegò ancora qualcosa, leggendo la guida,
se la loro bambina fosse voluta diventare una veterinaria, sarebbe stato bene
procurarsi i libri giusti, che la incuriosissero sempre.
Guarda
come volano – Lana strappò la piccola dalla sua trance.
Lana
o andiamo, anche gli anfibi ti fanno paura? – la guardò Jen ridacchiando.
Non
ho avuto una bella esperienza con quelle in laboratorio – disse cambiando colorito.
Okay,
aspettaci dai mammiferi, arriviamo – sorrise prendendo la mano di Sofia e guidandola
per l’itinerario.
Ho
preso qualcosa da bere – sorrise quando le vide raggiungerla – Piaciuti?
Sì,
hanno la pelle viscida – ridacchiò la piccola guardando la faccia contrariata
della mama.
Okay
ci credo – tirò un sorriso.
Che
strana volpe – disse Sofia guardando quell’animale con le orecchie grandi.
Come
sapevi fosse una volpe, cignetto? – sorrise Jen leggendo.
Beh,
ha la faccia appuntita, ma le orecchie…
Sono
a forma di pipistrello – spiegò.
Mama,
Re Julian – ridacchiò Sofia, guardando il lemure che le fissava con gli
occhioni grandi e gialli.
Maestà
– rise Lana con la piccola, facendo un piccolo inchino.
Osservare
tutte le specie di scimmie, incuriosì molto la piccola che le osservò
attentamente, mentre le sue mamme si concedevano una passeggiata, tenendola
sempre d’occhio.
Credo
davvero che sarà il suo lavoro – ridacchiò Lana tenendo per mano sua moglie –
Stai bene? – la guardò.
Solo
un po’ di mal di testa, ma passerà, guardala come è felice – mostrò Sofia, nel
suo sorriso contagioso.
Grazie
a te – le diede un bacio sulla guancia – Grazie infinite!
Non
devi ringraziarmi, stiamo passando una giornata tra la natura e sono felice che
vi stia piacendo.
Mom
questo cosa è? – chiese Sofia ferma a fare la linguaccia ad un animale con gli
zoccoli.
È
un pudu, e credo che ti stia rispondendo alla linguaccia – trattenne una risata,
mentre Lana scattava una fotografia.
Pranzarono
all’ora in cui tutte e tre avvertirono il senso di fame, poi si spostarono per
andare all’ Aquarium of Pacific, altro posto che Sofia non vedeva l’ora di
visitare. Lì le raggiunsero, zia Julia e zio Daniel, con le famiglie. Avrebbero
partecipato agli spettacoli, erano dei momenti belli da passare tutti assieme,
nonostante i figli dei suoi fratelli fossero più grandi di Sofia, non era mai
mancato l’affetto.
Jen
cos’ha? – chiese Julia, prendendo a braccetto sua cognata.
Dice
di avere mal di testa, sono certa ci sia dell’altro e che non sia ancora pronta
a dirmelo, sai com’è tua sorella – disse tenendole la mano.
Una
testona – rise – Preoccupazioni?
Sicuramente,
è le accentuano il mal di testa, come sempre! – ammise
Ehi,
sono gelosa – disse Jen sorprendendole alle spalle e dando loro delle bottigliette
d’acqua.
Chiedevo
a Lana cosa facesse per il suo compleanno – sorrise prendendo il contenitore.
Non
vuole festeggiare – la guardò.
Voglio
solo fare una cosa carina, niente di che, stare con la mia famiglia! – fu sincera.
E
poi in camera da letto con mia sorella – sussurrò Daniel interrompendole mettendosi
buffamente con la testa tra le spalle delle due, beccandosi un buffetto affettuoso
di sua cognata.
Possiamo
tenere noi Sofia, se volete passare una serata romantica – disse Eleanor.
Vedremo
di prendere in considerazione questa offerta – Lana fece un occhiolino a sua
moglie. Aveva già in mente ti portarla in un posto carino e rilassante e passare
almeno una nottata e giornata solamente con lei.
Non
ci fu, uno spettacolo che a Sofia e ai suoi cugini non piacque. Gli animali
marini erano qualcosa che aveva sempre stupito tutti e la cosa non poteva che
essere apprezzata, con applausi rumorosi e soddisfatti. La giornata andava concludendosi
e la piccola iniziava ad accusare la stanchezza, così Jen la prese tra le braccia,
coccolandola.
È
stato bellissimo come sempre – disse Jen salutando tutti, tenendo una mano
sulla testa di Sofia, mentre si porgeva.
Quando
saprai cosa fare per il tuo compleanno, chiama – Daniel, punzecchiò ancora Lana.
Dopo i primi attriti, erano diventati molto più rilassati, e si parlavano e scherzavano
tranquillamente.
Certo
sarai il primo a saperlo – lo abbracciò, ed ogni famiglia si diresse alla
propria auto. Jen sistemò la piccola nel posto posteriore e poi abbracciò Lana,
guardandola.
Ehi,
sto bene! Non devi preoccuparti – sorrise accarezzandole il viso – Il mal di
testa è passato, avevo solo bisogno di staccare un po’!
Qualsiasi
cosa ci sia, puoi dirmela, quando ti è più comodo – disse accarezzandole le
braccia.
Lo
so amore mio, lo so – sorrise e si porse a baciarla dolcemente.
Il
mare ispira sempre qualcosa di piacevole! Spero che il capitolo vi
piaccia, aspetto vostre emozioni e giudizi! Alla prossima xoxo
|
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Capitolo 9 *** Elementary ***
9 Elementary
9
Mama
– Sofia accorse velocemente in salotto, dove la mora era intenta a leggere
qualcosa.
Tesoro
dimmi! – chiese mentre allontanava il tablet e sfilava gli occhiali da sul
naso.
Sta
andando via! – si indicò il tatuaggio a forma di cigno con una corona sul capo.
Sofia
– sorrise allargando le braccia per prenderla a sé – È un tatuaggio temporaneo,
è normale stia andando via! – spiegò accarezzandole il braccio.
Non
è come i tuoi e quello della mamma? – chiese ancora.
Beh,
no, quello come me e la mamma te lo potrai fare solo dopo il diciott’anni! –
disse seria.
Devo
aspettare così tanto? – la scrutò mentre giocava con la sua collana.
Sì,
e la mamma non deve sapere di questo accordo tra me e te – ridacchiò.
Avete
litigato di nuovo tu e la mamma? – chiese guardandola fissa negli occhi. Jen
era andata via da qualche giorno e non aveva avuto un attimo di tregua a
lavoro.
Non
abbiamo litigato! Perché pensi questo? La mamma è andata a New York per un
breve lavoro, tornerà tra qualche giorno, tranquilla – spiegò.
Non
ci chiama mai! – disse seria – Ci sarà quando inizierò la scuola?
Non
si perderebbe questo giorno per nessuna cosa al mondo! – poggiò la propria
fronte a quella della figlia e la guardò dolcemente.
Jennifer
era rientrata qualche giorno e aveva cenato con le sue donnine, poi si era chiusa
in garage, doveva fare una cosa che aveva detto avrebbe fatto, ma non era
riuscita. Quando Lana mise a letto una Sofia stanchissima, raggiunse sua moglie
in garage, entrando piano. La rossa era china, con il sedere in mostra avvolto
in quell’assurda tuta blu che le ricordava Michael Myers e un video del 2020 di
Jen. Le si ritorse un po’ lo stomaco al ricordo e rimase a fissare un punto sulla
parete, non facendo caso che la moglie si fosse accorta della sua presenza e la
stava richiamando.
Lana,
tesoro ehi? – le si era avvicinata preoccupata – Ohi? – solo quando Jen le
sfiorò la guancia, la donna si riprese dalla trance e la guardò negli occhi –
Stai bene?
Uhm
si sì! – disse mentre si godeva quel tocco.
Sicura?
– la baciò appena sulle labbra – Hai una faccia!
Sono
solo stanca! Cosa combini? – chiese per cambiare discorso.
Avevo
promesso di sistemarti la bici, le giornate sono buone, possiamo andarci ancora
con Sofia, prima che inizi la scuola – spiegò e lasciò che si sedesse su una
poltrona.
Grazie,
ma potevo portarla dal meccanico – sorrise.
Beh,
non è difficile come operazione – si girò tra le mani una chiave inglese –
Lana, se non stai bene, puoi dirmelo, o se qualcosa ti turba…
È
quella tuta! – la guardò e la rossa si osservò l’indumento.
Cosa
ha che non va? – la guardò – Puzza? – si odorò sotto le ascelle giocosamente.
Mi
ricorda il duemila venti…E quello che non ho fatto allora! – ammise.
Lana,
di cosa stai parlando? – la guardò restando in attesa.
Avrei
dovuto essere più coraggiosa e, beh non lo so – gesticolò infastidita -Forse
avrei dovuto fare apertamente una dichiarazione, dei sentimenti che provavo per
te! E toglierti da quella morsa… – Jen sorrise e le si inginocchiò davanti.
Ehi?
– le prese le mani – Non è colpa di nessuno! La sciocca ero io allora, e avrei
dovuto essere io più coraggiosa. Se ci penso adesso tu, mi hai aspettata per –
fece un calcolo mentale – 6 anni? E mi hai tolto dalla morsa di me stessa! Ne abbiamo
già parlato, sei la donna più straordinaria che conosca, e ti amo, ieri oggi e
domani! – sorrise baciandola dolcemente – E poi potevi dirmelo che questa – prese
a far scendere la cerniera della tuta e sfilarsi le maniche, mostrando al disotto
una canotta bianca, proprio alla “Emma” – Ti creava disagio! – lasciò che la parte
superiore dell’indumento cadesse penzolante, sulla restante. Lana si morse il
labbro, notando i capezzoli far timido capitolino sotto il tessuto bianco, e
presi i bordi della canotta tra le dita, attirò a sé la donna.
Uhm
mi stai provocando Morrison? – sorrise guardandola da distanza ravvicinata, con
i profili vicinissimi.
Potrebbe
essere, questo vestitino nero con bottoni, anche a me ricorda il duemila venti –
disse sollevandolo sulle cosce e accarezzando la pelle, mentre si sistemava in
quello spazio, non perdendo il contatto visivo con sua moglie. Al sussulto della
mora, le sfilò le mutandine, senza scoprire niente di più.
Vuoi
farlo qui? – disse accarezzandole la nuca.
Speravo
che venissi qui – disse sfilandosi la restante parte di tuta e si avvicinò al
bacino di sua moglie.
Oddio
Jen – sussultò e la guardò con uno sguardo lussurioso ma sorpreso – Avevi pensato
a tutto! Non l’abbiamo mai fatto così!
Non
credi che ci sia sempre una prima volta? – chiese muovendosi appena.
Porca
miseria sì – gemette – Prendimi allora amore! – disse affogando in un bacio disperato
e sentendo una nuova sensazione, alla moglie che indossava qualcosa che avrebbe
scaldato la serata, in modo diverso, ma non per questo meno intimo e amoroso.
Qualche
settimana dopo, primo giorno di scuola di Sofia
Sofia
era la bambina più felice in quel momento: aveva il suo fantastico zainetto
personalizzato e le sue mamme che tenendola per mano la stavano accompagnando
al suo primo giorno di scuola elementare. La piccola aveva abbandonato da un po’
le codine, lasciando spazio a capelli mossi e tendenti al castano scuro, con
riflessi rossi. Aveva solo un piccolo fermaglio a tenerle gli occhi scoperti,
guardò ad alternanza le sue mamme, mentre entravano nell’edificio. Il ritrovo
era presso la grande palestra del Castle Heights, dove il dirigente scolastico
avrebbe smistato i bambini nelle loro classi.
Proprio
come ad Harry Potter – bisbigliò Jen guardando Sofia.
Cosa
è? – chiese la figlia.
Presto
ne faremo una maratona amore – sorrise accarezzandole il viso.
Sofia
Morrison-Parrilla! – quando le tre sentirono il nome pronunciato dall’uomo, le
mamme salutarono la piccola che si avviò presso il gruppetto di bimbi che avrebbe
costituito la sua classe.
Se
solo penso che qualche anno fa fosse un fagottino – sorrise Jen stringendo
teneramente la mano di sua moglie Lana.
Ti
serve un fazzolettino amore? – la prese in giro bonariamente, perché solo Sofia
riusciva a farla commuovere. Se solo avesse pensato a cosa sarebbe successo al
matrimonio di Sofia, rideva già mentalmente! – Saluta, non ti far vedere
fragile – le sussurrò mentre Sofia, mano nella mano con una sua amichetta, con
cui aveva frequentato l’asilo, seguiva la coda dietro la maestra.
Prendi
pure in giro, anche tu hai pianto stamattina davanti allo specchio! – ridacchiò
salutando la piccola con la mano.
Come
fai a saperlo? Eri sotto la doccia! – la guardò scioccata.
Conosco
mia moglie! – sorrise dandole un bacio tenero sulla guancia e si avviarono all’uscita.
I
vestiti che indossano le due, è inevitabile che debbano avere
un'altra mia personale interpretazione no? Sofia ha iniziato la scuola,
che mi dite? Ironia della sorte la scuola scelta ha riferimenti proprio
a Once! Alla prossima xoxo
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