her brother

di OMGLARRY
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



 

«Entra pure, Harry.» Carly mi sorride cercando di mascherare il suo entusiasmo.

Faccio un passo in avanti e mi guardo intorno. La casa sembra spaziosa. È bella, mi piace.
La mia casa invece era molto più piccola di questa, ma ce la facevamo bastare. Mia madre faceva così tanti sacrifici per me e Gemma da quando mio padre era fuggito. Gemma sarebbe stata sicuramente entusiasta di vivere in una casa come questa, ma lei ora non c'è più, e non riesco a sorridere perché io ce l'ho fatta, lei no. Era la persona migliore che avessi mai conosciuto, così allegra. E mia madre era una gran donna. Quanto darei per sentirla di nuovo blaterare alla sette del mattino per svegliare me e Gemma...ho perso le due donne della mia vita. Come posso tornare a vivere senza loro?

Abbasso lo sguardo.

Non è più necessario nemmeno piangere, non cambierà niente. Loro non ci sono più, e io non posso fare niente per riaverle indietro.

«Che ne dici? Ehi? È tutto ok?»

Mi volto verso Carly e annuisco.

«Ok, ti faccio vedere la tua nuova stanza. Seguimi» ordina la mia ex infermiera guidandomi al piano superiore.

Entro nella mia nuova camera e accenno un sorriso. È carina. Le pareti blu si adattano perfettamente ai mobili della stanza.

Aspetta, ma perché ci sono due letti?

«Beh ho pensato che ti saresti sentito meglio a dormire con un'altra persona. Sai, non sembrava una buona idea portarti in camera mia, il mio ragazzo non sarebbe troppo felice se condividessi il mio letto con te, niente di personale ovviamente.E così ho pensato di metterti in camera con mio fratello minore, non è la simpatia in persona ma ti assicuro che non ti darà alcun fastidio. E poi ha 20 anni, è poco più grande di te, no?» Carly risponde alla mia domanda non formulata.

La fisso confuso.

«Intendi dire che non è simpatico?» chiedo.

Carly scoppia a ridere divertita.

«Non ti sfugge niente! È solo un po' chiuso, niente di più. Ma non parlarci troppo spesso. La cosa importante è che ti faccia compagnia, non è necessario che parliate o che diventiate amici.»

«Okay» annuisco insicuro.

«Hai fame?» domanda premurosa.

« Sì, credo.» 

Questa faccenda del compagno di stanza mi preoccupa un po'. Speriamo che sia  sufficientemente simpatico.

Carly ha organizzato una cena invitando i suoi genitori per darmi il benvenuto, c'è anche il suo ragazzo, Edward. Lucy, sua madre, sembra una donna adorabile. 

«E dimmi Harry, com'è Carly? È una buona amica?» si informa Lucy interessata.

Annuisco in imbarazzo.

«Che tesoro!» esclama Carly abbracciandomi stretto. A volte penso che mi abbia scambiato per una bambola.

La mia attenzione viene attirata dalla porta di casa che è appena stata aperta.

Un ragazzo piuttosto particolare fa il suo ingresso in cucina.

Non è molto alto, ha il corpo ricoperto di tatuaggi e un ciuffo castano che ricade sul suo viso dai tratti perfetti.

«Louis sei in ritardo, di nuovo!La cena è quasi pronta. Avanti, siediti» ordina Lucy severa.

La osserva impassibile e poi il suo sguardo si posa su di me.

Improvvisamente sento molto caldo e ho un groppo il gola; il cuore comincia quasi a far male, come se qualcuno mi stesse soffocando.

I suoi occhi azzurrissimi mi scrutano con attenzione, mi sento a disagio.

«Lou, lui è Harry. Il nostro nuovo coinquilino» mi presenta Carly gentilmente.

Lui mi osserva impassibile e poi si siede mentre la cena ha inizio.

A parte qualche domanda imbarazzante da parte di Lucy, la cena non è poi così terribile.

Mi ritrovo spesso a fissare il ragazzo dagli occhi più belli che io abbia mai visto, lui a volte se ne accorge e dopo avermi lanciato qualche occhiataccia torna con lo guardo rivolto a sua madre che non fa altro che parlare. Quindi lui è colui con cui dovrò condividere la stanza, non sembra per niente amichevole ma sono quasi felice che sia lui. Non mi fa paura. Sembra interessante. Per questo lo guardo curioso per tutta la sera.

Quando la serata finisce e gli invitati se ne vanno sono circa le 23.00.

Sto salendo le scale, quando le voci di Carly e suo fratello mi incuriosiscono. Per questo mi avvicino alla porta del salone e origlio la loro conversazione.

«Perché dovrei condividere la stanza con un moccioso?»

«Lou, ha avuto un passato difficile!Non è così male,credimi.» 

«Voglio la mia fottuta stanza!»

« Infatti la possiedi già, solo che ora hai un compagno di stanza.»

« Perché non lo metti con te, cazzo?»

«Sai che Edward farebbe storie, è geloso.»

«E io sono geloso della mia stanza!»

« Louis non fare il bambino e levati di torno.»

«Vaffanculo».

-------------------

Louis entra in camera mezz'ora dopo. Mi nascondo sotto le coperte e lo osservo per quanto sia possibile. 

Non accende la luce. Si muove nel buio. Afferra velocemente il cuscino e si avvicina alla porta pronto ad uscire.

La consapevolezza che già non mi sopporti mi ferisce, non so il perché. Vorrei soltanto essergli amico, non mi piace essere odiato senza un motivo preciso, perché ne sono sicuro: già mi odia. Vorrei far qualcosa per rimediare o per fargli cambiare idea, voglio conoscerlo.

«Buonanotte» mormoro. 

È improbabile che mi abbia sentito.

Ma quando si volta verso di me, capisco che mi ha sentito eccome.

Mi osserva per qualche secondo e poi esce dalla stanza,solo allora finalmente respiro.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Due giorni fa Louis è tornato a dormire in camera, visto che da quando sono arrivato dormiva sul divano. Credo che lui e Carly abbiano discusso e che la mia ex infermiera ne sia uscita vincitrice. Suo fratello mi guarda quasi sempre male, credo che non gli vada a genio come compagno di stanza. Io lo trovo carino. L'altro giorno è venuto a casa un suo amico, dovevano uscire,e ho notato che Louis è stato quasi gentile con lui. Quindi il problema sono io. Non è piacevole essere guardati con odio, non ora che le immagini di quell'incidente sono ancora ben vive nella mia mente. Sono passati due mesi da quando sono arrivato in questa casa e da quando Carly mi ha adottato. Le cose vanno un po' meglio, ma gli incubi non se ne sono andati.Continuo a svegliarmi nel bel mezzo della notte sudato, Carly mi è sempre vicina. Le voglio davvero bene, le sono grato, per tutto quello che ha fatto e che continua a fare per me. Fra tre giorni Carly compie ventisette anni. Avrei voluto passare il giorno del suo compleanno insieme a lei, ma a quanto pare lo festeggierà a casa del suo ragazzo. Edward vive a Londra che è molto distante da Doncaster, per questo farà una specie di vacanza che durerà una settimana. Louis era a dir poco sconvolto quando lo ha saputo perché questo significava che sarebbe rimasto solo con me, io sono solo preoccupato. Carly mi ha spiegato che da Edward ci sarà un gran casino, faranno feste e vorranno anche un po' di intimità, visto che non si vedono da un po'. Quindi io non posso andare con lei. Carly conta su suo fratello, ma penso che questa sarà la settimana peggiore della mia vita a giudicare da come mi guarda Louis. ღ Questa notte ho avuto un incubo ma Carly è partita e mi sento solo. Nessuno si prende più cura di me. Vorrei tanto che fosse rimasta a Doncaster. Scendo le scale per fare colazione e trovo Louis seduto sul divano mentre guarda la tv. Dovrei salutarlo o ignorarlo? Opto per la prima opzione. «Ciao» Lui si gira e mi fissa con un sopracciglio alzato. «Giorno» dice senza lasciar trasparire nessuna emozione. Poi torna a guardare la televisione. Faccio colazione con latte e cereali. Poi lavo la tazza cercando di non allagare la cucina e torno in salotto dove Louis è nella stessa postazione di prima. Vorrei davvero essergli amico,banche se ha quell'aspetto da duro. Oggi è più bello del solito, si è fatto la barba. Arrossisco per aver pensato una cosa simile e mi faccio coraggio. Mi avvicino lentamente e: «posso sedermi?» chiedo in completo imbarazzo. Insomma se vedrò solo lui in questa settimana, tanto vale farselo amico. È questo il motivo per cui mi sono avvicinato, no? Lui mi osserva con quello sguardo indecifrabile. «Fa' come vuoi» dice poi. Mi siedo al suo fianco mantenendo le distanze, non si sa mai. «Sai quando torna Carly?» domando timidamente. «No» risponde fermo. «Perché?» «Perché cosa?» sbuffa lui guardandomi male. «Non mi sopporti. Perché?» Sono sorpreso da me stesso, non parlo mai in modo così diretto. Ma vorrei una risposta, la curiosità a volte vince sulla mia timidezza. Louis sembra sorpreso quanto me, poi si riprende e torna a guardarmi impassibile. «Ora non ho voglia di parlare.» Annuisco e completamente rosso in viso torno in camera. Ho fatto una figuraccia, è ovvio che non vuole avere a che fare con me. E non lo biasimo, sono così noioso. Non faccio altro che pensare con pessimismo. La mia famiglia è morta per colpa mia. Sono malato, sono un ragazzo pazzo che non sa cosa farne della sua vita. E con questi pensieri mi addormento sul mio letto, ma non piango. Non cambierebbe niente. Piangere non serve a niente.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Quando quella mattina mi sveglio, Louis non è nel suo letto. Probabilmente è già uscito, penso mentre vado in bagno per farmi una doccia. Mentre l'acqua scorre sul mio corpo rifletto. Da quando sono uscito dalla clinica le cose sono certamente migliorate. Adesso non sono più solo, c'è Carly con me. Ma ora mi ritrovo a dover affrontare la mia più grande paura: le persone. Ciò che pensano di me, i loro giudizi e i loro sguardi, tutto mi terrorizza di loro. E gli sguardi poco amichevoli che mi rivolge Louis non sono di certo di aiuto. Fatto sta che mi fido di lui, è fratello di Carly, è ovvio che sia affidabile, lo spero. La cosa che più mi ferisce è il suo menefreghismo. Ho bisogno di un amico oltre Carly, qualcuno che mi stia vicino senza volere troppe spiegazioni. Forse lui è solo il ragazzo sbagliato. Eppure i suoi occhi...già, i suoi occhi. Come posso descriverli? Sono così belli che credo non esista ancora un aggettivo adeguato che possa rappresentarli. Mi chiedo quando e se tornerò a scuola, vorrei tornare a leggere ma non me la sento di chiedere a Carly i soldi per acquistare un libro. Sta già facendo troppo per me. Ho solo sedici anni cazzo, ma ho così tanti problemi....come posso ripagare Carly per tutto quello che sta facendo per me? «Harry esci da quel cazzo di bagno. Devo uscire, non voglio arrivare tardi.» La voce di Louis mi riscuote dai miei pensieri. E chi gliel'ha data tutta questa confidenza? E perché il modo in cui pronuncia il mio nome mi mette i brividi? «Harry!» urla il mio compagno di stanza. Mi affretto ad uscire prima che butti giù la porta. ღ Ore 21.36 Incuriosito dalla musica assordante proveniente dal piano inferiore, scendo le scale piuttosto confuso.bQuello che mi ritrovo davanti è assolutamente incredibile. Gruppi di adolescenti ballano a ritmo della musica strusciandosi fra loro. Per non parlare del modo in cui sono vestiti, sono quasi nudi.Le numerose bevande alcoliche presenti nella stanza mi incoraggiano ad andare a cercare Louis. Lo trovo in cucina, non è solo. Una ragazza bionda è avvinghiata al suo corpo mentre lui la bacia con passione. Con un colpo di tosse cerco di attirare la loro attenzione ma niente. Continuano a conoscersi. Una strana sensazione mi colpisce nel petto, non so il motivo ma non voglio più provare una cosa del genere. «Scusate..?» dico picchiettando il dito sulla spalla di Louis, che mi guarda stranito. «Non eri in camera tua?» chiede acido. Guardarlo negli occhi fa ogni giorno più male. Perché non vuole provare ad essere gentile con me? Ma soprattutto, perché ci tengo così tanto? È un ragazzo che non conosce le buone maniere, è presuntuoso e arrogante e io non voglio più averci niente a che fare. Ma devo comunque capire cosa sta combinando. «Che cosa succede? Perché..perché c'è tutta questa gente?» domando mentre comincio ad avvertire un leggero mal di testa. La ragazza bionda mi guarda intenerita e poi esclama: «Lou chi è questo cucciolo? È così tenero...Io sono Jennifer, tu come ti chiami?» si rivolge a me con premura. Arrossico imbarazzato. Louis sembra seccato. «Ho dato una festa» si giustifica il ragazzo dagli occhi azzurri. «Lou! Come si chiama?» insiste Jennifer. «Harry, si chiama Harry» Louis sbuffa seccato. Jennifer mi osserva sorridente,poi aggrotta la fronte. «Ehi tesoro, ti senti bene?» Annuisco confuso. «Sei tutto rosso in viso» nota la bionda. «Vai in camera e dormi. A domani» mi ordina Louis. Chi pensa di essere per dirmi cosa devo fare? Sono troppo stanco per rispondere. Okay, non è vero, non lo farei comunque perché ho paura di una sua probabile reazione. Ma dettagli. Salgo le scale e mi metto a letto. Cerco di dormire ma la musica è davvero assordante. Tento di non pensare troppo a Louis e chiudo gli occhi. La testa sta per scoppiarmi. Sento caldo in tutto il corpo. Poco dopo mi addormento. ღ Siamo in macchina.Gemma litiga con la mamma per la canzone da ascoltare in radio mentre mio padre scuote la testa divertito. Io giocherello con il braccialetto che Mark mi ha regalato il giorno del mio compleanno, è così gentile con me... «Mamma! Non voglio sentire questa lagna!» si lamenta Gemma. « Questo cantante è sicuramente meglio di quel gruppetto da quattro soldi che ascolti tu, cara. Quelli non fanno altro che urlare e suonare la batteria senza seguire un vero ritmo.» «Tesoro, fai ascoltare a Gemma ciò che vuole» dice mio padre. «Okay, fate come volete» si arrende mia madre fingendosi offesa. Sorrido e prima che me ne accorga il bracciale scivola dalle mie mani e cade sotto il sedile di mio padre. «Ops» sorrido colpevole. «Nano, sei insopportabile» sbuffa Gemma. «Non chiamarmi nano!» ribatto offeso. «Ti chiamo come mi pare!» «Brutta ragazzina viziata!» «Io? Qui il ragazzino sei tu.» «Oh Gemma sei una rompi-» «Harry!» mi rimprovera mia madre. Mio padre nel frattempo, alla cieca cerca il bracciale sotto il suo sedile. «Cavolo» sibila. «Non lo trovi?» chiedo dispiaciuto. Mio padre si arrende e per un attimo si distrae dalla strada per prestare attenzione al mio bracciale che finalmente afferra. Basta quell'attimo di distrazione, e tutto finisce.Il mio mondo viene sconvolto. Un camion ci viene addosso. Sento le urla di Gemma al mio fianco e poi il buio. È la fine di tutto. O forse no. Mi sveglio in un luogo completamente bianco .Mi alzo e mi guardo intorno. Dove sono? «Harry!» Mi volto e incontro lo sguardo di mia sorella. «Gemma?» la chiamo incredulo. «Harry aiuto! Qui è buio! Aiutami!» «Cosa? Gemma?» riprovo con voce tremante. La sua immagine comincia a diventare sfocata. «Gemma!» urlo disperato . «Aiutami, ti prego!» grida con tutto il fiato che ha in gola. Oddio, non la vedo. Perché non la vedo? È tutta colpa mia se sta male. È colpa del mio braccialetto, è tutta colpa mia. Rovino sempre tutto. «Gemma!» urlo di nuovo. Continuo ad urlare il suo nome ma di lei non c'è più nessuna traccia. Non mi arrendo. Continuo a gridare, è colpa mia. È solo colpa mia. «Gemma!» Qualcosa di caldo si poggia sulla mia fronte e a quel punto comincio ad urlare ancora più forte. «Harry» «Gemma...» sussurro. «Harry svegliati. Sono Louis.» Apro gli occhi di scatto. Sono completamente sudato. Cerco di focalizzare la figura che ho di fronte. Louis, è davvero lui. Ha uno sguardo preoccupato. «Ehi calmati. È tutto okay..sono solo io, Louis.» Continuo a guardarlo, ho il fiatone e la testa mi gira. «Come ti senti?» chiede lui. «Bene» mento. «Hai la febbre, e non mi pare che tu stia bene» osserva accigliato. «Tu...stai tremando?» domanda fissandomi sbigottito. Scuoto la testa. La testa mi sta per scoppiare, non so nemmeno che ore sono. Poggia una pezza bagnata sulla mia fronte e continua ad osservarmi attento. Non so cosa gli passa per la testa, vorrei leggere nel pensiero. Improvvisamente mi toglie il termometro che non avevo notato prima. «Cazzo» sibila. «Che..che succede?» «Stai una merda» dice. «Oh» «Smettila.» mi ordina lui. «Di fare...cosa?» «Smettila di tremare.» Annuisco mentre mi nascondo sotto le coperte, ho caldo mentre continuo a tremare. Gemma, l'ho vista. Era lì. È morta per colpa mia. «Oh fanculo» sbotta Louis interrompendo il flusso dei miei pensieri. Si abbassa i pantaloni e si toglie la maglia per poi alzare le coperte sul mio letto. «Che fai?» «Non lo vedi? Dormo con te.» «Perché?» «Tu fai troppe domande, ragazzino.» Mi sta praticamente trattando le peggiore dei modi ma sono felice comunque. Questa notte non dormirò da solo come al solito. Avere Louis vicino mi fa battere il cuore ma metto da parte i miei pensieri da ragazzina e mi rilasso.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Louis è sdraiato accanto a me ma non osa toccarmi. Ora che ci penso, dev' essere bello stare fra le sue braccia. «Hai avuto un incubo?» La sua voce interrompe il flusso dei miei pensieri sdolcinati. «La festa è già finita?» cambio discorso. Non mi va di parlare dei miei "sogni", Carly è l'unica a saperne qualcosa in proposito e non me la sento di aprirmi con Louis, non ora. «Già» annuisce fissando il soffitto. «Io pensavo durasse di più..» ammetto. «Stavi male, così ho mandato tutti via.» Giro la testa nella sua direzione e sorrido. Ha davvero fatto una cosa tanto carina per me? Sento il cuore scoppiare di felicità. Non è molto, ma per me è abbastanza. «Grazie» mormoro. «Non pensare che l'abbia fatto per- Harry? Harry stai bene? Mi senti?» Vengo colpito improvvisamente da un terribile mal di testa. Sprofondo la testa nel cuscino e chiudo gli occhi più forte che posso. Ma non riesco a evitarlo, purtroppo. Le immagini di mia sorella tornano a scorrere nella mia mente. Era così bella. I lunghi capelli le ricadono dolcemente sulle spalle e sorride, la vedo sorridere dopo così tanto tempo. Ha un volto quasi angelico, è stupenda. Ma ora è morta per colpa mia. Mia madre non sarà fiera di me, Carly mi rende felice ma io non lo merito. Io non merito di vivere, la mia famiglia sì, Gemma lo meritava. Era così giovane...rovino sempre tutto. È a causa mia se lei non c'è più.bNon ho potuto dirle nemmeno addio. "Basta, basta" continuo a ripetere nella mia mente ma i ricordi tornano a galla, riaffiorano nella mia testa come se non se ne fossero mai andati. Non piango, non cambierebbe niente. Piangere è stupido. Gemma continua ad osservarmi, le vorrei chiedere scusa ma non riesco nemmeno a parlare. La voce di Louis mi arriva ovattata alle orecchie. Le frasi che giungono alle mie orecchie non hanno alcun senso. Sto per impazzire. Dov'è Carly? Due braccia circondano improvvisamente il mio corpo. Sento il corpo di Louis farsi più vicino mentre mi avvolge fra le sue braccia. Mi sta dando una mano, vuole aiutarmi? Fra le sue braccia non si sta male. È così caldo. Incerto poggio la testa sulla sua spalla e comincia ad accarezzarmi i capelli dolcemente. È come se mi stesse cantando una ninna nanna per scacciare gli incubi. Poco dopo Gemma si fa sempre più lontana. Poi sparisce, non c'è più. «Shh è tutto okay...» continua a ripetere Louis mentre mi stringe fra le sue braccia. Non posso credere che lo stia facendo davvero. È per compassione? In questo momento non ci voglio pensare. Meglio godersi il calore che il suo corpo emana. Ho paura di me stesso. Non voglio rimanere solo per i miei incubi. Voglio qualcuno che mi ami come se fossi una persona normale. E se così spaventassi tutti quelli che mi circondano? Non ho mostrato nessuna emozione nemmeno al funerale della mia famiglia. Dopo anni, mi mostro vulnerabile. La prima lacrima scivola sulla mia guancia. Poco dopo sto singhiozzando sul petto della persona più sbagliata che avessi potuto scegliere. Mi stupisco, quando continua ad accarezzare i miei ricci, aumentando la presa sulle braccia. Nascondo la testa sul suo petto. Cavolo, mi vergogno così tanto. Sembrerò una ragazzina. Il cuore batte forte, fa quasi male. «Prenderai...la febbre..» gli faccio notare cercando di regolarizzare i miei singhiozzi. «Non importa. Dormi ora.» Gliene sono grato quando afferra i miei polsi e se li porta dietro il collo. Mi metto comodo fra le sue braccia ma non oso intrecciare le mie gambe con le sue, anche se sono tentato. E pensare che fino a questa mattina mi trattava come una nullità, ora mi trovo fra le sue braccia. Spero di non svegliarmi più, potrei morire così. E mi addormento così, avvinghiato al suo corpo e cullato la battito del suo cuore. ღ Quando la mattina dopo mi sveglio, Louis non è più al mio fianco. Come immaginavo. Entro in cucina e trovo Louis occupato a fare non so cosa sul suo pc. «Buongiorno» dico cercando il latte nel frigo. «Ciao, ti senti meglio?» chiede mentre continua a tenere lo sguardo puntato sullo schermo del pc. «Sì, grazie per..quello che hai fatto ieri.» Sento il volto andare in fiamme ma cerco di non dargli troppa importanza. Louis non alza lo sguardo,annuisce e poi dice: «A proposito di quello che è successo ieri, non vorrei che ti facessi strane idee. Non siamo amici, né mai lo saremo. Ho chiamato Carly questa mattina e mi ha spiegato che avresti dovuto prendere alcune medicine che entrambi abbiamo dimenticato. Per questo ti sei sentito poco bene. Ovviamente da oggi tornerai a prenderle, non voglio trovarmi di nuovo in una situazione del genere. Ti ho aiutato semplicemente perché non voglio sentire le lamentele di mia sorella, non l'ho fatto per te,okay?» Quella frase è sufficiente a spezzarmi il cuore. Quindi...l'ha fatto per Carly, non per me.Che stupido, anzi sono un coglione. Ho usato troppa immaginazione. Ora mi sento un idiota. «Okay» dico semplicemente prima di iniziare a fare colazione. Stupido, continuo a ripetere a me stesso. Louis non mi degna di uno sguardo per tutta la mattina, è più importante il pc. ღ Ore 22.52 Scendo le scale e trovo Louis nel corridoio. «Mi hai chiamato?» domando incerto. «Sì, c'è Carly al telefono. Vuole parlare con te» risponde tornando in salotto. Entusiasta mi avvicino al telefono: "Carly!" "Ehi Harry! Ho saputo che ieri sei stato male, tutto okay ora?" "Sì, sto bene." "Mi dispiace di non esserci stata. Hai ripreso a prendere le medicine?" "Sì,certo. E tu e Edward come ve la passate?" "Uhm, qui è divertente sì. Londra è più affollata di Doncaster, sai?" "Davvero?" "Già, un giorno ti ci porterò, promesso." Sorrido come uno stupido. "Non vedo l'ora che torni. Mi manchi." "Oh Harry, mi manchi tanto anche tu! Non immagini quanto!" "Vorrei che tu fossi qui ora..." "Non dire più cose del genere, rischio di lasciare tutto e tornare da te. Mio fratello è così pessimo?" "È.....particolare." "Non credo che cambierà atteggiamento nei tuoi confronti, ma vedrò cosa posso fare. Che deficiente!" "Tranquilla, non preoccuparti.È stato già abbastanza gentile con me. Sto bene. Solo...torna presto, okay?" "Te lo prometto Harry..Cosa? Edward sto parlando con Harry! Sta' zitto! Scusa tesoro, il mio ragazzo è così fastidioso. Devo andare. Non fare stupidaggini. Torno al più presto. Ciao!" "Ciao." ღ Loui's pov Questo programma è orrendo. Sul serio ,non ho mai visto un programma più raccapricciante. Il suono del campanello mi costringe ad alzarmi. Chi diavolo sarà alle quattro del pomeriggio? Non aspetto nessuno. Apro la porta e mi ritrovo davanti il migliore amico di mia sorella. «Liam, Carly è in vacanza a Londra» lo informo annoiato. È così noioso questo ragazzo. «Già, lo so. Ma sono qui per Harry» ammette lasciandomi perplesso. «E perché sei qui per lui? Neanche lo conosci». Lo guardo irritato. «Ehi, ehi! Sono venuto in pace Tomlinson! Mi ha mandato tua sorella. Devo far uscire un po' Harry, per distrarlo. Spero non ti dispiaccia» si giustifica sorridendo divertito. «No, certo che non mi dispiace. Solo, mi stupisce che tu ti faccia comandare da una donna. Fai tutto ciò che lei ti dice. È preoccupante. Comunque, entra pure». Mi sposto e lo lascio entrare. Liam entra sorridente e scuote la testa. «Faccio un favore ad un'amica» dice infine. «Fa' come vuoi.» per quanto me ne importa aggiungo in mente. «Harry!» grido. Harry's pov Incontro lo sguardo di un ragazzo castano. Mi sorride, ricambio leggermente confuso. Poi guardo Louis interrogativo. «Io sono Liam» si presenta il castano. «L'amico di Carly» precisa Louis. «Oh» e con questo? «Sai, io e Carly siamo molto legati. Mi ha parlato di te. È da un po' che non esci, vero?» domanda. Annuisco sempre più confuso. «Beh, ti va di uscire? So che ti piacciono molto i fiori e i libri. Potremmo andare in un fioraio o in una biblioteca, non so.Che ne dici?» Oh mio dio. Fa sul serio? Sorrido sincero e annuisco con foga. «Sì, certo!» «Vado a prepararmi allora, faccio in fretta!» aggiungo prima di correre in camera. Non vedo l'ora di uscire. Il pomeriggio passa in fretta con Liam. È un ragazzo brillante e adora leggere, proprio come me.Mi ha persino comprato un libro. Ceniamo in una pizzeria e poco dopo il ragazzo mi riporta a casa. Quando entro in casa mi fermo sulla soglia della porta. Oh mio dio. Che diavolo è successo? Chiudo la porta alle mie spalle e osservo sbalordito la grande quantità di schiuma presente sul pavimento. Schiuma e acqua. Incredibile, mi sembra di essere in una vasca da bagno. L'acqua mi bagna i pantaloni. Comincio a preoccuparmi. Salgo le scale lentamente. La casa è silenziosa.Dov'è Louis? Entro in camera di Carly. Nessuno, non c'è anima viva. Mi avvicino alla porta del bagno che apro lentamente. Avverto un rumore sotto la doccia. La tenda della doccia nasconde qualcuno dietro. Faccio qualche passo in direzione della doccia, poi sposto velocemente la tenda. Non avrei dovuto farlo. L'acqua bagna tutto il mio corpo. Louis è completamente bagnato e appena si accorge che sono io lo sfortunato che sta inzuppando sbarra gli occhi. «Ops» esclama. «Ciao» dico guardandolo fra l'infastidito e il divertito.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


«Stronzo» borbotta tornando a sorridere: «uno stronzo in trappola» aggiunge divertito. Mi affretto ad alzarmi ma Louis me lo impedisce. Si siede a cavalcioni sul mio corpo. Sbarro gli occhi. Mi intrappola i polsi con le mani. Il mio cuore sta per scoppiare. «E ora come la mettiamo?» sorride soddisfatto. Non rispondo. Lo fisso spaventato. «Hai idea di quanto era fredda quell'acqua?» chiede. Scuoto la testa. «Ti piace giocare, quindi. Non sai contro chi ti sei messo» dice avvicinando il suo viso al mio per mettermi paura. Non ho paura di lui, ho paura di me stesso, delle mie azioni. A lui non piacciono i ragazzi. Rovinerei tutto se lo baciassi. Sono tentato. Il volto è andato in fiamme, il mio cuore è impazzito. La sua vicinanza è una tortura. Osservo le sue labbra sottili, sono così invitanti. È così bello. Una di quelle cose che puoi solo osservare da lontano, ecco cos'è Louis. Ma io non voglio solo guardarlo da lontano. È sbagliato, e tutto questo non ha senso.Ma in fondo, ho sbagliato tante di quelle volte, una volta in più non cambierà molto.O forse sì. Scollego il cervello e lascio spazio all'istinto, al mio cuore che mi porta ad avvicinarmi alle labbra di quel ragazzo così complicato da capire. Lui mi osserva, si è fatto serio. I suoi occhi sono ciò che mi attirano ancora di più. Chiudo le palpebre e lo faccio. Le mie labbra sono sulle sue. È un bacio leggero, ingenuo. Le sue labbra sono fredde ma mi piacciono.Lo farei altre mille volte. Mi allontano dalle sue labbra e lo fisso aspettando una sua reazione. Si alza e senza degnarmi di uno sguardo, torna in camera. Mi metto seduto e abbasso la testa. Sono ferito, ma sapevo che sarebbe potuto succedere. Ho rovinato tutto. Ho ancora il sapore delle sue labbra sulle mie. Credo che non mi stancherò mai di darmi del deficiente. Qualcosa mi suggerisce che è meglio che questa sera dorma sul divano. ღ Louis è appena rientrato. Lo osservo mentre ignorandomi bellamente, si siede sul divano. Io lo guardo dalla cucina e poi abbasso lo sguardo. Quando questa mattina mi sono svegliato, lui era già uscito di casa. Non so dove sia stato ma mi sento terribilmente in colpa. Ho sbagliato, come al solito. Guardo l'orario: 13.39. Credo che dovrei cominciare a preoccuparmi di cosa mangiare. Mi faccio coraggio ed entro in salotto. Mi torturo nervosamente le mani e dico: «Cosa mangiamo per pranzo?Il..il frigo è vuoto.» Louis non mi guarda, tiene lo sguardo fisso sulla tv mentre mi parla: «non so, ordina una pizza.» Annuisco e poco dopo mi porge i soldi per poi tornare a guardare quell'orrendo programma televisivo che stava guardando lo stesso giorno in cui Liam è venuto a prendermi.vCome fa a piacergli? È così noioso. Quando suonano al campanello mi affretto ad aprire la porta. Una giovane ragazza con i mano la scatola contenente la pizza mi sorride. «Ed ecco a te.» «Grazie» le sorrido sincero estraendo i soldi e porgendoglieli. «Buona giornata, ricciolino» mi saluta allontanandosi. Ricciolino? Rientro in casa e chiudo la porta alle mie spalle. Louis distoglie immediatamente lo sguardo appena mi volto verso di lui. Mi stava osservando? «Le pizze sono arrivate» lo avviso in imbarazzo. «Non ho fame.» Bene.È tornato quello scontroso di sempre. ღ Ore 20.27 Cenare non è mai stato più imbarazzante. Louis non mi guarda in faccia, preferisce seguire un film in tv. Comincio ad odiare la tecnologia. Fortuna che domani torna sua sorella. Sto per impazzire, seriamente. «Vuoi un bicchiere di succo?» chiedo per cortesia. Anche se già conosco la sua risposta. «No grazie, prenderò una birra.» Annuisco non lanciando trasparire la mia delusione e mi alzo per prendere la bevanda al succo di arancia, la mia preferita. Devo solo restare forte, domani sera Carly sarà a casa e tutto tornerà normale. Apro il frigo. Faccio vagare il mio sguardo all'interno per trovare ciò che cerco. Sento una presenza alle mie spalle. Mi volto e incontro lo sguardo di Louis. «Non mi piacciono i ragazzi, Harry.» Lo fisso sconvolto.Se il suo obbiettivo è quello di mettermi in imbarazzo, ci sta riuscendo benissimo. Continua ad osservarmi con quel suo sguardo indecifrabile. Mi mette in soggezione. «Che guardi?» chiedo forse un po' troppo acido. Ripeto, vorrei leggere nel pensiero. Magari ora avrei un'espressione meno confusa. Averlo così vicino senza poterlo toccare è doloroso. Vorrei abbracciarlo e unire le mie labbra alle sue ma sarebbe stupido. Vivere qui con Louis mi sta trasformando in una ragazzina vera e propria. Louis fa un passo verso di me. Mi sposta un riccio dal viso provocandomi brividi per tutto il corpo. "Non mi piacciono i ragazzi" Mi ha fatto capire gentilmente che non è interessato. E perché continua a guardarmi in quel modo? Sono frustrato e confuso. Una lacrima scivola sulla mia guancia. Mi pento immediatamente. L'espressione di Louis cambia radicalmente, sembra...dispiaciuto? Devo ricordarmi di non piangere mai più, sto diventando troppo sensibile. Louis poggia un dito sulla mia guancia e elimina la lacrima che era precedentemente scesa. Separo le labbra per la sorpresa. Il suo tocco è delicato. Poi improvvisamente poggia le labbra sul punto dove era presente la lacrima. È un messaggio? L'atmosfera cambia di colpo.Sento il cuore battere irregolarmente,le gambe cedere e un insopportabile groppo in gola. Louis si avvicina alle mie labbra e mi coglie di sorpresa. Mi bacia. È lui a volerlo. Lascio libero accesso, la sua lingua cerca immediatamente la mia e il suo calore mi invade. Poggio le mani sulle sue spalle mentre mi attira più vicino. Incastra le mani fra i miei ricci mentre continua a baciarmi con foga. Sento le sue braccia cingermi i fianchi. Mi incoraggia a circondare il suo bacino con le mie gambe. Sono fra le sue braccia. Non sento più il pavimento sotto di me perché lui mi regge con forza, io mi aggrappo alla sua maglietta. Ed è così in fondo, quando sono con lui mi dimentico di tutto, non mi sorprenderebbe se dimenticassi persino il mio nome. Mi ha appena detto che non gli interesso, e ora mi sta baciando come se fosse la cosa più normale del mondo. Avrei alcune domande.Ma decido di rimandarle a più tardi. Quando siamo nel suo letto, continua ad accarezzare i miei ricci facendomi sorridere. «Ho sempre desiderato farlo» ammette. Mi avvicino al suo corpo e cerco rifugio fra le sue braccia. Mi stringe mentre continua a riempire il mio viso di baci. Non mi sono mai sentito meglio. «Ho paura» confesso. «E di cosa?» chiede Louis confuso. Non rispondo,mi accoccolo fra le sue braccia e poco dopo mi addormento. Quella notte non ho nessun incubo. ღ Il giorno dopo arriva in un attimo, e lo passiamo conoscendoci meglio. Ogni scusa è buona per scambiarci qualche bacio. Non gli ho raccontato molto della mia famiglia, sa solo che non ho più nessuno. «La mia ultima ragazza è stata Eleanor Calder» confessa Louis rispondendo alla mia ennesima domanda privata. «Una compagna di scuola?» tento. «Più o meno. È davvero un ragazza particolare. Dovresti conoscerla un giorno.» «Sei ancora in contatto con lei?» il solo pensiero che Louis possa improvvisamente stancarsi di me mi terrorizza. E pensare che è passato solo un giorno. «No, però so dove abita. Insomma, il primo amore non si scorda mai» esclama sorridente. «E tu? Ultima ragazza?» chiede interessato. Scuoto la testa imbarazzato. «Ultimo ragazzo?» prova. «Non mi va di parlarne Lou» ammetto. «Non mi dire che non ne hai mai avuto uno! Non ci credo. Sei un bel ragazzo, avanti!» Arrossico. Mi trova un bel ragazzo. Il pensiero mi rende felice. «Posso..baciarti?» domando insicuro. «Fai pure» sorride lui. Mio dio, è così bello. Mi avvicino e con le mie labbra sfioro le sue. Louis prontamente circonda i miei fianchi avvicinandomi. «Mi sento vecchio...sei così piccolo» ammette divertito sulle mie labbra. Trattengo un sorriso mentre gli lascio un bacio leggero sulle labbra. Presto mi ritrovo premuto contro il frigorifero mentre Louis cerca inutilmente di baciarmi. Continuo a pensare alla frase che ha appena detto e non riesco a non ridere. «Harry!» si lamenta lasciandosi scappare un sorriso. «Ti odio» dice sottovoce. Mi avvicino e gli lascio un altro bacio sulle labbra sempre più divertito. In quell'esatto momento, la porta di casa Tomlinson viene aperta. E una persona fa il suo ingresso in casa guardandoci sconvolta.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Liam ci osserva sbigottito. Louis si allontana immediatamente dal mio corpo, come se fosse stato scottato. Sento le gambe che tremano per la paura. E ora che cosa succederà? Siamo nei guai? «Io..noi possiamo spiegar-» L'entrata inaspettata di Carly impedisce a Louis di terminare la frase. «Harry! Sei ancora intero!» esclama sarcastica stringendomi in un abbraccio caloroso. Ricambio debolmente. Liam può rovinare tutto da un momento all'altro. E non gliene farei una colpa, anche io sarei sconvolto al suo posto. So che quello che è successo fra me e Lou è sbagliato. Lou? Da quando ho cominciato a chiamarlo in questo modo? Comincio ad essere preoccupato per la mia sanità mentale. Carly scioglie l'abbraccio sorridendomi dolcemente. «Mi sei mancato tantissimo.» «Anche tu» ammetto. Poi si volta verso Louis e lo abbraccia con meno entusiasmo. È evidente che si dimostrano affetto in modo particolare quanto lo è la paura visibile dipinta sul volto del ragazzo dagli occhi color cielo. «Spero che tu non lo abbia terrorizzato troppo» scherza Carly sorridendo divertita. «Vado in camera.» Louis sale le scale troppo in fretta. Stronzo, mi ha lasciato da solo. «Oh Liam grazie per avermi aiutato con le valigie» sorride riconoscente Carly. Quindi era qui per aiutarla con le valigie. Non so se sia una fortuna. «Figurati» risponde Liam lanciandomi un'occhiata indecifrabile. Poi saluta e come se non fosse successo niente, torna a casa. Finalmente respiro. Liam non ha fatto la spia ma credo che meriti delle spiegazioni. Penserò a lui dopo, credo. «Su Harreh aiutami a disfare le valigie» ordina Carly felice. «Come è stata la vacanza? Raccontami.» Carly comincia a descrivere nei minimi dettagli ogni momento di quella settimana e per mia sfortuna inserisce dettagli anche dove non sarebbe necessario. ღ Ore 15.59 Entro finalmente nella nostra stanza e lo trovo seduto sul suo letto mentre presta attenzione a quel dannato pc. Mi siedo al suo fianco, attento a non sfiorarlo. Non so bene come comportarmi, lui è così imprevedibile. «Pensi che Liam parlerà?» domando osservando i tratti di quel viso che ormai mi ostino ad analizzare dalla prima volta che l'ho visto. Continua a tenere lo sguardo puntato sul pc. «Farà meglio a farsi gli affari suoi» replica inespressivo. Rimango in silenzio. Improvvisamente il cellulare di Louis squilla interrompendo quello spiacevole silenzio. «Sì? Dimmi. Okay, penso io ad avvisare El. Alle cinque. Ci vediamo più tardi.» «Chi era?» mi informo. Chi è El? «Zayn.» si alza dal letto spegnendo il pc e si dirige in bagno lasciandomi solo a riflettere. Beh, almeno mi ha risposto. Sta ricostruendo il muro che speravo stesse crollando. Questo ragazzo è così lunatico. Poco dopo esce dal bagno pronto per uscire. Esce? E dove va? «Dove stai andando?» chiedo spostando un riccio ribelle dalla fronte. Louis mi guarda male. «Che cosa ti fa pensare di essere tenuto a saperlo?» E con questo esce dalla stanza. È bipolare, assolutamente. È l'unica spiegazione. Per la prima volta, la rabbia prende il sopravvento sulla delusione. Mi sento offeso. Perché si ostina a comportarsi così? Un attimo prima è gentile e l'attimo dopo mi ordina di stargli alla larga. Non lo capisco. Ho bisogno della compagnia di Carly, lei saprà certamente farmi star meglio. Anche se non le dirò niente, non posso. Scendo le scale e passo il resto del pomeriggio con l'infermiera che mi ha salvato la vita, l'unica che mi fa sentire in pace col mondo. L'unica? Metto a tacere le voci della mia mente. ღ «Louis non torna per cena?» cerco di assumere un tono piuttosto indifferente. «Non ti starai per caso affezionando?» scherza mettendo a cuocere la pasta. «Era pura curiosità» mento. «Comunque no. È con amici.Non so quando torna. Conoscendolo, è meglio non aspettarlo.» Annuisco mentre una strana sensazione fastidiosa si propaga nel petto, la ignoro. «Vieni, aiutami.» dice in difficoltà. «Ah quasi dimenticavo. Liam mi ha chiesto di domandarti se domani volete fare un giro per la città. Siete diventati amici?» Oddio. So bene di cosa vuole parlarmi. «Già» Annuisco poco convinto. «Fantastico. Sono felice per te Harry» rileva sincera. La cena passa in fretta. Carly non fa altro che parlarmi di quanto Londra sia fantastica e del caratteraccio del suo compagno, Edward. Io l'ascolto, o almeno ci provo ma la mia testa è da un'altra parte. Carly sembra notarlo ma fortunatamente non fa domande. Finalmente è arrivata l'ora di andare a letto. I pensieri sono tanti. Chissà dov'è Louis in questo momento. Sta diventando un'ossessione e sinceramente ne sono spaventato. Il mio padre biologico sin da piccolo mi ha insegnato che è stupido affezionarsi troppo a qualcuno, tanto poi se ne andranno. Infatti alla fine se n'è andato anche lui, lasciando me, mamma e Gemma soli, senza protezione. Ha abbandonato la sua famiglia e io mi sono comportato da stupido perché non ho ascoltato il suo consiglio. Mi sono affezionato a mio padre, ma d'altronde come può non essere così? Quando pensavo che la felicità fosse tornata tra le mura della nostra casa, grazie a John, il nuovo compagno della mamma, tutto è andato in frantumi cogliendomi di sorpresa. Non ero pronto a rimanere di nuovo solo...non con un peso così grande addosso...e poi...Basta. Interrompo il flusso dei miei pensieri. Devo fare come dice il dottor Smith, abbandonare il passato.Non sarò mai felice, altrimenti.Ma la merito? Merito davvero la felicità? E poi perché sono ancora sveglio a quest'ora? Non devo aspettarlo. Lui si starà divertendo chissà dove e io sono la solita ragazzina che lo aspetta come un deficiente. Come vorrei che mia madre fosse accanto a me in questo momento, lei saprebbe di sicuro cosa fare. Mi darebbe qualche consiglio rendendo tutto meno confuso. Carly mi viene a dare la buonanotte, ma so che è solo una scusa per assicurarsi che non sia crollato a causa dei sensi di colpa come mi succedeva spesso in ospedale. È strano pensare che lei sa tutto di me, tutte le mie stranezze e tutti i miei difetti. Eppure resta, mi rimane accanto come nessuno ha più fatto da quando.... Meglio dormire. Chiudo gli occhi e poco dopo tutto diventa buio. Mi sveglio di soprassalto. Faccio per muovermi ma mi ritrovo bloccato. Quando noto un braccio che mi circonda la vita capisco di non essere solo nel mio letto. E sarà perché mi sono appena svegliato o perché ultimamente ho paura di qualsiasi cosa ma sto per urlare. Poi uno shhh sussurato al mio orecchio destro mi fa improvvisamente tranquillizzare. È lui, Louis. È solo lui. Aspetta. Appunto! Lui non dovrebbe essere nel mio letto! Mi giro verso di lui e gli lancio un'occhiataccia. «Cosa vuoi ora?» cerco di sembrare acido ma lo faccio solo sorridere. Ah, sono divertente. «Sei sempre così quando qualcuno ti sveglia?Perché se è così,ti giuro che non lo farò mai più.» dice divertito. Ma non lo capisce?Questo ragazzo è più lunatico di qualsiasi donna mestruata. «Non sei divertente» borbotto offeso. «Dormi. È tardi. Non volevo svegliarti, mi dispiace» si giustifica sempre meno serio. Il modo in cui mi stringe mi fa arrossare le guance ma fortunatamente è buio. «Chi ti ha autorizzato a venire nel mio letto?» lo rimprovero con l'ombra di un sorriso sulle labbra. Mi lascia un bacio sulla guancia e mi ordina di tornare a dormire. Quello basta a farmi rilassare. Magari domani nemmeno mi guarderà in faccia e forse mi sto affezionando a Louis Tomlinson ma poco importa. Aprezzo il momento perché fra le sue braccia mi sento al sicuro. Spero di non prenderci l'abitudine. E la cosa che mi fa battere il cuore è che è venuto di sua spontanea volontà. Poggio la testa sul cuscino e mi addormento cullato dalle sue carezze leggere che possono sembrare poco per qualcuno ma che in me, accendono una piccola speranza.

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