Sicut erat in principio

di leila91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In principio ***
Capitolo 2: *** Hic et nunc ***
Capitolo 3: *** Nunc et semper ***



Capitolo 1
*** In principio ***






 

I. In principio


Ogni storia è una storia d’amore*, e ogni storia d’amore ha un principio.
Un evento particolare, una prima volta che sancisce l’inizio di un mutamento dell’animo.

 

Londra,1941

Per Azariphale e Crowley la prima volta ha la consistenza di un sogno, ed è questo che forse è rimasto per entrambi negli anni seguenti.
La prima volta ha la forma di una carezza leggera - un timido sfiorarsi di sguardi e un mancato incontro di labbra.
La prima volta, pensa Aziraphale, è l’avventatezza di Crowley che, a discapito di ogni buon senso o delle parole dette ottant’anni prima, non ha esitato a precipitarsi a salvarlo - di nuovo - e a proteggere con un altro miracolo non richiesto ciò che l’angelo aveva di più caro.
La prima volta è la sagoma di un diavolo, stravolto, profondamente addormentato su una poltrona di una libreria a Soho, mentre un angelo, con una delicatezza e una premura infinite, gli cura le ustioni ancora fresche sulle piante dei piedi.
Crowley ha rischiato il totale annientamento per lui e per la prima volta Aziraphale non trema all’idea di toccarlo.

 

Ancora Londra, quartiere di Soho, 1967
 

La prima volta è lo sguardo incredulo di un demone che, seduto in una Bentley del ‘33, stringe fra le mani un thermos dalla copertura ridicola.

È la rabbia per un vecchio rifiuto divenuta improvvisamente speranza, spasmodica attesa verso un futuro che ieri non c’era e oggi c’è. Un futuro che pare dipanarsi tutto d’un tratto verso un nuovo lato, una nuova fazione, un noi che brilla d'una luce diversa e la cui intensità fa tremendamente paura.

Ma è anche un tu corri troppo per me , una sola frase di appena cinque parole capace di straziare - dilaniare - quella strana cosa all’altezza del petto di cui Crowley ha tanto sentito parlare e che era quasi certo di non possedere.
(Gli umani lo chiamano cuore.)

La prima volta è solo la prima di tante altre volte, un rincorrersi continuo attraverso i secoli senza mai trovarsi davvero, un' esasperante tensione fra due percorsi asintotici - una canzone e una danza cominciate in un giorno di pioggia. 













 
Note e angolo autrice: 

*titolo di un libro di Alessandro D'Avenia


Uhm, salve! 
Benvenuti in questo mio… esperimento? Non saprei bene come definirlo ^^”. Ogni tanto la mia vena comica cede il posto a quella più riflessiva, quindi… eccovi questa prima flashfic.
A volte mi capita di costruire una storia tutta attorno a una frase: in questo caso si tratta di una parte della preghiera “Gloria” che dice appunto “Sicut erat in principio et nunc et semper”, diventata qui pretesto per esplorare l’evoluzione del rapporto fra Azi e Cro attraverso il tempo.
Questa mini raccolta prevede altri due capitoli, che pubblicherò i prossimi venerdì.

Spero che questo progettino senza troppe pretese vi piaccia :) se vorrete lasciare un commento, seguirlo o preferirlo mi farete felicia.

Bennina vostra

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Capitolo 2
*** Hic et nunc ***




 

II. Hic et nunc
 


 

Ogni storia è una storia d’amore e ogni storia d’amore si nutre di momenti chiamati qui ed ora.
Anche se i protagonisti sono un angelo e un demone. 

Londra 2019
 

Il loro qui ed ora - una dimensione spazio temporale generalmente tipica degli umani - è cominciato dopo un'apocalisse sventata per un soffio.

Il qui è un appartamento di Mayfair, moderno ed elegante, scuro e tenebroso come l'animo del suo proprietario, ma allo stesso tempo rigoglioso di una linfa nascosta, traboccante di vita. 

L'ora è la vigilia del giorno che potrebbe portare all'annichilimento di entrambi, il frutto di un tradimento che ha in realtà segretamente sancito la nascita di una nuova alleanza - di una nuova canzone.

Il loro qui ed ora è sulle labbra di Aziraphale, finalmente libere di esprimere ogni suo desiderio, che sia a parole o con azioni per cui non serve il respiro. 

È nella mani esperte di Crowley, che con sicurezza e tremore in uguale misura, percorrono il corpo dell'angelo, quasi ad accertarsi che sia davvero lì e non bruciato in un incendio a cui il demone ha assistito impotente. 

Il loro qui ed ora è in due corpi che si cercano e si avvinghiano con la forza della disperazione e di un desiderio represso da seimila anni: labbra contro labbra; bacino contro bacino; cuore contro cuore. 

È nel respiro affannato di Aziraphale quando, dopo averlo preparato per quelle che sembravano ore, Crowley finalmente lo riempie. 

È nel pianto spezzato del demone che in quel calore, così diverso dal fuoco infernale che tanto bene conosce, scopre improvvisamente di sentirsi a casa. 

È nelle suppliche, è nei sospiri, è nell’imparare a dare tutto di sé per fare posto a ogni cosa dell’altro.
È in quell'ultima notte che appartiene a loro e a loro soltanto. 

In questo qui ed ora c'è non c'è spazio per le dichiarazioni ma sono gli occhi a parlare. 

"Mio caro Crowley, prenderei il tuo posto in battito di ciglia se potessi." 

"Se ci fosse un dannato modo di andare lassù al posto tuo, angelo. Scegliere le nostre facce con saggezza… Possibile che Agnes ci stia dicendo…?" 

Ed è in quel momento che gli ultimi tasselli di un brandello di profezia vanno improvvisamente al loro posto e quel qui ed ora concede a se stesso di tendersi, insperabilmente, verso l'eternità.










 


Note autrice:

Grazie di cuore a chi ha letto e recensito lo scorso capitolo, a chi ha inserito la raccolta nelle liste speciali, e a chi ha letto questo secondo aggiornamento **.
Ci si sente venerdì prossimo con l'ultima parte :D
Buon week end a tutte/i.


Bennina

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Capitolo 3
*** Nunc et semper ***




 

III. Nunc et semper
 


 

 

Ogni storia è una storia d’amore e ogni storia d’amore reca in sé il seme, la speranza del per sempre.

 

Londra, 2019
South Downs, 2019


Il loro per sempre comincia sulla panchina di un giardino a Berkeley Square - in sottofondo le note di un usignolo che mai prima di allora aveva cantato lì.

Prosegue a un tavolo del Ritz, i calici levati per sancire una dichiarazione d’amore che abbraccia il mondo - la loro vera casa.

Si allunga nuovamente verso Soho, in quella libreria dove tutto ha avuto inizio undici anni prima, fra profezie, châteauneuf du pape e bambini prescelti.

Contiene ogni cosa, il per sempre: trattiene l’ombra e il passaggio di giardinieri distratti e tate sinistre; di ragazzi sbagliati e segugi infernali.
Si snoda attraverso bugie e incomprensioni, cacciatori di streghe e suore pasticcione, fino a quella minaccia in grado di congelare il tempo stesso.

Il per sempre è ineffabile, vorrebbe dire Aziraphale, ma in quel momento la sua bocca viene coperta da quella di Crowley, un bacio a spegnere ogni residuo di consapevolezza.
Lo stesso mondo al quale hanno brindato poco prima, adesso è diventato improvvisamente superfluo.

Uno schiocco di dita e la libreria è di nuovo deserta.

La natura del per sempre è la soddisfazione, ma anche dopo ore - giorni? -  l’angelo e il demone sembrano non averne avuta ancora abbastanza.
Il letto che Aziraphale non ha mai utilizzato adesso è sgualcito, disfatto, testimone silenzioso del continuo rinnovarsi di una nuova promessa.

La nostra fazione, ora e sempre.

Il per sempre ha i colori delle South Downs [1], il loro verde che brilla di più dopo una giornata di pioggia e lo scarlatto del tramonto sul mare nelle sere d’estate.
Ha la solidità delle pareti di un cottage miracolosamente venduto per metà del suo valore, e dove una creatura occulta e una eterea hanno trovato una nuova dimora.

Se la morte è l’ombra della creazione, il per sempre è la proiezione stessa di Dio in quel disegno che ha composto per i suoi figli - per tutti i suoi figli.

Il loro per sempre muore ogni giorno per poi rinascere il successivo, in un incontro eterno fra un’ala bianca e una nera.
Il suo germoglio è in quel principio sulle mura dell’Eden, in mezzo a frutti proibiti, rombi di tuoni e spade infuocate.
È maturato nel qui ed ora delle strade di Londra e delle campagne dell’Oxfordshire.
Il suo compimento è scritto fra le stelle, le stesse che Aziraphale e Crowley riescono finalmente a vedere con chiarezza, mano nella mano, dalle colline del Sussex.
È Crowley a insegnare i loro nomi al suo angelo, tracciandone i contorni nel cielo, ma è Aziraphale a cogliere le note di quella melodia ancestrale e antica quanto lo stesso mondo, che gli astri sussurrano.
È la canzone che ha illuminato la loro storia da quando è caduta la prima goccia dal cielo e che continuerà ad accompagnarli in tutto il tempo che verrà.

E per tutto il tempo che verrà.










 


Fine.












Note Autrice:

[1] Gaimann e Pratchett hanno dichiarato che, dopo gli eventi principali di Good Omens, Aziraphale e Crowley si sono “ritirati” in un cottage nelle South Downs (catena di colline calcaree nel sud dell’Inghilterra che si attraversano il Sussex.)

L’idea è stata sviluppata in moltissime ff inglesi.

Di seguito il link a un articolo dove viene citata tale dichiarazione

https://www.themarysue.com/neil-gaiman-the-omens-are-good-for-more-good-omens/

 

… Sorpresa?

So che avevo detto che avrei aggiornato venerdì, ma questo capitolo mi ha fatta dannare, l’ho riscritto duecento volte e adesso che sono arrivata a una versione che forse mi soddisfa ho preferito postarla prima di modificarla di nuovo ç___ç.

Che dire? Rischio di scrivere delle note più lunghe della storia, perciò mi limito a ringraziare di cuore tutti quelli che hanno seguito e recensito questo piccolo esperimento: chi mi conosce sa che in genere sono più abituata al genere comico ed è stato interessante mettermi alla prova con qualcosa di diverso.

Ci sono almeno una ventina di persone che vorrei citare e ringraziare per la loro vicinanza in questo periodo che per me è stato davvero tosto, ma onde evitare di dilungarmi conto loro sappiano chi sono 

Spero che questa piccola raccolta vi abbia trasmesso qualcosa o vi abbia tenuto compagnia in qualche modo.

Vi abbraccio tutte, siete preziose 

Alla prossima,

Bennina

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