L'Abisso

di _Alexya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


I piedi oramai bruciano a ogni stanco passo che tento invano di rendere leggero.

La terra sprofonda sotto il peso dell'armatura e dei muscoli che pian piano cedono alla stanchezza mentre la mente si inganna di essere lucida, vigile e il fastidioso rumore metallico dell'armatura rimbomba nel silenzio.

Gli occhi del buio penetrano nella mia pelle come aghi e mi scrutano, l'oscurità allunga i suoi stretti e appuntiti artigli senza toccarmi prendendosi così gioco di me.

Con la coda dell'occhio scorgo un'infinità di occhi rossi che aguzzi e predatori salivano all'odore del mio sangue che sgorga lentamente dalla ferita sul mio viso, famelici si avvicinano con cautela come pantere che si preparano ad attaccare la preda, eppure non si avventano sulla mia carne e rimangono indietro come se qualcosa li stesse spaventando.

Ma io devo continuare a camminare, a spostare quella così stranamente pesante armatura, a strusciare i piedi sulla nera terra.

Devo raggiungere quella barriera.

Una cupola di luce risplende in lontananza, l'unica speranza, l'unica salvezza contro questa nera malvagità.

Stringo i denti e raccolgo le mie ultime forze, scanso tutta quella pesante fatica che si trasforma in dolore e aumento il passo.

Infine eccola, la luce.
 

Appena dentro cado in ginocchio sull'erba nera come la pece e, sfinito, sospiro liberandomi della pressione.

"E tu cosa saresti?" Una dolce e acuta voce si rivolge a me.

Alzo lo sguardo e due piccoli occhi dorati contornati da lunghi capelli anche essi dorati mi osservano.

"Stupida! Non vedi che ha un'armatura? E una spada! È un cavaliere!" Un'altra creatura maschile simile alla prima si avvicina indicandomi stupefatta.
 

Alte quanto un dito e splendenti come il sole assomigliano a piccole fatine.

Grandi ali quasi trasparenti permettono loro di volare e la loro luce ferisce l'oscurità allontanandola dalla loro dimora che sembra perennemente illuminata da un sole che in realtà non c'è.

La creatura femminile mi osserva preoccupata spostandosi leggera attorno al mio corpo dopodiché allunga le minuscole braccia in avanti e le stende, spalanca le mani e i suoi occhi diventano neri.

Sussurra parole incomprensibili per qualche istante e la luce mi avvolge.

La corruzione dell'oscurità che stava divorando la mia armatura e la mia pelle scivola via morente e le mie ferite spariscono come d'incanto.

Guardo la creatura riconoscente ed ella mi rivolge un enorme sorriso.

Accenno un grazie con il capo, gli occhi che ormai bruciano non possono più rimanere aperti e il sonno mi coglie all'improvviso.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Anni ormai sono passati da quando il mondo cambiò.

Le emozioni umane popolano la terra da quando l'umanità vi mise piede.

'Le emozioni esistono ma non si possono toccare con mano'.

Ciò rimase verità per molto tempo fin quando un giorno esse, dopo anni vissuti sotto forma immateriale, presero vita.

Un terremoto percosse ogni luogo del mondo e ciò che era stato immateriale divenne materiale.

L' amore, la felicità e tutte le emozioni considerate benevole si riunirono in un unico corpo e con leggerezza salirono oltre le candide nuvole.

Il loro passaggio richiamò la luce che in fretta e furia si unì in un enorme castello di cristallo le cui fondamenta poggiano sulle nuvole che, onorate, lo sostengono.

Quando il tutto finì nacque il "Regno alato".

L' odio, il terrore e tutte le emozioni considerate malevole, invece, si riunirono in un unico corpo e con violenza ruppero la terra e vi si intrufolarono in profondità.

Il loro passaggio risvegliò i morti, gli incubi presero forma e lasciarono dietro di essi un enorme vortice che bucò la terra.

Quando il tutto finì il vortice si fermò e così nacque "L'Abisso".
 

Mi tolgo l'elmo e mi stropiccio un occhio come se fossi un bambino, sbadiglio.

"Buongiorno Cavaliere!" La splendente creatura mi saluta.

Ancora assonnato mi volto verso di essa ed accenno un sorriso.

"Grazie per quello che hai fatto per me"

La piccola luce arrossisce timida e sorride.

"Cavaliere dove siete diretto?" Chiede curiosa.

"Verso il fondo" Rispondo pensieroso.

"Il fondo? E perché mai?"

I pensieri mi avvolgono e mi perdo in essi.

"Cavaliere?"

Scuoto il capo svegliandomi e mi alzo quasi di scatto, mi giro a cercare la mia spada e la impugno.

"Per me è tempo di ripartire"

"Ma Cavaliere di già? Siete appena sveglio!" Ribatte la creaturina.

Passo una mano sull'elmo per pulirlo e lo rindosso.

"Arrivederci quindi" Dico per poi voltarmi.

"Aspetta!"

Si avvicina al mio scudo e passa la piccola mano sul lupo inciso su di esso. Osserva la concavità dell'occhio e vi ci incastona una piccolo sasso luminoso.

"Questo ti proteggerà dalla corruzione" Mi spiega lei.

La ringrazio ancora per poi ricominciare a camminare.

 

 

Allontanatomi dalla cupola abbasso lo sguardo e calcio un piccolo sasso.

Eccomi, di nuovo qui nella mia normalità.

Camminare nell'ombra, calpestare la terra nera che sembra marcia e vedere il sole solo attraverso quella spaccatura nel terreno sopra di me e poi...

Sguaino con sicurezza ed orgoglio la spada affilata e la brandisco con la mano destra.

La mia fidata arma.

È leggera e con la sua lama sembra di tagliare l'aria, la sua impugnatura è ben fatta e comoda.

Passo un dito sull'incisione 'L' su di essa per poi girarmi all'improvviso e conficcare la lama nel mostro alle mie spalle.

Questo lancia il solito ormai noioso urlo e svanisce nel nulla, un fracasso attira la mia attenzione ed alzo lo scudo con il braccio sinistro a parare l'attacco di un'enorme massa nera dagli occhi rossi come il sangue e dai denti aguzzi. Stringo la spada e, dopo aver spinto il mostro con lo scudo, gli taglio la testa di netto.

Gli incubi.

Le paure, i terrori, le fobie che si sfogano nel sonno delle persone.

Coloro che turbano e trasformano la notte nell'inferno, che irrompono nell'animo, che creano quell'orribile sensazione nel petto e si divertono a scuotere il cuore con così tanta violenza che esso comincia a battere talmente forte da dar l'impressione di poter rompere le costole ed uscire dal corpo.

Chi mai avrebbe pensato che 'il mostro sotto al letto' potesse essere così spaventoso.

Nessun incubo è uguale ma si assomigliano tutti tra di loro, di solito sono i più famelici e si fiondano sul loro pasto senza un minimo ragionamento mentre le paure agiscono usualmente con un poco di intelletto in più.

Le fobie invece sono le più pericolose, dotate di una mente eccezionale e capaci di risvegliare le più grandi paure del nemico.

Inoltre gli incubi più comuni, quelli dei bambini, sono i più potenti e spaventosi... forse perché in quella fase l'immaginazione ha il sopravvento e i piccoli rischiano di confonderla con la realtà.

Eppure nonostante la frenesia dell'Abisso piccole creature somiglianti agli animali vi vivono in serenità come se fossero nel mondo di un tempo.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Sono ormai ore che cammino e vi è qualcosa di strano nell'aria, i mostri sono scomparsi.

Gli unici che ho combattuto sembravano quasi sciolti, morenti.

Possibile che qualche altro combattente oltre a me sia passato per di qua?... No, impossibile, me ne sarei accorto.

Sono stanco e i piedi sono tornati a bruciare... chissà quanto dovrò ancora camminare per potermi riposare di nuovo.

Guardo sopra di me e osservo la flebile luce che penetra nell'abisso, sta già ricalando la notte.

Il vento gelido mi ghiaccia il collo e sospiro infastidito, fa sempre freddo qui essendo sempre buio.

Un ululato non troppo lontano interrompe lo strano silenzio che dovrebbe essere riempito da grida di mostri, sorrido e mi dirigo verso esso ma un urlo agghiacciante blocca il mio passo e immediatamente, estraendo la spada, mi guardo intorno cercando l'incubo.

In lontananza scorgo una piccola luce, che sia un altro luogo di riparo?

No, non lo è.

Comincio a correre verso quella luce tenendo la spada pronta ed eccoli, i demoni. Sono in tanti e cercano continuamente di buttarsi sulla luce che però li scioglie... ma questa si sta pian piano spegnendo.

Tiro un grido di battaglia e mi scaglio su di essi: incubi, demoni, scheletri cadono a terra morendo e il fiato comincia ad affannarsi.

Cosa sto salvando, chi?

Non riesco a capirlo e non posso distrarmi, devo salvarla qualsiasi cosa essa sia.

Il braccio che impugna la spada comincia a fare male ma non importa, non lascerò che queste orrende creature facciano del male a qualcuno.

Con rabbia affondo la spada nel corpo di qualunque cosa mi sta attaccando, non mi importa del fiato affannato e della gola che per colpa di ciò si è seccata né del braccio che urla di dolore.

In questo momento l'unica cosa importante è salvare quella luce.

Un ringhio attira la mia attenzione e un lupo nero salta su un demone e lo sbrana.

"Abyss!" Esclamo sollevato.

Sono veramente tanti, non potevo farcela da solo.

Un'altro lupo, questo bianco, si mette dinanzi a me e uno scudo di luce si genera davanti a lui proteggendo entrambi.

Quando anche l'ultimo mostro esala l'ultimo respiro tiro un sospiro di sollievo e conficco la spada nel terreno appoggiandomi sfinito ad essa. Mi volto e ciò che vedo mi lascia senza fiato.

Una ragazza raggomitolata su se stessa trema come una foglia e protegge qualcosa che tiene fra le sue mani.

Capelli castani le contornano il viso sporco di terra e la sua corporatura sembra quella di una bimba, del sangue sgorga da una ferita sulla spalla ma lei sembra non provare dolore per essa.

 

"Va tutto bene?"Chiedo avvicinandomi pian piano a lei.

La ragazza però non fiata e continua a tremare, poi ha uno scatto come se si fosse svegliata da uno stato di trance e si accorge di me.

"Hey... stai bene?"Le chiedo nuovamente.

Lei mi dedica il suo sguardo per un secondo e subito abbassa gli occhi gonfi di lacrime verso le sue mani aprendole lentamente.

Una piccola creatura di luce femminile cerca di rimettersi in piedi con fatica e grandi lacrime cominciano a uscire dagli occhi della ragazza.

"Hey no! No, non piangere, sto bene, tranquilla" Dice subito preoccupata la piccola creatura.

Il lupo bianco avvicina tibutante ma dolce il muso al suo viso, la ragazza però, alzato lo sguardo, sgrana gli occhi e quasi sobbalza.

"Mh? Cosa-" La lucina reagisce come la ragazza alla vista del lupo, poi la guarda con uno strano sguardo.

I due lupi, per mia sorpresa, dopo un attimo di esitazione cominciano a guaire come non avevano mai fatto, scattano in avanti e si fiondano sulla ragazza leccandole il viso.

"Cosa fate!" Alzo la voce non capendo i due e li sposto prendendoli per la collottola.

I due animali, come bambini capricciosi, continuano a tirare.

Alla fine, arresi, si calmano.

"Lui è Astral" Dico indicando quello bianco.

"E lui Abyss" Riferendomi a quello nero.

"Perdonami, non so cosa gli sia preso"

Lei li guarda e con una manina gli accarezza dolcemente il muso, sembra proprio una bambina.

"Lei è Lux" Sussurra dopo un attimo di esitazione spostando lo sguardo su di me e parlando della creatura.

"Cosa diavolo..." Mi trattengo.

"Come mai ti trovi nell'abisso... È pericoloso, rischi di morire!"

 

Mi guarda e il suo sguardo diventa cupo.

Sento in lei qualcosa di molto forte... non so spiegarmelo, ma è molto strano.

Non mi era capitato mai nulla del genere e non riesco a smettere di essere stupito.

Che diamine ci fa una ragazza minuta come lei cosi in profondità? E come dannazione ci è arrivata?

Per quale dannata ragione poi così tanti mostri si sono accaniti su di lei? Non ce ne sono neanche così tanti in questo luogo!

Metto fine alle mie domande scuotendo il capo.

Non è assolutamente il caso di pensarci troppo, dato l'accaduto meno rimaniamo qui più al sicuro saremo.

"Comunque sia... è meglio cercare un riparo, riesci ad alzarti?"

Lei annuisce e si alza barcollando.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Osservo il fuoco e sento le mani e i piedi cambiare temperatura, fa più freddo stanotte.

Ho deciso di fermarmi in un villaggio di luce dove ho portato quella ragazza.

Lei fissa il fuoco e i suoi occhi sono spenti... nessuna luce vi ci brilla: rimane ferma, immobile... non parla e sospira di continuo, grandi occhiaie le contornano gli occhi gonfi e le sue guance sono rosse come fuoco vivo per il freddo preso in precedenza.

Prende aria fino a riempire i polmoni al massimo e poi la sbatte fuori con forza facendo il sospiro che termina il mio silenzio.

 

"Come ti chiami?"

Lei sposta lo sguardo su di me e si stringe le ginocchia.

"Alessandra"

Il silenzio si invade di nuovo tra noi.

"E tu?" Improvvisa lei.

"Chiamami solo Cavaliere"

"Non hai un nome?"

"Mi chiamo Elias" Rispondo sbuffando.

Lei mi guarda un po' confusa.

"Cosa c'è?" Dico infastidito.

"Nulla" Sussurra lei e abbassa lo sguardo come se si fosse pentita di aver parlato.

I suoi occhi tornano sul fuoco e un altro sospiro giunge alle mie orecchie.

Cos'è che la turba a tal modo?

E cos'è questo mio interesse? Non è da me preoccuparmi per uno sconosciuto.

Poso gli occhi su di lei e la curiosità ha la meglio.

"Cosa ci fai tu qui?"

Un brivido la percorre e un senso di colpa mi invade.

"Sono fuggita di casa"

Esito per un momento, ma non resisto.

"Perché?"

"Casa mia è un inferno"

"Perché scusa... l'Abisso cos'è?" Chiedo confuso.

Lei non risponde mentre i suoi occhi spenti e pieni di dolore colpiscono i miei facendo saltare il mio cuore.

Io questa ragazza non la conosco, allora perché un senso di inquietudine mi ha preso dal nulla?

Non sono mai stato troppo attirato dalle persone e non sono di certo una persona sensibile, poco mi importa di quello che può provare una ragazzina incontrata per caso.

Ma allora, mi chiedo, perché continuo a fissare i suoi occhi così spenti e tristi?

 

"Grazie"

 

Una parola così corta e semplice pronunciata da una ragazzina qualunque come può sorprendere un cavaliere veterano?

"Sei per caso ferito?" Chiede timida cambiando discorso.

"No" Sussurro pensieroso.

La mia attenzione passa sul suo gracile corpo.

Non mostra alcun segno di corruzione... Lux è stata sempre con lei ma una lucina da sola non può scacciare così tanta corruzione.

Sospiro stufo di sentire i miei pensieri ronzare continuamente e mi sdraio.

"Domani ti riporto in superficie, ora dormi" sussurro prima di riaddormentarmi.

 

 

Apro gli occhi sbadigliando e mi sveglio.

Il falò si è spento da poco e il leggero calore che esso emana è piacevole.

Mi alzo e addento qualcosa dalle mie scorte di cibo che le lucine hanno gentilmente riempito e mi accorgo di lei.

La ragazza è ancora li, immobile come se per tutta la notte non si fosse mossa.

"Vuoi mangiare qualcosa?"

"No, grazie" Sussurra debolmente lei.

Non le chiederò se ha dormito, dato che è abbastanza ovvia la risposta.

Decido di non ripartire immediatamente come al mio solito e rimaniamo un po' al villaggio, sono preoccupato che lei sia troppo stanca per camminare.

Rimango in uno stato di semiveglia a causa del leggero tepore del fuoco e alla comoda posizione in cui sono messo e mi godo il silenzio contornato dalle piccole e apparentemente lontane voci delle lucine.

La voce squillante di Lux desta però la mia pace.

 

"Cavaliere! Non dirmi che uno come te si lascia tanto facilmente prendere dal sonno!" Sghignazza lei.

"Lux!" La rimprovera Ale.

"Ma dai, non può prendersela per cosi poco Ale!" Ride ancora la fatina.

La guardo piuttosto infastidito, chiudo gli occhi e sospiro per poi tirargli una schicchera e lanciarla lontano.

Ale trattiene una risata mentre l'urlo di Lux irrompe ulteriormente nella mia pace.

Riapro gli occhi e le rivolgo il mio sguardo, un ampio sorriso compare sul suo viso.

Sbarro gli occhi stupito, come può sorridere dopo avermi dimostrato così tanto dolore? E così all'improvviso poi!

Poggio una mano sul mio petto, che diamine mi succede? Devo darmi una regolata.

Mi alzo irrigidendomi e le porgo la mano.

 

"Andiamo" 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ripercorrendo la strada al contrario un sentimento di angoscia mi prende nel profondo, in più con questo contrattempo ritardo il mio compito e ciò mi infastidisce.

Sono nervoso, mi sembra di perdere tempo eppure non ho il coraggio di lasciare Ale a se stessa e riprendere la mia strada.

Sospiro, sono il solito idiota.

Cammino spedito verso l'uscita e controllo la presenza di Ale ascoltando il rumore dei suoi passi.

Tra di noi vi è il silenzio più totale, non ho tempo né voglia di parlare, devo tornare al più presto a seguire il mio fine.

I suoi passi rallentano così mi giro a controllare se è tutto a posto.

Lei è affannata e la vedo alquanto debole, si tiene a malapena in piedi.

Rigiro a forza lo sguardo di fronte a me e mi fermo ma ancora un dolore mi prende al petto, il mio disinteresse negli altri si sta tramutando in fargli del male... io non voglio aiutarla.

Lei mi raggiunge sempre più mentre il suo affanno si fa sempre più vicino rafforzando il dolore.

Mi faccio cupo e digrigno i denti, che senso ha aiutare qualcuno e poi fargli del male? Devo smetterla, sono un cavaliere e devo comportarmi come tale.

Mi metto in ginocchio e le porgo la mia schiena.
 

"Avanti, sali"
 

Lei si aggrappa debolmente a me e io mi rialzo in piedi portandola così verso il villaggio che avevo precedentemente incontrato.

Lux sbadiglia e si infila nella tasca di Ale per poi addormentarsi.

I miei lupi camminano accanto a me e mi rallegro, loro sono tutto ciò che possiedo... tutto l'amore che mi è rimasto.

Astral d'improvviso si mette di fronte a me e ringhia verso il buio facendo apparire lo scudo di luce mentre Abyss si fionda sui demoni che ci hanno sentiti.

Appoggio la ragazza a terra dietro lo scudo e sguaino la spada.
 

"Quanti sono Astral?"

Lui risponde ringhiando e comprendo che deve essere un numero elevato.

"Proteggi la ragazza"
 

Combatto per ore al fianco dei miei lupi uccidendo demoni, incubi, morti.

Essi continuano a voler raggiungere la ragazza, perché?

Ignorano la mia presenza totalmente anche se li attacco, sembrano quasi colpiti da un incantesimo.

Oramai il loro numero comincia a scarseggiare e la fine della battaglia si avvicina, avverto però qualcosa di molto strano.

D'improvviso un forte vento mi investe facendomi quasi cadere, un vento gelido.

Il tempo si è come fermato e i mostri lo hanno seguito, essi ascoltano il messaggio dall'alto e cambiano obiettivo.

Tutti si voltano nella mia direzione e si avventano su di me, mi vogliono morto.

Preso alla sprovvista la spada mi viene strappata dalle mani, come anche lo scudo, mentre vengo spintonato e trapassato da lunghi artigli, sento il dolore atroce delle ferite attraversare la carne e strapparla.

Urlo cercando di sovrastare il dolore ma senza risultati.

È così che morirò? Morirò per aver cercato di salvare una ragazza e oltre tutto averla lasciata in pericolo?

Un Cavaliere muore in battaglia, è vero.

Io però non ho portato a termine la mia missione e la mia anima non riposerà mai in pace per questo.

La mia vista si offusca e le forze cominciano a mancarmi, vedo sangue a terra e lo sento colare sulla pelle sotto l'armatura.

Poi vedo una luce fiondarsi su di me e aumentare la sua luminosità. Gli artigli scompaiono come anche i proprietari e tutto il male attorno a me si scioglie.

Mi accascio a terra in fin di vita e alzo lo sguardo.

Ale è lì, fuori dallo scudo di Astral che impugna la mia spada con forza.

Il suo sguardo è serio ma calmo, un leggero vento sembra continuamente girarle attorno e la sua debolezza sembra essere del tutto sparita. Sembra improvvisamente cambiata, non è più triste come sembrava o turbata da qualcosa che la uccideva interiormente.
 

"Non ero forse io colei che doveva morire?" Chiede tranquillamente lei con un tono di voce alto.
 

Un demone sfodera una risata diabolica per poi fiondarsi su di lei.

Cosa diamine fa, così morirà!

Un semplice ma deciso gesto, sposta la spada da sinistra a destra potentemente e la testa del demone rotola a terra per poi sparire.

Sospira come a calmare le emozioni dentro di lei e impugna la spada con entrambe le mani.

Si fionda sui mostri attorno rimasti e in poco tempo li uccide tutti sotto i miei occhi sbalorditi, poi cade in ginocchio stanca e spaventata come se lei stessa non riuscisse a rendersi conto dell'accaduto.

Mi accorgo che Lux è debole e faccio in tempo a fare uno sforzo e a prenderla prima di vederla svenire.

La luce attorno a me svanisce e un incubo rimasto corre nella mia direzione tenendo gli artigli affilati pronti ad affondare nella mia carne.

Sì, decisamente è questa la mia fine.
 

"No!"
 

Il silenzio invade la mia mente e sbarro gli occhi.

Il sangue sgorga dalla sua ferita, scivola sull'enorme artiglio del mostro che trapassa lo stomaco della ragazza e goccia a terra, il rumore rimbomba nella mia testa e si ripete in continuo.

Lei... mi ha salvato, perché?

Comincio a sentire le mie emozioni mescolarsi e sbattere ovunque come un mare in tempesta.

Ci conosciamo da a malapena un giorno eppure lei non ha esitato a rischiare la vita per salvare la mia mentre io ho fatto di tutto per ignorarla e farmi gli affari miei.

Il tempo pare essersi fermato un'altra volta, la testa mi fa male e non capisco più nulla. Il respiro affannato di Ale che oppone resistenza al dolore mi rigira lo stomaco.

Aiuto, ora vomito.

Ridicolo, davvero ridicolo questo cavaliere terrorizzato alla vista del sangue e del dolore altrui. Ridicolo, davvero ridicolo questo cavaliere salvato da una ragazzina a cui aveva cercato di non dedicare il minimo interesse.

Abyss si fionda sul demone che sfila l'artiglio da Ale divertito e fa per colpirlo ma Astral lo uccide alle spalle.

Ale cade a terra e si stringe lo stomaco dolorosamente, la sua bocca è spalancata come se volesse urlare, i suoi occhi sbarrati lacrimano per il dolore mentre il prato diviene una pozza di sangue.

Il buio e l'inquietante tranquillità che normalmente invade l'Abisso torna a regnare, passano minuti o secondi... o forse ore.

Non lo so, non capisco più nulla e non recepisco il tempo.

Astral poggia il muso sulla mia guancia e spinge leggermente cercando una mia reazione, poi il buio.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Sbatto le palpebre cercando di sistemare la vista offuscata, strizzo gli occhi inutilmente e alla fine li stropiccio ma il dolore mi coglie al movimento del braccio.

Mi guardo intorno e non riconosco il luogo.

Dove diamine sono?

Un soffitto di legno si trova di fronte a me, sono sdraiato... credo su un letto ma non posso assolutamente muovermi. Ogni minimo movimento mi provoca dolore.

Dov'è Ale? E i lupi?

Mi giro di lato di scatto pensando ai due animali e mi dimentico d'improvviso del dolore che mi fa urlare.

 

"Ah,ti sei svegliato" Una voce maschile piacevole e saggia raggiunge il mio udito.

"Non muoverti che ti fai male"

La sue parole premurose sono pronunciate con un tono serio e severo: un uomo più vecchio di me siede su una sedia di legno con un grande libro fra le mani.

Mi siedo nonostante il dolore e noto di essere fasciato in svariati punti con fasciature ben fatte.

"Dove mi trovo?"Chiedo confuso.

"Semplicemente a casa mia" Risponde tornato tranquillamente a leggere il libro.

"Dove sono i due lupi?"

Lui alza lo sguardo verso di me e poi fa un cenno con il capo verso la sua sinistra.

Astral e Abyss dormono tranquillamente su un tappeto dinanzi a un camino acceso al di fuori della mia stanza,bene se loro sono tranquilli posso esserlo anche io.

"Devi tenere molto a loro"

"Già..." Rispondo osservandoli,poi sospiro pesantemente e torno a guardare l'uomo.

"E lei dov'è?"

Lui interrompe la lettura e prende una penna stilografica decorata con una piuma nera e inizia a scrivere su di esso.

"Brandire una spada a quel modo non è cosa normale per una ragazza"

"Ho chiesto solo dove si trova" Chiedo subito innervosendomi.

"Inoltre una così fragile in un luogo così buio e pericoloso sarebbe morta dopo pochi passi all'inizio dell'abisso"

"Smettila di giocare" Ripeto cercando di mantenere la calma.

Chi è quest'uomo, che ha visto tutto senza che io lo notassi? Che vive nell'abisso come se nulla fosse e oltretutto in una casa di legno?

Un sorrisetto fastidioso compare sul suo viso mentre finisce di scrivere qualcosa compiaciuto, poi chiude il libro e lo poggia sulla scrivania dietro di lui.

"Sta bene tranquillo, è nell'altra stanza"

"Chi sei tu?"

"Cos'è un interrogatorio?" Ridacchia lui.

Faccio finta di nulla rimanendo serio.

"Ero quel che sei tu" Mi risponde notando la mia serietà.

"Ti ho chiesto il presente non il passato"

"Rimango dentro colui che non sono più"

"Un cavaliere quindi?"

"Il guardiano dell'abisso"

Lo guardo confuso.

"Ma io non sono un guardiano"

"Eppure ti comporti come tale"

Rimango in silenzio,in effetti è così non posso dargli torto.

"Perché hai smesso?" Le parole escono a ruota dalla mia bocca... forse sono ancora intontito dal dolore.

"Questo è affare mio, non è educato da parte di un cavaliere essere sfacciato" Mi dice rimproverandomi.

Rimango in silenzio un' altra volta, ha ragione di nuovo.

Mi sento di fronte a qualcuno di più importante di un semplice Cavaliere... e di più saggio.

Sospiro nuovamente guardandomi le fasciature, dovrò star fermo un paio di giorni e io odio stare fermo.

"Inutile che ti tormenti, chi va piano va sano e va lontano no?"

Lo guardo fulminandolo e mi sdraio nel letto, cos'è adesso legge perfino la mente?

 

Prendo le coperte e mi copro fin sopra il collo chiudendo gli occhi. Un leggero prurito sul naso mi infastidisce e con una mano mi gratto ma il prurito continua ad esserci.

Apro gli occhi stufo di non poter neanche riposare e due minuscoli occhi mi osservano,un'altra creatura luminosa maschile. La creaturina nasconde una piuma bianca tre volte più grande di lei dietro alla schiena e forza un sorriso come a nascondere il suo scherzo. La risata di Lux sopraggiunge da uno scaffale all'improvviso e i due iniziano a ridere divertiti. Sbuffo, prendo fiato e mentre le due lucine mi guardano confuse lo rilascio facendole volare via.

"Ti puzza l'alito!" Mi urla ridendo Lux mentre l'altra lucina quasi non ha più fiato per ridere ancora.

"Sergius,vieni qui" Richiama seriamente l'uomo.

"Subito!" Risponde la lucina correndo svelta a posarsi sulla sua spalla.

"Lui è Sergius" Me lo presenta mentre gli porge un tovagliolo minuscolo con una mollicola di pane all'interno

"E lui è Holin" Dice squillante e orgogliosa la lucina.

"Non ti ho chiesto di presentarmi...ma va bene cosi" Sospira il vecchio.

"Ragazzo..." Il guardiano mostra un leggero tentennare.

"Dimmi" Borbotto mettendomi di spalle.

"il braccio destro"

Sobbalzo e stringo quel braccio con la mano mentre cerco di cacciare i brutti pensieri.

"Non ti ha reso la vita facile vedo"

"Fatti gli affari tuoi vecchio" Ringhio ormai rabbioso.

Holin sospira, si alza e prende il libro mettendo la penna a fargli da segnalibro ed esce dalla stanza.

 

Non pensarci, non pensarci.

Mentre il panico inizia a prendermi, il muso nero di Abyss compare accanto a me, osservo i suoi enormi occhi gialli e allungo una mano per accarezzarlo ma questo mi morde anche se piano.

"Ma... hey!"

Faccio per cercare di aprirgli la bocca e levare la mano ma il lupo mi mostra i denti.

"Sono già più calmo ora lasciami"

Si decide a lasciare la presa e poi mi lecca dolcemente la mano.

"Grazie piccolo" Sussurro accarezzandolo.

Abyss si arrotola su se stesso per poi mettersi a dormire accanto a me mentre io ammiro estasiato l'immensa quantità di libri presenti nella camera... gli scaffali ne sono pieni e ricoprono completamente la parete sopra la scrivania decorandola con la loro bellezza.

Sbadiglio,ho dormito veramente tanto possibile che io abbia ancora bisogno di dormire?

Beh... È anche vero che ho ferite non lievi.

Il sonno mi coglie di botto e mi addormento nonostante la mia resistenza. Purtroppo le ferite sono profonde e il riposo è la cura migliore... Anche se questo Cavaliere non vorrebbe riposare mai.

 

 Anche se questo Cavaliere non vorrebbe riposare mai        

 

Mi rigiro nel letto ponendomi dal lato della parete e mi tengo lo stomaco con una mano,porto delicatamente l'altra sotto ai miei occhi.

La stringo in un pugno e la riapro.

Sono viva?

Ricordo l'orribile sensazione del sangue che abbandonava le vene, della testa che diventava sempre più pesante e un brivido mi percorre la schiena.

Prendo più aria possibile nei polmoni ed espiro lasciandola gentilmente uscire.

Si,sono viva.

Osservo i miei capelli castani distesi sul letto formare grandi boccoli e vi ci infilo il dito giocandoci.

L' odore pungente del disinfettante mi arriva dalla fasciatura, odore che odio in quanto mi ricorda l'ospedale e che trovo nonostante ciò piacevole poiché mi tranquillizza... in fin dei conti in un ospedale si viene curati,perciò lo sopporto.

Sento la porta aprirsi e porto le mani sotto le coperte, un profumo dolce solletica il mio appetito e la pancia brontola capricciosa.

Lo sento poggiare qualcosa sul comodino alle mie spalle e prendere una sedia.

 

"Andiamo, non ti mangio mica"

Mi stringo nel letto chiudendomi in me stessa.

"Inutile che fai cosi non sono pericoloso" Insiste.

Rimango in silenzio cercando di comprendere le sue intenzioni, non mi aprirò a lui.

Lui sospira, credo stia cercando le parole per convincermi a parlargli.

"Non blindare la porta...sto bussando non sto entrando di forza"

Sospiro.

"Va bene" Sussurro.

Questa non sono io.

La Alessandra che conosco io non si fa problemi ad aprirsi alla gente, per lei chiunque è amico e va trattato come tale.

"Ti ho portato la colazione se vuoi" Mi dice lui addolcendo il suo tono di voce.

Mi volto e mi siedo faticosamente sul letto,allontano il mio strano comportamento dovuto credo allo scombussolamento dell'accaduto. Allungo un braccio verso un cornetto che addento affamata e Holin sghignazza ricevendo cosi un occhiataccia.

"Cosa ridi?" Chiedo portando una mano davanti alla bocca.

"Ah nulla" Finge lui.

Scuoto il capo divertita e divoro la colazione.

"Elias?"

Chiedo, sono sicura che Holin sappia di chi parlo... avendo notato la sua estrema attenzione ad ogni cosa.

"Il Cavaliere si è svegliato poco fa, ma ha bisogno di riposo"

 

Sorrido leggermente, come immaginavo lui sa.

Anche questo comportamento non è da me,sono sempre stata una ragazza solare capace di sorridere perfino a qualcuno che si prende gioco di lei.

Suppongo però che l'accaduto con Lux sia la causa scatenante di tutto ciò.

Quando lei rischiò di spegnersi per sempre solo per proteggermi.

'Non sono capace di fare qualcosa del genere, Lux ha rischiato la sua vita a causa mia.'

Me lo sono ripetuto tante, tante volte dopo che il Cavaliere salvò la mia vita e così quella di Lux. Finché ho dimostrato a me stessa di poterlo fare anche io.

Eppure me stessa è rigida, severa e prepotente e continua a ripetere che non è così.

Sospiro e sento gli occhi inumidirsi ma cancello completamente i pensieri e li trattengo. Alzo lo sguardo velocemente ricordandomi di Holin e lo guardo intimorita... si sarà accorto?

Lui tiene la penna in mano e il libro aperto, mi guarda con uno sguardo perplesso e non dice nulla.

Momenti dolorosi e ansiogeni di silenzio passano finché la mia fidata lucina arriva di corsa.

 

Lux osserva con un sorrisetto a me familiare Holin che gli ricambia lo sguardo.

"Lux,evita"

Lei non mi ascolta e si fionda sulla penna dell'uomo portandosela via.

"Ahah! Il mio tesoro!" Urla vittoriosa lei.

Porto una mano sulla fronte e ridacchio.

"Sei la solita"

Holin si riprende la penna caduta sul tavolo con Lux.

"Guarda che scrivo lo stesso io" La minaccia lo scrittore.

Lux,come suo solito, non risponde e rimane abbracciata alla penna stilografica.

È sempre stata cosi, tiene a me come una sorella e arriverebbe a fare la cosa più imbarazzante solo per farmi ridere. Molti anni fa mi tirò su di morale facendo la stessa cosa, le dissi che era troppo buffo vederla così piccola rispetto a una penna ed ora lei non la smette più di tirar fuori il vecchio e solito metodo. Eppure sa sempre come farlo funzionare.

Holin la scuote per farla cadere ma la sua presa è salda, sospira divertito e fa per impugnare l'oggetto normalmente e iniziare a scrivere.

"Eheh no! Non ci tengo ad essere schiacciata, addio!" Dice Lux correndo via, si gira verso il guardiano e prima di potersi fermare sbatte contro dei libri e ne viene sommersa.

Non resisto e mi metto a ridere, solo lei poteva farmi ridere in una situazione del genere.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Il prato diviene completamente bianco.

Sospiro, siedo per terra e abbraccio le mie ginocchia.

Un piacevole calore mi avvolge eppure l'aria che i miei polmoni respirano è gelida.

Mi ricorda l'inverno, la neve.

La stagione in cui ho insistito di voler nascere a tutti i costi nonostante non fossi pronta. La stagione in cui tutto diviene bianco ma nero, silenzioso ma chiassoso, gelido ma caldo, immobile eppure in movimento, buono ma malvagio.

Dipende poi dai punti di vista... puoi vederlo dal lato positivo e amarlo o vederlo dal lato negativo e odiarlo. Io guardo sia un lato che l'altro e lo trovo affascinante.

Un mal di testa interrompe i miei pensieri, porto le mani a questa stringendola e una sensazione di panico invade il mio petto. Sospiro cercando di calmarmi e immediatamente porto le mani davanti a me e le osservo, tremo.

Lux si posa sul mio ginocchio e mi osserva preoccupata.
 

"Hey... è tanto forte?" Chiede a bassa voce.
 

Gli sorrido e scuoto la testa in segno di no e lei sorride abbassando le ali tristemente.

Espiro, posso vedere il mio respiro nell'aria proprio come in inverno. L'unica differenza è che l'aria intorno a me è calda mentre quella che è nel mio corpo è gelida.

Un tiepido vento muove i miei capelli eppure nulla... nessun rumore.

L'unico rumore che posso sentire è il mio respiro, come se fosse amplificato di dieci volte rimbomba nel silenzio e nella mia testa.
 

"Ale?"
 

Una voce esterna mi riporta alla realtà e tutto torna normale, rimango ancora stordita e cerco di non agitarmi.

"A cosa pensi?" Mi chiede il Cavaliere sedendosi faticosamente per terra.

"Nulla,nulla" Borbotto io.

"Solo dopo la morte non si pensa nulla" Risponde lui.

"Nulla di importante allora" Dico un poco sorpresa dalla sua risposta e gli sorrido.

"Mh" Mugola lui poco convinto. 

"Ascolta,come va?" Aggiunge con un tono un po' distaccato riferendosi alla mia ferita.

"Oh? Ah si!" Ridacchio divertita.

"Me ne dimentico quasi, va già molto meglio"

"Menomale" Sussurra sollevato lui.
 

Distolgo lo sguardo da lui notando che il suo è ricaduto di fronte a noi.

Il panorama che si può vedere dalla zona rialzata in cui ci troviamo è alquanto bizzarro e un poco spaventoso, eppure riserva un fascino veramente spettacolare.

Una città di lucine poco lontana illumina il buio e dei fiori luminosi partono da intorno ad essa e si disperdono pian piano.

La loro luce bluastra dona una bellezza e una luminosità tale da affascinare mentre di rado grandi ma pochi alberi si innalzano neri e ricurvi senza foglie.

Come fanno a crescere se non vi è luce?

Semplice, si nutrono del buio e prendono forza dall'abisso crescendo in modo anormale: i loro rami spogli terminano in punte alquanto aguzze, il loro tronco è forato e affatto diritto, le radici enormi spuntano dalla terra e il loro legno sembra putrefatto. La terra invece è ricoperta di un prato nero in cui sporge ogni tanto qualche fungo la cui grandezza è di poco fuori dalla norma.
 

"Prima di entrarci me lo immaginavo totalmente buio" Mi racconta il cavaliere.

"È come guardare il cielo di notte, buio eppure luminoso per le stelle" Penso a voce alta.

"Mh"
 

Minuti di quiete passano lentamente...

Il leggero rumore del vento accompagna il silenzio solito regnante di questo lugubre posto che viene spezzato solo quando vi è un combattimento.

Pare che i mostri quasi si nascondano... o forse si confondono solo con il buio.
 

"Tu perché sei nell'abisso?" Chiedo curiosa al cavaliere.

"Preferisco non raccontartelo" Dice dopo qualche secondo di silenzio.

Rimango muta per qualche istante.

"Sicuro?" Chiedo timorosa.

Elias non mi risponde, si alza, sbuffa infastidito e se ne torna in casa.

"Ma.. Hey!" Lo chiamo quasi arrabbiata.

"Sei la solita" Interviene Lux.

"Stai zitta"

"Sei una testona,ti ha detto che non voleva dirtelo e hai chiesto di nuovo" Continua lei che è comodamente sdraiata sulla mia gamba.

"Si,lo so" Sospiro.
 

Sono la solita idiota.

Stupida, incapace, strana, ignorante, antipatica, invadente, testarda.

Insulti su insulti iniziano e gridare nella mia testa, gli occhi si inumidiscono mentre le urla diventano sempre più forti.
 

"Smettila!" Mi urla Lux alzandosi.
 

Trattengo a fatica le lacrime che ormai offuscano la mia vista.

Improvvisamente poi una sensazione a me familiare mi colpisce.

Niente più lacrime, occhi spalancati, mi alzo di botto e Lux mi segue. Mi guardo intorno velocemente.

Una sensazione di vuoto mi prende, un leggero fischio solletica i miei timpani e il mio cuore inizia ad accelerare come se fosse eccitato da quella sensazione.

È lei... Dov'è?

Faccio per cominciare a correre verso non so dove ma Lux mi ferma.
 

"Dove vuoi andare? Non sappiamo dove sia e tu sei anche ferita"

"Hai ragione" Dico grattandomi la testa imbarazzata.

Mi volto ed entro in casa di corsa.

"Quando partiamo?" Chiedo precipitosa.

Il cavaliere mi osserva confuso.

"Dove vuoi andare ridotta cosi?" Chiede tranquillamente Holin sorseggiando un tè.

"Perché?" Chiedo non capendo.

"Emh.. Ale... sanguini" Sussurra un po' inorridita Lux.
 

Abbasso lo sguardo e osservo la mia maglietta sporca di sangue.

Mi accorgo solo ora di quanto la testa mi pesi, poggio una mano sulla maglietta e questa diventa completamente rossa.

Holin si alza e viene tranquillamente nella mia direzione.

Barcollo e lui prontamente mi afferra.
 

"Vieni, mettiti a letto"

"Ok" Rispondo io improvvisamente debole.
 

 

        

 

 

Sospiro, non va bene di questo passo ripartiremo tra chissà quanto.

Il guardiano ritorna dalla stanza dove ha portato Ale e il suo sguardo ricade per un attimo su di me.
 

"Un goccio di tè?"

"No grazie, preferirei del caffè" Rispondo rimanendo un istante ad osservare la sua tranquillità.

"Ok" Risponde lui andando in cucina.
 

Sposto lo sguardo sulla mia destra e accavallo le gambe.

La mia armatura è appoggiata su un apposito manichino pronta per partire nuovamente. Comincio a sbattere nervosamente il piede a terra e distolgo lo sguardo.
 

"Datti una calmata" Dice il vecchio porgendomi il caffè.

Sbuffo, prendo la tazzina e mi gusto il sapore amaro.

"E tu come va?"

"Bene"
 

Holin prende il suo solito libro che poggia sulle sue gambe e inizia a scrivere. Noto che non è un libro, le sue pagine sono completamente bianche ed è lui a scriverci.

Un silenzio imbarazzante cala nella stanza.
 

"Lo sai vero che lei non vuole tornare in superficie?"

"Non mi importa"

Un sorrisetto compare sulle sue labbra.

"Non sarà cosi semplice convincerla" Dice continuando a scrivere.

"E allora che rimanga qui con te, io di certo non me la porto dietro"

"Vieni a ridirmelo tra uno o due giorni" Dice lui convinto.
 

Sbuffo, ma chi si crede di essere con quell'espressone convinta... io di certo non me la porto dietro.

Se dovesse rimanere ferita... o qualcosa di peggio non me lo perdonerei mai. Nessuno deve venire con me, non voglio che qualcuno passi quello che passo io.

D'improvviso mi rendo conto di cosa ho appena sentito e i nervi cominciano a uccidermi.
 

"Uno o due giorni? Scherzi?"

"Se vuoi partire e ritrovarti in una battaglia sfiatato, affannato e non in grado di sostenerla vai pure" Dice lui continuando a bere il suo tè.
 

Porto una mano a massaggiarmi la tempia cercando di calmarmi e chiudo gli occhi, devo mettermi l'anima in pace.

Sospiro, riapro gli occhi e osservo il camino. Il fuoco scoppietta flebilmente riempiendo l'aria e il suo calore riscalda ogni angolo della casa, il mio sguardo si fissa su di esso e mi rilasso.

Quest'uomo non è una persona normale, affatto.

È come se già conoscesse tutto di me nonostante non mi sia mai aperto ne con lui ne con Ale, come se fosse un investigatore che da un indizio minuscolo riesce ad arrivare al crimine.

Lo osservo, continua a scrivere e ogni tanto si sistema gli occhiali... ma cosa scrive?

La sua scrittura è elegante e raffinata, potrei dire anche antica e faticosamente riesco a leggere qualcosa data anche la distanza che ci separa.

Appoggio la schiena sul divano finalmente calmo e incrocio le braccia, guardo il tappeto collocato davanti al camino dove Astral dorme tranquillo.

Abyss invece è sveglio e mi osserva, i suoi occhi così luminosi in contrasto con il nero del suo pelo mettono quasi in soggezione... ma non a me.
 

"Hey,vieni qui"
 

Lo chiamo facendogli posto sul divano.

Abyss si alza scodinzolando come un cagnolino e sale sul divano accucciandosi accanto a me. Lo accarezzo dolcemente e lui poggia il muso sulla mia gamba, il suo pelo è morbido e folto e io adoro accarezzarlo.
 

"Un lupo nero e uno bianco eh?" Sorride il vecchio osservandomi un secondo.

"Bei colori" Aggiunge poi facendo finta di nulla.

"Ti diverti a farmi innervosire o cosa?" Rispondo io calmo.

"Perdonami,a volte mi sento ancora un bambino dispettoso" Ridacchia lui tornando a scrivere.
 

Sorrido leggermente e torno ad accarezzare il mio lupo.

Sarà la terza o la quarta volta che sono in viaggio verso la superficie... Incontro qualcuno e lo riporto al di fuori, Ale è la quarta se non erro.

Ripenso allo stato in cui si trovava quando la ho incontrata e un disagio mi coglie, perché ora mi pesa? Per quale ragione il suo stato in questo momento mi fa quasi male?

Ora è una persona totalmente diversa da quella che ho incontrato, mi chiedo allora quale delle due sia quella di sempre.

Scuoto il capo, cosa mi importa? Non la conosco e non mi interessa conoscerla.

Mi alzo lasciando Abyss sul divano che piega la testa su un lato confuso e mi avvio verso la mia camera.
 

"Buona notte Elias"
 

Ignoro totalmente il padrone di casa sbattendo la porta dietro di me e mi butto sul letto.

 

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