Una nuova vita

di Ivy001
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1 Capitolo ***
Capitolo 3: *** 2 Capitolo ***
Capitolo 4: *** 3 Capitolo ***
Capitolo 5: *** 4 Capitolo ***
Capitolo 6: *** 5 Capitolo ***
Capitolo 7: *** 6 Capitolo ***
Capitolo 8: *** 7 Capitolo ***
Capitolo 9: *** 8 Capitolo ***
Capitolo 10: *** 9 Capitolo ***
Capitolo 11: *** 10 Capitolo ***
Capitolo 12: *** 11 Capitolo ***
Capitolo 13: *** 12 Capitolo ***
Capitolo 14: *** 13 Capitolo ***
Capitolo 15: *** 14 Capitolo ***
Capitolo 16: *** 15 Capitolo ***
Capitolo 17: *** 16 Capitolo ***
Capitolo 18: *** 17 Capitolo ***
Capitolo 19: *** 18 Capitolo ***
Capitolo 20: *** 19 Capitolo ***
Capitolo 21: *** 20 Capitolo ***
Capitolo 22: *** 21 Capitolo ***
Capitolo 23: *** 22 Capitolo ***
Capitolo 24: *** 23 Capitolo ***
Capitolo 25: *** 24 Capitolo ***
Capitolo 26: *** 25 Capitolo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


SALVE A TUTTI, RIECCOMI QUI. A DISTANZA DI 24 ORE DAL TERMINE DELLA FANFICTION “Some things change”, HO PREPARATO GIA’ IL PROLOGO DEL SEGUITO DI QUELLA STORIA. SPERO VI PIACCIA.

FEISTYPANTS OVVIAMENTE LA DEDICO A TE, CAPIRAI DA SOLA IL MODO IN CUI HO VOLUTO FARLO.

BUONA LETTURA

BACI

Ivy


“Eccoci arrivati ad Arendelle, sorellina” – esclama un giovane dai capelli biondi e gli occhi azzurro cielo.

“Wow! E’ bellissimo qui. Credi che questo regno saprà accettarci?”- chiede la bambina, preoccupata.

“Certo, Letizia. Sie talmente dolce che sarà impossibile non amarti” – così dicendo il ragazzo la abbraccia e la conduce mano nella mano fino ad una casa nei pressi della Montagna del Nord, lì dove inizieranno una nuova vita e dove li attende una persona cara.

Percorrono qualche metro e giungono di fronte la loro abitazione.

Bussano alla porta e ad aprirli è una donna.

“Siete arrivati finalmente” – esclama lei, abbracciando il giovanotto.

“Che piacere rivederti”-  aggiunge il ragazzo.

“Jack Frost… che bello  saperti ad Arendelle. Sono certa che a te e la tua sorellina piacerà questo posto” .

“Sicuramente sarà così” – esulta la minore, emozionata di intraprendere una nuova avventura, lontana da un luogo nel quale ha volutamente lasciato solo tanti ricordi dolorosi.

“E così tu sei Letizia. Che piacere incontrarti”

“Per me è un onore conoscere voi” – sorride felice la piccola.

La notevole educazione di una bambina di dieci anni, colpisce la signora che, prima di mostrarle la dimora, le dice -  “Basta formalità. Siamo o non siamo amiche. Chiamami pure Ingrid”

“Va bene, grazie Ingrid”

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Capitolo 2
*** 1 Capitolo ***


“E’ tutto pronto per stasera?” – domanda re Kristoff di Arendelle alle domestiche, indaffarate a sistemare tovaglie di pizzo, stoviglie e calici d’argento, striscioni e palloncini, nella sala ricevimento più grande di palazzo.

“Si, maestà. Non manca nulla” – risponde la più anziana delle donne.

“Deve essere tutto perfetto, mi raccomando. La mia Anna ama i compleanni e questo sarà indimenticabile”

Il trambusto esterno mette in allerta il sovrano e le cameriere.

“Usciamo tutti, non vorrei fosse lei e scoprisse la sorpresa” – si affretta a lasciare la stanza.

Ma può tirare un sospiro di sollievo.

“Bambini, insomma cos’è questo baccano?” – riconosce i gemelli, di quattro anni, per i corridoi.

“Papino, ma Agnarr mi dà fastidio” – brontola la principessina.

“Non è vero”- si difende il fratellino, facendo la linguaccia.

“Hey, non mi piacciono questi versacci. Chiedi scusa ad Iduna” – gli ordina Kristoff, ormai con la pratica divenuto un genitore impeccabile e un ottimo e rigoroso re.

“Ok, scusa Idy” – si rassegna il piccolo, sottomesso al volere paterno.

La bambina, fiera di aver vinto sul gemello, a testa alta e l’aria snob, gli passa davanti accingendosi ad andare in biblioteca.

“Uffi, la difendi sempre” – si imbroncia, incamminandosi nella direzione opposta a quella della sorella.

I nobili più piccoli di palazzo sono così diversi che persino i loro genitori faticano a riconoscerli come gemelli.

Non solo perché di due sessi ovviamente distinti, ma soprattutto per modalità di comportamento.

Iduna è davvero la classica principessina dai modi altezzosi e la voglia di vincere sul fratello che,al contrario, è tanto buono quanto ingenuo. Ogni scherzo affettuoso si trasforma in litigata e a dover chiedere scusa è sempre e solo lui.

La sua unica salvezza è l’adorata sorella maggiore, Ineke.

La ragazzina, quasi quattordicenne, è sdraiata sul letto, a pancia in giù e legge un libro dei tanti della biblioteca reale.

Sente bussare e accoglie il fratello.

“Keke, posso stare qui con te?” – le domanda, portandosi un dito in bocca.

La grande gli fa segno di sedersi accanto a lei. Adora, poi, il nomignolo datole dal più piccolo dei suoi fratelli.

“Che succede? Hai litigato con Iduna per caso?” – gli domanda, giocando teneramente con i ricciolini biondi del bambino.

“Lei è la preferita” – spiega, mostrando le insicurezze di fanciullo.

“Non dire sciocchezze. Papà stravede per entrambi, anzi. Devo dire che con voi è meno rigido che con me e Aurora”

“Ti devo confessare una cosa” – precisa poi Agnarr, sussurrandole all’orecchio – “Papà ha paura che trovate il fidanzatino”

La reazione immediata di Ineke è arrossire e portarsi una mano sulla fronte, rassegnandosi di fronte all’estrema gelosia paterna.

“Ieri ti ha visto chiacchierare con Samuel, il figlio del sarto e ha iniziato a dire cose strane” – ridacchia il piccolo, ricordandosi le parole di Kristoff.

Scende dal letto e impostandosi, imita il re, anche con la voce  e rappresenta la scena – “Non vorrà mica andare via da palazzo e lasciarmi solo? È la mia bambina… è la mia bambina”
La scena è esilarante e Ineke non sa trattenere la risata composta, insegnatale dalle dame di compagnia.

Il caos proveniente dalla sua camera viene udito proprio dall’ex montanaro che, curioso, sbircia dalla porta semiaperta.

Ecco che un colpo di tosse, di quelli forzati per attirare l’attenzione, lo spaventa.

“Ehm…amore, ciao. Credevo fossi alle prese con le udienze. Cosa fai?”

“E’ quello che mi sto chiedendo io adesso su di te” – puntualizza Anna, con le mani intrecciate al petto.

Notando il rossore in viso del coniuge, aggiunge “Non stavi spiando Ineke, vero?”

“Certo che no. Sentivo che ridacchiava ed ero curioso di sapere…”

“Credo che tu stia diventando estremamente geloso” – sostiene la regina, nonostante le piacesse quel lato di Kristoff.

“Ho le mie buone ragioni per esserlo” – precisa Bjorgman.

“Perché?” – a quel punto Anna inizia a divertirsi di fronte al classico papà di figlie femmine, super geloso e possessivo.

“Dai, inutile negare che è un ottimo partito. Ed è anche bellissima” – elenca sulle dita tutti i vantaggi che un ipotetico Lui otterrebbe conquistando la sua primogenita.

“Quando dovrà sposarsi, un giorno, cosa farai? La chiuderai in camera impedendole di uscire?” – lo prende in giro la sovrana.

“Certo” – risponde Kristoff senza esitazione.

La risata di Anna mette l’ex montanaro di fronte alla sua grave situazione.

“Sono ridicolo. Non riesco ancora ad accettare il fatto che abbia quasi quattordici anni” – confessa, nostalgico.

“Amore mio..” – si avvinghia a lui e, cingendolo con le sue esili braccia, gli sussurra – “Non sei ridicolo” – gli dà un dolce bacio sulla guancia.

Poi torna a scherzare - “Sei sempre il solito bambinone”

“Ah si? Se ti prendo, ti conviene scappare”

I due sovrani, ancora follemente innamorati come il primo giorno, non hanno mai smesso di comportarsi da adolescenti. Si rincorrono, si baciano in presenza dei figli, si coccolano sul divano accanto al camino, si prendono in giro e bisticciano come una coppietta alle prime armi.

Il loro amore così forte è dato proprio da questo dopotutto.

Raggiunta la camera da letto, Anna cerca di chiudere la porta impedendo al marito di farle quello che lei odia di più…il solletico.

Non fa in tempo che Bjorgman blocca l’uscio con le sue possenti mani.

“E ora?” – domanda, facendole l’occhiolino.

A quel punto, la bella regina lo tira a sé e una volta all’interno, gira la chiave nella serratura.

“Siamo soli, re Kristoff di Arendelle… che pensi di farmi adesso?” – lo provoca lei alzando le braccia in segno di resa.

Il biondo, ridacchiando, la solleva da terra e la adagia sul letto.

Il seguito è noto solo a quelle quattro mura che assistono a momenti di puro amore e di indomabile passione.

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 “Vi piace Arendelle?” – domanda Ingrid ai nuovi arrivati, dopo aver mostrato loro il regno, più bello del solito grazie ai colori e al calore dell’estate.

“Molto”-  risponde Letizia, guardandosi attorno estasiata dalla serenità della gente e dalla estrema cura dei luoghi. Il suo occhio cade subito su una statua che domina la scena e la piazza. Li osserva con molta attenzione.

“Vedo che ti piace l’opera che la regina Anna ha dedicato ai genitori” – nota la signora Bjorgman.

“Adesso sarà meglio rientrare. Mia sorella sarà esausta” – prende parola Jack, premuroso fratello maggiore.

“Non volete vedere il palazzo?” – chiede Ingrid, intenzionata a presentare i suoi amici alla famiglia.

“Possiamo davvero entrare lì?” – i grandi occhi verdi della bambina si illuminano all’idea di varcare i cancelli reali e mettere piede in un mondo agiato che non le appartiene e di cui ha sentito parlare solo nei racconti e nelle fiabe di Jack.

“Certo, scommetto che i miei nipoti saranno felicissimi di conoscerti”

 A passo veloce percorrono i metri che li separano dall’ingresso.

Ingrid saluta le due guardie che ricambiano con un sorriso.

“Wow” – esclama Letizia, di fronte all’enorme portone d’ingresso; i corridoi immensi, le pareti alte e arricchite di quadri, lasciano la baby Frost senza parole.

Le sembra irreale che qualcuno potesse abitare lì.

Anche Jack osserva nei dettagli i dipinti e i tappeti che coprono i pavimenti.

Resta immobile davanti all’immagine dei regnanti con i loro figli.

“Questi sono mio figlio Kristoff, sua moglie Anna e i loro bambini” – spiega Ingrid.

“E lei?” – domanda il ragazzo, indicando il quinto spirito.

“Lei è Elsa”

“Elsa…quella Elsa?” – ripete lui, sorpreso.

“Perché? La conosci?” – interviene, stupita, Letizia.

“La sua fama la precede” – puntualizza il biondino.

Un vociare improvviso interrompe la conversazione e delle figure avanzano verso i tre.

“Nonna” – gridano in coro Ineke e Agnarr, dopo averla riconosciuta.

Il bambino le salta al collo, stringendosi forte, mentre la maggiore saluta la Bjorgman con un tenero bacio sulla guancia.

“Amici miei, vi presento due dei miei nipoti”

“Nessuno mi aveva detto che c’era un comizio nei corridoi” – ridacchia una persona alle loro spalle.

Tutti si voltano in quella direzione.

“Elsa!” – esclama, piacevolmente sorpresa, Ingrid.

“E’ lei la Elsa che dicevate?” – sussurra Letizia al fratello.

Lo sguardo di Frost è fisso sulla neo arrivata, la cui bellezza l’ha pietrificato.

Non si accorge neppure che la signora Bjorgman lo ha presentato ad Elsa.

Sembra tornare con i piedi per terra quando è la nobile ad avanzare verso di lui e a parlargli – “Tutto bene?” – chiede.

“Ehm… si si” – risponde, imbarazzato.

“Comunque piacere io sono…”

“Elsa, siamo informatissimi” – si intromette, fiera, la bambina.

“E tu piccina come ti chiami?” – le domanda dolcemente.

“Letizia, ma per gli amici Leti” – risponde, stringendole una mano.

La giovane donna è sorpresa che il contatto con il suo arto freddo non abbia sorpreso la piccola. “Zia, scusa se interrompo la chiacchierata, ma che fine ha fatto Aurora?” – interviene poi Ineke, notando l’assenza della sorella.

“Ah giusto, perdonatemi. Stavo dimenticando di dirvi che è nella stalla con Sven. Vi aspetta tutti lì”

“Nella stalla? Come mai?” – si chiede, confuso, Agnarr.

“E’ stata nella foresta incantata con te per giorni e appena rientra il suo primo pensiero è chiudersi nella stalla?” – Ineke è spiazzata da tale comportamento.

Effettivamente non è da Aurora non correre in primis dalla famiglia e riabbracciarla.

A passo rapido, tutto il gruppo raggiunge la ragazzina.

Giunti a destinazione…

“Bentornata” – la saluta il fratellino, abbracciandola.

Ineke resta in disparte, ancora dispiaciuta di essere stata messa da parte dalla persona che aspettava da giorni con ansia.

“Non mi terrai il broncio per mesi, vero?” – la provoca Aurora aprendole le braccia in attesa di accoglierla a sé.

“Inutile che mi guardi con occhi dolci. Conosco la tua tattica” – replica la grande.

“Non mi perdoni neppure se ti mostro chi ti ho portato” – a quel punto la tredicenne si sposta e lascia avanzare qualcuno di familiare.

“Penny” – l’espressione imbronciata di Ineke muta improvvisamente.

La renna che tanto ama e’ lì e riconoscendo l’umana sua amica inizia a saltellare di gioia.

La principessina le corre incontro e si china verso di lei, aggrappandosi al suo collo.

Le sue lacrime commuovono i presenti e i singhiozzi fanno da sottofondo al momento di ricongiungimento tra una ragazzina e un animale che si erano affezionati l’una all’altra anni addietro.

“Rimarrà qui per sempre?” – la richiesta di Ineke è rivolta alla zia, avendo timore che quella fosse solo una visita.

“Stavolta sì. Lei è triste senza di te. Da adesso possiamo considerarla di famiglia e così Sven avrà una compagnia”

Le grida di felicità di Ineke cancellano le arrabbiature di poco prima.

“A proposito di regali e sorprese, Elsa domani è il compleanno di Anna. Tu ci sarai per festeggiarla?” – le domanda Ingrid.

“Ovviamente. Avete spedito gli inviti anche ai parenti oltre confine?”

“Certo, me ne sono occupata personalmente” – ne è fiera la signora Bjorgman.

“Bene, ci attende una festa favolosa. La renderemo la persona più felice del mondo”

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“Tesoro, domani partiremo all’alba per arrivare da Arendelle” – a dare la comunicazione è una donna dai lunghi capelli biondi che, coricandosi a letto si rivolge al consorte.

“Perfetto Helen. Sono sicuro che ci divertiremo tanto alla festa”

“Ne sono certa. Le mie cugine non le vedo da anni ormai. Credo sia giunto il momento di riconogiungere le famiglie” – elettrizzata dall’idea, la donna si assopisce serena.

“Chissà come sarà Arendelle oggi. E’ passato troppo tempo dalla mia ultima visita lì. Mi domando la cara, dolce, Anna e la sorella magica, come stanno vivendo da potenti regine… scommetto che rivedermi non farà piacere a nessuna di loro” – ridacchiando sotto i baffi, chiude gli occhi e crolla anche lui nel mondo dei sogni.

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Capitolo 3
*** 2 Capitolo ***


Quella sera, a tarda ora, dopo la cena consumata tra le enormi mura del castello, i fratelli Frost rincasano assieme ad Ingrid.

Letizia racconta di quanto le sia piaciuto poter condividere un momento tanto familiare ed intimo con persone non solo estranee, ma addirittura di alto rango.

“Qui non ci sono discriminazioni tra la gente. Pensa che la regina, anni fa, aprì i cancelli al popolo ed imbandì tavolate stracolme di cibo per celebrare il Natale” – le narra la Bjorgman, fiera del cuore immenso di sua nuora.

“Ci hanno trattati come loro pari, incredibile” – commenta Jack, piacevolmente colpito – “Il re, tuo figlio, ci ha addirittura invitati per il party di domani sera”

“Si, mi raccomando. E’ una sorpresa per Anna, lei non sa niente”

“Manterremo il segreto. Cosa dovremmo indossare per l’occasione? Io vorrei vestire con abiti comodi, se possibile” – aggiunge Letizia.

“Tesoro, ecco l’unica pecca che la vita di corte ti impone… si richiede un minimo di eleganza. Perciò domattina andremo dalla sarta Agata…”

“Ma io…”

“Niente ma, Leti. Sarai un incanto. Sono convinta che gli ospiti ti scambieranno per una delle principessine di Arendelle” – sostiene Ingrid, accarezzando la morbida chioma della baby Frost.

“Si certo come no, ed io un pretendente di Elsa, venuto da un regno lontano” – ridacchia Jack, banalizzando la situazione.

“E perché no? Non vi vedrei male assieme” – risponde, seria, Ingrid suscitando una strana sensazione di imbarazzo in Frost.

“Io scherzavo” – replica, ma non viene udito.

Tra una chiacchiera e un’altra, raggiungono casa e dopo aver augurato la buonanotte alla signora Bjorgman , i due crollano nel mondo dei sogni, felici della nuova vita che Arendelle gli sta offrendo.

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E’ mattino e il cinguettio degli uccelli e il calore dei raggi del sole accompagnano il risveglio di Anna. Ma sono le carezze del marito a destarla totalmente.

“Buongiorno, amore mio” – lo saluta allora, stiracchiandosi.

“Buon compleanno” – le sorride lui, porgendole una rosa rossa.

Il gesto romantico suscita la reazione che Kristoff attendeva.

La regina, elettrizzata, si mette a cavalcioni su di lui.

Gli accarezza il petto nudo, ancora marmoreo nonostante ormai i vent’anni fossero passati.

Poi si accuccia su di lui, ascoltando in silenzio il battito del cuore del marito.

Lui gioca con i capelli di lei e ne assapora il profumo.

“Trascorrerei l’intera giornata qui con te, in questo letto” – confessa Anna.

“Mmm confesso che questa idea non mi dispiacerebbe” – la punzecchia, malizioso.

Ridacchiando, poi le sussurra all’orecchio - “Ti amo, lo sai?”

La sovrana ama sentirselo dire e gli chiede - “Ripetimelo, ti prego”

“Ti amo, ti amo, ti amo” – pronuncia quelle parole e viene zittito da un caldo bacio della sua sposa.

Dopo attimi di immensa tenerezza, la loro intimità di coppia viene interrotta da qualcuno.

“Chi è?” – domanda Kristoff, avendo udito un colpo di nocche battere sulla porta.

“Siamo noi, possiamo entrare?” – la voce inconfondibile di Aurora e il brusio che segue è il segnale che tutti e quattro i figli dei regnanti di Arendelle sono in attesa di augurare alla loro mamma una giornata meravigliosa.

“Entrate pure” – risponde la festeggiata, sistemandosi alla meglio.

In quel momento i suoi tesori più grandi varcano l’uscio e, cantando e saltellando di gioia, festeggiano il compleanno della madre.

Agnarr ed Iduna si buttano sul letto, gettandosi su Anna che li stringe al suo petto, lasciandosi coccolare.

Ineke, sempre composta, siede accanto alla mamma e le dà un dolce bacio sulla guancia.

E’ Aurora ad esibirsi con la sua melodiosa voce con un “Tanti auguri a te” commovente.

“Figli miei, siete la mia gioia più grande. Come farei senza di voi” – singhiozza Anna, asciugandosi il viso bagnato di lacrime.

Lei non ha la minima idea che quello è solo l’inizio. Ad attenderla c’è una festa che vedrà partecipare anche amici e parenti lontani…ogni cosa realizzata per renderla felice.

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Dopo una mattinata di lavoro intenso, la regina decide di dedicarsi ad un meritato bagno rilassante.

Della sua assenza approfittano i familiari per sistemare gli ultimi dettagli.

Gli invitati si sistemano nella sala di ricevimento, lasciati entrare dai domestici tramite ingressi secondari.

“Perfetto, ci siamo” – afferma Bjorgman, notando una vasta presenza di gente nel salone.

“Il cibo verrà sistemato man mano, sire” – spiega la cameriera più anziana al re.

“Ok, direi che manca solo la festeggiata”

Con chiare indicazioni, Ineke ed Aurora hanno il compito di distrarre la madre con la questione “gelosia paterna” da domare.

È Olaf a raggiungere le tre e a sussurrare all’orecchio della secondogenita di corte – “Il ghiaccio si può scongelare”

“Eh?” – esclama, confusa, la ragazzina.

“Il ghiaccio… è pronto…si può scongelare” – le fa intuire con un occhiolino che bisogna accompagnare Anna nella sala della festa.

Ridacchiando sotto i baffi, Ineke carpisce il messaggio e interviene conducendo, con una banale scusa, la madre esattamente nel posto stabilito.

“C’è troppa calma, non pensate?” – sostiene la regina, sorpresa di non trovare in giro le domestiche o i gemelli.

“Non saprei, mamma!” – mente Aurora, aprendo la porta, trascinando la giovane donna all’interno.

“SORPRESA” – gridano i presenti, spiazzando Anna.

Davanti ai suoi occhi, la donna vede una folla immensa di gente, festoni, palloncini, perfino un complesso che suona il violino.

“Cosa ci fate tutti voi qui?”- domanda, commossa, la festeggiata.

Riceve immediatamente una collana di fiori da Letizia e delle orchidee da Jack.

“Buon compleanno, maestà” – le dice la piccola Frost, ricevendo immediatamente l’abbraccio della sovrana.

“Auguri, amore mio” – anche Kristoff compare e indossa la stessa composizione floreale.

Si scambiano un dolce bacio a stampo, poi è la regina al centro della sala a ringraziare gli invitati.

“Non potevate farmi regalo più bello. Immagino sia stato mio marito l’artefice di tutto ciò. Sarà stata dura radunare ad Arendelle amici, parenti…credo che questo sia il compleanno più bello della mia vita”- non trattiene l’emozione e il pianto interrompe il discorso.

Elsa le è accanto quando, uno alla volta, gli ospiti vanno al suo cospetto per porgerle gli auguri.

Tra questi i parenti venuti direttamente da West Isle.

“Tesoro, i prossimi siamo noi. Che gioia poter riabbracciare le mie cugine”

“Helen, sicura che ti conoscano? Non mi sembra siano venute il giorno delle nostre nozze”

“Quanto sei rancoroso, caro. Sai che hanno passato un inferno qui tra la sparizione di Ineke e le vicende di Elsa”

“Chissà cosa penseranno rivedendoci” – aggiunge l’uomo, con sorriso beffardo.

A quel punto le due sorelle di Arendelle accolgono Helen e consorte.

“Cugina, che piacere averti fra noi” – la saluta Anna, abbracciandola.

“Per me è un onore. Siamo parenti, dopotutto”

Elsa, in silenzio, punta con lo sguardo l’uomo accanto alla cugina.

Lui ha lo sguardo basso e un cappello nero copre parte del volto.

“Ringrazio anche lei, principe per essere venuto sin qui. Spero abbia modo di vedere Arendelle e di ammirarne le bellezze” – gli stringe la mano la più giovane delle sorelle.

“Veramente sono già stato qui, anni fa” – precisa lui.

“Davvero?” – chiede, sospettosa, Elsa.

A quel punto l’uomo alza il capo e mostra la sua faccia.

Le due si pietrificano di fronte a tale rivelazione.

La maggiore solleva la mano, come a voler scagliare qualcosa contro costui.

È Anna a frenarla.

“Calmati Elsa” – le sussurra, per poi aggiungere - “E così sei diventato sovrano di un regno, Hans. Proprio come desideravi…”

Westergard, proprio il loro nemico, ha sposato Helen, cugina delle arendelliane ed ora è in loro presenza, nel loro palazzo, a condividere un momento di allegria con la loro famiglia.

Ridacchiando sotti i baffi, aggiunge – “Sono felice di essere stato invitato. Ancora auguri maestà” -  le fa il baciamano, mostrando alla moglie la sua perfetta compostezza. Helen è ignara del passato che ha visto Hans uccidere le due sorelle per prendere possesso del trono.

La regina, schifata, non vuole rovinare un party organizzatole con tanto amore, così manda giù il boccone amaro, nasconde l’ira verso Hans e si congeda, riunendosi al marito.

“Che succede?” – domanda Kristoff, notando la stranezza della consorte – “Non ti piace qualcosa?”

“No, tesoro. E’ tutto perfetto, non preoccuparti”-  lo bacia con tenerezza, poi torna a dedicarsi agli ospiti, ignorando che durante l’intera serata il suo ex fidanzato tiene lo sguardo fisso su di lei.

E si sa, le intenzioni di Hans, quando si tratta di Anna, non sono mai pienamente buone.

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Capitolo 4
*** 3 Capitolo ***


“Che carine le mie cugine ad averci offerto la possibilità di rimanere a palazzo per questa notte” – Helen, intenta a spazzolare la sua lunga chioma bionda, lusinga Anna ed Elsa in presenza del marito, il quale già coricato a letto, sembra fin troppo silenzioso.

“Sono esausta, penso che crollerò stanotte” – continua lei, senza sapere che parla da sola visto il totale disinteresse del coniuge.

E così poco dopo si sdraia accanto a Westergard e dopo avergli dato un lieve bacio a stampo, si addormenta.

La candela posta al lato di Hans resta accesa, mentre l’uomo approfittando del sonno della moglie, lascia la camera e si appresta a gironzolare nel castello.

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“Non mi hai detto che c’era quel verme alla festa? Anna, se avessi saputo lo avrei cacciato fuori a calci” – si altera Kristoff, sentendo dalla regina della presenza del nemico.

“E non è finita qui. Ho visto Helen molto stanca e non me la sono sentita di farla ripartire ed affrontare un viaggio lungo fino a West Isle. Ho pensato di offrirgli ospitalità” – comunica a Bjorgman che ad occhi sgranati esclama – “Cosa??”

“Si, tesoro. Che colpa ha mia cugina se suo marito è un idiota!” – sostiene lei.

“Non dormirò sereno stanotte sapendo Hans a pochi passi da noi”

“Amore, devi essere tranquillo” – sul letto sul quale i due si trovano, Anna si inginocchia dietro al marito e comincia a massaggiargli le spalle.

“Come posso starmene sereno e contento, se quel vigliacco dorme nella camera accanto. La prossima volta consultati anche con me quando prendi certe decisioni” – deluso e irritato, l’ex montanaro indossa una camicia e lascia la stanza.

“Ma dove stai andando? Torna qua” – lo chiama la giovane donna, non ricevendo alcuna considerazione.

Dispiaciuta per aver ferito il compagno, indossa la vestaglia e le sue babbucce e cerca di raggiungerlo.

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Westergard cammina lungo gli immensi corridoi del palazzo reale, mentre scruta ogni dettaglio di quel luogo. Osserva scrupolosamente i dipinti, restano immobile di fronte a quello della famiglia al completo.

“E bravo il montanaro. Ti sei sposato e sei diventato re, re di Arendelle..non un re qualsiasi, uno tra i regni più potenti e ricchi” – parla disgustato riferendosi a chi considera morto di fame.

Poi gli occhi si spostano su Anna.

“Come sei cambiata piccola e ingenua Anna. Sei una donna adesso e ammetto che non hai più l’aria da debole e sciocca principessa, ribelle e capricciosa” – la sua visione sulla sua ex inizia a mutare.

“Se avessi finto per più tempo, anziché svelare sin da subito le mie intenzioni, adesso indosserei la corona e avrei te al mio fianco” – furioso per aver perso una grande occasione, batte un pugno sul muro.

Non sa che qualcuno alle sue spalle lo ha appena visto.

“Hans! Cosa ci fai a quest’ora qui?”

“Anna” – esclama lui. Poi continua –“ Finalmente ci ritroviamo soli faccia a faccia” – le si avvicina e la guarda con l’aria di chi pianifica qualcosa.

“Non hai risposto alla mia domanda. Come mai ti aggiri di notte per le stanze del castello” – ribadisce lei, perdendo la pazienza.

“Non ti scaldare, ragazzina” – ridacchia, spostandole un ciuffo dal viso.

Lei si scansa, disgustata dal solo contatto con Hans.

“Ragazzina? Se pensi che sia ingenua come quando ci siamo conosciuti, ti sbagli di grosso”

“Certo, peccato che prendi sempre e comunque scelte assurde nella vita, specialmente quella amorosa” – commenta, con aria snob, la decisione di Anna di sposare Kristoff.

“Non osare parlare di mio marito con questa aria di superiorità. Non sei degno neppure di allacciargli le scarpe” – in quel momento la regina è fuori controllo. Arrabbiata, punta un dito verso l’ex, come a minacciarlo e mostra una grinta che Westergard non ha mai visto.

“Wow, mi piace questo aspetto di te, sai?”

“Tornatene a letto, o chiamo Helen e vi rispedisco a West Isle in un battibaleno” – così dicendo si volta e torna alla ricerca di Kristoff.

Le parole di Hans la trattengono per qualche istante – “Faresti questo a tua cugina?”

Senza cedere all’ennesima provocazione, la sovrana lo ignora e riprende il passo.

“Non sai con chi hai a che fare” – conclude, dirigendosi verso l’uscita, con in mente un chiaro obiettivo. Stavolta nessuno gli avrebbe impedito di raggiungerlo.

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Anna rientra in camera sperando che Bjorgman sia lì, pronto per chiarire.

Peccato che di lui non c’è ombra.

Una folata di vento improvvisa spalanca la finestra all’improvviso.

Così Anna si accinge a chiuderla e in quell’istante nota una luce in lontananza che la attrae.

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Quando Kristoff, dispiaciuto per la discussione con la moglie, varca l’uscio della stanza si trova davanti l’assenza di lei.

“Amore? Dove sei?” – chiede.

Di Anna nessuna traccia. L’ex montanaro decide di aspettarla.

Ma i minuti passano e anche le ore e i timori di un marito colpevole per una litigata banale, cominciano a pesare. Così inizia ad ipotizzare le motivazioni…forse è arrabbiata e ha preferito una stanza degli ospiti al letto matrimoniale.

Ogni forma di pensiero gli salta alla mente.

Pensa addirittura a Hans.

“Che sia con lui?” – un’assurdità tale che in due secondi svanisce subito dalla mente del giovane re.

C’è un particolare, però, che attira la sua attenzione.

Un anello sul pavimento, a pochi metri dalla finestra.

La fede nuziale che Anna indossa e custodisce gelosamente giace a terra.

La paura comincia a pervadere il cuore di Kristoff che, spaventato, corre fuori dalla camera e grida nei corridoi il nome della moglie.

“Hey, Kris! Cos’è questo baccano?” – domanda Elsa, svegliata di soprassalto dal cognato.

“Non trovo più Anna!”

“Che? Non è che sarà andata in bagno” – ipotizza la maggiore.

“Come lo spieghi questo gettato via?” – indica l’anello del matrimonio.

A quel punto, Elsa si allarma. Chiama la servitù e chiede loro di setacciare l’intero castello.

Nel giro di pochi minuti i soldati perquisiscono ogni zona del palazzo, non tralasciando neppure le aree circostanti ad esso.

“Nulla da fare. La regina non si trova” – comunica, dispiaciuto, il capo delle guardie.

“Non è possibile” – si agita Kristoff.

“Vedrai che a breve tornerà, forse è andata a fare visita a Ingrid” – le teorie di Elsa sono tante e tutte speranzose. Non intende immaginare che sua sorella possa essere svanita nel nulla senza ragione alcuna.

O forse una ragione potrebbe esserci, pensa il quinto spirito.

Senza dare spiegazioni al cognato, raggiunge la camera degli ospiti dove Helen dorme ancora.

Anche lui non è a letto e ciò la allarma maggiormente.

Ma finalmente lo riconosce mentre cammina, in solitudine, per i corridoi.

Furiosa avanza nella sua direzione, scagliandogli contro un masso ghiacciato di enormi dimensioni.

“Hey ma sei matta?!” – esclama lui.

“Hans, maledetto, ci sei tu di mezzo, vero? Confessa”

“Elsa, smettila. Stai facendo il suo gioco”-  interviene il giovane sovrano, allontanandola dal luogo.

La custode della Foresta Incantata immagina quanto Hans stia godendo della loro disperazione.

“Sei stato tu! Cosa le hai fatto?”-  continua Elsa, non trattenendo la sua rabbia.

Ed ecco che tutto si sistema, magicamente, quando la figura di Anna compare di fronte a tutti.

“Annie!” – esclama la sorella maggiore, andandole incontro abbracciandola.

“Come mai siete qui?” – chiede la regina.

“Amore mio, non ti trovavamo più. Che fine hai fatto?”

La sovrana fissa Kristoff senza mostrare emozione alcuna.

Poi si rivolge ai familiari – “Volevo un momento per me. Adesso ho sonno, vado a letto”

Nell’allontanarsi, Hans e Anna si rivolgono uno sguardo.

Il re di West Isle, ridacchia soddisfatto, e si congeda rientrando nella sua camera.

“Cosa le prende?” – chiede Elsa, notando le stranezze della sorella minore.

“Non lo so, l’importante è che stia bene e che ora è qui” – conclude Bjorgman, prima di tornare anche lui a coricarsi.

Varca l’uscio e nota la moglie immobile, fissa con lo sguardo sulla finestra ancora aperta.

“Tesoro, questo è tuo. L’ho trovato a terra” – le porge l’anello.

“Grazie” – è ciò che dice Anna. Afferra l’oggetto e lo ripone nel cassetto, sotto lo sguardo spiazzato del coniuge.

“Buonanotte”-  conclude poi, stendendosi al bordo del letto, stranamente distante dal marito, contrariamente al solito visto che ama addormentarsi tra le sue braccia.

“Notte” – risponde lui, chiudendo gli occhi. Difficilmente prenderà sonno quella notte.

Sente in cuor suo che qualcosa sta cambiando e che con il ritorno di Hans nelle loro vite ci saranno nuovi casini.

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Capitolo 5
*** 4 Capitolo ***


L’indomani Arendelle si sveglia riscaldata dai raggi di un sole tipicamente estivo. La gente, invogliata a girare nel regno, si ritrova in piazza per scambiare quattro chiacchiere, andare al mercato, godere del clima piacevole.

Hans è in piedi quando Helen apre gli occhi al nuovo giorno.

“Caro, buongiorno. Dormito bene?” – chiede lei, ancora assonnata.

L’uomo guarda dalla finestra, non dando peso alla moglie, distratto da alcuni pensieri.

La donna gli si avvicina e lo picchietta su un braccio – “Hey, ci sei?”

Westergard solo allora torna in sé e si volta verso la consorte.

“Scusami moglie mia!” – le dà un rapido bacio a stampo.

“Vado a fare un bagno, così possiamo congedarci e tornare nel nostro regno. Abbiamo approfittato troppo della disponibilità delle mie cugine”

“Andare via? Di già?” – domanda lui, non intenzionato affatto a lasciare quel posto.

“Certo, Westl Isle ci attende, abbiamo tanto da organizzare e gli affari non possono essere lasciati in sospeso” – spiega la donna, allontanandosi.

Però non è esattamente questo ciò che vuole Hans.

“Lasciare Arendelle proprio adesso?! Non ci penso affatto, mogliettina cara” – commenta ad alta voce, tornando alla finestra, dedicandosi nuovamente a idee e pensieri che gli frullano nella mente da ore.

Nel frattempo, anche i sovrani vengono destati dal loro sonno. Come ogni mattina, qualcuno bussa alla loro porta rumorosamente e ripetutamente, fino ad entrare in camera.

“Buongiornoooo” – urlano in coro i gemelli.

Il re, abituato a quel frastuono, si rassegna e si alza dal letto.

A stupire tutti è Anna, rimasta addormentata e poco vogliosa di mettesi in piedi.

“Amore, che ti prende? Non ti senti bene?” – le domanda Kristoff, perplesso e al contempo preoccupato.

“Ma cosa volete tutti? Lasciatemi dormire in santa pace” – brontola, nascondendo il capo sotto il cuscino.

I figli non demordono e provano a modo loro a buttare giù del letto la loro mamma.

Agnarr le salta sulla schiena mentre Iduna le tira un braccio.

Non avrebbero mai immaginato di urtare l’umore materno.

“Vi ho detto di lasciarmi in pace” – perde subito le staffe, guardando furiosa i figli.

I bambini, spaventati, indietreggiano e corrono via.

“Cosa ti sta succedendo? Come mai tanta aggressività?” – chiede Bjorgman, esterrefatto.

“Vattene via anche tu. Lasciami sola” – gli ordina, indicandogli la porta.

Il sovrano, scioccato, non ha intenzione di litigare e si limita ad uscire dalla camera, raggiungendo i figli in corridoio.

Iduna è in lacrime mentre il piccolo Agnarr tenta di consolarla. Per la prima volta spetta a lui il ruolo da duro.

“Papà, perché mamma ci ha sgridati?” – chiede la bambina al padre.

Il giovane sovrano non sa precisamente cosa rispondere, soprattutto perché non conosce le motivazioni di fondo.

“Non sta bene, lasciamola un po' da sola. Vedrete che non appena starà meglio, si farà perdonare” – dice, aprendo le sue braccia, accogliendo i loro minuti corpi al suo petto.

Elsa è nel salone alle prese con i bizzarri discorsi enciclopedici di Olaf – “Si chiama evaporazione”

“Aspetta, hai detto evaporazione, giusto?” – chiede Aurora al pupazzo nevoso, annotando il tutto su un’agenda dalla quale non si separa mai.

“Si, evaporazione…quel passaggio di stato dal liquido a quello aeriforme che coinvolge la sola superficie del liquido” – spiega l’omino di neve.

“Se non la finite di parlottare, sarò io a farvi evaporare tutti” – borbotta la zia, ridacchiando poi per la sua pessima battuta.

“Hai ragione, scusaci! Olaf, termineremo dopo” – dice Ineke, avvicinandosi al tavolo dove è già seduta la parente.

“E’ sempre bello chiacchierare con Olaf, conosce più cose lui del professor Waston” – commenta Aurora, imitando il docente panzuto e goffo che è solito sedersi a fatica sulla sedia.

“Dai, sciocchine. Sbrigatevi a mangiare che altrimenti si fredda” – aggiunge Elsa, sorridendo di fronte alla somiglianza caratteriale di quella ragazzina dai lunghi capelli biondi a sua madre Anna.

E a proposito di Anna…

“Chissà come mai ancora non è qui!” – riflette ad alta voce.

“Forse si sarà intrattenuta con i nostri ospiti” – sostiene Ineke, riferendosi a Helen e Hans.

“Mio Dio, spero di no” – si lascia scappare l’adulta.

“Perché no? Ti sono antipatici?” – domanda Aurora, sgranocchiando ottimi biscotti al cioccolato.

“Un giorno vi racconterò come mai non apprezzo molto il consorte di mia cugina”
“Dai siamo curiose. Diccelo, ti prego” – la seconda insiste. Dà un colpetto al braccio della maggiore come a dirle “Dai insisti anche tu, dammi una mano a convincere zia Elsa a rivelarci il fatto”.

Ineke si trova costretta ad intromettersi, seppure da sempre una persona discreta, e lo fa fingendo –“ Dai, stiamo morendo di curiosità”

Elsa ride elegantemente mentre la risata di Aurora è rumorosa.

“Pessimo tentativo sorellina. Vorrei ti impegnassi di più la prossima volta” – sghignazza senza controllo.

L’euforia delle tre viene interrotta dall’arrivo improvviso dei due appena nominati.

“Cugina, buongiorno” – la saluta Elsa, vedendola sull’uscio.

“Buondì” – le risponde Helen, abbracciandola.

Westergard scruta le presenti, non pronunciandosi. Fissa in modo particolare Ineke, molto somigliante fisicamente alla regina di Arendelle.

Le sorelline iniziano a bisbigliare tra di loro ipotesi su cosa possa aver mai fatto Hans da inimicarsi la loro zietta dolce e sempre buona.

“Stiamo per andare via” – comunica la sovrana di West Isle.

“Vi accompagno al porto” – aggiunge Elsa, entusiasta al pensiero di togliersi di torno il nemico numero uno della sua famiglia.

Hans è in silenzio e si mostra distratto dalle pareti colme di quadri e opere d’arte.

“E’ cambiata molto questa ala del palazzo” – commenta poi.

A quel punto si siede vicino alle due ragazzine che, in imbarazzo, si tengono per mano e si spalleggiano.

“Voi non eravate ancora nate, però mi ricordo bene che qui si tenne un importante cerimonia circa vent’anni fa” – racconta Westergard.

“Ah si?” – ovviamente Aurora non resiste e vuole saperne di più, così siede sul divano e invita il parente acquisito a fare lo stesso.

Solo Ineke è più prudente e resta in disparte.

Elsa vorrebbe interrompere però viene trattenuta dalle chiacchiere della logorroica Helen.

“Cosa si festeggiava di bello? E come mai eri venuto ad Arendelle?” – chiede la tredicenne.

“Beh, per questo regno era un giorno speciale, un’incoronazione tanto attesa dopo la scomparsa prematura del re, vostro nonno”

La custode della Foresta Incantata ascolta piccoli frammenti di quanto detto da Hans e decide di intervenire.

“Nipoti, lasciate in pace il signore, deve andare via”

“Il signore?” – ripete Westergard, inarcando il sopracciglio – “Ma se stavamo per diventare parenti”

“Eh???” – esclamano in coro le principessine.

Helen all’oscuro di tutto, è confusa e prende parola – “Cosa stai blaterando?”

“Errori del passato. Forza, vi accompagno alla nave” – Elsa cerca di tagliare corto.

Però l’uomo non tace – “Se non avessi lasciato vostra madre, forse ad oggi sarei io vostro padre” – rivela, scioccando definitivamente le due.

“Nostra madre era fidanzata con te?” – Ineke, da sempre poco amante di gossip e pettegolezzi, è adesso attenta e molto toccata dal fatto.

“Come mai non ci avete mai detto nulla a riguardo?” – a quel punto la maggiore dei figli di Anna e Kristoff si rivolge alla zia.

“Perché non è importante. E’ durata un giorno, fortunatamente”

“Invece per me e Anna era importante. Io avrò anche sbagliato, però se c’è una cosa che non posso smentire è che rivederla mi ha suscitato un’emozione che credevo assopita” – confessa, abbassando il capo.

Il tutto viene raccontato con poco tatto e colpisce Helen in pieno petto.

“Come ti salta in mente di dire tutte queste stupidaggini?” – si arrabbia con il consorte.

“E’ la verità, non posso più celarlo” – Westergard finge dispiacere.

La regina di West Isle, delusa e incredula, si sfoga contro il marito schiaffeggiandolo di fronte a tutti.

“Non voglio più vederti” – così dicendo, la donna corre via in lacrime.

Le due ragazzine, sconvolte dopo aver assistito a quel litigio e dopo aver udito dei sentimenti che quell’uomo nutre per la loro mamma, si dileguano sussurrandosi parole e confrontandosi tra loro sull’accaduto.

In sala rimangono in due: Elsa e Hans.

“Che intenzioni hai?” – chiede lei.

“A cosa ti riferisci?”

“Non fare il finto tonto. Sappi soltanto una cosa, hai visto di cosa sono capace, perciò ti consiglio di fare le valigie e lasciare Arendelle, stavolta per sempre, qui non sei il benvenuto. Non ti permetterò di fare del male dalla mia famiglia, chiaro?”

In tale istante, l’arrivo improvviso di una terza persona interrompe la discussione.

“Che succede qui?”

“Annie, stavo dando a questo verme ciò che merita”

La regina la guarda stranita, poi volge lo sguardo su Westergard e chiede alla sorella di restare da sola con lui.

“Sicura?”

“Ho detto di andare” – insiste lei.

Così il quinto spirito lascia la sala, chiudendosi il grande portone alle spalle.

“Mi vuoi cacciare anche tu?” – domanda Hans, spostando un ciuffo dal viso della regina.

La donna è seria e fissa insistentemente il volto di colui che anni addietro voleva spodestare Elsa.

“Non mi ricordavo fossi così bella, sai?” – la lusinga.

La sovrana non risponde e quel silenzio inizia ad infastidirlo.

Approfittando della solitudine, afferra un braccio di lei e tira a sé il suo corpo.

Le cinge con forza i fianchi e si avventa sul suo collo.

Anna non reagisce, stranamente. Qualcosa sembra averla paralizzata.

Poi lui le sussurra – “Sono certo che insieme ci divertiremo, cara la mia regina. Voglio diventare re e sarai proprio tu a realizzare questo mio desiderio”
Senza aggiungere altro, si fionda violento sulle labbra di lei, fiero di aver mosso bene le sue carte e stavolta deciso a vincere.

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Capitolo 6
*** 5 Capitolo ***


Elsa lascia il palazzo, certa che sua sorella minore, da regina qual è, allontanerà definitivamente Hans da Arendelle. Decide, così, di seguire la cugina, la quale, in lacrime, ha quasi raggiunto il porto.

La nave è prossima a salpare, diretta a West Isle.

“Helen, aspetta!” – la chiama a gran voce.

Inizia a rincorrerla, riuscendo a frenare il suo passo.

Le si pone davanti come barriera e le dice – “Possiamo parlare prima di salire a bordo?”

La donna ,asciugandosi il viso bagnato dal pianto, annuisce.

“Attendete il mio ordine prima di partire” – ordina Elsa ai suoi uomini.

E una volta da sole, sedutesi in disparte, su una panca di pietra, iniziano il dialogo.

È l’arendellina a parlare per prima – “Mi dispiace vederti in questo stato”

“Non avrei mai creduto che Hans potesse amare un’altra” – commenta, ferita, l’altra.

Elsa scuote il capo e cerca di rasserenarla – “Non è vero, non sa amare nessuno. Starà mentendo. Poi Anna lo disprezza, come lo disprezzo io. Mi dispiace dirlo perché è tuo marito e noi siamo cugine, ma evidentemente tu sei all’oscuro delle intenzioni che ebbe vent’anni fa quando arrivò qui con il solo scopo di illudere mia sorella, togliere di mezzo me ed indossare la corona”

“Cosa?” – esclama, scioccata, Helen.

“Non avrei voluto che lo venissi a sapere in questa maniera. Però è bene che tu sia cosciente della verità”

“Mi ha imbrogliata. Non posso crederci… maledetto”

“Come l’hai conosciuto? Ti va di raccontarmelo?” – le domanda, teneramente, Elsa, mostrandosi fin troppo affettuosa per i suoi standard.

“Ci conoscemmo ai funerali di mio padre, re Edgard. Si presentò come alleato del mio regno. Mi ricordo che mostrò galanteria, era anche un abile ascoltatore e consolatore. Io ero abbattuta, non ero pronta per il ruolo che avrei dovuto assolvere da lì a pochi giorni. Diventare regina!! Non rientrava nei piani di una vent’enne alle prime armi”

Elsa accenna un timido sorriso, condividendo le emozioni della parente.

“Lo stesso valse per me”

“Mi capisci bene, cugina. Poi, ero molto fragile, bisognosa di affetto. Ed eccolo arrivare, con il suo savoir-faire, la sua dolcezza… seppe stregarmi totalmente. Mi innamorai perdutamente e nel giro di due giorni mi chiese di sposarlo. Per me fu scontata la risposta, ignoravo che desiderasse il trono”

“Possibile che sappia conquistare le donne con questa facilità”? – riflette Elsa ad alta voce.

“Cosa mi dici della sua storia con Anna?” – chiede poi Helen.

“Storia è un parolone. Una presa in giro, ecco cos’era. Illuse anche lei come ha fatto con te; Anna era molto ingenua, innamorata dell’amore e sognava di incontrare il suo principe azzurro. In fondo me ne sento responsabile, io l’allontanai per anni e lei cercava affetto, protezione. Non immaginava che stava per cedere il regno nelle mani di un vero e proprio mostro”

“Maledetto. Appena torno a West Isle, mi assicurerò che venga eliminato dai registri reali. Non abbiamo prole, quindi potrei annullare le nozze”

“Potresti davvero farlo?” – esclama, incredula, la custode della foresta incantata.

“Nessuno può permettersi di usarmi a proprio vantaggio” – puntualizza lei, arrabbiata.

La conversazione si interrompe poco dopo, quando la straniera sale a bordo.

“A presto” – urla Elsa alla nave in partenza, dimenando le braccia in segno di saluto.

Nel giro di pochi minuti, l’imbarcazione prende il largo.

La regina di West Isle rientra a casa sola e senza marito, certa di cosa desidera davvero, pronta a dare una svolta alla sua vita.

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“Vedo che hai gradito il mio bacio, reginetta” – sussurra Hans all’orecchio di Anna, ancora accaldata dopo l’attimo bollente vissuto con l’ex fidanzato.

“Prossima volta non mi limiterò ai bacini” – sostiene, ridacchiando fiero, mentre si sistema il ciuffo rosso.

La sovrana, silenziosa e poco reattiva, si sistema il vestito, sgualcito dai modi di fare poco eleganti di quell’uomo.

“Dovresti lasciare il palazzo” – prende finalmente parola, aggiustandosi l’acconciatura.

“Piccola, che stai dicendo?” – chiede, spiazzato. Poi le si avvicina e le cinge i fianchi, spingendo provocatoriamente il suo corpo a quello di lei.

“Se torna Elsa ti scaglierà contro la sua magia. Dopotutto nessuno deve sospettare, perciò adesso andrai via, ti darò un alloggio segreto, dovrà sembrare che tu sia scomparso per sempre dalle nostre vite” – Anna dà chiare indicazioni a Hans che allenta la stretta su di lei.

“Lo farò se tu mi prometti che verrai a farmi visita appena puoi” – la stuzzica, adagiando una mano sul petto della donna, il cui cuore batte ad un ritmo incalzante.

“Mi piace saperti così innamorata del sottoscritto” – con ghigno malefico, Westergard le alza il mento e la fissa negli occhi in silenzio.

“Bene, allora vado”

“Raggiungi la montagna del Nord, lì c’è una casa isolata”

“Ci vediamo lassù” – conclude lui, accingendosi ad andare.

Percorre i corridoi con aria soddisfatta, mentre ride da solo, certo che stavolta non ci saranno impedimenti.

“Sento che manca poco ormai. Il castello sarà mio, il potere di un regno tanto ricco sarà nelle mie mani…”

Superati i cancelli del palazzo, il nobile si imbatte in Elsa di rientro dal porto.

“Vedo che mia sorella ti ha cacciato a calci in…”
“Hey, calma. Non sono termini che una signora di classe dovrebbe usare”

“Con te perderebbe la pazienza anche un santo”

“Ho capito l’andazzo, cara la mia regina, anzi ex regina. In fondo non lo sei più o meglio, non era un titolo a te consono”

“Zitto o ti scaglio contro una tempesta di neve che ti congela” – lo minaccia, con fare poco clemente.

“Wow, la cara dolce Elsa è sparita”

“Vattene o non rispondo di me” – tuona la donna.

“Tranquilla, il re di West Isle non ti darà più fastidio” – puntualizza, alzando in aria le mani, come segno di resa.

Con lo sguardo della arendelliana fissa su di lui, Hans si allontana, con scioltezza e serenità.

“Povera sciocca! Se il re di West Isle va via, questo accade perché a breve sarà sovrano di un altro regno…il tuo”

Anna osserva Westergard dalla finestra. Ha notato la discussione tra l’uomo ed Elsa e, mostrandosi il più serena possibile, la raggiunge all’ingresso.

“Sorellina, sei stata grande a cacciarlo via” – la lusinga la maggiore appena le due si incontrano sulle scale.

“Ha detto che non sarà più un problema” – spiega la seconda.

“Lo spero, sai come è fatto quel tipo! La menzogna è una sua abitudine”

“Come l’ha presa Helen?”

“Credo abbastanza bene. Sospetto che lui possa averla soggiogata in qualche modo, Annie”

“Cosa? Soggiogata?”

“Si, mi raccontava di essersi innamorata nel giro di poche ore, proprio come capitò a te”

“Io ero giovane ed ingenua. O magari è un tratto di famiglia” – ipotizza la regina di Arendelle.

“Chissà, qui gatta ci cova. Comunque, basta che non è più fra i piedi” – conclude il quinto spirito, tirando un sospiro di sollievo.

“Ora dove vai?” – le domanda Anna, vedendola riprende il passo, spedita verso il piano superiore.

“Devo tornare nella Foresta, vado a salutare i miei nipoti”

“Di già?” – domanda, spiazzata, la regnante.

“Sai che ti basta contattare Zefiro e arrivo da te” – le sorride Elsa, abbracciandola. Qualcosa, però, in quel frangente la pietrifica. Anna non ha alcuna reazione, il suo corpo è impassibile di fronte a gesti d’affetto.

“Tutto bene?” – le chiede allora, preoccupata. Non è affatto da Anna essere tanto impassibile.

“Certo. Io devo uscire. Ci ritroviamo qui tra qualche giorno, allora” – la saluta come se poco le interessasse averla lontana e lascia il palazzo.

Elsa è turbata e pensierosa.

“Meglio seguirla” – dice ad alta voce.

Piano irrealizzabile. Ineke ed Aurora raggiungono la zia, ancora scosse dal racconto di Hans sull’amore segreto per la loro mamma.
“Cara zia, vogliamo sapere quanto successo tanto tempo fa” – dice la primogenita di Kristoff.

“Ehm… io dovrei andare”

“Dai, ti prego. Non ti ruberemo molto… pretendiamo però delle risposte” – insiste la seconda.

Inutile porre resistenza. Elsa e le due ragazzine raggiungono la sala dei quadri, si siedono sul divano di fronte al camino spento, e si apprestano a toccare un argomento del passato di Arendelle fino a qualche ora prima ignoto.

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“Eccoti, non vedevo l’ora di averti qui” – dice Hans, trovando Anna sull’uscio di casa.

“E’ freddo qui?” – chiede lei.

“E’ estate, pensi davvero possa far freddo?” – ridacchia lui, spogliandosi dei suoi abiti senza alcuna esitazione.

La tira a sé e le strappa di dosso gli indumenti.

Un vecchio letto è dove i due si adagiano, lasciandosi andare agli ardenti bollori della passione.

Quegli attimi di intensa attività, priva di sentimento, frutto solo di desiderio sessuale, vengono consumati senza ritegno.

Hans domina la donna, la quale, invece, non sembra partecipare ma vivere passivamente.

Nessuna reazione, a parte i gemiti di piacere.

“Memorabile. Domani replichiamo” – dice Westergard, riprendendo fiato al termine della prestazione.

La donna non si esprime.

“Odio quando taci. Parla, cazzo!”

“Sai bene che quando assumo le sembianze di qualcuno, difficilmente mi è possibile comportarmi in normalità” – spiega lei.

“Ho capito, Sandy. E allora, torna in te”

“Se torno in me, Anna si risveglia” 

“Già, ok allora continuerò ad immaginare di fare sesso con la mia ex logorroica e snervante fidanzata, mentre in realtà sei tu a soccombere al mio volere” – ridacchia, accarezzandole la guancia.

“Se potessi reagire come sono solita fare, ti darei un bel calcio nel…”

“Shhh” – la zittisce – “Presto saremo sul trono e nessuno, ripeto, nessuno, ci impedirà di vivere da re e regina di Arendelle”

“L’altra volta hai fallito” – gli ricorda l’altra.

“Perché ho giocato male le mie carte. Stavolta abbiamo la magia dalla nostra parte”

“Non ammetto errori. Ci prenderemo quel regno una volta per tutte” – conclude lei, alzandosi dal letto, pronta ad indossare di nuovo i panni della sovrana.

“Come sto?” – chiede a Westergard, una volta sistemata.

“Sei l’esatta copia di Anna”

“Bene! A domani allora”

Così dicendo, la sosia della regina lascia la casa dell’uomo.

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Capitolo 7
*** 6 Capitolo ***


Hans è solo in quella piccola casa abbandonata, ai piedi della montagna del Nord.

A petto nudo, cammina su e giù sorseggiando dell’acqua fresca.

L’immagine del corpo nudo di Anna, sotto il suo, riempie la sua mente.

“Preso sarà la vera regina a giacere nel mio letto” – ridacchia, fiero di come il suo piano si stia realizzando.

In quel momento, estrae da una vecchia borsa, uno specchio di medie dimensioni che posiziona alla parete vuota. Magicamente esso aderisce al muro e si illumina.

“Eccomi, signore” – dice Westergard, inginocchiandosi di fronte a tale oggetto.

“Stai agendo come stabilito?” – prende parola una voce misteriosa, dal suono profondo e inquietante.

“Si, Sandy presto si libererà di Kristoff e sposerà me. Diventerò re di Arendelle..”

“Bene, ricorda il patto. Avete esattamente cinque giorni. Dopo di allora, se non avverrà quanto deciso, tutto tornera come prima”

“Ricordo benissimo. Lei mi ha aiutato nascondendo Anna, io agirò a suo favore” – aggiunge Hans – “Le sono debitore, dopotutto. Avete reso possibile il matrimonio con Helen di West Isle, dandomi modo di agire dall’interno ed organizzare la ribalta contro Arendelle”

“Stregare quella donna è stato banalissimo. Era talmente desiderosa d’amore che avrebbe ceduto ai tuoi corteggiamenti anche senza interventi magici” – precisa la voce misteriosa.

“Per la conquista di questo regno, va tenuta presente la ex regina, attualmente quinto spirito della natura”

“Lo so. Sto valutando questo dettaglio”

“Gli altri elementi potrebbero giungere in suo aiuto”

“Adesso concentrati sull’obiettivo iniziale. Al resto si pensa in seguito. Dobbiamo arrivare al potere”

“Non vi deluderò. La prima volta ero giovane ed inesperto. Stavolta non sarà così” – l’uomo è convinto e determinato.

“Sarai ben ricompensato”

“Sapete cosa voglio” – gli ricorda Hans.

“E lo avrai”

La conversazione tra i due termina poco dopo, dopo ultime raccomandazioni che il ricco nobile accetta.

Quando la luce dello specchio si spegne, Westergard parla all’oggetto svelatore di realtà e gli ordina – “Mostrami Anna”

In quel preciso istante, viene rivelata la posizione della regina di Arendelle. Dorme, vittima di un incantesimo, sdraiata su un rozzo tavolo di pietra, circondata da un immenso buio.

“Vorrei vedere cosa sta sognando” – aggiunge poi.

L’immagine che viene riflessa non è affatto piacevole e, agli occhi di lui, risulta disgustosamente dolce.

“No, basta. Chiudi” – conclude poi, scuotendo il capo a voler cancellare scene patetiche di Anna insieme a Kristoff e i loro figli.

Infastidito, copre lo specchio con una grande coperta nera e si accinge ad uscire per raggiungere il paese e comprare cibo per il pranzo.

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“Anna, ma che fine avevi fatto? Ero preoccupatissimo” – dice Kristoff appena vede rientrare la consorte.

La donna, fredda come il ghiaccio, lo ignora e si dirige nella sua stanza.

Bjorgman però non demorde. La segue e si chiude in camera con lei.

“Cosa fai? Ora mi vuoi segregare qui dentro?” – domanda, mantenendo lo sguardo basso.

A quel punto, il re sa di non dover agire con le parole. Si avvicina alla moglie e cerca di baciarla.

Quando le sue labbra sfiorano quelle di lei, avverte una scossa elettrica ed è proprio la sovrana a respingerlo con un’istintiva sberla.

“Hey ma cosa ti prende?” – esclama scioccato il biondo, con una mano sulla guancia arrossata.

Anna si volta, dandogli le spalle, con le braccia conserte.

“Non sembri tu, Annie. Sei sicura di sentirti bene?” – le accarezzai capelli con dolcezza, guardandola irrigidirsi ancor di più.

“Ti sento distante, ti ho offesa in qualche modo? Mi eviti come fossi un appestato. Sono tuo marito, non posso neppure baciarti?!” - la voce calda e affettuosa, tocca in un primo momento la donna.

“Con me puoi parlare, lo sai vero?” – insiste il regnante.

Sandy, lentamente, si gira verso di lui e incrocia i suoi occhi profondi.

Kristoff le sorride timidamente e le prende una mano, intrecciandola alla sua.

“Almeno un abbraccio possiamo scambiarcelo?”

La donna lo fissa, stranita. Non ha mai abbracciato nessuno nel modo in cui dice quel tipo a lei del tutto sconosciuto.

E non appena sente quelle grandi e muscolose braccia avvolgerla a sé, le scosse elettriche che emana si affievoliscono e accade qualcosa di speciale.

“Il mio cuore batte all’impazzata, non posso controllarlo” – pensa, confusa e preoccupata.

“Lasciati andare, tesoro. Ho capito che l’arrivo di Hans deve averti destabilizzata, ma tu sei più forte di quell’idiota. E’ andato via, è tutto finito” – le sussurra Kristoff.

Sandy sa che quell’infinita dolcezza non è riservata a lei in prima persona ma a quella donna che sta momentaneamente sostituendo.

“Facciamo l’amore?” – le chiede poi Bjorgman, spiazzandola.

“Cosa?” – domanda lei, non sapendo neppure cosa significasse.

Bjorgman la libera dal copriabito e quando le sbottona anche l’abito, la straniera sussulta.

“Sesso! Vuole fare sesso” – dice a se stessa, intuendo l’intenzione del presunto marito.

Ed è allora che lo frena.

“Non mi va. Sono stanca…e ho fame” – dice, liberandosi dalla stretta di lui, avanzando verso l’uscita.

“Ok” – risponde, deluso, il sovrano sedendosi sul letto.

I suoi occhi si posano subito sul cassetto semiaperto del comodino.

Qualcosa al suo interno sbrilluccica.

“E questo?” – domanda poi, tirando fuori la fede nuziale. Possibile che non l’abbia indossato? Non se ne separa mai.

E’ pronto a discuterne, ma la finta Anna è già fuori dalla camera, diretta verso il salone dove è imbandita la tavola per il pasto.

“Mammina” – le corre incontro Iduna, avvinghiandosi alla sua gonna.

Sandy sobbalza e la guarda, perplessa.

“Tutto bene mamma?” – le chiede Ineke.

“Ehm…si, figlia, alla grande”

Le due ragazzine, sedute una di fianco all’altra, si guardano sorprese ed è Aurora a precisare – “Figlie? Da quando in qua ci chiami così?”

“Da oggi” – chiude discussione la donna, sedendosi al posto sbagliato.

“Mamma, il tuo posto è questo” – le indica Agnarr.

“Dannazione, questi marmocchi devono puntualizzare ogni cosa ”- pensa irritata, mostrando però un’espressione serena.

Bjorgman giunge subito dopo e durante il pasto cerca disperatamente gli occhi di Anna.

La sua Anna, che conosceva come le sue tasche, sembra essere diventata magicamente un’altra persona. Deve parlarle, deve capirne di più… qualcosa è accaduto, ora ne è sicuro.

Approfitta di quando la regina comunica, al termine del pranzo - “Mi ritiro nelle mie stanze”

“Come? Ma se mi avevi promesso di uscire in giardino per giocare ai mimi” – le ricorda la piccola Iduna, dispiaciuta.

“Non mi sento in forma. Lo faremo domani” – taglia corto la donna, andando via, lasciando la bambina in lacrime, ignorando di averla ferita con una promessa non mantenuta.

Comportamento non tipicamente da Anna.

Nessuno sa spiegarsi quel rapido mutamento della regina. Nessuno può minimamente sospettare che la vera regina di Arendelle non è quella con cui hanno appena condiviso il cibo.

Giunta in camera, Sandy gira la chiave, chiudendosi all’interno. Si dirige verso lo specchio e con il potere della mente convoca qualcuno.

“Eccomi. Come sto andando?” – chiede lei.

“Controllati di più. Stai lasciando emergere troppi sospetti”
“Non so come comportarmi. Io non sono così…così…” – non trova la parola giusta.

“Umana?”

“Esatto. Non provo quelle emozioni disgustose”

“Ho avvertito il piacere che ti ha donato Kristoff quando ti ha abbracciata” – puntualizza la voce.

“Non conosco quelle sensazioni e non so identificarle” – si giustifica lei.

“Non osare commettere passi falsi,Sandy” – si raccomanda la voce magica.

“Non deluderò nessuno”

“Bene! Adesso cerca di mostrarti il più “normale” possibile. Devi parlare, muoverti e pensare come Anna”

“Io neanche la conosco”

“Devi amare suo marito e i suoi figli”

“Amore, amore…non so cosa sia”

“Allora non ti rimane che una cosa da fare. Convoca la famiglia e poni fine a questa farsa. Avresti dovuto eliminare ogni sospetto prima di chiudere la faccenda. Però non sai gestire gli eccessi d’affetto di questi mortali, perciò muoviti di conseguenza”

“Volete che io…?”

La conversazione si interrompe quando qualcuno bussa alla porta.

“Devo andare. Segui il mio ordine.”

Conclusa la conversazione, la presunta regina corre a sbloccare il lucchetto.

“Perché ti sei serrata dentro la stanza?” – domanda Kristoff, sempre più perplesso.

“Ehm… avevo bisogno di stare da sola”

“Annie, mi vuoi dire cosa ti prende oggi? Anzi, è da ieri sera che sei strana”

“Devo confessarti qualcosa di importante; vorrei che mi capissi senza giudicare”

“Che verità? Annie, mi sto seriamente preoccupando”

Sandy a quel punto chiama in causa Westergard.

“Riguarda me e Hans…”
Quando sente quel nome, Bjrgman trema e il ricordo di quel bastardo e del tentativo di uccisione di Anna ed Elsa gli torna alla mente.

“Cosa ti ha detto quell’idiota?”

“Nulla, ma ci siamo baciati” – sgancia la bomba.

“COSA?” – esclama il biondo, restando a bocca aperta, incredulo.

“Si, hai capito bene. Non sono più certa dei miei sentimenti. Quel bacio ha risvegliato qualcosa che credevo assopito”

“Assopito? Ma se non è mai esistito nulla tra voi”

“Mi sbagliavo. Perdonami...” – sa fingere alla perfezione, riuscendo a distruggere ogni certezza dell’attuale sovrano.

Lo sguardo pallido di lui, rimasto immobile, con i pugni stretti e il respiro affannato, dimostrano che il piano di Sandy e Hans sta funzionando.

“Non dici nulla?” – insiste la donna, decisa a dare il colpo di grazia alla relazione.

L’ex montanaro sposta gli occhi su di lei e deluso come mai prima nella vita conclude – “Non me l’aspettavo da te” – cerca di metabolizzare rapidamente però non ci riesce e il dolore lo pervade.

“Io…non…io…” – non sa più cosa dire. La voce trema e le lacrime cominciano a scendere sulle sue guance.

L’immagine di sua moglie avvinghiata al suo acerrimo nemico, lo manda in bestia.

Svegliatosi dallo stato comatoso che lo attanaglia, le dà le spalle e dopo alcune esitazioni e un silenzio tombale, corre via.

“Ben fatto” – dice lo specchio alla donna – “Matrimonio distrutto. È ora che tu prenda in sposo il nuovo re di Arendelle”

Però Sandy sente un’emozione strana dominarla e toccarle il cuore, quel cuore da sempre spento.

Per la prima volta sente compassione per un uomo che è stato vittima di un piano malefico ingiusto… che ci sia un briciolo di umanità anche in lei?

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Capitolo 8
*** 7 Capitolo ***


Il campanile di Arendelle suona rumorosamente, segnando con i suoi rintocchi l’ora pomeridiana.

Ingrid Bjorgman, alle prese con il ricamo di una coperta per i suoi amici Frost, viene interrotta da una visita inaspettata.

“Figliolo, cosa ci fai qui?” – domanda a Kristoff, vedendolo sull’uscio della casa.

Letizia è con la donna quando arriva il sovrano.

“Maestà, sembrate sconvolto. Vi porto dell’acqua” – interviene, guardando il re sedersi su una poltrona accanto al camino spento.

“Mi vuoi dire come mai sei venuto fin qui? hai portato con te anche la renna” – puntualizza, notando l’animale davanti l’abitazione.

“Avevo bisogno di un amico con cui parlare mentre giungevo fin qui!” – confessa, sorseggiando la bevanda fresca offertagli dalla straniera.

“Ci sono problemi a palazzo?” – domanda ancora la donna, in pena per il figlio.

“No, tutto bene. Te ne parlerò quando mi sentirò di farlo, ora ho solo bisogno di stare qui, lontano da Anna”

“Da Anna?” – ripete, scioccata, Ingrid – “Ma…”

“No, mamma. Ho detto niente domande per favore” – la zittisce, prima di udire l’interrogatorio.

La Bjorgman annuisce e si limita a condividere il silenzio con il sovrano di Arendelle.

Seppure preoccupatissima, torna al cucito.

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Nel frattempo, nel castello, Sandy è affacciata alla finestra, osservando il regno ai suoi piedi, a braccia conserte.

“Perché sei tanto nervosa?” – le chiede una voce femminile, destandola dai suoi pensieri.

Si volta lenta verso la persona in questione, di cui sa poco e niente.

Ineke è ferma sull’uscio e scruta sua madre che fino a pochi istanti prima picchiettava le dita sulle braccia.

“Eh?” – esclama lei, stranita.

“Mamma, si può sapere che ti prende?” – domanda Aurora, unitasi alla sorella maggiore.

“Ehm…non capisco a cosa vi riferite” – finge la donna, dedicandosi alla sistemazione di alcuni documenti sulla scrivania.

“Sappiamo come sei fatta. Ci stai nascondendo qualcosa, ne siamo convinte” – continua la biondina dagli occhi verde acqua.

“C’entra per caso Hans?” – prende parola anche Ineke, spiazzando la finta regina.

“Hans? Ma come ti salta in testa?” – si infervora Sandy.

“Ok, allora dicci il perché del tuo strano comportamento. Hai toccato poco cibo, eri sempre in silenzio, hai sbagliato anche seggiola…su questo ho sorvolato, però spiegami come mai ci hai chiamate Figlie” – spiega Aurora, come se stilasse la lista della spesa.

“Perché siete tanto perplesse da questo? Siete o non siete mie figlie? Beh sarò libera di usare gli appellativi che preferisco”

“Mamma, non siamo qui per criticare i tuoi modi di parlare, o di mangiare o… di sederti a tavola… vogliamo sapere cos’è cambiato in te” – riprende la maggiore dai lunghi e mossi capelli rossicci.

La dolcezza è leggibile dagli occhi di quella ragazzina che per anni è stata lontana dalla famiglia e ha poi faticato a conoscerla, per poi trovarsi, ad oggi, punto e a capo.

“Non sarai mica incinta?” – ipotizza, scioccata, la secondogenita.

“No, assolutamente. Io incinta? Cosa ti passa per la testa” – replica Sandy, alquanto disgustata dall’idea.

La primogenita sposta lo sguardo sulla sorella e la guarda stranita. Non sa se ridere o piangere di fronte all’estrema loquacità dell’altra, che tante volte parla senza riflettere.

“Meglio così, altrimenti avremmo dovuto organizzare i turni notturni per badare al nuovo bebè” – sussurra Aurora ad Ineke che, invece, cerca di restare quanto più composta possibile.

Le dà un colpo sul braccio per riprendere il discorso in totale serietà – “Se ci assicuri che non ci sono problemi, noi ti crediamo. Però…”

“Bene, allora basta con questo interrogatorio. Adesso ho fare!” – chiude la conversazione diventata pesante e, ignorando le due, lascia sala del trono e si avvia verso la biblioteca.

“Non le credo” – rivela Ineke alla sorella minore.

“Anche io. E’ diversa, non sembra lei e questo mi preoccupa perché mi riporta indietro nel tempo, a quando viveva solo per gli affari e il lavoro ed io e papà eravamo invisibili”
“Ma perché mai dovrebbe tornare ad essere quel tipo di persona?”

“Non saprei, magari i nostri genitori hanno litigato” – ipotizza Aurora.

“Se così fosse, deve essere grave viste le conseguenze” – riflette Ineke. Poi aggiunge – “A questo punto, mamma non ci dirà nulla. Dovremmo interrogare papà”

Mano nella mano le due ragazzine setacciano tutto il palazzo.

Per loro sconcerto, Kristoff non è da nessuna parte.

“Ho controllato nella stalla. Anche Sven è sparito” – rivela la maggiore alla più piccola.

“Non ci credo” – esclama, preoccupata, Aurora cercando di trattenere le lacrime.

“Forza, sorellina, non c’è bisogno di piangere. Sarà uscito a fare un giro nel regno e …”

“Assieme a Sven? Sai bene che quella renna ormai è anziana e non è più scattante come un tempo” spiega la seconda, spaventata dalla situazione alquanto inusuale – “Papà non avrebbe mai messo a rischio la sua salute se non fosse per motivi seri”

“Basta Auri” – la prega Ineke – “Magari stiamo ingigantendo tutto”

In quell’istante una familiare e buffa vocina riecheggia nei corridoi e distrae le ragazzine dalle preoccupazioni.

“Olaf” – esclamano le due principesse, correndogli incontro.

Il pupazzo di neve si aggira da solo, alle prese con strambi monologhi.

“Hey, ciao…” – le saluta, annotando qualcosa su un’agenda.

“E quella cos’è?” – domanda Aurora, fissando l’oggetto che l’omino magico ha tra le “mani legnose”.

“Me lo regalò Ingrid giorni fa, vi piace?” – racconta lui – “E’ divertente, quello che penso, lo segno qui sopra”

E allora, mentre Olaf parla, parla, parla, nella mente di Ineke si accende una lampadina.

“Ma certo!!” – il suo viso si illumina.

“Che?” – chiede confusa la seconda.

“La nonna!! Probabilmente è lì che è andato nostro padre”

“Non perdiamo altro tempo. Raggiungiamolo!” – aggiunge Aurora, afferrando la grande per il braccio, trascinandola all’uscita del castello.

Olaf le saluta mentre vanno via, confuso più che mai – “Dove stanno correndo così di fretta non l’ho capito. Mah…spero non si caccino nei guai, come al solito!” – torna poi ai suoi dialoghi e alle annotazioni sul libretto. Ripercorre il lungo corridoio, riflettendo sulla scelta delle parole da segnare.  Da quando è stato istruito anche all’arte della scrittura, trascorre ore ed ore a mettere in pratica tale abilità. Ormai è sapiente quanto un insegnante di corte.

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Sandy è chiusa nella sala del trono, intenta a realizzare una parte del piano: allontanarsi dai quattro figli della regina, distruggendo quel legame forte che la vera Anna ha instaurato con i suoi eredi.

Ed è in quel preciso istante che riconosce le due adolescenti in groppa a due cavalli, uscire dai cancelli.

“Bene, tutto procede nel migliore dei modi” – il grande specchio alla parete dell’immensa biblioteca reale si illumina e le parla.

“Procedo come deciso allora” – aggiunge la donna.

“Sappiamo già che le ragazzine vorranno riportare Kristoff qui, però tranquilla! Ci penserò io. Quando il re rincaserà, allora darai il colpo di grazia alla relazione matrimoniale”

“Si signore” – accenna lei, abbassando il capo, poco convinta e alquanto amareggiata.

“Sandy, Sandy non dirmi che vestire i panni della regina Anna ti sta umanizzando?” – la provoca la voce misteriosa.

“No” – replica – “Niente debolezza, era parte del piano”

“Perfetto, voglio da te il massimo. Hans conta su di te, io conto su di te… perciò comportati bene e nessuno si farà male” – si raccomanda.

Poi lo specchio si spegne e lascia Sandy sola con se stessa e con un ruolo che è stata costretta ad assumere.

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Kristoff è seduto sul divano di casa di Ingrid e, in solitudine, fissa un punto nel vuoto.

Pensa alla sua vita e a cosa possa essere scattato in sua moglie con il ritorno di Hans.

Immagina le mani viscide di lui sul corpo di Anna e ciò lo manda in bestia.

Ma ecco che la vocina dolce e premuorsa di Letizia interrompe tali visioni.

“State meglio,maestà?”

La bambina siede su una sedia, ben distante dal reale, intimorita dal titolo nobiliare dell’uomo che ha davanti.

Lui sposta lo sguardo e le accenna un sorriso.

“Puoi prendere posto accanto a me, non ti mangio” – commenta il biondo, facendole posto.

“Ecco io non vorrei sembrare scortese…voi siete un re ed io invece…”

“Non dire sciocchezze. Sono un montanaro e sarò sempre un montanaro. Questa corona è mera finzione” – la voce fredda e lo sguardo deluso accompagnano un gesto importante.

Bjorgman si libera del diadema di Arendelle e lo getta a terra.

“Cosa fate? Si potrebbe rompere” – esclama la Frost, sconvolta, raccogliendolo e porgendoglielo.

“Non so se voglio continuare ad indossarla” – la afferra dalle mani della piccola e la osserva.

“Cosa?!” – esclama lei – “Ma fino a ieri sera eravate l’uomo più felice del mondo, durante i festeggiamenti del compleanno della regina! Eravate fiero di essere regnante di Arendelle e veneravate vostra moglie. Cosa è cambiato?”

A quel punto, Kristoff è colpito al cuore da quella bambina tanto dolce e premurosa che a tratti ricordava le sue due figlie maggiori, tanto attente ai problemi del loro goffo padre.

“Ho bisogno di tempo per metabolizzare qualcosa che mi ha molto scosso su Anna”
“Qualsiasi cosa sia accaduta, voi amate la regina. Siete una coppia forte, supererete ogni ostacolo. Non permettete a nessuno di mettere in crisi la vostra storia d’amore, maestà” – Letizia parla con il cuore e la sua estrema maturità colpisce Kris.

“Reagite, non mollate mai. Un litigio, un evento doloroso, non può distruggere anni ed anni di amore vero!”

“Hai ragione ed io agendo così ho offerto la mia compagna al mio nemico su un piatto d’argento. Dannazione” – esclama.

Effettivamente se sua moglie fosse mai stata in crisi per un bacio ricevuto dall’ex fidanzato, quello non era il momento migliore per scappare. Anzi! E se Kristoff sa bene come è fatto Hans, non può abbassare la guardia.

“Grazie di cuore, Leti! Senza di te mi sarei abbattuto inutilmente” – qualcosa nel suo sguardo si riaccende.

Le dà un tenero bacio sul capo, spiazzando la umile e tenera Frost.

Poi va via.

“Dove è andato mio figlio?” – domanda Ingrid vedendo l’assenza del re.

“E’ tornato ad Arendelle”

“Ti ha detto cosa è successo?”

“No, ma credo abbia trovato le risposte da solo e ora stia risolvendo la cosa, quindi non c’è nulla da temere”

Beh… qualcosa da temere invece c’è.

Aurora e Ineke sono in marcia, pronte a raggiungere la casa della nonna.

Ed ecco che accade qualcosa di sconvolgente.

“Cos’è quella luce?” – chiede la seconda indicando un fascio luminoso ai piedi della famosa e nota montagna del nord.

Ineke si volta istintivamente ed è in quel frangente che qualcosa si incrina, qualcosa pronto a cambiare le vite di tutti i reali di Arendelle e di Kristoff, al cui rientro non troverà nessuno se non una nuova regina, pronta a dire addio al loro matrimonio.

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Capitolo 9
*** 8 Capitolo ***


Kristoff percorre il tragitto che lo conduce a palazzo, il prima possibile, nonostante gli acciacchi di una renna ormai anziana, pronta a dare se stessa per aiutare il fratello umano.

“Sei un grande, amico mio! Ora riposati, farò in modo che ti venga portata acqua fresca e anche delle carote” – dice Bjorgman, sistemando Sven nella stalla, dandogli una tenera pacca sul muso per poi correre via.

A passo svelto, sale la lunga scalinata, tenendo stampato nella mente il discorso da recitare alla moglie.

“Esigo da te spiegazioni, non voglio che tu mi dica che…” – ripete a se stesso, mentre supera i corridoi principali.

E quando è prossimo ad arrivare alla sala del trono, dove è convinto di trovare Anna, si accorge di un particolare.

La parete di fronte a sé è priva di un quadro.

“Ma cosa…?” – esclama, spiazzato.

Si volta attorno, riscontrando la presenza di ogni immagine sul muro. Quella di Iduna, di Agnarr, di Elsa ed Anna bambine, perfino il dipinto del giorno dell’incoronazione della attuale sovrana è ben visibile.

“Possibile che manchi proprio quello di famiglia?” – si domanda, perplesso – “Perché mai è stato tolto?”

Un rumore di tacchi, improvviso, attira la sua attenzione, costringendolo a voltarsi in quella direzione.

Nota subito la persona che lo ha raggiunto.

“Annie, ti stavo cercando” – dice lui, trovandosi faccia a faccia con la consorte, con la quale ore prima ha litigato, la donna che gli ha detto di aver baciato un altro uomo e di essere in crisi.

 “Pensavo non saresti tornato così presto! Dopo quanto ti ho confessato…” – aggiunge Sandy, fingendo alla perfezione la parte di moglie amareggiata e in colpa.

Non avrebbe mai immaginato la reazione di Kristoff. Bjorgman infatti cancella in un battibaleno ogni discorso studiato a memoria e lascia che sia il cuore a decidere cosa fare. Non le dà tempo o modo di parlare. La afferra per un braccio e la tira a sé.

L’ex montanaro guarda la sua compagna con immensa dolcezza, adagiando le sue labbra su quelle di lei.

Sandy non può reagire, non può ribellarsi ad esso. Le piace e questo comincia a spaventarla.

Però nonostante la paura, continua. E’ incurante che lo specchio le ha severamente vietato di riavvicinarsi a Kristoff, soprattutto perché nel piano era previsto un divorzio tra i sovrani e non una riappacificazione.

“Ti perdono, non voglio perderti e ti dimostrerò il mio amore, ogni giorno. Non lasciamo a quel verme di Hans di distruggere la nostra felicità” – le sussurra, in un momento di respiro tra loro.

Sotto lo sguardo stupito della finta regina, l’innamorato la prende in braccio, sollevandola da terra.

Raggiunge la loro stanza matrimoniale e la adagia sul letto.

Sandy lo osserva togliersi la giacca, poi la camicia, mostrandole lo scultoreo petto.

Arrossendo, la donna non sa cosa fare. Ciò che sta per accadere è palese.

“Non posso, non posso” – ripete a se stessa.

Ma quando Bjorgman la riempie di parole dolci e premurose sui loro sentimenti, sulla loro famiglia perfetta, sul futuro che si sono promessi sull’altare, Sandy avverte una strana sensazione riscaldarle il cuore.

Così Kristoff le sussurra all’orecchio – “Ti amo da morire” e  lei non resiste più.

Al diavolo i piani e le follie di chi ha deciso per la sua vita!! Si spoglia senza alcuna esitazione, mettendo a  nudo un corpo non suo, che Kristoff stesso conosce alla perfezione e che non si stanca mai di apprezzare e accarezzare.

Sotto le lenzuola bianche, i due si concedono l’uno all’altra, vivendo attimi unici e impregnati di pura ed immensa tenerezza.

Sandy mette da parte la promessa fatta a chi con lei mira alla conquista di Arendelle e mostra il suo tradimento allo specchio che, posizionato di fronte alla coppia, osserva la scena e sente la rabbia ribollire, deluso e furioso verso chi ha osato disobbedire alle sue regole.

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“Che vuol dire stava facendo sesso con il re?”

“Hai capito bene, Hans! Bisogna intervenire. Sandy ha ceduto troppo in fretta” – comunica lo specchio all’alleato Westergard.

“Maledizione!  Possibile che tutte le donne cadano ai piedi di quel rozzo montanaro?”

“L’amore” – puntualizza il capo, con disgusto.

“Sandy non sa cosa sia l’amore”
“Proprio per tale motivo va impedito che lo scopra altrimenti sarà la nostra fine. Credevo fosse degna della missione e mi sbagliavo, è uguale ai suoi fratelli…troppo sciatti, troppo buoni, troppo umani”

“Signore, cosa bisogna fare adesso? Non vorrà mica punirla?”

“Sarebbe ciò che meriterebbe. Ammetto che l’ho anche pensato, però ho poi riflettuto. Se vogliamo vincere, lei è indispensabile. Perciò le parlerò appena sarà sola”

“E se dovesse ribellarsi a noi?”

La voce sospira, zittendosi per alcuni secondi. Aggiunge poi – “In quel caso agiremo con Kristoff come abbiamo agito anche con Anna e le sue due figlie maggiori”

“Le due figlie maggiori? Come? Loro non c’entrano!” – Hans sobbalza di fronte alla verità e inizia ad impensierirsi per due innocue adolescenti.

“Una di quelle due ragazzine era la custode del cuore di cristallo, ho dovuto farlo!”

“Era! Adesso non lo è più” – precisa Westergard.

“Potrà esserci utile in qualche modo”

“E l’altra? Che vuoi farne? Loro non c’entrano, lasciamole libere!” – chiede, spaventato, mentre il senso di colpa inizia a divorarlo.

“Vedrò in seguito. Ora la priorità è un’altra. Impadronirsi del regno di Arendelle e di tutta la magia di cui è impregnato”

“Come la mettiamo con Elsa? Non rimarrà con le mani in mano, guardando casa sua nelle mie mani”

“Ancora con queste domande? Ti avrò spiegato il piano mille volte” – si infastidisce la voce.

“Chiedo scusa, capo. È che mi preoccupa dato che so di cosa è capace quella donna”

“Non temere. A lei penserò io. A proposito, al castello sono rimasti ancora due piccoli ostacoli”

“Cioè?”

“I gemelli! Lascio decidere a te stavolta cosa farne”

“Ma sono dei bambini!” – aggiunge l’uomo, sconvolto.

“Non mi importa! Vuoi o non vuoi il trono? Non mi sembrava ti facessi molti scrupoli quando, anni fa, decidesti di darmi ascolto. Non disdegnasti il mio aiuto quando sposasti Helen, quando all’oscuro della tua consorte architettavi il modo di detronizzare le sue cugine” – lo specchio si infiamma e la voce diventa sempre più dura e potente, tanto da piegare in due Westergard che si accuccia di fronte ad esso.

“Si, signore, chiedo perdono, non voglio deludere nessuno”

“Bene! Ricorda che una volta liberatomi dalla maledizione che mi rilega qui, tu sarai re ed io potrò controllare Arendelle e la sua magia. I desideri di entrambi si realizzeranno”
“Sandy doveva essere la mia regina, però! Come la mettiamo con lei?”

“Quando non ci servirà più, sarai libero di scegliere chi avere accanto. Potresti sempre pensare ad Anna!” – ridacchia la voce misteriosa, beffeggiando l’alleato che, da quella donna in particolare, ricevette un pugno in pieno viso anni addietro.

In quel momento l’idea non dispiace all’ex principe delle Isole del Sud che pone una strana richiesta all’alleato.

“Vorrei vederla, posso?”

“Ancora? Come mai ti interessa sapere di quella logorroica regina che tanto criticavi nella scelta amorosa?”

“Solo un istante” – lo prega, con aria supplichevole.

In quel momento lo specchio si spegne e mostra a Westergard, di nuovo, la figura della donna al solito posto, addormentata. Accanto a lei ci sono ora Ineke e Aurora.

“Ho una richiesta da comunicare”
“Ti ricordo che sono io a comandare” – ribadisce lo specchio, poco a favore di quanto chiestogli.

“Si, signore. Il mio è un desiderio che vorrei si concretizzasse quando il piano terminerà e saremo al potere”
“Cosa vorresti? Dimmelo” – a quel punto la voce inizia ad infastidirsi e vuole ascoltare le pretese di un mortale la cui missione dovrebbe essere soltanto quella di obbedire.

“Anna sarà la mia regina e le sue figlie, anzi i suoi figli, saranno i miei”

La confessione di Hans fa ridere di gusto il suo Boss che continua a prendersi gioco di lui e delle sue debolezze umane.

“Credevo di averti istruito bene in questi anni ad indurire il cuore, invece ho chiaramente intuito che vuoi ciò che non hai potuto avere e che qualcuno, in qualche modo, ti ha sottratto…la famiglia”

“Io voglio solo la corona, tutto qua” – sostiene Westergard.

“Permettimi di dubitarne. Criticavi Anna perché in fondo l’avresti voluta per te, perché era il tramite per ottenere il trono e perché con lei avresti potuto avere il calore familiare che ti è stato negato”

Lo specchio sembra leggere chiaramente dentro Hans e questo lo pietrifica.

Fino a qualche ora prima, era pronto a lottare con i denti e con le unghie per quel regno.

Sentiva di poter vincere. Credeva che Sandy avrebbe sostituito la figura di Anna al suo fianco.

Poi viene a scoprire che anche Sandy si è invaghita di Kristoff…quel Kristoff che Anna tanto ama.

Qualcosa in lui si è smosso.

Il suo piano è sempre lo stesso, ovviamente: prendere controllo e dominio su Arendelle, però stavolta nel suo futuro vede non più solo se stesso e la sua corona d’oro.

Ora immagina la sua persona seduto sul trono, accerchiata da quattro figli e da una moglie bellissima che gli tiene la mano.

“Non sbaglierò, stavolta non lo farò”

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Capitolo 10
*** 9 Capitolo ***


C’è silenzio tra le mura del palazzo. Non ci sono domestici che spettegolano mentre spolverano o lucidano l’argenteria; i gemelli non scorrazzano nei corridoi come al solito; delle due principesse adolescenti e delle loro chiacchiere e confidenze nessuna traccia.

La quiete totale.

È il passo di qualcuno l’unico rumore udibile: il movimento goffo e tutt’altro che umano di un pupazzo di neve, il cui diletto è girovagare con la sua agenda, alla ricerca di perle da annotare o nuove ed elettrizzanti scoperte.

Un clima glaciale in una stagione calda che Olaf per un momento sembra percepire.

“Hey…c’è qualcuno qui?” – chiede, spaventandosi subito dopo per via del suo stesso eco.

Si guarda attorno confuso.

“Sono anni che non si respirava quest’aria così pesante” – riflette ad alta voce, tornando indietro nel tempo, quando le porte furono chiuse, i cancelli serrati e vigevano rigidi controlli ad ogni ora del giorno, ed un re e una bambina erano soliti sedersi ad un enorme tavolata, con di fianco una sedia vuota. Non si respirava allegria, non si festeggiavano compleanni, né Natali di condivisione d’amore.

Nella stanza dei sovrani, i due dormono profondamente, avvolti dal solo lenzuolo bianco.

Sandy non si era mai sentita tanto viva; quello che è accaduto con Kristoff è stato inatteso.

Sapeva che concedersi ad un uomo che non era Hans l’avrebbe riempita di sensi di colpa.

Invece no! Ha sentito il tocco dolce e tenero di Bjorgman e il suo cuore è esploso di gioia.

In quei momenti non ha pensato a cosa sarebbe potuto accadere dopo: la furia di chi non accetta quello che è esattamente un tradimento. Persa tra le braccia di quella persona, i dubbi e le pianificazioni malvagie passano in secondo piano.

“Non erano questi i patti” – sussurra lo specchio, illuminato sulla coppia a letto.

La sua rabbia riesce ad essere colta persino da Sandy che fino a poco prima era nel mondo dei sogni.

Infatti la donna si sveglia di soprassalto, accorgendosi di essere osservata.

“Cosa stai combinando?” – la voce rivolta alla finta regina è impregnata di delusione e acidità.

Sandy, si copre con la camicia del re e cerca di sistemarsi.

“Ti rendi conto della cazzata che hai fatto?” – insiste la presenza nascosta nello specchio.

“Shhh” – lo zittisce lei, con un dito davanti la bocca, alimentando la rabbia dell’alleato.

“Tu non dici a me di tacere, chiaro?”

“Chiedo perdono” – dice la falsa Anna, inginocchiandosi cosciente di aver parlato con modalità non consone al suo ruolo.

“Ti ricordo che comando io”

“Si, signore” – risponde Sandy. Poi si fa forza e precisa – “E’ meglio non conversare qui. Potrebbe svegliarsi da un momento all’altro”

“Non dire sciocchezze! Sai bene che puoi sentirmi soltanto tu” – commenta la voce.

“Però lui ascolta me…” – puntualizza, abbassando il capo.

“Non ho tanto da dirti… stai giocando con il fuoco, cara Sandy. Ti abbiamo lasciato troppa libertà d’azione. Dovevi vestire i panni della regina di Arendelle, allontanare Kristoff. Invece cosa fai? Ci vai a letto”
“Non era previsto che accadesse” – spiega lei, visibilmente tesa.

“Spero per te che agirai come stabilito. Esigo che lo molli entro stasera”
“Cosa? Ma abbiamo appena fatto pace. Quale scusa posso usare?”

“Non mi interessa. Il danno l’hai creato tu e tu lo risolvi”

“Ma io…”

“Zitta” – urla lo specchio, accortosi che Bjorgman sta per svegliarsi.

Sandy si volta verso il biondo comprendendo.

Non può più replicare e le parole finali del suo boss le ribadiscono – “Agisci perché se intralci il piano, sai bene a cosa vai incontro…o meglio, a cosa vanno incontro i tuoi adorati figli”

Sentire tale minaccia pietrifica la donna che fissa in silenzio lo specchio mentre alcune lacrime le scivolano lente sulle guance.

“Hey, che succede? Come mai in piedi?” – domanda il re, stiracchiandosi. Ha notato che la presunta moglie fissa lo specchio e ha l’aria poco allegra.

“Ehm… nulla! Vado a fare un bagno” – con una banale scusa, lei si allontana per evitare di affrontare un uomo che il suo cuore ha iniziato ad amare inaspettatamente e in tempi fin troppo rapidi.

Sandy è in ansia perché non sa come comportarsi adesso, però non immagina che presto un motivo di litigio con Kristoff glielo avrebbe offerto su un piatto d’argento proprio l’ex montanaro.

“Qualcosa non mi convince” – commenta il biondo ad alta voce, sospettoso.

Dopo aver fatto l’amore con Anna, si è accorto di aver vissuto un momento intimo con una persona che sembrava totalmente differente.

Indossa la sua vestaglia e si appresta a lasciare la stanza. Vuole capirne di più.

E tali dubbi scompaiono quando, percorrendo i corridoi, Kristoff si accorge che molti specchi sono stati sistemati alle pareti, lì dove primeggiavano i quadri reali.

“Cosa ci fanno qui tutti questi specchi?” – si domanda confuso.

“Sono stato via poche ore e qui è stato stravolto tutto. Chi ha fatto tutto ciò?” – è la domanda che pone quando, senza alcuna esitazione, entra nel bagno reale dove Sandy è immersa nella vasca colma di schiuma.

“Kristoff, sei impazzito? Non mi dai neanche un attimo di privacy! Va via” – lo rimprovera lei, arrossendo dall’imbarazzo.

“Ti avrà vista nuda mille volte e non ti ha mai dato fastidio che piombassi qui dentro senza preavviso. Cosa è cambiato in te? Perché hai sistemato quegli oggetti in sostituzione dei dipinti di famiglia?”

“Calmati” – precisa Sandy, notando in Bjorgman eccessiva preoccupazione.

“Allora spiegami!”

“Cosa dovrei spiegarti? Mi piacevano quegli specchi e ho dato ordine a Gerda di sistemarne alcuni nei corridoi”
“A cosa servono? Da quando in qua sei diventata fanatica della tua immagine. E’ alquanto inquietante, sembra che siano stati messi lì per spiarci”

“Stai vaneggiando ed io non ti capisco più” – replica lei. La sua performance da attrice però fallisce. La tensione sul volto è troppo evidente e questo basta al re per intuire che - “Mi stai nascondendo qualcosa, vero?”

In quel momento la voce si riattiva e con tono minaccioso si rivolge di nuovo alla donna – “Ricordati di chi sai tu…la loro vita è nelle tue mani!”

Sandy non ha molta scelta e cede al ricatto – “Non ti amo più. Voglio che il nostro matrimonio finisca…ora”

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“Cosa leggi di bello Letizia?” – domanda Ingrid alla bambina, notando un libro che tiene tra le mani.

“La fiaba della sirenetta. La conosci?”

“Purtroppo non ho potuto studiare molto” – confessa, amareggiata, la Bjorgman – “Lontana da Arendelle e da mio figlio, sempre costretta a chiudermi al mondo per tutelare un cristallo che ho considerato la mia maledizione,ho dovuto rinunciare a molto!”

“Mi dispiace per il tuo passato di solitudine, ma saresti stata una mamma fantastica. Anzi, lo sei. Per fortuna è tutto finito e hai recuperato il rapporto con Kristoff”

“Che dolce che sei! Un vero tesoro” – afferma la donna, accarezzandole la guancia.

“Anche mia madre mi definiva così…il suo tesoro più grande” – ricorda nostalgica la Frost.
“Jack ha sempre evitato l’argomento. Non voglio chiederti nulla, riaprendo vecchie ferite”

“No, per me non è una ferita. Io continuo a volerle bene. Anche se mi ha lasciata con mio fratello quando avevo solo quattro anni, la sento sempre vicina”

“Sei una bambina speciale, piccola Letizia. È la tua mamma ad aver perduto l’opportunità di averti nella sua vita” – aggiunge Ingrid, aprendole le braccia e accogliendola a sé.

“Ho nipoti più o meno tuoi coetanei, quindi da oggi in poi puoi considerarmi come una nonna”

“Davvero?”

“Certo. Sei una quinta nipote e sono onorata di considerarti parte della mia famiglia”

Il momento tenero e impregnato d’amore viene osservato in disparte proprio da Jack che, con il magone, non interviene, però si limita ad ascoltare il cuore di sua sorella e quelle emozioni legate al passato: un passato, il loro, molto doloroso che li ha visti crescere da soli, senza madre e senza padre, forti del sostegno reciproco.

“Qui c’è scritto Sandy. Chi è?” – domanda Ingrid quando, con il libro tra le mani, trova inciso su una pagina un nome.

“Mia madre, era il suo libro preferito. Adesso è il mio” – spiega la Frost, emozionata.

Così tra una lacrima e un abbraccio, le due condividono altri ricordi e imparano a conoscersi sempre più, diventando a tutti gli effetti due parenti.

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Capitolo 11
*** 10 Capitolo ***


 “E così adesso sei al corrente del passato mio e di Letizia!” – è tarda serata quando Jack Frost, approfittando dell’assenza della sorella, già tra le braccia di Morfeo, si confida con Ingrid.

La donna, come al solito, è seduta sul divano alle prese con ago e filo.

“Sono felice che Leti si sia aperta con me e che adesso mi considera una nonna” – confessa la Bjorgman, sorridente.

“Cosa pensi di Sandy?” – le domanda il biondino, estremamente serio e desideroso di risposte.

La donna, sorpresa da tale interrogativo, si libera degli occhiali da vista che appoggia delicatamente sul tavolo assieme al restante materiale che ha tra le mani.

Il tutto senza pronunciarsi. Poi riprende posto e invita Frost a fare lo stesso.

“Perché me lo chiedi? Pensi che possa giudicarla in maniera sbagliata?”

“No, in realtà spero che tu abbia il mio stesso pensiero in merito” – precisa Jack.

“E quale sarebbe? Dal tono di voce, immagino che tu non abbia una considerazione positiva di tua madre”

“Non è mia madre. Non lo è mai stata” – commenta lui, mantenendo lo sguardo basso, fisso sul pavimento.

“Figliolo, io ti conosco da anni. Mi hai ospitata quando la maledizione mi ha costretto ad andare via da Arendelle. Hai saputo rispettare ciò che ero e adesso voglio essere io la tua spalla. Parla senza timori” – dice Ingrid, aprendogli le braccia.

Jack accenna un timido sorriso e si accoccola al petto della donna.

“Se Letizia la ama nonostante tutto, vuol dire che le hai insegnato a farlo. Non le hai mostrato risentimento o disprezzo. Sei un ragazzo speciale, caro. Ricordalo sempre. Se Sandy ti ha fatto del male, magari inconsapevolmente, tu…”
“No! Non inconsapevolmente!” – replica Frost, interrompendo il discorso della Bjorgman – “Lei mi ha abbandonato con una sorella piccola da crescere. Non dimenticherò mai quella mattina in cui mi trovai solo a casa e di lei nessuna traccia. Solo un misero biglietto dove diceva addio alla sua vita, troppo monotona”

“Troppo monotona? Davvero ha scritto questo?” – esclama scioccata Ingrid.

“Esatto. Ora capisci come mai per me non esiste più?”

“Figliolo, mi dispiace tanto. Conta su di me. Io ci sarò sempre” – gli bacia teneramente il capo, poi lo stringe con più forza a sé.

“Grazie…nonna!” – si commuove lui, lasciandosi totalmente andare.

La donna ha percepito il dolore del giovane che ospita in casa sua e comprende le sue ragioni.

Eppure qualcosa sembra non tornarle.

Come può, una mamma, lasciare la prole perché stufa di una banale quotidianità? Giustificazione, questa, che cela altro e da madre, anch’essa costretta ad abbandonare il suo Kristoff anni addietro, intuisce al volo che le ragioni della fuga sono certamente diverse da quelle dichiarate.

Ingrid ignora che quella famosa Sandy veste ora i panni di Anna e che sembra aver perduto la testa per il re. È una donna che, in qualche modo, è soggetta al volere di Hans Westergard e di una voce misteriosa che comanda sui due.  

Come mai si trova immischiata in un piano tanto crudele?

Perché ha lasciato Jack e Letizia da un giorno all’altro? Jack le ha raccontato tutta la verità?

O ha mentito su qualche dettaglio?

Quante domande sorgono e solo il tempo darà risposte ad ognuna di esse.

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“E’ finita tra noi” – ripete Sandy a Kristoff, spiazzandolo.

“Aspetta…che?!” – esclama lui, stranito.

“Hai capito bene, questa vita monotona mi sta distruggendo” – dice, guardando altrove. Anche alla finta regina pesa dover mentire in quel modo. Sente di recare sofferenza a chi invece vorrebbe solo amare. Però il patto parla chiaro: o Kristoff o i suoi figli! La famiglia va difesa sempre, questo è il motto della sua vita.

“Monotona? Annie, ma cosa stai dicendo?” - tali assurde richieste alimentano i dubbi iniziali di Bjorgman che non riconosce più sua moglie. Gli sta volutamente calpestando il cuore e lui ne è cosciente. Così continua - “Non ci credo. Non sei tu la donna che ho di fronte agli occhi, cosa ti sta succedendo?”

Sandy sobbalza quando sente tali parole e sferra il colpo decisivo.

“Sei pazzo! Solo perché non ti amo più, non vuol dire che sono cambiata. Piuttosto domandalo a te stesso. In fondo potresti essere anche tu quello che è cambiato” – recita la parte perfettamente, tanto da mandare in crisi un uomo che, fino a minuti prima, era pronto ad affrontarla per comunicarle i suoi dubbi. La voce magica le ha insegnato bene come muoversi: quando si rischia di essere scoperti, bisogna ribaltare la situazione e creare insicurezze nel nemico.

Quale arma migliore da usare contro Kristoff se non quella di un’accusa di cambiamento che ha causato l’allontanamento di lei e la conseguente rottura del matrimonio?

Ma Bjorgman sa di non essere mutato, anzi. Però lo shock è tale da pietrificalro. Non riesce più a controbattere. La sua mente si stacca dalla realtà e comincia a viaggiare nel tempo, percorrendo flashback di momenti felici.

Come quello del loro incontro…

Voglio che mi porti sulla Montagna del Nord”

“Io non ti porto da nessuna parte

…o del loro primo bacio.

Ti bacerei! Potrei, cioè mi piacerebbe, posso? Nossiamo poi, cioè possiamo noi…aspetta che?!””

“Possiamo

Un momento impresso nella sua memoria è il giorno del SI: lei bellissima nel suo lungo abito bianco che percorre la navata addobbata a festa. Quel Ti amo sospirato quella stessa notte, dove dormirono insieme e consumarono il loro intenso amore.

Sono incinta - la notizia della gravidanza portò gioia immensa tra le mura di palazzo.

Poi a quel ricordo, ne susseguono tanti altri e riaffiorano come bolle in cui Bjorgman si rifugia per fuggire da un dolore che sta dilagando.

Ed è la voce della sua consorte a riportarlo con i piedi per terra.

“Dovrei uscire dalla vasca. Lasciami da sola” – gli ordina.

Confuso e silenzioso, il re si allontana, chiudendosi la porta alle spalle.

Sente il cuore debole e sanguinante; gli occhi inumiditi lasciano presto spazio alle lacrime.

Neppure l’intervento di Olaf, sembra toccarlo.

“Hey, Kristoff! Tutto bene?”

Bjorgman non risponde, dirigendosi verso la sua camera da letto.

Il pupazzo di neve lo fissa, stranito – “Ma cos’hanno ultimamente tutti?!”

Poi ripercorre la sua camminata nei corridoi.

Nel frattempo, Sandy è in bagno ed una volta indossata la vestaglia, sente qualcuno chiamarla.

Lo specchio di fronte a sé si illumina – “Allora? Come procede?”

“E’ finita. L’ho lasciato” – riferisce, con freddezza, arrabbiata con chi la comanda.

“Bene, sapevo di poter contare su di te. Domattina arriverà Hans e prenderete potere del palazzo”

“Promettetemi che non farete del male a Kristoff” – aggiunge lei.

“Mi pare ti stia interessando troppo alle sorti del nemico. Ricorda da che parte sei” – la rimprovera.

“Perdono! E’ che mi preoccupo. Nessuno deve farsi male, era parte del piano”

“Il piano lo stabilisco io” – ribadisce lo specchio.

“Si signore. Per quanto riguarda Elsa, se dovesse intervenire come agiamo?”

“Ho studiato anche questa mossa. Papà Black, non sbaglia mai, tesoro.”

Ridacchiando si congeda, lasciando la donna sola con se stessa e con una coscienza che sembra non darle più pace.

Si pente ancora oggi di quel dannato giorno in cui la sua vita è cambiata, quando sotto minaccia ha dovuto dire addio ai suoi figli e schierarsi dalla parte dei cattivi.

Preda del dolore più profondo, si lascia andare ad un pianto lacerante durante il quale manifesta chiaramente il suo pentimento.

“Non avrei mai dovuto accettare” – singhiozza.

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“Elsa, come mai sei così silenziosa?” – domanda Jelena al quinto spirito.

“Non lo so, mi sento strana”

“Evidentemente il tuo cuore voleva restare ad Arendelle ancora qualche giorno. Puoi sempre tornare lì”-  le consiglia l’anziana.

“No, non mi manca affatto il regno. E’ la lontananza dalla famiglia a pesarmi”

“Ci siamo noi per questo” – aggiunge la northuldra, stridendole una mano.

Dopo un abbraccio tra le due, Elsa si allontana assieme a Nokk.

“Cosa ti turba?” – le domanda lo spirito dell’acqua.

“Vibrazioni particolari. Non so spiegarle, probabilmente frutto della mia fantasia”

I due cavalcano le onde del mare con leggerezza e rapidità, raggiungendo la dimora che ospita Elsa da ormai cinque anni.

Un palazzo di ghiaccio che si erige ai piedi di una montagna nascosta, che domina sulla Foresta Incantata.

È lì che Nokk conduce Elsa e la saluta, ricordandole di stare tranquilla e consigliandole di riposare.

Però quando varca le mura di quell’enorme e spettacolare castello, il cui interno è identico a quello di Arendelle, la donna avverte una presenza.

“Sei di nuovo tu? Ti piace autoinvitarti a casa mia?” – ridacchia Elsa, sciogliendosi la coda che reggeva la fluente chioma bionda.

La figura di un uomo dai capelli chiarissimi e gli occhi dello stesso intenso azzurro della nobile, avanza verso di lei.

Si inginocchia raccogliendole l’elastico e porgendoglielo, prende parola – “Mi piace troppo la tua compagnia”

Elsa arrossisce e gli strappa la molla dalle mani.

“Non mi racconti cosa hai combinato nel tuo vecchio regno?” – chiede lui.

Ha tra le mani un bastone malandato. Seduto a gambe intrecciate, sorretto dalla sola aria, giocherella con creazioni di ghiaccio frutto delle sue stesse mani.

“Cosa vorresti sapere?” – domanda lei, indaffarata nel sistemarsi alla meglio allo specchio.

“Beh, tutto. Come stanno tua sorella, tuo cognato, i tuoi nipoti. Mi hai raccontato di loro e sono curioso”

“Vedo che ti interessa molto la vita di palazzo. Devo pensare che aspiri al potere?” – ridacchia, prendendolo in giro.

“Ovviamente” – risponde, unendosi allo scherzo.

“Te lo dirò solo perché parlare con te, mi fa sentire meno sola” – puntualizza, sorridendo a quello che ha scoperto essere un nuovo amico con il quale condivide la stessa magia.

E così i due chiacchierano per ore, come fanno da settimane.

Ma chi è costui? E perché sembra così voglioso di sapere della vita dei reali di Arendelle?

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Capitolo 12
*** 11 Capitolo ***


I gemelli, Agnarr e Iduna, sono nelle loro stanze alle prese con il momento gioco. Non immaginano minimamente ciò che sta accendo tra le mura del palazzo. L’essere bambini avrebbe dovuto salvarli da un mondo decisamente crudo. Però è proprio quando i piccoli cominciano a bisticciare, come al solito, che qualcuno bussa alla porta e il dolore prende piede.

“Papà, per fortuna sei qui. Agnarr mi ha infastidito” – Iduna gli corre incontro e si aggrappa alla gamba del genitore, forte di ricevere sicuramente sostegno e vincere, in tal modo, il fratello.

“Uffa! Non è vero, è lei”

“No tu”

“Tu”

Continuano per svariati minuti a lanciarsi fracciatine e ad accusarsi reciprocamente. Eppure Kristoff non patteggia e resta in silenzio, con lo sguardo fisso sui figli.

Nella sua testa continua a rimbombare solo una voce.

Anna l’ha lasciato; Anna ha chiuso per sempre la loro relazione; Anna non lo ama più; Anna non è più la Anna di cui si innamorò tanti anni addietro.

Adesso nel suo cuore dilaga un’ atroce sofferenza, paragonabile a cento violente pugnalate al petto che si ripetono senza sosta, rompendogli il respiro.

Senza volerlo, una lacrima riga il suo volto e solo allora Iduna si zittisce e ordina ad Agnarr di fare lo stesso.

“Che succede papà?” – domanda allora, accarezzandogli la guancia così da asciugargli il viso.

Il re accenna un sorriso forzato. Poi le prende la mano e la stringe nella sua. Poi posa gli occhi sul figlio maschio e gli scompiglia i capelli con un gesto estremamente tenero.

“Perché sei così triste?” – chiede il bambino.

A quel punto mentire o nascondere il fatto è inutile. Bjorgman invita i gemelli a sedersi sulle sue gambe.

Stretti al petto del loro amato padre, i giovani principini di Arendelle percepiscono lo strazio e si spaventano.

“Non stai bene?” – è il primo pensiero di Iduna, innamorata del suo papà.

“No, tesoro mio. La questione è un’altra” – risponde il biondo.  Dopo un lungo e profondo respiro, dice loro – “Io e la mamma non ci vogliamo più bene come un tempo. Per un periodo saremo divisi, però per voi, Ineke e Aurora ci saremo sempre”

“Come “non vi volete più bene”?” – ripete Agnarr ad occhi spalancati.

“Capita tra grandi” – si giustifica il re.

“Anche tra noi capita però poi facciamo pace” – interviene Iduna che, piuttosto che dispiaciuta, sembra arrabbiata.

Kristoff sa di aver parlato senza tener conto delle emozioni e reazioni di due bambini così piccoli, però è cosciente che bisogna essere chiari ed evitare giri di parole.

“Andrò a vivere dalla nonna””
“Cosa? No” – esclama la principessina.

“Si, piccolina mia! Però…”
“Però nulla! Io non voglio che te ne vai” – grida Iduna, scuotendo il capo, con occhi colmi di lacrime.

Agnarr è invece taciturno, chiuso in se stesso.

“E’ per poco tempo, bambini! Ve lo assicuro” – Bjorgman non sa come venirne fuori. L’unica soluzione sembra essere quella più assurda e quando la propone spiazza i gemelli – “Potete venire con me”

“Con te?” – ripete, incredulo, il maschietto.

Iduna delusa e ferita corre via, afferrando la mano del fratello che la segue a ruota.

Il re è solo nella camera dei suoi figli, seduto su uno dei due letti. Nasconde il viso tra le mani e si lascia andare ad un lungo sfogo.

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“Cosa c’è?” – domanda Sandy, guardando Iduna e Agnarr entrare nella sua stanza.

“Papà ci ha detto che lascia il castello. È vero?” – chiede la bambina, senza esitazioni.

La finta regina trema all’idea di dover allontanare l’uomo di cui si è invaghita, ma non ha altra scelta.

A malincuore annuisce, avvicinandosi ai gemelli che sono esterrefatti.

“Non vi tratterrò qui, se volete seguirlo” – precisa. Un discorso da brividi quello di una madre che è pronta a separarsi dalla prole. La vera Anna non avrebbe mai permesso tutto ciò.

Però Sandy è abituata a tali gesti. Lei, infatti, fu costretta a dire addio ai suoi figli per il loro bene e adesso, nei panni di regina, si comporta alla stessa maniera.

Restare a palazzo significa rischiare di dover sottostare a Black e a Hans Westergard e vuole evitare a quelle creature tanto strazio.

“Come puoi cacciarci? Non ci vuoi bene?” – singhiozza Agnarr.

“No, non è come credete!”

“Invece sì! Sai che ti dico “mammina”…? Io qui non rimarrò. Addio” – arrabbiata, Iduna va via.

Sente il cuore in mille pezzi e il suo essere bambina le rende ancor più difficile la gestione di quell’emozione così forte e dura da metabolizzare.

Anche il fratello gemello comprende di aver perduto la felicità e la serenità di sempre.

Cammina lento nei corridoi notando degli specchi alle pareti, rabbrividendo guardando quanto strani fossero. Ha la sensazione di essere spiato in ogni movimento e ciò lo spinge a decidere del suo futuro.

“Veniamo via con te” – mano nella mano, Iduna e Agnarr comunicano a Kristoff la loro decisione.

L’ex montanaro li ascolta mentre raccontano le parole della regina e, perplesso e confuso dall’atteggiamento della moglie, decide di acconsentire alle richieste dei piccoli.

Prepara le valigie e in un battibaleno, i tre sono ai cancelli di palazzo.

“Non abbiamo salutato Ineke e Aurora” – singhiozza il maschietto.

“Non erano da nessuna parte. Io ho lasciato un mio disegno nella camera di Auri” – confessa Iduna.

“Io ho fatto lo stesso con Ineke” – aggiunge Agnarr.

“Vedrete che appena sapranno, verranno a salutarci. Adesso andiamo che ci attende un cammino lungo e più faticoso che mai”

Lasciano il palazzo con un forte senso di nostalgia e con impressa nella mente l’immagine della gioia che, fino a giorni prima, quel luogo rappresentava. Adesso ai loro occhi la fortezza sembra avvolta dall’oscurità.

Ed è decisamente così!

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Sandy fissa dalla finestra l’addio del re e dei gemelli alla vita di corte.

Con le lacrime agli occhi, cerca di distrarsi.

“Nei panni di regina ti sei troppo ammorbidita, figliola” – prende parola lo specchio.

“Io sono sempre stata così” – replica lei, infastidita.

“Sii fiera di te stessa perché stai regalando a me, Hans e a te stessa una nuova vita”

“Si, certo… una vita che ho rubato ad altri” – commenta, asciugandosi il viso.

“Metti a tacere la coscienza. Quando Pitch Black torna dal buio dove è stato relegato, dona a tutti la giusta ricompensa. Tu otterrai la tua, vedrai. Come stabilito”

“Nessuno mi restituirà gli anni perduti senza i miei bambini”

“Possibile che tu ponga sempre resistenza a tutto? Con tuo fratello le cose non sono così. Lui agisce senza ricordargli la missione”
“Jack esegue gli ordini per codardia” – aggiunge lei.

“No! Perché lui è mio degno figlio! Tu invece sembri essere più come tua madre…un’insignificante northuldra”
Tale provocazione fa insorgere Sandy, nei cui occhi si accende una fiamma ardente di rabbia.

“Non osare nominarla” – cambia tono e minaccia chi ha su di lei un controllo totale.

“COME TI PERMETTI DI RIVOLGERTI A ME IN QUESTA MANIERA?” – tuona la voce dello specchio, sprigionando sul corpo della donna un’energia tale da privare Sandy della propria.

Accasciata a terra, la donna cerca di riprendere fiato mentre percepisce dentro di sé la rabbia del genitore.

“Hans sta per arrivare. Domani darai comunicazione al popolo della separazione da Bjorgman e da lì a poco la corona andrà a Westergard”

“Chiaro” – risponde lei, alzandosi faticosamente dal pavimento.

“Ora dobbiamo attendere notizie da Jack. Lui opera sull’altro fronte”

“In che senso? Che missione gli hai affidato? Sbaglio o doveva solo badare ai corpi addormentati di Anna e delle figlie?”

“Beh ho cambiato idea. La sua magia ci sarà utile nel domare qualcun altro” – spiega, ridacchiando beffardamente.

“Ti riferisci a Elsa? Come puoi controllarla? Lei è uno spirito. Se dovesse intuire il piano di Jack, potrebbe fargli del male. Non puoi mettere a rischi la vita di mio fratello”
“ZITTA!” – le ordina - “Lui sa come comportarsi e sono certo che non mi deluderà”

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Capitolo 13
*** 12 Capitolo ***


RIECCOMI, SONO TORNATA A DISTANZA DI MOLTO TEMPO, PRONTA A RICOMINCIARE. SPERO CHE CONTINUIATE A SEGUIRE LA STORIA NONOSTANTE TUTTO. BACI

 

Tanti anni addietro…

 

“Sono incinta” – confessa, emozionata, una giovane fanciulla dai lunghi capelli biondi, nascosta tra gli alberi di una foresta talmente bella quanto incantata - “Non dici nulla?” – chiede, notando il totale silenzio del compagno di fronte a sé.

Lo sguardo di lui è torvo e le circostanze iniziano a spaventare la sedicenne, giovane ed innamorata di un uomo tanto più grande e misterioso.

“I tuoi genitori non devono saperlo” – sono le uniche parole che le vengono dette, o meglio,  imposte.

“Pitch, cosa dici? Come faccio a nasconderlo? Si noterà presto” – sostiene lei, toccandosi il ventre decisamente più gonfio del solito.

“Non lo noteranno perché verrai via con me” – le prende la mano e per la prima volta dopo mesi di conoscenza, quel gesto non ha nulla di dolce, piuttosto il contrario.

“Alba! Alba dove sei?” – la voce di qualcuno fa sobbalzare la coppia, interrotta in una conversazione che ha preso una piega inattesa.

“E’ mia sorella, se ci vede insieme è un guaio”

“Andiamo! Conosco un posto dove nessuno ci troverà” – la trascina per alcuni metri.

Ma è la giovane, amareggiata, a fermarsi.

“Mi stai dicendo di lasciare i miei cari senza spiegazioni? Spezzerei il cuore di tutti. Non posso farlo”

“Credi che io sia giunto fino a qui, abbia concepito questo bambino per poi abbandonarlo? Ti sbagli” – Pitch,  uomo dai capelli neri come la notte e lo sguardo magnetico, si trasforma di un’altra persona. Una nube oscura lo avvolge e in pochi secondi porta con sé anche Alba, una northuldra innamorata dell’idea dell’amore e di un essere che ha studiato alla perfezione ogni mossa: tra queste è prevista una gravidanza e un erede magico che può donargli il potere e la grandezza che desiderava da sempre.

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“E allora? L’hai trovata?”

“No, madre! Ho cercato anche in riva al fiume. Sembra essere sparita nel nulla”

“Piccola Alba! Dove ti sei cacciata?” – singhiozza la donna, accolta dalle braccia della sua primogenita.

“La troveremo, ve lo prometto” – e da lì a poco la tribù intera si mobilita nella ricerca di una sedicenne, vittima di sentimenti non ricambiati e sfruttati per scopi malvagi.

Purtroppo i giorni, le settimane, i mesi non danno i frutti sperati e i Northuldri non possono che arrendersi ad una evidente morte.

Alba però è più vicina di quanto immaginassero, prigioniera di Pitch Black in un limbo, succube di magie oscure. Eppure, nonostante i tentativi, il suo cuore sembra non raggelarsi come dovrebbe e come l’uomo ha progettato.

“Continui ad essere umana e docile. Non mi spiego il motivo” – si infuria Pitch. Il suo potere è debole e Alba è fin troppo buona per trasformarsi in una futura regina del male.

Nel momento in cui la sedicenne è prossima al parto, Pitch nota in lei una forza mai mostrata prima e intuisce che ad aver frenato la magia oscura è quella dell’amore. Alba non si è mai piegata per via del sentimento forte nei confronti del suo bambino.

La soluzione diventò,quindi, il dolore. Sarebbe stato quello a divorarla, portandola ad odiare e l’odio avrebbe reso possibile la metamorfosi.

Il destino vuole che la northuldra dà alla luce non un solo bebè, ma due.

“Gemelli! Sono gemelli….” – esclama soddisfatto Black. Con due eredi, aiutanti, avrebbe avuto maggiori possibilità.

L’ostacolo è soltanto la fanciulla che continua, nonostante tutto, ad amarlo.

“Ho deciso di riportarti dai tuoi familiari”
“Cosa? Dici sul serio? Grazie” – singhiozza Alba, emozionata e felice dopo mesi di agonia.

“A patto che i gemelli restino qui”

“Come? No!”

“Immaginavo ponessi resistenza. Però io ho il mio piano da mandare avanti, non mi servi più”

“Non ti servo più?” – ripete, scioccata, la ragazza.

Pitch con un movimento di mani apre la porta del limbo dov’erano bloccati, invitando Alba ad uscire.

“Non me ne vado senza Sandy e Jack”

“Nomi idioti, però ti concedo questo onore. A me poco importa come chiamarli. Saranno la chiave del mio trionfo. Addio Alba” – una folata di vento trascina la giovane portandola via, facendola cadere a terra, nei pressi della Foresta Incantata.

Disperata urla con tutta se stessa, rivolgendosi al padre dei suoi figli.

È arrabbiata, ferita, sente il cuore in mille pezzi, grida fino a quando le forze l’abbandonano e la costringono ad accasciarsi.

Mai nella sua vita ha odiato qualcuno come Pitch Black.

Però non vuole arrendersi.

“Parlerò con mia madre e i Northuldri, riuscirò a riavere i miei bambini” – ripete a se stessa.

Non immagina cosa sia accaduto in quei mesi di lontananza.

“Non posso crederci!Alba sei tu?” – esclama Jelena, correndole incontro.

Le due si abbracciano. La tribù non avrebbe mai immaginato di rivedere la ragazzina dopo tanto tempo.

“La mia famiglia? Voglio vederli” – chiede lei.

“C’è una storia che devi conoscere. Siamo stati attaccati dal re di Arendelle, i tuoi genitori hanno perso la vita…” – le racconta la donna, capotribù.

Al dolore già provato, Alba sente aggiungersene dell’altro. La vita le sta togliendo ogni affetto.

“E mia sorella?” – è quella l’unica speranza rimastale.

“Ha lasciato la foresta prima che questa magia strana impedisse l’accesso e l’uscita”

“E’ assurdo! Lei è dall’altro lato del bosco?”

“Esatto! Mi dispiace, piccola! Però hai me, io ci sarò sempre” – l’abbraccia Jelena.

Con le lacrime agli occhi, Alba osserva in alto notando una fitta nebbia che copre il cielo.

“Iduna, dovunque tu sia....vorrei averti qui con me” – pensa, lasciandosi andare ad un lungo e straziante pianto.

Da quel momento in poi, il suo cuore si raggela. Non ha più nessuno da amare. Chi è morto, chi l’ha tradita, chi le è stato strappato via, chi è lontano e non può starle accanto… ora sì che la magia di Pitch inizia a consolidarsi.

I capelli biondi diventano nero corvino, la carnagione chiara è ancora più evidente e gli occhi si ingrigiscono.

“Cosa ti è successo?” – esclama scioccata Jelena, trovandosi di fronte  una persona diversa.

Alba non è più Alba. Ignora la northuldra e con un gesto di mani apre un varco nel quale entra, lasciandosi alle spalle il passato.

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“Eccomi Pitch!”

“Sapevo che saresti tornata, Alba” – le bacia la mano Black.

“Non ho più nulla della vecchia Alba. Chiamami pure Darklady. Sono pronta per aiutarti a diventare il mago oscuro più potente al mondo, ma soprattutto voglio diventare la sovrana di Arendelle e vendicare la morte dei miei genitori” – ridacchiando maleficamente, si avventa sul compagno dando sfogo ai suoi desideri sessuali nella maniera meno umana possibile.

Ed è così che tutto ebbe inizio…un piano da parte di un mago cattivo desideroso di potere che,forte dell’appoggio di figli e compagna, decide di puntare al dominio di un regno come Arendelle.

Cosa accadrà da lì a qualche anno?

Agnarr, diventato re in seguito alla morte del padre avvenuta tre anni prima, chiede aiuto ai trolls, i quali con la loro magia impediscono le azioni malefiche del clan oscuro. Il primo ad essere vinto è  Black; per Alba il destino sarebbe stato lo stesso del suo amante, se non fosse per un dettaglio essenziale.

“Non ci credo!” – esclama Alba, quando pronta a scappare per evitare la sconfitta, si trova faccia a faccia con qualcuno di familiare - “Sei tu la nuova regina di Arendelle?” – esterrefatta, si rivolge alla figura di una ragazza posta di fianco al giovane re.

“Tu? Alba? Cosa ti è accaduto? Ti credevo…”

“Morta? No, sono viva come mai prima nella vita, sorellina! Chi l’avrebbe mai detto… sei passata dalla parte del nemico”

“Nemico? Non è così. C’è stato un errore”

“No, Iduna! Per colpa di un sovrano egoista e prepotente la nostra gente è stata attaccata e i nostri genitori sono morti”

“Agnarr è diverso da suo padre, mi ha promesso che…
“Ha promesso?” – ripete, ridendo di gusto di fronte alle lacrime della sorella – “Mai fidarti delle promesse di chi dice di amarti. Da sorella maggiore ho il dovere di chiudere la faccenda definitivamente…” – la Darklady si pone in attacco, pronta a tutto.
“Non posso permetterti di fargli del male” – aggiunge Iduna, decisa addirittura a scontrarsi contro il sangue del suo sangue.

Una di fronte all’altra, la luce e l’oscurità, il bene e il male, una sorella contro una sorella, pongono fine alla rivalità.

I trolls intervengono al momento opportuno, frenando una potente scarica elettrica che Alba stava per scagliare contro la parente.

Nel farlo accade l’impensabile.

Quella letale scarica rimbalza e si muove nella direzione opposta a quella a cui mirava e colpisce la Darklady in pieno petto. Sotto lo sguardo disperato di Iduna, Alba cade a terra riacquistando lentamente la sua sembianza umana.

“Sorellina mia, perdonami” – piange la ragazza, stringendola a sé mentre una violenta pioggia si abbatte su Arendelle, piangendo la morte ingiusta e prematura di una giovane northuldra desiderosa solo di essere amata.

“Pitch Black è stato imprigionato in uno specchio e non vi darà più fastidio” – comunica Granpapà.

Tutto sembra sistemato, se non fosse che da lì a qualche anno Hans Westergard si imbatterà in quello specchio dannato e verrà plagiato al punto tale da diventare un nuovo alleato in cerca di vendetta verso un regno che lo ha deriso.

Il resto è storia…

 

 

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Capitolo 14
*** 13 Capitolo ***


“E questo è tutto! Ti ho raccontato per filo e per segno cosa mi è capitato negli ultimi giorni…contento?” – afferma Elsa, sorridente. Raccontarsi le piace, specialmente perché chi l’ascolta è fin troppo come lei, e non solo per via della magia.

“Siamo simili, sai?” – dice lui.

“Sì, è strano, però sento con te un legame particolare, come se fossimo uniti dallo stesso sangue” – commenta il quinto spirito – “Poi abbiamo lo stesso colore della pelle, degli occhi e persino dei capelli”

“E non solo questo” – aggiunge Jack.

“A cosa ti riferisci?” – domanda, curiosa, la ex regina di Arendelle.

“Abbiamo lo stesso amore per la famiglia. Anche io, come te, farei di tutto per chi amo. Sarei disposto ad andare oltre i miei valori pur di rendere fieri di me quelli che mi vogliono bene”

“Già, a proposito di valori, tanti anni fa ho compiuto un atto imperdonabile che danneggiò la relazione tra me e mia sorella. Ho faticato a perdonare me stessa, però se oggi mi chiedessero di replicare, mi farei uccidere piuttosto che vederla soffrire”

“Mi hai accennato a questa storia. Riguardava tua nipote, vero? Perché hai dovuto allontanarla dal regno e dai genitori?”

“Non mi piace ricordare un passato molto doloroso” – aggiunge Elsa, cambiando discorso subito dopo – “Tu, piuttosto…non so nulla di te e della tua famiglia. Sono anche loro magici?”

“Ehm…mio padre sì. Mia sorella non lo è”

“Quindi l’hai ereditato da lui. Sarai fiero di questo”

Quella frase pronunciata in buona fede dalla giovane donna, turba visibilmente il suo amico.

“Ho detto qualcosa che non dovevo? Perdonami….”

“No, tranquilla. In fondo hai ragione. Nelle mie vene scorre il sangue di mio padre e la mia magia me lo ricorda giorno dopo giorno. È per lui se sono qui, non posso fare altro che essergli grato e agire su suo volere” – commenta.

Lo sguardo incupito parla da solo. Inutili altre domande; Elsa lo vede sollevarsi in aria e andar via senza pronunciare altre parole.

Chissà cosa può aver toccato nel profondo Jack, si domanda la custode della Foresta Incantata.

Non immagina minimamente che la somiglianza di cui parlava poco prima non è affatto casuale. Dopotutto le loro madri erano sorelle… così come Elsa e Jack sono i figli magici, allo stesso modo Anna e Sandy sono quelle prive di poteri.

E tutto sembra studiato a tavolino. Pitch Black ha volutamente scelto sua figlia Sandy nel ruolo umano della regina di Arendelle. Avrebbe potuto agire secondo un piano differente e invece chi più di una cugina fin troppo simile ad Anna, avrebbe potuto sostituirsi a lei.

Peccato che sono eccessivamente uguali…anche Sandy, come fece la cugina anni addietro, si è invaghita di Kristoff Bjorgman.

A proposito di Kristoff…

“Figliolo,cosa ci fai qui?” – esclama Ingrid trovando l’ex montanaro sull’uscio di casa.

“Nonnina, ci siamo anche noi” – afferma Agnarr, facendo capolino dietro le gambe del padre.

I gemelli si gettano tra le braccia della donna che li accoglie con affetto smisurato, mentre le preoccupazioni iniziano a farsi spazio nella sua mente.

“Rimarremo per un po' di tempo” – spiega il biondo, una volta sistemata la roba nelle stanze.

Letizia e Jack guardano in disparte la conversazione familiare costatando che l’arrivo dei consanguinei di Ingrid avrebbe implicato necessariamente e giustamente il loro trasferimento.

“Non c’è più posto per noi, sorellina. Diamo spazio al re e ai suoi bambini”
“E dove andremo?”

“Troveremo un’altra sistemazione. In qualche modo faremo” – dice il ragazzo, alquanto agitato.

“Io non voglio lasciare Arendelle. Amo questo posto, questa gente…”

“Leti, non piangere” – la abbraccia, amareggiato, il maggiore.

E le lacrime della piccola vengono colte subito da Iduna che le va incontro.

Con dolcezza posa la sua manina sulla spalla della Frost.

“Vivremo tutti insieme” – le sorride, ricevendo immediatamente l’abbraccio dell’altra felice della notizia.

“Ma noi…” – cerca di parlare Jack.

“Niente “ma”, non andrete da nessuna parte. Ormai siamo un’unica famiglia” – sostiene, fiero, Kristoff, intromettendosi nella conversazione.

La scena emozionante tocca il cuore di Ingrid che, in pena per il figlio, decide di intervenire a modo suo, per sistemare le cose.

L’indomani sarebbe andata a parlare faccia a faccia con la responsabile della faccenda: Anna.

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“Maestà, c’è vostra suocera che vorrebbe parlarvi” – comunica una delle cameriere a Sandy, seduta nella sala del trono, preda dei suoi mille pensieri.

“Dille che sono impegnata e non posso ricevere nessuno” – la sedicente regina cerca il più possibile di evitare situazioni scomode e incontrare la suocera di cui ignora anche il viso, rientra tra queste.

Così Ingrid viene liquidata in un battibaleno, incredula e scioccata dal poco rispetto che una donna come sua nuora mostra nei suoi confronti.

“Cosa le succede?” – chiede, spiazzata.

“La nostra sovrana è indaffarata, mi dispiace” – aggiunge la domestica, raggiungendo l’ospite all’ingresso.

“Non ci credo. Ti prego, Eleonor aiutami. Possibile che le circostanze così sospette non abbiano colpito nessuno?” – la supplica la Bjorgman, stupita dal silenzio del personale di sua maestà.

“Ultimamente è strana. Sembra essere tornata la Anna di tanto tempo fa, quella che aveva indurito il cuore per la separazione dalla principessina Ineke” – commenta l’altra – “Non è più lei”

Ed è quella frase a spaventare la madre dell’ex montanaro.

“Non è più lei” – ripete ad alta voce, iniziando ad escogitare un piano per ricevere risposte ad alcuni dubbi.

Fingendo di lasciare il palazzo, Ingrid percorre una strada secondaria che la conduce all’ingresso della servitù.

“Fortuna che non c’è nessuno” – tira un sospiro di sollievo, una volta raggiunto l’immenso corridoio che la separa dalla sala del trono.

Gli specchi alle pareti sono inquietanti – “Cosa ci fanno qui tutti questi oggetti?” – si domanda, osservandoli attentamente.

Mentre è intenta a fissare il suo riflesso in uno dei tanti specchi al muro, sente un mormorio provenire dal salone principale.

In punta di piedi raggiunge la porta e origlia.

La voce è quella di Anna e sembra parlare con qualcuno, lamentandosi di qualcosa.

“Non posso continuare ad essere chi vuoi tu. Non dormo, non mangio, ho sempre la paura di essere scoperta”

“Piantala Sandy, a breve sarà tutto finito e tornerai ad essere te stessa”

“No, padre! Come faccio ad essere serena sapendo di aver distrutto la vita di mia cugina?”

Ingrid non comprende esattamente il discorso, però avverte nel tono di voce e nelle parole della sovrana un forte senso di disagio e tanta sofferenza.

Ciò alimenta le sue perplessità.

Ma ecco che il dubbio trova spiegazione.

L’enorme portone viene spalancato e Ingrid fa appena in tempo a indietreggiare.

Di fronte a sé c’è sua nuora, con lo sguardo incupito e gli occhi lucidi.

“Chi sei tu? Cosa ci fai nel mio castello? Fuori” – arrabbiata con il mondo intero, Sandy ordina alla sconosciuta di uscire.

La Bjorgman viene allontanata da alcune guardie, anche esse stupite dal trattamento della regina nei confronti della suocera.

Ed una volta fuori dal palazzo, Ingrid, ancora tremante e scossa da quanto appena subìto, ha più chiara la situazione.

“Quella non è Anna!”  - confida a Kristoff, una volta rientrata a casa.

“Cosa vuoi dire?”
“Non mi ha riconosciuta, Kris!”
“Cosa? È impossibile”

“Invece è così! Credimi… vuol dire che la donna che ti ha trattato con quella freddezza, non è la nostra Anna”
In quel momento la mente del montanaro torna indietro nel tempo, esattamente al giorno della festa di compleanno di sua moglie.

Quella notte lei svanì nel nulla per alcune ore, comparendo totalmente cambiata.

“Devono averle fatto un incantesimo o robe simili” – ipotizza la donna.

“Che stupido sono stato a non accorgermene prima! Avete ragione, madre! Quella non è mia moglie e se la situazione è come temo, c’è di mezzo lo zampino di Hans Westergard”

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Capitolo 15
*** 14 Capitolo ***


Finalmente tutto ha una spiegazione. Ogni pezzo del puzzle combacia. Anna non è Anna e adesso anche Kristoff è cosciente che sua moglie non lo odia senza ragione.

“Voglio affrontarlo e smascherarlo. Deve dirmi cosa le ha combinato” – si infuria Bjorgman aprendo con forza la porta d’ingresso dell’abitazione materna, pronto per affrontare Hans.

“Fermo, figliolo. Non sappiamo neppure dove sia Westergard in questo momento. Cosa vorresti che ti dicesse,poi? Negherebbe, senza ombra di dubbio”

“Non posso abbandonare Arendelle nelle mani di una regina controllata da quel vile!”

“Dobbiamo intrufolarci tra le quattro mura e spiare le loro mosse” – quell’idea salta alla mente di Jack, che intromessosi nella conversazione, si propone come volontario – “Nessuno mi conosce bene. Se Anna non è in sé, non si ricorderà di avermi ospitato alla sua festa di compleanno. Neppure Hans… sono la spia perfetta”

“Sei sicuro? Non voglio metterti in mezzo ad una situazione pericolosa” – sostiene il re, appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo.

“Convintissimo! Avete fatto tanto per me e mia sorella. È giunto il momento di contraccambiare il favore e dare noi una mano a voi” – Frost è determinato e nessuno avrebbe frenato le sue idee. Neppure il pianto di Letizia, preoccupata immaginando il parente rinchiuso dalla regina in una buia prigione.

“Non mi accadrà nulla, sorellina. Stai tranquilla” – la rasserena con un tenero abbraccio.

“Se Anna capisse tutto, potrebbe arrabbiarsi molto ed è bene che ti ricordi che non è più docile e comprensiva” – aggiunge ancora la piccoletta.

“Non ho paura, non averne tu al mio posto. Vedrete che sarò di ritorno il prima possibile”

Per entrare nel castello, Ingrid dà opportune indicazioni a Jack che le segue alla perfezione.

Il fato vuole che non ci siano intoppi quando percorre di nascosto il tragitto che, in pochi minuti, lo conduce direttamente nei sotterranei.

Con in mano una sola lanterna e il cuore in gola, Frost raggiunge la cucina principale.

È notte profonda, impensabile che qualche domestica sia sveglia alle prese con le pietanze. Infatti, il luogo è vuoto. Le stoviglie sistemate e lucenti, il camino spento, il pavimento pulito e privo di briciole…

“Che efficienza” – commenta Jack, notando la pulizia estrema della servitù di palazzo.

Come precisato da Ingrid, lascia la stanza in fretta e raggiunge il terzo piano, lì dove è situata la camera da letto della regina.

Qualcosa lo turba ed è ciò che ha turbato chiunque fosse entrato nel castello in quei giorni.

Gli specchi.

“Ma cosa significa tutto questo?” – esclama, sobbalzando – “Che cosa inquietante”

Deciso a capirne di più, si sistema nella camera dei gemelli, rimasta vuota e attende le mosse del nemico.

Nonostante la stanchezza e il sonno iniziano a pesare, Frost non demorde.

“Resisti, resisti, resisti” – ripete a se stesso, quando gli occhi vogliono cedere.

Il sonno svanisce improvvisamente nell’attimo in cui qualcuno dall’esterno abbassa la maniglia della porta, varcando l’uscio.

Jack non riesce a nascondersi con rapidità…

“Chi sei?” – chiede una voce, rivolgendosi alla giovane spia dei Bjorgman.

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Letizia è cresciuta con suo fratello maggiore e ha vissuto da sempre in simbiosi con lui.

Come può starsene tranquilla in casa, pensandolo in una missione impossibile che potrebbe rischiargli la prigionia a palazzo?!

Seduta sul divano, sorseggia una tazza di latte, pensando e ripensando a Jack.

“Tutto bene, tesoro? Come mai sei sveglia a quest’ora?” – le domanda Ingrid, accortasi dell’assenza della ragazzina dal letto che ora condividono.

“Nulla, torna a dormire. Mi dispiace, alzandomi devo averti disturbata”

“No, cara! Sai bene che ho il sonno leggero. Soprattutto condivido la tua agitazione, sapendo di aver coinvolto Jack in questa storia, però non temere. Domattina andrò personalmente lì, voglio sincerarmi che tutto fili liscio. Nel caso contrario, sarò io a prendermi ogni colpa e scagionerò tuo fratello”

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“Olaf! Sono io, Jack Frost. Ti ricordi di me?”

“Certo! Cosa ci fai qui?” – chiede il pupazzo di neve, confuso di trovare l’amico lì.

“Riguarda la regina…”

“Anna? Cosa cerchi da lei?” – domanda, confuso, l’omino magico.

“Temo non sia più in sé”

La non risposta del pupazzo, sorprende Jack che aggiunge – “Immagino tu abbia avuto lo stesso pensiero”

“E’ strana, hai ragione. Temo che la nostra vecchia Anna non sia qui”

“E dove pensi che si trovi? Chi è questa donna che finge di essere la regina?”

“Esistono magie e magie. Però quella diffusa tra i potenti maghi oscuri è il mutaforma”

“Muta…che?” – esclama scioccato il ragazzo.

“La capacità di cambiare aspetto”

“Ok, il discorso fila, soltanto che… se questa sedicente sovrana è un mutaforma, dove si trova la vera Anna?”

“Per rendere lo scambio di persona è necessario eliminare la copia reale”
“ELIMINARE? Olaf, mio Dio, mi stai dicendo che potrebbe essere…?”

“Morta? No, per fortuna. Eliminata da questa realtà potrebbe significare che sia prigioniera in una sorta di limbo. Se l’hanno sostituita con una falsa, a loro serve viva e vegeta. Sono convinto che chi ce l’ha portata via, mira a qualcosa”
“Tipo? Io pensavo a Hans, ma a quanto pare dietro c’è qualcosa di più grande della sua perfidia”

“Esatto, Jack! Ho fatto ricerche e ricerche in questi giorni. Posso sembrare svamipito però non lo sono affatto. Sono giunto ad una conclusione: Hans sarà complice di qualcuno. E adesso che mi ci fai pensare…l’acqua ha memoria ed io ricordo che tanti tanti anni fa ci fu un potente stregone oscuro che mirò alla conquista di Arendelle”

“E ora dove si trova? Potrebbe essere lui…”
“I trolls l’hanno relegato in uno specchio” – gli racconta, rivelando un particolare centrale in questa faccenda.
“Aspetta, aspetta, aspetta…hai detto uno specchio?” – scioccato, Frost esce dalla camera correndo veloce.

A quel punto, fermatosi a pochi metri dalla camera della sovrana, si guarda attorno e la realtà dei fatti si palesa.

“Il castello è stracolmo di specchi….” – commenta l’umano, con le mani tra i capelli – “Ecco perché ne sono stati disposti così tanti. Olaf, è troppo tardi….lui è già dentro e controlla il castello”

“Non c’è ombra di dubbio…. Amico mio, dobbiamo consultare i trolls, perché temo che se aspettiamo ancora, potrebbe trovare un modo per liberarsi”

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Capitolo 16
*** 15 Capitolo ***


E’ notte fonda quando Jack e Olaf si dirigono verso la valle dei Trolls, alla ricerca di risposte.

Le teorie del pupazzo di neve sembrano sempre più veritiere e si consolidano con forza nella mente di Frost.

“Non esiste altra spiegazione plausibile. E’ come dici tu… questo mago oscuro vuole conquistare Arendelle” – ripete più volte il ragazzo, durante il tragitto.

“Chiedere a chi sa la realtà dei fatti, è la cosa migliore” – aggiunge il buffo omino, mostrandosi saggio e razionale, come mai prima da quando è stato creato.

Una volta arrivati, è Olaf a chiamare il capo della tribù rocciosa.

“Granpapà, abbiamo bisogno di te! Aiutaci”

Nessuna risposta. Non si muove nulla attorno ai due, tanto che Jack teme di aver sbagliato luogo.

“Me lo ricordo bene, abbiamo frequentato questo posto molto spesso negli ultimi anni. Dobbiamo insistere. Non sono soliti mostrarsi con facilità se la situazione non è grave. Mantengono una certa privacy”

“Una certa…?” – esclama Frost, ridacchiando all’idea che quel piccolo pupazzo di neve utilizzi termini specifici.

“Privacy” – ripete l’omino nevoso, estraendo dal nulla un buffo paio di occhiali in legno che posiziona sulla punta del suo strano naso a carota.

La tensione viene smorzata da quella scena simpatica per poi tornare la serietà quando un rumore di massi fa tremare la terra.

“Che succede adesso?” – si spaventa il ragazzo.

“Oh tranquillo, sono loro. Questo conferma che siamo nella loro valle” – spiega il pupazzo di neve, rallegrandosi quando si trova davanti una decina di trolls che li accerchiano.

“Cosa ci fate qui?” – esclama uno di questi.

“Cerchiamo Granpapà” – spiega Olaf.

“Come mai? E lui chi è?” – aggiunge una troll femmina.

“Jack Frost” – si presenta senza esitare, l’umano. Eppure quel nome spiazza i presenti che iniziano a mormorare e a guardarsi tra loro preoccupati.

“Che ho detto?” – il giovane è sempre più confuso.

Ma ecco giungere la soluzione ai loro dilemmi.

In un battibaleno la figura del capo dei trolls compare e ordina ai suoi simili di ritirarsi.

“Ora che siamo soli posso sapere cosa sta accadendo?” – chiede l’anziano, rivolgendosi ai due.

“Siamo qui perché…” – prende parola Olaf e inscena alla perfezione quanto accaduto negli ultimi giorni. La sua performance è paragonabile a quella di anni addietro, quando, di fronte ai Northuldri e ad alcune guardie di Arendelle, raccontò la vicenda di Anna ed Elsa.

“… ed ecco perché ora ci troviamo qui” – conclude, fiero del suo riassunto.

Granpapà è in silenzio e sembra turbato.

“Come hai detto di chiamarti, figliolo?” – domanda all’umano.

“Jack…Jack Frost”

“Non è possibile” – esclama l’anziano troll.

“Cosa non è possibile? Come mai c’è stupore quando pronuncio il mio nome?”

“Esiste un tuo omonimo, figlio del mago che temete stia tornando alla carica” – confessa il capo roccioso.

“Aspetta, che?” – sobbalza Olaf, citando la classica espressione di Anna.

“Sarà una coincidenza. Jack è un nome comune” – sostiene il ragazzo.

“No, invece. La somiglianza è evidente, così come non è un caso che tutto sia cambiato da quando sei arrivato ad Arendelle”
“Pensi che sia io quel Jack e che stia giocando sporco?” – a tal punto, il giovane comincia ad alterarsi.

“Assolutamente no. Però penso che c’è un motivo per tutto. Sai dirmi i nomi dei tuoi genitori?”

E di fronte a tale richiesta, Frost si incupisce.

“Cosa c’entrano i suoi genitori?” – domanda, confuso, l’omino di neve.

“Mio padre non lo ricordo…” – precisa l’umano, con sguardo basso e pugni stretti.

“E tua madre? Dimmelo, è importante” – lo prega Granpapà, mostrandosi duro nel non prestare attenzione ad una evidente sofferenza del giovane.

“Abbandonò me e mia sorella ed io ho volutamente rimosso ogni cosa di lei dalla mia mente”

“Ma il nome non si può cancellare”

E dopo qualche attimo di silenzio ed esitazione… “Sandy!” – esclama poi, riaprendo una ferita dolente.

“Sandy? Allora è come temo” – il re dei trolls è scioccato.

“Dicci qualcosa! Cosa c’entra sua madre con questa faccenda?” – interviene Olaf.

“Sandy e Jack sono i figli gemelli che Pitch Black ha avuto da una fanciulla appartenente ai Northuldri”

“Aspetta, aspetta, aspetta! Ingrid ci ha accennato a questa tribù, quella a cui apparteneva la madre della regina di Arendelle. Lui ha sedotto una di loro?” – aggiunge, stranito, Jack.

“Già! Era parte del suo piano malefico: avere l’erede che lo avrebbe aiutato a conquistare più potere. Ma c’è un dettaglio che non sai. Iduna e la northuldra che si invaghì di Pitch non solo appartenevano alla stessa tribù, ma anche alla stessa famiglia”

“Come?”- esclamano in coro l’umano e il pupazzo di neve.

“Erano sorelle. Il suo nome era Alba. Cadde vittima del fascino del male e quando perse i suoi parenti durante lo scontro contro Arendelle, giurò vendetta. Per tale motivo Pitch mirò alla conquista del nostro regno”

“Accidenti! E adesso cosa lo spinge a tornare? Alba?” – chiede Olaf.

“Alba morì durante la lotta tra bene e male. Fummo noi trolls ad intrappolare Black nello specchio. Però una cosa non mi torna…come mai solo adesso, quel mago ha deciso di riprendere il piano di vendetta contro Arendelle”

“Probabilmente l’opportunità gli è stata data dal desiderio di un mortale che odia tale regno” – commenta Jack, ancora scosso dalla notizia di essere palesemente imparentato con i reali.

“Sospettiamo la stessa persona,probabilmente” – aggiunge Granpapà.
“Hans?” – domanda il pupazzo.

“Esatto. Nessuno più di lui odia Arendelle dopo quanto accaduto anni fa”

“Re Kristoff mi ha raccontato tutto su Westergard” – poi si zittisce – “Devo metabolizzare la novità. Re Kristoff è di famiglia, potrei iniziare a chiamarlo solo per nome o magari…”

“Tranquillo, ti abituerai. Adesso è normale, la notizia ha scioccato anche me” – aggiunge Olaf.
“Pensavo di non avere nessuno, a parte mia sorella. Invece… mi ritrovo in un posto nuovo e per di più circondato da parenti di cui ignoravo l’esistenza” – Jack si lascia andare all’emozione e allo shock del momento - “Letizia sarà felicissima. Lei ha sempre desiderato una casa, dei cugini, degli zii…ora può avere tutto ciò”

“Per tutelare questa gioia, va impedito che Pitch si liberi” – interviene il troll.

“Hai ragione. Sono pronto a tutto. Come dobbiamo agire?” – determinato, si asciuga le lacrime dal viso mostrandosi da guerriero quale è.

“Vedo la fiamma nei tuoi occhi, sei palesemente consanguineo di Anna ed Elsa. Sii fiero della tua forza e del tuo coraggio” – si complimenta Granpapà.

“Grazie per avermi raccontato la verità senza timori. Adesso voglio che tutto torni alla normalità”

“Affinché ciò accada è necessario che mi portiate qui Pitch Black”

“E come si fa? Sbaglio o è imprigionato in uno specchio?” – dice Olaf.

“Esatto, è quello specchio che dovete consegnarmi”

“Non possiamo sottrarlo alla finta sovrana, sarebbe un suicidio. Lei non lascia entrare nessuno nella sua stanza” – sostiene il pupazzo.

“Dovete fare in modo che Sandy si schieri dalla nostra parte. Quindi la missione spetta a te, ragazzo”

“Io non ci credo che quella è mia madre” – commenta Frost, sconvolto – “Mi ha lasciato solo con una bambina di pochi anni da crescere, per quale ragione?”

“Adesso non pensare a questo, sarà lei a confessartelo quando le farai intuire chi sei in realtà”

“Devo dirle che sono suo figlio?”
“No, lei non deve sospettare che tu sai la verità su Pitch. Dovrà arrivare alla verità da sola” – conclude Granpapà prima di augurargli buona fortuna.

“Saprai cavartela, ne sono certo” – gli dà forza il troll, notando degli occhi del ragazzo un miscuglio di emozioni.

“Come ti senti?” – domanda Olaf all’amico durante il tragitto di ritorno.

“Scombussolato. Io ho odiato Sandy per anni, poi ho cancellato ogni traccia di lei dalla mia mente. Ora cosa succede?! Torna di nuovo nella mia vita a scuotermi e a minacciare il mio equilibrio”

“A tutto c’è una spiegazione. Ora concentrati sulle mosse da fare. Ogni cosa piano piano si sistemerà”

 “Se invece fosse troppo tardi?” – è quell’interrogativo a pesare sul cuore del ragazzo che avverte la tensione e le aspettative.

“Cosa vuoi dire?”

“Se Sandy fosse cattiva come Pitch e scoprisse che io so tutto e mi catturasse per eliminarmi?”

“Non lo farebbe mai. Sei suo figlio”

“Un figlio che ha abbandonato senza esitazioni”
“Metti il rancore da parte. Bisogna agire il prima possibile! Se Black dovesse liberarsi, a quel punto ci attenderebbe una guerra vera e propria”

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Capitolo 17
*** 16 Capitolo ***


Il piano di Jack e Granpapà ha inizio il mattino seguente il loro incontro.

Frost, dopo essere rientrato a casa Bjorgman assieme ad Olaf, rivela quanto scoperto tra l’incredulità di tutti.

“Sicuro di stare bene? Ricevere notizie come questa, scombussolano. Magari preferisci prima metabolizzare…” – Ingrid è in pena per il ragazzo che considera, ormai, di famiglia e teme possa essere devastato emotivamente per incamminarsi alla vista del palazzo.

“Tranquilla, l’unico modo che ho di interiorizzare il fatto è affrontarlo di petto. Voglio che quella donna che si spaccia per Anna, diventi la nostra carta vincente!”

“Pensi che sarà così facile, fratello? Io non sono molto convinta. Chi ci dice che quella è davvero nostra madre? Chi ci garantisce che sia in sé? Magari è stata plagiata e non controlla cosa dice o cosa fa” – sostiene Letizia, ancora frastornata dalla scoperta raccontatale dal maggiore.

“Proprio per questo è necessario che sappia chi sono in realtà. Dalla sua reazione, capirà se è davvero Sandy oppure non lo è. Se le cose dovessero andare male,a quel punto, avrò Olaf al mio fianco. Lui vi contatterà e metterà al corrente i trolls che agiranno per salvarmi”

“Stai rischiando molto, sei davvero coraggioso. Sei un degno parente di mia moglie e mia cognata. Grazie di cuore, non so cosa avrei fatto senza il tuo aiuto. Appena torneremo alla normalità, la prima cosa che farò sarà nominarti mio braccio destro” .- Kristoff gli dà una pacca sulla spalla, in segno di gratitudine per poi abbracciarlo.

Un solo particolare sembra essere da tutti tralasciato. Ed è una vocina in fondo alla stanza, quella del piccolo Agnarr, a ricordare il dettaglio ai presenti.

“Jack ma non hai visto Ineke e Aurora? Non so dove sono”

Il volto di Kristoff impallidisce sentendo i nomi delle due figlie maggiori.

“Le mie sorelle…dove sono?” – domanda ancora il bambino, stropicciandosi gli occhi.

“Al castello non ci sono, questo ve lo assicuro” – comunica il pupazzo di neve, preoccupato.

Per evitare di spaventare il piccino, chiede ad Olaf e Letizia di distrarlo, giocando.

Una volta solo assieme alla madre Ingrid e a Jack Frost manifesta il suo turbamento. “Maledizione! Non vorrei che avessero fatto loro de male” – esclama Bjorgman, nel panico più totale.

“Calma e sangue freddo, figliolo! Quando è stata l’ultima volta che le hai viste?” – chiede la donna, cercando di rimanere lucida, seppure anch’essa nervosa.

“Non ricordo, è questo il problema. Sento che non stanno bene, accidenti! Come ho potuto sorvolare? Ho concentrato i miei pensieri sulla mia relazione amorosa in crisi,mi sono crogiolato per trovare risposte ai comportamenti di Anna, e ho dimenticato che la mia prima e secondogenita sono sparite nel nulla. Che padre sono!!?” – arrabbiato con se stesso, si scaglia contro una sedia che con un calcio va ribaltare sul pavimento.

“Tesoro, non agitarti. Sicuramente saranno assieme a tua moglie. Sandy non farebbe mai loro del male” – lo conforta Ingrid.

“Non ne sarei sicuro al cento per cento, visto che Pitch Black potrebbe comandare le sue azioni. Non c’è un minuto da perdere. Io torno ad Arendelle. prima agiamo, meglio sarà per tutti” – conclude Jack, con zaino in spalla, diretto all’uscita.

“Voglio venire con te” – si propone il re.

“Sei troppo scosso” – interviene la madre.

“Ingrid ha ragione” – con tenerezza e decisione, Frost gli promette – “Torneranno qui con te, ti dò la mia parola”

Conclude con un ultimo abbraccio, per poi correre via svanendo tra gli alberi, lasciandosi alle spalle una famiglia in pericolo che è diventata anche la sua di famiglia e che ha intenzione di salvare ad ogni costo….anche a costo della vita!

 

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“Come procede, ragazzo?” – domanda Pitch Black, osservando, dalla prigionia dello specchio, la scena di suo figlio Jack intendo a controllare Anna, Ineke e Aurora, vittime di un sonno perenne.

“Tutto bene. In fondo, non possono aprire occhi fino a quando non lo decidete voi, padre” – sostiene il biondo, giocando annoiato con fiocchi di neve.

“Intendevo con Elsa” – precisa il mago, desideroso di avere liete notizie.

“Si sta aprendo con mia grande sorpresa. Per persone come noi, è complicato farlo”
“Come noi, hai detto? Adesso ti includi tra la gente come Elsa di Arendelle?” – ridacchia il mago, prendendosi gioco del figlio.

“Noi esseri magici. In fondo, padre, ricordate che io e la donna che mi costringete ad ingannare, siamo cugini”

“Ricordo bene, non a caso ho scelto te per la missione. Il sangue che vi unisce avrebbe giocato a nostro vantaggio. Infatti non mi sbagliavo. Adesso devi conquistare la sua totale fiducia… poi, quando sarà il momento la tradirai”

Black Junior, seppure in disaccordo con il piano, annuisce in silenzio.

Odia dover obbedire a quel demonio del padre. In quegli anni, cresciuto e “addomesticato” tramite una voce che poi si è palesata sottoforma di specchio, ha dovuto accettare condizioni estreme. Il tutto in nome di una vendetta voluta da sua madre.

“Padre, ricordate che se io sono qui ed eseguo i comandi lo faccio per la mia Alba…” – spiega Jack, chiamando la mamma per nome.
“Vuoi dire Darklady!? Piantala di ricordare il suo nome da inutile umana” – si irrita Pitch, denigrando la northuldra con un verso di totale disgusto – “Beh, mi congedo. È bene controllare che tua sorella non compia stupidaggini, come suo solito” – così dicendo, lo specchio si spegne e svanisce nell’oscurità, lasciando Jack solo come balia delle tre donne addormentate.

Che dolore doverne recare altrettanto a persone innocenti, pensa l’uomo.

Con il cuore a pezzi, accarezza i capelli della regina per rivolgersi a lei con tenerezza - “Mi dispiace, cugina. Questo limbo dove ci troviamo adesso, imprigionò mia madre per mesi per volere di Pitch Black e adesso è diventata la tua di prigione e delle tue figlie. Spero che finisca presto tutto, così da tornare alla mia solitudine e al mio essere invisibile agli occhi degli umani” – sospira, nostalgico – “E spero profondamente che tu possa accettare, al tuo risveglio, quanto sarà accaduto”

In quel momento volge lo sguardo in alto - “Madre, ovunque siate, se sono qui è soltanto per voi” – dice, amareggiato.

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E’ tarda mattinata quando Jack Frost arriva ad Arendelle, a pochi passi dal palazzo.

Come la notte precedente, segue il passaggio segreto indicatogli da Ingrid.

Peccato che stavolta non è facile non farsi notare.

“Hey tu, chi sei? Cosa ci fai qui?” – gli tuona contro una domestica, guardandolo uscire dal passaggio segreto della cucina.

“Ehm…scusami, sono il nipote di Ingrid Bjorgman” – racconta, riuscendo ad elaborare una menzogna utile all’occasione.

“Che le succede? Come mai manda te e non viene lei di persona? Conosco Ingrid e siamo ottime confidenti, dimmi tutto”

Il ragazzo tira un sospiro di sollievo, guardando l’anziana cameriera invitandolo a sedersi, versandogli addirittura del latte caldo.

“Come sta il re? E i gemelli? Sono così in pena per loro” – a quel punto, Jack si pente di aver attaccato bottone con la donna perché è fin troppo logorroica e il tempo è prezioso. Ascoltando la parlantina dell’anziana, rischia di giocare la sua opportunità.

“Ruth, ma la regina è disposta a ricevermi? Avrei da riferirle delle cose…” – chiede il giovane, interrompendo il monologo della domestica.

“Beh possiamo provare. Ultimamente non è in vena, anzi. Che io sappia, ha convocato a palazzo il signore Hans Westergard. Non vorrei esagerare, ma temo che tra loro sia nata una storia d’amore” – confessa lei, sussurrando il fatto all’orecchio di Jack, a modi gossip.

“L’ha convocato? Dici sul serio?” – Frost si insospettisce. La faccenda si ingarbuglia e avere l’ex principe delle Isole del Sud nel castello non è alquanto positivo.

“Puoi aiutarmi a parlarle? Cinque minuti, giuro” – la supplica.

“Mi metti in difficoltà, però potrei dirle che ti mandano i suoi figli”

“I gemelli? Si, perfetto. Grazie”

A quel punto, seguendo i passi della domestica, Frost inizia ad immaginare l’incontro con Anna, o meglio con Sandy, cercando di trattenere una rabbia che cova da anni verso sua madre.

Ruth gli chiede di attendere fuori la sala – “Ti dirò se potrai entrare, appena possibile”

Quei secondi sembrano un’eternità e per di più Jack si sente spiato da ogni lato per via degli specchi ai muri.

“Nonno, dovunque tu sia, ti troverò e giuro che ti distruggerò, come tu hai fatto con la mia vita”

In tale istante, l’anziana raggiunge il giovane e gli comunica – “Sei stato fortunato. Ti concede cinque minuti. Buona fortuna” – con un tenero abbraccio, la donna torna alle sue faccende.

…e adesso sì che arriva il bello…

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Capitolo 18
*** 17 Capitolo ***


Jack percorre lento i pochi passi che lo separano da una donna che ha volutamente cancellato dalla mente e dal cuore, ma la cui presenza è tornata a pesare come un macigno, riaprendo ferite che solo gli anni hanno curato.

Sente il petto esplodere, le mani sudare, le tempie pulsare con forza, quasi a volerlo frenare dall’affrontare qualcosa di troppo doloroso.

Ma Frost non intende arrendersi alla sofferenza e ai vecchi ricordi. Lo deve ad una famiglia che l’ha accolto e gli vuole bene, lo deve ad Anna e ai suoi figli, a Kristoff e Ingrid, ad Elsa, che conosce appena, e soprattutto a Letizia, che ha il diritto di proteggere.

Così avviene l’incontro: varca l’uscio e la vede.

Non è Sandy fisicamente. E’ l’esatta copia della regina e questo, in qualche modo, lo aiuta a non esplodere ed urlargli contro.

“Cosa desidera?” – chiede la nobile, con gli occhi fissi su vecchi documenti che ha tra le mani.

“Vorrei chiederle di poter prestare servizio a palazzo” – dice, attendendo con ansia il momento di incrociare gli occhi della donna.

Eppure Sandy sembra intenzionata ad ignorarlo, considerandolo uno dei tanti disturbi di giornata.

Una risatina beffarda accompagna la sua risposta – “Qui pensate tutti che il lavoro piova dal cielo? Come posso assumerti così, su due piedi?”

“Mi manda Ingrid Bjorgman” – a quel punto, Jack cerca di ottenere una raccomandazione citando la suocera della sovrana.

Sentire il nome della madre di Kristoff sembra scuotere in quell’istante la finta Anna che, accidentalmente disperde i documenti reali sul pavimento.
“Vi aiuto, maestà” – si inginocchia Frost, istintivamente.

“Lascia, non toccare” – si altera subito Sandy, infastidita dallo sconosciuto, costringendolo ad indietreggiare.

“Perdonate” – si scusa, il ragazzo, mostrandosi gentile, seppure irritato dal trattamento ricevuto da una persona che finge di esserne un’altra e ha architettato un piano diabolico per distruggere un intero regno.

“Senti, cinque minuti sono passati. Vattene che ho da fare” – si sfoga la reale, cercando di non pensare alle pressioni paterne e alla notizia che da lì a poco avrebbe dovuto comunicare al regno assieme a Hans.

“C’è qualcosa che vi turba? Sappiate che io sono un buon ascoltatore, so come gestire certe situazioni, dato che mia madre abbandonò me e mia sorella anni fa e ho dovuto cavarmela da solo” – così Jack lancia la prima frecciatina.

Eppure Sandy non coglie, troppo presa da sé, ed evita di rispondergli.

Essere tanto ignorato alimenta la rabbia del giovane.

“Mantieni la calma” – ripete a se stesso – “Non dire cose che possono mandare all’aria il piano”.

Di fronte alla scarsa considerazione da parte della madre, Jack cerca una soluzione alternativa. Si guarda intorno, scrutando l’ambiente. Magari qualcosa, anche di piccolo, avrebbe potuto lanciargli un’idea sul da farsi.

Infatti, nota l’ennesimo specchio a pochi passi dal trono e così domanda – “Anche a voi piacciono gli specchi, vero?”

“Come?” – chiede lei, inarcando un sopracciglio, in segno di fastidio.

“Ne avrò visti a centinaia tra i vari corridoi, perfino uno nelle cucine. Amate osservarvi?”

“Senti, non ho tempo da perdere con un ficcanaso come te, ti dico da subito che non ti assumerò mai. Vattene” – gli tuona contro, indicandogli la porta.

Prima di uscire, Frost lancia l’ennesima frecciata, sperando di colpire in pieno centro – “Anche mia madre Sandy amava gli specchi! ” – si volta e sentendo su di sé gli occhi della regina, va via soddisfatto.

Così mentre percorre quei pochi metri che lo separano dall’uscita, avverte una sensazione di leggerezza. Non ha sfogato su Sandy la sua rabbia, ma l’avrebbe sicuramente fatto al momento giusto. Si era limitato ad innescare un meccanismo vantaggioso per i nobili di Arendelle, un meccanismo che avrebbe distrutto dalle fondamenta il piano malefico di Pitch Black.

“Allora? Che ti ha detto? Ti ha assunto?” – domanda Olaf all’amico, una volta incontratisi fuori dai cancelli.

“No, però direi di rimanere nei paraggi. Se Anna è Sandy, mi vorrà sicuramente parlare. Meglio non farsi vedere assieme, sarò io a cercarti quando è il momento, tranquillo” – così i due si separano, speranzosi di una vittoria sul nemico.

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La finta sovrana osserva dalla finestra della sala del trono il ragazzino che prima ha trattato con freddezza e totale disinteresse.

“Ha detto che sua madre si chiama Sandy e amava gli specchi…che ha una sorella minore, che sono stati entrambi abbandonati…” – riflette ad alta voce.

“CHE SUCCEDE QUI?” – Pitch Black giunge nella sua solita maniera, sorvegliando l’operato della figlia.

“Nulla, padre. A breve Hans ed io daremo l’annuncio”

“PERFETTO! SEMBRI STRANA, PERO’. E’ ACCADUTO QUALCOSA DI PREOCCUPANTE?”

“Non saprei. Un giovane è venuto qui per essere assunto, poi mi ha detto cose strane…”
“TIPO?”

La donna non sa se rivelarlo a Black sia utile, perciò cambia subito discorso – “No, dimenticatelo. Sono cavolate…piuttosto, mio fratello come sta?”
“ESEGUE E NON DISOBBEDISCE. MI ASPETTO LO STESSO DA TE, SANDY. SAI BENE CHE I GENITORI VANNO RISPETTATI”

“Già” – commenta lei, spostando lo sguardo sulla finestra e sul giovane sconosciuto che continua ad essere l’oggetto dei suoi pensieri.

Nel momento in cui Pitch si dilegua, tranquillo e fiero dei suoi gemelli, Sandy prende una decisione. Afferra il suo soprabito e, a passo veloce, lascia il castello.

Percorre le strade di Arendelle cercando lo straniero, spiazzando la gente che non era più abituata a vederla mischiarsi a loro.

“Dove sei?” – si chiede, mentre alcuni ricordi le rimbombano nella mente.

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FLASHBACK

“Mamma cos’è questo?”

“Piccolo mio, è uno specchio. Trovo sia bello esposto sulla parete della nostra camera, cosa ne pensi?” – domanda Sandy ad un bambino di cinque anni.

“Bellissimo, mammina! Così possiamo guardarci sempre!”

“Esatto, e pensa che da questo vetro, ci sarà sempre chi veglierà su di noi”

“Davvero?”

“Non saremo mai soli”

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La finta regina gira in lungo e in largo e quando sembra perdere le speranze, ecco comparire Frost.

“Maestà, cosa ci fate qui?” – chiede, fingendosi colpito. Ovviamente era certo di aver colto nel segno, parlandogli di una madre che l’ha abbandonato e che ha il suo stesso nome.

“Cercavo te, sei sempre dell’idea di lavorare a palazzo?”

“Mi avete detto che…”

“Dimenticalo! Anzi, posso domandarti una cosa?”

“Dite pure”

“A te gli specchi piacciono?”

“Cosa? Non vi capisco”
“Rispondimi…mi basta solo un si o un no”

“Si, signora! Li ho sempre trovati belli. Poi, mia madre diceva che averne uno ci rendeva meno soli, perché è come se tramite quel vetro qualcuno ci potesse osservare e proteggere” – racconta Jack, spiazzando la donna che impallidisce.

Lo shock la costringe a sedersi su una panca poco distante.

Il ragazzino fa lo stesso, notando l’espressione della nobile, ormai vicinissima alla verità.

“Posso farti un’ultima domanda?”

“Certo”

“Come ti chiami?”

A quel punto Sandy Black trema, ipotizzando la risposta che sta per ricevere, pregando non sia come crede.

E quando lui le risponde – “Mi chiamo Jack” – il suo cuore sobbalza. Lentamente solleva il capo incrociando, finalmente, gli occhi azzurri del tipo di fronte a se.

“Come ho fatto a non riconoscerti subito. Hai i miei stessi occhi” – pensa, mentre lo sguardo le si ammorbidisce, mostrando la sua più intima fragilità.

“Sei assunto” – esclama, asciugandosi le lacrime sulle gote.

“Perché piangete? Ho detto o fatto qualcosa di sbagliato?”

“Assolutamente no! Voglio che inizi da subito. Sarai il mio confidente”

“Il vostro cosa?”
“Confidente”

“Di solito non c’è la dama di compagnia per queste faccende? Se volete ho mia sorella che è brava…”
“Tua sorella? E’ qui con te?” – sobbalza Sandy, con il cuore a mille. Vedere anche la bambina che abbandonò troppo presto e che a stento ricorda, la riempie di gioia.

“Certo. Io mi vedo più nelle stalle, maestà” – puntualizza, imbarazzato nel doverle addirittura manifestare preferenze lavorative.

“D’accordo! Affare fatto. Voglio te e Letizia a palazzo già da domani” – così dicendo si alza e si allontana, cercando di ricomporsi e di non mostrare altre lacrime.

Jack Frost la osserva mentre va via, fiero della sua prima vittoria.

Lui non ha mai pronunciato il nome di Letizia, eppure la regina ne era a conoscenza.

Questo la dice lunga. Si è tradita da sola!

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“Non ci sono dubbi, famiglia! Ne ho avuto la prova, Anna di Arendelle, la donna che oggi indossa la corona, è Sandy Black!” – comunica Frost a Kristoff e company.

“Davvero? E dove tiene mia moglie e le mie figlie, maledizione!?” – si altera Bjorgman.

“Tranquillo, ho voluto che assumesse me e Leti per poter indagare dall’interno. Se fino ad ora sono stati loro ad ingannare noi, si cambiano le carte in tavola. Preparatevi, la guerra è solo all’inizio” – sostiene deciso Jack, forte di aver in pugno la persona che più di tutte gli ha recato male nella sua giovane vita.

Non ha nulla da perdere, ma solo da guadagnare.

Racimolate le sue cose e quelle di sua sorella, si incammina con lei, mano nella mano, alla volta del castello.

“Vinceremo noi” – dice il ragazzo alla consanguinea, sorridendole.

“Vinceremo noi” – ripete lei, sorridendo.

Poi un bel respiro profondo, ed ecco i cancelli spalancarsi di fronte a loro.

Adesso si che comincia la partita!

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Capitolo 19
*** 18 Capitolo ***


Sono momenti preziosi quelli che la mente di Sandy rispolvera, mentre osserva dalle finestre della sua camera, i due nuovi assunti, accolti calorosamente dalla servitù, all’ingresso del palazzo; momenti che credeva di aver rimosso, dalla testa e dal cuore, sia per scelta propria, dovuta ad una sofferenza troppo grande da sostenere, sia per volontà paterna.

“Dimentica di essere madre, i bambini sono un intralcio!”
“Padre, cosa dite? Li ho cresciuti ripetendo loro che mai e poi mai ci saremmo separati e che non sarebbero stati soli per nessun motivo al mondo. Adesso non potete chiedermi di fare qualcosa di atroce…”

“Capiranno che se hai fatto quanto hai dovuto è stato per una volontà più grande. Adesso sbrigati, prendi le tue cose e raggiungi tuo fratello. Dobbiamo organizzare la prima mossa”

I suoi stessi singhiozzi, Sandy li ricorda bene…così come ricorda quanta fatica le costò dire addio agli amori più grandi della sua vita.

“Hanno pur sempre un padre! Ci penserà lui a loro” – finge interesse, Pitch Black.

“Sapete anche voi che non è mai stato presente e che non li ha neppure riconosciuti. Portano un cognome che ho liberamente scelto io”

“Piantala con questi piagnistei, sei una Black e i Black non sono deboli, non mostrano sentimentalismi e vittimismo. È il momento…” – le tuona contro, alzando i toni e cambiando umore.
Ed anche le grida del genitore riecheggiano nelle orecchie della finta regina.

Alcune lacrime le scendono sul volto; il cuore ferito, addestrato a non provare nulla se non vendetta e rabbia, ha un battito nuovo: la sensazione di calore umano lo scalda, e dà a Sandy una pace mai provata in vita sua.

Le piace sentirsi così e quel senso di serenità e gioia aumenta non appena riceve l’annuncio dell’arrivo dei nuovi impiegati.

“Maestà, i due ragazzini la attendono nella sala del trono” – comunica la domestica.

“Perfetto, Ruth. Arrivo subito” – la congeda. Si sistema capelli e abito, non trattenendo l’immensa felicità.

Prima di lasciare la camera volge uno sguardo allo specchio. La fortuna ha voluto che Pitch non la stesse spiando in quegli istanti, altrimenti avrebbe potuto dire addio ai suoi figli ancor prima di vederli.

Percorre rapida i metri che la separano da loro e, giunta a destinazione, nota le due figure in lontananza.

“Benvenuti a palazzo” – li saluta mostrandosi fin troppo accogliente.

I suoi occhi si posano sulla figlia che non hai mai visto, se non in tenerissima età.

“Tu devi essere…”

“Letizia Frost, maestà, per servirvi” – la bambina le fa un gentile inchino, mantenendo lo sguardo basso e la mano stretta a quella del fratello maggiore.

“Mi puoi guardare, non avere timore. Dopotutto sarai la mia dama di compagnia” – Sandy cerca di avvicinarsi alla piccola, ma è lei a porre un muro invalicabile.

Leti sa benissimo chi è quella persona, una donna che la abbandonò, che non la amava e che adesso sta recando male a chi le dà quell’affetto che cercava da tempo. Non vuole assolutamente cedere in sua presenza; deve essere fedele al piano e questo include freddezza e poco amore nei confronti di sua madre.

“Perdonatela, è timida” – mente Jack, intervenendo – “Ma si scioglierà, un passo alla volta”

“Capisco, lo ero anche io alla tua età, sai?”

“Davvero? Ma, regina Anna, girano voci di voi da principessina super scatenata” – commenta Frost, piacevolmente colpito da come la donna ha lentamente abbassato la guardia, lasciando emergere se stessa.

“Ehm…certo, certo! Intendo dire in alcuni momenti…” – Sandy cerca delle scuse alla gaffe fatta e decide di cambiare argomento – “Venite con me, vi mostro il castello e vi dirò i vostri compiti” – li invita a seguirla, mentre qualcosa in lei inizia a mutare… fisicamente!

E’ Letizia ad accorgersi di un dettaglio – “Hey, Jack, guarda lì”  - sussurra all’orecchio del maggiore.

Una ciocca di capelli della finta sovrana ha cambiato colore.

I due si guardano sorpresi e all’improvviso una lampadina si accende nella mente del ragazzino che, all’ultimo momento, stravolge il piano.

Approfittando di una distrazione della madre, Jack si rivolge alla sorella – “Devi aprirti con lei, dalle modo di venire fuori”
“In che senso?”

“Deve mostrare il suo vero se, come poco fa. Hai visto che si è lasciata sfuggire un dettaglio del suo carattere che non corrispondeva affatto alla personalità della regina Anna? Bene… evidentemente c’è un collegamento con la magia che le ha permesso di cambiare aspetto. Se riuscissimo a restituirle le sue vere sembianze, magari potremmo sapere dove trovare la vera Anna…”

“Sei un grande” – le sorride Letizia, abbracciandolo – “Voglio che tu sia fiero di me, perciò ti prometto che, anche se mi fa male, cercherò di aprirmi e manifestarle affetto”

…………………………………..

Nel frattempo, a casa Bjorgman la tensione è alle stelle.

“Kris, va tutto bene figliolo?” – domanda Ingrid, versandogli da bere del latte caldo.

“No, mamma! Come potrei stare bene? Sono preoccupato per Jack e Letizia, oltre che per mia moglie e le mie figlie”

“Dobbiamo avere pazienza. Olaf è andato dai trolls e a breve sarà qui. Insieme salveremo Arendelle, vedrai!”

“Mi manca Anna da morire, le sue risate, le sue carezze, anche le nostre bisticciate…”
“Nonostante siano trascorsi quasi vent’anni, ti brillano ancora gli occhi quando parli di lei”

“E non smetterò mai di amarla alla follia. Mi ha donato una vita unica e quattro figli stupendi, devo a lei ciò che sono”

“Tutto tornerà al suo posto, tesoro mio! Vedrai, a costo anche di coinvolgere i quattro spiriti pur di vincere contro Pitch e la sua oscurità”

La scelta di convocare Granpapà è stata voluta da Kristoff stesso, timoroso per le sorti dei due fratelli, inviati a palazzo a rischio delle loro giovani vite.

Poco dopo…

“Eccovi finalmente” – esclama Ingrid, aprendo la porta al re roccioso e al pupazzo di neve.

“Come mai queste facce?” – chiede subito Bjorgman, notando la preoccupazione.

“Avanzando verso Arendelle, ho notato un dettaglio non da poco” – puntualizza il il saggio troll.

“Cioè? Parla! Sai che odio i giri di parole” – dice Kris, teso come una corda di violino.

“C’è un velo d’oscurità che avvolge parte del regno. e indovinate quale è la sorgente da cui si dilaga tutto ciò?”
Dopo alcuni secondi di silenzio, è proprio il re a comprendere e a rivelarlo – “Il castello”
“Esatto! E’ come temevamo, Pitch Black è all’interno”

“Jack parlava di specchi. Sarà nascosto in uno di quelli, suppongo” – ipotizza Ingrid.

“Andrebbe distrutto il suo, ma è difficile anche solo avvicinarsi senza essere inghiottiti” – interviene anche Olaf, al corrente dei fatti grazie alle spiegazioni dategli da Granpapà durante il tragitto verso Arendelle.

“Come potremo farlo? Per di più, adesso l’intero palazzo ne è stracolmo” – spiega Bjorgman.

“Questo è il motivo dell’improvviso amore della “regina” per gli specchi! Ne ha messi a centinaia per nascondere quello davvero importante”

“Come agiamo?” – chiede Kristoff a Granpapà.

“Bisogna comunicare il fatto a Jack e Letizia. Solo loro che ormai sono dentro le mura possono scrutare le mosse della finta sovrana e capire magari dove si cela Pitch Black!”
“Ma tu hai detto che è rischioso frantumarlo senza esserne risucchiati” – ribadisce Olaf.

“E’ così infatti! E per tale ragione, c’è solo una persona che può farlo al posto nostro!” – sostiene la vecchia roccia – “Questa è Sandy! E’ lei la nostra carta vincente. Bisogna farle abbassare la guardia e portarla dalla nostra parte. Se i fratelli Frost ci riuscissero, il gioco sarebbe vinto”

“Se qualcosa andasse storto? Se Sandy capisse che è un inganno?” – si preoccupa Ingrid.

“A quel punto, potrebbe farli imprigionare nello specchio dove, sono ormai certo, tengono prigioniere anche Anna, Ineke e Aurora!” – spiega ancora il saggio troll, amareggiato mentre rivela la triste verità a Bjorgman.

“Non c’è un minuto da perdere. Vanno avvertiti Jack e Letizia!” – Kristoff, agitato e in pena per la famiglia, si avvia all’uscita.

“Dove pensi di andare? sicuramente sei l’ultima persona che può entrare nel castello” – lo frena sua madre - “Andrò io” – si propone, ignorando i presenti che tentano di frenarla.

Ma Ingrid non si lascia intimorire da niente e nessuno – “Fidatevi di me, tutto si sistemerà! A proposito, contattate Elsa! Lei deve sapere cosa accade qui, potrebbe essere necessaria anche la sua magia” – così dicendo lascia la casa in fretta.

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Capitolo 20
*** 19 Capitolo ***


Ritrovare i suoi figli, ha donato a Sandy una gioia che da troppi anni non avvertiva. Il cuore le batte forte e uno strano calore l’avvolge, il calore dell’amore, quello che solo una mamma prova a stretto contatto con i suoi tesori più grandi.

Quella sera, la prima trascorsa accanto a Letizia e Jack, che mangiarono al suo tavolo, l’accompagnarono a perlustrare il palazzo, la ascoltarono in silenzio, dandole uno spazio e un’attenzione mai ricevuti prima, muta qualcosa dentro la donna.

Un cambiamento interiore e non solo.

E’ tardi quando si chiude nella sua camera, pronta per la nottata di ristoro.

“ E chi dormirà stanotte?” – parla tra se e se, mentre scioglie l’acconciatura che le adorna il viso, o meglio…che adorna il viso di Anna.

Peccato che sembra essersi dimenticata dello specchio, posto di fronte a se, intento a spiare le sue mosse.

“COSA TI SUCCEDE, FIGLIA?” – domanda immediatamente Pitch, sorpreso e sospettoso.

“Padre!! Che spavento!” – sussulta lei.

“SEMBRI STRANA. E’ ACCADUTO QUALCOSA?” – insiste, il mago oscuro.

“No, come mai questa domanda?” – cerca di mostrarsi calma, ma i suoi occhi parlano chiaro e soprattutto un dettaglio la dice lunga.

“MALEDIZIONE! STAI PERDENDO MAGIA!” – le tuona contro, notando la ciocca di capelli scura.

“Non capisco!” – Sandy è confusa.

Ed è allora che Black le spiega – “GUARDA I TUOI CAPELLI, STANNO TORNANDO NERI. COSA STAI COMBINANDO?”

Il rimprovero è evidente e la circostanza strana preoccupa Pitch, timoroso di veder gettato via il piano di vendetta.

“Non saprei…non mi sono accorta…non so spiegarlo”
“SOLO L’AMORE E’ IN GRADO DI INTERROMPERE UN INCANTESIMO COSI’ POTENTE. TI SEI INNAMORATA DI QUALCUNO, PER CASO?”

“No, di chi dovrei innamorarmi? Sono qui sola come un cane…”

“ALLORA C’E’ ALTRO CHE MI TIENI NASCOSTO. IL TUO LATO UMANO STA PRENDENDO IL SOPRAVVENTO. ESIGO CHE TU MI DICA COSA E’ ACCADUTO IN QUESTA GIORNATA. VOGLIO OGNI DETTAGLIO….LO PRETENDO”

“Non lo so, padre! Cosa posso dire a mia discolpa…? Non ne ero neppure consapevole”

“BUGIARDA, ODIO QUANDO MI VENGONO DETTE MENZOGNE!” – a quel punto una fitta nebbia oscura fuoriesce dallo specchio, avvolgendo la donna che si piega sul pavimento, faticando a respirare – “SAI CHE POSSO ESSERE DURO CON CHI MI TRADISCE, PERFINO CON IL SANGUE DEL MIO SANGUE”

A quel punto, Sandy inizia a temere che l’amore di cui parla suo padre è quello che Jack e Letizia hanno risvegliato in lei. Per liberarsi dalla punizione del genitore, le basta dire i loro nomi e salvarsi.

“ALLORA? STO ASPETTANDO… VUOI DAVVERO MORIRE DA CODARDA? COME TUA MADRE!”

“Mia madre? Cosa c’entra lei? Lei è morta da guerriera”

“E’ MORTA PER MIO VOLERE” – la confessione di Black, pietrifica Sandy che, incredula, gli volge uno sguardo di disprezzo, accompagnato da una lacrima che gli riga la guancia destra.

“Che cosa? Ci avete sempre detto che…?”

“PER OTTENERE IL VOSTRO AIUTO, HO DOVUTO FARVI CREDERE CHE LA VENDETTA  ERA UN DESIDERIO DI ALBA. DAVVERO MI CREDEVATE COSI’ INNAMORATO DI LEI DA ORGANIZZARE TUTTO CIO’ SOLO SU SUA VOLONTA’? CHE PATETICI SIETE”- si prende beffa della figlia, ormai prossima a perdere i sensi.

“Non posso crederci…. Sapete cosa siete?...voi siete un… un …” – cerca di sbattergli in faccia il suo odio.

Eppure la situazione non le consente di fiatare.

L’ultima parola che pronuncia prima di chiudere gli occhi è – “Mostro”

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“Ingrid? Cosa ci fai qui?” – esclama Letizia, notando la Bjorgman nei corridoi.

“Figliola, che gioia vederti sana e salva! Sono venuta ad avvertirvi, ho seguito il percorso segreto ed eccomi qui!”

“Entra nella mia stanza, non ci vedrà nessuno e potremo parlare” – la invita la bambina.

Eppure in quel preciso istante qualcosa attira l’attenzione della donna più grande.

“Cos’è quella roba nera?” -  domanda, indicando del fumo scuro, fuoriuscire dalla porta della camera della sovrana.

“Oh mio Dio! E’ la stanza di Sandy” – spiega la Frost.

“Corriamo” – dice l’adulta, prendendo la  mano della bambina.

“Attenzione, non vorrei fosse opera di….” – dice Ingrid, invitandola ad indietreggiare. Evita di pronunciare quel nome, timorosa che quel LUI potesse in qualche modo udirla.

“Vostra maestà, tutto bene lì dentro?” – domanda la Bjorgman, bussando, tenendosi comunque a debita distanza dal portone, facendo da scudo al corpo di Letizia.

Nessuna risposta. E’ una voce a farle sobbalzare.

La figura alle loro spalle che chiede - “Ingrid? Come mai qui? Che combinate?”

“Jack! Ragazzo, sta succedendo qualcosa qui dentro”

“Cosa vuoi dire?”

Ingrid cerca di spiegare, ma ormai la prova del fumo nero non c’è più. Si è tutto dissolto.

“Entriamo” – decide poi.

Con delicatezza, i tre varcano l’uscio, convinti di trovarvi un inferno.

Ciò che vedono è Sandy, distesa a terra.

“Santo cielo! Maestà” – Letizia non esita a soccorrere la madre, mentre Ingrid e Jack scrutano la camera.

“Anche qui gli specchi non mancano” – commenta il giovane Frost.

“E’ in uno di questi, me lo sento” – sussurra la Bjorgman.

“Non respira…non respira…” – ripete la bambina, spaventatissima.

“Stendiamola sul letto” – propone Ingrid, mentre Jack solleva il corpo della donna da terra.

“Bisogna portarla da Granpapà” – dice Jack all’orecchio di Ingrid.

“Hai ragione! Dubito che ci venga permesso di farlo” – sostiene l’adulta.

I due comunicano in modo tale da non farsi scoprire da Pitch, ovunque lui fosse. Ma Letizia non sa frenarsi in quel modo e parla a cuore aperto.

“Mammina, apri gli occhi. Ti ho perdonata, ti voglio bene” – le lacrime scivolano violente sulle sue gote, ed una di queste bagna il viso della finta regina.

“Zitta” – la rimprovera Frost.

In quel preciso istante accade quanto più temuto.

Una luce accecante costringe i tre a voltarsi, non dandogli modo di fuggire.

“ECCO SPIEGATO TUTTO…E COSI’ LA MIA CARA SANDY HA RITROVATO I CUCCIOLI ABBANDONATI”- la voce di Black rimbomba nella camera.

“Pitch! Maledetto cosa vuoi da Arendelle e da tutti noi?” –  la Bjorgman prende parola con determinazione e coraggio.

“CREDETE CHE VOI MISERI MORTALI POSSIATE FERMARE I MIEI PIANI? VI SBAGLIATE DI GROSSO!”

Quando il lampo di luce si placa, ciò che i tre hanno davanti agli occhi non è più la camera della regina.

“Dove siamo?”- chiede, terrorizzata, Letizia, stringendosi al petto del fratello.

“Anna, Ineke, Aurora…” – esclama Ingrid, riconoscendo le parenti – “Ci hai chiusi nel tuo dannato limbo, vero?”

“TACI, PIUTTOSTO DOVRESTI ESSERE CONTENTA CHE NON VI HO ELIMINATI DALLA FACCIA DELLA TERRA”

“Padre, che succede?” – da un angolo compare Jack, il fratello di Sandy.

“FIGLIOLO, HAI ALTRI TRE PRIGIONIERI A CUI BADARE, MI RACCOMANDO. ADESSO E’ BENE AGIRE, PRIMA CHE ALTRO VADA STORTO” – conclude Black, prima di cessare la parola, segnale della sua assenza.

“Sei nostro zio?” – domanda Leti, ingenuamente, qualche minuto dopo.

“Vostro cosa? Mocciosa che vai blaterando?”

“Jack!? Ti chiami come me” – commenta Frost – “ Dovete volervi un gran bene tu e Sandy”

“E’ mia sorella gemella, viviamo in simbiosi. Come possono non volerle bene”

“Allora saprai anche che tuo padre ha tentato di eliminarla” – racconta Ingrid.
“Cosa? Vuoi che ti creda? Nostro padre non lo farebbe mai…”

“Sicuro? Sai bene cosa è in grado di fare” – la donna cerca di portarlo dalla sua parte.

“Silenzio!” – urla lui, ordinando ai tre di star seduti e di zittirsi.

“Possiamo sapere almeno come mai Anna e le mie nipoti sono ridotte in questo stato”

“Dormono, potete stare tranquilli”

“Quel mago è un mostro, dobbiamo tornare ad Arendelle per salvare tutti, compresa tua sorella” – insiste la Bjorgman.

“Vi ho detto di fare silenzio, dannazione” – le tuona contro.
“Allora controlla con i tuoi occhi. Pitch Black è disposto a tutto pur di vincere” – anche Jack, il ragazzino, sostiene Ingrid, tentando di persuadere lo zio a dar loro retta.

“Se non sarà come ti stiamo dicendo, prometto che rimarremo qui in silenzio fino a quando lo direte voi. Però se così non fosse…”  - a quel punto la Bjorman arriva a promettere l’estremo.

Dopo aver ricevuto lo sguardo confuso e preoccupato dei due fratelli Frost e l’espressione compiaciuta dell’avversario, si siede sperando dal profondo del cuore di non aver sbagliato a fare simili giuramenti.

“Verificherò” – Jack Black svanisce nel nulla, convinto di poter piegare i tre e le loro assurde follie.

Ma la realtà lo porta alla disperazione.

“Sorellina, svegliati. Ti sembra il caso di dormire?” – vede Sandy stesa sul letto e gli basta come prova delle menzogne dei suoi avversari.

“Sandy, dai apri gli occhi!” – la scuote,sapendo bene del sonno leggero che ha. Eppure non ottiene reazione. E’ questo che comincia a farlo preoccupare.

Controlla il respiro della donna e sembra non esservene traccia.

Con lo sguardo scioccato e il cuore a pezzi, capisce in pochi istanti chi è il suo vero nemico.

“CHE FIGLI IDIOTI HO!” – interviene Pitch.

“Padre, cosa sta accadendo?”

“TI AVEVO DATO L’ORDINE DI CONTROLLARE GLI OSTAGGI. MI HAI TRADITO… ORA SIA TU CHE QUELLA SCIAGURATA DI TUA SORELLA, AVRETE LA MERITATA PUNIZIONE”

“Non ci credo! Avevano ragione loro” – esclama, sconvolto.

Sapeva che Pitch era crudele ma mai avrebbe scommesso su quanto potesse esserlo nei confronti dei suoi stessi figli.

“SALUTATEMI VOSTRA MADRE!” – ridacchia, pronto a scagliarsi contro Jack.

Ed è in quel preciso istante che accade qualcosa.

Una lama di ghiaccio fuoriesce dalle mani del giovane uomo e viene lanciato in un battibaleno contro il vetro dello specchio.

La rabbia che gli ribolle dentro lo spinge a scegliere chi salvare e in quel momento sua sorella è la priorità.

Mentre lo specchio si frantuma, accompagnato dalle grida di odio e di dolore del mago oscuro, i due gemelli scompaiono, trovandosi all’esterno del palazzo nel giro di pochi istanti.

La folla di gente radunata nella piazza principale vede il castello crollare lentamente, mentre domestici, cavalli delle stalle, e soldati ve ne escono fuori urlando.

Sandy è ormai tornata se stessa. Non ha alcun tratto fisico che ricordi quello di Anna. Purtroppo non sembra essersi salvata.

“Perdonami sorellina, avrei dovuto farlo tanto tempo fa” – le sussurra, riferendosi alla ribellione contro il genitore.

Ignorando la gente attorno a se, Jack Black fugge via, sperando di aver eliminato un fardello della sua vita.

“Cosa è accaduto? Dove siamo?” – si domanda Letizia, trovandosi fuori dal limbo.

“Siamo tornati nel palazzo, ma sta crollando. Bisogna uscire”  - esclama Ingrid.

Anna e le sue figlie, si sono finalmente svegliate, alquanto scosse e confuse.

Non c’è tempo per la commozione: la Bjorgman prende la nuora per mano, invitando i Frost a fare lo stesso con Ineke ed Aurora.

Adesso la loro unica speranza è uscire vivi da quelle che presto sarebbero diventate macerie.

Il palazzo crolla sotto gli occhi del regno intero.

Kristoff, con i suoi bambini, assieme ad Olaf, giungono nella piazza di Arendelle e sconvolti guardano la scena apocalittica.

Il loro mondo è distrutto. Una cosa è certa: che Pitch Black sia morto o meno, ha ottenuto una vittoria, quella di veder cadere un castello intero e con esso il sogno di felicità di una intera famiglia.

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Capitolo 21
*** 20 Capitolo ***


Chi vive o legge di avventure tanto entusiasmanti quanto dolorose e pericolose, attende sempre, in un modo o in un altro l’happy ending.

Questo è ciò in cui speravano fortemente i nobili di Arendelle, allo stesso modo Pitch Black, desideroso di chiudere la vicenda a suo vantaggio.

Il crollo di un castello, così antico, così speciale per chi lo abitava, custode di ricordi passati, è il simbolo di una guerra mai iniziata ma conclusasi nel peggiore dei modi. Di questo Kristoff è consapevole. La scena delle macerie, del fumo, della gente che urla di dolore, di paura, di rabbia, rimarrà impressa nella sua mente fino ai suoi ultimi giorni di vita, ne è sicuro. Ora come ora non desidererebbe altro se non trovarsi con i suoi cari, ovunque essi siano, piuttosto che continuare a vivere senza alcuna ragione.

In ginocchio di fronte a quel caos, con lo sguardo perso nel vuoto, non riesce a non pensare ad Anna, alle loro figlie, a Ingrid. Sente di aver perso un pezzo di cuore tra quelle macerie.

“Papà, guarda lì!” – esclama il piccolo Agnarr, scuotendo il genitore, indicandogli il punto preciso dove è visibile l’arrivo di qualcuno.

Bjorgman mette a fuoco, seppure sia difficile visto il fumo che ormai circonda l’intero regno.

“Kristoff, sono corsa appena ricevuto il messaggio” -  Elsa, raggiunge il cognato, mentre i nipoti le si avvinghiano con forza. Ha gli occhi colmi di lacrime di fronte alla realtà dei fatti.

“Guarda che disastro” – commenta il biondo.

“Sono usciti tutti? Bisogna controllare, potrebbe esserci qualcuno lì dentro” – sostiene, terrorizzata al solo pensiero.

“Maestà, mio fratello è uscito per ultimo, ha tardato la fuga per salvare la regina, però ha detto di non essere stato in grado di trovarla” – spiega una domestica, singhiozzando.

“Cosa? Mi state dicendo che Anna è dentro?” – Elsa è sconvolta, mentre guarda la sua servitù, afflitta.

“Dove vai? Aspetta” – la richiama Kristoff, mentre vede la cognata affrettare il passo per raggiungere ciò che resta del castello.

Bjorgman la afferra per un braccio, pregandola di ascoltare.

“Come fai ad essere tranquillo,eh? C’è Anna lì…Anna, capisci? Tua moglie!”
“Non è come pensi. La storia è complicata” – a quel punto il re di Arendelle racconta al quinto spirito le ultime novità, informandola anche della collaborazione dei suoi due cugini, i Black, nel piano di Pitch.

“Jack? Jack Black? Aspetta…sapresti descriverlo?” – domanda, sospettosa, Elsa.

“Non l’ho mai visto, nonostante alcuna gente qui sostiene di aver visto due tipi sospetti, una di questi vestita con abiti reali, e un tipo strano che la portava in braccio. Sicuramente sono loro” – racconta Kristoff.

“Non può essere lui” – pensa tra sé e sé la custode della Foresta Incantata. Poi sorvola e focalizza attenzione e forze su quanto accaduto.

“Bisogna trovare tutti, ci penso io” – decisa a salvare la situazione, Elsa chiude gli occhi e con un gesto di mano solleva in aria parte delle macerie, lasciando scorgere le poche vittime del crollo. Da quando è diventata uno spirito, ha acquisito poteri che mai avrebbe pensato di poter gestire.

Le figure che si riconoscono tra le vittime sono alcune domestiche e lo stalliere di corte, soccorsi immediatamente da amici e parenti.

“Dove sono i nostri?” – si chiede la donna, guardando ogni minimo angolo.

“Non è possibile che siano riusciti a fuggire senza che li vedessimo e se fossero rimasti nel castello, sarebbero qui, giusto?” – Olaf riflette e manifesta ad alta voce il pensiero dei compagni.

“Se fossero stati catturati da Pitch?” – ipotizza Kristoff.

“Gli specchi si sono tutti frantumati con questa sorta di terremoto, dubito che Black sia sopravvissuto a tale danno” – sostiene Elsa.

“Dannazione! Dove sono allora?” – la paura di Bjorgman viene trasmessa anche ai suoi gemelli.

“Mamma e le nostre sorelle devono essere da qualche parte” – afferma Agnarr.

In quel momento una lampadina si accende nella mente di Iduna che, prendendo per mano il fratello, si dirige verso il lato del palazzo più nascosto.

I piccoli notano subito un ammasso di detriti sul terreno e parte di massi,gli uni sugli altri, a creare una sorta di blocco d’uscita.

“Chiamiamo zia Elsa, forse sono fermi sotto questa montagna di pietre” – pensa la bambina, speranzosa.

Senza esitare corre dalla parente che non esita a seguirla.

“Siete dei geni, piccoli miei! Come ho fatto a non pensare al tunnel segreto di Ingrid” – afferma la custode della Foresta Incantata.

Muovendo le mani nello stesso modo di minuti prima, solleva le ultime macerie.

“Sento un rumore” – dice Kristoff, scansando quei pochi massi rimasti a terra.

La scena che ha davanti tocca il suo cuore profondamente.

“Mamma” – esclama commosso, riconoscendo la Bjorgman, ferita e sporca di polvere, intenta a tossire con forza.

La solleva lentamente, cedendola alle cure di alcune domestiche.

“Anna, Ineke, Aurora…” – le chiama ripetutamente.
“Letizia, Jack…” – aggiunge poi Olaf.

“Kris” – la voce è inconfondibile ed è la musica che Kristoff attendeva di ascoltare da troppo tempo.

“Anna!!” – la chiama con forza.

Ed eccola, pronta per essere stretta alle sue braccia.

“Amore mio” – piange lui, baciandola con dolcezza.

“Mi sei mancato” – singhiozza lei – “Adesso pensa alle nostre figlie”

Nel frattempo Jack e Letizia Frost erano stati soccorsi da alcuni uomini di corte.

“Tutto è bene quel che finisce bene” – sussurra il maschio alla sorellina, stringendola a se.

“Aurora e Ineke sono qui, maestà” – comunica un garzone, attirando l’attenzione del re.

Bjorgman riconosce le sue figlie maggiori e piange di gioia vedendole di nuovo nella sua vita.

“Che gioia potervi riabbracciare tutti” – confessa, piangendo, all’intera famiglia.

Peccato che quella felicità ha breve durata e, in questo caso, è imminente un dolore acuto e incomparabile a nessuno già vissuto. Una sofferenza che scava dentro e dilata il cuore.

“Maestà, bisogna allertare il medico” – sostiene un soccorritore.

“Certo, vanno visitati per precauzione” – afferma Kristoff, senza essersi accorto che le due non hanno ripreso conoscenza.

“Mio signore, ecco…non so come dirglielo…”  - il tipo è visibilmente in difficoltà.

“Forza, sbrigiamoci” – lo invita Kristoff, prendendo in braccio Ineke, la quale sembra muovere una mano al contatto con il corpo paterno.

“Il mio tesoro” – dice l’ex montanaro, baciando la fronte della primogenita.

Ma l’aria turbata e triste del garzone inizia ad allarmarlo.

“Mi dici che succede? Ti vedo strano, Samuel” – gli dice Bjorgman.

“Riguarda la sua secondogenita, sire” – risponde il tipo.

“Aurora? Cosa dici? Avrà perso conoscenza. Ma appena il medico le farà un controllo, scongiurerà ogni danno. Ne sono certo” – Kristoff è positivo. O meglio, si mostra tale. Effettivamente il garzone, sembra tutt’altro che tranquillo.

E non appena vede l’uomo togliersi il capello in segno di rispetto ed abbassare lo sguardo, intuisce il peggio.

Cede la primogenita ai soccorritori, e si fionda sul corpo dell’altra, ancora a terra. La accoglie al suo petto, scuotendola come può.

“Non sembra respirare più” – confessa Samuel, amareggiato.

“Apri gli occhi, tesoro ti prego” – lo ignora, non accettando questa ipotesi tragica.

Anna, poco distante, dopo essere stata coccolata da parenti e popolo, lentamente si avvicina al marito, preoccupata del suo stato.

“Che succede? Non si sveglia?” – domanda, spaventata.

Kris continua a chiamare e  muovere il corpo di Aurora. È diventato una macchina, ha spento ogni tipo di emozione. Vuole soltanto rivedere gli occhi e il sorriso di quella figlia con cui ha condiviso attimi di vita unici e irripetibili.

Il suo gioiello, il suo orgoglio…il cucciolo che, da padre, avrebbe dovuto tutelare.

“No..no…non ditemi che…” – chiede Anna al garzone.

“Mi dispiace, maestà!”

Segue un urlo lacerante, un graffio all’animo dei presenti, una lama conficcatale nel cuore…

Il suo sfogo in un pianto lungo e incontrollabile, commuove tutta Arendelle.

Elsa, furiosa con il mondo, con Pitch Black, perfino con quel Jack Black, suo presunto amico, si piega a terra, consumando quante più lacrime possibili.

“Ineke, tua sorella non ce l’ha fatta” – comunica Ingrid, alquanto scossa, alla nipote.

Da quel momento in poi il buio avvolgerà tutta la famiglia reale.

Ecco il dolore che Pitch Black ha causato, ottenendo la vendetta sui nemici. Seppure la sua sconfitta è evidente, la morte di una giovane fanciulla innocente basta a soddisfare il lavoro svolto in quegli anni, lavoro di manipolazione e piani malefici.

Ma come metabolizzare la perdita di una figlia? Come può una coppia appena ritrovatasi, accettare un fatto tanto grave?

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Capitolo 22
*** 21 Capitolo ***


Jack e Sandy Black hanno raggiunto il rifugio di lui, luogo dove è solito incontare Elsa e che, in quell’occasione, è l’unico posto di salvezza.

“Elsa qui non verrà, sicuramente. Almeno non per ora, sarà troppo impegnata a rimettere in piedi ciò che resta del suo regno. Qui starai bene, sorellina” – si rivolge alla gemella, distesa a terra, palesemente priva di vita.

“Non riesco ad accettare che tu possa morire, quindi ho deciso di sfruttare tutta la magia possibile per salvarti, anche a costo di superare i limiti della mia natura” – Jack, determinato nella sua missione, opta per sfruttare un potere che da sempre ha dovuto celare, insegnatogli da Pitch Black in tenera età.

Le parole di suo padre riecheggiano nelle sue orecchie e lo guidano in ciò che sta per compiere.

E’ una magia che puoi utilizzare una sola volta. Ovviamente dovrai essere consapevole che ci saranno conseguenze per te. Desidero che tu lo utilizzi solo in caso di necessità…solo se dovessi rischiare io in primis di morire, chiaro?” – l’ordine del mago oscuro è preciso. Da egoista quale è, comanda suo figlio per la propria salvezza, cosciente dei rischi che il figlio stesso potrebbe correre.

Jack Black posiziona le mani sul petto della sorella e chiudendo gli occhi recita parole incomprensibili, mentre il suo corpo comincia ad emanare una strana luce…luce che nel giro di pochi secondi attraversa anche Sandy.

Lentamente quel bagliore diminuisce in lui, mentre avvolge a pieno la donna.

Segnale della debolezza dell’uomo e della forza fisica che invece sta prendendo piede nella sua gemella.

Ed è quando può ascoltare la ripresa del battito cardiaco di Sandy e il suo respiro profondo, Jack si accascia a terra, esausto, interrompendo l’atto.

“Grazie” – prende parola lei, decisamente rinata – “Adesso che siamo di nuovo insieme, senza quel maledetto che ci ha distrutto per anni, possiamo ricominciare” – lo abbraccia, commossa.

“Sono felice di essere riuscito a salvarti, senza rischiare la morte” – banalizza l’altro, sdrammatizzando.

E’ vero, Jack è stato bravo a gestire quella magia. Probabilmente per un mago oscuro come Pitch avrebbe perduto la vita. Salvare invece una mortale come sua sorella, richiedeva meno investimento magico.

O chissà…!?

“Dobbiamo tornare ad Arendelle, però” – sostiene decisa Sandy.

“Che? Sei impazzita?” – esclama, stupito, Black.

“I miei figli sono a palazzo. Devo parlare con loro, voglio chiedergli perdono”

“Aspetta, non sai come sono andati i fatti ed è bene che tu venga a conoscenza dell’accaduto” – amareggiato, il fratello racconta alla gemella la vicenda del crollo del castello e della probabilità ,molto alta, che i Frost siano rimasti imprigionati tra le macerie o addirittura morti.

Lo shock, evidente sul viso della donna, la costringe a sedersi per evitare uno svenimento.

“Ora capisci perché è meglio se non ci facciamo vedere mai più da quelle parti?”

Sandy resta in silenzio, metabolizzando il fatto, mentre le lacrime non esitano a scendere e a bagnare le guance.

“Fratellino, ho una richiesta da porti” – dice poi.

“Quale?”

“Portami ad Arendelle. Loro non sanno chi sono io, non potrebbero mai riconoscermi. Neppure Elsa mi ha mai vista, nessuno riconoscerebbe il mio vero aspetto. Ti prego, voglio sincerarmi che i miei bambini stiano bene, o accettare il loro destino… ti supplico” – abituata da quando ha l’uso della parola a supplicare e ad asservire le volontà di uomini, Sandy si inginocchia di fronte al fratello.

Jack la guarda, distrutta, e non accetta quel comportamento da sottomessa. La invita, invece, a mettersi in piedi.

“Devi rispettare te stessa, il tuo essere donna. Cammina fiera di te, a testa alta, non supplicare mai nessuno, tantomeno me. Sorella mia, non voglio vederti in questo stato e, effettivamente, se fossi io al tuo posto non avrei esitato un solo istante a tornare ad Arendelle, pur rischiando di essere frizzato da Elsa, quindi sì, andiamo” – Jack ha intuito il dolore di una madre che desidera soltanto avere notizie della sua prole. Per tale motivo, la prende in braccio, così come fece ore prima, e percorre il tragitto verso il regno delle cugine. Nonostante la stanchezza dovuta allo sforzo magico, riesce a raggiungere la meta.

“Eccoci arrivati. Io ti aspetto nelle vicinanze. Quando vorrai, torna in questo preciso punto e batti un colpo su questo albero. Io lo sentirò e ti verrò a prendere” – dopo un abbraccio e un tenero bacio, i due si separano.

Per Sandy ha ora inizio un nuovo capitolo della sua vita.

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Elsa, alquanto scossa dalla morte della nipote, cerca un modo per sistemare la situazione ad Arendelle.

Chiama a sé i quattro spiriti e i Trolls.

“Dobbiamo unire la nostra magia per rimettere in piedi il castello. Pensate di farcela? Richiede molta energia” – spiega la donna agli alleati.

“Le rocce non si stancano mai, giusto amici miei?” – Granpapà sprona i suoi simili a mettercela tutta.

Prendendosi per mano, creando un semicerchio, avvolti dalle luci emanate dai quattro elementi, riescono in un’impresa sulla quale nessuno avrebbe mai scommesso.

Magicamente, le mura del palazzo si innalzano verso l’altro, ricostruendosi e liberandosi della polvere e dei detriti. Lo spettacolo è irreale e al contempo emozionante per chi ha la possibilità di assistervi.

Il popolo con occhi puntati su quanto accade, è in visibilio.

Kristoff, Anna, Ineke e i gemelli, nel frattempo, sono alle prese con i controlli del medico, notevolmente sotto shock. Nessuno riesce ad accettare quanto accaduto ad Aurora.

Letizia e Jack non riescono a darsi pace per non aver potuto fare di più.

“Non è colpa vostra, anzi. Siete degli eroi. Se non aveste agito voi in primis, magari adesso saremmo tutti sotto il controllo di Black” – Ingrid conforta i due, ormai considerati nipoti.

Ignora, invece, che Letizia si sente in colpa più del dovuto il suo pianto ne è la prova – “Non dovevo lasciarle la mano. Invece quando anche l’ultima parte del palazzo è caduta giù, io ho istintivamente corso per salvare me stessa, non ho badato a lei che era rimasta indietro. Non me ne farò mai una ragione, mai” – con gli occhi colmi di lacrime, il fratello maggiore la abbraccia ricordandole che non sempre le cose vanno come si desidera e tante volte le circostanze ci impediscono di agire come vorremmo.

Sono le parole di Ineke quelle che alimentano la sofferenza dei presenti – “Ho avuto una vita non normale sin da quando sono nata. Ho vissuto con zia Elsa credendo fosse la mia unica famiglia. Poi mi viene detto che le mie certezze non sono tali, allora riscrivo la mia storia, accettando le menzogne, i silenzi, anni ed anni di allontanamento da mia madre, mio padre e il mio regno. Incontro Aurora, è amore a prima vista…. Sappiamo inconsciamente di essere legate. Ed è così. È mia sorella, sangue del mio sangue, la mia ancora di salvezza. Lei mi salva la vita, io le regalo quella sorella che ha sempre sognato di avere. Diventa la mia migliore amica, cresciamo insieme, ci vestiamo insieme, ci trucchiamo, passiamo le serate a ridere e scherzare, ignorando le regole di corte. Se qualcuno mi avesse mai detto che un giorno avrei dovuto continuare a vivere senza Aurora, gli avrei riso in faccia. Avrei detto – “Impossibile! Come si può vivere senza di lei? Lei è l’allegria di palazzo, è il cuore della famiglia. Senza cuore si muore”. Ma ad oggi sento una rabbia dentro per una vita crudele e un destino ingiusto. Ad oggi, le mie certezze crollano per la seconda volta, ad oggi Ineke è morta, sepolta assieme all’altra metà del suo cuore” – il discorso lungo della primogenita dei reali è diretto ed esposto con una freddezza tale da raggelare l’aria.

I gemelli, ascoltandola, scoppiano a piangere tra le braccia della loro nonna.

Kristoff guarda Anna e le prende una mano, intrecciandola alla sua.

“Pitch ha vinto la guerra, ma non permetteremo che il dolore che ci ha recato distrugga definitivamente la nostra famiglia. Non gliela daremo vinta, mai” -  sostiene deciso il re, seppure fatica a mostrarsi forte. Ma lo deve a tutti; mostrarsi debole come vorrebbe, sfogare così la sua sofferenza, non serve a nulla.

In quell’istante, la famiglia viene raggiunta da Elsa.

“Il castello è di nuovo quello di una volta. Possiamo entrarvi” – comunica.

Ma è il commento di Anna a spiazzarla – “Nulla sarà più come una volta,  neppure il tuo dannatissimo castello” – così dicendo, lascia la mano del marito e si allontana dal gruppo

“Bisogna starle accanto o rischiamo di perdere anche lei…di nuovo” – con tali parole, il quinto spirito segue la sorella per offrirle una spalla su cui piangere o addirittura un bersaglio su cui sfogare la sua frustrazione.

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Capitolo 23
*** 22 Capitolo ***


Arendelle è scossa da quanto accaduto, da come in un batter d’occhio la principessa Aurora, l’allegria di palazzo, ha lasciato questo mondo portando via con se passato, presente e futuro di una famiglia reale già segnata negli anni da tanto dolore.

Sandy ha saputo del dramma che ha colpito il regno ed ora i sensi di colpa si fanno sempre più pressanti.

“E’ colpa nostra! Quella povera ragazzina ha pagato il prezzo più alto” – si commuove la donna, parlando da sola come è abituata a fare - “Pitch ha ottenuto in minima parte la sua vendetta. Maledetto! Non può averla vinta… il suo odio lo spazzerò via quando mi riappacificherò con i miei figli”

In quel momento, la Black sembra sentire la voce maligna del mago oscuro che si prende gioco di lei sussurrandole – “Chi vorrebbe mai riabbracciare una madre inesistente e che per giunta ha contribuito alla morte di una giovane innocente?”

Quelle parole cattive e tipiche di Pitch Black, toccano il cuore di Sandy, sempre più turbata. Poi però, lucidamente, pensa - “Sono talmente abituata al suo controllo, da sentirne ancora la presenza” – scuote la testa come a voler cancellare il ricordo.

Mentre vaga per le strade, preda del dispiacere e alla ricerca dei suoi figli, riconosce qualcuno che non avrebbe voluto mai più vedere.

“Hans!!!” – lo chiama, approfittando del luogo poco affollato.

“Tu? Non eri morta?” – esclama Westergard, riconoscendo quella che, ai fini del piano di Pitch, sarebbe dovuta essere sua moglie.

“Mi domandavo la stessa cosa su di te”

“Io? Cosa c’entro? Sono estraneo a tutto ciò. Sto attendendo la nave che mi riporterà nel mio regno”

“Quanta crudeltà in un uomo misero come te, te ne stai lavando le mani! Dovresti chiedere perdono, in ginocchio a quella famiglia” – lo attacca la donna.

Però Hans sa come metterla in riga e dopo averle malignamente riso in faccia, puntualizza – “Sbaglio o sei stata tu ad aver tramato contro i sovrani di Arendelle? Tu che hai rubato l’identità di Anna, tu che hai distrutto i sentimenti tra lei e il marito? Tu e solo tu, Sandy Black…dovresti tacere, perché sei stata talmente debole da lasciarti plagiare prima da tuo padre, e poi dalle emozioni materne che hanno causato la tua rovina”

Le parole del perfido principe delle Isole del Sud sono pura verità e la figlia di Pitch ne è cosciente. Così non reagisce e lo guarda, con disprezzo, voltarsi, dandole le spalle con aria altezzosa.

Ignorandola utleriormente, Westergard indossa il cappuccio della sua mantella, e scompare nel nulla. Da lì a poche ore lascerà Arendelle definitivamente e con la sua partenza dirà anche addio ad ogni tentativo di conquista di un regno che evidentemente non è destinato ad appartenergli.

“Tutto bene, maestà?” – chiede il comandante della nave all’uomo.

Hans annuisce, mentre osserva da lontano il regno di Anna ed Elsa.

Nonostante la cattiveria, sapere di aver contribuito alla morte di Aurora non lo fa stare bene. Anzi, è fortemente scosso dall’accaduto, anche se cerca di nasconderlo.

“Perdonami, bambina! Spero che lassù avrai modo di capire che non avrei mai permesso la morte di nessuno….non rientrava nei piani” – una lacrima gli riga il volto mentre questo pensiero gli invade la mente.

Ma lui detiene il ruolo di “malvagio”. Perciò asciuga subito il volto, per non mostrare una debolezza che lo rende umano a tutti gli effetti e cerca di distrarsi per cancellare definitivamente ogni legame con quel luogo, con quella famiglia, con quel dramma.

Chi invece non trova pace, è Anna.

La regina non si capacita di aver perduto una figlia.

La vita le ha inflitto l’ennesima coltellata.

“Sorellina, sai bene che per qualsiasi cosa io ci sono” – Elsa, rimastale dietro di alcuni metri, l’ha seguita e con lei ha raggiunto un punto preciso di Arendelle, legato ai ricordi passati.

“Come mai sei venuta fin qui?” – le domanda, guardandosi attorno – “E’ il luogo più isolato del regno”
“Quando sono morti mamma e papà non esisteva altro posto per me dove sfogarmi. Nel palazzo, la servitù mi opprimeva con domande sul mio stato, domande alle quali non sapevo rispondere. Così mi sedevo su questa panca, lontana dal mondo, e piangevo fino ad esaurire le lacrime”

“Oh sorellina, come avrei voluto essere al tuo fianco e condividere il nostro dolore” – Elsa avanza a passo lento verso Anna. Le prende una mano e la intreccia alla sua.

“Stavolta io sono qui” – l’emozione è troppo forte e Elsa sente che con la perdita di una nipote ha perduto un pezzo di se. Difficilmente si può controllare una magia potente come la sua se il dolore è così intenso.

Fiocchi di neve iniziano a cadere dal cielo, coprendo in un battibaleno le strade e i tetti delle case.

“Elsa” – esclama Anna, notando che la consanguinea non riesce a domare il potere che ormai da anni è in grado di gestire. Istintivamente l’abbraccia e piangono assieme, liberandosi di una sofferenza paragonabile a quella di anni addietro, legata ad Agnarr ed Iduna.

Le due sorelle si sfogano, stringendosi l’una all’altra.

Poi è Anna a dire qualcosa di poco sensato ma che Elsa coglie con razionalità.

“Non esiste un modo per riportarla in vita? La magia non può aiutarci?”

Il quinto spirito, in un primo momento, pensa a quell’ipotesi e al modo di attuarla.

Si isola per alcuni istanti e mentalmente conversa con i quattro elementi per avere un confronto.

“Assurdo! Se così fosse, avremmo vinto la morte per sempre. Non è fattibile, mi dispiace” – dice Nokk.

E la speranza di riabbracciare Aurora, si frantuma nel giro di pochi istanti.

“Non mi resta che dire addio a mia figlia!! Ti prego restami accanto perché è davvero dura stavolta” – stretta alla maggiore, Anna abbatte il muro innalzato e accetta la realtà.

Le due,però, non sanno che qualcuno le sta osservando ed ascoltando. È questo qualcuno che prende in considerazione le idee della regina di Arendelle.

Infatti….

“Fratello, sono io! Esci fuori” – dice Sandy, giunta nel punto d’incontro accordato con Jack.

“Sorellina, eccomi. Come è andata? Li hai visti?” – le chiede dei Frost.

“Ascoltami, adesso ho una priorità che vorrei esporti”
“Dimmi”

“Riguarda Aurora, la figlia deceduta di Kristoff e Anna. Dobbiamo trovare il modo di riportarla in vita”

“Cosa? ma, è impossibile…”

“Tu mi hai restituito la vita! Questo significa che è possibile farlo! lo dobbiamo a loro, alla nostra famiglia!”

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Capitolo 24
*** 23 Capitolo ***


Arendelle è pronta per salutare definitivamente la piccola Aurora. I due giorni seguenti la morte della principessa, i sovrani e l’intero regno hanno deciso di realizzare in memoria della ragazzina una statua, da porre al centro della strada principale, esattamente a pochi passi da quelle di re Agnarr e consorte.

Le ore di preparativi della funzione religiosa sono dure per Anna e Kristoff e l’intera famiglia. Letizia e Jack Frost, per di più, decidono di lasciare Arendelle e riprendere la loro vita in un nuovo posto. Quel luogo ha recato loro  troppe ferite.

“Vogliamo partecipare al funerale di Aurora per omaggiarla come merita, poi andremo via” – spiega Jack a Ingrid, alquanto amareggiata per la decisione presa dai due ormai diventati suoi nipoti.

Tutto è pronto: così la bara aperta, adornata di fiori, l’orchestra e i musicisti pronti ad intonare uno speciale Halleluia, i reali seduti in prima fila, e tutto il popolo presente, tra singhiozzi e tristezza, viene dato il via alla cerimonia funebre.

Ineke, seduta accanto ai due gemelli, tiene strette le mani di entrambi. E quando il coro comincia a cantare per Aurora, la maggiore dei figli di Anna e Kristoff, sussurra ai due fratellini – “Siateci sempre l’uno per l’altra. Non dimenticate che il legame che vi unisce non può distruggerlo nessuno”

Pensando alla sorella tanto amata, Ineke lascia scivolare alcune lacrime sulle gote rosee.

Si ricompone subito, poi posiziona lo sguardo fisso sulla bara e da quel momento in poi spegne le sue emozioni.

https://www.youtube.com/watch?v=O6g8kkx7C-c

All’esterno della chiesa, Jack e Sandy assistono, sofferenti, alla scena.

“Fratello, davvero non c’è modo?”

“Basta Sandy! Te l’ho già detto cento volte in questi ultimi due giorni. Non si può riportare in vita chi è morto”

“Dannazione!!” – esclama la donna, arrabbiandosi di fronte alle ingiustizie della vita – “Se una ragazzina che avrebbe dovuto avere davanti a se tanta strada da compiere ha chiuso gli occhi per sempre, la colpa è nostra. Io non riesco a continuare a far finta di nulla. Non posso accettare che oltre ai miei figli, ho permesso ad un’altra madre di perdere una dei suoi”

Black non risponde, ascolta lo sfogo della sorella, impassibile.

“Sono sicura che se usassi la tua magia come hai fatto con me…”

“Pensi che io non ci abbia pensato?” – controbatte l’uomo.

“E allora? Come mai tutti questi “ma”?”

“Sai bene che potrei non riuscire una seconda volta. Pitch è stato chiaro. Potevo servirmi di una magia tanto potente in un solo momento”

“E se la sua fosse l’ennesima menzogna?”

Jack la guarda perplesso e lei risponde al suo sguardo, dicendogli – “Pensaci bene, lui ti ha insegnato quello che sai per salvarsi, in caso sarebbe servito. Sappiamo che da solo non avrebbe potuto disporne, così ha fatto in modo che la conoscessi tu. Su di me non poteva contare, essendo mortale. Però tu no! Tu sei speciale”

“Io temo non sia così semplice”
“Se chiedessimo aiuto a qualcuno di speciale come te?”

“Chi? I trolls? Se pensi a loro sbagli soggetti. Sono potenti, ma non fino a questo punto” – precisa lui.

“Mi riferisco a qualcuno dotato della tua stessa magia, qualcuno che ha in parte il nostro stesso sangue… Elsa!”

“Elsa” – ripete Jack Black, sorpreso da quella proposta.

“Per sua nipote sarebbe disposta a tutto”

“Non ho alcun dubbio in merito, però…mi domando se mai si fiderà di noi”

“Dovrà farlo! A questo punto non ha nulla da perdere” – Sandy è decisa come mai prima.

Molti sono i tentennamenti da parte di Jack Black. Eppure qualcosa sembra accendere la speranza… esattamente quando vede i figli di sua sorella uscire dalla Chiesa di Arendelle.

 “Forse possono essere loro due il nostro aggancio perfetto per convincere Elsa a fidarsi!” – sussurra lui all’orecchio della commossa sorella, indicandogli i due a pochi passi da loro. Le sorride e la invita a rischiare e a cercare il definitivo confronto con i suoi gioielli più belli.

Con il cuore in gola e le gambe tremanti, Sandy affronta la sfida più difficile della vita.

“Vi ho trovati finalmente” – esclama ad alta voce, raggiungendoli.

La voce che attira la loro attenzione, costringe i Frost a voltarsi. Letizia non sa chi è quella persona , però le basta avvertire la tensione di suo fratello maggiore per intuire che non è qualcuno ben accetto.

“Andiamo via, Leti” – il primogenito della Black sa chi è quella donna e non ha intenzione di perdonarle nulla. Cerca perciò di evitare il confronto, tirando a sé la sorella.

“No, aspettate vi supplico. Non potete allontanarmi per sempre, Jack”

“Non posso? Io posso tutto. Secondo te ho dimenticato quando, andando via e lasciandomi solo con la mia sorellina, hai detto “Tu puoi fare ogni cosa, adesso inizia un nuovo cammino”, ebbene sì, io posso fare ogni cosa. e quella che devo fare per il bene mio e di Letizia è eliminarti dalle nostre vite definitivamente”

“So di aver sbagliato. Per amore di un genitore si farebbero anche azioni sconsiderate. Però voglio chiedervi perdono” – inginocchiandosi a terra, la Black inizia a canticchiare una vecchia ninnananna.

Quel suono è un ricordo che riaffiora nei due fratelli. Perfino Letizia sente un tocco al cuore sentendo il canto di sua madre. Ed è proprio tale ninnananna a confermarle che ha di fronte a se Sandy Black. In cuor suo sente che redimerla è la cosa migliore da fare e da matura e coraggiosa qual è, lascia la mano del fratello e raggiunge la donna. Le si posiziona di fronte e con gli occhi inumiditi le dice – “Sai che per colpa di un piano cattivo, la vita di una ragazza si è spezzata?”

“Si, tesoro mio. Sono qui per risolvere ogni cosa. Se mi darete una seconda chance, vi dimostrerò che sono buona e che voglio riparare ai danni fatti”

Letizia ascolta Jack, alle sue spalle, dirle di lasciar perdere, che non è credibile, che non bisogna lasciarsi ingannare. Però gli occhi di sua madre parlano chiaro e comunicano esclusivamente sincerità.

“Ti credo” – comunica, accennando un timido sorriso.

“Ma sei impazzita?” – esclama il maggiore, spiazzato del tutto dalla decisione della consangunea. La raggiunge e le afferra un braccio, tirandola verso di se – “Andiamocene, starà usando qualche incantesimo per stregarti”
“No, fratellino. È sincera, l’ho percepito”

“Figlio mia, io non ho più intenzione di ingannare nessuno” – si discolpa Sandy.
“Basta, sono stufo. Possibile che tu abbia deciso di tornare a distruggere una felicità che abbiamo cercato e concretizzato solo ora?” -  arrabbiato e ferito per aver rivisto quel genitore che l’abbandonò e che ora è lì per cercare di rimediare a qualcosa di troppo doloroso, Jack allenta la presa sul braccio della sorella. Poi, ricevendo l’ennesimo NO di Letizia, pronta ad ascoltare la madre, il giovane corre via sotto lo sguardo triste delle due presenti.

 “Gli passerà, sono sicura. Tu avrai molto da farti perdonare. Però ora mi basta sapere di poter avere una mamma su cui contare” – commossa ed emozionata, la bambina si getta tra le braccia della donna che l’accoglie con immensa gioia.

“Adesso però devi ascoltarmi bene, piccola mia! Se vogliamo tentare di riavere Aurora indietro, bisogna convincere Elsa a fidarsi di noi”

“Conta su di me, io voglio assolutamente che tutto torni come prima”

“Bene” – le sorride Sandy, fiera di avere una figlia così in gamba.

La rabbia e il rancore di Jack erano ben prevedibili per la Black. In fondo è lui il maggiore che ha visto la madre uscire di casa e non tornare più. Perciò la sua frustrazione è ben giustificata.

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Elsa, distrutta dopo la funzione, lascia la Chiesa per prendere aria.

Quel clima le rendeva difficile persino respirare.

In disparte, seduta su una delle panche di fianco alla struttura, cerca di risollevarsi.

Ed è in quel preciso istante che le compare di fronte qualcuno di inaspettato.

“Tu? Cosa ci fai qui?” – sobbalza. In posizione d’attacco, si prepara a colpire Jack Black.

“Niente più guerra. Voglio la pace” – l’uomo alza le mani in segna di evidente resa.
“Peccato che mia nipote sia morta e ora la pace potrai scordartela” – Elsa è una furia e scaglia sul cugino una serie di getti di ghiaccio.

“Ascoltami” – cerca di spiegarle, evitando i colpi.

“Non ho intenzione di dar retta al mio nemico”
“Nemico? Ma cugina…”

Ed è quell’appellativo a frenare il quinto spirito che non trattiene le lacrime, oltre che la rabbia - “Cugina? Adesso mi consideri tua parente? Dopo tutto il male che hai tramato contro me e la mia famiglia! Sappi solo che pagherai perché oltre ad aver distrutto le nostre vite hai ucciso quella di mia nipote. Non perdonerò mai e poi mai questo affronto!! Hai capito?” – la potenza della magia di Elsa è tale che con un ultimo e decisivo colpo farebbe fuori il nemico.

È pronta a farlo, senza timore alcuno.

È la voce di Letizia a bloccare l’attacco.

“Aspetta zia Elsa!”

“Leti, vai via da qui piccola!” – le ordina.
“No, non colpirlo. È dei nostri” – le dice, ponendosi da scudo di fronte al ritrovato zio.

“Come? Hanno imbambolato anche te?” – le domanda, preoccupata.

“Mai stata così bene, fidati. Ho ritrovato parte della mia famiglia. Non far loro del male, ti supplico. Non farmeli perdere una seconda volta” – la prega la bambina.

Sandy compare in tale istante, da dietro Jack Black e si presenta alla cugina di Arendelle.

“Maledetta! Tu hai preso il posto di Anna per mesi e ci hai ingannati tutti”

“Lo so, hai ragione ad odiarmi. Odiami quanto vuoi se ti fa stare meglio. Io me lo merito. Però… voglio solo dirti che le nostre intenzioni ad oggi sono buone. Siamo liberi dall’influsso di Pitch Black e abbiamo un unico obiettivo”

“Quale?” – domanda, sospettosa, la regina dei ghiacci.

“Vogliamo riportare Aurora in vita!”

“Cosa? Mi stai prendendo in giro? Come osi dire stupidaggini sulla morte di una povera ragazzina?”

“Non dico stupidaggini. Io sono morta e mio fratello Jack mi ha salvata. Conosce la magia per rendere questo possibile”

“Come posso fidarmi? Se questo è l’ennesimo tranello?”

“Non lo è! Per tentare di riavere qui Aurora, però, bisogna unire le forze”
“Cosa vuoi dire? Unire le forze?”

“Tu e io, cugina” – interviene Jack – “Ma sappi che costerà molta energia. Io sono disposto a tutto pur di dimostrare la mia buona fede! Ti insegnerò questa potente magia, a patto che poi tu la rimuova dai ricordi”
“Se io dovessi apprendere un incantesimo così forte, come potrei mai dimenticarlo? Sarei una folle a farlo”
“Invece è meglio così! Credimi, è bene che ogni magia legata a Pitch Black venga cancellata da questo mondo, così come dovrà essere cancellato ogni ricordo legato alla sua mostruosa personalità”

Dopo attimi di esitazione, Elsa cerca consiglio in Letizia. Ma la bambina non ha dubbi.

“Tentar non nuoce” – le dice la Frost.

E così, di fronte alla mano di Jack Black in segno d’accordo, la custode della foresta incantata acconsente.

Una stretta di mano e una luce accecante che invade il cielo sono i segnali dell’alleanza e del nuovo inizio tra le due famiglie.

Riusciranno davvero nell’impresa?

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Capitolo 25
*** 24 Capitolo ***


Elsa ha intenzione di riportare sua nipote in vita ed è disposta a tutto, perfino fidarsi di chi ha tramato alle sue spalle.

Certa che Letizia creda alle parole di Sandy e Jack soltanto perché troppo buona, ha in mente come reagire di fronte ad un ennesimo tradimento. A quel punto, è pronta anche a togliere di mezzo i nemici, infischiandosene dei sentimenti di una piccola ragazzina. Se i “cattivi” non si sono fatti scrupoli ad eliminare Aurora, perché dovrebbe farsi scrupoli anche lei nel fare lo stesso?

Silenziosa e vigile ad ogni parola o movimento dei figli di Pitch Black, Elsa li conduce nel cimitero reale, lì dove sarà esposta la bara chiusa della principessina, in modo da permettere al popolo di renderle omaggio a modo proprio.

“Aspetterete qui, nascosti, l’arrivo del feretro” – puntualizza la custode della foresta incantata.

“Secondo te, tua sorella e tuo cognato lasceranno mai questo posto? Dubito” – commenta, amareggiata, Sandy.

“Ci penserò io” – interviene Letizia, decisa a contribuire - “Andrà bene, vedrai” – aggiunge, certa, la piccola Frost rivolgendosi a quella che ormai considera una zia a tutti gli effetti.

“Me lo auguro, altrimenti non avrò pietà” – Elsa, fredda e distante come mai prima nella vita, punta lo sguardo sui gemelli, suoi cugini – “A buon intenditore, poche parole”

Volgendo loro le spalle s’incammina verso l’uscita del cimitero. Da lontano è visibile una folla, preceduta dalla famiglia reale e dalla bara di Aurora.

“Eccoli, nascondetevi” – ordina la donna ai due. Prende per mano Letizia, e si unisce alla gente, raggiungendo in pochi secondi i parenti.

“Che fine avete fatto?” – chiede, preoccupata, Ingrid.

“Scusaci, è che non è facile gestire momenti di tanto dolore” – Elsa si addossa la responsabilità, mentendo sul suo allontanamento dovuto a crisi di pianto, assieme alla piccola Frost.

Il momento che segue è drammatico e Anna, mano nella mano con Kristoff, non batte ciglio, fissa il feretro di sua figlia e come i soldati lo adagiano in una stanza adibita appositamente per il rito.

“Vi ringraziamo per la presenza, per aver celebrato con noi la nostra secondogenita. È una sofferenza che,immagino,molti di voi condivideranno assieme a noi e per questo abbiamo deciso di divulgare dei tributi in più per le famiglie del regno, che vorranno occuparsi di giungere ogni dì qui portando fiori, sistemando la camera mortuaria e accendendo candele in memoria di Aurora. È un modo per ricordarla e ricordare quanto bene lei nutriva per il suo popolo” – a parlare è il re, che mantiene una certa compostezza, rispetto al duro momento che vive, invitando la gente a non dimenticarsi mai della principessa scomparsa troppo presto.

“Ricordate, non avremo mai più una principessa Aurora. Sarà nostro impegno affinché venga ricordata solo e soltanto lei con questo appellativo” – quelle parole scuotono i presenti, molti dei quali iniziano a piangere.

Elsa osserva la scena, immaginandosi quanta gioia proverebbero tutti sapendo che la magia può ribaltare la situazione.

“Dobbiamo farlo subito, non sopporto più tutto questo dolore” – sussurra a Letizia, invitandola a fare quanto serve per allontanare Anna e company dal cimitero.

E così, spalleggiata dal quinto spirito, la Frost conduce i parenti all’uscita sostenendo di aver perduto Jack e di aver timore che gli sia accaduto qualcosa di male.

“Sbrighiamoci, dobbiamo trovarlo” – propone Kristoff, in pena.

“Si, attiviamo le guardie. Perlustriamo la zona, magari è qui nei dintorni” – sostiene Ingrid.

Soltanto Anna, in silenzio, non sembra interessata. La sua mente e il suo cuore pensano ad altro, poco le importa se Jack Frost  si sia allontanato da Arendelle.

E così, mentre il cimitero si svuota, e i nobili dedicano attenzioni alle ricerche, la regina s’incammina, diretta verso la bara della sua dolce “bambina”.

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“Abbiamo pochi minuti. Come dobbiamo muoverci?” – chiede Elsa a Jack Black.

“Dammi la mano, dobbiamo unire i nostri poteri” – le porge la sua.

“Aspetta, chi mi dice che il tuo non è un modo per strapparmi la magia?” – a quel punto il sospetto è lecito.

“Fidati di noi, te ne prego. Non c’è un secondo fine, noi non siamo come nostro padre. Ci ha usati come marionette per anni, però è tutto finito e insieme si può ricominciare. E il modo migliore per dimostrarti la nostra umanità, è restituire la vita ad un’innocente ragazzina” – interviene Sandy, con occhi inumiditi.

Nella mente di Elsa partono mille pensieri, mille dubbi, mille paure.

Eppure in tale istante avverte una strana presenza attorno a se, e un sussurro che la invita a provare.

Senza più esitare, afferra le mani di Jack e con lui crea un cerchio magico.

“Chiudi gli occhi e affidati!” – la invita a fare il cugino.

Mentre lui recita parole senza senso, Elsa sente i propri poteri divampare , come se fossero pronti ad esploderle fuori dal petto. Ed è proprio in tale istante che ciò accade. Un’accecante luce invade la camera mortuaria e attira l’attenzione di Anna, che era proprio diretta a quel luogo.

“Cosa succede?” – spaventata, corre in quella direzione ed è allora che la luce si dissolve.

Ciò che vede la lascia di sasso: Elsa e Jack sono distesi a terra, privi di conoscenza.

Sandy soccorre il fratello, scuotendolo, come può, per fargli riaprire gli occhi.

Anna corre verso la sorella, gridando, furiosa, la sua rabbia verso i gemelli.

“Maledetti, siete tornati per farci altro male? Cosa avete fatto ad Elsa? Stavolta non ve la faccio passare liscia”

“Abbiamo salvato tua figlia” – sostiene la Black, cominciando a piangere sul corpo del fratello.

“Cosa? Non osare nominarla” – continua Anna, rivolgendosi poi alla consanguinea e chiamandola a gran voce per farla risvegliare.

“Annie” – la voce del quinto spirito, permette alla regina di Arendelle di tirare un sospiro di sollievo. La abbraccia con forza, ignorando invece che Jack non ha la stessa risposta di Elsa alle chiamate della sorella.

“Dobbiamo chiuderli nelle segrete del castello” – sostiene la sovrana, riferendosi ai due cugini a lei nemici.

“Non ancora Annie…prima dobbiamo verificare una cosa” – precisa Elsa, che a fatica si solleva da terra, appoggiandosi alla parente.

È speranzosa quando vicina alla bara della nipote, attende che lei riapra gli occhi.

“Auri…svegliati, su! Sei viva e vegeta adesso” – le parla, sotto lo sguardo spaventato e preoccupato di Anna - “Che stai dicendo?” – le chiede l’altra.

“Jack mi avevi assicurato che…” – a quel punto Elsa, vede il suo desiderio sfumare e scarica la responsabilità su Black e le sue promesse.

Eppure non ha nessuno con cui prendersela. Sandy e il suo pianto danno conferma che Jack, stavolta, ha superato il limite magico.

“Mio fratello non ce l’ha fatta” – singhiozza la donna, stringendo il corpo del gemello a se.

Le due nobili di Arendelle si guardano, stupite. Anna non capisce cosa sia accaduto e come mai Elsa avesse una sorta d’incontro segreto con i loro acerrimi nemici.

“Ti incontri con loro di nascosto, adesso? Sono pericolosi!”

“Ascolta sorellina, mi avevano detto che avremmo salvato la vita di Aurora e io…”
“E tu cosa? Credi alle loro assurdità? Dopo tutto il male fatto, ancora ti fidi? Non puoi essere stata così cieca da farlo!” – il tono di rimprovero della seconda, tocca profondamente Elsa che si sente presa nuovamente in giro.

“Chiamo le guardie e vi farò arrestare! Vi giuro che la pagherete per il male che ci avete recato!” – presa dal suo dolore, Anna fa per lasciare la sala, pronta a convocare i soldati e vendicarsi .

Ed è in quel preciso istante che qualcosa accade.

Il corpo di Jack Black si dissolve, sotto lo sguardo disperato della gemella.

La sua essenza diviene luce, diviene vita ed ecco che un colpo di tosse fa sobbalzare i presenti, Anna in primis.

Non è un colpetto qualsiasi, di chiunque.

“Mamma” – è una voce a pronunciare quella parola.

Una voce conosciuta, una voce che in molti hanno pianto e per la quale avrebbero pagato oro.

Anna sente le gambe tremarle ed il cuore esploderle dal petto.

Lentamente si volta, spaventata da quanto potrebbe vedere.

Ecco la sua sorpresa, il dono che le ha regalato quel cugino che ha tanto odiato, sacrificatosi per restituirle quella serenità sottrattale ingiustamente.

“Mamma, sono io! Sono viva” – Aurora è in piedi, il suo corpo non è più gelido e pallido e le gote hanno preso di nuovo colore.

Sandy, incredula di fronte al potere del fratello, si commuove. Comprende che il gesto di Jack era stato voluto. Ha utilizzato il massimo delle sue forze per raggiungere quello scopo, evitando di sfruttare le energie di Elsa.

“Figlia mia!Sei davvero tu?” – le sfiora il viso, preoccupata che quello possa essere solo un sogno o frutto di un inganno.

“Sono io, sono tornata. Non ti lascerò più” – singhiozza la giovane, accoccolandosi al petto materno.  

La gioia indescrivibile di un affetto che sembrava perduto e che si ritrova, permette ad Anna di tornare a respirare aria pura.

“Zia, abbracciami” – dice la ragazzina al quinto spirito che non esita a farlo.

E di fronte ad una scena talmente bella ed emozionante, Sandy si commuove per poi allontanarsi dando modo alla famiglia di ritrovarsi.

Cammina per le strade di Arendelle, notando quanto ancora si respiri la tristezza dovuta al funerale della principessina. Nessuno immagina cosa è appena accaduto. Il suo cuore però è ferito nel profondo. Suo fratello non c’è più, non le rimane nulla.

“Ancora qui?” – le chiede una voce alle sue spalle.

“Figliolo!” – esclama lei, alzandosi dalla panca sulla quale si era appoggiata per riposare.

“Non chiamarmi così! Non lo sono. Voglio sapere dove è mia sorella”

“Tua sorella ha contribuito ad un gesto bellissimo. Vedrai con i tuoi stessi occhi e spero che in questo modo tu possa perdonarmi” – con le lacrime agli occhi, Sandy riprende il passo e attende il comunicato dei reali al popolo.

“Arendelle ti sarà per sempre grato, fratello mio!” – dice lei, volgendo lo sguardo in alto, certa che la presenza del gemello le rimarrà accanto per sempre e non l’abbandonerà mai.

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Capitolo 26
*** 25 Capitolo ***


La notizia della “rinascita” della principessa Aurora riporta gioia ad Arendelle. E’ tanto lo shock vissuto dal popolo, che solo in quel momento si rese conto di quanto di buono potesse fare la magia e di quanto un uomo di nome Jack Black, imparentato con un malvagio mago che ha tentato di distruggere il regno, fosse stato essenziale per restituire una figlia alla propria famiglia.

Subito dopo il salvataggio di Aurora, la lieta novella non è stata subito comunicata alla gente. Grazie ad Elsa e ai suoi poteri, Anna e Aurora raggiungono il palazzo. Le due si stringono forte, piangono, si riempiono di baci e coccole. E’ così che tra gli svenimenti di alcune domestiche timorose di aver visto un fantasma, e le lacrime di molta servitù, sono le grida di felicità dei fratellini minori e la commozione di nonna Ingrid quelle che riscaldano il cuore della principessa Auri.

Kristoff non crede ai suoi occhi quando ha davanti a sé il sangue del suo sangue. In mente gli balza l’immagine della fanciulla adagiata nella bara e di quanto dolore le avesse causato quel momento.

“Non riesco ancora a realizzare che lei sia qui…ripetimi come è accaduto, te ne prego” – chiede Bjorgman alla moglie, per l’ennesima volta.

“Come è accaduto non importa più, ciò che conta è che Aurora sia qui con noi” – sostiene, emozionata, Anna.

La scena che i due genitori hanno davanti agli occhi è l’emblema della felicità: i loro figli tutti assieme, stretti in un grande abbraccio che si ricordano gli uni agli altri quanto si vogliono bene. Ineke ha sciolto definitivamente il gelo che le aveva pietrificato il cuore, per via della notizia della morte di sua sorella minore. Non solo adesso è tornata a sorridere, ma è cambiata, come per magia. Sembra che il carattere riservato, taciturno, a tratti scontroso, molto simile a quello di Elsa, avesse lasciato spazio ad una solarità che soltanto Aurora e Anna sanno rappresentare.  

E’ proprio in quel momento che la sovrana decide di comunicare la lieta novella al suo popolo, radunandolo nella piazza principale del regno.

Arendelle rinasce e torna a festeggiare, non appena viene messa al corrente degli eventi.

E tra lo stupore di tutti, Kristoff incluso, la regina celebra la figura di colui che ha reso possibile il ritorno a casa della sua dolce Aurora.

“Jack Black era mio cugino. Lui è stato usato da suo padre, il mostro Pitch, però si è sacrificato per salvare mia figlia. Questo mi è bastato per vedere le cose in modo diverso. Perciò vorrei inviargli da qui, un mio particolare ringraziamento. Lo farò tramite qualcuno legato a lui” – in tale istante, sotto lo sguardo sconvolto dei presenti, compresi i reali, Anna chiama Letizia Frost accanto a se.

La piazza è stracolma di gente quando la bambina prende parola – “Dagli errori si impara e mio zio ha capito di aver recato solo tanto male. Ha dato la sua vita per restituirla alla principessa Aurora e le saremo sempre grati di questo. Però se io sono cresciuta sola con mio fratello, che porta lo stesso nome di mio zio, è perché la mia mamma è stata forzata a dirmi addio. Anche lei è stata vittima della cattiveria di Pitch Black e, si sa, i figli non possono pagare per gli errori dei genitori, giusto? Questo vale anche per i figli di Pitch Blakc”

A quel punto, Leti si allontana dalla postazione dalla quale fino a pochi istanti prima ha dibattuto, e avanza verso la gente. Sandy Black è lì, a pochi passi da lei.

“Eccola! Mamma, non devi temere, hai il perdono di tutti, come è  giusto che sia”

La donna, sconosciuta agli occhi del regno intero, si commuove e abbraccia la sua tenera bambina.

Elsa e Kristoff sono piacevolmente meravigliati del cambiamento di Anna che sembra non essere rancorosa nonostante il dolore che ha patito. Eppure la situazione inizia ad essere eccessivamente strana.

“Sembra un’altra persona” – sostiene l’ex montanaro, sussurrando ciò alla cognata.

“Inizio a pensare che quella magia utilizzata da Jack abbia agito anche su di lei”

Tra gli applausi e la gioia del popolo, la regina chiede a Sandy di raggiungerla. Nei suoi occhi non esiste più tristezza, tantomeno odio.

Sandy si lascia andare ad un pianto devastante quando, al contatto con Anna, avverte un calore familiare, quello che difficilmente si dimentica quando si è legati da un vincolo di sangue.

E il primo pensiero va a lui… “Jack”  - pronunciando il nome del gemello, la donna posa gli occhi sulla regina e, come un flash improvviso, le sembra di vedere proprio lui.

Quando la sovrana congeda il popolo, promettendo loro che presto avrebbero rivisto la principessina girovagare allegramente per le strade di Arendelle, tutti rientrano a palazzo, compresa Sandy stessa.

Seduti attorno ad un tavolo, come se nulla fosse accaduto, Anna chiacchiera serenamente con la cugina, il tutto sotto lo sguardo spiazzato e confuso di Kristoff ed Elsa.

“Spero non abbiano giocato sporco di nuovo” – commenta Bjorgman con la cognata.

“Dici i Black? No, non penso”

“E allora come mai Anna è felice con lei, come se non fosse stata artefice del male che le ha recato per troppo tempo? Mi sembra esagerato dopo quello che ha combinato che la tratti come fosse una santa!”

“Mmm”-  pensa il quinto spirito ad alta voce – “Indagherò” – e infatti è proprio quando ha modo di restare da sola con la parente che le domanda spiegazioni in merito.

Finalmente ottiene la risposta al dubbio.

Sandy è chiara quando lo dice – “Questo incantesimo ha agito su Aurora, su Jack…che non c’è più… e su Anna”

“Non capisco cosa c’entri lei! Non rientrava nei patti che fosse toccata dalla magia”

“Elsa, questo potere di cui mio fratello ha abusato era finalizzato a ridonare a voi la felicità, inclusa la gioia nell’affrontare la vita. Lui non poteva lasciare questo mondo sapendo che voi nutrivate ancora tanto astio verso di noi. Anna sta bene, fidati. Aurora anche. Questo è ciò che conta. Io andrò via da Arendelle e questo aiuterà tutti a ricominciare”

Gli occhi di Sandy sono sinceri, nessun doppiogioco, soltanto tanto amore tra cugini, ostacolato da Pitch Black, e ricostituitosi con le ceneri di un uomo dai poteri magici molto forti, paragonabili anche a quelli di Elsa.

Le stesse perplessità in merito al comportamento della sovrana, colgono anche Kristoff, il quale preoccupato per la moglie, proprio nel momento in cui stanno per coricarsi, le domanda – “Ti senti bene? Sembri diversa”

“Amore mio, non sono mai stata meglio. È come se il mio cuore si fosse alleggerito e fosse guarito da ferite che mi portavo dietro da tutta una vita!”

“Capisco che tu sia felice. lo sono anche io, però…non capisco il senso di celebrare due persone che fino a giorni fa detestavi con tutta l’anima”

“Io sento Jack dentro di me, sento che lui ha lasciato una traccia e che questa traccia è fatta di purezza e di perdono. Sono stanca di piangere, di soffrire, di chiudermi a riccio come ho fatto negli ultimi giorni e negli anni passati. Adesso voglio vivere la vita che merito, con te, con i nostri figli!” – così dicendo, Anna si avvicina al corpo del marito e si adagia sul suo petto.

“Ti amo e voglio che tra noi torni tutto come era una volta” – le basta poco per far intuire al consorte le sue intenzioni.

Il bacio tra i due non è che l’inizio di un momento d’intimità tanto atteso che migliora l’umore anche di Kristoff . Il montanaro, così, decide di accettare il cambiamento di Anna e aprirsi a una visione della vita totalmente nuovo.

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“Sicuri di voler partire?” – domanda Ingrid a Letizia e Sandy, una settimana dopo il magico evento.

“Sicurissime, dobbiamo ritrovarci e ricominciare da capo” – spiega la Black.

“Sappiate che qui avete una famiglia che vi attende” – sostiene felice Anna.

“Mi mancherai” – singhiozza Aurora, rivolgendosi all’amica Leti.

“Anche voi mi mancherete tutti”

Impossibile non commuoversi quando si dice addio a un pezzo di cuore.

Così, con il magone, pronte all’avventura che le attende, madre e figlia salutano il regno, lasciandosi alle spalle un legame di sangue indissolubile.

“In fin dei conti Sandy non è così male, mi ero abituata in questi sette giorni ad averla a palazzo” – commenta Elsa, mentre si incammina, con il resto della famiglia, verso il castello.

“Concordo, l’abbiamo giudicata senza conoscerla” – aggiunge Kristoff.

“Chissà Jack dove sarà… lui era ancora ostile nei suoi confronti” – sostiene Ineke, pensando al giovane Frost.

Già… Jack Frost è ancora chissà dove, solo con il suo astio verso la madre, lontano dall’unica ragione di vita rimastagli, ovvero sua sorella minore.

Però il destino non sembra intenzionato a lasciare che tutto scorra come previsto.

“Jack! Sei davvero tu?” – esclama una voce alle spalle del giovane, seduto a terra per riposare dopo il lungo cammino.

Il ragazzo si volta verso quel suono così familiare e il cuore gli sussulta. Questo accade perché lui sa bene a chi appartiene  - “Leti” – la chiama, emozionandosi.

I due corrono uno incontro all’altra, ritrovandosi in un caldo abbraccio.

“Mi sei mancato, non mi lasciare mai più” – singhiozza la bambina.

“Mai! Te lo giuro” – le risponde, aprendo il suo cuore e riconoscendo a se stesso di aver commesso uno sbaglio a lasciare Arendelle e sua sorella.

Un rincontro nel quale speravano entrambi che viene interrotto da una terza persona.

“Ciao figliolo!” – prende parola Sandy.

La donna gli porge una mano – “Ti va se ricominciamo da capo?”

Seguono tra loro alcuni secondi di silenzio. Letizia teme la reazione del fratello e lo stesso vale per la Black, la quale si chiede se il suo gemello può intercedere in “modo magico” per permetterle di chiarire con il primogenito?

Qualcosa, esattamente come sperava Sandy, cambia… la mano di Jack Frost accetta quella della madre e gliela stringe con forza.

“Ci vorrà tempo, però si può sempre cominciare da un “Tanto piacere, io sono Jack”!” – le dice.

Anche se fa male sapere il proprio figlio alzare quel muro enorme, con una fredda presentazone, come se i due fossero estranei, l’adulta sa bene che da un tipo orgoglioso come lui quello è già un grande passo.

Così segue il giovane aggiungendo – “Io sono Sandy Black, e per me è un onore poter iniziare una nuova vita assieme a te”
E’ proprio questo ciò che accade… la famiglia reale di Arendelle riprende la sua quotidianità, ricostruendo quanto interrotto dal brusco ritorno di Pitch Black… e una nuova vita è quella che i Frost assieme alla loro ritrovata mamma hanno in piano di realizzare.

Il sacrificio di Jack non è stato inutile. Dicendo addio ad una vita che gli pesava, ha dato modo a chi invece desiderava essere felice, di poterlo essere definitivamente!

Adesso sì che è tutto come dovrebbe essere.  



ECCOMI QUI, CON LUNGHISSIMO RITARDO, ALLA CONCLUSIONE DI QUESTA FANFICTION. SPERO SIA PIACIUTA NONOSTANTE I RITARDI NEGLI AGGIORNAMENTI. RINGRAZIO DI CUORE LA MIA GRANDE AMICA LETI, NONCHE' LETTRICE SEMPRE PRESENTE. I SUOI CONSIGLI E LE SUE RECENSIONI MI HANNO SEMPRE MOTIVATA A CONTINUARE. ORMAI CI DIVIDONO SOLO I KM, PERCHE' SIAMO VICINE CON IL CUORE!! TI VOGLIO BENE,AMICA MIA.
CHE ALTRO DIRE?! GRAZIE A CHI HA LETTO E HA SEGUITO, SPERO DI TROVARE TEMPO E MODO PER SCRIVERE UN'ALTRA STORIA SU FROZEN. BACI A TUTTI
xoxo Ivy

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