All Might's daughter i dragon slayer

di 0421_Lacie_Baskerville
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Il Giappone è un'altra realtà ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Un incontro Scarlatto - Parte 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 - Un incontro scarlatto - Parte 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 - La figlia dell'eroe numero Uno ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 - Non si puo' mai stare tranquilli - Parte 1 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 3 - Non si puo' mai stare tranquilli - Parte 2 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 3 - Non si puo' mai stare tranquilli - Parte 3 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 3 - Non si puo' mai stare tranquilli - Parte 4 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 4 - Il passato di Erza - Parte 1 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 4 - Il passato di Erza - Parte 2 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 4 - Il passato di Erza - Parte 3 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 5 - Arriva Fairy Tail - Parte 1 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 5 - Arriva Fairy Tail - Parte 3 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 5 - Arriva Fairy Tail - Parte 2 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 6 - Titania & Salamander - Parte 1 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 6 - Titania & Salamander - Parte 2 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 6 - Titania & Salamander - Parte 3 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 7 - Alleanze ***
Capitolo 19: *** Capitolo 8 - Promettilo ***
Capitolo 20: *** Capitolo 9 - Pigiama Party - Parte 1 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 9 - Pigiama Party - Parte 2 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 10 - Ciò che ci si porta dentro - Parte 1 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 10 - Ciò che ci si porta dentro - Parte 2 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 11 - La bambina che fuggì ***
Capitolo 25: *** Capitolo 12 - Gli occhi di chi si è perso - Parte 1 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 12 - Gli occhi di chi si è perso - Parte 2 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 13 - Erza & Gerard - Parte 1 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 13 - Erza & Gerard - Parte 2 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 14 - Sappi che ti ho amato - Parte 1 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 14 - Sappi che ti ho amato - Parte 2 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 15 - Io ti salverò sicuramente ***
Capitolo 32: *** Capitolo 16 - La vita dopo la battaglia - Parte 1 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 16 - La vita dopo la battaglia - Parte 2 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 16 - La vita dopo la battaglia - Parte 3 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 17 - See you, now - Parte 1 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 17 - See you, now - Parte 2 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 17 - See you, now - Parte 3 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 17 - See you, now - Parte 4 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 18 - Quello che voglio - Parte 1 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 18 - Quello che voglio - Parte 2 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 19 - Sentimenti - Parte 1 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 19 - Sentimenti - Parte 2 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 20 - I ricordi di un eroe - Parte 1 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 20 - I ricordi di un eroe - Parte 2 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 21 - Del cremisi delle foglie ***
Capitolo 46: *** Capitolo 22 - Confusione ***
Capitolo 47: *** capitolo 23 - In punizione ***
Capitolo 48: *** Capitolo 24 - I dragon slayer ***
Capitolo 49: *** Capitolo 25 - Una missione disperata ***
Capitolo 50: *** Capitolo 26 - La strega guaritrice & la strega del cielo - Parte 1 ***
Capitolo 51: *** Capitolo 26 - La strega guaritrice & la strega del cielo - Parte 2 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 26 - La strega guaritrice & la strega del cielo - Parte 3 ***
Capitolo 53: *** Capitolo 27 - La caduta di Titania ***
Capitolo 54: *** Capitolo 28 - Proteggere e Lottare - Parte 1 ***
Capitolo 55: *** Capitolo 28 - Proteggere e Lottare - Parte 2 ***
Capitolo 56: *** Capitolo 29 - We lost in Fire ***
Capitolo 57: *** Capitolo 30 - Istinto e Intuizione - Parte 1 ***
Capitolo 58: *** Capitolo 30 - Istinto e Intuizione - Parte 2 ***
Capitolo 59: *** Capitolo 31 - La strega del Tempo ***
Capitolo 60: *** Capitolo 32 - Coloro che abbiamo perso e ritrovato - Parte 1 ***
Capitolo 61: *** Capitolo 32 - Coloro che abbiamo perso e ritrovato - Parte 2 ***
Capitolo 62: *** Capitolo 33 - Non c'è niente da temere, Fairy Tail è qui! ***
Capitolo 63: *** Capitolo 34 - Fuoco e ghiaccio ***
Capitolo 64: *** Capitolo 35 - La Regina dei Draghi ***
Capitolo 65: *** Capitolo 36 - Per i miei amici ***
Capitolo 66: *** Capitolo 37 - True Dragon ***
Capitolo 67: *** Capitolo 38 - Conseguenze ***
Capitolo 68: *** Capitolo 39 - Insieme ***
Capitolo 69: *** Capitolo 40 - Sotto un cielo stellato ***
Capitolo 70: *** 41. Nel Dormitorio ***
Capitolo 71: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo - Il Giappone è un'altra realtà ***


Il cielo era attraversato dalle scie bianche degli aeri in volo.
Lei sollevò lo sguardo e si tolse gli occhiali da sole per osservare il paesaggio cittadino fuori dall’aeroporto. Era un mondo diverso quello, rispetto alla calma cittadina di Magnolia.
I marciapiedi larghi sembravano stretti tanto erano affollati, fu urtata e non le domandarono nemmeno scusa. Gli edifici erano palazzoni alti con pannelli pubblicitari interrativi. Le macchine erano lente, bloccate nel traffico infernale dell'ora di punta, eppure nessuno urlava, nessuno si attaccava al clacson o passava ignorando il rosso del semaforo.
Davanti a una vetrina, una decina di televisori mandavano in onda lo stesso servizio. Una panoramica desolata del campo di battaglia cittadino di Kamino e dell’eroe che si ergeva in piedi, smagrito e determinato, coperto di sangue e polvere.
≪ Il Simbolo della Pace ha sconfitto il suo ultimo nemico, prima del suo ritiro definitivo dalle scene ≫ diceva la cronista.
Le sue labbra si schiusero, fissando quelle immagini desolanti. L’uomo che lottava per proteggere le persone alle sue spalle, puntando i piedi e stringendo i denti, e ancora gli edifici ridotti a macerie e polvere, le persone ferite che si muovevano a stento. Perfino adesso, sentiva una morsa di angoscia stringerle il torace a rivederle.
La prima volta che aveva visto quella battaglia – dallo schermo TV della sala comune della sua accademia – le gambe avevano preso a tremare fino a farla crollare a terra. In ginocchio, aveva guardato le immagini terrificanti del Simbolo che combatteva, mettendo a rischio la sua vita, contro un nemico che appariva inarrestabile.
 Non morire. Era tutto quello che aveva pensato. I suoi amici, il resto del mondo, aveva pregato che il Simbolo vincesse, l’eroe numero uno doveva sopraffare il nemico e salvare tutti, ma lei aveva pregato per l’uomo che stava dietro quella maschera. Va bene anche se lo lasci scappare, ma torna a casa vivo. Ti prego. Non morire così, Toshinori.
In un mondo come il loro, una cosa del genere era prevedibile che accadesse. Dal momento in cui era comparso il “fattore quirk” ogni essere umano aveva avuto nelle sue mani un qualche tipo di potere da usare. Per esperienza, sapeva che il potere implicava sempre una lotta, che fosse per ottenerne dell’altro o per impedire che venisse usato scorrettamente, sempre di combattere si trattava.
Eroi e Villan. Il mondo si era ridotto a questo, ed i cittadini comuni stavano lì a guardare mentre i primi due si inseguivano e combattevano, usando i loro poteri.  
Guardò il cellulare. Il segnale era inesistente, ci giocherellò inutilmente, sempre più infastidita.
Non era mai stata in Giappone prima, anche se lui le aveva promesso che un giorno ci sarebbero stati insieme: sarebbero andati a vedere i cedri che gli piacevano tanto, e i ciliegi in fiore e tutti quei posti che erano stati significativi per la sua crescita.
Una promessa che aveva continuato a rimandare, con una scusa o con un’altra. Lei aveva continuato la sua vita a Fairy Tail, con i suoi amici e compagni, lui aveva continuato a fare avanti e indietro, alternando il suo lavoro in Giappone con le visite che le faceva in America.
Si scostò i lunghi capelli rossi dal viso, riprendendo a camminare. C’erano eroi in ogni angolo della strada, la guardarono senza riconoscerla, più attratti dal rosso scarlatto dei suoi capelli o forse dalle sue forme, che dalla sua identità.
E menomale, si disse sollevata. Detestava tutto il circo mediatico che negli ultimi decenni aveva preso a girare intorno alle figure eroiche. In questo, lei era molto alla vecchia maniera: fai del bene e dimenticatene. Non tutti erano d’accordo, però. Ad alcuni piaceva stare al centro dell’attenzione più di quanto gli piacesse aiutare gli altri.
Quel genere di persone non le voleva nemmeno riconoscere come eroi.
Aveva il corpo indolenzito per la lunga e forzata immobilità; la testa confusa per aver dormito poco e male. Era partita che era quasi l'alba ed ora era già un altro giorno. Un orologio in strada segnava mezzogiorno, ma il suo corpo non era d'accordo. Le comunicava che era notte. Era colpa del fuso-orario, da lì all'America, c’era una differenza spaventosa.
Riguardò lo schermo del telefonino. Non per provare a chiamare - perché tanto non c'era verso di farlo funzionare - ma per guardare la foto che teneva come schermo.
I suoi amici l'avevano sempre presa in giro per questo, dicendole che era infantile, ma lei non ci aveva mai dato peso. Voleva avere sempre con sé qualcosa che gli ricordasse di lui; anche se era lontano, anche se ci pensava spesso durante la giornata, anche se si sentivano praticamente ogni giorno sfidando i mille impegni reciprochi, il fuso-orario e le emergenze da eroi.
In tutte le foto che aveva di lui, sorrideva sempre, spavaldo e sicuro di sé. Quella foto, però, gli piaceva proprio perché il suo sorriso non era quello impostato che consegnava a giornalisti e colleghi. Lui le teneva una mano sulla testa e sorrideva di felicità, sorrideva perché lei stava ridendo, ed erano felici.
<< Sto venendo da te  >> mormorò, stringendo la presa <<  Aspettami  >>.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Un incontro Scarlatto - Parte 1 ***


La giornata era calda e luminosa, anche se l'estate era ancora lontana. Midoriya aveva la fronte e la schiena madidi di sudore e avrebbe fatto qualsiasi cosa per una bibita fresca.
I suoi compagni di classe e amici avevano l'aria piacevolmente accaldata e al momento, stavano giocando con le pinze per raccogliere i rifiuti, fingendo che fossero spade e loro cavalieri impegnati in una lotta.
Hakagure in particolare, se la cavava davvero bene. Eseguiva delle stoccate che facevano indietreggiare Ashido, fra le risate della ragazza e quelle dei compagni che assistevano.
Era bello, ogni tanto, concedersi di quei momenti. Era un modo come un altro, per spezzare la tensione che accumulavano nello studiare per diventare Eroi e diplomarsi alla prestigiosa accademia Yuei, la migliore del Giappone.
A Midoriya sembrava ancora un sogno il poterla frequentare. Fino all’anno scorso, era uno di quei rari individui nato senza quirk. Una rarità, dal momento che l’ottanta percento della popolazione mondiale possedeva un qualche tipo di potere straordinario che gli conferiva abilità un tempo solo sognate o lette nei libri.
Aveva sempre sognato di diventare un eroe come All Might, di salvare le persone con un sorriso spavaldo e aiutare il prossimo, ma il suo sogno era stato deriso da chi lo circondava. Almeno finché non aveva attirato l’attenzione del Simbolo della Pace, in modo inconsapevole, e lui gli aveva trasmesso il suo quirk.
Sciolse i muscoli delle spalle, indolenziti per la fatica. Era stato un miracolo, normalmente i quirk erano caratteristiche innate, ma il One for All era un potere speciale che andava trasmesso da un individuo a un altro.  
Quel giorno, erano felici che l’attività da eroi consisteva in un giorno di volontariato per aiutare i cittadini a pulire la loro città dalla spazzatura e non solo dai criminali.
Si erano concentrati nel parco cittadino, dividendosi in piccoli gruppi e occupandosi di zone diverse. Ormai, quasi tutti erano tornati al punto di partenza, stanchi e in attesa di ricevere il prossimo settore da ripulire.
≪  Deku-kun!  ≫ strillò Uraraka contenta, correndoli incontro. ≪  Hai già finito anche tu?  ≫
Midoriya si voltò e le fece un cenno dal bordo della panchina su cui era seduto, con Minetta e Sero accanto. ≪  Si, è andato tutto bene, Uraraka-san?  ≫
≪  Si, certo. Abbiamo finito anche noi. Quale sarà il prossimo?  ≫ domandò allegramente, mettendosi a sedere al suo fianco.
Uraraka Ochaco era la sua migliore amica dall’inizio dell’anno scolastico. Era anche la prima ragazza con cui Midoriya avesse mai scambiato più di due parole.
Aveva il viso accaldato e nel sedersi si sfilò i guanti. Troppo vicino, come era solita fare. Midoriya sentì che il viso gli diventava caldo e immaginò di essere arrossito. Il pensiero lo mise ancora più in agitazione. Balbettò, agitandosi ≪  Ah…si…chi-chissà ≫
La ragazza chinò leggermente la testa di lato, osservandolo incuriosita e perplessa. Probabilmente pensava che fosse matto e non poteva dargli tutti i torti.
≪  Midoriya-kun, Uraraka-san,  ≫ gli chiamò Iida Tenya, capoclasse della 1 A e suo amico, guardandoli severamente. ≪  il professor Aizawa vuole parlare con tutti i membri della classe   ≫
Iida gesticolò, dirigendo il resto della classe a formare un piccolo semicerchio. Passandoli accanto Sero ridacchiò. ≪  Che movimenti ridicoli, capoclasse ≫
Iida non ci fece caso, continuando a sbraitare, mentre finivano di raggrupparsi intorno a un uomo vestito di nero, con i lunghi capelli scarmigliati che gli coprivano la maggior parte del viso pallido.
 Scattò sull’attenti, rivolgendosi al professore. ≪  Tutta la classe è pronta all’ascolta, professore! ≫
Il loro insegnante annuì, l’aria annoiata. Aveva i capelli più crespi del solito, schiacciati su un lato come se si fosse appena svegliato e si fosse dimenticato di pettinarsi. Era uno degli eroi professionisti della scuola, Eraser, in grado di cancellare qualsiasi quirk con un solo sguardo.
Midoriya si guardò attorno, sentendosi osservato e incrociò lo sguardo cupo di un ragazzo biondo. Bakugo Katsuki - suo amico fin dall’infanzia, oltre che principale aguzzino fino alla terza media – lo stava fissando, il viso contratto in un’espressione disgustata.
≪  Bene, abbiamo sprecato ben quindici secondi in attesa che mi concedeste la vostra attenzione. In comportamento controproducente da parte di voi aspiranti eroi    ≫ disse Aizawa, infastidito ≪  Cercate di essere più responsabili ≫
L’intera classe lo guardò in silenzio. Erano abituati a questo genere di commenti. Aizawa sospirò, guardandoli come se avesse preferito trovarsi da qualsiasi altra parte piuttosto che sotto il sole a dare loro direttive.
≪  Procediamo, ora vi assegnerò le altre aeree da pulire per la giornata di volontariato degli eroi. Dividetevi in gruppi da cinque e dirigetevi nei settori a voi assegnati. Io devo tornare alla Yuei, perciò non combinate guai ≫
Un brusio si alzò, subito. Uraraka si volse a guardare Midoriya, perplessa. ≪  Sarà successo qualcosa?  ≫ gli chiese. Prima che potesse rispondere, una voce si alzò sopra le altre, leggermente gracchiante.
≪  È successo qualcosa, Aizawa-sensei?  ≫ domandò Tsuyu Asui, con il suo timbro gracchiante e il dito sotto il labbro.
 Aizawa rispose mantenendo la sua espressione imperturbabile. ≪  Nulla che vi riguardi. Siete pregati di non combinare guai e di non intervenire se vi imbattete in un qualsiasi crimine. Rivolgetevi agli eroi certificati e chiamatemi subito ≫
≪  Già, e poi lo sanno tutti che siamo così sfigati che i Villan attaccano sempre a noi  ≫ commentò Kaminari, con un sospiro esasperato. ≪  Neanche fossimo l'unica classe della Yuei ≫
Al suo fianco, Jiro gli diede una leggera spinta per farlo smettere di parlare.  
Un coro di voci si sollevò all'unisono, dicendo ≪  Si, professore ≫.
Lui sbuffò e se ne andò con la sua andatura svogliata, ma prima lanciò un’occhiata a Bakugo e a Midoriya, come a volerli mettere silenziosamente in guardia.
Sotto la supervisione dei due capoclasse, si divisero in gruppi e distribuirono le zone di assegnazione, poi si diressero ognuno per la propria strada.
Midoriya si trovò in squadra con Uraraka, Ida, Kaminari e Tsuyu. Fortunatamente, Bakugo si trovava in un altro gruppo con Kirishima, Jiro, Ojiro e Ashido. Nel passargli accanto gli urtò una spalla, facendolo barcollare.
≪  Levati di mezzo, Merdeku  ≫ grugnì il biondo, le mani affondate nelle tasche dei pantaloni lasciati morbidi sui fianchi.
Midoriya si irrigidì, dicendo con voce leggermente acuta. ≪  Ah si, certo, s-scusa Kacchan. B-buon lavoro ≫
Bakugo sputò a terra, infastidito. Non si voltò a guardarlo, mentre il suo gruppo lo seguiva. Kirishima si voltò a guardare Midoriya, sospirando. ≪  Lascialo perdere, è un idiota ≫
≪  A chi hai dato dell’idiota?!  ≫ gridò Bakugo, pronto a litigare. Kirishima sospirò, mentre Ojiro lo guardava rassegnato, commentando ≪  Dai, basta. Non fatevi notare come sempre ≫
Midoriya li guardò allontanarsi, sollevato di essere in una squadra diversa. Sembrava sempre che Bakugo volesse litigare con lui.
Almeno ha smesso di tormentarmi.
Alle medie era stato terribile. Ogni mattina, andava a scuola con la voglia di vivere sotto le scarpe e sapendo che l’amico gli avrebbe giocato qualche brutto scherzo.
Bibite rovesciate sulla divisa, i suoi quaderni e libri gettati dalla finestra o direttamente immersi nel lavabo pieno di acqua, erano solo il male minore. Le prese in giro e gli insulti, gli inviti a suicidarsi, erano stati più difficili da mandare giù. Soprattutto perché provenivano dalla persona che lui ammirava di più.
Sospirò. Quello era stato il periodo più brutto della sua vita, ma ormai le cose erano cambiate anche fra loro. Non erano esattamente in pace, ma adesso riusciva a tenere testa al biondo con più sicurezza.  
≪  Deku-kun? Stai bene?  ≫ gli chiese preoccupata Uraraka, allungando la mano e sfiorandoli la spalla. Lui sobbalzò, arrossendo. ≪  Ah si   ≫ disse, distogliendo lo sguardo. ≪  Andiamo a svolgere il nostro lavoro  ≫
≪  Sei pallido, Midoriya-chan  ≫ commentò Tsuyu, voltandosi a guardarlo. Lui incassò la testa nelle spalle, mormorando ≪  S-sto bene, davvero ≫
I suoi compagni non sembrarono del tutto convinti, ma non insistettero. Si incamminarono con Iida in testa. Midoriya gli stava accanto, osservandolo.
C’era una cosa che da un po' di tempo l’incuriosiva, ma non aveva avuto il coraggio di chiedere conferma. ≪  S-senti, Iida-kun?  ≫ azzardò, incerto.
Il ragazzo si voltò a guardarlo. ≪  Cosa c’è?  ≫ domandò, cortesemente. Midoriya esitò. Uraraka lo stava guardando, incuriosita.
≪  Uhm ecco ≫
Lo sguardo di Iida si addolci. ≪  Se vuoi chiedermi qualcosa, non esitare, siamo amici, no? ≫
Midoriya annuì, tranquillizzandosi. ≪  Non sono affari miei, ma ti confesso che sono un poco curioso  ≫ disse, guardandolo attentamente. ≪  Tra te e Yaoyorozu-san sta succedendo qualcosa? Ultimamente, siete molto vicini ≫
Il ragazzo sussultò. Uraraka, Tsuyu e Kaminari si tesero le orecchie, facendolo arrossire. Si passò una mano dietro la nuca, imbarazzato.
≪  Ah, mi spiace deluderti ma non sono io il ragazzo che interessa a Yaoyorozu-san  ≫ disse. A Midoriya sembrò di cogliere una nota di amarezza nel suo tono, abilmente celata.
≪  Credo che a Momo  ≫ intervenne Uraraka, pensierosa. ≪  piaccia Todoroki-kun ≫
≪  Eh?!  ≫ esclamò Midoriya, voltandosi di scatto. ≪  Ma se Todoroki le parla appena ≫
≪  Proprio per questo  ≫ intervenne Kaminari, divertito. Si strinse nelle spalle. ≪  Alle ragazze piace soffrire, soprattutto se è per un bel ragazzo ≫
Tsuyu lo guardò male. ≪  Non dire stupidaggini ≫
≪  Todoroki non è solo bello  ≫ concordò Uraraka, decisa. ≪  Ha un suo fascino ed è sempre molto gentile con Momo ≫
La discussione stava perdendo velocemente di interesse per lui. Il suo sguardo si spostò sul ragazzo al suo fianco. Gli occhi azzurri di Iida avevano uno sguardo perso nel vuoto, si riscosse accorgendosi di essere osservato dell’amico e gli fece un gran sorriso. ≪  Beh, pensiamo a portare a termine questo compito invece che agli inutili pettegolezzi   ≫
Le ore di lavoro passarono in tranquillità, sotto la direzione di Iida, e prima che se ne rendesse conto era pomeriggio.
≪ Bene, anche questa è fatta  ≫ commentò Kaminari, stiracchiandosi. Midoriya e Iida chiusero le ultime buste di spazzatura, mentre le ragazze radunavano gli attrezzi.
≪  Si, abbiamo fatto un ottimo lavoro  ≫ concordò soddisfatto, Iida. ≪  Sono sollevato di sapere che la nostra città sarà più bella anche grazie a noi ≫
≪  Non sarà un po' esagerato?  ≫ si chiese Midoriya, ad alta voce. Un errore che si rese conto di aver commesso nel momento in cui Iida lo guardò con gli occhi azzurri seri. ≪  Ma certo che no, Midoriya-kun!  ≫ disse deciso. ≪  Ogni cittadino dovrebbe impegnarsi a tenere pulita la città ≫
Midoriya guardò Uraraka che alzò gli occhi al cielo, esasperata. Le labbra si curvarono in un sorriso e dovette sforzarsi di non ridere davanti alla buffa faccia della ragazza.  
In quel momento, un’esplosione a qualche strada di distanza attirò la loro attenzione. Si voltarono tutti a guardare il filo di fumo risalire in cielo, da dietro delle palazzine.
≪  Non sarà mica…Kacchan?!  ≫ si domandò Midoriya ad alta voce, da lui se l’aspettava che si mettesse a far esplodere le cose solo perché gli andava e si annoiava.
≪  Macché, non sarà così idiota  ≫ commentò Uraraka, scuotendo la testa.
La guardarono come a dirle, che si, il compagno di classe poteva essere davvero tanto idiota. Se gli scattavano i cinque minuti, Bakugo poteva far saltare in aria chiunque. Midoriya lo sapeva bene dal momento che lo conosceva fin da quando erano bambini.
≪  Oh merda, che facciamo?  ≫ domandò Kaminari, agitandosi.
≪  State calmi! Per prima cosa dobbiamo avvisare un Pro-Heroes e poi chiamare Aizawa-sensei   ≫  disse prontamente Ida. Tsuyu commentò sottovoce ≪  Non sappiamo nemmeno che sta succedendo, cosa dobbiamo dire? ≫
Midoriya si alzò, attivando il Full Cown, disse deciso. ≪  Vado a controllare ≫
Prima che qualcuno potesse rispondere, stava già correndo. Gridò ai compagni alle sue spalle. ≪  Per sicurezza avvisate i Pro ≫
Ignorò le grida di protesta di Ida e Kaminari, e si lanciò senza pensare verso il pericolo. Un attimo dopo, sentì alle sue spalle una vocetta che lo chiamava. ≪  Deku-kun, aspetta ≫
Si voltò, trovando Uraraka che gli correva dietro. Il caschetto castano oscillava alle sue spalle, il viso determinato. Midoriya aprì la bocca sorpreso, dicendo ≪  Uraraka-san, che fai? ≫
≪  Voglio dare una mano anche io  ≫ rispose determinata, cercando di tenere il suo passo. ≪  E poi non sono tanto sicura che non sia opera di Bakugo ≫
Midoriya rallentò, permettendole di raggiungerlo. ≪  Va bene, ma stammi vicino  ≫ rispose, preoccupato che finisse per farsi male. Prima di voltarsi, riuscì a scorgere un luccichio nei suoi dolci occhi castani e un sorriso allegro. ≪  S-si  ≫ disse lei.
Per qualche ragione, Midoriya si sentì in imbarazzo.
La scena che si trovarono davanti emergendo da uno dei tanti vicoli, gli ghiacciò il sangue.
Davanti a loro, si estendeva una scena spaventosa: vetrine in frantumi, con i vetri sparsi al suolo e calpestati dalla gente in fuga. Urla di dolore e terrore rimbalzavano fra i palazzi, solcati da spesse crepe. Il cemento e l’asfalto erano spaccati ed enormi blocchi di macerie erano sparsi ovunque.
Al centro del caos, c'era un Villan ricoperto di una sostanza viscida e fangosa, simile a melma, che colpiva con i suoi lunghi tentacoli gli edifici e il pavimento, gettando in aria frammenti di macerie.
Un tentacolo si avventò su un cassiere che si trascinava a quattro zampe, fuori da un negozio di alimentari.
Midoriya si mosse senza pensare. Attraversò la piazza e afferrò il signore che si trovava nella traiettoria di un tentacolo, portandolo al sicuro con un salto.
≪  Fuori dai piedi!  ≫ ruggì il criminale, travolgendo vetrine e mandandole in frantumi, avventandosi sui passanti in fuga.
Midoriya si muoveva veloce, cercando di salvarli tutti. Un tentacolo lo colpì sulla schiena, come una frustrata, strappandoli un grido strozzato.
≪  Deku-kun, attento!  ≫ gridò Uraraka, fermandosi dall’aiutare le persone intrappolate nelle macerie o paralizzate dal terrore.
I piedi si staccarono da terra, proiettandolo in aria. Portò indietro il braccio e colpì il villan, gridando. ≪  Smash!  ≫  
La melma si mosse addensandosi e attutì il colpo, schizzando ovunque. Midoriya vide un uomo rotolare a terra e rimettersi in piedi. La melma si mosse, raccogliendosi intorno all’uomo e avventandosi su di lui.
 Colpì il terreno con forza, staccando un blocco enorme di cemento. Entrambi, gli stavano finendo addosso. Midoriya portò indietro il braccio, pronto a spazzarli via con un colpo secco, quando qualcosa entrò nel suo campo visivo facendolo esitare. Qualcosa di rosso e luminoso.
"Fu in quel momento, che avvenne il nostro primo incontro, se così lo possiamo chiamare. In un giorno all'apparenza come tanti altri, lei entrò con un salto nella mia vita e tagliò di netto il braccio fangoso, le macerie e l'aria stessa. Solo in seguito compresi che quello che in realtà tagliò con la sua spada fu lo spazio stesso."
L’aria si mosse così velocemente, da tagliare il cemento e la melma con un unico fendente di spada. Davanti a lui, era comparsa una figura slanciata.
≪  Sei tu il responsabile di questo disastro?  ≫ domandò la ragazza, raddrizzando la schiena.
Il rosso vivo dei suoi capelli ondeggiò davanti agli occhi di Midoriya. Erano lunghi, di un rosso brillante e scuro, le sfioravano i fianchi. Gettò a terra una sacca da viaggio con un gesto ampio e plateale. Nell'altra mano stringeva una spada medioevale con l'elsa a forma di ali d'uccello.
Midoriya la guardò sbalordito. Era comparsa dal nulla, muovendosi così velocemente che non l’aveva nemmeno vista.
≪  Stai indietro  ≫ disse a Midoriya, senza nemmeno voltarsi. Scattò in avanti, correndo incontro al nemico, prima che lui trovasse le parole per risponderle.
≪  Voi criminali siete tutti uguali  ≫ gridò, irritata ≪  Dovette farla finita ≫.
Sollevò la spada sopra la propria testa. Midoriya lanciò un grido di avvertimento, quella creatura era troppo fangosa per poterla colpire con un’arma simile, la ragazza si sarebbe solo fatta male.
Lei, però, lo ignorò e colpì, dividendo in due il Villan con un fendente. La lama roteò a una velocità spaventosa, generando quella che sembrava una perturbazione in miniatura che strappò pezzi di fango.
Tagliò ancora e ancora, fino a ridurre a una forma indefinita il villan. Quando tutto il fango fu rimosso, Midoriya vide cosa c'era sotto: un uomo tremante che si stringeva al petto una borsa piena di soldi. La ragazza dai capelli scarlatti lo colpì in volto con un calcio rotante e lo mandò al tappetto facendoli perdere i sensi.
≪  F-fantastica!  ≫ strillò entusiasta, Uraraka.
Midoriya non riusciva a credere ai suoi occhi. Il tempismo con cui la misteriosa ragazza era apparsa e lo aveva salvato, il modo in cui aveva attaccato il criminale...aveva pensato fosse avventato, invece lei doveva aver intuito qualcosa del suo avversario che a lui era sfuggito, ed era riuscita ha privarlo della sua protezione viscida senza però ferirlo.
≪  Tutto bene? Ti ha colpito?  ≫ gli chiese voltandosi a guardarlo.
A Midoriya servirono diversi secondi per rendersi conto che stava parlando proprio con lui. Aveva tirato fuori - chissà dove e come - una corda e la stava usando per immobilizzare il criminale.
Midoriya sentiva bruciare la schiena, dove il tentacolo l’aveva colpito come una frustrata. ≪  Ah? Si  ≫ rispose, incerto. ≪   S-sto bene ≫
Finalmente, alle sue spalle arrivarono i compagni che aveva lasciato indietro, accompagnati degli Hero professionisti.
≪  Midoriya-kun, Uraraka-san! Siete degli sconsiderati  ≫ si infuriò Ida, guardando male Uraraka che aveva aiutato le persone a mettersi in salvo. I suoi occhi si spostarono su Midoriya, stringendosi sospettoso.
≪  Scusa, non potevo proprio stare con le mani in mano  ≫ si giustificò, timidamente. ≪  Soprattutto dal momento che gli eroi non erano ancora arrivati ≫
≪  Esatto  ≫ gli diede man forte Uraraka, stese il braccio e indicò la ragazza dai capelli scarlatti che ora stava venendo verso di loro. ≪  E poi quella ragazza ha attaccato il criminale e lo ha colpito e lui è crollato a terra privo di sensi ≫.
Parlò eccitata, mimando i movimenti della ragazza con una foga maggiore di quella usata dalla sconosciuta.  
La ragazza si fermò davanti a loro e raccolse la borsa che aveva lasciato cadere. I capelli le caddero in avanti, dalle spalle sottili, scintillando alla luce del sole come un fuoco vivo. Nella concitazione del momento non se n’era reso conto, ma era davvero bella e si muoveva con una scioltezza tale da sembrare stesse danzando.
≪  Midoriya-kun, mi stai ascoltando?!  ≫ sbraitò Kaminari, isterico. ≪  Perché devi sempre cacciarti in queste situazione assurde?! È pericoloso e non hai ancora una licenza. Io non ti capisco! ≫
≪  Ti sei fatto male? ≫ domandò la ragazza, scrutandolo con gli occhi nocciola. Stava parlando con lui, ma lanciò un’occhiata anche ai suoi amici, come a volersi accertare che non ci fossero feriti.
≪  N-no, s-sto bene  ≫ balbettò, sentendo il viso caldo. Le labbra rosee della ragazza si tesero in un piccolo sorriso. ≪  Meglio così ≫
Ora che ce l'aveva davanti riusciva a mettere a fuoco qualcosa di più dei suoi capelli lunghi e lisci, di un rosso scarlatto incantevole. Era bella, ma di una bellezza straniera, con il viso dai tratti delicati e gli occhi grandi di un castano nocciola luminoso.
Era più alta di lui - non che ci volesse molto, dato che era un tappo rispetto agli altri ragazzi - e aveva curve morbide, accentuate dalla gonna e dalla camicetta.
Spinse dietro l'orecchio una ciocca di capelli scarlatti.
≪  Mi spiace chiederlo in questo modo,  ≫ esordì, incerta ≪  ma mi sono persa e vago da ore. Mi potreste dire dove sono finita?  ≫
Kaminari spinse Midoriya da parte, facendolo barcollare ≪  Certo  ≫ disse, un po' troppo euforico. ≪  Tutto quello che vuoi, bellezza ≫
Lei inarcò le sopracciglia, soppesandolo.
≪  Sei disgustoso  ≫ gli disse Tsuyu. Uraraka le si avvicinò, ancora agitata. ≪  Sei stata fantastica prima! Ti aveva presa per un’eroina professionista, però sei così giovane! Dovresti avere la nostra età, vero? ≫. Guardò la compagnia in cerca di conferma. Tsuyu chinò la testa di lato.
La ragazza aveva un’espressione leggermente confusa, corrugò la fronte, cercando di seguire i loro discorsi. ≪  Le leggi del mio paese sono leggermente diverse dalle vostre  ≫ rispose, con un sorriso compiaciuto.
≪  Io sono Tsuyu Asui, come ti chiami?  ≫ si presentò la ragazza dai capelli verdi, accennando un sorriso.
≪  Ah, io sono Ochaco Uraraka.  ≫ intervenne Uraraka, euforica. ≪  Sei stata fantastica, ed hai anche salvato Deku-kun!  ≫
Iida stava osservando i Pro che prendevano in custodia il criminale, era rimasto poco che potessero fare. La ragazza aveva risolto la situazione molto velocemente. ≪  Capisco, sei straniera.  ≫ disse, facendo accenno al leggero accento della ragazza. ≪  Parli bene la nostra lingua, però. Ah, io sono il capoclasse della prima A, Ida Tenya, benvenuta nel nostro paese ≫
≪  Ed io sono Kaminari Denki.  ≫ disse, sporgendosi verso di lei con un sorriso luminoso. Abbassò la voce, suadente. ≪  Puoi fare di me quello che vuoi!  ≫
≪  Kaminari-kun!  ≫ gridò Ida, nello stresso momento in cui Tsuyu ripeteva ≪  Disgustoso ≫
Midoriya era rimasto un poco in disparte a guardare la scena.
Dopo essersi accertata che non era ferito, non l’aveva più guardato, ma il suo sguardo tornò su di lui nel momento in cui disse ≪   Grazie per l’aiuto, io sono Midoriya Izuku.  ≫
La ragazza lo guardò per un lungo istante, schiudendo le labbra sorpresa. ≪  Midoriya Izuku?  ≫ mormorò quasi fra sé, lasciandolo perplesso. C’era una qualche ragione per cui una ragazza così bella, avrebbe dovuto conoscere il suo nome? Non gliene veniva in mente nessuna, se non forse il Festival Scolastico.
Li guardò un po' confusa e sopraffatta dal loro entusiasmo.
≪  Uhm, mi chiamo Erza. Erza Scarlet. Vengo dall'America e anche se conosco un poco la lingua, questa è la mia prima volta nel vostro paese.  ≫ disse, leggermente imbarazzata ≪  Potreste parlare un po' più lentamente, per favore? Non riesco a seguirvi altrimenti ≫
≪  Ehi, voi ragazzini! Sgombrate la zona, per favore   ≫  gridò un poliziotto. ≪  Questa è la scena di un crimine, non un parco dove fare amicizia ≫
 Un eroe si avvicinò all’agente e gli indicò Erza, probabilmente spiegandoli cosa aveva fatto.
Erza li osservò per un attimo, accigliandosi. ≪  Ah, meglio spostarsi  ≫ disse, incamminandosi verso il vicolo più vicino.
Il poliziotto si girò di scatto verso di loro. ≪  Aspettate un attimo, ho delle domande da farvi ≫
Midoriya esitò, con i suoi compagni, mentre Erza scattò. Si mise a correre, scomparendo nel vicolo e mollandoli così. Si guardarono scioccati, mentre il poliziotto li raggiungeva.
La ritrovarono poco dopo che gli aspettava più avanti, con la schiena poggiata al muro di un edificio e il cellulare in mano. ≪  Ah, eccovi qui  ≫ disse, come se non fosse stata lei a darsela a gambe senza ragione. ≪  Vi aspettavo ≫
≪  Sei scappata via mentre parlavamo  ≫ disse Ida, sospettoso. ≪  La polizia aveva delle domande da fare sull’accaduto ≫
Erza si strinse nelle spalle, disinteressata. ≪  Si, non nutro grande simpatia per la stampa e la polizia  ≫ rispose ≪  Possono trarle da soli le loro conclusioni ≫
Uraraka la guardò a bocca aperta, turbato. ≪  Ma non sei un’eroina? Dal modo in cui sei intervenuta pensavo… ≫
≪  Sono un’aspirante eroina e potevo intervenire  ≫ tagliò corto. ≪  Solo che detesto la stampa e i poliziotti. Meno li vedo, meglio è ≫
Midoriya la guardò turbato e confuso. Non era una cosa comune per gli eroi evitare la stampa, soprattutto perché l’importanza di un eroe era misurata dall’apprezzamento dell’opinione pubblica.
Il viso di Erza si stese in un sorriso. ≪  Allora, dov'è che siamo?  ≫
I ragazzi si scambiarono un’occhiata dubbiosa. Fu Ida a spiegarglielo, prolisso di informazioni e dettagli. Uraraka e Kaminari fecero del loro meglio per semplificare e aiutare Erza ha capire.
≪  Uhm, mi sono allontanata meno di quanto pensassi   ≫ commentò, pensierosa.
≪  Esattamente, dove sei diretta?  ≫ domandò Uraraka ≪  Se è qui vicino possiamo accompagnarti noi prima di tornare a scuola ≫
≪  È il modo migliore se temi di perderti  ≫ concordò Ida, serioso.
Midoriya si teneva da parte, osservando e ascoltando in silenzio. Un po' lo intimidiva quella strana ragazza. L'aveva ringraziata, certo, ma aveva comunque la sensazione che avrebbe dovuto fare di più. Non avrebbe dovuto aver bisogno di essere salvato. Aveva ereditato il quirk dell'uomo più forte del mondo e si faceva salvare così da una passante, era un caso disperato.
≪  Sto andando alla Yuei Academy  ≫ disse Erza, facendolo trasalire. Alzò di scatto la testa, fissandola. Anche i suoi compagni erano ammutoliti. Erza stava guardando la città, il suo traffico, le persone e gli edifici, persa nei suoi pensieri. ≪  C'è qualcuno che devo incontrare ≫
≪  Chi?  ≫ domandò Midoriya, rompendo il silenzio. Erza si voltò, puntandoli addosso i suoi grandi occhi liquidi. Si accigliò, mormorando ≪  Mio padre ≫
Midoriya la guardò perplesso. Alla Yuei si trovavano solo gli studenti e gli insegnanti. Si mosse a disaggio sotto quello sguardo attento.
≪  Tuo padre si trova alla Yuei?  ≫ domandò sorpresa, Uraraka.
≪  Si, è un insegnante  ≫ rispose, guardinga.
≪  Ma questo è perfetto!  ≫ esultò Kaminari, con un sorriso luminoso ≪  Noi siamo studenti del corso per eroi della Yuei e stiamo tornando proprio a scuola ≫
≪  Accedervi senza un pass è impossibile  ≫ fece notare Ida, troncando l'entusiasmo dell'altro ragazzo che lo guardò deluso. ≪ Ma…≫
≪  Di questo non preoccupatevi.  ≫ rispose Erza, con un ghigno divertita. Uraraka la guardò sorpresa. ≪  Non sa che sei qui? ≫
Erza sorrise. C'era qualcosa di malinconico nella sua espressione che Midoriya non riusciva ad afferrare. ≪  No, direi di no.  ≫ rispose ≪  è un po' complicato, diciamo. Ma non vi preoccupate: il nostro rapporto è così, a volte è lui che mi compare davanti dal nulla e a volte sono io ≫
Non fecero troppe domande e tutti insieme si mossero verso la scuola. Lungo il tragitto, Erza volle offrirgli il gelato per ringraziarli della gentilezza di accompagnarla.
≪  Perciò anche tu frequenti una Hero Academia?  ≫ domandò Uraraka, incuriosita. ≪  Era una spada quella che stavi usando, non pensavo che ci fosse ancora qualcuno che le usasse ≫
Tsuyu aggiunse, pensierosa. ≪  A quale specializzazione punti? Soccorso o salvataggio? ≫
≪  Combattimento  ≫ replicò Erza, lanciando un’occhiata ai ragazzi che camminavano dietro le ragazze. La guardarono sorpresi, strappandole una smorfia. ≪  Cosa? Anche se sono una ragazza posso combattere ≫
≪  C-certo  ≫ replicò Midoriya, evitando il suo sguardo. ≪  Ci sono diverse eroine che l’ho fanno. Effettivamente, dal modo in cui sei intervenuta è evidente che è quella la strada a cui punti ≫
≪  Piacerebbe anche a me  ≫ commentò pensierosa, Uraraka. ≪  Ma il mio quirk non è molto d’aiuto in battaglia ≫
≪  Non ti scoraggiare, Uraraka-san  ≫ disse Iida, gentilmente. Midoriya annuì ≪  Sei sempre molto d’aiuto ≫
≪  Quanti anni hai, Scarlet-san?  ≫ le domandò Kaminari, facendosi posto fra lei e Tsuyu. Erza non lo guardò. ≪  Sedici ≫
≪  Come mai sei venuta in Giappone?  ≫ insistette Kaminari, facendola storcere la bocca, infastidita. ≪  Quante domande. Questo l’ho già detto, sono venuta a trovare mia padre ≫
Si voltò a guardare alle sue spalle. Midoriya si irrigidì, quando la ragazza chiese. ≪  Tu sei quel ragazzo, vero? Quello del Festival scolastico che si spaccava le ossa ogni volta che usava il suo quirk ≫
Midoriya abbassò la testa, imbarazzato. ≪  Eh, s-si. Sono io, ma ora riesco ad usarlo senza danneggiarmi ≫
Erza l’osservò per un lungo momento. ≪  Meglio tardi che mai  ≫ borbottò, girandoli le spalle. Non lo guardò più, né gli parlò. Midoriya le camminava alle spalle venendo del tutto ignorato, mentre tutti gli altri chiacchieravano dei più e della mano.
≪  I tuoi capelli  ≫ disse a un certo punto, Uraraka ≪  sono davvero tanto rossi. è una tinta? ≫
≪  No, è il mio colore naturale  ≫ replicò Erza, leggermente infastidita. Li toccò, lisciandoseli con insofferenza. Tanto che Midoriya si chiese se non le piacessero.
Arrivarono a scuola che il sole stava tramontando. Un bel rosso lucente, come i capelli di Erza, dipingeva la volta del cielo all'orizzonte.
Il professore Aizawa li stava aspettando all'ingresso, l’aria più infastidita del solito. Gli fulminò con lo sguardo vedendoli arrivare.  
≪  Siete tutti in punizione per il ritardo. I vostri compagni sono tornati da un pezzo  ≫ annunciò ≪  e vi siete nuovamente cacciati nei guai ≫
≪  Ma professore!  ≫ protestarono in coro.
Aizawa li ignorò. Poi guardò Erza che era rimasta un po' indietro.
<<  E tu chi saresti? Non mi pare proprio che tu studi in questa scuola  ≫
Alle spalle di Erza c'era il tramonto, perciò era impossibile distinguere il rosso dei suoi capelli dal cielo alle sue spalle. Qualcosa nella sua espressione era mutata, diventando dura e autorevole.
<<  Il mio nome è Erza Scarlett. Il mio Master dovrebbe avervi avvisato del mio arrivo   ≫
"Parlò con sicurezza, inflessibile e determinata. Lasciandoci tutti a bocca aperta. Allora non sapevo ancora che Erza Scarlett avrebbe avuto un ruolo importante nella nostra storia. Ricordo che pensai che fosse solo una bellissima e strana ragazza. Una Hero insolita che non indossava alcuna maschera, sfuggiva alla polizia e alla stampa, ma che non aveva esitato un istante a intervenire in una situazione spinosa."
Il professor Aizawa sfoderò la sua espressione infastidita. <<  Ah si, lo troverai nella sala professori  ≫ . Stese il braccio e le consegnò un pass. Poi come se si fosse reso conto che Erza non poteva sapere dove si trovava quella stanza, aggiunse <<  Vieni, ti ci porto  ≫ .
I ragazzi la guardarono perplessa, ma Erza evitò il loro sguardo mentre si avviavano all'interno. Non rispose nemmeno quando Uraraka provò a chiederle chi fosse il suo Master e come avesse ottenuto l'accesso alla scuola.
Erano arrivati all'ingresso dell'edificio principale quando Midoriya riconobbe le due persone ferme davanti alla gradinata: All Might, scheletrico e nervoso, faceva su e giù con addosso vestiti troppo grandi per il suo fisico; seduta sugli scalini con le mani giunte sulla sommità del bastone da passeggio c'era la vecchia Recovery Girl.
Appena li notò, All Might si fermò e mosse qualche passo incerto verso di loro.
Midoriya si illuminò, però si accorse che il suo idolo non stava guardano né lui né gli altri, fissava un'unica persona. Non stava sorridendo e gli occhi infossati erano lucidi di lacrime non versate.
<<  Sono a casa   ≫  disse, Erza, con una voce calda e gentile. I cinque studenti la guardarono confusi e sorpresi. All Might annuì <<  Bentornata  ≫ .
Lei si fece avanti, allontanandosi dal professore, e prima ancora che potesse avvicinarsi, All Might l'aveva già afferrata e tratta a sé. Le strinse le braccia intorno alle spalle, le mani impigliate nei capelli scarlatti della ragazza, le lacrime che gli solcavano il viso.
Erza lasciò le sue braccia lungo il corpo, senza nemmeno accennare a stringerlo a sua volta. Affondò il viso nella sua spalla e per un lungo attimo restò così, immobile.
<<  Ma cosa...?   ≫  tentò di domandare, Kaminari, ma venne subito zittito da Recovery Girl che aveva l'aria commossa.
<<  Erza   ≫  disse, All Might, con la voce impastata dall'emozione. Ignaro della confusione sui volti dei suoi studenti e delle loro mute domande che attendevano risposta.
<<  Ero così in pensiero. Non hai idea della paura che ho avuto, in questi giorni. Nessuno sapeva dirmi dove eri finita né cosa fosse successo. Il tuo telefono risultava sempre spento e irraggiungibile. Quando alla fine, il preside mi ha detto che saresti venuta alla Yuei non sapevo cosa pensare  ≫ . L'allontanò da sé per poterla guardare in viso. <<  Che significa tutto ciò? Ho temuto che qualche villan...   ≫  si fermò e scosse la testa, turbato.
<<  Sto bene   ≫  disse, Erza. La sua voce era composta e indecifrabile. Midoriya non riusciva a scorgere il suo viso per poter tentare di dare un senso a quel tono.
<<  Torniamo a casa  ≫ .
All Might lasciò cadere le braccia senza smettere di fissarla in volto.
<<  Erza, tu...?   ≫  
Non poté finire la frase che Erza lo colpì in piena faccia con un pugno.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 1 - Un incontro scarlatto - Parte 2 ***


Lei aveva un viso cupo ed un’espressione tempestosa, anche se immaginava che nessuno che non la conoscesse bene l'avrebbe notato.
<<  Cosa è successo?   ≫  domandò, ansiosamente <<  Perché sei sparita senza dire niente?  ≫
Aveva passato giorni angoscianti, pensando agli scenari peggiori possibili, arrivando persino a chiedersi se gli scagnozzi di All for One non l'avessero presa per vendicarsi di lui. Aveva cercato dentro di sé anche un solo granello del One for All che gli avrebbe permesso a quel punto di salvarla, ma poi il preside l'aveva chiamato dicendoli che Erza era attesa in giornata alla Yuei, così dal nulla, senza nemmeno un messaggio per avvisarlo.
<< Torniamo a casa  ≫  disse Erza e nei suoi occhi lesse un messaggio chiaro: Ne parliamo a casa, da soli, dove questa gente non ci vede e sente. Però lui era stato troppo in ansia e scosse la testa, lasciandola andare. << Erza, tu...? ≫
Il resto della frase gli rimasse impigliato in bocca. Barcollò, sbilanciato dal pugno che Erza gli aveva sferrato all'improvviso.
I suoi studenti urlarono. Vide il giovane Midoriya lanciarsi in suo aiuto, ma Aizawa fu pronto ad afferrarlo per trattenerlo.
Una ventata di collera spazzò via tutta l'ansia che aveva nutrito dentro di sé. Da sempre, Erza era l'unica persona nella sua vita in grado di far avvampare le sue emozioni così bruscamente. Lei che poteva trasformare le sue emozioni in gioia pura, in collera feroce, in preoccupazione angosciante, solo muovendosi, solo respirando, solo essendo sé stessa.
<< Ne parliamo subito, deduco  ≫  disse, aspramente.
Erza lo guardò male, spostò il peso su una gamba e ruotando su sé stessa gli sferrò un calcio rotante che lo mancò di un soffio, solo perché era indietreggiato in tempo.
<< Tu eri preoccupato? Tu eri spaventato? Tu?!  ≫  gli gettò in faccia ognuna di quelle parole come una secchiata di acqua fredda. La sua rabbia di genere incandescente e appassionata, era ora fredda e tagliente come il filo delle sue spade. Intanto, continuava a colpirlo, utilizzando calci e pugni che lo facevano sempre più sbandare e pestavano la carne e la pelle.
Lo guardava in un modo che conosceva fin troppo bene. Aveva lottato per strapparglielo di dosso e aveva pensato di esserci riuscito alla fine. Che illuso.
<< L'ho vista, lo sapevi? Hanno dato la battaglia di Kamino in diretta mondiale ≫
<< Ah, allora, è per questo  ≫  ansimò, faticando a tenere il passo con i colpi sempre più svelti che lei gli assestava. Quando era diventata così veloce? Quando aveva imparato a dosare in quel modo la propria forza?
<< Serve che te lo dica? Serve che ti dica come tu non sia molto meglio di un bambino idealista che insegue un sogno irrealizzabile? ≫
Non rispose. In parte, perché percepiva i veri sentimenti che muovevano Erza, nascosti sotto la superficie dei suoi colpi e della sua voce rabbiosa. Dall'altra parte, era preso a immaginarsela nella gilda mentre guardava in diretta l'incubo di Kamino. La vedeva attorniata dai suoi compagni, chiusa in un silenzio impotente: mentre lui veniva spogliato della sua dignità di simbolo della pace, del suo manto di invincibilità e invulnerabilità; mentre veniva spogliato degli ultimi residui del suo potere, il One for All.
<< Dimmi una cosa, hai pensato anche solo per un istante che se quel ultimo colpo non fosse andato a segno saresti morto, oppure l'essere un eroe ti fa dimenticare che sei umano?  ≫  
L'ultimo calcio lo prese alle costole, levandoli il fiato e facendolo crollare a terra, nella polvere. Erza lo guardò dall'alto, gli occhi nocciola fiammeggianti. In un solo occhio poteva intravedere le lacrime che stava disperatamente trattenendo.
<< Il simbolo della pace. L'eroe numero uno. Dov'è la tua super forza ora, grande eroe? ≫
<< Lo sai.  ≫  mormorò << Ho esaurito le mie forze. Io... ≫ . La voce gli si spezzò.
<< Adesso, basta  ≫  disse, Aizawa muovendo un passo in avanti. << Se non riesci a capire che tuo padre è un eroe che ha messo la sua vita in pericolo per proteggere delle persone... ≫
<< Lo so, benissimo!  ≫  gridò Erza, serrando i pugni. << Si faccia gli affari suoi, per favore! ≫
Toshinori la guardò. Era come quando da bambina gli urlava in faccia che non voleva togliersi l'armatura, che non voleva chiudere gli occhi perché avrebbe incontrato i mostri che le avevano rubato l'infanzia, che odiava il suo stesso quirk.
<< Aizawa-kun  ≫  disse, rivolto al collega << allontana i ragazzi. Va tutto bene, credimi ≫
Erza mosse un passo in avanti furiosa. << Bene? Va tutto bene? Hai perso il tuo potere e ora qualunque delinquente da quattro soldi senza un quirk potrebbe farti fuori, lo vuoi capire?! ≫
<< Lo capisco perfettamente ≫
<< No, non è vero. Non lo hai ancora realizzato  ≫  gli disse, Erza. Sembrava triste e arrabbiata allo stesso tempo. Toshinori immaginò che avesse passato tutto quel tempo a cercare un modo per far uscire le proprie emozioni, ed aveva trovato solo questo.
<< Erza...  ≫  disse.
<< Stai zitto!  ≫  sbottò, furiosa, piegandosi su sé stessa. Le lacrime caddero a bagnarle il viso. << Se non sei in grado nemmeno di difenderti dai miei attacchi come farai a proteggerti se i Villan attaccheranno ancora questa dannata scuola?! Lo sai che non sto usando nemmeno il mio quirk? Che non ci sto mettendo nemmeno la metà della forza che possiedo?! ≫
Si inginocchiò, nascondendo il viso nei pugni serrati. Forse ora la stava rimpiangendo quella armatura che si era tenuta addosso per metà della sua vita. Lui aveva provato in ogni modo a farle sentire che non ne aveva bisogno, ma stavolta la ragione per cui Erza ne sentiva l'esigenza era da imputare a lui.
<< Erza, tu sei forte  ≫  le disse << Lo sei davvero, ed è proprio perché lo sei che ho commesso un errore imperdonabile ≫
Lei non rispose, ma non attaccò. Toshinori pensò che forse adesso che si era sfogata lo avrebbe lasciato parlare. << Ti ho caricato del peso di troppe responsabilità e preoccupazioni. Avrei dovuto dare più peso ai tuoi dubbi quando ci sentivamo, invece...ho finito per dimenticare che anche se sei forte, sei ancora molto giovane. Mi dispiace che tu abbia dovuto tenerti tutto dentro, che abbia dovuto venire fin qui solo per sbattermi in faccia i tuoi sentimenti e farti ascoltare ≫ .
<< Immagino che questo non significhi che mollerai questo posto e tornerai a casa con me  ≫  commentò cupamente.
Toshinori sollevò lo sguardo su Midoriya. Il suo giovane successore lo guardava con gli occhi pieni di lacrime e il viso pallido. No, non poteva certo lasciarlo, però come poteva ignorare il grido di aiuto della sua bambina?
<< Erza... ≫ tentò, si interruppe esitando. Infine sospirò << Io ci credo ancora in quel sogno ≫ .
Erza sussultò e scatto in piedi come se volesse colpirlo ancora.
<< Anche se non lo posso più realizzare con le mie mani, farò in modo che siano i futuri eroi a renderlo possibile. Per questo io...devo restare qui. Ci sono ancora molte cose che posso insegnare loro. Se li vedessi, Erza-chan...sono ragazzi promettenti e un giorno saranno dei grandi eroi, in grado di surclassare perfino me ≫ .
Erza ispirò bruscamente, scacciando via le lacrime dal suo viso.
<< Va bene  ≫  concesse, arrendendosi. Probabilmente, era l'unica persona in grado di vincere una qualsiasi battaglia contro di lei, alla fine. Erza doveva saperlo perché lo stava guardando male. Toshinori gli sorrise.
<< Li guarderò, e guarderò anche te. Al primo segno di pericolo ti carico su un aereo e ti spedisco al sicuro  ≫  disse, minacciosa.
Toshinori rise, poi la sua risata si spense. Guardò Erza. Se ne stava là in piedi con le braccia incrociate e l'espressione di una che non si era affatto arresa, aveva solo cambiato le carte in tavolo per dare nuovamente battaglia.
<< Cos- cosa intendi?  ≫  chiese, esitante. Forse non lo voleva sapere, dopo tutto.
Erza gli sorrise, lentamente e con sicurezza. Per qualche ragione, Toshinori ebbe un brivido.
<< Da domani sarò una studentessa del corso per eroi della Yuei  ≫  lo informò con la stessa naturalezza con cui avrebbe potuto dirgli "la cena è in tavola".
Toshinori sputò sangue dallo spavento. Letteralmente.
<< Cosaaaaa?!  ≫  gridarono in coro gli studenti. Erza scostò i capelli con naturalezza, compiaciuta come un gatto che fa le fusa.
<< Ma ma ma tu  ≫  balbettò, incredulo, gesticolando e guardandosi attorno in cerca di qualcosa o qualcuno che potesse aiutarlo.  << Io non ho mai dato il mio consenso, non ho ... ≫
<< Hai firmato le carte per il trasferimento che sono state consegnate alla Yuei giusto in tempo perché possa iniziare la scuola domani  ≫  ghignò.
<< Erza, dimmi che stai scherzando!  ≫  gridò, incredulo.
Il sorriso sparì dal volto di Erza, i suoi occhi fiammeggiarono. << Hai qualche cosa da dire? ≫
Qualunque protesta gli fosse saltata alla mente, morì seduta stante. Se l'avesse espressa era probabile che anche il suo corpo sarebbe morto, per mano di una spada impugnata da Erza.
<< Ah no no. Sono contento, ci vedremo tutti i giorni ≫
Lei annuì, tornando calma. Si gettò i capelli indietro e si stiracchiò. << Beh, si sta facendo tardi ed ho fame. Andiamo a casa ≫
Si voltò e senza aspettarlo si incamminò per lo stesso sentiero dal quale era venuta. Fece giusto un cenno ai nuovi compagni, dicendo << Non vedo l'ora di lavorare con voi. Siete stati molto gentili. A domani ≫
Toshinori sollevò lo sguardo spaurito e fisso Aizawa che aveva un’aria immusonita e stava osservando Erza allontanarsi. Appena si accorse dello sguardo del collega gli fece una delle sue facce irritate.
<< Non guardare me. è tua figlia, e da domani me la dovrò sorbire io.  ≫  alzò gli occhi al cielo e aggiunse << Se solo ci penso mi viene voglia di morire ≫
Toshinori sbatté il pugno a terra. Una, due, tre volte. Alla quarta dovette fermarsi perché gli faceva male. L'aveva sottovalutata. Lui l'unico in grado di averla vinta su di lei? Ma che illuso che era!
<< è diventata una bella ragazza piena di determinazione  ≫  commentò Recovery Girl con la sua vocetta squillante. Toshinori la guardò disperato.
<< No  ≫  lo fermò subito << Non credo esista qualcuno al mondo che possa farle cambiare idea.  ≫  Ridacchiò. << Ad ogni modo, il suo affetto per te è cresciuto ed è la ragione che l'ha spinta a venire fin qui ≫
<< No  ≫  la corresse, sospirando afflitto << la ragione è che deve farmela pagare. Lo so, è così. Vuole farmela pagare perché ho tirato troppo la corda, pensare che sono pure tornato a casa sano e salvo, ma pensi che ad Erza possa bastare? No, non basta ≫
<< Una splendida ragazza, non ha neppure usato il suo quirk  ≫  disse, Recovery Girl ignorando il suo monologo. Toshinori scattò irritato. << Pensi che non lo sappia?!  ≫  sputò sangue << Non girare il coltello nella piaga! ≫
<< Che fai, ti muovi?  ≫  lo chiamò Erza, dal fondo del sentiero, come se non avesse combattuto contro di lui fino a poco prima.

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Capitolo 4
*** Capitolo 2 - La figlia dell'eroe numero Uno ***


Il mattino seguente, Midoriya si lasciò cadere al suo posto, dietro Bakugo, esausto. Aveva dormito poco e male. La sera aveva sentito All Might per telefono, anche se per poco, dato che aveva molto da fare con l'arrivo di Erza.
<< Non sapevo avessi una figlia  ≫  aveva detto, cercando di non sembrare troppo risentito per la scoperta di un simile segreto. << Nessuno ne ha mai fatto cenno  ≫ .
<< Si, ecco, è complicato. Ho tenuto segreta la sua esistenza per evitare che venisse presa di mira dai villan o coinvolta dalla stampa. Ad ogni modo, giovane Midoriya, te l'avrei detto ≫
Gli era sembrato agitato, forse addirittura preoccupato.
Quando? era questa la domanda che voleva fargli. Quando volevi dirmelo, esattamente?
<< Ad ogni modo, mi ha salvato  ≫  aveva detto, invece. A malincuore gli aveva riassunto gli eventi del pomeriggio, << Adesso che fa? ≫
<< Mette a soqquadro la casa  ≫  aveva borbottato. C'era stata confusione dall'altra parte della comunicazione, poi All Might gli aveva detto nervosamente << Devo andare. Per favore, tienila d'occhio da domani. Ciao ≫
Aveva chiuso senza che Midoriya potesse rispondere.
Aveva passato il resto della notte a rigirarsi nel letto, pensando e chiedendosi quanto sapesse realmente Erza di suo padre e del One for All; a rivivere quel breve momento di azione.
<< Saluto!  ≫  tuonò il capoclasse, scattando in piedi. Midoriya eseguì il saluto con un lieve ritardo rispetto ai compagni. Il professor Aizawa aveva l'aria più infastidita del solito. Al suo fianco, c'era Erza nella divisa di ordinanza della Yuei. Aveva lasciato la camicia leggermente sbottonata e la cravatta allentata, beccandosi da subito le occhiatacce del capoclasse.
<< Da oggi avrete una nuova compagna di corso  ≫  li informò svogliatamente, Aizawa. << Viene da una Hero Academy d'America e non conosce bene le nostre usanze. Datele modo di imparare in fretta. Prego ≫ . Fece cenno ad Erza di farsi avanti per le presentazioni.
Minetta posò una mano sulla spalla di Midoriya, bisbigliando con la bava alla bocca << Hai visto che tette? Hai visto che fianchi? Midoriya-kun ≫
Il suo tono di voce era troppo squillante per risultare discreto, Midoriya cercò di nascondersi dallo sguardo di Erza. Non voleva essere picchiato come All Might il giorno prima.
Dall'ultimo banco, Yaoyorozu disse a Minetta disgustata. << La vuoi smettere? Sei inquietante, Minetta-kun ≫
<< Mi chiamo Erza Scarlett  ≫  esordì con voce chiara e sicura. Non sembrava né intimidita né a disaggio, nonostante avesse addosso lo sguardo di tutti. Ignorò il borbottare delle ragazze e gli apprezzamenti e le esclamazioni dei ragazzi.
<<  Sono cresciuta in un piccolo paesino di nome Rosemary e ho vissuto in America per molto tempo. Ho sedici anni e resterò in questa scuola per tutto l'anno e, forse, anche l'anno prossimo. Mio padre è giapponese perciò conosco un po' la lingua. Vi chiedo scusa fin da ora se dovessi fare qualcosa che vi possa risultare strano o inconsueto. So molto poco delle vostre usanze, ma cercherò di imparare in fretta ≫ concluse con un sorriso.
<< Siedi qui, Scarlett-san  ≫  si offrì prontamente, Sero. Kaminari gli mise una mano in faccia per farlo tacere. << Scarlett-san, sono Kaminari, ci siamo incontrati ieri. Vieni a sedere qui con me ≫
<< Ci sono già io seduta con te, scemo  ≫  gli fece notare indispettita, Jiro. I suoi earphone jack scattarono verso il ragazzo biondo, colpendolo con una scarica di ultrasuoni.  
Kaminari sussultò, crollando sul banco fra le risate generali.
≪ Ben ti sta ≫ risse Kirishima, con le lacrime agli occhi. ≪ Così impari a fare il cretino≫
 Sulle labbra di Erza si stese un sorriso divertito nel guardarli.
Minetta scattò, facendo balzi spaventosi con la bava alla bocca. << Qui, vieni a sedere qui! ≫
Midoriya si accasciò sul banco, era davvero troppo stanco per sopportare l'improvvisa confusione in classe.
<< I maschi sono ridicoli  ≫  commentò, Yaoyorozu, riscuotendo il consenso generale delle altre ragazze. Erza fece scorrere lo sguardo sulla classe. A Midoriya sembrò che indugiasse su di lui un istante di troppo, prima di andare a prendere posto all'ultimo banco.
<< E adesso fatte silenzio!  ≫  gridò il professore, facendo ripiombare l'ordine.
Le lezioni ripresero normalmente, gli animi si calmarono e Midoriya finì per dimenticarsi della figlia di All Might, tanto se ne stava buona e tranquilla, senza dare confidenza a nessuno.
Alla fine dell'ora di matematica, suonò la campanella che annunciava la pausa pranzo.
<< Che sollievo!  ≫  sospirò Midoriya, abbandonando la testa sul banco. ≪ Non ce la faccio più≫
Forse era il caso che si prendesse un caffè per tirarsi su, almeno fino ad arrivare alla fine della giornata.
<< Midoriya-kun, vogliamo andare  ≫  lo chiamò, Ida. Al suo fianco, Uraraka gli sorrise, sporgendosi verso di lui e facendolo arrossire. << Hai trovato difficili gli ultimi esercizi? ≫ .
Annuì, muovendosi imbarazzato per la vicinanza della ragazza. Avvertì una certa confusione provenire dal fondo della classe. Si voltarono a guardare. Midoriya individuò la testa scarlatta di Erza circondata da quelle dei ragazzi.
<< Sembra che la nuova arrivata sia già attorniata dai compagni  ≫  commentò Uraraka, infastidita. ≪ Si fa proprio notare≫
<< Se penso a quello che abbiamo scoperto ieri su di lei  ≫  aggiunse scosso, Ida. << Non so nemmeno se è un segreto ≫
<< Già  ≫  convenne Midoriya, sentendosi sempre più depresso.  
<< Non capisco come mai Recovery Girl e il professore Aizawa l'abbiano difesa.  ≫  sbuffò, Uraraka, gonfiando le guance.
Le parole usate dai due docenti erano state proprio la ragione per cui Midoriya aveva sentito l’esigenza di parlare con All Might. Non poteva credere di non aver mai sospettato l’esistenza di questa misteriosa figlia e per di più che lei fosse così diversa da All Might.
<< Lei sa molto di lui. ≫ aveva detto, Recovery Girl ≪ L'eroe numero uno, lo chiamano, ma per Erza quello è un uomo fatto di carne e sangue ≫
Gli studenti l’avevano guardata confusi, senza capire cosa intendesse dire.
Midoriya, invece, un’idea se l’era fatta venire. Quanto sapeva Erza Scarlet di suo padre e del suo potere?
Il segreto del One for All era una cosa che conoscevano in pochi, possibile che anche lei ne fosse a conoscenza o forse, ignorava del tutto la cosa.
<< Inoltre, non l'ha colpito per davvero. ≫ aveva continuato la vecchietta ≪ Ognuno di quei colpi era studiato per non nuocergli ≫
<< Già  ≫  aveva commentato cupamente Aizawa <<  Ha dimostrato un controllo del proprio corpo interessante. Ha misurato e soppesato la forza, la tempistica e anche la resistenza del suo avversario. Perfino All Might deve essersene accorto ≫ .
<< Eh?  ≫  avevano risposto in coro gli studenti, sempre più confusi e scioccati. Midoriya aveva ripensato al modo in cui aveva affrontato quel criminale fangoso, generando un vento impetuoso e tagliente che aveva disperso la melma.
Si, era decisamente un livello diverso rispetto a quando aveva combattuto contro All Might. Sicuramente, si era trattenuta, ma era stato comunque scioccante vederla colpirlo in quel modo.
La rabbia che straripava da ogni suo gesto e parola, una furia densa di angoscia nel momento in cui si era fermata. Midoriya aveva ancora i brividi per la battaglia di Kamino, ma era evidente che per lei era stato molto peggio.
Recovery Girl aveva annuito, gravemente. << Ad essere sincera, se non fosse stato per quei suoi capelli così particolari non l'avrei nemmeno riconosciuta. La bambina che conoscevo io si aggrappava fiduciosa alla mano di All Might, non metteva certo in discussione le sue scelte con tanta foga e determinazione ≫
<< Izuku Midoriya, giusto?  ≫  La voce gentile lo strappò ai suoi pensieri e ricordi. Davanti al suo banco c'era Erza che lo fissava con quei suoi occhioni nocciola, intensi e attenti.
La divisa le stava stretta, premendo sulle curve morbide e lasciando scoperte le lunghe gambe atletiche. I capelli rossi erano stati spostati su una spalla e scintillavano in contrasto con la camicia candida.
Midoriya sentì un’ondata di ansia risalirgli dal petto. << Ah s-si!  ≫  scattò in piedi come un soldatino a molla, sorprendendo perfino Erza che sussultò, sorpresa.
Lo guardò, corrugando la fronte. << Uhm, mi mostreresti dove si trova la mensa?  ≫  gli chiese, gentilmente.
Midoriya prese la richiesta, come se gli avesse dato un ceffone. I suoi muscoli si tesero, attraversati da un fremito nervoso. Arrossì vistosamente, fissandola incredulo.
Gli stava davvero chiedendo di accompagnarla in mensa, a lui?!
<< Te la mostro io!  ≫  salto su, Minetta. Kaminari mise un braccio intorno alle spalle di Erza e fece un gran sorriso. << Non preoccuparti, ti ci porto io alla mensa ≫
L’espressione sul viso di lei si velò di irritazione. Afferrò il polso di Kaminari con due dita e fece pressione. L'espressione del ragazzo cambiò all'istante, diventando di sconcerto e poi di dolore. Strillò, tirando via il braccio.
Il sorriso sul viso di Erza non vacillò. Lo stava fissando intensamente, gli occhi nocciola scuri, con una luce determinata che lo fece tremare. per qualche ragione, gli tornò in mente il modo in cui aveva colpito All Might a tradimento, cogliendolo di sorpresa.  
<< Siete tutti così gentili  ≫  disse, allungando la mano con disinvoltura e afferrando il braccio di Midoriya. Faceva già caldo per cui aveva indossato la camicia a maniche corte, la pelle di Erza a diretto contato con la sua era calda e asciutta e gli fece scorrere una serie di brividi sotto pelle. Aveva il cuore a mille. Continuando a fissarlo negli occhi, disse << Ma ci pensa Izuku, vero? ≫
La bocca del ragazzo si spalancò per la sorpresa. Erza lo trascinò con sé fuori dall'aula, senza darli nemmeno il tempo di riprendersi o reagire.
Lo aveva chiamato per nome, così dal nulla, senza nemmeno aggiungere un onorifico. Lo trascinò con sé sotto gli sguardi sbalorditi di tutti.
Sentì perfino Ashido chiedere a un Kirishima altrettanto incuriosito << Ma si conoscono? ≫
<< Boh, ed io che ne so  ≫  rispose lui, confuso.
<< S-Scarlett-san?  ≫  mugugnò Midoriya, mentre ancora veniva trascinato per un braccio. ≪ Dov-dove stiamo andando?≫
<< Chiamami Erza  ≫  disse seccamente, senza nemmeno voltarsi. La sua stretta era salda, le dita affilate gli stringevano la carne.
<< E-Erza-san?  ≫  balbettò, sentendosi bruciare il viso.  << La mensa non è da questa parte ≫ .
Lei lo trascinò in un corridoio laterale.
<< Lo so, ho studiato la cartina della scuola ieri notte ≫
<< Co-cosa?! Fai sul serio?!  ≫  sbottò, incredulo. Non gli rispose, si fermò davanti a una porta chiusa e l'aprì, sbirciandoci dentro, prima di spingere Midoriya ad entrare e chiudere la porta alle loro spalle.
Si trovò in uno spazio angusto e buio, con la schiena premuta contro quelli che immaginava fossero assi, e il corpo di Erza a meno di un palmo dal suo. Lei si mosse, mettendolo in allarme.
<< C-che stai facendo Scarlett-san?  ≫  domandò con voce stridula. Non solo si sentiva il viso in fiamme, ma anche il respiro era spezzato. Percepiva la vicinanza del corpo caldo di lei, il suono del suo respiro regolare. Erano troppo vicini. D’istinto si premette contro le assi alle sue spalle. Cercando di allontanarsi.
Un fievole bagliore si accese, mettendo in luce i contorni delle cose. Dovette strizzare gli occhi per abituarsi a quel cambiamento.
<< Non quello che piacerebbe a te, pervertito  ≫  sibilò Erza, irritata.
Se possibile divenne ancora più rosso in volto.
Erano chiusi in quello che aveva l'aria di essere un ripostiglio per le scope, l'unica illuminazione proveniva dallo smartphone di Erza, ed erano stipati lì dentro insieme. Tanto vicini che poteva avvertire il calore della sua pelle. Non era mai stato tanto vicino a una ragazza così bella e dallo sguardo tanto terrificante.  
Oh Dio Santissimo.
<< Volevo parlarti senza correre il rischio che altri sentissero ≫ . Erza stese il braccio e poggiò la mano a lato della testa del ragazzo, che ebbe un sussulto. Il suo sguardo verde scattò sul braccio teso di lei, tornò sul viso serio della ragazza e fuggì altrove.
L'aria sapeva di muffa, polvere e solventi, e...di vaniglia. Quest'ultimo profumo pareva così fuori luogo che immaginò appartenesse ad Erza.
<< Ah, dav-davvero  ≫  blaterò con voce stridula. ≪ N-non possiamo p-parlare altrove? In giardino, magari≫
≪ Qui va benissimo ≫ replicò lei, tagliente. Midoriya deglutì, sentendosi la gola secca. ≪ D-di cosa vuoi parlare? ≫ chiese, trattenendo bruscamente il fiato. Non la conosceva nemmeno, perché tutto ad un tratto voleva parlargli proprio in un posto del genere.
I vestiti di lei sfiorarono i suoi, facendoli correre brividi nervosi per tutto il corpo.
Gli occhi di Erza si strinsero, erano minacciosi e sorprendentemente belli, coronati da ciglia scure. << Parliamo del One for All e di come tu non sappia usarlo senza farti esplodere le ossa in corpo ≫
Midoriya sentì il cuore balzargli in gola per lo spavento. Sussultò, trovandosi a un soffio dal viso di lei. Tanto vicino che poté vedere la pelle chiara di lei imperlarsi di un leggero rossore. Eppure non indietreggiò, forse perché sarebbe parsa una resa, e se aveva capito qualcosa di quella ragazza nel poco tempo che l'aveva conosciuta era proprio che Erza Scarlett non era persona da arrendersi o indietreggiare.
Qualunque cosa sensata stesse per dire, Midoriya se la sentì morire dentro. Fu assalito dall'ansia e dalla timidezza. Era troppo vicina, davvero troppo, si respiravano addosso e poi lui era più basso di lei e i suoi occhi erano proprio all'altezza della sua bocca. Tentava di distogliere lo sguardo, ma era impossibile.
Le sue labbra avevano l’aria di essere morbide e carnose. Non aveva mai baciato una ragazza prima, ed arrossì nel rendersi conto che stava fantasticando su come sarebbe stato baciare Erza in quello sgabuzzino.
La sua ultima azione prima di morire, sicuro.
<< Non posso credere che lui abbia scelto proprio te  ≫  stava dicendo, Erza. << Mi aveva parlato del suo successore, certo, ma per telefono sembravi una persona diversa. Non  ≫  lo squadrò irritata << Questo
<< Ch-chiedo scusa  ≫  balbettò, con un filo di voce. Le guance gli bruciarono. Stava a stento capendo di cosa parlava, non riusciva a concentrarsi, attratto dalla bocca vellutata di lei sotto gli occhi.
Erza sbuffò. Il suo respiro gli colpì la pelle, insinuandosi fra le sue labbra e facendoli sentire il sapore aspro sulla punta della lingua. Avvertiva i battiti sordi del cuore, pulsare nelle orecchie.
<< Non scusarti! è segno di debolezza  ≫  borbottò Erza, infastidita. Lo stava guardando storto, le guance imperlate di un leggero rossore.
Midoriya deglutì, stringendo i pugni lungo i fianchi. << Ah? S-si, scus- no, certo  ≫  
Il volto di Erza si adombrò. Midoriya stava combattendo dentro di sé una terribile lotta. Non voleva pensasse che le stava fissando la bocca e non voleva nemmeno lasciar cadere lo sguardo sulla scollatura della camicia, anche se quella parte del suo corpo stava attraendo il suo sguardo come un magnete.
Riusciva a intravedere il pizzo bianco del reggiseno nella scollatura, celato sotto i risvolti della cravatta e della camicia. Lo strato impalpabile avvolgeva il rigonfiamento del seno ricamato con un nastro rosa. Il sangue gli stava bollendo nelle vene, alimentando la sua ansia. Una stretta languida gli afferrò le viscere, facendolo agitare.
Per amore del cielo, salvatemi.
<< Il One for All è la cristallizzazione della forza  ≫  gli disse, Erza, con voce carezzevole. << La capacità di accumulare potere, coltivarlo e trasmetterlo a qualcun altro. Da quanto mi è stato detto, tu riesci a controllarne solo una minima parte, il cinque o l'otto percento. È ridicolo. Non puoi essere il suo erede se non riesci nemmeno ad usare il suo potere! ≫ la sua voce si tinse di frustrazione man mano che parlava, fino ad esplodere con stizza ≪ Dove diavolo eri quando ha rischiato di morire a Kamino?! ≫
La sua rabbia lo riscosse. Distolse lo sguardo dalle sue forme, riuscendo finalmente a focalizzare la sua attenzione su quegli occhi feriti e arrabbiati. << Stavo salvando un amico  ≫  rispose Midoriya, risentito << Anche se era contro le regole e non ho una licenza per farlo e si  ≫  la fissò dritto negli occhi con rabbia << non riesco ancora a controllare come vorrei il One for All, ma ci sto lavorando. Per questo abbiamo cercato di evitare sia i villan che gli heroes, e non avevo idea che...  ≫  deglutì, abbassando la voce << sarebbe finita così ≫ .
Sussurrò così piano le ultime parole che lui stesso faticò a sentirle. ≪ Anche io ero preoccupato per All Might, cosa credi? ≫ disse amaramente. ≪ Ma All for One, non era qualcuno che potessi affrontare e comunque All Might e Gran Torino non me l’avrebbero mai permesso. Dovevo pensare anche a salvare Kacchan≫
Sentì le lacrime pungergli gli occhi, strinse i pugni così forte da conficcarsi le corte unghie nella carne. ≪ Non posso credere che sia successo davvero. All Might è la persona che ho sempre ammirato. È…assurdo che tu venga qui a farmi la predica quando non sai assolutamente niente di me≫
Il silenzio che seguì gli sembrò pesare come piombo sulla sua testa e sulle spalle. Erza lo fissò inespressiva per lunghi istanti, prima di sospirare stancamente.
Lasciò cadere il braccio, sfiorandoli il colletto della divisa con le dita.
<< Il tuo amico...sta bene?  ≫  chiese, addolcendosi.
Midoriya corrugò la fronte, perplesso. << Kacchan? Si, certo. È il ragazzo che siede davanti a me in classe. ≫ sospirò, stancamente ≪ Si gelerà l'inferno prima che ammetta che l'abbiamo salvato quel giorno ≫
Avvertì un tremito nel corpo di lei che sfociò in una risata soffocata. << Capisco  ≫  ansimò, cercando di soffocare la risata. Midoriya la fissò <<  I-io   ≫  tentò, ma dovette fermarsi a deglutire << Ecco, in realtà, mi stavo chiedendo... ≫
<< Quanto sapessi davvero di All Might e di One for All ?  ≫  lo interruppe, con un sorriso canzonatorio << Molto. Molto più di te, ad ogni modo ≫ .
<< No,  ≫  mormorò, arrossendo << anzi si, ma mi chiedevo quanto dovessimo restare chiusi qua dentro. La pausa pranzo è quasi finita ormai ≫
Erza sollevò un sopracciglio e commentò cupamente << Davvero io non capisco come ha potuto scegliere te ≫ .
<< Avresti preferito scegliesse te?  ≫  chiese risentito.  
Era una delle domande che lo avevano tenuto sveglio. Se aveva una figlia, e lei era già un Hero, perché non le aveva trasmesso il One for All?
Erza sembrò spiazzata da quella domanda. Restò in silenzio per un po', poi lentamente riprese a parlare << Non mi è mai stato offerto, ma in ogni caso lo avrei rifiutato. Non voglio quel potere e tanto meno voglio la responsabilità che comporta averlo. Infondo, penso che nemmeno Toshi- All Might - volevo dire All Might - abbia mai pensato o voluto che io l'avessi ≫
<< E ti sta davvero bene? ≫ . Midoriya premette la schiena contro le assi. Erza si strinse nelle spalle, << Te l'ho detto, io non lo voglio. Però non voglio nemmeno che il suo successore sia un buono a nulla, un Deku ≫
Al suono di quel nomignolo, sussultò. Era il modo in cui l’aveva ribattezzato Bakugo da bambini. Un nome che serviva a fargli pesare tutto ciò che non poteva fare. Uraraka aveva cambiato il suo significato da “persona buona a nulla” in “persona che si impegna”, ma il modo in cui lo pronunciò Erza era lo stesso di Bakugo. << Co-come? ≫
Lei sbatté le palpebre pensierosa. << Ho sentito quella ragazza, Uraraka-san, chiamarti così. Deku significa "buono a nulla", no? ≫
Midoriya abbassò per un attimo lo sguardo e lo rialzò di scatto. Oh Dio Santo, aveva proprio sotto agli occhi quella scolatura e quelle curve, ed era assurdamente vicina. Perché non ne potevano parlare in giardino, in un bello spiazzo aperto, dove il suo profumo non potesse mandargli in tilt il cervello?
<< Diciamo che... all'inizio era un nomignolo con cui Kacchan voleva prendermi in giro, e lo odiavo, ma Uraraka-san ne ha rivoluzionato il senso  ≫  spiegò agitato, cercando di evitare di guardarla.
Erza si avvicinò, riducendo ancora le distanze fra loro. Il tessuto della sua gonna sfiorò i pantaloni di lui, levandoli il fiato. Lo stava decisamente facendo a posta, ne era certo. Gli chiese, curiosa. << Kacchan è l'amico che hai soccorso a Kamino, giusto? ≫
<< Ah s-si, lui lo intendeva come dispregiativo perché...  ≫  le parole gli morirono sulle labbra. Non aveva mai potuto parlarne prima d'ora, del One for All e di All Might, ma anche del fatto che era nato senza avere un quirk suo. Era sempre stato bersaglio di Kacchan ma anche degli altri, perché era diverso da loro.
<< Izuku  ≫  lo chiamò, dolcemente.
Midoriya scattò sull'attenti. Quel nome - il suo nome - pronunciato da una ragazza aveva un suono misterioso. Era dolce. Era bello.
<< Solo perché sei nato senza quirk non significa che tu non valga nulla ≫ .
Aprì la bocca e la richiuse. Fissò Erza con occhi sbarrati, incredulo. L'ostilità era svanita dal suo volto. No, forse non si era trattato affatto di ostilità. Erza stava cercando di proteggere suo padre, per questa ragione si era spinta fino a lì. Glielo aveva anche fatto capire chiaramente con quelle sue domande. Il succo del suo discorso era: dovevi combattere al suo fianco e proteggerlo dato che ti ha scelto come suo erede.
Ora il suo viso aveva un’espressione dolce. << Ho capito, andiamo  ≫  poggiò la mano sulla maniglia della porta.
<< A-aspetta  ≫  balbettò.
Erza si fermò, indugiando con la mano sulla maniglia.
<< Mi-Midoriya, mi chiamo così ≫
Lo guardò come se pensasse che fosse scemo, e forse lo era davvero. In quel momento, non si sentiva molto sicuro delle sue capacità mentali.
<< Prima mi hai chiamato per nome più volte, ma vedi in Giappone ci chiamiamo per cognome. Dovresti ricordarti di mettere anche gli onorifici: Midoriya-san o Midoriya-kun. Oppure puoi chiamarmi Deku-kun come fa Uraraka-san ≫
L'espressione sul viso di Erza divenne indecifrabile. Si sporse verso di lui, costringendolo ad indietreggiare quel tanto che gli era concesso. Sentì le assi affondargli nella pelle in modo fastidioso. Il volto di Erza era a un respiro di distanza, i loro vestiti si toccavano.
Sentì il fumo uscirgli dalle orecchie. Oh Dio Santissimo.
<< Grazie, ma lo sapevo già  ≫  gli disse piano, condividendo il suo stesso respiro << Li userò con tutti gli altri, ma non con te. I-zu-ku  ≫  scandì il suo nome con cura.
Midoriya tremò, la vista iniziava a farsi sfocata dall'ansia.
<< E comunque,  ≫  aggiunse, Erza, allontanandosi << solo un idiota si farebbe chiamare Deku. Non approvo e non intendo incoraggiare questa tua inclinazione autolesionista ≫
<< Ma lo fai apposta?  ≫  sbottò, con una nota acuta nella voce. Erza inarcò le sopracciglia. << Che cosa? ≫
Midoriya non rispose. Lo stava prendendo in giro? Possibile che non si accorgesse di che situazione era quella. In tutta la sua vita non aveva mai immaginato di trovarsi chiuso in uno stanzino con una ragazza così bella.
La campanella suonò in quel momento.
La tensione che si era accumulata in lui si sciolse. Si fissarono.
<< Questo significa che le lezioni ricominciano?  ≫  gli chiese, Erza, depressa.
<< Già  ≫  confermò, Midoriya sentendo lo stomaco stringersi per la fame.
<< Niente pranzo, allora ≫
<< Esatto  ≫  confermò, nuovamente.
Si guardarono depressi e affamati. Erza mormorò qualcosa in inglese che assomigliava a un’imprecazione. << Va bene, niente panico. Andiamo a vedere come se la cava mio padre come insegnante  ≫  
Aprì la porta, lasciando entrare la luce del corridoio e aria nuova, così anche gli ultimi spasimi di tensione abbandonarono Midoriya.

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Capitolo 5
*** Capitolo 3 - Non si puo' mai stare tranquilli - Parte 1 ***


All Might come insegnante era fondamentalmente un principiante.
Questo fu ciò che Erza dovette dedurre dal suo modo di parlare, dai foglietti con gli appunti e da qualche libertà che gli studenti si presero.
La vedeva voltarsi verso di lui sconcertata e rivolgergli mute domande, che potevano essere riassunte tutte con una frase: Ma fa sul serio?
La presenza di Erza sembrava aver reso All Might più impacciato del solito, accentuando il suo disaggio. Tendeva le orecchie ogni volta che i compagni le rivolgevano la parola, si perdeva a osservarla quando provavano a coinvolgerla o facevano i carini.
Principalmente, Erza, era tornata al comportamento di quella mattina: li ignorava tutti.
<< Deku-kun  ≫  sussurrò alle sue spalle, Uraraka << Deku-kun ≫
<< Che c’è, Uraraka-san?  ≫  rispose a bassa voce, lanciando un’occhiata ad All Might per accertarsi che non lo beccasse a distrarsi durante la sua lezione, e lo deludesse costringendolo a farsi riprendere.
<< Dove siete finiti tu ed Erza-san, prima? Siamo andati in mensa, io ed Ida-kun, ma non vi abbiamo trovato ≫
Midoriya sentì un’ondata di imbarazzo scaldarli il viso, immaginò che fosse diventato tutto rosso: orecchie, viso e collo.
<< Ah, ecco, vedi…  ≫  s’interruppe.
Vedi, cosa? Non poteva di certo dirle la verità. Non solo avrebbe equivocato, ma non poteva parlare del One for All con Uraraka e poi, Oh Dio Santissimo, faticava lui per primo a non equivocare. Aveva avuto davanti agli occhi la bocca e il seno di Erza per tutta la pausa pranzo, e il suo profumo che gli dava alla testa. Se lo sentiva ancora addosso, anche se aveva tolto la divisa per indossare il costume da Hero. Era come se gli si fosse impresso sotto pelle.
<< Siamo…cioè, noi… Erza, ecco…  ≫  
Uraraka lo guardava con i suoi occhioni fiduciosi, a sentirlo chiamare la compagna in modo tanto intimo si incupì. << Sembra che siete entrati subito in confidenza  ≫  borbottò, ritraendosi.
Midoriya si agitò, gesticolando, e mormorando qualcosa che potesse assomigliare a delle scuse.
<< Giovane Midoriya  ≫  lo chiamò All Might, << Vuoi iniziare per primo? ≫
Lo stava guardando perché si era distratto, lo sapeva e gli dispiaceva, perché lui adorava All Might e tutto quello che faceva.
<< Ah? Ah sì, certo, professore  ≫  scattò, facendosi avanti.
Lanciò un’occhiata ad Uraraka che aveva l’aria un po' abbattuta, chissà perché ≫
La lezione di quel giorno consisteva in un corpo a corpo, Ispirato dagli ultimi fatti di cronaca nera. Gli Hero si erano trovati a combattere sempre più spesso contro i villan, e All Might voleva metterli alla prova.
Nel raggiungere il centro del campo di battaglia, scorse lo sguardo feroce di Bakugo.
Non scegliere Kacchan, ti prego!
All Might fece scorrere il suo sguardo dubbioso sul resto della classe. << Uhm, affronterà il giovane Midoriya in combattimento… ≫
<< Io!  ≫  dissero in coro, Bakugo ed Erza, facendo prendere un accidente a Midoriya.
I due sfidanti avevano gli occhi fiammeggianti, si guardarono soppesandosi.
<< Ah? Che cos’è che vorresti fare, faccia da criceto?  ≫  disse, Bakugo, accendendo delle piccole esplosioni assordanti nei suoi guantoni.
<< Kacchan, calmati  ≫  cercò di dire Midoriya. L’altro ragazzo si voltò di scatto verso di lui << Chiudi il becco, Nerd di Merda ≫
L’espressione sul viso di Erza, intanto, si era fatta feroce. << Mi chiamo Erza, non faccia da criceto ≫
<< Non me ne frega un cazzo di come ti chiami  ≫  scattò << Se voglio ti faccio saltare in aria, perciò levati dalle palle. Sarò io a far fuori Merdeku ≫ .
Erza guardò suo padre, che sudava freddo, e poi Midoriya che tremava.
All Might si schiarì la voce << Giovane Bakugo, linguaggio! Non si parla così a una ragazza, dovresti saperlo ≫ .
Bakugo fece un grugnito, e gridò << All Might! Sarò io a fare fuori il Nerd ≫
<< Sarò io a combattere contro di lui e Izuku  ≫  si intromise, Erza. << Non preoccuparti, li lascerò in vita ≫
Panico. Midoriya sentì montargli dentro il panico. Sapeva cosa aspettarsi da Kacchan – attirare la sua attenzione era una disgrazia, ma non un evento sorprendente. Erza, invece…non sapeva nulla del suo quirk e del suo modo di combattere, ma aveva un non so che di spaventoso.
<< Ma come  ≫  attaccò Kaminari << vi chiamate già per nome? ≫
Midoriya arrossì. << No, ecco, noi… ≫
<< Cavoli Midoriya-kun, prima scomparite insieme per l’intera pausa pranzo ed ora ti chiama pure per nome?  ≫  ghignò, Sero << Che storia è mai questa? ≫
<< Midoriya-kun!  ≫  saltò, Minetta, indispettito << Perché devi attirarti addosso tutte le ragazze?! ≫ .
All Might spostava lo sguardo da sua figlia a lui con angoscia crescente. << Cosa significa…? ≫
Midoriya sollevò le mani in segno di resa e scosse la testa. << Ragazzi, non è come state pensando ≫ .
Erza si fece avanti, guardando Bakugo. << Bene, se vuoi possiamo iniziare ≫
Stese il braccio, sciogliendo i muscoli delle spalle e del collo.
<< Due contro una, mi sembra abbastanza equo  ≫  

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Capitolo 6
*** Capitolo 3 - Non si puo' mai stare tranquilli - Parte 2 ***


Bakugo fece detonare la sudorazione delle sue mani, generando una fila di piccole e assordanti esplosioni.
<< Oh oh se ci tieni tanto, ti faccio da comitato di benvenuto ≫
Erza si spostò sul campo della lotta con aria sicura e leggermente divertita, facendo aumentare la furia di Bakugo e la tensione di Midoriya.
Il resto della classe aveva gli occhi puntati su di lei, li attraeva come una calamita. C’era qualcosa di lei che ad Uraraka non piaceva.
Aveva mentito, li aveva raggirati ed ora chiamava per nome Midoriya come se si conoscessero da sempre e non da circa un giorno.
Ecco, forse era proprio questo che la irritava, averla vista trascinarsi via Midoriya dopo averlo chiamato per nome, ed ora stava mettendo in atto qualcosa di simile anche con Bakugo.
Il ragazzo però sembrava incazzato per essere stato sfidato e già gridava perché All Might li lasciasse combattere.
Era tipico di lui, così rabbioso, così privo di filtri. A volte, Uraraka si chiedeva perché facesse così, cosa volesse ammazzare dentro di sé per cui sentiva il bisogno di prendersela con tutti e tutto.
  << Erza-chan, ne sei sicura?  ≫  chiese All Might, dubbioso.
La ragazza si limitò a raccogliersi i capelli in una coda alta con un sorriso divertito. Indossava la tuta di ordinanza della Yuei, dato che non aveva un costume da eroe. Nello spogliatoio aveva ammesso che la sua scuola non li permetteva fino al diploma.
<< Erza-chan? ≫ ripeté sorpresa, Mina << Perché anche All Might si comporta come se la conoscesse a quella? ≫
Kaminari si voltò, entusiasta. << Non indovineresti mai. Erza-san è… ≫
<< Kaminari-kun!  ≫  scattarono all’unisono lei ed Ida. Uraraka gli tappò la bocca con le mani. << N-non dire niente  ≫  mormorò.
<< Eh? Cosa? Cosa? Ora lo voglio sapere anche io  ≫  strillò, Mina, sprizzando euforia.
Uraraka le fece un sorriso di scuse.
<< Togliti di mezzo, Merdeku!  ≫  gridò, Bakugo con la sua voce roca. << Prima faccio fuori a questa e poi mi occupo di te ≫
Erza stese il braccio, un gesto elegante e ampio, e nella sua mano destra comparve una spada medioevale.
Ida si toccò gli occhiali, agitato. << Professore, non sarà pericoloso combattere con una spada? Qualcuno potrebbe farsi male ≫ .
Uraraka gli fece un gran sorriso. Poteva contare sempre su di lui.
 Midoriya stava guardando ansiosamente sia le esplosioni di Bakugo che lo spadone di Erza.
<< Ci deve sole provare  ≫  sbuffò, Bakugo.
Midoriya lo guardò a bocca aperta. << Ma che dici, Kacchan ≫
<< Stai zitto, Nerd di merda!  ≫  scattò, Bakugo.
<< Non ce la fai proprio a parlare normale, vero?  ≫  commentò, Erza.
 Bakugo le si rivolse furioso, aveva una vena che pulsava in modo preoccupante sulla fronte, minacciando di esplodere.  << Questo è il mio modo normale di parlare, rossa  ≫  
Rossa. Viso paffuto. Occhi da procione. Capelli sparati. Bakugo aveva un soprannome per tutti loro, ma con le ragazze sembrava quasi trattenersi. Certo, non era una cosa carina da fare, però doveva ammettere che con le ragazze ci andava piano: o le ignorava oppure le trattava con fredda antipatia.
 Era decisamente peggio per Midoriya e gli altri che oltre gli insulti, si beccavano anche gestacci ed esplosioni.
Dai fatti di Kamino lo aveva un po' rivalutato.
Aveva resistito ai villan che volevano convincerlo ad unirsi a loro, aveva aspettato i soccorsi e alla fine aveva anche ringraziato Kirishima – nel suo solito modo incomprensibile – per averlo aiutato. Erano tutti segni che provavano la sua buona fede a diventare un vero eroe.
<< Va bene così  ≫  stava dicendo, All Might << Erza-chan ha un quirk di equipaggiamento, se gli proibissi di usarlo sarebbe come…una bambina contro due villan grandi brutti e cattivi! ≫
<< A chi stai dando della bimba?!  ≫  scattò inferocita, Erza. All Might sollevò le mani in segno di resa << N-non era quello che intendevo, hai frainteso ≫
<< Beh, ci muoviamo? Voglio spaccarle il culo  ≫  ringhiò, Bakugo.
All Might si asciugò il sudore freddo con un fazzoletto di stoffa. << Okay, all ready? Let’s go! ≫
Bakugo scattò per primo, puntando su Erza. Fece detonare il suo sudore generando un’esplosione che colpì Erza in viso, poi usò altre esplosioni per portarsi alle sue spalle e sferrò un pugno.
La nube si diradò.
Uraraka trattene il fiato rumorosamente: Erza era scomparsa.
<< Non ci credo  ≫  commentò Kirishima, indicando qualcosa.
Uraraka la riconobbe dal rosso vivo dei suoi capelli. Stava muovendo contro Midoriya una serie di affondi e fendenti che il ragazzo riusciva a stento a schivare. Era così concentrato a difendersi dagli attacchi pressanti di lei che non poteva contrattaccare.
<< Hey, maledetta  ≫  gridò Bakugo, dandosi lo slancio con un’esplosione assordante << Non ignorarmi per quella merda di Deku ≫ .
Midoriya schivò l’ennesimo fendente e riuscì a scavarsi uno spazio d’attacco, sferrando un pugno che mandò in frantumi la spada di Erza.
<< Bravo, Deku-kun!  ≫  saltò su, Uraraka, alzando un pugno al cielo.
Midoriya sferrò un calcio, che Erza schivò. Lo afferrò con entrambe le braccia, sfruttò lo slancio del suo avversario per gettarlo in aria, dove andò a sbattere contro Bakugo.
<< Tranquillo, Kacchan  ≫  disse Erza, mentre i due ragazzi crollavano a terra << Non mi sono dimenticata di te ≫ .
Stese il braccio e una nuova spada comparve nella sua mano.
<< Capisco  ≫  mormorò Ida, al fianco di Uraraka. << Ha sfruttato lo slancio di Midoriya-kun per poter fermare l’avanzata di Bakugo-kun ≫
<< Cra allo stesso tempo, ha sfruttato la nube e il bagliore generati da Bakugo-kun cra per cogliere di sorpresa Midoriya-chan  ≫  convenne Tsuyu.
<< Si muovono tutti così velocemente  ≫  gemette, Kaminari che faceva scorrere lo sguardo da una parte all’altra del campo.
Uraraka si sentì agitata, i ragazzi si stavano rialzando, litigando fra loro.
 Midoriya osservò Erza concentrato. Conosceva quel suo sguardo, significava che aveva iniziato ad elaborare una strategia.
Bakugo era solo furioso, anche se dietro quei suoi occhietti feroci ci fosse una mente al lavoro, era impossibile capirlo dall’esterno.
Stavolta, Erza non gli cedette l’iniziativa e si lanciò all’attacco.
Un’esplosione scosse il campo di addestramento.
In un primo momento, Uraraka e il resto della classe guardarono a Bakugo. Erano così abituati alle sue esplosioni assordanti che diedero per scontato che l’artefice fosse lui, ma Bakugo aveva alzato la testa e guardava il fondo della palestra.
Erza fermò la sua corsa e si voltò a sua volta. Loro tre furono i primi ad accorgersene, poi anche il resto della classe lo notò.
Una porzione del muro era crollata, lasciando filtrare la luce del sole. Tre ombre si stendevano al suolo.
<< Che significa?  ≫  scattò, kaminari, mettendo un braccio davanti a Jiro perché indietreggiasse.  
<< I villan  ≫  gridò, Kirishima, azionando il suo quirk << Professore! ≫
Diverse cose successero contemporaneamente.
In seguito, Uraraka sarebbe riuscita a dargli un senso, ma sul momento gli parve che tutto avesse iniziato a correre velocemente.
Il panico si diffuse ancora prima che i villan si rendessero completamente visibile. All Might gridò delle indicazioni. Erza comparve davanti a suo padre, spingendolo a indietreggiare, dicendo << Se questo non faceva parte della lezione chiama subito i rinforzi ≫ .
Fiamme blu corsero sul terreno come serpenti.
Todoroki balzò davanti ai suoi compagni, sollevando un muro di ghiaccio per rallentarne l’avanzata.
<< Indietro!  ≫  gridò, Midoriya, troppo tardi.
Il muro crollò sotto forma di acqua bollente e pezzi di ghiaccio che gli avrebbero schiacciati e se Bakugo, Midoriya, Kirishima, Jiro e Tokoyami non li avessero distrutti.
Oltre la linea sottile, delineata da quei ghiacci, si stagliavano tre figure.
Una si trovava al di sopra di tutti, massiccia, con i muscoli gonfi percorsi da vene bluastre e gli occhi feroci. Ai suoi fianchi, c’erano due figure, una ben nota: Dabi.
<< L’unione dei villan  ≫  disse Ida, indietreggiando.
<< Giovane Bakugo! Giovane Midoriya!  ≫  gridò, All Might.
<< Guarda che fortuna  ≫  commentò svogliatamente, Dabi << Quello non è l’ex simbolo della pace? E noi che pensavamo di portare solo un po' di scompiglio ≫ .
Il gigante rise, afferrò uno dei blocchi di macerie e lo scagliò contro di loro, gridando fra le risate << Un regalo per voi, piccoli eroi ≫ .
Il macigno si polverizzò sotto le esplosioni di Bakugo e un calcio assestato da Midoriya.
Il terzo villan – piccolo e con il viso coperto da una maschera da volpe – congiunse le mani. Uraraka avvertì una stretta allo stomaco, il suono di qualcosa che si strappava. Qualcuno da lontano – davvero molto lontano – chiamò il suo nome, mentre il mondo piombava nel buio.
Aprì la bocca per urlare e tutto quello che ne venne fuori fu un silenzio assordante. Stava soffocando nell’oscurità dei suoi stessi sensi e non riusciva a farci nulla.
 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 3 - Non si puo' mai stare tranquilli - Parte 3 ***


La prima cosa che le fu chiara: il piccoletto era il più pericoloso di tutti.
I suoi compagni mantenevano da lui una distanza che negli anni aveva imparato a definire “di sicurezza”. Lo temevano, non si fidavano completamente, per questo lo tenne d’occhio.
La seconda cosa che le fu chiara: aveva bisogno dei soccorsi. Non avrebbe potuto respingerli e proteggere suo padre e gli studenti allo stesso tempo da sola.
Spinse suo padre ad indietreggiare.
Il vero problema era che i villan erano in un punto che rendeva difficile imboccare l’uscita ed evacuare gli studenti.
Vide Midoriya e l’altro ragazzo, Bakugo, fare a pezzi il macigno lanciato per distrarli; il giovane figlio di Endevor fermare le fiamme, un altro diversivo studiato per nascondere l’operato del compagno dalla maschera da volpe giapponese.
Il muro di ghiaccio coprì loro la visuale, impedendole di vedere il momento in cui il villan agì.
Una nebbia nera si riversò su di loro, come un Warp Gate che gli avrebbe dispersi chissà dove.
Spinse Toshinori fuori dalla loro traiettoria. Strinse l’impugnatura della sua spada e tagliò con tutte le sue forze, facendosi largo, verso il nemico.
Vide il villan con la pelle sfigurata far balenare le fiamme. Tagliò anche quelle, sentendo il metallo scottarle la pelle.
<< Danza delle sette spade!  ≫  gridò. Le sue armi agirono all’istante, colpendo il villan e ferendolo in più punti. Perse la concentrazione e crollò a terra, la nebbia svanì.
<< Erza!  ≫  gridò una voce che in qualche modo gli era diventata famigliare.
<< Come stanno tutti?  ≫  chiese, stringendo i denti.
<< Hanno perso i sensi  ≫  l’informò, Midoriya, diligente << Pensavo fosse un Warp Gate, ma credo sia più un veleno o qualcosa di simile ≫ .
Lo aveva capito anche lui. Ovviamente, aveva senso, se avessero avuto un Warp Gate non avrebbero avuto ragione di sfondare il muro.
<< Izuku, ti lascio il tipo della super forza ≫ .
Non si voltò, non voleva dare al nemico la possibilità di coglierla di sorpresa. << Bakugo? Todoroki? ≫
<< Il bastardo a metà è nel mondo dei sogni  ≫  l’informò, Bakugo. Lo sentì avanzare, i suoi passi erano pesanti, facevano troppo rumore per risultare discreti.
La sua voce era mutata: non più furia cieca, ma calma gelida. Erza sorrise fra sé.
<< Sei sveglio, All Might? ≫
<< Si ≫ . Una risposta breve e decisa. Erza iniziava a pensare che forse, con un po' di fortuna, se la sarebbero cavata. << Mettiti al riparo e cerca di contattare i soccorsi. Ad ogni modo, sarà finita prima che arrivino ≫ .
<< Erza!  ≫  l’avvertì, Midoriya. Era una gentilezza inutile, non aveva mai distolto lo sguardo dal nemico.
<< Kansou!  ≫  la forza del suo potere, l’investì. Fendette l’aria, disperdendo le fiamme blu lucenti.
 Era più prudente combattere con l’armatura del fuoco, che le forniva forza e protezione contro le fiamme.
<< Fuoco. Niente male  ≫  disse, avanzando verso di lui. << Però te lo devo dire, conosco fiamme molto più calde delle tue ≫ .
<< Questo è tutto da vedere  ≫  ghignò, colpendola con un altro getto di fiamme. Scorse con la coda dell’occhio, Bakugo e Midoriya lanciarsi in battaglia.
La sua spada disperdeva le fiamme, mentre accorciava le distanze.
Il villan cercava di mantenerla distante. Era più vulnerabile sulle brevi distanze.
Erza colpì con tutte le sue forze, l’aria – lo spazio stesso delle cose – si lacerò.
<< Dabi! Gigante!  ≫  gridò, il piccoletto, tenendosi il fianco che sanguinava copiosamente. Provò a intervenire, ma una delle sue spade gli perforò la spalla inchiodandolo a terra. Il villan gridò di dolore.
Assestò un calcio rotante al volto sfigurato del villan, Dabi, mandandolo a sbattere contro il muro alle sue spalle.
Avvertì il pericolo, lo fiutò nell’aria come un animale fiuta l’arrivo del suo predatore naturale.
Attivò il Kansou giusto in tempo. Pochi secondi e sarebbe stata spazzata via. Lo scudo incassò il colpo, facendo barcollare il gigante.
Cambiò nuovamente armatura, quella era perfetta per la difesa, ma la rallentava nell’attacco. A piedi nudi, puntò le mani al suolo, e spade ai piedi, vorticò in una danza di lame che lacerò la pelle del suo avversario.
<< Ma che cazzo  ≫  sentì dire a Bakugo.
<< Izuku, mio padre!  ≫  gridò, scivolando fuori dalla portata dei pugni del gigante.
<< Sta bene! ≫
<< Portalo via da qui! Anche gli studenti! ≫
Davanti a lei comparvero di due ragazzi.
Eccolo lì, il successore che suo padre aveva scelto, pronto a combattere e a difendere.
<< Per chi ci hai preso?  ≫  le chiese seccato, Bakugo. Le sue mani ricoperte dai guantoni erano scosse da piccole esplosioni.
<< Anche noi vogliamo diventare Eroi  ≫  convenne, Midoriya.
Lo aveva scelto proprio uguale a lui, quel suo erede, un tipo che voleva intervenire a tutti i costi.
<< Quei capelli  ≫  disse Dabi, asciugandosi il sangue dal mento << quell’armatura e il tatuaggio ≫ . Strinse gli occhi studiandola.
Midoriya le si avvicinò cautamente, senza distogliere lo sguardo dai nemici. << Erza, non avevo capito che potevi equipaggiarti in quel modo ≫ .
Adesso la chiamava per nome senza arrossire e andare in panico.
<< Senti, mi è venuta un’idea. Forse possiamo farcela senza i professionisti ≫
Erza strinse i denti, in quel armatura non si sentiva al sicuro. Non con quegli occhi gelidi puntati addosso. Cambiò, tornando all’armatura che le dava maggiore sicurezza contro i quirk di fuoco. Se poteva resistere alle fiamme di un drago, poteva farlo anche contro le fiamme della cremazione di Dabi.
Lo vide irrigidirsi. << Gigante, fermo ≫ .
Il villan si bloccò, sorpreso. << Ma… ≫
<< Zitto, citrullo. Quel simbolo è di Fairy Tail! ≫
Avvertì su di sé lo sguardo dei villan e dei due ragazzi, suoi alleati.
Dabi rise, una risata che aveva qualcosa di marcio, di morto dentro.
<< Ma certo, Fairy Tail. Non c’è un’eroina con i capelli scarlatti e un quirk di equipaggiamento che appartiene a Fairy Tail? ≫
Erza avvertì dei movimenti alle sue spalle. Si stavano forse svegliando? Se le cose stavano così andava a loro vantaggio.
 Non avrebbe mai accettato il loro aiuto, ma almeno avrebbero protetto Toshinori.
Avessi ritardato il mio arrivo di un solo giorno… pensò, amaramente.
Il sorriso di Dabi era un taglio nella carne, inquietante, le dava i brividi.
Nella sua bocca quel nome veniva storpiato, macchiato del puzzo della putrefazione: Fairy Tail.
<< Ti do un'unica occasione  ≫  gli disse, rialzandosi << Arrendetevi adesso e non vi spezzerò tutte le ossa ≫ .
Midoriya sussultò, al suo fianco, e la guardò incredulo. La sua sorpresa si tramutò in sconcerto quando Dabi pronunciò quel nome.
<< Titania, la regina delle fate. ≫
Nella sua bocca, anche quel nome veniva contaminato.
Erza avanzò, indurendo la sua espressione.
Negli anni aveva imparato diverse cose da Fairy Tail. Una di queste era che la fama ripagava a volte.
Quando sei un Hero, il nome poteva diventare un’arma in più da usare per intimidire i nemici. Era in questo modo che All Might aveva creato la sua pace. A solo sentire il suo nome i criminali si sentivano tremare di paura e si tiravano indietro.
<< Ti-Titania  ≫  balbettò, il gigante, esitante. L’uomo del fumo velenoso adocchiò l’entrata che avevano usato, tremando. Il loro capo, Dabi, le sorrideva spavaldo, ma non attaccò.
<< Dato che mi conosci, dovresti sapere che nessun villan è mai riuscito a sconfiggermi prima d’ora. Te lo ripeto: arrendetevi o cadrete, e sarà una caduta dolorosa ≫ .
Dove diavolo erano gli Hero, quando servivano?
Lei si mostrava sicura, inflessibile, proprio come quel nome suggeriva. Una regina ama e protegge tutti quanti. A lei non era concesso esitare, vacillare, avere dubbi, farsi da parte. Lei doveva essere pronta, sempre.
 Questo significava essere Titania di Fairy Tail.
<< Rifiuto  ≫  disse, Dabi facendo divampare le fiamme.
Sentì urlare Toshinori e Midoriya. Sentì il confuso muoversi dei compagni di classe che si erano svegliati. Sentì, infine, il mondo trasformarsi in un inferno di metallo.
Le spade accumulate nell’alto soffitto della palestra fin da quando aveva capito di essere sotto attacco, venero giù come un torrente.
Il terreno cedette, la polvere si sollevò e l’aria si impregnò dell’odore del sangue e del sudore.
Calò il silenzio.
Metà delle sue spade si conficcò nel terreno, l’altra metà venne in parte disciolta. Dabi annaspò con la pelle fumante e crollò su un ginocchio.
Lo sforzo di sciogliere le sue armi doveva essere stato colossale per il suo corpo.
Erza scattò, con le ali ai piedi si gettò all’attacco.
Una volta, il Master gli aveva detto che danzare e combattere erano un po' la stessa cosa; si trattava di avere consapevolezza dello spazio intorno a sé, del proprio corpo. Significava avere il controllo e sapere come e quando muoversi.
Danza, Titania” gli aveva detto “eseguì la tua danza e fai che ad ogni tuo passo un nemico cada ai tuoi piedi”.
Lei danzò, in quel momento, spada in pugno e schivò il fuoco che divampava e i pugni che avrebbero mandato il suo corpo in pezzi, se l’avessero presa. Divenne consapevole del proprio respiro e di quello dei suoi avversari, e la sua lama si scavò uno spazio nelle loro carni.
Scivolò sul terreno, mettendosi al sicuro.
Alcuni dei ragazzi che si erano destati stavano trascinando i compagni inermi verso l’uscita. Suo padre era alla porta a guidare l’evacuazione.
Avrebbero chiamato i soccorsi e tutto sarebbe andato bene.
Almeno così sarebbero potute andare le cose, se in quel momento – cambiando l’armatura per l’ennesima volta – una fitta bruciante al fianco non l’avesse rallentata.
Il colpo la prese al petto, mandando in frantumi il pettorale, e la gettò in aria come se fosse stata un fuscello in balia del vento. Atterrò violentemente, sentendo l’aria venire risucchiata via dai suoi polmoni. 

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Capitolo 8
*** Capitolo 3 - Non si puo' mai stare tranquilli - Parte 4 ***


 
Il peggior scenario possibile: loro contro tre villan, uno dei quali lo conoscevano fin troppo bene.
Dabi sogghignò nel colpire Erza con le sue fiamme blu.
<< Cinque secondi. Passano esattamente cinque secondi quando ti equipaggi in cui resti priva di qualsiasi difesa. In quel piccolo lasso di tempo resti praticamente nuda, non è vero? ≫ .
Poi il gigante aveva sferrato un pugno al petto di Erza, mandando in frantumi il pettorale della sua armatura, e la ragazza in aria.
Midoriya si era trovato così a correre, l’energia del One for All che gli scorreva in corpo.
<< Detroit Smash!  ≫  gridò e il pugno impattò contro il muso del gigante.
Cinque percento. Mantieni il cinque percento.
Bakugo aveva raggiunto Erza e caricato il guantone, tirò il grilletto mirando a Dabi.
<< Crepa!  ≫  gridò.
L’esplosione fu assordante, gli fece fischiare le orecchie.
Ruotò su sé stesso, sferrando un calcio in faccia al villan che aveva avvelenato i suoi compagni. Volò, schiantandosi contro il muro alle sue spalle.
Otto percento.
Per un attimo, aveva perso il controllo. Era arrabbiato. Erano entrati nella sua scuola solo per minare la fiducia della gente verso la Yuei, avevano ferito i suoi compagni ed Erza, e lui non l’aveva riconosciuta.
Perfino quando aveva combattuto contro Erza, non aveva capito chi fosse.
Balzò indietro.
Una dozzina di spade caddero dal cielo: Erza si era ripresa.
Avrebbe dovuto saperlo che non sarebbe bastato così poco a mettere fuori combattimento Titania di Fairy Tail, un’eroina giovane e talentuosa, già conosciuta nel mondo. Se per il Giappone l’hero academy per eccellenza era la Yuei, in America il suo corrispettivo era Fairy Tail.
<< Ragazzi!  ≫  gridò, Uraraka. Le sue manine toccarono le varie macerie sparse per il campo. << Stanno scappando! ≫ .
Midoriya capì cosa aveva in mente. Corse tanto veloce che i piedi non toccarono il suolo e colpì, spingendo i detriti che Uraraka aveva sollevato privando di gravità verso il nemico. Erza e Bakugo avevano intuito a loro volta il piano e ricorsero ai loro attacchi ad ampio raggio, all’unisono.
Le macerie attraversarono la palestra. Uraraka disattivò il suo quirk nel momento giusto, facendole impattare contro i villan.
<< Ha funzionato?  ≫  chiese ansioso, Midoriya, ansimando per lo sforzo.
<< Uno è scappato  ≫  gli rispose, Erza, tenendosi il fianco ferito.
Midoriya la guardò sorpreso. Non solo era in piedi, ma aveva un portamento fiero e sicuro, nonostante le ferite riportate.
Stese le mani e - utilizzando il suo quirk - fece comparire delle corde.
Kirishima ed Uraraka legarono i due villan, stringendo i nodi in modo che non si liberassero.
<< Dabi è scappato  ≫  commentò, Midoriya, fissando l’apertura nella parete da cui era fuggito.
<<  è naturale, non era allo stesso livello di questi due ≫
Erza disattivò il suo quirk, tornando a indossare la tuta della Yuei.
<< Titania  ≫  disse, Midoriya, in soggezione.
Lei sollevò lo sguardo e gli diede un buffetto sulla testa. << Perdi sangue dal naso ≫
Si passò il dorso della mano, rivestito dal guanto, sotto il naso. Aveva preso una botta da quel energumeno mentre combatteva. Si sentì arrossire. << Lo sei davvero? Titania, voglio dire ≫ .
Uraraka e Kirishima alzarono il volto di scatto, sorpresi.
Erza si diede dei colpiti al braccio, dove il tatuaggio blu con il simbolo di Fairy Tail risaltava sulla sua pelle chiara. << L’unica e sola.  ≫  disse, sorridendo. << Ve la siete cavata bene, Izuku, Kacchan ≫ .
<< Non chiamarmi così  ≫  scattò, Bakugo, infierendo sui prigionieri.
Si guardò bene da insultarla, ora. La guardava in modo diverso, così come Midoriya. Entrambi avevano visto e riconosciuto la forza di quella ragazza, e lei aveva fatto altrettanto con loro.
<< S-sei ferito, Deku-kun?  ≫  chiese Uraraka, sfiorandoli il braccio.
Midoriya scosse la testa, cercando di pulirsi la pelle dal sangue. << Non è niente. Erza piuttosto, è stata colpita piuttosto duramente ≫ .
<< Non è nulla  ≫  si schernì lei.
<< Fammi vedere  ≫  disse, All Might. Aveva lasciato il resto della classe fuori, ad aspettare i soccorsi e li aveva raggiunti.
Erza lo squadrò, quasi a volersi sincerare che quello ferito non fosse lui. Non ne sembrò convinta, domandò << Tu stai bene? ≫ .
<< Nemmeno un graffio. Fammi vedere quel fianco. Riesci a respirare bene? Ti fa l’addome?  ≫  
Erza negò, ma accettò di fargli vedere il fianco ustionato.
In un’altra occasione, Midoriya avrebbe provato imbarazzo a vedere il fianco nudo di una ragazza, ma la ferita riportata da Erza era così grottesca che si sentì in pena per lei e disse << Dobbiamo portarti subito in infermeria ≫ .
All Might convenne.
<< Come stanno gli altri?  ≫  chiese Midoriya ad Uraraka.
<< Sono ancora svenuti, per la maggior parte. Abbiamo avvisato la scuola di quanto accaduto e stanno arrivando ≫
<< Menomale  ≫  sospirò, sollevato.
<< Certo, sarà difficile separare Kaminari-kun da Jiro-chan  ≫  ridacchiò, Uraraka, imbarazzata. Midoriya la guardò senza capire << Perché? ≫
<< Quando è arrivato quello specie di fumo nero, Kaminari-kun si è gettato su Jiro-chan per proteggerla  ≫  si strinse nelle spalle << si sono addormentati cosi, abbracciati ≫ .
In pochi minuti, i soccorsi erano arrivati. Era rimasto poco che potessero fare, a parte prendere consapevolezza di cosa fosse successo.
Invece di andare direttamente in infermeria, Erza si era intestardita a prendere il commando della situazione -mettendo in disparte perfino All Might – e aveva incaricato Kirishima e Bakugo di tenere d’occhio i due criminali. Uraraka e Midoriya con All Might dovevano mettere in sicurezza gli studenti e prestare loro i primi soccorsi, oltre che proteggerli in caso ci fossero altri villan nascosti chissà dove. Lei stessa, nonostante le ferite riportate, si incaricò di perlustrare il perimetro per sincerarsi non ci fossero altre brutte sorprese, ignorando le proteste e le preoccupazioni di suo padre.
“Era avvenuto così l’impensabile. Quando credevamo di aver raggiunto la sicurezza all’interno della scuola, le nostre difese erano state abbattute dai villan.
Non avevamo modo, allora, di sapere cosa si stesse preparando né chi ci fosse dietro a quel attacco. Eravamo riusciti a respingere i nemici da soli, ma non saremmo più stati tanto fortunati da quel momento.”

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Capitolo 9
*** Capitolo 4 - Il passato di Erza - Parte 1 ***


La notizia dell'attacco giunse ai media in un lampo. Nel giro di poche ore era diventata di dominio pubblico, ogni emittente TV ne parlava, ogni rivista e giornale aveva rilasciato un articolo al riguardo.
Erza sospirò, spegnendo il piccolo televisore della sala relax.
In un primo momento, era stata invitata nella sala riunione dell'istituto per deporre la sua testimonianza sui fatti e ricevere i ringraziamenti del corpo docente e del preside.
<< Siamo stati fortunati  ≫  aveva fatto notare, quest'ultimo << La presenza di Titania ha impedito il peggio. Ovviamente, dobbiamo ringraziare anche i nostri studenti per l'ottima reazione e gestione dell'emergenza ≫ .
Erza si era dichiarata d'accordo. Midoriya e Bakugo erano stati fondamentali, ma anche quell'altra ragazza, Uraraka, si era resa utile appena ripresi i sensi.
Tuttavia, si rendeva conto che a preoccupare il preside era il fatto che tutti loro avevano corso dei seri rischi.
<< Ti siamo grati, Titania. Sono desolato che tu abbia dovuto correre un simile pericolo, e non mancherò di lodarti con Master Makarov quando gli porgerò le mie scuse per ciò che è avvenuto ≫ .
Era stato difficile soffocare l'impulso di ridere, ma in qualche modo era riuscita a restare seria <<  Il Master sarà felice di sapere che vi sono stata utile. La prego di contare su di me anche in futuro ≫ .
Conoscendolo, il Master si sarebbe fatto la sua bella risata e non avrebbe mancato di far pesare la differenza fra lei e i membri della Yuei. Era tradizione di Fairy Tail che i suoi membri non si tirassero mai indietro davanti a una battaglia, sarebbe stato orgoglioso di lei e della fama guadagnata da Fairy Tail.
Detto ciò, l'avevano mandata via.
Toshinori aveva dovuto salutarla per partecipare alla riunione, e le aveva chiesto di vederlo lì.
Erza aveva saltato le prime ore di lezione, prendendo possesso della stanza. Fece dondolare il piede pensierosa, valutando la situazione.
Avevano aumentato la sorveglianza: nessuno poteva uscire o entrare senza un permesso speciale; avevano imposto un coprifuoco e alcuni controlli negli ambienti della scuola.
In pratica, erano agli arresti domiciliari, insegnanti e studenti.
Abituata all'ampia libertà e fiducia che Fairy Tail elargiva ai suoi membri, Erza si sentiva doppiamente una fiera in trappola.
Voleva andare là fuori ad indagare, cercare il villan inquietante dalla pelle sfregiata che aveva trovato il suo punto debole – poteva contare sulla punta delle dita le persone che prima di allora avevano fatto altrettanto – e trascinarlo in galera.
Invece, era bloccata lì.
Prese il cellulare e scrisse un'email allo zio Tsukauchi per avere qualche notizia che era sfuggita ai media. Lui era un poliziotto ed era stato incaricato di occuparsi del caso.
Non era davvero suo zio, ma era il migliore amico di Toshinori, e da quando lo conosceva non si era mai dimenticato un suo compleanno né aveva mai mancato di spedirle un regalo con un biglietto a Natale. Insomma, si era sempre curato di lei.
Ne approfittò per controllare la casella postale – ora che il telefono funzionava nuovamente – e scorse i messaggi di Lucy, Mira e Cana. Qualche foto ed emoticon spiritosa dagli altri membri di Fairy Tail, e un messaggio con allegato di Gray.
L'aprì e le venne l'acquolina in bocca. Le aveva inviato la foto di un'appetitosa torta alla panna e fragole, la sua preferita, scrivendole "Tranquilla, non andrà sprecata!".
Maledetto!
Appena lo avesse avuto a portata di mano, gliel'avrebbe fatta pagare.
Stava ancora piagnucolando e scrivendo insulti a Gray, quando la porta si aprì ed entrò Toshinori.
Aveva l'aria sfatta, il viso scavato. << Ah, sei qui ≫
 
Già se la immaginava fuori a dare la caccia ai criminali, sicuro.
<< Novità?  ≫  s'informò, scrutandoli gli occhi.
<< Abbiamo la stampa addosso, è già la terza volta che ci attaccano.  ≫  Sospirò, lasciandosi cadere al suo fianco sul divano << Fortunatamente, a parte il corpo docente, nessun altro sa della tua identità ≫ .
<< Capito. Volevi dirmi altro? ≫
Toshinori guardò il cellulare. Aveva anche lui una foto di loro due insieme come schermo, notò, ma nella sua lei doveva avere circa dodici anni e indossava un costume di All Might.
Che vergogna!
<< Ci sono talmente tante cose che vorrei dirti che non so nemmeno da dove cominciare  ≫  ammise con un sospiro.
Erza si raddrizzò e gli mise una mano sulla spalla ossuta. Si intestardiva ancora ad usare abiti troppo grandi per lui, nonostante non potesse mantenere la sua forma muscolosa per più di pochi secondi.
<< Fortunatamente, non ci sono stati feriti gravi. È andato tutto bene  ≫  lo consolò.
Toshinori annuì, poi fece una cosa che la disorientò. Estrasse da una tasca interna della giacca degli opuscoli e glieli mise sotto gli occhi.
Erza li scorse, esterrefatta.
<< Sono scuole giapponesi?  ≫  
<< Si  ≫  disse, Toshinori cautamente. << Non sono molto lontane da dove vivo ≫
Fece per dire qualcosa, ma lui sollevò la mano per fermarla.
<< Aspetta, fammi finire. Ho iniziato a cercarle molto prima di Kamino. In realtà, le osservo da quando sono arrivato in Giappone, speravo di parlartene quando ci saremo visti, ma non c'è stato modo, ed ora sei qui... ≫
Gli mostrò i palmi nudi, impotente. << Alcune di queste non sono nemmeno delle Hero Academy, solo scuole normali che non richiedono nemmeno l'uso del quirk. Potremo andarle a vedere insieme, se vuoi restare... ≫ .
Erza fissò gli opuscoli con gli occhi lucidi. Lei amava Fairy Tail. L'unica cosa che l'aveva spinta ad andare alla Yuei era Toshinori, lui era la persona che amava di più al mondo.
Si sfregò l'occhio buono, quello che riusciva ancora a versare lacrime.
 
<< E se restassi qui alla Yuei?  ≫  gli domandò, incerta.
Toshinori le accarezzò la guancia con le dita ossute, calde. << Se è quello che vuoi – ma solo se lo vuoi davvero per te stessa – per me andrà bene. Tutto quello che voglio è che tu possa sorridere ≫ .
Erza cercò di parlare, nonostante il nodo alla gola, e le parole le morirono sulle labbra. La porta si aprì facendo prendere un colpo ad entrambi.
Izuku Midoriya li guardò imbarazzato.
<< Posso passare più tardi se... ≫
Toshinori fu il primo a riprendersi, forse lo aspettava.
Si alzò, cedendoli il posto sul divano, e disse << Vieni giovane Midoriya, vorrei complimentarmi con te ed Erza-chan per la battaglia contro quei villan ≫ .
Midoriya si tolse lo zaino dalle spalle, un po' a disaggio, e lo abbandonò al lato del divano.
Si sedete lontano da lei, fissandole il vestito in stile Gothic Lolita, perplesso.
<< Come vanno le tue ferite, Erza-san?  ≫  chiese, gentilmente.
<< Recovery Girl mi ha rimesso a nuovo  ≫  
<< Sono contento  ≫  disse, arrossendo leggermente.
Toshinori servì il tè verde. Si era seduto su uno sgabello, dall'altra parte del tavolino, a sorseggiare la sua bevanda calda.
Chiese a Midoriya << Come stanno gli studenti? ≫
<< Ah, bene. Un po' scossi, ma sollevati che nessuno si sia fatto male ≫ .
<< Siamo stati fortunati, la stampa ci andrà a nozze con questa notizia  ≫  commentò, cupamente.
Erza storse la bocca, infastidita. << Non capisco perché non abbiate insabbiato la cosa con i media. Ora ci marceranno sopra per settimane, se non per mesi ≫
Toshinori e Midoriya la guardarono come se avesse proposto loro di rapinare una banca.
<< Gli eroi non fanno certe cose  ≫  le disse, Toshinori.
<< Quelli intelligenti si  ≫  borbottò lei, infastidita. Poi si volse verso Midoriya e aggiunse con un sorriso << Tu e Bakugo siete stati bravi. Avete combattuto bene. Pensavo che alla Yuei non fosse permesso fare esperienza sul campo ≫
Midoriya arrossi, passandosi una mano dietro la nuca. << Beh, siamo abbastanza sfortunati. Non era la prima volta che i villan ci attaccavano ≫ .
<< Ora che vi sento parlare  ≫  s'intromise, Toshinori << Ho notato che in classe, molti studenti facevano battute su quanto eravate in confidenza ≫ .
Non aveva nemmeno finito di parlare che Midoriya stava già gesticolando e agitandosi, balbettando << Un malinteso, c'è stato un malinteso, All Might ≫
<< Questa è colpa tua  ≫  disse, Toshinori, guardando lei. << Per meglio dire, è colpa mia che non ti ho insegnato come si deve parlare in questo paese ≫ .
Midoriya si zittì.
Grazie al cielo, aveva smesso di gesticolare.
Lei incrociò le braccia sotto il seno, e commentò << Non mi pare di aver fatto qualcosa di male ≫ .
<< Non puoi chiamare le persone con il loro nome proprio  ≫  la rimproverò << la gente si farà una strana idea. Penserà che siete fidanzati, no anzi, sposati ≫
<< Bene, ci sposiamo fra un mese  ≫  sbuffò, Erza. ≪ Così sarai contento ≫
Midoriya fece un balzo, mentre Toshinori cadde dalla sedia sputando un getto di sangue per lo spavento.
Forse aveva esagerato.
<< Okay, va bene. Però mi fa strano, insomma, mi hai parlato di lui così tanto che mi pare di conoscerlo quanto conosco Natsu e Gray ≫ .
<< A-All Might ti ha parlato di me?  ≫  disse, lusingato.
<< Solo cose belle, le brutte le sto scoprendo ora  ≫  gli fece segno di sedersi.
Era troppo nervoso, quel ragazzo, rendeva nervosa anche lei.
Toshinori si rialzò, pulendosi il mento e le labbra dal sangue. << Almeno in pubblico... ah, che spavento  ≫  si risedette. << Ad ogni modo, finché non abbiamo altre informazioni su quei villan vorrei che entrambi teneste gli occhi aperti e vi guardaste le spalle a vicenda ≫ .
Erza inarcò entrambe le sopracciglia e guardò prima l'uno poi l'altro. Midoriya fece altrettanto, indugiando a guardarla.
Toshinori si schiarì la voce. << Ovviamente, dato le nuove misure di sicurezza, anche io dormirò nel dormitorio degli insegnanti. Sarò a portata di voce per ogni evenienza ≫ .
Erza si raddrizzò.
Fu allora che Midoriya notò gli opuscoli sparsi sul tavolino e chiese << Sono scuole del circondario, quelle? Hanno avuto anche loro problemi con i villan? ≫
Toshinori s'irrigidì. << Ah, no, ecco, quella è un'altra storia ≫
<< Già, All Might pensa che farei meglio a cambiare scuola. La Yuei è troppo per quelli di Fairy Tail. D'altronde stare seduta tutto il giorno su un banco potrebbe davvero uccidermi  ≫  parlò con una nota di risentimento nella voce.
Toshinori la guardò come un cucciolo bastonato, adorava metterla in difficoltà con quello sguardo adorabile, ci scommetteva.
Dannazione!
Midoriya sembrava sorpreso, prese uno degli opuscoli e disse quasi fra sé. << Titania è un'eroina famosa in tutto il mondo, però non esistono né sue foto né video che mostrino il suo aspetto. Ora che ci penso, le cose stanno così per moltissimi membri di Fairy Tail. Mi piacerebbe incontrare Salamander o Lucky Lucy o Ice Prince, ma nessuno ha idea di che aspetto abbiano ≫ .
Erza risa, era stato più forte di lei.
Toshinori, invece, aveva l'aria abbattuta.
<< Non credo ti sarà possibile, giovane Midoriya. L'unica cosa su cui Fairy Tail è davvero intransigente è la privacy dei suoi membri ≫ .
<< Giusto, noi odiamo la stampa e la polizia  ≫  convenne Erza << Non te l'ho forse detto la prima volta che ci siamo incontrati? ≫
<< Ah si, è vero  ≫  ammise, mettendo giù l'opuscolo.
<< Ad ogni modo, non vado da nessuna parte  ≫  disse, Erza schiarendosi la voce. Ecco, era quello il momento migliore per dirglielo, dato che c'era presente il suo pupillo, non l'avrebbe uccisa.
<< Non ti sei chiesto come ho fatto a farmi ammettere alla Yuei così velocemente senza la tua autorizzazione? ≫
Toshinori la guardò confuso.
<< Pensavo avessi detto di aver falsificato la mia firma ≫
Evidentemente, la riteneva in grado di fare qualsiasi cosa e avere successo. Dondolò il piede, nervosa.
<< Già, come se il preside non fosse dotato di una super intelligenza...no, diciamo che ho fatto un accordo ≫ .
Silenzio. I due la guardarono concentrati, riusciva quasi a sentire gli ingranaggi dei loro cervelli che lavoravano a tutta velocità per arrivare la soluzione più ovvia.
<< Tu...  ≫  iniziò, Toshinori, impallidendo.
<< Avete subito altri attacchi dai villan, no? Così, ho chiesto al Master di farmi ammettere alla Yuei seduta stante, in cambio avrei protetto i loro studenti e catturato i villan per loro  ≫  Si strinse nelle spalle << Sfortunatamente, uno mi è scappato ≫ .
Toshinori scattò in piedi, rovesciando lo sgabello alle sue spalle.
Midoriya tremò, non l'aveva mai visto arrabbiato prima. Erza invece si. Era una vita che lo faceva arrabbiare. Per un attimo, il suo corpo si irrobustì, gli ultimi residui del One for All – se ne aveva ancora – gli pomparono i muscoli. Era più alto di lei, più forte di lei, qualcuno dietro cui aveva sempre annaspato senza riuscire ad arrivare a toccargli la schiena, a raggiungerlo.
Cammina al mio fianco, Erza.
<< Tu hai fatto cosa?  ≫  ruggì, facendo tremare tutto.
Erza non si mosse, anche se dentro di sé avesse avuto paura della sua rabbia, non lo avrebbe mai lasciato intravedere.
<< Ho fatto ciò che ritenevo giusto ≫
<< Ah All Might  ≫  disse Midoriya, mettendosi in mezzo. << C-capisco che la situazione non è l'ideale, ma credo che Erza-san fosse molto preoccupata per te e volesse solo aiutarti ≫ .
Erza lo guardò, sorpresa.
La sua espressione non era più incerta, né dava l'idea di nervosismo. Si passò una mano nei capelli scompigliati << Perciò, ecco, non essere adirato con lei. Sono sicuro che le sue intenzioni fossero buone ≫ .
Toshinori lo guardò e tornò alla sua vera forma con uno scoppio di fumo bianco. Sospirò, << Tornate in classe ≫ .
Non la guardò né in quel momento né mentre uscivano.
Erza si chiuse la porta alle spalle, turbata. Guardò il ragazzo che gli camminava affianco, tenendo le bretelle dello zaino e lo sguardo basso, pensieroso.
Infilò il proprio braccio in quello di lui, prendendolo a braccetto.
Midoriya si irrigidì, arrossendo.
<< Cosa pensi dei villan che ci hanno attaccato?  ≫  gli chiese, ignorando le occhiate che studenti e adulti lanciavano loro mentre passavano.
Midoriya balbettò. << C-credo non si aspettassero di trovare Titania ad aspettarli ≫
Erza scosse la testa. << Non pronunciare quel nome a voce alta ≫
<< Perché? ≫
<< Perché non voglio che si sparga la voce  ≫  disse, piccata.
Midoriya la guardò in modo strano, poi distolse lo sguardo.
<< Che c'è?  ≫  chiese, sospettosa.
<< Qualcosa di strano c'era.  ≫  gli disse, pensieroso. << Ci ho pensato, le altre volte che ci hanno attaccato erano molti di più e avevano un piano. Questa volta ho avuto come la sensazione che non ci fosse una vera ragione per cui fossero lì ≫ .
Il telefonino di Erza emise uno squillo secco. Lo prese, suo zio le aveva risposto. Scorse il lungo messaggio.
<< Ho un contato nella polizia giapponese che mi scrive che dall'interrogatorio non è emerso alcun collegamento con l'unione dei villan  ≫  l'informò.
<< Hai contati con la polizia?  ≫  replicò, sorpreso << come c'era da aspettarsi da Tit-ahia! ≫ .
Si massaggiò le costole, dove gli aveva assestato una gomitata.
<< Non sapevano che All Might era lì  ≫  disse, Erza << quindi non avevano l'orario delle lezioni. Hanno sfondato la parete, ma non si sa come hanno fatto ad arrivare all'interno dell'istituto ≫ .
<< Forse la loro era una missione di ricognizione  ≫  azzardò, Midoriya pensieroso.
Strano, la sua espressione era molto diversa ora. Non sembrava più un ragazzo goffo, anche se evitava di guardarla.
Stava fissando il muro, il soffitto, il pavimento, ma non lei.
<< Senza contare che Dabi era più forte degli altri due  ≫  stava dicendo, << probabilmente il loro obbiettivo non erano gli studenti, ma non avrebbe senso attaccare solo per creare scompiglio. O si?  ≫  
La guardò incerto. Erza scosse la testa. << Penso che avessero un qualche altro obiettivo, ma non siamo in grado di capirlo perché ci mancano tasselli importanti del quadro generale. Il mio contatto mi terrà aggiornata sugli sviluppi del caso ≫ .
Si fermarono davanti alla porta chiusa della 1° A .
<< Accidenti alla Yuei  ≫  disse, Erza, infastidita << Se fossimo a Fairy Tail saremmo già tutti per strada a indagare e cercare i colpevoli, invece no, la Yuei preferisce tenerci sotto sequestro ≫ .
Midoriya ridacchiò. << Ehm, Erza-san? ≫
<< Che c'è?  ≫  sbottò.
<< La divisa all'interno della scuola è obbligatoria  ≫  
Erza abbassò lo sguardo sul proprio corpo. Indossava il vestito alla Gothic Lolita, nero e giallo, che personalmente pensava le stesse divinamente.
Sospirò, ed attivò il suo quirk.
I vestiti mutarono all'istante. Midoriya la guardò a bocca aperta << Ma come...? ≫
<< Non funziona solo con le armi ≫ .
Aprì la porta della classe ed entrò. I suoi compagni la fissarono. Aveva perfino abbottonata la camicia e stretto la cravatta per evitare ulteriori discussioni con il capoclasse.
<< Titania  ≫  disse entusiasta, la ragazza con la pelle rosa acceso e gli occhi strani. << che figata assurda. Titania di Fairy Tail ≫ .
Erza si voltò di scatto verso Midoriya che alzò le mani in segno di resa.
<< Alcuni di loro hanno sentito Dabi chiamarti così  ≫  ammise << e la voce è corsa ≫ .
Erza si coprì gli occhi esasperata.
Dannazione!

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Capitolo 10
*** Capitolo 4 - Il passato di Erza - Parte 2 ***


Quel pomeriggio, dopo la fine delle lezioni, Erza si trasferì in una stanza all’ultimo piano. Uraraka la vide traslocare portando su solo una sacca da viaggio e uno scatolone.
≪ Erza-san? ≫ la chiamò Momo, gentilmente. Lei si fermò voltandosi verso la cucina dove Momo stava preparando il thè. La ragazza mora accennò un sorriso cortese. ≪ Se vuoi ti aiutiamo con le tue cose ≫
Erza sembrò sorpresa. ≪ Grazie, ma sono solo due cose e ci metto un attimo ≫
Mina le corse incontro, sbirciando dentro la scatola curiosa.
≪ Non si fa, Mina-chan! ≫ strillò Hakagure, sbuffando. ≪ Non si guarda fra le cose degli altri senza permesso. ≫
Mina fece una faccia delusa. ≪ Ma non c’è niente. Proprio niente ≫
Dalle labbra di Erza sfuggì una risata nervosa. I suoi occhi castani scattarono su per le scale, come se stesse pensando di scappare. ≪ Cosa ti aspettavi? Tengo praticamente tutto nel Kansou ≫
≪ Anche i vestiti? ≫ domandò Mina. Erza si mosse a disaggio. ≪ Soprattutto i vestiti e le armi ≫
Uraraka sedeva sul divano, osservando la scena. Erza accennò un sorriso imbarazzato, prima di salire le scale.
≪ Ochaco-chan? ≫ la chiamò Tsuyu, osservandola. ≪ Qualcosa non va? ≫
Lei sussultò. ≪ Ah? N-no, tutto bene ≫ rispose arrossendo. In realtà, moriva dalla voglia di sapere che cosa fosse successo quel giorno fra Deku e Erza.
Il ragazzo era tornato dalla pausa pranzo rigido e nervoso, con il viso arrossato. Aveva evitato di rispondere alle sue domande e a quelle di Iida, innervosendosi ed agitandosi, davanti alla loro curiosità.
Sospirò, poggiando il mento sul palmo della mano.
Non riusciva a togliersi dalla testa il ricordo di come quella ragazza avesse afferrato Midoriya e l’avesse trascinato con sé.
Erza prestava poca attenzione alle altre persone, ma per qualche ragione era fin troppo amichevole con Midoriya e la cosa la irritava.
≪ Non penso che Erza-san sia molto felice di essere qui ≫ commentò Uraraka, cupamente. Tsuyu chinò la testa di lato, pensierosa. ≪ Forse è solo preoccupata per l’attacco dei Villan ≫
≪Deve essere destabilizzante ≫ si intromise Momo, poggiando il vassoio davanti a loro. ≪ Cambiare scuola e paese a metà dell’anno. Mi chiedo come mai sia venuta qui così improvvisamente ≫.
Uraraka e Tsuyu si scambiarono uno sguardo, erano le uniche a parte Deku, Kaminari e Iida a sapere del legame di parentela di Erza con All Might. Le sembrava ancora assurdo. L’eroe numero uno aveva una figlia segreta, ed era niente meno che la famosa Titania di Fairy Tail.
≪ Piuttosto ≫ intervenne Mina, chinandosi su di lei da dietro la spalliera del divano. Le fece un sorriso astuto, guardandola maliziosa. ≪ Parliamo di cose serie ≫
Le altre la guardarono, mentre Mina si chinava su Uraraka dicendo maliziosa. ≪ Quando ti dichiari a Midoriya? ≫
Per poco il cuore non le saltò fuori dal petto, tanto bruscamente sussultò. Il viso le bruciò di un intenso rossore. ≪ I-io…n-non è come p-pensi…cioè ≫. Si portò le mani al volto, nascondendosi e strillò.
≪ Mina-san! ≫ protestò Momo. ≪ Non mettere così il naso nelle faccende che non ti riguardano! ≫
≪ Ma è così ovvio! ≫ replicò eccitata l’altra. ≪ Lo vedrebbe anche un cieco che è cotta. Sta sempre a guardarlo e passa tutto il suo tempo con lui ≫
Oh Dio, era così evidente? Lo avevano notato tutti, perfino Deku, oppure era solo Mina che se n’era accorta?
Un’ondata di panico l’invase. Prima di rendersene conto stava volteggiando nell’aria, ripetendo nervosamente. ≪ N-non è vero. Giusto, non è così. ≫
≪ Se confessi ti sentirai meglio ≫ la stuzzicò Jiro, con un sorriso ironico. Le altre ridacchiarono. ≪ Beh, in realtà anche qualcun altro dovrebbe confessare cosa nasconde ≫ commentò Hakagure ≪ Tipo Momo-chan ≫
La ragazza mora sussultò, arrossendo. ≪ Io? ≫
≪ Si! ≫ strillò Mina, spostando la sua attenzione su di lei. ≪ Tutte quelle ore passate da sola con Iida-kun e vuoi dirmi che non c’è proprio niente da raccontare? ≫
≪ Iida-san è un compagno affidabile e sensibile, ma stai sbagliando se pensi che ci sia del tenero. ≫ replicò l’altra, timidamente. I suoi occhi neri si posarono sulle mani che teneva raccolte in grembo. ≪ Siamo solo amici. ≫
≪ Giusto, ≫ scattò Uraraka guardandole dall’alto verso il basso. ≪ A te piace Todoroki, vero Momo? ≫
Yaoyorozu avvampò, spostando lo sguardo altrove. Uraraka lo sospettava da tempo, ma fu felice di averne la conferma così. Era evidente che Momo era innamorata del gelido e scostante Todoroki.
≪ Peccato che lui non sembri interessato ≫ commentò cupamente, Jiro. ≪ In generale, dico. ≫ aggiunse, dal momento che tutte la guardavano sorprese e curiose. Jiro infilò le mani in tasca, evitando i loro sguardi. ≪ Non mi sembra il tipo che guardi a queste cose ≫
Momo strinse le mani in grembo, in silenzio. Aveva l’aria triste.
≪ Uraraka-kun, stai allenando il tuo quirk anche adesso? ≫ domandò una voce famigliare, sorpresa. Midoriya e Iida erano entrati nella stanza e la guardavano sorpresi. Iida fece un gran sorriso. ≪ Brava! Come c’era da aspettarsi da te ≫
Accanto a lui, Midoriya sorrise, gli occhi verdi scintillanti. Uraraka avvertì un vuoto nello stomaco davanti a quello sguardo luminoso.
Avvampò, balbettando agitata. ≪ Ah s-si! Ecco, si. Stavo allenando il mio quirk ≫
≪ Interessante modo di farlo ≫ commentò Midoriya, divertito.
Dalle scale arrivò un rumore di passi ed Erza scese da basso.  
Lo sguardo di Midoriya si posò subito su di lei.
≪ Ti unisci a noi, Erza-san? ≫ le chiese Tsuyu, incuriosita. Erza fece scorrere distrattamente lo sguardo su di loro, rispondendo. ≪ No, vado a fare un giro ≫
≪ Ah ricordati il coprifuoco ≫ commentò Iida.
Uraraka scese a terra, posando i piedi sul parquet. Midoriya si era voltato verso Erza, le guance lentigginose arrossate. La guardò interrogativo, mentre lei ricambiava lo sguardo.
≪ Ci alleniamo dopo? ≫ le chiese Midoriya. Lei annuì. ≪ Prima vado da lui ≫
Nel vederli insieme che parlottavano fra loro, avvertì una stretta allo stomaco. Erano così vicini, nonostante si conoscessero da poco. Midoriya la guardava timidamente, ma con insistenza. Erza sembrava più tranquilla quando era Midoriya che le parlava, rispetto agli altri.
La guardò uscire dalla porta, mentre Midoriya la seguiva pensieroso con lo sguardo. ≪ Siete diventati molto amici ≫ commentò Uraraka, facendolo trasalire. Lui avvampò, gli occhi che saettavano per tutta la stanza.
Annuì, nervoso.  ≪ Ehm, si. È una a posto, davvero. È solo che non è brava a comunicare con le persone. ≫
 Uraraka sospirò, cogliendo lo sguardo incoraggiante di Mina, aggiunse. ≪ Deku-kun? Ti va una partita ai videogiochi? ≫
Il ragazzo sembrò sollevato dal cambio di discorso. Le rivolse un sorriso caldo. ≪ Facciamo una gara. Partecipi Iida? ≫
≪ Volentieri ≫ rispose il ragazzo, lanciando un’occhiata a Momo seduta nella poltrona che evitò il suo sguardo.
Passarono il resto del pomeriggio a giocare ai videogiochi e a chiacchierare di sciocchezze. Lentamente, anche gli altri scesero nella sala comune e passarono il tempo tutti insieme in attesa che arrivasse la sera.
<< Dove sarà finita?  ≫  si chiese Mina pensierosa, ≪ Mi chiedo proprio cosa abbia fatto tutto il pomeriggio≫. Stava preparando l'insalata da abbinare alla carne che Kirishima e Bakugo stavano cuocendo. << Dovremo aspettarla per cenare oppure no? ≫ aggiunse, guardando i compagni.
Uraraka aveva una mezza idea di dove fosse andata la ragazza nuova. Sicuramente da suo padre, magari volevano cenare insieme come una famiglia.
<< Dato che non ha aiutato non deve proprio mangiare  ≫  replicò Bakugo, con una smorfia scocciata.
<< Mi preoccupa che possa sforare il coprifuoco  ≫  commentò Ida, pensieroso. Uraraka soffocò una risata. Aveva delle preoccupazioni davvero sciocche delle volte. Lei e Midoriya ne avevano fatto un piccolo elenco, divertendosi ad aggiungerne di nuove ogni volta che Iida reagiva a qualche violazione alle regole o mancanza di rispetto.
Il ragazzo dai capelli verdi, poggiò l’ultimo piatto sul tavolo, alzando la testa di scatto. ≪ Probabilmente non si è accorta dell’ora. Vado a cercarla ≫
≪ Tu! ≫ sbottò Kaminari, sventolando il pugno nella sua direzione infastidito. ≪ Come mai tutta questa premuta?! ≫
≪ Vado io a prenderla ≫ commentò Minetta, con un sorrisino. ≪ Un eroe deve fare anche questo ≫
≪ In che senso? ≫ domandò Todoroki, perplesso. Gli altri ragazzi stavano scuotendo la testa.
<< Aspetta, Midoriya-kun. Il coprifuoco...  ≫  tentò di fermarlo Ida, ma Midoriya si era già infilato le scarpe, dicendo << So dove sta. Torneremo in tempo ≫ .
Uraraka lo vide, attraverso i vetri della vetrata, attraversare il prato di corsa, diretto al corpo centrale della scuola.
Si morse il labbro infastidita. Si era proprio lanciato, Midoriya, come se non vedesse l’ora di rincontrarla.
≪ Lascialo perdere ≫ borbottò Jiro, mettendo una mano sulla sua spalla e guardandola cupamente. ≪ I maschi sono scemi ≫.
Uraraka accennò un sorriso. ≪ Ma no, è solo che Deku vuole essere gentile ≫
Tornarono insieme appena in tempo, bagnati fino all'osso.
<< Cosa vi è successo?  ≫  chiese Kirishima, incredulo. Erza storse la bocca, cercando di strizzarsi i lunghi capelli, i vestiti appiccicati alla pelle che mettevano in evidenza le sue forme, ma a lei non sembrava importare.
Midoriya rispose anche per lei << Abbiamo tagliato per il prato per risparmiare tempo, ma si sono azionati gli irrigatori ed ecco il risultato ≫
Allargò le braccia per mettere in evidenza i vestiti bagnati. La T-shirt gli si era incollata al petto ed Uraraka vide in trasparenza la linea dei muscoli.
Arrossì, sentendo qualcosa stringerle lo stomaco.
La presa sul piatto si allentò, mentre li guardava correre alle rispettive camere per cambiarsi, le sarebbe caduto di mano se in quel momento Bakugo non l'avesse afferrato.
Uraraka lo guardò sorpresa, arrossendo.
<< Levati  ≫  le ringhiò contro, senza guardarla << faccio io. Vatti a sedere ≫ .
Uraraka non aveva osato rispondergli.
Durante la cena aveva avvertito nuovamente quella stretta, quando Erza aveva preso posto accanto a Midoriya e lui l'aveva aiutata con le bacchette che lei non sapeva come impugnare.
<< Ora che ci penso, dovrebbero esserci delle posate in uno dei cassetti in cucina  ≫  disse, Kirishima, imbarazzato. Stavano tutti fissando Erza che si sforzava di pulire il tavolo dal cibo che aveva versato cercando di prenderlo con le bacchette. Uraraka notò che le tremavano le dita.
Midoriya la stava aiutando, dicendole di non preoccuparsi, avrebbe imparato presto ad usarle. << Vado a prendertele, aspetta un attimo ≫
Erza era arrossita, annuendo.
Da quel momento, aveva mangiato sempre utilizzando le posate e aveva preso l'abitudine di sedere accanto a Midoriya.
Uraraka gli osservava sempre più spesso scomparire insieme durante alla pausa pranzo, senza dire a nessuno dove andavano.
I ragazzi presero a fare battutine a riguardo che faceva scottare le guance del ragazzo. Erza rispondeva a quelle insinuazioni impugnando la spada e puntandola loro contro. ≪ Se non ci date un taglio, vi ridimensiono. ≫
Uraraka si ritrovò ad osservarli sempre più spesso, mentre confabulavano a bassa voce fra loro, camminavano vicino o scherzavano. Gli occhi verdi di Midoriya scintillavano quando la guardava ed Erza si sporgeva a sistemarli una piega del colletto o a sbirciare i suoi appunti.
Era carino quando arrossiva, lo aveva sempre pensato, ma ultimamente era anche più carino del solito. Sembrava felice. Durante le lezioni pratiche – in cui Erza eccelleva – spesso restavano a guardarla.
≪ Fantastica. ≫ mormorò in un’occasione Midoriya, fermandosi a guardarla con gli occhi scintillanti. Uraraka si sentì venire meno il cuore, gonfio le guance arrabbiata. ≪ Sei un idiota. ≫ borbottò, facendolo sussultare. La guardò confuso. ≪ Perché? ≫
≪ Ha ragione Jiro ≫ rispose lei, voltandoli le spalle offesa. ≪ i maschi sono stupidi. ≫
Non poteva negare che Erza fosse brava come eroina, ma era anche fredda e scontante con gli altri membri della classe. L’unico con cui sembrava a suo agio era anche l’unica persona con cui Uraraka non sopportava di vederla.
Titania, la Regina delle fate, era un'eroina famosa e amata dalla gente, però nessuno conosceva il suo aspetto. Così era per la maggior parte dei membri di Fairy Tail, a parte il loro volto immagine Mirajane e il Drago di Fulmini, gli altri membri non erano mai comparsi in televisione né sui giornali.
Uraraka guardava Erza, incredula e infastidita. Non riusciva ancora a credere che fosse lì con loro e che si stesse legando in qualche modo a Midoriya.
Li vedeva sempre più spesso insieme, allenarsi prima di cena nel prato di fronte al dormitorio, ed ogni volta sentiva una stretta allo stomaco.
<< Uraraka-kun, stai bene?  ≫  le chiese Ida, preoccupato << Ultimamente sei pallida ≫
Lei gli sorrise, sforzandosi di sembrare quella di sempre.
<< Sono solo un po' stanca, Ida-kun. Scusami ≫ .
Lui commentò qualcosa, ma Uraraka non lo sentì, distratta dall'impressione di essere osservata. Bakugo distolse lo sguardo di scatto, non prima che si fosse accorta che la stava scrutando.

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Capitolo 11
*** Capitolo 4 - Il passato di Erza - Parte 3 ***


Toshinori le aveva fatto assegnare la stanza più isolata dell'ultimo piano, in modo che avesse un po' di privacy. Una cosa che aveva enormemente apprezzato da quando vi si era trasferita. Una volta chiusa la porta era sola con sé stessa.
Si lasciò cadere sul letto, facendo scorrere lo sguardo sui mobili spogli.
Tutte le sue cose erano rimaste nel dormitorio di Fairy Tail, perciò la stanza sembrava vuota con solo le poche cose che si era portata dietro e quello che era riuscito a racimolare Toshinori in poco tempo.
Tirò fuori il telefono e scorse i messaggi che i membri di Fairy Tail le inviavano ogni giorno da quando era arrivata in quella scuola. C'erano messaggi da tutti, tranne che da Natsu.
Non se ne stupì. Natsu non l'aveva salutata nemmeno quando era partita ed immaginava che fosse ancora arrabbiato con lei e che avrebbe dovuto aspettare che gli passasse.
Abbandonò il telefono sul letto e prese a muoversi per la stanza a disaggio.
Non le sembrava possibile aver lasciato Fairy Tail ed essere lì da giorni con una nostalgia tale da aver voglia di piangere.
Guardò fuori dalla finestra, spingendo lo sguardo fin dove poteva arrivare. Da lì vedeva il bosco e le luci della città, ma non il dormitorio dei docenti dove stava Toshinori.
Sospirò, sentendosi soffocare chiusa dentro una stanza che non riconosceva, in dormitorio che a cui faticava ad adattarsi, circondata da persone con cui aveva ben poco in comune. Era sempre stato un suo problema, quello di non riuscire ad entrare in sintonia con gli altri. I membri di Fairy Tail erano l’unica eccezione, forse perché erano come lei.
Uscì in corridoio, dove regnava un silenzio assordante, quasi spettrale.
Aveva rifiutato di unirsi alle ragazze che facevano gruppo ogni sera in salotto e aveva saltato anche la cena, scivolando in camera di cattivo umore.
L'unica persona che aveva insistito perché rimanesse era stato Midoriya, ma anche a lui aveva detto di no. Non le andava di fingere di essere loro amica, quando lei era cresciuta in un posto che considerava i legami qualcosa di sacro.
Scorse i nomi sulle porte fino a trovarlo. Izuku Midoriya. Aveva chiuso la porta a chiave, ovviamente.
Erza esitò, chiedendosi se non fosse il caso di bussare. Poi notò la porta della stanza accanto, nessun nome, era una delle decine di stanze vuote sparse nei vari piani.
Provò ad aprire la porta e quella sì spalancò come se non aspettasse altro.
Scivolò dentro e aprì la porta finestra, uscendo sul balcone, saltò in quello accanto e sbirciò dentro.
Le bastò la vista delle tende con le strisce e le stelle della bandiera americana per capire che era la stanza di quel nerd che suo padre aveva scelto come successore.
Dentro la situazione era anche più inquietante di quanto avesse immaginato: poster di All Might alla parete, quadretti di All Might, action figures, ogni genere di oggetto del franchising di All Might era sistemato con cura per la stanza.
Un vero e proprio santuario ad All Might.
Le vennero i brividi. Fece scivolare la porta finestra ed entrò, avvicinandosi al letto per osservare il ragazzo disteso sotto coperte dalla stampa americana.
 
Midoriya dormiva nel suo letto, una mano abbandonata sul cuscino e una sul petto, sembrava così innocente nel sonno, un’espressione tranquilla a distendere i bei tratti del viso. Erza avvertì un senso di invidia.
Lei non riusciva a dormire in quel modo. Ogni volta che chiudeva gli occhi gli incubi l'afferravano, trascinandola nel loro abisso.
Raccolse dal pavimento un quaderno che doveva essere caduto quando si era addormentato e lo sfogliò, sorpresa.
''Analisi degli eroi in vista del futuro" era un volume 13. Si guardò intorno in cerca dei volumi precedenti, li trovò nel fondo della libreria, un po' nascosti.
Nello sfogliarli, restò colpita dalla cura con cui aveva raccolto le informazioni; a come fossero stati analizzati i vari quirk e i costumi, perfino i possibili modi per contrastarli.
Era evidente che Midoriya amava quel mondo e i suoi dettagli e l'aveva amato molto prima di ottenere il One for All.
<< Io volevo strapparmelo di dosso, questo mondo e tu, invece, lottavi per poterne fare parte  ≫  mormorò al ragazzo che dormiva pacifico.
Sfogliò le pagine fino a trovare un'analisi sul suo quirk.
"Titania può modificare i suoi punti di forza e debolezza a seconda dell'avversario che ha davanti" aveva scritto, nella riga sopra uno schizzo della sua armatura "Imperatore Fiammeggiante". Aveva annottato anche delle domande: "il riequipaggiamento richiede cinque secondi? Resta priva di difese in quella frazione di tempo? Quanto equipaggiamento ha in suo possesso, e qual è il limite?"
Prese una penna dalla scrivania e iniziò a segnare qualche correzione e precisazione. Era un’analisi davvero dettagliata, quasi maniacale.
Nemmeno Lucy aveva mai mostrato tanto interesse per il suo quirk.
Midoriya si agitò nel sonno e aprì gli occhi.
Balzò in piedi così velocemente da farle quasi venire un accidente.
<< E-Erza-san?!  ≫  balbettò con voce stridula, diventando rosso in viso << Cosa...? ≫ .
Gli tappò la bocca con la mano e avvicinò il viso al suo. << Vedi se riesci a non svegliare tutto il dormitorio ≫ .
Aveva gli occhi sbarrati, annuì.
Erza lo lasciò andare e si sedette sul bordo del letto.
<< Cos – Cosa ci fai qui? E come sei entrata?!  ≫  emise un verso strozzato, quando i suoi occhi caddero su ciò che teneva in mano. Gli occhi gli si spalancarono << Quello è il mio quaderno di appunti sugli eroi? Cosa stai facendo?! ≫
<< Correggo gli appunti presi su di me  ≫  rispose tranquillamente.
Midoriya la guardò indignato e glielo strappò di mano. Scorse con gli occhi le sue correzioni, inorridendo, quasi avesse osato deturpare qualcosa di sacro santo.
≪ Non fare tante storie ≫ gli disse Erza, sbuffando. ≪ Ho solo corretto qualche cantonata che hai scritto≫. L’osservò con attenzione, incuriosita. ≪ Hai dedotto tutto quello solo guardandomi combattere?≫
Midoriya la guardò storto, infastidito. Ignorò la domanda.
<< Cosa ci fai qui?  ≫  le chiese, imbronciato.
Erza lasciò vagare lo sguardo per il santuario. Era una strana sensazione sapere così tanto di una persona che conosceva solo da qualche giorno. Da quando Toshinori lo aveva scelto come suo erede, passandoli il suo potere, Erza aveva dovuto subirsi una marea di descrizioni, complimenti e considerazioni su quel ragazzo. A un certo punto, la sua esistenza era diventata quasi fastidiosa.
Certo, almeno c’era qualcuno a tenere d’occhio quel fanatico del lavoro. Si era detta che era un bene, finché non c’era stata la battaglia di Kamino.
<< Controllavo se stavi bene  ≫  rispose vagamente, strofinando i piedi freddi sul tappetto.
Midoriya la guardò scettico, tenendosi stretto al petto il suo prezioso quaderno.
Aveva uno sguardo perforante, attento, che sembrava in grado di leggerle dentro.
<< Non riuscivo a dormire, va bene?  ≫  mormorò, spazientita.
Quel ragazzo era estenuante, non riusciva mai a capire cosa gli passasse per la testa.
<< Non riesco a dormire in quella stanza, mi è estranea  ≫  esclamò, alzando gli occhi al soffitto. Midoriya corrugò la fronte. << Ma qui siamo al sicuro  ≫  le disse, piano.
Anche Toshinori gliel'aveva detto, non c'era nulla da temere, era al sicuro per sempre. Solo che lei non si sentiva mai davvero al sicuro. Soprattutto la notte, quando quel mondo oscuro da cui era fuggita le sembrava tanto tangibile da poterlo toccare con mano.
Midoriya si sporse verso il comodino per leggere l'ora nella sveglia – pure quella di All Might – e sbarrò gli occhi.
<< Sono quasi le due di notte  ≫  protestò, << come fai ad essere ancora sveglia. Non dormi mai? ≫
Lei lo guardò. Lentamente, lui dovette capire e aprì la bocca sorpreso.
<< Soffri di insonnia?  ≫  le chiese ≪ Stai dicendo che da quando sei qui non hai dormito nemmeno una notte?≫
<< Qualche ora a notte  ≫  ammise, << non ci riesco a prendere sonno ≫
Ogni volta che chiudeva gli occhi, sapeva che gli incubi sarebbero tornati, che avrebbe rivisto i suoi amici e gli avrebbe persi e sarebbe stata male cullando dentro di sé quella consapevolezza. Era troppo grande ora perché Toshinori dormisse con lei e la tenesse stretta ogni volta che si svegliava urlando.
<< Scusa, non volevo svegliarti. Volevo solo vedere se stavi bene  ≫  si alzò, stiracchiandosi. Aveva addosso un pigiamino estivo, nonostante di notte facesse ancora freddo.
<< A-aspetta  ≫  la fermò, sporgendosi verso di lei << pensi che i villan torneranno, vero? ≫
Erza si lasciò ricadere sul letto, la sua mano sfiorò la gamba del ragazzo che trasalì, nemmeno gli avesse dato la scossa. << Al loro posto, lo farei. Sfortunatamente, non abbiamo idea di cosa vogliano ≫ .
Midoriya abbassò lo sguardo, pensieroso. Aveva le guance arrossate, cosparse di lentiggini, notò Erza. Le lunghe ciglia scure gli ombreggiavano gli zigomi.
<< All Might è molto preoccupato per te  ≫  le disse, improvvisamente. Scrutandola di sottecchi. << Dice che in un momento come questo preferibile tu fossi al sicuro, lontano da... ≫
<< Izuku  ≫  l'interruppe, bruscamente, << ti sei chiesto come mai io non gli assomigli nemmeno un po'? ≫ .
Midoriya scalciò via le coperte e scese i piedi dal letto, mettendosi a sedere al suo fianco. La guardò, nervoso. << A volte, i figli non assomigliano ai genitori ≫
Erza accennò un sorriso. << Già, ma non è questo il caso. ≫ commentò amaramente ≪ Biologicamente parlando, noi due non siamo niente l'uno per l'altro ≫
Lo sentì sussultare, la voce tradì una nota di sorpresa. << Stai dicendo che...? ≫
Lei annuì, agganciando una ciocca di capelli dietro l'orecchio e fissando l'immagine dell'eroe sul tappetto. Il sorriso smagliante del Simbolo della Pace, così aveva preso a definire quel particolarmente sorriso. Era il sorriso che riservava al mondo, non quello che rivolgeva a lei.
Erza trasse un respiro tremante, incerta se dovesse continuare o meno. Non avrebbe dovuto dirglielo, non era importante. Eppure, Toshinori gli aveva parlato di quel ragazzo così tanto che le sembrava di conoscerlo così come conosceva Natsu e Gray.
<< Io sono un'orfana che è stata abbandonata sui piedi di una chiesa, in un piccolo paesino. ≫ sussurrò, evitando il suo sguardo. ≪ Perfino il mio nome mi è stato dato dalle suore dell'orfanotrofio che mi accudì. Avevo circa sei anni, quando fui rapita da una setta oscura≫
Midoriya sussultò, al suo fianco, trattenendo il fiato.
≪ Non so se sai cosa siano ≫ continuò Erza, incerta. ≪ Risalgono a molto prima della nostra generazione. Sono gruppi criminali che anni fa, sperimentavano sulle persone per rubare loro i quirk o crearne di nuovi≫.
Aveva le mani fredde. Il solo pensare a quelle cose le gelava il sangue, portandole alla mente, ricordi che avrebbe voluto dimenticare.
≪ La setta attaccò il nostro orfanotrofio e rapì tutte quelle persone che – in un modo o nell'altro – la società non avrebbe cercato, di cui non avrebbe sentito la mancanza ≫ .
Midoriya deglutì, fissando a sua volta in basso. Erza si alzò di scatto e prese a camminare per la stanza, nervosamente. Riusciva a vederlo con gli occhi della mente, il fuoco che aggrediva la pietra dell’orfanotrofio, divorandolo. Ricordava le grida di panico e terrore, ma anche quelle eccitate degli uomini che erano venuti a catturarli e distruggere le loro vite.
<< Erza  ≫  mormorò, il ragazzo, guardandola con i suoi occhioni teneri. Innocente come lo erano i ragazzi che non conoscevano l’oscurità di cui era capace il mondo. Normalmente, questo sarebbe bastato a farla infuriare, solo che non c’era compassione nel suo sguardo. La fissava impressionato, come se lei fosse incredibile. Non lo sono affatto, non sono lontanamente abbastanza forte per affrontarlo. Non avrebbe trovato pace, finché non sarebbe stata in grado di sconfiggere quella persona.
Erza espirò, cercando di calmarsi. Non doveva pensare a lui, mai, o sarebbe crollata nel baratro della disperazione e della rabbia.
Si fermò davanti alla vetrata e tirò le tende per lasciare entrare la notte. Fuori l'aria era fredda e immobile, silenziosa.
<< Poche persone conoscono questa storia. I miei amici più cari, gli eroi che parteciparono con All Might alla missione. Non so nemmeno quanto tempo passai là dentro, prigioniera, ma quando ne uscì quell'oscurità mi si era attaccata addosso ≫ . Le si era incollata addosso così tanto da renderle impossibile vivere nel mondo. Toshinori e il Master avevano dovuto faticare per aiutarla ad adattarsi e forse, questo non sarebbe bastato, senza Fairy Tail.
Incrociò le braccia sul petto, cercando di domare il tremito che si era impossessato del suo corpo. I ricordi di quegli anni le faceva quel effetto perfino ora, nonostante quel luogo non ci fosse più.
Aveva freddo e, allo stesso tempo, caldo. Avrebbe voluto indossare la sua armatura, seppellire nel metallo la sua debolezza, la sua paura. Invece, era in piedi in una stanza che reputava inquietante, con addosso solo della fragile stoffa.
Le parole le pesarono sulla lingua, lasciando un gusto amaro.
<< I miei amici, le persone con cui legai in quel periodo...io sono l'unica sopravvissuta. Per questo, quando Toshinori mi prese con sé decisi che l'avrei protetto, che sarei diventata abbastanza forte da difenderlo. ≫ Strinse le braccia sul suo torace, frustrata. Non l’aveva protetto, invece, mentre lui combatteva una battaglia come quella di Kamino, lei era oltreoceano. ≪ Mi sono allenata solo per questo, ho lasciato Fairy Tail e sono venuta solo per lui e non andrò via finché non sarò certa che sia al sicuro ≫ .
Avvertì Midoriya muoversi, i suoi passi nel avvicinarsi erano leggeri. La mano che le toccò la schiena nuda era calda e la fece sussultare. Si voltò di scatto a guardarlo. Gli occhi verdi del ragazzo erano tristi e teneri, si morse il labbro, premendoli il palmo al centro della schiena.
Il calore del suo corpo le filtrò sotto pelle, facendoli formicolare la pelle.
<< Te lo racconto perché sei la persona che lui ha scelto - proprio come ha scelto me - e perché vorrei che capissi quanto è importante per me proteggerlo. Non lascerò che niente e nessuno si metta fra me e questo obiettivo. Nemmeno a te ≫
Midoriya socchiuse gli occhi, osservandola. << I-io... grazie, per avermelo raccontato. Sono certo che sia stato difficile per te, parlarne. ≫ sussurrò ≪ Non lo racconterò a nessuno, te lo prometto≫.
Erza annuì, distogliendo lo sguardo.
<< Quando lo incontrai ricordo che pensai che una persona che emanava una luce tanto intensa avrebbe finito per stancarsi di me. Invece, sembrava che niente potesse farlo demordere. Non importava quanto urlassi, quanto faticassi ad adattarmi al mondo o quanti problemi potessi causarli, alla fine lui è sempre rimasto al mio fianco ≫ .
<< All Might è incredibile ≫ rispose, illuminandosi. Le scostò una ciocca di capelli dal viso, scoprendole la guancia. La sua voce si abbassò, vibrando piano ≪ Incredibile...come te ≫ .
Erza si voltò, e Midoriya arrossì, distogliendo lo sguardo e ritraendo di scatto la mano. ≪ S-scusa, è solo che…sentendo la tua storia, non posso fare a meno di pensare che non è da tutti sopravvivere a qualcosa del genere…è impressionante, ecco≫
Erza l’osservò e gli fece scivolare le braccia intorno al collo, abbracciandolo. Sembrava così gracile, delicato, che aveva pensato di poterlo spezzare se l'avesse colpito troppo forte. Invece, il suo corpo era forte. Esitò nel circondarle i fianchi con un braccio e accarezzarle la nuca con l’altra mano. Gesti lenti e gentili, pensò. Proprio come quelli che usava Toshi per ammansirla.
<< Non parliamone più  ≫  gli disse, affondando il viso nella sua spalla. Sentì ogni parte del corpo di lui irrigidirsi. Aveva un buon odore.
<< Mi dispiace  ≫  le disse, teso.
La sua pelle scottava, l’avvertiva attraverso la t-shirt.
La sua voce le solleticava l’orecchio. << Sei davvero forte, Erza ≫ mormorò, lasciando scorrere le dita fra i suoi capelli. ≪ forte e bella ≫ .
Erza si ritrasse, spiazzata.  
Non era abituata a sentirselo dire né ad essere guardata da qualcuno nel modo in cui la stava guardando Midoriya. Di genere, le persone avevano paura di lei.
Si sentì come se Dabi l'avesse ustionata di nuovo.
<< Posso restare a dormire con te, stanotte?  ≫  gli chiese, cautamente.
Si sorprese che lui arrossisse e diventasse inquieto. Negli anni, aveva fatto quella richiesta ai suoi amici, sempre in modi e in tempi non sospetti, perché restassero con lei.
Natsu e Gray non si chiedevano nemmeno il perché, si addormentavano prima ancora che lei si mettesse a letto; con Lucy, invece, faceva tardi a chiacchierare; e Toshinori aveva iniziato a tenerla per mano quando era diventata troppo grande per lasciarla entrare nel suo letto.
Midoriya divenne di un intenso color porpora, il suo sguardo corse inquieto per tutta la stanza, mentre balbettava. ≪ S-stai s-scherzando. No. Non prendermi in –g-giro così. ≫
Era talmente buffo che per poco Erza non scoppiò a ridere. La tensione che l’aveva afferrata prima, si sciolse. << Ho detto dormire, non andare subito a pensare a quello  ≫  sospirò.
Forse aveva di nuovo esagerato. Era così stancante a volte avere a che fare con lui, anche i gesti di affetto più semplici che per Gray e Natsu erano sciocchezze, per lui erano motivo di forte imbarazzo.
Erza si sentiva stanchissima. Ogni volta che chiudeva gli occhi si svegliava spaventata in una stanza che non riconosceva. Sarebbe stato più semplice se avesse potuto dimenticare tutto e dormire almeno per una notte un sonno profondo.
Midoriya stava ancora balbettando, rigido come un pallo della luce. Erza gli afferrò la mano, stringendola. ≪ Non farti strane idee. Dormi con me, solo per stanotte. ≫
Midoriya esitò. ≪ Ah, io…cioè, non dovremmo ≫ balbettò, incassando la testa nelle spalle. Erza scosse la testa. ≪ Non riesco a dormire da sola ≫ ammise. ≪ E sono distrutta. Ho bisogno di dormire. ≫
Lo sentì cedere, lasciandosi trascinare verso il letto. Lasciò che prendesse lo spazio vicino al muro e le cedette anche il braccio, perché lo usasse come cuscino. Erza poggiò la mano sul suo petto, sentì il battito agitato del suo cuore e pensò che forse non sarebbe riuscita a dormire.
Sorprendentemente, le palpebre le divennero pesanti da subito. Avvertì la carezza delle dita callose di Midoriya sul volto, sospirò, e un attimo dopo si era già addormentata.

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Capitolo 12
*** Capitolo 5 - Arriva Fairy Tail - Parte 1 ***


Lei lo aspettava in giardino, fra i pilastri rivestiti di rampicanti e rose rosse, seduta su una panca di pietra a spazzolarsi i lunghi capelli. Stava canticchiando una sorta di ninna nanna.
Dabi si fermò sulla porta, facendo segno al servitore di lasciarli soli.
<< Sono tornato, vostra maestà  ≫  disse, indugiando a qualche passo di distanza.
Solo una volta aveva provato a chiamarla per nome e in cambio, lei aveva usato il suo potere per strapparli la pelle dalla carne, lentamente. Aveva sorriso per tutto il tempo mentre lo faceva. Da quel momento, aveva iniziato a chiamarla sempre e solo “Vostra Maestà”, anche se gli dava la nausea.
<< Bentornato, Dabi caro  ≫  disse, senza smettere di fare quello che stava facendo << Com’era la casa dei piccoli eroi? ≫ .
Dabi le si fermò vicino, le mani in tasca, e la guardò. La conosceva da anni, eppure lei non era invecchiata di un solo giorno.
<< Piena di piccoli e fastidiosi eroi. Non sono riuscito a farne secco nemmeno uno, purtroppo ≫ .
<< Ma sei riuscito a prendere ciò che ti ho chiesto  ≫  disse, sollevando lo sguardo per fissarlo. Non era una domanda, bastava guardare i suoi occhi per saperlo.
Si sorprese che potesse essere così bella e giovane, e al contempo spaventosa.
Le porse la mano con quello che aveva chiesto, dicendo << Titania era lì, ci ha dato del filo da torcere ≫ .
<< Oh, davvero?  ≫  rispose, tendendo la mano. Dabi dovette sopprimere un brivido di raccapriccio. Era solcata da squame bianche e rosa e ognuna delle dita terminava con artigli affilati e ricurvi. Prese il filo rosso fra gli artigli e l’osservò con un sorriso.
<< Il rosso scarlatto… gli antichi lo consideravano il colore del destino, lo sapevi? Portatore di disgrazie e al contempo esecutore del destino delle persone. Un filo rosso collega le persone che sono destinate a incontrarsi ≫ .
Dabi non rispose, temendo di dire la cosa sbagliata e venire così scannato vivo.
Sua maestà lo osservò divertita, allungò la mano accarezzandogli il viso. << Ti ha ferito, la piccola Titania? ≫
<< È stata fortuna  ≫  replicò, seccamente.
Lei rise, rigirandosi il filo scarlatto fra le dita.
<< Cosa farete adesso?  ≫  gli domandò, cautamente. Lo aveva mandato a prendere qualcosa di così piccolo e insignificante, correndo dei rischi eccessivi, ma non aveva idea del perché. Lei lo guardò, sorridendo.
<< Se pensassi che la cosa ti riguardi, te l’avrei già detto  ≫  
Dabi deglutì a vuoto. Quel sorriso era diabolico, lo stesso con cui lo aveva spellato da ragazzo, facendo sembrare i maltrattamenti della sua famiglia un gioco.
<< Lui era lì?  ≫  domandò, pensierosa.
<< Si,  ≫  ammise << indifeso più di un bambino ≫ .
Questo la fece sorridere. Lo odiava, anche se non sapeva il perché.
<< Ricordi cosa mi dicesti quando ci incontrammo?  ≫  gli domandò.
Dabi ricordava molto bene quel giorno, anche allora aveva pensato che fosse bella e terribile, ma c’era qualcosa di molto più spaventoso allora nella sua vita.
Lei fissava la luce della città con quei suoi occhi che potevano vedere bene anche al buio. << Mi dicesti che volevi la vita di quell’uomo. Volevi distruggerlo come lui ha distrutto te. Lo vuoi ancora? ≫ .
<< Ancora più di prima  ≫  sussurrò.
<< Io voglio la sua vita  ≫  disse, piano << Mi riprenderò ciò che lui mi ha sottratto, al contempo, distruggerò tutto ciò che ama. Partendo dai suoi studenti ≫ .
<< Sarà difficile avvicinarli ancora  ≫  fece notare.
Lei si rigirò il capello fra le dita. << Niente è impossibile, mio caro. Dimmi, era bella? ≫
Sapeva di chi stava parlando. << Si, bella e forte ≫
<< Non hai rovinato la sua bellezza?  ≫  chiese, ridendo. Dabi strinse i pugni. << Mi sarebbe piaciuto, ma era più forte di quanto mi aspettassi ≫ .
Socchiuse gli occhi, compiaciuta.
<< Presto, molto presto, le strapperò le ali e vedremmo se Titania potrà ancora contrastarmi, dopo ≫ .
Sentì il cellulare usa e getta che gli aveva dato Shigaraki vibrare nella tasca e si irrigidì. Staccò la chiamata, teso.
Lei se ne accorse. << Vai pure, non mi servi ≫ .
<< Come volete, vostra maestà  ≫  disse, facendo per allontanarsi. La mano ad artiglio l’afferrò, trattenendola. << Non dimenticare che tu mi sei debitore. Quando avrò bisogno di te, dovrai essere pronto ≫ .
<< Non potrei mai dimenticarlo  ≫  rispose, lui.
Non avrebbe mai dimenticato il giorno in cui lei lo aveva tirato fuori dalle fiamme e l’aveva curato fra le sue braccia. Il giorno in cui gli aveva promesso la sua vendetta contro gli eroi e la loro progenie.

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Capitolo 13
*** Capitolo 5 - Arriva Fairy Tail - Parte 3 ***


Toshinori la guardava accigliato. ≪ C-credi di poter tenere sotto controllo la tua irruenza?≫
≪ Non mi pare di essere una persona irruente ≫ commentò seccata. Era quasi riuscita a mettere le mani su quel piccolo pervertito e dargli una lezione che non avrebbe mai dimenticato, quando Toshinori era sbucato fuori dal nulla.
Erza lanciò un’occhiata alla classe che stava svolgendo i compiti che Aizawa assegnava loro, a quanto pareva aveva coinvolto anche Lucy, Natsu e un Happy particolarmente restio all’attività fisica.
Lei si teneva in disparte con Toshinori che borbottò. ≪ Almeno non ammazzare nessuno. Come lo spiego alle famiglie, poi?≫
≪ Hai l’aria nervosa ≫ commentò, lanciandoli uno sguardo indagatore. Lo conosceva così bene da poter leggere le sue emozioni nel viso. In quella ruga fra gli occhi c’era decisamente della preoccupazione. ≪ è per Izuku o per l’arrivo di Natsu? Sono forse io?≫
Lui la guardò torvo, muovendosi a disaggio nella camicia troppo larga. Non capiva come potesse sopportare di indossare abiti così fuori taglia, ora che non poteva più irrobustirsi di colpo.
≪ Ho sentito che negli ultimi giorni ti stai allenando con il giovane Midoriya ≫ disse, osservandola. Erza inarcò un sopracciglio. ≪ Sai che notizia. Non è mica un segreto≫.
Gli aveva proposto un combattimento senza armi, giusto per mettere alla prova le sue capacità e il controllo sul quirk. Non era male la sua capacità di analizzare la situazione e improvvisare strategie. Aveva anche la velocità e la forza del One for All dalla sua parte, ma ad Erza erano bastate due mosse per metterlo al tappetto. Pensare che gli aveva lasciato anche un certo margine per attaccare.
Lo aveva bloccato sotto di sé, con una mossa classica da usare con persone fisicamente più forti. Lo aveva visto arrossire fino alla punta delle orecchie e immobilizzarsi. Nonostante, avessero combattuto altre volte, non era mai riuscito a metterla in difficoltà.
≪ Sei sicuro della tua scelta? ≫ gli domandò, abbassando la voce e lanciando un’occhiata alla classe. Individuò la figura di Midoriya Izuku, accanto ad Uraraka e Iida, i suoi movimenti erano nervosi e scattanti. Ogni volta che la ragazza si sporgeva verso di lui, arrossiva e diventava inquieto, neanche lo stessero molestando. ≪ Non spetta a me dirlo, ma non ha nulla di speciale. È un bravo ragazzo, molto dolce e carino, ed è anche intelligente…ma tutto qua. ≫ Sollevò lo sguardo su Toshinori, corrugando la fronte dubbiosa. ≪ Nulla di tutto ciò compensa il fatto che non sa gestire il suo potere≫
≪ Per ora ≫ precisò con un sorriso. ≪ Se tu l’avessi visto quel giorno≫
≪ Si si, me l’hai raccontato diecimila volte ≫ lo interruppe seccata ≪ Dammi tregua, ho capito che lui ti piace. È uno che sa mettere a suo agio gli altri≫
Toshinori si lasciò scappare una risata. ≪ Su Erza-chan, non essere gelosa ≫ disse, con un luccichio divertito negli occhi. Erza lo fulminò con un’occhiataccia ≪ Vuoi scherzare? Guarda che non ti ho ancora perdonato Kamino. Solo perché ti sto parlando non significa che sia tutto apposto. ≫ Il viso smagrito di Toshinori si tese, abbassò gli occhi azzurri, imbarazzato. Erza sbuffò, incrociando le braccia sul petto e distogliendo lo sguardo dalla sua figura ≪ Penso ancora che tu sia un idiota idealista ≫
≪ Essere idealisti è un po' il compito degli eroi ≫ commentò, con voce smorzata. ≪ Mettiamo a rischio le nostre vite per un ideale≫
Erza ispirò, bruscamente. I suoi occhi fiammeggiarono posandosi su di lui. ≪ Guarda, cambia discorso che se no ricominciamo a litigare ≫ sbottò, tagliente. Non c’era proprio verso che si trovassero d’accordo su quel argomento, non con gli ultimi eventi ancora freschi nella sua mente. ≪ Piuttosto, come mai sei qui? Non hai altre classi a cui fare lezione?≫
≪ Ho un’ora buca ≫ disse a disaggio. ≪ Così ho pensato di venire a vedere come te la cavi≫. Accennò un sorriso nervoso, mentre lei lo scrutava, cercando di nascondere il piacere che provava a quella notizia.
≪ Ah questa mi è nuova ≫ commentò sarcastica. Si sentiva il petto caldo. ≪ Hai sempre detto che non mi avresti incoraggiato su questa strada≫
≪ Ho anche detto che non ti avrei scoraggiato ≫ replicò, accennando un sorriso. ≪ Se questo ti rende felice…≫
≪ Va bene, ma è comunque strano ≫ borbottò, agganciando una ciocca dei lunghi capelli scarlatti dietro l’orecchio.
Toshinori si passò una mano fra i capelli e sospirò. Doveva trovarla estenuante. Fin da quando l’aveva presa con sé, Erza non ricordava una sola volta in cui gli aveva reso le cose facili. Eppure, lui non si era mai arreso con lei.
≪ Mi ha sorpreso il modo in cui hai agito quando sei arrivata ≫ ammise lui, e il cuore di Erza fece una capriola gioiosa. Si era accorto di quanto avesse dosato ogni minima sfumatura di quella parodia di scontro.
≪ Non mi ero reso conto di quanto tu fossi brava a combattere, di quanto fossi migliorata…volevo vedere cosa mi sono perso≫
Erza sollevò il viso e lo scrutò negli occhi azzurri, lasciandosi scappare un piccolo sorriso.
≪ Stai a vedere come la sconfiggo ≫ intervenne una voce. Natsu si era avvicinato e sbatteva il pugno nella mano con forza, un sorriso energico sul viso. ≪ Prima mi hai preso alla sprovvista ma adesso vedi come ti riduco. Ti farò piangere≫
Erza sollevò il pugno chiuso, minacciosa. ≪ Ti farò piangere io. Stai già esaurendo la mia scarsa pazienza≫
≪ Ma per favore, ti dimostrerò che sono più forte di te ≫ esclamò, senza smettere di sorridere. ≪ Preparati, Erza≫
Toshinori rise, allungando una mano e scompigliando i capelli di Natsu con un gesto affettuoso. ≪ è bello vedere che sei esuberante come sempre≫
Lui arrossì, gli occhi scintillanti.
≪ Anche troppo, esuberante ≫ commentò Erza, prendendo Happy in braccio e strofinandoli la testa con le dita. Lui fece una faccia infastidita. ≪ Non sono un gatto da compagnia ≫ protestò.
≪ Tacci ≫ replicò Erza, osservando come Toshinori stava sorridendo a un Natsu entusiasta. ≪ è stato incredibile, vecchio Might! Il modo in cui hai preso a pugni quel villan ≫ rabbrividì. Mimò una serie di pugni e una schiavata, un ultimo colpo finale, prima di sorridere raggiante. ≪ Lo hai conciato per le feste! Io e Gray ne eravamo sicuri, ma erano tutti così tesi e preoccupati≫
Erza strinse più forte Happy nelle sue braccia, strappandoli un verso strozzato. Il suo nervosismo stava aumentando rapidamente. Si ricordava chiaramente la battaglia trasmessa in TV, in un servizio speciale. La vista del campo che si era formato dove prima c’era un quartiere, le aveva dato i brividi, ma a spaventarla davvero era stata la vista di quella figura emaciata nel centro.
Il resto del mondo aveva pregato perché il Simbolo della Pace vincesse. Lei si era sentita così egoista da pregare che Toshinori sopravvivesse, anche se questo avesse comportato la fuga del criminale.
Natsu era diventato serio, fissava Toshinori dritto negli occhi. ≪ Hai corso un gran brutto rischio. Era necessario, ma hai fatto spaventare tutti ≫ stava dicendo. ≪ Per la prima volta, ho visto la paura nel volto di Erza e non mi è piaciuto per nulla≫
Lei sussultò, guardandolo sorpresa. Toshinori sorrise, tristemente. ≪ Lo so, ma sono ancora qui come puoi vedere≫
Natsu annuì. ≪ Vedi di rimanerci≫
≪ Erza Scarlet, ≫ tuonò la voce seccata di Aizawa, fulminandola con lo sguardo. ≪ Hai intenzione di restartene lì a chiacchierare oppure ci degni della tua attenzione e partecipazione a questa lezione?≫
Erza lo guardò, scuotendosi. La stava guardando male, in un modo che la convinceva sempre di più che non gli stesse molto simpatica.
≪ Ma certo, vi degno della mia totale attenzione e partecipazione ≫ replicò con un sorriso gelido che fece fremere di rabbia l’insegnante.
Si, lo capiva se non la sopportava. Lasciò andare Happy e si diresse verso la classe, evitando di proposito di guardare Toshinori. 
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 5 - Arriva Fairy Tail - Parte 2 ***


<< Buongiorno, giovane eroe!  ≫  strillò la sveglia con la voce di AllMight.
Midoriya la staccò, senza aprire gli occhi e affondò il viso nel cuscino, assonnato.
L’aria nella stanza era fredda, ma nel letto c’era un bel tepore che invitava a restare a dormire.
Si sistemò più comodamente e urtò qualcosa di morbido e caldo.
Sentì un gemito sommesso e gli si spalancarono gli occhi.
Davanti a lui – sotto le sue coperte, nel suo letto – c’era Erza, ancora profondamente addormentata. Il suo sguardo cadde su dove aveva finito per mettere la mano. Le guance gli scottarono, mentre ritraeva la mano, spaventato.
Oh Dio Santissimo, aveva dormito lì. Si era completamente dimenticato che era rimasta a dormire con lui.
L’osservò, sentendosi nervoso.
Erza era accoccolata fra le sue braccia, con un’espressione corrucciata. Cosa stava sognando che la preoccupasse tanto? Le cose orribili a cui aveva accennato la notte prima, la battaglia di Kamino a cui aveva assistito alla televisione? Non riusciva a immaginarselo.
Oh Dio Santissimo, una ragazza stava davvero dormendo nel suo letto, non pensava potesse accadere. Non a lui, comunque.
Lei si agitò nel sonno, mormorando qualcosa di incomprensibile, facendolo sprofondare in un baratro di agitazione. Aveva la fronte corrugata, la pelle chiara e luminosa.
Midoriya le sfiorò la guancia, per calmarla. Lei emise un sospiro lieve, il viso le si distese, togliendoli il fianco.
Accidenti, è così bella quando è tranquilla.
Normalmente, Erza era una persona che metteva in soggezione per la forza e la determinazione che manifestava.
La notte prima, l’aveva osservata addormentarsi, il suo respiro farsi piano piano profondo e regolare. Il suo viso si era disteso, man mano che scivolava nel sonno.
Era troppo agitato per dormire, lui.
Averla al fianco, così vicina da condividere il calore dei loro corpi, era più di quanto i suoi nervi potessero reggere. Nel guardarla però, aveva iniziato a riflettere su quello che lei gli aveva detto.  
Gli sembrava un po' più chiara la motivazione che l’aveva spinto ad abbandonare tutto per venire fin lì.
All Might non era solo un padre per lei, era anche la persona che l’aveva salvata da una vita miserevole. Tutta quella forza bruta che aveva mostrato, attaccando All Might come una leonessa, scaturiva proprio dall’enorme sofferenza che aveva patito.  
Più la guardava più si era sentito strano.
Era come se qualcuno gli avesse acceso un fuoco dentro – come se il One For All si fosse attivato e concentrato tutto nelle sue viscere, invece che distribuirsi per tutto il corpo – e si era scoperto a cedere ai suoi stessi desideri.
Si poteva definire un approfittarsi della situazione? Assolutamente si, e se n’era vergognato nel momento stesso in cui le sue labbra avevano sfiorato quelle soffici di lei. Un bacio leggero, niente più di una lieve pressione sulle labbra, ma era stato sufficiente per farlo arrossire.
Non aveva mai baciato una ragazza e che fosse successo così, era anche peggio. Gli era dispiaciuto che lei fosse già addormentata e non se ne fosse accorta. Allo stesso tempo, ne era sollevato. Magari non avrebbe voluto essere baciata da lui e a quel punto lo avrebbe sicuramente ammazzato.
Alla luce del mattino, riusciva a vederla meglio.
Bellissima, coraggiosa e forte. Si disse, pensando ancora una volta al modo in cui aveva affrontato i villan senza esitare, come se fosse già una Pro-Heroes e non una studentessa.
Si sporse quel tanto necessario ad annullare la distanza fra loro.
Dio Santissimo, è proprio bella.
Le sfiorò le labbra con le proprie. Per la seconda volta, sentì una scossa dentro.
Erza emise un verso strozzato e sospirò.
Midoriya balzò indietro come se si fosse scottato, il viso caldo e arrossato come se gli fosse venuta la febbre. Non si rese conto subito di quanto fosse vicino al bordo, perse l’equilibrio e cadde a terra, sbattendo la testa.
<< Ahi  ≫  gemette, mettendosi a sedere.
Erza brontolò, nascondendo il viso nel cuscino. << Che cosa fai? Spegni la luce ≫ .
<< Non posso. È il sole  ≫  rispose, massaggiandosi il bernoccolo.
Lei non rispose, forse si era riaddormentata.
Midoriya si alzò e guardò la sveglia. Cristo, si poteva stare a fissare una persona dormire per venti minuti buoni, stava diventando un maniaco, per caso?!
<< Oh Dio, è tardissimo! Dobbiamo andare a lezione  ≫  si affrettò verso il cassettone e cercò i vestiti. << Erza-san? ≫ .
Erza lo colpì in faccia con il cuscino.
<< Cinque minuti  ≫  bofonchiò, nascondendosi sotto le coperte.
<< Non li hai  ≫  replicò, spazientito. Le si avvicinò e tirò via le coperte. Le afferrò una caviglia, cercando di tirarla fuori dal letto e vendicarsi per la cuscinata. << Devi uscire prima che Ida-kun e gli altri si accorgano che sei qui ≫ .
Altrimenti altro che preoccuparsi di non diventare un maniaco, lo avrebbero linciato vivo. Iida era molto affezionato alle regole e non avrebbe mai accettato una cosa del genere.
Lei gli mollò un calcio nello stomaco, facendolo piegare in due per il dolore.
Brontolò, voltandoli le spalle << Cinque minuti ≫
Midoriya strinse i denti, massaggiandosi lo stomaco dolorante. << Non li hai ≫
<< Quattro e mezzo  ≫  grugnì la ragazza.
<< Non è una contrattazione questa!  ≫  replicò, seccato. Le afferrò nuovamente la caviglia e la fece scivolare fuori dal letto.
Erza protestò, scalciando.
Midoriya indietreggiò e scivolò, finendo a terra con un tonfo sordo; solo allora Erza sollevò la testa e la guardò incuriosita.
<< Sicuro di essere l’erede del One for All? Non sarai un tantino imbranato? ≫
<< L’ultima volta che ho controllato era ancora il mio quirk  ≫  rispose, massaggiandosi il fondoschiena dolorante.
Sussultò, sentendo bussare alla porta con forza. << Midoriya-kun, sei sveglio? ≫ .
Era la voce di Iida. Midoriya guardò Erza, venendo assalito dall’ansia. Se l’avessero trovata lì sarebbe stato piuttosto imbarazzante e difficile da spiegare, oltre il fatto che sarebbe stato punito da Aizawa-sensei.
Erza si stiracchiò come un gatto e sbadigliò.
<< Midoriya-kun?  ≫  insistette, Ida.
<< Ah sì, un attimo, Ida-kun. A-arrivo  ≫  rispose, nervoso. Fece cenno ad Erza di nascondersi nel bagno, ma lei andò alla veranda e scomparve dietro la finestra, salutandolo con la mano.
Midoriya sospirò, almeno era uscita da lì. Andò ad aprire la porta.
<< Buongiorno, Ida-kun  ≫  disse, nervoso. Ida lo squadrò. Aveva già addosso la divisa e nel vedere che lui indossava ancora il pigiama, impallidì.
<< Midoriya-kun! Sei ancora così, guarda che è tardissimo  ≫  disse, severamente. Midoriya si sfregò la nuca, nervosamente.
<< Lo so, scusa. Ho dormito troppo. M-mi preparo subito ≫ .
Si preparò in fretta e scese nella sala comune, cercando di annodarsi la cravatta.
Erza era seduta su uno dei tavoli con i piedi a penzoloni e mangiava una mela. Kirishima e Bakugo le stavano parlando.
<< Buongiorno  ≫  lo salutò, come se niente fosse.
<< B-Buongiorno  ≫  rispose, arrossendo.
Kirishima gli fece un gran sorriso. << Midoriya, hai idea di cosa potremo trovare nella verifica d’inglese? ≫
<< Ah? Ma figurati se quel nerd di merda sa qualcosa  ≫  scattò, Bakugo, facendo ridere Erza.
Midoriya arrossì ancora più vistosamente, osservando come il biondo stesse al fianco della rossa. Strano, da quando quei due andavano d’accordo?
<< Scusa, non ne ho idea  ≫  ammise, stringendosi nelle spalle.
Kirishima scosse la testa, con un sorriso rassicurante. ≪ Tranquillo, immagino che non ci resti che affrontare la cosa da uomini≫
≪ Una battaglia fra uomini e grammatica inglese ≫ disse Erza, divertita. ≪ Questa la voglio vedere≫
≪ Non c’è un cazzo da vedere. Bastava studiare, Capelli di Merda ≫ replicò Bakugo, alzando gli occhi al cielo.
Uraraka e Ida raggiunsero il gruppo. Iida guardò Midoriya severamente. ≪ Dal momento che sei in ritardo dovrai saltare la colazione ≫ lo ammonnì, avviandosi verso l’uscita ≪ Non è bene, sai? La colazione è il pasto più importante della giornata.≫
≪ Cosa sei, sua madre? ≫ commentò Kirishima. Erza ridacchiò ≪ Ho già capito che il capoclasse ha manie di controllo, qui≫
Iida impallidì. ≪ I-io? Voglio solo che tutto sia fatto nel modo giusto≫
≪ Chi ti dice che ci sia davvero un modo giusto ≫ replicò Erza, con un sorrisetto astuto. Bakugo sbuffò, commentando. ≪ Chi ti dice che il modo è il tuo, quattrocchi di merda?≫
Uraraka gonfiò le guance, infastidita nel vedere Iida messo così in difficoltà. ≪ Finitela, Iida si preoccupa per tutti ≫ disse, ricevendo uno sguardo riconoscente dal capoclasse. Gli occhioni di Uraraka si posarono sulla ragazza nuova. ≪ E comunque, Erza-san, la divisa va tenuta in ordine≫
≪ Bakugo non ce l’ha in ordine ≫ commentò, annoiata. Diede un morso alla mela, mentre il ragazzo biondo le ringhiava contro un avvertimento.
Midoriya evitò di guardarla.
Si sentiva in imbarazzo per quello che era successo e temeva che gli si leggesse in faccia. Avvertiva su di sé lo sguardo di Erza che l’osservava.
Uraraka si accostò al ragazzo, con cipiglio preoccupato. ≪ Deku-kun, vuoi una delle mie barrette al cioccolato? Sembri un po' stanco≫
Lui sussultò. Certo che aveva l’aria stanca, doveva aver dormito si è no un paio di ore. Mormorò un ringraziamento, mentre prendeva la barretta.
≪ Deku-kun? ≫ ripeté Erza, con una smorfia. ≪ Ti fai davvero chiamare in quel modo?≫
≪ Che c’è di male? È il suo Hero Name ≫ replicò Uraraka, infastidita. Bakugo sbuffò ≪ Gli calza a pennello≫
Erza lo guardò, socchiudendo gli occhi. ≪ Ti do un consiglio, cambia nome. Non ispira fiducia uno che si fa chiamare “Buono a Nulla”≫
Le guance di Midoriya e Uraraka si arrossarono. Iida si toccò gli occhiali, sospirando. ≪ Capisco, cosa intendi. Tuttavia, credo che Midoriya-kun debba fare quello che ritiene giusto≫
≪ Interessante, parere ≫ commentò Erza, con uno scintillio negli occhi. ≪ Io ritengo giusto non avere la divisa in ordine≫
Iida sussultò, voltandosi a guardarla senza parole. Midoriya soffocò una risata. Lo aveva fregato, rigirando la situazione a suo vantaggio.
Un’esplosione risuonò nell’aria, facendoli trasalire. Si fermarono e si voltarono verso Bakugo, perplessi. Il ragazzo però aveva le mani in tasca e stava fissando qualcosa infondo al viale, così come Erza.
<< Bakugo, sei stato tu?  ≫  gli chiese Kirishima, confuso.
<< Non dire cazzate, capelli di merda  ≫  sbraitò, fissando qualcosa in lontananza. << C’è qualcuno… ≫
Un brivido gli corse sotto pelle, lasciò cadere la barretta che aveva appena toccato, esclamando << Un altro attacco!  ≫  
<< Fermi tutti  ≫  disse Erza, con un tono di commando che li immobilizzò. << Non è un attacco ≫ .
In avvicinamento sentirono un urlo. << Erzaaaaaa! ≫
Qualcuno stava correndo verso di loro a gran velocità. Una voce che non conosceva, ringhiò ≪ Pugno del Re drago di Fuoco!≫
Midoriya riuscì a stento a vedere il baluginio di fiamme dorate su un pugno, prima che Erza si sfilasse la borsa e la usasse per colpire in faccia il nuovo arrivato. Il ragazzo emise un grugnito e crollò a terra.
Midoriya e gli altri fissarono allibiti il ragazzo che si massaggiava la guancia, inferocito << Pensavi di nasconderti qui, maledetta?! Sono venuto a sconfiggerti! ≫ .
Aveva i capelli rosa ciliegio scompigliati e una strana sciarpa che sembrava fatta di scaglie, gli avvolgeva il collo. Balzò in piedi, con un colpo di reni e si mise in posizione di attaccò. Un sorriso sfrontato gli curvò le labbra. ≪ Non riuscirai a scappare! ≫ esclamò, sferrando un pugno in faccia ad Erza.
Lei schivò, piegando la testa e lo colpì in faccia con un gancio destro, senza nemmeno scomporsi, guardandolo annoiata mentre crollava a terra.
<< Ma cosa…?  ≫  tentò di dire Ida, scioccato.
Lo sguardo sorpreso dei presenti si spostò su Erza, quando lei sbuffò.
<< Lo sapevo, mi pareva di riconoscerne il caos ≫ .
Nonostante il tono irritato, i suoi occhi castani stavano scintillando allegri.
<< Uffa, ma non ti puoi calmare un po'?  ≫  disse, una voce femminile, avvicinandosi. La ragazza sospirò, guardando il ragazzo svenuto. Era bionda e formosa. Nonostante, fosse una mattinata fresca indossava una canottiera scollata e una minigonna. Si fermò a qualche passo di distanza, fissando corrucciata il ragazzo svenuto. ≪ Lo sapevo che sarebbe finita così≫
Sollevò lo sguardo e fece un gran sorriso ad Erza. << Yo, Erza! Ti trovo bene ≫
<< Ciao, Lucy. Vedo che ci sei anche tu  ≫  commentò, Erza. Rimise in spalla la borsa, l’espressione sul suo viso si addolcì. ≪ Sono felice di vedervi, ma cosa ci fatte qui? ≫
<< M-ma che succede?  ≫  si intromise Kirishima, spostando lo sguardo dall’uno all’altro. Nel suo viso si leggeva la stessa confusione che provavano tutti gli altri.
Erza ridacchiò.  << Tranquilli, non è un attacco dei villan. Sono miei amici ≫ .
Ida si sistemò gli occhiali, sospettoso.
Midoriya cercò di parlare e sussultò vedendo il ragazzo rialzarsi con un colpo di reni e cercare nuovamente di colpire Erza.
Lei schivò il colpo e lo mandò a tappetto con un calcio.
≪ Dacci un taglio ≫ commentò Erza, incupendosi. ≪ Inizi ad essere noioso≫
<< Ohy ohy povero Natsu  ≫  commentò una vocetta acuta.
Midoriya si guardò attorno, senza capire da dove venisse. A parte loro e quei due estranei non c’era nessun’altro.
La ragazza bionda, Lucy, guardò rassegnata la scena. << Volete andare avanti così ancora per molto? ≫ .
<< No, direi che è morto  ≫  constatò Erza, dando dei calcetti al ragazzo svenuto ai suoi piedi. Lui non reagì, facendo scaturire un coro allarmato. << Eehh?!  ≫  
<< E-Erza-san, non l’avrai davvero ucciso, vero?  ≫  disse Kirishima allarmato.
Ida gesticolò nervosamente. << Dobbiamo soccorrerlo subito. Portarlo da Recovey Girl  ≫  esclamò. Uraraka ridacchiò. << Ida-kun tu sei il più agitato di tutti  ≫  gli disse, afferrando il braccio di Midoriya che tremò.
Troppo vicina, come sempre. Lei sembrò non farci caso, appoggiandosi a lui e disse ≪ Non pensi anche tu Deku-kun che dovremmo portarlo in infermeria?≫
≪ Ah, ecco…s-si, forse ≫ balbettò. Sembrava che il ragazzo fosse effettivamente svenuto, però aveva una strana sensazione. Più lo guardava, più gli sembrava di averlo già visto da qualche parte.
<< Ma no, state tranquilli. Si sveglierà presto  ≫  li rassicurò Lucy, avvicinandosi e abbracciando Erza. ≪ Ci vuole ben altro per uccidere uno come Natsu≫.
Nel mentre, Bakugo si era avvicinato a guardare il ragazzo svenuto. Si inchinò su di lui e gli sollevò la manica della T-shirt scoprendo un tatuaggio. << Hey, questo non è il simbolo di Fairy Tail?  ≫  borbottò, sollevando lo sguardo sulle due ragazze.
Guardarono l’altra ragazza che sollevò la mano, mostrando loro il dorso su cui spiccava la fata con la coda, simbolo di Fairy Tail.
Erza annuì, compiaciuta. << Ve l’ho detto: sono amici ≫ .
<< Già, amici  ≫  commentò Lucy, adocchiando Erza << a proposito, tu non avevi tre costole spaccate e un’ustione sul fianco?! A me sembra che stai benissimo!  ≫  l’accusò. Erza roteò gli occhi, incrociando le braccia sul seno. ≪ Te l’ha detto Mira, vero? Quella ragazza non sa farsi gli affari suoi≫
Lucy strinse gli occhi, rispondendo ≪ Ci siamo preoccupati tutti. Vieni in Giappone per vedere tuo padre e tempo un giorno sei già coinvolta in una battaglia con dei villan≫. Sbuffò, infastidita. ≪ Non che sia una novità, ma cavolo, hai battuto il tuo record personale≫
≪ Ho un record personale? ≫ esclamò Erza, interessata. ≪ Uhm, effettivamente amo primeggiare.≫
Uraraka tirò la manica di Midoriya, confusa. << Deku-kun, tu ci capisci qualcosa? Io mi sento molto confusa ≫
<< N-non sei la sola  ≫  le rispose, cercando di non guardare la vistosa scollatura di Lucy. Per quale ragione, il mondo ce l’aveva con lui?
Lo sguardo di Erza si posò su di loro e sembrò riscuotersi.
<< Lasciate che vi presenti  ≫  disse Erza, sorridendo compiaciuta. << I miei compagni della Yuei: l’occhialuto è il nostro capoclasse, Ida Tenya.  ≫  
Ida si toccò gli occhiali e sorrise, salutando educatamente.
<< La ragazza con il viso adorabilmente pieno è Uraraka Ochaco ≫
Lei si toccò le guance, arrossendo. << Il viso pieno?! Cosa vuoi dire? ≫
<< Il timidone è Midoriya Izuku ≫
<< P-piacere di conoscervi  ≫  scattò, inchinandosi. Era una sua impressione o i suoi occhi avevano assunto uno scintillio malizioso? Stava iniziando ad avere le allucinazione.
<< Questo ragazzo con i capelli così particolari è Kirishima e infine, il porcospino ciclato là infondo è Bakugo “Kacchan” Katsuki ≫
<< Eh?! A chi hai dato quello strano soprannome?! Vuoi che ti faccia saltare in aria?!  ≫  sbraitò Bakugo, facendo esplodere la sua sudorazione. Kirishima fece un cenno di saluto a Lucy e si affrettò ad afferrare Bakugo, trattenendolo.
Midoriya gesticolò per calmare Bakugo, ma finì per farsi gridare addosso una serie di insulti e imprecazioni.
≪ Che ragazzo sboccato ≫ commentò la vocetta misteriosa, istigando i ragazzi della Yuei a guardarsi attorno, confusi. Lucy fece un risolino, mentre Erza la indicava con il pollice e un sorrisetto esuberante. << Yuei, loro sono i miei compagni e amici di Fairy Tail. Lucy, Happy e questo casinista è Natsu ≫ .
Lucy gli fece un gran sorriso, dicendo dolcemente. << Grazie di prendervi cura della nostra Erza, e scusate se vi causa problemi ≫
<< Chi è che causa problemi, scusa?  ≫  replicò Erza, guardandola minacciosa.
Lucy rise nervosa, distogliendo lo sguardo. << Chissà, non lo so proprio ≫
<< A-aspettate, chi sarebbe Happy?  ≫  chiese, Uraraka. Midoriya annuì confuso.
Sia Erza che Lucy indicarono in alto.
Midoriya alzò lo sguardo e gli venne un colpo.
Oh Dio Santissimo.
<< Q-quello è…u-un gatt-gatto?!  ≫  balbettò, incredulo.
Uraraka gli afferrò il braccio, aggrappandosi a lui. La sua bocca era aperta per lo shock, balbettò << Ga-gatto e vola ed è b-blu ≫ .
Il gatto blu stava svolazzando in cerchio sopra le loro testa, sollevò una zampina e strillò. << Aye, Sir. Io sono Happy, il migliore amico di Natsu ≫ .
Urlarono. Perfino, Bakugo trasalì indietreggiando.
<< P-parla  ≫  balbettò, Uraraka strattonandolo. << I-il gatto p-parla ≫
Midoriya annuì sconvolto, incapace di proferire parola.
<< Si, Happy è un gatto con un doppio quirk  ≫  commentò Erza, afferrandolo e strapazzandoli le guance come una bambina deliziata dal suo nuovo giocatolo. << Ed è morbidoso più di un peluche ≫ .
<< Erza, io non sono un peluche però  ≫  disse Happy, con le lacrime agli occhi. ≪ E mi stai facendo male ≫
Lucy ridacchiò, mentre Erza fissava torva il gatto. << Hai detto qualcosa? ≫
Happy iniziò a sudare freddo. Si gettò nelle braccia di Erza, gridando. << Sono il peluche più morbido e affettuoso al mondo! ≫ .
<< Ma cosa…?  ≫  disse Midoriya, troppo scioccato per continuare a spaventarsi per un gatto parlante con le ali. Lo consolava il fatto che anche Bakugo sembrava troppo scioccato per fare alcunché.
Il ragazzo a terra, Natsu, gemete aprendo gli occhi.
<< Dove…?  ≫  grugnì, confuso. Vide Erza e fece per balzare in piedi, ma lei lo calpestò con la scarpa. << Sto iniziando a perdere la pazienza, Natsu  ≫  lo ammonì, con un tono minaccioso. Natsu mugugnò qualcosa di incomprensibile.
<< Ci penso io, Sir  ≫  disse Happy, lasciando le braccia di Erza per avvicinarsi a Natsu.
Midoriya aggiunse nella sua personale lista di assurdità che il gatto camminava su due zampe. Perfetto, un gatto con due quirk, il pelo blu chiaro, un tatuaggio sulla schiena, e volava, parlava e camminava su due zampe. Quale sarebbe stata la prossima scoperta? Il gatto sapeva anche guidare la macchina? Era più intelligente di tutti loro?
<< Dice: “Sono venuto fin qui per sconfiggerti, Erza, e non me ne andrò finché non ci sarò riuscito” ≫
<< Potrebbero servirti decenni  ≫  commentò, lei, indifferente.
<<  “Dannata, ti farò mangiare la polvere! Io vincerò, oggi è il giorno buono in cui riuscirò finalmente a batterti” ≫ .
<< Eh?  ≫  si lasciò sfuggire, Uraraka. << Ha fatto tutta questa strada solo per sconfiggere Erza in uno scontro?! ≫ .
<< Può sembrare strano, ma è una cosa abbastanza abituale  ≫  commentò, Erza. Osservando annoiata, il ragazzo ai suoi piedi. << Comunque ora non ho tempo, ci sono le lezioni ≫ .
Tolse il piede da sopra il viso di Natsu e lo superò. Lui si aggrappò alla sua coscia, lasciandosi trascinare. << Non scappare!  ≫  ruggì, testardamente.
Lucy si portò una mano alla bocca. ≪ Ci risiamo ≫ commentò, rassegnata.
Midoriya arrossì, sconvolto. Kirishima lo guardò incredulo << Ma che fai, amico, non si afferra in quel modo una ragazza! ≫
Natsu storse la bocca in un’espressione seccata. << Quale ragazza? io vedo solo un demone. Combatti, Er- ≫
Erza si voltò di scatto. Accadde tutto così velocemente che Midoriya non fu sicuro di cosa fosse successo. Un attimo prima, Natsu era avvinghiato alla gamba della ragazza e sbraitava, quello successivo stava volando a metri da terra e si schiantò a terra con un tonfo secco.
Erza tagliò l’aria davanti a lei con la spada, un’espressione feroce in volto.
<< Quel bastardo  ≫  ringhiò << Dove si è nascosto? Lo sistemo in tre secondi netti ≫
≪ Ohi ohi ≫ commentò Happy, osservando il punto in cui Natsu per sparito. ≪ Che volo che ha fatto≫
<< Lo hai già sistemato  ≫  commentò Lucy, rassegnata. << Datti una calmata però. Non c’è bisogno di sfoderare l’artiglieria ≫ .
Erza sollevò la spada e quella svanì in una pioggia di scintile scarlatte, come i suoi capelli. Strinse gli occhi, borbottando ≪ Se l’è voluta≫
<< S-spaventoso  ≫  mormorò Kirishima, guardandola con soggezione. Bakugo annuì, osservandola << Si, va beh. Se la cava, diciamo ≫ .
≪ Stavamo guardando la stessa cosa, amico? ≫ gli chiese Kirishima, sbalordito. Bakugo sbuffò. ≪ Mi rifiuto di ammettere qualcosa di più≫.
Happy ridacchiò. ≪ Come c’era da aspettarsi da Erza, la calma non è una sua virtù≫. Lucy sussultò, guardandolo preoccupato. ≪ Happy… ≫ lo avvertì.
<< Faccio volare anche te, se non chiudi quella bocca  ≫  replicò Erza, inferocita, facendo tremare il gatto che si andò a nascondere dietro Lucy.
La ragazza bionda sospirò. << Non eri in ritardo per le lezioni? ≫
Midoriya sussultò, distogliendo finalmente lo sguardo incredulo dalla figura di Erza. Guardò il capoclasse e i suoi compagni, ansioso.
Iida guardò l’orologio e si spaventò. ≪ È tardissimo! ≫ gridò ≪ Svelti o non faremo in tempo!≫. Si lanciò in corsa a tutta velocità, lasciandoli indietro.
Uraraka e gli altri lo seguirono. Midoriya indugiò, aspettando Erza che stava parlando con Lucy. ≪ …dopo ne parliamo ≫ concluse, Erza.
Lucy annuì. ≪ Vado a recuperare Natsu. Ci aggiorniamo dopo≫
Erza si voltò verso di lui e inarcò un sopracciglio. ≪ Mi stai aspettando?≫
≪ Siamo in ritardo ≫ brontolò. Lei scrollò le spalle e iniziò a correre con lui verso l’istituto scolastico. Attraversarono il prato come dei fulmini, erano arrivati al portone, quando sentirono la campanella suonò.
≪ Merda ≫ esclamò Erza, correndo per il corridoio con Midoriya alle costole. Si fermarono davanti alla porta e l’aprirono, dentro la classe era già seduta ai propri posti e l’assemblea era iniziata.
Midoriya ansimò, in ansia. ≪ S-scusi, il ritardo!≫. Al suo fianco, Erza aspettava che la lasciasse entrare.
Aizawa li guardò, stringendo gli occhi. ≪ Voi due ≫ esclamò, severo. ≪ Siete in ritardo. La campanella è già suonata, cosa avete da dire a vostra discolpa?≫
Erza fece per parlare e Midoriya glielo impedì. Se avesse aperto bocca, sicuramente avrebbe messo nei guai entrambi. ≪ C-ci scusi, professore. Non abbiamo scusanti, ci perdoni≫
≪ Veramente ≫ attaccò Erza, infastidita. Midoriya le afferrò il polso e lo strinse.
Aizawa li guardò, sospettoso. ≪ Midoriya entra, dal momento che di genere sei uno studente modello, chiuderò un occhio su di te≫
Che sollievo! Guardò Erza, ansiosamente, lasciandola per prendere posto. lei incrociò le braccia sul petto, guardando Aizawa negli occhi.
≪ Quindi? ≫ domandò. Aizawa sbuffò. ≪ Vatti a sedere prima che cambi idea e ti sbatta fuori≫
Erza ubbidì, senza replicare.
≪ Bene, ragazzi ≫ esordì Aizawa, controllando il registro. ≪ Ora che ci siamo tutti, possiamo spostarci in cortile e iniziare la lezione di oggi≫
≪ Ma non dovevamo fare letteratura? ≫ domandò Ojiro, sollevando una mano. Aizawa fece una faccia infastidita. ≪ Cementos è malato, perciò lo sostituirò io. Andate a mettervi la tuta e vediamoci nel campo B.≫
Il rumore delle sedie che strisciavano sul pavimento riempì l’aria.
≪ Erza? ≫ la chiamò Aizawa, soffermandosi su di lei. ≪ Tu resta. Devo parlarti≫
La ragazza si bloccò, guardandolo sospettosa.
Midoriya si lasciò superare dal resto della classe, distraendosi a guardare l’espressione seccata del professore. La voleva sgridare per il ritardo? E lui, allora? Era arrivato altrettanto tardi.
Un braccio scivolò sulle sue spalle, Kaminari gli fece un sorrisetto tonto. ≪ Allora, Mido, confessa≫
Il ragazzo trasalì. ≪ C-che cosa, Kaminari-kun? ≫ domandò, spaventato. Minetta, dall’altra parte, fece un sorriso diabolico. ≪ Non fare il finto tonto con noi, Midoriya-kun≫
≪ Già, cos’è questa storia che tu ed Erza-san arrivate in ritardo insieme? ≫ rincarò Kaminari, stringendo la presa.
Midoriya si agitò, arrossendo. ≪ E-eravamo con Iida-kun e gli altri…≫
≪ Ci prendi per idioti? ≫ domandò Minetta, scrutandolo. ≪ Vai a prenderla prima del coprifuoco, sedette sempre insieme durante i pasti e scomparite durante la pausa pranzo…Qui c’è sotto qualcosa≫
Midoriya ispirò bruscamente. ≪ Non è come pensate≫
Nemmeno se lo immaginavano come stavano realmente le cose. In quei giorni, avevano pranzato insieme nella sala relax con All Might. Era stata davvero imbarazzante, ad essere sinceri, trovarsi in mezzo ai battibecchi di padre e figlia. Erza non gli perdonava il rischio corso a Kamino, All Might sembrava non digerire che la figlia si fosse accordata con il preside Nezu alle sue spalle. Midoriya si era trovato a fare la parte di quello che mette pace, in qualche modo, fra quei due.  
Arrivarono nello spogliatoio e si cambiarono, indossando la tuta blu per l’attività fisica. Midoriya dovette cercare di svicolare dalle insinuazioni dei due compagni per tutto il tempo, ringraziando il cielo che non sapevano della notte che avevano passato insieme.
Se no, non avrebbe avuto scampo.
Arrivarono in cortile che Minetta gli stava ancora addosso.
≪ Ci stai provando, Midoriya-kun. Confessa ≫ lo stuzzicò. Kaminari ridacchiò ≪ Se confessi, ti sentirai meglio. Davvero≫
Midoriya arrossì, borbottando. ≪ Caso mai, è il contrario≫
≪ Come? ≫ esclamò Minetta, tendendo l’orecchio. Midoriya sussultò. ≪ N-no, niente≫
La classe si radunò in attesa dell’arrivo del professore. Midoriya si guardò intorno. ≪ Dov’è Erza-san?≫
≪ Ti manca di già? ≫ ridacchiò Sero. ≪ Avete proprio legato eh≫
Midoriya trasalì, arrossendo. Sentì su di sé uno sguardo e voltandosi vide Uraraka che l’osservava. ≪ Deku-kun, non è che - ≫ iniziò, ma si interruppe al suono di una voce acuta e rabbiosa. ≪ DOVE DIAVOLO SI NASCONDE?! ≫ ruggì Natsu, facendosi largo fra i membri della 1A. Lucy gli correva dietro, cercando di fermarlo. ≪ Natsu, basta. Interrompi la lezione, comunque non vedo Erza. Non è qui≫
≪ Dovrebbe essere con Aizawa-sensei ≫ rispose Uraraka, perplessa. ≪ Sarà qui tra poco, credo≫
Gli occhi di Natsu fiammeggiarono. ≪ Lei…è qui ≫ disse, voltandosi di scatto verso il punto da cui venivano Aizawa ed Erza. Nel vederli, il professore fece una faccia scocciata. ≪ Voi tre non dovreste essere qui ≫ commentò.
Lucy chinò il capo, mortificata. ≪ Ci scusi, volevamo solo vedere Erza≫
≪ Io non la voglio vedere ≫ replicò Natsu, facendosi avanti ≪ Io la voglio distruggere! COMBATTI CONTRO DI ME!≫
Midoriya sbarrò gli occhi quando sentì un urlo acuto. Natsu si voltò interdetto, guardando la sua mano che era finita sul seno di Hagakure che si ritrasse, strillando indignata.
≪ Ma cosa…? ≫ iniziò a dire, sorpreso. Un vento impetuoso si sollevò, spazzando il terreno. Natsu fu sbalzato indietro con una tale potenza disumana da lasciare ammutoliti tutti i componenti della classe.
Lucy strillò. ≪ Natsu, ma sei cretino?!≫
Erza si raddrizzò, inferocita. Parlò con una calma gelida, spaventosa. ≪ Dì un po', ti è andato di volta il cervello?≫
Natsu grugnì. ≪ Non l’ho fatto apposta ≫ disse, mettendosi a sedere ≪ E comunque quelle di Lucy sono più grandi≫
La ragazza bionda si strinse le braccia sul petto, arrossendo. ≪ Più forte! ≫ gridò ad Erza. ≪ Lo dovevi colpire più forte≫
Erza strinse il pugno. ≪ Rimedio subito ≫ disse, avanzando. ≪ Se hai dimenticato le buone maniere, te le ficcherò in quella testa baccata a suon di pugni, Natsu≫
Natsu sbarrò gli occhi e impallidì, sudando freddo. ≪ N-Noooo, aspetta un momento≫
≪ Non volevi combattere? ≫ disse Erza, gelida. ≪ Adesso, combattiamo e prega Dio di uscirne vivo, perché non ci andrò piano con te≫
≪ Quindi ad Erza-san piacciono le cose violente ≫ mormorò Minetta, con un’espressione perversa in viso. ≪ Capisco≫
Midoriya trasalì, guardandolo incredulo. ≪ Come fai a pensare una cosa del genere, adesso? Lo ucciderà!≫
Natsu indietreggiò, strisciando nella polvere. ≪ A-aspetta, un momento! combattiamo quando sarai un filino più calma!≫
Erza fece per lanciarsi all’attacco, facendo urlare Natsu di terrore, ma venne fermata dalle bende di Aizawa che le circondarono il corpo. Midoriya la sentì borbottare un’imprecazione fra i denti, mentre l’insegnante commentava. ≪ Avete finito? Io avrei una lezione da fare≫
≪ Dio ti ringrazio ≫ espirò Natsu, sollevato.
≪ Lasciami andare ≫ replicò Erza, agitandosi. ≪ Devo instillare il buon senso a quell’imbecille lì≫
≪ Fallo fuori dalle mie ore di lezione ≫ replicò Aizawa, avvicinandosi. La fissò in faccia, cupamente. ≪ Non dimenticare che ti ho avvertito, Titania≫
Erza lo guardò storto. ≪ Ah si? Quando è successo? Dovevo essere distratta ≫ replicò, insolente. Midoriya la guardava inorridito. Ecco una ragazza che preferiva farsi espellere che cedere di un solo passo.
≪ Mido non ti fa un po' paura? ≫ commentò Kaminari, rabbrividendo. Minetta emise un verso strozzato. ≪ Tsk, Kaminari-kun, ti fai scoraggiare troppo facilmente. Quelle così sono le migliori a letto!≫
Midoriya sbiancò, incrociando lo sguardo di Erza. Alzò le mani in segno di resa e indietreggiò, sperando che lo risparmiasse dal momento che non aveva detto nulla. Erza si liberò di Aizawa, ignorandolo e si diresse verso Minetta.
≪ Direi che è giunta l’ora di chiarire una cosa ≫ replicò gelida. I due ragazzi sussultarono, spaventati. Lucy l’afferrò da dietro, puntando i piedi. ≪ Erza! ≫ strillò ≪ Ferma, ti prego≫
≪ Non ucciderli ≫ aggiunse Happy. ≪ Non farlo≫
≪ Toglietevi di mezzo. Sono stufa dei loro commenti osceni! ≫ sbottò Erza, arrabbiata. Aizawa sospirò ≪ Li punirò io, ma tu datti una calmata≫
≪ Non ho bisogno che qualcun altro faccia il lavoro sporco per me ≫ sbottò Erza, liberandosi dalla presa di Lucy e afferrando Minetta.
Gli occhi di Aizawa fiammeggiarono. ≪ Mettilo giù ≫ disse, duramente. Erza sorrise diabolica. ≪ Scordatelo≫
≪ Che sta succedendo qui? ≫ chiese stupito, All Might. Si era avvicinato e li stava osservando. Spostò lo sguardo su Aizawa e poi su Erza. ≪ Avevi parlato di una lezione pratica…Erza? Cosa stai facendo a Minetta?≫
La ragazza lo guardò e mollò la presa, arrossendo leggermente. ≪ Uhm, niente ≫ borbottò, voltandoli le spalle. ≪ Discutevamo di buona educazione≫
All Might la fissò, perplesso.
Midoriya tirò un sospiro di sollievo, mentre Minetta scappava lontano da Erza.
Sero commentò con un filo di voce. ≪ Quando si dice essere un femme fatale, si intenderà questo?≫

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Capitolo 15
*** Capitolo 6 - Titania & Salamander - Parte 1 ***


Midoriya si sentì arrossire, quando Erza si sedete sopra il suo banco con disinvoltura e prese a giocare con il telefonino.
≪ Sai, credo di non piacere molto ad Aizawa-sensei ≫ disse, digitando velocemente sul telefono. Midoriya si schiarì la gola. ≪ Non riesco a immaginare perché ≫ commentò, con una smorfia.
≪ Io si ≫ rispose Erza, sorridendo divertita.
≪ Scendi da quel banco, subito ≫ ruggì Iida, dall’altra parte della classe. Erza e Midoriya sollevarono lo sguardo e lo videro raggiungerli a passo spedito. Ecco che ricominciava con uno dei suoi attacchi di mania dell’ordine, lui e Uraraka ne avevano steso un lungo elenco di cose simili.
≪ Sta dicendo a me, vero? ≫ sussurrò Erza, guardandolo. Midoriya annuì. ≪ Ti conviene scendere o continuerà fino allo stremo≫
≪ Questa è una mancanza di rispetto per i sempai che ci hanno preceduti e per chi ha costruito il banco ≫ tuonò Iida, agitandosi con le sue solite mosse robotiche. Midoriya si lasciò scappare un sospiro stanco e quasi si strozzò con una risata, quando Erza rispose seria. ≪ E chi glielo andrà a dire, tu? Andrai a cercare ogni singola persona che ha usato questo banco e gli dirai quello che ho appena fatto? e poi? Cosa pensi che ti diranno?≫
Iida si bloccò e la fissò. I suoi occhi si spostarono sorpresi su Midoriya che arrossì nello scorgerci un lampo ferito. Afferrò il braccio di Erza e la spinse a scendere.
≪ Iida-kun ha ragione ≫ disse, gentilmente ≪ Non è carino fare così.≫
Le labbra di Iida si tesero in un piccolo sorriso. Erza si limitò a roteare gli occhi e in quel momento la porta si aprì e Bakugo entrò con Kirishima.
I suoi occhi rossi si puntarono dritti su di Erza. ≪ Tu! ≫ esclamò, avvicinandosi a grandi falcate. Midoriya lo conosceva da tutta la vita, sapeva che sarebbe successo da quando Aizawa aveva preso le misurazioni sulle capacità atletiche della ragazza. La classifica era stata riscritta.
≪ K-Kacchan, calmati. Non è successo niente ≫ provò a dire, sollevando le mani per fermare il ragazzo biondo che andava loro incontro con occhi feroci.
≪ Non è successo niente? ≫ ripeté il biondo, mostrando i denti in un’espressione furiosa. ≪ Levati dalle palle, Nerd di Merda, devo dire due paroline a questa stronza≫
Midoriya si irrigidì, voltandosi lentamente a guardare Erza, preoccupato di trovarla con una spada in mano e pronta a fare a fette il compagno. Lo sguardo della ragazza era gelido e tagliente come le sue lame. Incrociò le braccia sul petto e fissò dritto in faccia Bakugo, con aria di sfida. ≪ Hai qualcosa da dirmi?≫
≪ Fottuta stronza, come ti sei permessa di prendere il primo posto nelle misurazioni≫
Erza si lasciò sfuggire un sorrisetto. ≪ Evidentemente, non eri così bravo se ti ho battuto così facilmente≫
≪ Erza-san… ≫ tentò di dire Midoriya, per rabbonirli. Bakugo lo afferrò per la camicia, spingendolo da parte. ≪ Lo sapevo che saresti stata una fottuta spina nel fianco dal momento che giri sempre intorno a questo deficiente≫
≪ Sei geloso? ≫ gli domandò Erza, stringendo gli occhi. ≪ Forse hai una cotta?≫
Bakugo trasalì, lasciandosi scappare un suono gutturale pericolosamente simile a un ringhio. Sulle sue mani le esplosioni iniziarono a danzare. ≪ MA IO TI UCCIDO, STRONZA ≫
≪ Eh? okay, dateci un taglio tutti e due! ≫ sbottò Midoriya, riprendendosi a stento dallo shock. Iida tese il braccio facendo da divisore fra loro. ≪ Basta così, Bakugo-kun e anche tu Scarlet-san≫
≪ Erza. Ho già detto che mi dovette chiamare per nome ≫ rispose stancamente. ≪ Comunque se vuoi possiamo risolvere la cosa in modo molto semplice≫
≪ Andando a sedervi, magari ≫ commentò Aizawa, scocciato. L’intera classe sussultò e si affrettò a mettersi a sedere. Restarono in piedi solo Bakugo ed Erza che si guardavano torvi.
Aizawa era accompagnato da Midnight e sbatté il registro sul tavolo. ≪ Adesso, Bakugo≫. Il ragazzo biondo emise un verso di insofferenza e prese posto. Erza fece per fare altrettanto, ma esitò quando Aizawa la fulminò con lo sguardo.
≪ Lo sapevo che mi avresti creato problemi, ma qui stiamo ad esagerare ≫ commentò torvo. Erza scrollò le spalle. ≪ Ah mi spiace≫
≪ Non hai l’aria dispiaciuta ≫ le fece notare Midnight. Erza si mise a sedere con un sorriso. ≪ E, colpa della mia faccia. Non lascia trasparire il rimorso≫
≪ Si va beh, abbiamo qualche notizia da darvi ≫ disse Aizawa, annoiato. Aprì il registro e borbottò fra sé qualcosa.
Gli studenti si tesero, incuriositi.
≪ Intanto, ≫ intervenne Midnight, sbattendo le mani allegramente ≪ sarete felici di sapere che avrete due nuovi compagni di classe – tre a dire il vero, ma il terzo è un gatto – frequenteranno con voi le lezioni ordinarie quando non saranno impegnati con il lavoro≫
Un brusio percorse la classe. Midoriya si voltò a lanciare un’occhiata interrogativa ad Erza che ricambiò con una scrollata di spalle.
≪ Natsu Dragneel e Lucy Heartphilia frequenteranno le lezioni normali con voi. Sono membri di Fairy Tail in missione e staranno con noi per del tempo≫
Alle sue spalle, Minetta gli afferrò una spalla trillando euforico. ≪ La ragazza con le tette grandi! Ci pensi Midoriya, un’altra ragazza sexy nella nostra classe≫
Midoriya si irrigidì. Gli occhi di Aizawa si posarono sul ragazzo con i capelli a grappolo d’uva, scintillanti di una luce rossa assassina. ≪ Dacci un taglio, Minetta. Se sento un altro commento simile, ti appendo a testa in giù nell’ingresso≫
Il ragazzo si gelò, sbiancando.
≪ L’altra notizia non è altrettanto ordinaria ≫ commentò cupamente, l’insegnante. ≪ Abbiamo ricevuto delle notizie riguardo all’attacco della settimana scorsa≫
Midoriya si irrigidì, facendosi attento. Il resto della classe era concentrata sulle parole di Aizawa. ≪ Sembra che dietro quel attacco ci sia una qualche organizzazione su cui l’agenzia di Fairy Tail lavora da tempo. Lucy, Natsu ed Happy sono stati mandati dal master di Fairy Tail per indagare su chi c’è dietro l’attacco alla Yuei ≫ disse tetro.
≪ Credevo fosse opera dell’Unione dei Super-cattivi ≫ esclamò Kirishima, scatenando un brusio inquieto. Sero, al suo fianco, intervenne. ≪ Ma sono studenti come noi e gli permettono di indagare così?≫
≪ Si è scoperto per quale ragione ci hanno attaccato? ≫ chiese Jiro, pensierosa.
≪ Come mai se ne occupa Fairy Tail? ≫ domandò Tsuyu.
La faccia di Aizawa diventava sempre più cupa e infastidita, i capelli gli si drizzarono sulla testa, mentre gli occhi brillarono sanguigni. ≪ Silenzio! ≫ sbottò, mettendo ordine. Li guardò irritato, sospirando. ≪ Dalle indagini non è emerso alcun collegamento con l’Unione ≫ disse, con una smorfia. ≪ Per questo se ne occuperanno i membri di Fairy Tail. Non vi serve sapere altro sulla faccenda≫
≪ Non preoccupatevi, piccoli ≫ aggiunse Midnight, strizzando l’occhio. ≪ Vi proteggeremo noi≫
Midoriya si voltò, cercando lo sguardo di Erza.
Sedeva all’ultimo banco, dietro a Yaoyorozu. Era rigida, con i pugni stretti sul banco e i denti che torturavano il labbro inferiore. Lo preoccupava il fatto che fosse così silenziosa.
Sollevò una mano, incerto. Aizawa lo guardò interrogativo. ≪ Dimmi, Midoriya≫
≪ Ah professore ≫ iniziò incerto. ≪ Con i membri di Fairy Tail, intende?≫
Gli occhi dell’uomo si spostarono per un attimo infondo alla stanza. ≪ Lucy, Natsu ed Happy si occuperanno della faccenda con alcuni professionisti locali. Questo è tutto ≫ disse, riprendendo il registro e dirigendosi verso la porta.
Midoriya strinse le labbra preoccupato, lanciando un’altra occhiata ad Erza.
≪ Bene ≫ intervenne Midnight, allegramente ≪ Ora iniziamo con le lezioni≫
Per tutto il tempo, Midoriya continuò a tormentarsi con il pensiero che dietro quello strano attacco ci fosse qualcosa. Era strano che il caso fosse stato affidato a qualcuno di un’agenzia così lontana, cosa sapeva Fairy Tail che non voleva condividere con gli eroi locali?
Il suo sguardo correva spesso alla ragazza infondo alla classe, silenziosa e concentrata sulle lezioni. C’era qualcosa nella rigidità del suo atteggiamento che lo preoccupava ancora di più.
Finalmente, suonò la campana che segnava la pausa pranzo. Midoriya si alzò, pronto ad andare in sala relax con Erza e raggiungere All Might, quando Iida e Uraraka lo raggiunsero.
≪ Deku-kun, mangi con noi oggi? ≫ gli chiese Uraraka, con un sorriso allegro.
≪ Ah ecco ≫ balbettò, lanciando un’occhiata ad Erza. La ragazza gli andò incontro, cupamente, e lo superò.
≪ Erza-san? ≫ la chiamò Iida, corrugando la fronte. ≪ Tutto bene?≫
Lei gli scoccò un’occhiata, facendoli trasalire tutte e tre. Uraraka strinse l’orlo della gonna, tesa. ≪ C-cerca di restare calma, Erza-san ≫ disse con voce tremante, guardando l’altra ragazza chiaramente in preda alla rabbia. Erza la fulminò con uno sguardo assassino. ≪ Non dirmi mai di stare calma. Mai≫
Uraraka gonfiò le guance, offesa.
Midoriya non sapeva bene cosa fare per calmare la situazione. Capiva quello che Erza doveva provare, era venuta fin lì per proteggere suo padre, non per essere messa da parte.
<< Anche se può sembrare ingiusto  ≫  disse Ida, con calma << la decisione della Yuei è ponderata nel tentativo di proteggere gli studenti dai villan e da noi stessi ≫ .
Midoriya guardò ammirato l’amico. Un po' di tempo fa, Ida aveva compiuto un’azione sconsiderata spinto dai propri sentimenti e aveva rischiato di restarne ucciso, così come Midoriya e Todoroki che l’avevano aiutato.
Era andato alla ricerca del criminale Stain che aveva ferito gravemente suo fratello, per vendicarlo, e si era trovato in difficoltà. Se Midoriya e Shoto non fossero accorsi in sua difesa, probabilmente sarebbe morto.
<< Io sono un membro di Fairy Tail non della Yuei  ≫  scattò, Erza << Non ho bisogno di essere protetta, ho più esperienza sul campo di molti professionisti con il doppio dei miei anni. Cosa pensa la Yuei che me ne starò qui a fare la liceale e a stringere amicizia?! Non è per questo che sono venuta qui  ≫ .
<< Proprio per questo sei la persona meno indicata a gestire questa indagine  ≫  commentò, Ida. ≪ Sei troppo coinvolta emotivamente≫
Il viso di Erza si scurì di rabbia, i suoi occhi scintillarono, pericolosi. Stese una mano come se avesse intenzione di evocare le sue spade e colpire Ida.
Midoriya gliela afferrò, spaventato. Se colpiva Iida con la stessa violenza con cui aveva colpito Natsu prima, il compagno sarebbe deceduto. Peccato che All Might non era nei paraggi, sembrava avere un effetto contenitivo su Erza. In sua presenza, la ragazza sembrava restia ad abbandonarsi a scoppi di ira.
<< Credo che Ida-kun abbia ragione. Sei troppo coinvolta emotivamente per essere oggettiva  ≫  disse, cautamente.
Lei lo guardò, schiudendo le labbra per la sorpresa, e Midoriya si affrettò ad aggiungere, sporgendosi in avanti. << Comunque il professore ha parlato di ricerche e indagini, non di cattura. Magari ti faranno partecipare all’azione quando avranno idea di chi si tratta e dove si trova ≫ .
Erza tirò via la mano di scatto. << Tu non sai proprio niente di come agisce Fairy Tail. Appena avranno queste informazioni attaccheranno senza aspettare ≫ .
Gli voltò le spalle, investendolo con una follata inebriante del suo profumo, e aprì la porta della classe.
Natsu era lì, in attesa. Nel vederla sorrise. << Finalmente Erza. Comb-  ≫  non poté finire la frase che Erza gli sferrò un pugno sul naso, scaraventandolo contro la parete di fronte. Uscì senza nemmeno guardarlo, lui o chiunque altro, e si avviò lungo il corridoio.
Midoriya lanciò un’occhiata allarmata a Natsu e decise di seguire Erza.
<< Ida-kun, Uraraka-kun, per favore, pensateci voi  ≫  disse, correndo dietro la rossa.
 

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Capitolo 16
*** Capitolo 6 - Titania & Salamander - Parte 2 ***


Dal momento che Midoriya era corso dietro ad Erza, Uraraka si trovò da sola con Ida, in preda ad uno degli attacchi di mania dell’ordine e delle regole che colpivano il suo compagno molto spesso.
<< Non è permesso correre nei corridoi! State violando le regole!  ≫  sbraitava.
Lei rimase a guardare la schiena di Midoriya svanire dietro l’angolo, con una stretta allo stomaco.  
<< Togliti da mezzo ai piedi  ≫  disse una voce roca, bruscamente.
Mosse un passo di lato e si voltò a sbirciare.
Bakugo la guardò con la coda dell’occhio, la solita espressione da bullo in volto.
<< Ahi ahi  ≫  gemette, Natsu. Si era svegliato e si massaggiava la testa dolorante. Aveva la parte inferiore del viso coperta di sangue.
<< Ma che le prende  ≫  borbottò << mi ha colpito più forte del solito ≫ .
<< Natsu-san, è meglio se vai in infermeria a farti medicare  ≫  gli disse, Ida, aiutandolo ad alzarsi.
Uraraka si toccò i capelli, nervosa.
<< Ah sei ancora qui  ≫  disse Bakugo, guardando infastidito Natsu.
<< La cosa ti crea problemi, porcospino?  ≫  
Uraraka sussultò, vedendo una vena gonfiarsi nella fronte di Bakugo.
<< Eh come mi hai chiamato?!  ≫  gridò << Vuoi che ti faccia saltare in aria, faccia fa furetto?! ≫ .
<< Ti faccio diventare cenere, porcospino ciclato  ≫  ruggì, Natsu.
I due ragazzi si fermarono l’uno di fronte all’altro, urlandosi in faccia insulti.
Avevano entrambi le vene del collo ingrossate e pulsanti.
Uraraka chiuse gli occhi e urlò sopra le loro voci. << Smettetela! ≫ .
Miracolosamente, tacquero davvero.
Aprì gli occhi e si trovò gli occhi di tutti i presenti addosso. Aveva afferrato il retro della camicia di Bakugo, quando aveva urlato, ed ora lui la guardava con i suoi occhi rossi, intensi e rabbiosi.
<< Che cazzo fai, faccia tonda?  ≫  
Uraraka si sentì arrossire e ritrasse la mano di scatto.
<< S-se cerchi Erza-san, Natsu-san, la trovi da quella parte  ≫  disse incerta, indicando la direzione in cui aveva visto Erza e Midoriya sparire poco prima.
<< Dovresti riuscire a raggiungerli ≫ .
Natsu guardò nella direzione indicata e annusò l’aria. << Ah, sento il suo odore. Grazie, chiunque tu sia ≫ .
Partì di corsa al loro inseguimento.
Bakugo la scrutò in volto, mettendola a disaggio. Forse voleva ucciderla perché aveva cercato di fermarlo o perché aveva osato toccarlo.
<< Bakugo, andiamo?  ≫  lo chiamò, Kaminari che aspettava con Kirishima.
Lui distolse lo sguardo, gridando << Non darmi ordini! Lo vedo io quando muovermi e perché ≫ .
Si incamminò comunque, borbottando imprecazioni.
Uraraka sospirò di sollievo.
<< Cavolo, tu gli piaci  ≫  commentò una voce divertita, facendola sussultare.
<< Lucy-san  ≫  disse Ida, sistemandosi gli occhiali << sei ancora a scuola, vedo ≫
<< Dove altro dovrei essere?  ≫  chiese la ragazza, confusa.
<< Pensavo aveste iniziato le indagini per scovare i responsabili dell’attacco alla Yuei ≫
Lucy assunse una strana espressione, per un istante. Strinse più forte Happy che teneva in braccio, e disse nervosa << Ah sì. Per ora stiamo dando un’occhiata qui a scuola ≫
<< Cercavamo Natsu  ≫  aggiunse, Happy. << Ci ha lasciati indietro per raggiungere Erza e combattere con lei ≫
Uraraka annuì, sentendosi il viso caldo.
Ida se ne accorse e spalancò la bocca, sorpreso. << Uraraka-kun, non ti senti bene? Hai il viso molto rosso ≫ .
Lei provò a parlare, ma non le venne la voce. Si premette le mani sulle guance calde e scosse la testa. Lucy sorrise maliziosa.
Happy si coprì la bocca con le zampette e disse << Gli p-p-p-iace! ≫
<< N-non …lui è…cioè  ≫  balbettò, sentendo il viso sempre più caldo, tanto da farle girare la testa.
Possibile? No, certo che no.
Lei era innamorata di un’altra persona. Qualcuno di gentile, coraggioso, timido. Non poteva proprio immaginare che uno come Bakugo la vedesse in quel modo, anche se al festival sportivo era stato l’unico che l’aveva trattata con il rispetto che si deve ai forti.
<< Uraraka-kun?  ≫  la chiamò Ida, allarmato.
<< I-io devo…andare  ≫  disse, alla fine.
Scappò via, correndo anche lei nel corridoio.
Imboccò la strada che portava all’uscita e si ritrovò all’ingresso con il sole caldo a bagnarle il viso. Era senza fiato.

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Capitolo 17
*** Capitolo 6 - Titania & Salamander - Parte 3 ***


Odiava la Yuei. Non capiva come ragionasse, come potevano i loro studenti diventare eroi se li tenevano chiusi in bozzolo timorosi che prendessero aria.
Certo che i loro studenti faticassero a farsi notare dalle agenzie, chi avrebbe voluto gente che non aveva alcuna esperienza sul campo?
Lei aveva imparato portando a termine centinaia di missioni. Era partita dalle cose semplici e aveva pian piano aumentato il rischio e la difficoltà, si era fatta le ossa con tutto ciò che aveva. Questo l’aveva aiutato a vedere le sue debolezze e a cercare un modo per correggerle.
<< Erza-san!  ≫  la chiamò, Midoriya. Gli stava correndo dietro, preoccupato. Gli ci mancava solo lui, adesso. Non era decisamente dell’umore giusto per averci a che fare, soprattutto dal momento che era d’accordo con gli altri.
<< Che vuoi?  ≫  sbottò, facendolo sussultare per lo spavento.
Che ne sapeva lui di come si sentiva? Probabilmente, non aveva mai sfiorato il vero pericolo in tutta la sua vita.
No, quello lì era un bambino coccolato che inseguiva un sogno impossibile, proprio come Toshinori. Si erano trovati, simili e proiettati verso lo stesso ideale ingenuo e delirante. Quei sentimenti lei non riusciva proprio a condividerli, forse perché aveva visto quanto oscuro potesse essere il mondo. Strinse i denti, sibilando. << Ti avverto: non sono in vena di chiacchiere ≫ .
<< Ah no, certo  ≫  disse, tormentandosi le dita nervoso. Distolse lo sguardo dal suo, facendolo scivolare ovunque tranne che su di lei. << Però ero preoccupato per te e così…ho pensato di seguirti ≫ .
Le lanciò un’occhiata di sottecchi, sistemandosi la giacca della divisa con gesti inquieti. Quel energia nervosa le faceva tendere i nervi, trasmettendosi anche a lei. Erza strinse i denti, arrabbiata. << Avevo un accordo con il vostro preside, non posso credere di essere stata ingannata in questo modo  ≫  sbottò << Se pensa che resterò con le mani in mano, non ha capito nulla ≫ .
<< Però, se non fai quello che dice il preside rischi che il tuo permesso venga revocato. Potrebbero allontanarti dalla Yuei, no? ≫
Erza sussultò, stringendo i pugni. Le faceva rabbia che avesse ragione, perfino quell’altro ragazzo, Iida, aveva detto delle cose che avrebbe potuto accettare se si fosse trattato di qualcun altro.
<< Io…  ≫  iniziò.
<< Erza!  ≫  gridò una voce famigliare. Natsu girò l’angolo e si fermò. << Finalmente ti ho trovata! ≫ .
<< Ah, Natsu-san  ≫  disse, Midoriya, agitato. << Questo non è un buon momento ≫
Natsu lo guardò confuso. Sollevò lo sguardo su di lei e sussultò.
Erza si chiese quanto dovesse essere spaventosa, se Natsu indietreggiava sudando freddo. << È per la scena di prima?  ≫  domandò, con voce tremante. ≪ È stato un incidente, lo giuro ≫
Midoriya si fece avanti, imbarazzato << Ah no, credo che sia perché hanno affidato a voi le indagini, escludendola ≫ .
<< Quali indagini?  ≫  domandò, sorpreso.
Erza strinse i pugni e i denti. Midoriya se ne accorse e iniziò a sudare freddo anche lui. << Q-quelle su chi ha attaccato la Yuei giorni fa ≫ .
Natsu di raddrizzò e si mise a ridere. Erza gli avrebbe spaccato la faccia se Midoriya non l’avesse afferrata, trattenendola con la super forza. Le sue braccia le circondarono il busto, il viso pericolosamente vicino. Lo vide avvampare e balbettare ≪ E-Erza-san, f-ferma…vuoi seriamente ammazzare qualcuno?≫
≪ Si ≫ rispose lei, stringendo i denti ≪ Levami le mani di dosso o te le taglio≫
Midoriya sussultò, i suoi occhi si posarono un istante sulla scollatura della sua camicia e schizzarono da tutt’altra parte.
<< Ma quella è solo una scusa  ≫  disse Natsu, fra le risate. Si asciugò gli occhi e le sorrise << Abbiamo accettato questa missione solo per giustificare la nostra presenza allo Yuei e poter andare e venire come ci pare ≫
<< Eh?  ≫  disse Midoriya, sorpreso, voltandosi a guardarlo. << Dici davvero? ≫ .
Erza non era sorpresa di scoprire che il One For All era abbastanza forte da trattenerla, pur usandone una parte così esigua.
<< Aye, io sono venuto per battere Erza  ≫  disse, sciogliendo i muscoli della spalla. La guardò e l’espressione sul suo viso cambiò. << Sono venuto anche per darti una mano con All Might. Noi siamo amici, no? ≫ .
Sentì la rabbia abbandonarla, sostituito da un timido calore che le strinse il petto. << Natsu  ≫  mormorò, la voce resa roca dall’emozione.
Non le aveva scritto nemmeno un messaggio da quando era arrivata in Giappone, non l’aveva nemmeno salutata quando era partita, però era venuto fin lì per aiutarla.
Midoriya la lasciò andare, guardando Natsu con gli occhi verdi scintillanti. << Natsu-san  ≫  disse, colpito.
<< Beh, adesso che ne dici di combattere? Poi ci occupiamo della missione, magari qualcuno della Yuei ci dà una mano. Basta che il Boss finale lo lasciate a me! ≫
Sbatté i pugni l’uno contro l’altro, con un sorriso folle sul viso. << Ed ora combattiamo! ≫ .
Midoriya sollevò le mani per fermarlo. << A-aspetta, Natsu-san, non potete combattere nei corridoi. Aizawa-sensei vi ucciderà ≫ .
<< Non so chi sia, ma sconfiggerò anche lui! ≫
Erza sentì la risata affiorarle alle labbra. I due ragazzi la guardarono sorpresi.
Accidenti, non sapeva nemmeno lei cosa le prendeva. Si sentiva instabile, come su una montagna russa, vacillava fra preoccupazione, frustrazione e rabbia, con qualche momento di fulgido divertimento.
 << Natsu  ≫  disse, sorridendo << Combatterò con te ≫ .
Il sorriso di Natsu era puro calore ed energia. Sbatté i pugni l’uno contro l’altro << Adesso sì che sono tutto un fuoco! ≫
Midoriya trasalì, arrossendo. << Ehm, Natsu-san, è una frase un po' ambigua ≫
Natsu lo guardò confuso. ≪ In che senso?≫
Midoriya si tese come una corda di violino, in imbarazzo. Erza lo scrutò, pensando al modo in cui la notte prima aveva reagito alla sua richiesta di dormire insieme. Quel ragazzo sembrava tanto timido e gentile, ma non era affatto scemo. Probabilmente, era più sveglio e ricettivo di Natsu che era ancora un bambino, in quel senso.
Erza rise, divertita. << Non farti traviare, d’altronde Natsu è un dragon slayer del fuoco ≫ .
Per poco, Midoriya non svenne. << L-lui è S-Salamander?! ≫
<< Si, ora che ci penso mi avevi detto di volerlo incontrare ≫
<< Uhm, uno sfidante?  ≫  domandò Natsu, perplesso.
Sorridendo, Erza rispose << Peggio: un nerd degli eroi ≫ .
Midoriya gridò, imbarazzato e gesticolò << N-non è così. M-mi interessa l’argomento, cioè, mi guardo attorno ≫ .
Lasciandolo blaterare, Erza si avvicinò a Natsu. Poggiò il gomito sulla spalla dell’amico e proseguì, divertita. << Ha pure una serie di quaderni in cui ha annotato i vari eroi e i loro quirk. Ci sono analisi dettagliate, supposizioni, strategie, etc. Studi approfonditi, mica roba da niente ≫ .
Midoriya divenne ancora più rosso in volto, tanto da farsi uscire il fumo delle orecchie. Incassò la testa nelle spalle, mormorando << N-non dovevi dirlo. P-perché lo hai fatto?! che vergogna! ≫ .
Natsu lo guardava con un sopracciglio inarcato.
<< Peggio di Lucy ed Happy, quindi  ≫  commentò.
<< Ha decisamente raggiunto un livello avanzato ≫ . Si staccò da Natsu e posò le mani sulle spalle di Midoriya, sorprendendosi ancora una volta di come fosse più muscoloso di quanto non sembrasse. << Il re dei nerd ≫
Midoriya chinò il capo imbarazzato, mentre Natsu scoppiava a ridere.
<< Forte! ≫ .

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Capitolo 18
*** Capitolo 7 - Alleanze ***


Si lasciò cadere sull’erba, sotto l’ombra di un albero, e respirò profondamente per calmarsi. Che cosa l’era preso?!
Aveva fatto preoccupare Ida ed era stata scortese con Lucy ed Happy.
<< Sono un disastro  ≫  sospirò.
<< Ti ho trovato  ≫  disse Lucy, chinandosi su di lei.
Uraraka si spaventò.
Scattò a sedere e la sua fronte urtò contro quella di Lucy che gridò.
Le due ragazze si guardarono, massaggiandosi la testa dolorante.
Sulla fronte di Lucy stava facendo capolino un bernoccolo. Aveva gli occhi pieni di lacrime, mentre lo massaggiava.
Probabilmente, anche lei doveva avere la stessa espressione buffa.
Scoppiarono a ridere insieme.
<< Ohy scusami, non volevo farti male  ≫  disse Uraraka, fra le risate.
Lucy si piegò su sé stessa, asciugandosi le lacrime. << No no, sono io che mi scuso. Quel commento era fuori luogo ≫ .
<< Sono io che ho esagerato. Bakugo è un compagno di classe, non è nemmeno simpatico ed ha un caratteraccio ≫ .
Lucy sorrise. << A volte, quelli che ci sembrano peggiori possono sorprenderci ≫ .
Uraraka la guardò, turbata.
Lucy si abbracciò le ginocchia, stringendosi nelle spalle. << Il fidanzato della mia amica Levy era un nostro nemico, un tipo davvero odioso e meschino, ma con il tempo abbiamo scoperto che è una persona a posto. Ha solo un modo particolare di dimostrarlo. Lui e Levy sono una bella copia ≫ .
<< Io veramente…  ≫  mormorò, arrossendo. Scosse la testa e si sporse in avanti << Siete davvero venuti qui per indagare sull’attacco alla Yuei? ≫ .
Lucy sorrise imbarazzata. << Si, non saremmo mai entrati altrimenti. Questa scuola è peggio di un carcere di massima sicurezza  ≫  sbuffò << Ammetto però che questa non è l’unica ragione ≫ .
Uraraka la guardò incuriosita. << È per via di quel ragazzo, Natsu? ≫
Lucy distolse lo sguardo, facendolo vagare per il prato. Annuì. << Devi sapere che Natsu ed Erza si conoscono da quando erano piccoli. Passano la maggior parte del loro tempo a combattere, però quando Erza è partita per venire alla Yuei, Natsu non l’ha presa bene ≫ .
Uraraka si lisciò la gonna, pensierosa. << Era preoccupato per lei? ≫ .
Lucy si strinse nelle spalle. << Chissà. Ha continuato ad assillare il master dicendoli che non avrebbe dovuto lasciarla andare. Al contempo, non ha mai chiamato ad Erza, non rispondeva nemmeno alle sue email ≫ .
<< Così siete venuti qui  ≫  dedusse, Uraraka.
Lucy annuì. << Non fraintendermi, anche io ero preoccupata per Erza. Però lei è una che sa badare a se stessa, ed è venuta fin qui per proteggere qualcuno che ama, la capivo ≫ .
Uraraka abbassò lo sguardo.
Lucy sembrava una così brava persona, ed era amica di Erza. Probabilmente, lei la capiva molto meglio di quanto riuscisse a farlo lei. 
<< Lucy-san, potrei chiederti un consiglio?  ≫  azzardò, timidamente. Si tormentò le pellicine delle dita, evitando di guardarla.
<< Certamente, dimmi tutto ≫
<< Da quando Erza-san è arrivata, si è molto avvicinata a una certa persona a cui tengo molto. I-io mi chiedevo cosa…  ≫  deglutì << Non capisco come abbia fatto. Si è avvicinata a lui molto più di quanto sono riuscita a fare io, nonostante lo conosca da più tempo ≫ .
<< Parli del ragazzo bassottino con i capelli mossi e le lentiggini?  ≫  
<< Si,  ≫  arrossì << Hanno legato subito, nonostante Deku-kun sia molto timido ≫ .
Lucy chinò il capo di lato, osservandola. Le sorrise maliziosa. << È lui il ragazzo che ti piace, eh? Capisco ≫ .
 Arrossendo ancora di più, nascose il viso nelle mani.
Lucy ridacchiò. << Beh, Erza non è una seduttrice. In realtà, è negata nel socializzare, però non è una cattiva persona. Farebbe qualunque cosa per i suoi amici, compreso spostare le montagne ≫ .
Uraraka la guardò, ansiosa. << Dici che non è sua intenzione sedurre Deku-kun? ≫
<< Beh non te lo posso assicurare.   ≫  ammise, imbarazzata. << Però so che Erza non è quel genere di persona. Non è nemmeno una persona romantica. Pensa solo al lavoro ed All Might, e ai suoi amici ≫ .
Uraraka sorrise, sollevata, magari aveva sbagliato approccio con Erza. Doveva riprovarci, fare amicizia con lei. Si, infondo Titania non poteva essere una brutta persona.
<< Lucy!  ≫  gridò una voce.
Le due ragazze sollevarono la testa e videro Natsu sbracciarsi, mentre veniva loro incontro.
Erza camminava alla sua sinistra, tirandosi dietro un Bakugo nervoso.
<< Non darmi ordini, dannazione, e cammina dietro di me!  ≫  stava gridando Bakugo, ad un Erza infastidita.
<< Muoviti, e vedi se riesci ad abbassare la voce ≫ .
 Midoriya era alla destra di Natsu e prendeva appunti, mormorando e annoiando Natsu con domande sul suo quirk.
<< Uraraka?  ≫  la chiamò, gentilmente Lucy.
Lei la guardò interrogativa. Lucy le fece l’occhiolino << Teniamocela per noi la conversazione di poco fa, okay? ≫ .
Lei annuì.
In quel momento, Happy planò a terra, appoggiandosi al ginocchio di Lucy.
<< Lucy  ≫  disse, carezzevole << di cosa parlavate? ≫
<< Della scuola  ≫  rispose, lei, staccandoselo di dosso << E comunque non sono affari tuoi ≫ .
Distese le gambe sull’erba, sistemandosi la gonna. Natsu si lanciò sull’erba, poggiando la testa sul grembo della ragazza.
<< Lucy, sono così stanco! Questo fuso e qualcosa mi uccide! Ho sonno ≫
<< Si chiama fuso-orario, Natsu  ≫  gli rispose, Erza, sedendosi vicino a Lucy e trascinandosi dietro Bakugo, che lanciò un’occhiata ad Uraraka al suo fianco.
Midoriya prese posto vicino ad Uraraka.
Aveva il suo quaderno delle analisi in mano ed era impegnato a borbottare e scribacchiare.
<< Se non ci dai un taglio, bastardo di un Nerd, te lo faccio ingoiare quel quaderno del cazzo!  ≫  gridò, Bakugo.
Midoriya si ritrasse, stringendo al petto il quaderno.
L’unica cosa che trattene l’altro ragazzo dal farlo fu Erza che gli assestò uno scappellotto. << Tacci! ≫ .
<< Crudele  ≫  disse Midoriya, nello stesso momento.
Uraraka sorrise, felice. << Beh, come vi sembra la scuola? ≫ .
<< Noiosa  ≫  rispose, Natsu.
<< Troppo formale per i nostri standard  ≫  commentò Lucy, pensierosa.
Happy saltò su con le lacrime agli occhi. << Non avete abbastanza pesce! ≫ .
<< Una prigione  ≫  borbottò, Erza.
Midoriya la guardò, divertito. << Non lo hai ancora superato? ≫
<< Mai  ≫  replicò, seccata. << Ma non importa, se la Yuei pensa di averla vinta si sbaglia di grosso ≫
Lucy la guardò sorpresa. << Ma così non rischi che ti espellano? ≫
Erza sfoggiò un sorriso astuto. << No, sono pur sempre un membro di Fairy Tail perciò se il Master ordina, io eseguo ≫ .
Natsu la guardò perplesso. << Il nonnetto ha detto qualcosa? ≫
<< Solo di controllare che tu non rada al suolo la città ≫ .
Bakugo ringhiò, << Ohi mi avete trascinato qui per gingillarvi? Non dovevamo parlare dell’attacco alla Yuei? ≫ .
Erza incrociò le braccia sotto il petto, annuendo. << Giusto. Vi dirò quello che sappiamo fin ora. Io e Izuku ci abbiamo ragionato sopra e siamo giunti alla stessa conclusione ≫ .
Riassunse in poche parole quello che sapevano e che avevano dedotto.
Uraraka l’osservò ammirata. Era così che Titania pensava, allora? Come se fosse stata una stratega nel mezzo di una guerra, aveva notato cose che lei non aveva nemmeno visto. Midoriya intervenne un paio di volte per precisare alcune cose e spiegare come funzionava la sicurezza della Yuei.
<< Tutto sembra fatto troppo causalmente, ma non è possibile. Avevano senz’altro in mente qualcosa. Dabi era l’unica vera mente dell’operazione, ma ci deve essere qualcuno dietro, un mandante  ≫  concluse, Erza.
Uraraka si sorprese. << Pensavo non si sapesse niente ≫
<< Non è confermato, ma sembra che non sia l’Unione dei Villan  ≫  intervenne, Midoriya.
<< Chiunque sia lo farò saltare in aria  ≫  gridò, Bakugo. Le sue parole riaccesero Natsu che saltò su << Giusto! Andiamo a prenderlo e facciamolo nero! ≫ .
Sbigottiti li fissarono. Lucy commentò << Chi è che vorreste andare a prendere? Non sappiamo ancora niente ≫ .
Natsu e Bakugo si ghiacciarono.
Midoriya poggiò il suo quaderno sull’erba e si sporse in avanti, guardano Bakugo.
<< Mi chiedevo cosa ne pensassi tu, Kacchan ≫
Aveva il viso serio, concentrato. Quando dimenticava la sua timidezza, pensò Uraraka, era mille volte più carino.
Bakugo socchiuse gli occhi, pensieroso. << Erano un branco di falliti che facevano baccano senza una ragione ≫ .
Lo guardarono tutti.
Midoriya, rassegnato, mormorò << Scusa, se te l’ho chiesto ≫
<< È proprio come Natsu  ≫  commentò, Happy.
<< Eh?! cosa vorresti dire?!  ≫  scattarono i due ragazzi, furiosi.
<< Stupidi  ≫  rise, Happy, coprendosi la bocca con le zampine.
Natsu colpì il suolo con un pugno infuocato, le fiamme risalirono lungo il suo braccio, facendo sussultare Midoriya al suo fianco. Le fissava spaventato e affascinato, allo stesso tempo.
<< Non mi paragonare a questo idiota ciclato  ≫  disse, Natsu.
Bakugo si sollevò su una gamba, facendo esplodere la sudorazione delle sue mani, << Prova a ripeterlo, faccia da furetto! Ti faccio esplodere la testa! ≫
Lei e Midoriya strisciarono un po' più indietro, spaventati.
Erza afferrò i due ragazzi per i capelli e fece cozzare sonoramente le loro teste l’una contro l’altra, dicendo infastidita << Dateci un taglio, voi due, mi state annoiando ≫ .
I due ragazzi crollarono a terra, sconfitti.
Lucy ridacchiò, imbarazzata.
<< Ehm, vacci piano, Erza. ≫
<< Ohi ohi Natsu non impara mai. Non dovrebbe far arrabbiare in questo modo Erza ≫
Lei lo guardò male. << Tacci anche tu o ti faccio volare ≫ .
Lucy afferrò il gatto e lo prese in braccio. << Ad ogni modo, mi pare di capire che siete tutti d’accordo sul fatto che questo attacco è strano ≫
Erza incrociò le braccia sotto il seno generoso.
Aveva la camicia sbottonata e la cravatta allentata, come sempre. Nonostante Ida non perdesse occasione di rimproverarla, lei insisteva ad avere la divisa in disordine. 
<< Già, proprio così. Quei villan non sembravano avere una motivazione né un piano. Inoltre, il mio contatto nella polizia giapponese mi ha informato che è stato Dabi ad averli assunti per “picchiare un po' di cuccioli degli eroi”  ≫  storse la bocca, disgustata << La mente dell’operazione era lui, ed è probabile che sia l’unico ha sapere cosa c’è dietro ≫ .
<< Dabi fa parte dell’unione  ≫  commentò, Uraraka << perciò non si può escludere la loro partecipazione, no? ≫ .
<< Ah, è poi erano degli idioti  ≫  aggiunse, Bakugo, massaggiandosi la testa dolorante. Nel punto in cui aveva urtato quella di Natsu si stava formando un bernoccolo. << Altrimenti avrebbero colpito quelli che avevano perso i sensi ≫ .
<< Eh?! Io pensavo non l’avessero fatto perché io e te li stavamo proteggendo nelle retrovie, mentre Erza combatteva in prima linea  ≫  replicò, Midoriya, facendosi travolgere dall’entusiasmo.
<< Dannazione  ≫  imprecò, Bakugo << Parla come mangi, dannato Nerd ≫ .
Erza sussultò, incrociando lo sguardo di Lucy.
<< Ora che ci penso,  ≫  disse << avrebbero avuto sia modo che interesse a colpirli. Sarebbe stato un modo per distrarci e spingerci in difesa ≫ .
<< Sarebbe stata la cosa più sensata  ≫  concordò, Lucy.
Natsu grugnì << Facciamoli fuori, uffa ≫ . Aveva abbandonato la testa sul grembo di Lucy e chiuso gli occhi. La ragazza gli accarezzava i capelli con una mano, mentre con l’altra grattava Happy dietro il collo.
<< Però da quanto ho sentito alcuni di quelli colpiti dal gas soporifero si sono risvegliati prima degli altri  ≫  disse guardando Erza, pensierosa.
Lei si strinse nelle spalle, divertita. << Izuku ha trascinato Uraraka e Kirishima fuori dalla nube appena in tempo, immagino che sia per questo che loro si sono svegliati per primi ≫
Uraraka sussultò e guardò il ragazzo al suo fianco, sorpresa.
<< Q-questa cosa non lo sapevo  ≫  mormorò, arrossendo.
Midoriya le sorrise, grattandosi il retro della nuca imbarazzato. << Pensavo fosse un veleno o roba simile ≫
Bakugo sbuffò, guardandoli male.
<< E tu Lucy  ≫  chiese, Erza << Cosa ci puoi dire? ≫
Lucy abbassò lo sguardo su Natsu. << Abbiamo sentito delle voci  ≫  iniziò incerta << secondo cui la persona dietro all’ultimo attacco alla Yuei sarebbe una donna ≫ .
Uraraka osservò il modo in cui la mano di Lucy scorreva sui capelli di Natsu, come lui sembrava rilassarsi al suo tocco, e provò una fitta di gelosia.
Sarebbe stato bello poter fare lo stesso con Midoriya, ma sapeva per esperienza che lui sarebbe arrossito, andando in panico, e lei si sarebbe sentita solo più in imbarazzata.
<< La chiamano la “Regina dei Draghi”  ≫  disse, Lucy.
Erza sussultò. << Ho già sentito questo nome  ≫  
<< La Regina dei Draghi  ≫  ripeté, Midoriya << Nei siti internet si parla di lei come di una leggenda. Non è una persona reale ≫ .
<< Reale lo è e come.  ≫  lo corresse, Erza << Ho sentito altri eroi parlarne ≫
I due si guardarono, poi Midoriya distolse lo sguardo arrossendo.
Uraraka sentì una fitta di gelosia pungerle il viso. << Beh, io non lo so chi è  ≫  disse, incuriosita.
Lucy si affrettò a spiegare. << Sembra che sia qualcuno di molto pericoloso che muove i fili della criminalità senza mai palesarsi. Non esistono testimonianze sul suo quirk o il suo aspetto. Nessuno sa esattamente chi sia o da dove venga, per questo si pensa si tratti di una leggenda ≫ .
<< Inoltre,  ≫  aggiunse, Happy << sembra che la sua prima apparizione corrisponda temporaneamente alla comparsa dei primi superumani ≫ .
Uraraka vide Bakugo e Midoriya sussultare.
<< I primi quirk…impossibile  ≫  mormorò, Midoriya.
Bakugo ringhiò. << Stiamo parlando di quattro o cinque generazioni fa, anche se non fosse schiattata, sarebbe comunque una cavolo di mummia decrepita ≫ .
Lucy si strinse nelle spalle.
Erza disse << Oppure è un titolo che viene tramandato nel tempo, ciò significherebbe che ci sono state diverse Regine dei Draghi ≫ .
 I suoi occhi incrociarono quelli di Midoriya. I due si fissarono intensamente, come se stessero conversando fra loro, escludendoli.
<< Hey, voi due  ≫  disse, cupamente Bakugo << Se sapete qualcosa parlate, invece che fissarvi come due idioti ≫ .
Midoriya divenne rosso come un pomodoro, balbettò << N-no, ecco, non stavamo… ≫ .
Erza arrossì leggermente e distolse lo sguardo, rigirandosi il telefonino in mano.
<< Credo di riuscire a uscire di qui entro sera  ≫  disse, Erza a Lucy << Possiamo andare a cercare qualche informazione in più ≫ .
<< Si!  ≫  scattò, Natsu mettendosi a sedere con uno scatto << Prendiamo a calci qualche cattivo, visto che ci siamo! ≫
<< Hey, voglio venire anche io!  ≫  gridò, Bakugo inferocito.
<< Non penso che la Yuei vi farà uscire  ≫  commentò, Lucy, facendo arrabbiare ancora di più Bakugo che si mise a gridare insulti. Natsu si scaldò a sua volta e i due iniziarono a prendersela l’uno con l’altro.
<< Prima devo chiedere una cosa a una persona  ≫  mormorò, Erza, pensierosa. Aveva lo sguardo distante, sembrava essere diventata insensibile anche a quello che la circondava.
La campanella suonò, facendo imprecare Bakugo.
<< Anche oggi abbiamo saltato il pranzo  ≫  sospirò, Midoriya.
Uraraka lo fissò interdetta. << Anche oggi? ≫
Lui diventò rosso e si agitò << Ah no, ecco, vedi… ≫
<< Meglio se andare in classe  ≫  intervenne, Lucy. << Noi dobbiamo sistemare le nostre cose nel dormitorio ≫
<< Vi fermate qui, allora  ≫  commentò, Erza. Aveva un sorriso sereno, sembrava diversa da come Uraraka l’aveva conosciuta.
Lucy annuì. << Per un poco. Ci dovrai sopportare ≫
<< Ah di al vecchio All Might che passerò a salutarlo più tardi e che voglio combattere con lui  ≫  intervenne, Natsu, distogliendo l’attenzione dalla sua disputa con Bakugo.
Erza si incupì, alzandosi.
<< Lui…  ≫  disse, interrompendosi e stringendo i pugni.
Uraraka la guardò preoccupata, ma fu Midoriya ad intervenire. << Natsu-san, All Might non è più in grado di combattere. Non credo tu possa ≫ .
Natsu sembrò sinceramente sorpreso. Guardò Erza corrugando la fronte.
<< Uhm, allora lo saluterò e basta  ≫  disse, incerto.
Tornarono in classe lasciando Lucy e Natsu che parlottavano fra loro.
Uraraka camminava al fianco di un Erza silenziosa e distratta, mentre Midoriya cercava di parlare con Bakugo che gli rispondeva sbuffando e insultandolo, sempre più irritato.
<< Erza-san?  ≫  la chiamò cautamente, Uraraka.
Lei sembrò strapparsi ai suoi pensieri per guardarla. Aveva gli occhi inespressivi, come se non la stesse vedendo davvero.
Uraraka cercò di ricordarsi quello che Lucy le aveva detto su Erza, prima di parlare. << Lucy-san è una persona davvero simpatica ≫
Erza batté le palpebre, disorientata, poi si illuminò, sorridendo. << Vero? La nostra Lucky Lucy è fantastica! ≫ .
Sembrava una persona totalmente diversa quando sorrideva, pensò Uraraka, qualcuno con cui avrebbe potuto fare amicizia.
<< Perché tu e Lucy non vi unite a noi ragazze dopo cena? Non lo fai mai ≫ .
Sorpresa, socchiuse gli occhi, guardinga.
Uraraka vide i due ragazzi che camminavano davanti a loro, osservarle con la coda dell’occhio. Si imbarazzò.
<< Pensaci, va bene? A noi farebbe piacere  ≫  disse, affrettando il passo. Superò i due ragazzi e si affrettò verso il proprio banco. Si lasciò cadere sulla sua sedia, sfinita come se avesse corso una maratona, e nascose il viso nelle braccia.
Sentì la sedia di Tsuyu cozzare contro il banco.
<< Ochaco-chan, va tutto bene?  ≫  
Uraraka mormorò qualcosa che poteva essere un si come un no.
Voltò il viso e il suo sguardo incrociò quello di Bakugo che la guardava dal suo banco. Lui fu il primo a distogliere lo sguardo, il viso inondato dal sole.
Doveva esserselo immaginato, ma per un attimo aveva pensato che fosse arrossito. Impossibile. Si sentì arrossire e cercò di incrociare lo sguardo di Midoriya.
Il ragazzo stava parlando con Mineta e non fece caso a lei.
Le lezioni ricominciarono. Nemmeno una volta, Uraraka lo sorprese a guardare dalla sua parte, invece, lo vide sbirciare verso Erza.
Incrociò più e più volte lo sguardo scarlatto di Bakugo, sentendosi sempre più nervosa ogni volta che accadeva.

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Capitolo 19
*** Capitolo 8 - Promettilo ***


Lucy l’accolse con un sorriso. << Hey, sei in ritardo. La cena è quasi pronta! ≫
<< Scusa, ho avuto da fare  ≫  rispose, gettando la giacca sul divano vicino.
La cucina era in fermento. Bakugo gridava al di sopra delle voci dei suoi compagni << Chi ha tagliato l’erba cipollina?! ≫ .
<< Io  ≫  rispose apatico, Todoroki, che stava aiutando Yaoyorozu a tagliare le verdure. Bakugo ringhiò cupo << Bastardo a meta, hai fatto uno scempio! ≫
<< Mina-chan smettila di gettare il sale ovunque!  ≫  gridò Kirishima, dall’altra parte della cucina. Cercava di strappare dalle mani di Ashido il barattolo del sale, mentre lei rideva e ne gettava manciate in giro.
Lucy ed Erza li osservavano, pensose.
<< Sai, mi ricordano un po' i nostri compagni  ≫  disse Lucy, con un sorrisetto.
Erza annuì, sentendosi stringere dalla morsa della nostalgia.
<< Uraraka-san ci ha invitate a una specie di pigiama party con le ragazze  ≫  l’informò, inespressiva.
Lucy la guardò, sorpresa. << Non ne sembri felice ≫
<< È una battaglia che non so come gestire  ≫  rispose, stringendosi nelle spalle, a disaggio. Per qualche ragione, era stato semplice fare amicizia con Lucy. Le era venuto naturale, forse perché si erano praticamente conosciute in missione, o forse perché era riuscita a conquistare la fiducia di Natsu e Gray così velocemente che anche lei aveva sentito di potersi fidare.
Non riusciva, invece, a rilassarsi con le ragazze della Yuei.
Lucy sospirò, disse << Non tutto è una guerra, Erza ≫ .
Non le rispose.
Uraraka chiamò Lucy perché l’aiutasse ad apparecchiare la tavola. Prima di andare, la ragazza si voltò verso Erza << Fammi il favore, Natsu è in giardino ad allenarsi. Puoi chiamarlo? ≫
<< Certo, lascia fare a me  ≫  rispose, avviandosi.
Dopo le lezioni era andata a parlare con il preside e aveva scoperto qualcosa che l’aveva fatta arrabbiare molto di più dell’essere esclusa dalle indagini.
<< Dunque, le cose stanno così  ≫  aveva detto, stringendo i pugni lungo i fianchi. Era stata brava a mantenere un tono neutro e mascherare la rabbia.
Il professor Aizawa l’aveva seguita fuori, quando si era congedata.
<< Titania  ≫  aveva detto, usando il suo nome da Hero.
Erza si era fermata, guardandolo nello stesso modo in cui lui la guardava, con diffidenza.
<< Eraser Head  ≫  aveva detto, calcando a sua volta sul nome da Hero.
Lui aveva sfoggiato la sua espressione infastidita. << Il preside pensa ci sarà un altro attacco ed è vero che il tuo aiuto sarebbe utile, ma non tirare troppo la corda ≫ .
<< Questo che cosa dovrebbe significare? ≫
<< Che hai già perso l’infanzia. Cerca di non perdere pure l’adolescenza ≫ .
Erza si era irrigidita. Così lui sapeva, com’era possibile?
Lo aveva scrutato, attentamente. Aveva l’aria trasandata, gli occhi arrossati e una cicatrice sullo zigomo. Non aveva l’aria di un’insegnante né di un eroe, sembrava più un barbone con quei capelli disordinati.
<< Non lo so che cosa hai sentito su di me, Eraser  ≫  disse, affilando lo sguardo << Ma io non sono abituata a farmi da parte. Sarei forse la Regina Titania, se così fosse? ≫
Lui aveva sfilato una mano dalla tasca e le aveva toccato la sommità della testa.
<< Già, è proprio questo il problema  ≫  aveva commentato, superandola. << Sei proprio come quel fanatico del lavoro, ma tu hai ancora sedici anni. Cerca di ricordatene ≫ .
Se n’era andato così, lasciandola sola nel corridoio, sorpresa e confusa.
 Erza era rimasta per un po' a fissare il vuoto.
Come faceva a saperlo? Perché le aveva parlato in quel modo?
Erano solo alcune delle domande che le avevano affollato la mente.
Si era incamminata lentamente, toccandosi la sommità della testa, confusa.
Era un qualcosa che la faceva sentire piccola - anche quando a farlo era Toshinori - come se fosse ancora la bambina che lui si era portato a casa; l’orfana che era scappata, abbandonando i suoi amici al loro destino crudele.
Non sono ancora abbastanza forte, pensò amaramente.
Si era fermata solo una volta arrivata davanti alla sua porta.
Toshinori era seduto al tavolo, impegnato a progettare le prossime lezioni, vicino al suo gomito c’erano dei foglietti di appunti.
Erza l’aveva fissato, incredula.
Lui aveva sollevato la testa, lo sguardo distratto, e l’aveva messa a fuoco.
Era impallidito, affrettandosi a nascondere i bigliettini.
<< Erza-chan, è successo qualcosa?  ≫  aveva chiesto, ansioso.
Dal momento che l’aveva fatto arrabbiare – e lei era ancora arrabbiata per la storia di Kamino – si erano un po' evitati, guardandosi con circospezione, aspettando di capire chi avrebbe fatto la prima mossa per riappacificarsi.
Erza si era guardata attorno.
 Quel uomo era stato per decenni il pilastro irremovibile della pace, un perfezionista nel suo lavoro. L’eroe più temuto e forte, colui che, da solo, aveva ridotto la criminalità mondiale.
Tristemente, era pur sempre un uomo e la sua camera era un disastro.   
Aveva lasciato indugiare lo sguardo sul lavello pieno di stoviglie sporche, il letto da rifare, la roba sparsa per il pavimento e i fogli – a dozzine – gettati a terra, nei pressi di un cestino pieno.
<< Chissà cosa direbbe l’opinione pubblica se sapesse che il simbolo della pace non sa nemmeno rifarsi il letto  ≫  esclamò, chiudendosi la porta alle spalle.
Toshinori balzò in piedi, i capelli ritti dallo spavento.
<< N-non c’è bisogno che la gente lo sappia!  ≫  aveva urlato, sputando sangue.
Erza aveva fatto il gesto di rimboccarsi le maniche e aveva messo mano al disastro.
Aveva raccolto i panni sporchi, rifatto il letto, spostato le cose, i libri e i fogli.
Nel mentre, Toshinori la seguiva in ansia, mormorando scuse, rimproveri e giustificazioni. Sembrava non sapersi decidere se essere infastidito o grato del fatto che lei fosse lì a sistemarli la stanza.
<< Perché insisti a comprare vestiti troppo larghi?!  ≫  aveva chiesto esasperata, gettando via una camicia.
Toshinori aveva emesso un urlo strozzato, cercando di recuperare i vestiti che lei gettava nel cesto. << Mi servono per quando assumo la forma muscolosa ≫ .
<< La puoi tenere per quanto, due secondi esagerando? Lascia perdere ≫
<< M-ma ma…  ≫  aveva protestato, tremando.
Erza aveva dovuto sforzarsi di non scoppiare a ridergli in faccia; si divertiva troppo a vederlo così, messo in difficoltà da qualcosa di così semplice.
Aveva sollevato il completo di sartoria che gli aveva visto usare a lezione, e detto << E poi questo completo giallo, uhm, non so nemmeno come si chiama questa tonalità. Non posso credere che non lo hai ancora buttato via! ≫ .
Aveva fatto il gesto di lanciarlo, ma Toshinori era stato abbastanza svelto da afferrarlo e metterlo in salvo. L’aveva guardata, senza fiato. << H-hai finito? ≫ .
 La conosceva abbastanza bene da aver intuito cosa c’era dietro.
Erza aveva ignorato la domanda, aprendo il piccolo frigo e tirando fuori una latina di coca-cola. << Nelle tue condizioni, questa roba può davvero ucciderti, sai? ≫ disse, gettandola via.
<< Erza… ≫
<< Hai detto al preside di escludermi  ≫  aveva sbottato, evitando il suo sguardo. Riprese a tirare fuori roba dal piccolo frigorifero e a gettarla via con rabbia. << Gli hai detto di lasciarmi vivere come una normale liceale. Non hai nemmeno provato a chiedermi cosa ne pensavo o cosa volessi fare. Hai deciso tu per me ≫ .
Lui l’aveva guardato dispiaciuto, sistemando il vestito sullo schienale della sedia e lisciandone le pieghe con la mano ossuta. Aveva sospirato piano, attirando il suo sguardo sulla sua figura debilitata. Ogni volta che lo guardava e ricordava che l’avrebbe visto così per il resto della sua vita, sentiva una stretta al cuore.
<< Lo so cosa sembra  ≫  commentò, piano.
Erza emise un verso strozzato. << Sembra che tu mi giudichi debole, una bambina non all’altezza del tuo pupillo. Ammettilo, pensi che lui sia migliore di me ≫
<< Non ho mai detto o pensato una cosa del genere  ≫  rispose, indignato. << Non vi metterei mai a confronto ≫ .
Erza si era fermata, fissando le proprie mani tremanti. Sentiva la mancanza del peso di un’armatura addosso che la proteggesse dalle sue stesse emozioni.
Toshinori le poggiò una mano sulla spalla. << Ho saputo che Fairy Tail pensa di sapere chi è il mandante. Se è davvero quella donna… ≫
<< La conosci?  ≫  gli domandò, sorpresa.
Toshinori distolse lo sguardo, gli occhi azzurri gli si incupirono.
<< La Regina dei Draghi  ≫  disse, soffocando un brivido << se ho chiesto al preside di escluderti è per via di quella donna. Lei è un mostro, Erza ≫
<< È una criminale, certo, ma  ≫  sbuffò, sentendo la rabbia montarle dentro. Perché la doveva trattare come se fosse una bambina, quando era considerata fra gli eroi più forti di Fairy Tail.
<< No,  ≫  la interruppe, cupo. << la Regina dei Draghi è qualcuno contro cui io stesso ho faticato a vincere ≫ .
Erza sbarrò gli occhi, incredula. Liberò la tavola dalla cesta e prese una delle sedie per mettersi a sedere. << Tu hai…combattuto contro di lei?  ≫  domandò, lentamente.
Toshinori aveva evitato il suo sguardo, turbato.
<< Alcune leggende dicono che sia vecchia quanto l’avvento dei quirk, ma si sbagliano. Lei è molto più vecchia di così ≫ .
<< Stai dicendo che è immortale?  ≫  sussurrò, scossa.
Lui scosse la testa, sempre più cupo. << No, non è immortale, ma i draghi vivono molto più allungo delle persone ≫ .
Erza deglutì a vuoto, la bocca secca. << Stai dicendo…? ≫
Toshinori annuì, grave. << Si, lei è la prima Dragon Slayer della storia  ≫  confermò, stringendo i pugni << Perfino io ho avuto qualche problema ad affrontarla. Una cosa è combattere contro un altro super umano – per quanto potente si può affrontarlo sullo stesso piano – ma un drago…è al di sopra di ogni essere umano ≫ .
Erza lo guardò incredula. Non era possibile che al mondo esistesse qualcuno in grado di mettere in difficoltà qualcuno come All Might.
<< M-ma tu…l’hai sconfitta, no?  ≫  chiese, incerta.
Toshinori non la guardò. Aveva il viso tirato e pallido, lo sguardo basso. << La misi in fuga, ma a caro prezzo ≫ .
Erza dovette stringere i pugni per nascondere il tremore che le scuoteva. << Impossibile. Impossibile. Impossibile  ≫  mormorò.
Finalmente, lui la guardò. I suoi occhi azzurri, infossati nelle orbite scure, erano pieni di preoccupazione per lei.
<< Erza-chan, se davvero si tratta di quella donna, non voglio che ti avvicini a lei. Lei non è umana, non ha niente di umano  ≫  contrasse la mascella << non è come Natsu-chan. Nonostante dispongano entrambi di quirk da Dragon Slayer, non devi pensare a lei come qualcuno contro cui si possa combattere ≫ .
Si chiese che razza di mostro fosse quella donna, per innervosirlo tanto.
Toshinori prese una lunga ciocca dei suoi capelli scarlatti fra le dita e li guardò.
<< Promettilo, Erza-chan  ≫  disse, con un filo di voce. ≪ Prometti che starai lontano da quella donna, al sicuro≫
Erza si sentì arrossire. I suoi capelli erano il suo unico punto debole, le faceva sempre uno strano effetto che la gente li guardasse. Toshinori se li rigirava fra le dita, turbato.
Confusa, promise.
<< Ogni volta che mi chiami “Erza-chan” mi sembra di essere ancora la bambina che aspettava il tuo ritorno da qualche missione  ≫  ammise, le guance sempre più rosse e calde.
Lui sorrise nostalgico, accarezzandole la testa.
<< Ah stai crescendo, lo so, ma per me tu sei sempre la mia bambina ≫ .
Alla fine, non era riuscita a restare arrabbiata. La sua rabbia era evaporata. Toshinori stava bene ed ora che lei era lì, lo sarebbe stato ancora per molto. Lo avrebbe protetto lei, con tutta la sua forza.  
Erza scese gli scalini dell’ingresso del dormitorio, rabbrividendo nell’aria fredda della notte. Si incamminò verso lo spiazzo erboso da dove arrivavano delle voci e rumore di combattimento.
Girò l’angolo e li vide.
Natsu aveva i pugni avvolti dalle fiamme e fendeva il buio con i suoi colpi, spargendo scintille dorate nell’aria. Dall’altra parte, Midoriya si muoveva come un lampo, agitando l’aria e piegando l’erba, spezzando la notte con la sua energia verde elettrico.
<< Hey, voi due!  ≫  chiamò, alzando la voce.
Midoriya si voltò di scatto verso di lei e si beccò un pugno nel fianco. Volò a terra, rotolando sull’erba. Il One for All si spense, scomparendo.
<< Ah, ho vinto!  ≫  gridò, Natsu, flettendo i muscoli. ≪ Adesso tocca a te, Erza≫
Erza sospirò, avvicinandosi al ragazzo per aiutarlo ad alzarsi. Fosse stato per Natsu avrebbero dovuto combattere ogni minuto del giorno.  
<< Tutto bene?  ≫  chiese, chinandosi su di Midoriya.
Lui si era messo a sedere da solo e si massaggiava il fianco, con una smorfia di dolore. << Sto bene. È piuttosto forte, però se riuscissi a colpirlo con un calcio all’otto percento della forza, forse potrei… ≫
<< Le squame dei draghi sono dure  ≫  rise, Natsu. << Dovrai impegnarti di più se vuoi che senta i tuoi colpi ≫ .
A quel accenno sui draghi, Erza si irrigidì.
Un drago è al di sopra di ogni essere umano, aveva detto Toshinori. Natsu era un Dragon Slayer come quella donna, allora anche lui…?
<< Erza-san?  ≫  la chiamò perplesso, Midoriya.
Doveva averle detto qualcosa che lei non aveva sentito, ed ora la guardava preoccupato.
<< Stai bene?  ≫  le domandò, toccandole la fronte << Sei pallida ≫ .
Le sue dita erano calde e ruvide, le scostarono sottili ciocche di capelli dalla fronte. Erza si sentì arrossire. Perché in quella scuola sembrava che tutti si sentivano in diritto a toccarla? Perché non mantenevano le distanze come ci si aspettava da loro?
Midoriya sembrò accorgersi del suo imbarazzo e ritrasse la mano di scatto, arrossendo a sua volta. << Ah, ecco, scusa  ≫  balbettò.
Erza ispirò, cercando di liberarsi di quella strana sensazione che le aveva afferrato lo stomaco. Era colpa di quel ragazzo, il suo nervosismo era contagioso.
<< Natsu, ti cerca Lucy  ≫  disse all’amico << La cena è pronta ≫
<< Ah, finalmente! Muoio di fame!  ≫  disse, entusiasta. Si massaggiò lo stomaco, avviandosi contento. ≪ Combattiamo ancora, Midoriya! ≫
Erza aiutò Midoriya ad alzarsi. Il ragazzo si toccava il fianco, ma aveva dei lividi sulle braccia e anche sulle gambe.
Aveva la T-shirt bruciata e annerita in più punti.
<< Ti ha ustionato?  ≫  gli chiese, scrutandolo. Sapeva per esperienza quanto Natsu fosse fuori controllo, delle volte. Si dimenticava di essere l’unico immune alle scottature. Prima di creare l’armatura dell’Imperatrice fiammeggiante, le aveva bruciato i vestiti centinaia di volte.
Midoriya, abbassò lo sguardo, imbarazzato. << Ah non è niente. Natsu-san è formidabile  ≫  disse, passandosi la mano dietro la nuca e scompigliandosi i capelli mossi.
Erza gli si avvicinò e afferrò l’orlo della T-shirt, scoprendoli il fianco. Aveva la pelle rossa, le prime bolle stavano già comparendo, come pensava Natsu lo aveva ustionato. << Sembra doloroso  ≫  commentò, sapendo per esperienza che il fuoco di Natsu era molto più caldo e pericoloso di quello di Dabi, che aveva colpito lei.
Midoriya si irrigidì. Sentì un fischio, quando lui trattenne il fiato, emettendo dei balbetti confusi e striduli.  
Erza si chinò leggermente, sollevandoli di più la maglia. Non se n’era resa conto prima, ma il suo fisico era più forte di quanto non paresse. Osservò la linea dei muscoli definiti, ricoperti da un leggero strato di sudore.
Midoriya stava balbettando così confusamente da non riuscire a pronunciare parole di senso compiuto, ma solo versi e grugniti scioccati. Erza lo guardò. Era rosso come un peperone e i suoi occhi sbarrati la fissavano, increduli.
Aveva un’aria così buffa che Erza non poté resistere alla tentazione di tormentarlo un poco. Un ghigno malizioso le si stese sul viso, mentre gli premeva un dito sopra l’ombelico, contro il muscolo teso, facendolo trasalire.
<< Oh ma sei più muscoloso di quanto pensassi!  ≫  disse, abbassando la voce.
Lui indietreggiò, distogliendo lo sguardo. << Erza-san  ≫  disse con la voce roca. ≪ Cos-cosa stai facendo?≫.
Ti tormento. Pensò divertita. Il suo sguardò cadde sulle braccia di lui, percorse da segni scuri e rosei. << Ti sei bruciato anche le braccia  ≫  notò lei, facendo scorrere le dita sulla pelle rossa, rendendo il ragazzo ancora più nervoso.
 Nella penombra, riuscì a scorgere a stento le cicatrici che gli segnavano le mani, gli avambracci e le braccia, ma anche così avevano un’aria spaventosa.
Midoriya mormorò, una nota stridula nella voce. << T-troppo vicina ≫ .
Erza sollevò il viso e si accorse che il ragazzo stava tremando, rosso come un pomodoro, i suoi occhi continuavano a scattare ovunque e tornavano sempre a lei, inquieti.
Fu più forte di lei, scoppiò a ridere. ≪ Non ce la posso fare. è troppo divertente facile metterti in imbarazzo, Izuku≫
Lui la guardò risentito, il viso rosso. ≪ Non è divertente ≫ replicò, seccato. Erza sghignazzò. ≪ Oh si, invece ≫ Sfiorò con dita leggere le cicatrici, chiedendosi come avesse fatto a farsele. Non sembravano frutto di una lama o i frammenti di un’esplosione normale.
≪ È successo qualcosa? ≫ le chiese, incerto. Erza sussultò, sollevando lo sguardo e trovando che la studiava, pensieroso. ≪ Hai l’aria turbata≫
Gli lasciò andare il braccio, distogliendo lo sguardo. La sera era fresca e le luci del dormitorio sembravano occhi gialli che fissavano nella notte.
≪ Non so di cosa stai parlando ≫ rispose, evasiva. ≪ Andiamo dentro che ti aiuto a medicare le bruciature e ci mettiamo a tavola≫
Si voltò e Midoriya le afferrò il polso, trattenendola. ≪ A-aspetta, cosa è successo? Puoi dirmelo. N-non lo dirò a nessuno, se non vuoi≫
≪ Magari non voglio dirlo a te ≫ replicò seccata, tirando via il braccio. Midoriya trasalì, arrossendo. Abbassò lo sguardo, annuendo. ≪ Ah, c-certo. Scusa≫
Erza lo fissò per un attimo e sospirò. Era davvero un ragazzo estenuante, aveva la stessa dote di Toshinori a renderle difficile il restare arrabbiata.
≪ All Might ha chiesto al preside di escludermi dalla missione di Fairy Tail sulla Regina dei Draghi ≫ borbottò, cupa. ≪ Di genere, non si intromette in questo genere di cose, ma a quanto pare la Regina non gli piace proprio per nulla e mi ha fatto promettere che non mi sarei fatta coinvolgere≫
≪ E tu cosa farai? ≫ chiese, cauto. Erza sbuffò. ≪ Che vuoi che faccia? Non posso disubbidire agli ordini del Master, gli devo troppo. Però…≫
≪ Devi molto anche ad All Might ≫ concluse lui, comprensivo. ≪ E non vuoi farlo preoccupare≫
Erza storse lo guardò, aveva anche il dono della lettura del pensiero, adesso? Era spaventosa la velocità con cui era riuscito a capirla.
Si avviarono verso il dormitorio a passi lenti. Midoriya teneva la testa bassa, pensieroso. Erza gli camminava accanto.
≪ Detesto stare ferma con le mani in mano ≫ borbottò Erza, sbuffando. ≪ Mi farà uscire di senno. Piuttosto, quello era il tuo limite con il One for All?≫
Lui sussultò, arrossendo. ≪ Ah ehm, si. Il cinque percento, qualche volta arrivo fino all’otto percento, ma è doloroso ≫ ammise, massaggiandosi i polsi.
Si chiese se dipendesse dal fatto che fosse nato senza quirk, ma anche Toshinori era stato un quirkless prima che Nana Shimura gli trasmettesse il One for All.
In una società popolata da superumani, l’ottanta percento della popolazione mondiale possedeva un qualche potere, i quirk. Erano davvero in pochi quelli che non ne disponevano ed era aditati come diversi e mancanti, come se avere un quirk rendesse le persone migliori, quando le rendeva solo potenzialmente più pericolose.
≪ E-Erza-san ≫ mormorò, Midoriya, facendola riemergere dai suoi pensieri.
≪ Ancora con quegli onorifici? Lascia perdere, Cristo Santo ≫ rispose, fermandosi davanti la porta d’ingresso. Midoriya arrossì, abbassando lo sguardo e annuì.
≪ Cosa c’è? ≫ gli domandò, stancamente.
I suoi occhi verdi di posarono sul suo viso, guardandola timidamente. ≪ S-solo che All Might agisce così perché ti vuole bene ed è preoccupato per te≫
≪ No, è che non mi vuole qui ≫ sbuffò lei ≪ Mi preferisce all’accademia, lontano da lui≫
≪ Non puoi crederlo davvero! ≫ replicò lui, infiammandosi. Erza sussultò, sorpresa e Midoriya si irrigidì, imbarazzato. ≪ V-voglio dire, All Might è felicissimo che sei qui. Lo si vede lontano un miglio. È solo preoccupato perché sei arrabbiata con lui per la storia di Kamino, ma tu lo sai che non aveva scelta.≫. Le puntò addosso quegli occhi verdi incredibilmente luminosi, contenenti tutta la luce delle stelle. ≪ Sei un’eroina anche tu, al suo posto avresti fatto lo stesso≫
Erza strinse i pugni. ≪ Non supporre di sapere cosa avrei fatto ≫ sibilò, sentendo i battiti sordi del suo cuore pulsargli nelle orecchie. ≪ Non ci conosciamo abbastanza, perché tu possa farlo≫
Midoriya strinse le labbra ed Erza aprì il portone, afferrandoli il polso e trascinandolo dentro con sé.
La sala era in fermento, i ragazzi avevano finito di preparare i tavoli e stavano mettendosi a tavola. Erza scorse Lucy che chiacchierava con Uraraka, la ragazza rana e una ragazzina dai capelli corti e i lobi allungati.
Il suo sguardo cadde sulle braccia di Midoriya e sulle cicatrici che gli segnavano le mani e risalivano per tutto l’arto. 
Erano spaventose nel buio, ma alla luce si rivelarono anche peggiori.
Come aveva fatto a ridursi in quello stato, un ragazzo della Yuei che non conosceva la vera forma del pericolo?
<< Finalmente si mangia!  ≫  gridò, Natsu alzando le braccia al cielo.
Bakugo ruggì dall’altra parte del tavolo. << Tu non mangi un bel niente, fiammifero ambulante! Chi non aiuta a cucinare, se ne va al diavolo a stomaco vuoto ≫
Il viso di Natsu si scurì << Provaci a fermarmi! ≫ .
<< Se non la fate finita, vi prendo a calci  ≫  disse Erza, seccamente. I due ragazzi sussultarono. Natsu impallidì e si affrettò ad aiutare Kaminari a portare i piatti. Bakugo sbuffò, mettendosi a sedere con un’espressione scocciata.
≪ Non avevo mai visto nessuno zittire, Kacchan ≫ commentò Midoriya, fissandola impressionato. Erza soffocò un motto di soddisfazione. ≪ Una vita a tenere a bada quelle teste calde dei miei compagni mi hanno insegnato bene ≫ commentò ≪ Bakugo non è nulla di ché al confronto.≫
Midoriya si lasciò scappare una risatina. ≪ Vado a medicare le ferite≫
≪ Ti aiuto≫
≪ N-no! ≫ scattò, arrossendo. I suoi occhi scattarono in giro per la stanza, lasciandola sorpresa. ≪ F-faccio da solo, davvero. G-grazie comunque≫
Erza si strinse nelle spalle, un po' delusa. ≪ Izuku? ≫ lo chiamò, prima che si allontanasse. Percepiva su di sé lo sguardo di alcuni compagni, fra cui quello di Lucy e Uraraka. Iniziava a chiedersi se ci fosse qualcosa fra quella ragazza e Midoriya, nonostante non sembrasse da parte di lui.
La guardò interrogativo. Erza si mosse il labbro, per un istante. ≪ Tieni la guardia troppo morbida, per questo Natsu è riuscito a colpirti ≫ disse alla fine, distogliendo lo sguardo. ≪ Non esitare se vuoi vincere≫

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Capitolo 20
*** Capitolo 9 - Pigiama Party - Parte 1 ***


Quella sera si erano riunite nella camera di Jiro, raccogliendo nel centro della stanza pacchetti di patatine e caramelle gommose, bibite gasate e succo di frutta.
Lucy aveva un sorriso allegro quando aveva aperto la porta, seguita da un Erza imbarazzata, che si guardava attorno nervosa.
≪ Benvenute! ≫ aveva detto, Hagakure, accogliendole con grandi feste. Mina si era subito unita al suo entusiasmo, mentre Jiro si era limitata a sorridere timidamente.
Lucy si era guardata attorno, ammirata. ≪ Cavolo, suoni davvero tutti questi strumenti, Jiro-san?≫.
≪ Ah, più o meno. Sono ancora una principiante nella batteria ≫
≪ Wow, io sono una principiante in tutto ≫ aveva commentato Erza, guardando gli strumenti con soggezione.
≪ Lei dice così ≫ aveva riso, Lucy ≪ ma a soli sedici anni è già una maestra di spada, che vuoi che importi se non sei brava a suonare?!≫.
Erza era arrossita, borbottando qualcosa di incomprensibile.
Si erano sedute in cerchio a parlare della scuola, delle loro vite e dei pettegolezzi, sgranocchiando e ridendo.
≪ Eh?! ≫ strillò, Mina. ≪ Sei la figlia di All Might?!≫
Lei, Jiro, Hagakure e Yaoyorozu guardarono Erza, incredule. Lei mordicchiò una caramella gommosa, a disaggio.
≪ Cra non sapevamo se era o meno un segreto, per questo non ve l’abbiamo detto ≫ ammise, Tsuyu. Al suo fianco, Uraraka annuì ≪ Scusate≫.
Erza si strinse nelle spalle, evitando i loro sguardi. ≪ Non è proprio un segreto, o meglio lo è per l’opinione pubblica≫.
≪ Beh se la voce si spargesse sarebbe un problema ≫ commentò Lucy, tranquillamente. Sollevò un dito per spiegarsi ≪ Per questo poche persone ne sono a conoscenza. A Fairy Tail lo sanno tutti, se lo tenete per voi non ci saranno problemi≫.
≪ Più che altro i Villan cercherebbero di vendicarsi, ecco tutto≫.
Era un sollievo per Uraraka non dover più mantenere il segreto. Le sembrò che anche l’atmosfera con le altre ragazze si fosse allentata. Sembravano tutte più a loro agio, perfino Erza che si era seduta vicino a Lucy.  
≪ Hey, sentite qui. Ho un’idea fantastica! ≫ saltò su Mina, sprizzando entusiasmo da ogni poro. ≪ Facciamo un gioco! Obbligo o verità≫.
Le ragazze si entusiasmarono. All’inizio, Uraraka lo trovò divertente. Sceglievano obblighi ridicoli tanto per farsi due risate, la verità erano confessioni imbarazzanti su cui scherzare.
Finché non fu il turno di Jiro di scegliere fra le due opzioni.
Rigirandosi le lunghe estremità dei suoi lobi, disse incerta ≪ Obbligo≫
≪ Bene, rendiamo le cose un tantino più interessanti ≫ disse Mina, con un sorriso malizioso. Tutte le ragazze si tesero, attente.
Mina le guardò tutte, divertita. ≪ Jiro-chan, ti obbligo a baciare Kaminari-kun!≫.
Jiro arrossì. ≪ Ma che ti salta in mente?!≫.
≪ Oh cielo, non sarà un po' troppo? ≫ si domandò Momo, preoccupata.
Lucy rise. ≪ Dai, sembra divertente≫.
Hagakure si schiarò dalla parte di Mina, insieme a Lucy ed Erza, così - dopo un po' di proteste e resistenze - Jiro cedette. Uscì dalla sua camera con il viso rosso, per scendere da basso, dove i ragazzi erano riuniti a chiacchierare.
Tornò poco dopo, rossa come un peperone.
≪ Però non possiamo essere sicure che tu l’abbia fatto davvero ≫ commentò, Erza.
Mina si sporse verso l’amica ≪ Giusto! Ci avresti dovuto portare una prova≫.
≪  Credetemi sulla parola ≫ borbottò Jiro, sempre più rossa.
Uraraka le diede man forte. ≪ Io ti credo, Kyoka-chan≫.
Fu allora che Erza disse ≪ Uraraka, tocca a te. Obbligo o verità?≫
≪ Obbligo ≫ rispose, annuendo.
≪ Ti obbligo a baciare Bakugo e a portarci la sua maglia come prova ≫ disse Erza, seria. La stava osservando attentamente, un angolo della bocca sollevato, come se si aspettasse che lei rifiutasse o facesse delle storie.
Mina gridò, piena di entusiasmo. ≪ Mi piace! Mi piace! Mi piace!≫
Uraraka le guardò incredule. ≪ M-mi ucciderà ≫ disse, soffocando un brivido.
Lucy si tese, guardandola preoccupata. Rise nervosamente ≪ Ma no, dai. Mi sembra che stiamo un po' esagerando, cambiamo obbligo.≫
≪ Così è più divertente ≫ commentò Erza, gli occhi scintillanti. ≪ Se fosse facile non sarebbe una vera sfida≫.
Uraraka strinse i pugni, sotto lo sguardo attento delle altre. Si sentiva le guance calde. La stava sfidando, capì. Non pensava che lei ce l’avrebbe fatta.
Momo le sfiorò la spalla, preoccupata ≪ Se non te la senti, puoi sempre non farlo ≫ le disse, rassicurante.
Uraraka scosse la testa, alzandosi. ≪ No ≫ disse, indispettita. Fissò Erza dritta negli occhi e disse ≪ Lo farò≫.
 La ragazza le sorrise, ignorando Lucy che la stava rimproverando a mezza voce.
Uscì decisa, percorrendo il corridoio fino all’aria comune.
Bakugo se n’era già andato a dormire.
Fantastico, non solo si sarebbe arrabbiato perché lo disturbava, ma avrebbe dovuto pure svegliarlo. Era cosa certa che l’avrebbe uccisa.  
La porta della sua stanza non era chiusa a chiave.
Uraraka entrò con il cuore che le batteva a mille.
≪ Bakugo-kun? ≫ chiamò, piano.
Esitò sulla soglia, ma non sentì nessun rumore, a parte il respiro del ragazzo.
Magari poteva entrare e rubarli una maglia, dire alle altre che aveva rispettato l’obbligo e mettere a tacere Erza. Infondo, non l’avrebbe saputo nessuno.
Aveva accettato senza pensarci davvero, non aveva idea di come convincere il ragazzo ad assolvere l’obbligo.
Scivolò dentro furtiva e si avvicinò alla scrivania. Sullo schienale della sedia erano abbandonati degli indumenti. Poteva prenderne uno e mentire un po'.
Allungò la mano per afferrarne uno e una voce sibilò furioso.
La luce si accese, facendo saltare il cuore di Uraraka in gola. Si voltò verso Bakugo che la guardava a sua volta, gli occhi stretti a fessura e la mano pronta a farla esplodere. Si era messo a sedere sul letto.
≪ E-ecco io, Bakugo-kun ≫ disse, senza fiato ≪ P-posso spiegarti≫
≪ Sarà meglio per te, faccia tonda≫
Uraraka deglutì, spaventata. ≪ S-stavamo giocando ad obbligo e verità e…questo è il mio obbligo≫.
Lui strinse ancora di più gli occhi rubino, storcendo la bocca. ≪ Intrufolarti in camera mia≫
≪ La porta era aperta ≫ protestò, debolmente.
Lui sbuffò. ≪ Eh, quindi pensavi di poter fare il topolino e rubare che cosa?≫.
≪ No! ≫ scattò lei, recuperando di colpo la voce. ≪ Non stavo rubando niente! Non è questo l’obbligo≫
≪ Allora, quale sarebbe? ≫ scandì, sempre più irritato.
Uraraka mormorò con un filo di voce. ≪ B-baciarti e prendere la maglia≫.
Si sentì il viso andare a fuoco, un attimo dopo averlo detto.
Bakugo sussultò, i suoi zigomi si colorarono di un leggero rossore. Distolse lo sguardo, imprecando.
≪ Ma che cazzo passa per i vostri cervelli baccati?! ≫ sbottò, alzando la voce al punto che Uraraka pensò l’avessero sentito fino alla camera di Jiro.
È tutta colpa di Erza, pensò. Però sei tu ad avere accettato. Potevi dire di no.
Le fece presente la sua coscienza. Ovviamente non l’avrebbe mai fatto. Voleva dimostrare di saper reggere una sfida, anche se si trattava di una cosa come quella.
≪ A-ascolta, io…prenderei solo la maglietta ≫ disse, afferrando la prima cosa a portata di mano. Arrossì, accorgendosi che si trattava di un paio di pantaloni e li lasciò cadere a terra.
≪ Stati ferma ≫ ringhiò Bakugo, calciando via le coperte e mettendo i piedi a terra. ≪ Perché diavolo sei venuta qui, non potevi rompere le scatole a quel Nerd di Merda?!≫
In quel caso, sarebbe morta dall’imbarazzo. Era già difficile essere lì con lui, ma se si fosse trattato di Midoriya, non sarebbe mai riuscita a spiaccicare parola.
Sussurrò, a disaggio ≪ Ma Erza…≫.
≪ Quindi è stata quella stronza ≫ disse, incupendosi, osservandola con quegli occhi brucianti. Uraraka deglutì nervosa.
Stava pensando di ucciderla, sicuro.
Bakugo fece qualcosa che la sorprese. Si sfilò la canottiera nera e gliela porse.
≪ Se ho ben capito, volevi portare loro la mia maglia e mentire spudoratamente. Non mi aspettavo una furbata simile da te, Faccia Tonda≫
Uraraka arrossì, abbassando lo sguardo. Cercò di non guardare i suoi pettorali, messi in bella mostra, ma il suo sguardo ne venne calamitato, suo malgrado.  
Si avvicinò e prese la canottiera con mano tremante. ≪ G-grazie, Bakugo-kun≫.
≪ Di alla rossa rompi scatole e alle altre, che se rompono ancora le faccio saltare in aria. Trovatevi qualcos’altro da fare ≫ l’avvertì, seccato.
Uraraka annuì, arrossendo. 
Era salva, ora doveva solo tornare dalle altre e sbattere in faccia ad Erza quella maglietta. Per una volta, sarebbe stata lei ad averla vinta.
Invece di correre fuori, esitò.
Bakugo la guardò storto, le braccia abbandonate lungo i fianchi.
 ≪ Che altro vuoi? ≫ sbottò, irritato.
Uraraka si morse il labbro. ≪ I-io…ti ringrazio ≫
≪ Tsk, ti ho detto di sparire ≫ replicò lui, evitando di guardarla.
Uraraka scosse piano la testa. ≪ P-parlavo del festival dello sport≫
≪ Cosa centra, adesso, quel evento insignificante?! ≫ scattò ≪ Non me lo ricordare che se penso a quella vittoria senza valore mi saltano i nervi≫
Perché adesso sei calmo? Pensò, Uraraka, perplessa. Cercò di distogliere lo sguardo dalla pelle nuda di lui.    
≪ Uhn no, ecco, è solo che non ti ho mai ringraziato per quella volta. ≫ ammise, abbassando lo sguardo sul tessuto nero della sua canottiera. Era caldo fra le sue mani, aveva il suo profumo.
≪ Anche se tutti si sono accaniti contro di te, sei stata l’unico a trattarmi come se potessi essere una vera minaccia. Mi hai rispettato come se fossi forte, per questo io…volevo ringraziarti≫.
Bakugo non rispose. Lei tenne lo sguardo basso, per paura di incrociare il suo sguardo e leggervi pietà e disgusto. ≪ I-io vado ≫ mormorò.
Si voltò e una mano le afferrò il braccio, tirandola indietro. Uraraka si trovò davanti Bakugo, in piedi davanti a lei. Lui le prese il mento fra due dita e la costrinse a guardarlo.
≪ Non era rispetto ≫ disse, la voce bassa e rauca ≪ Tu sei forte. Mi stavo difendendo≫.
Uraraka sentì il proprio cuore perdere un battito.
 Bakugo si inchinò e premette la sua bocca su quella di lei che sgranò gli occhi, incredula, e li chiuse con forza.
Le aprì la bocca con la propria, calda e dura, e ne esplorò l’interno con la lingua.
Lei trattenne il fiato, tremando leggermente.
Quando lui si ritrasse di scatto, lei lo fissò confusa, il viso caldo e arrossato.
≪ Così non dovrai mentire ≫ le disse, distogliendo lo sguardo e lasciandola andare. I suoi zigomi erano leggermente, arrossati.
Uraraka annuì meccanicamente, e costrinse le sue gambe molli e tremanti a portarla fuori di lì.
L’aveva baciata. Bakugo Katsuki, l’aveva baciata.
Si toccò le labbra incredula. Stringeva fra le dita tremanti la canottiera del ragazzo, ancora calda del corpo di lui. Ripercorse i suoi passi come inebetita, fermandosi solo una volta raggiunta la porta della stanza di Jiro.
Aprì la porta, ancora sotto shock.
Le ragazze la guardarono ansiose.
≪ Ochaco-chan ≫ disse Tsuyu, preoccupata ≪ stai bene? Cra ci stavamo preoccupando≫.
≪ Ci hai messo una vita, Ochaco! ≫ saltò su Mina, guardò la maglia che aveva nelle mani e rise. ≪ Ci sei riuscita!≫
Uraraka sollevò la maglia, ma poi non riuscì a sciogliere la stretta. Guardò Lucy e con voce tremante, chiese ≪ Dov’è Erza?≫
La ragazza ricambiò il suo sguardo, inquieta. ≪ Mina l’ha mandata a svolgere il suo obbligo≫
≪ Quale sarebbe? ≫ domandò Uraraka, guardandola negli occhi nocciola.
Mina rise, strappandole di mano la canottiera di Bakugo.
≪ La stessa cosa che hai fatto tu, ma con Midoriya-kun≫.
Uraraka sussultò, schiuse le labbra, incredula. Sentiva ancora la pressione della bocca dura di Bakugo sulla sua, il suo sapore.
Scivolò a sedere al fianco di Lucy, che le sfiorò la mano, ansiosa.
≪ Scusami, ho provato a fermarle ≫ le disse, gli occhi inquieti.
Uraraka scosse la testa, senza dire nulla.

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Capitolo 21
*** Capitolo 9 - Pigiama Party - Parte 2 ***


Midoriya sferrò un calcio all’aria.
Aveva un’idea su come dovesse essere il suo nuovo stile di combattimento, ma non riusciva ancora a metterlo in pratica.
Aveva avuto una specie di illuminazione, mentre era con Ida e Uraraka per rimodernare il proprio costume. Se non poteva contare sulle braccia, poteva usare le gambe. Era una soluzione semplice, certo, ma metterla in pratica si stava rivelando più complicato del previsto.
≪ Izuku, mi daresti la tua T-shirt? ≫ lo chiamò una voce famigliare.
Si fermò, guardando Erza, incredulo.
Si stava avvicinando con calma a piedi nudi sull’erba. Aveva indosso i pantaloni della tuta e una canottiera con la critta “Non c’è niente da temere. Volete sapere perché? Perché ci sono qui io!”. Rabbrividiva all’aria fresca della notte.
≪ Come, scusa? ≫ gli chiese, perplesso.
Aveva sentito male, sicuramente.
Ringraziò il buio che avrebbe nascosto il rossore sul suo viso, mentre lei si fermava e sbirciava il quaderno che Midoriya aveva lasciato aperto sull’erba.
I suoi capelli rossi splendevano nella luce soffusa che filtrava dalle finestre.
≪ Mi serve la tua T-shirt per svolgere il mio obbligo ≫ gli rispose, distratta. ≪ Che cosa stai facendo, comunque?≫.
Midoriya arrossì, agitandosi. La sua maglietta e perché mai? Voleva ucciderlo, per caso?
Erza lo guardò inarcando un sopracciglio, interrogativa. Midoriya si affrettò a distogliere lo sguardo, prima che gli leggesse in faccia quello che stava pensando.
 Guardò a sua volta il quaderno e si illuminò, felice di potersi concentrare su pensieri innocui.
≪ Ah, sto cercando di mettere appunto un nuovo stile di combattimento ≫ spiegò, entusiasmandosi. ≪ Un po' come la Danza di Titania. Dato che non posso contare sulle braccia, pensavo di ripiegare sulle gambe, ma i movimenti non mi vengono come vorrei e anche mantenere l’equilibrio è difficile≫.
Erza lo guardò, perplessa. Abbassò lo sguardo sulle braccia, facendoli scorrere dei brividi sotto pelle. ≪ Quelle cicatrici…≫
Midoriya si rese conto che probabilmente lei non lo sapesse.
Si passò una mano fra i capelli, imbarazzato. ≪ È stato il One for All, all’inizio il mio corpo non reggeva lo shock. Mi ha fatto esplodere le ossa≫.
Lei sussultò, sbiancando, e Midoriya si affrettò a spiegare.
≪ All’inizio, non riuscivo a controllarlo. Lo attivavo solo dove mi serviva e come mi serviva, usando il pieno potere. In questo modo, però, il mio corpo non reggeva lo shock e si frantumava≫.
Si toccò le braccia, percorse da spesse cicatrici. ≪ Durante ritiro nei boschi, mi sono ridotto veramente male. Da allora, ho scoperto che i miei tendini si sono lesionati per le troppe ferite ricevute in pochissimo tempo. Sembra che mi restino ancora due o tre possibilità prima di perderne per sempre la mobilità≫.
Erza aveva trattenuto il fiato, mentre lui parlava, fissandoli le braccia con gli occhi nocciola sgranati. Il suo sguardo era così intenso da mozzargli il respiro.
Midoriya si sentì arrossire. ≪ Però adesso riesco a sopportare il cinque percento del potere, ma continuando ad allenarmi riuscirò ad utilizzare il One for All come si deve. Dato che non posso contare sulle braccia, ho pensato di ripiegare sulle gambe che hanno muscoli più forti≫.
≪ Ne vale davvero la pena? ≫ sussurrò, lei. Gli sfiorò la pelle sfregiata, percorrendo le cicatrici con le dita fredde. Midoriya cercò di soffocare il brivido che gli corse sotto la pelle. I capelli di lei scivolarono in avanti, coprendole una guancia e nascondendo uno dei suoi occhi, pensosi.
<< Distruggersi il corpo solo per diventare un eroe?≫
≪ Si ≫ rispose Midoriya, deciso ≪ Diventare un eroe è il mio sogno da quando ero bambino. Nonostante, io sia nato senza quirk, è quello che ho sempre voluto. Quando ho accettato l’offerta di All Might, sapevo che avrei dovuto impegnarmi più di chiunque altro≫.
Erza lo fissò, amareggiata. ≪ Ho un’amica a Fairy Tail, Wendy, è una dragon Slayer. Non so se sia possibile, ma lei riesce a guarire qualsiasi ferita, forse potrebbe rimettere in sesto le tue braccia≫.
Midoriya si sorprese. Un’altra Dragon Slayer – nonostante fosse un quirk raro – si trovava a Fairy Tail. Era una scuola incredibile, quella.
Erza chinò la testa di lato per guardarlo. Era così vicina che poteva respirare il suo profumo, come era successo nello sgabuzzino. Si sentì arrossire, fremendo. Il suo sguardo cadde inevitabilmente sulle labbra di lei. Le aveva a malapena sfiorate, chissà che sensazione gli avrebbe dato baciarla davvero.
 Erza batté le ciglia, confusa. ≪ Izuku…≫.
Il suo nome, uscito dalle sue labbra, aveva sempre un suono dolce.
In quel momento, sentirono una finestra sbattere.
≪ Erza-kun, quanto ti ci vuole?! ≫ gridò, Mina, sbracciandosi. Midoriya sussultò.
Erza la guardò e sollevò una mano. ≪ Arrivo ≫ gridò a sua volta.
≪ Il tuo obbligo ≫ mormorò Midoriya, indietreggiando imbarazzato.
≪ Già ≫ rispose Erza, divertita, guardando Mina scomparire dentro la stanza. ≪ Mi servirebbe la tua T-shirt≫.
Midoriya si agitò, il viso in fiamme. Deglutì, pur sentendosi la gola secca, non sapendo dove posare lo sguardo né come reagire.
Erza lo guardò, il divertimento si spense sul suo volto.
≪ Sai, al tuo posto io avrei rifiutato ≫ gli disse. ≪ Non avrei accettato la sua offerta. Forse lui lo sapeva, per questo non me l’ha mai offerto≫.
≪ Però tu hai già un quirk potentissimo ≫ brontolò. ≪ Sei la Regina Titania≫
Erza gli sfiorò la guancia, le dita fredde. Sorrise tristemente. ≪ Probabilmente, sarebbe stato meglio se fossi stata io quella senza quirk. Non avrei accettato la sua offerta, avrei continuato a vivere così≫.
Midoriya la guardò, sbalordito. ≪ Vuoi dire che avresti preferito non avere un quirk? Tu, la Regina Titania?!≫
Erza si strinse nelle spalle. Aveva la pelle d’occa per il freddo. ≪ Ora vado, è una buona idea quella del nuovo stile, ma fai troppe mosse preparatorie≫.
≪ Ah, aspetta ≫ disse, agitato ≪ La tua sfida…≫
≪ Lascia perdere ≫ lo fermò lei, senza voltarsi. ≪ Mi beccherò la punizione≫.
 “Allora non capì perché Erza mi avesse detto quelle cose. Per me, lei era una delle centinaia di persone fortune, nate con un quirk, che vivevano in questo mondo.
La guardai allontanarsi, senza capire i suoi sentimenti. Mi chiesi però per quale ragione lei stesse combattendo. Lo avrei scoperto presto, ma in quel momento le sue parole mi confusero soltanto.
Adesso, mi chiedo se le cose non si sarebbero svolte diversamente, se solo avessi capito quella sera, quello che lei provava. Forse sarei riuscito a proteggerla da quello che l’aspettava. Tuttavia, quel giorno non ne avevo idea e la lasciai andare.”

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Capitolo 22
*** Capitolo 10 - Ciò che ci si porta dentro - Parte 1 ***


Erzadisse, la figura davanti alla finestra, avvolta nella luce dorata del sole.
Ci saranno sicuramente dei giorni più difficili di altri, giorni in cui penserai che tutta la luce del mondo sia stata inghiottita dall’oscurità di quel luogo.
La figura si voltò, ma il suo viso in quella luce cruenta era quasi impossibile da vedere, così come la sua espressione.
Tutto quello che aveva era quella voce, profonda e seria, che le scavava dentro.
Non dico che sarà un cammino facile, né che potrai dimenticare facilmente ciò che è stato, però tu puoi camminare in questo mondo luminoso. Puoi stringere fra le tue mani quella libertà che brami, che ti hanno sottratto, ed essere felice.
Quelle parole le si conficcarono nella carne come frammenti acuminati di vetro rotto. La figura si mosse, avvicinandosi a lei.
Il suo braccio forte e muscoloso, la sua mano grande e pesante, si tesero verso di lei. Gliela offrì con il palmo rivolto verso l’alto.  
Cammina al mio fianco, Erza.le disse, la voce bassa e sicura. Te lo prometto, io ti salverò. Strapperò via quell’oscurità che ti avvolge e farò in modo che tu possa sorridere e camminare in questo mondo. Per questa ragione, cammina al mio fianco da ora in avanti.
La sua piccola mano sembrava così insignificante al suo confronto. Piccola e fragile, tremava mentre si spingeva in avanti.
Voleva afferrare quella mano che si protendeva gentile verso di lei. Voleva credere che l’avrebbe tratta in salvo.
Il dolore che provava, la solitudine che la straziava, la disperazione che aveva reso pesante il suo corpo. Sarebbe tutto svanito.
Lui la strinse gentilmente, gli occhi azzurri che ardevano come fiamme.
Io ti salverò, sicuramente!  ≫ le promise, con fiducia.
Erza lo guardò, attraverso il velo delle lacrime, nella luce incandescente del sole, sentì la sua voce sottile, così fragile al confronto di quella di lui, da farle pensare alle ragnatele delle tele dei ragni.
 ≪ Erza! Lucy!  ≫ gridò una voce squillante, mandando in frantumi le immagini. Erza aprì gli occhi e si scoprì supina su un letto. I biondi capelli di Lucy le erano finiti in faccia, solleticandole la pelle.
L’altra ragazza dormiva al suo fianco, un braccio abbandonato nello spazio fra i loro corpi, mentre l’altro le circondava un fianco.
Happy saltò sul letto, facendolo cigolare per la forza che ci metteva.
≪ Svegliatevi, ragazze!  ≫ strillò. ≪ Farete tardi alla gita, dai! ≫.
Aveva solo sognato, capì.
Si tirò su, facendo ruzzolare Happy ai piedi del letto, e si sfregò un occhio, assonnato.
≪ Ah finalmente!  ≫ disse, il gatto ≪ Erza aiutami a svegliare Lucy. Lo sai che quella ci mette una vita a prepararsi e poi diventa intrattabile≫.
Scosse la spalla di Lucy, chiamandola con la voce impastata di sonno. ≪ Facciamo tardi, muoviti≫.
Lucy grugnì, scacciandosi dal viso i capelli, con un gesto spazientito della mano.
Era stato solo un sogno il suo. Era passato tanto tempo dall’ultima volta che l’aveva fatto, che le mise addosso una certa inquietudine.
≪ Lucy?  ≫ chiamò, scuotendo gentilmente l’amica.
Niente, non si svegliava. Erza le diede una spinta e quella rotolò giù dal letto, colpendo il parquet con un tonfo sordo e un urletto.
≪ Ma cosa…?  ≫ strillò, Lucy.
Happy sollevò le zampe al cielo. ≪ Urrà, si è svegliata≫
≪ Erza!  ≫ strillò, infuriata. La guardò da oltre il bordo del letto con una faccia spaventosa.
Erza non ci badò.
Scivolò giù dal letto e scese da basso, attraversando la sala comune già gremita e in pieno fermento.
Mineta si fermò per guardarla, insieme a qualche altro individuo.
Kirishima sussultò nel vederla. ≪ Ah Erza-san, quella maglietta non è un po' corta per scendere nella sala comune?  ≫ disse, rosso in volto.
Erza lo superò come se non avesse parlato o non esistesse proprio.
Imboccò i bagni comuni e si infilò nella vasca termale che la Yuei aveva gentilmente concesso loro.
Si immerse del tutto e restò così, a guardare la luce elettrica filtrare da sotto la superficie dell’acqua. I margini del sogno ancora nitidi davanti agli occhi.
Quando sentì di non poter resistere un momento di più, riemerse, con i polmoni brucianti e il fiato corto.
Provò a pronunciare quelle parole sottili come fili di ragnatele che nel sogno non aveva potuto ripetere, ma dalle sue labbra non venne fuori nulla.
Non ci riusciva più a pronunciarle.
Dopo tutto quel tempo, aveva perso anche quelle parole.
Si strinse le braccia intorno al corpo e rabbrividì, nonostante l’acqua forse calda.

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Capitolo 23
*** Capitolo 10 - Ciò che ci si porta dentro - Parte 2 ***


“Quel giorno eravamo tutti emozionati per l’allenamento speciale che si sarebbe svolto nei boschi di proprietà della Yuei, sotto la supervisione degli eroi All Might, EraserHead e i membri di Fairy Tail.”
Natsu schivò l’esplosione di Bakugo con la stessa facilità con cui avrebbe schivato un pallone tirato da un bambino.
Midoriya lo osservava dal bordo del campo, prendendo appunti sul suo quaderno con meticolosa attenzione.
In quel momento, si stavano svolgendo altri incontri fra i membri di Fairy Tail e quelli della Yuei. Lucy stava combattendo contro Uraraka, Tsuyu e Tokoyami e sembrava in svantaggio. Dall’altra parte, Erza aveva già sconfitto i suoi primi tre avversari – fra cui c’era anche lui – ed era passata ad altri tre.
Per Natsu era accaduto lo stesso.
≪ Vedo che sei concentrato in modalità Nerd ≫ commentò Erza, sedendosi al suo fianco, sull’erba fresca.
Midoriya arrossì, stringendosi il quaderno al petto, quando la vide sporgersi per controllare cosa stesse scrivendo.
≪ Insomma, è solo che i membri di Fairy Tail hanno dei quirk così particolari. Sono curioso, tutto qui≫.
≪ Già, si vede ≫ commentò, ingerendo una lunga sorsata di acqua.
Indossava l’armatura argentea con la gonna blu, il simbolo di Fairy Tail dipinto al lato sinistro del pettorale. Sembrava totalmente a suo agio con quella addosso, anche se All Might le lanciava occhiate dubbiose.
Bakugo colpì in faccia Natsu con un’esplosione e quest’ultimo l’ingoiò come se niente fosse, lasciando l’altro ragazzo scioccato.
Midoriya lo fissò a bocca aperta e si affrettò ad annotare quel particolare sul quaderno.
≪ Quei due sono fatti della stessa pasta ≫ commentò Erza, indifferente. ≪ Hai scritto altro su di me in quel quaderno? ≫ .
≪ Non intendo risponderti ≫ replicò, senza guardarla.
Erza mise il broncio. ≪ Antipatico≫
Non si era ancora abituato alla confidenza che si era creata fra loro, soprattutto da quando Erza aveva dormito nel suo letto. Non si era più ripetuta una simile situazione, però avevano continuato ad allenarsi insieme.
≪ Sto ancora aspettando di sapere se la teoria dei cinque secondi è vera oppure no ≫ commentò ≪ fino ad allora i miei appunti ti sono vietati≫.
≪ Ricattatore! ≫ esclamò, con vemenza ≪ Ma non te lo dirò mai! Mi porterò questo segreto nella tomba≫.
≪ Ed io mi porterò i miei appunti nella tomba ≫ rispose, scrivendo velocemente.
≪ Midoriya ≫ chiamò il professor Aizawa ≪ Adesso affronterai Lucy≫.
La bionda fece una faccia preoccupata, sistemandosi i capelli.
Erza li fece un cenno di saluto con la mano ed andò a parlare con Mina e Momo, che erano state sonoramente sconfitta da Natsu.
≪ Erza! ≫ urlò il ragazzo, sputando fuoco dalla bocca come un vero drago. ≪ Combatti contro di me! Questo non mi vale nemmeno come riscaldamento≫.
Midoriya si fermò a vedere che succedeva.
≪ Ohi ohi, ecco che ricomincia ≫ commentò, Happy. ≪ Quando la smetterà di cacciarsi in queste situazioni≫.
Midoriya l’osservò. ≪ Sei un gatto o una persona? ≫ domandò, penna alla mano, pronto ad annottarne le risposte.
Happy lo guardò, risentito. ≪ Sono un gatto!≫
≪ Perché hai le ali?≫
≪ Sono nato così ≫ disse, sempre più a disaggio.
Midoriya appuntò la cosa. ≪ Il tuo quirk cosa ti permette di fare esattamente? Puoi solo parlare e pensare come gli umani oppure c’è altro che…≫
≪ Midoriya! ≫ sbottò, Aizawa ≪ È il mio ultimo avvertimento, se non metti via quel quaderno, te lo brucio!≫.
Midoriya sbiancò. Si affrettò ad eseguire e corse verso Lucy, dove Kaminari e Kirishima lo aspettavano. ≪ Scusi, professore! ≫ strillò.
All Might girava per il campo a dare consigli ed appuntare qualcosa su un block-notes.
Midoriya stava per attaccare Lucy, quando Sero gli tagliò la strada, volando a mezzo metro da terra. Andò a sbattere contro un albero.
I tre studenti della Yuei, più Lucy, guardarono allibiti la scena.
≪ Scusate! ≫ gridò Erza, dall’altra parte del campo di addestramento. ≪ Ci ho messo troppa forza!≫.
≪ Vedi di mettercene di meno! ≫ ruggì, Aizawa ≪ Non ci deve scappare il morto! E tu, Sero, cerca di non farti sconfiggere così facilmente!≫.
Sero si tirò su, dolorante. ≪ La fa facile. È un mostro quella≫.
Midoriya lo capiva perfettamente.
Si era allenato con Erza diverse volte e lei lo aveva sempre mandato al tappetto in modo brutale. Certo, in termini di forza fisica lui le era superiore, ma Erza era dotata di potenza ed esperienza tali, da riuscire ad anticipare le mosse dell’avversario.
 ≪ Concentratevi! Non dimenticate che l’esame per la licenza provvisoria è vicina ≫ gridò, Aizawa sopra tutti i rumori. ≪ Cercate di trarre il meglio da questa esperienza≫.
≪ Stronza Scarlatta! ≫ urlò, Bakugo, rialzandosi dopo che Erza lo aveva scaraventato contro un albero.
All Might, ormai, aveva rinunciato a cercare di far parlare Bakugo normalmente.
“Procedeva tutto perfettamente bene, forse fu per questo che non vedemmo le fiamme finché non lambirono i margini del nostro campo visivo. L’esplosione ci colse del tutto di sorpresa. Tutto avremmo pensato, tranne di subire un altro attacco all’interno dei confini della scuola, in così poco tempo.”
Nel mezzo del campo di addestramento la terra esplose, spargendo nell’aria zolle di erba e polvere.
≪ Che diavolo…? ≫ esclamò, Midoriya.
Aizawa comparve come un lampo davanti ai suoi studenti, le bende pronte ad essere usate. ≪ Radunatevi verso il bus, subito!≫.
Non appena lo disse però, una seconda esplosione colpì il loro unico mezzo di trasporto, mandandolo in aria. L’enorme carcassa ricadde a terra con un fracasso di lamiere e vetri rotti, bruciando.
≪ Natsu! ≫ gridò, Erza, da qualche parte nel campo.
L’aria densa di fumo, di polvere e terra, rendeva difficile mettere a fuoco l’intera situazione. I suoi compagni si mossero verso il professore, incoraggiati e sospinti da Lucy e Happy.
Midoriya cercò di seguire la voce di Erza per trovarla e raggiungerla.
≪ Natsu, le fiamme! ≫ gridò, Erza.
≪ Lo so, non darmi ordini! ≫ replicò, lui.
Midoriya lo vide grazie alla sciarpa che portava sempre al collo. Era fermo davanti al bosco che bruciava. Si piegò in avanti e fece una cosa che Midoriya pensava impossibile per un essere umano: risucchiò le fiamme con la bocca e le inghiottì.
≪ Ma cosa…?! ≫ disse, incredulo.
≪ Giovane Midoriya, presto≫.
Si voltò di scatto, verso quella voce famigliare, e raggiunse All Might che era insieme ad Uraraka e Tsuyu, dietro un Erza già pronta alla battaglia.
La ragazza stava mulinando la spada con una tale velocità da estinguere le fiamme restanti e scoprire le radici degli alberi vicini.
≪ State indietro ≫ disse, lei. ≪ Dietro di me. Andrà tutto bene≫.
Una nuova esplosione fece tremare il terreno.
≪ Dove sono i villan? ≫ sussurrò, Uraraka. Non riuscivano a vederli. Non solo il fumo e le esplosioni di terra, rendevano difficile vedere, ma sembrava che i nemici fossero decisi a rimanere celati ai loro occhi.
≪ Happy, Lucy! ≫ gridò, Erza. ≪ Radunate gli studenti≫.
≪ Il pullman è saltato ≫ gridò Aizawa, da qualche parte nella nuvola di fumo.
Più voci si alzavano per cercare di capire se tutti stavano bene e dove si trovassero, più diventava difficile capire cosa stesse succedendo.
Midoriya cominciava a preoccuparsi per Bakugo, dato che non lo sentiva imprecare e far saltare in aria le cose da un po'.
Natsu schioccò le labbra e sospirò, passandosi il dorso della mano sulla bocca.
≪ Queste fiamme sono deliziose ≫ gridò, massaggiandosi la pancia.
Una risata risuonò dal folto del bosco. ≪ Ce ne sono molte altre da dove vengono ≫ rispose, una voce divertita ≪ Anche se volevo conservarle per Titania.≫
≪ Oh no, quando si tratta di fuoco sono io lo specialista ≫ rispose Natsu, pronto a combattere.
Erza sollevò la spada, scrutando l’aria circostante.
≪ Ascoltate ≫ disse, abbassando la voce perché la sentissero solo loro. ≪ Per prima cosa, dobbiamo portarvi via di qui. Muoviamoci verso la strada, penserò io a radunare quelli che mancano. Voi raggiungete le porte≫.
Annuirono. Si voltarono per eseguire e uno scoppio gli fece fischiare le orecchie.
All Might cadde a terra, urlando.
≪ All Might! ≫ gridò, Midoriya, nello stesso momento in cui Erza gridava ≪ Toshinori!≫.
Midoriya si chinò ad aiutarlo.
≪ Giovane Midoriya, la mia gamba ≫ ansimò. Era stato trapassato da un proiettile all’altezza della coscia.
Uraraka urlò, cercando di farsi sentire il più lontano possibile. ≪ Hanno delle armi da fuoco! State attenti!≫.
Midoriya avvertì il suono di un grilletto, la detonazione del colpo fu così potente e vicina da fargli fischiare le orecchie.
Uraraka urlò, cadendogli praticamente in braccio.
≪ Ochaco! ≫ strillò Tsuyu, mentre Midoriya la stringeva a sé, vedendo il sangue zampillare da una ferita sul braccio. In pochi secondi il suo costume da Hero era impregnato di sangue.
Uraraka gemette, pallida e sudata.
Midoriya cercò di premere la ferita per fermare l’uscita del sangue. Uraraka gridò.
≪ Mi dispiace! Resisti, Uraraka-kun! ≫ disse, ansioso.
Tsuyu cercò di aiutarlo e prese il suo posto con Uraraka. Midoriya cercò di aiutare All Might a legare la striscia di stoffa - che si era ricavato strappando la camicia – intorno alla ferita, rallentando il sanguinamento.
≪ State giù ≫ gridò, Erza. ≪ Eraser! Non li vedo! ≫
≪ Nemmeno io! ≫ replicò, l’insegnante. ≪ Credo stiano usando il bosco per… ≫ la sua voce si spense di colpo.
≪ Eraser! ≫ gridò, frustrata. Non venne nessuna risposta.
“Fu allora che mi resi conto di quello che stava succedendo. Le voci e le urla si spegnevano velocemente, man mano che la nuvola di polvere e fumo si diradava: i nostri amici e compagni erano scomparsi”.
≪ G-guardate ≫ disse Tsuyu, con la voce tremante. Raccolse da terra qualcosa che il vento scaturito dallo scontro fra Natsu e Dabi aveva portato fino a loro.
Era una carta.
Tsuyu la girò verso di loro e Midoriya trattenne il fiato.
Sulla superficie si vedeva Kirishima che si agitava, in preda alla paura, e cercava di uscire da lì.
≪ Oh Dio Santissimo ≫ mormorò, Midoriya.
≪ Li sta catturando ≫ disse All Might, cercando di sollevarsi. ≪ Dobbiamo fuggire. È probabile che anche Aizawa sia stato preso≫.
≪ Già, è proprio qui! ≫ disse una voce sconosciuta, ridendo.
Erza si voltò di scatto e tagliò l’aria con la sua spada. Il vento spazzò il terreno circostante, tagliando di netto la prima fila di alberi che cadde al suolo, facendo gridare Midoriya e le due ragazze.
≪ V-vacci piano ≫ disse, Midoriya ≪ Ci schiaccerai sotto un’albero≫.
Natsu atterrò con un tonfo poco lontano, scaraventato via da un’altra esplosione. Un’ombra comparve davanti a lui, solidificandosi in una persona dall’aspetto bizzarro. Midoriya scattò prima ancora di registrare quello che stava accadendo.
Gli si gettò contro. Il petto del uomo si scompose in cubi colorati lasciandolo passare, senza che gli arrecasse danno.
Natsu si drizzò. ≪ Midoriya, atten- ≫. Il proiettile lo centrò in bocca, gettandolo indietro.
Midoriya gli crollò addosso.
Si tirò su un gomito, scuotendo l’altro ragazzo. ≪ Natsu! Natsu-san! ≫ lo chiamò, spaventato.
Non c’era sangue, ma il ragazzo non rispose.
Midoriya lo guardò incredulo, lasciandoselo scivolare via dalle dita.
Non era possibile.
Guardò quello che fino a pochi minuti prima era un campo pieno di persone e che ora, si era trasformato in un luogo silenzioso e deserto.
≪ Natsu! ≫ urlò, Erza.
Aveva gli occhi sgranati e fissava l’amico, ma non abbandonò la sua posizione. Restò a difendere le due ragazze e All Might.
Midoriya si alzò in piedi, barcollando.
≪ Oh cielo, che ragazzo cocciuto ≫ disse, la figura squadrata. ≪ Davvero un tipo poco Dandy≫.
Lo guardò con rabbia.
 Era una persona strana perfino per gli standard della società superumana.
Il suo corpo, gli arti e il viso erano squadrati come il personaggio di un vecchio videogame e il suo braccio sinistro era un fucile che puntava contro di lui.
Erza sollevò la spada per colpirlo e una corda le afferrò il polso. La trattenne, nonostante la ragazza lottasse per liberarsi.
≪ Quanto tempo ≫ disse di nuovo la voce, che aveva parlato prima. ≪ Sorellona Erza, ne è passato di tempo dall’ultima volta che ci siamo visti≫.
Uscì dal bosco un ragazzo che doveva avere pressappoco la loro età. Era magro ed abbronzato, con i capelli biondi appiattiti ad un lato e riti in punte dall’altra.
Sorrise, fissando Erza.
Lei si bloccò.
 La spada stretta nella mano, tremò, mentre la sua presa si allentava.
<< Non mi riconosci, Sorellona? ≫ gli chiese, mostrandole i denti in un sorriso folle, gli occhi luccicanti.
Tsuyu, strinse Uraraka a sé, disse. ≪ Erza-san, lo conosci?≫
 Uraraka cercò di rimettersi a sedere, disse stringendo i denti ≪ Perché ti chiama, sorellona?≫.
≪ Erza ≫ mormorò, All Might. Spinse dietro di sé le due ragazze, per fare loro da scudo con il proprio corpo.
La punta della spada di Erza urtò il suolo, l’elsa si sfilò dalla sua presa incerta e cadde a terra con un tonfo. Anche a quella distanza Midoriya, si accorse che i suoi occhi erano sgranati. Era impallidita, tremava.
≪ Erza! ≫ gridò, muovendo un passo in avanti.
Lo strano tipo, vestito da boss anni venti, gli puntò la pistola in testa. ≪ Fermo lì, giovanotto≫.
La voce di Erza – sempre nitida e sicura – tremò. ≪ S-Sho? Sei…Sho. Sei salvo≫
≪ Salvo? ≫ ripeté l’altro ragazzo, rigirandosi fra le mani un mazzo di carte.
Erza sussultò, ritraendosi. Si voltò verso l’altro criminale che teneva sotto mira Midoriya e sussurrò. ≪ W-Wally?≫
Lui si toccò il capello e sorrise ≪ Sono sorpreso che tu mi abbia riconosciuto, Erza. Dall’altronde quando mi chiamavano cane pazzo Wally avevo un’aria più…tonda≫.
Erza annuì, sotto shock, e si voltò verso Dabi.
Al suo fianco, c’era una ragazza dalle orecchie dorate da gatta. ≪ Quanto tempo, Erchan! ≫ strillò, ≪ Ci sei mancata tanto!≫.
≪ Miriana ≫ mormorò, Erza, senza fiato. ≪ Voi…siete salvi≫.
≪ Per quanto io apprezzi le riunioni di famiglia, ≫ disse Dabi, annoiato. ≪ Sarebbe il caso di darsi una mossa. Ammazzate il ragazzo e le due ragazze≫.
Midoriya sussultò. ≪ Non toccarle! ≫ gridò nello stesso momento in cui Erza si spostava davanti alle due e diceva spaventata. ≪ Non fatelo! Sho, Wally, Miriana! Sono miei amici, lasciateli stare≫.
≪ Tuoi…amici ≫ ripeté, il ragazzo di nome Sho. ≪ Curioso che tu lo dica, data la tua tendenza a tradire e abbandonare gli amici≫.
Erza sussultò come se le avessero sparato.
Midoriya approfittò di quella piccola apertura per sferrare un calcio alla pistola. Wally fu preso alla sprovvista e si scompose in blocchi che volarono via.
≪ Fermatelo! ≫ gridò, Dabi. Sollevò la mano e scagliò una scia di fiamme blu.
Sho lanciò una carta. Midoriya si sentì afferrare dalla lingua di Tsuyu e trascinare in aria. Usò quello slancio per colpire il ragazzo biondo, ma il suo piede fu afferrato da una mano comparsa dal nulla.
Venne scagliato a terra. L’urto gli svuotò i polmoni da tutta l’aria.
≪ Giovane Midoriya! ≫ gridò All Might, inorridito.
Davanti a lui, era comparso dal nulla un ragazzo grande quanto un armadio. La mandibola era celata da una maschera di ferro, un occhio coperto da una benda e uno strano copricapo.
Fece esplodere la terra al fianco di Midoriya. L’onda d’urto lo colpì, facendolo rotolare via. Gridò.
≪ Basta! ≫ gridò con voce tremante, Erza. ≪ Smettetela, loro non centrano niente!≫.
≪ Er-za ≫ ansimò, cercando di rimettersi in piedi.
≪ Siete venuti qui per me, no? È di me che volete vendicarvi! ≫ gridò, spaventata. Stese il braccio come a proteggere All Might e le due ragazze con lui. ≪ Verrò con voi, non opporrò resistenza, ma lasciate andare i miei amici!≫.
“Non avevo mai pensato ad Erza come a qualcuno che potesse provare paura. Il suo corpo scosso dai tremiti, i suoi occhi inquieti, la voce inclinata. Quella era una persona a me sconosciuta.”
≪ V-verrò con voi ≫ disse, con voce tremante. ≪ Ma vi prego, lasciateli in pace≫.
≪ Erza no! ≫ gridò, All Might. La guardò incredulo, cercò di alzarsi. La sua mano si tese ad afferrare quella di sua figlia.
≪ Tu…ci preghi ≫ ripeté Sho, sorridendo divertito. ≪ Quella tua espressione…mi piace! Dillo ancora≫.
Erza tremò.
Lo guardò in volto, mentre ripeteva con un filo di voce ≪ Ti prego≫.
≪ No! ≫ gridò, Midoriya.
Cercò di attaccare e una corda l’avvolse, serpeggiando intorno al suo corpo e bloccandoli le braccia lungo il corpo e le caviglie.
Capì subito che qualcosa non andava in quelle corde, non riusciva ad attivare il One for All nel suo corpo. Era come se il potere fosse svanito e lui fosse tornato ad essere un senza-quirk.
Accadde la stessa cosa a Uraraka, semincosciente per il dolore, e a Tsuyu.
Solo All Might fu lasciato libero.
≪ Guardala ≫ disse, Dabi. I suoi occhi smorti fissavano l’ex simbolo della pace con odio. ≪ La Regina ti manda i suoi saluti, All Might≫.
Lui sussultò, strinse il polso di Erza, spaventato.
≪ N-no ≫ mormorò, sotto la sua gamba si era ormai formata una pozza di sangue che il terreno assorbiva di pari passo.
Erza tremante, mosse un passo verso i due ragazzi. Non si voltò a guardarlo. Strinse i pugni così forte da farsi sbiancare le nocche e compì un altro passo in avanti.
All Might restò aggrappato al suo polso, stringendo con tutte le sue forze.
≪ Erza! ≫ gridò, trascinandosi con la gamba ferita. Il viso pallido e sudato, trasfigurato dal panico più che dalla paura.
Midoriya lottò contro le corde, cercando di attivare il One for All.
≪ Cercai di dirtelo, ≫ disse Erza, con un filo di voce. ≪ non puoi salvarmi≫.
Le labbra di All Might si schiusero per la sorpresa. I suoi occhi pieni di lacrime e disperazione erano fissi sulla schiena di Erza.
Lei si tirò via dalla presa di lui e andò incontro ai villan.
La ragazza sollevò una mano e delle corde le strinsero i polsi. ≪ Per sicurezza ≫ disse, osservandola. ≪ Torniamo a casa, Erchan≫.
≪ Si, ≫ convenne Sho, gli occhi pieni di lacrime. ≪ Gerard sarà felice di rivederti, sorellona. Finalmente, saremmo riuniti≫.
“Erza Scarlet andò incontro al suo destino senza voltarsi indietro. Tremava, ma i suoi passi non vacillarono. Le nostre grida, i nostri tentativi di fermare quello che stava accadendo, furono vani.”
≪ Erza ≫ disse, quasi con gentilezza, il ragazzo grosso quanto un armadio.
Erza sollevò lo sguardo e lo fissò. ≪ Sei Shimon?≫
≪ Si, sono io ≫ disse, gentilmente. Se la caricò in spalla come se fosse una piuma. Nemmeno allora, Erza, oppose resistenza.
Sho gettò a terra il mazzo di carte che si sparpagliò sull’erba. Ognuna di quelle carte era un suo compagno che cercava disperatamente di uscire.
Midoriya gridò con tutto il fiato che aveva. ≪ Erza!≫.
Lei li guardò un’ultima volta, mentre veniva portata via.
Il suo viso triste e rassegnato era bagnato di lacrime da un solo lato. I suoi occhi disperati si posarono su di lui per un istante.
≪ Prenditi cura di lui ≫ gli disse. ≪ Per favore≫.
≪ Erza! ≫ urlò lui, di rimando.
Gridò con tutte le sue forze, la sua voce che sovrastava perfino quelle di Tsuyu e Uraraka. All Might rimase immobile e in silenzio a guardare sua figlia scomparire.
“Pensammo che quello fosse un incubo, ma era solo l’inizio. Non sapevamo ancora tutta la verità. All Might rimase a fissare il punto in cui sua figlia era svanita senza riuscire a muoversi. Io gridai il nome di Erza fino a graffiarmi la gola, finché la voce non mi venne meno. Nessuno però rispose alle mie grida”.
 

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Capitolo 24
*** Capitolo 11 - La bambina che fuggì ***


≪ Al momento, non abbiamo idea di come siano entrati né chi fossero. ≫ disse il preside Nezu, unendo le zampe davanti al muso. ≪ Quello che è successo…non ci sono parole per descriverlo≫.
Toshinori sedeva su una delle sedie girevoli, fissandosi le mani. L’aveva tenuta stretta e l’aveva persa.
Non puoi salvarmi.
Gli aveva detto quelle parole con le stesse emozioni di quando l’aveva incontrata la prima volta. Non era cambiato niente, allora, non era mai riuscito a fare quello che si era prefissato.
Il preside lo guardò, dispiaciuto. ≪ Per ora siamo riusciti ad insabbiare la cosa ≫ proseguì ≪ se i media venissero a sapere di quello che è successo oggi, la scuola verrebbe chiusa e si scatenerebbe il panico. In questo momento, gli insegnanti stanno spargendo la voce che Fairy Tail ha giocato uno scherzo alla Yuei, ed è meglio che le cose restino così. Dall’altronde, anche il Concilio non ha interesse a diffondere la verità≫.
≪ Non faranno nulla per recuperare la ragazza, allora ≫ commentò, Gran Torino, cupamente.
Il preside annuì. ≪ L’ordine è quello di non fare niente che possa attirare l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica≫.
Abbassò lo sguardo, dispiaciuto.
≪ Come possiamo starcene con le mani in mano?! È pur sempre una studentessa del nostro istituto ≫ sbottò, Aizawa, colpendo il tavolo con il pugno.
≪ Pensano che il fatto che Erza sia andata con loro di sua volontà, significhi che in qualche modo lei è coinvolta nell’attacco. Inoltre, conosceva i suoi rapitori ≫ spiegò, il preside.
Aizawa strinse i pugni, tentò di dire qualcosa, ma fu interrotto dalla porta dell’ufficio che si spalancava con fracasso. 
≪ Tutto questo è ridicolo! ≫ gridò, Natsu, facendosi avanti con le vene del collo e della fronte pulsanti. Happy era aggrappato ai suoi capelli, e gridò ≪ Aye, Sir!≫
I quattro adulti lo guardarono, sorpresi.
 ≪ Natsu-chan, sei sicuro di poter stare in piedi? Infondo, ti hanno sparato ≫ gli chiese Toshinori, incerto. Spostò lo sguardo alle sue spalle, dove intravedeva i volti dei suoi studenti, preoccupati. ≪ Ed Uraraka-san, anche se Recovery Girl ti ha curata, dovresti riposare≫.
La ragazza arrossì, abbassando la testa. ≪ I-io non ci riesco. N-non posso, sapendo che Erza-san è nei guai e non volete aiutarla ≫
Natsu lanciò un’occhiata di fuoco nella sua direzione. ≪ Vecchio, sto benissimo. Quella roba mi ha fatto venire solo il bruciore di stomaco!≫.
Aizawa, sospirò. Si sfregò la testa, scompigliando gli spessi capelli neri. ≪ Chi l’avrebbe mai detto che i Dragon Slayer sono resistenti alle pallottole. Roba da matti≫.
Toshinori ci aveva pensato. Infondo, la Regina deI Draghi era sopravvissuta a un’esplosione e al One for All al cento percento, perché mai una pallottola avrebbe dovuto scalfire un drago? I draghi erano in tutto superiori agli uomini, anche se superumani. 
 ≪ Ah i Dragon Slayer sono veramente prodigiosi ≫ commentò, il preside, ammirato.
Erano passate alcune ore da quando era stato messo al corrente dei fatti.
Appena, si era ripreso dallo shock di aver perso Erza, Toshinori aveva liberato i tre studenti dalle corde che bloccavano i loro quirk e prestato le prime cure alla studentessa ferita.
Midoriya era corso a inseguire i villan, ignorando i suoi richiami, ma era tornato un’ora dopo mortificato e furioso. Se n’erano andati senza lasciare traccia.
Coloro che erano stati imprigionati nelle carte, erano tornati alla normalità da soli. Probabilmente, per via di un qualche limite spazio-temporale del quirk che li aveva imprigionati.
Quando Lucy ed Happy avevano visto Natsu disteso a terra con gli occhi rovesciati e la bocca spalancata, lei aveva emesso un urlo raccapricciante, gettandosi sul corpo del ragazzo e scuotendolo, disperata.
≪ Natsu! ≫ aveva gridato, fra i singhiozzi. ≪ Natsu!≫
Happy si era aggrappato al braccio dell’amico, piangendo e gemendo.
Toshinori era rimasto a guardare con Aizawa il disastro che li circondava.
C’erano diversi feriti fra gli studenti e molta paura, frustrazione, rabbia.
≪ Abbiamo fallito ≫ aveva detto Aizawa fissando, con lui, il corpo di Natsu fra le braccia di Lucy.
Midoriya aveva messo una mano sulla spalla della ragazza, mormorando le sue scuse per non essere riuscito ad aiutarlo.
In realtà, anche lui aveva rischiato di morire, ma non sembrava importagliene.
Natsu era balzato a sedere sputando un getto di fuoco che aveva superato le alte fronde degli alberi di un bel pò, facendo prendere un colpo a tutti i presenti.
Si era girato di lato e aveva vomitato sull’erba, il corpo scosso da un tremito nervoso.
≪ N- Natsu? ≫ aveva sussurrato Lucy, incredula.
Happy si era lanciato sul ragazzo gridando di gioia. ≪ Natsu!≫
≪ Natsu-san, stai bene?! ≫ aveva gridato Midoriya, sorpreso e felice, allo stesso tempo.
Quello era stato l’unico momento di sollievo che Toshinori aveva provato.
Natsu, tossendo, si era messo a sedere, ansimante.
≪ Che schifo! Quel bastardo mi ha sparato in bocca, mi è preso un corpo. Ma si può essere più insopportabili di uno che ti spara in bocca a quel modo?! Vi sembra normale?! ≫
Lucy gli si era gettata fra le braccia e l’aveva baciato, felice di riaverlo sano e salvo.
Toshinori si era sentito svuotato dentro, davanti a quella scena.
Era andato avanti, divorato da quel senso di vuoto e impotenza, facendo ciò che ci si aspettava da lui.
≪ Quelli del Concilio non capiscono niente! ≫ gridò, Natsu, emettendo piccole lingue di fiamma dalla bocca. ≪ Erza stava cercando di proteggere le persone presenti e guadagnare tempo!≫.
≪ No-non credo ≫ mormorò, Midoriya.
Toshinori lo guardò.
Se ne stava leggermente in disparte rispetto al resto del gruppo. Indossava ancora il costume e teneva i pugni serrati lungo i fianchi e lo sguardo basso. Lui aveva gridato il nome di Erza anche dopo che erano svaniti, immaginò la frustrazione che provava.
≪ Eh?! ≫ scattò, Natsu. Si voltò a guardare l’altro ragazzo con gli occhi fiammeggianti.
Uraraka, Bakugo, Kirishima e Iida guardarono Midoriya, mentre Lucy ed Happy concentrarono la loro attenzione su Natsu, cercando di calmarlo.
≪ Che stai dicendo, bastardo?! ≫ sbottò, Natsu. ≪ Erza non ci tradirebbe mai!≫.
≪ Non sto dicendo questo! ≫ sbottò, Midoriya, lanciandoli un’occhiataccia. ≪ Però è vero che li conosceva e che è andata con loro≫
Toshinori lo guardò sorpreso, non si aspettava da lui una reazione simile.
≪ Ad ogni modo, chi vi ha dato il permesso di origliare? ≫ commentò Aizawa, incrociando le braccia sul petto e puntando i suoi studenti con gli occhi scintillanti e minacciosi.
L’intero gruppo sussultò, imbarazzati.
Natsu strinse i pugni, abbassando lo sguardo. ≪ Erza è nei guai, perché nessuno si muove ad andare ad aiutarla? Non sei forse suo padre? E lei non è forse il suo maestro? Allora…≫.
Aizawa sospirò, avvicinandosi a lui. Gli posò una mano sulla testa e mormorò ≪ È  una situazione troppo complicata perché un ragazzino come te la capisca≫.
Natsu si ritrasse con uno scatto.
≪ Nah, è che siete degli stronzi ≫ replicò una voce rauca e brusca. ≪ Altrimenti ve ne freghereste di quei coglioni del Concilio e fareste qualcosa≫.
Toshinori si alzò, gli occhi rossi di Bakugo lo seguirono.
Fissarono tutti allibiti quel giovane piantagrane. Bakugo sbuffò.
Toshinori posò sulla scrivania il suo pass di insegnante e disse a mezza voce ≪ Io vado. Le sono grato per quello che ha fatto per me, fin ora, ma non intendo stare seduto e abbandonare Erza al suo destino≫.
Il preside lo guardò, in silenzio.
Avvertì su di sé lo sguardo degli studenti.
≪ Cosa vorresti fare? Non hai più la tua forza ≫ disse, Aizawa, turbato. ≪ E non sappiamo nemmeno dove si trovino≫.
≪ Aizawa-kun ha ragione ≫ intervenne, Gran Torino. ≪ Nelle tue condizioni non puoi fare nulla per quella ragazza≫.
Toshinori strinse i pugni, trattenendo le lacrime che gli riempivano gli occhi. ≪ Eppure, io devo fare qualcosa. Gliel’ho promesso. In qualche modo, io…≫
≪ All Might ≫ lo chiamò, gentilmente il preside. ≪ Ho come l’impressione che tu abbia delle informazioni che a noi mancano≫.
Toshinori sussultò, guardandolo.
Il preside fece segno agli studenti di entrare e accomodarsi e proseguì ≪ Forse tu hai notato e sentito qualcosa che ti ha fatto capire contro chi ci troviamo e dove potrebbero essere? Dicci, per favore≫.
Gli studenti entrarono esitanti, prendendo posto nelle sedie vuote, alcuni come Natsu e Midoriya restarono in piedi. Bakugo chiuse la porta e vi si appoggiò contro con l’aria cupa.
Toshinori sospirò, si sentiva sfinito. Continuava a rivivere quel momento, quando le sue dita avevano perso la presa sul polso di Erza.
Tu non puoi salvarmi.
Eppure, era quello che aveva disperatamente cercato di fare. L’aveva stretta a sé così forte da farle sentire che niente e nessuno avrebbe più potuto nuocerle.
Quanto era stato stupido.
≪ Quei ragazzi…credo che facciano parte di una setta oscura con cui ebbi a che fare tempo fa ≫ ammise.
Gran Torino lo guardò, sorpreso. Aveva capito di cosa stava parlando, infondo anche lui conosceva quella storia ed era stato in quel luogo da incubo.
≪ Una setta oscura? ≫ ripeté Midoriya, sbiancando.
≪ Si. All for One ne creerò molte per poter raccogliere più potere e collezionare quirk rari e potenti con maggior facilità.≫
≪ All for One… ≫ ripeté, Bakugo, guardandolo con gli occhi sbarrati.
Toshinori si lasciò cadere nella sedia.
≪ Quelle sette ≫ disse, Gran Torino, con la voce resa profonda dall’inquietudine ≪ raccoglievano bambini e persone che la società non avrebbe cercato e li impiegavano nei campi di lavoro. Erano usati come cavie da laboratorio e coloro che avevano dei quirk rari o potenti ne venivano privati da quel uomo≫.
≪ Un capitolo davvero buio della storia del mondo ≫ commentò, il preside. ≪ Ma furono distrutte, tempo fa≫.
≪ Non tutte ≫ ammise, Toshinori, amaramente.
Percepì il clima nella stanza farsi teso e freddo.
Natsu esclamò, quasi ringhiando, ≪ Stai dicendo che Erza è stata rapita da una di quelle sette?≫
≪ Si, ragazzo ≫ intervenne, Gran Torino ≪ stiamo dicendo proprio quello. Erza ha un quirk potente, perciò probabilmente vorranno rubarglielo≫.
≪ Ma quell’individuo è in carcere ≫ commentò, Iida, nervoso. ≪ Perché mai fare tutta questa fatica per qualcuno, se il loro capo è fuori dai giochi≫.
≪ Perché lei ≫ disse, stringendo i pugni ≪ era una di loro≫.
Quelle parole caddero in un silenzio surreale. Le sentì depositarsi nelle loro menti, corrompere la loro innocenza, rivelandoli la crudele realtà del mondo.
≪ Ma ≫ la voce di Uraraka spezzò il silenzio ≪ Ma Erza-san è sua figlia, come potrebbe aver avuto a che fare con le sette oscure?≫.
Toshinori non li guardò, non si mosse. Avvertì lo sguardo di Aizawa su di sé. Lui e il preside sapevano, almeno in parte la verità.
 ≪ Lei non è mia figlia ≫
Le parole facevano male. Lasciarle uscire era come tagliarsi con il vetro rotto, come lacerarsi il cuore con un coltello spuntato.
≪ Quella ragazza non ha alcun legame di sangue con me≫.
≪ Come può dire una cosa del genere?! ≫ gridò, sconvolta, Lucy. Si era alzata di scatto, rovesciando la sedia alle sue spalle.
Lo guardò con gli occhi castani pieni di lacrime e le guance arrossate.
≪ Come può essere così orribile da dire una cosa del genere?! Quella è la stessa ragazza che ha attraversato mezzo mondo, lasciando tutto ciò che era la sua vita, solo per stare con lei ≫ gridò.
≪ Lucy-san ≫ mormorò, Uraraka, sfiorandole la mano.
Era scioccata anche lei, così come il resto della sala.
Natsu fissava Lucy così sorpreso da non riuscire nemmeno ad arrabbiarsi.
≪ Il sangue non è l’unica cosa che conta all’interno di una famiglia ≫ proseguì, la bionda, furiosa. ≪ I sentimenti che ci uniscono valgono mille volte di più…≫
Toshinori sentì le lacrime cadere e rigarli le guance scavate. Non fece nulla per fermarle. La loro vista sembrò impedire a Lucy di proseguire con la sua sfuriata.
≪ Il sangue…già, hai proprio ragione ≫ mormorò, stringendo i braccioli della sedia fino a conficcarci le unghie.
≪ La prima volta che l’incontrai, stava nevicando. ≫ mormorò. ≪ Camminavo per la strada, quando il rosso dei suoi capelli catturò il mio sguardo, sembravano una pozza di sangue nella neve.≫
Lucy si rimise seduta, tesa come una corda di violino. Lo sguardo dei presenti era nuovamente focalizzato su di lui, ma non importava.
 Ricordava bene il momento in cui si era reso conto che quel fagotto di stracci e sangue, non era altro che una bambina svenuta nella neve.
≪ Era riversa in un angolo della strada. Le persone le passavano accanto senza vederla. Quando mi avvicinai mi resi conto che era una bambina emaciata e ricoperta di ferite, sporca di sangue, con ancora i mozziconi delle catene ai polsi e alle caviglie.≫
Aveva l’aria così smunta e fragile, che pensava si sarebbe infranta come cristallo, se l’avesse toccata. Lei aveva voltato la testa per guardarlo, lo sguardo spento dalla stanchezza e dalla fame. Le sue labbra si erano mosse, senza produrre suono, ma lui aveva comunque capito che gli stava chiedendo un aiuto.
Scorse gli sguardi turbati dei ragazzi, le lacrime che Lucy ed Uraraka stavano trattenendo, e Natsu che stringeva i pugni e i denti.
≪ In ospedale dissero che le sue condizioni erano gravi, non mangiava da giorni. Probabilmente, aveva continuato a muoversi fino a crollare. Aveva paura dei dottori, non permetteva a nessuno di avvicinarsi, e non parlava. Il suo quirk era fuori controllo. Lo attivava ogni volta che qualcuno si avvicinava, arrecando danno a sé stessa e agli altri.≫
≪ Ma il quirk di Erza è di tipo equipaggiamento ≫ commentò, Iida, premendosi una mano sul petto. ≪ Come poteva…?≫
≪ Quello è il modo in cui Erza ha deciso di usarlo ≫ lo interruppe, Toshinori. ≪ In realtà, il suo quirk genera una potenza che era notevole già allora≫.
≪ Ecco perché lo vogliono ≫ mormorò, Kirishima.
Toshinori annuì, distratto dalla mole di ricordi che gli invadevano la mente.
≪ Ero curioso di sapere chi fosse, cosa le fosse successo, volevo aiutarla. Se c’era qualcuno a minacciarla, volevo prenderlo e assicurarlo alla giustizia. Per questo, andai ogni giorno a trovarla. Le portavo dei doni, cercavo di spingerla a fidarsi di me, ma anche se smise di attaccarmi con il suo quirk, non mi rivolgeva la parola.≫
L’osservava però, attentamente, seguendone le mosse come un animale in gabbia, sempre pronta a scattare. L’era sembrata così piccola e fragile, così triste, che gli era insopportabile guardarla in silenzio.
Le aveva parlato di cose generiche, di quello che li piaceva, della sua vita e del suo lavoro. Alla fine, si era reso conto che quella bambina sapeva di lui più cose di quante ne sapesse la maggior parte delle persone.
≪ Era una bambina strana: i giocatoli non le interessavano, non giocava mai. Aveva paura dei macchinari ospedalieri, si ritraeva dalle cure dei dottori che pure volevano aiutarla. Era affascinata da cose banali – come se ne avesse dimenticato l’esistenza – un tost al burro, la televisione, le bibite in latina…la prima volta che mi rivolse la parola fu quando le portai un mazzo di fiori. Si illuminò e sorrise per la prima volta, mi disse che vicino all’orfanotrofio in cui viveva c’era un campo di girasoli e che il loro profumo le piaceva. La seconda cosa, fu il suo nome. Penso che a quel punto, avesse capito chi ero. Piano piano, iniziò a parlare con me, solo con me, di piccole cose. Alla fine, mi raccontò la sua storia.≫
≪ Erza è un’orfana che viveva in un paesino di nome Rosemary ≫ spiegò, Gran Torino, abbassando i toni nella stanza. ≪ L’orfanotrofio in cui era stata abbandonata venne coinvolto in un imponente incendio. Almeno, questo è ciò che riportarono i giornali≫.
≪ La setta oscura ≫ intuì Aizawa, incupendosi.
Gran Torino sospirò ≪ Rapirono la gente del villaggio, i bambini soprattutto, e insabbiarono la cosa facendoli sembrare vittime dell’incendio. Dato che non appartenevano a nessuno ed erano un peso per la società, vennero abbandonati e dimenticati molto presto≫.
≪ Che cosa orribile da fare a dei bambini ≫ commentò, Iida. ≪ Erza-san…era una di loro, perciò≫.
≪ Fu fatta prigioniera e per molto tempo visse in quella sorta di campo di lavoro, finché, un giorno, non ci fu una grande ribellione e fuggì≫.
Aizawa diede un calciò al tavolo, disse frustrato ≪ Ed ora vogliono abbandonarla di nuovo. La stessa cosa…due volte. Accidenti!≫
≪ Quei ragazzi…se conoscevano Erza e lei conosceva loro, probabilmente, si trovavano nello stesso Campo. Lei sapeva chi aveva davanti ≫ disse, Gran Torino.
≪ L’unica superstite ≫ disse, Aizawa, irrigidendo la mandibola ≪ immagino che averli incontrati deve aver scatenato in lei il senso di colpa. Ecco, perché è andata con loro senza opporre resistenza≫.
Toshinori strinse le mani l’una nell’altra.
≪ Io e alcuni eroi, tra cui Gran Torino, ci incaricammo della liberazione di quei poveri bambini e della distruzione di quel posto. Erza ci descrisse la strada che aveva percorso e con un po' di ricerche, la trovammo≫
≪ Così andaste a salvarli ≫ Intuì il preside per lui. ≪ Ma a quel punto era troppo tardi≫
Toshinori annuì. ≪ Fu orribile. I corpi di quei poveri bambini ≫ si passò le mani sul viso. Se li vedeva ancora davanti agli occhi, quei corpi dissacrati.
≪ Le ricerche e tutto il resto era distrutto ≫ aggiunse, Gran Torino. ≪ Sembra che la rivolta abbia fatto esplodere i generatori e abbia dato inizio a una reazione a catena≫
≪ Non gli avrete detto questo ≫ disse, inorridito, Aizawa ≪ A quella bambina≫
≪ Non fu necessario dire niente ≫ commentò, Gran Torino. ≪ Appena ci vide, capì≫.
≪ Una ragazza intelligente ≫ sussurrò, il preside. ≪ Sfortunatamente, non possiamo fare nulla, ufficialmente. Il Concilio è stato chiaro≫.
Si alzò in piedi e saltò giù dalla sedia. ≪ Aizawa-kun io dovrò assentarmi da scuola per incontrare il Concilio. Starò via un paio di ore≫.
≪ In un momento simile? ≫ scattò, Natsu.
Gli altri ragazzi lo guardarono increduli.
Il preside sorrise. ≪ Non posso autorizzare alcun salvataggio, né so dove potrebbe essere Erza Scarlet ≫ lanciò un’occhiata a Toshinori e aggiunse ≪ ma probabilmente sono diretti nello stesso posto in cui era prigioniera all’inizio≫.
≪ Quel posto è andato distrutto ≫ commentò, Gran Torino.
Il preside sorrise. ≪ Effettivamente, nessuno si aspetterebbe di trovarceli proprio per questo, non credete?≫
≪ Preside… ≫ iniziò a dire, Toshinori, ma venne fermato dalla mano del preside che si sollevò. ≪ La mia è solo una supposizione, ovviamente. Non possiamo fare nulla, ahimé, ed io devo proprio andare, lasciò il resto nelle tue mani Aizawa≫.
Toshinori chinò il capo, grato, mentre il collega sbatteva le palpebre, infastidito.
Bakugo si fece da parte per farlo uscire.
Prima di varcare la porta, indugiò, lanciandoli un’occhiata ≪ Vorrei che ricordassi una cosa, All Might. Quella ragazza è sopravvissuta per anni a quell’inferno ed è riuscita a scappare. Non ci sono dubbi sulla sua forza≫.
Toshinori chinò ancora di più il capo, lasciando cadere le lacrime sul tessuto dei pantaloni. ≪ Grazie, signor preside. Grazie, davvero≫
Quando rimasero soli, Aizawa disse ≪ Io non posso lasciare la scuola in assenza del preside, tuttavia, ci è stata data un’opportunità≫.
≪ Andrò io ≫ disse, Gran Torino ≪ Ovviamente tu non puoi muoverti, All Might, perciò manterrò io la tua promessa≫.
≪ Vengo anche io ≫ scattò, Natsu.
Aizawa lo guardò insofferente ≪ Era scontato, ragazzo. ≫
Scruttò uno a uno gli altri ragazzi ≪ Voi altri, non avete nemmeno il permesso di uscire da scuola, figuriamoci combattere. Ma dato che non lo farete e non c’è alcuna missione ≫ si fermò e sorrise astutamente ≪ ci siamo capiti≫.
I ragazzi annuirono, decisi.
Aizawa lanciò un’occhiata al collega e disse ≪ Penso che avresti fatto meglio ad affidarla alle cure degli specialisti, invece che portartela a casa≫.
Lui accennò un sorriso di scuse. ≪ Forse, ma mi affezionai. Alla fine, quando trovarono una famiglia disposta ad accoglierla lasciai a lei la scelta≫.
Aizawa storse la bocca. ≪ Era ovvio che avrebbe scelto la persona che l’aveva salvata e non degli sconosciuti≫.
Toshinori non rispose. Forse era vero che aveva sbagliato a farsi coinvolgere tanto, però non poteva smettere di pensare a come Erza gli avesse ripetuto mille volte ≪ Alla fine, quando ti sarai stancato di giocare all’eroe mi getterai via≫.
Per dimostrarle che non era così, l’aveva stretta ancora più forte. Aveva cercato di farle capire che lei era una persona e non un oggetto.
Si alzò dalla sedia. ≪ Grazie, Aizawa-kun≫
Il collega sbuffò. ≪ Lo sapevo io che quella ragazza mi avrebbe creato problemi. L’ho capito dalla prima volta che la vidi≫.
Lasciò la stanza chiudendosi la porta dietro. I ragazzi iniziarono a parlare tutti insieme, sovrapponendo le loro voci.
≪ Dove si trova Erza-san?≫
 ≪ Possiamo raggiungerla in quanto?≫
≪ Ci sarà da combattere≫
<< Ma per Dio, riuscite a stare un po' zitti! ≫ scattò, Gran Torino.
La confusione si spense. Lo guardarono tutti. Toshinori si posò una mano in petto. ≪ Avete sentito tutti. Il Concilio non approverà, questa storia non dovrà mai uscire da questa stanza, anche se Erza dovesse tornare…ed io non posso chiedervi di aiutare≫.
≪ Non lo devi fare, infatti ≫ disse, Natsu ≪ Erza è nostra amica. Combatteremo per questo, non è vero Lucy, Happy?≫
≪ Aye, Sir! ≫ scattò, Happy. Lucy annuì, fissandolo negli occhi ≪ Riporteremo Erza a casa≫
≪ Voglio venire anche io ≫ disse, Midoriya serio. ≪ Non posso…lasciarla sola≫.
Si morse il labbro guardandolo negli occhi.
Toshinori annuì.
≪ Beh, non perdiamo tempo ≫ scattò, Bakugo ≪ Tanto ci andiamo tutti, solo i quattrocchi potrebbe tirarsi indietro≫.
≪ Non intendo farlo ≫ disse, Iida, sorprendendo tutti. ≪ Un eroe non abbandona una ragazza in difficoltà, sono molto deluso dal concilio≫.
Gran Torino sorrise ≪ Molto bene, se non sbaglio i Dragon Slayer hanno un buon fiuto. Ci sarà utile≫
≪ Però dove si trova Erza? ≫ domandò, Midoriya, curioso.
Toshinori sospirò. ≪ Su un isola nel mezzo del Pacifico≫.
I ragazzi sgranarono gli occhi, increduli.
≪ Venite, dobbiamo organizzarci.≫
 

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Capitolo 25
*** Capitolo 12 - Gli occhi di chi si è perso - Parte 1 ***


Il rumore del mare la svegliò.
Sentiva le onde infrangersi contro le rocce alla base della struttura. Quel suono famigliare, la riportò a quando era ancora bambina e stava sveglia ad ascoltarlo mescolarsi ai respiri dei suoi compagni e amici, sdraiata su un pavimento freddo con solo il calore dei corpi degli altri prigionieri a scaldarla.
Aprì gli occhi e mise a fuoco una stanza sporca, il pavimento di terra battuta e le pareti di roccia scavata. In un lato della stanza, notò catene arrugginite fissate alla parete che giacevano rotte a terra.
Ah, quindi è qui che siamo.
≪ Ti sei svegliata, sorellona ≫ La voce famigliare e sconosciuta la fece trasalire. La guardava da dietro le sbarre della cella, avvolto in un capotto scuro, rigirandosi nelle mani un mazzo di carte.
Erza provò a muoversi e scoprì di essere stata immobilizzata contro la parete, i polsi bloccati dalle corde di Miriana che le impedivano di usare il quirk. Qualcuno – non voleva sapere chi era stato – l’aveva spogliata dell’armatura e rivestita con un camice bianco. I suoi piedi nudi puntarono sul suolo polveroso.  
Non sentire il peso del metallo la spaventò, facendola sentire nuda e vulnerabile, vicina alla bambina che era stata.
≪ Siamo a casa, sorellona ≫ le disse Sho, poggiando il braccio contro le sbarre. ≪ La riconosci, non è vero? Il luogo in cui ci hai abbandonato dopo aver distrutto ogni cosa e ucciso tutte quelle persone…pensavi che non l’avresti mai più vista? ≫
Casa. Per lei quella parola indicava un mucchio di cose. La casa di Toshinori in cui l’aveva portata quando aveva lasciato l’ospedale; la sala principale di Fairy Tail, dove gli studenti incontravano gli eroi dell’agenzia e si divertivano e confrontavano con loro; perfino la Yuei aveva iniziato a sembrarle una casa.
Quel posto, invece, era qualcos’altro.
Un baratro freddo. Un incubo da cui non si sarebbe mai svegliata del tutto.
 ≪ Stai tremando. Hai paura per quello che sai che ti faremo o sono i ricordi che questo posto richiama a spaventarti? ≫.
Tastò la resistenza delle corde, sfregandole contro il chiodo su cui erano fissate, le sentì stringersi. Un guizzo doloroso le risalì il braccio, scaturendo dai polsi segnati. La sua espressione non mutò, fortunatamente aveva un’alta sopportazione del dolore.
≪ È inutile, più cerchi di liberarti più le corde si stringeranno. Ti spezzerai i polsi. ≫ l’avvertì, Sho.
 Tirò fuori dalla tasca una chiave ed aprì la porta della cella.
Gli si avvicinò senza smettere di parlarle, con quel mezzo sorriso folle. ≪ Sorellona, ci sei mancata tanto, non ne hai neanche idea. ≫ Un lieve sorriso gli curvava le labbra, nel avvicinarsi. ≪ ma ora che siamo insieme tutto tornerà ad essere come una volta. Sono così felice che tu sia qui e che tu sia diventata così bella ≫ le toccò il viso, facendo scorrere le dita ruvide sulla pelle, le percorse il collo, scendendo sempre più giù e facendola rabbrividire. ≪ Spero tanto che tu sopravviva all’operazione. Magari dopo, Gerard ti permetterà di restare con noi≫
Erza strinse i denti, il corpo scosso da tremiti incontrollabili.
Gli tornarono alla mente tutti i brutti ricordi che aveva di quel luogo, la sensazione delle catene sui polsi e le caviglie, la fatica del lavoro, il bacio della frusta sulla pelle, le urla e la paura che le stritolavano le viscere, impedendole di respirare, lasciandola sveglia con gli occhi spalancati nel vuoto ad ascoltare i passi delle guardie. Aspettava per sapere chi sarebbe stato il prossimo ad essere trascinato via, chi non avrebbe fatto più ritorno.
Aspettava che fosse il suo turno di morire.
≪ Non dici niente, sorellona? ≫ sussurrò, ridicendo le distanze. Le sue dita scostarono il tessuto del camice, infilandosi a toccare la pelle del torace. Erza strinse i denti, disgustata di sentire il peso della sua mano sul fianco e sul torace.
Il respiro di Sho accelerò bruscamente, la stava guardando famelico. ≪ Sei diventata davvero bella in questi anni. Vivere là fuori ha prodotto almeno un piccolo risultato accettabile. ≫ Il suo respiro le solleticò la guancia, mentre si chinava su di lei. ≪ Gerard ci ha chiesto di non toccarti, lo sapevi? Lui ti vuole tutta per sé, io lo so, ma quello che non sa non può fargli male. ≫
Erza si sentì tremare disgustata. Strinse i denti, puntando il piede per sollevarsi e sfilare le corde dal gancio. Piano, perché non la scoprisse.
La lingua guizzò dalle labbra umide e le sfiorò la pelle, lasciando una scia umida. ≪ Dopo che ti avremo preso il quirk, se sarai ancora viva e farai la brava, potremo anche decidere di dartene uno nuovo. ≫
Erza rabbrividì, voltando il viso per non vedere la scena rivoltante di quel ragazzo che la toccava a piene mani. Un tocco rude sulla sua pelle e rivoltante che le riempiva la bocca di bile amara.  
Almeno, suo padre e Izuku stavano bene.
Aveva ancora impresso nella mente l’immagine di Izuku che la chiamava, con il viso da cucciolo trasfigurato dall’angoscia e dalla rabbia. Le sue urla l’avevano inseguita molto dopo averlo perso di vista, stringendole il cuore in una morsa disperata. Avrebbe voluto piangere, ma sapeva che era inutile.
Di suo padre ricordava con dolore le dita fredde che si aggrappavano disperate al suo polso. La forza le aveva abbandonate, ormai, e non potevano più trattenerla o salvarla, ma anche se ci fosse stata, non era sicura che ci sarebbe riuscito.
Per lei era semplicemente troppo tardi. La sua vita apparteneva a Gerard, in attesa che lui decidesse cosa farne.
≪ Sho, cosa avete intenzione di fare? ≫ domandò, odiando il tremito nella sua voce. ≪ Dov’è Gerard? ≫
Il viso del ragazzo si incupì. ≪ Sei una traditrice, sorellona. Ci hai abbandonato per vivere la tua effimera libertà ≫ l’accusò, gli occhi duri come pietre ≪ Ma Gerard ha ragione. La “libertà” non esiste, il mondo lo scoprirà presto. ≫
≪ Cosa vuoi dire? ≫ domandò, facendo scivolare le corde sul chiodo. Si mosse lentamente per non farsi notare.
≪ Noi tutti siamo stati dimenticati e abbandonati in questo posto. Abbiamo sofferto, ma Gerard farà in modo che tutto questo cambi. Creerà un mondo in cui noi saremmo al di sopra di tutto e tutti. ≫.
Le mani del ragazzo le strinsero i fianchi. Era così vicino che Erza riusciva a sentire il lieve sentore del sudore sulla sua pelle, il profumo dolciastro dello shampoo che emanava dai suoi capelli biondi. Le si contorse lo stomaco nel sentire quelle mani scivolarle sui seni, palpargli a piene mani e stimolare i capezzoli al di sotto del sottile strato di stoffa.
Erza trasalì, storcendo la bocca piena del sapore amaro della bile.
≪ Lo vorresti sapere, sorellona? ≫ sussurrò, con un sorriso divertito, il respiro rapido ed eccitato. ≪ Vorresti sapere come Gerard abbia passato gli ultimi sei anni ad addestrare quelli di noi che tu hai abbandonato? ≫
 Guardò il ragazzino davanti a lei con orrore. Pensava di non poter provare più paura di quanta già non ne sentisse, ma si sbagliava. Stava scoprendo che la paura dentro di lei cresceva davvero rapidamente. ≪ Gerard ha fatto cosa? ≫
Sho rise, stringendole i seni con tanta forza da strapparle un verso di dolore. Arrossì, vergognandosi per quel verso e le sensazioni del suo corpo che vacillavano sul baratro dell’orrore e dello sdegno.
Sho era stato un suo amico, un bambino dolce e spaventato che lei aveva cercato di proteggere. Lo aveva sognato ogni notte da quando si erano separati. Lui e tutti gli altri, ma ora non riusciva a credere di aver pensato di poterli ritrovare.
Il bambino che conosceva non esisteva più.
I suoi occhi erano fissi sulle sue forme, un luccichio malizioso nello sguardo. ≪ Conquisteremo il mondo, siamo tanti e abbiamo trovato il modo di attuare il concetto del trasferimento del quirk. ≫
Quella notizia la riempì di terrore più di ogni altra cosa. L’idea che Gerard avesse trovato il modo di usare “Anima” e impiantare dei quirk in individui che originalmente non li possedevano, era uno scenario catastrofico. Poteva già vedere dove gli avrebbe portati.
≪ G-Gerard ha trovato il modo di privare le persone del loro quirk e impiantarlo in altri individui?! ≫ La sua voce tremò.
Sho sollevò lo sguardo, sorridendole folle. ≪ Non hai idea di cosa ti aspetta. Adesso, abbiamo il potere di ricreare il mondo a nostra immagine. Chiunque non sia dei nostri, perderà il suo potere e noi – Solo noi – governeremo ogni cosa. Saremo liberi, finalmente. Gli unici a conoscere la libertà. ≫
≪ Questa non è libertà, Sho ≫ mormorò Erza, ispirando bruscamente. ≪ Questa è una follia. Il delirio di una mente malata. ≫
Lui fece scorrere la mano sul suo fianco, scivolando sulla veste e toccandole la coscia nuda. Erza sussultò, ma non emise un solo fiato.
Cercò di reprimere il disgusto e il tremito di paura che le si insinuava sotto la pelle, mentre quella mano si insinuava sotto la sua gonna e risaliva.
 Doveva riprendere il controllo o non ce l’avrebbe mai fatta.
Il sorriso del ragazzo era folle, non riusciva a scorgere più un solo dettaglio che lo ricollegasse al bambino che le si aggrappava, frignante, ai vestiti.
Lo aveva cullato fra le braccia, asciugandoli le lacrime, ed ora lui era lì a restituirle la paura, l’angoscia e le sue ferite. Tutto ciò che Toshinori aveva cercato di cancellare, riempiendola di carezze, amore e allegria.
≪ La vera libertà, sorellona, non esiste. Il mondo è fatto per essere prigioniero e noi lo domineremo ≫
Erza gli sferrò una ginocchiata al fianco, con tutta la sua forza. Il ragazzo barcollò, dandole il tempo di liberarsi dal chiodo.
≪ Non te lo lascerò fare! ≫ le gridò contro, estraendo una carta.
Erza gli sferrò un calcio sul polso, strappandoli di mano la carta. Ruotò su sé stessa, e lo colpì in faccia con un altro calcio. Sho crollò a terra, gli occhi rivoltati all’indietro e un livido rosso che si andava a formare all’altezza della tempia.
Lo guardò dall’alto. ≪ Sho…non pensavo che le persone potessero cambiare così tanto. Gerard pagherà anche per questo ≫ disse, amareggiata.
Non avrebbe mai pensato che il bambino che la considerava quasi una sorella di sangue, un giorno l’avrebbe trattata in modo tanto disgustoso.
≪ Ohi ohi ≫ commentò una voce smorta, leggermente divertita ≪ Ed io che ero venuto ad aiutare≫.
Si voltò di scatto e trovò – dall’altra parte delle sbarre – una figura inquietante.
Alla luce tremolante delle lampade a muro, la sua pelle sfregiata sembrava nera, i punti di sutura scintillavano. Era un’ombra fra le ombre, che la fissava con occhi scintillanti come fiamme azzurrine.
A vederlo sentì la bocca riempirsi di bile.
≪ Dabi ≫ disse. Pronunciare quel nome la ripugnava, la faceva sentire marcia dentro e fuori. Lui chinò la testa di lato, osservandola con quegli occhi azzurri lucenti. Le sorrise – un taglio rosa e bianco nella carne martoriata – e accennò un inchino sarcastico. ≪ Al vostro servizio, Regina Titania≫.
Se solo avesse potuto usare il suo quirk, avrebbe potuto metterlo fuori gioco. Sfregò i polsi e sentì le corde stringersi dolorosamente, affondando nella pelle. Si guardò attorno, cercando qualcosa da usare per liberarsene.
Lui se ne accorse e si poggiò alla roccia, offrendole il palmo su cui danzavano fiamme azzurrine. La luce danzante gli accese i capelli neri di riflessi turchesi e rese il suo viso ancora più inquietante. ≪ Nel caso volessi liberarti ≫ Una nota sarcastica trasparì dalla sua voce bassa, accompagnata da un’espressione tetra.
Erza lo guardò, diffidente. Non si fidava, ovviamente, ma quelle fiamme probabilmente erano l’unica cosa che potesse distruggere le corde di Miriana. Non aveva lame e Sho giaceva a terra svenuto, non ci sarebbe voluto molto perché si risvegliasse. Ci sarebbe voluto ancora meno perché Dabi la catturasse. Qualunque fosse la ragione per cui era lì, ora si rendeva conto che era legata a Gerard.
Ma perché uno come lui lavorava per Gerard? Era forse legato alla Torre o a qualche altro campo sotto il controllo di una setta?
Dabi chiuse il palmo facendo svanire le fiamme. ≪ Oppure no. Fai come preferisci, Titania≫.
≪ Cosa vuoi? ≫ gli domandò gelida, scrutandolo diffidente. ≪ Hai aiutato a catturarmi ed ora mi vorresti far credere che intendi liberarmi?≫.
Lui si strinse nelle spalle. ≪ Che posso dire? Mi incuriosisci. Voglio vedere fin dove ti spingerai. ≫ I suoi occhi scintillarono posandosi sulla sua figura e socchiudendosi. ≪ Scapperai, abbandonando i tuoi amici, oppure affronterai Gerard? Quanto oltre ti spingerai, Titania? ≫.
Le batteva forte il cuore. Gerard era in quel luogo, da qualche parte, più vicino di quanto non lo fosse stato in tutti quegli anni nei suoi sogni.
Si avvicinò, tendendo i polsi legati e Dabi, facendo balenare le fiamme, le bruciò le corde. Finalmente libera, si massaggiò i polsi doloranti. La pelle era adornata da cerchi rossi e sanguinanti.
Erano anni che non aveva più segni come quelli addosso, vederli ora, la fece sentire sul orlo di un abisso. Senza più Toshinori a trattenerla, sarebbe anche potuta caderci dentro. Infondo, non poteva essere certa di essere cambiata, forse, dentro di lei, era ancora la stessa bambina imprigionata in quel luogo oscuro.
Attivò il Kansou e si rivestì di un’armatura. Metallo che le aderiva alle braccia e alle gambe, un pettorale pesante che le rivestiva il petto e il peso di una spada al fianco. Ricordava la prima volta che aveva indossato una vecchia armatura trovata a Fairy Tail e guardandosi allo specchio si era sentita più forte e protetta.
Sotto il peso dell’armatura le sue emozioni svanivano, restando celate ai suoi stessi occhi. Era per questo che una volta indossata, toglierla era diventato difficile, quasi impossibile. Solo Toshinori c’era riuscito a convincerla.
 Sentire nuovamente il tocco del metallo sul corpo, l’aiutò a placcare la paura. I tremiti del suo corpo diminuirono vistosamente, anche se dentro di lei rimase l’ansia e l’angoscia.
Puntò la lama scintillante della sua spada, contro la gola del ragazzo.
≪ Adesso, nulla mi impedisce di ucciderti ≫ gli fece notare, la voce tornata chiara e forte. Si sentiva più sé stessa con il metallo e le lame.
Dabi sollevò le mani, in segno di resa, e sorrise.
≪ Come c’era da aspettarsi da Titania ≫ commentò, divertito. ≪ Nemmeno un grazie, già pronta a dare battaglia, ma cosa farai dopo avermi ucciso? Questo posto non è più come quando c’eri tu ≫.
Erza strinse la presa sulla spada, spingendolo a staccarsi dalla parete e indietreggiare. Uscì dalla cella e mise piede sulla pietra del corridoio.
Aveva un’idea di dove si trovasse, nella parte che stava poco sopra il livello del mare, se non ricordava male. In quel piano, c’era un’uscita che portava agli scogli e allo strapiombo.
Notò che lungo i corridoi c’erano delle guardie riverse a terra, prive di sensi. Fra loro riconobbe anche Shimon.
≪ Sono…? ≫ mormorò.
Il sorriso sulle labbra del ragazzo si allargò. ≪ Respirano…per ora≫
≪ Sei stato tu? ≫ era una domanda retorica. Chi altro avrebbe potuto farlo?
Dabi fece scorrere il dito sul filo della lama, facendo zampillare il sangue. La fissò nel portarselo alle labbra e leccarlo con la punta della lingua.
Erza rabbrividì, disgustata.
≪ Cosa diamine vuoi? ≫ sbottò. Lui sembrò pensarci, succhiandosi la ferita. ≪ Chissà. Per ora mi limito a ubbidire agli ordini ≫.
Erza storse la bocca. Quella discussione non stava portando a nulla, era evidente che la prendeva in giro. Abbassò la spada, e avanzò nel corridoio, dicendo ≪ Bene, fai come ti pare. Adesso, ho da fare≫.
Si fermò quando lui le tagliò la strada, chinandosi per guardarla bene negli occhi.
La sua pelle emanava odore di bruciato, un puzzo rivoltante.
Improvvisamente, le sembrò di sentire nuovamente le mani di Sho sul suo corpo. La nausea le chiuse la gola e le strinse lo stomaco. Non indietreggiò solo per non dargli nulla a cui aggrapparsi.  
Ricambiò lo sguardo che le rivolse, fissando quegli occhi azzurri, coronati da lunghe ciglia. Sarebbero potuti essere belli, se non fosse stato per lo sguardo morto, la desolazione più profonda che si estendeva al suo interno.
Uno sguardo che lei conosceva bene. Più di quanto volesse ammettere.
≪ Sai, è divertente ≫ le disse, abbassando la voce. Il suo fiato caldo le solleticò la pelle. ≪ Tu vieni dall’oscurità di questo luogo, sei stata tradita e abbandonata dalla società, eppure la proteggi ≫.
Erza storse la bocca. ≪ Non mi aspetto che tu capisca la differenza fra bene e male. ≫ Stava proprio davanti a lei, con quel sorriso gelido sul viso deturpato. Non riusciva a immaginare come se le fosse fatte quelle ferite, e che dolore atroce dovesse aver provato. ≪ D'altronde, se tu potessi capirla, non combatteremo su fronti opposti ≫
Le prese una ciocca di capelli fra le dita bruciate e la rigirò, se la portò alle labbra, sfidandola a reagire. ≪ Il rosso è il colore del destino, lo sapevi? ≫
≪ Ci stai per caso provando con me? ≫ replicò, storcendo la bocca, disgustata. ≪ Perché la mia risposta sarebbe no anche se avessi meno da fare ≫.
Dabi fece una faccia buffa, sbatté le palpebre, indietreggiando, e scoppiò a ridere.
≪ Sei davvero uno spasso ≫ disse, fra le risate. La lasciò definitivamente andare, tornando serio ≪ Io e te siamo simili, Titania. Entrambi abbiamo toccato il fondo dell’egoismo umano, siamo stati distrutti dalla società e abbandonati da chi avrebbe dovuto proteggerci ≫ i suoi occhi scintillarono, pericolosi ≪ Eppure, abbiamo scelto cammini diversi ≫.
≪ Oggi sei particolarmente chiacchierone. ≫ commentò, cupa. ≪ Allora, perché non mi dici dove si trovano i miei amici e Gerard?≫.
≪ Quali, i vecchi o i nuovi? ≫ le chiese, divertito. Si strinse nelle spalle. ≪ Entrambi sono qui≫
Il suo cuore ebbe un sussulto incredulo. ≪ Che cosa?! ≫ scattò, spaventata.
Izuku, era lì. Ne era certa. Il modo in cui l’aveva guardata mentre veniva portata via non le lasciava dubbi. Le si strinse il cuore al pensiero che proprio lui fra tutti, dovesse vedere quel luogo orrendo e la sua oscurità.
Rivide nella sua mente lo sguardo ferito e disperato nei suoi occhi verdi, la rabbia e la ferma decisione a seguirla che trasparivano dalla sua voce mentre la chiamava.
Affondò i denti nell’interno guancia, tormentandosela.
Si erano liberati dalle carte, i ragazzi della Yuei e i suoi amici di Fairy Tail, ma perché erano venuti fin lì? Ebbe il presentimento che Toshinori l’avesse seguita per mantenere la sua promessa, spingendosi oltre i suoi limiti e che avesse trascinato con sé anche qualcun’altro.
Il petto gli si riempì di paura e angoscia. Perché non poteva accettare il fatto che non poteva salvarla? Non aveva mai potuto farlo.
≪ Gli aspiranti eroi sono sbarcati sull’isola e si stanno facendo strada verso di noi. Invece, Gerard… ≫ la fissò negli occhi, un angolo della bocca si sollevò in un sorrisetto compiaciuto. ≪ lo troverai all’ultimo piano della torre≫.
Erza strinse la presa sulla spada, cercando di frenare il nuovo tremito che le sorgeva dentro e minacciava di sopraffarla.
≪ Quella persona…non è più quella che conoscevi ≫ l’avvertì.
Erza ispirò, socchiudendo gli occhi. ≪ Lo so ≫ disse, con la voce scossa da un’emozione che non capiva.
Per anni, Gerard era stato l’artefice dei suoi incubi peggiori. Ogni volta che chiudeva gli occhi lo vedeva davanti a lei che gli sorrideva. Ogni volta, riviveva il momento in cui lui le aveva strappato via quel flebile spiraglio di speranza e l’aveva distrutto.
Se lo dirai a qualcuno, di me o di questo posto, Erza lo sai cosa farò vero? le aveva detto con gli occhi verdi scuri e gelidi. Erza si era sentita tremare fra le sue dita, i polpastrelli sporchi che premevano sul suo mento. ≪ Non dimenticarlo mai. Io so tutto quello che fai e pensi. La libertà che ti concedo è una menzogna. La tua punizione. ≫
≪ No, non lo sai ≫ la corresse Dabi, facendola sussultare. ≪ Gerard è la marionetta nelle mani della Regina Dei Draghi. La sua mente le appartiene. Tienilo presente quando l’incontrerai≫.
Erza lo fissò incredula. Dabi la guardò per un momento e si fece da parte, avviandosi lungo il corridoio, aggiunse annoiato. ≪ Ah, dimenticavo. Hai circa un’ora prima che lei sia qui. ≫.
≪ La Regina dei Draghi sta venendo qui?! ≫ esclamò, sentendo il cuore precipitargli sotto la pianta dei piedi per lo spavento.
Dabi si limitò a salutarla con la mano, dandole le spalle. Si fermò poco dopo, voltandosi a guardarla con la coda degli occhi e trovandola ancora lì, in piedi e impietrita. ≪ Hai scelto questa strada perché la mano che ti è stata tesa era una mano gentile, non è vero?≫.
C’era qualcosa di amaro nelle sue parole, una malinconia che non riusciva bene ad afferrare e inquadrare. Era ancora scioccata per la notizia sulla Regina dei Draghi, non riusciva a collegare bene.  ≪ Si, la mano che si è tesa verso di te non lo era? ≫.
Dabi sorrise, un sorriso strano. C’era qualcosa di ironico in esso, come nella sua voce quando disse. ≪ Cosa ti fa credere che qualcuno abbia teso la sua mano per me? ≫
Erza scosse la testa. ≪ Non lo so, infatti. ≫ ammise ≪ ma riconosco lo sguardo di chi ha perso tutto e ha toccato il fondo. L’hai detto anche tu che siamo simili ≫.
Il solo pensiero di avere qualcosa in comune con quel ragazzo inquietante le dava i brividi, ma infondo, si assomigliavano tutti quelli che avevano toccato con mano l’oscurità e l’egoismo umano. Era un’impronta che ti restava addosso per sempre.
Lui distolse lo sguardo, voltandole le spalle, e mormorò così piano che quasi non lo sentì. ≪ La mano che si è tesa per me era diversa ≫.
Si fermò ad aspettarla, vicino a una svolta. Erza rabbrividì, stringendo l’impugnatura della spada e cercando di prendere tutte quelle emozioni negative e seppellirle dentro di sé, dove non l’avrebbero intralciata. Si voltò a guardare Sho, ancora svenuto dentro la cella, e chiuse la porta, gettando a terra la chiave.
Aveva sempre saputo che sarebbe arrivato il giorno in cui sarebbe tornata lì e avrebbe dovuto affrontare Gerard e ciò che si era lasciata alle spalle. Lo aveva sempre saputo, ma aveva pensato che quel giorno si sarebbe sentita forte e avrebbe trovato ad attenderla Sho e gli altri.
Invece, nulla era come aveva pensato.
≪ Porrò fine a questa storia ≫ gli promise, stringendo le sbarre con le dita fredde.
C’era un'unica cosa che potesse fare per riuscirci, strinse i denti, e mormorò ≪ Fermerò Gerard≫.

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Capitolo 26
*** Capitolo 12 - Gli occhi di chi si è perso - Parte 2 ***


La Torre del Paradiso non si meritava un nome così poetico.
Era uno strano edificio a metà fra un forte di pietra, logorato dalla salsedine e dalle intemperie, e la cima di blocchi agglomerati in modo contorto che salivano in alto.
L’isolotto su cui sorgeva il forte era piccolo e roccioso, con poca vegetazione e diverse apertura nella roccia sommerse dal mare. Midoriya scivolò con i compagni dietro dei massi porosi e sbirciò l’ingresso sorvegliato da guardie armate. Era una piccola apertura nella base in roccia della struttura, una caverna chiusa da sbarre arrugginite, che sprofondava all’interno della costruzione.
≪ L’ultima volta che sono stato qui, era completamente deserto ≫ mormorò Gran Torino, osservando il piccolo gruppo di guardie che faceva la ronda e si fermò a scambiare poche parole con le due sentinelle.
≪ Il preside aveva ragione. ≫ commentò Iida, cupamente. ≪ Sono tornati qui, come aveva detto. ≫
Il resto del gruppo si appiattì dietro i massi, sbirciando la scena. Lucy e Happy stavano trattenendo Natsu per i vestiti, il ragazzo aveva l’aria seccata e voleva gettarsi all’attacco a testa bassa, contro ogni buon senso. Kirishima fremeva di impazienza dietro un Bakugo stranamente calmo e concentrato. ≪ Perciò Erza-san sarà lì dentro, ma dove? Questo posto è enorme. ≫
Midoriya sollevò la mano e sfiorò l’elsa della spada che si era allacciato sulla schiena. Non che ne avesse bisogno, non sapeva nemmeno come si brandisse una spada, ma l’aveva raccolta da terra dopo che Erza era stata portata via e lui gli era corso dietro, senza riuscire a raggiungerla.
Ce l’aveva ancora impresso nella mente, il modo in cui lei l’aveva lasciata cadere, come se le sue dita avessero perso la forza per stringerla. Assurdo, perché Midoriya sapeva quanto fossero realmente forti e salde, quelle dita.
La sua mano strinse l’elsa, premendo il palmo guantato contro il cuoio caldo e consumato. Avrebbe dovuto capirlo chi erano quelle persone e perché lei avesse reagito così, ma la cosa che lo feriva di più era il fatto che non fosse riuscito a fare nulla per impedire che se la portassero via. Se l’era lasciata scapare come se fosse tornato ad essere il bambino privo di quirk di una volta, incapace di ribellarsi a chi lo circondava.
≪ Deku-kun? ≫ lo chiamò Uraraka, guardandolo preoccupata.
Midoriya si riscosse, abbassando la mano di scatto. Sapeva di avere un’espressione adirata a indurirli i tratti del viso, la sentiva bollire dentro, quella rabbia.
Gli altri lo stavano guardando, in attesa. Il gruppo di ronda era passato oltre, scomparendo alla vista.
≪ Adesso. ≫ disse Midoriya, attivando il Full Cowl. Lui e Gran Torino balzarono fuori dal nascondiglio e colpirono in testa le due sentinelle, mandandole al tappetto prive di conoscenza.
Il resto del gruppo gli raggiunse di corsa, trascinando le guardie dentro e immobilizzandole in un angolo buio.
≪ D’accordo ed ora? ≫ domandò Lucy, ansiosa. Natsu si inoltrò nel cunicolo, fiutando l’aria come un segugio. ≪ Il suo odore prosegue per di qua. ≫
≪ Cristo, ma sei un animale ≫ brontolò Bakugo, seguendolo. Natsu sbuffò. ≪ Il fiuto dei draghi è piuttosto potente, cosa credi? ≫
≪ Piuttosto fate silenzio. ≫ La vocetta di Happy era sottile e ansiosa. ≪ Cerchiamo di evitare di attirare troppo l’attenzione. ≫
≪ Non sarà certo un gattaccio a dirmi cosa devo fare. ≫ Bakugo mostrò i denti, infastidito. Kirishima gli afferrò la spalla, cercando di farsi ascoltare. ≪ Andiamo, amico. Cerca di collaborare. ≫
≪ Non ho bisogno di collaborare! ≫
Midoriya si teneva alla coda della fila, con Uraraka alle spalle e Gran Torino accanto. I loro passi risuonarono contro le pareti di roccia, mentre giungevano in una sorta di atrio. Scivolarono in un corridoio, appiattendosi contro il muro e infilandosi dietro porte chiuse, in stanze vuote e polverose, per evitare le guardie.
≪ Non capisco perché ci nascondiamo. ≫ sibilò Natsu, frustrato. Lucy lo teneva per un braccio, per impedirgli di gettarsi a testa bassa. Lo guardò irritata. ≪ Perché non sappiamo quanti sono e che genere di quirk hanno. Cerchiamo di sfruttare l’effetto sorpresa più allungo possibile, Natsu. ≫
Il ragazzo fremeva d’impazienza, così come Bakugo. Kirishima e Iida erano i più calmi e controllati. Midoriya si sentì pungolare una gamba dal bastone del vecchio, si voltò a guardare la sua faccia arcigna.
≪ Qualcosa non va, Gran Torino? ≫ mormorò, corrugando la fronte. Il vecchio strinse le labbra, preoccupato. ≪ Questa storia puzza in modo impressionante. ≫
Tutti quanti si voltarono a guardarlo, sorpresi.
≪ Cosa intende? ≫ domandò Iida, esitando a riaprire la porta.
Gran Torino scosse la testa, incupendosi sempre più. ≪ Ci sono molte cose che non quadrano. Perché rapirla adesso, tanto per iniziare? Com’è che ci sono così tante persone in questo posto, ma non abbiamo trovato nemmeno un intoppo? ≫
Midoriya sussultò. ≪ In effetti…è come se volessero lasciarci entrare. ≫
≪ Siete paranoici. ≫ commentò Lucy, scuotendo la testa. ≪ Siamo semplicemente stati bravi a non farci scoprire. ≫
Il vecchio non sembrava tranquillo. Iida sbirciò nel corridoio e mormorò. ≪ Via libera. ≫ Scivolarono nuovamente fuori, muovendosi svelti e silenziosi.
≪ Se non ricordo male, al piano sotterraneo ci sono generatori e miniere. ≫ spiegò il vecchio. La luce che pendeva dai soffitti era flebile, dovevano aver rimesso in moto i generatori in qualche modo. ≪ Di sopra ci sono altre celle e sale chirurgiche, laboratori e studi. La maggior parte di quelle cose era già andata distrutta nella ribellione. ≫
≪ Terranno Erza-san nei piani più alti, no? ≫ azzardò Kirishima, guardandolo preoccupato. Iida al suo fianco annuì. ≪ Se è così dovremmo salire usando delle scale oppure… ≫
Una sirena risuonò per tutto lo stabile, assordante. ≪ Violazione della sicurezza! ≫ ruggì una voce metallica dagli altoparlanti. ≪ A tutte le unità, la sezione di detenzione è stata violata. Tutte le guardie si rechino subito in quel punto. ≫
Uraraka sussultò atterrita, portandosi le mani alla bocca tremante. ≪ Ci hanno già scoperto?! ≫
≪ No. ≫ replicò Midoriya, sentendo il cuore balzargli in gola. ≪ Le prigioni sono più in basso di dove siamo noi. ≫
≪ Erza. ≫ sussurrò Lucy, con uno scintillio negli occhi. ≪ Deve essere opera sua, ne sono sicura! ≫
Gli altri si lasciarono scappare un sorriso incredulo e felice, ma Midoriya non si sentiva affatto sollevato a quella notizia. Aveva una brutta sensazione in merito, il suo corpo si tese nervosamente.
≪ Non c’è tempo!  Natsu, dove si trova? ≫ sbottò Gran Torino, nervoso quanto il suo allievo. Natsu non si mosse, i suoi occhi erano fissi su un punto preciso. ≪ Arrivano da tutti i corridoi ≫
≪ Non ti ho chiesto questo! ≫ sbottò il vecchio, spazientito.
Scintille dorate scaturirono dai pugni del ragazzo che si strinsero, la sua voce conteneva un basso ringhio. ≪ Voi seguitemi. La troverò. ≫
Midoriya sentì il cuore balzargli in gola. Erza era da qualche parte in quell’enorme struttura, doveva trovarla prima che le facessero del male.
Non aveva idea di cosa quella gente volesse da lei e come avessero intenzione di prendersi il suo potere, anche ammettendo che ci fosse qualcuno come All for One in grado di rubare i quirk altrui, non avrebbe permesso che si prendessero proprio Erza. ≪ A questo punto, non possiamo più pensare di passare inosservati. Andiamo dritti da Erza e usciamo di qui, velocemente. ≫
L’avrebbe ritrovata. Non avrebbe permesso che rivivesse ancora una volta quel orrore. Improvvisamente, gli tornò in mente quanto tremasse mentre gli raccontava della setta, del suo passato. Perfino dopo anni, lei era tormentata dai ricordi di quel luogo.
Dai corridoi vennero fuori molte persone armate, gridando ordini confusi. Natsu stese il braccio e indicò una direzione, poi iniziò a sputare fuori fuoco dorato dalla bocca.
Si gettarono in battaglia, facendosi largo nella ressa di persone. Natsu apriva la fila, indicando loro dove dirigersi.
≪ I loro odori scendono per di qua. ≫ gridò, scagliando contro il muro un soldato. Midoriya e Bakugo balzarono in avanti, spazzando via altri soldati prima che le loro armi facessero fuoco.
Si muovevano veloci, scendendo, svoltando e salendo. Le pareti passavano da calce a pietra polverosa, diventando più consumati e devastati man mano che si inoltravano.
≪ Questi sono i segni dell’ultima battaglia. ≫ mormorò Iida, sbirciando dentro una parete mezza collassata su sé stessa, oltre cui si vedevano tavolini operatori riversi a terra e vetri rotti. Cavi scuri pendevano dal soffitto sfiorando la pietra annerita dal sangue e dagli anni.
Midoriya evitò per un pelo il criminale che gli volò davanti, gettato in aria da Bakugo e che crollò al suolo, sotto gli stivali di Lucy.
Il ragazzo dava l’impressione di divertirsi, colpendo i nemici con le sue esplosioni e facendoli volare in aria. ≪ Morite, bastardi! ≫ ringhiava feroce.
Midoriya atterrò altri tre uomini venuti fuori da una delle decine di corridoi. Più scendevano più l’aria si riempiva di un tanfo soffocante di terra e argilla.  
≪ Da questa parte il suo odore è più forte ≫ gridò Natsu, indicando una delle aperture. Avanzavano velocemente, usando il fiuto di Natsu per trovare la strada e raggiungere Erza, in mezzo a quel labirinto di cunicoli e aperture.
≪ Beh, fatevi sotto, bastardi! ≫ gridò Bakugo, con un sorriso folle.
Oh Dio Santissimo, fa più paura lui dei villan!
Natsu non era da meno, picchiando duramente chiunque li si parasse davanti.
Uraraka e Iida si davano da fare alle loro spalle, mentre Gran Torino li precedeva di poco, saltando di qua e di là. Coglieva di sorpresa i nemici, gettandoli nel panico.
Se continuiamo così dovremmo farcela, pensò, guardando la scia di nemici che si erano lasciati alle spalle. Se solo avesse avuto la certezza che fosse davvero così, invece, iniziava a pensare che Gran Torino avesse ragione.
C’era qualcosa che non quadrava in tutta quella storia.
Più si inoltravano dentro e scendevano, più le sue narici si riempivano del puzzo di sale e fango, mescolato a quello dell’aria chiusa e di qualcosa di rancido che non sapeva – e non voleva - definire.
C’erano centinaia di celle, arnesi da lavoro sparsi per terra e segni di distruzione e abbandono, residui di una battaglia combattuta anni fa.
≪ Deku! ≫ strillò, Uraraka, indicando qualcosa alle sue spalle. Lui reagì all’istante, mandando per aria il soldato. Otto percento, aveva perso un poco il controllo.
≪ Grazie, Uravity ≫ le disse, battendo il pugno con lei che sorrise, con gli occhi scintillanti. ≪ Figurati. ≫ disse, arrossendo.
Seguirono Natsu, arrivando in una stanza più ampia dove c’erano cumuli di terra e casse marcite. Il pavimento pendeva verso la parete rocciosa su cui si aprivano gallerie scure.
≪ Queste devono essere le miniere. ≫ commentò Iida, guardandosi attorno. ≪ Sei sicuro che Erza si trovi qui? ≫
≪ Questa è la strada che ha preso lei. ≫ replicò scocciato, Natsu. Aveva il viso cupo e perplesso. ≪ Ma è strano. ≫
≪ Che intendi dire? ≫ Uraraka lo guardò ansiosa, esitando dietro di lui. Il ragazzo non si voltò portandosi la mano dietro la nuca. ≪ Ci sono più piste con il suo odore. Prima stavo seguendo quella che coinvolgeva l’odore di quei ragazzi che ci hanno attaccato, ma poi ho trovato una traccia più fresca. ≫
≪ Si deve essere liberata. ≫ intervenne Lucy, con una nota di entusiasmo nella voce. ≪ Ne sono sempre più convinta. ≫
Natsu annusò l’aria, girandosi di scatto in una direzione. ≪ Forse, ma c’è qualcuno con lei di cui non riconosco l’odore. Di là è più forte. ≫.
Midoriya si mosse nervoso, sfiorando l’elsa alle sue spalle. Aveva la testa piena di domande senza risposta e di perplessità. Era difficile per lui ragionarci su in quel momento.
Gran Torino si fermò di colpo, sollevando un braccio, e disse deciso. ≪ Fermi. Arriva qualcuno. ≫
I ragazzi si arrestarono. Dal cunicolo emersero tre figure contorte, la pelle nera e i visi deformi. Gli occhi vacui dei Nomu si fissarono su di loro, le loro bocche si spalancarono emettendo versi indefiniti.
Midoriya si sentì raggelare il sangue nelle vene e mosse un passo indietro.
≪ Nomu ≫ disse Iida, al suo fianco rabbrividendo. ≪ proprio come ad Hosu≫.
≪ Veloci, andate ≫ gridò Gran Torino. ≪ Me ne occuperò io≫
Bakugo fece danzare le esplosioni sulle sue mani ≪ Cazzo si, vediamo se resistono alle mie esplosioni!≫. Aveva un sorriso talmente folle sul viso che, per un attimo, Midoriya si chiese chi fosse veramente il villan fra loro.
≪ Le mie fiamme li sistemeranno! ≫ scattò Natsu, facendole danzare sui suoi pugni.
≪ Stanne fuori, bastardo! ≫ gridò, Bakugo.
Gran Torino schizzava fra i tre Nomu, colpendoli con potenti calci e facendoli barcollare, uno di loro non lo colpì con una manata. Gran Torino colpì il suolo con un tonfo sordo e sarebbe stato schiacciato da una zampa del Nomu, se Midoriya non l’avesse tratto in salvo appena in tempo. 
 Si voltò per aiutare i suoi amici nella battaglia e assistette a qualcosa di così assurdo da lasciarlo pietrificato.
Le teste e le braccia dei tre Nomu si staccarono di netto con un sibilo. Il vento si alzò nella stanza e un attimo dopo, le tre creature stavano a terra morte.
In mezzo al campo di battaglia, circondata dai loro cadaveri, c’era Erza Scarlet con una spada per mano.
Midoriya la fissò raddrizzarsi con il cuore che batteva a mille. Era salva. Non aveva nemmeno un graffio, si rese conto con una vertigine. Indossava dei pantaloni larghi in stile samurai e aveva il seno fasciato. Il marchio di Fairy Tail suo braccio spiccava come i suoi capelli scarlatti, raccolti in un’alta coda.
≪ Erza! ≫ gridò, Lucy, felice. ≪ Ero sicura che tu fossi salva! ≫
Le corse incontro per abbracciarla, ma si fermò venendo fulminata da due occhi fiammeggiati e furiosi. La sua voce era tagliente quanto il filo delle sue spade. ≪ Cosa diavolo ci fatte voi qui?! ≫.
Midoriya si alzò lentamente, come intontito. Lucy sussultò, guardandola ferita. Uraraka si strinse le mani al petto, tirando un sospiro di sollievo. ≪ Siamo venuti a salvarti, ma…vedo che hai fatto già da sola ≫ rise, imbarazzata.
Erza la guardò appena. Il suo sguardo aveva una luce che a Midoriya non piaceva per nulla. Non solo non sembrava felice di vederli, ma era addirittura arrabbiata che fossero lì.
Gran Torino si spazzolò via la polvere dal vestito. ≪ Così alla fine, hai deciso di usarlo ≫ mormorò, lanciandole un’occhiata guardinga.
Erza corrugò la fronte, abbassando lo sguardo su di lui, sorpresa. ≪ Maestro, anche lei qui? ≫
≪ Che razza di domanda è?! Sono venuto per conto di All Might ≫ replicò seccato il vecchio. ≪ Eravamo preoccupati per te e siamo venuti ad aiutarti ≫.
Natsu aveva un sorriso a trentadue denti. Bakugo aveva l’aria annoiata e Kirishima, al suo fianco, sembrava sollevato.
Iida strinse il pugno e disse entusiasta ≪ Come c’era da aspettarsi da Titania. Ci siamo preoccupati per nulla ≫.
Per qualche ragione, Midoriya non riusciva a sentirsi sollevato. Aveva una brutta sensazione, invece. L’atteggiamento di Erza lo preoccupava, era fredda, distratta. Sembrava ben poco felice di vederli. Le sue lame scintillavano nella luce fiocca del cunicolo.
≪ Non ho bisogno del vostro aiuto. ≫ disse lei gelida, lasciandoli tutti di stucco. ≪ Nessuno vi ha chiesto di seguirmi, perciò potete andarvene. ≫
Uraraka si lasciò sfuggire un verso strozzato, incredulo. ≪ Aspetta, un momento. ≫ esclamò indignata. ≪ Abbiamo rischiato le nostre vite per venire fin qui e questo è tutto quello che hai da dire? ≫
Gli occhi castani di Erza li guardarono senza vederli. Midoriya si irrigidì, trovandoci dentro solo oscurità. Non c’era traccia dello scintillio battagliero che di genere gli accendeva di vita lo sguardo.
≪ Bene, dato che ti abbiamo trovato ≫ disse con una nota nervosa nella voce, stringendo i pugni lungo i fianchi. ≪ Possiamo andarcene tutti quanti insieme≫.
≪ Si,  ≫ convenne lei, senza guardarlo. ≪ dovette andarvene e subito≫.
≪ D-dobbiamo? ≫ ripeté, sorpresa Lucy. ≪ Solo noi?≫
Midoriya sentì qualcosa dentro di sé tirare. Avanzò verso di lei senza guardare nessuno e le afferrò il polso, tirandosela dietro. Erza puntò i piedi nudi – perché mai era conciata in quel modo, accidenti?! – e gli puntò una lama alla gola.
≪ Lasciami ≫ gli disse, gelida.
Sentì i suoi compagni sussultare, sorpresi.
≪ Erza? ≫ mormorarono Lucy e Uraraka. Lui la guardò e capì che non sarebbe venuta. Lo sapeva già, infondo. L’aveva capito ascoltando All Might raccontare la sua storia. Poteva anche averla cresciuta lui, ma Erza era ancora legata a quel posto.
La voce di Midoriya si accese di rabbia e frustrazione. ≪ All Might ci sta aspettando sulla spiaggia. Ha messo a rischio la sua posizione allo Yuei perché potessimo venire qui. Molte persone stanno rischiando molto solo per te, quindi no, non me ne vado. Non senza di te≫.
A sentire nominare suo padre, la mano di Erza ebbe un tremito. La sua spada svanì, liberò la mano con uno strattone e se la strinse al petto, evitando i loro sguardi. ≪ Lasciatemi ed andatevene. Io…sono destinata a sparire da questo mondo, insieme a questo posto ≫
≪ Che stai dicendo?! ≫ gridò Natsu, nello stesso momento in cui Midoriya gridò ≪ Non te lo lascerò fare! ≫.
“Probabilmente quello era il modo peggiore in cui cercare di convincerla. In quel momento, però, non riuscivo ad essere lucido. Mi si agitavano in petto emozioni e sentimenti a cui non riuscivo a dare un nome.”
≪ Noi siamo tuoi amici, non devi farlo…non devi affrontare tutto questo da sola ≫ disse, a mezza voce. Cercò di prenderle la mano, ma lei lo respinse, indietreggiando.
Strinse i pugni così forte da conficcarsi le unghie nella carne. Si sentiva ribollire il sangue nelle vene. Aveva visto il modo in cui Erza si era consegnata a loro, pur tremando, non aveva esitato.
L’aveva vista strapparsi di dosso le mani che tentavano di trattenerla.
Era sempre più convinto che Aizawa avesse ragione. Erza glielo aveva detto. Te lo racconto perché mi fido di te. Eppure, lui non aveva capito. L’aveva guardata tremare davanti alla sua finestra, mentre gli apriva quel piccolo spiraglio e non aveva capito quanto le fosse costato o quanto ancora soffrisse.
Aveva pensato che fosse bella e forte. Lei si era appoggiata a lui, e tutto quello a cui lui era riuscito a pensare era quanto fosse soffice la sua pelle e buono il suo odore, a come gli facesse girare la testa stringerla fra le braccia e a quanto avrebbe voluto baciarla.
≪ Noi siamo amici, dannazione! ≫ sbottò, esasperato. ≪ Non ti lasceremo qui≫
Erza lo guardò e l’espressione sul suo viso si addolcì. ≪ Izuku… ≫ mormorò, con un filo di voce.
≪ Infatti, torneremo a casa tutti insieme ≫ convenne Natsu, raccogliendo l’approvazione generale. ≪ Perciò dicci cosa sta succedendo. Noi ti aiuteremo ≫.
Erza distolse lo sguardo, stringendosi forte le braccia al corpo e tremando leggermente. I capelli caddero a nasconderle gli occhi.
≪ Si tratta di Gerard, non è vero? ≫ disse, Gran Torino, grave. Al suono di quel nome, Erza sussultò, come se l’avessero colpita. I suoi occhi si spalancarono e si scurirono, riempendosi di un misto di odio, rammarico, terrore.
Ge-Gerard ≫ sussurrò, le mani si chiusero in pugni stretti.
Per qualche ragione, Midoriya si sentì trafiggere da una strana fitta di dolore e rabbia a sentirle pronunciare quel nome in quel modo. Aveva un suono intimo, come se la persona a cui appartenesse le fosse preziosa.
Gran Torino, sospirò. ≪ Immaginavamo che si trattasse di questo. Toshi – All Might, volevo dire – mi ha chiesto di mantenere per lui la promessa che ti fece. Ti riporterò a casa con le buone o con le cattive, Erza ≫.
Lei lo guardò, senza parlare.
≪ Erza, che cosa sta succedendo? ≫ intervenne, Lucy, in ansia ≪ Quelle persone erano davvero tue amiche? E chi è Gerard?≫.
Lei abbassò lo sguardo, le spalle scosse da un tremito. Su una guancia scivolò una lacrima. Quando sollevò lo sguardo, Midoriya restò basito nell’accorgersi che solo uno dei suoi occhi era lucido e pieno di lacrime.
≪ Si ≫ mormorò, con un filo di voce tremante. ≪ Loro sono miei amici, anche se ormai mi odiano≫.
Midoriya trasalì, allungò una mano come a provare a riafferrare quella di lei e la lasciò ricadere vuota. Si morse il labbro, frustrato. Erza tremava leggermente davanti a lui, conficcandosi le unghie nei palmi.
≪ Ma perché? ≫ protestò, Uraraka. ≪ Insomma, All Might ci ha detto tutto, non avevi scelta, Erza-san. Hai fatto il possibile per salvarli ≫.
Erza tremò, abbassando lo sguardo. La sua bocca si contorse in una smorfia amara. ≪ Non ho fatto abbastanza≫.
Iida avanzò, parlando con voce gentile. ≪ Sono sicuro che le cose si possano sistemare. Se gli parlassi, spiegando la tua posizione, sono certo che…≫
≪ No ≫ scattò, lei. Ritraendosi come se si fosse scottata al suono di quelle parole. Scosse la testa, prendendo un respiro incerto. ≪ Ormai Gerard ha corrotto le loro menti. Non ascolteranno nessun altro che lui≫
≪ Ma chi è questo Gerard? ≫ scattò, Lucy, frustrata. ≪ E cosa vuole da te? ≫
Gran Torino la studiò con cipiglio cupo. ≪ Gerard è la persona che vuole il tuo quirk, non è vero?≫
Sussultarono, guardandolo sorpresi. Gli occhi di Midoriya restarono fissi sulla figura della ragazza che annuì, evitando i loro sguardi. ≪ Vorrei che fosse così semplice. ≫ sussurrò, con un filo di voce ≪ Purtroppo, il mio quirk è solo una delle cose che Gerard vuole≫.
Ogni volta che la sentiva pronunciare quel nome, Midoriya sentiva una fitta allo stomaco. Gerard, diceva e la sua voce aveva una nota struggente.
≪ Che significa? ≫ insistette, Gran Torino, spazientito. ≪ E cosa sta succedendo realmente? ≫
≪ Ve lo racconterò, prima che giunga la fine di questa storia. Vi dirò la verità, dato che siete venuti fin qui≫. Sollevò lo sguardo e li guardo, decisa. ≪ Ma poi dovrete andarvene≫.

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Capitolo 27
*** Capitolo 13 - Erza & Gerard - Parte 1 ***


Dai corridoi alle loro spalle vennero delle voci concitate e il rumore di passi svelti e numerosi. Kirishima si voltò a guardare preoccupato. ≪ Credo che ci abbiano trovato. ≫ commentò, lanciando un’occhiata ai compagni e trovando Natsu e Bakugou già pronti a combattere.
≪ Venite. ≫ disse Erza, indicando loro uno stretto passaggio. ≪ Possiamo evitarli facilmente. ≫ Sapeva di aver bisogno di tutte le sue forze per affrontare Gerard, perciò evitare le guardie era la soluzione migliore.
Lucy strinse le labbra preoccupata. ≪ Come facciamo ad evitare la battaglia, scusa? Saranno ovunque. ≫
≪ Perché dovremo?! ≫ scattò Natsu, facendo zampillare le fiamme dalle sue mani. ≪ Posso sconfiggerli e … ≫
≪ Chiudi la bocca e cammina. ≫ replicò Erza, gelida. Il ragazzo sussultò, impallidendo spaventato davanti a quel tono tagliente.
Erza evitò di incrociare i loro sguardi preoccupati. Non le restava molto tempo per agire e raggiungere Gerard, ma non poteva nemmeno lasciarli completamente all’oscuro. Sapeva che nessuno di loro se ne sarebbe andato senza una spiegazione e forse, nemmeno allora avrebbero mollato.
Midoriya la stava guardando con un luccichio determinato nello sguardo che le faceva temere che non avrebbe mosso un passo senza portarsela dietro. Sapeva essere incredibilmente testardo quando voleva. Era certa di poter persuadere gli altri, ma lui, Natsu e Gran Torino erano un problema.
≪ Non è prudente stare fermi qui ≫ commentò Gran Torino, guardando i corpi smembrati dei Nomu. ≪ Facci strada, immagino che tu sappia dov’è l’uscita. ≫
Erza annuì, voltandosi verso uno dei corridoi laterali. Anche se era passato molto tempo da quando viveva lì, ricordava ancora abbastanza bene come funzionasse quel posto. Quel piano, poi, era quello in cui aveva passato più tempo. ≪ Venite, da questa parte. ≫
I ragazzi si scambiarono sguardi preoccupati e dubbiosi, prima di andarle dietro.
≪ Questo posto dà i brividi.  ≫ mormorò Uraraka, stringendosi accanto a Lucy e guardandosi attorno inquieta. ≪ L’uscita è molto lontana? Non vedo l’ora di lasciare questo posto deprimente. ≫
≪ C’è un po' di strada da fare, ma è l’uscita più sicura per voi. ≫ commentò Erza, cupamente. La voce di Midoriya era determinata, quando la corresse. ≪ per tutti noi. Te compresa. ≫
Erza sospirò. ≪ Vi ho detto che vi avrei raccontato la verità, ma forse sarebbe più semplice se ve la mostrassi, così capirete perché ve ne dovete tirare fuori ≫ disse piano.  
I ragazzi si scambiarono uno sguardo preoccupato e inquieto.
≪ Non che sia sorpreso. ≫ commentò Iida, schiarendosi la voce. ≪ Ma come sei riuscita a liberarti ed a evitare le guardie? ≫
≪ Dabi mi ha dato una mano. ≫ rispose tagliente, facendoli sussultare. Midoriya accelerò il passo, guardandola ansioso. ≪ Dabi? Perché lo avrebbe fatto? ≫
≪ Un villan che aiuta una presunta eroina ≫ la voce bassa di Bakugou trasudava sospetto. ≪ Che cosa strana. ≫
Midoriya si voltò di scatto, gli occhi avvamparono di sdegno. ≪ Kacchan! ≫ esclamò, ricevendo in cambio una smorfia. ≪ Cazzo vuoi? È vero. ≫
≪ Erza? ≫ la chiamò Lucy, incerta. Ignorando i due ragazzi che discutevano. ≪ Che cosa sta succedendo realmente? Mi fai paura. All Might ci ha parlato della setta oscura e…di quello che ti hanno fatto. ≫
Il silenzio cadde nel resto del gruppo, la stavano guardando dubbiosi e sospettosi. Avevano capito che stava succedendo qualcosa, ma non sapevano ancora di cosa si trattava.
A quelle parole sentì un brivido scorrerle dentro. Quello che gli era stato fatto…nessuno di loro sapeva realmente come stessero le cose.
Non le rispose, prendendo la porta a sinistra e salendo le scale. Il gruppo la seguì. Avvertì la presenza di Midoriya al suo fianco che si affrettava a starle dietro. ≪ C’è davvero un’uscita da questa parte? ≫ le chiese, sospettoso. Erza annuì. Natsu era uno scalino sotto, con Lucy al fianco, e dopo di loro Bakugo e Iida, Kirishima e Uraraka aiutavano Gran Torino.
≪ Questo è il piano lavoro ≫ disse, Erza. ≪ Al di sotto, ci sono le miniere e i macchinari che forniscono elettricità. Adesso, sono stati rimessi in funzione, ma avevano bisogno di continue manutenzioni ed era questo che facevamo noi. Ci assicuravamo che tutto il complesso funzionasse, svolgendo i lavori più pesanti. ≫
Lucy si guardò attorno, corrugando la fronte. Happy si era appoggiato sulla sua testa e la stringeva. ≪ Cosa vogliono fare queste persone e perché adesso? ≫
≪ La vera domanda è perché sono tornati qui. ≫ commentò Iida, attirando su di sé l’attenzione degli altri. ≪ Cosa c’è in questo posto che gli interessa? ≫
Midoriya accelerò il passo per starle accanto. Riusciva a vedere la luce cupa del suo viso, con la coda dell’occhio. Lui allungò una mano come se volesse afferrarla, ma all’ultimo ci ripensò e la lasciò cadere. Erza notò che portava la sua spada allacciata alla schiena, la stessa arma che aveva lasciato cadere a terra quando aveva riconosciuto Sho e gli altri.
≪ Dove ci stai portando? ≫ le chiese, scrutandola sospettoso. ≪ Realmente ≫
≪ Te l’ho detto ≫ sussurrò lei, traendo un respiro tremante. ≪ Ve lo sto mostrando. La ragione per cui dovette andarvene ≫
I suoi piedi toccarono la pietra grigia e polverosa di un ampio corridoio. Su entrambi i lati si trovavano sbarre e pilastri, porte scardinate e frammenti di casse marcite, schegge di legno e pale, spade e bastoni infranti.
Per un vertiginoso istante, vide i volti pallidi ed emaciati dei prigionieri, con le rughe a solcarli la pelle e gli occhi vuoti e disperati che fissavano atterriti oltre le sbarre. Spaventati di dover morire e sollevati che così facendo le loro sofferenze sarebbero cessate. 
Avvertì un sussulto generale, alle sue spalle. Lucy si aggrappò al braccio di Natsu, mordendosi il labbro, mentre lui fissava cupamente le sbarre e le celle vuote. Bakugo e Kirishima erano pallidi e cupi, mentre Uraraka si portò le mani alla bocca, inorridita. Barcollò e sarebbe caduta se Kirishima e Bakugo non l’avessero afferrata.
Non c’erano guardie lì, sicuramente gli stavano cercando nell’altra ala. La pietra polverosa era ancora macchiata di sangue represso, nonostante gli anni.
≪ Queste sono prigioni ≫ disse Iida, scioccato. I suoi pugni erano serrati con tanta forza da tremare. ≪ Quei criminali erano davvero così spregevoli da tenerci una persona dentro?! ≫
Erza si mosse come in un sogno, passò davanti alle sbarre, la voce ridotta a un sussurro privo di emozione e forza. ≪ La prima cosa che dovreste capire è che questo era fondamentalmente un campo di lavoro e un laboratorio per sperimentazioni sui quirk. Apparteneva a una setta che venerava All for One e collaborava con il suo braccio destro, il Dottore. Lavoravano alla ricerca di una procedura medica che permettesse l’estrazione dei quirk e il loro trasferimento in un altro individuo. Lo chiamavano progetto Anima e per cercare un modo di renderlo possibile, sacrificarono la vita di centinaia di persone, fra bambini e adulti. ≫
Midoriya trasalì, mentre Gran Torino sbarrò gli occhi. Entrambi, stavano pensando al potere di All Might, il One for All che gli era stata passato da un’altra persona, perché lo coltivasse e lo tramandasse alla generazione successiva. Quel potere era stato trasmesso a Midoriya all’inizio dell’anno.
Era anche l’unico quirk che potesse essere trasmesso, dal momento che fondamentalmente era un qualcosa di impensabile.
≪  Ma questo è impossibile, no?  ≫ commentò Kirishima. ≪  N-non si può passare un potere a qualcun altro. I quirk sono caratteristiche innate, non le puoi levare o donare a tuo piacimento. ≫
≪  Quel bastardo, All for One, poteva ≫  commentò cupo Bakugo. ≪ Il suo quirk consisteva proprio in questo, depredare una persona del suo quirk e usarlo. Poteva anche darlo ad altre persone. Volevano eguagliare la sua dote, evidentemente≫
≪ Si, ma non si può! ≫  insistete Kirishima, guardò gli altri spaventato. ≪ G-giusto? ≫
Percepiva lo sguardo di Gran Torino su di lei, penetrante come una lama. ≪ Quando venimmo qui la prima volta, tutti gli appunti sulle ricerche compiute erano stati distrutti o sottratti. Hai idea se…? ≫
≪ No ≫  rispose Erza, sbrigativa. ≪ Non sapevamo con certezza quali genere di esperimenti si tenessero. Quelli che venivano scelti, non li vedevamo più. Venivamo portati oltre una certa porta, nei piani superiori, e noi che stavamo nei piani bassi non ne avevamo più notizie. ≫
Quello che sapeva era ciò che Gerard aveva condiviso con lei nelle ultime ore, prima che la scacciasse via. Il suo sorriso era gelido mentre la metteva al corrente di tutto l’orrore che si era tenuto dietro quelle porte e che si rivelava peggiore di tutte le sue più grandi paura.
Strinse i pugni lungo i fianchi, conficcandosi le unghie nei palmi. ≪ Anima, a quei tempi, era il tentativo folle di riprodurre lo stesso effetto del quirk di All for One ma attraverso una procedura medica e operatoria. Estrarre il fattore quirk e adattarlo ad un altro individuo. ≫
≪ È pura follia. ≫ sussurrò Happy, stringendosi a una Lucy pallida e tremante che sussurrò. ≪ E immagino che non abbia avuto successo. ≫ 
I loro passi rimbombavano contro le pareti spoglie. Nonostante la luce fioca, rimanevano molte zone d’ombra all’interno delle celle.
≪ So poco sui suoi risultati di quei tempi. Le guardie ci dicevano ridendo che quelle persone erano perse per sempre, peggio che morte. Meglio non sapere, dicevano, pregate di non doverlo mai scoprire: è un destino peggiore della morte ≫
≪ Che comportamento vergognoso. ≫ borbottò Kirishima, cupamente. ≪ Quelle persone non sono state arrestate? ≫
≪ Quando venimmo qui, non c’erano altro che cadaveri ≫ rispose cupo Gran Torino. Sentiva il suo sguardo penetrante sulla schiena, che le penetrava nella carne e cercava di strapparle via la verità che non ammetteva.
Superò una porta riversa a terra ed entrò in una delle celle. ≪ Ora, so che quelli che sopravvissero all’esperimento vennero poi trasformati in prototipi di Nomu e usati come deterrente per scoraggiare i prigionieri a ribellarsi. ≫
Gli sentì trasalire inorriditi, alle sue spalle. Il suo corpo fu scosso da un tremito, nel trovarsi chiusa fra quelle mura, e improvvisamente le sembrò di essere tornata bambina. Di nuovo prigioniera, con le caviglie e i polsi serrati dalle stesse catene che giacevano rotte ai suoi piedi.
≪ Erza, non…All Might ci ha detto di questo posto ≫  disse Uraraka con un filo di voce. Erza sentì la sua voce come se venisse da molto lontano, dire ≪ All Might non sa proprio niente di questo posto. Non sa cosa significhi non possedere nemmeno la propria vita. Tutto ciò che voi date per scontato, il diritto a vivere, a respirare, a sognare e parlare…per noi era un privilegio. Qualcosa che potevamo solo agognare e bramare. Le nostre stesse menti erano schiave di quelle persone e non ci appartenevano. Non eravamo nulla di più che oggetti nelle loro mani. ≫
Perfino ora, non poteva credere davvero di aver vissuto così. Aveva ripetuto a Toshinori che l’avrebbe gettata via, appena si fosse stancato di giocare all’eroe con lei, ma lui si era incaponito a toglierli dalla testa quel pensiero.
Una mano le afferrò le dita, stringendola in una presa salda. Gli occhi di Midoriya stavano bruciando in modo strano, la sua voce vibrò di una rabbia che non pensava potesse provare. Non lui, così gentile e dolce. ≪ Ma voi non eravate oggetti. Non lo siete mai stati. ≫
≪ I-io non credo di poter ascoltare oltre. ≫ sussurrò Lucy, guardandola pallida e tremante. ≪ Non posso credere che al mondo ci siano cose così orribili. ≫
≪ Invece ascolterai. ≫ replicò Gran Torino, tetro. I suoi occhi erano fissi su Erza e la scrutavano. ≪ Perché per capire quanto è importante che al mondo esistano gli eroi, devi capire come sarebbe il mondo se non ci fossero. ≫
≪ Si, ma tutto questo è successo meno di dieci anni fa ≫ commentò Kirishima, inquieto. ≪ Cioè accadeva anche se c’era il Simbolo della Pace e gli eroi. ≫
≪ Stai zitto, Capelli di Merda. ≫ sibilò Bakugo, scrutandola con occhi tetri. ≪ Ho la sensazione che le cose più interessanti ce le debba ancora dire. ≫
C’era uno strano silenzio nell’aria, infranto solo dai loro respiri. Erza si liberò della mano che cercava di trattenerla – quella era un’abitudine che aveva anche Toshinori. La stringeva e afferrava come se così potesse impedirle di sprofondare nel baratro nero delle sue emozioni - e si chinò a raccogliere le catene spezzate.
Le strinse nei pugni, dando le spalle agli altri.
Erano passati sei anni, eppure a volte le sembrava di doversi svegliare da un momento all’altro e trovarsi nuovamente lì. Allo stesso tempo, qualche volta le sembrava che fosse il tempo trascorso in quella torre il sogno, un incubo fatto da bambina e mai concretizzato.
≪ Vivevamo ammassati in queste celle, dieci, dodici persone per ciascuna. Dormivamo e mangiavamo qui, rannicchiati l’uno sull’altro per scaldarci. La temperatura, la notte cala fino a far ghiacciare il fiato. Non potendo vedere la luce del sole, non sapevamo mai se era giorno o notte, venivamo svegliati e spediti a svolgere i rispettivi lavori dalle guardie e qualche volta, alcuni di noi venivano portati altrove e non facevano più ritorno. Dopo un po', dimenticammo anche che aspetto avesse il cielo, la pioggia, il mare. Tutto quello che conoscevamo era ciò che ci stava davanti agli occhi, ogni giorno ≫
La catena tintinnò fra le sue mani.
≪ Ho paura, diceva Sho ≫  sussurrò quasi fra sé. ≪ Voglio tornare a casa, piangeva Miriana. Io, Shimon e Wally cercavamo di tenerli su, di farci coraggio. Li avete conosciuti, sono i ragazzi che hanno attaccato nei boschi. Una volta, erano miei amici, la mia famiglia…Ogni notte, dormivamo rannicchiati tutti insieme. Sho e Miriana, mi avevano adottato come loro sorella maggiore. Dormivano con le teste sulle mie spalle, se venivamo separati durante la giornata piangevano disperatamente finché non ci ritrovavamo qui ≫
Sentì un singhiozzo strozzato, incredulo. Midoriya la stava guardando con gli occhi pieni di lacrime e il viso rigato. Anche gli altri avevano gli occhi lucidi, ma lui le stava accanto. Una presenza silenziosa e calda e fremente di rabbia.  
Quelle mura avevano accolto i pianti di centinaia di persone diverse, pianti disperati ed egoisti, ma mai come quelli. Nessuno aveva pianto per gli altri, lì dentro, e non di certo per compassione.
Sulla pietra c’erano i segni di unghie spezzate e sangue rappreso. Delle casse erano ammucchiate contro una delle pareti. Erza si alzò e vi si avvicinò.
≪ Ogni notte, le guardie passavano davanti alle celle. Per loro non eravamo che corpi senza valore. Le nostre vite, il nostro corpo, perfino le nostre menti…tutto apparteneva a loro. Ascoltavo i loro passi risuonare contro la pietra e tendevo gli orecchi per capire chi avrebbero preso. Ogni notte, uno di noi veniva scelto, mentre dormiva, e portato via. Qualche volta più di uno, a seconda dell’esperimento o del quirk che manifestava. Vecchio, giovane, bambino. Uomo o donna. Non aveva importanza. Non c’era uno schema, prendevano ciò che gli serviva e lo conducevano oltre la Porta≫
Il legno marcio cedete sotto le sue mani, mentre scopriva la parete. Li sentì avvicinarsi e trattenere il fiato.
Sulla pietra erano incisi con linee goffe e grezze, dei graffi bianchi coperti di polvere. Erza li accarezzò con lo sguardo, ricordando le piccole mani che li avevano incisi, passandosi lo stiletto di mano in mano, così che restasse un ricordo di loro da qualche parte.
≪ Nessuno di noi sapeva cosa accadesse davvero dietro di essa. Sapevamo solo che chi veniva trascinato dentro, spesso fra urla e lamenti, non sarebbe mai tornato. Tremavamo stretti l’uno all’altro pregando che non scegliessero noi o qualcuno con cui avevamo legato. Solo se sviluppavi un quirk potente potevi essere certo che le guardie ti avrebbero preso. ≫  La sua voce tremò, stremata. Non le sarebbero bastate tutte le parole del mondo per spiegare quello che accadeva in quel luogo, le cose che aveva visto e sentito. ≪ Quelli con quirk potenti venivano portati nei piani alti attraverso un’altra porta. Nemmeno loro facevano mai ritorno e nemmeno ora so che n’è stato. Immagino che li tenessero separati in attesa del momento in cui avrebbero potuto estrarre i loro quirk o forse li addestravano. Non lo so. ≫
≪ È mostruoso ≫  sussurrò la voce sottile di Lucy, soffocando un singhiozzo. ≪ Come hanno potuto farlo?!≫
≪ Gerard ≫  sibilò Iida, arrabbiato. ≪ Dovrà pagare per quello che ha fatto. Lo consegneremo alla giustizia ≫
Erza fece scorrere la mano sulla pietra, scostando via la polvere e rendendo quei graffi leggibili. Erano nomi, incisi con una mano incerta e infantile.
Avvertì i ragazzi trattenere il fiato, mentre li scorgevano.
 Sho. Miriana. Wally Buchanan. Shimon Mikazuchi. Erza Scarlet. Gerard Fernandez. Le dita di lei indugiarono su quel nome, ricordando come quegli occhi verde oliva erano perennemente accesi di una rabbia impotente e di una tristezza disarmante. La sua mano gentile aveva toccato la testa di Miriana, stretta fra le braccia di Erza, un centinaio di volte. Un gesto consolatorio, così come il suo sguardo quando incrociava il suo.  
≪ Aspetta un attimo! ≫  scattò Natsu, con un basso ringhio incredulo. ≪ Perché il nome di quel bastardo sta lì?! Non è la persona che ti ha fatto rapire?! ≫
≪ Gerard era uno di noi ≫ mormorò Erza, svuotata. Le sue unghie grattarono la pietra e lo strato sudicio su quel nome, il suo cuore batteva sordo nel petto. ≪ Il mio migliore amico. La persona di cui ci fidavamo ciecamente ≫  disse, con voce tremante.
Erza ≫  sussurrò la voce di un ragazzino, spezzata dai singhiozzi. Erza, p-perché?. Lacrime calde le cadevano sul viso, come se piovesse. Non se la ricordava nemmeno più, la pioggia, tanto era il tempo che aveva trascorso chiusa in quelle mura di pietra e intonaco.
Il ragazzino, gridò disperato. Che cosa abbiamo fatto di male per meritarci tutto questo?! Perché noi?!.
Trasalirono, sorpresi.
La voce di Uraraka tremolò incerta, ponendole la domanda che era sorta nelle loro menti. ≪ A-allora, perché è diventato uno dei cattivi? Perché anche loro…sono diventati come le persone che vi hanno fatto questo? ≫
Erza scosse la testa. Non sarebbero riusciti a capirlo nemmeno in un milione di anni come quelle tenebre potevano entrarti dentro e distruggere ogni altra cosa. Avevano cambiato Sho, corrotto Dabi, e anche se Toshinori era riuscito in qualche modo a tenerla in piedi, avevano generato in lei ferite che non si sarebbero mai chiuse del tutto.
Che cosa abbiamo fatto di male per meritarci tutto questo?! Perché noi?!
≪ Ch-che significa? Pensavo che fosse il cattivo ≫  disse Kirishima, confuso.
Erza si alzò, barcollando sulle gambe tremanti. Gli sembrava che l’aria fosse pesante come piombo. Doveva uscire di lì o sarebbe soffocata. ≪ Abbi un attimo di pazienza e te lo spiegherò ≫  sussurrò.
≪ Erza ≫  disse Happy, singhiozzando. Le si posò sulla testa, il suo peso caldo e famigliare, la sorprese. ≪ Basta così. I-io non voglio più sentire≫
≪ Ho appena iniziato ≫  disse tristemente, superandoli e guidandoli lungo il corridoio. ≪ Gerard veniva da un orfanotrofio, come la maggior parte di noi. I suoi genitori, mi disse, erano morti in un incidente d’auto. La setta aveva rapito lui ed altri bambini da un orfanotrofio statale, ma solo alcuni di loro furono portati qui. Io e Shimon arrivammo insieme, entrambi eravamo di Rosemary ed eravamo amici già prima che questo incubo iniziasse. Wally e suo fratello erano stati presi dalla strada, dove vivevano. Miriana si era persa in un parco ed era stata rapita e Sho, i suoi genitori avevano pestato i piedi a un boss della criminalità e fu venduto alla setta per pagarne il debito. ≫
 Il suo sguardo ormai non vedeva altro che le pareti in pietra e le sbarre, le parole le uscirono di bocca senza controllo, mentre ripercorreva quel tempo indefinito, fermo fra reale e incubo.
Salirono le scale, voltarono nei corridoi, fino a scorgere la porta che Erza aveva imparato a temere ed odiare.
Un Nomu era fermo lì davanti, spalancò la bocca ed emise un verso inarticolato. La spada di Erza affondò nella sua gola e gli mozzò di netto la testa prima che chiunque altro potesse muoversi.
≪ Potevi anche lasciarcelo ≫  borbottò Natsu, con un filo di voce. ≪ Almeno ci saremo scaricati un poco. ≫
Probabilmente lo conoscevo. Era uno di noi una volta. Il pensiero le fece montare dentro la nausea. Così tante vite erano state sacrificate in quel luogo, ingiustamente impiegate per le idee folli di un pazzo.
≪ Gerard non impiegò molto ad ottenere la nostra fiducia. Era gentile, coraggioso e aveva ancora speranza, di uscire di qui e di porre fine a tutta la nostra sofferenza. Parlava di libertà, del mondo là fuori e degli eroi che ci avrebbero salvato. Solo che nessun eroe è venuto a salvarci. ≫
≪ E voi gli credevate ≫ commentò cupamente Gran Torino. ≪ Vi ha raggirati, guadagnandosi la vostra fiducia. ≫
E lei era stata così stupida da cascarci. Eppure, perfino adesso faticava a credere che il ragazzino che le stringeva la mano e l’incoraggiava a non arrendersi fosse stato già allora il suo nemico.
 Erza annuì, fermandosi davanti alla porta. ≪ A quei tempi, pensammo fosse la verità. Noi l’avevamo persa di vista e avevamo rinunciato a combattere, ma Gerard ≫  la sua voce tremò. Erza strinse i pugni, conficcandosi le unghie nella carne. ≪ Lui ci spronò. Riempì i nostri cuori esausti di speranza ed armò le nostre mani. Ci convinse a scappare, a cercare aiuto all’esterno≫
Erza sollevò lo sguardo sulla porta serrata e socchiuse gli occhi, stanchi. ≪ Allora, eravamo degli sciocchi. Dei bambini ingenui che non sapevano di trovarsi su un’isola circondata dall’oceano e che non ci sarebbe mai stata data alcuna salvezza né grazia. Gli adulti ce lo dissero, ma noi…noi non volemmo ascoltare. ≫
Fissò la porta, tremando. Non poteva, pensò, non poteva aprirla e tornare lì. Ancora una volta vedere quello scempio.
Gran Torino balzò su di essa e la sfondò con un calcio. I due battenti saltarono dai cardini e si piegarono verso l’interno.
Erza sentì Lucy e Uraraka strillare. Le esclamazioni inorridite dei ragazzi. L’odore della morte, il puzzo putrescente della decomposizione appestava l’aria.
Erza entrò, pestando il sangue raggrumato sulle piastrelle con i piedi nudi. La stanza era modesta, ingombra di scafali. Gabbie erano fissate al suolo, grandi abbastanza da contenere una persona rannicchiata. Al suo interno c’erano dei cadaveri vecchi di giorni, in diversi stadi di decomposizione. Gerard doveva aver rimesso in moto la torre in poche settimane e ripreso gli esperimenti da dove erano stati interrotti.
Non guardò i volti di quelle persone, non voleva sapere se li conosceva o meno, il solo pensiero le dava la nausea. In ogni caso, non c’era più nulla che potesse fare per loro. L’odore putrescente della morte infestava quella stanza e le scivolava dentro, riempiendole il petto.
≪ Che razza di posto è mai questo?! ≫ esclamò Natsu, storcendo il naso disgustato. Iida era sbiancato. ≪ U-una sorta di laboratorio…credo. ≫
≪ Cristo! ≫ imprecò Bakugou portandosi una mano alla bocca per cercare di contenere il vomito che gli era salito in bocca. Lucy e Uraraka sembravano sul punto di svenire, come Iida e Happy.
Anche per questo te la farò pagare, Gerard.  
Cilindri di vetro salivano da un cerchio in metallo fino al soffitto. Tubi correvano per tutto il pavimento, collegandoli a un grande computer centrale. Contorte figure di Nomu incompleti o deformi erano adagiate scompostamente all’interno di quelle ancora intatte. Tenuti sedati in un liquido trasparente.
Erza lasciò scorrere la mano sui vetri rotti, il respiro incerto, come se i suoi polmoni si rifiutassero di riempirsi di quel aria contaminata.
≪ Quel tentativo di fuga fu l’inizio della fine ≫ raccontò, ignorando i gemiti alle loro spalle. ≪ Volevamo scappare da una piccola galleria e raggiungere l’esterno. Ora so che anche se ci fossimo riusciti, avremmo trovato l’oceano a fermarci, ma allora…furono le guardie che ci scoprirono. ≫
Il vetro acuminato le tagliò la pelle, facendo scorrere il sangue sulle sue dita. Il dolore che ne scaturì fu quasi un sollievo. Era niente in confronto alle emozioni che gli si agitavano in petto e la dilaniavano.
≪ Nomu. ≫ sussurrò Gran Torino, disgustato. ≪ Allora quelli che abbiamo incontrato li hanno creati qui. Quel Gerard è riuscito a replicare l’operato di All for One. ≫
≪ Non ne hai idea. ≫ rispose Erza, amaramente. ≪ Di quanto sia intelligente e produttivo Gerard. Lui è riuscito in pochi anni ha fare quello che la setta arrancava a creare quando eravamo schiavi. Ha completato Anima. ≫
Come ci fosse riuscito, Erza non lo sapeva. Non avrebbe mai pensato che potesse farlo in così poco tempo, ma Dabi non le aveva di certo mentito al riguardo.
Erza si guardò attorno. Il ragazzo l’aveva accompagnata per i corridoi per un lungo tratto, parlando senza guardarla, prima di lasciarla con un sorriso divertito.
≪ Voglio proprio vedere cosa farai, Titania. ≫ le aveva detto, dandole le spalle. ≪ Quanto realmente ci assomigliamo noi due. ≫
≪ Per niente. ≫ aveva risposto lei, gelida. Un brivido le corse lungo la spina dorsale, anche se aveva risposto così, iniziava a chiedersi se non avesse ragione lui. Forse quelli che toccavano quel genere di oscurità diventavano tutti ombre contaminate, diventavano tutti come Dabi e Gerard.  
Avvertì una mano gentile afferrarle il polso e sussultò.
Midoriya le strinse la mano, tirando fuori un fazzoletto dalla tasca. I suoi occhi erano cupi, il verde bruciante dell’iride rifletté la sua immagine. Vi trovò una ragazza pallida e sconvolta da rabbia e tristezza, una corazza crepata in più punti, dagli occhi come carboni ardenti.
≪ Anima completato. ≫ ripeté Lucy, incredula. Tirò su con il naso, cercando di non guardarsi attorno. ≪ Vuol dire che può davvero prendere il tuo quirk e passarla a qualcun altro? ≫
≪ Può prendersi tutto quello che vuole. ≫ rispose lei, stancamente. ≪ Anima può prendere e dare un quirk. Da quanto so, il piano di Gerard non è cambiato rispetto ad allora. ≫
Osservò affascinata il modo in cui Midoriya reclinò la testa, controllando la ferita per essere sicuro che non ci fossero frammenti, prima di legargli il fazzoletto intorno alle dita ed arrestare la fuori uscita del sangue. ≪ Attenta ≫ disse piano, stringendo il nodo. ≪ Ci sono molti vetri rotti, se non presti attenzione ti ferirai ≫
C’era una nota profonda nella sua voce che le fece correre un brivido sottopelle.
La sua gentilezza sembrava quasi fuori posto in un luogo marcio come quello, una goccia limpida e pura, in un lago di fango.
Le tornò in mente come Toshinori la rimproverasse sempre di non avere abbastanza cura di sé stessa. Si allenava sempre fino a crollare, finché il suo corpo non rispondeva più, si dimenticava di mangiare e raramente si concedeva divertimenti. Tutto questo, Toshinori gliel’aveva sempre rimproverato.
Una morsa le serrò lo stomaco al suo ricordo.
Solo allora si accorse degli sguardi arrabbiati e tristi degli altri. Uraraka gli stava fissando con il viso imbronciato e le guance rigate di lacrime.  Tacevano sconvolti, i visi cupi e frustrati.
≪ Vi hanno scoperto ≫ disse Midoriya, la voce sorprendentemente ferma. I suoi occhi erano lucidi e furiosi, mentre incrociavano il suo sguardo. ≪ E poi cos’è successo? ≫
≪ Le guardie presero Miriana ≫ sussurrò Erza. La piccola Miriana che si era aggrappata al suo braccio per non farsi portare via. Qualcosa era scattato in lei nel momento in cui aveva visto quegli occhi disperati e sentito il suo grido. Non aveva mai pensato di essere capace di reagire, finché quel qualcosa non era scattato in lei, facendo esplodere una rabbia esausta. ≪ Ed io gli aggredì per riprenderla ≫
Midoriya sbarrò gli occhi, sorpreso. La sua mano strinse più forte quella di Erza, mentre Natsu diceva. ≪ Immagino che sia qui che hai perso l’occhio. ≫
Li vide sussultare, tutti tranne Happy e Gran Torino che sapevano di quel dettaglio. Erza annuì, fissando lo sguardo sul viso sconvolto di Midoriya che la guardava sorpreso.
≪ Si, fu la mia punizione per aver provato a salvare Miriana. Al suo posto, presero me. Ero…più sacrificabile dal momento che non avevo un quirk. ≫
Quelle parole rimasero sospese nell’aria per un lunghissimo momento, prima che più voci si sollevassero insieme a porre la stessa domanda in diversi modi.
≪ Cosa significa che non avevi un quirk, scusa?! ≫
≪ Ma…questo non è possibile, come avresti fatto a svilupparlo così tardi?! ≫
Erza non ci badò, la sua attenzione era tutta sul ragazzo davanti a lei. Era nato senza quirk, proprio come lei e aveva vissuto per metà della sua vita senza averne uno. Lei ci aveva sperato che non si sviluppasse mai, mentre lui aveva sempre sognato l’esatto opposto per sé stesso.
Lo sguardo di Erza restò concentrato sul viso del ragazzo di fronte a lei. Midoriya la fissava con gli occhi sbarrati e il viso pallido. Ricordava di avergli detto che sarebbe stato meglio se fosse stata lei a nascere senza un quirk. Lo aveva desiderato per via di quel posto, per quello che simboleggiava, ma anche per quello che cercava. Potere. Sempre e solo potere, che corrompeva le persone e le distruggeva.
≪ Tu… ≫ sussurrò lui, senza fiato. Erza liberò la mano con uno strattone e lui la lasciò fare, troppo sconvolto per reagire.
≪ Io ho sviluppato il mio quirk che avevo già undici anni. È successo qui, quando le guardie mi presero al posto di Miriana e i dottori mi sedarono…fu la prima volta che lo usai. ≫ La voce gli si strozzò in gola. ≪ Si è manifestato un po' tardi, ma questa è la principale ragione per cui sono sopravvissuta così allungo. Ero più utile come manodopera che come cavia. ≫
. Che cosa abbiamo fatto di male per meritarci tutto questo?! Perché noi?!. aveva gridato Gerard, stringendola fra le braccia.
Lei aveva aperto gli occhi su un mondo sfocato. Uno dei suoi occhi faceva male, non riusciva a vedere nulla da quella parte. Solo da una parte poteva vedere Gerard, un’immagine distorta e labile, ma era pur sempre il viso del suo unico amico e in quel momento era l’unico che voleva vedere.
≪ Fu Gerard, però, ha salvarmi. ≫ disse, dirigendosi verso la parete accanto alla fila di monitor e fece scorrere le mani sulla pietra, cercando il mattone giusto. ≪ Venne a salvarmi e trovò… ≫ s’interruppe di nuovo, spingendo via un mattone dalla sua sede e rivelando una maniglia nascosta.
≪ Un’uscita segreta? ≫ sussurrò Uraraka, sorpresa. ≪ Come facevi a saperlo? ≫
Lei non rispose. Da lì, era proprio da lì che erano venuti a prenderlo e li avevano separati. Se lo ricordava.
Ge-Gerard   aveva sussurrato stremata, la voce le raschiò la gola. Lui sussultò e la guardò, il viso sporco di terra e sangue. Erza, ti sei svegliata! ≫  esclamò, sorridendole sollevato. Cosa è successo? ≫  domandò. I ricordi frammentari che le colpivano la mente come schegge di vetro. I dottori….
Si, ora ricordava. Si era fatta prendere al posto di Miriana, per fare da cavia all’ennesimo esperimento. Forse sarebbe stata così fortunata da morire, senza un quirk da usare non poteva proteggere sé stessa né i suoi amici.
Gerard le accarezzò la guancia, sussurrò spaventato Sono morti. C’è stata una grande esplosione ed hanno perso la vita.
Lei cercò di guardarsi attorno, la stanza sembrava reduce da una esplosione. Parte della parete era crollata, e a terra giacevano dei corpi esanimi.
Erza, ≫  mormorò, Gerard sei stata tu.
Lei lo guardò senza capire. “Ti sbagli, Gerard” avrebbe voluto dire, ma le parole non ne volevano sapere di uscire. “Io non sono forte. Non ho il potere di salvare nessuno”.
Gli occhi verde scuro di Gerard, la fissavano inquieti ed eccitati. Lo hai fatto tu, Erza. Hai usato il tuo quirk. Capisci, cosa significa?
Capiva di averli uccisi. Lei con le sue mani aveva spezzato le loro vite.
Possiamo combattere, con questo potere noi guadagneremo la libertà. Insieme, combattendo insieme, saremo più forti di loro.
≪ Erza-san? ≫ la chiamò la voce gentile di Uraraka. Nel momento in cui le sfiorò la spalla, sussultò e il mattone le cadde di mano.
La guardarono preoccupati, Midoriya mosse un passo verso di lei, ma Erza si affrettò ad aprire la porta sul cielo azzurro. Permise all’aria salmastra di entrare e i suoi occhi faticarono ad accettare la vista limpida del cielo e dell’oceano, dopo tanta oscurità. L’uscita portava direttamente su una fila di pioli esterni che formavano una strana scala che correva per tutta la torre, scendeva verso il basso e saliva verso l’alto, girando intorno alla struttura e collegando i vari piani. ≪ Da qui potete raggiungere la riva. ≫
≪ Nessuno di noi intende andarsene senza di te, ragazzina. ≫ replicò Gran Torino, rudemente. ≪ E aspetto ancora di capire com’è che ci sono così poche persone in questo posto e come ti sei liberata. ≫
Erza sollevò lo sguardo e lo fissò. ≪ Non è stato difficile. ≫ mentì, soffocando il brivido di orrore al ricordo delle mani che l’aveva toccata così impunemente. ≪ Come ho detto, in questa stanza ho perso il mio occhio e Gerard è venuto a salvarmi. Rubò un’arma alle guardie per farlo. ≫ Un brivido le corse sotto pelle. ≪ Quella è stata la scintilla che fecce iniziare la ribellione. Il gesto di Gerard fu l’inizio e quando fu catturato, noi che eravamo i suoi compagni e amici, insorgemmo per riprendercelo. ≫
Midoriya sussultò, impallidendo. La guardava come aveva fatto nel bosco, come un cucciolo ferito. Gli tremavano le mani lungo i fianchi e gli strinse a pugno per cercare di fermarle.
≪ A me sembra che l’occhio tu ce l’abbia ≫ commentò brusco Bakugou, ≪ che poi veda bene o meno, è un altro conto. ≫
≪ Bakubro! ≫ esclamò scioccato Kirishima, mentre Uraraka mollava una sberla sul braccio del ragazzo. ≪ Come puoi scherzare su una cosa del genere? ≫ gli chiese. Il biondo sbuffò, fissando Erza molto serialmente. ≪ La mia era una costatazione. ≫
Erza ricambiò lo sguardo, sollevata di quello spiraglio di respiro nel mezzo dell’angoscia che le stringeva il petto. Si portò la mano al viso, coprendo l’occhio che non poteva più versare lacrime. ≪ Questo è un occhio artificiale, mi fu impiantato dopo che mi unì a Fairy Tail. Fu un piccolo sacrificio, ben poca cosa, rispetto a quello che sarebbe potuto accadere. ≫
Le tremavano le labbra, adesso. Sentiva le lacrime bagnarle la guancia e bruciare. Avrebbe voluto cancellarle, ma era impossibile. ≪ Fu lui a salvarmi o almeno, ci provò. Ma venne catturato ed io fui rigettata in cella. In attesa di capire che genere di quirk avessi. ≫ sollevò le mani e si fissò i palmi. Le mani le tremavano, tremava tutta, ma non per il freddo. Era quel posto a darle i brividi. ≪ Avevamo raggiunto il limite, pensavamo che la morte sarebbe stata un dono. Qualunque cosa sarebbe stata meglio, purché potessimo porre fine alla nostra disperazione. ≫
≪ Erza! ≫ gridò Izuku, furioso. Lei trasalì e lo guardò sorpresa. Il verde dei suoi occhi era pieno di dolore e rabbia. ≪ N-non dire certe cose. Non dirle nemmeno per scherzo, non…≫ si interruppe, traendo un respiro tremante. ≪ Non farlo e basta. ≫
≪ Non stava parlando di adesso, Midoriya ≫ sussurrò Lucy, guardandola addolorata. ≪ N-non è vero, Erza? Pensavi quelle cose perché stavi soffrendo ma ora non è più così…no? ≫
Lei non rispose, distogliendo lo sguardo e prendendo un respiro tremante. ≪ Non mi aspetto che riusciate davvero a capire cosa intendo, Solo vorrei farvi capire perché dovreste andarvene. ≫
≪ Io vedo solo ragioni per restare ≫ commentò Iida, serio. ≪ Non penso che tu debba combattere da sola contro questa persona, a maggior ragione se lo conoscevi. ≫
≪ Però… ≫ sussurrò Uraraka, turbata. ≪ Non capisco come abbia potuto cambiare così tanto. ≫
I loro occhi erano fissi su di lei.
Sentì la distanza fra di loro come qualcosa di tangibile. Non potevano capirla, nessuno avrebbe mai potuto farlo.
Loro erano figli del mondo moderno, amati e coccolati dai loro genitori. Lei e Gerard erano diversi. Avevano dovuto lottare solo per il diritto di respirare. Avevano lottato insieme per proteggere quella loro flebile felicità.
≪ Gerard…cambiò proprio allora. Quando fu preso e noi ci ribellammo, per noi stessi, per la libertà che desideravamo riprenderci - pur avendo dimenticato cosa fosse - ci ribellammo per Gerard.  ≫ sussurrò, faticando ad articolare le parole. ≪ Combattemmo con quello che avevamo, picconi, pale, sassi...prendevamo le armi dalle guardie che riuscivamo a sopraffare. La nostra esultanza durò poco, però. Quando si accorsero di non poterci fermare con le loro sole forze, mandarono i Nomu che massacrarono e misero in fuga i ribelli ≫
Erza ispirò, stringendo i pugni.
≪ Fu durante quel massacro che il mio quirk si risvegliò. Avevo superato da anni il momento critico e pensavo non si sarebbe più manifestato. Invece, accadde in quel momento. ≫
Le poteva ancora sentire, rimbalzare nelle pareti, le urla, e quel potere che le scorreva nelle vene e travolgeva tutto.
≪ Ricordo che pensai "con questo potere, posso combattere. Posso salvare Gerard" ≫ Strinse forte i pugni, fino a conficcarsi le unghie nelle mani, ma non era bastato quel potere. Non era servito a nulla. La sua voce, tremò di un’emozione più profonda dell'odio o della rabbia. ≪ Per questo, io...ho combattuto. Per questo ho iniziato ad usare il potere che odiavo con tutto il cuore. ≫
Gli sentì trasalire.
≪ O-odiare? ≫ sussurrò Lucy, facendola rabbrividire. Chiuse gli occhi per non vedere l’espressione sul viso dell’amica. Tutti quegli anni passati ad addestrarsi solo per quel momento, ed ora non aveva più tempo. ≪ Mi feci strada fino a lui, spazzando via tutto ciò che si frapponeva fra me e quella stanza, ma quando arrivai...era troppo tardi ≫.
Aveva superato da un bel po' il punto in cui poter piangere, l'unica cosa che sentiva erano le unghie nella carne. Quel piccolo dolore non era niente in confronto a quello che le straziava il petto.
≪ Gerard ≫ sussurrò, la voce fremente. ≪ Non c'era più ≫.
≪ Cosa significa, non c'era più? ≫ scattò, Natsu. Aveva il viso verde, gli occhi accessi di collera.
Tutti loro erano pallidi e scioccati. Perfino, Bakugo non trovava la voce.
Odiò il modo in cui la guardavano, come se fosse di nuova la bambina vittima di quel tempo. Una creatura ferita, deformata dalla sofferenza, che non poteva essere assimilata alla razza umana.
≪ Era il suo viso, il suo corpo, ma la sua mente, le sue parole...la sua intera personalità...erano svanite ≫ spiegò, a stento. ≪ Il Gerard che era nostro amico non c'era più. Al suo posto, c'era un mostro. Il nuovo Gerard era come gli uomini che stavamo combattendo, voleva il potere, voleva rendere il mondo schiavo e dominare su ogni cosa. ≫
Midoriya impallidì, irrigidendosi. La voce di Erza ebbe un tremito di frustrazione e dolore al ricordo del momento in cui gliel’aveva comunicato con gelida calma. Aveva riso di lei, sbeffeggiandola per la sua stupidità e lei non aveva potuto contrastarlo in nessun modo.
≪ Per farlo, voleva il mio quirk e la collaborazione degli altri. Voleva liberare tutti gli schiavi, anche quelli degli altri laboratori e campi lavoro, farne un esercito che l'avrebbe seguito. Avrebbe creato un mondo in cui solo chi era sua alleato avrebbe avuto un quirk e la sua contorta libertà. Fu così che scoprì il segreto che Gerard aveva nascosto a tutti: lui possedeva un quirk ≫.
Gran Torino strinse i suoi occhi, squadrandola.
Lucy si portò una mano alla bocca e mormorò ≪ C-che genere di quirk? ≫
≪ Uno molto potente. ≫ rispose lei, scostandosi dalla porta. ≪ Il suo quirk gli permette di creare sfere di energia. ≫
≪ Unito al tuo quirk ≫ disse, Gran Torino, cupamente ≪ sarebbe peggio di un'arma di distruzione di massa ≫.
≪ Ma All Might ha detto che il tuo quirk crea potenza ≫ intervenne Midoriya, ansioso. ≪ Come pensava Gerard - ≫
≪ Ti sbagli ≫ lo corresse, Erza, incupendosi. ≪ Il mio quirk genere un potere il cui limite è il contenitore che l'ospita ≫
Li vide sussultare confusi.
≪ La resistenza del metallo, quella del corpo – del tuo corpo – ma se fosse abbinato al potere di Gerard potrebbe convogliare quel potere nelle sue sfere e distruggere tutto ≫ dedusse, Gran Torino, man mano che il suo ragionamento procedeva lo stupore sul suo viso aumentava. ≪ In questo modo, avrebbe davvero potuto riuscire a conquistare il mondo ≫
Erza annuì, evitando il suo sguardo.
≪ Io rifiutai di collaborare, mi aspettavo che avrebbe cercato di portarmi via il mio quirk, invece si inventò qualcosa di peggio. ≫ La conosceva, Gerard, sapeva esattamente come assicurarsi di tenerla buona, sapeva dove andare a prendere. Gliel’aveva letto in quegli occhi famigliari quanto sconosciuti, che avrebbe mantenuto la parola data. ≪ Disse che l'avrei seguito, magari non subito, ma alla fine mi sarei arresa. ≫
La stavano guardando confusi, corrugando le fronti. Lucy scosse la testa. ≪ Ma allora… Gerard era in combutta con la setta. ≫
Erza scosse la testa. ≪ No, Gerard era uno schiavo come noi. Solo…lui gli uccise e poi sfruttò la ribellione per diventare il nuovo padrone di tutto. Io però non c’ero e non so che genere di mezzi abbia usato per convincere gli altri. ≫
Gran Torino, storse la bocca adirato. ≪ E come pensava di costringerti ad aiutarlo? ≫
Erza si avvicinò a Midoriya che si tese come una corda di violino. Stese la mano e impugnò la spada la spada che lui portava sulla schiena. La sfilò lentamente. il peso dell’arma era famigliare e la rassicurò. ≪ Lasciandomi andare ≫.
Vide la sorpresa sui loro volti, la confusione, le esclamazioni incredule.
≪ C-cosa significa? ≫ le domandò Midoriya, boccheggiando incredulo. ≪ All Might ha detto… ≫
≪ All Might non conosce tutta la storia. ≫ l’interruppe bruscamente.
Si era fidata di lui, di quello strano uomo che le aveva raccontato tutta la sua vita in una stanza di ospedale. Lo aveva visto alla TV e aveva scioccamente pensato che lui avrebbe potuto liberarla.
Si era solo illusa però.
Gerard era più furbo di quanto avesse pensato e l’aveva battuta. Le aveva fatto capire chi era ad avere il potere fra loro.
≪ Non sono mai scappata da questo posto ≫ rivelò, con una smorfia ≪ Fu Gerard ha mandarmi via. Mi concesse di lasciare questo posto, ma promise che se mai ne avessi parlato, avrebbe ucciso i miei amici. ≫
Gliel’aveva detto, infondo, che lei gli apparteneva. La sua punizione sarebbe finita solo quando lui l’avrebbe voluto, ed era quello il momento che voleva sfruttare per batterlo. Gran Torino sussultò, guardandola incredulo. ≪ Perciò quando ci hai detto di loro... ≫
Erza strinse l'impugnatura della spada, sentendo la rabbia che le scorreva nelle vene. ≪Io condannai a morte i miei amici. ≫ confermò. Aveva davvero creduto che sarebbero stati salvati, ma quando All Might era tornato da solo, aveva capito che si era sbagliata. Nessuno di loro sarebbe mai stato libero. ≪ Probabilmente, Gerard se l'immaginava, oppure aveva trovato il modo di controllarmi. Non lo so. So solo che quando trovaste questo posto distrutto, fui certa che fosse stata opera di Gerard≫
Lucy singhiozzò ≪ Per tutto questo tempo, tu... ≫
Non aveva più senso mentire, nascondere la verità. Ormai c'era dentro. Il tempo scorreva veloce e se quella guardia aveva ragione, la Regina non era l'unica cosa che stava arrivando.
≪ Oggi è il giorno in cui porrò fine a questa storia. ≫ disse, decisa. ≪ Sapevo che erano vivi. Sapevo che Gerard aveva iniziato a conquistare i Campi ≫.
Sussultarono, guardandola sorpresi.
Midoriya aveva le guance rosse, rigate di lacrime e gli occhi brucianti. La guardò confusa. ≪ Non capisco. Come potevi saperlo? ≫
≪ Perché me lo disse lui stesso ≫ rispose, allontanandosi da loro e dirigendosi verso la porta. Non li guardò mentre li sentiva seguirli. ≪ Me lo fece sapere, lasciandomi un messaggio in ospedale. Mi scrisse che era la mia ultima possibilità di tenere la bocca chiusa e salvarli ≫.
≪ Per tutto questo tempo, tu lo hai sempre saputo ≫ mormorò, Gran Torino. ≪ E non l’hai mai detto a nessuno? ≫
Erza annuì. Era stato difficile. Tutte quelle notti in cui si svegliava terrorizzata e Toshinori era lì, ma lei non poteva dare voce alla sua paura. Tutti quegli allenamenti strazianti per cancellare la debolezza che le aveva impedito di fermare Gerard, di salvare i suoi amici. Tutte quelle notti, in cui non sapeva nemmeno lei se voleva uccidere Gerard o salvarlo, se gli credesse o meno.
 ≪ Si, nelle condizioni in cui ero, non potevo fermare Gerard, non potevo salvare nessuno...ma ho allenato il mio quirk e me stessa per questo momento. Se non posso salvare il mio amico, lo fermerò. Se non posso dire la verità ai miei amici, farò almeno in modo che siano liberi dall'influenza di Gerard ≫.
Natsu incrociò le braccia sul petto, accennando un sorriso. ≪ Perciò vuoi sconfiggere Gerard. Okay, ci sto ≫
Erza lo guardò disorientata. Natsu le sorrise sornione. ≪ Facciamoli il culo e torniamocene a casa. ≫
≪ Natsu ≫ disse incredula, Uraraka, fissandolo a bocca aperta. ≪ Hai sentito quello che ha detto, si o no? ≫
≪ Tutto e non penso che dovremo andarcene, ma prenderlo a calci. ≫ replicò il ragazzo e alle sue parole, Iida e Kirishima concordarono.
≪ Non possiamo andarcene sapendo che anche quei ragazzi sono stati ingannati. ≫ intervenne Midoriya, strofinandosi il viso con il braccio e cancellando le tracce della lacrime che aveva versato. Lucy strinse i pugni e annuì con vigore. ≪ Erza, non ti lasciamo da sola. Combatteremo con te. ≫
Gli occhi verdi di Midoriya stavano già correndo sui compagni, Erza riusciva quasi a sentirli, i meccanismi del suo cervello da Nerd che lavoravano per escogitare una strategia. ≪ se lo attacchiamo tutti insieme riusciremo sicuramente... ≫
≪ Nessuno di voi attaccherà Gerard ≫ li interruppe Erza, bruscamente. Gli faceva male il petto per tutte quelle emozioni complesse imprigionate al suo interno. Non riusciva a respirare. Strinse la presa sulla spada, ringraziando la dote che le permetteva di nascondere le sue emozioni all’esterno.
≪ Nessuno di voi si avvicinerà a Gerard. ≫ sibilò e non era sicura del perché quel pensiero la facesse infuriare. Guardò Midoriya dritto negli occhi. Lui più di tutti non poteva permettersi di restare, per il bene della successione di All Might e del One for All. ≪ Non potete permettervi di morire qui. ≫
La guardarono sorpresi.
≪ Nessuno di noi ha intenzione di morire. ≫ replicò Kirishima, guardando i compagni. Bakugou storse la bocca in una smorfia violenta. ≪ A parte quel figlio di puttana di Gerard, ovviamente. ≫
Midoriya la fissò di rimando, andandole incontro. Erza indietreggiò e sollevò la spada puntandogliela contro. Solo allora lui si arrestò. ≪ Non lo farai. ≫ le disse deciso. ≪ Non me ne vado senza di te. ≫
≪ Invece è quello che farai. Vattene. Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno io. ≫ replicò gelida, indicò la porta aperta alle spalle di lui e aggiunse cupamente. ≪ Fra meno di venti minuti il Concilio lancerà una bomba su questo posto, radendolo al suolo, con tutto ciò che contiene. Se per allora non sarete abbastanza lontani, verrette travolti e morirete qui. Capisci ora perché ve ne dovette andare? ≫.
Gran Torino sussultò, sbiancando. ≪ Che cosa?! ≫
≪ Ecco perché non volevano autorizzare una missione di salvataggio ≫ commentò Iida, inorridito.
≪ Ma ci sono delle persone qui dentro! ≫ scattò Happy ≪ Moriranno tutti ≫
≪ Non credo gli interessi ≫ commentò, Gran Torino, sempre più preoccupato. ≪ Dobbiamo andarcene subito ≫ Si voltò a guardarla, con gli occhi fiammeggianti ≪ Anche tu ≫.
Erza scosse la testa. ≪ Io devo affrontare Gerard, questa è la mia ultima opportunità. ≫ rispose a mezza voce. Gran Torino tremò di rabbia. ≪ Se questo posto salta non ci sarà più alcun Gerard da uccidere! ≫
≪ Lui non morirà per mano del consiglio. ≫ insistette indietreggiando. Gli occhi di Midoriya erano fissi su di lei, scioccato. ≪ No, perché tu vuoi ucciderlo. ≫
≪ Solo così porrò fine a questo incubo. ≫ sussurrò, deglutendo. ≪ Se Gerard fosse ancora in sé anche lui concorderebbe. Il ragazzo che conoscevo non avrebbe mai sopportato di essere un simile mostro. Mai. non posso fare altro che fermarlo. ≫
Midoriya la guardò, furioso. ≪ Facciamolo insieme! ≫ protestò, nello stesso momento in cui Gran Torino sbottava. ≪ Come se ti permettessi di sporcarti le mani in questo modo! Ho promesso a Toshinori che ti avrei riportato a casa! ≫
Una fitta di dolore le trafisse il cuore.
Balzò indietro, nello stesso momento in cui i suoi compagni saltarono in avanti per afferrarla e trattenerla. La sua spada urtò il muro, aprendo ampie crepe che corsero sulla pietra e la spaccarono. Una pioggia di detriti cadde su di lei, seguita da pietre più grandi.
≪ Scusa, Maestro, ma l'ho già detto: nessuno può più salvarmi ≫ sussurrò dando un ulteriore colpo alla pietra che crollò. Riuscì a vederli gettarsi per raggiungerla, le loro urla la inseguirono, mentre veniva tagliata fuori.
L’ultima cosa che vide fu la mano tesa di Midoriya Izuku che tentava di afferrarla e le sfiorava i capelli, prima che il muro gli dividesse.

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Capitolo 28
*** Capitolo 13 - Erza & Gerard - Parte 2 ***


Midoriya si lanciò dietro di Erza per fermarla. La sua mano sfiorò i suoi capelli prima che lei facesse crollare l’ingresso, tagliandolo fuori. ≪ Maledizione! ≫ urlò, pieno di frustrazione.
≪ Che facciamo? ≫ chiese, Lucy, angosciata. ≪ Erza…≫
Midoriya indietreggiò, prese la rincorsa e sfondò il muro con un calcio. La forza del One For All gli ruggiva nelle vene. Si voltò di scatto verso i suoi compagni che lo guardavano allibiti.
≪ Kacchan, Gran Torino, Natsu-san, noi andiamo con Erza. Iida e Kirishima, fate evacuare questo posto. Uraraka, Lucy ed Happy contattate in qualche modo il consiglio e fate in modo non ci ammazzino tutti≫.
Aveva parlato con urgenza, lasciando gli altri spiazzati per il tono brusco della sua voce. Adesso però non importava se era o meno gentile, doveva raggiungerla prima che facesse una stupidaggine.
Le cose che aveva sentito erano troppo orribili per lasciarle impunite. Qualcuno avrebbe dovuto pagarne le conseguenze, ma non avrebbe permesso che quel qualcuno fosse Erza o uno di quei ragazzi.
≪ Non darmi ordini, Deku! ≫ gridò, Bakugo, riprendendosi dai vari shock. ≪ Certo che vado a far esplodere la testa di quel pezzo di merda! ≫.
Natsu si fermò vicino a Lucy, le sfiorò il braccio, e lei lo guardò ansiosa. ≪ Natsu, stai attento≫
≪ Anche tu, Lucy ≫ disse, guardandola esitante. Poi si chinò e premette la bocca sulla sua, baciandola. La ragazza sussultò e chiuse gli occhi, poggiando le mani sul suo petto.
Midoriya li guardò divorato da una certa invidia. Distolse lo sguardo, non sopportando di guardarli oltre. L’avrebbe afferrata, Erza. Avrebbe fatto quello che All Might gli aveva chiesto di fare prima di lasciarlo partire.
≪ Ho cercato in ogni modo di strapparla a quel luogo, giovane Midoriya. ≫ aveva ammesso con amarezza. ≪ Ma Erza…non ha mai smesso di colpevolizzarsi per quello che è accaduto in quel luogo. Afferrala e riportala qui, anche se dovesse rifiutarsi e opporre resistenza, non lasciare che affronti tutto questo nuovamente da sola. ≫
Strinse i pugni lungo i fianchi, gettandosi all’inseguimento di Erza. ≪ Muoviamoci! ≫ gridò, attraversando il corridoio polveroso. L’avrebbe cancellata, quell’espressione tormentata sul viso di lei, avrebbe cancellato quelle emozioni oscure dal suo sguardo e dalla sua voce. Se lo promise. Sentì i passi di Natsu e Bakugou che l’affiancavano, determinati e furiosi.
≪ Pensi che sia vero? ≫ chiese Midoriya al compagno biondo. ≪ Dell’ordigno. ≫
Bakugou si incupì. ≪ Non lo so, ma non ho intenzione di stare qui a scoprirlo. Prendiamo a pugni il bastardo e ce ne andiamo. ≫
≪ Non credo che Erza ci abbia mentito. ≫ intervenne Natsu, incupendosi. ≪ La conosco da anni, lei non è una bugiarda. Se proprio deve, piuttosto che mentire tacce o svia, ma era sincera. ≫
Questo non lo rassicurava. Il pensiero che quelle cose orribili che gli aveva raccontato fossero reali e vere gli davano i brividi.
La morte appariva come un dono.
Accelerò il passo, aveva fiducia che ognuno di loro avrebbe assolto al suo compito e che gli avrebbero raggiunti dopo. Quello di cui dubitava era che Erza permettesse loro di aiutarla. Sapeva essere veramente testarda quando voleva e c’era una luce pericolosa nel suo sguardo velato di lacrime.
Non ci volle molto perché la raggiungessero, individuò subito il rosso dei suoi capelli che danzava nell’aria mentre correva e si faceva strada fra le guardie che l’intralciavano.
≪ Erza! ≫ gridò Natsu, balzando su un Nomu che stava per prenderla alle spalle. La ragazza si voltò di scatto sorpresa. ≪ Dio Santo, ma non lo volete proprio capire?! Non lo voglio il vostro aiuto. ≫
≪ E a noi non ce ne frega un cazzo di quello che vuoi tu. ≫ replicò Bakugou rudemente, gettandosi in battaglia con un sorriso folle. Midoriya l’affiancò, il cuore che batteva a mille per un misto di sensazioni. Rabbia, dolore, amarezza e frustrazione. ≪ Se pensi che ti lasceremo andare da sola ti sbagli di grosso. ≫ le disse, lanciandole un’occhiata decisa. ≪ Ti sei fidata di noi, raccontandoci la tua storia. Non ti lasceremo da sola. ≫
Per un attimo, lei lo guardò in modo strano. Il suo sguardo si fece scuro e intenso, le labbra si schiusero sorprese. ≪ Izuku… ≫ mormorò, ma si interruppe colpendo con un fendente un soldato che le si era gettato addosso.
Midoriya non poteva credere che con tutte quelle persone presenti, il Concilio avesse davvero intenzione di ucciderli tutti con un ordigno. Centinaia di vite che sarebbero state spazzate via senza che l’opinione pubblica lo venisse mai a sapere.
≪ Siete testardi ≫ commentò, lei, cupamente. ≪ Non volete ascoltare. ≫
≪ Non ti permetterò di agire da sola ≫ disse Natsu, voltandosi a guardarla con un’espressione decisa sul volto. I suoi occhi scintillarono, nell’affiancarla. ≪ Noi siamo un Team. Siamo Fairy Tail, andremmo avanti insieme≫.
Midoriya sussultò. Natsu era diventato serio e tese la mano verso Erza che lo guardò rigida. ≪ Natsu…non capisci. Questa è la mia battaglia… ≫
≪ Allora, sarà anche la mia. ≫ replicò il ragazzo, con un sorriso fiducioso. ≪ L’obbiettivo di un membro del team, è l’obbiettivo di tutti i suoi membri. Lo direbbero anche Gray e Wendy se fossero qui. ≫
Erza si fermò, esitante.
≪ E comunque, ≫ aggiunse Natsu con un sorriso luminoso quanto infantile. ≪ Anche se dici di no, io ci vengo lo stesso! ≫ Le fece la linguaccia, come se avesse cinque anni, lasciando Midoriya sorpreso. ≪ Ma Natsu-san… ≫ protestò, interrompendosi al suono vibrante della risata di Erza.
≪ Tu. ≫ disse la ragazza con un sorriso triste sulle labbra. ≪ Sei una spina nel fianco, Natsu. ≫ I suoi occhi scivolarono su Midoriya e Bakugou, su Gran Torino, socchiudendosi. ≪ Tutti voi lo siete. ≫
≪ Ci ringrazierai dopo. ≫ replicò Midoriya, voltandosi verso le scale. ≪ Quando saremo tornati alla Yuei. ≫
Erza non rispose, andandogli dietro.
Midoriya la mise velocemente a corrente della situazione e di ciò che sapevano. ≪ Gli altri si occuperanno dell’evacuazione e a darci più tempo, nel mentre prenderemo Gerard in custodia. ≫ le comunicò serio. ≪ Probabilmente, Dabi sarà con lui. Se possiamo catturarlo… ≫
Lei scosse la testa, il viso incupito. ≪ Dimenticati di Dabi, al momento, non è un nostro nemico≫. Midoriya la guardò corrugando la fronte, non riusciva bene a capire che genere di emozioni la stessero muovendo dentro. Gli sembrava lontana e distante, proprio come All Might lo aveva avvisato che sarebbe stata.
≪ Di un po', vuoi ammazzarlo quel bastardo? ≫ chiese Bakugo, riferendosi a Gerard. Midoriya si morse le labbra davanti al suo silenzio. 
Fu Gran Torino a rispondere a quella domanda. ≪ Qualunque cosa tu voglia fare, non ti permetterò di superare il limite≫.
Erza rallentò la corsa, fino a fermarsi davanti a un’alta porta.
≪  Qui ≫ disse ≪ la stanza da cui non c’è ritorno≫.
Bakugo superò la ragazza e diede un calcio alla porta, spalancandola.
≪ Hey, bastardo, indovina un po'? ≫ gridò ≪ Siamo venuti a farti la festa!≫
Là, seduto su un alto scanno, un ragazzo dai capelli blu rivolse loro un sorriso astuto e divertito.
≪ Vi aspettavo, eroi ≫ disse, conciliante. ≪ e aspettavo te, Erza≫.
Si alzò dalla sedia e fece cenno agli uomini in camice di allontanarsi. Midoriya sentì la rabbia ruggirgli dentro. Stava fissando Erza e ignorando loro, come se lei fosse l’unica presente e l’unica che gli interessasse.
≪ Gerard ≫ disse, Erza. La sua voce aveva ancora quella nota di emozione.
Lui le sorrise, gli occhi che scintillavano. ≪ Erza ≫ Stese il braccio indicandole un tavolo operatorio, pronto ad essere usato. ≪ Nel caso tu sia ancora decisa ad opporti a me ≫ le spiegò.
Bakugo fece esplodere la sua sudorazione, mentre Natsu batté i pugni l’uno contro l’altro, ma fu Midoriya il primo ad attaccare.
≪ Mettiamo la parola fine a questa storia ≫ sbottò, gettandosi all’attacco senza pensare, e una fune gli afferrò la caviglia, disattivando il suo quirk.
Midoriya fu scaraventato al suolo con forza.

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Capitolo 29
*** Capitolo 14 - Sappi che ti ho amato - Parte 1 ***


Dietro la porta, trovò la sala che ricordava nei suoi incubi.
Un’ampia stanza con tavoli operatori e cilindri di vetro infranto. L’unica nota stonata, l’unica innovazione che era stata apportata, era la presenza di quell’alto scranno, da cui lui la guardava. 
Miriana era inginocchiata ai suoi piedi, mentre Sho sedeva sul bracciolo, dall’altra parte. Wally era in piedi dietro Miriana e la guardava di tanto in tanto.
In quella stanza, si erano detti addio, lei e Gerard, era una strana ironia che ora si incontrassero per porre fine a quella storia proprio lì.
Natsu bruciò la corda di Miriana con le sue fiamme, permettendo a Midoriya di atterrare con leggerezza e rimettersi in piedi.
Si rese conto con orrore che non riusciva a muovere nemmeno un passo. Gerard sorrideva, guardandola, e lei esitava, pur non potendo permetterselo.
≪ Erza? ≫ era la voce di Natsu, sorpresa.
Probabilmente, si chiedeva perché non stesse facendo qualcosa – qualsiasi cosa – per attaccare Gerard e fermarlo.
≪ Finalmente, ci rincontriamo ≫ disse, Gerard ≪ Immagino che tu abbia ripensato alla mia proposta≫.
≪ Figurati, ≫ sbottò, Bakugo ≪ se qualcuno vuole dare retta alle tue stronzate≫.
Natsu le prese la mano.
Lei lo guardò, sorpresa, rendendosi improvvisamente conto che stava tremando.
La pelle intorno agli occhi del ragazzo si era rivestita di candide squame. La sua mano però era calda, sicura.
≪ Tu sei Gerard? ≫ domandò, guardando il ragazzo seduto sullo scranno.
Lui sorrise. ≪ E tu sei uno degli eroi di Fairy Tail, Salamander Natsu. So tutto di te≫. Incrociò le gambe con disinvoltura. ≪ Ho tenuto d’occhio, Erza. So tutto di te e dei tuoi compagni.≫
Natsu, ringhiò. ≪ Sei un dannato Stalker≫
≪ Sei folle ≫ commentò, Izuku. ≪ Davvero pensavi di poter dominare il mondo?≫
Risero. Wally si toccò il cappello. ≪ Povero sciocco, non hai idea di quanto sia grande l’influenza della nostra benefattrice≫.
≪ Non ce ne frega un cazzo ≫ replicò, Bakugo.
Si lanciò in avanti per combattere.
Erza gridò ≪ Fermo! ≫ nemmeno lei sapeva dire a chi lo stesse dicendo.
Gerard sollevò un dito e l’esplosione investì Bakugo, rispendendolo indietro. Cadde a terra, i vestiti bruciacchiati.
Sho rise, battendo le mani. ≪ Non avrete davvero creduto di poter fare qualcosa contro di noi?≫
Gran Torino si avvicinò a Midoriya, mormorando ≪ Dobbiamo essere prudenti. Quell’esplosione…non mi piace quel suo quirk≫.
Erza non riusciva a respirare. ≪ Andate via, Natsu. Questa è la mia battaglia≫
≪ Non mi sembra che tu sia in grado di combatterla≫.
Erza sussultò, guardandolo.
Natsu gli fece un gran sorriso. ≪ Da come ne avevi parlato mi aspettavo qualcosa di peggio. Prenderlo a calci sarà un gioco da ragazzi≫.
Erza lo guardò incredula. Alle spalle del ragazzo, vide la luce del One for All di Izuku. Bakugo si rialzò, facendo esplodere la sua sudorazione.
≪ Kacchan, stai bene? ≫ disse, Midoriya, osservando il nemico.
≪ Certo che si, coglione! ≫ ringhiò Bakugo ≪ Ora lo ammazzo≫.
Erza costrinse i suoi piedi a muoversi. Si era allenata così duramente solo per questo giorno, non poteva tirarsi indietro proprio ora. Doveva salvare i suoi amici e fermare Gerard. Doveva salvarlo.
Gerard mise una mano sulla testa di Miriana, sorridendole.
≪ Ricordi, Erza, il nostro patto? ≫ gli domandò.
I ragazzi al suo fianco, lo guardarono confusi. Sho domandò ≪ Quale patto? Di cosa stai parlando, Gerard?≫.
Erza trattenne il fiato, scattò ≪ No! Non farlo, Gerard!≫
Un’esplosione la rimandò indietro, rotolò e si rimise in piedi, solo per vederlo far esplodere una sfera di luce vicinissima al viso di Miriana.
Le sue urla risuonarono nella sala, fondendosi a quelle sbalordite degli eroi.
Erza vide la ragazza venir gettata a terra, sotto gli occhi esterrefatti dei due ragazzi. Miriana gemette, premendosi la ferita sanguinante con la mano.
≪ P-perché, Gerard? ≫ disse, singhiozzando.
Lui sorrise. ≪ Chiedilo ad Erza ≫ rispose annoiato ≪ Volevo farlo già la prima volta che hai portato qui gli eroi, ma poi mi sarei perso quella tua espressione ferita≫
≪ Gerard! ≫ ruggì, Midoriya, inferocito.
Natsu attraversò la sala avvolto dalle fiamme. ≪ Figlio di -!≫
Gerard lo rispedì indietro con un’esplosione. Natsu atterrò accucciato, gli usciva il fumo dai lati della bocca.
Wally fece per raggiungere Miriana.
≪ No ≫ lo fermò, Gerard, sollevando una mano. ≪ Stai lì. Non morirà per così poco≫. Il sorriso che rivolse ad Erza era crudele ≪ Probabilmente, gli resterà la cicatrice e perderà un occhio, ma sopravvivrà≫
Non possiamo solo sopravvivere a questo mondoaveva detto, Gerard, quando avevano pianificato la loro prima fuga. Dobbiamo riprendere la nostra libertà, dobbiamo combattere per il diritto di poter vivere.
Erza sentì la rabbia pompargli nelle vene. Si lanciò in avanti con la spada tratta, gridando ≪ Gerard!≫.
Natsu gridò alle sue spalle. ≪ Erza, attenta!≫.
L’esplosione le venne addosso, avvolgendola. La sua lama la tagliò in due, aprendosi la strada fino a lui. Lo scranno crollò a terra a pezzi. Gerard la guardò, con un sorriso divertito e un taglio rosso sulla guancia. Aveva schivato il colpo per un soffio, saltando da parte.
Raccolse una goccia di sangue con le dita guantate e se lo portò alle labbra.
≪ Non mi aspettavo nulla di meno da Titania≫
≪ Non so quanto forte sia la suggestione che hai subito, Gerard, ma ti fermerò. Ti farò pagare ognuna delle tue azioni malvage≫.
≪ Ho liberato gli schiavi ≫ rispose, evitando il suo colpo successivo. ≪ Proprio come ti avevo detto, ed ora ho un esercito pronto ai miei ordini. Gli amici che avete lasciato indietro, verranno fatti a pezzi. Prima, però, mi prenderò i loro quirk, perciò grazie tante≫.
≪ Uraraka ≫ dissero in coro, Midoriya e Bakugo. Guardando alla porta con ansia.
Erza indietreggiò, riprendendo fiato.
≪ Sei più scemo di quanto credessi ≫ commentò Natsu, sbuffando. ≪ I nostri amici vinceranno≫
Gerard lo guardò sinceramente sorpreso. ≪ Non temi quello che faremmo alla tua amichetta bionda, Salmander?≫
Natsu si sciolse i muscoli della spalla destra. ≪ Lucy è forte, sa badare a sé stessa. Metterà al tappetto il tuo ridicolo esercito≫.
Midoriya e Gran Torino erano chini su Miriana, cercando di tamponare l’uscita del sangue.
Il cuore di Erza sembrava sul punto di esplodere.
≪ Gerard che sta succedendo? Che significa tutto questo? ≫ disse Sho, confuso.
≪ Si, Gerard ≫ disse Erza. Ringraziò il Dio che le aveva restituito la fermezza nella voce. ≪ Digli di come hai perso la testa. Digli del tuo piano di strappare i quirk da ogni singola persona che non puoi controllare e di come mi hai allontanato da loro perché tu potessi plagiarli meglio≫.
Sho e Wally la guardarono senza capire.
≪ Tu…ci hai tradito ≫ disse, Sho, tremando. ≪ Hai ucciso il nonno, i medici e tutte quelle persone, e hai mandato in corto il generatore, facendo scoppiare l’incendio che ha distrutto l’intero laboratorio. Sono morti a decine. Il tuo quirk ti ha bruciato il cervello, sorellona≫.
Erza sussultò, guardando Gerard e il suo sorriso mesto.
Quindi era questo che aveva raccontato. Aveva affibbiato a lei la colpa di tutte le sue atrocità, l’aveva trasformata nel mostro che aveva popolato i loro incubi come lui aveva popolato i suoi.
≪ E voi siete stati così stupidi da credergli? ≫ sbottò, Gran Torino, furioso. ≪ Per quale ragione avrebbe mandato gli eroi a salvarvi, se vi voleva morti?!≫
Sho barcollò, sempre più confuso. ≪ P-per ucciderci. Gli eroi sono malvagi. Sono i cani da guardia della società che ci ha fatto questo≫.
≪ La Regina dei Draghi…cosa gli hai promesso, Gerard? ≫ lo chiese anche se aveva deciso cosa fare. Indipendentemente dalla sua risposta, sapeva già come sarebbe finita quella storia.
Lui si strinse nelle spalle, sotto lo sguardo incredulo degli altri.
≪ Cosa centra quella donna? ≫ domandò, Gran Torino.
≪ La nostra benefattrice ci ha chiesto una sola cosa in cambio della sua protezione ≫ commentò, Wally, avvolgendo Miriana nella sua giacca.
Erza strinse l’impugnatura della spada, fino a farsi sbiancare le nocche.
≪ Ha chiesto che tu li fossi consegnata viva, Erza≫.

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Capitolo 30
*** Capitolo 14 - Sappi che ti ho amato - Parte 2 ***


≪ Per quale ragione? ≫ gridò, Midoriya.  
Il cuore gli era balzato in gola per lo spavento. I due ragazzi lo guardarono, scuotendo la testa.
≪ Non lo sappiamo ≫ ammise, Sho. Guardò Gerard alle spalle del ragazzo. ≪ Gerard ha detto che dovevamo prenderla adesso che aveva l’età giusta e l’avremo consegnata appena la Regina fosse stata qui≫
≪ Stai dicendo che sta venendo qui? ≫ scattò, il vecchio eroe, impallidendo.
Gerard fece esplodere l’aria in un punto molto vicino ai due ragazzi. Erza fu velocissima. Il vento che si alzò spazzò via l’esplosione, lasciandoli incolumi.
Gerard le afferrò il polso e la scaraventò in aria, colpendola con un’esplosione.
Midoriya si gettò su di lui, colpì il suolo nel punto dove si trovava fino a un attimo prima e lasciò un cratere. L’inseguì, cercando di colpirlo, ma lui schiavava tutti i suoi colpi. Il sorriso sul suo viso non vacillò nemmeno per un attimo.
Natsu lo colpi sul fianco, facendolo piegare, prima che un’esplosione lo scaraventasse a terra.
≪ Lascia che venga ≫ ruggì, nel momento in cui Bakugo prendeva Gerard di spalle. Le sue esplosioni si scontrarono contro quelle dell’altro ragazzo.
L’aria fu spazzata da un vento acre che gli spinse a indietreggiare.
≪ Sei un fottuto bastardo ≫ gli urlò contro il ragazzo ≪ Non hai scrupoli≫
Erza gli si gettò addosso, spada tesa.
Accadeva tutto così velocemente che lui non riusciva a pensare lucidamente.
Il pavimento si spaccò sotto la pressione di un’altra potenza.
Erza scivolò indietro, intorno a lei l’aria vibrava.
≪ Cristo ≫ disse Bakugo. ≪ Che le prende?≫
Sul pavimento si allargò una luce rossa. La pietra si spaccò, i muri gemettero. Improvvisamente, ogni cosa che potesse essere usata come arma si sollevò.
≪ Gerard! ≫ gridò, Erza. Una pioggia di lame, sassi, travi etc gli si riversò addosso.
≪ La stessa luce ≫ disse Sho, in un sussurro. ≪ Proprio come quel giorno≫
≪ Di che parli? ≫ domandò, Midoriya, lottando per non venir spazzato via. Natsu imprecò. ≪ Non l’ho mai vista fare nulla del genere≫
≪ Questo è la forma del suo quirk ≫ rispose, Gran Torino.
La potenza che si riversò su Gerard fece crollare una parte del soffitto. Le macerie furono proiettate su di lui e collassarono.
Quando il polverone si dissolse e la calma tornò. Midoriya si trovò davanti una scena che gli ghiacciò il sangue nelle vene. Il pavimento era collassato per molti piani, su sé stesso, aprendo una voragine buia.
≪ Erza! ≫ gridò, avvicinandosi all’apertura. Era così buio che non poteva vedere nulla. Natsu si sporse, tendendo le orecchie ≪ è viva. Sento la sua voce≫.
≪ Puoi davvero sentirla da qui? ≫ domandò, Midoriya incredulo.
Natsu non rispose subito. L’espressione del viso cupa. Si voltò di scatto verso gli ex amici di Erza e sibilò. ≪ Che significa che Erza ha ucciso delle persone?≫
I due sussultarono.
Wally teneva Miriana fra le sue braccia, cullandola come una bambina.
≪ Questo…≫
≪ Non ha importanza ≫ concluse una voce. Da un’ombra comparve il ragazzo alto e robusto come un armadio.
≪ Shimon! ≫ disse, Sho, rasserenato. ≪ Non sai che cosa è successo. Gerard e la sorellona…≫
≪ Lo so ≫ tagliò corto, Shimon. ≪ Non abbiamo più molto tempo, la Regina dei Draghi non è l’unica cosa che sta arrivando≫
≪ Di che parli? ≫ domandò, Wally.
Shimon prese Miriana dalle sue braccia con una delicatezza sorprendente per uno delle sue dimensioni. ≪ Il Concilio rilascerà un ordigno su di noi. Cancellerà questo posto per sempre≫.
Sho scattò in piedi, spaventato. ≪ Dobbiamo dirlo a Gerard! ≫
≪ Sho ≫ lo chiamò Shimon, con la voce rotta. ≪ Gerard lo sa già…non gli interessa≫.
Quelle parole scioccarono Sho. Le sue braccia ricaddero inermi, guardò i due aspiranti eroi con gli occhi sgranati.
≪ Cosa…no, non è vero. Shimon perché…perché tradisci Gerard?≫.
Lui strinse Miriana a sé, guardando il suo viso sfigurato, si rattristò. ≪ Lo so che è difficile capire, adesso. So che avete…dimenticato il mondo là fuori, ma provate a ricordare Gerard prima della rivolta. Ricordatevi di com’era il nostro amico. ≫
Guardò i due ragazzi con gli occhi lucidi.
≪ Il ragazzo che ti cedeva sempre il suo pasto, Sho. Quello che parlava di essere liberi e vedere il mondo. È quello il Gerard che Erza sta cercando di riportare indietro. Il Gerard che non avrebbe mai fatto questo a Miriana o a noi≫.
≪ Perciò tu sei dalla nostra parte ≫ disse, Natsu, osservandolo.
Gli occhi scuri del ragazzo scintillarono. Avevano un’espressione tanto triste che Midoriya si voltò verso il baratro in cui erano spariti con una stretta al petto.
≪ Si, io non ho mai smesso di credere in lei≫.
≪ Bene ≫ disse, Natsu. ≪ Andiamo a prendere a calci Gerard≫
≪ Questo non vi sarà possibile, temo ≫ commentò, Shimon. ≪ La bomba sta per essere rilasciata. Dobbiamo andarcene adesso o verremo travolti≫
≪ Questo lo sappiamo, ma Erza  ≫ rispose, Natsu.
≪ Erza salverà Gerard ≫ lo interruppe Shimon, ≪ oppure morirà con lui. Questo è ciò che mi ha detto. La sua decisione≫
Midoriya barcollò verso il baratro, le gambe che quasi non lo reggevano.
Ecco, cosa significavano le sue parole.
Sono destinata a scomparire con questo posto. Non mi potete salvare. Ve lo dirò prima della fine. Non aveva intenzione di tornare a casa, di sopravvivere.
Shimon sospirò, sospingendo i suoi due amici verso la porta.
Non lo guardò nel dire ≪ Intende fermare Gerard che è sotto il controllo mentale di della Regina dei Draghi. Erza non può uccidere Gerard - i suoi sentimenti glielo impediscono - perciò ha deciso di sacrificare sé stessa per trattenerlo finché il Concilio non raderà al suolo questo luogo≫.
≪ Ma è scema?! ≫ sbottò, Bakugo, incredulo. ≪ Come l’è venuta un’idea tanto idiota?! ≫
Midoriya strinse i pugni, mordendosi le labbra.
Lo aveva deciso quando si era consegnata? Lo aveva sempre saputo, fin da quando aveva incontrato All Might? Quando, esattamente, aveva deciso che la sua vita non valeva la pena di essere vissuta?
Natsu sbatté il piede sull’orlo del dirupo e si lanciò gridando. ≪ Col cazzo che glielo permetto≫
Un attimo dopo, stava cadendo.
Midoriya sentì il potere dell’One for All scorrergli nelle vene. Si gettò nel vuoto senza sapere cosa l’aspettasse. Sentì alle sue spalle le urla di Gran Torino.
Kacchan lo raggiunse, usando le sue esplosioni per regolare la caduta. Midoriya colpì la parete, saltando dall’una all’altra per gestire la discesa.
Udì i rumori dello scontro prima di vederli.
Le esplosioni di Gerard. I potenti fendenti di Erza.
Sentì la voce di Erza, vibrante di rabbia e di un’emozione che non sapeva definire. ≪ Questa volta, Gerard, ti fermerò. Non lascerò che tu continui con le tue azioni malvage≫
≪ Come pensavo il tuo quirk è fantastico, Erza ≫ rispose, sorridendo ≪ Se solo tu aprissi gli occhi, capiresti che questa è l’unica strada possibile≫.
Gerard si sollevò sulle gambe, mal ferme. Aveva subito diverse ferite nel crollo.
≪ Un potere simile è sprecato nelle mani degli eroi. Unisciti a me, Erza! Costruiamo insieme il nuovo mondo!≫
Erza lo fissò, amareggiata. ≪ Gerard…che cosa ti ha fatto cambiare così tanto?≫
≪ Sua Maestà mi ha aperto gli occhi, Erza! Mi ha mostrato la verità del mondo≫
≪ Erza! ≫ gridò, Midoriya, colpendo il suolo.
La ragazza lo ignorò, attaccando Gerard con la sua spada.
Lui schivò il colpo e fece esplodere una nuova sfera di energia che travolse tutto.
Lei riuscì in qualche modo a salvarsi, colpendolo al mento con l’impugnatura dell’arma. Gerard cadde a terra e non si mosse.
Perfino da quella distanza, Midoriya poteva vedere le numerose ferite sul corpo di entrambi, e il petto di Erza che si alzava e abbassava velocemente.
Lei camminò verso Gerard, la punta della spada che scivolava sulla pietra del pavimento, e si fermò davanti a lui.
Lo guardò con le guance rigate di lacrime. ≪ Finisce qui, Gerard.≫
Lui sospirò, muovendosi.
≪ E-Erza? ≫ mormorò, dubbioso. ≪ Sei veramente…tu? Sei Erza?≫.
Lei sussultò, le sue labbra si schiusero per la sorpresa. ≪ Ge-Gerard? Ti sei svegliato?≫.
Midoriya li guardò, inorridito, la mente che correva veloce. Si alzò per raggiungerla, nello stesso momento in cui Erza aiutava Gerard a rimettersi in piedi. Lui le disse ≪ Erza, tu… ≫
≪ È una trappola! ≫ gridò, Midoriya, correndole incontro. Troppo tardi.
Erza sussultò. La sua stretta sull’impugnatura della spada si allentò, fino a farla scivolare dalle sue dita. Cadde a terra con un rumore assordante.
Midoriya si fermò, inorridito. Il suo corpo non gli rispondeva più.
≪ …sei la solita ingenua ≫ concluse, Gerard, rigirando la lama nel suo ventre con un sorriso spietato.
Midoriya gridò fino a graffiarsi la gola. Sentì da qualche parte altre grida.
Erza guardò Gerard con gli occhi sbarrati, le lacrime che le rigavano la guancia. Schiuse le labbra e mormorò una parola, così piano, da essere un sospiro.
Gerard le afferrò il mento fra due dita, costringendola a reclinare il capo, e la baciò. Un bacio deciso, possessivo, profondo. Si allontanò, estraendo la lama con uno scatto. ≪ Addio, Erza. ≫ le disse, dolcemente, lasciandola scivolare a terra, come una bambola a cui hanno tagliato i fili. ≪ Sappi che ti ho amata≫.
Midoriya la vide cadere al suolo. Una pozza di sangue si andò a formare sotto di lei, allargandosi sempre di più.
≪ Erza! ≫ gridò, Natsu, inorridito. Le corse incontro, raccogliendola da terra e stringendola fra le sue braccia. ≪ Erza? Rispondimi, razza di stupida ≫ gemete, scuotendola leggermente.
Lei non rispose, non si mosse. La mano abbandonata nella pozza di sangue che si andava ad allargare sotto di lei. Stava morendo.
Midoriya non riusciva a parlare, non poteva smettere di guardarla, svuotata dalla sua forza. Tutta la sua vitalità svanita.  
Gerard pulì il coltello sulla manica, sorridendo soddisfatto.
≪ Beh, finché respira la Regina non potrà lamentarsi. Infondo, non si sarebbe mai consegnata spontaneamente≫.
Midoriya riuscì finalmente a distogliere lo sguardo dal rosso vivo del sangue, così simile a quello dei suoi capelli, e spostarlo su Gerard.
Non l’aveva protetta.
Aveva promesso ad All Might prima di partire che gliel’avrebbe riportata, sana e salva, e non l’aveva fatto. Lui l’aveva guardato tristemente, e gli aveva detto ≪ Salvala per me, giovane Midoriya. Strappale di dosso quell’oscurità e riportala a casa. Vi aspetterò qui≫.
Sentì la forza del One for All pomparli nelle vene. Strinse i pugni con tanta forza da conficcarsi le unghie nei palmi.
Una parete cedette con un fracasso infernale.
≪ Ragazzi! ≫ gridò, Kirishima. ≪ Vi abbiamo trovato, finalmente≫
Dietro di lui c’erano tutti gli altri. Lucy guardò Natsu con un sorriso allegro che si congelò sul suo viso, mentre riconosceva il corpo abbandonato nelle braccia di Natsu. Barcollò, incredula.
Bakugo corse incontro ad Uraraka e disse qualcosa sottovoce.
Lucy emise un grido strozzato, incredulo. Correndo incontro ad Erza e premendo la ferita per arrestare la fuoriuscita del sangue.
≪ Quanti drammi ≫ commentò, annoiato, Gerard. ≪ Respira ancora, no?≫
Midoriya raddrizzò le spalle e lo guardò. Sentì il corpo protestare per la pressione del One for All in crescita.
Gridò con la voce fremente di rabbia, gettandosi contro di lui. ≪ Gerard!≫

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Capitolo 31
*** Capitolo 15 - Io ti salverò sicuramente ***


Gerard, sono venuta a salvarti!gridò Erza, spalancando la porta Gerard!
Lui sedeva sul tavolo operatorio, sotto la luce delle lampade, dondolando i piedi.
Erza sentì l’impugnatura della spada scivolare dalla mano sudata. L’aveva presa da una delle guardie, senza pensare che fosse più pesante di una pistola e meno pratica.
Nella stanza c’era uno strano odore. Un puzzo di sangue e viscere.
Gerard dondolava i piedi nel vuoto, canticchiando una canzoncina che lei cantava a Sho e Miriana, per farli addormentare.
Per terra, i camici bianchi dei dottori erano intrisi di sangue. I corpi erano immobili, aperti, il sangue gocciolava a terra, allargandosi sul pavimento fino a ingoiare le piastrelle, metro dopo metro.
G-Gerard?lo chiamò, incerta.
Lui interruppe il suo canto e la guardò.
Il suo sguardo era diverso, divertito e crudele Erza, ho avuto un’illuminazione. Possiamo essere noi a governare su ogni cosa. Questi uomini sciocchi, pensavano di creare un nuovo mondo restando nell’ombra. Non si rendevano conto di quello che avevano nelle mani. Se unissimo i nostri quirk, tutti noi insieme, potremmo demolire questo mondo
Che stai dicendo?gridò, spaesata. Gerard, gli altri stanno combattendo. Ci siamo ribellati. Possiamo prenderci la nostra libertà e fuggire da qui.
Lui la guardò con pietà. Sorrise, freddamente.
Erza lo fissò confusa e spaventata. Quello non era il sorriso di Gerard. Era diverso. Tutto in lui sembrava diverso, meno il suo aspetto.
Erza, la libertà non esiste
Lei indietreggiò, spaventata da quella persona che non conosceva. Tu sei pazzo. Che cosa ti hanno fatto, Gerard?
Il sorriso che le rivolse era un taglio rosa nella carne. La Regina dei Draghi mi ha mostrato la verità del mondo, Erza. Unisciti a me oppure soccomberai.
Il mondo si trasformò in una cacofonia di suoni.
Aprì gli occhi e scoprì di essere sdraiata fra braccia gentili.
≪ Erza-san ≫ la chiamò una voce. Uraraka le sorrise, con le lacrime agli occhi.
≪ Cosa…? ≫ rantolò, Erza, provando ad alzarsi. Una fitta acuta al ventre la fece crollare fra le braccia di Uraraka.
≪ Erza-san, ti prego, non sforzarti. Sei stata ferita ≫ le disse, ansiosa.
Ora ricordo.
Si era fatta raggirare da Gerard come una stupida.
Per un attimo, aveva visto in lui il suo amico, la persona che l’aveva tenuta in piedi quando aveva desiderato solo morire. Il suo Gerard l’aveva guardata, ma era stata una bugia escogitata per farle perdere la determinazione a fermarlo.
Lui l’aveva capita, aveva intuito i suoi piani e gli aveva rivoltato contro le sue emozioni.
≪ Quanto manca allo sgancio della bomba? ≫ chiese ad Uraraka, che la guardò preoccupata. ≪ N-non lo so. Dieci minuti, circa≫.
≪ Bene, dovette andarvene. Lucy può proteggervi ≫ ansimò, raccogliendo le forze per mettersi a sedere, ignorando le proteste di Uraraka. Quel piccolo gesto le costò più di quanto immaginasse.
Un lampo verde gli saettò davanti agli occhi.
Erza si bloccò.
Midoriya saltava da una parete all’altra come un fulmine, insieme a Gran Torino, chiudendo ogni via di fuga a Gerard che era impegnato a difendersi dalle fiamme di Natsu e dalle esplosioni di Bakugo.
Iida, Kirishima e Lucy nella sua forma da forza taurina, si stavano impegnando ad aiutare i ragazzi. Le esplosioni di Gerard stavano demolendo la sala, pezzo per pezzo. Ma i suoi occhi erano calamitati dalla scia verde del One for All.
≪ Perche? ≫ disse, senza fiato. ≪ Perché siete ancora qui?≫
Gran Torino atterrò poco distante da lei. La guardò e le sorrise. ≪ Ah, ti sei svegliata. Non sforzarti oltre, stai perdendo molto sangue≫
≪ Perché? ≫ ripeté, Erza.
Gerard scagliò Natsu a terra con un’esplosione che gli fece sputare sangue. Bakugo lo attaccò con un’esplosione che le fece fischiare le orecchie.
≪ Hanno promesso ad All Might che ti avrebbero riportato a casa ≫ le disse, Gran Torino. ≪ Lo capisci, vero? Capisci cosa significa?≫.
Erza, tu puoi camminare in questo mondo luminoso.
Erza sentiva le lacrime scivolarle lungo il viso. Bloccò quei pensieri prima che l’invadessero. Non aveva altra scelta. L’aveva sempre saputo che quello era l’unico modo per fermare Gerard. Lei era l’unica responsabile.
Se solo quel giorno fossi arrivata in tempo, se solo l’avessi salvato…tutto questo non sarebbe mai successo. Gerard non sarebbe mai diventato questo.
Cercò di tirarsi su.
≪ Erza-san! ≫ la chiamò, Uraraka, cercando di trattenerla con le sue mani gentili e forti. Erza si ribellò.
≪ No! Devo fermare, Gerard! Non posso… io non posso ≫ gridò.
Gerard fece comparire centinaia di piccole sfere di energia, piccole come una pallina da pingpong, luminose come piccoli soli.
≪ Toglietevi di mezzo! ≫ gridò, facendole esplodere contemporaneamente.
Erza gridò, sentì il suo corpo surriscaldarsi.
I suoi amici vennero sbalzati via.
Midoriya comparve davanti a lei, facendole da scudo con il suo corpo. Barcollò, ansimando. Gocce di sangue caddero ai suoi piedi.
≪ Basta, ≫ gemette, Erza. ≪ Se continuate così morirete tutti. Non ne vale la pena! Per favore, non…≫
Gran Torino si rialzò tossendo. ≪ Mi spiace, ragazza, ma nessuno qui ha intenzione di arrendersi. Andremo via tutti insieme≫
Midoriya barcollò. ≪ Quando lo hai deciso?≫
Erza lo guardò, sorpresa.
≪ Quando hai deciso che saresti morta combattendo contro questo idiota?! ≫ gridò, lanciandosi contro Gerard e sferrandoli un pugno in viso che lo sbalzò indietro. Rotolò nella polvere, grugnendo di dolore.
Erza lo guardò senza fiato.
La persona di cui aveva avuto paura fino ad allora, la persona che aveva popolato i suoi incubi, che avrebbe voluto salvare più di tutti, stava venendo messa alle strette da tutti loro.
Natsu lo colpì sotto il mento con un gancio destro. Gerard rotolò, gridando furibondo.
L’esplosione fece crollare parte del tetto, scoprendo il cielo azzurro e il mare.
Kirishima si lanciò su Bakugo salvandolo dall’essere schiacciato. Iida e Lucy trascinarono Natsu in salvo.
Gerard era troppo potente per loro, per lei, per tutti. Per questo aveva deciso di affidarsi al piano del Concilio.
≪ Gerard ≫ mormorò.
≪ Erza ≫ la chiamò, Gran Torino ≪ Non appartieni più a questo posto, ormai. Queste persone stanno combattendo per te, per riportarti a casa≫.
Midoriya scivolò sul pavimento.
La luce del One for All lo avvolgeva. Sembrava una persona totalmente diversa dal ragazzo goffo e impacciato che arrossiva per un non nulla. La sua espressione era piena di rabbia.
≪ Siete così irritanti, voi eroi ≫ disse, Gerard, infastidito. ≪ Pensate davvero di poterci salvare tutti. Ma non potrete mai capire il nostro dolore≫.
Erza ispirò bruscamente.
La sua mano afferrò la spada che giaceva abbandonata al suo fianco. L’impugnatura era bagnata del suo sangue, come le sue mani.
Il sangue che le bagnava le mani e i vestiti continuava a scorrere ai suoi piedi. Una a una le guardie cadevano, corpi vuoti, ostacoli da superare per arrivare alla metà. Per arrivare a Gerard e salvarlo.
Puntò la lama sul pavimento, ignorando le mani gentili che tentavano di trattenerla. Lo sforzo di alzarsi le strappò un grido soffocato.
Midoriya e Natsu si voltarono di scatto, sorpresi.
≪ Erza ≫ disse, Natsu ≪ Non fare la stupida, ci pensiamo noi!≫
≪ Stai perdendo troppo sangue ≫ insistette, Midoriya. La sua distrazione gli costò l’essere travolto da una delle sfere di Gerard che lo sbalzò contro la parete alle sue spalle.
Erza gridò, rimettendosi in piedi.
Non aveva più forze. Respirava a fatica. Il suo corpo non rispondeva come voleva. Eppure aveva ancora dieci dannatissimi minuti da usare.
≪ A-andate via. Finirete per farvi ammazzare≫
≪ Non andiamo da nessuna parte ≫ disse, Lucy ≪ Ricordi quello che mi dicesti quando mi unì a Fairy Tail? Quando affronti una missione con i tuoi amici, non importa quanto sia difficile, spaventosa o dolorosa≫. Lucy le rivolse un sorriso caldo e luminoso ≪ Se l’affrontiamo insieme diventerà divertente≫.
≪ Non abbiamo alcuna intenzione di andarcene ≫ disse Natsu, colpendo Gerard con un pugno e incassandone a sua volta uno.
≪ Aye, i membri di Fairy Tail combattono insieme! ≫ disse Happy tirandole i pantaloni.
Erza barcollò, sentendo cedere le gambe.
≪ I-io…non posso ≫ disse, mordendosi le labbra a sangue. ≪ Non posso farlo≫
Nessun altro avrebbe sofferto a causa sua. Non avrebbe più trascinato nessuno in quella oscurità.
≪ Erza-san, abbiamo fatto evacuare la Torre. Possiamo salvarli tutti ≫ disse, Uraraka. ≪ Per favore, adesso…fermati≫
≪ No…voi non capite. Non potete…capire≫.
≪ Accidenti che bambini testardi! ≫ rise, Gerard. ≪ Siamo sicuri che sappiano quello che hai fatto, Erza?≫
≪ Non ci interessa ≫ replicò Natsu. Le sue fiamme danzavano nell’aria. ≪ La Erza che viveva nella Torre del Paradiso, non importa cosa ha dovuto fare per salvarsi. L’unica cosa che ci interessa è la nostra Erza, la nostra amica≫.
Una mano l’afferrò, spingendola a sedersi.
Lei si voltò e restò senza fiato.
La luce del One for All rendeva il verde dei suoi occhi abbagliante. Midoriya le strinse le spalle, le mani sicure e ferme. Stava sanguinando da una mezza dozzina di tagli.
≪ Oh davvero. Voi eroi non dovreste punire coloro che uccidono? Vuoi dire che Erza resterà impunita per le vite che ha spezzato? ≫ replicò, Gerard, schivando un’esplosione di Bakugo e spedendolo a terra.
≪ Questa è la vostra giustizia?≫
≪ Erza non ucciderebbe mai nessuno! ≫ gridò, Lucy, facendo scattare la sua frusta. Gerard saltò via e scagliò su di loro un nuovo attacco.
Il suono della sua risata rimbalzò per tutta la sala.
≪ Chiedilo alle guardie che ha ucciso≫
≪ Quelle che hai ucciso tu per poi scaricare la colpa su di lei? ≫ replicò Gran Torino, colpendolo con un calcio in piena faccia.
Erza spinse via le mani che la trattenevano. Usò le sue ultime forze per rialzarsi.
Doveva essere lei a combattere. Doveva finire quello che aveva iniziato o non sarebbe mai più stata libera. Sarebbe rimasta per sempre incatenata a quel luogo, prigioniera come Gerard e gli altri.
≪ Settantacinque guardie ≫ sussurrò. Ricordava ancora il colore delle loro divise, il viola scuro, le loro urla sorprese. I corpi vuoti sotto i suoi piedi, mentre avanzava con la disperazione nel petto. Tutto per arrivare a lui, per i suoi amici, per essere finalmente libera. ≪ Quindici Nomu≫
Gerard la guardò, divertito.
Erza barcollò, senza fiato. ≪ Tu sarai la settantaseiesima≫
≪ Non sei tagliata per fare l’eroina≫
Percepiva su di sé gli sguardi sconvolti. La sua presa era resa scivolosa dal sangue che le bagnava le mani.
≪ Non ti preoccupare ≫ disse, la voce rotta dal nodo di disperazione che sentiva in gola. ≪ Non intendo sopravvivere oltre. Ti fermerò e…ripagherò il mio debito con coloro che ho ucciso, offrendo in cambio la mia stessa vita≫.
Gerard rise. Un suono freddo e folle, così lontano dall’essere umano da darle i brividi. Come aveva potuto pensare che sarebbe tornato in sé?
Midoriya la spinse indietro, facendola cadere. Lo guardò incredula.
≪ Perché diavolo non vuoi capire?! ≫ gli disse, furiosa. ≪ Non potete salvarmi! Non dovreste nemmeno provarci, non ne vale la pena≫
Lui non si voltò. ≪ Se vuoi tanto morire, allora perché stai piangendo? ≫ gli chiese, la voce calma e seria. ≪ Perché continui a tremare?≫.
Erza sussultò, stringendo l’impugnatura della spada fino a farsi sbiancare le nocche.
≪ Vuoi dire che non ha significato nulla, vivere nel mondo là fuori? Non dovevi proteggere All Might?≫
Se l’avesse colpita con un pugno dell’One for All al cento percento della forza, avrebbe fatto meno male. Cercò di scacciare dalla mente il ricordo delle dita di Toshinori che cercavano di trattenerla. Il ricordo delle sue braccia che la stringevano forte, ogni volta che si svegliava terrorizzata da un incubo e lo trovava lì a sorriderle.
≪ Sono qui con te. Non sei sola ≫ gli diceva.
Ti stancherai e mi butterai via. Pensava, guardandolo. Eppure, lo trovava sempre lì, ogni singola volta. Lo trovava sempre lì, con quel sorriso luminoso, a stringerle la mano.
Midoriya si gettò su Gerard, schivò il colpo, e riuscì ad assestarli un pugno nello stomaco che lo sbalzò in alto. Natsu fu pronto ad investirlo con un ruggito di fuoco dorato.
Erza li guardò combattere una battaglia che non era loro.
Sentì le braccia di Uraraka circondarla da dietro. ≪ Erza-san, per favore, torniamo a casa tutti insieme. Non devi dire cose del genere, All Might è preoccupatissimo per te. Lo siamo tutti quanti≫.
≪ Erza! ≫ disse, Midoriya, scivolando sul pavimento. Il One for All gli accendeva la figura di luce, filtrava attraverso il tessuto del costume e la sua stessa pelle. Nel buio pesante di quel luogo le faceva male agli occhi guardarlo.
Ricordò un’altra figura avvolta dalla luce di un sole impietoso. Una figura che si era voltata verso di lei.
Non dirò che sarà un cammino facile, né che potrai dimenticare facilmente quello che è stato.
≪ Io non ci credo che vuoi morire qui! ≫ gridò, Midoriya. ≪ Ti sei solo convinta che le cose stiano così, ma stavolta non sei sola. Non devi combattere da sola≫
Lei si morse il labbro, sentendo in bocca il sapore del sangue.
Le faceva male tutto il corpo, la ferita aperta le dava delle fitte lancinanti. Sarebbe comunque morta, se non per Gerard, per il sangue perso, per quella ferita.
Tu puoi camminare in questo mondo luminoso.
≪ Giusto, dobbiamo ancora affrontarci io e te ≫ disse, Natsu, attaccando Gerard. ≪ E tornare a Fairy Tail insieme, dove tutti i nostri amici ci aspettano≫.
Le catene che la legavano a quel luogo e a Gerard non si potevano spezzare. Lei gli apparteneva, era legata a lui, a Miriana e Sho, a Shimon.
Puoi stringere fra le tue mani la libertà che brami.
Affondò le unghie sulle macerie, grattando con le unghie lo sporco e il sangue, fino a spezzarsele. Provocandosi un altro po' di dolore.
≪ N-non posso… Io ≫ sussurrò, senza fiato.
≪ Non ti lascerò qui ≫ sbottò, Midoriya. ≪ Non intendo fermarmi finché non tornerai a sorridere. Torneremo alla Yuei, insieme≫.
Strapperò via quell’oscurità che ti avvolge.
≪ All Might ti sta aspettando, lo sai. I membri di Fairy Tail, i nostri compagni della Yuei…hai troppe cose là fuori per arrenderti così≫.
Farò in modo che tu possa sorridere e camminare in questo mondo.
Midoriya si voltò e le sorrise fiducioso. Erza lo sguardò senza fiato, sentendo il petto straziato da un dolore diverso da quello del corpo.
Poteva tornare a casa? Poteva davvero spezzare le catene che la legavano a quel posto e salvare finalmente i suoi amici?  
≪ Andrà tutto bene ≫ disse lui, fiducioso. Aprì la mano e la strinse a pugno.
≪ Torneremo a casa tutti insieme. Fidati di me, fidati dei tuoi amici, noi ti salveremo. Ti salverò, sicuramente!≫
Cammina al mio fianco da ora in avanti. Io ti salverò. Ti salverò, sicuramente!
Il suo cuore sembrò sul punto di esplodere. Le lacrime le scesero lungo il viso, incontrollabili, ma non erano più di tristezza.
Ricordava la mano che si era tesa verso di lei. La sensazione che se l’avesse afferrata, sarebbe stata tratta in salvo. La mano che l’aveva condotta in quel mondo, insegnandole a viverci, restituendole le cose che aveva perso e aveva sempre pensato di non potere avere.
L’aveva resa felice stare al suo fianco. Sentire le sue braccia che la stringevano ogni volta che si sentiva crollare in pezzi. Lui l’aveva condotta a Fairy Tail, facendole incontrare persone come Natsu, Lucy, Happy e Gray. Tutti i membri di Fairy Tail, li aveva conosciuti perché lui aveva deciso di tenerla con sé.
Aveva incontrato Midoriya perché lui l’aveva scelto, così come aveva scelto lei.
Erza sentì tutta la rabbia, la disperazione, il desiderio di tornare a casa e riabbracciare la persona che amava di più al mondo, risalirle dal petto alla gola. Gridò, strozzandosi con le sue stesse lacrime.
Il soffitto e le pareti tremarono, crollando. Centinaia di spade e pugnali, ogni arma nel suo arsenale, si materializzò. Ogni oggetto nella stanza si sollevò da terra.
Gerard si bloccò, incredulo.
≪ Erza…? ≫ la chiamò. La voce che aveva da bambino. Lo stesso identico tono con cui l’aveva confortata centinaia di volte.
≪ Indietro! ≫ urlò Natsu, gettandosi su Lucy per proteggerla.
Erza sentì le lacrime mescolarsi al sangue sotto di sé. Il suo corpo si tese fino allo spasmo, sotto la pressione di quell’energia che voleva divorarla.
Sarebbe tornata a casa.
Voleva vederlo. Voleva sentire la sua voce.
Ancora. Lascia che cammini al tuo fianco, ancora. Non lasciarmi qui, Toshinori.
Il suo intero arsenale collassò su un punto preciso. Il mondo si colorò di una luce scarlatta, implose in una pioggia distruttiva che avrebbe spazzato via l’intera torre. Erza sentì tutte le sue energie abbandonarla e ricade in avanti.
≪ State tutti bene? ≫ gridò, Gran Torino.
Sentì tossire, dei movimenti nella polvere.
I ragazzi di Fairy Tail e dello Yuei si rialzarono, più o meno incolumi, sconvolti.
Nel punto in cui era stato concentrato l’attacco, giacevano centinaia di spade infrante. Gerard era svenuto al suolo, coperto di ferite.
Nel mezzo di quel disastrato, però, c’era una donna.
I suoi capelli rossi splendevano nella polvere. Aveva la bocca curvata in un sorrisetto divertito. Da un taglio sulla fronte usciva del sangue che le colava sull’occhio e sulla guancia.
≪ Interessante ≫ disse, la voce carezzevole. ≪ Così questo è il tuo potere, Erza≫
Lei la guardò sfinita. Non aveva le forze nemmeno per spaventarsi. I margini del suo campo visivo si facevano labili, sfocati. Stava lentamente scivolando nell’oblio.
Aveva usato tutto il suo potere e non era bastato. Ora, non aveva nemmeno le forze per tenere gli occhi aperti.  
Gran Torino, indietreggiò. ≪ La Regina…dei Draghi ≫ disse, spaventato.
La donna lo guardò appena. I suoi occhi erano fissi su di lei. Abbassò la mano coperta di squame rosee e rosse, le estremità erano lunghi artigli ricurvi.
≪ N-non è possibile ≫ mormorò Iida. ≪ Tutta quella potenza e lei…ha appena un graffio≫.
La donna avanzò verso di loro.
≪ Se è un drago, allora, vediamo se senti questo ≫ Natsu gli si scagliò contro sferrandole un pugno nello sterno. La Regina non provò nemmeno a schivarlo. Gli afferrò il viso con la mano artigliata.
≪ Sei il cucciolo esuberante di Igneel, vero? ≫ disse, divertita. ≪ Si, riconosco l’odore. Peccato, cucciolino che tu non abbia ancora messo su gli artigli per affrontarmi≫
Affondò gli artigli nella sua pelle, perforando le squame rosate del volto. Il sangue colò fra le dita della donna. Natsu si dimenò, cercando di strapparsi quella mano di dosso, inutilmente.  
≪ Natsu! ≫ strillò, Lucy. Colpì con la frusta la Regina, il colpo le rimbalzò addosso senza sortire effetto.
 Midoriya le si scagliò contro, colpendola con un pugno. Lei incassò, senza scomporsi. Gli afferrò il polso e glielo spezzò.
Il suono dell’osso che si frantumava risuonò nell’aria. Il ragazzo gridò.
Gli si avvicinò, posando la sua bocca sul suo orecchio e gli disse qualcosa, così piano che nessun altro poté sentirla.
Kirishima e Bakugo attaccarono insieme. Una mano invisibile li rispedì a terra, lottarono per rialzarsi, ma era come se stessero venendo schiacciati. Sotto di loro il pavimento si frantumò, facendoli sprofondare.
Natsu scalciava e si agitava sempre più piano. Sputò fuoco contro la mano della Regina, che rise, gettandoli entrambi a terra.
Li guardò con superiorità.
≪ Bambini e cuccioli, mi sorprende quanto siano caduti in basso gli Eroi ≫ commentò, avanzando. Bastò il gesto della sua mano per scaraventare Lucy e Iida lontano. Afferrò Gran Torino per la gamba, quando lui tentò di colpirla, e con un sorriso spietato lo sbatté a terra. ≪ L’amico di All Might e Nana Shimura. Oh, mi sorprende che sei ancora vivo≫
≪ Da-dannato, mostro ≫ ansimò, il vecchio.
La regina lo abbandonò e avanzò. Aveva degli artigli anche sui piedi nudi, una forma a metà fra piedi umani e zampe da drago.
Si fermò davanti ad Erza, guardandola dall’alto verso il basso.
≪ Finalmente ci incontriamo di persona, Erza Scarlet. ≫ esclamò. Gli occhi le brillavano in modo innaturale. ≪ Forse dovrei chiamarti Titania?≫.
Erza sbatté le palpebre pesanti, cercando di metterla a fuoco.
Il suo corpo non le rispondeva più. Sotto di lei il sangue era diventato un lago.
La regina le afferrò i capelli, tirandola su perché la guardasse.
Dalla bocca della ragazza uscì un uggiolio sconnesso.
La Regina piegò la testa di lato, osservandola.
Dietro di lei Midoriya e Natsu si gettarono all’attacco, ma bastò che quella donna sollevasse una mano perché venissero scaraventate indietro.
≪ Quel tuo potere, usalo ancora ≫ disse, fissandola. ≪ Combatti contro di me, Erza Scarlet≫.
Lei la guardò, impotente. Non aveva nemmeno la forza di sollevare un dito, figuriamoci combattere. Una lacrima le rotolò lungo la guancia.
La Regina si avvicinò tanto che Erza poté sentire l’odore della sua pelle umana e quella delle squame.
≪ Dannata ≫ ruggì Natsu, tornando all’attacco. I suoi pugni colpirono una parete invisibile e rimbalzarono a vuoto. Gridò di frustrazione.
Erza la guardò.
Questo odore…io lo conosco.
I suoi occhi erano nocciola, con delle pagliuzze dorate. Aveva i capelli di un rosso fiammeggiante, così simili ai suoi da darle le vertigini.
Gli artigli della Regina le si conficcarono nella carne dell’addome, facendola sussultare.
Sentì qualcuno gridare.
Le servirono diversi secondi per rendersi conto che era stata lei a farlo.
Il sorriso della donna si allargò.
Erza sentì il suo corpo bruciare, venir attraversato da una scarica elettrica e raffreddarsi. La vista le si schiarì, l’aria tornò a riempirle i polmoni. La regina la lasciò andare ed Erza crollò in ginocchio, incredula.
Si fissò il ventre dove prima c’era una ferita mortale, ora appariva solo una lunga linea rossa, perfettamente sanata.
≪ Ecco, così dovresti essere di nuovo in grado di combattere ≫ le disse, voltandole le spalle. I suoi capelli sferzarono l’aria, colpendola con una folata del suo odore caldo e frizzante.
Era come il ricordo di un sogno lontano. Qualcosa che aveva sentito moltissimo tempo prima e dimenticato. Le faceva uno strano effetto sentirlo, ora.
Lei sollevò di scatto il volto, guardandola.
Midoriya si teneva il braccio rotto, il viso contorto in un’espressione di sofferenza. Natsu aveva il corpo ricoperto da squame pallide.
Attaccarono insieme. I loro pugni colpirono solo l’aria, la Regina li schivò e li respinse senza nemmeno sollevare un dito.
Erza si rialzò, cautamente.
Il suo corpo le rispondeva nuovamente, non solo, si sentiva in forze come non mai prima d’ora. Sollevò una mano e una spada le comparve nel pugno, in una pioggia di scintille scarlatte.
≪ Sei stata tu a trasformare Gerard in un mostro ≫ disse, tagliente.
La Regina le sorrise, osservandola con lo sguardo attento.
≪ Che tu sia dannata! ≫ disse, Erza. ≪ Se combattere è quello che vuoi, allora combatterò≫.
Natsu la guardò sorpreso.
≪ Erza…le tue ferite≫
≪ Sono svanite ≫ rispose, fissando la donna. ≪ Non so perché tu l’abbia fatto, ma grazie. Ora posso nuovamente muovermi≫
La regina rise. ≪ Non sarebbe stato divertente altrimenti.≫.
Natsu si alzò in piedi, pulendosi il mento dal sangue. Midoriya stringeva i denti per il dolore, il One for All ancora attivo.
≪ Se è un drago, gli artigli di un altro drago dovrebbero poterla ferire, Natsu-san. Erza, è improbabile che la tua spada ci riesca≫
Lei annuì, lo sapeva già.
≪ C’è una cosa che vorrei chiederti prima ≫ disse, studiandola. Lei la guardò con il suo sorrisetto di superiorità. ≪ Allora, dimmi≫
≪ Perché Gerard? Perché hai preso la sua mente?≫
Midoriya sussultò, guardandola sorpreso e deluso.
La regina si lisciò i capelli, disse ≪ Perché, mi chiedi. È stato un caso. La sua mente era così sconvolta e fragile che ho potuto assumerne il controllo senza dovermi presentare a lui. ≫ le lanciò un’occhiata, socchiudendo gli occhi ≪ Questo ti soddisfa? Sai, non posso prendere il controllo di una mente forte, di volontà ferree, di persone come te≫.
Erza strinse la spada. Gerard era ancora svenuto, immobile come un burattino a cui avevano tagliato i fili. Se voleva salvarlo, doveva sconfiggere quella donna.
≪ Liberalo≫
≪ Erza ≫ protestò, Midoriya.
≪ Libera subito, Gerard! ≫ ruggì, Erza. Piantò i piedi a terra e sollevò la sua arma. Intorno a lei, le macerie si sollevarono.
<< Natsu! ≫ gridò, Erza, scagliandole contro tutto quello che aveva.
Il ragazzo balzò in alto, trattenne il fiato, e sputò un getto di fiamme. Il loro attacco combinato investì la regina.
L’esplosione le fece fischiare le orecchie. Una nube di polvere si alzò, impedendo loro di vedere.
≪ Sarà…? ≫ mormorò, Iida, ansioso.
In mezzo alla polvere la Regina dei Draghi sorrise. Le mostrò le sue spade conficcate nel terreno, disposte a formare linee e curve che messe insieme disegnavano un girasole. ≪ Un fiore per te, Erza≫
≪ Ma che razza di mostro è?! ≫ ruggì, Natsu, incredulo.
Midoriya le sferrò un calcio che la fece arretrare appena. Bakugo la colpì con una serie di esplosioni, ed entrambi furono respinti da una mano invisibile.
Erza attaccò con la sua spada, la lama scivolò sulla pelle della donna senza arrecarle danno. Indietreggiò.
 ≪ Natsu credo che abbia ragione Izuku. Attaccala con tutto quello che hai, io cercherò di distrarla≫
≪ Non è carino confabulare escludendo le persone ≫ commentò, lei. Sollevò una mano e si fermò. I suoi occhi puntarono in alto, verso il cielo.
≪ Oh, sono arrivati prima di quanto pensassi≫
Natsu sollevò di scatto la testa. ≪ Sento qualcosa ≫ disse corrugando la fronte. ≪ Un fischio…≫
≪ L-la bomba ≫ disse, Uraraka, senza fiato per la paura. ≪ Abbiamo finito il tempo≫.
La Regina annuì e li guardò. ≪ Che sfortuna, mi sarebbe piaciuto combattere seriamente contro di te. Sfortunatamente, non abbiamo più tempo≫.
Era troppo tardi, per loro. Non sarebbero più riusciti a scappare e mettersi in salvo. Non avrebbe più visto, Toshinori.
La Regina la guardò e le sorrise. ≪ Ci rincontreremo, Erza Scarlet≫
Lei abbassò la spada, lasciando che svanisse.
Quel odore, lo conosceva.
Quella donna l’aveva già incontrata, anche se non sapeva dove e quando.
≪ Tu chi sei, davvero? ≫ domandò in un sussurro.
Lei sollevò una mano, gli artigli che scintillavano alla luce del sole morente.
Sentirono il fischio del Caccia che gli sorvolò e poi il nulla.
Erza barcollò, trovandosi con i piedi affondati nella sabbia, le onde del mare che le bagnavano le caviglie e una brezza fredda a colpirla.
≪ R-ragazzi… ≫ disse una voce incredula e commossa.
Erza si voltò.
Erano tutti lì. I suoi amici, le persone che erano venute a salvarla e perfino i suoi vecchi amici, Sho, Miriana, Wally e Shimon. Si guardavano spaesati e increduli. In qualche modo, erano finiti nella spiaggia.
La Regina li aveva trasportati lì.
Toshinori le andò incontro, incerto sulle gambe.
In quel momento, sentirono un’esplosione in lontananza che scosse il mare e fece vibrare l’aria. All’orizzonte era comparsa una nube.
La Torre del Paradiso non esisteva più.  
 

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Capitolo 32
*** Capitolo 16 - La vita dopo la battaglia - Parte 1 ***


L’acqua fredda le colpiva le gambe, impregnando la stoffa dei pantaloni di acqua salmastra. Sentì le vibrazioni dell’esplosione sotto la pianta dei piedi, risalire lungo gli arti e riversarsi nel suo torace. Lì si trovava il centro pulsante delle sue emozioni, quelle che aveva cercato di seppellire dal giorno in cui aveva lasciato quel luogo la prima volta.
Si sentiva come stordita. Qualcuno parlava e si muoveva intorno a lei, ma non riusciva a dare loro dei volti, a capire davvero cosa succedesse. Sentiva il vento sferzarle la pelle, spingere indietro i capelli. Aveva freddo ed era stanca. Davanti a lei il cielo era una forte tinta di diverse sfumature di rosso vivo, rosato, scarlatto.
Il colore dei suoi capelli. Gli stessi che Gerard amava pettinare con le dita, che Toshinori aveva notato sulla neve. Il rosso che era diventato il suo simbolo di riconoscimento.
≪ È finita ≫ sussurrò, incredula e stordita. ≪ V-vero?≫
Aveva passato tutta la vita a sognare quel luogo, ad avere paura e ad odiarlo, ed ora era semplicemente scomparso. Sembrava così ridicolo adesso aver provato così tante emozioni negative per un posto che era venuto giù così facilmente.
Qualcosa di caldo le avvolse le spalle rigide, traendola contro un corpo solido e spigoloso. Non capì subito cosa fosse, ma quella sensazione calda e rassicurante la conosceva bene, era ciò che l’aveva sempre strappata ai suoi incubi.
Gli occhi azzurri di Toshinori erano pieni di lacrime quando si voltò a guardarlo.
Le sue labbra formarono un sorriso tremante, felice e rassicurante.
≪ Si, è finita. ≫ confermò, stringendola così forte da farla trasalire ≪ Quello che resta di quel posto, la sua ombra che si estende su di voi, svanirà con il tempo dal mondo, ma ora sei libera≫
Erza sbatté le palpebre confusa. Quelle parole le si conficcarono dentro come lame. Libera. In tutti quegli anni, non aveva mai pensato che lei sarebbe stata libera. Aveva sempre e solo cercato di salvare i suoi amici e rimediare ai suoi errori. Non aveva mai pensato che lei e Gerard sarebbero sopravvissuti, ed invece erano lì sulla spiaggia, insieme a tutti gli altri.
Le sue labbra si schiusero incerte. ≪ H-ho aspettato troppo, forse, ed è troppo tardi ≫ sussurrò. Toshinori la guardò confuso, stringendola più forte mentre lei tremava. Erza sentì le lacrime rigargli le guance, perfino l’occhio artificiale le bruciava come se volesse versarne anche lui o ricordarle perché l’aveva perso.
≪ Ma posso io? Posso camminare al tuo fianco, ancora…ancora per molto tempo. ≫ la sua voce si spezzò, trasse un respiro tremante, dicendo. ≪ Voglio continuare a stare al tuo fianco≫
Il viso di Toshinori non era più largo e pieno come quando si erano incontrati la prima volta, eppure ogni ruga e fossetta era per lei preziosa. Faceva tutto parte del volto della persona che amava di più al mondo.
Toshinori tirò su con il naso, stringendola in un abbraccio da orso. ≪ Certo che puoi e no, non è tardi ≫ le disse, la voce tremante di emozione. ≪ Erza, bentornata a casa≫
Lei chiuse gli occhi, affondando il viso contro la sua spalla, sollevando le braccia e circondandoli il busto. Per sei anni si era negata di cedere a quei sentimenti. Per sei anni aveva respinto l’unica persona che era stata come un padre vero per lei, e lui invece di arrendersi, aveva continuato a lottare.
Si, si sentiva di nuovo a casa e casa era il posto in cui si trovavano le persone che lei amava. I suoi amici, i suoi compagni, suo padre. ≪ Sono a casa. Si, sono a casa ≫ singhiozzò, sentendosi spezzare qualcosa dentro.
Il suo corpo aveva iniziato a tremare.
Tutte quelle emozioni negative che aveva trattenuto dentro di sé, finalmente trovarono modo di uscire sotto forma di urla e lacrime che soffocava nell’abbraccio caldo di suo padre. Era finalmente libera di lasciarle andare.
Sarebbe voluta restare così per molto più tempo, ma delle grida rabbiose attrassero la sua attenzione.
Erza si riscosse sentendo la voce di Shimon, scossa da emozioni violente.
≪ Fermati Wally, non puoi dire sul serio ≫
≪ Invece si, per tutto questo tempo abbiamo vissuto una menzogna ≫ disse Wally, furioso. ≪ Gerard. Noi ci siamo fidati e lui…≫
≪ Pensa al nostro amico, il ragazzo che… ≫ insistette Shimon, venendo bruscamente interrotto dall’altro. ≪ Quel ragazzo è morto!≫
Erza sentì il suono di ingranaggi che si muovevano, il suo corpo si mosse da solo. Wally stava puntando il suo braccio armato contro un corpo esamine sulla sabbia. L’esplosione risuonò nell’aria. Wally la guardò incredulo.
Intorno a lui e Shimon, c’erano tutti. Sho era seduto a terra, il viso scioccato rigato di lacrime. Fra le sue braccia giaceva Miriana, una metà del viso coperta di sangue e carne viva che scivolava sulla gola e sui vestiti. La guardava con un solo occhio, scuro di dolore.
≪ Erza? ≫ disse Wally sorpreso. ≪ Che stai facendo? Gerard…≫
Erza strinse più forte la presa sul suo braccio, impedendoli di puntare da qualsiasi altra parte non fosse il suolo. ≪ Adesso basta ≫ disse, la voce le tremò di rabbia e dolore. ≪ La Torre del Paradiso non esiste più, non c’è più ragione di combattere fra noi≫
Gli occhi che la fissavano erano pieni di rabbia. ≪  Hai visto quello che ha fatto a Miriana?! ≫ Sbottò, indicandogliela con l’altra mano. Erza schiuse le labbra, senza distogliere lo sguardo da lui. C’era così tanta rabbia in lui e negli occhi confusi di Sho e Miriana, la vedeva perfino in Shimon.
≪ Gerard…ci ha usati ≫ singhiozzò Sho, guardandola e arrossì, abbassando lo sguardo. ≪ Q-quelle cose orribili le abbiamo fatte perché lui…lui ci ha ingannati≫
Gli occhi di Wally fiammeggiarono. ≪ Quello che ha fatto a noi?! Non sarà mai finita, mai, finché Gerard sarà in vita non saremmo mai liberi≫.
≪ Ci credete davvero a queste stronzate o siete consapevoli delle minchiate che state sparando? ≫ chiese Bakugo gelido, beccandosi i rimproveri di Iida e Kirishima.
≪ Cerca di capire che sono stati plagiati ≫ disse Kirishima, facendo sbuffare il biondo ≪ Solo i deboli si fanno usare in quel modo≫
≪ C-calmiamoci tutti, per favore ≫ intervenne Uraraka, guardandoli ansiosa. ≪ State parlando di omicidio, ve ne rendete conto?≫
≪ Voi non potete capire ≫ scattò Wally liberandosi dalla stretta di Erza. Dietro di lei, Shimon avanzò prendendo il compagno per le spalle. ≪ Io capisco, ma non posso condividere quello che vuoi fare. Sarebbe sbagliato≫
≪ Tu devi stare zitto! ≫ sbottò Sho. ≪ Sapevi tutto e non hai mai detto niente≫
Gli occhi neri di Shimon si scurirono, ≪ Non l’ho detto per proteggervi. Se Gerard avesse anche solo avuto il sentore che dubitavate di lui, vi avrebbe ucciso≫
Erza trasse un respiro tremante, materializzando una spada nella sua mano. ≪ Lo farò io, allora ≫ disse, ponendo fine al discorso. ≪ Non lascerò che voi vi macchiate anche di questo crimine. Tutto questo…è successo per la mia debolezza, sarò io a porvi fine≫
Sentì il cuore stringersi in una morsa di angoscia. L’aveva sempre saputo che non potevano sopravvivere entrambi, lei e Gerard, uno dei due doveva morire.
Lucy avanzò incredula. ≪ Erza, non dire stup-Ah ≫ strillò, venendo agguantata da Natsu e tirata indietro. ≪ Che stai facendo? ≫ chiese scioccata. Lui si limitò a scuotere la testa.
≪ Erza, no! ≫ sbottò Midoriya, gli occhi verdi sconvolti. Dietro di lui, Toshinori posò le mani sulle sue spalle e lo trattenne dall’intervenire.
Erza ispirò bruscamente, rafforzando la presa sulla spada. Guardò i suoi compagni della Torre, sentendosi stringere il petto da una morsa angosciante. La loro rabbia era più profonda della sua, non sarebbe mai passata. Le loro vite erano compromesse per sempre.
Non poteva lasciare che Gerard si prendesse altro di loro.
Si voltò, evitando lo sguardo degli aspiranti eroi. Non sopportava l’idea che la vedessero sotto quella luce, come una banale assassina. I suoi piedi affondarono nella sabbia, mentre camminava fino a raggiungere il corpo steso a terra.
I suoi piedi chiusi nelle scarpe, i jeans impolverati e sporchi, ma maglia e i capelli scompigliati. Lui l’aveva pugnalata senza esitazioni. Sentiva ancora la pressione delle sue labbra sulle sue, il sapore amaro e salato di quel bacio.
Erza, sappi che ti ho amata.
Sollevò la spada, la punta in traiettoria con il suo torace. Individuò il punto in cui far scivolare la lama, fra due costole, dritto nel organo cardiaco, sfiorando il polmone nel passaggio. Sarebbe stato un colpo mortale, veloce e indolore.
Il petto di Gerard si alzava e abbassava lento e costante. Il suo viso era disteso in un’espressione triste e infantile, come se non potesse trovare pace nemmeno nei suoi sogni.
≪ Erza? ≫ la chiamò Toshinori e al suono della sua voce, la mano le tremò. Sentì il petto stringersi in una morsa sempre più straziante. Le bruciavano gli occhi.
≪ Sei sicura? Se lo fai la responsabilità non ricadrà su di loro, ma su di te. Dovrai vivere la tua vita sapendo di aver ucciso un ragazzo che non aveva modo di difendersi≫
Gran Torino rincarò la dose, stizzito. ≪ Quel ragazzo era pure sotto la coercizione della Regina. È una vittima proprio come voi. Ucciderlo a sangue freddo non vi farà sentire meglio≫
C’era uno strano silenzio, pensò distrattamente, come se avessero tutti paura di prendere il fiato. Erza sentì il tremito farsi più forte, la punta luccicante al sole, tremò davanti ai suoi occhi.
≪ Non saremo mai liberi se lui vive ≫ disse Sho, piagnucolando. ≪ Sorellona Erza, per favore≫
≪ Erza, non farlo ≫ la supplicò Midoriya. ≪ Non sei un’assassina≫
Uccidere Gerard sarebbe stato come commettere un omicidio? Forse si, nonostante tutto quello che aveva fatto a loro, farlo in quel momento lo avrebbe reso un gesto di violenza.
La sua mano tremò e la lama si conficcò nella sabbia. Erza sentì le lacrime cadere, bagnarle i polsi, scivolare sul corpo esanime di Gerard.
≪ N-non posso ≫ sussurrò incredula. ≪ Non ci riesco≫
Tutti quegli anni passati ad allenarsi duramente, ripetendosi che avrebbe ucciso il suo migliore amico di un tempo, e solo per scoprire che non ne aveva il coraggio. Le gambe le cedettero, crollò a terra, accanto al suo corpo.
≪ Non posso…Gerard…anche Gerard, maledizione ≫ sussurrò. I capelli le coprivano il viso, impedendole di vedere le espressioni sollevate nei volti dei suoi amici. Una mano si posò sulla sua e le sfilò la spada. Erza sollevò lo sguardo e si trovò a fissare due occhi scuri.
Natsu le rivolse uno dei suoi sorrisi, pura energia e calore condensati in un unico individuo. ≪ Ho sempre saputo che non l’avresti mai fatto. Nonostante, quello che hai detto, non potresti mai fare una cosa del genere ≫ le disse, dolcemente. Stese la mano, offrendogliela. ≪ Andiamo, torniamo a casa≫

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Capitolo 33
*** Capitolo 16 - La vita dopo la battaglia - Parte 2 ***


Non era sorpreso di trovarla nuovamente lì, seduta sul portico. Le ginocchia strette al petto e il mento posato sopra, una tazza di caffè fumante in mano.
Fissava il sole nascente bagnare la foresta, la luce che si rifletteva nelle pareti a specchio della scuola e colpiva i muri in pietra dei dormitori, mentre tutti ancora dormivano.
Erano passate quasi due settimane dal momento in cui avevano lasciato quella spiaggia e gli strascichi di quel avventura se la sentivano tutta addosso, chi più chi meno.
C’era stato un attimo in cui aveva davvero pensato che Erza si sarebbe macchiata del crimine dell’omicidio, nel guardarla sollevare la spada con mano tremante. L’unica cosa che gli aveva impedito di intervenire erano state le mani di All Might sulle sue spalle.
 Ma Erza non avrebbe mai potuto, Natsu aveva ragione.
Midoriya si stiracchiò, tendendo le membra intorpidite dal sonno e lasciandosi pungere la pelle dall’aria frizzante e pungente del mattino. A quel ora c’era una gran pace, la maggior parte delle persone dormiva ancora.
≪ B-buongiorno ≫ la salutò, sorridendole. ≪ Hai dormito bene?≫
La guardò sollevare la testa e raddrizzare le spalle. Gli occhi castani scintillanti si focalizzarono su di lui.
≪ Ah, buongiorno ≫ disse, con la voce impastata dal sonno. ≪ Il letto era eccessivamente stretto≫. Gli fece una smorfia ironica che strappò a Midoriya una risatina nervosa. ≪ Lucy-san e Natsu-kun, hanno di nuovo dormito nel tuo letto?≫.
Lei sollevò gli occhi al cielo, esasperata. ≪ Non mi mollano un momento. Ed è una grande rottura dal momento che non sanno nemmeno loro se stanno insieme oppure no. Sembra quasi che vogliano usarmi come diversivo per sfuggire all’argomento≫.
Midoriya ridacchiò, sentendosi scottare le guance.
C’era stato uno strano risvolto durante la missione fra quei due e da quel momento entrambi erano strani e impacciati.
Si sedette accanto a lei, rabbrividendo all’aria fresca. Erza era avvolta da un plaid e sorseggiava il suo caffè.
Un poco aveva iniziato ad invidiare Natsu e Lucy, dato che c’erano loro, lei riusciva a dormire tranquilla senza doversi infilare nel letto di qualcun altro. Qualcuno come lui.
A parte quel unica volta, non aveva più dormito con lui.
≪ È stata un’esperienza traumatica per tutti, ci vorrà un po' per riprenderci ≫ commentò, abbassando lo sguardo sulle scarpe rosse.
Lui non si era ancora ripreso del tutto. Ogni volta che chiudeva gli occhi riviveva le cose peggiori di quell’avventura. Avrebbe voluto correre da lei ogni volta che si svegliava, ma non poteva.
≪ Lo so ≫ rispose Erza, incupendosi. ≪ E mi dispiace avervi coinvolti tutti. Vi ho messo in pericolo e non sono riuscita nemmeno a fare quello che mi ero ripromessa≫
Midoriya scosse la testa. ≪ Non provarci nemmeno. Ti ho già detto che è stata una nostra scelta. ≫ Si morse il labbro pensando a come proseguire. Quell’argomento, lo evitavano da giorni.
Midoriya si era reso conto di aver agito in modo impulsivo, divorato dall’urgenza di salvare Erza, dalla paura di perderla. Rabbrividì al ricordo della paura angosciante che gli aveva mozzato il respiro a vederla portare via.
Poi c’era stato quel bacio. Già, il bacio che Gerard aveva rubato ad Erza gli stava avvelenando il cervello. C’era un qualche tipo di legame fra quei due che non riusciva bene a capire e che lo spaventava.
 Lei gli diede un colpetto sul fianco con il piede nudo, sorridendoli ≪ Papà mi ha detto che presto avrete l’esame per la licenza provvisoria da eroi, sei nervoso?≫
≪ Un po' ≫ ammise, arrossendo. ≪ D-devo ancora perfezionare lo Shoot Style prima di poterla definire una mossa speciale≫
≪ Se combatterai come hai fatto alla Torre del Paradiso, andrà bene.≫
Midoriya avvolse il pugno nella mano, abbassando lo sguardo sulla punta delle sue scarpe. Avrebbe voluto poter cancellare il ricordo di quel capitolo dai loro ricordi, ma non era possibile.
Si svegliava ancora nel cuore della notte rivivendo la corsa disperata alla ricerca di Erza, vedendo il sorriso spietato di Gerard e i suoi occhi freddi. Continuava a vederlo pugnalare Erza e baciarla, per poi lasciarla cadere a terra, in una pozza di sangue. Nonostante tutto il loro impegno, non erano riusciti a sconfiggerlo.
≪ Ehi, non ti preoccupare ≫ gli disse, la ragazza, pungolandolo con il piede. Prese un sorso di caffè e aggiunse ≪ Te la caverai, ne sono sicura≫.
Midoriya annuì, senza rialzare la testa.
≪ H-hai avuto sue notizie? ≫ gli domandò, incerto.
Erza si irrigidì, stringendosi le gambe al petto e abbassando lo sguardo sul contenuto della tazza di porcellana, stringendola tanto forte da farsi sbiancare la punta delle dita.
Midoriya non osò dire altro per paura di ferirla o risvegliare in lei ricordi dolorosi. Si pentì di averglielo chiesto. Se avesse potuto cancellare quella tristezza dai suoi occhi l’avrebbe fatto, qualsiasi cosa pur di rivedere quel suo sorriso.  
≪ Dicono che è stabile, ma non si è ancora svegliato ≫ disse, con un filo di voce. ≪ Sembra che possa dipendere dal controllo mentale della Regina. P-potrebbe non svegliarsi mai più≫.
Erza si sfregò una guancia con il lembo del plaid, cancellando le tracce di una lacrima che l’era sfuggita.
Midoriya si sentì stringere il petto da una strana, potente, emozione. Gerard, sempre Gerard. Si era preso il suo sorriso, l’aveva quasi uccisa e l’aveva tormentata per tutti quegli anni, ed anche ora continuava a farle del male.
Non aveva mai pensato di poter detestare qualcuno – lui, che voleva bene perfino a Bakugo, nonostante quello che gli aveva fatto passare – ma sentiva di non poterne fare a meno con Gerard.
Allungò la mano, sfiorandole la guancia con la punta delle dita e raccogliendo una lacrima. La sua pelle era calda e morbida, si velò di un leggero rossore quando lei sollevò lo sguardo incrociando il suo.
Un brivido caldo gli attraversò la mano, risalendo per il polso e lungo il braccio.
Avevano sempre passato il tempo insieme, ma da quando erano tornati era diverso. Ogni volta che lo guardava, si sentiva fremere dentro. Non era sicuro di cosa significasse, non ci voleva nemmeno pensare, ma aveva sempre lei in testa, anche quando erano separati.
Si rendeva conto che era ridicolo, lei non stava certo pensando a lui in quel modo, ne avrebbe potuto farlo. I suoi pensieri erano focalizzati altrove.
≪ Izuku ≫ mormorò, afferrandoli il polso con le dita. Midoriya trattenne il fiato, quando invece di spingergli via la mano, lei reclinò leggermente la testa posando il viso contro le sue dita. Il suo cuore iniziò a battere più forte.
Era diventata una costante da quando avevano preso l’abitudine di incontrarsi in camera di lui, dopo cena.
Erza sembrava totalmente a suo agio in quella stanza.
Aveva guardato i poster alle pareti, rabbrividendo sarcastica. ≪ Mi sembra che Toshi guardi da ogni angolo. Inquietante≫
≪ Eh, infondo, è il mio idolo ≫ aveva risposto, avvampando, e strappandole una risata ≪ No, ma dai? Non l’avrei mai detto≫
Gli piaceva stare sveglio fino a tardi a guardare film e anime sul pc con lei. La sua spalla che sfiorava quella di lui. Era bello, ma allo stesso tempo frustrante, averla sempre così vicina e non poterla stringere né toccare.
 Si sdraiava sul suo letto a leggere, mentre lui provava a studiare.
Provava, ma senza successo.
Come se potesse concentrarsi su noiose formule algebriche sapendola lì, sdraiata sul suo letto. Quello su cui il suo sguardo andava a concentrarsi invece era la pelle lasciata esposta dalla stoffa, la sua figura formosa, il rosso vivo dei suoi capelli. Rossi come le mele, lucenti come i rubini, cupi come il sangue. La pancia premuta contro il copriletto, ad imprimere nel tessuto il suo profumo.
Non riusciva a capire sé stesse cercando di ucciderlo, oppure se non si rendeva conto di che effetto avesse su di lui quel suo profumo.
Lo faceva impazzire, ecco cosa faceva. Lo lasciava a rigirarsi nel letto, con i pensieri che correvano veloci a fantasie che lo facevano arrossire, desiderando che lei fosse lì con lui.
 Dopo tutto quel tempo non avrebbe più dovuto fargli un effetto così forte, almeno credeva. Invece peggiorava di giorno in giorno. Gli mandava in tilt i battiti cardiaci, mandandolo in confusione.
Le labbra di lei si chiusero. ≪ Izuku… ≫ mormorò, interrompendosi. Midoriya sentì una punta di ansia trafiggergli il petto. Un’energia febbrile gli entrò in corpo, rendendoli impossibile stare fermo un momento di più.
 Arrossendo, si alzò in piedi di scatto.
≪  Ti va di andare a fare colazione alla caffetteria della scuola? ≫ domandò, accennando un sorriso un po' timido ≪ Ho sentito che servono dei waffle squisiti≫
Lei sollevò la testa, guardandolo da prima confusa, poi illuminandosi al pensiero dei dolci. ≪ Uhm, si! Ma prima volevo chiederti una cosa≫
Si sfilò la coperta, ripiegandola in grembo. Sotto indossava un paio di pantaloncini e una maglietta con la faccia stilizzata di All Might che faceva il segno della pace.
Cavolo, la voleva anche lui quella maglia!
≪ C-certo, dimmi≫
≪ Usciresti con me dopo le lezioni?≫
Per un attimo, la fissò pensando di aver capito male. ≪ C-come?≫
Erza lo guardò come se stesse pensando che avesse sbattuto la testa, ripeté scandendo lentamente ≪ Ti va di uscire insieme dopo le lezioni? Io e te, in città≫
Midoriya sgranò gli occhi. Il suo cuore perse un paio di battiti, tanto che pensò si stesse per arrestare di colpo. Un forte rossore eruttò sul suo viso, mentre il respiro gli si impigliava in gola.
Oh, Dio Santissimo.
Erza lo guardava in attesa. Sembrava seria. Gli occhi scuri e le guance ancora leggermente arrossate. Gli stava davvero chiedendo di uscire insieme?! A lui?!
Aprì la bocca e la richiuse, senza emettere suono.
Erza sospirò, alzandosi. ≪ Guarda che non sei obbligato a dire di sì. Se non ti va, basta dirlo ≫ commentò, con una nota amara nella voce bassa.
≪ Eh?! No! Cioè si! ≫ balbettò, stridulo. Erza lo guardò stupita e confusa. ≪ Aspetta, è si o no?≫
≪ Si! ≫ replicò lui ≪ È u-un s-si ≫
Erza gli diede un colpetto leggero sulla fronte con le nocche. ≪ Allora, dillo subito! Accidenti, sei un caso disperato, Izuku≫.
Lui abbassò lo sguardo imbarazzato. Sentendosi improvvisamente felice. ≪ M-mi hai preso un po' di s-sorpresa ≫ ammise, grattandosi la guancia imbarazzato. Gli si stava formando un sorriso sciocco in viso. Non poteva crederci che lei gliel’avesse chiesto.
≪ Ah, scusa, ma il Master mi ha chiesto il favore e mi scoccia dirgli di no≫
Lui si irrigidì, la guardò corrugando la fronte ≪ Il favore?≫
≪ Di raccogliere alcune informazioni per una missione di Fairy Tail ≫ spiegò, stringendosi nelle spalle. ≪ È un compito un po' noioso, ma sai, anche questo fa parte del lavoro di un eroe, delle volte≫.
Scese gli scalini attivando il quirk. I suoi vestiti cambiarono, diventando un paio di jeans scuri e una T-shirt dei Beatles.
Ah. È lavoro…ti pareva.
Si toccò il petto, cercando di capire cosa fosse quella fitta che aveva sentito e perché si sentisse malinconico così di colpo. Fino a un attimo prima, si era sentito felice all’inverosimile, e ora gli sembrava di avere il petto vuoto, un deserto sferzato da un sole impietoso.
≪ Izuku? ≫ lo chiamò, Erza. ≪ I waffle?≫
≪ Uhm, s-si ≫ rispose, cercando di assumere un tono normale. ≪ N-non c’è problema≫.
Accennò un sorriso, incerto, e si avviò con lei verso la caffetteria.

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Capitolo 34
*** Capitolo 16 - La vita dopo la battaglia - Parte 3 ***


Si erano dati appuntamento poco prima dell’alba, quando la luce grigia del mattino iniziava a schiarire il cielo, ma come sempre lui era già lì, a svolgere gli esercizi di riscaldamento.
Uraraka indugiò sul vano della porta, osservando i muscoli del ragazzo allungarsi e contrarsi. Aveva un carattere orribile, dei modi di fare anche peggiori, ma aveva un fisico mascolino da togliere il respiro.
Faticava ancora a credere che avesse davvero accettato di allenarla.
Lo aveva fermato nei corridoi, il petto stretto da un’angoscia che gli mozzava il respiro. Lui l’aveva guardata, infastidito.
≪ Che minchia vuoi, Faccia Tonda? ≫ aveva detto, annoiato ≪ Non hai da rompere i coglioni a Merdeku, invece che me?≫.
Uraraka aveva deglutito, sentendo crescere i dubi su quello che voleva fare, forse sarebbe stato meglio chiederlo a qualcun altro. Invece aveva detto ≪ Bakugo-kun, vorrei chiederti una cosa≫
Gli occhi rubino del ragazzo avevano scintillato per un’istante, lo sguardo indecifrabile ≪ Vuoi la mia camicia o un altro bacio? ≫ l’aveva derisa.
Lei era arrossita, attirando lo sguardo dei passanti. ≪ Eh?! Ma no, io ≫ aveva abbassato lo sguardo sulle sue mani intrecciate ≪ V-vorrei che mi allenassi. Si, vorrei che ti allenassi con me≫.
Il silenzio che era seguito era stato quanto di più imbarazzante avesse mai vissuto. Aveva dovuto spezzarlo in qualche modo ≪ Durante la missione alla Torre del Paradiso, io non ho fatto nulla ≫ aveva ammesso, amaramente ≪ Ho solo potuto stare con Erza-san quando è stata ferita. Nonostante ciò, lei voleva continuare a combattere, mentre io ≫ aveva stretto i pugni, frustrata ≪ Sono stata inutile, ecco. Non voglio sentirmi più così, perciò allenati con me, per favore≫.
≪ Quella è una cazzo di svitata, non la prendere da esempio ≫ aveva ribattuto lui.
Uraraka però aveva scosso la testa. ≪ Tu e Deku-kun avete combattuto contro Gerard e la Regina, mentre io non ho fatto niente≫.  Lo aveva guardato negli occhi con decisione ≪ Voglio poterlo fare anche io. Per questo, allenati con me≫.
Si era aspettata che la mandasse a fanculo - ed aveva anche la faccia di uno che lo stesse per fare – ma l’aveva sorpresa, dicendo ≪ Mi alleno nella palestra tre, ogni mattina dalle cinque e mezzo alle sei e mezzo≫.
≪ Quindi mi allenerai? ≫ gli aveva chiesto, sorpresa. Lui le aveva voltato le spalle. ≪ Cazzo, non è quello che è uscito dalla mia bocca≫.
Uraraka si era presentata in palestra all’ora indicata e l’aveva trovato lì a fare gli esercizi di riscaldamento, proprio come stava facendo in quel momento.
Guardarlo la rese inspiegabilmente nervosa.
≪ B-buongiorno, Bakugo-kun ≫ lo salutò, incerta. Entrò, appoggiando la sua sacca vicino a quella di lui. Non la guardò nemmeno. ≪ Sei in ritardo≫.
≪ Sono in anticipo di dieci minuti ≫ protestò, facendolo sbuffare. ≪ Ho praticamente finito il riscaldamento, perciò SEI IN RITARDO, FACCIA TONDA, ED ORA DATTI UNA MOSSA≫.
Uraraka valutò l’idea di colpirlo in testa con la sacca, ma sarebbe stato inutile e preferì lasciare perdere. Iniziò, invece, il riscaldamento che Bakugo le aveva illustrato la prima volta che si erano allenati insieme.
Non che avesse sprecato parole per spiegarglielo, solo gli aveva mostrato infastidito cosa fare e come, perdendo la pazienza se sbagliava.
Dieci minuti di riscaldamento, e poi il combattimento con l’uso del quirk ed infine c’era lo stretching. Bakugo non ci andava mai piano, né con i calci e i pugni, né tanto meno con le esplosioni.
Le afferrò il polso, girandolo e le bloccò il braccio dietro la schiena. Usò la gamba per gettarla a terra ed Uraraka si trovò sdraiata, con la guancia premuta al suolo e Bakugo sopra che le bloccava ogni movimento con il suo peso.
Se solo fosse riuscita a toccarlo con le dita, avrebbe potuto azzerare la sua gravità, invece afferrava solo l’aria. Stava sempre attento a non farle toccare nemmeno la stoffa dei suoi vestiti.
≪ Sei morta, Faccia Tonda! ≫ esclamò, sprezzante ≪ A quanto siamo arrivati? Cento? Duecento? Ho perso il conto in questa settimana≫.
≪ Sono a mala pena quattro giorni che ci alleniamo insieme ≫ protestò, risentita. Lui strinse la presa sui suoi gomiti, facendole male. ≪ Hai comunque sempre perso≫.
La lasciò andare di scatto. Lei si sollevò, frustrata. Non vinceva mai, qualche volta, riusciva a farlo chiudere in difesa, ma durava poco. Bakugo la superava subito, con un sorriso folle sul viso.
Conclusero la sessione, e uscirono per tornare al dormitorio e prepararsi per le lezioni. Bakugo le camminava davanti, come se non volesse che qualcuno li vedesse insieme, ormai lei non ci faceva nemmeno caso.
A quel ora, comunque, non c’era mai nessuno.
A parte Deku.
Lui si allenava ogni mattina nel prato davanti al dormitorio o nel bosco, a seconda di cosa prevedesse il suo allenamento. Prima, Erza si allenava con lui, ma da quando erano tornati dalla Torre del Paradiso, non l’aveva più vista allenarsi. Perfino durante le lezioni, svolgeva i compiti svogliatamente. Eccelleva sempre, ma non più così nettamente come una volta.
Il suo sguardo fu calamitato da una macchia rossa in movimento, come se il pensarla l’avesse evocata, vide Erza uscire dalla caffetteria con Midoriya al fianco.
Lui aveva le guance rosse, e si toccava i capelli, nervoso. Lei stava ridendo, come se avesse sentito qualcosa di divertente.
≪ Ohi ≫ la chiamò, Bakugo, lanciandole un’occhiata ≪ che ti prende? Hai la faccia tutta rossa, sembri un cazzo di peperone≫.
Evidentemente, lui non li aveva notati. Uraraka si toccò le guance calde, emettendo un verso strozzato. ≪ Uh, n-nulla≫.
Accelerò il passo, superandolo, e si precipitò in camera sua.
Non poteva andare avanti così. Sentendosi sempre più nervosa e frustrata. Non poteva togliersi dalla testa il modo in cui Midoriya aveva combattuto per salvare Erza. Certo, una vocetta nella sua testa le diceva che l’avrebbe fatto per chiunque. Lui era fatto così, era una persona gentile e generosa, un ragazzo d’oro. Eppure, le parole che aveva detto ad Erza le bruciavano dentro.
Il suo cuore aveva sussultato a sentirlo parlare con quella foga. Avrebbe voluto che quelle parole fossero state dirette a lei.
Arrivò in classe con la testa fra le nuvole e trovò Midoriya e Iida con un libro in mano che parlavano con Erza di alcuni compiti.
≪ Ah quindi questo ideogramma sta per “sottrare”? ≫ chiedeva la ragazza, indicando qualcosa nel libro. Iida annuì e indicò qualcosa ≪ Questo invece significa “sottrare in proporzione a” non lo confondere con quest’altro che invece significa “il frutto della sottrazione”≫.
Erza li guardò, confusa. Aveva ancora delle difficoltà con gli ideogrammi. Quando erano tornati, Aizawa-sensei le aveva chiesto di stendere un rapporto.
≪ Ovviamente, ti sei salvata da sola. Noi non abbiamo autorizzato nessuna missione di salvataggio ≫ aveva detto, severo.
Erza, ancora un po' sotto shock, aveva risposto ≪ Uh certo, lo scriverò in un attimo≫
≪ In giapponese ≫ aveva specificato il professore. La ragazza lo aveva guardato, ridestandosi dai suoi pensieri. Era impallidita ≪ C-come?≫
≪ Ovviamente, lo voglio in Giapponese ≫ aveva chiarito Aizawa, facendo strabuzzare gli occhi ad Erza. ≪ Oh andiamo, ma che le cambia!≫
Aveva strappato una risata generale, con il lamento che l’era sfuggito dalle labbra. Lo sguardo incredulo, fisso sull’insegnante.
Aizawa le aveva messo in mano un dizionario, sorridendo spietato. ≪ Divertiti≫
Erza fu la prima ad accorgersi di lei, l’accolse con un sorriso. ≪ Uraraka-kun, sei riuscita a fare gli esercizi di matematica?≫. 
Uraraka aprì bocca per risponderle e fu interrotta dalla confusione di un polverone nel corridoio. ≪ Erzaaa  ≫ urlò, Natsu, dirigendosi come un tornado verso di loro ≪ Affrontami!≫.
≪ Natsu-san! ≫ attaccò, Iida, prontamente, ma fu interrotto da Erza che si spostò al centro del corridoio. Si piegò e assestò un calcio nello stomaco dell’altro ragazzo, mandandolo al tappetto.
I tre studenti la guardarono scioccati.
Erza si raddrizzò, mettendo una mano sul fianco e sventolando l’indice accusatorio verso Natsu, a terra. ≪ Non si corre per i corridoi, Natsu! ≫ lo sgridò, molto severamente. Si voltò verso Iida, un sorriso divertito in volto, e aggiunse ≪ Giusto, capoclasse?≫.
Iida la guardò, confuso e allibito. Si toccò gli occhiali. ≪ Uhm, s-si. Infatti≫
Erza si era rigirata verso Natsu che gemendo si stava riprendendo.
≪ Ecco, vedi? Non farlo mai più≫.
Midoriya sospirò. ≪ Comincio a pensare che ti piaccia picchiare a Natsu-kun≫
≪ Lo hai capito solo ora? ≫ commentò, Happy, rassegnato. Svolazzava intorno a Natsu, stringendo le sue spalline da gatto. ≪ Lo sanno tutti che è il suo passatempo preferito≫
≪ Che esagerati ≫ rispose Erza, sghignazzando. Si chinò ad afferrare Natsu per le caviglie e iniziò a trascinarlo dentro la classe, dicendo allegramente ≪ Datti una mossa, le lezioni stanno per cominciare≫.
≪ T-ti o-odio ≫ brontolò, stordito, il ragazzo.
≪ Anche io ti voglio bene ≫ rispose, Erza.
A quelle parole, Midoriya arrossì e abbassò lo sguardo sulle sue scarpe rosse, rattristato. Uraraka sembrò essere l’unica ad aver notato quel suo cambiamento. Gli afferrò il lembo della giacca, trattenendolo mentre Iida ed Happy seguivano il gruppo dentro l’aula.
Midoriya la guardò, sorpreso. ≪ Uraraka-kun? T-tutto bene?≫.
Uraraka sentì una piccola fitta al petto. Aveva iniziato a chiamare Erza per nome, senza più usare onorifici, però chiamava lei in modo così formale e ben educato.
≪ Deku-kun, dopo le lezioni possiamo parlare da soli? ≫ domandò, arrossendo.
Lui fece una faccia sorpresa e confusa. ≪ Ah scusa ≫ disse, arrossendo ≪ D-dopo ho una cosa da f-fare. Non so a che ora finisco≫.
Si passò una mano dietro la nuca, fra i capelli mossi. Avevano l’aria soffice e Uraraka si chiese se lo fossero anche.
≪ Aspetterò che tu finisca ≫ disse, abbassando lo sguardo. Midoriya l’osservò attentamente ≪ Va davvero tutto bene, Uraraka-kun? ≫ le chiese, premuroso.
Lei arrossì, annuendo meccanicamente. ≪ S-stasera, va bene? ≫ chiese, ansiosa.
Lui si accigliò, confuso. ≪ Si, certo≫.
Videro il professore avvicinarsi ed entrarono in classe. Uraraka prese posto con il cuore che le batteva a mille in petto. Stasera, si ripromise.   
 

--- Angolino Mio ----

Ciao, non scrivo mai un mio commento alla fine di un capitolo perchè preferisco lasciare spazio solo alla storia, ma ci tenevo a ringraziarvi per continuare a leggere questa storia e per le vostre recensioni. Questa è la prima storia che abbia scritto e pubblicato, perciò ci tengo moltissimo e sono felice di vedere che la seguite.

Grazie davvero a tutti voi!

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Capitolo 35
*** Capitolo 17 - See you, now - Parte 1 ***


--- Midoriya Izuku ---
All’inizio, aveva pensato che sarebbe stata una missione semplice, come non ne vedeva da tempo. Si trattava solo di parlare con un elenco di persone e farsi dare delle informazioni. Inoltre, lui avrebbe dovuto solo accompagnare Erza, che si sarebbe occupata di interrogare i testimoni.
Si rese conto che si era sbagliato di grosso, quando un uomo volò fuori dalla Sala da Biliardo, mandando in mille pezzi la vetrata istoriata.
La cosa peggiore era che era stato lui, Izuku Midoriya, ha farlo.
≪ Bravo! ≫ si complimentò Erza, calpestando il petto del proprietario della sala con gli stivali in camoscio che le fasciavano le gambe snelle.
Midoriya si distrasse, facendo scorrere lo sguardo sulla pelle chiara della gamba della ragazza, fino alla corta gonna scozzese.
≪ Dietro di te ≫ disse, Erza. Una spada comparve dal nulla e sfrecciò alle spalle di Midoriya. L’uomo che aveva cercato di colpirlo di sorpresa, si ritrovò appeso per il giubbotto in pelle alla parete.
Midoriya sospirò, pulendosi il sangue dal naso, ne sentiva il sapore metallico anche in bocca. ≪ Per favore, dimmi che abbiamo finito qui≫.
Erza puntò la spada alla gola del proprietario che emise uno squittio spaventato ben poco virile.
≪ Manca solo una cosa ≫ disse, la ragazza, sorridendo divertita.
Mosse il polso e la lama tagliò i vestiti, riducendoli a brandelli. Dopo di ché lo trascinò su una sedia e lo legò, chiudendoli la bocca con uno strofinaccio in bocca. Un gesto ben poco da eroe, pensò Midoriya, osservandola.
≪ N-non ti pare un po' troppo? ≫ azzardò, a disagio. ≪ Gli hai già distrutto il locale, pestato i sottoposti e distrutto i vestiti. In teoria, dovresti essere una degli eroi, non una teppista≫.
Erza tirò fuori un pennarello indelebile e prese a pasticciare il viso dell’uomo, dicendo ≪ Nessuno insulta Fairy Tail davanti a me. Non si tratta di teppismo, è senso dell’umorismo≫.
Midoriya la fissò. Aveva una mezza idea di illustrarle tutte le cose sbagliate che aveva fatto in un solo pomeriggio, ma non era sicuro che la ragazza lo avrebbe ascoltato. Lanciò un’occhiata alle persone gementi a terra, e sospirò ≪ Ora, possiamo andare?≫.
Lei si raddrizzò, fissando compiaciuta la sua opera.
Uscirono fuori, incamminandosi lungo il marciapiede come se nulla fosse. Midoriya era sorpreso dall’indifferenza che la gente dimostrava. Cinque risse e tutte le volte si erano allontanati senza problemi.
Erza estrasse il telefono, scorrendo la lista. ≪ Bene, questo era l’ultimo ≫ disse, allegra. ≪  Abbiamo fatto un ottimo lavoro≫.
≪ Ha raccogliere informazioni o ha distruggere edifici? ≫ chiese, sarcastico. Si diede una manata in fronte e aggiunse ≪ Ma no, ti stavi sicuramente riferendo a quei poveretti che hai pestato. Credo di aver procurato una commozione cranica al tipo con il tatuaggio del drago cinese≫.
Erza storse la bocca. ≪ Ho capito perché mio padre ti ha scelto come erede, deve essere per l’umorismo≫.
≪ Si, deve essere stato quello ≫ convenne ≪ non poteva certo scegliere te che vai in giro a pestare la gente. Menomale che non hai il One for All altrimenti ≫ rabbrividì vistosamente.
Erza gli pizzicò la guancia, indispettita. ≪ Non ti lamentare, anche questa è esperienza sul campo e tu non hai nemmeno una licenza. Se ci fosse stato Natsu, altro che qualche livido, gli avremmo demolito l’intero edificio≫.
Midoriya si massaggiò la guancia dolorante. ≪ Immagino. Siete sicuri di essere degli eroi? No, perché sai, avreste un futuro come picchiatori o demolitori≫
Si fermò davanti all’orologio da strada, infastidito. Era stato un lungo e fastidioso pomeriggio e cominciava a sentirsi stanco dentro.
Si sfregò il naso da cui scendeva ancora una goccia di sangue. Si era beccato un bel pugno di metallo in faccia, sperava solo di non essersi rotto il naso.
≪ Beh, adesso che facciamo? Torniamo alla Yuei?≫
Lanciò un’occhiata all’orologio in strada, segnava le cinque e quaranta. Avevano finito prima di quanto pensasse, peccato che si era trovato in mezzo a cinque risse diverse e nemmeno lui sapeva come avesse fatto ad uscirne vivo tra coltelli, pistole e quirk potenzialmente mortali.
Erza fece una smorfia, inorridita. ≪ Siamo finalmente usciti di prigione e tu ci vuoi già tornare? Ho detto che saremmo rientrati per l’ora di cena≫.
≪ Allora, che vuoi fare? ≫ chiese, nervoso.
Quando l’aveva vista arrivare, era rimasto senza fiato e imbambolato come un idiota. Aveva i capelli raccolti in un’alta coda, gli occhiali da sole, e una maglia aderente che metteva in risalto le sue curve morbide, con una gonna scozzese che le scopriva le gambe. Era arrossito come un peperone, tanto che Erza l’aveva scutato, sospettosa.  ≪ Come mai sei tutto rosso?≫.
≪ Eh, f-fa cal- caldo ≫ aveva risposto, laconico.
Cercò di non pensare al fremito che aveva avvertito nel vederla. Si sentiva il viso in fiamme, ed aveva davvero caldo. Lei lo guardò, sollevando gli occhiali da sole ≪ Sei rosso, di nuovo≫.
≪ Il c-caldo ≫ borbottò. Erza lo studiò per un attimo, inarcando il sopracciglio scettica. Agganciò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. ≪ Ho un’idea ≫ disse, abbassando la voce. ≪ Casa dei tuoi è molto lontano da qui?≫
Midoriya quasi fece un balzo, arrossendo. ≪ C-come, scusa?≫
Erza non lo guardò, le braccia incrociate sotto il seno. I raggi del sole le accendevano i capelli di riflessi violacei, mentre spiegava. ≪ Potresti approfittare di questa occasione per andare a trovare la tua famiglia. So che da quando hanno istituito i dormitori non avete più potuto vedere i vostri genitori≫
Midoriya si passò una mano fra i capelli. ≪ Ah, era questo che intendevi ≫ disse, sospirando, sollevato.
Lei lo guardò, inarcando un sopracciglio. ≪ Stavi di nuovo pensando a qualcosa di sconcio, vero? Voi ragazzi tranquilli siete i peggiori≫.
≪ N-non ho pensato n-niente del genere! ≫ balbettò, arrossendo. Erza lo guardò scettica. ≪ Uhm, ci credo poco≫.
 Midoriya si affrettò ad aggiungere ≪ E comunque non potrei mai lasciarti da sola in città, ti perderesti di sicuro, oppure daresti inizio a qualche rissa, che è pure peggio ≫
≪ Izuku, ≫ disse, paziente ≪ so badare a me stessa≫.
Lo sapeva, però non riusciva a crederci fino in fondo. Il ricordo delle ferite e della paura era ancora troppo nitido nella sua mente. ≪ No, mi rifiuto di lasciarti da sola in una città che non conosci. E non dirmi che sei Titania e te la cavi, perché non mi fa sentire comunque tranquillo≫.
Erza sollevò gli occhi al cielo, esasperata. ≪ Per Dio, non puoi lasciare che faccia qualcosa per ringraziarti, senza piantare tutte queste storie?! Sei estenuante!≫
Midoriya si immobilizzò, spiazzato. ≪ N-non hai nulla di cui ringraziarmi ≫ protestò, debolmente.
Lei distolse lo sguardo, arrossendo. ≪ Invece si ≫ borbottò. Dato che lui la guardava senza capire, aggiunse ≪ I-io ho sempre pensato che sarei morta il giorno in cui avrei dovuto affrontare G-Gerard≫.
Ancora lui. Ancora Gerard.
Midoriya serrò i pugni nel sentirne pronunciare il nome, ancora una volta denso di quell’emozione che non poteva definire. Conteneva rabbia, dolore, amarezza, ma anche affetto, nostalgia, rimpianto. Una matassa ingarbugliata di emozioni e sentimenti che le viveva dentro.
Lei continuò, evitando il suo sguardo. ≪ Per questo, quando Sho e gli altri sono venuti a prendermi, non ho opposto resistenza. Ho sempre pensato sarebbe stata la giusta punizione per le vite che ho spezzato…e per quelle che non ho salvato≫
≪ Basta ≫ sbottò, Midoriya. Fu lui il più sorpreso di sentire la sua voce così dura e potente, rabbiosa. ≪ Non voglio sentirti dire queste cose≫.
Lei lo guardò, stupita. Esitò, corrugando la fronte ≪ Izuku≫
Midoriya le afferrò la mano, sciogliendo l’incrocio delle sue braccia, e iniziò a camminare a passo spedito, trascinandosela dietro.
Lo fece senza un’idea precisa su cosa stesse facendo né su dove andare.
≪ Izuku, ma che ti prende? ≫ gli chiese, Erza, scioccata. ≪ Dove stiamo andando? ≫
Lui non rispose, scendendo le scale che portavano alla metro sotterranea. Guardò di sfuggita il cartellone con le indicazioni delle varie linee e si infilò su uno dei mezzi. Sedettero in un vagone poco affollato, le loro mani ancora intrecciate.
Vide alcuni ragazzi che lanciavano loro delle occhiate divertite e borbottavano fra loro. Sbirciò cosa stesse facendo Erza e la scoprì a guardare fuori dal finestrino alle loro spalle, gli occhi sbarrati e la bocca socchiusa, quasi stesse assorbendo il paesaggio che le sfrecciava davanti.
Scesero dopo un paio di fermate e cambiarono mezzo.
Non parlarono, né Midoriya accennò a lasciarle la mano. Era strano, la cosa non lo metteva in imbarazzo quanto avrebbe pensato. Gli sembrava naturale, dopo tutto quello che avevano passato insieme.
≪ Izuku ≫ lo chiamò, facendolo fermare.
≪ Si? ≫ rispose, voltandosi a guardarla. Si sentì arrossire, lo stava guardando in un modo che lo faceva fremere dentro. Lei indicò con il mento il mucchio di alberi dalle foglie scarlatte. ≪ Sono questi? ≫ chiese, a bassa voce. ≪ Gli aceri Giapponesi, voglio dire≫
Midoriya seguì il suo sguardo. Gli alberi erano ricchi di foglie cremisi e scarlatte, che ondeggiavano alla brezza fredda della sera. Non capiva perché l’interessassero particolarmente. ≪ Uh. Si, ce ne sono molti in periferia ≫ disse confuso.
Erza gli fissò allungo, la sua mano strinse la presa su quella di Midoriya. ≪ Sai, All Might mi parlava sempre di questo paese. Diceva che quando ci sarei venuta mi avrebbe mostrato molte cose, ma da quando sono qui non abbiamo fatto nulla del genere≫. Distolse lo sguardo per fissarlo su di lui, e aggiunse amareggiata ≪ C’è sempre qualcosa che mi impedisce di stare con lui quanto vorrei≫
≪ Abbiamo avuto diversi imprevisti ≫ ammise ≪ Se si può definirli così ≫
Lei si strinse nelle spalle, riprendendo a camminare. ≪ È sempre la solita storia. Da quando mi ha adottato c’è sempre qualche cosa da “Simbolo della Pace” che deve fare. Non è un problema. Lo capisco, cerca di fare del suo meglio per esserci per tutti. ≫ I suoi occhi castani si posarono su di lui, pensierosi. ≪ Sa che tu non mi parli mai di te stesso? ≫
Midoriya trasalì, sentendosi rimestare lo stomaco. ≪ N-non è vero. Ti ho annoiato a morte con la lista dei miei anime preferiti. ≫ balbettò agitato, evitando il suo sguardo. ≪ E poi non c’è molto da dire su di me. ≫
Erza emise un verso strozzato pensierosa. ≪ Non mi hai mai detto niente della tua famiglia. Hai fratelli? ≫
≪ Sono figlio unico. ≫ replicò, studiandola con la coda dell’occhio. Sembrava leggermente delusa. Si guardò attorno e socchiuse gli occhi. ≪ Dove stiamo andando, Izuku? ≫
≪ A casa ≫ rispose lui, con un sospiro. Se n’era reso conto mentre viaggiavano, che si, voleva rivedere sua madre, accertarsi che stesse bene, e al contempo, voleva portare Erza con sé e cancellarne quella luce malinconica dagli occhi.  
Lei sollevò un sopracciglio, interdetta, ma non protestò.
≪ Che tipi sono i tuoi genitori? ≫ gli chiese cauta, osservandolo. Lui si mosse a disaggio. ≪ Quante domande. È un interrogatorio? ≫
≪ Te l’ho detto, non dici mai nulla di te. ≫ replicò stringendosi nelle spalle. ≪ Sono curiosa. ≫
Le guance gli scottarono a quelle parole. Sono curiosa. Erza Scarlett era curiosa su di lui, se gliel’avessero detto due anni prima che una ragazza bella e sicura come lei potesse essere incuriosita da lui, non ci avrebbe mai creduto.
≪ Mia madre…è molto apprensiva, perciò non dirle nulla delle risse. Darebbe di matto. ≫ borbottò, guidandola per le stradine assolate. Vide la schiera di condomini davanti a loro, non erano affatto cambiati dall’ultima volta che c’era stato. Stesi muri scrostati e grigi, stesse finestre tirate a lucido per cancellare un po' quel aria da periferia sul cemento.
≪ E tuo padre? ≫ domandò lei, la testa reclinata per osservare la fila di condomini. ≪ Lo troveremo in casa o sarà ancora a lavoro? ≫
I passi di Midoriya rallentarono fino a fermarsi, Erza gli finì quasi addosso. ≪ Izuku? ≫ lo chiamò confusa, facendolo sussultare. Si voltò a guardarla, a disaggio. ≪ Ah? Scusa. Solo… ≫ esitò un’istante davanti a quegli occhi castani, prima di schiudere le labbra e lasciare uscire quelle parole. ≪ Se n’è andato quando ero piccolo. ≫
Erza trasalì, sbarrando leggermente gli occhi. Detestava il modo in cui la gente lo guardava quando lo diceva da bambino, per questo aveva smesso di parlarne. ≪ Mia madre mi disse che era andato a lavorare all’estero, ma io so qual è la verità. Ci ha abbandonato. Per un po' l’ho sentito per telefono, ma alla fine abbiamo perso tutti i contatti… non mi va di parlare con uno che è scappato lasciandoci indietro come se fossimo zavorra. ≫
Lei lo stava guardando, mordendosi il labbro inferiore. La sua mano strinse più forte quella di lui, mentre la sentiva mormorare. ≪ Mi dispiace, Izuku. ≫   
Si strinse nelle spalle, tirandosela dietro e attraversando la strada. ≪ Me ne sono fatto una ragione tempo fa. Se lui non ha bisogno di noi, beh, nemmeno noi abbiamo bisogno di lui. ≫
C’era qualcosa sul viso di Erza che gli fece accelerare i battiti. Lo stava guardando con attenzione, come se stesse cercando qualcosa sul suo viso o volesse entrargli nella testa. Quello si che sarebbe stato un problema, se gli avesse letto nella testa determinate cose poi lo avrebbe picchiato di sicuro.
Si fermarono davanti alla porta del suo vecchio appartamento ed Erza lo sbirciò, incerta ≪ Sicuro di volere che resti? Posso aspettare di sotto≫
≪ Non dirlo nemmeno per scherzo ≫ replicò lui, stringendole la mano. Esitò nel suonare il campanello, anche se la sentiva ogni giorno, aveva evitato di dirle le cose che l’avrebbero fatta preoccupare, come la battaglia alla Torre del Paradiso e i due attacchi alla Yuei.
Si sfregò ancora il viso per cancellare le tracce della recente rissa.
Avvertì i passi pesanti dall’altra parte della porta e una voce leggermente ansiosa, chiedere ≪ Chi è?≫
Erza gli lanciò un’occhiata nervosa, mentre lui rispondeva ≪ Sono io, mamma. Apr-≫
Non riuscì a finire la frase che la porta si spalancò, facendolo sussultare. Inko lo guardò con gli occhi verdi liquidi, pieni di lacrime. Le tremò la voce ≪ I-Izuku≫
Lui le sorrise. ≪ Ciao, mamma≫
Inko gli gettò le braccia al collo, stritolandolo in un abbraccio denso di lacrime. Ci volle un po' perché si calmasse, quando si staccò lo guardò ansiosa ≪ Ma cosa ci fai qui? La Yuei…≫
≪ Ero qui vicino e abbiamo pensato di passare ≫ spiegò, guardandosi bene dall’accennare alla missione.
Inko lo scrutò e solo allora notò l’altra persone sul pianerottolo che si teneva in disparte, un po' imbarazzata.  Fissò Erza con gli occhi sbarrati.
Midoriya si affrettò a fare le presentazioni. ≪ Mamma, lei è Erza, una mia compagna di classe. Erza, mia madre≫.
Erza accennò un sorriso. ≪ Molto piac-  ≫ Le sue parole vennero bruscamente interrotte da Inko che scoppiò nuovamente a piangere ≪ Oh, I-Izuku. H-hai p-portato la tua r-ragazza!≫
≪ La mia ≫ balbettò lui, sconcertato ≪ No! Ti sbagli, mamma! È solo un’amica≫
Inko tirò su con il naso, guardandolo. Spostò lo sguardo su Erza, ripetendo poco convinta ≪ Un’amica?≫.
Erza soffocò un sorriso divertito, uno scintillio poco rassicurante negli occhi, si chinò ≪ Piacere di conoscerla. Mi chiamo Erza Scarlet e sono la ragazza di Izuku. Grazie di averlo cresciuto così bene!≫

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Capitolo 36
*** Capitolo 17 - See you, now - Parte 2 ***


Aizawa fermò il video e si voltò a guardarlo. ≪ Il suo rendimento sta calando ≫ gli comunicò, apatico, guardandolo come se fosse sua la colpa.
≪ È passata solo una settimana ≫ protestò, pacato ≪ ci vorrà del tempo perché si riprenda. L’ombra gettata da quel luogo svanirà con il tempo≫.
L’uomo lo guardava scettico. Toshinori sospirò, premendosi le dita ossute sulla fronte dolorante, dondolandosi sulla poltrona della sala riunioni.
Sapeva che il collega e anche il preside erano preoccupati. D’altronde, era impossibile non fare caso al fatto che Erza non si impegnava più nelle esercitazioni, era distratta e svogliata e il suo rendimento stava calando velocemente. Eppure, non poteva evitare di chiedersi se fosse davvero un problema così grave, se non fosse un bene, per lei, pensare di rinunciare alla carierà da eroe.
Toshinori non aveva mai fatto nulla che la spingesse a intraprendere quel cammino, così come non l’aveva mai scoraggiata. L’unica cosa che voleva – che aveva sempre voluto – era che fosse felice.
≪ Non possiamo permetterci debolezze in questo momento ≫ commentò, Aizawa. Si appoggiò al tavolo, incrociando le braccia sul petto ≪ Inoltre, se Titania dovesse davvero abbandonare il suo ruolo di eroina, il Master di Fairy Tail potrebbe darcene la colpa≫.
Toshinori sospirò. Era stato così felice di riaverla fra le braccia, quando aveva pensato non l’avrebbe più rivista. Il giovane Midoriya gli aveva raccontato cosa avevano dovuto affrontare, ma le parole di Erza lo avevano reso così felice da non riuscire a dare peso alle cose brutte.
≪ Posso camminare al tuo fianco? ≫ aveva detto, lei. Per la prima volta, aveva ricambiato uno dei suoi abbracci, si era aggrappata a lui, piangendo ≪ Posso restare con te? Posso…per sempre≫.
≪ Il Concilio ha chiuso un occhio sulla nostra azione sconsiderata ≫ intervenne il preside, fissando lo sguardo sul video che mostrava le immagini dell’addestramento della sezione A.  ≪ Fa comodo anche a loro che le cose siano andate così. Tuttavia, questo è il momento peggiore in cui mostrarci deboli. Il nemico riattaccherà≫
≪ Non possono accontentarsi di Salamander Natsu? ≫ disse, stancamente, Toshinori. ≪ Ci sono molti promettenti eroi anche alla Yuei. Bakugo Katsuki, Todoroki Shoto, Midoriya Izuku…anche se Titania dovesse farsi da parte, non resteremo indifesi≫.
Il preside accennò un sorriso comprensivo. ≪ Immagino come devi sentirti, All Might. Le vuoi bene come se fosse tua figlia≫
≪ Lei è mia figlia ≫ rispose, serio ≪ Lo è in quel conta davvero≫
Pensare che in un momento di debolezza aveva potuto dubitarne lo faceva vergognare di sé stesso. Lei era l’unica persona al mondo che conosceva tutto di lui, che lo vedeva ancora come Toshinori Yagi e non solo come l’eroe All Might.
≪ Devi pensare anche a come vedano le cose nel Concilio, perché ripiegare su qualcosa di meno di una Regina Guerriera? Titania è dotata di un quirk unico nel suo genere, impossibile da definire e classificare, proprio come il tuo. Non si accontenteranno di nulla di meno, soprattutto ora che ha affrontato la Regina ed è riuscita a ferirla≫
Si, quella era una notizia che lo aveva sconvolto. Aveva evitato di esprimere la sua opinione a Midoriya, però nemmeno lui era mai riuscito a farla sanguinare. Erza, invece, c’era riuscita.
≪ Non sono sicuro che Natsu non sia forte quanto Erza ≫ commentò Aizawa, venendoli in aiuto. Un gesto che sorprese Toshinori. ≪ Infondo, anche Natsu è un Dragon Slayer. È sopravvissuto a una sparatoria e ha un grande potenziale. Il suo unico problema è che non si controlla, distrugge tutto≫.
Toshinori annuì, sollevato.
Il preside però stava già scuotendo la testa. ≪ Natsu è un ragazzo capace, certo, ma messo al confronto della Regina dei Draghi è paragonabile ad un cucciolo≫
≪ Pensa davvero che quella donna sia ancora viva? ≫ esclamò scettico, Aizawa ≪ l’ordigno usato dal Concilio ha cancellato l’intero isolotto, è impossibile che qualcuno sia sopravvissuto≫
≪ Lei è sicuramente viva ≫ disse, Toshinori. Strinse i braccioli della sedia, fino a farsi sbiancare le nocche. ≪ Non c’è nulla di umano in quella donna≫
Il preside annuì, sospirando stancamente.
I suoi occhietti neri tornarono a fissarsi sullo schermo e sull’immagine di Erza.
≪ Sapevi, All Might, che quando ci è giunta la richiesta di trasferimento di Erza Scarlet nella nostra scuola, Aizawa-kun voleva assegnarla alla 3-A? ≫ chiese, pensieroso.
Toshinori sollevò lo sguardo sul collega, che lo fissò insofferente, e lo riabbassò sul preside. ≪ No, non ne avevo idea. Perché mai?≫
≪ La sua abilità in combattimento e l’esperienza sul campo maturata con Fairy Tail, mi facevano supporre fosse la cosa giusta da fare ≫ rispose, Aizawa ≪ ma il preside non era d’accordo. Ha assegnato lui stesso Erza alla 1-A≫
Il roditore annuì. ≪ Per quanto, sia un’eroina lodevole e abbia un quirk notevole, manca di una caratteristica fondamentale per questo mestiere≫
Toshinori lo fissò, sorpreso.
Il preside proseguì ≪ Titania combatte con l’istinto del sopravvissuto. La sua forza, la sua determinazione a vivere, il desiderio di vincere, sono le sue qualità migliori. Certo, Titania è anche un’eroina molto potente e con un forte senso di giustizia, ma questo è il suo limite≫
≪ Non capisco ≫ ammise, Toshinori, turbato. ≪ Erza desidera aiutare le persone. Non resterebbe mai con le mani in mano d’avanti un’ingiustizia≫
≪  Ne sono certo ≫ rispose, sorridendoli ≪ Tuttavia questo suo istinto, la sua volontà a sopravvivere, è anche il suo limite. Erza Scarlet manca del principio base dell’eroismo. Combatte con la disperazione, non con la speranza di un futuro migliore. È questo che noi, in quanto tutori e docenti, dobbiamo cambiare il lei. ≫ Strinse i pugni pellosi ≪ Il nostro compito è rendere i nostri studenti più forti, in attesa della battaglia finale con la Regina. Se riusciremo in questo, avremmo una speranza di battere una donna che, come hai detto tu, non ha nulla di umano.≫
Gli occhi del preside scintillarono. Posò una mano sulla pilla di fascicoli sul tavolo, uno per ogni studente del corso per eroi. ≪ Se faremmo scaturire in Titania la scintilla dell’eroismo, il desiderio di combattere e vincere per proteggere e creare un futuro migliore, lei arderà di quella fiamma. Sarà in grado di superare i suoi limiti. La Regina Titania diverrà inarrestabile≫.
Toshinori non rispose, stordito. Guardò i fogli sparsi davanti a lui con un senso di irrealtà, se solo avesse avuto ancora la sua forza, sarebbe stato lui ad affrontare il pericolo al posto di quei giovani.
≪ Al momento, non sappiamo nulla dei piani della Regina ≫ commentò, Aizawa ≪ Però è strano, ha abbandonato il suo sottoposto senza fare nulla≫
Il preside annuì. ≪ A questo proposito, ho ricevuto una comunicazione≫
Toshinori sollevò lo sguardo e impallidì. Prese il foglio che il preside gli porgeva e lo sentì dire ≪ Lascio a te la decisione se comunicarglielo o meno≫
Toshinori strinse il foglio fino ad accartocciarlo, cercando di soffocare la rabbia che provava.

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Capitolo 37
*** Capitolo 17 - See you, now - Parte 3 ***


Sua madre lo guardò con gli occhi pieni di sgomento e curiosità, nella piccola cucina. ≪ N-non mi avevi detto di avere una r-ragazza ≫ balbettò, nervosamente. ≪ Né che fosse così…carina≫
Midoriya lanciò un’occhiata alla ragazza seduta sul divano, con le gambe accavallate.
Già, nemmeno io ne avevo idea.
Era in cucina ad aiutare sua madre con la preparazione del thè. Aveva l’abitudine di sentirla ogni giorno, per rassicurarla che stesse bene, ma anche per assicurarsi che fosse sua madre ad essere in salute. A volte, gli saliva l’ansia al pensiero di saperla tutta sola in quella casa, senza che ci fosse nessuno a preoccuparsi per lei.
Abbassò lo sguardo sul liquido in effusione, sentendosi bruciare le guance. ≪ È una cosa r-recente ≫ mentì, sistemando le tazze sul vassoio. Sua madre lo stava scrutando, ne percepiva lo sguardo apprensivo addosso. Gli passò una mano fra i capelli spingendo indietro le ciocche ribelli. ≪ S-sembra carina ≫ disse, con un sorriso incerto. ≪ è gentile e si prende cura di te?≫
Midoriya la guardò incredulo. Gentile. Erza. Lanciò un’occhiata alla ragazza seduta in attesa nel suo soggiorno, corrugando la fronte. Il fatto che non lo menasse come faceva con Natsu, era da considerare una gentilezza?
Sin da quando era arrivata a scuola avevano passato molto tempo insieme, a parlare e scherzare, ad allenarsi o studiare. Da quando erano tornati dalla Torre, però, quei momenti si erano velati di un leggero imbarazzo.
Non capiva bene cosa fosse quella stretta calda che avvertiva ogni volta che lei lo chiamava, sorridendoli.
≪ Izuku? ≫ lo chiamò sua madre, allontanandolo dalla cucina. ≪ Stai bruciando il thè≫. Lui trasalì, facendosi da parte. ≪ Ah ehm scusa≫
Sua madre riempì le tazze con gesti esperti. ≪ Non hai risposto alla mia domanda ≫ gli disse, tesa. ≪ Non è che ti fa…soffrire?≫
Izuku arrossì. ≪ N-no, sto bene ≫ replicò a disaggio. Come spiegarle che non stavano affatto insieme? Avrebbe voluto strozzare Erza per quella bugia. ≪ Stiamo bene, credo. Cioè è recente, te l’ho detto.≫
Sua madre allungò una mano, premendoli il palmo caldo contro la guancia e guardandolo dolcemente. ≪ Se tu sei felice e stai bene, non posso che esserlo anche io≫
Gli scottavano le guance, il petto stretto da un calore tenero. Annuì, prendendo il vassoio e portandolo in soggiorno, dove Erza aspettava sfogliando un album.
Sollevò lo sguardo quando lui posò il vassoio sul tavolino davanti a lei, guardandolo divertita. ≪ Che bambino carino che eri ≫ disse, gli occhi nocciola scintillanti. ≪ Ci dormivi anche con quel costume di All Might? ≫
Lui avvampò, storcendo la bocca. Non poteva credere a come sua madre avesse colto al volo l’occasione di tirare fuori l’album di fotografie e l’avesse mostrato ad Erza. La sentì ridacchiare, mentre si sedeva sulla poltrona. ≪ Ha sempre adorato All Might ≫ disse, con un sospiro ≪ C’era questo vecchio video sul suo esordio che io trovavo spaventoso, ma Izuku lo adorava. Lo guardava in continuazione≫
Erza inarcò un sopracciglio, lasciandosi scappare una risatina divertita. ≪ Ma davvero? ≫
≪ Vi prego, basta ≫ piagnucolò Midoriya, mettendosi a sedere sul divano con la ragazza. ≪ Abbiate pietà di me≫
≪ Abbiamo appena iniziato, mettiti comodo che ho la sensazione che ci sia molto altro da scoprire ≫ commentò Erza, dandoli un buffetto sulla spalla. I suoi occhi tornarono sulla donna nella poltrona. ≪ La prego, mi dica di più. Sono curiosa di sapere come è nata la sua passione per gli eroi. In realtà, sono curiosa di sapere se era così timido anche da piccolo≫. Abbassò lo sguardo sulle foto che aveva in grembo, posando un dito su una in cui stava sorridendo dietro una torta di compleanno. ≪ Anche se qui sembra così allegro e sorridente da sembrare difficile crederlo≫
Midoriya sbuffò. ≪ Abbiate pietà di me ≫ bofonchiò, passandosi una mano fra i capelli e tirandosi alcune ciocche.
Erza ridette, posando una mano sul suo braccio e facendoli balzare il cuore in gola. Inko osservò quel gesto e spostò lo sguardo sulla ragazza. ≪ Era molto dolce. Ha sempre rincorso il sogno di diventare un eroe. ≫ disse, abbassando lo sguardo sulle mani nervose ≪ Vederlo tornare a casa pieno di lividi mi ha sempre preoccupato, ma lui non si è mai arreso. Ha continuato a lottare per quel suo sogno, ignorando chi lo scoraggiava≫
Gli occhi nocciola di Erza erano fissi sulla donna, attenti ma tranquilli. Midoriya si sentiva sprofondare nell’imbarazzo più totale, come gli era venuto in mente di andare fin lì con lei?
Lei non avrebbe potuto capire come si era sentito in quegli anni, quanto avesse desiderato poter cancellare le cose di lui che lo rendevano inutile e debole e farlo anche possedendo un quirk o sopperendo alla sua mancanza in qualche modo. No, Erza gli aveva detto chiaramente che lei non aveva mai voluto il potere che gli era apparteneva. Non poteva capire quanto agli occhi di lui, lei fosse fortunata e incredibile.
≪ Quando era bambino, Izuku ripeteva sempre che voleva diventare un eroe che potesse salvare tutti quanti ≫ continuò sua madre. ≪ Come faceva All Might, ma lui non aveva un quirk per poterci riuscire ed io ho sempre temuto il momento in cui avrebbe dovuto fare i conti con questa realtà≫
≪ Mamma ≫ mormorò Midoriya, stringendo i pugni. Sua madre sbatté le ciglia incrostate di lacrime, accennando un sorriso. ≪ S-scusa, magari non volevi parlarne però…≫
No, non voleva ricordare quel periodo e la dolorosa frustrazione che portava alla sua mente. Non voleva ricordare quanto era stato difficile restare a galla. Tutte quelle lacrime ingoiate e lo sforzo immane di nascondere i lividi, di non farsi vedere spaventato da sua madre. Ci aveva provato in ogni modo a dimenticare, ma qualche volta si sentiva come se quei lividi ce li avesse ancora tutti addosso e camminasse sul baratro della disperazione.
 Non voleva ricordare. Soprattutto, non voleva farlo sapere alla ragazza al suo fianco.
Erza, sicuro, non poteva capire quei sentimenti. Avrebbe pensato che lui fosse debole e ridicolo, forse, perfino che se l’era cercata aggrappandosi così disperatamente a un sogno impossibile.
Lei era come Bakugou, le cose le venivano semplici. Era forte e vincente, proprio come il ragazzo biondo.
≪ Se lo diventerà o meno, ≫ disse Erza, la voce bassa ≪ dipenderà da lui. Tuttavia, io credo che possa riuscirci. ≫
Midoriya trasalì. Sua madre la guardò sorpresa. Accennò una risata tesa, dicendo ≪ Essendo la sua ragazza è naturale che tu la pensi così≫
Erza scosse la testa, lo sguardo distante. ≪ Non è questione di fiducia o sentimentalismo, ma è ciò che ho visto con i miei occhi. Quando ci siamo conosciuti, pensavo che fosse una di quelle persone che non sapeva proprio niente del mondo ma che voleva sempre aiutare gli altri. Ovviamente, non avevo capito nulla. ≫ precisò, traendo un respiro tremante ≪ È difficile da spiegare per me, ma…mi ha salvato. Pensavo che sarei morta affrontando il mio passato e che non ci sarebbe stato alcun futuro da vivere. Ho pensato questa cosa per così tanto tempo…≫
Midoriya la guardò sorpresa. Erza sedeva tesa, lo sguardo distante, stingeva le mani l’una nell’altra con tanta forza da farsi sbiancare le nocche. ≪ L’ho pensato finché Izuku non si è intestardito a venire a salvarmi. Una volta, All Might mi disse che il significato di essere eroi sta nel volere aiutare qualcuno anche quando quella persona non vuole aiuto. L’ho sempre reputata una sciocchezza, non puoi salvare qualcuno che non vuole essere salvato, tuttavia…se loro non ci credessero davvero, io non sarei qui adesso. Perciò…≫
Erza si interruppe, arrossendo. Si guardò attorno come se avesse appena realizzato cosa stava dicendo e affondò i denti nel labbro inferiore. ≪ N-non è solo quello che dico io, All Might crede in lui. È uno dei migliori studenti…si, insomma, dovrebbe andarne fiera, ecco≫
Aveva le guance rosse quanto i suoi capelli. Li lasciò ricadere sul viso, muovendosi imbarazzata.
Inko la fissava intensamente, sorpresa.
Midoriya sentiva i battiti del suo cuore accelerare, mentre guardava la ragazza accanto a lui. Uno strano formicolio gli percorse la pelle. ≪ N-non ero l’unico che non voleva lasciarti lì ≫ mormorò, abbassando lo sguardo. ≪ A-anche gli altri…è stato un gioco di squadra≫
≪ Lo so, e vi sono grata ≫ disse con voce soffocata. ≪ Sarete tutti degli splendidi eroi un giorno, ma tu punti a diventare il nuovo Simbolo della Pace, no? Una persona in grado di mettere tutti a proprio agio, di proteggere tutti, di salvare tutti…non è un eroe qualunque. ≫
Uno squillo acuto li fece sussultare.
Inko si voltò verso il corridoio. ≪ Il telefono. Vado a rispondere, scusate ≫ disse, alzandosi. Erza la seguì con lo sguardo, mentre usciva. Strinse le labbra. ≪ Scusa, sto parlando troppo≫
≪ F-figurati ≫ disse, con voce tremante e la sensazione di avere della brace in petto che gli mozzava il fiato e gli bruciava la carne.

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Capitolo 38
*** Capitolo 17 - See you, now - Parte 4 ***


Era la situazione più imbarazzante in cui si fosse mai trovata. Quasi tutti i suoi amici erano orfani, perciò non l’era mai capitato di trovarsi in una situazione simile.
La casa era piccola e confortevole, constatò Erza, con mobili semplici e lucidi. C’erano poche foto in giro per casa e qualche libro di cucina. L’aria profumava di cibo caldo e tè aromatico. Le dava una strana sensazione perché anche la casa che condivideva con Toshinori aveva un’ambiente simile. Sapeva di casa, di un porto sicuro in mezzo alla tempesta.
Il ragazzo al suo fianco era teso come una corda di violino ed evitava di guardarla. Erza si sentiva nervosa, non era mai stata brava ad esprimere pensieri e sentimenti a parole, figuriamoci ringraziarlo per essersi intestardito a volerla salvare.
A peggiorare la situazione c’era sua madre.
Aveva sempre provato interesse per le somiglianze famigliari, si divertiva a cogliere quei piccoli dettagli che acuminavano due persone che condividevano lo stesso sangue, forse perché lei non aveva mai avuto idea di che aspetto avessero i suoi parenti.
Midoriya condivideva molte piccole cose con sua madre. Oltre le più evidenti, come il colore degli occhi e dei capelli, c’era un’energia nervosa di base che gli attraversava il corpo. Era gentile come lui, quella gentilezza disarmante che andava oltre la semplice cortesia e aveva un non so che di arguto nello sguardo, mitigato dalla pacatezza con cui si poneva.
Si passò una mano fra i capelli, spingendoli indietro e tornò ad abbassare lo sguardo sull’album di fotografie. Un bimbo tenero dal sorriso smagliante ricambiò il suo sguardo, con gli occhi scintillanti. Le faceva tenerezza quel bambinetto, anche se era il genere di persona che una volta avrebbe fatto esplodere la sua rabbia. Uno di quelli che non sapeva nulla di quanto il mondo potesse essere oscuro e meschino. D’altronde, nessun bambino di quel età avrebbe dovuto saperlo. Era lei quella strana e sbagliata, era sempre stata quella consapevolezza a farla infuriare.
Il silenzio nella stanza era assordante, si sentiva il mormorio della voce di Inko provenire dal corridoio. Avrebbe voluto chiedere a Izuku se il bambino in quella foto sapeva già che sarebbe stato lasciato da suo padre, se ci pensasse mai a come doveva essere diventato o se c’era qualcosa di lui che riconoscesse in sé stesso. Ricordava di aver pensato che Izuku fosse un ragazzo che non aveva mai sofferto, ma era evidente che non era così.
 Allora, non poteva saperlo.
Girò pagine e il suo sguardo cadde su un ragazzino mingherlino e nervoso. Aveva lo sguardo sfuggente, con una strana nota di tristezza negli occhi e le labbra che si sforzavano di tenere su un sorriso di circostanza. Sembrava molto teso e tormentato. Erza la indicò ≪ Questa di quando è?≫
Midoriya spostò lo sguardo sull’album, accigliandosi. Una ruga comparve fra le sue sopracciglia. ≪ Seconda media ≫ rispose, cupo.
≪ Eri davvero gracilino ≫ esclamò sorpresa. Il ragazzino nella foto era tutto pelle e ossa, con i vestiti che gli pendevano un po' addosso e il viso accigliato. Questa era un’informazione che Toshinori non le aveva dato nei suoi infiniti sproloqui su di lui. ≪ Ci credo che non riuscivi a reggere il One for All, con un fisico così deve essere stata una faticaccia. ≫
≪ Ah ≫ commentò lui. Una sillaba che conteneva amarezza e frustrazione. Erza alzò lo sguardo e lo fissò, accorgendosi di quanto si fosse incupito si sentì afferrare da una certa ansia. ≪ Ho detto qualcosa che ti ha offeso? ≫ domandò, incerta.
Midoriya scosse la testa, evitando di guardarla.
Erza esitò, trovandolo improvvisamente distante, lo sfuggente come lo era quello del ragazzino della foto. Erza picchiettò il dito sulla foto, accennando un sorriso. ≪ Peccato non esserci incontrati a quei tempi. Alle medie, voglio dire.≫
Midoriya si irrigidì, incupendosi. Ciocche verde scuro caddero a coprirgli la parte superiore del viso, la sua bocca si contrasse in una smorfia desolata. ≪ Non mi avresti mai visto ≫ rispose, amaramente. ≪ Una come te, non avrebbe mai potuto notare il ragazzino impacciato di quei tempi. Saresti potuta passarmi davanti centinaia di volte e non ti saresti nemmeno accorta della mia esistenza≫
Erza si sentì stringere il petto da un sentimento contorto. Doveva vederla proprio come una tipa superficiale per pensare una cosa del genere, come se il one for all fosse l’unica cosa che potesse tenerla seduta su quel divano. Lo guardò sorpresa, rispondendo risentita. ≪ Non puoi pensarlo davvero≫
Midoriya strinse il pugno dentro l’altra mano, mordendosi il labbro frustrato. ≪ Sai da dove viene quel nome che prendi tanto in giro? ≫ le chiese, amaramente. Erza aprì la bocca e la richiuse, confusa.
≪ Deku. È il modo in cui mi chiamava Kacchan per prendermi in giro. Voleva sottolineare che razza di fallito senza quirk fossi, di come mi stessi aggrappando a un sogno irrealizzabile≫ disse amaramente, evitando il suo sguardo. ≪ Di come non potevo in nessun modo reggere il confronto con lui. ≫
Erza abbassò lo sguardo sulla foto di quel ragazzino nervoso, iniziando a capire cosa stava guardando. Un ragazzo bullizzato e spaventato, qualcuno che veniva calpestato e che tirava avanti con coraggio.
Non ci aveva mai pensato che lui potesse aver sofferto, non con quel sorriso dolce e luminoso, non con quella sua gentilezza. C’era così tanta gentilezza in lui e così tanta forza che aveva scartato l’idea che potesse sapere cosa fosse il dolore.
Non aveva capito nulla di lui.
Avrebbe dovuto capire che quella sua forza d’animo e la gentilezza che lo caratterizzavano nasceva dal dolore. Lui era proprio come Mirajane. Il dolore che avevano patito invece che inasprirgli e riempirgli di odio e rabbia, gli aveva resi gentili. Era stata lei ha dirglielo una volta, il dolore può rendere le persone gentili, può far nascere in loro il desiderio che nessun altro soffra.
Lei l’aveva relegata a una visione troppo semplicistica del mondo, ma era quello che era successo a Midoriya. Aveva passato la vita a venir calpestato e quando gli era stato dato il potere, invece di vendicarsi per il male subito, aveva deciso di usare quel potere per aiutare gli altri.
≪ Per questo, quando Uraraka-san mi disse che il nome Deku le faceva pensare a qualcuno che si impegna, mi sono sentito felice. Io non sono speciale, non sono forte come te e Kacchan, non sono nemmeno un vincente. Tutto quello che voglio avere…devo lottare più di tutti per ottenerlo. È sempre stato così.≫
Erza si sentì stringere il petto da una stretta dolorosa. ≪ Izuku… ≫ sussurrò, osservando quegli occhi tristi sulla carta. ≪ Sai, è più facile tirare un pugno che porgere la mano. Reagire all’odio e al dolore con altra rabbia e dolore, che con la gentilezza. ≫ Allungò una mano e gli accarezzò la testa, lasciando che i riccioli smeraldini gli si impigliassero fra le dita. ≪ Solo chi è veramente forte può permettersi di essere gentile. In questo mondo crudele, la vera forza di una persona sta nella gentilezza. ≫
Midoriya sollevò lo sguardo, sorpreso e confuso. Il viso gli si colorò di un intenso rossore, specchio di quella che si rifletteva sul volto di lei. ≪ Non so dire come sarebbe andata se ci fossimo incontrati in altre circostanze ≫ sussurrò, facendo scorrere le dita fra i suoi capelli. Erano morbidi e soffici, proprio come sembravano. ≪ Ma quello che so è che ora ti vedo. Vedo il tuo impegno e la passione che ci metti e quanto sai essere gentile. ≫
Il rossore sulle sue guance lentigginose si accentuò. Midoriya emise un verso strozzato e mormorò ≪ E-Erza…≫
La porta del corridoio si aprì e Inko ricomparve. ≪ Scusate, stavamo dicendo…?≫
Erza e Midoriya trasalirono, scostandosi.
Lei ritrasse la mano di scatto, sentendosi bruciare il viso per l’imbarazzo. Cosa diamine le saltava in mente? Perché ultimamente si comportava in modo così strano? Trasse un respiro tremante, mentre la donna gli guardava incerta.

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Capitolo 39
*** Capitolo 18 - Quello che voglio - Parte 1 ***


≪ Hai una madre simpatica ≫ gli disse Erza, prendendolo in giro. La metro era poco affollata, a quel ora. Sedevano sui sedili imbottiti in uno scompartimento praticamente vuoto.
Erza stava scorrendo le fotografie che Inko le aveva dato, ridecchiandosela. Ne sollevò una – un Izuku bambino nel suo pigiama di All Might – e gliela mostrò, ridendo ≪ Se mio padre la vedesse scoppierebbe a piangere≫
≪ Non ti azzardare! ≫ scattò, allungando la mano per strappargliele via. Erza le fece sparire in una pioggia di scintille scarlatte. Evidentemente, il Kansou poteva contenere qualsiasi cosa.
Midoriya sospirò, lamentandosi. ≪ Non capisco perché le hai detto quella bugia≫.
Non che gli fosse dispiaciuto sentirglielo dire. Sono la ragazza di Izuku. Per poco, non gli era esploso il cuore. Assolutamente si.
Erza si strinse nelle spalle. ≪ Era propensa a crederlo. Inoltre, la farà stare più tranquilla il pensiero che qualcuno si occupa di te≫
La guardò, scettico. ≪ Se sapesse delle risse in cui mi hai trascinato oggi, non si sentirebbe per nulla tranquilla≫
≪ Ti stai lamentando di nuovo di quella cosetta da nulla? ≫ replicò, sollevando gli occhi al cielo. Scivolò sul sedile, soffocando uno sbadiglio e li appoggiò la testa sulla spalla. Midoriya si irrigidì, arrossendo.
La metro si fermò, le porte si aprirono e un gruppetto di ragazzi fece il suo ingresso. Avvertì il loro sguardo su di loro, ed arrossì sentendo uno bisbigliare a un amico ≪ Che ci fa una così con quel tipo insignificante?≫
≪ Farà beneficienza ≫ replicò l’altro, ridendo.
Midoriya si incupì.
Erza aveva chiuso gli occhi, sembrava addormentata. Non si svegliò nemmeno quando lui estrasse lo smartphone e aprì la fotocamera interna. Inquadrò sé stesso ed Erza e scattò la foto.
Dallo schermo, gli occhi castani di Erza lo scrutarono. ≪ Odio le foto ≫ borbottò, la ragazza. Midoriya sussultò, facendosi quasi scappare il telefono di mano. Lo infilò in tasca prima che lei potesse prenderglielo e cancellare la foto.
≪ Q-questo…ah, ecco…la prossima è la nostra fermata ≫ balbettò, distogliendo lo sguardo. La testa di Erza gli pesava sulla spalla, il suo profumo gli si stava già attaccando addosso. Riusciva sentire il calore che emanava il suo corpo.
Ora ti vedo. Aveva detto e Midoriya si era sentito come se All Might l’avesse colpito con un Detroit Smash al cento per cento della forza dritto allo stomaco.
≪ L’ho capito, sai ≫ disse Erza, abbassando la voce. ≪ La ragione per cui ha scelto te, come suo erede≫
Midoriya la guardò, sorpreso. Il dorso delle loro mani si sfiorava, allungò le dita facendole scivolare sul suo palmo. Non disse nulla solo perché temeva che la voce avrebbe tradito l’agitazione che provava.
Erza affondò il viso nella sua spalla. ≪ L’ho capito alla Torre del Paradiso, mentre combattevi. Sei proprio come lui. Non riuscite a girarvi dall’altra parte quando incontrate qualcuno che ha bisogno di aiuto. Non importa che sia un aiuto non richiesto, voi dovete salvare tutti.≫
Avere la sua testa che gli pesava sulla spalla, gli faceva piacere, così come le loro mani intrecciate e il suo profumo. Era stranamente quieta e questo lo preoccupava un po'.
≪ Il compito di un eroe è quello di aiutare tutti ≫ mormorò, abbassando lo sguardo ≪ Anche se si tratta di un aiuto non richiesto≫
≪ Era solo per questo? ≫ domandò con un filo di voce. Il rossore sul viso di Midoriya aumentò. Si sentiva lo stomaco chiuso da una morsa e dovette prendere un piccolo respiro per calmarsi.
≪ Quando quei ragazzi sono venuti a prenderti e tu sei andata con loro senza combattere…ho avuto paura. Non per me, ma per te. Sembravi così triste e rassegnata, non potevo sopportare di vederti così≫. Aveva ancora i brividi per quella visione, il modo in cui Erza gli aveva respinti, per proteggerli, ma anche per punire sé stessa. ≪ Mi sentivo uno schifo. Non solo non ero riuscito a proteggerti, ma non avevo nemmeno realizzato quali sentimenti ci fossero dietro a ciò che mi hai raccontato quel giorno nella mia camera≫
≪ Non potresti mai capirlo ≫ rispose lei monocorde. ≪ Senza averlo vissuto, è impossibile. Qualche volta nemmeno io sono sicura di capirlo davvero≫
Midoriya scosse la testa, arrabbiato con sé stesso. ≪  Ma avrei dovuto fare di più. Proteggere tutti quanti. Proteggere te
≪ Izuku ≫ sussurrò lei, sollevando lo sguardo per fissarlo. I suoi occhi nocciola erano attenti e scuri, sembravano volergli leggere dentro. Midoriya allungò la mano e gli scostò dal viso alcune ciocche di capelli sottili e leggere. ≪ Come posso aspirare ad essere il Simbolo della Pace se poi non riesco ad essere all’altezza delle situazioni. Come posso volerlo diventare se non riesco nemmeno a proteggere le persone che mi sono care?≫
Erza scosse la testa. ≪ Pretendi troppo da te stesso. Hai questo potere da nemmeno un anno, dai tempo al tempo ≫
Midoriya affondò i denti nel labbro. Erza emise un sospiro, appoggiando la testa sulla sua spalla e stringendosi al suo fianco. ≪ Sei comunque venuto a salvarmi e non ti sei arreso nemmeno quando ti ho detto di farlo≫
Si sporse verso di lei, baciandola in cima alla testa, fra i capelli morbidi.
≪ Non ti avrei mai lasciato lì ≫ mormorò, con un filo di voce e la sensazione che le parole potessero strozzarlo.
Lei gli afferrò il braccio, facendolo trasalire per la sorpresa. Affondò le dita nella maglia, la voce soffocata contro la spalla del ragazzo. ≪ Grazie di non esserti arreso con me≫.
≪ Non mi arrenderò mai se si tratta di te ≫ replicò. ≪ Voglio vederti sorridere≫.
 Il cuore gli batteva così forte in petto che anche lei doveva sentirlo. Gli piaceva la sensazione del suo corpo contro il suo, il calore che emanava, il suo respiro. Non gli era mai dispiaciuto averla accanto, ma già da prima che fosse rapita aveva iniziato ad accorgersi che iniziava a piacergli un po' troppo la sua vicinanza.
Erza sollevò la testa per guardarlo, gli occhi nocciola lucidi e le guance arrossate, come se avesse la febbre. << Non suonava male ≫ mormorò, riaffondando la testa contro la sua spalla. Midoriya corrugò la fronte, perplesso ≪ C-che cosa?≫
≪ Quello che ho detto a tua madre, sul fatto che ero la t-tua ragazza. Non suonava male ≫ mormorò, stringendoli il braccio.
Oh Dio Santissimo!
Midoriya si irrigidì, il viso in fiamme. Doveva essere completamente rosso, orecchie, collo e viso. Gli si stava sfocando la vista. aveva sentito bene?
≪ E-Erza ≫ tentò di dire. ≪ Co-cosa stai dicendo?≫
La metro si fermò, aprendo le porte. La ragazza si alzò di scatto, nascondendogli il viso ≪ Non è la nostra fermata? ≫ borbottò, spingendolo ad alzarsi.
Fecero l’ultimo tratto di strada a piedi, in un silenzio perfetto che aumentava l’ansia di Midoriya ad ogni passo. La sua mano stringeva ancora quella della ragazza che evitava il suo sguardo.
Era impossibile capire cosa passasse nella testa di Erza, la sbirciava, cercando qualcosa da dire. Ogni volta che si sentiva sul punto di dire qualcosa di sensato, la timidezza lo assaliva a tradimento, costringendolo a tacere.
Non riusciva a capire se lo prendeva in giro o diceva sul serio.
Il dormitorio fece capolino all’orizzonte con le luci accese ed amicanti. Erza si fermò, adocchiando le due figure ferme sulla scalinata.
Schiuse le labbra per la sorpresa e si illuminò.
≪ Toshi ≫ disse con un filo di voce, emozionata. ≪ C’è All Might≫
Midoriya non si voltò, lo sguardo incatenato a quell’espressione adorante sul viso di lei. Gli occhi nocciola di Erza scintillavano, mentre gli lasciava la mano per correre incontro al padre.
Midoriya le andò dietro.
Sulla scalinata sedevano All Might e qualche scalino più in alto, Uraraka. Stavano chiacchierando, quando si interruppero, vedendoli arrivare.
All Might si alzò, scendendo per fermarsi sull’erba e accolse Erza abbracciandola.
≪ Sono a casa ≫ disse lei, affondando il viso nel suo petto.
All Might le accarezzò la testa, lasciando scivolare le dita fra le ciocche dei suoi capelli rossi che splendevano anche nella penombra. ≪ Ben tornata ≫ disse, la voce fremente. ≪ È andata bene la missione?≫.
Sollevò lo sguardo su Midoriya che gli fece un sorriso nervoso. ≪ Uhm, si. Penso di si ≫ rispose, incerto. ≪ Abbiamo raccolto diverse informazioni≫.
Lanciò un’occhiata ad Uraraka che era rimasta in disparte, in completo silenzio. Teneva lo sguardo basso, evitando di guardarli.
Midoriya sentì una fitta di ansia. ≪ Scusa, Uraraka-kun. Ho fatto tardi ≫ disse, osservandola stringersi nelle spalle. ≪ Ti va di fare una passeggiata prima di cena? Così parliamo≫
Lei scese gli scalini senza guardarlo. Non si era aspettato una risposta così moscia, dato che quella mattina gli era sembrata ansiosa di parlare. Si fermò a salutare All Might e sua figlia, prima di avviarsi verso il bosco con la ragazza.
Uraraka non accennò ad alzare lo sguardo, camminandogli al fianco. Midoriya le lanciò un’occhiata ansiosa, doveva essere successo qualcosa.
Aspettò che fossero abbastanza lontani da non essere visti né sentiti dai compagni di dormitorio, prima di chiedere dolcemente ≪ Uraraka-kun, cosa c’è che non va?≫
≪ P-perché me lo chiedi? ≫ rispose lei, nervosa. ≪ Cosa ti fa credere che ci sia qualcosa che non va?≫
Lui si fermò, confuso. ≪ Beh, hai un’aria spaventata. È per Kacchan? Ha fatto qualcosa?≫. Sapeva che negli ultimi giorni avevano iniziato ad allenarsi insieme, una cosa che l’aveva sorpreso profondamente.
Uraraka strinse le labbra, contrariata. ≪ Bakugo-kun, non c’entra. Hai passato tutto il pomeriggio con Erza-san, vero?≫.
Cos’era quella punta di rabbia nella sua voce? Midoriya esitò, non sapeva quanto potesse dire di una missione che non era nemmeno la sua.
≪ Più che altro, ho fatto da guida ad Erza che non conosceva la città. Doveva raccogliere delle informazioni per la sua agenzia, ma alla fine mi sono trovato messo in mezzo a qualche rissa≫
Lei sollevò di scatto il viso, fissandolo. Midoriya sgranò gli occhi. Gli occhi castani di Uraraka erano lucidi e febbricitanti, aveva il viso arrossato e la sua bocca tremò ≪ D-Deku-kun ≫ disse, avvicinandosi. Le sue piccole mani soffici si posarono sulle sue guance e prima che Midoriya potesse capacitarsi di quello che stava accadendo, la bocca morbida di Uraraka premette sulla sua.

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Capitolo 40
*** Capitolo 18 - Quello che voglio - Parte 2 ***


Il giorno in cui la Torre del Paradiso era crollata, Erza aveva sentito qualcosa rompersi dentro di sé.
Tutta la rabbia, la paura e il dolore che erano cresciute in lei, negli anni trascorsi a sognare quel luogo, a desiderare di rimediare alle sue mancanze, si erano solidificate nel suo petto, formando un bozzolo pulsante.
Aveva potuto farne ricorso ogni volta che vacillava. Perché si sottoponeva ad allenamenti così duri? Per salvare Gerard e gli altri. Perché accettava le missioni peggiori? Per poter affrontare Gerard e gli altri. Perché era diventata Titania? Per distruggere lo scenario dell’errore che era la sua infanzia.
Dal momento in cui si era trovata in quella spiaggia, tutti quegli obbiettivi erano crollati al suolo, insieme alla Torre del Paradiso. Era finita. Quel bozzolo di emozioni negative e rimpianti si era infranto nel suo petto. Le urla e le lacrime che aveva trattenuto per così tanto tempo, si erano riversate fuori, lasciandosi dietro un deserto sterile, un vuoto che non sapeva come riempire né se sarebbe riuscita a farlo.
L’affetto con cui i suoi amici l’avevano travolta, non era bastato a colmare quel vuoto straziante. L’unica eccezione era stato l’uomo che stava davanti a lei e che ora la stava guardando con affetto e preoccupazione paterna.
≪ Cosa c’è? ≫ domandò, Erza ≪ Cosa è successo?≫
Toshinori strinse le labbra sottili. Era pallido, l’azzurro degli occhi denso di preoccupazione.
≪ Sono stato convocato dal coordinatore di classe e dal preside ≫ ammise, cauto. La guardò come se stesse valutando le sue condizioni per decidere quanto dirle e come farlo. Era l’unico che non riuscisse a ingannare con un bel sorriso o un umore giocoso ed esuberante. Lui e forse Natsu, che la conosceva come le sue mani.
≪ Si sono lamentati che sei un dilettante come insegnante? ≫ esclamò, sforzando una risata. ≪ Quei bigliettini a lezione sono-≫
≪ Mi hanno convocato come genitore ≫ la interruppe.
Erza sospirò, sfregandosi la fronte. Sapeva che prima o poi sarebbe successo, però aveva supposto di avere più tempo. ≪ Sono stati veloci ≫ borbottò.
Toshinori, la scrutò. ≪ Lo sai cosa penso, non te lo devo ripetere, vero?≫
Lei annuì. Sin da piccola, glielo aveva ripetuto spesso. Non ti spingerò ad essere un’eroina o ad usare il tuo quirk. Puoi fare quello che vuoi, Erza. A me basta che tu sia felice e sorrida
≪ Trova qualcosa che ti appassioni al punto da metterci tutta te stessa ≫ disse, citando quello che lui le aveva sempre ripetuto.
Lo guardò sorriderle, dolcemente. ≪ Esatto. Dimmi, Erza-chan, che cosa desideri? Vuoi stare qui alla Yuei, vuoi tornare a Fairy Tail, vuoi…cambiare scuola?≫.
≪ Voglio restare con te ≫ rispose con uno slancio di decisione. ≪ Te l’ho detto, voglio camminare al tuo fianco ancora per molto tempo. Starti vicino≫
≪ Questo non è in discussione ≫ rispose, accarezzandole la guancia.
Erza sentì una stretta allo stomaco. Certo, non l’avrebbe lasciata, ma non avrebbe lasciato nemmeno la Yuei e Midoriya.
≪ Ora che non sei più il simbolo della pace ≫ disse, sentendo la voce fremere d’impazienza ≪ potremmo finalmente vivere una vita normale, non pensi?≫
Gli occhi azzurri di suo padre la scrutarono, cercando di catturare i suoi pensieri.
≪ Non dico di lasciare la Yuei – so che non lo vuoi – però potremmo vivere insieme. Tu farai l’insegnante ed io ≫ deglutì, nervosa. ≪ potrei studiare qui≫
≪ Allora devi migliorare il tuo rendimento ≫ commentò, accennando un sorriso.
Erza strinse i pugni, prese un bel respiro e disse tutto d’un fiato ≪ Trasferendomi alla sezione ordinaria della Yuei≫.
Le parole indugiarono fra loro. Toshinori la guardò, sorpreso. Erza rabbrividì nella brezza leggera della seria. Stava iniziando a fare di nuovo freddo.
≪ Ci ho pensato. Ho pensato…alla ragione per cui ho iniziato ad usare questo quirk. Quando ero prigioniera, la mia unica speranza era che non si sviluppasse, ma quando accadde…ne fui sollevata. Pensai che così avrei potuto proteggere e salvare i miei amici ≫ scosse la testa. Era stato un sogno vano, sia allora che ora. Non aveva salvato nessuno, lei. Se non fosse stato per i suoi amici, sarebbe morta lì con Gerard e gli altri. ≪ Adesso, però…non so più per cosa sto combattendo. Per cosa mi stia impegnando. Lo odio ancora questo quirk ≫ sollevò le mani, fissandosi i palmi. Erano ruvide e callose per le estenuanti ore passate a impugnare la spada. Non erano come le mani delle sue compagne. ≪ Eppure, l’ho usato per così tanto tempo che non saprei come non usarlo.≫
≪ Erza-chan ≫ sussurrò, dolcemente. Le sue mani gentili si posarono sulle sue spalle. La guardò con una tristezza impotente. ≪ Non decidere adesso. È passato troppo poco tempo. Lascia che ne passi ancora un po', se non cambierà nulla, ti supporterò≫.
Lei annuì, cercando di recuperare un’espressione sicura. Detestava mostrarsi debole, anche se si trattava di lui.
Toshinori le strinse le spalle, gli occhi liquidi la scrutarono. ≪ C’è un’altra cosa di cui volevo parlarti ≫ ammise. Erza lo guardò curiosa.
≪ N-non vorrei doverlo dire, ma penso che sia meglio che tu lo sappia da me piuttosto che da qualcun altro ≫ disse, la voce tesa come la corda di un violino.
L’aria stava diventando gelida. Nuvole cariche della promessa di pioggia si addensavano all’orizzonte. Dal dormitorio arrivavano le voci allegre dei compagni, la confusione di stoviglie e le risa.
Toshinori strinse le labbra, affondando le dita nelle sue spalle. ≪ Si è svegliato. Gerard ha aperto gli occhi≫
Erza lo guardò senza capire. Aveva sicuramente frainteso, pensò sentendo il respiro bloccarsi in gola. Toshinori la guardava dispiaciuto ≪ Si è svegliato stamattina. Sembra che abbia perso del tutto la memoria≫
≪ C-come è possibile? ≫ mormorò. Le sembrava che il corpo si fosse trasformato in metallo, pesante e rigido. ≪ Lui non-≫
≪ Non ricorda nulla, né degli ultimi anni, né di prima. I medici pensano che dipenda dallo shock subito dal controllo mentale della Regina dei Draghi. Al momento, non sanno se è una condizione permanente, potrebbe riuscire con il tempo a recuperare i ricordi della sua vita prima del controllo mentale≫.
Erza si strappò dalle sue mani, indietreggiando incredula. Aveva gli occhi sbarrati e le labbra socchiuse.
≪ Non è tutto ≫ sospirò, Toshinori, passandosi la mano scheletrica fra le ciocche bionde, spettinate.
≪ Che altro c’è? ≫ sbottò, alzando la voce.
Quanto era stata stupida a pensare che fosse finita. Wally aveva ragione, non sarebbero mai stati liberi.
Gerard…Gerard!
Le lacrime presero a scendere, appena sentì le parole sussurrate da suo padre. ≪ C’è una cosa che Gerard ricorda, un nome senza volto. Il tuo nome, Erza≫
Gerard, si ricorda di me.  
Era un pensiero che le causava un dolore sordo al petto e una gioia straziante. La persona per cui aveva combattuto, quella che avrebbe voluto salvare, senza esserci riuscita...poteva tornare in sé?
Suo padre la guardò, ansioso. ≪ So che è sconvolgente per te≫. Allungò una mano come se volesse toccarla e si fermò, esitante. Erza non mosse un dito per incoraggiarlo, il corpo reso rigido dalla consapevolezza di aver subito un’inversione di pensiero. Fino a un’ora prima, era stata felice con Midoriya, la sensazione calda e rassicurante della sua presenza, le aveva riempito il petto di dolcezza. Adesso, aveva nuovamente freddo. Nella sua testa esisteva un solo pensiero.
Toshinori lasciò ricadere la mano, sospirando impotente. ≪ La persona che odi di più al mondo, è sveglia…mi rendo conto che deve essere destabilizzante. Questo però non significa che tu debba sentirti in dovere di vederlo o fare qualcosa per lui≫
La persona che odiava; la persona che aveva popolato i suoi incubi; la persona verso cui si era fatta strada, spada alla mano, con l’intenzione di salvarlo. Era stato l’ombra che offuscava la luce che si era riversata nella sua vita. Lei lo odiava e ne aveva paura, allora perché si sentiva così felice? Perché stava piangendo?
Non lo dimenticherò maile aveva detto, il bambino. La schiena appoggiata contro la pietra della cella. Il tuo nome, Erza Scarlet, me lo ricorderò sempre.
Erza si sentì barcollare, come se fosse diventata un filo d’erba piegato dalla brezza invernale. Toshinori le circondò le spalle con le braccia sottili, se la strinse contro il petto caldo. Sotto il tessuto della maglia poteva percepire le costole aguzze, le ossa appuntite.
≪ Forse avresti preferito non saperlo ≫ le sussurrò, premendo la bocca sul suo orecchio. Lei scosse la testa, soffocando i singhiozzi prima che uscissero.
Non avrebbe più pianto, non per Gerard, non per quel passato.
≪ Grazie di avermelo detto ≫ sussurrò, la voce inclinata dai sentimenti contradittori che provava. ≪ Per quanto ho detto sul cambiare corso…vorrei pensarci ancora un po'≫.
Toshinori le accarezzò la testa, dolcemente. ≪ Erza-chan ≫ mormorò, la voce straziata da un sentimento di impotenza.
Lei si scostò, asciugandosi di nascosto le lacrime. Avrebbe voluto sorriderli per rasserenarlo, ma i muscoli non le rispondevano. ≪ Adesso, è meglio se entro. Gli altri si arrabbieranno se non do una mano a preparare la cena≫
Suo padre le prese il viso fra le mani e le baciò la fronte. ≪ Se hai bisogno di parlarne, sai dove trovarmi. A qualunque ora≫.
≪ Grazie ≫ ripeté.
Toshinori indugiò sul prato, mentre lei saliva gli scalini e apriva la porta d’ingresso. La guardò ansiosamente entrare e chiudersi la porta alle spalle.
Erza si fermò, la schiena premuta contro il legno.
Il suo cuore era in subbuglio, ma non poteva lasciare che quelle emozioni la sopraffacessero.
≪ Bentornata, Erza! ≫ l’accolse, Happy. Erano già a tavola che mangiavano. Lucy sollevò lo sguardo e le sorrise. ≪ Ehi, bel lavoro. Hai avuto qualche intoppo?≫
Kaminari si fermò, nelle mani aveva un piato da portata di carne. ≪ Ho sentito che eri in missione, che figata!≫
≪ Hai incontrato dei villan? ≫ le domandò, Sero, emozionato.
Erano tutti molto vispi e la sommersero di domande. Si tolse le scarpe, sforzandosi a un allegria che non provava ≪ Ehi, ragazzi che buon profumino! No, niente villan. È stata una missione noiosa≫
Jiro le fece posto fra lei e Tokoyami, ed Erza si sedette, servendosi della carne. Non aveva molto appetito, ma si sforzò di mangiare qualcosa.
Natsu la fissava, gli occhi intensi.
≪ Che c’è? ≫ gli domandò, spazientita. Lui posò le bacchette sulla ciotola di riso, aveva imparato prima di lei ad usarle. ≪ Quando hai finito di mangiare, vieni un attimo con me≫
Erza lo guardò, sorpresa. Aveva un’aria insolitamente seria. Annuì, corrugando la fronte. In quel momento, la porta si aprì e Midoriya entrò, imbarazzato. Da solo.

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Capitolo 41
*** Capitolo 19 - Sentimenti - Parte 1 ***


La bocca di Midoriya era morbida e calda come aveva sempre pensato fosse. Lo sentì tremare fra le sue mani. Di riflesso, premette con più decisione la sua bocca su quella di lui, fino a far scontrare i loro denti.
Voleva imporli di vederla – vederla davvero – non come la compagna di classe o l’amica, ma come la persona che lo conosceva meglio.
Midoriya si agitò, afferrandole le spalle con mani tremanti. La sua presa era più forte di quanto Uraraka si fosse aspettata. L’allontanò da sé con gentile fermezza, guardandola senza fiato.
I suoi occhi verdi erano offuscati dalla confusione. ≪ U-Ura-ra-ka ≫ esclamò, incespicando su ogni sillaba, il viso in fiamme. ≪ C-cosa…?≫
Lei adorava vederlo arrossire, era carino e le faceva venire voglia di baciarlo ancora e stringerlo forte. Voleva vedere quanto potesse arrossire.
Quello che non voleva era sentire le sue parole, non prima che lei avesse pronunciato le proprie. ≪ Tu mi piaci, Deku-kun. Mi piaci tanto ≫ disse tutto d’un fiato, arrossendo.
Midoriya sussultò, sorpreso.
≪ Sin dall’esame di ammissione, quando mi hai salvato, non ho fatto altro che sentire questi sentimenti crescere dentro di me. ≫ si premette la mano sul petto, sentendo il suo cuore battere contro la cassa toracica, come se volesse scappare ≪ Non posso più fingere né ignorare quello che sento. Sei la persona più gentile, coraggiosa e intelligente che conosca. ≫ strinse i pugni così forte da farsi male, artigliandosi la stoffa del cappotto ≪ Io sono innamorata di te, Deku, e vorrei≫.
Le parole le si impigliarono in bocca, con un nodo che le stringeva la gola, man mano che lui taceva, evitando il suo sguardo. Le ultime parole le fuggirono dalle labbra come un sussurro ≪ Vorrei che ci mettessimo insieme≫.
Ecco, l’aveva detto.
Midoriya aveva l’aria sconvolta, come se avesse ricevuto una scarica elettrica da Kaminari. Alzò lentamente lo sguardo, imbarazzato, ispirando bruscamente.
Le strinse le spalle un po' più forte. ≪ U-Uraraka, grazie ≫ disse, la voce resa sottile dall’emozione. ≪ Lo sai che ti voglio molto bene≫
A quelle parole, il suo cuore sussultò. Allungò una mano per toccarli il viso, socchiudendo le labbra. Midoriya scosse la testa, facendo scivolare le ciocche verde scuro su un occhio. ≪ Però…ecco, io…non posso≫.
La mano di Uraraka ricadde priva di vitalità, lungo il fianco.
≪ Non posso mettermi con te. Ti prego, scusami ≫ disse, guardandola affranto. ≪ No-non avevo idea che tu provassi simili sentimenti p-per m-me≫
Una pugnalata le avrebbe fatto meno male. La sua voce ebbe un fremito di rabbia e amarezza, nel dire ≪ È per via di Erza-san? S-sei innamorato di lei?≫.
Midoriya sbarrò gli occhi e indietreggiò, lasciandola andare di scatto. Il rossore sul suo viso si accentuò, distolse lo sguardo, una nota acuta nella voce ≪ N-no, ti sbagli! S-siamo solo amici≫.
Uraraka lo guardò, senza fiato. Gli sembrava di poterlo sentire, il rumore del suo cuore che andava in frantumi come cristallo, i frammenti acuminati che le straziavano la carne, mentre Midoriya proseguiva agitato. 
≪ Q-quello che voglio dire è che non posso ricambiare i tuoi sentimenti.≫
≪ Ma…potresti. Magari, i-in futuro ≫ tentò lei, una nota di disperazione nella voce.
≪ P-penso di essere innamorato di un’altra persona. ≫ Arrossì, evitando di guardarla e Uraraka vide i suoi occhi verdi scintillare, raggianti.
 ≪ In realtà, non lo so cosa provo. So solo che non riesco a smettere di pensarla. Ogni volta che faccio qualcosa che riesce a impressionarla, mi sembra di sentire il cuore esplodermi nel petto. Il suo sorriso- ≫ si interruppe, guardandola mortificato ≪ N-non piangere, Uraraka-kun. Per favore≫.
Lei lo guardò senza rispondere. Non se n’era nemmeno resa conto, le lacrime erano sbocciate senza che lo volesse.
≪ Per favore, non fare così ≫ disse lui, allungando una mano verso il suo viso bagnato di lacrime ≪ Mi dispiace. Mi dispiace, davvero. Se potessi…ma io≫
Le sue dita erano ruvide sulla sua pelle calda, gentili nel cercare di fermare quel torrente di amarezza e delusione. Ma lei non voleva la sua compassione. Gli colpì la mano con forza, allontanandola da sé.
Midoriya la guardò, sconvolto. ≪ Uraraka-kun?≫
Lei scosse la testa, indietreggiando. In un flash si ricordò di quando aveva stretto Erza alla Torre del Paradiso, dicendole che sarebbero tornati a casa insieme. Adesso, avrebbe voluto che lei restasse lì, che rimanesse con Gerard e gli altri. Trattenne il fiato, il corpo scosse dai singhiozzi. Ecco, cosa le stava facendo la gelosia e il dolore, le pompava veleno nelle vene.
Midoriya tentò di avvicinarla, di nuovo. Uraraka indietreggiò, si voltò e incespicando nei suoi stessi piedi, prese a correre.
≪ Uraraka-kun! ≫ la chiamò, Midoriya, ma lei non si voltò. Corse disperatamente e alla cieca. I singhiozzi le scuotevano il corpo, le lacrime non ne volevano sapere di smettere di cadere.
Scovò un angolino fra due muri della scuola in cui rifugiarsi. Si lasciò cadere a terra, stringendosi le gambe al petto e affondò il viso sulle ginocchia.
Pianse e singhiozzò per quelle che gli parvero ore.
Sentiva tutto il corpo venir scosso dai singhiozzi e dalle lacrime incontrollabili che scendevano dai suoi occhi, doloranti.
Le sembrava di non poter più smettere, avrebbe pianto fino alla fine dell’anno.
Cosa l’era saltato in mente? Eppure, lo sapeva che era un tentativo disperato, avrebbe dovuto capirlo.
Avrebbe fatto meglio a tacere. Avrebbe fatto meno male se le avesse tenute per sé, quelle parole. Il dolore sarebbe svanito più in fretta, e le sarebbe rimasta la sua amicizia. Ora, cosa le sarebbe rimasto di lui?
≪ Chi cazzo c’è lì? ≫ esclamò una voce ruvida.
Uraraka sussultò, tirando su con il naso. Alzò il viso bagnato e si sforzò di mettere a fuoco, attraverso le lacrime, ciò che la circondava.
Era scappata a nascondersi nel primo angolino appartato che aveva trovato. Aveva scelto quella piccola rientranza vicino ai cassonetti della spazzatura, a pochi metri da lei.
Due occhi rossi le scrutarono il viso congestionato.
Uraraka si sentì arrossire, l’imbarazzo che le risaliva dal petto, con voce roca esclamò ≪ Coraggio, dillo! Di pure che ho un aspetto orribile e che… che io… ≫ scoppiò a piangere più forte.
Si, era orribile. Non era bella come Lucy, con le sue curve morbide e gli occhi nocciola scintillanti e dolci. Non era nemmeno come Erza, bella e potente, con quei capelli rossi lucenti che attiravano lo sguardo di tutti e il sorriso improvviso e luminoso, disarmante.
Sentì un fruscio e un Tsk stizzito.
Alzò timidamente lo sguardo e trovò Bakugo seduto al suo fianco, i polsi appoggiati sulle ginocchia con disinvoltura. Per una volta, non stava urlando. Aveva la faccia scura, infastidita.
≪ Non pensare che ti chieda che cazzo di problemi hai per piangere vicino alla spazzatura ≫ le disse, senza guardarla. ≪ Ma sappi che piangere non ha mai risolto nulla≫
≪ L-lo so ≫ singhiozzò. ≪ Solo…≫.
Bakugo le lanciò un’occhiata con la coda dell’occhio.
Uraraka tirò su con il naso, cercando invano di frenare le lacrime con le maniche del maglione. ≪ Solo che non riesco a smettere≫.
Dall’altra parte non venne alcuna risposta. Doveva dargli fastidio, sentirla singhiozzare e piagnucolare come una bambina. Dio, si dava fastidio persino lei.
 ≪ I-io h-ho detto… a Deku-kun che sono innamorata di lui ≫ singhiozzò ≪ Me lo sono tenuta dentro per così tanto tempo che ha fatto male dirlo≫.
Bakugo si mosse appena. Il viso si oscurò. Non scattò, non le disse nulla, restò lì, in attesa che lei decidesse se proseguire o meno.
Se l’avesse presa in giro o avesse fatto qualche commento, probabilmente non l’avrebbe sopportato. Il suo silenzio, invece, era incoraggiante.
≪ E lui…lui ha detto ≫ il singhiozzo le si ruppe in gola, rischiando di soffocarla. Maledizione, odiava piangere. Bakugo aveva ragione: non serviva a nulla. Prese un paio di respiri profondi, prima di continuare.
≪ Ha detto che sono una sua cara amica e nulla di più≫.
≪ Ha detto questo? ≫ rispose, Bakugo, disgustato.
Uraraka annuì ≪ In sostanza, si≫.
Bakugo la guardò, socchiudendo gli occhi, quasi la penombra gli rendesse difficile metterla a fuoco. Oppure stava cercando di anticipare i suoi pensieri.
Grugnì, un suono rauco e profondo.
Uraraka abbassò lo sguardo, vergognandosi. Deku aveva detto quelle parole con la sua solita gentilezza, affranto all’idea di darle una delusione. A ferirla erano state le sue parole successive.
≪ Ha detto che c’è un’altra persona…qualcuno per cui lui ≫ le si spezzò la voce. Sentì che le lacrime tornavano a scendere e si sfregò gli occhi arrossati.
Qualcuno che infestava i suoi pensieri, che desiderava impressionare, di cui il sorriso gli faceva accelerare i battiti del cuore, fino a fargli pensare che sarebbe esploso nel suo petto. Qualcuno di cui si era innamorato senza rendersene conto.
≪ È Erza ≫ disse, la voce sferzata da un sentimento di dolore e rabbia. ≪ Lo so, anche se lui non ha fatto il suo nome. Da quando è arrivata, Deku-kun, ha occhi solo per lei≫
Lei lo sapeva che le cose stavano così. Aveva aspettato troppo, era successo tutto troppo velocemente, perché potesse rendersene conto. Ne aveva avuto il sentore quando aveva saputo da Lucy che quella sera, Erza e Deku, avevano lasciato la scuola insieme, per svolgere una missione.
Deku aveva l’aria così felice quando era tornato, come se fra loro fosse accaduto qualcosa. Sentì qualcosa di caldo e pesante sulla testa. Aprì gli occhi e lo guardò.
Bakugo le accarezzò la testa, in modo sorprendentemente delicato, quasi temesse di fargli male. La spinse ad appoggiare la testa contro il suo petto caldo. Stringendola forte. ≪ Deku è un cretino ≫ sentenziò.
≪ Lo dici perché lo odi ≫ commentò, sentendosi uno schifo a parlare male del ragazzo, nonostante le avesse spezzato il cuore.
Bakugo corrugò la fronte, incupendosi. ≪ Io…non lo odio≫
≪ Come no ≫ rispose, sarcastica.
≪ È complicato ≫ rispose, distogliendo lo sguardo ≪ Il rapporto fra me e il Nerd≫.
Storse la bocca, disgustato dalle sue stesse parole.
Uraraka lo fissò, rigirandosi le sue parole nella mente. Il tono che aveva usato, la profondità nella sua voce, tutto la faceva rabbrividire, la sorprendeva.
≪ Però ha ragione. Lei è meglio di me ≫ disse depressa, guardando le sue gambe corte. Bakugo sbuffò, guardandola con quei suoi occhi, all’apparenza rabbiosi, ma che bruciavano cupi come un fuoco sotto le ceneri.
≪ È un cretino. Se la scelta fosse spettata a me, sarebbe stato diverso ≫ distolse lo sguardo, un leggero rossore sugli zigomi.
Uraraka schiuse le labbra, sorpresa. Lui si alzò, evitando di guardarla ≪ Torna dentro prima di prenderti un malanno. Dai retta a me, non vale la pena di piangere per quel Nerd di Merda≫
Le sembrava che la testa le fosse diventata leggera e il viso caldo. Era per le lacrime versate, che si sentiva in quel modo, oppure erano le parole di Bakugo?
≪ A-aspetta ≫ lo fermò, ansiosa. ≪ Perché sei sempre così arrabbiato, Bakugo-kun?≫
Lui le lanciò un’occhiata infastidita. La soppesò, prendendosi il suo tempo per decidere se e come rispondere.
≪ Quando c’è qualcosa che ti brucia dentro, a volte, distruggere tutto è l’unica cosa che ti fa sentire un po' meglio ≫ lo disse piano, con quella sua strana voce. Uraraka si trovò a deglutire pur avendo la gola secca.
Lui fece una smorfia e se ne andò, senza nemmeno un cenno di saluto. Uraraka lo guardò allontanarsi. Si sentiva strana ora che gli aveva parlato e le sue parole avevano iniziato ad ingarbugliarsi dentro la sua testa, insieme a quella sua voce profonda e rauca.

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Capitolo 42
*** Capitolo 19 - Sentimenti - Parte 2 ***


≪ Natsu-san dacci una mano invece di poltrire ≫ si lamentò, Kaminari, lavando i piatti. Stavano sparecchiando tutti insieme, perfino Erza stava aiutando.
L’unica persona che stava poltrendo sul divano, era Natsu.
≪ Lucy ≫ disse, Erza, spazientita ≪ Dì al tuo ragazzo di darsi una mossa. Perfino Bakugo ci sta aiutando≫
≪ A proposito, quanto gli ci vuole a buttare la spazzatura? ≫ domandò, Kaminari.
Lucy divenne rossa come un peperone, e balbettò ≪ N-non è il mio ragazzo!≫.
Si avvicinò al divano, prese uno dei cuscini e colpì Natsu in faccia.
≪ Non poltrire, Natsu! ≫ esclamò. Il ragazzo si alzò di scatto, imprecando. Afferrò Lucy per i fianchi e la sollevò. La ragazza urlò, mentre veniva scaricata su un altro divano e sottoposta a una sessione di solletico.
Erza sollevò gli occhi al cielo, dicendo maliziosa ≪ Prendetevi una stanza, piccioncini≫
I ragazzi e le ragazze della 1-A risero.
Natsu si fermò e la guardò. Lucy, rossa in viso, si nascose dietro le mani. ≪ N-non è c-come sembra. Smettila, Erza!≫
Risero più forte. Erza ghignò, compiaciuta. Aveva sentito dire che si erano baciati ben due volte, mentre lei rischiava la vita. Non voleva perdere nemmeno un’occasione di prenderli in giro.
Natsu la fissò, intensamente. Si alzò, serio ≪ Erza, vieni un attimo con me≫.
La ragazza lo guardò, sorpresa. Era strano vedere Natsu con un’espressione così greve in volto. Midoriya gli lanciò un’occhiata inquieta. Da quando era tornato dalla sua passeggiata con Uraraka – che invece non aveva fatto ritorno – aveva un non so ché di nervoso. Le lanciava continue occhiate di sottecchi, arrossendo e distogliendo lo sguardo ogni volta che lei se ne accorgeva.
Natsu le fece strada nel dormitorio femminile, nemmeno fosse il suo, fino alla camera all’ultimo piano in cui lei dormiva. Da un po' di tempo, anche Lucy, Happy e Natsu avevano dormito lì con lei.
Aprì la porta e lasciò che entrasse per prima.
La stanza era rimasta vuota come il giorno in cui vi si era trasferita. Fino a una settimana prima, non aveva nemmeno disfatto la sacca da viaggio.
Adesso, poteva vantare la presenza del materiale scolastico e di alcune spade e pezzi di armature abbandonati in giro.
Andò alla porta finestra e l’aprì, lasciando entrare la brezza fredda in modo da far cambiare l’aria. Le piaceva il profumo di resina che veniva dal bosco che circondava la scuola.
≪ Cosa mi devi dire? ≫ gli chiese, rassegnata. Si voltò e lo scoprì in piedi davanti al suo letto, il cuscino fra le mani, che lo annusava attentamente.
Erza strinse i pugni, attraversando la stanza in poche falcate e lo colpì in testa con un pugno. ≪ Ma che diavolo stai facendo, cretino?!≫
Natsu, crollò seduto, portandosi le mani alla testa dolorante. Gemendo, la guardò con gli occhi pieni di lacrime. ≪ Ahia, mi hai fatto male≫.
≪ Te lo meriti. Non si annusa il cuscino degli altri ≫ sbottò, soffocando un ringhio di frustrazione. Lui la scrutò e annusò l’aria.
≪ Vuoi che ti ammazzi? ≫ gli disse, infastidita. Gli mostrò il pugno chiuso, pronta a colpirlo nuovamente sulla testa.
≪ Come pensavo ≫ mormorò lui ≪ è simile al suo≫
≪ Di che cavolo stai parlando? ≫ sbottò, spazientita. Cercò di recuperare un briciolo di calma e si lasciò cadere sul letto, stanca.
In un solo giorno, gli era capitato praticamente di tutto.
Non sapeva più dove andare a sbattere la testa. Si sentiva ancora scossa per le notizie su Gerard, arrivate neanche un’ora dopo che aveva ammesso davanti a Midoriya, che non stava affatto male con lui.
Chissà che idee si era messo in testa, per un unico istante in cui si era permessa una debolezza. Da quel momento, lui l’aveva guardata con uno scintillio negli occhi che le mozzava il fiato in gola, facendola fremere.
Natsu si appoggiò con la schiena contro il letto, il cuscino in grembo. ≪ Io e te ci conosciamo da – quanti saranno sei o cinque anni? – siamo amici da anni e ne abbiamo passate tante, insieme≫
Lei annuì. Si conoscevano da quando erano bambini. Natsu non era cambiato poi tanto da quei tempi. ≪ Ho come l’impressione che tu stia per dirmi qualcosa che non mi piacerà≫
≪ Già, proprio così ≫ confermò. ≪ Il tuo odore è simile a quello della Regina dei Draghi ≫
Glielo disse così brutalmente che Erza sussultò. Natsu la scrutò in viso, in cerca di qualche reazione. Non ne trovò. ≪ Non ne sembri sorpresa≫
Sospirò, passandosi una mano fra i capelli, il rosso vivo così simile a quello della regina, da darle i brividi. ≪ È strano. Ho avuto la sensazione di conoscere il suo odore…come se fosse il ricordo di un sogno≫.
≪ I suoi capelli, il suo viso, il suo profumo…ci sono molte coincidenze ≫ commentò, Natsu. Si guardò le mani, di malumore. ≪ I miei colpi non le hanno fatto nemmeno un graffio≫
≪ Lo so, Toshi mi disse che non si poteva competere con una creatura che non è nemmeno umana. I draghi sono a un livello diverso da noi≫
≪ Mio padre era un drago ≫ mormorò, cupo. Erza abbassò lo sguardo su di lui, preoccupata. Suo padre era morto quando lui era un bambino. Erza non l’aveva mai incontrato e tutto quello che sapeva di lui, era ciò che gli aveva raccontato Natsu stesso.  ≪ Natsu… ≫ esitò, mordendosi le labbra.
≪ Quella donna ha detto che ero il cucciolo di Igneel. Immagino che abbia riconosciuto il mio odore, simile a quello di mio padre perché abbiamo lo stesso sangue. Questo avrebbe dovuto fare di me un drago che potesse combatterla, invece… ≫ disse, amaramente ≪ ero un cucciolo impotente davanti a un vero drago≫.
≪ La prima Dragon Slayer della storia ≫ mormorò Erza. ≪ Non credo che sia morta in quell’esplosione. Non sono nemmeno riuscita a capire in cosa consista il suo quirk. Era semplicemente al di fuori della nostra portata ≫
Lui appoggiò la testa contro il suo ginocchio, lasciò che Erza infilasse le dita fra i suoi capelli, accarezzandolo. Non aveva mai pensato di volere un fratello, ma se mai ne avesse voluto uno, quello sarebbe stato Natsu.
≪ Nemmeno io ≫ convenne, sottovoce. ≪ Igneel sarebbe sopravvissuto a quell’esplosione. Erza, sai come funziona il quirk del Dragon Slayer?≫.
≪ Ci conosciamo da anni, Natsu ≫ commentò. ≪ Lo so cosa può fare il tuo quirk, così come quello di Wendy, Laxus e Gaijin≫
Natsu scosse piano la testa. ≪ Mio padre diceva sempre che questo quirk era un dono e una maledizione.≫
Il padre di Natsu aveva portato il figlio a vivere sulle montagne, lontano dalla civiltà, quando era ancora molto piccolo. L’aveva cresciuto perché imparasse a vivere come un vero drago, e un drago non viveva di certo in un appartamento in centro città.  Sfortunatamente, un giorno si era addormentato e non si era più svegliato. Natsu aveva vegliato per giorni sul suo corpo freddo, finché il Master non l’aveva incontrato, tornando dai suoi viaggi.
≪ C’è un seme che vive nel corpo di coloro che ereditano questo quirk, germogliando brucia la nostra umanità, trasformandoci sempre più in veri draghi. La nostra pelle è più dura, le squame dei draghi non possono essere scalfite, i nostri sensi più aguzzi…Mio padre non aveva più un aspetto umano, lo sai. Era un drago sotto tutti gli aspetti. Non ci ho mai pensato, seriamente, ma vedendo quella donna…me ne sono ricordato≫.
≪ Vuoi dire che anche tuo padre era come quella donna? ≫ sussurrò, Erza. Natsu si prese un momento per pensarci.
≪ Si, il seme di drago dentro di lui è germogliato e lo ha trasformato.≫
Erza sentì un brivido attraversarle la pelle. Strinse Natsu contro si sé. ≪ Allora, anche tu…≫
≪ No, ≫ rispose, la voce smorzata. ≪ Mio padre diceva che a me non sarebbe successo. Non so se fosse solo la sua speranza, o se magari significa che sono più debole di lui≫. Inclinò la testa per fissarla negli occhi e disse ≪ Ma Erza, se i vostri odori sono simili è possibile che esista fra voi un qualche legame di sangue≫.
Erza strinse le labbra, per nascondere un tremito. Non aveva ricordi dei suoi genitori, sapeva solo di essere stata lasciata ai piedi dell’orfanotrofio, senza nemmeno un bigliettino o un nome, pochi giorni dopo essere nata.
Erano state le suore che gestivano l’edificio e si prendevano cura degli orfani a scegliere per lei un nome.
Pensò al modo in cui Toshinori le aveva fatto promettere che non avrebbe affrontato quella donna, e per la prima volta, ebbe il sospetto che non si trattasse solo di preoccupazione paterna. Che avesse notato una certa somiglianza? Che sapesse con certezza che legame esistesse fra loro?
≪ Natsu, noi la fermeremmo ≫ sussurrò. ≪ Un drago può essere abbattuto da un altro drago e io ti aiuterò≫
Natsu annuì. ≪ Che farai con Gerard, invece?≫
Lei sussultò. ≪ Come fai a sapere…? ≫ attaccò, incredula. Lui le fece un sorriso astuto e si toccò l’orecchio con l’indice ≪ Ho un udito sovraumano, ricordi?≫
La ragazza storse la bocca, infastidita. ≪ Non ne voglio parlare, Natsu. Gerard ha fatto cose orribili di cui tu non sai nulla. Dovrà pagare per i suoi crimini≫.
Natsu si succhiò il labbro inferiore, pensieroso. ≪ Lo possiamo davvero ritenere colpevole di qualcosa che ha fatto sotto il controllo di un’altra persona?≫
Potevano? Non lo sapeva. Non sapeva nemmeno se lei lo volesse o meno. Gerard poteva tornare in sé, essere di nuovo il ragazzino che era stato, ma lei? Lei poteva vederlo nuovamente in quel modo, dopo anni che l’aveva odiato e temuto?
≪ Grazie al cielo, non spetta a noi decidere ≫ rispose. Gli pizzicò una guancia, dicendo divertita ≪ Pensi di andartene a dormire con Lucy da qualche altra parte, stanotte?≫
Gli occhi del ragazzo brillarono divertiti, il suo sorriso era impertinente. ≪ Solo se tu vai a dormire con Midoriya≫.
Sconvolta, si ritrasse. Sentì le guance scottarle per una vampata di imbarazzo.
≪ Ma che?! ≫ brontolò ≪ Come ti permetti?!≫
Ridacchiando, Natsu la colpì in faccia con il cuscino. ≪ Si si, fai pure la finta tonta ≫ la prese in giro, scherzosamente ≪ Ti ricordo che possiedo dei sensi molto sviluppati e ho avvertito il tuo odore nella camera di Midoriya≫
≪ C-ci sono passata un attimo per farmi spiegare il significato dei Kaji! ≫ replicò imbarazzata. Natsu sghignazzò ≪ Più di una volta, questa settimana≫
≪ E-era per i compiti! ≫ insistete, il viso che le bruciava.
Il ragazzo si alzò in piedi, stiracchiandosi come un gatto. ≪ Si, beh, io faccio il tifo per lui≫
≪ Tu dovresti tifare per me ≫ replicò, risentita ≪ Non ci conosciamo da anni? Non siamo amici da sempre?≫
Natsu si diresse verso la porta e si voltò a guardarla. ≪ È quello che sto facendo, scema ≫ commentò, facendole la linguaccia come un bambino ≪ Tifo per quello che reputo più adatto. Anche se…poveraccio quello che ti piglia!≫
Erza gli scagliò contro il cuscino, urlando ≪ Natsu!≫
Lui si infilò nel corridoio come un fulmine, ridendo di gusto, e il cuscino colpì la porta cadendo sul pavimento.
≪ Fantastico ≫ brontolò, Erza, lasciandosi ricadere sul letto e prendendosi la testa fra le mani. ≪ Adesso, mi sento più confusa di prima!≫
 

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Capitolo 43
*** Capitolo 20 - I ricordi di un eroe - Parte 1 ***


La luce pallida dei lampioni si rifletteva sulle acque fangose del fiume.
Toshinori scese le scale che portavano allo spazio sabbioso della riva, aveva molti ricordi di quel luogo.
Lì la sua maestra, Nana Shimura, gli aveva detto che poteva diventare il Simbolo che avrebbe reso la vita della gente più serena.
Nei tre anni alla Yuei aveva fatto quella strada ogni giorno, guardando la luce grigia del sole mattutino riversarsi sulla superficie scintillante dell’acqua, un gioco di luce che aveva i colori dell’argento e del opale.
Si fermò a pochi passi dalla riva, rabbrividendo nell’aria fredda della sera. Quel fiume portava con sé centinaia di ricordi, alcuni molto felici, altri meno.
Su quella riva aveva incontrato una ragazza dai capelli rossi che aveva cambiato la sua vita, o per meglio dire, aveva cambiato lui.
In quel freddo mattino di Gennaio, mentre correva come sempre lungo la riva, il rosso dei suoi capelli aveva attirato il suo sguardo. Allora, era all’ultimo anno della Yuei, un ragazzo di appena diciotto anni con centinaia di sogni da realizzare.
Lei nuotava placida nelle acque argentee. Era una giornata fredda e nei lati delle strade si erano formati cumuli di neve grigiastra, nessuno sano di mente si sarebbe tuffato nel fiume in quelle condizioni.
Toshinori si era tuffato all’istante, per salvarla.
Lo shock dell’acqua fredda gli aveva irrigidito i muscoli, annebbiandoli la mente e i sensi. Se la ricordava che gli nuotava incontro, lui che avrebbe voluto salvarla venire salvato da lei.
L’aveva trascinato fino alla riva sbuffando, la presa salda e le braccia incredibilmente forti per un fisico così magro e slanciato.
≪ Solo uno stupido farebbe il bagno nel fiume in questa stagione ≫ gli aveva detto lei, seccata, mentre lo aiutava a sdraiarsi sull’erba secca. Il corpo del ragazzo scosso da tremiti così forti da fare cozzare i denti sonoramente, i muscoli intirizziti e quel freddo bruciante che gli toglieva il fiato.
Era bastato un tocco della sua mano tiepida perché tutto questo svanisse. I suoi vestiti grondanti acqua si erano asciugati di colpo, così come il freddo era svanito, sostituito da un dolce tepore.
La cosa buffa era che allora pensò fosse incredibile. Un potere gentile, nelle mani di una ragazza bellissima. Lei era fradicia, ma non tremava.
Aveva riso del suo stupore, un suono che ricordava il tintinnio delle campanelle al vento. ≪ Sei un tipo strano, non è vero? Cosa ti è saltato in mente, non lo sai che si può morire di ipotermia? ≫
≪ Ho pensato che stessi annegando ≫ aveva detto, guardandola incredulo ≪ Per questo mi sono tuffato. Volevo salvarti≫.
Il guizzo di sorpresa nei suoi occhi nocciola, aveva fatto brillare le pagliuzze d’oro. ≪ Salvarmi? Pensi di salvare tutti gli sconosciuti che incontri? ≫ aveva detto, leggermente divertita.
≪ Beh, questa è l’idea ≫ aveva ammesso, arrossendo ≪ Altrimenti, come potrei diventare il Simbolo della Pace?≫.
Perfino adesso, si ricordava con chiarezza quel sorriso sul suo viso. Il rosso vivo dei suoi capelli zuppi d’acqua che si confondeva con il cielo alle sue spalle. Quegli occhi dolci e tristi, stanchi come se avessero visto troppo del mondo e per troppo tempo. Era stato quello il momento in cui era rimasto fregato? L’istante in cui lei gli aveva rivolto quell’espressione malinconica, la sua mente e il suo cuore erano stati presi in ostaggio.
≪ Toshinori! ≫ lo chiamò una voce aspra. Si voltò verso il ponte buio, dove la luce del lampione si accedeva a scatti, mezzo fulminata, e vide il suo maestro scendere le scale nel costume da eroe. Lo sentì sbuffare spazientito ≪ Spero proprio che tu abbia una buona motivazione a farmi venire qui a quest’ora tarda e con questo freddo, invece che telefonare≫
Avrebbe potuto farlo, certo, ma aveva proprio bisogno di uscire un po' dalle mura della scuola e respirare aria diversa, fosse anche densa di ricordi agrodolci.
≪ Mi perdoni il disturbo, Maestro ≫ disse, conciliante ≪  Ma ho pensato fosse opportuno parlarne di persona≫
Gran Torino lo scrutò di traverso, stringendo il bastone fra le mani rugose. ≪ Beh, di che si tratta? Per messaggio sei stato piuttosto vago≫
Toshinori annuì fra sé. ≪ Immagino che anche voi pensiate che quella donna sia ancora viva≫
≪ Chi può dirlo con certezza? ≫ commentò, ironico. ≪ Era un ordigno bello potente≫.
≪ Io ≫ replicò, Toshinori. ≪ Ne sono più che certo, così come sono certo che quel villan, Dabi, sia legato a lei. La sua presenza ad entrambi gli attacchi alla Yuei è già una conferma, ma nell’ultimo mi ha detto “la Regina ti manda i suoi saluti”≫
Sentiva il peso dello sguardo del vecchio maestro su di sé.
Vuoi proprio salvarli tutti, vero Toshi?gli aveva chiesto con quello scintillio negli occhi. E se un giorno dovessi incontrare qualcuno che non puoi più salvare, cosa farai, eroe?.
≪ Quale potrebbe essere la connessione fra loro? ≫ gli domandò, il vecchio. Rabbrividì all’aria fredda e Toshinori si strinse nelle spalle. ≪ Non lo so, non ancora. Quello che so è che farà la sua mossa prima di quanto immaginiamo. Odia aspettare e ha un obbiettivo≫
≪ Erza ≫ rispose, cupo. ≪ Alla Torre del Paradiso, Gerard e quei ragazzi hanno ammesso che la Regina gli aveva salvati dagli uomini di All for One, e che aveva ordinato loro di portarli Erza≫
Toshinori si sentì stringere il petto in una morsa di paura. C’era stato un momento l’anno prima, in cui un terribile sospetto l’aveva colto.
Era successo per puro caso, mentre guardava Erza giocare sulla riva del mare.
Non è fredda l’acqua? Ti ammaleraigli aveva detto, divertito. Lei si era girata quasi danzando, i capelli che sferzavano l’aria e in quel momento, lui aveva ricordata un’altra ragazza che gli aveva sorriso in quel modo, dicendo No, è calda.
L’aveva cacciato in angolino dentro di lui, quel sospetto, ma da quando le azioni della Regina li avevano coinvolti, non aveva più potuto ignorarlo.
≪ Quando ho saputo che dietro la missione di Fairy Tail c’era la Regina dei Draghi, ho chiesto ad Erza di promettermi che avrebbe fatto di tutto per non incontrarla. Penso che lei possa capire perché, Maestro≫. Lo guardò, intensamente. Non ne aveva mai parlato con nessuno né di quella ragazza né dei suoi sospetti. Perfino il suo maestro sapeva veramente poco di lei.
Gran Torino, storse la bocca. ≪ Temi che possa usarla per vendicarsi di te≫
≪ Sono sicuro che i suoi piani vanno oltre la vendetta ≫ rispose, tristemente. ≪ Non avete notato nulla di strano in lei, nel suo atteggiamento?≫
≪ È sempre stata matta da legare ≫ commentò, cupamente ≪ Non ho mai capito cosa ci trovassi in lei da perderci la testa≫.
Toshinori si passò una fra i capelli, imbarazzato. ≪ Ero giovane e comunque non è questo il punto≫
Gran Torino grugnì. ≪ Sembra che lei e Gerard abbiano scovato e liberato altri laboratori ≫ disse, cupamente. Toshinori sussultò, voltandosi di scatto. ≪ Intende…luoghi come la Torre del Paradiso?≫
≪ Sia Erza che Gerard hanno fatto cenno ai piani di quest’ultimo di creare un esercito con quelle persone prigioniere. Dato che lui era sotto il controllo mentale della Regina è difficile dire quanto tutto ciò fosse o meno un suo piano, ma se c’è anche la piccola possibilità che la Regina abbia creato il suo esercito…≫
≪ Dio ≫ gemete, Toshinori. Il solo pensiero lo terrorizzava. ≪ Quella donna potrebbe averlo fatto.≫
Gran Torino, annuì cupamente. ≪ Se solo potessimo interrogare Gerard…ma la sua memoria è andata e non sappiamo se e quando tornerà≫
≪ Non lascerò che si avvicini ad Erza! ≫ disse, deciso. ≪ Se è questo che volevate dire. Non posso lasciare che la ferisca ancora≫
Il suo maestro, sospirò. ≪ Mi hai fatto venire fin qui per questo? ≫ brontolò.
≪ No, volevo dirle un’altra cosa ≫ rispose lui ≪ So che sta collaborando con la polizia e che state cercando la base operativa della Regina dei Draghi.≫
≪ Ah ≫ replicò, sorpreso.
Toshinori evitò il suo sguardo. Le luci dei lampioni disegnavano strani giochi di luce nell’acqua. L’aria era pungente e gli intorpidiva la pelle. A quella ragazza piaceva, però, quel posto. Non hai freddo?le aveva chiesto un pomeriggio, in pieno inverno. Lui tremava per le temperature proibitive, ma lei aveva i piedi in acqua e scalciava, guardando gli spruzzi sollevarsi. Il suo sguardo aveva qualcosa di veramente malinconico mentre gli diceva. Sempre, ma mi piace. Questa sensazione è tutto ciò che mi è rimasta della vecchia me stessa.
≪ Si trova sicuramente in città, in una zona verde. I draghi amano l’acqua corrente ≫ gli disse, la voce smorzata.
≪ E tu come fai a saperlo? ≫ replicò, piccato. Toshinori sospirò ≪ Semplice, perché me lo disse lei molto tempo fa≫.

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Capitolo 44
*** Capitolo 20 - I ricordi di un eroe - Parte 2 ***


Il suono graffiante della punta della spada che scivolava sulla pietra gli perforava i timpani. Doveva fare in fretta. Doveva sbrigarsi, prima che fosse troppo tardi.
Lei era in piedi con il viso rigato di lacrime, il nocciola dei suoi occhi offuscato, come se qualcuno ne avesse rubato tutta la lucentezza. Quel qualcuno era la persona davanti a lei, che affondava la lama nella sua carne.
Midoriya gridò. Cercò di raggiungerla, ma il terreno sotto i suoi piedi cedette, trasformandosi in sabbia mobile che gli inghiottiva le caviglie, le gambe, il busto. Lo trascinava affondo, mentre lui lottava per restare a galla e raggiungerla.
Intanto, lei piangeva avvolta dal rosso vivo dei suoi capelli, come sangue che le scivolava addosso, sulle braccia e le mani, sui seni e il ventre dove la lama scintillava.  Sussurrava disperatamente Gerard. Gerard. Gerard. Ti amo, Gerard. Ti ho sempre amato.
Gerard le sorrise, spietato. Aveva gli occhi verdi freddi come lame. Le prese il mento fra due dita e la baciò. Un bacio possessivo, profondo, intimo.
Midoriya fendeva il terreno molle, lottando per riemergere dall’acqua amara che gli si infilava in gola, soffocando le sue grida.
Gerard si scostò per guardarla e sussurrò sulle sue labbra Sappi che ti ho amato, Erza. La lasciò cadere, una bambola a cui avevano reciso i fili, un corpo fatto a pezzi, immerso nel sangue.
Midoriya urlò, graffiandosi la gola, piangendo istericamente. Le sue mani stringevano le coperte del suo letto, ma davanti a lui c’era solo il rosso vivo del sangue e il sorriso spietato di Gerard, i suoi occhi gelidi.
Sentì delle mani artigliarli la maglia sul petto, una voce insistente che gli sussurrava nell’orecchio. ≪ Shh, va tutto bene. Izuku, calmati, va tutto bene. È stato solo un sogno, un brutto sogno≫.
≪ E-Erza ≫ gridò, con la voce arrocchita dalle urla che non poteva fermare. ≪ Erza≫. Le mani artigliarono le coperte.
≪ Sono qui ≫ lo rassicurò la voce, le sue braccia strinsero la presa sul torace. Sentiva il suo corpo caldo che gli premeva sulla schiena. Le mani gli afferravano la T-shirt, il mento che premeva contro la sua spalla. Gli parlò, suadente e rassicurante ≪ Sono qui. È stato solo un brutto sogno. Va tutto bene, Izuku≫.
Gli baciò la spalla, attraverso il tessuto della T-shirt.
Midoriya ansimava spaventato, senza fiato. Aveva la pelle sudata e le guance rigate di lacrime che continuavano a cadere, senza controllo.
Il sangue, poteva vedere il sangue riversarsi fuori dalla ferita.
Avvertì la pressione di una mano calda sulla fronte febbricitante, scivolò fra i suoi capelli, accarezzandolo con genti lenti e tranquillizzanti.
≪ Sono qui. Va tutto bene. Ci sono io con te ≫ sussurrò lei, premendoli le labbra soffici sulla pelle sudata del collo. Il tocco insistente delle sue carezze fra i capelli, gentili e rassicuranti, lo strapparono lentamente a quello scenario macabro.
Mise a fuoco le pareti della sua stanza, tappezzate di poster di All Might, le ante dell’armadio socchiuse e le coperte spiegazzate.
 Aveva sognato, capì. Era stato solo l’ennesimo brutto sogno.
Inclinò la testa, assecondando la mano che lo accarezzava, soffocando un verso di sollievo. ≪ Dio ≫ sussurrò, gemente ≪ Sei morta, Erza. Tu-≫.
≪ Sono viva e vegeta ≫ rispose lei, un po' risentita. Gli pizzicò la pancia, attraverso la stoffa della t-shirt.
Midoriya sussultò e si voltò a guardarla.
Le tende erano state scostate. Dalla portafinestra filtrava della luce che gli permise di riconoscere la persona che lo stringeva, accarezzandolo rassicurante. Nella penombra, il rosso dei suoi capelli si intravedeva cupo.
Il suo corpo caldo gli premeva contro la schiena e il fianco, la sua bocca si schiuse. Avvertì un brivido attraversarlo, spingendolo a voltarsi del tutto verso di lei. Gli crollò addosso, trascinandola supina sul letto, in un abbraccio incredulo e sollevato.
Affondò la faccia nell’incavo fra la spalla e il collo, respirando a pieni polmoni il suo profumo. Lei gli circondò il busto con le braccia, stringendolo forte contro di sé, una mano che gli accarezzava il retro della nuca, lisciandoli le ciocche ribelli alla base del collo.
Midoriya soffocò un singhiozzo. ≪ E-eri morta. Sembrava così reale…tutto quel sangue. C’era così tanto sangue ed io…io non potevo raggiungerti≫.
Lei emise un sospiro, baciandoli la tempia. ≪ Sono sopravvissuta ≫ gli disse, dolcemente ≪ Grazie a te. Mi hai salvato, ricordi?≫
Avvertiva il respiro di lei fra i capelli, il suo petto morbido contro il proprio che si alzava e abbassava. Era sdraiato di traverso su di lei che teneva le ginocchia piegate.
Era troppo scosso per provare imbarazzo.
Si sollevò, restando però sospeso sul corpo di lei. Le sue mani affondarono nel materasso, ai lati del suo viso. I capelli rossi erano sparpagliati sul cuscino, lasciò scorrere lo sguardo sul suo viso e le labbra di cui intravedeva la forma nella penombra. Lei lo guardò, gli accarezzò il viso, raccogliendo le sue lacrime.
≪ Da quanto tempo fai questi sogni? ≫ gli domandò. Lui la scrutò, incredulo.
≪ Sono quasi sicuro che quando mi sono messo a letto, tu non c’eri ≫ disse, ancora scosso. ≪ Per ciò o sto diventando matto o non lo so. Sto sognando?≫
Erza storse la bocca. ≪ No, scemo. Mi sono intrufolata mentre dormivi ≫ borbottò, arrossendo leggermente ≪ Diciamo che mi hanno sfrattato da camera mia≫.
La guardò alla ricerca di segni di sangue o ferite.
Grazie a Dio.
Sembrava stare benissimo. Era stato solo un sogno. Gerard era in coma, un incubo lontano che non gli avrebbe più toccati. Si lasciò ricadere su di lei, affondando il viso nel incavo fra spalla e collo.
Lei emise un grugnito per l’improvviso peso sul suo corpo.
≪ Grazie a Dio, stai bene ≫ mormorò, traendo un respiro tremante.
Erza sospirò, avvolgendolo con le braccia. ≪ Stai tranquillo, è capitato anche a me. Quando ero piccola, avevo continuamente degli incubi su quel luogo. Toshinori mi stringeva forte finché non mi sentivo meglio≫.
Sentì la mano di lei fra i capelli, arricciarli le ciocche sul collo, sfiorandoli la pelle sensibile sotto l’attaccatura e si lasciò scappare un sospiro di soddisfazione.
Era una sensazione calda e inebriante, averla lì, fra le sue braccia. I loro corpi che premevano l’uno contro l’altro, con le sue braccia che lo tenevano stretto.
Rabbrividì e strofinò il viso contro la sua spalla, sfiorandoli la pelle calda e morbida con la bocca.
Erza si irrigidì. ≪ Izuku? ≫ lo chiamò, piano ≪ Dovresti dormire. Domani hai l’esame per la licenzia provvisoria≫
Lui grugnì un assenso, baciandoli la spalla. La sua bocca fremente disegnò una scia di baci umidi sulla pelle calda. Scostò la bretella della canottiera, con dita tremanti e il cuore che gli batteva forsennato contro la gabbia toracica.
Dalle labbra di Erza, sfuggì un uggiolio sommesso.
Midoriya fece guizzare la lingua sulla pelle, assaggiandone il sapore e disegnò con la lingua la linea della carotide, dove poteva avvertire il battito impetuoso del cuore di lei. Stava battendo davvero forte, in quel momento.
Sollevò lo sguardo per vederne il viso e trattenne il fiato, sorpreso. Le ciglia nere di lei fremevano, la sua bocca si schiuse, lasciando sfuggire un sospiro. Era arrossita leggermente, due chiazze rosse le coloravano le gote.
Midoriya aprì la bocca e premette i denti sulla pelle soffice e tesa del collo, graffiandola. Erza sussultò, emettendo un verso strozzato, incredulo.
La lingua del ragazzo guizzò sulla pelle segnata, tormentando la piccola porzione di pelle arrossata.  
Il respiro di Erza si spezzò. Voltò il viso di lato, in modo da offrirgli tutta la lunghezza della gola e le sue braccia lo strinsero forte.
A Midoriya sembrava di stare ancora a sognare. I suoi denti graffiarono la pelle lungo il collo, dando piccoli morsi e facendo guizzare la lingua, perché ne alleviassero la sensazione dolorosa. La sentì ansimare incredula, mentre lui continuava fremente ad alternare morsi e baci, la lingua che le accarezzava la pelle, scendendo in basso.
Scivolò fino alla clavicola appuntita, disegnandone la linea con la punta delle dita. Le accarezzò la porzione di pelle lasciata scoperta dal cotone della canottiera, non osando andare oltre. 
Risalì verso il suo viso, baciandole l’angolo della bocca che si mosse, tremando.
Midoriya le baciò il mento e disegnò la linea della mandibola con la punta della lingua, fino a tornare sul collo.
≪ Ma come siamo audaci, stanotte ≫ mormorò, con la voce tremante. Midoriya si tirò leggermente indietro, arrossendo. Erza lo guardò con gli occhi castani scintillanti e le guance arrossate, come se avesse la febbre. ≪ Quasi non ti riconosco≫
Oh Dio santissimo, cosa stava facendo? Non lo sapeva nemmeno lui, aveva solo assecondato un impulso.
Cavolo, era davvero bella ed aveva una voglia assurda di farle dimenticare, una volta per tutte, il bacio di Gerard. Gli bruciava il viso, sentiva una vampata di calore pulsante straziarli le viscere. Ogni parte del suo corpo era consapevole del contato con quello di Erza che era caldo e morbido, pieno di curve da toccare e su cui perderci il senno.
≪ E-era davvero così brutto? ≫ mormorò, cogliendola di sorpresa. Erza distolse lo sguardo. ≪ No, ma per la cronaca ≫ borbottò ≪ Non si morde la gola di una ragazza prima di averla baciata.≫
Non era sicuro che non stesse scherzando.
Si chinò su di lei, trattenendo il respiro. Lei lo guardò, gli occhi sbarrati.
≪ Rimedio subito ≫ sussurrò, sfiorandole le labbra con le proprie. La baciò, premendo la bocca sulla sua, labbra calde e leggermente umide che si schiusero, facendo scontrare le lingue che iniziarono subito a danzare.
Oh, ma allora non lo stava prendendo in giro. 
Era diverso dal bacio che gli aveva dato Uraraka, che gli era sembrato strano, in qualche modo sbagliato.
Quel bacio gli bruciò il cervello, mandando le sue pulsazioni alle stelle e facendoli formicolare la pelle. Una vampata di calore lo sferzò in tutto il corpo.
Gli si spezzò il respiro in gola, mentre le loro bocche si muovevano l’una sull’altra.
Le mani di lei erano calde sulle sue guance brucianti, scivolarono dietro la sua nuca e accarezzandolo incoraggiante. Il bacio divenne più profondo, le loro lingue si scambiavano carezze sempre più impazienti.
Oh Dio, pensò abbandonandosi a quella sensazione calda e delirante. Era da quando avevano parlato chiusi in quello sgabuzzino che ci aveva pensato. No, forse era ancora prima di così. Aveva desiderato farlo, fin da quando lei gli aveva sorriso.
La sentì fremere fra le sue braccia, premendosi contro di lui tanto da sentire la morbidezza del suo seno schiacciato contro il petto di lui.
Lasciò che le sue mani le accarezzassero le spalle nude, giocherellando con la bretella caduta. Le loro bocche si allontanarono per riprendere fiato. I denti di lei gli mordicchiarono il labbro superiore, strappandoli un uggiolio voglioso.
Lasciò vagare le mani sul suo corpo, disegnando quelle curve morbide che lo facevano impazzire solo a guardarle. Le strinse i fianchi, increspando il tessuto morbido della canottiera e sfiorando la pelle setosa dello stomaco, nascosta sotto. Erza trattenne il fiato, mormorando ≪ Izuku≫
Si, suonava decisamente bene il suo nome sulle sue labbra. ≪ M-mi piaci ≫ mormorò, contro le sue labbra. ≪ Mi piaci davvero tanto≫
Lei lo guardò, facendolo fremere dentro. I suoi occhi nocciola erano neri, la pupilla dilatata fino ad inghiottire quasi tutto il colore.
Senza fiato si chinò a baciarle il collo, stavolta con più foga, lasciando dei segni rossi sulla pelle chiara, alternando morsi e baci.
Erza gemete, affondandoli le dita nelle spalle e reclinando la testa per assecondarlo. Fremeva ad ogni morso, tremando quando la sua lingua gli accarezzava la pelle, gustando il suo sapore dolce e speziato.
Non poteva crederci che si stesse lasciando baciare da lui.
Le loro bocche si scontrarono, le lingue che si cercavano ed esploravano a vicenda l’uno l’interno dell’altro, in un crescendo. Scovavano anche gli angolini più impensabili, esplorando, cercando e assaporando.
Senza che se ne accorgesse, il suo corpo aveva iniziato a premersi contro quello di lei, accaldato e voglioso. 
 Stava succedendo davvero? Non se lo stava sognando, giusto?
Midoriya si sentì gemere, inarcandosi d’istinto contro il corpo caldo di lei. Spingendole contro il fianco il delirio che aveva là sotto.
La sentì irrigidirsi fra le sue mani che ancora l’accarezzavano, impazienti, mentre la sua bocca si muoveva su quella di lei, affamata.
Le mani di Erza premettero sul suo petto, fermandolo. Spingendolo ad allontanarsi.
≪ Uh, calma ≫ disse, senza fiato. ≪ N-non correre≫
Midoriya la guardò, altrettanto senza fiato. ≪ Ah, certo, scusa ≫ brontolò, con una punta di delusione nella voce. Le accarezzò il viso ≪ Però sono davvero felice≫
L’espressione sul viso di Erza si addolcì.
≪ Domani, durante l’esame, ≫ gli disse, prendendoli il viso fra le mani e scrutandolo negli occhi ≪ ricordati che tu hai affrontato dei villan molto forti e potenti. Ricordati dei pericoli che hai corso e ricordati che hai superato tutto questo con le tue forze. Loro non possono dire lo stesso≫.
Midoriya annuì. Sorrise a quell’incoraggiamento. ≪ V-va bene ≫ disse, fissandoli la bocca, impaziente. Aveva ancora voglia di baciarla, ancora più di prima dal momento che ora sapeva com’era dolce la sua bocca.
≪ Ed ora cerca di dormire un po' che domani sarà una lunga giornata ≫ concluse con un sorrisetto, dispettoso.
≪ Uh, non credo di riuscirci ≫ mormorò, chinandosi a cercare la sua bocca.
Non ci sarebbe mai riuscito, non con tutte quelle sensazioni addosso. L’aveva baciata e lei si era stretta a lui, come faceva a prendere sonno sapendola lì?
No, voleva baciarla ancora e sentirla gemere. 
Erza gli diede un pizzicotto sulla guancia, ridestandolo bruscamente. ≪ Dico davvero, Izuku. Hai bisogno di dormire prima dell’esame≫
Lui sbuffò, chinandosi a baciarle la guancia. ≪ E va bene, come vuoi ≫ borbottò ≪ Ma non sono d’accordo≫

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Capitolo 45
*** Capitolo 21 - Del cremisi delle foglie ***


La segretaria la guardò male da dietro il monitor del computer.
Era da quella mattina che cercava di estorcerle delle informazioni su Toshinori, senza successo. Lo aveva accompagnato a fare le sue visite mediche di routine, ma nessuno le aveva detto che avrebbe dovuto aspettare fuori. Era quasi ora di pranzo e di suo padre non c’era nemmeno l’ombra.
≪ Mi dispiace, ma deve attendere che la visita sia terminata ≫ le disse, con quel tono neutro che faceva stridere i nervi di Erza, nemmeno avesse passato le unghie sulla lavagna.
Ispirò, bruscamente. ≪ Senta, quello è mio padre. Com’è che devo stare qui e non posso sentire cosa dice il dottore?≫
Lo sguardo della donna era gelido. ≪ Segreto medico-paziente. La prego di sedere e attendere, sta disturbando gli altri visitatori≫.
Erza si staccò dal bancone prima di perdere l’ultimo briciolo di pazienza e farlo a pezzi, quello, il computer e pure la segretaria. Si diresse verso la porta scorrevole ed uscì alla luce del sole di mezzogiorno.
L’aria aveva il profumo degli aghi di pino e di resina degli alberi che circondavano l’ospedale.
Sospirò, chissà come stavano andando gli esami. Gli studenti del corso per eroi avevano gli esami per la licenza provvisoria, mentre lei era stata esonerata, dal momento che aveva già conseguito la licenza.
Controllò che non ci fossero messaggi sul suo telefono, e si passò una mano sul collo, distrattamente.
Midoriya le aveva scritto già dalla prima mattina, ma lei non aveva risposto. Stava ancora pensando cosa fare e cosa scrivergli, per non parlare del fatto che prima o poi si sarebbero incontrati di persona e sarebbe stato imbarazzante da morire.
Il risveglio era stato quanto di più imbarazzante avesse mai vissuto.
Si era trovata sdraiata sulla pancia di Midoriya, con una visuale piuttosto nitida del suo “One for All” bello arzillo, sotto il tessuto dei pantaloncini che la fissava.
Si era alzata di scatto, facendo agitare Midoriya che dormiva ancora, con la bava alla bocca.
Erza l’aveva guardato e, per la prima volta in vita sua, si era data alla fuga.
Cristo Santo, pensò dirigendosi verso un piccolo gruppo di aceri, sotto cui c’erano delle panchine per i visitatori. Era stata una codarda e se ne vergognava. Non era da lei scappare da una situazione, ma quella, non aveva idea di come affrontarla.
Prima aveva permesso a Natsu di sfrattarla dalla sua stanza e si era infilata nel letto di Midoriya, senza svegliarlo. Poi, c’era stato il momento in cui le urla del ragazzo l’avevano svegliata, spaventandola.
Aveva pensato che il confine fra il suo inconscio e quello del ragazzo si fosse fatto così labile da permettere ai suoi incubi di riversarsi in lui, invece si trattava di una cosa diversa.
Si fermò sotto un albero e gettò la testa indietro per osservare la luce che filtrava nel groviglio di rami e foglie. Si sentiva la testa confusa, soprattutto quando ripensava alla notte appena trascorsa. Alla bocca calda di Midoriya sulla sua, alla dolcezza con cui le sue mani l’avevano accarezzata.
Le bruciavano le guance dall’imbarazzo, tutto il suo corpo bruciava di imbarazzo.
Dio, che cosa l’era preso a farsi baciare in quel modo e perché cavolo non riusciva a smettere di pensarci. Però non se l’era aspettato così audace, il ragazzo, l’aveva mandata in confusione.
Mi piaci. Mi piaci davvero tanto.aveva detto, lasciandola senza parole. Stupita. Si sfiorò le labbra con la punta delle dita.
Lo aveva detto con sicurezza, mentre lei non aveva parole per quello che stava succedendo né tanto meno per quello che stava provando.
Non che fosse stato spiacevole, anzi. Solo che ora aveva la testa confusa e non sapeva cosa stesse facendo.
Sospirò, non poteva credere di avere davvero dei pensieri del genere. Non si riconosceva più. Lei era la Regina Titania, una combattente senza paura che faceva tremare tutti i nemici. I suoi amici la prendevano in giro chiamandola “la donna di latta”, tanto il suo sentimento romantico era pari a zero. Invece, ora si trovava a pensare a quei baci ogni volta che si distraeva.
Non aveva nemmeno trovato il modo di chiedere a Toshinori della Regina. Aveva bisogno di sapere se Natsu avesse o meno ragione, ma quando si era trovata con lui, non era riuscita a trovare il coraggio.
Non pensava a come dovessero essere i suoi genitori da anni, ma sarebbe stata una bella sfiga se quella donna odiosa fosse stata la sua vera madre.
Sentì dei passi alle sue spalle e una voce profonda, recitare ≪ Da tempi immemorabili, / fin dall’era dei miti, inaudito:/ nel fiume Tatsuta/ del cremisi delle foglie/ si sono accese le acque≫.
Erza si voltò incuriosita, e rimase come paralizzata.
Non aveva mai visto il blu dei suoi capelli alla luce del sole, ma solo nell’oscurità e nella polvere di quel luogo maledetto. Fu sorpresa di scoprire che splendevano di riflessi turchesi e nero-blu. Il suo sorriso aveva un qualcosa di modesto. ≪ Almeno penso che si reciti così ≫ proseguì, alzando lo sguardo alle chiome dorate ≪ È una poesia giapponese, me l’ha insegnata uno degli infermieri≫.
Erza non rispose, lo fissò incapace di muovere il suo stesso corpo. Il cuore gli balzò in gola, mentre lui si avvicinava aiutandosi con una stampella.
Indossava il camice dell’ospedale e sopra una giacca in lana.
Non aveva mai visto nemmeno i suoi occhi alla luce del sole, il verde oliva si schiariva alla luce e mutava all’ombra. Ogni cosa di lui le sembrò diversa. La sua voce, il suo viso, il suo stesso atteggiamento, non era più la persona di cui aveva avuto paura.
Alle sue spalle c’era una guardia che lo teneva d’occhio.
≪ Scusami, non volevo spaventarti ≫ le disse, dolcemente. Quella voce Erza se la ricordava diversa. Scosse impercettibilmente la testa, incapace di proferire parola.
Lui le sorrise e tornò a guardare le foglie che cadevano placide.
≪ È strano, questi alberi mi piacciono molto. Mi danno la sensazione che se riuscissi a fissare quel colore scarlatto abbastanza, riuscirei a ricordare≫
≪ N-non ti ricordi nulla? ≫ disse, con un filo di voce.
Gerard si strinse nelle spalle, sospirando rassegnato. ≪ No, a quanto mi dicono i medici ho un’amnesia totale che potrebbe essere permanente≫.
Erza strinse i pugni, conficcandosi le unghie nei palmi. ≪ Non ti spaventa, non sapere niente della tua vita?≫
Il sorriso sulle sue labbra si fece triste. ≪ Mi ricordo una cosa. Non è proprio un ricordo…solo un nome, ma ho come la sensazione che sia importante. Quando penso a quel nome mi viene in mente il rosso scarlatto di queste foglie ≫ La guardò, ed Erza si sentì tremare.
Gerard non era la stessa persona contro cui aveva combattuto alla Torre del Paradiso, ma non era più nemmeno il bambino che era suo amico. Tutto in lui era famigliare ed estraneo. Il pensiero spaventoso che non sarebbe mai più tornato quello di un tempo la colpì allo stomaco, gelandola.
Anche se avesse ricordato, non sarebbe mai più stato lo stesso di un tempo.
Se solo fossi stata abbastanza forte…se solo l’avessi salvato quel giorno…   
Le sue dita agili afferrarono al volo una foglia che volteggiava in aria, appena caduta dai rami più bassi. L’accostò al viso di Erza, sorridendole ≪ Guarda, è la stessa tonalità di rosso dei tuoi capelli ≫
Lei lo fissò e Gerard corrugò la fronte. Un’ombra gli oscurò il viso e gli occhi.
≪ N-noi ci siamo già incontrati? ≫ chiese, incerto.
Erza non sapeva cosa rispondere, prima che potesse decidere, una mano comparve nel suo campo visivo e spinse Gerard indietro, facendolo incespicare.
≪ Stai lontano da lei! ≫ gridò, Natsu.
La guardia si fece prontamente avanti, afferrando Gerard perché non cadesse.
Lucy abbracciò Erza, ansiosa. ≪ Erza! Stai bene? Ti ha fatto qualcosa?≫
Gerard alzò di scatto il viso, sorpreso. La guardò intensamente. Erza lo fissò a sua volta. Si era ricordato di lei? Sapeva chi era?
≪ E-Erza? ≫ la chiamò lui, incerto. Natsu lo spinse indietro con rabbia ≪ Lasciala stare!≫
≪ Ragazzo, lascialo ≫ disse la guardia, prendendo Gerard per il braccio.
Natsu emise un ringhiò basso, animale. ≪ Allora lo tenga lontano da noi! Non ha forse danneggiato abbastanza persone?!≫
Lucy stava cercando di spingere Erza a seguirla, parlandole frettolosamente e lanciando continue occhiate a Gerard, ma lei non riusciva a muovere un solo passo.
Lui la stava guardando, poteva sentire lo sforzo che stava compiendo per cercare di ricordi di lei. Se avesse teso ora la mano, forse avrebbe potuto salvarlo come non era riuscito a fare quel giorno durante la ribellione.
≪ Erza, andiamocene! ≫ sbottò, Lucy, dando uno scossone più forte degli altri.
Lei sussultò, lasciandosi finalmente trascinare via.
Sentì il peso del suo sguardo addosso – lo sguardo di Gerard che le perforava la carne e le ossa, aggredendola nel profondo – fino alla strada. Una volta fuori dal cancello, si lasciarono cadere sedute contro il muretto.
Lucy la guardava pallida e spaventata. ≪ Erza…non piangere≫
Lei sollevò il viso e si toccò le guance, scoprendole bagnate.
Quando era successo? Quando aveva iniziato a piangere; era accaduto quando lo aveva visto, oppure quando lui l’aveva guardata e pronunciato il suo nome.
≪ S-sto bene ≫ disse, la voce sottile e tremante, irriconoscibile perfino a lei. ≪ Mi ha colto di sorpresa. Non pensavo fosse ricoverato qui≫
Lucy si morse le labbra, circondandole le spalle con le braccia e stringendola forte. ≪ Non posso credere che si sia svegliato ≫ disse, incredula.
Lei lo sapeva, ma non era servito a prepararla a incontrarlo.
Aveva il cuore che batteva forte, dolorosamente. Gerard, pensava, Gerard. Il suo nome le rimbalzava nella testa, cancellando qualsiasi pensiero.
Natsu li raggiunse di corsa e la guardò ansioso.
≪ Che cosa ci faceva lì fuori? ≫ lo aggredì Lucy, come se potesse essere lui il colpevole. Natsu si strinse nelle spalle. ≪ Non lo reputano una minaccia tale da tenerlo sotto più stretta sorveglianza ≫ spiegò, abbassò lo sguardo su di lei e aggiungendo, irritato ≪ Non sapevano che lei fosse legata a Gerard, per questo quel idiota della guardia non ha agito≫.
Lucy sbuffò, infuriata.
Da quando erano tornati dalla Torre dei Paradiso, entrambi di comportavano in modo iperprotettivo con lei, come se ne avesse bisogno e non fosse più considerata abbastanza forte da affrontare qualsiasi situazione. Questo la faceva arrabbiare, lei non era una ragazzina petulante che aveva bisogno di essere protetta e confortata.
Si alzò, passandosi una mano fra i capelli.
≪ Cosa ci fate voi qui? ≫ chiese, recuperando un minimo di controllo sulla sua voce. Natsu si strinse nelle spalle. ≪ Sapevamo che sarebbe stato noioso aspettare All Might, perciò siamo venuti per farti compagnia≫
≪ Abbiamo finito prima il lavoro di oggi e pensavamo di pranzare insieme a te ≫ aggiunse Lucy, guardandola ansiosa.
Erza annuì e gli fece cenno di seguirla. ≪ C’è un bar dall’altra parte della strada, prendiamoci qualcosa. Toshi ci metterà ancora un po'≫.
Il tempo sembrò rallentare, mentre aspettavano che Toshinori li raggiungesse. Lucy e Natsu fecero del loro meglio per tenerla occupata con chiacchiere inutili. Se ne rendeva conto anche da sola che doveva avere l’aria stralunata.
Toshinori arrivò diverse ore più tardi, con il fiato grosso.
≪ Cosa è successo? ≫ esclamò, trasudando preoccupazione paterna.
Lucy lo guardò con gli occhi spaventati. ≪ Gerard è sveglio e si trovava qui. Ha parlato con Erza≫
≪ Non sapeva chi ero ≫ commentò lei, cupa. Non riusciva a capire se era arrabbiata perché lo avesse incontrato, perché non si ricordava di lei o chissà, forse era il fatto che Lucy e Natsu gli avevano separati prima che potesse decidere se dirglielo o no. Ma poi, perché avrebbe dovuto volere che Gerard la riconoscesse?
Possibile che nella sua testa, fossero due persone distinte, il Gerard che era stato al suo fianco e quello che l’aveva perseguitata?
Toshinori si lasciò cadere sulla sedia, incredulo. ≪ M-mi dispiace. Non avevo idea…non ti avrei mai lasciato venire altrimenti≫.
≪ Quelli del Concilio fanno schifo! ≫ sbottò Natsu, infuriato ≪ Non fanno che crearci problemi. Perché non l’hanno chiuso in prigione?≫
Erza sussultò.
Un brivido le attraversò la spina dorsale a quella parola. Prigione. Essere nuovamente privato della libertà, ancora una volta isolato dal mondo, i polsi e le caviglie segnate da nuove e pesanti catene. Il solo pensiero le dava la nausea come se dovesse essere lei a doverne portare il peso.
La mano calda di Toshinori si poggiò sulla sua. ≪ Non possono processarlo finché le indagini non sono chiuse ≫ spiegò, guardandola ansioso. ≪ Inoltre, non tutti pensano che si possa considerarlo davvero un criminale. Visto il suo passato e il controllo della Regina, molti lo vedono più come una vittima≫
A questo, Natsu non sembrava avere qualcosa da ridire. Sbuffò, facendo scivolare il braccio dietro le spalle di Lucy che gli si appoggiò contro.
≪ Ah, come siete adorabili voi piccioncini ≫ gli stuzzicò con una punta di malizia, Erza. Si divertì a vedere Lucy diventare rossa come un peperone. ≪ N-noi non siamo…non chiamarci p-piccioncini≫
≪ Si si, certo. Dillo a quelli che hanno assistito al vostro bacio ≫ sghignazzò, implacabile ≪ Due volte, mentre io rischiavo la vita. Imperdonabili!≫
Toshinori la stava fissando, ansioso. Poteva ingannare chiunque, ma non lui. Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontare diversi argomenti importanti con lui, ma adesso non ne aveva la forza.
Il suo cellulare emise un bip acuto, in contemporanea con quello di Toshinori.
Entrambi guardarono lo schermo. Lui sorrise, raggiante. ≪ Il giovane Midoriya ha passato l’esame≫
≪ Davvero? Fantastico! ≫ si illuminò, Natsu, facendo uno dei suoi sorrisi.  
Erza fissò il messaggio sotto la foto della licenza. Era scritto in idiomi e lei aveva ancora qualche difficoltà a leggerli.
Ho passato l’esame! Grazie per l’incoraggiamento, mi hai portato fortuna!
Se pensava di essere stato baciato dalla fortuna, quella licenzia non se la meritava nemmeno un po', pensò cupamente. Si riscosse, vergognandosi di quel pensiero meschino. Infondo, Midoriya si era impegnato per migliorarsi, non meritava che lei dubitasse in quel modo.
≪ Ah, sono felice che sia andato tutto bene ≫ disse, Toshinori. Guardava lo schermo del suo telefono con orgoglio. Erza avvertì una punta della stessa gelosia che aveva provato da quando lui gli aveva detto di Izuku.
Pensava di averlo superato quando lo aveva conosciuto, ma evidentemente non era del tutto vero. Sospirò, mettendo via il telefono. Non sapeva ancora come comportarsi con lui, baciarlo era stato un errore. Aveva agito assecondando un impulso, ma la sua testa e i suoi sentimenti erano troppo confusi per permetterle di capire cosa andasse fatto.
Restarono per un po' nel bar a chiacchierare, finché non si fece tardi e decisero di tornare alla Yuei. Lucy e Natsu la precedettero in dormitorio, mentre lei decise di passare ancora un po' di tempo con Toshinori.
≪ L’incontro con Gerard ti ha sconvolto, non è vero? ≫ le disse, quando rimasero soli. Erza lo guardò, cercando di capire i suoi pensieri. ≪ No, sto bene≫
Lui sembrò scettico. ≪ Quando ti presi con me, soprattutto nei primi tempi, ogni volta che ti addormentavi parlavi nel sonno≫
≪ Credevo fossero urla e pianti ≫ replicò, sorpresa. Non ne avevano mai parlato apertamente, ed il fatto che volesse farlo proprio adesso, la metteva a disaggio.
Toshinori scosse piano la testa. ≪ Ho sempre cercato di lasciarti il tempo di elaborare le cose, di trovare il modo di affrontarle…sapevo che eri abbastanza forte e determinata da riuscirci, ma di questo non hai mai voluto parlarmi.≫.
I suoi occhi azzurri la scrutarono ≪ Ogni volta che ti addormentavi, tu sognavi Gerard. Chiamavi quel nome, ancora e ancora.≫.
Erza si strinse le braccia intorno al corpo, rabbrividendo. C’era un silenzio spetrale nel dormitorio dei docenti, che lo faceva sembrare disabitato.
≪ Non c’era ragione di farlo ≫ provò a giustificarsi. ≪ Come hai sempre detto anche tu, quegli incubi non potevano più ferirmi≫.
≪ Gerard non è più solo un incubo ≫ le disse, serio. ≪ È una persona in carne ed ossa, una persona a cui sei legata≫.
Lei trattenne il fiato, allontanandosi da lui ed appoggiandosi al telaio della finestra. Si sentiva stringere il cuore da una morsa di angoscia, mentre gli tornava in mente come lui l’avesse guardata come se fosse una completa estranea. Una persona che non significava nulla per lui.
≪ Non pensare che io non sappia come hanno fatto quei ragazzi ha fuggire dalle loro stanze nel riformatorio e scomparire nel nulla ≫ sussurrò, la voce profonda. Non le stava parlando solo come padre, ma anche come eroe. Erza ispirò. ≪ Non puoi accusarmi senza prove≫
≪ Le telecamere sono state messe fuori uso, le guardie sono state picchiate e messe al tappetto…Erza, non sono uno sciocco≫.
Si, forse lo era. Solo uno sciocco sarebbe andato a trovarla in ospedale ogni giorno, nonostante lei gli scagliasse contro un’ondata di potenza dopo l’altra. Doveva essere proprio uno sciocco per averle raccontato tutta la sua vita, ma forse, era stato proprio questo a spingerla a fidarsi di lui. Era troppo sciocco per voler farle del male.
≪ Va bene così ≫ disse, abbassando la voce. ≪ Non era giusto che venisse loro negata ancora la libertà. Avevano il diritto di vedere e conoscere il mondo, ed essere finalmente padroni di loro stessi≫
≪ Pensi davvero che volessero fare loro del male? ≫ replicò, sorpreso. ≪ Gli avrebbero trovato delle buone famiglie che gli accogliessero≫.
Lei scosse la testa, stancamente. ≪ Rinchiuderli in case famiglia o in prigione, sarebbe stato come imprigionarli nuovamente. Sho e gli altri meritavano la libertà…almeno quella, dato che non ho potuto fare nient’altro≫.
Le sue parole caddero nel silenzio. Avvertiva su di sé lo sguardo di Toshinori. Adesso, sarebbe stato un buon momento per chiedergli della Regina dei Draghi, per esporli i sospetti suoi e di Natsu.
Lui le disse, dolcemente ≪ Quello che è accaduto a loro e a Gerard non è in alcun modo colpa tua. Eri solo una bambina Erza, hai fatto molto di più di quanto chiunque avrebbe potuto pretendere≫.
Ah, come avrebbe voluto che fosse così semplice crederci. Se solo avesse potuto spegnere quel fuoco che la dilaniava con delle semplici parole e un buon ragionamento, non si sarebbe sentita così logorata dentro.
≪  Non posso perdonarmelo ≫ ammise, sentendo il sapore amaro di quelle parole riempirle la bocca. ≪ Non posso perdonarmi di non averli potuti aiutare. Se avessi salvato Gerard…se non mi fossi messa in pericolo, costringendolo a venirmi a salvare…tutto questo dolore non sarebbe mai nato≫
Strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nella carne. Gli occhi gli bruciavano, perfino quello artificiale che non poteva più versare lacrime. ≪ Loro contavano su di me, facevano affidamento su di me, ed io…non sono riuscita a proteggere nessuno. Non ho salvato nessuno. Perfino con questo potere, io… ≫ le parole le morirono in gola, strozzandola.
Toshinori si alzò, facendo stridere la sedia sul pavimento. Le sue braccia non erano nemmeno lontanamente forti come una volta, quando la stritolava nei suoi abbracci per strapparla dalle tenebre dei suoi incubi.
≪ In questo folle mondo, le persone possono convivere con le proprie colpe e continuare a vivere ≫ le sussurrò fra i capelli. Le sue braccia sembravano volerla tenere unita, evitare che pezzi di lei cadessero a terra, perdendosi. ≪ Possono essere perdonate per i loro sbagli e peccati≫
≪ Non c’è perdono per quello che ho fatto ≫ la voce le si inclinò.
No, non c’era perdono per chi abbandonava i propri amici, lasciandoli in balia del male puro. Lei si era fatta largo con la sua spada nella carne delle guardie e dei dottori, li aveva trucidati con la stessa leggerezza con cui avevano portato via loro la libertà. Tutto per raggiungere qualcuno che non era riuscita a salvare.
Toshinori sorrise contro la sua testa. ≪ Il perdono ha poco a che fare con ciò che vorremo, è solo qualcosa di cui tutti sentiamo il bisogno. Essere perdonati per il male fatto, per le decisioni prese, per i nostri sentimenti…se lo meritiamo o meno, ha ben poca importanza.≫
≪ Mi sembra un’idea molto poco pratica ≫ commentò, trattenendo le lacrime.
≪ Erza, se quello di cui hai bisogno è di essere perdonata per le tue azioni, sappi che lo sei. Sei perdonata. Hai lottato per proteggerli, hai fatto tutto quello che potevi per loro ≫ la sua mano era gentile fra i suoi capelli ≪ Più di quanto chiunque altro avrebbe mai fatto. Eri solo una bambina ed hai lottato contro qualcosa di molto più grande di te. Nessuno potrà mai fartene una colpa, nemmeno Gerard≫.
Al suono di quel nome, sussultò. Lo guardò, sorpresa. Lo aveva capito da solo, senza che lei parlasse, proprio come quando da bambina riusciva a intuire le cose che la spaventavano.
≪ Gerard nemmeno sa chi sono ≫ sussurrò con un filo di voce. Toshinori la guardò tristemente. ≪ Come eroe e come padre, lascia che ti dica una cosa. Io stesso l’ho dovuto imparare molto tempo fa≫.
Le accarezzò una guancia con dolcezza. ≪ Non possiamo salvare tutti.  Ogni eroe lo sa, eppure c’è sempre almeno una persona che vorremmo aver potuto salvare. È così per tutti gli eroi. Una persona che desideravamo proteggere e salvare, senza però esserci riusciti. Senza che potessimo farlo≫.
Lei lo fissò con gli occhi sbarrati, un nodo alla gola. Le sembrava che qualcuno le avesse pugnalato il cuore con una lama ghiacciata. Toshinori la guardò tristemente, le dita che scivolavano sulle ciocche dei suoi capelli. ≪  Per te, Erza, quella persona è Gerard≫
Qualcuno che avremmo voluto salvare. Si, era proprio vero.
≪ Che cosa fai se incontri qualcuno che non puoi salvare? ≫ sussurrò, spaesata. Le labbra di Toshinori tremarono, i suoi occhi azzurri ebbero un lampo. Sembrava che avesse ricevuto un duro colpo.
Erza lo fissò, preoccupata. ≪ H-ho detto qualcosa che non dovevo?≫
≪ N-no, scusa ≫ disse, la voce tremante. Distolse lo sguardo da lei, deglutendo ≪ Solo…detesto questa domanda. Io ho sempre voluto salvare tutti, ma immagino che a un certo punto bisogni arrendersi con certe persone≫.
Un fischio li fece sussultare. Dall’altoparlante arrivò una voce meccanica che prese a gridare. ≪ Studenti fuori dai dormitori! Violazione del coprifuoco! Due studenti stanno combattendo al Ground Beta≫
Toshinori corrugò la fronte ed impallidì. Erza restò a bocca aperta, quando l’altoparlante aggiunse ≪ Identificati i trasgressori: Bakugou Katsuki, 1-A, Midoriya Izuku, 1-A. Il loro responsabile, si occupi subito di loro!≫.

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Capitolo 46
*** Capitolo 22 - Confusione ***


≪ Identificati i trasgressori: Bakugou Katsuki, 1-A, Midoriya Izuku, 1-A. Il loro responsabile, si occupi subito di loro! ≫ gridò, la voce metallica.
≪ M-ma…sono due idioti! ≫ sbottò Erza, incredula.
Toshinori si affrettò verso la porta, lanciandole un’occhiata ≪ Meglio se anche tu torni in dormitorio. Il coprifuoco valle anche per te≫.
Lo vide sparire lungo il corridoio, così non le restò che tornare alla sua stanza.
Avrebbe voluto andare a vedere che cosa stessero facendo quei due e perché mai stessero combattendo, ma presto i professori sarebbero stati lì e non era il caso di farsi mettere in mezzo.
Si sedette sugli scalini, davanti all’ingresso ed aspettò.
Dovette pazientare un’ora buona, prima che tre figure emergessero lungo la strada che collegava il dormitorio studentesco a quello degli insegnanti.
Riconobbe la figura nel mezzo, alta e allampanata, che ricordava vagamente uno spaventapasseri.
≪ Ah, sei ancora in piedi ≫ commentò, rassegnato. Erza guardò i due ragazzi alle sue spalle, lividi e scarmigliati, e fischiò piano. ≪ Deve essere stata una bella rissa ≫ commentò.
Bakugou la guardò male. ≪ Tsk, fatti i cazzi tuoi≫
Erza accennò un sorrisetto ≪ Come siamo- ≫
≪ Non parlarle così! ≫ sbottò Midoriya, interrompendola. Stava fissando l’altro ragazzo che ricambiò l’occhiata, infastidito. ≪ Sei tu che non devi parlarmi così, dannato Deku!≫
≪ Ragazzi… ≫ disse Toshinori, sollevando impotente le mani.
≪ Ohi, voi due ≫ gli chiamò Erza, correndo in soccorso di suo padre. ≪ Non vi siete già beccati una punizione? Cos’è ne volete un’altra?≫
Midoriya sussultò e abbassò il capo, mortificato. Bakugou sputò per terra, adirato ≪ Se lui se le cerca≫
≪ Sei tu che sei voluto andare fin lì, te l’avevo detto che era contro le regole ≫ scattò, Midoriya. Bakugou gli ringhiò contro ≪ Ed io ti ho già detto dove puoi ficcarti le tue stupide regole≫.
Sembrava che volessero continuare così ancora per un bel po'. Erza guardò suo padre, perplessa. ≪ Ma che cosa è successo?≫
Toshinori accennò un sorriso nervoso, stringendosi nelle spalle. ≪ Un litigio per una ragazza, diciamo≫
Erza non fece nemmeno in tempo a reagire a quelle parole, tanto fu fulminea la reazione di Midoriya. ≪ N-non è così! È solo Kacchan che è innamorato di Uraraka-kun≫
≪ NON DIRE ASSURDITA’, DANNATO NERD! IO NON P-PROVO NULLA PER FACCIA TONDA ≫ gridò Bakugou, sfondando loro i timpani e probabilmente, svegliando l’intero dormitorio.
≪ Non è quello che hai detto prima! ≫ ruggì Midoriya, indispettito. ≪ Si almeno onesto con te stesso, Kacchan ≫
Toshinori la guardò rassegnato. ≪ Te l’ho detto: una ragazza≫
Erza annuì, guardandoli con gli occhi sbarrati. Incredibile quanto potessero essere stupidi i ragazzi. Midoriya arrossì e la guardò agitato. ≪ Credimi, non è così. Io e Uraraka-kun siamo solo amici≫
≪ Adesso non più ≫ commentò, Bakugou, storcendo la bocca. Midoriya sussultò, ferito. ≪ C-certo che lo siamo!≫
≪ Magari prima che le spezzassi il cuore e piangesse tutte le sue lacrime, razza di cretino ≫ replicò, furioso.
≪ Beh, almeno adesso hai una chance ≫ commentò, Midoriya, velenoso. ≪ Anche perché con il caratteraccio che hai, solo una pazza ti vorrebbe≫.
Una vena iniziò a pulsare sulla fronte di Bakugou, ≪ COSA HAI DETTO?! VUOI CHE TI FACCIA SALTARE IN ARIA≫
≪ Erza ≫ disse, Toshinori, guardandola supplichevole. Lei sospirò e colpì Bakugou con un pugno in testa, mandandolo a sedere nell’erba.
≪ Basta ≫ disse duramente ≪ Siete noiosi e state facendo un casino tale che sveglierete anche gli altri dormitori. Chiedetelo ad Uraraka cosa prova, invece di prendervi a urla come due bambini≫.
Bakugou le ringhiò contro qualcosa di incomprensibile, ma si zittì quando lei gli mostrò il pugno. ≪ C’era bisogno di fare tutto questo casino, io veramente. Almeno non fatevi beccare≫
≪ Erza ≫ tentò di dire Toshinori, tossicchiando. ≪ Una rissa è pur sempre≫
≪ Oh ma fammi il piacere! ≫ lo interruppe, seccata ≪ A Fairy Tail abbiamo almeno otto risse al giorno – e non sto esagerando – questa è più una scaramuccia≫
Toshinori la guardò allibito. ≪ Ma in che razza di scuola ti ho iscritto?!≫
≪ Ma se non lo sai tu ≫ replicò, stringendosi nelle spalle. ≪ E comunque è tardi per pensarci≫.
 Lanciò un’occhiata a Midoriya che la guardava di sottecchi, gli occhi verdi scintillanti come giada.
Merda, doveva tornarli in mente proprio adesso quei loro baci?
Si morse l’interno della guancia, imbarazzata. Cercò di non fare caso al fremito che aveva avvertito sotto pelle, nell’incrociare il suo sguardo. Si disse che era l’aria fredda della sera ad averglielo causato. ≪ Beh, se questo è tutto io me ne vado a letto. Non fate baccano o vi uccido≫.
Toshinori tossì, nervoso.
Erza lo guardò. ≪ C’è qualcos’altro, vero? ≫
Lui annuì, facendola sospirare stancamente. ≪ E ti pareva. Spara, quanto potrà essere brutta come notizia?≫
Midoriya incassò la testa fra le spalle, imbarazzato. Toshinori era diventato serio, mentre Bakugou si era rialzato, pulendosi i pantaloni.
≪ Ecco, di fatto il giovane Bakugou sa del One for All ≫ disse Toshinori, lasciandola raggelata. Lo fissò. Lui aveva un’aria grave, non sembrava uno che stesse scherzando. Erza guardò Bakugou che ricambiò cupo.
La lama gli baciò la gola, facendolo sussultare. ≪ Ma che cazzo fai?!≫
≪ Un unico avvertimento: se dici una sola parola su tutta questa storia, non dico che ti taglio la lingua ≫ sibilò lei, stringendo gli occhi ≪ Ti faccio proprio a fette. Ci siamo intesi?≫
≪ Tu sei pazza ≫ replicò Bakugou, incredulo.
Erza premete la lama sulla pelle, facendo sgorgare una goccia di sangue che scivolò sulla pelle come un rivolo scarlatto. ≪ Non vuoi scoprire quanto ≫ disse, ignorando le proteste di Toshinori e Midoriya, spaventati dal suo mutamento improvviso.
Bakugou la fissò dritto negli occhi. ≪ Ah, non preoccuparti. Il segreto di All Might è al sicuro con me. Non sono mica come Deku che se l’è lasciato scappare≫
Erza si irrigidì, facendo scomparire la spada.
≪ Ci siamo intesi ≫ commentò cupamente. Bakugou sbuffò, superandoli per salire gli scalini.
 Toshinori, sospirò, passandosi la mano fra i capelli scarmigliati.
 ≪ Beh, l’ho messo a corrente di tutto. Ormai è fatta≫
≪ Ma sei impazzito?! ≫ sbottò Erza, guardandolo in cagnesco. ≪ Come ti è venuto in mente di dirgli tutto quanto?!≫.
≪ Lo ha capito da solo ≫ intervenne Midoriya, la voce sottile per l’ansia. ≪ Ha messo insieme i pezzi e…≫
≪ E chissà chi è il genio ad averglieli dati quei pezzi! ≫ sbottò lei, lanciandoli un’occhiataccia che lo fulminò sul posto. ≪ Davvero, siete due idioti. Come sperate di proteggere un simile segreto se poi ve ne andate in giro a dirlo a tutti?≫
≪ Non è così semplice ≫ commentò, Toshinori. ≪ E comunque è vero che il giovane Midoriya ha commesso uno sbaglio, ma io stesso negli anni ho condiviso questo segreto con alcune persone≫. La guardò dritto negli occhi e abbassò la voce ≪ Persone come te≫.
Lei storse la bocca, infastidita. Si, lei era una delle poche a sapere tutta la verità sul One for All e la sua storia, però lei non avrebbe mai potuto rivelarlo e mettere così in pericolo la persona che l’aveva salvata e accolta.
Lanciò un’altra occhiataccia a Midoriya. ≪ E se Bakugou lo dice a qualcuno?≫
≪ Kacchan non lo farebbe ≫ protestò Midoriya, deciso. ≪ Se ha promesso di mantenere il segreto, possiamo fidarci≫
≪ E tu gli credi? ≫ insistette lei, sentendo aumentare un sentimento di rabbia e frustrazione in petto. ≪ Se dovesse tradirci cosa farai per rimediare?≫
Midoriya aprì la bocca e la richiuse, disorientato.
Toshinori, sospirò ≪ Erza, basta. È stata una lunga giornata per tutti ≫ commentò, stancamente. ≪ Penso che possiamo fidarci del giovane Bakugou. Non tradirà la nostra fiducia≫
≪ Kacchan adora All Might, non lo metterebbe mai in pericolo ≫ aggiunse Midoriya, convinto. ≪ Non devi preoccuparti, Erza≫
Lei sussultò. L’aveva appena chiamata per nome senza metterci nemmeno un onorifico. Toshinori lo guardò disorientato, poi guardò lei. Grandioso, stava già lavorando di fantasia.
Lei evitò di guardare Midoriya - anche perché se l’avesse fatto, gli avrebbe anche assestato un pugno in faccia per ripicca – e si diresse verso la porta.
≪ Penso che sia la peggiore delle idee, ma non c’è ragione di parlarne stanotte ≫ commentò ≪ Come hai detto tu, è stata una lunga giornata≫.
Toshinori annuì. ≪ Andate a dormire, coraggio ≫ disse, sollevò lo sguardo e sorrise a Midoriya ≪ Ancora congratulazioni per la licenza provvisoria, ragazzo≫
Lui arrossì. ≪ G-grazie, All Might≫
Erza si fermò, guardando suo padre allontanarsi. Percepiva i movimenti nervosi di Midoriya alle sue spalle. Dopo un po' che erano rimasti in silenzio, lui disse ≪ T-ti ho inviato un messaggio, dopo aver finito l’esame≫.
Erza strinse i pugni, per nasconderne il tremore. ≪ Si, ho visto. Congratulazioni≫
Gettò un’occhiata alle sue spalle e lo vide che si passava la mano dietro la nuca, scompigliandosi i capelli. Un leggero rossore gli coloriva gli zigomi ≪ Ecco…per quanto stava dicendo Kacchan, n-non è che stessimo litigando per Uraraka-kun≫
≪ Izuku ≫ lo chiamò. Lui sollevò di scattò il viso, illuminandosi.
Oh, perché diavolo la stava guardando in quel modo?! Come se fosse felice.
Lei invece si sentiva furiosa. ≪ Come ti è venuto in mente di dire a Bakugou del One for All e di All Might? ≫ sibilò, facendolo sussultare.
Il sorriso sulle sue labbra cedette il posto a una piega sorpresa. ≪ Io…è successo all’inizio dell’anno. Io e Kacchan ci conosciamo fin dall’asilo, lui sapeva che non avevo un quirk≫
Lei rabbrividì. I quirk si manifestavano fino a una certa età, tuttavia c’erano dei casi in cui poteva manifestarsi più tardi, come era successo a lei ed a Gerard.
Bakugou doveva essere rimasto sbalordito di vedere il suo amico d’infanzia svilupparne uno a quindici anni, molto in ritardo rispetto al normale.
≪ Perciò quando mi ha visto usarne uno...beh, non l’ha presa bene≫
≪ Questo non significa che potessi dirglielo! ≫ sbottò. Lui alzò di scatto la testa e replicò ≪ Non l’ho fatto! gli ho detto solo che era un potere prestato, ma lui ha visto All for One rubare altri quirk e trasferirli ad altri ed è arrivato alla verità da solo≫
≪ Ah, allora si. ≫ disse, sarcastica. ≪ Mi sento rassicurata≫
≪ Di Kacchan ci si può fidare. Se promette una cosa, la mantiene ≫ insistette, Midoriya. Erza storse la bocca. ≪ Al momento, non mi fido nemmeno di te, figuriamoci di lui≫.
Midoriya sussultò, ferito. ≪ C-che cattiva ≫ commentò, la voce gli tremò leggermente. ≪ Infondo, quello che rischia di più sono io. Sono io a possedere il One for All. Se il suo segreto fosse svelato-≫
≪ La persona più a rischio non sei tu ≫ lo interruppe, seccamente. ≪ Tu sei l’attuale possessore e puoi usarlo liberamente. Il tuo predecessore invece no. Se il segreto venisse svelato, tutto quello che Toshi ha creato, per cui ha lavorato e lottato andrebbe perso. Per non parlare del fatto che lui non ce l’ha più un quirk con cui difendersi e come pensi che la prenderebbe la gente se scoprisse l’esistenza di un potere come One for All?≫
Lui sussultò, gli occhi liquidi densi di tristezza, ma questo non le impedì di sbattergli in faccia l’enormità del pericolo che stavano correndo. ≪ Un potere che può essere passato da una persona all’altra, quante persone lo vorrebbero? Potrebbero venire a cercarlo, costringerti a cederlo. Potrebbero torturare mio padre ora che non ha un quirk per difendersi. Lo capisci, razza di idiota, il rischio che stai correndo con Bakugou?!≫
Midoriya si morse il labbro, avvicinandosi. ≪ Erza… ≫ allungò una mano come se volesse toccarla.
Lei disse seccamente. ≪ Toccami con un dito e ti taglio la mano≫
Midoriya sussultò, guardandola sbalordito. ≪ P-perché fai così?≫
Lo guardò. Davvero non lo capiva da solo?
Si era chiesta se non fosse stato un errore quel bacio, come avrebbe dovuto comportarsi, ora sapeva che c’era una soluzione più semplice. Lui lo aveva reso incredibilmente semplice.
≪ Hai messo in pericolo la persona che amo di più al mondo ≫ gli disse, gelida ≪ e ti comporti come se non ne fossi consapevole≫.
≪ No, non è questo ≫ le disse, lui. La guardava dritto negli occhi, scrutandola come alla ricerca di una qualche risposta. ≪ È da prima che accadesse questa cosa che ti comporti così≫.
Erza sussultò e distolse lo sguardo. ≪ Te lo sarai sognato≫
≪ Smettila ≫ sbottò lui, frustrato. Strinse i pugni lungo i fianchi, attirando lo sguardo di lei sulle sue braccia, attraversate da spesse cicatrici. ≪ Lo sai di cosa parlo≫.
Lei distolse lo sguardo, evitando di rispondergli, così Midoriya insistette. ≪ S-stamattina, te ne sei andata senza dire niente e mi hai ignorato tutto il giorno ≫ deglutì, una nota di tensione traspariva dalla sua voce. ≪ Non hai risposto ai miei messaggi ed adesso fai così≫.
La guardava con quei suoi grandi occhi dolci, di un verde brillante come la giada. Erza si trovò a trattenere il fiato e la rabbia, che minacciava di evaporare, vinta da quello sguardo.
≪  Ho fatto qualcosa di sbagliato? ≫ disse piano, prendendole la mano. La guardò, inquieto. ≪ Erza, ≫ mormorò, facendola rabbrividire ≪ che cosa c’è?≫.
Posò una mano calda sul suo fianco, riducendo le distanze fra di loro.
Lei lo guardò senza riuscire a muoversi, il cuore che batteva sordo nel petto.
≪ Per favore, dimmi…cosa c’è che non va ≫ sussurrò, incerto.
Maledizione, non riusciva a restare arrabbiata se faceva così. Non poteva gridargli contro né tanto meno prendersela con lui, se la guardava in quel modo dolce e desideroso, sfiorandole i fianchi con le mani gentili, ma forti.
Erza trattenne il fiato, distogliendo lo sguardo. ≪ Ti ho detto di non toccarmi ≫ .
Lui la strinse più forte, guardandola con i grandi occhi verdi, densi di preoccupazione per lei.
Stava facendo proprio quello che le aveva detto sulla metro. Non si sarebbe arreso né tirato indietro.
Midoriya strinse le labbra, arrossendo. La voce gli tremò ≪ È per ieri notte? P-per il b-b-bacio? ≫ gli mancò il respiro. ≪ Ti sei pentita?≫.
Era difficile pensarlo ora che ce l’aveva davanti. Eppure, ci aveva pensato tutto il giorno, ripetendosi che aveva commesso uno sbaglio. Allora, perché adesso che erano l’uno di fronte all’altro, non riusciva più a pensarlo?
≪ Non sono brava in questo genere di cose ≫ borbottò, frustrata. Si scostò i capelli dal viso, e poggiò la fronte contro quella di lui.
≪  Non dire stupidaggini, non c’entra niente con quello ≫ mormorò. Lui sgranò leggermente gli occhi, sollevato. Accennò un sorriso, dicendo ≪ Allora, cosa c’è che non va?≫
≪ Se tu fossi furbo, mi lasceresti perdere ≫ gli disse, amaramente.
Lui sgranò gli occhi, fissandola ≪ Perché?≫
≪ Perché sono un casino ≫ rispose, facendo scivolare le braccia sulle sue spalle. ≪ Finirei sicuramente per metterti in pericolo e incasinare anche te≫
Midoriya si lasciò scappare una risata nervosa.
 ≪ Ah, era per questo? ≫ disse, sembrava sollevato. Erza corrugò la fronte, mentre lui sorrideva dolcemente.
≪ Non mi spaventano le cose difficili ≫ disse, stringendola. Erza si sentì arrossire, borbottò ≪ Non fare il figo. Hai pur sempre rivelato un segreto importate a Bakugou≫
Lui arrossì, mordendosi il labbro. ≪ Mi fido di lui, è mio amico≫
≪ Anche Natsu è mio amico ≫ replicò, stancamente ≪ No, in realtà, è più un fratellino fastidioso ed esuberante, ma non mi verrebbe mai in mente di rivelargli il segreto del One for All. chiunque lo conosca, corre dei rischi≫
Midoriya si illuminò. Non riusciva proprio a capire cosa gli passasse per la testa, a stento capiva cosa succedesse a lei.
≪ Se dico che mi dispiace, posso baciarti? ≫ le chiese, arrossendo.
Erza si sentì scottare le guance, sbuffò piano ≪ Sei furbo, però≫.
Midoriya accennò un sorriso, sporgendosi per baciarla. La sua bocca calda premette sulla sua, con attenzione. Era diverso dal bacio che gli aveva dato la notte prima, facendoli scorrere brividi sotto pelle e levandole il respiro.
Questo bacio era dolce e gentile, labbra che si sfioravano, assaggiandosi e che la fecero tremare dentro. La dolcezza era l’unica cosa contro cui non riusciva a combattere, non poteva difendersi da essa, non sapeva cosa fare. Forse, proprio per questo, si era trovata da subito a suo agio con lui. Midoriya era dolce e gentile, sapeva come tenerle testa senza scivolare in uno scontro di forza.
Le sue mani le stringevano i fianchi, scivolarono sulla schiena, facendo increspare il tessuto della maglia e stringendola. Erza si scostò leggermente, sentendosi bruciare le guance.
Lui la guardò, gli occhi verdi scintillanti e le guance rosse. Non gliel’avrebbe mai detto, ma adorava le lentiggini sulle sue guance e il modo in cui si confondevano con il rossore della pelle, ogni volta che arrossiva.
Lui deglutì, stringendola un po' più forte.
≪ Non avrei mai pensato che potesse succedere ≫ mormorò, socchiudendo gli occhi verdi. Erza lo guardò confusa. ≪ Che cosa?≫
≪ Q-questo. Noi ≫ disse, avvampando. L’espressione sul suo viso era vulnerabile e innocente, sarebbe bastato così poco per infrangerla. Una sola parola e gli avrebbe spezzato il cuore.
≪ Non avrei mai pensato che tu ≫ s’interruppe, scuotendo la testa e abbassando lo sguardo. ≪ Lascia stare, è stupito≫
≪ Voglio saperlo ≫ replicò lei, studiandolo. Midoriya distolse lo sguardo timidamente. Era incredibile come riuscisse a chiudersi a riccio e poi, quando meno se l’aspettava, ne usciva con una sincerità disarmante.
Lo sentì trarre un respiro, tremante. ≪ Pensavo che mi avresti riso in faccia, ecco, se ti avessi detto cosa p-provo≫
Erza trasalì, allontanandosi per guardarlo meglio. ≪ Mi vedi proprio senza cuore≫
≪ No, solo…mi sembrava impossibile che potessi vedermi in quel modo ≫ borbottò, sollevò lo sguardo smeraldo su di lei e sorrise felice. Erza lo guardò, sentendosi stringere un nodo allo stomaco. Gli prese il viso fra le mani e lui sussultò, la bocca si piegò in una smorfia di dolore.
Erza lo studiò meglio. Aveva il viso graffiato, con dei cerotti sulle guance e sulla tempia. Le scappò da ridere. ≪ È stata proprio una bella rissa, eh?≫
Lui storse la bocca, amaramente.
≪ Vorrei dire qualcosa di figo come “dovresti vedere l’altro”, ma ho perso io ≫ sospirò rassegnato. ≪ Kacchan è ancora troppo forte≫
≪ Oh povero, piccolo ≫ mormorò carezzevole, chinandosi sul suo viso e posando un bacio sulla guancia ammaccata. Lo sentì tremare fra le sue mani, fremente, il respiro agitato, mentre copriva ogni livido sul suo viso con un bacio.
Izuku emise un verso strozzato, avvicinandola a sé.
≪ Fanno male ≫ mormorò, con voce tremante. Erza sorrise, baciando il livido rosso che si stava scurendo sul suo mento. ≪ Così va un po' meglio? ≫
≪ Si ≫ rispose in un respiro sommesso, strappandole un sorriso. ≪ Un pochino ≫
Si era chiesta se non fosse stato un errore lasciarsi baciare, più che altro perché lei sentiva ancora il peso delle catene del suo passato addosso, tutte le ferite, tutti i punti in cui non sarebbe mai stata uguale agli altri.
Perfino ora che la Torre non esisteva più e Gerard era libero, si sentiva ancora addosso il peso di quell’oscurità. Non voleva trascinare qualcun altro con sé, ma forse non era come trascinare qualcuno. Era più come afferrare una mano che può trarti in salvo, così come aveva fatto Toshinori con lei.
Toshinori l’aveva condotta in una vita che non aveva mai nemmeno sognato, forse poteva lasciarsi alle spalle il senso di colpa, il rimpianto e andare avanti.
≪ E-Erza ≫ mormorò, con voce tremante.
Lei si scostò per guardarlo. Era rosso in viso e tremava, imbarazzato e nervoso.
≪ Sul serio? ≫ gli chiese, sorpresa. Aveva intenzione di imbarazzarsi dopo tutto quello che avevano passato insieme?  
Lui distolse lo sguardo, il viso così rosso e caldo da sembrare un pomodoro. Adorabile, pensò, era assolutamente buffo e adorabile. Erza si lasciò sfuggire una risata. ≪ Sei incredibile ≫ disse, ridacchiando ≪ Adesso, fai il timido. Ieri notte, non lo sembravi per nulla≫
Se possibile arrossì ancora di più. ≪ M-mi sono fatto trasportare dalla situazione≫
≪ Quale situazione? ≫ replicò, sorpresa. Gli occhi verdi di lui corsero agitati tutto intorno. ≪ N-non puoi dire sul serio, cioè ti sei infilata nel mio letto≫
Stavolta, fu lei ad arrossire. Era scappata dalla sua stessa camera perché la situazione fra Natsu e Lucy era così tesa e imbarazzante da poter essere tagliata con la spada. Aveva preferito battere la ritirata e si, era finita nella stanza di lui senza nemmeno rendersene conto.
≪ Ah ehm si, ecco ≫ balbettò, scuotendo la testa. Izuku la guardò curioso, un sorrisetto sulle labbra. ≪ Allora anche tu vai nel panico≫
≪ Zitto, io non sono come te! ≫ replicò, voltandosi per nascondere il rossore e strappandogli una risata divertita.
Entrarono nel dormitorio buio e silenzioso, tenendosi per mano.
Un leggero russare risuonava nella stanza. Izuku si guardò attorno, confuso. ≪ Che cosa è? ≫ si domandò, piano.
Erza si strinse nelle spalle. ≪ Viene dai divani lì, penso che qualcuno si sia addormentato, magari leggendo o che so io≫
Izuku non era convinto. ≪ Quando sono uscito, non c’era nessuno qui ≫
Si avvicinarono a passo leggero e sbirciarono oltre lo schienale del divano verde. Sdraiato scompostamente sui cuscini verde chiaro, la bocca spalancata a lasciar uscire un russare profondo, c’era Natsu.
≪ Ah ≫ commentò Erza, incupendosi. Doveva essere di nuovo successo qualcosa con Lucy. Izuku lo guardò accigliato, allungò una mano per svegliarlo, ma Erza lo fermò, stringendogli il polso.
≪ Lascialo dormire ≫ disse, guardandosi attorno in cerca di una coperta. Non trovandone, ne tirò fuori una termica dal Kansou. Ne aveva sempre qualcuno in caso di azioni di salvataggio.
≪ Prenderà freddo ≫ protestò Izuku, corrugando la fronte. ≪ E poi, ha una stanza. Anche se non la usa praticamente mai≫
Stese la coperta sul ragazzo, spingendoli la gamba sul cuscino. Natsu emise uno sbuffo, divincolandosi e ributtando giù la gamba. Dire che erano assurde le posizioni in cui si addormentava, era riduttivo. Una volta lo aveva scoperto a dormire a testa in giù contro il bancone della sala comune di Fairy Tail, ancora si chiedeva come avesse fatto a non avere il torcicollo dopo.
Erza gli accarezzò i capelli rosa, scompigliati, con un gesto affettuoso.
≪ Andiamo a dormire anche noi ≫ sussurrò, raddrizzandosi. Izuku si mosse inquieto. ≪ I-insieme? ≫ domandò, incerto.
≪ No, ognuno nella propria stanza ≫ rispose, scuotendo la testa. Colse la delusione nel viso del ragazzo e aggiunse, arrossendo. ≪ Non ti starai facendo idee perverse, vero?≫
Izuku si irrigidì, trasalendo. La voce gli uscì acuta di bocca. ≪ Ma…! No, cioè che ti sal-salta in mente?! Sei tu che ti infili nel letto degli altri, non il contrario. Non che non vada bene, finché è il mio o quello di Lucy-san, però≫
Stava andando in delirio. Erza gli diede un buffetto sulla guancia, commentando. ≪ Respira, Nerd. Finisce che soffochi≫
Izuku avvampò, abbassando lo sguardo e annuendo. Erza si addolcì, chinandosi a posare un bacio sulla sua guancia. ≪ Buonanotte, Izuku≫
≪ B-buonanotte ≫ sussurrò lui.
Erza lo lasciò per andare nella propria stanza. C’era ancora una cosa da fare, probabilmente. Aprì la porta su una stanza buia, silenziosa.
Lucy era seduta per terra davanti alla vetrata, le gambe incrociate. Alla luce della luna i suoi lunghi capelli biondi sembravano argento e oro bianco, lucenti e incantevoli. Assomigliava a una bellissima fata smarrita.
≪ Natsu dorme in soggiorno ≫ le disse, chiudendosi la porta alle spalle e andando a sedersi davanti a lei che non la guardò.
 Aveva un’espressione triste sul visetto dolce. ≪ Ti ricordi la prima volta che ci incontrammo? ≫ sussurrò, malinconica.
Ovviamente se lo ricordava. L’idea che Natsu avesse condotto una ragazza scappata di casa all’accademia era stata come una bomba scoppiata sotto il tavolo. Natsu non aveva mai raccomandato nessuno in tutta la sua vita, l’averlo fatto per una che aveva appena conosciuto aveva incuriosito Erza.
≪ Ormai sono quasi due anni fa. Il piccolo Team che avevamo formato io, Natsu, Happy e Gray si è allargato≫
Aveva compreso Lucy, ma poi si erano unite a loro anche Charle e Wendy. A volte, si chiedeva se potevano ancora considerarlo un team. Era più che altro una famiglia allargata che comprendeva i membri di tutta la gilda.
Lucy annuì, evitando di guardarla. ≪ Ti chiesi se tu e Gray stavate insieme, dato che eravate così affiatati ≫
≪ Mi chiedesti la stessa cosa anche di Natsu ≫ commentò, pensierosa. ≪ Ma ti dissi che anche se non li avessi considerati come dei fratelli, le relazioni all’interno dello stesso team sono proibite≫. Sollevò di scatto lo sguardo, fissando l’altra ragazza. ≪ Aspetta, è questo che vi preoccupa? Lucy…è una cosa stupida, nessuno di noi ci si romperà la testa≫
Lucy scosse la testa, guardandola con gli occhi nocciola. ≪ Non ho mai pensato a Natsu come a nient’altro che un amico e compagno, ma quando mi sono trovata in quel campo e lui sembrava morto… ≫ la voce le si spezzò e gli occhi le si riempirono di lacrime. ≪ Pensavo che fosse m-morto e non a-avrei più visto il suo sorriso, né mi sarei arrabbiata per quanto è invasivo e inopportuno≫
Tutto ciò era accaduto mentre lei veniva trasportata alla Torre del Paradiso. Erza aveva raccolto un po' di notizie da diverse persone, ma non era riuscita a capire cosa pensasse Natsu della cosa.
≪ Cosa succede fra voi due? ≫ domandò Erza, cauta. Lucy scosse la testa. ≪ Non lo so. ≫ ammise ≪ Io…non riesco più a vedere Natsu nello stesso modo, ma lui ≫ s’interruppe, passandosi le mani sulle guance e cercando di scacciare via le lacrime. ≪ Non capisco cosa pensi, si comporta come se non avesse significato nulla e non fosse mai cambiato niente≫
≪ Ma è cambiato ≫ commentò lei, piano. L’amica la guardò, annuendo triste. ≪ Quel bacio…ha cambiato tutto, Erza≫
Erza annuì, facendo scorrere la mano sulla nuca di Lucy e spingendola a poggiare la testa sul suo grembo. La ragazza si rannicchiò contro il corpo dell’amica. Qualche volta si sentiva più una sorella maggiore che un’amica. Qualcuno che doveva fornire il supporto e le risposte di cui sentivano bisogno.
≪ Non preoccuparti, Lucy. Si sistemerà tutto ≫ la rassicurò. ≪ Natsu tiene moltissimo a te, sono sicura che anche lui stia cercando di fare chiarezza nei suoi sentimenti e quando ci sarà riuscito te lo dirà≫.
 

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Capitolo 47
*** capitolo 23 - In punizione ***


 ≪ Ma davvero tu e Bakugou vi siete picchiati in un terreno di addestramento?! ≫ esclamò Lucy, sbarrando gli occhi castani, incredula.
Midoriya non sollevò nemmeno la testa, continuando a passare l’aspirapolvere sul tappetto. Bakugou, a pochi metri di distanza da lui, fece lo stesso. Borbottava insulti fra i denti, così piano che era difficile capire quali.
≪ Eh, ma allora siete scemi ≫ commentò Natsu, seduto scomposto sul divano, con le braccia abbandonate sullo schienale, a guardare Midoriya annoiato. ≪ Perché vi siete fatti beccare?≫
Bakugou ci mise più foga nel suo compito, aumentando il tono degli insulti.
≪ Un comportamento così stupido me lo aspettavo da Bakugou, ma di certo non da te, Midoriya ≫ commentò Happy, sollevando la zampina. ≪ Mi hai deluso≫
Il ragazzo biondo alzò di scatto il volto, gridando ≪ Se non ci date un taglio vi faccio esplodere!≫.
Happy saltò a nascondersi dietro la schiena di Natsu che si raddrizzò, facendo scoccare le nocche. ≪ Con chi credi di parlare, Cenerentola?! Se voglio ti batto ad occhi chiusi!≫
≪ Ah?! A chi hai chiamato in quel modo?! ≫ sbraitò Bakugou. Sventolò il bastone dell’aspirapolvere verso Natsu, minaccioso. L’altro ragazzo scoprì i denti, irritato ≪ Non mi fai per nulla paura con quel coso in mano, idiota!≫
≪ Il vero idiota sei tu con quei cazzo di capelli rosa! ≫ sbraitò Bakugou, piantandoli l’aspirapolvere in faccia. Natsu cercò di parlare, ma le sue parole furono ingoiate dall’attrezzo.
≪ Basta voi due! ≫ li rimproverò Kirishima, alzando la testa dagli appunti suoi e di Sato. ≪ Già di questa roba non ci capisco nulla, figuriamoci se fatte tutto questo casino!≫.
≪ Anche tu, Kirishima? ≫ esclamò disperata, Mina. ≪ Nemmeno io ho capito nulla della lezione d’inglese≫
Midoriya deglutì, guardandoli preoccupato. Era passato solo un giorno e l’avevano già lasciato indietro, parlando di cose che non aveva mai sentito prima.
Tese le orecchie captando qualcosa di strano nella conversazione fra Jiro, Ojiro e Hakagure, lì vicino.
≪ Ma quindi se non sono stata opzionata direttamente da un’agenzia non posso fare il tirocinio? ≫ stava dicendo Jiro, giocando con i suoi Earphone Jack. Hagakure le rispose, pensierosa ≪ Ma non potrebbero lasciarcelo fare dove abbiamo fatto l’apprendistato?≫
≪ Però in questo modo perderemo ore di lezione ≫ commentò Ojiro ≪ Non so quanto possa essere produttivo dal momento che rischiamo di restare indietro con lo studio≫.
Midoriya li guardò in ansia e si voltò verso Lucy e Iida. ≪ Che cos’è il tirocinio?≫.
Lucy lo guardò, stringendo le labbra, dispiaciuta ≪ Scusa, Midoriya. Aizawa ci ha chiesto di non darvi informazioni sulle lezioni≫
≪ E comunque sono arrabbiato con te ≫ aggiunse Iida ≪ Il vostro comportamento irresponsabile ha gettato una cattiva luce su tutto il corso per eroi≫
≪ Non pensi di esagerare? ≫ commentò Kirishima, reclinando la testa all’indietro per guardare il capoclasse.
≪ Neanche un po' ≫ sbottò Iida, severo ≪ Parlo anche con te, Bakugou-kun!≫
Bakugou e Natsu erano impegnati in una sorta di abbraccio. Il braccio muscoloso di Natsu stringeva la testa di Bakugou in una morsa dolorosa, mentre quest’ultimo gli avvolgeva il collo con il braccio e lo strangolava.
Avevano entrambi l’aria sofferente e il viso paonazzo. I ragazzi e Lucy li fissarono allibiti.
≪ Fottiti! ≫ ruggì, Bakugou. ≪ Non me lo devi dire tu, quattrocchi di merda. Lo so già≫
Lucy sospirò, passandosi una mano sulla fronte. ≪ Perché siete fatti così, voi due? ≫ si domandò, rassegnata.
La porta principale si aprì, facendo entrare dentro una folata di vento autunnale.
≪ Sono a casa! ≫ annunciò Erza, richiudendosela alle spalle. Si sfilò le scarpe e le gettò in un angolo, attivando il suo quirk, l’uniforme scolastica lasciò il posto a un paio di pantaloncini e una maglia a maniche lunghe.
A vederla, Midoriya sentì il cuore balzargli in gola.  
L’aveva intravista la mattina mentre correva giù dalle scale con Lucy che le urlava dietro ≪ Siamo in ritardo ed è tutta colpa tua!≫. Era scappata così velocemente che era riuscita appena a sventolare una mano in segno di saluto.
≪ Bentornata Erza! ≫ l’accolse Lucy con un gran sorriso. Un mormorio di saluto si alzò dal resto della classe, mentre lei si avvicinava a loro.
Midoriya si raddrizzò, in attesa. Non sapeva bene cosa aspettarsi dal momento che non aveva molta esperienza in merito. Era sollevato che la notte prima avessero risolto qualsiasi tensione ci fosse stata fra loro, anche se probabilmente avevano ancora delle cose da mettere in chiaro.
≪ C-ciao, Erza ≫ disse, fissandola intensamente.
Lei gli sorrise, scoccandoli un bacio sulla guancia. ≪ Ehi, piantagrane ≫ disse, sorridendo tranquillamente.
Una sensazione di calore gli invase il petto. Sorrise, afferrandole la mano. ≪ Perché piantagrane?≫
≪ Sei tu quello che si fa beccare a fare le risse. I professori sono furiosi ≫ ghignò, divertita. ≪ Aizawa era ancora fuori di sé. Mi sa che ha passato la notte in bianco≫.
Natsu e Bakugou smisero di litigare e insultarsi per guardarli. Lucy li osservò per un attimo e sfoderò un sorriso malizioso. ≪ Ehi, perché non vi prendete una stanza voi due? Mi sembrate un po' troppo intimi
Midoriya sussultò, sentendosi arrossire. Erza lanciò un’occhiata all’amica e si appoggiò contro lo schienale del divano con disinvoltura, senza lasciare la mano del ragazzo. ≪ Certo ≫ esclamò con un sorriso tagliente ≪ appena tu e Natsu vi levate dalla mia stanza, magari avremo tutti un po' più di privacy≫.
Midoriya trattenne il fiato, sentendo il rossore sul suo viso accentuarsi.
Happy ridacchiando, arrotolò la lingua, dicendo ≪ Quei due si pppiacciono!≫
≪ Questa è una novità ≫ commentò Natsu, fissandoli divertito. Lasciò andare Bakugou e diede a Midoriya una pacca sulla spalla. ≪ Povero te!≫
Lui sussultò e balbettò ≪ N-Natsu-kun, cosa - ≫ si interruppe, vedendo una figura piccola e castana dirigersi frettolosamente verso le scale.
Midoriya strinse le labbra, sentendo una stretta allo stomaco. Guardò Uraraka scappare su per le scale del dormitorio femminile in tutta fretta, mentre Mina e Tsuyu lo guardavano male dal fondo della sala.
≪ Complimenti, Merdeku ≫ sibilò Bakugou, cupamente. ≪ L’ho sempre saputo che sei un cretino, ma non pensavo così tanto ≫ I suoi occhi rossi fiammeggiarono, minacciosi.
Midoriya incassò la testa fra le spalle, mortificato. ≪ Dammi tregua, Kacchan≫
≪ Te la darò nella tomba ≫ replicò l’altro ragazzo. ≪  Appena ti ci avrò spedito≫
Midoriya si morse il labbro, dubbioso se fosse il caso di seguire Uraraka e cercare di chiarire con lei o lasciarle un po' di tempo per elaborare la cosa. D’altra parte, lei lo evitava da quella fatidica sera e adesso l’aveva visto con Erza, nonostante le avesse detto che erano solo amici. Era evidente che le cose non stavano più in quel modo.
≪ Perché non vai da lei? ≫ domandò Erza, seria.
Per un attimo, pensò che stesse dicendo a lui, ma lei stava guardando il ragazzo biondo.
≪ Potrebbe aver bisogno di parlare con un amico≫. Calcò sull’ultima parola, con un sorrisetto malizioso. ≪ E mi sembra di capire che tu sia preoccupato≫
Bakugou si raddrizzò e stringendo i denti, rispose scocciato ≪ Oi, non ti ho detto di darci un taglio e farti i cazzi tuoi? Che ti metti in mezzo se poi è colpa tua se è scappata?≫
≪ Mia? ≫ rispose sorpresa, Erza. Midoriya si irrigidì, quando lei lo guardò perplessa. ≪ Sarebbe colpa mia?≫
Il ragazzo abbassò lo sguardo, scuotendo la testa. ≪ No, tranquilla. Non sei tu≫
≪ No, è quel deficiente del tuo ragazzo il problema ≫ disse Bakugou, mostrando i denti in un’espressione feroce.
Erza sussultò, arrossendo. Midoriya sapeva di essere già rosso in viso da un bel po', e quel ondata di imbarazzo non poteva essere più evidente di così. Sbuffò, seccato ≪ Senti, Kacchan, dacci un taglio. Solo perché non sai esprimere i tuoi sentimenti, non puoi prendertela con gli altri≫
≪ Uh ≫ commentò Natsu, sottovoce ≪ Glielo ha detto ≫ Si era appoggiato allo schienale del divano e assisteva con il resto della classe alla loro discussione.
Al suo fianco, Lucy annuì, concentrata. ≪ Credo di non aver mai visto Erza in una situazione simile. Che stranezza!≫
Una vena prese a pulsare sulla tempia di Bakugou, mentre Happy commentava divertito ≪ Midoriya se la cava bene con la lingua, vero Er-?≫
Una spada si materializzò davanti al muso di Happy che iniziò a sudare freddo. Gli occhi castani della ragazza brillavano minacciosi ≪ Un'altra parola, solo un’altra parola, e la lingua che cadrà sarà la vostra ≫ disse, facendo paura anche a lui. Quando voleva, Erza sapeva essere terrificante.
Lucy trasalì, impallidendo. ≪ O-okay, che ne dite di cambiare discorso? ≫
Natsu pallido come un lenzuolo, annuì vivacemente ≪ Giusto! Parliamo invece di…di cosa voleva Aizawa da te?≫
Midoriya sbatté le palpebre, sorpreso. ≪ Perché, voleva qualcosa?≫
≪ L’ha trattenuta dopo le lezioni perché voleva parlarle ≫ spiegò Iida, sistemandosi gli occhiali. ≪ Effettivamente, la cosa incuriosisce anche me≫
Erza si strinse nelle spalle, incrociando le braccia sotto il seno ≪ Ah, mi ha chiesto se ero d’accordo a collaborare con alcune agenzie della città per delle missioni.≫
≪ Eh?! ma è fantastico! ≫ esclamò entusiasta, Midoriya. ≪ Non dovresti esitare a cogliere una simile opportunità≫
Erza distolse lo sguardo, pensierosa. ≪ Uhm, ho detto che valuterò. Il mio quirk non è molto adatto a combattere in spazi affollati e stretti come le città≫
≪ Titania è un’eroina che si occupa di missioni ad alto rischio ≫ commentò Happy ≪ agire nei casi cittadini è un po' fuori dal suo campo d’azione≫
≪ Variare non è per forza una cattiva cosa ≫ disse Iida, ricevendo il sostegno di Kirishima ≪ Inoltre, ≫ disse, quest’ultimo ≪ mi sono ricordato che ci sono dei video di Titania che combatte in città. Hai sventato una rapina in banca, no?≫
La ragazza sussultò. ≪ Uhm ≫ grugnì, a disaggio.
Midoriya annuì, elettrizzato. C’erano dei video in rette che mostravano le azioni di un po' tutti i membri di Fairy Tail, ma in nessuno si scorgeva nulla di più che l’armatura e i capelli rossi di Erza. ≪ Ah, che invidia! Piacerebbe anche a me poter agire in una vera missione≫
≪ Cazzo, speriamo di scamparcela ≫ replicò Bakugou ≪ ci manchi solo tu, Merdeku, a giocare a fare il grande eroe≫
≪ Beh, puoi farlo ≫ commentò la ragazza, prima che potesse rispondere a Bakugou. La guardò confuso. ≪ Cioè?≫
≪ Ti basta aderire al tirocinio, tontolone ≫ rispose, dandoli un colpetto sulla fronte con le nocche. Lui la guardò, sorpreso. Bakugou drizzò le orecchie, fissandola.
Era un tentativo azzardato, lo sapeva, ma valeva la pena tentare. Accennando un sorriso imbarazzato, domandò ≪ Uhm, Erza, cos’è il tirocinio?≫
≪ Alt! ≫ gridò Iida, sollevando la mano ≪ Aizawa-sensei è stato tassativo, Midoriya-kun. Non possiamo divulgare informazioni sulle lezioni≫
≪ Ah, quindi nessuno gliel’ha spiegato? ≫ domandò Erza.
≪ Non è che non vogliamo ≫ commentò Lucy, imbarazzata ≪ e solo che Aizawa ci ha chiesto di non farlo. Fa parte della punizione≫.
Midoriya sospirò, mentre Bakugou prese a ringhiare insulti. Se si trovava così indietro dopo un giorno, cosa sarebbe accaduto fra tre? Li montava dentro l’ansia solo a pensarci.
≪ Ti dico io che cos’è ≫ disse Erza, seria. Midoriya sentì balzare il cuore in gola per l’entusiasmo ≪ D-Davvero?!≫
≪ Erza-san! ≫ scattò Iida, severo ≪ non ti è permesso dirlo! Hai sentito cosa ha detto Aizawa-sensei, non puoi trasgredire agli ordini!≫
Erza indicò la vetrata con un cenno del capo ≪ Oh guarda ≫ disse a Iida che si voltò a guardare. ≪ La vastità del cazzo che me ne frega di quello che dice Aizawa ≫
Iida la guardò, scioccato.
Natsu scoppiò a ridere. ≪ Gli unici ordini che Titania rispetta tassativamente sono quelli del vecchio≫
≪ Aye, solo gli ordini del Master di Fairy Tail sono tassativi ≫ concordò Happy. ≪ D’altronde, noi non siamo tenuti a sostare alle regole della Yuei≫
Lucy sospirò ≪ Anche se finché siamo qui, forse dovremmo ≫
Erza si strinse nelle spalle, disinteressata, e iniziò a spiegare ≪ Il tirocinio è esperienza sul campo – Ascolta anche tu, Bakugou che non voglio ripetermi – adesso che avete una licenza potete intervenire in certe situazioni di pericolo, soprattutto se con voi ci sono dei Pro. La Yuei vi dà la possibilità di cercarvi un’agenzia disposta a farvi fare questa esperienza lavorativa sul campo. Non è obbligatorio né la scuola vi aiuterà a trovare qualche agenzia disposta ad accogliervi. È un po' come cercarsi lavoro, vi dovete arrangiare e sperare che qualcuno vi abbia notato al festival sportivo≫
I due ragazzi si illuminarono. Significava che potevano agire come degli eroi a tutti gli effetti, affrontare i criminali e salvare le persone. Era quello per cui si allenavano costantemente.
Riuscì a malapena a trattenere un urlo di gioia.
≪ Vuoi dire che possiamo combattere e agire direttamente? ≫ esclamò emozionato. Erza si strinse nelle spalle. ≪ Se il vostro supervisore è d’accordo sì. Siete praticamente degli eroi operativi≫
≪ A Fairy Tail questa cosa non la facciamo ≫ precisò Happy ≪ perché la nostra scuola funge sia da istituto scolastico che da agenzia. Tutti i membri di Fairy Tail imparano sul campo e fanno esperienza tramite missioni≫.
Midoriya lo guardò a bocca aperta. ≪ Ecco perché così tanti membri di Fairy Tail sono già famosi! ≫ disse entusiasta ≪ Tipo Titania è conosciutissima e poi Salamander ovviamente ha raso al suolo il porto, catturando quella pericolosa banda di sequestratori≫
Natsu inarcò un sopracciglio, impressionato. ≪ Perché ho la brutta sensazione che tu sia un po' troppo informato?≫
Midoriya arrossì. ≪ N-no, è solo che ne hanno parlato tutti i siti web! I membri di Fairy Tail distruggono un sacco di cose. Sono famosi per essere gli eroi più scatenati e potenti≫
I tre lo fissarono, rendendolo nervoso.
≪ Amico, la tua ragazza ha l’aria di volerti picchiare ≫ commentò Kirishima, divertito. ≪ Forse è meglio se tacci≫
Erza gli mostrò il pugno chiuso ≪ Ringrazia di essere così adorabile ≫ gli disse, seccata ≪ fossi stato chiunque altro ti avrei fatto volare dalla finestra≫
≪ La cosa tragica è che ha ragione ≫ commentò Lucy, asciugandosi una lacrima immaginaria ≪ Fairy Tail è davvero così≫.
Midoriya chinò il capo, imbarazzato. La sua ragazza. Ci si doveva ancora abituare e poi lo era davvero? Erza non gli aveva ancora detto cosa provava, si erano solo baciati due volte, oppure doveva contare le cose che gli aveva detto in metro come una sorta di dichiarazione?
≪ Beh, ad ogni modo fossi in voi farei il tirocinio ≫ disse Erza, decisa. ≪ La cosa peggiore che può succedere ad un eroe è bloccarsi in azione perché il divario fra finzione e realtà è troppo. Potrete rimediarvi solo accumulando esperienza sul campo≫
Annuì, distrattamente. Lei si addolcì, scostandosi dal divano e sporgendosi per bisbigliarli all’orecchio ≪ Passo in camera tua dopo per fare i compiti≫.
Si sentì scottare le guance e ringraziò i cerotti che un po' camuffavano il rossore, rendendo meno palese l’imbarazzo.
Erza gli lasciò la mano, stiracchiandosi. ≪ Lucy, ti va una fetta di torta?≫

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Capitolo 48
*** Capitolo 24 - I dragon slayer ***


24. – I Dragon Slayer

--- Midoriya Izuku ---
Midoriya si fermò davanti alla porta, nervoso.
≪ Avremo potuto studiare in camera tua ≫ commentò Erza, lanciandoli un’occhiata incerta. Aprì la porta della sua stanza, sospirando ≪ Ma se tanto ci tieni, entra pure≫.
Midoriya annuì, entrando per primo. Non sapeva bene cosa si fosse aspettato, ma di sicuro non era ciò che vide. ≪ Ma…è vuota! ≫ esclamò, mentre la ragazza chiudeva la porta alle loro spalle.
≪ Già, tutta la mia roba è rimasta nel dormitorio di Fairy Tail. Quando sono partita, ero talmente di fretta che ho messo giusto un paio di cose in una sacca ≫ spiegò, imbarazzata.
Avrebbe potuto scambiare quella stanza per una qualsiasi di quelle vuote del dormitorio, se non fosse stato per il letto rifatto e i libri accumulati sulla scrivania. C’era una libreria, ma era completamente vuota. Alcuni pezzi di armatura erano abbandonati sul pavimento spoglio, una spada era posata contro la parete. Midoriya l’adocchiò, sapeva che Erza combatteva con le spade, ma lui non ne aveva mai vista una così da vicino.
≪ Che figata! ≫ esclamò, avvicinandosi a guardare il fodero elaborato con un motivo di rampicanti, l’elsa semplice e il pomello a forma di rosa.
≪ Se vuoi puoi impugnarla ≫ disse Erza, avvicinandosi. Lui alzò di scatto la testa, gli occhi scintillanti. ≪ D-davvero non ti dà fastidio?≫
Erza arrossì leggermente, distogliendo lo sguardo ≪ Se non ti tagli una mano…perché no? ≫ si strinse nelle spalle. ≪ Quasi tutte le mie armi sono andate perse nella battaglia della Torre del Paradiso, perciò questa è una delle poche che mi sono rimaste≫.
 La sfilò dal fodero con un sibilo e ruotò l’arma in modo da offrirgli l’impugnatura.
La mano di Midoriya tremò leggermente di eccitazione nello stringersi intorno all’impugnatura di cuoio duro. Quando Erza lasciò la presa, la lama si piegò verso il basso e dovette stringere l’impugnatura per evitare che gli cadesse.
Sollevò l’arma a bocca aperta, fissando il gioco di luci che si rifletteva sul metallo lucido. ≪ È più pesante di quanto non credessi ≫ ammise, sentendo il polso protestare lievemente. Si aiutò con l’altra mano per bilanciarla come faceva Erza.
L’impugnatura era stretta e non riusciva a capire come impugnarla con entrambe le mani, corrugò la fronte, provando a muoverla piano per vedere che effetto facesse. ≪ Ed è difficile da maneggiare ≫ aggiunse, pensieroso.
Lei accennò un sorriso, spostandosi al suo fianco. ≪ In realtà, è fatta con materiali moderni, perciò è più leggera delle spade che si usavano una volta≫
Scostò una mano e gli coprì l’altra con la propria, facendoli scorrere un brivido sotto la pelle. Era così vicina che poteva sentire i loro vestiti sfiorarsi e il suo respiro sulla guancia. Gli si irrigidirono i muscoli quando Erza gli posò una mano sulla schiena.
Sentiva il cuore battere contro la cassa-toracica così forte da sembrare un uccellino in gabbia che cercava di fuggire.
≪ Devi ammorbidire leggermente la presa o rischi che ti cada al primo impatto. ≫ disse, la voce bassa vicinissima al suo viso ≪ Il polso è troppo rigido ≫ lo istruì, facendo scorrere un dito lungo tutta l’impugnatura ≪ Vedi lo spazio fra pomelo e guardia? È così stretto perché questa è una spada che va impugnata con una mano sola≫.
Midoriya la guardò con la coda dell’occhio e deglutì. Aveva un’espressione compiaciuta e rilassata che la rendeva più bella del solito. La sua voce tradiva una nota appassionata, come se le piacesse parlare di quelle cose. I suoi occhi castani scintillavano, mentre gli stringeva la presa e gli guidava il braccio in un affondo e poi in una stoccata.
Quando provò quest’ultima, però, la spada gli sfuggì di mano.
≪ Merda! ≫ disse di getto, indietreggiando per evitare di venire colpito. La lama però non urtò terra, ma rimase sospesa a mezz’aria, risalì lentamente fino a raggiungere la mano di Erza che l’afferrò con disinvoltura.
≪ C-come? ≫ disse, sorpreso. Lei ridacchiò ≪ Telecinesi, la posso usare solo sulle armi però. ≫ Lo guardò, divertita ≪ Pensavo te ne fossi già accorto. Come pensi che riesca a far muovere le spade in aria, scusa?≫
≪ Uhm, non ci avevo pensato ≫ ammise, arrossendo. Lei scosse la testa e gli offrì nuovamente l’arma. ≪ Vuoi riprovare?≫
Sollevò le mani, mostrando i palmi, e scosse la testa. ≪ Meglio di no. Mi sa che non ci sono molto portato ≫ disse, imbarazzato.
Erza accennò un sorriso. ≪ Nessuno ci riesce al primo tentativo, Izuku. Anche io ho dovuto allenarmi molto prima di riuscire ad usare bene la spada≫.
Resse l’arma con un dito, posizionandolo sotto la lama e bilanciandola. La spada restò in equilibrio perfetto. Midoriya la fissò affascinato.
Lanciò la spada e la riprese al volo, ammirandola.
≪ Perché le spade, a proposito? ≫ le domandò, pensieroso. ≪ Non sono più pratiche le pistole? Sono anche meno ingombranti e più potenti ≫
Lei schiuse le labbra, lasciando scorrere un dito sul metallo. ≪ Non saprei dirtelo con esattezza. ≫ ammise, pensierosa. ≪ Quando ci ribellammo, prendemmo le armi alle guardie che riuscimmo a sopraffare. Per qualche ragione, io presi una spada. Fu un caso, certo, ma da quel momento ho sempre preferito così. Anche se può sembrare meno comodo, mi fa sentire più sicura≫.
Midoriya la fissò. C’era qualcosa di malinconico nella sua figura mentre ne parlava. Eppure, la sua voce non tradiva alcuna emozione in particolare.
La spada svanì in una pioggia di scintille scarlatte ed Erza gli fece scivolare le braccia intorno al collo, poggiandosi contro il suo petto.
≪ Ma non dovevamo studiare? ≫ domandò, con un sorriso improvviso e luminoso. Midoriya arrossì, cercando di non fissarsi sulla sensazione del corpo caldo di lei contro il suo. ≪ Ah, s-si, giusto ≫ balbettò, fissandole la bocca.
Lei emise un verso d’insofferenza. ≪ Oppure no. Potremmo fare qualcos’altro≫
Si sporse verso di lui, sfiorandoli la bocca con la sua, togliendoli il fiato.
Midoriya poggiò le mani sui fianchi di lei e premette la bocca sulla sua, muovendola piano. La sentì emettere un uggiolio basso, impaziente, e gli morse il labbro inferiore, facendolo sussultare.
Si passò la lingua sul labbro, pensieroso. ≪ S-stavo pensando a una cosa ≫ disse, piano. Gli occhi nocciola della ragazza si fissarono nei suoi. ≪ E senti l’esigenza di dirmela proprio ora? ≫ gli domandò, mettendo il broncio.
Lui la guardò, deglutendo. ≪ Uhm, pessimo tempismo≫
≪ Direi ≫ confermò, allontanandosi quel tanto necessario a guardarlo in viso, senza sciogliere l’abbraccio. ≪ Ma okay, ti ascolto≫
Midoriya socchiuse gli occhi, cercando il modo giusto di esprimersi. ≪ Hai presente quello che stava dicendo Kacchan?≫
Erza lo studiò, incupendosi. Midoriya strinse un po' più forte la presa sui suoi fianchi, innervosendosi sotto quello sguardo attento. ≪ Uhm, ecco…è successo che-≫
≪ Non c’è bisogno di parlarne ≫ lo interruppe lei, bruscamente. ≪ Bakugou è innamorato di Uraraka, ed è geloso del tuo rapporto con lei. Non è che sia una cosa così difficile da notare≫.
Midoriya deglutì. ≪ Ci siamo baciati ≫ disse tutto d’un fiato e arrossì. ≪ Cioè lei ha baciato me ed io-≫. Erza si raddrizzò, gli occhi le fiammeggiarono. Midoriya si affrettò a spiegare ≪ Ed io le ho detto che la vedevo solo come un’amica e che mi piaceva un’altra persona. Qualcun altro, t-tipo te≫. Arrossì, abbassando la voce ≪ perché tu mi piaci davvero tanto≫
Erza lo fissò, corrugando la fronte. ≪ Okay, che stai cercando di dirmi? ≫ domandò, socchiudendo gli occhi e arrossendo leggermente. Midoriya sospirò, irritato. Era possibile che non lo capisse? Eppure, gli sembrava di essere abbastanza diretto, voleva proprio che glielo chiedesse?
≪ V-vorrei solo capire che cosa pensi…se, insomma, ti piaccio o no ≫ mormorò, trattenendo il fiato. Erza sgranò leggermente gli occhi, sorpresa. ≪ Izuku, se non mi piacessi, credi davvero che ti permetterei di baciarmi? ≫ gli domandò ≪ Ti avrei già preso a pugni così forte che saresti stato ricoverato in ospedale d’urgenza≫.
Questo era abbastanza confortante, almeno la parte che suggeriva che non l’avrebbe massacrato di botte.
≪ Si, però… ≫ si morse il labbro, fissandola. Erza sospirò. ≪ Però tu vuoi proprio sentirmelo dire≫
≪ Si ≫ rispose, arrossendo. Erza distolse lo sguardo, pensierosa ≪ Senti, io non sono brava a fare queste cose. ≫ disse, prendendoli il viso fra le mani ≪ Non sono brava a dire cose carine o a fare grandi dichiarazioni di affetto, però sono qui, no? Se non volessi stare con te, non ci starei. Se non mi piacessi ti avrei già ucciso di botte, perciò questa discussione non ha senso≫
≪ Ti è così difficile dirmi che ti piaccio? ≫ replicò, risentito. ≪ Non è che ti stia chiedendo chissà quale dichiarazione, solo sapere se vuoi stare con me o preferiresti qualcun’altro≫
Gli occhi della ragazza si scurirono. Midoriya resse testardamente quello sguardo, sentendosi stringere il petto da artigli graffianti.
Qualcun altro, chiunque, come poteva essere Gerard. Altro che farle dimenticare quel bacio, era lui che non riusciva a toglierselo di testa.
Erza gli strinse il viso fra le mani e lo baciò, aprendoli la bocca con la sua e infilandoli la lingua dentro. Gli esplorò l’interno con calma, meticolosamente. Midoriya sussultò, sorpreso. Ricambiò con un istante di ritardo, stringendola contro il proprio corpo. Le loro lingue si scontrarono, accarezzandosi, mentre le faceva scorrere le mani sulla schiena. Erza gli si strinse addosso, premendo ogni parte del suo corpo contro quello di lui. Avvertì il calore di quel bacio diffondersi per tutto il corpo e gemette contro la sua bocca.
Erza si ritrasse di scatto.
Si guardarono, senza fiato. ≪ Ti basta come risposta o devo essere più chiara?≫
Lui accennò un sorriso. ≪ Molto più chiara≫.
Le labbra della ragazza si piegarono in un sorriso divertito. C’era uno scintillio malizioso nei suoi occhi nocciola. ≪ Sei veramente furbo≫
Midoriya si strinse nelle spalle. ≪ Sei tu che l’hai chiesto ≫ disse, sporgendosi in avanti per baciarla ancora.
La porta si spalancò di colpo e Lucy comparve sulla soglia, con gli occhi spiritati. Esclamò, ansiosa ≪ Erza!≫
I due sussultarono, sopresi. Midoriya si ritrasse di scatto, andando nel panico. Sbatté contro la scrivania e arrossì vistosamente. ≪ L-Lucy-san? C-cosa?≫
Lucy fece scorrere lo sguardo dall’uno all’altro, il viso pallido e sudato e gli occhi castani spalancati e allucinati. ≪ S-scusate, ma è importante≫
Erza sbuffò, scocciata. ≪ Ma ti sembra il modo, Lucy? ≫ disse, fulminandola con un’occhiataccia.
L’altra ragazza la guardò ansiosa. ≪ Erza, si tratta di Gran Torino. È stato ferito gravemente dalla Regina dei Draghi≫.
Midoriya sussultò, sentendo una fitta al petto. ≪ Che cosa stai dicendo? ≫ esclamò, incredulo.
Lucy strinse la presa sullo stipite della porta. ≪ Sentite, vi sto dicendo solo quello che hanno detto a me! ≫ sbottò, spaventata ≪ È messo malissimo e non sanno se sopravvivrà. Lo stanno portando in ospedale proprio adesso. Se vi date una mossa, riusciamo ad andare anche noi≫.
I vestiti di Erza mutarono all’istante. Midoriya non se lo fece ripetere due volte, tempo pochi secondi, e stavano correndo giù per il corridoio con il cuore in gola.
 
--- Erza Scarlet ---
 La porta a vetri smerigliati era chiusa e sopra di essa brillava una luce rossa.
Toshinori era lì davanti con lo zio Tsukauchi, in ansiosa attesa. Quest’ultimo era ricoperto di bende e cerotti, i vestiti in disordine e sporchi di sangue e polvere.
≪ Che cosa è successo? ≫ chiese Midoriya, allarmato. ≪ Gran Torino, come sta?≫
Toshinori lo guardò, disorientato. ≪ Lo hanno portato ora in sala operatoria ≫ disse monocorde, scioccato come se si trovasse a vivere in un brutto sogno.
Alle sue spalle, Tsukauchi gli guardò ansioso.
Erano venuti di corsa dalla Yuei, accompagnati da Aizawa.
Natsu si era sentito male per tutto il viaggio, distraendola costantemente dall’ansia che l’aveva assalita quando Lucy aveva aperto la porta per darle la brutta notizia.
≪ Ma cosa è successo? ≫ ripeté, cercando di incrociare lo sguardo di Toshinori. I suoi occhi azzurri erano offuscati e spenti.
≪ Cercate di calmarvi ≫ intervenne Aizawa, mettendo una mano sulla spalla di Midoriya. Natsu e Lucy lo fissarono preoccupati, in silenzio. La calma che scaturiva da Aizawa era rassicurante, l’aiutò a riprendere il controllo.
L’uomo fece scorrere lo sguardo su ognuno di loro, prima di fare un cenno con il capo al poliziotto, che sospirò stancamente.
≪ Stanotte, dopo meticolose ricerche abbiamo trovato e fatto irruzione nella base operativa della Regina dei Draghi ≫ disse, stancamente.
I ragazzi trasalirono, fissando gli adulti.  
≪ Avete attaccato senza nemmeno una squadra? ≫ esclamò Natsu, sopprimendo a stento un ringhio ben poco umano. Lucy strinse Happy a sé, mormorando ≪ Cosa più importante, avete trovato il nascondiglio della Regina? Come avete fatto?≫
L’uomo si passò una mano fra i capelli corti, frustrato. ≪ Avevamo una squadra di Pro Heroes. Abbiamo cercato di sfruttare l’effetto sorpresa, ma ci siamo trovati davanti la regina in persona≫
≪ E contro di lei, nulla è servito ≫ concluse Erza, pratica. Gli sfiorò la spalla, attirando su di sé gli occhi neri dell’uomo. Si erano incontrati di persona solo pochissime volte, perciò la sua vicinanza le faceva un effetto strano.
≪ Tu stai bene, zio? ≫ domandò, indicando le bende candide che gli coprivano le braccia e la camicia strappata.
Lui annuì, tristemente. ≪ Merito di Gran Torino ≫ disse, soffocando un sospiro ≪ Mi ha protetto. Ha protetto tutti i poliziotti, rendendoci possibile la ritirata. La Regina dei Draghi lo ha atterrato con una sola zampata, frantumandoli tutte le ossa≫
≪ Stai dicendo che ha preso le sembianze di un vero drago? ≫ disse Natsu, incupendosi. ≪ Può cambiare la sua forma così velocemente?≫
≪ Non è una cosa normale, Natsu? ≫ gli chiese Happy, ansioso. Il ragazzo scosse la testa, preoccupato. ≪ No, non lo è. Normalmente, quando la dragonificazione è completa non si può più cambiare forma≫
≪ Quindi, questa donna è un’eccezione perfino per la sua specie ≫ commentò Aizawa, storcendo la bocca. ≪ Buono a sapersi, come se non fosse già abbastanza problematica≫
≪ Quello che non capisco ≫ intervenne Midoriya, corrugando la fronte ≪ è come siate riusciti a trovare la sua base così in fretta≫
≪ Gran Torino ci ha detto come doveva essere il posto in cui la regina si nascondeva. Un luogo vicino all’acqua e immerso nella natura, non ci sono molti posti così in questa città≫
Natsu sussultò, socchiudendo gli occhi. Erza gli lanciò un’occhiata, anche lui stava sicuramente pensando alle montagne in cui suo padre l’aveva allevato.
Ai draghi piaceva senza ombra di dubbio la natura e gli spazzi aperti.
≪ Cosa è successo poi? ≫ domandò Lucy, incerta. ≪ Alla regina, intendo≫
Toshinori si passò una mano sul viso, aveva l’aria afflitta. C’era qualcosa che non le quadrava nella cupezza del suo viso, in quello che stavano dicendo, ma non capiva che cosa.
≪ Lei è scappata, ovviamente ≫ disse Toshinori, amaramente. ≪ Tutto questo…è colpa mia≫. Strinse i pugni, così forte da farsi sbiancare le nocche.
≪ Non dirlo nemmeno per scherzo ≫ disse Erza, arrabbiata. Lui non la guardò, mentre diceva furioso. ≪ Sono stato io a dire al Maestro dove indirizzare le ricerche e se avessi avuto ancora il mio potere, io…≫
≪ Non sarebbe cambiato nulla ≫ disse Natsu, tagliente. ≪ Quella donna è un vero drago, uno adulto, nessun quirk di tipo forza le farà un graffio≫
≪ Natsu! ≫ esclamò Lucy, atterrita. ≪ Stai dicendo che non la possiamo sconfiggere? Non è da te arrenderti così≫
≪ No, Lucy ≫ intervenne Erza, seria. ≪ Ha ragione lui. Non stiamo parlando di una donna con un quirk potente, ma di un vero e proprio mostro. Pensare di poterla affrontare facilmente è da sciocchi, soprattutto visto come ci ha sconfitti alla Torre del Paradiso≫.
≪ Tuttavia, non possiamo nemmeno fare finta di niente ≫ disse Toshinori, storcendo la bocca. ≪ Lei non ci permetterà di ignorarla≫.
≪ Già, stava preparando qualcosa ≫ convenne Tsukauchi, pensieroso. ≪ Non siamo riusciti a scoprire molto, però. La regina ha cambiare aspetto e alzandosi in volo, ha distrutto l’intera magione con una vampata di fuoco≫. Rabbrividì, toccandosi la fronte madida di sudore. ≪ È stato come nei film, no peggio…era mostruoso in tutti i sensi possibili≫.
Un silenzio ansioso cadde su di loro, ognuno sembrava perso nelle proprie considerazioni e ansie. Erza fissò la luce rossa, chiedendosi quanto gravi fossero le condizioni del vecchio maestro. Avrebbe voluto aver fatto di più, essere riuscita a sconfiggere la regina, così che lei non avrebbe potuto fare del male al vecchio eroe. Invece, quella donna orribile era due passi avanti a tutti loro.
Dopo quelle che le sembrarono ore, ma che oggettivamente dovevano essere minuti, Erza ruppe il silenzio.
≪ Ci servono più informazioni ≫ disse, attirando su di sé sguardi dubbiosi. Midoriya la guardò senza vederla, perso nei suoi pensieri ≪ Si, ma dove potremmo trovarle? Natsu forse sa molto sul quirk del Dragon Slayer, ma è evidente che questa donna è fuori dagli standard normali. Inoltre, quando abbiamo combattuto contro di lei, non sono riuscito bene a capire qual è il suo quirk≫
≪ Questa, in realtà, è un’informazione che possediamo ≫ disse Toshinori, passandosi una mano fra i capelli. Lo guardarono tutti in attesa, ma dato che lui non sembrava intenzionato a parlare, Lucy domandò ≪ Quale sarebbe?≫
Toshinori ispirò, incerto. ≪ Lei è un’incantatrice, può infondere la sua volontà e il suo potere in qualsiasi cosa ed assumerne così il controllo. Se volessimo essere precisi, il suo quirk è molto vicino al concetto di magia dei romanzi≫
≪ Ecco, perché è riuscita a guarire Erza, senza problemi ≫ commentò Midoriya, entrando in modalità Nerd. ≪ Tutta quella potenza e le cose che poteva fare…ha perfettamente senso, ora. Accidenti, è un quirk incredibile≫.
Erza si poggiò alla parete, cercando di rielaborare tutte quelle informazioni.
Era il caso di trovare la regina e attaccarla con tutto quello che avevano – nonostante, questo piano avesse già avuto un fallimento – oppure, era meglio aspettare la sua prossima mossa? Anche così però, rischiavano di darle un vantaggio considerevole che poteva rivelarsi loro fatale.
≪ Aggiungici le doti naturali, comuni ad ogni Dragon Slayer ≫ aggiunse Natsu, infastidito ≪ tipo forza sovraumana, resistenza, squame che non possono essere scalfitte da nessun’arma o potere umano. Non dimentichiamo che può pure cambiare forma. I draghi sono creature enormi e hanno artigli in grado di fare a pezzi il cemento armato≫.
Erza si morse l’interno della guancia, nervosa.
Aizawa sbuffò. ≪ Ad ogni modo, non abbiamo idea di dove sia andata. Cercherà un altro luogo come quello o lascerà la citta? Come possiamo saperlo con così poche informazioni≫
≪ Se sapessimo a cosa punta ≫ disse Tsukauchi, frustrato. Guardò la luce rossa sopra la porta, stringendo le labbra. ≪ Almeno mi sentirei di non aver causato tanta sofferenza a Gran Torino per nulla. Siamo stati troppo precipitosi≫.
Erza si irrigidì, affondando i denti nell’interno guancia con tanta forza da far sgorgare il sangue. Il sapore metallico le inondò la bocca. Guardò Midoriya, chiedendosi se anche lui ci avesse pensato. Loro sapevano cosa voleva la regina, o almeno potevano suppore quale fosse uno dei suoi obiettivi.
Era un’informazione di cui erano venuti a conoscenza durante la battaglia alla Torre del Paradiso. Gliel’aveva data Gerard mentre combattevano e Sho e gli altri l’avevano confermato. La regina era la persona dietro il cambiamento improvviso di Gerard, la persona che aveva irretito Sho e tutti gli altri, ed era colei che aveva ordinato di riportarla alla Torre.
≪ Non abbiamo modo per ottenere altre informazioni, per ora ≫ disse Toshinori, rassegnato. ≪ Non ci resta che aspettare e -≫
≪ Un modo c’è ≫ l’interruppe Erza, la voce vuota e nitida. La guardarono tutti, sorpresi. Erza sentiva il battito forsennato del suo cuore, distingueva ogni singolo battito come se avesse un metronomo e il suo cuore fosse uno strumento musicale. ≪ Gerard≫
Quel nome si schiantò fra di loro come una vetrata precipitata ai loro piedi e andata in frantumi. Midoriya sbarrò gli occhi e strinse i pugni, fissandola intensamente. ≪ Perché? Gerard è in coma, non possiamo andare a chiederglielo≫.
Lucy sussultò, sorpresa. Guardò il ragazzo, disorientata. ≪ Ma che dici, Midoriya? Gerard è sveglio≫
≪ Solo non si ricorda più nulla ≫ commentò Natsu, seccato. ≪ Quindi non ha comunque senso parlarci≫
≪ Si ricorda di me ≫ disse Erza, sentendo una fitta angosciante allo stomaco. Midoriya sussultò e la fissò con gli occhi liquidi, un’espressione tradita nel viso.
≪ No, scusate, Gerard è sveglio e io sono l’ultimo a venirlo a sapere?≫
≪ Si è svegliato da alcuni giorni ≫ disse Toshinori, teso come una corda di violino. ≪ Ma sfortunatamente, soffre di amnesia e non ricorda più nemmeno il suo nome. Per questo, non possiamo ricavare informazioni da lui≫
≪ Ma si ricorda di me ≫ ripeté Erza, decisa. ≪ Posso cercare di stimolare i suoi ricordi a tornare, così potrà dirci quello che sa sulla Regina dei Draghi≫
≪ Mi sembra una mossa azzardata ≫ commentò Aizawa, fissandola con occhi nero carbone, dalle ciocche scure di capelli che gli coprivano il viso. ≪ Non sappiamo né se funzionerà né quanto tempo ci vorrà. Inoltre, non possiamo sapere se sa davvero qualcosa≫
≪ Odio dirlo ≫ commentò Lucy, guardando Erza addolorata. ≪ però credo che Erza abbia ragione. Cioè, detesto l’idea di avere a che fare con Gerard ≫ si affrettò a dire, rivolgendosi soprattutto a Midoriya che sembrava sul punto di esplodere, tanto era rosso e infuriato. ≪ ma lui è l’unico collegamento che abbiamo con la regina≫
≪ Quando vi siete incontrati ≫ intervenne Natsu, rivolgendosi direttamente ad Erza. ≪ ti è sembrato che avesse dato qualche segno di averti riconosciuta?≫
Midoriya si voltò a guardarla, incredulo. ≪ L-lo hai incontrato? ≫ chiese, la voce fremente di collera. Sembrava un grosso gatto arrabbiato. Era adorabile e preoccupante, allo stesso tempo.
Pensò al modo in cui Gerard aveva ammesso di essere attratto dal colore rosso, come se fosse sul punto di riconoscere qualcosa. Quando Natsu aveva pronunciato il suo nome, l’aveva guardata come se qualcosa nella sua testa fosse scattato.
≪ Si, credo di si ≫ rispose, annuendo fra sé.
Toshinori scosse la testa. ≪ Erza, non farlo. Incontrarlo ti ha già sconvolto una volta, non sei costretta a dover ripetere l’esperienza≫
Già, se solo avesse potuto crederci. La persona che avrei voluto salvare…la persona che non posso lasciare andare. Gerard.
Scacciò quei pensieri e le parole di suo padre con un gesto della mano. ≪ Stavolta è diverso, sarò pronta ad incontrarlo. La prima volta, mi ha colto di sorpresa, tutto qua≫.
Tsukauchi la guardò, preoccupato. Quando Toshinori aveva avviato le pratiche per adottarla, lui lo aveva aiutato a velocizzare il tutto. ≪ Va bene, allora. Contiamo su di te, Erza-chan≫.
Midoriya storse la bocca, furioso. ≪ Erza  ≫ disse, interrompendosi subito.
La luce rossa sulla porta si spense e la porta si aprì. Tutti i presenti si tesero ansiosi verso il dottore che emerse da dietro la porta e che si tolse la mascherina. Li guardò stancamente, ed Erza sentì una fitta al cuore.
 

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Capitolo 49
*** Capitolo 25 - Una missione disperata ***


L’abitacolo puzzava di fumo di sigaretta e chewing gum. Erza si mosse a disagio, facendo scricchiolare la pelle dei sedili. Sentiva crescere in sé la voglia di strozzare il taxista che cantava una vecchia canzone dei Queen, storcendo le parole e stonando in un modo tale che perfino lei – che non era mai stata una grande estimatrice dei Queen – trovava insopportabile.
Lanciò un’occhiata al ragazzo che sedeva al suo fianco, la guancia poggiata contro il pugno chiuso, mentre i suoi occhi scrutavano il paesaggio cittadino che scorreva fuori dal finestrino. Non le aveva rivolto la parola da quando erano saliti sulla vettura, chiudendosi in un silenzio rabbioso e risentito.
Erza si morse il labbro, nervosa.
Si era aspettata una certa frustrazione da parte del ragazzo, ma non quel silenzio offeso che lo rendeva quasi uno sconosciuto per lei. Eppure, l’era sembrato che andasse tutto bene, fino a poche ore prima stavano benissimo insieme, perciò, come erano arrivati a quel punto? Non riusciva proprio a capirlo, ma ormai iniziava a capire che stare con Midoriya era un po' come stare sulle montagne russe: c’era sempre qualche dramma in agguato, un’emergenza da risolvere, qualche inaspettata difficoltà. 
Quando la porta della sala operatoria si era aperta, l’uomo aveva l’espressione che i medici assumono quando devono darti una brutta notizia, ma vogliono farti sentire che sono partecipi della tua angoscia.
≪ Le sue condizioni sono disperate ≫ aveva detto, calmo ≪ Sfortunatamente, sono stati lesionati tessuti importanti e visto l’età avanzata, non pensiamo supererà la notte. Per ora, siamo riusciti a stabilizzarlo, ma non c’è nient’altro che possiamo fare≫.
Erza aveva trattenuto il fiato, il petto stretto da una morsa dolorosa. Avrebbe potuto ricordare centinaia di cose diverse sul vecchio eroe, invece l’era tornato in mente quando si era trasferita a casa di Toshinori e Gran Torino le serviva i Taiyaki per collazione. A lei nemmeno piacevano tanto, ma a quei tempi, perfino un toast al burro le sembrava una grazia dal cielo.
Il vecchio aveva l’aria felice mentre li divorava.
Midoriya si era morso il labbro, cercando di trattenere le lacrime che gli avevano riempito gli occhi, mentre abbassava lo sguardo, addolorato. Toshinori aveva reagito in modo simile. Il viso pallido e tirato, era stato rigato da copiose lacrime al pensiero che l’uomo che era stato come un secondo padre per lui, non sarebbe vissuto allungo.
Erza avrebbe voluto confortarli. Sapeva che era compito suo farlo, invece, era stata assalita dall’urgenza di fare qualcosa.
≪ Lucy ≫ aveva detto, sbrigativa. La ragazza aveva sollevato il viso triste, interrogativa. ≪ Dobbiamo far venire Wendy qui, subito≫.
Era folle, lo sapeva. Lucy, infatti, l’aveva guardata come se fosse matta. ≪ Ma non farà mai in tempo, Erza! Anche se prendesse un aereo, ci vorrebbero ore perché sbarchi in Giappone e non sappiamo nemmeno se può davvero curarlo≫
≪ È la Dragon Slayer del cielo ≫ aveva sbottato Erza, spazientita ≪ Se non può lei, non può nessuno! ≫
≪ Non so cosa vogliate fare ≫ si era intromesso il medico ≪ ma lui non ha molto tempo. Mi dispiace≫.
Erza sapeva di star tentando di vincere una battaglia impossibile contro nemici più forti di lei, come potevano essere Morte e Tempo, però non poteva stare a guardare quei due singhiozzare, impotenti, senza tentare l’impossibile per evitare il peggio. Non poteva lasciare quella vittoria a quella donna orribile, doveva assolutamente porvi rimedio.
≪ Mest può usare il suo teletrasporto e portarla qui≫
Lucy aveva sgranato gli occhi castani, umidi di lacrime, incredula. ≪ Ma che dici? Un salto dall’America al Giappone, con l’Oceano Pacifico in mezzo, lo ucciderà!≫
≪ Lucy, è per questo che sto chiedendo a te di trovare una soluzione! ≫ aveva sbottato, spazientita. ≪ Sei l’unica che potrebbe riuscirci! Se mi aiuti con questa cosa, ti giuro che farò qualsiasi cosa per ripagarti. Ti sarò debitrice a vita≫.
L’altra ragazza l’aveva guardata intensamente. Erza aveva visto la determinazione farsi strada nel suo volto. Lucy non era una sciocca ragazzina bionda, lo sapeva, lei era una delle persone più intelligenti e capaci che conoscesse.
≪ Non devi sdebitarti di nulla, scema. Fra amici ci si aiuta ≫ aveva risposto, impugnando il telefonino. ≪ Troverò un modo≫
≪ Però ≫ aveva sussurrato Happy, preoccupato ≪ Gran Torino resisterà fino a quel momento? non ha molto tempo≫.
Erza si era voltata verso suo padre e il suo erede, entrambi sembravano disorientati e sul punto di scoppiare a piangere. ≪ A questo penseremo io ed Izuku≫.
Il ragazzo aveva sussultato, guardandola perso.
≪ Noi guadagneremo tempo, perciò Lucy…fai del tuo meglio, ti prego≫
Così si erano trovati su quel taxi, diretti fuori dalla città trafficata e caotica, con un taxista che si improvvisava il peggior cantante della storia.
Il ragazzo fissava fuori dal finestrino, in silenzio, tenendo il tempo della canzone con l’indice, contro la coscia fasciata dai pantaloncini sportivi.
≪ Hai intenzione di non parlarmi per il resto delle nostre vite? ≫ gli domandò, abbassando la voce in modo che il taxista non li sentisse.
L’uomo sbirciò dallo specchietto retrovisore, senza smettere la sua performance.
Il dito di Midoriya mancò il tempo, per un’istante, ma lui continuò a ignorarla. Erza sbuffò, spazientita.
Il cantante si lanciò in un acuto che avrebbe sturato le orecchie a un morto, facendole venir voglia di impugnare una spada e fargli a pezzi la radio, così da porre fine alla tortura. Sfortunatamente, l’abitacolo era troppo stretto perché potesse farlo.
≪ Almeno potresti dirmi perché diavolo non mi parli? ≫ insistette.
Lui girò impercettibilmente la testa nella sua direzione, senza parlare.
≪ Izuku Midoriya, non mi ignorare! ≫ sbottò spazientita, fregandosene del taxista che aveva smesso di cantare per ascoltarli. ≪ E rispondi una buona volta≫
Intanto, la playlist dei Queen scorreva inesorabile di sottofondo.
Lui si voltò, fulminandola con un’occhiataccia. ≪ Questa persona che stiamo andando a prendere può salvare Gran Torino? ≫ le domandò, bruscamente.
Erza strinse i denti, frustrata. ≪ Non so se può guarirlo, ma credo che possa usare le sue abilità curative per tenerlo in vita. Almeno finché Wendy non sarà qui. Lei potrà sicuramente fare di più≫.
Gli occhi verdi del ragazzo si socchiusero, annuì seccamente e le voltò nuovamente le spalle. Erza emise un verso di insofferenza. ≪ Okay, si può sapere quale sarebbe il problema?!≫
≪ Il problema è che tu non mi dici mai nulla! ≫ esclamò, indignato. I suoi occhi verdi fiammeggiarono. Non avrebbe mai detto che uno come lui potesse arrabbiarsi così tanto. ≪ Non hai pensato di dirmi che Gerard era sveglio o che l’avevi incontrato. Cavolo, lo sapevano tutti tranne me≫
≪ Lo sapevano perché ci hanno visto, non è che gliel’ho detto io ≫ replicò, risentita. ≪ E comunque non pensavo che ti riguardasse, dal momento che nemmeno lo conosci a Gerard≫.
Sul viso del ragazzo passò un lampo di rabbia, i suoi occhi verdi si scurirono. Aveva sempre pensato che assomigliassero alla giada, ma si era sbagliata, le ricordavano le fronde verdi degli alberi, scosse dal vento della tempesta.
Storse la bocca. ≪ Certo, che mi riguarda. Tutto quello che fai, mi riguarda, dal momento che sei la mia ragazza. Soprattutto, se si tratta del tipo che ti ha torturato psicologicamente per anni e che ti ha pugnalato a morte, lasciandoti in un bagno di sangue. Ho ancora gli incubi per quella scena≫.
Lei sussultò, affondando i denti nel labbro inferiore. Soppresse il desiderio di sfiorarsi le labbra con la punta delle dita al ricordo dello sguardo smarrito di Gerard, la sua bocca che aveva premuto sulla sua. Sappi che ti ho amato, Erza. Quale Gerard aveva pronunciato quelle parole, mentre le conficcava una lama nel ventre, quello controllato dalla regina o il vero Gerard?
Midoriya sbuffò, incrociando le braccia sul petto. ≪ Quello che mi fa rabbia è che tu non me l’abbia detto. Io ti dico tutto, perfino di Uraraka-kun e Kacchan, ma tu non mi parli mai di niente ≫
≪  A parte che questo non è vero! Ti ho raccontato del mio passato. Una cosa che non ho mai detto nemmeno a Lucy e Natsu, e poi quando avrei dovuto dirtelo, se ogni volta che ci vediamo tu mi distrai, baciandomi? Anche se avessi voluto, la mia bocca sarebbe stata troppo impegnata per farlo! ≫ esclamò, strappando al taxista una risatina.
Midoriya sgranò gli occhi, arrossendo.
Erza trattenne il fiato, rendendosi conto di cosa aveva detto, in uno scoppio eccessivo di rabbia. ≪ Non intendevo- ≫
≪ Tranquilla, non c’è pericolo che ti distragga ancora ≫ sbottò, ferito. ≪ Non accadrà più≫
 Erza emise un verso di insofferenza, con chi credeva di parlare?
≪ In realtà, non mi pare che tu mi venga a dire tutto ≫ sibilò ≪ Dal momento che ti sei baciato con Uraraka…tra l’altro quand’è che sarebbe successo?≫
Lo vide impallidire. ≪ Che centra. Non ti ho affatto nascosto quello che è successo≫
≪ Quando è successo?! ≫ ripeté Erza, stringendo i denti. Lui distolse lo sguardo, borbottando ≪ La sera che siamo usciti dalla Yuei, dopo che siamo tornati≫
Lei ispirò bruscamente, sentendosi strana. Aveva un’improvvisa voglia di prendere Uraraka a schiaffi. ≪ Ah, quindi la stessa sera che ci siamo baciati noi. Bene, non si può dire che non ti sei dato da fare≫
≪ Ti ho già detto che non significava nulla! ≫ sbottò, guardandola storto. ≪ Ed è completamente diverso, io non te l’ho tenuto nascosto≫
L’auto si fermò. Il taxista si voltò a guardarli, divertito. ≪ Siamo arrivati ≫ annunciò.
Erza e Midoriya si guardarono furiosi.
≪ Pensiamo a Gran Torino, va ≫ disse il ragazzo, scendendo dal taxi e sbattendo lo sportello alle proprie spalle. Il taxista ridacchiò ≪ Ah la giovinezza…≫
≪ Si faccia gli affari suoi ≫ replicò lei, gettandoli sul sedile un paio di banconote e scendendo a sua volta.
La notte era scesa velocemente. Dal fondovalle, poteva vedere le luci della città come tante gemme colorate, danzare sotto un cielo nero. Midoriya stava osservando il bosco che si arrampicava sul monte, perplesso.
≪ Quella persona…vive così fuori città? ≫ le domandò, una nota di irritazione trasparì dalla sua voce. ≪ In un posto del genere?≫
≪ Detesta le persone ≫ replicò lei, attivando il suo quirk per far comparire due torce, ne offrì una al ragazzo che la prese dubbioso. ≪ Come facciamo a trovarla?≫
≪ Seguiamo le indicazioni che il Master mi ha lasciato ≫ tirò fuori un foglietto stropicciato e una bussola. ≪ E speriamo di convincerla ad aiutarci≫
Per un po' camminarono sul tappetto muschiato in un silenzio spaventoso, lasciandosi alle spalle il rombo del motore e i rumori tipici della città.
Stare lì dentro, al buio, era come essere in un altro mondo. Un mondo fatto di frusci, silenzi pesanti e scricchioli, oltre che dei versi lugubri di animali sconosciuti.
Midoriya le camminava affianco, concentrato nel tentativo di non inciampare nelle radici infide che si nascondevano sotto un tappetto di foglie, e di evitare i rami bassi e i rovi che si infittivano man mano che proseguivano. Erza lo studiava con la coda dell’occhio, torturandosi l’interno guancia.
≪ Quando la troviamo, lascia parlare me ≫ gli disse. ≪ Non le piacciono le persone, specialmente quelle che non conosce≫.
≪ Allora, perché dovrebbe aiutarci?  ≫ replicò lui, corrugando la fronte. ≪ Pensi di poterti far ascoltare minacciandola con una spada? ≫.
≪ Non essere ridicolo, non sarei mai così stupida da sfidarla. La conosco. È una vecchia amica del Master e non è la prima volta che mi aiuta ≫ disse, esitante. ≪ Mi ha curato l’occhio, dopo che mi era stato tolto. Ha un potere curativo sorprendente, solo che odia le persone e difficilmente concede il suo aiuto. Ogni anno devo andare a farmelo visitare da lei, giusto per essere sicuri che non peggiori≫.
Midoriya sussultò, guardandola. ≪ Il tuo occhio non sembra avere qualcosa di strano ≫ commentò esitante. ≪ sembra il tuo e basta≫
Lei si strinse nelle spalle, a disaggio. ≪ Non può versare lacrime, tanto per cominciare, ed è stato creato artificiosamente per sostituire quello che ho perso ≫ gli disse, piano. ≪ Per quanto sembri naturale, non lo è≫.
Gli lanciò un’occhiata, ma lui non la guardò. Aveva un cipiglio cupo ad ombrarli i bei tratti e gli angoli della bocca piegati verso il basso. Nonostante stesse parlando con lei, non sembrava essere meno arrabbiato o ferito. Nemmeno lei si sentiva meno turbata dalla loro litigata, però sapeva di dover mettere da parte quei sentimenti per un altro momento.
≪ Deve essere davvero potente questa persona ≫ commentò, pensieroso. Lei annuì, controllando gli appunti del Master e scrutando la bussola. ≪ Già, per niente la chiamiamo la strega guaritrice. È una donna spaventosa, ma al momento è l’unica che forse può salvare Gran Torino≫.
Midoriya inciampò in una radice e barcollò rischiando di cadere. Erza lo afferrò per un braccio, lasciando cadere la torcia a terra. ≪ Tutto bene? ≫ si preoccupò.
Il ragazzo grugnì un assenso, mordendosi le labbra. ≪ Non posso credere che Gran Torino potrebbe morire. È stata l’unica persona che ha creduto in me, a parte All Might ≫ sussurrò ≪ mi ha insegnato così tanto…prima di incontrarlo non sapevo nemmeno come usare correttamente il One for All. Ci sono ancora centinaia di cose che vorrei imparare da lui e che vorrei dimostrargli≫.
Erza sentì una fitta al cuore. Non voleva nemmeno prendere in considerazione l’idea che morisse. ≪ Per questo siamo qui. Lo salveremo≫
≪ Come fai ad esserne così sicura? ≫ le chiese, alzando lo sguardo turbato su di lei. ≪ Tu non esiti mai, Erza? Non pensi mai che ci sono battaglie che non possiamo vincere?≫.
≪ Non è che non lo penso. Solo…non lo posso accettare. Non puoi conoscere l’esito di una battaglia finché non l’hai combattuta, e ci sono battaglie che vanno combattute anche se sembrano disperate. ≫ disse, lasciandolo andare. ≪ Se non fosse così, non ci saremmo mai ribellati alla nostra prigionia≫.
Le labbra di Midoriya si schiusero per la sorpresa. L’osservò, nonostante il buio rendesse difficile riconoscere i tratti dei loro visi. Il suo sguardo scivolò alle spalle della ragazza e sussultò. ≪ Credo che l’abbiamo trovata ≫ disse, stendendo il braccio e indicando qualcosa. ≪ Vedo una luce proprio lì≫.
La luce, scoprirono, proveniva dalla piccola finestrella tonda di una casetta di mattoni pallidi, rivestiti da un folto strato di edera e muschio. C’era un orticello di erbe medicinali davanti e della legna accatastata in un angolo.
≪ Okay, è un po' inquietante ≫ ammise Midoriya, scrutando il luogo. Erza, al suo fianco, annuì. ≪ Il Master mi ha detto che è venuta qui per studiare delle erbe che crescono solo in questo monte. Qualunque cosa succeda, cerchiamo di essere diplomatici≫
≪ Il fatto che sia tu a parlare di diplomazia ha qualcosa di ironico ≫ commentò con un sogghigno. Erza sbuffò, avanzando. ≪ Spiritoso ≫
Prese un bel respiro, prima di bussare con forza alla porta. Un rumore sordo gli fece sussultare, prima che la porta si spalancasse ed Erza stramazzasse a terra con un grido di dolore.

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Capitolo 50
*** Capitolo 26 - La strega guaritrice & la strega del cielo - Parte 1 ***


Di una cosa, Erza, era sempre stata fiera: aveva degli splendidi riflessi che le permettevano di salvare la pelle nei momenti più disparati.
Tuttavia, anche i suoi riflessi, non erano preparati ad affrontare la serie di stoviglie in acciaio che volarono fuori dalla porta, investendola. Crollò a terra e rotolò via, con la testa pulsante per la botta ricevuta e la vista sfuocata.
≪ Ma che diavolo…?! ≫ gridò Midoriya, cercando a sua volta di evitare di essere colpito. Dalla porta spalancata, oltre le stoviglie, venne fuori anche una voce acuta e graffiante. ≪ ANDATE VIA! VIA! DANNATE PERSONE! FUORI!≫
Erza trovò riparò dietro il fianco della casa, mentre Midoriya si accovacciò dietro la catasta di legna.
La ragazza prese un bel respiro, prima di gridare, al di sopra della confusione ≪ Porlyusica, sono Erza Scarlet di Fairy Tail. Ti ricordi di me?≫
Le stoviglie cessarono per un attimo di volare ed Erza osò affacciarsi. Sulla soglia comparve una donna alta e snella, in abiti comodi e caldi. I capelli di un lilla pallido, striato di grigio, raccolti con un fermaglio dorato dietro la nuca. Teneva uno scialle sulle spalle e una scopa in una mano. Ogni volta che la vedeva, si convinceva sempre di più che quella era una vera strega.
≪ Sono venuta per parlarti di una cosa importante. Per favore, ascoltami≫
La donna scrutò nella sua direzione con aria arcigna. ≪ Non è ancora trascorso un anno dalla tua ultima visita, vattene e torna quando sarà il momento! Non voglio avere nulla a che fare con le persone, io!≫
≪ Temo di non poterlo fare, Porlyusica. Questa è un’emergenza e non abbiamo molto tempo ≫ disse decisa, uscendo allo scoperto.
Midoriya si affacciò dal suo nascondiglio, venendo fulminato da uno sguardo arcigno della vecchia. ≪ E questo chi è? Uno dei nuovi marmocchi di quel vecchio scemo di Makarov?≫
≪ No, signora ≫ rispose Midoriya, schiarendosi la voce. ≪ Mi chiamo Midoriya Izuku, sono uno studente della Yuei≫
≪ Un aspirante eroe? ≫ rispose, pensierosa. Midoriya annuì. ≪ Siamo venuti qui per chiedere il suo aiuto≫
≪  Porlyusica, un uomo è stato ferito gravemente e sta morendo, solo il tuo potere lo può salvare ≫ disse Erza, decisa. ≪ Ti prego di aiutarci. È un eroe che ha salvato tante persone ed è stato ferito mortalmente dalla Regina dei Draghi, mentre cercava di proteggere dei poliziotti innocenti≫.
Gli occhi pallidi della vecchia corsero sul suo viso. Per un attimo, Erza scorse un lampo di compassione nel suo volto rugoso. ≪ La morte ≫ disse, paziente ≪ è parte della vita. Contrastare il fluire della vita è l’atteggiamento tipico dei bambini, ora andatevene. Non ve lo ripeterò ancora≫.
Erza strinse i pugni, determinata ad insistere. Se fosse stato necessario era disposta a trascinarla con la forza, ma non ebbe il tempo di mettere in atto il suo intento che Midoriya abbandonò incautamente il suo nascondiglio e corse dalla vecchia. ≪ La prego, aspetti! Non può dire sul serio ≫ esclamò, deciso ≪ lei ha il potere di curare le persone, non è vero? È un quirk gentile che può aiutare così tante-≫
≪ Io non sono una persona gentile, ragazzo ≫ sbottò, arcigna. Alzò la scopa e cercò di colpire brutalmente in testa il ragazzo. Midoriya l’evitò, attivando il One for All e afferrò il manico con la mano, spezzandolo.
Erza sussultò e anche la donna ebbe un piccolo sobbalzo. Midoriya dal canto suo, era perfettamente immobile, deciso come l’aveva visto raramente.
≪ Mi dispiace ≫ disse il ragazzo, fissando il moncone della scopa ≪ gliene comprerò una nuova, ma la prego di aiutarci. Gran Torino sarà anche avanti con gli anni, ma ha ancora tante cose da insegnare. Non lo lasci morire così, senza dargli nemmeno una possibilità≫.
≪ I tuoi sentimenti ≫ gli disse, la vecchia ≪ non significano nulla per me, ragazzo. La gente muore ogni giorno, farsene una ragione e parte della crescita delle persone.≫
≪ Lasciarle morire, quando lo si può impedire, non è la stessa cosa però ≫ commentò Erza, beccandosi un’occhiataccia. ≪ e noi non ce ne andremmo senza il suo aiuto. Resteremo qui finché non cederà≫. Sfoderò un sorriso malizioso ≪ Pensi che bello avere delle persone attorno dopo tanto tempo in isolamento≫
Un’espressione disgustata comparve sul volto della donna. Afferrò dei vasi di ceramica e prese a scagliarli loro addosso, costringendoli a cercare di evitarli.
≪ VI HO DETTO DI NO, SPARITE! ≫ gridò, ≪ NON VOGLIO AVERE NULLA A CHE FARE CON QUESTA STORIA!≫.
≪  Porlyusica, per favore! ≫ strillò Erza, evitando per un soffio un vaso che le sfiorò la testa. Trovò riparo dietro un albero, riprendendo fiato. Midoriya la raggiunse con gli occhi sbarrati, un rivolo di sangue che gli colava da un taglio sulla guancia. ≪ Capisco perché la chiamate strega, quella donna è veramente terrificante≫.
Erza allungò la mano e gli sfregò via il sangue dalla pelle, senza pensarci. Lui sussultò, arrossendo. ≪ C-che facciamo?≫
Lei si morse il labbro, pensierosa. C’era uno strano silenzio, che cosa stava escogitando adesso quella strega? Sbirciò, ansiosamente.
Era sparita. La porta era ancora aperta però.
≪ Porlyusica? ≫ la chiamò, cautamente. Midoriya si affacciò a sua volta, preoccupato. ≪ Dove sarà finita? ≫ bisbigliò. Erza scosse la testa.
≪ Come hai fatto a convincerla l’ultima volta ad aiutarti, scusa?≫
≪ Non l’ho fatto ≫ replicò lei, cupamente. ≪ È stato il Master ad averlo fatto e ha dovuto sudare un po' per riuscirci≫.
Midoriya strabuzzò gli occhi e borbottò ≪ Ah bene≫
Erza vide la vecchia riemergere dalla casa con una pentola in mano, da cui si alzava del vapore. Non voleva davvero gettare loro addosso dell’acqua calda, giusto?! Non era così indisposta, no?!
≪ ANDATE VIA! ≫ sbraitò, gettandola loro addosso. Erza si sentì agguantare e sollevare.
Midoriya saltò via, atterrando dolcemente al sicuro. ≪ Come può una persona con un quirk così gentile, tentare di ferire delle persone?! ≫ sbottò, arrabbiato.
La vecchia gli lanciò un’occhiata torva. ≪ Non è così calda, idiota ≫
≪ Uhm, ti dispiacerebbe…? ≫ borbottò Erza, imbarazzata. Midoriya abbassò lo sguardo e sembrò realizzare che la teneva fra le braccia. La sua mano sulla coscia di lei era calda e le diede una strana sensazione, brividi che correvano sotto la pelle.
 ≪ Ah, scusa ≫ mormorò lui, mettendola giù. I suoi occhi verdi erano fissi in quelli della vecchia. ≪ Potrebbe almeno ascoltarci, no?≫
La donna sbuffò. ≪ Se avessi voluto ascoltare le persone, vivrei forse in questo posto? Non voglio avere nulla a che fare con i problemi che voi eroi vi attirate addosso≫
≪ Noi non ci attiriamo addosso i problemi ≫ replicò stizzita, Erza. Aveva una voglia micidiale di impugnare una spada e costringerla a venire con loro, ma sapeva di non poterla obbligare ad usare il suo quirk.
Midoriya ispirò bruscamente. ≪ Probabilmente, ha ragione lei e non abbiamo alcun diritto a disturbarla per qualcuno che nemmeno conosce. ≫ disse, ed Erza si voltò di scatto a fulminarlo con lo sguardo. Si bloccò davanti all’espressione decisa del ragazzo. Quello era lo stesso sguardo che aveva quando l’aveva salvata alla Torre del Paradiso.
≪ Tuttavia, come può una persona che ha un quirk come il suo, parlare della vita di un’altra persona con tanto menefreghismo, io non lo capisco≫.
La vecchia girò la testa per osservarlo, in silenzio.
Midoriya strinse i pugni, gli occhi verdi luccicanti. ≪  Forse sono egoista a chiederle di aiutarci, però sono convinto che se le persone nascono con queste capacità ci deve essere una ragione. Questi poteri che abbiamo, devono servire a qualcosa - qualcosa di molto semplice come aiutare gli altri - e lei ha ricevuto un potere così gentile da poter curare le ferite altrui.≫
La vecchia si incupì, ascoltandolo. Midoriya le si avvicinò, la voce ferma e sicura ≪ Quello che cerco di dire, è che non usare questo potere per salvare una persona, solo perché non la conosce, è un crimine. Se adesso stesse rischiando la vita una persona che lei ammira o a cui tiene, resterebbe lì a dire che tutti dobbiamo morire, senza nemmeno provare a salvarlo?≫
Erza trattenne il fiato. Midoriya fissò lo sguardo in quello della donna ≪ Oppure, farebbe di tutto per salvarlo? Non è forse questo che dovremmo fare tutti per gli altri, sia che gli amiamo o meno. ≫.
≪ Ragazzo ≫ disse la vecchia ≪ come hai detto che ti chiami?≫
≪ Midoriya Izuku, signora ≫ rispose lui, irrigidendosi. ≪ Scusi se sono sembrato arrogante, vorrei solo che lei capisse quanto è importante per noi Gran Torino≫.
Porlyusica strinse le labbra, squadrandolo. ≪ Mi ricordi quel vecchio bislacco di Makarov ≫ disse, seccata. ≪ Ed io detesto il modo di fare di quel vecchio scemo≫.
Midoriya strinse le labbra, e ripeté ≪ La prego di aiutarci!≫
Erza lo osservò, ammaliata. Vide il viso di Porlyusica ammorbidirsi, si voltò, andando verso la sua casa.
≪ A-aspetti ≫ insistette, Midoriya. La donna sbottò ≪ Sto andando a prendere la mia borsa! Aspettate qui!≫
Midoriya si illuminò. ≪ A-allora, ci aiuterà! Grazie. Grazie infinite!≫
≪ Basta che la smetti di dire stupidaggini ≫ commentò la vecchia, sbuffando.
Il sorriso di Midoriya era abbagliante e tenero, la guardò con gli occhi scintillanti di orgoglio. Erza gli si avvicinò e senza dire una parola, gli premette la bocca sulla guancia, facendolo sussultare. La pelle della sua guancia era calda contro le sue labbra.
Lui arrossì. ≪ C-che stai facendo? ≫ le domandò, confuso.
Scosse la testa, distogliendo lo sguardo. ≪ Sei stato fantastico, Izuku. Mi hai fatto venire i brividi ≫ sussurrò.
La stessa potente sensazione che aveva avvertito alla Torre del Paradiso, quando lui si era intestardito a volerla salvare, le stringeva il petto.
Lui la guardò confuso, passandosi una mano fra i capelli, con le guance colorate da un forte rossore.
Il futuro Simbolo della Pace, pensò osservandolo. ≪ Però cambia quel nome ≫ mormorò ≪ Deku non si può proprio sentire≫
Midoriya sussultò, fece per replicare, ma venne interrotto da una porta che sbatteva. ≪ Beh, vi date una mossa? ≫ sbraitò, la vecchia.
Erza sussultò, voltando loro le spalle. ≪ Da questa parte ≫ disse, facendo loro strada.

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Capitolo 51
*** Capitolo 26 - La strega guaritrice & la strega del cielo - Parte 2 ***


Lucy aveva posato il telefono e si era lasciata cadere su una sedia, esausta.
≪ Com’è andata? ≫ le chiese Toshinori, riuscendo a stento a controllare l’angoscia che lo divorava.
Lucy fissò il cellulare, imbronciata. ≪ Sarà qui fra qualche ora, sempre se riusciamo a tenere in vita Gran Torino fino a quel momento≫.
Natsu stava camminando avanti e indietro, borbottando ≪ Perché io sono dovuto restare qui? Erza poteva anche portarmi con sé, invece di mollarmi qui a non fare nulla. Accidenti a lei e a Midoriya≫.
Toshinori ispirò, lanciando un’occhiata, attraverso i vetri, alla figura fasciata del vecchio eroe. Dopo tutti quegli anni, stava morendo. Era paradossale che fosse sopravvissuto fino ad allora, per poi crollare per colpa di quella donna.
Quella donna era stata lì, nella stessa città in cui si erano conosciuti, così vicina che se non avesse ceduto il suo potere, avrebbero potuto incontrarsi.
Lucy scattò in piedi, soffocando un urletto. ≪ Eccoli!≫
Toshinori si voltò e vide Erza e Midoriya accompagnare una vecchia signora dall’aria arcigna, nella loro direzione. Porlyusica storse la bocca, commentando ≪ Ci sono troppe persone qui≫
≪ Quanto tempo, Porlyusica-dono ≫ la salutò lui, accennando un inchino ≪ Sono felice di trovarvi in salute≫
La donna gli lanciò un’occhiata dura e lo superò. ≪ Immagino che questo sia l’eroe di cui parlavate ≫ disse, scrutando i tubicini che correvano sulla figura immobile dell’eroe e le bende che lo ricoprivano.
Midoriya si fece avanti, annuendo solerte. ≪ Si, signora≫
Erza restò fuori. Lanciò un’occhiata a Toshinori, scrutandolo in viso. Non dubitò che avesse notato gli occhi arrossati dalle lacrime e la stanchezza che gli segnava il viso. ≪ Siete stati bravi ≫ le disse, ≪ l’avete portata appena in tempo≫
≪ Wendy sarà qui fra qualche ora, ma magari Porlyusica puoi riuscire a guarirlo? ≫ disse Lucy, guardando speranzosa verso la vecchia guaritrice.
La donna scosse la testa, cupamente. ≪ Queste ferite non sono normali. Chi avete detto le ha fatte?≫
≪ La Regina dei Draghi ≫ rispose Midoriya, ansioso.
≪ Allora, morirà. Io non posso curare le ferite inferte da un drago≫
≪ Tu puoi tenerlo in vita ≫ sbottò Erza, gli occhi fiammeggianti ≪ Non ti chiediamo nulla di più. Smettila di fare tante storie e dacci una stramaledetta mano!≫
≪ Erza! Calmati, per favore ≫ esclamò Toshinori, stringendole una spalla. Lei si divincolò, furiosa. ≪ Non dirmi di stare calma! Senza il suo dannato quirk non resisterà mai fino all’arrivo di Wendy≫
Porlyusica la guardò con la coda dell’occhio. ≪ Quell’occhio…continui a non versare lacrime≫
Erza sussultò. ≪ Io non piango, punto≫. Le voltò le spalle e se ne andò lungo il corridoio. Natsu la scansò, appiattendosi spaventato contro il muro, per evitarla.
Toshinori ispirò bruscamente. ≪ La prego di scusarla, è preoccupata per Gran Torino ≫
La donna non si scompose, posando una mano sulla fronte del paziente. ≪ Posso tenerlo stabile finché Wendy non arriva. Credo che quella ragazza possa farcela a curarlo, se può consolarvi≫
≪ Sarebbe meraviglioso! ≫ esclamò Midoriya, lanciando a Lucy uno sguardo speranzoso. ≪  Wendy-san sta arrivando, vero?≫
Lucy annuì. ≪ Ho chiesto un favore a mio padre per farla venire. Credo le ci vorranno un paio di ore, ma con il jet privato arriverà in tempo≫.
Toshinori si posò una mano sul petto, sollevato. ≪ Grazie a Dio≫
Porlyusica afferrò Midoriya per l’orecchio, facendolo sussultare e lo accompagnò fuori, mentre il ragazzo borbottava ≪ Ahi ahi ahi, mi fa male!≫
≪ Toglietevi dai piedi se volete che vi aiuti ≫ disse Porlyusica, lo spinse fuori e chiuse la porta.
Lucy sospirò ≪ Non cambia mai≫.
Midoriya si massaggiava l’orecchio dolorante. ≪ Convincerla non è stato facile, perciò facciamo come vuole e basta≫
≪ Giovane Midoriya, cosa ti sei fatto alla guancia? ≫ gli domandò, notando un taglio aperto fra i vari cerotti. Il ragazzo sussultò ≪ Uhm, storia lunga. Non è nulla però, solo un graffietto≫. Per qualche ragione, era diventato rosso, i suoi occhi corsero lungo il corridoio da cui Erza era scomparsa.
Lucy si avvicinò a Natsu e prese a parlare a bassa voce, lasciandoli da soli.
Toshinori fece cenno al ragazzo di seguirlo e insieme uscirono fuori.
L’autunno aveva trasformato le chiome degli alberi in un tripudio di colori che si intravedevano alla luce dei lampioni anche a quell’ora tarda.
≪ Volevo ringraziarti, giovane Midoriya ≫ gli disse, stringendosi nel capotto. Il ragazzo lo guardò confuso. Indossava dei pantaloncini sportivi e una felpa, era venuto dal dormitorio così com’era, ed ora rabbrividiva all’aria gelida.
≪ Salvare Gran Torino è importante anche per me ≫ disse, guardandolo confuso.
Toshinori scosse la testa. ≪ Non mi riferivo solo a quello. Grazie per essere andato con Erza-chan. Credo che cercare di risolvere la situazione fosse il modo di Erza di affrontarla. ≫ disse, poggiandosi alla parete di mattoni ≪ Lei è fatta così, vede ogni cosa come una battaglia e ci si butta a capo chino. Non è affatto brava ad esternare i propri sentimenti. Il fatto che ti abbia chiesto di andare con lei, significa molto più di quel che può sembrare.≫
C’erano voluti solo sei anni perché ricambiasse un suo abbraccio, alla faccia del non saper esternare le emozioni. Midoriya sembrava in imbarazzo, teso come una corda di violino. ≪ All Might ≫ disse piano, corrugando la fronte e grattandosi il retro della nuca a disaggio. ≪ Me lo chiedo da un po', ma…come mai hai deciso di tenere Erza con te?≫
La domanda lo spiazzò. Fissò il ragazzo, sorpreso. Midoriya portò entrambe le mani avanti e le agitò, nervoso. ≪ M-mi dispiace, non volevo essere inopportuno. È solo che… hai sempre detto che essere un eroe e il Simbolo della Pace, significava lasciare da parte tutto il resto. Allora, perché hai deciso di adottare Erza? S-sembra quasi una contradizione… non che non avresti dovuto! Anzi…≫
≪ Giovane Midoriya! ≫ lo richiamò, interrompendo il suo delirio. Il ragazzo arrossì, abbassando lo sguardo, imbarazzato.
Toshinori sospirò, doveva saperlo che prima o poi quella domanda gli sarebbe stata rivolta. ≪ È stato per il suo sorriso≫
Il ragazzo alzò lo sguardo, corrugando la fronte perplesso. ≪ Il suo sorriso?≫
≪ La prima volta che lo vidi, pensai che fosse incredibile che qualcuno che avesse sofferto così tanto, potesse sorridere in quel modo.≫
Il vento spinse ai loro piedi delle foglie cremisi e oro.
≪ Mi ricordava il sorriso di una persona a cui tenevo. ≫ disse, abbassando la voce. Lo stesso sorriso che quella ragazza dai capelli scarlatti era solita rivolgergli. Pensandoci meglio, forse l’aveva sempre saputo che esisteva una somiglianza fra di loro, solo che non aveva voluto ammetterlo nemmeno con sé stesso.
≪ Nel mio cuore, forse speravo che salvando lei, avrei potuto perdonarmi di non aver salvato quella persona. Ad ogni modo, alla fine mi affezionai ad Erza. Adesso, non penso più di averla presa con me per via di quella donna, ma solo perché lei meritasse di poter camminare in questo mondo ed essere felice≫.
Midoriya lo scrutò, sorpreso.
Toshinori si strinse nelle spalle. ≪ Ora è meglio che vada a cercare Erza ≫ gli disse, stancamente. Quella notte sembrava interminabile. ≪ Finché aveva qualcosa da fare, mettere da parte i sentimenti non deve essere stato un problema, ma ora sarà sconvolta≫

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Capitolo 52
*** Capitolo 26 - La strega guaritrice & la strega del cielo - Parte 3 ***


Midoriya aprì gli occhi e si trovò sdraiato sulle scomode sedie della sala d’attesa, la testa poggiata su qualcosa di morbido e caldo.
≪ Buongiorno ≫ disse Lucy, con un sorriso malizioso. Lo guardava dall’altra parte della stanza. Midoriya si stropicciò gli occhi, sfinito.
≪ Che ore sono?≫
Lucy gettò un’occhiata al display del suo cellulare e rispose. ≪ Le sei e quaranta≫
≪ Del mattino?! ≫ scattò, sorpreso. Lucy ridacchiò ≪ Io starei attento fossi in te, da certi pugni… ≫ mimò il gesto di un pugno sotto il mento. Midoriya corrugò la fronte e sollevò lo sguardo, accorgendosi che aveva la testa appoggiata sulle cosce di Erza. ≪ Uh, quando…?!≫
≪ Ti eri già addormentato quando è arrivata ≫ rispose la ragazza, divertita. Midoriya sospirò. Si sollevò con cautela, cercando di non svegliarla. Erza aveva la testa reclinata in una posizione scomoda, chissà che torcicollo avrebbe avuto al risveglio. Aveva l’aria corrucciata.
≪ Della vostra amica nessuna traccia? ≫ domandò, sistemando Erza perché si sdraiasse sulle sedie, in una posizione un po' più comoda. Si sfilò la felpa e l’appallottolò perché le facesse da cuscino.
≪ Sei davvero un ragazzo premuroso, Midoriya ≫ commentò Lucy, osservandolo. Lui non rispose, tirandosi su e stiracchiandosi.
≪ Arriverà in tempo, la Strega del cielo? ≫ domandò, scrutando gli occhi nocciola della ragazza per ottenere una qualche risposta. Lei sembrava in ansia. ≪ Non lo so. Inizio a chiedermi se non stiamo tentando di vincere una battaglia già persa≫
≪ Non puoi conoscere l’esito di una battaglia prima di averla combattuta ≫ commentò, strappandole un sorriso. ≪ Adesso, parli come Erza≫
≪ Me l’ha detto proprio lei ≫ rispose, accennando un sorriso.
La rossa si agitò nel sonno, mugugnando qualcosa di incomprensibile. Le sue mani artigliarono la felpa. ≪ No…no…NO!≫.
Balzò a sedere di scattò, facendoli sussultare entrambi. Respirava affannosamente e aveva gli occhi sbarrati.
Midoriya si chinò su di lei, preoccupato. ≪ V-va tutto bene? ≫ le domandò, sfiorandole la guancia. Lei gli afferrò il polso e strinse fino a fargli male. Lentamente, sollevò lo sguardo e sembrò riconoscerlo. Lo lasciò andare di scatto, mettendosi a sedere sulla sedia e passandosi una mano sulla fronte sudata.
≪ Un altro incubo? ≫ le chiese dolcemente, Lucy. Erza si limitò ad annuire seccamente. ≪ Gran Torino?≫
≪ Resiste…per ora ≫ sussurrò, la ragazza.
Sentirono dei passi concitati per il corridoio e una vocetta strillare ≪ Lucy? Erza? Dove siete?≫
Le due ragazze balzarono in piedi, precipitandosi in corridoio. Midoriya le seguì.
Lungo il corridoio, vide una ragazzina correre loro incontro, si illuminò vedendo le due ragazze. Aveva i capelli di un blu violaceo, raccolti in due code lunghe e un gattino bianco stretto fra le braccia.
≪ Ah eccovi qui ≫ disse il gatto bianco, con una smorfia altezzosa.
Midoriya era troppo stanco per scandalizzarsi, e poi, si era ormai abituato alle stranezze di Happy. Un altro gatto non era questa grande novità.
≪ Wendy, sono felice di vederti ≫ disse Erza, con un sospiro di sollievo. Lucy abbracciò la ragazzina. ≪ Scusaci, ti abbiamo fatto fare un lungo viaggio≫
≪ Non preoccupatevi. Sono felice di aiutare ≫ rispose lei, con un sorriso dolce e allegro. I suoi occhi castani si posarono su Midoriya. ≪ Uhm, ciao. Mi chiamo Wendy Marvel ≫ disse, sciogliendo l’abbraccio di Lucy, e indicò il gattino che teneva fra le braccia. ≪ e lei è Charle. Molto piacere≫
≪ Midoriya Izuku ≫ rispose lui, accennando un sorriso.
≪ Si, va bene ≫ si intromise Erza, spazientita. ≪ Adesso, non abbiamo tempo per questo. Wendy pensi di poter curare le ferite inflitte da un altro Dragon Slayer?≫
La ragazzina sgranò gli occhioni teneri.
Nelle sue braccia Charle sembrò scandalizzata. ≪ In che guaio vi siete cacciati?! E ci volete trascinare anche Wendy!≫
≪ Uno brutto ≫ sospirò Lucy. ≪ Ma ne parliamo dopo. Wendy, vieni, ti porto da Gran Torino. Non sappiamo per quanto Porlyusica riuscirà a tenerlo stabile≫
Wendy annuì. ≪ Oh, certo. Andiamo≫
L’accompagnarono fino alla porta chiusa, davanti al quale Natsu, Happy e All Might aspettavano. Si illuminarono nel vederli arrivare.
≪ Charle! ≫ strillò Happy, correndo incontro al gatto bianco che replicò con freddezza stizzosa. ≪ Ah ci sei anche tu≫
≪ Wendy, ciao! ≫ saltò su Natsu. Wendy salutò educatamente, prima di aprire la porta ed entrare. La stanza era buia e l’aria pesante. Porlyusica era seduta davanti al letto, dalle sue mani filtrava una tenue luminosità che si insinuava dentro il corpo del vecchio eroe. Sollevò gli occhi violacei e li fissò sulla ragazzina.
≪ Wendy ≫ disse stancamente. ≪ Presto, non ha più tempo≫
Midoriya si morse il labbro, nervoso. Al suo fianco, Erza intrecciò le dita della mano con la sua e si chinò per bisbigliarli all’orecchio. ≪ Ho pensato a quello che ha detto Toshi sul quirk della regina≫
≪ E quindi? ≫ rispose il ragazzo, osservando Wendy arrampicarsi sul letto e chinarsi sul vecchio.
Erza emise un verso strozzato. ≪ È un quirk molto simile a quello di Wendy≫
Midoriya sussultò, voltandosi di scatto a guardarla, sorpreso.
Erza aveva il viso cupo, gli occhi impenetrabili.
Avvertirono un verso strozzato e sotto i loro sguardi, Wendy attivò il suo quirk. Il corpo del vecchio fu scosso da un tremito. Restarono in silenzio per i minuti seguenti, mentre Wendy e Porlyusica, rimasero chine e immobili sul corpo del vecchio. Entrambe stavano usando i loro quirk.
Midoriya emise un verso strozzato, quando finalmente Gran Torino aprì gli occhi e li guardò. ≪ Ma che diavolo succede?! ≫ esclamò, l’uomo.
Un sospiro di sollievo attraversò tutti i presenti. Wendy barcollò e sarebbe caduta se Natsu non l’avesse presa in braccio, con la premura di un fratello maggiore.
Il vecchio tentò di strapparsi via le bende di dosso.
≪ Maestro ≫ esclamò sollevato All Might, aiutandolo. ≪ Sono felice di vederla nuovamente in salute. Ci ha fatto spaventare≫
≪ Toshinori ≫ esclamò il vecchio ≪ dov’è finita la regina?≫
Erza lasciò la mano di Midoriya e si avvicinò al vecchio eroe, tirò via il cuscino e glielo sbatté in faccia, lasciando tutti sbalorditi.
≪  Ma cosa cavolo credevi di fare, razza di idiota?! ≫ sbottò, furente. All Might impallidì. Lucy afferrò Erza per le spalle e cercò di tirarla indietro, inutilmente, dal momento che Erza sembrava inarrestabile.
≪ Se vuoi morire dillo, ti ammazzo io!≫
Gran Torino si strappò di dosso il cuscino, una vena che gli pulsava nella fronte. ≪ Ci devi solo provare, ragazzina!≫
≪ Ragazzina a chi?! Dannato vecchio, hai idea di quanto ci hai fatto penare?!≫
≪ Su su Erza ≫ tentò di dire All Might ≪ Calmati un attimo≫
Gli occhi di Erza fiammeggiarono. ≪ Sono rimasta calma anche troppo! Tra te e questo vecchio e quell’altro idiota spericolato li ≫ disse, indicando Midoriya ≪ mi farete morire di preoccupazione. Maledetti!≫
Midoriya indicò sé stesso, sorpreso. Che centrava adesso lui?
Porlyusica colpì Erza in testa con un pugno. ≪ Lascialo riposare o vuoi che schiatti?≫
Lei la guardò torva. ≪ Non l’ho colpito così forte ≫ borbottò. Porlyusica scosse la testa, la bocca piegata in una smorfia. Non riuscì a rispondere dal momento che l’intero edificio iniziò a tremare. Le luci saltarono. I vetri alle finestre si creparono.
≪ Il terremoto?! ≫ gridò Lucy, scioccata.
Da ogni parte giungevano urla di terrore e il suono di oggetti che si rompevano.
≪ R-ragazzi? ≫ sussurrò Happy, vicino alla finestra. La scossa si interruppe e tutti fluirono verso alla finestra. Erano in alto e da lì potevano vedere il resto della città. In quel momento, alla luce grigia dell’alba, l’intera città stava bruciando in diversi punti.
≪ Questo non è un terremoto ≫ disse Gran Torino ≪ questo è un attacco≫

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Capitolo 53
*** Capitolo 27 - La caduta di Titania ***


Davanti a loro si stendeva il peggior scenario possibile: ovunque posasse lo sguardo, c'erano villan intenti a colpire civili ed eroi, distruggere le cose e scatenassi.
A loro non importava se davanti avevano dei bambini o dei vecchi, se si trattava di eroi o di civili, colpivano indiscriminatamente.
Detroit Smach ≫ gridò, mentre il suo pugno impattava contro il petto di un villan, gettandolo in aria. Nemmeno il tempo di vederlo cadere e dovette schivare le unghie simili ad artigli di un altro criminale. Ruotò su sé stesso e lo colpì con un calcio, girandosi poi a guardare le persone rannicchiate alle sue spalle.
≪ Presto ≫ disse loro, indicando una direzione precisa ≪ Da quella parte, verso l'ospedale, sarete più al sicuro≫.
Avvertì l'aria scaldarsi, mentre Natsu dava luogo al suo Ruggito del Drago di Fuoco, le fiamme si estesero per metri, sciogliendo l'asfalto e spazzando via i criminali.
Poco più avanti, Lucy aveva messo al tappetto un gruppo di tre persone e stava aiutando una famiglia a liberarsi delle macerie che gli avevano imprigionati.
Erza si apriva la strada con la sua spada, come se invece di persone, stesse falciando via i rovi che chiudevano la strada che voleva percorrere.
Prima di gettarsi in battaglia, gli aveva sussurrato nell'orecchio ≪ Se ti rompi le ossa, giuro che te la faccio pagare cara≫.
Si, Erza era veramente una ragazza dolce e premurosa, soprattutto quando si irritava.
Midoriya fece scorrere lo sguardo sugli edifici scannati che gli circondavano.
Era difficile dirlo da quel quartiere, ma Midoriya sospettava che ci fossero più luoghi colpiti contemporaneamente, con il preciso intento di separare le loro forze.
Stese il braccio, caricando il colpo con il pollice e strinse i denti ≪ Delaware Smash≫. Il dolore gli risalì il braccio, riempiendoli gli occhi di lacrime.
L'onda d'urto colpì il villan che stava per prendere Lucy alle spalle, gettandolo a terra e dando il tempo alla ragazza bionda di usare la sua frusta per difendersi.
Midoriya si tenne il polso, soffocando un'imprecazione.
Erza l'avrebbe ucciso, quando se ne sarebbe accorta.
Gli sembrava di poterli già sentire, i suoi occhi di fuoco su di lui.
Avanzando velocemente, raggiunsero una via devastata da incendi e cosparsa di macerie, dove gli eroi non erano ancora arrivati.
≪ Natsu ≫ disse Erza, con tono di commando ≪ Spegli le fiamme. Lucy, cerca i feriti a -≫
Fu interrotta da una vocetta che li chiamava. Si fermarono a guardare e videro Wendy fendere l'aria a pochi metri da terra, con Charle che la reggeva saldamente.
Dietro di lei, c'erano delle persone.
≪ Ragazzi! ≫ disse Wendy ≪ Ho incontrato altri eroi≫
Midoriya riconobbe con sollievo che non si trattava di Heroes qualunque, ma di Iida, Kaminari e il professor Aizawa.
≪ State tutti bene? ≫ domandò Aizawa, correndo loro incontro.
Midoriya sospirò di sollievo, mentre Iida gli afferrava la T-shirt e lo scuoteva, dicendo ≪ Ci avete fatto stare in pensiero. Ero preoccupato da morire, IO, maledetti≫
≪ S-scusa, Iida-kun ≫ tentò di dire Midoriya, fra gli scossoni. Kaminari sospirò, sollevato. ≪ Avete idea del casino che è scoppiato? C'è un vero e proprio esercito che sta distruggendo la città≫.
Lo sapevano. Wendy e Natsu li avevano individuati dall'alto. Erano già arrivati alla conclusione che quello fosse l'esercito radunato da Gerard e dalla Regina dei Draghi. Quello di cui non potevano essere sicuri, era la ragione che l'aveva spinta ad attaccare proprio ora. Era stato per via delle azioni di Gran Torino o forse, era sempre stato nei piani della donna?
≪ Per questo avete coinvolto gli studenti? ≫ domandò Erza, cercando lo sguardo dell'insegnante. ≪ Wendy ha visto bruciare la centrale elettrica principale e i nostri telefoni hanno smesso di funzionare. Comunque, Gran Torino sta bene. È con Toshinori e stanno andando alla Yuei≫
Aizawa annuì, assimilando le informazioni. ≪ Tutta la città è sotto attacco. Non sappiamo come abbiano fatto, ma hanno interrotto le comunicazioni e non riusciamo a metterci in contato con nessuno ≫ sospirò, passandosi la mano sui capelli disordinati. Guardò Wendy ≪ Un altro membri di Fairy Tail, immagino≫
≪ Lei è la Dragon Slayer del cielo ≫ spiegò Lucy, dal momento che Wendy sembrava un poco spaventata dall'insegnante. ≪ Ha curato Gran Torino≫
Aizawa sussultò. ≪ Può curare ferite simili?≫
≪ Professore, mi perdoni ≫ intervenne Iida ≪ ma non sarebbe il caso di chiederle se può occuparsi dei feriti del punto medico? Ci sono molti eroi e cittadini in gravi condizioni che non possono raggiungere l'ospedale≫
≪ Ma è terribile! ≫ esclamò Wendy, gli occhi nocciola si scurirono di decisione ≪ Ditemi da che parte si trova, posso arrivarci in un attimo con Charle≫
≪ Temo che non si possa evitare ≫ sbuffò il gattino bianco.
Aizawa indicò una direzione ≪ Lo riconoscerai, è un padiglione bianco. Forse qualcuno dovrebbe accompagnarti però, la strada è pericolosa≫
≪ Non ce n'è bisogno ≫ replicò Wendy. Charle si alzò in volo, portandola con sé. ≪ Tornerò appena avrò finito per darvi una mano!  ≫ urlò, volando via.
Midoriya l'osservò sfrecciare via. Si sentì afferrare alle spalle e crollò a terra con Kaminari.
Una lama tagliò l'aria nel punto in cui prima c'erano le loro gole e si schiantò contro uno degli edifici, aprendo uno squarcio nel cemento.
≪ Non distraetevi! ≫ ruggì, il Dragon Slayer, lasciandoli andare. Si rimise prontamente in piedi, assumendo la posizione di combattimento.
Erza gridò ≪ Izuku, stai bene?≫
≪ Sono vivo ≫ rispose lui, mettendosi a sedere. Kaminari al suo fianco, si tirò su, gemendo inorridito ≪ Ma stiamo scherzando?! Poteva decapitarci!≫
≪ Essere vivo non basta ≫ replicò Erza. ≪ Vedi di uscirne tutto intero o ti ammazzo≫.
I suoi occhi - come quelli di Aizawa - avevano già individuato il punto da cui era arrivato l'attacco.
≪ Oh Yeeeeaaaaa ≫ urlò una voce, investendoli con un'onda sonica.
Natsu gridò, crollando sulle ginocchia e coprendosi le orecchie con le mani.
Una spessa e pesante frusta nera fendente l'aria, con l'intento di spazzarli via. Natsu sarebbe stato travolto se Iida non l'avesse afferrato, traendolo in salvo.
La lama di Erza colpì, deviandone l'attacco. Le onde si spensero, sotto lo sguardo cancella-quirk di Aizawa.
≪ Le mie orecchie ≫ gemette Natsu, sostenuto da Iida. Lucy lo guardò preoccupata ≪ Natsu, cerca di tenere le orecchie tappate≫.
≪ COSA? ≫ gridò lui di rimando, scoprendosi le orecchie. Dal padiglione usciva un rivolo di sangue.
Avere un udito così affilato, non doveva essere molto vantaggioso in casi simili, pensò Midoriya preoccupato.
≪ Titania ≫ disse una voce carezzevole, attraendo l'attenzione della ragazza. ≪ Oh che fortuna averti incontrato≫
Due villan stavano avanzando verso di loro. Una donna con il un kimono e una Katana allacciata alla cintura, e un uomo vestito come un rockettaro-punk, il viso coperto da uno spesso strato di cerone.
I lunghi capelli rosa, ondeggiavano intorno ai suoi fianchi. ≪ La Regina delle fate, ≫ disse, con un sorriso freddo e composto ≪ ho sempre sperato di poterti incontrare e derubarti di quel titolo≫
Erza sollevò la spada, per nulla intimidita. ≪ Bene, sembra che il tuo desiderio si stia per realizzare. Ma sfortunatamente per te, io non perderò≫.
≪ Oi, detesto quando prendete solo Erza sul serio ≫ ringhiò Natsu, lanciandosi in avanti e ignorando l'ordine di Aizawa di restare uniti. ≪ Guardate che noi non siamo da meno!≫.
L'altro villan, sorrise. ≪ Benvenuti all'inferno!≫
Fece roteare i lunghi capelli scuri, come una frusta che spazzò il terreno, ma stavolta Midoriya fu pronto ad afferrarla. Sfruttando lo slancio, lanciò il suo proprietario contro uno degli edifici crollati.
Natsu balzò sulla donna con il braccio tratto, e fu investito dal terreno che si sollevò, contorcendosi. Lo colpì dritto nel petto.
≪ Natsu! ≫ gridarono Erza e Lucy.
≪ Ci penso io ≫ disse Happy, afferrandolo al volo. Natsu tossì. ≪ Ma che diavolo è appena successo?!≫
Il terreno si agitò come se fosse diventato acqua e li attaccò. Midoriya fece appena in tempo a balzare via, trascinando Kaminari e Aizawa con sé. Erza e Lucy incespicarono e rotolarono via. Nel pastrano, si delineò il viso di un uomo.
≪ Non potete sfuggire piccoli eroi ≫ disse, la bocca formata da terra e blocchi di asfalto galleggiante era la cosa più strana che avesse mai visto.
Midoriya posò i piedi al suolo, solo per scoprire che era molle. Radici gli afferrarono le caviglie, salendo lungo i polpacci, immobilizzandolo.
Dovette impiegare la forza del One for All per liberarsi.
Nel mentre, l'uomo era uscito allo scoperto.
≪ Lasciate che mi presenti ≫ disse, fissando gli occhi su Erza ≪ il mio nome è Azuma e questi sono i miei sottoposti; Ikagura e Vidaldus. Siamo qui per spazzare via la società e prenderci Titania≫
≪ Come se ve lo permettessimo ≫ commentò Natsu, investendoli con una ventata di fuoco. Il fumo acre fece lacrimare gli occhi di Midoriya che tossì, senza fiato. Quando la visuale si ripulì, restò scioccato.
Nessuno dei tre si era fatto un graffio.
Ikagura balzò in avanti, la mano sull'impugnatura della spada, dritta verso Erza. Le due ragazze si scontrarono ed Erza gridò. La sua lama andò in frantumi, la lama affondò nel pettorale della sua armatura, riducendola a pezzi.
Erza saltò via, premendosi una mano sul petto lacerato. Fra le sue dita, scivolarono rivoli di sangue.
≪ Erza! ≫ ruggì di preoccupazione, Midoriya.
Ikagura stese la spada in un gesto elegante. ≪ Non esiste nulla che la mia spada non possa tagliare ≫ disse, orgogliosa ≪ L'unica vera regina della scherma, Titania, sono io. Cancellerò la tua reputazione con i miei fendenti≫
Il viso di Erza era celato dai capelli, ma la sua voce era inflessibile. ≪ Non darti troppe arie. Non esiste che io perda≫.
≪ Ikagura ≫ disse Azume, severo ≪ Non ti è permesso uccidere Titania≫
≪ La lascerò in vita, non te né preoccupare≫
≪ Perché state facendo tutto questo?! ≫ sbottò Midoriya, stringendo i pugni. Quelle persone dovevano fare parte dell'esercito di cui aveva parlato Gerard. Erano anche loro schiavi come lo era stata Erza? Allora, perché stavano combattendo contro di loro, perché non cercavano invece di scappare?
Azume non si scompose. ≪ Perché? Abbiamo atteso questo giorno per tutte le nostre vite. Ci vendicheremo della società che ha gettato via le nostre esistenze. Allo stesso tempo, ripagheremo il debito con la nostra benefattrice. La Regina ci ha salvato da una vita miserevole ≫ rispose, stringendo i pugni ≪ Non puoi capire come ci si senta a sapere di non possedere nemmeno la propria vita≫
≪ No, ma quello che state facendo ai cittadini è altrettanto sbagliato ≫ rispose Aizawa, puntando su di lui il suo sguardo cancella quirk.
L'uomo sorrise, gli occhi luccicanti. ≪ La nostra devozione è solo per la Regina. Io sono nato privo di quirk, sai, non ero nulla di più che un essere inutile. Dimenticato. Maltrattato. Non avevo alcun potere per difendere me stesso dal male del mondo, ma la Regina me ne ha donato uno ed ora sono uno dei suoi generali≫.
≪ Come è possibile?! ≫ esclamò Kaminari, scioccato. ≪ Trasferire un quirk a un'altra persona...sei come i Nomu!≫
≪ Ti sbagli, i Nomu sono creature di All for One. Noi siamo i prescelti della Regina!≫
Midoriya trasalì. Un senza quirk proprio come era lui, prima che All Might lo scegliesse come successore. L'idea che condividesse qualcosa con quell'uomo lo faceva inorridire.
Al suo fianco, Aizawa continuava a tenere lo sguardo su di lui. ≪ Uno. Dobbiamo quindi suppore che ce ne siano altri≫
Il sorriso di Azume era ampio e disinteressato. ≪ Questa è un'informazione senza valore per voi, dal momento che morirete qui. Tuttavia, ve lo dirò. Si, ci sono altri sei generali che guidano il nostro esercito, tutti scelti e addestrati da sua maestà ≫ stese le braccia, allargando il sorriso sulle sue labbra ≪ Fra tutti i componenti dell'esercito, noi siamo il cosiddetto "Plus Ultra", i migliori e i più potenti: i sette fratelli del Purgatorio≫
Kaminari gemette, al fianco di Midoriya. Natsu sbuffò ≪ Ma per favore, che nome ridicolo!≫
≪ Dove starebbe la vostra regina mentre voi combattete? ≫ domandò Lucy, sospettosa. ≪ Perché non è qui con voi?!≫
≪ Non essere ridicola ≫ commentò Ikagura ≪ non c'è bisogno che sua maestà si abbassi ad incontrare voi sporchi eroi. Il piacere di eliminarvi spetta a noi≫.
Midoriya ispirò bruscamente. Erano proprio come Sho e gli altri, si rese conto. La loro visione del mondo era contorta.
C'era una strana immobilità nell'aria. A parte il suono di grida e combattimenti distanti, non si sentiva nient'altro.
Infine, si rese conto di una cosa. Dov'era finito il rockettaro?
≪ Aizawa-sensei! ≫ disse, Midoriya. ≪ Ne manca uno!≫
L'insegnante schiuse le labbra per la sorpresa, nello stesso istante, una serie di note graffianti li colpì, costringendoli a piegarsi su sé stessi e coprire le orecchie con le mani. Una difesa inutile, dal momento che i suoni passavano lo stesso, perforando il cervello.
Aizawa chiuse gli occhi per il dolore e Azume ne approfittò per attaccarli. Il terreno sotto i loro piedi si spaccò, facendo emergere radici spesse quanto il busto di un uomo, che gli strinsero i polpacci.
Midoriya le strappò via a mani nude, mentre Iida, Kaminari e Aizawa erano in difficoltà. Quest'ultimo, cercava di neutralizzare le unicità dei due criminali, ma non poteva guardarli contemporaneamente dal momento che uno stava loro davanti e l'altro alle spalle.
Onde soniche gli colpivano a intermittenza, alternandosi alle spesse radici che gli stringevano fianchi e torace, soffocandoli.
≪ Questo è un sound demoniaco, oh yeah!≫.
Midoriya compì uno sforzo per strapparsi le ultime radici di dosso e agguantò quelle che stavano stritolando Iida, ormai paonazzo. Il suo corpo protestò sotto l'eccessiva pressione del One for All. L'amico lo guardò con le lacrime agli occhi, muovendo le labbra lentamente.
Fermalo. Adesso.
Midoriya lasciò la presa e sfruttò la velocità concessagli dal suo quirk per raggiungere il rockettaro che cercò di respingerlo con una sferzata della chioma corvina. Il ragazzo gli assestò un calcio in volto, gettandolo a metri di distanza, e gli saltò addossò, mandando in frantumi la chitarra.
Natsu emise un ruggito così potente da far tremare il suolo e le mura incrinata degli edifici circostanti.
Investì Azume con le sue fiamme.
Se fossero andati avanti così, pensò Midoriya - accorrendo ad aiutare i suoi amici e il professore - la città sarebbe andata distrutta prima che potessero impedirlo.
Le fiamme si estinsero, lasciando un cratere profondo e fumante.
≪ Lo ha polverizzato ≫ disse sollevato Kaminari, massaggiandosi la gola. Gli era rimasto il segno della radice che l'aveva quasi soffocato.
≪ No, è nel terreno ≫ mormorò Lucy, facendo correre lo sguardo sul terreno. Sgranò gli occhi ≪ Aizawa-sensei!≫
Il terreno sotto i piedi dell'insegnante si sollevò di colpo, l'uomo evitò il colpo per un pelo e barcollò all'indietro. Midoriya sferrò un pugno in quel punto ≪ Detroit Smach! ≫ gridò, generando un cratere.
≪ Natsu-san! ≫ gridò con urgenza, Midoriya. L'altro ragazzo, stava perlustrando il campo dall'alto, spostò lo sguardo su di lui interrogativo. ≪ Ci sono altri sei generali, se restiamo tutti bloccati in questo scontro, non riusciremo a salvare nessuno≫
≪ Midoriya-kun, non vorrai dire... ≫ attaccò Iida, spaventato.
≪ Se sconfiggiamo i loro capi, il resto dell'esercito cadrà nel panico e sarà più semplice vincere ≫ instette. Era il piano migliore che gli era venuto e sperava proprio di avere ragione.
Lucy non sembrava convinta, scosse la testa. ≪ Non sono d'accordo≫
≪ Fatte come dice ≫ esclamò Erza, impegnata in battaglia con Ikagura. Il lato destro della sua armatura era distrutto e sul braccio correvano rivoli di sangue.
Midoriya caricò il colpo con le dita, ignorando la fitta lancinante che gli dava il dito fratturato.
 Delaware Smash  ≫ disse, e una nuova fitta di dolore gli risalì l'arto. Strinse i denti per non svenire, ormai, al dolore c'era quasi abituato.
Il proiettile d'aria colpì la donna sul fianco, gettandola a terra e dando così ad Erza, la possibilità di riprendere fiato e cambiare armatura.
Intanto, la terra sotto i loro piedi continuava a muoversi, cercando di ucciderli con radici e maremoti, scagliando loro contro frammenti di macerie.
Aizawa afferrò Kaminari con le sue bende, traendolo in salvo. L'insegnate aveva l'espressione più insofferente che gli avesse mai visto. ≪ Midoriya ha ragione! Vai a ovest, Natsu, ci sono degli studenti il cui quirk non è adatto al combattimento. Avranno bisogno di una mano e dì a tutti quelli che incontri dei generali≫.
Natsu imprecò. Si lanciò in picchiata contro Azume che era emerso dal terreno fino alla cintola.
Artiglio del drago di fuoco ≫ gridò, sfiorando la testa del nemico con la mano rivestita di fuoco. Azume però era già riaffondato nel suolo.
Quell'attacco diede modo anche a Lucy di imboccare una delle strade. Kaminari scosse la testa ≪ Vado anche io. Contro i vegetali, il mio quirk è inutile≫
≪ Vedi se riesci a ristabilire le comunicazioni ≫ disse Aizawa, spingendolo nella direzione giusta. Kaminari annuì, correndo dietro a Lucy. Natsu si alzò in volo, gridando ≪ State attenti!≫
≪ Spero che tu abbia ragione, Midoriya-kun ≫ sussurrò Iida, preparandosi a schivare il successivo attacco di Azume. Il ragazzo annuì, cercando di dimostrare più sicurezza di quella che realmente provava.
Un urlo gli distasse.
Midoriya si trovò a fissare incredulo Erza incassare una rapida successione di colpi che ridusse a pezzi la sua armatura.
La ragazza barcollò, ricoperta da ferite e sangue, rivestendosi di una nuova armatura che subì lo stesso destino della precedente.
Alle spalle della ragazza, c'era un cumulo di macerie, ma lei non accennava a spostarsi per schivare i colpi.
≪ Sarebbe questa la potenza della grande Titania? ≫ le chiese Ikagura, esaltata. ≪ Quante armature ti sono rimaste? Una, due, tre? Le distruggerò tutte!≫
≪ Ikagura! ≫ gridò Azume, riemergendo. ≪ Sua maestà la vuole in vita, che diamine stai facendo?!≫
La donna rise, mandando in pezzi un'altra armatura. Erza vomitò un fiotto di sangue a terra, respirando a fatica.
Eppure, aveva ripreso il controllo. Midoriya era sicuro che potesse battere quella donna, era più forte di così. Allora, perché stava incassando tutti i colpi, senza lanciarsi in avanti?! Perché era ferita così gravemente?!
≪ Si mette male ≫ disse Aizawa, frustrato ≪ Sta incassando tutti i colpi, nonostante potrebbe evitarli. Ma che combina?! ≫
≪ Ha detto viva ≫ rise Ikagura ≪ Non illesa. Se questa è la potenza della grande Regina Titania, non mi servirà nemmeno impegnarmi per prendermi quel titolo≫
Erza non rispose.
Midoriya si mosse verso di lei, incredulo. La terra sotto i suoi piedi esplose verso l'alto e le radici lo attaccarono, ferendolo a un fianco.
≪ Ti sconsiglio di ignorare il tuo avversario ≫ ruggì Azume, cupamente. Improvvisamente, si ritrovò a dover evitare e spaccare a forza di pugni, radici spesse quanto il busto di un uomo, cercando di aprirsi una strada verso Erza che incassava testardamente ogni attacco, senza mai perdere la posizione.
≪ Che diavolo stai facendo?! ≫ ruggì Midoriya, furioso.
Era quasi riuscito a raggiungerla, quando lo spostamento d'aria causato dai colpi delle due spadaccine, fece rotolare a terra una serie di pietre.
Fu, allora, che Midoriya e tutti gli altri li videro.
Due bambini stavano cercando di uscire da una nicchia fra le macerie. Il bambino era poco più grande della bambina e la teneva per mano, cercando di condurla lontano dal conflitto.
Ikagura si bloccò. ≪ Non dirmi che tu... ≫ disse, sorpresa.
Erza si gettò improvvisamente in avanti e la sua spada fendette lo spazio dove, un istante prima, c'era l'avversaria. L'inseguì con la spada che sferzava l'aria così velocemente da essere un lampo argenteo nell'aria, impossibile da seguire con lo sguardo. Midoriya vide i suoi occhi, brucianti di ferma determinazione.
≪ Non è possibile! Quei bambini... ≫ esclamò scioccato, Iida. ≪ da quanto erano lì?≫
≪ Probabilmente dall'inizio del conflitto ≫ commentò Aizawa. ≪ Se ne deve essere accorta. Per questo lei...≫
Aveva incassato ogni attacco, senza schivarne nemmeno uno, solo per evitare che i bambini alle sue spalle, venissero colpiti. Li aveva fatto da scudo, sacrificando tutte le sue armature, mettendo in gioco la sua stessa vita.
Quella consapevolezza l'invase.
I bambini stavano ancora cercando di superare un grosso masso, per mettersi in salvo.
Ikagura rise, stendendo il braccio ≪ Se è questo che vuoi... ≫ disse, con un sorriso spietato.
Azume si era fermato a guardarle combattere, sorpreso dal gesto di Titania. Trasalì, rendendosi conto per primo di quello che la compagna stava per fare.
≪ Ikagura! Non i bambini! ≫ gridò, ma il colpo della donna fendente l'aria, evitando la sua avversaria.
Midoriya scattò in avanti, ma non fece in tempo.
Il colpo si schiantò contro le macerie, le urla dei bambini gli ferirono le orecchie e si spensero. Un improvviso, quanto spaventoso, silenzio cadde sull'intero campo.
Un polverone si alzò impedendo loro di vedere.
Midoriya tossì, sentendosi la gola piena di polvere e calce.
Davanti ai suoi occhi, il rosso vivo spendeva anche nella polvere, come sangue sulla pietra bianca, agitato dal vento.
Il retro dell'armatura era stato sventrato, lasciando scoperta la pelle. Sulla schiena correva una lunga ferita da cui sgorgava il sangue. Le dita della ragazza artigliavano la pietra, tenendola sospesa sui corpi tremanti dei due bambini.
I piccoli si mossero piano, strisciando via.
Ikagura emise un verso di scherno. ≪ Hai voluto proteggerli proprio fino alla fine? beh, questa è la tua fine Titania≫
≪ Ikagura! ≫ ruggì Azume ≪ C'è un limite a tutto. I bambini non c'entravano nulla!≫
La donna sbuffò. ≪ Non pensavo fosse così stupida da fare loro da scudo con il proprio corpo! E comunque che vuoi che me ne importi che sono o meno bambini≫
Midoriya barcollò in avanti. Non aveva detto a lui di non sacrificarsi per gli altri? Non era stata lei a ripetere che era folle ferirsi così solo per essere un eroe?
Il corpo della ragazza fu scosso da un brivido prima di crollare, senza più forze, fra i massi.
La Regina Titania delle fate, era caduta.

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Capitolo 54
*** Capitolo 28 - Proteggere e Lottare - Parte 1 ***


Il dolore era l’unica cosa che avvertiva e questo era un bene, perché le impediva di perdere i sensi.
Quattro paia di occhi la fissavano increduli e spaventati. Si aggrappavano l’uno all’altro con le manine tremanti, nello stesso identico modo in cui Sho e Miriana si aggrappavano a lei, quando erano piccoli.
Nei loro visi leggeva la stessa paura che per anni avevano sentito scorrere nelle loro vene al posto del sangue. La paura di morire, di perdere ogni cosa, che l’aveva divorata per così tanto tempo, in passato, da spingerla a cercare una libertà che non sapeva nemmeno se esistesse.
≪ Andrà tutto bene ≫ sussurrò. Le tremavano le braccia, nello sforzo di restare sospesa per non schiacciare i due bambini, sotto il suo peso.
Aveva provato a proteggerli, incassando i colpi con le sue armature, cercando di trovare un modo per attaccare senza mettere in pericolo i bambini. Ma non ne aveva trovato nessuno. Aveva potuto solo incassare un colpo dopo l’altro, lasciare che le sue armature venissero scannate e distrutte. Paradossalmente, era proprio proteggendo quei bambini che si era resa conto di quanto fosse stata ingiusta con Toshinori, riguardo la battaglia di Kamino.
≪ S-stai bene? ≫ sussurrò la bimba, guardandola attraverso le lacrime.
No, era molto lontana dallo stare bene. Ma non aveva tempo per lamentarsi.
≪ Erza! ≫ ruggì Midoriya, facendola sussultare. Perse la presa e crollò fra le macerie, imprigionando i bambini sotto il suo corpo.
Sentiva che avrebbe perso i sensi da un momento all’altro. Una mano fredda le sfiorò la guancia. ≪ Signorina? ≫ sussurrò.
Era forse la sua fine? Sarebbe morta senza poter nemmeno dare un ultimo sguardo alla sua amata gilda, senza poter rivedere gli amici e il Master. Sarebbe morta senza poter salutare Toshinori, senza poter dire a Gerard che le dispiaceva di non averlo salvato.
≪ Sono deluso ≫ disse una voce alle sue spalle. ≪ Da Titania mi aspettavo più potere di così. Avevo sentito che aveva guidato la Ribellione della Torre del Paradiso e Gerard la temeva≫
≪ La sua era solo fama ≫ rise Ikagura ≪ Un titolo non meritato. L’unica regina sono io≫.
Sussultò. Sentì le urla dei suoi compagni che stavano combattendo. Trasse un respiro tremante, cercando dentro di sé la forza per rialzarsi.
Potremmo vivere una vita normale, aveva detto a Toshinori. Per un attimo, l’aveva intravista, una vita in cui non avrebbe dovuto usare quel potere che non aveva mai chiesto, che non avrebbe mai voluto.
Un tremore si diffuse nel suolo, l’aria si surriscaldò. I bambini, sotto di lei, strillarono. Le loro mani si aggrapparono a lei, cercando protezione, mentre l’aria vibrava di un suono che conosceva bene.
≪ Ma cosa diavolo…?! ≫ esclamò Azume, fermandosi. In lontananza, videro una colona di fuoco dorato, alta fino a bucare il cielo. Il possente ruggito di un drago gli investì, ferendone le orecchie, vibrando nelle loro casse toraciche.
Erza sentì il proprio cuore sussultare. Natsu.
≪ Natsu-san! ≫ gridò Iida, scioccato. ≪ Sta combattendo contro qualcuno≫
≪ Il ruggito di un drago ≫ disse, la voce di Aizawa.
Le dita di Erza affondarono nella polvere. Giusto, i suoi amici stavano ancora combattendo, come aveva potuto dimenticarsene?
Non esiste a questo mondo, un modo per cancellare definitivamente un quirkaveva detto il Master, la prima volta che l’aveva incontrato. Ma si può vivere la propria vita senza usarlo
Il corpo le lanciò fitte lancinanti che le attraversarono la carne. Stringendo i denti, si sollevò sulle ginocchia. Gli occhi dei bambini fissi su di lei, increduli.
In questo mondo, pieno di eroi, possiamo affidare la protezione delle cose e delle persone che amiamo nelle loro manigli occhi del Master erano fissi in quelli di lei. La verità, però, è che nessuno può proteggere le cose e le persone che amiamo come noi. Questo perché nessuno le potrà mai amare allo stesso modo né lottare per esse con la stessa determinazione. Erza, non vuoi proteggerle con le tue mani? Non vuoi essere certa che nessuno possa ferirle o distruggerle?
Tutte le sue armature erano andate distrutte e anche le armi a sua disposizione erano esigue. Ispirò bruscamente, costringendo il proprio corpo a ubbidire alla sua volontà. ≪ Quando attacco, voi correte ≫ sussurrò ai bambini, prima di voltarsi, ancora in ginocchio, a guardare in faccia il nemico.
Con le mie mani?aveva risposto, incredula. Lei voleva solo liberarsi di quella maledizione. Non aveva salvato Sho e Miriana, né Wally e Shimon, non aveva protetto Gerard. Quel potere non l’aveva affatto aiutata a proteggere ciò che amava.
Il Master aveva sorriso, spensierato. A cosa pensi che servano questi doni che riceviamo? Perché li riceviamo, innanzi tutto? La ragione misteriosa dietro tutto ciò, credo che sia molto semplice. Per poter aiutare gli altri, per poter proteggere e andare avanti, dritti verso un futuro radioso.
Ikagura e Azume trasalirono.
I suoi compagni la guardarono increduli. ≪ Erza? ≫ disse Midoriya, tenendosi il fianco, da cui perdeva molto sangue.
≪ Sei ancora decisa a combattere? ≫ disse Ikagura, con un sorriso nervoso e incredulo. Erza ispirò, costringendo il proprio corpo a sollevarsi. Non poteva più contare sulle sue armature, tanto valeva concentrare ogni briciolo di energia nell’attacco.
≪ Hai detto che vuoi il mio titolo di Regina ≫ disse, gelida ≪ Francamente, non me ne mai importato niente. Tuttavia, una persona che attacca dei bambini, non è nulla di più di un verme≫
Avvertì il metallo lasciare il posto alla stoffa morbida, bende che le stingevano il petto, arrestando in parte la fuoriuscita del sangue sulla sua schiena.
Ikagura storse la bocca, mostrando un ghigno infastidito. ≪ Avevi ancora un armatura, allora? ≫ esclamò la donna, mettendosi in guardia.
≪ Quella sarebbe un armatura? ≫ replicò Aizawa, sconcertato. Midoriya scosse la testa, incredulo e spaventato. ≪ No, è solo stoffa! ≫ gridò, rivolgendosi direttamente a lei ≪ Così ti farai ammazzare! Ti prego, fermati≫
Io con le mie mani…con questo potere…
≪ Anche se il mio nemico è vestito solo di stoffa, lo taglierò comunque ≫ esclamò, la donna. ≪ Affrontami, Titania!≫
La colona di fiamme era quasi scomparsa alla loro vista.
Erza si gettò contro il proprio nemico, gridando ≪ Il compito di una Regina è quello di proteggere tutti quanti! Per questo, tu non meriti un titolo simile≫
≪ Ikagura, evita il corpo! ≫ ruggì Azume, innalzando una serie di radici spesse. ≪ Il suo potere…invece di diminuire, sta aumentando≫
 La lama le tagliò di netto come se fossero fatte di burro. Improvvisamente, ogni cosa davanti ai suoi occhi era tinta di rosso.
 Io con le mie mani…con questo potere…posso proteggerli. Posso proteggere tutti quanti!
Vide il lampo di paura negli occhi di Ikagura, quando le loro lame cozzarono l’una contro l’altra. Il metallo si infranse e l’intero campo di battaglia fu scosso da un vento impetuoso. Erza barcollò, stringendo la spada con entrambe le mani. Ogni respiro le faceva dolere le ferite sparse per tutto il corpo.
Anche se questo corpo dovesse cadere a pezzi…anche se dovessi cadere…
≪ Che mostruoso potere…Titania ≫ disse Azume, con un sorriso incredulo sul viso. Ikagura gemete e scivolò a terra, mentre un lago di sangue si andava a formare sotto di lei ≪ L-la mia spada… ≫
I suoi sensi si erano come affinati. Sapeva che Iida era corpo a salvare i due bambini nel momento in cui si era lanciata in avanti, ed ora li stava portando lontano. Sapeva che Aizawa stava nuovamente bloccando il potere di Azume e che Midoriya si teneva in piedi, nonostante stesse sanguinando copiosamente.
I suoi piedi si mossero leggeri come se avessero le ali. Azume schivò il fendente, cercando di sfuggire allo sguardo cancella-quirk dell’insegnante.
≪ Questa è la Titania di cui avevo sentito parlare ≫ le disse, incassando un calcio sotto il mento che lo fece barcollare. Le sferrò un pugno sul viso che le fece vomitare un altro getto di sangue scuro.
Avvertì una mano afferrarle il braccio e sostenerla. ≪ Tu sei pazza a muoverti con quelle ferite ≫ le disse, l’insegnante, cupamente.
≪ Non le sento nemmeno ≫ rispose lei, riempiendosi i polmoni di una boccata di ossigeno.
≪ Già, l’adrenalina e la tua testardaggine fanno miracoli ≫ commentò, sbuffante.
Nell’istante in cui chiuse gli occhi, il terreno sotto i loro piedi esplose. Erza mise nel fendente tutta la propria potenza, recidendo le radici e dividendo la terra.
Azume fu più veloce e afferrò Aizawa per le bende, scagliandolo al suolo con forza.
≪ Eraser! ≫ gridò Erza, cercando di correre in suo soccorso. Il suo corpo però la tradì, incespicò.
La luce del One for All le sfrecciò davanti agli occhi, e il pugno di Midoriya impattò contro il petto dell’uomo. La sua spina dorsale si piegò in modo grottesco, mentre veniva sbalzato per aria con grande forza.
Detroit Smash
Midoriya si chinò sul professore, il braccio gli si stava gonfiando e diventando viola, fino alla spalla. Aizawa si tirò su a sedere, dolorante. ≪ Grazie, Midoriya≫
Azume non si mosse, giaceva supino al suolo, immobile. Erza barcollò, crollando sulle ginocchia. Si voltò verso il punto in cui aveva lasciato i due bambini.
≪ I bambini…? ≫ esclamò, in ansia.
Una mano le afferrò il braccio aiutandola a non perdere l’equilibrio. ≪ Stanno bene, Iida li ha presi e doveva portarli al Punto Medico da Wendy, così da avvertirla che ci serviva il suo aiuto≫
La fissò negli occhi, la fronte corrugata. ≪ Scusa. Alla fine, dividerci è stata una pessima idea. Non avevo idea che i nostri nemici fossero così forti≫
Lei scosse la testa. ≪ No, in realtà, era la cosa più sensata da fare. Non penso che altri sappiano dei generali≫
≪ Già, se sono tutti come questo ≫ disse Aizawa, lanciando uno sguardo preoccupato alla figura immobile di Azume. Si stava premendo una mano sulla spalla, dolorante. ≪ Sarà ardua…soprattutto, se non troviamo il modo di organizzarci e coordinarci con gli altri eroi≫.
Notò che la t-shirt del ragazzo era intrisa di sangue. Aveva una ferita seria al fianco, le dita di una mano rotte e un braccio fratturato, più qualche altro livido e ferita meno seria, sparse per il corpo.
Lei non era esattamente nella posizione di potergli fare la predica, dato che l’unica cosa che la teneva sveglia era l’adrenalina in circolo.
La battaglia era appena agli inizi e loro due erano già gravemente feriti, come avrebbero fatto di quel passo a sopravvivere?
Midoriya le sorrise incerto. ≪ Mi hai fatto spaventare prima≫
Erza avvertì un brivido lungo la spina dorsale, il presentimento di qualcosa. Agguantò la maglietta del ragazzo, facendolo sussultare incredulo, e lo lanciò lontano. Un’energia rovente eruttò dal terreno, investendola.
Erza gridò, sentendosi come se il suo corpo stesse venendo smembrato.
Le sue urla rimbalzarono per tutto il campo.
Midoriya e Aizawa restarono pietrificati dall’orrore, mentre lei crollava a terra.
Azume sorrise, un rivolo di sangue che gli colava lungo il viso. ≪ Non pensavo di dover ricorrere a tanto ≫ ammise, divertito ≪ Sei davvero un’avversaria temibile, Titania. Adesso, facciamo sul serio≫

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Capitolo 55
*** Capitolo 28 - Proteggere e Lottare - Parte 2 ***


Kaminari le correva accanto, preoccupato.
Anche se non l’aveva detto espressamente, sapeva che era in ansia per qualcosa – o forse, era più esatto dire per qualcuno – ma non avevano tempo per quello.
Avevano messo al corrente la polizia e qualche eroe incontrato lungo la strada, di quel poco che sapevano.
Il piano di Midoriya, in realtà, non le piaceva proprio per nulla.
Erano già in svantaggio dato che non potevano comunicare fra loro e organizzare una vera resistenza. Non sapevano contro chi stavano combattendo, né quanto potessero essere forti. Dividersi, era come fare il gioco del nemico.
Doveva essere per quello che avevano privato la città dell’elettricità e manomesso le comunicazioni. Li avevano isolati e dispersi.
Si fermò di scatto, rischiando di farsi travolgere da Kaminari. ≪ Lucy-Kun?≫
≪ Hanno incendiato la centrale elettrica principale, ma come hanno fatto a sospendere tutte le comunicazioni? Avrebbero dovuto buttare giù centinaia di antenne e distruggere i ripetitori≫.
Kaminari la guardò confuso, corrugando la fronte. ≪ Aizawa-sensei pensa che sia opera di un quirk≫
≪ E copre tutta la città? ≫ esclamò scettica. ≪ E se invece stessero usando la rete radio per trasmettere un segnale disturbante? Sarebbe possibile?≫
Il ragazzo sussultò. Forse era una domanda troppo difficile per lui e lei non ne sapeva molto su queste cose, solo quello che le aveva spiegato Levy una volta.
≪ La comunicazione tramite cellulare e radio è possibile grazie a quelle antenne ≫ disse, indicandone una che si vedeva da lì. ≪ Non sarebbe stato più saggio distruggerle?≫
≪ Forse gli servono ≫ rispose perplesso e sbarrò gli occhi. ≪ Oh, capisco≫
≪ Se qualcuno di loro fosse in grado di manipolare i segnali radio e telefonici, portandoli a una frequenza che i moderni apparecchi non sono più in grado di supportare? Se potesse semplicemente girare intorno al disturbo e rendere la loro comunicazione possibile e la nostra no?≫
≪ Basta anche un quirk di tipo elettrico per disturbare un segnale ≫ disse, picchiettandosi sulla cuffia. ≪ Da quando ci hanno detto cosa era successo, sto tentando di raggirare il disturbo, ma è troppo forte≫
Lucy lo guardò sorpresa. Un’idea le si stava formando nella mente, un modo diverso per comunicare. Afferrò il ragazzo per le spalle e lo costrinse a guardarla negli occhi. ≪ Se volessi mandare un S.O.S. molto lontano da qui, come potremmo fare?≫
Silenzio. Kaminari la fissò con sguardo vacuo. ≪ Si potrebbe capire da dove arriva l’interferenza da un punto focale, tipo un ripetitore o una cella di connessione esterna. Potrei capire dove si trova l’interferenza e forse – e dico FORSE – potrei raggirarla. Ma perché parliamo di cose così difficili?≫
≪ Perché ho appena capito come aiutare tutti ≫ disse Lucy, lasciandolo andare ≪ e visto che non possiamo arrivarci dalla superficie, lo faremo dal sottosuolo≫
≪ Come scusa?! ≫ esclamò, sconcertato.
Lucy gli afferrò il polso e lo trascinò con sé. Trovò un tombino e insieme lo sollevarono. Dal foro risalì aria fredda e stantia.
≪ Sei sicura di quello che dici, Lucy-kun? ≫ sussurrò Kaminari. Lei ispirò bruscamente. ≪ Chiamami Lucy, è più pratico. E comunque non proprio, ma penso che con la fortuna che ho, troveremo sicuramente qualcosa≫.
Si fece coraggio e poggiò il piede sul primo gradino, scendendo lentamente.
Era così buio che non vedeva a un palmo dal naso, avvertì Kaminari seguirla, piagnucolando.
Il suo piede incontrò un pavimento stabile, indietreggiò cautamente. ≪ Fermati un attimo, Uh, non ce l’hai un nome più breve?≫
≪ Denki ≫ rispose il ragazzo, con un sospiro tragico. ≪ che stai facendo?≫
≪ Ah, l’ho trovata! ≫ esultò, facendo scattare l’interruttore di una piccola torcia. Era un po' ammaccata e la luce tremolò, fendendo l’ampio cunicolo e le acque verdastre che scorrevano a pochi centimetri dai suoi piedi.
≪ Sei una ragazza piena di risorse ≫ commentò Denki, raggiungendola. ≪ Hai portato una torcia con te pur non sapendo che ci sarebbe servita≫
Lucy sbuffò. ≪ La triste verità è che da quando Erza me ne ha lanciato una in testa durante una missione, ce l’ho sempre con me. Non si sa mai quando può tornare utile≫
Soprattutto, non voleva che l’amica l’uccidesse con uno dei suoi lanci micidiali.
Denki toccò gli spessi fili che correvano sulla parete, con le mani.
≪ Che stai facendo? ≫ gli chiese Lucy, sospettosa.
≪ Cerco di capire che direzione dobbiamo prendere. Uh ≫ si interruppe sorpreso, girandosi a guardarla ≪ Lucy?≫
≪ Cosa?≫
≪ Avverto dell’elettricità≫
≪ Ma pensavo fosse saltata ≫ commentò, sorpresa. Denki corrugò la fronte. ≪ No, è il segnale disturbante, Lucy. Lo stanno inviando dal sottosuolo. Ma certo! La persona con questo quirk si sta nascondendo qui sotto≫
Una splendida notizia, se solo ci fosse stato anche Natsu con loro, per combattere. Invece, Natsu era volato via con Happy.
Ispirò, profondamente.
≪ Andiamo≫
Denki lanciò un’occhiata ansiosa al soffitto, prima di guidarla lungo il corridoio e fermarsi davanti a un’apertura cilindrica nella parete. Lucy la guardò disgustata.
≪ Stai scherzando, vero? ≫
≪ L’idea è stata tua, principessa. Non piace nemmeno a me, ma se vogliamo ripristinare le comunicazioni… ≫ si strinse nelle spalle.
Brava Lucy, si disse, ottimo piano. Vedi cosa significa ribellarsi al proprio padre?
Adesso sì che sentiva la mancanza della sua vita agiata, della sua casa silenziosa e pacifica, dei giardini lussureggianti in cui leggere…ma anche no.
Nemmeno così, riusciva a provare davvero nostalgia per quella vita noiosa e monotona.
Strisciarono nel cunicolo in silenzio, Lucy che illuminava davanti a sé e Denki che le sussurrava alle spalle quale via prendere. Improvvisamente, si fermò e il ragazzo le finì addosso.
≪ Ohi≫
≪ Staccati dal mio culo ≫ sibilò Lucy, soffocando a stento uno dei suoi famosi gridolini. Denki balbettò, imbarazzato ≪ E tu non fermarti di colpo≫
≪ Sento delle voci ≫ sussurrò Lucy, facendolo sbuffare ≪ Saranno topi≫
≪ I topi in Giappone, parlano?≫
≪ Quelli della TV si≫
Girò l’angolo senza aspettare risposta e spense la torcia. Il cunicolo sì apriva in un incrocio e nel mezzo c’era una grata che puntava sotto di loro, ancora più in basso di quanto non fossero.
Si appiattì per permettere al ragazzo di vedere da sopra la sua spalla la stanza spoglia sotto di loro, da cui salivano due voci distinte.
Cavolo, com’era imbarazzante.
Una cosa era fare certe cose con Natsu, ma Denki per quanto fosse simpatico, era uno sconosciuto. Peccato che Natsu ultimamente si comportasse come un idiota infantile, magari quell’aneddoto l’avrebbe svegliato.
≪ Ti lascio le ragazze, fanne quello che vuoi ≫ stava dicendo una voce esangue.
Qualcuno ridacchiò. ≪ Mi divertirò con loro. Sicuro che ti sta bene?≫
≪ Assolutamente. Non sai da quanto aspetto questo momento ≫ disse la voce. Lucy vide un ragazzo in un impermeabile rattoppato, chinarsi su un mucchio di stracci, in un angolo, e l’altro villan ridacchiare. Era appoggiato vicino a un complesso aggeggio che somigliava a un ammasso contorto di fili e pezzi di elettronica.
≪ Porca vacca ≫ sussurrò Denki, trattenendo il fiato. Lucy sollevò lo sguardo su di lui che era pallido come uno straccio. ≪ Quello è Dabi ≫ disse in un sussurro incredulo ≪ e quelli sono Todoroki, Momo e Jiro≫.
 

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Capitolo 56
*** Capitolo 29 - We lost in Fire ***


La piccola stanza era illuminata da una luce tremolante. Da quella posizione sopraelevata, riusciva a scorgere con chiarezza il generatore a lato di un tavolino. Sulla superficie di legno c’era un apparecchio con una trasmittente che dedusse servisse a rendere impossibile le comunicazioni per gli eroi.
≪ Jiro ≫ gemette, Denki. Fissava in ansia il piccolo gruppo legato da spesse corde. Non si erano ancora mossi, perciò supponeva che fossero svenuti.
≪ Non posso credere che siano riusciti a catturare Todoroki, è il più forte della classe ≫ sussurrò Denki, sconvolto.
Il villan con l’impermeabile, si era chinato ad afferrare i capelli di Todoroki. Gli spinse la testa indietro, facendo baluginare le fiamme nell’altra mano.
≪ Adorniamo questo bel visetto con una nuova cicatrice. Ti va, Todoroki Shoto?≫
Lucy trattenne il fiato, sporgendosi in avanti, il petto premette contro la grata arrugginita che gemette sotto il suo peso .
Dabi si bloccò, voltandosi lentamente. Il metallo si ruppe con un clangore assordante e crollò a terra, colpendolo di striscio.
Lucy si sentì scivolare in avanti e cadde con esso, con un grido acuto. Si trovò seduta davanti ai due villan con il fondoschiena dolorante.
La sua solita fortuna. Si fosse trattato di Erza, Natsu o perfino Gray, avrebbero fatto un ingresso trionfale – magari sfondando una parete, mandando nel panico il nemico che si sarebbe sentito minacciato dalla loro presenza - non quel genere imbarazzante di ingresso per cui i villan, ti fissano allibiti e i compagni che sei venuto a salvare, ti guardano con gli occhi sbarrati.
Momo aveva perfino la bocca aperta. Si affrettò a chiuderla e con essa anche gli occhi, quando senti la voce di uno dei villan dire, sorpreso ≪ Una ragazza è appena piovuta dal cielo≫
Dabi sollevò lo sguardo verso il buco nel soffitto e corrugò la fronte, incredulo. Si stava tenendo un braccio, evidentemente la grata lo aveva colpito, anche se di striscio. Lucy incrociò per un attimo lo sguardo dei tre studenti della Yuei, rendendosi conto che stavano fingendo di essere svenuti.
≪ Una ragazza molto stupida ≫ commentò Dabi, facendo comparire le fiamme sulle sue mani. Lei si alzò con uno scatto. ≪ Aspetta! ≫ strillò, ≪ uccidermi così non sarebbe un idea furba! Io pensavo che foste villan intelligenti e non i soliti citrulli che agiscono senza pensare≫
Miracolosamente, non la incenerì sul posto.
Era davvero inquietante come Erza lo aveva descritto. Il tipo alle sue spalle, era spaventoso in modo totalmente diverso. Era alto e muscoloso, tanto per iniziare, e aveva una brutta cicatrice a tagliarli in due l’occhio sinistro, ma la cosa che la preoccupava maggiormente era l’elettricità che gli scorreva addosso come un secondo vestito.
La fissava intensamente, rendendola ancora più nervosa.
Lucy ebbe solo un istante per guardarsi attorno e rendersi conto che era nei guai. Lei non era potente come i suoi compagni. Se l’avessero colpita con il fuoco non avrebbe potuto mangiarlo o tagliarlo di netto, sarebbe bruciata.
≪ Perché diavolo dovrei risparmiarti? ≫ disse Dabi, disgustato ≪ Non l’avevo ancora incontrato un eroe che per salvarsi la pelle, bleffa≫.
≪ Io non sto bleffando ≫ rispose, mettendo le mani sui fianchi ≪ e tu non mi conosci, no? Per quanto ne sai, potrei anche avere un quirk talmente potente da farvi esplodere con uno schiocco di dita≫
Todoroki mosse leggermente il piede, facendole capire che stava lavorando a liberarsi dalle corde, bruciandole lentamente, senza farsi scoprire.
La preoccupava il fatto che Denki non saltasse fuori ad aiutarla, forse stava aspettando il momento giusto? Di quel passo, però, l’avrebbero arrostita prima che lo trovasse.
≪ Però è carina ≫ disse l’altro villan. ≪ Si è forse innamorata di me, per questo è venuta qui?≫
≪ Stai zitto, Kinaga ≫ disse Dabi, socchiudendo gli occhi per studiarla. Lucy cercò di sembrare più sicura di quanto non fosse. Pensandoci meglio, era stata sciocca a usare la forma taurina, quella leonica le dava più potenza, anche se con il fuoco, quella ideale era Scorpio.
≪ Beh, avrei dovuto sapere che Erza esagerava a dire che eri intelligente. È evidente che sei un villan ordinario ≫ commentò, sospirando tragicamente. ≪ Altrimenti, non staresti lì impallato a minacciare dei ragazzini, ma staresti proteggendo quello≫. Indicò lo strano strumento sul tavolo con l’indice della mano. ≪ È con quello che state bloccando le comunicazioni, no? Scommetto che blocca solo quelle degli eroi e non quelle che servono a voi. Anzi, sono certa che vi fornisca una rete sicura e inattaccabile ≫
Lui inarcò un sopracciglio coronato da piercing. Alle sue spalle, il suo compagno era impallidito e aveva iniziato a sudare freddo. ≪ C-come fa a saperlo?! Dabi, avevi detto-≫
≪ Chiudi quella cazzo di bocca, deficiente! ≫ sbottò, arrabbiato. ≪ Non lo vedi che sta bluffando per estorcerci informazioni?!≫
Lucy sorrise, raggiante. ≪ Si, è indovina un po'? ha funzionato perfettamente≫
≪ Saperlo non ti servirà a nulla ≫ ghignò lui ≪ Dal momento che morirai qui≫
Le fiamme blu divamparono. Quello era il momento, lanciò un’occhiata fiduciosa al soffitto e vide che non c’era nessuno a coprirle le spalle.
Un brivido di paura l’attraversò, quando si rese conto che Denki non stava saltando giù, in suo aiuto, e Todoroki era ancora legato.
 Fissò le lingue bluastre danzare nell’aria, a un palmo dal suo viso. Ebbe appena il tempo di accorgersi che erano fredde, che l’intera struttura iniziò a tremare.
Gli occhi dei presenti, eroi e villan, si sbarrarono per la sorpresa. Le fiamme di Dabi si spensero. Il suono vibrante di un ruggito invase l’aria, riempiendole il petto di una sensazione calda e confortevole. Un famigliare senso di appartenenza che la fece riemergere dal baratro di angoscia e paura che per un attimo l’aveva afferrata.
Oh Natsu. Natsu stava combattendo da qualche parte in superficie, così come Erza e tutti i suoi amici, non poteva essere da meno. Non voleva esserlo.
Lucy ruotò su sé stessa, colpendo Dabi al torace con un calcio, facendolo barcollare indietro. Non gli diede il tempo di riprendersi dalla sorpresa. L’aria vibrava ancora di quel suono potente e primitivo. Lucy afferrò il polso del villan e lo spinse contro una parete, sbattendoli la testa contro il cemento con forza e strappandoli un verso strozzato.
≪ Ragazzi, adesso! ≫ gridò, mettendo nella sua voce tutta la sicurezza che poteva. Sperava così di poter raggiungere Denki e svegliarlo, sempre se c’era ancora.
Dabi gridò, le fiamme divamparono.
Una sensazione fredda avvolse Lucy nel momento in cui Todoroki usò il suo quirk di ghiaccio, avvolgendo il nemico.
≪ Lucy-san, allontanati da lui ≫ le disse, calmo. ≪ È pericoloso ≫
≪ Dannata, ragazzina! ≫ ringhiò l’altro villan, Kinaga. L’elettricità corse dal suo corpo sul pavimento, verso le tre ragazze e Todoroki e si impennò di colpo verso il soffitto. Denki l’assorbì, lasciandosi cadere di sotto dall’apertura.
≪  Kaminari-san ≫ disse sollevata, Momo.
 ≪ Scusate l’attesa. Siamo qui per salvarvi! ≫ disse Denki, con un sorriso teso.
≪ Ho come l’impressione che stessi per fare un casino, Denki! ≫ sbottò Jiro, sorridendo raggiante. ≪ Ma menomale che ti sei ripreso!≫
Il ghiaccio di Todoroki crepitò e si infranse in una pioggia di acqua calda e vapore, investito dalle fiamme di Dabi.
Lucy si sfilò di tasca il telefono e lo mise nella mano della ragazza con la coda. ≪ Momo, prendi questo e usalo per lanciare l’S.O.S. ≫ indicò l’apparecchio ≪ Ristabilizziamo le comunicazioni. VAI!≫
I due villan si voltarono verso l’apparecchio, probabilmente pensavano di proteggerlo, ma Jiro fu più veloce e colpì entrambi con le onde soniche del suo battito cardiaco.
Lucy voleva correre dietro a Momo e aiutarla, ma una vampata di fiamme blu la costrinse a indietreggiare, rotolò lontano, mettendosi in salvo.  
Todoroki le offrì la mano. ≪ Tutto bene? ≫ le chiese, serio. Lei l’afferrò, rimettendosi in piedi. Il ruggito di Natsu si era esaurito, ma era sicura che stesse ancora combattendo.
≪ Sono stata meglio ≫ ammise. La smorfia furente sul viso di Dabi le diede i brividi. ≪ No ≫ ruggì, facendo baluginare le fiamme ≪ Non mi porterai via la mia vendetta! Non ora che ci sono così vicino
Il braccio di Todoroki si stese per spingerla indietro. ≪ Lucy-san, lascialo a me. Le sue fiamme potrebbero ferirti gravemente≫
Questo lo sapeva anche lei, pensò amaramente. Non poteva combattere, però se avesse raggiunto Momo - che con Denki e Jiro stava combattendo contro l’altro villan - insieme avrebbero potuto ripristinare le comunicazioni e chiedere aiuto.
Le fiamme blu di Dabi si scontrarono a mezz’aria con quelle di Todoroki. L’aria divenne densa di calore e fumo, mentre i due ragazzi stringevano i denti, affrontandosi.
≪ Non farle avvicinare! ≫ ruggì, Dabi ≪ Dimostrami che sei degno del titolo di Generale, Kinaga, o ti ridurrò in cenere!≫
≪ Perché mi devi sempre minacciare? ≫ piagnucolò l’altro, riversando elettricità contro i due ragazzi. Denki urlò, continuando ad assorbirla ≪ Ci sto provando, ma questo ragazzo non vuole arrendersi!≫
Lucy vide Momo scartare di lato e scivolare sul pavimento, superò il villan e raggiunse il suo obbiettivo. Grazie a Dio!
Todoroki gridò, riportando su di lui la sua attenzione. Vide la mano sfigurata di Dabi afferrare il compagno e gettarlo a terra, bloccandoli le gambe con il proprio corpo e torcendoli un braccio dietro la schiena.
≪ Lascialo andare ≫ esclamò Lucy. Dabi si chinò sull’orecchio di Todoroki, stringendo la presa sui suoi polsi, ignorandola. ≪ Avrei voluto farti soffrire di più, ma prima che tu muoia ti rivelerò una verità che non conosci ≫ disse, sibilando di odio ≪ Io sono Todoroki Touya, tuo fratello, ed ora brucia e vai all’inferno con tutti i sogni e le speranze di quell’uomo!≫
Lucy sbarrò gli occhi e gridò inorridita, mentre le fiamme divamparono intorno ai due ragazzi. Fiamme blu e fiamme rosse, avvolsero i loro corpi e sfiorarono il soffitto umido e ammuffito. Le loro grida riempirono la stanza, insieme all’odore di bruciato e di elettricità.
Cosa posso fare? si chiese spaventata, stringendo i denti, frustrata. Come posso aiutarli?!  
Afferrò la frusta che portava legata al fianco e con uno scatto del polso la fece avvolgere intorno al corpo del villan. Il cuoio crepitò nel calore e Lucy tirò con tutte le sue forze, facendo staccare Dabi da Todoroki che rotolò via.
Il cuoio si ruppe e il contraccolpo fece cadere Lucy al suolo.
I due fratelli si guardarono senza fiato, la pelle fumante. Todoroki si tirò su un ginocchio, sconvolto. Un leggero strato di ghiaccio gli rivestiva la pelle, evaporando velocemente dalla sua pelle candida. ≪ N-non è possibile ≫ sussurrò sconvolto. ≪ T-Touya è…mio fratello è morto≫
Lucy gli andò vicino, afferrandolo per il braccio. Ignorò il dolore bruciante che la sua pelle provò a contato con il calore eccessivo del corpo del ragazzo. ≪ Stai bene? Alzati, forza≫
Todoroki scosse la testa, incredulo.
Dabi aveva le labbra tese in quello che appariva come un taglio nella sua carne martoriata. ≪ Davvero sei così idiota da non averlo capito?≫
≪ Non ascoltarlo ≫ disse Lucy, facendolo alzare. ≪ Sta sicuramente mentendo≫
Todoroki sussultò, annuendo. Una rabbia bruciante gli trasfigurò i tratti del viso. ≪ Come osi usare Touya contro di me?! Come osi insultare il suo ricordo?! ≫ ruggì. Il ghiaccio si allargò sotto i loro piedi e si alzò in spuntoni acuminati contro Dabi che lo mandò in frantumi con una vampata delle sue fiamme.
≪ Il suo ricordo? ≫ replicò l’altro, il viso contorto in espressione feroce che conteneva rabbia, disgusto, rifiuto e incredulità. ≪ Che ne sai tu di me, Shoto?! Dal momento in cui sei venuto al mondo non hai fatto altro che rovinarmi la vita! Sei una maledizione per chiunque ti incontri. Hai devastato la mente di nostra madre con la tua sola esistenza!≫
Todoroki trasalì, spingendo via Lucy e facendo baluginare le fiamme che si scontrarono contro quelle di Dabi. ≪ Stai zitto! ≫ ruggì Todoroki, ≪ Se sei davvero Touya, allora, chi ti ha fatto quelle ferite?! Perché stai facendo tutto questo?! Perché hai lasciato che ti credessimo morto?!≫
≪ Perché sei nato tu! ≫ gridò in risposta, Dabi. ≪ Perché in questo mondo, se sei un eroe e ti sfregi di questo titolo, puoi commettere qualsiasi azione. Puoi fare qualsiasi cosa alla tua famiglia, ai tuoi figli, senza che nessuno dica niente. Questa è la società schifosa in cui viviamo.≫
Le fiamme dei due ragazzi si spensero. Ansimando, Todoroki le si poggiò contro, lasciandosi sorreggere. Aveva il corpo così caldo che sembrasse avesse la febbre e il ghiaccio che stava formando per cercare di raffreddarlo, evaporava troppo velocemente. Era sconvolto e stava perdendo il controllo, questo Lucy lo capiva, così come capiva che la situazione stava degenerando.   
Dabi respirava pesantemente, la schiena piegata in una curva sofferta. ≪ Perché sei nato tu, io sono stato gettato via ≫ disse, amaramente ≪ perché c’eri tu, il figlio perfetto, il suo capolavoro, che noi siamo stati gettati via come stracci…come se io…fossi spazzatura≫
≪ Touya ≫ sussurrò Todoroki, muovendo un passo verso di lui, incerto. Lucy lo afferrò per il retro della divisa, trattenendolo da fare un altro passo.
≪ Hai idea di come sia stato? Gli allenamenti con quell’uomo, venire gettato via…mentre io bruciavo, tu venivi coccolato e lodato≫
≪ Questo…non è vero ≫ rispose Todoroki. ≪ Anche io ho sofferto per mano sua, anche io…≫
≪ Stai zitto, lurido scherzo della natura! ≫ ruggì Dabi, inferocito. Todoroki trasalì, ferito. Lucy strinse la presa sulla sua schiena, mordendosi il labbro fino a far sgorgare il sangue. Le dispiaceva. Si sentiva male per quei due fratelli, per il loro dolore, per il loro odio. Lo sapeva come ci si sentiva ad amare qualcuno che non ti reputava mai abbastanza meritevole di affetto. Capiva fin troppo bene, come ci si sentiva a protendersi verso qualcosa che ti restituiva solo dolore.
Dabi trasse un respiro, tremante. ≪ Ma ora è tutto diverso. Io sono diverso.si toccò la pelle bruciata del viso con uno sguardo folle negli occhi azzurri. ≪ Sai come mi sono fatto queste, fratellino?≫
La pelle sfregiata sembrava quasi nera in quella luce malata. Dabi fece scorrere le dita su di essa, scintille blu scaturirono dalla sua pelle. Il suo sorriso era un taglio sofferto nella carne, bianco e rosso.
≪ Ho pensato di togliermi la vita. Si, l’ho pensato. Volevo liberarmi di voi, di te e di nostro padre…e del suo sangue, si, fallo bruciare. Bruciare via Touya Todoroki, fino a non farne restare che cenere ≫ rise, un suono privo di allegria e vuoto come l’azzurro dei suoi occhi, mentre li fissava. ≪ Le fiamme mi hanno avvolto, stavo bruciando, capisci. Volevo bruciare tutto quello che di voi c’era in me, ed è allora che mi sono reso conto di una cosa≫
Lucy si sentiva soffocare, avvertiva il tremore che stava scuotendo il corpo di Todoroki. Le si premeva contro, cercando un conforto, un aiuto a restare in piedi, e lei lo stringeva, sperando che la sua forza bastasse ad entrambi.
Dabi allargò le braccia, mostrando i palmi ustionati e la pelle fumante. La sua voce fremette di qualcosa di più profondo della disperazione ≪ In realtà, io non volevo morire. Io volevo vivere e cancellare voi da questo mondo. Volevo cancellare il mondo intero ed essere finalmente libero!≫
≪ Lucy-san! Il segnale è stato inviato! ≫ gridò Momo, voltandosi verso di loro. L’improvvisa intromissione della sua voce, fu come una secchiata di acqua gelida su di loro, li riscosse.
 ≪ Ci sono riuscita!≫. Aveva gli occhi scintillanti di soddisfazione e Lucy pensò che se la sarebbe ricordata allungo, con quel mezzo sorriso.
Dabi ruggì ≪ Ti ho detto di fermarle, maledizione!≫. Il suo viso mutò espressione di colpo.
Gli occhi di Lucy percorsero il resto della stanza e registrarono la situazione che era andata a crearsi.
Vide con orrore crescente, Denki tremare con gli occhi pieni di lacrime. Aveva continuato a intercettare l’elettricità, superando il suo limite. Lo vide crollare su un ginocchio, con un verso esausto. L’elettricità che non veniva più assorbita dal corpo del giovane eroe, si riversò al suolo, travolgendo Momo.
≪ NO! ≫ urlarono Lucy e Jiro, inorridite.
L’elettricità colpì la ragazza sul petto con una tale intensità da sollevarla da terra e gettarla contro la parete alle sue spalle.
Corse sui muri avvinghiandosi ai cavi elettrici e al generatore, corse per i circuiti dell’apparecchio e ne bruciò i fili. Denki urlò, lanciando qualcosa contro la parete. L’elettricità deviò, un’altra volta il suo corso, e si riversò dentro il corpo del villan.
L’intera stanza si riempì di grida e odore di carne bruciata.
≪ Momo! ≫ strillò Jiro, ignorando il pericolo per correre dall’amica. La prese fra le braccia, scuotendola leggermente. ≪ Svegliati, Momo! Ti prego, svegliati! RISPONDIMI!≫
Lucy sentì venirle meno il respiro, le gambe minacciarono di cederle.
Todoroki emise un verso strozzato, come se i suoi polmoni si fossero svuotati di tutta l’aria al loro interno.
Il villan collassò a terra, inerme. Dalla sua pelle si alzava un puzzo di bruciato, soffocante. Denki crollò a terra con un verso strozzato, le dita artigliarono il pavimento, mentre farfugliava qualcosa.
Lo shock per quello che aveva visto accadere era così forte che Lucy si mosse senza sapere dove e cosa stesse facendo. Vide quello che era stato il suo telefono, ancora collegato all’apparecchio, entrambi erano bruciati.
Momo giaceva con gli occhi chiusi. Il petto immobile. La scarica elettrica doveva averle arrestato il cuore.
Jiro la scuoteva singhiozzando e versando lacrime. Denki grattò il pavimento con le dita, scintille di elettricità gli attraversavano il corpo, facendolo rabbrividire. Mugugnò qualcosa di incomprensibile.
≪ Dannazione, il disturbo è stato fermato! ≫ ringhiò frustrato, Dabi o Touya o qualunque fosse il suo nome. Avevano ripristinato le comunicazioni, ma non sapeva se l’ S.O.S aveva o meno raggiunto i suoi destinatari. La cosa peggiore, per cui Lucy si sentiva dolere il cuore, era la vista del prezzo pagato.
Non è vero. Non è possibile, dai. Non è giusto. Ma raramente la vita era giusta.
 
--- Angolino Mio ---
 
Ho paura che mi ucciderete dopo questo capitolo.
Intanto, mi sono permessa di eliminare il personaggio di Kain Hikaru dalla Grimore Heart (I sette fratelli del Purgatorio)
Perché detesto quel personaggio e francamente non avevo idea di come assimilare il suo potere con un quirk. Inoltre, mi serviva qualcuno che come Denki controllasse l’elettricità, perciò ho sostituito Kain con un personaggio inventato da me.
In questo capitolo ho sentito tanto la mancanza di Laxus, lui avrebbe vinto questo scontro, ma sapete quanto si è il Dragon Slayer del fulmine si vince facile.
Aspettavo da tanto di poter scrivere la scena fra Dabi e Todoroki, spero che vi sia piaciuta quanto è piaciuta a me, scriverla.
Ah, spero che vi piacciano i collage di foto all’inizio del capitolo.
Grazie per le visualizzazioni, i voti e i commenti.
Baci

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Capitolo 57
*** Capitolo 30 - Istinto e Intuizione - Parte 1 ***


Midoriya guardò Erza, incredulo.
Quando l’aveva vista cadere aveva creduto che fosse spacciata, invece, lei si era rialzata e aveva affrontato il nemico con un coraggio impressionante. Non era semplice forza o potenza. Era come se in ognuno dei suoi colpi si fosse riversata la forza inarrestabile della sua determinazione.
Una vera regina, bellissima e potente, aveva pensato, guardandola combattere. Una regina in grado di proteggere tutti quanti, di sconfiggere chiunque.
 Perfino, ora che la battaglia era finita, non riusciva a togliersi di dosso quella sensazione inebriante che lei fosse incredibile.
Ed una così sta con me?! Impossibile.  
Erza chinò il capo, esausta. Era ricoperta di sangue e ferite, ma i suoi occhi scintillavano ancora di quella misteriosa forza.
Midoriya accennò un sorriso, incredulo. ≪ M-Mi hai spaventato prima ≫ disse, traendo un sospiro incerto. Era certo che se lo sarebbe sognato allungo, il modo in cui era crollata sotto i fendenti dell’altra, un nuovo incubo che l’avrebbe tormentato.
 Erza si raddrizzò di scatto, uno strano scintillio negli occhi. La sua mano afferrò la maglia di Midoriya, facendolo sussultare, e sollevandolo di peso, lo scagliò lontano.
Il terreno sotto la ragazza eruttò una vampata dorata che si innalzò verso il cielo.
≪ Erza?! ≫ gridò Midoriya, vedendola scomparire dentro quel vortice inspiegabile.
Le urla di agonia della ragazza rimbalzarono per il campo di battaglia, sotto i loro sguardi increduli.
No no no. Il viso di Erza era trasfigurato dal dolore. Perché non riesco mai a proteggerla? Perché non riesco mai a salvarla?!
Nel momento in cui i piedi di Midoriya toccarono il suolo, si ritrovò a saltare dentro il flusso incandescente, i muscoli delle gambe tesi fino allo spasmo. La pressione rovente di quell’energia gli incendiò il corpo di dolore, come se tutte le sue ossa venissero fatte a pezzi in una volta sola. Afferrò Erza e insieme crollarono al suolo, rotolando via.
Midoriya si tirò sul gomito, ignorando le fitte lancinanti che il fianco lacerato e il braccio fratturato, gli lanciavano, mozzandoli il respiro.
Erza giaceva priva di sensi, al suo fianco.
≪ Non pensavo di dover arrivare a questo ≫ disse Azuma, un sorriso esaltato sul viso sporco di sangue. ≪ Adesso, faremo sul serio≫
≪ Perché fino ad adesso stavamo giocando?! ≫ esclamò Midoriya, sconcertato. Non si era aspettato che quell’individuo potesse fare una cosa del genere, ed Erza in qualche modo, aveva intuito il pericolo e aveva cercato di proteggerlo.
Stupida. Se fossero usciti vivi da quella situazione, gliene avrebbe cantate quattro. Era stufo di vederla sempre ricoperta di ferite e sangue. Lo squarcio sulla sua schiena sanguinava copiosamente, le bende che gli fasciavano l’addome ne erano già impregnate.
Aizawa fece scattare le sue armi di cattura verso Azuma, dicendo ≪ Non avevi l’ordine di risparmiare Titania? Hai deciso di ucciderla?!≫
Azuma scosse la testa, un luccichio sinistro nello sguardo. ≪ Non posso fare a meno di cercare lo scontro con avversari forti ≫ ammise, afferrando la benda e usandola per attirare l’eroe a sé e colpirlo con un pugno ≪ e voi siete interessanti da questo punto di vista≫. Aizawa schivò, assestandoli un calcio nelle costole.
 Finché lo guardava, Azuma non poteva attaccare con il suo quirk. Questo era un bene per loro, si disse, mentre la sua mente elaborava velocemente una linea di azione.
Gli serviva solo un’apertura che gli permettesse di arrivare fisicamente a lui.
Midoriya accarezzò i capelli di Erza e lei si mosse. I suoi occhi si aprirono e lo guardarono senza vederlo, sussurrò ≪ I-Izu-ku?≫
≪ Riposa ≫ le disse piano ≪ Wendy sarà presto qui≫.
Guardò con angoscia crescente le ferite di lei. Stava perdendo decisamente troppo sangue, di quel passo si sarebbe dissanguata. Nemmeno lui era messo meglio. Il fianco gli bruciava, continuando a sanguinare, anche se più lentamente. La sua vista iniziava a risentire dell’eccessiva perdita di sangue.
Poteva solo sperare che avrebbero resistito fino all’arrivo di Wendy.
Avvertì la forza del One for All che gli attraversava il corpo, amplificando la sofferenza.
Attaccò, mirando alla testa del villan. Azuma si abbassò di scattò, il piede di Midoriya gli sfiorò la testa e generò un vento impetuoso che sollevò la polvere intorno a loro.
≪ Come potete fare tutto questo ≫ disse, furioso ≪ dopo tutto quello che avete passato? Far soffrire tutti come avete sofferto voi…non ha alcun senso≫
Azuma scosse la testa, fermando un pugno di Aizawa con la mano. Lo sbilanciò, facendoli sbattere la testa contro il suolo con violenza.
≪ Non potreste mai capirlo ≫ disse, un attimo prima che la terra eruttasse una nuova colona di energia che investì l’insegnante. ≪ La devozione che si prova verso qualcuno che ti dà la forza per combattere, quando hai passato tutta la vita ad essere calpestato≫
Aizawa gridò, inarcandosi per il dolore.
Midoriya si slanciò in avanti, tendendo la mano per afferrare quella del suo insegnante. Un muro di radici si alzò, nascondendo l’uomo alla sua vista.
≪ Non troverete una sola persona nel nostro esercito che sia disposta a voltare le spalle alla Regina. Lei ha guardato oltre le nostre debolezze e ci ha dato una possibilità che nessun altro ci avrebbe concesso ≫
Midoriya colpì le radici con un calcio, sollevando una pioggia di schegge. ≪ Questo lo posso capire ≫ disse, stringendo i denti. La pressione sul suo corpo aumentò, fitte lancinanti di dolore lo attraversarono. Il legno sotto i suoi piedi esplose, aprendo un varco in cui passare.
Aizawa giaceva a terra, svenuto. Midoriya incrociò lo guardò incredulo di Azuma, mentre il villan sollevava una nuova fila di radici che puntavano al cielo e curvarono verso il basso.
≪ No ≫ disse, il villan ≪ uno come te non potrà mai capire≫
Invece, lo capisco perfettamente. Quello che All Might è per me, la Regina lo è per voi. All Might gli aveva dato il potere e la possibilità di realizzare il suo sogno, di salvare tutti quanti. All Might gli aveva detto Anche tu puoi diventare un eroe. Aveva fatto di più, lo aveva scelto perché raccogliesse la sua eredità.
Dalla punta acuminata delle radici si radunò la stessa energia che era eruttata dal terreno. Sospeso in aria a quel modo, non aveva modo di schivare un attacco simile. ≪ Puoi usarlo anche così?! ≫ esclamò, scioccato.
Aveva pensato che potesse farlo solo dal suolo, che stupido era stato.
Guardò con orrore l’energia ingigantirsi fino ad esplodere e strinse i denti, preparandosi a sopportare il dolore che l’avrebbe investito.
 L’aria si increspò e un vento impetuoso spazzò via l’esplosione, accompagnato da una vibrazione animale: il ruggito di un drago. Midoriya ricade al suolo e alzò di scatto la testa. Un sorriso di puro sollievo gli si formò sulle labbra.
≪ Midoriya-kun! ≫ gridò Iida, afferrando Aizawa e caricandolo sulle spalle. ≪ Stai bene?!≫
≪ Iida-Kun! Ce l’avete fatta, finalmente ≫ esclamò.
Al suo fianco, atterrò la piccola Wendy, con il viso corrugato in un’espressione battagliera. ≪ Scusaci per l’attesa. Adesso, porremmo fine a questa battaglia≫
Azuma strinse i denti. ≪ Eroi ≫ commentò, cupamente ≪ spuntano come funghi≫
Midoriya si raddrizzò. Non ebbe il tempo di dire nulla che la terra sotto i loro piedi eruttò una nuova esplosione di energia. Il dolore gli annebbiò la mente, la sua bocca si spalancò in un grido atroce. Una sofferenza che sembrava distruggerli tutte le ossa del corpo in una volta sola. Si, quella sensazione la conosceva bene.
Piegò le ginocchia, facendo scivolare il braccio intorno al busto della ragazzina e con uno sforzo che sembrò devastarli il colpo balzò fuori.
Atterrò, senza fiato, vicino al corpo esanime di Aizawa e a un Iida sconvolto. ≪ Midoriya-kun?! Ma cosa…?≫
Azuma lo guardava con gli occhi sbarrati. ≪ Tu!≫
Midoriya lanciò un’occhiata a Wendy. ≪ Sei sveglia, Wendy?≫
La ragazzina gemete. ≪ S-si, puoi mettermi giù≫. Allentò la presa intorno al torace della ragazzina che barcollò.
≪ Come hai fatto? ≫ gli domandò Azuma, fissandolo impressionato. ≪ La pressione…no, il dolore atroce avrebbe dovuto travolgerti≫
Midoriya si ritrovò a sorridere. Che ironia.
≪ Cosa c’è di divertente?! ≫ sbottò Azuma, avanzando di un passo verso di lui. L’espressione scioccata del suo viso era quasi divertente.
Wendy fissò il braccio rotto di Midoriya, sorpresa. Era quello che aveva usato per afferrarla, dato che era il più vicino al suo corpo.
≪ È ironico, sai? ≫ disse, lanciandosi all’attacco. ≪ Ogni volta che uso il mio quirk, provo una sofferenza molto simile a quella del tuo attacco≫
Azuma e gli altri, sussultarono.
Il pugno di Midoriya gli sfiorò la guancia, prima che potesse evitarlo del tutto. Incassò un colpo al braccio rotto che lo fece urlare e si rilanciò all’attacco.
≪ Capisco ≫ disse Azuma, schivando i suoi colpi con una facilità terrificante. ≪ Perciò il dolore non può fermarti. Tuttavia…≫
Un’esplosione di radici attaccò Iida che si era inchinato a raccogliere Erza, per portare tutti i feriti in salvo.
≪ No! ≫ ruggì Midoriya, facendo per lanciarsi in loro soccorso. Lontano, erano troppo lontani. ≪ NON CI PROVARE! ≫ I suoi piedi toccarono un attimo il terreno e il suo corpo si trovò lanciato a tutta velocità verso i compagni.
Crollarono tutti a terra, ansando.
Midoriya provò ad alzarsi e fu investito da un dolore paralizzante. ≪ Merda! ≫ disse, fra i denti. Guardò in basso e vide le sue gambe, piegate in una posa innaturale.
Era bastato un’istante, uno stramaledetto istante in cui aveva perso il controllo, ed ora erano rotte. Aveva gli occhi pieni di lacrime per il dolore e la frustrazione.
Azuma mosse un passo verso di loro e si fermò.
Wendy gli sbarrò la strada. ≪ Non ti lascerò fare loro del male ≫ disse, decisa. La sua mano si tese verso di loro e Midoriya trattenne bruscamente il fiato, venendo travolto da una sensazione fresca che spazzò via il dolore.
≪ Hai detto che il tuo quirk ti fa provare dolore, giusto? ≫ disse Wendy, mentre Midoriya si rimetteva in piedi, sbalordito. Le fratture erano svanite. Si toccò il fianco, scoprendo che era rimasta solo una ferita superficiale.
≪ Ti sei rotto le gambe usandolo, se ho capito bene ≫ continuò la ragazzina. Midoriya annuì. ≪ S-si, il mio corpo non regge lo shock. Di genere, basta che non supero il limite di sopportazione però… ≫ si interruppe, arrossendo. Aveva perso il controllo in un momento decisivo. Si sentiva un vero idiota.
Wendy mosse la mano con leggerezza. ≪ Ho capito. Un incantesimo che aumenti la resistenza fisica dovrebbe bastare≫
Fu assalito dalla sensazione bruciante che il suo corpo fosse trafitta da centinaia di spilli. Ansimò, senza fiato. Wendy sorrise, soddisfatta. ≪ Adesso, lo puoi usare al massino della potenza≫
Al massimo della potenza?! Il solo pensiero gli sembrava folle, ma Wendy sembrava sicura di quello che diceva. 
Gli occhi di Azuma scintillarono. ≪ Non male, ma non siete abbastanza forti≫
Il resto delle parole gli morì in bocca.
Wendy ispirò bruscamente ed un tornando di vento si abbatté sul villan con una potenza tale da scavare nel suolo un sentiero.
Midoriya lanciò un’occhiata alle sue spalle. Iida ricambiò il suo sguardo con decisione. ≪ Poniamo fine a questa battaglia, Midoriya-kun ≫ gli disse, con decisione. Midoriya annuì, tendendo la mano per aiutare l’amico ad alzarsi.
≪ Iida, Wendy, cercate di concentrare la sua attenzione su di voi ≫ disse ≪ Ho bisogno di un’apertura nella sua difesa≫.
Iida si preparò a correre. ≪ Midoriya, mi fido di te ≫ disse, prima di lanciarsi all’attacco. Radici spesse sfondarono il pavimento puntando loro contro. Charle afferrò Wendy per le spalle e la alzò in volo, portandola al sicuro.
Sky's Dragon Wing ≫ ruggì Wendy, gettandosi contro il nemico. L’aria si condensò in vortici intorno alle sue braccia, mentre fendeva l’aria.
Iida schivò le radici, passando alle spalle del nemico, e gli assestò un calcio al fianco. Azuma incassò senza problemi gli attacchi, con un sorriso sfrontato. ≪ Deboli ≫ disse, afferrando il braccio di Wendy e scagliandola contro Iida. I due eroi gridarono. Midoriya ispirò, sentendo il livello di potenza nel suo corpo aumentare vertiginosamente. Per la prima volta, il suo corpo non sembrava soffrirne. Nessun dolore gli attraversò il corpo.
Azuma si irrigidì, voltandosi a guardarlo. Gli occhi gli si spalancarono. Per un attimo, Midoriya riuscì a vedersi riflesso dentro e non si riconobbe.
Azuma si mosse per difendersi e il pugno del ragazzo si scontrò contro la mandibola del villan. ≪ Detroit Smash 100%
 Le ossa del viso si frantumarono con un suono secco. Il suo corpo si sollevò da terra e volò indietro, andando a scontrarsi contro uno dei palazzi. Il cemento si spaccò, inghiottendolo. L’intero campo di battaglia fu spazzato da un’onda d’urto che sollevò un polverone.
Midoriya ansimò, fissandosi il braccio incredulo. Non si era rotto. Percepiva su di sé gli sguardi sconvolti dei suoi compagni.
≪ Mi-Midoriya-kun! ≫ esclamò Iida ≪ Quella potenza…con un solo pugno!≫
Midoriya guardò Wendy che sorrideva raggiante.
≪ Il tuo incantesimo…se lo avessi fatto normalmente, le ossa del mio braccio sarebbero esplose≫
Trasalì, ricordando quello che gli aveva detto Erza sul potere di Wendy, assomigliava alla descrizione del potere della Regina dei Draghi.
Charle sbuffò. ≪ Ovviamente, dovete essere tutti gratti a Wendy ≫ sbottò, indignata ≪ Senza di lei, sareste morti≫
La ragazzina si imbarazzò, mormorando qualcosa così piano che non la sentì.
Iida sì, però, e rise. Diede una leggera pacca sulla spalla di Wendy, sorridendole. ≪ Non essere modesta Wendy-san. Sei stata fantastica, non me l’aspettavo da una ragazzina dell’elementari≫
Midoriya sorrise, raggiante. Wendy sussultò, guardandoli indignata. ≪ M-ma io ≫ esclamò, con voce stridula. ≪ Io ho già quattordici anni!≫
 

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Capitolo 58
*** Capitolo 30 - Istinto e Intuizione - Parte 2 ***


≪ Bakugou! ≫ gridò Kirishima ≪ Dietro di te≫. Come se lui avesse bisogno di essere avvertito. Si voltò di scatto, spazzando via quelle inutili comparse con un’esplosione. Ce n’erano così tanti di criminali che ovunque si voltasse ne incrociava una decina.
≪ Bella, Bakubro! ≫ sorrise Kirishima, atterrandone un altro. Bakugou ringhiò ≪ Ti ho già detto di non darmi ridicoli soprannomi, Capelli di Merda!≫
≪ Tu però ne hai uno per tutti ≫ commentò Sero, sghignazzando ≪ di soprannome orribile, intendo≫
≪ Ah, sono tutti molto offensivi ≫ aggiunse Sato, assestando un pugno che mandò un villan per aria. Bakugou ringhiò, seccato. ≪ IO POSSO FARLO, DAL MOMENTO CHE SONO IL MIGLIORE≫
I compagni sospirarono, rassegnati. Che razza di idioti che erano.
Kirishima, Sero e Sato, più qualche professionista, se la cavavano a tenere a bada i criminali che si erano riversati in quel quartiere.
Dalle strade adiacenti venivano i rumori e le voci di altre battaglie in corso. Erano pressoché circondati e quello era solo uno dei quartieri colpiti. Da quanto avevano potuto capire, c’erano villan in ogni angolo della città e superavano di numero gli eroi e gli studenti che li fronteggiavano.
Gli occhi di Bakugou percorsero velocemente il campo, alla ricerca di una divisa rosa e nera. La individuò che con le sue manine faceva lievitare cinque criminali per poi farli sfracellare a terra, brutalmente. Uraraka si gettò su di loro, immobilizzandoli con delle mosse di judo.
Sorrise fra sé, compiaciuto.
Ci sa fare. Ha stile, sta imparando.
Si rese conto di cosa stava pensando e per un attimo, valutò la possibilità di sbattersi la testa contro una delle macerie e rinsavire.
Schivò un colpo e una nuova esplosione spazzò via quelle fastidiose comparse.
≪ Crepate!≫
Le braccia iniziavano a farli male per quanto sudore nitroglicemico stava producendo. Ma si sarebbe ammazzato con le sue mani, piuttosto che ammetterlo e prendersi una pausa. L’ennesima esplosione spazzò via i criminali. Si guardò attorno e notò che ne stavano già arrivando degli altri.
≪ Non ci arrivate proprio a capirlo eh ≫ sbottò con un sorriso feroce. ≪ Allora, crepate!≫
Le sue esplosioni investirono i nuovi villan, spazzandoli via. I suoi compagni combattevano al suo fianco. I suoi occhi rossi videro Uraraka barcollare e con un’esplosione le fu accanto.
Sbuffò, lanciando un occhiata alla ragazza che si era appoggiata a un edificio, pallida come uno straccio. Sembrava sul punto di vomitare l’anima.
≪ Oi, non sei ancora crepata? ≫ l’apostrofò.
Lei sollevò lo sguardo, gli occhioni castani offuscati dalla nausea.
≪ Bakugou-kun, non sei - ≫ si interruppe, portandosi una mano alla bocca e gli diede le spalle. Bakugou sbuffò, spazzando via altri nemici.
≪ Quando questa storia sarà finita aggiungerò degli esercizi per la resistenza al nostro allenamento ≫ l’informò.
Lei si riprese, barcollando leggermente. ≪ Sarebbe fantastico, credo. Non sei stanco, Bakugou-kun? ≫ chiese, scrutandolo in viso ≪ Non hai bisogno di riposarti un po'?≫
Bakugou fece un sorriso storto, voltandosi a guardarla con un sopracciglio biondo, inarcato. ≪ Tsk, posso andare avanti fino a domattina≫.
Uraraka sospirò. Non aveva colto il senso, evidentemente. Bakugou ringhiò piano. ≪ Guarda che sei stata tu a dire di voler venire con me ≫ disse seccato, voltandoli le spalle e dirigendosi verso i suoni di un’altra battaglia.
≪ P-posso continuare a combattere! ≫ saltò su, lei. La sentì corrergli dietro e affiancarlo. ≪ Ce la faccio! ≫ disse, stringendo i pugni. Aveva il viso verde per la nausea, ma Bakugou decise di non farglielo notare.
Il resto del gruppo si stava muovendo verso un'altra via, dove alcuni eroi sembravano intenti a cercare di soccorre dei civili, rimasti intrappolati dentro un edificio mezzo crollato.
Bakugou sollevò lo sguardo sul panorama di edifici davanti a lui e notò che da lì poteva vedere lo Yuei, in lontananza.
I vetri scintillavano colpiti dalla luce del sole.
Uscendo dai cancelli della scuola aveva potuto vedere la città ai suoi piedi, devastata dalle battaglie già in corso e sormontata da spirali di fummo e polvere. Fuori città la centrale elettrica era in fiamme. Aizawa gli aveva messi al corrente del poco che sapevano. Niente comunicazioni. Niente elettricità e un attacco massiccio di un numero elevato di criminali. Non sapevano a cosa mirassero né cosa volessero. Praticamente, brancolavano nel buio come degli idioti, facendo il gioco dei criminali.
Il passo di Bakugou rallentò, sollevò lo sguardo sulla Yuei che scintillava al di sopra dello schifo generato della battaglia, splendente come un diamante.
Gli occhi del ragazzo si strinsero.
Avevano attaccato a caso? C’erano criminali ovunque, ma da quanto aveva visto, gli attacchi maggiori si erano verificati in luoghi popolati.
Gli si stava delineando nella mente un’idea, qualcosa di azzardato, ma sensato. Se volevano destabilizzare la città era logico colpire luoghi come i centri popolati, la centrale elettrica e le comunicazioni. C’era un altro luogo che sarebbe stato logico attaccare, ma che non era stato sfiorato dal conflitto.  
≪ Bakugou-kun? ≫ lo chiamò Uraraka, guardandolo perplesso. Bakugou ringhiò. ≪ Merda ≫ ripeté, attraendo su di sé lo sguardo degli altri.
Uraraka gli poggiò una mano sul braccio. ≪ Cosa c’è? Hai una faccia spaventosa≫
≪ Cazzo. Cazzo. Cazzo ≫ disse, nervoso.
 E se si sbagliava? E se aveva ragione?
≪ Oi che ti prende? ≫ domandò Sero ≪ Perché non vieni ad aiutare? ≫
Bakugou girò loro le spalle, ringhiando ≪ Uraraka, vieni con me≫
≪ Dove state andando? ≫ gli chiese Kirishima, allarmato. Bakugou scosse la testa. ≪ Avvertì gli Heroes di raggiungerci alla Yuei ≫ gli rispose, soffocando un verso di irritazione. I suoi compagni sussultarono. Uraraka lo guardò incerta ≪ Ma che dici? La battaglia è qui≫
Lui la ignorò, continuando a muoversi versa la scuola. Merda, se mi sbaglio…ma il suo istinto stava urlando. No, non si sbagliava. La situazione era peggiore di quanto pensassero, nessuno di loro se n’era ancora reso conto.
≪ Bakugou! ≫ sbottò Uraraka, afferrandoli il braccio e costringendolo a fermarsi. ≪ Mi dici che cosa ti prende?! ≫
Lui ispirò, voltandosi a guardarla. ≪ Tutti gli eroi stanno combattendo in città≫
Uraraka lo guardò, confusa. ≪ Si, e quindi? Siamo sotto attacco e-≫
≪ E chi cazzo c’è ha proteggere la Yuei?! ≫ sbottò, alzando la voce. Uraraka sgranò gli occhi. ≪ La Yuei non è in pericolo. I villan non stanno attaccando lì e non avrebbero nemmeno ragione di farlo≫
≪ Giusto, è solo la stramaledetta scuola di eroi numero uno del Giappone ≫ la indicò ≪ Non la stanno attaccando, la stanno evitando come la peste!≫
Uraraka sussultò, guardandolo con i suoi occhioni da cerbiatta.
Bakugou imprecò. ≪ L’attacco alla scuola il mese scorso, serviva a sviarci. Pensaci. Dal momento che abbiamo subito quel attacco le misure di sicurezza sono aumentate, poi i villan sono venuti nel bosco intorno alla scuola e hanno rapito la Stronza Scarlatta≫.
Più ci pensava più gli sembrava ovvio che avesse ragione. Com’è che non ci aveva pensato subito?
Uraraka lo guardò preoccupata, mentre lui proseguiva, sempre più infuriato. ≪ Che cazzo, ci hanno attaccato due volte e poi scoppia questo casino e la Yuei è l’unico posto che evitano?! Figurati! Siamo noi che abbiamo dato per scontato che non gli interessasse≫
≪ In pratica ≫ sussurrò Uraraka ≪ Stai dicendo che la Yuei è in pericolo≫
Bakugou scosse la testa, frustrato. ≪ No, io…credo che sia l’obbiettivo≫

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Capitolo 59
*** Capitolo 31 - La strega del Tempo ***


Midoriya osservò affascinato il modo in cui il potere di Wendy sanava le ferite sul corpo di Erza, chiudendo i tagli e facendo sparire gli ematomi, come per magia.
La fronte della ragazzina era corrugata per la concentrazione, gocce di sudore le solcavano la pelle, mentre il suo potere si riversava in Erza.
≪ Perché non si sveglia? ≫ le chiese Midoriya, angosciato. Strinse la mano della ragazza, cercando sul suo viso un segno che stesse a indicare un possibile risveglio, ma non c’era niente. Erza sembrava la Bella Addormentata e per un attimo, si chiese se non stesse aspettando di essere baciata per svegliarsi.
Borbottò ≪ Aizawa-sensei ha aperto gli occhi subito≫
≪ Le sue ferite sono più gravi di quanto pensassi ≫ disse Wendy, fra i denti. ≪ Ha diverse emorragie interne, costole fratturate, oltre le ferite e i tagli, ha perso molto sangue. M-mi serve più tempo≫
Midoriya si morse il labbro, nervosamente.
Stava ignorando le mosse e le parole di Iida e Aizawa, tanto non sarebbe riuscito a concentrarsi. Lanciava continuamente occhiate nella direzione in cui Azuma era volato via, preoccupato che gli giocasse un altro brutto scherzo.
Ma no, l’ho colpito con tutta la forza che avevo. Probabile che sia morto.
Il solo pensiero gli dava i brividi, non avrebbe sopportato di essere diventato un assassino, anche se si trattava di un criminale.
Le palpebre di Erza tremolarono ed il cuore di Midoriya ebbe un sussulto di gioia nel vederla aprire gli occhi e guardarsi attorno, disorientata.
 ≪ Erza, finalmente ≫ esclamò, aiutandola a mettersi a sedere. Lei si portò una mano alla testa, chiedendo ≪ Azuma?≫
≪ L’abbiamo sconfitto ≫ disse Wendy, sorridendo ≪ Anzi è più giusto dire che è stato Midoriya ha farlo. Gli ha sferrato un pugno che lo ha spazzato via!≫
Wendy si asciugò il sudore dalla fronte con la manica, un sorriso sollevato stampato sul viso stanco. Al suo fianco, Charle fece un sorrisetto felino. ≪ Si, beh, non è stato male. Poteva farlo prima però≫
Lui arrossì per l’imbarazzo di essere lodato, mentre Erza prendeva consapevolezza della situazione e se ne sorprendeva.
≪ Ma Charle. Si sarebbe spezzato le ossa ≫ disse Wendy.
 Midoriya afferrò Erza e la trasse a sé, premendosela contro il petto.
≪ Non fare mai più una cosa del genere! ≫ sbottò, la voce gli tremò leggermente. Gli occhi gli si riempirono di lacrime, ora che aveva un momento per respirare, fu travolto dalla consapevolezza di quanto fosse stato vicino a perderla. Sentì il sapore acre della paura e quello amaro dell’angoscia, riempirgli i polmoni, instillarsi nei muscoli, fino a pompargli nel sangue attraverso il cuore.
Erza sussultò, sorpresa.
Le sue dita si impigliavano fra le ciocche di lei, premendola contro il suo corpo quasi a volerla inglobale. La voce gli tremò di rabbia e frustrazione. ≪ Mai più, dannazione, non farlo mai più. Ho pensato che tu… ≫ Gli si spezzò il respiro in gola e si morse il labbro, cercando di scacciare quel pensiero spaventoso.
Che tu saresti morta, senza che potessi fare nulla per evitarlo.
 La sentì esitare, rigida nella sua stretta, prima di cedere con un verso soffocato e abbandonarsi contro di lui. Gli circondò il busto con le braccia, stringendosi forte. Le sue dita presero a sfregarli la spina dorsale con movimenti pressanti e decisi, come a dirgli che lei era lì con lui.
≪ Scusa, so di essere stata io a dirti che se ti fossi fatto male, mi sarei arrabbiata. Non pensavo di finirla così, a farti preoccupare ≫ gli disse, la voce soffocata contro la sua spalla. ≪ Volevo proteggervi≫
≪ Non così. Non a costo della tua vita! ≫ replicò lui, afferrandole le spalle e allontanandola per guardarla in viso. Erza sgranò gli occhi, vedendoli le guance rigate di lacrime. ≪ N-non ferendoti in quel modo ≫ disse, traendo un respiro tremante. ≪ Non lo sopporterei se ti accadesse qualcosa≫
Gli occhi nocciola di Erza si fissarono nei suoi, l’espressione sul suo viso si addolcì, la sua bocca tremò leggermente. Erza allungò una mano e gli accarezzò una guancia, raccogliendo con le dita le lacrime che erano cadute. ≪ Izuku ≫ sussurrò, facendolo rabbrividire per l’improvvisa intensità con cui pronunciava il suo nome.
≪ Non che voglia sapere che diamine stia succedendo, ≫ commentò Aizawa, severamente. ≪ ma vi sembra il momento adatto?≫
Entrambi sussultarono, arrossendo. Erza ritrasse la mano di scatto, come se si fosse scottata e distolse lo sguardo.
Aizawa li fulminò con un’occhiataccia. ≪ Siete pregati di restare concentrati, dal momento che non siamo ancora fuori pericolo≫
≪ Ah s-scusi ≫ balbettò Midoriya, abbassando lo sguardo mortificato e asciugandosi le lacrime.
Wendy emise un verso strozzato, la bocca coperta con le mani. Era rimasta immobile a fissarli, con gli occhi sbarrati.
Erza la guardò e sussultò, arrossendo. ≪ Ah Wendy, ecco…≫
≪ Ah mi dispiace! ≫ saltò su, agitata. ≪ M-Mira me l’aveva detto però…non avevo realizzato fosse lui.≫
Midoriya sbatté le palpebre, confuso. ≪ Mira?≫
≪ Non conosci nemmeno il nome della migliore amica della tua ragazza? ≫ commentò Charle, stizzosa. ≪ Seriamente?≫
Midoriya si voltò di scatto verso Erza – migliore amica, cosa? Ma non era Lucy? - che sollevò una mano e la sventolò come a scacciare qualunque protesta. ≪ La definirei più come una spina nel fianco≫. Strinse gli occhi e guardò Wendy ≪ Aspetta, come faceva Mira ha saperlo?≫
≪ Ah gliel’ha detto Cana ≫ mormorò imbarazzata, guardandoli di sottecchi ≪ Che l’ha saputo da Juvia, che a sua volta lo ha saputo da…da qualcuno ≫ si interruppe, corrugando la fronte. ≪ Non ricordo chi≫
Midoriya era sorpreso, ma non quanto Erza che aveva un’espressione sbalordita e indignata. ≪ Natsu ≫ sibilò. ≪ Quel maledetto! Lo ha detto a Gray, sicuro!≫
Wendy si strinse nelle spalle, timidamente. ≪ Non saprei≫
≪ Lo so io! ≫ sbottò, chiudendo la mano a pugno, sibilando minacciosa. ≪ Appena li ho sotto mano…≫
≪ Vi ho detto di concentrarvi! Non fatemi ripetere le cose dieci volte ≫ sbottò Aizawa, fulminandoli con uno sguardo cancella-quirk. Sussultarono.
Iida li guardò male e scosse la testa, ≪ Veramente ragazzi, abbiate un po' di decenza≫
Midoriya avvampò, in imbarazzo. Erza si schiarì la voce, le guance imperlate da un leggero rossore. ≪ Si, okay, direi che è il caso di inventarci qualcosa o rischiamo di andare avanti alla cieca≫
Iida emise un verso strozzato, attirando su di sé lo sguardo di tutti. Teneva in mano il suo smartphone e lo guardava incredulo.
≪ Cosa c’è? ≫ gli chiese Midoriya. L’amico gli sorrise, voltando il cellulare in modo che potesse vedere lo schermo. ≪ C’è di nuovo campo≫
In un attimo, tutti avevano in mano i loro telefoni e li guardavano increduli.
≪ Le comunicazioni sono state ripristinate! ≫ esclamò Iida ≪ Come è possibile?≫
Erza corrugò la fronte, le sue labbra si tesero in un sorriso. ≪ Lucy ≫ disse, decisa. ≪ Sono certa che è stata lei. Deve aver capito come fare≫
≪ Degno di Lucy ≫ concordò Wendy, emozionata. Porse ad Erza il suo telefono, dicendo piano ≪ Guarda qui≫.
La rossa annuì, inarcando un sopracciglio.
≪ Aspettate qui, faccio una chiamata ≫ disse Aizawa, componendo velocemente un numero. Si allontanò, mentre parlava concitato.
Iida aiutò Wendy ad alzarsi, la ragazzina barcollò, stancamente.
≪ Non mi sento tranquillo, vorrei immobilizzare quella donna ≫ le disse e la ragazzina annuì. Lanciò loro un’occhiata e disse sbrigativa ≪ Io…si, vengo con te. Ti aiuto ≫
Midoriya ed Erza restarono seduti per terra a riposare. La ragazza stava fissando il suo telefono, pensierosa.
≪ Pensi che la Regina comparirà? ≫ chiese, incerto. Erza sollevò lo sguardo. ≪ Non saprei. Immagino che abbia i suoi motivi per aver attaccato in questo modo. Probabilmente, lo scontro con Gran Torino l’ha costretta ad accelerare i suoi piani≫
Tormentandosi le mani, mormorò. ≪ Lo conoscevi?≫
Il nocciola dei suoi occhi si velò di confusione, le ci volle qualche secondo per capire di cosa parlasse. ≪ Azuma? No, non credo che si trovasse alla Torre del Paradiso, forse in un altro campo…ma non credo che ci fossimo incontrati, mi sarei ricordata di un tipo forte come lui≫
Midoriya annuì, tenendo il capo chino.
Si guardò la mano, solcata da cicatrici, preoccupato. L’effetto dell’incantesimo di Wendy era svanito, ormai. Era stato incredibile, per quei pochi minuti aveva avuto la certezza di poter vincere, di poter salvare tutti quanti e proteggerli da chiunque, perfino dalla regina.
Il One for All non è un potere adatto a te, ragazzoil ricordo di quelle parole, lo fece rabbrividire.
Erza fece scivolare le sue dita sul dorso della mano di lui, riportando la sua attenzione su di sé. ≪ Cosa c’è? Hai l’aria turbata≫
Midoriya si mordicchiò il labbro, incerto. ≪ Solo…anche lui era nato senza quirk e la Regina gliene ha dato uno. Proprio come All Might ha fatto con me. Non riesco a non pensarci. Soprattutto, perché lui veniva da quei posti orribili, ma ha scelto di usare quel potere per fare del male agli altri≫.
Erza sospirò, i suoi occhi si velarono di quell’immancabile tristezza che l’afferrava, ogni volta che i suoi pensieri correvano alla Torre del Paradiso e alla vita che aveva condotto lì. Tutto quel dolore e quell’oscurità che si era portata dentro negli anni, nonostante ormai ne fosse scappata.
 ≪ Izuku…sono le cose che facciamo che ci definiscono. Indipendentemente da quello che viviamo o dalle cose che possediamo, noi possiamo sempre scegliere chi essere. Sarete anche nati senza quirk, ma avete deciso di usare il potere che vi è stato concesso in modi molto diversi≫. Le sue dita gli percorsero la pelle, dolcemente, facendolo rabbrividire. ≪ Tu hai sempre voluto essere un eroe, per questo, quando hai ottenuto il potere, hai continuato per quella strada. È probabile che Azuma, invece, non abbia mai avuto questa intenzione, né la determinazione per farlo. ≫ La sua voce si abbassò ≪ Sia con il potere che senza, avrebbe fatto le stesse cose, questo perché ha lasciato che l’odio lo consumasse≫
≪ Per via di quel posto ≫ sussurrò, Midoriya, soffocando un brivido di orrore. Un posto simile a quello in cui era stata anche Erza, solo che lei era stata salvata.
 Improvvisamente, Midoriya si rese conto di una cosa. ≪ Deve essere doloroso ≫ disse, preoccupato ≪ Combattere contro queste persone, sapendo che hanno passato la stessa cosa che hai passato tu≫
Erza strinse le labbra, evitando il suo sguardo.
≪ Ricordi cosa disse la Regina la prima volta che l’abbiamo incontrata? Disse che aveva preso la mente di Gerard perché era sconvolta e debole. In quel posto, era pressoché impossibile non sentirsi così. Era come se fossimo spogliati di tutto, anche delle nostre identità. Per questo, ci siamo ribellati ed è ovvio che detesto vedere come sono ridotti quelli che non sono stati salvati. Ma so anche che paura e odio generano altra paura e odio, se esitassi…non riuscirei a proteggere i miei amici né questa città. ≫ Scosse la testa, stringendo le labbra per un attimo, prima di sussurrare ≪ Probabilmente, anche io sarei stata come loro se non avessi incontrato Toshinori e Makarov ≫
Midoriya trattenne il fiato. Le afferrò la mano, intrecciando le sue dita con quelle di lei. Erano fredde, le dita di Erza, nonostante i suoi palmi fossero sudati e bollenti. ≪ No, non ci crederò mai. Sono sicuro che ci sia un modo per aiutarli ≫ le disse, deciso. ≪ Non tutti sono forti come te, Erza, ma questo non significa che non possano essere aiutati. L’importa è che tu stia qui con me. Troveremo insieme un modo≫
Le labbra della ragazza si schiusero per la sorpresa. Aveva le guance leggermente arrossate, sembrò sul punto di dirgli qualcosa, ma non ne ebbe il tempo.
Un grido corse fino a loro.
Si voltarono di scatto, in tempo per vedere Wendy - con Charle fra le braccia - venir sbalzata indietro. Midoriya ed Erza agirono all’unisono, afferrandola per evitarle una rovinosa caduta.
≪ Wendy, che cosa succede? ≫ esclamò Erza, aiutando la ragazzina a rimettersi in piedi. ≪ Stai bene?≫
≪ È comparsa improvvisamente ≫ rispose lei, scuotendo la testa e gridò preoccupata. ≪ Iida?! ≫
Iida emise un verso strozzato. ≪ S-scappate, non pensate a me≫.
Aveva il viso schiacciato al suolo, sotto la suola di uno stivale con il tacco e una spada conficcata nel braccio. Una smorfia di dolore ne alterava i tratti.
La donna premette più forte sulla testa del ragazzo e nel contempo ruotò leggermente la lama nella sua ferita, facendo zampillare il sangue. Iida emise un grido rauco di dolore.
≪ Stai fermo lì ≫ disse la donna, sollevando gli occhi scuri su di loro. ≪ Se i tuoi amici ci tengono a te, anche loro staranno fermi≫. Fissò Midoriya che stava per gettarsi in soccorso dell’amico, con un sorriso gelido. ≪ Ci metto davvero un niente ad ucciderlo≫
Quasi volesse dimostrarglielo, premette il piede sulla nuca del ragazzo, strappandoli un grido strozzato.
Midoriya si bloccò, stringendo i pugni lungo i fianchi, frustrato.
La nuova arrivata aveva un viso grazioso e giovane, i lunghi capelli neri le sfioravano i fianchi. Il sorriso sul suo viso era gelido, quasi quanto il suo sguardo.
Al fianco di Midoriya, Erza sussultò. Un lampo di riconoscimento gli attraversò lo sguardo. ≪ Tu?! ≫ esclamò, incredula.
Dietro di loro, sentirono un tonfo quando il cellulare cadde dalle mani dell’insegnante. Le sue bende attraversarono il loro campo visivo, dirette contro la nuova arrivata.
Lei sollevò una mano e le bende si trasformarono in polvere bianca che si disperse nell’aria, sotto i loro occhi sconvolti.
≪ Ma come…? ≫ disse Aizawa, sorpreso. Il sorriso della ragazza si fece gelido. ≪ Evidentemente, non vi importa molto della vita del vostro amico≫
≪ Ultear non farlo! ≫ gridò Erza, muovendo un passo in avanti ≪ Fermati!≫
 La donna si fermò, sorpresa. Guardò Erza con gli occhi sbarrati.  
Iida, approfittò di quella piccola apertura, liberandosi. Rotolò via e mettendosi in ginocchio, partì come un razzo verso di lei, con l’intenzione di assestarle un calcio nel fianco.
Ultear saltò indietro con la stessa grazia di una ginnasta, sfiorandoli con le dita la gamba. I propulsori di Iida iniziarono a fumare e si arrugginirono, mandandolo in panne.
Erza fece comparire una spada in ognuna delle sue mani e si lanciò all’attacco.
Midoriya sussultò. Menomale che gliel’aveva detto di non fare cose azzardate, ma no, lei doveva farlo morire di preoccupazione. Ci godeva proprio.
Le lame di Erza si coprirono di ruggine e si spezzarono quando attaccò. La ragazza mora colpì la rossa con un calcio nello stomaco, facendola indietreggiare.
≪ Sono sorpresa. ≫ disse la villan, raddrizzandosi. Era proprio di fronte ad Erza e la guardava con occhi famelici. ≪ Titania conosce il mio nome. Non mi pare che ci siamo mai incontrate, prima d’ora ≫
Erza si rimise in piedi. ≪ No, hai ragione. ≫ commentò, tesa ≪ Ma entrambe conosciamo Gray Fullbuster≫
Al suono di quel nome, Ultear sussultò. ≪ Non nominarlo ≫ sibilò ≪ Non c’entra nulla con questa storia≫
≪ Gray non ha mai smesso di cercarti. In questi anni, non ha mai perso la speranza di ritrovarti. ≫ le disse Erza, facendo cenno ai suoi compagni di non muoversi. Midoriya, Iida, Wendy e Aizawa esitarono.  
Gli occhi di Erza erano fissi sulla ragazza di fronte a lei, la schiena dritta ed orgogliosa, mentre diceva ≪ Non voglio combattere contro di te, Ultear, e non sei costretta a ubbidire agli ordini della Regina. Possiamo trovare un altro modo, uno con cui potresti tornare da Gray≫
Ultear strinse i pugni lungo i fianchi, mordendosi il labbro. ≪ Non pensare di dirmi cosa fare ≫ disse, infuriata. ≪ Non ti permetto di darmi ordini, Titania. Non sono qui perché lo vuole la Regina. I nostri obiettivi sono simili, tutto qui, ma io ho altre priorità≫
≪ Non vuoi consegnare Titania alla Regina? ≫ domandò Aizawa, sospettoso. ≪ Per Azume era un obiettivo ≫
Ultear scosse la testa, l’espressione sul suo viso si indurì. ≪ La Regina la vuole, è vero. Abbiamo l’ordine di consegnarla e lo farò≫. Gli occhi di Ultear, fiammeggiarono. ≪ Ma prima, tu mi dirai dov’è≫
La fissarono senza capire. Erza era perfettamente immobile, e lo rimase anche quando Ultear disse impaziente ≪ Dimmi dove tenete nascosto Gerard≫.
Midoriya sussultò. I suoi occhi corsero su di Erza, mentre Wendy chiedeva in un sussurro ≪ Chi è Gerard?≫
Erza strinse i pugni vuoti lungo i fianchi, la sua voce vibrò di una rabbia ferma, mentre rispondeva ≪ Mai. Tu e i tuoi compagni, la Regina stessa, siete le ultime persone al mondo al quale consegnerei Gerard≫
Ultear storse la bocca, furente. ≪ La Regina non nutre alcun interesse per Gerard, lo ha usato finché ne ha avuto bisogno e lo ha gettato via. Io sono diversa. La ragione per cui voglio Gerard…è personale. Lui appartiene a me!≫
Erza sussultò, i suoi occhi si sgranarono, per un attimo. Scosse la testa con forza. ≪ Non te lo dirò mai ≫ disse, decisa ≪ Gerard non è più sotto il controllo della Regina e non ha memoria del passato. Non si ricorda di te≫
≪ Farò in modo che se lo ricordi ≫ sibilò, stringendo gli occhi. ≪ Cosa credi che ti permetterò di portarmelo via, Titania?≫
Midoriya sentiva il petto stretto da una morsa amara.
Erza aveva un’espressione così decisa mentre pensava a proteggere Gerard, da fargli male fin dentro le ossa.
Gli sembrava di non aver mai provato un dolore così straziante, nemmeno quando si era rotto tutte le ossa e danneggiato i tendini delle braccia. Allora, c’era stato il senso di rivalsa per aver superato un nemico potente, adesso c’era solo una sensazione di vuoto nello stomaco.
Ultear non poteva saperlo, ma Midoriya sapeva che Gerard aveva dimenticato tutto tranne Erza, di lei si ricordava ancora.
≪ Adesso, possiamo ucciderli? ≫ domandò una voce alle loro spalle.
Si voltarono di scatto e lo trovarono lì, le mani in tasca e l’aria annoiata. Un altro criminale che camminava verso di loro, come se niente fosse.
≪ Il tuo Gerard nemmeno si ricorda di te ed è evidente che Titania non te lo consegnerà ≫ commentò, sistemandosi il ciuffo di capelli che gli cadeva sulla fronte. ≪ Ah i frammenti del mio cuore piangono per te, mia bella Ultear. Il tuo amato ti ha tradito e abbandonato per un’altra donna≫
Midoriya sentì un fremito di rabbia scuoterlo. ≪ Lei non è la sua ragazza! ≫ sbottò, arrabbiato. Gli occhi del nuovo arrivato si posarono su di lui, erano freddi e privi di emozione. ≪ Oh uno spasimante, forse?≫
≪ Il suo ragazzo ha dire il vero ≫ replicò, seccato. Quel tipo, lo aveva appena incontrato e già non lo sopportava. Ma poi chi era che andava in giro ad usare termini bizzarri come “spasimante”?  
Aizawa sbuffò ≪ Midoriya, resta concentrato≫
Ultear emise un verso strozzato. ≪ Invece di perdere tempo a dire stupidaggini ≫ esclamò ≪ uccidi quegli eroi, Rusty. Di Titania mi occuperò io≫
Erza fece comparire una spada nella sua mano e si mise in posizione. Attaccò e la lama si riempì di ruggine, dissolvendosi in polvere. Ultear cercò di colpirla con un calcio, ma Erza balzò indietro.
Midoriya si mise in mezzo, afferrando Ultear per il polso e scaraventandola a terra. La ragazza urlò e cercò di colpirlo in faccia con un calcio.
Indietreggiando, Midoriya stese un braccio e spinse Erza dietro di sé. La ragazza emise un verso di insofferenza. ≪ Che stai facendo? ≫ protestò.
≪ Non puoi combattere contro di lei ≫ rispose, impaziente. ≪ Non chiedermi perché ma credo che le armi siano inutili contro di lei e tu combatti con le spade, Erza≫
Ultear sorrise, divertita. ≪ Avete ragione, sai? Il mio potere mi permette di controllare il tempo delle cose. Posso portare un qualsiasi oggetto nella sua condizione passata o futura≫
Midoriya sussultò. ≪ Qualsiasi oggetto? ≫ ripeté ≪ Ecco, cosa è successo alle spade e alla gamba di Iida. Le hai portate alla fine del loro tempo≫
La ragazza si strinse nelle spalle. ≪ Anche Rustyrose ha un potere per cui le vostre armi sono inutili. Può materializzare qualsiasi cosa desidera attraverso la sua immaginazione≫. I suoi occhi scintillarono ≪ Sembri abbastanza intelligente da capire che non avete possibilità di vincere≫
≪ Non è nostra abitudine arrenderci ≫ commentò Midoriya, sentendo Erza imprecare dietro di sé.
 

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Capitolo 60
*** Capitolo 32 - Coloro che abbiamo perso e ritrovato - Parte 1 ***


Il silenzio che risuonava nella Yuei, aveva lo stesso sapore della calma prima della tempesta.
≪ Grazie al cielo, le comunicazioni funzionano nuovamente ≫ commentò Gran Torino, ascoltando il segnale dalla cornetta del telefono fisso. ≪ Mi piacerebbe sapere come stanno andando le cose…forse dovrei raggiungerli≫
≪ La prego di restare, Gran Torino ≫ intervenne pacato, Nezu. Sedeva sulla sua poltrona, pensieroso. Gli occhietti lucidi fissi sulla televisione che aveva preso a mandare immagini random della battaglia in corso.
Si vedevano eroi di ogni età che scortavano cittadini spaventati e feriti in rifugi improvvisati. Villan che si mescolavano alla gente per attaccarli di sorpresa, e dare inizio a nuove battaglie.
Per un attimo, Toshinori aveva visto Natsu e non l’aveva riconosciuto. Il corpo del ragazzo era percorso da squame candide, scintile e lingue di fiamma si alzavano dal suo corpo. Gli aveva ricordato un’altra Dragon Slayer che aveva conosciuto tempo fa e di cui si era fidato.
≪ Stare qui non mi sembra una grande idea ≫ commentò Gran Torino, spazientito. ≪ Là fuori hanno bisogno di tutto l’aiuto possibile≫
Nezu scosse la testa, c’era qualcosa di indecifrabile nel suo sguardo che faceva sorgere in Toshinori il dubbio che tutti loro si stessero facendo raggirare.
≪ Gli eroi sono tutti impegnati in battaglia e in missioni di soccorso. Endevour sta guidando un gruppo nella zona più ampiamente colpita. Hawks si sta occupando delle operazioni di soccorso. Abbiamo tutti gli eroi in città, qualcuno deve restare e pensare alla protezione degli studenti che non possono combattere≫
Gran Torino sospirò, rassegnato.
Toshinori avvertì un brivido attraversarli la spina dorsale. Stava in piedi davanti alla finestra a fissare i giardini della Yuei. Il sole faceva splendere i ciottoli sul selciato, attraversando la cortina di fumo che si alzava dalla centrale elettrica all’orizzonte. Il suo sguardo incrociò due occhi nocciola, screziati d’oro, che lo fissarono di rimando.
La bocca dell’eroe si aprì per la sorpresa. Un suono secco risuonò nella stanza, facendo sussultare i tre uomini. Sul vetro comparve una lunga frattura che si estese come una ferita, dilagando in una rete. Toshinori ebbe appena il tempo di fare un passo indietro che il vetro si ruppe, piovendo all’interno in una pioggia scintillante e tagliente.
Una mano coperta di squame lo ghermì, afferrandolo alla gola.
≪ Toshinori! ≫ gridò Gran Torino, lanciandosi in avanti. Lo afferrò per il retro della camicia e lo tirò via. Gli artigli gli graffiarono la pelle, facendo uscire il sangue.
I due uomini si fermarono dietro l’ampia scrivania del preside. Toshinori premette la mano sulla gola ferita, i graffi bruciavano, e il sangue gli scivolò sulle dita.
In bilico sul cornicione della finestra c’era lei, la persona più pericolosa e spietata che conoscesse. Sorrideva loro, gelida. Il rosso scarlatto dei suoi capelli splendeva alla luce del sole. Aveva i piedi e le mani coronate si squame pallide e artigli curvi.
≪ Toshi ≫ disse, con voce carezzevole. Suo malgrado, lui fremette a sentirle il suo nome sulle labbra. ≪ Il tempo è stato inclemente con te, vedo. Sei ridotto all’ombra di te stesso≫.
Le labbra di lei si stesero in un sorriso serrato, che voleva sembrare divertito, ma non possedeva alcuna emozione o sentimento.
Toshinori premette la mano sulla gola ferite, stringendo i denti più per la vergogna di farsi vedere da lei ridotto in quel modo, che per dolore o paura. Il suo corpo era prosciugato e debilitato, portava tutti i segni degli anni e delle battaglie affrontate. Per lei, invece, il tempo sembrava non essere passato.
≪ Razza di mostro ≫ sibilò Gran Torino ≪ Sei venuta a finire l’opera? Sei venuta ad uccidermi?≫
Lei rise. ≪ Non vali tanto disturbo, vecchio ≫ i suoi occhi non accennavano a lasciare la figura di Toshinori. Era bella come il giorno in cui l’aveva conosciuta, sulla riva del fiume. Allora, il suo sguardo gli era parso solo triste, ora ci vedeva dentro tutto l’odio e il dolore che gli anni le avevano fatto crescere dentro.
≪ Non hai nulla da dirmi, Toshi? ≫ disse, passandosi una mano fra i capelli. ≪ Dopo tutti questi anni, non hai nemmeno una parola per me?≫
≪ All Might ≫ sussurrò il preside ≪ Meglio scappare. Uno scontro contro di lei, è impossibile al momento≫
Toshinori strinse i denti, frustrato. Aveva creduto di aver dimenticato, di essersi lasciato alle spalle, tutto quello che era successo e aveva provato in quel breve tempo passato insieme a lei, invece, tutto gli ripiombò addosso mentre la guardava scendere nel cornicione e mettere piede nell’ufficio.
≪ Tu invece sei identica ad allora ≫ disse con voce roca.
Il sorriso della donna vacillò, rattristandosi. ≪ Dici? ≫ sussurrò, sollevando la mano e facendo splendere gli artigli alla luce del sole ≪ Sfortunatamente, non mi è più possibile mantenere sembianze umane…ma questo lo vedi anche tu≫
≪ Se fossero le sembianze il problema ≫ commentò Gran Torino ≪ Non c’è più nulla di umano in te≫
≪ Irene ≫ la chiamò Toshinori e quel nome aveva un sapore amaro e salato. Sapeva di rimpianto e lacrime. ≪ Ferma il tuo esercito, non c’è bisogno di fare tutto questo≫
Vide con la coda dell’occhio, Nezu aprire un cassetto e prendere qualcosa. Gran Torino stava spingendo Toshinori ad indietreggiare verso la porta, aveva imparato a sue spese che non si poteva combattere contro di lei.
≪ Cosa pensi di ottenere in questo modo? Non otterrai indietro la tua umanità uccidendo degli innocenti, ≫ disse con voce tremante di rabbia ≪ anzi, la perderai del tutto. Pure l’ultimo briciolo che ti è rimasto≫
≪ Anche ridoto così ≫ commentò avanzando, gli occhi famelici ≪ sei il solito sciocco idealista, Toshi. Non sei cambiato affatto. Continui ad aggrapparti alla tua visione buonista del mondo, ignorandone il vero aspetto≫
≪ Io non ho mai dubitato che al mondo ci sia il male ≫ replicò lui, stringendo i pugni. ≪ Ma questo non significa che non ci sia anche il bene≫
Nezu stese il braccio, dicendo ≪ È proprio perché questo mondo sa essere crudele che servono persone capaci di credere al bene, Irene≫. Un’esplosione risuonò nell’aria, seguita da un grido incredulo. Toshinori ebbe appena il tempo di vedere cos’era che Nezu teneva in mano – una pistola di piccolo calibro – che Irene barcollò, poggiandosi al cornicione alle sue spalle, con una mano premuta sulla fronte, la bocca contorta in una smorfia di dolore.
Nezu scattò verso la porta, insieme a Gran Torino che si trascinò dietro un Toshinori confuso. ≪ Irene…≫
≪ Non c’è tempo per le chiacchiere, Toshinori! ≫ sbottò, il suo maestro. Incespicando corsero lungo i corridoi. Alle loro spalle, la porta volò via dai cardini, scagliandosi contro il muro. Un basso e potente ruggito fece tremare il pavimento sotto i loro piedi, le pareti e pure il soffitto.
≪ TOSHINORI! ≫ ruggì Irene, inseguendoli.
Voltarono per un corridoio, i respiri concitanti nello sforzo di tenerla a distanza.
≪ Dobbiamo tenerla lontana dai dormitori ≫ disse Nezu, affannato ≪ Ci sono gli studenti delle classi normali, lì≫
≪ È venuta per me ≫ disse lui, guardandosi alle spalle, ansioso ≪ L’attirerò verso i boschi. Gli l’alberi dovrebbero aiutarmi a nasconderle le mie tracce≫
≪ Quella può fiutarti meglio di un segugio ≫ commentò spezzante, Gran Torino.
Un lampo rosso illuminò il corridoio, perforando la stoffa e la carne del braccio.
Un dolore lancinante colpì Toshinori, facendolo barcollare e gridare rauco. I due uomini si voltarono a guardarlo, spaventati.
Irene lo aveva colpito, attraversandolo da parte a parte.
≪ Non avevi detto che non saresti mai scappato da me? ≫ disse, stizzita. ≪ Sei un bugiardo, Toshi≫.
Avanzava dietro di loro con gli occhi famelici e un sorriso derisorio sul viso, senza fretta, come se sapesse che non potevano scappargli. Toshinori ansimò, il petto chiuso da una morsa di angoscia. Si fermò, appoggiandosi con una mano alla parete e lasciando una scia di sangue sulla calce bianca.
≪ Andate ≫ disse agli altri, in un sussurro concitato. ≪ Me la caverò≫
≪ Non dire assurdità ≫ scattò Gran Torino, fulminandolo con un’occhiataccia. Lo avrebbe colpito con il suo bastano se non l’avesse perso durante la fuga. Toshinori scosse la testa. Era inutile, non importava quanto corressero, Irene li avrebbe presi. Non poteva scappare e nascondersi, non c’era altra scelta che affrontare la cosa.
≪ Qualcuno deve crescere il giovane Midoriya finché non riuscirà a realizzare il suo sogno ≫ disse, amaramente. ≪ Maestro, glielo affido≫
Gran Torino sussultò, guardandolo con occhi sbarrati. Probabilmente, stava ricordando come anche il settimo possessore del One for All, gli avesse fatto la stessa richiesta, affidandoli Toshinori perché lo crescesse.
La voce di Toshinori tremò leggermente nel dire ≪ Lui e anche Erza. Abbia cura di loro, per favore≫
≪ Toshinori… ≫ mormorò, il vecchio.
≪ La ringrazio per tutto quello che ha fatto per me ≫ disse, andando incontro alla donna dai capelli rossi. ≪ Avrei dovuto ascoltarla, allora. Non avrei dovuto fidarmi di una donna di cui non sapevo nulla≫
Un errore che ora avrebbe finito per pagare. Se solo l’avessi salvata…se solo fosse stato possibile farlo…ma forse, era solo lui che non poteva. Non poteva dare ad Irene quello che voleva. Non aveva potuto fingere di non vedere il sangue e l’orrore che lei aveva sparso intorno a sé.
Irene si fermò, guardandolo. ≪ Vieni da me ≫ constatò, leggermente sorpresa. ≪ Hai finalmente capito che non hai scampo?≫
Toshinori deglutì, stringendo il braccio. Ondate di dolore gli attraversavano la carne, trafiggendoli il corpo. Il suo respiro rallentò. ≪ Non ti lascerò fare del male a nessun altro. È me che vuoi, non è vero? Allora, eccomi qui≫
Un basso verso inarticolato sfuggì dalle labbra della donna. ≪ Oh Toshi ≫ sussurrò, come se avesse compassione di lui. ≪ credi che questa sia la fine? È solo l’inizio delle tue sofferenze. Rimpiangerai ognuna delle tue scelte≫
≪ Una la sto già rimpiangendo ≫ replicò lui, amaramente. ≪ Non sarei mai dovuto andare su quel fiume, quel giorno≫
Un sibilo sfuggì dalle labbra della donna, le sue labbra si arricciarono, mostrando denti affilati. Toshinori ispirò, vedendole sollevare la mano ricoperta di squame. Gli artigli scintillarono mentre scattavano verso il suo petto.
≪ All Might! ≫ gridò una voce, aspra. Un’esplosione di luce e fumo investì la regina, i muri e il pavimento si creparono per l’onda d’urto. Un ragazzo biondo saltò al suo fianco. Subito dietro di lui, Toshinori vide una ragazzina correre.
≪ Che cosa…? ≫ disse, strozzandosi con le parole. Tossì, respirando l’odore acre del fumo ≪ Giovane Bakugou, Uraraka?! ≫ disse, tossendo per il fumo che gli bruciò la gola, facendoli lacrimare gli occhi.
Irene spazzò via la cortina di fumo dell’esplosione con la mano, ringhiando piano. ≪ Piccoli…≫
Le sue parole si spensero davanti al sorriso folle del biondo. Uraraka le afferrò il braccio, decisa, lanciandola contro il muro. ≪ Ora!≫
Le mani di Bakugou brillarono un istante, prima di rilasciare una potente esplosione che sfondò diverse pareti alle spalle della donna e la fece volare via.
I due ragazzi ansimarono.
≪ Cosa ci fate voi qui? ≫ chiese Toshinori, incredulo. ≪ Come facevate a saperlo?!≫
≪ Lo sapevo io! ≫ sbraitò Bakugou, un sorriso feroce ed esaltato sul viso. I suoi occhi rossi scintillavano ≪ Dobbiamo andarcene prima che torni≫
≪ Ho azzerato la sua gravità ≫ disse Uraraka, con il fiatone. Afferrò il braccio di Toshinori, sospingendolo verso il corridoio alle sue spalle, e aggiunse ansiosa. ≪ Ma non durerà. Ci serve un piano≫
Toshinori li guardava disorientato.
≪ Da questa parte ≫ intervenne Nezu, facendo loro cenno con la zampa. ≪ Dobbiamo attirarla lontano dagli studenti. Presto!≫
 

--- Angolino Mio ----

Ciao,
intanto volevo ringraziarvi per seguire questa storia :) GRAZIE!!
Inoltre, vorrei segnalarvi che se volete sapere un po' di più sul rapporto presistente fra Toshi e Irene, troverette nella mia pagina una os "La persona che avrei voluto salvare" dove c'è una piccola parte della loro storia. Ovviamente i dettagli importanti sono già presenti nei capitoli di questa storia. E' solo un'aggiunta diciamo.
Bci

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Capitolo 61
*** Capitolo 32 - Coloro che abbiamo perso e ritrovato - Parte 2 ***


Dal momento in cui i suoi occhi si erano posati su di lei, era stata investita da una sensazione di déjà-vu. Era impossibile non notare quei capelli corvini e quegli occhi scuri, la pelle chiara e l’ossatura delicata, così assomiglianti a quelle di Gray e di sua madre, Ur. 
L’aveva vista in foto solo una volta, eppure ne era assolutamente certa. Quella ragazzina magra come un chiodo -che teneva fra le sue braccia un piccolo Gray con il moccio al naso - era la stessa ragazza che aveva davanti, adesso.
Una giovane bellissima che affermava di essere la compagna di Gerard.
Erza strinse i pugni, frustrata.
≪ Erza, stai indietro ≫ disse Midoriya, spingendola alle sue spalle. ≪ Non puoi combattere contro di lei senza le tue spade≫
≪ Preferirei non combatterci affatto ≫ replicò lei, tagliante. ≪ Non so come potrebbe prenderla Gray se le facessi del male≫
Probabilmente, non bene visto quanto ci teneva a trovarla ed adesso lei ce l’aveva davanti.
Ultear sorrise, gelida. Si chinò sui frammenti arrugginiti della spada ai suoi piedi. Sotto i loro occhi, il metallo tornò integro e lucido. Ultear afferrò la spada e si rialzò. ≪ Dove lo nascondi? ≫ sussurrò, fissandola ≪ Il mio Gerard≫
Quelle parole la fecero rabbrividire.  
≪ La mente di Gerard era sotto il controllo della Regina, lo capisci? ≫ le domandò, sentendosi tremare di rabbia, sdegno e disgusto. Sentendo il dolore, aggredirle il petto come un acido che le corrodeva la carne. ≪ Non era in sé. Come puoi pensare di stare con qualcuno in condizioni simili?!≫
≪ I sentimenti non sono razionali ≫ borbottò Midoriya, cupamente, facendola sussultare.
Ultear ispirò, il sorriso sul suo viso si allargò. ≪ Sei così adorabilmente ingenua, Erza Scarlet. Gerard lo diceva sempre. Credevi di poter essere libera, di poter vivere accanto a persona che ti amano, ma era tutto una bugia creata da Gerard per te. Un gioco. Non hai idea di quanto abbiamo riso alle tue spalle, guardandoti bearti nelle tue illusioni infantili≫
≪ Che stai dicendo?! ≫ sbottò, sollevando la voce. Gerard l’aveva esiliata dalla Torre, dicendole che la libertà non esisteva, ma si sbagliava. Toshinori gliel’aveva mostrato, il modo in cui far parte del mondo. I suoi amici e la sua famiglia non erano una menzogna, un’illusione, come sostenevano loro.
≪ Perfino ora, non riesci a vederlo? ≫ le chiese Ultear, sprezzante. ≪ Tutto ciò che credi ti appartenga è destinato a crollare. Tu sei destinata a scomparire da questo mondo, così ha deciso sua maestà≫
Erza sentì il respiro venirle meno. Tremò, sotto quello sguardo spietato. Stava parlando della Regina dei Draghi? Perché voleva proprio lei?
≪ Questo non accadrà mai! ≫ sbottò Midoriya, attivando il suo quirk. Erza sentì nell’aria la pressione del suo potere in crescita. ≪ Non te lo lascerò fare ≫ disse, il ragazzo, con un ringhio di rabbia.
Un’ombra si stese su di loro. Avvertirono le urla allarmate di Aizawa e Iida, mentre quella figura scura e fumosa si solidificava in una creatura mostruosa.
Era alto quanto una casa a due piani, rivestito di metallo, con una bocca dentellata e occhi di brace.  
≪ Si, penso che questo basterà a mettervi al vostro posto ≫ disse Rusty, annuendo compiaciuto. ≪ Correte, fatemi vedere come scapate da formiche quali siete≫.
Il ghigno che fece capolino sul suo viso era folle.
Erza imprecò. Quel mostro enorme, sembrava una bella seccatura. Avvertì un movimento nell’aria e vide la lama della spada di Ultear scagliarsi contro la sua spalla.
Il braccio di Midoriya la spinse indietro, facendola incespicare, mentre con l’altra mano colpiva il piatto della lama, mandandola in frantumi.
I frammenti acuminati volarono in aria, graffiando una guancia del ragazzo, prima di ricongiungersi in una spada integra e perfetta.
≪ Merda ≫ imprecò Midoriya, spingendola dietro di sé e asciugandosi un rivolo di sangue dal viso. ≪ Come pensavo funziona solo sugli oggetti e non sulle persone≫
Il mostro, alle loro spalle, sollevò un pugno, abbattendolo sul terreno con tanta forza da far tremare la terra.
≪ Eraser, blocca il suo quirk! ≫ gridò Erza, frustrata. ≪ Che diamine aspetti?!≫
≪ Ci sto provando, cosa credi?! ≫ sbottò lui, irritato. ≪ Ma non funziona. Sembra essere immune≫
Rusty scoppiò a ridere. ≪ Oh come mi dispiace! Eroi, il vostro prezioso vantaggio è stato neutralizzato da un incantesimo della nostra regina ≫ disse, posando lo sguardo su Aizawa. ≪ Il nostro incontro, Eraser, era scritto nelle stelle≫
≪ Sei più sciroccato dei tuoi compagni ≫ commentò inorridito, Aizawa.
Ultear aveva nuovamente accorciato le distanze, mirando al fianco di Midoriya con un fendente. Erza balzò in difesa del ragazzo, afferrando il polso dell’altra ragazza e storcendolo. Ultear gridò, mollando la presa sulla spada, mentre le veniva assestato una gomitata sotto il mento e poi - afferrando al volo la spada che cadeva -  colpì la fronte della ragazza con il pomelo.
Ultear barcollò, stordita. Sputò un grumo di sangue a terra, prima di sferrarle un pugno all’altezza della tempia.  
≪ Non sarai così stupida ≫ commentò Erza, schivandolo ≪ Da credere che sappia combattere solo con  la spada≫
≪ Stronza ≫ ringhiò Ultear, un rivolo di sangue le scivolò sulla pelle dal taglio sulla fronte. Colpì la rossa con un calcio nel fianco che le mozzò il respiro.
≪ Wendy! ≫ strillò Charle, talmente spaventata da attrare l’attenzione di Erza.
Ultear la colpì nello stomaco, facendola barcollare senza fiato. La mora indietreggiò, senza fiato, e si asciugò il sangue che gocciolava dal labbro spaccato.
≪ Lasciala andare! ≫ gridò Iida, allarmato. ≪ È solo una bambina!≫
Il sorriso che comparve sul viso di Ultear era gelido, mentre un senso di orrore e spavento si impadroniva del gruppo.
≪ Wendy! ≫ gridò Midoriya, esitando. Rusty rise esaltato, mentre il suo mostro teneva Wendy intrappolata fra le sue enormi mani di metallo. La ragazzina aveva il viso paonazzo e contorto dal dolore.
Stava soffocando in quella presa ferrea, capì Erza, con orrore.
Midoriya emise un verso strozzato, piegando le ginocchia per saltare.
≪ Se lo fai, morirà prima che tu possa abbattere il mostro ≫ l’avvertì Rusty, tornando di colpo serio. ≪ Sta già soffocando, basta una piccola pressione e la sua cassa-toracica andrà in frantumi≫
≪ Mostro ≫ sibilò Iida, il viso sudato e contorto in un’espressione di orrore incredulo. ≪ Lasciala andare≫
≪ La risparmieremo ≫ rispose Ultear, uno scintillio diabolico negli occhi scuri ≪ in cambio di Gerard≫
Gli eroi sussultarono. Wendy gemette, annaspando con la bocca. Charle stava tremando, gemente. ≪ Dateli quello che vuole…Wendy…vi prego, salvate Wendy≫
Aizawa sibilò, gelido. ≪ Perché dovremo credervi? ≫ disse, sferzante. ≪ Per quanto ne sappiamo, potreste prendervi l’informazione e poi ucciderci comunque≫
Aveva ragione, ovviamente. Però se non avessero fatto nulla, Wendy sarebbe morta sicuramente.
Erza si trovò a stringere i denti, il corpo teso e immobile fino allo spasmo. Il suo sguardo incrociò quello famelico di Ultear. ≪ Scegli Titania, ≫ le disse, con gli occhi scuri scintillanti di divertimento ≪ cosa è più importante per te? La vita di Gerard o la vita dei tuoi compagni?≫
Wendy emise un grido strozzato, ed Erza si sentì tremare fin dentro il midollo.
Le faceva male il petto, là dove una morsa di panico aveva affondato i suoi artigli. Avrebbe voluto gridare, ma la sua gola era chiusa.
Non poteva farlo. Non poteva abbandonare Gerard e tradirlo, ancora. Non ora che era finalmente libero dalla Regina e dalla prigionia. Aveva avuto un’espressione così pacifica mentre osservava gli aceri, come non l’aveva mai visto prima. Come poteva consegnarlo e distruggere così ogni possibilità che un giorno potesse essere libero e salvo, felice.
≪ Erza… ≫ disse Midoriya, osservandola. Stava aspettando che facesse qualcosa? Ma lei non sapeva cosa fare. Non poteva lasciar morire Wendy. Lei era sua amica, si era sempre fidata di Erza. Le si era affezionata, come una sorella. Wendy che la guardava ammirata mentre si allenava, e che aveva pianto quando aveva saputo che sarebbe partita.
 Prima di andare in Giappone, Wendy l’aveva abbracciata stretta e le aveva sussurrato all’orecchio, trattenendo a stento le lacrime. ≪ Mi mancherai tantissimo, Erza≫
≪ Rusty ≫ disse Ultear, il sorriso morì sulle sue labbra. L’altro villan sospirò e schioccò le dita. Iida e Aizawa scattarono in avanti, Charle gridò inorridita.
La mano di metallo si strinse e Wendy gridò.
≪ Si trova nella centrale di polizia! ≫ sbottò Midoriya ≪ ma non riuscirete mai a farlo uscire dalla cella in cui è tenuto!≫
Le grida di Wendy si spensero. Erza si sentì mancare il respiro. Il sorriso ricomparve sul viso di Ultear ≪ Quale?≫
Il volto di Midoriya era scuro di rabbia, la sua bocca si piego in una smorfia di disgusto. ≪ Lascia andare Wendy, prima ≫
Ultear lanciò un’occhiata affermativa a Rusty e lui scrollò le spalle. La presa della mano di metallo si allentò e il corpicino di Wendy scivolò giù, abbandonato nel vuoto. Iida e Aizawa l’afferrarono prima che precipitasse a terra.
≪ Quale? ≫ ripeté, Ultear.
Erza barcollò verso Midoriya. La sua mano si tese per afferrarlo, mentre lui rispondeva, dandoli le indicazioni per la centrale di polizia di un qualche distretto che lei non conosceva.
≪ Saggia decisione ≫ rise Ultear, per poi voltarsi verso il compagno. ≪ Lascio il resto a te. Uccidili tutti≫
≪ Cosa?! ≫ ruggì Iida ≪ Avevi detto…≫
Ridendo Ultear voltò loro le spalle e corse via. Erza fece per seguirla, ma fu afferrata da Midoriya che gridò ≪ Attenti!!≫
Il mostro meccanico si mosse, sollevando un pugno e abbassandolo di scatto verso Aizawa e Iida, con Wendy ancora svenuta nelle sue braccia e Charle rannicchiata sopra la ragazzina.
L’aria risuonò di urla di terrore e allarme. Il volto di Aizawa e Iida sbiancò, provarono ad alzarsi e scappare, ma il colpo calò su di loro, investendoli.

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Capitolo 62
*** Capitolo 33 - Non c'è niente da temere, Fairy Tail è qui! ***


Erza vide un’ombra correre ai margini del suo campo visivo.
≪ Ice Make ≫ gridò una voce. L’aria si congelò, facendo condensare i loro respiri. ≪ Iceberg Impact≫
Un enorme masso ghiacciato colpì il mostro di metallo, facendolo crollare a terra.
Aizawa e Iida sollevarono lo sguardo sorpresi. A fare loro da scudo, c’era un ragazzo dalla lunga zazzera di capelli neri e una dozzina di piercing sul viso. Si raddrizzò e iniziò a fare a pezzi il mostro con i pugni, staccandone frammenti di metallo e divorandoli come se si trattasse di patatine. 
≪ Accidenti a te, Erza ≫ esclamò il nuovo arrivato, voltandosi a sorriderle insolente. Era a petto nudo, con il marchio di Fairy Tail in bella vista sul torace e i capelli neri, scarmigliati. ≪ Ti fai mettere in difficoltà da un idiota del genere? Il Giappone ti ha rammollito!≫
Nel vederli, il cuore di Erza fece una capriola di gioia.
≪ Non prenderti gioco di me, Gray ≫ esclamò, sorridendo. ≪ Siete in ritardo≫
 Midoriya li fissava a bocca aperta. ≪ Ma cosa…?≫
≪ Che significa tutto questo?! Quando avete avuto modo di chiamare i rinforzi?! ≫ ruggì Rusty, indignato. Guardò sconvolto Gajil che staccava una gamba al suo mostro, divorandolo, e impallidì. ≪ Come osi mangiare il mio mostro?!≫
 L’aria crepitò di elettricità e un fulmine lo investì in pieno mandandolo per aria, con una tale improvvisa potenza da mozzare il respiro a tutti i presenti.
Erza si voltò di scatto, incredula. Afferrò il braccio di Midoriya, che emise un verso inarticolato di sorpresa e sollievo.
≪ F-Fairy Tail?! Sono tutti ≫ esclamò con un filo di voce e gli occhi che luccicavano ≪ membri di Fairy Tail?≫
Erano tutti lì, pensò Erza, lasciando scorrere lo sguardo su di loro, con il petto stretto da una potente emozione. Gioia e sollievo le invasero il petto.
Alzack con i capelli neri che gli coprivano un occhio e le pistole assicurate alle fondine sul petto. Al suo fianco, la sua ragazza Visca impugnò il fucile, pronta a sparare. Bicklow accanto a Evergreen e Freed. Laxus la fissò di rimando con una smorfia, annoiato, e l’elettricità che ancora saettava attorno al suo giubbotto bordato di pelliccia e i pantaloni di pelle.
Lo sconcerto comparve anche sui volti di Aizawa e Iida, mentre Gray sghignazzava. ≪ Lucy ci ha inviato un S.O.S. incompleto ≫ le disse ≪ e non sapevamo cosa significasse≫
Mirajane era accovacciata a terra e teneva la testa di un Mest svenuto, sul grembo. Le sorrise, dolcemente. ≪ Scusa per l’attesa, Erza. Era una distanza considerevole da coprire≫
≪ Fanculo la distanza, siamo qui adesso! ≫ esclamò Cana, ridendo euforica e strizzandole l’occhio ≪ Mest c’è quasi rimasto secco, povero!≫
≪ Menomale che siamo venuti a vedere ≫ sospirò Gildarts, passandosi una mano fra i capelli ramati. ≪ Abbiamo provato a contattare Lucy, ma non è stato possibile≫
≪ Un vero uomo accorre sempre in soccorso dei suoi compagni! ≫ gridò Elfman, sollevando un braccio muscoloso.
≪ N-non ditemi che… ≫ disse Iida, sotto shock, fissandoli allibiti. ≪ Voi siete…?≫
≪ Non posso credere che tu fossi in difficoltà, Erza ≫ esclamò Max, ridendo. Lei sorrise, esclamando ≪ Chiudi il becco o ti ammazzo!≫
C’erano anche Levvy con Droy, Lluvia e Jet. In realtà, si rese conto con una vertigine, c’erano proprio tutti quanti. L’intera Fairy Tail era lì.
Oh Lucy, sei fantastica!
≪ Q-quando…? ≫ ansimò una voce. Rusty li guardò con i capelli dritti sulla testa, cercando di rimettersi in piedi.
I passi pesanti delle scarpe di Laxus risuonarono nel campo. ≪ Non ho ben chiara la situazione ≫ disse cupo ≪ ma se ho capito bene Erza, questo è il bastardo che ha ferito la nostra Wendy≫
Lei annuì, incupendosi. ≪ In realtà, voleva ucciderla ≫ commentò, seria.
Un brusio malevolo scosse tutto il gruppo. L’allegria di poco prima svanì, evaporando come ghiaccio baciato dal fuoco.
Lo sguardo di ogni singolo membro di Fairy Tail si oscurò, puntandosi sul villan che sussultò, trovandosi circondato.
≪ Ah davvero? ≫ commentò Gray, con un sorriso sardonico. ≪ Ti piace prendertela con le ragazzine?≫
Midoriya spostava lo sguardo dall’uno altro, incantato. Erza lo sentì borbottare ≪ Ice Prince. Lui è il vero Ice Prince e Laxus, oh mio Dio, il Drago di Fulmini Laxus di Fairy Tail è davanti a me. È una celebrità ≫  
Erza gli strinse la spalla, sollevando gli occhi al cielo – c’era momento peggiore di quello per essere un nerd in visibilio? Sospettava di no - lo costrinse ad indietreggiare, borbottando ≪ Meglio non stare troppo vicino a Laxus quando è di questo umore≫
≪ Eh?! ≫ replicò il ragazzo, sbarrando gli occhioni verdi e lasciandosi tirare indietro.
L’elettricità implose, improvvisa. Danzò in aria e si riversò nel corpo di Rusty che frappose un muro che lo proteggesse.
Gray batté il pugno contro il palmo, dando forma a lance di ghiaccio che si riversarono dietro il muro, colpendolo. Rusty gridò, rotolando via, solo per essere colpito dal Ruggito di un Drago. Gajil sorrise arrogante, avvicinandosi a lui. Dall’altra parte, Elfman assestò un pugno dritto in faccia a Rusty, che crollò a terra, sputando sangue.
Midoriya deglutì, nervoso. ≪ Oh…sono davvero forti≫
Erza sghignazzò, chinandosi a sussurrarli all’orecchio. ≪ Ricordi quando ti dissi che nessuno insultava Fairy Tail davanti un suo membro e la passava liscia?≫
≪ Fammi indovinare ≫ commentò, con un sorriso teso. ≪ Vale anche se ferisci un membro di Fairy Tail?≫
≪ Ovvio, siamo molto legati, come una famiglia ≫ replicò, guardando Rusty, schivare un pugno di Elfman e imprecando, dare loro le spalle e scappare via.
Gray gridò, indignato. ≪ Dove pensi…?!≫
≪ Lasciatelo perdere! ≫ esclamò Erza, spazientita. ≪ Non è una minaccia≫
 I ragazzi si bloccarono, guardandola. Gajil sollevò lo sguardo e domandò. ≪ Lo lasciamo andare dopo quello che ha fatto allo scricciolo? ≫
≪ Erza ha ragione ≫ disse Aizawa, passandosi una mano fra i capelli. ≪ Ci sono altre priorità qui≫
≪ Siamo sotto attacco ≫ disse Midoriya, una nota d’urgenza nella voce. ≪ L’intera città è assediata dai villan, stanno attaccando i cittadini≫
≪ Fino a poco fa eravamo senza comunicazioni ≫ aggiunse Aizawa. Gildarts si fece avanti, osservando lo scenario di devastazione che gli circondava. ≪ Perciò non avete avuto modo di organizzare nulla e adesso è troppo tardi≫
≪ Esatto, delle braccia in più fanno comodo però ≫ commentò l’insegnante.
Erza stava osservando il campo di battaglia, ora silenzioso e pervaso da una strana calma. Levy e Freed erano chini su Iida e Wendy e stavano prestando loro le prime cure.
Midoriya ed Aizawa stavano mettendo a corrente gli altri di quel poco che sapevano. Sentì qualcuno borbottare ≪ Ma non è che mi vada a genio l’idea di collaborare con gente che non conosco≫
≪ Non essere sciocco, siamo tutti dalla stessa parte ≫ sibilò, qualcun altro.
≪ Ma Natsu e Lucy dove saranno? ≫ chiese preoccupato, Jet.
Aizawa annuì a Gildarts, rivolgendosi al gruppo. ≪ Statemi a sentire, abbiamo un’idea su come muoverci≫
I membri di Fairy Tail continuarono a parlottare fra loro, scambiandosi commenti e chiacchiere. Midoriya sbuffò ≪ Ascoltate≫
≪ Perché dovremmo ≫ commentò Gajil, annoiato. ≪ Io non ti conosco, cespuglio, figurati se ho voglia di darti retta≫
Midoriya trasalì, arrossendo. ≪ C-cespuglio?! ≫ ripeté, ferito.
Erza amava Fairy Tail dal profondo del suo cuore, ma sapeva che i suoi membri avevano dei caratteri particolari. Erano calorosi e amichevoli, ma non si piegavano agli ordini di perfetti sconosciuti, anche se si trattava di eroi professionisti. Se non avevi la loro fiducia e amicizia, ti avrebbero ignorato e sarebbero andati avanti per le loro strade.  
≪ Calma, ragazzi ≫ tentò di rabbonirgli, Aizawa. ≪ Dobbiamo collaborare≫
≪ Basterà che Fairy Tail agisca in autonomia, no? ≫ commentò Evergreen, con superbia ≪ Non dobbiamo per forza mescolarci per sconfiggere questi…≫
≪ Adesso, chiudete quelle bocche e aprite bene le orecchie! ≫ sbottò Erza, sollevando la voce e coprendo tutti gli altri rumori.
L’intera Fairy Tail si immobilizzò e puntò la sua attenzione su di lei, tacendo inquieta. Gray, alle sue spalle, ghignò. ≪ Oi oi la regina è di pessimo umore≫
≪ E tu non farla arrabbiare di più, Testa Ghiacciata ≫ replicò Gajil, sbuffando. ≪ Che poi quella decide di menarti e buonanotte ai suonatori≫
≪ Vista la situazione non mi sorprende ≫ commentò Lily, scuotendo la testa. ≪ Cosa vogliono questi villan?≫
Erza roteò gli occhi e fece comparire una spada nella sua mano. I membri di Fairy Tail sussultarono, guardandola nervosi. Se n’era quasi dimenticata, la sensazione di essere al commando del gruppo, temuta e rispettata. Era stranamente rassicurante tornare alle vecchie abitudini.
≪ Non c’è tempo per queste stupidaggini ≫ sbottò, duramente. ≪ Un esercito ha preso d’assedio la città. Ogni eroe sta già lavorando per respingerlo e salvare i cittadini. Se sento anche solo il sentore di una protesta da parte vostra ≫ sollevò la spada e la puntò loro contro ≪ vi ammazzo con le mie mani, intesi?≫
≪ Erza ha ragione ≫ scattò Levy, indignata, per poi aggiungere rassegnata ≪ Anche se i suoi modi sono terribili≫.
 Erza la fulminò con lo sguardo, facendola sussultare. ≪ V-voglio dire che dobbiamo unire le forze con gli altri eroi e salvare tutti! ≫ strillò, Levy. ≪ Dovremmo farlo tutti insieme!≫
Percepiva su di sé lo sguardo di Gildarts ed Aizawa, oltre quelli dei suoi compagni della Yuei e di Fairy Tail. Ora non poteva più permettersi esitazioni o debolezze, doveva arrivare alla fine di quella faccenda.
≪ In realtà, non ho il diritto di chiedervelo. ≫ sospirò lei, ≪ Siamo nei guai. Non conosciamo i piani del nemico, sappiamo solo che la città è sotto assedio e non ho idea di dove siano finiti Natsu e Lucy≫. I suoi occhi nocciola corsero su di loro, ricevendo in cambio sguardi fiduciosi e coraggiosi.
≪ Beh, mi sembra ovvio ≫ commentò Cana, con un sorrisone ≪ dato che siamo qui, Fairy Tail aiuterà!≫
Un grido di approvazione si alzò dalla fila dei suoi compagni.
≪ Non preoccupatevi ≫ saltò Droy ≪ perché Fairy Tail combatterà al vostro fianco≫
Midoriya li guardò sbalordito. ≪ Hanno cambiato idea≫
≪ Avevano già deciso di aiutare ≫ lo corresse Erza, lanciando un’occhiata a Wendy. La ragazzina era sdraiata fra le braccia di Iida e Freed e Levvy tentavano di curarla e farla rivenire. Erza rabbrividiva al pensiero di quanto fosse stata vicino a perderla. Ma non era successo, perché Midoriya aveva raggirato Ultear.
Gli afferrò il braccio e mormorò ≪ Per un attimo, ho pensato che gliel’avresti detto. ≫ le mancò il respiro. Non riusciva a guardarlo negli occhi. ≪ D-dove si trovava realmente≫
La pelle sotto le sue mani scottava, aveva la t-shirt impolverata e resa rigida dal sangue rappreso. Lui le afferrò il polso, staccandosi la sua mano di dosso. Non la guardò, nel dire ≪ Non l’avrei mai fatto ≫ disse, amaro. ≪ Gerard può aver commesso degli errori, ma era controllato dalla regina. È una vittima, non l’avrei mai consegnato…indipendentemente da quanto può piacermi come persona≫
Erza fece per dire qualcosa e la voce di Mira la fece sussultare.
≪ Erza? Cosa vuoi che facciamo? ≫
Lei si voltò e si accorse che la stavano fissando. Mira le sorrise dolcemente, sbattendo gli occhioni azzurri con innocenza. ≪ Senti, prima però, mi dici se è lui il ragazzo con cui stai uscendo?≫
Lo chiese così candidamente che per un attimo ad Erza sembrò paradossale la confusione che seguì.
 Lo fissarono tutti, facendolo arrossire fino alla punta delle orecchie.
≪ No, ma dai ≫ saltò su Ever, sistemandosi gli occhiali per guardarlo meglio ≪ Ma allora è vero che hai un ragazzo?!≫
≪  Lluvia pensa che sia una cosa bella, congratulazioni Erza ≫
≪ Congratulazioni? Perché vi state sposando di già? ≫ intervenne Visca, sorpresa. Mira trillò, felice. ≪ Ma è meraviglioso, Erza. Voglio essere io la tua testimone ≫
Erza prese un bel respiro, mentre Gray commentava alle sue spalle.
≪ Mi sembri un po' fragilino, sicuro di poter sopravvivere a un pugno di Erza? Abbatte anche i draghi quella≫
≪ Però è un tipo normale ≫ commentò deluso, qualcuno ≪ Allora, avevo buone possibilità pure io≫
≪ Non pensavo ti piacessero i tipi timidi e nerd, Erza! ≫ saltò su, Cana. ≪ Portiamolo a bere con noi e vediamo se…≫
≪ Ora chiudete quella dannata bocca! ≫ sbottò Erza, sollevando la spada minacciosa. Si sentiva bruciare il viso, doveva essere rossa quanto Midoriya, al suo fianco.
≪ Su su Erza ≫ disse Gildarts, ridendo sguaiato. ≪ Siamo solo tutti felici di rivederti. Non c’è bisogno di prendersela così≫
Erza lo fulminò con lo sguardo e decise di passare sopra l’intera faccenda e cercare di concentrarsi su cose più pratiche.
≪ Bene! Smettiamola con questa sceneggiata e ascoltate bene. La nostra priorità è la sicurezza dei cittadini, vanno soccorsi e portati al sicuro. Questa non è la nostra città perciò supportate gli eroi locali e cercate di non piantare grane. Il primo di voi che crea problemi, manca al suo compito o batte la fiacca, lo faccio a pezzi con le mie mani, intesi?! ≫ esclamò. Il gruppo gridò una risposta affermativa, Erza scorgeva sui loro visi l’eccitazione e l’impazienza che aumentavano. Li aveva caricati bene, pensò soddisfatta, ora erano pronti ad eseguire gli ordini.
≪ Contro chi stiamo per combattere? ≫ chiese Bicklow.
≪ Un intero esercito senza nome ≫ rispose Aizawa. ≪ Combattono per la Regina dei Draghi, ma non sappiamo molto altro≫
≪ A parte che vogliono catturare Erza e consegnargliela, ma non sappiamo perché ≫ aggiunse Midoriya, cupamente. Aveva ancora le guance rosse ed evitò lo sguardo di tutti, compreso quello di Erza.
Mirajane la guardò, allarmata. ≪ Erza…?≫
≪ Con chi pensano di avere a che fare? ≫ esclamò Elfman ≪ La nostra Erza non si farà catturare così facilmente. Lei è un vero uomo!≫
Ever lo guardò disgustata, replicando ≪ Ma guarda che è una donna!≫
≪ Non divagate! ≫ sbottò, spazientita Erza. Li vide scattare sull’attenti, come tanti soldatini.
Per un attimo, si chiese se non lo stessero facendo per prenderla in giro dal momento che Laxus aveva un sorrisetto ironico sulle labbra.
≪ Per prima cosa, Warren credi di poter creare una rete telepatica che unisca tutti gli eroi?≫. il ragazzo si grattò la testa, preoccupato. ≪ Faticoso, ma fattibile. Si, credo di si, ma qualcuno potrebbe restarne fuori≫
≪ Purché non ci piazzi dentro un villan, va bene ≫ commentò Erza, liquidandolo. ≪ Visca e Alzack vi voglio a coprire le spalle dall’alto, ma prima scortate Mest, Iida e Wendy al centro medico. Sono feriti e hanno bisogno di cure≫
≪ Dal centro sarà più facile capire dove sarebbe più utile il loro aiuto ≫ convenne Iida, annuendo. ≪ Ho già un’idea di quale zona affidarli≫
≪ Bene, li affido a te. Laxus tu e il tuo gruppo dirigetevi verso la centrale elettrica, è il terreno ideale ai tuoi fulmini. Purtroppo, non abbiamo un quadro generale della situazione, se riuscite a trovare dei Generali, eliminateli≫
Laxus sbuffò. ≪ Non darmi ordini, Titania≫
Erza percepiva lo sguardo sorpreso di Midoriya su di sé. Si morse il labbro pensierosa, avrebbe voluto sapere con più sicurezza come erano disposti i nemici, ma aveva così poche informazioni su cui basarsi.
≪ Mira, tu e tuo fratello, sorvolate la città e cercate di capire quali gruppi hanno più bisogno di aiuto. Levy e Gajil muovetevi verso ovest e date supporto lì.≫
Stava suddividendo tutti i gruppi nel modo che reputava più efficiente. ≪ Chiunque abbia nuove informazioni, ce lo faccia sapere attraverso il collegamento telepatico. A proposito, quanto ti ci vuole?!≫
Wally sbuffò. ≪ Se continui ad urlare non riesco a concentrarmi≫
≪ Cosa hai detto?! ≫ replicò sollevando la spada e Midoriya le afferrò il braccio allarmato. ≪ E-Erza, calma≫
≪ Non dirmi di calmarmi! Mi fate arrabbiare di più quando mi dite di stare calma! ≫ esclamò, indignata. Le orecchie le fischiarono, improvvisamente. Un mucchio di voci gli invasero la testa per un attimo, prima di calare di tono.
Mi sentite? Ci siete?disse Warren nelle loro menti.
Midoriya si toccò la fronte sbalordito. ≪ È nella mia testa ≫
≪ Si, è la telepatia ≫ commentò Erza. Lanciò loro un’occhiataccia. ≪ Siete ancora qui? Andate a rendervi utili!≫
I membri di Fairy Tail andarono per un attimo nel panico, prima di dirigersi correndo nelle rispettive posizioni. Erza ispirò, stancamente. ≪ Che faticaccia≫
≪ Che regina insopportabile sei ≫ commentò Gray, scostandosi i capelli neri dal viso. Midoriya lo stava guardando accigliato. In realtà, stava guardando male il suo petto nudo. ≪ Che cosa è successo ai tuoi vestiti?≫
Gray lo guardò confuso e abbassò lo sguardo, sorpreso. ≪ Che fine ha fatto la mia maglietta, Gaiji?!≫
L’altro ragazzo sollevò lo sguardo masticando lentamente, un pezzo enorme di lamiera del mostro.
≪ Perché sei ancora qui, tu? Non ti ho detto di andare da qualche parte con Levvy? ≫ gli chiese, sopprimendo un verso strozzato di sdegno.
Gajil finì di masticare. ≪ Faccio il carico prima della battaglia e comunque non ho idea di dove sia la tua maglia. Chiedilo alla tua ragazza≫
Gray arrossì. ≪ Lei non è la mia ragazza! È la mia stalker!≫
≪ La stessa risposta di Lucy ≫ sospirò Erza, sospirando. Gray la guardò dubbioso. ≪ Eh?≫
≪ Lascia stare. Natsu sta combattendo da qualche parte lì. Vai a vedere se ha bisogno di una mano ≫ gli indicò la direzione da cui aveva visto la colona di fuoco. Quando era successo? Ore, minuti, prima? Le sembravano passati giorni interi da quando avevano iniziato a combattere, il tempo era diventato relativo.
≪ Vorrei che qualcuno trovasse Lucy ≫ borbottò.
Stava per provare a contattarla telepaticamente, quando una voce roca e furiosa le risuonò nella testa, facendola sussultare.
Che merda è questa cosa?! Perché la mia testa è piena di voci di emeriti sconosciuti e comparse?! Che cazzo sta succedendo?!
≪ Ka-Kacchan?! ≫ esclamò Midoriya, parlando e pensandolo, allo stesso tempo. Erza sentì la sua voce rimbombare nella testa. Quella cosa della telepatia era pratica e diretta, certo, ma anche una grandissima rottura di coglioni.
Guarda che ti sento!strillò Warren, indignato L’hai chiesto tu!
Deku?!sbottò Bakugou, una nota di incertezza nella voce, prima di esplodere di nuovo con aggressività Sei tu il responsabile, non è vero?!
N-no, te lo giurobalbettò Midoriya. Riusciva a balbettare anche nel pensare, incredibile. Erza si sfregò la testa, le stava già venendo mal di testa.
Ragazzi, non abbiamo tempo!si intromise una vocetta.
Uraraka?domandò Erza, incerta. La voce le rispose stizzita. Si, sono io. La Regina dei Draghi ci sta inseguendo
Erza e Midoriya sussultarono. Che significa?!replicò Erza, incredula.
Significa che io avevo capito che questa storia puzzava di marcioreplicò Bakugou, con un tono che Erza non sapeva se definire soddisfatto o rabbioso. Forse entrambi. E sono venuto con Uraraka ha controllare se avevo ragionee ci ho trovato la fottuta Psicopatica Scarlatta ad attenderci
Dove siete?domandò sbrigativo, Midoriya. La Regina dei Draghi vuole catturare Erza
Cazzo dici, è proprio qui alla Yuei e vuole All Mightreplicò stizzito, Bakugou.
Insomma ci serve aiuto!gridò Uraraka nelle loro teste. Fatte presto!
Erza si sentì sbiancare. Gray la guardò allarmato e le afferrò il braccio. ≪ Oi, tutto okay?≫
≪ No ≫ replicò lei, sentendosi afferrare il petto da un’improvvisa morsa di panico. Toshi era in pericolo e lei non sapeva ancora come affrontare la Regina. Guardò Midoriya, pallido e tremante. Lo vide stringere le labbra e la sua voce le risuonò nella testa. Cercate di resistere. Arriviamo!
≪ R-ragazzi? ≫ gli chiamò una vocetta, sottile e determinata.
≪ Wendy, basta ≫ esclamò Charle, cercando di tirarla per i vestiti. ≪ Sei ferita e devi riposare≫.
Midoriya, Gray ed Erza la guardarono preoccupati. Erza si sentì terribilmente male a incrociare il suo sguardo, dopo che aveva esitato a salvarla. Non che non avesse voluto, solo che per degli attimi interminabili, era stata assalita dal panico e non aveva avuto idea di cosa fare.
≪ Vengo con voi ≫ disse lei, decisa.
≪ No! ≫ strillò Charle, tirandola. ≪ Diteglielo anche voi! ditegli che non può≫
≪ Wendy… ≫ azzardò Midoriya, preoccupato. Gray scosse la testa. ≪ Charle ha ragione. Devi andare con Visca, coraggio≫
≪ Non potete affrontare la Regina dei Draghi senza un Dragon Slayer ≫ replicò testardamente.
≪ Natsu ci raggiungerà ≫ disse Erza, con un filo di voce. Non riusciva a guardarla. Lei, Toshi, Gerard e Ultear. Quel pensiero le dava la nausea. Le faceva male al cuore pensare quante persone stesse deludendo e mettendo in pericolo in una sola volta.
≪ Erza, voglio combattere al vostro fianco ≫ insistette Wendy. ≪ Perché siamo una squadra e perché so di potervi essere utile≫
≪ Wendy ≫ piagnucolò, Charle. La ragazzina mise una mano sulla sua testa e le sorrise. Erza si voltò a guardare Gray, mentre Wendy parlava piano con Charle.
Il ragazzo la guardò dubbioso. ≪ Cos’è quell’espressione cupa?≫
Doveva dirglielo, adesso? Ma se l’avesse fatto, Gray sarebbe corso dietro a Ultear e non si sarebbe concentrato sulla battaglia. Tuttavia, il suo amico la stava cercando da una vita, come poteva tenerglielo nascosto, sapendo come si sarebbe sentito una volta scoperto.
≪ Gray… ≫ mormorò, prendendo un bel respiro. ≪ C’è una cosa che devo dirti, ma ho bisogno che tu resti concentrato≫
Il viso di Gray si incupì. ≪ Mi devo preoccupare?≫
C’era così tanto che doveva raccontargli. Della Torre del Paradiso, di Gerard e della Regina, ma anche di chi erano quelle persone che stavano distruggendo la città. Troppo per spiegarglielo adesso.
≪ Ho visto Ultear ≫ disse in un sussurro ≪ Era qui, prima che arrivaste≫
Gli occhi neri di Gray si spalancarono. Vide una serie di emozioni attraversarli il viso, sorpresa, meraviglia, confusione, rabbia e di nuovo incredulità e sospetto.
≪ Dov’è? Come hai potuto lasciarla andare? ≫ sbottò arrabbiato.
Erza ispirò, bruscamente. ≪ Non ho potuto farci niente. Gray, è una dei villan che serve la Regina≫
Lui trasalì. ≪ Che cazzo stai dicendo?! ≫ gridò, indignato. ≪ Ultear è stata rapita≫
≪ Questo non è il momento ≫ sbottò Midoriya, mettendosi in mezzo. ≪ Dobbiamo andare. Ultear non era interessata a combattere, sarà già andata via, ma sembrava stare bene≫
≪ Tu che cazzo ne sai di lei?! ≫ sbottò Gray. ≪ Mia sorella era qui e non l’avete fermata e mi dite anche che è una dei villan?!≫
≪ Lei non voleva ascoltarci, Gray ≫ protestò Wendy. ≪ Erza ha provato a parlarci, ma voleva solo sapere dove fosse un certo Gerard≫
≪ Gray ≫ lo chiamò Erza, stancamente. ≪ Mi dispiace, davvero. Solo che ora…non c’è tempo per questo. All Might è in pericolo, abbiamo bisogno anche del tuo aiuto≫
Gray storse la bocca, mostrando i denti. Guardò a terra, impotente e tremante. ≪ V-va bene, immagino che non ci sia altra scelta≫
Erza si sentì stringere il cuore dall’angoscia. Toshinori era in pericolo, doveva andare da lui. Diede una pacca sulla spalla del ragazzo. ≪ Io vado da All Might, recupera Natsu. Per qualche ragione, non lo sento telepaticamente e raggiungeteci ≫
Si voltò e corse via insieme a Midoriya e Wendy.
≪ Erza ≫ la chiamò, facendola esitare. Lo guardò e Gray, accennò un sorriso. ≪ Andrà tutto bene e vuoi sapere perché?≫
Erza sbuffò. ≪ Giuro che se dici “perché ci sono qui io” ti scaglio contro una pioggia di spade ≫ replicò, storcendo la bocca.
Gray rise, posandosi il pugno chiuso sul petto, all’altezza del marchio e rivolgendoglielo contro ≪ Perché Fairy Tail è qui≫
Erza sentì un motto di calore afferrarle lo stomaco. Eseguì lo stesso gesto, ma rivolto a Gray, dicendo ≪ E tra poco, anche il team Natsu sarà insieme a combattere. Vinceremo≫
≪ Contaci! ≫ replicò il moro, voltandole le spalle e correndo a cercare Natsu.
Erza trasse un respiro che le distese i nervi, guardò Midoriya, Wendy e Charle.
≪ Bene, andiamo a prendere a calci la Regina dei Draghi≫

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Capitolo 63
*** Capitolo 34 - Fuoco e ghiaccio ***


Stava soffocando.
Non è vero. Non è giusto. Non può essere vero.
Jiro scuoteva il corpo inerme di Momo, chiamandola istericamente. La sua voce, come gli altri suoni nella stanza, sembrava lontana e soffocata.
Stava accadendo di nuovo, pensò paralizzata dall’orrore. Una persona stava morendo davanti ai suoi occhi e ancora una volta, lei non era riuscita ad impedirlo.
≪ Lucy ≫ la chiamò una voce lontana. ≪ Lucy≫
Una voce soffocata, una mano gentile che stringeva la sua. Va tutto bene, Luce. Non piangeresussurrava sua madre, dolcemente. Devi essere coraggiosa, bambina mia. Intanto il sangue si allargava sotto il corpo di sua madre, impregnando il biondo dorato dei suoi lunghi capelli del colore del fuoco.
Stava morendo e lei non poteva fare nulla. Non poteva salvarla. Non poteva respirare. Poteva solo stare lì a guardare la luce abbandonare i suoi dolci occhi castani, urlare preghiere che nessuno avrebbe esaudito.
≪ Lucy-san! ≫ gridò una voce. Una sensazione calda le sfiorò la pelle, una stretta salda che le strinse le dita. Lucy si voltò e mise a fuoco la stanza semi buia che aveva davanti. Vide Dabi tenere una mano premuta su una spalla, trafitta da uno spuntone di ghiaccio che si stava rapidamente sciogliendo, la pelle fumante e il fiato rotto.
Todoroki era accanto a lei, fronteggiando il nemico, le stringeva le dita nella mano calda e sudata. La temperatura del suo corpo era altissima. La guardò preoccupato, con gli occhi spagliati, grigio perla e azzurro zaffiro.
 ≪ Non so cosa ti succeda, ma abbiamo bisogno di te ≫ disse, solerte. Sollevò di scatto la mano e le fiamme zampillarono, oro antico e rosso rubino, scontrandosi a mezz’aria con quelle blu cobalto e bianco latte di Dabi.
Lucy trasse un respiro tremante. Denki emise un verso inarticolato, grattando il suolo con le unghie e cercando di avvicinarsi a Jiro e Momo. La sua mano toccò la caviglia della ragazza esanime e fece qualcosa. Lucy vide un filo di elettricità schioccare dalle sue dita. Gli occhi castani della ragazza si spalancarono mentre realizzava cosa stesse cercando di fare. Rianimazione, ma usare l’elettricità così poteva essere più dannoso che utile, a meno che lui non sapesse davvero che cosa stava facendo. Pochi secondi, avevano pochissimo tempo per salvarla.
Il suo corpo si mosse da solo, afferrò Jiro e la spinse via. La sentì strillare ≪ Ma cosa…?≫
≪ Aiuta Denki ≫ le disse, sbrigativa. Fece scorrere le mani sul corpo di Momo, sistemandola in modo da poter iniziare il massaggio cardiaco. Ripeté nella sua mente tutto ciò che era necessario fare per non sbagliare. Tutto nell’ordine in cui le aveva insegnato Porlyusica durante il corso di primo soccorso.
Natsu e Gray l’avevano distratta per quasi tutto il tempo, con le loro buffonate, finché Erza non li aveva presi a pugni così forte da metterli a tacere. Lucy però era riuscita a seguire abbastanza da sapere cosa bisognava fare in caso il cuore cessasse di battere.  
Quanto tempo aveva sprecato. Non se lo sarebbe mai perdonato se Momo fosse morta per questo, ma non poteva arrendersi. Non era più una bambinetta spaventata, era un membro di Fairy Tail adesso. Una futura eroina.
Jiro la guardò, disorientata, il viso rigato di lacrime e si mosse verso il compagno.
Il cuore di Momo era fermo, doveva farlo ripartire. Il suo corpo inerme venne scosso dalle spinte che Lucy dava, dosando le forze per ottenere l’effetto sperato e non spezzarle le ossa con la forza taurina.
≪ Respira. Coraggio, Momo ≫ l’incitò, chinandosi a chiuderle il naso e aprirgli la bocca. Si chinò, immettendo aria nei suoi polmoni.
Nella stanza le grida di Todoroki e Dabi rimbalzarono sulle pareti. L’aria si stava riempiendo di calore e fumo, rendendo la stanza sempre più simile a una fornace.
Il fuoco di Dabi danzò a pochi centimetri da loro e venne fermato da una parete di ghiaccio che si trasformò in vapore rovente e acqua.
≪ Non ti lascerò fare del male ai miei compagni ≫ disse gelido, Todoroki. Lucy lo vide in piedi davanti a loro, mentre Jiro tentava di far riprendere Denki e le lanciava occhiate ansiose.
Dabi rise, lo sguardo folle. ≪ Credi davvero di potermi fermare? Tu? Sei patetico, non posso credere che tu sia il successore di quello scarto di eroe≫
I pugni di Todoroki si chiusero, tremanti. ≪ Io…non sono un eroe per lui, ma perché è ciò che voglio essere. Touya-≫
≪ Touya è morto ≫ replicò, lanciandosi su di lui e sferrandoli un pugno. Todoroki lo schivò per un pelo e sbarrò gli occhi. Dabi sorrise e le fiamme zampillarono, sferzando l’aria e dirigendosi verso Lucy e Momo.
≪ Lucy ≫ gridarono Jiro e Todoroki allarmati, nello stesso momento. Lucy afferrò Momo, un corpo pesante e inerme, e con uno sforzo che le strappò un grido strozzato la scaraventò via.
La sentì tossire, gli occhi neri si aprirono e poi il fuoco le lambì una gamba.
Il mondo si trasformò in un pozzo nero di dolore incandescente. Strillò graffiandosi la gola, mentre le fiamme scioglievano il cuoio degli stivali e attaccavano la pelle. Todoroki stese una mano e una sensazione di gelo l’investì, svuotandole i polmoni di tutta l’aria.
Momo si mosse piano, guardandola tremante. ≪ L-Lucy-san? ≫ sussurrò. La ragazza sorrise sollevata, gli occhi pieni di lacrime per il dolore e la gioia di vederla sveglia e viva. Non poteva credere di esserci riuscita, di averle fatto ripartire il cuore.
≪ U-uscite di qui ≫ disse, ansimando nello sforzo di rimettersi in piedi. ≪ Non riusciremo a batterlo in queste condizioni ≫
Dabi rise, balzando indietro ed evitando il calcio di Todoroki. ≪ Perché? ≫ ruggì ≪ A che gioco stai giocando? Prima Shigaraki ora questo, ci odi fino a questo punto? ≫
Il sorriso di Dabi era un taglio nella carne. Lucy cercò di rialzarsi, mentre il villan rideva. ≪ La Regina è la persona che mi ha salvato. Mi ha accolto, mostrandomi una via da percorrere. Lei conosce molto bene il sentimento del tradimento e dell’ipocrisia delle persone che si sfregiano del titolo di eroi. Questa società marcia fino al midollo, lei la spazzerà via.≫
≪ Per questo hai deciso di aiutarla? ≫ gli chiese Lucy, tirandosi sulle gambe traballanti. La pelle le bruciava, mandandole fitte lancinanti che le annebbiavano la vista. ≪ Non state colpendo solo gli eroi, deficiente, ma anche cittadini innocenti. Credi di essere l’unico al mondo a soffrire? ≫ sbottò arrabbiata. Per quanto le dispiacesse per lui, non poteva accettare una simile logica. ≪ Ci saranno decine di bambini come te in questo mondo e invece di aiutarli, tu vuoi condannarli alla morte per mano di qualche villan fuori controllo? ≫
Il sorriso era sparito dalle labbra di Dabi. I suoi occhi azzurri sarebbero potuti apparire belli, pensò amaramente, se non ci fosse stata dentro tutta quella rabbia e disgusto. Una follia labile che lo rendeva inumano.
≪ Stai parlando di cose che non puoi capire, ragazzina. ≫ commentò, facendo un passo indietro. ≪ Come al solito voi eroi non riuscite a vedere il quadro generale della situazione≫
≪ Ti prego di illuminarmi allora ≫ replicò sprezzante, Lucy. Premette la mano sulla pelle ferita, trasalendo per il dolore. Vide con la coda dell’occhio Jiro che stringeva una Momo in stato confusionario. Almeno respirava, pensò con un motto di sollievo, ma aveva bisogno di cure immediate o avrebbe subito dei danni irreversibili. Denki non sembrava meno confuso, l’elettricità scorreva sul suo corpo in piccole lingue saettanti.
Dabi scosse la testa, divertito. ≪ Se ti dicessi che qui si sta giocando un gioco più grande e pericoloso di quanto tu e la società riusciate a vedere, cosa mi diresti?≫
Lucy strinse gli occhi. ≪ Di spiegarti meglio, di nuovo. Stai parlando per enigmi≫
≪ Lucy ≫ mormorò Todoroki, avvicinandosi cautamente a lei. Lanciò un’occhiata ai compagni, bisbigliando con un filo di voce. ≪ Dobbiamo portare Momo e Denki al sicuro, non ce la faranno a combattere ancora≫
Questo lo so anche io. Pensò amaramente, ma l’unica via d’uscita era proprio alle spalle di Dabi. Non c’era modo di imboccarla senza scontrarsi con lui. Lucy sapeva di non avere molte possibilità di affrontarlo in battaglia e Shoto, sembrava al limite. Doveva trovare un altro modo. Eppure, sentiva che quello che Dabi stava dicendo era importante per loro.
≪ La verità è che stai bluffando per guadagnare tempo ≫ disse Lucy, decisa. Dabi la guardò con occhi brucianti e una smorfia sul viso. ≪ Sei proprio una stupida, Lucy Heartphilia. Tu più di tutti dovresti sperare che il piano della Regina funzioni, almeno se tieni a quel ragazzo drago≫
Il cuore di Lucy ebbe un sussulto. Natsu. Stava parlando di lui, che stava combattendo chissà dove. Era strano che non fosse ancora venuto ad aiutarla, ma la cosa che la spaventava di più era il fatto che conoscesse il suo nome di famiglia. ≪ Tu, come fai a sapere così tante cose di noi?≫
Dabi rise. ≪ Non avete capito nulla di quello che è successo fin ora, vero? Non avete proprio il quadro generale delle cose, vedete solo quello che vi pare≫
≪ Lucy, non l’ascoltare ≫ intervenne Jiro, guardandola angosciata. ≪ Lo hai detto anche tu che mente. Sta cercando di confonderci le idee≫
≪ Forse sto cercando di aprirvi gli occhi, invece. ≫ commentò.
Shoto emise un verso strozzato, guardando suo fratello con gli occhi fiammeggianti. Lei si morse il labbro, frustrata.
Dabi stava giocando con loro, parlava, ma perché non li attaccava? Quello che stava dicendo suscitava in Lucy un senso di ansia. Si, c’era qualcosa che non quadrava in tutta la storia, un filo conduttore, sottile e invisibile, che collegava i vari eventi. Le mancavano i tasselli fondamentali, però, per completare il disegno e vedere l’immagine nascosta.
I suoi occhi caddero sulla pelle fumante del villan e su quella di Shoto che stava ricoprendo il proprio corpo con il ghiaccio per freddarlo.
Improvvisamente, capì.
La sua forma mutò, la forza taurina abbandonò il suo corpo, lasciandola spossata. Lucy sentì la pelle raffreddarsi, di tutte le forme dello zodiaco che poteva assumere, quella era da sempre la sua preferita. Acquario, la portatrice d’acqua. Shoto sgranò gli occhi, così come suo fratello, che esclamò ≪ Cosa?≫
La stanza si accese di luce dorata. ≪ Fammi indovinare, hai raggiunto il tuo limite ≫ gli disse, muovendo la mano. ≪ Tu non puoi raffreddare il tuo corpo come Shoto, vero? Stai bruciando ≫
Per tutto lo scontro, Shoto aveva continuato ad usare il ghiaccio per contrastare le fiamme e il calore suo e del fratello aveva trasformato in liquido il ghiaccio. Il pavimento era disseminato di pozze di acqua, dalle tubature sopra le loro teste ne gocciolava altra. Al suo gesto, il fluido reagì, mulinando e raccogliendosi. Non era abbastanza, pensò, per abbatterlo, ma era l’apertura di cui avevano bisogno.
Dabi sollevò la mano e le sue fiamme baluginarono.
≪ Correte! ≫ gridò Lucy, raccogliendo tutta l’acqua. Le tubature sopra di loro esplosero per l’improvvisa pressione. Il liquido si riversò tutto sul villan, colpendolo al petto e gettandolo a terra.
Vide con la coda dell’occhio, Jiro trascinare via Momo, aiutata da Denki
Dabi gridò incredulo, cercando di sfuggire alla pressione pressante dell’acqua che lo inchiodava al suolo.
≪ Touya ≫ sussurrò Shoto, guardandolo addolorato. Distolse lo sguardo, con gli occhi pieni di lacrime e afferrò il braccio di Lucy. ≪ Andiamo via ≫ le disse, trascinandola verso l’uscita.
Lucy barcollò, sentendosi venire meno le energie. Fitte lancinanti di dolore le attraversavano il corpo, facendole cedere le gambe. Shoto le circondò il fianco con un braccio, tirandola con sé. Passarono di fianco al villan, ansimante.
Una mano le afferrò la gamba ferita, strappandole un grido di dolore.
≪ No! Non vi permetterò di scappare ≫ ruggì furioso, stringendo la presa. Lingue di fuoco le baciarono la pelle, lasciando il segno nero del loro passaggio. Lucy gridò, gli occhi piedi lacrime.
Una lancia di ghiaccio trafisse la mano di Dabi, spezzandoli le ossa con un suono raccapricciante e schizzando sangue caldo.
Dabi gridò, mollando la presa e Shoto la tirò via, quasi sollevandola di peso. ≪ Appoggiati a me ≫ le disse, sbrigativo. Lucy grugnì un assenso, aggrappandosi al corpo bollente di lui e stringendo i denti per il dolore.
Zoppicando, raggiusero Jiro e Denki che tenevano in piedi Momo, trascinandola lungo il corridoio. La testa della ragazza mora ciondolava sul petto e per un attimo, Lucy temette che fosse morta. ≪ Momo?≫
≪ è svenuta ≫ rispose Jiro, lanciando un’occhiata alle sue spalle per guardarla. Le sorrise. ≪ Respira, però. Grazie a te, Lucy-san≫
Lucy voleva piangere per il sollievo. Stavolta, era riuscita ad evitare che una persona morisse davanti ai suoi occhi. Non si era limitata a tenerle la mano e a pregare che qualcuno la salvasse, era stata lei a fare qualcosa di concreto. Mamma…
 Una voce furiosa gli inseguì, rimbalzando per le pareti. ≪ TODOROKI SHOTO≫
Alle loro spalle, avvertirono uno sfrigolio e l’aria scaldarsi. Lucy gettò uno sguardo alle proprie spalle e gridò inorridita. ≪ Shoto! Fuoco!≫
Il ragazzo mollò la presa su di lei, lasciandola crollare a terra e alzò un muro di ghiaccio che sigillò il cunicolo alle loro spalle. Ansimando, esclamò ≪ Corrette, non vi fermate!≫
Riflesso nel ghiaccio, il blu delle fiamme di Dabi divorava lo spesso muro trasparente, facendo piovere gocce d’acqua bollente, scavandosi un passaggio fino a loro. Voleva bruciarli vivi tutti quanti, pensò spaventata. Si aggrappò al ragazzo e tutti insieme corsero lungo il corridoio.
≪ Non muore mai, dannazione ≫ piagnucolò Denki, scuotendo la testa. Lucy lanciò un’occhiata a Shoto. ≪ Tutto bene? ≫ bisbigliò, con il cuore in gola.
Il ragazzo era pallido come un lenzuolo, gocce di sudore si mescolavano alle lacrime. Ansimava sfinito, continuando a creare strati su strati di ghiaccio alle loro spalle, senza mai fermarsi. Scosse piano la testa, evitando di risponderle.
≪ Ecco l’uscita! ≫ gridò Jiro, indicando un tombino sul soffitto, accessibile con una scala di metallo. Shoto spinse Lucy in avanti. ≪ Denki, aiuta le ragazze ad arrampicarsi. Prima Momo e Lucy che sono ferite. Lo trattengo io≫
≪ Ce la faccio ≫ protestò Lucy, stringendo i denti per il dolore. ≪ Posso aiutare≫
Shoto le lanciò un’occhiata, il suo sguardo si addolcì. Per un attimo, le sue labbra si tesero in un sorriso tanto bello da toglierle il respiro. ≪ Hai fatto abbastanza, Lucy-san. Lascia il resto a me≫
La lasciò andare, voltandosi a rafforzare con altro ghiaccio il muro. Jiro le afferrò il polso, parlandole frettolosamente ≪ Ce la fai ad arrampicarti?≫
Lucy annuì, senza guardarla. I suoi occhi rimasero fissi sulla figura solitaria di Shoto. La schiena del ragazzo era piegata per lo sforzo di contrastare le fiamme dall’altra parte del muro che non demordevano.
Denki si caricò in spalla Momo e si arrampicò per primo, seguito da Lucy e Jiro, che cercava di aiutarla con la gamba ferita. ≪ Shoto? ≫ lo chiamò Lucy arrivata in cima. ≪ Sbrigati!≫
La luce del sole le ferì gli occhi, accecandola. L’aria le fece formicolare la pelle. Non si era resa conto di quanto fosse stato soffocante, rimanere chiusa sottoterra, finché non avvertì i polmoni riempirsi di ossigeno e la luce del sole avvolgerli.
Erano finalmente tornati in superficie.
Jiro l’aiutò ad allontanarsi dall’apertura e insieme crollarono al suolo, riprendendo fiato. Erano sfiniti, sporchi e sudati. Jiro tremava al suo fianco, stringendole il braccio. Anche lei stava tremando, il petto chiuso da emozioni contrastanti. Denki stringeva Momo tra le braccia, guardandosi attorno, confuso.
 Poco dopo, Shoto riemerse, sigillando definitivamente il passaggio con il ghiaccio. Sospirò, buttando fuori tutta l’aria trattenuta nei polmoni e prendendone di nuova e fresca. ≪ C-credo che sia andato. Ha smesso con il fuoco≫
≪ Probabilmente ha raggiunto il suo limite ≫ commentò Jiro. Lanciò un’occhiata a Lucy e le sorrise. ≪ Sei stata una pazza. Se potevi usare l’acqua perché non l’hai fatto subito?≫
≪ Eh, non posso crearla ≫ borbottò, storcendo la bocca. ≪ Posso solo muoverla e comunque c’era troppa elettricità e temevo ci fulminasse tutti≫
Jiro scosse la testa, incredula. Denki emise un verso sbuffante. ≪ Dobbiamo portare Momo da un medico, ≫ disse allarmato ≪ il suo respiro produce uno strano sibilo≫
Lucy si riscosse. ≪ Si, giusto. Non c’è tempo da perdere ≫ disse decisa, cercando di mettersi in piedi e una fitta di dolore la fece crollare a terra. Gemette, senza fiato. Lanciò un’occhiata alla sua gamba martoriata e sussultò. Lo stomaco si contrasse e un senso di nausea l’afferrò.
La pelle chiara era annerita e delle bolle erano comparse sulla carne rossa. L’ustione si estendeva per tutta la coscia e il ginocchio. Segni rossi contornati da un liquido trasparente segnavano l’altra caviglia. Nel guardare la sua pelle martoriata, Lucy fu sopraffatta da un connato di vomito.
Era disgustoso, non sopportava di vedere una cosa simile. Il dolore stava crescendo man mano che smaltiva l’adrenalina in circolo.
Una mano si posò sulle bruciature e una sensazione di freddo le punse la pelle, togliendole il respiro e alleviando il dolore.
Shoto la guardò dispiaciuto. ≪ Non posso fare nulla per la ferita, ma questo dovrebbe aiutare con il dolore ≫ spiegò, corrugando la fronte. ≪ Mi dispiace per quello che è successo. Siete venuti a salvarci e io non vi ho protetti≫
≪ Non dire assurdità ≫ commentò Lucy, prendendo un respiro tremante e cercando di vincere la nausea. ≪ Siamo tutti dalla stessa parte. Vogliamo diventare eroi, è naturale aiutarsi a vicenda e poi non è vero che non ci hai protetti. Se non fosse stato per te, non avremmo avuto nemmeno una possibilità contro Dabi e il suo compagno≫
Shoto fece un cenno affermativo con il capo. Un gesto brusco, che gli fece cadere i capelli bicolore sugli occhi. L’espressione sul suo viso era vulnerabile e infantile, gli occhi celati dalla frangia. ≪ Lucy-san ≫ mormorò, con voce tremante. ≪ P-per Touya, io…≫
Lucy lo guardò incuriosita. Touya, ovvero Dabi, il fratello di Shoto. Non riusciva a credere a una svolta simile. Shoto strinse le labbra, tremanti e sussultò.
≪ A-arrivano altri nemici! ≫ strillò Denki, indicando il cielo. Alzarono lo sguardo di scatto, in allerta, e il cuore di Lucy sussultò incredulo.
≪ N-non sono nemici ≫ disse, con voce tremante di emozione. Il suo petto si riempì di calore e sollievo, sollevò le mani facendo cenno alle due figure grottesche che - con ali scure rivestite da una membrana sottile, come le ali di un pipistrello - sorvolavano il cielo la loro posizione.  
≪ Mirajane! Elfman! Sono qui! ≫ gridò a squarcia gola. ≪ Oi ragazzi, mi sentite?≫
≪ Li conosci? ≫ le chiese Shoto, turbato.
Lucy rise, su di giri. ≪ Se li conosco? Sono i miei compagni di Fairy Tail. Il segnale che abbiamo cercato di inviare era per loro≫
Le due figure si fermarono in aria, scrutando in basso e parlando fra loro. Lucy li guardò scendere in picchiata verso di loro e rallentare di colpo.
Aveva temuto che il segnale non fosse arrivato. Qualcosa poteva essere andato storto dal momento che l’esplosione di elettricità aveva bruciato tutto, ma fortunatamente così non era stato.
Jiro strillò spaventata. Denki li fissò a bocca aperta, mentre Shoto rimase in silenzio e composto. Dal suo viso di porcellana non traspariva più alcuna emozione. Lucy rise felice, le girava la testa per l’emozione o forse era lo shock degli ultimi eventi che l’aveva mandata in tilt.
Mirajane era nella sua forma demoniaca. I suoi bianchi capelli dritti in aria, il viso d’angelo contornato da un’espressione bella e temibile. Il suo corpo era ornato da diversi elementi. Ali da pipistrello sulla schiena, artigli affilati e letali all’estremità delle mani, gambe forti e inumane, e una lunga coda rivestita da scaglie verde scuro e nere, taglienti come rasoi.
Al suo fianco, suo fratello era un bestione alto e possente, rivestito da una fitta peluria che correva per tutto il corpo. Sarebbe potuto sembrare un enorme gorilla, se non fosse stato per le corna curve sulla testa e le ali da pipistrello sulla schiena.
Mirajane fece scorrere lo sguardo su tutti loro, prima di tornare a guardarla. ≪ Lucy, dove ti eri cacciata? Non riuscivamo a trovarti nemmeno telepaticamente ≫ disse, la voce era profonda e tagliente.
Anche se la conosceva e le voleva bene, Lucy non smetteva mai di rabbrividire per come cambiasse durante il take over. La dolce e musicale Mirajane, si trasformava in un demone freddo e potente che non lasciava trasparire alcuna emozione.
≪ Ero sottoterra. Sono felice che abbiate ricevuto l’ S.O.S≫
≪ Era incompleto ≫ le disse Elfman, il tono reso rauco e animale dalla trasformazione in bestia. ≪ Non eravamo sicuri di cosa significasse, ma abbiamo deciso di venire a vedere quando la Yuei non ha risposto alle nostre chiamate≫
Gli occhi azzurro ghiaccio di Mira si posarono sulla sua ferita, socchiudendosi taglienti. ≪ Cosa è successo?≫
≪ Stavamo combattendo ≫ rispose Shoto, formale e tranquillo. Lucy lo guardò sorpresa, normalmente le persone si sentivano intimidite da Mira e suo fratello, almeno quando erano in quella forma. Shoto, invece, sembrava indifferente alla cosa. ≪ Siamo dovuti scappare per la disparità di forze. Alcuni di noi sono feriti. Momo è la più grave, ma anche Lucy e Denki, non possono continuare a combattere≫
≪ Denki può ≫ lo contradisse Jiro, guardando spaventata di due demoni. ≪ Cioè si sta riprendendo, vero? Il suo è solo un problema di quirk≫
Il ragazzo biondo gli fece un cenno con la mano, il pollice in su e l’aria confusa e spaventata.
≪ Era un gruppo potente allora ≫ commentò Elfman. ≪ Un uomo non scapperebbe mai da nulla di meno che un battaglione≫
Shoto scosse la testa, incupendosi. ≪ Una persona sola≫
I due membri di Fairy Tail sussultarono, sorpresi. Dalla gola di Mira partì un verso di sdegno. ≪ Vorresti dirmi che cinque eroi se la sono data a gambe davanti a un solo criminale?!≫. I suoi occhi bruciarono di un fuoco freddo. ≪ Dove si trova? Lo sconfiggerò io≫
≪ Non ne ho idea ≫ rispose Lucy, con un sospiro. Sussultò, quando Jiro commentò con voce tremante. ≪ A-abbiamo dei feriti. Non sarebbe meglio pensare prima a loro?≫
≪ G-giusto ≫ disse Lucy. ≪ Mi puoi aiutare Mira? Dobbiamo trovare un medico≫
≪ Non è un problema ≫ tagliò corto, facendo cenno a suo fratello che si avvicinò a un Denki inorridito e a una Jiro atterrita. Raccolse gentilmente il corpo di Momo e con un colpo di ali, fu in aria.
≪ Elfman la porterà in una dei vari ricoveri improvvisati. ≫ disse Mira, scrutandola. ≪ Ho incontrato Erza, prima. Ci ha dato degli ordini≫
≪ Sta bene? ≫ si informò ansiosa. ≪ Ci sono anche Wendy e Charle da qualche parte nella battaglia. Prima ho sentito Natsu ruggire, lui ed Happy devono aver incontrato qualcuno di potente≫
Mirajane si inchinò su di lei e le poggiò la mano sulla testa, per calmarla. ≪ Wendy era con Erza, stai tranquilla. Ho sentito che si dirigevano alla Yuei per affrontare una certa regina≫
Il cuore di Lucy sussultò, nuovamente. Di quel passo, le sarebbe venuto un infarto a soli sedici anni. Poteva quasi vederla, la sua bara nel cimitero di famiglia. Possibile che non ci fosse un momento di tregua per lei e dovesse affrontare, una dopo l’altra, notizie destabilizzanti.
≪ Oh no, è orribile. Natsu era con loro? ≫
≪ No ≫ rispose tagliente. ≪ Non abbiamo idea di dove sia, anche lui non risponde alla telepatia≫
Un dolore sordo le afferrò il petto. La voce le tremò per l’angoscia. ≪ S-sta bene, secondo te?≫.
Non sarebbe mai dovuta correre per la strada opposta alla sua. Aveva pensato che Natsu l’avrebbe seguita e avrebbero combattuto insieme, come sempre. Erano una squadra vincente loro due. Invece, lui non l’aveva fatto.
Così come aveva evitato il discorso “Lo so che siamo amici, ma ti ho baciato perché credevo che fossi morto. E forse ha significato qualcosa.”, l’aveva evitata anche su altri fronti. Capire Natsu non era mai stato facile, ma ultimamente lo era diventato ancora meno.
Lucy si riscosse, cercando di focalizzare l’attenzione sul problema reale che aveva davanti. No, anzi, più che un problema era una valanga in piena di problemi che le faceva girare la testa.
≪ Non preoccuparti per lui ≫ le disse dolcemente, Mirajane. ≪ Natsu è un osso duro, non si farà battere. Gray sta andando in suo aiuto, ad ogni modo≫
≪ Anche Lucy-san è ferita ≫ intervenne Shoto, indicando la gamba della ragazza. ≪ Dovremmo portarla da un medico≫
≪ No, ce la faccio ≫ protestò, arrossendo. ≪ Non trattatemi come una bambina≫
Shoto la guardò confuso. ≪ Cosa c’è di infantile a ferirsi per proteggere i propri compagni?≫
≪ Niente ≫ concordò Mirajane, tirandosi su. ≪ Ora che le comunicazioni sono state ristabilite e abbiamo un’ulteriore rete telepatica di supporto, possiamo contrattaccare. Vi scorterò a uno dei punti di controllo, gli eroi si stanno organizzando lì≫
≪ Io vorrei restare e combattere ≫ rispose Shoto, aiutando Lucy a mettersi in piedi e lasciandola alle braccia di Mirajane. ≪ Dabi sarà anche scappato ma non è l’unico villan qui≫
Lucy lo guardò in ansia. ≪ Però anche tu devi essere vicino al tuo limite≫
Shoto la guardò sorpreso. Le sue labbra si tesero in un sorriso. ≪ Il moto della Yuei è spingersi sempre oltre il limite. Immagino che sia quello che dovremmo fare adesso≫
≪ Non preoccuparti per noi, Lucy-san ≫ disse Jiro, dando una pacca sonora sulla spalla di Denki che sussultando annuì. ≪ Ce la caveremo≫
Lucy si morse il labbro incerta. Non voleva arrendersi così, mentre tutti gli altri combattevano. La mano di Mirajane le strinse il fianco. ≪ Lucy puoi aiutare ancora dalle retrovie. Aiutarci a organizzare il contrattacco. Non preoccuparti, nessuno sta dicendo che non servi più a nulla≫
Gli eroi della Yuei annuirono, facendola capitolare. Avvolse le braccia intorno al collo di Mirajane e guardandoli ansiosa, disse ≪ State attenti però≫
≪ Tranquilla ≫ rispose Jiro, sventolando la mano. ≪ Prenditi cura di Momo se puoi≫
Mirajane si sollevò in aria con un battito di ali e Lucy si trovò con i piedi nel vuoto, un brivido le attraversò tutto il corpo. Guardò in basso la citta nel caos, polvere e fumo che si alzavano e persone spaventate che si accalcavano per le strade, cercando di trovare un posto sicuro in cui rifugiarsi.
Alcuni eroi stavano già cercando di ristabilire l’ordine, aiutando nell’evacuazione. Altri erano impegnati ad accerchiare gruppi di villan e contrastarli.
≪ Il contrattacco è già iniziato ≫ disse Mirajane, seria. Lucy annuì, la gola chiusa da una morsa di angoscia. Il suo sguardo scivolò sul paesaggio alla ricerca di un famigliare bagliore rubino, il segno di un drago di fuoco intento a combattere, ma non lo trovò. Le sue labbra tremarono.
Natsu, dove sei?

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Capitolo 64
*** Capitolo 35 - La Regina dei Draghi ***


35. – La Regina dei Draghi

--- All Might ---
I tronchi bianchi degli alberi gli coprivano la vista, costringendolo a cambiare continuamente strada, mentre correva sul terreno accidentato del bosco che circondava la scuola.
Il braccio gli dava fitte lancinanti di dolore che partivano dal foro nella carne e risalivano fino alla spalla, dove incontravano il pulsante dolore nel torace. La benda improvvisata, con un lembo della camicia, era già impregnata di sangue che continuava a perdere. Creava un sentiero sconnesso alle sue spalle, come se ci fosse bisogno di renderle semplice inseguirlo.
Lei poteva sentirlo. Poteva sentire il lieve e goffo frusciare dei piedi sul terreno coperto di foglie, il suo respiro ansante e sibilante, reso più affaticato dalla riduzione della capacità respiratoria che dallo sforzo di continuare a correre.
Nonostante fosse stato alleggerito dal peso dei vestiti e delle scarpe, riusciva a stento a tenere un passo decente.
Alle sue spalle, Irene rise. ≪ Non è umiliante, Toshi, scappare? Il grande Simbolo della Pace che ha combattuto senza esitazioni contro All for One, nemmeno tre mesi fa, ora non è nulla di più che un leprotto spaventato≫
No, non era affatto umiliante, pensò amaramente. Era frustrante, vergognoso e insopportabile, ma umiliante no. Non rendeva nemmeno lontanamente l’idea. Eppure, non poteva fare nient’altro. Senza il potere del One for All, non aveva speranze di affrontarla.
Irene non si stava nemmeno impegnando. Era questa la cosa peggiore, la consapevolezza che stava giocando con lui e con tutti gli altri.
Toshinori scorse con la coda dell’occhio, la figura guizzante di Gran Torino che si muoveva sopra le cime degli alberi.
≪ Lo sai che non riuscirai mai a sfuggirmi, vero? ≫ disse Irene, sbuffando. ≪ Ho aspettato questo momento per troppo tempo, per lasciarmelo scappare. Avrò la tua vita, Eroe, ed insieme ad essa quella dei tuoi studenti≫
Toshinori strinse i denti, non osando voltarsi e guardarla. Doveva solo allontanarsi abbastanza da raggiungere i campi di addestramento. Doveva condurla il più lontano possibile dagli studenti che non potevano combattere, almeno questo doveva farlo, in quanto ex Simbolo.
Un’ombra guizzò davanti a lui, costringendolo a fermarsi. Irene lo guardò divertita, un sorriso spietato sulle labbra. ≪ Vai da qualche parte? ≫ lo derise.
Toshinori scivolò sul terreno e riprese a correre in un’altra direzione. Una volta quello sforzo non sarebbe stato niente, adesso, lo stava uccidendo.
Irene sospirò, pesantemente. ≪ Cosa stai progettando Toshi? Non sei mai stato un genio, ma non credo che tu sia così stupido e codardo da abbandonare i tuoi preziosi studenti e la società che tanto hai lottato per proteggere, al loro destino. Hai visto come la tua città sta bruciando? Hai visto come sto riducendo le cose che ami? ≫
Nel suo petto, il cuore di Toshinori si stringeva per il dolore. L’aveva vista si, la distruzione che l’odio di Irene aveva portato. Aveva visto i volti spaventati dei cittadini, nelle immagini confusionarie mandate in TV, e i volti decisi degli eroi che si stavano impegnando con tutto quello che avevano a proteggerli.
Fra i tronchi degli alberi intravide la recinzione di uno dei campi di addestramento. Avvertì la presenza alle sue spalle farsi opprimente. ≪ Capisco ≫ sibilò ridendo ≪ stavi cercando di allontanarmi dai tuoi studenti≫
Un’esplosione assordante e una luce accecante, scaturì dagli alberi. Toshinori saltò in avanti, rotolando via e lasciando modo a Bakugou di colpire la Regina con tutta la sua potenza.
Stun Granade ≫ ruggì il ragazzo, scatenando una potenza tale da generale una luce accecante. L’esplosione incendiò gli alberi più vicini. La cortina di fumo si disperse rivelando la regina con gli occhi sgranati e le braccia incrociate a proteggere il viso, coperte da squame vermiglie. I suoi occhi abbagliati lacrimavano. Eppure, in qualche modo, avvertì il movimento alle sue spalle.
Ruotò su sé stessa, sibilando ≪ Piccoli piantagrane≫.
I suoi artigli scattarono verso la ragazzina che le si stava avvicinando. Bakugou si irrigidì, tenendosi il braccio tremante, balzò indietro. ≪ Uraraka! ≫ gridò, nello stesso momento in cui la ragazza schivò la mano di Irene e saltò, passandole sopra. Le sfiorò il polso con le dita, prima di ricadere alle sue spalle e scappare. ≪ Ci sono! ≫ disse, decisa.
Il corpo della regina si sollevò, strappandole un grido sorpreso.
Bakugou ispirò bruscamente, stringendo i denti. ≪ Levati dalle palle ≫ disse alla compagna, rudemente. La sua sudorazione si attivò, scoppiettando. Il corpo del ragazzo venne proiettato in avanti, l’aria si addensò in un tornado attorno ad esso. ≪ Howitzer Impact
L’esplosione fu ancora più devastante della precedente. Nello stesso istante in cui Bakugou la rilasciò, Uraraka unì le mani, restituendo alla regina il suo peso.
Toshinori si ancorò a terra, per non venire spazzato via dall’onda d’urto. Il cemento si crepò.
 Guardò incredulo la scena che aveva davanti. Quanto erano cresciuti i suoi giovani pulcini, erano diventati irriconoscibili.
Bakugou sorrise feroce. ≪ Crepa una buona volta ≫ esclamò. Uraraka raggiunse il preside e Gran Torino, esultando. ≪ Ce l’abbiamo fatta≫
≪ No ≫ disse Gran Torino, allarmato. ≪ Non cantate vittoria troppo presto≫
Toshinori vide il fumo denso salire a spirali, un’ombra si mosse quasi danzando. Una coda squamosa colpì Bakugou sul fianco, spazzandolo via. Un grido rauco gli sfuggì dalle labbra, mentre veniva lanciato a tutta velocità contro il cemento.
≪ Katsuki! ≫ strillò Uraraka, correndo verso il compagno, ma fu Gran Torino ad arrivare in tempo e afferrarlo, evitandoli di schiantarsi contro la parete.
La figura formosa di Irene riemerse con un balzo, correndo verso Toshinori. I suoi vestiti avevano subito i danni maggiori, ma per il resto era indenne.
≪ All Might! ≫ gridò il preside. ≪ Scappa! ≫
Il sorriso aveva abbandonato il volto della donna. Toshinori si mosse per scappare e un lampo verde gli si gettò addosso, afferrandolo.
Nello stesso momento, un vento impetuoso si sollevò e quello che si era trasformato in un campo di battaglia, brillò di un’intensa luce scarlatta.
I piedi della regina scivolarono sul terreno, facendola indietreggiare di un unico passo. I suoi artigli si chiusero intorno alla spada lucente di Erza che la fronteggiava, a denti stretti.
Toshinori si sentì gelare il sangue nelle vene, il respiro gli si spezzo in gola. Ora che le vedeva una di fronte all’altra, le loro teste così vicine da sfiorarsi, quello che era stato sempre e solo un dubbio, si tramutò in certezza.
Il rosso dei loro capelli splendeva alla luce del sole. Lo spostamento d’aria generato dalle loro potenze messe a confronto, faceva danzare le lunghe ciocche di capelli alle loro spalle. L’espressione sui loro visi non era tanto diversa, feroce determinazione bruciava nei loro occhi e induriva i tratti dei loro visi. 
≪ All Might ≫ lo chiamò ansioso, Midoriya. ≪ Stai bene? Sei ferito?≫
Toshinori li afferrò il braccio con le dita scheletriche. ≪ E-Erza ≫ disse, spaventato. ≪ Perché Erza è qui?≫
≪ Come perché? Siamo venuti a proteggerti ≫ rispose, sorpreso. I suoi occhi scattarono per tutto il campo, analizzando la situazione. ≪ Kacchan, dove…? Ah ≫ Abbassò lo sguardo su Toshinori, sentendolo stringere più forte.
≪ Portala via! ≫ sbottò, il petto stretto da una morsa di panico. ≪ Subito, giovane Midoriya! Non devono assolutamente scontrarsi≫
Il ragazzo lo guardò confuso, aprì bocca per parlare e la richiuse di scatto, distratto da un risvolto inaspettato sul campo di battaglia.
Il suono di un ruggito fece tremare l’aria e il terreno. Wendy dal cielo investì la regina con un potente fronte d’aria, spingendola a indietreggiare di un altro passo. Erza ne approfittò per assestarle un fendente che investì la donna.
Irene saltò indietro, ansimando.
I suoi occhi castani erano fissi sulla figura di Erza. La stava guardando in modo famelico, un sorriso gelido a curvarle le labbra. ≪ Erza Scarlet ≫ disse, con un tremito di emozione nella voce. ≪ Non mi aspettavo che saresti venuta tu da me≫
≪ Te la devo far pagare per quello che hai fatto ai miei amici alla Torre del Paradiso ≫ replicò Erza, tagliente quanto la sua lama. ≪ Pagherai per quello che hai fatto a Gerard e quello che stai facendo a questa città≫
≪ Gerard? Ho sciolto il controllo mentale su di lui. Era quello che volevi, no? ≫ rispose, tirandosi indietro una ciocca di capelli dal viso.
Toshinori si sentì tremare, si rialzò sulle gambe stanche. ≪ No, vattene. Erza, me l’hai promesso ≫ disse, andando verso di lei che lo guardò, corrugando la fronte. Sollevò la mano, facendoli cenno di non avanzare oltre. ≪ Izuku, porta mio padre al sicuro≫
≪ Tuo padre? ≫ ripeté Irene, con una risata incredula. ≪ Vorresti sapere chi è il tuo vero padre?≫
Erza trasalì. Un’esplosione fece fischiare le orecchie di Toshinori, Bakugou si lanciò all’attacco. L’esplosione centrò la donna in pieno, lasciandola illesa.
Bakugou ricade accanto a Wendy e Uraraka, mentre Erza tagliava di netto il contrattacco della regina. ≪ Vorresti conoscere la verità sulla tua nascita, Erza?≫
Il corpo di Erza si irrigidì, i suoi occhi si scurirono, tornando sulla figura della regina.
≪ Di cosa stai parlando? ≫ esclamò Midoriya, teso. Guardò Toshinori che tremava, inquieto. Il sorriso di Irene era spietato. ≪ Della verità. Questo uomo che tanto osannate come l’irreprensibile Simbolo della Pace, non è così tanto puro e incolpevole come afferma di essere≫
≪ Erza! ≫ gridò Toshinori, stringendo le mani a pugno. ≪ Hai promesso. Vattene≫
Wendy stava facendo scorrere lo sguardo fra le varie persone, tesa. La confusione era visibile sui volti degli altri, tranne di Bakugou, dove c’era solo furia cieca. ≪ Tu, schifosa psicopatica ≫ ringhiò e si sarebbe gettato in avanti se Uraraka non l’avesse afferrato trattenendolo ≪ pensi che crederemo a una sola delle tue stronzate? Ci credi stupidi come quei deficienti alla Torre del Paradiso? Ma ammazzati≫
Irene lo guardò impressionata. ≪ Che maleducato. In più di cinquecento anni di vita, non l’avevo mai incontrato un eroe tanto sboccato≫
≪ Beh, ora puoi dire di averne conosciuto uno ≫ replicò il biondo. ≪ Ed è anche quello che ti prenderà a calci in culo≫
≪ All Might? Che cosa sta succedendo? ≫ gli chiese, Midoriya. Lo guardava dubbioso. Nel suo sguardo Toshinori leggeva l’incertezza. Non voleva credere a quello che la regina stava insinuando, ma voleva da lui la conferma che mentisse.
≪ Parlo del fatto che quest’uomo è stato capace di cercare di uccidere la donna che affermava di amare ≫ disse gelida. Vide i suoi studenti trasalire. Gli occhi di Gran Torino si assottigliarono. ≪ Lui non l’avrebbe mai fatto≫
≪ Invece, ci ha provato e come ≫ replicò, con un ghigno. Toshinori rabbrividì. ≪ Tu non puoi morire così facilmente, Irene≫
≪ Questo non toglie il fatto che tu ci abbia provato ≫ commentò lei, scrutandoli.
≪ Dal momento che sei un mostro ≫ disse Erza, tagliente. ≪ Avrei fatto la stessa cosa≫. Le sue parole fecero sussultare Toshinori, ma Erza era fredda e concentrata. Non lo guardò, stringendo la spada e puntandola contro la regina, le disse sprezzante. ≪ Dovrai fare qualcosa di meglio che parlare a vanvera se vuoi spezzare la nostra volontà ad eliminarti≫
Si gettò all’attacco, ignorando l’urlo di Toshinori. La sua spada scivolò sulla pelle della donna senza ferirla. Irene schivava ogni colpo con eleganza, quasi danzando.
≪ Allora, cosa ne dici se ti dico perché ho ordinato a Gerard di riportarti alla Torre del Paradiso? ≫ le disse, con un sorriso gelido. Erza balzò indietro, come se quelle parole l’avessero scottata. Al suo posto, comparvero Bakugou e Midoriya che la colpirono in simultanea.
I piedi della regina restarono ancorati al suolo, ma il colpo la fece indietreggiare di un metro, lasciando due affossamenti nel terreno.
≪ Sapevo già che l’ordine era partito da te ≫ replicò Erza, stringendo gli occhi. ≪ Hai dato lo stesso ordine di cattura anche ai tuoi generali. Cosa vuoi da me, a proposito? Se volessi combattere, non ti limiteresti a schivare i miei colpi≫
≪ Te ne sei accorta ≫ constatò, divertita. ≪ No, hai ragione. Non sarebbe affatto carino se combattessi contro la mia stessa figlia, non credi?≫
Un brivido corse fra tutti i presenti, congelandoli. La Regina dei Draghi si raddrizzò, sorridendo. ≪ Non vuoi abbracciare la tua mamma, Erza? Non hai idea di quanto ho dovuto attendere per incontrarti. Ti ho cercato ovunque dopo che l’orfanotrofio di Rosemary venne dato alle fiamme≫
Erza si irrigidì, stringendo i pugni. La lama tremò nella sua mano.
≪ L-lei sarebbe la madre di Erza-san? ≫ sussurrò Uraraka, sconvolta. Midoriya indietreggio, un’espressione adirata in volto. ≪ Stai mentendo≫
≪ P-però il suo odore ≫ mormorò Wendy, spostando lo sguardo da l’una all’altra. ≪ S-si somigliano, poi≫
≪ Irene basta ≫ sbottò Toshinori, andandole incontro con il cuore pesante. ≪ Adesso, finiscila. So cosa stai cercando di fare e non te lo permetterò≫
Gli occhi nocciola di Irene lampeggiarono pericolosi. ≪ Oh davvero? Non ti è bastato portarmela via, vuoi anche impedirmi di parlarle? Francamente, Toshi, rendi difficile il non odiarti. Mi hai mentito e tradito, hai tentato di uccidermi. ≫ La sua voce assunse una nota di rabbia sempre più profonda man mano che continuava a parlare ≪ Per causa tua, non ho potuto liberarmi di questa maledizione che mi affligge da secoli. Hai pure osato sottrarmi ciò che è mio di diritto, la mia stessa carne e sangue≫
≪ Sai benissimo che ti amavo ≫ sbottò, adirato. I suoi studenti sussultarono, sorpresi. L’unica che non reagì fu Erza. Era immobile, come una statua. Toshinori vedeva le sue spalle rigide, la nuca dritta. Avrebbe voluto correre da lei, abbracciarla, cercare di capire come si sentiva. Stava cercando di seppellire le sue emozioni o era sconvolta e non gli credeva. Dubitava di lui, forse.
 Gli occhi gli si riempirono di lacrime, mentre diceva ≪ Ma quello che stavi facendo…non potevo fingere che non stesse accadendo. Qualsiasi essere umano non potrebbe distogliere lo sguardo davanti a tanto orrore. Non riesci a capire, Irene, quanto fosse disumano≫.
Dalle labbra della donna sfuggì un sibilo furioso che si tramutò velocemente in un basso ringhio gutturale. ≪ Tu non riesci proprio a capire. ≫ disse Irene, sollevò una mano e un potente fendente la centrò in pieno strappandole un verso sorpreso.
La lama di Erza scintillava alla luce del sole. ≪ Mi rifiuto ≫ sbottò, con voce fremente di un’emozione profonda e cupa. ≪ L’unico genitore che riconosco come tale è Toshinori Yagi. Per quanto mi riguarda, tu sei solo il mostro che ha tenuto prigionieri i miei amici e sta cercando di ucciderci≫
Toshinori sentì il cuore balzargli in gola.  
Irene la guardò sorpresa. ≪ Tu ≫ sibilò, scoprendo i denti ≪ osi metterti contro di me? Il tuo stesso sangue≫
≪ No ≫ rispose Erza, tagliente. ≪ Ti sto dicendo che ti abbatterò con le mie stesse mani≫
 
--- Erza Scarlet ---
Lo sguardo dei suoi compagni era incredulo.
Lo sospettava da tempo, ma sentirglielo confermare le diede i brividi. Da piccola, si era domandata - come tutti gli orfani- chi fossero i suoi genitori, che genere di persone fossero per mettere al mondo una bambina e gettarla via. Avevano delle ragioni per averlo fatto o era solo l’errore di una notte. Quelle domande, erano scomparse quando Toshinori l’aveva presa con sé.
Si era ritrovata ad essere grata a quelle figure sconosciute per averle dato la possibilità di incontrare la persona che era diventata la sua famiglia. Grata, perché in quel modo aveva potuto avere nella sua vita amici che le volessero bene e stessero al suo fianco.
Dopo tutti quegli anni, ora aveva metà della risposta davanti a sé. Uno schifo di risposta, come era prevedibile che fosse.
Natsu…dove sei finito? ≫ chiese, utilizzando il collegamento telepatico. La sua spada non aveva sortito alcun effetto, scivolando sulle squame dure. Di quel passo non sarebbero riusciti a sconfiggerla.
Gajil, Laxus, riuscite a raggiungerci allo Yuei?
Impossibile,rispose Laxus. ≪ Sono bloccato qui in uno scontro
Anche io, qual è il problema?
Una Dragon Slayerreplicò, tetra.
Lanciò un’occhiata a Wendy, al suo fianco. Nonostante, le ferite si stava facendo forza. Doveva darle il tempo di riprendersi, prendere tempo perché Natsu o un altro Dragon Slayer intervenisse ad aiutarli.
Farò il possibiledisse Laxus, sbrigativo. Gajil sbuffò. ≪ Francamente qua c’è parecchia gente, dovrai cavartela da sola per un po'
Trasse un respiro tremante, per anni aveva seppellito dentro di sé i sentimenti, impedendo loro di dominarla. Gerard e la Torre erano stati in agguato ma sotto controllo. Adesso, fece lo stesso con quei sentimenti che le stavano nascendo dentro.
Non avrebbe mai accettato di chiamare madre quella donna.
≪ Mi rifiuto ≫ sbottò, incrociandone lo sguardo. Aveva gli occhi di un castano più chiaro dei suoi e la scrutava intensamente. ≪ L’unico genitore che riconosco come tale è Toshinori Yagi≫
I suoi compagni sussultarono. Erza strinse la spada nella mano sudata. Il cuore batteva furioso nel suo petto, pompando sangue e adrenalina in tutto il corpo.
Tempo, le serviva tempo per elaborare una strategia vincente. Doveva esserci un modo per sconfiggere un drago, anche senza l’aiuto di un altro drago adulto.  
≪ Tu osi metterti contro di me? ≫ disse lei, stringendo gli occhi. Erza si raddrizzò, la sua voce non tradiva nemmeno un briciolo delle emozioni che cercavano di emergere in lei. ≪ Quello che ti sto dicendo è che ti abbatterò con le mie mani ≫
Erza sostituì la spada che impugnava con una lancia. Il manico di pesante legno era caldo nella sua mano, sulla punta lingue di elettricità saettavano facendo sfrigolare l’aria.
Le labbra della regina si tesero in un sorriso freddo. ≪ Piccola ingrata ≫ sibilò ≪ Dovresti ringraziarmi. Quel potere che non sai ancora usare del tutto, lo hai ottenuto da me. Discende dal mio di potere≫
≪ Quello che dici è impossibile ≫ esclamò Wendy, facendoli trasalire tutti. Bakugou e Uraraka si voltarono a guardarla. La ragazzina stava fissando la regina, disse seccamente ≪ Se Erza fosse davvero tua figlia, sarebbe una Dragon Slayer≫
≪ I quirk saltano una generazione, a volte ≫ borbottò Bakugou, lanciando un’occhiata a Midoriya che stava spingendo indietro Toshinori. Il vecchio eroe era bianco come un lenzuolo, lo vide deglutire.
Strinse i pugni, una vena prese a pulsarle nella fronte per la quantità di informazioni che stava ricevendo tutte in una volta. ≪ Cosa stai dicendo, Wendy? Si può non ereditare un quirk ≫ commentò, tesa.
La ragazzina scosse la testa. ≪ Non quello del Dragon Slayer ≫ affermò convinta. ≪ Mia madre mi disse che questo potere era nato per seguire la linea del sangue. Passa di generazione in generazione, senza mai saltarne una≫
La regina chinò leggermente il capo da un lato, sorridendo pensierosa. ≪ Questo odore…sei la figlia di Grandeeney? Adorabile ≫ commentò. ≪ Tua madre ti ha anche detto cosa succede a un Dragon Slayer una volta messo al mondo un discendente?≫
Erza aveva una brutta sensazione a riguardo. Wendy esitò. ≪ I-io non…≫
≪ Te lo dico io ≫ riprese Irene avanzando lentamente verso di loro. ≪ Il potere del Dragon Slayer non si può replicare, ma può essere trasmesso. Una volta acquisito instilla un seme nel corpo del possessore, un seme destinato a germogliare≫. Si toccò il petto con gli artigli lucenti. ≪ Corrompe il corpo del suo proprietario, brucia la sua umanità, trasformandolo sempre più nel corpo di un vero drago≫
≪ Cosa diavolo…? ≫ esclamò Charle, aggrappandosi alla gamba di Wendy. Erza sentì una morsa di nausea afferrarle lo stomaco. Sotto gli occhi scioccati degli eroi, la pelle liscia della donna si coprì di squame dure e lucenti, la pupilla si contrasse, diventando netta come quella dei gatti. La voce di Irene era profonda e conteneva un basso ringhio animale. ≪ Questo processo si chiama dragonificazione e non può essere fermato. È una cosa che succede a tutti i Dragon Slayer, prima o poi≫
≪ Impossibile ≫ sussurrò Uraraka, aggrappandosi a Bakugou. Il ragazzo aveva un’aria disgustata, borbottò ≪ Dannato mostro≫
Gli occhi di Irene bruciavano. ≪ Sai cosa succede quando un Dragon Slayer mette al mondo un figlio? ≫ proseguì, con un fremito. ≪ Quel potere inizia ad abbandonare il corpo che ha demolito e modificato e fluisce in quello del piccolo. È un processo lento, possono volerci anni e anni per essere completato. Lo sai cosa resta del precedente proprietario, una volta spogliato del suo potere, e bloccato in un corpo inumano?≫
Wendy stava tremando. Erza le posò una mano sulla spalla, traendola vicino a sé. La ragazzina aveva il viso pallido e tirato, gli occhi nocciola pieni di lacrime. Scosse la testa, soffocando un gemito atterrito.
Il sorriso sul viso di Irene si allargò. ≪ Muore. ≫ disse gelida. ≪ Tua madre è morta perché tu hai risucchiato il suo potere. La dragonificazione l’ha tenuta in vita finché c’era il potere, ma nel momento in cui l’ha perso…si è spenta anche lei≫
≪ S-stai dicendo…che io ho ≫ sussurrò Wendy, soffocando un singhiozzo. ≪ Mia madre è…morta, perché io…≫
Il sorriso di Irene era inclemente. ≪ Hai ragione a dire che Erza non è una Dragon Slayer - né mai lo diverrà – ho provveduto a incantare il seme del drago dentro di me, molto prima di concepirla. Mi sono assicurata che questa maledizione che non posso spezzare, non si riversasse anche su mia figlia≫
≪ Mia madre… lei lo sapeva? Sapeva…?≫
≪ Ma certo che lo sapeva. ≫ replicò Irene, socchiudendo gli occhi. ≪ Sapeva perfettamente a causa di chi stava morendo ≫
Erza strinse i denti, infuriata. I suoi piedi si mossero da soli. La lancia cozzò contro le squame dure che le rivestivano la spalla e l’elettricità si riversò dentro di lei.
≪ Tu sei un dannato mostro! ≫ sibilò, inferocita.
 Irene emise un verso di dolore, afferrando il manico e con un gesto brusco la lanciò in aria. ≪ Questa è la verità. La maledizione dei Dragon Slayer è la peggior sorte che possa capitare. Dovresti ringraziarmi per avertela risparmiata≫
 Erza si trovò ad atterrare a pochi passi dal bosco in fiamme, sollevò la testa solo per vedere Midoriya sferrare un pugno alle spalle della Regina. ≪ Come puoi dire delle cose così orribili e definirti una madre?! Non sei umana! ≫ sbottò, furioso.
 Il colpo generò un suono secco che fece agitare l’aria.
≪ Te l’ho già detto ≫ sibilò Irene, afferrando il braccio di Midoriya. ≪ Tu non sei all’altezza di questo potere≫
Il ragazzo le sferrò un calcio in faccia. Il terreno venne spazzato da un improvviso vento quando la regina fu scagliata al suolo, rotolò e si rimise in piedi.
La pressione del One for All, era insopportabile anche a quella distanza. La luce verde saettava intorno al corpo di Midoriya. Erza lo guardava, incredula.
Quella è…il 100% della potenza?!
Dalle labbra della Regina sfuggì un basso ringhio, mentre evitava i colpi di Gran Torino e Bakugou. Erza si gettò in avanti e mulinò la lancia, la lama scivolò sulla pelle squamosa senza sortire effetto. L’elettricità scosse il corpo della donna, strappandole un nuovo ringhio.
Inorridita, Erza vide tutti i loro attacchi fallire. Irene sollevò una mano con un sibilo ed Erza si sentì agguantare da artigli invisibili che la trascinarono indietro. Colpì il suolo con una violenza tale da svuotarle i polmoni di tutto l’ossigeno e lasciarla annaspante a terra, schiacciata sotto un vetro invisibile.
Il respiro di Irene era pesante e fremente di rabbia. ≪ Siete così seccanti, voi cuccioli esuberanti. Davvero, seccanti≫
Erza rabbrividì, vedendola avanzare fino a fermarsi davanti a Bakugou. Irene lo guardò con un sorriso divertito, mentre il ragazzo lottava per liberarsi dalla stretta invisibile che lo ancorava a terra.
≪ No, Kacchan! ≫ gridò Midoriya, lottando contra la forza che lo tratteneva. Gocce di sudore gli imperlavano la pelle, mentre stringeva i denti, sollevandosi sui gomiti. ≪ Ka-cchan ≫ sibilò, il pavimento sotto le sue mani cedette, facendolo sprofondare.
Gli artigli della donna scintillarono. Bakugou ringhiò, rilasciando esplosioni sempre più potenti che spezzavano il terreno.
≪ Annullamento ≫ disse una voce decisa e sottile. Improvvisamente, Erza sentì il peso insopportabile che la schiacciava, svanire. I suoi polmoni si riempirono di nuovo d’aria.
Wendy si era alzata sulle ginocchia, guardando la regina con aria di sfida. ≪ Potenzio le vostre capacità fisiche, ragazzi≫
La mano della regina scattò verso il petto di Bakugou che con una mobilità impressionante, le colpì il polso con un calcio e saltò via. Le sue mani brillarono per la potenza accumulata. ≪  Stun GranadeLa luce e la potente esplosione che ne scaturirono strapparono un ruggito strozzato alla donna che barcollò, sfregandosi gli occhi abbagliati.
≪ Adesso, Deku! ≫ gridò Bakugou, tenendosi il braccio tremante. Midoriya saltò come un fulmine, la gamba tesa indietro. Irene sollevò il braccio e parò il calcio che il ragazzo le assestò. Il rimbombo del colpo scosse il campo. Dalle labbra di Midoriya sfuggì un verso strozzato che si tramutò in un urlo, nel momento in cui riuscì a spingere indietro la donna. Wendy risucchiò l’aria intorno a sé, prima di rilasciarla in un tornado mulinante che investì Irene.
≪ Ruggito del Drago del Cielo ≫
Un polverone si alzò, coprendo loro la vista. Erza tossì per la polvere che le riempiva i polmoni, bruciandoli la gola e gli occhi.
Il suo cuore ebbe un sussulto, incredulo. Un verso strozzato sfuggì dalle labbra di Toshinori. Le sue mani scheletriche stringevano il braccio della Regina dei Draghi.
≪ No, All Might! ≫ ruggirono in coro Bakugou e Midoriya. Gran Torino saltò contro una parete invisibile, venendo respinto. ≪ All Might! ≫
Erza vacillò sulle gambe mal ferme. La sua vista si annebbiò, rendendole difficile capire la scena che aveva davanti. Non riusciva a respirare correttamente, il petto stretto da una morsa di orrore crescente e panico.
Dalle labbra pallide di Toshinori fuoriuscì un fiotto di sangue che gocciolò sul mento e cadde sulla camicia bianca, sformata e impolverata. Sul suo petto si aprivano cinque squarci sanguinanti che lasciavano intravedere la carne. Irene era in piedi davanti a lui, guardandolo con gli occhi castani tristi, le labbra composte in un broncio. ≪ Non avresti dovuto farlo ≫ gli disse, gli artigli gocciolanti sangue.
 Erza ebbe la folle idea che potesse essere triste per lui, per quello che aveva fatto, per ciò che significava. C’era qualcosa di brutale e malinconico in quella scena.
Toshinori la guardò, un angolo della bocca si alzò in un sorriso storto. ≪ Non potevo stare a guardare ≫ disse, traendo un respiro tremante ≪ Se ti avessi salvato…tutto questo, Irene, non sarebbe mai accaduto. Se solo ti avessi s-salvato≫
Alle sue spalle, Uraraka emise un singhiozzo rotto. Guardando con gli occhi pieni di lacrime, la persona che l’aveva salvata da una morte certa.
Bakugou emise un verso strozzato, lanciandosi in avanti con un’esplosione assordante. ≪ All Might! ≫ gridò, scontrandosi con un muro invisibile che lo trattenne. La luce verde del One for All correva intorno al corpo tremante di Midoriya che colpiva con tutte le sue forze la barriera. ≪ A-All Might!≫
Irene sussultò, afferrandoli un braccio per tenerlo in piedi. Gli accarezzò lo zigomo con le dita sporche di sangue, lasciandoli dietro il segno rosso del suo tocco. ≪ Per tutto questo tempo, hai pensato a questo? A non avermi salvato?≫
Toshinori emise un verso sibilante, che doveva essere un tentativo di risata. ≪ Non è divertente. La persona che avrei voluto salvare…la persona che amavo p-più di ogni altra cosa…I-Irene ≫ la guardò con gli occhi azzurri tormentati. ≪ No-non farlo, ti prego. Fermati. Non è troppo tardi≫
Lo sguardo della donna era triste. ≪ Oh Toshi, non ricordi? ≫ sussurrò, lasciandolo andare. Toshinori barcollò, le sue gambe cedettero, facendolo cadere in ginocchio ≪ Te l’ho dissi molto tempo fa, tu non hai mai potuto salvarmi≫
Erza gridò, lanciandosi in avanti e mettendo tutta la sua forza in un unico colpo.
≪ Nemmeno per un’istante ≫ disse Irene ≪ Hai avuto una possibilità di riuscirci.≫
La lama urtò contro lo scudo invisibile, Erza sentì la pressione nel suo corpo aumentare vertiginosamente. Gridò, il petto pieno di rabbia e disperazione. Non poteva essere vero, non poteva accadere così, davanti ai suoi occhi.
Tutte le volte che aveva pensato sarebbe morto affrontando un criminale in battaglia, lui era sempre tornato con il sorriso sulle labbra. Perfino, durante la battaglia di Kamino, lo aveva visto sfiorare la morte e uscirne vincitore.
Il suo cuore aveva sussultato di gioia, così come ora era stretto da una morsa di dolore. Non poteva succedere davvero, non poteva morire così.
Non vorresti, proteggerle con le tue mani, le cose e le persone che ami?
Toshinori si portò la mano al petto, sanguinante. Uraraka lo afferrò alle spalle, facendolo sdraiare contro il suo petto e cercando di contenere l’emorragia. Irene li guardò, con un sorriso amaro. ≪ L’ho trovato, Toshi. Alla fine, l’ho trovato. Il modo per liberarmi di questa maledizione e tornare umana≫
Non preoccuparti, io sono quile aveva detto, ogni volta che si svegliava da un incubo. ≪ Sarò sempre qui per te
≪ N-non lo fare ≫ sussurrò Toshinori. ≪ Ti prego, Irene. N-non fare anche questo≫
Uno schiocco secco fece sussultare i presenti. Davanti agli occhi di Erza, comparve una frattura. Irene si voltò di scatto, incredula. I suoi occhi nocciola si sgranarono, mentre crepe sempre più grosse comparivano sulla sua barriera.
Erza gridò, mentre la barriera andava definitivamente in pezzi, insieme alla sua arma. La lancia si disintegrò in decine di schegge acuminate.
≪ Tu ≫ sussurrò Irene, scioccata. ≪ Che razza di mostro sei?!≫
≪ E-Erza ≫ la chiamò Midoriya, sconvolto. La lama di una spada comparve nella sua mano, il fendente urtò contro il fianco di Irene. Il metallo si frantumò ed Irene venne sbalzata in aria e si schiantò contro la parete di un campo di addestramento.
Erza annaspò, i muscoli tremanti per la fatica.
Sentiva su di sé gli sguardi increduli dei suoi compagni. Strinse i pugni così forte da conficcarsi le unghie nella carne. Il respiro rotto e rapido.
Toshinori giaceva fra le braccia di Uraraka, sotto di lui il sangue stava formando una pozza che veniva assorbita dal terreno.
Gran Torino lo raggiunse, guardandola incredulo. Posò una mano sull’uomo e sbiancò, scuotendo impercettibilmente la testa.
Erza si sentì tremare, una lama di dolore le attraversò il corpo.
≪ Tu sei un dannato mostro ≫ gridò alla donna che si rialzava lentamente, tenendosi il fianco dolorante. Non era riuscita a scalfire la pelle. Irene la guardò con una smorfia di dolore fisico, gli occhi brucianti di collera e incredulità.
≪ Non sai nulla di questa maledizione, ragazzina ≫ sibilò ≪ La mia umanità, le persone che amavo, la mia stessa vita…questa maledizione si è portata via tutto quanto. Ho aspettato più di cinquecento anni per potermi riprendere ciò che è mio. Per ritornare ad essere umana!≫
La voce di Erza tremò di collera. ≪ Tu non sarai mai umana! Sei un mostro fin dentro l’anima! ≫ gridò, andandole incontro. ≪ Wendy, Natsu... alcuni dei miei più cari amici sono Dragon Slayer e non sono nemmeno lontanamente paragonabili a te. Sono persone gentili, sono umani. Non farebbero mai le cose mostruose che fai tu≫
≪ Sono ancora troppo giovani ≫ scattò lei, inferocita. ≪ Non conoscono ancora cosa sia il dolore≫
≪ Tu hai perso la tua umanità. Hai scelto di diventare il mostro che sei. Non crederò mai alla storia che sia stato il potere dei Dragon Slayer ha farlo≫
Irene si rialzò, un sorriso folle sulle labbra. ≪ Non importa cosa credi, tu. Non vivrai abbastanza per vedere i tuoi amici invecchiare e morire≫
Erza sussultò, mentre Irene si posava una mano sul petto con un sorriso folle sulle labbra. ≪ Lo vuoi sapere, il motivo per cui ho accettato di farti nascere?≫
≪ Non mi interessa il passato, e non mi serve una madre ≫ replicò Erza, impugnando una nuova spada. ≪ Ti sconfiggerò adesso, nel presente≫
Irene rise. ≪ Erza, la ragione per cui ti ho cercato adesso è solo perché mi servi, non certo perché voglio fare la madre. Tu puoi spezzare la mia maledizione≫
≪ Cosa significa? ≫ esclamò Midoriya, raggiungendola e affiancandola. Bakugou le si fermò accanto, guardingo.
≪ Spezzare la maledizione del Dragon Slayer? ≫ sussurrò Wendy, incredula. Era china su Toshinori con Gran Torino e il preside, dalle sue mani filtrava una luce calda che si riversava sul corpo dell’uomo. ≪ Come sarebbe possibile? Hai detto che-≫
≪ Non si può riportare un corpo dragonificato al suo stato originale di essere umano ≫ spiegò Irene, premendo gli artigli sul petto e facendo scaturire un'unica goccia di sangue scarlatto. ≪ Ma con il mio potere, posso incantare la mia personalità in un altro corpo e prenderne possesso ≫ Il suo sorriso si allargò. ≪ Un corpo umano, con una buona compatibilità con me. Un corpo perfetto ad accogliermi ≫ I suoi occhi nocciola scintillarono. ≪ Una buona compatibilità è facile trovarla all’interno dello stesso nucleo famigliare≫
Erza sentì la mano di Midoriya afferrarle il braccio e stringerglielo. ≪ Tu stai dicendo che…a tua figlia. Vuoi usare la tua stessa figlia ≫ disse sibilando furioso.
Il petto di Erza era stretto da una morsa gelida. Era questo che intendeva Ultear quando le aveva detto che la sua vita era una bugia? Non era mai stato previsto che lei continuasse a vivere, già prima della Torre del Paradiso, avevano già deciso che lei non avesse speranza.
≪ Perché no? È la ragione per cui l’ho messa al mondo. ≫ rispose Irene, guardandola bramosa ≪ Il tuo corpo, Erza, sarà l’inizio della mia nuova vita. Sarò finalmente libera di essere umana e non dovrò più essere un drago. Mai più≫
Erza affondò i denti nel labbro tremante. Le si era gelato il sangue nelle vene a quelle parole. Uno strumento, un’arma, un corpo da usare per i suoi esperimenti. Questo era, per la donna che le aveva dato la vita.
≪ I veri draghi sono creature nobili ≫ disse una voce nuova, facendoli sussultare. Erza sollevò la testa, voltandosi verso il bosco. Tra le lingue di fuoco emerse una figura, la sua voce era ferma e sicura. ≪ Sono gentili e forti e superiori a qualsiasi essere umano. I veri draghi non hanno nulla da spartire con quelli come te≫
Erza sentì il petto riempirsi di calore, nel vedere i pugni del ragazzo scontrarsi e far scaturire scintile danzanti.
Natsu guardò Irene con gli occhi cupi e decisi. ≪ Ti mostrerò com’è un vero drago≫
 
---- Angolino Mio -----
Ciao, mi devo scusare con voi tutti. Questa storia l’avevo pubblicata già altrove e i capitoli originali contenevano diversi Pov. Quando ho iniziato a pubblicarla qui, ho deciso di pubblicare i capitoli suddividendo i vari pov (ragione per cui finisco per pubblicare spesso 3 o 4 parti in un giorno. ) Mi è stato fatto notare però che in questo modo ho finito per non pubblicare un Pov che invece era importante per la storia e che conteneva informazioni importanti. Mi dispiace moltissimo!
Trovate il capitolo completo nella storia (ovvero con entrambi i pov, ora che l’ho corretto) è Il “Capitolo 24 – I Dragon Slayer”. Pensavo che dividendoli sarebbe stato più semplice da leggere, ma mi sbagliavo. SCUSATEMI TANTO‼ D’ora in poi pubblicherò i capitoli come si trovano nell’altro sito, ovvero con i diversi pov in un unico capitolo.
Grazie per continuare a seguire questa storia,
Baci

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Capitolo 65
*** Capitolo 36 - Per i miei amici ***


36. – Per i miei amici

--- Erza Scarlet ---
Il ragazzino con i capelli rosa aveva continuato a sbraitare come un matto per tutto il giorno. Mio padre è un drago!ripeteva arrabbiato, alzando la voce per coprire il suono delle risate e delle battute dei membri di Fairy Tail. Un vero drago, con le zanne e le squame. Ha enormi aliaveva spiegato, gesticolando e una lunghissima coda. È il Re di tutti i Draghi di Fuoco ed io sarò proprio come lui!
Natsuaveva sospirato Macao, stancamente, cercando di far tacere gli altri membri che stavano ridendo di gusto. i draghi non esistono, li trovi solo nelle favole. I Dragon Slayer sono un’altra cosa
Erza si fermò sulla riva del lago, accanto al ragazzino che singhiozzava a terra. Non era il pianto di un bambino piccolo - un lamento prolungato e assordante - ma il singhiozzare rotto di quando la frustrazione e la rabbia sono tali, da strozzarti il respiro in gola. Lo osservò alla luce del sole. Magro e straripante di un’energia febbrile. Aveva i capelli di un adorabile rosa.
 come i Fiori di ciliegioaveva detto Toshinori, quando l’aveva incontrato. Era stato l’unico che quando Natsu aveva ripetuto che suo padre era un vero drago, aveva risposto con una risata profonda ed entusiasta. Beh, buon per te, ragazzo! I Dragon Slayer sono forti!
Gli occhi neri di Natsu avevano scintillato, sorpresi e gioiosi, nel aver incontrato qualcuno che finalmente gli credeva. Erano bastate quelle poche parole perché Toshinori conquistasse il cuore di quello strano bambino. Erza non aveva potuto far altro che guardarli sorpresa.
Perché non ti soffi il naso e torniamo dentro?gli domandò, abbassando lo sguardo sul ragazzino raggomitolato che si stringeva le gambe al petto e teneva il viso nascosto nelle braccia incrociate. Gray e gli altri hanno promesso di smetterla di prenderti in giro, se tu la smetti con la storia del drago
Un accordo che aveva estorto loro con grande difficoltà. Lui scosse la testa, senza rialzarla. Mio padre è un vero dragosussurrò, arrabbiato. Il respiro gli si spezzò in un singhiozzo. E-erasi corresse tristemente. Lui era un vero drago
Erza si sentì afferrare il cuore da una morsa di tristezza. Povero piccolo, suo padre lo aveva allevato su una montagna, nei boschi, lontano da qualsiasi civiltà. Gli aveva insegnato a parlare e a leggere, perfino a fare cose insolite come cacciare gli animali per poi mangiarli.
Erano stati bene anche senza tutti i confort moderni, isolati dal resto del mondo, almeno finché non si era addormentato e non si era più risvegliato, lasciando suo figlio, appena dodicenne, a vivere da solo in un luogo sperduto.
Lo sentì tirare su con il naso, stringendosi le ginocchia al petto.
Erza!la chiamò Gray, andandole incontro. Stai ancora parlando con quel idiota? Andiamo dentro a mangiare un gelatoAveva di nuovo perso i vestiti lungo la strada e indossava solo i boxer. Erza sbuffò. I vestiti, Gray!
Lui abbassò lo sguardo e fece una faccia sorpresa. Quando è successo?!
Non c’era nulla da fare con lui, continuava a spogliarsi senza nemmeno accorgersene, nella stagione calda era anche più incontrollabile. Se non stavano attenti, ci metteva un attimo a camminare per strada completamente nudo, suscitando lo sconcerto pubblico.
Ma era anche per questo che amava Fairy Tail, perché ognuno di loro aveva qualcosa che gli rendeva strani agli occhi delle persone comuni.
 Gray fece una smorfia, guardando Natsu e poi Erza. Lascialo perdere, non sa fare altro che parlare di draghi. È così ridicolo
Natsu alzò di scatto la testa, il viso rigato di lacrime e gli occhi furiosi. Nessuno ti ha chiesto di venire qui, Capitan Mutanda!
Sono venuto a chiamare Erza, non te!scattò il ragazzino moro, con una smorfia da attaccabrighe Ti faccio vedere io cosa succede, Fiammifero Bruciato, a insultare il Grande Gray
Erza sospirò. Le cose fra quei due finivano sempre così, sempre a litigare e a fare a botte, non riuscivano proprio ad avere una conversazione normale.
Devi solo provarci, Testa ghiacciata!
Non ho problemi a prenderti a calci!
Dateci un taglio!sbottò, facendoli sussultare e impallidire di paura.
 Natsu le voltò le spalle, scalciando i ciottoli sulla riva del lago. Siete voi che siete venuti qui a rompereborbottò, tristemente Nessuno vi ha chiamato. Andatevene al diavolo, tutti quanti. Odio questo posto
Gray le lanciò un’occhiata preoccupata, anche se non voleva ammetterlo, era dispiaciuto per Natsu e capiva come si era sentito a perdere la propria famiglia.
Avevano diverse cose in comune, loro tre. Nessun genitore da cui tornare, una vita che era andata distrutta improvvisamente, ferite che non si sarebbero mai rimarginate del tutto. Pur essendo così giovani, conoscevano il dolore della perdita meglio di molti adulti.
Lei però aveva avuto la fortuna di essere trovata da Toshinori. La convivenza con lui non era sempre facile, ma Erza sapeva di poter contare su quel bizzarro uomo ossessionato dall’idea di eroismo e pace.
Natsudisse, ammorbidendo la voce. I draghi sono creature leggendarie
Il ragazzino si irrigidì, sibilando furioso. Erza non gli diede il tempo di dire qualcosa, proseguì con calma. Sono al di sopra di qualsiasi essere umano, più forti, più potenti. Le loro squame sono più dure del diamante. Il fuoco di un drago brucia con la stessa intensità del sole
Oi gli stai davvero dando ragione?intervenne Gray, sbuffando. Non posso credere che tu voglia assecondare questo svitato
Erza lo guardò male, facendolo sbuffare irritato. Natsu non si voltò, ma non scappò nemmeno via. Tendeva le orecchie in ascolto.
In questo momento, tu non riesci a fare nessuna di queste cose, non è vero?chiese, strappandoli un uggiolio di protesta Sei troppo piccolo, solo un cucciolo. Se vuoi che gli altri ti credano, c’è solo una cosa che puoi fare
Natsu voltò leggermente la testa nella sua direzione, ascoltando. Erza si strinse nelle spalle. Io non lo so se i draghi esistono o meno, ma capisci anche da solo che in questo momento tu non possa definirti un vero drago. Sei a malapena paragonabile a una salamandra
Gray fece una faccia divertita, soffocando una risata. Salamander Natsu, suona così ridicolo!
Il ragazzino prese un sasso da terra, pronto a lanciarlo in testa al moro che creò una palla di ghiaccio in una mano con un sorriso impertinente.
Se io sono una salamandra tu sei un ridicolo principino di ghiaccio
Erza scosse la testa, afferrò Natsu per la sciarpa e lo fece barcollare. Stai zitto e ascolta le persone fino alla fine del discorsoLanciò un’occhiata ammonitrice a Gray, che si ritrasse, spaventato.
Si strinse nelle spalle e riluttante ammise. Sarebbe figo se esistessero davvero. I draghi, dico.Un leggero rossore gli imperlò la pelle chiara, sollevando la voce, sbottò Ma non sto dicendo che esistono! Solo…mi piacerebbe vederne uno, credo
Erza annuì nella sua direzione, incoraggiante. Puntò le mani sui fianchi e disse Se vuoi davvero che tutti ti credano e riconoscano l’esistenza di Igneel, devi diventare forte quanto tuo padre.
Natsu trasalì, stringendo i pugni lungo i fianchi. Gray scosse la testa, guardandola allibito. Fai sul serio, Erza?
Sirispose lei, decisa. Sconfiggimi in battaglia, Natsu, se ci riuscirai io stessa dirò a tutti quanti che i draghi esistono e ti chiamerò con il nome di Igneel.
Natsu si voltò di scatto, guardandola sorpreso. L-lo dirai anche a quelli di Fairy Tail?le chiese, con voce tremante. A tutti gli abitanti di Magnolia? Farai in modo che tutti ci credano?
C’era un’urgenza ansiosa nella sua voce che le fece tenerezza. Il desiderio di essere creduto e non deriso per quello che lui amava. Erza annuì. Assolutamente si. Nessuno oserà dire che i draghi non esistano e che tu e tuo padre non lo siateGli sorrise divertita, portando il suo viso all’altezza di quello di lui. Fino ad allora però, sei meno di una salamandra
Gray sospirò, portandosi le mani dietro la testa. Va benecedette, scocciato. Se riesci davvero a battere Erza, anche io dirò a tutti che i draghi esistono. D'altronde solo un vero drago riuscirebbe a sconfiggerla
Erza annuì, fieramente.
Natsu fece scorrere lo sguardo prima su di lei e poi su Gray che ricambiò con un sorriso impudente.
Per la prima volta da quando era arrivato, Erza scoprì che l’energia febbrile dentro di Natsu era calda e luminosa come il fuoco e come il fuoco scaldava ciò che lo circondava. Lui le rivolse un sorriso emozionato, una botta di pura energia e calore, una luce abbagliante quanto il fuoco che bruciava nel sole.
Erza, combatti contro di me!strillò felice, facendo scontrare i pugni chiusi l’uno contro l’altro e facendo danzare nell’aria scintile rosso rubino e giallo oro. I suoi occhi ora scintillavano come onice, pieni di un’allegria contagiosa.
 Ti sconfiggerò e ti dimostrerò com’è fatto un vero drago!
 
≪ Natsu-kun ≫ esclamò Izuku, guardando sollevato il ragazzo che andava loro incontro.
≪ Dove ti eri cacciato, coglione? ≫ sbottò Bakugou, infastidito.
Natsu camminava con passo deciso, i vestiti ridotti a brandelli e bruciati. Era coperto di lividi e contusioni, ma come sempre il suo arrivo portò una ventata di ossigeno nei suoi polmoni. Tutta la tensione e l’angoscia che le serrava il petto, sembrò allentarsi alla vista dell’amico.
 ≪ Stavo prendendo a calci un po' di gente. Hai sentito la mia mancanza Bakugou? ≫ esclamò, gli occhi scintillanti di una strana luce. Il biondo emise un verso indignato. ≪ Nemmeno per un cazzo≫
Alle loro spalle, Uraraka sbuffò. ≪ Non è il momento per certe cose! Concentratevi ≫ disse, strappando una smorfia al biondo e un sorriso di scuse a Izuku. Natsu rimase serio, cosa che inquietò Erza.
 In tanti anni in cui era stata al suo fianco, non aveva mai visto un’espressione così tesa nel suo viso. C’era qualcosa di diverso in lui che non riusciva ad afferrare e questo la rendeva nervosa.
Irene si raddrizzò, guardandolo tetra. ≪ Il cucciolo di Igneel ≫ disse, con una smorfia. ≪  Sei venuto a intralciarmi proprio come faceva tuo padre?≫
L’espressione sul viso di Natsu si incupì.
Erza vide Happy sfrecciare alle sue spalle verso Charle e Wendy.
≪ Non parlare di mio padre come se lo conoscessi ≫ rispose irritato. ≪ Lui era un vero drago, nobile e gentile, non come te. Tu sei una vergogna per tutti i Dragon Slayer≫
Le labbra di Irene si arricciarono per il disprezzo. ≪ Come parli bene di sentimenti e nobiltà, ma la vita vera non è così. È molto più spietata≫
Erza si trovò a indietreggiare. Non per scappare, ma perché i suoi occhi si erano posati sulla figura minuta di Wendy, china sul corpo esanime di Toshinori.
Strinse i pugni, affondando le unghie nella carne del palmo.
I suoi piedi si mossero da soli, così come l’avevano portata ad attaccare, adesso la condussero da Toshinori.
Il suo viso era pallido e sudato, le palpebre tremolarono e si sollevarono nel sentirla cadere in ginocchio al suo fianco. Gli occhi azzurri di Toshinori la fissarono offuscati dall’ombra dell’incoscienza.
Erza gli sfiorò il viso con le dita fredde. ≪ Non ti azzardare a morire, mi devi diverse spiegazioni ≫ disse, cercando di sembrare arrabbiata. La voce le tremò, inclinandosi. ≪ M- mi sono sempre chiesta perché non ti trovassi una moglie≫
Wendy sussultò, arrossendo. Al suo fianco, Gran Torino la guardò male, mentre lei sussurrava con un sorriso incerto. ≪ Ora capisco perché. Hai un gusto orribile in fatto di donne ≫
Gli occhi di lui erano pieni di tristezza, trasse un respiro tremante, mormorando. ≪ I-Irene n-non è…la sua mente…paura≫
≪ Non è il caso che continui a sforzarsi così ≫ intervenne Wendy preoccupata, le mani premute sul suo petto rilasciavano una calda luce curatrice. ≪ Ha bisogno di riposo≫
≪ Titania ≫ intervenne la voce calma del preside. ≪ Non è il momento di esitare, capisci?≫
Lei sollevò lo sguardo e si sfregò l’occhio bagnato di lacrime, cercando di fermare il tremito che la scuoteva dentro. ≪ Lo so≫
Un vento acre gli sferzò il corpo, alzando la polvere. Il fuoco di Natsu danzava nel vento, riversandosi contro Irene che lo respingeva con grazia.
Davanti ai suoi occhi, atterrarono due figure. Izuku si voltò a guardare Toshinori, gli occhi scuri di angoscia, prima di lanciare un’occhiata a lei.
≪ Come sta? ≫ chiese, la voce che tradiva un tremito di dolore. Gran Torino sbuffò. ≪ Non bene. È evidente≫
≪ Avete intenzione di stare lì come degli idioti? ≫ domandò Bakugou, bruscamente ≪ Oppure vi levate dai coglioni con i feriti?≫
≪ Kacchan ≫ protestò Izuku, guardando l’amico.
≪ Il giovane Bakugou ha ragione ≫ intervenne il preside. ≪ Qui siamo solo di peso, rischiamo di intralciarvi nel combattimento≫
L’aria si accese di un bagliore scarlatto ed esplose generando un’onda che sollevò la polvere e spaccò la terra. Erza scattò in piedi, la spada in mano, pronta a respingere qualsiasi attacco stesse per arrivare.
Il sorriso di Irene si spense quando Natsu piovete su di lei dall’alto, il pugno avvolto dalle fiamme. Scartò, investendolo con una sferzata di vento tale da spazzarlo via. Il ragazzo sorrise, atterrando accucciato. ≪ Presa≫
Una gabbia di ghiaccio si formò intorno a lei, ceppi spessi come i trochi di una quercia le bloccarono le braccia lungo il corpo, scivolando fino alle caviglie. ≪ Starete scherzando?! ≫ sibilò lei, ritrovandosi legata strettamente.
Gray uscì dall’altro versante del bosco, con i capelli neri scompigliati e un sorriso insolente sulle labbra. ≪ In realtà, ci stiamo ancora riscaldando≫
≪ Se avevi freddo bastava dirlo ≫ replicò Natsu, sollevando una mano su cui una fiamma ardeva. ≪ Tò riscaldati, vai sempre in giro mezzo nudo tu. Ci credo che hai freddo poi≫
Gray lo guardò irritato, storcendo la bocca. ≪ Stai dicendo a me di scaldarmi?! Io creo ghiaccio, Fiammifero Bruciato, non ho bisogno di scaldare un bel nulla!≫
Natsu lo guardò confuso. ≪ Ma hai detto…≫
≪ È un modo di dire, ignorante! ≫ sbottò spazientito, l’altro.
Izuku si voltò a guardare Erza con una buffa espressione, costernata. ≪ Non so perché, ma inizio ad essere preoccupato. Ce la caveremo?≫
Erza non poteva dargli torto, solo quei due potevano reagire all’angoscia generale in quel modo. ≪ Sono più affidabili di quanto non sembrino ≫ gli disse, abbassando lo sguardo sulla figura di suo padre. Aveva nuovamente chiuso gli occhi e dalle sue labbra sfuggiva una parola.
Quando le aveva detto che tutti gli eroi avevano una persona che desideravano salvare senza poterlo fare, non aveva realizzato che anche lui doveva averla. Meno che mai, avrebbe potuto pensare che quella persona fosse proprio la madre che Erza non aveva mai conosciuto.
Qualche spiegazione…è un eufemismo.  
Irene emise un brontolio secco, mandando in frantumi le catene e la gabbia. Schegge di ghiaccio volarono ovunque intorno a lei.
≪ Ho la sensazione che mi stiate sottovalutando ≫ commentò, infastidita. ≪ Forse dovrei ricordarvi contro chi state cercando di combattere≫
Erza strinse l’impugnatura della spada. ≪ Happy, Charle, riuscite a trasportare Toshi al sicuro?≫
I due gatti annuirono, ansiosi.
≪ Io vado con loro ≫ disse Wendy, cupa. ≪ Finché non è fuori pericolo non posso interrompere l’incantesimo di guarigione≫
Izuku stese il braccio, chiudendo il pugno. La luce del One for All filtrava dalla sua pelle in un alone caldo, la pressione del suo potere fece fremere la polvere sotto i suoi piedi. ≪ Pensaci tu a proteggerlo, Wendy≫
Si gettò in avanti, prima che chiunque potesse dirgli qualcosa. Irene sollevò una mano, pronta ad agire e scartò evitando un pugno di Izuku. L’aria si agitò violentemente, costringendola a sollevare un braccio per ripararsi il viso.
≪ Quale razza di mostro ≫ esclamò furioso, inseguendola ≪ cercherebbe di uccidere All Might e di usare la sua stessa figlia come un contenitore?≫
Nella sua testa Erza, sentì la voce del ragazzo che le parlava. ≪ Dobbiamo focalizzare la sua attenzione su di noi, così apriremo la strada a Natsu-kun. ≫ Dal modo in cui lo sguardo di Bakugou si incupì, Erza capì che anche lui stava ascoltando. ≪ Attaccate frontalmente. Anche se i nostri attacchi non dovessero sortire effetto, non dobbiamo darle il tempo di riprendere fiato.
Natsu e Gray scivolarono alle spalle della donna, sferrando un pugno ciascuno alla sua schiena. Irene saltò in alto, neutralizzando i loro attacchi e atterrò con grazia a distanza.
Quanto cazzo ti piace dare ordini? ≫ replicò Bakugou scocciato, gettandosi in avanti. Le sue mani brillavano di luce e generarono un’esplosione che alzò un polverone ≪ Mi sono appena riscaldato, coglione. Le faccio il culo a ‘sta stronza
Izuku non si scompose, preparandosi a scattare.
La nube si diradò, lasciando vedere un campo vuoto. I ragazzi si guardarono attorno confusi.
Erza era rimasta indietro, sorvegliando i due gatti che afferravano Toshinori ognuno per un braccio e lo sollevavano. Uraraka si voltò verso di lei e impallidì. ≪ Erza-san, dietro di te! ≫ gridò, facendoli voltare tutti.
Una mano scivolò sulla gola di Erza, traendola indietro e facendole urtare il corpo formoso alle sue spalle. Le dita si contrassero sulla sua gola, stringendo la presa fino a mozzarle il respiro. Sussultò sorpresa, sentendosi afferrare il polso da mani fredde e squamose.
Per lo spavento, Happy mollò la presa sul braccio di Toshinori e l’uomo crollò fra le braccia di Gran Torino. ≪ Dannato mostro ≫
I ragazzi fecero per scattare in suo soccorso, ma si bloccarono nel vedere gli artigli della donna premere sulla gola e tagliare la pelle. Erza sentì qualcosa di caldo scivolarle sulla pelle, giù fino alla clavicola.
≪ Io non lo farei se fossi in voi ≫ commentò Irene, traendola contro il suo petto morbido e sfilandoli la spada dalla mano, gettandola via.
I suoi compagni la guardavano angosciati, pronti a scattare alla prima occasione utile. Wendy sollevò lo sguardo ansioso su di lei, tenendo una mano sul petto di Toshinori.
≪ Anche lui ≫ disse Irene, alla ragazzina e al vecchio. ≪ Voglio anche lui, ora≫
≪ Non vedo cosa ne ricavi da un uomo moribondo ≫ commentò Nezu, con calma. ≪ A meno che tu non nutra ancora dei sentimenti per lui≫
Irene sibilò. ≪ Non sono affari tuoi, ho le mie ragioni≫
Erza incrociò lo sguardo di Gray. Gli occhi neri del ragazzo erano limpidi e sicuri.
≪ Deve essere stato davvero terribile ≫ commentò, con voce bassa, cercando di sembrare partecipe. Lucy glielo doveva aver detto un centinaio di volte. Quando non puoi vincere combattendo, vinci con le parole. Se si trattava della bionda, era una maestra in questo, ma Erza…sapeva di essere pessima a comunicare con gli altri. ≪ La maledizione, dico≫
Irene si irrigidì, stringendo la presa sul collo.
Erza? Cosa stai facendo? ≫ le chiese Izuku, allarmato, sfruttando il collegamento mentale. Era pericoloso continuare a sovraccaricarlo con discorsi inutili, avrebbe anche potuto saltare se esageravano. La voce di Gray risuonò nelle loro teste. ≪ Te lo dico io, prende tempo
≪ Non pensare di potermi distrarre ≫ commentò seccamente ≪ Ho diversi secoli più di te, ragazzina. Datemi Toshi, ho detto, con lui non ho ancora finito≫
Gran Torino lo allontanò dalla donna, con gli occhi duri come biglie.
Erza ispirò, bruscamente. ≪ Giusto, ma potrai pur rispondere ad alcune domande di tua figlia. Almeno questo, me lo devi ≫ commentò gelida.
Irene sbuffò. ≪ Non vedo perché dovrei sprecare fiato dal momento che l’unica cosa che mi interessa di te è il tuo corpo≫
≪ Se ne hai tanto bisogno, perché mi hai gettato via? ≫ le chiese, cauta. I suoi compagni sussultarono. ≪ È questo che non riesco a capire. Sono stata abbandonata ai piedi di una chiesa appena nata, ma se mi hai messo al mondo per usarmi, non sarebbe stato più saggio tenermi con te? ≫  
≪ Non lo devo spiegare a te ≫ replicò gelida. ≪ Ma se proprio ci tieni a saperlo. In quel momento, non potevo tenerti con me. Ti ho messo dove potevo ritrovarti, ma quando sono tornata a Rosemary, il paese era devastato e dei bambini dell’orfanotrofio non c’era più traccia. Ti ho cercato, non ne hai nemmeno idea di quanto ho dovuto faticare per trovarti≫
Erza strinse le labbra fino a farle sbiancare, il petto stretto in una morsa.
Erza… ≫ disse Gray nella sua mente. Lei rispose prontamente. ≪ Non lo fare. Non ancora ≫ Prima aveva bisogno di sapere. Il respiro le sfuggì dalle labbra, incerto. ≪ E sei arrivata alla Torre del Paradiso≫
≪ Si, ho preso la mente di Gerard per prendere il controllo della Torre≫. Avvicinò la bocca al suo orecchio, dicendo ≪ Immaginati quanto è stato frustante rendermi conto che avevo finalmente raggiunto il posto in cui ti trovavi e che eri viva, ma non più alla mia portata≫
≪ Gerard sapeva dove mi trovavo≫
≪ Si, è stato i miei occhi e le mie orecchie. Per questo ho fatto attaccare questa ridicola scuola appena ci sei venuta. ≫ rispose, con una sfumatura di derisione ≪ La mamma ci teneva a darti il benvenuto nella tua nuova scuola≫
≪ Sei orribile ≫ commentò Izuku, disgustato. ≪ Quante persone vuoi rovinare per i tuoi desideri?≫
≪ Non ti fai ribrezzo ad usare gli altri e gettarli via come se fossero pedine? ≫ chiese Gray, cupo.
≪ A dire il vero, no ≫ replicò lei. ≪ A fidarsi degli umani si finisce sempre feriti. È una lezione che anche voi giovani Dragon Slayer imparerete presto.≫
Erza sollevò la mano, afferrando il polso squamoso della donna e stringendolo. Aveva in bocca il sapore amaro della bile. ≪ Ancora una cosa: perché ora? Tutti questi anni, perché hai aspettato tanto tempo?≫
Irene tacque, le sue dita si contrassero sulla gola di lei. Avvertì il suo respiro cambiare, la voce si abbassò. ≪ Perché non potevo rischiare di scontrarmi con Toshinori quando aveva ancora il suo potere ≫ sussurrò ≪ Il fatto che tu l’abbia incontrato…è una singolare coincidenza, sai? Non avrei mai pensato che potesse accadere≫
Gli occhi verdi di Izuku ebbero un bagliore. Irene, allora, aveva temuto lo scontro con Toshinori per via del suo potere e non solo dei loro trascorsi.
≪ Molte cose, sono fuori dal tuo controllo ≫ commentò Erza, stringendole il polso. ≪ Tipo questa≫
Sentì il respiro di lei fra i capelli, poi una sensazione di freddo afferrò l’aria. Irene si voltò di scattò, gremendo l’aria e i suoi artigli affondarono nel petto di Gray, mandando i frantumi la sua figura di ghiaccio.
Il corpo squamoso della donna si coprì di uno spesso strato di ghiaccio e risalì sui suoi arti per infrangersi in centinaia di schegge gelide. Erza le ruotò il polso e con un abile mossa, la scaraventò a terra. ≪ Tu ≫ sibilò Irene, guardandola furiosa. Si rimise in piedi con un colpo di reni, dicendo ≪ Sei proprio decisa a mettermi i bastoni fra le ruote≫
≪ Sono decisa a proteggere i miei compagni e amici ≫ replicò gelida, un sorriso a curvarle le labbra. ≪ E si, anche a prenderti a calci ≫
La donna mosse un passo in avanti, solo per trovarsi sotto gli occhi quelli scarlatti di Bakugou. Lui fece un sorriso folle e pericoloso, prima di investirla con un’esplosione. ≪ Crepa! ≫ gridò.
Lei sollevò le braccia per proteggersi gli occhi ed evitare di essere accecata di nuovo.
Izuku fu pronto ad approfittare di quel momento. La colpì con un calcio alla testa, facendola barcollare indietro. I suoi piedi si mossero veloci sul terreno, saettando fra le lingue di elettricità verde del suo potere e lasciando Erza senza fiato. Irene incespicò, incassando una fila di calci consecutivi che alzarono un vento impetuoso, respingendoli.
≪ Ma che diavolo…? ≫ esclamò Gray, lottando per non venire spazzato via. Natsu si accucciò a terra, mentre Erza conficcò la spada al suolo per evitare di essere spazzata via. Afferrò Uraraka per un braccio, trattenendola.
≪ Deku-kun ≫ sussurrò, aggrappandosi ad Erza e fissando il ragazzo che stava costringendo Irene in una difesa serrata. ≪ Incredibile…sta riuscendo a farla indietreggiare≫
Erza era d’accordo. Ognuno di quei calci conteneva il cento per cento della sua forza, superava la resistenza abituale del suo corpo, portandolo al limite.  Ed Irene li incassava tutti, ringhiando furiosa e grugnendo di dolore, anche se non perforavano le sue squame, Erza immaginava che fossero dolorosi.
Irene afferrò la gamba di Izuku, bloccando il suo ultimo attacco e lo scagliò in aria. Una luce scarlatta si accese a poca distanza da lui, generando un’esplosione. Izuku calciò l’aria spazzandola via.
Un martello di ghiaccio si scagliò contro di lei, andando in frantumi, ma non prima di averla costretta di nuovo a chiudersi in difesa.
Irene sibilò furiosa.
≪ Erza ≫ disse Uraraka, indicandole il cielo. Lei seguì il suo sguardo e trasalì. ≪ Quando…?≫
≪ Non importa ≫ tagliò corto, la ragazza. Avvicinò le dita. ≪ Puoi farlo, non è vero? Come durante il primo attacco alla Yuei≫
Lei annuì, alzandosi ≪ Sono pronta ≫ esclamò decisa e trasse indietro la spada, accumulando potere. Uraraka annuì, unendo le mani e un centinaio di macerie piovete giù dal cielo.
≪ Vai ≫ disse la ragazza.
≪ Via dai piedi ≫ ruggì Erza, sfruttando la potenza dei suoi fendenti per generare una serie di venti che spinse le macerie come proiettili sulla Regina dei Draghi.
Il fuoco di Natsu era diventato un incendio che lo avvolgeva interamente, il suo viso era ricoperto di pallide squame che scendevano sul collo e proseguivano sugli arti e sul torace.
Irene ruggì, generando un’esplosione che polverizzò le rocce. Il suo ruggito risuonò nell’aria, scuotendola fin dentro le ossa.
≪ Così tanta potenza ≫ gemette Uraraka, atterrita. Izuku e Bakugou saltarono indietro, pallidi e increduli, mentre Natsu si lanciava in avanti. ≪ Pugno del Drago di Fuoco!≫
Irene afferrò il pugno con una mano rivestita di squame. ≪ State solo sprecando energie, avete davanti a voi più di cinquecento anni di potere≫
Natsu emise un basso ringhio di frustrazione, l’altro braccio si mosse scattando in avanti. ≪ Questo è tutto da vedere!≫
 Irene afferrò anche quello, trattenendolo e puntando i piedi, in un confronto diretto. Il labbro le si arricciò nel mostrare le zanne. ≪ Tuo padre non ti ha insegnato a rispettare gli adulti, cucciolotto?≫
≪ Non parlare di lui ≫ sibilò Natsu, affondando i piedi nel terreno e generando nuove fiamme che si alzarono avvolgendolo e rendendo l’aria calda. ≪ Lui amava gli umani e non ha mai cercato di cambiare quello che era. Essere un drago per lui non era una maledizione di cui liberarsi ad ogni costo!≫
Gli occhi di Irene si accesero di rabbia. ≪ Igneel è sempre stato uno sciocco sentimentale. Non ha mai compreso appieno la natura di questa maledizione≫
Erza sentiva la paura aumentare nel suo petto. Era impossibile batterla, perfino con Natsu, non avevano speranza. La regina riusciva a tenergli testa con troppa facilità.
La mano che stringeva la spada tremò per un istante.
Ci doveva essere un modo perché potessero riuscirci, non poteva essere invincibile. Ma quale?! Toshi come hai fatto a mettere in fuga una così?!
≪ Oi che ti succede, Deku? ≫ sibilò Bakugou, guardando l’altro ragazzo. Erza si voltò di scatto. Sul viso del ragazzo era apparsa una smorfia di dolore.
≪ Deku-kun, non ti senti bene? ≫ chiese ansiosa Uraraka, facendo per avvicinarsi a lui ≪ Ti ha ferito?≫
Izuku si era afferrato il braccio e lo stringeva, tremando leggermente. ≪ No-non è niente ≫ disse, con il respiro accelerato. Ad Erza servì un istante per capire. ≪ L’incantesimo che aumenta la sua resistenza fisica si sta esaurendo ≫ sussurrò, guardando verso la ragazzina che stava ancora cercando di curare Toshinori.
Perché ci vuole così tanto? Si chiese in ansia. Gran Torino lo ha curato subito…possibile che i danni preesistenti su Toshi ne siano la causa?
Esisteva un’altra possibilità, ma Erza non voleva prenderla in considerazione. Era troppo orribile da pensare quanto da credere.
≪ Fanculo, quanto ne puoi usare senza quello? ≫ imprecò Bakugou, storcendo la bocca. Izuku ispirò bruscamente, la sua voce vibrava di collera e frustrazione. ≪ Tutto quello che serve, non preoccuparti≫
≪ Non dire stupidaggini ≫ replicò Erza, guardandolo ansiosa. ≪ Senza l’incantesimo il tuo corpo non reggerà la piena forza≫
Le sue braccia erano già danneggiate, non avrebbero retto a una simile pressione. Sarebbe andato in pezzi, rompendosi come una tazza di porcellana caduta a terra. Gli occhi verdi del ragazzo baluginarono di cupa determinazione. ≪ Non lascerò che ti faccia del male ≫ rispose, facendole balzare il cuore in gola. ≪ In nessun modo, lascerò che lei vinca. I nostri amici stanno combattendo, anche noi dobbiamo fare la nostra parte≫
Bakugou strinse i denti emettendo un verso strozzato. Erza scosse la testa, frustrata, anche se aveva ragione odiava l’idea di quello che sarebbe potuto accadergli se avesse esagerato.
≪ Sei testardo come tuo padre ≫ disse Irene a Natsu, facendoli sussultare. ≪ Ma tu non sai tutto ciò che si nasconde in questo mondo. Dovresti chiederti da chi tuo padre si stesse nascondendo≫
Natsu trasalì cedendo per un istante. Irene lo trasse a sé, cadendo sulla schiena e puntando il piede contro il torace del ragazzo, in un unico movimento fluido. ≪ Perché pensi che ti abbia nascosto con sé, perché non voleva che avessi contati con gli altri draghi? Cosa è successo a tua madre? Te lo sei mai chiesto o sei uno di quel bambini che pende dalle labbra dei genitori senza mai farsi domande? ≫
Natsu fu scagliato in aria. La bocca di Irene si spalancò rilasciando un ruggito che fece tremare l’aria e si riversò su Natsu, travolgendolo.
≪ Natsu! ≫ gridarono Gray ed Erza, muovendo un passo in avanti. Gray sollevò un muro di ghiaccio, cercando di proteggere tutti dall’onda d’urto. Sul ghiaccio comparvero centinaia di crepe e spaccature. Una luce scarlatta saettò nel campo di battaglia, investendoli con una potente esplosione.
Erza e tutti gli altri venero scaraventati via ed urtarono il suolo bruscamente, strappandole di bocca un grido strozzato e il respiro.
In piedi nella polvere, Irene gli sorrise feroce.
≪ Adesso basta, la ricreazione è finita ≫ disse con voce carezzevole. ≪ Erza, vieni qui senza fare tutti questi caprici. Se ubbidisci, la mamma sarà tanto gentile da lasciar vivere i tuoi amichetti≫
 
--- Midoriya Izuku ---
Izuku si tirò sui gomiti, tossendo. Aveva la gola piena di polvere e il corpo attraversato da una pressione dolorosa che gli premeva sui muscoli e i tendini, rendendoli difficile perfino respirare.
Nonostante le apparenze, quella donna era un mostro. Bellissima, proprio come lo era Erza, ma diecimila volte più pericolosa e terrificante.
Come se gli avesse letto nel pensiero, Gray borbottò ≪ Eh sì, comincio a capire da chi ha preso Erza≫
≪ Non posso credere che All Might abbia detto di aver amato questa donna ≫ mormorò Izuku, amaramente. Bakugou si tirò sulle ginocchia, sibilando. ≪ Oi ma parli proprio tu che stai con la figlia?!≫
≪ Ah K-Kacchan, non dirlo a voce alta ≫ rispose, evasivo. ≪ Erza non ucciderebbe mai nessuno…Credo≫
≪ Io non ci conterei ≫ commentò Gray. ≪ Per una torta alle fragole potrebbe uccidere davvero≫
 Alle loro spalle, Erza sbottò ≪ Vi si è fuso il cervello? Concentratevi invece di dire stupidaggini!≫
I tre ragazzi sussultarono. Izuku tornò a focalizzare la sua attenzione sulla figura formosa che avanzava verso di loro. I loro attacchi più potenti non riuscivano a sconfiggerla, i danni maggiori glieli aveva inflitti Natsu. La cosa che più lo spaventava però, era che fosse mostruosa dentro più di quanto lo fosse fuori.
Non solo aveva cercato di uccidere All Might – al solo pensiero gli si strinse il cuore in petto per il dolore – ma voleva usare Erza come un contenitore per la sua personalità. Non solo non gli importava di lei, ma l’aveva sempre tenuta d’occhio in attesa di quel momento.
Mai. Non lascerò che accada per nessuna ragione.
Avrebbe preferito distruggersi il corpo che lasciare che quella donna terribile ottenesse anche solo una delle cose orribili che voleva.
Irene emerse dalla polvere e dal fumo, la pelle ricoperta di squame pallide. Il suo viso aveva un’espressione gelida e feroce. ≪ Basta con i caprici ≫ disse, seccata. I suoi occhi brillavano di una luce predatoria. ≪ Vieni qui, Erza. Se lo fai, la mamma sarà tanto gentile da lasciar vivere i tuoi amici≫
 Natsu sibilò, tirandosi in piedi. Lui e Gray si lanciarono in avanti, colpendo un muro invisibile che gli respinse e generò una nuova esplosione.
Erza si alzò sulle ginocchia e guardò sbalordita il proprio corpo. ≪ Tutta quella potenza e solo dei danni superficiali? ≫ si domandò, studiando le leggere escoriazioni sulla sua pelle.
Izuku si voltò di scatto e la guardò. Aveva la coda disfatta, ciocche cremisi le cadevano disordinatamente sul davanti. La pelle era graffiata, qualche livido scuro le segnava le braccia e il torace, ma a parte questo stava benissimo, come tutti loro.
≪ Com’è possibile? ≫ si chiese, incrociando gli occhi castani della ragazza.
Irene si fermò, guardandoli sorpresa e il suo sguardo scattò sulla figura minuta, rimasta in disparte.
≪ Potenziamento della resistenza contro tutti gli elementi ≫ disse la vocetta decisa di Wendy. I suoi occhi castani fiammeggiarono. ≪ Deus Corona≫
Izuku sentì il cuore sussultare in petto nel vederla inginocchiata davanti ad All Might, con una mano posata sul suo petto e intenta a mantenere attivo l’incantesimo di guarigione, mentre l’altra puntava verso di loro. ≪ Potenziamento delle capacità fisiche: Deus Eques≫
La pressione dolorosa nel suo corpo svanì, dandoli finalmente respiro.
Wendy si alzò sulle gambe mal ferme. Le labbra di Irene si schiusero per la sorpresa. ≪ È ancora vivo? Tu stai curando le sue ferite, nonostante le condizioni del suo corpo? ≫ chiese sorpresa, guardando il corpo di All Might un lampo di amarezza le oscurò lo sguardo.
Wendy ispirò bruscamente. Dietro di lei c’erano Gran Torino e Nezu che la fissavano sorpresi. ≪ Nessuno morirà davanti ai miei occhi ≫ disse Wendy, il viso pallido e il respiro stremato ≪ Non lascerò che accada ≫
≪ Non sottovalutare Wendy ≫ strillò Charle, indignata. ≪ È pur sempre una dragon Slayer≫
  Al suo fianco, Happy annuì, stringendo il braccio di All Might. ≪ Sarà anche giovane ma è tenace!≫
Izuku sentì un sorriso curvarli le labbra. Gli aveva protetti. Quelle esplosione avrebbero potuto ucciderli, se lei non avesse usato il suo potere per proteggerli e l’aveva fatto senza smettere di curare All Might. Nonostante le sue ferite e la stanchezza. 
Irene socchiuse gli occhi, un’espressione malinconica sul viso. Sorrise. ≪ Capisco, una giovane incantatrice come tua madre≫
≪ Per favore, fermati ≫ le disse Wendy severa. ≪ Non voglio credere che una dragon slayer sia disposta a fare davvero tutto questo≫
Irene strinse le labbra tremanti. ≪  Non metterti in mezzo, quello che sto tentando di fare potrebbe salvare anche voi, un giorno≫
≪ Devi essere impazzita del tutto ≫ disse Natsu ≪ I nostri genitori pur avendo completato la Dragonificazione non hanno reagito come te.≫
Il corpo di Irene tremò, i suoi occhi nocciola erano pieni di un dolore straziante che immobilizzò Izuku. Sembrava così disperata e distante, la voce le tremò di una nota acuta e tormentata. ≪ State zitti! ≫ sbottò, portandosi le mani alla testa e premendo le dita fra i capelli con un lamento straziante. ≪ Non potete capire, nessuno di voi! Tutto ciò che amavo…questa maledizione ha distrutto ogni cosa!≫
I suoi occhi scattarono sulla figura di Erza che la fissava sconvolta, la bocca contorta in una smorfia di orrore crescente. Il respiro di Irene si fece pesante. ≪ La devo spezzare. Si, posso porle fine, tu…ti odio così tanto, sei proprio come lui. Sei la ragione per cui lui mi ha abbandonato≫
Izuku tese un braccio come a fare da scudo ad Erza, con la crescente sensazione che l’orrore e l’angoscia gli avrebbero stritolato il petto fino a spezzargli le ossa. Gli altri si mossero per frapporsi, pronti a combattere.
Erza la fissò scioccata, le labbra si schiusero lasciando uscire parole dense di amarezza e incredulità. ≪ Sei totalmente pazza ≫
Irene sorrise folle. ≪ Ti odio. Ti odio. Muori. Muori. No, mi servi. Devi vivere, si. Il tuo corpo sarà l’inizio della mia nuova vita≫
≪ Ormai tu ≫ commentò cupamente Natsu ≪ Non puoi più tornare umana≫
≪ La tua mente è andata in pezzi, Irene ≫ disse Wendy, sollevando una mano. La regina agì velocemente. ≪ Idiota, posso annullare tutti i tuoi incantesimi! Non puoi battermi sul mio stesso terreno: Incantesimo di separazione: Deus Zero≫
I ragazzi sussultarono. Wendy però fu veloce a reagire, senza fiato sibilò. ≪ Inutile, posso annullare il tuo Deus Zero con il mio≫
≪ Piccola, scocciatrice, sai usare incantesimi così complessi? ≫ sibilò e si mosse di scatto evitando Natsu.
Un’esplosione proiettò Bakugou in avanti, proprio di lato alla Regina, mentre Erza si spostò dall’altra parte. Attaccarono in sincrono. La spada di Erza si scontrò contro le squame del braccio sinistro di sua madre, mentre la mano destra della Regina afferrava Il braccio di Bakugou e lo spezzava con uno schiocco secco. Il ragazzo gridò di dolore.
≪ Kacchan! ≫ gridò Izuku, mentre Uraraka impallidiva. ≪ Katsuki!≫
Natsu posò i piedi a terra e si voltò di scatto, gli artigli baluginarono avvolti da fiamme rubino disegnando una scia lucente nell’aria e affondarono nella carne del torace della donna, strappandole un grido straziante di agonia.
Irene barcollò tenendosi il petto incredula, dove erano comparsi cinque profondi squarci, sanguinanti. Gray balzò su di lei, ≪ Ice Make Lancet ≫ gridò, investendola con una pioggia concentrata di lance che la distrasse permettendo ad Uraraka di scivolare sotto la sua guardia e toccarle la gamba. Il corpo della donna si sollevò, Izuku trasse indietro il braccio ≪ Detroit Smash ≫ gridò, il suo pugno andò a impattare contro il palmo della donna che ruggì inferocita.
Il colpo lo travolse accecandolo. Il mondo si trasformò in luce e dolore, travolgendolo. Izuku venne spazzato via, insieme ai suoi compagni.
Natsu si gettò di lato e balzò sulla regina, affondando gli artigli nelle sue ferite e interrompendo il suo ruggito.
≪ Natsu ≫ gridò Wendy, ansimando ≪ Potenziamento delle capacità offensive e della velocità: Arms e Vernier≫
La ragazzina barcollò e crollò in ginocchio, allo stremo delle forze. L’incantesimo di guarigione che continuava a tenere attivo si offusco, arrivando quasi a spegnersi. Erza gridò allarmata. ≪ Wendy!≫
I movimenti del ragazzo divennero notevolmente più fluidi e potenti, sembrava che i suoi piedi non toccassero il suolo. Gridò ≪ Non ti permetterò di fare del male ai miei amici. Ti fermerò qui e ora, Irene!≫
L’urlò di Irene gli fece sussultare, congelandoli. Natsu emise un verso basso e rauco, le sue dita affondarono nel petto della regina, nella sua carne, fino all’osso. Incredulo, Izuku vide le fiamme divampare nella mano del ragazzo, attaccando le squame dell’altro drago.
Ansimando, dalla bocca di Irene piovete un fiotto di sangue caldo che le bagnò il petto e il braccio di Natsu. Gli afferrò il polso, guardandolo furiosa. ≪ Ho aspettato cinquecento anni per poter riavere la mia vita ≫ sibilò con voce rauca. Il suo corpo aumentò di dimensione, la pelle candida si ricoprì di squame vermiglie, si strappò dalla carne squarciata la mano del ragazzo. I suoi occhi avevano una luce sinistra che fece scorrere un nuovo brivido di orrore lungo il corpo, paralizzando Izuku.
≪ C-che cosa…? ≫ sussurrò Uraraka indietreggiando tremante. Le ginocchia della ragazza cedettero, facendola cadere nella polvere.
Bakugou e Gray balzarono indietro, stringendo i pugni tremanti. Bakugou si premette il braccio spezzato al petto, senza fiato.
Irene emise un basso verso animale, ringhiando feroce ≪ Non permetterò a nessuno di portarmela via, tanto meno a te≫
La sua bocca si spalancò lasciando uscire un’esplosione che gli travolse, scaraventandoli in aria. La schiena di Izuku urtò contro qualcosa di duro e freddo, evitandoli di venire spazzato via per chilometri.
Gray lo tirò su afferrandolo per il braccio, il viso pallido contorto in una smorfia di orrore. ≪ Oi stiamo scherzando, vero? ≫ disse, con un tremito nella voce.
Davanti a loro c’era una creatura mai vista prima che trascendeva la leggenda. Era più alto dell’intera Yuei, le sue squame cremisi e perla luccicavano al sole del tardo pomeriggio, scintillando come gemme. Le zampe artigliate, pestarono il terreno scuotendolo e mandando in pezzi una porzione del campo di addestramento, il cemento si disperse intorno a lei, piovendo loro addosso.
Il fuoco che bruciava gli alberi e la terra del campo di battaglia creava riflessi cupi sugli artigli. Il drago spalancò le fauci mostrando una cresta di zanne curve che finivano in una punta acuminata.
Il suo ruggito assordante scosse il cielo e la terra, vibrò all’interno delle loro casse toraciche spegnendo ogni sentimento di speranza.
Era impossibile.
Non c’era possibilità di affrontare una creatura del genere. Il ruggito si riversò sul terreno, travolgendo ogni cosa. Izuku afferrò Gray, trascinando entrambi in salvo. Rotolarono nella polvere fra le lingue di fuoco e si fermarono a guardare inorriditi.
Ogni cosa nel giro di chilometri bruciò e si distrusse.
 Grida di orrore e terrore riempirono l’aria e le loro teste. Quel suono spaventoso venne udito per tutta la città, fino agli eroi che combattevano nei quartieri più lontani.  
≪ Merda ≫ imprecò Gray, tirandosi sui gomiti. Erano crollati a pochi passi da Wendy, Gran Torino, Nezu e All Might, altrettanto sconvolti e spaventati.
≪ Mi toccherà dare ragione a Natsu sull’esistenza dei draghi ≫ disse Gray, scuotendo la testa, pallido e senza fiato. Izuku annuì, sconvolto.
Aveva sempre pensato che sarebbe stato strepitoso avere davanti un vero drago, ma ora che c’era, avrebbe preferito fosse un brutto sogno.
Ogni parte di lui stava urlando inorridita. Tutti i suoi istinti primordiali lo stavano mettendo in guardia che era appena diventato la preda di una creatura superiore, più in alto nella scala evolutiva di tutti loro, una creatura fatta per cacciarli e ucciderli. Non potevano pensare di sopravvivere, figurarsi affrontarlo in battaglia. Come lo battevano un bestione simile?
≪ Dobbiamo andarcene via da qui ≫ disse Gran Torino, prendendo in braccio All Might e afferrando Wendy ≪ Aggrappati a me≫
Lei annuì, pallida e tremante. Era al limite, profonde occhiaie nere le segnavano gli occhi, sembrava sul punto di svenire.
Charle sollevò lo sguardo sul drago mormorando. ≪ Perciò è questo…l’aspetto che doveva avere Grandeeney?≫
≪ N-non ce la faremo mai ≫ sussurrò Happy, tremando. Gran Torino scosse il corpo della ragazzina, allarmato. ≪ Devi fermarti per recuperare le energie≫
 ≪ S-se interrompo l’incantesimo morirà. ≫ ansimò lei, senza fiato ≪ Ha ragione lei, il suo fisico è già così mal ridotto…non riesco a far chiudere le ferite e il mio potere…è quasi esaurito≫
Una fitta di paura travolse Izuku, mozzandoli il respiro. Guardò i suoi compagni e trovò nei loro volti la stessa identica paura che paralizzava lui.
Non avevano speranze di affrontarla, sarebbero morti tutti quanti. Cosa potevano fare loro contro una creatura simile, se non scappare?
Irene abbassò l’enorme testa e aprì le fauci. ≪ Erza ≫ chiamò ≪ Adesso basta, vieni da me. Mi sono stancata di giocare con voi≫
L’aria vibrò della sua voce profonda e animale, facendoli indietreggiare.
Ogni istinto primordiale gli stava gridando di scappare. Quello che avevano davanti non era qualcuno contro cui si potesse pensare di combattere.
≪ Non indietreggiate! ≫ ruggì Natsu, in piedi davanti al drago, facendoli sussultare. La sua voce gli riscosse. Il fuoco circondava la sua figura, bruciando con intensità tale da risultare doloroso da vedere.
 Erza era alle sue spalle, le braccia alzate a cercare di proteggere il viso dal calore rovente delle fiamme dell’amico. ≪ N-Natsu, cosa ti succede?!≫
C’era qualcosa in Natsu che lo rendeva diverso dalla persona che aveva vissuto con loro negli ultimi mesi. A differenza di tutti loro, non sembrava affatto spaventato o impressionato. Stava in piedi, ardendo come un enorme incendio.  
≪ Erza?! ≫ chiamò allarmato, Izuku. Era troppo vicina ai due, la forza delle fiamme del ragazzo alzava un vento che faceva ondeggiare alle sue spalle i capelli di lei, rossi come le fiamme rubino di Natsu e le dure squame superiori di Irene.
≪ Quella forma ≫ disse il drago, con un rimbombo spaventoso nella voce. ≪ non dirmi che tu hai sbloccato quel potere
Un suono raspante uscì dalla gola del mostro, a Izuku servirono diversi secondi per rendersi conto che si trattava di una risata di scherno. ≪ Anche tu perderai tutto quello che hai di più caro! I tuoi amici e la tua casa, ogni cosa ti verrà portata via ≫
Stringendo i pugni lungo i fianchi, Natsu gridò. ≪ Io non perderò proprio nulla, finché avrò i miei amici accanto. Loro sono la mia forza e la mia determinazione ≫
Si gettò in avanti, facendoli sussultare. Un coro di voci gridò angosciato il suo nome, mentre il ragazzo saltava sulla zampa del drago e si arrampicava con salti rapidi e veloci. ≪ Dimentichi che il potere dei Dragon Slayer serve proprio ad uccidere i Draghi come te!≫
≪ Merda, quello sconsiderato! ≫ sibilò Gray, rialzandosi. ≪ Non pensa mai prima di agire!≫
≪ Aiutiamolo ≫ disse Izuku, lanciandosi in avanti e scoprendo con sollievo che anche Uraraka e Bakugou stavano facendo altrettanto. L’aria si colorò di un intenso rosso scarlatto, Erza emise un verso basso e vibrante mentre si concentrava. Ogni singola maceria si alzò dal suolo riversandosi contro la regina accompagnata dai suoi fendenti.
Izuku balzò sul fianco e calciò con tutte le sue forze. Il corpo maestoso del drago fu scosso dal colpo. Spalancò le fauci emettendo un verso di furia e stupore.
 Bakugou si sollevò davanti ai suoi occhi e rilasciò un’esplosione accecante. Dietro di lui, Gray scagliò una dozzina di lance e spade di ghiaccio.
≪ Siete duri a capire ≫ sibilò Irene, traendo un respiro e rilasciando un ruggito tale da spazzare via tutto quanto.
Il campo di addestramento si polverizzò, la foresta bruciò per chilometri. Izuku si sentì strappare la terra da sotto i piedi e spazzare via, insieme a tutti gli altri. Grida di dolore si alzarono, mentre il mondo si trasformava in un ammasso di polvere e distruzione. L’aria divenne rovente, tanto che respirarla bruciava i polmoni e un silenzio profondo cadde su ogni cosa.
Izuku si mosse piano, trovandosi sdraiato a terra, coperto di polvere e detriti. Nel sollevare la testa, la polvere gli cadde sugli occhi, accecandolo. Tossì, la gola riarsa e trattenne il fiato nel vedere cosa restava della zona di addestramento: solo una terra devastata e bruciante.
Sotto la polvere colse un movimento. Il corpo esanime di Bakugou rotolò sulla schiena, liberando la figura minuta di Uraraka.
La ragazza scosse il compagno, chiamandolo piano. Bakugou tossì, il corpo scosso da un fremito, sbattendo le palpebre confuso. Un lato del suo viso era coperto di sangue, il braccio era spezzato. Non era l’unico ad essere rimasto ferito. Nemmeno l’incantesimo di Wendy era riuscito a proteggerli del tutto dai danni di quell’ultimo attacco.
Wendy e Gran Torino erano riusciti a spostare Nezu ed All Might un po' più lontano. La ragazzina barcollò, il viso pallido e sudato. Stava finendo le energie, capì con angoscia crescente.
≪ Non esiste ≫ sibilò Gray, tossendo. Si tirò sulle braccia trasalendo per una ferita sul fianco, gli occhi neri fiammeggianti. ≪ Non abbiamo ancora perso!≫
Izuku aprì bocca per rispondere e si bloccò incredulo. Irene inarcò il lungo collo e ruggì di dolore. Sul suo petto, le scintille di una fiamma bruciavano ancora. Natsu stava combattendo, attaccando le squame dure con le mani e le fiamme.
≪ Togliti! ≫ ruggì ansante, contorcendosi per liberarsi di lui. I piedi di Natsu persero la presa e scalciarono nel vuoto, rischiando di farlo cadere.
≪ Non esiste! ≫ gridò Natsu, emettendo un verso animale. Il fuoco intorno al suo corpo divampò, il pugno impattò contro le squame spaccandole e un fiotto di sangue schizzò in aria. Sotto gli occhi sconvolti di tutti loro, Natsu afferrò le squame dure e con un ringhio basso, le strappò.
Irene gridò di dolore, contorcendosi. La sua coda spazzò il suolo, dirigendosi contro di Izuku e Gray. I due ragazzi balzarono in aria, schivandola appena in tempo e atterrarono poco più lontano.
Izuku sentì il corpo lanciarli una fitta di dolore, i muscoli tremarono stanchi.  
Un grido di dolore, gli ghiacciò il sangue nelle vene. Wendy e i due gatti erano stati travolti, rotolarono a terra e non si mossero più. Gran Torino atterrò poco distante con All Might fra le braccia e Nezu sulle spalle.
Nelle loro teste risuonarono le voci degli altri eroi che stavano combattendo, alcune sconosciute, altre famigliari. Usavano la telepatia per scambiarsi aggiornamenti sulla situazione nelle varie parti della città.
Un’ondata di speranza lo travolse nel riconoscere le voci di alcuni dei suoi compagni che annunciavano la vittoria. Todoroki, Kaminari, Tokoyami.
I membri di Fairy Tail si erano mescolati con gli eroi cittadini, chiedevano aiuto per i soccorsi, combattevano battaglie e le vincevano. Sotto la guida di eroi più esperti, con le loro voci autoritarie che dirigevano tutti gli altri.
Uno dopo l’altro, gli annunci di vittorie e soccorsi si rincorrevano. Gli eroi stavano recuperando terreno e respingendo i nemici.
≪ S-stano respingendo l’esercito ≫ disse Izuku, sconvolto e incredulo. Il suo cuore sussultò di gioia nel riconoscere la voce di alcuni dei suoi compagni.
Gray si lanciò in avanti, una scia di ghiaccio lo anticipò in un vortice che si stringeva intorno al corpo della regina in spuntoni acuminati. ≪ Una ragione in più per non arrendersi≫
Centinaia di lance di ghiaccio si formarono nell’aria. Gray gridò ≪ Erza, combiniamo gli attacchi!≫
Lei si voltò di scatto, pronta ad agire. Una luce scarlatta si diffuse sul terreno.
Non funzioneràdisse Bakugou, stizzito. ≪ I nostri attacchi gli scivolano addosso!
Izuku strinse i pugni, aumentando la forza del One for All. ≪ Natsu! ≫ gridò, dato che non riusciva a raggiungerlo con la telepatia. ≪ Il cuore!≫
Irene si blocco e i suoi occhi si posarono su di lui. Gli altri lo guardarono, sorpresi. ≪ Concentrate tutto quello che avete nel punto che vi aprirà Natsu-kun!
Natsu si lasciò scivolare sul petto, balzando sul lato del torace dove si trovava il cuore e trasse indietro il pugno. ≪ Tecnica segreta del Dragon Slayer: artiglio del drago di fuoco≫
Irene spalancò le fauci e il suo ruggito investì Natsu, spazzandolo via ed estinguendo le sue fiamme. Il ragazzo precipitò indietro con un grido rauco.
La bocca di Irene si chiuse di scatto urtata da una pioggia di detriti. Uraraka ed Erza ansimavano, sfinite. Erza sollevò la spada, pronta ad attaccare.
Izuku saltò in aria, afferrando il dragon Slayer e portandolo a terra. Natsu tossì un grumo di sangue scuro. Aveva la pelle ricoperta di scaglie dure, macchiate di sangue. Izuku non capiva quanto fosse suo e quanto del suo avversario.
Lo guardò, senza fiato. ≪ Ero riuscito ad aprire una piccola ferita. ≫ brontolò.
≪ Ho visto ≫ rispose, lui. ≪ Credi di poter concentrare tutto il tuo potere in un unico colpo? Tutto quello che hai≫
Il ragazzo lo guardò sorpreso e i suoi occhi scattarono verso un punto preciso.
≪ Erza! ≫ ruggì, spaventato. ≪ Spostati!≫
Izuku si voltò di scatto e vide con orrore la ragazza in piedi davanti la maestosa figura del drago, la spada tesa a rilasciare un fendente dopo l’altro.
≪ Erza ≫ ringhiò Irene tendendo la sua zampa verso di lei, come ad afferrarla.
I capelli rossi di Erza danzavano al movimento dei suoi fendenti. Splendevano alla luce del sole come un incendio, proprio come quella sera di tempo prima.
Erano rimasti in cortile ad allenarsi, la luce del portico faceva splendere il rosso dei suoi capelli anche in quella luce tenue. Lei brillava sempre, anche nel buio attirava lo sguardo di chi la circondava, come se fosse un faro.
Davvero non conosci il suo nome?aveva detto turbata, passandogli una bottiglietta di acqua e osservandolo pensierosa.
Izuku si era passato una mano dietro la nuca, imbarazzato. Uhm, no. Il nome di All Might…credo sia una cosa molto personale per lui. Ma non mi sorprende che tu lo conosca
Irene dispiegò le ali, allungando in basso l’enorme zampa come se volesse afferrarla. ≪ Erza ≫ ringhiò, spalancando le dita e facendo scintillare gli artigli.
Lei non indietreggiò, i capelli rossi scintillarono al sole mentre traeva indietro la spada e colpiva con un fendente le dure squame. I suoi colpi scivolarono sul corpo del drago senza sortire effetto.
Un sentiero contorto di ghiaccio ricoprì le zampe del drago, infrangendosi senza sortire alcun effetto. I suoni sembrarono distorcersi nella testa di Izuku, il tempo rallentare, ma non ce l’avrebbe mai fatta a scappare. Lui lo sapeva e anche lei.
Il suo sguardo era fuggito sul prato del dormitorio, mentre dava le spalle a Izuku che sedeva sugli scalini, riprendendo fiato.
Mi disse che dopo anni come eroe, le persone avevano dimenticato chi c’era sotto il costume, la persona che aveva iniziato questa scalata. Vedevano solo All Might, il Simbolo della Pace, l’eroe numero uno…perfino i colleghi e gli amici. Per questo, mi disse il suo nome. Così che ci fosse al mondo almeno una persona che si sarebbe ricordato di lui come la persona che era al di là dell’eroe. Il ragazzo che aveva sognato un mondo in cui tutti potessero sorridere
Izuku l’aveva guardata, sorpreso. La persona dietro all’eroe, non ci aveva mai pensato. Lui stesso vedeva sempre All Might come l’eroe invincibile, perfino ora che aveva perso il suo potere e si era ritirato dalle scene.  
Izuku sentì il suo corpo tremare, muoversi di scatto. Lo sguardo fisso sulla schiena di Erza e sui suoi capelli scarlatti, lucenti come fiamme.
Non ci avevo mai pensatoaveva ammesso, pensieroso. Chissà se qualcuno si ricorderà di me fra dieci anni
Mi ricorderò ioaveva detto lei, voltandosi a guardarlo L’espressione sul suo viso gli aveva fatto balzare il cuore in gola. Quando sarai diventato il nuovo Simbolo e tutti quanti ti riconosceranno solo come l’eroe Deku, io mi ricorderò di te per come sei adesso.Il sorriso sulle sue labbra era dolce e luminoso, come il suo sguardo. Il ragazzino timido e goffo che si allenava duramente per inseguire un sogno impossibile. Quando tutti avranno dimenticato, Midoriya Izuku, potrai dire a te stesso che c’è almeno una persona nel mondo che se lo ricorda
La zampa calò sulla figura di Erza, mandando in frantumi la sua spada. Avvertì le urla di orrore di Natsu e Gray, intravide Bakugou gettarsi in avanti con un’esplosione. Tutto però era molto lontano e distante.
La sua mano l’afferrò, spingendola via. Erza gridò, venendo scaraventata in aria. La zampa della regina lo schiacciò al suolo, strappandoli il respiro.
Izuku riuscì a impedirle di schiacciarlo, trattenendola con la super forza. Le braccia gli tremarono per lo sforzo disumano e la terra sotto di lui si spaccò, affondandolo.
≪ Tu ≫ sibilò la regina, sorpresa. La sua intenzione era stata di afferrare Erza e non ucciderla, ma nel momento che si rese conto di avere lui fra gli artigli, premette schiacciandolo al suolo. ≪ Vuoi proprio morire?≫
≪ Izuku! ≫ gridò Erza, isterica. ≪ No!≫
Davanti ai suoi occhi c’era solo il bianco delle squame, le fenditure fra di loro erano così strette da nascondere la pelle coriacea. La zampa fece forza contro i suoi palmi, affossandolo nel terreno e levandoli il respiro.
Stava per morire, capì scioccato. Non sarebbe riuscito a trattenerla ancora per molto. La luce del sole non filtrava già più e solo la luce del One for All gli permetteva di vedere le squame bianche a un soffio dal suo viso. Emanava un odore di terra e qualcosa di freddo e viscido, indefinito.
Possibile che io non possa fare nulla…che debba finire così?
I suoi muscoli gridarono di protesta, sotto la pressione che subivano. Irene sibilò, schiacciandolo al suolo. ≪ Ditte addio al vostro amico≫
La terra sotto di lui si infranse, strappandoli un verso strozzato. La luce del One for All cresceva di intensità come la pressione sul suo corpo. Avvertì delle grida provenire da qualche parte intorno a lui. Non riusciva a respirare, la vista gli si annebbiava velocemente. La forza con cui cercava di trattenere la zampa iniziò a scemare.
≪ Lascialo! ≫ strillò Erza, angosciata. I suoni della battaglia ancora in corso gli giunsero ovattati alle orecchie. ≪ Izuku!≫
Scusa, Erza…mi dispiace.
Stava davvero per morire schiacciato da un gigantesco drago, chi lo avrebbe mai creduto possibile? Sarebbe stato difficile spiegarlo a sua madre, sempre se stava bene.
Mamma…All Might…scusate.
 I suoi pensieri corsero velocemente alle persone che amava e che non aveva nemmeno salutato. Una volta si sarebbe trattato solo di sua madre e forse, di Bakugou, ma ora era una lista considerevole.
La luce del One for divenne un pallido bagliore, le squame premettero contro il suo corpo, avvicinandosi pericolosamente a schiacciarlo del tutto. Non riusciva a respirare, le forze lo abbandonavano velocemente.
Non avrebbe mai immaginato che quel ragazzino timido e goffo, preso di mira costantemente da tutti, potesse arrivare a farsi così tanti amici ed entrare nella migliore scuola del paese. Non aveva mai pensato che avrebbe ereditato il potere del suo idolo e trovato una ragazza.
Un potere che ora sarebbe andato perduto con lui, dal momento che non aveva fatto in tempo a passarlo a nessuno.
Mi dispiace All Might…mi dispiace…
 Aveva sognato di diventare un eroe per tutta la vita, ma mai una volta aveva pensato a uno scenario simile.
Avvertì il corpo della regina tremare sopra di lui, un ruggito di dolore la scosse. Riconobbe il suono di un altro ruggito, un rumore pieno di rabbia e potenza. Il calore era in aumento, facendoli sudare la pelle, arroventando il terreno sotto di lui.
≪ Se mi consegnate Erza vi lascerò vivere ≫ disse la regina, con un sibilo feroce. ≪ Non avete altra possibilità di sopravvivere≫
Quelle parole gli si conficcarono nella testa come lame, facendosi strada nel buio che stava afferrando la sua coscienza e aprendo un piccolo spiraglio di lucidità.
Consegnarle Erza avrebbe significato lasciare che si prendesse il suo corpo e poi? Cosa ne sarebbe stata della personalità di lei, della sua irruenza e della sua forza che nascondevano così bene una dolce fragilità?
Non l’avrebbe più vista discutere infastidita con Iida, seguire con lo sguardo pieno di affetto la figura magra di All Might per i corridoi. Non l’avrebbe più sentita ridere divertita per averlo fatto arrossire, né ci sarebbero più stati sorrisi improvvisi e luminosi.
Tutto ciò che la rendeva sé stessa sarebbe svanito nel nulla. Erza sarebbe svanita e non solo dalla sua vita, ma in generale dal mondo.
Ti vedoaveva detto, seduta sul divano di casa di sua madre con le foto di quando era alle medie davanti agli occhi.  ora ti vedo. Vedo il tuo impegno e la passione che ci metti e quanto sai essere gentile.
La bocca si schiuse in cerca di ossigeno. I suoi palmi sudati premettero con nuova forza contro le squame fredde e scivolose, gridando per lo sforzo di contrapporsi a tutto quel peso.
Avvertì i muscoli tendersi, bruciare di fatica e gonfiarsi del potere, per poi stracciarsi. Le ossa scricchiolare, assorbendo la pressione in crescita e spaccandosi in tutto il corpo. Il potere del One for All gli pompò nelle carne e nel sangue amplificando la sua forza, superò la soglia dell’incantesimo di resistenza, quella del cento per cento della forza, e gli straziò il corpo di un dolore lancinante.
Izuku gridò. Non aveva idea di cosa stesse succedendo intorno a lui, ma avvertì il corpo del drago immobilizzarsi per la sorpresa, mentre le sue braccia si tendevano lentamente a sollevare la zampa.
≪ Come. Se. ≫ sibilò, senza fiato. La luce del sole filtrò sotto la zampa del drago, mentre puntava i piedi a terra, dandosi la spinta per sollevarla. ≪ Te. Lo. Lasciassi. Fare≫
Tutto il suo corpo era attraversato da un dolore straziante che gli riempì gli occhi di lacrime, annebbiandoli la vista.
La pelle sulle sue braccia si aprì in profonde spaccature nella carne, fino all’osso, strappandoli un grido disumano. Il sangue schizzò fra le sue dita, scivolando sulla pelle martoriata e annerita.
Apri la strada per salvarli. I miei amici, la persona davanti ai miei occhi.
L’enorme molle del drago tremò, un verso di sconcerto animale fece vibrare l’aria. Izuku urlò, il corpo straziato da un’energia rovente in rapida crescita.
L’aria esplose intorno a lui, staccando da terra l’enorme massa del drago che ruggì incredulo. Il pugno impattò contro le sue squame con un’esplosione di potenza che mandò in frantumi le ossa del ragazzo, risalendo per le spalle.
Sotto i suoi occhi le squame si piegarono e la carne cedette lasciando affondare il pugno. Il colpo risalì lungo l’arto del drago, strappandole un nuovo ruggito e gettando il suo corpo in alto.
≪ NATSU ≫ gridò Izuku, sentendo il proprio corpo andare in frantumi e crollare. ≪ Per favore≫
Abbattilo tu. Un solo colpo, per favore. Io…non ce la faccio. Non…posso fare altro.
Davanti ai suoi occhi offuscati, il mondo sembrò per un attimo bruciare, prima che la sua coscienza lo trascinasse nel buio, dove non c’era più alcun dolore.

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Capitolo 66
*** Capitolo 37 - True Dragon ***


37. – True Dragons

---Erza Scarlett ---
La zampa calò su di lei, ghermendola.
Non avrebbe fatto in tempo a schivarla, capì. Le gambe le tremavano nello sforzo di mantenersi in piedi, dopo tutto il potere che aveva usato, tutto quello che aveva ottenuto da lei erano ferite superficiali, ed ora che era un drago vero, niente.
Se proprio non poteva fermarla, sarebbe morta combattendola fino all’ultimo. Non si sarebbe mai arresa. Per nessuna ragione.
Qualcosa l’afferrò per il braccio, scagliandola in aria a grande velocità. Braccia forti l’afferrarono, attutendone la caduta. Erza crollò contro il petto nudo di Gray, che grugnì, cadendo al suolo.
Sotto la zampa del drago – ovvero sua madre, cosa a cui non poteva proprio credere – vide il verde famigliare della luce del One for All.
L’aveva salvata alla Torre del Paradiso, dissipando le tenebre che l’aveva imprigionata convincendola ad arrendersi, ed ora era lì che la salvava di nuovo. Un sacrificio che però non sarebbe servito a nulla.
Il cuore le balzò in gola per lo spavento. Incespicò, cercando di rimettersi in piedi. Dalla bocca le sfuggì un grido incredulo ≪ Izuku, no!≫
Le mani di Gray l’afferrarono per il busto, trattenendola. ≪ Lascia perdere, è inutile! ≫ disse, sollevandola da terra e indietreggiando. ≪ Non c’è nulla da fare! Erza!≫
Sotto quegli artigli la figura del ragazzo svanì, solo l’alone della luce del One for All filtrò dalla piccola fenditura fra la zampa e il terreno. ≪ Tu! ≫ ringhiò incredula Irene, schiacciandolo al suolo. ≪ Vuoi proprio morire?≫
Erza gridò, tendendo la mano come per afferrarlo, scalciando nel vuoto. ≪ No, lasciami! Izuku! ≫ Emozioni che non capiva le afferrarono il petto, mentre quel tenue bagliore si spegneva.
Si liberò con uno strattone violento, colpendo la guancia di Gray con una gomitata e lanciandosi in avanti. Una spada comparve nella sua mano, colpì la zampa del drago con una serie di potenti fendenti.
 Dall’altra parte, le esplosioni assordanti di Bakugou le facevano fischiare le orecchie. ≪ Deku ≫ ruggì, avvolto in una nude di fumo e scintille. ≪ Maledizione!≫
La lama scivolò sulle squame senza sortire effetto.
Non l’hai fatto davvero. Non puoi farmi questo.
Era impazzito, come gli era saltato in mente di fare una cosa simile? Irene non l’avrebbe mai uccisa, aveva bisogno di lei per i suoi piani. Ma lui era fatto così. Non poteva stare a guardare se qualcuno era in pericolo.
Era la ragione per cui All Might l’aveva scelto ed era anche la ragione per cui lei aveva iniziato a sentirsi affascinata da lui. Al mondo esisteva così poca gentilezza e così poco altruismo, che non poteva credere di averli trovati entrambi in un'unica persona.
Erza gridò, il viso rigato di lacrime. Prima Toshinori, ora questo. Non poteva essere vero, non poteva credere che fosse la realtà. ≪ Lascialo andare, subito! ≫ ruggì furiosa, vedendo tutto rosso.
Natsu si gettò in avanti, balzando sul petto del drago e colpendo con una furia cieca le squame lucenti, strappandole un verso di dolore.
Irene sibilò, premendo la zampa al suolo. ≪ Ditte addio al vostro amico ≫ disse divertita, abbassando lo sguardo su di lei. ≪ Li ucciderò uno a uno finché non cederai, Erza. Tutti i tuoi amici≫
 Nei suoi occhi animali, Erza vide un messaggio chiaro. A meno che tu non sia disposta ad arrenderti.
≪ Non te lo lasceremo fare! ≫ gridò Gray, riversandole contro il suo attacco più potente.
Erza annaspò, sentendosi soffocare dalle sue stesse emozioni. Rabbia. Disperazione. Incredulità. Dolore. Pensava che non si sarebbe mai sentita peggio di quando era stata prigioniera, nulla poteva essere peggio di quello, ma si era sbagliata. Questo era peggio e molto.
Aveva perso Gerard anni prima, la sua mente strappata via e assoggettata dalla Regina. Aveva ferito mortalmente Toshinori e non sapeva se sarebbe sopravvissuto. Ora, avrebbe perso anche Izuku. Il suo sorriso, il suo tocco gentile, ogni cosa che lei amava.  
Sua madre si voleva prendere proprio tutto ciò che lei amava.
I suoi fendenti rimbalzarono sulle squame, distruggendone il filo. La terra sotto i suoi piedi tremò, mentre tutto si colorava di rosso. La lama affondò fra due squame aprendo un taglio nel suo fianco. Un fiotto di sangue ustionante le piovete addosso, piovendo dal addome squarciato.
Irene ringhiò di dolore. ≪ Tu! Piccola ingrata≫
 Alle sue spalle, Gray gridò ≪ Attenta!≫
La coda spazzò il terreno puntando verso di lei. Uno spesso strato di ghiaccio ricoprì le squame e alzò un muro spinato che andò in frantumi. Bakugou comparve al suo fianco e l’afferrò, trascinandola via con un’esplosione. ≪ Non gli fai nemmeno il solletico! ≫ sbottò, infuriato.
Erza si divincolò, il viso rigato di lacrime. ≪ Izuku≫
≪ Lo so anche io, che cazzo ≫ sibilò furioso, il biondo. Il suo viso era travolto dalla rabbia e da un’emozione inafferrabile.
Era scomparsa. La luce del One for All si era spenta.
L’aria si surriscaldò, venendo scossa dal suono vibrante di un ruggito, che risuonò per tutto il campo, investendoli. Il suo suono gli vibrò dentro, scuotendola, e si riversò sull’intera città.
Bakugou atterrò, liberando Erza della sua stretta, e sollevò lo sguardo incredulo. Il cielo aveva assunto la stessa tonalità plumbea del fumo. Fiamme oro e rubino si riversarono sulle scaglie lucenti del drago, ardendo feroci. Ogni suo colpo strappava ad Irene un verso di furia e dolore. L’enorme drago sollevò l’altra zampa, cercando di afferrare Natsu con gli artigli. Lui saltò sul suo polso e risalì per il braccio, correndo.
La temperatura dell’aria si alzò velocemente, mentre il fuoco dilagava. 
Gray corse da loro e li guardò, incredulo. ≪ Ma quello… è davvero Natsu?! ≫
Erza scosse la testa, scioccata. La gola chiusa da una morsa, la figura nera che si muoveva sul corpo dell’enorme drago, lottando con lui, non la riconosceva.
Natsu si muoveva come non aveva mai fatto, le fiamme intorno a lui danzavano. L’aria si surriscaldò, diventando rovente, irrespirabile.
≪ Se mi consegnate Erza vi lascerò vivere ≫ disse la regina, con un sibilo feroce. Colpì Natsu con la coda e lui si aggrappò, evitando di venir scagliato via. ≪ Non avete altra possibilità di sopravvivere≫
≪ Cristo Santo ≫ sussurrò Bakugou, incapace di distogliere lo sguardo. ≪ Quello sarebbe un Dragon Slayer?≫
Gray scosse la testa, impercettibilmente. ≪ Al momento, non te lo saprei dire≫
Il corpo gigantesco del drago venne scosso da un tremito, sbilanciandolo. Abbassò lo sguardo sulla sua zampa, incredula.
Il cuore di Erza ebbe un sussulto scioccato nel vedere la zampa anteriore sollevarsi e sotto di essa, la luce verde e saettante del One for All in crescita. Izuku comparve davanti ai loro occhi, sdraiato nella terra spaccata. Ansimava, con il sangue a colargli dalle profonde spaccature delle braccia sul petto e il viso.
≪ Ma cosa…?! ≫ ruggì incredula la regina.
Izuku sollevò le gambe, puntando i piedi a terra e dandosi la spinta per continuare a sollevarla. Il corpo del drago tremò, sbilanciandosi. Natsu approfittò di quella piccola apertura per attaccare.
≪ Q-quello sarebbe il suo cento per cento? ≫ sibilò Bakugou, con gli occhi sgranati e fissi sulla piccola figura sotto l’enorme zampa. Il corpo di Erza fu attraversato da un brivido di terrore puro. ≪ No ≫ disse, con un filo di voce. Era peggio di così, molto peggio. ≪ Quello supera di molto il cento≫
Erza sapeva che gli incantesimi di Wendy erano fantastici. Avevano permesso a Izuku di sopportare il cento per cento del suo potere per un certo periodo, ma di fatto anche l’incantesimo aveva un suo limite oltre cui non poteva rendere un corpo abbastanza resistente. E lui lo stava superando, di molto.
Erza scivolò in avanti, senza sapere cosa fare. Guardava senza fiato il drago spingere per schiacciare il ragazzo, mentre lui gridava e sollevava l’enorme molle.
Un’esplosione di potenza gli spinse indietro, sollevando il corpo del drago in aria.
Irene spalancò le ali per equilibrarsi ed il pugno di Izuku la colpì, strappandole un grido di dolore angosciante.
Sotto i loro occhi sconvolti, le squame si aprirono partendo dal basso e risalendo l’arto, sfondando la spalla e riversandosi sul torace. Il sangue schizzò fuori in una pioggia incandescente, dall’interno verso l’esterno, lasciando profondi squarci.  
≪ NATSU ≫ gridò con voce rauca, Izuku. ≪ Per favore≫
Incespicando sui piedi nudi, Erza corse da lui e si gettò ad afferrarlo prima che urtasse il suolo. ≪ Izuku? ≫ La vista del suo corpo distrutto, la spaventò a morte. Sulle braccia si aprivano profondi squarci, ornati di schegge di osso bianco, sottili e acuminate. Le gambe, il torace, riportavano ematomi scuri.
≪ Deku-kun ≫ sussurrò Uraraka, lasciandosi cadere a terra, al suo fianco. Tremava come una foglia e si portò le mani alla bocca, scioccata.
Erza non la guardò, non riuscendo a distogliere lo sguardo dal ragazzo fra le sue braccia. Aveva il viso coperto di escoriazione e sangue, perfino il verde dei capelli era coperto e offuscato. Il suo corpo era distrutto, il petto che si muoveva a stento.
Oh Dio, no. Ti prego. Non anche tu.
Le tremarono le mani, mentre se lo poggiava contro il seno, stringendolo. Le sue lacrime caddero a bagnarli il viso. Respirava a fatica, gli occhi aperti solo per una linea sottile fissarono il cielo prima di chiudersi con un tremito.
Erza si lasciò scapare un verso di terrore.
L’aria era rovente e risuonava del boato dei ruggiti dei due draghi. Due, perché a questo punto la voce di Natsu non sembrava più umana. Il ruggito che gli risaliva dal petto, accompagnato da un getto di fuoco cremisi assomigliava in tutto a quello di un vero drago. Oscurò il cielo con le sue fiamme, scontrandosi in aria con il potere dell’altro drago e contrapponendosi ad esso.
≪ Oh mio Dio ≫ sussurrò Uraraka, la testa reclinata indietro per guardare. Erza aveva lo sguardo fisso sulla figura di Natsu che bruciava come un sole nero.
Mio padre era un vero drago. Il Re dei Draghi di fuoco
Il fuoco inghiottì il ruggito di Irene e avvolse l’enorme corpo del drago in un bozzolo incandescente. Il calore gli colpì ad ondate, ustionando loro la pelle e mozzandone il respiro. Erza si chinò sul corpo di Izuku, cercando di proteggerlo da quel calore rovente.
 Le urla di dolore della Regina facevano tremare il cielo e la terra, mentre perdeva quota e precipitava sul bosco alle sue spalle. Lo schianto della sua molle gigantesca fece tremare la terra fino in profondità, sradicando alberi e zolle di terra che schizzarono in aria per metri.
Anch’io diventerò un drago come lui
Natsu prese a precipitare verso il terreno, gridò con un rimbombo sconosciuto nella voce. ≪ Gray, qualcosa che mi porti in alto! ≫
Gray era rimasto a fissare l’amico a bocca aperta, nel sentirsi chiamare sussultò. Corse in avanti e creò una colona di ghiaccio che salì verso il cielo. Natsu ci atterrò sopra, lasciandosi portare in alto. Si raddrizzò, chinandosi in avanti e prese a risucchiare il fuoco che li circondava, sotto gli occhi increduli e stupefatti dei compagni.
Lo dirai a tutti? Dirai che i draghi esistono davvero?
Colone di fuoco si alzarono dagli alberi in fiamme, andando a confluire in Natsu che lo divorò tutto per rilasciarlo in un unico ruggito che investì la regina, incenerendo gli alberi e risuonando in ogni parte della città.
Un immenso vortice di fuoco rubino che incendiò il cielo e gli avrebbe arrostiti se Gray non avesse raffreddato l’aria con il suo potere.
Il ruggito ti Natsu travolse il bosco, bruciandolo e rimbombò per tutta la città sottostante. L’aria continuò a vibrare di quel suono molto dopo che si era estinto.
Gray si lasciò cadere accanto ad Erza, scioccato. ≪ A-adesso ≫ disse, con un leggero tremito incredulo nella voce. ≪ Glielo dovremmo dire, vero? Che esistono ≫
Erza non rispose.
Nonostante il caldo rovente, il suo corpo era come congelato. I suoi occhi erano fissi sulla figura di Natsu. Non poteva credere a quello che stava vedendo.
Nelle loro teste, attraverso la telepatia, le voci degli eroi si rincorrevano. Voci famigliari dei ragazzi dello Yuei, ma anche di Fairy Tail, e le voci di adulti professionisti che non aveva mai sentito. Erano scioccate dai ruggiti, ma anche eccitate e motivate.
Una battaglia dopo l’altra, un’azione di soccorso dopo l’altra, stavano riprendendo possesso della situazione e della città.
Le fiamme illuminarono il cielo di un intenso bagliore scarlatto. Erza sentiva il cuore battere furioso contro la cassa toracica.
Ti mostrerò com’è un vero drago
Il respiro le venne meno, vedendo la figura scura di Natsu precipitare al suolo e atterrare accucciata, avvolta da fumo nero e fuoco rubino.
≪ Esistono ≫ sussurrò Erza ≪ I draghi esistono davvero≫
 
--- Dabi ---
Il suo corpo tremava per lo sforzo di continuare a muoversi.
Stava bruciando, vapore maleodorante risaliva dalla sua pelle calda. Si trascinava in avanti sulle gambe traballanti, ferito e stanco. Il sangue che gocciolava dalle numerose ferite creava una scia scarlatta alle sue spalle.
Rosso scarlatto come il colore del destino.
Lo stesso destino che l’aveva portato a un passo dall’uccidere suo fratello, ad ottenere la vendetta che aveva sempre bramato, solo per vedersela rubare da sotto il naso. Era stata lei. La ragazzina bionda dagli occhi da cerbiatta. Gli aveva portato via tutto quanto, Shoto e la sua vittoria, la vendetta su Endevour e perfino i suoi stessi piani.
I tronchi degli alberi erano avvolti dalle fiamme, l’aria era densa dell’odore di fumo e di grida. Non le splendide grida di terrore e orrore che avevano cercato di diffondere, ma erano quelle di esultanza degli eroi.
Festeggiavano la vittoria. Ridevano di loro. Si beavano nella loro gloria.
Il paesaggio si aprì di colpo su un’ampia radura, un fosso di terra rivoltata e alberi sradicati in cui le fiamme bruciavano ancora. Al centro di quella devastazione giaceva il corpo riverso di una donna. Il rosso dei suoi capelli splendeva come sangue sulla terra brulla.
≪ No, tu…non puoi ≫ ansimò, con un gemito straziato. Si spinse in avanti, arrecando sul terreno disconnesso. ≪ Lo hai promesso. Tu…la mia vendetta≫
Si lasciò cadere al suo fianco, ansimando.
La pelle lattea di lei era lacerata, sporca di sangue e cenere. Aveva il braccio rotto, attraversato da profonde e frastagliate spaccature. Il fianco aperto buttava fuori tanto di quel sangue che la terra sotto di lei non riusciva ad assorbirlo tutto. C’erano così tante ferite a lacerare quella pelle una volta liscia e bella, ed ora ridotta a carne martoriata, che non poteva crederci. Nessuno avrebbe dovuto essere in grado di farle una cosa simile. Non a lei.  
Le mani gli tremarono nel posarsi sulle spalle ossute di lei. ≪ I-Irene? ≫ la chiamò, incerto. Lo sguardo gli cadde sulla mano ferita. Quella che gli aveva trafitto lui, Shoto Todoroki, per salvare la sua amichetta bionda, Lucy Heartphilia.
La rabbia gli afferrò il petto, stringendolo in una morsa gelida. I suoi occhi bruciarono, se avesse avuto ancora dei condotti lacrimali avrebbe pianto, ma gli aveva bruciati anni prima quando aveva promesso a sé stesso che non avrebbe più versato nemmeno una lacrima.
Le palpebre di Irene tremolarono, sollevandosi a rivelare un frammento delle sue iridi castano dorato. Lo guardò e le sue labbra si chiusero appena, lasciando uscire una parola. ≪ Toshi ≫ sussurrò, fissando l’azzurro dei suoi occhi.
Lui trasalì, le dita che affondavano nelle spalle di lei. Era sconfitta. Avevano perso. Lei che era la più potente donna del mondo era stata spazzata via, e da chi? Gli eroi. Tutti quegli eroi odiosi e rivoltanti.
Il respiro gli divenne pesante.
≪ S-sei tornato ≫ sussurrò lei con un filo di voce. ≪ Toshi ≫ Il nocciola dei suoi occhi si offuscò, le palpebre tremolarono. ≪ Mi a-ami davvero≫
Dabi si piegò su di lei. Se avesse potuto si sarebbe lasciato andare a un pianto disperato e pieno di frustrazione. ≪ N-non morire ≫ piagnucolò, scuotendola leggermente. ≪ Non osare lasciarmi! ≫ Il suo grido rimbalzò nello spiazzo vuoto, fra i tronchi muti degli alberi e quelle orribili fiamme rubino, così fastidiosamente simili a quelle di quei due. Le fiamme dei Todoroki.
≪ Hai promesso ≫ sussurrò, stringendola a sé. Irene non rispose, un corpo pesante e abbandonato fra le sue braccia. ≪ Irene, no-non puoi farmi questo≫
La strinse forte, cullandola nelle sue braccia così come se fosse una bambina. C’era stato un tempo in cui era stata lei a cullarlo fra le sue braccia. Lo aveva tenuto stretto mentre lui bruciava e si disperava. Gli aveva sussurrato teneramente nelle orecchie. ≪ Il fuoco purifica ogni cosa, lo sapevi? ≫
Il suo corpo morbido lo aveva avvolto in un abbraccio, più dolce di tutti quelli che avesse mai ricevuto. Era diversa da quella creatura fragile che era sua madre, anche se i suoi occhi e il sorriso erano dolci e stanchi, malinconici, proprio come quelli di Rei Todoroki. Lei non tremava però e non temeva le sue fiamme. ≪ Conosci la storia dell’Araba Fenice? ≫ gli aveva chiesto, stringendolo ≪ Bruciando nel suo fuoco lei risorgeva dalle sue ceneri. Così sarà per te≫
Grugnendo e singhiozzando, la strinse nelle sue braccia e la sollevò. Le sue gambe tremarono, minacciando di cedere, ma resistettero. La sua pelle stava bruciando ancora. Il corpo di Irene si abbandonò nelle sue braccia, la testa ciondolò con i lunghi capelli che spazzavano il suolo.
Il fuoco stava divorando la corteccia degli alberi, spandendosi nel terreno, presto sarebbe diventato un incendio. Dabi arrancò in avanti gemendo e bruciando.
Così come lei lo aveva fatto rinascere dalle fiamme, anni prima, lui l’avrebbe fatta rinascere dal fuoco che lo divorava.
≪ Avremmo la nostra vendetta, Irene ≫ le disse, inoltrandosi nel bosco. Alle sue spalle, udì una risata spezzata e distante, risuonare nel sottobosco e disperdersi nel vento e nel fumo.  

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Capitolo 67
*** Capitolo 38 - Conseguenze ***


38. –  Conseguenze

--- Erza Scarlet ---
Erza sedeva su una scomoda sedia in plastica, con la schiena e la testa poggiate contro la parete in calce fredda e gli occhi chiusi.
Le avevano fasciato le braccia e l’addome con bende candide e assegnato un letto, ma non ci si era sdraiata nemmeno una volta in quei giorni. Aveva continuato a dormicchiare sulle sedie in uno stato di semi incoscienza, ricettiva ad ogni movimento che la circondava.
C’era un brusio costante per le corsie ospedaliere, mormori e qualche risata che suonava quasi fuori luogo, in quel momento. I corridoi erano ingombri di personale medico di fretta e pazienti sistemati in letti improvvisati.
Tutti gli ospedali della zona avevano fatto il pieno di cittadini ed eroi, dopo l’invasione che avevano subito, e sembravano in aumento di giorno in giorno.
Uno scenario talmente nero da deprimerla più di quanto già non lo fosse.
≪Erza?≫ la chiamò una voce dolce.
Lei aprì gli occhi trovandosi davanti il visino angelico di Mirajane, che le sorrideva dolcemente. I capelli bianchi della ragazza le sfiorarono le braccia nell’inchinarsi a porgerle un bicchiere di carta, da cui saliva un vapore caldo e zuccherino. ≪ Ti ho portato un cappuccioc ≫
≪ Un cappu-che? ≫ replicò lei confusa.
Gli occhi di Mira scintillarono divertiti, mentre diceva ≪ Un cappuccino al cioccolato ≫. Erza fissò la bevanda calda nella sua mano, fortemente perplessa. Esisteva davvero una roba simile?
≪ Uhm grazie…credo ≫ rispose, poggiando la tazza calda nella sedia accanto a sé, senza nemmeno assaggiarla.
Il sorriso sul viso di Mira si affievolì, lanciò un’occhiata a Cana che sorseggiava una bevanda calda che dal colore sembrava essere the.
≪ Dovresti mettere qualcosa nello stomaco ≫ le disse preoccupata, Mira. ≪ Vuoi che vada a cercarti una bella torta? ≫
Il pensiero del dolce le fece stringere lo stomaco che protestò. Non riusciva a ricordare quando era stata l’ultima volta che aveva mangiato qualcosa di più consistente di un pacchetto di patatine delle macchinette.
≪ Magari dopo ≫ disse stancamente, lanciando un’occhiata alla parete di fronte.
La porta a vetri del reparto intensivo era ancora chiusa.
Dentro c’erano Wendy, Porlyusica e Recovery Girl che da giorni sottoponevano Toshinori a trattamenti di cura grazie ai loro poteri. Se non erano impegnati con lui erano intente a guarire altri eroi e cittadini: Elfman che si era spaccato le costole e un braccio. Freed che aveva una brutta lesione su tutto il lato destro del viso. Sato che aveva una gamba rotta o Mina che si era beccata una commozione cranica. Momo che era rimasta fulminata.
Oppure Izuku.
I dottori avevano dovuto indurgli il coma perché i dolori che provava erano troppo per essere sopportati con il solo aiuto della morfina.
Il potere del One for All che aveva usato in un momento di forza isterica, gli aveva disintegrato le ossa di tutto il corpo e lacerato i tessuti. Era quasi morto e ancora non avevano idea di quali fossero le sue condizioni complessive.
Lo avrebbero saputo solo una volta che i risultati delle analisi fossero stati pronti e avessero potuto svegliarlo dal coma.
≪ Dovresti provare a dormire un po' ≫ insistette Mira, osservandola. Si era proprio calata nella parte della sorella amorevole e apprensiva. Erza sbuffò. ≪ Sto benissimo ≫
≪ Lo sai che non ci crede nessuno, si? ≫ intervenne Cana. Era seduta per terra con le gambe incrociate. Erza sapeva che l’unica ragione per cui erano lì e non fuori ad aiutare i soccorritori o accanto ad uno dei loro compagni, era lei.
Erano preoccupate per tutto quello che aveva passato.
Quando Erza si era ritrovata con tutti i membri di Fairy Tail e della Yuei, tenere ancora nascosto quello che era successo era stato impossibile.
Lucy e Ochaco l’avevano aiutata a spiegare la situazione. Aveva raccontato loro della Torre, di Gerard, di lei ed All Might e infine anche della Regina.
Era stato il discorso più lungo e sfiancante della sua vita. Si era aspettata che alla fine qualcuno l’avrebbe additata come la causa principale di tutti i problemi, la figlia della donna drago che aveva cercato di sterminare un’intera città. Invece, erano stati molto gentili e comprensivi. Iida e Kirishima - che avevano partecipato alla battaglia alla Torre - avevano parlato in sua difesa, mentre la tensione fra i membri di Fairy Tail si era spezzata nel momento in cui Cana aveva sbottato ≪ Questo spiega assolutamente tutto! ≫
Erza l’aveva guardata sorpresa, mentre la ragazza mora continuava toccandosi un dito per ogni cosa che elencava. ≪ Forza nettamente superiore alla norma. Potere considerevole. Capacità di recupero straordinarie. I suoi pugni hanno effetto perfino su Natsu e Gajil che sono Dragon Slayer e di genere non risentono di queste cose. Cioè ragazzi, abbiamo svelato l’arcano! ≫
≪ L’avessi vista! ≫ aveva esclamato Gray, ridendo. ≪ Quella donna aveva la stessa faccia di Erza la volta in cui Natsu si mangiò l’ultima fetta di torta. Dava i brividi ≫
Erano scoppiati tutti a ridere, compresi i ragazzi e le ragazze dello Yuei. Non si conoscevano bene fra loro, ma avevano combattuto l’uno accanto all’altro e questo aveva generato una complicità e una fiducia molto più profonde di quelle che sarebbero potute nascere fra i banchi di scuola.
Erza si era sentita sollevata, specialmente quando Gray l’aveva afferrata, stringendola in un abbraccio.
≪ Me lo dovevi dire prima, idiota ≫ aveva esclamato, mentre Natsu annuiva alle sue spalle. ≪ Sarei corso ad aiutare. Io pensavo che Natsu esagerasse ≫
≪ Io non esagero mai ≫ aveva replicato l’altro, risentito.
≪ Gray-sama sta abbracciando un’altra ragazza ≫ aveva piagnucolato Juvia, sconsolata e arrabbiata allo stesso tempo. ≪ Anche se è Erza ed è per una buona causa, Juvia non lo sopporta. Gray-sama è solo mio ≫.
 Gray aveva alzato gli occhi al cielo, esasperato. ≪ Non dire cose altamente fraintendibili! Noi non stiamo insieme! ≫
≪ Ragazzi ≫ aveva commentato Kirishima, con un colpo di tosse nervoso. ≪ Mi sembra che qui stiamo a divagare ≫
≪ Ma si ≫ era intervenuto Sero, gettandoli un braccio intorno alle spalle. ≪ C’è bisogno di divagare un po' dopo tutto quello che abbiamo passato ≫.
Erza aveva sventolato il pugno chiuso sotto il naso di Gray, dicendo minacciosa. ≪ A chi è che stai dando dell’idiota? ≫
Il ragazzo era sbiancato, sudando freddo. ≪ Ehm, ecco io. ≫
Tutti i presenti si erano sciolti in una risata liberatrice, mentre Erza guardava truce l’amico.
In verità, era felice che tutti loro fossero lì. Si sentiva sempre a casa quando c’erano i membri di Fairy Tail intorno a lei, ma era anche stanca. Voleva tornare ai giorni spensierati in cui la sua massima preoccupazione era impedire a Toshinori di scolarsi un cartone di Coca cola e mandarsi in malora lo stomaco.
Sospirò, tornando a poggiare la testa contro la parete fredda. La cosa peggiore era che non poteva fare nient’altro che attendere, stare a fare avanti e indietro per i corridoi dell’ospedale, incapace di aiutare le persone a cui teneva con le sue stesse mani. Non poteva fare nulla per loro. Non c’erano missioni di salvataggio che potesse condurre o nemici da sconfiggere, le loro vite erano nelle mani di qualcun altro e lei non poteva sopportare quell’attesa impotente.
La porta si aprì e la figura piccola e gracile di Recovery Girl avanzò. Erza si raddrizzò di scatto, chiedendo ansiosa. ≪ Si è svegliato? ≫
La vecchina la guardò dispiaciuta, scuotendo pieno la testa. ≪ Mi dispiace, ma non ancora. ≫
Quella piccola speranza che si era accesa in lei nel vederla si spense, lasciandole un senso di vuoto e desolazione. Si lasciò sfuggire un verso straziato, abbandonando la testa sulle mani fredde. Era così stanca. Non dormiva da giorni e le faceva male ogni centimetro del corpo.
Le avevano diagnosticato una commozione celebrale e diversi altri danni di entità minore. Wendy si era offerta di curarla, ma Erza si era rifiutata. Voleva che ogni briciolo di potere nelle loro mani venisse usato per curare i suoi compagni, Toshinori e Izuku prima di tutti.
Lei se la sarebbe cavata anche con i medicinali normali.
≪ Non c’è proprio nient’altro che possiamo fare? ≫ chiese preoccupata Mira. La vecchina sospirò. ≪ Solo aspettare e sperare che non voglia arrendersi. ≫
≪ Certo che non vuole! ≫ scattò Erza, balzando in piedi e facendole sussultare. Il respiro le si spezzò in gola. ≪ Lui è la persona più testarda che esista. Non si arrenderebbe mai. Per nessuna ragione ≫
Il petto le doleva per l’angoscia. Non l’avrebbe mai lasciata da sola, infrangendo la promessa che le aveva fatto. Era sopravvissuto fino ad allora, perché avrebbe dovuto arrendersi proprio ora?
Io ci sarò sempre per te. Aveva detto, le centinaia di notti in cui si era svegliata urlando, terrorizzata dai suoi incubi.
Allora, svegliati. Non lasciarmi da sola.
Tutto il corpo di Erza era attraversato da un brivido inquieto che la faceva tremare dalla testa ai piedi.
 Mira corrugò la fronte, preoccupata. Sembrò sul punto di dirle qualcosa, ma i suoi occhi vennero calamitati dalla figura bionda in avvicinamento. Zoppicando leggermente con la gamba fasciata e qualche cerotto, Lucy andò loro incontro.
 Accanto a lei c’era Gran Torino, la testa fasciata, e poco più indietro una figura alta e snella. Erza trasalì nel riconoscere i suoi occhiali rettangolari dalla montatura trasparente e i capelli pettinati e fissati con cura su un lato. 
Di tutte le persone che avrebbe voluto vedere in quel momento, lui era decisamente l’ultima al mondo.
≪ Ci sono novità? ≫ si informò ansiosa Lucy, lanciando un’occhiata ad Erza, ma rivolgendosi direttamente a Recovery. La vecchietta scosse la testa e la bionda sospirò, delusa e stanca.
≪ Ne è passato di tempo dall’ultima volta che ti ho visto ≫ commentò Recovery, adocchiando l’uomo in completo.
La sua voce era posata e calma proprio come Erza se la ricordava. Lui posò il suo sguardo fermo su di lei, mentre rispondeva. ≪ Avrei preferito che questa riunione avvenisse in circostanze meno spiacevoli ≫
Erza non rispose, il suo sguardo era fisso in quello dell’uomo in completo bianco che ricambiava con fredda compostezza.
≪ Andiamo ≫ disse Gran Torino, aprendo la porta e voltandosi a guardare l’uomo. Lui si lisciò un risvolto della giacca e le passò davanti senza degnarla di uno sguardo. Le sue labbra si schiusero a lasciar uscire poche parole. ≪ Stai accelerando la sua fine. ≫
I pugni di Erza si serrarono di scatto, tremando. Le ragazze la guardarono allarmate, vedendola impallidire. Un senso di nausea le chiuse la gola.
≪ Erza? Non ti senti bene? ≫ le chiese allarmata Lucy, allungando una mano per toccarle la spalla. Cana inarcò un sopracciglio. ≪ Oi tutto ad un tratto sei bianca come un lenzuolo ≫
≪ Deve essere la mancanza di sonno ≫ aggiunse Mira, portandosi una mano alla guancia. ≪ Da quand’è che non mangi e dormi come si deve? ≫
Erza scosse la testa, allontanandosi da loro. ≪ V-vado a fare un giro ≫
≪ Aspetta un momento ≫ protestò Lucy, allarmata. ≪ Vengo con t- ≫
≪ No ≫ sbottò Erza, brusca. Le tremavano le mani. In quel momento, l’ultima cosa che voleva era che qualcuno la vedesse ridota così. Fragile e tremante, quasi fosse tornata ad essere la bambina della Torre del Paradiso. ≪ Voglio stare un po' da sola ≫
Le ragazze restarono a fissarla preoccupate mentre si allontanava lungo il corridoio affollato, facendosi largo fra personale medico, volontari, eroi, pazienti e loro famigliari. Camminò evitando di incrociare lo sguardo di chiunque, senza nemmeno vedere i loro visi, si fermò davanti a una porta aperta.
Dentro c’erano due file di letti, tutti occupati, intorno erano radunati i ragazzi e le ragazze di Fairy Tail e della Yuei.
Iida aveva una gamba ingessata e Momo gli stava stringendo la mano, con tenerezza. Kaminari e Jiro erano seduti ai due lati del letto di Todoroki e parlavano con Max, dall’altra parte della stanza, accanto al letto di Elfman.
Lo sguardo di Erza scivolò fino a trovare la famigliare testa bionda, spettinata. Bakugou era seduto su una seggiola, davanti al letto di Izuku. Teneva la testa fasciata abbassata e la schiena curva.
Erza aveva avuto modo di conoscere meglio il ragazzo biondo in quei giorni, mentre entrambi vegliavano sul corpo supino e incosciente di Izuku. Aveva avuto modo di apprezzare la sua fermezza di carattere, soprattutto quando Inko Midoriya era apparsa a trovare il figlio.
Erza si era sentita congelare perfino il respiro alla vista della donna in lacrime e straziata dall’angoscia. Dopo essere stata seduta nel soggiorno di casa sua, come poteva spiegarle che suo figlio era quasi morto per proteggerla da sua madre? Come poteva guardarla in faccia e dirle che le dispiaceva?
Era rimasta lì in piedi, paralizzata davanti a quegli occhi così somiglianti a quelli del figlio da straziarle in cuore.
Fortunatamente, non aveva dovuto farlo.
Bakugou si era fatto avanti e aveva parlato alla donna con calma e distacco. Era rimasto lì ad ascoltarla piangere, una roccia irremovibile ed affidabile su cui poter contare.
Erza strinse i pugni, traendo un respiro tremante e indietreggiò.
Non sopportava più tutta quella tensione e l’incertezza. Tutte quelle emozioni negative non le permettevano di respirare.
Tornò ad attraversare i corridoi pensando di andare in giardino e prendere una boccata d’aria o magari di salire sul tetto, dove spesso si radunavano Mina e le altre. Magari si sarebbe distratta un poco, invece i suoi piedi la portarono da un’altra parte.
Non fu sorpresa di trovarsi davanti a quella porta. In quei giorni le capitava spesso. Ogni volta che stare ferma ad aspettare un qualche segno accanto al letto di Toshinori o di Izuku diventava insopportabile, finiva sempre per ritrovarsi davanti a quella porta.
C’era stato un tempo in cui l’unica cosa che l’aveva tenuta in piedi, impedendole di sprofondare nel baratro della disperazione totale e della morte, era stato lui.
 Prima che Toshinori la trovasse e la salvasse, prima che Izuku entrasse nella sua vita con il suo sorriso luminoso e i modi dolci, Gerard era stata l’unica persona in grado di infonderle forza.
Ci sarebbe dovuta essere una guardia davanti a quella porta, ma in quel momento non c’era nessuno.
La sua mano tremò nello spingersi in avanti e afferrare la maniglia.
Era assurdo, pensò mordendosi il labbro. Andare a cercare sostegno da una persona che nemmeno si ricordava di lei e di quello che avevano condiviso. Dalla stessa persona che per anni aveva animato i suoi incubi più spaventosi.
La porta si aprì su una stanza luminosa.
Le tende erano aperte a far entrare il pallido sole autunnale che si riversava sul letto rivestito di coperte candide. C’era un ragazzo su quel letto, con la testa turchese china su un libro e l’aria assorta.
Erza sentì il respiro impigliarsi in gola alla sua vista.  
Gerard non sollevò lo sguardo dal suo libro nel dire ≪ È già ora della visita? ≫
La sua voce era bassa e calma, aveva una leggera nota acidula che un tempo non possedeva, quando era solo un bambino che desiderava disperatamente vivere e vedere il mondo.  
Le dita le si contrassero, affondando nella carne. Le parole non ne volevano sapere di formarsi nella sua bocca, il suo corpo non si mosse, rigido e teso come una corda di violino.
Gerard sollevò la testa, posando lo sguardo verde oliva su di lei, le sue labbra si schiusero per la sorpresa. Non lo vedeva da quel giorno, in ospedale, quando lui gli aveva detto che i suoi capelli avevano lo stesso colore delle foglie degli aceri.
≪ Erza ≫ pronunciò quel nome con uno strano fremito nella voce che le fece balzare il cuore in gola. Gerard la fissò, socchiudendo gli occhi e chiudendo il libro sul suo grembo. ≪ Sei tu, non è vero? Sei Erza. ≫
Lei mosse un passo indietro.
Improvvisamente le sembrò che fosse tornata nella Torre, durante l’ultima battaglia. ≪ Erza, sei tu? Sei veramente Erza? aveva detto sorpreso e disorientato, prima di conficcarle un pugnale nel corpo e guardarla crollare a terra in una pozza di sangue.
Sappi che ti ho amato.
Il respiro le si spezzò in gola, al ricordo di quel bacio dal retrogusto amaro e metallico. Un dolore straziante le afferrò lo stomaco.
Indietreggiò, sentendo le lacrime cadere a bagnarle il viso. Aveva commesso un errore. Non sarebbe mai dovuta andare da lui, non era pronta ad affrontare i ricordi e le sue stesse emozioni.
L’espressione sul viso di lui si rattristò. ≪ Non andartene, per favore. ≫ supplicò, facendo scivolare i piedi giù dal letto e guardandola ansioso. ≪ Io…volevo parlare con te. ≫
Lei si bloccò, guardando incredula quell’espressione sofferente ed angosciata che gli oscurava il viso e rendeva i suoi occhi fragili come vetro.
≪ Non ho ancora recuperato tutti i miei ricordi, però… so cosa ho fatto e ≫ la voce gli si spezzò. I suoi occhi verdi erano pieni di una tristezza inafferrabile, del senso di colpa e dell’angoscia. ≪ Mi dispiace. Davvero ≫
≪ N-Non ti ricordi? ≫ sussurrò lei, le labbra le tremarono. ≪ Tutto quello che ci hai fatto…a me, a Sho, Wally e Shimon. A Miriana. L’hai sfigurata a vita ≫
Un tremito nervoso le scosse sotto pelle, scuotendola dal torpore. I suoi piedi si mossero facendola avanzare verso il letto, dove Gerard l’aspettava con il viso triste sollevato ad accogliere le sue parole incredule.
≪ Ci hai sempre protetti. Ti sei preso cura di noi e poi… ≫ disse con voce tremante. ≪ Ci hai tradito e hai manipolato tutti i tuoi amici, gli hai fatti macchiare di crimini orribili. ≫
 La sua voce si alzò, assumendo una sfumatura di rabbia e angoscia.
Per sei anni, aveva cercato di seppellire tutte quelle emozioni dentro di sé, pensava di essersene liberata con il crollo della Torre, ma si era sbagliata. Erano sempre state lì, ad aspettare il momento in cui si sarebbero rincontrati.
≪ Erza ≫ mormorò lui.
La mano di lei afferrò il tessuto grezzo del suo camice, tirandolo in avanti e portando i loro visi alla stessa altezza. ≪ Hai davvero il coraggio di dire che non te lo ricordi?! ≫ gli gridò in faccia. ≪ Ti conficco una spada nel cuore se osi dire che non ti ricordi più nessuna delle tue azioni! Se osi pensare di poter vivere dimenticando mentre noi siamo condannati a ricordare! ≫
Lo sguardo di Gerard era triste. I suoi occhi lasciarono cadere le lacrime che aveva cercato di trattenere.
Erza trattenne il fiato davanti a quel sorriso sottile, pieno di tristezza, davanti alle sue lacrime, specchio di quelle che rigavano un lato del viso di lei.
≪ Hai ragione ≫ disse Gerard, liberando il respiro tremante. ≪ Fai bene ad odiarmi, non ho il diritto di vivere libero dalla colpa mentre voi siete condannati a ricordare tutto il male che vi ho fatto. ≫
La mano che stringeva il tessuto del suo camice tremò, allentando la presa. Gerard sollevò la mano come se volesse toccarle la guancia e si bloccò prima di farlo. Erza lo guardò con gli occhi sbarrati, il petto in subbuglio. Per un lungo istante, restarono così, immobili a guardarsi, senza sapersi decidere se toccarsi o meno, se parlare e cosa dirsi.
Dopo lunghi istanti di immobilità, Erza lasciò la presa sul suo camice raddrizzandosi. Si sentiva bruciare gli occhi per la voglia di piangere. Gerard era lì davanti a lei, ma non era più nessuna delle persone che lei conosceva.
≪ Io…non posso farlo ≫ disse Erza, con voce tremante. ≪ Sento di non poter più andare avanti in questo modo ≫ La voce le si spezzò in gola. ≪ Toshi ed Izuku. I miei amici e compagni. Tutto questo non sarebbe mai accaduto se non fosse stato per me. ≫
Le tremavano le mani, strette in pugni lungo i fianchi. ≪ Forse sarebbe stato meglio se io fossi morta quel giorno. Si, avresti dovuto lasciarmi morire ≫
Quel giorno in cui Gerard aveva messo in gioco la sua vita per salvarla ed aveva condannato sé stesso per questo. Se quel giorno avesse semplicemente chinato il capo e avesse lasciato che si prendessero la sua vita, Irene non sarebbe mai arrivata ad assediare un’intera città, ferendo i suoi amici.
≪ Vivere significa accettare il rischio di sbagliare e ferire gli altri ≫ mormorò Gerard, facendola sussultare. Sollevò lo sguardo solo per trovare i suoi occhi dolci e tristi che la fissavano. ≪ Arrendersi però non migliorerà le cose, non lo fa mai. Possiamo cambiare le cose che non ci piacciono, migliorare le nostre vite, solo continuando a combattere. ≫
Il cuore di Erza ebbe un sussulto. Quelle parole lei le conosceva bene, ricordava la prima volta che le aveva sentite, con il peso del corpo di Sho e Miriano contro le sue spalle. Gerard stringeva il pugno arrabbiato, gli occhi brucianti di una determinazione ribelle, mentre Wally e Shimon annuivano fiduciosi.
Allora, erano stati nulla di più che degli schiavi, ma lui pensava e parlava del futuro come un giovane rivoluzionario che desiderava vivere più di chiunque altro.
Il Gerard di adesso, accennò un sorriso timido, dicendole ≪ Insieme ai nostri amici, accanto alle persone che amiamo e di cui ci fidiamo. Insieme siamo più forti, Erza ≫.
Erza tese la sua mano e gli sfiorò la guancia con la punta delle dita. La sua pelle era più ruvida di un tempo, le ciocche dei suoi capelli blu le solleticarono la pelle. Gerard la guardò confuso.
≪ Perfino senza i tuoi ricordi ≫ mormorò lei, con un’emozione inafferrabile nella voce. ≪ Tu dici sempre le stesse cose, Gerard. ≫
Gli occhi verdi di lui si fissarono nei suoi, le sue labbra si schiusero come a volerle parlare, ma lei non era pronta ad ascoltare. Non ancora. Si ritrasse, distogliendo lo sguardo dal suo.
≪ Mi dispiace per aver urlato prima ≫ gli disse, evitando il suo sguardo. ≪ E-ero arrabbiata ≫
Lui esitò, stringendo i pugni sul copriletto e abbassando lo sguardo. ≪ No, non scusarti. L’unico che dovrebbe farlo sono io ≫
Erza non rispose, avviandosi alla porta. Ora che aveva parlato con lui si sentiva un po' meno depressa. Adesso, aveva la speranza che un giorno avrebbe rivisto quel fuoco caldo e ribelle nel suo sguardo, rincontrato il Gerard per cui era arrivata a risvegliare un potere che non aveva mai voluto.
≪ Combattere e vivere per i propri amici ≫ disse piano. ≪ Era questa la ragione per cui ci ribellammo. Per noi stessi, per la nostra libertà… e per i nostri amici ≫
≪ Tornerai? ≫ sussurrò lui, un tremito di inquietudine nella voce, come se sperarlo fosse troppo. ≪ A trovarmi. Verrai ancora a trovarmi, Erza? ≫
Lei si voltò a guardarlo. I suoi occhi tristi avevano una piccola scintilla nello sguardo che le faceva tremare il cuore in petto. Accennò un consenso con la testa, prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle.
Prima che fosse del tutto chiusa lo sentì sospirare e dire. ≪ Aspetterò che tu lo faccia ≫.
≪ Erza? ≫ la voce concitata di Jiro la fece sussultare. Si sentì bruciare le guance come se fosse stata sorpresa a fare qualcosa di sbagliato.
La ragazza le corse incontro, seguita da Tsuyu che posò lo sguardo sul numero di stanza e chiese curiosa. ≪ Stavi facendo visita a un amico? ≫
Erza si irrigidì, un senso di panico a stringerle lo stomaco. Era ridicolo, perché non c’era proprio niente di cui scusarsi. In un certo senso, aveva ragione, stava solo facendo una visita.
La ragazza rana chinò la testa di lato, osservandola più attentamente davanti al suo silenzio. Jiro sbuffò. ≪ Adesso, non è importante! ≫ disse sbrigativa. ≪ È successa una cosa, devi venire subito ≫
Per un attimo, vide nella sua mente gli scenari peggiori. Toshinori morto, un nuovo attacco di qualche villan, la Regina risorta o Ultear che aveva attaccato l’ospedale perché voleva riprendersi Gerard.
Jiro la guardò negli occhi e disse ≪ Midoriya si è svegliato ≫
Il cuore di Erza fece un balzo e minacciò di saltarle fuori dal petto. La gioia e il sollievo che l’invasero le fecero girare la testa, un sorriso si fece largo sul suo viso, ma vacillò davanti all’espressione ansiosa delle due ragazze.
La voce gracchiante di Tsuyu era piena di tristezza, disse ≪ Le sue condizioni mediche non sono buone. È meglio se vieni ≫
≪ Andiamo ≫ disse Erza decisa, stringendo i pugni lungo i fianchi. Era di nuovo pronta ad affrontare qualsiasi cosa si fosse trovata davanti e porvi rimedio.
 
 
--- Midoriya Izuku ---
 
La prima cosa che vide aprendo gli occhi, fu il rosso cremisi delle sue iridi. Un colore denso e scuro, profondo come i meandri di due rubini che lo scrutavano negli occhi verdi.
Nel vedere il proprio sguardo ricambiato, Katsuki sgranò gli occhi, trattenendo il fiato e si lasciò sfuggire dalle labbra tese. ≪ Fottuto Nerd, sei ancora vivo! ≫
Izuku lo guardò confuso, ricambiando incerto il sorriso, incredulo e sollevato dell’altro. Il suo cuore si strinse in una morsa di nostalgia a quel piccolo gesto.
 Eccolo, il Katsuki che aveva sempre ammirato e dietro cui aveva arrancato fin da bambino. Lo stava finalmente ritrovando dopo anni in cui non aveva fatto altro che respingerlo e tormentarlo.
Era passato così tanto tempo dall’ultima volta in cui gli aveva sorriso in quel modo, che non sapeva nemmeno più quando era accaduto.
Fu una gioia breve, perché Katsuki si rese conto di cosa stava succedendo e il sorriso si trasformò in una smorfia. ≪ Fottuto Nerd ≫ ripeté con rabbia. ≪ Non ti decisi proprio a schiattare. ≫
Izuku lo guardò allibito, cercando di mettere insieme i ricordi frammentare nella sua mente. Rammentava un enorme drago, Natsu avvolto dalle fiamme, All Might ferito gravemente ed Erza che fronteggiava con la sua spada un enorme drago.
Il fiato gli si spezzò in gola. ≪ C-cosa…? ≫
≪ Non dargli retta ≫ intervenne una voce allegra. ≪ Sta facendo l’idiota ≫.
Lo sguardo del ragazzo biondo si adombrò, ringhiò ≪ A chi stai dando dell’idiota, svampita?! ≫
Il viso sorridente di Lucy fece capolino nel suo campo visivo, insieme a quello di Uraraka, rigato di lacrime. ≪ Deku-kun, finalmente ≫ disse la ragazza, tirando su con il naso. ≪ Eravamo tutti in pensiero ≫
Izuku le guardò confuso. Era sdraiato su un letto con addosso un camice ospedaliero e le braccia gessate. Tutto il suo corpo era fasciato da bende candide.  ≪ Dove sono? ≫
≪ Sei diventato scemo? ≫ replicò Katsuki, seccato. ≪ Di sicuro non sei in paradiso. Siamo in una merda di ospedale e tu sei il peggiore degli idioti, ti sei spaccato tutte le ossa e ti hanno svegliato dal coma poco fa. ≫
Lucy rise, guardando l’altro ragazzo divertita. ≪ Adesso fa tanto lo stronzo ≫ gli disse, con gli occhi scintillanti di allegria. ≪ ma devi sapere che è rimasto seduto qui, al tuo fianco, da quando sei uscito dalla sala operatoria ≫
Uraraka annuì, asciugandosi le lacrime e sorrise. ≪ Hanno provato a dimetterlo, ma non voleva lasciarti. Ha dormito su quella sedia per giorni ≫
Izuku spostò lo sguardo incredulo sul compagno. Katsuki gli voltò le spalle, ringhiando piano qualcosa di incomprensibile. ≪ Se l’ho fatto e solo perché non puoi schiattare prima che ti faccia il culo. ≫
≪ Oh cielo ≫ commentò una vocetta dolce. Mirajane sedeva sul letto di un ragazzone tutto muscoli e dai capelli candidi. Teneva una mano sulla guancia e un sorriso dolce e divertito le curvava le labbra. ≪ È così poco sincero con i propri sentimenti da fare tenerezza ≫
≪ Neechan ≫ protestò Elfman, infastidito. ≪ Non dire così… ≫
≪ Bakugou è così ≫ commentò Todoroki, con un sospiro. ≪ Non fateci caso. ≫
Il diretto interessato si voltò di scatto verso di lui, ringhiando ≪ Eh?! chi ti ha interpellato Bastardo a Metà? ≫
Todoroki sollevò lo sguardo su di lui, corrugando la fronte. ≪ Uhm, scusa ≫
≪ E tu fatti gli affari tuoi ≫ aggiunse rivolgendosi alla ragazza.
Izuku si guardò attorno disorientato. Lucy ed Uraraka erano sedute sul suo letto, dietro di loro Natsu gli sorrise dal letto in cui Gray era sdraiato, con il petto nudo avvolto da bende candide.
Dall’altra parte, c’era un altro letto, dove si trovava un ragazzo con il viso ricoperto di piercing e una ragazzina piccolina dai capelli sbarazzini che somigliava a un folletto.
Nell’altro lato della stanza, Iida, Todoroki e il ragazzo che aveva chiamato Mirajane “sorellona” erano semisdraiati a letto.
Avevano tutti delle bende e dei cerotti addosso, chi più chi meno. Sul letto di Todoroki, Jiro e Kaminari gli sorrisero sollevati.
≪ Hai fatto una cosa pazzesca, Mido! ≫ esclamò Kaminari, sconvolto. ≪ Dicono che hai sollevato da solo un drago gigantesco! ≫
≪ Ma dai non è possibile ≫ sbuffò Jiro, roteando gli occhi. ≪ Lo sanno tutti che i draghi non esistono ≫
A quelle parole, Natsu si tese voltandosi verso Gray. ≪ Dicevamo? ≫ disse divertito. Gray alzò gli occhi al cielo. Una ragazza dai capelli blu lo guardava inginocchiata dietro il bordo del letto, borbottando fra sé.
 ≪ Te l’ho già detto ≫ sbuffò il ragazzo. ≪ Va bene, okay, esistono. I draghi esistono. Ora smettila di rompere ≫
Iida sorrise a Izuku dal suo letto, la gamba ingessata e sollevata. Momo era al suo fianco, seduta sulla sedia a rotelle.
≪ Midoriya-kun, sono felice di vederti sveglio ≫ disse Iida con un sorriso commosso. ≪ Eravamo davvero in pensiero per te ≫
≪ Iida, anche tu sei rimasto ferito? ≫ disse sorpreso. Il ragazzo annuì. ≪ Molti di noi hanno riportato ferite leggere e sono già stati dimessi, solo quelli che dovevano completare le analisi o fare trattamenti particolari sono rimasti. L’importante è che siamo tutti vivi ≫ sospirò ≪ Purtroppo, ci sono stati moltissimi feriti, ma dovremmo essere grati per quanto siamo stati fortunati ≫
Izuku accennò un sorriso, sentendo pungere gli occhi di lacrime di gioia. Era felice che i suoi amici stessero tutti bene e fossero insieme.
Il suo sguardo corse per la stanza, alla ricerca di una famigliare chioma scarlatta. ≪ Erza? ≫ domandò incerto. ≪ Dov’è? P-perché non è qui? ≫
L’allegria negli occhi dei suoi compagni si spense di colpo. I loro visi divennero seri, alcuni perfino angosciati.
≪ Mido… ≫ disse Jiro, nervosa. ≪ Ecco, vedi… ≫
Un terribile presentimento si istaurò in lui, tento di alzarsi e guardò le sue braccia ingessate. Non riusciva a muoverle. L’ansia lo artigliò. ≪ Dov’è Erza? Sta bene? ≫
≪ Sta bene ≫ intervenne Lucy, sventolando le mani davanti al suo viso. ≪ Aveva una commozione, ma gliel’hanno curata. Non c’è da preoccuparsi ≫
≪ Dire che sta bene è un po' troppo ≫ commentò Gray. Il ragazzo con i piercing sbuffò. ≪ Il suo umore è peggiore del solito ≫
≪ Sua madre ha tentato di ucciderla, Gajil, anche tu saresti di pessimo umore dopo ≫ replicò la ragazzina che sembrava un folletto.
Izuku guardò Lucy, interrogativo. ≪ C-credo di essere un po' confuso ≫ ammise. In realtà, più che confuso era deluso. Non riusciva a capire perché la sua ragazza fosse l’unica a non essere lì.
Se stava bene, allora perché non era lì con tutti gli altri?
 Lucy sospirò, stancamente. ≪ Immagino ≫
≪ Stiamo tutti bene, Deku-kun. Tranquillo ≫ intervenne Uraraka, giocherellando con le bende sul suo polso ed evitando di guardarlo. ≪ Solo…ecco ≫
≪ Dateci un taglio ≫ sbottò Katsuki, spazientito. Era in piedi dietro la sedia, con le mani sullo schienale e l’espressione scocciata. ≪ Non è un bambino e se fatte così è pure peggio ≫
Izuku lo guardò, incrociandone lo sguardo cupo. ≪ Si tratta di All Might, vero? ≫ disse. Se Erza non era lì poteva dipendere solo da quello, ne era sicuro.
Katsuki fece un cenno con la testa, incupendosi. ≪ La tua ragazza ha passato tutto il suo dannato tempo tra il tuo capezzale e quello di All Might. Non sono nemmeno sicuro che abbia mai dormito, davvero ≫
Izuku sussultò, avvertendo un tuffo al cuore. ≪ Wendy non ha curato le sue ferite? Di All Might, dico ≫
≪ Ci prova da giorni ≫ disse Lucy, rattristandosi. ≪ Ma oltre il fatto che lei, Porlyusica e Recovery stanno aiutando tutti quanti, il fisico di All Might era già messo male… ≫
≪ E anche tu, Deku-kun ≫ aggiunse Uraraka, affranta. ≪ Avevi tutte le ossa rotte. Hanno dovuto operarti e curarti più volte. Perfino, ora stiamo aspettando gli esisti di altri esami per capire se ci sono danni ≫
Izuku annuì, teso. ≪ E la Regina? ≫ chiese, guardando Natsu. ≪ L’avete sconfitta? ≫
Natsu fece un sorrisone, puntando il pollice contro il proprio petto. ≪ Ci ho pensato io! L’ho mandata all’altro mondo, sicuro! ≫ I suoi occhi neri scintillarono, voltandosi verso Gray, aggiunse canzonatorio. ≪ Chi è il vero drago, adesso?! ≫
Il ragazzo moro sollevò gli occhi al cielo, sbuffando. ≪ Salvatemi! Cristo Santo, mi darà il tormento per il resto della vita ≫
≪ Non infastidire Gray-sama  ≫ esclamò la ragazza dai capelli blu, oscurandosi in viso. ≪ Juvia non può permetterlo ≫
≪ Comunque non sei l’unico drago qui ≫ commentò Gajil scocciato, strappando una risatina canzonatoria alla ragazzina. ≪ E tu non ridere! ≫
≪ In realtà, ≫ commentò Lucy, passandosi una mano fra i capelli. ≪ Non siamo sicuri se sia ancora viva o meno. ≫
Izuku trasalì, guardandola turbato. Lucy si mordeva il labbro, pallida e tesa. Possibile che non fosse servito a nulla tutto quello che avevano fatto?
 Deglutì. ≪ I-in che senso? ≫
≪ I soccorsi sono andati a cercarne il corpo, hanno percorso tutta la zona, ma non l’hanno trovato ≫ spiegò Lucy, il viso adombrato dall’ansia. ≪ Hanno trovato solo il punto in cui era caduta, ma di Irene non c’era traccia ≫
≪ M-magari si è dissolta ≫ commentò Max, rabbrividendo. ≪ Come un brutto sogno ≫
≪ Non dire assurdità ≫ rispose Gajil. ≪ Il corpo dei draghi e fatto di carne e sangue, non scompare ≫
≪ Sono sicuro di averla sconfitta definitivamente ≫ borbottò Natsu.
Izuku si sentì afferrare il petto dall’ansia. Non capiva se potesse o meno tirare un sospiro di sollievo. Erza era al sicuro adesso, oppure correva ancora il rischio di essere usata come contenitore dalla madre?
Il corpo gli faceva male, la pelle gli formicolava. Si sentiva ancora stanco e stordito e aveva voglia di vedere la sua ragazza. La sua assenza nella stanza era come una un buco nel petto. Si morse il labbro amareggiato, cercando di scacciare quei pensieri egoistici. Erza doveva essere a pezzi per le condizioni di suo padre, non poteva avercela con lei per questo.
Dal letto del fratello, Mirajane emise un sospiro. ≪ Alcuni dei villan sono fuggiti e hanno fatto perdere le loro tracce. ≫. I suoi occhi azzurri si posarono sulla figura di Gray che aveva abbassato la testa, incupendosi. ≪ Non sappiamo dove potrebbero essere andati ≫
Gray si morse il labbro, frustrato. Natsu gli posò una mano sulla spalla. ≪ Coraggio, non fare così. ≫
L’altro lo respinse, girando il viso per impedire loro di vederne l’espressione.
≪ Giusto! ≫ disse la ragazzina-folletto. ≪ Almeno adesso sai che Ultear è ancora viva. La ritroveremo, vedrai ≫
≪ Un vero uomo non perde mai la speranza ≫ concordò Elfman. ≪ Combattere per la propria famiglia è da veri uomini ≫
≪ Oh Cielo, sarà questo il caso? ≫ si domandò Mira, pensierosa.
Izuku abbandonò la testa contro il cuscino, chiudendo gli occhi. Erano troppe informazioni tutte insieme, aveva bisogno di tempo per riordinarle e metterle in ordine. La regina era stata sconfitta, ma dove era finito il suo corpo e chi aveva interesse a portarlo via?
Ultear non aveva ottenuto ciò che voleva, ma era scomparsa, lasciando suo fratello Gray senza risposte. Ed All Might era ferito gravemente e non si era ancora svegliato. Infine, voleva vedere Erza, il prima possibile.
≪ Forse dovremmo lasciarlo riposare ≫ sentì dire a Todoroki. ≪ Sono un sacco di informazioni da digerire e si è appena svegliato. ≫
≪ non dovevamo dirgliele così, tutte insieme ≫ concordò Uraraka.
≪ Uno che può sollevare un drago potrà anche gestire le informazioni, no? ≫ replicò Gajil. ≪ Non sarà stupido come Salamander, spero ≫
≪ A chi stai dando dello stupido? ≫ gridò Natsu, balzando in piedi. ≪ Dimmelo in faccia se hai il coraggio ≫
≪ Lo sto facendo, idiota ≫ replicò Gajil, facendo sbuffare le ragazze e gridare Iida dei rimproveri. La confusione nella stanza era allegra e vivace. Izuku teneva le palpebre chiuse, lasciando che i suoni rimbalzassero nel buio.
Tossì, la gola secca. ≪ Posso avere un po' di acqua? ≫ domandò, incerto.
Katsuki sbuffò. ≪ Prenditela ≫
Uraraka gonfiò le guance, arrabbiata. ≪ Sei veramente tremendo che ti costa avvicinargliela? ≫
Izuku aprì gli occhi, mormorando. ≪ La prenderei se riuscissi a muovere le braccia ≫
Fu come se avesse gettato su di loro un secchio di acqua fredda. Li guardò confuso, mentre loro ricambiavano lo sguardo. Katsuki si accigliò. ≪ Oi, Deku. Che cazzo stai dicendo? ≫
Lucy abbassò lo sguardò sul suo braccio e disse tesa. ≪ P-potresti stringere il pugno, Mido? ≫
Lui la guardò senza capire. Provò a farlo e si accorse con orrore che non sentiva più la punta delle dita. Il respiro gli si spezzò in gola, mentre Lucy ripeteva ansiosa. ≪ Solo per un momento, chiudi le dita ≫
≪ L-lo sto facendo ≫ rispose lui, ma lo sapeva che le sue dita non stavano eseguendo quel movimento. Era stato avvertito. I suoi tendini erano già danneggiati, sapeva di non potersi permettere altri danni importanti alle braccia, ma non aveva potuto far altro che reagire alla situazione.
Le lacrime presero a rigargli il viso. ≪ N-non le sento. ≫ ammise, la voce ridotta a un sussurro. ≪ Non sento più le braccia ≫
Lucy scattò verso la porta, gridando ≪ Vado a cercare aiuto ≫
Jiro scivolò giù dal letto, lo sguardo velato di tristezza. ≪ Cerco Erza. Tranquillo, Mido, risolveremo la cosa. Vedrai ≫
Lui non rispose, chiudendo gli occhi. In quel momento, avrebbe preferito essere solo per poter piangere.
 

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Capitolo 68
*** Capitolo 39 - Insieme ***


39. – Insieme

--- Erza Scarlet ---
 
Si fermò sulla porta e sbirciò dentro, trovandola affollata di gente.
Levvy sedeva sul letto di Gajil con Lucy e si stringeva all’amica, mentre Shouto e Iida erano nei loro letti e si rivolgevano rassicuranti a Izuku.
Wendy e Porlyusica erano già chine su di lui, e dalle loro mani scaturiva un bagliore caldo che si riversava dentro la pelle e il corpo di lui, la testa china e gli occhi bassi, che osservavano quello che gli facevano, annuendo di tanto in tanto in direzione degli amici.
≪ Avevo supposto sarebbe accaduto. ≫ stava dicendo la vecchia, con tono stranamente gentile. ≪ Ho visionato le tue cartelle mediche e sapevo che era una possibilità. Vorrei sapere chi è l’idiota che ti ha svegliato prima che completassimo le cure. Varrebbe la pena di prenderlo a ceffoni. ≫
Ai piedi del letto, Uraraka sedeva sul bordo, tormentandosi le mani nervosamente, mentre Bakugou era appoggiato all’inferriata.
≪ Erza-san? ≫ la chiamò Jirou, vedendola esitare davanti alla porta, senza accennare ad entrare. ≪ Qualcosa non va? ≫
Lei non rispose, stringendo i pugni lungo i fianchi. Gli occhi verdi di Izuku erano abbassati sulle braccia segnate, lucidi di lacrime e tristi. Avrebbe dovuto essere lì con lui a tenergli la mano, ma non riusciva a liberarsi dell’idea che se lui aveva rischiato così tanto era solo a causa sua.
Porlyusica sollevò lo sguardo e il suo sguardo si posò sulla figura titubante di Erza, affilandosi come lo sguardo di un rapace. La sentì dire nel suo tono brusco. ≪ Wendy continua da sola. ≫
≪ Si, signora. ≫ rispose la ragazzina. Dalle sue mani scaturiva una luce calda che filtrava dentro la pelle del ragazzo, se questa riuscisse a riaggiustare ciò che si era rotto, Erza non lo sapeva ma sperava di si.
La vecchia andò incontro ad Erza e uscì nel corridoio, fermandosi davanti alla ragazza.  Lei sollevò lo sguardo e prima che potesse pronunciare qualsiasi parola, un ceffone la centrò dritto sulla guancia, facendola sussultare più per la sorpresa che per il dolore.
Jirou si lasciò scappare un urletto sorpreso, portandosi le mani alla bocca. ≪ Ma cosa fa? ≫
Tsuyu la guardò con gli occhi sbarrati, silenziosa, mentre Erza sentiva bruciare la pelle dove il palmo ruvido della donna aveva colpito la sua guancia. Schiuse le labbra e lasciò sfuggire un respiro tremante.  
≪ Ripigliati! ≫ sbottò Porlyusica seccamente. La guardò severa, con quegli occhi inflessibili. ≪ Smettila di esitare e andartene in giro con quell’aria devastata. Siete vivi, no? I giovani d’oggi non hanno spina dorsale, non sapete apprezzare le cose. Ti sembra roba da poco, sopravvivere a un drago?! ≫ I suoi occhi severi la scrutarono dall’alto, per un istante le parve di vederci dentro un luccichio di compassione. ≪ Quel ragazzo è testardo quanto Makarov, ma non andrà molto lontano se nessuno lo frena. Questa volta gli è andata di lusso, non so come finirà la prossima. ≫
≪ Le sue braccia guariranno? ≫ domandò Tsuyu preoccupata, chinando il capo di lato per osservarla. ≪ Ci sono speranze che tornino come prima? ≫
Porlyusica sospirò, passandosi una mano sul viso stanco. ≪ Ci sono poche ferite che un Dragon Slayer come Wendy non può guarire. Servirà più di una sessione di cure, visto quanto è stanca, ma penso che alla fine si riprenderà. ≫
Ad Erza sembrò di sentire l’aria tornare a riempirle i polmoni. Izuku sarebbe stato di nuovo bene, saperlo era come vedere il sole dopo giorni di piaggia incessante.
≪ E vai a trovare tuo padre. ≫ aggiunse la vecchia, seccata. ≪ Non statene lì fuori dalla porta come una bambina spaventata. Sei abbastanza grande da capire che respingere chi cerca di farti da sostegno è una cosa sciocca e infantile. ≫
Erza abbassò lo sguardo, sentendosi arrossire. Aveva avuto troppa paura per entrare e vederlo avvolto da bende e tubicini, incosciente in quel letto. Paura che l’avrebbe lasciata senza una parola, da sola in quel mondo in cui l’aveva trascinata lui stesso. Era stata infantile, avrebbe dovuto andare direttamente da lui e scuoterlo fino a farlo rinvenire.
 Sollevò lo sguardo e annuì. ≪ Grazie. ≫ rispose, toccandosi la guancia dolorante. ≪ Ne avevo bisogno. Credo. ≫
La vecchia la guardò come se stesse cercando di capire se scherzasse o dicesse sul serio. Erza la superò svelta, entrando nella stanza ed esitò un istante ai piedi del letto, con il petto in subbuglio per l’agitazione. 
Bakugou si voltò a guardarla e inarcò un sopracciglio. ≪ Ah, ma sei ancora viva. Ti davamo per dispersa. ≫ commentò sarcastico.
Erza non gli rispose, guardando la ragazzina seduta sul letto che teneva le mani sulle braccia fasciate del ragazzo. Il suo viso era pallido e tirato per la stanchezza e la concentrazione. Non si era riposata quasi nulla, dedicando tutta la sua forza all’aiutare i vari feriti e trascurando le sue di ferite.
Perfino ora, stava mettendo sé stessa a dura prova per curare Izuku. Nemmeno fra un milione di anni avrebbe potuto ripagarla per tutto.
Lui sollevò lo sguardo e nel vederla le sue labbra ebbero un tremito. Lo aveva osservato mentre era incosciente, il viso da cucciolo disteso e composto, sentendosi stringere lo stomaco per quel espressione vuota e priva della solita luce che gli accendeva il viso. Ora, invece, sembrava sconvolto. Aveva gli occhi scuri e densi di preoccupazione e angoscia, le guance pallide. Eppure, nel momento in cui il suo sguardo si posò su di lei, i suoi occhi scintillarono.
 Erza si sentì stringere lo stomaco da una morsa di imbarazzo. Arrossì, improvvisamente consapevole del proprio aspetto. Si toccò i capelli, cercando di pettinarseli almeno un poco con le dita. Doveva avere un aspetto orribile. Non dormiva ne mangiava decentemente da giorni, i suoi vestiti erano stropicciati, ed aveva passato ogni singola ora divorata dall’angoscia e dalla colpa.
≪ Erza. ≫ La sua voce era dolce, mentre le sorrideva inquieto. Il viso da cucciolo contorto dall’angoscia che cercava di tenere sotto controllo. ≪ Sei qui, finalmente. ≫
Wendy sollevò lo sguardo e Lucy si voltò, ansiosa. ≪ Erza, eccoti finalmente. Ti hanno detto di Mido? ≫
≪ Si. ≫ tagliò corto lei, incapace di distogliere lo sguardo da quegli smeraldi verdi. ≪ Grazie Wendy per tutto quello che fai. ≫
≪ Non ringraziarmi ancora. ≫ rispose piano lei, corrugando la fronte. ≪ Non ho ancora finito. ≫
Erza si trovò accanto a lui senza quasi rendersene conto, la mano scivolò ad accarezzarli la testa fasciata con attenzione, le dita che si impigliavano nei capelli.
≪ Ben svegliato, Bell Addormentato. ≫ Lo punzecchiò, posando un bacio sulla fronte calda e stringendolo a sé. Izuku reclinò la testa per continuare a guardarla, arrossendo nel sentirsi trarre contro il seno di lei. ≪ C-che razza di soprannome è? ≫ balbettò, incespicando nelle parole senza fiato.
Vederlo così in imbarazzo e nervoso le strappò un sorriso. Quanto le mancava vederlo andare così nel panico per cose normali.
Un verso esausto, simile a un sospiro, sfuggì dalle labbra di Wendy. Sollevando di scatto la testa, Erza la vide collassare fra le braccia di Natsu, già pronto ad afferrarla.
Lucy strillò con voce acuta. ≪ Oh no, Wendy! ≫ Corse da lei, chinandosi ansiosa.
La ragazzina non rispose, pallida e con gli occhi chiusi. Natsu la sollevò tenendola in braccio con la stessa premura di un fratello maggiore. 
≪ È esausta. ≫ constatò, corrugando la fronte preoccupato. Alle sue spalle, Gray si fece da parte e batté una mano sul materasso. ≪ Oi, mettila qui, Natsu. Facciamola riposare un po'. ≫
Il ragazzo l’adagiò con cura sul letto, levandole le scarpe. Lucy accarezzò la fronte di Wendy e guardò male Gray. ≪ Se ti togli i vestiti o fai qualcosa di male a Wendy, ti butto giù da una finestra. ≫ lo avvertì, facendo alzare gli occhi al soffitto a Gray. ≪ Ma figurati. Lo sai che non lo faccio per malizia. Nemmeno me ne accorgo che perdo i vestiti. ≫
Erza abbassò lo sguardo sul ragazzo che teneva stretto contro il proprio petto, sorpresa. Izuku le strinse il braccio, con le dita ruvide.
≪ Tu…? ≫ sussurrò, stringendolo forte. Izuku accennò un sorriso, mormorando ≪ Così mi soffochi, Erza. ≫
Gli altri si voltavano a guardarlo, un sospiro di sollievo corse per tutta la stanza.
≪ Puoi muoverle? ≫ disse Jirou sollevata. ≪ Ma è fantastico! ≫
 Porlyusica si avvicinò e gli prese un braccio fra le mani. ≪ Dovremmo sottoporti a qualche altra seduta, ma per ora va bene così. Cerca di riposare. ≫ sollevò lo sguardo e fissò Wendy, sdraiata sul letto di Gray.  ≪ E lasciate riposare anche lei. ≫
Erza guardò la vecchia stringendo gli occhi. ≪ Ma questo significa che Izuku sta abbastanza bene? ≫ domandò, incerta. ≪ Cioè non è più in pericolo, vero? ≫
Lo sguardo della vecchia era distaccato. ≪ Non fare domande idiote. È già tanto che sono qui a sopportare voi tutti, non tollero pure la stupidità. ≫
≪ Sta bene, si o no? ≫ insistette. Percepiva su di sé lo sguardo di Uraraka e Bakugou. Izuku le toccò il braccio, dicendo ansioso. ≪ M-mi sento bene, davvero. E riesco pure a muovere le braccia. ≫ Lanciò un’occhiata ansiosa alla donna e poi a Wendy, affrettandosi ad aggiungere. ≪ Grazie Porlyusica-san per tutto quanto e anche Wendy, ovviamente. ≫ L’espressione sul suo viso si addolcì. ≪ Appena si sveglia la ringrazierò come si deve. ≫
Dato che la vecchia non lo contradisse, Erza lo lasciò andare. Afferrò il cuscino e glielo tirò via. Izuku sbarrò gli occhi e aprì la bocca per protestare, ma venne zittito da un colpo di cuscino in faccia. ≪ TU, RAZZA DI IMBECCILE! ≫ Ruggì Erza, lasciando finalmente emergere tutte quelle emozioni negative che aveva tenuto sepolte e che scoppiarono in rabbia.
≪ Farti schiacciare da una zampa di drago! E per cosa?! Non mi avrebbe mai uccisa, idiota di un Nerd, le servivo viva! ≫ gridò, assestandoli una cuscinata dopo l’altra. Izuku sollevò le braccia, cercando di difendersi dai suoi attacchi e balbettando nel mentre delle scuse. ≪ Ho reagito d’impulso…mi fai male, ascoltami…Erza, basta! ≫
≪ Erza, un bel niente! Sei un idiota e gli idioti vanno menati! ≫ replicò lei, sotto lo sguardo incredulo dei compagni.
≪ No, aspetta un momento ≫ intervenne Gray, storcendo la bocca indignato. ≪ Tu questo lo chiami menare?! Con me e Natsu non ci vai così piano! ≫
≪ C’è da dire che nessuno di voi due è il suo ragazzo. ≫ precisò Levvy con un sorrisino. ≪ Perciò è comprensibile. ≫
≪ Questa è comunque un’ingiustizia! ≫ esclamò indignato Natsu. ≪ Quando mena a me sembra che mi voglia far secco! ≫
≪ Ma te lo meriti. ≫ commentò Gajil con un ghigno divertito. ≪ Chi non vorrebbe farti secco, lucertolina? ≫
 Erza trasalì. Ragazzo. Erano successe così tante cose che se n’era quasi dimenticata che effettivamente si erano messi insieme poco prima della battaglia. Si sentì arrossire, forse avrebbe dovuto andarci più piano con lui o avrebbe anche potuto ripensarci e scaricarla.
Lo guardò scuotere la testa, i capelli che sparavano in tutte le direzioni e la mano premuta sulla fronte fasciata. Ricambiò timidamente lo sguardo, con gli occhi verde scuro che la scrutavano come se si aspettasse di venir colpito ancora. ≪ E comunque tu potevi almeno provare a schivarla, quella zampa. Te ne stavi lì impalata ≫ commentò a mezza voce, storcendo la bocca offeso. ≪ Mi è preso quasi un colpo. ≫
Le dita della ragazza affondarono nel cuscino morbido, gli assestò un’altra cuscinata, sibilando. ≪ Non farlo mai più, mi hai capito? Ti ammazzo con le mie mani se ci riprovi. ≫
≪ Ho capito! ≫ strillò Izuku, proteggendosi il viso con le braccia fasciate. ≪ Mai più. Promesso. ≫
Erza sbuffò. ≪ Idiota. ≫ borbottò, lasciandoli cadere in grembo il cuscino. Izuku sospirò, massaggiandosi la testa dolorante.
Sentì una risatina e voltandosi vide Lucy che si piegava in due, iniziando a ridere serialmente. Erza la guardò sconvolta. ≪ Ma che ti prende? ≫
≪ Scusa, è solo che ≫ la voce le tremò, soffocata da una risata quasi isterica. ≪ Oh Dio, non potresti semplicemente dire “Ero preoccupata per te” come le persone normali? ≫
Natsu guardò la bionda come se fosse impazzita. ≪ Erza che si comporta normalmente? Se mai dovesse accadere mi spaventerei a morte. ≫
  Erza trasalì, mentre Izuku si tese come una corda di violino e la guardò speranzoso. ≪ E-eri preoccupata per me? Davvero? ≫
Erza distolse lo sguardo. Dannazione, Lucy lo sapeva che odiava quel genere di sentimentalismo. Era una vita che Toshinori cercava di incastrarcela e lei ne svicolava, come poteva metterla in una situazione del genere?! L’avrebbe presa a calci per quel colpo basso. ≪ Tu… ≫ iniziò, venendo interrotta bruscamente.
≪ Che cosa dolce! ≫ esclamò Levvy, con un sospiro. ≪ Certo, se sviluppassi dei modi più carini sarebbe fantastico, ma vederti così preoccupata per qualcuno è quasi commuovente. ≫ Le fece un gran sorriso, unendo le mani compiaciuta. ≪ Quando lo dirò alle altre, non vorranno credermi. ≫
≪ Sono sicuro che nonostante i modi bruschi, Erza-san non sia una persona insensibile. ≫ commentò Iida, pensieroso. ≪ Mi ci è voluto un po' per esserne relativamente sicuro, ma non è come Bakugou-kun. Ha solo un modo un po' particolare di esprimersi. ≫
≪ Cosa vorresti dire, Quattrocchi di Merda?! ≫ ruggì il ragazzo biondo, furioso. Si voltò a guardare male il capoclasse che alzò la mano indicandolo. ≪ Non si può mai essere sicuri con te, Bakugou-kun, ecco cosa sto dicendo. Devi lavorare sul tuo caratteraccio se aspiri a diventare un eroe degno. ≫
 Erza li guardò indignata. ≪ V-voi state scherzando vero? Cos’è tutto questo baccano? Siamo in ospedale. ≫ sbottò, incrociando le braccia sotto il seno. ≪ Il prossimo che se ne esce con un’assurdità simile lo meno. ≫
≪ Questo non generebbe maggiore confusione? ≫ domandò Shoto pensieroso, lasciandola spiazzata. Tsuyu e Jirou stavano concordando con lui.
Si voltò a guardare il suo ragazzo che la stava tirando giù, a sedere con lui nel letto. Aveva gli occhi scintillanti e le guance rosse, sembrava incredibilmente felice per uno che aveva rischiato di perdere l’uso delle braccia.
Erza ci avrebbe scommesso che stava ancora a pensare a quello che aveva detto Lucy. Non gli sembrava vero che lei potesse preoccuparsi per lui, eppure non aveva fatto altro durante alla battaglia.  
Si lasciò cadere seduta sul letto. Era esausta, ma per la prima volta da giorni si sentiva quasi felice. Piano piano le cose sarebbero tornate normali, ora ne era sicura, anche Toshinori si sarebbe ripreso. Doveva solo avere un po' di pazienza e fiducia.
≪ Basta, io me ne vado! ≫ tuonò Porlyusica disgustata. ≪ Fate troppa confusione, è per questo che detesto le persone! ≫
≪ Ah no, aspetti un attimo. ≫ l’inseguì Lucy ansiosa. ≪ Le devo chiedere una cosa su gli altri feriti. ≫ La vecchia non l’aspettò, uscendo borbottando e Lucy le andò dietro protestando.
≪ Ma dove l’avete trovata quella pazza? ≫ domandò Bakugou, sbuffando. Izuku rise. ≪ Se sapessi quanto ci è costato convincerla a venire qui. Sono sorpreso che non se ne sia andata. ≫
≪ Ah con tutti quei villan fra i piedi e poi i feriti che sono arrivati, non ha potuto farlo. ≫ rispose Gray, posando la testa sul palmo della mano e sistemando la coperta su Wendy. Natsu annuì, tenendo d’occhio la ragazzina.
L’atmosfera nella stanza si era distesa, riempiendosi di chiacchiere. Erza notò lo sguardo demoralizzato di Uraraka su di loro e cercò di accennare un sorriso. Avrebbe voluto dirle qualcosa di carino, dal momento che avevano combattuto insieme, ma non le veniva in mente niente.
Si appoggiò al petto del ragazzo alle sue spalle che si irrigidì leggermente. Erza lo guardò, corrugando la fronte. ≪ Ti faccio male? ≫ Lui scosse la testa, avvampando. ≪ N-no, figurati. ≫
Le sorrise timidamente ed Erza si rannicchiò più comodamente sul letto, accanto a lui.
≪ Ma io dico, ≫ stava dicendo Gajil ≪ ero riuscito a liberarmi di te, Salamander e ora mi tocca stare qui a sopportarti. ≫
≪ Vattene da un’altra parte! ≫ sbottò Natsu, storcendo la bocca e ignorando Jirou che lo punzecchiava con i suoi Earphone-jack. ≪ Siete troppo rumorosi, tacete che svegliate Wendy e poi perché non riesco a colpirti? ≫
Gli occhi di Natsu scintillarono. ≪ Perché.. ≫
≪ No! ≫ esclamarono in coro Bakugou e Gray, cupamente. ≪ Se tiri fuori un’altra volta la storia del drago, io ti congelo! ≫ sibilò il moro, esasperato. Bakugou sollevò una mano minaccioso. ≪ Ti getto dalla finestra. Basta, non ti tollero. ≫
≪ Siete tutti troppo rumorosi. ≫ constatò Shouto, con un sospiro.
Erza stava ascoltando il chiacchiericcio generale con un sorriso sulle labbra. Erano tutti salvi, fortunatamente e il suono delle loro discussioni e risate le ricordava l’atmosfera che regnava nella sala comune di Fairy Tail. Una confusione, scandita dal battito veloce del cuore di Izuku, sotto la sua guancia. L’aveva sentito battere molto più veloce di così, la prima e unica volta che avevano dormito insieme. In quell’occasione aveva pensato che non sarebbe riuscita a dormire, visto quanto era agitato, ma si era sbagliata.
Izuku le circondò le spalle con un braccio, stringendosela al petto e posando un bacio sulla sommità della testa. ≪ Sono felice che sia finito tutto bene. ≫ mormorò fra i suoi capelli. ≪ Adesso, sei al sicuro. Per davvero. ≫
Gli era già stato detto in passato. Ricordava Toshinori che si chinava su di lei, posandole quella mano forte sulla testa. Sei al sicuro, Erza. Ti prometto che farò in modo che tu sia al sicuro per sempre. Lei si era divincolata da quella presa, scostandosi da lui. A quei tempi, c’era solo un baratro di disperazione e rabbia in lei e aveva pensato che si sarebbe arrabbiato e l’avrebbe sgridata. Invece lui, aveva sorriso dolcemente.
Forse sarebbe meglio affidarla ai servizi sociali, All Might aveva detto l’uomo nel completo di sartoria, senza nemmeno guardarla. Ha bisogno di un aiuto che solo uno specialista potrebbe dargli.
Gli stava forse dando della pazza? Già allora aveva capito che lui non le piaceva, non più di quanto lei piacesse a lui. All Might però si era inginocchiato davanti a lei, tendendole quella grande mano. Sono sicuro che appena ci conosceremo meglio, riusciremo ad andare d’accordo. Non è vero, Erza-chan? Non preoccuparti, io non ti lascerò andare. Non ti manderò via, puoi restare qui con me per tutto il tempo che vorrai.
≪ Bakugou-kun, non usare le esplosioni in ospedale! ≫ gridò severamente Iida e se la sua gamba non fosse stata immobilizzata, si sarebbe alzato per fermare l’altro che si voltò verso di lui, sbottando. ≪ Non darmi ordini! Nessuno mi dà ordini ≫
 ≪ Datti una calmata, Riccio! ≫ intervenne Gajil, sollevando il pugno e trasformando la sua pelle in metallo duro che sventolò minaccioso verso l’altro. ≪ Stai facendo un sacco di confusione! ≫
Izuku rise per qualcosa che aveva commentato Natsu a bassa voce, il petto vibrante di quel suono allegro. Il suono ritmico del suo cuore, stava rendendo pesanti le palpebre di Erza.
Era così stanca, non dormiva da giorni. Izuku le strinse le braccia intorno al corpo, abbracciandola. Quella sensazione di calore che veniva da lui, le era mancata. Le distese i nervi, rilassandola. Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dalle voci confuse dei suoi compagni e dal ritmo serrato del cuore di Izuku.
Un attimo dopo, stava già dormendo.
 
--- Uraraka Ochaco ---
 
Per quanto volesse, non riusciva a condividere la stessa allegria di tutti gli altri. Era felice che tutti i suoi amici e compagni stessero bene, ovviamente, ed era bello scoprire che i membri di Fairy Tail erano simpatici e vivaci.
Eppure, Ochaco non riusciva a ridere e scherzare con tutti gli altri. Non sapendo quanto Deku fosse stato vicino a perdere tutto quanto – l’uso delle sue braccia, la possibilità di diventare un eroe e anche la sua stessa vita – e solo per colpa di lei, di Erza.
Se ne stava lì, stretta fra le braccia di Deku con gli occhi chiusi, come se nulla fosse accaduto e tutto quel disastro non fosse di fatto colpa sua. Era la madre di Erza che aveva progettato l’attacco allo Yuei, quasi ucciso i suoi compagni e attaccato un’intera città che ora verteva nel caos. Anche se non si poteva dire che Erza l’avesse chiesto o non avesse tentato in ogni modo di fermare sua madre, Ochaco non poteva levarsi dalla testa il pensiero che se non fosse venuta a stare in Giappone, nulla di tutto questo sarebbe mai successo.
Ochaco strinse i pugni sulle ginocchia, tesa e nervosa. I suoi occhi erano fissi sulle braccia fasciate di Deku che circondavano le spalle di Erza. La ragazza aveva il viso pallido, profonde occhiaie scure sotto gli occhi e si era accoccolata contro il petto di Deku, dopo che l’aveva assalito con un cuscino.
In quei giorni, Ochaco si era divisa fra le ore in dormitorio, l’aiutare i cittadini con le attività di sgombero delle macerie e la ricostruzione, e l’ospedale dove i suoi compagni erano ricoverati.
 Così, Ochaco aveva visto Erza compiere un’altra delle sue strane macchinazioni. Aveva prima conquistato Deku – Dio solo sapeva come avesse fatto, visto la timidezza del ragazzo – ed ora aveva iniziato a sortire un effetto simile su Bakugou.
Ochaco non era stata ricoverata, dal momento che le sue ferite erano superficiali, ma era andata in ospedale ogni volta che poteva. Era stato così che gli aveva potuti vedere parlare fittamente fra loro, qualche volta anche gli altri ragazzi nella stanza partecipavano e si aggiungeva anche qualche visitatore, ma era la vista di Erza che posava una mano sulla spalla di Bakugou prima di uscire che l’aveva messa in allarme.
≪ Uraraka-san? ≫ la chiamò piano Deku, facendola sussultare. ≪ T-tutto bene? ≫ Ochaco sollevò lo sguardo, trovandolo che la fissava imbarazzato e nervoso. Era la prima volta che le parlava da quando l’aveva respinta, anche se sarebbe stato più giusto dire che Ochaco era fuggita via davanti a ogni suo tentativo di avvicinarla.
Deku accennò un sorriso teso, nella confusione generale. ≪ S-sembri molto stanca. Forse non stai riposando abbastanza? ≫
Bakugou aveva smesso di litigare con Iida e Gajil e li teneva d’occhio con un’espressione irritata. Ochaco affondò le unghie nei palmi e scosse piano la testa. ≪ Sono contenta che le tue braccia guariranno. ≫ sussurrò.
Deku si illuminò, lasciandola senza fiato. I suoi occhi verdi erano sempre bellissimi, ma in quel momento con quella luce, lo sembrarono di più.
≪ Grazie, menomale che tu non ti sei fatta male. ≫ Il suo sorriso era radioso e dolce, quasi euforico. ≪ Immagino che non ci siano lezioni al momento, che cosa fate? ≫
≪ Aiutiamo con la ricostruzione, principalmente. ≫ rispose incerta. Il sorriso di Deku si allargò. ≪ Con il tuo potere devi essere richiestissima e poi il soccorso è l’ambito a cui punti, no? Accidenti, starete facendo un sacco di pratica sul campo ≫
≪ Tsk, mica tutti stanno a dormire come te ≫ si intromise Bakugou, facendo agitare l’altro ragazzo. Ochaco evitò di incontrare il suo sguardo, da quando lui l’era stato vicino dopo che Deku l’aveva respinta, aveva passato molto tempo con lui. Non capiva ancora cosa passasse per la testa del ragazzo biondo, ma le piaceva pensare che forse un pochino la rispettava.
≪ K-Kacchan, mi hanno indotto il coma non è che volessi dormire. ≫ protestò Deku, a disaggio. Bakugou sbuffò. ≪ Tu non facevi il cretino in battaglia per farti bello con la tua ragazza e nessuno ti metteva a dormire. ≫
Ochaco e Deku trasalirono. Il suo cuore gemete, afflitto. Lo aveva sentito andare in pezzi quella sera, quando Deku le aveva detto che c’era qualcun altro nel suo di cuore, ed ora quei frammenti acuminati le lacerarono il petto.
 Il ragazzo avvampò, abbassando lo sguardo sulla ragazza accoccolata fra le sue braccia. Sbatté le palpebre sorpreso. ≪ S-si è addormentata. ≫
Natsu smise di gridare, zittito da una sberla assestata da Levvy che si voltò a guardarli. ≪ Anche Erza dorme? Beh, sia lei che Wendy avrebbero bisogno di un po' di silenzio per riposare. ≫ Afferrò Natsu per un orecchio e iniziò a tirarlo verso la porta, dicendo decisa. ≪ E qui c’è un Dragon Slayer di troppo che sta facendo un sacco di baccano. Va a cercare Lucy e dille di avvertire Ever che il prossimo turno lo faccio io. ≫
≪ Non lo puoi fare tu? ≫ protestò il ragazzo, venendo sbattuto fuori da quella ragazzina bassottina e sorprendente. ≪ Io mi devo occupare del mio ragazzo, tu che scusa hai per stare qui? ≫
Natsu ci pensò su un attimo, facendo scorrere lo sguardo sui presenti fino a fermarsi su Gray che scosse la testa. ≪ Non contare su di me, amico. Bado a me stesso, io. ≫
≪ Maledetto, potresti darmi una mano! ≫ protestò Natsu. Gajil emise uno strano suono che Ochaco faticava a considerare una risata. ≪ Vai a cercare la biondina, Salamander. Fa qualcosa di utile. ≫
≪ Che confusione. ≫ sospirò stancamente Iida, poggiando la testa contro il cuscino. ≪ Di questo passo la povera Wendy non recupererà mai le forze e nemmeno Erza. ≫
Ochaco era perfettamente concorde. I membri di Fairy Tail erano talmente vivaci che solo a vederli si sentiva stanca dentro. Tuttavia, le dispiaceva solo per Wendy. Era egoista se non riusciva proprio a dispiacersi per Erza? Forse, ma non poteva controllare i suoi stessi sentimenti altrimenti avrebbe fatto cessare quel dolore sordo nel petto. Abbassò lo sguardo sulle sue mani unite, le guance calde, e mormorò. ≪ La tua ragazza. ≫
Deku si irrigidì, sollevando lo sguardo e mordendosi il labbro. ≪ Uraraka-san…io ≫
Ochaco lo guardò attraverso le lunghe ciglia scure. Sentiva le lacrime salirle a pungerle gli occhi. Le labbra le tremarono mentre diceva con un filo di voce. ≪ V-vi siete messi insieme? ≫
L’espressione sul viso di Deku le spezzò ciò che restava del suo cuore. Improvvisamente, la stanza era diventata silenziosa e nessuno osava fare un fiato.
Jirou, Tsuyu e Iida si agitarono, a disagio. Gray e Gajil si voltarono, fingendo di non vedere e sentire quello che stava succedendo. Shouto, Elfman e Levvy esitarono, imbarazzati.
 Ochaco trattenne il fiato, vedendo gli occhi verdi di Deku riempirsi di tristezza e dispiacere per lei. Nonostante ciò, la sua voce non tremò e non ebbe nemmeno un accenno di esitazione. ≪ Si, stiamo insieme. ≫ ammise, accarezzando la testa della ragazza addormentata con premura. ≪ Ci siamo messi insieme prima della battaglia. ≫
Ochaco si morse il labbro, cercando disperatamente di non sbattere le palpebre e lasciar cadere le lacrime. I ragazzi stavano cercando di non guardarla e fare finta di nulla. Erano tutti visibilmente a disaggio di trovarsi messi in mezzo a una situazione tanto delicata. Gli dispiaceva per loro, ma soprattutto le dispiaceva di essere stata così stupida da aspettare tanto.
Se si fosse dichiarata prima, forse tutto quello non sarebbe successo. Avrebbe avuto una possibilità in più, se invece che andare da Bakugou, la sera del pigiama party, fosse andata direttamente da Deku.
Se non avesse impiegato tanto tempo a famigliarizzare con i suoi sentimenti, forse avrebbe potuto far andare le cose diversamente già prima che Erza arrivasse a mettersi in mezzo.
≪ Uraraka-san? ≫ mormorò Deku, dispiaciuto. ≪ Allora…non sapevo che sarebbe successo. ≫
Ochaco si alzò, accennando un ≪ si ≫ con la testa. Gli credeva solo perché aveva visto l’espressione raggiante e sognante con cui aveva ammesso di essere innamorato di qualcun altro. Un’espressione come quella non poteva essere un artificio, al di là del fatto che Deku non mentiva.
≪ C-capisco. ≫ sussurrò, mettendosi in piedi. Deku la guardò afflitto, ma non si scusò e lei non si congratulò con lui. Guardarlo era doloroso, la faceva sentire come se i frammenti del suo cuore fossero vetro che le tagliasse la carne.
Scappò via, evitando di guardare i volti dei suoi compagni. Iida aprì la bocca come se volesse dirle qualcosa, ma la richiuse impotente e dispiaciuto.
Levvy si fece da parte per lasciarla uscire, lanciando un’occhiata all’interno della stanza silenziosa. Un silenzio che risuonava anche dentro di lei e che venne spezzato da quella voce bassa e rauca che diceva seccamente. ≪ Tu sei un vero idiota, Deku. ≫
 
--- Midoriya Izuku ---
 
Il silenzio nella stanza perdurò ancora per qualche secondo, prima che Tsuyu bloccasse Bakugou che si accingeva a seguire la ragazza, dicendo ≪ Ci vado io, voi ragazzi non avete tatto in queste cose. Kero. ≫
Bakugou storse la bocca, ma non protestò. Si lasciò cadere ai piedi del letto di Izuku, incrociando le braccia sul petto e guardandolo male. Izuku sospirò, teso e imbarazzato.
Per un attimo, aveva pensato che le cose fra lui e Ochaco si potessero aggiustare e che sarebbero tornati ad essere amici come prima. Solo che non si poteva proprio dimenticare quella sera in cui lei gli aveva detto di essere innamorata e lui aveva realizzato di vederla solo come un’amica.
Fece scorrere la mano sulla testa di Erza, le dita che si impigliavano nei suoi capelli lisci, strappandole un sospiro. Si era addormentata così velocemente che lui nemmeno se n’era accorto, distratto dall’allegria che straripava dagli altri.
≪ Bene, è stato molto imbarazzante. ≫ commentò Jirou con un sospiro, dando voce al pensiero che frullava nella testa di tutti i presenti. Si voltò a guardare Iida, appoggiato contro i cuscini e accennò un sorriso ironico. ≪ Sono sorpresa che non stai facendo commenti su Wendy nel letto di Gray-san ed Erza-san in quello di Midoriya-kun. ≫
Iida sospirò, sistemandosi gli occhiali. In effetti, anche Izuku ne era sorpreso. Aveva sempre pensato che Iida lo avrebbe fatto nero per una cosa simile.
≪ Francamente, dopo averle viste sfinirsi a quel modo, non me la sento di dire niente. ≫ rispose, abbassando lo sguardo sulla propria gamba gessata. Si riprese in un attimo, guardando Midoriya severamente. ≪ Ma il fatto che per questa volta io lasci correre non significa che potete prendervi tutte le libertà che volete! ≫
Bakugou sollevò gli occhi al soffitto. ≪ Cristo, chiudi la bocca. ≫
Un sorriso comparve per un attimo sul viso di Izuku, scomparendo subito. Gli dispiaceva per Uraraka, era scapata via in lacrime, senza che lui potesse trovare qualcosa di meglio da dire di “si, stiamo insieme”.
Si rifiutava di scusarsi con lei perché si era messo insieme ad un’altra persona, eppure doveva esserci un modo per sistemare le cose con lei.
≪ Che aria da funerale. ≫ commentò Kaminari, facendo capolino dalla porta con un vassoio in mano. Gli guardò corrugando la fronte. ≪ Cosa succede? ≫
≪ Meglio non sapere. ≫ replicò Gajil, puntando lo sguardo sul vassoio che il ragazzo biondo teneva in mano. ≪ Che c’è lì dentro? ≫
Mirajane e Cana portarono dentro un carrellino, pieno di vassoi e bibite. ≪ I cittadini hanno mandato all’ospedale dei doni per gli eroi che vi sono ricoverati. ≫ spiegò allegramente Mirajane ≪ E noi gli stiamo distribuendo. ≫
≪ Cibo, ragazzi. Ecco cos’è. ≫ esclamò Natsu allegramente, seguendo una Lucy un po' imbronciata. ≪ Chi di voi a fame? ≫
La mano di tutti si alzò di scatto. Izuku non aveva idea di che ore fossero, ma all’odore del cibo caldo, il suo stomaco brontolò sonoramente. Arrossì, sotto lo sguardo di Mirajane che trasalì. La mano della ragazza afferrò il braccio di Cana, facendola voltare. ≪ Guarda! ≫
≪ Lo so, non è incredibile? ≫ esclamò Levvy, entusiasta. ≪ Erza si è finalmente addormentata! ≫
≪ Finalmente! ≫ esclamò Mirajane, deliziata. ≪ Ero arrivata al punto di metterle del sonnifero nel cappuccino per farla dormire come si deve. ≫ Sospirò, sfiorandosi la guancia con la mano. ≪ Ma non l’ha nemmeno assaggiato, forse ha fiutato il pericolo? ≫
I presenti trasalirono e per poco Gray non si versò addosso il piatto. ≪ T-tu hai fatto cosa? ≫ esclamò allarmato, guardando con sospetto il riso nel suo piatto.
Cana sventolò la mano, ridacchiando. ≪ Tranquillo, lì non ci abbiamo messo nulla. Era solo perché Erza non ci ascoltava. ≫
≪ C’è della Soba? ≫ domandò Shouto, imperturbabile. Lucy lo guardò un po' confusa, dando un’occhiata fra la varia roba. ≪ Uhm, no. Mi spiace. ≫
≪ Ah peccato ≫ sospirò, strappando un sorriso alla bionda che si sedette sul bordo del letto, parlandoli piano.
Izuku li guardò, corrugando la fronte sorpreso. Era la prima volta che li vedeva interagire da quando Lucy si era trasferita al dormitorio. In realtà, Shouto era un tipo abbastanza riservato e solitario e non dava alito ad amicizie e chiacchiere.
≪ Si si, tutto molto bello ≫ concordò Cana, tirando fuori il cellulare e sfleshiando Izuku che sbatte le palpebre sorpreso. ≪ ma cosa? ≫
Cana guardò lo schermo con un ghigno malefico. ≪ Questa è una cosa che va immortalata. La prenderò in giro per mesi, no anzi per anni! ≫
Mirajane rise, deliziata. Tirò fuori il cellulare dalla tasca del vestito e iniziò a fare diverse foto. ≪ Ed io che non ci volevo credere! Mamma mia, quando Gray me l’ha detto ho pensato che Natsu fosse impazzito. ≫
≪ Ehi! ≫ protestò il ragazzo, irritato. ≪ Perché tutta questa mancanza di fiducia nei miei confronti? ≫
Izuku si mosse a disaggio, abbassando lo sguardo. Nonostante, tutta la confusione che stavano facendo né Erza né Wendy davano segno di volersi svegliare. Dovevano essere davvero esauste.
≪ Beh almeno sta finalmente riposando ≫ sospirò Mirajane, passando ad Izuku un piatto fumante. Izuku ringraziò educatamente, guardandola di sottecchi. Era più bella dal vivo di quanto apparisse nelle copertine delle riviste.
≪ Uhm, ecco. ≫ azzardò timidamente. Mirajane puntò su di lui gli occhi azzurri, posando una mano sulla testa bionda di Katsuki che fece una faccia scocciata.
≪ Mangia anche tu ≫ disse lei, rivolgendosi al biondo, ma tenendo d’occhio Izuku.
≪ Lasciami in pace! ≫ sbottò lui, irritato.
Mirajane accennò un sorriso. ≪ Su, da bravo bambino. ≫ Gli mise in mano un piatto caldo, lanciando un’occhiata a Izuku. ≪ Vuoi chiedermi qualcosa? ≫ domandò dolcemente.
Izuku si irrigidì, abbassando lo sguardo. ≪ Uhm, mi chiedevo se…si, insomma, se rimarrete qui per un po'. ≫
I ragazzi di Fairy Tail si voltarono a guardarlo. Lucy prese a tormentarsi la gonna, nervosamente. ≪ I-in realtà, io e Natsu eravamo qui per via di Irene ed ora che è scomparsa… ≫ si interruppe, mordicchiandosi il labbro.
≪ Essendo feriti, dovremmo rimanere almeno finché non saremo tutti dimessi. ≫ commentò Elfman, schiarendosi la voce e guardando Gray in cerca di conferma. Il ragazzo moro si strinse nelle spalle, a disaggio.
Izuku esitò. ≪ A-anche Erza resterà oppure…? ≫ Era un pensiero che gli era balenato in testa, improvvisamente. Appena All Might si fosse svegliato, cosa avrebbe fatto Erza? Se ne sarebbe andata con i suoi compagni, tornando alla vita che conduceva prima o sarebbe rimasta lì con lui?
Mirajane si raddrizzò, addolcendosi. ≪ Beh, intanto stiamo vivendo nel dormitorio della Yuei e Gildarts ha detto che saremo rimasti ad aiutare con la ricostruzione. Non ha senso preoccuparsene ora, no? ≫
 Cana fece un sorriso astuto. ≪ Vedila così, è la tua occasione per scoprire le cose più imbarazzanti di Erza. ≫ Indicò sé stessa e poi Mirajane, il sorriso si allargò sul suo viso. ≪ Noi due ne sappiamo tante di cose divertenti. ≫
Izuku le guardò a bocca aperta, sorpreso. Lanciò un’occhiata alla ragazza addormentata, se avesse indagato un pochino era probabile che lo avrebbe fatto secco, però…era dannatamente curioso.
Guardò Cana, mordicchiandosi il labbro. La ragazza lo capì subito. ≪ La prima sbronza di Erza? Quattordici anni. ≫ gli disse con aria cospiratoria. Mirajane sospirò, sognante. ≪ Ah me la ricordo. È la volta che si è messa a cantare e ballare sul ponte. ≫
≪ No, quella era la terza volta. ≫ la corresse Levvy. ≪ Quando Cana aveva fatto quel cocktail speciale per il compleanno di Gray. ≫
≪ Oh giusto. ≫ esclamò la ragazza. ≪ La prima, allora…era la volta che aveva distrutto quella macchina con la spada. ≫
Cana rise, sotto gli occhi sbarrati di Izuku che spostava lo sguardo fra le tre ragazze. La mora scosse la testa. ≪ No, Mira. Quella era la volta che ero stata scaricata e ci eravamo ubriacate tutte insieme. ≫
≪ Ma perché gli avete distrutto la macchina? ≫ esclamò Kaminari, spaventato. Cana sorrise serafica. ≪ perché aveva osato lasciarmi! ≫
≪ Ma tu lo volevi lasciare, Cana. ≫ le ricordò Levvy, rassegnata. L’altra ragazza sbuffò. ≪ Appunto, mi ha battuto sul tempo e non si fa. ≫
Izuku ispirò bruscamente. ≪ Okay, sapete una cosa? ≫ disse teso e preoccupato, attirando su di sé lo sguardo degli altri. ≪ Meglio non sapere. ≫

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Capitolo 69
*** Capitolo 40 - Sotto un cielo stellato ***


40. Sotto un cielo stellato.

--- Erza Scarlet ---
Aveva tredici anni, quando capì per la prima volta cosa significasse essere un eroe e il Simbolo della Pace. Lo comprese trovandosi ad aspettare in una casa vuota e silenziosa che Toshinori tornasse dalla sua ultima missione.
Era corsa alla porta quando l’aveva sentita aprirsi, ma non era Toshinori la persona che si era trovata davanti, era quel suo strano collega, Sir Nighteye nel suo completo di sartoria, che l’aveva accompagnata in una stanza sterile e fatta sedere davanti a una figura avvolta da bende candide su cui correvano tubicini trasparenti.
Ricordava ancora la sensazione di estraneità con cui si era ritrovata a guardare quella figura che lei associava a Toshinori, giacere immobile sul letto, completamente ignara delle varie presenze che si alternavano davanti al suo capezzale e che si dolevano, gridavano e mormoravano, mentre lui continuava a dormire ed Erza restava in silenzio ad osservarlo.
Nessuno aveva sentito il bisogno di spiegarle cosa fosse successo, non coloro che urlavano né chi singhiozzava, e nemmeno Gran Torino che le aveva solo detto Dovresti parlargli. Se gli parli si sentirà stimolato a svegliarsi.
Per tutti loro, lei era poco più di una bambina, incapace di capire cosa stesse succedendo. Aveva già tredici anni, un’età che la rendeva decisamente più matura e ricettiva di una bambina, ma comunque ancora lontana dall’adolescenza.
se non si sveglia dovremmo trovare una sistemazione per quella bambina. aveva sentito dire a quello strano uomo in abito, Sir Nighteye, che la guardava sempre con freddezza e distacco. Ad Erza lui non piaceva, non più di quanto lei piacesse a lui. Si sopportavano giusto perché Toshinori ci teneva, perciò non si era sorpresa quando l’aveva sentito dire a Gran Torino. La cosa migliore sarebbe affidarla ai servizi sociali.
Toshinori non voleva che tornasse a vivere in un orfanotrofio. aveva commentato Gran Torino cupamente. Sir aveva risposto seccamente Il problema è che prenderla con lui è stata una follia. Non è minimamente in grado di gestirla e crescerla. Per il bene di entrambi, sarebbe meglio se l’affidassimo ai Servizi Sociali che le troveranno un’altra famiglia, con una madre e un padre che vogliano occuparsi di lei.
Erza aveva sentito un brivido correrle lungo la spina dorsale a quelle parole. Servizi sociali. Potevano anche pensare che non fosse abbastanza grande da capire tutto quello che si dicevano, ma sapeva fin troppo bene cosa ne sarebbe stato di lei senza Toshinori che se ne occupava.
 Sarebbe stata mandata in un orfanotrofio, in mezzo a centinaia di bambini che come lei non avevano altro posto in cui andare. Sarebbe tornata ad essere nulla di più di un nome sulla carta, un oggetto da mettere in mostra occasionalmente, quando una famiglia sarebbe venuta a cercare un figlio da adottare. Ma nessuno l’avrebbe mai presa con sé, non ora che aveva tredici anni e aveva alle spalle un passato traumatico.
Le famiglie preferivano bambini piccoli e meno problematici. Gli adolescenti e quelli che come lei che stavano nel mezzo – non più tanto bambini da essere viziati ma nemmeno abbastanza grandi da poter essere utili – venivano semplicemente lasciati lì e dimenticati.
Nessuna l’avrebbe voluta. Infondo, non l’avevano voluta nemmeno quando era stata una neonata, forse proprio per via di quei suoi strani capelli scarlatti.
L’unica persona che aveva teso la mano verso di lei, giaceva davanti ai suoi occhi.
Era così che aveva iniziato a fare un elenco delle cose che avrebbe fatto se Toshinori avesse aperto gli occhi. Nella sua mente, era andato a delinearsi chiaramente una lista delle cose che avrebbe cambiato se Dio o chi per lui, le avesse restituito quello strano uomo sempre allegro e un po' buffo.
Non era un elenco delle cose che avrebbero potuto fare insieme, perché se Toshinori voleva portarla a mangiare un gelato al porto o andare al Parco dei Divertimenti, a lei andava bene e lo seguiva sempre con piacere. Erano tutte quelle altre cose che sapeva che lui avrebbe voluto da lei, ma che Erza gli aveva sempre tacitamente negato, a cui aveva iniziato a pensare.
Se ti svegli sarò brava. Smetterò di dire che la tua cucina fa schifo. Indosserò sempre i bei vestiti che mi regali. Smetterò di picchiare gli altri e andrò a scuola. Quell’ultima promessa le costava una certa fatica, aveva già cambiato tre scuole e ogni volta, Toshinori ce la doveva portare di peso mentre lei sbraitava e si dimenava come una belva. Se ti svegli, smetterò di dire che sono un oggetto di cui ti libererai quando ti sarai stancato di giocare all’eroe. Non urlerò più. Non ti terrò sveglio la notte. Non romperò più gli oggetti solo per farti arrabbiare.
Mentre i giorni passavano, lei aveva continuato con quel suo bizzarro elenco. Se ne stava lì con la testa sul materasso, accanto a quella mano vuota e immobile a mormorare. Avrebbe imparato a cucinare, perché la cucina di Toshinori era davvero spaventosa e non potevano vivere per sempre di cibo d’asporto. Avrebbe smesso di attivare il suo quirk per distruggere le cose e farlo arrabbiare, anche se lui non urlava e non la picchiava mai e se proprio la sua rabbia non si dissolveva all’istante, semplicemente lasciava la stanza e tornava quando l’aveva sbollita. E poi…e poi…quella mano gli aveva accarezzato la testa ed Erza aveva pensato di ringraziare qualsiasi Dio avesse deciso di ascoltarla, di prendere quelle sue parole che non sapeva se potevano essere definite una preghiera ed esaudirle.
Così invece di sottrarsi come al solito a quella mano grande e sorprendentemente gentile, era rimasta immobile a lasciarsi accarezzare. Toshinori l’aveva guardata da prima confuso, poi sorpreso e infine felice, di non vederla scapare via come un felino inferocito davanti alle sue carezze.
 
La mano sulla sua testa era diversa. Famigliare, calda e gentile, ma non aveva lo stesso peso di quella di Toshinori. Erza aprì gli occhi, intontita, sfregando la guancia contro qualcosa di caldo e solido, sotto cui avvertiva un battito sordo.
≪ Uhm? ≫ mugugnò, assonnata.
Era buio, a parte per la luce lattea che entrava da una finestra e delineava il profilo di diversi letti, non si vedeva nulla.
Era sdraiata sotto un pesante lenzuolo, con la testa poggiata su un petto caldo e le dita contratte a stringerne la maglia.
≪ Ti sei svegliata ≫ sussurrò, accarezzandoli la testa. Erza reclinò il capo e si trovò a fissare due occhi verdi scintillanti e un sorriso dolce. ≪ Ben tornata fra noi, Bella Addormenta. ≫
≪ Izuku? ≫ mormorò confusa, strizzando gli occhi. ≪ Dove sono? ≫
Lui sgranò gli occhi e soffocò una risata. ≪ In ospedale. Ti sei addormentata così profondamente che pensavo non ti saresti svegliata nemmeno con le cannonate. ≫
Erza lo guardò intontita, le palpebre ancora appesantite dal sonno. Si sentiva il corpo indolenzito, disteso sotto la coperta e fra le braccia di lui.
Le dita di Izuku gli accarezzarono la guancia, scostandole una ciocca di capelli che si era appiccicata alla pelle.
Lo vide arrossire leggermente, mentre la guardava con gli occhi scintillanti. Le servirono diversi secondi per rendersi conto che era rannicchiata contro il suo corpo caldo, aggrappata ai suoi vestiti come una bambina.
Si raddrizzò di scatto, mettendosi a sedere e fissandolo intontita. Izuku fece una faccia delusa, mettendosi seduto più comodamente e guardandola di sottecchi.
Si ricordava di essersi appoggiata a lui mentre tutti chiacchieravano, ma non di essersi addormentata. Doveva essere crollata vinta dalla stanchezza.
≪ H-ho dormito…? ≫ si interruppe, guardandolo e realizzando di aver dormito su di lui per tutta la mattina.
Il viso le prese fuoco per un improvviso imbarazzo, mentre lui si schiariva la gola, arrossendo. ≪ Per tutto il giorno, si. ≫ Le lanciò un’occhiata obliqua, aggiungendo. ≪ M-mi hanno detto che non hai dormito praticamente nulla in questi giorni, perciò ho immaginato fossi distrutta. ≫
Lei scosse la testa. Non aveva avuto tempo per riposare, la sua mente era troppo agitata e affollata di pensieri per riuscirci.
Distolse lo sguardò imbarazzata e il suo sguardo cadde sul letto accanto a quello di Izuku. Sussultò nel riconoscere Gray, con addosso solo un lenzuolo - sotto cui sperava ci fossero anche un paio di boxer - e il braccio a circondare il corpicino di Wendy. Russava come un trattore, mentre la ragazzina se ne stava accoccolata contro il suo petto nudo, profondamente addormentata.
Dall’altra parte, Juvia si era incollata alla schiena del ragazzo, con il viso sepolto fra le sue scapole.
Se l’avesse vista Charle quella scena, avrebbe dato di matto. Anche Erza si sentì un po' infastidita dall’idea che qualcuno potesse avvicinarsi tanto impunemente a quella ragazzina che era diventata un po' la sorellina che non aveva mai avuto.
Dov’era Iida e la sua morale quando servivano? Dormiva, silenzioso e composto perfino nel sonno, così come Todoroki, con la testa affondata nel cuscino, mentre Elfman e Gajil russavano come e più di Gray.
≪ Tutto bene? ≫ le chiese Izuku, sfiorandole una guancia con dita calde e scostando una ciocca di capelli rossi che le si era attaccata alla pelle. ≪ Stavi facendo un bel sogno? ≫
Erza corrugò la fronte, più che un sogno era stato come rivivere un ricordo. Doveva essere stato il fatto che aveva rincontrato quella persona dopo anni ad averle riportato alla mente quel ricordo.
≪ N-no, ma non sono sicura che fosse nemmeno un brutto sogno. ≫ mormorò, lasciandolo perplesso. ≪ E tu perché non dormi? ≫
Lanciarono un’occhiata ai tre ragazzi che russavano sonoramente, storcendo la bocca. ≪ Anche se una mezza idea del perché ce l’ho. ≫.
Bisognava essere sordi per dormire con tutto quel baccano, non riusciva a capire come ci riuscissero Shouto e Iida. Izuku accennò un sorriso e si strinse nelle spalle, mormorando. ≪ Immagino che avendo dormito così tanto in questi giorni che ora non riesco ad addormentarmi. ≫
≪ Sicuro non siano loro la causa? ≫ commentò, cercando qualcosa da lanciare a Gray, se pensava che si fosse dimenticata della foto della torta, si sbagliava di grosso. Meditava vendetta da tempo, ormai.
≪ No, anche se devo ammettere che sono sorpreso che tu non ti sia svegliata prima, visto la confusione che c’è stata. ≫ commentò con un sorriso. ≪ Sono venute anche le ragazze e c’è stata una gran confusione per tutto il giorno, ma né tu né Wendy avete dato segno di esservene accorte. ≫
Erza si sentì bruciare le guance per l’imbarazzo. Non poteva credere di aver abbassato così tanto la guardia davanti a tutte quelle persone, anche se erano i suoi amici.
Si accorse in quel momento di avere i capelli arruffati e i vestiti stropicciati.
Oh Cristo Iddio, doveva avere un aspetto tremendo e nonostante questo, Izuku la stava fissando con un luccichio negli occhi che accentuò il suo nervosissimo.
Si lisciò i capelli con le dita, pregando di non aver anche sbavato o russato, mentre dormiva. Quello si che sarebbe stato imbarazzante.
Izuku abbassò lo sguardo sulle dita che si stava tormentando, incupendosi. ≪ Pensavo ad All Might… non ci sono stati mutamenti nelle sue condizioni. Vorrei poter fare qualcosa perché possa svegliarsi. ≫
Il suo cuore fu trafitto da una fitta di angoscia. ≪ Si…anche io ≫ sussurrò, con un filo di voce. Si strinse le braccia intorno al corpo, rabbrividendo nell’aria fredda. ≪ Sembrerà strano, ma stavo sognando l’ultima volta che è rimasto incosciente per tanto tempo. ≫
Izuku sollevò di scatto la testa, guardandola nella fievole luce della luna. ≪ Intendi…? ≫ Si guardò attorno guardingo, prima di sussurrare con un filo di voce ≪ quando ha combattuto la prima volta contro All for One e si è proccurato tutte quelle ferite che hanno ridotto il suo limite di utilizzo del quirk? ≫
≪ Te ne ha parlato. ≫ constatò, abbassando la voce. Lui annuì, nervosamente. ≪ S-si, più o meno. Non sapevo che era stato in coma. ≫
Non era sorpresa che l’avesse fatto. Quel ragazzo piaceva davvero a Toshinori e si era guadagnato la sua fiducia molto più velocemente di quanto avesse fatto lei.
 Sospirò, passandosi una mano fra i capelli e trovandoli pieni di nodi.
Ah come avrebbe voluto darsi una bella sistemata e rendersi presentabile, pensò, arrossendo imbarazzata. In quelle condizioni, i membri di Fairy Tail l’avrebbero presa in giro senza ritegno.
Per qualche secondo restarono in silenzio ad ascoltare gli altri dormire, finché Izuku non si schiarì la voce, facendole alzare lo sguardo.
Lo trovò che la fissava nervosamente. ≪ E-ecco, ti potrà sembrare una domanda strana ≫ sussurrò, lanciando un’occhiata attorno per assicurarsi che tutti stessero dormendo. ≪ però ecco, dopo tutto quello che è successo, non vorrei avessi cambiato idea. ≫
Erza lo guardò perplessa, senza capire di cosa parlasse. Era sempre stato un tipo nervoso, ma di genere lo era perché gli si avvicinava troppo ed era timido. Adesso, non riusciva a immaginare cosa l’avesse messo in agitazione.
Izuku deglutì, arrossendo. ≪ S-stiamo ancora in-insieme, giusto? ≫ chiese, guardandola speranzoso.
Sussultò, sentendosi arrossire. ≪ N-non lo so ≫ disse, vedendolo irrigidirsi e trattenere il fiato. Erza si lasciò scappare un sorrisetto. ≪ Non sono sicura di voler stare con un idiota che si mette a fare sollevamento pesi con un drago. ≫
Afferrò il cuscino alle sue spalle e lo colpì in faccia con una cuscinata, ridacchiando. Izuku barcollò e la guardò con gli occhi sbarrati. Un lampo gli attraversò lo sguardo nel momento in cui realizzò che lo prendeva in giro. ≪ Tu! ≫ esclamò, stringendo le labbra e arrossendo. Si sporse in avanti cercando di strappargli di mano il cuscino. ≪ Ti diverte prenderti gioco di me, eh? ≫
≪ Non ne hai nemmeno idea. ≫ replicò lei, ridacchiando.
Izuku le strappò di mano il cuscino, portandoselo dietro la schiena come se volesse colpirla. Esitò, sentendo gli altri agitarsi nel sonno, disturbati dalla confusione che stavano generato.
Erza si sporse in avanti e afferrò la federa, cercando di strappargliela via, ma Izuku non mollò la presa. Il tessuto si stracciò con un suono assordante che indugiò nell’aria, mentre una pioggia di piume e cotone cadde sulle loro gambe.
Si guardarono, trattenendo il fiato.
Una smorfia divertita comparve sul viso di Izuku, specchio di quella più ampia e disinvolta che si fece largo sul viso di Erza.
Shouto emise un basso sbuffò, si voltò dall’altra parte e non si mosse più. Gajil non reagì, mentre Gray si limitò a tacere per un istante, disturbato e inquieto, per poi riprendere a russare. Iida grugnì nel sonno, ma non diede nessun’altra reazione.
Erza si rilassò, sollevata. C’era mancato poco che si svegliassero.
≪ Tornando a noi. ≫ disse Izuku, accennando un sorriso. I suoi occhi scintillavano divertiti. ≪ E a quello che hai appena detto…concordo. ≫
Erza sussultò, guardandolo sorpreso. Non stava dicendo davvero che…?
≪ Nemmeno io sono sicuro di voler stare con una come te. ≫ disse con un sorrisetto astuto che le fece balzare il cuore in gola. ≪ Una che distrugge macchine degli ex delle sue amiche quando è ubriaca. ≫
Erza trasalì, impallidendo. Per un attimo, pensò di aver sentito male, ma era una speranza vana. Aveva sentito benissimo, purtroppo. ≪ E-e tu come fai a saperlo? ≫
Il sorriso che le rivolse era impertinente e fece scintillare il verde dei suoi occhi. ≪ Oh chissà. Potrei aver fatto qualche ricerca. ≫ sghignazzò, compiaciuto.
 Erza sentì le guance bruciare.
Mirajane. Era stata lei, sicuro. Non vedeva l’ora di metterla in imbarazzo.
Lo guardò ansiosa, agitandosi sul letto e facendo volare per aria qualche batuffolo di cotone e piume.
Certo, però poteva essere stati pure Cana o Gray. Poteva essere stato Max o qualsiasi altro membro di Fairy Tail. A parte Laxus – che non era proprio il tipo – tutti gli altri adoravano i pettegolezzi e avrebbero colto al volo l’opportunità di metterla in imbarazzo.
≪ C-chi te l’ha detto? è stata Mira, vero? ≫ domandò ansiosa, agitandosi. ≪ Non la devi ascoltare, si diverte a mettermi in difficoltà. ≫
≪ Come mai così nervosa? ≫ replicò divertito, sbattendo le ciglia serafico.
Erza si morse il labbro, avrebbe fatto un massacro, tutti i membri di Fairy Tail ne avrebbero pagato il pegno. ≪ C-cosa ti hanno raccontato? ≫ domandò preoccupata.
Izuku inarcò un sopracciglio. Era evidente che si stava divertendo a vederla così tesa e nervosa, imbarazzata, mentre lui era rilassato e vivace. ≪ Perché? C’è forse qualcosa di molto imbarazzante che non avrei dovuto sapere? ≫
Erza non rispose, limitandosi a guardarlo con gli occhi sbarrati. Si morse l’interno della guancia, tormentandosela ansiosamente.
 C’era una lunga lista di cose che avrebbe preferito che non sapesse mai, come che lei, Natsu e Gray avevano fatto il bagno nudi nelle acque turbolente di Malibu, con la luna alta a illuminare l’oceano nero e gorgogliante.
Quando Lucy si era unita al loro team, Natsu le aveva fatto promettere che non gliel’avrebbe mai raccontato. Come se ne avesse mai avuta intenzione.  
C’era quella volta in cui lei e Mira avevano fatto una scommessa ed Erza aveva perso. Aveva dovuto vestirsi da coniglietta sexy e presentarsi nella sala comune, davanti a tutti i suoi compagni e ai professionisti, conciata in quel modo. Ricordava ancora i ragazzi che le fischiavano dietro e facevano commenti e apprezzamenti su di lei, mentre lei bolliva di rabbia e desiderava solo strozzare Mirajane.
 Inutile dire che poi gli aveva pestati così forte che Loki era rimasto in ospedale per un mese e lei si era dovuta sorbire una doppia ramanzina dal Master e da Toshinori.
Le ore più lunghe e massacranti della sua vita, quelle passate sul divano davanti a un Toshinori furioso. Difficilmente avrebbe dimenticato il suo lunghissimo discorso sul decoro, il rispetto per sé stessi e il proprio corpo e varie altre cose che non aveva ascoltato del tutto perché sopraffatta da tutto il resto.
C’era la punizione che Laxus le aveva inflitto l’unica volta che aveva combattuto contro di lui e aveva perso, ma di quella aveva cancellato qualunque traccia e nemmeno Mira e Cana potevano essere così folli da parlarne.
Nemmeno Laxus ne aveva il fegato.
C’era anche il suo primo bacio, dato fra gli scafali dell’archivio di Fairy Tail, zeppi di libri e carte ammuffite. Un premere cauto delle labbra, un muovere goffamente le lingue, incerti e insicuri su come e cosa fare.
Le guance le scottarono.
≪ Ehm, no. Ma solo per curiosità, che ti hanno detto? ≫ insistette, a disaggio. Izuku ridacchiò, allungando una mano e prendendole la sua. ≪ Non te lo dirò mai. Ma è stato divertente sentire certi aneddoti. ≫
≪ Io non lo trovo divertente. ≫ protestò lei. Altro che divertente, lei lo trovava terrificante. Dio solo sapeva cosa avevano tirato fuori Mira e Cana dalle loro menti, ma se Izuku le rivolgeva ancora la parola ed era così di buon umore, forse gli avevano risparmiato le cose peggiori.
Per ora.
Vedendola a disaggio, si sporse in avanti con un sorriso gentile sulle labbra.
≪ Tu hai le foto che ti ha dato mia madre, nascoste da qualche parte nel Kansou, ed io ho i tuoi aneddoti imbarazzanti. Direi che è abbastanza equo. ≫ commentò, intrecciando le loro dita.
Erza sospirò, non lo trovava per nulla equo. Ci avrebbe scommesso che Midoriya Izuku non aveva mai fatto niente di realmente imbarazzante in vita sua, mentre lei…quello che Toshinori non sapeva non poteva certo ferirlo e inoltre, le risparmiava una lunga, estenuante e terrificante, ramanzina.
Lo scrutò un istante. No, era impossibile gli avessero raccontato della coniglietta, non sarebbe stato così calmo e rilassato.
≪ Quindi…non hai risposto alla mia domanda. ≫ commentò lui, guardandola nervosamente, le labbra tese in un sorriso tremante. Le stava stringendo la mano così saldamente da farle quasi male.
Juvia emise un sospiro che gli fece sussultare entrambi.
Aveva la sensazione che la stessero tenendo d’occhio, nonostante sembrassero addormentati. Le orecchie tese a captare ogni loro parola e azione. Stava diventando paranoica? Forse. Ma visto che oltre metà della sua vita era stata tenuta sotto stretto controllo da Gerard e dalla Regina, non le sembrava affatto strano che fosse così.
La Regina dei Draghi, sua madre, era ancora là fuori da qualche parte. Non aveva idea in che stato e con quali progetti nella mente, sempre se non era morta.  
Il suo sguardo cadde sui compagni addormentati, temendo che aprissero gli occhi e la vedessero in quel momento. Una cosa era che fosse Midoriya a vedere quel lato di lei, un’altra era permetterlo ai suoi compagni.
≪ Riesci a camminare? ≫ gli chiese Erza, scivolando giù dal letto e riversando sulle piastrelle l’imbottitura.
Izuku sbatté le palpebre confuso. ≪ Uhm si, perché? ≫
Il sorriso che comparve sul viso di lei aveva una punta di malizia. Lo trascinò in piedi, dicendo piano. ≪ Andiamo a cercare un posto meno affollato. ≫
Izuku la seguì con le guance arrossate, continuando a guardarsi indietro preoccupato. ≪ N-non vedo dove potremo trovarne uno. ≫ mormorò inquieto.
Lei conosceva il posto perfetto per stare un po' da soli. Glielo aveva mostrato Ashido ed era lì che le ragazze avevano iniziato ad andare a rifugiarsi, quando volevano stare da sole, senza ragazzi fra i piedi.
A quell’ora era improbabile trovare qualcuno.
≪ Ti piacerà. Non ci dovrebbe essere nessuno a quest’ora. ≫ mormorò, fermandosi a sbirciare all’angolo di un corridoio, per assicurarsi che nessuno li vedesse. Non voleva che un’infermiera troppo zelante rispedisse Izuku a letto.
La sua mano era calda in quella di Erza, la stringeva con attenzione.  Attraversarono i corridoi silenziosi, dove il personale medico ancora si muoveva stancamente, e salirono le scale di soppiatto.  
Erza aprì la porta del tetto e lasciò che Izuku le passasse davanti.
L’aria gelida le punse la pelle, densa di umidità e dell’odore della calce e del cemento, sospinti da una brezza leggera. Izuku attraversò il tetto e si avvicinò alla ringhiera, guardando con occhi tristi e scuri lo scenario tetro che si stendeva davanti a lui.
≪ Stanno ancora riparando la centrale elettrica. ≫ gli spiegò Erza, avvicinandosi a sua volta. ≪ Perciò la distribuzione elettrica è limitata. ≫
Oltre la ringhiera invece di una città illuminata c’era solo un buio pesto e denso che si stendeva fino all’orizzonte. Erza però sapeva cosa nascondeva quel buio: edifici sventrati, strade ingombrate dalle macerie, accampamenti improvvisati.
Stavano ricostruendo e sbarazzando il più velocemente possibile, ma c’era ancora così tanto lavoro da fare che a volte pensava non sarebbero mai riusciti a riportare la città alla normalità.
≪ È una vista spaventosa. ≫ sussurrò Izuku, stringendo la ringhiera e guardando giù con il viso oscurato da un cipiglio cupo.
Gli ospedali erano gli unici a poter contare su generatori autonomi che Kaminari e Laxus continuavano a ricaricare ogni volta che ce n’era bisogno. Le luci del giardino erano accese e illuminavano il tappetto di erba secca e foglie. Erza vide il colore sgargiante degli aceri, il rosso vivo e l’oro antico delle loro foglie che amicavano dalle ombre in cui erano sprofondati. Perfino in quella luce soffusa e a quell’altezza, sembravano catturare tutta la luce.
Guarda, è la stessa tonalità di rosso dei tuoi capelli aveva detto Gerard, accostando quelle stesse foglie ai suoi capelli e mettendolo a confronto. Il rosso delle foglie era lo stesso rosso cupo dei capelli di Irene e delle sue squame scintillanti. Lo stesso del sangue che era sgorgato dal ventre di Erza, nel momento in cui Gerard aveva affondato la sua lama nella carne. Era il sangue che era scaturito dalle profonde ferite riportate da Toshinori e da Izuku.
Le labbra di lei si schiusero a lasciar sfuggire il respiro tremante. La sua mano scivolò su quella del ragazzo al suo fianco, stringendogliela.
Izuku sollevò la testa, voltandosi a guardarla.
≪ Non era questo che volevo mostrarti. ≫ sussurrò suadente, spingendolo ad allontanarsi dalla ringhiera e indietreggiare con lei.
Izuku arrossì, guardandola con una strana luce negli occhi e una certa inquietudine. Un angolo della bocca di Erza si sollevò in un sorrisetto. ≪ Stai di nuovo facendo pensieri perversi, vero? ≫
Il rossore sulle sue guance si espanse fino a coinvolgere le orecchie e il collo, trattenne bruscamente il fiato, irrigidendosi. ≪ N-no. ≫
≪ Bugiardo. ≫ rispose, abbassandosi davanti a lui. Izuku sbarrò gli occhi, trattenendo il respiro. Si irrigidì nel vederla inginocchiarsi e restò immobile a fissarla. Erza si sentì avvampare le guance, reclinando la testa per guardarlo e stringendoli la mano. Non serviva certo un genio per capire dove stesse andando a correre la mente di lui.
≪ E-Erza, co-cosa…? ≫ balbettò, con una nota acuta nella voce. Lei lo trascinò giù, spingendolo a sedersi a terra con lei.
≪ Zitto e sdraiati. ≫ gli disse, scuotendo la testa. Izuku si morse il labbro, incerto. La guardò stendersi a terra, pancia in su, sotto quello sguardo smeraldo che non la lasciava un istante. Perfino in quella luce fioca riusciva a vedere quanto era arrossito.
Si sdraiò, muovendosi goffamente e mormorò teso. ≪ Cos-cosa…? Oh! ≫ Il respiro gli restò impigliato in gola, strappandole un sorriso.
I suoi occhi si era fissati in alto, dove stava guardando anche lei. Sospirò, stringendoli la mano più forte. ≪ Senza tutto quell’inquinamento luminoso, le stelle si vedono molto meglio. ≫  
Izuku ricambiò la stretta, senza distogliere lo sguardo dalla volta celeste e dalle centinaia di stelle brillanti che vi splendevano, riflettendosi nei suoi occhi. Fortunatamente, era una notte limpida, senza nuvole a impedirne la vista. Raramente, Erza aveva visto un cielo come quello e mai in quella parte del mondo. Eppure, il suo sguardo continuava a spostarsi sul ragazzo al suo fianco.
Non riusciva ancora a credere di aver passato gli ultimi giorni ad aspettare che lui si svegliasse. Gli sembrava sempre che uscendo dalla camera di Toshinori, lo dovesse incontrare per i corridoi, che l’avrebbe trovato a chiacchierare pacatamente con Iida o a cercare di calmare Natsu. Invece, era sempre rimasto addormentato, a portata di mano ma comunque irraggiungibile.
≪ Oh ≫ ripeté Izuku con sorriso euforico. ≪ È bellissimo. ≫
≪ Di genere, si pensa che il cielo notturno sia più bello in estate ≫ mormorò Erza, sollevando la mano e indicando un gruppo di stelle. ≪ in realtà lo è di più in inverno. Quella è la costellazione dell’Orsa Minore e lì c’è la stella polare. ≫ Il suo dito corse a indicare una stella più luminosa delle altre. Izuku infilò l’altra mano dietro la nuca, sistemandosi più comodamente sul pavimento freddo.
Erza reclinò la testa di lato, lasciando che le loro spalle si toccassero. La sua voce era tranquilla, mentre gli diceva. ≪ Beh, questa è l’attuale stella polare. ≫ precisò, facendo scorrere il dito su un’altra stella. ≪ Quella è Vega. Vedi le stelle che la circondano? Formano la costellazione di Lira. ≫
Izuku reclinò la testa, lanciandole un’occhiata. ≪ Vi insegnano questo a Fairy Tail? I nomi delle stelle? ≫
≪ Tacci e ascolta, ti sto insegnando una cosa utile. ≫ replicò, sbuffando. ≪ Una volta era Vega la stella polare, ma la sua posizione è cambiata nel corso dei secoli, allontanandosi dal Nord. Questo perché il moto dell’asse terreste cambia la posizione delle stelle ai nostri occhi. Perciò, Polaris è l’attuale stella polare e indica il Nord. Se la riconosci puoi orientarti ovunque ti trovi. ≫
≪ Immagino che adesso sia un tantino più facile. ≫ commentò lui, con voce sommessa. ≪ Insomma, ci sono modi più tecnologici per trovare il Nord o la strada da percorrere. ≫
Erza sorrise divertita. Parlava proprio come un ragazzo di città, ingenuamente convinto che tutto il mondo potesse essere messo sotto il controllo di un navigatore. Avrebbe voluto vederlo alle prese con la foresta pluviale o con le alte quote, dove nemmeno i navigatori più moderni potevano aiutarti. Non che non fossero utili quando funzionavano.
Appunto, quando funzionavano.
Spesso e volentieri non prendevano nemmeno vita e se non sapevi cavartela senza, eri spacciato.
≪ Ti sorprenderebbe sapere quanti posti ci siano al mondo in cui la tecnologia non funziona affatto. Anche se è satellitare. ≫
Lui corrugò la fronte, per nulla convinto. Lo sentì rabbrividire, sdraiato sul pavimento gelato. La guardò con la coda dell’occhio, timidamente. ≪ Mi hai portato qui per una lezione di astronomia? ≫
Erza si sentì attraversare da un brivido nervoso. C’era silenzio intorno a loro ed era quasi assordante e sinistro dato che si trovavano nel centro della città.
Era autunno inoltrato e l’aria fredda si insinuava dentro la stoffa leggera dei vestiti, anche il pavimento era freddo e quella sensazione pungente gli penetrava nella carne. Ad Erza non dispiaceva, ma vedendo che Izuku stava leggermente tremando, prese una coperta termica dal Kansou e la distese su entrambi.
 ≪ Hai qualcosa contro l’astronomia? ≫ domandò, sdraiandosi al suo fianco e premendosi contro il suo corpo. ≪ Oppure, hai qualcosa di meglio da fare che stare qui a guardare le stelle con la tua ragazza? ≫
Trasalì, strappandole un sorrisetto. ≪ R-ragazza? ≫ ripeté, con un luccichio negli occhi grandi e febbricitanti. ≪ Ah, penso che la mia ragazza si altererebbe se mi sapesse qui. È un tipo piuttosto irruente e maneggia una spada. ≫
≪ Se non ti ha ucciso fino ad oggi è probabile che tu sopravviva. ≫ commentò lei, girandosi su un fianco per guardarlo meglio. ≪ Infondo, penso che sia anche troppo paziente con te. ≫
Izuku la guardò scettico. ≪ A me pare che attenti alla mia vita costantemente. ≫
≪ Ah davvero? A me non pare proprio. ≫ commentò indispettita. Se avesse davvero provato a toccarlo con un dito, Toshinori l’avrebbe tirata per un orecchio e fatto una lavata di capo che non avrebbe più dimenticato.
Una fitta di tristezza le attraversò il petto al pensiero dell’uomo che ancora non si era svegliato e lottava tra la vita e la morte. Erza non sapeva se e quando si sarebbe svegliato, ma sperava che arrivasse presto quel momento.
Si strinse contro il fianco del ragazzo, cercando di scacciare quel improvvisa sensazione di freddo con il calore del corpo di lui. Izuku accennò un sorriso nervoso. ≪ Invece si, nemmeno un giorno che la conoscevo e mi ha chiuso in uno sgabuzzino per farmi il terzo grado. Era decisamente un attentato. ≫
≪ Mineta e Kaminari mi avrebbero ringraziato al tuo posto! ≫ replicò, trattenendosi a stento da colpirlo con un pugno. Wendy l’aveva appena rimesso a posto, non poteva romperlo di già. ≪ E poi ha parlato quello che aspetta che le ragazze stiano dormendo per baciarle! ≫
Izuku trasalì, sbiancando e la guardò incredulo.
Il sorriso che Erza gli rivolse era fulmineo e sarcastico. ≪ Non avrai davvero pensato che non me ne sarei accorta? ≫ commentò, abbassando la voce. Se n’era accorta eccome, anche se intontita dal sonno aveva sentito la sua bocca sulla sua e il suo respiro infilarsi fra le sue labbra schiuse. Izuku aprì la bocca e la richiuse di scatto, avvampando. ≪ I-io…posso spiegare. ≫
≪ Oh si, lo so. ≫ rispose lei, arricciando le labbra. ≪ Una bella ragazza nel tuo letto, come resistere alla tentazione. ≫
Il rossore sulle sue guance si fece più intenso. I suoi occhi si scurirono. ≪ S-se lo sapevi perché non hai detto niente? ≫
Erza non rispose, ignorando la domanda. Scosse la testa, stringendo le labbra. ≪ E comunque ti avrei dato un quattro per quel bacio.  ≫
Izuku trasalì, ferito. Impallidì, distogliendo lo sguardo. ≪ Ah ≫ commentò, con un filo di voce e le labbra tremanti. Erza strofinò il mento contro la sua spalla, arrossendo. ≪ E un otto per il secondo bacio. ≫ disse provando a rabbonirlo. ≪ Anche se avrei da ridire perché hai tergiversato un sacco. ≫
≪ S-sei crudele. ≫ rispose a mezza voce lui, guardandola cupamente. Il suo viso si era adombrato, distolse lo sguardo infastidito. ≪ Lo sapevi e mi hai comunque detto di lasciarti alla Torre. ≫
≪ Si, perché era pericoloso per voi. ≫ rispose a mezza voce, le dita affondarono nel tessuto del suo pigiama ospedaliero. ≪ E non sapevo se ne sarei uscita viva. Per questo, non ho detto niente. Pensavo che prima o poi avrei comunque dovuto combattere quella battaglia e meno cose importanti c’erano nella mia vita, più semplice sarebbe stato affrontare quello che sarebbe venuto. ≫
Il verde negli occhi di lui era come le foglie degli alberi avvolti dalla notte. ≪ Caso mai è il contrario. Più sono le cose importanti, più ti impegni per proteggerle. ≫
Lo sentì sussultarle in petto, il cuore, stretto da una morsa dolorosa. Era quello che aveva cercato di dirgli Toshinori, in centinaia di modi diversi, ma che lei non aveva mai voluto ascoltare.
Non le vorresti proteggere con le tue mani, le cose e le persone che ami?  
Pensò ai suoi compagni di Fairy Tail. Si era sempre tenuta un po' distante anche da loro, conscia che prima o poi avrebbe dovuto combattere contro Gerard. Allora, non sapeva se avrebbe vinto oppure no, non sapeva cosa fosse realmente successo al suo amico. Nonostante, avesse tenuto a distanza un po' tutti quanti, Lucy e Natsu erano venuti per lei. Gray e gli altri l’avevano rimproverata di non avergli coinvolti e perfino Iida, Jirou, Bakugou e Kirishima, gli erano stati vicini in quei giorni.
≪ Izuku…? ≫ sussurrò, facendolo voltare a guardarla. Erza strinse le labbra, la voce ridotta in un sussurro. ≪ Non farlo mai più. Questa volta ho usato un cuscino, ma se ti azzardi a rifare una cosa così pericolosa… ≫ Rabbrividì, interrompendosi. Ce l’aveva ancora davanti gli occhi, l’immagine di lui coperto di sangue che respirava a stento. Si era sentita soffocare anche lei. Prima per Toshinori poi per Izuku, entrambi in procinto di morire e per mano della stessa persona. ≪ Ti faccio a pezzi con le mie mani. Non sto scherzando. ≫ Lo fulminò con lo sguardo. ≪ Tu non mi conosci arrabbiata, ma fidati, se perfino Toshi e Natsu evitano di farmi infuriare c’è una ragione. ≫
Le labbra di Izuku si arricciarono in una smorfia. Si voltò su un fianco, guardandola seriamente. ≪ Si, beh, mi dispiace se ti ho fatto preoccupare. ≫ mormorò piano, allungando la mano per accarezzarle il viso. Le sue dita calde seguirono la curva della fronte, sfiorando la tempia e disegnando la forma dello zigomo, lasciandosi dietro la sensazione calda del suo tocco. ≪ Ma anche tu mi hai fatto prendere un colpo per tutte le ferite che hai subito. ≫
Erza socchiuse gli occhi, sentendosi stringere lo stomaco in una morsa quasi dolorosa. Solo a sentire quelle dita sul viso le sembrava si sentire meno freddo.
≪ Se devo essere sincero, ho davvero temuto che non ne saremo usciti vivi. ≫ la sua voce ebbe un tremito incerto. ≪ A-avevo paura per te. Hai idea di quanto mi sia spaventato nel vederti crollare? Quando Azume ha detto che volevano te e poi la Regina… ≫ Izuku si interruppe sentendola trasalire.
Sua madre. Irene Belserion. Da quando l’avevano sconfitta aveva cercato di scendere a patti con quella notizia, ma ancora faticava a gestire quella nuova consapevolezza.
Quante vite erano state distrutte per il desiderio di un'unica persona, per realizzarne i piani. Tutto perché Irene voleva un nuovo corpo umano di cui impossessarsi.
≪ Erza? ≫ la chiamò piano, percorrendole il viso con le dita leggere. ≪ Scusa. Forse non ne volevi parlare di lei. ≫
Il respiro le si ruppe sulle labbra. No, parlare di lei era l’ultima cosa che voleva fare. Aveva bisogno di dimenticarsene, di cancellare quei ricordi dalla sua mente e non sentirsi più così scoraggiata.
Erza gli prese il viso fra le mani, avvicinandolo al proprio, fino a mescolare i respiri. La sua vicinanza la fece rabbrividire, era caldo e la guardò con occhi dolci e confusi. Gli era mancato così tanto, in quei giorni che riaverlo fra le braccia era un po' come stare dentro un sogno. ≪ Piuttosto, dove eravamo rimasti? ≫ sussurrò, sporgendosi verso di lui che socchiuse gli occhi confuso. ≪ Uhm? ≫
≪ Prima che Lucy ci interrompesse, in camera mia, ≫ spiegò Erza, con un sorrisetto malizioso. ≪ Eravamo impegnati in un certo discorso, ricordi? ≫
 Il viso del ragazzo prese letteralmente fuoco. Se ne ricordava evidentemente, il suo sguardo verde cadde sulle labbra di lei. Deglutì ≪ Uhm, ne ho un vaghissimo ricordo. ≫ sussurrò, con un filo di ironia.
Il sorriso sulle sue labbra si allargò. ≪ Oh, beh era più o meno qui. ≫ Si sporse in avanti e premette la sua bocca su quella di lui, calda e morbida. Un brivido le scaturì sotto pelle e scivolò lungo la spina dorsale. Izuku sussultò, come se fosse sorpreso e le sue labbra si schiusero, permettendo alla lingua di infilarsi fra le sue labbra e scontrarsi con quella di lui.
La sua bocca era calda e vellutata e le fece sorgere dentro un calore languido. Gli fece scivolare le mani fra le morbide ciocche di capelli, lasciando che le dita vi si impigliassero e rannicchiandosi fra le sue braccia. Izuku le strinse le spalle con le mani calde, facendo scontrare le lingue ed esplorandole la bocca con cautela. Era inaspettatamente rigido e teso fra le sue braccia e quando gli si premette contro, cercando di rendere il bacio più profondo, lui si ritrasse senza fiato.
Lo guardò sorpresa e confusa. Prima gli chiedeva se stavano ancora insieme, ma appena lo baciava si irrigidiva, non lo capiva proprio delle volte. ≪ Izuku? ≫
Sbatte le palpebre, nella scarsa luce era difficile capirlo, ma era sicura che fosse arrossito come un peperone, il respiro rapido e affannoso. ≪ Fai sul serio? ≫ gli chiese incredula. ≪ Hai intenzione di arrossire ogni volta che ti bacio? ≫
 I suoi occhi verdi si sbarrarono. Era completamente rosso, perfino le orecchie avevano assunto un’intensa tinta porpora. Si nascose dietro i palmi, agitato. ≪ N-non guardarmi così ≫
Erza lo guardò confusa. Così come? Non le sembrava di star facendo qualcosa di particolare. Gli scostò una mano, scoprendoli un occhio verde e lucente come una gemma. ≪ Deku? ≫ lo chiamò piano. Lui trasalì, scostando anche l’altra mano per fissarla. ≪ Uhm? C-credevo non ti piacesse quel nomignolo. ≫
≪ Infatti. Pensavo solo che forse ti sta bene, dopotutto. ≫ Sorrise, vedendolo incupirsi. ≪ Beh, almeno inizio a capire perché Katsuki lo ha scelto. ≫ lo prese in giro, divertita. ≪ Se vai nel panico solo perché la tua ragazza ti bacia, forse un po' ragione ce l’ha. ≫
 Il viso del ragazzo impallidì, la guardò turbato con gli occhi sbarrati. ≪ K-Katsuki? ≫ ripeté, con una nota incredula nella voce. ≪ Da quando lo chiami per nome, scusa? ≫
Erza sospirò, accarezzandoli la guancia con le dita. Erano sdraiati davvero vicini, sotto la coperta i loro corpi si sfioravano e bastava già questo per farlo arrossire. Lei invece si sentiva così tranquilla quando lui era presente. Certo, tranne quando quella energia nervosa si impossessava di lui e si trasmetteva anche a lei. Quelle volte lo avrebbe quasi menato.
≪ Mentre eri addormentato. ≫ mormorò, facendo scorrere le dita sui suoi capelli morbidi e scompigliati. Il respiro di lui si fece più agitato, mentre lei diceva. ≪ Ho avuto modo di conoscerlo un po' meglio, di parlarci un po'... perché? ≫ Gli occhi nocciola della ragazza si fissarono sul viso ansioso di lui, cogliendoci qualcosa di strano che prima non c’era. La stessa cupa espressione che aveva sul taxi quando avevano litigato, gli scuriva lo sguardo.
Erza sollevò la testa, sorpresa. ≪ Non sarai mica uno di quelli che non vogliono che la loro ragazza parli con altri ragazzi? ≫ chiese sospettosa.
Izuku arrossì, gli occhi verdi sfuggenti. ≪ F-figurati. È solo che quando ha scoperto del One for All, non mi sembrava che ti ispirasse molta fiducia. Gli hai puntato una spada alla gola e hai minacciato di tagliargliela. ≫
Erza si mordicchiò l’interno della guancia, sfuggendo al suo sguardo. Non voleva ammettere che forse si era sbagliata sul conto di Bakugou all’inizio e che ora lo aveva rivalutato. ≪ Uhm ≫
≪ Di cosa avete parlato mentre dormivo? ≫ domandò Izuku, nervosamente. Il suo viso si era incupito, la stava studiando con gli occhi verdi diffidenti.
Erza inarcò il sopracciglio. ≪ Se proprio vuoi saperlo di un po' di cose. Fra queste del One for All. ≫
≪ E poi? ≫ insistette lui, ansioso. Erza scosse la testa. ≪ Non te lo dico. ≫
L’espressione sul suo viso si incupì ancora di più. ≪ Ah. ≫ replicò, teso. ≪ Quindi adesso hai dei segreti con Kacchan di cui non devo sapere nulla? ≫
≪ Spetta a Katsuki decidere se renderti partecipe o meno, non a me. ≫ rispose, scrutandolo. Oh, non avrebbe mai creduto che uno come lui potesse assumere un’espressione così gelosa.
≪ Sembra proprio che voi due andiate molto d’accordo, alla fine. ≫ La sua voce era tagliente. ≪ Chi l’avrebbe mai detto. ≫
≪ Uh abbastanza d’accordo, direi. ≫ replicò lei, con un sorrisetto che si allargò alla vista dell’espressione cupa sul viso di lui. Era evidente che non gli piacesse proprio per nulla l’idea che potesse andare d’accordo con Bakugou. Ridacchiò, prendendoli il viso fra le mani e avvicinandosi a lui. ≪ Sicuro di non essere un tantino geloso? Hai assunto uno strano colorito verdognolo. ≫
≪ No, non lo sono. Però tu ti diverti un po' troppo a prenderti gioco di me. ≫ borbottò, amaramente. Erza gli sfiorò le labbra con le proprie. ≪ Fidati, non è così. ≫ sussurrò, premendo la bocca sulla sua e strappandoli un verso strozzato.
≪ E-Erza? ≫ mugugnò sulle sue labbra. Si spinse sopra di lei, facendola rotolare sulla schiena e lasciandola senza fiato per la sorpresa.
Izuku si chinò a baciarla, le mani che gli accarezzavano il viso, scostando i capelli rossi. Si sentì tremare, sotto la pressione di quei baci dolci e incalzanti. Gli circondò le spalle traendolo a sé e ricambiandolo, la mano che gli scorreva sulla schiena e disegnava la linea della spina dorsale.
La sentì svanire la sua timidezza, man mano che le lingue premevano l’una contro l’altra, rimestando. Si premeva contro di lei, le cosce dure che gli stringevano le gambe, inchiodandola sotto di lui.
≪ Izuku? ≫ mormorò sulle sue labbra, tremando nel sentire quelle mani scivolare sul suo corpo e disegnarne le forme. Il respiro si ruppe sulle labbra di lui che emise un verso strozzato, indugiando sui fianchi e giocherellando con l’orlo della maglia. Le dita si insinuarono sotto il tessuto e percorsero la pelle, facendole balzare il cuore in gola.
Il ventre le si contrasse, stringendosi in una morsa che le tolse il respiro. Le sentì scivolare sulla pelle quelle mani ruvide, risalire lentamente. Erano incredibilmente gentili, come lo era lui. La sua bocca premette contro quella di lui, la lingua che si spingeva in esplorazione e si scontrava con quella di Izuku, scambiandosi carezze.
La contrazione nel suo ventre si fece più netta, strappandole un mugolio sommesso, divenne liquido caldo che inumidì il tessuto. Le dita si contrassero sulla schiena di lui, mentre Izuku si ritraeva, senza fiato e con il viso in fiamme.
I suoi occhi erano scuri di desiderio ed eccitazione, il verde totalmente inghiottito da un nero corposo e senza fondo.
Erza si sporse in avanti e premette la bocca sulla gola di lui, facendoci scorrere la lingua sopra e strappandoli dalle labbra un verso strozzato. La mano di lei scivolò dietro la sua nuca, scompigliandoli i capelli e afferrandoli. Affondò i denti nella pelle calda, graffiandola ed Izuku ansimò. ≪ E-Erza. ≫
≪ Uhm ≫ mugugnò lei, seguendo con la lingua la linea della carotide e avvertendo il pulsare sordo del sangue sottopelle. Si sentiva fremere, il cuore batteva così forte che ne sentiva il pulsare nelle tempie e sui polsi.
Izuku si chinò su di lei e liberò una mano per afferrarle la spallina della maglia e tirarla, mise a nudo la spalla prima di affondarci i denti e morderla, strappandole di bocca un gemito strozzato.  
Gli accarezzò la nuca incoraggiante, premendo la bocca sulla gola di lui e riempiendola del suo sapore dolce e salato. Si concentrò su un punto in particolare, lavorandoci fino a lasciarli un bel segno rosso. Izuku mugugnò, cospargendole la pelle di baci e mormorando così piano che quasi non lo sentiva. ≪ Erza…sei così bella. ≫
Si sentì bruciare le guance, avvertendo il bacino di lui pesare sulle cosce, la contrazione della sua carne, intrappolata nel pigiama ospedaliero. Lo sentiva muoversi ed agitarsi, limitato solo in parte dalla stoffa, mentre la sua bocca le percorreva la pelle, ansimando senza fiato.
L’agitazione le rimestò lo stomaco, insieme a qualcos’altro di caldo e liquido che le faceva formicolare la pelle e le mozzava il respiro. Forse stavano correndo troppo, non sapeva bene come ma le sue mani erano finite sotto la maglia ad accarezzare la schiena di lui, avvolta dalle bende, sollevando il tessuto ed esponendolo all’aria fredda della notte.
La sua bocca tornò su quella di lei, con un verso strozzato, muovendosi affamata. Lo sentì fremere contro il suo corpo, spingendole la lingua fra le labbra e facendola scorrere all’interno della bocca. Le sue mani risalirono dalle spalle al torace, sfiorando la pelle esposta del fianco. Le strappò dalle labbra un verso strozzato che ingoiò, prima di strapparsi via da quel bacio e dalle mani di lei che tiravano la stoffa nervosamente. Izuku si tirò indietro, ansimando senza fiato. ≪ E-Erza. ≫ balbettò, con il viso in fiamme. ≪ A-a-aspetta, un s-secondo. ≫
Erza lo guardò senza fiato, le guance in fiamme. Sentiva il cuore battere così forte in petto che temeva sarebbe esploso da un momento all’altro. ≪ Cosa c’è? ≫ sussurrò, tirandolo a sé. ≪ Torna qui. ≫
Le bruciava la bocca per tutti quei baci, come il ricordo del fuoco sulla pelle.
 Le dita di lui affondarono nelle sue spalle, tenendola bloccata contro il pavimento. Non stava semplicemente andando nel panico, pensò guardandolo, c’era qualcos’altro di scuro nel suo sguardo che le fece sorgere un brivido dentro. Aveva il viso in fiamme e il respiro rapido. Il petto si alzava e abbassava velocemente, mentre si metteva a sedere su di lei, attento a non pesarle addosso.
≪ E-Erza, s-scusa…io… ≫ balbettò, traendo un respiro incerto e interrompendosi nuovamente, alla disperata ricerca delle parole giuste da usare.
Erza iniziava a preoccuparsi per lui, infondo, si era appena svegliato da un coma. Per quanto Wendy, Porlyusica e Recovery fossero straordinarie, probabilmente doveva andarci piano per un po', dargli il tempo di riprendersi e tornare in forze. ≪ Stai bene? ≫ sussurrò Erza, allungando una mano e accarezzandoli la guancia. ≪ Ti senti male o ti fa male qualcosa? ≫
Izuku si tese sotto le sue dita. Scosse la testa verde, i riccioli che puntavano da tutte le parti. Avvampò, distogliendo lo sguardo e mordendosi il labbro. ≪ I-io…ecco…E-Erza ≫
Gli occhi castani di Erza scivolarono più in basso, sul petto che si muoveva ansante e sulle cosce che la intrappolavano sotto di lui. La stoffa era tesa e lasciava intuire chiaramente cosa stesse succedendo là sotto.
L’aveva avvertito contro la pancia, mentre lui la baciava, ma nel vederlo quell’agitazione se la sentì montare dentro. Le bruciarono le guance e deglutì nervosamente.  ≪ Oh ≫ sussurrò. L’ultima volta che si era trovata in quella situazione imbarazzante, se l’era filata dalla veranda. Solo che ora non poteva muoversi, bloccata com’era sotto il corpo di lui.
Cercò di distogliere lo sguardo, ma senza successo. Izuku corrugò la fronte e seguì il suo sguardo. Lo sentì irrigidirsi, i pensieri che correvano veloci dietro gli occhi verdi.
Balzò via da sopra di lei, ricadendo sulle piastrelle con le mani sul pavimento e le gambe divaricate. Pessima mossa, da quella posizione Erza aveva una visione decisamente migliore dell’intera faccenda.
≪ Mi- mi dispiace! N-non pensare male e solo che… ≫ balbettò, avvampando. Anche Erza si sentì scottare il viso per l’imbarazzo. Si mise a sedere, raccogliendo le gambe sotto di sé e cercando di ignorare quella stretta al ventre che le rendeva pesante il respiro. ≪ Senti, non è che… ≫ iniziò a dire con difficoltà, ma si interruppe bruscamente al suono di Sing me to sleep di Alan Walker che risuonò nell’aria fredda. Izuku tacque corrugando la fronte, mentre Erza recuperava il telefonino e guardava lo schermo. Doveva proprio mettersi a squillare in quel momento? Quel ragazzo aveva una fortuna incredibile ad evitare i discorsi.
≪ È Gran Torino ≫ gli disse, accigliandosi. Un brutto presentimento le strinse il petto, che fosse successo qualcos’altro di spiacevole?  Gli lanciò un’occhiata ansiosa. ≪ Devo rispondere. ≫
Izuku annuì, nervosamente. Stringendo le caviglie nelle mani sfregiate. ≪ Dio, grazie per il tempismo. ≫ lo sentì borbottare, con un sospiro di sollievo. Lo fulminò con lo sguardo. ≪ In che senso? ≫
Izuku avvampò, incassando la testa nelle spalle. ≪ N-niente, cioè…spero non sia un’altra emergenza. ≫
Erza aprì bocca per rispondergli e la richiuse al suono della voce aspra del vecchio eroe. ≪ Erza? Dove diavolo ti sei andata a cacciare?! Quando mi servi non ti trovo mai, accidenti. ≫
Lei sussultò, agitandosi. ≪ Maestro, sono in ospedale. Cos’è successo? ≫
≪ Non ti ho trovato affatto! ≫ sbottò irritato il vecchio, quasi sfondandole un timpano. ≪ Ti ho cercato ovunque, ma tu non c’eri. È possibile che alla mia età io debba correre dietro a una ragazzina?! ≫
Erza sospirò, sentendosi scottare le guance. Si chiese se era andato a cercarla in camera di Izuku e non trovandoci nemmeno lui, avesse collegato le cose. Sperava vivamente di no. Izuku la guardò interdetto e lei scosse la testa esasperata. Gran Torino oltre che il pessimo tempismo aveva la dote di perdersi in lamentazioni inutili. ≪ Per cosa mi cercava?  ≫
≪ Ah? ≫ esclamò cascando dalle nuvole.
≪ Mi ha chiamato lei, Maestro. ≫ gli fece notare pazientemente Erza, stringendo il pugno e rilasciandolo. Il vecchio eroe tacque per un lungo istante, prima di riafferrare i pensieri che gli erano sfuggiti. ≪ Ah si, è per Toshinori. ≫
Il cuore di Erza sprofondò in fondo allo stomaco. Tutto il suo corpo si irrigidì, mentre ascoltava le parole del vecchio. Izuku la guardò confuso e incespicò nel cercare di alzarsi. ≪ E-Erza? ≫ la chiamò, vedendola balzare in piedi e correre alla porta.
≪ Che succede?! ≫ gridò Izuku, correndole dietro. Lei non si voltò, non staccò la chiamata, e non rallentò. Non sapeva nemmeno lei cosa stesse facendo, a parte correre giù per le scale come una pazza.
≪ Toshi. Toshi si è svegliato! ≫  


--- Angolino Mio ----
ciao!
Volevo scusarmi per essere sparita. E' un bruttissimo periodo per me e non riesco a scrivere. Vi ringrazio per continuare a seguire questa storia e per le vostre recensioni. Siete meravigliosi, grazie!
Questo arco narrativo è praticamente agli sgocioli, mancano pocchissimi capitoli e inizierò a pubblicare il secondo arco a parte (S'intitolerà "All Might's Daughters - la maledizione" spero che continuerete a seguirla.
Baci

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Capitolo 70
*** 41. Nel Dormitorio ***


41. Nel Dormitorio

 
--- Ochaco Uraraka ---
La portafinestra scivolò silenziosa, senza disturbare le ragazze che dormivano rannicchiate per terra, fra montagne di cuscini e coperte, con i pacchetti vuoti di caramelle e patatine sparsi in giro per la stanza spoglia.
Si voltò a lanciare un’occhiata a Tsuyu che l’aveva consolata quando era scoppiata a piangere in ospedale. La vide rabbrividire nell’aria fredda e si affrettò ad uscire sul balcone e a richiudersi la porta alle spalle.
Per quanto fosse grata ad ognuna di loro per esserle state vicine, aveva bisogno di stare un po' da sola e schiarirsi le idee. L’aria fredda le punse la pelle attraverso la coperta che l’avvolgeva e la fece rabbrividire. Si avvicinò alla ringhiera e sollevò lo sguardo verso il cielo stellato. Da quando mancava la luce in città, Ochaco aveva scoperto che il cielo era molto più luminoso di quanto non avesse immaginato.
 Se ne stava spesso davanti alle grandi vetrate della sala comune a guardarlo, con Hakagure, Levvy e Lucy, mentre Jirou e Mirajane discutevano di musica e improvvisavano concerti a cappella.
Lucy sembrava sapere un sacco di cose sui motti celesti e le storie ad essi correlati e ne aveva condiviso qualcuna con loro, mentre assaggiavano i cocktail improvvisati da Cana che erano sempre nuovi e a volte disastrosamente alcolici.
Quella sera, era tornata al dormitorio con la testa pesante e gli occhi arrossati. Sentiva arderli in petto un fuoco carico di rabbia e amarezza. Deku si era messo con un’altra e non una qualunque, ma proprio con quella che Ochaco sopportava di meno, che era alla base di tutti i problemi che avevano dovuto affrontare e che nonostante questo, si comportava come se niente fosse colpa sua.
Strinse le labbra, sentendosi bruciare le guance. La cosa che la faceva arrabbiare di più era come era scoppiata a piangere davanti a lui, per poi scappare via, come una bambina.
Si sentiva pizzicare gli occhi per tutte le lacrime che aveva versato fra le braccia dell’amica che ora la teneva per mano. Non vedeva l’ora di infilarsi in camera sua, farsi una doccia calda che attenuasse la sensazione dei muscoli irrigiditi dal freddo, infilarsi nel suo letto e spararsi nelle orecchie la playlist strappalacrime di Adele a tutto volume.
Avrebbe sfogato tutto il dolore che provava in una volta e l’indomani sarebbe andata avanti come se niente fosse accaduto, così forse avrebbe smesso di sentirsi così a disaggio con sé stessa. Detestava l’idea di passare per una pappamolle. Accidenti, lei non era mai stata il tipo di ragazza che piangeva e si demoralizzava per nulla. Tsuyu aveva ragione, doveva passare oltre e prima o poi quel dolore sordo che sentiva sarebbe svanito.
≪ Ochaco, sicura di stare meglio? ≫ le chiese Levvy, vedendola strofinarsi la guancia. La guardò preoccupata, scostandosi una ciocca ribelle che era caduta sul viso da folletto, coprendoli la guancia.
Erano quasi all’ingresso del dormitorio, di ritorno dall’ospedale, e la luce che filtrava dalle finestre era soffusa e calda. Si riversava sui visi delle ragazze e ne accendeva i capelli di riflessi dorati.
Ochaco strinse la mano di Tsuyu che le stava accanto, sistemandosi sulla spalla la borsa con le cose di Momo. Era stata finalmente dimessa e stava tornando a casa con loro. Si voltò anche lei a guardarla apprensiva, facendola sentire a disaggio e in imbarazzo.
Tutte sapevano cosa era successo quella mattina e ci avrebbe scommesso che Kaminari aveva portato la notizia pure al dormitorio. Ormai, tutti quanti dovevano essere a conoscenza della delusione che aveva subito.
Avrebbe voluto sotterrarsi per l’imbarazzo, invece, un sorriso incerto si stese sul suo viso. Cercò di sembrare sicura e allegra come sempre. ≪ Si, scusami per prima. Devo aver fatto la figura della stupida, ti assicuro che di genere non sono così frignona. ≫
≪ Ma no. ≫ protestò subito lei, mordicchiandosi il labbro. ≪ Non volevo dire questo...solo… ≫ Si interruppe bruscamente, corrugando le sopracciglia dubbiosa su cosa dire. Ochaco capì di non essere convincente dallo sguardo che le lanciò Lucy, accanto alla ragazza dai capelli turchesi. ≪ Cerchiamo di pensare alle cose belle ≫ disse allegramente la bionda, sorridendo. ≪ Momo è tornata e domani anche Shouto ed Elfman torneranno al dormitorio. ≫
Ochaco annuì. Si, piano piano i suoi compagni stavano venendo dimessi, anche se al momento il dormitorio verteva nel caos totale. ≪ Spero che tutti vengano dimessi presto ≫ sospirò, stringendo la mano di Tsuyu che annuì, aprendo la porta. ≪ Se vedessero in che condizioni sta il dormitorio kero, penso che non lo riconoscerebbero ≫
≪ Uhm, è davvero così irriconoscibile? ≫ mormorò Momo, seguendole dentro. Nel momento in cui attraversò la soglia ci fu un gran scoppiare e piovere di nastri colorati e coriandoli. Per un attimo, Ochaco fissò la sala comune a bocca aperta. ≪ Ma cosa…? ≫
≪ Ben tornata, Momo-chan! ≫ gridarono più voci entusiaste.
La stanza era affollata dei restanti studenti della Yuei e dei membri di Fairy Tail che ormai vivevano lì con loro e che le accolsero con un sorriso e saluti allegri.
Momo sussultò, portandosi una mano alla bocca rimasta aperta per la sorpresa. I ragazzi, più Jirou e Mina, le andarono incontro con grandi sorrisi.
Ochaco si voltò a guardare Lucy e Levvy che avevano l’aria sorpresa quanto lei. ≪ Cosa sta succedendo? ≫ si chiese a voce alta.
≪ I-io non capisco. ≫ ammise Momo, guardando i compagni confusa ed emozionata. ≪ C-come facevate a saperlo? ≫
≪ Il capoclasse ci ha chiamati per dirci che venivi dimessa. ≫ rispose Kirishima, avvicinandosi con le mani in tasca. ≪ Ha detto che eri depressa per via dell’ultima battaglia e abbiamo pensato ad un modo per sollevarti il morale. ≫
≪ Così abbiamo organizzato un pigiama party! ≫ strillò Mina, sollevando vari pacchetti di patatine e mostrandoglieli. ≪ Sia per te che per Uraraka-chan. Vi faremo passare tutto il malumore! ≫
Lei trasalì, sorpresa. ≪ N-non è necessario. Io non ho niente. ≫
Il sorriso di Mina si allargò. ≪ Tranquilla, cureremo il tuo cuore spezzato. ≫ promise, facendole l’occhiolino. La voce acuta di Hakagure si alzò dalla dispensa. ≪ Mina-chan! Avevamo detto che non avremo nominato quel brutto fattaccio! ≫
≪ Ah già, ops! ≫ replicò sbadatamente Mina, stringendosi nelle spalle e sollevando gli occhi al cielo. ≪ Colpa mia. ≫
Ochaco restò a guardarle rigida, sentendosi bruciare le guance. Non c’era niente di peggio che essere messa così in imbarazzo dalle proprie amiche davanti a tutti quanti. Percepì su di sé lo sguardo distaccato delle ragazze e dei ragazzi di Fairy Tail, ed arrossì ancora di più.
Tsuyu le strinse la mano gentilmente. ≪ Distrarti un po' ti farà sentire meglio, Ochaco-chan. Credimi. ≫
≪ Si, e poi, i ragazzi sono degli idioti. ≫ aggiunse Jirou facendo scattare i suoi earphone jack. ≪ Non averli fra i piedi per una sera non può che farci bene. ≫
≪ Sei crudele, Jirou! ≫ strillò indignato, Kaminari. ≪ Io pensavo avremmo festeggiato tutti insieme! ≫
Jirou si voltò a guardarlo con gli occhi sbarrati, storcendo la bocca. ≪ Ma sei matto? Perché mai dovremo stare in pigiama davanti a voi, razza di idiota?! ≫
≪ Cos’è questa discriminazione? ≫ Mineta balzò sullo schienale del divano, in bilico sul bordo, puntando loro contro l’indice. ≪ Perché veniamo esclusi così a prescindere? Non è corretto da parte vostra, ragazze. ≫
≪ Giusto! ≫ insistette Kaminari indignato. ≪ Se è una festa che volete fare, possiamo farla qui in sala comune. Tutti insieme. ≫
≪ Potete indossarli comunque i pigiami. ≫ bofonchiò Jet, lanciando un’occhiata a Levvy. ≪ Soprattutto se sexy. ≫ La ragazza storse la bocca, guardandoli male. ≪ Ma anche no! ≫
Muovendosi a disaggio, Ochaco, scrutò la sala alla ricerca di un famigliare broncio e una chioma biondo cenere. Il suo sguardo, però, venne attratto dalla chioma bionda di Lucy che si chinava su Mirajane, mormorando. ≪ Natsu dov’è? Credevo che fosse tornato con voi. ≫
Mirajane reclinò il capo, sorpresa. ≪ Ha scambiato il turno di pattuglia con Freed ed è andato via con Bakugou, Ever e Shoji. Perché, avete litigato? ≫
Lucy si ritrasse, arrossendo. ≪ C-cosa? No, certo che no. ≫ balbettò, agitando le mani nervosamente. ≪ E-ero solo curiosa, tutto qui. ≫
≪ Tutto questo…è stata un’idea di Iida-san? ≫ chiese Momo, sorpresa. Gli occhi neri le scintillarono, quando Kirishima confermò con un sorriso.
Allora, Iida è davvero interessato a lei. Aveva sempre pensato che fosse solo un pettegolezzo, ma guardando le guance arrossate di Momo, iniziò a chiedersi se non fosse vero. Anche lui era innamorato di una persona che non ricambiava i suoi sentimenti, concentrata su qualcun altro, e che forse nemmeno era consapevole di cosa provasse lui realmente.
Si sentì stringere il petto da una morsa dolorosa e distolse lo sguardo dall’amica per concentrarsi sulla discussione in atto. 
La situazione stava sfuggendo rapidamente di mano, constatò con una punta di ansia. Le vive proteste di Mineta e Kaminari stavano trascinando anche il resto dei ragazzi nella discussione. Jirou era arrossita per l’irritazione e fece scattare i suoi earphone jack, colpendo i due ragazzi e travolgendoli con le onde soniche.
≪ Suvvia, non c’è assolutamente bisogno di fare tutta questa confusione. ≫ commentò Freed, infastidito. Sedeva sul divano accanto a un Laxus totalmente indifferente e impegnato a guardare un video sul cellulare. Sventolò una mano come a scacciare una mosca. ≪ Possiamo fare anche noi una nostra festa. ≫
≪ Possiamo? ≫ commentò Sato, perplesso. ≪ Ma che senso avrebbe? ≫
Ochaco sospirò, si sentiva distrutta. Voleva solo rannicchiarsi sotto le coperte con la playlist di Adele nelle orecchie e piangere sui testi delle sue canzoni. ≪ Io me ne vado a dormire. ≫ annunciò, voltando le spalle a tutta quella confusione.
≪ NO! ≫ gridò Lucy, afferrandola per il braccio e puntandole addosso due occhi ansiosi. ≪ No, dai. Facciamo una serata sole ragazze, sarà divertente, vedrai. ≫ Guardò le altre in cerca di supporto e lo trovò in Jirou. La ragazza si fece avanti e prese Ochaco sottobraccio, tirandola verso le scale. ≪ Ma si, vedrai che ci divertiremo tutte insieme. ≫
Ochaco non poté fare nulla davanti a quella determinazione e lasciò che le ragazze riempissero la sua stanza di coperte e cuscini, cibo spazzatura e bibite.
 ≪ Non posso vedervi così abbattuti ragazzi, ≫ commentò Cana, avvicinandosi alla cucina e tirando fuori da sotto il lavabo diverse bottiglie. ≪ beviamoci qualcosa e tiratevi su di morale! ≫
≪ E quelle bottiglie di alcool da dove saltano fuori?! ≫ esclamò scioccato Kirishima, guardandola a bocca aperta. Cana rise. ≪ Tu non ti preoccupare. L’alcool risolve tutti i problemi e riscalda lo stomaco! ≫
≪ Non è esattamente così. ≫ commentò Visca con un sospiro. ≪ Ma versamene un bicchiere lo stesso. ≫
Tokoyami scosse la testa, rassegnato. ≪ Comincio a pensare che sia un bene che Iida-kun non sia qui. ≫
≪ Accidenti, gli verrebbe un colpo a vedere il dormitorio in questo stato! Meglio per lui non sapere. ≫ commentò Kaminari, accettando il bicchiere che Mirajane gli stava offrendo. Ochaco lo guardò male. ≪ Non starai un po' esagerando con quella roba, ultimamente? ≫
Lo aveva visto ubriacarsi ogni sera da quando Cana aveva iniziato a far assaggiare a loro le sue creazioni. Se mai avesse deciso di abbandonare il percorso da eroe, aveva senz’altro un futuro come barista.
Lei e Kirishima avevano provato a sbarazzarsi dell’alcool, gettando via le bottiglie, ma ogni volta sembravano ricomparire misteriosamente. Ochaco iniziava a chiedersi se per caso anche Cana possedesse una sorta di Kansou in cui nascondeva tutto.
Il compagno sorrise, sventolando la mano. ≪ Ma no, anzi! Inizio a reggerlo molto meglio. ≫
Ochaco strinse le labbra, scuotendo la testa. Sperava vivamente che i membri di Fairy Tail andassero a stare da qualche altra parte prima che Iida tornasse lì, oppure all’amico sarebbe davvero presa una crisi isterica senza precedenti.
Il dormitorio verteva nel caos più totale. Il disordine si era insinuato negli spazzi comuni e le stanze vuote erano state occupate dai ragazzi nuovi, che spesso si dimenticavano di avere un letto e dormivano sui divani della sala comune se non direttamente sul pavimento.
 Ogni sera riuscivano a improvvisare una festa, per poi tornare a lavoro carichi la mattina dopo, spesso senza aver dormito nemmeno un’ora. Ochaco non capiva come ci riuscissero, ma impedivano anche a loro di riposare, trascinandoli nella baraonda.
≪ La pratica rende perfetti, come si dice. ≫ commentò Mirajane divertita, unendo le mani. ≪ Vi va di ascoltare un po' di musica? ≫
≪ Cana, Mira, voi non vi unite a noi? ≫ le chiamò Lucy dalle scale. Si affacciò guardandole interrogativa. Le due ragazze scossero la testa.
≪ Restate qui? ≫ domandò Ochaco, guardando la ragazza dai capelli argentati. ≪ Non vi va di unirvi a noi? Insomma, non ci dispiace la vostra compagnia. ≫
≪ Sei molto dolce. ≫ rispose Mirajane, accarezzandole la guancia. ≪ Ma non penso che sia il caso. ≫ I suoi occhi si posarono su Kaminari, in piedi fra loro che sorseggiava il suo drink. Ochaco intravide uno strano bagliore nel blu delle sue iridi. ≪ E poi ho delle cose da fare qui. ≫ Sorrise dolcemente al ragazzo che la guardava un po' sorpreso, dicendo carezzevole. ≪ Allora, questo Midoriya Izuku che tipo è? ≫
Ochaco trasalì, sentendo un vuoto allo stomaco al suono di quel nome.
≪ Oh si, anche io ho delle domande. ≫ convenne Cana, con un luccichio malizioso negli occhi scuri che fece rabbrividire perfino Kirishima. ≪ C-che genere di domande? ≫ chiese il ragazzo con i capelli rossi, guardandola timoroso. Cana si portò la bottiglia alle labbra e prese un bel sorso. ≪ Quel ragazzo, quel pazzo che esce con Erza, ci sta del tutto con la testa oppure no? ≫
≪ Cana! ≫ strillarono in coro Lucy e Visca, sussultando. Ochaco la fissò a bocca aperta. Le guance le bruciavano di sdegno. ≪ C-come, scusa? ≫
Cana si strinse nelle spalle. ≪ Cosa? È una domanda del tutto lecita. Se la mia amica esce con un possibile psicopatico, io devo saperlo! ≫
≪ Caso mai è il povero Midoriya quello in pericolo! ≫ replicò Ojiro, attirando lo sguardo di Mirajane e Cana. ≪ Ah davvero? ≫
Ochaco era scioccata, quelle due stavano davvero mettendo in dubbio Deku, dopo tutto quello che aveva rischiato? Strinse i pugni lungo i fianchi e stava per dirgliene quattro, quando si sentì afferrare per un polso e voltandosi vide Lucy che la trascinava via, con le labbra strette in un’espressione contrariata. ≪ Non fare caso a loro, okay? Non sono cattive ragazze. ≫
≪ Immagino che preferiscano la compagnia dei ragazzi. ≫ rispose lei, indifferente. ≪ E fare domande su Deku, piuttosto che fare amicizia con noi. ≫
 Lucy esitò, lanciandole un’occhiata. ≪ In realtà, ecco, penso che non vogliano partecipare perché sono molto amiche di Erza e si sentirebbero a disaggio in questa situazione. ≫
Ochaco trasalì, sorpresa. Quindi anche Erza, alla fine, aveva delle amicizie. A parte Lucy che sembrava riuscire ad andare d’accordo con chiunque, non aveva mai pensato che Erza avesse altre amicizie significative.
Voltandosi aveva dato un’ultima occhiata alle due ragazze che sedevano fra i ragazzi, ridendo e si era lasciata trascinare dentro la propria stanza, rassegnandosi a stamparsi in faccia un bel sorriso e a tenere alto l’umore.
Ci aveva provato a tenere su quella maschera per tutta la serata, ma quando da argomenti più leggeri, il discorso era caduto sull’unico che avrebbe preferito non sentire, il suo cuore aveva sussultato, riportandole alla mente il dolore di quel pomeriggio.  
E non solo il suo.
A quanto pareva, non era l’unica a sentirsi così.
Il viso di Lucy si adombrò e il suo sguardo si posò sulle mani con cui tormentava la coperta, mentre ascoltava Hakagure dire scioccata. ≪ Cosa significa che tu e Natsu non state insieme, scusa? ≫
Ochaco si sistemò meglio sul futon, osservando l’espressione cupa della bionda. Erano sedute in cerchio sulle coperte e futon che ricoprivano il centro della stanza di Ochaco, strette a chiacchierare. Lucy sdraiata sul suo con il cuscino stretto al petto, storse la bocca. ≪ Quello che ho detto. Non stiamo insieme. ≫
≪ Ma vi siete baciati e siete sempre insieme! ≫ protestò Mina, gonfiando le guance. Levvy emise un gridolino di gioia, gli occhi le scintillarono. ≪ Oh Dio. Oh Dio. Vi siete baciati?! ≫ strillò entusiasta. ≪ Perché sono l’ultima a saperlo?! ≫
Lucy abbassò la testa, evitandone lo sguardo. ≪ Beh, da come si comporta Natsu sembra che non sia mai avvenuto, perciò… ≫ replicò amaramente, avvampando. Erano successe così tante cose che se n’era quasi dimenticata. Durante l’attacco e il conseguente rapimento di Erza, avevano creduto che Natsu fosse rimasto ucciso da un colpo da arma da fuoco. Il ragazzo si era svegliato incolume e Lucy, per il sollievo di vederlo vivo, lo aveva baciato davanti a tutti.
Ochaco si portò alla bocca una patatina, addentandola. ≪ Che razza di idiota! Io pensavo steste insieme. ≫ borbottò con la bocca piena.
≪ Capirai, è una vita che tutti lo crediamo. ≫ rispose Levvy, osservando la compagna con un sorriso euforico. ≪ Da quando Natsu l’ha portata a Fairy Tail, abbiamo sempre pensato si sarebbero messi insieme. Mirajane ha anche pronto lo striscione per quando lo annuncerete. ≫
Lucy sbarrò gli occhi, guardando l’altra ragazza sconvolta e strappando ad Ochaco una risata. Aveva un’espressione veramente buffa in volto. ≪ Lu-chan, non fare quella faccia. ≫ provò a dire, ridacchiando. ≪ Magari Natsu è timido? Forse non sa come affrontare la cosa. ≫
Levvy per poco non sputò la bibita che stava sorseggiando. ≪ Natsu, timido?! ≫ ripeté incredula. Scosse la testa, stringendo le labbra in una linea sottile. ≪ No no, fidati. Natsu non è timido, è un idiota. Sono due cose diverse. Sicuro che nella sua testolina baccata non ha nemmeno pensato che dovrebbe parlare con Lu-chan di ciò che è successo. ≫
Lo sguardo delle ragazze si posò sulla bionda che scosse la testa, il viso rosso come un peperone, borbottò. ≪ N-non guardatemi così. Io ci ho provato a iniziare il discorso con lui, ma ogni cavolo di volta tira fuori una scusa! L’ultima volta mi ha mollato perché ha visto passare Bakugou e doveva assolutamente allenarsi con lui. ≫ Gli occhi di Lucy erano pieni di amarezza, come la sua voce, mentre sussurrava. ≪ La verità è che non ha significato nulla per lui, e siamo solo amici, sempre e solo amici. ≫
Ochaco sentì una stretta al cuore a quelle parole.
Lo sai che ti voglio molto bene, però io…non posso…non posso mettermi con te.
Ah lei lo sapeva come ci si sentiva ad essere relegata al ruolo di amica dalla persona di cui eri innamorata. Era un dolore amaro sapere che eri importante e avevi il suo affetto, ma non nel modo in cui avresti voluto. Perfino quel poco che avevi non era nemmeno lontanamente sufficiente e diventava motivo di dolore e frustrazione.
Già prima che la respingesse, per lei era diventato problematico vedere Deku avvicinato da altre ragazze. Come quando erano andati a migliorare i costumi ed Hatsume era caduta accidentalmente su di lui e poi il modo in cui avevano parlato del costume con entusiasmo e senza impacci, mentre di genere Deku era timido con tutti. Quello aveva scatenato in lei quei sentimenti fastidiosi. Perfino, quell’aspirante eroina in calzamaglia in pelle, le aveva scatenato dentro un dolore sordo e un’inquietudine che l’aveva messa in difficoltà durante l’esame.  
Uno strano pensiero le sfiorò la mente. Erza lo sapeva o non le importava? Se Ochaco gli avesse detto di quella strana ragazza che ci aveva provato con Deku durante l’esame, lei come avrebbe reagito? Avrebbero litigato. Si sarebbero separati, oppure non avrebbe sortito alcun effetto.
Sussultò, tornando bruscamente alla realtà. La mano di Tsuyu stringeva la sua e la sua voce era bassa e decisa. ≪ Non si era detto che avremo evitato questo argomento, kero? ≫
Improvvisamente, si rese conto che tutte la stavano fissando e si sentì arrossire. ≪ N-non preoccupatevi per me. Io sto bene davvero! ≫ si affrettò a dire, ricevendo in cambio sguardi dubbiosi e poco convinti. Si agitò, raddrizzando la schiena. ≪ P-però io ti capisco. ≫ si affrettò a dire a Lucy ≪ Diventa tutto più difficile quando si è amici. Non si vuole rovinare ciò che si ha. ≫
Lei lo sapeva bene, infondo, aveva impiegato molto tempo ad accettare il fatto che Deku non gli piacesse solo come amico e quando era riuscita a capirlo, era subentrata la paura di perdere il loro rapporto. Non voleva scoprire che non avrebbero più potuto sedere insieme a chiacchierare, a giocare alla playstation o che incontrarlo sarebbe diventato imbarazzante. Aveva esitato così tanto che lui si era innamorato di un’altra.
≪ Non è questo. ≫ sussurrò Lucy, amaramente. ≪ Cioè si, è ovvio che non voglio perdere Natsu come amico, ma non è questo il punto. ≫
≪ Il punto è che se Natsu non si dà una mossa lo prendo a ceffoni! ≫ sbuffò Levvy, gonfiando le guance. ≪ Non capisce proprio niente, Gajil ha ragione su di lui. Capisce solo le maniere forti. ≫ Le ragazze risero vedendola mimare il gesto con la faccia da folletto contratta in un’espressione arrabbiata. Tutte tranne Lucy che affondò il viso nel cuscino e bofonchiò con voce soffocata. ≪ Vorrei solo che smettesse di far finta che non sia mai successo. ≫
≪ I ragazzi sono degli idioti. ≫ commentò Jirou, lanciando a Ochaco un coccodrillo gommoso che la colpì sulla guancia. Le sorrise ironica, dicendo. ≪ Anche quelli che sembrano migliori, no? Non prendetevela. Non siamo qui per farci il ragazzo, ma per diventare eroine. ≫
≪ Caspita Jirou, mi fai provare compassione per il povero Denki. ≫ replicò Mina impunemente. ≪ Di questo passo, non riuscirà mai a trovare il coraggio di dichiararsi visto come ti comporti con lui e gli altri ragazzi. ≫
Jirou si irrigidì, vedendole annuire tutte concordi.
Povero Kaminari, si vedeva che nutriva un profondo affetto per Jirou, ma la ragazza era così ironica e sfuggente che il loro rapporto era rimasto relegato all’amicizia. Non che Kaminari avesse mosso qualche passo in quella direzione, semplicemente bastava guardarlo per capire.
La ragazza dai capelli viola arrossì. ≪ Ma che c’entra?! No-non c’è proprio niente fra noi, vi sbagliate. ≫
≪ Si si, iniziano tutti così. ≫ ridacchiò Mina, puntando il dito contro Momo. ≪ E tu? Ho sentito che sei stata salvata da Todoroki-kun. È stato come un sogno, vero? Il tuo principe azzurro è venuto a salvarti. ≫
Momo avvampò, abbassando lo sguardo e balbettando. ≪ V-veramente è stata Lucy-san che mi ha salvato. ≫
≪ Figurati, tra colleghe ci si aiuta. ≫ replicò la bionda in imbarazzo. ≪ Avresti fatto lo stesso…e poi è stato un lavoro di squadra. Senza Jirou e Denki, senza Shouto, non penso che qualcuno di noi ne sarebbe uscito vivo. ≫
Momo trasalì nel sentire la compagna chiamare Todoroki per nome ≪ Uhm s-si. Todoroki-san è il più forte fra noi, infondo… ≫ mormorò Momo, imbarazzata. ≪ Spero che lo dimettano presto. ≫
≪ Mi ha detto che uscirà domani. ≫ la rassicurò Lucy con un sorriso. ≪ Si sente molto meglio e poi… ≫ si interruppe di colpo, corrugando la fronte e distolse lo sguardo. ≪ E p-poi le sue ferite non sono così gravi. ≫
Levvy la stava guardando sospettosa, come se pensasse che l’amica stesse nascondendo qualcosa. Ochaco la guardò sorpresa. Negli ultimi tempi, sembrava che Lucy e Todoroki si fossero in qualche modo avvicinati, dopo essersi ignorati per settimane. Di genere, il ragazzo era un tipo abbastanza distante, ma Lucy era riuscita ad avvicinarlo così come riusciva ad essere amica di Erza che era simpatica come un calcio nelle gengive per Ochaco.
Momo però la guardò turbata. ≪ S-sono contenta. ≫ disse a bassa voce, pur non sembrandolo affatto. Aveva l’aria turbata e lo sguardo sfuggente. Ochaco afferrò la sua mano e la strinse forte. ≪ L’importante è che tu stia bene e che ti abbiano dimessa. Sono felice di riaverti al dormitorio con noi. ≫
La ragazza le aveva sorriso di rimando. ≪ Anche io sono felice di essere qui con tutti voi. ≫
≪ Piuttosto ≫ si intromise Lucy, guardando Ochaco. ≪ Come va con Bakugou? Non si è ancora dichiarato? ≫
Lei trasalì, il cuore le balzò in gola per il colpo. Per un attimo, le tornò in mente il modo in cui lui l’aveva tenuta premuta contro il suo petto ampio, il braccio muscolo che le pesava sopra, e quella sua voce bassa e rauca che le solleticava l’orecchio.
Se la scelta fosse spettata a me, sarebbe stato diverso. Aveva detto, facendole scorrere un brivido lungo la sua spina dorsale, un tremito che sentì nascere nuovamente e attraversarla.
Tutte le ragazze dello Yuei sbarrarono gli occhi voltandosi a guardarla incredule.
≪ A-aspetta, cosa?! ≫ esclamò Hakagure scioccata, balzando a sedere. Ochaco immaginava che stesse agitando le braccia come una forsennata, ma era difficile esserne sicura dal momento che erano invisibile.
Mina l’afferrò, tirandola per un braccio e facendoli montare la nausea. ≪ Questa la devo assolutamente sapere! Tu e Bakugou-kun?! Sul serio?! ≫.
Lucy aprì la bocca e la richiuse, sotto lo sguardo accusatorio di Ochaco. Accidenti, perché aveva tirato fuori quella storia proprio in quel momento?! ≪ Lucy?! ≫ sibilò, indispettita. L’avrebbe strangolata con le sue stesse mani. ≪ Stai ancora a vaneggiare su quella teoria assurda?! ≫
≪ Ops ≫ disse la bionda imbarazzata. Levvy la guardò dubbiosa. ≪ Bakugou? Intendi…il ragazzo biondo cenere con quel caratteraccio? ≫ azzardò, pensierosa. ≪ È innamorato di Ochaco? ≫
≪ Non sono certa che lui sappia cosa siano i sentimenti… ≫ commentò Jirou stordita. Momo strinse le labbra contrariata. ≪ Sono certa che anche lui abbia i suoi risvolti positivi, ma ecco…è molto diverso da Midoriya-san. ≫
≪ Diverso?! ≫ strillò Mina, scioccata. ≪ Ma sono ai poli opposti! Oh, non dirmi che è successo quando ti ho sfidato a baciarlo?! ≫
Il viso di Ochaco prese letteralmente fuoco. Anche allora lui l’aveva sorpresa. Aveva pensato l’avrebbe fatta esplodere e invece…la sua bocca calda aveva premuto sulla sua. Si fiorò le labbra, sentendosi bruciare le guance. ≪ N-no, vi sbagliate. Non c’è nulla da dire. ≫
A Mina però non era sfuggito quel gesto e assottigliò gli occhi attenti, sorridendole maliziosa. ≪ Oh perciò è stato quel bacio, eh? Non pensavo di stare a fare un favore a Bakugou. ≫
Ochaco si sentì bruciare il viso, voleva nascondersi da qualche parte, scappare da quel discorso, ma non c’era modo. Si sentiva la testa confusa e una stretta nello stomaco. Levvy la stava ancora guardando perplessa. Si voltò verso Lucy e le chiese piano. ≪ Ma perché dici che è innamorato di Uraraka? ≫
Lucy si mise a sedere, sospirando. ≪ Per come si comporta. ≫ rispose decisa. ≪ Mi ricorda Gajil prima che vi metteste insieme. All’inizio anche lui era sempre scorbutico e insopportabile, ma ti guardava sempre Levvy e stava sempre a girarti intorno. Faceva il sarcastico con te… ≫ spiegò, gesticolando. ≪ Ecco, non so bene come dire. Ma anche se era insopportabile con tutti, con te era diverso. Bakugou fa più o meno così con Ochaco. ≫
A quelle parole Levvy trasalì e si voltò a guardare la ragazza mora, pensierosa. ≪ Capisco. Perciò anche lui ha problemi a gestire l’emotività come Gajil ≫
≪ N-non stanno così le cose. ≫ balbettò Ochaco, agitando le mani nervosamente. ≪ Vi sbagliate! Non so nemmeno se possiamo dire di essere amici, f-figurarsi il resto e poi…io… ≫
E poi lei era ancora innamorata di Deku. Questo non sarebbe di certo cambiato da un giorno all’altro e Bakugou lo sapeva. Lui era la persona che l’aveva consolata quella sera in cui Deku le aveva spezzato il cuore.
Nell’aria fredda della notte, Ochaco rabbrividì chiudendosi alle spalle la porta finestra e avvicinandosi alla ringhiera. La luce del piano terra era ancora accesa e si riversava sul prato, illuminando l’erba secca. Probabilmente, erano ancora svegli a ridere e giocare e sarebbero andati avanti fino all’alba. Se ne approfittavano ora che non c’era nessuno a mantenere l’ordine e la disciplina.
Gli insegnati avevano ordinato a Laxus di tenere a bada i compagni, ma Ochaco aveva compreso presto che tutto ciò che non lo toccava personalmente, non interessava al Drago di Fulmini.
Li guardava annoiato, evitando di socializzare con loro e di riflesso, anche Kirishima non aveva osato avvicinarsi, commentando da lontano. ≪ Il sempai Laxus è un tale concentrato di virilità che mette soggezione. Il solo pensiero di rivolgergli la parola mi mette ansia. ≫ Gli altri ragazzi avevano annuito, concordi. Perfino i membri di Fairy Tail si guardavano bene da infastidire quel enorme ragazzo biondo ed Ochaco aveva sentito raccontare che Laxus aveva messo fuori gioco con un unico colpo più di venti villan. Ma doveva essere un’esagerazione, non poteva averlo fatto sul serio, o forse si?
I suoi occhi si puntarono in alto, al cielo stellato.
Quando aveva lasciato l’ospedale con Tsuyu, aveva sentito Levvy bisbigliare a Lucy che Erza stava ancora dormendo e che l’avrebbero lasciata lì. Infondo, non era mai tornata al dormitorio da quando All Might era stato ricoverato.
Il pensiero dell’ex Simbolo della Pace scatenò in lei il senso di colpa che la divorava da giorni. All Might non si era ancora svegliato da quando era crollato davanti ai suoi occhi, sotto gli artigli della Regina. Ogni volta che tentava di dormire, Ochaco riviveva quella scena e lo vedeva mettersi fra lei e quegli artigli, una schiena magra e impolverata, un corpo scheletrico e già debilitato. Lei si era sentita venire meno il respiro, il corpo paralizzato dalla paura davanti alla vista di quella donna terribile che la guardava dall’alto con sguardo gelido. Lui però non aveva esitato e l’aveva salvata. Pur senza il suo potere e con il corpo debilitato, era viva solo perché lui si era sacrificato.
Se solo fossi forte come Deku e Bakugou. Se potessi combattere come Erza…avrei potuto impedirlo? Per una volta, io, avrei potuto salvarmi da sola.
Deku aveva la super forza e Bakugou le sue potenti esplosioni. Erza aveva le sue spade e Natsu il fuoco, ma tutto quello che lei aveva era la capacità di azzerare la gravità, che era utilissima quando doveva spostare macerie e oggetti pesanti così da liberare qualcuno, ma in battaglia le dava pochissimo margine rispetto ai suoi compagni. 
Si riempì i polmoni dell’aria fredda della sera, densa di umidità e dell’odore del legno, e appoggiò la testa contro la pietra fredda del cornicione, demoralizzata.
Sentiva un peso nel petto. Nonostante le parole di Tsuyu e le ore passate a distrarsi con le altre, non riusciva a togliersi dalla testa l’espressione decisa sul viso di Deku, mentre le diceva ≪ Si, ci siamo messi insieme. ≫
≪ Ti ho detto di non starmi così vicino, testa di rappa! ≫ gridò una voce rauca, spezzando il silenzio. Sollevò la testa e guardò in basso, sul prato all’ingresso, tre figure si stavano muovendo verso le scale.
Riconobbe la zazzera di capelli biondo cenere di Bakugou, resa argentea dalla luce lunare e quella rosa chiaro di Natsu che gli stava proprio accanto. La sua risata allegra si alzò nell’aria fredda. Diede una pacca sulla schiena al compagno che reagì colpendolo in faccia con una sonora esplosione, gridando. ≪ Dannato bastardo! ≫
Davanti a loro, camminava Ever che gli precedeva senza voltarsi indietro e strillò irritata. ≪ Dateci un taglio, non vi sopporto più! ≫
Stavano evidentemente tornando dal loro turno di ronda. Ochaco si scoprì a sorridere nel vedere il ragazzo biondo litigare con il compagno, spintonandosi a vicenda e insultandosi.
≪ Ben tornati! ≫ gridò dal balcone, facendoli trasalire. Ever gettò indietro la testa e le fece un cenno di saluto con la mano. Natsu aveva un gran sorriso sul viso, aprì la bocca per dirle qualcosa e fu investito da un’esplosione di Bakugou che lo centrò dritto in faccia, facendolo barcollare indietro. Si raddrizzò, scuotendo la testa. ≪ Ma sei cretino?! ≫ gridò il Dragon Slayer, arrabbiato. Il compagno si strinse nelle spalle, commentando. ≪ Non ti stavi lamentando che avevi fame? ≫
≪ Sei uno stronzo. ≫ sibilò Natsu, pronto a colpirlo con un pugno. Ever gli afferrò un orecchio e gli bisbigliò qualcosa. Ochaco si sporse per vedere meglio cosa stesse succedendo, ma era troppo distante per capire.
La ragazza si allontanò trascinandosi dietro Natsu. Bakugou restò indietro, la testa reclinata per poterla guardare. Perfino da quella distanza, Ochaco poteva percepire il peso di quello sguardo penetrante su di sé.
 Un brivido le sorse sotto pelle, si strinse nella coperta per soffocarlo, dando la colpa all’aria gelida della notte. Si, doveva essere quella e non il fatto che lui stesse esitando sul prato.
Ochaco gli fece un cenno di saluto, tirandosi indietro. Sentì un boato risuonare nell’aria e un attimo dopo, Bakugou era aggrappato al balcone.
≪ Ma sei matto?! ≫ esclamò Ochaco, incredula. Un angolo della bocca di lui si sollevò in un sorriso sghembo. ≪ Cosa stai facendo ancora alzata a quest’ora? ≫ le chiese, scavalcando la ringhiera e atterrando sul balcone. ≪ Mi stavi aspettando? ≫
Ochaco trasalì, sentendosi arrossire. Lui era stato l’ultimo dei suoi pensieri quella notte. Le stava sorridendo strafottente, gli occhi scuri e brucianti. ≪ C-certo che no! Non sapevo nemmeno che eri di pattuglia. ≫
Questa era una piccola bugia, aveva sentito Mirajane dirlo a Lucy, ma non se la sentì di dirglielo. Sembrava già troppo su di giri, doveva essere stata una notte piena di combattimenti per averlo messo così di buon umore.
Il sorriso di lui vacillò. Le sopracciglia bionde si avvicinarono conferendoli un cipiglio che più gli si addiceva, cupo e arrabbiato, come sempre. ≪ Allora che cazzo ci fai qui fuori al freddo? cerchi di beccarti un malanno così da venir ricoverata con il tuo prezioso Deku? ≫ sbottò, sollevando la voce.
Ochaco trasalì e si voltò verso i vetri della sua camera, preoccupata che quelle grida svegliassero qualcuno. La luce argentea della luna disegnava il profilo delle ragazze che dormivano sul pavimento, sprofondate nelle coperte e nei cuscini.
≪ Prendevo solo un po' d’aria. ≫ mormorò, stringendosi la coperta addosso ed evitando il suo sguardo. ≪ Da quando è vietato? ≫
Gli lanciò un’occhiata un po' offesa, sentendosi bruciare le guance davanti a quell’espressione scettica e si affrettò ad aggiungere. ≪ E tu, invece? Non starai un po' esagerato ad andare in pattuglia quando sei appena uscito dall’ospedale? ≫
Non poteva credere che Aizawa gliel’avesse permesso. Subito dopo la battaglia, i feriti erano stati trasferiti in ospedale. Ochaco ricordava ancora Bakugou che spingeva via le mani degli infermieri per correrle incontro. I suoi occhi rossi l’avevano scrutata dalla testa ai piedi, assicurandosi che stesse bene, ma era stato per Deku che aveva rifiutato di restare sdraiato nel letto a lui assegnato.
≪ Maledetto Nerd, non ti azzardare a schiattare prima che ti abbia disintegrato. ≫ aveva brontolato, tagliente. Nonostante quel suo tono da attaccabrighe, Ochaco aveva notato la preoccupazione nei suoi occhi.
Era rimasto in ospedale anche dopo che i medici avevano dato il permesso perché tornasse a scuola. Ogni volta che Ochaco andava a trovare i compagni ricoverati, lo trovava che bazzicava accanto al letto di Deku, negando aspramente il suo interesse per il compagno, nonostante la sua presenza smentisse le sue parole. Quel lato di lui, gli aveva fatto quasi tenerezza.
Bakugou si appoggiò alla ringhiera, incrociando le braccia sul petto. ≪ Tsk, non sottovalutare la mia resistenza. ≫ I suoi occhi baluginarono divertiti. ≪ Io non sono come quel pappamolle, non crollo così facilmente. ≫
≪ Potresti anche essere un po' più gentile. Infondo, sei rimasto sempre al suo fianco, nonostante dici di odiarlo. ≫ borbottò lei. L’espressione sul viso di lui cambiò per un’istante, scurendosi. Fu lui a distogliere lo sguardo per primo. ≪ Te l’ho già detto, Faccia Tonda, io non odio Deku, mi dà solo sui nervi. ≫
La bocca di Ochaco si contrasse per il fastidio. ≪ Cos’è che ti infastidisce tanto? Il fatto che Deku sia gentile e carino? ≫ disse aspramente, stringendo i pugni sul tessuto della coperta. ≪ Oppure è perché lui è un vero eroe?  ≫
≪ È il fatto che ti fa sempre piangere. ≫ replicò lui, bruscamente. Le guance gli si colorarono di un lieve rossore, mentre evitava il suo sguardo. Ochaco trasalì, sentendo il cuore balzare in gola. ≪ Oh ≫ fu l’unica cosa che gli riuscì da dire.
Era la prima volta che lo vedeva così imbarazzato. Non aveva mai pensato che un tipo come Bakugou potesse arrossire, infatti, lui si riprese subito, schiarendosi la voce e mettendosi a sedere sul bordo del balcone.
≪ Perché non usciamo? ≫ le propose, lanciando un’occhiata al bosco. Ochaco si mosse a disaggio. ≪ Ma che dici? Non possiamo lasciare la scuola. ≫
≪ Con tutto il casino che c’è in giro, nessuno lo noterebbe. ≫ replicò lui, passandosi la mano sul collo e rivolgendole un sorriso pericoloso. ≪ Andiamo, Uraraka! Non essere sempre così rigida. ≫
≪ Tu sei totalmente fuori di testa. ≫ replicò lei, indietreggiando di un passo. ≪ Se Aizawa ci scoprisse finiremo nei guai. È già di cattivo umore perché quelli di Fairy Tail sono incontrollabili. ≫
≪ Almeno si divertono ≫ borbottò, socchiudendo gli occhi e rovesciando la testa indietro. Ochaco l’osservò alla luce argentea della luna. Quando non era impegnato ad urlare e a storcere la bocca, il suo viso rivelava una certa bellezza mascolina. Fissandolo si ritrovò a deglutire, il cuore che gli batteva velocemente in petto. Se si fosse mostrato più spesso in quel modo, avrebbe potuto avere ai suoi piedi qualsiasi ragazza.
≪ Sei ancora innamorata di quel deficiente? ≫ gli domandò a bruciapelo, facendola sussultare. Lo guardò con gli occhi sbarrati, increduli. ≪ C-cosa? ≫
La voce del ragazzo si era abbassata, la guardò con gli occhi rossi penetranti, ripetendo. ≪ Ho detto…sei ancora innamorata di quel imbecille di Deku? ≫
Le tremò la bocca. Come se avesse potuto dimenticare così velocemente, strapparsi via dal petto quei sentimenti e smettere di provarli.
Avrebbe voluto che fosse così semplice, lei più di tutti avrebbe voluto che funzionassero così le cose, ma non era possibile. ≪ Si. ≫ sussurrò, con un filo di voce. Gli occhi le si riempirono di lacrime.
Dio, se aveva fatto male vedere Erza accoccolata fra le braccia di Deku e lui che le sorrideva con gli occhi scintillanti di gioia. Non pensava di poter provare così tanta sofferenza per qualcosa all’apparenza così piccolo e insignificante, come un abbraccio.
Bakugou la guardò in silenzio, le labbra strette in una linea sottile. Si allontanò dalla ringhiera e l’afferrò per le spalle, spingendola ad avvicinarsi. Ochaco emise un verso sorpreso, incespicando nei suoi piedi. Perse la presa sulla coperta e afferrò il giaccone dell’altro, per mantenere l’equilibrio.
Il respiro di lui era rapido e sommesso, la sua voce bassa la fece rabbrividire. ≪ Non vale la pena piangere per lui, quando potresti avere di meglio. ≫
Ochaco si trovò a trattenere il fiato, le guance che bruciavano di calore. Era vicino adesso e la stava guardando in modo strano. ≪ C-cosa…? Katsuki che ti prende? ≫
≪ Davvero non riesci a capirlo, Faccia Tonda? ≫ rispose storcendo la bocca in una smorfia seccata. ≪ Cristo, ma che problemi hai? Se distogliessi un attimo lo sguardo da quel imbecille, vedresti di cosa parlo. ≫
Le sue mani le stringevano con forza le spalle, impedendole di indietreggiare. Ochaco si morse il labbro, confusa. ≪ I-io…Lucy-san dice che ≫ si interruppe, avvampando. Che cosa stupida, non poteva avere ragione. Bakugou inarcò un sopracciglio, chinandosi su di lei. ≪ Si? ≫
≪ Ah, è una cosa stupida. ≫ sussurrò, con una nota di panico nella voce. ≪ Ti arrabbieresti sicuramente se te lo dicessi. ≫
Gli occhi rossi di lui sembravano fuoco che ardeva all’interno di un vetro. Era una strana immagine, non sapeva bene perché ma non riusciva a distogliere lo sguardo. Bakugou ispirò bruscamente, spingendole sulle labbra il suo respiro aspro. Ochaco tremò, la presenza di lui era pregnante. Era come se tutti i suoi sensi si fossero ridotti e concentrati solo su di lui. Non avvertiva nemmeno più il freddo delle piastrelle sotto i piedi, l’aria gelida che le sferzava le guance bollenti.
Bakugou si chinò sul viso di lei, sfiorandole il naso con il suo, il respiro rapido che le solleticava le labbra umide.
Un brivido le corse sotto pelle, scuotendola e lo stomaco si contrasse in una morsa. Il rosso delle sue iridi aveva inghiottito ogni cosa, era l’unica cosa che vedeva. Non era sicura di cosa stesse facendo, ma chiuse gli occhi e in quel momento sentì un fruscio alle proprie spalle e una voce assonnata.
≪ Ochaco? Che ci fai qui fuori al – Oh mio Dio! ≫
Sia lei che Bakugou fecero un balzo per lo spavento, staccandosi l’uno dall’altro. ≪ CAZZO! ≫ sbottò lui, finendo contro la ringhiera del balcone e lasciandosi scappare dalle labbra una serie di bestemmie e imprecazioni.
 La coperta le scivolò dalle spalle e cascò fra i suoi piedi, rischiando di farla cadere. Bakugou la guardò con gli occhi sbarrati e il viso arrossato. Il suo sguardo corse alle sue spalle e alla persona che era ferma sulla soglia, accendendosi di collera.
Ochaco stava tremando, incredula e confusa. Non poteva credere a quello che era stata sul punto di fare. Si voltò verso la porta, sentendosi bruciare il viso per la vergogna. Sulla soglia Levvy li stava guardando con le mani premute sulla bocca, scioccata. ≪ Oh Dio…scusate. N-non volevo… ≫
Ochaco non le diede il tempo di finire la frase, l’afferrò per la mano e la trascinò dentro con sé. Chiuse la porta finestra e tirò la tenda senza osare guardare il ragazzo pallido e sconvolto che rimase immobile a fissarla.
I suoi occhi castani lo videro solo per un istante, mentre si mordeva il labbro tremante, frustrato. Chiuse le tende di scatto, nascondendosi completamente alla sua vista e solo allora si permise di sospirare.
≪ Ochaco…mi dispiace, non avevo visto che c’era anche lui ≫ sussurrò Levvy, ansiosa. Lei scosse la testa, il cuore che batteva veloce in petto. ≪ N-non è successo nulla. ≫
≪ Ma…≫
≪ Non è successo assolutamente nulla. ≫ ripeté traendo un respiro tremante. ≪ Io…non ho fatto nulla. Non ne parleremo mai più, okay? Mai. Più. ≫
 
 
 
 
 

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Capitolo 71
*** Epilogo ***


EPILOGO

--- All Might ---
Lei non lo stava guardando mentre piegava la sua roba e la sistemava dentro il borsone. Lui l’osservava dal letto di ospedale con le mani intrecciate sul lenzuolo candido e la schiena poggiata contro il cuscino.
I lunghi capelli rossi scivolavano lungo il busto, cascando in avanti e coprendole le guance. Catturavano la luce pallida del sole autunnale che filtrava dalla finestra, risplendendo di riflessi violacei.
Lo stesso rosso vivo che aveva attratto il suo sguardo una mattina di gennaio, mentre correva lungo le sponde del fiume, verso una ragazza che nuotava placida nelle acque ghiacciate. Lo stesso che aveva intravisto con la coda dell’occhio una sera di novembre che camminava lungo un marciapiede ghiacciato, scoprendo che apparteneva a una bambina smunta e ferita.
Lo stesso rosso, forse, dei suoi capelli…
≪ Erza? ≫ la chiamò piano. Lei non sollevò lo sguardo, continuando nel suo compito. ≪ Vuoi un altro cuscino oppure da bere? ≫ gli chiese distrattamente, agganciandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Da quando si era svegliato non l’aveva quasi guardato.
Lei e Midoriya erano entrati ignorando le proteste degli infermieri, con le lacrime agli occhi per la gioia. Si ricordava vagamente di aver stretto la sua mano, intontito com’era, e di averla vista sorridergli. Accanto a lei, Midoriya gli aveva rivolto uno sguardo limpido e denso di lacrime, per cui Erza lo aveva preso in giro, pur avendo anche lei gli occhi lucidi.
Toshinori aveva sorriso vedendoli battibeccare e venir rimproverati da Gran Torino. Era così stanco e confuso che aveva capito poco o niente della situazione.
La mattina seguente si era svegliato e gli aveva trovati ancora lì.
Midoriya dormiva sul divano, infondo alla stanza, con una coperta addosso e la testa adagiata sulle braccia fasciate. Erza invece, l’aveva trovata accanto a sé. Addormentata con la testa rossa sul materasso accanto alla sua mano. Proprio come quando era stato ferito da All for One e si era risvegliato dal coma con metà del sistema respiratorio compromesso.
Anche allora, l’aveva trovata lì, ad aspettarlo.
≪ Penso che dovremmo parlare. ≫ disse piano, lasciando che quelle parole si insinuassero nel silenzio della stanza. Lei si fermò, lo sguardo distante fisso sull’interno della borsa. ≪ Izuku dovrebbe aver finito la visita, ormai. Vado a vedere. ≫ gli disse, spostando la borsa sul divano e nascondendoli il viso.
Toshinori sospirò. Quello era lo stesso comportamento che aveva adottato in quei giorni. Da quando si era svegliato, ogni volta che qualcuno accennava alla battaglia e a quella donna, Erza trovava sempre qualcosa da fare, qualcosa che avesse priorità su quel discorso, qualcosa che le permettesse di schivare il colpo.
≪ Dobbiamo parlare ≫ ripeté gentilmente, stringendo le coperte nelle dita lunghe e affilate. ≪ Di Irene Belserion. ≫
A quel nome lei sussultò e si voltò a guardarlo. I suoi occhi castani erano impenetrabili, il viso pallido e deciso. ≪ No, ora devo andare a sentire cosa dicono i dottori di Izuku. C’è tempo per- ≫
≪ Erza ≫ insistette, con maggior decisione. ≪ Siediti. ≫
Se non l’avesse fatto adesso, dubitava di trovare il coraggio in seguito. Più aspettava più gli sembrava che quei segreti scavassero in lei un vuoto. La stavano divorando, quei dubbi, se la stavano mangiando viva, ma lei non si decideva ad esternarli.
Gli occhi di lei si accesero di un fuoco ribelle, si raddrizzò, storcendo la bocca in una smorfia di insofferenza. ≪ Ci metto un attimo. ≫
Toshinori strinse i pugni, frustrato. La sua voce l’inseguì, mentre attraversava la stanza e apriva la porta. ≪ Non potrai sfuggire a questo discorso per sempre. Non piace nemmeno a me, ma prima o poi dovremmo affrontarlo. ≫
La schiena di lei era tesa e dritta, la sua voce si velò di una nota risentita. A volte, se lo dimenticava, ma per quanto fosse forte e coraggiosa, restava sempre una ragazza di sedici anni, con tutto il suo bagaglio di incertezze e dubbi. ≪ Hai aspettato sei anni per dirlo, puoi aspettare ancora. ≫ replicò gelida, facendolo trasalire. La vide stringere i pugni, tremanti, lungo i fianchi. ≪ Vado da Izuku. ≫
Toshinori incassò il colpo, stringendo le coperte nelle mani fredde e guardandola uscire. Non gliene aveva mai parlato, né dei suoi dubbi né dei sospetti. Le aveva raccontato praticamente tutta la sua vita, ma nemmeno per un istante aveva pensato di dirle di quella ragazza. Quello era il suo segreto, la sua colpa e il suo rimpianto, l’unica parte si sé che non voleva condividere con nessuno.
Sospirò stancamente, sollevando la testa e voltandola verso le ampie finestre. Attraverso il vetro poteva vedere i tronchi scuri degli alberi in giardino, formavano un muro che gli copriva la vista della città devastata.
Hai visto come la tua città sta bruciando? Hai visto come sto riducendo le cose che ami? ≫ gli aveva chiesto lei, con gli occhi brucianti di odio. Quello che lui aveva visto era poco o nulla della sua città, in compenso, aveva visto dentro quegli occhi una fame che non poteva essere saziata, un desiderio di distruzione che lo fece rabbrividire ancora una volta.
Il respiro gli si spezzò sulle labbra. Erano passati anni dal loro ultimo incontro, eppure lei era bella come la prima volta che l’aveva vista e aveva riacceso in lui il dolore straziate e il rimpianto di non aver saputo trattenerla dal intraprendere un sentiero oscuro. Guardando in quegli occhi scuri, aveva capito che la ragazza che aveva amato non esisteva più. L’Irene che si svegliava accanto a lui, in un letto caldo e confortevole, sorridendoli così dolcemente da scaldargli il cuore, era svanita, lasciando al suo posto una creatura affamata di distruzione e disperatamente alla ricerca di qualcosa che non poteva afferrare.
La porta si aprì e la testa verde di Midoriya fece capolino, guardandolo incerto. Toshinori sussultò, sorpreso. Gli avevano tolto le bende sulla testa e i capelli sparavano in tutte le direzioni, arricciandosi sulle punte. I suoi grandi occhi si posarono sulla figura emaciata di Toshinori, seduto sul letto, con la schiena poggiata ai cuscini.
≪ Giovane Midoriya ≫ lo accolse, con un sorriso. ≪ Come è andata la tua visita? Mi hanno detto che le tue braccia sono un po' malconce. ≫
Lui annuì, corrugando la fronte. ≪ Si, sono tornate più o meno apposto grazie a Wendy-san, ma i dottori dicono che non le devo sforzare o rischio davvero che la prossima volta non si possano aggiustare. ≫
≪ Capisco. Beh, ti è andata piuttosto bene ≫ replicò con un sorriso nel vederlo indugiare sulla soglia, sbirciandolo incerto. Sembrava più teso del solito. ≪ Erza è appena uscita per venirti a cercare. ≫
Un leggero rossore gli colorò le guance a quelle parole. Abbassò lo sguardo, annuendo. ≪ Ah si, ci siamo incrociati. Stavo venendo da voi. ≫ disse teso, decidendosi finalmente ad entrare. Si voltò verso la porta, dando un piccolo strattone e sospingendo Erza dentro la stanza con lui. La ragazza gli scoccò un’occhiataccia, la bocca atteggiata in un broncio scontento e l’espressione cupa.
Toshinori fissò le loro mani intrecciate, corrugando la fronte perplesso.
Era contento che avessero fatto amicizia. Quando aveva iniziato a parlarle del ragazzo, era sembrata soddisfatta che avesse trovato un successore, ma il suo entusiasmo si era freddato velocemente.
Aveva iniziato ad avanzare dubbi e proteste, rispondendo a monosillabi. Anche se non l’aveva detto espressamente, Toshinori aveva avuto il sentore che fosse diventata gelosa del suo rapporto con Midoriya.
≪ Ehm, ecco, come stai All Might? ≫ gli domandò ansioso, il ragazzo. I suoi occhi verdi si posarono sulle bende che gli avvolgevano la testa e si intravedevano sotto la maglia. L’uomo accennò un sorriso. ≪ Un po' malconcio, ma abbastanza bene, direi. ≫ ammise, sospirando.
Era stato fortunato. A detta di Porlyusica sarebbe dovuto morire per le ferite riportate, ma il pronto intervento di Wendy lo aveva salvato.
 Per un attimo, rivide nella sua mente il momento in cui gli artigli di Irene avevano affondato nel suo petto, squartandolo. Gli occhi castano-dorato della donna avevano lampeggiato sorpresi, quasi non si fosse aspettata che lui si sarebbe intromesso. Eppure, avrebbe dovuto saperlo, conoscerlo abbastanza bene da capire che non sarebbe mai potuto restare a guardare con le mani in mano, mentre tutti combattevano.
Non hai mai potuto salvarmi, Toshi. Nemmeno per un attimo.
Rabbrividì, nonostante le coperte calde adagiate sulle gambe, aveva improvvisamente freddo. Midoriya annuì, muovendosi nervoso. ≪ A-All Might, sentì…c’è una cosa che… ≫ iniziò con voce incerta, interrompendosi per deglutire. ≪ Magari, adesso non ne hai voglia, però, ci sarebbero delle cose di cui vorrei parlarti. ≫
Erza sbuffò. ≪ Lascialo riposare. ≫ protestò, socchiudendo gli occhi e incupendosi quando lui la guardò ansioso. ≪ Ah? Si, certo. Non dico di farlo adesso però dovremmo comunque parlarne. ≫
≪ Non vedo perché dovremo. ≫ replicò lei, aspramente. Midoriya trasalì, schiudendo le labbra per la sorpresa e guardandola intensamente. ≪ Erza… ≫
 Da quando si era svegliato, c’era stato un via e vai di persone in quella stanza. Midoriya era venuto spesso a trovarlo, ma non era mai capitato che fossero da soli, perciò le loro conversazioni erano state limitate.
Aveva temuto che già la sua presenza fosse fraintendibile agli occhi degli altri, ma si era dovuto ricredere. Era evidente che tutti dessero per scontato che Midoriya fosse lì per la sua amicizia con Erza e non per lui.
 ≪ Perché non vi sedete? ≫ propose, indicando i piedi del letto con un cenno della mano. ≪ Speravo proprio di poter parlare con entrambi di quello che è successo. Credo che abbiate il diritto di sapere la verità, a questo punto. E immagino che abbiate delle domande da porre. ≫
Midoriya lo guardò serio. Accanto a lui, Erza evitò il suo sguardo, gli occhi velati di tristezza. La sentì borbottare. ≪ Dovrei andare da Gray e Natsu. ≫
≪ Ci sono Lucy-san e gli altri con loro. ≫ commentò gentilmente, il ragazzo, stringendole la mano. ≪ Possiamo andarci anche più tardi. ≫.
Erza gli scoccò un’occhiataccia, ritirando la mano di scatto.
Toshinori immaginava quali sentimenti contorti le si agitavano in petto. Erano successe così tante cose, in poco tempo, che probabilmente adesso era confusa e arrabbiata. Quelle sensazioni le stagnavano dentro da giorni, impossibilitate ad emergere e liberarsi, costrette in un angolino in attesa di essere liberata e quando l’avrebbe fatto sarebbero esplose.
Lui sapeva bene quanto Erza non fosse affatto brava ad esternarle in altro modo se non con violenza.
 ≪ Bene ≫ disse gelida, raddrizzandosi. ≪ Visto che ci tenete tanto, facciamola questa chiacchierata. ≫ I suoi occhi castani fiammeggiarono, si avvicinò al letto e si lasciò cadere seduta ai suoi piedi. ≪ Come diavolo hai potuto non dirmi che quella era mia madre? ≫ esclamò, poggiando la schiena contro la sponda e incrociando le braccia sotto il seno. ≪ Per quanto sia una notizia schifosa, avevo il diritto di saperlo. ≫
Midoriya impallidì, portandosi una mano dietro la nuca e scompigliandosi i capelli. Le labbra gli si arricciarono in una smorfia, evidentemente avevano già toccato l’argomento fra loro e non era stato un bel discorso.
Toshinori sospirò. Si era aspettato una reazione simile da lei, anzi doveva ammettere che aveva avuto anche fin troppo riguardo per la sua condizione fisica, si era aspettato di venir minacciato di morte alla prima occasione, invece aveva rigato inaspettatamente dritta.
≪ Non potevo esserne certo. ≫ rispose con calma, fissando il suo sguardo sul viso di lei, ferito e arrabbiato. ≪ Quando ci incontrammo tu mi dicesti di non avere nessuna idea di chi fossero i tuoi genitori ed io non potevo sapere che Irene avesse una figlia e che l’avesse lasciata in un orfanotrofio. ≫
Gli occhi castani di Erza bruciavano di rabbia, stringendosi nell’osservarlo. ≪ Ma devi averlo capito, altrimenti non mi avresti chiesto di stare lontano da lei. ≫
Toshinori rabbrividì sotto quello sguardo, così simile a quello che gli rivolgeva da bambina. Aveva iniziato a notare da un paio d’anni alcune somiglianze fra lei ed Irene, ma aveva sempre cercato di non dare peso alla cosa. Eppure, quando si era trovato seduto con lei nel dormitorio degli insegnanti, la paura si era fatta concreta. Il rosso dei suoi capelli era identico a quello di lei, così come la curva delle labbra, il temperamento forte e irruente e quel luccichio nello sguardo.
 Scosse piano la testa, cercando di liberarsi di quei pensieri molesti. ≪ L’ho detto perché sapevo quanto fosse pericolosa e perché so cosa stava cercando di ottenere. ≫
≪ Ma davvero? ≫ replicò scettica, storcendo la bocca. Midoriya appoggiò i gomiti sui piedi del letto, sporgendosi in avanti. ≪ Quello che io non capisco ≫ disse imbarazzato, con le guance arrossate ≪ è come l’hai…conosciuta. Si, ecco. Come hai fatto ad incontrarla. ≫
La bocca di Erza assunse una piega amara. Si mosse a disaggio, evitando di guardarlo. ≪ Che importanza vuoi che abbia? ≫ borbottò, contrariata.
Toshinori ispirò stancamente, passandosi una mano fra i capelli. ≪ Potrà sembrarvi strano, ma quando l’incontrai, non avevo idea di chi realmente fosse. Per me era solo una strana ragazza che aveva dei modi un po' insoliti. ≫
≪ L’ho sempre detto che sei un ingenuo. ≫ borbottò Erza, così piano che quasi non l’udì. ≪ Farsi raggirare in quel modo, incredibile. ≫
≪ Credimi, nessuno dei due l’aveva progettato in qualche modo. Allora ero solo un ragazzo prossimo al diploma. Ci incontrammo per puro caso, sulla riva di un fiume. ≫ precisò. Perfino ora, non riusciva a credere che dietro al loro incontro ci fosse altro che una coincidenza. Lo sguardo che lei gli aveva rivolto le centinaia di volte in cui gli aveva ripetuto che avrebbe fatto meglio a lasciarla andare, conteneva troppa tristezza per essere una menzogna. ≪ Irene mi salvò, curandomi con il suo potere ed io…ero giovane e sciocco. Mi innamorai di lei. ≫ Si agitò seduto nel letto e distolse lo sguardo da quelli sorpresi dei due ragazzi.
≪ Mi disse che avrei fatto meglio a starle lontano, ma io non l’ascoltai. Continuai ad andare a cercarla e a incontrarla. ≫ ammise amaramente. ≪ Quando scoprì qual era il suo quirk, ero già perdutamente innamorato di lei. Non pensai che potesse essere la stessa persona che la storia ricorda come la Regina dei Draghi e non capì a pieno la sofferenza che covava. Pensai di poterla salvarla. Tentai di salvarla in ogni modo. ≫ Il respiro gli si spezzò in gola, in un verso strozzato. Le sue mani afferrarono la coperta e la strinsero forte, tirandola. ≪ Ma non ci sono riuscito. Pensavo di poter spezzare la maledizione, pensavo di poterla rendere nuovamente felice, ma non era più possibile…non ho potuto fare nulla. La maledizione se l’è divorata senza che io potessi fare nulla per impedirlo. ≫
Gli occhi dei due ragazzi erano fissi su di lui. Il suo sguardo incrociò quello castano di Erza, denso di emozioni contrastanti e confuse. Doveva essere stato terribile, pensò, scoprire che la persona che ti aveva dato la vita era un mostro che voleva distruggere tutto quello che amavi.
Eppure, lui lo sapeva che Irene era stato più di questo. Anche se ora era difficile crederlo, sapeva che dentro quel corpo deformato e quella mente distorta, c’era stata la ragazza che lui aveva amato. La sua ragazza sfuggente e malinconica. L’Irene che gli aveva spezzato il cuore in un modo tale che non aveva più permesso a nessuna donna di avvicinarsi.
≪ Lo so che può sembrare strano, adesso, ma Irene non è sempre stata il mostro che avete incontrato. ≫
≪ Stai dicendo che era umana, una volta? ≫ esclamò Midoriya, turbato. I suoi occhi verdi erano scuri e inquieti, si posarono un’istante su Erza che lo fissava in silenzio, prima di tornare su di lui. ≪ C-come Natsu-san e Wendy-san? Ci ha detto che la maledizione dei Dragon Slayer le aveva portato via tutto quanto e che anche loro l’avrebbero subita. ≫
Toshinori annuì, ricordando la sensazione di estraneità che aveva provato le prima volte che aveva visto il corpo di Irene cospargersi di squame. Allora però non aveva ancora capito che razza di maledizione stesse divorando la donna che amava. Al pensiero che forse avrebbe potuto cambiare le cose sapendolo, si sentì afferrare da una morsa il petto.
Erza e Midoriya lo stavano osservando in silenzio. Nessuno dei due sembrava intenzionato a dirlo a voce alta, ma gliela leggeva sui visi quella domanda muta e spaventosa.
Toshinori scosse la testa, muovendosi a disaggio. ≪ Irene è nata in un mondo in cui i quirk non esistevano ancora e in cui nessuno poteva immaginare che sarebbero esistiti. ≫ sussurrò. Il suo sguardo si addolcì, fissandosi su di Erza che si mordicchiava il labbro nervosamente. ≪ Il suo quirk a quei tempi era visto come una sorta di magia. Poteva guarire le persone, cambiare le proprietà delle cose: un legnetto nelle sue mani diventava più duro dell’acciaio e in grado di spaccare perfino la pietra. Erano poche le cose che non poteva fare con esso. ≫
I due ragazzi trasalirono.
≪ Come il potere di Wendy ≫ commentò Erza, la voce soffocata. ≪ Infondo, ce l’ha dimostrato anche in battaglia. ≫
Toshinori annuì. ≪ Si, ma a quei tempi la maledizione non si era ancora attivata ed Irene era più che umana, era… gentile. ≫ Quella parola indugiò per diversi istanti nella sua lingua, ne avvertì il sapore amaro fino in gola. ≪ Gentile. Questo è ciò che ho pensato di lei per molto tempo. Poteva curare le persone con una tale facilità…respingere un villan con un solo gesto della mano…ha usato questo potere per aiutare gli altri, per anni e anni, ma alla fine il potere stesso l’ha divorata. ≫
Erza trasalì. Le labbra le si schiusero per la sorpresa. ≪ Irene…mi-mia ≫ s’interruppe, reclinando la testa per guardare Midoriya che le aveva posato una mano sulla spalla. Il ragazzo fece un cenno con il capo, guardando Toshinori con gli occhi scuri e attenti. ≪ La maledizione dei Dragon Slayer. È stata quella la causa, non è vero? ≫
Toshinori annuì, stancamente. ≪ Si, è stata quella. Il potere dei draghi è davvero sorprendente e incredibile, ma ha anche esso un suo limite. ≫
≪ Non riesco a immaginare quale sia. ≫ intervenne Erza, turbata. ≪ Laxus, Natsu e gli altri non sembrano averlo. ≫. Corrugò la fronte pensierosa e borbottò ≪ Beh, a parte i mezzi di trasporto, certo. ≫
Midoriya portò una mano dietro la schiena e tirò fuori il suo vecchio quaderno degli appunti da chissà dove. Toshinori lo guardò aprirlo e impugnare la penna, rivolgendo ad Erza uno sguardo attento. ≪ Mezzi di trasporto? In che senso, scusa? ≫ domandò già pronto a scrivere.
Erza fissò il quaderno perplessa quasi quanto Toshinori. Non aveva idea di come l’avesse fatto comparire, ma era evidente che l’attenzione del ragazzo era stata dirottata altrove. Era concentrato sulla ragazza accanto a lui e su quello che aveva appena detto. ≪ I Dragon Slayer hanno problemi con i mezzi di trasporto? Hai idea del perché o del come questo accada? Che genere di effetti hanno su di loro? ≫
≪ Disponi di un Kansou pure tu? ≫ domandò sorpresa, ignorando la raffica di domande che le rivolse. ≪ Da dove lo hai tirato fuori quello? ≫
Midoriya scosse la testa, stringendo le labbra. ≪ Non ti preoccupare di questo. Dimmi piuttosto dei mezzi di trasporto e dei Dragon Slayer. ≫
≪ Lo trovo molto preoccupante invece! ≫ replicò lei, storcendo la bocca. ≪ Quasi quanto il tuo essere un Nerd degli eroi! ≫
Toshinori si schiarì la voce, richiamando su di sé la loro attenzione. Fino a qualche mese prima avrebbe creduto impossibile vederli andare così d’accordo. ≪ Sono felice di vedere che andate così d’accordo. ≫ commentò, accennando un sorriso. Midoriya arrossì, irrigidendosi. ≪ Ah e-ecco. Noi… ≫ venne interrotto dalla mano di Erza che gli mollò uno schiaffo, chiudendoli la bocca.
I suoi occhi puntarono su Toshinori, stringendosi minacciosi. ≪ Non ci provare nemmeno a cambiare discorso. ≫ sbottò lei, infiammandosi. Era arrossita, costatò sorpreso Toshinori, e lo guardò di traverso. ≪ Sei tu che hai voluto questo stramaledetto discorso, perciò ora ci dici in che modo la maledizione c’entra con il fatto che Irene è diventata un mostro. ≫
Midoriya piagnucolò qualcosa di incomprensibile, massaggiandosi la guancia dolorante. Gli era rimasto il segno delle dita di lei, dove l’aveva colpito.
Toshinori sospirò, tirando le coperte. Si sentiva il cuore pesante in petto, era difficile parlarne anche se erano passati anni. ≪ Quando la maledizione ha iniziato a manifestarsi le persone hanno voltato le spalle ad Irene. Prima, andavano da lei per chiederle aiuto. Se qualcuno stava male o si feriva, lei poteva guarirlo più velocemente di chiunque altro. Era sempre ben disposta ad aiutare e c’erano molte persone intorno a lei. Aveva una famiglia che l’amava e molti amici, ma con il tempo le stesse persone che avevano usufruito del suo potere, iniziarono ad esserne spaventate e le remarono contro. ≫
Erza rabbrividì, guardandolo ansiosa. ≪ Avevano paura del suo potere o del fatto che fosse potente? ≫
≪ Entrambe le ragioni, credo. Una donna potente in una società in cui i superpoteri ancora non esistevano…immagino che questo fosse molto più spaventoso di quanto lo sarebbe oggi. Ad ogni modo, le persone iniziarono a diffidare di Irene. Per riacquisire la loro fiducia, lei iniziò a studiare nuovi modi di usare quel potere. Non credo che sapesse davvero quello che stava facendo, abusò del suo potere e così la maledizione si svegliò in lei. ≫
≪ Deve essere stato orribile ≫ mormorò Midoriya, massaggiandosi ancora la guancia. Toshinori annuì. ≪ Orribile, è dire poco. Fu tremendo per Irene vedersi strappare via la propria umanità. Le cose e le persone che amava, la sua intera vita. Tutto le fu portato via da quella maledizione. ≫ sussurrò amaramente. ≪ E così con il suo corpo che iniziava a mutare e le persone a lei care che la ripudiavano, anche la sua mente iniziò a cedere. Fu catturata dal governo e messa agli arresti. So che venne torturata per decenni e studiata da scienziati che cercarono di capire la natura del suo potere e un modo di replicarlo. Mi disse che questa era la ragione per cui non si fidava più delle persone e cercava di stare lontano da loro. ≫
Lui però non l’aveva compreso appieno. Aveva pensato che quello che l’era stato portato via, avrebbe potuto rimpiazzarlo con una nuova vita e nuovi affetti. Ricostruire tutto ciò che era diventato polvere e cenere, ma non era stato possibile farlo.
Perfino quando Irene aveva accettato di andare a vivere con lui, aveva continuato a tenergli preclusa una parte di lei, aveva continuato a cercare un modo per riprendersi ciò che aveva perso per sempre.
≪ Questo non la giustifica minimamente. ≫ sussurrò Erza, con un filo di voce. Entrambi sussultarono a quelle parole. Lei non lo stava guardando, aveva lo sguardo basso e i capelli rossi le coprivano il viso pallido. Anche così però, riusciva a vedere i suoi occhi tristi. ≪ Aver sofferto non ti dà alcun diritto di fare male agli altri. ≫
≪ Erza… ≫ mormorò Midoriya chinandosi su di lei e accarezzandole la nuca con dolcezza. Sembrò sul punto di dire qualcosa, ma esitò. Il suo sguardo verde si posò su All Might in cerca di aiuto.
Toshinori si sporse in avanti, facendo tendere i tubicini delle flebo attaccate al suo braccio. Posò la mano sul ginocchio di lei, stringendoglielo. ≪ Non voglio giustificarla. ≫ le disse gentilmente. ≪ Ne dirti che dovresti perdonarla, ma vorrei che tu capissi cosa ha portato Irene ad essere quello che è diventata. Vorrei capissi perché l’ho amata e che genere di persona fosse prima che la maledizione la trasformasse nella creatura che avete affrontato. ≫
Erza si ritrasse, liberandosi dalla sua presa e alzandosi. Lo guardò cupamente. ≪ A che pro? ≫ domandò amaramente, facendolo sussultare. ≪ Qualunque cosa lei sia stata è stata distrutta molto tempo fa. ≫
I suoi occhi castani contenevano una luce molto simile a quella che gli aveva rivolto quella ragazza nel fiume, il giorno che gli aveva sussurrato. Io non sono una persona che vorresti conoscere...qualcuno che vale la pena salvare.
≪ Erza… ≫ sussurrò Toshinori, cercando di riafferrarla. Un senso di angoscia gli afferrò il petto. Aveva sempre nutrito in sé la paura che se non fosse riuscito a salvare quella bambina riversa in strada, lei si sarebbe smarrita proprio come Irene, e la colpa sarebbe stata sua.
Che razza di eroe non riesce a salvare la persona che sta davanti ai suoi occhi, a portata della sua mano?  
≪ Siediti. Non ho ancora finito di parlare. ≫ le disse serio. I suoi occhi azzurri erano fissi sulla figura inquieta di lei.
≪ Non lo voglio sentire. ≫ sbottò lei, guardandolo con gli occhi lucidi. ≪ Che senso ha parlarne, ora? Irene è morta ed io ho vissuto tutta la mia vita senza una madre e continuerò a farlo. Non mi serve sentirti elencare le sue qualità o la sua tragica storia. ≫. Serrò i pugni lungo i fianchi, tremando leggermente.
Quelle mani si sarebbero fermate se avesse impugnato una spada, se avesse rivestito il suo corpo con il metallo, ma al momento non aveva nulla del genere. Era vulnerabile, pensò Toshinori amaramente. Quello era un lato di lei che solo lui conosceva davvero. La Erza che restava sveglia la notte a tremare per il ricordo degli orrori visti e subiti, quella che pur di cancellare le proprie debolezze e fragilità aveva impugnato una spada e deciso di allenare un quirk che odiava.
La sua voce ebbe un leggero tremito di rifiuto, nel dire ≪ La verità è che non importa quanto siano brutte le cose che ti succedono, alla fine, puoi sempre scegliere chi essere e come reagire. Se è diventata un mostro è solo perché lei ha voluto questo, perché ha voluto… ≫
La voce le si ruppe in gola in un verso strozzato. Si portò di scatto la mano alla bocca, quasi volesse cancellarlo. Gli occhi le bruciarono di rabbia.
Non c’era niente che odiasse di più che mostrarsi emotiva, lui lo sapeva, per lei era come essere debole.
La mano di Toshinori cascò sul copriletto, stanca. Non aveva idea di cosa dirle per calmarla. Inaspettatamente, la voce di Midoriya si insinuò calma e pacata fra loro. ≪ Nessuno sta dicendo che la Regina vada perdonata, Erza. All Might ci sta solo dando la sua versione della storia, dal momento che lui la conosceva bene. ≫
La ragazza distolse lo sguardo, incrociando le braccia sul petto ed emettendo un verso strozzato. Midoriya sospirò, passandosi una mano fra i capelli e tirandosi qualche ciocca. ≪ Ho capito che…non vuoi parlarne, ma non possiamo semplicemente far finta di non aver sentito quello che lei ha detto o dimenticarci di quello che ha fatto. Per quanto mi faccia strano pensare che una volta lei potesse essere come Natsu-kun, non credo che si possa semplicemente nascere malvagi. Solitamente, lo si diventa per una ragione. ≫
Gli occhi di Erza fiammeggiarono, puntandosi su di lui. ≪ Stai dicendo che anche Natsu e gli altri diventeranno come Irene?! Che i loro genitori erano come lei?! ≫
Midoriya trasalì, stringendo le labbra e distogliendo lo sguardo. ≪ Io…non mi permetterei mai. Non so praticamente nulla dei loro genitori, tuttavia…se la maledizione è la causa della follia di Irene, forse... ≫
Il viso di lei si contorse per la rabbia.
≪ La causa della follia di Irene è una correlazione di cose diverse, tra cui, non aver accettato la maledizione e aver passato più di cinque secoli alla disperata ricerca di una cura che non esiste. ≫ intervenne Toshinori, facendoli trasalire. Il respiro gli si impigliò sulle labbra secche, mentre si costringeva a pronunciare quelle parole. ≪ Ed è stata colpa mia. ≫
I due ragazzi lo guardarono sorpresi e turbati.
≪ N-non è colpa tua, All Might! ≫ scattò Midoriya, sporgendosi verso di lui. Una nota di ansia nella voce. ≪ Sono sicuro che tu hai fatto il possibile per salvarla. Probabilmente, era troppo tardi per lei e nessuno poteva farci nulla… ≫
Toshinori scosse la testa. Gli sarebbe piaciuto che le cose stessero davvero così, ma la verità era un’altra cosa. Il suo maestro aveva ragione su di lui, non aveva mai voluto vedere quello che stava proprio davanti ai suoi occhi.
≪ Ormai, l’avete capito anche voi. ≫ disse, abbassando lo sguardo sulle proprie mani scheletriche. ≪ che io ed Irene stavamo insieme. ≫
Erza trasalì a quelle parole, guardandolo inquieta. Toshinori accennò un sorriso teso, abbozzando una risata. ≪ Immagino che tu abbia ragione. Ho davvero un gusto pessimo in fatto di donne. Dopo Irene mi sono sempre tenuto a distanza da chiunque altro per timore di cascare in un'altra relazione simile. ≫
≪ Hai detto che era stato un caso ≫ borbottò lei, cupamente. Toshinori annuì. ≪ Infatti. Ma stare con lei dopo che avevo scoperto della maledizione è stata una mia libera scelta. Pensavo che avremo potuto superare ogni difficoltà affrontandola insieme, ma la verità è che non ho mai voluto ascoltare e vedere quello che Irene cercava di dirmi. ≫
≪ Perché sei un inguaribile ottimista. ≫ borbottò Erza, corrugando la fronte. ≪ Tu pensi sempre che tutti possano essere salvati, anche se non è così. ≫
Toshinori sollevò lo sguardo e la guardò sorpreso. Gli rimproverava quella gentilezza da quando la conosceva. ≪ Anche Irene lo diceva sempre. ≫ sussurrò, facendola trasalire. Il viso di Erza impallidì, i suoi occhi si sgranarono fissandolo inquieto. Toshinori si strinse nelle spalle. ≪ Che posso dire a mia discolpa? Ero innamorato e giovane. Due cose che rendono un uomo molto sciocco delle volte. Non avrei mai pensato che mi nascondesse dei segreti. Mi fidavo di lei, credevo di poter cancellare tutto il suo dolore. Non sapevo ancora quanto sanguinosi e atroci fossero quei segreti che si portava dentro. ≫
≪ Che genere di segreti? ≫ intervenne Midoriya, poggiandosi sulla sponda del letto e sporgendosi in avanti. I suoi occhi verdi erano scuri e densi di preoccupazione. Toshinori avrebbe voluto risparmiare loro quei dettagli, ma sapeva che non sarebbe stato giusto. Dopo tutto quello che avevano passato si meritavano la verità. ≪ Segreti intrisi di sangue e morte. Probabilmente, conoscete almeno un po' della storia dei primi quirk e delle terribili rivolte che ci furono. ≫
Erza annuì distrattamente. Era tesa come una corda di violino, la sua voce tradiva solo un’ombra dell’emozione che la stava scuotendo. ≪ La nascita dei quirk fece precipitare tutte le società nel caos. Rivoluzioni, disordini sociali e aggressioni si susseguirono velocemente e per molti anni. Chi non possedeva un quirk non tollerava l’esistenza di chi invece ne possedeva uno. E quelle persone a volte, usavano i loro poteri per fare del male agli altri e acquisire sempre più potere e prestigio in una società sempre più caotica e decadente. ≫
≪ Non è il periodo in cui sono nati One for All e All for One? ≫ intervenne pensiero Midoriya. I suoi grandi occhi si sbarrarono quando realizzò di cosa stava parlando. ≪ Oh, aspettate. Ho sentito delle storie su quel periodo e sull’esistenza di due draghi. ≫ Lo guardò preoccupato, deglutendo. ≪ Stai dicendo che uno di loro due era…? ≫
Le labbra di Erza si schiusero per la sorpresa. ≪ Non è possibile… ≫
≪ La Regina dei Draghi, Irene Belserion, si. ≫
≪ Ma ha sterminato centinaia di persone! ≫ sbottò Erza, incredula. ≪ Ha collaborato con All for One e sparso distruzione ovunque. Sapevo che era una figura storica, ma non pensavo che tu non avessi realizzato che lei era lo stesso mostro di quella vecchia storia. ≫
Toshinori si agitò, sentendosi bruciare le guance. ≪ Giovane e stupido, ricordi? ≫
Erza storse la bocca, disgustata. ≪ E accecato da una bella ragazza, anche. Ma perché voi uomini non capite proprio niente quando c’avete davanti una bella ragazza?! ≫
Midoriya incassò la testa nelle spalle, a disaggio. Toshinori tossì, sentendosi bruciare le guance. ≪ Q-questo è un discorso che rimandiamo a un altro giorno. ≫ borbottò nervosamente. ≪ Quando sarai più grande. ≫
≪ Ho quasi diciassette anni. ≫ replicò Erza, tagliente. Lo stava guardando con una smorfia infastidita. ≪ E so perfettamente di cosa sto parlando. ≫
Incassò il colpo, sputando sangue per lo spavento. A volte si dimenticava di quanto fosse cresciuta in fretta, ai suoi occhi lei restava sempre la bambina che aveva preso con sé. ≪ B-basta! Sei troppo piccola!  ≫
Midoriya aveva l’aria di uno che voleva andare a nascondersi in un’altra stanza. Si stava guardando attorno disperatamente alla ricerca di una via di fuga.
Erza sbuffò, le guance leggermente arrossate. ≪ Okay, tornando alla questione principale. ≫ disse, schiarendosi la voce. ≪ Hai scoperto che era una pluriomicida o quello che è. Immagino che sia allora che hai tentato di ucciderla. ≫
≪ Ah ≫ fu l’unica cosa che riuscì a dire. Si appoggiò con la schiena ai cuscini alle sue spalle e sospirò. ≪ L’ho seguita. Una notte che scivolò fuori dal nostro letto, mentre credeva che dormissi, e così ho scoperto dove andava e cosa nascondeva. ≫
Qualche volta gli capitava di sognarla ancora quella notte.
I suoi passi soffocati mentre la seguiva, la figura di Irene delineata dai raggi argentei della luna e quel ammasso di mattoni diroccati che sprofondava nella terra. Un buco nero che aveva ingoiato tutti i suoi sogni e l’aveva cambiato in modo drastico, mostrandoli la verità che si celava davanti ai suoi occhi.
Quando accadeva, si svegliava sempre sudato e atterrito, con il cuore che batteva furiosamente in petto. Rabbrividì, ricordando il viso pallido di lei, illuminato da quella luce soffusa e i pianti e le grida, i gemiti sommessi, che la circondavano come un sudario.
Non saresti dovuto venire, Toshi. aveva sussurrato amaramente. Tu non puoi capire. È l’unico modo in cui posso trovarla, la cura. L’unico modo è questo.
Un motto di nausea gli afferrò lo stomaco, strappandoli un rantolo. Se lo ricordava ancora il puzzo del sangue e della carne, della decomposizione, e quei corpi che si agitavano e tremavano, tendendo la mano in cerca di un aiuto che non sarebbe mai arrivato.
Midoriya ed Erza lo stavano fissando tesi, gli occhi inquieti.
≪ Toshi? ≫ lo chiamò lei, preoccupata. Si sporse in avanti, toccandoli il viso sudato. ≪ Oi, ti senti bene? Sei impallidito di colpo. ≫
Lui non rispose, scuotendo la testa. ≪ I-io la seguì, senza farmi vedere, fino al suo covo. ≫ sussurrò con un filo di voce. Erza corrugò la fronte inquieta, scambiando uno sguardo ansioso con Midoriya. ≪ Forse… ≫ azzardò il ragazzo, con le guance arrossate e gli occhi scuri di preoccupazione. ≪ potremo fermarci qui per oggi. Puoi raccontarcelo un altro giorno… ≫
≪ Sei stanco ora, Toshi. ≫ convenne Erza, addolcendo la voce. ≪ Devi riposare. ≫
Lui scosse la testa, afferrandole il polso e stringendolo. Erza trasalì, sbarrando gli occhi al suono smorto della sua voce. ≪ Aveva una specie di laboratorio, Irene, dove teneva prigionieri dei bambini e dei ragazzini. ≫
La sentì irrigidirsi nelle sue mani, mentre Midoriya muoveva un passo indietro. La nausea gli mozzava il respiro, rendendo difficile articolare le parole. Lui c’era stato lì, gli aveva visti quei visetti spaventati, quegli occhi vuoti.
≪ Stava cercando un modo di trasferire la sua personalità in un altro corpo, ma ancora non sapeva come fare. Tutti i suoi esperimenti fallivano o la persona che doveva fare da contenitore moriva prima che la procedura fosse completata. ≫
Erza scivolò sulle ginocchia, sedendosi a terra. Il suo viso pallido era perfettamente immobile, gli occhi sbarrati.
Toshinori strinse la presa sul suo polso, guardandola con gli occhi azzurri densi di rammarico. ≪ Non l’avevo capito…quanto fosse profonda la sua disperazione né quanto poco rimaneva di umano in lei. Non le importava niente di quelle vite. Tutto quello che contava per lei era riuscire nel suo esperimento. ≫
≪ P-per questo… ≫ sussurrò Midoriya, aggrappandosi alla sponda e fissandolo con il viso pallido e sudato. ≪ volevi che portassi via Erza per questo. ≫
Lui annuì, continuando a guardare Erza negli occhi. ≪ Ho provato a fermarla, ma lei era troppo forte per me. Era spaventata. Mi disse che era l’unico modo in cui potevamo vivere insieme e salvarci da lui. ≫
≪ L-lui? ≫ domandò Erza, confusa. ≪ Lui chi? ≫
≪ Non conosco il suo nome. ≫ ammise Toshinori, traendo un respiro tremante. ≪ Tutto quello che so, è che lei stava scappando da qualcuno e che l’unico modo per riuscirci era liberarsi dal quirk del Dragon Slayer. ≫
Midoriya si mise a sedere sul bordo del letto, passandosi una mano sul viso sconvolto. ≪ Quei bambini…? ≫ sussurrò, guardandolo incredulo. ≪ Lei era come quelli della setta che hanno rapito Erza? Gli stava…usando per… ≫
Erza trasalì, strappandosi dalla sua presa e guardandolo con gli occhi sbarrati. ≪ Come? ≫ sussurrò incredula. ≪ Come hai potuto non capirlo?! Come hai potuto non vedere con che razza di mostro stavi?! ≫
Toshinori strinse le labbra, chinando il capo. Non se lo sarebbe mai perdonato, nemmeno lui riusciva a credere di essere stato così stupido e cieco. ≪ Sono stato uno sciocco, ora me ne rendo conto. Non avevo mai pensato che lei potesse fare una cosa del genere, perfino…quando lo vidi con i miei occhi, faticai a crederlo. ≫
 Spesse ciocche di capelli erano cadute a coprirle una guancia pallida. Era sconvolta, gli occhi densi di incredulità e terrore. Il rosso vivo dei suoi capelli era proprio come il sangue che bagnava le pietre del covo di Irene, come i capelli di lei e il sangue che gli aveva sporcato le dita.
Tutto ciò che ami. aveva detto, con un sibilo. Ti porterò via tutto ciò che ami. Così come tu hai strappato via dalle mie mani la mia unica salvezza, io ti porterò via ogni cosa, Toshi.
≪ Pensavo che scomparisse per assumere le sembianze di drago, dal momento che quelle umane riusciva a tenerle solo per poco tempo. Non immaginavo che fosse…un mostro simile. ≫
Nessuno dei due ragazzi pronunciò una parola. Riusciva a vedere l’immagine che avevano di lui crollare e sgretolarsi. Lui, il simbolo della pace, che si era fatto ingannare da una donna bellissima quanto mostruosa e potente. Lui che era il loro idolo ridotto a un uomo, un essere umano qualunque, che aveva commesso un errore di giudizio e non era riuscito a porvi rimedio.
≪ Nel momento in cui scoprì la verità, cercai di porre rimedio al mio errore. ≫ disse, con un tremito nella voce. Strinse le coperte con le mani tremanti, traendo un respiro incerto. ≪ Cercai di fermare Irene, ma i draghi…non sono qualcosa che si può combattere facilmente come avete potuto sperimentare sulla vostra pelle. Alla fine, Irene fuggì, ma prima si prese un’ultima rivincita su di me. ≫
La luce del sole pomeridiano filtrava dentro la stanza attraverso i rami e le foglie degli alberi. Il suono del suo respiro pesante era assordante nel silenzio sospeso che si infranse come vetro, nel momento in cui pronunciò quelle parole maledette.  ≪ Si prese la vita di mio figlio. ≫
Non l’aveva mai detto a nessuno, a parte il suo maestro. Qualche volta ci aveva pensato, a come sarebbe stato quel bambino se fosse vissuto abbastanza allungo da nascere. Avrebbe avuto i capelli dello stesso rosso vivo di quelli di Erza ed Irene, oppure avrebbe preso il suo biondo dorato?
Gli occhi di Erza si riempirono di lacrime silenziose che caddero a rigarle il viso. Toshinori allungò una mano e gliela posò sulla testa, accarezzandola dolcemente. ≪ La prima volta che ti vidi, fu il rosso dei tuoi capelli ad attrare il mio sguardo. Era proprio il colore che pensavo avrebbe avuto quel bambino se fosse nato. ≫ mormorò dolcemente. ≪ Qualche volta, ho pensato che potessi essere tu quel bambino, ma ci sono troppi anni di differenza fra le vostre età. Alla fine, è stato uno strano caso il nostro incontro. ≫
Gli si strinse il cuore nel petto per l’amarezza. Alla fine, Irene si era davvero presa tutto quanto di lui, meno la sua vita e il suo nome.
Midoriya tirò su con il naso, gli occhi lucidi e increduli. ≪ A-All Might… allora tu… ≫
Toshinori sollevò lo sguardo su Midoriya che stava facendo scorrere lo sguardo da lui ad Erza, studiandoli come alla ricerca di qualcosa. Riusciva a immaginare di cosa si trattasse. ≪ No, giovane Midoriya. ≫ disse, scuotendo la testa. ≪ Quello che stai pensando è impossibile. Erza ha sedici anni, quel bambino ne avrebbe molti di più se fosse nato. ≫
≪ Ma potrebbe… ≫ mormorò lui, dubbioso. Toshinori inarcò un sopracciglio. ≪ Esattamente, quanti anni pensi che io abbia? ≫
Midoriya storse la bocca, pensieroso. ≪ Uhm, nessuno conosce questa informazione, ma calcolando i tuoi anni di servizio…una cinquantina, forse? ≫
Toshinori sussultò, ci era andato fin troppo vicino. Un sorriso gli curvò le labbra, divertito. ≪ Ah come mi vedi giovane! Non me l’aspettavo. ≫
La sua mano era ancora posata sulla testa di Erza, rigida e silenziosa sotto di essa. Il suo sguardo era basso e pensieroso. Toshinori la guardò per un istante e sospirò. ≪ Io non sapevo della tua esistenza, Erza, né del tuo legame con Irene…se l’avessi saputo avrei provveduto a proteggerti meglio di così. ≫
Erza trasalì, alzando lo sguardo su di lui e mordendosi il labbro. Lo guardò incerta, corrugando la fronte. ≪ Adesso, possiamo non parlarne più? ≫ domandò, con un filo di voce.
Toshinori e Midoriya la guardarono sorpresi.
≪ Ma…l’hai presa meglio di quanto pensassi… ≫ commentò l’eroe, confuso. Si era aspettato esplosioni di rabbia incontrollabili, lacrime e spade sguainate. Invece, Erza si strinse nelle spalle, rialzandosi e liberandosi così della sua mano.
I suoi occhi erano inquieti ed evitarono i loro sguardi. ≪ Che ti aspettavi? Nessuno può scegliere i propri genitori né tanto meno le cose che ti accadono, ma puoi scegliere come reagire. Non intendo farmi condizionare da lei più di quanto non abbia fatto in questi anni. ≫
Toshinori la fissò turbato. ≪ E non vuoi saperlo, chi è tuo padre? Non vuoi che cerchiamo di scoprirlo? ≫
Erza si irrigidì, posando lo sguardo su di lui. ≪ Sei tu. ≫ gli disse, facendoli balzare il cuore nel petto. Gli occhi di lei erano scuri. La sua voce si addolcì mentre ripeteva. ≪ Mio padre sei tu. Sei la persona che mi ha salvato e quella che si è presa cura di me per tutti questi anni. Il sangue non conta niente in confronto a questo. Per quanto mi riguarda mio padre sei tu. ≫
Toshinori sentì le lacrime salirgli agli occhi e uni strano calore serrargli il petto. ≪ E non sei arrabbiata con me? ≫
≪ Che tu sia un dannato idealista ingenuo non è una novità. ≫ commentò lei, distogliendo lo sguardo. ≪ Sai, non si può scegliere di chi innamorarsi. ≫ aggiunse piano, con una nota malinconica nella voce. ≪ Succede e basta. ≫
Midoriya la stava guardando preoccupato, anche Toshinori si sentiva inquieto. Il fatto che non gli sbattesse in faccia nemmeno un po' del fuoco che covava dietro il suo sguardo lo rendeva inquieto.
Lo stava tagliando fuori, cercando di rielaborare da sola le cose che aveva sentito. ≪ Erza? ≫ la chiamò, stringendole la mano. Lei gli scoccò un’occhiata guardinga. ≪ Mi dispiace che tu abbia dovuto sopportare tutto questo. ≫
Lei storse la bocca, irritata. ≪ Idiota, guarda che quelli che si sono fatti più male siete voi due. Io sto benissimo e ora lasciami che devo andare a vedere cosa combinano Gray e Natsu. Quelli sono capaci di buttare giù l’ospedale. ≫
Una risata tesa sfuggì dalle labbra di Toshinori. ≪ Effettivamente, ce li vedo fin troppo bene a farlo. ≫
Midoriya la stava guardando accigliato e turbato. ≪ Sei sicura di stare bene, Erza? ≫ domandò incerto, tendendo la mano verso di lei.
Erza sbuffò, liberandosi della mano di Toshinori e dirigendosi verso la porta. ≪ La vostra scarsa fiducia nella mia capacità di reazione inizia ha irritarmi. Me ne vado dagli altri, chiamatemi se succede qualcosa. ≫
Non gli sfuggì il tremito della sua mano quando aprì la porta, né il modo in cui evitò di mostrare loro il viso.
Midoriya si agitò, facendo per correrle dietro. ≪ E-Erza, aspetta un momento! ≫
≪ Giovane Midoriya? ≫ lo richiamò Toshinori. Il ragazzo si voltò a guardarlo.
Per un attimo, pensò che la sua ammirazione si fosse dissolta e che ormai lui, non fosse altro che un povero disgraziato ai suoi occhi. Un essere umano come tutti gli altri. Ma lui lo guardò come faceva sempre, forse un po' più sconvolto e turbato del solito. ≪ Si, All Might? ≫
≪ Mi dispiace che anche tu abbia dovuto ascoltare tutta questa bruttissima storia. ≫ gli disse, sentendosi stringere il petto da una morsa angosciante. ≪ Se hai perso il tuo rispetto per me, lo posso capire. Non aver fermato Irene…non averla salvata…è ancora oggi il mio rimpianto più grande. ≫
Midoriya esitò. ≪ All Might, io non credo che si possa sempre avere chiare le intenzioni di tutti quanti. ≫ commentò molto serialmente, tanto da sorprenderlo. Gli occhi verdi di Midoriya erano decisi e sinceri, mentre proseguiva. ≪ Sono sicuro che il te stesso di allora abbia fatto tutto il possibile per salvarla. ≫
Toshinori si portò una mano al petto, sentendo il suo cuore tremare all’interno.
Il ragazzo accennò un sorriso timido. ≪ In realtà, è un po' rassicurante sapere che alla fine anche tu sei umano e commetti errori come tutti noi. Grazie di aver condiviso anche con me questa storia. ≫
 Annuì, sentendosi pungere gli occhi. ≪ Giovane Midoriya, tu ed Erza siete buoni amici, non è vero? ≫ gli chiese cautamente. Il ragazzo arrossì, irrigidendosi. ≪ Ah? Eh, ecco, s-si? ≫
≪ Non mi sembri convinto. ≫
≪ Eh…è complicato ≫ borbottò, grattandosi la nuca e facendo una smorfia. Lo guardò accigliandosi. ≪ Sei preoccupato per Erza? ≫
Toshinori annuì, stancamente. Affondò nel cuscino, traendo un sospiro sfinito. Gli pulsavano le tempie dopo aver risvegliato tutti quei ricordi dolorosi e aveva la gola secca. ≪ Anche se ha detto così…credo che questa storia l’abbia turbata più di quanto voglia ammettere. ≫
Midoriya annuì, corrugando la fronte e lanciando un’occhiata alla porta. ≪ Lo credo anche io. L-lasciami provare a parlare con lei…magari quando si sarà calmata un po'. ≫
Toshinori l’osservò. Era cresciuto davvero tanto da quando l’aveva incontrato la prima volta. Allora, era stato un ragazzino timido, tutto pelle ed ossa, ma adesso era un ragazzo determinato che avanzava sicuro nel suo percorso per diventare un eroe. ≪ Sono fiero di come ti sei comportato in questa battaglia, giovane Midoriya. Un giorno, tu diventerai un eroe che mi supererà. ≫


--- Angolino Mio ----
Ciao, con questo "capitolo" si chiude il primo arco narrattivo e ne inizia un altro (che pubblicherò a parte e si intitola "All Might's Daughter - La maledizione") Spero che continuerete a seguire l'evoluzione della storia :) Vorrei approfondire un poco di più la psicologia dei personaggi e dedicare più capitoli alle relazione, dato che nel primo arco sono stata un tantino "sbrigativa" da quel punto di vista. Me ne sono un poco pentita ora come ora. Va beh, non voglio annoiarvi oltre. GRAZIE per aver letto questa storia e per i vostri commenti! Grazie di cuore!
Baci

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