Yo luna, eclipse sol

di la_pazza_di_fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Allison correva per il corridoio completamente deserto del suo palazzo. Sapeva che correre non era una buona idea visto che in tutto quel silenzio le possibilità di essere sentita aumentavano vertiginosamente, ma doveva muoversi se voleva uscire dal palazzo nel momento stesso in cui e guardie si davano il cambio, era l’unico modo che aveva per non essere scoperta e quindi fa sapere al padre quello che stava facendo.
Purtroppo per lei quello non era per niente il suo giorno fortunato, infatti andò a sbattere contro una delle tante armature li presenti facendola cader rovinosamente a terra e facendo tantissimo rumore. La bionda si guardò intorno spaventata di aver attirato l’attenzione di qualcuno. Per un momento la ragazza pensò che nessuno avesse sentito, ma si maledisse da sola non appena sentì la porta di una delle camere aprirsi di colpo.
-Allison!- furono le parole di Isabelle vedendo la sorella a terra in mezzo all’armatura a pezzi. Allison guardò la sorella minore con un sopracciglio alzato visto che indossava una camicia troppo grande per essere la sua e i suoi capelli erano completamente in disordine.
-cosa stavi facendo?- chiese la maggiore alzandosi e togliendosi la povere dai vestiti.
-secondo te?- chiese sarcastica l’altra incrociando le braccia al petto e facendo alzare leggermente la camicia che indossava.
-e con chi?- chiese Allison con un leggero sorriso che andava a formarsi sulle sue labbra.
-non sono affari tuoi. Invece di stare qui a parlare di me perché non ti muovi ad uscire? Le guardie non ci metteranno molto a cambiare-
-guarda che non scappi a questo discorso Belle- le disse la maggiore ascoltando il suo consiglio e muovendosi velocemente e riuscendo, per un pelo proprio, ad uscire dal castello senza troppi problemi. Sapeva che Isabelle l’avrebbe tranquillamente coperta con il padre. Quello che stava facendo non era una cosa tanto orribile: voleva solo andare a trovare quello che era il suo ragazzo. L’unico problema era che suo padre, nonché re di Ubaba, non accettava volentieri quella relazione. E non importava che Ezekiel fosse il principe di Ausharye, anzi era proprio perché il ragazzo era il principe del regno dell’Eclissi che Bardon non approvava quella relazione.
La ragazza quindi era costretta a vedere il suo ragazzo di nascosto supportata anche dalle sue due sorelle che la coprivano con il padre. Non sarebbe mai riuscita a ringraziarle come si deve per tutto quello che stavano facendo.
La cosa curiosa però era che Belle non avesse detto niente della sua relazione con un ragazzo. Le tre si dicevano sempre tutto quindi Allison era rimasta davvero sorpresa quando l’aveva vista con quella camicia addosso. Il giorno dopo, aiutata anche da Sophie avrebbe fatto il terzo grado alla sorella. Non poteva di certo scamparsela in quel modo.
-Ally- la ragazza, appena uscita dal palazzo, si girò sorridendo verso la persona che l’aveva appena chiamata. Ezekiel le sorrise a sua volta prima di abbracciarla e lasciarle un dolce bacio sulle labbra.
-tutto bene?- chiese i ragazzo tenendola sempre tra le sue braccia.
-si, anche se ho appena scoperto che mia sorella ha il ragazzo- disse lei sorridendo.
-Isabelle o Sophie?- chiese lui.
-Belle-
-uh, e chi è?-
-non lo so, ma domani la interrogo per bene!- disse Allison facendo scoppiare a ridere il suo ragazzo che le baciò una guancia.
-sto cercando di costringere mio padre a parlare con il tuo, ma non credo che ci riuscirà- le disse poi continuando a tenerla tra le sue braccia.
-è il mio che non cambierà mai idea! Eppure sei un principe dovrebbe accettare di buon grado la cosa- borbottò lei nascondendo la testa nel petto del moro che la strinse di più a se.
-troverò un modo per far si che non ci ostacoli più- Ezekiel strinse la ragazza ancora di più a se mentre lanciava un veloce sguardo al palazzo di Ubaba. Era sempre lui quello che andava nel regno del Solo per non far rischiare troppo ad Allison, ma anche lui non poteva rischiare molto.
 
Un gemito provenne dalla bocca dell’uomo quando Isabelle, appena rientrata in camera, gli si buttò praticamente addosso.
-chi era?- sussurrò con voce roca il castano mentre toglieva la sua camicia dal corpo della principessa.
-mia sorella che fa casino quando non dovrebbe- ridacchiò la bionda baciando il bel ragazzo sotto di se -ti ho fatto male?- chiese poi. Il castano scosse la testa per poi portare una ciocca di capelli ribelle dietro l’orecchio di Isabelle che gli sorrise.
-a che ora inizi il servizio domani?- chiese la ragazza stendendosi comodamente sul corpo dell’altro che iniziò ad accarezzarle la schiena.
-per le cinque- sussurrò lui. La principessa allora guardò verso il grosso orologio a pendolo che aveva in camera e sbuffò.
-è già mezzanotte- disse poi in un sussurro nascondendo il viso nell’incavo del collo di Gabriel che le baciò i capelli.
-ci vedremo comunque domani-
-okay, ma adesso riposati un po’. Non voglio che mio padre ti gridi contro per colpa mia- concluse la ragazza baciando Gabriel per poi chiudere gli occhi seguita a ruota dal ragazzo che la strinse più a se.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Michael sbuffò per l’ennesima volta mentre portava le valigie piene di colori di Alfred sul ponte dove l’uomo lavorava. Il ragazzo era stato costretto a quel lavoro forzato da parte dell’uomo e non ce la faceva più. Alfred non era tanto vecchio e, di sicuro, aveva molta più forza di lui quindi non si capacitava come potesse dargli sempre quel compito ingrato. Anche perché quelle valigie era davvero pesanti e Michael doveva trattarle con estrema cauzione altrimenti avrebbe scatenato l’ira funesta dell’uomo che teneva ai suoi colori più della sua stessa vita.
-vuoi muoverti con quelle cose?- gli disse proprio Alfred spazientito mentre sistemava la sua postazione pronto a ritrarre per primo il paesaggio che scorgeva da li (anche se ormai non era più necessario avere un punto di riferimento visto che lo aveva disegnato migliaia di volte) o anche i volti dei passanti che Michael doveva gentilmente portare da lui per fargli guadagnare qualche spicciolo.
Alla fine della giornata quello che guadagnava di più era sempre Alfred nonostante stesse semplicemente seduto a dipingere. Michael, che sgobbava e non aveva mai un attimo di pausa altrimenti Alfred lo avrebbe preso a calci nel sedere, otteneva un misero cinque per cento di tutto il guadagno. E quel cinque per cento non gli permetteva di comprarsi nemmeno un pasto decente.
Ma Michael, nonostante tutto, non avrebbe mai rinunciato a quegli spiccioli. Viveva per strada da quando ne aveva memoria ed era stata per lui una benedizione essere riuscito ad accaparrarsi il posto di assistente per Alfred altrimenti sarebbe morto di fame da tempo. Alfred diversamente da lui viveva in una casa così grande che Michael, la prima volta che l’aveva vista, si era chiesto come mai l’uomo passasse le sue intere giornate sul ponte a dipingere e non si mantenesse con i soldi che di sicuro aveva.
I primi tempi Michael non riusciva a fare niente di quello che Alfred gli chiedeva e l’uomo era stato più volte sul punto di cacciarlo via, alla fine però il biondo era riuscito a farsi valere e a tenersi con le unghie e con i denti il suo posto.
-vuoi muoverti scansa fatiche!- gridò ancora l’uomo mentre Michael poggiava a terra, ovviamente con delicatezza, l’ultima valigia e l’apriva passando all’uomo colori e i materiali di base per il disegno.
-stanno finendo i fogli- sussurrò il biondo alzando i suoi occhi azzurri in quelli castani dell’altro che lo guardò con sufficienza.
-valli a comprare allora. E mi raccomando voglio quelli buoni!- gli disse dandogli le spalle.
-con quali soldi dovrei pagarli?- chiese Michael che aveva finito le sue riserve la sera prima per comprarsi un panino, unico suo pasto della giornata.
-tirchio che non sei altro- borbottò invece Alfred dandogli i soldi per poi puntargli il dito contro. -sia chiaro che voglio lo scontrino e soprattutto il resto indietro. Chiaro?- gli disse con tono minaccioso mentre Michael annuiva sapendo perfettamente di non poter ingannare l’uomo.
Il biondo corse via velocemente per non sentire nuovamente le grida di Alfred e fece la strada a memoria verso il negozio d’arte preferito di Alfred. Anche perché quello era il negozio nel quale poteva entrare tranquillamente senza essere guardato male per i suoi vestiti strappati o troppo grandi per lui.
Non ci mise molto, infatti cinque minuti dopo stava correndo nuovamente verso la postazione di Alfred con una risma di fogli in una mano e lo scontrino con il resto nell’altra.
La prima cosa che fece Alfred fu togliergli lo scontrino di mano e controllare il resto, una volta che si fu accertato che Michael non avesse rubato niente prese i fogli e li controllò sorridendo nel sentire che erano della giusta grana. Alfred si sedette subito al suo posto per poi guardare Michael.
-muoviti a trovarmi dei clienti- disse per poi iniziare a schizzare qualcosa sul foglio.
Michael annuì e iniziò a camminare tra la gente cercando di convincerla a passare da Alfred senza nessun risultato. Era troppo presto e la gente che stava passando di li non era minimamente interessata o era gente del posto che sapeva perfettamente di chi stesse parlando e non avevano nessuna intenzione di averci a che fare.
Michael guardò verso Alfred che gli lanciò un’occhiataccia visto che non gli aveva ancora trovato un cliente. Michael sbuffò continuando a camminare ed ignorando lo sguardo di fuoco dell’uomo. Non era mica colpa sua se nessuno voleva quei stramaledettissimi disegni.
Il biondo sentì formicolare la mano destra e borbottò un’imprecazione mentre correva verso la fontana più vicina per poi immergerci la mano ed evitare che prendesse fuoco. Il ragazzo non sapeva minimamente cosa stesse succedendo al suo corpo che decideva di far fuoriuscire fiamme da un momento all’altro. La prima volta che era successo, un mese prima, era andato nel panico più totale. Poi con il tempo era riuscito a reagire attivamente e mettere la parte che si stava incendiando a contatto con l’acqua in modo da fermare le fiamme.
Quando non sentì più la mano formicolare il ragazzo la tolse dall’acqua e si incamminò nuovamente vicino ad Alfred. Non poteva stare troppo tempo lontano dall’uomo.
Stava per raggiungere Alfred e sedersi al suo fianco, visto che era troppo presto per poter trovare dei potenziali clienti, quando andò involontariamente a sbattere contro una ragazza. Michael si affrettò a scusarsi, ma le parole gli morirono in bocca quando osservò la ragazza che aveva difronte. I capelli erano lunghi e di un bianco innaturale mentre gli occhi grigi ricordavano tantissimo il colore della luna.
-tutto okay?- gli chiese la ragazza vedendo che il biondo non spiccava parola.
-ehm si! Scusami per prima- si affrettò a dire lui mentre vedeva arrivare dietro la ragazza un ragazzo con lo stesso identico colore di capelli e di occhi della ragazza con la quale si era scontrato.
-tutto okay?- chiese lui guardando malissimo il biondo.
-si Lucas, tranquillo- disse lei sorridendo per poi rivolgere il sorriso anche al ragazzo.
-un mio amico fa dei disegni bellissimo, volete vederli?- chiese subito il ragazzo sperando di avere dei clienti.
-non ci interessa grazie, e lavati- disse Lucas guardandolo dall’alto del suo metro e novanta per poi scomparire insieme all’altra ragazza. Lasciando leggermente deluso Michael.
 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


-allora chi è il fortunato?- chiese Allison mentre spalmava con tutta la grazia che possedeva la marmellata al lampone sopra la sua fetta di pane. Nella sala da pranzo c’erano solo lei, Isabelle e Sophie.
-a chi stai parlando? Perché se lo stai facendo con me non so di cosa parli- disse la più piccola delle tre prima di bere la sua tisana rilassante.
-parlavo con Belle- rispose la più grande fissando i suoi occhi azzurri in quelli identici della sorella che stava facendo finta di niente mentre mangiucchiava una fetta di crostata.
-nemmeno io so di cosa tu stia parlando- rispose Isabelle sentendosi addosso anche lo sguardo di fuoco di Sophie.
-sai perfettamente di cosa sto parlando sorellina. Esci il nome-
-io voglio sapere si cosa state parlando. Perché mi sembra che mi stiate nascondendo qualcosa?- si impuntò Sophie che odiava quando le due più grandi iniziavano a nasconderle le cose.
-è solo Ally che si inventa le cose- rispose velocemente Isabelle, non voleva che anche Sophie iniziasse a stressarla con quelle domande. Erano fatti suoi con chi si vedeva e Allison doveva solo ringraziarla per la copertura che le dava quasi ogni sera.
-ieri ho scoperto che la nostra Belle ha il ragazzo, ma non mi vuole dire il nome- sussurrò Allison a Sophie che subito sgranò gli occhi girandosi verso Belle con il sorriso sulle labbra.
-tu non ci scappi- sussurrò la più piccola tutta felice e contenta mentre Isabelle sospirava sconsolata. Non sarebbe mai riuscita a tenere nascosta una cosa alle sue sorelle, nonostante la storia con Gabriel stesse andando avanti ormai da due anni fattori imprevedibili come quello della sera precedente sarebbero capitati prima o poi.
-buongiorno principesse, cosa gradite da bere- chiese una voce calda facendo distrarre le tre ragazze dalla loro conversazione. Gabriel era appena entrato nella sala da pranzo con un sorriso alle labbra.
-caffèlatte come sempre, grazie Gabriel- rispose per prima Allison sorridendo a sua volta al ragazzo non notando minimamente le occhiatine che Isabelle stava lanciando al ragazzo.
La secondogenita era stata catturata dalla bellezza di Gabriel in uniforme e adorava quando si presentava nella sua camera ancora con i vestiti da cameriere. Si fiondava subito su di lui.
-io mi accontento della tisana ormai lo sai- borbottò la più piccola leggermente indispettita che il ragazzo fosse arrivato nel mentre della loro conversazione.
-per me cioccolato caldo- disse Isabelle distogliendo velocemente lo sguardo dal ragazzo per evitare che le due sorelle si accorgessero di qualcosa.
-bene, arrivo subito- disse il ragazzo uscendo dalla sala silenziosamente proprio come era arrivato.
-dai dicci chi è- attaccò subito Sophie. Era davvero curiosa di scoprire il nome del fortunato.
-scordatevelo! Non ci penso nemmeno a parlarvene altrimenti papà scopre tutto-
-ma io ti ho detto tutto!- protestò Allison. Nel mentre arrivò Gabriel che porse le bevande alle due principesse per poi uscire nuovamente dalla sala.
-non cambio idea, fatevene una ragione-
-su cosa non cambi idea tesoro?- chiese Bardon entrando nella sala da pranzo e facendo subito zittire tutte e tre le figlie -comunque buongiorno principesse mie- continuò sorridendo a tutte e tre che ricambiarono subito il sorriso.
-sulla mia teoria su un libro che ho finito di leggere l’altro giorno- rispose prontamente la ragazza mentre sentiva chiaramente le altre due sospirare di sollievo. Di sicuro Isabelle non avrebbe assolutamente detto alle sue sorelle il nome di quello che orami definiva il suo ragazzo a tutti gli effetti.
Gabe fece il suo ingresso in quel momento con un brocca contenente del tè nero che versò subito a Bardon per poi uscire dopo aver fatto un piccolo saluto lasciando la famiglia da sola.
-comunque stamattina ho trovato un’armatura rotta davanti alla tua camera Belle, hai sentito qualcosa?- chiese l’uomo leggermente preoccupato.
-sinceramente parlando no. Ero parecchio stanca e ho dormito profondamente- rispose la ragazza prontamente. Si stava quasi abituando a rispondere con delle bugie.
-meglio così. Andrò a parlare con le guardie per capire cosa sia successo allora- Isabelle lanciò un’occhiataccia verso Allison che si morse le labbra sentendosi in colpa per par inventare certe cose alla sorella.
Isabelle portò alle labbra la sua tazza di cioccolata calda e stava anche per berla quando sentì una leggera nausea. Provò ad abbassare la tazza e a riportarsela alle labbra, ma la nausea non voleva saperne minimamente di lasciarla stare. Come mai tutto ad un tratto le stava venendo tutta quella nausea? Fino a pochi secondi prima stava tranquillamente mangiando la crostata. Cercò di resistere il più possibile, ma la cosa sembrava molto controproducente.
-scusate non mi sto sentendo bene- sussurrò la ragazza attirando subito lo sguardo preoccupato di Bardon su di se.
-vai non ti preoccupare, Sophi accompagnala- disse il re del regno del sole mentre la minore si alzava velocemente uscendo dalla sala da pranzo lasciando il re e la primogenita da soli.
-padre c’è una cosa che vorrei dirti- iniziò la ragazza.
-anch’io, credo sia arrivato il momento di trovarti marito- disse l’uomo guardando la ragazza e cercando di sorridere.
-ma è fantastico. Quindi accetti che io ed Ezekiel…-
-non ho fatto il nome di quello li- rispose prontamente l’uomo facendo bloccare di colpo la ragazza e facendole sparire il sorriso che le si stava formando sul viso.
-ma io lo amo. Non puoi chiedermi di sposare qualcun altro quando sai che mi piace un principe e che sono anche ricambiata. Potremmo finalmente finire tutto l’astio presente tra i nostri regni- cercò di convincerlo la ragazza, ma dagli occhi del padre aveva già capito che la battaglia era persa.
-non se ne parla. Sai benissimo che non voglio avere niente a che fare con il regno dell’Eclissi e della Luna. Troveremo di sicuro qualcuno di migliore per te- rispose risoluto l’uomo.
-va bene padre- si arrese Allison -con permesso- sussurrò poi la ragazza alzandosi dalla tavola e raggiungendo la camera di Isabelle dove trovò le sue due sorelle stese sul letto.
-tutto bene?- chiese la maggiore cercando di nascondere la sua voglia di piangere. Non avrebbe più potuto vedere il suo Ezekiel.
-si, ho vomitato un po’- disse Isabelle con il volto nascosto nell’incavo del collo di Sophie che alzò gli occhi per sorridere ad Allison ma il sorriso le morì in volto.
-cos’è successo?- chiese attirando anche l’attenzione di Isabelle.
-mi sposo, e non con Ezekiel- disse la ragazza prima di raggiungere le altre due sul letto e scoppiare a piangere.
 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Michael camminava per le strade affollate senza una meta precisa. Aveva cercato clienti per Alfred fino a pochi minuti prima ed era finalmente libero. Era riuscito a procurare qualche cliente e quindi era riuscito a ricevere qualche spicciolo dall’umo, quelli giusti per potersi comprare un panino per cena. Per il momento non aveva fame quindi si stava limitando a camminare senza meta.
Al ragazzo per tutto il giorno erano rimasti in mente i due ragazzi che aveva incontrato per primi. Quei capelli così bianchi erano troppo innaturali per i suoi gusti, ma per quanto si ricordava non sembravano esserci dei segni di ricrescita e non erano nemmeno parrucche.
Ma i capelli non erano stati l’unica cosa che gli era rimasta impressa, gli occhi di entrambi erano grigio tempesta (se li ricordava benissimo) che gli avevano fatto tremare le gambe per quanto erano belli.
Si, non si sarebbe minimamente dimenticato quei due bellissimi ragazzi, nonostante lo avessero trattato davvero male. Be’, in realtà era stato il ragazzo (Lucas se non ricordava male), a guardarlo con disgusto. Molto probabilmente la ragazza era la sua fidanzata e non voleva che lui la toccasse. Si, era l’unica opzione plausibile.
Michael sbadigliò stanco per quella lunga giornata. Decise quindi di entrare in un piccolo supermercato della zona per poi prendere velocemente un panino già fatto e andare alla cassa il più velocemente possibile. Odiva stare per troppo tempo in luoghi dove c’era troppa gente che poteva osservarlo e soprattutto annusarlo. Odiava su di se quegli sguardi piedi di disgusto. Non era mica colpa sua se non aveva niente e non poteva nemmeno permettersi di fare una doccia. Solo poche volte Alfred gli aveva permesso di usare la sua doccia e solo perché lo stesso uomo non sopportava più il suo odore.
Michael pagò velocemente sotto lo sguardo dubbioso della cassiera e una volta fuori addentò subito il panino. Non era una gran cosa, ma sempre meglio di non mangiare niente per tutto il giorno.
Faceva sempre morsi molto piccoli e cercava di masticare il più lentamente possibile per creare una sorta di senso di sazietà. Non sempre riusciva nel suo intento, ma almeno poteva dirsi di averci veramente provato.
Finì il panino davvero troppo velocemente per i suoi gusti e buttò la carta in un cestino li vicino per poi nascondere subito le mani nelle tasche dell’enorme felpa che aveva addosso.
Camminò a testa bassa cercando di non incrociare, nemmeno per sbaglio altrimenti lo avrebbero potuto incolpare di qualunque cosa, le persone. Infondo conosceva benissimo le strade di quella città e non aveva nemmeno bisogno di tenere alto lo sguardo. Dopo poco decise anche di mettersi il cappuccio in testa.
Okay, sembrava ancora più losco di prima, ma almeno i suoi capelli biondissimi non diventavano un faro nella notte. Non voleva attirare troppo l’attenzione della gente e quello era l’unico modo possibile.
-ehi!- il ragazzo aveva già sentito quella voce da qualche parte, ma non si ricordava dove e di sicuro non si stesse riferendo a lui quindi continuò tranquillamente a camminare evitando accuratamente di girarsi a controllare chi stesse parlando.
-ehi sto parlando con te! fermati- continuò ancora la voce che Michael stava sentendo sempre più vicino fino a quando non si sentì tirare per una spalla e fu costretto a girarsi e notare che quella voce stava chiamando proprio lui. Guardò attentamente l’uomo che aveva difronte e nonostante conoscesse la voce non riusciva minimamente a ricordarsi dove aveva già visto quel tizio che lo stava guardando malissimo.
-ci conosciamo?- chiese titubante Michael che non aveva minimamente voglia di perdere tempo con uno sconosciuto.
-non fare il finto tonto signorino. Mi devi ancora dei soldi e non te la scamperai solo perché non ti fai vedere in giro- e fu allora che Michael si ricordò che aveva chiesto a quel ragazzo, quasi due anni prima, dei soldi per poter comprarsi un pasto decente. Alla fine si era completamente dimenticato di restituire quei soldi, anche perché erano davvero degli spiccioli, e non avendo trovato il ragazzo in giro si era completamente dimenticato di quella persona.
-te li ridarò- sussurrò il biondo cercando di sgusciare fuori dalla presa dell’uomo.
-li voglio adesso, altrimenti non li avrò mai- continuò l’umo stringendo il bavero della felpa di Michael in un pugno.
-non ho soldi in questo momento!- cercò di dire Michael, ma la presa era così salda che a stento stava riuscendo a respirare.
-e quel panino come lo hai pagato?- chiese l’uomo facendo capire al ragazzo che lo stavano seguendo da un po’ visto che anche gli scagnozzi dell’uomo erano li vicino.
-con gli unici soldi che avevo-
-se non vuoi dami i tuoi soldi allora me li prenderò da solo- continuò l’uomo spingendo il povero ragazzo in un vicolo mentre i suoi scagnozzi lo perquisivano in cerca di soldi. Soldi che non trovarono, come non trovarono nemmeno cose di valore.
-sei davvero un poveraccio- disse schifato l’uomo sputandogli in faccia e Michael chiuse gli occhi sperando di poter uscire vivo da tutto quello.
-mi lasci andare? Ti ridarò tutto- cercò di dire Michael dopo qualche secondo di silenzio visto che l’uomo sembrava non essere minimamente intenzionato a lasciarlo andare.
-no, mi prenderò la tua vita- l’uomo fece scattare il coltellino che aveva in tasca e lo puntò alla gola di Michael che sbiancò. Non voleva morire in quel modo e poi veramente quello stava facendo tutte quelle storie per due stupidi spiccioli?
Il biondo tanto era spaventato da quello che stava succedendo che non si accorse minimamente che il suo corpo stava iniziando a riscaldarsi. Ma se ne accorse l’uomo che, temendo di ustionarsi, lasciò per un attimo la presa. Michael non volle giocare con la fortuna e corse subito via infilandosi tra la gente che stava camminando per la strada principale. Sentì chiaramente le grida dell’uomo e non si girò ma aumentò, per quanto possibile, il passo e correndo verso la casa di Alfred. Quella sera non poteva assolutamente dormire per strada.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


-non ci posso credere!- gridò Ezekiel mentre Erik e Auli, i suoi due fratelli, lo guardavano senza parlare. Volevano farlo sfogare come si deve.
-perché non provi a chiedere la mano di Allison? Intendo pubblicamente. Bardon non potrebbe rifiutare visto che sei un principe e quell’altro di sicuro non lo è- propose Erik con un’alzata di spalle.
-quello dice un no secco a prescindere- borbottò il maggiore incrociando le braccia al petto. Quando la sera precedente si era incontrato con Allison aveva trovato la ragazza in lacrime. Ezekiel l’aveva fatta sfogare prima di chiederle cosa fosse successo.
Quando la ragazza gli aveva detto del matrimonio era rimasto davvero sconvolto e aveva cercato di consolare la ragazza. Poi, una volta a casa, era scoppiato. Lui voleva Allison tutta per se, e sapere che sarebbe stata di qualcun altro di li a poco lo mandava totalmente in bestia.
-io ti direi di provarci. Se non ci provi la perderai per sempre- disse Auli abbracciando il fratello.
-e se la rapissi?- disse dopo un po’ Ezekiel mentre quella malsana idea si stava facendo strada nella sua testa.
-non credo sia una buona idea- borbottò Erik che non voleva che i rapporti tra i loro due regni potessero inasprirsi ancora di più. E rapire una principessa di sicuro avrebbe fatto scoppiare una guerra.
-nemmeno Allison si vuole sposare, le farei solo un favore- protestò Ezekiel.
-Erik ha ragione, non puoi fare un gesto tanto sconsiderato. È veramente meglio se le fai la proposta pubblicamente. È vero, potresti avere un rifiuto netto, ma almeno non rischi di creare macelli- propose Auli sorridendo ai due fratelli. Vedere Ezekiel in quello stato la faceva stare davvero tanto male, voleva solo il meglio per entrambi i suoi fratelli.
-secondo me ci hanno fatti nascere con la sfiga addosso- disse dopo un po’ Erik attirando l’attenzione degli altri due.
-in che senso scusa?- chiese Auli che non riusciva a capire il ragionamento del fratello maggiore.
-Zake è ricambiato ma il padre di lei non vuole un matrimonio, Luce mi vede solo come uno scemo e tu sei senza poteri. Peggio di così non poteva andare- il moro si sistemò una ciocca di capelli soffiando. La vita era stata ingiusta con loro.
-tu stessi troppo quella poverina ci credo che non ti voglia tra i piedi fratellino- disse ridendo Ezekiel.
-io non la stresso! Cerco solo di farla innamorare di me-
-cosa che non ti sta riuscendo per niente bene- disse Auli mentre la sua massa di capelli ricci e neri si muoveva con lei mentre scuoteva la testa divertita dalle parole del fratello.
-comunque non puoi paragonare la nostra sfortunata vita amorosa con l’assenza di poteri in Auli- disse Ezekiel baciando la testa della sorellina che era davvero troppo bassa rispetto a lui.
-è comunque sfortuna- Erik stava per aggiungere altro quando sentirono bussare alla porta della camera di Auli, nella quale i tre ragazzi si erano messi a chiacchierare, e poi la porta stessa si aprì rivelando la presenza di Gragas e Soraka, re e regina dell’Eclissi.
-tutto bene ragazzi?- chiese Soraka sorridendo ai tre, ma le facce depresse dei suoi tre figli le fecero per un attimo sparire il sorriso.
-no, non va niente bene nella mia vita mamma- disse Ezekiel sbuffando mentre Gragas alzava un sopracciglio: muta richiesta al figlio di spiegargli cosa stesse succedendo.
-la principessa Allison è stata promessa sposa a un conte, non sappiamo ancora chi- rispose Auli per il fratello.
-sapevi sarebbe finita così. Allison è comunque la primogenita e deve farsi una famiglia- cercò di dire Gragas ma venne interrotto dal figlio maggiore:
-noi ci amiamo! Cazzo sono un fottuto principe, la mia proposta dovrebbe valere più di quella di un conte qualunque!- gridò Ezekiel non riuscendo a trattenersi.
-modera il linguaggio signorino- disse Soraka stringendo gli occhi in due fessure. La donna odiava quando i suoi figli iniziavano a parlare con termini inappropriati. Non che lei non lo facesse a volte, ma cercava sempre di farlo quando era da sola e soprattutto conscia che nessuno l’avrebbe sentita.
-sono arrabbiato- disse come scusa il primogenito sospirando. -non c’è un modo per impedire questo matrimonio?- chiese poi rivolto al padre in cerca di un aiuto.
-non abbiamo modo di imporci, mi dispiace-
-ma se io facessi la proposta pubblicamente sarebbero costretti ad accettare?- chiese ancora il ragazzo che non si sarebbe arreso facilmente, voleva la sua Allison a tutti i costi.
-Bardon potrebbe tranquillamente rifiutare- disse Soraka sospirando.
-posso almeno provarci?- chiese il ragazzo.
-puoi farlo, ma non illuderti. Le probabilità che ti dica di si sono bassissime se non nulle-
Ezekiel annuì alle parole del padre, sapeva perfettamente che aveva poche possibilità, ma almeno avrebbe lottato per la sua Allison.
-non fare cazzate-
-GRAGAS!- gridò la donna lanciando un’occhiataccia al marito che rise di gusto seguito a ruota dai figli. -e voi non ridete o vi faccio fuori- disse la donna incrociando le braccia al petto e lanciando le sue solite occhiatacce.
-okay okay, noi andiamo. Poi fammi sapere come vuoi fare la proposta alla tua bella principessa- disse Gragas sorridendo al figlio e trascinando la moglie arrabbiata fuori dalla camera di Auli.
-smettila di fare l’antipatica- disse l’uomo una volta usciti dalla camera.
-non faccio l’antipatica, lo faccio per voi. Se vi scappa durante un incontro formale potreste finire davvero male- borbottò la donna mettendosi dietro l’orecchio una ciocca ei suoi capelli blu scuro. Essi sembravano neri se non si guardavano attentamente e soprattutto se non c’era la luce giusta.
-ho mai detto qualcosa che non dovevo in tutti questi anni?- chiese Gragas che sapeva perfettamente controllarsi davanti alla gente. Voleva rassicurare la moglie, anche perché gli faceva davvero paura quando si arrabbiava in quel modo.
-non ti sei comportato come uno scaricatore di porto, ma certo commentare alcune cose non è poi tanto buono- disse Soraka guardando male il marito con i suoi profondi occhi blu. Marito che alzò gli occhi al cielo preferendo non commentare visto che litigare con la moglie era una battaglia persa in partenza.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


-ti prego- stava dicendo per la decima volta Michael ad Alfred che lo stava guardando con sufficienza mentre era appoggiato allo stipite della porta d’ingresso alla sua abitazione.
-non me ne frega niente- disse l’uomo cercando di chiudere la porta stufo di tutto quello, ma Michael fu abbastanza veloce da bloccare la porta con un piede.
-se rimango per strada quello mi uccide! Perderai il tuo fattorino- cercò di farlo ragionare il biondo.
-ce ne sono tanti come te per strada, non mi cambia niente la tua morte. E ora sparisci- Alfred chiuse di colpo la porta lasciando Michael sconvolto davanti ad essa. Non credeva che l’uomo potesse veramente voltargli le spalle in quel modo.
Il ragazzo si sentiva perso. Cosa doveva fare? Quelli lo volevano morto e non poteva stare assolutamente per la strada, l’avrebbero trovato subito in quella piccola città.
Michael rimase un altro po’ davanti alla porta sperando che Alfred ci ripensasse, poi capendo che non c’erano possibilità se ne andò con le mani in tasca e la testa bassa. Era felice di essere riuscito a seminare i suoi inseguitori, ma sapeva che l’avrebbero trovato in un modo o nell’altro. Doveva assolutamente cercare un posto dove passare la notte. Non conosceva nessuno con una casa dove poter passare la notte. Nessuno che lo poteva nascondere. Doveva allora trovare solamente un posto ben riparato e sperare che la dea bandata gli desse una piccola mano.
Camminò per quasi un’ora cercando un posto dove stare e prendendo soprattutto strade molto affollate. La gente lo stava guardando male, ma era l’unico posto sicuro nel quale poteva camminare. Non aveva ancora trovato un posto dove stare e stava veramente iniziando a preoccuparsi di dover stare sveglio per tutta la notte. No, non voleva. Soprattutto perché Alfred sarebbe andato a cercarlo per farsi aiutare nonostante gli avesse voltato le spalle quella stessa sera.
Michael decise di riposarsi un po’, stava camminando ormai da ore, e quindi si sedette sul muretto che dava sul fiume della città sospirando. Perché nella sua vita non poteva esserci un po’ di fortuna? Tutte le cose che gli capitavano erano davvero spiacevoli. Solo lui poteva trovare un tizio che voleva ammazzarlo solo perché non gli aveva ridato pochi spiccioli. Avrebbe capito centinaia di euro, ma due spiccioli proprio no!
Il ragazzo guardò il suo riflesso sul fiume e sospirò per la milionesima volta quella serata. Perché non poteva essere un ragazzo normale nato in una famiglia normale? E come se non bastasse aveva anche quello strano potere. Era grazie a quello che si era salvato prima, ma comunque non sapeva controllarlo quindi poteva perdere il controllo come gli capitava ormai quasi ogni giorno. Non aveva sempre dell’acqua a disposizione per poter risolvere la cosa e non aveva minimamente intenzione di far prendere fuoco a quelli che erano i suoi unici vestiti.
Il ragazzo alzò lo sguardo e sgranò gli occhi non appena vide dall’altra parte del fiume i due ragazzi con i capelli bianchi con i quali si era scontrato quella stessa mattina. Era davvero piccolo il mondo se era riuscito a rincontrare quei due.
Un pensiero malsano gli venne in mente: poteva chiedere a quei due di aiutarlo, anche solo per quella notte. Prendendo un po’ di coraggio, e già pensando ad un no dei due come risposta, si incamminò deciso attraversando il ponte che era proprio vicino dove si era seduto.
Quando fu a due passi dai due, che non si erano minimamente accorti della sua presenza, che fu preso di peso da delle braccia abbastanza muscolose.
-ti abbiamo preso- disse la voce che ormai il ragazzo aveva imparato a conoscere benissimo.
-lasciami andare!- gridò Michael per attirare l’attenzione dei passanti senza però ottenere grande successo e allora prese a scalciare con forza e a tirare pugni sulle braccia possenti dell’uomo che sembrava non avere minimamente intenzione di lasciarlo andare.
La gente che passava li intorno faceva finta di non vedere quello che stava succedendo e Michael ad un certo punto di arrese all’evidenza che non poteva incolparli. Nessuno avrebbe aiutato un ragazzo che viveva per strada come lui, soprattutto se aggredito da uomini armati. Era meglio tenersi alla larga.
Abbassò la testa smettendo di dimenarsi come un dannato e aspettò che quelli decidessero cosa fare di lui. Fu allora che notò che sulla punta delle sue dita stavano iniziando a formarsi delle leggere scintille. Possibile che quel potere reagisse perché era in pericolo?
Michael non ci pensò oltre e mise la mano che si stava riscaldando velocemente sul braccio di quello che lo stava bloccando e subito notò, con un ghigno di soddisfazione stampato sul volto, che il braccio stava diventando sempre più rosso e si ritrovò in men che non si dica a rotolare a terra fuori dalla presa.
Si alzò di scatto con le mani che ancora facevano fuoriuscire scintille infuocate. Quella volta non sarebbe scappato ma avrebbe provato a combattere. Se poi la morte lo voleva prendere quella sera stessa lo avrebbe fatto a prescindere dalla sua decisione.
-cosa cazzo hai alle mani bastardo!- gridò quello che si stava tenendo le braccia ustionate e che lo guardava con una voglia matta di ucciderlo.
-non ho niente- si difese il biondo alzando le mani mentre le fiamme iniziavano a farsi sempre più insistenti.
-io ti ammazzo!- gridò l’uomo fiondandosi su Michael, ma non ci arrivò mai visto che si trovò congelato dalla vita in giù. L’uomo abbasso gli occhi sconcertato mentre i suoi scagnozzi indietreggiavano spaventati per poi darsela a gambe levate sotto lo sguardo sempre più confuso di Michael. Che avesse un altro potere?
-smettila di attirare attenzioni- disse una voce profonda alle sue spalle facendolo saltare in aria. Il ragazzo si girò trovandosi a fissare gli occhi grigi del ragazzo di quella mattina, poi li abbassò sentendo leggermente freddo alle mani trovandole poi completamente congelate.
-vieni con noi senza fare storie- disse ancora l’albino prima di tapparsi il naso e scomparire insieme all’altra ragazza. Michael non ebbe altra scelta che seguirli.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Gabriel posò le sue labbra su quelle di Isabelle e sorrise quando la ragazza gli allacciò le braccia dietro al collo rispondendo al bacio con il sorriso sulle labbra.
-sei stanco?- chiese la ragazza a pochi millimetri dalle labbra del castano. Non voleva staccarsi, ma comunque non voleva far faticare troppo il ragazzo.
-no tranquilla- sussurrò lui trascinando con un sorriso la ragazza verso il grande letto matrimoniale che era perfettamente al centro della camera.
-non voglio che tu abbia problemi con mio padre per colpa mia- sussurrò la ragazza accarezzando una guancia di Gabriel che gli sorrise ancora.
-non li avrò, tranquilla- continuò lui lasciandole un bacio sulla fronte prima di togliersi la camicia precedentemente sbottonata dalla principessa. Principessa che osservò i bellissimi addominali del ragazzo. Sinceramente con le camicie che Gabriel indossava continuamente non aveva mai ipotizzato un fisico così allenato. Era stata davvero una sorpresa quando aveva visto per la prima volta il ragazzo senza vestiti e ogni volta si incantava a guardalo.
-vedete qualcosa di bello vostra altezza?- sussurrò il ragazzo mentre iniziava a slacciare il vestito di Isabelle mentre lei ridacchiava.
-parecchie cose- rispose lei mentre aiutava il ragazzo visto che ci stava mettendo troppo con quei lacci.
-scusa non sono ancora pratico con quei cosi- si scusò il ragazzo facendo fare alla principessa che rise di gusto.
Una volta che Isabelle si fu tolta completamente il vestito Gabriel si fiondò subito sulle labbra della ragazza approfondendo il bacio.
Fu allora che la ragazza sentì un po’ di nausea salirgli e scostò malamente il castano correndo poi verso il bagno chiudendosi a chiave.
Gabriel rimase leggermente interdetto all’inizio, poi si alzò e andò vicino alla porta preoccupato per la ragazza che gli era sgusciata via dalle braccia.
-Isabelle tutto okay?- chiese il ragazzo curioso e preoccupato.
-vai via!- gridò la ragazza facendo sgranare gli occhi al ragazzo.
-posso portarti qualcosa? Non so…-
-ho detto vai via!- gridò ancora lei. Gabriel guardò la porta per un po’ per poi allontanarsi e mettersi la camicia addosso. Decise comunque di aspettare che la ragazza uscisse dal bagno per controllare come stesse. Fece avanti e indietro per qualche minuto prima di vedere la porta di faggio aprirsi e rivelare Isabelle leggermente pallida che appena lo vide lo guardò malissimo.
-ti avevo detto di andartene!- disse in un sibilo.
-scusa, volevo sincerarmi che tu stessi bene. Se vuoi qualcosa non mi costa niente andare in cucina a…-
-sto bene e il mio era un ordine se non si fosse capito. Ora sparisci e non tornare più- la ragazza si stese su letto non prima di aver buttato a terra il vestito che era rimasto sul letto.
-in che senso mai più?- chiese Gabriel che aveva davvero tanta paura di quelle parole anche perché lui si era solamente preoccupato della salute della principessa.
-nel senso che non ti voglio più vedere- disse lei chiudendo gli occhi e cercando di non scoppiare a piangere.
-come volete vostra altezza- rispose il ragazzo in un sussurro prima di uscire dalla camera della ragazza chiudendo con garbo la porta alle sue spalle.
Gabe camminò velocemente e silenziosamente per i corridoi deserti del castello per arrivare a quella che era la sua camera, era un terzo di quella di Isabelle ma comunque era molto grade visto che era solo un servitore di quel castello.
Il castano si chiuse la porta alle spalle per poi sedersi sul letto ad una piazza e mettersi le mani tra i capelli. Aveva appena perso la persona che amava senza aver fatto praticamente nulla di sbagliato. Cosa c’era di male nel preoccuparsi della salute della ragazza? Non pensava fosse un crimine.
Gabriel si buttò all’indietro sul letto mettendosi un braccio sugli occhi e sospirando. Adesso cosa doveva fare? Evitare la principessa anche durante il giorno? Molto probabilmente non era una buona cosa, le altre principesse non erano stupide e nemmeno Bardon lo era. Avrebbero subito capito che c’era della tensione tra loro.
Gabriel era sempre tato attirato dalla secondogenita di Bardon. Viveva al castello da quando era nato, entrambi i suoi genitori si erano conosciuti li, e aveva visto le principesse crescere e la piccola Isabelle aveva sempre attirato la sua attenzione.
Quando poi la stessa ragazza lo aveva baciato lasciandolo sconvolto ne era stato felice. Sapeva perfettamente che non aveva speranze per sposarla: se Bardon faceva storie per un principe figurarsi per un normale servitore come lui. Almeno si rassicurava dicendosi che stare affianco ad Isabelle era una delle cose più belle che gli era mai capitata. Anche baciarla e soprattutto fare l’amore con la ragazza lo era stato. Quel ricordo sarebbe sempre rimasto impresso dentro lui. La cosa che gli faceva saltare completamente i nervi era il modo con il quale Isabelle aveva chiuso quella storia. Aveva sempre sperato in un addio dolce, non essere trattato da schifo come aveva fatto la ragazza. E soprattutto sperava fosse arrivato il più tardi possibile: quando Bardon avrebbe deciso un marito per la secondogenita.
Un sorriso amaro apparve sulle labbra del ragazzo. Perdeva sempre le persone che amava di più in maniere bruttissime. Suo padre era morto quando lui aveva sette anni durante una battaglia. Era molto lontano da lui e sua madre che aveva fatto di tutto per non fargli pesare quella perdita. Ma anche lei non aveva resistito molto e lo aveva lasciato perché si era ammalata improvvisamente.
Gabriel era rimasto da solo all’età di otto anni e si era subito rimboccato le maniche e aveva iniziato a lavorare al castello no-stop. Diversamente da suo padre non aveva voglia di impugnare una spada quindi passava la maggior parte delle giornate circondato da donne che non facevano altro che sparlare e sparlare facendolo anche esasperare.
Il ragazzo rivolse i suoi occhi verso la finestra della sua camera per posarli successivamente sulla luna piena che splendeva nel cielo pieno di stelle facendo scendere delle lacrime sulle guance senza emettere un suono. Dall’altra parte del castello anche Isabelle stava piangendo stringendo forte le coperte che avevano ancora l’odore di Gabe.
 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Michael guardava con occhi sgranati la camera dell’hotel a cinque stelle dove i due albini lo avevano portato dopo che l’avevano salvato dall’uomo che lo voleva uccidere.
Non era mai entrato in un hotel, figurarsi in uno di lusso.
-vai a farti una doccia che puzzi, poi parliamo- disse il ragazzo aprendogli la porta del bagno che era grande quasi quanto la camera.
-cosa?- chiese confuso Michael.
-vai a lavarti!- disse ancora con voce perentoria il ragazzo facendo leggermente spaventare Michael e quindi il biondo si affrettò ad entrare nel bagno e a chiudersi la porta alle spalle sospirando.
Si spogliò velocemente per poi infilarsi dentro la doccia, aveva davvero bisogno di lavarsi quindi era felice di poter avere quell’opportunità nonostante gli facessero davvero paura quei due ragazzi.
Sorrise non appena sentì l’acqua calda finirgli sul corpo. Non si sentì così bene da mesi tanto che si dimenticò di essere in un bagno con due persone che lo stavano aspettando prendendosi tantissimo tempo per sentire quella bellissima sensazione su di se.
Si riscosse solo quando sentì bussare senza sapere quanto tempo fosse passato. Il ragazzo uscì velocemente dalla doccia per poi infilarsi il soffice accappatoio che era piegato sul piano del lavandino. Si guardò intorno cercando i vestiti che aveva lasciato a terra, ma non ce ne era traccia quindi alla fine si decise ad uscire con l’accappatoio.
Quando lo fece trovò i due albini che lo stavano aspettando entrambi seduti sulle comode poltrone e il ragazzo aveva le braccia incrociata.
-quanto ci volevi far aspettare?- chiese questi con voce leggermente alterata.
-non facevo una doccia da mesi- si scusò il ragazzo. -dove sono i miei vestiti?- chiese poi. Non voleva di certo rimanere in accappatoio.
-li ho bruciati, puzzavano troppo-
-e sei entrato nel bagno mentre mi lavavo?- chiese sconvolto Michael che non aveva minimamente avvertito la porta aprirsi.
-non hai niente che io non ho non vedo quale sia il problema- disse con tranquillità.
-e io che mi metto addosso?- chiese ancora il ragazzo mordendosi il labbro inferiore.
La ragazza si alzò dalla poltrona per poi andare verso l’armadio dove c’erano parecchi vestiti tutto sotto lo sguardo attento del ragazzo.
Dopo aver preso un pantalone e una camicia li lanciò a Michael che li riuscì a prendere al volo per poi notare che erano davvero morbidissimi, sembravano fatti di seta.
-cambiati e muoviti- disse la ragazza sedendosi di nuovo al suo posto.
Michael annuì per poi rinchiudersi nuovamente nel bagno a cambiarsi velocemente notando poi che la camicia era molto più grande di lui e i pantaloni li cadevano ogni volta che faceva un passo.
Il biondo uscì dal bagno tenendosi i pantaloni con le mani, non voleva fare altre figure di merda con quei due.
-allora…cosa volete dirmi?- chiese mentre guardava male l’albino che stava cercando di trattenere una risata. Quei vestiti erano troppo grandi per il suo corpo.
-sai perché hai quel potere?- iniziò la ragazza non prestando minimamente attenzione al ragazzo al suo fianco.
-no, ogni tanto si attiva da solo, ma non lo so- disse Michael.
-i tuoi non ti hanno mai detto niente? È strano sai?- ciese ancora la ragazza.
-io vivo per strada da quando ne ho memoria, non so niente dei miei genitori- rispose Michael mentre vedeva la faccia della ragazza cambiare subito espressione.
-cazzo! E allora…-
-Luce!- gridò il ragazzo guardando malissimo l’altra che si morse il labbro inferiore.
-scusa mi è scappato- sussurrò lei abbassando la testa.
Lucas si massaggiò le tempie. Non solo erano stati mandati dai loro genitori su quel pianeta per scoprire da dove venisse quella fonte di potere che avevano avvertito, ma il ragazzo non sapeva niente! Erano messi davvero bene.
-quindi se ti portiamo con noi nessuno avrà niente da ridire- sussurrò dopo un po’ Luce guardando il fratello in cerca della sua approvazione.
-in che senso con voi? E soprattutto chi cazzo siete? Non vi siete minimamente presentati e come sapete dei poteri?- iniziò Michael che venne prontamente interrotto da Lucas:
-si è un’ottima idea. Non hai bisogno di sapere chi siamo e modera il linguaggio quando parli con noi- l’albino si alzò dalla poltrona per avvicinarsi a Michael. Lo sorpassava di quasi dieci centimetri e Michael indietreggiò leggermente spaventato. -l’unica cosa che devi fare è portarci rispetto e non fare altre domande- Michael annuì alle parole del ragazzo decidendo di non protestare.
-allora quando partiamo Lucas?- chiese Luce al fratello.
-il prima possibile ovviamente- rispose il ragazzo voltando le spalle a Michael.
Michael che ammirò la schiena possente dell’albino. Cavolo se era bello quel ragazzo. Anche i capelli bianchi gli davano un tocco da ragazzo sexy. A Michael erano sempre piaciuti più i ragazzi rispetto alle ragazze e quello era davvero uno figo. Ne aveva visti pochi così, e soprattutto più alto di lui.
-quindi partiamo adesso?- chiese ancora la ragazza alzandosi di colpo e lanciando un sorriso verso Michael.
-si, non voglio stare in questa topaia un minuto in più- disse Lucas sospirando.
-topaia? Questa una topaia? Ma dove vivete voi?- Michael era sconvolto. Quella camera era enorme.
-questa cosa qui è minuscola per i nostri standard. Sei tu che vivi in posti piccolissimi- disse Lucas storcendo la bocca.
-okay evitiamo di litigare…andiamo- disse Luce mettendo una mano sulla spalla di entrambi. La ragazza conosceva benissimo il suo gemello e sapeva che niente e nessuno gli avrebbe permesso di non vincere una discussione, quindi era meglio non farla proprio iniziare.
-si ma dove?- chiese Michael visto che i due non stavano andando verso la porta ma verso il terrazzo. Non avevano mica intenzione di buttarsi dalla finestra?
-lo vedrai- gli disse Luce sorridendogli mentre arrivavano davanti alla piscina che rifletteva la luna piena alta nel cielo.
-ma cosa…- cercò di dire Michael senza successo visto che si ritrovò all’interno della piscina perché spinto dai due ragazzi.
 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


-Belle stai bene? Mi sembri strana- disse Allison quella mattina a colazione vedendo che la sorella sembrava non intenzionata a spiccare parola e che aveva lo sguardo perso nel vuoto.
-si- sussurrò la diretta interessata bevendo un sorso della cioccolata calda che le aveva portato Gabriel quella mattina. Il ragazzo si era comportato normalmente e non aveva dato segno che fosse successo qualcosa tra loro la sera prima. Infondo era un servitore quindi non era minimamente pensabile che si comportasse male con una principessa.
-a me non sembra. Stai ancora male?- disse invece Sophie davvero preoccupata per la sorella visto che il giorno prima era rimasta con lei e l’aveva vista vomitare per quasi tutto il giorno.
-ogni tanto mi viene ancora da vomitare, ma sto bene- rispose Isabelle mentre poggiava sul tavolo la tazza con la cioccolata.
-perché non ti sei presa del te al limone? Fa bene contro la nausea-
-l’ho fatto, però questa mattina avevo voglia di dolce- disse ancora la biondo prendendo un biscotto al cioccolato.
-si abbiamo notato- dissero in coro le sue sorelle ridacchiando. Fu in quel momento che nella sala da pranzo fece il suo ingresso Bardon ricevendo subito due occhiatacce dalle sue figlie minori, solo Allison aveva tenuto lo sguardo basso.
-a cosa devo ciò?- chiese infatti l’uomo mentre si sedeva.
-perché vuoi far sposare Ally con un tizio a caso? Lei ama Ezekiel e sarebbe un matrimonio molto più conveniente- iniziò Isabelle che non aveva nessuna intenzione di vedere la sorella maggiore infelice.
-non accetto che una di voi posso sposare qualcuno dell’Eclissi o della Luna. Sono categorico- rispose l’uomo sospirando. -e poi Allison mi deve ancora spiegare come si sono conosciuti visto che abbiamo evitato in ogni modo possibile di avere contatti con gli altri- il suo sguardo azzurro si spostò su quello identico della figlia maggiore che sospirò.
-un giorno sono uscita a farmi un giro per la città e ci siamo incrociati per sbaglio- si arrese a rivelare la ragazza.
-tralasciando il fatto che non dovreste andare in giro da sole, che ci faceva il principe dell’Eclissi qui?-
-era il giorno in cui sono venuti a palazzo a parlarti- disse in un sussurro la ragazza mentre Bardon annuiva ricordandosi perfettamente quel giorno di tre anni prima.
-e vi siete visti altre volte? Dovrebbe essere così visto che ne sei innamorata no?- continuò Bardan che non aveva nessuna intenzione di lasciar perdere quella discussione visto che l’avevano aperta.
-si ci siamo visti altre volte- rispose sinceramente Allison, non poteva più mentire al padre.
-quante?- chiese l’uomo guardandola attentamente.
-perché lo vuoi sapere?- chiese lei.
-voglio capire per quanto tempo ti sei vista con quello li- disse con calma glaciale l’uomo. Era davvero arrabbiato.
-tutti i giorni più o meno- rispose sinceramente la ragazza lanciando poi un’occhiataccia a Isabelle che aveva aperto quel discorso.
-tutti i giorni?- Bardon aveva sgranato gli occhi alla confessione della figlia.
-si-
-ti prego dimmi che non avete fatto niente- Bardon voleva solo mettersi le mani nei capelli, come cavolo a aveva fatto a non accorgersi degli spostamenti della figlia?
-che differenza farebbe?- chiese Allison che non voleva parlare di quelle cose con il padre.
-molta! Prima di tutto al matrimonio dovresti arrivarci vergine e secondo non puoi farlo con uno dell’Eclissi- disse l’uomo davvero adirato.
-e perché non dovrei farlo?- chiese curiosa Allison.
-perché è rischioso okay? Se vi dico una cosa lo faccio perché non voglio perdere altre persone a me care dopo vostra madre- rispose l’uomo che non voleva assolutamente parlare della profezia alle ragazze. Quella stramaledetta profezia che gli aveva portato via anche la moglie.
-comunque si- disse alla fine Allison arrendendosi. Non voleva litigare ancora con il padre.
-bene- borbottò l’uomo per niente felice di quella situazione. Poi si mise le mani sulle tempie massaggiandosele. -dimmi per favore che non sei incinta- le chiese poi. Di certo non poteva tornare indietro.
-no, almeno fino ad ora non è successo- l’uomo annuì e poi si alzò dal tavolo senza aver toccato cibo.
-vado a sistemare delle cose- disse l’uomo salutando le figlie con un cenno del capo per poi uscire dalla sala proprio nello stesso momento nel quale entrava Gabriel con il vassoio con la colazione. Appena notò che il re non c’era ritornò indietro sui suoi passi lasciando da sole le tre principesse.
-scusa- disse Isabelle che non credeva che il padre avrebbe fatto una scenata del genere.
-tranquilla- borbottò lei sospirando.
-papà sembrava davvero furioso- sussurrò Sophie guardando entrambe le sorelle che sospirarono contemporaneamente.
-ovvio. Gli ho apertamente disobbedito e fatto cose che teoricamente una donna non dovrebbe fare prima del matrimonio- le disse Allison con un sorriso amaro sulle labbra.
-non sei l’unica- le disse Isabelle facendo ridere Allison.
-se papà lo scopre ti ammazza dopo aver ammazzato me- poi la bionda si girò verso Sophie. -mica dobbiamo sapere qualcosa?-
-tranquille, non sono fortunata quanto voi. Comunque Belle tu non ci hai ancora detto chi è il fortunato- Isabelle guardò la ragazza con un sorriso amaro. Si era momentaneamente dimenticata di Gabriel. Anche se ieri si era arrabbiata, ingiustamente, con il ragazzo non aveva nessuna intenzione di rivelare alla sorella la sua identità.
-non lo saprete mai- disse infatti in un sussurro.
-è successo qualcosa con lui?- chiese Sophie avendo notato lo sguardo rabbuiarsi. -sembri strana-
-niente di importane- rispose lei non convincendo nessuna delle due.
-e allora perché hai quel muso lungo?- insistette Allison.
-sono solo stanca- disse Isabelle alzandosi dalla sedia, le era venuta nuovamente quella stramaledettissima nausea. -vado a riposarmi-
-il discorso non finirà qui sappilo!- le gridò Sophie mentre la secondogenita usciva dalla sala da pranzo e si incamminava abbastanza lentamente verso la sua camera con la mente completamente piena di pensieri. E la nausea non l’aiutava per niente visto che le metteva solo più dubbi. La cosa che doveva fare in quel momento era solo essere paziente e sperare per il meglio, anche se ormai ne stava diventando sempre più convinta., convinta che dentro di se aveva un’altra vita.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Michael tossì dopo essere riemerso dall’acqua. Il ragazzo avvertiva che la piscina era molto più profonda di quella dell’hotel. Aprì piano gli occhi cercando di asciugarsi la faccia e si accorse che non erano veramente più nell’hotel.
-dove sono finito?- si chiese ad alta voce mentre osservava intorno in cerca dei due albini che erano di fronte a lui e il ragazzo vide perfettamente il sedere di Lucas mentre il ragazzo usciva con grazia dalla piscina per poi aiutare la sorella.
-quindi sai stare a galla- furono le parole di Lucas che fecero ritornare in se Michael.
-ho dovuto imparare visto che la gente si divertiva a buttarmi nel fiume- borbottò il biondo avvicinandosi al bordo della piscina con ampie bracciate.
-e io che ero già preparato a doverti recuperare mezzo morto- disse tra le risate ancora l’albino ricevendo un’occhiataccia da Michael che riuscì tranquillamente ad uscire dalla piscina. Aveva i vestiti bagnati completamente appiccicata al corpo e da una parte ne era pure contento visto che non doveva tenersi i pantaloni per non farli cadere.
-dove siamo?- chiese Michael mentre guardava i due ragazzi cercando di dimenticare l’immagine del bel culo del ragazzo.
-di sicuro non sulla Terra- fu la semplice risposta di Lucas che fece sgranare gli occhi a Michael.
-in che senso non sulla Terra?-
-non ho tempo da perdere con te quindi stai zitto e seguici- borbottò Lucas lasciando nuovamente Michael senza parole.
-la vuoi smettere di trattarlo così male?- chiese sottovoce Luce al fratello. Non voleva farsi sentire da Michael che sembrava davvero molto infuriato per il comportamento di Lucas.
-non lo sto trattando male, deve imparare a stare al suo posto e non dare fastidio- rispose schietto Lucas lanciando un’occhiata al biondo che li stava seguendo. Quella camicia era davvero troppo grande per lui. L’albino fu anche costretto a distogliere lo sguardo visto che la camicia bianca era diventata completamente trasparente per via dell’acqua e lasciava ben poco all’immaginazione.
-devi ammettere che è carino e che…-
-smettila Luce- la fermò preventivamente Lucas non volendo minimamente iniziare quel discorso con la gemella. Sapeva perfettamente che il biondino era carino, ovviamente lo aveva notato dopo che il ragazzo si era fatto una doccia e aveva indossato i suoi vestiti.
-secondo me se gli facciamo indossare dei vestiti della sua taglia e lo sistemiamo per bene diventa ancora più carino- Luce ottenne un’occhiata scettica da parte di Lucas che la fece solo sorridere di più. -anche se con i tuoi vestiti addosso ti piace di più non è vero? O lo preferisci senza? Non dirmi che non hai sbirciato mentre si stava facendo la doccia-
-ti ho detto di smetterla altrimenti dico ad Erik che ricambi i suoi sentimenti- la ragazza alle minacce del fratello si bloccò di colpo sbiancando. Non voleva assolutamente che Erik pensasse di avere una possibilità con lei. Già era abbastanza appiccicoso di suo e lei continuava a respingerlo, figurarsi dopo quelle parole.
-che bello quando non mi dai fastidio- disse Lucas sorridendole. Era uno sporco mezzo per far star zitta la sorella, ma almeno poteva stare tranquillo per un po’. La ragazza avrebbe comunque continuato a tartassarlo.
-sei odioso quando fai così- borbottò lei per poi camminare all’indietro fino ad arrivare affianco al biondo ricordandosi di non aver minimamente chiesto il nome.
-allora come ti chiami?- chiese infatti la ragazza cogliendo il biondo leggermente di sorpresa.
-Michael- rispose lui.
-e te lo sei dato da solo o…-
-era sulla coperta nella quale sono stato trovato avvolto. La famiglia che mi ha trovato era molto povera però il capofamiglia sapeva leggere e quindi lesse facilmente il mio nome.- rispose Michael stringendosi nella stoffa bagnata visto che stava iniziando a fargli leggermente freddo.
-e tu? Sai leggere?- chiese curiosa la ragazza.
-no, non ho mai imparato perché a cinque anni sono stato cacciato da quella famiglia perché credevano fosse colpa mia la morte del capofamiglia-
-perché lo chiami così? Non aveva un nome?-
-si, però io non l’ho mai saputo- disse Michael con un’alzata di spalle spostando il suo sguardo azzurro da tutt’altra parte. Non gli piaceva per niente parlare del suo passato. Luce lo capì e preferì non insistere.
-comunque io sono Luce e quello scorbutico laggiù è il mio gemello Lucas- disse la ragazza cambiando argomento e sorridendo al biondo che ricambiò con un timido sorriso. Almeno la ragazza non era antipatica.
In realtà era rimasto parecchio sorpreso nel sapere che i due erano gemelli. Certo, si assomigliavano tantissimo, ma credeva fossero fidanzati. Quindi poteva avere una possibilità con l’albino! Poi il biondo si diede mentalmente dello stupito e odiò a morte la sua mente per fargli quegli stupidi scherzi. Non aveva possibilità primo perché Lucas era bellissimo e lui era un cesso ambulante, ma anche perché si capiva benissimo che Lucas lo odiava.
-posso chiederti dove stiamo andando? E perché prima tuo fratello ha detto che non ci troviamo sulla Terra?- chiese dopo un po’ Michael sperando di ricevere qualche risposta.
-ci troviamo in un mondo parallelo alla Terra dove avere dei poteri è normale, solo nelle famiglie nobili però- Luce sospirò -siamo arrivati all’interno della piscina del palazzo del regno della Luna, uno dei tre regni principali. Sei qui perché dobbiamo capire il perché dei tuoi poteri e soprattutto cosa ci facevi sulla Terra- gli spiegò pazientemente Luce. Sapeva che non potevano andare avanti senza dire niente al ragazzo.
-ma quindi fate parte di una famiglia nobile? Sono più che sicuro che non proveniva da me quel ghiaccio-
-siamo i principi del regno della Luna- gli disse sinceramente Luce facendo sgranare gli occhi a Michael e facendolo improvvisamente bloccare Michael e facendogli capire perché Lucas si era posto in quel modo con lui.
-mi dispiace avervi mancato di rispetto io…-
-non lo sapevi e non ti devi scusare- gli disse Luce con un bellissimo sorriso sulle labbra e poi ricominciando a camminare insieme a Michael.
La loro conversazione comunque era avvenuta a portata d’orecchie di Lucas che aveva camminato davanti a loro per tutto il tempo.
 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Bardon stava guardando malissimo tutte le proposte di matrimonio che gli erano arrivate per la figlia maggiore. Tutte proposte erano state fatte da gente che non gli piaceva. Erano tutte persone che pensavano solo ad ottenere soldi e diventare re del suo regno. Cavolo c’erano anche proposte da parte di gente decrepita!
Sospirò mettendosi le mani in faccia. Non poteva costringere la figlia a sposarci con quei mostri, ma non poteva nemmeno permetterle di sposarsi con Ezekiel per quella stupida e odiosa profezia. Se non ci fosse stata quella non avrebbe esitato nemmeno un momento ad accettare quella possibilità.
Sentì bussare alla porta e si diede un contegno prima di dare il permesso di entrare. Gabriel apparve subito dopo chiudendosi la porta alle spalle.
-vostra altezza c’è il principe Ezekiel che vorrebbe parlarvi- disse il ragazzo con il capo leggermente abbassato. Bardon sospirò, sapeva perfettamente cosa voleva chiedergli il principe.
-fallo entrare ma con discrezione. Non voglio che le mie figlie lo sappiano- disse. Voleva almeno dire al ragazzo chiaro e tondo che non avrebbe mai accettato la sua proposta.
Gabriel annuì e uscì dall’ufficio ritornano poco dopo seguito dal primogenito della famiglia reale dell’Eclissi.
-non sono sorpreso di vedevi qui- furono le prime parole che disse Bardon al ragazzo dopo che si furono salutati.
-quindi sapete anche il perché?- chiese il ragazzo con calma.
-si e la mia risposta è no. Non prenderla sul personale, ma non posso accettare- disse con la stessa calma il re.
-e posso sapere il motivo?- chiese il ragazzo che non aveva nessuna intenzione di arrendersi.
-non sono tenuto a spiegarti perché- rispose Bardon. Non aveva nessuna intenzione di spiegare tutti i dettagli a quel principe.
-io non mi arrenderò fino a quando non otterrò la mano di Allison. Quindi o mi date una ragione valida o io continuerò a darvi fastidio- disse risoluto Ezekiel. Bardon lo guardò capendo perfettamente che il ragazzo avrebbe mantenuto la promessa appena fatta. Ci pensò su per un bel po’, poi sospirò arrendendosi.
-nessuna delle mie figlie può sposare un principe della Luna o dell’Eclissi per via di una profezia. In caso di matrimonio e poi di possibile erede sia la madre che il bambino moriranno. Non posso farti sposare mia figlia visto che rischierei di condannarla a morte- Ezekiel sgranò gli occhi a quelle parole, non immaginava possibile una cosa del genere.
-ma com’è possibile? Da dove esce questa profezia?- il ragazzo non voleva crederci. Se le parole del re del sole erano vere non avrebbe potuto sposare la sua Allison.
-è arrivata dopo la morte di mia moglie, e credo sia possibilissimo. Non voglio rischiare di perderle okay? So che hai buone intenzioni, ma non posso fare niente- Bradon vide chiaramente lo sguardo del ragazzo davanti a se incupirsi. Aveva capito.
-grazie per avermi detto la verità e scusate per il disturbo- disse allora Ezekiel facendo un lieve inchino ed uscendo dalla stanza e incamminandosi per i corridoi verso l’uscita del castello. Aveva capito che non poteva mettere a rischio la vita di Allison. Si sarebbe fatto da parte, era l’unica cosa che poteva fare in quel momento.
Proprio mentre stava pensando quello sentì chiamarsi da lontano e si girò sorridendo vedendo un’Allison abbastanza confusa.
-ehi- le disse il ragazzo mentre la bionda lo abbracciava di slancio.
-cosa ci fai qui?- chiese lei felice di vederlo li.
-sono venuto a chiedere la tua mano- le rispose sinceramente lui.
-e ha accettato?-
-no, non posso sposarti Ally- disse il principe con un sorriso triste sulle labbra.
-perché?- chiese lei.
-perché metterei a rischio la tua vita. Il re mi ha spiegato il motivo per cui non vuole accettare la mia proposta. Devo farmi da parte- lui le accarezzò una guancia mentre ad Allison venivano le lacrime agli occhi.
-e se mio padre avesse mentito? Lui non mi ha mai detto il motivo e vi odia, sia voi che quelli della Luna. Potrebbe essere solo un modo per farti desistere velocemente- provò a dire la ragazza. Sapeva perfettamente che il padre odiava gli altri due regni e si sarebbe inventato di tutto.
-sembrava davvero sincero- le disse Ezekiel.
-ho la sensazione che tu stia rinunciando senza provarci- gli disse Allison staccandosi dall’abbraccio.
-tesoro non voglio la tua morte-
-un matrimonio non ha mai ucciso nessuno!- gridò la ragazza iniziando a fare avanti e indietro per il corridoio.
-Allison non credo che tuo padre mentirebbe su una cosa del genere- disse Ezekiel cercando di far calmare la principessa, anche perché doveva assolutamente uscire dal castello. Non voleva trovarsi con le guardie che gli puntavano delle spade addosso per costringerlo ad uscire. Fino a prova contraria lui nemmeno si doveva trovare li in quel momento.
-secondo me ne è capace. Ora va altrimenti finisce male- sussurrò la ragazza mentre vedeva con la coda dell’occhio arrivare delle guardie. La bionda lasciò un dolce bacio sulle labbra del principe per poi dargli le spalle e incamminarsi verso la sua camera mentre Ezekiel faceva lo stesso dirigendosi verso la porta e con il cuore in gola. Quello sarebbe stato il loro ultimo bacio.
Allison non riuscì ad arrivare nella sua camera perché sentì prima dei singhiozzi provenire dalla camera di Isabelle e si avvicinò bussando. Non ricevendo risposta aprì la porta trovando la sorella stesa sul letto che aveva appena spostato la testa verso la porta e Allison riuscì a scorgere le lacrime sul volto della sorella.
-tesoro cosa succede?- chiese Allison chiudendosi la porta alle spalle.
-ho fatto una cazzata- disse Isabelle che ormai non si poteva più nascondere. Aveva avuto la conferma dei suoi dubbi quella mattina stessa, una settimana dopo l’inizio dei suoi malori.
-vuoi parlarne?- chiese la maggiore sperando che la sorella le dicesse di si.
-sono rimasta incinta- rivelò la secondogenita facendo sgranare gli occhi all’altra.
-cosa? Oddio papà ti ammazza- disse Allison davvero sconvolta.
-lo so- fu il flebile sussurro della bionda.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***



Michael guardò con spavento l’uomo che lo stava osservando attentamente. Aveva gli stessi capelli bianchi e occhi grigi dei due gemelli.
-quindi mi state dicendo che è lui quell’enorme quantità di energia che abbiamo sentito sulla Terra?- chiese la donna che era li con loro e che osservava da lontano il biondo con curiosità.
-si madre, la cosa strana però è che ha il potere del fuoco- fu la semplice e incolore risposta di Lucas. Michael voleva chiedere cosa ci fosse di strano, erano presenti solo poteri del ghiaccio forse? Però il biondo non aveva nessuna intenzione di sembrare maleducato. Aveva già fatto troppi macelli.
-si, è molto strano- disse il re che cercava di capire cosa ci fosse di familiare in quel ragazzo.
-hai avuto qualche contatto con altri come noi?- chiese Johnson, re della Luna, a Michael che scosse la testa.
-voi siete i primi- disse poi sospirando. Johnson storse la bocca pensieroso.
-sicuro?- chiese ancora l’uomo.
-sicurissimo-
-se mi stai mentendo farai una brutta fine- disse ancora l’albino per poi lanciare uno sguardo veloce ai figli che capirono subito che voleva parlargli in privato. L’uomo poi chiamò uno dei suoi servitori dicendogli di accompagnare Michael nella sua camera.
Una volta che furono sicuri che il ragazzo non potesse sentirli guardo i gemelli.
-ha il potere dei nobili del regno del sole- furono le sue prime parole -mi sembra troppo strano-
-è anche biondo come tutti in quel regno- disse Elise, la regina.
-siete sicuri che non sapesse niente? Sembra troppo strano-
-sembrava davvero spaesato quando gli ho parlato del mondo parallelo e dei poteri. Sono sicura che non ci stia mentendo- disse Luce difendendo Michael, le piaceva troppo quel ragazzo e le sembrava davvero un cucciolo smarrito nonostante fosse abbastanza alto.
-dovete riuscire a capire se ci sta mentendo. Non mi interessa come basta che lo facciate- disse allora Johnson mentre i due gemelli annuivano e lasciavano la sala con all’interno solo i due coniugi.
-io ho un’idea- disse Luce una volta nel corridoio del palazzo fatto completamente di marmo nel quale vivevano. Era abbastanza freddo, però loro erano abituai a quelle temperature.
-ho paura di chiederti di cosa si tratta- disse il ragazzo che già aveva capito dove voleva andare a parare la sorella.
-tu lo seduci e ti fai rivelare tutto, e dico proprio tutto. È semplice- Luce stava sorridendo mentre Lucas sbuffava avendo preso in pieno i pensieri della sorella.
-non credo possa funzionare- cercò di opporsi il ragazzo -credo si fidi più di te-
-no, ho visto come ti guarda e credimi vorrebbe tantissimo essere fottuto da te-
-LUCE!- gridò il ragazzo. Sapeva che la sorella non si faceva scrupoli a dire certe cose, ma non credeva fino a quel punto.
-che c’è? Ho detto solo la semplice verità. Ficcagli la lingua in bocca e vedi come finite a scopare in pochissimo tempo- continuò la ragazza ignorando completamente le guardie che passeggiavano per i corridoi e soprattutto lo sguardo di fuoco del fratello. La voleva veramente ammazzare in quel momento.
-smettila per favore- le sussurrò poi. Non aveva nessuna intenzione di far girare pettegolezzi per tutto il castello. Gli era bastata la volta in cui Luce era riuscita a far sapere in tempo zero ai suoi genitori che gli piacevano i ragazzi. Era stata una confessione che Lucas aveva fatto alla sorella sperando nella sua segretezza, non che spiattellasse tutto in pochissimo tempo.
Per sua fortuna i suoi genitori avevano accettato senza problemi il suo orientamento sessuale e non avevano fatto storie. Il ragazzo aveva anche proposto di prendere una ragazza in moglie nel caso ce ne fosse stato bisogno, ma i suoi genitori gli avevano detto di scegliere chi voleva. Per gli eredi ci poteva pensare anche Luce.
-dai che ti costa provare? È pure bello!- continuò la ragazza non ascoltando minimamente le preghiere del fratello.
-non posso fare tutto il carino all’improvviso quando l’ho sempre trattato come una merda!-
-nessuno ti ha detto che devi essere carino! Lo devi solo far parlare in un modo molto particolare che può dare piacere ad entrambi- l’albina alzò le spalle con un leggero ghigno sulle labbra mentre Lucas scuoteva la testa non potendone più di conversare con la sorella. -almeno provaci, se poi vedi che non va a buon fine non hai perso niente- Lucas stava per dirle che non l’avrebbe fatto a prescindere ma venne interrotto da una voce che entrambi conoscevano benissimo.
-dove siete stati di bello?- furono le parole di Erik mentre si avvicinava ai due con i capelli blu lunghi che ondeggiavano da una parte all’altre seguito a ruota dai due fratelli. Ezekiel sembrava mezzo morto e salutò i due gemelli solo con un cenno della testa mentre Auli abbracciava stretta Luce.
I regnati dell’Eclissi e della Luna avevano sempre fatto in modo che i loro figli facessero amicizia ed era stata una buona cosa visto che i cinque ragazzi avevano instaurato un forte legame che li avrebbe aiutati anche quando sarebbe toccato a loro regnare. Ciò però aveva anche fatto in modo che Erik perdesse la testa per Luce non ricambiato.
Le tre principesse del sole invece non erano mai entrate a far parte di quel circolo di amicizie solo perché Bardon non voleva avere niente a che fare con gli altri regni.
-sulla Terra, abbiamo trovato il motivo di quell’improvviso potere magico- rispose Lucas con calma. -a voi cos’è successo?- chiese poi fissando i suoi occhi grigi in quelli azzurri di Ezekiel.
-non posso sposare Allison anche avendo chiesto personalmente la mano a Bardon- rispose il ragazzo.
-sta così da due settimane! Non riusciremo mai a farlo rinsavire- disse Erik scuotendo la testa. -Luce che ne dici di diventare la mia ragazza?- chiese poi sorridendo all’albina che lo guardò male.
-manco per sogno- rispose lei incrociando le braccia al petto.
-sei cattiva! Come puoi farci questo!- disse in modo abbastanza plateale Erik addossandosi alla spalla del fratello che lo guardò con le sopracciglia alzate mentre Auli scoppiava a ridere.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


-sei riuscita a farti dire chi è?- chiese Sophie ad Allison mentre le due ragazze erano rinchiuse nella camera della più piccola.
Anche Sophie era venuta a sapere del bambino che stava aspettando Belle dalla stessa ragazza e da una settimana a quella parte lei e Allison stavano cercando di capire chi fosse il padre del bambino visto che Isabelle rimaneva sempre in silenzio quando usciva quell’argomento.
-no. Non so proprio chi possa essere. Di sicuro non si vedono più- furono le parole di Allison.
-ne sei convinta?-
-si. Isabelle non ha visto nessun ragazzo in questi giorni- sospirò la maggiore, aveva il brutto presentimento che quel bastardo avesse lasciato Isabelle non appena saputo del bambino. Di sicuro nessuno aveva voglia di avere a che fare con il re del sole incazzato. Re del sole che ancora non sapeva niente di tutta quella situazione visto che Belle aveva pregato le sue sorelle di non dire niente, voleva farlo lei al tempo giusto. Sophie e Allison sapevano, però, che il momento giusto non sarebbe mai arrivato.
-uffa! Perché non vuole dirci chi sia? Che male c’è?- chiese Sophie indispettita. Loro volevano soltanto aiutarla.
-non lo so, credo che sia spaventata per il fatto che papà mi ha impedito di sposare Ezekiel-
-a proposito di lui vi site incontrati?-
-no. Ho chiuso con lui. Crede a papà e io invece no. Ha smesso di provarci e quindi io ho deciso di lasciarlo andare infondo devo sposarmi con un tizio- disse Allison guardando fuori dalla finestra. Era rimasta davvero delusa dalla decisione di Ezekiel e aveva deciso di lasciar perdere tutto.
-siete davvero sfortunate, tutte e due. È per questo che io non mi fidanzerò mai e non mi innamorerò mai.- furono le parole di Sophie mentre l’altra bionda alzava le sopracciglia scettica.
-credimi arriverà qualcuno che ti farà perdere completamente la testa e ti rimangerai tutto- le disse poi Allison ridacchiando. Anche lei aveva sempre pensato che non si sarebbe mai innamorata, ma era successo l’esatto opposto.
Le due sentirono bussare alla porta e fu Allison ad alzarsi per andare ad aprire e vedere chi fosse trovandosi davanti un’Isabelle scavata dalla stanchezza.
-tutto bene tesoro?- le chiese Allison preoccupata.
-si, potete venire con me? Ho deciso di parlare con papà- disse la secondogenita mordendosi il labbro inferiore.
-certo!- disse Sophie alzandosi di colpo e poi incamminarsi insieme alle sorelle verso lo studio del padre. Bardon era di sicuro li.
-grazie per essere al mio fianco- sussurrò Isabelle prima di farsi coraggio e aprire la porta senza bussare.
Bardon alzò velocemente gli occhi sentendo la porta aprirsi e guardò confuso le sue tre figlie che erano appena entrate. Perché aveva paura che erano li per il matrimonio di Allison?
-ragazze per favore basta parlare di quel matrimonio! Ormai la decisione è presa e non la cambio- disse Bardon impuntandosi.
-non siamo qui per quello- disse Allison incrociando le braccia al petto.
-okay allora perché siete entrate qui con piede di guerra?- chiese l’uomo davvero confuso dal comportamento delle figlie.
-sono incinta- sganciò la bomba Isabelle- meglio dirlo subito e togliersi il dente.
-tu cosa?- chiese Bardon sconvolto. La sua bambina era incinta.
-sono incinta- disse nuovamente Isabelle incatenando i suoi occhi azzurri in quelli identici del padre.
-ti prego dimmi che non è qualcuno del regno della luna o dell’eclissi- disse l’uomo mettendosi le mani in faccia per la disperazione. Perché le sue figlie volevano complicargli completamente la vita?
-no- rispose sinceramente la ragazza.
-e questo qui lo sa? Che sei incinta intendo-
-no, non lo sa e non lo verrà mai a sapere- disse convinta Isabelle. Non voleva assolutamente mettere nei guai Gabe. Quel ragazzo non se lo meritava.
-e come fai a dirlo? Non puoi diventare madre senza sposarti! Cosa dirà il popolo, cosa diranno gli altri regni?- in realtà Bardon non voleva che la figlia rimanesse da sola in quella situazione. Era arrabbiato con lei era vero, ma se era successo significava che quella persona piaceva alla ragazza e lui non voleva impedirle completamente di essere felice.
-posso farcela senza problemi con le mie sorelle al fianco e ti chiedo anche di non cercare il padre di questo bambino. Lui non sa niente e non deve sapere niente- ripeté Isabelle che era davvero troppo spaventata per Gabriel.
-hai paura che lui non voglia il bambino?- chiese Bardon -perché se non è così preferirei vederti con qualcuno al tuo fianco per crescerlo. Queste parole non significano che non sono arrabbiato. Credimi tesoro sono infuriato, ma voglio il meglio per te- disse l’uomo alzandosi finalmente dalla sua sedia e mettendosi difronte alla secondogenita prendendole le mani tra le sue.
-è impossibile- disse Isabelle sospirando.
-perché? Non vuole figli?-
-sono una principessa e lui no! Non è possibile- Isabelle non poteva minimamente sperare di poter sposare Gabriel, era davvero impossibile. E poi lei lo aveva trattato malissimo.
-potrei fare un’eccezione- propose Bardon facendo sgranare gli occhi ad Isabelle che però si riscosse subito.
-non sarebbe giusto nei confronti delle mie sorelle, soprattutto di Allison- disse prontamente Isabelle.
-e no signorina! Tu hai la possibilità di sposare chi vuoi e non sarò io ad impedirtelo!- rispose prontamente Allison facendo sgranare gli occhi ad Isabelle -non perdere questa opportunità- le sussurrò poi baciandole una guancia.
-proverò a parlargli, ma non credo andrà a buon fine- disse Isabelle sgusciando dalla presa del padre per poi incamminarsi verso la porta dopo aver salutato tutti quanti con un cenno della testa.
La ragazza camminò lentamente per i corridoi. Non sapeva cosa fare. Il padre le aveva detto che andava bene, ma non si aspettava di certo uno dei camerieri del castello! Se avesse visto Gabe avrebbe detto subito di no. La bionda era troppo persa nei suoi pensieri che non si accorse della presenza dell’oggetto dei suoi pensieri al suo fianco.
-vi vedo molto stanca, state bene?- furono le parole che Gabriel sussurrò a Isabelle attirando completamente la sua attenzione. Aveva deciso di provare a parlare per capire.
-si, sto bene- disse semplicemente la ragazza aumentando il passo e rinchiudendosi nella sua camera.
 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


-devi assolutamente imparare a controllarli- furono le parole seccate di Lucas mentre cercava di insegnare a Michael come controllare le sue maledette fiamme. In quei giorni erano stati sempre più recenti incidenti provocati dalle fiamme del biondo.
-ma non ci riesco!- disse Michael sbuffando. Non sopportava quando l’albino pretendeva che facesse qualcosa velocemente quando ancora non sapeva come fare.
-non puoi non riuscirci sei nato con questi cazzo di poteri devi smetterla di fare macelli in giro e soprattutto devi smetterla di indossare le mie camicie! Me le stai incenerando tutte!- in realtà non era quello il motivo. Michael era troppo eccitante con quelle camicie addosso e Lucas non credeva sarebbe riuscito a resistere per non saltargli addosso. Non gli stavano più enormi come prima visto che il biondo aveva messo su un po’ più di peso avendo iniziato a mangiare regolarmente, ma comunque il corpo di Lucas reagiva in maniera davvero impropria per un principe.
-non c’è nient’altro, cosa devo fare?- chiese il biondo davvero esasperato. E poi lui non voleva smettere di indossare quelle camicie, avevano un profumo buonissimo, di mughetto, che lo faceva davvero impazzire.
-allora dirò alla sarta di farti qualcosa che puoi indossare, ora per favore vuoi controllare quelle cavolo di fiamme!- gridò Lucas vedendo che le mani di Michael avevano nuovamente preso fuoco. Il biondo guardò le sue mani come se volesse staccarsele.
Michael ci provò veramente a fermarle, ma non riusciva a fare niente, anzi! Le fiamme stavano diventando sempre più grandi facendo sgranare gli occhi azzurri del biondo.
Lucas lo guardò sconvolto. Sembrava che i tentativi di bloccare le fiamme da parte del ragazzo non facevano altro che aumentarle.
Lucas allora si decise ad aiutare il ragazzo congelandoli le mani. Ma, nel tentativo di raggiungere velocemente il ragazzo inciampò per via della spada che si era dimenticato di aver buttato a terra e si ritrovò ad essere completamente spalmato sopra a Michael dopo averlo buttato accidentalmente a terra.
Comunque Lucas riuscì a congelare le mani del biondo ed entrambi finirono per guardarsi negli occhi mentre i loro respiri andava a sincronizzarsi.
-mi hai ghiacciato le mani- sussurrò Michael che iniziava a non sentire più la sensibilità alle mani. Sapeva che Lucas l’aveva fatto per aiutarlo, ma era bruttissimo per lui. Poi in quel momento non era nemmeno capace di ragionare tantissimo visto quanto era vicino il principe della luna tanto che Michael si sentiva completamente invaso dal profumo del mughetto.
-tu non sai i guai che puoi combinare con quelle fiamme- gli sussurrò Lucas a pochi centimetri dal suo volto cosa che fece andare ancora più in tilt il povero Michael che aveva iniziato a fissare con interesse le labbra rosee del principe.
Lucas stava impazzendo proprio come il ragazzo sotto di lui e decise quindi di doversi alzare, ma facendolo strusciò la gamba, involontariamente, contro le parti intime di Michael facendolo gemere.
Michael si morse le labbra non appena si accorse di quello che aveva fatto. Gli occhi grigi di Lucas si puntarono in quelli azzurri del biondo sotto di se fermandosi completamente.
-io…ecco- cercò di dire Michael per togliersi dall’imbarazzo ma non riuscì a trovare le parole anche perché si ritrovò con le labbra catturate da quelle del principe che lo baciò famelico.
Lucas aveva deciso di mandare a quel paese qualunque pensiero sensato che aveva fatto in tutto quel tempo per impedirsi di saltare addosso al biondo perché quel gemito lo aveva fatto impazzire.
Il bacio divenne subito famelico e i due iniziarono a mordersi le labbra dimenticando di trovarsi stesi sul parto del giardino del palazzo della Luna e che chiunque poteva tranquillamente guardarli.
Le mani di Lucas andarono ad infilarsi velocemente sotto la camicia di Michael che gemette tra le labbra dell’albino per via del freddo che le sue dita emanavano.
Michael cercò anche lui di toccare il ragazzo sopra di se, ma non ci riuscì visto che aveva ancora le mani intorpidite.
I due avrebbero continuato a baciarsi in quel modo, e a fare anche altro, se solo un rumore non li avesse risvegliati da quello stato. I due si fissarono per un po’ e Lucas sorrise vedendo le labbra arrossate e gonfie di Michael immaginando le sue labbra nella stessa e identica situazione.
Il principe si alzò di scatto spolverandosi la camicia che si era leggermente sporcata nella caduta per poi lanciare uno sguardo veloce a Michael che stava ancora steso a terra.
-muoviti ad alzarti e vai a farti una doccia, puzzi- disse semplicemente Lucas scomparendo dalla vista di Michael. Se fosse rimasto solo un altro po’ li si sarebbe di sicuro fiondato nuovamente su quelle labbra e non voleva. Almeno non subito. Decise di farsi anche lui una doccia, bella fredda visto che il suo corpo era un vero inferno in quel momento. Il corpo di Michael emanava davvero tantissimo calore e Lucas aveva davvero paura che se Michael l’avesse toccato si sarebbe ritrovato con segni di ustioni sulla sua pelle delicata.
Appena arrivato nella sua camera si guardò nell’enorme specchio a parete che si trovava proprio difronte al suo letto e un lieve sorriso si fece largo sulle sue labbra. No, decisamente non era messo meglio di Michael. Le labbra gonfie e la camicia leggermente alzata facevano subito capire che ci aveva dato dentro e il principe ringraziò di non aver incontrato nessuno per i corridoi. Sorrise ancora prima di spogliarsi completamene e andare ad immergersi nell’enorme vasca che si trovava nel suo bagno privato. L’acqua era sempre pronta visto che a lui piaceva fredda ed era davvero una bella sensazione lasciarsi andare in quel modo.
Michael rimase immobile per parecchio tempo prima di alzarsi. Questo perché aveva ancora le mani congelate e quindi non riusciva a compiere bene i movimenti più semplici. Il biondo avvertiva ancora su di se il buon sapore dell’altro e ci era rimasto davvero male quando Lucas si era scostato da lui. Non che volesse qualche parola dolce, ma almeno evitargli di dire che puzzava! Sapeva benissimo di essere tutto sudato e poi era stato l’albino il primo a spalmarsi sopra di lui.
Michael sospirò e si alzò definitivamente andando verso la sua camera per farsi quella stramaledette doccia.

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Isabelle sbuffò sentendo la porta della sua camera che si apriva. Sapeva perfettamente l’identità della persona che era entrata senza permesso nella sua camera visto che l’aveva seguita per tutto il corridoio.
-cosa vuoi?- chiese acida mentre Gabriel chiudeva la porta alle sue spalle.
-parlarvi-
-di cosa? Io non ho niente da dirti-
-posso almeno sapere il motivo per il quale mi avete allontanato? Non credo di aver fatto qualcosa di sbagliato nel cercare di aiutarvi quella sera- iniziò il ragazzo ignorando completamente la frase della bionda. Voleva assolutamente chiarire con lei.
-non avevo bisogno del tuo aiuto. Mi hai fatto solo innervosire di più- disse Isabelle in un sussurro.
-okay, e ora state meglio?-
-si sto meglio. Non comportarti così con me per favore!- disse la ragazza iniziando a piangere. Si sentiva una stronza a trattarlo in quel modo freddo, ma non voleva illuderlo inutilmente.
Gabriel sgranò gli occhi alle lacrime della sua principessa e si avvicinò asciugandoglielo con la mano.
-perché?- sussurrò il ragazzo a pochissimi centimetri dal volto di lei.
-perché apparteniamo a due mondi diversi e mio padre non accetterebbe mai una cosa del genere. E poi non voglio che ti tratti male- scoppiò definitivamente la ragazza abbracciando di slancio Gabe che la strinse a se. Quanto cavolo le era mancata.
-se non fai una prova non lo saprai mai- le sussurrò all’orecchio.
-ti prego non fare cazzate. Non voglio perderti. Trova qualcun altro che ti ami-
-è impossibile Belle, io amo solo te- il ragazzo la fece leggermente staccare da se per poi baciarla. Aveva aspettato settimane per poter riavere le sue labbra su quelle di Belle.
-non possiamo…- disse ancora lei tra le lacrime mentre stringeva forte la camicia del ragazzo -devi lavorare?- chiese dopo essersi calmata leggermente.
-adesso sei più importante tu- le sussurrò lui. Non aveva nessuna intenzione di lasciarla, non in quello stato.
-allora rimani qui con me? Solo abbracciati- specificò la ragazza andandosi a stendere sul letto per poi indicare al castano di raggiungerla, cosa che fece subito dopo essersi tolto le scarpe.
E sorrise mentre stringeva a se la ragazza. Era felice di essere riuscito a parlare di nuovo e a farle cacciare qualcosa dalla bocca. Almeno adesso sapeva il perché lo aveva allontanato.
I due rimasero abbracciati per tantissimo tempo tanto che Isabelle si addormentò coccolata dal profumo del ragazzo.
Gabe rimase in quella posizione per un altro poco prima di lasciarle un bacio sui capelli e alzarsi dal letto per poi uscire dalla camera della principessa facendo il più piano possibile per non svegliarla.
Voleva parlare assolutamente con Bardon e provare a chiedere la mano di Belle. Come aveva detto lui alla principessa fino a quando non provavano non avrebbero mai saputo. Con tutto il coraggio che aveva si diresse verso lo studio del re e bussò una volta. Non attese molto prima di ottenere il permesso di entrare e subito il ragazzo lo fece chiudendosi la porta alle spalle e facendo un piccolo inchino.
-Gabriel, cosa succede?- chiese il re sorpreso di vedere il ragazzo arrivare li. Non aspettava visite da parte di nessuno quindi aveva paura di una nuova visita a sorpresa da parte del principe dell’Eclissi. Stava iniziando ad averne abbastanza di tutta quella situazione. Perché aveva tre figlie femmine? Non potevano essere tutti maschi?
-mi scusi per l’intrusione volevo chiederle una cosa importante- disse il castano cercando di regolare il respiro che si era fatto più pesante per l’ansia cosa che notò subito anche Bardon. Cos’era successo al ragazzo? In tutti quegli anni non lo aveva mai visto così.
-certo, dimmi pure- disse alla fine il biondo curioso di conoscere la richiesta di quel ragazzo che aveva fatto tanto per loro senza mai chiedere niente in cambio. Era proprio identico ai suoi genitori e di questo Bardon andava molto fiero. Aveva visto crescere quel ragazzo quindi era quasi come un figlio per lui nonostante cercasse di non darlo a vedere. Non voleva competizione tra i suoi camerieri.
-vorrei chiedervi la mano di Isabelle- Bardon guardò sorpreso il ragazzo. Si era aspettato di tutto tranne una proposta del genere. In quel momento capì anche perché Isabelle aveva detto che era impossibile.
-so che è una richiesta assurda da parte mia ma…-
-non è assurda.- lo bloccò Bardon mentre Gabriel alzava in capo sorpreso da quelle parole. -quanto ti piace mia figlia?-
-la amo- disse sinceramente Gabriel mentre sul volto di Bardon si andava ad aprire un ampio sorriso.
-lei sa che sei venuto a chiedermi la sua mano?-
-no, credo mi avrebbe fermato-
-c’è un motivo particolare per il quale hai deciso di chiedermi ciò adesso?- Bardon voleva capire se il ragazzo era a conoscenza della gravidanza della figlia.
-no, ho solo pensato che fosse arrivato il momento di provarci. Ultimamente Isabelle mi sembra più giù del solito e volevo provare a farle una sorpresa- disse sinceramente Gabriel.
-accetto la tua proposta- disse alla fine Bardon che voleva vedere almeno una delle sue figlie felice e poi non gli poteva capitare una persona migliore di Gabriel.
Gabriel che sgranò gli occhi a quelle parole. Mai avrebbe immaginato una cosa del genere.
-davvero?- chiese ancora dubbioso e incredulo.
-si, davvero. Ovviamente deve accettare anche lei se no non si fa niente.-
-la ringrazio infinitamente- disse Gabriel con un filo di voce. Sperava di rendere felice la sua Isabelle.
-vai da lei adesso- Gabriel annuì prima di fare un altro inchino e uscire dallo studio per poi correre come un pazzo verso la camera di Isabelle con un sorriso a trentadue denti sulle labbra.
Quando aprì la porta della camera trovò Isabelle che si stava guardando intorno spaesata. Poi lo vide.
-dove sei stato? Credevo saresti stato tutto il tempo qui con me- sussurrò la ragazza mentre Gabe la raggiungeva nuovamente sul letto.
-scusami, dovevo fare una cosa importante-
-cosa?- chiese la ragazza curiosa, anche perché vedeva chiaramente il sorriso sulle labbra di Gabe.
-chiedere la tua mano a tuo padre- le rispose il ragazzo che non vedeva l’ora che la principessa metabolizzasse la sua frase.
-ma sei un pazzo cosa…aspetta ti ha detto si?- iniziò lei per poi accorgersi che quel sorriso poteva averlo solo una persona alla quale era stata accettata la proposta.
-si, ora manca solo il tuo- le sussurrò lui speranzoso.
-cazzo si!- gridò lei tra le lacrime mentre si faceva abbracciare da quello che in definitiva era il suo ragazzo.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Michael lanciava sguardi veloci verso Lucas ogni volta che ne aveva la possibilità. Erano passati tre giorni da quello stramaledettissimo bacio e ancora non era riuscito a parlare con il ragazzo per chiarire quella situazione imbarazzante. Anche perché ogni volta che ci provava o c’era in giro Luce o balbettava così tanto che riusciva a stento a capire cosa stesse dicendo lui stesso.
E poi c’era anche lo stesso Lucas che non faceva altro che guardarlo male e rispondergli anche peggio di prima.
-ultimamente stai fissando più spesso mio fratello. Vuoi che ti fotta?- disse Luce facendo riscuotere dai suoi pensieri Michael.
-cosa… ma cosa dici!- scattò istericamente lui. Si, dopo quel bacio un pensierino l’aveva fatto. -e poi non dovresti parlare così visto che sei una principessa- disse lui guardando scettico la ragazza.
-oh anche tu con questa cosa! Se nessuno mi sente è okay e poi ammettilo che ti piacerebbe molto fartela con mio fratello. Ma l’hai visto quanto è bello?- continuò la ragazza a spada tratta senza notare che il biondo stava iniziando a mordersi il labbro inferiore per l’imbarazzo.
-si è bello- disse a bassa voce Michael sperando di far smettere Luce, ma provocando l’effetto opposto.
-oh quindi ti piace! Se vuoi lo spingo involontariamente verso di te così poi iniziate a pomiciare…-
-per favore no!- quasi gridò il biondo diventando completamente rosso e ricordandosi perfettamente che erano finiti a baciarsi solo perché Lucas gli era caduto addosso. Non voleva ripetere l’esperienza.
-cattivo! Come facevi per corteggiare i ragazzi sulla Terra?- chiese curiosa la ragazza. In realtà voleva provare a capire se il ragazzo stesse mentendo. Era riuscita da subito ad instaurare un buon rapporto di amicizia con lui e quindi sperava, aprendo quei discorsi, di poter avere la fiducia completa del biondo. Lucas non stava collaborando quindi era costretta a fare tutto da sola.
-non ho mai conquistato nessuno visto che l’unico mio problema era sopravvivere e cercare di spegnere le fiamme se apparivano all’improvviso- rispose il ragazzo rabbuiandosi.
-cosa? Non hai mai fatto niente?- chiese curiosa Luce. Quello era davvero interessante.
-no, non ho mai avuto una vita normale- rispose Michael sbuffando. Perché tutto quell’interesse per la sua vita privata in quel momento?
-ma quanti anni hai?- chiese allora curiosa Luce.
-credo diciannove- rispose Michael con un’alzata di spalle.
-oh tu hai proprio bisogno di farti una bella scopata e secondo me Lucas è la persona che fa per te- partì all’attacco la ragazza con un sorriso sulle labbra. Il ragazzo non le stava mentendo, ne era più che sicura.
-no grazie- disse Michael spaventato da quella prospettiva visto che pochi giorni prima stava veramente per succedere.
-la volete smettere di parlare voi due?- disse Lucas avvicinandosi ai due per poi puntare i suoi pozzi grigi in quelli azzurri di Michael -sbaglio o devi imparare a controllare i tuoi poteri? Non possiamo perdere tempo visto che rischi di incendiare tutto. Muovi il culo- e dicendo così diede uno schiaffo al fondoschiena del biondo per farlo muovere verso il centro del piccolo giardino dove si erano messi per permettere a Michael di esercitarsi sui suoi poteri senza fare troppi danni.
Michael si morse il labbro per non gemere a quello schiaffo e si portò al centro cercando di fare respiri profondi e cercare di immaginare le fiamme muoversi proprio come gli aveva detto Luce. Lei si che sapeva spiegare! Altro che quel deficiente di Lucas.
-sbaglio o gli hai appena toccato il culo?- disse luce al gemello in modo che la potesse sentire solo lui.
-e allora?- chiese il ragazzo che aveva fatto quel gesto come un riflesso involontario e di certo non aveva nessuna intenzione di farlo davanti alla sorella.
-mi piaci così intraprendente sai? Muoviti a buttarti o qualcuno te lo ruba-
-e chi lo vuole- sussurrò Lucas che in realtà non voleva altro che baciare nuovamente il ragazzo.
-comunque sono sicura che lui non sappia niente davvero, altrimenti si sarebbe già stato sgamato- disse poi Luce sorridendo in direzione di Michael che non poté vederla perché aveva gli occhi chiusi, molto probabilmente si stava concentrando.
-quindi non serva che io faccia qualcosa- disse tranquillamente Lucas mentre la sorella gli lanciava un’occhiataccia -basta dire a papà che ha detto la verità fin da subito e cercare di capire noi stessi che legami possa avere con il regno del sole, perché sono più che sicuro che qualche legame ci deve essere per forza. Ha troppi tratti in comune-
-questo non significa che non te lo puoi tranquillamente scopare. Lo fissi in un modo che la dice lunga- Luce aveva iniziato a punzecchiare il fratello sul braccio per farlo parlare, ma lui non aveva nessuna intenzione di fare niente. Ringraziava il cielo e chiunque gli avesse dato il buon senso di non dire niente del bacio alla sorella. Altrimenti era sicuro sarebbe andata fuori di testa e l’avrebbe stressato all’infinito.
-mi stai ignorando volutamente?- chiese la ragazza vedendo che l’albino al suo fianco non la stava degnando di attenzioni come voleva ma che stava guardando attentamente Michael che era appena riuscito a creare delle fiamme sulle sue mani.
-ora cerca di controllarle- disse Lucas al biondo che alzò i suoi occhi su di lui prima di annuire e provare a non fare danni. Iniziò cercando di farle aumentare gradualmente, cosa che gli riuscì anche abbastanza bene, poi cercò di farle ritornare ad una grandezza giusta sempre restando concentrato su quello che stava pensando. E le fiamme lo seguirono tranquillamente tanto che sorrise e volse nuovamente lo sguardo verso i due ragazza in cerca della loro approvazione.
E il suo sorriso si allargò ancora di più quando vide un cenno leggero sulle labbra di Lucas cosa che agli occhi di Michael lo fece diventare molto più attraente occupando completamente i pensieri del biondo che perse il controllo delle sue fiamme bruciando le maniche della camicia. E per fortuna solo quelle visto che Lucas, ancora più velocemente di Luce, era riuscito a raggiungerlo e a congelargli le mani.
-grazie- fu il sussurro di Michael che distolse lo sguardo troppo imbarazzato.

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


-come hai fatto a convincerlo?- stava chiedendo Isabelle a Gabe ancora incredula.
-gli ho solo detto che ti amo- le disse il castano baciandole la fronte felice anche lui di tutta quella situazione.
-e lui ti ha fatto qualche domanda particolare?- chiese Isabelle sperando che il padre non avesse accennato al fatto della gravidanza.
-mi ha chiesto perché in questo momento-
-e tu che gli hai risposto?- lo sapeva! Il padre aveva testato Gabriel per sapere se fosse a conoscenza della presenza del figlio. Isabelle però non ne aveva parlato con il castano.
-che mi sembravi triste e volevo trovare un modo per farti felice- le rispose lui sorridendo. -sono rimasto davvero sconvolto quando mi ha detto che potevo prenderti come mia moglie. Non me lo aspettavo sinceramente-
-nemmeno io mi sarei aspettata un si da parte sua. Ma sono davvero felice- disse Isabelle sorridendo. Sorriso che andò a scomparire non appena sentì la nausea salire. Si staccò dal ragazzo e andò in bagno per provare a vomitare. Questa volta però permise a Gabe di seguirla e il castano l’aiutò tenendole i capelli dietro la schiena.
-cos’hai? Non mi sembri stare tanto bene- le sussurrò una volta che la ragazza finì di vomitare il pranzo mentre Gabriel le faceva dei massaggi circolari sulla schiena. Lo aveva imparato da una delle cameriere più anziane e sembrava funzionasse visto che Isabelle sembrava stare meglio.
-sto bene, sono solo incinta- sputò il rospo la ragazza fissando attentamente il ragazzo per capire la sua reazione.
-ma è una cosa bellissima! Quando avevi intenzione di dirmelo?- chiese lui che iniziava a capire molte cose.
-in realtà volevo fare in modo di non fartelo sapere perché non volevo che papà ti licenziasse- rivelò la ragazza stringendo una mano di Gabe.
-lui lo sapeva?-
-gliel’ho detto oggi, però non ho detto chi fosse il padre. Quando ti ha fatto quella domanda molto probabilmente voleva capire se sapevi qualcosa-
-okay, ora mettiti a letto e aspettami va bene?- disse il ragazzo aiutando la principessa a ritornare a stendersi.
-dove vuoi andare?- chiese lei curiosa.
-a prepararti un tè al limone, aiuta con il vomito- le disse lui incamminandosi verso la porta.
-ma tu adesso non sei più un cameriere! Fallo fare a qualcun altro- protestò lei. Non voleva separarsi da Gabe.
-faccio solo questo e giuro che ritorno. Permettimi di coccolarti un po’- le disse Gabriel non dandole il tempo di protestare oltre visto che era scomparso dietro la porta diretto verso le cucine.
 
-senti signorina io non ho la minima intenzione di starmene con le mani in mano mentre tu potresti avere tranquillamente la persona che ami al tuo fianco!- disse un Allison leggermente incazzata a Isabelle supportata da Sophie. Le due erano entrate nella camera di Isabelle pochi minuti dopo che Gabriel era uscito per prepararle il te.
-ragazze…- cercò di dire Belle, ma non ci fu verso.
-ragazze niente! Tu ora ci dici chi è il tuo bel ragazzo e noi te lo portiamo qui per poi costringerlo a sposarti- continuò Sophie sorridendo ad Allison che annuì.
-se forse mi lascia…- Belle fu interrotta nuovamente, ma non dalle sorelle. La porta della sua camera era stata aperta da Gabe che le stava portando la tazza di tè fumante.
Il ragazzo si accorse di avere tre paia di occhi addosso solo una volta richiusa la porta alle sue spalle.
-lascio questo e tolgo il disturbo- disse in un sussurro poggiando la tazza sul comodino vicino ad Isabelle facendo per andarsene ma venne tirato sul letto proprio dalla sua ragazza.
-come stavo cercando di dirvi prima di essere interrotta mille volte non c’è bisogno che voi facciate niente visto che Gabe ha agito per conto suo- le altre due principesse sgranarono gli occhi per la sorpresa mentre Gabriel passava la tazza a Belle che ne bevve un sorso.
-ma quindi è Gabriel! Aspetta in che senso ha agito da solo- disse Sophie che era stata la prima a riscuotersi dalla sorpresa iniziale.
-nel senso che ha chiesto la mia mano a papà- sussurrò Isabelle sorridendo al ragazzo al suo fianco che si stava sentendo leggermente a disagio. Era Isabelle quella con cui aveva parlato di più visto che avevano quasi la stessa età. Con le altre due aveva scambiato solo frasi cortesi e niente di più.
-e tu che ti facevi tanti problemi! Papà adora Gabriel- disse Allison scoppiando a ridere.
-in che senso mi adora? Se possa chiedere ovviamente- chiese il ragazzo che non aveva ben capito la frase della maggiore delle principesse.
-oddio non iniziare a parlare così! Stai per sposare nostra sorella dacci del tu!- disse Allison mettendosi le mani sui fianchi scocciata dal comportamento troppo referenziale del ragazzo. Poi gli rispose -era molto amico di tuo padre e ti ha sempre visto di buon occhio. Si nota molto anche se papà cerca di nasconderlo il più possibile non volendo fare favoritismi-
-okay- disse Gabriel. Sapeva che suo padre era stato molto legato a Bardon proprio come sua madre lo era alla regina Yera, ma non si era mai accorto di quel comportamento da parte del re.
-avete già concordato le nozze?- chiese Sophie che non vedeva l’ora.
-in realtà no- disse Isabelle pensandoci solo in quel momento.
-abbiamo tempo-le disse Gabriel sorridendole.
-ma quanto siete cariniiii- disse Sophie ricevendosi un’occhiataccia da Isabelle.
-sparite da qui- disse poi proprio la secondogenita. Voleva stare da sola con Gabriel.
-va bene, ma state attenti. Ricordati che hai un’altra vita dentro di te-
-ALLISON!-
La maggiore rise per poi uscire fuori dalla camera insieme a Sophie.
-tutto bene?- chiese la più piccola una volta uscite.
-si, sono davvero felice per lei- disse Allison in un sussurro mentre una lacrima solcava la sua guancia. Voleva essere fortunata anche lei come la sorella, ma non avrebbe mai avuto Ezakie.

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Erik guardava con la coda dell’occhio Luce che stava spiegando ai suoi fratelli i progressi che avevano fatto con Michael, il ragazzo trovato sulla Terra.
Il ragazzo non stava veramente prestando attenzione a quello che stavano dicendo visto che era concentrato esclusivamente a fissare la bellissima ragazza che aveva davanti agli occhi. Non riusciva a capacitarsi come lei non lo considerasse minimamente come un probabile futuro marito. Non capiva: cosa aveva che non andava?
-Erik stai ascoltando?- chiese proprio l’albina lanciandogli un’occhiataccia.
-si sto ascoltando- borbottò lui. Non gli interessava niente di quel Michael. Era andato li volentieri solo per poter vedere la ragazza.
-e cosa ho detto?- chiese allora l’albina.
-che lui non è una spia e che dobbiamo capire come ci sia arrivato sulla Terra e che rapporti ha con quelli del Sole- disse il ragazzo leggendo il labiale di Auli che aveva capito perfettamente che non aveva ascoltato nemmeno mezza parola.
-bene- disse Luce che era l’unica a non essersi accorta dell’aiuto di Auli visto che stava guardando il blu.
Ezekiel scosse la testa e lanciò un’occhiataccia al fratello che rispose con una semplice alzata di spalle.
-comunque posso chiedervi una cosa?- chiese dopo un po’ Ezekiel. I due albini annuirono. -sapevate di una profezia che impedisce a noi di sposarci con una delle principesse del sole?-
-no, non se so niente- rispose Lucas confuso.
-Bardon mi ha detto che non posso sposare Allison per via di questa profezia.- Ezekiel aveva assolutamente bisogno di parlarne con qualcuno. Ci aveva provato, veramente, a stare lontano da Allison. Ma la ragazza gli mancava davvero tanto e la voleva di nuovo vicino a se.
-e ti ha spiegato cosa dice in dettaglio questa profezia?- chiese Lucas alzandosi velocemente dal tavolo sul quale erano seduti per andare verso la sezione profezie della biblioteca nella quale si erano rintanati a parlare. Erano finiti li perché i gemelli sapevano perfettamente che quello era uno degli unici posti dei quali Michael non sarebbe mai entrato visto che non sapeva minimamente leggere.
-che nel caso di matrimonio e quindi figli sarebbero morti entrambi- borbottò il moro.
Lucas annuì e iniziò a controllare tutti i libri cercando quella specifica profezia.
-quindi teoricamente Bardon impedisce il vostro matrimonio per salvaguardare la figlia. Sembra una cosa strana visto che lui ci odia- disse Luce iniziando a giocare con una delle sue ciocche bianche.
-in un primo momento gli ho creduto, ma poi ci ho ragionato e quindi se non ho la profezia sotto gli occhi ho intenzione di lottare per Allison-
-ti piace davvero tanto quella principessa- disse Lucas mentre leggeva velocemente il libro che aveva in mano.
-voi non la conoscete, ma è la persona più dolce che io abbia mai conosciuto e poi è bellissima-
-ti prego, non ti sopporto più- borbottò Erik. Sentiva ogni giorno il fratello elogiale Allison dal giorno in cui il primogenito dell’eclissi l’aveva incontrata.
-pensi che io non mi stufi di sentirti parlare?- disse di rimando Ezekiel. Anche lui non sopportava il fratello mentre parlava in continuazione di Luce.
-smettetela entrambi, siete fastidiosi- disse Auli sbuffando facendo ridere Luce. -comunque non ci presentate il tizio della Terra?- chiese poi la ragazza che era davvero tanto curiosa di vedere quel ragazzo del quale stavano parlando con tanta insistenza. Era soprattutto curiosa di capire come lui, che sembrava non appartenere alla nobiltà, potesse avere dei poteri e lei no. Lei che era una principessa e che quindi doveva per forza di cose avere quei stramaledetti poteri. Non capiva proprio com’era possibile.
-perché lo volete conoscere?- chiese Luce curiosa.
-era solo curiosità la mia. Voglio capire com’è fatto.- si difese subito Auli.
-mi dispiace ma il biondino ha già messo i suoi occhi addosso a Lucas-
-ma io non intendevo in quel senso- disse Auli che non capiva come mai la sua amica avesse pensato che gli interessasse quel ragazzo.
-ehi!- disse invece Lucas alla sorella.
-oh quindi il biondino ti va dietro. Diciamo che ha dei gusti accettabili- disse Erik ridacchiano.
-in che senso accettabili scusa? Mi stai dicendo che sono brutto?- disse Lucas chiudendo il libro e guardando mele anche il blu che ridacchiò.
-no, sto solo dicendo che sono molto più attraente di te!-
-ma smettila- disse Ezakiel dandogli uno scappellotto sulla testa.
-se volete ve lo vado a chiamare- disse Luce.
-non ce n’è bisogno. Comunque non ho trovato nessuna profezia- disse Lucas che non si accorse che la sorella era già corsa fuori dalla biblioteca in cerca del biondo. Forse era la volta buona che faceva ingelosire il fratello e fargli fare qualche azione.
-tua sorella è appena scappata fuori senza sentire le tue parole- fece notare Erik all’albino che guardò sconvolto la sedia vuota della sorella.
-guarda che non te lo rubiamo- disse Auli ridacchiando all’espressione di Lucas. Aveva ragione Luce, il ragazzo era davvero cotto.
-non era per quello. Non c’è bisogno di presentarvelo- sussurrò Lucas anche se nessuno degli altri tre principi lo stava veramente ascoltando.
-eccoci qui- disse Luce pochi minuti dopo seguita a ruota da Michael che si guardava intorno molto spaesato. Quando aveva visto Luce aprire la porta della sua camera di colpo si era spaventato tantissimo, e il fatto che dopo gli avesse spiegato che voleva solamente presentargli i principi dell’eclissi gli aveva fatto ancora più paura.
-lui è Michael- lo presentò Luce mentre il ragazzo faceva un piccolo inchino. Quei tre ragazzi erano davvero molto particolari. Possibile che in quel mondo avevano tutti colori di capelli strani? Il ragazzo al centro con i capelli lunghi che erano di un blu così intenso che lo fecero incantare. E di ciò se ne accorse anche Lucas che digrignò i denti. Non solo perché il biondo stava fissando Erik ma anche perché aveva appena capito che, diversamente da quanto voleva far credere, era davvero molto geloso di quel biondo al quale aveva rubato il primo bacio.

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Michael si morse il labbro inferiore cercando di non gemere. Lucas lo stava facendo andare completamente in tilt.
Una volta usciti dalla biblioteca e aver salutato i tre principi dell’Eclissi Lucas l’aveva trascinato nella sua camera e l’aveva sbattuto sulla porta chiusa senza nemmeno dargli il tempo di fare un pensiero completo. L’albino gli aveva subito ficcato la lingua in bocca e aveva iniziato a torturarlo con le sue mani gelide non prima di avergli sbottonato la camicia che indossava. In quel momento ne aveva una di Lucas visto che gli avevano fatto solo una camicia della sua taglia e si era sporcata la mattina stessa quindi non l’aveva indossata.
Ora le mani di Lucas erano sui suoi fianchi, precisamente sull’orlo dei suoi pantaloni e la sua bocca gli stava torturando il collo. Lucas era davvero gelido e la cosa faceva eccitare ancora di più Michael.
-smettila- sussurrò Lucas sul suo collo.
-di fare cosa?- chiese Michael mentre Lucas gli abbassava velocemente i pantaloni di lino.
-di morderti il labbro- furono le parole di Lucas prima di baciare nuovamente il biondo. Biondo che allacciò prima le braccia intorno al collo e successivamente le gambe intorno alla vita di Lucas per permettere al principe di spostarlo sul letto abbastanza velocemente.
-la prossima volta cerca di non fissare la gente- Lucas accompagnò quelle parole con una stretta possessiva sui fianchi di Michael che questa volta gemette visto che non si morse il labbro.
-io…scusa- sussurrò il biondo al quale la testa era andata definitivamente in tilt. Non avrebbe mai immaginato che quel ragazzo potesse essere possessivo, e di certo non credeva potesse essere possessivo nei suoi confronti.
Lucas si alzò per guardare dall’alto il biondo che aveva solo la camicia e l’intimo a coprirlo e sorrise leccandosi le labbra.
-se vuoi che mi fermi devi dirlo adesso- gli sussurrò ricordandosi comunque che il ragazzo non aveva mai fatto niente.
Michael lo guardò sorpreso per poi alzarsi anche lui e sorridergli. Gli prese di colpo il colletto della camicia e lo baciò lui stesso facendogli capire che doveva assolutamente finire quello che aveva iniziato.
 
-ti odio- borbottò Lucas mentre si guardava le bruciature che Michael gli aveva lascito sulla schiena.
-non l’ho fatto apposta, non so ancora controllare i miei poteri- si scusò Michael che era seduto sul bordo del letto osservando Lucas e le brutte bruciature che gli aveva fatto. -rimarranno li?- chiese poi impaurito da quella possibilità.
-no, però dovrò farmi molti bagni freddi per farle andare via- spiegò l’albino prima di mettersi la camicia coprendo quelle bruciature.
-mi dispiace, ma non riesco veramente a controllare le fiamme-
-lo so che non le sai controllare! Anch’io ti ho lasciato dei segni con il ghiaccio- disse Lucas indicando con la testa sul lato destro del collo di Michael sulla quale si intravedeva una piccola ustione da freddo.
-ho sopportato di peggio sinceramente- rispose Michael cercando di coprirsi il collo con la mano. Non aveva ancora controllato com’era messo il suo corpo tra morsi, succhiotti e quelle ustioni fredde. Lucas si era proprio divertito a marchiarlo. Be’ lui aveva risposto a tono con le bruciature e anche con i graffi sulla schiena dei quali forse l’albino non se ne era nemmeno accorto.
-devi davvero riuscire a controllare quei tuoi cavolo di poteri comunque!- disse dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante Lucas. L’albino si sedette affianco al biondo per poi guardarlo.
-non ci riesco, non sono come voi- sussurrò il biondo che si stava veramente arrendendo. Non sarebbe mai riuscito a controllare quei poteri.
-ci riuscirai. Devi riuscirci- Lucas disse quella frase per provare a tranquillizzare il biondo, ma aveva solamente paura di averlo fatto preoccupare ancora di più. -è possibile che nei prossimi giorni dovrai nuovamente parlare con mio padre o con un altro re sempre per i tuoi poteri- cercò di cambiare l’argomento il principe.
-è inutile che parlino con me, non so veramente niente!- protestò il ragazzo. Non sopportava più la gente che voleva delle risposte da lui. Lui che non le aveva mai avute alle sue stesse domande.
-può darsi che tu pensi di non sapere niente, ma qualcuno può trovare in delle piccolezze le risposte alle nostre domande-
-non mi sento a mio agio nemmeno con Luce, diventerò una statua di marmo!- borbottò il biondo facendo ridere Lucas.
-pensa di stare insieme a me, ti tranquillizzerai- Michale gli lanciò un’occhiataccia.
-tu mi spaventi e non sono mai tranquillo con te- gli rispose sinceramente per spiegare l’occhiataccia.
Lucas lo guardò davvero sorpreso. Okay, non era una delle persone che sapeva tranquillizzare la gente, ma dopo quello che era successo pochi minuti prima pensava di aver acquisito almeno un po’ di fiducia.
-sono antipatico okay, ma sono comunque e sempre dalla tua parte. Ovviamente se non mi stai mentendo spudoratamente. In quel caso perderesti la mia fiducia all’istante-
-io direi possessivo e non antipatico- rise Michael che si era rassicurato tantissimo grazie a quella frase. Non avrebbe mai immaginato di avere la fiducia dell’albino così velocemente.
-se tu fissi Erik con insistenza è ovvio che io diventi possessivo- borbottò Lucas.
-ehi e chi li vede mai i capelli di quel colore assurdo! Naturali per giunta. E poi ho fissato te nella stessa maniera la prima volta che ti ho visto-
-questa cosa non mi tranquillizza-
-la mia era solo curiosità nel suo caso, tranquillo. Soprattutto dopo quelle che è successo oggi- l’ultima frase il biondo la sussurrò ma Lucas riuscì comunque a sentirlo e sorrise.
-quindi posso definirti definitivamente di mia proprietà?- chiese Lucas accorgendosi di aver completamente perso la testa per quel dannato biondino.
-se ti va bene uno straccione si- gli rispose Michael che in quel momento aveva davvero paura di un rifiuto da parte del ragazzo. Nonostante anche lui avesse dei poteri Lucas era un principe. Un principe che un giorno avrebbe regnato sul quel regno.
-lo eri sulla Terra. Qui a parte una piccola cerchia di persone non lo sa nessuno- e dopo quelle parole Lucas prese il volto del biondo tra le mani per poi baciarlo con calma, diversamente da come lo aveva baciato in precedenza.

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Allison si svegliò di colpo dopo aver sentito il rumore della finestra che sbatteva. Ricordava perfettamente di averla chiusa prima di andare a dormire quindi si spaventò molto quando la vide completamente spalancata.
La ragazza si coprì con il lenzuolo e guardò attentamente intorno alla ricerca di chiunque fosse entrato nella sua camera. Perché era certa che qualcuno fosse entrato.
Non riuscendo a vedere nessuno in quella quasi completa oscurità, molto strana visto che teoricamente la luce della luna doveva illuminare la stanza quasi completamente, decise di gridare per far accorrere le guardie.
Non fece in tempo perché qualcuno le mise una mano davanti alla bocca facendola spaventare ancora di più. Ma si calmò non appena riuscì ad individuare davanti a se il volto di Ezekiel che le chiedeva di fare silenzio con un dito davanti alla bocca.
Quando il ragazzo fu sicuro che la bionda non urlasse le tolse la mano dalla bocca sorridendole.
-scusa- le sussurrò lui.
-scusa un corno. Che ci fai qui?- chiese lei che era felice di vederlo nono stante le avesse fatto prendere un colpo.
-sono andato dai principi della Luna per chiedere della profezia. Loro hanno una biblioteca enorme piena di tutte le profezie o comunque storie varie. Mi sono assicurato che a profezia non ci fosse e oggi sono qui per rapirti- le disse tranquillamente il principe dell’eclissi con un sorriso sulle labbra. Sapeva che non era una cosa buona da fare, visto che c’erano apie probabilità che con quel rapimento scatenasse veramente una guerra.
-sei pazzo? Mica ti ha visto qualcuno?- chiese Allison preoccupatissima.
-non mi ha visto nessuno tranquilla. Ora vieni con me- Ezekiel le porse la mano sperando che la ragazza accettasse di scappare insieme a lui.
-succederà il finimondo- sussurrò la ragazza che voleva veramente andare via di li con il ragazzo.
-lo so, ma voglio averti al mio fianco come mia regina e non mi arrenderò ora che so che quella profezia non esiste- continuò il moro convintissimo delle sue parole. Non voleva perdere la sua bellissima Allison.
-okay, vengo con te. Ma fammi vestire prima- disse la ragazza alzandosi da letto per prendere un vestito dall’armadio per poi rinchiudersi nel suo bagno cambiandosi il più velocemente possibile cercando sempre di non fare molto rumore. Non voleva attirare le guardie li prima di riuscire a scappare con Ezekiel.
Ezekiel non dovette aspettare molto prima di riuscire a vedere la ragazza con un vestito blu notte.
-sei sicura di riuscire a scendere dalla finestra con quello?- chiese scettico il ragazzo e Allison si aprì il vestito di lato rivelando l’enorme spacco che le avrebbe permesso di fare qualunque movimento.
-bene, allora andiamo- disse Ezekiel alzandosi e avvicinandosi alla finestra già spalancata in precedenza. Allison lo seguì curiosa di capire come avrebbero fatto a scendere senza farsi vedere dalle guardie, soprattutto per i suoi capelli biondi che erano un faro nella notte.
La risposta al suo dubbio venne subito svelata quando, con un gesto veloce del posto, Ezekiel li circondò con le sue ombre. Ora dovevano solamente cercare di scendere senza cadere a terra e farsi tremendamente male.
Il primo a scendere fu proprio Ezekiel che si mise in piedi sulla balaustra per poi porgere una mano ad Allison che seguì velocemente l’esempio del ragazzo cercando di non guardare in basso visto che soffriva terribilmente di vertigini.
Il moro si accorse subito del leggero tremolio della ragazza e la guardò curioso.
-tutto bene?- le chiese in un sussurro.
-soffro di vertigini- fu la pronta risposta da Allison alla quale Ezekiel annuì.
I due continuarono a scendere aggrappandosi ai vari elementi architettonici presenti sulle pareti del castello. Ovviamente Ezekiel era sempre il primo a scendere e, una volta su un appiglio sicuro, aiutava Allison tenendola sempre bene stretta a se e soprattutto concentrandosi per tenere attivo su entrambi il potere delle ombre.
Un quarto d’ora dopo i due ragazzi erano finalmente riusciti a toccare il prato del grande giardino che si estendeva intorno al castello del sole e Allison abbracciò stretto il ragazzo.
-non siamo ancora al sicuro- le sussurrò Ezekiel che però non aveva nessuna intenzione di staccarsi da quel caldo abbraccio, caldo soprattutto per via della pelle calda di Allison che era riscaldata dal potere del fuoco che era presente nelle sue vene.
Allison si girò velocemente per dare un’ultima occhiata a quel castello che l’aveva vista crescere prima di incamminarsi verso l’uscita con Ezekiel al suo fianco, pronta per vedere finalmente il regno dell’eclissi e soprattutto conoscere la famiglia del suo ragazzo.
L’unica cosa che le dispiaceva di più era lasciare da sole Isabelle e Sophie, ma aveva davvero bisogno di essere anche lei felice. Se lo meritava.
-andiamo a casa- le disse Ezekiel, questa volta ad alta voce oramai sicuro che nessuno potesse impedirgli di fuggire.
 
 
Allison sorrise mentre, ancora assonnata, si stringeva al corpo di Ezekiel. Erano arrivati nel regno dell’eclissi che stava per spuntare l’alba e i due ragazzi era subito corsi nella camera di Ezekiel per non farsi vedere dalle guardie e soprattutto per riposarsi un poco prima dell’inizio di quella nuova giornata.
Per Allison era una sensazione bellissima potersi svegliare affianco al moro.
La ragazza aprì i suoi occhi azzurri trovando subito quelli neri di Zake nei suoi.
-buongiorno amore- le disse il moro lasciandole un delicato bacio sulla testa.
-buongiorno anche a te- rispose lei con la voce ancora impastata dal sonno. Non era riuscita ad addormentarsi subito e la cosa le si stava ritorcendo contro.
-se vuoi dormire un altro po’ mi faccio portare la colazione qui. Anche perché dovrei prima avvisare i miei della tua presenza qui. Non voglio che inizino ad impazzire vedendoti-
-non avevi detto niente?- chiese lei abbastanza sconvolta.
-no- il ragazzo si alzò velocemente dal comodo letto matrimoniale. Per la sua agilità sembrava fosse sveglio da parecchio tempo. -vado a chiedere la colazione e a parlare con i miei. Prima lo faccio meglio è- Zake le sorrise davanti alla porta. -tu riposati- le disse prima di uscire dalla sua camera e andare dritto nella sala da pranzo a cercare i suoi genitori che erano di sicuro intenti a pranzare visto che erano da poco scoccate le due.

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


-tu hai fatto cosa?- chiese sconvolto Erik una volta che Ezekiel ebbe finito di spiegare ai presenti quello che aveva fatto quella stessa sera.
-come vi ho spiegato non l’ho rapita, è venuta con me di sua spontanea volontà- precisò il ragazzo.
-è qualcosa che comunque ci mette in guai seri- disse Gragas che non era per niente felice di quello che aveva fatto il figlio. Già Bardon non li poteva sopportare e aver rapito la figlia non li metteva in una buona situazione.
-tuo padre ha ragione. Vuoi far iniziate una guerra che siamo riusciti a non far scoppiare per un soffio!- disse Soraka con un sospiro.
-io non rinuncio ad Allison. Lo avrei fatto se solo il re fosse stato sincero con me! Ma non lo ha fatto e ha preferito mentirmi. Io e Allison ci amiamo e niente ci impedirà di stare insieme- disse convinto Ezekiel.
-nemmeno una guerra?-
-nemmeno una guerra me lo impedirà-
-va bene, ma dovrai assumerti le responsabilità delle tue azioni. Noi accogliamo la principessa qui ma se Bardon verrà a riprendersi la figlia allora dovrai rispondere delle tue azioni- furono le ultime parole di Gragas prima di alzarsi dalla tavola. Infondo avevano appena finito di mangiare.
-va bene- disse Ezekiel, infondo non poteva dare nessun’altra risposta se voleva la bionda al suo fianco.
Poi anche il ragazzo la sciò la sala da pranzo per andare in cucina a chiedere la colazione per farsela portare in camera.
Raggiunse subito la sua camera dove sorrise vedendo Allison che si era nuovamente addormentata nel suo letto.
Ezekiel si sedette sul bordo del letto aspettando la cameriera con la colazione che non tardò ad arrivare. Il ragazzo ringraziò la donna sorridendo e si avvicinò ad Allison per svegliarla.
-è ancora presto- sussurrò Allison girandosi dall’altra parte.
-sono le tre tesoro- le disse lui facendola vltare di scatto verso di se.
-sono davvero le tre? Cavolo- disse lei mettendosi seduta e accorgendosi di avere davvero tanta fame.
-avevi bisogno di dormire- il ragazzo poggiò il vassoio al centro del letto permettendo così ad entrambi di poter mangiare. -comunque ho parlato con i miei. Puoi stare qui, ma loro non si prendono le responsabilità nel caso tuo padre volesse muovere guerra-
-lo farà sicuramente, lo conosco troppo bene- sospirò Allison. Si sarebbe imposta con il padre, non poteva permettere una guerra solo perché lui non voleva farla sposare con la persona che amava.
-ora non pensiamoci- Ezekiel baciò la sua ragazza per oi continuare a mangiare insieme a lei.
 
-quindi tu sei la famosa Allison- disse Erik girando intorno alla bionda. Lei ed Ezekiel erano usciti dalla loro camera solo alle sei di pomeriggio e il ragazzo l’aveva portata a fare un giro nel giardino del palazzo e avevano incontrato Auli ed Erik.
-salve- rispose la bionda leggermente spaventata dal fratello del suo ragazzo.
-smettila Erik- disse Ezekiel infastidito dal comportamento del fratello.
-ma dai! Ero curioso di conoscere la tua ragazza!- si scusò lui alzando le braccia sbuffando.
-ma non fare come un cane da caccia!- lo rimproverò nuovamente il fratello mentre Auli ridacchiava.
-comunque io sono Auli, piacere di conoscerti- le disse la principessa dell’eclissi porgendole la mano mentre Allison gliela stringeva sorridendo.
-Allison-
-una domanda ma voi principesse del sole siete tutte così belle?- chiese dopo un po’ Erik.
-ci assomigliamo molto quindi credo di si, perché?- chiese Allison curiosa.
-ma a te non piaceva Luce?- fu la domanda di Auli che aveva già capito dove voleva andare a parare il fratello.
-ma Luce mi odia quindi posso provarci con qualche altra principessa- Erik alzò le spalle ormai conscio che non aveva nessuna possibilità con la principessa della luna.
-non credo che possa andarti bene, Belle si sta per sposare mentre Sophie non vuole avere niente a che fare con i ragazzi-
-perché la mia vita sentimentale fa schifo?- disse allora il ragazzo sbuffando facendo ridere sia Auli che Ezekiel.
-tu non ridere!- disse il blu al fratello che si strinse a se Allison baciandole la testa e facendo innervosire ancora di più Erik che prese e se ne andò lasciando i tre ragazzi da soli.
-cos’è successo?- chiese Allison confusa.
-lascialo stare, fra un po’ sbollirà la rabbia- le disse Ezekiel.
-mi dispiace per lui-
-non ti preoccupare, fino alla fine tutti troveremo la persona giusta con cui stare. Erik ha avuto solo la sfortuna di innamorarsi di una persona che non lo ricambia e vedere te ed Ezekiel felici lo ha fatto solo ingelosire- le spiegò Auli -comunque vi lascio alla vostra passeggiata romantica-
Auli lasciò i due ragazzi da soli e andò a cercare Erik. Sapeva che il blu aveva leggermente esagerato a fare quella scenata prima, ma sapeva anche che si era appena rassegnato al fatto che non si sarebbe mai fidanzato con Luce.
La mora non ci mise molto a trovare il fratello che si era andato a rintanare nella biblioteca del castello, precisamente si era seduto al centro della grande sala al centro di tutta la biblioteca che occupava più di cinque sale.
-ehi- disse la ragazzina sedendosi al suo fianco.
-lasciami da solo!- rispose lui senza nemmeno guardarla.
-non fare lo scontroso, devi essere solo felice che tuo fratello abbia finalmente la possibilità di stare con la ragazza che ama-
-lo so, ma mi da fastidio che lo mostri come se voglia farmi un dispetto-
-lui non lo fa a posta!-
-si, ma mi da comunque fastidio. A lui non è mai piaciuta una ragazza che non ricambia i suoi stessi sentimenti- Erik sospirò per poi stendersi completamente sul pavimento freddo della sala osservando il soffitto decorato completamente con affreschi che raffiguravano tutte le costellazioni conosciute nel loro mondo.
-allora invece di scappare come hai fatto prima potevi dirglielo senza far preoccupare Allison per niente- Auli seguì l’esempio del fratello e si stese anche lei all’indietro guardando il soffitto. -e poi non è detto nemmeno che riusciranno ad essere felici. Potrebbe arrivare Bardon e addio tutto-
-lo so-
 

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Bardon faceva avanti e indietro più o meno da venti minuti mentre aspettava, davanti l’ingresso del regno della luna, di essere ricevuto da Jhonson che lo aveva chiamato li per una questione urgente. Come se non fosse urgente il fatto che sua figlia maggiore fosse scomparsa tre giorni prima e che non era ancora riuscito a rintracciarla.
Finalmente una delle guardie gli aprì il portone e l’uomo poté entrare nel castello e poi nella sala del trono nella quale non trovò solo Jhonson, ma anche la regina Elise.
-prima di iniziare- disse Bardon impedendo a Jhonson di parlare -vorrei sapere se voi centrate qualcosa con la scomparsa di mia figlia, o comunque se ne sapete qualcosa- i due coniugi si guardarono non sapendo di cosa l’uomo stesse parlando.
-no, quale delle tre?- chiese Elise preoccupata.
-Allison- disse Bardon non credendo assolutamente alle parole della donna.
-allora non ti tratterremo più di tanto. Non so se ti sei accorto anche tu della presenza di una forte fonte di magia sulla Terra?- vedendo che Bardon annuiva Jhonson continuò -ho mandato i miei figli a controllare e hanno trovato un ragazzo con dei poteri. Poteri del fuoco come quelli dei nobili del regno del sole-
-voi credete ci possa essere un qualche collegamento?-
-non lo so ce lo devi dire tu- disse Jhonson incrociando le braccia al petto.
-io non ero a conoscenza di niente quindi state solamente perdendo tempo a chiedere a me- rispose tranquillamente Bardon sapendo di non avere niente a che fare con quella cosa.
-sicuro? Eppure sembra uno del regno del sole anche nell’aspetto- continuò imperterrito il re della luna. Era sicuro ci fosse un qualche collegamento strano. Era impossibile che quel ragazzo avesse i poteri del regno del Sole e anche l’aspetto!
-ne sono più che sicuro. Non conosco nessun ragazzo con i poteri del fuoco visto che sfortunatamente la maggior parte dei nobili con figli giovani hanno solo figlie femmine- disse con decisione Bardon -ora posso andare?- chiese esasperato. Visto che si trovava in viaggio sarebbe andato nel regno dell’eclissi a chiedere di Allison. Aveva come la sensazione che la ragazza si trovasse proprio li.
-quindi se ti dico che il ragazzo si chiama Michael mi dirai che non conosci nessuno con quel nome?- chiese Jhonson che non aveva nessuna intenzione di lasciar perdere la questione.
La faccia di Bardon divenne completamente bianca nel sentire quel nome. Era come se avesse visto un fantasma.
-ah quindi il nome ti dice qualcosa- disse Jhonson che era davvero felice della reazione che aveva avuto Bardon. Significava che conosceva quel ragazzo in qualche modo.
-si, era il nome del figlio che ho perso ormai vent’anni fa- fu la risposta a bassissima voce di Bardon.
-ma vent’anni fa non fu tua moglie a…-
-sono morti entrambi il giorno del parto- fu la veloce risposta di Bardon. -ma è impossibile che possa essere lui visto che ho tenuto il suo corpo morto tra le mie braccia. Non so a che gioco state giocando, ma non mi piace per niente!-
-non stiamo giocando Bardon! Abbiamo trovato veramente un ragazzo di nome Michael con quel potere!- rispose prontamente Jhonson.
-posso vederlo?- chiese allora il biondo. Sapeva che era impossibile visto che la guaritrice gli aveva dato tra le braccia il corpo morto del figlio quel fatidico giorno di eclissi di luna, ma era sempre meglio accertarsi che quel ragazzo non somigliasse a lui a Yera.
-si- Jhonson sapeva che doveva essere meno collaborativo con Bardon dopo tutti quegli anni di guerra fredda che c’era state e c’era ancora, ma voleva venire veramente a capo di tutta quella faccenda. La cosa più strana di tutte era che Bardon non aveva mai accennato in tutti quegli anni della presenza di un quarto erede del regno del sole. L’unica ragione valida era solo la morte dell’erede stesso, cosa che era avvenuta a quanto pareva. Comunque come mai nei mesi precedenti loro non si erano minimamente accorti della gravidanza di Yera?
Prima della morte della regina del sole i rapporti tra i tre regni erano tra i più rosei, Bardon si era allontanato solo dopo la morte della moglie senza una vera e propria ragione. O meglio non aveva minimamente spiegato il perché.
Bardon era un fascio di nervi in quel momento. Possibile che il figlio che aveva sempre creduto morto fosse ancora vivo? Possibile che la guaritrice gli avesse dato un bambino non suo? E a quale scopo poi?
I tre sovrani non dovettero aspettare molto prima dell’arrivo di Michael nella sala accompagnato dal cameriere che lo era andato a chiamare. A Bardon venne un colpo. Quel ragazzo era la copia esatta di Yera. La faccia di Bardon si fece scura all’improvviso. Voleva trovare assolutamente quella stramaledetta guaritrice e chiederle perché cazzo gli aveva mentito.
-Jhonson chiama immediatamente Gragas, devo parlarvi- furono le parole di Bardon dopo che ebbe distolto gli occhi da Michael.
Michael che non stava capendo nulla di quello che stava succedendo davanti ai suoi occhi. Lo avevano chiamato nella sala principale senza dirgli il motivo e, una volta arrivato, un uomo biondo aveva iniziato a fissarlo come se fosse un fantasma e la cosa lo aveva parecchio spaventato.
Era così immerso nei suoi pensieri che non si accorse nemmeno che tutte le persone nella sala erano scomparse senza spiegarli niente e lasciandolo da solo nella grande sala.
Il ragazzo sospirò e poi uscì da li. Sapeva perfettamente che non gli avrebbero detto niente e che doveva solo aspettare. Come per tutto per il resto.
-ehi- Michael alzò lo sguardo e incontrò gli occhi grigi di Lucas che lo guardavano preoccupati e curiosi. -tutto bene? Ho visto mio padre uscire ma non tu-
-si, non ho capito a cosa servivo li-
-c’era il re del sole, credo che volessero capire se ci fosse qualche legame tra voi- gli spiegò il ragazzo -e credo ci sia qualcosa di grosso visto la faccia che aveva Bardon-
-ma io lui non l’ho mai visto-
-ma lui potrebbe conoscerti e potrebbe anche sapere perché ti trovavi sulla Terra e non qui-
-infatti ha fatto una faccia strana quando mi ha visto- sussurrò Michael. Lucas gli sorrise e lo baciò sulle labbra.
-andiamo in camera- sussurrò sulle labbra del biondo che sorrise annuendo.
 

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


-dalla tua reazione prima immagino che sia tuo figlio- furono le prime parole che disse Jhonson a Bardon una volta rimasti soli. Entrmbi si trovavano nello studio del re della luna aspettando l’arrivo di Gragas al quale avevano inviato un messaggio.
-è identico a Yera quindi si- rispose Bardon mettendosi una mano sulla fronte.
-perché non ci hai mai detto niente?- provò a chiedere allora Jhonson. Forse era la volta buona che riusciva a farlo parlare.
-non mi sembrava necessario dirvi che mio figlio era morto-
-non ci hai mai parlato della gravidanza di tua moglie-
-era debole e aveva solo bisogno di riposo, non mi sembrava il caso di dirvelo- rispose tranquillamente Bardon.
-posso chiederti perché dopo la morte di tua moglie hai iniziato ad odiarci? Noi non abbiamo fatto mai niente di sbagliato- era arrivato il momento di sapere la verità.
-il parto è avvenuto durante un’eclissi di luna e la guaritrice mi ha detto che era stato per quel particolare che mia moglie era morta e con ciò erano aumentati anche i vostri poteri. In questo momento mi sto sentendo un emerito idiota sinceramente. Se tutto quello che quella megera ha detto è solo un’enorme bugia significa che ho davvero fatto delle cazzate in questi anni-
-che ti ha detto oltre a questo?- chiese curioso Jhonson. Allora c’era una ragione dietro quel suo strano comportamento.
-che con la morte di mia moglie e di mio figlio aveva avuto inizio una profezia contenente una maledizione per le mie figlie. Se avessero sposato un principe della luna o dell’eclissi sarebbero morte proprio come Yera-
-quindi è per questo che ti sei sempre opposto al matrimonio tra Allison ed Ezekiel- Bardon annuì-
-adesso voglio solo trovare quella stronza e farle sputare tutta la verità-
-e ti serve anche Gragas per questo?-
-si, anche per sapere se Allison è da lui come credo-
I due uomini non ebbero il tempo di dire altro che nello studio entrò Gragas completamente bagnato.
-ho sempre odiato i tuoi cavolo di teletrasporti! Qualcosa di meno bagnato no?- si lamentò l’uomo per accorgersi solo dopo della presenza di Bardon. -cos’è successo?-
-Allison è da te?- chiese subito Bardon senza nemmeno salutarlo.
-io non…-
-ti prego voglio solo sapere se sta bene!-
-si è da me- si arrese alla fine Gragas. -comunque perché sono qui?-
-ti ricordi il ragazzo che abbiamo trovato sulla Terra?- chiese Jhonson per poi continuare una volta visto annuire Gragas -ecco è il figlio di Bardon e dobbiamo assolutamente trovare la guaritrice che in parole povere ha creato le ostilità tra di noi-
-che cazzo centra una guaritrice adesso?- chiese parecchio confuso Gragas.
-siediti e ti spieghiamo tutto-
 
Bardon scostò la tenda che fungeva da ingresso dell’abitazione e, una volta entrato, si diresse a passo svelto verso il grande bancone al centro della stanza dove una donna di mezz’età sembrava indaffarata a creare pozioni curative.
-posso fare qualcosa per voi?- chiese la donna senza alzare lo sguardo dalle erbe che stava macinando.
-vorrei sapere perché mi avete fatto credere alla morte di mio figlio- disse Bardon senza scomporsi ma facendo subito alzare lo sguardo della donna su di se.
-non so di cosa state parlando- disse lei con la voce che tremava leggermente, cosa che fece innervosire Bardon ancora di più.
-si che lo sai! E sentiamo anche quella profezia era falsa?- chiese ancora l’uomo.
-io non dico bugie-
-rispondi megera o ti troverai in un mare di guai- disse Gragas che non riusciva più a stare ad aspettare fuori da quella casa. Voleva sapere la verità a tutti i costi.
-oh avete portato i rinforzi quindi!- la donna lasciò perdere le sue erbe e guardò ormai i tre uomini presenti nella sua casa.
-esigo conoscere la verità e niente mi fermerà- furono le parole di Bardon. La donna si mise a ridere scuotendo la testa.
-e io che pensavo di essere finalmente riuscita a far scoppiare una guerra tra i regni-
-quindi è tutto falso. Non c’è nessuna maledizione?- chiese Gragas sempre più incredulo e allo stesso tempo felice. Ezekiel poteva sposare Allison senza problemi quindi.
-è stato così semplice ingannarvi! Ci sono riuscita per ben vent’anni. Dovevo uccidere con le mie stesse mani quel marmocchio invece di buttarlo sulla Terra- Bardon non ci vide più dalla rabbia e si scagliò contro la donna prontamente fermato da Jhonson.
La donna prese la palla al balzo e decise di scappare, ma anche lei fu fermata, questa volta dalle ombre del re dell’eclissi.
-oh no tu non scappi- disse Gragas trascinando la donna verso di se.
-ora devi dirci tutti i tuoi piani e forse potremo chiudere un occhio- furono le parole di Jhonson mentre teneva fermo Bardon.
-non so se siete pronti a sentire tutta la verità- la donna ghignò, ma era un ghigno che nascondeva la frustrazione visto che  sapeva perfettamente che non poteva scappare e che tutti i suoi piani erano andati a farsi fottere.

 

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Capitolo 24
*** Epilogo ***


Michael nascose la testa nel petto di Lucas infastidito dalla luce che entrava dalla finestra di quella che ormai era la loro camera.
In poco meno di due giorni Michael aveva scoperto che il re del sole non era altri che suo padre che lo credeva morto da una vita. Il ragazzo all’inizio non voleva crederci ed era anche spaventato dalla possibilità di essere un principe, ma Lucas gli aveva parlato ed era riuscito a calmarlo facendogli anche accettare la cosa. E così aveva conosciuto anche le sue tre sorelle che lo avevano strapazzato per bene. Il ragazzo però non era andato a vivere nel suo regno, non perché non volesse, ma perché Lucas gli aveva fatto la proposta di diventare ufficialmente il suo fidanzato. La cosa lo aveva spaesato moltissimo, non si sarebbe mai immaginato una cosa del genere da quello che alla fine era un ragazzo abbastanza antipatico e burbero. Però non aveva esitato un secondo a buttarsi tra le braccia dell’albino felice di quella proposta.
Bardon non ne era stato tanto felice, ma aveva accettato la sua decisione. Come aveva anche accettato di far sposare la sua primogenita con il futuro re dell’eclissi.
-dovremmo alzarci- sussurrò Lucas rivelando al biondo di essere sveglio proprio come lui.
-possiamo arrivare in ritardo- disse con voce impastata dal sonno Michael.
-no, non possiamo-
-non è il nostro matrimonio-
-ma dobbiamo essere lo stesso presenti visto che si sposa tua sorella e non la mia- cercò di convincere il ragazzo l’albino.
-Luce non si sposerà manco sotto tortura- fu la pronta risposta di Michael che comunque si decise a sgusciare fuori dal suo nascondiglio. Se non si fossero mossi la sopracitata Luce sarebbe corsa nella loro camera ad infastidirli. Nemmeno il tempo di fare quel pensiero che la porta della loro camera venne prontamente spalancata dalla principessa della luna già pronta nel suo vestito argentato.
-muovetevi pigroni!- disse lei facendo la linguaccia ai due che la guardarono male.
-Luce esci!- gridò Lucas tirando un cuscino verso la gemella che ridacchiando uscì dalla camera facendo sbattere il cuscino sulla porta appena chiusa.
-dai muoviamoci- borbottò poi Lucas alzandosi e trascinandosi dietro anche il suo ragazzo. Non ci misero molto a prepararsi e solo dopo un quarto d’ora erano già belli che pronti.
-ci avete messo una vita- disse Luce mentre sbuffava.
-ha parlato quella che ci mette gli anni a prepararsi- le rispose a tono Lucas.
-ragazzi basta- disse Jhonson raggiungendo i due figli insieme alla moglie. Erano tutti pronti per andare al matrimonio di Allison ed Ezekiel.
 
Isabelle guardava Allison nel suo bellissimo vestito bianco e oro. Era davvero felice che anche la sorella finalmente poteva sposarsi con chi voleva.
-secondo voi sto bene?- chiese Allison per la milionesima volta alle sorelle.
-si tesoro, smettila- disse Sophie scuotendo la testa.
-quando starai per sposarti con la persona che ami è ovvio andare improvvisamente in tilt- le spiegò Isabelle con un sorriso sulle labbra.
-tu non hai fatto tutte queste storie- le fece notare Sophie alzando un sopracciglio.
-ma io non potevo visto che dovevo avere un vestito che coprisse questa- Isabelle si indicò la pancia che poco alla volta stava iniziando ad essere sempre più grande.
-tanto io non mi sposerò mai, o almeno non sarò la terza visto che probabilmente il nostro fratellino si sposerà il principe della luna- Sophie sorrise scuotendo la testa. Anche il fratello era riuscito a trovarsi un fidanzato in pochissimo tempo.
-mai dire mai sorellina. C’è il secondogenito dell’eclissi che cerca una ragazza carina, potresti provarci con lui- propose Allison. Durante il tempo che era stata al palazzo dell’eclissi aveva imparato a conoscere bene i due fratelli di Ezekiel e diversamente da come aveva pensato prima Erik era davvero un ragazzo gentile. E quel ragazzo si meritava veramente una ragazza dolce e gentile.
-non mi interessa. Sai che colpo che viene poi a papà se anch’io mi metto con uno dell’eclissi?-
-non gli verrà nessun colpo visto che quello che pensava era tutto sbagliato- le disse Isabelle alzandosi dalla poltrona dove era seduta seguita a ruota da Sophie.
-noi andiamo- disse poi la secondogenita uscendo dalla camera di Allison per raggiungere la grande sala dove si sarebbe celebrato il matrimonio.
Le due ragazze non ci misero molto e trovarono già la sala quasi completamente piena di gente. Isabelle raggiunse subito suo marito mentre Sophie si guardò intorno per vedere se fosse già arrivato il fratello, ma del biondo nessuna traccia quindi decise di sedersi anche lei.  
Si girò verso destra giusto per vedere chi avesse affianco e per poco non le si bloccò il respiro in gola. Aveva al suo fianco uno dei ragazzi più belli che avesse mai visto. Il ragazzo sentendosi osservato si girò verso di lei mostrandole i suoi bellissimi occhi azzurri.
-ci conosciamo?- chiese il ragazzo facendo momentaneamente riprendere Sophie da quello stato di trance in cui era caduta.
-no, scusami. Sono Sophie- si presentò lei.
-oh la principessa. Scusami non ti avevo mai vista prima. Comunque sono Erik- si presentò a sua volta il ragazzo stringendole la mano.
-quindi anche tu sei un principe- disse la ragazza pensando che forse un pensierino poteva anche farlo, però non lo avrebbe mai ammesso alle sorelle.
Il ragazzo continuò a sorriderle prima di avvicinarsi facendo leggermente incuriosire Sophie.
-comunque sei molto più carina di quanto immaginassi- le sussurrò in un orecchio il ragazzo facendola arrossire.
-grazie, anche tu- rispose la ragazza per poi notare il sorriso di Erik allargarsi ancora di più.
 
 

 

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