Magic

di BeautyLovegood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo anniversario ***
Capitolo 2: *** Prima paura ***
Capitolo 3: *** Prima ninnananna ***
Capitolo 4: *** Prima risata ***
Capitolo 5: *** Prime parole e primi passi ***
Capitolo 6: *** Primo compleanno ***
Capitolo 7: *** Primo perdono per un padre demone ***
Capitolo 8: *** Primo giorno di scuola ***
Capitolo 9: *** Prime rose ***
Capitolo 10: *** Primo litigio padre-figlia ***
Capitolo 11: *** Prima serata Mercuriana ***
Capitolo 12: *** Prima festa in campagna ***
Capitolo 13: *** Prima crêpe ***
Capitolo 14: *** Prima verità ***
Capitolo 15: *** Primi salvataggi ***
Capitolo 16: *** Prima riunione di famiglia ***
Capitolo 17: *** Prima ed unica conversazione con Dio ***
Capitolo 18: *** Primo matrimonio ***
Capitolo 19: *** Primo brutto voto ***
Capitolo 20: *** Primo anniversario di matrimonio ***
Capitolo 21: *** Prima cotta ***
Capitolo 22: *** Primo appuntamento ***
Capitolo 23: *** Primo pigiama party ***
Capitolo 24: *** Prima giustizia per tutte le donne ***
Capitolo 25: *** Primo bacio ***
Capitolo 26: *** Primo volo ***
Capitolo 27: *** Prima morte ***



Capitolo 1
*** Primo anniversario ***


- Aziraphale, dove cazzo sei? È mezz’ora che ti aspetto e la cena si è ormai raffreddata!- gridò Crowley contro il suo cellulare.

- Crowley, non so come dirtelo… forse è meglio se vieni qui.

La voce di Aziraphale era preoccupata, ma non spaventata dalla rabbia del demone.

- Spero per te che sia una cosa seria, sennò ti farò pentire di avermi fatto perdere tempo ai fornelli!

Crowley spense il cellulare, fece sparire la cena e la tavola imbandita con uno schiocco e raggiunse la sua Bentley. Mentre guidava, ascoltò Under Pressure. Arrivato alla libreria, schioccò le dita per aprire la porta ed entrò con passo duro.

- Aziraphale?!- sbraitò mentre chiudeva la porta con un altro schiocco.

- Crowley, amore, ti prego, abbassa la voce!- disse Aziraphale sbucando dalla porta della sua stanzetta privata.

- E perché dovrei?!

Uno strano verso si diffuse dentro la stanzetta. Sembrava… un pianto di neonato.

- Angelo… che cosa nascondi là dietro?

Aziraphale arrossì per l’imbarazzo. Crowley alzò gli occhi al cielo, raggiunse il suo compagno e schioccò le dita per aprire tutta la porta della stanzetta. Alle spalle di Aziraphale c’era una culla con dentro una bambina dai capelli rossi, gli occhi verdi e con un pigiamino a righe bianche e rosa che piangeva e agitava le braccine e i piedini. Crowley si tolse gli occhiali e si strofinò gli occhi per assicurarsi di aver visto bene. La bambina era ancora nella culla che piangeva.

- Crowley… posso spiegare…- disse Aziraphale facendo dondolare delicatamente la culla, ma la piccola continuava a piangere, così Crowley fece apparire un ciuccio rosa e glielo mise in bocca, riuscendo a calmarla.

- Ti ascolto.

- Stavo preparando… il mio regalo per te. Mi stavo esercitando in un piccolo numero di magia…

Crowley alzò di nuovo gli occhi al cielo e sbuffò. Non riusciva proprio a sopportare i trucchi magici che il suo angelo faceva sempre senza usare i suoi veri poteri, li considerava stupidi e imbarazzanti.

- … qualcosa che piacesse sia a te che a me e non so come… è apparsa questa creaturina.

- Ma come hai fatto esattamente? Hai detto qualche formula magica come Abracadabra o Bibbidi-Bobbidi-Bu?- chiese Crowley mentre accarezzava la bambina con un dito sulla guancia. Lei glielo prese con la manina e non lo lasciò più.

- Spiritoso, non ho fatto niente del genere. Non ho neanche schioccato le dita.- protestò Aziraphale. Crowley gli credeva, ma anche se si era già affezionato alla bambina, aveva bisogno di risposte.

- Dobbiamo scoprire la natura di questo… tipo di magia. E c’è solo una persona che può aiutarci.

Aziraphale sapeva a chi si stava riferendo.

- Le telefono io, tu occupati della bambina, per favore.

Mentre l’angelo telefonava ad Anatema, Crowley guardò la bambina. Gli aveva appena lasciato il dito. Aveva ricominciato a piangere e per un buon motivo. Per modo di dire.

- Mmm… che odoraccio… sei stata tu?- le chiese Crowley con la faccia disgustata. Fece apparire un fasciatoio, ci posò sopra la bambina e le aprì il pigiamino. Il pannolino era gonfio, scuro e puzzolente. Crowley schioccò le dita tre volte, una per far sparire il pannolino sporco, una per pulire il sederino della creaturina e una per metterle un pannolino pulito.

- Così va meglio!

Crowley aveva parlato troppo presto. La bambina piangeva ancora.

- E ora che c’è?

- Credo che abbia fame.- intervenne Aziraphale e fece apparire un biberon pieno di latte tiepido.

- Allora, che ti ha detto la matta della bicicletta?- chiese Crowley mentre l’angelo dava da mangiare alla piccola.

- Arriverà tra circa due ore.

- Eh no, non possiamo aspettare così tanto!- protestò il demone e schioccò le dita. Anatema apparve davanti a loro urlando. La bambina si spaventò e scoppiò a piangere.

- Prima mi investi con la tua bicicletta e poi fai piangere questa bambina!- la prese in giro Crowley.

- Lieta di rivederti anche io…- disse Anatema con sarcasmo.

- Finitela voi due, per favore!- intervenne Aziraphale mentre cercava di calmare la bambina e di farle fare il ruttino.

- Allora, che cos’è questo problema urgente di cui mi hai parlato, Aziraphale? E da quando fai il babysitter?

Aziraphale ripeté quello che aveva detto a Crowley poco prima.

- Capisco… posso?- chiese Anatema indicando la piccola. Aveva appena fatto il ruttino e Crowley aveva schioccato le dita per pulirla e far sparire il suo rigurgito dalla spalla di Aziraphale.

L’angelo permise alla strega di prendere in braccio la bambina. Pur fidandosi di lei, aveva paura che potesse farla sparire.

Anatema fissò gli occhioni della bambina, di nuovo calma.

- Sento una forte aura intorno a lei… è di colore viola… come se le vostre aure si fossero mischiate tra loro…

- Le nostre aure? Che intendi dire?- chiese Crowley confuso.

- La tua è rossa, Crowley, mentre la tua è azzurra, Aziraphale.

- Ma cosa vuol dire?- insistette il demone.

Anatema rise divertita e restituì la bambina ad Aziraphale.

- Che siete diventati genitori! Congratulazioni! E tu, Aziraphale, sei praticamente la mamma di questa piccolina! Un vero e proprio miracolo!

Aziraphale e Crowley si guardarono sconvolti.

- Noi abbiamo… una figlia?

- Avevi detto che volevi fare una magia che piacesse sia a me che a te, angelo…

Aziraphale si aspettò un altro rimprovero dal suo compagno. E invece ricevette un bacio pieno d’amore.

- … ci sei riuscito.- concluse Crowley e Aziraphale sorrise commosso.

- Allora, benvenuta tra noi, piccola… piccola…

- Magic!

- Magic?- ripeterono in coro l’angelo e la strega.

- Dopotutto è così che è arrivata, no? Con un tipo di magia diverso dal solito.

- È vero. Ciao, piccola Magic.- disse Anatema e accarezzò delicatamente la testolina della piccola.

- Sai che ti dico, Anatema? Da questo momento in poi, considerati la madrina di nostra figlia.- disse Aziraphale con orgoglio.

- Davvero? Oh, ragazzi, sarebbe un grande onore per me.

Anatema ringraziò l’angelo e il demone con un bacio sulle guance e ne diede uno anche alla piccolina prima di tornare dal fidanzato Newt a Tadfield con uno schiocco di Crowley.

- Crowley… non so che cosa dire…

- Io sì: che questa è la tua magia migliore e noi l’ameremo e la proteggeremo per sempre. Ti amo, angelo mio. E anche te, amore del papà.- disse Crowley commosso e baciò prima Aziraphale sulle labbra, poi Magic sulla manina che cercava di raggiungere il papillon dell’angelo.

Arrivati a casa, Crowley fece apparire una nuova camera per la piccolina, dalle pareti color lavanda e con tante stelle bianche che al buio s’illuminavano. Per il momento, tutto quello di cui lui e Aziraphale avevano bisogno per occuparsi della bambina erano una culla, un fasciatoio, una sedia a dondolo, una cassiera, un baby monitor e qualche pupazzo che tenesse compagnia a Magic durante la nanna.

- È bellissima, amore…- mormorò Aziraphale. Magic si era appena addormentata tra le sue braccia.

- Aspetta, ho dimenticato una cosa.

Crowley schioccò di nuovo le dita e le stelle fosforescenti sul muro formarono la scritta Magic.

- Così va meglio.- concluse il demone soddisfatto. Aziraphale diede un bacio silenzioso alla piccola, l’adagiò dentro la culla e le rimboccò le coperte, mentre Crowley le metteva vicino alla manina destra una piccola anatra di peluche.

- Quella non ha le orecchie, ne sono sicuro al cento per cento.- disse a voce bassa mentre usciva dalla stanza con il suo paffuto compagno che rideva cercando di non farsi sentire dalla creaturina.

- È stato un bellissimo modo di festeggiare il nostro primo anniversario come coppia ufficiale.- disse Crowley dopo essersi infilato a letto con Aziraphale.

- Ti confesso che... era tra i miei progetti per il futuro formare una famiglia tutta nostra, Crowley, anche se in realtà, avevo sempre pensato di prendere un cane o un gatto.

- Per fortuna che hai fatto apparire una bambina. Non vado proprio matto per i cani e anche se mi piacciono i gatti, non ne ho mai voluto uno. Mi mangerebbe tutte le piante!

Aziraphale sorrise e si accoccolò tra le braccia del compagno.

- Non riesco a spiegarmi come sia successo esattamente, se per miracolo o per magia, ma non m’importa. Abbiamo una figlia, è reale, sana e amata.

- E soprattutto… è fortunata ad avere due padri come noi.

I due neo-papà festeggiarono la fine del loro primo anniversario come compagni e primo giorno come genitori baciandosi con passione, ma proprio quando la situazione stava per scaldarsi, dal baby monitor si sentì il pianto disperato di Magic.

- Vado io, angelo.- disse Crowley sistemandosi i boxer che Aziraphale stava per togliergli e andò nella camera della bambina.

- Sssh… tranquilla, amore… papà Crowley è qui...- sussurrò mentre prendeva delicatamente Magic in braccio. Le testò il pannolino con la mano. Era asciutto e non puzzava. Non poteva avere fame perché aveva finito da poco un intero biberon.

- Hai fatto un brutto sogno? Oh, adesso i tuoi papà ti staranno vicini e scacceranno i brutti mostri.- le disse portandola in camera sua. Aziraphale si era rimesso il pigiama e sorrise quando vide le due creature più importanti della sua esistenza.

- Direi che per questa notte, Magic può dormire con noi.- disse Crowley posando delicatamente la piccola sul suo cuscino che Aziraphale aveva mezzo in verticale. Poi entrambi posarono le loro teste a pochi centimetri di distanza da quella di Magic e la coccolarono con bacini sulle guanciotte e carezze sul pancino e sulle manine.

- One dream, one soul, one prize, one goal
One golden glance of what should be
(It's a kind of magic)
One shaft of light that shows the way
No mortal man can win this day

Crowley cantò a bassa voce anche dopo che Magic aveva chiuso gli occhietti. Sembrava apprezzare la canzone che aveva ispirato il suo nome.

- Credo che questa canzone sia appena diventata… la mia preferita.- bisbigliò Aziraphale posando la mano su quella di Crowley che sentiva il cuoricino di Magic. Il battito era regolare.

- Magic, it's a kind of magic
It's a kind of magic
Magic, magic, magic, magic
Magic, ha ha ha ha it's magic

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Allora, che ne dite? Vi piace la piccola Magic Crowley-Fell? Ma questa "magica" creaturina non porterà soltanto gioia ai nostri maritini... al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Prima paura ***


 

UN MESE DOPO

 

Aziraphale si alzò dal letto e andò in camera di Magic per controllarla. Dormiva come un angioletto. Il becco dell’anatra di peluche le sfiorava la boccuccia, come se la volesse baciare. L’angelo sorrise, spostò il pupazzo e si abbassò per dare un bacio a sua figlia sulla fronte. Lei si mosse e fece qualche piccolo verso, ma poi si calmò, senza aprire gli occhietti.

- Ti amo, piccola mia…- mormorò e andò in cucina a bere una tazza di tè. Sentì dei passi striscianti alle sue spalle.

- Buongiorno, caro.- disse dopo aver bevuto un lungo sorso. Crowley lo baciò sulla fronte, gli scompigliò i capelli e con un gesto della mano, fece apparire una tazza di caffè nella sua mano.

- Non so se è un miracolo o se sono diventato sordo, angelo, ma stanotte Magic ha dormito per tutto il tempo.- commentò dopo aver bevuto un lungo sorso.

- Be’, ieri non ha fatto neanche un pisolino. Le ho provate tutte, ma non voleva proprio chiudere gli occhietti. Secondo me, le mancava tanto il suo papà demone. Non andare più via così a lungo, Crowley.

- Scusami, angelo, ma anche se non ho più dei capi, non vuol dire che non abbia più certi lavori da fare. La prossima volta non starò via a lungo, te lo prometto.

Dal baby monitor uscirono i versi di Magic.

- Vado io, amore.- disse Crowley e raggiunse la camera della piccola, che si stava stiracchiando e toccando il viso con le manine.

- Buongiorno, mia bellissima principessina.- disse sorridendole, ma quando Magic si rese conto della sua presenza, spalancò gli occhi dalla paura e scoppiò a piangere.

- Stai tranquilla, amore, non piangere.- disse scoprendola per prenderla in braccio, ma Magic agitò le braccine e pianse più forte per impedirgli di toccarla.

- Aziraphale?! Aiutami, ti prego!- esclamò Crowley disperato. Aziraphale lo raggiunse in un battibaleno.

- Che cosa succede? Magic sta male?

- Non riesco a capirlo! Ha iniziato a piangere all’improvviso!

Aziraphale si avvicinò alla culla e allungò lentamente le mani.

- Sssh… stai calma, Magic… Papà Aziraphale è qui…

Di colpo, Magic smise di piangere e fissò il suo papà angelo senza paura e con i ditini in bocca.

- Brava, tesorino mio…- disse Aziraphale soddisfatto. Prese in braccio la piccola e le posò la testolina sulla sua spalla. Crowley provò ad avvicinarsi per baciarla sulla fronte, ma appena Magic aprì gli occhi e vide il suo viso, scoppiò di nuovo a piangere.

- Oh, no, no, amore, stai calma.- disse Aziraphale e accarezzò la schiena di Magic per calmarla, ma era inutile.

- Magic… ha paura di me…

- Non dire sciocchezze, Crowley!

- E invece sì, Aziraphale! Guarda!

Crowley coprì gli occhietti di Magic con la mano e lei smise di piangere. Appena gliela tolse, lei ricominciò a piangere spaventata. Il demone fece altre due volte lo stesso gesto. Magic continuava a piangere solo quando vedeva gli occhi gialli del suo rosso e alto papà.

- Ha chiaramente paura di me!- esclamò Crowley tristemente e si chiuse nella stanza delle piante. Aziraphale voleva seguirlo, ma era meglio tenere Magic tranquilla e, almeno per il momento, lontana da lui, così la mise sul fasciatoio, le cambiò il pannolino e poi la portò in cucina per darle la pappa.

- Che cosa c’è che non va, amore? Papà Crowley ti vuole tanto bene, non devi avere paura di lui.

Magic sembrava ascoltarlo mentre succhiava con avidità il biberon.

- Ora scusami, ma dovrò fare una cosa di cui non mi pentirò… perché tu non te lo ricorderai mai.

Aziraphale tolse il biberon vuoto dalla bocca di Magic, la sistemò sulla sua spalla per farle fare il ruttino, poi posò una mano sulla sua testolina e chiuse gli occhi. Tra le sue tante capacità celestiali, c’era anche quella di leggere la mente degli umani, compresi i sogni. In questo modo, riuscì ad entrare nei piccoli sogni sfocati di sua figlia. Per avere un solo mese di vita, Magic faceva dei sogni piuttosto dettagliati che ricordavano al biondo angelo le favole che lui e Crowley le raccontavano per farla dormire. Aziraphale vide un giardino pieno di fiori dai tanti colori che gli ricordava molto l’Eden. Vide anche un enorme albero di mele rosse.

- Oh oh…- mormorò senza aprire gli occhi. Quando vide una grande mela rossa, sentì un sibilo molto familiare.

- Credo di aver capito quale sia il problema…

E aveva ragione, perché vide un serpente dai grandi occhi gialli strisciare intorno alla mela, ma invece di mangiarla, spalancò la bocca e sibilò in un modo che fece venire i brividi persino ad Aziraphale, che riaprì gli occhi e sussultò dallo spavento. Magic fece il ruttino e scoppiò di nuovo a piangere.

- Ora mi è tutto chiaro.

L’angelo pulì la boccuccia della piccola e la guardò tenendola per la testolina con la mano destra e per la schiena con quella sinistra. Magic lo guardava con le manine in bocca.

- Tesoro mio, probabilmente non puoi capire quello che sto per dirti, ma quel serpente che hai sognato era tuo padre Crowley.

La piccola continuava a guardarlo con gli occhioni spalancati, ma si era tolta le manine dalla bocca, come se fosse interessata a quello che diceva il suo papà angelo.

- Non devi avere paura di lui, perché non è un serpente cattivo. Va bene, lo ammetto, ha fatto alcune cose un po’ cattive, ma se non avesse tentato Adamo ed Eva con quella mela rossa… tu non saresti qui con noi. Perciò, non devi avere paura del tuo papà demone. Sono gli altri che devono averne se osassero farti del male.- concluse Aziraphale e baciò Magic sulla fronte, che sembrò rassicurata.

- Coraggio, amore, andiamo da Papà Crowley.

E i due si diressero nello studio del demone, che fingeva di leggere con attenzione uno dei suoi libri di astronomia. Si era messo gli occhiali neri, cosa che non faceva mai in casa sua.

- Papà Crowley?

Crowley alzò lo sguardo dal libro. Magic teneva la testolina appoggiata sulla spalla di Aziraphale e gli sfiorava il mento con la manina fissando il vuoto, mentre lui le accarezzava la schiena.

- Vuoi che spaventi di nuovo nostra figlia? Sei veramente un b…

- Crowley, per favore, vacci piano con le parole, almeno quando c’è Magic!

Crowley si alzò dal suo trono e voltò le spalle al compagno e alla figlia.

- Non posso cambiare i miei occhi, perciò non toglierò mai più gli occhiali, neanche quando starò da solo con te, angelo.

Aziraphale alzò gli occhi al cielo e, tenendo stretta Magic a sé, si avvicinò a Crowley e lo guardò in faccia, sicuro di avere i suoi occhi su di lui.

- Crowley, smettila di fare così! Questo è un problema che possiamo risolvere.

- E come, sapientone?

- Facendo una cosa che sembrerà pazza persino per un’entità soprannaturale come te e me: devi trasformarti in serpente davanti a Magic.

Crowley non disse niente e non mosse un solo muscolo, come se fosse diventato una statua di cera.

- Crowley?- lo chiamò Aziraphale, ma lui lo ignorò e si chiuse nella stanza delle piante. Invece di bagnare le sue creature verdi, il demone scoppiò in una risata che le fece tremare più del solito. Magic si addormentò al suono di quella risata.

- Mmm… sento che sta già funzionando.- pensò Aziraphale a voce alta e si trasferì in salotto con la bimba. Crowley li raggiunse dopo un’ora circa. Il suo angelo aveva fatto apparire un libro da leggere con una mano e con l’altra accarezzava la testolina di Magic, che dormiva succhiando il suo ciuccio. Aziraphale chiuse il libro, lo posò sul tavolino e guardò il compagno in attesa che dicesse qualcosa. Lui si sedette vicino a lui e lo afferrò per le guance con una mano.

- Ti è dato di volta il cervello, angelo?- disse con un finto sorriso e a denti stretti.

- Nu. Sunu sriu.

Crowley lo lasciò andare e si rialzò per evitare di prendere a schiaffi il suo compagno e spaventare per l’ennesima volta la loro bambina.

- I troppi dolci ti hanno dato alla testa! È così! È così!- disse passandosi la testa tra i capelli.

- Crowley, non fare il bambino! Ti ricordi il nostro primo incontro nell’Eden? Tu mi avevi raggiunto come serpente e poi ti eri tramutato in demone davanti ai miei occhi e io non ho avuto alcuna paura.

- Lì era diverso, Aziraphale! Tu sei grande e grosso, Magic è una neonata!

Magic fece qualche capriccio e si agitò senza aprire gli occhietti. Aziraphale la calmò cullandola dolcemente.

- Lo so, ma è nostra figlia e ti ama come ti amo io. Intimità a parte, ovviamente.

Crowley sospirò e Aziraphale lo guardò con un piccolo broncio.

- Ti prego, caro, facciamo un tentativo. Se non dovesse funzionare, porterò Magic a vivere con me in libreria.

- Che cosa?!- esclamò Crowley a denti stretti per non urlare troppo forte.

- Scherzavo.- disse Aziraphale con un sorriso e Crowley lo chiamò Bastardo senza usare la voce.

- Va bene, proviamo. Promettimi che parlerai bene di me a nostra figlia alla fine di questo stupido esperimento.

Magic si svegliò un’ora dopo nel suo cuscino colorato sul divano. Aziraphale, seduto vicino a lei, le sorrise.

- Ben svegliata, amore. Hai fatto un bel pisolino?

Magic lo guardò mentre si stiracchiava e succhiava il ciuccio.

- Papà Aziraphale ti vuole presentare una certa… creatura.

Crowley, tramutato in serpente, sbucò dietro Aziraphale e si avvicinò alla bambina, ma senza sfiorarla. Magic lo guardò con gli occhioni spalancati, ma per una volta, non pianse. Era come se lo vedesse per la prima volta.

- Avvicinati di più, Crowley. Sta funzionando.- sussurrò Aziraphale. Crowley posò la testa sulle gambine di Magic, cercando di non toccarla con la sua lingua biforcuta. Lei lo fissò, indecisa sul da farsi, ma almeno non dava l’aria di essere spaventata.

- Non ci crederai, principessina, ma questo bellissimo serpente è Papà Crowley.- disse Aziraphale con un sorriso pieno di speranza. Magic posò una manina sulla testa del suo papà demone/serpente e guardò il suo occhio giallo destro senza paura. Crowley sentì una carezza un po’ goffa, ma almeno sua figlia non piangeva e non era spaventata.

- Ha funzionato, Crowley. Ha funzionato.- disse Aziraphale emozionato.

- Assssssssspetta…- sibilò Crowley e si ritrasformò in umano davanti a Magic. La sua manina passò dalla testa alla guancia del rosso papà demone.

- Cucù!- disse lui e le tolse il ciuccio usando i denti. Magic spalancò gli occhioni e la boccuccia, ma non pianse alla vista degli occhi serpentini gialli.

- Ha funzionato!- ripeté Aziraphale alzando il pugno sinistro in segno di vittoria. Crowley rimise il ciuccio in bocca a Magic e la prese in braccio per coccolarla.

- Ti voglio tanto bene, principessina mia.

Aziraphale si strinse a loro, facendoli dondolare come se fossero entrambi figli suoi.

- Uno a zero per Papà Aziraphale.

- È stato un colpo di fortuna, angelo. Ma ti ringrazio…

I due si baciarono e portarono la loro bambina in cucina per darle di nuovo la pappa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non so se una cosa del genere può succedere anche nella realtà, ma spero che vi sia piaciuto. Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Prima ninnananna ***


Magic non aveva più paura di Crowley, ma erano ormai due settimane che piangeva a lungo ogni volta che rimaneva a casa da sola con lui e si rifiutava di dormire finché non arrivava Aziraphale a calmarla con la sua voce angelica.

- Nostra figlia è un po’ lunatica, lo sai, angelo?- si lamentò Crowley sdraiato sul divano.

- È nata da poco, Crowley. È normale che faccia i capricci.- disse Aziraphale mentre camminava intorno al salotto cullando Magic che gli stringeva il papillon in una manina.

- Twinkle, Twinkle, Little star…

- Almeno potresti cambiare canzone. Cantale A kind of magic. Si è addormentata la prima volta che gliel’ho cantata.- lo interruppe Crowley.

- Lo sai che quella è la tua canzone, Crowley, non mi permetterei mai di rubartela. Magari ci serve qualcosa di nuovo. Molti genitori inventano su due piedi ninne nanne per i propri bambini.- propose l’angelo. Crowley si alzò dal divano, abbracciò da dietro il suo compagno e appoggiò il mento sulla sua spalla per guardare Magic più da vicino. Lei girò la testa verso di lui e gli sfiorò la punta del naso.

- In quanto demone, non ho una bella voce, perciò sarò molto delicato, principessina.- le sussurrò mentre lei gli solleticava le labbra.

- Dormi, piccolina

L’amore è con te, bambina

Il papà rosso ti proteggerà

Il papà biondo ti coccolerà

Sei bella come una rosa

Di più, sei miracolosa

Il tuo papà sa cosa vuole

solo te e il sole

Baciò prima la manina di Magic, finalmente addormentata, e poi la guancia di Aziraphale, rosso in viso dall’emozione.

- È la ninnananna più bella che abbia mai sentito, caro…

- Mi hai ispirato tu… o sole mio…

I due risero silenziosamente per la battuta e andarono in camera loro per fare un pisolino insieme alla loro bambina.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Lo so che è un capitolo piccolissimo, ma ero ispirata dalle parole della ninnananna e non ho saputo resistere! Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Prima risata ***


DUE MESI DOPO

 

Quando Crowley era occupato, Aziraphale portava Magic con sé alla libreria per tenerla d’occhio mentre lavorava. Posizionava la carrozzina dentro la sua stanzetta privata e lasciava una lampada accesa e la porta aperta per rassicurare sua figlia che il suo papà angelo era sempre vicino a lei. Tuttavia, Magic sembrava trovarsi a suo agio in quel luogo. Giocava con la sua inseparabile anatra di peluche stringendola a sé e mangiucchiandole il becco e fissava le pagine dei libri per bambini che scorrevano da sole davanti ai suoi occhi mentre cercava di mordicchiarsi i piedini. Aziraphale si era permesso di fare un piccolo miracolo per non far annoiare la bambina mentre lavorava. La sentiva piangere solo quando aveva il pannolino sporco e quando aveva fame, per il resto, se ne stava tranquilla.

Finita la giornata di lavoro, Aziraphale chiuse il negozio e raggiunse la figlia nella sua stanzetta.

- Adesso hai il papà tutto per te, principessina!- disse sorridente mentre le toglieva il ciuccio. Lei ricambiò il sorriso e si lasciò prendere in braccio. Aziraphale si sedette sulla sua poltrona e guardò sua figlia con amore.

- Ma guarda quanto sei bella! Hai dei bellissimi capelli rossi e degli stupendi occhioni verdi! Sai, Magic… a volte, quando ti tengo tra le mie braccia, mi sembra di essere in un sogno. Come dice sempre il tuo papà Crowley, sei la magia migliore che abbia mai compiuto.- disse con tono un po’ smielato. Magic gli sorrise ancora e cercò di prendergli il papillon.

- No, tesoro, il papillon di papà non si tocca.- disse lui paziente e abbassò la manina di Magic.

- Quello è un onore che spetta solo a me!

Aziraphale alzò lo sguardo e vide il suo rosso e seducente compagno.

- L’unico lato negativo è che quel papillon ritorna sempre.- aggiunse Crowley dopo aver baciato il suo angelo sulle labbra.

- Com’è andata la giornata, caro?- gli chiese Aziraphale fingendo di non averlo sentito parlare del suo accessorio preferito.

- Sapessi che ti sei perso, angelo! Ho fatto il giro di tutte le chiese di Londra e ho spaventato i preti e le suore così!

Crowley tramutò la sua faccia in quella di un serpente che sibila furioso. Pur conoscendo l’altro volto del compagno, Aziraphale sussultò dallo spavento.

- Crowley, non davanti alla bambina!- lo rimproverò.

- Hahaha!

Il volto di Crowley tornò umano e il demone si tolse gli occhiali scuri per guardare insieme all’angelo Magic che faceva una nuova cosa: ridere con allegria.

- Oh, Magic! Stai ridendo! Hai una risata dolcissima!- esclamò Aziraphale felice.

- Non solo non hai più paura di me, adesso ti faccio anche ridere!- disse Crowley e tolse Magic dalle braccia di Aziraphale per coccolarla. Lei lo guardò sorridente e fece dei versetti.

- Vuoi vedere ancora il serpente?

Crowley tramutò di nuovo la sua faccia in quella di un serpente e fece finta di attaccare la bambina, ma nonostante lei ridesse ancora, il sorriso di Aziraphale svanì.

- Adesso basta, Crowley, per favore!

- Perché, angelo?

- Potresti traumatizzarla!- protestò l’angelo e si riprese Magic.

- Ma hai visto anche tu che la faccio ridere quando faccio così!- protestò Crowley. La sua faccia tornò umana e lui mise il broncio.

- Per ora, ma pensa al suo futuro. Potrebbero tornarle gli incubi, o magari diventerà un’appassionata di film horror e potrebbe diventare una bulletta che prova piacere nelle cose macabre.

Crowley scoppiò a ridere per l’assurdità del discorso del suo compagno.

- Per l’odio di Satana, rilassati, angelo! Una risata per un bellissimo serpente non ha mai ucciso nessuno.

- Solo… trova un altro modo per far ridere nostra figlia… per favore.- disse Aziraphale calmo. Crowley sbuffò, ma gli diede un bacio sulle labbra.

- Cosa non farei per te e Magic.

 

IL GIORNO DOPO

 

Crowley entrò in cucina e trovò una tazza di caffè caldo e un biglietto sul tavolo.

 

Buona giornata, caro! Tornerò per le sette. Per favore, non fare la faccia da serpente con Magic. Capirò se l’avrai fatta. Ti amo, Aziraphale

 

Il demone alzò gli occhi al cielo.

- Anche io ti amo, angelo, ma a volte sei proprio un rompic…

I pianti di Magic bloccarono la fine della frase di Crowley.

- Ti sei forse messa d’accordo con Papà Aziraphale per non farmi dire certe parole, signorina?- chiese alla piccola mentre la guardava agitarsi nella culla. Magic si accorse di lui e allungò le manine, desiderosa di stare in braccio a lui. Lui l’accontentò e la baciò sulla fronte, poi la portò in cucina per darle la colazione.

- Sappi che oggi non ti mollerò finché non riderai per me.- le disse mentre la guardava succhiare il biberon. Lui lo teneva con il pollice e l’indice e Magic lo stringeva nelle manine, come per aiutarlo a tenere saldo l’oggetto.

- Non ti farò le facce buffe e le linguacce come fanno i classici papà perché, come avrai notato, non sono un papà classico, ma non ti spaventerò neanche, non posso permettermi un’altra sgridata da Papà Aziraphale.

Quando il biberon fu vuoto, Crowley posizionò un panno bianco e Magic sulla sua spalla e fece un giro della casa, intanto che aspettava che la piccola facesse il ruttino. Lo sentì quando iniziò a canticchiare Bohemian Rhapsody.

- Perdona mia figlia, Freddie, non ha ancora le orecchie ben sviluppate.- pensò a voce alta, poi pulì la boccuccia della piccola e fece sparire il panno.

- E ora a noi due, principessina!- disse dopo aver sistemato Magic sulla culla portatile nel suo studio.

- Che cosa posso fare per farti ridere senza fare il serpente?- le chiese pur sapendo di non poter ricevere una risposta, poi volse lo sguardo verso la porta aperta della stanza delle piante.

- Vieni con Papà Crowley.

Posizionò la culla in mezzo alla stanza e si assicurò di essere visto da Magic prima di guardare la sua pianta più grande con rabbia.

- Non sto solo cercando di far ridere mia figlia, sono veramente arrabbiato! Ho dovuto lavorare sodo con te per non farti diventare la pianta più rammollita di Londra!- disse al povero vegetale tremante. Magic era interessata a quello che vedeva, ma non le suscitava altre emozioni. Crowley scosse la testa e si colpì la testa due volte.

- Che angelo vado a pensare? Le sgridate non fanno ridere nessuno, soltanto i pezzi di m… soltanto gli sciocchi. E tu non sei una sciocca, tesoro.

E portò la culla in salotto. L’appoggiò sul pavimento, poi si sedette sul divano e prese in braccio Magic per posizionarla sulle sue gambe. Lei continuava a guardarlo e intanto si mangiava le manine.

- Che cosa posso fare per farti ridere? Con quel viziato di Warlock Downling funzionava! Accidenti a te, Aziraphale!

Crowley appoggiò delicatamente la testa sul petto di Magic e sbuffò disperato. Ad un tratto, sentì un verso allegro. Crowley alzò gli occhi sulla piccola.

- Sbaglio o hai riso?

Magic gli sorrise. Crowley abbassò di nuovo la testa e posò la bocca sul pancino di Magic per sbuffare di nuovo. Lei scoppiò a ridere di gusto.

- Era così facile, piccola mia!- esclamò Crowley felice e sollevò in aria sua figlia come se fosse il Santo Graal.

 

*

 

- Sono a casa!- esclamò Aziraphale dopo aver chiuso la porta.

- Siamo in camera!- rispose la voce squillante di Crowley. L’angelo entrò in camera della piccola e la trovò distesa sul fasciatoio, mentre Crowley le metteva il pannolino pulito e le cantava A kind of magic.

- Buonasera, amori miei. Com’è andata la vostra giornata?- chiese dopo averli baciati entrambi sulle guance.

- Abbiamo una cosetta da mostrarti, angelo. Pronta, Magic?

Crowley posò le labbra sul pancino nudo di Magic e le fece una lunga pernacchia, facendola ridere e muovere le manine. Aziraphale sorrise orgoglioso.

- Questo sì che è far ridere una bambina!

Crowley spostò la bocca sul petto e anche sulle guance di Magic, che rideva sempre più forte per le pernacchie del suo papà.

- Voglio fargliele anche io.- disse Aziraphale, ma Crowley gli sibilò in faccia.

- Non ci provare, angelo! Io ho faticato per guadagnarmi le sue risate. Dovrai fare la stessa cosa anche tu.

Gli sorrise e lo baciò sulla punta del naso, lasciandolo un po’ sconvolto.

- Ma come posso fare? Lo sai che io non sono bravo a far ridere i bambini.- si lamentò Aziraphale, ma Crowley gli sorrise ancora.

- Io so che riuscirai a trovare un modo per far ridere nostra figlia, ma dovrai farlo da solo, proprio come ho fatto io.- concluse e gli fece una pernacchia sul collo, per poi tornare a concentrarsi sulla bambina, ancora sorridente e con gli occhi puntati sui suoi papà.

























































Avevo bisogno di scrivere qualcosa legato ai nostri maritini per resistere a questa quarantena che mi sta facendo impazzire (inizio a ridere e a dire stupidaggini senza senso...). Abbiamo bisogno di ridere un po' in questo periodo... alla prossima!

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Capitolo 5
*** Prime parole e primi passi ***


 

NOVE MESI DOPO

 

Crowley era rimasto sveglio tutta la notte ad occuparsi di Magic che aveva avuto una fastidiosa tosse, cessata solo alle cinque del mattino.

Aziraphale preferì lasciar riposare il compagno e rimanere a casa ad occuparsi sia di lui che della piccolina, che si risvegliò mentre l’angelo stava bagnando le piante.

- Buongiorno, angioletto di papà. Hai dormito meglio senza la tosse, vero?- le chiese mentre la posava sul fasciatoio per controllarle il pannolino. Aveva fatto solo un po’ di pipì. Aziraphale la cambiò senza usare i suoi poteri, a differenza di Crowley che aveva il vizio di usare le scorciatoie, la portò in cucina e la fece sedere sul seggiolino da tavolo per darle da mangiare.

- Quale pappa ti va oggi, Magic?- le chiese mostrandole tre piccoli barattoli di omogeneizzati alla frutta che aveva posato davanti a lei. Magic li sfiorò tutte e tre, poi afferrò quello al centro, convinta che fosse un giocattolo.

- E pesca sia! È il tuo preferito!- disse Aziraphale afferrando il barattolino prima che sua figlia lo rompesse.

- Perché non le dai quello alla mela rossa, angelo? Deve provare tutti i gusti!

Crowley si era alzato, anche se era chiaramente ancora stanco.

- Glieli abbiamo fatti provare tutti, Crowley, ma quello alla mela rossa non le piace. Non farne una tragedia, accettalo e basta.

Crowley non lo ascoltò e schioccò le dita per sostituire l’omogeneizzato alla pesca con quello alla mela rossa. Aziraphale guardò il demone con disapprovazione e gli cedette il suo posto.

Crowley prese un cucchiaino di omogeneizzato e lo avvicinò alla bocca della figlia.

- Lo sai dove deve andare questo aeroplanino, vero, Magic?

Ma Magic non voleva giocare. La mela rossa non la sopportava e questo faceva preoccupare il demone.

- Papà Crowley, sei ridicolo! Solo perché una volta hai indotto in tentazione una coppia con una mela, non vuol dire che se tua figlia rifiuta di mangiarla, allora non vali niente come demone.

- Papà Aziraphale, stai zitto!

Da un po’ di tempo, i due avevano iniziato a chiamarsi Papà a vicenda quando Magic era sveglia in modo da insegnarle la prima parola da pronunciare. Finora la piccola riusciva a dire solo Pa.

- Coraggio, Magic… fallo per papà Crowley!- disse il demone con un tono capriccioso, ma Magic allontanò il cucchiaino con la manina con decisione.

- Papa Colì!- disse la piccola sbattendo le manine sul tavolo.

Crowley lasciò cadere il cucchiaino a terra dalla sorpresa.

- Che cosa hai detto, tesoro?- chiese Aziraphale, anche lui sorpreso.

- Papà Crowley…- provò il demone scandendo le parole.

- Papa Colì!- ripeté Magic guardando i suoi genitori con rabbia per la fame.

Commosso, Crowley ritrasformò l’omogeneizzato alla mela rossa in quello alla pesca e ne diede un cucchiaio alla piccola, che accettò con gioia.

- Tesorino, hai reso papà Crowley felicissimo, ma prima o poi dovrai mangiare anche la mela rossa. Non ti succederà niente, te lo assicuro, ma fallo almeno una volta… per il tuo papà Crowley.

Aziraphale, sorridente, scompigliò i capelli al compagno e glieli baciò.

- Mi fa piacere sapere che non sarò io il papà rompiscatole!

- Infatti sarai quello noioso!- ribatté Crowley facendo la linguaccia al suo angelo. Magic rise per il suo buffo gesto.

- Almeno, grazie a me, nostra figlia crescerà colta e intelligente!

- E anche alla moda e carismatica!

- Papa! Papa! Papa! Papa!- gridò Magic, probabilmente per interrompere la discussione tra i suoi padri.

- Scusa, amore, hai ragione! Discutere a colazione non è il modo migliore di iniziare la giornata. Infatti, adesso papà Aziraphale deve andare al lavoro ed è anche in ritardo. Fai la brava con… Papa Colì!- disse Aziraphale e baciò la piccola sulla fronte.

- E il mio bacio dov’è?- chiese Crowley irritato.

- Te ne ho già dato uno, furbone! Tornerò per cena! Vi amo!- disse Aziraphale mentre usciva di casa.

- Tanto sono io il tuo papà preferito, vero, tesoro?- chiese Crowley a Magic sfiorandole il nasino con il suo, poi la guardò mangiare da sola con il cucchiaino, anche se qualche volta gli tirava la pappa sulla faccia.

- Direi che è il caso di farci un bel bagnetto.- disse Crowley dopo che il barattolino di omogeneizzato fu vuoto e prese in braccio Magic per portarla in bagno. Schioccò le dita per riempire la vaschetta di plastica rosa che teneva dentro la doccia di acqua tiepida e ci mise dentro la piccola che iniziò subito a giocare con l’acqua. Crowley adorava fare il bagno a sua figlia perché rideva con dolcezza per tutto il tempo.

- Che ne diresti di fare una sorpresa a papà Aziraphale quando torna a casa, amore?- le chiese mentre le passava una spugna morbida piena di schiuma su tutto il corpicino.

- Papa! Papa!- disse lei schizzando l’acqua in faccia al demone.

 

*

 

Aziraphale rientrò in casa alle sette.

- Sono a casa! Dove sono gli amori della mia vita?- chiese a voce alta mentre si toglieva la giacca e il panciotto.

- In cucina!

- Mmm, che profumino!- disse l’angelo appena entrò in cucina. Crowley aveva appena spento il forno e la tavola era apparecchiata, ma il seggiolino di Magic era vuoto.

- Dov’è Magic? Sta già dormendo?- chiese Aziraphale.

- No, è qua sotto. Amore, andiamo a salutare papà Aziraphale.

Crowley si abbassò e si avvicinò lentamente al compagno, fino a mostrargli Magic che camminava tenendolo per le mani.

- Oh, Magic!- disse Aziraphale, commosso, e quando il demone e la bambina furono a pochi centimetri di distanza da lui, lei lasciò andare le mani di Crowley e rimase ferma e indecisa sul da farsi.

- Coraggio, amore, lo sai che puoi farcela.- la incoraggiò il demone con dolcezza.

Magic fece quattro passi da sola e poi si attaccò alle gambe dell’angelo.

- Oh, tesoro mio! Sei stata bravissima!

Aziraphale la prese in braccio e le stampò un bacione sulla guancia.

- Ci siamo esercitati tutto il giorno. E ogni volta che cadeva, rideva invece di piangere.- commentò Crowley e diede un bacio sulle labbra al compagno, ma Magic lo colpì sulla guancia per allontanarlo e attaccarsi al collo dell'angelo, che rise divertito mentre il demone fingeva di essere offeso dal gesto.

- Percepisco un po’ di gelosia, vero, signorina?

- E c’è anche un’altra sorpresa: Magic, lui chi è?

Magic guardò Aziraphale e gli sfiorò le guance e il naso.

- Mama Az!

Aziraphale spalancò la bocca sconvolto e Crowley scoppiò a ridere.

- Come mi hai chiamato?

- Mama Az!- ripeté Magic innocentemente.

- Ti ringrazio di nuovo per avermi regalato l’album di fotografie per il nostro primo San Valentino insieme! Mi è stato molto utile per insegnare il tuo nome a Magic!- disse Crowley e rise di nuovo.

- Molto, molto divertente…- disse Aziraphale con sarcasmo e fece sedere la piccola al suo posto, mentre Crowley tirava fuori dal forno una piccola teglia di lasagne senza usare i guanti.

- Stasera si mangia all’italiana.- annunciò mentre posava un pezzo quadrato nel piatto di Aziraphale, poi si servì Magic e trasformò il suo pezzo in una pappa di pasta, pomodoro e carne morbida e a pezzetti piccolissimi.

- Dire che è il caso di festeggiare.- propose Aziraphale alzando il suo bicchiere d’acqua naturale. I due papà preferivano non bere alcool davanti alla bambina.

- Alle prime parole e ai primi passi della nostra Magic!

- E alla gioia che continua a donare alla nostra famiglia da quando è comparsa nella nostra vita!- aggiunse Crowley. Magic si unì al brindisi sfiorando i bicchieri di vetro trasparente dei suoi papà con il suo di plastica viola e si lasciò imboccare dal papà demone.






























Un capitolo tranquillo, lo ammetto, però dai, non è così male, vero? Abbiamo bisogno tutte quante di prepararci per quello che arriverà dopo. Al prossimo capitolo!

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Capitolo 6
*** Primo compleanno ***


 

Crowley ed Aziraphale erano emozionati. Era arrivato il primo compleanno di Magic.

- Newt e Anatema hanno accettato il nostro invito. Spero che il loro regalo non sia un piccolo computer-giocattolo, non voglio che nostra figlia conosca la tecnologia troppo presto.- disse Aziraphale mentre leggeva in cucina un libro di ricette di torte per bambini.

- Newt potrà entrare in questa casa se terrà le mani dietro la schiena per tutto il tempo! Se osa toccare i miei tesorini tecnologici, lo farò dannare per tre generazioni! Sei d’accordo con papà Crowley, tesoro?- protestò Crowley mentre giocava con Magic sul divano al cavallino.

- Papa Crolì!- disse la piccola.

- Non ascoltare papà Crowley, Magic! Ascolta papà Aziraphale!- esclamò Aziraphale dalla cucina. Riuscì a sentire sua figlia gridare Mama Azi e il suo compagno ridere divertito.

- Solo perché oggi è il suo compleanno, chiuderò un occhio su “Mama Azi”, ma è l’ultima volta!

- A volte Mama Azi è proprio un rompiscatole, ma noi lo amiamo lo stesso.- commentò Crowley e avvicinò Magic a sé per riempirla di coccole. Lei rispose a tutto il suo affetto baciandogli il mento con un sonoro schiocco.

- Che cosa stai facendo, Crowley?!

Quella voce spaventò Crowley al tal punto da fargli quasi scivolare Magic dalle mani.

Sullo schermo del televisore era apparso quel viscido e puzzolente di Hastur. Crowley strinse Magic a sé e la coprì con una coperta nera.

- Anche io sono lieto di rivederti, Hastur. Grazie per la visita, au revoir.

Crowley schioccò le dita, ma Hastur era ancora dentro il televisore.

- Ma che maleducato, non si trattano così gli ospiti!

- Non ricordo di averti invitato. Ora, scusami, ma ho tanto da fare, hasta la vista.

Crowley schioccò di nuovo le dita, ma era inutile.

- Decido io quando andarmene! Comunque, sappi che presto il capo verrà a farti visita!- disse Hastur furioso.

- Quale capo?

Crowley non avrebbe voluto fare quella domanda. Tecnicamente, lui e Aziraphale non avevano più dei capi da un bel pezzo e non sapevano quanto sarebbe durata la situazione, ma adesso che c’era Magic nella loro vita, dovevano stare entrambi più attenti.

- Lo vedrai, lo vedrai! Hasta la revoir!- concluse Hastur con un ghigno e finalmente il televisore si spense.

Crowley scoprì Magic. Non si mise a piangere per essere rimasta nel buio per qualche secondo. Al contrario, fissò il suo rosso padre negli occhi e gli accarezzò le guance con le manine, facendogli versare lacrime commosse ma anche spaventate.

- Papa… papa… papà!

- Tesoro mio… non sai quanto ti amo!- disse Crowley, le diede un piccolo bacio sulla boccuccia e poi la fece sdraiare sul divano per farle le pernacchie sul pancino, facendola ridere con allegria. Aziraphale li guardò appoggiato alla porta del salotto. Teneva in una mano il libro sulle torte e nell’altra un piccolo foglio che aveva appena strappato in tanti pezzi. Quando Crowley alzò lo sguardo verso di lui, l’angelo fece sparire i pezzi di carta con un gesto della mano.

- Che cosa c’è, Mama Azi?

Magic si mise seduta da sola e indicò Aziraphale chiamandolo Mamma Azi. Lui sorrise e si avvicinò a lei con il libro aperto su due torte, una tutta rosa e una bianca con i fiori di zucchero colorati sopra.

- Dimmi, tesoro, come vorresti che fosse la tua prima torta di compleanno?

Magic guardò con attenzione le due pagine e batté le mani.

- Ti piacciono, vero? Anche a me piacerebbe prepararle tutte e due, ma Papà Aziraphale non vuole regalarti un fastidioso mal di pancia e tanti pannolini sporchi.

- Magari potremmo darti una mano a preparare la torta.- propose Crowley prendendo in braccio la piccola. I tre si diressero in cucina, ma c’era qualcosa di strano: una torta bianca con le margherite colorate di zucchero sopra.

- E questa da dove è sbucata?- chiese Crowley.

- Non sono stato io! Volevo preparare la torta con le mie mani! Oh no, l’ho fatto di nuovo!- disse Aziraphale mettendosi le mani tra i capelli. Magic batté di nuovo le manine e al centro della torta apparve una scritta di glassa viola.

- Buon compleanno Magic.- lessero in coro Crowley ed Aziraphale, poi guardarono la loro bambina con stupore.

- Sei stata tu?- chiese l’angelo e lei batté di nuovo le manine sorridendo. Sopra la torta apparve una candela color arcobaleno a forma di uno.

Crowley e Aziraphale avrebbero voluto sorridere per le capacità di Magic, dopotutto se ne intendevano di capacità soprannaturali, ma non ci riuscivano.

- Dobbiamo parlare.- si dissero in coro. Aziraphale sospirò e prese Magic in braccio.

- Forse è meglio domani. Non roviniamo il suo primo compleanno, Crowley.

Crowley non disse niente e guardò il suo compagno che osservava la torta insieme alla piccola. Si mise gli occhiali neri per non far vedere la paura e la rabbia nei suoi occhi.

 

*

 

Anatema e Newt arrivarono alle otto. Avevano portato due regali per Magic. Aziraphale li accolse come un perfetto padrone di casa, mentre Crowley se ne stava in disparte con la piccola sulle spalle. Le aveva messo un vestitino rosa con una gonnellina che la faceva sembrare una ballerina di danza classica.

- Buon compleanno, mia bellissima figlioccia!- disse Anatema. Crowley le permise di prenderla in braccio, ma non la perse mai di vista, neanche durante la cena. Aziraphale cercò di non farci caso e raccontò tutti i progressi di Magic con fin troppo entusiasmo.

Arrivati al momento tanto atteso della piccola festa, i due papà si misero dietro il seggiolino della figlia. Crowley schioccò le dita per spegnere le luci della cucina e Aziraphale le schioccò per far apparire la torta con la candelina accesa.

- Tanti auguri a te

Tanti auguri a te

Tanti auguri a Magic

Tanti auguri a te!

Newt scattò tante foto e riuscì a non distruggere la macchina fotografica.

Anatema non poté fare a meno di notare che le luci della cucina si erano accese con un battito di mani di Magic, ma per non rovinare il bel momento, le mostrò il regalo più piccolo che le aveva portato. Aziraphale lo aprì per lei e trovò un carillon di legno a forma di angelo con le ali nere che suonava Bohemian Rhapsody.

- E questa meraviglia dove l’hai trovata?- chiese Crowley con una punta di gelosia nella voce.

- L’ho fatta con le mie mani. È il mio nuovo modo di fare magie…- spiegò lei timidamente e fece aprire all’angelo il secondo regalo, un grande orsacchiotto di peluche e con un fiocco viola e gli occhi luccicanti. Magic strinse l’orsacchiotto a sé in segno di apprezzamento.

- Grazie, Anatema! Grazie, Newt! Direi che Magic ha apprezzato molto i vostri regali!

- Anaea! Nu!- esclamò Magic guardando sorridente la sua madrina e il suo fidanzato.

Dopo aver assaggiato un pezzettino di torta, la piccola si mostrò stanca stropicciandosi gli occhietti.

- Se volete, posso farla addormentare io.- intervenne Anatema.

- No, grazie, ci penserà Papà Aziraphale.- disse Crowley con voce ferma.

Aziraphale prese in braccio Magic, permise al demone e anche ai suoi amici di darle il bacio della buonanotte e la portò in bagno per lavarla un po’ prima di metterla a nanna.

- Ho l’impressione che mia figlia sia in pericolo.- disse Crowley a voce bassa ad Anatema e Newt appena Aziraphale scomparve dietro la porta del bagno.

- Riguarda le sue… capacità?- chiese Newt. Da quando si era messo con Anatema, aveva imparato a convivere con certe stranezze.

- Non solo… oggi ho ricevuto una spiacevole visita da uno dei miei… ex-colleghi e questo mi fa saltare i nervi. E ha detto che uno dei miei capi verrà da me un giorno, ma non so quando. Potrebbe arrivare domani come tra cento anni.- disse il demone a denti stretti cercando, con fatica, di controllare la sua rabbia.

- Crowley, calmati, per favore.

- No che non mi calmo, Anatema!

Crowley sbatté forte il pugno sul tavolo, spaventando Magic che si mise a piangere forte.

- Si tratta di mia figlia, nata per puro caso. Se dentro di lei c’è davvero un po’ di angelo e un po’ di demone, non oso immaginare quello che potrebbe succederle. Belzebù o Gabriele potrebbero volerla per usarla per i loro scopi o peggio… potrebbero volerla Satana o Dio.

Crowley era sul punto di crollare, ma la mano di Anatema posata sulla sua riuscì a calmarlo almeno un po’.

- Farò delle ricerche, Crowley, te lo prometto. Troveremo una soluzione. Dopotutto, sono una strega e discendente di Agnes Nutter. Se siamo riusciti ad evitare l’Apocalisse e a salvarci tutti quanti grazie alle sue premonizioni, possiamo proteggere e salvare anche Magic.

- Non sono tipo da eroi dei film pieni di speranza per il futuro, non lo ero neanche durante l’Apocalisse…- disse il demone scoraggiato.

- Allora direi che è arrivato il momento di pensare da eroe. Dopotutto, i padri sono gli eroi delle proprie figlie, no?- aggiunse Newt.

Quando Aziraphale tornò senza Magic tra le braccia, Anatema e Newt ringraziarono i loro amici per la bella festicciola e se ne tornarono a casa.

- Crowley…

- No, ti prego, Aziraphale, non voglio parlare in questo momento. L’hai detto anche tu, lo faremo domani. Adesso voglio solo andare a dormire.

Crowley schioccò le dita, facendo tornare la cucina pulita e in ordine, e andò in camera sua. La culla di Magic era attaccata ai piedi del letto.

- Così dormiremo più tranquilli.- disse Aziraphale a voce bassa, poi caricò il carillon che aveva messo sul comodino di Crowley e si mise al suo posto nel letto. Le note della nuova versione di Bohemian Rhapsody si diffusero nella camera senza fare troppo rumore e Crowley posò un bacio sulla testa di Magic usando un dito.

- Buon compleanno, mia piccola principessina.- mormorò e si sdraiò vicino al compagno.

- Angelo? Ti amo tanto… e ti sono grato per il grande dono che hai fatto a noi da un anno.- gli disse stringendolo a sé.

- Anche io ti amo tanto… e non ho paura…

 


















































Ci siamo addolcite a dovere, è ora di un po' di dramma, che dite?
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** Primo perdono per un padre demone ***


Quando Crowley ed Aziraphale si svegliarono, Magic era ancora nella sua culla, ma non stava dormendo, bensì giocava tranquilla con il suo nuovo orsacchiotto. Ogni volta che batteva le manine, gli occhi del pupazzo s’illuminavano e poi si spegnevano.

- Buongiorno, piccina. Vedo che ti piace tanto il tuo nuovo amico.- commentò Aziraphale prendendo in braccio Magic. Crowley baciò la piccola sulla testa e lasciò che Aziraphale le desse per colazione lo yogurt alla pesca senza protestare.

- Crowley, siediti e mangia qualcosa, per favore.

- No, Aziraphale, non ho voglia di mangiare! Avrei voglia di scolarmi tutto l’alcool presente in Inghilterra, ma non posso, perciò lasciami bere il mio caffè!- protestò Crowley dando le spalle al compagno e alla figlia per non farsi vedere mentre beveva una tazza di caffè di tre metri.

Dopo aver lavato e vestito Magic, Aziraphale suggerì di portarla a fare una passeggiata a St. James Park.

- Oh, ma che genio che sei, Mamma Azi! Certo, portiamo nostra figlia in giro così che possano vederla tutti, ma proprio tutti!- protestò Crowley strappando la bambina dalle braccia dell’angelo.

- Crowley, l’abbiamo fatto altre volte e non è mai successo niente di grave!

- E quella volta che un bambino le ha tirato addosso il suo gelato sporcandole il vestitino nuovo?

- Non glielo aveva tirato addosso, era solo scivolato proprio nel punto in cui si trovava Magic! E comunque, l’avevamo subito ripulita. Dai, amore, smettila di fare il paranoico e usciamo, abbiamo bisogno tutti e tre di respirare aria fresca!

Crowley sospirò e mise Magic nel suo passeggino nero con le nuvole bianche. La piccola batté le manine per far apparire il suo nuovo orsacchiotto vicino a sé.

La famigliola raggiunse il parco in silenzio e si sedette alla propria panchina. La trovavano sempre vuota, come se tutta Londra sapesse che quello era il loro posto e nessuno poteva toccarlo. O chissà, forse era anche merito della scritta che Crowley aveva inciso sulla prima asse in alto della spalliera: Questo è il posto di Crowley, Aziraphale e Magic. Sedetevi e per voi sarà la fine!

- Angelo… ieri ho visto Hastur tramite il televisore.- disse Crowley a bassa voce dopo essersi guardato intorno.

- E io ho… ricevuto un messaggio da una colomba di Michele…- ammise Aziraphale senza togliere gli occhi da Magic che giocava spensierata con l’orsacchiotto.

- Una colomba in casa nostra? La prossima volta la faccio arrosto!- protestò il demone stringendo i pugni.

- Caro, ti prego, calmati!

- Giuro che il prossimo che mi dice di calmarmi, lo faccio trasferire su Marte!

Magic spalancò gli occhi, spaventata dalle minacce del suo papà demone, e strinse a sé l’orsacchiotto.

- Scusami, amore, non volevo spaventarti…- disse Crowley accarezzandole la testolina.

- Comunque, il messaggio di Michele diceva che… presto il capo mi farà visita… ma non era molto chiaro: si riferiva a Gabriele o… a Dio?

- Vale anche per me con Hastur. Si riferiva a Belzebù o a Satana? Angelo, l’ultima volta che ho avuto tanta paura… credevo di averti perduto per sempre a causa delle fiamme nella tua libreria.

Aziraphale cercò di calmare Crowley con un bacio sulla guancia. Riuscì a strappargli solo un piccolo sorriso.

- Tu non mi perderai mai… e neanche Magic.

- Io mi fido di te, angelo, ma guarda quanta strada abbiamo dovuto fare prima di sentirci veramente liberi di amarci. E poi è arrivata lei…

Crowley guardò Magic che sorrideva a lui e al suo papà angelo.

- … la sua apparizione nella nostra vita è qualcosa che non può spiegare nessuno, nemmeno noi due, ma proprio perché lei è speciale, può essere molto potente, sia nel bene che nel male.

- Ma noi la stiamo crescendo come un’umana, proprio come stanno facendo i signori Young con Adam.- ricordò Aziraphale.

- È vero, ma lui è l’Anticristo. Anche se si comporta come un semplice essere umano, dentro di sé c’è comunque un forte potere demoniaco. Magic, invece, ha un potere diviso in due parti e non è mai successo prima d’ora che nascesse un essere metà demone e metà angelo.

- Anche tu sei stato un angelo, Crowley…

Crowley non sopportava quando il suo compagno gli ricordava il suo ruolo nell’Universo prima della caduta.

- Sì, ma non ricordo più niente di quel tempo, perciò è come se non fossi mai stato un angelo. E poi c’è un’altra cosa… come hai detto tu, Magic cresce come un’umana… perciò un giorno…

Aziraphale posò con decisione una mano sulla bocca di Crowley.

- Non aggiungere una parola! Non dobbiamo pensare a queste cose! Tutto quello che dobbiamo fare è proteggere nostra figlia ma anche lasciarla vivere una vita normale e serena. Promettimi che continuerai a comportarti come un padre rompiscatole ma amorevole. Fallo per me e per lei.- gli disse guardandolo negli occhi, rischiando anche di piangere davanti a lui.

Crowley strinse le labbra, ma poi diede un bacio all’angelo.

- Ringrazia chiunque tu voglia che Magic ci sta guardando, non saprei se farti a pezzi perché mi hai chiamato rompiscatole o amorevole.

I due passarono il resto della giornata portando la loro piccola in giro per il parco, anche se Crowley continuava a guardarsi intorno con aria paranoica, anche quando si sistemarono in un posto tranquillo per fare un picnic. Aziraphale stava inginocchiato sulla lunga tovaglia a quadretti rossi e bianchi e giocava all’imitazione degli animali con Magic, mentre Crowley stava sdraiato su un fianco e li guardava tenendo la testa appoggiata sul palmo della mano.

- Papa Co… sss sss!- disse Magic imitando il verso del serpente con la lingua di fuori e il demone sorrise.

- Credo che sia uno dei suoi animali preferiti. Spero solo che non ne faccia mai apparire uno in casa nostra. Mi basti tu, Crowley.- commentò Aziraphale.

- Che grande onore, angelo.

 

*

 

Era passato un mese dal compleanno di Magic. Gli ex-colleghi di Aziraphale e Crowley non si erano più fatti sentire né vedere, ma il demone diventava sempre più paranoico. Non lasciava mai la bambina da sola, neanche quando se ne occupava l’amato compagno. La culla era ancora attaccata al loro letto.

- Tanto vale che fai sparire la camera di Magic!- gli urlò una sera Aziraphale mentre cercava di far mangiare un passato di carote alla figlia, finendo per ritrovarselo tutto sul panciotto e in faccia. Crowley aveva risposto con un grugnito e si era chiuso nel suo studio, accendendo però la televisione sulla telecamera che aveva fatto apparire in cucina. Aziraphale non approvava neanche quella scelta, non aveva mai sopportato lo stile di vita alla Grande Fratello. Uscì quando Magic stava già dormendo nella sua culla, stretta all’orsacchiotto e all’anatra, mentre Aziraphale leggeva Emma di Jane Austen.

- Scusa, angelo…

- Non è a me che devi chiedere scusa, ma a tua figlia. Sai perché molto spesso piange? Perché le stai troppo addosso.- disse Aziraphale senza guardarlo in faccia. Non gli rivolse la parola per tutto il resto della notte, che passò a leggere tutto il libro. Quando lo chiuse, vide Crowley addormentato. Stava sdraiato sulla schiena e la sua mano destra era posata sul cuscino, forse in attesa di essere toccata dall’angelo. Aziraphale sospirò e si alzò per controllare sua figlia. Aveva appena aperto gli occhietti, ma se li stropicciò. Aveva ancora sonno.

- Buongiorno, amore. Ti va di dormire ancora un po’ insieme a Papà Crowley?- le chiese a voce bassa mentre la prendeva delicatamente in braccio. Lei sembrò capire la sua domanda e non protestò. Aziraphale la posò vicino a Crowley e la coprì per bene, per poi andare in cucina a preparare la colazione.

Crowley aprì lentamente gli occhi. Lui e Magic si guardarono, indecisi sul da farsi.

- Buongiorno, principessina…- disse lui mentre si sdraiava sul fianco per guardare meglio sua figlia e avvolgerla dolcemente con il braccio. Lei lo lasciò fare e si mise un pollice in bocca, mentre con l'altra manina stringeva una lunga ciocca rossa di Crowley, senza staccargli gli occhi di dosso.

- Amore mio… questa è forse la prima volta che un padre dice una cosa del genere alla propria figlia di solo un anno, per di più un padre come me: ti chiedo perdono per essere stato appiccicoso e anche un po’ duro. Lo faccio solo perché amo te e tuo padre più di qualunque altra cosa al Mondo e farei letteralmente di tutto per proteggervi. Lo capisci, vero?- le spiegò mentre le accarezzava la testa. Lei si tolse il pollice dalla bocca per mostrargli un sorriso sdentato.

- Lo prendo come un sì.- disse Crowley e baciò la sua bambina sulla fronte, per poi chiudere gli occhi, senza smettere di accarezzare la testolina rossa di Magic, che si rimise il pollice in bocca e si riaddormentò. Aziraphale era rientrato in camera per controllare la situazione e sorrise nel vedere il suo demone e sua figlia riappacificati e addormentati insieme. Fosse stato per lui, li avrebbe guardati così in eterno.

















































Mi piace troppo scrivere di Crowley e Magic insieme, come se lui rappresentasse la mia versione maschile (dato che siamo entrambi rossi!). Perdono sembra la parola più difficile del Mondo, ma in realtà è così semplice... 

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Capitolo 8
*** Primo giorno di scuola ***


UN ANNO DOPO

 

Aziraphale scattò una foto a Crowley e Magic che si tenevano per mano sorridenti.

- Sei felice di iniziare la scuola, tesoro?- chiese alla piccola dopo averle mostrato la foto.

- Sì, tanto, Papà Azi!- esclamò la piccola ballando sul posto, mentre Crowley cercava di sistemarle lo zainetto viola sulle spalle.

- Ti ricordi che cosa devi fare e che cosa non devi fare in classe?- le chiese l’angelo mentre si assicurava che la sua gonnellina non avesse pieghe.

- Devo essere gentile, educata e non devo battere le mani.- disse Magic contando sulle dita.

- Brava la mia principessina.- disse Aziraphale e andò a prendere la sua giacca e quella di Magic.

- Batti le mani solo se è necessario, tesoro, e non farti vedere da nessuno.- le sussurrò all’orecchio Crowley.

- Va bene, papà!

Il demone la guardò con orgoglio, le accarezzò i capelli raccolti in due bei codini e le porse una scatolina marrone.

- Sei la bambina più bella del Mondo! Papà Azi ed io ti abbiamo preparato un regalino per questo giorno speciale. È anche da parte della zia Anatema e lo zio Newt.

Magic tolse il coperchio dalla scatolina e trovò un braccialetto con perline bianche e nere e un cuore di vetro color arcobaleno.

- È bellissimo! Grazie, papà!- disse la piccola entusiasta e baciò Crowley sulla guancia.

- E io, scusa?- chiese Aziraphale con le giacche in mano e fingendosi geloso. Magic ringraziò anche lui e lo abbracciò.

- Se indosserai sempre questo braccialetto, saprai che i tuoi papà ti sono vicini e non dovrai avere paura di niente.- spiegò Crowley mettendole il gioiellino al polso destro.

Arrivati all’entrata della scuola – una di quelle private piuttosto costose, ma che aveva “miracolosamente” accettato la richiesta di iscrizione della figlia di due uomini – Magic era meravigliata da tutti i bambini e bambine che, come lei, stavano per separarsi dai genitori per qualche ora per imparare tante cose e fare nuove amicizie. Crowley ed Aziraphale l’accompagnarono alla porta della classe 1a A.

- Ci siamo, tesoro!- disse Aziraphale baciando Magic sulla testa con esagerato entusiasmo, a differenza di Crowley che non riusciva a lasciarle la mano.

- Papà Cro… devo entrare. Puoi lasciarmi la mano, per favore?

Il demone sospirò e si abbassò per essere all’altezza della figlia.

- Solo se mi dai un bacio.- disse indicandosi la guancia. Magic lo accontentò e Crowley rispettò il patto.

- Buon primo giorno di scuola, principessina!- la salutò Aziraphale e aspettò insieme al compagno che la porta della classe si chiudesse. Dovette trascinarlo con la forza per portarlo fuori dall’edificio.

- Andrà tutto bene, amore. Le abbiamo dato il braccialetto magico che Anathema ha fatto per lei, possiamo stare tranquilli.- disse mentre Crowley guidava la Bentley come un pazzo. Lo faceva solo quando non c’era Magic.

- È l’unica cosa che lei sia riuscita a fare in questi ultimi cinque anni!- protestò Crowley.

- Ma sono anche cinque anni che abbiamo ancora Magic!

Aziraphale stava per aggiungere un’altra protesta, ma la sostituì con uno schiocco di dita che bloccò all’istante la Bentley, proprio davanti al locale che Crowley aveva aperto da tre anni. Lo aveva chiamato Magic Angel e la gente veniva ogni sera per bere e ascoltare musica rock e durante il weekend venivano pure le cover band dei grandi gruppi del passato a suonare per far passare alla gente una piacevole serata tra alcool, rock e a volte anche droga e sesso. Crowley non si lamentava mai di queste due ultime cose, l’unica cosa che pretendeva era di non trovare persone nude sui divanetti o negli angoli bui. Per il resto, ripuliva tutto con uno schiocco. La prima volta che Aziraphale aveva sentito parlare del locale del compagno, gli era piaciuto il nome che aveva scelto, ma quando lo vide tornare a casa una notte con della polvere bianca addosso alla giacca, lo aveva ripulito con uno schiocco e dopo una lunga litigata in cucina fino alle quattro del mattino, non gli aveva rivolto la parola per una settimana, usando Magic come portavoce. Alla fine, proprio su richiesta della figlia ignara, lo perdonò, facendogli promettere di tornare a casa sempre pulito, in tutti i sensi.

- Angelo, che cazzo ti è saltato in mente?!

- Entriamo e parliamo. Abbiamo entrambi bisogno di un bicchierino.

Crowley parcheggiò la Bentley nel suo angolo privato ed entrò nel locale con il compagno. Schioccò le dita e si accesero soltanto le luci sopra il bancone e quelle sulle mensole degli alcolici.

- Scegli tu, angelo, a me va bene qualsiasi cosa.- disse Crowley togliendosi gli occhiali e sedendosi su uno degli sgabelli come se fosse un cliente, invece che il proprietario. Aziraphale scelse una bottiglia di scotch, il liquore preferito di Crowley, la svuotò in due bicchieri e fece apparire una vaschetta piena di cubetti di ghiaccio. Il demone ne versò la metà nel suo bicchiere e ne mise due in quello dell’angelo.

- Facciamo un brindisi, caro.- propose Aziraphale. Crowley alzò il bicchiere con poco entusiasmo.

- Al primo giorno di scuola di nostra figlia e… a noi… è passato tanto tempo dall’ultima volta che siamo rimasti soli per molte ore.

- Ti ricordo che andiamo a letto insieme da sei anni quasi tutte le notti.

- Sì, è vero, però… ti ricordi l’ultima volta che siamo stati… intimi?

Il tono dolce e allo stesso tempo sensuale dell’angelo scatenò la testa già piena di pensieri ingarbugliati del demone.

- Oh, angelo… accidenti a te!

Crowley svuotò tutto d’un fiato il suo bicchiere, ignorando i cubetti che scivolavano sulla sua faccia e sui suoi vestiti, lo lanciò alle sue spalle e raggiunse Aziraphale dietro il bancone con un salto. Lo guardò intensamente negli occhi e gli sfiorò le guance e i capelli con le mani.

- Tu mi hai sconvolto la vita sin dal nostro primo incontro.

Gli tolse la giacca e il panciotto.

- Sei dolce…

Via il papillon.

- … goffo… goloso…

Via la camicia, un bottone alla volta. Aziraphale si tolse le scarpe usando i piedi per continuare a guardare e ascoltare il suo uomo.

- … testardo… pignolo… un po’ ottuso…

Via la cintura e i pantaloni.

- … intelligente… sexy…

Via i boxer.

- … coraggioso… un padre stupendo e... il compagno migliore che si possa desiderare…

Crowley si tolse la giacca e la camicia e si lasciò toccare il petto da Aziraphale.

- Tu mi rendi forte, angelo… ma sai anche rendermi debole…

- Anche tu mi fai questo effetto, caro…- disse l’angelo e baciò con passione il suo demone. Fecero l’amore senza pensare a niente, usarono persino il bicchiere di scotch avanzato per aumentare la loro passione, ma furono costretti a fermarsi quando suonò la sveglia sul cellulare di Crowley.

- È ora di andare a prendere Magic!

- Di già? Santo cielo, è proprio vero che il tempo vola quando ci si diverte! E noi dovremmo saperlo meglio di chiunque altro!

I due schioccarono le dita per rivestirsi e ripulire il locale e tornarono nella Bentley per andare a prendere la loro bambina.

L’aspettarono all’uscita, come tutti i genitori. Appena la videro, Aziraphale dovette trattenere Crowley dal desiderio di rincorrerla per abbracciarla davanti a tutti i bambini. La piccola sembrava serena e tranquilla, teneva persino una bambina con le trecce castane per mano. Dopo averla salutata, raggiunse i suoi papà.

- Papà Cro! Papà Azi!

- Ciao, amore! Allora, com’è andata? Ti sei divertita?- esclamò Aziraphale prendendola in braccio. Crowley le tolse lo zainetto per essere più leggera. Lo aprì appena e notò che la mela rossa che le aveva dato per il pranzo era ancora intatta.

- Sì, molto! Vi ho fatto un disegno, è dentro lo zaino!- disse la piccola dopo aver baciato sulle guance i suoi papà. I due notarono un bambino che piangeva con la sua mamma perché gli erano cresciuti dei lunghi baffi neri e non riusciva a toglierseli. Magic lo stava guardando con soddisfazione.

- Ne parliamo dopo a casa, signorina.- disse Aziraphale con serietà, mentre Crowley era d’accordo sia con lui che con Magic.


























Forse ho esagerato quando dicevo che sarebbe iniziato il dramma, ma sto andando a gradi, così almeno la storia è più lunga, mi sta prendendo tantissimo e ne sono orgogliosa! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 9
*** Prime rose ***


 

QUATTRO ANNI DOPO

 

Londra era completamente invasa dalla pioggia e la cosa non piaceva per niente a Magic.

- Voglio andare al parco!- si lamentò con Aziraphale durante la colazione.

- Mi dispiace, Magic, ma oggi non è proprio giornata per stare all’aperto.- disse lui dispiaciuto e Magic mise il broncio. Crowley la imitò mentre le accarezzava la guancia.

- Su, tesoro, non fare così.

- Volevo vedere i fiori!- protestò Magic triste.

- Potrai farlo anche stando in casa.

- Noi non abbiamo fiori in casa, Papà Cro! Abbiamo solo le tue piante!- disse Magic confusa, ma Crowley le sorrise, la prese in braccio e la portò nella stanza delle piante, che iniziarono a tremare appena videro il loro padrone.

- Come sai bene, amore, solo Papà Crowley può toccare queste piante impertinenti.

- Perché urli sempre con loro?- chiese Magic.

- È l’unico modo per farle crescere bene. Non sempre si può ottenere quello che si vuole con le maniere buone. Comunque, quali fiori ti piacerebbe vedere in questa stanza?

- Rose! Tante rose colorate!

- Allora, se ne vuoi tante, dobbiamo darci da fare.

Crowley rimise Magic a terra e schioccò le dita per far apparire una vaso rettangolare e di grandezza media, un sacco pieno di terra, un rastrello, una paletta, una cazzuola, delle forbici da giardino, due paia di guanti e un sacchetto pieno di semi di rose. Magic spalancò gli occhi meravigliata.

- Facciamo le rose insieme?

- Sì, principessina, in un certo senso.

- Prima, però, devi finire la colazione, lavarti i denti e vestirti.- intervenne Aziraphale sulla soglia della porta. Crowley lasciò andare la figlia con il compagno e poi si rivolse alle piante.

- Allora, signorine, oggi insegnerò una cosa nuova a mia figlia. Fatemi fare brutta figura e ve la farò pagare cara! Sono stato chiaro?- le minacciò mentre le bagnava.

Magic tornò pulita e vestita. Aziraphale le aveva raccolto i capelli in una coda in modo che non le dessero fastidio durante la sua prima esperienza di giardinaggio.

- Sono pronta, Papà Cro!- disse emozionata.

- Molto bene, Magic Crowley-Fell. Infilati i guanti e ascolta bene il tuo bellissimo papà demone!

Magic obbedì a suo padre, poi lo guardò aprire delicatamente il sacco di terra.

- Prendi un po’ di terra e mettila dentro il vaso.- disse Crowley porgendo la paletta alla piccola. Lei lavorò in silenzio e concentrata.

- Posso mettere un po’ di musica? Ho letto che le piante l'apprezzano.- intervenne Aziraphale a voce bassa.

- Grazie, angelo, ma la musica rende le mie piante delle pappemolle. Perciò, meglio rimanere in silenzio.- disse Crowley. Magic riempì il vaso fino a metà, poi Crowley le diede cinque semi a caso. Lei li posò delicatamente sulla terra come se fossero fatti di cristallo, poi Crowley le fece segno di coprirli con altra terra, fino ai bordi del vaso.

- E ora sistemala per bene.- disse e passò il rastrello a Magic, che accarezzò la terra come se pettinasse una delle sue bambole.

- Ultimo, ma non meno importante, bagnala, ma non esagerare.

Crowley schioccò le dita e apparve una brocca di vetro piena d’acqua ai piedi di Magic, che la prese in mano con delicatezza e verso un po’ acqua fresca sulla terra.

- Brava la nostra bella giardiniera.- disse Aziraphale sorridente.

- Ora le rose sbocceranno, Papà Cro?- chiese Magic emozionata.

- Ogni cosa ha il suo tempo, tesoro. Se vorrai vederle sbocciare il prima possibile, dovrai bagnarle ogni giorno. Ti farò sapere io quando dovrai farlo, va bene?- disse Crowley mentre faceva sparire tutta l’attrezzatura da giardinaggio.

- Sì, va bene!- disse Magic e si tolse i guanti per andare in bagno a lavarsi le mani.

- Sono molto fiero di te, Crowley. Le hai insegnato a fare una cosa con le sue mani senza batterle.- disse Aziraphale e baciò il rosso compagno sulla guancia.

- Non uso mai i miei poteri quando si tratta delle mie piante. Si monterebbero la testa, anche se non ce l’hanno.- commentò il demone lanciando uno sguardo duro alle piante tremanti.

 

UNA SETTIMANA DOPO

 

Aziraphale aveva appena messo a letto Magic. Voleva aspettare la mezzanotte per festeggiare subito il suo quinto compleanno, ma era crollata mentre il suo papà angelo le cantava Hallelujah. Dopo averle dato un bacio sulla fronte e averle rimboccato le coperte, Aziraphale raggiunse Crowley nel suo studio, dove stava dipingendo un piccolo castello di legno.

- Che cosa stai facendo, amore?- gli chiese a voce bassa per non deconcentrarlo.

- Sto finendo il regalo per il compleanno di nostra figlia.- rispose Crowley senza togliere gli occhi dal suo lavoro.

- Anche io le ho preparato un regalo con le mie mani.

- Interessante, angelo, ma devo finire prima che Magic si svegli, perciò fammi un favore: dammi un bacio e poi vai a letto a leggere un libro o a dormire.

- Veramente sarebbero due favori.- sussurrò Aziraphale. Crowley gli lanciò un’occhiataccia, ma ricevette comunque un bacio amorevole.

- Buon lavoro, caro.

Alle sette di mattina, Crowley finì di dipingere il castello, lo posò sopra il vaso di rose di Magic, agitò delicatamente le mani e raggiunse il biondo compagno in camera loro. Stava dormendo con il libro aperto appoggiato sul petto. Il demone glielo tolse dalle mani e si sdraiò vicino a lui per riposarsi un po'. Riaprì gli occhi un'ora dopo e svegliò Aziraphale con un bacio.

- Buongiorno, bello addormentato.

- Buongiorno a te, Geppetto. È tutto pronto?

- Sì, Magic passerà un altro piacevole compleanno.

La piccola raggiunse da sola i suoi papà in cucina. Aziraphale stava versando un po’ sciroppo d’acero sui pancake e Crowley stava bevendo il suo caffè.

- Buongiorno, bellissima festeggiata!- esclamò appena si accorse di sua figlia e la prese in braccio per darle un grosso bacio sulla guancia. Le fece anche una lunga pernacchia sul collo per farla ridere.

- Buon compleanno, principessina!- disse Aziraphale quando Crowley gli permise di baciare Magic.

- Grazie, Papà Cro. Grazie, Papà Azi.- disse lei con voce ancora un po’ assonnata.

- Scommetto che non vedi l’ora di goderti la festa che abbiamo organizzato al parco con tutti i tuoi compagni dell’asilo, vero?- chiese l’angelo mentre serviva alla piccola un pancake tagliato a quadretti.

- Sì, molto.

- Prima, però, Papà Azi ed io vorremmo darti i nostri regali.

Magic spalancò gli occhi, completamente sveglia.

- Dove sono? Dove sono?- chiese guardandosi intorno.

- Non c’è fretta, amore. Prima finisci con calma la colazione.- disse Aziraphale. Magic sbuffò e mangiò il suo pancake. Crowley controllava che non s’ingozzasse neanche con la sua tazza di latte caldo.

- Ho finito.- disse mostrando il piatto e la tazza vuoti. Crowley sorrise, bendò Magic con un lungo fazzoletto nero e la prese per mano insieme ad Aziraphale.

- Andiamo a vedere i tuoi regali.

I tre si diressero nella stanza delle piante. Crowley si posizionò dietro Magic, s’inginocchiò per essere alla sua altezza e poi le tolse il fazzoletto dagli occhi.

Magic non credeva ai suoi occhi: non solo le rose che aveva piantato erano sbocciate. I petali brillavano come se fossero pietre preziose, soprattutto quella in mezzo, la più grande, rossa e splendente come un rubino. E dietro la rosa bianca c’era il piccolo castello di legno.

- Papà Cro… sono bellissime!

- Il merito è solo tuo, amore mio. Le hai coltivate tu stessa.- disse Crowley abbracciando da dietro sua figlia e la baciò di nuovo sulla guancia.

- Anche il castello è bellissimo! È come quello della Bella e la Bestia!- aggiunse Magic emozionata.

- Lo so. Che razza di padre sarei se non conoscessi i gusti di mia figlia?

Magic si girò per abbracciare forte il suo papà demone e gli ricoprì entrambe le guance di baci.

- Grazie, Papà Cro!

Poi si staccò per guardare da vicino le sue rose.

- Posso bagnare un po’ la terra?

- Certo, tesoro, ma stai attenta a non toccare le foglie e i petali, potrebbero rovinarsi.- disse Crowley e fece apparire un bicchiere pieno d’acqua fresca. Lei fece come il demone le aveva detto di fare. Stava per sfiorare la rosa rossa, ma poi preferì lasciarla stare per paura di rovinarla.

- Dov’è il tuo regalo, Papà Azi?- chiese al suo papà angelo.

- È in camera tua.

I due si presero per mano e andarono in camera insieme. Sul tavolino di Magic c’era un regalo quadrato e sottile impacchettato con carta verde e un fiocco rosso. La bambina lo aprì e trovò un quadernino fatto a mano pieno di disegni fatti a matita.

- L’ho fatto con le mie mani, tesoro. Ho disegnato personalmente tutte le tue cose preferite.- spiegò Aziraphale mentre Crowley teneva un braccio intorno alle sue spalle. Magic trovò tra le pagine del quadernino il disegno del Piccolo Principe con la volpe, un unicorno, un’anatra, un cono gelato, un mazzo di fiori, gli occhiali di Crowley, il papillon di Aziraphale, una bandiera inglese, una ballerina in tutù, un cane, un gatto ecc.

- Grazie, Papà Azi! Stasera li coloro tutti!- disse mentre abbracciava il suo papà angelo.

- Sei sicura, tesoro? Sarai molto stanca dopo la tua festa!

- E invece no!

 

*

 

Quando anche l’ultimo bambino uscì con i suoi genitori dalla libreria, Aziraphale e Crowley risero a voce bassa alla vista della loro bambina addormentata sul divano della stanzetta privata.

- La signorina Sempre Sveglia.- commentò Crowley mentre la prendeva in braccio. Appena tornarono tutti e tre a casa, Magic si svegliò di colpo.

- Papà Cro… voglio vedere le rose, per favore…

Crowley la portò nella stanza delle piante. Le rose splendevano ancora, ma Magic batté con fatica le mani per bagnare un po’ il terreno.

- Buonanotte, rose.- disse e chiuse di nuovo gli occhi.

- Sono così fiero di nostra figlia. Sta già diventando una signorina responsabile.- disse Aziraphale a voce bassa.

- Anche io lo sono, ma è ancora la nostra bambina. Non deve avere fretta di crescere.- commentò Crowley e portò Magic in camera sua per metterla a letto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non sono esperta di botanica, spero di non aver scritto cavolate in questo capitolo, ma lo "dovevo" a Crowley! XD

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Capitolo 10
*** Primo litigio padre-figlia ***


L’estate arrivò in fretta e Magic concluse il primo anno scolastico con un’ottima pagella. Crowley e Aziraphale la portarono a mangiare il gelato al parco per festeggiare la fine della scuola.

- Siamo orgogliosi di te, principessina.- disse il rosso demone dopo averla aiutata a scendere dalla Bentley.

- Grazie, Papà Cro.

- E siamo molto felici che ti sia fatta tante amichette.- aggiunse Aziraphale.

- Georgia, Martha e Rose mi vogliono tanto bene!

Magic parlò delle sue amiche per una buona mezz’ora, anche mentre succhiava il suo ghiacciolo all’arancia.

- Papà Cro? Papà Azi? Georgia mi ha invitata a dormire a casa sua sabato sera. Ci saranno anche Martha e Rose. Posso andare?

Aziraphale era sul punto di risponderle, ma Crowley si schiarì rumorosamente la voce per zittirlo.

- No, non puoi andarci, Magic.

- Perché no?- chiesero in coro l’angelo e la bambina sconvolti.

- Perché non penso che tu sia pronta per passare un’altra notte a casa di un’amica.- disse Crowley con serietà.

- E come mai?- chiese ancora Magic.

- Hai forse dimenticato cos’è successo l’ultima volta? Eri andata a dormire da Rose, avevate guardato Biancaneve e i sette nani e hai avuto talmente tanta paura della Regina Cattiva che hai battuto le mani ed è saltata la corrente in tutta Londra.

- Ma poi era riuscita a farla tornare!- intervenne Aziraphale sulla difensiva.

- Sì, peccato che una volta tornata la luce in casa di Rose, ci fosse anche una certa brutta e cattiva strega uscita allo schermo che terrorizzò a morte le bambine e i genitori di Rose.- puntualizzò Crowley e buttò il bastoncino del suo ghiacciolo in un cestino poco lontano da lui che riuscì a centrare.

- Rinfrescami la memoria, Magic: cos’è successo dopo?

- Io ti ho invocato… tu sei apparso… hai fatto sparire la strega, hai modificato la memoria a Rose e ai suoi genitori e mi hai riportata a casa.- concluse Magic.

- Esattamente. Perciò, fine della storia.

- Ma non è giusto, Papà Cro!

Magic incrociò le braccia e mise il muso guardando davanti a sé.

- Tesoro, non ho intenzione di non farti mai più andare a dormire dalle tue amiche. Penso solo che sia il caso di aspettare ancora un po’ prima di farti dormire in una casa che non sia la nostra o quella di zia Anatema e zio Newt.

Magic non rispose e per il resto della passeggiata, rivolse la parola soltanto ad Aziraphale, che non sapeva da che parte stare. Crowley era dispiaciuto di aver fatto arrabbiare la figlia, ma non aveva alcuna intenzione di cambiare idea. In quanto padre, sapeva di fare la cosa giusta.

 

DUE SETTIMANE DOPO

 

- Papà Cro, posso andare a dormire da Georgia?- chiese Magic a suo padre mentre bagnava le piante. Per una volta, non tremavano, perciò il demone era di buonumore.

- Mi dispiace, Magic, ma la mia risposta è ancora No.

- Allora, non ti parlo più! Per me sei invisibile!- esclamò arrabbiata la bambina e corse a chiudersi in camera sua.

- Che cosa sta succedendo? Ho sentito gridare.- chiese Aziraphale entrando nella stanza. Indossava il grembiule da cucina e aveva le mani che profumavano di rosmarino.

- A quanto pare, sono appena diventato invisibile agli occhi di nostra figlia. Non mi vuole più parlare.

- Oh, avanti, Crowley, adesso basta con questa storia! Lasciala andare a dormire da Georgia! Ha imparato la lezione, guarderanno film più allegri!

- Non è per il film, Aziraphale! Magic deve capire che quando dico una cosa, è quella! E come ho già detto, non durerà per sempre, solo due o tre anni.

- Io continuo a non essere d’accordo, almeno in parte. Comunque, voglio proprio vedere quanto riuscirete a resistere tutti e due senza parlarvi, ma non mi userete come piccione viaggiatore!- concluse Aziraphale e tornò in cucina. Crowley preferì rimanere nel suo studio, perciò lasciò cenare da soli il suo compagno e sua figlia.

- Che cosa ti va di fare prima di andare a dormire, Magic?

- Mi leggi un libro lungo, papà?

Aziraphale notò che gli occhi di Magic erano rossi e le ciglia bagnate.

- Certo, tesoro.

A mezzanotte, l’angelo finì di leggere Il vento tra i salici e baciò la sua bambina sulla guancia. Crowley era rimasto fuori dalla camera con la schiena appoggiata al muro e le braccia incrociate.

- Buonanotte, amore.

- Buonanotte, papà.

Aziraphale si accorse di Crowley e gli fece segno con la testa di dare anche lui la buonanotte a Magic.

- Buonanotte, Magic.- provò il demone, ma la piccola strinse a sé la sua anatra di peluche e si mise a pancia in giù, voltando le spalle ai suoi padri. Aziraphale sospirò e portò Crowley nella loro camera.

 

ALTRE DUE SETTIMANE DOPO

 

Aziraphale andò a prendere Magic al centro estivo al quale lui e Crowley l’avevano iscritta per un mese. La trovò in cortile intenta a parlare con la sua amica Georgia e suo padre Peter.

- Papà Azi!- disse Magic appena si accorse di lui. L’angelo la raggiunse e si lasciò abbracciare.

- Salve, Aziraphale!- lo salutò Peter.

- Salve anche a lei, Peter! Come sta?

- Bene, grazie. Le nostre bambine vorrebbero chiederle una cosa.

Magic prese Georgia per mano e guardò suo padre con occhi amorevoli.

- Papà, Georgia può venire a dormire da noi sabato sera?

Aziraphale si strofinò il mento con il pollice e l’indice, poi sorrise.

- Per me va bene, ma devo prima parlarne con Crowley. Magic ti chiamerà appena riceverà una risposta, va bene, Georgia?

Georgia gli rispose annuendo sorridente, salutò Magic e se ne andò con suo padre. Aziraphale tornò a casa con sua figlia tenendola per mano.

- Ma papà… Papà Cro non mi parla…- piagnucolò lei.

- Veramente, sei tu che non parli con lui. Sono stato paziente, tesoro, ma non mi piace vedere le due persone che amo di più al Mondo trattarsi a vicenda come dei fantasmi. Comunque, hai fatto bene a chiedere a Georgia di venire a dormire da noi piuttosto che il contrario. Qualcosa mi dice che questa volta Papà Cro ti dirà di sì, ma prima voglio vedervi fare la pace.- spiegò Aziraphale. Magic arrossì, ma un piccolo sorriso fece capire all’angelo che era disposta a fare un tentativo. Quando i due entrarono in casa, trovarono Crowley sdraiato sul divano con gli occhi chiusi. Vicino a lui c’era un vaso da pianta vuoto. Aziraphale sospirò contrariato e baciò il compagno sulla guancia per svegliarlo. Lui aprì gli occhi e sorrise al suo amore.

- Caro… è un buon momento?

- Adesso sì…- rispose con voce sensuale e gli passò una mano tra i riccioli, ma Aziraphale gliela tolse e gli mostrò Magic.

- Che cosa vuoi mostrarmi, angelo? Non vedo nessuno.- disse Crowley con sarcasmo.

- Invece, c’è qualcuno, una piccola e bella creaturina dai capelli rossi come te. Riesco a vederla soltanto io perché, in quanto angelo, posso vedere tutte le creature più belle dell’Universo.- disse l’angelo mentre si sedeva vicino al suo compagno. Crowley soffocò una risata, ma decise di stare al gioco.

- Papà Azi… riesci a vedere Papà Cro?- chiese lei continuando a fingere di non vedere il suo papà demone.

- Sì, tesoro. È bello e testardo come sempre.- commentò Aziraphale.

- Mi fai un favore? Puoi chiedergli se Georgia può venire a dormire da noi sabato sera?

Magic parlava con il papà angelo, ma i suoi occhi erano fissi sul papà demone.

- Credo di aver sentito una voce… mi faceva una domanda, tipo… se possiamo ospitare una certa Georgia sabato sera.

- Sono felice che funzioni almeno il tuo udito, Crowley. E che cosa hai intenzione di rispondere a quella voce?

- Penso che si possa fare, ma a un patto: voglio tante coccole. Sono in astinenza da quasi un mese.- disse Crowley allungando le braccia. Magic sorrise felice e si buttò sul suo papà demone, che la strinse forte a sé. Aziraphale li guardò ricoprirsi di baci e anche di pernacchie a vicenda e sorrise felice e soddisfatto.

- È faticoso fare il padre, ma è anche la cosa più bella del Mondo.- commentò a voce alta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho aspettato proprio questo giorno per pubblicare questo nuovo capitolo. Buona festa a tutti i papà del Mondo di qualsiasi genere!

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Capitolo 11
*** Prima serata Mercuriana ***


Al Magic Angel era la serata karaoke, ma Crowley si stava annoiando. Tutti i clienti che si facevano avanti erano stonati o cantavano a modo loro le canzoni che sceglievano. Abituato com’era ai Queen e alla voce angelica del suo angelo, gli sembrava di essere finito nel girone dell’Inferno degli stonati. Lo aveva creato lui stesso in un momento di forte rabbia. Decise di tornare a casa mentre un cliente ciccione si cimentava in una imbarazzante e ubriaca versione di We are the champions e mandò un sms ad Aziraphale. Essendo le nove di sabato sera, sicuramente Magic era ancora sveglia. Crowley aveva una grande voglia di coccolarla.

Aveva promesso ad Aziraphale di non essere iperprotettivo con lei, ma non ci riusciva. Aveva salvato varie volte il suo angelo nel corso della storia, ma sua figlia non era una bambina qualsiasi. Aveva capacità sia demoniache che angeliche, avrebbe potuto fare cose più forti e pericolose di Adam Young.

Dovrò usare tutta l’immaginazione che c’è in me per proteggere Magic, pensò mentre ascoltava proprio A kind of magic.

Quando entrò in casa, venne accolto da Aziraphale che gli prese il viso tra le mani e lo baciò sulle labbra.

- Bentornato, caro. Magic ti ha preparato una sorpresa.- disse mentre lo trascinava in salotto e lo faceva sedere sul divano. Al posto del tavolino e del televisore, c’erano la tastiera giocattolo di Magic e lo stereo.

- Lo spettacolo può iniziare!- esclamò l’angelo dopo essersi seduto vicino al compagno e accese lo stereo indicandolo con l’indice destro, diffondendo nell’aria del salotto il concerto dei Queen al Live Aid del 1985, ma al posto dello spirito di Freddie Mercury, si fece avanti Magic, vestita proprio come la “regina” e con un microfono di plastica nera attaccato ad una asta finta che diede ad Aziraphale. Battendo le mani, la bambina si era fatta apparire un paio di baffi neri che fece ridere i due papà e si era persino accorciata i capelli, mantenendoli comunque rossi. Salutò i suoi papà con un inchino, si sedette allo sgabello della tastiera giocattolo e finse di suonare una parte di Bohemian Rhapsody, cantando insieme a Freddie Mercury. Crowley si tolse gli occhiali e guardò sua figlia con un grande sorriso stampato sulle labbra. Aziraphale fece l’occhiolino a Magic e si godette lo spettacolo insieme al compagno.

Finita la canzone, dallo stereo si sentirono gli applausi del pubblico, ma quelli del demone e dell’angelo erano più forti. Magic si alzò dalla tastiera e Aziraphale le restituì l'asta per permetterle di cantare Radio Ga Ga. Era così convincente da sembrare posseduta dallo spirito di Freddie, almeno dal punto di vista di Crowley. Arrivata al ritornello, Magic incitò i suoi padri a cantare con lei una strofa alla volta e anche a battere le mani. Il demone fece la stessa cosa anche durante Hammer to fall, mentre Aziraphale riposava la voce e le mani ma guardava felice i suoi due grandi amori. Arrivato il turno di Crazy little thing called love, Magic suonò una chitarra invisibile e ballò vicino ai suoi papà facendo finta di flirtare con loro. Crowley la guardava con amore e le mandava piccoli baci volanti, mentre Aziraphale nascondeva il suo sorriso, ma non il rossore sulle sue guance.

Il meglio arrivò quando Magic, sudata fradicia, iniziò a cantare We will rock you e poi We are the champions: Crowley convinse Aziraphale ad alzarsi dal divano per cantare e ballare con la loro bambina. Il demone la prese addirittura in braccio all’ultimo ritornello di We are the champions e cantarono in coro così forte da sentire un gran numero di proteste dai vicini e persino dalla strada, ma i tre Crowley-Fell li ignorarono completamente, troppo occupati a godersi quella serata speciale in famiglia.

Quando Aziraphale spense lo stereo, Crowley girò su se stesso stringendo forte sua figlia.

- Amore mio, sei stata grandiosa!

- Ti è piaciuta la mia sorpresa, Papà Cro?

- Se mi è piaciuta? È la sorpresa più bella che potessi farmi! Però, hai saltato un passaggio.

- No! No, Crowley, ti prego! Tutto ma non quello! L’ho tolto apposta per non rischiare di essere buttati fuori di casa!

Crowley e Magic si guardarono come se non avessero capito una sola parola di quello che Aziraphale aveva detto.

- EEEEEEEEEEEEO!- gridò il demone in faccia alla figlia. Lei gli fece eco e spalancò le braccia. Più loro urlavano, più Aziraphale stringeva gli occhi e si preoccupava per i vicini. E aveva ragione, perché le proteste dall’esterno aumentarono ancora di più.

- ALL RIGHT!- gridarono insieme Crowley e Magic alzando le teste e un braccio a testa al soffitto.

Dagli occhi del rosso demone, uscirono tante lacrime commosse.

- Papà Cro… non piangere!- disse Magic preoccupata e gli asciugò il viso con le mani. Lui le diede un bacio sulla guancia e prese Aziraphale per mano per attirarlo a sé.

- Scusami, tesoro… sono solo molto felice di avere una figlia come te e un compagno come Mamma Aziraphale.- disse cercando di ricomporsi.

- Papà Aziraphale!

Crowley rispose al tono infastidito del compagno facendogli una pernacchia sul collo e Magic gli scompigliò i riccioli ridendo allegramente.

- Comunque, avete entrambi salvato la mia serata karaoke! Al locale non c’era neanche un bravo cantante, sembravano tutti delle cornacchie! E le nuove canzoni che escono negli ultimi tempi sono davvero penose!- commentò il demone dopo aver rimesso a terra la bambina ed essersi stiracchiato.

- E ora che lo show è finito, signorina, devi farti una bella doccia. Avrai perso almeno due chili con tutto quel ballo scatenato.- disse Aziraphale mentre accompagnava Magic in bagno.

- E ricordati di far sparire quei baffi!- disse Crowley dopo aver fatto apparire un bicchiere pieno di scotch con ghiaccio nella sua mano. Quando Aziraphale ritornò da lui, gli mise un braccio intorno alle spalle e lo baciò con ardore, facendogli assaporare anche il suo drink.

- È stata una tua idea, angelo?- gli chiese a fior di labbra.

- Niente affatto. Sei tu il vero fan dei Queen, non io, ma comunque Magic mi ha detto che ha preparato una sorpresa speciale anche per me, ma ce la mostrerà un’altra sera. Ha lavorato sodo per la tua e si è meritata una bella dormita.

- Non smetterò mai di dirtelo… Magic è la miglior… magia che tu abbia mai fatto!- disse Crowley e baciò di nuovo il suo angelo dopo averlo fatto ridere per il gioco di parole.

- Modestamente!- disse Aziraphale con ironia e Crowley soffocò una risata.

Quando Magic uscì dal bagno, pulita, asciutta, con il pigiama rosa addosso e persino i denti lavati, raggiunse i suoi padri in camera loro. Aziraphale stava scegliendo quale libro leggere a letto e Crowley aveva appena schioccato le dita per mettere i suoi pantaloni e maglietta neri da notte.

- Sei pronta per la nanna, tesoro?- chiese il demone appena si accorse di sua figlia.

- Prima mi puoi raccontare una storia, Papà Cro? È da una settimana che non lo fai!

Crowley sorrise, prese Magic per mano e andarono insieme in camera di lei. Quando Aziraphale li raggiunse, li trovò sdraiati insieme sotto le coperte. L’anatra di peluche si trovava ai piedi del letto.

- Che storia vuoi stasera, Magic?

- Mi racconti di Freddie Mercury, per favore?

Crowley ed Aziraphale si guardarono un po’ preoccupati.

- Ehm… tesoro, è una storia un po’ complicata… non credo di riuscire a raccontartela.- disse il demone con tono serio.

- Ma tu sei bravissimo a raccontare tutti i tipi di storie!- piagnucolò Magic. Aziraphale guardò Crowley, alzò la mano e la mosse delicatamente per fargli capire di andarci piano con i dettagli della storia. Crowley si piegò su un gomito e si schiarì la voce.

- Va bene, ci provo. C’era una volta, nelle lontana terra di Zanzibar, un bambino speciale con un nome alquanto bizzarro: Farrokh Bulsara.

Magic rise a bassa voce.

- Viveva con i suoi genitori e la sua sorellina Kashmira. Si volevano molto bene, ma furono costretti a cambiare casa molte volte a causa di tipi loschi che rendevano la vita delle persone per bene molto difficile e alla fine trovarono il loro posto definitivo proprio qua in Inghilterra, per l’esattezza a Feltham. Devi sapere che a Farrokh non era mai piaciuto molto il suo nome e così decise di farsi chiamare da tutti, compresa la sua famiglia, Freddie. Diceva che quel nome gli permetteva di staccarsi dal suo passato.

Mentre Crowley raccontava la storia del suo idolo, accarezzava i capelli di Magic e Aziraphale lo ascoltava attentamente.

- Avrai notato anche tu, tesoro, i denti non proprio perfetti di Freddie.

- Sì, ma a me piacciono!

- E fai bene, perché lui era nato con quattro incisivi in più e questo gli permetteva di avere un’estensione vocale più elevata rispetto al normale. Proprio per questo motivo, nessun cantante sarà mai alla sua altezza.- continuò Crowley con orgoglio.

- Comunque, una volta divenuto adulto e dopo essersi esercitato a dovere soprattutto come cantante e pianista, il destino fece trovare a Farrokh tre persone altrettanto speciali, il chitarrista riccioluto Brian May, il batterista biondo Roger Taylor e il bassista dalla faccia buffa John Deacon. Così nacquero i Queen e Farrokh divenne legalmente Freddie Mercury. Per lui Farrokh Bulsara era morto e sepolto, voleva guardare soltanto avanti.

- Posso cambiare nome anche io?

- Perché?- chiesero in coro Crowley e Aziraphale sconvolti.

- Ho solo chiesto se posso farlo.

- Mi auguro che tu non lo faccia mai, amore, perché Magic è un bellissimo nome e tu sei l’unica in tutto il Mondo a chiamarti così. È un grande orgoglio per noi e un grande onore per te, credimi.- intervenne Aziraphale. Crowley lo ringraziò mandandogli un bacio.

- Papà Aziraphale ha ragione. Infatti, il tuo nome deriva da una delle tante bellissime canzoni dei Queen: A kind of magic.- aggiunse Crowley e ruotò il dito diffondendo nell’aria il ritornello della canzone. Lo fece anche con tutte le altre canzoni che citò.

- Come succede spesso nella vita, i Queen dovettero affrontare anche momenti un po’ difficili che li portarono anche a separarsi per un po’ di tempo, ma nonostante Freddie abbia avuto successo anche da solo, sentiva la mancanza della sua famiglia, che non comprendeva soltanto i suoi genitori e la sua sorellina. Perché anche gli amici possono far parte di una famiglia anche se non hanno lo stesso sangue.

- Come zia Anatema e zio Newt per noi?- chiese Magic. Crowley le sorrise e la baciò sulla fronte.

- Proprio così, tesoro. Comunque, alla fine i Queen tornarono insieme e fecero una “piccola” apparizione ad un concerto di beneficenza, il Live Aid, che si rivelò la migliore esibizione della storia della musica rock, esattamente quella che tu hai imitato alla perfezione poco fa.

Nonostante fosse sul punto di addormentarsi, Magic sorrise. Crowley le accarezzò dolcemente la guancia per convincerla a cadere in un sonno profondo. Stava arrivando la parte triste della storia e non sapeva come raccontarla a sua figlia senza traumatizzarla.

- Dopo il Live Aid, i Queen continuarono a fare musica meravigliosa e indimenticabile insieme, come sempre, ma poi… poi…

Aziraphale posò una mano sul braccio del suo compagno per dargli forza, ma non era molto utile, perciò decise di prendere la parola.

- … poi Freddie dovette lasciare il gruppo per raggiungere un posto bellissimo dove sarebbe stato molto bene e avrebbe protetto tutti i suoi cari e i suoi fan per l’eternità.

- Ma lui tornerà?- chiese Magic con gli occhi chiusi. Crowley sospirò e si alzò dal letto.

- Ogni tanto lo fa… ma in modi diversi dal normale. Comunque, puoi stare tranquilla, amore, perché da più di trent’anni, Freddie vive felice e contento, come anche quasi tutte le persone che continuano a sentire le sue canzoni, compreso il sottoscritto.- concluse rimboccando le coperte a sua figlia e la baciò di nuovo sulla fronte, mentre Aziraphale le metteva l’anatra di peluche tra le mani e la baciava sui capelli.

- Buonanotte, piccola Mercury.- sussurrò Crowley.

- Ti vogliamo tanto bene, nostro tipo di magia più bello dell’intero Universo.- aggiunse Aziraphale e tornò in camera sua tenendo per mano il suo demone.

- Lo sai che ti amo?- disse dopo essersi messo sotto le coperte con lui.

- Anche io ti amo, angelo… Love of my life

Crowley cantò mezza canzone a voce bassa e baciò di nuovo con ardore il suo angelo prima di addormentarsi stretto a lui.



























Anche questo capitolo è dedicato ad EcateC, ma anche a tutte le mercuriane, compresa la sottoscritta! Spero che vi sia paciuta la "favola" di Freddie. Al prossimo capitolo!

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Capitolo 12
*** Prima festa in campagna ***


DUE ANNI DOPO

 

Aziraphale e Magic stavano facendo i compiti insieme nella libreria, quando squillò il cellulare dell’angelo.

- Torno subito, tesoro. Tu va pure avanti.- disse alzandosi dalla sedia e uscì dalla stanzetta privata.

- Pronto?

- Ciao Aziraphale! Sono Anatema!

- Oh, ciao Ana! Come va?

- Tutto bene, grazie. Ti ho chiamato perché domani, qua a Tadfield, ci sarà una festa di primavera e volevo sapere se poteva interessare a te, Crowley e Magic. Ci saranno giochi, tanti dolci di frutta e anche un po’ di vino.

- Mmm, molto interessante. Resta in linea un secondo.

Aziraphale appoggiò il cellulare sul suo incavo destro e tornò nella stanzetta.

- Magic?

- Sì, papà?- chiese la bambina alzando lo sguardo dal suo quaderno.

- Ti andrebbe di andare domani ad una festa a Tadfield? Ci saranno anche zia Anatema e zio Newt.

- Sì!!!- esclamò lei sorridente.

- Accettiamo l’invito, Ana.- disse Aziraphale riportandosi il cellulare all’orecchio.

- Bene, dai! Allora ci vediamo domani, fuori dal mio cottage alle 14. Conoscendo il modo di guidare del tuo demone, sono sicura che non arriverete in ritardo.

Aziraphale abbozzò un sorriso, salutò la sua amica strega e chiuse la comunicazione.

 

*

 

Crowley guidò verso Tadfield con la solita velocità esagerata.

- Magic, hai addosso il braccialetto?- chiese per l’ennesima volta a sua figlia guardandola nello specchietto retrovisore.

- Sì, Papà Cro!- rispose lei infastidita.

- Crowley, rilassati! Andrà tutto bene.- intervenne Aziraphale. Teneva tra le mani due grandi piatti con sopra due crostate ricoperte dalla carta stagnola.

- Mi auguro che il vino della festa sia la migliore annata della Terra, così mi divertirò anche io.- commentò con acidità il demone. Appena arrivato al Jasmine Cottage, frenò di colpo, rischiando di far cadere la crostata dalle mani dell’angelico compagno.

Newt aveva appena chiuso la porta di casa e Anatema teneva in mano un cestino da picnic.

- Puntuali come tre orologi svizzeri.- pensò a voce alta. Aziraphale fece uscire Magic dalla Bentley e la lasciò andare a salutare la sua madrina. Crowley parcheggiò la sua macchina davanti alla Dick Turpin di Newt ed uscì insieme al suo angelo.

- Ciao Anatema! Ciao Newt! È proprio una bella giornata per una festa all’aperto!- commentò Aziraphale avvicinandosi alla sua amica e a sua figlia ancora strette l’una all’altra.

- Io ho accettato l’invito solo per permettere a mia figlia di passare un sabato diverso dal solito. Vi chiedo solo una cosa: nessuno di noi quattro adulti deve perdere di vista Magic durante la festa.- ordinò Crowley come se fosse il capo del gruppo.

- Lo faremo, Crowley, ma se ci tieni almeno a me e a Magic, rilassati.- lo supplicò Aziraphale.

Newt e Anatema li guidarono fino ad una piccola radura appena fuori Tadfield. Magic spalancò la bocca dalla meraviglia quando vide un tendone bianco, tipo quelli del circo, decorati con fiori freschi e anche finti, tanti tavoli bianchi posizionati sia dentro che fuori con servizi da tè di finta porcellana, piccole torri di cupcake e piatti di torte e crostate. Magic notò anche un grande gruppo di bambini. I maschietti giocavano a palla vicino agli alberi, ben lontani dai tavoli e dai dolci, e le bambine giocavano con la corda o con l’elastico.

- Papà Azi, Papà Cro, posso giocare con le bambine?

- Certo, tesoro. Vai pure e divertiti.- disse l’angelo.

- E fai attenzione al braccialetto.- la raccomandò Crowley prima di lasciarla raggiungere le bambine.

Le due coppie si sistemarono in un tavolino all’aperto per guardare da lontano Magic che giocava insieme a due gemelle sue coetanee con l’elastico, intanto che chiacchieravano. Aziraphale fece assaggiare a tutti le crostate ai lamponi e fragole che aveva preparato a casa con l’aiuto di Magic. Crowley ne prese due pezzi belli grandi per goderseli “in pace” e svuotò un’intera bottiglia di Sauvignon bianco.

Magic non si staccò dalle sue nuove amichette per tutto il tempo. Per Aziraphale era una grande gioia vedere sua figlia interagire con gli altri bambini. A scuola aveva una sola amichetta, Georgia, l’unica che accettasse il fatto che avesse due padri, mentre le altre le chiedevano aiuto solo quando avevano problemi con i compiti, sia quelli a casa sia quelli in classe, ma lei non batteva le mani per aiutarle ad imbrogliare. Verso sera, quando il sole era ormai sparito dietro le colline e il cielo stava passando da arancione a viola fino a diventare blu, l’anziana e gentile organizzatrice della festa annunciò l’inizio delle danze. Una piccola orchestra composta da anziani musicisti classici suonò brani provenienti dal balletto Lo schiaccianoci.

- Oh, adoro quel balletto! Ricordo ancora quando lo vidi per la prima volta a San Pietroburgo nel 1892. Ah, la magia della musica!- disse Aziraphale con aria nostalgica.

- Papà Azi? Vieni a ballare con me? Mi piace tanto questa musica!- intervenne Magic avvicinandosi al suo papà angelo. Aveva una piccola macchia di marmellata di fragole sul mento. Aziraphale gliela pulì con il tovagliolo.

- Accetto più che volentieri il tuo invito, principessina mia.

Padre angelo e figlia si posizionarono in mezzo alla pista e lei salì sui suoi piedi.

- Ti avverto, tesoro, che l’unico ballo che mi riesce davvero bene è la gavotta.- ammise lui un po’ imbarazzato.

- È per questo che mi sono messa sopra i tuoi piedi, così non calpesterai i miei.

Crowley si alzò dal tavolo solo per poter osservare meglio le due creature più importanti della sua vita che ballavano un valzer un po’ maldestro, ma almeno si guardavano sorridenti. Anche Newt e Anatema stavano ballando, ma Crowley li ignorava completamente. Quando la musica terminò, Magic scese dai piedi di suo padre e fece un inchino, che lui ricambiò.

- Papà Cro? Vuoi ballare anche tu con Papà Azi?- chiese lei dopo aver raggiunto il suo papà demone.

- Sì, tesorino… ma non qui.- disse lui con un sorriso malizioso e prese per mano il biondo. Newt e Anatema si avvicinarono a loro.

- Newt, Anatema, Aziraphale ed io andiamo a fare un giretto, non staremo via a lungo. Vi affidiamo Magic. Non perdetela di vista e assicuratevi che abbia sempre il braccialetto al polso.

I due annuirono. Aziraphale diede un bacio a Magic sulla guancia e seguì Crowley.

- Dove mi stai portando, caro?

Lui si limitò a sibilare per fargli capire che doveva stare zitto. Camminarono in mezzo alla natura ormai immersa nel buio. Aziraphale schioccò le dita per miracolare una luce intorno a loro per poter vedere dove stavano andando, ma Crowley la spense con uno schiocco.

- Così mi rovini la sorpresa, angelo.

- Quale sorpresa?

Quando non videro più il tendone della festa, Crowley schioccò le dita e Aziraphale vide un salice piangente le cui foglie s’illuminarono un po’ alla volta fino a sembrare un’enorme lampada naturale dai tanti colori. L’angelo spalancò la bocca dallo stupore e il demone gliela chiuse delicatamente con le dita.

- Crowley… è bellissimo…

- Per te e Magic solo il meglio…- gli sussurrò all’orecchio, poi gli offrì la mano.

- Posso avere il piacere di questo ballo?

- Ma la musica è troppo lontana.- disse Aziraphale mentre accettava la mano del suo compagno. Lui lo attirò a sé e lo trascinò dentro il salice.

- Non c’è sempre bisogno della musica per ballare…

Aziraphale sorrise e mise le braccia intorno al collo di Crowley. Ballarono in silenzio guardandosi negli occhi e scambiandosi qualche tenero bacio. Il demone avrebbe anche voluto spogliare il suo angelo e fare l’amore con lui dentro il “loro” salice, ma Azi, un po’ a malincuore, lo fermò.

- No, caro… Magic potrebbe apparire e vederci…

Crowley sospirò un po’ triste e strinse Aziraphale più forte a sé.

- Scusami, angelo… sono felice che Magic si sia divertita oggi.

- Anche io. È così piena di vita e mi fa piacere vederla legare con altri bambini, persino quelli abituati alla semplicità della campagna invece del caos della città. Dovremmo prendere una casa anche qui, che ne dici?- disse Aziraphale staccandosi un po’ dalla stretta di Crowley per guardarlo negli occhi.

- Ti ricordo che siamo un angelo e un demone, possiamo prendere casa da qualsiasi parte del Mondo senza problemi. Ci sono tanti bei posti che possiamo mostrare a Magic, ma solo i più sicuri e so che tu ne conosci tantissimi.- commentò Crowley e diede un altro bacio al biondo compagno.

- Non smetterò mai di dirtelo, Crowley… grazie al braccialetto, Magic è al sicuro, possiamo anche correre qualche piccolo rischio.

- Hai mangiato troppi dolci? Questo non è l’angelo che conosco.- disse Crowley stupito e Aziraphale gli sorrise.

- Sto solo cercando di far vivere una vita il più normale possibile a nostra figlia. I piccoli rischi fanno parte della vita. Vale anche per un angelo e un demone come noi.

Crowley sorrise e baciò di nuovo il suo amato angelo.

- Te l’ho già detto che nel profondo sei un piccolo bastardo che vale la pena conoscere… e amare?

- Sì… tranne quest’ultima parola. Ti sei guadagnato un altro bacio.

E gli diede un bacio talmente lungo che quando si staccarono, si ritrovarono nel buio più assoluto. Le foglie del salice si erano spente.

- Mi sembra di essere in una versione alternativa di Cenerentola, con un salice spento al posto di una zucca e nostra figlia al posto della matrigna e le sorellastre. Andiamo a riprenderla.- commentò Crowley, poi sentì il suo cellulare che vibrava nella tasca del suoi pantaloni. C’era un messaggio da parte di Anatema.

 

Magic è stanca.

Vi aspettiamo al Jasmine Cottage.

Anatema

 

Crowley prese di nuovo per mano Aziraphale e schioccò le dita per ritrovarsi insieme a lui nel nella cucina del Jasmine Cottage.

- Usare la porta, no?- commentò Anatema che si era preso uno spavento.

- Dov’è Magic?- chiese Crowley ignorando la domanda della strega.

- Sta dormendo sul divano.- disse Newt a voce bassa.

I due papà andarono in salotto. Magic era distesa sul divano, avvolta da una coperta rossa e dormiva come un angioletto, almeno come quelli immaginati dagli umani.

- È ora di tornare a casa, amore.- sussurrò Crowley mentre la prendeva delicatamente in braccio. Lei lo sentì, ma non aprì gli occhi e non parlò, era troppo stanca. Si limitò a stringersi forte a Crowley, mentre Aziraphale schioccava le dita per farle indossare la sua giacca primaverile.

- Direi che è stata una buona idea invitarvi.- commentò Anatema soddisfatta.

- Vi ha ringraziati?- chiese Aziraphale.

- Certo, è stata l’ultima cosa che ha fatto prima di addormentarsi.- disse Newt.

- Brava la nostra bambina. La prossima volta, vi invitiamo noi ad una festa in città.- disse Aziraphale. Dopo aver salutato la coppia di amici, Crowley fece sdraiare Magic sui sedili posteriori della Bentley e fece apparire una coperta per non farle prendere freddo durante il ritorno in città. Guidò piano e abbassò un po’ il volume della musica, tranne quando Freddie cantò Who wants to live forever.

Arrivati a casa, Crowley riprese in braccio la piccola e la portò in camera sua, la fece stendere delicatamente sul suo letto e le tolse i vestiti. Aziraphale si occupò di metterle il pigiama con le nuvole, schioccò le dita per farle avere i denti puliti e le rimboccò le coperte. Sul polso di Magic appoggiato sul cuscino c’era il braccialetto intatto.

- Papà Cro? Papà Azi? Grazie per questa giornata… mi sono divertita…- mormorò Magic senza aprire gli occhi. Crowley la baciò sulla guancia e gliela accarezzò.

- Figurati, principessina…

- Ci siamo divertiti anche noi. Buonanotte, amore.- disse Aziraphale e la baciò sulla fronte.














































































Mi è venuto fuori così questo capitolo, soprattutto perché ho una grande voglia di primavera! E' la stagione in cui compio gli anni e quest'anno mi farò un piccolo grande regalo, un pochino legato ai nostri maritini...

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Capitolo 13
*** Prima crêpe ***


Il tempo passava e Magic era ancora nelle vite di Crowley ed Aziraphale.

Quando usciva da scuola, l’angelo la portava nella sua libreria per permetterle di fare i compiti in pace e usare i libri al posto del computer per fare ricerche e poi tornavano a casa in macchina con il demone, che controllava sempre che sua figlia avesse il braccialetto magico al polso. Passavano ogni weekend in giro per la città e i parchi di Londra e a volte Magic passava la notte a casa delle sue amichette.

Per quanto riguardava il suo carattere, Anathema considerava la sua figlioccia piuttosto lunatica e non si poteva darle torto. Essendo un’umana con poteri celestiali ma anche demoniaci, un giorno si comportava bene e quello dopo era una vera e propria peste, facendo esasperare soprattutto Aziraphale, mentre Crowley si assicurava solo che il braccialetto magico non lasciasse mai il polso della figlia.

L’ultimo giorno di scuola primaria arrivò in fretta e Magic portò a casa l’ennesima ottima pagella, anche se con qualche piccola nota negativa riguardo la condotta.

- Direi che ti sei meritata un premio, principessina.- disse Crowley firmando il foglio.

- Sei sicuro, Crowley? Non dimenticare che ha fatto degli scherzetti a certi suoi compagni.- disse Aziraphale con le braccia incrociate.

- Ma se li meritavano, Papà Azi! Mi prendevano in giro per i miei capelli o perché ho due papà! Odiavo soprattutto quando chiamavano te Bombolone Rammollito e Papà Cro Cieco Infuocato!- protestò Magic. Aziraphale rimase sconvolto dalle sue ultime parole.

- Be’… in fondo… nessuno è mai morto per un piccolo scherzo.

Crowley avrebbe dovuto ribattere, ma rimase talmente colpito dalle parole del compagno da sorridere.

- Allora, parliamo di questo premio speciale!- esclamò e fece sedere Magic sul divano tra lui e Aziraphale.

- Dimmi, tesoro, c’è un posto speciale dove ti piacerebbe andare? I muri della tua camera hanno bisogno di qualche nuova foto, al Mondo non esiste solo l’Inghilterra.

Magic batté le mani per far apparire il mappamondo di Crowley sulle sue gambe. Era il suo oggetto preferito da quando aveva iniziato la scuola.

- Vorrei vedere tutto il Mondo, ma non saprei da dove cominciare. Voi che cosa mi consigliate?- chiese mentre accarezzava il mappamondo come se fosse un animaletto. Crowley ed Aziraphale si guardarono negli occhi. Loro conoscevano a memoria il Mondo e avevano un sacco di posti preferiti, ma quelli dell’angelo erano fin troppo tranquilli e quelli del demone troppo pericolosi per una bambina di undici anni.

- Facciamo così…- disse Aziraphale e alzò il mappamondo con un gesto della mano per farlo girare davanti a Magic.

- Chiudi gli occhi, alza un dito e quando ti senti pronta, tocca il mappamondo.

Magic fece come il suo padre angelo le aveva detto di fare. Quando riaprì gli occhi, vide che il suo dito aveva toccato…

- Parigi!- esclamò entusiasta.

- Siamo sicuri? Parigi è piuttosto pericolosa…- disse Crowley sfregandosi il mento.

- Non toglierò mai il braccialetto, papà Cro, te lo prometto!

- Non stavo parlando con te, Magic, ma con Papà Azi.

Aziraphale arrossì per l’imbarazzo.

- Oh, uffa, Crowley, hai intenzione di rinfacciarmelo a vita?- protestò, mentre Crowley lo guardava con un sorriso malizioso.

- Credo di sì…

- Di che cosa state parlando?- chiese Magic curiosa, ma Aziraphale lanciò uno sguardo supplichevole a Crowley. Preferiva non far sapere a sua figlia della sua disavventura ai tempi dell’assalto alla Bastiglia.

- Devi sapere, tesoro, che una volta Papà Azi ed io siamo stati a Parigi perché… io volevo fargli assaggiare delle crêpes e le migliori si trovano solo in Francia, ma per qualche strano motivo, erano state tutte rubate da un misterioso ladro. Se me lo fossi ritrovato davanti agli occhi, gli avrei fatto passare a vita la voglia di rubare tante dolcezze!- spiegò Crowley cercando di apparire più sincero che poteva.

Magic non era ingenua, ma avendo un padre demone e uno angelo, aveva imparato che tutto poteva essere possibile.

- Facciamo un patto, Papà Azi: noi andiamo a Parigi e se dovessimo incontrare il ladro di crêpes, batterò le mani per far sparire le sue, così non potrà più rubare niente. Che ne dici?

Aziraphale guardò prima Crowley con gratitudine e poi Magic con dolcezza.

- Ci sto, principessina, ma dovrai far sparire solo le mani e basta, va bene?

I due fecero giurin giurello e poi Magic andò in camera sua a fare le valigie.

- Ladro di crêpes, eh?- commentò Aziraphale mentre guardava Crowley che rideva a bocca chiusa per la sua storiella.

- Sempre meglio che far sapere a tua figlia che hai quasi perso letteralmente la testa per uno stupido equivoco a causa del tuo piatto preferito. Mi devi un favore, angelo.

Crowley lo baciò sulla punta del naso e andò anche lui a fare le valigie. Avrebbe preferito raggiungere Parigi con uno schiocco, ma Aziraphale e Magic insistettero per prendere l’aereo, come fanno tutte le famiglie.

Al momento del decollo, Magic era emozionata.

- Stiamo per volare, che bello!

Il demone e l’angelo si guardarono con un sorriso. Quello non era volare per loro, ma preferivano aspettare che Magic fosse un po’ più grande per farle vedere per la prima volta le loro ali bianche e nere.

Arrivati a Parigi, Magic era fuori di sé dalla gioia. Crowley aveva preso una camera per tre all’Hotel Balzac, uno dei più lussuosi della capitale francese, e con vista sulla Tour Eiffel.

- Voglio vedere la Tour Eiffel, Notre Dame, il Louvre…

- Calmati, tesoro! Siamo appena arrivati!- disse Crowley dopo aver sistemato con uno schiocco le sue cose e quelle di Aziraphale e Magic nel grande armadio della stanza.

- Innanzitutto, andiamo a cercare un posto carino dove cenare. Ho un certo languorino.- propose Aziraphale ammirando la Tour Eiffel dalla finestra della camera.

- Conosco un ristorante che vi piacerà tanto, ne sono sicuro, ma tu, signorina, ti devi cambiare.

Crowley schioccò le dita e i vestiti di Magic cambiarono. Una maglietta a righe nere e bianche orizzontali, una gonna lunga nera e un basco rosso la facevano sembrare una vera signorina francese.

- Oh, Magic, sei bellissima! Anzi… tu es belle!- commentò Aziraphale.

- Merci, papa!- esclamò Magic dopo essersi guardata allo specchio.

Crowley portò la sua famiglia al ristorante Boutary, un posto raffinato che Aziraphale apprezzò molto, ma impedì ad entrambi di prendere il dolce perché voleva portarli a prenderlo in un altro posto.

Si fermarono vicino ad un carretto al centro di un piccolo giardino.

- Cos’è questo profumino, Papà Cro?- chiese Magic annusando l’aria.

- Adesso lo vedrai.- disse Crowley e comprò due crêpes calde e profumate, una per Magic e una per Aziraphale.

- Questa è una crêpe, tesoro. Fai attenzione, è molto calda.- spiegò l'angelo.

Magic diede un morso al suo dolce e lo masticò lentamente. Si era già sporcata gli angoli della bocca, ma sembrava soddisfatta.

- È buonissima! Guai a te se me la porti via, ladro di crêpes!- disse a voce alta guardandosi intorno.

Crowley stava per ridere, ma il suo buonumore sparì completamente quando notò due volti familiari a pochi metri di distanza. Aziraphale se ne accorse e guardò nella sua direzione. Dovette trattenersi per non urlare davanti a tutti.

Hastur e Michele li stavano fissando.

- Papà Cro, Papà Azi, che cosa c’è? Avete visto il ladro?- chiese Magic.

- Ehm… no, amore, era solo un barbone ubriaco. Torniamo in albergo.- tagliò corto Aziraphale e schioccò le dita insieme a Crowley.

- DOV’È MAGIC?!- sbraitarono i due in coro. Pur avendo tenuto entrambi Magic per le spalle, erano riapparsi soltanto loro nella camera d’albergo. Schioccarono di nuovo le dita per tornare nel luogo di prima, ma Magic e persino Hastur e Michele erano spariti. Erano rimaste soltanto le crêpe dell’angelo e della bambina a terra, quest’ultima era più danneggiata dell’altra.

Crowley liberò un lungo e feroce urlo di rabbia che fece tremare tutti gli alberi del giardino. Aziraphale non disse e non fece niente. Era paralizzato dalla paura e dal dolore...

























































Ecco iniziato il dramma di cui vi avevo tanto parlato! E per me inizierà la parte più dura della storia da scrivere... al prossimo capitolo!

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Capitolo 14
*** Prima verità ***


Hastur e Michele tolsero il sacco nero sporco che copriva la testa di Magic e sostituirono le corde ai polsi con dei guanti di ferro che costringevano la bambina a rimanere sempre con i pugni chiusi.

La prima cosa che Magic vide fu Anatema, prigioniera in una stanza rotonda, poco illuminata e talmente stretta da sembrare il fondo di un pozzo.

- Magic?!

- Zia Anatema?!

La bambina si buttò tra le braccia della sua madrina e scoppiò in lacrime.

- Dove siamo, zia? Dove sono i miei papà?

- Siete in una specie di… Purgatorio.- disse Michele con voce monotona.

- E ci resterete per un bel po’, a meno che non vogliate collaborare!- disse Hastur minaccioso. Magic aveva paura soprattutto di lui ed era anche disgustata dal suo pessimo odore.

- Ma voi chi siete?

- Siamo… amici dei tuoi… papà.- disse Michele cercando di essere convincente.

- Non è vero, tesoro! Questi due sono tra i peggiori nemici dei tuoi papà, te lo posso assicurare!- disse Anathema stringendo forte Magic a sé.

- Stai zitta, stregaccia!- esclamò Hastur e Michele lo calmò con un gesto della mano.

- Io sono un angelo e lui è un demone, proprio come lo sono i tuoi papà Crowley e Aziraphale, ma a differenza di loro, viviamo in due posti diversi dalla Terra, io in Paradiso e lui nell’Inferno.- spiegò l’angelo.

- Paradiso? Inferno?- ripeté Magic. Pur sapendo che Crowley e Aziraphale erano un demone e un angelo e che sapevano fare piccoli miracoli schioccando le dita, loro le avevano fatto credere di essere nati con quei poteri perché erano speciali, proprio come lo era anche lei. Era troppo giovane per sapere la verità, ma ormai era troppo tardi.

- I tuoi papà… bleah, che parola orrenda… erano il guardiano dei Giardini dell’Eden e il serpente che aveva tentato con la mela quegli ingordi di Adamo ed Eva… io al suo posto li avrei uccisi con un morso!- commentò Hastur.

- Non è vero! Sei un bugiardo puzzolente!- protestò Magic.

- Tesoro… purtroppo non sta mentendo…- confermò Anatema con tristezza. Aveva promesso ai suoi amici che non sarebbe stata lei a raccontare la loro vera storia alla piccola, ma in una situazione come quella, non poteva rimanere in silenzio. Magic nascose il volto sulla spalla di Anatema e pianse di nuovo.

- State lontani da lei, maledetti mostri!- disse la strega mentre stringeva forte a sé la sua figlioccia e guardava l’angelo e il demone con rabbia.

- Noi non vogliamo farle del male…- disse Michele.

- Ma ne faremo ai suoi papà se sarà necessario!- disse Hastur.

- Adesso andiamo, Hastur, dobbiamo parlare con i capi e discutere della faccenda! Non vi muovete da qui!

Hastur rise per la battuta e sparì insieme a Michele.

Solo in quel momento, Magic si rese conto dei guanti di ferro.

- Zia… mi fanno male le mani!

Anatema li guardò attentamente, ma purtroppo non poteva fare niente per toglierli. La sua magia di strega non poteva niente contro i poteri celestiali e demoniaci.

- Mi dispiace, tesoro…

- Ma perché sei qui? Anche tu sei un angelo o un demone?

- No, Magic… io sono una strega.

Magic non sembrava spaventata da questa risposta.

- Una strega? Come quelle di Harry Potter?

- Una cosa del genere, ma non uso le bacchette magiche, sono così scomode.

- Ma che cosa vogliono da te quei due?

- Ti ricordi il braccialetto che papà Crowley ti dice sempre di non toglierti mai?

Magic le mostrò il polso destro. Il cuore di vetro sul braccialetto si era un po’ rovinato.

- Lo faceva perché io ho stregato questo piccolo gioiello, in modo che tu fossi al sicuro quando non eri con i tuoi papà, ma quei due mostri mi hanno rapita e mi hanno costretta a renderlo innocuo per poterti catturare.

- Zia Anatema, dimmi la verità… chi è la mia mamma?

Erano anni che Magic cercava una risposta a quella domanda, ma non aveva mai avuto il coraggio di farla ai suoi papà, non sapeva neanche lei se per paura o vergogna. Anathema sospirò, posò le mani sulle guance di Magic e la guardò negli occhi. Ormai aveva fatto trenta, era arrivato il momento di fare trentuno.

 

*

 

Crowley e Aziraphale si erano materializzati a Tadfield davanti a casa Device/Pulsifer e il demone aveva spalancato la porta con un calcio.

- ANATEMA?! NEWTON?!

Newt era in cucina e cercava di comporre un numero, ma era troppo agitato. Quando si accorse dei suoi amici, lasciò cadere l’apparecchio.

- Crowley! Aziraphale! Stavo cercando di chiamarvi!- disse con voce tremante.

- Dov’è Anatema?!- chiese Crowley togliendosi gli occhiali e ignorando lo sguardo spaventato di Newt.

- È sparita da un’ora! Stavamo parlando e poi all’improvviso, puff!, come una bolla di sapone. A parte lei, siete gli unici con poteri soprannaturali che conosco!- spiegò l’ex-cacciatore di streghe gesticolando con le mani.

- È sparita anche Magic! È stata rapita da Hastur e Michele! Li abbiamo visti con i nostri occhi!- disse Aziraphale con le lacrime che scorrevano sulle sue guance.

- Giuro che se osano toccarla, sarò io la causa della nuova Apocalisse e non risparmierò NESSUNO!

La minaccia di Crowley fu talmente forte da rompere tutti i vetri delle finestre del cottage. Aziraphale strinse forte a sé il compagno, che si lasciò andare ad un pianto liberatorio.

Newt aspettò che i due si calmassero prima di parlare.

- Che cosa possiamo fare?

- Dobbiamo chiedere aiuto ad Adam.- disse Aziraphale.

- Adam? Ma è andato a studiare in America.- disse Newt.

- Dove esattamente?- chiese Crowley dopo essersi asciugato gli occhi.

- È a Yale con una borsa di studio in Economia.

- Angelo, vai a prendere l’Anticristo. Io comincerò a cercare Magic nell’Inferno.- ordinò il demone.

Aziraphale non era d’accordo con il piano del suo compagno, ma appena aprì bocca, si ritrovò attaccato alla sua.

- Ti amo, Aziraphale, e ti giuro che salveremo nostra figlia, anche a costo della mia vita.

Aziraphale, sconvolto, tentò di nuovo di ribattere, ma Crowley schioccò le dita per materializzarlo davanti all’entrata dell’università di Yale.

- Non sei sicuro di quello che hai detto, vero, Crowley?- disse Newt.

- Ora come ora, Newton, l’unica cosa di cui sono sicuro è che se qualcuno mi porterà via il mio angelo e/o mia figlia, dovrà subire la mia ira per sempre!

- E io che cosa posso fare? Anche la mia futura moglie è in pericolo!

Crowley alzò un sopracciglio, sorpresa dalle parole futura moglie.

- Primo: congratulazioni, era ora che ti decidessi a farle la proposta! Secondo: tu rimani qui, in attesa che la tua stramba fidanzata ritorni, così poi potrete lavorare ad una nuova magia per proteggere Magic! Guai a te se ridi per questo gioco di parole!

Schioccò le dita per far apparire la sua Bentley fuori dal cottage e guidò fino alla sede centrale dell’Inferno a Londra.

- Veramente… è stata lei a farmi la proposta...- mormorò Newt.

 

*

 

Grazie al suo solito abbigliamento elegante e un po’ antiquato, Aziraphale riusciva a farsi passare per un professore di Yale senza troppi problemi e trovò Adam Young intento a studiare in un giardino seduto su una panchina in compagnia di Dog. Grazie al suo potere di modificare la realtà a suo piacimento, il giovane Anticristo era riuscito a permettere al suo amato cane di stargli vicino anche durante i suoi studi universitari, soprattutto perché suo padre era deciso a cacciarlo di casa dopo la sua partenza.

- Adam…- disse Aziraphale avvicinandosi a lui e al cane. Adam alzò lo sguardo dal suo libro di Economia. I suoi capelli era corti e si era fatto crescere dei baffi fini.

- Aziraphale? Che cosa ci fai qui?

- Adam… ho bisogno del tuo aiuto… di nuovo…














































Non so voi, ma sto già un po' piangendo, ma ormai mi conoscete: non mi piace allungare il brodo, ma neanche andare subito al sodo! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 15
*** Primi salvataggi ***


Magic non riusciva a dire una parola, troppo occupata a pensare a quello che le aveva detto Anatema su Crowley e Aziraphale.

- Magic… ti prego, dì qualcosa.- la supplicò la strega, preoccupata.

- Io… non sono reale…- mormorò la piccola con lo sguardo perso nel vuoto.

- No, tesoro, non devi pensarla così! Tu sei reale perché i tuoi papà si amano dall’inizio della Terra e tu sei il loro più grande miracolo!- disse Anatema accarezzandole la testa.

- O la loro più grande… magia. Beh, un tipo di magia.- disse Magic abbozzando un sorriso.

- Hai visto? Hai il senso dell’umorismo proprio come Papà Crowley. E grazie a te, Papà Aziraphale ha compiuto per la prima volta in vita sua una magia senza usare i suoi poteri. Sono queste le cose che ti rendono davvero speciale.- aggiunse Anatema sorridente.

- Ma non capisco che cosa vogliono da me i capi dei miei papà!

- Non lo so neanche io, non me l’hanno voluto dire.

D’un tratto, la porta si spalancò e apparve Hastur, spaventando Magic che si strinse di nuovo alla strega.

- Andiamo, signorina, è ora di fare una passeggiatina nell’Inferno!

Magic si spaventò ancora di più, ma cercò di nascondere il suo timore dietro uno sguardo di pietra.

- Te lo puoi scordare, Duca della Puzza!

Hastur avrebbe voluto darle una lezione, ma dovette trattenersi e si limitò ad afferrarla per le braccia, strappandola dalla stretta di Anatema.

- Lasciala stare!

- Tu puoi tornare alla tua patetica vita, stregaccia, non ci servi più!

- No, zia Anatema!

Hastur schioccò le dita, facendo sparire Anatema, e trascinò una riluttante Magic in un corridoio stretto e buio.

- Lasciami stare! Lasciami stare!- esclamò lei continuando ad agitarsi.

- Sei una vera peste, proprio come tuo padre Crowley!

- Sì, hai ragione! Sono proprio come lui!

Magic pestò forte entrambi i piedi del Duca dell’Inferno, facendolo strillare di dolore e appena non sentì più le sue sporche mani addosso a sé, scappò via. Non sapeva dove stava andando, ma preferiva stare da sola piuttosto che con quel demone cattivo e puzzolente.

- Torna qui, maledetta mocciosa!- strillò Hastur rincorrendo la bambina nel corridoio buio.

Magic batté i guanti di ferro nella speranza di liberarsene, ma era tutto inutile, l’unica cosa che riusciva ad ottenere era solo altro dolore.

Finalmente, vide qualcosa di luminoso, un cartello con due frecce bianche: quella in basso indicava l’Inferno e quella in alto il Paradiso. Ora che Magic sapeva com’erano fatti entrambi i posti, non sapeva da che parte andare. Anzi, non voleva andare in nessuno dei due posti, ma da qualche parte doveva pur andare.

- Io voglio solo tornare dai miei papà…- mormorò.

- Che cosa succede qui sotto?

Magic alzò lo sguardo e vide il volto di Gabriele sbucare da un buco di luce.

- È lei, Michele?

Apparve anche Michele, spaventando ancora di più la bambina.

- Magic?! Magic?!

Finalmente una voce familiare e proveniva da sotto i piedi di Magic.

- Papà? Papà Cro?- disse a voce bassa per evitare di farsi sentire dai due arcangeli.

Un piccolo buco nero si aprì sotto di lei, ma invece di cadere su un pavimento duro e rischiare di rompersi le ossa, si ritrovò tra le braccia di Crowley.

- Magic?

- Papà Cr…

Lui le mise una mano sulla bocca e si nascose in una stanzetta grande quanto uno sgabuzzino che aveva fatto apparire.

- Amore mio! Credevo di averti perduta per sempre!- disse Crowley e baciò Magic sulla fronte e sulle guance, ma lei si mise a piangere.

- Papà… le mie mani…- disse singhiozzando e mostrò al demone i guanti di ferro, che li guardò con rabbia e schioccò le dita per farli sparire. Magic faceva fatica a muovere le mani rosse e doloranti.

- Che cosa ti hanno fatto, tesoro?- le chiese Crowley mentre le curava le mani con i suoi poteri.

Magic le raccontò del rapimento di Anatema, della loro chiacchierata e della sua sparizione. Crowley non si arrabbiò con la sua amica, ma era comunque dispiaciuto per quello che sua figlia aveva scoperto su di lui e il suo angelo.

- Magic, io…

Lei lo interruppe con un abbraccio e un bacio sulla guancia.

- Ti voglio tanto bene, papà. Ne voglio tanto anche a Papà Azi.

Crowley la strinse a sé, commosso. Che cosa ho fatto per meritarmi una figlia così speciale?, pensò tra sé e sé.

- Anche noi te ne vogliamo tanto, principessina. E ora andiamocene da qui.

- Ma come facciamo ad uscire senza farci scoprire?

- Stai tranquilla, conosco l’Inferno come le mie tasche.

Tenendo per mano sua figlia, Crowley aprì la porta della stanzetta, ma non poté uscire.

- Vi siete persi?

 

*

 

La prima cosa che Anatema fece appena riapparsa a Tadfield, fu correre al suo cottage e telefonare ad Aziraphale, ignorando completamente un Newt felice di vederla sana e salva.

L’angelo si materializzò con Adam e Dog nel cottage e abbracciò la sua amica.

- Anatema, ti senti bene? Dov’è Magic?

- Prima che tornassi qui, quello schifoso di Hastur voleva portarla nell’Inferno!

Aziraphale voleva sorridere, ma si coprì le labbra con le mani.

- Crowley è andato proprio lì! La ritroverà, ne sono sicuro!

L’angelo chiuse gli occhi e si toccò le tempie con le dita. Il suo sorriso di speranza sparì.

- Li hanno presi! Ma... Magic è riuscita a scappare! Crowley… non riesco più a sentirlo! E dove sta andando la mia bambina?!

- Magic deve essere al sicuro, qui con noi!- esclamò Adam e Magic apparve al centro della stanza.

- Papà Azi! Zia Anatema! Zio Newt! Adam! Dog!

L’angelo e la bambina si abbracciarono commossi.

- Oh, tesoro mio! Per poco ti perdevo! Ti senti bene?

- Sì, ora sto bene, ma Papà Cro è insieme a quella specie di mosca umana!

- Ti riferisci a Belzebù?- chiese Adam.

- Sì, proprio lei. È così brutta e odiosa e puzza tantissimo!

- Stai tranquilla, principessina, adesso Adam ed io andremo a prendere Papà Cro. Lo salveremo ad ogni costo, te lo prometto! Tu, però, devi rimanere qua al sicuro con zia Anathema e zio Newt.

- E anche Dog! Dog, tu rimani qui e proteggi Magic, Anatema e Newt, usa la forza se è necessario.- ordinò Adam al suo mastino infernale, che, ubbidiente, si avvicinò a Magic e si lasciò accarezzare.

- Papà Azi, voglio aiutarvi anche io!- protestò la bambina. Aziraphale la guardò con dolcezza e la baciò sulla fronte.

- Lo farai, tesorino… fidati di me. Fai la brava con gli zii.- disse a voce bassa ed uscì dal cottage insieme ad Adam.

- Ti… ti va un bicchiere di latte, Magic?- chiese Newt.

 

*

 

Crowley aveva i polsi legati e fissava Belzebù dal suo trono nero come la pece.

- Non posso negare che mi hai… sorpreso, Crowley! Pensavo che l’avrebbe fatto il tuo rapporto con quella palla di lardo angelica…

- NON CHIAMARE COSÌ AZIRAPHALE!- sbraitò Crowley tramutando la sua faccia in quella di un serpente, pur sapendo che non avrebbe spaventato Belzebù e neanche Hastur alle sue spalle.

- … ma una figlia…- continuò Belzebù fingendo di non aver sentito il rosso demone.

- Non m’interessa sapere come sia nata, fatto sta che non era mai successo che venisse al Mondo una creatura metà demone e metà angelo. Quella creaturina non è Gesù e neanche l’Anticristo, ha un grande potere che potrebbe rendere l’Inferno il più forte dell’intero Universo!

- Oh cacchio! Siete ancora ossessionati dalla guerra tra Inferno e Paradiso?- chiese Crowley alzando gli occhi al cielo.

- È il nostro unico obiettivo dalla Notte dei Tempi e grazie a te e a quella checca angelica, stiamo lavorando ad un nuovo piano da dodici anni!- intervenne Hastur.

- Scommetto che se mi trovassi in Paradiso, Gabriele e Michele mi direbbero le stesse cose, vero?- disse Crowley ripensando al sorriso falso che aveva visto sul volto di Gabriele quando si trovava davanti a lui nel corpo di Aziraphale.

- Suppongo di sì.- rispose Belzebù.

- Be’, la mia risposta è…

- FOTTETEVI TUTTI QUANTI TRA DI VOI!

- Crowley, c’è tua figlia qui!

- Bel modo di ringraziare chi ti tira fuori dai guai!

Crowley, ritrovatosi con i polsi sciolti, si tolse gli occhiali e vide Aziraphale, Adam e Magic davanti a sé. Erano nel bosco di Tadfield, poco lontano da dove Adam andava a giocare con i Quelli quando erano piccoli.

Il demone stava per aprire bocca, ma Gabriele e Belzebù sbucarono dietro di lui, così si avvicinò ad Aziraphale e Magic e prese per mano sua figlia per darle sicurezza.

- Ora basta, sono proprio stufo! Dateci la bambina e vi lasceremo in pace!- protestò Gabriele.

- Loro sì, noi forse no!- aggiunse Belzebù.

Aziraphale guardò il suo compagno e gli schioccò le dita davanti agli occhi. Il demone li chiuse e cadde a terra addormentato.

- Perdonami, mio caro…

L’angelo guardò la bambina con uno sguardo serio.

- Magic… scegli tu da che parte stare…

Adam guardò il suo paffuto amico e gli fece l’occhiolino.

La bambina lasciò la mano dell’angelo e si avvicinò a Gabriele e Belzebù.

- Allora, signorina, da che parte vuoi stare?- chiese il leader delle armate dell'Inferno.

- Sappi che la tua decisione durerà per l’eternità!- aggiunse Gabriele cercando di mostrarsi amichevole.

Magic si guardò alle spalle. Adam e Aziraphale la guardavano con sicurezza, mentre Crowley stava rinvenendo.

- Magic… Magic, no!- disse appena riuscì a mettere a fuoco sua figlia, ma Belzebù gli incollò i piedi a terra con un gesto della mano.

- Prima di andare, avrei una richiesta da farvi: ho molta fame, potrei avere una mela rossa?

Crowley spalancò gli occhi, confuso.

- Aspetta un momento…















































Avete capito anche voi che cosa è accaduto? Spero di sì, perché sennò non sono poi così brava a scrivere! Manca poco ormai, anche se la continuerei in eterno questa storia, mi sono troppo affezionata a Magic! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 16
*** Prima riunione di famiglia ***


- Se verrai con me, non conoscerai più la fame, signorina.- disse Gabriele offrendo la sua mano a Magic.

- E se verrai con me, avrai tutte le mele di questo pianeta!- disse Belzebù.

Magic incrociò le braccia.

- O mi date una mela adesso o non verrò con nessuno di voi!

Crowley era confuso. Sapeva benissimo che sua figlia odiava le mele rosse. Come poteva volerne una proprio in quel momento?

- Aziraphale… Adam… che cosa sta succedendo?- chiese a voce bassa. Aziraphale gli mise un braccio intorno alle spalle.

- Va tutto bene, amore… stai in silenzio e guarda.- gli bisbigliò all’orecchio.

Sia Gabriele che Belzebù erano restii ad accontentare una bambina e si misero a discutere davanti a lei.

- Dagliela tu! Sei il capo dei demoni! Te ne intendi di tentazioni!

- E tu sei il mieloso arcangelo amico dell’umanità! Dagliela tu!

Magic si girò a guardare Adam. Lui le fece l’occhiolino.

- Tu ti dividerai, andrai sia in Paradiso che all’Inferno e comanderai sugli angeli e sui demoni per l’eternità.- disse a voce bassa, mentre i suoi occhi diventavano neri come la notte e lanciavano piccole scintille rosse.

Magic guardò di nuovo Gabriele e Belzebù e interruppe la loro discussione afferrando le loro mani.

- Verrò con te!- disse e batté le mani, sparendo insieme all’arcangelo e al leader infernale.

Adam e Aziraphale si guardarono, sicuri della vittoria, mentre Crowley era sempre più confuso.

- Qualcuno può dirmi che CAZZO È SUCCESSO?!- chiese afferrando Aziraphale per la camicia.

- Lascialo stare, Crowley! Lui non c’entra niente!- protestò Adam e Crowley gli ubbidì.

- Aziraphale, nostra figlia non ha mai mangiato una mela rossa in tutta la sua vita, perciò… chi era quella lì?

- È meglio che sia tu a raccontargli il nostro piano, Adam.- suggerì Aziraphale e prese per mano il suo compagno per condurlo al cottage di Anathema e Newt insieme ad Adam.

- Vedi, Crowley, quando Aziraphale mi ha raccontato quello che era successo a Magic, non sapevo che cosa fare, ma poi mi era venuta un’idea.

Adam si avvicinò all’orecchio del demone.

- Creare un suo doppione.- bisbigliò.

Crowley stava per ripetere quello che l’Anticristo aveva detto, ma Aziraphale glielo impedì mettendogli una mano sulla bocca.

- Per carità, Crowley, non dire niente!

- Comunque, puoi stare tranquillo. Quella Magic non è una vera umana, è come una specie di robot, ma ai piani alti e bassi non se ne accorgeranno mai.- continuò Adam.

- E come faranno a non accorgersene mai? Saranno anche tutti quanti dei pezzi di merda, ma non sono tanto stupidi. Anche io mi accorgerei della differenza tra un’umana e una specie di robot.- chiese Crowley dopo aver liberato la sua bocca dalla mano di Aziraphale.

- Questa è la parte migliore: li terrà talmente occupati a soddisfare ogni suo desiderio da non dar loro il tempo di aprire gli occhi sulla realtà dei fatti. Chiederà per l’eternità le tipiche cose da bambine con la promessa di far trionfare il Paradiso o l’Inferno sull’Universo un giorno, ma puoi star certo che quel giorno non arriverà mai.

- Io mi fido di lui, Crowley.- disse Aziraphale.

- Be’, io no, anche se è l’Anticristo!- protestò Crowley.

- E sbagli, Crowley, perché sono dodici anni che mi esercito ogni giorno con i miei poteri e finora ho avuto ottimi risultati. Persino all’università…

Il demone e l’angelo lo guardarono con aria interrogativa.

- Mi riferisco a Dog! Avete mai visto un cane scodinzolare in giro per Yale senza essere inseguito dalla sicurezza?- si affrettò a dire Adam.

- Scusami, Adam, ma ti crederò solo dopo avrò visto mia figlia sana e salva e soprattutto… reale.

- L’abbiamo lasciata da Anatema e Newt.- disse Aziraphale.

- Oh, angelo, sei il solito genio! Idiota!- esclamò Crowley, schioccò le dita e si ritrovò nella cucina di Anatema e Newt insieme all’angelo e al giovane universitario. I due erano seduti al tavolo e stavano consultando dei libri di magia.

- Crowley, hai più di seimila anni e non hai mai imparato a bussare?!- esclamò la strega divisa tra la gioia di vedere il suo amico demone sano e salvo e lo spavento per la sua apparizione improvvisa.

- Anche io sono felice di rivederti, streghetta! Dov’è mia figlia?- tagliò corto Crowley.

- È in salotto con Dog… diceva che aveva bisogno di pensare a molte cose in pace.- disse Newt.

Crowley, Aziraphale e Adam raggiunsero il salotto in silenzio. Magic era seduta sul divano a fissare il caminetto che aveva acceso battendo le mani. Piangeva in silenzio e accarezzava la testa di Dog, appoggiato con il muso sulle sue gambe.

- Dog, vieni qui! Lasciamoli soli.- ordinò Adam. Il segugio infernale lo raggiunse e lasciò il salotto insieme al suo padrone.

L’angelo e il demone si sedettero vicino alla figlia.

- Magic… hai fame?- le chiese Crowley facendo apparire una mela rossa nella sua mano, ma Magic la buttò nel fuoco.

- Non sono in vena di scherzi, papà Cro!

Il demone, pazzo di gioia, prese il viso della figlia tra le mani e le baciò le guance, il naso e la fronte.

- Giuro sulla mia Bentley che non ti romperò più le scatole con le mele rosse, amore mio!

Lei abbozzò un sorriso che durò solo un secondo, poi si allontanò da Crowley per abbracciare Aziraphale.

- Perché piangi, principessina? È tutto finito, Adam ed io abbiamo salvato sia te che Papà Crowley. Nessuno ti porterà più via.

- Io… ho ancora paura e sono… tanto stanca!- disse Magic nascondendo il volto sotto il papillon dell’angelo e i suoi singhiozzi si fecero più forti. Crowley e Aziraphale si guardarono con aria triste.

- Amore… ci dispiace tanto per quello che hai passato in queste ultime ore. Non avremmo mai voluto che scoprissi la verità su di noi in questo modo.- disse Crowley sfiorando Magic sulla schiena.

- Pensavamo che non facendoti sapere quello che siamo veramente, avresti avuto una vita normale e serena…- continuò Aziraphale.

- … ma la realtà è che… nessuna vita è normale. La normalità è solo un’illusione, una noiosa illusione. Credimi, tuo padre ed io l’abbiamo provata per sei millenni e abbiamo visto un’infinità di umani rovinare se stessi e/o gli altri pur di raggiungere il proprio ideale di normalità e non è sempre stato uno spasso.

- Non m’importa più di essere normale o strana… l’unica cosa che non voglio che accada nella mia vita è perdervi!- disse Magic mostrando il suo volto rosso e bagnato di lacrime. Aziraphale fece apparire un fazzoletto di stoffa e gliele asciugò, poi Crowley le prese la mano, aspettando di vedere i suoi occhi verdi, come i suoi e quelli di Aziraphale messi insieme.

- Magic Crowley-Fell… tu non ci perderai mai, perché ti amiamo più della nostra vita. E chi ti ama, non ti abbandona mai.

- Neanche se dovesse finire il Mondo.- aggiunse Aziraphale. Crowley gli sorrise con dolcezza.

Magic fu felice di sentire quelle parole, ma era ancora insicura e spaventata. Si sforzò di sorridere più del dovuto per non far preoccupare i suoi papà e li baciò sulle guance.

- Grazie… anche per avermi salvata. Tutti e due. Possiamo… possiamo tornare a Parigi?

- Mais bien sûr, ma chérie.- disse Crowley sorridente.

- Siete sicuri? Dopo quello che abbiamo passato, sarebbe meglio prenderci una pausa.- fece notare Aziraphale.

- Angelo, proprio perché abbiamo appena avuto una brutta disavventura, ora ci meritiamo più che mai la nostra vacanza francese! Allons-y!

I tre tornarono in cucina per ringraziare Anatema, Newt, Adam e Dog dell’aiuto. Magic abbracciò la sua madrina e anche Adam.

- Se vuoi, puoi buttare via quel braccialetto, Magic. Ormai non serve più a niente.- le fece notare Newt.

- No, zio Newt, io lo adoro, non me ne separerò mai! Rappresenta la mia famiglia, inclusi voi.- disse Magic e lo baciò sulla guancia, poi prese per mano i suoi papà.

- Prima di andare, potreste dare a Dog e a me un “passaggio” a Yale, per favore? Stavo studiando per un esame importante, ma credo che dovrò per forza farlo spostare per poterlo superare…- disse Adam.

- Ti saremo grati per l’eternità, Adam, davvero.- disse Aziraphale e schioccò le dita per far sparire Adam e Dog.

- E a voi, futuri sposi… au revoir!- esclamò Crowley e tornò con uno schiocco nella camera d’albergo all’Hotel Balzac con la sua famiglia, rendendo molto felice Magic.





































Allora, vi è piaciuto il colpo di scena? Spero che sia venuto bene! Ci sono ancora delle cosine che vorrei raccontarvi! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 17
*** Prima ed unica conversazione con Dio ***


 

Pur essendo molto stanca, Magic non riusciva a dormire, a differenza dei suoi papà, ed era andata a prendere un po’ d’aria sul piccolo balcone della camera. Si sentiva come se avesse fatto un lungo e brutto sogno e non si era ancora liberata della paura che la faceva tremare dalla testa ai piedi. Si sforzò di non piangere per non svegliare il demone e l’angelo, unì le mani e fissò il cielo stellato.

- Dio… se puoi sentirmi, ti prego, permettimi di parlare con te, mi bastano dieci minuti e poi non ti disturberò più. Ti prego, ti prego…

- Sono qui…

Magic si girò e vide una signora sulla sessantina con i capelli biondi e corti e vestita con un elegante abito dalle tante sfumature verdi a maniche lunghe, che le sorrideva. Magic non si spaventò, al contrario, era sorpresa. Non si sarebbe mai aspettata una visita come quella.

- Sei… Dio?

- Chi altri dovrei essere, mia cara?

- Mi… mi ricordi la protagonista di un film che piace tanto a mio padre Crowley… la considera una dea…- commentò la bambina.

- Io posso assumere qualsiasi forma umana, a seconda di come la gente mi immagina.

- Comunque… Sei molto bella…

Dio sorrise e accarezzò i capelli di Magic.

- Grazie, anche tu sei molto bella, ma non posso rimanere a lungo qui sulla Terra. Di che cosa volevi parlarmi?

Magic chiuse la porta del balcone per non farsi sentire dai suoi papà e guardò Dio negli occhi.

- Dio… da quando ho scoperto come sono venuta al Mondo e quello che sono veramente i miei papà… ho paura di morire. Mi hanno rapita per poter sfruttare la mia natura metà angelica e metà demoniaca, ma io non voglio prendere né il Tuo posto né quello di Satana. E poi… i tuoi angeli sono davvero antipatici e tutt’altro che buoni, escluso mio padre Aziraphale.- disse con le lacrime agli occhi e Dio gliele asciugò con le dita.

- Mia cara… credimi, Io so tutto su quello che succede sulla Terra e anche in Paradiso, ma il vero motivo per cui molte volte la gente pensa che Io non muova un dito per cambiare le cose è perché sono loro che fanno di tutto per impedirmelo e poi, non contenti, danno la colpa a Me dei loro insuccessi.

- Io non Ti incolperò mai di niente, Dio, anzi… Ti sono grata per avermi fatto apparire su questo pianeta. Mi piace tanto, perché ho trovato delle persone che mi amano e mi fanno felice ogni giorno.- disse Magic sfiorando la mano di Dio. Lei gliela strinse con affetto.

- Ti ringrazio, ma sappi che Io non c’entro niente con la tua nascita, è solo merito di tuo padre Aziraphale. Che rimanga tra noi, Magic, da quando lui e Crowley si sono salvati a vicenda per sfuggire alla punizione dell’acqua santa e del fuoco infernale, avevo deciso di premiarlo per il suo coraggio aumentando un po’ i suoi poteri divini, anche se Sono contenta che continui ad usarli poco. Anche i miracoli sono un tipo di magia e tu sei uno dei più belli che abbia mai visto su questo pianeta.

Magic arrossì per il complimento.

- Inoltre… se potessi, farei i complimenti al tuo amico Adam per il modo in cui ha salvato te e i tuoi padri per sempre, è stato davvero in gamba.- aggiunse Dio a voce bassa.

- Grazie… prima che tu te ne vada… avrei una richiesta da farti. Ti giuro che sarà l’unica che ti farò.

- Dimmi, cara.

Magic avvicinò la bocca all’orecchio di Dio.

- Io continuerò a comportarmi come un’umana e userò i miei poteri solo se sarà necessario, se in cambio tu…

 

*

 

Crowley fu svegliato da un bacio della figlia sulla guancia.

- Buongiorno, papà dormiglione!- disse allegramente. Lei e Aziraphale erano già pronti per uscire.

Il demone si preparò con uno schiocco ed uscì con la sua famiglia. Passarono tutta la giornata in giro per la capitale francese, comportandosi come se non avessero passato dei brutti momenti il giorno prima, ma Crowley non poté fare a meno di notare che il suo compagno sembrava preoccupato.

- Angelo, che cosa ti prende?- gli chiese a voce bassa mentre si trovavano nell’ascensore che li avrebbe portati in cima alla Tour Eiffel.

- Sto bene, caro, davvero.- disse l’angelo un po’ distaccato, ma Crowley lo ammorbidì con un bacio.

- Anche io faccio fatica a lasciarmi tutto alle spalle, ma abbiamo affrontato di peggio. E ora, godiamoci la vacanza con la nostra bellissima principessina.

Aziraphale gli sorrise e si godette il resto della giornata, ma quando andò a dare un’occhiata a Notre-Dame con Magic, mentre Crowley li aspettava sull’omonimo ponte, si schiarì la voce e si rivolse a sua figlia.

- Magic… so quello che hai fatto stanotte…

Magic lo guardò con aria colpevole.

- Papà… io…

- Non sono arrabbiato, tesoro. Al contrario, sono molto felice che tu abbia parlato con Dio, è solo che… non sono sicuro che tu abbia preso la decisione giusta. Hai solo undici anni, un giorno potresti pentirti di quello che hai chiesto a Lei.

- Dopo quello che ho passato, sono più che sicura che quel giorno non arriverà mai, neanche tra un milione di anni.- disse Magic con una forte determinazione che Aziraphale percepiva come se potesse toccarla con le proprie mani.

- Basta che tu mi faccia una promessa: solo perché Dio È stata generosa con te, non vuol dire che lo sarà per sempre, quindi rispetta sempre il vostro accordo vivendo nel miglior modo possibile.

Magic lo abbracciò felice.

- Te lo prometto, papà.

- E per quanto riguarda Papà Crowley… gli faremo una sorpresa al momento giusto.- aggiunse l’angelo e tornò dal compagno insieme alla figlia. Il demone stava osservando il Senna con le braccia incrociate.

- Eccovi qua! Ce ne avete messo di tempo!- commentò quando si accorse del ritorno dell’angelo e della bambina.

- Le stavo raccontando la storia di Notre-Dame.- disse Aziraphale.

- Ma non siamo riusciti a vedere il gobbo Quasimodo.- disse Magic.

I tre continuarono il loro giro per la città e cenarono in un ristorante il cui piatto principale erano le escargot. Aziraphale le apprezzò molto, mentre Magic si arrese al terzo tentativo e Crowley fece sostituire il suo piatto con una scodella di vichyssoise.

- Dove vi piacerebbe andare domani?- chiese Crowley dopo aver bevuto l’ultimo bicchiere di Bordeaux.

- Possiamo andare a Disneyland?- chiese Magic.

- E Disneyland sia, ma guai a voi se mi fate vestire da principe azzurro per fare le foto! O faccio il cattivo o niente!- disse il demone, facendo sorridere l’angelo e la bambina.

- E io non faccio la fata buona come per il tuo sesto compleanno, Magic!- disse Aziraphale dopo essersi pulito la bocca con il tovagliolo.

 

*

 

Il giorno dopo, Crowley, Aziraphale e Magic furono i primi della fila per entrare nel parco divertimenti e anche per fare tutte le attrazioni. Aziraphale rimase attaccato al demone tutto tremante durante la visita alla Haunted Mansion e Crowley si coprì le orecchie durante il giro nel mondo delle bambole, ma la canzone It’s a small world era troppo forte e lo costrinse a cantare insieme alla figlia e all’angelo a denti stretti.

- Angelo, se stanotte mi senti cantare quella maledetta canzoncina, ti do il permesso di uccidermi!- si lamentò una volta tornato all’aria aperta e Aziraphale e Magic si misero a ridere.

- Esagerato che sei, caro!

Dopo aver pranzato in un ristorante che cucinava piatti ispirati al cartone Il Re Leone, i tre andarono a cercare un costume adatto per farsi delle foto di famiglia: Magic scelse di vestirsi da Belle, la sua principessa preferita, mentre Crowley schioccò le dita per vestire e truccare se stesso da Malefica e Aziraphale da Ursula, facendo ridere a crepapelle la figlia.

- Molto, molto divertente, Crowley…- commentò l’angelo sarcastico e schioccò le dita. Il suo costume da mezza-piovra diventò quello dell’Apprendista Stregone, con tanto di cappello e orecchie da Topolino.

- Oh sì, il più adatto a te…- disse con altrettanto sarcasmo Crowley.

- Su, andiamo a farci una foto!- esclamò Magic e trascinò i suoi papà dalla fotografa che si trovava fuori dalla stanza dove si erano cambiati, che non poté fare a meno di ridere alla vista dei costumi e il trucco di Crowley e Aziraphale. Il demone avrebbe voluto darle una lezione, ma l’angelo riuscì a calmarlo.

- Dite Magia!- disse la fotografa dopo che i tre si erano messi in posa.

- Magia!

CLIC!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 










Vorrei tanto essere brava nel disegno per poter fare una fanart di Cro, Azi e Magic vestiti da personaggi Disney! Comunque, ci voleva un po' di allegria! E le sorprese non sono ancora finite! Al prossimo capitolo!

 

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Capitolo 18
*** Primo matrimonio ***


Dopo aver scoperto tutte le meraviglie della Francia in un mese, per la famiglia Crowley-Fell arrivò il momento di tornare a casa, ma il demone aveva ancora una cosa da fare e aveva bisogno dell’aiuto di sua figlia.

- Tieni occupato Papà Aziraphale fino alle otto, poi portalo sotto la Tour Eiffel e grida Eden. Gli ho preparato una sorpresa che vi lascerà tutti e due senza fiato.- disse dopo averla svegliata portandole la colazione a letto.

- Conta su di me, Papà Cro.- sussurrò lei.

- Grazie, amore. Ci vediamo stasera.- disse Crowley. Le diede un bacio sulla guancia e sparì con uno schiocco per non svegliare l’angelo. Magic fece credere ad Aziraphale che Crowley era andato a cercare un regalo speciale per lei e che sarebbe tornato verso sera. Aziraphale le credette e portò la figlia a fare un ultimo giro della capitale francese.

- Papà, mi racconti la storia del Conte di Montecristo?- gli chiese per tenerlo occupato e non pensare a Crowley.

- Ma ho finito di leggerti il libro solo due mesi fa, Magic!

- Per favore! Mi piace sentirla raccontata da te.- insistette la bambina con una voce dolce alla quale l’angelo non riuscì a resistere.

- E va bene: la storia inizia nel 1815 ed Edmond Dantès, un giovane marinaio, è appena sbarcato a Marsiglia dopo aver preso da secondo il comando della sua nave, la Pharaon, a seguito della morte per febbre cerebrale del suo capitano…

Aziraphale raccontò tutta la storia, proprio come se fosse un libro umano, anche mentre mangiavano un’ottima tarte tatin.

Le otto arrivarono in fretta e Magic portò l’angelo sotto la Tour Eiffel, dove, per qualche “strana” ragione, non c’era nessuno.

- Dove sono tutti? C’è forse un guasto all’ascensore?- chiese Aziraphale.

- Eden!- esclamò Magic con lo sguardo rivolto verso il cielo e si ritrovò in cima alla torre insieme al suo papà angelo. Le prime cose che entrambi videro fu un piccolo tavolo rotondo imbandito per tre persone con una candela accesa al centro e tre piatti vuoti e Crowley con un sorriso pieno d’amore stampato sulla faccia. Indossava un abito nero elegante e i suoi occhi erano scoperti.

- Bonsoir, mes chers!- disse con voce suadente, baciò sua figlia sulla mano e il suo angelo sulle labbra.

- Crowley… sei stato tu a chiudere la Tour Eiffel al pubblico?

- Mais bien sûr, ma bien-aimée.

Crowley ringraziò la figlia facendole l’occhiolino e prese per mano Aziraphale, portandolo più vicino al magnifico panorama.

- Questo è sempre stato uno dei miei panorami preferiti, soprattutto quando lo abbiamo ammirato insieme nel lontano 1789, ma non da un punto alto come questo. È come vedere tante piccole stelle, ma la più bella… la sto tenendo per mano.

Aziraphale arrossì emozionato. Crowley non era mai stato così romantico. E non aveva ancora finito. S’inginocchiò e mostrò al suo angelo una scatolina blu con dentro un anello d’oro bianco ma con delle sfumature nere.

- Aziraphale… ti amo da quando mi hai dimostrato il tuo valore nel Giardini dell’Eden rinunciando ad una parte del tuo potere per permettere ai primi umani di sopravvivere su questo pazzo pianeta. Non hai mai avuto paura di me, nonostante fossimo nemici di natura e mi hai permesso di scoprire dei lati dentro di me che non sapevo di avere, soprattutto…

Si voltò a guardare Magic con amore, facendola arrossire felice.

- … da quando hai fatto apparire nella nostra vita quella bellissima creatura che è nostra figlia.- disse e poi tornò a guardare Aziraphale.

- Per questi motivi, da ben dodici anni mi sento il demone più felice dell’Universo e lo sarei ancora di più se tu diventassi mio marito. Angelo Aziraphale… vuoi sposarmi?

Magic si coprì la bocca con le mani per non urlare e distrarre Aziraphale, era troppo emozionata, proprio come lui.

- Anthony J. Crowley, io ti considero mio marito da quando abbiamo evitato l’Apocalisse, ma anche io sarei più felice se coronassimo ufficialmente il nostro amore davanti a nostra figlia e ai nostri amici più fidati. Perciò… la mia risposta è sì, voglio sposarti! Anzi… oui, je veux t'épouser!

Magic non resistette più e urlò di gioia, mentre Crowley metteva l’anello al dito di Aziraphale e lo baciava con passione. Senza lasciare le sue labbra, schioccò le dita e tutta Parigi poté ammirare dei coloratissimi fuochi d’artificio. Quando i due si staccarono, ammirarono lo spettacolo insieme alla figlia, compresi due grandi cuori rossi con le ali e poi si godettero delle squisite crêpe a lume di candela.

 

UN MESE DOPO

 

Il grande giorno era finalmente arrivato. Dopo tante lunghe discussioni, Aziraphale era riuscito a convincere Crowley ad organizzare la cerimonia nella sua libreria, mentre il ricevimento si sarebbe tenuto al Magic Angel. Crowley lo aveva sistemato in modo da non scandalizzare né il suo futuro marito né la loro bambina.

Adam e Dog avevano accettato l’invito al matrimonio e persino Madame Tracy e il suo amato ex-sergente Shadwell, che aveva accettato di officiare la cerimonia e si era messo al centro della libreria, cercando di dimenticare il piccolo incidente avvenuto in passato proprio in quel posto per colpa sua.

Alle undici in punto, Crowley, in un elegante completo Armani nero e con una rosa rossa attaccata al petto, raggiunse l’ex-cacciatore di streghe, seguito dal suo testimone Newt e da Magic. Il suo vestito lilla da damigella la rendeva una bellissima ed elegante signorina. Infine, arrivò Aziraphale, anche lui in un completo Armani, ma bianco e con una rosa blu attaccata al petto. La sua elegante accompagnatrice e testimone Anatema, si era messa le lenti a contatto per l’occasione. Madame Tracy stava per piangere dall’emozione.

- Miei cari… amici, siamo qui riuniti oggi per celebrare l’amore che unisce Anthony J. Crowley e Aziraphale Fell… signorina Magic? Puoi consegnare gli anelli.- disse Shadwell e Magic si avvicinò ai suoi papà con il cuscinetto delle fedi in mano. Crowley le diede un bacio sulla guancia, poi prese la fede d’oro nero e guardò Aziraphale negli occhi.

- Aziraphale… tu sei l’amore della mia vita sin dal nostro primo incontro e sai rendermi forte e fragile allo stesso tempo. Non posso fare a meno di pensare che se i nostri destini non si fossero incrociati tante volte nel corso della storia, io non sarei il demone che sono oggi…

Shadwell rabbrividì al suono della parola demone, ma cercò di trattenersi per non far arrabbiare Crowley.

- … il giorno in cui mi hai donato il tuo cuore a voce alta e alla luce del sole, ho toccato il vero Paradiso, non quello che conosci tu, e un anno dopo, da quel meraviglioso posto è arrivata la nostra Magic. Posso dire con assoluta certezza di sapere cos’è la vera felicità. Con questo anello ti sposo e prometto di amarti e onorarti per l’eternità, angelo mio.- concluse il demone e infilò l’anello all’anulare sinistro di Aziraphale. Lui baciò Magic sulla fronte e prese l'anello d’oro bianco sul cuscinetto. Magic si rimise vicino ad una sempre più commossa Madame Tracy.

- Crowley… ti confesso che quando ci siamo conosciuti… ho avuto un po’ paura di te, ma per qualche strana ragione… sentivo che potevo darti la mia fiducia. Abbiamo avuto molti alti e bassi e ogni volta che ci separavamo con ostilità, temevo di non rivederti più, ma ogni volta tornavi da me, rendendomi felicissimo, soprattutto quando… mi hai salvato la vita proprio nel luogo in cui mi sarei dovuto sentire al sicuro. Mi hai visto fare cose buone e anche combinare pasticci, ma mi hai sempre dato la forza per andare avanti, anche quando le circostanze ci mettevano con le spalle al muro. E quando siamo riusciti ad evitare il peggio per questo matto ma stupendo pianeta, il tuo amore e la tua fiducia mi hanno permesso di creare la nostra meravigliosa figlia e toccare il Paradiso che intendi tu. Perciò, con questo anello ti sposo e prometto di amarti e onorarti per l’eternità.

Magic dovette abbracciare Madame Tracy per convincerla a non piangere forte mentre Aziraphale infilava l’anello a Crowley.

- Vuoi tu, Anthony J. Crowley, prendere Aziraphale Fell come tuo legittimo sposo?

- Eccome se lo voglio!- esclamò Crowley, ansioso di baciare il suo angelo.

- E vuoi tu, Aziraphale Fell, prendere Anthony J. Crowley come tuo legittimo sposo?

- Certo che lo voglio!- disse Aziraphale al limite dell’emozione.

- Allora, vi dichiaro sposati. Potete…

Crowley e Aziraphale non potevano più aspettare e si scambiarono il bacio più lungo della loro vita, ignorando gli applausi e le urla di gioia dei loro invitati. Il loro bacio fu talmente appassionato da convincere Madame Tracy a coprire gli occhi di Magic.

Quando finalmente si staccarono, i due neo-mariti schioccarono le dita per trasferirsi con tutti gli invitati al Magic Angel. Festeggiarono fino a mezzanotte ballando e ridendo come se non ci fosse un domani e Crowley regalò una romantica performance di Love of my life al suo angelico maritino e persino una un po’ buffa di A kind of magic alla loro bambina.

- E il prossimo mese, tocca a noi!- disse Anatema prima di tornarsene a casa con Newt.

- Contaci!- disse Crowley dopo aver schioccato le dita per ripulire il suo locale.

- È stato il matrimonio più bello della mia vita, decisamente migliore di quello di Carlo e Diana.- commentò Aziraphale mentre guardava Magic addormentata su uno dei divanetti.

- Ci vuole poco per fare un matrimonio migliore di quello.- commentò un po’ acido Crowley e prese per mano Aziraphale per ballare di nuovo con lui.

- Amore, andiamo a casa, dai, Magic è crollata.- disse l’angelo a voce bassa.

- Un ultimo ballo, per favore. Faremo piano, te lo prometto.- disse Crowley con un finto tono bambinesco che convinse suo marito a stringersi a lui.

- Ti amo… sei bellissimo, angelo Aziraphale Crowley-Fell.

- Anche io ti amo… e tu sei stupendo… Anthony J. Crowley-Fell.

Magic aprì un occhio per guardare i suoi papà ballare abbracciati e con un pianoforte invisibile in sottofondo. Era molto felice anche lei.
























Non avevo ancora fatto una ff sul matrimonio dei nostri maritini! Vi è piaciuto? A me tantissimo, adoro i matrimoni (da bere per tutti! XD)! Ho ancora qualcosina da raccontare! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 19
*** Primo brutto voto ***


Quando Crowley andò a prendere Magic a scuola, la trovò vicino al cancello che piangeva e Georgia, Rose e Martha cercavano di consolarla.

- Su, Magic, non è la fine del Mondo.- disse Georgia e le offrì un fazzoletto di carta.

- Capita a tutti, ma puoi sempre recuperare.- aggiunse Martha.

- È arrivato tuo padre, Magic.- intervenne Rose appena si accorse della Bentley. Magic si asciugò gli occhi e si soffiò il naso, poi buttò il fazzoletto in un cestino e salutò le sue amiche.

- Ciao tesoro! Che cos’hai? È successo qualcosa di brutto a scuola?- chiese Crowley mentre Magic si sistemava sul sedile di dietro.

- Sto bene, Papà Crowley… sono solo un po’ stanca.- disse lei sforzandosi di non piangere di nuovo.

- Magic, non sono nato ieri! Dimmi che cosa è successo, per favore!- insistette Crowley, ma Magic rimase in silenzio. Il demone sbuffò infastidito e mise Bohemian Rhapsody a tutto volume. Solitamente, lui e sua figlia cantavano insieme le canzoni dei Queen, ma Magic non aprì bocca per tutto il tragitto fino a casa. Durante il pranzo si limitò a mangiare il suo piatto di pasta fissando il vuoto con tristezza, mentre Crowley la osservava bevendo un bicchiere di vino rosso.

- Tesoro, lo sai che a me puoi dire qualsiasi cosa.- riprovò mettendole una mano sulla spalla, ma Magic lo ignorò e subito dopo aver fatto sparire il piatto vuoto battendo le mani, si chiuse in camera sua. Crowley la sentì battere le mani e vide apparire sulla porta un cartello che diceva Lasciatemi in pace!.

- Comportamento molto maturo…- commentò con sarcasmo e si chiuse nella stanza delle piante.

 

*

 

- Sono a casa!- esclamò Aziraphale appena entrò. Soltanto Crowley venne a salutarlo con un bacio.

- Percepisco un po’ di tristezza… e anche di… senso di colpa. Cos’hai combinato, Crowley?

- Perché dev’essere sempre colpa mia ogni volta che percepisci onde negative?- protestò il demone come un bambino offeso.

- Comunque, non sono io il problema, ma Magic. Sono andato a prenderla a scuola, era molto triste e non ha voluto dirmi niente. È chiusa in camera sua da quando ha finito di pranzare. Non ha neanche voluto mangiare le crêpes che le ho preparato per merenda. Adesso provaci tu, angelo.

Aziraphale si tolse la giacca, l’appese all’attaccapanni e dopo essersi sistemato il papillon, andò a bussare alla porta della camera di Magic.

- Magic? Tesoro? Posso entrare?

Sentì sua figlia battere le mani e la porta si aprì. Magic era seduta sul suo letto e leggeva la versione per ragazzi del romanzo David Copperfield. Aziraphale si sedette vicino a lei e Crowley dietro suo marito, ansioso di sapere che cosa turbava la loro principessina. L’angelo aspettò che lei alzasse gli occhi dal libro e che lo chiudesse.

- Papà Crowley mi ha detto che sei uscita da scuola molto triste. Che cosa è successo? Qualsiasi cosa sia la possiamo risolvere insieme.- disse prendendole la mano, ma invece di rincuorarla, Magic ricominciò a piangere.

- Ho preso… un brutto voto nel compito di letteratura.- ammise mortificata, poi si alzò per prendere un foglio dal quaderno che aveva lasciato sulla scrivania e lo porse ad Aziraphale. L’angelo spalancò gli occhi per il quattro segnato in rosso vicino al nome di sua figlia.

- Tutto qui? Sei triste per un brutto voto?- disse Crowley e scoppiò a ridere.

- Non c’è niente da ridere, papà!- protestò Magic offesa, ma anche Aziraphale era sul punto di ridere.

- Magic, tuo padre ha ragione a metà. È vero che non è divertente prendere un brutto voto, ma non è neanche la fine del Mondo.

- Tuo padre sa quello che dice perché ci siamo passati entrambi.- aggiunse Crowley e fece l’occhiolino a suo marito.

- Sì, ma io ho una media perfetta! Non prendo mai brutti voti!- piagnucolò Magic con le braccia incrociate e voltò le spalle ai suoi papà. Con un sorriso malizioso, Crowley l’afferrò delicatamente per la maglietta e la tirò fino a farla sedere sulle sue gambe. Aziraphale le prese il mento con il pollice e l’indice e aspettò che lo guardasse negli occhi.

- Tesoro mio, c’è sempre una prima volta per tutto, anche per un brutto voto, ma non devi disperarti, basta studiare di più per recuperarlo. Ma dimmi un po’, perché non mi hai chiesto aiuto quando stavi studiando David Copperfield? Lo sai che puoi sempre contare su di me quando sei in difficoltà con i compiti.

- Ho avuto il compito nel periodo in cui ti stavi occupando dei libri antichi. Dici sempre che non vuoi essere interrotto perché è un lavoro molto delicato.- disse Magic.

- Allora è colpa di Papà Aziraphale se hai preso quel quattro!- sghignazzò Crowley e fece la linguaccia all’angelo. Magic lo guardò arrabbiata.

- Non dire così, Papà Cro!

- Stai tranquilla, cara. Papà Crowley stava scherzando. Comunque, lo sai bene che voi due siete più importanti di qualsiasi libro antico, perciò, la prossima volta che fai fatica a prepararti per un compito in classe, vieni da me senza esitazioni. Va bene?

- Va bene. Grazie, Papà Azi.

- E quando sei triste per qualcosa, qualsiasi cosa, parlane anche con me. Come sai, i libri ed io non andiamo molto d’accordo, ma non vuol dire che non sia in grado di capire la tua disperazione per uno di loro, soprattutto se è stato scritto da quel piagnucolone di Charles Dickens.- intervenne Crowley e fece una pernacchia sul collo di Magic per toglierle il broncio dal viso.

- Va bene! Va bene! Scusa, Papà Cro!- disse lei tra le risate.

- Sei scusata, principessina.

- E adesso dimmi che cosa non hai capito di David Copperfield.

Aziraphale e Magic passarono tutta la cena a parlare del romanzo di Dickens, mentre Crowley si limitava a guardarli mentre sorseggiava il suo bicchiere di vino bianco.

- Papà Azi… Papà Cro… credo di aver imparato una cosa oggi.- disse mentre mangiava la crêpes che Crowley le aveva tenuto da parte.

- Che cosa, tesoro?- chiese Aziraphale curioso.

- Che nessuno è perfetto, nemmeno io che sono la figlia di un angelo e un demone.

- Non è esattamente così.- intervenne Crowley.

- Tu sei perfetta ai nostri occhi, è il Mondo fuori da questa casa che a volte è stupido e non capisce tutto quello che lo circonda.

- Crowley, questo è l’esatto contrario di quello che lei ha imparato oggi.- protestò Aziraphale. Il demone lo guardò sorridente, poi si alzò per avvicinarsi a sua figlia e prenderle il viso tra le mani.

- Quello che intendevo dire è che per noi tu sei perfetta così come sei, anche quando fai dei piccoli errori come prendere un brutto voto… o sporcare la Bentley di papà!- concluse e le diede un piccolo bacio sulle labbra. Aziraphale sorrise sollevato.

- E questo non vale solo per te, tesoro, ma anche per noi. Io amo Papà Crowley, ma ci sono delle volte in cui vorrei che si trasformasse in serpente in modo da poterlo rinchiudere in una piccola gabbia di ferro.

Crowley e Magic lo fissarono sconvolti.

- Ah sì, angelo? E in quali occasioni faresti pensieri di questo genere?

- Tipo quando guidi come un pazzo, russi mentre sto leggendo e anche quando esageri con i rimproveri alle tue piante!- disse l’angelo con un sorriso.

- Innanzitutto, quello che faccio con le mie piante sono affari miei! E comunque, ci sono delle volte in cui anche io vorrei darti una bella lezione, tipo quando preferisci leggere un intero libro per tutta la notte piuttosto che… farmi le coccole.

Magic sembrava preoccupata per il clima che si stava creando. Crowley se ne accorse e diede un dolce bacio ad Aziraphale.

- Ma ti amo anche io, angelo di biblioteca.

Magic tirò un sospiro di sollievo e sorrise ai suoi papà.

- Visto, Magic? Come hai detto tu, nessuno è perfetto.- disse Aziraphale soddisfatto.























Proprio perché Magic non è perfetta, è giusto che viva una spiacevole esperienza come un brutto voto, come ogni essere umano. Alla prossima!

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Capitolo 20
*** Primo anniversario di matrimonio ***


UN ANNO DOPO

 

Aziraphale chiuse la libreria con un’ora di anticipo per poter tornare a casa e festeggiare il primo anniversario di matrimonio con Crowley, il quale aveva accompagnato Magic a Tadfield per farle passare la notte da Anatema e Newt.

Il biondo angelo entrò in casa stringendo nella tasca della sua giacca il regalo per il suo rosso e focoso marito, ma notò qualcosa di strano. Gli sembrava di essere entrato in un lussuoso negozio di botanica.

- Crowley? Crowley?! Che cosa è successo? Hai portato a casa tutta la natura dell’Africa?

Crowley sbucò timidamente da un cespuglio di rose rosse. Non indossava i suoi soliti indumenti neri, bensì un vestito verde e lungo fino alle ginocchia, delle finte ali di fata trasparenti e sopra la testa aveva una coroncina di foglie. Si era persino truccato occhi e labbra. Si avvicinò a suo marito e gli chiuse la bocca spalancata sfiorandogli delicatamente il mento, poi gli prese la mano e lo portò lentamente in salotto, dove, al posto del divano, il televisore, il tavolino e tutti gli altri mobili e oggetti di decoro, c’erano un piccolo stagno, fiori di ogni tipo e colore e lucciole che svolazzavano nell’aria. Crowley fece sedere Aziraphale su una pietra a forma di poltrona e camminò intorno allo stagno, guardandosi intorno, mentre Aziraphale lo fissava. Non aveva ancora capito il motivo di quella messa in scena, ma aveva qualcosa di familiare che gli piaceva molto.

- Salve, Spirito! Dov’è che vai errando?- disse Magic sbucando da dietro il suo papà angelo, ma lo ignorò per raggiungere il papà fata-demone. Era vestita con uno strano vestito marrone e sopra la sua testa c’era una coroncina di ramoscelli e foglie scure.

- Sui colli e sulle valli

nei boschi e nei roveti

sui parchi e sui recinti

per flutti e per fuochi,

della sfera della luna

più presta men vado.

E servo la Fata Regina,

irrorando di rugiada

le sue impronte sull’erba.

Le fan scorta i verbaschi

dalle vesti dorate

con macchie vermiglie –

rubini son questi,

cari doni delle Fate,

come efelidi profumate.

Stille di rugiada ho da cercare

le orecchie dei verbaschi ad imperlare.

Addio, Spirito villanzone. Me ne vado.

Sta giungendo con gli elfi la Regina.

Aziraphale si coprì la bocca per non ridere per la voce femminile e un po’ smielata di suo marito e rovinare il piccolo spettacolo organizzato da lui e sua figlia. Magic lo guardò per un secondo, sicura di aver fatto centro, e prese un bel respiro.

- Il Re farà gran festa qui stanotte.

Bada che la Regina se ne stia alla larga,

ché Oberon scoppia dalla rabbia

perché Titania ha preso come paggio

un bel ragazzo involato a un Re dell’India.

Mai refurtiva fu per lei più dolce,

ed Oberon, geloso, lo vorrebbe

come scudiere per cacciar le fiere.

Ma ella a forza trattiene il giovinetto,

l’inghirlanda di fiori, e ogni diletto in lui ripone.

Ed ora non più in boschetti, né sui prati,

non più alle limpide fontane,

né al lume imbrillantato delle stelle,

s’incontrano quei due senza litigi.

Così che i loro elfi spaventati

s’infilan nel cappuccio delle ghiande,

e dentro vi restano intanati.

Se non ci fosse stata Magic, Aziraphale sarebbe saltato addosso al suo fata-demone. Era troppo felice di sentirlo recitare il loro vecchio “amico” Shakespeare con entusiasmo, anche se sapeva che il merito era solo della loro fresca teenager. Sicuramente, Crowley avrebbe preferito recitare uno dei canti dell’Inferno di Dante. Girò intorno a Magic osservandola come se lui fosse un cane e lei un albero.

- O non ravviso bene la tua forma, e il tuo sembiante,

o tu sei quel maligno demone beffardo

che ha nome Robertino Buonalana. Non sei tu forse

colui che ai villaggi

spaventa le ragazze; che screma il latte

e a volte frucchia nella zangola del burro

e la massaia invano s’affanna a rimestare;

e talora la birra non lascia lievitare,

e di notte fuorvia i pellegrini

ridendo della lor disavventura?

E se invece qualcuno ti chiama “follettino”,

e “caro Robertino”, i suoi lavori ti addossi

e gli porti fortuna. Non sei tu quello?

Magic fece spallucce e girò intorno a suoi papà, guardando entrambi in faccia.

Hai proprio indovinato.

Son io quel mattacchione che va in giro di notte.

Di Oberon, mio re, sono il buffone.

E lui sorride quando inganno lo stallone,

ben satollo di fave

col nitrito d’una bella puledrina.

Qualche volta mi rannicchio

nel boccale d’una vecchia ciancerona, sotto forma

di mela selvatica arrostita,

e quando beve, le salto sulle labbra

e giù sgorga la birra lungo la gorgia vizza.

La vecchia zitella saccentona cui piace

raccontar tragiche storie, a volte per sgabello

mi scambia, e io dal sedere le scappo,

e lei rotola a terra, e grida

Oh povero mio culo!”, e affoga nella tosse.

E allor gli astanti si tengono i fianchi dalle risa,

gongolan di gioia, starnutano, e giurano

di non aver mai trascorso ora più allegra.

Aziraphale si promise di dire a Magic Sei la miglior Puck del Mondo una volta finita la bellissima sorpresa per lui. Era bravissima e anche molto divertente, persino Crowley non riusciva a trattenere le risate e rischiava di uscire dal personaggio.

Crowley interpretò persino il re delle fate Oberon, indossando soltanto dei pantaloni neri e una piccola liana di foglie verdi intorno al petto nudo, mentre per i personaggi di Lisandro, Demetrio, Elena ed Ermia compì il miracolo di dare vita a quattro bambole di Magic per usarle per la scena del caos d’amore provocato da Puck e anche per quella del sonno fatato per far tornare tutto come prima. Anche Magic compì piccoli miracoli, ma solo per rendere l’atmosfera ancora più magica, facendo cadere dal soffitto petali di fiori bianchi. Aziraphale li lasciò cadere tra le sue mani e li mise nelle tasche della sua giacca, che non si era ancora tolto.

Successivamente, Crowley sparì fingendo un trucco magico, per la gioia di suo marito, e lasciò “il palco” a sua figlia, che si avvicinò al suo papà angelo e lo guardò negli occhi.

- Se l’ombre nostre offeso t’hanno
Pensa, per rimediare al danno,
che qui
ti abbia colto il sonno
durante la visione del racconto
e questa vana e sciocca trama
non sia nulla più di un sogno
Signor
e, non ci rimproverare,
Rimedieremo, se ci perdon
i.

E, come è vero che son sincero,
Se solo avremo la fortuna di sfuggire ai tuoi insulti,
a fare ammenda riusciremo.
O chiamami bugiardo se ti va!
Quindi buonanotte a te
Regalami un applauso… padre mio
E Puck a tutti i danni rimedierà

Aziraphale batté forte le mani e liberò le lacrime che aspettavano di uscire dai suoi occhi da un bel pezzo. Crowley sbucò alle sue spalle e raggiunse Magic per fare l’inchino insieme a lei.

- Siete stati bravissimi! Dico sul serio!- disse l’angelo commosso, poi fece segno a sua figlia di avvicinarsi per darle un meritato e forte abbraccio.

- Ti dovevo una sorpresa, Papà Azi! E questa era l’occasione giusta!- disse lei rischiando quasi di soffocare. Aziraphale la lasciò andare e si alzò per offrire la sua mano a Crowley.

- Non so se sei stato più bravo come re delle fate o come una di loro… ma mi sei piaciuto in entrambi i ruoli.- disse con voce dolce e sensuale allo stesso tempo.

- È la mia specialità, essere bravo in più di un ruolo. È noioso essere solo un maschio.- disse il demone e baciò il suo biondo e paffuto consorte.

- Mi cambio e poi andiamo a Tadfield?- chiese Magic.

- No, tesoro, non ce n’è bisogno, puoi rimanere con noi. Dopotutto, è solo il nostro primo anniversario. Ce ne saranno tanti altri in futuro.- le disse Aziraphale accarezzandole una guancia.

- Giusto, perciò adesso andiamo a mangiare tutti e tre insieme… le crêpes più buone del Mondo.- disse Crowley e dopo aver fatto sparire tutte le piante, i fiori e le lucciole, portò Aziraphale e Magic in cucina. Al centro del tavolo, c’era un grande piatto pieno di crêpes calde e piene di Nutella e zucchero in polvere.

Aziraphale dovette far apparire un fazzoletto di stoffa nella sua mano per asciugarsi il viso completamente bagnato di lacrime.

- Voi avete fatto le cose in grande e io… ho solo questo.- disse porgendo il suo regalo a Crowley con imbarazzo. Il demone lo aprì e trovò una cornice nera e ovale con dentro una foto di lui e Aziraphale abbracciati nella notte più bella della loro romantica luna di miele, quella dove avevano volato fino a raggiungere la luna.

- Non ricordo di aver portato una macchina fotografica fin lassù…- mormorò Crowley confuso.

- Lo sai che ogni tanto faccio dei piccoli miracoli poco angelici anche io…- disse Aziraphale e fece l’occhiolino a suo marito, che lo ringraziò stringendolo forte e baciandolo con ardore, ma Magic lo interruppe con dei finti colpi di tosse.

- Comunque, anche il tuo regalo è bellissimo. Buon anniversario, angelo mio.

- Buon anniversario, amore mio. E la tua sorpresa mi è piaciuta tantissimo, principessina. Sono orgoglioso di te.- disse Aziraphale e abbracciò i suoi due grandi amori.

- E ora mangiamo!


























































Ve l'avevo detto che anche Aziraphale avrebbe avuto la sua sorpresa! Spero che vi sia piaciuta anche questa! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 21
*** Prima cotta ***


QUATTRO ANNI DOPO

 

Quando Aziraphale entrò in casa, percepì una strana tensione.

- Crowley? Magic? C’è nessuno in casa?- chiese a voce alta.

- Grazie a chiunque tu voglia sei tornato, angelo! Abbiamo un problema!- esclamò Crowley raggiungendo suo marito per trascinarlo con la forza davanti alla porta della camera di Magic.

- Che cosa è successo? Stavolta?

- Tua figlia ed io abbiamo avuto una piccola discussione e adesso quella bella testona rossa non vuole parlarmi!- spiegò Crowley indicando la porta con rabbia. Aziraphale alzò gli occhi al cielo e bussò delicatamente.

- Magic? Sono Papà Azi, posso entrare?

- Potrai farlo solo tu! Non voglio vedere quel serpente rosso!- disse la ragazzina e batté le mani per aprire la porta. Crowley incrociò le braccia e si appoggiò al muro.

- Lascia fare a me, caro.- disse Aziraphale ed entrò. Magic era seduta sul letto con lo gambe incrociate e lo sguardo fisso sul muro.

- Ciao, tesoro. Come stai?- le chiese l’angelo sedendosi vicino a lei.

- Starei meglio se non avessi un padre ficcanaso! Anzi, ficcalingua, visto che è un viscido serpente!- disse Magic voltandosi a guardare il suo padre angelico. Entrambi sentirono Crowley sibilare dalla rabbia.

- Innanzitutto, smettila di chiamare così Papà Cro, perché dal tono che usi suona come un insulto e lui è pur sempre tuo padre. E ora, spiegami che cosa è successo.

Magic alzò il cuscino e mostrò il suo diario con il lucchetto aperto.

- Ha letto il mio diario!

- Crowley!- esclamò Aziraphale sconvolto. Crowley sbucò da dietro il muro ed entrò in camera.

- Ehi, ehi, non dare la colpa a me, angelo!

Crowley e Magic iniziarono a litigare e ad insultarsi a vicenda, facendo venire un gran mal di testa ad Aziraphale.

- SMETTETELA!- gridò schioccando le dita e suo marito e sua figlia smisero all’istante di parlare.

- Allora, mi sembra di capire che sia stato tu ad iniziare questa lite, Crowley, perciò parlerai prima tu.

Crowley fece un sorriso malizioso a Magic, che stava per protestare, ma Aziraphale la minacciò con le dita pronte a schioccare di nuovo.

- Ero appena tornato a casa e stavo andando in cucina a bere un bicchiere di scotch, quando sono passato vicino a questa stanza. Grazie alla porta aperta, ho potuto notare che c’era un grande disordine e stavo per farlo sparire, quando notai un oggetto sospetto…

Magic, furiosa, strinse a sé il suo diario e Aziraphale guardò Crowley con aria sospetta.

- Capisco… dimmi un po’, Crowley, il diario di Magic era aperto quando lo hai trovato?

- Be’… no…- disse Crowley in difficoltà.

- E aveva il lucchetto aperto o chiuso?

Il viso del demone stava diventando dello stesso colore dei suoi capelli.

- Chiuso…

- Quindi…

- Quindi ha schioccato le dita per aprire il mio diario e leggerlo!- intervenne Magic.

- E va bene, ho letto il suo diario, ma la signorina qui presente è più colpevole di me!- disse Crowley frustrato dalla situazione.

- Che cosa avrebbe scritto esattamente?- chiese Aziraphale.

- Papà Azi!- esclamò Magic sconvolta. Adesso era una contro due.

- Ho trovato almeno venti pagine dedicate alla sua infatuazione per un certo… com’è che si chiamava? Ah sì! Michael Shennant! C’era persino una sua orrida foto!

- Non è orrido, è carinissimo!- protestò Magic.

- Così carinissimo che, cito testualmente… “vorrei tanto vedere com’è fatto sotto i vestiti”?

Padre demone e figlia ricominciarono a litigare e ad insultarsi a vicenda. Aziraphale sospirò e chiese aiuto a Dio a voce bassa.

- STATE ZITTI! E tu, Crowley, siediti!- disse con il tono più serio che riusciva ad usare e Crowley si sedette vicino a Magic, ma senza guardarla in faccia.

- Allora, è vero che in questa casa si litiga qualche volta, ma si trovano sempre dei modi per fare pace.

Crowley e Magic sbuffarono con le braccia incrociate, ma Aziraphale fece finta di non averli sentiti.

- Crowley, hai sbagliato a violare la privacy di nostra figlia leggendo il suo diario.

- E anche entrando in camera mia senza permesso!- aggiunse Magic.

- Se tu fossi un po’ più ordinata, signorina, non sarei entrato!- protestò Crowley.

- Tesoro, mi dispiace, ma in questo caso sono d’accordo con Papà Cro. Comunque, hai ragione anche tu, lui non sarebbe dovuto entrare in camera tua senza permesso. Avanti, fate la pace, adesso.

Crowley e Magic rimasero fermi e silenziosi.

- Fatelo per me… per favore.- insistette Aziraphale addolcendo la voce.

- Prima lui/lei!- dissero in coro suo marito e sua figlia, facendolo ridere come se stesse guardando due personaggi di una sitcom.

- Va bene, come volete, mi toccherà fare da giudice e io dico che sei tu, Crowley, a dover chiedere scusa per primo. Sei stato tu a cominciare questa faida.

Crowley stava per protestare di nuovo, ma Aziraphale lo zittì con uno sguardo duro.

- Magic, mi dispiace di essere entrato in camera tua senza permesso.- disse dopo aver liberato un lungo sospiro.

- E anche per…?- gli ricordò suo marito.

- E anche per aver letto il tuo diario!

Magic si voltò finalmente a guardare il suo padre demone.

- Ti perdono solo se mi prometti che d’ora in poi rispetterai la mia privacy, proprio come io rispetto la tua.

- Te lo prometto, principessina.

Magic avrebbe voluto protestare per il soprannome infantile, ma non aveva più voglia di litigare, così strinse la mano a Crowley e gli sorrise.

- E ora parliamo di quello che hai scritto nel diario. Parlami di questo Michael Shennant.- disse Aziraphale posando una mano sulla spalla della figlia.

- Papà Azi! La promessa della privacy vale anche per te!- protestò lei.

- È vero, ma ormai hai stimolato la mia curiosità.

Crowley sbuffò e cedette il suo posto ad Aziraphale.

- Ha la mia età, è nella classe B e frequenta il corso di teatro. È bravissimo a recitare Shakespeare.- spiegò Magic.

- Allora è per lui che ti sei voluta iscrivere a quel corso? Tipico!- commentò Crowley acido.

- Non è vero, Papà Cro! Lui si è iscritto al corso dopo il primo anno!

- Vuoi dire che sbavi per questo Michael Shemunito da quattro anni?!

- Crowley, per favore, calmati!- intervenne Aziraphale, piuttosto sfinito dalla gelosia del marito.

- E si chiama Shennant!- chiarì Magic con le braccia incrociate.

- Posso vedere la sua foto, per favore, tesoro?- chiese l’angelo e Magic aprì il suo diario sulla pagina con la foto di Michael. Era un giovanotto dai capelli scuri, corti e ricci e aveva un grande e dolce sorriso.

- Mmm… mi sembra un bravo ragazzo.- commentò Aziraphale.

- Sai quante volte l’ho sentito dire nel corso della storia, angelo? Ho partecipato a molti funerali dei signori “Sembra-un-bravo-ragazzo”!

- Crowley, piantala!

- E c’è anche una bella notizia: oggi mi ha chiesto di uscire.- aggiunse Magic.

Aziraphale sorrise, ma Crowley non riuscì a trattenere un altro sibilo di rabbia.

- Mi auguro vivamente che tu abbia avuto il buon senso di dirgli “Col cavolo che esco con te”!

- Veramente… gli ho detto di sì…

Crowley digrignò i denti dalla rabbia, si trasformò in un serpente e strisciò fuori dalla camera.

- Ci penso io a lui, tesoro. Quand’è che dovresti uscire con questo Michael?- chiese Aziraphale con calma e compostezza.

- Questo sabato. Mi ha proposto di andare fuori a cena e magari anche a fare un giro in centro. Ci siamo messi d’accordo che verrà a prendermi lui, qua a casa… anche se adesso sono pentita di averglielo permesso…- spiegò Magic, passando da calma e serena a triste e sconsolata.

- Te l’ho detto, tesoro, ci penso io a convincere Papà Cro a fare meno il padre geloso. E ora fai i tuoi compiti, da brava.

Aziraphale uscì dalla stanza, chiuse la porta e raggiunse suo marito nella stanza delle piante. Aveva ripreso il suo aspetto umano e stava bagnando con ossessione la stessa foglia da tre minuti.

- Crowley… è solo un innocuo appuntamento. Ormai ha sedici anni, ha pieno diritto di uscire anche con i ragazzi e non solo con le amiche.

- Preferirei che si fidanzasse con una di loro! Mi sentirei più tranquillo!- protestò Crowley continuando a spruzzare l’acqua sulla foglia.

- Su, dai, amore! Lasciamola provare, magari scoprirà che quel Michael non è poi questo granché e smetterà di pensare a lui.- disse Aziraphale abbracciando da dietro il suo demone, riuscendo a calmarlo almeno un po’.

- Pregherò Satana che questo accada…- disse lui a voce bassa e minacciosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ovviamente Michael Shennant è un riferimento a Michael Sheen e David Tennant. Mi sembra giusto "mostrarvi" anche l'adolescenza e più avanti anche l'età adulta di Magic, no? Ma la nostra famigliola dovrà affrontare un altro tipo di dramma, più duro di quello precedente… al prossimo capitolo!

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Capitolo 22
*** Primo appuntamento ***


Sabato arrivò in un battibaleno.

Magic aveva provato tutti i suoi vestiti, ma non ne aveva ancora scelto uno. Aziraphale si era offerto di aiutarla a scegliere, ma lei conosceva il senso della moda del suo padre angelo e non era il più adatto per il primo appuntamento.

- Potresti vestirti così.- intervenne Crowley e schioccò le dita. Magic si ritrovò vestita come una donna indiana, con tanto di burqa.

- Vuoi scherzare, vero?- chiese Magic frustrata, mentre Crowley si sentiva soddisfatto e orgoglioso. Aziraphale schioccò le dita e il look di Magic cambiò, passando da indiano ad ottocentesco.

- Michael ed io non stiamo andando al Comic Con nei panni di Mr Darcy ed Elizabeth Bennett!- protestò lei e batté le mani.

- E questo da dove è saltato fuori?!- dissero in coro i due mariti e padri. La loro figlia adolescente indossava un top senza spalline e una gonna corta blu fin troppo provocanti.

Michael suonò al citofono alle sette in punto. Magic, Crowley ed Aziraphale erano distesi sul pavimento in mezzo a un mucchio di vestiti, sfiniti e anche un po’ annoiati.

- OH NO! È LUI!- sbraitò lei.

- Ci penso io.- disse Aziraphale alzandosi con fatica per andare a rispondere.

- Papà Cro… che cosa posso fare?

- Disdire l’appuntamento e farti suora, ma non del genere satanico.- commentò Crowley e Magic lo colpì sulla faccia con una sua maglietta viola prima di rialzarsi.

- Magic?! Sto per aprire la porta!- esclamò Aziraphale.

Magic batté le mani e si ritrovò vestita con una gonna jeans lunga e scura, delle calze e delle ballerine nere, una maglietta bianca con una stella di paillettes color arcobaleno e un giubbotto di pelle nera.

- Credo che così possa andare.- disse Crowley.

- Arrivo, Papà Azi!

Magic fece per uscire dalla sua camera, ma Crowley la fermò prendendola per mano.

- Non hai dimenticato qualcosa?

Intanto, Aziraphale fece entrare Michael.

- Salve, signor Crowley-Fell. Io sono Michael Shennant.

L’angelo gli strinse la mano. Il ragazzo aveva una stretta solida.

- Piacere di conoscerti, Michael. Prego, accomodati, mia figlia è quasi pronta.

Magic e Crowley uscirono finalmente dalla camera. I capelli della giovane erano passati da mossi e scompigliati a lisci e morbidi, le sue palpebre erano sfumate d’ambra e le sue labbra luccicavano di rosa fragola.

Crowley camminò dietro di lei come una guardia del corpo, ovviamente con gli occhiali scuri sugli occhi.

- Ciao, Michael…

Aziraphale e Michael rimasero colpiti dalla visione di Magic.

- Ciao, Magic… sei… sei molto carina.- disse il ragazzo emozionato.

- La parola giusta è Bellissima.- puntualizzò Crowley.

- È vero, è bellissima. Lei dev’essere l’altro signor Crowley-Fell.- disse Michael offrendo la mano al demone. Lui la strinse fin troppo forte, ma il ragazzo si sforzò di non urlare dal dolore.

- Il mio nome è Anthony, non L’altro, ma la prossima volta chiamami solo Signor Crowley-Fell.

- Sissignore, signor Crowley-Fell…

Magic avrebbe voluto battere le mani per ritrovarsi dall’altra parte del Mondo, lontana da tutto e da tutti.

- Direi che possiamo andare, Michael.- disse portando il ragazzo verso la porta.

- A casa entro le undici!- ordinò Crowley.

- Undici e mezza. È pur sempre sabato e i ragazzi sono grandi abbastanza per stare fuori un po’ più del solito. Passate una buona serata, ragazzi.- intervenne Aziraphale.

- Ciao, Papà Azi! Ciao, Papà Cro! Vi voglio bene!

Appena Aziraphale chiuse la porta di casa, Crowley uscì in balcone per vedere Magic e Michael che si allontanavano. Riusciva a sentirli parlare della scuola e del corso di teatro e non perdeva d’occhio le loro mani, assicurandosi che non si sfiorassero, fino a quando sentì quelle di Aziraphale che lo tiravano per la cintura per farlo rientrare in casa.

- Adesso smettila, Crowley, stai cominciando a farmi innervosire!

Crowley piagnucolò come un bambino e Aziraphale dovette abbracciarlo.

- Sono tuo marito, non la tua mamma.- disse l’angelo baciando il collo del suo demone.

- No, infatti, sei la mamma di mia figlia!

I due si sedettero sul divano e guardarono una foto attaccata al muro di loro con la piccola Magic in braccio.

- È strano, angelo…

- Che cosa è strano, caro?

- Noi due esistiamo da più di seimila anni, abbiamo visto nascere, crescere e morire un sacco di umani, ma a differenza di te… io non sono mai stato legato a nessuno di loro. Se sono così protettivo con Magic è solo perché… lei non vivrà per sempre… e io… voglio vederla finché né avrò la possibilità…

Crowley scacciò le lacrime che stavano per uscirgli dagli occhi voltando le spalle ad Aziraphale, il quale sospirò, ripensando alla conversazione tra Dio e sua figlia di cinque anni prima, e mise un braccio intorno alle spalle del marito.

- Ti capisco, amore mio, ma se continui a comportarti così, rischierai di allontanare Magic e tu non vuoi questo, vero?

- No… non voglio fare lo stesso errore che ho fatto con te varie volte.

Aziraphale sorrise e baciò il suo amato.

- Adoro quando ti preoccupi per le persone che ami.- gli sussurrò all’orecchio.

- Sono soltanto due e mi bastano. E ora… ho una grande voglia di amarne una.- disse Crowley e si tolse gli occhiali. Lui e Aziraphale si spogliarono a vicenda e si sdraiarono sul divano per fare l’amore. Quando si fermarono, Crowley prese il suo cellulare per controllare l’ora, ma trovò quattro chiamate perse da parte di Donna, una delle sue bariste del Magic Angel, e anche tre messaggi.

 

10:30 pm Crowley, non vorrei fare la spia, ma tua figlia è venuta al locale insieme ad un ragazzo!

 

10:40 pm Crowley, Magic e il ragazzo stanno parlando con uno che si è appena scolato due birre!

 

10:50 pm CROWLEY, DOVE CAZZO SEI? MAGIC È..

 

Crowley non ebbe la forza di finire di leggere il messaggio, schioccò le dita per rivestirsi, si rimise gli occhiali e uscì di casa per entrare nella sua Bentley e dirigersi al suo locale. Arrivò in dieci veloci e furiosi minuti ed entrò diffondendo un gran calore tra i clienti, come se fosse la Torcia Umana.

Quando vide Donna attaccata al bancone con aria preoccupata, la raggiunse.

- Dov’è mia figlia, Donna?

- È nel tuo ufficio, ma ti devo avvertire, Crowley… è sotto shock…

Crowley si diresse nel suo ufficio e aprì la porta. Magic era seduta sul divanetto e fissava degli enormi lividi viola e beige sulle sue gambe. I suoi vestiti erano tutti rovinati e le calze erano strappate. C’erano dei lividi anche sulle sue guance e un piccolo taglio sul sopracciglio destro.

Fino a quel momento, Crowley non aveva mai faticato tanto per controllare la sua rabbia. Non riusciva neanche ad abbracciare la figlia per paura di recarle altro dolore. Mandò un sms ad Aziraphale chiedendogli di materializzarsi nel suo ufficio immediatamente. L’angelo apparve un secondo dopo, vestito e fresco come una rosa, e appena vide Magic in quello stato, si sedette vicino a lei e l’abbracciò con delicatezza.

- Tesoro mio, che cosa ti è successo?- le chiese con voce tremante, facendola scoppiare in lacrime.

- DONNA?!- sbraitò Crowley e la sua dipendente arrivò in un battibaleno.

- Sì, Crowley?

- Puoi spiegarci che cosa è successo, per favore?

Donna guardò Magic che si asciugava le lacrime con il fazzoletto di Aziraphale.

- Sto aspettando!- insistette Crowley sempre più furioso.

- Puoi… puoi dirgli tutto, Donna… io non ci riesco…- disse Magic cercando di trattenere i singhiozzi.

- L’ho vista entrare insieme ad un ragazzo riccioluto, ma la cosa più strana è che aveva gli occhi bendati.

- Michael diceva che voleva rendere la serata… indimenticabile… ma non mi aveva detto che voleva portarmi proprio qui! Penso proprio che sia per questo motivo che mi ha bendata!- intervenne Magic. Aziraphale non l’aveva ancora liberata dal suo abbraccio.

- Poi si era avvicinato a loro un tizio dal look un po’ emo a cui io stessa avevo servito due birre medie.

- Chi era quell’emo, Magic?- chiese l’angelo alla figlia.

- Era… il cugino di Michael… si chiamava Vincent…

- All’inizio sembrava tutto tranquillo, si erano salutati e presentati come persone civili, ma poi il riccioluto aveva tirato fuori il cellulare e si era messo a filmare ridendo come un’idiota e quel Vincent aveva afferrato Magic per le braccia per portarla nella Stanzetta Rossa!

La cosiddetta Stanzetta Rossa era il soprannome dell’angolo del locale dove i clienti si sistemavano per darsi alla pazza gioia sotto delle invitanti luci rosse. Crowley schioccò le dita per farla sparire all’istante, non gli importava se era piena o vuota in quel momento.

- Mi sono fatta aiutare da Lucian ad evitare il peggio, ma prima che potessimo chiamare la polizia, sono scappati entrambi!- concluse Donna mortificata.

- Donna, grazie per quello che hai fatto. Tu e Lucian avrete un aumento. E per quanto riguarda quei due vermi, ci penserò io. Torna pure al lavoro.- disse Crowley e diede un bacio a Donna sulla guancia prima di lasciarla andare via.

Aziraphale usò i suoi poteri per curare i lividi di sua figlia.

- Papà Cro… Papà Azi… mi dispiace tanto…

- Non sei tu quella che deve chiedere scusa, amore!- esclamò Aziraphale tenendole con dolcezza la testa tra le mani, nonostante la rabbia e la tristezza che condivideva con Crowley.

- Puoi star certa che saranno quei due pezzi di merda a farlo dopo che li avrò trovati e fatti pentire di essere nati!- disse il demone.

Magic tirò fuori dalla sua borsetta il suo cellulare e versò altre lacrime. Michael aveva postato su YouTube il video di quello che suo cugino Vincent le aveva fatto nella Stanzetta Rossa.

Crowley voleva afferrare il cellulare di Magic e bruciarlo nella sua mano, ma Aziraphale si limitò a spegnerlo.

- Andiamo via.- disse Crowley e riportò la sua famiglia a casa.

- Crowley?- lo chiamò Aziraphale quando si accorse che non era ancora uscito dalla Bentley.

- Aziraphale, non far andare Magic a scuola finché non sarò tornato. Non starò via a lungo.- disse il demone con gli occhi fissi sulla strada.

Aziraphale ordinò a Magic di salire in casa e rientrò in macchina.

- Crowley… che cosa hai intenzione di fare?

- Non lo so ancora, angelo, ma qualcosa farò! Ora vai e occupati di nostra figlia!

Crowley stava per ingranare la marcia, ma Aziraphale gli diede un bacio sulle labbra che sapeva di amore, ma anche di tristezza.

- Crowley… torna presto e… esagera solo un po’.

L’angelo uscì di corsa dalla macchina e rientrò in casa cercando di non pensare a quello che aveva appena detto al suo amato demone infuriato peggio di Satana.

- Magic?

La giovane si era sdraiata sul suo letto e stringeva a sé la sua anatra di peluche a cui era tanto affezionata. Aveva ricominciato a piangere. Aziraphale era più stanco e sconvolto di lei, ma chissà per quanti giorni sarebbero stati soltanto loro due. Perciò, doveva essere forte per entrambi.

- Tesoro, vieni a stenderti sul mio letto, ti farò compagnia con un buon libro e una tazza di tè.

Magic non era in vena di libri e tè, ma non voleva neanche stare da sola, perciò accettò la proposta del padre angelo. Si mise al posto di Crowley, si godette la tazza di tè preparata personalmente da Aziraphale e lo ascoltò mentre leggeva a voce alta il romanzo Mansfield Park di Jane Austen, fino ad addormentarsi stretta a lui.

















































Forse l'avrete già capito, ma ve lo dico lo stesso: Donna, Lucian e Vincent sono un riferimento a una delle tante assistenti di Doctor Who, il licantropo interpretato da Michael Sheen in Underworld e il cacciatore di vampiri interpretato da David Tennant in Fright Night. Questo capitolo è dedicato a chi, come me, ha avuto spiacevoli episodi di violenza. Almeno Magic è stata salvata da ben quattro persone, mentre io mi sono dovuta salvare da sola e non ho potuto avere neanche la mia famiglia vicina in quell'orribile momento perché ero lontanissima da casa. Comunque, spero che abbiate apprezzato anche questo capitolo. Adesso ci vorrà un po' per far tornare la pace nella famiglia Crowley-Fell. Al prossimo capitolo.

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Capitolo 23
*** Primo pigiama party ***


Erano passati sei giorni e Crowley non era ancora tornato. Non potendo andare a scuola, Magic chiamava ogni giorno le sue amiche per farsi dare i compiti, in modo da non rimanere indietro con il programma scolastico. Usciva soltanto per andare con Aziraphale in libreria, dove aiutava suo padre a tenere in ordine i libri e faceva i compiti. Nessuno dei due riusciva a parlare di quello che era successo e neanche del misterioso viaggio di Crowley. L’unica cosa sicura era che il video del tentato stupro era completamente sparito da Internet e per “puro miracolo” nessuno ne parlava più.

- Tesoro… non so te, ma a me è venuta voglia di sushi. Ti andrebbe di fare un salto… in Giappone?- propose l’angelo dopo aver finito di ordinare gli ultimi libri arrivati.

- Volentieri, papà!- disse Magic alzando gli occhi da un libro che parlava delle opere di Frida Khalo.

Padre e figlia si materializzarono in Giappone, davanti al raffinato ristorante Ise Sueyoshi, e pranzarono con sushi di salmone e avocado con salsa di soia, onigiri di tonno e maionese e ramen caldo.

- Papà… mi manca Papà Cro.

Aziraphale sospirò, mandò giù un sorso di sakè e guardò sua figlia.

- Manca anche a me, tesoro, ma da quello che abbiamo scoperto su Internet, mi sembra di capire che abbia dato una bella lezione a quel Shemunito.

- Ma non riesco a immaginare che cosa abbia fatto e poi… anche se mi manca… sono arrabbiata con lui!

- E perché dovresti essere arrabbiata con lui?- chiese Aziraphale confuso. Magic masticò un boccone di onigiri prima di rispondere.

- Perché è stato così distaccato e freddo quando mi ha vista ridotta in quello stato e ha preferito chiamare te, senza pensare a come mi sentivo!

- Magic, non dire mai più una cosa del genere!

Gli altri clienti si voltarono a guardare l’angelo. Aveva alzato il tono della voce senza rendersene conto. Lui chiese scusa a tutti in giapponese e tornò a concentrarsi su sua figlia.

- L’unico motivo per cui tuo padre si è comportato in quel modo è perché era sconvolto e spaventato quanto te. Già una volta sei stata in pericolo e siamo riusciti a salvarti per un pelo, ma quel Michael e quel Vincent non erano demoni o angeli, erano due semplici e orridi esseri umani con il libero arbitrio e hanno osato farti del male per puro divertimento. Per tutta la mia lunga esistenza, ho rispettato il volere di Dio, perché c’è sempre un motivo per cui accadono le cose, anche quelle brutte, ma quando ti ho vista impaurita e dolorante… mi sono sentito come se fossi caduto… proprio come tuo padre Crowley. E io sono stanco di sentirmi sempre impotente e rammollito… non sai quanto, amore mio.

Aziraphale si coprì il viso con la mano per non farsi vedere piangere da sua figlia.

- Non so che cosa abbia fatto esattamente tuo padre per porre fine a questa storia, ma ti confesso… che lo avrei fatto anche io.- disse spostando la mano dagli occhi alla bocca per non farsi sentire dalle orecchie sbagliate. Magic gli passò una mano sulla schiena per confortarlo e si ritrovò una piuma bianca in mano, chiaro segno che suo padre era ancora un angelo, nonostante il discorso cupo che aveva appena fatto. Rassicurata, nascose la piuma nella tasca del suo giubbotto.

- Perciò, non pensare che non gli importi niente del tuo dolore, perché non è così e io lo so meglio di chiunque altro.- aggiunse Aziraphale dopo essersi calmato.

- Scusa, papà… hai ragione. Non vedo l’ora che Papà Cro torni a casa per poter parlare con lui. E anche per poter tornare a scuola, mi mancano anche le mie amiche.- disse Magic e finì il suo onigiri.

- Cambiando argomento, a proposito delle tue amiche, mi sarebbe venuta un’idea: ti ricordi quando dicevi che volevi tanto organizzare un pigiama party?- disse Aziraphale di nuovo tranquillo e sereno.

- Papà Cro dice sempre che non vuole troppe ragazze in casa.- gli ricordò Magic mentre cercava di mangiare il ramen senza sporcarsi.

- Se staranno in camera tua tutto il tempo, non potrà dire niente, non credi?

Magic sorrise al suo padre angelo e riuscì a succhiare un intero spaghetto.

- Appena torniamo a casa chiamo subito le mie amiche!

Il sorriso della giovane sparì subito dopo.

- Che cosa c’è, tesoro?

- Papà… so che quello che sto per chiederti è troppo, ma… forse sarebbe meglio far tornare… i lividi… solo per una sera.

Aziraphale rischiò di soffocarsi con un pezzo di sushi.

- Perché mi chiedi una cosa del genere?

- È solo che… le mie amiche hanno visto il video e potrebbero pensare che non mi sia successo niente se non vedranno…

- Adesso vuoi usare quello che ti è successo per farti notare e compiangere dalle tue amiche?- le fece notare Aziraphale un po’ arrabbiato, facendo pentire Magic di aver aperto bocca.

- Hai ragione…

- Certo che ho ragione! E poi loro ti sono state vicine a sufficienza riguardo quella brutta sera.

Aziraphale aveva ragione, dato che Magic aveva passato le ultime sere attaccata al cellulare a parlare con le sue amiche, recuperando la sua forza e anche il buonumore.

- Adesso è arrivato il momento di recuperare la gioia che provate ogni volta che state insieme.- concluse l’angelo.

 

SABATO SERA

 

Georgia, Martha e Rose si presentarono a casa Crowley-Fell con pigiami, pantofole comode, sacchi a pelo e tre enormi beauty-case.

Aziraphale le accolse come delle figlie e le mandò in camera da Magic, che l’aveva messa in ordine e aveva tirato fuori un enorme e morbido tappeto per permettere a se stessa e alle sue amiche di stare comode. Appena le vide, le abbracciò forte. L’angelo portò un vassoio pieno di bibite e stuzzichini che aveva preparato con le sue mani.

- Papà… possiamo ordinare delle pizze?

- Certo, ma non sporcate troppo.

Mentre Magic chiamava la pizzeria più vicina a casa, le ragazze sistemarono i loro sacchi a pelo sul tappeto e appena Aziraphale chiuse la porta per lasciarle sole, si misero i pigiama.

L’angelo si spostò nella stanza delle piante e si preparò per bagnarle, ma il nebulizzatore sparì dalla sua mano e le foglie iniziarono a tremare.

- Quante volte ti devo dire di non toccare le mie piante?

- Crowley!

Aziraphale si girò e vide suo marito, come sempre impeccabile nel suo completo nero. I capelli gli sfioravano le spalle e aveva anche un’ombra di barba rossa.

- Finalmente sei tornato! Dimmi che cosa hai fatto, ti prego!- disse l’angelo dopo averlo abbracciato e baciato.

- Te lo dico dopo. Dov’è Magic?

Aziraphale strinse i denti, in difficoltà.

- È in camera sua… con Georgia, Martha e Rose. Stanno facendo un…

- … pigiama party?!

Crowley si staccò dal marito per andare dalla figlia, ma Aziraphale lo strinse forte per farlo desistere.

- Amore, ti prego, lasciale in pace! Magic ha bisogno di passare una serata piacevole con le sue amiche. Non era quello che volevi anche tu? Resteranno in camera tutto il tempo e potranno uscire solo per andare in bagno. Non metteranno piede in nessun’altra stanza, te lo giuro.

Crowley prese un respiro profondo e si lasciò andare ad un lungo bacio con suo marito.

- Adesso, raccontami che cosa hai fatto in questi giorni.

- Se non ti dispiace, preferisco parlarne con te e Magic insieme, non ho voglia di ripetermi, dopo tutta la fatica che ho fatto per far tornare le cose come prima.

- Va bene, allora che ne dici di passare una serata tranquilla, solo noi, il divano e un buon film?- propose Aziraphale trascinando Crowley in salotto.

- Se possiamo anche bere un bicchiere di vino, accetto la proposta!

L’angelo schioccò le dita e lui e il suo angelico marito si ritrovarono con due bicchieri di vino rosso in mano.

- Ma solo uno, caro! Ci sono quattro ragazze in casa.

I due si sedettero sul divano e Crowley schioccò le dita per accendere la televisione su un canale che trasmetteva il film Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!

Il citofono suonò.

- Chi è?- chiese Crowley con il bicchiere quasi vuoto.

- Devono essere sicuramente le pizze delle ragazze. Ci penso io.

Aziraphale fece salire il ragazzo delle pizze e dopo avergli anche dato la mancia, portò le quattro scatole quadrate, calde e profumate in camera della figlia.

- Buona cena, ragazze, e ricordatevi di non sporcare.- raccomandò e tornò dal marito.

- Pizza in camera? È un Pigiama o un Sporcizia Party?- chiese Crowley dopo aver appoggiato la testa sulle gambe del suo angelo.

- Crowley… rilassati e lascia che nostra figlia si diverta, ne ha bisogno.

I due mariti cercarono di rilassarsi, ma era molto difficile con quattro voci femminili in sottofondo. Riuscivano a sentire Magic e le sue amiche ridere a crepapelle e cantare a squarciagola le loro canzoni preferite.

- Non sapevo che a Rose piacessero i Queen, ma se fa un buco nel muro durante We will rock you, la scuoterò io!- disse Crowley.

Tutti i rumori adolescenziali cessarono alle due di notte. Crowley ed Aziraphale andarono a guardare com’era messa la camera: come si aspettavano, era disordinata, ma almeno Crowley non vedeva briciole di pizza e stuzzichini da nessun parte e l’aria era fresca. Magic aveva preso il suo cuscino e la sua coperta e li aveva sistemati sul pavimento per dormire vicino a Georgia, mentre Martha dormiva appoggiata sulle gambe di Rose, che teneva il cuscino stretto a sé come se fosse un orsacchiotto. Avevano tutte e quattro i bigodini morbidi in testa.

- Nostra figlia sembra serena. È stata una buona idea organizzare questo pigiama party.- commentò Crowley a voce bassa. Stava per versare una lacrima.

- Andiamo a letto anche noi, amore. Hai bisogno di farti una bella dormita, scommetto che non chiudi occhio da giorni.- bisbigliò Aziraphale, ma Crowley si avvicinò lentamente a Magic, le posò un bacio delicato sulla testa e se ne andò a letto con il suo amato angelo.

Magic aprì un occhio. Aveva riconosciuto le labbra calde del suo padre demone, ma invece di preoccuparsi, sorrise e si riaddormentò serena.




















































Georgia, Martha e Rose sono un riferimento alla signora Tennant e a due delle assistenti di Doctor Who. Ho sempre voluto fare un pigiama party e ne ho voluto dare uno almeno a Magic, se lo merita, no? Tenetevi pronte per il prossimo capitolo, potrebbe essere un pochino tosto!!

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Capitolo 24
*** Prima giustizia per tutte le donne ***


Magic, Georgia, Martha e Rose si svegliarono poco prima di pranzo. Erano tutte e quattro attirate da una serie di profumi invitanti.

- Che cosa sta succedendo? Stanno girando la nuova stagione di MasterChef nella tua cucina, Magic?- chiese Georgia.

- Credo che… i miei papà abbiano preparato il brunch. Era da un bel po’ di tempo che non lo facevano.- disse Magic e guidò le sue amiche in cucina, senza neanche togliersi i bigodini un po’ scomposti dalla testa. Crowley e Aziraphale avevano appena finito di apparecchiare la tavola di leccornie salate e dolci: bagel con salmone e panna acida, uova alla Benedict, toast lisci, vasetti di marmellata, mini cornetti al prosciutto, polpette, crumble di mele, cupcake, le immancabili crêpe di Aziraphale, succhi di pesca e mela, spremuta d’arancia e caffellatte.

- Buongiorno, signorine!- le salutò allegramente l’angelo.

- Buongiorno, belle addormentate… buongiorno, Magic.- le salutò il demone guardando soltanto sua figlia. Ovviamente, indossava gli occhiali.

- Buongiorno, signori Crowley-Fell!- dissero le tre ospiti. Magic fissava il suo papà demone, divisa tra l’emozione e uno strano nervosismo.

- Buongiorno… Papà Cro… ragazze, scusatemi un momento, ho dimenticato una cosa in camera.

Magic tornò in camera sua prima di mettersi a piangere davanti alle sue amiche e ai suoi papà.

- Ehm… intanto, accomodatevi, ragazze, e cominciate prima che si raffreddi tutto.- disse Aziraphale facendo di nascosto un segno a Crowley per convincerlo ad andare da Magic.

Il demone raggiunse la figlia. Si era posizionata in un angolino della camera e si teneva la mano sulla bocca per cercare di non piangere, ma non ci riusciva. Appena sentì le mani di Crowley che le sfioravano le spalle, si voltò e lo abbracciò forte.

- Mi sei mancato…- disse con il volto nascosto nel suo petto.

- Anche tu mi sei mancata, amore mio… ma è tutto finito, te lo posso assicurare. Ne parleremo con Papà Azi dopo che le tue amiche se ne saranno andate. Vai a lavarti la faccia e torna in cucina con un bel sorriso, mi raccomando. E fai in fretta prima che le tue amiche finiscano le crêpe. Papà Azi ci rimarrà male se non lo mangerai anche tu.- disse Crowley con dolcezza, riuscendo a strappare una piccola risata a Magic.

Quando la giovane tornò in cucina, Aziraphale propose un brindisi con i succhi e il caffellatte.

- Al primo brunch Crowley-Fell con ospiti!

Per tutto il brunch, le quattro teenager raccontarono ai due mariti e padri quasi tutto quello che avevano fatto la sera dopo e anche dei loro progetti per l’estate e anche per il futuro. Crowley fu grato ad Aziraphale per aver fatto apparire una sola figlia nella loro vita sedici anni prima, non sarebbe riuscito a sopportarne quattro, magari persino gemelle, rumorose e casiniste. Una bastava e avanzava.

Quando Georgia, Martha e Rose se ne andarono, Magic si offrì di aiutare Aziraphale a sparecchiare la tavola come due persone normali, ma Crowley fece sparire tutto.

- È ora di parlare del mio viaggetto.

La famiglia si spostò in salotto e Aziraphale e Magic si sedettero sul divano, con gli occhi fissi sul rosso demone, in piedi davanti a loro.

- Siamo tutt'orecchi, Crowley.

- E non tralasciare niente, per favore. Sono grande abbastanza per non scandalizzarmi quando sento parlare di certe cose.

- Ma non esagerare! Stavolta!- puntualizzò Aziraphale puntando un dito contro suo marito.

- Dopo che vi ho lasciati, mi sono intrufolato nella scuola e ho cercato la cartella di quel Shemunito per trovare il suo indirizzo. Lo sapevi che abita vicino a King’s Cross? Comunque, appena sono arrivato sotto casa sua, ho parlato con i suoi genitori, che ovviamente non mi credevano quando avevo detto che il loro figlio di merda e il loro porco di nipote avevano osato umiliare mia figlia in tutti i sensi: “Ma chi si crede di essere? Mio figlio è un bravo ragazzo! Non farebbe male ad una mosca!”, “Veramente lui ci ha detto di essersi trovato male con sua figlia”.

Aziraphale prese per mano Magic per darle forza, ma la ragazza non staccava gli occhi dal padre demone.

- Ma il peggio è arrivato quando il signor Shemunito ha detto “Magic Crowley-Fell? La stramba con due padri?”. Fu in quel momento che mi decisi ad uscire dallo sgarbo di Satana!

Crowley stringeva i pugni così forte da rischiare di far uscire le ossa dalle nocche.

- Ho ipnotizzato i signori Shemunito e li ho mandati in camera di suo figlio. Era attaccato a YouTube e anche a Facebook e rispondeva agli infiniti commenti che riceveva per quel video di merda!

Magic fece un respiro profondo e strinse forte la mano di Aziraphale.

- Credo proprio di aver fatto conoscere il mio Inferno personale a quel ragazzo in quel momento, quello in cui la faccio pagare cara a coloro che mancano di rispetto alle persone che amo!

- Che cosa hai fatto esattamente, Crowley?

- L’ho afferrato per la maglietta, l’ho attaccato al muro, gli ho tappato la bocca con la mano e ho lasciato che i suoi genitori guardassero tutto il video senza pause, pubblicità e scuse alla “Non è come credi”! Lo guardarono pure sul suo cellulare!

Aziraphale sentiva tutto il corpo di Magic tremare peggio delle piante di suo marito.

- Non c’erano più scuse, quel pezzetto di merda era fregato!

- E poi… cos’è successo?- chiese Magic. Le tremavano le labbra. Crowley avrebbe voluto fermarsi, ma aveva ancora troppe cose da raccontare per stare zitto.

- Sua madre mi aveva ordinato di lasciarlo andare, ma solo per permettere al suo omofobo marito di prenderlo a sberle. Dovevi sentire come lo sgridava… “Le donne non si toccano, che siano normali o strambe”…

Magic non riusciva più a resistere. Fece per alzarsi e andarsene in camera sua, ma Aziraphale non le lasciò la mano e Crowley la convinse con silenziosa gentilezza a rimanere seduta.

- Subito dopo aver costretto quella piccola carogna a cancellare il video da tutti i social e anche dal suo cellulare, gli ho chiesto spiegazioni riguardo il tuo… soprannome.

Magic lasciò andare la mano di Aziraphale e abbassò il capo.

- Magic… amore, perché non ci hai mai detto che a scuola ti prendono in giro perché hai due padri?- chiese Crowley prendendole delicatamente il viso tra le mani e guardandola negli occhi, rossi e pieni di lacrime.

- Non è una cosa grave! Ho le mie amiche e gli insegnanti mi adorano, sono una delle loro pupille!- cercò di difendersi lei.

- E invece è molto grave, tesoro! Nessuno ha il diritto di considerarti stramba perché hai una famiglia diversa dal solito! E soprattutto, nessuno deve osare metterti le mani addosso e usarti come un fenomeno da baraccone!- intervenne Aziraphale furioso.

- Ma rimane ancora una cosa… anche se quel video è sparito da Internet… la gente ci farà dei post e dei meme e quando tornerò a scuola, mi riempiranno di domande riguardo l’accaduto, come dei giornalisti di riviste di pettegolezzi.- protestò Magic liberandosi dalla presa di Crowley.

- Non sono mica arrivato alla fine del mio racconto.- puntualizzò con un sorriso.

- Prima di andarmene, ho ordinato a Shemunito di dirmi dove fosse suo cugino… l’ho trovato in una discoteca emo fuori Londra. Ammetto di aver attraversato quel periodo per un po’ di tempo, ma al giorno d’oggi, non è altro che una patetica imitazione. Se tu avessi visto quel maiale, angelo, le possibilità sarebbero state due: o vomitavi acqua santa o ti facevi lo sgambetto da solo per cadere e diventare un demone per aiutarmi a fargli toccare l’Inferno.

Aziraphale si portò una mano al cuore e respirò con affanno.

- Che cosa gli hai fatto, Papà Cro?

- L’ho rapito e l’ho tenuto chiuso nella mia Bentley per quattro giorni, dandogli poca acqua e poco cibo e costringendolo a dirmi i nomi di tutte le altre donne a cui aveva fatto del male per puro divertimento. Dovetti pure usare i miei poteri per aiutarlo con la memoria, non sapete che fatica! Infine, ieri sera l’ho riportato nella discoteca emo che gli piaceva tanto, l’ho preso a calci e pugni davanti a tutti, l’ho afferrato per i capelli e dopo avergli fatto confessare di aver violentato e/o picchiato un sacco di donne e ragazzine, ma senza fare nomi, con un piccolo miracolo demoniaco… diciamo che… l’ho messo a riposo a vita.

Aziraphale ci mise più di un minuto a decifrare le parole del marito e invece di scandalizzarsi… sorrise orgoglioso.

- E mentre facevo tutte queste cose, ho fatto riprendere le pene del porco da uno a cui avevo dato il mio cellulare, per poi far dimenticare il mio volto a tutti quanti. Non ho mai ricevuto visite dalla polizia e non ci tengo a vivere quel tipo di esperienza in futuro.

- E quel video dov’è adesso?- chiese Aziraphale e Crowley tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il suo cellulare.

- È nella galleria dei video, ma voglio che sia tu, Magic, a decidere se farmelo pubblicare o no per rendere giustizia a te e a tutte le donne.

- Georgia, Martha e Rose mi hanno detto che Shemunito ha cambiato scuola. Tu ne sai qualcosa, vero, Papà Cro?- chiese Magic, facendo sorridere i suoi padri per il soprannome.

- Non ti devi più preoccupare di lui, amore. Consideralo morto…

Aziraphale sussultò.

- … solo nella tua testa e nel tuo cuore!- si affrettò a dire Crowley, facendo tirare un sospiro di sollievo a suo marito. È vero che gli aveva permesso di esagerare, ma solo un po’.

- Allora… puoi pubblicarlo!- disse Magic con coraggio. Crowley sorrise, le diede un bacio sulla fronte e in un battibaleno, il video fu visibile su Internet. Il titolo era Giustizia per tutte le donne. In pochi minuti, mezzo Mondo lo commentò con post forti e incoraggianti.

- Probabilmente finiremo sulla BBC World News, ma mi auguro che si diffonda il messaggio.- concluse il demone. Aziraphale era così orgoglioso di lui che avrebbe voluto saltargli addosso, ma si trattenne per amore della figlia.

- Papà Cro… tu sei pazzo… sei veramente pazzo… ma… sei anche il padre migliore del Mondo, proprio come te, Papà Azi, e io… vi voglio tanto bene!- disse Magic commossa. Le lacrime le stavano bagnando le gambe. I due padri l’abbracciarono.

- Tu sei il più grande tesoro della nostra vita e ti difenderemo sempre da qualsiasi pericolo, puoi starne certa, principessina.- disse Crowley. Magic gli sorrise, ma poi spostò lo sguardo altrove. Non riusciva a fare a meno di pensare al suo patto con Dio. E si detestava per questo…

























































Non so voi, ma è così che immagino la giustizia più adatta per gli stupratori! Sarebbe meglio che accadesse tutti i giorni, invece che una volta ogni tanto... comunque, spero che l'abbiate apprezzata e la dedico a tuttE quantE noi. Al prossimo capitolo!

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Capitolo 25
*** Primo bacio ***


DUE ANNI DOPO

 

Aziraphale non riusciva a trattenere le lacrime.

- Sono così emozionato! Non riesco a credere che questo giorno sia arrivato!- disse mentre cercava di sistemarsi il papillon, ma per la prima volta in vita sua, non ci riusciva. Crowley si rifiutò di aiutarlo.

- Almeno per oggi, puoi evitare di mettere quel pezzo da museo di stoffa, angelo!- commentò mentre si pettinava i lunghi capelli rossi.

- E invece se lo può mettere!- intervenne Magic e aiutò il suo padre angelo, che la guardava commosso.

- Papà Azi… ti senti bene?

- Sì, certo, tesoro… è solo che… non vedo l’ora di vederti nei panni di Ofelia!

- Comunque vada, reciterai sicuramente meglio di quella mammoletta a cui Shakespeare aveva assegnato la parte all’anteprima mondiale di Amleto! Mi ero fatto due palle così quella sera!- intervenne Crowley.

- Non è vero, caro, ti era piaciuta tanto! Mi ricordo le lacrime che avevi versato durante il monologo Essere o non essere!

- Non erano lacrime di commozione, angelo, ma di rabbia per averti promesso di assistere a quella lagna!- protestò Crowley e colpì delicatamente la nuca del marito.

- Stai tranquillo, Papà Cro, la nostra versione sarà più corta!- disse Magic dopo aver finito con il papillon di Aziraphale e si fece accompagnare a scuola da Crowley. Dato che dopo la fine delle lezioni, lei e i suoi compagni avrebbero fatto le ultime prove, si era portata dietro una seconda borsa con i suoi costumi di scena ben riposti, il suo beauty-case e i vari accessori.

- Hai preso tutto, tesoro?- le chiese il demone subito dopo aver frenato davanti alla scuola.

- Sì, ho controllato almeno quattro volte.- disse Magic un po’ agitata.

- Puoi sempre battere le mani in caso contrario.- le ricordò il demone.

- Non ce n’è bisogno. Ci vediamo stasera. Ti voglio bene.

Magic baciò suo padre sulla guancia ed uscì dalla Bentley. Il demone aspettò venti lunghi minuti prima di andarsene. Era da un po’ di tempo che ogni volta che la guardava, non poteva fare a meno di sospirare. La sua bambina stava passando da ragazzina a giovane donna troppo in fretta. Non riusciva a trattenere una lacrima ogni volta che ci pensava, ma poi la faceva subito sparire con un gesto della mano che sembrava uno schiaffo.

Lo spettacolo iniziò alle otto e i due mariti furono i primi ad arrivare insieme ad Anathema e Newt, che avevano lasciato a Tadfield la loro figlia di sei anni Agnes con la babysitter. Aziraphale era troppo emozionato.

- Quanto vorrei che ci fosse anche William qui!

- Angelo, te lo giuro, se non ti dai una calmata, farò apparire i documenti del divorzio e una penna per farteli firmare!- lo minacciò Crowley toccandogli il naso con l’unghia dell’indice sinistro. Aziraphale non disse più una parola e trattenne l’emozione per tutto lo spettacolo, persino quando Magic non era in scena, ma quando arrivò la parte in cui Ofelia iniziava la sua discesa verso la follia, Crowley schioccò le dita facendo diventare muti tutti gli spettatori per poter sentire bene la figlia.

- Oh, qual nobil mente è qui sconvolta!
Occhio di cortigiano,
lingua di dotto, spada di soldato;
la speranza e la rosa del giardino
del nostro regno, specchio della moda,
modello d’eleganza,
ammirazione del genere umano,
tutto, e per tutto, in lui così svanito!…
E io, la più infelice e derelitta
delle donne, ch’ho assaporato il miele
degli armoniosi voti del suo cuore,
debbo mirare adesso, desolata,
questo sublime, nobile intelletto
risuonare d’un suono fesso, stridulo,
come una bella campana stonata;
l’ineguagliata sua forma, e l’aspetto
fiorente di bellezza giovanile
guaste da questa specie di delirio!…
Me misera, che ho visto quel che ho visto,
e vedo quel che seguito a vedere!

Aziraphale e Crowley non riuscirono a resistere e regalarono alla loro Magic una standing ovation, seguiti da Anathema e Newt. Magic riuscì a mantenere la concentrazione, anche se era comunque felice del bel gesto della sua famiglia. Alla fine dello spettacolo, Magic fece più di una volta l’inchino insieme a David Branagh, il suo compagno scelto per interpretare Amleto. Crowley non poté fare a meno di essere geloso, come sempre, e Aziraphale non poteva biasimarlo, dopo quello che era successo tempo fa alla loro principessina, ma furono ben lieti di notare che lei non teneva per mano il partner.

Magic uscì dalla scuola subito dopo essersi cambiata. Ad aspettarla non c’erano solo i suoi padri, la sua madrina e il suo zio, ma anche le sue amiche, che lei abbracciò per prime.

- Sei stata fantastica, Magic!- disse Georgia.

- Sei stata la migliore!- disse Martha.

- Te l’avevo detto che non avresti dimenticato neanche una battuta!- disse Rose.

- Potete lasciar respirare la nostra stella, per favore?- intervenne Crowley con le braccia incrociate.

Magic lasciò andare le sue amiche e abbracciò i suoi padri, che le regalarono un mazzo di fiori, e anche la sua madrina e lo “zio”. C’era anche un biglietto:

 

Per la migliore Ofelia del Mondo,

Papà Crowley, Papà Aziraphale, Zia Anathema, Zio Newt e Agnes

 

- Siete un pochino esagerati, ma anche gentili e vi ringrazio!- disse la ragazza.

- Credimi, tesoro, per la prima volta in tutta la mia vita non mi sono annoiato a guardare Amleto!- disse Crowley tenendosi una mano sul cuore.

- Magic!? Magic?!

Magic si girò e vide David che le sorrideva.

- Sì, David?- chiese Magic.

- Volevo… volevo chiederti una cosa.- disse il ragazzo un po’ intimorito dagli sguardi duri del demone e l’angelo.

- State tranquilli. Ci vorrà solo un minuto.- bisbigliò Magic ai suoi padri e si avvicinò a David.

- Sai… è… è da quando ho sostituito Michael che volevo chiedertelo, ma tra la scuola e le prove, non volevo metterti sotto pressione. E ora che almeno una delle due cose si è conclusa… ti andrebbe di uscire con me?

Magic guardò prima le sue amiche e poi i suoi padri. Le prime sembravano favorevoli ad un appuntamento tra i due, al contrario di Crowley e Aziraphale.

- Facciamo un patto, David. Se verremo promossi tutti e due agli esami finali, usciremo insieme.- propose la ragazza e allungò una mano, in attesa di stringere quella di David. Lui sembrava insicuro, ma alla fine accettò.

- Farò in modo che il primo attore venga bocciato.- bisbigliò Crowley ad Aziraphale.

- Non ci provare neanche, Crowley! Sicuramente, il piano di Magic è di mettere alla prova quel ragazzo, per assicurarsi che ci tenga davvero a lei. Basterà aspettare gli scrutini finali.

 

*

 

Gli esami finali arrivarono poco tempo dopo e Magic fu una delle poche ad essere promossa con il massimo dei voti. Crowley e Aziraphale se ne resero conto quando la videro uscire dalla scuola con un foglio in mano e un enorme sorriso stampato in faccia mentre l’aspettavano appoggiati alla Bentley.

- Sono così orgoglioso di lei!- esclamò Aziraphale con le lacrime agli occhi.

- Lo ammetto, è stata una buona idea farla studiare nella tua libreria, angelo.- disse Crowley fingendo indifferenza, quando in realtà era molto felice.

- Uno a zero per la carta!- disse con troppo entusiasmo l’angelo.

Magic stava leggendo i suoi voti insieme a Georgia, Martha e Rose, quando si accorse di David e si avvicinò a lui.

- Ciao, David! Ho visto che sei stato promosso anche tu!

- Sì, è vero. Sono molto felice. Spero che quel nostro patto sia ancora valido…

Magic guardò da lontano i suoi padri.

- Senti, David, forse ti sembrerò un po’ infantile, ma è meglio se parliamo con i miei padri. Vieni, non ti mangiano.

Be’, forse uno sì, pensò tra sé e sé mentre si avvicinava al demone e all’angelo insieme al suo ormai ex-compagno di scuola.

- Papà, papà… vi ricordate di David? Il mio partner in Amleto?

- Piacere di conoscervi, signori Crowley-Fell.

A differenza della prima volta, Crowley sembrò apprezzare il giovane e gli strinse la mano senza fratturargli le ossa.

- Il piacere è nostro, David. Sei stato molto bravo nei panni di Amleto.- disse educatamente Aziraphale.

- Proprio quella sera, David ed io abbiamo fatto un patto ed è arrivato il momento di rispettarlo. Vi va bene se esco con lui?- chiese la ragazza con una sicurezza che sembrava sparita da un bel po’ di tempo.

- E dove vorresti portare nostra figlia, David?- chiese Crowley.

- Stavo pensando che… potremmo cominciare con una semplice passeggiata nel parco. È una giornata così bella e l’ideale è godersela in mezzo alla natura.

I due mariti e padri rimasero colpiti dalla risposta del ragazzo.

- Sono d’accordo con te, perciò sì, potete uscire insieme.- disse l’angelo.

- Ma alle sei dovrai mandarci un messaggio, Magic, e dirci dove siete, così accompagneremo lui a casa e poi papà ed io ti porteremo in un posto speciale per festeggiare il tuo diploma.- raccomandò Crowley, facendo sorridere Magic.

- Promesso, papà!

- Vi ringrazio, signori Crowley-Fell!- disse David.

Magic consegnò il diploma ad Aziraphale e si avviò verso la metropolitana con il ragazzo.

- Questa volta andrà meglio, me lo sento.- disse l’angelo dopo essere entrato in macchina con suo marito.

- Anche io, angelo. E mi detesto per questo.

Aziraphale soffocò una risata e posò una mano sulla gamba del marito intento a guidare a 90 chilometri all’ora.

- E anche questo giorno è arrivato. Mamma mia, a volte rimango sorpreso dalla velocità del tempo.- commentò il demone guidando con una mano sola per tenere con l’altra quella dell’angelo.

Magic passò un pomeriggio piacevole con David. All’inizio erano tutti e due un po’ timidi, ma quando iniziarono a parlare della loro passione per il teatro, riuscirono a sciogliersi un po’ e non smisero un attimo di fare l’elenco delle loro opere shakespeariane preferite e dei film tratti da esse che apprezzavano di più.

Alle sei in punto, Magic avvisò i suoi padri che lei e David si trovavano fuori dall’Hard Rock Cafè, dove lei gli aveva offerto da bere e lui le aveva comprato un cappello da rocker come regalo per la fine della scuola terziaria.

Crowley e Aziraphale arrivarono in cinque minuti e portarono i ragazzi a Camden Town, dove abitava David. Magic lo accompagnò fino alla porta e usò il suo cappello nuovo per baciare David sulle labbra senza farsi vedere dai suoi padri, ma era inutile. Aziraphale cercò di trattenere una dolce risata, mentre Crowley finse di avere la nausea per nascondere la tenerezza che provava per quel primo bacio di sua figlia.

Per festeggiare il diploma, il demone e l’angelo portarono Magic a cena al Ritz, dove non era ancora stata perché i suoi padri volevano aspettare l’occasione giusta per farle conoscere il loro ristorante di Londra preferito, ma la costrinsero a lasciare il cappello nuovo in macchina e schioccarono pure le dita per farle indossare un vestito semplice ma elegante adatto per l’occasione. Dopo essersi seduti al tavolo vicino al pianoforte, Crowley ordinò dello spumante di alta qualità e ne fece versare un po’ anche nel bicchiere della figlia.

- Sei diventata una bellissima giovane donna, Magic, e sono molto orgoglioso di te.- disse Aziraphale.

- Lo sono anche io. Sei colta e intelligente come il tuo papà angelo e bellissima e tosta come il tuo papà demone. Sei diventata un capolavoro perfetto e dato che sei passata con il massimo dei voti, ti meriti un grande premio.- disse Crowley.

- Tesoro… sei arrivata ad una fase della tua vita in cui dovrai prendere molte decisioni da sola per il tuo futuro, ma prima di farlo, ti meriti un po’ di riposo e di svago.- iniziò l’angelo.

- Così Papà Azi e io ci siamo guardati negli occhi. Lo abbiamo fatto per parecchie ore…- continuò Crowley guardando suo marito con uno sguardo sensuale, ma Magic si schiarì la voce per far tornare l’attenzione su di lei.

- Ehm, dicevo: ci siamo guardati, abbiamo parlato e alla fine abbiamo scelto di regalarti…

- … questa.- disse Aziraphale e fece apparire con un gesto della mano una busta di carta bianca.

Magic l’aprì e rimase a bocca aperta: c’erano quattro biglietti aerei andata e ritorno per Los Angeles e persino una prenotazione per una camera per quattro persone all’hotel Four Seasons. Il tutto per un mese intero.

- I genitori di Georgia, Martha e Rose sanno già tutto e approvano la nostra idea.- disse Crowley abbassando appena gli occhiali per fare l’occhiolino a Magic.

- Oh, Papà Cro… Papà Azi… non so come ringraziarvi…- disse lei commossa.

- Te li sei meritati, tesoro, questo è quello che conta.- disse Aziraphale e Crowley alzò il suo calice.

- Perciò… al tuo diploma, al tuo primo viaggio senza i tuoi vecchi e… alla tua vita.

- Cin cin!- dissero in coro l’angelo e la ragazza con i calici in mano.


















































David Branagh è un riferimento a David Tennant e a Kenneth Branagh, il "regista di fiducia" del grande Shakespeare che io ammiro molto e che ha lavorato parecchio su Amleto! Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo, anche perché... temo proprio che il prossimo sarà l'ultimo...

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Capitolo 26
*** Primo volo ***


DODICI ANNI DOPO

 

Crowley ed Aziraphale avevano appena finito di preparare la cena. Erano entrambi emozionati di rivedere la loro Magic dopo cinque lunghi anni che aveva passato in Africa ad aiutare le persone con i suoi poteri, stando attenta a non farsi vedere da nessuno. Grazie a lei, molti piccoli villaggi avevano cibo, acqua e medicine a volontà e molte scuole erano piene di bambini e bambine in ottima salute.

- Anche se, comunque, io rimango dell’opinione che non avrebbe dovuto usare troppo i suoi poteri.- disse Aziraphale mentre si toglieva il grembiule da cucina.

- Angelo, nostra figlia ha la fortuna di essere speciale e ha usato i suoi poteri per fare quel tipo di bene che solitamente gli umani sono bravi solo a dire piuttosto che a fare. E comunque, è riuscita a non farsi scoprire da nessuno, perciò smettila di fare il santarellino, anche se è il tuo secondo nome!- commentò Crowley.

- Il tuo, invece, dovrebbe essere… Dolcissimo!

Il demone rispose alla provocazione di suo marito spingendolo contro il muro e lanciandogli uno sguardo di fuoco, come se volesse farlo arrosto.

- Lo sai quanto odio quella parola rivolta a me, angelo!- disse a denti stretti.

- Ma adoro quando la dici tu…

E la sua bocca si ritrovò attaccata a quella del suo angelico marito.

- Amur… amur… mugi… stu… rrivnd…- cercò di dire quest’ultimo, ma più parlava, più Crowley spingeva la sua bocca contro la sua e lo faceva eccitare con la sua lingua.

- Lo so di essere grande, ormai, ma voi siete pur sempre i miei padri! Un po' di contegno!- disse una voce familiare.

Crowley finalmente si staccò e ammirò insieme ad Aziraphale la loro fantastica figlia trentenne. Aveva i capelli corti, indossava un abito da donna africana, lungo e variopinto, e persino dei gioielli di legno colorati e teneva in mano una grande borsa.

- Hi baba Cro! Hi baba Azi!- li salutò allegramente. Crowley l’abbracciò per primo e Aziraphale dovette aspettare un bel po’ prima che si staccasse.

- Ci sei mancata tanto, tesoro!

- Anche voi mi siete mancati tanto. Vi ho portato dei regali.

- Ma guardati, sei uno scheletro! Scommetto che ti sono mancate anche le crêpes del tuo papà angelo.- disse Aziraphale mostrando a Magic il dessert al sicuro nel forno.

- Veramente, ho imparato a cucinarle per i bambini africani con un po’ del loro grano e delle ottime banane ed erano anche piuttosto buone, ma non come le tue, papà Azi. Comunque… avrei preparato anche io un dessert.- disse Magic tirando fuori dalla sua borsa un piatto avvolto nella carta stagnola.

- Che cos’è, tesoro?- chiese Crowley, curioso.

- È una sorpresa, ve la mostrerò dopo.- disse lei mentre appoggiava il piatto sopra i fornelli spenti.

- Allora adesso facciamo un brindisi!- propose Crowley e alzò il suo calice di vino bianco, imitato dal marito e dalla figlia.

- Al ritorno della nostra meravigliosa figlia, non solo da questa lunga e intensa esperienza, ma anche… a casa sua.

- Bentornata, principessina.- disse Aziraphale guardando Magic con dolcezza.

- Grazie… a tutti e due.- disse lei e sfiorò il suo bicchiere con quello dei suoi papà.

Crowley e Aziraphale avevano preparato tutti i suoi piatti preferiti, lasagne, polpette e insalata di pomodori, ma al momento del dessert, Magic tolse la carta stagnola dal suo piatto, mostrando al demone e all’angelo…

- Che bella torta di mele!- esclamò Aziraphale.

- L’ho fatta con le mie mani.- spiegò Magic, poi notò la bocca e gli occhi spalancati di Crowley.

- Che tipo di mele ci sono là dentro?- chiese il demone con un filo di voce.

- Rosse.- rispose Magic con un sorriso. Crowley si alzò in piedi e strofinò con le mani il viso di sua figlia.

- Chi sei? Che ne hai fatto di mia figlia Magic?

- Sono sempre io, papà Cro… ho solo scoperto… nuovi sapori in Africa. E ti dirò, le mele rosse sono le mie preferite!

Crowley posò il piatto con la torta sul tavolo e abbracciò di nuovo forte Magic e le diede un lungo bacio sulla guancia.

- Mi hai reso il papà demone più felice del Mondo! Anzi no, di tutti gli Universi! E ora gustiamoci questa delizia!

La torta era così buona che Crowley fece ben due volte il bis, mentre Aziraphale rinunciò alle sue amate crêpes senza rimpianti.

- Sono felice che vi sia piaciuta la mia torta. E… ci sarebbe anche un’altra sorpresa, ma è meglio mostrarvela in un posto più grande.

- Allora andiamo in salotto.- disse Aziraphale dopo essersi pulito la bocca con il tovagliolo.

- Veramente… stavo pensando… a St. James Park, vicino alla nostra panchina. Mi è mancata tanto anche lei.- disse Magic mentre sparecchiava.

- Ma, Magic, il parco è chiuso ed è anche molto buio.- puntualizzò l’angelo.

- Lo so… ma è l’ideale per la mia sorpresa.

Crowley schioccò le dita per rimettere tutto in ordine.

- Allora andiamoci subito!

- Posso guidare io, Papà Cro? Ormai sono grande a sufficienza per guidarla.- chiese Magic e il demone le rispose con una grassa risata.

- Ti voglio bene, Magic, ma tua sorella Bentley può essere guidata solo dal sottoscritto!

Aziraphale fece segno alla figlia di non insistere in quella inutile battaglia.

Arrivati alla loro panchina al St. James Park, Magic si guardò intorno per essere più sicura e poi si rivolse ai suoi padri.

- Papà Cro… Papà Azi… quello che sto per mostrarvi potrebbe farvi andare fuori di testa, ma spero anche che vi renda felici.

- Sei forse incinta?- chiese Crowley togliendosi gli occhiali per guardare il ventre piatto di Magic.

- No, no, non si tratta di quello, ma… di due bellissime cose…

Aziraphale schioccò le dita per far apparire un lampione acceso e vedere meglio la sua donna. Dietro la sua schiena erano spuntate due enormi e splendide ali dalle piume bianche ma anche nere. Il demone e l’angelo erano meravigliati da quella visione.

- Magic… sei meravigliosa!- disse Crowley.

- Sono le ali più belle che abbia mai visto! Ma quando sono arrivate, tesoro?

- È successo quando sono arrivata in Africa. Ero emozionata e piena di buone intenzioni, ma dopo aver passato alcuni giorni a fare piccolo miracoli per aiutare uno dei villaggi più poveri che avevo trovato, una notte scappai nella foresta perché mi sentivo malissimo. Mi faceva male tutto il corpo ed ero spaventata perché non riuscivo a capire che cosa mi stesse succedendo e non avevo neanche la forza di battere le mani per far passare tutto. Mi strappai persino i vestiti e mi sdraiai a terra, convinta che fosse arrivata la mia ora…

Magic guardò soprattutto Aziraphale in quel momento, ma poi sorrise e sfiorò le sue ali.

- Poi all’improvviso… il dolore cessò e sentii qualcosa di caldo e morbido addosso a me, come una coperta. Aprii gli occhi, vidi queste due bellissime ali… e mi resi conto di aver ricevuto un dono. E il merito è anche vostro.

Crowley si avvicinò alla figlia e le accarezzò una piuma nera dell’ala destra mentre la guardava negli occhi.

- Tesoro… anche io ho provato quel tipo di dolore quando sono caduto e le ali mi erano diventate nere, ma a differenza di te, non le consideravo un dono, bensì una maledizione… almeno fino a oggi.

Magic sorrise e lo baciò sulla guancia.

- Però… non ho mai avuto la forza di provarle, anche perché non volevo farmi scoprire da nessuno, perciò… non so volare.

- Hai fatto benissimo, cara, perciò t’insegneremo noi ad usarle. Sembra difficile, ma è come quando ti abbiamo insegnato ad andare in bicicletta: una volta che hai imparato, non smetti più.- disse Aziraphale con entusiasmo e prese per mano la figlia insieme al marito. Entrambi spalancarono le ali e si alzarono lentamente per non spaventare Magic.

- Sembriamo una colomba, una gazza e un falco.- disse Crowley ironico.

- Adesso agita un po’ le ali, Magic.- disse Aziraphale e Magic fece come lui le aveva detto, rimanendo comunque concentrata sul panorama della Londra semi-addormentata, fino a quando le sembrò di essere in mezzo a due cieli stellati.

- È bellissimo!- disse emozionata.

- Adesso ti lascio andare, tesoro, poi, quando ti sentirai pronta, lo farà anche Papà Cro!- disse l’angelo e si allontanò un po’ da Magic, che si sentiva già molto sicura di sé e agitava le ali pronta ad esplorare, ma Crowley la strinse a sé e la fece volare lontano.

- Ehi, aspettatemi!- esclamò Aziraphale volando più veloce che poteva, ma gli era difficile proprio come per il jogging. Mentre volava, Crowley guardava negli occhi sua figlia quasi come se fosse la sua fidanzata.

- Magic… sono felice che tu sia tornata. Fosse per me, non te ne andresti mai da casa. A volte è dura essere padre della donna migliore del Mondo, ma ne vale la pena perché sei un esempio per tutti!

- Grazie, papà… adoro quando sei… dolce!- disse Magic in tono di sfida e Crowley la lasciò andare, pentendosi subito dopo, ma lei spalancò le ali e volò da sola fino alle nuvole, raggiungendo il suo affaticato padre angelo.

- Non sei niente male, Magic, per essere una principiante!- commentò meravigliato.

- Vediamo se Papà Cro riesce a prenderci!- disse lei, gli prese la mano e volarono insieme lontano.

- Papà… ti confesso che ho avuto dei piccoli dubbi riguardo… il mio patto con Dio… soprattutto dopo aver ottenuto queste ali.- disse a voce bassa.

- Che tipo di dubbi, tesoro?

- Quel dolore che ho provato… mi ha fatto desiderare di morire e di finire… in uno dei due posti…

Magic rallentò un po’ e Aziraphale vide una lacrima scivolare sulla sua guancia.

- È normale, tesoro. Anche io ho provato certi dolori forti, soprattutto nel cuore e anche quelli fanno altrettanto male. Detesto dirtelo, ma te l’avevo detto che un giorno o l’altro ti saresti pentita di aver fatto quel patto.- disse a voce bassa l’angelo.

- Non ho detto questo, papà! Ero sola e lontana da casa, pensa che cosa sarebbe successo se fossi morta lì! Tu e Papà Cro non mi avreste più rivista e avrei sprecato per l’eternità il dono che mi ha fatto Dio!- disse Magic nascondendo il viso con l’ala sinistra, così Aziraphale volò a pancia in su sotto di lei.

- E invece… come puoi vedere anche adesso, Lei te ne ha fatto un altro perché te lo sei meritato e io non potrei essere più fiero!

- Beccati!- esclamò Crowley apparendo davanti a loro con le ali nere spalancate. Aziraphale e Magic si spaventarono, ma subito dopo risero di gusto.

- Direi che per stasera può bastare! È ora di tornare con i piedi a terra! Ho bisogno di riposare un po’ prima di tornare ad aiutare il Mondo!









































L'esperienza di Magic è quella che vorrei vivere anche io, ma per molti motivi non ho potuto farla...
Comunque, ho cambiato idea, sarà il prossimo l'ultimo capitolo, ma non per questo le sorprese finiranno!

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Capitolo 27
*** Prima morte ***


Gli anni passarono e Magic non smise mai di viaggiare e usare i suoi poteri per aiutare i meno fortunati sparsi per tutto il Mondo, neanche quando i suoi capelli rossi cominciarono a schiarirsi fin a diventare bianchi e le rughe invasero il suo corpo. Ebbe anche qualche flirt, ma non si sposò mai e sembrava stare bene così. Vinse persino il premio Nobel per la Pace per il suo contributo a ridurre la fame e la guerra nel Mondo. Data la sua grande bontà e la sua “inspiegabile” capacità di trovare i materiali giusti per aiutare gli altri, si era fatta una certa fama e, per questo motivo, anche dei nemici, ma riusciva sempre a cavarsela senza spargere sangue addosso a sé o agli altri.

Crowley e Aziraphale erano sempre più orgogliosi di lei e ogni tanto la seguivano per assicurarsi che fosse felice e al sicuro, per poi tornare alla loro routine, nella quale il rosso demone gestiva la sua catena di Magic Angel in giro per il Mondo, ma tornava sempre a casa in tempo per cenare con suo marito e passare delle sfrenate notti di amore e passione.

- Ehi, angelo… domani è il nostro ottantacinquesimo anniversario da quando siamo ufficialmente una coppia.- fece notare un giorno ad Aziraphale mentre bevevano vino accoccolati sul divano nella stanzetta privata della libreria, che non era cambiata di una virgola.

- Non ti sfugge niente, amore… mi sembra solo ieri quando cercavamo di confessarci a vicenda quello che provavamo l’uno per l’altro e tu alla fine avevi urlato…

- PER SATANA! AZIRAPHALE, IO TI AMO!- sbottò Crowley e diede un lungo bacio appassionato ad Aziraphale, che gemette dallo spavento, ma anche dal piacere.

- Sì… andò esattamente così…- disse con il fiato corto appena il demone si staccò.

- Stavo pensando che potremmo fare un viaggio on the road di ventiquattr’ore nei posti più romantici che abbiamo visto insieme in giro per il Mondo.- disse lui mentre baciava e mordicchiava il collo e l’orecchio dell’angelo.

- Un viaggio on the road? Quindi vuol dire che… la Bentley verrà con noi?

- Andrò piano, te lo prometto. Non posso permetterti di vomitare dentro la mia piccolina.

- Sai, a volte sono un po’ geloso di quella macchina.- si lamentò Aziraphale e guardò altrove, ma Crowley gli sbottonò la camicia per accarezzargli il petto, facendogli venire brividi di piacere.

- La mia Bentley non è morbida come te…

Gli annusò i capelli.

- Non profuma di vaniglia come te…

Gli slacciò il papillon.

- E soprattutto…

Lo costrinse a guardarlo negli occhi tenendogli una mano sulla guancia.

- … non ha due bellissime gemme azzurre per occhi come te.

Aziraphale diede inizio ad un nuovo bacio.

- E va bene, approvo il viaggio on the road, a patto che passiamo anche da Magic per festeggiare il suo compleanno. È vero che ormai è anziana, ma è pur sempre nostra figlia ed è suo dovere festeggiare i suoi compleanni con la sua famiglia.

- Lo dici ogni anno, angelo.

- E ogni anno tu sei d’accordo con me.

Crowley stappò una seconda bottiglia di vino per festeggiare la vittoria della sua idea, ma ad un tratto, suonò il telefono della libreria. Aziraphale andò a rispondere.

- Sono desolato, ma siamo chiusi.

- Papà… Azi…

- Magic? Tesoro, che cosa ti succede? Hai una voce strana…

- Venite qui… vi prego…

- Dove sei?

La linea cadde e Aziraphale si spaventò.

- Che cosa succede, angelo?- chiese Crowley preoccupato.

- Era Magic… credo che stia male…- spiegò l’angelo mentre si metteva i vestiti a posto nonostante la forte agitazione.

- Ti ha detto dov’è?

- No, non me lo ha detto, Crowley! Parlava appena!

- Va bene, amore, calmati, non fa niente! Adesso cerco di localizzarla!

Crowley chiuse gli occhi e posò due dita di entrambe le mani sulla fronte.

- È… è a casa!- esclamò sconvolto.

- A casa? L’ultima volta che l’abbiamo vista stava andando in America a tenere delle conferenze sui problemi sociali!- disse Aziraphale sconvolto quanto suo marito. I due schioccarono le dita per materializzarsi in casa loro e trovarono Magic in camera sua, inginocchiata sul pavimento che cercava di sdraiarsi sul letto, ma si sentiva troppo debole per farlo da sola. I due mariti e padri l’aiutarono a stendersi e le rimboccarono persino le coperte.

- Tesoro… come ti senti?- le chiese Aziraphale con voce tremante.

- Sento che… ci siamo…- disse lei con voce roca ma pur sempre dolce.

- No… no, Magic… non puoi lasciarci! Hai solo ottantacinque anni! Hai ancora tanti anni davanti a te!- protestò Crowley dopo essersi tolto gli occhiali, anche se, in questo modo, avrebbe mostrato a suo marito e alla sua anziana figlia le sue lacrime.

- Lo so, Papà Cro, e non vedo l’ora di godermeli insieme a voi.- disse Magic tenendo per mano entrambi i suoi padri.

- Che cosa intendi dire?

- Papà Azi… diglielo… è arrivato il momento…

Aziraphale sospirò, portò la mano rugosa e tremante della figlia sul suo petto e si rivolse a Crowley.

- Caro… c’è una cosa che nostra figlia ed io non ti abbiamo mai detto perché volevamo farti… una specie di sorpresa.

- Di che cosa si tratta, angelo? Parla.

- Quando Magic aveva undici anni… la notte dopo che l’avevamo salvata dai nostri ex-capi ed eravamo tornati a Parigi… Dio le fece una visita… faccia a faccia.

Crowley sussultò dallo stupore.

- Le chiese di non farla mai… morire… perché non voleva finire né in Paradiso né all’Inferno e non rivederci mai più e in cambio avrebbe usato i suoi poteri nel modo giusto per tutta la vita.

- Ma se le cose stanno così… perché Magic sta morendo?- chiese Crowley diviso tra la rabbia e la paura.

- Appena morirà… ritornerà ad essere una neonata e potremmo ricominciare da capo tutti e tre insieme.- concluse Aziraphale.

- Papà Cro… se ti ho fatto arrabbiare… spero che tu possa perdonarmi…- disse Magic con molta fatica, ma Crowley non la guardò con rabbia, bensì con orgoglio e gioia, anche se le lacrime che gli scivolavano sulle guance sembravano in disaccordo con lui.

- Non sono arrabbiato, amore… sono orgoglioso di te! Hai realizzato il mio più grande sogno: avere te e tuo padre al mio fianco per l’eternità!- disse tra i singhiozzi e baciò la mano di sua figlia, anch’essa commossa e sul punto di piangere, provocando un colpo di tosse. Aziraphale era il più commosso del trio, si era finalmente liberato da un grande peso dentro il suo angelico cuore.

- Bel modo di… festeggiare… il mio compleanno…- commentò la vecchietta.

- Dopotutto, è così che è stata anche la tua nascita… è accaduta e basta… e proprio nel giorno del nostro anniversario come compagni di vita… è anche per questo motivo che lo preferiamo a quello del matrimonio… perché ci dà la possibilità di festeggiare insieme a te.- disse l’angelo accarezzandole la guancia rugosa.

- Vi voglio tanto bene e… sono fiera di essere vostra figlia…

Magic strinse più forte che poteva le mani dei suoi padri, fino a quando i suoi occhi si chiusero.

Anche se ormai Crowley sapeva tutto, non poté fare a meno di urlare dal dolore e sollevare il corpo senza vita di sua figlia per stringerlo a sé. Anche Aziraphale era molto triste, ma attese con pazienza il nuovo miracolo di Dio.

- Crowley… guarda…- sussurrò dolcemente.

Crowley aprì gli occhi e rimase senza parole. Tra le sue braccia non c’era più una dolce e altruista vecchietta, ma una bellissima neonata tutta nuda dai capelli rossi e gli occhi verdi, proprio come quella che aveva visto ottantacinque anni prima nella libreria di Aziraphale.

- Angelo… la nostra bambina… è tornata.- disse commosso mentre Aziraphale schioccava le dita per vestire Magic con un pigiamino bianco e rosa.

- Non se n'è mai andata...- disse lui dopo aver baciato delicatamente la fronte di sua figlia.

I due mariti e di nuovo padri si guardarono e si baciarono con amore, poi Crowley alzò gli occhi al cielo.

- Lo dirò una volta sola e mi auguro che tu riesca a sentirmi, Dio: Grazie.

La di nuovo piccola Magic scoppiò a piangere per richiamare l'attenzione di entrambi i suoi padri.

- Quanto mi è mancato questo suono. Stai tranquilla, amore, adesso papà Crowley ti dà la pappa.- disse Crowley tra le lacrime. Fece apparire un biberon pieno di latte tiepido e mentre lo dava a Magic, si spostò in salotto con Aziraphale. I due si sedettero sul divano e guardarono abbracciati la loro bambina che succhiava il biberon.

- Ti amo, Aziraphale…

- Anche io ti amo, Crowley…

Si diedero un altro bacio e poi non staccarono più gli occhi da Magic. Invece di inaugurare la loro seconda vita da genitori con un brindisi, lasciarono “la parola” allo stereo, dal quale uscì, a volume non troppo alto, A kind of magic.

 

One dream, one soul, one prize, one goal
One golden glance of what should be
(It's a kind of magic)
One shaft of light that shows the way
No mortal man can win this day

The bell that rings inside your mind
It's a challenging the doors of time
(It's a kind of magic)

The waiting seems eternity
The day will dawn of sanity
It's a kind of magic
(It's a kind of magic)
There can be only one

This rage that lasts a thousand years
Will soon be gone
This flame that burns inside of me
I'm hearing secret harmonies

The bell that rings inside your mind
Is challenging the doors of time
(It's a kind of magic)
(It's a kind of magic)

This rage that lasts a thousand years
Will soon be, will soon be
Will soon be gone

This is a kind of magic
There can only be one
This rage that lasts a thousand years
Will soon be gone (gone)

Magic, it's a kind of magic
It's a kind of magic
Magic, magic, magic, magic
Magic, ha ha ha ha it's magic

Ha ha
Yeah, yeah

It's a kind of magic

 

Quando la canzone finì, Crowley e Aziraphale andarono in camera loro con Magic addormentata e la posarono sul letto. Invece di dormire, passarono tutta la notte a guardarla e ad accarezzarla dolcemente.

- Se è un sogno, non voglio svegliarmi mai più.- sussurrò Crowley.

- È tutto vero, amore mio, puoi starne certo. Ti confesso che ho un po’ paura…

- Paura? E di che cosa?

- Be’, tutti i nostri amici più cari sono morti da un bel pezzo… mi sento come se fossimo rimasti soltanto noi tre al Mondo.

Crowley sorrise e accarezzò la guancia di suo marito.

- Mi sento così anche io, angelo, ma il Mondo è grande e anche se noi lo conosciamo come le nostre tasche, grazie a Magic scopriremo tante altre cose nuove, compresi gli amici… ma adesso godiamoci questo nuovo inizio… e buon anniversario, amore mio.

Aziraphale gli sorrise e guardò insieme a lui la loro bellissima bambina, in attesa che si svegliasse per iniziare un nuovo giorno.




























































Ebbene, mie care... siamo arrivate alla fine! Vi ringrazio di cuore per avermi seguita. Sono talmente orgogliosa di questa storia da aver deciso di farla diventare uno dei miei nuovi romanzi (cambiando alcuni personaggi ovviamente, a cominciare da Cro e Azi sennò arriverebbero migliaia di proteste per il copyright!), ma prima vi regalerò un'altra ff legata a Magic, perciò continuate a seguirmi! A presto e un bacione a tutte!

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