La nascita di una principessa

di 8iside8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01.Vai a fidarti di un pirata! ***
Capitolo 2: *** 02.Il Principe e il Pirata ***
Capitolo 3: *** 03.Un vagito ***
Capitolo 4: *** 04.Mi hai liberato da tutta quella oscurità ***



Capitolo 1
*** 01.Vai a fidarti di un pirata! ***


La casa era silenziosa. Henry era a scuola e Killian era a lavoro con David. Emma era in casa. I capelli biondi le ricadevano sulle spalle e il vestito ampio cadeva morbido sulla pancia ormai pronta a dare la libertà alla sua bambina. Un'immagine idilliaca, non fosse che lo sguardo di Emma era rabbioso e frustrato. Si era abbassata per raccogliere la rivista che le era caduta, ma si era ritrovata seduta sul pavimento e ogni tentativo di alzarsi era andato a vuoto. La magia non l'avrebbe fatta alzare e il telefono era nella cucina. Aveva provato ad evocarlo, ma si era tanto agitata che si era trovata tra le dita il libro di ricette che le aveva regalato Granny. Lo aveva lanciato dall'altra parte della sala e ora, a braccia conserte, attendeva di calmarsi per riuscire ad evocare quel maledetto telefono e chiamare qualcuno che sollevasse lei e la sua immensa pancia.  
La fortuna bacia i belli ed Emma era bellissima. La porta si aprì.  
«Scusa amore, sono tornato con David un momento a prendere la... Cosa ci fai lì per terra?» Killian le andò subito vicino.  
«Preferisco il freddo del pavimento.» disse lei guardandolo male «Sono incinta, sono grande come la mia auto e non riesco ad alzarmi.» spiegò secca.  
Nel mentre era entrato anche David. Entrambi la presero da sotto le ascelle e la tirarono in piedi.  
«Scusa, amore, non volevo farti arrabbiare. Non capisco come hai fatto...» disse calmo Uncino.  
«Mi era caduta una delle riviste che mi ha dato la mamma, mi sono abbassata per prenderla e mi sono ritrovata seduta per terra. Mi sono talmente agitata che non sono neanche riuscita a evocare il telefono per chiamarti.» spiegò lei, più calma e più frustrata. 
«Forse non dovresti stare sola in questo stadio della gravidanza.» intervenne David «Magari posso chiamare qualcuno che ti tenga compagnia.» 
Emma non era dell'idea, ma Killian insistette a sostenere il suocero e dopo una mezz'ora Ella era alla porta.  
«Ciao Emma!» la salutò con molto entusiasmo.  
«Ciao!» ricambiò la Salvatrice guidandola in salotto. Non voleva una balia, ma adorava Ella.  
«Ci siamo quasi, eh?» disse Ella raggiante «Sei tranquilla?» 
«Ho già partorito una volta, so che odierò il mondo per tutto il travaglio.» fece spallucce.  
«Non parlo del parto. Dico di essere mamma. Quando ero nell'ultimo trimestre a me sono arrivati molti dubbi su me stessa.» insistette l'amica.  
Emma la guardò e sentì che poteva parlare liberamente.  
«Sono terrorizzata. Non so se potrò cavarmela, come mamma. Con Henry ho perso tutto quello che sto per vivere con la bambina e non so se ne sono capace. Pannolini, colichette, latte, pappe... Io non ne so niente! D'altra parte non posso dirlo a Killian, lui è più terrorizzato di me. La sua paura più grande sembra essere proprio di non potersi occupare della bambina o di non farlo bene, ha paura che sarà talmente un pessimo padre che da grande potrebbe abbandonarla.» aveva gli occhi lucidi.  
«No, Emma, non dire così. Le paure sono normali, ma devi avere fede che, quando la vedrete tra le vostre braccia, non dubiterete più di voi. Saprete solo di amarla e proteggerla e non vorrete sapere altro.» le sorrideva incoraggiante.  
 
«Tutto bene?» chiese David al genero.  
«Sono preoccupato per Emma. Più si avvicina il giorno del parto più è nervosa.» sospirò Uncino.  
David rise.  
«Siete fortunati. Quando Biancaneve aspettava Emma, aspettavamo anche il sortilegio di Regina. Era quasi impazzita dalla paura. Io ero terrorizzato. Nei giorni precedenti abbiamo dato di matto di continuo. L'importante è stato avere vicino persone che credevano in noi e avete un'intera città che crede in voi.» David gli diede una pacca sulla spalla.  
Erano davanti a Granny, che uscì furiosa dalla tavola calda.  
«Vai a fidarti di un pirata!» urlò puntando il dito contro Killian «Avevi detto che saresti andato a parlare con Quasimodo, per risolvere il problema dell'inferriata rotta. Ho aspettato una settimana e non hai fatto niente! L'ho chiamato e ha detto che viene oggi! Se lo avessi fatto quando me lo avevi promesso, sarebbe già tutto a posto!» poi girò sui tacchi, lasciando Uncino a bocca aperta.  
«Io... Non ricordo di aver promesso una cosa del genere a Granny.» sussurrò sforzandosi di ricordare.  
«Tranquillo,» lo rassicurò David «hai molte cose per la testa. Può succedere.»  
 
«Avete scelto il nome della bambina?» chiese Ella bevendo in tè.  
«Sì, lo annunceremo da Granny, come il matrimonio. Abbiamo scelto un nome che le dia un po' del papà e un po' della mamma.» disse Emma con un sorriso timido e orgoglioso.  
La pancia era davvero grande, con Henry era molto più piccola.  
Partorirò un troll delle rocce, pensò sorridendo tra sé. Aveva appena realizzato appieno che tra pochi giorni avrebbe conosciuto la piccola. La immaginava con gli occhi blu mare di Killian e con le manine tese verso di lei.  
«Sei molto più calma, vedo.» le sorrideva Ella «Mi fa piacere. Ora ti preparo una bella cenetta per te e Killian. C'è anche Henry?» 
«No, stasera esce con Violet. Vuole davvero fare colpo sul suo primo amore, le ha regalato un braccialetto che Gold gli ha fatto prendere dal negozio a prezzo ridotto.» rispose Emma.  
«È sicuro?» chiese Ella con aria dubbiosa.  
«Sì,» le sorrise l'altra «ho controllato. È solo un braccialetto.» 
 
Killian non era tranquillo, aveva la sensazione che qualcosa non tornasse, e non voleva che ci fossero problemi a pochi giorni dal parto. David aveva cercato di rassicurarlo, lo stress che si prova quando si avvicina il momento di diventare padre poteva giocare brutti scherzi alla memoria. Tuttavia, Uncino non si calmava, quindi andarono da Quasimodo per capire se lo aveva contattato o meno.  
L'officina del fabbro era soffocante. Il calore penetrava la pelle della giacca di Uncino, che iniziò subito a sudare. Quando era un pirata non soffriva mai davvero il caldo, perché la Jolly Roger lo portava dove il vento tirava. Finché non aveva conosciuto Emma, aveva adattato l'ambiente a sé stesso, ora aveva messo radici e doveva fare il contrario: adattarsi all'ambiente.  
Quasimodo era in piedi e li guardava attraverso la maschera da saldatore. La tolse e sorrise loro.  
«Salve sceriffo e vice! Cosa posso fare per voi?»  
Era gobbo, ma nella sua posa c'era una fierezza che solo chi è stato in schiavitù la esibisce una volta in libertà. Non era bello, ma aveva dei profondi occhi nocciola.  
«Ciao, amico.» disse David «Siamo qui per chiederti una cosa, ci mettiamo pochi secondi.» 
«Certo, sempre a disposizione dei buoni.» sorrideva dolcemente.  
«La scorsa settimana, sono passato qui in officina?» chiese Uncino guardandosi attorno.  
«No, cioè, ti ho visto arrivare dalla strada e pensavo fossi diretto qui, ma poi hai svoltato qui dietro e ti ho rivisto oggi.» spiegò il fabbro.  
David e Killian lo ringraziarono e uscirono. Uncino si diresse subito nella direzione indicata da Quasimodo, seguito dal suocero.  
La via affianco era vuota, c'era solo il cassonetto dei rifiuti. Killian la percorse tutta.  
«Non credo che tu...» iniziò David.  
«No, Principe, non provare a dire che è lo stress per la bambina, perché qui c'è qualcosa che non va. Stavo di certo andando all'officina e qualcosa mi ha attirato qui.» Killian era agitatissimo.  
«Non stavo per dire questo. Volevo dire che non credo che troverai indizi in una strada vuota.» si spiegò David.  
Killian alzò la mano.  
«Scusa, amico, è che sto impazzendo su questa cosa.» disse Uncino imbarazzato, guardando l'asfalto. Poi un piccolo, minuscolo bagliore attirò la sua attenzione. Era vicino al bidone. Lo raccolse.  
«Questo potrebbe essere qualcosa.» disse David guardandolo.  
 
Tre sagome, una alta e magrissima, una seconda bassa e tonda, una terza non troppo alta e...  
 
 «Uncino!» David lo stava chiamando.  
«Sì, io... Ho visto qualcosa...» spiegò il pirata guardando il piccolo bagliore nella mano.  
Era un anello.

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Capitolo 2
*** 02.Il Principe e il Pirata ***


Da Regina era tutto in disordine. Zelina aveva un sacco di giocattoli per la piccola Robin e lei li usava tutti. Solo che questo metteva sottosopra la casa delle due streghe.  
Alla porta bussarono e Zelina si alzò dal pavimento, dove stava giocando con la piccola.  
«Ciao! Siete qui in visita ufficiale?» chiese lei radiosa. La pace e la famiglia le avevano regalato un sorriso sincero e una serenità che nessuno credeva possibile nella perfida strega.  
«Abbiamo bisogno dell'aiuto di una strega.» spiegò David entrando. Le raccontarono quello che era successo e lei ascoltò tutto attentamente, mentre li faceva accomodare sul divano del salotto.  
«Va bene, fammi vedere questo anello.» disse tendendo la mano aperta.  
Killian glielo posò sul palmo. Era grosso, come quelli che portava Uncino, ma aveva una grossa pietra verde incastonata. Zelina lo avvolse nella mano.  
«Questo anello è da uomo e ha uno smeraldo incastonato. Non ha magia al suo interno, ma ti ha mostrato qualcosa che hai visto in quel luogo, perché sia tu che l'anello eravate lì. Il fatto che tu non ricordi niente di questo episodio... Beh, caro, tutti a Storybrooke prima o poi subiscono una perdita di memoria. Sembra una sorta di iniziazione che qualcuno giochi con la memoria dei cittadini.» disse lei.  
«Questo, però, ci porta altre domande.» decretò David «Chi sono? Cos'hai visto o sentito che non vogliono che ricordi? Perché sono qui?» 
«Non permetterò che qualcuno faccia il disastro a Storybrooke, mentre mia moglie è a un passo dal mettere al mondo nostra figlia!» Uncino era fuori di sé.  
Zelina lo guardava seria.  
«Pirata, qui nessuno lo permetterà. Te lo garantisco. Ci sono tre ex cattivi dotati di grandi poteri magici e li useremo per proteggere la città e la sua Salvatrice.» gli disse prima di sorridere.  
 
«Killian, cosa ti prende?» gli chiese Emma, stesa a letto. Il marito le aveva a malapena rivolto la parola per cena e aveva uno sguardo carico di pensieri. Le lanciò un'occhiata e la raggiunse sotto le lenzuola.  
«Non voglio parlarne ora. Non devi avere pensieri in questi giorni.» 
«Stai scherzando?» sbottò lei tenendo una mano sulla pancia «Ora mi devi dire tutto. Hai capito? Non mi fai stare tranquilla così e sei un pessimo bugiardo, quindi rispondimi subito senza tanti giri di parole.» 
«Ok, ma prima sappi che è tutto sotto controllo.» le disse, prima di lanciarsi nel racconto della giornata.  
Emma ascoltò tutto in silenzio. Alla fine era a bocca aperta.  
«Quindi, ora, Zelina, Regina e Gold fanno la guardia alla casa a turno?» chiese lei incredula.  
«Sì, l'idea è stata di Zelina che ha coinvolto Regina e mi ha spedito a parlare col Signore Oscuro. Sono stati tutti disponibili.» le sorrise «Poi è solo una misura preventiva.» 
Emma era seria e sollevò un braccio.  
«Gold mi ha dato questo che protegge me e la bambina. Di cos'altro dovrei aver bisogno?» chiese.  
«Emma... Loro tre hanno parlato e sono tutti d'accordo che un bambino appena nato sia un ingrediente importante per molti incantesimi oscuri e la nostra piccola è il frutto del Vero Amore, concepita nel grembo della Salvatrice, che a sua volta è il frutto del Vero Amore tra Biancaneve e il Principe Azzurro. Non sappiamo cosa succederà durante il parto. Non ricordo, quindi devo essere certo che questa possibilità sia scongiurata il più possibile.»  
Emma si rese conto che le tremavano le mani. La sua bambina era in pericolo e ancora non era nata. Forse non era così, ma la paura di Killian le sembrava avere fondamenta reali. Come se il ricordo strappato avesse lasciato degli indizi, a tenere Uncino in allerta.  
Si sentì avvolgere dalle braccia del marito, che le baciò la testa.  
«Faremo tutto quello che serve per proteggere nostra figlia.» 
 
Quasimodo stava aprendo l'officina, l'aria era fresca a pizzicava il naso.  
«Ecco il mio gobbo.» una voce profonda e lasciva era giunta dalle sue spalle. Quasimodo si voltò e lo vide. Il suo padre adottivo, scappato dopo che aveva fatto uccidere la donna che il campanaro amava e che il prete bramava.  
«Cosa vuoi, Frollo?» chiese lui entrando.  
«Oh, quello che vogliono tutti... Il mio finale, possibilmente a vantaggio mio.» rispose seguendolo dentro.  
«Da me non puoi avere niente, mi hai levato tutto ciò che amavo. Ho cercato di ucciderti e tu non hai fatto altro che riuscire a non morire. Non capirò mai come hai fatto.» s'infilò la maschera da saldatore e sollevò la fiamma ossidrica.  
«Oh, figlio mio, sappi che io non posso morire. Chiedi al Signore Oscuro...» sussurrò Frollo.  
«Non voglio avere niente a che fare con te.» e prese a lavorare.  
Il padre adottivo se ne andò e Quasimodo posò la fiamma ossidrica e si levò la maschera. Doveva uscire.  
 
«Allora? Che novità hai?» chiese Killian sedendosi con David davanti a Quasimodo. Aveva scelto di vederli da Granny, perché era più facile in mezzo alla gente. In realtà c'era un solo cliente, un uomo vestito elegantemente, che leggeva una rivista di navi. Nulla che assomigliasse a Frollo.  
«Oggi è venuto a trovarmi il mio padre adottivo, Frollo, che mi ha detto di non essere morto grazie all'aiuto del Signore Oscuro. Credo che possa esservi utile. Ha detto che è qui per avere il suo finale, possibilmente a vantaggio suo.» spiegò il gobbo.  
«Chi è questo Frollo?» chiese il pirata.  
«È il cattivo del Gobbo di Notre Dame.» rispose David «Andiamo da Gold, strada facendo ti racconto la storia.»  
 
«Tremotino!» Belle lo stava chiamando con in braccio il piccolo Gedeone, mentre Rea dormiva nella sua culla.
«Dimmi, cosa ti serve?» chiese affacciandosi dal negozio.  
«Puoi tenerlo tu un po'? Così posso farmi una doccia.» lui sorrise e baciò la moglie, prima di prendere il piccolo fra le braccia.  
Lo cullava piano e lentamente chiuse gli occhietti. Il campanellino del negozio trillò e andò dietro al bancone senza smettere di cullare il piccolo.  
«Il Principe e il Pirata. Ditemi tutto.» sorrise loro. Era strano vederlo un padre amorevole, ma di più era spiazzante l'atteggiamento propositivo che aveva iniziato ad avere in modo spiccato dopo che Deimos era uscito dal suo cuore. 
«Hai mai fatto accordi con Frollo?» chiese David.  
«Parli del cattivo del Gobbo di Notre Dame, immagino. Sì, quando ero nella Foresta Incantata facemmo un accordo. Lui desiderava una donna, la desiderava molto. Per questo mi chiese di permerterglielo. Io gli diedi un ciondolo a forma di croce che aveva il potere di legare due persone. In cambio mi diede la sua mortalità.» 
«La sua mortalità?» chiese Killian.  
«Sì, all'epoca avevo bisogno di rendere mortale mio padre, per poterlo sconfiggere. Non ci sono riuscito all'epoca.» spiegò.  
«Ma sull'Isola che non c'è non lo hai ucciso.» puntualizzò Uncino.  
«No, perché non potevo. Ho scoperto in seguito che l'incantesimo avrebbe ucciso anche me, per questo non l'ho mai usato. Ora, spiegatemi cosa c'entra Frollo con voi?» domandò Gold.  
«Non lo sappiamo di preciso, ma Quasimodo ci ha detto di averlo incontrato oggi e gli ha detto che vuole il suo finale.» spiegò Killian.  
«Perché rivuole Esmeralda.» concluse Tremotino.  
 
Emma prese il telefono dalla tavola. Il dolore le offuscava la vista, ma quando fu passato si rese conto che quel maledetto coso era caduto per terra. Si ricordò della sentinella magica che aveva attorno a casa. Andò verso la porta e la spalancò.  
Zelina si voltò a guardarla.  
«Cosa ci fai qui? E se qualcuno ti attaccasse?» disse lei squillante.  
«Zelina, in questo momento l'unica che mi sta facendo del male è mia figlia! Portami all'ospedale, per favore.» faceva i gradini lentamente.  
La strega le corse incontro e la prese per le spalle. Mosse una mano e un denso fumo verde le avvolse. 
 
«Cosa? Arrivo subito!» Killian guardò David e Gold «Emma sta per partorire.» 


*Ciao a tutti! Ci siamo, sta nascendo la piccola... Swan Jones! Cosa accadrà?*

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Capitolo 3
*** 03.Un vagito ***


Il suocero rimase a bocca aperta un momento, poi prese Uncino per la giacca e lo spinse verso la porta.
«Muoviti Uncino, vuoi perdere la nascita della tua principessa?»  
«Vengo anch'io!» urlò Gold cullando Gedeone «Se la bambina è in pericolo è adesso che è più vulnerabile.» 
 
Emma era sulla sedia a rotelle che urlava. Un'altra contrazione. Zelina aveva chiamato la sorella e Biancaneve, che si materializzarono pochi secondi dopo.  
«Emma, andrà tutto bene.» le disse la madre.  
«Se il cattivo di turno vorrà la mia bambina, cercherà di portermela via adesso...» Emma piangeva.  
«No.» intervenne Regina «Anche Gold sta arrivando, con Uncino e David. Ti assicuro che chiunque voglia fare del male a voi, avrà tre persone dotate di grande magia a sbarrargli la strada. Tu devi solo pensare alla gioia che proverai quando vedrai la mia figlioccia tra le tue braccia.» Emma le fece un debole sorriso.
In quel momento un'altra nuvola di fumo apparve e davanti a loro c'erano Gold, David e Uncino.  
«Killian!» gridò Emma, subito travolta da un'altra contrazione.  
«Amore!» si avvicinò il pirata prendendole la mano «Andrà tutto bene.»  
Il dottor Frankenstein arrivò rapido.  
«Sì, Emma, andrà tutto bene, ma dobbiamo andare.» un'infermiera spinse la carrozzina e Killian seguì il corteo oltre la porta.  
«Bene.» disse Gold «Ora dobbiamo metterci a protezione della Salvatrice.» 
Lui prese il corridoio principale, Regina si pose davanti alla porta che aveva varcato la famiglia Jones e Zelina andò a passo spedito alla porta d'ingresso.  
David e Biancaneve si abbracciarono. Erano diventati genitori durante un sortilegio, nonni di Henry senza sapere di esserlo e ora stavano per diventare di nuovo nonni durante un possibile attacco. Avrebbero protetto la loro famiglia a ogni costo.  
 
Emma era sul lettino e i dolori erano fortissimi. Non ricordava di aver patito tanto per Henry, ma tutti avevano ragione a dire che i dolori del parto si dimenticano.  
Killian le teneva la mano. Era emozionato e si chiedeva perché una cosa tanto bella come la nascita, frutto di un atto d'amore, fosse così doloroso.  
«Amore sei bravissima.» le diceva.  
Emma lo amava, ma in quel momento odiava che fare l'amore con lui l'avesse portata a quei dolori che la spacciavano in due.  
 
«Ah... Volete proteggere quella bambina?» Frollo era davanti a Zelina.  
«Ma non mi dire... Tu sei il cattivone di turno?» gli chiese con un sorriso malizioso in volto.  
«Certo, mia dama. Io sono Frollo e... se mi lasciaste passare, potrei andare a terminare il mio piano.» era garbato in modo fastidioso.  
«Spiacente.» rispose Zelina «Il mio compito è impediti di mettere piede in questo ospedale, quindi... Provo a chiedertelo gentilmente: puoi levargli dai piedi, per favore?» 
L'uomo fece una risatina e si guardò distrattamente intorno.  
«Apprezzo sempre le buone maniere, per questo sarò gentile.» con un gesto della mano scaraventò Zelina contro il muro. Lei si alzò subito e si mise davanti alla porta con una sfera di fuoco verde in mano.  
«Non sei stato molto carino...» disse a denti stretti e lanciò la sfera.  
Frollo la spense con un gesto minuscolo delle dita. Zelina era shockata, ma non riuscì a dire niente, perché Frollo la schiacciò a terra con la magia e la lasciò lì ad urlare.  
Entrato dalla porta annusò l'aria e avanzò come a seguire il profumo di un arrosto.  
«Frollo,» Tremotino lo guardava avvicinarsi «hai sconfitto una delle mie allieve e ce ne voleva, ma adesso basta.» 
«Oh! Il Signore Oscuro era potente, mi chiedo se ora che sei tra gli eroi ti sei anche rammollito.» ghignò.  
Tremotino avanzò di un passo.  
«Ho fatto un incantesimo all'ingresso, non riuscirai ad entrare. Quindi chiacchieriamo un po'... Cosa vuoi fare? Rivuoi la tua Esmeralda?»  
«Credi che sia solo per una donna? No, Signore Oscuro, sei fuori strada... Lei era la sola in grado di farmi sentire vivo! Non era una donna, era la mia Esmeralda ed è morta prima che la potessi fare mia! Quando avrò la bambina, farò tornare a me quel faro nella notte e sarò ancora vivo! Sarà solo allora che potrò gioire della mia immortalità. » Frollo aveva lo sguardo folle, di un ossessione troppo antica per poterla sradicare.  
«Non va mai a finire bene cercare di riportare in vita qualcuno, quindi te lo sconsiglio.» propose quieto Gold.  
 
Emma stava mettendo tutte le sue energie. Sentì qualcosa di strano. 
«Cosa succede alla bambina?» chiese nel panico.  
Il dottore la guardò interrogativo.  
«Sta bene. È tutto nella norma. Non preoccuparti, Emma, va tutto bene.» 
Killian le strinse più forte la mano. Una ventata gli attraversò la mente, il ricordo spingeva per emergere, la vicinanza di Frollo doveva aver stuzzicato la memoria come era accaduto con l'anello, ma non ora!
 
«Non credo proprio che me ne andrò. Non senza la piccola.» Frollo guardava Gold, dritto negli occhi.  
«Allora devi essere molto stupido, se pensi di riuscirci.» Tremotino era garbatamente sorridente.  
Frollo aveva deciso di attaccarlo, ma ancora non lo fece.  
Il Signore Oscuro stava combattendo dentro di sé, per fare la cosa giusta. Era un cattivo quell'uomo, non meritava di vivere, ma... Non stava a lui decidere che meritava la vita o la morte. Da quando aveva scelto la retta via, si ripeteva sempre questo concetto. Si sarebbe sentito un vero eroe il giorno in cui non ne avrebbe più sentito bisogno. Aveva usato i suoi poteri per limitare e sanare le sofferenze, ma la sua più grande debolezza aveva avuto la meglio, era diventato un tossicodipendente della magia. Questo era il suo prezzo, non poteva farne a meno. Ora era una persona che cercava di ripulirsi e ce la stava facendo, trovando più amore nell'ultimo periodo che in tutta la sua lunga vita.  
No, Frollo non doveva morire.  
Tremotino non si mosse.  
«Sai... Signore Oscuro... Mi chiedo quanto ci sia di oscuro in te. Tuttavia, mi rendo conto che, in realtà, non mi interessa.» sollevò una mano e Tremotino fu sbalzato alla porta.  
Si rialzò in fretta.  
«Ho detto che cerco di fare del bene, ma non vuol dire che non mi difenderò.» 
Dalle sue mani, un'ondata di energia investì Frollo, che cadde lungo disteso. Il diacono si alzò ridendo.  
«Davvero? Pensi che questo basti?»  
Gold tese una mano verso di lui e una luce rossa lo avvolse, lasciandolo immobile. Sembrava avvolto da un vetro rosso carminio. Una crepa si fece strada lungo la schiena e Frollo frantumò la barriera. Tremotino era basito, ma non si diede il tempo di rammaricarsene, perché iniziò a muovere le dita, come a pizzicare un'arpa invisibile. Dei suoni emersero da ogni dove. Corde pizzicate che riverberavano dal pavimento, dai muri, ovunque attorno a loro. Frollo si portò le mani alle orecchie, ma quel suono così dolce gli stava stringendo il cuore nel petto come una morsa. Una mano ora gli stringeva la stoffa sul petto. Ansimava.  
«Tremotino!» era la voce di Biancaneve, giunta accanto a lui «Non farlo, non ucciderlo. Stai facendo troppo per essere un eroe, non vanificare tutto per un uomo che non vale niente.» 
Gold annuì piano e smise di arpeggiare.  
Frollo respirò a fondo, poi rise. Rise di cuore.  
 
«Emma, ancora una spinta, forza!» il dottor Frankenstein la incitava con sguardo incoraggiante.  
Emma piangeva, stringeva la mano di Killian e strizzava gli occhi dal dolore.  
Spinse, come le aveva detto il dottore.  
Una luce fortissima si sprigiono da tutto il corpo di Emma, sfuggiva perfino dalle dita di Uncino, che si rifiutava di lasciarle la mano proprio in quel momento. La luce avvampò come un incendio. Poi il silenzio e un vagito.  
 
Frollo si alzò e guardò Biancaneve con aria derisoria.  
«Davvero credi che lui possa cambiare?» 
Gold stava per rispondere, ma si voltò di scatto e la vide. Una immensa fiamma bianca che correva verso di loro. Chiuse gli occhi e attese l'impatto. Frollo riuscì solo a farsi sfuggire un gemito, prima che la lingua di fuoco bianco lo travolgesse. Silenzio. In lontananza un vagito. 

*Ciao! Allora... un vagito... il silenzio...Cosa sarà successo? Nel prossimo capitolo lo scopriremo insieme. A voi piace la suspace? Ditemelo in recensione.*

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Capitolo 4
*** 04.Mi hai liberato da tutta quella oscurità ***


Biancaneve si alzò per prima. Vide Gold a terra e si precipitò da lui.  
«Tremotino! Tremotino!» gridava scuotendolo.  
David arrivò di corsa.  
«Biancaneve! Cos'è successo?» era agitato.  
«Non lo so, come sta Emma? E la bambina?» la donna era agitata più del marito.  
«È ancora chiusa dentro. Regina sta levando la barriera dalla porta. Ha detto che non sente più la presenza di Frollo.» poi lo vide a terra poco più avanti e si precipitò a sentire il polso. Era morto.  
«Come diavolo è possibile?» chiese il Principe Azzurro «Gold aveva detto che era immortale, come lui...» lo guardò e vide Biancaneve sorridere.  
«Frollo è morto, ma Tremotino è vivo. Il cuore batte.» 
 
«Regina! Fammi uscire!» gridava Uncino dalla sala parto «La mamma è diventata Emma! Cioè Emma è diventata mamma! Di nuovo!» 
Regina calò il velo magico dalla porta e il pirata corse fuori.  
«Emma è stata meravigliosa! La bambina sta bene ed è uno spettacolo!» poi vide che non c'era nessun altro «Cos'è successo?» 
«C'è stata una lotta. Zelina e Gold hanno affrontato Frollo. Non so cosa sia successo, ma David è andato a controllare.» 
In quel momento il Principe varcò l'angolo spingendo una barella insieme a Biancaneve.  
«Frollo è morto, ma Gold non riprende i sensi!» gridò.  
Regina si buttò sul corpo del Signore Oscuro e gli pose le mani sul torace.  
«Non capisco... È vivo, ma non...» tutti la guardavano interrogativi. Lei fece un gesto rapido ed estrasse il cuore dell'uomo.  
Era rosso, completamente rosso. L'oscurità era scomparsa dal cuore.  
«Quella luce ha purificato il suo cuore. Frollo ne è morto perché era troppo oscuro, ma Gold stava cercando di cambiare. Aveva molta oscurità nel suo cuore, ma la stava combattendo. Ora, dobbiamo aspettare che lui resista. So che ce la farà.» 
Biancaneve guardò Killian e lui le sorrise.  
«Stanno bene, vai da loro.» le disse.  
I due nonni corsero dalla figlia e dalla nipotina.  
«Se è successo questo,» disse Zelina arrivando un po' zoppicante «allora anche i nostri cuori...» 
Regina estrasse il il proprio e lo guardò affascinata. Era identico a quello di Gold, rosso e brillante, senza tracce di oscurità.  
Zelina imitò la sorella, trovando la stessa sorpresa.  
 
David prese Uncino da parte e fu diretto.
«Ricordi cosa ti è stato cancellato?»
«Ricordo solo che erano tre persone. Una era Frollo, le altre due sono solo delle sagome.» era frustrato, ma il suocero lo tranquillizzò.
«Adesso non devi preoccupartene. Se erano solo dei seguaci, ora saranno fuggiti. Goditi la mia nipotina.»
Killian sorrise, malgrado il pensiero di avere un pezzo di memoria strappato dalla sua mente. Non ne avrebbe parlato con Emma, si sarebbe goduta la maternità. Con Henry non aveva potuto e non le avrebbe messo dei pensieri. Solo loro e la loro piccola, non importava altro.
 
«Oh, è meravigliosa!» cinguettava Biancaneve davanti alla figlia con la piccola principessa tra le braccia.  
Emma sorrise stanca, ma felice.  
«Stanno tutti bene?» si obbligò a chiedere. Aveva paura della risposta.  
Regina entrò con Uncino e Zelina spiegò a Emma tutto l'accaduto. Le difese magiche, l'arrivo di Frollo, lei che aveva perso i sensi, lo scontro. Tutti avevano perso i sensi per qualche secondo, solo nella sala parto la luce non aveva fatto svenire i presenti, ma il resto dell'ospedale era stato atterrato da quella magia bianca, tanto potente e quasi violenta nella sua esplosione.
La Salvatrice guardò il marito.  
«Il frutto del Vero Amore ha... Purificato i cuori?» 
Zelina le sorrise.  
«Credo che siano stati i due frutti del Vero Amore a fare il miracolo. Tu e la tua bambina, insieme.» 
«Gold?» chiese Emma.  
«Possiamo solo aspettare.» disse cupa Regina, levando contro voglia lo sguardo dalla piccola.  
 
Belle accudiva il marito da ore e gli parlava, sperando che la sua voce lo riportasse da lei. Finalmente stava cambiando, non poteva perderlo ora che aveva ricominciato a fidarsi di lui.  
Tremotino sentiva la voce di Belle e cercava di risponderle, dirle che era lì e che non voleva essere altrove, ma non riusciva a muovere un muscolo. Era nel buio più totale da ore, che gli erano parsi anni. Provava a dire al suo corpo di reagire, ma non rispondeva agli ordini.  
«Tremotino, ti amo.» sussurrò bel vicino al suo viso, poi lei gli diede un leggero bacio. Non quelli dei film, in cui ci sono musiche e scintille. No. Erano due labbra morbide, posate su quelle sottili di lui. E le percepiva. Quel gesto d'amore gli diede nuova forza. Iniziò a sentire il suo corpo, il respiro, il battito del cuore. Le mani, una ne bastava per far sapere alla sua Belle che sarebbe tornato da lei a qualunque costo, che stava combattendo per lei, per loro piccolo Gedeone e per la piccola Rea.
Belle gli prese una mano tra le sue e le mancò il fiato. Gliela stava stringendo.  
«Tremotino!» lo chiamò forte, come se fosse in un'altra stanza.  
L'uomo aprì appena gli occhi e la vide. Quegli immensi occhi blu, che lo guardavano, le lunghe ciglia nere erano umide di lacrime.  
«Belle...» 
 
«Allora, qual è il nome che avete scelto per la mia figlioccia?» chiese Regina «Fate l'annuncio?» 
Come per ogni cosa importante, avevano deciso di festeggiare la nuova principessa, ovviamente da Granny.
Henry le toccava le manine, rapito da quanto fossero piccole. Uncino non lasciava Emma libera dal suo abbraccio, ma lei non aveva voglia di separarsene. Il Principe Azzurro entrò con Biancaneve e il principe Neal in braccio.  
«Allora? Come stanno mia figlia, suo figlio, sua figlia e suo marito?» chiese sedendosi.  
Erano un gruppo numeroso e l'intera Storybrooke era giunta per conoscere la nuova principessa. Zelina dava la pappa alla piccola Robin seduta al tavolo a fianco al loro.  
David si alzò e chiese l'attenzione di tutti.  
«Oggi, nostra figlia, la Principessa Emma, è qui per annunciare la nuova nata nella famiglia.» 
Emma era arrossita, ma tenne stretta a sé la bambina.  
«Amici, famiglia... Killian ed io abbiamo pensato a lungo al nome da dare alla nostra piccola e abbiamo deciso che doveva essere un nome che comprendesse entrambi i nostri mondi. La magia e il mare. Per questo vi presento la Principessa Malìa.» esplosero gli applausi e Regina prese una manina della piccola.  
«Ciao, Malìa.»  
Zelina si avvicinò sorridente.  
«Perché Malìa riunisce i vostri mondi?» chiese guardando il fagottino rosa in braccio ad Emma.  
«Malia significa mare calmo, in hawaiano, mentre una malia è una magia, un incantesimo.» spiegò lei.  
 
Emma stava mettendo Malìa nella culla. La guardava con amore e dolcezza.  
Killian era appoggiato alla porta con le braccia conserte. Stava godendo la vista delle due cose più belle che gli avesse donato la vita. Il suo amore e il loro frutto.  
«Emma...» le disse quando lei uscì voglio chiederti una cosa.» lei lo scrutava «Vorrei che mi tirassi fuori il cuore dal petto.» 
«Perché?» 
«Fallo per me. Ti prego.» 
Emma ubbidì molto dubbiosa. Il cuore di suo marito non era mai stato così luminoso e lui sorrise.  
«Lo vedi? Siete state voi. Era oscuro e ho cercato di diventare un eroe, ma tu mi hai dato molto di più. Mi hai dato il tuo amore e, insieme a Malìa, mi hai liberato da tutta quell'oscurità.»  
Emma rimise il cuore al suo posto e si avvicinò al marito, gli accarezzò il volto.  
«Se non fosse per te, sarei ancora a New York. Tu sei la mia salvezza, Killian Jones.» 
«Allora è una fortuna che tu mia abbia sposato, signora Jones.»  
Si sorrisero vicinissimi. Le loro labbra s'incontrarono e ogni volta, come ogni volta, sembrava la prima.  
Questo era il Vero Amore. Quello che non si stanca mai di amare, quello che perdona, quello che crede. Quello che sa amare.


*Ultimo capitolo di questa ff! Ho deciso di regalare a Tremotino la redenzione, perché ha sofferto troppo e, nella serie, non hanno mai smesso di negargli la felicità. La scelta del nome della piccola Malìa è venuto, invece, dal fatto che Hope è un nome trito e ritrito in molte serie tv e film (in Xena era la figlia di Olimpia, in Beautiful è un personaggio nato parecchi anni fa...). Insomma, non mi piaceva che avessero fatto una scelta così scontata, quindi ho trovato un nome che fosse adatto a entrambi i genitori.
Ovviamente la storia non è terminata, perché dobbiamo ancora capire chi sono le altre due figure nella visione di Killian, ma per ora avranno un po' di pace... fino al prossimo racconto della serie "Il Vero Amore è sempre la risposta".
Vi è piaciuto come ho sviluppato la trama?
Frollo è stato un nemico difficile, ma la piccola Malìa lo ha sconfitto mentre nasceva!

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