nessuna luce nei nostri occhi

di lunadivergente21dw
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** quinto capitolo ***
Capitolo 6: *** sesto capitolo ***
Capitolo 7: *** settimo capitolo ***
Capitolo 8: *** ottavo capitolo ***
Capitolo 9: *** nono capitolo ***
Capitolo 10: *** decimo capitolo ***
Capitolo 11: *** undicesimo capitolo ***
Capitolo 12: *** dodicesimo capitolo ***
Capitolo 13: *** tredicesimo capitolo ***
Capitolo 14: *** quattordicesimo capitolo ***
Capitolo 15: *** quindicesimo capitolo ***
Capitolo 16: *** sedicesimo capitolo ***
Capitolo 17: *** diciassettesimo capitolo ***
Capitolo 18: *** diciottesimo capitolo ***
Capitolo 19: *** diciannovesimo capitolo ***
Capitolo 20: *** ventesimo capitolo ***
Capitolo 21: *** ventunesimo capitolo ***
Capitolo 22: *** ventiduesimo capitolo ***
Capitolo 23: *** ventitreesimo capitolo ***
Capitolo 24: *** ventiquattresimo capitolo ***
Capitolo 25: *** venticinquesimo capitolo ***
Capitolo 26: *** Di danze e oceani ***
Capitolo 27: *** Speciale di Halloween ***
Capitolo 28: *** Spirito natalizio ***
Capitolo 29: *** Fantasmi dal passato ***
Capitolo 30: *** Fantasmi dal passato pt. 2 ***
Capitolo 31: *** Vecchie storie e nuovi incontri ***
Capitolo 32: *** Recuperare il tempo perduto ***



Capitolo 1
*** primo capitolo ***


Un'ape era entrata in classe, gironzolava qui e lì senza una destinazione precisa ma una cosa era certa: osservarla mentra si posava sullo scialle di un'ignara compagna era decisamente meglio che seguire la lezione di diritto sociale.
-Frosin?-
La compagna si spostò leggermente e l'ape spiccò il volo all'improvviso andando a sbattere contro la testa di un'altra compagna, la quale emise un gridolino facendo scoppiare a ridere Amelia.
-Frosin??- Amelia si raddrizzò all'improvviso quando notò il professore in piedi davanti al suo banco.
-Sì?-
-Ci stiamo divertendo?-
-Le sue lezioni sono sempre molto stimolanti in effetti- la ragazza si aggiustò una ciocca di capelli dietro l'orecchio mordendosi la lingua.
Pensare a lui la faceva sempre diventare più sarcastica di quanto fosse in realtà.
Lui.
Una risata fu la risposta del professore, accompagnata da una delle sue solite battutine sugli amori adolescenziali, che Amelia ignorò prontamente.
Il cosiddetto lui era solamente il "genio, miliardario, playboy, filantropo" più famoso del mondo.
I giornali non parlavano d'altro, l'attentato alla riunione sugli accordi di Sokovia.
Amelia non riusciva a pensare ad altro, chissà se Tony stava bene...
Tony...
Non lo vedeva da quando aveva cominciato la prima superiore, certo continuava a mandarle regali per Natale e compleanni, ma da quando tutta la storia degli Avengers era iniziata lei non era più ruscita a vederlo.
Solo qualche messaggio, l'ultima videochiamata la scorsa estate.
La ragazza sorrise al ricordo:

 
Per stare un po' tranquilla era andata in camera e mentre gli spiegava la trama del libro che stava leggendo, Tony strabuzzò gli occhi.
-Hey ragazzina, quello è un poster di Captain America?? Sono immensamente offeso.-
Amelia si girò per guardare il poster e sorrise. -Pensavo foste grandi amici-
-Sì.... È un tipo a posto, dice un sacco di parolacce però... Una cosa vergognosa.- Commentò lui con la solita finta espressione tranquilla che fece aòzare gli occhi al cielo ad Amelia.
-Perché non riesco a crederti Tony?-
Gli occhi color cioccolato dell'uomo erano ancora posati sul poster. -Perchè stai diventando un'adolescente ingrata. rima sostituisci il tuo eroe con un tipo in calzamaglia, poi osi non credermi. Eri una bambina così dolce e simpatica una volta... - così dicendo scosse la testa, portandosi una mano al "cuore" per cercare di farla sentire in colpa.
-Hey! Sono ancora simpatica! E poi...- Amelia spostò leggermente il computer così che Tony potesse vedere la loro foto incorniciata. -Certo, non è autografata e su internet non vale niente... Ma per me non ha prezzo.-
Tony rimase sorpreso dalle sue parole, stava per rispondere con qualcosa di altrettanto dolce alla ragazzina che aveva visto crescere e che ormai vedeva come una figlia quando l'immagine sullo schermo cambiò di nuovo e si ritrovò ad osservare lo zoom del poster di Captain America.
Così alzò gli occhi al cielo.
-Ma devi ammettere che Steve Rogers è un gran...-
-Non hai ancora il permesso di interessarti ai ragazzi!- esclsmò lui con agitazione mentre l'immagine tornava sulla ragazza.
-Lo sai che ho diciotto anni, vero?-
-Amelia Frosin Stark. Se con questo vuoi dirmi che hai il ragazzo, dovrò venire immediatamente in Italia e portarmi dietro Hulk per presentarlo al fortunato.-
Amelia sorrise con sguardo malinconico. -Ti risponderei di sì solo per vederti... E per vedere Hulk ovviamente- aggiunse poi con una mezza risata.
L'espressione di Tony si intenerì. -Mi dispiace, in questo periodo sono così impegnato... Vorrei venire subito lì per vedere quanto sei cresciuta ma...-
-Non importa, so che sei impegnato Tony.- Amelia sorrise per tranquillizzarlo quando vide l'espressione dispiaciuta che aveva assunto. -Potrei venire io date magari...- continuò con aria speranzosa.
-Quando finirai la scuola.-
-SI!!!!- Nell'esultare cadde dal letto, facendo scoppiare a ridere entrambi.

 
Amelia sospirò e cercò di seguire il resto della lezione senza grandi risultati.
All'una in punto la campanella suonò per la gioia di tutti gli studenti, avevano qualche giorno di vacanza a causa di uno strano sciopero comunicato la mattina stessa, cosa mai successa prima ma nessuno se ne lamentò, anzi.
Amelia si infilò nella giacca a vento verde ormai consumata, non ricordava nemmeno quando aveva iniziato a portarla, l'aveva trovata in un vecchio armadio e fatta sua.
Raccolse i lunghi capelli castani in uno chignon basso fatto alla bell'e meglio per poi indossare il capello da baseball nero e seguire alcuni suoi compagni fuori dalla classe.
Mentre veniva spintonata dalla folla di ragazzi, Ilenia sbucò fuori dal nulla e le cinse le spalle con un braccio.
-Esci dall'entrata principale?-
Amelia alzò gli occhi al cielo per poi controllare l'ora.
Ogni giorno la stessa storia, Ilenia cercava sempre di farle perdere tempo quando poteva uscire dal retro e salire sul bus in tempo.
-Oh andiamo, hai ancora venticinque minuti. Per favoooooooreeeeeeee- Ilenia esibì i migliori occhioni dolci e il più convincente broncio di cui era capace, finendo per far sorridere Amelia.
-Se lo perdo ancora una volta per colpa tua, giuro che...-
-Devo mangiare da sola la tavoletta di cioccolato alle nocciole che ho in tasca?- chiese l'altra alzando un sopracciglio, al che Amelia sorrise e la prese per mano per poi correre verso l'uscita.
-Non vorrai farti rimproverare da Te-rex!- esclamò Ilenia, rallentando all'improvviso quando entrarono nel raggio d'azione della bidella più cattiva della scuola, Teresa.
Gentilmente soprannominata Te-rex dala due.
La suddetta non risparmiò loro il solito sguardo truce, il che causò uno scoppio di risate dalla due.
Come ogni giorno andarono a sedersi sul marciapiede e attaccarono il cioccolato mentre si raccontavano la giornata; la chiacchierata continuò finché Amelia non notò qualcuno,
-Hey Eddy!- la ragazza si sbracciò per poi ricevere una gomitata sulle costole dall'amica. -Ahio! È così che mi ringrazi??-
-Non serve chiamarlo ogni volta che lo vedi!-
-Infatti, questo dovresti farlo tu visto che è l'amore della tua vita.- Amy sogghignò vedendo l'amica arrossire.
-Hey ragazze- Eddy (diminutivo di Edoardo) regalò un sorriso smagliante alle due, anche se Amelia sospettava che fosse rivolto più a Ilenia, il che la fece sogghignare ancor di più.
-Sempre sull'azzurro, eh?- commentò indicando i capelli del ragazzo.
-S', ormai sono un segno distintivo.-
-Ti donano in effetti- Ilenia diventò rossa come una fragola quando si rese conto di quel che aveva detto.
-Grazie- Eddy sembrava più sorridente che mai. -Forte! Hai la maglia del mio libro preferito!-
Mentre i due parlavano, Amelia si guardò con una strana sensazione, si sentiva osservata.
Il suo sguardo vagò a lungo, ma alla fine la notò.
In mezzo alle macchine che aspettavano i figli ce n'era una in particolare che attirò l'attenzione di Amelia.
Una macchina nera, dai finestrini oscurati.
Ad un tratto il finestrino posteriore cominciò ad andare su e giù, Amy si immaginò un bambino annoiato che giocava con la manovella del finestrino mentre attendeva i fratelli più grandi insieme alla mamma o al papà, ma poi lo vide...
Il finestrino si fermò rimanendo a metà percorso, così da permettere alla ragazza di scorgere il sorriso stanco dell'unica persona a conoscenza del suo segreto e per un momento la sua mente tornò nel passato, al luogo che invadeva ancora i suoi incubi.
 
 
 
 
 
 


 
 
_Angolo autrice
Beh, che dire... Un giorno le mie fantasie sull'universo Marvel si sono spinte troppo in là, quindi vi beccate questa fan fiction.
MUAHAHAH
Comunque, Amelia sta per attraversare una serie di avventure (sfortunati eventi, eheheh), alcune belle e alcune meno belle... Come è giusto che sia.
Dunque, se vi siete presi del tempo per leggere questa storia vi ringrazio e se avete voglio lasciate  un commento!
Oppure no, non posso dirvi cosa fare.
Tanto so già che nessuno si filerà questa storia a parte il mio Cupcake dolcissimo.
Detto questo, torno nel mio palazzo mentale.. 
Alla prossima! :3

P.s. I prossimi capitoli saranno più lunghi, promesso.

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***


Il finestrino si fermò rimanendo a metà percorso, così da permettere alla ragazza di scorgere il sorriso stanco dell'unica persona che conosceva il suo segreto e per un momento la sua mente tornò nel passato, al luogo che invadeva ancora i suoi incubi.

 

Dieci anni prima

Non sapeva nemmeno come fosse arrivata in quel posto dimenticato da Dio.

Ricordava di essersi allontanata un attimo dai suoi compagni di classe per andare a bere alla fontanella nell'angolo del parco.

Mentre prendeva qualche sorso d'acqua qualcuno la afferrò da dietro, cercò di dimenarsi ma la presa era troppo forte, lanciò uno sguardo disperato verso le sue maestre e tentò di urlare ma qualcuno le aveva messo un pezzo di stoffa sulla bocca e l'ultima cosa che vide fu una figura scura che le si parava davanti mentre la persona che la teneva la trascinava via, poi tutto diventò nero.

Si era svegliata in una strana stanza con le pareti di roccia, solo dopo un'attenta osservazione si accorse che si trovava in una vera e propria caverna, era stesa su una brandina alquanto scomoda, lì a fianco c'era un tavolino e Amelia si ritrovò a pensare che era in piedi per miracolo dato che le gambe sembravano tutte di lunghezza diversa, piegava tutto da una parte, fece per afferrare il bicchiere d'acqua sopra di esso ma si accorse di avere una flebo attaccata al braccio e rabbrividì, aveva sempre odiato gli aghi.

Mentre cercava di capire cosa stesse succedendo, alcuni uomini con delle bandane che coprivano il viso dal naso in giù entrarono nella strana stanza e Amelia si rizzò a sedere, lo sguardo le cadde subito sui fucili che tenevano stretti, puntati contro di lei.

Un uomo alto e imponente entrò dopo di loro, era calvo, i tratti del viso duri e pronunciati, le sorrise.

-Allora bambina, andiamo subito al sodo. Tu hai un segreto che ci può tornare utile.-

Lei strabuzzò gli occhi, era impossibile. Nessuno sapeva il suo segreto, era sempre stata così attenta...

-Perchè non ci mostri quello che sai fare?- il suo accento era molto strano, duro e marchiato, la bambina cerco di indietreggiare raggomitolandosi contro il muro.

-Se non collabori non ti piacerà quello che ti faremo- continuò l'uomo con lo stesso sorriso vuoto che aveva quando era entrato.

Amelia chiuse gli occhi, doveva usarlo ora ma così facendo avrebbe mostrato loro il suo segreto.

Mentre cercava di fare mente locale uno dei due uomini la strattonò per il braccio, Amelia alzò la testa di scatto e dalle sue mani proruppe una nebbiolina azzurra che spedì l'uomo armato contro il muro, ricoperto di ghiaccio.

La bambina si guardò le mani sorpresa, era sempre riuscita a far comparire il ghiaccio dal nulla, era sempre stato il suo piccolo segreto, non voleva che gli altri pensassero che fosse strana, o peggio, un mostro.

Ora che aveva ferito qualcuno si ritrovò a pensare di essere davvero un mostro, non era affatto normale.

Sentì una risata e si girò verso l'uomo calvo, stava applaudendo. -Ottimo, davvero ottimo. Ci sarai di grande aiuto bambina.- dicendo questo uscì seguito dagli altri due uomini, quello attaccato poco prima da Amelia la guardò male mentre si faceva aiutare dal collega per camminare, i vestiti ancora ricoperti di ghiaccio.

La bambina rabbrividì e cominciò a piangere quando la porta sbattè lasciandola di nuovo sola in quella strana stanza umida e soffocante, sommersa da mille domande.

Da quanti giorni era in quel posto?

I suoi genitori la stavano cercando?

Cos'erano quelle continue esplosioni che facevano tremare le pareti?

Dopo ore di singhiozzi Amelia si sdraiò di nuovo sulla branda, Morfeo la prese per mano, accompagnandola in un sonno con strani visioni di uomini senza volto.

I giorni seguenti furono tutti uguali, l'uomo calvo la costringeva a mostrarle tutto quello che poteva fare con i suoi poteri, minacciandola di fare del male ai suoi se non avesse collaborato.

Alla minaccia riguardante i genitori, la bambina si arrese ad ogni forma di ribellione e cominciò a fare tutto quello che l'uomo le chiedeva.

Non riusciva a capire quanti giorni stessero passando, era sempre chiusa in quella cava buia, illuminata solo da una lampadina sopra la porta, la sua luce era flebile e rendeva la stanza ancora più inquietante di quanto fosse in realtà.

Un giorno accadde una cosa strana, erano ore che l'uomo la costringeva a colpire dei bersagli mobili e Amelia era esausta, non riusciva più a stare lì dentro, aveva bisogno di uscire e all'ennesimo ordine scoppiò.

-BASTA!!!- l'urlo della bambina sorprese l'uomo dato che non aveva proferito parola da quando l'avevano rapita, ma quello che lo colpì di più fu la scia di fuoco che dalle mani di Amelia si fece strada verso di lui.

Si tolse dalla traiettoria della ragazzina sdraiandosi a terra, quando alzò lo sguardo la vide mentre fissava impaurita qualcosa dietro di lui, si girò e vide un enorme varco sulla parete, le fiamme ancora sparse qui e lì.

-Dovrei farti arrabbiare più spesso se questo è il risultato- così dicendo l'uomo scoppiò a ridere.

Amelia guardò le proprie mani, poi l'uomo, diversi pensieri le passarono per la testa, come era riuscita a produrre del fuoco?

Era terrorizzata da se stessa ma in un modo o nell'altro riuscì a muovere le gambe, l'uomo era ancora sdraiato a terra ad ammirare il varco nella parete, era il momento giusto.

Dalle sue dita si formò una nebbiolina azzurra, la indirizzò verso di lui in modo da congelargli braccia e gambe a terra, poi corse via, fuori dal varco, inoltrandosi in una galleria della caverna.

Prese vari tunnel, non riusciva a trovare un senso logico in quelle vie e si sentiva sempre più debole.

All'improvviso si ritrovò davanti degli uomini armati, puntavano i fucili contro due uomini che camminavano davanti a loro.

Uno dei due era alto e portava degli occhiali, l'altro era più basso e aveva qualcosa di strano al petto.

Sembravano tutti sorpresi di vedere lì una bambina, l'aria spaventata, gli occhi castani spalancati e colmi di paura.

Amelia fece per tornare indietro ma altri uomini stavano correndo nella sua direzione, sospirò e tese le braccia tremanti verso di loro per poi chiudere gli occhi.

Si sentì attraversare da una scarica elettrica che le percorse tutto il corpo, si concentrò e la liberò, la sentì attraverso le sue braccia e la forza del suo potere oltre che mandare a terra gli uomini che correvano verso di lei, la fece volare all'indietro, finendo lunga distesa sul pavimento di roccia.

Emise un gemito di dolore mentre il colpo le mozzava il fiato, chiuse gli occhi e pensò a suo padre e a sua madre, doveva tornare da loro al più presto e pregò il cielo di aiutarla.

"Se c'è davvero qualcuno lassù, aiutami per favore..." si portò una mano al viso e lo sentì umido, non si era nemmeno accorta di aver cominciato a piangere ma non osò aprire gli occhi, qualcuno si era inginocchiato accanto a lei, si preparò ad essere strattonata con violenza, come facevano tutti da quando era piombata in quel posto infernale.

Ma non c'era nessuna traccia di violenza nella mano che le sfiorò il viso, probabilmente quella fu la carezza più prudente e delicata che avesse mai ricevuto.

Aprì piano gli occhi e il suo sguardo incontrò un viso preoccupato, era l'uomo con la strana cosa al petto, gli uomini dietro di loro gli stavano urlando qualcosa ma lui continuò a guardarla e le chiese qualcosa con voce calma.

Amelia sbattè le palpebre un paio di volte prima di rendersi conto che parlava inglese, capendo che la sua domanda era "Stai bene?" annuì piano e cerco di alzarsi ma si accorse di essere troppo stanca e crollò di nuovo a terra.

L'uomo la prese delicatamente in braccio, per un momento i loro sguardi si incrociarono, Amy osservò gli occhi color cioccolato che aveva davanti e per la prima volta da quando era arrivata lì si sentì al sicuro, così affondò il viso sulla spalla dello sconosciuto dagli occhi gentili e la stanchezza la travolse, facendola scivolare in un sonno profondo.

 

Si svegliò sentendo colpi di martello su qualcosa di metallico, aprì gli occhi piano e si drizzò a sedere vedendo qualcosa di grande e spaventoso nell'angolo.

Sembrava un enorme robot e lì a fianco c'erano i due uomini incontrati prima, quello con la cosa luminosa al petto si accorse che era sveglia e posò il martello per andare ad inginocchiarsi accanto a lei.

Anche l'uomo con gli occhiali la guardò, ma vedendo che lei evitava il suo sguardo, tornò a lavorare su quel coso.

Amelia incontrò di nuovo quegli occhi gentili e smise di tremare.

L'uomo le stava parlando ma stavolta la bambina non capì quello che diceva, andava troppo veloce, così Amelia si guardò in giro, come se in quella stanza, ancor più deprimente di quella in cui era stata prima, ci fosse qualche risposta.

Poi abbassò lo sguardo sulle proprie mani.

-Non capisco...- mormorò con la voce roca, si portò una mano alla gola per poi vedersi offrire un po' d'acqua dall'uomo.

Lei prese il bicchiere e trangugiò l'acqua in un sorso anche se era calda e sapeva di metallo.

-Sei italiana?-

Lei lo guardò sorpresa e annuì.

-Io mi chiamo Tony- le sorrise, poi indicò l'altro uomo. -Lui è Yinsen-

Amelia spostò lo sguardo dall'uno all'altro per poi guardare di nuovo lo strano robot.

Tony seguì il suo sguardo e si avvicinò di più. -Lo sai tenere un segreto?- quando lei annuì proseguì. -Entrerò in quell'armatura per tirarci fuori di qui, tu dovrai rimanere dietro di me, pensi di farcela?-

Lei annuì.

-Okay, dobbiamo ancora finirla, ma gli uomini là fuori non devono scoprirci, va bene?-

La bambina annuì nuovamente tenendo lo sguardo basso e quando Tony fece per alzarsi gli prese la mano.

-Amelia- sussurrò rialzando lo sguardo su di lui.

Tony sorrise e le prese le mani tra le sue. -I tuoi genitori devono essere delle persone molto intelligenti se hanno scelto un nome così bello per la loro bambina, me li presenterai?-

Lei sorrise e annuì, le parole di Tony la avevano riempita con nuove speranze, in qualche modo sapeva che li avrebbe davvero tirati fuori da lì.

Per tutto il giorno osservò i due mentre ultimavano la loro opera, non aveva più visto gli uomini con le maschere nè l'uomo calvo, probabilmente avevano paura di lei ora, questo pensiero la divertiva e al contempo preoccupava.

Se loro avevano paura di lei, avrebbero dovuto averne tutti.

Poi guardò Tony, lui l'aveva vista usare i suoi poteri ma era andato comunque in suo soccorso e le era grata per questo.

Si passò una mano tra i capelli annodati e sorrise al pensiero che una volta tornata a casa la madre le avrebbe fatto una bella treccia e suo padre molto probabilmente le avrebbe preparato una montagna di pizzette.

Scosse la testa e tornò a guardare davanti a sè, ora Yinsen stava aiutando Tony ad indossare l'armatura e lil piccolo sportello in mezzo alla porta si aprì mostrando gli occhi di un uomo, il quale cominciò ad urlare qualcosa.

Tony la guardò -Vieni qui Amy, posso chiamarti Amy?- lei annuì e andò accanto a lui. -Voglio che tu rimanga dietro di me per tutto il tempo, okay?-

Amelia annuì piano mentre osservava l'armatura, era enorme.

-Probabilmente dovrò fare male a qualcuno perchè...- Tony non sapeva come spiegare la situazione alla ragazzina e Amelia si accigliò.

-Sei obbligato a far loro del male perchè sono cattivi- disse fermamente lei.

Tony la guardò sorpreso e annuì. -Non devi spaventarti quando succederà, okay?-

Amelia era confusa.

Se lui non aveva paura dei suoi poteri perchè lei avrebbe dovuto aver paura di lui?

-Posso aiutarvi, avete visto di cosa sono capace- annunciò mentre cominciava a sentire dei colpi alla porta.

Tony le sorrise gentilmente. -Sì, è forte quello che hai fatto ma ti è costato molta energia, hai dormito per due giorni. Lascia fare a noi stavolta-

La bambina lo guardò sorpresa. -Due giorni?-

Lui sorrise divertito, stava per risponderle quando la porta si spalancò all'improvviso.

Yinsen la spinse indietro e sentì un'esplosione, si coprì le orecchie e chiuse gli occhi per qualche secondo, poi, quando tornò il silenzio guardò oltre l'armatura di Tony e la vista degli uomini per terra le bloccò il respiro.

Sentì i due discutere animatamente poi vide Yinsen prendere il mitra di uno degli uomini per terra, indicò Tony e lei dicendo qualcosa per poi correre fuori.

-Dove va?- sussurrò Amelia.

-Ci fa strada, poi torna. Quando la barra del computer sara al 100% andremo anche noi- Tony la guardò. -Riesci a formare una barriera con i tuoi poteri? Per proteggerti da eventuali proiettili?-

Amelia si immaginò una barriera davanti a sè e tese le mani tremanti in avanti.

In un batter d'occhio una barriera di un azzurro quasi trasparente si formò davanti a lei.

-Perfetto- Tony sorrise. -Devi tenerla finchè non saremo al sicuro, quando saremo fuori ti arrampicherai su di me e ce ne andremo, hai capito?-

La bambina abbassò le mani annuendo, sentiva delle voci avvicinarsi sempre più, guardò verso il computer proprio nel momento in cui la barra raggiungeva il 100% e la luce se ne andava.

Gli uomini che li avevano raggiunti cominciarono a sparare e sentì Tony muoversi accanto a lei per rispondere al fuoco.

Due secondi dopo erano di nuovo nel tunnel, Amelia aveva fatto riapparire la barriera davanti a sè e Tony continuava a sparare a destra e a manca.

Camminarono per diversi minuti evitando spari, Amy si sorprese nel vedere la luce del sole in fondo al tunnel, così sorrise.

Il suo sorriso si capovolse subito quando vide dove stava andando Tony, Yinsen era sdraiato in un angolo e indicava l'uscita, Amelia seguì il suo sguardo e notò l'uomo calvo davanti all'uscita, spinse la sua barriera verso di lui facendolo volare all'indietro quando anche Tony gli sparò.

Guardò Yinsen, parlava con Tony e Amelia capì quel che stava per succedere, si girò dall'altra parte mentre le lacrime cominciavano a rigarle le guance e strinse forte i pugni.

Tony le fu davanti qualche minuto dopo, si era tolto la maschera e la guardava preoccupato.

-So che ti chiedo molto ma dovrai tenere duro ancora per poco, ora usciremo e non permetterò a nessuno di farti del male-

Amelia lo guardò seria. -Non devono farne nemmeno a te.-

Tony annuì con un leggero sorriso e si rimise la maschera, poi uscì.

Amelia lo seguì quando non sentì più spari, vedeva fuoco ovunque e sentì lo sguardo di Tony attraverso la maschera, si ricordò di quel che le aveva detto prima e si arrampicò sulla sua schiena, stringendosi forte.

Due secondi dopo erano in aria e Amelia chiuse gli occhi, l'armatura era bollente e lei la raffreddò con i suoi poteri, sentì un'esplosione sotto di loro così guardò giù, ma vide solo fumo.

-Ce l'abbiamo fatta ragazzina, ora siam...- le parole di Tony si fermarono di colpo quando pezzi dell'armatura cominciarono a volare via.

-Tony?- Amelia guardò pezzo dopo pezzo prendere il volo e pochi secondi dopo perse la presa. -TONY!!!-

Guardò Tony precipitare sempre più in fretta mentre il panico si impadroniva di lei, stava cadendo a testa in giù e tese le braccia verso il suolo, poi notò una nebbia azzurra sprigionarsi dalle sue mani e si accorse che stava rallentando.

Sorrise per qualche secondo poi vide Tony al suolo e si sentì stringere il cuore.

Quando toccò terra corse subito verso di lui.

-Tony!?-

Si inginocchiò accanto all'armatura e pregò che le rispondesse.

Subito dopo Tony si tolse la maschera con un'espressione preoccupata e la scrutò dalla testa a piedi. -Stai bene Amy??-

Amelia sorrise e lo abbracciò forte ringraziando il cielo. -Ti prego non fare mai più una cosa del genere-

-Ci proverò ragazzina- lui sorrise e la strinse forte mentre si alzava in piedi. -Ora andiamo-

Amelia non capì mai quanto camminarono prima che l'elicottero li trovasse, ricordava solo di aver stretto forte il braccio di Tony per tutto il tempo, non voleva che nessuno la toccasse così lui fu obbligato a medicarla seguendo le istruzioni degli infermieri.

Non gli lasciò il braccio finchè non la riportò dai suoi genitori e da quel momento in poi si assicurò che lo sconosciuto dagli occhi gentili non uscisse mai dalla sua vita.

 

 

-Amy?? Amelia Frosin! Cosa stai guardando? Scusala, a volte fa così...- Amelia battè un paio di volte gli occhi e spostò lo sguardo da Tony ad Ilenia, ritornando alla realtà.

-Allora? Ci stai?- le chiese Amelia con uno sguardo che implorava una risposta affermativa.

-Certo, sì. Quando?-

-Domani pomeriggio, ci troviamo davanti al cinema. Okay?-

-Okay, sì- Amy sorrise.

-Alla grande, il film sarà fantastico!- Eddy sorrise e si morse il labbro guardando Ilenia. -Ile, ti va se... Magari... Posso accompagnarti a casa se...-

-Le piacerebbe molto- rispose prontamente Amy mentre tirava fuori il telefono.

 

10 messaggi da Uomo di latta:

"So che è improvvisato ma... Ti aspetto fuori scuola, ho parcheggiato vicino al cancello." 12.34

 

"Finalmente la campanella... Non usi il telefono in classe? Com'è diligente la mia ragazza!" 13.00

 

"Sei tu la ragazza col cappello nero? Oh mio Dio sei cresciuta tantissimo!" 13.05

 

"La macchina con i finestrini oscurati. Mi lasci un pezzo di quel cioccolato che state mangiando? Sembra delizioso" 13.06

 

"Come non detto, lo avete finito. Vuoi guardare quel benedetto telefono sì o no?" 13.11

 

"Chi è quel tipo coi capelli azzurri?" 13.14

 

"Di certo è meno interessante di me, quindi guarda i miei messaggi" 13.15

 

"Brava, guarda la macchina." 13.18

 

"Sei davvero grande, com'è potuto succedere?" 13.19

 

"Non ti incantare ti prego, lo so che mi hai visto. Non ho tutto il giorno" 13.25

 

Amelia scosse la testa e alzò lo sguardo su Eddy e Ilenia. -Andate, su.- così dicendo diede loro una spinta di incoraggiamento e corse dietro l'angolo, odiava dover mentire alla sua migliore amica ma aveva un brutto presentimento.

Sorrise vedendo i due parlare mentre si allontanavano e quando sparirono alla vista corse verso la macchina con un misto di gioia e preoccupazione.





_"Angolo autrice"
E rieccoci! 
Esatto, mi sono collegata al primo Iron man, ma dal prossimo torniamo al periodo di civil war.
Mi ero dimenticata di dirvi che non mi collegherò a infinity war perchè è un capitolo troppo doloroso per me (e anche per voi scommetto) e visto che parliamo di infinity war... Su questo account non ci saranno spoiler di endgame, lo giuro.
Grazie a tutti quelli che si sono fermati per leggere la mia storia e grazie al mio cupcake che è sempre magnifantastica

 

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Capitolo 3
*** terzo capitolo ***


Amelia aprì la portiera posteriore e ci si fiondò dentro, direttamente tra le braccia di Tony.
-Cosa diamine ci fai qui??? Pensavo fossi… Oh santo cielo Tony, cosa succede? Ho letto i giornali e... Cosa ci fai qui???-
Tony sorrise e la strinse forte a sé.
-Mi dispiace ragazzina, è che…-
-E lui chi è?- Amelia sciolse l'abbraccio e cercò di ricomporsi, ma come risultato la sua testa andò a sbattere contro il finestrino. -Ahio…- si maledì mentamente e guardò il ragazzo seduto accanto a Tony mentre la macchina partiva.
Sembrava più giovane di lei di qualche anno, spostò lo sguardo da lui a Tony confusa.
-Amelia, Peter. Peter, Amelia.-
Peter le fece un sorriso cordiale e Amelia lo ricambiò per poi portarsi una mano alla testa, si sentì improvvisamente strana.
-Amelia, ascoltami bene… Ti sto per chiedere un favore enorme ma se non vuoi farlo voglio che tu ti senta libera di dirmi di no, okay?-
Lei annuì, sapendo che avrebbe detto di sì a qualsiasi cosa pur di aiutarlo.
Un paio di occhiaie scure facevano la loro bella figura sul viso dell'uomo e alla ragazza si strinse il cuore.
Da quanto non dormiva?
-Tu... Hai continuato ad usare i tuoi poteri?-
Amy annuì e sorrise. -Riesco a produrre un campo di forza indistruttibile e in più ricopre una buona distanza-
Tony le sorrise ma la preoccupazione non abbandonò il suo viso.
-Tony... Cosa succede?-
-Non vorrei chiedertelo ma mi serve tutto l'aiuto possibile… Tu e Peter vi guarderete le spalle a vicenda e rimarrete sempre dietro le quinte. Non so ancora cosa abbia in serbo Steve e...-
La ragazza lo guardò confusa. -Steve? Lo stesso Steve del megaposter in camera mia?- 
-Non dirmi che è ancora lì…- Tony sospirò, un sorriso divertito gli illuminò il volto e guardò bene la ragazza. Sto cercando di fargli cambiare idea sugli accordi e...-
-Okay.-
Tony la guardò. -Okay? Amy sei sicura? Se non riusciremo ad arrivare a qualche compromesso le cose potrebbero…-
-Ma tu ti fidi di me, se no non saresti venuto fin qui. E in più stamattina hanno annunciato un qualche sciopero che costringerà la scuola a chiudere per qualche giorno, arrivi proprio al momen… Aspetta…- la ragazza scosse la testa. -Sei stato tu, vero?-
Tony alzò le spalle sorridendo. -Posso rifarlo ogni qualvolta lo vorrai, se hai una verifica o un'interrogazione…-
Amelia scoppiò a ridere. -Avrei preferito ricevere la proposta qualche anno fa, ormai ho solo qualche mese di scuola… Poi posso venire a trovarti a New York e... Happy!- la ragazza si accorse solo in quel momento di chi guidava la macchina.
-Hey ragazzina, sei cresciuta sai?-
-Tu più invecchi più acquisti fascino, non come Tony qui dietro-
-Scusa? Sono l'uomo più sexy del mondo! Non ho ragione Peter?-
-Certo signor Stark, cioè… anche Happy è in gran forma… Insomma, non credo di essere la persona migliore per dare questi giudizi…- Peter guardò fuori dal finestrino nervosamente.
Amelia incontrò lo sguardo di Happy attraverso lo specchietto e sogghignò.
-Non.dirlo. Lo so già, me lo hai detto cinquantamila volte. Lo sopportavo quando avevi nove anni ma ora sei grande e...
-Lo sai che il cane della famiglia di settimo cielo si chiama Happy? Però lui era sempre felice, me lo fai un sorriso Happy? HAAAAAPPYYYY?!?!?- poi Amelia cominciò a canticchiare la sigla della serie tv.
Tony ridacchiò mentre un sorriso cercava di farsi strada sul viso dell'uomo al volante
-Hai fatto sorridere Happy, come hai fatto?- Peter la guardò sorpreso.
Lei volse lo sguardo verso di lui e un'altra strana sensazione la travolse, delle immagini confuse le attraversarono la mente, una in particolare attirò la sua attenzione: una tuta rossa e blu.
"Oh mio Dio, è il tizio dei video che ho visto con Ilenia…"
"Mi chiamano spider-man in realtà… Aspetta… Stiamo comunicando telepaticamente? Mitico! Il signor Stark non voleva dirmi quale fosse il tuo potere"
"Aspetta, cosa?? Pensavo fosse il tuo potere"
I due si guardarono confusi per un bel pezzo finchè la macchina non si fermò.
-Smettetela di guardarvi a quel modo voi due, comincio a sentirmi a disagio. Ragazzina, vai a dire ai tuoi che starai via per qualche giorno, inventati qualcosa, so che sei sempre piena di idee.- così dicendo Tony si sporse per aprirle la portiera. -Fai presto e prendi le cose che ti servono-
Amelia si sorprese di essere arrivata a casa così velocemente ma si affrettò ad uscire. -Dov'è che andiamo a proposito?-
-In Germania-
Amelia corse per la via che conduceva al suo appartamento e salì le scale in un batter d'occhio.
Prima di aprire la porta si fermò, sentì della musica.
Sorrise, riconoscendo la canzone preferita di sua madre ed entrò.
-Mamma, papà? Eccomi, lo so che vi siete annoiati senza di me!-
Suo padre alzò lo sguardo dal computer con aria confusa. -Hey scricciolo, cosa ci fai già qui?-
La testa di sua madre spuntò dalla cucina. -Hey Amy! Non ho ancora preparato niente ma se aspetti qualche minuto io…-
-No, no. Una mia compagna mi sta aspettando in fondo alla strada… Quella di anatomia ci ha dato un progetto all'ultimo minuto e dobbiamo metterci subito a lavoro…- Amelia prese un bel respiro. -Infatti mi ha chiesto di dormire da lei, così possiamo finirlo e continuare la tesina, domani invece vado da Ilenia e probabilmente dormirò lì… Se a voi va bene ovviamente-
Suo padre la guardò nuovamente confuso. -E la scuola?-
-Oh, giusto. Hanno annunciato qualche giorno di sciopero, c'è tutto sul sito della scuola se volete controllare-
Lui ridacchiò. -Mi fido Amy, almeno così potrò lavorare in pace e stasera io e tua madre andremo fuori per una pizza-
-Hey! Volete divertirvi senza di me?- Amelia assunse una finta espressione offesa mentre si dirigeva in camera. -La volevo anch'io la pizza, uffa!- esclamò mentre svuotava lo zaino dai libri per riempirlo con vestiti, spazzolino e scarpe per poi richiuderlo e tornare in salotto.
-Stai attenta, okay? Hai tutto?- chiese sua madre mentre le scioglieva i capelli per farle una treccia, era una cosa che faceva sempre e che Amelia trovava estremamente confortante, così chiuse gli occhi per qualche secondo.
 
"Il signor Stark dice che ci stai mettendo troppo"
"Il signor Stark poteva avvisarmi prima"
"Non pensavo funzionasse, secondo te come riusciamo a farlo?"
"Non ne ho idea Peter…" sospirò predendo lo zaino.
 
-Fai attenzione, okay?- dissero i suoi in contemporanea.
-Certo, anche voi- li abbracciò e fece per uscire. -Mi mancherete, sapete?-
-Oh, lo spero bene- suo padre rise e lei uscì, corse verso la macchina e aprendo la portiera lanciò lo zaino a Tony.
-Deutschland, wir kommen!-
-Mi ero dimenticato che studi tedesco…-
 
***
 
In due ore arrivarono in Germania, durante il viaggio nel jet privato Amelia e Peter parlarono per tutto il tempo, cercando di non farsi sentire da Happy e Tony ma non riuscirono ad arrivare ad una spiegazione plausibile sul perché riuscissero a comunicare telepaticamente.
Tony li lasciò liberi di scorazzare in giro per Berlino fino a  sera, all'inizio Peter fu contento di sapere che Amelia conoscesse un po' di tedesco ma a fine giornata capì che oltre ad alcune frasi, l'unica cosa che sapeva dire perfettamente era "Es tut mir leid, ich bin Fremd hier" (Mi dispiace, sono straniera qui).
Quella sera, all'hotel i due parlarono del più e del meno e scoprirono di avere molti interessi in comune (come la loro ossessione per Harry Potter e Doctor Who) continuavano a fare un gran baccano e costrinsero Happy ad entrare nella stanza almeno una quindicina di volte per rimproverarli, il che li fece divertire ancor di più, alla fine si addormentarono sul divano con pacchetti di caramelle sparsi ovunque.
I sogni di Amelia furono tormentati da un paio d'occhi di un azzurro brillante e profondo, all'inizio pensò che fossero bellissimi ma poi il dolore che portavano la travolsero, facendola sentire responsabile per qualcosa che non aveva fatto.
 
***
 
Il giorno dopo Happy si arrabbiò con Peter perché registrava qualsiasi cosa con il cellulare, poi si arrabbiò con entrambi perché Tony li stava aspettando nell'altra stanza e loro erano in pigiama davanti alla tv intenti a guardare i cartoni di Spongebob in tedesco.
-Quale altra stanza?- domandò Amelia.
Happy sbuffò e aprì una porta, rivelando un soggiorno degno di un hotel di lusso (in effetti erano in un hotel di lusso).
Peter e Amelia rimasero a bocca aperta per poi esclamare all'unisono: -OH MIO DIO PENSAVO FOSSE UN ARMADIO!!!-
Poi si precipitarono nella sala e videro Tony seduto sulla poltrona, intento a leggere qualcosa sul suo telefono.
-Oh eccovi, finalmente. Lo state facendo diventare matto, sapete?- Tony indicò l'altra stanza dove Happy stava brontolando qualcosa. -Peter, la tua tuta- accennò ad una borsa che Peter si apprestò ad aprire per poi rimanere nuovamente a bocca aperta.
-Signor Stark… Questa è... Oh santo cielo, grazie! Io non…-
-Avanti vai a indossarla-
Amelia si fece da parte per non essere travolta dal tornado "OhSantoStarkIoNonCiPossoCredereGrazieSignorStarkIo…" e poi chiuse la porta per andare a sedersi sul bracciolo della poltrona dove era seduto Tony.
-Wow, hai superato te stesso con quel costume-
-Già... E per il tuo…- Tony le porse un passamontagna nero.
Amelia rimase a guardarlo per un minuto buono prima di prenderlo.
-Un... Passamontagna? Sul serio?-
Tony sospirò. -Lo so, è che ho pensato di venirti a prendere all'ultimo momento e questo è stato il meglio che è venuto fuori dal mio cervello-
-Mi sento… Offesa. Molto offesa- Amy lo indossò e guardò Tony. -Mi riconosci?-
-Beh, sì. Ma non credo che gli altri riusciranno a dedurre molto da occhi e labbra-
Lei sorrise e lo abbracciò. -Grazie per aver pensato anche a me uomo di latta-
Tony sorrise. -Sei ancora in tempo per tirarti indietro, lo sai?-
Amelia scosse la testa sorridendo. -Lo so.-

 

 

_Angolo autrice 

Hey genteeeeeee

Questo capitolo è corto, lo ammetto... Ma i miei capitoli non hanno lunghezze standard, alcuni sono lunghi, altri corti.... Sono divergenti, non possono essere controllati *wink wink* 

Non so perché i capitoli si vedano in corsivo ma cercherò di rimediare in qualche modo, anche se a *qualcuno* piace molto questo corsivo... Devo ammettere che anche a me piace ma non mi sembra adeguato per la storia quindi vedremo...

Grazie per aver speso qualche minuto del vostro prezioso tempo per leggere questa storia, spero di riuscire a scriverla in modo decente e rendere Amy felice anche se il mio stato d'animo non è dei migliori dopo Endgame... Sì, tranquilli niente spoiler, come promesso.

Nel prossimo capitolo vedremo i nostri idioti preferiti in azione, quindi preparatevi yaaaayyyyy

Okay, questa nota è più lunga del dovuto.

Torno a scrivere che è meglio...

P.s. quanto è dolce Peter Parker? Aka il cinnamon roll di tutti gli Avengers awwwww *si scioglie* (E sì, telepatia)

P.p.s. Dovrei creare una petizione per salvare Happy da quei due...

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Capitolo 4
*** quarto capitolo ***


-Com'è che si chiama l'amico di Cap?- domandò Amy mentre erano in macchina.
-Quello che ha messo la bomba a Vienna? Barnes.-
-Il nome, non il cognome Tony-
-James Buchanan Barnes, contenta? Come mai queste domande comunque?-
-Stavo solo pensando che… Se Captain America lo difende ci sarà un motivo, no?-
A quel punto Tony si girò verso di lei, ignorando Peter che continuava a studiare la sua tuta come una fangirl alle prese con un nuovo libro.
-Amelia, ascoltami bene. Steve crede di avere un motivo per proteggerlo ma è solo troppo coinvolto. Il suo migliore amico di settant'anni fa è sbucato fuori all'improvviso e il fatto che sia un criminale è passato in secondo piano per lui.
Se saremo fortunati riuscirò a convincerlo, per gli accordi e Barnes. Okay?-
Amelia annuì, chiuse gli occhi un secondo e per un attimo rivide gli stessi occhi azzurri che la avevano perseguitata nei sogni della notte passata.
Era come se volessero dirle qualcosa di importante.
-Amy, andiamo- la voce di Peter la fece tornare alla realtà, scosse la testa e scese dalla macchina.
"A volte i sogni sono soltanto sogni." cercò di aggrapparsi a questo pensiero, senza grandi risultati.
Seguì Tony e Peter in un angolo dell'aeroporto. 
-Voi rimanete qui e intervenite solo quando ve lo dico io, okay?-
I due ragazzi annuirono e Tony li lasciò.
Dopo una quindicina di minuti Steve fece la sua comparsa sulla pista, subito raggiunto da Tony e Rhodey.
Amelia alzò gli occhi al cielo quando si accorse che Peter stava registrando tutto… Di nuovo.
-A che serve se tanto non lo puoi mostrare a nessuno?-
-Ne vuoi una copia?-
-Ovvio, che domande sono?- Amy rise  ma smise sentendo Tony.
-Bimbo ragno?!?-
-Guardami le spalle- e in un batter d'occhio Peter era insieme agli altri, lo scudo di Captain America tenuto saldamente mentre si presentava e gli Avengers presenti lo guardavano stranito.
Amelia guardò verso il telefono di Peter. -Devi davvero fare tutta quella conversazione?- fece una pausa, guardò verso il gruppo e indossò il passamontagna. -Quanto darei per vedere la faccia infastidita di Tony…-
La sua attenzione tornò al gruppo che continuava a parlare in mezzo alla pista d'atterraggio, ora lo scudo era tornato a Steve e di fianco a lui  c'era una persona con una strana tuta, Amelia lo guardò confusa, non lo aveva mai visto prima, poi si accorse che Natasha aveva raggiunto Tony e Rhodey.
In un attimo fu tutto più confuso, tutti i presenti cominciarono a muoversi e Amelia trasalì sentendo una voce lì vicino per poi ricordarsi della strana connessione mentale con Peter.
"Passo a prenderti, abbiamo due bersagli all'interno dell'aeroporto."
"Va bene bimbo ragno"
"Hey"
Amelia ridacchiò e corse fuori dal nascondiglio dove Peter la prese al volo.
-Se mi fai cadere ti uccido, lo sai?-
Peter sbuffò. -Per chi mi prendi? Oh guarda- in quel momento passarono davanti alle finestre dell'aeroporto e notarono due figure intente a correre.
-Okay Amy, se ho bisogno ti vengo a prendere- dicendo così la posò sulla vetrata del soffitto.
-Cosa?? No! Vengo anch'io!-
-Scusa, ordini di Stark!- e ancora una volta, Peter scomparve.
Amelia tirò un calcio alla vetrata per la frustrazione e osservò la scena sotto di lei, Peter riusciva a tenere testa ai due senza troppe difficoltà.
Uno dei due, con uno strano braccio metallico, lanciò qualcosa verso Peter.
"Peter smettila di distrarti, a ore tre!-
Il ragazzo prese al volo l'oggetto che si dirigeva verso di lui e lo restituì al suo proprietario. -Hey amico, hai perso qualcosa!-
"Grazie Amy"
"Stai zitto e tirami giù da qui"
Non ricevette risposta e sbuffò, ormai Peter li aveva bloccati a terra con le sue ragnatele ma Amy si accorse che uno dei due, che aveva riconosciuto come Falcon, stava controllando un drone a distanza.
"Peter..." 
Lui non rispose, si guardò intorno ma non vide nulla che potesse aiutarla così sbuffò esasperata e urlò. -E andiamo!-
Alla sua esclamazione qualcosa si formò davanti a lei, ci fu un lampo di luce e davanti a lei apparve una strana aura brillante di forma circolare, la guardò, poi guardò sotto di sé e vide che i tre stavano osservando qualcosa di strano.
Un altro cerchio, identico a quello davanti a sé.
All'inizio pensò ad un ologramma ma poi fece due più due e capì.
Corse verso quella strana cosa e invece di attraversare tutto il tetto di corsa si ritrovò all'interno.
Guardò sopra di sé, dov'era fino a pochi secondi prima, poi si girò e si accorse che lo strano cerchio magico era scomparso.
Si girò di nuovo e notò che Peter, Falcon e l'altro uomo la stavano osservando sorpresi.
-Wow, come diamine ci sei riuscita?- Peter atterrò di fianco a lei.
-Non ne ho la più pallida idea, sul serio.-
Peter stava per dire qualcosa ma poi si accorse che le sue ragnatele non trattenevano più i due uomini.
-Allora, mettiamo le cose in chiaro. Se voi due ci lasciate in pace io e Bucky non vi faremo niente di male, vi regaliamo una caramella se volete- 
Amelia posò lo sguardo sull'uomo con il braccio metallico, delle ciocche di capelli gli incorniciavano il viso e Amelia cercò di trattenere un sorriso.
Allora quello era Bucky, l'amico di Steve.
E sembrava un orsetto.
Amelia ridacchiò piano e Peter le lanciò uno sguardo stranito da sotto la maschera.
-Senti amico, niente di personale ma siamo qui per impressionare il signor Stark-
-Allora non te la prenderai se…- Sam armeggiò con qualcosa sul suo polso e Amy si ricordò del drone, alzò una mano sopra di sé e lo congelò in un secondo, facendolo cadere a terra con un tonfo sordo.
-Ma voi da dove siete spuntati fuori? Dal pianeta strambi?-
-Disse l'uomo piccione- mormorò Amy guadagnandosi uno sguardo glaciale da Sam.
Peter rise. -Siamo del Queens amico, lì sono tutti come noi-
-Insopportabili?- chiesero Sam e Bucky contemporaneamente.
Amelia li fulminò con lo sguardo mentre si preparava ad attaccare. -Okay, questa cosa sta andando sul personale…- prima che qualcuno potesse ribattere Amelia concentrò il suo potere contro Sam, un raggio blu lo colpì in pieno petto spedendolo ad una quindicina di metri di distanza, facendolo precipitare rapidamente al piano di sotto.
-Lo prendo io, tranquilli- così Peter si lanciò verso di lui, ma Sam aveva già ripreso l'equilibrio e i due cominciarono un mini duello tra loro.
Amelia si sfregò le mani cercando di non mostrarsi sorpresa dalla potenza del suo stesso attacco, ma niente passa inosservato al soldato d'inverno. 
-Non sai nemmeno come controllarli, vero?-
Amelia strinse i denti e alzò lo sguardo verso di lui. -Vuoi provare?-
Bucky sorrise leggermente. -Senti, quanti anni avete?- indicò lei e poi Peter. -Quattordici? Quindici? Non voglio battermi con degli adolescenti-
-Potevi pensarci prima di fare saltare in aria le persone presenti agli accordi di Vienna, no? E poi io sono maggiorenne a differenza del ragazzino lì in fondo-
Lui si fece subito serio. -Sono colpevole di molte morti, ma non ero io a Vienna-
Amelia fece per ribattere ma poi sentì la voce di Tony attraverso il ricevitore che portava all'orecchio.
-Ragazzini, tutto bene da voi?-
-Oh sì signor Stark, stavo pensando che nella parte alta della tuta...-
-Va bene bimbo ragno. Ragazza ghiaccio?-
-Alla grande Tony...- mormorò Amelia continuando a studiare l'uomo davanti a lei.
All'improvviso sentì uno schianto e vide Peter volare fuori dalla finestra.
"Stai bene Peter?"
"Oh sì, dammi un minuto..."
Cercò con lo sguardo Falcon ma non lo vedeva da nessuna parte, poi si accorse che qualcuno le stava sfilando il passamontagna dall'alto, sentì i capelli andarle da tutte le parti, si girò giusto in tempo per non mostrare il viso ai due e per vedere il passamontagna volare al piano di sotto.
Con un gesto della mano fece volare all'indietro Bucky e Sam, poi corse verso le scale mobili, doveva ammettere di non essere allenata a correre e sentiva i passi dietro di sé avvicinarsi sempre più, così decise di seguire l'idea malsana che le era venuta.
Guardò il parapetto della scala e prese un respiro profondo.
In fondo l'aveva fatto da un'altezza molto più grande quando aveva otto anni.
Corse verso il parapetto senza pensarci un secondo di più, lo scavalcò e si ritrovò a precipitare da una ventina di metri di altezza.
Perché diamine devono essere così alti questi piani??? Stupidi aeroporti...
Aprì i palmi delle mani verso il basso e pensò intensamente a quello che voleva fare: rallentare la caduta il più possibile.
Sentì che stava scendendo più lentamente e guardo giù, dalle sue mani si diramava l'ormai familiare nebbiolina azzurra che arrivava fino al pavimento, era quasi arrivata e sorrise tra sé e sé.
-Attenta!- con la coda dell'occhio vide Peter ricomparire, stava guardando sopra di lei, poi sentì qualcosa colpirla alla schiena e precipitò a terra, si sentì mancare il fiato e ci mise qualche secondo per rialzarsi.
Dai rumori che sentiva dietro di lei capì che Peter e Sam avevano ricominciato a combattere, poi sentì dei nuovi passi venire verso di lei e cominciò a correre verso il passamontagna cercando di ignorare il sapore di sangue che sentiva in bocca.
Creò uno strato di ghiaccio sotto di sé e scivolò fino alla sua adorata maschera per infilarsela in fretta, poi si girò e senza neanche pensarci scaraventò il suo inseguitore contro la vetrata di un ufficio, mandandola in frantumi.
Bucky si rialzò come se niente fosse e corse verso di lei con un'espressione infastidita, fatto sta che non si accorse dello strato di ghiaccio che ricopriva il pavimento e scivolò, andandole addosso.
Finirono in un angolo, la testa di Amelia colpì in pieno lo spigolo del muro, chiuse gli occhi per un attimo e strinse i denti cercando di ignorare il dolore lancinante che le percorse la testa.
Si concentrò sul proprio respiro e sentì più caldo, scosse la testa.
-Stai bene?-
Riaprì gli occhi e guardò Bucky. -Sul serio?- Notò che un raggio di sole illuminava entrambi e capì da dove proveniva il calore, almeno la botta alla testa non le stava facendo dare i numeri.
-Mi dispiace, cioè in realtà sei stata tu a ricoprire il pavimento di ghiaccio quindi... Teoricamente è colpa tua-
Amelia ridacchiò. -Non dovremmo combattere?-
Lui sospirò. -Non ce la faccio, al massimo avrei combattuto con il ragazzo ragno ma con te...-
-Potrei offendermi- Amy alzò lo sguardo e per la prima volta guardò James Buchanan Barnes negli occhi.
Rimase impietrita. Erano gli stessi occhi azzurri che aveva sognato la notte scorsa.
Doveva essere rimasta immobile per un po' di tempo perché Bucky la stava scuotendo, d'istinto gli strinse la mano e la visione davanti a lei cambiò.
 
 
 
C'erano degli uomini intorno ad un tavolo operatorio, lì sdraiato c'era Bucky, era un po' più giovane e portava i capelli corti, Amelia si ritrovò a sorridere guardando la sua espressione rilassata mentre dormiva, poi si accorse che gli uomini gli stavano installando il braccio metallico e inorridì.

 
La visione cambiò, Bucky era su una sedia, era collegato ad un macchinario e urlava di dolore, quando l'uomo in camice bianco spense il macchinario lui riaprí gli occhi, erano vuoti.
-Soldato?-
-Pronto ad obbedire.-
 
 
Un'altra scena, Bucky era in una specie di congelatore e degli uomini intorno a lui parlavano di come lo avrebbero usato.
Amelia rabbrividì sentendo una frase. -Farà tutto quello che gli chiederete, ditegli di uccidere qualcuno e lo farà senza battere ciglio-
 
 
La scena cambiò un'altra volta ancora, Bucky era seduto su una sedia, lo stesso macchinario che aveva visto prima era lì accanto, non doveva essere passato molto, forse uno o due anni perché i computer non erano più vecchi scatoloni ingombranti.
-Ma io lo conoscevo- stava dicendo Bucky.
E dopo qualche scambio di parole tra un uomo in giacca e cravatta e uno in camice, lo fecero sdraiare di forza sulla sedia e fecero la stessa cosa che gli avevano fatto nella seconda visione.

 
 
Amelia si ritrovò all'improvviso nel presente, davanti a lei Bucky, con gli occhi spalancati e il viso pallido, come se avesse visto un fantasma.
-Lo... Lo hai visto anche tu?- chiese lei e Bucky la guardò senza dire niente.
Amelia si alzò in piedi sentendosi a disagio.  -Io... Mi dispiace, forse Tony non sa tutta la storia e se solo provassi a spiegar...-
-Secondo te saremmo qui se lui ascoltasse?- mormorò lui con voce roca.
La ragazza si morse il labbro, si guardò intorno poi abbassò di nuovo lo sguardo su Bucky e gli porse la mano.
Lui la guardò un attimo incerto, poi la strinse e si alzò.
La guardò pensieroso per qualche secondo poi abbozzò un sorriso. -Sai, tu non vieni dal Queens-
-E cosa ti rende così sicuro?-
-Il tuo accento, non è del Queens... Non è nemmeno americano se è per questo, di dove sei?-
-Segreto professionale, mi dispiace- Amelia sorrise mentre Bucky alzava gli occhi al cielo.
-Dunque tu entri nella testa delle persone ma non racconti niente di te?- Lei alzò le spalle e Bucky sospirò. -Almeno il tuo nome?-
Amy pensò per qualche secondo e mentre apriva la bocca per rispondere sentì la voce di Sam.
-Barnes dove ti sei cacciato? Mi sono appena sbarazzato del ragno, hai fatto con l'altra?-
Bucky guardò per un attimo la ragazza e sorrise. -Sì, arrivo!- poi abbassò la voce. -Cerca di non farti male lì fuori, okay?-
-Se non l'hai notato ho dei poteri fantastici- così dicendo Amelia fece apparire dei fiocchi di neve sopra di loro.
Lui sorrise guardandoli per poi riabbassare lo sguardo sulla ragazza. -Sì, Stark lo sa che non sai controllarli e che hai scoperto di riuscire a fare nuove cose proprio oggi?-
-Scusa, come hai detto? Grazie di avermi risparmiato gentile ragazza che avrebbbe potuto schiacciarmi a terra come una formica? Oh James, non devi ringraziarmi, non ho ancora finito di aiutarti!- Amelia sorrise e corse fuori, lasciando sul viso di Bucky il primo vero sorriso divertito dopo settant'anni. 
 
 
 
 
 
 
_Angolo autrice
 
E rieccoci con un nuovo capitolo!
Mi scuso se non è un granché, non sono molto brava con le scene d'azione ma hey, almeno ci provo.
E sì, gli occhi azzurri appartengono al nostro Buckybear, non a Steve come forse qualcuno avrà pensato eheheheh
Comunque, cercherò di aggiornare una volta a settimana (ripeto: cercherò) per tenervi aggiornati sulle (dis)avventure della nostra Amy.
Vorrei ringraziarvi ancora per aver speso un po' del vostro tempo per aver letto la mia storia, conta davvero molto per me, poi quando vedo che qualcuno aggiunge la mia storia tra le seguite, le preferite o tra le ricordate il mio cuore fa i salti di gioia, siete grandiosi!
*lancia biscotti a tutti perché siete tutti meravigliosi e ve li meritate*
 
E ultimo, ma non per importanza, vorrei fare ancora tanti auguri al mio Cupcake.
Senza di te non avrei mai cominciato a scrivere fan fiction, lo sai bene.
A pensarci bene senza di te non avrei fatto molte cose, grazie per ogni tua parola, per ogni sorriso che mi hai regalato e per tutta la tua magnifantasticenza.
Non sarei niente senza di te e non vedo l'ora di rivederti presto, quindi tanti tanti tanti tantissimi auguri, ti voglio bene (sì, tante galassie inquietanti!)

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Capitolo 5
*** quinto capitolo ***


 
Quando uscì dall'edificio Amelia si guardò intorno, all'improvviso si sentì mancare la terra sotto i piedi e si accorse che Peter l'aveva presa al volo un'altra volta.
-Stark ha detto di andare da lui, non l'hai sentito?-
Lei si porto una mano all'orecchio dove aveva il ricevitore ma non lo trovò, forse lo aveva perso quando Sam le aveva sfilato il passamontagna.
Atterrarono accanto a Tony sulla pista d'atterraggio, gli altri si stavano schierando, la squadra di Cap da una parte e quella di Tony dall'altra.
Quest'ultimo la prese un attimo da parte.
-Devi sempre rispondermi quando chiedo di te, capito? È sangue quello?- la maschera di Iron man si alzò per rivelare il viso preoccupato dell'uomo.
Amelia si tastò il labbro per poi ritrovarsi le dita sporche di sangue.
-Sto bene, tranquillo- gli sorrise. -Scusa, credo di aver perso il ricevitore… Comunque…-
Ma Tony non la stava ascoltando. -Chi è stato a farti male?-
-Oh, sono caduta- il che non era del tutto falso. -Comunque Tony… Penso che tu debba capire meglio la situazione. Lascia da parte gli accordi per un attimo e...-
Ma lui si era girato. -Stai dietro di me ora, non immischiarti se non te lo dico io-
Amelia stava per ribattere ma si accorse che ormai tutti erano impegnati a combattere tra loro, erano sei contro sette, quindi lei rimase indietro come detto da Tony. 
Guardò Natasha e Clint e sorrise notando che entrambi si trattenevano dal dare il massimo, poi lasciò vagare lo sguardo sugli altri, fino a posarsi sul soldato d'inverno.
Stava combattendo con T'challa, strinse i denti quando vide come quest'ultimo ci andava pesante con Bucky.
Si guardò intorno, tutti erano impegnati nella loro mini-guerra, così si avvicino un po' ai due, tese le braccia e sorrise creando uno strato di ghiaccio sotto ai piedi di sua maestà, facendolo scivolare e spedendolo in mezzo a Wanda e Visione.
Amelia colse la sua occasione  corse verso Bucky spingendolo a terra con i suoi poteri, lui la guardò sorpreso.
-Scusa, ma se vuoi il mio aiuto dovremo fingere un po'- sussurrò lei andandgli sopra e fingendo di colpirlo più e più volte. -Buttami a terra, avanti-
Bucky era ancora impegnato a  guardarla con sorpresa. -Cosa? No, ti stai immischiando in qualcosa che è più grande di te.-
-Sono alta poco più di un metro e sessantacinque, tutto è più grande di me- lei gli sorrise  e si buttò all'indietro tenendosi una mano sulla spalla.
-Perché mi stai aiutando?- chiese lui rialzandosi per evitare i finti attacchi della ragazza.
-Perché mi stai simpatico- sorrise poi qualcosa la colpì forte alla parte alta del fianco e finì a terra.
-Oh santo Stark… Questo faceva male, voglio dire MOLTO male.- si tastò il fianco lasciandosi sfuggire un gemito di dolore.
-Stai bene Buck?- alzò lo sguardo in tempo per vedere Captain America in persona raccogliere lo scudo che giaceva accanto a lei.
Mentre Bucky rispondeva con un "bene" poco convinto e la guardava preoccupato, lei si rialzò barcollando. -Sono stata colpita dallo scudo di Captain America, quale onore.- mormorò tra sé e nemmeno lei capì se fosse sarcastica o meno. -Vorrei poterlo dire a Ilenia…- sospirò e si girò verso i due.
-Non ci siamo presentati, io sono Steve Rogers, Brooklyn.-
Amelia gli lanciò uno sguardo che diceva "Mi hai appena scaraventata a terra con il tuo scudo di vibranio, riproducendo la forza d'impatto di un elefante che si siede su una zanzara e vuoi che mi presenti??? Forse dovrei toglierlo davvero quel poster in camera…"
Poi si ricompose, non poteva dire loro nome e luogo di provenienza ma la fangirl che era in lei non riuscì a trattenersi. -Sappiamo tutti chi sei capitano. Io sono il Dottore, vengo da Hogwarts. Piacere di conoscerti.-
Poi successero diverse cose contemporaneamente:
un furgoncino si schiantò davanti a lei, coprendo la visuale sui due; lei fu scaraventata via da qualcosa di invisibile (maledì mentalmente la Maximoff che era a qualche metro di distanza) e lo strano uomo con la tuta rossa che aveva visto all'inizio era diventato gigante.
Forse il termine "gigante" non dava l'idea, era mastodontico.
E scacciava Rhodey, Visione, Tony e Peter come fa una mucca con le mosche.
Rimase a guardarlo sbalordita per un po', poi qualcosa attirò la sua attenzione.
T'challa stava correndo dalla parte opposta al problema che aveva deciso di rinominare con "il tipo che non conosco è diventato gigante e probabilmente moriremo tutti schiacciati".
Amelia corse nella sua direzione e notò che più avanti c'erano Bucky e Steve, stavano correndo verso una sottospecie di garage per aerei, poi si accorse che qualcosa stava crollando sopra i due, così si concentrò sulla strada davanti a sé e si ritrovò a pattinare a tutta velocità verso di loro.
"Dovrei chiedere a Tony di crearmi delle scarpe che si trasformano in pattini… No, probabilmente Tony mi ucciderà quando scoprirà quel che sto facendo."
"Perché? Cosa stai facendo?" domandò Peter nella sua mente e Amelia si maledì, non aveva intenzione di comunicare con Peter.
Era un pensiero tra lei e lei.
"Oh niente, tu invece?"
Sentì rimbombare la risata del ragazzo nella sua testa. "Sto per abbattere il gigante! Più tardi ci meritiamo una maratona di Doctor Who e una pizza"
Amelia non rispose, quel "più tardi" sarebbe stato bello per Peter ma per lei no, stava tradendo Tony, era come se stesse tradendo suo padre.
Scosse la testa e scacciò via quei pensieri per concentrarsi sul crollo quando notò che ci aveva già pensato qualcun altro.
Scivolò sotto lo spazio rimanente e si ritrovò all'interno, vide Natasha parlare con Steve, lui si girò e le lanciò quel benedetto scudo un'altra volta ma lei lo fermò con i suoi poteri e lo scaraventò alla sua destra, colpendo il suo obiettivo.
Poi vide che il suo obiettivo, ossia T'challa, era stato colpito anche da Natasha con uno strano affare che portava al polso.
Amelia incontrò lo sguardo della donna.
-Pensavo fossi con Stark-
-Senti chi parla- ribattè Amy.
Natasha alzò un sopracciglio e guardò Steve. -Questa mi piace-
Amelia si trattenne dal sorridere e abbassò lo sguardo.
"Abbiamo sconfitto il gigan…" la frase di Peter si bloccò a metà e l'espressione della ragazza si fece seria.
Alzò lo sguardo per incontrare quello di Bucky. -Dovete andare, subito.-
Lui annuì e le rivolse un sorriso leggero per poi correre verso il jet con Steve, quest'ultimo si girò un secondo. -Grazie Dottore!-
Amelia lo guardò confusa ma poi si ricordo di quel che gli aveva detto prima e sorrise.
Guardò il jet alzarsi in volo mentre T'challa cercava di aggrapparsi per poi finire inesorabilmente a terra.
Si girò e guardò le due con aria furiosa.
"Sì, sono morta." pensò, i due cominciarono a parlare ma non li ascoltò e uscì da lì.
"Ehm... Peter?"
"Mh… Il signor Stark ha detto che ho finito, sono sdraiato da qualche parte… Oh, ti stava cercando ma ora è volato via." rispose lui e Amelia si guardò intorno.
Vide Wanda per terra, tra le braccia di Visione, il tipo gigante era tornato normale ed era sdraiato a terra anche lui.
Poi notò una macchiolina rossa dall'altra parte della pista e sospirò.
"Arrivo" si concentrò e chiuse gli occhi. -Avanti cerchio magico, fai quello che hai fatto prima…- quando riaprì gli occhi lo vide brillare davanti a sé e ci corse dentro per poi ritrovarsi dov'era sdraiato Peter.
Si inginocchiò accanto a lui, un po' preoccupata. -Hey... stai bene?- gli tolse la maschera e gli scostò dei ciuffi ribelli dalla fronte.
Lui sorrise. -Alla grande, ma tu dov'eri finita?- mormorò rimanendo a terra.
Amelia sospirò. -Ho fatto una cosa che non dovevo fare Peter… Ma secondo me era giusto farla.-
Lui si appoggiò sui gomiti per guardarla meglio. -Così brutta?-
Lei guardò in alto e si rialzò tenendosi la testa, si sentiva stranamente leggera. -Tony sarà furioso e...- socchiuse gli occhi perché li sentiva troppo pesanti.
Sentì la voce di Happy in lontananza così si girò.
Troppo velocemente.
Poco prima stava guardando il cielo terso, ora sotto i suoi occhi c'era solo il grigio dell'asfalto, non si era nemmeno accorta di essere caduta.
Cercò di rialzarsi ma era come incollata a terra, alzò lo sguardo e vide il viso sorridente di Tony, le stava offrendo un gelato.
-Oh Cristo, sono morta.- mormorò piano mentre riviveva quel vecchio ricordo, probabimente la sua ultima occasione di vedere Tony rivolgerle un sorriso così caldo.
 
 
***
 
Aprì gli occhi per ritrovarsi nella stanza d'albergo dove aveva trascorso la notte.
-Finalmente ti sei svegliata! Un attimo prima eri lì tutta strana a guardare il cielo e poi boom! Sei fiondata a terra senza preavviso e mormoravi cose sulla morte e sui gelati…"
Amelia guardò alla sua sinistra e vide Peter.
-Ho fatto un sogno strano, c'eri tu… Anche Steve, Tony, Bucky e i miei genitori. Stavamo guardando il tramonto in montagna- sorrise mettendosi a sedere. -Tony... Lo sa?-
Peter la guardò con un sorriso compassionevole. -Perché lo hai fatto Amy?-
Lei sospirò. -Peter... È... È successo come con te, ho visto quello che ha passato, non è stato lui a Vienna. E Tony, lui… Non mi ascoltava e io… Li ho aiutati…-
Peter le prese le mani tra le sue. -Fossi stato in te avrei congelato tutti obbligandoli a parlare tra loro- poi sorrise. -Ma probabilmente hai fatto la cosa giusta anche così, chi lo sa-
Amelia gli sorrise. -Grazie Peter-
Lui annuì sorridendo. -Però così non mi hai visto mentre butt…-
La porta della stanza si spalancò di colpo e Tony si avvicinò al letto a grandi passi. -Peter, esci. Happy è pronto. Prendi la valigia e vai.-
-Ma...-
-Ho detto vai!- esclamò con freddezza, entrambi i ragazzi sobbalzarono sorpresi e Peter le strinse forte le mani in segno di conforto per poi uscire, chiudendo la porta.
Amelia alzò a fatica lo sguardo su di lui, gli occhi dell'uomo erano più scuri del solito, nessuna traccia di calore e capì subito come sarebbe andata a finire.
-Cosa diamine ti è saltato in mente?? Ti chiedo di stare dietro di me, mi giro, non ti vedo più da nessuna parte e poi scopro che mi hai pugnalato alle spalle?!?-
Amelia prese un bel respiro e lo guardò. -Non... Bucky non ha…-
-Barnes? Cosa c'entra lui?-
-Non è stato lui a mettere la bomba, lui…-
-Ah sì? E chi te l'ha detto? Lui?- Tony sbuffò e si prese la testa tra le mani. -Sai che ora mi stanno pressando per consegnarti insieme agli altri perché T'challa ha raccontato tutto di te e Natasha?? Non capisco come tu possa essere stata così stupida, non avrei dovuto fidarmi.-
Amelia aveva intenzione di raccontargli della connessione mentale con Peter e Bucky ma a quelle parole si irrigidì e si alzò.
-Non saprò tutta la storia ma so cosa andava fatto in quel momento. E tu avresti dovuto ascoltarmi quando ti stavo parlando… Anzi, tu e Steve avreste dovuto parlare invece di buttarvi l'uno addosso all'altro come due cani inferociti…-
-Basta, prendi le tue cose e raggiungi Happy.-
-Lo vedi come fai? Non mi stai ascoltando nemmeno ora!- Amelia sbuffò, esasperata colpì la parete, uno strato di ghiaccio si diramò dalla sua mano lungo tutto il muro e sbuffò di nuovo.
Tony guardò la parete e sospirò. -Amelia, vai.-
-Ma Tony…-
Ma lui aveva già lasciato la  stanza e quando uscì nel corridoio per seguirlo era sparito.
 
 
***
 
 
Amelia salì nel taxi, sentì Happy dare l'indirizzo al tassista e sprofondò nel sedile posteriore.
Aveva appena salutato Peter e aveva l'impressione che non lo avrebbe rivisto molto presto, così come Tony.
Happy le lanciò un ultimo sguardo colmo di delusione dal finestrino e si allontanò per poi dirigersi verso l'aereo con il quale erano arrivati.
Il taxi imboccò subito una strada trafficata e la ragazza posò la testa sul finestrino.
-Tre quarti d'ora minimo-
Amelia guardò l'uomo alla guida.
I capelli grigi pettinati all'indietro, basettoni, baffi e un paio di occhiali da sole marroni gli davano l'aria di uno spuntato fuori direttamente dagli anni '60/'70.
-Come?-
-Ci vorranno tre quarti d'ora, quindi puoi metterti comoda- ripetè lui studiandola dallo specchietto retrovisore.
-Oh...-
Nella macchina scese il silenzio e Amelia si ritrovò a pensare che non era mai stata in un taxi.
Aveva sempre creduto che sarebbe stato divertente provarlo ma in quel momento aveva solo un gran peso al cuore.
-L'uomo che ti ha accompagnata mi ha dato una grossa mancia, non ce n'era bisogno-
-Oh beh… Lui è sempre molto gentile- mormorò Amelia.
-Oh ci credo, quando avrò finito il turno andrò direttamente a prendere il giocattolo di Iron man che mio nipote mi chiede da mesi-
Amy sentì gli occhi inumidirsi e sospirò. -Suo nipote è davvero fortunato ad avere un nonno che pensa a lui-
-Tu non hai dei nonni?- chiese gentilmente lui.
-Io... No, mia madre è orfana e i genitori di mio padre sono morti prima che io nascessi-
Il tassista rimase in silenzio per qualche secondo. -Degli zii?-
-No, ma ce la caviamo bene anche da soli. I miei sono la coppia più dolce e divertente dell'universo- Amy trovava stranamente confortevole parlare con quell'uomo mai visto prima e per un attimo si rilassò.
L'uomo annuì sorridendo e quando si fermò al semaforo si girò per guardarla. -Oh santo Thor, cosa hai fatto al viso?-
Amelia non aveva ancora trovato il tempo di guardarsi allo specchio ma sapeva di avere ancora la faccia sporca di sangue secco in qualche punto.
-Oh niente, sono caduta…-
-Non hai proprio un bell'aspetto, dovresti andare dal medico-
-Oh, ci andrò domani probabilmente- rispose lei tastandosi il punto dove lo scudo di Steve l'aveva colpita, faceva sempre più male.
-In che guai si è cacciata una dolce ragazza come te per ridursi così?-
Amelia sospirò. -Degli amici avevano bisogno d'aiuto-
-Spero che ne sia valsa la pena- borbottò lui tornando a guardare davanti a sé.
-Lo spero anch'io- mormorò spostando di nuovo lo sguardo fuori dal finestrino, dove i suoi pensieri tornarono a quei misteriosi occhi azzurri.
Dopo una quindicina di minuti controllò il telefono e trovò una trentina di messaggi da parte di Ilenia.
Amelia si portò una mano alla fronte.
Il cinema.
Sospirò e diede al tassista l'indirizzo di Ilenia.
Quando imboccarono la via era ormai buio e Amelia prese le sue cose.
-Spero che tu risolva i tuoi problemi ragazzina-
Lei sorrise mentre scendeva dalla macchina. -Sa, quest'anno faccio diciannove anni, non sono più una ragazzina-
-Oh quando avrai la mia età la penserai diversamente- l'uomo sorrise e la lasciò davanti alla casa della sua migliore amica.
Sospirò e alzò lo sguardo, si stava annuvolando.
Rimase a guardare l'unica stella finché anche quella non sparì sotto la coltre di nubi grigiastre.
Alla fine si decise, prese il telefono e la chiamò.
Un solo squillo.
-Tu mi devi delle grandi spiegazioni cara mia. E non provare a dirmi che stavi dormendo perché so che non hai dormito per tutto il giorno.- La voce di Ilenia era un misto tra preoccupazione e rabbia, il che fece divertire e spaventare Amelia allo stesso tempo.
-Hey, com'è andato il cinema con Eddy?-
-Amelia. Dove diamine sei.-
Lei sospirò per l'ennesima volta nell'ultima mezz'ora. -Beh, avevo detto ai miei che avrei dormito da te stasera-
Sentì un bip al telefono e due secondi dopo la porta d'ingresso si spalancò.
La sua migliore amica stava attraversando a grandi passi il vialetto con qualcuno dietro di lei. Quando la vide si fermò di colpo e la sua espressione era ancor più preoccupata.
Amelia sorrise per tranquillizzarla. -Lo so, sono caduta ma sto bene- camminò verso di lei a fatica, tutti i colpi che aveva ricevuto, da quelli alla schiena e alla testa, alle varie cadute e a quello di quel benedetto scudo cominciavano a farsi sentire.
Si portò una mano alla parte alta del fianco. -Cioè, quasi bene. Credo di avere una costola incrinata-
-Allora dovresti metterci del ghiaccio e rimanere a riposo- mormorò una voce maschile e Amelia si accorse che la persona dietro all'amica era Eddy.
-Ho rovinato il vostro appuntamento…- si morse la lingua. -Torno domani, okay?- fece per allontanarsi ma Ilenia le afferrò il braccio.
-Tu non vai da nessunissima parte, ti portiamo all'ospedale.-
-Oh, no. Ho solo bisogno di rinfrescarmi un po'-
Ilenia la guardò combattuta per un po'. -Entra.-
Amelia non aveva mai sentito così tanta determinazione nella voce dell'amica, così entrò senza ribattere e si appoggiò ala finestra accanto alla porta.
Controllò il telefono. C'erano un sacco di notifiche dal gruppo classe ma nessuna di Tony.
Si aspettava un suo messaggio da un momento all'altro, magari delle scuse o... Forse Steve e Bucky avevano risolto tutto ed erano tornati da lui per risolvere la faccenda e così Tony avrebbe capito perché lei aveva dovuto agire in quel modo.
Sobbalzò sentendo la porta sbattere e guardò l'amica.
-Come avresti reagito se mi fossi presentata a casa tua con la faccia ricoperta di sangue secco e lividi e parlando di costole incrinate dopo una giornata senza risposte a chiamate o messaggi??-
Amelia abbassò lo sguardo. -Beh... Innanzitutto in questo momento staresti spiegando la tua versione alla polizia mentre un'ambulanza parcheggia nel vialetto per venire a soccorrerti, poi mi vedresti a terra felice con la mia dose di tranquillanti dopo aver stancato i soccorritori con le mie continue domande sulla tua salute…-
Lei alzò gli occhi al cielo. -Dove sei stata?-
-Scusa, una persona mi ha chiesto un favore, l'ho seguita, poi ho capito che nemmeno lei sapeva cosa stava facendo e le altre persone con cui aveva il problema sembravano gentili, così li ho aiutati a scappare dal problema e la persona che mi aveva chiesto il favore…- Amelia chiuse gli occhi lasciandosi scappare un singhiozzo, dire ad alta voce quelle cose era molto più difficile che pensarle. E in più sembrava che tutta la stanchezza derivata dagli avvenimenti della giornata le stesse piombando addosso all'improvviso. -Probabilmente... Non mi parlerà mai più… E non so nemmeno se ho fatto la cosa… La cosa giusta… Mi dispia…- non riuscì a terminare la frase perché comincio a singhiozzare.
Ilenia la strinse in un abbraccio. -Okay Amy, tranquilla. Ora vai a fare una doccia, ti preparo una cioccolata e guardiamo un film Disney, okay?-
Amelia ridacchiò tra le lacrime. -Tu... Tu sì che sei la migliore Cupcake…-
-Ho imparato da qualcuno, mia cara Nutellina.- rispose dolcemente l'altra spingendola in bagno prima che potesse ribattere. -E poi il nostro non era un appuntamento, non avresti dovuto usare quella parola davanti a Eddy!-
Amelia ridacchiò e si lasciò coccolare dall'acqua calda mentre continuava a maledirsi per aver accettato la proposta di Tony.
"Se non lo avessi aiutato non lo avrei perso così…"
"Sì ma non avresti conosciuto me. La persona più simpatica e intelligente che tu abbia mai incontrato" rispose una voce nella sua testa.
Lei sorrise. "Sei ancora nella mia testa Peter? Cominci ad essere fastidioso"
"Prima di tutto sei tu ad essere nella mia testa. Secondo, andrà tutto bene. Lo sai, vero? Parlerò io al signor Stark"
"Grazie Peter"
"Di niente Amy. Happy sta dormendo e gli ho messo del dentifricio sul naso"
Amelia rise. "Non vorrei essere nei tuoi panni al suo risveglio"
Dopo un po' Peter riprese a parlare, come se avesse pensato intensamente per vari secondi. "Sì, forse è meglio che lo tolga…" disse alla fine, facendo ridere ancora di più la ragazza.
Sentì bussare alla porta. -Alla tv c'è Frozen pronto a partire, muoviti!-
Frozen… Alzò gli occhi al cielo mentre creava un fiocco di neve tra le sue mani.
Il fato si stava prendendo gioco di lei.
 
 
 
 
 
 
_Angolo autrice
Credo che dall'ultimo capitolo sia passata più di una settimana quindi chiedo umilmente perdono.
Mi sento male perché sto facendo soffrire Amelia, sono una persona orribile, lo so… Ma chissà…
Magari le cose andranno meglio (o decisamente peggio)
Comunque… Avete riconosciuto il tassista? Ebbene sì, vi siete beccati un cameo di Stan Lee anche qui. Un mio modo per ringraziare colui che ci ha permesso di entrare nella grande famiglia Marvel.
Allora… Tony perdonerà Amelia?
Amelia perdonerà Tony?
Bucky e Amelia si rivedranno?
Peter riuscirà a rimediare al suo scherzo prima che Happy si svegli?? Non siete preoccupati per il piccolo Parker? Io sì.
Grazie per aver trovato un po' di tempo per leggere questa storia e averla inserita tra seguite/ricordate/preferite.
Se avete voglia lasciate un commento qui sotto, oppure no… Andate a mangiare un gelato prima che vi faccia soffrire di nuovo. (Non è uno spoiler u.u)
Alla prossima! 

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Capitolo 6
*** sesto capitolo ***


Quattro anni dopo
Tic
Tac
Tic
Tac
Tic
Tac…
Amelia sospirò e si rigirò nel letto per l'ennesima volta.
Tic
Tac
Tic
Tac
Tic…
A volte il ticchettio dell'orologio le dava fastidio, ma l'idea di sentire il silenzio assoluto la spaventava.
Cercò a tastoni l'interruttore della lampada finchè non lo trovò e guardò l'ora.
Le 04:36.
Sbuffò infastidita e sprofondo il viso nel cuscino.
Mancavano ancora tre ore al suono della sveglia ma il suo sonno era stato disturbato ancora una volta da uno di quei sogni.
Ogni singola notte negli ultimi due anni era sempre la stessa.
Prese il suo orsetto di peluche tra le mani e lo guardo dritto negli occhi.
-Lo so Biscotto, di nuovo. E pensare che una volta dormivo tranquilla… Ma ora devo sognare sempre lui…- sussurrò piano mentre le si inumidivano gli occhi.
Esatto, ogni notte sognava Tony.
A volte le urlava contro, altre non la vedeva nemmeno, oppure litigava con Bucky e Steve mentre lei era bloccata in una gabbia di ghiaccio.
Certo sarebbe stato più semplice se dopo gli avvenimenti all'aeroporto avessero parlato.
Ma c'era stato solo silenzio.
A parte una misteriosa borsa di studio da parte di una prestigiosa università alla quale lei non aveva nemmeno fatto domanda.
Finita la scuola le era arrivata questa mail dall'università di una città lontana, le avevano offerto una generosa borsa di studio per una facoltà a scelta.
L'aveva letta almeno una cinquantina di volte prima di decidersi a chiamare Tony. 
Ma come succedeva sempre dopo Berlino, il telefono continuava a squillare finchè non partiva la segreteria.
Aveva deciso che se voleva proprio regalarle una borsa di studio, doveva almeno parlarle, così cancellò definitivamente la mail, alla quale ne seguirono altre.
Dopo la mail numero 34 si decise a rispondere all'università e declinare l'offerta.
Sapeva perfettamente che era opera di Tony, come sapeva perfettamente che il suo rifiuto era stato molto stupido.
Ormai era diventato un gioco d'orgoglio.
Si alzò e andò in salotto dove si sdraiò a pancia in giù sul tappeto, sorrise quando il gatto le si acciambellò sulla schiena.
-Buongiorno anche a te Freddie- mormorò per poi accendere il computer.
Aveva ascoltato mezza discografia di Florence and the machine e letto una fan fiction da una cinquantina di capitoli quando si accorse che erano ormai le sette, così si alzò guadagnandosi un miagolio infastidito da Freddie e andò in cucina.
Raccolse i capelli in una coda disordinata, si lavò le mani e cominciò a preparare le crêpes.
Quando cominciò a cuocerle suo padre entrò in cucina e la guardò meravigliato.
-Clara, tesoro… Chiama il pronto soccorso- esclamò.
-Cosa??- sua madre corse in cucina con un'espressione preoccupatissima.
-Nostra figlia sta male, sta preparando la colazione…- rispose suo padre, guadagnandosi una sberla sul braccio.
-Non osare più farmi preoccupare così!-
Amelia rise mentre serviva la colazione a tavola. -Buongiorno miei cari genitori, il sole splende, gli uccellini cantano e la vita è meravigliosa- così dicendo prese posto a tavola e cominciò a spalmare più nutella del dovuto sulle sue crêpes, ne aveva estremamente bisogno, sì.
I suoi genitori si accomodarono ancora perplessi.
-Amelia, cara stai bene?- domandò sua madre dolcemente.
Lei sorrise e annuì. -Oggi arrivano dei nuovi ricci al negozio e devo occuparmene io, lo sapete quanto amo i ricci?? Non riuscivo a dormire da quanto ero eccitata!- esclamò con il sorriso più convincente di cui era capace.
Lavorava in un negozio di animali da ormai tre anni e mezzo, il che la rendeva estremamente felice e la aiutava a non pensare ad un certo uomo di latta.
I suoi scossero la testa sorridendo e attaccarono la loro colazione.
Era tutto tranquillo finché suo padre non accese la tv sul telegiornale, dove ovviamente passavano l'ennesimo servizio sugli Avengers.
C'era un video dove Tony e gli altri mettevano all'angolo degli uomini armati.
Amelia guardò le immagini dei vendicatori con una stretta al cuore. Non poteva più sentirlo ma il pensiero che avesse risolto tutto con gli altri la tranquillizzava… Anche se c'era sempre la faccenda Bucky che la preoccupava, non aveva idea di dove fosse e questa cosa la faceva impazzire.
-Ancora niente da Tony?- domandò con cautela suo padre.
Lei spostò lo sguardo sui genitori, entrambi la guardavano con preoccupazione, così sorrise.
-No, ma sapete com'è… Con gli avengers e il lavoro sarà impegnatissimo- 
-Pensavo che ti avrebbe invitata almeno per il matrimonio- continuò lui guadagnandosi una gomitata dalla madre.
Amelia sorrise e si alzò. -Meglio così, avrei dovuto mettere un vestito e restare in mezzo ad una folla di gente, sapete come sono io con le cose formali… Ma sono felice che lui e Pepper si siano finalmente sposati.- poi corse in camera.
Si lasciò cadere sulla sedia davanti alla scrivania e osservò il suo riflesso nello specchio davanti a lei: aveva delle enormi occhiaie nere sotto gli occhi rossi e umidi, si sciolse la coda lasciando i capelli castani completamente spettinati.
Rimase immobile a guardarsi finché non arrivarono i complessi esistenziali. Era lei nello specchio o il suo riflesso aveva preso il suo posto senza che se ne fosse accorta?
Gli altri la vedevano esattamente come si vedeva lei?
I suoi riflessi erano tutti uguali o ogni specchio ne mostrava uno diverso? Magari ogni specchio portava ad un altro mondo e c'erano tante Amy che si guardavano allo specchio quando lo faceva lei.
-Toc toc- 
Amelia si girò e vide sua madre sulla soglia della porta, si accorse che una lacrima le stava scivolando lungo la guancia così si girò per asciugarsi il viso.
Due secondi dopo sentì la madre dietro di sé, le stava pettinando i capelli.
La guardò attraverso lo specchio e sorrise leggermente.
I capelli biondo cenere raccolti in uno chignon perfetto.
-Non capisco come riesci a tenere i capelli sempre in ordine- mormorò lei. -Poi sei sempre composta, hai sempre una parola gentile per tutti e sei intelligentissima- fece una pausa per sorridere. -Scommetto che a papà sono bastati due millesimi di secondo per innamorarsi di te-
Il viso della madre si incupì per mezzo secondo, ma poi le sorrise con dolcezza e Amelia pensò di esserselo immaginato.
-Stiamo parlando di problemi di cuore ora? Ti piace qualcuno?- domandò con un po' di eccitazione.
Amelia ridacchiò e scosse la testa mentre cercava di scacciare degli occhi azzurri che le avevano attraversato i pensieri senza il suo permesso.
-Nessuno mamma.-
Alla risposta lei sospirò teatralmente. -Tu hai molte più doti di me bambina mia e non lo dico solo perché sono tua madre- sorrise mentre cominciava a dividerle i capelli in tre ciocche uguali. -Sei molto più forte e intelligente di quel che credi, poi sei la ragazza più dolce e carina dell'intero universo-
Amelia sorrise, chiuse gli occhi e si rilassò mentre la madre le intrecciava i capelli.
-Tornerà tutto normale tra te e Tony, sei come una figlia per lui- disse piano sua madre.
Lei si limitò ad annuire, anche se sapeva che le cose non sarebbero tornate come prima così facilmente.
Tony aveva perdonato tutti.
Tutti tranne lei.
-Sai... Papà ha organizzato una piccola gita per il fine settimana…-
La ragazza aprì subito gli occhi e vide che la madre stava sorridendo.
-Per dove?-
-Mh… vediamo… Forse rivedrai i tuoi quadri preferiti…-
Amelia la guardò confusa per qualche secondo poi spalancò gli occhi. -OH SANTO CIELO. BOTTICELLI!! ANDIAMO A FIRENZE???- urlò.
-Era una sorpresa!- sentì dire suo padre dalla cucina.
-Oh andiamo Giam, facciamola felice!-
Suo padre le raggiunse nella camera con il gatto in braccio. -È già eccitata per i ricci, ora non dormirà più fino a venerdì- poi ridacchiò.
Amelia si alzò subito per abbracciarli. -Siete i migliori, assolutamente i migliori.- Aveva un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
-Puoi invitare anche Ilenia e il suo ragazzo- disse sua madre e il sorriso della ragazza si allargò ancor di più per quanto fosse possibile, poi cominciò a saltellare qui e lì come una bambina di cinque anni.
-Farò loro un sacco di foto, così le metto insieme in un video per il loro matrimonio!!!-
I suoi genitori alzarono gli occhi al cielo per poi scoppiare a ridere.
 
 
***

 
Amelia uscì dal negozio per la sua pausa, andò a sedersi sulla panchina sotto ad un albero e attaccò il suo pacchetto di biscotti sorridendo.
Stava già immaginando i quadri di Botticelli davanti a sé quando una voce irruppe nei suoi pensieri.
"Ho grandi notizie per te, ma devo assolutamente vedere la tua faccia."
Amy sorrise. "Ahww Peter, come sei dolce… Ti manco così tanto?"
"Certo, certo… Rispondimi subito"
Lei alzò gli occhi al cielo e due secondi dopo vide la faccia di Peter sul telefono.
-Potresti almeno fingere di sentire la mia mancanza-
Ma Peter non la ascoltò, aveva un sorrisetto stampato in faccia, il che preoccupò Amelia. -Non indovinerai mai, sono andato al quartier generale degli Avengers e..."
Amelia trattenne il respiro. -Come... Come sta Tony?-
-Beh... sembrava tranquillo. Ma non sai con chi stavano parlando lui e Steve!-
La ragazza sospirò. -Leonardo Di Caprio?- poi vide spuntare la testa di qualcuno accanto a quella di Peter. -Oh, hey Ned! Era Ned che parlava con "Capitan incrino le costole alle persone innocenti" e Tony?- ormai in ogni telefonata con Peter c'era anche Ned e Amelia non era riuscita a non affezionarsi anche a lui.
Quei due erano i suoi idioti preferiti ormai.
-Ciao Amy! No, non ero io purtroppo-
-Ohw, capiterà anche a te prima o poi- Amelia gli fece l'occhiolino e lui rise.
-In un futuro utopico probabilmente-
-Va bene Ned, ora lasciami parlare. Ascoltami be…-
-Come sta May?-
-Bene. Ma Amelia… Sono fiondato senza preavviso nel loro quartier generale e...-
-E ti sei beccato il martello di Thor in testa, ma li capisco, sei un vero rompiscat…-
-AMY!! In giardino c'erano Tony, Steve e... Bucky. Con una valigia.-
Ad Amelia andò di traverso un biscotto e guardò Peter confusa. -Bucky?-
-Sì e non ci crederai mai ma... Stavano ridendo! Tutti e tre! Sembravano vecchi amici!-
-Come stava?-
Peter sogghignò. -Oh bene, sai… Quando mi ha visto ha alzato gli occhi al cielo, poi mi ha chiesto subito di te.-
Lei arrossì visibilmente. -E cosa gli hai detto?-
Il ghigno di Peter si ingrandì. -Visto Ned? Sta arrossendo, te lo avevo detto.-
-Oh sì, è rossa come una fragola.- i due ragazzi cominciarono a ridere e Amelia alzò gli occhi al cielo.
Peter la prendeva in giro per aver aiutato Bucky praticamente ogni giorno, ormai ci aveva fatto l'abitudine.
-È perché sono stata un po' al sole…- 
-Ceeeeerto…- dissero contemporaneamente.
-Se fossi lì vi prenderei a sberle.-
Con questo commento fece ridere i due ancor di più e Amelia si ritrovò a trattenere le risate. -Avanti, cosa gli hai detto?- 
-Beh...- cominciò Peter. -Tony era lì quindi l'ho guardato e lui gli ha detto che stavi bene-
-Sì, alla grande…- mormorò lei.
-Poi quando Tony si è allontanato gli ho detto che mi chiedi sempre di lui-
-TU COSA??? Ma non è vero!- Amelia arrossì ancor di più mentre Peter e Ned scoppiavano di nuovo a ridere.
-Sono felice di essere dall'altra parte del mondo- disse Peter tra le risate.
La ragazza sbuffò.
-E non è tutto, lui era così felice di sapere che pensi così tanto a lui… Ha sorriso e ha chiesto quando saresti arrivata perché vuole ringraziarti di persona- Peter fece una pausa. -Gli ho detto che un giorno, magari, avresti fatto un giro. Poi stavo per dargli il tuo numero quando Steve e Tony sono tornati con gli altri…-
Amelia rise. -Stavi per dargli il mio numero? Per fortuna che arriva sempre qualcuno a impedirti di fare stupidaggini-
-Oh lo avrebbe accettato volentieri, credimi… Magari la prossima volta che lo vedo…-
Lei rise di nuovo. -Sono contenta che stia bene e che voi due siate sempre i soliti idioti-
-Due idioti che ami alla follia- aggiunse Ned.
-Non sai quanto.- Amelia sorrise. -Vorrei essere lì per fare una maratona del signore degli anelli con voi…-
-Dobbiamo organizzarci, magari questa estate veniamo da te, mi manchi così tanto!-
-Ma se non l'hai mai vista!- esclamò Peter, al che Ned alzò le spalle.
-Sei solo geloso perché vuole più bene a me-
Amelia rise. -Infatti Peter, sei solo geloso.-
Peter mise il broncio.
-Ohw… Ned, dagli un bacino sulla guancia da parte mia-
-Ehw!- commentarono entrambi facendola ridere di nuovo.
-Allora aspetterò che sia Michelle a farlo- accompagnò questa frase con un occhiolino rivolto a Peter, facendolo arrossire. -Ora vado, fate i bravi e non date il mio numero a nessuno.- così dicendo sorrise e terminò la chiamata.
Si alzò sempre sorridendo.
"Lo rivedrai presto, tranquilla"
"Stai zitto Peter"
"Ti voglio bene"
"Io no"
"Ouch, il mio cuore…"
Amelia rise e fece per entrare nel negozio quando sentì una strana sensazione.
Si girò per vedere se qualcuno la stesse osservando ma non c'era nessuno, solo una coppia che passeggiava lì davanti con una carrozzina e un ragazzino che portava a spasso il cane.
Le succedeva spesso ultimamente ma pensava di essere solo più paranoica del solito, così alzò le spalle e rientrò.
La giornata passò in fretta tra scleri per quanto fossero carini e coccolosi i ricci e la solita routine, in men che non si dica la ragazza stava già salutando ogni singolo animale del negozio (inclusi tutti i pesciolini) come era solita fare ogni sera.
Uscita prese la biciletta e cominciò a pedalare verso un bar dove aveva appuntamento con Ilenia e Eddy.
Parcheggiò la bici e corse subito al tavolino dove i due la aspettavano per sentire la grande notizia che aveva promesso.
Dopo tanti scleri sulla gita imminente decisero che era ora di mangiare, così cominciarono ad addentare le loro bruschette.
-Vefrete tufte le fosftre foto fmagnifiche al fostro maftrifonio- mormorò Amy sorridendo tra un boccone e l'altro.
Ilenia alzò gli occhi al cielo.
-Quante volte devo dirti che non siamo nemmeno vicini a parlare di matrimonio?-
-Beh, ora… se ne può parlare- disse Eddy guadagnandosi una gomitata dalla ragazza.
Amelia si illuminò ancor di più ma prima che potesse dire qualcosa sul commento del ragazzo Ilenia la anticipò.
-Ne parleremo quando anche la signorina qui presente si troverà il ragazzo.-
Eddy le lanciò uno sguardo. -Capito? Quindi muoviti, puoi anche inventartelo per me-
-No, non se lo può inventare. Deve portarci qualcuno in carne ed ossa. Insomma… Puoi provare a portarci anche Captain America se vuoi- propose Ilenia ricordando le loro conversazioni sulle loro crush adolescenziali, Rogers per Amy e Stark per lei.
-HEY! A me non piace capitan cost…- si interruppe. -Insomma... Era solo una fase. Vado a scegliere una canzone al juke-box!- disse alla fine, stanca dell'argomento.
-Non abbiamo finito la discussione! E poi i tuoi pigiami di Cap dicono il contrario!- le urlò dietro l'amica, così alzò gli occhi al cielo.
Sembrava che oggi tutti volessero organizzare la sua vita sentimentale: prima sua madre, ora Ilenia… Oh e come dimenticare Peter che voleva dare il suo numero a Barnes, come se lui e lei…
Amelia scosse la testa ridacchiando per l'assurdità di quei pensieri mentre cercava tra le canzoni.
Alla fine ne scelse una di David Bowie.
Mentre tornava al tavolino dei ragazzini la guardarono male.
Lei rivolse ai tre un sorriso. -Che c'è? Non potete ascoltare sempre musica latino-americana e trap, sto dando una tregua alle vostre orecchie.- poi andò a sedersi cantando la canzone che risuonava per tutto il locale, guadagnandosi dei sorrisi divertiti dai suoi amici e dai proprietari che avevano acquistato quel juke-box per motivi validi.
Dopo altri lunghi discorsi sui preparativi, Amelia decise che era ora di tornare.
-Ti portiamo noi, avanti!- i due continuavano ad insistere.
Lei sorrise, non voleva rubare altro tempo ai due piccioncini. -Se trovo qualche mostro per strada se la dovrà vedere con me, ve lo prometto.- così abbracciò forte l'amica.
-Vedi di stare attenta, o chiamo gli Avengers.-
Amelia ridacchiò leggermente. -Lo faresti solo per vedere Iron Man-
-E per tenerti al sicuro!-
-Oh ma come sei carina- mormorò lei mentre continuava ad abbracciarla, la stava stringendo più del dovuto, lo sapeva.
Ma era uno di quei momenti in cui sentiva di dover mostrarle tutto l'affetto che provava per lei.
-Tutto bene Amy?- sussurrò Ilenia nell'abbraccio.
Lei annuì sorridendo. -È solo che ti voglio così tanto bene…- 
-Ti voglio tantissimo bene anch'io- rispose l'altra.
Ad un certo punto Amy sciolse l'abbraccio. -Ora vi lascio soli piccioncini!- poi montò in sella e cominciò a pedalare, l'amica le stava urlando dietro qualcosa e lei scoppiò a ridere anche se non aveva capito quel che aveva detto, il tono di voce era tra il divertito e l'infastidito.
Chiuse gli occhi mentre si godeva la brezza sul viso, era una serata di fine aprile e l'aria cominciava a riscaldarsi, imboccò una strada affiancata da campi e sorrise, inebriata dal profumo di fiori e dalla melodia dei grilli.
In quel momento sembrava tutto così perfetto…
Avrebbe rivisto i quadri di Botticelli dopo tanti anni, la sua migliore amica era felice, Bucky era finalmente con gli Avengers…
Qualcosa dentro di lei le diceva che Tony si sarebbe fatto sentire presto e sorrise ancor di più, voleva fidarsi di quella sensazione, le cose stavano andando di nuovo per il verso giusto.
In lontananza vide che i lampioni del suo quartiere erano spenti ma non ci badò più di tanto, nelle ultime settimane succedeva spesso e il vicinato si era lamentato con il comune più volte.
Stava per imboccare la via di casa quando sentì un colpo alle ruote, che sembrarono sgonfiarsi all'improvviso, facendole così perdere l'equilibrio e cadere a terra.
-Ouch…- era finita a terra di faccia e l'asfalto le aveva scorticato i palmi delle mani.
"Spero che nessuno mi abbia ripresa perché sono appena caduta a terra come un sacco di patate."
Si mise a sedere accanto alla bicicletta per osservare le ruote.
Dopo qualche secondo la voce di Peter echeggiò nella sua testa. "Avrei voluto vederti! Com'è successo?-
Ma Amy non rispose.
Aveva notato dei movimenti con la coda dell'occhio.
C'era qualcuno dietro ai cassonetti della spazzatura.
Stava per rialzarsi quando notò qualcos'altro: entrambe le ruote avevano delle mini-frecce impiantate ai lati.
"Amy? Scusa, non ti ho nemmeno chiesto se ti sei fatta male, tutto bene?"
"Peter, qualcosa non va. Hanno manomesso la mia bici e qualcuno si sta nascondendo dietro a dei cassonetti"
"Fai finta di niente, prendi la bici e torna a casa, se ti attaccano puoi stenderli facilmente. Sei distante?- sapeva che Peter stava cercando di tranquillizzarla ma in quegli anni aveva imparato a riconoscere le sue emozioni attraverso il loro legame ed era certa che in quel momento fosse spaventato quanto lei.
"No..." Amelia si alzò, riprese la bici e fece per girare i tacchi quando sentì un fastidio al collo.
Si tastò il punto che le doleva e corrucciò lo sguardo.
C'era qualcosa attaccato al suo collo, lo estrasse con un gemito di dolore e guardò l'oggetto con occhi spalancati.
Aveva davvero appena tolto una siringa con uno strano liquido nero dal proprio collo?
"Amy? Sei ancora lì??"
Nel buio vide qualcuno avvicinarsi e mollò la presa sulla bici, spedendola di nuovo a terra, con il colpo il campanello risuonò in modo inquietante in quel silenzio di tomba.
-Chi è là?-
Due figure le si pararono davanti e lei indietreggiò, andando a sbattere contro qualcosa che prima non c'era.
Si girò e vide qualcuno vestito completamente di nero, indietreggiò spaventata e senza pensarci due volte tese le mani per scaraventarlo all'indietro con i suoi poteri ma non accadde nulla.
"Amelia... Sto per chiamare il signor Stark, lo sai?"
Ma lei era ancora impegnata a cercare di usare i suoi poteri per ascoltarlo.
Nel frattempo arrivarono altri uomini, stavano parlando tra loro in una lingua che non conosceva e la circondarono.
Stava rivivendo un incubo, non poteva permettere che la catturassero di nuovo.
"I miei poteri non funzionano."
"Cosa?? Com'è possibile? Amy, Tony non risponde."
-Cosa volete?-
Nessuno le rispose ma uno di loro si avvicinò per afferrarle il braccio, la ragazza fu più veloce e gli tirò un calcio allo stomaco, un altro si avvicinò e la bloccò in tempo per poi imbavagliarla.
Provò di nuovo a richiamare i suoi poteri, riuscì solo a colpire uno dei suoi rapitori mandandolo a terra senza gravi conseguenze, poi più niente, era come se le avessero tolto qualcosa, si stava svuotando lentamente.
Amy cercò di opporsi in tutti i modi ma senza i suoi poteri non aveva speranze.
Continuavano a sussurrare cose tra loro in quella lingua dura.
"Sto andando da Tony, tieni duro."
"Russo"
"Russo?"
"Parlano in russo. O almeno credo." stava cercando di non sembrare spaventata per non preoccuparlo ancora di più, quando si è lontani ci si sente impotenti e ci si preoccupa più del dovuto, lei lo sapeva bene.
Continuava a scalciare e quando provarono a fermarle le gambe tirò un calcio dritto in faccia a qualcuno.
"Amy… Cosa sta succedendo? Ti prego continua a parlarmi…" la sua voce era sempre più lontana, come se stesse per svanire insieme ai suoi poteri.
"Andrà tutto bene Peter"
"Amelia, dimmi cosa sta succedendo, per favore." 
La avevano bloccata totalmente, qualcuno le spostò la testa di lato per iniettarle qualcosa con un'altra siringa, tentò di urlare ma la avevano imbavagliata troppo stretta.
La sdraiarono su qualcosa di freddo, immaginò di essere dentro un furgone ma non ne poteva essere sicura perché la vista le si stava annebbiando.
"Sto perdendo conoscenza, mi hanno iniettato qualcosa di strano..."
La voce di Peter era puro panico nella sua testa. "Vedrai che ti aiuteremo Amy, sono quasi arrivato al quartier generale, rimani con me per favore"
Amelia chiuse gli occhi, aveva solo voglia di dormire.
"Non preoccup…"
Era troppo stanca persino per terminare la frase.






 
 
 
_Angolo autrice
È passato troppo dall'ultimo aggiornamento? 
Sì.
Questo capitolo mi soddisfa?
Non del tutto.
Sono una persona orribile?
Certo che sì.
Ho riscritto il capitolo in fretta perché ero arrabbiata con me stessa per aver procrastinato fino ad ora, quindi mi scuso in anticipo per eventuali errori.
È passato qualche anno, Amy è cresciuta e incombe in qualche guaio.
Ritroveremo i nostri eroi preferiti nel prossimo capitolo? 
Probabilmente sì.
Ma per saperlo dovrete aspettare la prossima settimana (questa volta sul serio, ve lo prometto.)
Come ogni volta ringrazio di cuore tutti coloro che hanno inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate e chi ha lasciato un commento veloce, siete magnifici. Vi voglio bene 3000.
Se ne avete voglia lasciatemene un altro qui sotto, voglio sapere cosa ne pensate :3
Grazie anche a voi lettori invisibili, non vi vedo ma vi voglio bene comunque.
Alla prossima settimana!

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Capitolo 7
*** settimo capitolo ***


"Non preoccup…" la voce di Amelia fu come soffocata.
"Amy? Amelia? Amelia per favore rispondimi." Peter continuava a saltare da un edificio all'altro finché non arrivò ad uno spazio vuoto, lì cominciava la mini foresta oltre la quale si ergeva il quartier generale degli avengers.
Cominciò a seguire la strada di corsa, maledicendo Tony di essersi spostato così a nord.
-Il tuo stato emotivo è alterato- commentò la voce artificiale nella tuta.
-Lo so Karen.- cercò di ignorare le lacrime che gli inumidivano gli occhi sotto alla maschera.
-Posso fare qualcosa?-
-Continua a chiamare Tony per favore. Continua finché non risponderà-
"Amelia?? Avanti Amy…" corse più veloce finché non intravide la struttura in lontananza.
Si arrampicò sugli ultimi alberi attorno alla strada, lanciò una ragnatela verso l'edificio e si lanciò.
Non c'era tempo per bussare, né per essere controllato dalla sicurezza, portò le gambe in avanti e frantumò una delle grandi finestre, rotolò sul pavimento ma si rialzò in fretta per ritrovarsi pistole, frecce, scudi e martelli puntati addosso.
-Peter?- Tony lo guardò sconvolto, poi spostò lo sguardo sulla finestra e sbuffò. -Davvero ragnetto? Anche le fin…- 
Peter non lo lasciò andare oltre. -È in pericolo Tony, qualcuno l'ha rapita-
-Chi?- domandò confuso.
Peter guardò gli altri poi di nuovo l'uomo. -Lei.-
-La tua ragazza? Com'è che si chiama? Mic…- fu interrotto di nuovo da Peter che si era tolto la maschera, alcuni del gruppo lo avevano già visto senza durante una missione e ora non gli importava mostrarsi con gli occhi arrossati e il viso colmo di preoccupazione. -Tony. Amelia. Qualcuno l'ha rapita, non riesco più a comunicare con lei, dobbiamo cercarla, subito.-
Lo sguardo dell'uomo si trasformò, passando dalla confusione al panico.
-Come fai a...?-
-Riuscivamo a comunicare telepaticamente, lo abbiamo fatto ogni giorno negli ultimi quattro anni ma non la sento più da una ventina di minuti. Ha detto che qualcuno le ha iniettato qualcosa e che non riusciva ad usare i suoi poteri e... Per favore Tony-
-Ha detto che parlavano russo?-
Peter si girò e incontrò lo sguardo di Wanda, capì che gli stava leggendo nel pensiero e annuì piano.
Lei guardò Tony. -Potrebbe essere… È la ragazza dell'aeroporto, giusto? Di certo i suoi poteri avrebbero fatto comodo all…-
Bucky lasciò cadere il bicchiere che teneva in mano, mandandolo in frantumi. -Hydra.- mormorò, con lo sguardo serio.
Tony sembrava essere sotto shock, si appoggiò al bancone.
-Jarvis…-
-Ho già localizzato il telefono di Amelia, si stanno dirigendo a nord-
Peter spalancò gli occhi. -La tenevi sotto controllo?-
-In qualche modo dovevo sapere se stesse bene, no?-
Il ragazzo si rabbuiò. -Avresti potuto rispondere alle sue telefonate.-
-L'ho sempre tenuta d'occhio, ogni sera controllo che sia a casa, al sicuro. O al negozio. Tu non sai quanto…-
-Hai controllato la sua posizione, ma non sai cosa ha passato in questi anni. Non sei stato tu a consolarla per le tue assenze, non hai visto i suoi sorrisi forzati quando mi chiedeva di te. Non hai visto quanto ha pianto quando le ho raccontato del tuo matrimonio con Pepper. Non…-
-Basta.- Wanda posò una mano sulla spalla di Peter, sentiva l'effetto delle parole del ragazzo su Tony e voleva che finisse.
Peter non spostò lo sguardo dall'uomo. -Ora mi aiuti a salvarla.-
-Il quinjet è pronto signore-
-Grazie Jarvis- mormorò Tony,  poi guardò il resto della squadra. -Avengers…-
-Uniti.- rispose Steve posando una mano sulla spalla dell'amico per confortarlo.
 
***
 
Quel letto era duro.
Le coperte graffiavano la pelle e non trasmettevano nessun calore, per questo continuava a tremare.
Voleva capire dove diamine era finita perché quello di certo non era il suo letto, ma non riusciva ad aprire gli occhi, erano troppo pesanti e la testa sembrava scoppiare.
-Mamma... Papà...?- la sua voce era poco meno di un sussurro.
All'improvviso i ricordi di quel che era successo la investirono e aprì gli occhi a fatica, per poi richiuderli subito.
La stanza era completamente bianca e ne era rimasta accecata.
Li riaprì piano, lasciando del tempo alla vista per abituarsi alla luce.
Era una stanza piccola, c'era solo un letto e davanti alla porta c'erano delle sbarre. Spostò piano la testa e notò una piccola finestra, troppo in alto per lei.
Si mise a sedere.
"Peter?"
Niente.
Si alzò e spostò il letto fin sotto alla finestra, poi ci salì sopra, si mise in punta di piedi per vedere fuori ma non era ancora abbastanza.
Cominciò a saltare sul letto per cercare di scorgere qualche immagine del posto in cui si trovava.
Strabuzzò gli occhi quando ci riuscì.
Aveva visto bene?
Saltò di nuovo e sospirò.
Intorno al posto in cui si trovava c'era un bosco innevato.
Era in mezzo al nulla.
E nevicava.
Dove diamine si trovava??
Sbuffò e si accasciò di nuovo sul letto, lasciò vagare di nuovo lo sguardo sulla stanza e notò una telecamera sopra la porta.
Era puntata proprio su di lei.
Si rialzò, camminò avanti e indietro, la telecamera continuava a seguirla.
Alla fine si appoggiò al muro e si lasciò scivolare finché non si trovò seduta a terra.
Incrociò le braccia al petto e fissò l'obiettivo.
-Avete intenzione di mostrarvi prima o poi? O continuerete a fare i vigliacchi osservandomi da uno schermo? Potete mostrarvi, qualunque cosa mi abbiate fatto ha funzionato, non ho più i miei poteri.-
Dopo qualche minuto ancora silenzio.
Amelia annuì piano. -Continuerete a fare i vigliacchi.- Finse un sorriso trionfante mentre il cuore le batteva forte, ogni secondo lì dentro senza risposta aumentava la sua agitazione.
Non aveva idea di quanto tempo fosse passato da quando la avevano rapita, ma probabilmente qualcuno si era già accorto della sua assenza.
O almeno lo sperava.
In più Peter stava andando ad avvisare Tony.
Sospirò.
Tony…
Sarebbe stato costretto a salvarla, un'altra volta.
E se non avesse idea di dove cercarla?
O peggio… Se la trovasse? Sarebbe stato in grado di combattere le persone che la avevano rinchiusa lì dentro?
Sospirò, cacciando quei pensieri dalla testa.
Non doveva andare in panico.
All'improvviso sentì armeggiare con la serratura e scattò in piedi.
La porta oltre le sbarre si aprì piano, rivelando una donna armata, stava parlando con un uomo in camice, quest'ultimo la ascoltava mentre sorrideva ad Amelia.
Lei richiamò tutte le sue forze per non indietreggiare, anche se quel sorriso la rendeva nervosa.
Aveva finito di parlare con la donna e stava aprendo le sbarre, poi entrò, sempre sorridendo.
-Amelia- si fermò a qualche passo da lei. Aveva i capelli di un grigio scuro perfettamente pettinati e gli occhiali piccoli e squadrati rendevano il viso ancor più spigoloso di quanto non lo fosse già. -Finalmente ci rivediamo-
Amelia non batté ciglio, sembrava uno psicopatico uscito da un film horror, uno di quelli che ti tratta con la massima cortesia finché non fai un passo falso, probabilmente stava aspettando solo il momento giusto per cominciare a farla pezzettini.
-Quasi ventitré anni di ricerche, ci eravamo andati vicini quando avevi otto anni, ma le persone che avevamo ingaggiato hanno pensato di usarti per i loro scopi e poi boom! Il tuo grande amicone iron man ti ha salvata, ma ora eccoti qua.-
Amelia lo guardò confusa.
Ventitré anni di ricerche? Cosa voleva dire? Lui c'entrava con il rapimento di quando aveva otto anni?
-Oh ma certo, i tuoi non ti hanno raccontato nulla, vero? Volevano proteggerti, ma con noi saresti rimasta al sicuro.-
-Co...cosa c'entrano i miei genitori?-
-Oh Amelia…- lui la guardò con aria compassionevole, come se stesse spiegando ad una bambina come funzionano le cose tra adulti.
-Non mi guardi così- disse freddamente.
L'uomo piegò la testa di lato con un sorriso divertito. -Così come?-
-Come se fossi una ragazzina stupida.-
Lui ridacchiò alzando le mani in segno di resa. -Ma certo, scusami. Ormai sei grande- fece per scostarle una ciocca di capelli ma lei si ritrasse. -Imparerai ad essere più obbediente, come il tuo amico soldato.- detto questo la studiò, si aspettava qualche reazione, ma Amelia gliela negò rimanendo impassibile mentre stringeva forte i denti.
Non capiva cosa c'entrassero i suoi genitori o Bucky, ma sapeva che se avesse fatto altre domande non avrebbe ricevuto nessuna risposta.
Disse qualcosa in russo e una guardia gli portò un computer.
Lo aprì con lo schermo rivolto verso Amelia. -O forse non sei tu questa qui?-
Amelia guardò il video.
Era l'aeroporto.
Deglutì riconoscendo due figure.
Erano lei e Bucky, stavano parlando nel loro angolo di aeroporto.
-Sai dov'è ora?-
-Non ne ho idea.-
-Io non ne sarei così sicuro-
Amelia tornò a guardarlo. -È questo che volete da me? Informazioni su Barnes? Sarete delusi nel constatare che non ne so niente.-
L'uomo sorrise. -Oh tranquilla, ci sarai utile anche in altri modi.-
-Mi troveranno.- disse a denti stretti lei. Cominciava ad averne abbastanza di quelle frasi ambigue, che non portavano a nulla.
-Chi? Il tuo grande amico Iron man? O i tuoi genitori? Perché so che con il primo non hai più ottimi rapporti, come farà a trovarti se non sa nemmeno che sei sparita? Mentre i tuoi genitori… Beh potrete giocare a fare la famiglia felice anche qui, dato che sono in una stanza simile a questa al piano di sotto.-
Amelia lo guardò spaventata. -Non è vero.-
-Vuoi vederli?- chiese mentre due uomini entravano con una siringa piena di liquido nero.
Amelia spalancò gli occhi riconoscendo il  liquido e indietreggiò senza rendersene conto.
L'uomo in camice la osservò curioso e alzò una mano verso i due per fermarli.
-Se prometti di comportarti bene non ci sarà bisogno di siringhe o altri liquidi strani, va bene Amelia?-
Lei deglutì. L'unica cosa che voleva fare era tirargli un pugno dritto in faccia e scappare, ma si limitò ad annuire debolmente.
Lui parlò con le due guardie e loro uscirono in fretta.
Non capiva il russo ma sapeva bene che in realtà sarebbero tornati.
Il liquido nella siringa doveva essere la causa della perdita dei poteri.
Se avevano bisogno di iniettargliene ancora voleva dire che aveva una durata, doveva distrarre l'uomo lo stretto necessario per riacquistare i suoi poteri, così avrebbe potuto comunicare con Peter.
-Ma come sono sgarbato, io conosco tutto di te ma tu non sai nemmeno il mio nome. Sono il dottor Plokhoy.- poi le porse la mano e lei la accettò cercando di nascondere il disgusto e la rabbia che le provocava solo sfiorare una persona del genere.
-Andiamo a trovare i tuoi cari genitori, così potranno farti un resoconto di tutte le bugie che ti hanno rifilato in questi anni per tenerti lontana dalla tua vera casa.- detto questo uscì dalla stanza senza aspettare risposte.
Amy strinse i pugni e lo seguì fuori, lungo corridoi bianchi frequentati da guardie armate e da altre persone in camice, poi giù per delle scale strette, fino ad arrivare a delle celle.
Amelia rabbrividì, Plokhoy aveva detto che erano in una stanza simile alla sua ma quelle che aveva davanti erano vere e proprie celle.
Buie e strette, con una sola panca come arredamento.
Il dottore si fermò davanti ad una di esse e Amelia si bloccò qualche passo più indietro, aveva paura di quel che la aspettava.
L'uomo si girò a guardarla con lo stesso sorriso che le faceva rivoltare lo stomaco, poi tornò a guardare davanti a sé.
-Che diavolo vuoi ora Matvey?- disse una voce dura dall'interno della cella.
Amelia si ritrovò a trattenere il respiro, era la voce di suo padre.
-Oh Adam… Tu e Selina dovreste essere contenti che vi abbiamo trovato. Volevate fingere per sempre? Quella non era la vostra vita. La vostra vita è sempre stata qui, visto come vi abbiamo riaccolti a braccia aperte?-
"Adam? Selina?" confusa, avanzò piano per vedere l'interno della cella.
Seduti sulla panca c'erano i suoi genitori, stretti l'uno all'altra.
Sua madre nascondeva il viso con la fronte appoggiata sulle spalle di suo padre scossa dai singhiozzi, mentre lui le passava una mano tra i capelli cercando di confortarla.
-Mamma, papà…- fu solo un sussurro ma loro si girarono verso Amelia immediatamente e l'attimo dopo erano in piedi, attaccati alle sbarre.
-Amy, tesoro… Ci dispiace così tanto, non devi preoccuparti, okay? Nessuno ti farà del male- disse sua madre tra i singhiozzi.
"Mi hanno già fatto del male" pensò, ma accantonò quel pensiero e li guardò bene, erano i suoi genitori, ma i loro occhi erano rossi e gonfi, il viso colmo di paura, sembravano quasi degli estranei.
Era la prima volta che li vedeva piangere.
Il suo unico istinto in quel momento era scoppiare a piangere e aggrapparsi a loro per tenerli stretti il più possibile ma si sforzò di sorridere e si avvicinò.
Lo spazio tra le sbarre era stretto ma le sue braccia ci passarono comunque e tentò di abbracciarli al meglio che poteva.
-Lo so mamma, andrà tutto bene.- sussurrò.
Suo padre la guardò, le parole non sembravano rassicurarlo. -Ti hanno fatto qualcosa?-
Lei scosse la testa. -Mi hanno solo tolto i...- si bloccò e allentò la presa sui genitori.
Probabilmente loro sapevano dei suoi poteri da sempre ma non riuscì comunque a finire la frase.
Sembrarono capire comunque.
-Amy, perché non ce ne hai mai parlato?- sussurrò sua madre con le lacrime che continuavano a rigarle le guance.
A quel punto mollò la stretta sui genitori del tutto e strinse forte le sbarre, tanto che le nocche delle mani diventarono bianche.
-Pensavo che avreste avuto paura di me... Ma a quanto pare voi eravate al corrente di tutto. E di altre cose che ignoro completamente.-
Osservò l'effetto delle proprie parole sui genitori e desiderò ritirare tutto, non intendeva incolparli. Probabilmente le avevano salvato la vita nascondendole la verità, qualunque fosse.
-Amy tesoro… Ci dispiace, pensavamo che i test fatti su di te non fossero riusciti e ti abbiamo portata via-
Amelia guardò sua madre e poi suo padre con occhi spalancati. -Test?-
Sentì una risata dietro di sé ma non si girò.
"Trattieniti. Non scoppiare. Devi aspettare finc…"
"Amy????? Amy sei tu?? Riesci a sentirmi?? Ti prego dimmi che non me lo sono immaginato" la voce impanicata di Peter le riempì la testa e dovette soffocare la risata euforica che stava per uscirle dalla bocca.
"A meno che non sia io ad immaginarmi tutto… Ti sento forte e chiaro bimbo-ragno."
-Non parlare Matvey.- disse a denti stretti suo padre.
"Stiamo per venire a salvarti Amy, ti hanno fatto qualcosa?"
"Niente che non si possa risolvere con la vista della tua testa di fagiolo" *
Amelia cercò di non saltare dalla gioia e si girò. -Liberali e farò tutto quello che volete-
-Amelia no, non sai cosa vogliono farti!- esclamò suo padre cercando di trattenerla.
L'uomo la guardò. -Hai la mia parola.-
"Stiamo cercando di neutralizzare le guardie sul perimetro"
Si girò di nuovo verso i genitori per stringere loro le mani mentre Plokhoy parlava con una guardia.
-Scricciolo...- cominciò suo padre. -Non devi fidarti di loro, vogliono solo…-
-Non preoccupatevi, vi tirerò fuori di qui.- sussurrò lei.
-No Amy, devi metterti in salvo. Non pensare a noi, per favore…- sussurrò di rimando sua madre tra i singhiozzi.
Suo padre la guardò. -Hai presente il soldato d'inverno?-
Lei annuì nervosa. -Vagamente...-
-Vogliono farti diventare come lui. È sempre stato questo il loro obiettivo con te, fin dall'inizio.-
Amy li guardò sorpresa per qualche secondo poi scosse la testa quando sentì una guardia avvicinarsi. -Non succederà, fidatevi.-
A quel punto la guardia le strattonò il braccio con violenza trascinandola per dove erano arrivati.
-Hey! So camminare da sola.- sussurrò a denti stretti cercando di ignorare i suoi genitori che continuavano a chiamarla.
Si girò e notò il dottor Plokhoy seguirli a pochi passi di distanza, controllava una cartella e non disse niente alla guardia che le stava praticamente strappando il braccio dal resto del corpo.
Ecco, pensò Amy. Ora la gentilezza è sparita del tutto, è pronto a fare i suoi piccoli esperimenti, rivelandosi davvero lo psicopatico che aveva immaginato.
Risalirono le scale e attraversarono di nuovo i lunghi corridoi bianchi, ma superarono la camera in cui era prima, invece entrarono in un'altra stanza.
La guardia lasciò la presa su di lei per andare a controllare dei computer.
Amelia si guardò intorno, la stanza era abbastanza grande, c'erano due tavoli ricoperti di fiale e microscopi lungo le pareti, tre persone con lo stesso camice dell'uomo dietro di lei erano intenti a discutere in un angolo.
Ma la cosa che preoccupava Amelia era la poltrona in mezzo alla stanza, le ricordava quella del dentista ma era molto più inquietante.
Ai braccioli aveva delle cinghie e lì accanto un macchinario, simile a quello visto nelle visioni di Bucky, solo più moderno.
-Avanti Amelia, accomodati pure. In fondo questa è casa tua- Plokhoy le sorrise e fece per posarle una mano sulla spalla ma lei avanzò verso la poltrona e lo guardò.
-Siediti.- disse lui con una traccia di impazienza nella voce.
-Quali sono esattamente… i vostri piani?- chiese lentamente, cercando di guadagnare un po' di tempo.
-Li scoprirai molto presto Amelia, ora siediti.-
-Ma...-
Plokhoy fece un cenno con la mano alla guardia, che la afferrò per le spalle e la costrinse a sedersi con la forza.
-Hey!- Amelia afferrò il braccio della guardia per togliersela di mezzo e senza accorgersene le congelò la manica della divisa.
Silenzio.
Amy spostò piano lo sguardo dalla manica al dottore, stava sorridendo.
-Credo sia ora di un'iniezione.-
La ragazza si immobilizzò. 
"Peter, credo che questo sia il momento adatto per la tua straordinaria entrata. Non serve niente di sfarzoso, sul serio. Solo… muoviti."
Le strinsero i polsi con le cinghie, tentò di ribellarsi ma i suoi poteri erano ancora troppo deboli, finì solo per congelare i braccioli della poltrona.
-Ti consiglio di calmarti, tanto fra qualche minuto non ti ricorderai niente comunque- disse Plokhoy alzandole la manica della felpa.
Amelia lo guardò spaventata. "Peter..."
La guardia le infilò la siringa nel braccio, lei strinse i denti e tirò un calcio al tavolino davanti alla poltrona, facendo cadere a terra vari strumenti e producendo un fastidioso rumore metallico che rimbombò nella stanza.
La guardia che le stava iniettando il liquido nero le gridò qualcosa di incomprensibile.
Amelia chiuse gli occhi, cominciava a sentirsi di nuovo debole per colpa di quel dannato antidoto.
-Andrà tutto bene, tranquilla.- lei riaprì gli occhi in tempo per vedere la mano del dottor Plokhoy avvicinarsi per scostarle i capelli, non ci pensò due volte e gli morse la mano, facendolo imprecare.
Amelia sorrise debolmente dopo avergli lasciato la mano. -Non sono delle belle parole per un uomo della sua età-
Vide gli occhi dell'uomo incendiarsi e quasi si pentì di averlo morso, alzò una mano per colpirla e lei girò subito la testa dall'altra parte stringendo i denti.
"Attenta alla testa" disse una voce mentre un frastuono le faceva riaprire gli occhi.
La guardia che le era accanto non c'era più, la siringa le penzolava dal braccio, dei rivoli di sangue le scorrevano fino al polso, respinse un conato di vomito e si girò verso il dottore in tempo per vederlo uscire in fretta dalla stanza insieme agli altri.
-Cosa...- Amelia cercò di girarsi per vedere dietro di sé ma le cinghie glielo impedivano.
Con la coda dell'occhio vide la guardia a terra, accanto al suo braccio un… Martello?
Un attimo dopo qualcosa di grosso entrò, buttando giù il muro.
Amelia strabuzzò gli occhi guardando il gigante verde urlare per poi rivolgerle un cenno e correre all'inseguimento dei dottori.
-È forte, vero? Adoro quando fa quella cosa, dovresti vederlo durante la trasformazione.-
Amelia si girò per vedere un uomo alto e muscoloso, dalla lunga chioma bionda e restò di sasso.
Thor le sorrise e raccolse il martello. -Vado ad aiutarlo, ora arrivano gli altri!- Detto questo uscì dalla stanza.
Spostò lo sguardo verso l'enorme buco nella parete.
Fuori c'era una tempesta di neve e vide qualcuno vestito di blu, bianco e rosso combattere con altre figure vestite di nero.
Le sembrava tutto troppo irreale, come se fosse dentro a una bolla.
Continuò a guardare finché la sua visuale non fu disturbata da alcuni puntini neri, scosse la testa e spostò lo sguardo sul braccio dove aveva la siringa.
Ma non c'era più.
Così come le cinghie che la tenevano legata.
Delle mani delicate le incorniciarono il viso con una delicatezza estrema.
Qualcuno aveva già usato quella delicatezza con lei, molto tempo fa, ma non riusciva a ricordare chi.
Le mani le stavano alzando il viso.
Le ci volle un po' per mettere a fuoco gli occhi davanti a lei, erano di un bel color cioccolato, non li vedeva da molto.
Si accigliò cercando di concentrarsi.
Fu in quel momento che si accorse di non sentire nulla e di non riuscire a respirare, con uno scatto improvviso si tirò in piedi per cercare di non annegare in quella strana sensazione.
Finì a terra sbattendo la testa e all'improvviso tutti i rumori tornarono, come un'esplosione.
C'era un allarme che suonava incessantemente, rumore di spari e urla in diverse lingue.
-Amelia??-
-Amy!?-
Qualcuno la aiutò ad alzarsi ma lei rimase in ginocchio, respirando a fatica.
-Amelia, mi senti?- ora qualcun altro era inginocchiato davanti a lei.
-Amelia, guardami.-
Lei alzò piano la testa e quando mise a fuoco il viso davanti al suo spalancò gli occhi.
-Tony...- sussurrò. E all'improvviso ricordò tutti i discorsi che si era preparata in quegli ultimi quattro anni in occasione del loro incontro, provati e riprovati davanti allo specchio della sua camera, notte e giorno. -Tony, io… Mi dispiace così tanto, io avrei dov…-
Fu interrotta da un abbraccio stritolaossa.
Lei sorrise ricacciando indietro le lacrime e ricambiò l'abbraccio.
-Non provare nemmeno a scusarti, ragazzina. Stai bene?- La sollevò da terra continuando a stringerla forte.
Lei posò la fronte sulla sua spalla sorridendo e annuì. -Ora sì-
-Mi sei mancata così tanto.. Mi dispiace, sono stato un vero…-
Amelia gli tappò la bocca con una mano. -non provare nemmeno a scusarti, uomo di latta. Stai bene?- sorrise vedendolo annuire.
-Ora è il mio turno, mi dispiace ragazzi ma sono il più piccolo e ho bisogno di più attenzioni- disse una voce dietro ad Amelia.
Lei si girò e sorrise mentre Tony la liberava dall'abbraccio.
Un altro paio di braccia la sollevarono per farla girare intorno, Amelia rise abbracciando Peter con tutta la forza che le era rimasta.
-Te la sei presa comoda, brutto ingrato!-
-Avresti dovuto vedere quante guardie c'erano qui fuori, dovresti sentirti importante, sai?-
Lei rise e scosse la testa.
-Ora sarà meglio andare- disse Tony guardando i due sorridendo. -Oh Amelia, forse vorrai indossare questa.-
Amelia sorrise prendendo il passamontagna. -Lo hai conservato?-
-Certo che sì, ma questa è una lunga storia. Andiamo?.
Lei fece per annuire ma poi ricordo una cosa e inorridì,
-I miei genitori, sono giù nelle celle!-
Tony la guardò sorpreso. -Okay Peter, portala al sicuro mentre io vado a cercarli-
-No!- Amelia scosse la testa e gli afferrò il braccio fermandolo prima che rientrasse nella sua armatura.
Qualcosa dentro di lei non voleva più allontanarsi da lui, per nessuna ragione. -Vengo anch'io.-
Lui la guardò per interminabili secondi poi annuì. -Okay, però…-
-Rimango dietro di te, lo so…-
Lui le sorrise ed entrò nell'armatura.
Lei e Peter lo seguirono per i corridoi ormai sgombri.
-Cos'era quella cosa che ti stavano iniettando?- chiese Tony mentre scendevano le scale.
-Un antidoto ai miei poteri a quanto pare-
-Cosa?- Peter la guardò sorpreso. -È per questo che non mi rispondi? Pensavo mi stessi ignorando! Non hai sentito niente di quel che ho detto negli ultimi cinque minuti? Oh santi nerd, mi sento un idiota-
Lei cercò di non ridere per l'espressione dell'amico. -Cosa mi hai detto?-
-Già bimbo ragno, cosa le hai detto che non potevo sentire?-
-Oh niente signor Stark, sul serio.-
Amy gli lanciò uno sguardo incuriosito. Era strano non riuscire a sentirlo, quasi come non avere più un braccio o una gamba.
Lui sorrise e scosse la testa, poi si fermò e guardò verso la fine delle scale.
-Signor Stark?- 
-Sì, l'ho sentito.-
Amelia stava per chiedere cosa avessero sentito quando da dietro l'angolo spuntarono delle guardie che cominciarono a sparare verso di loro.
Tony si mise davanti ai due per proteggerli dai proiettili mentre Peter afferrava le armi con le sue ragnatele, quando le guardie cominciarono a scappare nella direzione opposta i due li rincorsero.
Amelia rimase immobile per un po', non sapeva se seguirli o meno, senza i suoi poteri era completamente inutile.
Stava ancora soppesando le alternative quando un rumore proveniente dal piano di sopra la fece sobbalzare, si infilò il passamontagna in fretta e furia e scese le scale rimanenti di corsa, cercando un nascondiglio nel sottoscala.
Sentì qualcuno scendere le scale a passo lento e desiderò che la parete alla quale si era appoggiata la inghiottisse. 
Era in un angolo buio e intorno a lei non c'era nessun oggetto che potesse usare per difendersi.
 
 
 



 
 
 
_Angolo autrice
Eccomi qui, volevo aggiornare ieri ma il computer non voleva connettersi, ugh.
Vi ho lasciati con un altro finale a sorpresa perché… Perché sì, mi diverto.
In teoria Amy ora è in salvo, no?
E sembra che le cose tra lei e Tony si siano risolte in fretta, d'altronde entrambi non vedevano l'ora di riabbracciarsi.
A quanto pare dietro ai poteri di Amelia c'è una storia un po' inquietante.
Tanti punti di domanda.
E tante sorprese per il prossimo capitolo.
Davvero, preparatevi.
Se volete smettere di leggere fatelo adesso.
Io vi ho avvertiti.
(Mi sento un po' Lemony Snicket a scrivere queste cose)
Il dottor Plokhoy (плохой) si chiama così perché in russo vuol dire "cattivo". Se ve lo state chiedendo... sì, non ho nessuna immaginazione, lo so.
Un'altra volta: ancora grazie per tutti coloro che hanno inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate, per coloro che lasciano commenti e anche ai miei lettori invisibili, mi fate tanto felice.
Che dire, ci vediamo alla prossima. Bevete tanto e non bruciatevi al sole perché dovete arrivare integri e pieni di energie al prossimo capitolo, mi raccomando.
 
 
 
*"Niente che non si possa risolvere con la vista della tua testa di fagiolo"   Non so se avete mai visto la serie tv della BBC Merlin, ma Amy e Peter da veri nerd quali sono, fanno varie citazioni prese da film/serie/libri.
In una puntata Merlin chiama Arthur "Testa di fagiolo", il che mi fa ridere come una scema ogni volta.
Se non avete mai visto la serie, ve la consiglio.
Detto questo, vi saluto per davvero.
Alla prossima!

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Capitolo 8
*** ottavo capitolo ***


-No, non l'ho ancora trovata. Ho capito Stark… Sì, calmati-
Amelia spalancò gli occhi sentendo quel sussurro.
Conosceva quella voce.
-Amelia?-
Uscì dal suo nascondiglio  e guardò l'uomo davanti a lei sorpresa.
-Bucky?-
Lui si girò verso di lei e sorrise. -Allora è questo il tuo vero nome-
Amelia rimase a guardarlo imbambolata, indecisa se credere che l'uomo davanti a lei fosse davvero lì o se la sua mente la stesse prendendo in giro un'altra volta.
Bucky le si avvicinò con espressione preoccupata. -Stark ha detto che ti hanno iniettato qualcosa di strano e che eri un po' confusa-
Lei non rispose e continuò ad osservarlo.
I capelli erano un po' più lunghi ma il viso era sempre uguale.
-Amelia, dobbiamo uscire da qui. Sto per prenderti in  braccio, okay?-
Lui la guardò con preoccupazione crescente.
-Amy.- disse piano.
Bucky sorrise. -Amy- disse dolcemente. -Dobbiamo and…-
-Non sei cambiato per niente, il siero del super-soldato combatte anche le rughe?-
-Credo di sì, ma è anche un vantaggio di entrare ed uscire dalla cryo per due anni e mezzo- borbottò spostando lo sguardo per poi tornare a guardarla. -Tu invece sei cambiata, cioè… non posso dirlo con certezza visto che hai sempre quel passamontagna a nasconderti, ma sei cambiata.-
Lei sorrise. -Uno svantaggio comportato nel non frequentare cryo-
-Non lo chiamerei svantaggio- le sorrise. -Ma ora dobbiamo andare sul serio, pronta?- le porse la mano.
Amy stava per accettarla quando si ricordò dei suoi genitori, scosse la testa e corse nel corridoio che portava alle celle.
-Amelia!-
-I miei genitori sono di qua- esclamò lei senza aspettarlo, spalancò la porta e corse davanti alle celle vuote finché non trovò quella dei suoi genitori.
-Ve l'avevo detto che sarei tornata a prendervi- sorrise riprendendo fiato mentre i suoi la guardavano preoccupati.
-Amy? Cosa fai con quel passamontagna? E perché sei qui?-
-Tranquilla mamma, ho tutto sotto controllo.- guardò la serratura e si maledì mentalmente. -Ehm...- alzò lo sguardo sui genitori con un sorriso pieno di vergogna. -C'è una remota possibilità che voi sappiate…-
Suo padre sorrise. -Amelia, vai subito via da qui. Noi staremo bene, avanti.-
-Cosa? No!-
-Lascia, ci penso io.-
Amelia fece un salto accorgendosi della presenza di Bucky. 
Come diamine era riuscito ad arrivare lì senza che lei se ne accorgesse?
Lui ridacchiò spostandola leggermente da una parte. -Scusa, non volevo spaventarti.-
Lei sorrise scuotendo la testa, poi si morse la lingua prima che potesse dire qualcosa come "Puoi spaventarmi tutte le volte che vuoi, tranquillo."
-James?- chiesero i suoi genitori in contemporanea.
Lui li guardò incerto, come se li riconoscesse ma non ricordasse bene dove li avesse già visti, poi spostò lo sguardo su Amelia e i suoi occhi si spalancarono, come se avesse appena realizzato qualcosa.
Prima che lei potesse chiedergli cosa stesse succedendo lui abbassò di nuovo lo sguardo.
-Dottor Adam, dottoressa Selina…- mormorò piano mentre armeggiava con la cella usando il suo braccio metallico.
-James, cosa ci fai qui?- domandò sua madre con preoccupazione.
-Si chiama Bucky- disse Amelia senza pensarci su.
Quando i suoi non le risposero spostò lo sguardo da Bucky a loro, la stavano guardando con un sopracciglio alzato.
-Mh?-
-Si chiama Bucky?- ripeté suo padre sorpreso.
Lei arrossì e ringraziò Tony di averle portato il passamontagna.
-Come lo conosci?- chiese sua madre.
Amelia stava per chiederle la stessa cosa ma ci ripensò, non era di certo il momento di discutere.
-Uhm... Ricordate quando ero al quinto anno e c'è stato quello sciopero… Quando sono andata a dormire fuori e due giorni dopo sono tornata a casa tutta dolorante dicendovi che ero caduta dalle scale?-
-Quando ti abbiamo portata all'ospedale e ti hanno trovato cinque costole incrinate?- domandò suo padre sorpreso.
-Esatto, beh…-
-Mi ha salvato la vita- disse Bucky  dando il colpo di grazia alla cella, per poi scaraventarla dall'altra parte del corridoio come se fosse un pezzo di polistirolo.
Sua madre le lanciò uno sguardo che diceva "Oh non penserai di cavartela così carina. Poi ci dovrai raccontare tutto".
Amelia sospirò e seguì Bucky e i genitori verso l'uscita.
-Cosa ci fai qui James?- domandò all'improvviso suo padre.
-È qui con Tony- disse Amelia cercando di stare al passo con i tre, poteva capire Bucky ma... da quando i suoi genitori erano così agili?
Suo padre si girò a guardarla e le prese la mano notando che cominciava a rimanere indietro. -Non ci hai ancora spiegato il motivo del passamontagna Scricciolo-
-Fa freddo fuori- mormorò lei, al che Bucky le lanciò un'occhiata.
-Strano sentirlo da qualcuno che può far nevicare-
-Vero? Sarei dovuta nascere con l'impossibilità di provare freddo… o caldo-
A quelle parole i suoi genitori si scambiarono un'occhiata preoccupata.
Amy stava per chiedere spiegazioni ma qualcuno la abbracciò da dietro. 
-Scusa, ti ho abbandonata di nuovo- Peter si avvicinò per sussurrarle: -Ma vedo che hai trovato comunque il tuo soldato dall'armatura scintillante-
Amelia non aveva bisogno di togliergli la maschera per capire che stava sogghignando, quindi gli tirò un calcio.
-Ahia!-
-Amelia- esclamò sua madre mentre continuavano ad avanzare.
-Cosa? Oh, scusa bimbo ragno, dev'essere stato uno spasmo muscolare-
-Sì, figurati…- mormorò lui.
-È il tipo che ci mostri sempre in quei video?- domandò suo padre stringendole di più la mano.
-Sono Spiderman in persona- esclamò Peter guadagnandosi un'occhiataccia dal padre di Amelia.
-Ti prego non dirmi che è il tuo ragazzo Scricciolo-
-EHW NO!- esclamarono all'unisono Peter e Amelia per poi guardarsi. -HEY!- esclamarono in contemporanea scoppiando a ridere.
-È tipo il fratellino insopportabile che non ho mai avuto- disse Amelia.
-Credo che Banner abbia distrutto un po' di cose di sopra, quindi…- Bucky fece una pausa per frantumare una finestra alta. -Prego-
Così dicendo si fece da parte per far passare i genitori di Amelia.
Suo padre aiutò la madre per poi girarsi verso la figlia.
-Oh andiamo, non ho più sei anni. Vai prima tu-
Lui alzò gli occhi al cielo per poi sollevarsi e uscire all'aria aperta.
Amelia si avvicinò, fece un salto per aggrapparsi e cercò di sollevarsi ma non aveva nessuna forza sulle braccia così si ritrovò appesa come una salsiccia.
-Santissimi fenicotteri…- mormorò in italiano per non farsi capire dagli altri.
-Stai facendo vergognare il genere umano Amy- disse Peter cercando di non ridere.
-Io non so se ti rendi conto che sto esaurendo la mia pazienza… E in più senza il morso di quel ragno saresti messo peggio di me.-
-Dovresti comportarti meglio con le signore bimbo ragno…- disse Bucky ridacchiando.
Amelia sorrise, poi si sentì sollevare per le gambe.
-Grazie James.- mormorò sorridendo mentre usciva dalla finestra.
Appena si alzò vide i genitori stendere cinque guardie armate ad una velocità incredibile.
Rimase a bocca aperta.
-Non mi avevi detto che i tuoi sono dei ninja- mormorò la voce di Peter alle sue spalle.
-Perché non lo sapevo- disse piano lei.
Sua madre si girò e notando la sua espressione le si avvicinò. -Lo so. Ti dobbiamo dare molte spiegazioni, mi dispiace-
-Sì, siamo fuori- mormorò Bucky. -Bene Stark, stiamo aspettando soltanto te, qui gli altri hanno finito.-
Amelia seguì il suo sguardo e notò che il resto degli Avengers li stava raggiungendo, Bruce sembrava scosso ma a quanto pare riusciva a trovare conforto nelle parole di Natasha.
Quando si avvicinarono notò che Wanda la guardava confusa, così lei alzò un sopracciglio alla "Ho un rospo sulla testa per caso?"
-Non riesce a leggerti nel pensiero- mormorò Peter accanto a lei.
-Oh.- fu l'unica cosa che disse. -Dov'è Tony?- chiese poi.
Cominciava ad essere preoccupata e in più non voleva più stargli lontana per più dii dieci minuti.
-Alla tua sinistra- annunciò, planando poi alla sua destra.
Amelia si chiese se lo avesse fatto apposta o se il genio miliardario playboy filantropo stesse semplicemente invecchiando.
-Signori Frosin- disse facendo un cenno ai genitori di Amelia. -Scusate se ho ritardato ma c'erano un sacco di cose interessanti lì dentro.
-Tipo la tua dignità?- chiese Sam facendo ridere il resto del gruppo.
-Oh stai zitto uomo piccione.-
Sam per tutta risposta guardò Amelia. -Da quando mi hai chiamato così all'aeroporto non la smettono più.-
Amelia ridacchiò -Mi dispiace Sam-
-Aeroporto?- chiesero i suoi genitori sempre più confusi.
-Colpa mia, vi spiegherò tutto quando voi mi spiegherete alcune cose. Ora… So che capitan ghiacciolo e il suo amico gelato ci avranno già fatto l'abitudine, ma che ne dite di andarcene? Shawarma?- chiese allegro.
-Solo in quel momento Amelia si ricordò della tempesta di neve e si accorse che faceva fatica a tenere gli occhi aperti con tutto quel vento e quella neve.
-Cosa ne facciamo di lui?- Clint spinse in avanti il dottor Plokhoy, i polsi ammanettati dietro la schiena.
Quando incontrò il suo sguardo Amy fece un passo indietro andando a sbattere contro Tony.
Lui le si parò davanti in modo protettivo, modalità mamma chioccia attivata. -Credo che lo SHIELD avrà qualche cosa in serbo per lui. Ora andiamo.- spinse dolcemente Amelia in avanti per seguire gli altri.
Clint e Steve rimasero indietro con Plokhoy, che continuava a sorridere.
Amelia sentiva lo sguardo dell'uomo addosso ma non osò girarsi, finché non iniziò a parlarle, come temeva.
-Amelia... Bel nome, devo ammetterlo. L'avete cresciuta bene.-
-Credimi, è meglio che tu chiuda la bocca- dissero Steve e Clint in contemporanea.
Ma lui non li ascoltò. -Volete davvero andare avanti con questa storia?-
-Matvey, basta.- disse secco suo padre.
-Non credete abbia il diritto di sapere che non siete i suoi veri genitori?-
Amelia si bloccò e si girò lentamente verso l'uomo. -C..Cosa?-
-Ti hanno presa in giro, tu non li hai mai avuti i genitori.- Le sorrise in modo subdolo.
Lei si girò piano verso i genitori, avevano entrambi gli occhi rossi e umidi.
-Sta mentendo, vero?-
Sua madre scosse la testa, le lacrime le rigavano le guance. -Mi dispiace Amy, volevamo solo proteggerti…-
Amelia smise di respirare, fu come se il cuore le si fosse fermato e il sangue si fosse congelato nelle vene, come qualunque cosa attorno a lei.
-Amy, noi…- cominciò suo padre, per essere interrotto subito dall'uomo.
-Oh Amy, non è nemmeno il tuo vero nome… Se ti avessero lasciata qui con noi invece che rapirti avresti avuto le risposte che cerchi.-
Lei scosse piano la testa, come per cancellare le ultime informazioni ricevute. -Smettila.-
-Ti sto solo dicendo la verità, saresti dovuta crescere con la tua vera famiglia-
-E chi sarebbe la mia vera famiglia??- Amelia si girò verso di lui all'improvviso, dalle sue mani si sprigionarono delle scintille, lasciando tutti sorpresi.
-Credo che sia abbastanza.- mormorò Tony cercando di mettersi in mezzo.
L'uomo sorrise dopo questa reazione. -Chi sarebbero? Io e altri due scienziati. Selina e Adam erano solo due nuove reclute dell'Hydra e hanno avuto la faccia tosta di portarci via il nostro esperimento più prezioso-
Amelia era ancor più confusa. -Io non sono un esperimento.-
-Certo che lo sei, ti abbiamo creata in un laboratorio. Saresti dovuta essere il primo dei nostri numerosi nuovi esperimenti. Ma qualcuno…- così dicendo fece un cenno verso i suoi "genitori". -Pensava che saresti diventata troppo pericolosa, così ti hanno portata via. Nascondendoti la tua vera natura.-
Amy sentì la madre singhiozzare dietro di lei ma non  voleva voltarsi. -Mi hanno protetta e cresciuta normalmente, non mi hanno mai fatto mancare niente. Non importa quello che dici, loro sono e saranno sempre i miei genitori.- disse non sapendo nemmeno come fosse riuscita a pronunciare quelle parole senza scoppiare a piangere.
Con la coda dell'occhio notò che la squadra di vendicatori era immobile, incerti se agire o meno, aspettavano un segnale. Da parte di Tony probabilmente.
-Non lo saranno ancora per molto.- disse. -Se avessi collaborato di più forse…-
-Cosa vuol di…- ma Amelia non riuscì a terminare la frase, perché due spari squarciarono il silenzio che si era creato.
Persino il vento sembrò fermarsi in quel momento.
Amelia spalancò gli occhi.
Tutto sembrava muoversi al rallentatore.
Clint e Steve buttarono a terra Plokhoy per poi cominciare a correre verso qualcosa dietro di lei.
Non voleva voltarsi, qualunque cosa fosse successa.
Non voleva vedere.
Ma poi la risata vuota dell'uomo la scosse, si girò lentamente e il primo viso che incontrò fu quello di Peter.
Si era tolto la maschera e la guardava spaventato, come se si aspettasse una qualche reazione da parte sua, poi abbassò lo sguardo e Amelia lo imitò.
La neve a terra si era tinta di rosso.
Tony non era più nella sua armatura, era chino sui corpi dei suoi genitori, insieme a Bruce.
Gli altri erano corsi verso il gruppo di guardie spuntate fuori dal nulla.
-Amy…- mormorò sua madre.
Lei riuscì a muovere qualche passo per poi cadere in ginocchio tra i due.
Entrambi le strinsero le mani.
-State tranquilli, Bruce e Tony riusciranno a...-
Suo padre scosse la testa. -Togliti il passamontagna Scricciolo, voglio vedere il tuo bel visino- disse, la voce flebile.
Lei lo fece e li guardò combattendo con il fuoco che aveva in gola.
-Sei stata la cosa più bella che ci sia mai capitata, non potremmo essere più orgogliosi della nostra bambina.- disse di nuovo suo padre.
-Non importa quello che ha detto, sei e sarai sempre il nostro grande tesoro. E perdonaci, non lasciare che sentimenti come odio e rabbia ti consumino.-
Amelia notò che i loro visi diventavano sempre più pallidi. -Non lasciatemi sola, per favore- disse tra i singhiozzi, le lacrime cominciavano a scorrere libere sul viso.
-Non sei sola.- mormorò sua madre guardando dietro di lei.
Amy si girò per incontrare lo sguardo devastato di Tony.
-Prenditi cura di lei- disse piano sua madre, Tony annuì.
Amelia si girò di nuovo verso di loro quando non sentì più niente.
-No, no. No, per favore… Mamma, papà…- cercò di scuoterli mentre alcuni singhiozzi le sfuggivano dalle labbra, ma i loro corpi erano ormai senza vita.
Non c'era più nessuna luce nei loro occhi.
Lasciò le loro mani per nascondersi il viso. -Tony ti prego fa qualcosa!- esclamò. -Per favore.-
Lui le posò una mano sulla spalla. -Se ne sono andati Amy… Mi dispiace.-
Nell'ascoltare quelle parole i singhiozzi della ragazza si fecero più violenti, ma lo ringraziò mentalmente per averle pronunciate.
Doveva sentirlo, quando muore qualcuno a noi caro abbiamo bisogno che ce lo dicano chiaro e tondo, senza giri di parole.
Lo sapeva, ma non riusciva a smettere di piangere.
-Questa è la fine che si meritavano quei traditori-
Se da una parte le parole di Tony la scossero completamente, queste la congelarono.
-Stai zitto.- disse la voce piena di rabbia di Peter.
-Starai meglio senza di loro Amelia- continuò Plokhoy.
-Non chiamarmi così.- disse ferma. 
Si sentiva ribollire il sangue nelle vene, quell'uomo non doveva nemmeno pronunciarlo il suo nome.
Erano stati i suoi genitori a darglielo e dalla sua bocca potevano uscire solo cose orribili.
-Amelia...- tentò Tony preoccupato vedendo che i suoi capelli assomigliavano sempre di più a delle fiamme.
Lanciò un ultimo sguardo ai corpi senza vita dei genitori e si alzò.
Doveva sfogare da qualche parte il fuoco che aveva dentro.
Si avvicinò lentamente all'uomo, in qualche modo riuscì a sollevarlo da terra afferrandolo per la gola. -Non dire più una parola.-
Lui sorrise. Lo stesso sorriso che le faceva venire il prurito alle nocche delle mani.
-Se no cosa fari? Taglia una testa e altre due ne spunteranno.-
-Non voglio ucciderti-
-Non hai il fegato di uccidere il tuo creatore, capisco.-
Lei posò una mano circondata da fiamme sul petto dell'uomo. -Voglio solo farti provare quello che ho provato io.-
L'uomo cadde in ginocchio, il sorriso era scomparso, il viso deformato dal dolore.
Le sue grida raggelarono il sangue nei presenti ma Amelia non sentiva nulla.
Continuò a torturarlo, ignorando le urla di Tony e Peter che la imploravano di fermarsi.
Persino i suoi occhi erano accesi da due fiamme.
Quando notò che non provava nessuna soddisfazione nel fare quello che stava facendo capì di doverlo lasciare andare, anche se rabbia e dolore urlavano il contrario.
Non lasciare che sentimenti come rabbia e odio ti consumino.
Amelia fece un passo indietro lasciando che l'uomo crollasse a terra.
Continuava ad urlare per il dolore e si sdraiò a pancia in giù, cercando di alleviare il dolore al petto ormai completamente ustionato.
Il fuoco dentro di lei si spense completamente, lasciando solo un grande vuoto.
Dietro di lei un silenzio spettrale.
Non osò voltarsi.
Invece cominciò a correre.
Non voleva rivedere i corpi dei genitori o gli sguardi spaventati degli altri, non voleva vedere più nessuno.
Corse nel bosco senza guardarsi indietro.
Ignorò le urla e corse finché un'armatura rossa e oro non le si parò davanti.
-Amelia fermati.- Tony uscì dall'armatura e la afferrò prima che potesse correre via di nuovo.
Si dimenò per un paio di minuti finché non crollò tra le braccia dell'uomo, lasciandosi andare a pianti silenziosi.
-Non voglio tornare indietro, non voglio vedere più nessuno.- sussurrò.
Tony la strinse più forte che poté, tentando di rassicurarla. -Non torneremo indietro, siamo solo noi due. Solo noi due.- mormorò mentre cercava di tranquillizzarla passandole una mano tra i lunghi capelli castani.
-Andrà tutto bene.- le disse.
Anche se sapeva che non sarebbe stato facile, lui c'era passato.
L'Hydra aveva preso la vita dei suoi genitori come ora aveva fatto con quelli della ragazza.
-Andrà tutto bene, ci sono qui io.- disse di nuovo mentre la guardava piangere, ormai senza forze.
Rimasero nel bosco finché i singhiozzi della ragazza non diminuirono, lasciandola senza lacrime da versare.
Tony la sollevò, per un attimo ripensò alla prima volta in cui l'aveva vista, impaurita da un mondo che voleva solo farle del male.
Lo stesso mondo da cui aveva cercato di proteggerla allontanandola da lui.
Ma ora eccolo di nuovo qui.
Si domandò se sarebbe mai riuscito a farla sorridere di nuovo, non voleva che diventasse come lui, che nascondesse il suo dolore dietro a continue frasi sarcastiche.
Doveva riaggiustarla, come faceva con le sue armature.
Doveva rivedere la sua Amy, anche se fossero serviti mesi o anni.
L'avrebbe riportata indietro.
 
 
 
 
_Angolo autrice
Quindi… heeeeeey.
Come state?
Sono sparita per quasi un mese, lo so.
Ma sono tornata con un capitolo super leggero, non vi pare?
Lo so, sono una persona orribile.
Se volete insultarmi per la mancanza di cuore lasciatemi un commento qui sotto.
-Voglio solo farti provare quello che ho provato io.- vi ricorda qualcosa, vero?
Ebbene sì, il comportamento di Amelia è molto simile a quello di Wanda alla fine di Age of Ultron.
Come per quel "doveva riaggiustarla, come faceva con le sue armature." mi sono ispirata ad iron man 3.
Prometto che i prossimi capitoli saranno più leggeri… Forse…
La parte finale del prossimo capitolo vi risolleverà il morale, promesso.
Come sempre: grazie di cuore a tutti coloro che hanno aggiunto la storia alle preferite/seguite/ricordate.
A coloro che spendono qualche minuto del loro tempo prezioso a leggere la mia storia e a coloro che lasciano recensioni (ce ne sono alcune che mi fanno morire dal ridere, quindi graziegraziegrazie.)
Spero di non avervi buttato troppo giù di morale con questo capitolo, prendetevi cura di voi stessi e idratatevi che fa caldo.
Alla prossima!

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Capitolo 9
*** nono capitolo ***


-Amy? Ti ho portato un po' di minestra, l'ha fatta Pepper ed è buonissima, devi credermi. O se non la vuoi posso portarti qualcos'altro-

Amelia continuò a fissare la tenda della camera, un movimento lento, quasi ipnotico.

-Amy...-

Sentì il letto abbassarsi e una mano che cercava di tirarle via le coperte dalla testa.

-Amelia, per favore, almeno parlami.- la voce di Tony era quasi disperata ma lei non si scomodò comunque.

Non ricordava nemmeno l'ultima volta che gli aveva detto qualcosa, aveva solo voglia di restare sdraiata lì, in quella camera piena di scatoloni mai svuotati.

Tony stava con lei praticamente tutto il giorno e quando non c'era lui c'erano Pepper, o Peter.

Pepper aveva sempre parole dolci e confortevoli, Tony cercava di coinvolgerla con qualsiasi cosa, era persino arrivato a proporle di andare a vedere i pinguini al polo sud.

Amy aveva quasi riso quella volta, quasi.

Peter invece parlava delle cose stupide che faceva insieme a Ned, ogni tanto le leggeva qualcosa o metteva qualche canzone in sottofondo mentre si sdraiava accanto a lei e accarezzava Freddie.

Sentì Tony sospirare e alzarsi, così si mise a pancia in su mentre il gatto le saltava sopra.

Odiava rendere tutti così infelici, si sentiva un mostro.

Voleva alzarsi e sorridere a tutti. Andare a visitare il Queens con Peter e Ned, mangiare schifezze con Tony nel suo laboratorio.

Aveva sempre desiderato visitare il suo laboratorio e ora che ne aveva la possibilità non riusciva a far altro che restarsene a letto.

Era come se una forza invisibile la tenesse lì e non le permettesse di aprire bocca.

Si sentiva risucchiata in un vortice scuro e freddo e non riusciva ad uscirne.

Sospiro piano e chiuse gli occhi, in attesa del prossimo incubo.

Ormai era un'abitudine.

 

 

Tony chiuse la porta e corse giù in laboratorio, per cercare di fare dei miglioramenti all'armatura, ma finì solo per lanciare cacciaviti e chiavi inglesi ovunque.

-Le servirebbe un po' di riposo signore.-

-Grazie per il consiglio Jarvis...-

-Ha ragione- commentò una voce dietro di lui.

Tony sorrise e si girò per guardare sua moglie. -Anche tu ne avresti bisogno, nelle tue condizioni-

Pepper sorrise. -Sono più riposata di te- rispose avvicinandosi.

Tony si inginocchiò per baciarle la pancia. -Come sta il mio mostriciattolo?-

-Sta bene, ma non è un mostriciattolo. Anche se Bruce pensa che, visto il padre, potrebbe anche esserlo.-

Lui si lasciò sfuggire una risata stanca. -Davvero? Frankenstein pensa questo?-

Pepper rise insieme a lui, poi guardò il caos sul tavolo da lavoro e sospirò.

Tony seguì il suo sguardo. -Sono passati tre mesi ormai-

-Lo so Tony- posò la testa sulla spalla del marito. -Ci vuole del tempo per queste cose. Tu ci sei passato, in più lei ha dovuto abbandonare tutto fingendo di essere morta per proteggere i suoi amici. Tu avevi Rhodey.-

-Lei ha noi- sussurrò Tony abbassando lo sguardo.

Sapeva che fare finta che Amelia fosse morta insieme ai suoi genitori era stata l'idea migliore per proteggere lei e i suoi conoscenti da altre minacce dell'Hydra, ma vederla così lo stava uccidendo.

-Certo che ha noi. E lei lo sa, con un po' di pazienza lo accetterà. Lo ha detto anche Bruce-

-Una volta ho raccontato a Bruce dei miei attacchi di panico e lui si è addormentato-

Pepper rise. -Credi sia ora di raccontarle del mostriciattolo?-

-Non so come potrebbe reagire.- rispose lui piano. -Che giorno siamo?-

-Il cinque agosto-

-Tra qualche giorno è il suo compleanno...- mormorò piano Tony.

 

 

-Ora devo andare, ma domani torno, okay?- sussurrò Peter.

Non ricevendo risposta si morse il labbro. -Dovresti dirmi "Okay." ora, Amy.-

Amelia non alzò lo sguardo e Peter sospirò. -Ned chiede di te, anche Mj. Vogliono conoscerti e sperano che tu ti senta presto meglio.- fece una pausa e seguì lo sguardo della ragazza, stava guardando la porta finestra. -C'è una spiaggia tranquilla qui sotto, dovresti vederla.- Esitò un attimo, poi si passò una mano tra i capelli. -Anche gli altri chiedono di te- aggiunse poi e trattenne il respiro notando l'espressione di Amy cambiare.

Per un attimo lo guardò confusa.

-Gli altri. Natasha, Visione, Wanda... Steve, Bucky...- si fermò, guardandola speranzoso.

Passarono diversi minuti, ma Peter continuò ad aspettare una reazione.

-Non mi conoscono nemmeno- sussurrò piano Amelia, la voce roca dopo mesi di silenzio.

-Magari vogliono conoscerti meglio- disse lui cercando di non sorridere troppo.

-Non credo- rispose lei velocemente.

-Si beh, hai ragione.- Peter rimase immobile, aveva paura che un improvviso movimento la spaventasse, come se fosse un cucciolo appena trovato al margine della strada. -Di certo non vogliono conoscerti in queste condizioni.-

Amelia gli lanciò un'occhiataccia e lui ridacchiò.

-Sei un vero disastro, lo sai? Hai due occhiaie spaventose, sei magrissima e pallida. In più i tuoi capelli fanno invidia ad un certo personaggio di uno dei tuoi libri preferiti. Sì, sto parlando proprio di Piton.- aggiunse fingendo di essere divertito quando in realtà era preoccupato per le condizioni in cui si trovava la ragazza. -Per favore Amy, io e Tony sappiamo cosa vuol dire non avere più i genitori. Non chiuderci fuori così.-

Amelia si giro dall'altra parte, stanca di quella conversazione.

Peter si morse la lingua e fece il giro del letto per darle un pizzicotto affettuoso alla guancia. -Scusa.- sussurrò. -So che non dovrei forzarti, è solo che mi manchi. Manchi a tutti.- disse piano per poi uscire, leggermente sollevato per averla fatta reagire almeno un po'.

 

 

Amelia si rigirò nel letto e si passò una mano sulla fronte sudata, faceva caldo quella notte.

All'improvviso sentì dei miagolii disperati e si rizzò a sedere.

Si guardò intorno, cercando di trovare il gatto nel buio totale, poi lo notò alla porta finestra.

Continuava a miagolare cercando di entrare nella stanza ma era incastrato.

-Oh Freddie...- mormorò. Si alzò e aprì di più la finestra per liberarlo. Poi si inginocchiò per coccolarlo. -Sei proprio un gatto buffo.-

Freddie dal canto suo, cominciò a fare le fusa vedendola lontana dal letto e le strofinò il muso sulla guancia facendola ridacchiare.

Amelia si morse subito la lingua.

Non voleva ridere, anche se era stato liberatorio.

Il solo pensiero di tornare felice la faceva stare male, le sembrava di tradire i suoi genitori.

Guardò l'orologio sul comodino.

Le 02:57.

Stava per rialzarsi per raggiungere di nuovo il letto ma un guizzo di luce proveniente da fuori le fece girare la testa di scatto.

Trattenne il respiro, era una stella cadente.

Guardò il cielo stellato e ne notò un'altra.

-Jarvis...?- sussurrò, non aveva mai parlato con Jarvis da quando era arrivata ma aveva sentito Tony farlo.

-Sì signorina?- rispose prontamente la voce dal caloroso accento inglese facendo sobbalzare Amelia.

-Che giorno è?-

-Il dieci agosto signorina.-

Amelia sospirò sonoramente, come poteva essere passato così tanto tempo? Si alzò e uscì per appoggiarsi al terrazzo.

Guardò in alto. -San Lorenzo, io lo so perchè tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perchè sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla...- sussurrò piano.

Era come se quelle parole, di un autore lontano, le si fossero attaccate alla pelle.

Quando era più piccola era rimasta estasiata nel sapere che una poesia avesse come titolo la data del suo compleanno.

Crescendo, aveva capito il suo significato ma era rimasta comunque una delle sue poesie preferite, anche se non poteva capire fino in fondo i sentimenti del poeta.

Ora li capiva.

-E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh... D'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male.- mormorò, lasciando cadere qualche lacrima mentre ripensava alla prima volta in cui aveva chiesto al padre di leggergliela.

-Devo avvisare il signor Stark?- chiese Jarvis.

-No, no. Starà dormendo ora, poi io sto bene.- disse asciugandosi le lacrime per poi rientrare e dirigersi nel bagno collegato alla stanza.

Si guardoòallo specchio per la prima volta dopo mesi e quasi si spaventò.

-Jarvis, sono io quel mostro allo specchio?- chiese incredula.

-Beh, è messa un po' male ma non la definerei un mostro, ha solo bisogno di riprendersi-

-Sei gentile e per niente sarcastico per essere stato creato da Tony. E ti prego, chiamami Amy.-

-Va bene Amy- disse gentilmente Jarvis.

-Diamine, Peter aveva ragione...- mormorò mentre continuava a studiare il suo riflesso.

Sembrava uno zombie appena emerso dal terreno di un cimitero.

Era pallida come un cencio, e in più non aveva mai visto il proprio viso così magro.

Si passò una mano tra i capelli sbuffando sonoramente. Erano completamente rovinati sulle punte.

Cominciò a rovistare tra i cassetti finchè non trovo un paio di forbici.

Si guardò allo specchio con aria di sfida. -Tu li hai ridotti in questo stato e ora io li taglio.- Arrotolò una ciocca alla volta tra le dita e tagliò.

Il suono secco della forbice era assordante nel silenzio della casa.

Dopo l'ultima ciocca lasciò cadere le forbici nel lavandino e si guardò, ora le arrivavano alle spalle.

Non erano più lunghi ma nemmeno troppo corti.

Notò l'espressione pentita del suo riflesso. -Mi hai costretta tu a farlo, così impari a non prendertene cura-

Abbassò lo sguardo e vide Freddie che la osservava curioso sulla soglia della porta.

-Mi stanno bene?- domandò, ricambiando lo sguardo.

-Miao.-

-Grazie- gli sorrise grata. -Ora mi faccio la doccia, ma poi torno e ti prometto che non tornerò a letto.- sussurrò regalandogli una grattatina all'orecchio che sembrò apprezzare.

Raccolse i capelli dal pavimento del bagno e li buttò via, per poi fiondarsi nella doccia.

Per un attimo i suoi pensieri tornarono ai genitori e sentì le lacrime arrivare di nuovo così decise di farsi una doccia gelata, l'acqua fredda la colpì come tanti piccoli pugnali di ghiaccio sulla pelle bollente.

Non capì quanto rimase sotto la doccia, ma quando uscì non sentiva più niente, nè la pelle nè i suoi pensieri.

Non voleva tornare a letto, voleva smettere di far soffrire tutti e tornare come prima, doveva assolutamente tornare come prima.

Si strinse nell'accappatoio e fece qualche passo incerto verso il lavandino, dove appoggiò le mani tremanti e cominciò a respirare a fatica.

Alzò piano lo sguardo verso lo specchio e si trovò di nuovo ad osservare quel suo strano riflesso.

I capelli scuri gocciolavano ritmicamente, gli occhi vuoti.

-Ti hanno presa in giro, tu non li hai mai avuti i genitori-

Amelia strinse i denti risentendo quella voce nella sua testa, però continuò a guardarsi.

Come mai non ci era mai arrivata prima?

Non aveva niente dei suoi genitori.

Sua madre aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri, suo padre capelli rossicci e occhi azzurri.

Lei aveva capelli e occhi castani, non aveva niente di loro, nemmeno la forma del viso.

ti abbiamo creata in un laboratorio. Saresti dovuta essere il primo dei nostri numerosi nuovi esperimenti.

A quel punto non riuscì a trattennersi e scaraventò tutto quello che era sul ripiano per terra, mandando in frantumi bottigliette di vetro di cui ignorava il contenuto.

Rimase senza fiato finchè anche l'ultimo coccio di vetro non smise di far rumore.

-Il suo stato emotivo è alterato, devo chiamare il signor Stark?- chiese Jarvis.

-No, mi dispiace Jarvis...- disse piano. -Come sta? Tony...- chiese mentre tornava nella camera.

-È preoccupato per te-

-Mi dispiace...- ripetè piano.

-Non è colpa tua, hai subìto una grave perdita e hai diritto di sfogare le tue emozioni come meglio credi-.

Amelia tirò su col naso. -Grazie Jarvis-

-Di niente Amelia-

Lei si guardò intorno, la camera ricoperta da una marea di scatoloni che non aveva ancora avuto il coraggio di aprire.

Si inginocchiò accanto ad uno di essi, lo aprì con cautela, non aveva scritto niente quindi non aveva idea di cosa ci fosse dentro.

"Solo frammenti di una vita passata, che non mi appartiene più." pensò, per poi alzare gli occhi al cielo per la propria estrema drammaticità.

-Oh no, per favore...- mormorò quando si rese conto che tra tutte le scatole possibili aveva beccato proprio quella delle foto.

Amelia ne tirò fuori un album, lo tenne trale mani per un po', poi prese un gran respiro e lo aprì.

Nella prima pagina c'era una sua foto, lì aveva cinque anni, due treccine alla pippi calzelunghe e un sorriso sdentato, abbracciava una scatola di biscotti più grande di lei.

Sorrise e girò pagina, quasi fece cadere l'album.

-Miao?- Freddie le si avvicinò e guardoò l'album curioso, poi strusciò la testa in maniera affettuosa sulla foto che ritraeva i suoi genitori.

-Mancano anche a me- sussurrò lei con le lacrime agli occhi, poi guardo l'altra foto.

Ritraeva lei e Ilenia in piscina, avevano undici anni. -Ma lei mi manca anche di più, perchè è ancora qui ma non potrò più vederla- mormorò lasciandosi scappare un singhiozzo.

Lasciò cadere l'album a terra e tirò fuori una grande cornice.

Era un insieme di foto che Ilenia le aveva regalato per il suo ultimo compleanno.

Si alzò e la posò accanto al comodino.

Spostò lo sguardo sul letto e il gatto le morse la gamba.

-Ahia! Miseriaccia, Freddie... Non sto tornando a letto, volevo solo fare una cosa.- dicendo così, afferrò un lato del materasso e lo sollevò, per poi ribaltarlo a terra, cuscini e coperte comprese. -Ilenia farebbe così, probabilmente con me sopra.- mormorò piano, con un sorriso divertito immaginandosi la scena.

Passò le ore rimanenti a togliere dagli scatoloni di tutto e di più, dalla sua collezione di cd ai vestiti, libri e peluche, lasciando tutto per terra.

Era spuntato il sole e sembrava che nella camera fosse passato un uragano, ma almeno non era più vuota come prima.

Sorrise guardando Freddie giocare con le scatole e uscì di nuovo nel terrazzo.

-Santi fenicotteri, c'è davvero una spiaggia qui sotto!- esclamò guardando l'oceano che si estendeva fino all'orizzonte. -Pensavo che Peter stesse solo cercando di farmi alzare dal letto-

Rientrò per indossare in fretta dei pantaloncini e una canottiera, per poi afferrare il vecchio cappello dei Guns N' Roses che apparteneva al padre.

-Jarvis?-

-Si?-

-Non svegliare Tony per favore, vado alla spiaggia qui sotto.-

-Va bene Amelia- rispose cordialmente lui.

Uscì dalla camera e mosse qualche passo nel lungo corridoio finchè non raggiunse le scale.

Quasi incaimpò per la furia con cui le scese e si arrestò di colpo quando vide Tony e Pepper addormentati sul divano.

Sorrise, poi notò la pancia di Pepper e strabuzzò gli occhi.

Le cose erano due, o aveva mangiato qualcosa che non aveva digerito o lei e Tony...

Si portò una mano alla bocca e per poco non andò a tirare una sberla in testa a Tony per non averglielo detto.

-Stupido uomo di latta- mormorò sorridendo, li guardò per qualche altro minuto e poi uscì dalla casa.

Infilò il cappello e camminò piano nella sabbia, quando si avvicinò alla battigia rimase ad osservare le onde danzare avanti e indietro mentre Freddie le saltellava intorno, scavando qui e lì nella sabbia.

Alla fine si tolse le scarpe e posò il cappello a terra per poi avanzare piano, il contatto con l'acqua la fece rabbrividire ma non si fermò, andò avanti finchè l'acqua non le arrivò al petto.

Sentì i miagolii di Freddie e si girò verso la spiaggia. -Vieni qui anche tu fifone!- esclamò sorridendo per poi girarsi di nuovo verso l'orizzonte, c'era solo qualche barca a vela e il sole era ancora timido nel cielo, non capì perchè ma quella vista la tranquillizzava, sorrise e si immerse del tutto.

Rimase sott'acqua per un po', godendosi il rumore ovattato delle onde sopra di lei e tenne gli occhi spalancati per guardare i raggi del sole filtrare attraverso l'acqua, sembrava quasi magico.

Quando non riuscì più a trattenere il respiro riemerse e si trovò davanti Freddie, che le nuotava intorno.

Strabuzzò gli occhi.

-Da quando in qua i gatti nuotano?!?- esclamò ridendo.

-Se continui a urlare così mi spaventerai tutti i pesci!- esclamò una voce.

Amy si girò e notò una piccola barca qualche metro più in là.

L'uomo sulla barca era anziano, aveva dei baffi bianchi e degli occhiali da sole marroni, in testa un berretto raffigurante un martello con la scritta "Che Thor ci benedica".

-Mi dispiace signore... Torniamo subito indiet... Freddie, vieni qui!- Ma ormai Freddie era già balzato sulla barca.

-Avanti, sali, vi dò un passaggio fino al pontile prima che mi spaventiate altri pesci- borbottò l'uomo.

Amelia si morse il labbro e si guardò indietro.

In effetti si erano allontanati parecchio dalla riva.

Sospirò e nuotò verso la barca, l'uomo la aiutò a salire e prese posto, ignorando il fastidio dei vestiti fradici.

Studiò l'uomo mentre coccolava il gatto, le sembrava di averlo già visto.

-Hai uno strano gatto- commento lui.

-Si chiama Freddie-

-È uno strano nome per un gatto strano- commentò lui facendo sorridere Amelia.

-È fan degli avengers?- chiese lei indicando il berretto.

-Oh si, dobbiamo ringraziare il cielo per averci mandato degli eroi disposti a difenderci a costo della loro stessa vita-

Amy annuì piano ripensando all'ultima volta in cui aveva visto i vendicatori e rabbrividì.

-Come mai eri in mezzo all'oceano da sola a quest'ora di mattina?-

Lei lo guardò sorridendo, probabilmente pensava che fosse pazza.

-Sono stata un po' male negli ultimi mesi, ma oggi stavo meglio così mi son detta "andiamo a farci un tuffo nell'oceano"-

-E ti senti meglio?-

Annuì strizzandosi i capelli che continuavano a gocciolare. -È stato liberatorio, come se l'acqua avesse spazzato via alcuni pensieri per qualche minuto-

-La natura fa questo effetto- disse l'uomo tirando fuori un sacchetto di carta e porgendoglielo. -Mia moglie mi ha preparato dei biscotti per la colazione, ma me ne mette sempre troppi, prendine un po'-

Amelia esitò un attimo ma poi ne prese uno quando sentì lo stomaco brontolare, in effetti lo aveva trascurato negli ultimi tempi.

Ne prese un morso e spalancò gli occhi. -È delizioso!- esclamò infilandoselo in bocca velocemente per assaporare di nuovo quella delizia.

Sentì i pezzi di cioccolato bianco sciogliersi e la dolce freschezza dei ribes.

L'uomo ridacchiò e le porse tutto il sacchetto.

-Oh no, non posso accettare-

-Avanti, prendili. Ho altri due panini nello zaino, poi a casa posso mangiarne quanti ne voglio, insisto- disse mentre accostava la barca al pontile.

Amelia sorrise e prese il sacchetto. -Grazie mille signore- si alzò e l'uomo la aiutò a scendere.

-Spero che tu riesca a trovare altro conforto nella natura ma per favore non venire più a spaventarmi i pesci- disse l'uomo.

Amelia rise di gusto dopo tanto tempo. -Lo prometto, complimentatevi con vostra moglie per i biscotti e grazie ancora!- esclamò mentre l'uomo si allontanava con la barca rivolgendole un ultimo sorriso divertito per poi girarsi di nuovo verso l'orizzonte.

Amelia guardò verso la spiaggia, poi abbassò lo sguardo sul gatto. -Facciamo a chi arriva prima!- detto questo cominciò a correre ma a metà pontile si bloccò notando che Freddie era parecchio indietro. -Oh andiamo!- urlò.

Sospirò e aspettò il gatto, quando le fu abbastanza vicino la superò con uno scatto affrettandosi verso la spiaggia.

Lei lo guardò sconvolta per qualche secondo poi scoppiò a ridere e lo rincorse. -Così non vale!-

Passò il tempo a giocare con Freddie e a fare strani disegni sulla sabbia, quando fu abbastanza asciutta e troppo stanca si sdraiò, coprendosi il viso col berretto e mangiò biscotti mentre guardava le nuvole.

Dopo un'oretta qualcuno prese posto accanto a lei.

-Carino il nuovo taglio-

Amelia sorrise leggermente. -Grazie-

Tony le prese il cappello. -Guns N' Roses-mormorò per poi guardarla di sottecchi. -Pensavo fossi più un tipo da Queen-

Lei si mise a sedere. -Mi dispiace per quello che vi ho fatto passare-

Tony la guardò meravigliato. -Non devi scusarti per niente, avevi tutte le ragioni per comportarti così-

-Ma voi non meritate di essere trattati così…- alzò la testa per incontrare quegli color cioccolato che le davano tanta sicurezza. -E mi dispiace per quello che è successo in Germania, avrei dovuto ascoltarti-

Tony ridacchiò. -Stiamo ancora parlando di quello ora? Ti ho già detto che è stata più colpa mia che tua. Non ero arrabbiato con te, cioè... un po' sì ma... Non ti ho più chiamata perchè dopo averti vista combattere con gli altri ti ho vista su altri campi di battaglia, infinite lotte, come quelle che combattiamo noi. E non volevo che tu diventassi così. Non volevo che la dolce ragazzina che conoscevo diventasse una di noi-

Amelia rimase qualche minuto in silenzio, sorpresa da quelle parole.

-Sono una donna ormai- mormorò sorridendo.

Lui alzò un sopracciglio. -Ah sì? Eppure il disastro in camera tua sembrava opera di una ragazzina, io e Pepper abbiamo preso un colpo quando l'abbiamo vista.-

-Oh sì, scus... Aspetta!- esclamò. -Quando avevi intenzione di dirmi che aspettate un bambino?!?-

Amelia cercò di non ridere per l'espressione spaventata dell'uomo.

-Beh... Non volevo che ti sentissi trascurata...-

-Stai scherzando? Sono così felice per voi!- disse lei per poi soffocarlo con un abbraccio

Tony sorrise e si alzò tenendola in braccio. -Io sono felice che tu stia almeno un po' meglio- disse. -Ma se stai ancora sotto il sole ti scotterai.- 

-Aww… Sei già in modalità papà protettivo!-

Lui nascose un sorriso mentre le scompigliava i capelli. -Andiamo.-

-Aspetta! I miei biscotti!- esclamò lei.

Tony la guardò confuso mentre raccoglieva il sacchetto di biscotti. -E quello dove l'hai preso?-

-Me l'ha dato un signore- rispose tranquilla lei prendendo un altro biscotto.

Tony la guardò scioccato. -Quando eri piccola ti ho ripetuto mille volte di non accettare caramelle dagli sconosciuti!-

-Infatti sono biscotti.-

Lui la guardò ancor più sconvolto. -Davvero? Dal nulla assoluto al sarcasmo?.

Lei ridacchiò. -Era un signore gentile, in più i biscotti sono deliziosi- gli porse il sacchetto mentre tornavano verso la casa.

Tony prese il sacchetto e ci guardò dentro. -Quanti ce n'erano?- chiese addentandone uno.

Il suo viso si illuminò completamente, come se avesse assaggiato un pezzo di paradiso.

-Uhm... Almeno una ventina credo-

-Cosa? Ne è rimasto uno!- disse guardando la ragazza sconvolto, fino al giorno prima non voleva nemmeno sentir nominare la parola "cibo".

Amelia si lasciò sfuggire una risata imbarazzata. -Sì beh... Avevo fame e... I biscotti erano davvero buoni...- mormorò mentre Tony scuoteva la testa divertito e sollevato allo stesso tempo.

 

 

***

 

 

Peter bussò alla porta tre volte e sobbalzò sentendo la voce di Jarvis che gli chiedeva di rimanere immobile mentre veniva scansionato, come ogni volta.

Sospirò ed entrò, domandandosi se oggi sarebbe stato diverso, l'unico cambiamento lo aveva visto qualche giorno prima, ma poi più niente.

Non vide nessuno nel corridoio e si fermò confuso.

Di solito Tony o Pepper lo aspettavano sulle scale.

All'improvviso sentì delle risate e girò la testa di scatto, avanzando qualche passo verso la cucina.

Rimase a guardare la scena che gli si presentava davanti per un bel po'.

Pepper era seduta a tavola, guardava dei fogli mentre Tony cercava di infilarle un cucchiaio di macedonia in bocca.

Ma l'attenzione di Peter era concentrata sulla ragazza seduta sul ripiano della cucina, la guardò confuso.

I capelli castani corti e un sorriso familiare sul viso.

-Oh eccoti, Peter!- esclamò Pepper, ma Peter non si girò, il suo sguardo si legoòa quello della ragazza.

Lei gli sorrise e saltò giù dal ripiano per corrergli incontro e abbracciarlo forte, cogliendo Peter alla sprovvista.

Guardò Tony, lui gli sorrise facendogli un cenno e in quel momento capì.

Capì che era Amelia ad abbracciarlo, che Amelia era tornata e in un attimo si ritrovò a ricambiare l'abbraccio.

"Mi dispiace" sentì nella sua testa e spalancò gli occhi.

Non avevano più comunicato a quel modo da mesi.

"Non preoccuparti, solo... Non farlo mai più" pensò tra le lacrime.

Lei lo strinse ancor più forte lasciandosi scappare un singhiozzo. "Mai più."

Rimasero così per un po', ad abbracciarsi e a piangere sotto gli sguardi commossi di Pepper e Tony.

"Quindi è stata la mia menzione di Bucky a farti risvegliare?"

Amelia sciolse l'abbraccio per dargli una sberla sul braccio, poi entrambi scoppiarono a ridere.

 

***

Dopo una lunga giornata passata con Peter, Amy aveva seguito Tony nel suo laboratorio.

Lasciava dondolare le gambe mentre osservava il suo lavoro.

-Cos'è?-

-Una culla!- esclamò lui sorridendo.

Amy sorrise nel vederlo così entusiasta, di certo sarebbe stato un ottimo padre.

Abbassò lo sguardo quando i suoi pensieri tornarono per l'ennesima volta ai genitori.

Tony si alzò per andare al tavolo dove era seduta.

-Siamo ancora in tempo per organizzare una mega festa di compleanno, lo sai? Se mi sbrigo posso invitare persino Taylor Swift, canterà tutto quello che vuoi-

Lei ridacchiò leggermente. -Per l'ennesima volta: No, Tony. Non voglio nessuna festa.- si rigirò un cacciavite tra le mani. -Non dovrei nemmeno averlo un compleanno- aggiunse piano poco dopo.

Tony la guardò confuso. -E perchè mai?-

I loro sguardi si incontrarono.

Sospirò, avrebbe dovuto spiegargli quel che le passava per la testa prima o poi. -Beh, lo hai sentito quel tizio- cominciò. -Sono stata creata in un laboratorio, non sono nemmeno umana per quanto ne sappiamo.-

Tony sospirò e le prese il viso tra le mani affettuosamente. -Sei più umana di molte altre persone Amy. Dimentica quello che ha detto quel tipo, sei cresciuta normalmente, i tuoi genitori ti hanno amata, come hanno fatto molte altre persone. Perchè sei la ragazzina più dolce e divertente dell'universo e nessuno potrebbe dire il contrario.- disse dandole un buffetto alla guancia.

Lei sorrise leggermente, confortata almeno un po' da quelle parole e annuì.

Poi Tony aprì un cassetto e ne tirò fuori un fascicolo, poi lo porse ad Amelia.

Lei lo guardò confusa.

-L'ho preso alla base dell'Hydra… C'è tutto, se vuoi sapere qualcosa.-

Amy spostò lo sguardo da Tony al fascicolo. -Oggi è effettivamente il mio compleanno?-

-Sì.- 

-Per ora mi basta questo- gli disse allontanando il fascicolo.

Lui annuì e lo ripose.

Nel mentre Amy prese il tablet di Tony per mettere della musica quando suonò il campanello.

-Alcuni del gruppo sono appena tornati da una missione e hanno pensato di fare un salto- disse Jarvis.

-Oh certo, falli scendere-

Tony sorrise e si girò verso Amelia, solo per vedere la porta dello sgabuzzino sbattere.

-Oh avanti, sarebbero felici di vederti!- esclamò.

Ma Amy rimase nello sgabuzzino buio, illuminato solo dallo schermo del tablet che stringeva ancora tra le mani.

Non aveva nessunissima intenzione di rivedere gli altri così presto.

-Un passo alla volta!- esclamò di rimando.

Tony alzò gli occhi al cielo ma sorrise verso le scale quando vide spuntare Steve, seguito da Natasha, Clint, Bucky e Bruce.

-Shrek! Meno male che ci sei tu-

Bruce alzò gli occhi al cielo per il soprannome e Nat diede una sberla a Tony.

-Avanti Tony, siamo appena tornati da una missione e ci abbiamo quasi rimesso le penne, ci offri qualcosa?- chiese Clint sdraiandosi sulla poltrona nell'angolo come se fosse a casa sua.

Questa volta fu Steve ad alzare gli occhi al cielo. -Siamo solo venuti a trovarti, per vedere come stai- disse rivolgendo un'occhiata preoccupata a Tony. -Ci farebbe comodo riaverti nella squadra di tanto in tanto-

-Sì capitan ghiacciolo, lo so. Ma sono in maternità, è dura per me. Proprio ora ho un'immensa voglia di cheeseburger- commento Tony.

-Povera Pepper...- mormorò Natasha, già stanca di tutto il testosterone che la circondava.

Bucky nel mentre spostava il peso da una gamba all'altra, un po' a disagio e punzecchiò il braccio di Steve per l'ennesima volta, il che non passò inosservato.

-C'è qualcosa che non va?- chiese Tony.

Steve lanciò un'occhiata a Bucky per poi guardare di nuovo Tony. -No, Buc... Voglio dire, noi volevamo sapere come sta...-

Amelia spalancò gli occhi. Si riferiva a lei?

Senza pensarci sussurrò qualcosa a Jarvis e prese il tablet.

Tony stava per aprire bocca quando Jarvis parlò.

-Sono pronto signore-

-Per cosa?- chiese lui alquanto confuso.

-La cosa su cui stava lavorando, è pronta. Ho sistemato gli algoritmi e ora è in grado di individuare la canzone perfetta per ogni stato d'animo. Comincio da lei signor Stark.-

Tony lanciò un'occhiataccia alla porta dello sgabuzzino e stava per ribattere quando la musica risuonò per tutto il laboratorio.

 

You think I'm pretty

without any make-up on

you think I'm funny

when I tell the punch line wrong

I know you get me

so I'll let my walls come down, down...

 

-Cosa... Cos'era questo?-

-Katy Perry signore.-

-Cosa???- Tony guardo sconvolto verso lo sgabuzzino.- Am... Voglio dire, Jarvis. Io non sono un tipo da Katy Perry, hai presente gli ACDC??-

-In questo momento la canzone che la rappresenta di più è Teenage dream di Katy Perry, signore.-

-Qual è il tuo sogno adolescenziale Tony?- chiese Clint per poi scoppiare a ridere insieme a Natasha.

Tony alzò gli occhi al cielo. -Va bene, sentiamo Jarvis... Quale canzone scegli per Clint?-

Amelia digitò in fretta e furia quello che aveva in mente trattenendo le risate.

Uno strano fischio risuonò per il laboratorio, seguito subito dopo dalle risate di Bruce, Tony e Nat.

-Oh andiamo Jarvis! Hunger Games? Non avevi niente di meglio??-

-Oh su Katniss- commentò Nat scoppiando di nuovo a ridere insieme ai due scienziati mentre Steve e Bucky si scambiavano degli sguardi confusi.

-Questo programma funziona davvero, cosa abbiamo in serbo per Rogers?-

Qualche secondo di silenzio.

 

Red, white, blue's in the sky

Summer's in the air and

Baby, heaven's in your eyes

I'm your national anthem

 

Ci fu un altro scoppio di risate mentre Steve arrossiva leggermente, ancora confuso dalla situazione, ma stavolta anche a Bucky scappò una risata.

-Ora Bruce- esclamò Tony, ancora scosso dalle risate.

 

You held me down, but I got up (hey!)

Already brushing off the dust

You hear my voice, you hear that sound

Like thunder, gonna shake the ground

You held me down, but I got up

Get ready 'cause I had enough

I see it all, I see it now

 

I got the eye of the tiger, a fighter

Dancing through the fire

'Cause I am a champion, and you're gonna hear me ROAR

Louder, louder than a lion

'Cause I am a champion and you're gonna hear me roaaaaaaaaaaarrrrrr!

 

A questo punto Clint e Tony stavano rotolando a terra, non riuscendo più a controllarsi.

-Sì, grazie Tony. Molto divertente.- commentò Bruce, poi cerco lo sguardo di Natasha ma notò che anche lei si tratteneva. -Davvero Nat? Pensavo fossi dalla mia parte!-

-Mi dispiace Bruce, davvero- disse lei lasciandosi scappare una risata.

Per tutta risposta lui si appoggiò al tavolo. -Volete davvero sentirmi ruggire?- domandò con voce tetra.

Le risate si spensero di colpo.

Bruce cominciò a tremare mentre il suo collo si tingeva di verde.

Steve si parò davanti ai suoi compagni tenendo davanti a sé lo scudo.

Amelia era pronta ad uscire per aiutare Tony ma quest'ultimo si era posizionato in maniera protettiva davanti alla porta dello sgabuzzino.

Un urlo agonizzante scosse Bruce, anche il viso stava per diventare verde ma poi alzò lo sguardo sui presenti scoppiando a ridere.

Gli altri lo guardarono sconvolti.

-Davvero Banner?- Steve gli lanciò uno dei suoi famosi sguardi di rimprovero.

-Ha cominciato Tony- disse ridacchiando.

Natasha gli colpì il braccio delicatamente nascondendo un sorriso divertito.

Clint guardò verso Tony, ancora sconvolto davanti alla porta dello sgabuzzino.

-Sul serio? Il tizio verde stava per presentarsi e tu, invece di chiamare la tua armatura te ne stai davanti a quella porta? Cosa nascondi lì dentro?-

-Oh niente... Solo la mia scorta di liquori.-

-Wow, grazie Tony.-

-Di niente, ora però devo chiedervi di andare. È stato bello rivedervi, farò un salto appena possibile, okay?-

Gli altri stavano per uscire quando un'altra canzone risuonò per il laboratorio.

 

È stato divertente giocare in allegria

C'è un solo incoveniente

che il tempo vola via...

Addio, addio

Amici addio, noi ci dobbiamo lasciare

Ma hey, io dico

Che è okay

Non vedo l'ora di ritornare

Voglio ritornare (...)

 

Tony si passò una mano tra i capelli con aria esasperata.

-Non dite niente, andate.- disse, gli altri lasciarono il laboratorio confusi e divertiti allo stesso tempo.

Amelia spalancò la porta e uscì, scossa dalle risate.

Lui alzò gli occhi al cielo sorridendo.

-Andiamo a prendere un po' di torta ragazzina. Non sono l'unico che riesce a tirare fuori il peggio di Bruce dopo tutto.-

Amelia lo seguì sorridendo, con la convinzione che le cose sarebbero migliorate giorno dopo giorno.

 

 

_Angolo autrice

Comincio subito col scusarmi per il ritardo, ma tra mouse non funzionanti, capitoli che si cancellano dopo averli modificati e gatti bisognosi di attenzione siamo arrivati al 29 luglio.

Ringraziamo cupcake alla nutella  perchè senza le sue domande assillanti (ma non troppo) aggiornerei ancor più di rado.

Come avete potuto leggere, Amy comincia a sentirsi meglio.

Ovviamente non può passare subito all'estrema felicità, ma ci sta provando.

E il pescatore? Sì, vi siete beccati un altro cameo di Stan Lee.

Ancora grazie a tutti coloro che leggono questa storia, a chi mi ha aggiunta agli autori preferiti, a chi ha aggiunto la storia tra preferite/seguite/ricordate e a chi lascia dei commenti, vi adoro dal primo all'ultimo.

Se vi va ditemi cosa pensate di questo capitolo, se avete suggerimenti o commenti costruttivi, io vi aspetto qui sotto.

La poesia che Amelia recita è X agosto di Pascoli (lo dico anche se la conoscete già tutti)

La canzone per Tony è => Teenage dream di Katy Perry

quella di Steve => National Anthem di Lana Del Rey

Quella di Bruce è => Roar, sempre di Katy Perry.

E l'ultima è la canzone dell'arrivederci di un vecchio programma per bambini "Bear nella grande casa blu" (la conoscete vero??)

Spero di avervi strappato almeno un piccolo sorriso con questa ultima parte.

Alla prossima! ^.^

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Capitolo 10
*** decimo capitolo ***


Amelia pensava di avere ancora del tempo per prepararsi ad incontrare di nuovo gli Avengers, ma a quanto pare a New York non era inusuale ritrovarsi davanti gli eroi più amati al mondo.
La prima volta si trovava nel Queens.
Peter e Ned le stavano mostrando le cose più importanti e, secondo loro, il negozio in cui facevano i migliori panini del Queens (-Te lo garantisco Amy, dopo averli assaggiati ti sentirai in paradiso!-) era il posto più importante da visitare.
Erano appena usciti dal negozio e Amelia stava scartando la sua delizia quando notò due figure dall'altra parte della strada, così, prima che Peter facesse quello che che Amelia era sicura avrebbe fatto, si lanciò nella siepe l' a fianco.
-HEY SIGNOR ROGERS!!!- esclamò Peter, sbracciandosi così da attirare l'attenzione di mezzo mondo.
Steve e Bucky, intenti nel portare a termine il loro allenamento, si bloccarono e guardarono nella loro direzione.
-Hey!- Steve sorrise cordialmente. -Come stai?- esclamò per farsi sentire oltre il rumore delle macchine che passavano.
-Bene! Sono qui con Am… Ehm…- Peter si guardò intorno, ma non vide Amelia da nessuna parte, così indicò Ned. -Con il mio amico Ned-
-Piacere di conoscerti Ned!- rispose Cap con un sorriso. -Ci si vede in giro!- così si girò verso Bucky, che si guardava nervosamente in giro, per ricominciare a correre.
Peter sbuffò. -Dov'è Amy?-
-Nella siepe- rispose Ned, ancora sotto shock dopo aver "parlato" con Captain America.
Peter guardò nella siepe e aiutò Amelia ad uscire. -Sul serio?-
-Avevo... Uhm… Perso una cosa…- balbettò lei cercando di togliere dai capelli foglie secche e ramoscelli.
-Il tuo buon senso?-
Amelia abbassò lo sguardo sulla maglietta strappata, così Peter la prese per il braccio, poi fece lo stesso con Ned, ancora imbambolato.
-È meglio tornare a casa.- borbottò scuotendo la testa.
 
 
La seconda volta.
Era appena scesa dalla macchina con Pepper.
-Per fortuna ci sei tu, Tony avrebbe comprato tutta la catena di negozi per bambini.-
Amelia ridacchiò. -Credimi, lo so.-
Appena varcata la soglia della porta, Amelia si bloccò sentendo delle voci provenire dalla cucina.
Pepper quasi le andò addosso. -Cosa succede?-
-Oh niente- così dicendo Amy prese tutte le borse per non farla faticare e corse velocemente lungo il corridoio, sperando che chiunque fosse in cucina non l'avesse notata.
Sorrise quando nessuno la chiamò e si accinse a salire le scale con un'espressione vittoriosa per poi inciampare sul secondo gradino.
Le borse che aveva in mano finirono per terra e il loro contenuto si sparpagliò sul pavimento, ora ricoperto di vestiti e giocattoli per bambini.
Dalla cucina spuntò la testa di Tony. -Pepper stai bene???-
Pepper lo superò per andare incontro ad Amelia. -Non sono io quella di cui ti devi preoccupare- 
Amy balzò in piedi subito. -Sto benissimo-
Ma Tony corse comunque verso di lei. -Ti gira la testa? Stai poco bene?-
Lei alzò gli occhi al cielo. -Sono solo inciampata.-
-Tutto bene?- chiese una testa rossa spuntata dalla cucina.
-Sì- disse Pepper e Amelia le sorrise grata.
-No. Bruce, puoi venire qui un attimo? Serve un medico-
A quel punto dalla cucina si levò un coro di voci preoccupate, subito dopo il rumore assordante di varie sedie spostate avanti e indietro riempì la casa.
Amelia andò in panico. -Santissimo Loki! Non ho bisogno di un medico, Tony!- dopodiché sparì su per le scale, giusto in tempo per non farsi vedere dal gruppo di vendicatori.
-Cosa è successo?- domandò Bruce, alquanto confuso, la stessa espressione sul volto degli altri.
-Ha davvero detto "santissimo Loki"?- mormorò Tony sconvolto.
Pepper per tutta risposta alzò gli occhi al cielo.
 
 
La terza volta era a central park a fare un giro coi pattini.
Peter era con Mj, quindi lei aveva deciso di lasciarli soli e avventurarsi per New York, facendo finta di fare la turista.
Stava studiando una cartina e proprio non si accorse delle pigne sparpagliate in mezzo alla stradina.
Stava per finire a terra quando… Quando niente.
Ci finì e basta, sbucciandosi mani e ginocchia.
-Presa!- esclamò una voce lì vicino.
-La prossima volta prendi la ragazza, non la cartina Steve.- 
Amelia spalancò gli occhi e abbassò il cappello sul viso mentre qualcuno la aiutava a rialzarsi.
-Tutto bene?- chiese Sam.
Lei annuì senza alzare lo sguardo.
-Sei una turista?- chiese poi Steve. -Hai già visitato Brooklyn?- domandò con gli occhi che splendevano ripensando alla sua cara e vecchia Brooklyn.
"Dì qualcosa in tedesco, dì qualcosa in tedesco." pensò, ma non le veniva in mente niente.
A parte una cosa.
-Zitronenkuchen.- disse piano, ma con convinzione.
-Torta al limone?- chiese una nuova voce confusa alla sua destra.
Lei non riuscì a non voltarsi.
Ed eccolo lì.
Bucky la guardò confuso per qualche secondo, poi spalancò gli occhi.
Fece per aprir bocca ma Amelia scansò Sam e Steve e si allontanò a tutta velocità.
-Questi turisti sono sempre più maleducati- mormorò Sam.
-Aspetta! Hai dimenticato la cartina!- le urlò dietro Steve, mentre Bucky rimase a guardarla finché non sparì dalla loro vista.
Una volta a casa, Amelia si lasciò cadere sul divano a pancia in giù.
-Hey, finalmente sei tornata ragazzina- Tony sorrise passando per il corridoio. -Vieni in cucina, Pepper e io abbiamo preparato una torta al limone deliziosa. Ma ha detto che dovevamo aspettarti per mangiarla insieme-
Alle parole "torta al limone" dalla bocca di Amy uscì uno strano piagnucolio, soffocato contro il cuscino.
-Oh andiamo, solo perché l'ho aiutata non sarà così male!- esclamò Tony un po' offeso dirigendosi in cucina.
Amelia rotolò a terra e rimase a fissare il lampadario sul soffitto per un po'.
-Tu ti stai prendendo gioco di me.- mormorò.
 
 
Era una sera di metà settembre quando accadde.
La pioggia batteva fitta sui vetri e il rumore copriva qualunque suono provenisse dalle altre stanze, così Peter e Amelia si erano dati a una gara di karaoke nella camera di quest'ultima.
Al momento Peter si stava esibendo in una perfetta performance di Tale as old as time de La bella e la bestia e Amelia lo stava riprendendo mentre si ricopriva la faccia con i bollini adesivi trovati sulla frutta in cucina.
Dopo aver completato la sua performance, si girò sorridente verso di lei. -Come sono andato??-
Amelia alzò un attimo lo sguardo verso di lui. -Vuoi davvero saperlo?-
-Beh sì…- le rivolse uno sguardo confuso.
-Chiediamolo a loro- Amy sorrise e avviò una videochiamata con Ned e Mj. -Allora ragazzi, secondo voi come è andato?-
Peter strabuzzò gli occhi. "Lo hai mandato a Mj?"
"No"
-Per me è dieci- commentò Ned.
-Non lo so, ha stonato un po' nella parte finale- intervenì Mj.
Peter guardò i due. -Non ho stonato!-
-Oh no, certo che no- riprese lei seria.
Poi si sentì vociferare Ned. -In effetti ha preso una nota troppo bassa verso la fine-
-Lo so, ma lasciaglielo credere- sussurrò Mj.
-Lo sapete che vi sento, giusto?- domandò Peter incredulo.
-Non hai sentito niente, ci canti qualcos'altro?- chiese Ned.
-Devo andare.- mormorò Peter afferrando il cellulare di Amy per concludere la chiamata. -Sei morta.- 
Amelia cominciò a correre ancor prima che Peter pronunciasse quelle due paroline.
Uscì nel corridoio e si precipitò giù per le scale, congelando alcuni gradini al suo passaggio.
Peter se ne accorse, così si appese al soffitto e la seguì, poi lanciò una ragnatela per bloccarle la mano sulla maniglia della porta.
Lei alzò lo sguardo. -Mai pensato di consultare un esorcista?- poi tirò fuori delle forbici dalla tasca -le aveva soprannominate "forbici anti-Peter"- e si liberò la mano per poi scendere velocemente nel laboratorio mentre si controllava le spalle. -Tony, non puoi immaginare cos'è successo, Peter ha…- non riuscì a terminare la frase perché andò a sbattere contro un armadio.
Cadde all'indietro alquanto confusa e si massaggiò la testa.
Da quando c'era un armadio nel mezzo del laboratorio?
-Ti sei fatta male?- chiese una voce gentile.
Amelia alzò lo sguardo, sorpresa nel riconoscere la voce.
Rimase a bocca aperta.
In quel momento scese anche Peter e vedendo la scena sogghignò. -Capitano, signor Wilson.- disse piano, salutando Sam e Steve, intenti a guardare qualche strana macchina di Tony. Poi il suo sguardo si posò di nuovo sulla scena davanti a lui. -Signor Barnes.- fece un cenno a Bucky, per poi sogghignare di nuovo.
Bucky aiutò Amelia ad alzarsi. -Allora? Tutto bene?-
Amelia incrociò di nuovo quegli occhi azzurri dopo tanto tempo e non riuscì a dire niente.
In quel momento Tony spuntò da sotto un macchinario e vide le forbici. -Quante volte ti ho detto di non correre con le forbici in mano?- poi spostò lo sguardo su Peter. -E quante volte ti devo dire di non ragnatelare Amelia in giro per casa?- sospirò guardando Steve. -Devo ripeterlo tremila volte.-
-Hey! Ha cominciato lei! Ha mandato un vid…- si bloccò, non voleva certo rivelare il contenuto del video. -Beh... Ha sparso ghiaccio sulle scale per farmi cadere-
Tony fece finta di sbattere la testa sul muro mentre tratteneva un sorriso. -Punizione. Tutti e due. Bimbo ragno, puoi aiutarmi con questo motore?-
Peter andò subito da lui, dimenticando il video.
Amelia sorrise vedendolo così entusiasta, poi tornò a guardare Bucky. 
-Non ci mette davvero in punizione. Siamo grandi, cioè almeno io lo sono. Lui ha ancora bisogno di punizioni.- disse così velocemente che non si capì nemmeno lei.
Bucky sorrise leggermente. -Sì, lo avevo capito-
Lei ridacchiò maledicendosi mentalmente, poi rivolse un cenno a Steve e Sam, che ricambiarono subito.
-Allora, com'è vivere con Tony?- le sussurrò Steve con un sorriso divertito.
-Beh... Almeno c'è Pepper.- rispose facendolo ridere.
Sam la guardò con un'espressione confusa. -Tu sei la turista tedesca che abbiamo incontrato a Central Park!-
Amelia diventò completamente rossa e cominciò a balbettare cose incomprensibili.
-No che non è lei- disse Bucky. -Lei aveva gli occhi azzurri e i capelli ricci.
-Non è vero, era identica a lei.-
-In effetti le somiglia- mormorò Steve osservandola attentamente.
-Vi dico che non è lei- continuò Bucky lanciandole un'occhiata. -Dico bene?-
Amy annuì. -Ho una faccia molto comune, me lo dicono spesso.-
-Oh, okay. Comunque quella turista era strana, meglio non averci niente a che fare.- commentò Steve per poi guardare il telefono. -È Natasha, dobbiamo tornare.-
Gli altri due annuirono per poi andare a salutare Tony.
-Sentito? Meglio non avere niente a che fare con quella tipa… Mi devi una torta al limone.- sussurrò Bucky con un sorriso divertito per poi andare.
Amelia li guardò imbambolata mentre Tony li accompagnava fuori.
-Allora...- disse la vocina divertita di Peter dietro di lei. -Era così che ti immaginavi il vostro primo appuntamento? Con la faccia ricoperta di adesivi e i pantaloni del pigiama con gli unicorni?-
Amy si guardò i pantaloni e poi si colpì la fronte con una mano. -Maledizione.-
-Oh sì, sono d'accordo.-
-Stai zitto o ti congelo il cervello.-
Peter non sapeva se fosse capace o meno di congelare cervelli, ma nel dubbio tacque all'istante.

 
 
***

 
-Per l'ennesima volta: dove stiamo andando?- chiese Amelia appoggiando la testa al finestrino.
Tony sorrise, girando in una stradina circondata da alberi.
-Lo vedrai- cantilenò lui.
Amy sbuffò, sempre la solita risposta.
Chiuse gli occhi, concentrandosi sulla canzone che aveva scelto Tony, degli ACDC ovviamente.
Dopo un po' la macchina si fermò e Amelia alzò lo sguardo.
Erano in mezzo al bosco, e davanti a loro si ergeva una casetta dall'aria accogliente.
-Chi ci abita qui?-
-Noi.- rispose Tony scendendo dalla macchina.
Amelia batté le palpebre un paio di volte, poi uscì in fretta dalla macchina e seguì Tony.
-Cosa intendi dire con questo??-
Tony tirò fuori dalla tasca un mazzo di chiavi e aprì la porta.
-Ho pensato che con il bambino in arrivo..-
-O bambina.- puntualizzò Amelia.
-O bambina, sì, ci stavo arrivando. Non interrompermi.- borbottò lui roteando gli occhi. -Questo è un posto tranquillo, per Pepper, il piccolo (o piccola, non guardarmi così)… Così ho preso questa casa. Ho preso anche un alpaca.- così dicendo entrò in casa.
Amelia lo seguì, un po' titubante.
-Un alpaca, Tony?-
-Sì, si chiama Gerald- Tony sorrise soddisfatto e  e le mostrò ogni singola stanza della casa.
-Questa invece è camera tua.- 
Amelia entrò nella stanza.
-Devo ancora arredare tutto, ma vedrai che una volta finito sarà grandioso. Di che colore la vuoi?-
Lei si strinse nelle spalle, mentre ponderava se dar voce o meno ai pensieri che aveva per la testa da un po'.
Ad essere precisi da quando aveva davvero realizzato che Tony e Pepper avrebbero avuto un figlio… o figlia.
Tony continuava a parlare dei progetti per la stanza e per il resto della casa e  ad Amelia cominciava a scoppiare la testa.
-Cosa c'entro io con tutto questo?- mormorò quasi impercettibilmente.
Ma Tony la sentì.
-Pensavo che ti sarebbe piaciuto aiutarmi ad organizzare la sorpresa. Oh sì, a proposito… È una sorpresa, quindi acqua in bocca con Pepper.-
Amelia guardò fuori dalla finestra, la vista sul lago.
-Sono felice di aiutarti con la sorpresa, mi chiedevo solo cosa c'entro io. Non ci dovrebbe essere una stanza per me in questa casa, è la vostra casa.-
Tony la guardò sorpreso. -Cosa vuoi dire?- 
Lei gli lanciò uno sguardo intenerito. -Sto solo dicendo che tu e pepper avrete un bambino, Tony.-
-O una bambina.- la interruppe lui.
Amy ridacchiò. -O una bambina, certo. State per diventare genitori e avrete bisogno di spazio.-
Tony allargò le braccia e indicò intorno a sé. -C'è spazio a sufficienza- commentò, capendo dove voleva arrivare la ragazza.
-Tony...-
-Non dirlo. Non pensarlo nemmeno.-
-Mi è difficile non pensarci-
-Pepper e io siamo felicissimi di averti con noi. È come se fossi davvero mia figlia e lo sai perfettamente.- Tony si infilò le mani in tasca. -Credo che per oggi sia abbastanza. Torniamo?-
Amelia annuì leggermente e lo seguì fuori.
Durante il tragitto Tony si comportò come se quella conversazione non fosse mai esistita.
-La vogliono al quartier generale signore.- annunciò la voce di Jarvis.
-Per?-
-Una riunione.-
Tony guardò Amelia, come per chiederle il permesso.
-Vorrà dire che aspetterò in macchina-
-Puoi anche venire con me, lo sai.-
-Certo che lo so- rispose Amy con un sorriso a trentadue denti che lo fece scuotere la testa.
-Allora vieni-
Lei, per tutta risposta, si mise comoda sul sedile e chiuse gli occhi, facendo finta di dormire.
-Jarvis?- domandò Tony.
-Sì signore?-
-Come si entra nella testa di una ragazzina?-
-Proporrei di tingere i capelli di un bel turchese, con le mesh viola.-
-Cosa?-
-Amelia, io ci ho provato.- 
Tony rimase in silenzio per qualche secondo. -Non ci posso credere. Hai corrotto anche Jarvis?-
Amelia scoppiò a ridere.
-Non ci posso credere.- mormorò di nuovo Tony e continuò a ripeterlo finché non arrivarono a destinazione.
Uscì dalla macchina con espressione incredula e a piccoli passi entrò nel quartier generale degli Avengers.
-Jarvis, abbiamo rotto Tony.-
-Se la caverà- commentò Jarvis.
Dopo qualche minuto una leggera pioggerellina cominciò a cadere e Amy si perse ad osservare le goccioline che viaggiavano da una parte all'altra del finestrino.
Un quarto d'ora dopo sentì la portiera sbattere.
-Alleluia, ti sei divertito?-
-Avrei dovuto?- chiese l'uomo seduto al volante.
Alla nuova voce Amy sobbalzò di colpo, andando a sbattere la testa sul finestrino.
Non era stato Tony ad entrare in macchina.
Amelia non si girò nemmeno, afferrò la maniglia e tirò, ma era bloccata.
-Sono solo qui per parlare-
-Tra poco Tony tornerà.- disse con voce tremante mentre girava piano la testa.
-Oh non credo- disse l'uomo con un sorriso divertito. -Stanno aspettando me, ho organizzato io la riunione-
Amy guardò bene l'uomo dalla carnagione scura.
Era vestito completamente di nero e portava una benda sull'occhio.
-Non se ne andranno finché non mi presenterò, mi piace farli attendere.-
-Jarvis? Dì a Tony di venire, subito.- 
L'uomo aprì un pacchetto di biscotti, mettendosi più comodo. -Jarvis non è... disponibile, al momento. E poi Tony mi sta aspettando, non se ne andrà, te l'ho detto.-
-Perché non dovrebbe?- chiese Amy, pronta ad usare i suoi poteri alla prima mossa azzardata dell'uomo.
-Perché ha paura di me, come tutti gli altri. A parte Natasha si intende… e Carol.-
Amelia lo guardò con aria accigliata.
-Davvero non mi riconosci? Non ti hanno mai parlato di me?-
Lei scosse piano la testa.
-Sono Fury.- 
Amy rimase a fissarlo per un po'.
-Fury?-
Lui annuì.
-Non fai tanta paura, Peter aveva detto che eri terrorizzante. Anche Happy. Persino Tony.-
Fury rise e le offrì un biscotto, che lei accettò con piacere.
-Scusa se ho cercato di scappare, ma sai com'è… L'ultima volta che degli sconosciuti vestiti di nero mi hanno approcciata, beh…- Amy fece una smorfia.
-Sì, conosco la tua storia. Ora stai da Tony, giusto?-
Lei annuì.
-Dev'essere strano… Non ti senti di troppo? So che aspettano un bambino- buttò lì lui, casualmente.
Amy ridacchiò. -Ho appena avuto una mezza discussione con Tony su questo argomento, ma lui non vuole sentir ragione. In più l'unica cosa che potrei fare è andare da Peter, ma credo che disturberei anche lì-
Fury annuì, guardando davanti a lui. -Ti servirebbe un posto in cui stare dunque.-
-Sì, ma non posso permettermelo. A meno che tu non conosca un posto dove posso stare gratis.- Amelia sorrise.
Lui rimase in silenzio per qualche secondo. -Un posto ci sarebbe, ma non è per persone comuni.-
Amelia lo guardò confusa. -Persone comuni?-
-Già. E a quanto pare tu non lo sei… Una persona comune.-
La confusione di Amelia aumentò, così Fury lanciò uno sguardo al quartier generale.
-Aspetta.- si girò verso di lui spostandosi una ciocca di capelli dietro le orecchie. -Mi stai chiedendo di… Diventare un Avenger??-
Nick sorrise. -Perché no?-
-Sono completamente impreparata, l'ultima volta che Tony mi ha chiesto di aiutarlo ho combinato un casino dietro l'altro!- esclamò lei, ancora incredula.
Perché avrebbe dovuto scegliere lei?
-Mi pare che tu te la sia cavata bene, in più qui potrai allenarti-
-Ma io…-
-Tu cosa? Hai dei poteri straordinari. Potresti salvare il mondo completamente da sola.-
Amelia rimase a bocca aperta, poi sorrise. -Ho capito. È uno scherzo, non sei il vero Fury. Okay Tony!- esclamò guardandosi intorno. -Dov'è la telecamera?-
Fury alzò gli occhi al cielo e tirò fuori un bigliettino dalla tasca. -Pensaci, è un'occasione unica.- e con questo uscì dalla macchina, lasciandola di nuovo a bocca aperta.
Fissò il bigliettino per un tempo indefinito.
Nel frattempo Tony tornò in macchina sbattendo la porta.
-Fury ha annullato la riunione, ci puoi credere?? Ci ha fatto aspettare mezz'ora per niente! Quello cos'è?- domandò notando il bigliettino.
Amy lo rimise in tasca velocemente e lo guardò seria. -Niente.-
Tony la guardò sorpreso. -Cosa è successo? Sei pallida.-
-Niente. Credo di avere le allucinazioni.-
-Cosa? Chiamo Bruce?-
-No. Andiamo a casa.- 
-Ma...- protestò Tony.
-Stavo scherzando. Andiamo.- ripeté seria lei.


 
***

 
Erano le nove di sera e Amy era già sdraiata a letto, a fissare il soffitto.
Aveva mangiato appena e si era rifugiata in camera subito dopo.
Far parte degli Avengers.
Il gruppo di supereroi più forte del mondo.
-Vivere insieme agli Avengers… Vivere insieme a captain America!!- esclamò la voce di Ilenia da qualche parte nella sua testa.
Amelia ridacchiò e si tirò a sedere per recuperare una foto dell'amica dal comodino.
-Tu dici che dovrei farlo?- fissò la foto per un po', finché non le tornò in mente una cosa che aveva detto l'amica molto tempo fa.
"Ci sono solo due donne negli Avengers… E ovviamente sono le più forti, ma ovviamente il mondo si concentra solo su iron man, hulk e compagnia bella… Se avessimo dei superpoteri potremmo formare una squadra di sole donne solo per dimostrare al mondo che valiamo davvero."
-Hai ragione…- mormorò Amy, tornando a guardare il soffitto. -Ma io sono un disastro-
"Apri la finestra, oppure la butto giù."
Amelia alzò gli occhi al cielo e andò ad aprire la finestra.
Due secondi dopo Spiderman si intrufolò nella camera, si tolse la maschera e si lasciò cadere sul letto.
-Non buttarti sul mio letto con quella tuta addosso, ci saranno residui di lucertole mutanti ovunque-
-Lucertole mutanti? Mitico! Ero solo andato a prendere dei churros per Mj, ma non c'era… Poi sono passato da Ned, ma era impegnato con la sua famiglia…-
Amy portò le mani ai fianchi. -Quindi io sono la terza scelta, lo scarto… La…-
-No, certo che no!- Esclamò subito Peter. -Prima ero passato da Flash, POI sono arrivato qui.- continuò, trattenendo le risate.
-Dopo Flash, eh? Allora è proprio grave.- commentò lei andando a sedersi sulla poltrona.
Peter le lanciò un churro, che lei afferrò subito.
-Hai interrotto un flusso di pensieri molto serio.- Disse, dando un morso al dolce.
-Tu e i tuoi pensieri molto seri… Di cosa si tratta stavolta?- chiese lui fingendo indifferenza mentre si metteva a sedere per ascoltare meglio.
-Fury mi ha chiesto di entrare nell'esclusivo club degli Avengers.-
Peter rimase in silenzio per qualche minuto.
-E questo sarebbe serio?- chiese infine con una risata.
Amy si alzò e attraversò la stanza in un millesimo di secondo per aprire il cassetto del comodino e mostrargli il "biglietto da visita" di Fury.
-No.- 
-Sì.-
-Hai visto Fury? E sei sopravvissuta??- chiese Peter, guardando la ragazza davanti a sé con ammirazione.
-Mi ha offerto i biscotti.-
-No.-
-Sì.-
Lui la guardò ancor più meravigliato. -Quindi sei una vendicatrice ora.-
-Devo ancora rispondergli-
-CHE COSA?!?-
Freddie, che fino a quel momento era rimasto tranquillo sopra una pila di libri sulla scrivania, sobbalzò e lanciò un'occhiataccia nella loro direzione.
Amy invece gli lanciò una penna, che Peter evitò prontamente. -Non urlare.-
-Ma... Fury ti ha chiesto di far parte di… E tu hai… Ma è legale questa cosa? Non è una proposta che devi accettare subito oppure non se ne parla più??-
-No... Non lo so- Amelia tornò a sedersi, nascondendo il viso tra le mani. -Non so cosa fare.-
Peter le massaggiò la schiena.
-Tu sai esattamente cosa fare. Hai solo paura di farlo.-
-Tony andrebbe su…-
-Allora è questo che ti frena? Tony?- 
Amy sbuffò.
-Forse...- bofonchiò, con il viso ancora nascosto.
Peter alzò gli occhi al cielo. -Cos'altro?-
Lei bofonchiò qualcos'altro.
-Ripeti.-
-Loro pensano che io sia strana.-
Peter ridacchiò. -Ma tu sei strana.-
Amy lo guardò male. -Grazie tante.-
-Oh su, è il tuo riscatto. Puoi mostrare quanto sei forte.-
-Non ho più usato i miei poteri se non per farti gli scherzi, dubito che sarei d'aiuto.-
Lui si alzò in piedi, trascinandosela dietro. 
-Ti serve solo un po' di allenamento, verrò anch'io ad allenarmi con te.- detto questo prese il cellulare della ragazza. -Allora?-
Lei lo prese.
Guardò Peter.
Poi la foto di Ilenia, che le sorrideva dall'altra parte della stanza.
Sbloccò lo schermo.
Solo una parola.
La digitò con dita tremanti.
 
"okay."  21.31
 
Amelia buttò fuori tutta l'aria che aveva trattenuto senza nemmeno accorgersene, alzò lo sguardo su Peter con un sorisetto. -Magari è il numero sbagliato.
L'altro fece per aprir bocca ma fu interrotto dal telefono di Amelia.
Due messaggi.
Lei abbassò di nuovo lo sguardo e rimase a bocca aperta.
 
"Perfetto XD" 21.32
 
"Sapevo che avresti fatto la scelta giusta. Domani ti mando i dettagli." 21.32
 
Amelia era incredula.
Stava succedendo davvero.
Gli Avengers.
Quasi le girava la testa.
Ma Peter era ancor più incredulo.
-"XD"?!? NICK FURY TI HA RISPOSTO CON "XD"???-
Lei lo ignorò.
-Devo solo trovare il modo di dirlo a Tony.-
Si morse la lingua ripensando alla mezza discussione avuta nel pomeriggio.
E solo per aver accennato al fatto di voler lasciar loro spazio andando a vivere da qualche altra parte.
Figuriamoci dirgli di essere appena stata arruolata negli Avengers.






 
 


 
 
_Angolo autrice
Sono viva.
Lo so, non aggiorno da luglio.
Ma ho delle ragioni valide.
In agosto sono stata rapita dagli alieni, poi, quando mi hanno liberata ho scoperto che il computer non si accendeva più.
Dopo qualche settimana avevo quasi finito il capitolo ma mi si è cancellato.
Ci ho messo più di tre settimane a riscriverlo.
Tre settimane.
Spero riusciate a perdonarmi e che non vi siate dimenticati di questa storia :c
Cosa ne pensate di questo capitolo?
Bello?
Emozionante?
Noioso?
Meh?
Spero vi piaccia almeno un pochino…
Grazie a tutti coloro che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate, a chi mi ha inserita tra gli autori preferiti (siete pazzi ma vi voglio bene 3000), a chi mi lascia un commentino e a chi si limita a leggere questa storia scritta da una persona di dubbia moralità.
Cercherò di non sparire di nuovo, voi prendetevi cura di voi e attenti a non attivare la modalità uccisione istantanea con gli occhiali di Tony.
A presto :3
 
P.s. Non badate alla frequenza con cui parlo di biscotti, è normale e probabilmente accadrà di nuovo.

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Capitolo 11
*** undicesimo capitolo ***


Affrontare Tony Stark su un argomento sul quale lui era totalmente contrario non era affatto facile.
Questo lo sanno bene tutti.
Soprattutto Amelia, così aveva deciso di farsi valere e di essere dura e irremovibile sulla questione.
Per questo stava scendendo le scale del laboratorio con una teglia di biscotti appena sfornati tra le mani.
Tony stava fissando un ologramma mentre Jarvis gli diceva qualcosa a proposito di qualche strano materiale che avrebbe reso la sua tuta più resistente.
-È l'ora della merenda!- esclamò lei.
Tony fece sparire l'ologramma e si girò.
-È il compleanno di qualcuno?- chiese lanciandole uno sguardo confuso.
Lei ridacchiò e andò a sedersi sopra il suo tavolo da lavoro. -È sempre il compleanno di qualcuno da qualche parte-
Tony sembrò essere convinto dalla risposta, così prese un biscotto.
Mangiarono i biscotti in silenzio per qualche minuto, finché Amelia non si decise a parlare.
-Ho trovato un posto in cui stare.-
Tony posò il biscotto che aveva in mano sul tavolo e sospirò.
-È così terribile vivere con me?- chiese con un sorriso ironico.
Amelia lo guardò sorpresa, di certo non si aspettava di vederlo sorridere.
Lui capì quello che stava pensando e sorrise di nuovo.
-Credi davvero che non lo sappia? Nick Fury entra nella mia macchina e crede di disattivare Jarvis. Sai cosa ci vuole per disattivare Jarvis?-
Amy si ritrovò a trattenere il respiro.
-Nick Fury?-
Tony ridacchiò. -Oh no, gli piacerebbe. Glielo faccio solo credere.-
Lei si morse il labbro. -Quindi sai già tutto?-
Stark sbuffò, fingendosi infastidito. -Oh per favore. Io sono Tony Stark.- disse indicando tutto se stesso.
Persino in quel momento Amelia non riuscì a trattenersi dall'alzare gli occhi al cielo.
-Quindi?-
Tony abbassò lo sguardo, in cerca delle parole giuste da usare e Amy lo guardò sorpresa.
Davvero Tony Stark non sapeva cosa dire?
Amelia si morse nervosamente il labbro inferiore mentre aspettava.
Tony si decise ad alzare lo sguardo su di lei.
-Il fatto che tu abbia deciso di aspettare due settimane per dirmelo mi ha dato il tempo di immaginarmi cento scenari diversi per questa conversazione. E ho capito che se ti avessi in qualche modo proibito, anzi… Proibito non è la parola giusta, per quanto voglia negarlo non sei più la bambina che ho conosciuto in una caverna prima di diventare Iron man.- detto questo le sorrise, un sorriso caloroso che Amelia ricambiò subito.
-Se mi mettessi in mezzo in qualche modo tu mi odieresti. Sei abbastanza grande per prendere le tue decisioni, anche se so che questa non farà altro che metterti in situazioni di pericolo… Non posso impedirtelo.- 
-Su una cosa ti sbagli.-
Lui la guardò confuso.
-Non potrei mai odiarti uomo di latta.- 
Tony sorrise commosso e prese un altro biscotto.
-Per il momento ho fatto promettere a Fury di non andarci troppo pesante con te.-
Amelia spalancò gli occhi. -TU COSA?!?-
 
***
 
 
Il fatidico giorno era giunto.
Oggi si sarebbe ufficialmente trasferita al quartier generale degli Avengers.
Amelia scacciò quel pensiero mentre scendeva dalla macchina.
Tony gliene aveva prestata una dopo una lunga discussione sul perché fosse sbagliato che lui la accompagnasse, o che chiunque altro lo facesse.
Il discorso era semplice: mettendosi a confronto con gli altri si sentiva già ridicola ad entrare a far parte del gruppo, essere accompagnata come una bambina non le sembrava il caso… Ecco perché aveva convinto Pepper a mandare Tony a fare uno dei suoi lavoretti in laboratorio o nella nuova casa.
Aprì il bagagliaio e ne tirò fuori tre valigie e quattro scatoloni, poi si guardò intorno.
Fury aveva detto di aspettarla fuori per "presentarla" agli altri, ma lì intorno vedeva solo agenti dello Shield che andavano avanti e indietro negli edifici adiacenti..
Spostò lo sguardo sulla "casa" degli Avengers che si stagliava contro il cielo grigio e fece una smorfia.
Doveva per forza sembrare così seria e moderna?
Sospirò, sperando che almeno dentro fosse più accogliente.
Già rimpiangeva la nuova casa di Tony e Pepper in mezzo agli alberi, in quell'atmosfera quasi fiabesca…
Scosse la testa e chiuse il bagagliaio con un colpo secco che fece voltare alcuni agenti che passavano di lì.
-Frosin- annunciò una voce dietro di lei, facendola sobbalzare.
Amelia si girò e si ritrovò davanti Fury.
-Signor Fury.- gli rivolse un sorriso leggero.
-Solo Fury, se no mi fai sentire vecchio- disse serio lui, al che Amy non seppe se ridere o rimanere impassibile, nel dubbio gli rivolse un piccolo cenno.
-Pensavo che Tony ti accompagnasse.-
-Non ho bisogno di essere accompagnata.- Stavolta toccò a lei essere seria.
-Lo so. Pensavo che Tony ne avesse bisogno però.- le rivolse un sorriso. -Pronta?- chiese e senza neanche aspettare una risposta prese delle scatole della ragazza.
-Oh no, non serve.- disse lei.
Fury alzò un sopracciglio. -Vuoi portarle tutte da sola?-
Amelia sorrise divertita e schioccò le dita per poi indicare l'ingresso della struttura.
Lui la guardò confuso, non capendo cosa avesse intenzione di fare.
Amy ridacchiò e con un gesto della mano spedì scatole e valigie all'ingresso grazie alla "pista" di ghiaccio che aveva creato poco prima.
-Posso portare il gatto almeno?-
Amelia si portò una mano alla fronte. -Freddie! Me ne stavo dimenticando!- esclamò correndo subito ad aprire la macchina per prendere il trasportinoIl micio si voltò dall'altra parte per continuare il suo sonnellino e Amy ridacchiò.
Fury le prese il trasportino dalle mani e guardò all'interno, sorridendo come Amy non si sarebbe mai aspettata di vederlo sorridere.
Sembrava un'altra persona.
Si schiarì la gola e l'uomo si raddrizzò, cercando di riassumere un po' di compostezza e si diresse alla porta per poi bussare con due colpi secchi.
Amelia si ritrovò a stringere i pugni.
Dalla finestra del piano superiore si sentì un vocio concitato.
-Clint, vai tu!-
-Figurati, sarà nel condotto dell'aria- rispose una voce annoiata.
-Allora vai tu, no?-
-Sto mangiando-
Altri borbotti e rumore di passi.
Fury alzò gli occhi al cielo. -E pensare che questi dovrebbero salvare il mondo quando non hanno nemmeno voglia di aprire una porta.- mormorò mentre Amy cercava di soffocare una risata.
Finalmente la porta si aprì, rivelando uno Steve Rogers esasperato con i capelli fradici, appena uscito dalla doccia.
Quando li vide rivolse loro un sorriso sincero. -Vi stavamo aspettando, prego entrate.- disse prendendo tutte le cose di Amy senza dire niente.
Loro lo seguirono senza troppi complimenti attraverso dei corridoi e delle scale fino ad entrare in cucina.
Amelia sorrise, notando che l'interno era sì moderno, ma molto accogliente.
La cucina era ampia, i mobili e l'isola avevano un bel colore.
Natasha stava spalmando del burro d'arachidi su del pane e alzò lo sguardo verso i nuovi arrivati.
-Finalmente ti sei deciso ad allargare la parte femminile della squadra, non ne posso più di questi quattro babbei-
-Hey!- esclamò una voce dietro di loro. -L'altro giorno hai detto di volerci bene.-
-Solo quando mi lasciate in pace- disse Natasha con un sorrisetto mentre addentava il suo sandwich.
Sam Wilson fece il suo ingresso nella cucina e squadrò Amelia da capo a piedi. -Ah, eccola.- disse con un tono di voce che fece raggelare il sangue nelle vene ad Amelia.
Ecco quello che temeva di più.
Gli altri non la volevano lì.
Stava per andare in iperventilazione quando l'espressione gelida di Sam si trasformò in un sorriso divertito.
-Così impari a darmi nomignoli che mi perseguiteranno fino alla tomba.-
Amy ricominciò a respirare normalmente.
-Uomo piccione, smettila di importunare i nuovi arrivati.- commentò Fury.
-Hey! Tu non dovresti essere di parte?- 
Steve stava per intervenire ma Freddie lo anticipò con un miagolio.
Tutti guardarono il trasportino e Fury lo aprì con un sorriso.
-Aspettate... Non ci avevi parlato di un gatto.-
Amelia lo guardò confusa. -Fury mi ha detto che per voi andava bene.- disse un po' sulla difensiva mentre Freddie usciva dal trasportino.
Steve e Sam guardarono il suddetto sorpresi.
Fury si limitò ad alzare le spalle. -Loro fanno quello che dico io. E se io dico che questo gatto può stare qui, lui può stare.- disse per poi abbassarsi ad accarezzare il gatto.
Freddie ricambiò leccandogli il palmo della mano e poi guardò in su, verso Amelia.
Sentiva il suo nervosismo e le si parò davanti, come a difenderla dagli altri.
Lei gli sorrise e strizzò gli occhi per fargli capire che la situazione era sotto controllo.
Lui ricambiò il gesto e cominciò a vagare per la stanza.
-Nessun problema, lui è tranquillissimo. Ormai è vecchiotto, sa cosa deve e non deve fare… Mia m...- Amy si morse la lingua e cercò di sorridere.
"Mia mamma lo chiamava il gatto in pensione e per quanto fosse una cosa non molto buffa se ripetuta spesso io e papà ridevamo ogni volta."
Scosse la testa e guardò il gatto. -Rimarrà sempre in camera mia probabilmente.-
Natasha sorrise guardando il micio. -A me piace. Darà comunque meno problemi di…- con un sorrisetto spostò lo sguardo su Amelia per indicarle Sam e Steve.
Lei ricambiò il sorriso, sentendosi subito più leggera.
Steve sospirò. -Immagino che ci faremo l'abitudine.- poi sorrise guardando la nuova arrivata. -Ora porto le cose nella tua stanza-
-Posso farlo da sola, grazie- disse Amy cercando di sembrare cortese, quando in realtà era stanca di sentirsi offrire aiuto per portare le sue cose.
-Oh no, faccio io.- disse una voce e poi Visione spuntò fuori dal muro, facendo prendere un colpo ad Amelia.
-Piacere di rivederla, signorina Frosin.-
Lei, dopo essersi riscossa un po', gli sorrise. -Anche per me, ma non serve che…-
Senza aspettare la fine della frase Visione prese le sue cose e scomparve di nuovo nel muro, lasciando Amelia di nuovo spiazzata.
-Questa cosa succede spesso?- domandò fissando il muro.
Probabilmente lo stava chiedendo proprio a lui.
Stava per chiedergli come si sentisse ad essere attraversato così, senza preavviso quando ricevette una risposta.
-Troppo spesso, credimi.-
Amy guardò il muro sorpresa, poi si maledì mentalmente rendendosi conto che la voce proveniva da dietro di lei.
Si girò e vide Wanda che entrava nella stanza giocherellando con la cerniera della sua felpa rossa.
-Ciao- disse felice guardando Freddie. -Abbiamo un gatto?-
-È di Amelia- rispose Sam cercando di prendere un pezzo di sandwich da Nat, ma lei gli schiaffeggiò la mano. -Ahi!-
Wanda la guardò sorridendo, poi il sorriso lasciò spazio a un'espressione concentrata.
Amy le sorrise divertita. -Ancora niente?- disse indicandosi la testa.
Lei la guardò delusa e fece no con la testa. -Non è giusto!-
-Oh su, per una volta che non riesci a leggere ogni singolo pensiero di qualcuno! Mi insegni come fare?- le domandò Natasha.
-Se sapessi come fare ti aiuterei.- rispose Amy sincera.
-Bene. Qui andate già tutti d'amore e d'accordo quindi vado- annunciò Fury lasciando la stanza prima che il coro di "ciao" lo investisse.
Amy si sentì un po' vulnerabile, come se la sua unica ancora di salvezza la avesse lasciata in mezzo all'oceano, nel bel mezzo di una tempesta.
Si guardò intorno nervosamente e fece un salto indietro quando qualcuno cadde dal soffitto.
Clint le sorrise. -Ciao, non abbiamo mai avuto l'occasione di presentarci come si deve. Io sono Clint.- Disse porgendole la mano.
Lei gliela strinse. -Amelia.- poi guardò in su, verso lo sportello del condotto dell'aria con aria perplessa, poi guardò di nuovo Clint, in cerca di una risposta.
Lui ridacchiò. -Stavo solo ispezionando l'area-
Lei annuì, non molto convinta, poi Wanda la prese a braccetto.
-Vieni, ti mostriamo la casa!-
Così, Wanda, Steve e Natasha le fecero da guida attraverso le innumerevoli stanze della struttura (che includeva: una piscina, una serie di laboratori dove Bruce stava lavorando, un piccolo cinema e una pista di pattinaggio).
Amelia rimase sorpresa vedendo quest'ultima.
-Avete una pista di pattinaggio sul ghiaccio dentro casa??- 
Natasha ridacchiò sentendo l'eccitazione nella sua voce. -Ma certo, Stark l'ha fatta costruire settimana scorsa, in tre giorni era pronta-
Amy scosse la testa sorridendo pensando a Tony. -Ma certo…-
Le ultime stanze  mostratele erano, secondo Steve, le più importanti.
Ovviamente si parla delle varie stanze d'allenamento.
La stanza da boxe, quella per i riscaldamenti, la palestra con i vari attrezzi…
Wanda la prese un attimo da parte per specificare che quelle non erano le stanze più importanti, per lei quelle più importanti erano il cinema e la cucina e Amelia pensò che non aveva tutti i torti.
Le super-orecchie di Steve la sentirono e le lanciò uno sguardo di rimprovero, al che Wanda gli sorrise mentre apriva la porta della stanza da boxe.
Al suo interno c'era qualcuno che prendeva a pugni un sacco da boxe con decisione, probabilmente quel sacco gli aveva fatto qualcosa… non c'era altra spiegazione.
-Hey Buck- disse Steve avvicinandosi mentre le tre rimanevano sulla porta.
Bucky si fermò per girarsi verso di lui.
Il viso di Amelia si illuminò vedendolo e quasi emise un "aww" notando che si era raccolto i capelli in un codino tenerissimo.
Si ricompose e gli rivolse un sorriso raggiante quando Steve la indicò.
Bucky le rivolse un cenno con la testa e poi tornò a prendere a pugni il sacco.
Steve fece loro segno di uscire, così Amy si ritrovò ad essere trascinata nuovamente per il corridoio mentre il suo sorriso si spegneva piano piano.
Sam aveva scherzato, ma Bucky no.
Bucky probabilmente non la voleva lì.
-Oggi fa freddo, non credi?- chiese Wanda.
Nat per tutta risposta si infilò la felpa che aveva legato alla vita.
A quelle parole Amelia alzò lo sguardo verso le due che camminavano davanti a lei e poi notò la nebbiolina che si stava formando attorno alle sue mani così strinse forte i pugni per fermarla.
Seguì le due in cucina con l'umore ormai sottoterra, l'eccitazione provata prima scomparsa da un po', ora aveva solo voglia di andare a dormire dato che la notte prima non aveva chiuso occhio a causa dei suoi sogni agitati.
Guardò fuori dalla finestra, era ormai buio e non aveva ancora avuto l'occasione di vedere la sua stanza.
A quanto pare però, in cucina c'erano solo discussioni e nessuno aveva in mente il proprio letto.
-Ti ho detto che è il suo turno!- esclamò Clint per quella che sembrava la millesima volta.
Sam alzò gli occhi al cielo. -E io ti ho detto che non so dove sia-
Clint sembrò sinceramente preoccupato. -Ma io ho fame…-
Natasha guardò i due. -Cosa succede?-
-Rhodey doveva cucinare ma non è ancora tornato- mormorò Sam. -E clint ha fame.-
-Molta fame.-aggiunse l'altro.
Amy si sorprese nel ricordare che era l'ora di cena e il suo stomaco emise un brontolio come per dire "Ah, allora te lo eri dimenticata davvero"
-Se volete posso preparare qualcosa io- propose Visione.
-NO!- esclamò Wanda un po' troppo in fretta, al che tutti la guardarono straniti. -Voglio dire… Vedrete che Rhodey arriverà presto.- disse con una risatina nervosa mentre ripensava all'ultima volta in cui Visione aveva cucinato qualcosa.
Amelia sembrò ritrovare il buonumore osservando le interazioni tra gli Avengers, di certo non si sarebbe mai annoiata.
Una delle finestre del salotto si aprì e qualcuno atterrò sul tappeto.
War machine e iron man avanzarono in cucina con una pila di scatole di pizza tra le mani.
-Che vi dicevo?- cominciò Clint, già seduto a tavola con forchetta e coltello pronti. -È arrivato.-
Tutti alzarono gli occhi al cielo, inclusa Amelia.
Quest'ultima spostò lo sguardo su Tony mentre usciva dall'armatura e incrociò le braccia.
Lui le sorrise. -Hey! Sei tu la nuova arrivata?- le chiese scompigliandole i capelli dopo aver posato le pizze sul tavolo.
Amy sorrise divertita e scosse la testa. -Sapevo che non sarebbe stato facile liberarsi di te…- mormorò quando in realtà era felice di vederlo lì.
Tony si portò una mano al cuore. -Ouch…- poi la spinse verso il tavolo dove prese posto vicino a Wanda.
Rhodey le passò a fianco e le diede un buffetto alla guancia. -Ciao piccoletta- le sussurrò.
In fondo anche lui la conosceva da quando era piccola quindi Amelia nemmeno si arrabbiava per il soprannome.
Gli sorrise. -Ciao WARMACHINEROX- sussurrò lei e Rhodey alzò gli occhi al cielo per poi colpire Tony in testa quando andò a sedersi accanto alla ragazza.
-Ahio! E questo per cosa??- esclamò l'altro mentre si massaggiava la testa.
-Smettila di raccontarle ogni cosa che mi riguarda-
-Io non le racconto niente di te, non credere di essere sempre al centro dell'attenzione!-
Rhodey scosse la testa esasperato e  andò a sedersi accanto a Bruce che intanto li aveva raggiunti.
Tony la guardò serio, ma Amelia capì che si stava trattenendo dal ridere.
-Cosa gli hai detto?- le sussurrò.
-Warmachinerox.- sussurrò lei di rimando e Tony scoppiò a ridere, guadagnandosi un'occhiataccia da Rhodey.
Amy nascose il suo sorriso bevendo un po' d'acqua e osservo gli altri.
Clint ormai stava trangugiando anche il cartone, Natasha gli regalò una gomitata mentre annuiva ascoltando Visione nella sua spiegazione sui principi nutritivi della pizza.
Wanda alzò gli occhi al cielo. -L'unica cosa da sapere sulla pizza è che rende felici le persone Vis.- 
Visione le sorrise. -Allora la prossima volta te la preparo io.- annunciò con un sorrisetto, al che Wanda si soffocò con l'acqua che stava bevendo, finendo per far ridere tutto il tavolo.
Steve entrò in cucina e afferrò le due scatole di pizza rimaste rivolgendo un sorriso a tutti i presenti.
-A dopo- disse, dirigendosi verso il corridoio.
Amelia lo guardò confusa.
Non mangiava insieme agli altri?
E Bucky? Non voleva mangiare in cucina perché c'era lei?
Si guardò intorno, aspettandosi qualche domanda dagli altri ma tutti si comportavano come se fosse normale che i due non mangiassero insieme a loro.
Tony rise tra sé da solo.
Il che fu abbastanza per far fermare Steve.
-Cosa?- lo guardò confuso.
Tony scosse la testa ridacchiando nuovamente. -Niente, niente… È che vedendoti mi è tornato in mente che Amelia aveva in camera un post…-
Amy spalancò gli occhi e gli pestò il piede con tutta la forza possibile quando l'immagine del suo vecchio poster di Captain America le tornò alla mente.
Tony fece cadere la fetta di pizza che aveva in mano e la guardò sconvolto, con le lacrime agli occhi per il dolore.
Lei gli sorrise. -Quando avevo in camera un…?- rimise il piede su quello di Tony come avvertimento.
Lui scosse subito la testa guardando Steve. -Lascia stare, non ricordo nemmeno cosa dovevo dire.-
Steve gli lanciò un'occhiata confusa e alzò le spalle per poi uscire dalla cucina.
Amelia tirò un sospiro di sollievo e tornò a concentrarsi sulla sua pizza quando si sentì degli occhi addosso.
Infatti quando si girò alla sua sinistra incontrò lo sguardo divertito di Wanda.
-Un poster di Cap, davvero?- le sussurrò ridacchiando.
Amy spalancò gli occhi e pestò di nuovo il piede di Tony con forza.
Lui trasalì e le lanciò uno sguardo confuso.
-Non pensare.- gli disse.
Tony guardò lei e poi Wanda, per poi mettersi a ridere.
-Tranquilla, il tuo segreto è al sicuro con me.- le disse l'altra dandole una pacca sulla spalla tornando a ridere.
Amelia sospirò e tornò a concentrarsi sulla cena, lasciando vagare i pensieri sulle goccioline che iniziavano a battere sulle finestre.
In men che non si dica ognuno aveva finito la propria pizza e Amelia si ritrovò catapultata in salotto, dove tutti presero posto sui vari divani con un telecomando wii in mano e un volante.
Tony li aveva costretti a giocare a Mario kart e ovviamente li stava stracciando.
-Non è giusto, sta barando!- continuava a borbottare Sam.
-Chi l'ha invitato poi? Non era in "paternità"?- borbottava di rimando Clint.
Amy si divertì di più ad ascoltare i commenti degli altri che a giocare.
-Perché dovrei lanciargli una tartaruga? Così perderà…-
-È questo lo scopo del gioco Vis, devi far perdere gli altri.- rispose tranquillamente Wanda.
-L'importante non è che tu vinca.- disse Natasha, con gli occhi incollati allo schermo. -L'importante è che Tony non vinca-
-Ben detto- dissero all'unisono Bruce e Rhodey.
-Lo sapete che vi sento, giusto?- domandò Tony mentre lanciava banane e tartarughe a tutto spiano, sempre mantenendosi in prima posizione.
-Sì.- risposero tutti in coro, facendo ridere Amelia.
-Hey, tu non ridere. Ti stavo risparmiando le tartarughe solo perché mi stai simpatica- detto questo Tony la spinse leggermente, facendo uscire il suo personaggio dalla pista. 
-Hey! Ora sì che stai barando!- esclamò lei alquanto offesa.
Tony ridacchiò e finì la sua corsa per poi sollevare le braccia in segno di vittoria, Nat arrivò due secondi dopo di lui e lanciò volante e telecomando a terra.
Tutti la guardarono sorpresi.
Lei alzò le spalle. -Scusate, questa volta c'ero quasi riuscita…- 
-Figurati. Dopo le brutte esperienze con Thor ho rifornito un intero cassetto di volanti e  telecomandi nuovi- le disse Tony mentre si stropicciava gli occhi.
-A proposito… Dov'è Thor?- chiese Amy, notando solo in quel momento che non lo aveva visto da nessuna parte.
-Asgard, o almeno credo…- mormorò Wanda alzandosi per stiracchiarsi.
-Lì o da qualche parte nello spazio- commentò Bruce.
In quel momento Steve decise di entrare nella stanza.
Guardò tutti con aria severa. -Cosa fate tutti ancora qui? Sono le undici e mezza, domattina vi voglio in palestra per le cinque.-
Tutti emisero un lamento.
Amelia guardò Wanda con occhi spalancati come a chiederle se stesse scherzando oppure no.
Wanda annuì lentamente con aria affranta e lanciò uno sguardo arrabbiato verso il super-soldato.
-Niente scuse, muovetevi- commentò secco quest'ultimo mentre un sorriso divertito cercava di farsi strada sul suo viso.
Tony rimase ancora un po' per accompagnare Amelia alla sua stanza.
Wanda le sorrise. -Ci divertiremo un mondo io e Nat ora che ci sei anche tu.- le disse prima di sparire nella sua camera.
Amy sorrise, anche se quella frase le era sembrata più una minaccia...
Tony si fermò alla porta di fronte a quella di Wanda. 
-Starai bene?- le chiese in un sussurro.
Lei annuì. -Ma se proprio tu e Pepper non riuscite a stare senza di me tornerò subito.- gli sussurrò, mentre sentiva un nodo alla gola.
Lui le sorrise divertito. -Puoi tornare quando vuoi. Questo…- disse indicando intorno a sé. -Non è per sempre se non lo vuoi, okay?-
-Okay.- gli disse lei per poi abbracciarlo forte ricacciando indietro le lacrime.
Si sentì stritolare e dopo qualche secondo alzò lo sguardo su Tony, rivolgendogli un sorriso. -Ora torna da Pepper e dalla tua progenie.-
Le scompigliò i capelli rivolgendole un ultimo sorriso prima di andare.
Quando giunse in fondo al corridoio, Tony si girò per guardarla ma lei era già entrata nella sua nuova camera.
Rivolse un sorriso triste al pavimento, per poi scuotere piano la testa.
-Quella ragazzina non finirà mai di farmi preoccupare…- mormorò, poi si ricordò che aspettava un altro figlio e che la sua preoccupazione sarebbe solo aumentata, così ridacchiò tra sé per sdrammatizzare la situazione e chiamò l'armatura per tornare a casa.
Amelia si chiuse la porta alle spalle, costringendosi a non riaprirla per tornare a casa con Tony.
Si guardò intorno, la stanza era enorme e notò subito le sue vecchie foto incorniciate sul comodino.
Si lanciò sul grande letto pieno di cuscini per guardarle meglio.
In una c'erano i suoi genitori, in un'altra lei e Ilenia, nell'ultima Tony la teneva sulle spalle.
Sorrise e chiuse gli occhi.
"Sto andando a letto, quindi niente recensione sulla mia primissima volta al quartier generale degli Avengers."
"Cosa?? Mi hai fatto promettere di lasciarti stare per tutto il giorno in cambio di una recensione dettagliatissima!" esclamò la voce delusa di Peter nella sua testa.
"Lo so, ma sono stanca" gli disse divertita.
"Non accetto questa risposta, sono stato sveglio solo per sentirti."
Amy sospirò, senza dire niente.
"Ho capito, ormai mi hai già sostituito con i tuoi nuovi super-amici"
"Non sia mai, come potrei sostituire l'unico e inimitabile Peter Parker?"
"Grazie, sono commosso."
"Insomma... Se smetto di frequentare te dovrei smetterla anche di frequentare Ned… Te lo immagini un mondo senza Ned??"
"HEY!!!!" 
Amelia rise, sperando che nessuno nelle stanze attaccate alla sua la sentisse.
Poi pensò che magari Bucky era in una delle stanze nel corridoio e ce l'aveva con lei.
Sprofondò la testa nel cuscino e sbuffò. -Perché c'è sempre qualcosa che non va??- bofonchiò.
Dopo qualche secondo stava per chiudere gli occhi.
"È vero però, non me lo immagino un mondo senza Ned…"
Amy sorrise combattendo il sonno improvviso che l'aveva colta.
"Dovremmo prendergli un regalo un giorno di questi…" disse a Peter
La sua idea fu seguita da qualche secondo di silenzio, tanto che Amelia pensò che Peter stesse ormai dormendo.
E stava per farlo anche lei.
"Una giraffa di peluche potrebbe andare" mormorò lui nei suoi pensieri.
"Credo che una giraffa di peluche sia perfetta per Ned… Ne voglio una anch'io"
"Allora ne prendiamo tre e fondiamo la squadra delle giraffe di peluche"
"le peluche di giraffe" propose Amy
"Fai schifo a inventare nomi.."
"Mh… Le giraffe del Queens?"
"Già meglio, ma che ne dici delle super-giraffe sotto copertura?"
"I signori delle giraffe."
Andarono avanti a inventare nomi per il loro strano gruppo per giraffe finché a un certo punto non si addormentarono entrambi.
La pioggia batteva piano sui vetri e ad entrambi spettavano dei lunghi sogni giraffosi.
 
 
 
 
 
 
_Angolo autrice
Buona serata gioigloriosa a voi!
Finalmente mi sono degnata di aggiornare la storia, eh sì… Cosa vi aspettavate da questa autrice procrastinatrice??
In realtà il capitolo doveva essere più lungo ma il funko pop di Bucky (regalatomi da una personcina molto preziosa *-*) continuava a dirmi che era ora di aggiornare e alla fine è venuto fuori così.
Cosa ne pensate?
Vi fa schifo?
Siete delusi?
Mi dispiace.
Prossimo capitolo verso la prima settimana di dicembre, va bene?
inner me: lo sai che mancano due settimane a dicembre, vero?
me: ssst, ce la faremo
inner me: ma...
me: ssst.
inner me: whatever.
 
Grazie ancora a tutti coloro che spendono qualche minuto del loro tempo a leggere questa storia, a chi ha aggiunto tra seguite/preferite/ricordate, a lascia qualche bel commentino e a chi pensa che la parola "giraffa" sia strana ma che ama comunque le giraffe.
Se avete voglia ditemi cosa ne pensate, oppure ci becchiamo a dicembre u.u
Alla prossima! :3

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Capitolo 12
*** dodicesimo capitolo ***


 
Amelia stava dormendo veramente bene, non si era mai svegliata nel corso della notte, il che non succedeva da un bel po'.
Forse le emozioni altalenanti del giorno prima avevano contribuito a mandarle in pappa il cervello.
Per questo quando un frastuono rimbombò nella camera si alzò di colpo, pronta a difendersi.
Così facendo però, spaventò Freddie che le graffiò il mento per istinto e si rifugiò sotto al letto.
-Ahi! E tu quando sei arrivato?- Amy si portò una mano al mento e si guardò intorno, era ancora buio..
-Buongiorno Amelia- le disse Jarvis.
-Jarvis!- esclamò. -Cosa...-
-Il capitano ha ordinato di svegliare tutti e il signor Stark ha suggerito di svegliarti con questa canzone così che non ti dimenticassi di lui- la anticipò Jarvis.
In quel momento Amy si accorse che c'era effettivamente una canzone in sottofondo e la riconobbe all'istante.
Iron man, dei Black Sabbath.
Sbuffò, rimettendosi sotto le coperte. -Come potrei dimenticarmene?? Puoi spegnere tutto ora-
-Mi dispiace ma le sveglie si spengono automaticamente quando ci si alza, è la regola.-
Amelia piagnucolò e fece lo sforzo di uscire dalle coperte e alzarsi.
-Ecco, contento??- domandò mentre la musica cessava.
-Scusami Amy…-
Lei scosse la testa stancamente. -So che non è colpa tua Jarv… Che ore sono a proposito?- chiese guardando il buio fuori dalla finestra.
-Le quattro e mezza-
-Allora non scherzavano…- cercò a tastoni la luce e la accese per scoprire una camera spaziosa, con una libreria immensa che ricopriva tutta la parete dietro al letto.
Si meravigliò di non averla notata quando era andata a dormire, ma poi notò che aveva ancora addosso i vestiti del giorno prima quindi non ne fu poi così sorpresa.
Sorrise notando che nella libreria non c'erano solo i suoi libri ma anche nuovi titoli, dopotutto avrebbe perdonato Tony per averla svegliata in quel modo brutale.
Lasciò vagare lo sguardo per la stanza, che oltre la libreria aveva una tv, una scrivania e un armadio, per il resto era ancora vuota oltre alle sue valigie e ai suoi scatoloni ancora chiusi in un angolo.
Sospirò e aprì la porta che dedusse, conduceva al suo bagno personale.
E infatti fu così, le luci si accesero da sole  e andò subito al lavandino per lavarsi il viso, quando alzò lo sguardo per guardarsi allo specchio notò che Freddie le aveva lasciato un bel segno sul mento. 
Sbuffò. -Grazie tante Freddie- esclamò tornando in camera solo per vedere che il micio si era appisolato di nuovo sul letto e lo invidiò non poco.
-Cosa devo fare Jarv?- 
-Tony ti ha preso dei nuovi vestiti per gli allenamenti, sono nell'armadio. Ti suggerisco di cambiarti e andare in cucina.-
-Come se riuscissi a mangiare qualcosa a quest'ora…- mormorò mentre apriva l'armadio per tirare fuori la prima tuta che le capitò tra le mani.
Stava per togliersi le felpa che aveva addosso quando la porta si spalancò.
Wanda entrò per poi sbatterla, senza dire niente si lanciò sul letto di Amelia e si rifugiò sotto le coperte, vicino a Freddie che le fece le fusa.
Amy la guardò confusa. -Ciao-
-mffhg- rispose l'altra.
-Okay...- Amy si infilò nella sua nuova tuta nera e cominciò a raccogliersi i capelli quando qualcuno bussò alla porta.
Andò ad aprire e si trovò davanti Steve.
-Signor Rogers-
Steve le sorrise. -Almeno qualcuno è già pronto, sto facendo il giro delle camere. A proposito… Per caso Wanda è qui?-
Lei trattenne il respiro. -No- rispose dopo qualche secondo.
Steve la guardò scettico. -Beh, se la vedi dille che farà meglio a muoversi o le faccio fare il doppio dell'allenamento.- disse l'ultima parte alzando la voce.
-Ti odio…- mormorò Wanda alzandosi dal letto, superò i due mormorando qualcosa di poco carino nei confronti di Steve e tornò nella sua camera trascinando i piedi.
Lui cercò di non ridere e tornò a guardare Amelia. -Non era qui, eh?-
-È molto silenziosa, non mi ero nemmeno accorta della sua presenza.- affermò sostenendo il suo sguardo.
Lui alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa. -Dovremo lavorare sulla tua percezione della realtà allora, vieni?- disse incamminandosi lungo il corridoio.
Lei chiuse la porta e lo seguì, tenendo il suo passo.
In men che non si dica si ritrovarono in cucina.
Intorno al tavolo c'erano già Sam, Bucky e Natasha.
-Buongiorno- disse Steve sorridendo mentre si riempiva una tazza di caffè per poi sedersi accanto a Bucky. -Qualcosa di interessante tra le notizie?- domandò indicando il giornale che l'amico aveva tra le mani.
-Solito- commentò l'altro.
Natasha le fece segno di sedersi accanto a lei e le offrì un po' di spremuta d'arancia.
Amy sorrise. -Grazie- mormorò bevendone un sorso, l'altra le fece l'occhiolino.
-Dormito bene?- domandò Steve, ricevendo un'occhiataccia da Sam.
-Oh sì, stavo dormendo molto bene finché non sei venuto a svegliarmi. Sul serio, serve proprio svegliarsi così presto?- domandò con la fronte appoggiata al tavolo.
-Sam, non essere così crudele. Lo sai che alle persone anziane piace svegliarsi presto.-
Lui si raddrizzò subito e sogghignò guardando Nat. -Perché poi devono andare a vedere i cantieri?-
La rossa cercò di non ridere e annuì, poi spostò lo sguardo su Steve. -Ho visto che oggi aprono tre nuovi cantieri sulla terza avenue-
-Oh sì, continuate a prendermi in giro.- disse l'altro cercando di non ridere. -Triplo allenamento per tutti, anche per te novellina-
Amy, che fino a quel momento stava seguendo il discorso con un sorriso divertito agli angoli della bocca lo guardò. -Ma io non sto ridendo-
-Stai sorridendo-
-Non sto nemmeno sorridendo, è la mia faccia- rispose lei sorridendo ancor di più.
Steve la guardò divertito. -Tu controlli la tua faccia. E non lo fai nemmeno bene, come prima quando ti ho chiesto di Wanda-
-State parlando ancora di me? Non esisto solo io in questa casa- disse Wanda annunciando il suo arrivo mentre afferrava un muffin dal centro del tavolo per poi sedersi accanto ad Amelia e sorriderle. -Cosa hai fatto alla faccia?-
-Oh niente, il gatto ha preso paura per la sveglia e ha deciso di graffiarmi.- rispose semplicemente lei spostando lo sguardo.
Gli occhi delle persone sono come calamite, a volte si attraggono e altre si respingono.
Per questo gli occhi di Amelia vagarono da soli per il tavolo fino ad incontrarne un paio di un colore azzurro limpido che la stavano già osservando.
Amy rivolse un sorriso timido a Bucky, ma lui era già tornato a guardare il giornale.
Rimase a guardarlo finché Steve non si alzò, producendo un fastidioso rumore quando trascinò la sedia sul pavimento. -Bene, andiamo- disse, per poi uscire dalla cucina.
Amelia finì la sua spremuta e seguì gli altri fino a una delle palestre dove si misero a lavoro con esercizi vari, lei si sforzò di stare al passo con gli altri e notando che Steve  la controllava ogni due secondi per vedere se riuscisse a fare gli esercizi cominciò a fare più di quel che il suo fisico avesse bisogno e a lanciargli dei sorrisi sarcastici, ai quali lui rispondeva con una scrollata di spalle e una risatina soffocata.
In effetti non capì come ma il rapporto con Steve da quella mattina aveva preso una piega quasi comica e questa cosa la divertiva.
Dopo un'ora dei più svariati esercizi Steve decise che avevano fatto abbastanza.
Amy si piegò posando le mani sulle ginocchia per ritornare a respirare normalmente, senza grandi successi.
-Abbiamo finito lo stretching per oggi, quindi ora andiamo a farci una corsetta-
Lei alzò subito lo sguardo e stava per esclamare "STRETCHING??? QUESTO LO CHIAMATE STRETCHING??" ma poi vide che Steve la stava guardando divertito.
Gli altri cominciarono ad uscire mentre Wanda si buttava con nonchalance su uno dei materassini della palestra coprendosi il viso con le braccia.
-Amelia, hai bisogno di riposo?-
Lei assunse un'aria indifferente, o almeno ci provò. -Chi io? Pff, sto benissimo. Ma se lei ha bisogno di un po' di riposo signor Rogers, faccia pure.- disse cercando di sembrare naturale ma il viso completamente rosso la tradì un pochino.
Natasha e Sam, che stavano uscendo dalla palestra scoppiarono a ridere ripensando alla discussione avuta a colazione e Steve le sorrise, concedendole la battuta.
-Allora andiamo- fece un cenno verso la porta e si apprestarono ad uscire. -Wanda, sto parlando anche con te-
Wanda brontolò qualcosa e li seguì fuori dalla palestra trascinando i piedi.
Steve la guardò tornando serio. -A parte gli scherzi, non devi sforzarti troppo per raggiungere gli altri. Noi ci alleniamo da un po'-
"E metà di voi sono super-soldati o ex assassini super addestrati" pensò Amy.
-Sto bene, davvero- disse invece, seguendo la sua testardaggine.
Lui la guardò incerto poi annuì. -Allora vai ad allenarti sulla pista-
-Ma no, tutti stanno andando a correre, io non po…-
Steve scrollò il capo. -È un ordine.-
Wanda li raggiunse. -Vengo anch'io ad allenarmi sulla pista di ghiaccio, così poi possiamo allenarci con i nostri poteri. Steve non può aiutarti con quelli, vero cap?-
Lui alzò un soppracciglio. -Farò finta che tu non lo stia facendo per evitare di andare a correre-
-Non lo farei mai!- esclamò lei trascinando Amelia per il braccio.
Una volta lontane dallo sguardo di Steve, Wanda si sdraiò su una delle panche che accerchiava la pista e la osservò mentre Amy era impegnata a tirare per bene i lacci dei pattini.

-Hai davvero intenzione di continuare ad allenarti?-

-In realtà volevo ringraziarti, continuare l'allenamento mi avrebbe distrutta. Però è da tanto che non pattino sul ghiaccio e beh...- Amelia guardò la pista e poi di nuovo Wanda. -Mi prendi per matta se dico che mi sta chiamando?- domandò incerta.

-Oh no, assolutamente no-

Amy le sorrise, lasciò scivolare il primo piede sul ghiaccio e si sentì estasiata quando un brivido di eccitazione le percorse la schiena.

-Almeno non sono più io quella stramba, aspetta che lo dica agli altri- le disse Wabda rimettendosi a sedere.

-Hey!- esclamò offesa facendola scoppiare a ridere.

Alzò gli occhi al cielo e tornò a concentrarsi sul ghiaccio sotto di lei.

Non doveva nemmeno pensare, le sue gambe facevano tutto da sole e in men che non si dica aveva già fatto il giro della pista per tre volte.

Sorrise sentendosi sferzare il viso dalla brezza prodotta dalla sua stessa velocità.

-Sei decisamente più veloce sui pattini- commentò Wanda quando tornò verso le tribune (sì, tribune, Tony aveva costruito un vero e proprio palaghiaccio in quella stanza).

-È un complimento per il mio stile di patinaggio o mi stai dicendo che sono una schiappa con l'attività fisica?-

-Nah, è un complimento. E poi sono io la schiappa, appena posso non esito a ricorrere ai miei poteri.- Wanda le sorrise e la raggiunse sulla pista. -Cosa che fa andare Steve fuori di testa ma che diverte molto me.-

Amy sorrise notando che aveva ai piedi un paio di pattini dal color rosso fiammante.

-Hai deciso di raggiungermi alla fine, eh?-

-Avevi un'aria così spensierata, aggiungerei quasi selvaggia, che mi hai fatto venire voglia di provare.-

Lei la guardò sorpresa. -Non hai mai pattinato sul ghiaccio??-

Wanda scosse la testa. -Non ho mai pattinato, punto.-

Sul viso di Amelia si aprì un sorriso eccitato.

-Sul serio? Posso aiutarti!!-

L'altra per tutta risposta tivolse i palmi delle mani verso il basso, il familiare raggio di luce rossa la aiutò a restare in equilibrio e si mosse piano e con cautela verso di lei.

-Non vale se non cadi almeno una volta- mormorò Amy mettendo il broncio.

Wanda la guardò divertita. -Non mi serve leggerti nel pensiero per sapere  che avevi in mente di farmi cadere di proposito con il tuo "aiuto".-

-Io? Non lo farei mai!- esclamò lei fingendo un'aria offesa, cosa che fece scoppiare a ridere entrambe.

-Comunque sia, mi fido di più dei miei poteri. Non vedi come me la cavo?-

-Si chiama barare-

-Si chiama fare il minimo indispensabile. E poi era mio fratello quello bravo negli sport- disse Wanda con un sorriso malinconico.

Amy la guardò e ricambiò con un sorriso triste ripensando alla storia dei gemelli Maximoff che le aveva raccontato Tony qualche anno fa.

-Come si chiamava? Pietro?-

Lei annuì.

-Mi sarebbe piaciuto conoscerlo-

-Oh, me lo immagino a sfidarti su questa pista e tu che gli congeli i piedi a terra perché ti batterebbe.-

Amelia ridacchiò. -Andrebbe proprio così-

Lo sguardo di Wanda si perse un attimo sul ghiaccio sotto di lei, lo spettro di un sorriso appena visibile sul viso.

Amy cercò di immaginarsi quale possibile ricordo fosse riaffiorato nella mente della giovane donna di fronte a lei e si chiese se anche lui avesse quell'espressione persa quabdo annegava nella miriade di ricordi legati ai suoi genitori o alla sua migliore amica.

Se anche il suo viso la tradisse con quel sorriso tristemente felice che aveva davanti ora.

All'improvviso venne travolta da un senso di rabbia.

Le persone che avevano rovinato la vita a Wanda erano le stesse che hanno rovinato la sua.

"E quella di Bucky" aggiunse una piccole vocina nella sua testa.

Strinse forte i pugni fino a far sbiancare le nocche quando l'immagine di Plokhoy le tornò in mente.

-Le tue mani stanno fumando- le fece notare Wanda.

Amy smise di stringerle e per cercare di fermare il fumo le congelò.

Letteralmente.

Ora erano ricoperte di ghiaccioe per liberarsene le sbatté, delle piccoke schegge di ghiaccio finirono a terra e Wanda la guardò perplessa.

Amelia le prese le mani. -Avanti, ora ti insegno come si pattina.- così dicendo la trascinò lungo tutta la pista tra proteste e risate.

 

 

                                  ***
 

Aprì gli occhi controvoglia.

-Buongiorno Amelia-

Lei si rigirò nel letto.

-Devo ricordarti la regola della sveglia?-

Amy sospirò e si costrinse ad uscire dalle coperte, così la sveglia si fermò.

-Quanti anni ho stamattina?- chiese con la voce impastata di sonno.

Dai dolori che sentiva dal collo alle gambe se ne sentiva novanta.

-Sempre ventitré, se vuoi posso dire al capitano che oggi non te la senti di affrontare l'allenamento-

-Non serve, grazie Jarv-

Andò a rinfrescarsi e si infilò in una delle tute che aveva nell'armadio.

Quando controllò il telefono notò che erano le sette.

-Si è già stancato anche lui della sveglia alle cinque?- mormorò tra sé, poi ripensò a come erano tutti crollati sul divano la sera prima. 

Natasha e Clint si erano impossessati del telecomando ma nessuno aveva la forza di lamentarsi, così finirono per guardare un documentario su Budapest.

Tutti tranne Steve e Bucky, loro rimasero a parlottare di qualcosa in cucina.

Lanciò un'occhiata a Freddie che stava osservando qualcosa fuori dalla finestra e aggrottò le sopracciglia.

Non sapeva come ma durante la notte quel gatto riusciva a rientrare in camera senza che se ne accorgesse.

Eppure per quanto ne sapeva non poteva aprire le porte da solo.

Scosse la testa e aprì la porta ma trovandosi davanti qualcuno arretrò di qualche passo e inciampò, finendo a terra.

-Santo topo Gigio!- esclamò portandosi una mano al cuore.

Steve la guardò divertito. -Chi è Topo Gigio?- domandò aiutandola a tornare in piedi

Lei lo guardò sconvolta. -Chi è Topo Gigio? Sul serio?-

Steve alzò le spalle. -Lo devo aggiungere alla mia lista?-

-Quale lista?- chiese subito, presa dalla curiosità.

Lui si grattò il collo un po' imbarazzato. -Delle cose che mi sono perso mentre…-

-Mentre eri Capitan ghiacciolo?-

Lui roteò gli occhi. -Quando ero intrappolato nel ghiaccio.-

Amy ridacchiò. -E io cosa ho detto?-

Steve sospirò. -Lascia stare, come te la cavi con l'autodifesa?-

Lei ci pensò un po' su. -Meh.-

-Rimedieremo dopo colazione. Andiamo?-

-Certo signor Rogers- rispose lei superandolo nel corridoio.

-A proposito… Dammi del tu, ti prego. Quel "signor Rogers" mi fa sentire duecento anni invece che un centinaio-

Amy cercò di trattenere le risate. -Va bene signor Rog… Voglio dire, signor Stev… No, Steve. Va bene Steve.-

A colazione trangugiò il muffin e la mela che Visione le aveva messo davanti appena si era seduta, poi seguì gli altri nella stanza da boxe dove si perse ad osservare un finto combattimento tra Wanda e Natasha.

La vedova nera si muoveva con una grazia che Amy invidiava mentre Wanda si tratteneva dall'usare i suoi poteri, riuscendo però a schivare tutti i colpi e a controbattere.

Era così assorta nell'osservare le due che quando Steve la chiamò non se ne accorse nemmeno.

-Amelia?-

Lei sobbalzò e si girò per ritrovarsi a spalancare gli occhi quando stava per essere colpita dallo scudo di captain america.

D'istinto si coprì il viso con le mani per proteggersi e senza volerlo scaraventò Steve dall'altra parte della stanza, dritto contro il muro.

-Oh sant…- mormorò coprendosi la bocca con le mani e guardandolo preoccupata.

Ora la stanza era immersa nel silenzio.

-Wow- disse Steve guardandola sorpreso mentre si rialzava, a quanto pare senza un graffio.

-Cosa diamine ti è venuto in mente?- domandò Bucky spostando lo sguardo tra i due.

Amy si guardò intorno, gli sguardi erano tutti puntati su di lei.

Sentì inumidirsi gli occhi quando ripensò all'ultima volta in cui aveva usato i poteri in presenza della squadra.

Per un attimo sentì di nuovo il vento gelido e la neve ghiacciata che le graffiava il viso.

Era sicura che in quel momento, quando aveva perso il controllo la stessero guardando con timore.

Ora probabilmente stava accadendo la stessa cosa.

-Non volevo fargli male- mormorò incontrando lo sguardo di Bucky, che continuava a fissarla in modo strano.

Pensava davvero che lo avesse fatto di proposito per ferire Steve?

-Non mi hai fatto male, stavo solo testando i tuoi riflessi. Prova superata- le disse Steve con un sorriso.

-È stato grandioso!- esclamò Wanda.

-Grandioso? È stato strabiliante! Puoi provarlo sul tuo amico ragno?- domandò Sam.

-Quando andiamo in missione la voglio con me- dissero all'unisono Clint e Natasha.

Lei li guardò sorpresa. -Cosa?-

-Prima di parlare di missioni dobbiamo lavorare un po'- commentò Steve senza abbandonare il sorriso fiero che aveva assunto poco prima.

-E quella cosa che fai col fuoco?- domandò Clint mentre esaminava i cristalli di ghiaccio sullo scudo di Steve.

Amy si morse il labbro, ancora incredua. -Non... Mi succede quando sono arrabbiata-

-Capisco la sensazione- Bruce le fece l'occhiolino facendola sorridere.

-Ricordami di non farti arrabbiare- mormorò Sam mentre le passava accanto per scompigliarle i capelli.

Tutti tornarono alle loro attività e lei lanciò un ultimo sguardo a Bucky che ormai si era voltato.

Sospirò e tornò a concentrarsi su Steve.

-Vieni minacciata da qualcuno molto più grosso di te, cosa fai?-

-Lo hai appena sperimentato-

Lui ridacchiò. -Touché. Intendevo senza i tuoi poteri.-

-Conosci il francese?- 

-Perché cambi sempre discorso? Presta attenzione- detto questo sembrò pensare a qualcosa. -Conosco anche la parola "fondue"- affermò con fierezza.

Amy scoppiò a ridere. -Cosa c'entra la fonduta?-

-Se presterai attenzione te lo spiegherò… forse-

Lei sorrise e annuì. -Dunque.. Cosa faccio se un supersoldato come te mi minaccia… Scappo via oppure lo colpisco?-

-Come lo colpisci?-

-Un calcio nelle parti basse?-

-Prova.-

Amy lo guardò confusa.

-Avanti.-

Lei fece come detto ma Steve le afferrò la caviglia e le girò la gamba così da far girare Amelia e farla cadere a terra.

-Lo sapevo…- mormorò al pavimento e si rialzò subito. -Afferrato capitano, niente calci-

-Per il momento no. Non dare mai il primo colpo, cerca di schivare invece, pronta?-

Lei annuì.

Per l'ora successiva si concentrò sullo schivare i colpi, cosa che finì per farle girare la testa dato che i finti attacchi di Steve erano veloci e non davano segno di fermarsi presto.

Amelia fece un passo indietro per sistemarsi alcuni ciuffi di capelli che avevano deciso di attaccarsi alla fronte sudata.

-Ad un certo punto però dovrò pur attaccare-

Steve le sorrise e Amy invidiò la sua totale mancanza di stanchezza.

-Hai mai fatto a pugni?-

-Una volta  per sbaglio ho fatto sanguinare il naso ad uno che conoscevo- disse senza pensarci.

Ancora una volta l'attenzione dell'intera stanza tornò su di lei e si maledì mentalmente.

"Devo smetterla di dire tutto quello che mi passa per la testa"

"Cosa hai detto?- le rispose la voce nella sua testa.

"Oh niente. Lascia stare Peter."

-Come hai fatto?-

-Gli ho tirato un pugno-

Steve sembrava confuso. -E allora perché dici che lo hai fatto per sbaglio?-

Amy scrollò le spalle. -Volevo dargli un pugno, ma non fargli sanguinare il naso.-

Natasha le sorrise divertita. -E perché gli hai tirato un pugno?-

-Ero ad una festa molto noiosa e mi avevano costretta a giocare ad un gioco molto noioso. E quando la bottiglia mi ha indicata lui si è avvicinato per baciarmi e io senza pensarci l'ho colpito- rispose imbarazzata ricordando la diciassettesima festa di compleanno di Eddy e di come Ilenia aveva cercato di arrabbiarsi per poi finire col ridere quando furono costrette ad andarsene dalla festa per tutte le occhiatacce che ricevevano.

Da quel momento quel ragazzo sfortunato cominciò a evitarla, se per caso si incrociavano lui spalancava gli occhi e girava l'angolo velocemente, cosa che faceva sempre ridere Ilenia.

-Quindi stavi giocando al gioco della bottiglia e quando è arrivato il tuo turno hai colpito il povero ragazzo che stava per baciarti?- domandò Clint.

Lei annuì facendo scoppiare a ridere metà dei presenti.

-Siccome ora ho seriamente paura di te, facciamo una pausa.- affermò Steve, un po' serio e un po' ironico.

Amelia uscì velocemente dalla stanza per dirigersi all'ascensore, aveva tenuto chiusa la porta della camera per provare la teoria del gatto.

In fondo un gatto può aprire le porte… in qualche modo.

In caso contrario avrebbe dovuto cominciare ad investigare su chi lo aiutava ad entrare in camera durante la notte.

Pigiò il pulsante per il terzo piano e si posò alla parete fredda, era quasi un sollievo dopo l'ora passata a spostarsi su, giù, a destra e a sinistra.

Le porte stavano per chiudersi ma qualcuno infilò un piede nella fessura ormai stretta per riaprirle.

Amy si raddrizzò e distolse subito lo sguardo dal nuovo arrivato.

Le porte si richiusero e l'ascensore cominciò a salire.

Tenne lo sguardo basso per quei pochi interminabili secondi.

Bucky la stava osservando con la coda dell'occhio e quando aprì la bocca per dirle qualcosa fu subito interrotto da lei.

-Non avevo intenzione di fare del male a Steve- disse velocemente Amy continuando ad evitare il suo sguardo. -Non l'ho fatto di proposito.- terminò pensando che lui ce l'avesse con lei per aver attaccato Steve a quel modo.

Pronunciate quelle poche parole le porte si riaprirono e Amelia uscì velocemente, non lasciandogli nemmeno il tempo di dire qualcosa.

Percorse il corridoio velocemente fino a raggiungere la stanza, aprì la porta e la richiuse subito dietro di lei.

Freddie la guardò dal letto con curiosità e lei gli sorrise tristemente. 

-Bene, sveliamo il mistero del gatto fantasma.- affermò scacciando dalla testa la scena dell'ascensore.

 

***

 

Le notti successive Freddie si faceva trovare già in camera quindi non ebbe la possibilità di investigare sul caso, cosa che la fece impazzire, una sera provò persino a lasciarlo fuori dalla porta di proposito ma dopo due miagolii le si era stretto il cuore e lo aveva fatto rientrare.

Dopo una giornata estenuante dove Steve aveva deciso di triplicare l'allenamento, l'unica cosa che voleva fare era dormire e non alzarsi mai più dal suo letto morbido e pieno di cuscini.

Ma proprio quella sera Freddie non si vedeva da nessuna parte e questo voleva dire una sola cosa.

-Il mistero del gatto fantasma verrà risolto questa notte stessa!- esclamò d'un tratto eccitata per quella prospettiva.

Posizionò la sedia girevole che era alla scrivania in mezzo alla stanza per cercare di combattere il sonno e aspettò.

Poi aspettò.

E aspettò ancora.

Erano ormai le due di mattina, si era sdraiata a terra a pancia in giù e stava cercando di non chiudere gli occhi.

Per un attimo le palpebre le si chiusero e sorrise quando un senso di pace la percorse.

Clic

Il rumore della maniglia la fece scattare subito in piedi.

La porta si aprì quel tanto da far passare Freddie che balzò subito sul letto ma Amelia non spostò lo sguardo dalla maniglia che si stava riabbassando lentamente per richiudere la porta senza fare rumore.

Sentì un brivido percorrerle la schiena e pensò che forse c'era davvero un fantasma.

Poi scosse la testa.

Non essere sciocca, i fantasmi ci sono solo nelle case vecchie.

Quell'unico pensiero le diede il coraggio di aprire la porta in tempo per sentire chiudersene una nel corridoio, anche se non capì quale.

Ancora non aveva imparato la disposizione delle stanze e quale camera era di chi.

Sapeva solo che in quel corridoio ce n'erano sei.

Quella davanti alla sua apparteneva a Wanda e teoricamente da qualche parte c'erano Sam e Visione.

Si maledì per non essersi sbrigata ad aprire la porta per cogliere sul fatto il nuovo amico di Freddie.

 

***

 

Ilenia le prese la mano ridendo. -Sei una lumaca, ti muovi?? I tuoi ci stanno aspettando!-

Amelia si lasciò trascinare lungo un corridoio completamente bianco.

-Non credo che dovremmo essere qui Ile…-

Lei si voltò verso di lei facendo danzare le due trecce scure attorno alla testa e le sorrise.

-Hai paura per caso?- la canzonò.

-Sì- le disse in un tono così serio da farla fermare.

Ilenia le strinse la mano affettuosamente. -Ma noi due siamo invincibili insieme, ricordi?-

Sentì alcune lacrime calde sul viso.

-Amy? Cosa c'è?-

-Mi manchi.- disse continuando a piangere.

L'altra le sorrise. -Ma cosa stai dicendo? Sono qui!-

Ad un tratto comparve una porta accanto a loro, si aprì piano e un uomo in camice bianco ghignò.

Amelia guardò Plokhoy con disprezzo.

-Hai portato un'amica?-

-Non devi nemmeno sfiorarla.- disse lei a denti stretti congelandolo al muro con la mano libera.

Sentì Ilenia tremare accanto a lei.

Si girò solo per incontrare uno sguardo spaventato.

Ilenia le lasciò la mano. -Sei un mostro.-

Fu solo un sussurro ma Amelia sentì quella frase riecheggiarle nella testa anche quando si svegliò.

Si passò una mano sulla guancia e non si stupì quando la trovò bagnata.

Calciò le coperte che le si erano attorcigliate alle gambe e si alzò per uscire in fretta dalla camera.

Ignorò le porte dell'ascensore che si aprirono al suo passaggio e prese le scale per raggiungere il piano inferiore.

Raggiunse in fretta il lavandino della cucina ancora tremando.

Afferrò il bollitore che era lì accanto  e cominciò a riempirlo.

Una tazza di tè di solito riusciva a calmarla dopo un incubo, o almeno così credeva.

-Non riesci a dormire?- chiese una voce dietro di lei, facendole perdere la presa sul bollitore che cadde nel lavandino producendo un rumore di metallo fastidioso.

Amelia chiuse il rubinetto e si asciugò in fretta una lacrima che le era sfuggita poco prima. -Potrei farti la stessa domanda-

-E la mia risposta è: sì, non riesco a dormire.-

Posizionò il bollitore sui fornelli e si voltò.

Lì nella penombra c'era Bucky, seduto su uno degli sgabelli che si trovavano attorno all'isola della cucina.

La guardò con un'espressione incerta. -Stai bene? Sei pallida-

Lei annuì. -Sì, è come hai detto tu. Non riuscivo a dormire.-

Lui fece per controbattere ma notando che lo sguardo di Amelia si era posato sul gatto che aveva in grembo sorrise.

-Stavo per riportartelo-

Amy spalancò gli occhi. -Il gatto fantasma…- mormorò a bassa voce.

Allora era Bucky a riportarle il gatto in camera ogni notte.

-Cosa?-

-Niente.-

Lui la guardò perplesso poi le indicò lo sgabello accanto al suo e lei andò a sedersi senza tante storie.

-Lo trovo sempre a gironzolare da qualche parte durante la notte-

-Quindi non dormi mai- osservò lei.

-Raramente.-

Ci fu qualche istante di silenzio e Amelia ripensò all'ascensore e a come lo aveva evitato negli ultimi giorni.

-Pensavo che non volessi parlare con me- disse e Bucky la guardò sorpreso.

-Pensavo che tu non volessi ascoltarmi, l'altro giorno te ne sei andata prima che potessi immagazzinare quello che avevi detto.-

Lei fece una smorfia. -Non è solo quello, è da quando sono qui che non mi rivolgi la parola-

Lo sentì sospirare mentre faceva una carezza a Freddie.

-Scusa, è stato un periodo strano-

-Per il mio arrivo?- chiese subito alzando lo sguardo su di lui.

-No, è inziato prima, è...- sospirò di nuovo e si voltò per incontrare il suo sguardo.

Persino nella penombra i suoi occhi brillavano, come fossero illuminati da qualche strana luce.

-Non ero arrabbiato con te l'altro giorno, ero arrabbiato con Steve per averti quasi colpita con quello stupido scudo-

Quell'affermazione fece smuovere qualcosa nel petto e nello stomaco di Amelia e pensò che probabilmente era solo fame notturna.

-Non perché gli ho fatto male?-

Bucky scosse la testa sorridendo. -Non gli hai fatto male. Se lo avessi scaraventato contro un muro settant'anni fa probabilmente non ti avrei mai più rivolto la parola, ma ora sa come difendersi-

Lei sorrise e quando il bollitore cominciò a fischiare si alzò per poi vedersi subito bloccata da Bucky.

-Lascia, faccio io- le disse mettendosi Freddie sulle spalle dove si appollaiò tranquillo facendo venire voglia ad Amelia di scattare qualche foto.

-Cosa preferisci?-

-Un tè nero-

Bucky rovistò nella credenza. -Quello non ti farà dormire, ti preparo un infuso- affermò prendendo una bustina da una delle scatole che aveva davanti.

-Ma...- 

-Niente ma, berrai un infuso.- 

Lei fece il broncio e quando Bucky si girò per porgerle il tè, ridacchiò. -Si dice grazie-

-Si dice fatti gli affari tuoi- replicò Amy accettando però la tazza.

Lui sorrise tornando a sedersi accanto a lei. -Non era mia intenzione darti un brutto benvenuto, scusa.- le disse poi, guardandola negli occhi e Amelia pensò che non aveva mai visto qualcuno così dispiaciuto come lui.

-Fa niente- gli disse lei. -Mi basta sapere che la mia presenza non provochi fastidio a qualcuno.-

-No, siamo tutti felici che tu sia qui.- disse lui con un tono di voce così sincero che Amy si sentì scaldare il cuore.

 



 

 

_Angolo autrice

 

Come promesso eccovi il capitolo, spero che non sia troppo noioso o scontato.

Se avete voglia di fare qualche critica sul mio stile di scrittura ditemi pure, mi fareste solo un favore.

Sono di fretta quindi mi sbrigo (per questo se ci sono errori mi scuso)

Voglio ringraziare ancora tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate, a chi si limita a dare una letta e a chi mi lascia una piccola recensione.

Proverò ad aggiornare anche prima di Natale, voi bevete cioccolata calda, mangiate biscotti e fate un rewatch della marvel che non fa mai male (se tralasciate gli ultimi film).

Alla prossima! :3

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Capitolo 13
*** tredicesimo capitolo ***


Le settimane passarono e gli allenamenti aumentarono.

Amelia fu sollevata quando un giorno Natasha la prese da parte e cominciò ad insegnarle come lottare "da vere donne, non come dei giganti alti cinque metri".

Quelle erano state le sue testuali parole e aveva indicato tutta la parte maschile della squadra, ricevendo degli sguardi offesi da tutti i presenti e una risatina da Wanda.

Da quel momento aveva cominciato a passare molto più tempo con Nat durante gli allenamenti, anche se il suo stile di combattimento non sembrava migliorare molto in confronto a quello della ex spia.

In compenso, tutti sembravano apprezzare i suoi poteri e gli allenamenti con Wanda andavano a gonfie vele.

Riusciva a controllarli meglio e ad usarli in modi più utili oltre che a fare scherzi a Peter.

Anche se non era pronta a rinunciare a questi ultimi.

-Spiegami di nuovo perché stai preparando una torta nella mia cucina se poi io non posso mangiarla- ripeté Peter per l'ennesima volta mentre Amy controllava la torta nel forno.

-Oh, sai com'è… Appena preparo qualcosa nella cucina degli Avengers non posso girarmi un attimo che qualcuno l'ha già mangiata.- mentì lei sorridendo.

I suoi pensieri tornarono a Bucky.

 

Mi devi una torta al limone.

 

Probabilmente lui lo aveva detto solo per scherzo ma questo non la avrebbe fermata.

Da quando avevano parlato e chiarito quel che c'era da chiarire Amy si sentiva molto meglio e viveva le giornate nella sua nuova casa con più leggerezza.

Certo, l'ex soldato non aveva cominciato a parlarle  in modo logorroico come aveva sperato, in effetti non parlava quasi mai quando era in mezzo agli altri…

Però aveva notato dei piccoli cambiamenti nel suo atteggiamento, come un sorriso quando la vedeva, delle risatine silenziose quando lei e Steve si prendevano in giro a vicenda e le presenze sempre più frequenti durante i pasti, dove non parlava ma ascoltava ogni discorso, da quelli sui raggi gamma di Bruce a quelli sui biscotti di Sam, ascoltava con interesse persino i racconti di Clint e Natasha su Budapest (Quelli Amy li odiava perché ogni volta si tenevano tutti i dettagli per loro e nessuno capiva cosa fosse successo realmente in quella benedetta città).

-E cosa ti fa pensare che io la lascerò intatta?- chiese Peter mentre mangiucchiava una mela.

Amy gli lanciò un'occhiata truce e poi guardò la mela intensamente per raffreddarla un pochino.

Quando Peter la masticò, strillò e la lanciò contro la finestra, finendo per romperne il vetro.

-Ma cosa ti salta in mente?!? Lo sai che ho i denti sensibili!-

Lei lo guardò seria per qualche secondo ma poi una risata le sfuggì dalle labbra e non riuscì più a fermarsi.

Tra tutte le reazioni che si sarebbe aspettata, lo strillo e la lamentela sui denti sensibili non erano nemmeno tra le ultime.

Peter alzò gli occhi al cielo. -Zia May mi ucciderà.- Disse guardando la finestra mentre cercava di ignorare le risate che riempivano la cucina. -E smettila di ridere.-

-Spiderman. Punti di forza: agilità, super forza e ragnatelamenti. Punti deboli: denti sensibili.- disse Amy tra le risate. -Potrei scriverci un blog.-

Lui cercò di opporsi al sorriso che si stava allargando sul suo viso. -Non venderesti ai nemici tutte le mie informazioni così facilmente- rispose lui facendola ridere di nuovo.

La porta dell'appartamento si aprì proprio quando il din del forno avvisò Amy che la torta era pronta.

-Hey zia May, come va?-

-Fa freddo qui dentro, non avete acceso il riscaldamento?- chiese lei per poi posare subito gli occhi sulla finestra. -Cosa diam..-

-Non è colpa di Peter, poverino.Non riesce a controllare la sua forza...- affermò Amy con un sorriso mentre metteva la torta in un contenitore.

Si infilò giacca e berretto. -Io devo andare, dirò a Tony della finestra, okay?-

-Me ne occupo io- disse una nuova e voce.

Amy si voltò e sorrise. -Hey Happy!- sorrise all'uomo e si girò verso Peter per vedere la sua espressione.

"Non vedo l'ora di assistere al matrimonio"

Peter la fulminò con lo sguardo. "Mia zia non si sposerà con Happy."

"Continua a raccontartela" 

"Non devi tornare da Barnes?"

Lei gli tirò un ciuffo di capelli mentre gli passava accanto per raggiungere la porta. -Ci si vede!-

May e Happy la salutarono mentre Peter le rivolse un ultimo sorriso divertito.

Amy scosse la testa mentre scendeva le scale del palazzo e cominciò a camminare nell'aria serale mentre il sole cominciava a tramontare tra i palazzi, lasciando al suo posto un cielo blu scuro e qualche nuvola solitaria.

Non riuscendo a trovare parcheggio lì intorno era stata costretta a lasciare la macchina tre isolati più in là.

Certo avrebbe potuto teletrasportarsi con il suo "cerchio magico" (come aveva deciso di chiamarlo) ma ancora non si fidava ad usarlo, temeva di ritrovarsi al polo nord o nel triangolo delle bermude e di non riuscire più a tornare indietro.

Mentre camminava guardò con nostalgia le lucine di Natale che riempivano le strade e le vetrine dei negozi.

Le persone intorno a lei sembravano indaffarate ma felici.

Amelia conosceva quella dolce sensazione.

Girare l'intera città per cercare il regalo perfetto.

Comprare tutti gli ingredienti per i biscotti da mangiare insieme a famiglia e amici davanti al camino.

Girare per le stradine del parco insieme ad Ilenia, con una tazza di cioccolata fumante tra le mani e il naso all'insù, impegnate ad ammirare le luci di Natale che correvano da un albero all'altro.

Si fermò bruscamente e le persone dietro di lei quasi le andarono addosso.

Si scusò velocemente e imboccò una via secondaria, non avrebbe sopportato la vista di altre persone felici ancora per molto, per quanto possa sembrare crudele.

Era già a metà quando si accorse che quello era un vicolo cieco.

-Complimenti Sherlock.- Disse a se stessa mentre si girava per tornare indietro.

Proprio in quel momento un gruppo di uomini poco più grandi di lei uscì dalla porta sul retro di qualche strano locale.

La prima cosa che le venne in mente di fare fu quella di fermarsi, ma sapeva che era una cosa stupida quindi si tirò su il cappuccio e optò per superarli facendo finta di niente.

Mentre si avvicinava nessuno sembrò notarla, tanto erano intenti a parlare o a concentrarsi sulle bottiglie che avevano in mano.

Sorrise soddisfatta quando li superò, ma due secondi dopo si sentì tirare per il polso.

L'uomo le sorrise. -Ciao, dove stavi andando?-

Lei alzò le sopracciglia, assumendo un'espressione sarcastica e represse l'impulso di liberarsi subito dalla presa ferrea che l'uomo aveva sul suo polso.

Finse un sorriso di scuse. -Sono davvero in ritardo, potresti lasciarmi il polso per favore?-

Lui ricambiò il sorriso. -In cambio di una buona compagnia?- Le offrì la bottiglia che aveva in mano.

Amy cercò di non perdere la calma.

Lanciò uno sguardo al resto del gruppo, che stava osservando la scena sghignazzando leggermente.

Posò di nuovo lo sguardo sul giovane uomo davanti a lei e sforzò un nuovo sorriso.

-Oh come mi piacerebbe… Ma come ho detto prima, sono davvero in ritardo. Il mio ragazzo mi sta aspettando qui vicino- disse la prima cosa che le passò per la mente, pensando che sarebbe bastata per convincere l'uomo a lasciarla andare.

Lui per tutta risposta le strinse di più il polso. -Una bella ragazza come te doveva per forza avere il ragazzo, che peccato- disse avvicinandosi di un passo verso di lei.

Fece una smorfia sentendo la puzza di birra che emanava quel tipo e alzò gli occhi al cielo per quanto era cliché la situazione in cui si era cacciata.

Doveva per forza girare in quel vicolo buio.

Se c'era una cosa che Batman avrebbe dovuto insegnarle era di non entrare in vicoli bui e solitari.

Ma eccola lì.

Non dare mai il primo colpo, cerca di schivare invece.

La frase di Steve le risuonò nella testa e lei era pronta, stava solo aspettando la mossa sbagliata dell'uomo.

Come se le avesse letto nel pensiero lui cercò di attirarla a sé e di afferrarla per il colletto della maglietta ma grazie all'allenamento costante delle ultime settimane i riflessi di Amelia risposero prima, sorprendendo anche lei.

Con la mano libera gli afferrò il braccio e lo torse velocemente facendo girare l'uomo di scatto, poi lo colpì al retro delle ginocchia guadagnando un lamento di dolore prima di spedirlo a terra. 

-Chi ti ha insegnato le buone maniere? Avanti, scusati. Non dovresti trattare così una donna.-

Ad una risposta molto colorita nei suoi confronti, Amelia finse un'espressione offesa.

-Come scusa?- domandò afferrando anche l'altro braccio e premendo la schiena dell'uomo con un piede, complimentandosi con se stessa per aver scelto degli scarponcini invece delle solite scarpe da ginnastica.

Insomma, se la sarebbe cavata anche con quelle ma i tacchi degli scarponcini stavano aiutando a provocare un po' di dolore in più al verme che stava schiacciando a terra.

Lui si lamentò di nuovo per il dolore. -Aiu...tatemi.- disse piano, rivolto al resto del gruppo.

Amy guardò gli altri e cercò di non ridere quando notò le loro espressioni a metà tra la sorpresa e lo spavento.

Cinque uomini grandi e grossi avevano paura di lei.

La cosa non durò a lungo, anche i loro cervelli inebriati dall'alcol erano riusciti a fare due conti e a capire che loro erano avvantaggiati dalla maggioranza numerica quindi uno ad uno si fecero avanti, ancora incerti su cosa fare.

Amy mollò la presa sull'uomo sotto di sé non preoccupandosene più di tanto, ubriaco com'era avrebbe fatto fatica ad alzarsi comunque.

Nei cinque secondi successivi tutto fu molto confuso, se qualcuno avesse osservato la scena da fuori avrebbe visto solo braccia andare di qua e di là mentre il gruppo di uomini cadeva uno ad uno.

Amelia non sapeva nemmeno come riuscisse a mantenere il sangue freddo, nemmeno si accorgeva di quello che faceva, il suo corpo rispondeva da solo.

Abbassati. 

Schiva. 

Colpisci. 

Spostati. 

Allarga la mano. 

Colpiscigli il mento. 

Piega. 

Ruota il busto. 

Solleva il gomito. 

Calcia. 

Ginocchiata sulla fronte e spostati ancora.

Era quasi come una danza dove lei doveva rimanere in piedi e prevalere sugli altri ballerini.

Di certo non era aggraziata come Natasha, ma quelli non erano spie con addestramenti speciali, quindi poteva bastare.

Nat sarebbe stata comunque fiera di lei e quella era l'unica cosa alla quale riusciva a pensare mentre stendeva uno ad uno gli uomini che la circondavano.

All'improvviso qualcuno la afferrò per lo zaino e la strattonò, spedendola contro il muro dove sbattè il viso.

Si portò una mano al naso che aveva cominciato a sanguinare e si girò subito. 

Lo sguardo che aveva assunto doveva essere terrificante perché il suo aggressore fece qualche passo indietro.

-Se hai rovinato la torta che ho nello zaino sei morto.- disse a denti stretti, a metà tra il serio e lo scherzo ma prima che potesse occuparsi anche di lui qualcosa lo colpì spedendolo a terra, ricoperto di ragnatele.

Amy si girò subito e vide Spiderman a qualche metro da lei.

"Potevi chiamarmi prima" le disse attraveso la loro connessione.

Lei alzò gli occhi al cielo. "Me la stavo cavando da sola"

Peter guardò il resto del gruppo a terra. "Ho notato. Ma il mio senso di ragno mi ha fatto uscire di casa in fretta e furia e non potevo lasciare tutto il divertimento a te. Non eravamo una squadra?"

Amelia ridacchio e cercò di sistemarsi i capelli, ma ormai andavano da una parte all'altra e non c'era verso di tenerli buoni quindi si tirò di nuovo su il cappuccio che le era scivolato durante la lotta.

-Come hai fatto a cacciarti in questa situazione comunque? E i tuoi poteri dove sono finiti?-

-C'è una telecamera nell'angolo accanto alla porta- gli sussurrò incamminandosi  di nuovo verso la strada principale per poi ritrovarsi all'improvviso senza terra sotto i piedi.

-Ti do un passaggio alla macchina, tanto per essere sicuri- mormorò Peter.

Lei sbuffò fingendosi infastidita quando in realtà era felice di non dover camminare fino alla macchina, dato che d'un tratto si sentiva esausta, l'adrenalina l'aveva ormai abbandonata.

Peter se ne andò solo quando fu certo che fosse al sicuro nella sua macchina e solo perché in lontananza era partita la sirena della polizia, doveva andare.

Amy si guardò nello specchietto e si tamponò il naso con un fazzoletto per evitare nuove fuoriuscite di sangue, poi cercò di pulirsi il viso ma il sangue si era ormai rinsecchito.

Fece per dire qualcosa a se stessa quando qualcosa di rosso sul sedile posteriore attirò la sua attenzione.

Sbuffò  e tirò su lo specchietto sopra di sé con un tonfo, poi mise in moto senza dire niente.

Passarono diversi minuti durante i quali la macchina fu immersa in un silenzio tombale, ma alla fine l'ospite nel retro della macchina si decise a parlare.

-È rotto?-  chiese Tony, la voce resa metallica dall'armatura.

Lei osservò la luce rossa del semaforo e lanciò uno sguardo allo specchietto retrovisore, vedere l'armatura di Iron man con le braccia incrociate la divertiva ma cercò di mantenere un'espressione seria.

-No, sta solo sanguinando-

-Come fai a saperlo?-

-Non ha fatto crac- rispose semplicemente lei ripartendo allo scattare del verde.

-Non ha fatto crac.- ripeté Tony lasciando l'armatura e spostandosi sul sedile del passeggero in due secondi. -Hai mai pensato di fare il medico? Hai un grande potenziale.-

Amy sorrise leggermente. -In effetti sì. Il camice ha il suo fascino, non trovi?- domandò lei sperando in una risposta altrettanto sarcastica.

Tony abbozzò un leggero sorriso. -Di certo a me starebbe bene.- mormorò per poi tornare a guardarla seriamente. -Avresti dovuto chiamarmi.-

-Me la sono cavata, sai?- disse lei sorridendo entusiasta. -C'erano questi tipi che mi hanno circ...-

-Lo so.- la interruppe lui. -Ero al quartier generale e gli altri mi hanno detto che saresti dovuta arrivare a momenti. Poi hai tardato, quindi ho controllato la tua posizione. Mi hai fatto quasi venire un infarto quando ho visto che eri in un vicolo cieco da sola da più di cinque minuti, lo sai?- chiese interrompendo il discorso per lanciarle un'occhiata severa. -Quindi ero già per strada -anzi, per cielo perché io sono iron man e posso volare- ho controllato la videosorveglianza e ti ho vista scatenare una rissa con degli ubriachi e ho quasi avuto un altro infarto. Mi sono affrettato ma poi ho visto che è arrivato Peter quindi ho rintracciato la tua macchina per aspettarti e farti una ramanzina.-

Lei roteò gli occhi. -Prima di tutto: non credi di avere qualche problema con la mania del controllo? Secondo: non l'ho scatenata io la rissa. È stato quel tipo. Voi uomini non sapete comportarvi a modo, quindi ho dovuto dargli una lezione.-

-E ti sei rotta il naso.-

-Non è rotto!- esclamò lei. -Ha solo sanguinato un po', ormai ha già smesso.- mormorò poi, sapendo che non sarebbe servito a niente.

Tony era così: appena c'era qualcosa di cui preoccuparsi lui si preoccupava.

Dalla sua bocca continuavano ad uscire frasi sconnesse e senza senso, era come un fiume in piena. Amelia alzò gli occhi al cielo, non capendo una singola parola di quello che stava dicendo l'uomo accanto a lei.

-Vuoi andare più piano?- esclamò Tony tutta d'un tratto facendola sobbalzare.

Controllò la velocità, stava andando a meno di 50 km/h e aveva appena imboccato la strada per il quartier generale, che come sempre era vuota.

Rallentò comunque per non agitarlo più del dovuto, non voleva di certo fargli venire un attacco di panico in quel preciso momento.

-Tony...- chiese poi, esitando un po'. -Stai bene?-

Lui la guardò sconvolto. -Mi stai prendendo in giro ora??- chiese passandosi una mano sulla fronte e mormorando qualcosa al finestrino.

-Sì, insomma… A parte il quasi infarto che ti ho fatto prendere, va tutto bene? Pepper come sta?-

A quella domanda il silenzio calò di nuovo nella macchina e Amelia lanciò un'occhiata veloce a Tony, preoccupata.

-Non dirmi che avete litigato… Pepper è fantastica ed è incinta, lo sai che è più emotiva del solito!-

-Non abbiamo litigato- disse lui, sospirando. -Pepper sta alla grande.-

-E tu?- chiese mordendosi il labbro mentre parcheggiava nel garage del quartiere generale.

-Io? Alla grande… Insomma, sono felicissimo di diventare padre ma...-

Amy lo sapeva che si trattava di quello, quindi si slacciò la cintura e si girò del tutto verso di lui pronta a sentire le più profonde confessioni di Tony Stark.

-Ma?- chiese cercando di non sembrare troppo felice per il fatto che aveva deciso di sfogarsi proprio con lei.

-Ma poi avrò un altro bambino di cui preoccuparmi.-

-Tony... È il tuo primo bambino, ricordi?-

Lui scosse la testa. -No, c'è Harley. Che fa esperimenti pericolosi nel suo laboratorio. Peter, che ogni giorno si immischia in qualche pericolo mortale anche per salvare una paperella…- 

-Mi ricorda qualcuno…- mormorò Amelia.

Tony le lanciò un'occhiataccia. -E poi ci sei tu, che per la prima ragione che trovi minimamente giusta ti batti, immischiandoti in guai più grandi di te e facendoti male.-

Lo guardò sorpresa. -Cos-? Io non sono così!- esclamò offesa e dopo qualche secondo, sotto l'occhiata severa di Tony sospirò. -Dovresti essere orgoglioso, è sintomo di un carattere forte.-

Lui ridacchiò stancamente. -Certo...-

Amy sospirò e gli prese le mani tra le sue. -Non devi preoccuparti uomo di latta, per i primi tempi il bambino non farà altro che dormire, piangere e bere latte. Per quanto riguarda gli altri tre "bambini" devi stare tranquillo, sanno sempre cavarsela e questo lo sai bene. In più ti prometto che starò più attenta, non me ne andrò in giro da sola così spesso e ti chiamerò subito quando sono in pericolo-

Tony sembrò rasserenarsi dopo queste parole, o almeno il suo sorriso ne dava l'impressione.

-Cos'è questo profumo di limone?- chiese all'improvviso.

Lei si ricordò della torta e afferrò lo zaino. -Non ne ho idea!- esclamò scendendo dalla macchina e raggiungendo l'ascensore in fretta.

Tony la seguì, decidendo di non indagare oltre.

Amelia aveva intenzione di andare direttamente in camera ma Tony schiacciò il pulsante che portava alla cucina e al soggiorno per poi trascinarla fuori dall'ascensore, tentò di protestare ma lui aveva già attirato l'attenzione di tutta la squadra esclamando -Bruce, vieni. Amelia ha fatto rissa e le hanno rotto il naso!-

In due secondi Amelia si ritrovò circondata da alcuni degli avengers e alzò gli occhi al cielo.

Sapeva benissimo che Tony aveva già chiesto a Friday di scannerizzarla dalla testa ai piedi e che non aveva trovato niente di grave.

Questa scenata era solo un modo per punirla.

E infatti Tony le rivolse un sorriso divertito mentre si ritrovava a ripetere l'accaduto e a tranquillizzare tutti.

Poi Tony mostrò a tutti il video e lei rimase lì imbarazzata mentre tutti guardavano la registrazione.

Clint e Wanda continuavano ad urlare "colpiscilo" come se stessero guardando il "combattimento" in diretta, Natasha le scompigliò i capelli e le fece i complimenti per come li aveva stesi

E lei sorrise soddisfatta, ricevere complimenti da Nat era l'unico suo obiettivo, così con la scusa di ripulirsi lasciò la stanza e richiamò l'ascensore.

 

Ci si fiondò dentro, andando a sbattere contro qualcuno.

 

Alzò lo sguardo dal petto di captain America per incontrare tre paia di occhi che la scrutavano con stupore e preoccupazione.

 

-Cosa ti è successo??- chiese subito Bucky, stupendo Sam e Steve accanto a lui.

 

Lei si spostò un ciuffo di capelli dal viso e sospirò teatralmente.

 

-Oh niente, Bruce ha dato di matto e ho dovuto trattenere Hulk per un po'-

 

Sam la guardò un po' triste. -E non ci hai chiamati??- domandò guadagnandosi una gomitata da Steve.

 

-Come è successo??- chiese il biondo.

 

Amy ridacchiò. -Scherzavo, ho solo fatto a botte con un gruppetto di ubriaconi. Di là gli altri stanno commentando il video del combattimento se volete raggiungerli-

 

Sam scansò gli altri due per raggiungere in fretta il vocio sommesso che proveniva dal soggiorno.

 

Steve la guardò, come per assicurarsi che stesse davvero bene. -Li hai stesi?- quando lei annuì, lui le sorrise e le diede un buffetto al naso prima di allontanarsi a sua volta.

 

Amelia rivolse un largo sorriso a Bucky, il quale la stava ancora osservando con preoccupazione.

 

-Con quel sorriso e il viso coperto di sangue sembri una pazza.- commentò infine, facendola ridere.

 

-Di certo non può essere peggio del solito, no?- gli domandò.

 

Lui per tutta risposta scrutò attentamente ogni centimetro del suo viso, in cerca di qualche grave ferita.

 

Amy seguì il movimento dei suoi occhi con attenzione mentre viaggiavano da una parte all'altra con grande attenzione.

 

Come se conoscesse a memoria ogni singolo centimetro del suo viso.

 

Ma non se ne stupì, in fondo aveva davanti il soldato d'inverno.

 

A lui non sfuggiva nemmeno un dettaglio, no?

 

Quando fu certo che stesse bene, lo sguardo di Bucky si allacciò con quello di Amelia.

 

Rieccoci, pensò.

 

Era uno di quei momenti in cui non riusciva a distogliere lo sguardo dall'azzurro intenso dei suoi occhi, erano come una calamita.

 

Fu lui a distogliere lo sguardo per primo, facendo qualche passo indietro con aria imbarazzata, come se non si fosse accorto di quel che stava facendo fino a quel momento.

 

-Vado a guardare il video per vedere come hai steso quei tipi e scoprire chi devo prendere a calci per averti ridotta così-

 

Amy arrossì leggermente. -Ci ho già pensato io-

 

-Lo so.- le disse girandosi in fretta, permettendo alle porte dell'ascensore di chiudersi dietro di lui.

 

Lei si ritrovò a sorridere alla parete.

 

                          ***

 

Leggere accoccolata sulla poltrona accanto alle grandi finestre che davano sul bosco era una delle attività che preferiva quando il resto del quartier generale era troppo caotico.

E quel giorno lo era davvero.

Si raggomitolò ancor di più tra le coperte mentre lasciava scorrere lo sguardo sulla pagina e l'ennesima risata prorompeva dal piano di sotto.

In teoria doveva esserci anche lei lì, ma aveva detto che li avrebbe raggiunti appena finita la cosa sulla quale era impegnata.

Ovviamente non aveva niente di importante da fare, ma in quel momento non se la sentiva di raggiungere gli altri per appendere addobbi ovunque.

Fino a quel momento aveva pensato che gli Avengers non amassero festeggiare a modo il Natale, dato che, a parte l'idea del babbo Natale segreto avuta da Wanda, non si era più parlato della festa in generale, poi non c'era nemmeno una decorazione in giro.

Ma nel primo pomeriggio del 24 dicembre Steve si presentò con un pino enorme, che piazzò subito in soggiorno per poi invitare tutti ad andare a prendere le scatole, in quel momento Amy si era volatilizzata e tutti sembrarono capirla.

Questa era una cosa che le piaceva degli Avengers.

Tutti capivano se non aveva voglia di fare qualcosa che le ricordasse troppo la sua famiglia perché bene o male, tutti lì dentro avevano perso almeno una persona cara.

Per questo quando sentì bussare alla porta della sua camera ne rimase sorpresa.

-È aperto!- esclamò senza distogliere lo sguardo dal libro che stava leggendo.

-Che ti avevo detto? Non sta facendo niente!- esclamò una voce facendole alzare gli occhi al cielo.

Per tutta risposta lanciò il libro contro la porta, sapendo che sarebbe stato fermato prontamente da Wanda.

Natasha lanciò uno sguardo al libro sospeso in aria, l'aura rossa creata da Wanda dava un'atmosfera inquietante all'ambiente.

-Ci hai dato buca per rifugiarti qui sopra e leggere un libro sulla termodinamica chimica?- chiese lanciandole uno sguardo perplesso.

Amy si alzò dalla poltrona sistemandosi lasciando cadere la coperta con cui era avvolta per terra.

-L'altro giorno Peter e Ned stavano parlando di qualcosa a proposito e non ci capivo niente, così ho deciso di imparare qualcosa a riguardo.-

-E ci stai capendo qualcosa?- chiese la rossa, dal tono si capiva che era alquanto divertita.

Lei assunse un'aria offesa e lanciò un'occhiata a Wanda che rovistava tra le sue cose sulla scrivania.

-No.- ammise infine. -Però stavo imparando qualcosa a memoria, così magari di tanto in tanto posso uscirmene con qualcosa di intelligente…-

-Oh andiamo, non hai bisogno di imparare cose a memoria per fare colpo sugli altri, hai un sacco di altre qualità!- esclamò Wanda sorridendo mentre faceva una carezza al gatto.

-Ha ragione- decretò poi Nat, passandole un braccio attorno alle spalle. -Quindi ora lasci stare la termodinamica e scendi con noi, c'è una tradizione da rispettare.-

-Quale tradizione?- chiese presa dalla curiosità  mentre si dirigevano all'ascensore. 

-Oh, è una storia buffa. Da quando c'è Wanda abbiamo preso questa tradizione: ogni anno l'ultimo arrivato deve mettere la stella sulla cima dell'albero. Negli ultimi anni ha continuato Sam la tradizione dato che non c'era nessun nuovo arrivato.-

-E la cosa gli è sfuggita di mano. Il primo anno è stato carino… Il secondo divertente… Ma dal terzo anno… -

Amelia spostò lo sguardo su Wanda incuriosita. -Cosa??-

-Fa un'esibizione con redwing, volando per tutta la stanza finché non mette la benedetta stella sull'albero.-

Amelia ridacchiò mentre usciva dall'ascensore e raggiungeva gli altri. -Sembra carino, non possiamo lasciarglielo fare?-

-No.- risposero le due in modo serio, così lei non disse nient'altro per contrariarle.

Non voleva certo mettersi contro Natasha e Wanda, solo un idiota lo farebbe. Così entrò nella sala, immersa in un delizioso profumo di biscotti e risate.

Sorrise senza nemmeno accorgersene, pensava che passare le ultime ore chiusa in camera sua le avrebbe fatto meglio, ma ora stando in mezzo agli altri anche per un solo secondo aveva capito quanto si era sbagliata.

Guardò Clint che attaccava un festone dorato all'estremità della sua freccia.

Si concentrò, tese l'arco e scoccò la freccia, che trapassò l'albero gigante posizionato in mezzo alla stanza.

-CLINT.- esclamò Steve. -Ti ho detto di non addobbare l'albero scoccando una freccia dietro l'altra, non puoi comportarti come una persona normale per una volta?-

Il suddetto scrollò le spalle e si preparò a scoccare un'altra freccia mentre Nat si univa a lui.

Amy rise e spostò lo sguardo su Steve, il quale scosse la testa e tornò a sgrovigliare le luci di Natale seduto a gambe incrociate sul tappeto accanto a Bucky, la schiena appoggiata al divano dove erano seduti Bruce e Sam, intenti a mangiare biscotti dall'aria invitante.

Solo in quel momento si accorse che tutti indossavano uno speciale maglione natalizio: Cap ne aveva uno blu e rosso con fiocchi di neve e stelline, quello di Bruce verde con dei piccoli hulk intenti a mangiare dei bastoncini canditi, quello di Sam invece era rosso con dei piccioni natalizi.

Lei cercò di non ridere mentre prendeva posto sul tappeto per aiutare Steve e Bucky. -Carino il maglione Sammy.-

Lui le riservò un'occhiataccia. -Non chiamarmi Sammy. E poi è tutta colpa di Barnes.- disse indicando Bucky.

Lei lo imitò e rimase confusa alla vista del suo maglione.

-Perché sul tuo ci sono delle caprette con i cappelli di babbo Natale?- chiese sorridendo davanti a quella scena buffa e al contempo dolce.

Lui si grattò il collo, visibilmente imbarazzato. -Sono da parte di Shuri, quando ero in Wakanda mi occupavo delle capre a volte…-

Amy rifletté per un po', cercando di capire chi fosse Shuri e poi ricordò che Steve tempo prima le aveva parlato della sorella di T'Challa che aveva ricostruito il braccio a Bucky. 

-E ne avevi chiamata una "Fiocco di neve"?- domandò, nel mentre cominciò a ripassare le luci appena districate da Steve dato che aveva fatto un lavoro orribile.

Fu il turno di Bucky per guardarla con confusione. -Cosa?-

Lei scosse la testa divertita. -Niente, pensavo ti piacesse Heidi... Allora, cosa c'entri tu con il maglione di Sam?-

-Shuri gli ha chiesto dei suggerimenti sui maglioni. E le ha detto che a me piacciono i piccioni. I piccioni.- evidenziò Sam intromettendosi.

Amelia lanciò uno sguardo complice a Bucky ed entrambi cercarono di soffocare delle risatine.

-Perché te lo metti se non ti piace?- chiese Bruce mentre loro due continuavano a  ridere.

Sam sembrò esitare, ma alla fine decise di non rispondere, cosa che divertì ancor di più Amelia che non riuscì a smettere di ridere e Bucky che si sforzava di non ridere anche se sul viso aveva un sorriso che sembrava far risplendere l'intera stanza.

O almeno così pensò Amy.

Steve le riservò uno sguardo colmo di gratitudine e affetto, al quale lei replicò con un'occhiata interrogativa, ma lui scosse la testa e continuò a sorriderle.

Dopo qualche ora piena di risate, dolcetti e addobbi strani (Clint aveva deciso di appendere delle frecce insieme ad agrifoglio e vischio sparsi qui e lì e Visione lo aveva aiutato) fu il momento di Amy, che aveva quasi accettato di lasciare a Sam la tradizione, ma dopo un'occhiata a Natasha aveva deciso di accettare la sua sorte.

Si avvicinò all'albero, che risplendeva grazie alle mille lucine che Wanda aveva accuratamente postato grazie alla sua magia e guardò in alto, fino alla punta, un po' troppo alta per lei.

-Mi spiegate come dovrei mettere la stella su questo albero?? È più alto di me di almeno…- non riuscì a decretare la differenza di altezza che c'era tra lei e l'albero perché tutti scoppiarono a ridere.

Si girò assumendo un'aria molto offesa, cosa che portò ancor più ilarità nella stanza.

Sapeva di non essere così bassa. Era poco più alta di Natasha e poco più bassa di Wanda, quindi assolutamente nella norma ma gli altri non smisero di ridere, così lei alzò gli occhi al cielo.

Poi le venne in mente una cosa.

Puntò gli occhi su Bucky, che stava cercando di non ridere. -JAMES.- Esclamò puntandogli un dito contro facendolo arretrare di qualche passo.

-Scusa...- mormorò subito con aria pentita, cosa che fece sentire Amelia in colpa.

-No... Non hai capito.- gli disse sorridendo mentre tutti li osservavano. -Anche tu sei arrivato quest'anno, quindi non è giusto che sia solo io a mettere la stella, non trovate?- ragionò ad alta voce, poi senza preavviso gli girò intorno e gli salì sulla schiena.

Il poveretto, non abituato ad essere al centro dell'attenzione da un bel po', rimase non poco sorpreso dal gesto di Amelia, ma la tenne comunque ben salda per le gambe e si avvicinò all'albero

Amy cercò di rimanere in equilibrio mentre si allungava per infilare la stella sulla punta dell'albero.

-Siamo ancora troppo bassi- decretò dopo qualche sforzo.

-Tieniti- le mormorò Bucky prima di saltare.

Lei spalancò gli occhi terrorizzata ma riuscì comunque a infilare la stella quando fu abbastanza vicina alla punta, il salto durò probabilmente meno di un secondo ma a lei il tempo sembrò andare a rallentatore.

Sentì i capelli alzarsi, come se avessero una vita propria e sentì la presa di Bucky serrarsi mentre tornavano a terra e le sue braccia d'istinto si  attorcigliarono al collo di lui, quasi a strozzarlo.

L'albero traballò per qualche secondo ma poi si assestò, decidendo che non era  giusto rovinare il momento, così gli altri applaudirono.

Bucky la fece scendere e le sorrise. -A proposito- cominciò, per poi andare a recuperare qualcosa dalla cucina. -anche tu dovresti averne uno- disse porgendole un pacchetto.

Amy lo guardò sorpresa e aprì subito il pacchetto per tirarne fuori un maglione.

-A Shuri stai simpatica, tra parentesi.- le disse.

Lei ridacchiò osservando il maglione, era azzurro e aveva dei piccoli fiocchi di neve blu e bianchi.

-Ma è bellissimo!- esclamò sorridendo per poi spostare lo sguardo su di lui. -Le hai parlato di me?-

Bucky sorrise leggermente. -sì, le ho detto di mettere delle torte al limone sul maglione ma non ha voluto ascoltarmi. Fa niente, tanto non sarebbero state belle come quella che ho trovato in camera qualche settimana fa... Tu ne sai qualcosa?-

Amy ripensò a come si era intrufolata nella sua camera mentre lui era in giro con Steve e cercò di non ridere, così  scrollò le spalle mentre si accingeva a indossare il suo nuovo regalo. -Non ne ho idea.- disse per poi andare da Wanda con l'intento di mostrarle il maglione, consapevole di essere seguita da più di un paio d'occhi.

Lanciò un'altra occhiata interrogativa a Steve e lui scosse di nuovo la testa, la cosa cominciava a diventare inquietante ma lei lasciò correre e raggiunse Wanda e Visione sul divano.

 

***

 

Il Natale era passato in fretta.
A questo stava pensando.
Al Natale.
Quando in realtà avrebbe dovuto preoccuparsi della folla intorno a lei.
Della musica assordante.
Ma soprattutto di Natasha.
-Ho appena trovato la ragazza perfetta per Sam, guardali... Non ti sembrano carini?-
Amy guardò nella direzione indicata dalla rossa e vide Sam parlare con una donna dai capelli corti e biondi, era completamente immerso nella conversazione che non si accorse nemmeno degli sguardi divertiti che gli stava lanciando.
Sospirò.
Ora l'aveva abbandonata anche Sam.
Aveva detto a Tony che questa festa non era una grande idea, ma lui ovviamente non la aveva ascoltata.
E probabilmente aveva fatto bene, perchè tutti si stavano divertendo.
Tutti, persino Steve che al momento stava ascoltando Rhodey che a quanto pare stava raccontando qualcosa di divertente dato che il gruppo di persone attorno a lui ridevano di gusto.
Wanda era sulla pista da ballo e cercava di insegnare qualche mossa a Visione, con risultati esilaranti.
Clint li aveva raggiunti con sua moglie, Tony era da qualche parte con Pepper, probabilmente a raccontare qualcosa riguardo alla gravidanza.
Ned e Peter stavano parlando con Bruce e un famoso chimico invitato da Tony.
Per questo era seduta al bar da più di due ore, ad ascoltare Natasha mentre osservava la sala e creava ipotetiche coppie.
Non che le creasse troppo fastidio, almeno lei era stata l'unica a rimanere con lei, capendo quando si sentiva a disagio in quella stanza piena di persone sconosciute.
-Quel tipo accanto a Steve continua a guardarti.-
Amy sospirò, era proprio quello che temeva. -Nat...- mormorò, passandosi una mano tra i capelli.
-Non fare così, li stai torturando.- la rimproverò la rossa.
Wanda e Nat la avevano rinchiusa tutto il pomeriggio nella camera della prima, dove la costrinsero a indossare un vestito rosso prestato da Natasha.
In seguito le acconciarono i capelli con una treccia sul lato sinistro per poi riempirla di boccoli, cosa che a lei non dispiacque dato che ci giocò per il resto della serata, finendo per rovinare il lavoro delle due.
-Loro sono Natasha e Amelia.- annunciò una voce dietro di loro, facendole voltare.
Steve sorrise indicando un uomo sulla trentina accanto lui e quando Natasha le riservò una leggera gomitata capì che era quello di cui le stava parlando due secondi prima.
-Lui è Johnny, un nuovo agente dello S.H.I.E.L.D., voleva conoscervi- continuò Steve.
Prima che Natasha potesse dire qualcosa, Amy si alzò e fece finta di barcollare, per poi aggrapparsi al braccio di Steve.
-Amy? Stai male??- chiese subito Steve e lei cercò di non sorridere, sapeva che puntare su di lui non la avrebbe delusa.
-Oh sì…- disse con voce flebile. -Sono solo molto stanca, credo che andrò a letto...-
-Lascia, ti accompagno- si offrì lui.
Lei rifiutò con qualche scusa e si avviò verso l'uscita, non prima di rivolgere un piccolo sorriso a Nat, la quale alzò gli occhi al cielo.
Una volta fuori dalla porta raggiunse in fretta le scale e le salì due gradini alla volta, fino ad arrivare al corridoio delle camere, fece per fiondarsi dentro alla sua quando un'ombra alla fine del corridoio attirò la sua attenzione.
Si sentì stupida per non aver pensato a lui.
Corse lungo il corridoio per spalancare la finestra e raggiungere il piccolo balcone.
-Come diamine sei riuscito a convincere Steve a non partecipare alla festa?? Io avevo detto fin dall'inizio che non volevo partecipare eppure sono stata trascinata giù a forza...- si lamentò appoggiandosi alla ringhiera del balcone. -Qual è il tuo segreto?-
Bucky le rivolse un sorriso triste.
-Nessun segreto, sono solo un uomo bomba che potrebbe esplodere quando meno te lo aspetti.- commentò secco, lasciandola sorpresa.
Non aveva mai usato quel tono con lei..
Osservò il suo profilo illuminato dalla luce lunare, la postura era rigida e le labbra serrate.
-Bucky?- chiese con dolcezza.
Sospirò quando non ricevette risposta. -Bucky... Non sei una bomba pronta a esplodere, in questi mesi sei andato alla grande, non sei più pericoloso degli altri... O di me, capito?-
Lui annuì, per niente convinto.
-Perché non torni alla festa?- le chiese infine.
Amy fece finta di non rimanerci troppo male e gli sorrise. -Se ti dò tanto fastidio andrò a letto, a domani- si raddrizzò per andarsene ma lui la prese per il polso.
-Te lo stavo chiedendo per pura curiosità, non per farti andar via- le disse, rivolgendole il solito sorriso.
Lei gli sorrise sollevata. -Oh sai... Nat sta cercando di accoppiare tutti, così sono scappata prima di ritrovarmi in mezzo alla pista da ballo con Johnny-
-Johnny?- chiese lui divertito.
-Un tipo dello S.H.I.E.L.D. Alto, moro, occhi verdi e fossette alle guance-
Bucky ridacchiò. -Per non essere interessata lo hai guardato molto bene-
-Colpa degli allenamenti, ormai sono abituata a notare ogni singolo dettaglio... Forse sto impazzendo.- ammise infine, tornando ad appoggiare i gomiti sulla ringhiera per affondare il viso tra le mani.
Solo in quel momento Bucky si accorse come era vestita. 
Osservò le braccia nude e poi lo sguardo gli cadde sulle gambe, senza calze.
Quasi rabbrividì per lei e alzò gli occhi al cielo. -Starai congelando.- osservò. Poi aprì la bocca per aggiungere qualcos'altro ma fu interrotto dallo scoppio dei primi fuochi d'artificio.
Alzarono lo sguardo in contemporanea, rimanendo entrambi meravigliati davanti allo spettacolo delle mille luci e colori che riempivano il cielo notturno.
Rimasero in un silenzio confortevole per qualche minuto finchè Bucky riprese la parola.
-Beh, buon anno Amy...-
Lei distolse lo sguardo dal cielo e lo guardò sorridendo.
-Buon anno Bucky- disse. E non seppe nemmeno lei perchè lo fece, se per il freddo, la stanchezza o perchè forse ne aveva bisogno in quel momento, quando si rese conto che era l'inizio di un nuovo anno e quello vecchio se n'era andato per sempre, portandosi via le sue poche certezze e i brutti ricordi che ancora la tormentavano.
Sta di fatto che lo avvolse in un abbraccio, affondando il viso nella sua giacca.
Quando si accorse di quel che stava facendo sospirò e fece per lasciarlo andare pensando che a Bucky avrebbe dato fastidio, ma proprio in quel momento lui decise di ricambiare con un abbraccio altrettanto caloroso.
Il tempo si fermò.
Amy non sentiva più il fracasso della festa che si stava animando sotto di loro o lo scoppio di altri fuochi d'artificio.
Sentiva solo il battito -a tratti calmo e a tratti irregolare- del cuore di Bucky e riusciva persino a percepire la differenza nella pressione delle sue braccia, più stretta con quello destro e leggermente più lieve con quello sinistro, aveva paura di farle del male.
Il che la spinse ad abbracciarlo ancor più forte.
-Buon anno!!!!- esclamò qualcuno dal corridoio, facendoli allontanare all'istante.
Sam li raggiunse e soffocò entrambi in un abbraccio.
I due si scambiarono uno sguardo confuso, evidentemente sorpresi dall'improvviso affetto di Sam.
-Oh eccolo- disse Natasha poco dopo. -Si è ubriacato.- affermò poi in risposta ai loro sguardi confusi.
-Barnes... Mi dispiace di essere così cattivo con te, la verità è che sono estremamente invidioso dei tuoi capelli... SONO TROPPO MORBIDOSI- disse, urlando la parte finale.
I tre lo guardarono sconvolti.
Sam aveva davvero usato la parola morbidosi per descrivere i capelli di Bucky.
-Lo avete sentito anche voi?- domandò Bucky incredulo.
Amy e Natasha annuirono, incapaci di proferire parola.
-Lo avete registrato?- chiese poi.
-Credo che Jarvis registri tutto, puoi chiederglielo...-  mormorò Amelia mentre accompagnavano Sam nella sua stanza.
Quest'ultimo stava canticchiando una canzoncina sui piccioni, la testa appoggiata sulla spalla di Bucky.
-Non preoccupatevi- disse Natasha dietro di loro, che evidentemente si era ripresa dalla scena scioccante alla quale avevano appena assistito. -Ci penso io-
Amy si girò appena e sorrise notando il cellulare puntato su Sam e Bucky.
Inutile dire che il giorno dopo Sam rimase in camera sua per tutto il tempo, cercando di fermare il video che Jarvis continuava a trasmettere sulla sua tv.
 
-JARVIS, TI HO DETTO DI FERMARLO!!!!-
-Mi dispiace signor Wilson, il sistema è bloccato- rispose Jarvis nel suo solito tono cortese.
-COSA VUOL DIRE CHE IL SISTEMA È BLOCCATO??!?-
L'unica risposta che ricevette fu la risata generale proveniente dall'altra parte della porta.
















 
 
 
 
 
 
 
 
 
_Angolo autrice
 
Lo so.
Quel "penso di aggiornare prima di Natale" è la cosa più stupida che io abbia scritto.
Ma l'importante è che io abbia aggiornato... O almeno credo.
Mi sono lasciata travolgere dalle feste, non ne passavo di così serene da anni, per questo mi sono lasciata andare.
E per questo la fan fiction è a tema Natale anche se siamo a metà gennaio.
A mia discolpa posso dire che per me il Natale arriva un po' prima e se ne va sempre un po' più tardi.
Ora chiudo questo spazio e mi sbrigo ad aggiornare.
Se ne avete voglia ditemi cosa ne pensate.
Nel prossimo (o quello dopo, devo ancora decidere) ci saranno delle new entry (nuove per la fan fiction, non per la marvel ovviamente) quindi tenetevi pronti.
Un grazie enorme a chi continua a leggere questa storia, a chi l'ha inserita tra preferite/seguite/ricordate e a chi lascia qualche parola veloce, siete i migliori.
Dal primo all'ultimo.
Detto questo vi saluto, alla prossima! :3

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Capitolo 14
*** quattordicesimo capitolo ***


Il rumore della lama che scivola sul ghiaccio fino a raschiarne la superficie era uno dei suoi preferiti.
Per anni aveva dovuto rinunciarci, per paura di lasciarsi troppo andare davanti agli altri.
Aveva sempre il timore che vicino al ghiaccio le si leggessero in faccia i suoi segreti.
Ma adesso aveva un'intera pista di pattinaggio solo per lei e ci passava più tempo possibile, soprattutto ora che aveva promesso a Tony di uscire da sola meno spesso e Peter era impegnato con il college.
Il suo obiettivo quel pomeriggio era quello di segnare ogni singolo centimetro della pista con i suoi pattini azzurri.
Ci stava riuscendo perfettamente, una piroetta dopo l'altra, un salto dietro l'altro, seguiti da improvvise frenate e scatti.
Nella stanza risuonava solo il raschiare del ghiaccio e il suo respiro.
Sorrise e chiuse gli occhi mentre, senza faticare oltre, si lasciava trascinare in avanti dai pattini dopo l'ennesimo salto effettuato grazie alle piccole dune di ghiaccio create con i suoi poteri.
L'aria fredda le solleticò le guance, ormai arrossate dopo ore passate a pattinare con una sola felpa addosso.
-Nat aveva ragione- affermò una voce.
Una voce che le fece perdere la concentrazione e l'equilibrio, per questo finì a terra.
-Nat ha sempre ragione…- borbottò lei rimettendosi subito in piedi. -A proposito di cosa questa volta?-
Avanzò lentamente verso il cancelletto della pista dove Steve la stava aspettando.
-A proposito del guardarti pattinare, è rilassante.-
Amelia si grattò il mento, cercando di nascondere l'imbarazzo. -Mi avete guardata mentre pattinavo?-
Steve cercò di non ridere guardandola arrossire. -È stata una sua idea, non prendertela con me.- disse subito sulla difensiva. -Ora è andata a infilarsi le scarpe da danza perché ha detto che l'hai ispirata- continuò poi vedendo l'aria confusa della ragazza.
-Diamine... Per quanto mi avete guardata? È inquietante!- esclamò appoggiandosi alla barriera.
Lui ridacchiò, evitando di dirle che avevano seguito ogni suo movimento nell'ultima ora.
-Inquietante quasi quanto i sorrisi ambigui che mi rivolgi da Natale a questa parte.- Affermò Amy trattenendo le risate.
Il sorriso di Steve diventò più leggero. -Scusa, devi prenderli come un grazie.-
-Per cosa?- chiese prontamente lei, spinta dalla curiosità.
Ogni volta che cercava di chiedergli delle spiegazioni su quello strano comportamento, lui scuoteva la testa e cambiava discorso.
-Per cosa, mi chiede…- mormorò lui incredulo, ma vedendo che continuava a guardarlo in attesa di una risposta sospirò. -Davvero non lo sai?-
Amelia scosse la testa mordendosi il labbro.
Steve le sorrise. -E pensare che mi eri sembrata abbastanza intelligente…-
-Hey!- esclamò offesa, ma non riuscì a dire altro perché lui la sorprese con due semplici parole.
-Per Buck.-
-Per Buck?- ripetè lei a metà tra l'incredulità e la confusione. -Cosa c'entra Bucky?- domandò subito.
-Non che ora sia un grande interlocutore, ma ci credi se ti dico che prima del tuo arrivo parlava ancor meno di quanto faccia adesso… Potrei persino dividere due periodi: quello prima di Amy e quello dopo Amy.-
Amelia aprì il cancelletto e andò a sedersi su una panca, con la scusa di togliere i pattini si piegò più del dovuto per cominciare ad armeggiare con i lacci.
-Davvero?- domandò piano, sentendosi avvampare.
-Davvero. E io non so come ringraziarti- 
Amy alzò lo sguardo solo quando fu certa di poter mantenere un'espressione normale in volto.  
-Forse dovreste cominciare a trattarlo normalmente, non come qualcuno che potrebbe strozzarvi da un momento all'altro-
Steve sembrò quasi offeso. -Io non…-
-No, non tu. Tu ti comporti come una mamma molto apprensiva, ma non te ne faccio una colpa dato che lo fai anche con altri- aggiunse subito lei.
Il biondo fece per ribattere ma finì per ridacchiare. -Sono davvero così insopportabile. eh?-
-No. Responsabile, empatico, premuroso. Non insopportabile, non essere così duro con te stesso nonnetto-
Steve la guardò sorpreso. -Hey! Rispetta gli anziani!-
Amelia scoppiò a ridere mentre si infilava di nuovo le scarpe.
-E comunque, chiami così anche Buck?-
-No, lui ha un'aria più giovanile, qualcosa che tu hai perso molto tempo fa-
Lui assunse un'aria offesa. -Grazie Amy, le tue parole sono sempre di grande conforto… Avanti, andiamo a cena.-
Passò qualche minuto di silenzio mentre uscivano dalla stanza e si dirigevano in cucina.
-E tanto per puntualizzare, Buck ha un anno in più di me.-
Amelia alzò gli occhi al cielo e annuì mentre tratteneva un sorriso.
 

 
***

 
La quantità di ore passate a dormire era decisamente sospetta.
Era sicura che le sei di mattina fossero passate da un po', eppure Jarvis non l'aveva svegliata e lei non si era disturbata a controllare l'ora.
Ma ormai aveva passato l'ultima mezz'ora ad abbracciare il cuscino e ad osservare la luce che filtrava dalle fessure della persiana quindi si alzò e andò in bagno, si infilò un paio di pantaloncini e una canottiera per l'allenamento e poi una felpa gialla.
Uscì nel corridoio e rimase confusa dal silenzio che vi regnava, di solito Steve doveva continuare a bussare sulle porte finchè tutti non fossero usciti.
Guardò il telefono e strabuzzò gli occhi quando notò l'orario.
Corse in cucina, nessuno.
Poi corse giù per le sale per raggiungere la palestra, stava per chiedere spiegazioni a Jarvis quando dalla finestrella della porta notò qualcuno.
Rimase ad osservare Bucky per qualche secondo.
Si stava allenando con un sacco da boxe e a giudicare dalla fronte imperlata di sudore lo stava facendo da un bel po'.
Afferrò la maniglia e la abbassò con un po' troppa violenza, Bucky si girò di scatto e la guardò sorpreso.
-Siamo gli ultimi sopravvissuti di un attacco alieno e dobbiamo vivere nel silenzio totale per il resto dei nostri giorni??- domandò subito per poi tapparsi la bocca.
Bucky le riservò uno sguardo di pura confusione. -Scusa?-
Lei sorrise e scosse la testa. -Niente, è la trama di un film che mi ha mostrato Ned-
-Oh...- commentò lui. -E perché dovevano rimanere in silenzio?- aggiunse poi, sinceramente curioso.
-Se no arrivavano gli alieni e li uccidevano.-
Lui sembrò ancora confuso. -Perché?-
Amy ci pensò su mentre si buttava all'indietro su un materassino lì vicino. -Non ne sono sicura, credo di essermi addormentata ad un certo punto... Comunque, dove sono tutti? E perché nessuno mi ha svegliata? Sono le dieci di mattina!- esclamò fissando il soffitto.
-Sono in missione, sono partiti verso le quattro. A quanto pare c'era un'emergenza top secret da qualche parte-
Lei si mise a sedere di scatto, l'espressione tranquilla di poco fa sostituita subito con della preoccupazione. -Cosa?? Perché ness…-
Bucky si tolse le fasce da boxe dalla mano destra e la interruppe. -Perché nessuno ti ha svegliata? Steve ha detto che lo avresti stressato troppo con uno dei tuoi discorsi sul come fosse ingiusto lasciarti indietro e Tony ha detto di lasciarti dormire in pace-
-Aspetta, è andato anche Tony??- domandò poi ancor più sorpresa.
Teoricamente Tony era in una sottospecie di pausa dato che Pepper era incinta.
-Sì, poi ha detto a Jarvis di dirti di passare la giornata da Peter.-
-Confermo- annunciò Jarvis intromettendosi e facendo fare un salto ad Amy.
-Perché dovrei passare la giornata da Peter?- chiese offesa, un po' per il fatto che a quanto pare tutti volevano organizzarle la vita come se fosse una bambina, e un po' perché anche se avesse voluto, Peter non avrebbe accettato.
In effetti negli ultimi tempi era un po' strano, molto sfuggente e riservato.
E anche Ned lo era.
Amelia sospettava che i due avessero qualcosa in mente e stava cercando di indagare, ma era impossibile quando la ignoravano per giorni come stavano facendo in quel periodo.
-Credo che quello del signor Stark fosse solo un suggerimento- commentò Jarvis con voce pacata.
Lei sbuffò e tornò a guardare Bucky, che in quel momento stava cercando di raccogliere i capelli in un codino ma qualche capello si era impigliato nelle fessure del suo braccio bionico.
-Aspetta- disse Amy alzandosi e raggiungendolo velocemente. -Se continui così ti ritroverai senza capelli James- sussurrò mentre gli districava per bene i capelli incastrati.
Lui alzò gli occhi al cielo. -Avrei potuto farlo da solo- commentò appena Amy ebbe finito.
-Lo so, Bucky. Lo so.- rispose lei sorridendogli. -Comunque, perché tu non mi hai svegliata? Non dovrei allenarmi o fare qualche altra cosa da supereroe?-
Bucky, ancora impegnato a sistemarsi i capelli la guardò in modo ironico. -Sei stata sveglia fino alle due di mattina-
Lei arrossì. - Come fai a saperlo?-
-La tua stanza è attaccata alla mia, ti ho sentita parlare da sola fino alle due più o meno.-
-Non stavo parlando da sola!- esclamò lei un po' offesa e un po' imbarazzata. -Stavo commentando un film con Freddie!-
Lui sorrise leggermente divertito.
-Come vuoi tu, non dirò a nessuno che parli da sola. Tranquilla-
Per l'esasperazione Amy emise un verso indistinto che lo fece ridere.
-Io vado a fare colazione, poi torno per metterci d'accordo.-
-Metterci d'accordo su cosa?- chiese lui, ma fu inutile dato che lei si era già chiusa la porta alle spalle.
Mezz'ora dopo tornò e lo trovò a terra a fare le flessioni.
-Ma non ti stanchi mai?- chiese. -Non rispondere. Super soldato instancabile, ho capito.-
Lui fece le ultime flessioni e si alzò per guardarla. -Cosa intendevi prima?- chiese subito, senza nascondere il tono incuriosito che fece sorridere Amelia.
-Beh... Pensavi di passare l'intera giornata ad allenarti qui dentro?-
-Sì? Lo facciamo ogni giorno, no?-
-Appunto!- disse lei, accompagnando l'esclamazione con un gesto esagerato delle braccia. -Passiamo intere giornate qui dentro. Ad allenarci. Io sto diventando pazza.-
Bucky non rispose, si limitò a guardarla con un sopracciglio alzato mentre beveva dell'acqua dalla borraccia.
-Credo che anche tu ne abbia abbastanza, ma non vuoi ammetterlo. Ci sarà pure qualcosa che vuoi fare oltre a startene qui dentro a piegarti e prendere a pugni un sacco di sabbia!-
Lui scosse la testa divertito. -Mi dispiace-
-Oh andiamo! Andare al cinema? Mangiare un gelato, andare al concerto di una band sconosciuta? Potrei persino accettare di rapinare una banca!- esclamò infine notando l'espressione neutra dell'ex soldato.
-Amelia, non ho bisogno di essere intrattenuto come forse pensi tu, vorrei stare tranquillo se non ti dispiace- le rispose lui alla fine, con tono stanco.
Lei lo guardò per qualche secondo con uno sguardo supplichevole, sperando che cogliesse la sua silenziosa richiesta.
Che capisse che era lei a non voler restare da sola.
Ma sembrò che le sue grida silenziose non arrivassero a nessuno.
Alla fine uscì dalla stanza senza aggiungere altro, non con rabbia perché conosceva i cambiamenti d'umore di Bucky.
Stava ancora cercando di capirlo, come chiunque altro, ma non si lasciava andare così facilmente e tutti sapevano che quando diceva di voler rimanere solo, la cosa migliore da fare era assecondarlo.
Cercò di far passare le ore con una corsa lungo il fiume, corsa che finì per trasformarsi in una camminata lenta e malinconica con la musica al massimo nelle orecchie, per non pensare troppo.
Ormai si era abituata alla confusione degli altri, chiacchiere e scherzi che la accompagnavano per tutta la giornata e che la distraevano da pensieri vari.
Pensieri rivolti alla complicata vita segreta dei genitori e alle sue strane origini.
Idee su come avvertire Ilenia che era ancora viva, senza rischiare di metterla in pericolo.
Sospirò mentre tornava dentro.
"Peter?"
Nessuna risposta, di nuovo.
Prese il telefono dalla tasca e compose velocemente il numero.
"Peter, rispondi." pensò dopo il quinto squillo andato a vuoto.
-Amy, sto studiando. Non posso parlare, scusa- disse velocemente una vocina al telefono.
-Ascoltami bene Peter Parker. Se osi anc..- cominciò, ma si fermò quando una voce dall'altra parte del telefono mormorò qualcosa.
-Non possiamo farlo entrare da lì, lo uccideranno subito!- esclamò la voce di Ned.
-Zitto Ned.- borbottò poi Peter.
Amelia spalancò gli occhi. -Oh. Santo. Loki.-
-Non è come sembra, posso spiegare.- 
-MI STATE IGNORANDO PER GIOCARE AI VIDEOGIOCHI IN SANTA PACE!!!!!!- esclamò cercando di essere più offesa che delusa.
-Sì, è così. Mi dispiace, domani vieni? Perfetto, a domani!- disse in fretta Peter, quasi sollevato prima di terminare la confusione.
Amy rimase a guardare lo schermo del telefono per diversi minuti, del tutto sconvolta.
La stavano davvero ignorando per i videogiochi o c'era qualcos'altro sotto?
E anche se ci fosse stato qualcos'altro, perché non confidarsi con lei?
Con quei nuovi pensieri si diresse in piscina, pensando che magari nuotare le avrebbe schiarito la mente.

 
Erano le tre e mezza di pomeriggio e si trovava nella sala cinema.
Mentre sullo schermo veniva riprodotto La la land e lei cantava le canzoni a memoria dopo averlo visto un milione di volte, i suoi occhi erano fissi sullo schermo del telefono.
Su un'app in particolare. E scorreva lo schermo velocemente, guardando delle vecchie foto.
Solo vecchie foto.
L'ultima era di quella sera al bar.
Eddy l'aveva scattata mentre Amy e Ilenia ridevano di chissà cosa e poi l'avevano postata immediatamente.
Dopo quella foto Ilenia non aveva postato nient'altro e Amy sentì un nodo alla gola.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere cosa stesse facendo in quel momento, se pensava ancora a lei.
Tony le aveva detto che stava bene, di sicuro lui aveva i suoi modi per saperlo ma a lei non bastava e stava cercando un modo per contattarla senza mettere di mezzo lui e le sue tecnologie avanzate.
Non che ci avesse provato.
Ma Tony le aveva fatto un lungo discorso su come fosse pericoloso per lei tornare a contattare la sua vecchia amica, da lì in poi Amelia non gli aveva mai proposto altre cose del genere.
Sospirò mentre lanciava il telefono sulla poltrona rossa accanto a lei e alzò lo sguardo proprio mentre Mia e Sebastian cominciavano a gravitare tra le stelle nella scena del planetario.
Sorrise guardando la scena ormai familiare.
-Che film è?- domandò una voce dietro di lei, finendo per farla sobbalzare.
-Non eri impegnato ad allenarti?- domandò senza voltarsi.
Bucky appoggiò braccia e viso sullo schienale del sedile accanto al suo e continuò ad osservare la scena sullo schermo gigante davanti a loro.
-Avevi ragione, allenarsi tutto il giorno è noioso. Soprattutto se non c'è Sam da tormentare-
-Aww, scommetto che anche a lui manchi tanto- commentò lei girandosi leggermente per osservarlo.
Nello stesso momento anche lui si voltò per rivolgerle un sorriso divertito.
-Andiamo?- chiese poi, guadagnandosi uno sguardo confuso da Amelia. -Non avevi voglia di fare qualcosa?-
-E dove andiamo a fare qualcosa?- chiese lei alzandosi di scatto, improvvisamente euforica.
Lui ridacchiò vedendola così felice.
-Ci stavo pensando da un po' in effetti… Ma... Non mi era mai sembrato un buon momento- cominciò lui, grattandosi la base del collo un po' in imbarazzo.
Amelia prese di nuovo posto mentre lui si raddrizzava.
Lo guardò pazientemente, all'improvviso molto curiosa nel conoscere i desideri nascosti dell'uomo più misterioso che potesse incontrare.
-Pensavo di visitare Brooklyn, per cercare di riacchiappare qualche altro ricordo perso per strada…- disse poi alzando lo sguardo su di lei, in cerca di qualche tipo di approvazione.
Amy gli sorrise posando istintivamente la mano sulla sua, ancora ferma sullo schienale accanto a lei.
-Allora andiamo a prepararci, Brooklyn ci aspetta.- affermò, facendolo sorridere.

 
Una volta pronti scesero nel garage.
Amy si stava già dirigendo verso la sua macchina quando Bucky la bloccò.
-Cosa? Non ti fidi della mia guida?- 
Lui alzò gli occhi al cielo. -No, ma visto che vuoi fare qualcosa di diverso propongo di farlo bene.- Affermò indicando la Harley di Steve.
-Ti ucciderà.-
-Nah, non lo farà.- disse lui tranquillo con una sicurezza che Amy non gli aveva mai visto addosso.
-Ma se hai paura possiamo prendere la macchina…- aggiunse poi, alzando le sopracciglia per stuzzicarla.
Lei corrucciò lo sguardo e si avvicinò alla motocicletta per salirci.
Bucky la anticipò sollevandola per i fianchi per aiutarla a salire.
-Avrei potuto farlo da sola.- disse lei sorpresa mentre sentiva il viso diventare rosso.
-Lo so, Amy. Lo so.- Disse lui tranquillo, imitando le sue parole di quella mattina.
Poi le allacciò il casco e lei alzò gli occhi al cielo, probabilmente pensava che non fosse in grado di infilarsi un casco in testa.
Ma non protestò.
-Tieniti- la avvisò lui mettendo in moto.
Lei si aggrappò alla sua giacca, ma appena lui accelerò una volta lontani dal quartier generale, si ritrovò ad avvinghiarlo in una stretta ferrea.
Amy gli diede una piccola pacca sulla schiena per rimproverarlo mentre urlava -Lo hai fatto apposta!- Anche se probabilmente non la avrebbe sentita tra casco, vento e il rombo del motore.
Ma non le sfuggì la risata che fece tremare Bucky dato che ormai gli era praticamente incollata addosso.
Sorrise appoggiando la testa sulla sua schiena e osservò gli alberi che sfrecciavano velocemente ai lati della strada, per un momento il pensiero di Peter e Ned che la ignoravano, la preoccupazione per Ilenia e per la missione degli altri sparirono così che lei potesse rilassarsi.

 
Dopo tre quarti d'ora Amy si ritrovò ad ammirare il ponte di Brooklyn con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
Era su una motocicletta con Bucky e stava percorrendo il ponte di Brooklyn in un pomeriggio stranamente assolato di gennaio.
Si immaginò la faccia di Steve quando (e se) avrebbe scoperto dell'utilizzo improprio della sua amata Harley e si mise a ridere.
Pensò di essere quasi arrivata ma Bucky continuò a guidare per un bel po', finché non arrivarono in un quartiere con delle palazzine abbastanza anonime.
Bucky scese dalla moto per primo e si tolse il casco, subito dopo si passò una mano tra i capelli per ravvivare la chioma scura rimasta schiacciata fino a quel momento.
Amy fece per imitarlo ma si accorse di avere le gambe addormentate dopo tutto quel tempo nella stessa posizione, quindi appena posati i piedi a terra si sentì cadere in avanti e si aggrappò a Bucky.
-Scusa!- disse subito cercando di togliersi il casco e mantenere l'equilibrio, cosa che divertì Bucky.
Le passò un braccio attorno alle spalle e la accompagnò ad una panchina lì vicino, dove la fece sedere.
-Forse riuscirai a non inciampare mentre sei seduta.- le disse con una mezza risata.
Lei si tolse il casco per rivolgergli un'espressione sorpresa. -Mi stai prendendo in giro? Chi sei tu? Cosa ne hai fatto del James che conosco io??- 
Lui continuò a ridacchiare e si guardò intorno. -Scusa..-
Amy sorrise e lo osservò. -Fa niente, non me lo aspettavo ma sei divertente- commentò facendogli l'occhiolino quando lui tornò a guardarla.
Prese posto accanto a lei alzando gli occhi al cielo. -Stendi le gambe-
Lei esitò un attimo prima di fare come le era stato detto e stendere le gambe che ancora formicolavano sopra le ginocchia di lui.
Lo guardò sempre confusa mentre cominciava a farle un massaggio che la colse di sorpresa, facendola rabbrividire.
Lui parve accorgersene, così si fermò.
-Scusa-
-No, continua.- disse lei subito, per poi spostare lo sguardo su quello che la circondava.
Lungo la strada sfrecciavano un po' di macchine e davanti a loro c'era una scuola.
Dall'interno dell'edificio proveniva il vocìo sommesso dei bambini.
-Dunque abitavate qui tu e Steve?-
Bucky alzò lo sguardo mentre continuava il massaggio.
-Quella è la nostra vecchia scuola.-
Cercò di immaginarsi quei due da bambini, mentre salivano la scalinata dell'edificio.
-Hai qualche ricordo o...?- cominciò lei ancora confusa sulla questione memoria e lavaggio del cervello.
-Vanno e vengono, non so nemmeno se siano reali o solo frutto della mia immaginazione…- rispose per poi posare lo sguardo su un angolo in fondo alla strada. -Ma sono sicuro che Steve abbia fatto a pugni in quel punto-
Amy fece per seguire il suo sguardo, ma Bucky continuò.
-E anche lì.- disse squadrando la fermata dell'autobus. -E lì.- continuò indicando un vicolo molto stretto tra la scuola e una palazzina.
Lei si mise a ridere e Bucky la imitò.
-È sempre stato un attaccabrighe- commentarono all'unisono, finendo per portare ancor più ilarità nella discussione.
Dopo un po' continuarono la loro passeggiata nei ricordi, incamminandosi per le strade dei quartieri lì intorno.
Amelia si sentiva il cuore leggero, cosa che le succedeva sempre quando riusciva a far ridere Bucky a quel modo, di solito solo Steve ci riusciva.
Ma neanche troppo bene dato che Steve riusciva ad essere divertente un attimo prima e il ritratto della serietà quello dopo.
Quindi si sentiva in dovere di farlo ridere il più possibile, finché i brutti ricordi non lo riportavano negli angoli bui della sua memoria.
-Qui c'era il nostro appartamento- mormorò all'improvviso fermandosi davanti a una palazzina ristrutturata di recente.
Amy alzò gli occhiali da sole sulla testa per poterla guardare meglio e in quel momento notò la statua che faceva la sua bella figura nell'aiuola lì a fianco.
-Certo che fa impressione vederlo così.- commentò avvicinandosi alla statua di bronzo che si ergeva sopra di loro.
Bucky la seguì e osservò il suo migliore amico, in posa con lo scudo rivolto verso il cielo e la scritta "Sono solo un ragazzo di Brooklyn" subito sotto di lui.
-Avresti dovuto vederlo a quei tempi, era più basso di te.- fece una breve pausa, continuando ad osservare la statua. -Gli saresti piaciuta.-
Amy spostò lo sguardo su di lui. -Perché? Ora non gli piaccio?-
Lui le rivolse un sorriso sghembo. -Certo che sì, ma tu non lo avresti ignorato come facevano tutti a quei tempi, no?-
-Vuoi scherzare? Lo avrei obbligato a farsi crescere i capelli per fargli le treccine e saremmo stati migliori amici, gli sarei piaciuta molto più di te- affermò con sicurezza, rimettendosi gli occhiali con un sorriso. -Così tu avresti potuto andare ai tuoi appuntamenti senza preoccuparti per lui.-  
-Oh sì.- continuò lei quando lui la guardò sorpreso. -So tutto a proposito dei tuoi appuntamenti, me lo ha detto un uccellino.-
Bucky roteò gli occhi. -Beh, dì a quell'uccellino che si tenga quelle storie per sé, che tanto le ricorda solo lui…-
-Non avresti dovuto spendere tutti i vostri soldi per cercare di vincere quell'orsetto di pezza a Dolores.- commentò lei con tono sarcastico scuotendo la testa. -Avevi già il tuo charme, non ti serviva altro- continuò facendo scivolare lentamente tra i denti la parola "charme" mentre alzava un sopracciglio per prenderlo in giro. 
Lui per tutta risposta ricominciò a camminare mormorando un "Sei più fastidiosa di Sam a volte"
-Prova a dirlo un'altra volta e te ne pentirai Barnes.-
Bucky cercò di rimanere serio mentre leggeva la targhetta su Steve accanto alla palazzina.
-Qui abitava il grande Captain America con il suo fedele amico James Buchanan Barnes.- recitò Amelia. 
Notando che il resto della targhetta parlava solo di Steve si inventò qualcosa. -Quel piccolo porcellino d'india di Steve non sarebbe sopravvissuto tutti quegli anni a Brooklyn se non fosse stato per James, che lo tirava fuori dai guai ogni due minuti. Avrebbero dovuto farlo santo per tutto il tempo speso a cercare di ragionare con quel piccolo Punk.- concluse con lo stesso tono solenne con cui aveva cominciato.
Lui chiuse gli occhi e scosse la testa. 
Ogni volta che Amelia apriva bocca ne rimaneva sempre sorpreso.
Quando si aspettava qualcosa di serio lei usava il sarcasmo e viceversa.
Con un mezzo sorriso la osservò mentre era ancora intenta a leggere sottovoce.
Una brezza leggera le scompigliò i capelli chiari, spedendoglieli sul viso, ma lei non si scompose dato che continuava a tenere gli occhiali da sole nonostante fosse diventato nuvoloso da un po'.
-Perché tieni gli occhiali?-
-Mh?- chiese lei distrattamente.
-Gli occhiali- 
-Che problemi ci sono con i miei occhiali? Non ti piacciono? Non ti sembra che mi diano un'aria da dura?- Amy a quel punto si tirò su il cappuccio della giacca. -Ho un'aria da Bronx- aggiunse assumendo un'espressione seria.
Bucky alzò gli occhi al cielo. -Da Bronx, certo. Come l'altra sera quando hai fatto a gara con Clint su chi riuscisse a mangiare più marshmallow-
Alla sola menzione dei dolci, sul viso di Amy passò un'espressione nauseata.
-Non nominarli nemmeno. E poi è stata una sua idea.-
-Ovviamente- disse lui ridacchiando. -E quella sfida con Wanda e Sam su chi sarebbe riuscito ad infilare in bocca più batuffoli di cotone?-
-AHA!- esclamò Amelia puntandogli un dito al petto. -Era stato Clint a sfidarci! È sempre lui la mente.- 
Bucky si abbassò il cappello sugli occhi quando l'urlo di Amelia attirò l'attenzione di qualche passante.
-Andiamo Bronx, non attiriamo altra attenzione- mormorò tirandole gentilmente la manica della giacca.
Lei lo seguì, un po' mortificata.
Qualche minuto dopo si ritrovarono attorno ad un campetto, dove dei ragazzini stavano giocando a baseball.
Amy li osservò distrattamente, senza dare loro troppa attenzione dato che il gioco non la aveva mai attirata granché, a differenza di Bucky che sembrava totalmente assorto dalla partita.
-Avevo una sorella- mormorò dopo un po', così Amy si girò verso di lui. -Rebecca... Insomma, la ricordavo. Ma ora mi è venuta in mente un'immagine di lei con un vestito blu sporco di terra e un broncio stampato in faccia- continuò ridacchiando.
-Com'era?- chiese Amelia, incuriosita dalla luce che splendeva negli occhi di Bucky in quel momento.
Lui sembrò esitare prima di rispondere, il suo sguardo si perse di nuovo nel gioco davanti a loro. 
-Era la ragazzina più dolce del mondo… E io facevo finta di non sopportarla perché voleva seguirmi ovunque…-
-Ma tu volevi stare solo con Steve- continuò lei con un sorrisetto, al quale Bucky rispose roteando gli occhi.
-Sì... Ma probabilmente avrei dovuto passare più tempo con lei. Quando mio padre è morto lei è finita in collegio, io invece ero abbastanza grande per rimanere qui. Se non fosse stato per Steve e sua madre non so come avrei fatto… Lei invece aveva solo dieci anni ed è dovuta andare in quel posto sconosciuto da sola, le mandavo più lettere possibili per far sì che non si sentisse abbandonata-
-È...?- cominciò Amy senza dover finire la domanda.
-Sì, una decina di anni fa, Steve ha fatto le sue ricerche.-
-Mi dispiace…- gli disse posando una mano sulla spalla di lui.
Bucky scosse la testa leggermente. -Non preoccuparti… Almeno lei non ha dovuto rivedermi trasformato in un assassino.-
-Bucky.- cominciò lei con tono di disapprovazione.
-Sono felice che mi abbia ricordato come una persona normale-
Amelia alzò gli occhi al cielo. -Tu sei una persona normale. Una persona normale alla quale hanno rovinato la vita. Ma ora hai l'opportunità di ricominciare, e ci stai già dimostrando quale persona meravigliosa tu sia- gli disse con tono fermo ma dolce.
Lui la guardò per qualche secondo in modo scettico.
-Non accetto proteste su questo argomento.- continuò lei mantenendo lo sguardo su di lui.
Bucky sospirò e tornò ad osservare la partita.
Ormai i ragazzini stavano riprendendo i loro zaini, pronti a ritornare a casa.
Controllò l'orario sul cellulare. -Sono le sei e un quarto-
-Di già?- chiese lei incredula.
A rispondere fu il suo stomaco con un brontolio, cosa che fece ridere Bucky.
-Andiamo a mangiare qualcosa, prima che il tuo stomaco decida di divorare me.-
Amy lo seguì imbarazzata.

 
Mezz'ora dopo era intenta a mangiare delle patatine a forma di faccine sorridenti in un locale abbastanza anonimo di Brooklyn, i proprietari dovevano avere un pessimo gusto in fatto di arredamento, o almeno fu quello che pensò Amelia quando vide le pareti a righe rosa e gialle all'interno.
Ma almeno il cibo era buono.
-E questo ti servirà per fare meditazione- commentò scaricando un'applicazione sul telefono di Bucky.
Ci aveva messo un po' per convincerlo, ma dopo tante insistenze le aveva dato il cellulare senza troppe storie.
-Non ho bisogno di fare meditazione- si lamentò lui.
-Tutti ne abbiamo bisogno-
Amelia prese una delle patatine per mettersela davanti all'occhio, sorrise e si scattò una foto per poi posare il telefono davanti a Bucky. -Quella è per ricordarti di quando abbiamo rubato la moto a Steve per attraversare Brooklyn e mangiare delle patatine e... Oh! Gelato!- esclamò quando vide che il cameriere stava portando il loro gelato al tavolo.
Bucky scosse la testa e cercò di non ridere mentre ringraziava il ragazzo.
-La prossima volta torniamo con Steve, voglio la conferma di tutti i posti in cui è stato picchiato.- affermò infilandosi in bocca un cucchiaio con un po' troppo gelato sopra.
Lui ridacchiò mentre assaggiava il suo gelato alla stracciatella.
-Non voglio obbligarti a passare un'altra giornata con me e i miei ricordi-
Amy posò il cucchiaino sul tavolo. -A me interessano i tuoi ricordi. E passare il tempo con te, quindi smettila di sottovalutarti in questo modo . E poi…-
Bucky la osservò incuriosito, in attesa che continuasse.
Lei sospirò. -Volevo chiederti una cosa…-
-Cosa?-
Esitò qualche istante allontanando la coppa di gelato che aveva davanti.
Non che fosse disgustosa, anzi. Ma solo il pensiero del discorso che stava per cominciare le fece passare l'appetito.
-Quando siamo andati a liberare i miei genitori…- cominciò tenendo lo sguardo fisso sulle proprie mani. -Loro ti hanno riconosciuto… Ti hanno chiamato per nome e...-
-Sì, li conoscevo.- affermò lui interrompendola, capendo quanto parlare dei genitori le facesse male. -I ricordi sono molto confusi perché dopo averti portata via mi hanno fatto il lavaggio del cervello chissà quante altre volte…-
Amelia spostò lo sguardo su di lui, in attesa che continuasse.
-Ricordo solo che i tuoi erano gli unici a trattarmi con gentilezza.- aggiunse rivolgendole un sorriso leggero. -Mi avevano convinto ad aiutarli a portarti via da lì, eravamo quasi al sicuro quando degli agenti ci hanno bloccati. Però sono riuscito a farvi scappare, probabilmente l'unica cosa buona che ho combinato in quegli anni.-
Lei lo guardò sorpresa, con le lacrime agli occhi. -Hai aiutato i miei a portarmi via?-
Bucky annuì.
-E..?-
-So cosa vuoi chiedermi. Non ho idea di quale sia la tua vera storia, so solo che stavano facendo degli esperimenti su un bambino (ora so che era una bambina) e che i tuoi volevano impedirlo, tutto qui… Mi dispiace.- Aggiunse poi, guardandola negli occhi.
Amelia gli sorrise. -Di avermi salvata?-
Bucky ridacchiò scuotendo la testa. -No, certo che no.-
Lei si sporse sul tavolo per posare la mano su quella di lui. -Grazie.- 
-Non devi ringraz…- cominciò lui, per poi essere interrotto da una musichetta insistente.
Amy abbassò lo sguardo sul cellulare e corrugò la fronte.
-Cosa c'è?- Domandò Bucky con preoccupazione notando il suo sguardo.
-È Happy…- mormorò per poi rispondere alla chiamata.
-Hey Hap…-
-Amelia. Sai per caso quando torna Tony?- chiese subito lui interrompendola.
-Uhm... No, non ne ho idea. È successo qualcosa? Sembri un po' agitato-
Ci fu un attimo di esitazione dall'altra parte. -Vedi...- cominciò Happy abbassando la voce. -Pepper sta avendo le contrazioni e io non so cosa fare…-
-Che cosa? Ma non era previsto tra due settimane??-
-Si, ma...-
-Portala all'ospedale! Happy!-
Lo sentì brontolare e se lo immaginò mentre alzava gli occhi al cielo. -Wow non ci avevo pensato Amelia, grazie per l'illuminazione… SIAMO ALL'OSPEDALE DA QUALCHE ORA OVVIAMENTE-
Amy allontanò il telefono dall'orecchio. -Allora cosa dovrei fare?? Lì ci sono dei medici, sanno quello che bisogna fare, non devi farlo tu.-
-Ha bisogno di sostegno morale, quindi muoviti a venire qui. Ti mando l'indirizzo.- 
E con questo terminò la chiamata.
Lei rimase a guardare la schermata del cellulare sconvolta, senza dire niente.
Cercò di trovare una scusa per non andare ma non le venne in mente nulla.
La prospettiva di entrare in un ospedale le fece girare la testa.
Bucky le prese il telefono e controllò l'indirizzo.
-Avanti- le disse dolcemente aiutandola ad alzarsi per poi andare a pagare.
Una volta fuori la aiutò a rimettersi il casco e a salire sulla moto. 
Lei lo guardò confusa. -Come hai..?-
-Super udito, ricordi?-
-Oh.- fu l'unica cosa che disse prima che ripartissero per le strade di New York.
Sfrecciarono velocemente, facendo lo slalom tra le macchine e in meno di venti minuti avevano raggiunto l'ospedale.
-Aspetta.- disse prima che lui la trascinasse dentro. -Io non credo di essere in grado di…-  cominciò guardandosi nervosamente intorno senza accorgersi di aver cominciato a tremare e a respirare in modo affannoso.
Bucky si sentì sciogliere qualcosa dentro vedendola in quello stato.
Senza pensarci un secondo di più, le prese il viso tra le mani. 
-Amelia.- disse dolcemente.
Lei incollò lo sguardo a quello di lui.
-Cosa ti preoccupa veramente?- le chiese in un sussurro.
Lei abbassò di nuovo lo sguardo quando si sentì inumidire gli occhi.
-Non so… Mi dà solo fastidio l'ambiente medico…- mormorò rivedendosi con le braccia legate ad una poltrona in un laboratorio e delle siringhe davanti a lei.
Bucky sembrò leggerle nel pensiero e senza accorgersene cominciò a disegnarle dei piccoli cerchi sulla guancia con il pollice, nel tentativo di tranquillizzarla.
-Qui non c'è nessuno che voglia farti del male. Dovrai solo stare un po' con Pepper finché Stark non torna. Vedrai che non ci vorrà molto, okay?- chiese alzandole di nuovo il viso.
Lei annuì leggermente e chiuse gli occhi per godersi quell'attimo qualche secondo in più. 
-Tu non andartene però-
-Ti aspetterò. Però sbrigati, o Steve si accorgerà della sua assenza- disse indicando la motocicletta parcheggiata lì accanto.
Amy rise e quando Bucky smise di accarezzarle le guance si sentì un po' infastidita, ma scacciò quella sensazione per prepararsi a quello che la stava aspettando.
Happy si alzò di scatto quando li vide arrivare nel corridoio del reparto e lanciò un'occhiata storta a Bucky. -Hai fatto in fretta.-
-James conosce molte scorciatoie- disse in fretta lei, prima che Happy la spingesse dentro a una stanza.
Lanciò un'ultima occhiata a Bucky, il quale le rivolse un sorriso nervoso.
Non aveva visto quel sorriso per tutto il giorno e ora che erano di nuovo in mezzo ad altre persone rieccolo.
Si sentì un po' in pena nel lasciarlo da solo in quel corridoio con Happy.
Non che Happy fosse una persona cattiva ma di certo non era delle migliori compagnie con chi non conosceva, e l'occhiata che gli aveva rivolto poco prima ne era la conferma.
In men che non si dica si ritrovò a stringere la mano a Pepper.
Mai nella sua vita si sarebbe aspettata di vederla in quello stato di agitazione, scossa dai dolori.
-Non dovevo lasciarlo andare in missione… Lui non ci voleva andare, sai? Ma io ho insistito dicendo che non sarebbe successo niente e ora guardami!!- esclamò con gli occhi spalancati mentre i medici uscivano ed entravano dalla stanza.
-Signora Potts, deve stare tranquilla o...-
-IO SONO TRANQUILLA- ribatté lei, all'apice dell'agitazione. -Non sono tranquilla???- chiese poi spostando lo sguardo su Amelia.
Amy, spaventata, si ritrovò ad annuire con così tanta foga che giurò di sentirsi scuotere il cervello.
Ma non dava la colpa a Pepper, lei aveva tutte le ragioni per irritarsi a quelle frasi.
In fondo stava per far uscire un bambino dal suo corpo, quella sì che era una buona ragione per essere irritati, pensò Amelia.
-Dunque...- cominciò tentando di distrarre Pepper dal dolore, dubitando che potesse davvero riuscirci. -Avete già scelto il nome o...-
-Sì.- disse lei. -Morgan. Come mio zio- continuò ridendo. -Tony ha fatto questo strano sogno qualche mese fa…- 
Amelia rimase ammirata da come il solo pensiero di Tony avesse placato l'agitazione della donna.
Tony di solito faceva aumentare nervosismo e agitazione nella maggior parte delle persone, ma non in Pepper.
O almeno non in quel momento.
-È un bellissimo nome- commentò Amy passando una salvietta bagnata sulla fronte della donna per rinfrescarla.
Pepper le rivolse un sorriso grato per quello che stava facendo, stava per dirle qualcosa quando tornò a stritolarle la mano in preda a un dolore.
-È ora- avvisò l'ostetrica. -Si prepari a spingere-
Amy spalancò gli occhi insieme a Pepper.
-Cosa?? No, dobbiamo aspettare! Tony non è anco…-
La porta si aprì con un tonfo ed un vocìo confuso invase la stanza.
Tony aprì la tenda attorno al letto e prese subito il posto di Amelia.
-Lo so, sono sempre in ritardo mi dispiace. Ma ora che sono qui può cominciare lo spettacolo- disse cercando di mantenere un tono calmo mentre si abbassava per posare un dolce bacio sulla fronte della moglie, la quale sembrava essersi lasciata alle spalle l'agitazione provata fino a due minuti prima.
Amelia colse l'attimo per uscire dalla stanza e nessuno sembrò accorgersene.
Una volta chiusa la porta dietro di sè tirò un sospiro di sollievo e si tolse il camice che le aveva infilato l'infermiera quando era entrata.
-Allora?- chiese Happy agitato.
Amy gli lanciò un'occhiataccia. -La prossima volta ci entri tu lì dentro.- guardò il corridoio vuoto e si sentì un po' tradita nel non vedere Bucky. -Dove...- cominciò per poi essere interrotta da Happy.
-È sulle sedie vicino agli ascensori, dovevi proprio venire con lui?-
Lei lo guardò confusa ma lui rivolse l'attenzione a chiunque lo stesse telefonando in quel momento, così lasciò perdere e corse agli ascensori.
Bucky alzò subito lo sguardo sentendo dei passi affrettati.
-Pensavo che mi avessi lasciata qui- disse lei con un sorriso sollevato quando lo vide seduto ad attenderla mentre giocherellava con la cerniera della giacca in modo nervoso.
Sul viso di lui passò l'ombra di un sorriso sghembo.
-E correre il rischio di ritrovarmi imprigionato di nuovo in un blocco di ghiaccio andandoti contro? No, grazie- 
Amy ridacchiò e prese posto accanto a lui, congiungendo le mani in grembo per cercare di smettere di tremare.
Lui se ne accorse, così tirò fuori dalla tasca una tavoletta di cioccolato per porgergliela.
La accettò con sorpresa confusione.
-L'ho presa alle macchinette, pensando che ne avresti avuto bisogno. In più non hai avuto l'occasione di finire il tuo gelato.- Spiegò lui distogliendo lo sguardo.
-Grazie- mormorò lei sorridendo. -Mi ricordi il personaggio di un libro…- disse poi infilandogli un pezzo di cioccolato in bocca quando si girò verso di lei per dire qualcosa.
Bucky spalancò gli occhi e si ritrasse di colpo, non abituato ad avere quei contatti con le persone.
-Oh su, non è veleno. Lo hai comprato tu dopo tutto.- disse lei assaggiandone un pezzo a sua volta. -Ti dispiace rimanere ancora un po'? Devo assicurarmi che nasca una femmina, te lo immagini un altro Stark maschio?- chiese mentre scartava la tavoletta per prendere un altro pezzo di cioccolato.
Al silenzio di Bucky lei gli rivolse uno sguardo interrogativo. 
-O se vuoi possiamo andare…-
Lui scosse la testa leggermente. -Probabilmente dovrei aspettarti fuori-
-Cosa? E perché mai?- Amelia lo guardò con confusione crescente, poi pensò a Tony. -A lui non dà fastidio, insomma… Sono passati ormai cinque anni dalla piccola rissa all'aeroporto, devi stare tranquillo-
Lui non sembrò esserne convinto, la guardò come se volesse chiederle qualcosa, ma alla fine abbassò lo sguardo sulle mani guantate.
Amy frugò nella tasca della giacca finché non ritrovò le sue cuffiette e ne porse una a Bucky.
-Allora Barnes, cosa andava di moda ai tuoi tempi?- chiese con un sorrisetto mentre scorreva velocemente dei titoli sullo schermo del telefono. -Questo dovrebbe andare, la canzone l'ha cantata negli anni sessanta ma lui lo dovresti conoscere, ha solo due anni in più di te.- disse mentre dalle cuffie risuonava Fly me to the moon cantata da Frank Sinatra.
Lui esitò qualche secondo prima di accettare la cuffietta.
Lei cominciò a tenere il ritmo col piede e chiuse gli occhi mentre Bucky la osservava con la coda dell'occhio, chiedendosi come riuscisse a rilassarsi quando un via vai di gente passava loro davanti, ma soprattutto si chiedeva come riuscisse a rilassarsi accanto a lui.
La cosa che lo stupì di più però fu quando lei posò la testa sulla sua spalla, che non doveva essere comoda dato che era quella sinistra.
Abbassò di nuovo lo sguardo su Amelia e notò che aveva la bocca leggermente aperta e il respiro regolare.
Si ritrovò a sorridere quando qualche ora dopo notò che un ciuffo di capelli le si era incastrato all'angolo della bocca, così allungò una mano per scostarlo.
-Mh… Ancora cinque minuti…- mugugnò lei.
A Bucky sfuggì una risatina e si ritrovò a coprirsi la bocca, colto dalla sorpresa mentre Amelia apriva un occhio, in preda alla confusione.
Si guardò in giro e poi alzò piano lo sguardo su di lui, senza scomodarsi a spostare la testa dal cuscino che si era creata, un po' per non regalare alla situazione più imbarazzo di quanto ce ne fosse bisogno e un po' perché una parte di lei non ne aveva voglia.
-Quanto è passato?-
-Almeno due ore e mezza- rispose lui.
Amy sbuffò. -Quanto ci vuole a partorire?-
-Non ne ho idea. Steve ha chiamato a proposito, sono tornati-
-È andata bene?- chiese lei preoccupata.
-Sì, è andato tutto liscio. Gli ho detto che ho dovuto prendere la Harley per portarti qui, perché con una macchina ci avremmo messo troppo- affermò lui, soddisfatto dalla scusa che aveva rifilato al suo migliore amico.
Amelia ridacchiò tornando a chiudere gli occhi. -Sei proprio un genio del male James…- mormorò dandogli una pacca sul braccio.
In quel momento qualcuno svoltò l'angolo in fretta, gli occhi colmi di gioia si posarono subito su Amelia.
Il suo viso sembrò rabbuiarsi vedendo dove era posata la sua testa.
Amy si alzò subito e notando l'espressione dell'uomo, il sorriso si capovolse. -È successo qualcosa?-
Tony scosse la testa e dopo aver lanciata uno sguardo storto a Bucky tornò a sorridere. -Morgan Stark è nata ed è la neonata più bella che il mondo abbia mai visto- annunciò per poi essere travolto dall'abbraccio di Amelia.
-Lo sapevo che era una bambina! Oh Tony, sono così felice! Pepper come sta?- chiese all'improvviso sciogliendo l'abbraccio.
-Sta meravigliosamente, un po' stanca… Ma felice- disse in fretta, il sorriso sempre presente sul suo volto.
Il sorriso di Amelia si allargò, pensando che non aveva mai visto Tony così felice.
-Vieni, ti presento la tua sorellina- disse all'improvviso il neopapà trascinandola per il corridoio.
Prima di svoltare l'angolo Amy fece segno a Bucky di aspettarla e in men che non si dica si ritrovò dentro la stanza dove era stata qualche ora prima.
Tutta la tensione e l'agitazione provata erano sparite, Pepper le rivolse un sorriso caloroso e le fece segno di avvicinarsi per stringerla in un abbraccio. 
-Scusa per prima- le mormorò-
-Tranquilla- sussurrò Amy con un sorriso. -Sono abituata a Tony che dà di matto, quello non era niente a confronto- continuò poi facendo ridere la donna.
-È bellissima- commentò Happy seduto lì accanto, così Amy la vide.
Lì, tra le braccia di Happy, avvolta in una copertina gialla.
Si avvicinò piano guardando quell'esserino con un grande sorriso. 
-Oh mio Dio… Ma è un criceto!- sussurrò estasiata.
Happy e Pepper la guardarono confusi e Tony la spinse leggermente. 
-Mia figlia non è un criceto- si lamentò.
-Oh stai zitto, è un complimento- mormorò lei senza distogliere lo sguardo da Morgan.
Tony prese la figlia dalle braccia dell'amico per guardarla bene. -Sei un disastro con i complimenti, fattelo dire- mormorò per poi porgere la bambina ad Amelia.
Lei fece un passo indietro. -Oh no, non…- ma prima che potesse protestare si ritrovò tra le braccia Morgan. 
All'inizio si sentì un po' nervosa dato che non aveva mai tenuto in braccio un neonato, ma in men che non si dica si ritrovò ad ammirare la bambina che aveva tra le braccia.
-Sei proprio l'esserino più carino del mondo- le sussurrò con un sorriso. -Per fortuna che hai preso dalla tua mamma, perché il tuo papà è proprio brutto.-
-Hey!- protestò Tony in voce sommessa. -Io sono un genio, miliardario, playb…-
Amy smise di ascoltarlo e alzò gli occhi al cielo. -Spero che tu non debba sentire questa frase tante volte quante l'ho sentita io- sussurrò a Morgan. -Quando papà ti darà qualche problema chiama me, ho anni di esperienza alle spalle- mormorò poi a voce ancora più bassa per non farsi sentire dagli altri.
-Penso sia ora di andare- annunciò Happy indicando Pepper, che si era lasciata vincere dalla stanchezza e dormiva già da qualche minuto.
Tony si riprese la figlioletta, con grande disappunto di Amelia, la quale si era già affezionata alla piccola Stark.
-Happy ti accompagnerà al quartier generale- mormorò Tony senza distogliere lo sguardo dalla figlia.
-No, torno con Bucky.- Annunciò facendo un'ultima carezza a Morgan. -Prenditi cura della piccoletta- disse poi mentre usciva dalla stanza, senza lasciare a Tony il tempo di ribattere.
Raggiunse in fretta Bucky, scusandosi per averlo fatto aspettare di nuovo.
 
Pensava che quelle due ore passate a dormire nel corridoio dell'ospedale le fossero bastate, ma la stanchezza l'aveva di nuovo travolta, così eccola lì, appoggiata completamente a Bucky mentre ripercorrevano di nuovo tutta la strada per tornare al quartier generale.
-Identificazione?- chiese una voce familiare all'entrata del quartier generale.
Bucky si tolse il casco per mostrare il viso.
-Soldato Barnes- lo salutò la voce.
Amelia sentì Bucky irrigidirsi e alzò la testa per vedere chi si era rivolto a lui chiamandolo soldato.
-Oh, ciao Amy- le disse la voce quando anche lei si tolse il casco.
sergente Barnes, non era un semplice soldato- disse lei, ignorando il fatto che ormai tutti lo conoscevano come soldato d'inverno.
Johnny le rivolse un'espressione sorpresa, poi guardò di nuovo Bucky. -Oh mio Dio… Mi scusi signor Barnes- disse in fretta, sinceramente dispiaciuto.
-Fa niente- mormorò lui.
Johnny tornò a guardare Amelia con occhi spalancati e sembrò chiederle scusa, facendola quasi sentire in colpa.
-Forse... Forse non ricordi, ma il capitano Rogers ci ha presentati alla festa di capodanno e...- 
-Doyle. Sei qui per controllare chi entra, non per flirtare- commentò uno degli agenti dall'interno della cabina alzando lo sguardo dal computer.
Amy abbassò lo sguardo imbarazzata da quell'affermazione e si rimise il casco.
-Stava scherzando- le disse in fretta indicando la cabina.
Lei annuì e tornò a tenersi alla giacca di Bucky, il quale lo prese come segnale per ripartire.
Una volta parcheggiata la moto nel garage le rivolse uno sguardo divertito. -Non il miglior modo di trattare qualcuno a cui piaci-
Amelia fece roteare gli occhi. -Non gli piaccio.- 
-No, certo che no.- commentò lui mentre qualcuno spalancava la porta del garage.
Entrambi si girarono, sorpresi di vedere Steve correre loro incontro.
-Tutto bene?- chiese in fretta.- Jarvis mi ha avvisato del vostro arrivo.-
-Noi stiamo bene. Gli altri?-
-Oh bene, solo qualche graffio. Stanno dormendo, sono esausti- aggiunse poi lanciando uno sguardo preoccupato alla moto.
Amy e Bucky si scambiarono uno sguardo divertito.
-Andiamo Steve, dovresti riposare anche tu- disse lui trascinando Steve verso l'ascensore.
-Forse dovrei controllare il livello della benzina...-
Amelia lo prese per l'altro braccio e aiutò Bucky a portarlo via. -Oh no, dovresti proprio riposare.-
-Ma...-
-Niente storie.- dissero all'unisono i due cercando di non ridere.

 
***

 
Il giorno dopo Amelia si presentò alla porta di Peter, come le aveva detto lui.
-Hey Amy, entra pure. Sono nel covo malefico.- le disse May aprendo la porta.
Lei le rivolse un sorriso divertito e si affrettò verso la camera di Peter.
La porta era leggermente aperta e lei esitò un istante sentendo un vociare concitato provenire dall'interno.
-Sto cercando di disattivare gli allarmi, così il tuo didietro di ragno potrà entrare senza essere fatto arrosto- esclamò la voce di Ned.
-Non credo che i ragni arrosto siano buoni.- commentò Mj.
Sentì Peter sospirare. -Posso entrare anche senza attivare gli allarmi-
-Sì, come no…- commentarono gli altri due all'unisono.
-Grazie per la fiducia…- mormorò lui.
A quel punto Amy decise di spalancare la porta.
Tutti e tre smisero di fissare il computer e si girarono verso di lei.
Ned e Peter la guardarono terrorizzati, mentre Mj le sorrise.
-Hey Amy!-
Lei non rispose e continuò a guardare Peter, il quale stava indossando la tuta da Spiderman.
Spostò lo sguardo sullo schermo del computer e in un attimo Peter ci lanciò sopra la maschera, con l'intento di coprire la mappa che stavano studiando.
Amelia chiuse la porta e incrociò le braccia, complimentandosi con se stessa per la tensione che aveva portato nella stanza.
I tre sembravano dei bambini appena scoperti a disobbedire alle regole della mamma.
Ned continuava ad aprire e chiudere la bocca, in cerca di una buona scusa.
Peter rimase a fissarla, aspettandosi una sfuriata.
Mentre Mj faceva ruotare la sedia girevole a destra e a sinistra, facendo finta di niente.
-Sputate il rospo.-










 
 
 
 
_Angolo autrice
Mi faccio sempre attendere con i capitoli, ma alla fine un aggiornamento arriva sempre.
Credo che questo sia leggermente più lungo rispetto agli altri, in più mi è piaciuto scriverlo perché c'è un sacco di Bucky content, cosa che mi aveva chiesto qualcuno qualche capitolo fa.
Alla fine è arrivato, ve lo avevo detto.
Grazie a tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra preferiti/seguite/ricordate.
A chi fa una visitina ogni tanto e a chi lascia qualche commento.
Se avete qualche suggerimento o se volete dirmi quanto sia meraviglioso Bucky in generale… Sono pronta ad ascoltarvi.
Con questo finisco di annoiarvi, alla prossima! :3

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Capitolo 15
*** quindicesimo capitolo ***


Il giorno dopo Amelia si presentò alla porta di Peter, come le aveva detto lui.
-Hey Amy, entra pure. Sono nel covo malefico.- le disse May aprendo la porta.
Lei le rivolse un sorriso divertito e si affrettò verso la camera di Peter.
La porta era leggermente aperta e lei esitò un istante sentendo un vociare concitato provenire dall'interno.
-Sto cercando di disattivare gli allarmi, così il tuo didietro di ragno potrà entrare senza essere fatto arrosto- esclamò la voce di Ned.
-Non credo che i ragni arrosto siano buoni.- commentò Mj.
Sentì Peter sospirare. -Posso entrare anche senza attivare gli allarmi-
-Sì, come no…- commentarono gli altri due all'unisono.
-Grazie per la fiducia…- mormorò lui.
A quel punto Amy decise di spalancare la porta.
Tutti e tre smisero di fissare il computer e si girarono verso di lei.
Ned e Peter la guardarono terrorizzati, mentre Mj le sorrise.
-Hey Amy!-
Lei non rispose e continuò a guardare Peter, il quale stava indossando la tuta da Spiderman.
Spostò lo sguardo sullo schermo del computer e in un attimo Peter ci lanciò sopra la maschera, con l'intento di coprire la mappa che stavano studiando.
Amelia chiuse la porta e incrociò le braccia, complimentandosi con se stessa per la tensione che aveva portato nella stanza.
I tre sembravano dei bambini appena scoperti a disobbedire alle regole della mamma.
Ned continuava ad aprire e chiudere la bocca, in cerca di una buona scusa.
Peter rimase a fissarla, aspettandosi una sfuriata.
Mentre Mj faceva ruotare la sedia girevole a destra e a sinistra, facendo finta di niente.
-Sputate il rospo.-
 
 
-Quale rospo?-
-Peter.- disse con tono di avvertimento, ma vedendo che ancora non apriva bocca spostò lo sguardo su Mj, la quale le rivolse un altro dei suoi sorrisi enigmatici.
Amelia alzò gli occhi al cielo, aveva imparato a conoscerla negli ultimi mesi e sapeva che non avrebbe ottenuto niente.
Era uno degli aspetti che ammirava di lei.
Alla fine rivolse un finto sguardo furioso in direzione di Ned. -Leeds.-
Odiava rivolgersi così a lui, ma sapeva che era l'unico modo. Infatti cedette all'istante.
-È il professor Brooks! Peter ha scoperto per caso che sta cercando di costruire un'arma chimica da testare sulla popolazione di New York, indagando nel laboratorio dove lavora Pete ha dimenticato il suo zaino e ora stiamo cercando di capire come entrare nell'università di notte per cercare di recuperarlo prima che il prof lo trovi.-
Ad Amy servì qualche secondo per realizzare ciò che aveva detto il ragazzo, troppo sorpresa dalla velocità con cui lo aveva detto.
-Ned.- sibilò tra i denti Peter mentre lui e Michelle lanciavano un'occhiataccia all'amico.
Amelia era troppo sconvolta per parlare.
Professori dell'università che creano armi di distruzione chimica da testare sulla popolazione di New York? 
Lanciò uno sguardo accusatorio a Peter. -Da quanto lo sai?-
-Qualche giorno.-
-Mj!-
-Che c'è? Ormai Ned ha spifferato tutto, tanto vale darle i dettagli- detto questo Michelle alzò le spalle mentre Peter si dava uno schiaffo in fronte.
-Qualche giorno… Un potenziale assassino psicopatico è in possesso del tuo zaino e tu non hai detto niente a nessuno? Nemmeno a Tony?- Amy aveva già tirato fuori il cellulare dalla tasca della giacca, se il presunto professore avesse scoperto qualcosa su Peter sarebbero stati guai seri.
E se avesse scoperto la verità su spiderman? Non poteva permetterlo.
Si stupì per la sua stupidaggine, come aveva potuto lasciarle tutto all'oscuro?
Stava per chiamare Tony quando Peter le prese il telefono dalle mani con una delle sue ragnatele.
Amelia lo fulminò con lo sguardo. -Cosa credi di fare? Se scopre che sei Spiderman si sentirà minacciato. E sai cosa fa la gente quando si sente minacciata? Va all'attacco. È questo che vuoi??-
-Tutto bene lì dentro?- chiese May dalla cucina dopo aver sentito i toni della loro conversazione.
-Sì, May. Tutto bene!- esclamò Peter, guadagnandosi un altro sguardo furioso da Amy. -Per questo non te l'ho detto, visto come reagisci? E se tu fai così, immagina solo quello che farà Tony! Lui mi tratta come se avessi bisogno di una babysitter! Ora non ho più sedici anni!-
-Peter...- Tentarono invano Ned e Mj quando capirono il suo errore.
-E COME DOVREI REAGIRE?!? VUOI FORSE FARTI AMMAZZARE?? O VUOI FARE AMMAZZARE TUA ZIA?? NED??? MJ???- Esclamò più che furiosa, mentre i suoi capelli, dal dolce castano che erano si trasformarono in fiamme violente, così come i suoi occhi.
Peter non rispose a quelle domande.
Non solo per la trasformazione dell'amica, quello faceva sempre impressione: l'ultima e unica volta in cui l'aveva vista così era quando aveva visto morire i suoi genitori.
L'idea di poter ricreare su di lei lo stesso effetto lo fece rabbrividire.
Ma anche le sue parole lo lasciarono interdetto.
Se Amy si fosse fermata solo al "Vuoi forse farti ammazzare??" avrebbe risposto subito, con una delle frasi eroiche che gli venivano fuori ogni tanto.
Ma forse questa volta non aveva pensato proprio a tutti i rischi.
Nel suo zaino c'erano tutti i suoi recapiti e chiunque avrebbe potuto risalire facilmente al suo indirizzo, dove non viveva solo lui, ma anche sua zia e dove i suoi amici facevano visite frequenti.
Ecco perché rimase a fissarla, senza sapere cosa dire.
"Colpito nel segno" pensò Amy.
Poi, come se si fosse ricordata solo in quel momento della presenza di altre due persone, scosse la testa per tornare al suo normale aspetto.
Le ciocche morbide tornarono a solleticarle la base del collo e si ritrovò a trattenere il sorriso per la soddisfazione provata nell'aver controllato del tutto  il potere di cui aveva ancora un po' paura, poi rivolse un sorriso di scuse ai tre.
-È stato magnifico!- esclamò Ned, subito seguito da un cenno di assenso di Mj.
Lei sorrise imbarazzata, ma felice che i due non fossero terrorizzati da lei. Poi tornò a guardare Peter.
"Allora?"
Lui abbassò lo sguardo, mortificato. "Hai ragione, sono stato stupido."
"Tu sei sempre stupido, questa volta sei stato un vero imbecille."
Lui ridacchiò mentre gli altri due spostavano lo sguardo dall'una all'altro, chiedendosi cosa avesse di così divertente la loro conversazione telepatica.
Alla fine le porse di nuovo il telefono.
-Hai ragione.- ripeté, dandole il permesso di chiamare Tony.
-Non ti bruci facendo quella cosa con i capelli?- chiese una voce alle sue spalle.
Si girò per vedere la zia di Peter appoggiata allo stipite della porta, le guardava i capelli con aria sconcertata. Come se potessero riprendere fuoco da un momento all'altro.
Alla fine guardò il nipote. -Ho sentito tutto comunque. Non la passerai liscia stavolta, caro mio.- Così dicendo attraversò la stanza così velocemente che Mj e Ned arretrarono nelle loro sedie.
Li raggiunse accanto alla finestra per indicare la collezione di vecchi computer di Peter. -Questi li getto nella discarica.-
In quel momento Amy avrebbe voluto che qualcuno immortalasse la faccia di Peter.
Passò dall'incredulità al puro terrore nel giro di pochi secondi quando capì che la zia era molto lontana dal scherzare.
-Hai lasciato le tue cose nel laboratorio di un pazzo omicida! Come ti è potuto salt..-
May si bloccò e tutti smisero di fare quello che stavano facendo (ossia godersi la sfuriata mentre Amy digitava in fretta il numero di Tony) quando Peter alzò di scatto la testa verso la finestra, l'unica cosa che riuscì a fare fu infilarsi la maschera e pararsi davanti a loro.
Ci fu un attimo di calma, come se fossero stati risucchiati da una bolla e tutto il mondo esterno fosse solo un ricordo.
Ma quell'attimo  non durò molto. Il secondo dopo furono tutti spinti in avanti da una forza invisibile mentre la parete si sgretolava in mille pezzi per lasciare davanti a loro il vuoto.
Vennero tutti spinti fuori.
Tutti tranne Amy, lei aveva avuto la fortuna di non trovarsi troppo vicino alla finestra. Le ci volle qualche secondo prima di realizzare quello che era appena successo.
Un attimo prima era in piedi e quello dopo era per terra, ricoperta di una polvere bianca. Non ci pensò due secondi di più, scattò in piedi e corse verso la voragine nel muro, causata dall'esplosione di poco prima.
Strizzò gli occhi per guardare giù, oltre la polvere di gesso che continuava a sgretolarsi dal resto della parete e le volteggiava attorno.
Poi li vide. Ned, Mj e zia May erano miracolosamente attaccati al cornicione della palazzina.
Non si disturbò nemmeno ad allungare il braccio, non sarebbe stata in grado di tirarli su tutti e tre. 
-Non spaventatevi!-
-Siamo già spaventati!!- strillò May, lanciandole un'occhiataccia, così Amy si sbrigò.
Posò le mani sulla parete del palazzo e si concentrò, un attimo dopo sentì delle urla e tornò a guardare sotto di sé. Il suo piano aveva funzionato.
Le tre figure stavano scendendo giù per uno scivolo di ghiaccio improvvisato e Amy non distolse lo sguardo finché tutti e tre non raggiunsero il vicolo tra le due palazzine, sani e salvi.
Non smisero di urlare fino a quando non si resero conto di essersi fermati, poi alzarono lo sguardo, del tutto confusi.
Amelia scattò di nuovo in piedi e guardò in fondo all'isolato, dove Peter era stato trascinato. A quanto pare questo presunto professore non voleva essere scoperto.
Strizzò gli occhi per cercare di capire cosa stesse succedendo.
Le cose erano due.
O Peter stava ballando allegramente la tarantella, o stava cercando di schivare in tutti i modi qualcosa a lei impossibile da vedere da quella distanza.
-AMY!!!- 
Si voltò di scatto e posò lo sguardo per terra, più precisamente sul suo telefono.
-AMELIA?!!?!?!?!??!!??-
Lo raccolse velocemente da terra quando si ricordò della telefonata fatta partire poco prima dell'esplosione.
-Hey Tony!- esclamò fingendo un tono tranquillo. -Per caso hai da fare? Insomma... Io e Peter ce la caviamo ma magari puoi servirci più tardi per la parte burocratica, sai... l'arresto, la cancellazione delle prove e magari della memoria, così non si ricorderà che Pete è Spiderman...-
Dall'altra parte sentì solo un leggero pianto.
-Oh! Sei con Morgan, scusa. Chiamo Stev…-
-Non. Muovetevi. Arrivo.- 
Detto questo riagganciò.
Amelia sbuffò. -Non muovetevi... Dice lui... Come se potessi lasciare quel povero scemo da solo a farsi ammazzare.- mormorò mentre prendeva un bastone da dietro l'armadio per aprire la botola sul soffitto.
Il vecchio costume di Peter le cadde addosso, quasi felice di poter uscire da quella vecchia soffitta dall'aria stantìa dopo tanto tempo.
Afferrò subito la maschera, lasciando il resto del costume sul pavimento. Poi tornò ad osservare Peter, stava ancora cercando di schivare qualcosa che un uomo gli stava sparando contro.
"Hai bisogno di una mano ragnetto?"
"Se non ti è di troppo disturbo, non mi dispiacerebbe per niente."
Sorrise tra sé e sé e chiuse gli occhi.
-So che non lo faccio da un bel po' ma... Cerchio magico, cerchio magico, cerchio magico…-
Sentì un alito d'aria sul viso e aprì gli occhi, il suo caro e vecchio cerchio magico era lì ad aspettarla e lei non lo lasciò attendere, per paura che sparisse davanti ai suoi occhi.
Si infilò la maschera, corse attraverso il portale e si maledì per non aver controllato prima l'esatta posizione in cui lo aveva fatto apparire, almeno si sarebbe preparata all'atterraggio.
Il portale era apparso proprio sopra la testa dell'uomo, solo qualche metro più su. Quindi si ritrovò a precipitare, ma non si lasciò prendere dal panico e utilizzò il proprio potere per reindirizzare la propria caduta.
Mentre disarmava l'uomo cadendo direttamente sull'arma che teneva tra le mani. Si ricoprì la mano di uno spesso strato di ghiaccio così all'atterraggio tirò un pugno molto doloroso dritto alla faccia dell'avversario, il quale cadde all'indietro soffocando un urlo di sorpresa.
-WOHOOO!!!- Esclamò Peter dietro di lei mentre zoppicava verso di loro. -Non sei più una pappamolla, vengo anch'io ad allenarmi con gli altri!-
Amy si girò verso di lui con espressione indignata, poi si ricordò che nessuno poteva vedere il suo viso sotto la maschera quindi si impegnò per far trasparire tutta la sua indignazione attraverso la voce con un: -Vai a quel paese, Parker.-
-Hey! Nessun bisogno di essere volgari, comunque quella me la devi ridare.- aggiunse indicando la sua vecchia maschera.
-Non voglio di certo tenerla, come diamine fai a vedere con questi cosi? Cosa sono? Occhialini per la piscina?? E poi puzza, ci hai mangiato un Churro qui dentro?- si lamentò Amy tornando a guardare l'uomo che si stava rialzando mentre Peter mormorava qualcosa che assomigliava a: -Ci si vede benissimo, tu e Tony siete uguali.-
Il professore di Peter  si tamponò il naso che continuava a perdere sangue e le lanciò un'occhiata che le fece venire voglia di arretrare.
-C'è anche una Spider-woman ora?- chiese con disprezzo.
-Per il momento sì, solo perché non ha voglia di crearsi il proprio costume.- Rispose Peter andandole a fianco.
Solo allora Amy notò la ferita sulla gamba di Peter. La tuta era strappata sopra il ginocchio e rivelava della pelle lacerata, tanto che dovette reprimere un conato di vomito.
"Come diamine ti sei fatto quella cosa??" chiese in modo telepatico incrociando lo sguardo di Spiderman.
"Beh... Non siamo stati tutti fortunati come te, io sono stato sparato fuori dalla mia camera. Ha delle armi mitiche e micidiali a proposito, quindi stai attenta"
-Chi devo fare fuori per primo?-
-Lui ovviamente- rispose Amy mettendosi in posizione di attacco.
-Hey! Non si dice "prima le donne"?- chiese Peter mentre osservava Brooks infilare casualmente una mano nella giacca.
-Quello è qualcosa che gli uomini dicono solo quando fa comodo.- 
L'uomo rivolse loro un sorriso affabile ed Amy pensò che aveva una bel viso, un peccato che fosse un criminale.
-Bene, in questo caso vi farò fuori tutti e due.- disse tirando fuori qualcosa dalla giacca che in effetti era troppo grande per lui, ci dovevano essere più di un paio di invenzioni strambe lì sotto. E Amelia ne era spaventata.
Dall'arma che aveva tirato fuori uscì una strana sostanza violacea che si attaccò al braccio di Peter nel momento in cui spinse via Amelia.
Amy non ebbe il tempo di vedere cosa fosse perché Brooks cominciò a sparare verso di lei, quindi cominciò a schivare i colpi uno ad uno, mentre cercava di avvicinarsi a lui. 
-Non le bastava avere un bel posto in una prestigiosa università per geni? Doveva anche mettersi a fare il piccolo professore pazzo?- 
-Sì, c'è gente che ucciderebbe per quel posto, dovrebbe essere grato- Peter le andò a fianco, la tuta sul suo braccio si era completamente disintegrata.
-Dovete proprio mettervi a fare conversazione prima di essere fatti a pezzi? Va bene, se questo è il vostro ultimo desiderio…- L'uomo cercò di tirare fuori qualcosa dalla sua giacca ma a quanto pare, qualunque cosa fosse, si era incastrata.
La cosa regalò alla situazione un aspetto comico, Amy quasi scoppiò a ridere nel vederlo trafficare col braccio nella giacca mentre imprecava sottovoce.
Il tipo poteva essere un genio nel fabbricare armi strane ma probabilmente non era abituato ad usarle in un combattimento.
"Quasi mi fa pena, dovremmo aiutarlo?" le domandò Peter telepaticamente.
"No." Rispose subito Amy. Poi, vedendo l'espressione colma di panico di Brooks ci ripensò. Magari era solo una crisi di mezza età passeggera… Magari si era già pentito di aver fabbricato delle armi tanto pericolose e voleva solo spaventare Peter per vendicarsi di averlo spiato, poi avrebbe distrutto le armi e sarebbero andati a prendersi un caffè tutti insieme. "Diamogli qualche secondo di vantaggio magari" aggiunse poi.
"Perfetto"
-Sa una cosa professore, questo è interessante…- cominciò Peter. -Quale sarebbe il tuo ultimo desiderio Spider-woman?- Le chiese Peter portando le mani ai fianchi, come se stessero avendo una normale conversazione davanti a un laghetto pieno di anatre.
-Non saprei… Forse un gelato e il tuo? Oh, e non chiamarmi più in quel modo.-  Disse volgendosi completamente verso di lui, mentre controllava Brooks con la coda dell'occhio.
Era una scena alquanto buffa da vedere, peccato che non ci fosse alcun spettatore ad assistervi.
Brooks era completamente disperato, Amy giurò di vederlo sull'orlo delle lacrime.
-No, io credo che chiederei di vedere Ned per un'ultima volta.-
-Okay, il tuo desiderio è decisamente meglio. Voglio vedere Ned anch'io.- Affermò Amy.
L'uomo sembrò arrendersi e cambiò tasca. -Okay, mi avete stancato. Vi hanno mai detto che siete insopportabili?-
Prima che i due potessero rispondere lui lanciò qualcosa per terra.
All'improvviso Amelia si ritrovò in mezzo ad una nebbia scura e densa e tossì un paio di volte. Si abbassò d'istinto a terra per timore di essere colpita da qualcosa che non poteva vedere.
"Pete?"
"Questo sì che è forte, dobbiamo riconoscerglielo."
"Già... Idee?"
"Al momento nessuna m..." 
-Peter???- Amelia andò in panico quando sentì qualcuno gemere di dolore.
Tentò di seguire quel rumore mentre la nebbia si dissolveva, riusciva a distinguere una sagoma sdraiata a terra. E per sua sfortuna quella sagoma assomigliava terribilmente a Peter.
Si inginocchiò accanto a lui. -Peter??-
La nebbia si dissolse. Fece per togliergli la maschera per controllare il suo stato ma lui la fermò con una mano.
Fece per alzarsi ma piombò di nuovo a terra e Amy strinse i denti immaginandosi il dolore provato a sbattere la testa a quel modo. -Cosa è successo?-
-Starà bene, l'ho solo stordito per un po'- rispose Brooks.
Amelia alzò lo sguardo su di lui, aveva un sorriso soddisfatto e tra le braccia una pistola mitragliatrice a canna corta.
La aveva riconosciuta perché Nat e Clint qualche volta le illustravano tutte le diverse tipologie di armi, cosa che trovava tremendamente noiosa. Ma a quanto pare qualcosa le era rimasto in testa. 
Lanciò un'altra occhiata al corpo senza forze di Peter e si alzò. Al diavolo le crisi di mezza età, quel tipo era spacciato.
Cominciò a sparare i primi colpi contro di lei, ma era pronta.
Creò un campo di forza davanti a sé e si avvicinò a lui.
Brooks prese un'altra di quelle cose che aveva usato per creare la nebbia ma Amy la congelò prima che toccasse terra.
-Prossima mossa?- Gli chiese con tono ironico quando notò l'espressione sorpresa e terrificata dell'uomo.
Lui sembrò pensare per qualche secondo, poi un sorriso folle gli illuminò il viso e guardò velocemente verso Spiderman.
"Davvero?" Pensò lei. Si aspettava qualcosa di più ingegnoso.
Amelia creò una sottospecie di scudo di ghiaccio davanti al corpo di Peter, per proteggerlo dalla raffica di proiettili che stavano per colpirlo, poi si girò di nuovo verso Brooks quando sentì una fitta di dolore al braccio.
Si sentì mancare il fiato quando notò il coltello conficcato poco sopra il gomito e la sua prima reazione era quella di urlare "HO UN COLTELLO CONFICCATO NEL BRACCIO" e poi mettersi a piangere.
Invece strinse i denti, ricacciando indietro le lacrime causate dalla fitta lancinante al braccio e guardò l'uomo.
-Okay.- Disse volgendo il palmo della mano verso di lui mentre un forte senso di nausea la invadeva. -Ora mi hai stancata.-
L'attimo dopo Brooks era bloccato al muro, con braccia e gambe ricoperte di ghiaccio. 
Amelia si avvicinò piano, cercando di ignorare il suo malessere e gli ispezionò la giacca. -Okay signor Brooks, quali altre sorprese aveva in serbo per noi?- 
Lui cercò di liberarsi in tutti i modi, facendole alzare gli occhi al cielo. -Sul serio? Non ci è riuscito nemmeno Captain America a liberarsi dal ghiaccio, come pensa di riuscirci lei?- domandò tirando fuori una strana pistola dall'interno della sua giacca.
-Non toccare niente. Potresti uccidere entrambi.- ringhiò lui, facendole fare un passo indietro.
-Oh e va bene… Ci penserà il tipo vestito di rosso-
Brooks rise. -Non hai notato che il tuo amico è sdraiato lì a terra già da un po'?-
-Sì, l'ho notato. Intendevo l'altro tipo vestito di rosso.- disse proprio mentre Iron man le atterrava a fianco.
Poco prima aveva scorto una scintilla rossa nel cielo in lontananza, quindi sorrise tra sé per aver calcolato bene i tempi e per l'espressione sorpresa e terrorizzata di Brooks alla vista dell'armatura.
Tony si concentrò su Peter per qualche secondo per poi rivolgersi all'uomo. Fece un cenno ad Amy di andare da Peter proprio mentre accanto a loro atterrava anche war machine.
Prima che Amy potesse fare un passo verso Peter, gli altri lo raggiunsero di corsa e lo circondarono con delle espressioni di pura preoccupazione.
Preoccupazione che se ne andò quando Peter si tirò su la maschera per rivolgere loro un sorriso e mormorare un -Voglio provarlo anch'io lo scivolo di ghiaccio la prossima volta.-
Amy ridacchiò guardando la scena a qualche metro di distanza mentre May stringeva in un abbraccio Peter.
Poi il malessere che aveva provato poco prima tornò ancor più forte e quasi si piegò in due per il dolore. Abbassò lo sguardo sul braccio e impallidì vedendo una grossa macchia di sangue attorno alla lama.
Lo fece senza pensarci.
Un attimo prima era lì a farsi prendere dal panico guardando la ferita, quello dopo aveva la mano sul manico del coltello. 
Emise un gemito di dolore mentre estraeva la lama dal braccio e gettava a terra l'arma.
-Amy!-
Tony aveva lasciato Rhodey a sbrigarsela con Brooks per raggiungerla. -Perché non… Santi numi! Perché lo hai tolto?!?-
-Perché faceva male.- disse lei alzando gli occhi al cielo, anche se quello Tony non poteva vederlo dato che aveva ancora addosso la maschera di Spiderman. -QUESTA ERA LA MIA GIACCA PREFERITA.- Sbottò poi, quando Tony le strappò la manica della giacca per fasciarle il braccio.
-Te la ricompro, tranquilla.- disse in fretta esaminando la "fasciatura".
-Cosa? Non è questo il punto!- esclamò mentre la testa aveva deciso di mettersi a girare, facendole venire le vertigini.
-Dobbiamo portarti in fretta al quartier generale… Anzi, faremo prima ad andare all'ospedale.-
-Non ci vado all'ospedale. Ci sono stata ieri sera e non ci voglio tornare mai più.-
Tony alzò gli occhi al cielo. -Stai perdendo troppo sangue. Hai qualche altra soluzione?-
-Sì.- disse subito facendo apparire il suo cerchio magico proprio lì a fianco.
Lui lo esaminò in modo scettico e Amelia sbuffò. -Muoviti, prendi Peter che è messo peggio di me. Non posso mantenerlo a lungo.-
Fece come gli era stato detto mentre Rhodey ammanettava come si deve Brooks per poi spiccare il volo tenendolo ben saldo.
Nonostante il continuo dolore al braccio, la nausea, le vertigini e il dispiacere per la giacca ormai ridotta a uno straccio, Amy si ritrovò a sorridere notando l'espressione terrorizzata di Brooks nel ritrovarsi tutto d'un tratto senza terra sotto ai piedi.
-Andiamo?- 
Si voltò e vide che Tony aveva di nuovo l'armatura e tra le braccia aveva un Peter dall'aria imbarazzata.
-Sul serio signor Stark, credo di potercela fare.- fece in tempo a dire prima che sparissero attraverso il portale, seguiti da zia May, Mj, Ned e infine Amy.
Non aveva pensato ad una stanza del quartiere generale in particolare.
O forse aveva pensato proprio alla cucina, per questo si ritrovarono lì. 
Bruce lasciò cadere il cucchiaio nella sua tazza ancora piena di latte e cereali per guardare Natasha. -Li vedi anche tu?-
Lei nascose la sua espressione sorpresa e alzò gli occhi al cielo. -Certo che li vedo, non essere stupido.-
Amelia non aspettò la reazione degli altri e corse a fatica in corridoio per raggiungere il bagno che si trovava accanto agli ascensori.
Ovviamente le porte dell'ascensore dovevano aprirsi proprio mentre lei cercava disperatamente di raggiungere il bagno.
Sam, Bucky e Wanda sembrarono mettersi sulla difensiva ed Amy ne rimase confusa, poi si ricordò il perché. Così prima di chiudersi in bagno lanciò la vecchia maschera di Peter sul pavimento, almeno così avrebbero capito che non era un'estranea vestita da Spiderman che era riuscita ad infiltrarsi nel quartier generale degli Avengers e la avrebbero lasciata in pace.
Almeno fu quello che pensò mentre era impegnata a rigettare tutto quello che aveva in corpo.
A quanto pare la sua non era una semplice nausea passeggera.
-Dovremmo chiamare gli altri?- chiese Sam guardando la maschera sul pavimento, la quale sembrava osservarlo e giudicarlo.
-No, era Amy.- disse Bucky avvicinandosi alla porta.
-Amelia? Come fai a saperlo?-
-Aveva le sue scarpe e gli stessi vestiti.- disse Wanda intromettendosi mentre anche lei si avvicinava alla porta. 
-Non sembra divertirsi lì dentro- commentò Sam con un po' di preoccupazione mentre bussava. -Tutto bene?-
Wanda e Bucky lo guardarono con un'espressione indecifrabile.
-Davvero Sam? "Tutto bene?"? Sta vomitando!-
Sam alzò le mani e indietreggiò dopo l'occhiataccia di Wanda.
-Amy? Posso entrare?- chiese poi gentilmente.
Lei tirò lo sciacquone e si trascinò a fatica fino al lavandino per risciacquarsi la bocca e rinfrescarsi.
-No, sto benissimo.-
Wanda e Bucky si guardarono e rotearono gli occhi mormorando un: -sicuro...-
L'attimo dopo fecero tutti e tre un salto indietro quando la porta si aprì di colpo.
-Wow, hai un aspetto orribile.- commentò Sam, per poi ricevere una gomitata  tra le costole da parte di Bucky.
In effetti non aveva tutti i torti. Amelia aveva un colorito verdognolo, da fare invidia ad un rospo.
I capelli le si erano appiccicati alla fronte e al collo a causa del sudore e per quanto tentasse di nasconderlo stava tremando come una foglia.
-Che diamine hai fatto al braccio?!?- Esclamò Bucky guardando la manica della sua giacca completamente insanguinata.
Gli occhi di Amelia incontrarono i suoi prima di perdere l'equilibrio mentre cercava di ripetere la stessa cosa.
-Sto benis…-
Due braccia forti la afferrarono prima che cadesse a terra.
 
 
-Sì, passerò la notte qui. Ce la fai con la piccola? No, non sto dicendo che non riesci a farcela da sola, Io… Okay, okay. Ti amo, ciao-
Poi lo sentì sospirare.
-Ti ho già detto che non serve che tu stia qui, si sta già riprendendo. È forte, non mi aspettavo che rispondesse così bene in poco tempo.- mormorò la voce di Bruce mentre qualcuno le sistemava la fasciatura sul braccio, probabilmente proprio lui.
-Sono stato uno stupido…-  disse poi Tony, facendole trattenere il respiro.
-Per cosa, stavolta?- chiese Bruce, e Amelia capì che stava sorridendo in modo ironico dal tono scherzoso che aveva usato.
Qualche secondo dopo Tony prese un respiro profondo. -A mandarla qui. Non avrei dovuto, guarda come si è ridotta. E non era nemmeno una missione.-
-Non è ridotta tanto male. E poi in una missione ci sono tutti, qui erano solo lei e il ragazzo. Se la sono cavata più che bene-
-Ha un aspetto orribile.- commentò Tony.
Amelia cercò di non far trasparire il suo sdegno dopo quel commento.
Erano entrambi due geni, non potevano fare due più due e continuare quel discorso lontano dalle sue orecchie?
-Si riprenderà.- ripeté Bruce. -Vado a vedere se hanno preparato qualcosa da mangiare, sembri affamato.- mormorò poi uscendo dalla stanza.
Amelia aspettò qualche minuto prima di aprire gli occhi e posarli su Tony, il quale stava guardando fuori dalla finestra con il familiare solco di preoccupazione molto evidente sulla fronte.
Sentì qualcosa sul braccio e fece per toglierselo ma la mano di Tony la bloccò.
-È una flebo, cosa vuoi fare? Strappartela dal braccio come hai fatto con il coltello?- Chiese con un po' troppa foga, facendo sobbalzare Amelia. -Scusa...-
-Figurati...- mormorò lei.
Lui la guardò con un po' di rimorso. -E poi hai fatto bene a toglierlo visto che era avvelenato, però vederti sanguinare a quel modo mi aveva spaventato.-
Lei lo guardò sconcertata. -Av… Avvelenato?- ripeté con voce flebile.
Tony annuì. -C'era del veleno sulla lama. Se lo avessi lasciato lì ancora qualche minuto…- Deglutì senza terminare la frase, non ce n'era bisogno.
-Per questo le vertigini e la nausea?-
-Certo che sì, sciocchina.- mormorò spostandole un ciuffo di capelli dalla guancia. -Quel tipo aveva un sacco di aggeggi strani, tra cui coltelli avvelenati.-
Amy guardò il soffitto, elaborando le informazioni appena ricevute.
Era stata avvelenata e aveva mandato in galera un criminale nello stesso giorno.
Aveva anche vomitato nello stesso giorno.
E aveva creato uno scivolo di ghiaccio.
Sorrise tra sé abbastanza soddisfatta e Tony la guardò confuso.
-Gli altri?-
-Stanno bene, Peter non era messo per niente male alla fine, Bruce gli ha messo a posto la gamba e ho prenotato un hotel a cinque stelle per lui e sua zia. Ned era ancora su di giri per lo scivolo che hai fatto. Domani i lavori all'appartamento dovrebbero essere terminati-
-Oh.- Disse lei. -Che efficienza-
Lui indicò tutto se stesso con un sorriso stanco, facendole alzare gli occhi al cielo. 
-Sì, lo so… Tony Stark può tutto e gnegnegne…-
Passarono alcuni minuti di silenzio in cui Amy fissò il soffito e Tony fissò Amy, poi decise che era ora di un discorso serio.
-Io ho…-
Amy inspirò profondamente. -Tu hai fatto un errore a mandarmi qui perché sono un disastro, lo so. Ma ci sto provando, quindi ti sarei grata di lasciarmi del tempo per sbagliare ancora, finché non farò qualcosa di buono. E poi non sei stato tu a mandarmi qui, è stata una mia decisione.- mormorò velocemente, poi alzò le spalle vedendo l'espressione sorpresa dell'uomo. -Sì, ero sveglia. Ho sentito anche la parte in cui hai detto che ho un aspetto orribile… Insomma, ho capito che voi siete sempre perfetti anche durante le battaglie ma potete lasciarmi stare almeno quando mi avvelenano?- 
Tony fece per aprir bocca ma lei lo interruppe di nuovo.
-Che ore sono?-
-Quasi le nove, vado a prenderti qualcosa da mangiare.- Rispose lui alzandosi.
-Non ho fame, piuttosto… Ti ringrazio per esserci venuto in aiuto, ma non hai una neonata di cui occuparti?- chiese Amy mettendosi a sedere.
-Ho detto a Pep…-
-Ho sentito cosa hai detto a Pepper. Se resterai qui invece di tornare a casa, racconterò a Morgan che hai preferito rimanere a disturbare il mio sonno invece di accudire lei.- 
-Amy, sei…-
-Stanca morta, sì. Domani ti chiamo.- Disse rigirandosi sul fianco e chiudendo gli occhi. Poi, sentendo che non era ancora uscito, sospirò. -Non puoi darti la colpa per tutto quello che combino, Tony. Non sono mica la rosa de La bella e la bestia da mettere sotto una campana di vetro.-
Lo sentì ridacchiare. -Stavo per dire che sei cresciuta davvero in fretta, poi mi hai citato la Disney.-
Lei si girò di nuovo verso di lui per fargli la linguaccia. -Ora vai da Morgan, cambia pannolini e cantale una ninna nanna. Verrò a trovarla presto.- mormorò tornando a chiudere gli occhi.
Tony le scompigliò i capelli affettuosamente. -Cerca di riposare, se succede qualcosa sarò qui nel minor tempo possibile.-
Amy finse uno sbuffo infastidito ma sorrise mentre usciva dalla stanza.
Quando Bruce tornò, lei non doveva più fingersi coraggiosa, e lo pregò con le lacrime agli occhi di fare una delle sue magie e di farle passare il dolore al braccio che la stava uccidendo.
Lui la rimproverò per aver definito i suoi sette dottorati con un termine come "magia" con un lungo discorso, poi le sorrise e le somministrò della morfina.
Rimase mezz'ora in videochiamata con Mj, Peter e Ned. I quali le fecero una domanda dietro l'altra, sempre preoccupati per la sua salute, finché Peter non cominciò a lamentarsi di come aveva sporcato con una goccia di sangue la sua maschera.
A quel punto Amy gli disse che la prossima volta non se la sarebbe tolta per andare a vomitare e concluse la chiamata.
Wanda e Nat, che stavano assistendo alla chiamata mentre cenavano con della pasta, si misero a ridere.
-Non ridete, voi due. Cosa fanno gli altri?- chiese lei fingendosi seria.
-Fanno le solite cose da maschi: mangiano e puzzano.- affermò Natasha facendo andare di traverso un boccone a Wanda.
Lei ridacchiò. -E nessuno ha il tempo di venire a trovare la povera Amy avvelenata?- Chiese poi.
-Cap ha detto di lasciarti riposare. È arrabbiato con te, a proposito.-
Amelia guardò Wanda sorpresa. Cosa poteva aver fatto per far arrabbiare Captain America?
-Tony gli ha detto di arrabbiarsi con te e metterti in punizione per tutta la faccenda.- rispose Nat alla sua domanda silenziosa.
-Ma...- 
-Non hai fatto niente di sbagliato, lo so. Ma Tony vuole tenerti al sicuro per un po', quindi ha pensato che una delle punizioni di Rogers sarebbe stata efficace. E Steve lo ascolta perché ha paura di entrare in disaccordo con Tony, sappiamo tutti cosa è successo l'ultima volta-
Amy si lasciò sprofondare ancor di più nel cuscino cominciando a sentire mal di testa. -Da quando in qua Steve può dare punizioni?-
-Da sempre.- Risposero le due all'unisono.
-Non è scritto da nessuna parte, ma quando Steve ti guarda con quello sguardo severo che sa fare solo lui e ti dice di fare qualcosa…-
-Tu la fai.- Concluse Nat per Wanda.
Quella notte Amelia la passò a guardare il soffitto, convinta che non sarebbe mai riuscita ad addormentarsi in quel letto circondato da macchinari strani e senza i suoi cuscini morbidi. L'orologio segnava le due quando decise che era ora di andare in bagno a rinfrescarsi il viso, quindi si alzò dimenticandosi completamente della flebo attaccata al braccio, facendo finire a terra l'asta con un frastuono assurdo.
La porta si aprì due secondi dopo, facendo sobbalzare Amelia. 
-Cosa ci fai qui?- chiese confusa.
-Freddie ti stava cercando, quindi lo stavo portando qui. Poi ho sentito un rumore.- 
Bucky la scrutò attentamente per assicurarsi che stesse bene.
-Sì, ho solo fatto cadere...- fece per raccogliere l'asta della flebo ma lui la anticipò, andandole a fianco nel giro di un millesimo di secondo.
-Te la stavi già dando a gambe?- chiese lui dopo un po' con mezzo sorriso.
Lei alzò gli occhi al cielo divertita e tornò a sedersi, dimenticandosi del perché si era alzata. Freddie le si acciambellò sulle gambe cominciando a fare le fusa mentre Bucky prendeva posto sulla sedia accanto al letto.
-Come stai?-
-Bene- rispose prontamente lei, facendogli alzare un sopracciglio.
-L'ultima volta che lo hai detto mi sei caduta tra le braccia. Poco dopo Wanda ha cominciato a prendere a sberle Sam per averti detto quella cosa. È stato un idiota, non avevi un aspetto orribile- Affermò. -Non hai mai un aspetto orribile- aggiunse poi, un po' imbarazzato
Amelia era confusa se considerarlo un complimento o meno ma arrossì comunque e ringraziò di essere quasi completamente al buio. Senza contare la luce che veniva dal corridoio.
-Scusa...- mormorò abbassando lo sguardo, cosa che le fece rendere conto di indossare solo una vestaglia da ospedale orrenda.
-Hai fatto preoccupare tutti-
-Sì, lo so. E ho fatto arrabbiare stevie.-
Bucky ridacchiò per il nomignolo riservato al suo migliore amico. -Un pochino, non farti avvelenare per un po' e gli passerà-
Lei rise proprio mentre il suo stomaco decise di brontolare, facendo trattenere le risate a Bucky.
-Okay Amy, ho capito… Hai deciso di far brontolare lo stomaco così puoi farti portare da mangiare, come l'altro giorno. Mossa furba.-
Aprì la bocca per controbattere ma lui era già uscito.
Non doveva rifiutare la cena che le avevano portato Wanda e Nat, ora aveva fatto un'altra figuraccia con Bucky.
Dieci minuti dopo era a gambe incrociate sul letto con un sorriso enorme stampato sulle labbra mentre assaporava il suo toast con formaggio e pomodori, figuracce ormai dimenticate. A quanto pare Bucky si era ricordato di come aveva espresso il desiderio di mangiarne uno per cena prima di andare a far visita a Peter.
-Santo cielo, Barnes… Se devo essere avvelenata per passare il tempo a farmi portare del cibo da te, la prossima volta non ci penserò due volte- mormorò tra un boccone e l'altro senza pensarci.
Lui scosse la testa con un sorriso mentre accarezzava il gatto e lei si morse la lingua rendendosi conto di quel che aveva appena detto. Il suo poteva sembrare un commento normale, ma lei si conosceva.
E il tono che aveva usato… Era possibile?
Aveva appena flirtato con James Buchanan Barnes?
Non poteva essere.. Probabilmente era solo molto stanca. Insomma… aveva dormito solo poche ore dopo la battaglia con Brooks, di certo il suo cervello non stava funzionando benissimo in quel momento, no?
Sì, probabilmente era così.
 
***
 
-Quindi è un appuntamento-
-Come se non fossero già innamorati… Davvero, a cosa servono gli appuntamenti se avete già vissuto insieme per mesi prima di tornare qui?- chiese Nat trattenendo un sorriso.
Wanda alzò gli occhi al cielo per quella che sembrava la millesima volta.
Davvero, se doveva sorbirsi tutte quelle osservazioni per farsi sistemare i capelli, avrebbe fatto meglio ad andare da un parrucchiere.
Finalmente Amelia decise di cambiare argomento. Wanda la osservò attraverso lo specchio mentre Natasha era intenta a farle i boccoli.
Era stesa a pancia in giù sul suo letto e fissava intensamente la chitarra.
-Perché non ti sento mai suonare?- chiese mentre agitava le gambe avanti e indietro.
Lei fece per rispondere ma fu interrotta da Nat.
-Perché insonorizza sempre la stanza.-
A quel punto Amelia si alzò in piedi con espressione sorpresa. -Si può??-
-Certo, non te lo ha spiegato nessuno?-
Scosse la testa in fretta facendola ridere. 
-Adesso lo sai, puoi nascondere i tuoi segreti anche tu- Wanda le fece l'occhiolino.
-Sì, puoi invitare Johnny ora- mormorò Nat con un piccolo ghigno e Wanda scoppiò a ridere vedendo l'espressione sdegnata di Amelia.
Lei non aveva ancora avuto modo di conoscere il famoso Johnny, ma era divertente vedere Nat punzecchiare qualcun altro oltre a lei e Visione.
Sarebbe stato ancor più divertente se fosse stata lei a punzecchiare qualcuno una volta tanto, quindi sogghignò.
-Suvvia Romanoff… Non lo sai che la nostra cara e dolce Amy ha un debole per i super soldati?-
-NON È VERO!!!- Esclamò la suddetta completamente rossa.
Natasha alzò un sopracciglio divertita e la ignorò di proposito per guardare Wanda.
-Davvero Maximoff? Per quale in particolare?-
Wanda si guardò le unghie fingendo indifferenza. -Oh sai… Ho sentito che aveva il poster del nostro Rogers attaccato al muro. Credo lo abbia ancora, magari stavolta lo ha messo sulla parete dell'armadio.-
-Una cotta per Rogers… Classico.-
Amy sembrò sollevata nel sentire quel nome invece che un altro. Prese un respiro profondo. -So benissimo cosa state facendo, quindi continuate a divertirvi senza di me.- A quel punto attraversò la stanza velocemente per uscire ma quando aprì la porta si trovò davanti Steve.
-Ho sentito urlare, è successo qualcosa?-
Amelia emise un altro sbuffo esasperato e lo superò per andare dritta in camera sua, senza dimenticare di sbattere la porta.
Poi la sentirono urlare un "INSONORIZZA QUESTA STANZA JARVIS".
Natasha e Wanda scoppiarono in una fragorosa risata mentre Steve si guardava intorno confuso.
 
***
 
Un pomeriggio di qualche settimana dopo Amy era seduta sul divano accanto a Peter, il quale la stava pregando telepaticamente di chiedere a Barnes informazioni sul suo braccio per un saggio sulla robotica.
Ma lei lo ignorava completamente, era stesa sul divano con le gambe appoggiate allo schienale e la testa in giù. Di tanto in tanto lasciava vagare lo sguardo per vedere se gli altri avessero cambiato posizione.
Da una buona mezz'ora nessuno si era spostato dal salotto.
Sam, Wanda e Visione erano seduti sul divano centrale.
Steve, Clint e Bucky su quello laterale.
Mentre Nat e Bruce erano in piedi accanto alla finestra, tutti erano intenti a guardare la televisione, in attesa di qualcuno.
A quanto pare Thor doveva tornare per qualche giorno, quindi tutti si erano messi in attesa in salotto.
Si aspettavano che Thor piombasse all'improvviso al centro della stanza, magari rompendo qualcosina qui e lì.
Quello che non si aspettavano era che portasse compagnia.









 
 
 
 
 
_Angolo autrice
Sì, sono viva.
Come al solito mi scuso per la lunga attesa e per gli eventuali errori.
Spero di avervi strappato un piccolo sorriso in questo periodo particolarmente stressante.
Cosa ne pensate del capitolo? Fino a ieri non mi convinceva, ma dopo aver aggiunto e modificato diverse parti credo sia quasi accettabile.
Se avete voglia lasciate un commento qui sotto.
Secondo voi quale compagnia si è portato dietro Thor? Qualche idea?
Grazie a tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate. Chi mi ha aggiunta agli autori preferiti, chi mi lascia qualche commento (sempre molto apprezzati) e ai lettori invisibili. Vi adoro tutti, senza eccezioni.
Alla prossima e buona Pasqua a tutti!
 
P.s. Non esagerate con il cioccolato.
 
P.p.s. Se non trovo Cap nell'uovo di Pasqua potrei uccidere qualcuno nel prossimo capitolo.

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Capitolo 16
*** sedicesimo capitolo ***


Un pomeriggio di qualche settimana dopo Amy era seduta sul divano accanto a Peter, il quale la stava pregando telepaticamente di chiedere a Barnes informazioni sul suo braccio per un saggio sulla robotica.
Ma lei lo ignorava completamente, era stesa sul divano con le gambe appoggiate allo schienale e la testa in giù. Di tanto in tanto lasciava vagare lo sguardo per vedere se gli altri avessero cambiato posizione.
Da una buona mezz'ora nessuno si era spostato dal salotto.
Sam, Wanda e Visione erano seduti sul divano centrale.
Steve, Clint e Bucky su quello laterale.
Mentre Nat e Bruce erano in piedi accanto alla finestra, tutti erano intenti a guardare la televisione, in attesa di qualcuno.
A quanto pare Thor doveva tornare per qualche giorno, quindi tutti si erano messi in attesa in salotto.
Si aspettavano che Thor piombasse all'improvviso al centro della stanza, magari rompendo qualcosina qui e lì.
Quello che non si aspettavano era che portasse compagnia.


 
 
 
Ci fu qualche secondo di assoluto silenzio, poi tutti si mossero in contemporanea, circondando Thor e il suo ospite in modalità difensiva.
Amy si raddrizzò, subito incuriosita dalla situazione. Ignorò Peter quando si lamentò di come lo aveva colpito in testa con la scarpa mentre si metteva a sedere composta.
-Questo lo avevo previsto, ma è tutto sotto controllo amici- Thor regalò un sorriso sincero a tutti i presenti.
-Thor! Loki! Che piacere rivedervi!- Con questo Bruce andò ad abbracciare il primo e a dare una pacca sulla spalla al secondo.
Ormai tutti conoscevano a memoria l'avventura spaziale di Bruce e di come Thor lo avesse trovato e aiutato a tornare sulla terra sano e salvo. *
A quanto pare nessuno sembrò essere confortato dalle parole di Thor. Clint, che aveva tirato fuori da non si sa dove il suo arco, stava puntando una freccia dritta alla testa di Loki.
-Dovevamo ucciderlo quando ne avevamo l'occasione- sussurrò a voce abbastanza alta perché tutti sentissero.
-Oh Thor… Mi avevi promesso che sarei stato il benvenuto- disse Loki con una finta espressione addolorata, ma dopo un'occhiata feroce del fratello si zittì subito con un sorrisetto.
In quel momento la porta della cucina si aprì e Tony entrò con un sorriso splendente rivolto alla carrozzina davanti a lui. -Ciao a tutti, indovinate chi vi ho port…- Si interruppe subito quando alzò lo sguardo sul gruppo di persone davanti a lui.
Si parò davanti alla carrozzina in modo protettivo e  lanciò un'occhiata veloce verso Amelia e Peter, per assicurarsi che stessero bene. Amy gli rivolse un sorriso, felice di non essere l'autrice di qualche guaio per una volta, ma lui spostò di nuovo lo sguardo sui due nuovi arrivati.
-Okay... Che cosa succede?- Chiese con tono seccato, tanto che Amy  provò un po' di pena per lui. 
Sapeva quanto ci teneva a presentare Morgan a tutta la squadra, e una volta tanto che si era deciso a portarla doveva succedere questo.
Anche se era ancora confusa su cosa stesse davvero succedendo, o quanto preoccupante fosse la situazione. Guardò Steve, di solito era lui ad avere le risposte, ma anche sul suo viso trapelavano mille indecisioni.
Poi spostò lo sguardo su Natasha, lei sapeva sempre cosa fare… Ma anche lei la deluse con il suo sguardo confuso.
Wanda, Visione, Sam e Bucky guardavano gli altri, anche loro incerti sul da farsi.
"Stiamo per assistere alla storia" le disse Peter mentalmente. Per un attimo lo sguardo di Loki ricadde su di lui e Amelia cercò di non ridere sentendolo arretrare nel cuscino del divano.
-Vi giuro che non causerà nessun problema. Lo ha giurato sulla testa di Mimir.-
-Chi diavolo è Mimir?- Chiese Steve, probabilmente per prendere tempo.
-Era il più saggio tra tutti i giganti- rispose Amelia, facendo voltare tutti verso di lei.
-E Odino consultava la sua testa nei momenti difficili- Continuò Peter.
-Comunque un tipo ambiguo-
-Concordo- terminò Peter annuendo.
Steve li guardò con un sopracciglio alzato mentre Tony tentava di non ridere. -Avanti Steve, davvero non conosci Mimir?-
Lui alzò gli occhi al cielo e tornò a guardare i due fratelli, ancora in attesa. 
-Va bene, mettiamolo ai voti.- Propose infine Nat.
Ci fu un mormorio di consenso generale.
-Bene allora- cominciò Tony. -Alzi la mano chi è contrario al far restare il re delle renne-
Loki borbottò qualcosa sottovoce sentendo il suo vecchio soprannome mentre alcune mani si alzavano in aria.
Clint, Natasha, Steve e Tony avevano alzato le mani e lanciavano delle occhiate circospette a Bruce, che evitava il loro sguardo.
-Va bene… Chi vuole lasciarlo restare?- Continuò Tony guardando Bruce mentre alzava la mano.
-Oh andiamo, sono passati un po' di anni. Vi assicuro che è cambiato, dategli una possibilità- tentò Bruce.
-Mi dispiace, abbiamo già votato.- ribatté secco Clint.
Amelia notò l'espressione tra il triste e la sorpresa di Thor e si rattristò a sua volta.
Loki fece un passo avanti, ben conscio delle armi puntate su di lui. -Scusate ma vorrei farvi notare che ci sono un bel po' di mortali che non hanno votato-
-Ha ragione! Dovrebbero votare tutti!- intervenne subito Thor dando man forte al fratello.
-Certo, facciamo votare anche gli altri. Tanto non cambierà niente- borbottò Clint lanciando uno sguardo d'intesa al resto della squadra. -Chi vuole che se ne vada?-
Wanda guardò con incertezza prima Natasha poi Clint e alzò la mano, Visione la imitò. Bucky e Sam la alzarono quando Steve fece loro un cenno.
Tony lanciò uno sguardo d'intesa a Peter e Amelia. Quest'ultima cercò di trattenere il braccio di Peter, ma lui alzò semplicemente l'altra mano.
"Oh andiamo, è Loki! Lo vuoi mandare via davvero??"
"No. Ma Iron man mi ha appena detto di alzare la mano, quindi io l'ho fatto"
"Pensavo avessi smesso di fare tutto quello che dice lui…"
Tony fissò Amelia insistentemente, ma lei incrociò le braccia al petto spostando lo sguardo. Così sospirò. -Bene. Nove a due. Mi dispiace Point Break, il tuo strano fratello non può restare.-
Amelia non capiva come potessero resistere davanti all'espressione triste del dio norreno. Così prima che chiunque facesse qualcosa per mandare via Loki, si schiarì la gola.
Tony alzò gli occhi al cielo e fece di tutto per ignorarla. -Sarà per la prossima volta, siamo al completo per ora.-
-Oh andiamo Tony!- esclamò di botto lei, riportando tutta l'attenzione su di sé.
-Amelia. Non è una cosa che ti interessa-
-Sì che mi interessa!
-Sì che le interessa- Ripeté Loki con un sorriso divertito. -Lei mi sembra intelligente, dovete ascoltarla.-
-Stai zitto.- dissero Tony, Natasha, Steve, Clint e Thor all'unisono.
Loki alzò le mani in segno di resa.
-Va bene, sentiamo cos'ha da dire Amelia- mormorò Steve facendole cenno di continuare.
Amy si raddrizzò spostandosi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio. -Beh...-
"Dì che devono farlo rimanere perché ne sei follemente innamorata, funzionerà!"
Lanciò un'occhiataccia a Peter. "Vuoi dire che tu ne sei follemente innamorato."
Tony si schiarì la gola e Amy si ricordò di dover dire qualcosa.
-Mentre eravate impegnati a guardarvi in cagnesco e ad alzare mani io vi ho osservati.- Affermò.
-Andiamo bene… Dovevo proibirle di guardare Sherlock anni fa.- Mormorò Tony lanciando continue occhiate furtive alla carrozzina, poi a Loki e poi a Amy.
Lei lo ignorò. -Prima di tutto: non vi siete concentrati abbastanza sulle espressioni del vostro compagno di squadra che non vedete da mesi. È passato dalla pura felicità per aver rivisto i suoi vecchi amici alla totale tristezza e sorpresa nel giro di pochi minuti.-
A quelle parole tutti si girarono verso Thor, il quale cercò di mantenere un'espressione normale mentre Loki gli dava una pacca sulla spalla.
Quando si girarono di nuovo verso di lei, la metà aveva un'espressione pentita.
-Secondo: un altro membro della vostra squadra vi ha assicurato che Loki è cambiato e che andrà tutto bene. Lo abbiamo pregato di raccontarci la sua avventura spaziale almeno un milione di volte ed eravate sorpresi di come erano stati aiutati dal fratello di Thor.- Sentendosi chiamare "fratello di Thor" Loki sbuffò, ma Amelia non ci fece caso. -Io mi fido di Bruce. Sin da quella volta in cui me lo sono visto catapultare davanti mentre ero legata ad una poltrona. E mi fido anche di Thor perché ha steso i tipi che volevano spappolarmi il cervello.-
Bruce e Thor le sorrisero.
-È bello rivederti tutta intera e in salute-
-Grazie, è bello rivedere anche te ma se rimarrai qui Fury sarà furioso di non essere più l'unico ad avere diritti sulle bende da pirata- sorrise mentre Thor ridacchiava aggiustandosi la benda, poi tornò a rivolgersi agli altri. -Voi non vi fidate di Thor e Bruce?- Si concentrò soprattutto su Steve e Natasha. Se c'era qualcuno da poter convincere erano loro due.
Steve si faceva sempre convincere dai discorsi commoventi mentre Nat… Beh, con lei aveva giocato la carta "Bruce", doveva funzionare per forza.
Steve sospirò e guardò gli altri.
Natasha incrociò le braccia al petto e alzò le spalle. -Possiamo dargli una possibilità e mandarlo via a calci se combinerà qualche casino. No?-
-Oh andiamo, non fatevi abbindolare dalle sue parole. Lo so com'è. Quando aveva nove anni è riuscita a convincermi a portarla a Disneyland Paris in un giorno di scuola facendo credere alle sue maestre che fosse malata e ai suoi genitori che fosse in gita.-
Tutti tornarono a guardare Amelia e lei si lasciò scappare una risata. 
-Oh andiamo, sono due cose completamente diverse! Ora non sto mica cercando di persuadervi a fare qualcosa per un tornaconto personale.-
-Non ne sarei così sicuro…- mormorò Tony e lei gli lanciò una mezza occhiataccia.
Dopo qualche minuto Steve fece un cenno a Wanda, lei guardò Loki per un po' prima di tornare a rivolgersi al capitano. -Non vedo strane idee omicide in vista. Insomma… La sua mente è alquanto complicata ma per il momento sembra innocuo.-
-Grazie, è bello sentirselo dire. Hai sentito Thor? Ho una mente alquanto complicata.-
Thor annuì. -Ha ragione-
-Va bene… Può restare, ma al primo passo falso lo cacciamo fuori a calci.- Decretò Steve con espressione seria prima di essere travolto dall'abbraccio di Thor.
-Lo sapevo! Siete i migliori amici che ci siano!- esclamò il dio biondo e in quel momento tutti si pentirono di aver votato contro il fratello in primo luogo.
-Vi ringrazio per la vostra ospitalità, prometto di non recare nessun disturbo…- Cominciò Loki per poi guardare il fratello. -Andava bene così?-
-Sì, un po' più di emozione la prossima volta.-
-Va bene…- Rispose lui, poi si girò a guardare Bruce. -Grazie Bruce, il tuo sostegno è stato molto gradito e anche quello di questa splendida giovane midgardiana.- Aggiunse voltandosi verso Amelia, la quale alzò un sopracciglio. -Non credo di aver mai avuto la piacevole occasione di presentarmi.- Fece qualche passo per arrivare davanti a lei e fece per porgerle la mano quando Tony le si parò davanti. 
-Stalle alla larga.-
-Oh... L'uomo di ferro, l'ultima volta mi avevi promesso un drink.- Disse con un sogghigno.
-Loki.- Lo avvertì il fratello.
Lui roteò gli occhi. -Quello che volevo dire era: L'ultima volta abbiamo cominciato con il piede sbagliato e vorrei rimediare.-
-Allora faresti meglio a stare alla larga da qui, che ne dici di metterti in quell'angolo per il resto della tua permanenza?- Chiese Tony indicandogli lo sgabuzzino dove mettevano i prodotti per pulire.
Amy e Peter si scambiarono uno sguardo preoccupato.
"Stai cercando di creare un'altra faida tra gli Avengers?"
"Stai zitto Peter"
"Sì, stai zitto Peter" disse una nuova voce nelle loro teste.
Entrambi si girarono di scatto verso Loki.
"Sì, posso sentirvi." disse telepaticamente senza distogliere lo sguardo da Tony.
In quel momento Morgan cominciò a piangere e Tony fu costretto ad accorrere alla carrozzina.
Loki fece un altro passo avanti e porse la mano ad Amelia. -Loki di Asgard. È un incantevole piacere conoscerti.-
Lei lo guardò un po' indecisa, le faceva impressione avere davanti colui che aveva quasi raso al suolo New York in un giorno, ma aveva appena fatto un discorso serio per farlo restare e non poteva di certo tirarsi indietro ora, sarebbe stato del tutto incoerente. -Amelia- disse semplicemente.
Si alzò e fece per stringergli la mano quando lui la prese e si abbassò per posarle un leggero bacio sulle nocche.
Amy arrossì imbarazzata per il gesto. Era la prima volta che qualcuno le baciava la mano, per di più davanti ad un pubblico.
-Ho detto di starle lontano!- esclamò Tony mentre con un braccio teneva la figlia e con l'altro il biberon.
Nell'esatto momento in cui le loro mani si sfiorarono, sentì una scossa e ora stava osservando il volto del dio colorarsi di blu.
-Perché tuo fratello si sta trasformando nel Grande Puffo?- Chiese Clint.
Loki le lasciò la mano con un certo disprezzo. -Che razza di scherzo è questo?-
-Scusa?- Amelia lo guardò con confusione.
-Non sei Midgardiana.- Loki guardò il fratello, che aveva la stessa espressione sospetta. -È un gigante di ghiaccio.-
-Non può essere.- Ribatté lui.
Amy li guardò preoccupata quando notò l'espressione seria di Thor, le uniche occasioni in cui lo aveva visto aveva sempre un sorriso sulla bocca, ma ora sembrava non essere mai stato felice in vita sua.
-Cosa state dic...- cominciò Tony, ma il momento dopo Amelia si sentì afferrare per la gola.
Non vide più niente per qualche secondo e subito dopo si ritrovò dall'altra parte della stanza mentre Loki la sbatteva con forza alla parete.
Si sentì mancare il fiato e ci mise qualche secondo per rimettere a fuoco la scena davanti a sé.
Loki la stringeva con forza per il collo mentre la sua pelle tornava a tingersi di blu, ma quello che più terrorizzò Amy, furono gli occhi che dal verde intenso quali erano diventarono completamente rossi.
-Chi ti ha mandata??-
Aprì la bocca per mandarlo a quel paese ma la presa sul collo era troppo stretta. Gli altri continuavano ad urlare varie cose contro Loki e Amelia si chiese perché nessuno la stesse aiutando, poi cercò di spostarsi leggermente per vedere oltre Loki e capì.
Il suo aggressore aveva creato un campo di forza per tenere gli altri lontani, così conficcò le unghie sul braccio di Loki pensando che era davvero stanca di doversi salvare da sola quando era circondata da un gruppo di supereroi ventiquattro ore su ventiquattro, ma respinse il pensiero e guardò dritta negli occhi del dio.
"Lasciami subito." Provò a dirgli telepaticamente, ancora incerta se riuscisse a sentirla o meno.
O se volesse sentirla, aveva l'aria di uno che la avrebbe uccisa in due secondi senza troppi complimenti.
"Lo hai voluto tu."
In quel momento capì che poteva sentirla perché per un attimo sembrò leggermente preoccupato dall'avvertimento.
La visuale di Amelia cominciò a riempirsi di puntini neri per la mancanza di ossigeno così fece fiammeggiare gli occhi per una frazione di secondo come avvertimento, ma visto che Loki non aveva intenzione di lasciarla andare presto, si decise.
Raccolse le gambe al petto e con uno slancio lo calciò, riuscendo a liberarsi per qualche secondo.
Loki le fu di nuovo addosso ma con l'aiuto dei suoi poteri lo scaraventò a terra, e prima che potesse rialzarsi lo prese per il collo per tenerlo fermo e lo guardò dritto negli occhi. 
-Prova ancora a sfiorarmi e te ne pentirai.- Disse con voce ferma mentre i suoi capelli volteggiavano in ciocche fiammeggianti attorno alla sua testa.
Lui la guardò un po' intimorito e lei sorrise soddisfatta.
-Sì! Fallo fuori!- esclamò Clint dall'altra parte della stanza facendola quasi ridere.
-Non sei un gigante di ghiaccio.- disse piano Loki e lei annuì piano, poi si alzò e gli porse la mano.
-Lo hai capito.-
Loki accettò la mano e si alzò a sua volta, guardandola con confusa ammirazione.
-E cosa sei?-
-Un essere vivente- disse alzando le spalle.
Lui si girò verso il fratello, che li guardava con apprensione. -Sapevi che sa controllare ghiaccio e fuoco?-
Thor annuì confuso su dove volesse arrivare.
-E non ti è mai venuto in mente che potrebbe…- Loki non finì la frase perché Thor si colpì la fronte con una mano.
-Come ho potuto non pensarci?? Ma...-
A quel punto Thor si girò verso Tony, che stava ancora cercando di oltrepassare il campo di forza, gli occhi fissi su Loki.
-Da dove viene la tua figlia adottiva uomo di ferro?-
Tony si girò verso di lui con aria truce. -Tuo fratello è morto.-
-Tony, va tutto bene.- Provò a dire Amelia ma lui non la ascoltò, perché continuava a cercare di oltrepassare il campo di forza, come se fosse possibile.
Loki prese in mano la situazione e rivolse un sorriso smagliante a Tony e agli altri. -Sì. Mi sono fatto prendere la mano proprio quando avevo promesso di non portare caos nella vostra bella dimora. Ma sono stato preso alla sprovvista. Quindi tra qualche secondo annullerò la barriera e amici come prima, d'accordo?-
-Sicuro.- rispose Tony in modo secco.
Appena Loki annullò la magia, Amelia non ebbe nemmeno il tempo di fermare Tony che aveva già attraversato la stanza puntando dritto alla gola del dio.
-HAI QUASI STROZZATO MIA FIGLIA!!- Nel momento esatto in cui le sue mani si chiusero attorno al suo collo, Loki sparì, facendo cadere Tony di faccia.
Amy si affrettò ad aiutarlo ad alzarsi mentre gli altri si guardavano intorno.
Steve guardò Thor con una delle sue espressioni serie. -Dov'è andato??- Quest'ultimo non fece in tempo ad aprire bocca che il rumore di una mela che veniva morsicata interruppe la loro ricerca.
Tutti si voltarono verso il tavolo in cucina, dove Loki se ne stava comodamente seduto ad assaporare una delle mele presa dal cesto della frutta.
-Non sapevo che fosse tua figlia- Disse casualmente indicando Amelia.
Amy si morse il labbro in cerca di una giusta risposta quando in realtà era un po' commossa dal fatto che Tony l'avesse apostrofata come sua figlia. Insomma, sapeva di essere come una figlia per lui ma non si aspettava di sentirlo dire a voce alta in una situazione del genere.
-Adottata?- Rispose in maniera così incerta che le uscì più come domanda che come affermazione. Comunque sia, Thor e Loki risero per quella risposta, rendendola ancor più confusa di quanto non fosse prima.
-Amelia.- bisbigliò Tony. -Non voglio diventare come Capitan Ghiacciolo. E per la miseria, da quando in qua sei così forte? Mi fai fare brutta figura.-
Solo in quel momento si accorse che stava trattenendo Tony per le braccia e che le maniche della sua giacca erano ricoperte di piccoli cristalli di ghiaccio.
-Scusa.- Gli bisbigliò di rimando senza però liberarlo, guadagnandosi così un'altra occhiataccia.
A quel punto Steve e Tony si scambiarono un'occhiata complice, poi annuirono e Steve si voltò di nuovo verso Thor. -Mi dispiace ma il periodo di prova è finito, deve andarsene.-
-Io lo avevo detto fin dall'inizio. Non preoccupatevi, lo butto fuori a calci.- Affermò Clint dirigendosi verso la cucina.
-Proprio adesso che volevamo raccontare una bella storia- Commentò Loki con aria drammatica.
-A me sembra che tu abbia già parlato abbastanza.- Decretò Nat puntandogli una pistola contro.
Amelia la guardò sorpresa ma poi notò che tutti avevano tirato fuori un'arma e si chiese dove le avessero tenute fino a quel momento.
Loki alzò le mani in segno di resa, ma il sorriso sul suo volto non aveva intenzione di scomparire presto.
-Dovreste ascoltarlo, se non volete ascoltare lui potete ascoltare me.-
Tutti si voltarono verso Thor con aria spazientita.
-Thor.- Cominciò Tony, che aveva smesso di cercare di liberarsi dalla presa di Amy. -Non so se hai capito bene, ma se non porti via le regali chiappe del tuo fratellino, qui succede una strage.-
A quel punto Thor fece qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato. Prese Loki per il colletto, lo fece distendere a terra tra grandi proteste del fratello e gli si sedette sopra.
-Ecco, contenti? Ora sedetevi.-
Gli altri non sembrarono molto soddisfatti ma presero comunque posto sui divani, tenendo sempre i sensi all'erta.
-Avete presente i nove mondi, no?- Cominciò Loki col fiato mozzato a causa del peso del fratello che gli schiacciava il petto.
-Sicuro- Risposero all'unisono Peter e Amelia, facendo alzare gli occhi al cielo a metà stanza.
-Smettetela di fare i piccoli nerd della mitologia nordica.- Mormorò Tony comodamente seduto su uno dei divani con Morgan in braccio.
-Non è mitologia!- Esclamò Thor indignato.
-Comunque sia…- Continuò Loki. -In origine erano dieci.- Dopo questa affermazione fece una pausa, sicuro di destare qualche reazione. Ma l'unica cosa che ricevette fu indifferenza dalla maggior parte del gruppo, uno sguardo incuriosito di Bruce e l'aver lasciato a bocca aperta Peter e Amy.
-Ebbene sì, oltre a Ásaheimr, Álfheimr, Svartálfaheimr, Mannheimr, Jǫtunheimr, Vanaheimr, Hel, Múspellsheimr e Niflheimr c'era un altro mondo.-
-C'era? Quindi non c'è più?- Chiese Peter.
-Non mi interrompere.-
-Scusi signor Loki.-
Il dio sorrise soddisfatto, così continuò. -Sì, non c'è più. Il fatto è che gli abitanti di Múspellsheimr, ossia i giganti di fuoco, e gli abitanti di Niflheimr, giganti di ghiaccio, erano invidiosi di questo regno perché era come una fusione dei due mondi. Fu chiamato Nispellsheimr, cosa che fece infuriare ancor di più gli altri due mondi perché accentuava il fatto che erano migliori di loro. Gli abitanti del regno però, non lo avevano fatto per far arrabbiare i loro vicini, anzi, dicono fosse un popolo molto pacifico.-
Thor annuì lentamente ascoltando le parole del fratello con lo sguardo rivolto al vuoto, come se riuscisse a vedere la storia prendere forma davanti a sé.
-Per secoli il popolo è riuscito a vivere tranquillo, perfezionando le loro abilità, che consistevano nel padroneggiare il fuoco e il ghiaccio.-
-Erano anche molto portati nella magia- Aggiunse Thor.
-La sto raccontando io la storia…- Si lamentò il fratello.
Tutta la squadra alzò gli occhi al cielo.
-Allora? Avete finito?- Domandò Clint seccato.
Loki lo guardò in cagnesco. -I giganti di fuoco e di ghiaccio stipularono un'alleanza. Attaccarono Nispellsheimr in massa, portando morte e distruzione. Cominciarono con l'incendiare i ricchi paesaggi, per poi attaccare la popolazione, cacciandoli dai loro villaggi -
Ad Amy sembrò quasi di sentire il dolore che aveva provato il popolo nel vedere il proprio mondo distrutto.
Si raddrizzò, sentendo un brivido lungo la schiena. Non capiva perché quella storia la toccasse così tanto, lasciò vagare lo sguardo in giro per qualche secondo per cercare di tranquillizzarsi ma le occhiate che continuavano a lanciarle i due fratelli non la rassicuravano per niente.
-Asgard era in ottimi rapporti con il pianeta, e nostro padre comandò a Heimdall di unire i due mondi attraverso il Bifrost ma non riuscirono a salvare tutti.- Continuò Thor. -I giganti avevano cominciato a raggiungere il ponte e l'unica cosa possibile da fare in quel momento fu distruggere il pianeta con l'energia dimensionale concentrata nel Bifrost.-
-Quella fu la fine di Nispellsheimr. Gli abitanti rimasti si dispersero in altri mondi, accettando il destino che le Norne avevano tessuto per loro.- Concluse Loki.
La storia fu seguita da qualche minuto di silenzio, ognuno assorto nei suoi pensieri.
-E perché ci avete raccontato questa storia adesso?- Domandò Tony facendo trasparire la sua confusione attraverso il tono della voce.
Thor e Loki tornarono a guardare Amelia, la quale cercò di farsi più piccola, capendo dove volevano arrivare.
Non poteva essere, non aveva alcun senso con quello che le avevano detto a proposito delle sue origini.
-Pensate che Amelia sia una di loro?- Chiese Wanda ad un tratto, facendo girare tutti verso di lei.
I due fratelli si guardarono. 
-Beh, siamo sicuri che qualche abitante di Nispellsheimr si sia trasferito sulla terra qualche secolo fa.- Affermò Thor.
-Ma non è possibile.- Sbottò Tony, guardando storto i due. -Amy è...- Si fermò, non sapendo esattamente cosa dire.
Amelia alzò gli occhi al cielo. -Grazie tante…- Mormorò.
-Oh andiamo, volevo solo dire…-
-Che non sai neanche tu cosa sono?- Guardò Tony mentre apriva e richiudeva la bocca in continuazione, cercando qualcosa di sensato da dire.
-Avete visto cosa è successo prima a Loki quando l'ha toccata.- Continuò Thor.
-E con questo? Non sarebbe dovuta diventare blu anche lei?- Domandò Sam.
Loki alzò gli occhi al cielo. -No, se fosse stata un gigante di ghiaccio normale quello avrebbe rivelato il suo vero aspetto-
-Per fortuna che non abbiamo un altro grande puffo allora- 
Il dio guardò di traverso Clint. -Le mie origini non risiedono a Niflheimr, ma a Jotunheimr.- Sibilò per poi mormorare un "Stupidi mortali".
A quel punto cominciò un battibecco tra i due.
-Pensavo avessi letto il mio fascicolo.- Continuò Amy guardando Tony mentre cercava di ignorare gli altri.
Lo aveva letto anche lei, ovviamente.
E non ci aveva capito niente.
Tony sospirò. -L'ho letto. E sembrava avere senso…-
Alzò un sopracciglio. -Sembrava?-
-Era difficile capire tutto, la maggior parte delle informazioni erano criptate.- Disse Bruce intromettendosi nel discorso. -Io e Tony lo abbiamo analizzato e le formule visibili sembravano possibili da utilizzare su un essere umano. Certo, sembrava fin troppo utopico utilizzarle su un neonato.-
-Quindi state dicendo che hanno senso nella loro impossibilità?- Chiese Amelia passandosi una mano tra i capelli, per poi ricordare che si era fatta una coda, finendo per spettinarsi.
-Mi dispiace ma... Non avrei saputo dirlo meglio…- Mormorò Bruce mentre lei si scioglieva i capelli con un gesto frettoloso.
-Allora è un alieno!- Esclamò Peter alla sua destra con tono un po' troppo entusiasmo.
-Un modo per saperlo ci sarebbe.- Disse tranquillamente Thor mentre Clint e Loki continuavano la loro discussione. -Lui può guardare nella tua mente.- Affermò indicando il fratello.
-No.- Disse subito Tony, per poi cominciare una discussione con Thor mentre Morgan cominciava a piangere per il troppo baccano.
Alla fine dovette spostarsi nell'altra stanza per calmarla e Thor posò di nuovo lo sguardo su Amelia. -Dico sul serio, può dirti tutto.-
-Ma se nemmeno io riesco a leggerle il pensiero- Commentò Wanda scettica.
Loki si prese una pausa dalla sua lite quando Natasha cominciò a dire a Clint di darci un taglio. -Ma io non sono uno stupido mortale.-
Gli occhi di Wanda lanciarono delle scintille rosse e Clint ricominciò a sbraitare contro il dio.
Amelia aveva voglia di prendere tutti a schiaffi per il chiasso, ma alla fine si decise.
Qualcuno alla sua sinistra posò la mano sulla sua prima che si alzasse.
Si girò, sorpresa di vedere Bucky. Quando era andata a sedersi non si era resa conto di averlo accanto.
-Non sei obbligata a farlo- le mormorò così piano, che quasi fece fatica a sentirlo sopra il baccano che stavano facendo gli altri.
Si tranquillizzò sentendo la mano sulla sua e gli sorrise leggermente. -Lo so.- Mormorò a sua volta, alzandosi comunque poco dopo.
Si inginocchiò davanti a Thor e Loki, che erano ancora nella scomoda posizione assunta prima di raccontare la storia.
Gli altri ora avevano smesso di battibeccare e guardavano la scena davanti a loro in silenzio.
Loki le posò la mano sulla fronte e lei chiuse gli occhi.
Quando li riaprì si aspettava di rivedere gli altri, ed era pronta a dire "Non funziona neanche con te", ma vide davanti a sé una scena diversa.
 
Nella piccola stanza grigia entrò un uomo dall'aria scialba ma con un sorriso così felice che rassicurò subito Amelia.
-Un amico mi ha trovato un lavoro, posso cominciare tra qualche giorno.-
Amelia si girò per vedere a chi si stesse rivolgendo.
Alle sue spalle c'era una donna dai lunghi capelli di un dolce castano e dagli occhi color miele. La pelle pallida aveva uno strano aspetto alla luce del fuoco che screpitava nel camino. Riluceva, quasi fosse fatta di tanti piccoli cristalli di ghiaccio.
Amy si ritrovò  a fare un passo verso di lei.
Teneva tra le braccia un neonato che sembrava più grande di Morgan di almeno due e o tre mesi.
Sorrise e si alzò in piedi -Davvero? Allora bisogna festeggiare, vado a preparare qualcosa- Disse baciando l'uomo per poi passargli il bambino.
Quella voce sembrava familiare alla ragazza, ma non ricordava a chi potesse appartenere.
-Ti amo- Le disse velocemente.
-Ti amo anch'io.- Rispose la donna con un sorriso smagliante per poi scomparire nell'altra stanza.
Appena girò le spalle, il sorriso dell'uomo scomparì per lasciare spazio ad un'espressione disgustata. Mise il bambino nella culla con un po' troppa brutalità per poi andare alla finestra ad accendersi una sigaretta.
-Hey!- Protestò Amy avvicinandosi al bambino per controllare che stesse bene.
-Oggi ho portato Amelia a fare una passeggiata sotto la neve, avresti dovuto vederla. Era entusiasta, sono sicura che il suo elemento principale sarà il ghiaccio.- Disse la donna appoggiandosi allo stipite della porta mentre mescolava qualcosa in una terrina che teneva tra le braccia.
Amy rimase immobile sentendo quelle parole e spostò lo sguardo dalla donna alla bambina.
L'uomo sorrise. -E diventerà meravigliosa proprio come sua madre.-
Lei tornò in quella che Amy immaginò fosse la cucina con un sorriso ancor più ampio.
L'uomo si appoggiò alla culla con la sigaretta in bocca. -Un mostro come sua madre.- Mormorò guardando la neonata.
La bambina fece una smorfia, mentre Amelia non riusciva a muoversi.
 
La scena cambiò.
Ora stavano attraversando un prato imbiancato di neve per raggiungere una struttura che ad Amy sembrava familiare.
Prima che arrivassero all'entrata una delle guardie si avvicinò alla coppia con un ombrello in mano. -Vi stavamo aspettando- Disse sorridente. -Il signor Brandt ci ha parlato così tanto della sua famiglia che non vedevamo l'ora di conoscervi.-
La donna sorrise. -Davvero?-
-Ma certo- Disse il suddetto che in quel momento le cingeva le spalle. -Ho una futura moglie stupenda e una figlia adorabile, non dovrei forse vantarmene con tutti?-
-Questa dev'essere la piccola Amelia- Continuò la guardia studiando la bambina che la madre teneva avvolta in una coperta azzurra pastello, poi guardò il padre. Quando gli fece un cenno lui tornò a sorridere, e persino Amelia ci sarebbe cascata se non avesse notato il piccola stemma con teschio e tentacoli appuntato sulla giacca. -Entriamo, non vogliamo mica che prenda freddo.-
La coppia lo seguì dentro, furono scortati in un ufficio e poco dopo, un uomo fece la sua entrata. Amelia arretrò vedendolo.
Aveva una ventina di anni in meno ma aveva sempre lo stesso sorriso ambiguo che gli aveva visto quasi un anno prima.
E capì anche di essere già stata in quel posto, lì aveva visto morire i suoi genitori.
-Signori Brandt!- Esclamò andando a sedersi alla sua scrivania. -È per noi un piacere e una tradizione dare il benvenuto ai nostri nuovi collaboratori e alle loro famiglie.-
-È un grande piacere per noi dottor Plokhey.- Disse quello che doveva essere suo padre con tono annoiato, quasi stesse seguendo un copione che non aveva voglia di recitare.
La donna gli rivolse un'occhiata confusa ed Amy sperò che avesse capito, che se ne andasse da quel posto prima che succedesse qualcosa.
Ma tornò a sorridere quando Plokhey le offrì una tazza di tè fumante. -Posso tenere in braccio la bambina mentre lei si scalda?-
La donna sembrava sul punto di negarglielo quando Brandt le posò una mano sul braccio . -Avanti cara.- Rivolse un falso sorriso divertito a Plokhey. -La scusi, è così gelosa della bambina… Non la lascia nemmeno a me a volte-
-Non è vero- Mormorò lei.
Plokhey sforzò un sorriso. -Non preoccupatevi, è solo che qui adoriamo i bambini. Lo sapete che abbiamo un asilo all'interno dell'edificio? È gratuito per tutte la famiglie dei collaboratori.-
-È ancora piccola per pensare all'asilo- Disse la madre di Amy.
-Certo, sì- Plokhey si esibì in una mezza risata. -Però che ne dite se ve lo mostro dopo quando facciamo il giro dell'edificio? Intanto servitevi pure.- Disse tornando a sedersi.
L'attimo dopo qualcuno bussò alla porta e un uomo dai capelli rossicci entrò  per portare un fascicolo a Plokhey.
Amy ebbe un tuffo al cuore. -Papà...-
-Grazie Adam.-
Suo padre rivolse un'occhiata a Brandt, poi alla donna e alla bambina. Dal suo sguardo sembrava voler avvertirla di qualcosa ma Plokhey gli fece segno di uscire.
Amelia cercò di seguire la versione giovane di suo padre ma non riusciva ad uscire dalla stanza. -Papà!!!- Cominciò a dare calci alla porta, ma era inutile.
Era uno spirito intrappolata nei ricordi che mai avrebbe creduto di avere.
Si girò quando sua madre cominciò a tossire. Fece cadere a  terra la tazza di tè, mandandola in frantumi.
-Cosa c'era lì dentro?- Domandò a fatica tra i colpi di tosse.
-Cosa vuole dire?- Chiese Plokhey con tono troppo calmo mentre Brandt cercava di prendere la bambina che aveva cominciato a piangere.
-Dammi la piccola, bevi un po' d'acqua.- Disse Brandt strappandole dalle braccia Amelia.
Lei fece per protestare, ma la tosse era sempre più violenta. Si portò una mano alla gola, come se  potesse fermarla. Poi cercò di alzarsi, appoggiando le mani ai braccioli della sedia.
L'attimo dopo erano completamente congelati.
Amy le andò a fianco mentre lei alzava lo sguardo su Plokhey che la guardava con un sorriso compiaciuto, poi spostò lo sguardo sull'uomo che amava.
Nessuno dei due aveva alzato un dito, rimanevano lì impassibili, a guardarla mentre il suo viso diventava rosso per la mancanza d'aria.
Alla fine cadde a terra mentre Amy pregava i due di aiutarla, con le lacrime agli occhi.
Sua madre rivolse un ultimo sguardo alla neonata e poi guardò al suo fianco, dove era inginocchiata Amelia.
La guardò dritta negli occhi e fece un piccolo sorriso prima di chiudere gli occhi. O almeno fu quello che Amelia credette di vedere.
Qualche minuto dopo Brandt distolse lo sguardo dalla donna. -Non potevate fare qualcosa di più veloce?- Domandò facendo infuriare ancora di più Amelia.
Plokhey si alzò e prese in braccio la bambina dalle braccia del padre.
Non aveva smesso di piangere per un secondo, e tra le braccia del dottore sembrò agitarsi ancora di più.
-I miei soldi?- Domandò Brandt.
Senza spostare lo sguardo dalla piccola, Plokhey gli passò una busta.
Brandt lanciò un'ultima occhiata alla donna stesa sul pavimento ed uscì.
Qualche secondo dopo si sentì uno sparo nel corridoio. La guardia che li aveva scortati dentro, entrò nella stanza e porse di nuovo la busta a Plokhey.
 
La scena cambiò di nuovo.
Amy si ritrovò a guardare se stessa da piccola.
Stava dormendo in una culla. Più che una culla sembrava una piccola gabbia di ferro, la stanza era grigia e piuttosto buia.
La porta si aprì piano e poi si richiuse.
Poi si aprì di nuovo.
Dalla fessura entrava una debole luce opaca che riusciva a illuminare leggermente la stanza ed Amy si accorse che la piccola sé aveva le guance bagnate e gli occhi rossi.
-Selina.- Avvertì una voce dall'esterno, facendo battere il cuore di Amy.
Sapeva esattamente chi stava per entrare, anche se aveva sentito chiamare sua madre con quel nome solo una volta.
L'attimo dopo una giovane donna entrò nella stanza, i capelli biondi legati e lo stemma dell'Hydra nascosto da una sciarpa, quasi fosse voluto.
Quasi sua madre stesse già rinnegando quell'organizzazione.
Entrò a passi decisi nella stanza e si fermò accanto alla culla. La piccola Amy la guardò speranzosa, come se la riconoscesse.
-Ciao Amy.- Disse dolcemente prendendo la bimba in braccio. In un attimo le asciugò le lacrime e cominciò a cullarla.
-Selina. Sai che non possiamo stare qui. E sai che non si può toccare l'esperimento.-
Ad Amy si spezzò il cuore sentendosi chiamare "l'esperimento" dall'uomo che l'aveva cresciuta.
-Chiamala così un'altra volta e ti prendo a calci.-
Suo padre sospirò e chiuse la porta. -Lo faccio solo per non affezionarmi.- Mormorò posandole un bacio sulla fronte. -Ormai abbiamo già tutto pronto, potremmo partire da un giorno all'altro.-
-Non possiamo lasciarla qui.-
-Ci stiamo lavorando da un anno, non possiamo mandare tutto a monte.-
Lei annuì leggermente. -Hai ragione.-
Rimasero in silenzio per qualche secondo mentre Amelia tratteneva il fiato.
Alla fine sua madre mise la piccola tra le braccia del padre. -Però devi spiegarglielo tu. Spiegale perché ce ne andremo e perché la lasceremo qui, dove continueranno a iniettarle strane cose fino a diventare l'ennesima pedina di questi idioti.-
Amelia lo osservò mentre la teneva tra le braccia e si chiese cosa stesse pensando, se avesse cambiato idea solo perché sua madre glielo aveva imposto o se lo volesse fin dall'inizio.
-Se la prendiamo dovremo dire addio a tutti i tuoi piani per mandare in crisi l'organizzazione.-
-Lo so, è una pessima idea.- Mormorò sua madre accarezzando la guancia della piccola.
Suo padre continuava a guardare l'esserino che teneva tra le braccia. -Non possiamo lasciarla qui.- Disse sottovoce.
-No, non possiamo.-
Amy si ritrovò a sorridere tra le lacrime mentre la scena svaniva piano piano.
 
I suoi genitori stavano correndo al buio, diretti alla porta in fondo al corridoio mentre nell'intero edificio risuonava una sirena d'allarme.
Stavano per raggiungerla ma una figura la bloccò. Loro si fermarono di colpo mentre l'uomo puntava le pistole contro le loro teste.
-James.- Disse sua madre facendo spalancare gli occhi ad Amelia.
L'uomo fece qualche passo avanti e lei lo riconobbe quando la luce del corridoio lo illuminò.
-Bucky…- Mormorò piano Amelia. Era lui, ma con lo sguardo vuoto, senza luce.
-James.- Ripeté sua madre. -Vieni con noi.- Gli disse piano.
Lui si avvicinò, senza cambiare espressione.
-Possiamo riportarti a casa. Da Steve.- Tentò suo padre mentre cercava di coprire le orecchie della piccola Amy.
Sentendo quel nome ci fu uno sbrilluccichio negli occhi di Bucky e Amy provò pena per lui sapendo che Steve in quegli anni era ancora disperso da qualche parte, in mezzo al ghiaccio. Gli stavano facendo una promessa impossibile, erano disperati.
-Non dovrai più fare quello che ti dicono loro.- Disse sua madre dolcemente dopo aver lanciato un'occhiataccia all'uomo accanto a sé.
Bucky abbassò piano le pistole e i suoi genitori sembrarono tranquillizzarsi, poi tutti e tre sobbalzarono quando sentirono diversi passi che scendevano le scale.
Si nascosero nel sottoscala, lanciando degli sguardi speranzosi verso Bucky.
Quando arrivarono le guardie, si irrigidì. -Qui è libero, non è passato nessuno. Plokhey ha detto di controllare l'uscita a est.- Disse con tono freddo.
Le guardie annuirono, quasi intimorite e tornarono di sopra.
L'attimo dopo i tre si precipitarono fuori dalla porta.
Stavano correndo attraverso il bosco. Lo stesso bosco dove Amy era scappata dopo aver quasi ucciso Plokhey. Lo stesso bosco dove Tony l'aveva presa tra le braccia per portarla via, mentre continuava a piangere.
Una parte di lei si vergognò ricordando quella scena, mentre un'altra parte pensò che non aveva scelto di scappare in quel bosco per puro caso, visto che vent'anni prima lo avevano scelto anche i suoi genitori.
Dietro di loro c'erano delle luci, per quanto veloci corressero li avevano scoperti.
Bucky si fermò quando raggiunsero la strada.
-Andiamo James!- Gli urlò sua madre.
Lui scosse la testa. -Non riusciremo a seminarli.- Disse semplicemente girandosi di nuovo verso il bosco.
-No, James! Aspetta!-
-Non tornate indietro.- Disse loro, per poi correre verso il bosco.
-James!!!- urlò lei mentre suo padre la portava via.
Amelia cercò di seguire Bucky, urlando il suo nome, ma la scena cambiò ancora una volta.
 
Ora le scene scorrevano davanti a lei più velocemente.
Lei e i suoi genitori in diversi posti, riconobbe alcuni dei loro vecchi appartamenti e si ricordò di quante volte avevano dovuto spiegarle i motivi per cui dovevano cambiare casa.
La scena si concentrò su un giardino innevato. La versione piccola di Amelia era sotto ad un grande pino ricoperto di neve, intenta a scavare per terra con un bastoncino di legno. Doveva avere quattro o cinque anni.
All'improvviso un ramo sopra la sua testa cedette al peso della neve e la bambina alzò lo sguardo. Cercò di proteggersi e appena alzò le braccia il ramo si congelò, trasformandosi in neve, ma invece di cadere tutta in un colpo andò ad adagiarsi attorno a lei piano piano, come una magia.
Rimase a guardare sopra di sé con un'espressione sbalordita.
-È ora di cena, andiamo scricciolo!- Chiamò suo padre avvicinandosi alla bambina. La prese in braccio mentre lei non staccava gli occhi dai rami. -Vuoi dormire qui fuori?- Le aggiustò il berretto di lana sulla testa.
-Papà...- Cominciò lei mentre era sulle sue spalle. -Il Grinch mi ha salvato la vita!- Esclamò con espressione solenne.
Amy ridacchiò guardandoli andare via.
 
Il rapimento, la caverna, Tony.
La scuola, Ilenia.
I suoi genitori.
Lei e Tony a Disneyland.
Lei che pattinava.
Lei e Ilenia in piscina.
Suo padre che preparava la cena.
Ilenia e Eddy.
Sua madre che lavorava al computer.
Tony, l'aeroporto.
Lei e Bucky che parlavano.
Il negozio di animali.
Lei e Ilenia che ridevano fuori dal cinema.
Peter e Ned.
Il bar, la bici, il furgone.
Plokhey.
Tony e Peter.
Bucky che le sorride.
Lei che sta per girarsi per vedere cosa fosse quello sparo... 
 
 
-Basta.- Disse con tono fermo. L'attimo dopo era di nuovo davanti a Loki, ormai libero dalla posizione alla quale lo aveva costretto il fratello.
Amy si asciugò le guance rigate dalle lacrime e si alzò in piedi.
Il silenzio che regnava ora nella stanza la innervosiva, quindi fu grata quando Clint se ne uscì con: -Visto cosa hai fatto? Rovini tutto.- Facendo innervosire Loki ancora una volta.
Il dio questa volta si alzò per dirigersi a grandi passi verso di lui, Thor lo bloccò mentre Sam bloccava Barton, ma nessuno tappò loro la bocca.
Forse per dare a tempo ad Amy di ricomporsi o perché loro stessi erano imbarazzati dal silenzio che si era creato.
Peter le lanciò un'occhiata curiosa e preoccupata ma lei scosse la testa, era un segno semplice e chiaro. 
Non avrebbe parlato adesso, o sarebbe scoppiata a piangere.
Non ascoltò nemmeno quello che stava dicendo Tony, aveva la testa piena di pensieri. Quando sentì il cellulare vibrare, lo sfilò dalla tasca in fretta, lieta di avere una distrazione.
 
Avevo detto alle cinque in punto. Sono qui sotto.  17:02
 
-Devo andare.- Disse in fretta uscendo dalla stanza quasi correndo, ignorò l'ascensore e si precipitò giù per le scale.
Appena aprì la porta il freddo di inizio febbraio le entrò nelle ossa, quindi si strinse nel suo misero cardigan di cotone, maledicendosi per non aver preso una giacca.
-Sali in macchina.- Disse in fretta all'uomo che la stava aspettando mentre, senza aspettare una risposta, si affrettava a salire nel veicolo al lato del guidatore.
Fury la guardò esterrefatto.
Lei gli fece segno di muoversi, così lui si ritrovò ad obbedirle.
Mentre stava per mettere in marcia Tony bussò al finestrino in modo insistente.
Amelia fece roteare gli occhi ma abbassò comunque il finestrino.
-Cosa stai facendo?- Le domandò dolcemente.
-Fury ha bisogno di una mano. Poi torno, tranquillo.-
Tony si abbassò per guardare meglio Fury. -Non è un'agente dello S.H.I.E.L.D., fa parte degli Avengers. Ci autogestiamo.-
Fury si lasciò scappare una risata. -Vi autogestite, davvero? Comunque non è qualcosa di pericoloso, torniamo presto.-
I due uomini si guardarono per qualche secondo mentre Amelia stringeva forte le mani sul volante.
-Allora vi accompagno, vado a prendere mia figlia. La riportiamo a casa e facciamo questa cosa.- Propose Tony con tono calmo.
Fury fece per controbattere ma Amelia lo anticipò. -Va bene, vai a prendere Morgan.-
Lui la guardò per qualche secondo, poi corse dentro per paura che la ragazza cambiasse idea.
Nel momento in cui Tony si chiuse la porta alle spalle lei mise in moto e girò la macchina così velocemente da far stridere le gomme e fare imprecare l'uomo accanto a lei.
Spinse l'acceleratore quando superarono la cabina dei controlli all'entrata del quartier generale e solo allora Fury ebbe l'accortezza di allacciarsi la cintura di sicurezza.
-Posso avere delle spiegazioni o continuerai a comportarti come sua maestà imperiale?-
Amelia sospirò mentre teneva gli occhi fissi sulla strada. -Dove tenete i detenuti?-
-Dovrebbe essere un'informazione riservata-
-Devo parlare con Plokhey.- Mormorò piano, prendendo un'altra curva velocemente.
Fury rimase in silenzio per qualche minuto mentre lei continuava a guidare, la luce dei lampioni illuminava la strada mentre una leggera nebbiolina si addensava ai suoi lati.
-È a un'ora e mezza da qui.-
-Va bene. Metti la destinazione nel gps.-
Si girò verso di lui per una frazione di secondo non sentendo risposta. Lui la stava guardando con un sopracciglio alzato e lei si morse la lingua.
-Per favore.- Aggiunse cercando di ignorare il cellulare che continuava a vibrare nella tasca dei jeans.
Fury impostò il navigatore. -Mentre guidi puoi almeno ascoltarmi mentre ti spiego il motivo per cui volevo parlarti?-
Lei annuì distrattamente, concentrandosi sull'uscita da prendere alla rotonda. Lui cominciò a parlare di una missione che doveva riguardare alcuni agenti dello S.H.I.E.L.D., ma la sua testa era altrove.
Continuava a rivedere davanti a sé le stesse scene a cui aveva assistito poco prima.
Ripensò a quelli che dovevano essere i suoi veri genitori, e a come la donna si fidasse dell'uomo che amava.
Brandt. Era quello il suo vero cognome?
-Siamo d'accordo?- Chiese Fury distogliendola dai suoi pensieri.
-Mh? Sì, va bene.-
Il resto del tragitto lo passarono in religioso silenzio, interrotto solo dalla voce del navigatore. Amelia di tanto in tanto lanciava qualche occhiata furtiva a Fury, aveva la testa appoggiata al finestrino e l'unico occhio visibile chiuso, ma era sicura che non stesse dormendo.
L'ora e mezza prevista si trasformò in un'ora scarsa grazie alla sua guida spericolata ma controllata e alle strade isolate che aveva dovuto prendere per raggiungere la struttura.
Quando si accostò all'entrata le puntarono una pistola contro il finestrino, ma Fury era già pronto con il suo cartellino, assicurando loro un'entrata veloce senza troppi controlli.
Amelia rimase sempre dietro di lui mentre parlava con degli agenti e alla fine la scortarono in una piccola stanza, dove la lasciarono sola.
Prese posto su una delle due sedie disponibili all'estremità del tavolo e le sembrò di dover essere interrogata dal detective Lassiter della serie tv Psych. Ma ora era lei a dover fare le domande.
Continuò a tormentare le maniche del cardigan e a fissare il tavolo finché la porta non si aprì.
La prima guardia le rivolse uno sguardo sorpreso e Amelia cominciò a pensare di essere perseguitata, ma quando Plokhey entrò nella stanza si dimenticò presto di Johnny.
Il dottore le rivolse un sorriso sicuro, soddisfatto di vederla lì.
Fury le lanciò un'occhiata d'intesa che poteva dire sia "Stai attenta" che "Non ucciderlo".
Quando rimasero soli lei tornò a guardare l'uomo, che ora era seduto dall'altra parte del tavolo.
-Sapevo che saresti venuta, ti aspettavo.-
Amelia osservò come i suoi capelli sembravano più radi e le sue guance più scavate. Continuava a fissarla attraverso i piccoli occhiali squadrati e rimanendo senza una riposta, continuò. -L'ultima volta che ci siamo visti mi hai lasciato un segno non molto carino, ma con delle scuse sincere posso perdonarti- Disse abbassandosi il colletto della camicia per rivelare delle cicatrici rosse e nerastre che gli arrivavano fino a sotto il mento.
Amy spostò lo sguardo, disgustata da quello che avevano fatto le sue stesse mani, poi prese un bel respiro e si raddrizzò.
-Quando ha detto che mi avete creato in laboratorio…- Cominciò con una vocina che non le apparteneva, come le aveva insegnato Natasha. Osservò come il sorriso dell'uomo diveniva sempre più compiaciuto vedendola in quello stato. -Cosa intendeva esattamente?-
Plokhey si aggiustò gli occhiali sul naso. -Pensavo che i tuoi super amici avessero trovato tutte le risposte-
-Loro...- Disse fingendo di asciugarsi una lacrima. -Non hanno voluto approfondire, sono solo un altro membro della squadra con una storia complicata…-
-Se tu mi avessi ascoltato non saremmo arrivati a questo punto.- Affermò, ma vedendola coprirsi il viso con le mani tornò a sorridere. -Ci sono stati dei passaggi molto complicati nella tua creazione, cose che non posso rivelare qui.- Disse facendo un cenno alle telecamere posizionate in ogni angolo della stanza.
-La prego…- implorò lei mentre delle vere lacrime le rigavano le guance. Dopo tutto quello che era riuscita a vedere grazie a Loki non era molto difficile fingere di piangere in quel momento.
Lui intrecciò le dita delle mani per posarle sul tavolo. -Non capiresti comunque, solo scienziati del mio livello possono.-
Amelia annuì piano, tenendo lo sguardo fisso sulle proprie scarpe. -I miei genitori hanno assistito alla mia creazione?-
-No.- Disse subito in modo secco. -Quelli che tu chiami genitori erano solo degli agenti alle prime armi che ti hanno portata via per puro egoismo. Probabilmente volevano usarti ma non vedendoti usare i tuoi poteri nei primi anni di vita ti hanno tenuta solo per pietà-
Lei strinse forte le mani in un pugno, nascondendo la sua irritazione e una punta di sollievo nel sapere che i suoi non sapevano niente della sua vera origine.
-Quindi loro pensavano davvero che i test su di me non avessero funzionato?-
-Esattamente, loro sono sem…- Ricominciò per essere subito interrotto dalla ragazza.
-A volte ho dei sogni... Nella base c'era qualcuno di nome Brandt?- Chiese sempre col solito tono patetico.
Plokhey esitò per qualche istante. -Sì, un mio collega. Ma oramai è morto.-
-Che strano…- Commentò lei incrociando il suo sguardo. -E quanti soldi gli avevate promesso?- Chiese tornando alla sua voce normale, incrociando le braccia al petto.
L'uomo la guardò sorpreso, poi si lasciò scappare una risata sprezzante. -Mi avevi proprio incantato Amelia, peccato che quei due ti abbiano portata via, saresti stata perfetta.-
-Risponda alla domanda.-
-Tuo padre ti voleva morta Amelia, dovresti essermi grata. Era un mostro.-
-Perché uccidere la mia madre biologica e i miei genitori non è opera di un mostro?- Chiese mentre la rabbia continuava a crescere dentro di lei.
Plokhey diede un pugno al tavolo facendola sobbalzare. -Ho dovuto farlo. Tua madre ti amava troppo. L'ho notato da come ti teneva la prima volta in cui vi ho viste, aveva un'estrema cura per te. Non mi avrebbe mai nemmeno permesso di sfiorarti.-
Amelia si ritrovò a ridere, una risata vuota, che non le apparteneva. -Wow.- Commentò. -Che cosa orribile per una madre, proteggere la propria figlia di soli due mesi da un'organizzazione criminale.-
-Avresti imparato come amare e rispettare quella organizzazione.-
-Si ricorda almeno il suo nome?- Domandò ignorando le sue parole.
Il suo occhio destro tremò, di certo non era il tipo di persona che perdonava facilmente chi lo interrompeva.
-Heithr.- Rispose con tono duro.
-Heithr…- Ripeté lei in un sussurro, soffermandosi su ogni lettera. Per donare a quel nome a lei finora sconosciuto ma di un'importanza abissale, un'aria solenne. -Come ci avete trovate?-
Plokhey sembrò felice di poter dare una risposta a quella domanda, o almeno fu quello che Amy pensò vedendo spuntare di nuovo il suo sorriso.
-Tuo padre era un assiduo frequentatore di locali, una sera si era ubriacato con un uomo incontrato in un bar. Fortuna volle che quell'uomo fosse uno dei miei agenti più fidati. Raccontò tutto. Dei poteri di tua madre, della sua piccola figlia-mostro e di come era pronto ad abbandonarvi da un giorno all'altro, lasciandovi nella miseria. Come ben sai gli furono offerti dei soldi e lui li accettò senza troppi pensieri. Come ti ho detto, un mostro.-
-Tra mostri ci si riconosce subito.- Commentò lei guadagnandosi un'occhiata truce.
-Sei così giovane, non sai ancora riconoscere chi sono i veri mostri.- Le disse.
Amelia si alzò facendo lampeggiare gli occhi con due piccole fiamme. Plokhey indietreggiò con la sedia mentre lei tratteneva un sorriso.
-Eppure l'ho riconosciuto dal primo momento in cui l'ho vista dottore.- Disse andando verso la porta.
-Un giorno ti pent..-
Amelia si chiuse la porta alle spalle prima che potesse finire, sicura di avergli procurato una crisi di nervi per tutte le frasi interrotte a metà durante la conversazione.
Ritornò al front office con la testa che le martellava. Non aveva mai ricevuto così tante informazioni in poche ore, non di quella importanza comunque.
Si guardò in giro, in cerca di Fury ma non lo vide da nessuna parte.
-Aveva una cosa da fare, con lui è sempre così.- Disse una voce familiare alle sue spalle. 
Lei si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo e gli rivolse un piccolo cenno.
-Posso riportarti io se vuoi, tra poco stacco.- Il suo sorriso era così sincero che Amelia quasi si sentì in colpa a rifiutare, ma per fortuna non dovette farlo.
-Niente paura giovanotto, è in buone mani.- Tony fece una delle sue entrate a sorpresa, facendo parlottare le guardie che si trovavano al front office.
-Sicuro signor Stark, ciao Amelia.- Johnny le rivolse un altro sorriso prima di allontanarsi.
Amelia si preparò ad una ramanzina, ma Tony le cinse le spalle con un braccio. -Andiamo?- Chiese in un sussurro.
Annuì e uscirono in fretta da quel posto. Quando l'aria fredda di quella serata la colpì, Tony le infilò la giacca che le aveva portato e poi tirò fuori dalla tasca un berretto per infilarglielo in testa.
Quel gesto le ricordò come suo padre le aveva aggiustato il berretto molti anni prima e non riuscì a trattenere un singhiozzo. Uno vero stavolta.
Tony la strinse di più a sé e la accompagnò alla macchina.
-Scusa- gli disse mentre cercava di trattenere altre lacrime.
-Per essertene andata dopo avermi promesso di aspettare? Non perdonata. Ma ne parleremo un'altra volta- Le disse dandole un buffetto sul naso mentre teneva gli occhi fissi sulla strada. -Avrei dovuto scoprirlo prima Amy, non mi sarei dovuto accontentare di quei fascicoli trovati alla base.-
-Non è colpa tua- Mormorò vedendo i sensi di colpa negli occhi color cioccolato.
Prese un bel respiro mentre ricacciava indietro lacrime e singhiozzi per cercare di imitare la sua voce. -Niente paura giovanotto, è in buone mani. Se non ti avessi visto entrare avrei giurato che fosse Steve.- Disse con una mezza risata.
Subito dopo Tony si unì a lei. -Mi ha condizionato più di quanto credessi, perdindirindina.- Commentò facendo ridere ancora di più Amelia.
 
 
Le aveva proposto almeno una trentina di volte di passare la notte da lui e Pepper ma lei non accettò.
Gli stava portando troppi guai in quel periodo, quando lui avrebbe dovuto preoccuparsi solo di Morgan e Pepper.
Camminò piano lungo il corridoio che portava alla sua stanza per paura di svegliare qualcuno.
Appena abbassò la maniglia della sua porta, un'altra porta nel corridoio si aprì, facendole trattenere il respiro.
Bucky uscì dalla stanza accanto alla sua, con il gatto in braccio. Lei sorrise ed entrò nella stanza.
L'attimo dopo sentì la porta chiudersi.
-Dovresti smetterla di lasciare qui il gatto senza dirgli dove vai. Si preoccupa da morire.- Le sussurrò posando il micio a terra.
Freddie strofinò la testa sulla sua gamba per poi andare a raggomitolarsi sul suo cuscino.
-Sembra preoccupatissimo infatti- Mormorò con aria divertita.
Bucky si contorse le mani in modo nervoso. -Eravamo tutti preoccupati, Loki ci ha raccontato tutto…-
Amelia abbassò lo sguardo. -Ti ha detto anche che ho visto come hai aiutato i miei?- Domandò piano mentre gli occhi ricominciavano a riempirsi di lacrime ripensando a quella scena.
-Sì.-
L'attimo dopo Amelia lo strinse forte in un abbraccio, non capì se lo stesse facendo per ringraziarlo, per nascondere le lacrime o semplicemente perché aveva bisogno di conforto.
Lui ricambiò subito l'abbraccio questa volta, senza pensarci due volte. L'unica cosa a cui Amy riuscì a pensare fu che doveva fare proprio pena in quel momento, per questo si sforzò di staccarsi subito dopo.
-Scusa. È stato un giorno un po' strano.-
-Solo un po'?- Chiese lui alzando un sopracciglio.
Quell'espressione era così strana sul suo viso che Amy si ritrovò a ridacchiare, chiedendosi quali altre espressioni buffe le stesse nascondendo.
Lui sorrise a sua volta e fece per girarsi quando gli tornò in mente qualcosa. -L'altro giorno stavo parlando con Clint in cucina e Stark per salutarci ci ha detto "Legolas, Aragorn." e poi ha chiesto qualcosa a proposito di qualcuno vestito di grigio. Cosa voleva dire?-
Amelia rise di gusto e gli fece cenno di sedersi mentre prendeva il telecomando. -Se te lo spiego posso farti le treccine come quelle di Gimli?-
Bucky prese posto accanto a lei sul letto con estrema cautela, indeciso se rimanere lì o andarsene a gambe levate. -Non promette per niente bene…- Mormorò mentre la scritta "Il signore degli anelli" compariva sullo schermo della televisione.
 
 









 
 
 
 
_Angolo autrice
Questo capitolo è stato un parto e non capisco se mi è uscito qualcosa di interessante oppure una schifezza colossale.
Questo sta a voi giudicarlo.
Potevo fare qualcosa di semplice e divertente ma no, ho aggiunto un nuovo mondo alla cosmologia della mitologia norrena.
Spero vivamente che quello che ho scritto abbia senso e che non risulti troppo forzato o campato in aria.
Ho inserito quella piccola passeggiata nei ricordi (o cascata di lacrime nei ricordi?) per chiarire meglio le origini di Amy, perché avrei dovuto inserirle da qualche parte prima o poi. E ovviamente il momento perfetto lo porta Loki.
Molti di voi si aspettavano di vedere lui, quindi assegno 20 punti alle casate di Hogwarts a cui appartenete.
*Come avrete capito ho fatto finta che "le avventure" di Thor, Bruce e Loki nello spazio finissero bene.
Se avete voglia ditemi qui sotto cosa ne pensate.
Grazie a tutti quelli che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate, ai lettori invisibili (vi vedo comunque e vi ringrazio) e a chi mi lascia qualche commentino di tanto in tanto.
Ora mi sbrigo a pubblicare perché se non vado a dormire mi metto a modificare la mitologia nordica ancora una volta, e di certo non è il caso.
Alla prossima!:3

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Capitolo 17
*** diciassettesimo capitolo ***


Il mattino seguente Amelia si svegliò tranquilla, come se il giorno prima non avesse scoperto niente di sconcertante sul suo passato.
L'unica cosa a cui stava pensando era: -Dove siamo arrivati con il signore degli anelli?- Domandò a nessuno in particolare mentre la sveglia continuava a suonare.
-Quasi alla metà de Le due torri.- Rispose subito Jarvis.
Amelia si alzò portandosi dietro la trapunta e la sveglia si spense all'istante.
-Mi sono addormentata?- Chiese per poi sbadigliare sonoramente mentre guardava lo schermo del cellulare.
Le 06:00 del mattino.
Lasciò la trapunta al gatto e andò al bagno.
-Sì, signorina. Il signor Barnes ha spento la tv ed è andato via.-
Lei si fermò mentre metteva il dentifricio sullo spazzolino e si fissò allo specchio quando le venne in mente qualcosa.
-Non mi sono addormentata su di lui, vero?- Chiese piano, anche se ricordava di essersi appoggiata su qualcosa alla sua sinistra a un certo punto.
-Si è addormentata con la testa sulla spalla del signor Barnes.- Disse Jarvis con voce gentile.
Amelia si nascose il viso con una mano mentre cominciava a lavarsi i denti, troppo imbarazzata persino per guardare il proprio riflesso.
Era la seconda volta che accadeva.
La prima era all'ospedale, e ora qui. Mentre erano comodamente sdraiati sul letto, con le schiene contro i cuscini e le gambe stese sopra le coperte.
Si colpì la fronte con un po' troppa forza. Non poteva andare a finire sempre così.
Si vestì e andò in cucina, dove trovò Steve.
La guardò con aria preoccupata, ma lei gli sorrise. -Non guardarmi così Steve, ti prego-
Lui alzò le mani con un sorriso pentito. -Fury mi ha mandato un messaggio, ha detto che hai talento nel raccontare frottole e che deve parlarmi. Mi hai messo nei guai?-
Amelia alzò gli occhi al cielo con un sorriso divertito e lui ridacchiò.
-Hai riposato bene almeno?-
Lei fece per rispondere mentre prendeva del succo dal frigorifero ma qualcuno la anticipò.
-Eccome se si è riposata, si sentiva russare fino in fondo al corridoio.-
Amy guardò Bucky sconvolta. -Io non russo!- Esclamò diventando completamente rossa.
Steve rise e tornò a guardare il giornale, uno dei piccoli gesti che ricordavano ad Amelia di avere davanti un uomo di un altro secolo.
Bucky le passò di fianco per prendere una tazza di caffè.
-Russo?- Gli domandò in un sussurro mentre anche Sam e Wanda entravano in cucina, discutendo su chi dovesse cucinare quella sera.
Lui sorrise e scosse la testa. -Ti stavo prendendo in giro.- Amelia fece per tirare un sospiro di sollievo quando lui continuò. -Qualche volta però fai qualche smorfia divertente mentre dormi.-
Gli diede un piccolo schiaffo sul braccio, per poi ricordarsi che quello non era il braccio da colpire.
-Ouch.-
Il sorriso di lui si spense in un istante. -Scusa..- 
-Colpa mia, ne voglio uno anch'io. Almeno non verrei più avvelenata così facilmente-
Bucky sorrise in modo forzato, tornando a concentrarsi sulla sua tazza mentre Steve diceva a Wanda e Sam che avrebbero cucinato entrambi per tutta la settimana se non ci avessero dato un taglio.
Amy si morse il labbro inferiore, dispiaciuta di come si era evoluto il suo discorso con Bucky. -Non mi hai fatto una foto, vero?- Chiese quando lui stava per andare al tavolo.
Lui la guardò sorpreso. -No, ma grazie per l'idea.- Disse con un sorrisetto, facendola alzare gli occhi al cielo e arrossire allo stesso tempo.
Fece per bere il suo succo ma Clint entrò in cucina e l'afferrò per il gomito. -Andiamo, allenamento.-
Sputò il succo per la sorpresa e fece per dire che oggi doveva allenarsi con Wanda quando entrarono in cucina Thor e Loki, facendo aumentare il passo a Clint.
Una volta in palestra si mise subito in posizione di attacco.
Amelia sospirò. -Anche tu vuoi uccidermi, adesso?- Domandò raccogliendo i capelli in una piccola coda per poi lanciare la felpa sul pavimento.
-Solo se non riesci a difenderti- Replicò lui con un sorriso divertito. -Ora muoviamoci, devo partire tra un'ora e mezza.- L'attimo dopo le aveva già fatto lo sgambetto per farla cadere.
Amy fece un salto per evitare di finire a terra e lo attaccò con una serie di colpi che lui evitò prontamente.
-Devi partire?- Chiese mentre parava i colpi dell'uomo a fatica.
-Torno a casa per un po'-
Lei ridacchiò quando riuscì a spedirla a terra. -Te ne vai per Loki?-
Clint la guardò in modo severo. -No. Non me ne vado per Loki.- Disse con una vocina per imitarla, cosa che fece aumentare l'ilarità nella ragazza.
-Va bene. Allora salutami la tua famiglia, Legolas.-
-Tu e Stark siete così simili a volte...-  Mormorò mentre schivava un calcio senza troppi sforzi per poi afferrarle la gamba.
Amy si lasciò trascinare per la stanza, incrociando le braccia sotto la testa.
-Sai cosa devi cercare di fare. Te l'ho spiegato molte volte.-
-Lo so, ma è così rilassante guardare il soffitto scorrere sopra di me con quel ritmo regolare.-
Clint alzò gli occhi al cielo, poi sorrise per l'idea che gli era venuta in mente. 
Piegò il busto in avanti per prendere lo slancio, afferrò anche l'altra gamba di Amelia e poi la lanciò contro i materassi che erano qualche metro più in là.
Lei si lasciò sfuggire un piccolo urlo per poi mettersi a ridere quando atterrò con un tonfo sui materassini che non erano così morbidi come pensava.
-Porca miseria Clint, vacci piano!- Esclamò Steve con tono di rimprovero mentre entrava nella palestra con gli altri al seguito.
-Voglio farlo anch'io!!- Esclamò Sam, dopo aver assistito alla scena.
-Io passo.- Affermò subito Clint.
Sam guardò Steve, ma lui scosse la testa.
-Ti aiuto io!- Esclamò la voce tonante di Thor, il quale non esitò nemmeno un secondo prima di afferrare Sam per le gambe per poi lanciarlo nella direzione dei materassi, dove Amy era ancora sdraiata.
-No!- Esclamò qualcuno mentre lei spalancava gli occhi e senza pensarci due volte fece comparire sotto di sé il suo cerchio magico. 
L'attimo dopo si sentì cadere su qualcosa di morbido.
Riaprì gli occhi e scoprì di essere atterrata su un letto, ma non il suo.
Si guardò intorno confusa e riconobbe la stanza all'istante.
Era entrata in quella camera una volta per mettere una torta al limone sulla scrivania, ma era corsa fuori subito per paura di essere scoperta.
Si alzò di scatto per guardarsi intorno e sorrise vedendo alcune piantine grasse sul davanzale della finestra.
Poi spostò lo sguardo su un album fotografico dall'aria molto vecchia, sulle scarpe messe in modo disordinato accanto alla porta e su una pila di libri di storia dell'ultimo secolo sulla scrivania.
Ci passò accanto per uscire dalla stanza quando notò un piccolo quaderno accanto ai libri.
Dapprima la attirò la scrittura a tratti ordinata e a tratti irregolare, ma poi una parola in particolare attirò subito la sua attenzione.
Non una parola, un nome.
Amelia.
Il suo nome era scritto in un bel corsivo al centro della pagina.
Stava per leggere il resto della frase ma si coprì gli occhi. Non voleva di certo invadere la privacy di qualcuno leggendo il suo diario.
Fece qualche passo verso la porta, si fermò.
Due passi indietro.
-No.- Si disse in tono fermo stringendo i pugni.
Corse verso la porta, uscì dalla stanza di Bucky per poi fiondarsi nell'ascensore.
Una volta tornata in palestra vide che gli altri continuavano il gioco inventato da Clint poco prima, solo che adesso era Wanda a catapultare le persone dall'altra parte della stanza con i suoi poteri.
In quel momento Thor stava sorvolando la stanza in modo per niente elegante circondato da un'aura rossa e quando atterrò si lasciò andare ad una grossa risata. -Perchè non ci butti direttamente sul fiume??- 
Clint annuì con vigore. -Sì, puoi farlo col principino della messa in piega.- Commentò.
Nat sghignazzò dandogli una piccola sberla sul braccio mentre Sam si preparava di nuovo per il suo turno.
-Dov'eri sparita?-
Solo in quel momento si accorse che Bucky era appoggiato alla parete accanto alla porta con le braccia incrociate.
Arrossì leggermente andandogli accanto. -In camera...- Mormorò piano rivolgendo di nuovo lo sguardo agli altri nella speranza che non indagasse oltre.
Ora Sam si stava esibendo in una serie di capriole mentre Wanda gli faceva sorvolare la stanza.
-Stavi per diventare una schiacciata di piccioni.- Le sussurrò.
Amy incrociò le braccia a sua volta e rilasciò un piccolo sospiro di sollievo. -Era la mia più grande aspirazione nella vita e me la sono lasciata sfuggire.-
Bucky ridacchiò scuotendo la testa.
Mentre Wanda faceva subire il nuovo gioco anche a Steve, Clint abbracciò Natasha e salutò tutti con un -Ci vediamo, banda di strambi!-
A quel punto Wanda fece volteggiare in aria anche lui per mandarlo dritto dritto sui materassini, facendo scoppiare a ridere tutti.
-Sono troppo vecchio per queste cose...- Mormorò e quando si avvicinò alla porta guardò i due. -Se volete salvarvi posso ospitarvi per un po'. Vi insegno a guidare il trattore se volete-
Amelia sorrise scambiando uno sguardo con Bucky. -Ho sempre sognato di guidare un trattore, ma facciamo un'altra volta-
Clint sorrise, annuì scompigliando i capelli a lei e dando una pacca sulla spalla a Buck. -Fatemi uno squillo quando riccioli neri se ne va.- Detto questo uscì dalla palestra.
Per evitare di essere la prossima vittima di Wanda, Bucky le propose di fare colazione, così mentre gli altri continuavano a guardare la faccia nauseata di Steve mentre sorvolava la stanza, lasciarono la palestra.
-Ti sto passando delle cattive abitudini, non ti sei nemmeno allenato e vuoi subito mangiare.- Sorrise prendendo la scatola di ciambelle che si trovava al centro del tavolo.
-Mica colpa mia se mi fai guardare dei film che durano più di tre ore nel bel mezzo della notte.- Replicò Bucky prendendone una al cioccolato per poi versare del caffè nella tazza.
Amelia lo guardò divertita. -La prossima volta puoi anche reclinare l'invito.-
-Non sia mai. Quando continuiamo Le due torri? Ti sei addormentata sul più bello!- Esclamò con aria imbronciata facendola ridere.

 
-Cosa si deve fare per mangiare in questo mondo?- Chiese Loki con aria scocciata.
Amelia alzò lo sguardo dal cellulare con confusione. -Scusa?-
-Ho fame.- Disse lui incrociando le braccia al petto.
Amelia si alzò dalla sedia stringendosi nel suo maglioncino colorato. -E tu sei venuto in terrazzo solo per dirmi che hai fame? Abbiamo pranzato due ore fa.- Lo rimproverò alzando un sopracciglio.
Loki sbuffò -Stavo dormendo, Thor stamattina è venuto a svegliarmi all'alba e voleva persino farmi allenare con voi.-
Lei cercò di trattenere un sorriso nel vederlo così imbronciato. -Beh, sai dov'è la cucina.- Quando non ricevette risposta lo guardò incredula. -Oh mio Dio. Sei venuto qui perchè vuoi che ti prepari da mangiare!!-
-Cosa ti aspetti? Che sia io a cucinare?- Chiese lui alzando le spalle.
Amelia rimase a bocca aperta e lo strattonò per la maglietta fino alla cucina, aprì il frigo. -Scegli qualcosa e preparati da mangiare.-
Guardò Loki mentre fissava il frigo con aria disgustata e alzò gli occhi al cielo.
-Cos'è quello?- Chiese indicando un vasetto.
-Gelatina.-
-E quelli?-
-Cetrioli.-
-Quelle?-
Amy gli lanciò un'occhiataccia. -Uova. E lo sai benissimo.-
-Le uova midgardiane sono piccole.- Osservò lui prima di spostarsi velocemente quando Amelia chiuse la porta del frigo con un tonfo per poi dirigersi verso i fornelli con la scatola delle uova in mano.
Prese una pentola e gliela porse.
-Accendi il fuoco, rompi le uova nella pentola, aggiungi un po' di sale e pepe et voilà!- Disse portandogli i vasetti del sale e del pepe.
Loki alzò gli occhi al cielo e cominciò a rompere le uova in modo impacciato mentre Amy si sedeva sul ripiano della cucina per osservarlo e cominciava a far dondolare le gambe avanti e indietro sbattendo i piedi sul mobile.
-Sei irritante.-
-Perché parli a te stesso in terza persona?-  Chiese subito lei mentre le uova cominciavano a sfrigolare nella pentola.
Il dio le lanciò uno sguardo furioso prima di mettersi a ridere, per poi tornare a concentrarsi sulle uova e le fece saltare con un movimento rapido della pentola, lasciando a bocca aperta la ragazza.
-Tu sai cucinare!-
-Certo che so cucinare. Non sono mica un idiota.-
Amelia aveva tanta voglia di controbattere, ma era così irritata e confusa che afferrò un cucchiaio di legno per lanciarglielo contro. L'oggetto in questione si fermò a qualche centimetro dalla testa del dio, senza che lui battesse ciglio, poi tornò al suo posto volteggiando pericolosamente accanto al viso di Amelia.
-Io avrei optato per un coltello.-
-Perchè hai fatto tante storie sul dover cucinare?-
Loki alzò le spalle con aria annoiata. -Volevo vedere se stessi bene. Eri lì fuori al freddo a fissare quella scatoletta nera con quel maglione orrendo...-
Amelia rimase di sasso, di certo non si aspettava della compassione. -Il mio maglione non è orrendo.- Disse abbassando lo sguardo sui propri vestiti. -È solo un maglione molto colorato, è allegro.-
Lui si esibì in un'espressione scettica mentre afferrava un piatto per metterci le uova. -Sembra che Heimdall ci abbia vomitato sopra.- Disse lasciando di nuovo la povera ragazza nella confusione più completa.
Dopo qualche secondo collegò tutto. Heimdall, guardiano del Bifrost. Il ponte dell'arcobaleno. Alzò gli occhi al cielo e lo fissò mentre divorava le sue uova con del pane.
-Carino da parte tua preoccuparti, comunque.- Commentò infine, facendogli alzare di nuovo le spalle.
-Da quello che abbiamo scoperto ieri possiamo considerarci quasi cugini.-
-Davvero?- Domandò saltando giù dal ripiano per andare a sedersi accanto a lui con un sorriso. -Cugini?-
Annuì ingurgitando l'ultimo boccone dal piatto. -Mi dispiace per tua madre, anch'io sono stato adottato e avevo una madre stupenda. Poi è morta.-
-Oh.-
-Per colpa mia.-
-Qualunque sia la storia, non credo che tu ne sia stato la causa diretta- Disse dandogli una piccola pacca sulla spalla.
Lui la guardò male, così lei ritirò subito la mano.
-Mia madre si chiamava Heithr.-
Loki la scrutò con i suoi occhi verdi per qualche istante, poi annuì. -Significa...-
-Calore. Lo so, l'ho googlato.- Disse con un sorriso soddisfatto mentre lo interrompeva.
-Come scusa?- Chiese con aria perplessa per poi scuotere la testa. -Lascia perdere... Probabilmente il suo elemento principale era il fuoco.-
-L'elemento principale! Lo aveva accennato anche lei! Nessuno può averli entrambi?-
Lui scosse la testa. -Tu quale usi principalmente? Il fuoco?-
Per tutta risposta Amy fece cadere qualche fiocco di neve sopra la testa del dio facendolo sospirare in modo esasperato.
-Ghiaccio, ho capito. E come sei messa con la magia?-
Amelia incrociò le braccia su tavolo e ci posò sopra il mento. -Mh... Ho questa strana connessione mentale con Peter, poi c'è il cerchio magico.-
Loki alzò un sopracciglio. -La connessione mentale è normale con le persone a cui si è più legati. Cos'è il cerchio magico?-
Con un gesto distratto della mano indicò dietro di sè e Loki osservò il cosiddetto cerchio magico brillare a mezz'aria.
Amy inclinò la sedia all'indietro e la sua testa sparì. Loki guardò dall'altra parte della stanza dove la testa della ragazza lo stava guardando sottosopra davanti al caminetto.
Senza pensarci due volte il dio diede un calcio alla sedia, così Amy cadde definitivamente all'indietro con la sedia.
-OH MIO DIO, SEI ODIOSO!!!-  Esclamò alzandosi di scatto per fulminarlo dall'altra parte della stanza mentre lui nascondeva un sorriso divertito con scarsi risultati.
-Così impari a chiamare "cerchio magico" un portale spazio-temporale.- Rispose prendendosi una ciambella dal frigo. -Quanto riesci a spostarti?- Chiese subito dopo, per evitare di sentire altre urla indignate.
Amelia mise da parte il broncio e incrociò le braccia tornando in cucina. -La distanza più lunga che ho provato era dal Queens a qui.-
Loki fece una faccia disgustata. -Mediocre.- Commentò infilando in bocca la terza ciambella di fila.
-Sai, ne ho abbastanza di parlare con te oggi.- 
-Assolutamente mediocre.- Continuò lui facendola irritare ancor di più.
Chiuse gli occhi per qualche secondo, pensando ad un luogo abbastanza lontano per impressionare Loki.
Prima che potesse cambiare idea sull'unico posto a cui aveva pensato, il portale era già apparso davanti a lei.
-Dove vuoi portarm...-
Amy attraversò il portale prima che il dio potesse terminare la frase e si dimenticò presto la necessità di volerlo impressionare, troppo impaziente di rivedere quel luogo.
Rimase un attimo destabilizzata quando non trovò la luce splendente del sole che aveva immaginato, ma poi si ricordò del fuso orario.
Fece qualche passo sul sentiero ciottolato, percorso altre innumerevoli volte durante gli anni.
Sorrise guardando il fiume scorrere lì accanto e cominciò a correre verso un punto ben preciso mentre la luce fioca dei lampioni proiettava l'ombra delle varie piante disposte lungo il sentiero sul suo viso, creando strani e nuovi disegni sulla pelle pallida.
Quando stava per raggiungere la panchina, Loki le apparve davanti all'improvviso facendole fare un salto indietro.
-Spostati.- Disse girandogli intorno.
Lui la guardò irritato mentre esaminava la panchina e passava la mano sopra una scritta incisa nel legno.
Amelia sorrise guardando quelle lettere scavate con tanta minuziosità, ancora ben visibili dopo anni.
Amy & Ile.
Con un dito tracciò il contorno delle stelline e dei fiocchi di neve che ci avevano inciso anni fa mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.
Era la loro panchina, da quando avevano dodici o tredici anni.
A sedici avevano deciso di incidere i loro nomi. -Un atto solenne, non vandalico.- Aveva affermato Ilenia quando aveva cominciato a incidere le lettere con la chiave del lucchetto della bici.
Ilenia aveva insistito per i fiocchi di neve mentre lei aveva disegnato delle semplici stelline, perchè pensava di tradirsi disegnando a sua volta dei fiocchi di neve.
Sospirò ripensando a quel giorno. Le mancava da morire.
All'improvviso le venne un'idea.
Non poteva contattarla direttamente ma...
Abbassò lo sguardo per terra, cercando un bastoncino tra il fango e l'erba bagnata. Alla fine si accontentò di un sasso e cominciò a disegnare un altro piccolo fiocco di neve accanto al suo nome. 
Non si sarebbe distinto molto in mezzo agli altri fiocchi di neve ma se c'era qualcuno che poteva notarlo oppure no, quel qualcuno era Ilenia.
-Per l'amor del Valhalla, ci metterai una vita con quello stupido sasso. Fa freddo.-
Amy continuò ad ignorare le lamentele del dio ma sapeva anche lei che quel sasso era troppo tondo per riuscire ad incidere qualunque cosa.
-Fai con questo.- Disse Loki infine mettendole davanti al viso un coltellino.
-Grazie.- Lei lo prese e incise velocemente un fiocco di neve per poi soffiarci sopra.
Si alzò, fece un passo indietro e se ne pentì subito.
Certo che se ne sarebbe accorta, era così evidente.
Si vedeva lontano un miglio che era stato fatto recentemente, in più l'incisione con il coltellino era più precisa rispetto a quelle fatte con la chiave.
-Devo cancellarlo.- Affermò, pronta per cancellare il disegno.
-Arriva qualcuno.- La informò Loki con aria annoiata. 
Alzò la testa di scatto e vide due figure in lontananza.
-Posso occuparmene io.- Continuò poi lui accorgendosi della sua reazione.
Quando Amy lo guardò, spalancò gli occhi vedendo che aveva due coltelli in mano.
-Sei completamente pazzo??- Gli sussurrò trascinandolo dietro a un cespuglio.
Le due figure camminavano piano, mano nella mano.
Notando che entrambi portavano giubbotti, sciarpe e berretti sembrò  accorgersi solo in quel momento di quanto facesse freddo.
Proprio in quel momento un colpo d'aria gelida la investì, ricordandole di avere addosso solo un maglioncino e i pantaloni del pigiama in una serata fredda di metà febbraio. Ma ciò che fece rabbrividire di più Amelia fu riconoscere le due persone che si erano fermate davanti alla panchina.
Ilenia posò la testa sulla spalla di Eddy guardando la panchina mentre lui la stringeva a sé.
-Quella è la tua amica, no?- Le sussurrò Loki osservando la scena con interesse. -Perchè ci nascondiamo? Ha cercato di avvelenarti su quella panchina?-
Amy si lasciò sfuggire una risata soffocata per l'assurdità della domanda e Ilenia si guardò intorno.
-Cosa c'è?- Le domandò Eddy.
Scosse la testa e andò a sedersi. -Sembrerà strano, ma a volte ho come l'impressione che sia ancora qui.-
Lui andò a sederle accanto. -Non è per niente strano. Amelia era il tipo di persona che ti avrebbe perseguitato come fantasma per il resto della tua vita.-
Ilenia si lasciò scappare una risata triste, poi posò lo sguardo sulla scritta e si immobilizzò. -Qualcuno ha...-
A quel punto Amy fece apparire il portale sotto di lei e Loki, e si ritrovò a precipitare di nuovo. La sua caduta stavolta non fu attutita da un materasso, ma finì direttamente sul pavimento della cucina.
E poco dopo qualcosa di grosso la schiacciò, facendole cacciare un urlo.
Loki grugnì alzandosi di scatto. -Sei più odiosa di Strange e più insopportabile di Thor.- Dichiarò con aria stizzita.
Proprio in quel momento il fratello stava entrando nella stanza. -Davvero??- Chiese con un sorrisone, poi guardò Amelia che era ancora a terra. -Carino il maglione!-
Lei sorrise leggermente. -Grazie Thor, tu sì che hai buon gusto.- Disse mentre Loki la fulminava con lo sguardo un'altra volta.
 
 
Quella sera era spaparanzata sul divano di Tony e Pepper mentre cercava di non pensare al disastro combinato con Ilenia. Diede un ultimo morso al suo cheeseburger mentre allla tv Anna cantava Love is an open door facendole alzare gli occhi al cielo.
-Non devi mettere su Frozen ogni volta che vengo a trovarti, lo fai solo per prendermi in giro.-
Tony nascose il suo sorriso dando un morso al cheeseburger. -A Morgan piace così tanto...-
Amelia lanciò uno sguardo alla bambina che agitava piano i pugnetti, quasi a tempo di musica e pensò che la stava prendendo in giro anche lei, dall'alto delle sue cinque settimane di vita.
Così mise il broncio, facendo scoppiare a ridere Tony e Pepper.
-Non ti buttare giù, poi ho una sorpresa per te.
A quelle parole gli occhi di Amy brillarono. -C'è la torta al pistacchio??-
Pepper ridacchiò ancora una volta e si alzò per prendere in braccio la figlia. -Ti avevo detto di prendere il dolce Tony, ora arrangiati. Noi andiamo a nanna.- 
Amy si alzò per dare un affettuoso buffetto alla guancia della bambina. -Sogni d'oro piccolina, notte Pepper.-
La donna le rivolse un sorriso caloroso prima di darle la buonanotte e salire le scale.
Tornò a guardare Tony con il broncio. -Niente torta?-
Lui alzò gli occhi al cielo e si alzò in piedi a sua volta, poi prese qualcosa da un cassetto. -Chiudi gli occhi.- Mentre lei obbediva sentì che le stava mettendo qualcosa al polso.
Quando riaprì gli occhi guardò il nuovo braccialetto che aveva al polso sinistro e ne rimase confusa.
Era un semplice braccialetto.
Aveva delle parti in tessuto e altre in metallo. Era di un azzurro ceruleo con delle rifiniture blu e nel mezzo aveva un piccolo fiocco di neve argentato.
-Carino.- Commentò, ancora confusa dal gesto.
Tony aveva un sorrisetto. -Carino, wow.-
Amelia si morse il labbro inferiore, un po' dispiaciuta. -No, insomma... È bellissimo, ma al mio compleanno manca ancora qualche mese.- Mormorò alzando lo sguardo su di lui mentre le scompigliava piano i capelli con una mezza risata.
-Fiocco di neve.-
Amy piegò la testa di lato nascondendo un sorrisetto e lui alzò gli occhi al cielo in anticipo, aspettandosi il peggio. -La capretta di Heidi?-
-Premi il fiocco di neve senza tante storie ragazzina.- le disse con aria esasperata.
Lei esitò un attimo, passando delicatamente le dita per tutta la lunghezza del braccialetto, poi pigiò piano il fiocco di neve, il quale si illuminò di un azzurro intenso e il braccialetto non era più un braccialetto.
Cominciò ad espandersi lungo il suo braccio e l'attimo dopo la ricopriva ovunque. Alzò lo sguardo su Tony mentre le mani cominciavano a tremare quando capì di cosa si trattava.
-È...?- Cominciò, per poi ritrovarsi a trattenere il respiro sentendo la propria voce ovattata.
Si osservò le mani, rivestite di uno strano materiale azzurro e blu, così come il resto del corpo. In un attimo corse nel corridoio d'ingresso dove faceva bella figura uno specchio e rimase a bocca aperta.
La sua prima tuta da supereroina le dava un'aria temibile e al contempo elegante. E si sorprese nel notare che era una via di mezzo tra la tuta di Peter e l'armatura di Tony.
Dalla base del collo alla vita, dalla spalla al gomito e su alcune parti delle gambe e dei piedi era fatta di un tessuto metallizzato azzurro mentre il resto assomigliava ad un tessuto elasticizzato di colore blu.
Al posto degli occhi aveva due fessure, illuminate da una lucina azzurra che dava quasi i brividi.
-Se te lo stai chiedendo... Sì, non sapevo che fare con i tuoi capelli facilmente infiammabili quindi li ho lasciati liberi ma puoi comunque creare un campo di forza se chiedi gentilmente al tuo nuovo costume.- Affermò Tony che la stava osservando con un sorriso.
Amelia lo guardò sorpresa. -Ho anch'io una Friday???- Chiese con eccitazione.
-Sì e no. Ma potrai usarla solo quando avrai imparato ad usare tutte le funzionalità della tuta.-
-Con questo vuoi dire che hai inserito un protocollo triciclo come nel costume di Peter?- Chiese con un sospiro.
Tony ridacchiò. -Mi fido di te, quindi ho inserito il protocollo bici con rotelle.- Disse premendo di nuovo il fiocco di neve ancora visibile al polso sinistro.
In un secondo la tuta si ritirò, tornando ad essere un normale braccialetto.
Amelia pensò che una bici con rotelle era comunque meglio di un triciclo e che se avesse voluto, avrebbe potuto chiedere a Ned di toglierlo come aveva fatto con Peter.
-È nanotecnologia a proposito, puoi aggiungere qualche dettaglio quando ti spiegherò meglio come usarla. Per ora puoi usarla per proteggerti quando ti trovi in pericolo... Oh, non farmici pensare...- Mormorò portandosi una mano all'arc reactor.
Amelia ridacchiò, ancora su di giri per il regalo. -Come se tu non ci preoccupassi mai... Con infarti, gitarelle nello spazio in compagnia di qualche missile e case che esplodono.-
Lui alzò gli occhi al cielo e la strinse in un abbraccio. -Promettimi che farai sempre attenzione. Ho passato gli ultimi cinque anni a costruire questo costume per te, ma so per certo che ci sarà sempre qualcosa che non ho previsto e...-
-Cinque anni???- Domandò Amelia ad un tratto. -Vuoi dire da quando non ci parlavamo più?-
-Non ricordarmelo.- Mormorò lui con sguardo triste.
Amy sorrise tristemente e lo abbracciò. -Grazie Tony.- bofonchiò con la faccia sprofondata nella sua maglietta. -Graziegraziegraziegraziegrazie.-
Tony ridacchiò. -Oh, e puoi farti apparire una lama sotto le scarpe. Così puoi pattinare visto che non sei un granchè nella corsa.-
Lei spalancò gli occhi sciogliendo l'abbraccio.-DEVO ASSOLUTAMENTE MOSTRARLO A PETER- Esclamò per poi creare un portale.
-Non mi merito un altro abbraccio?-
Amy si girò nuovamente verso di lui con un sorriso che andava un orecchio all'altro e lo strinse in un abbraccio, lasciandolo senza fiato.
Sparì nel portale e passò qualche ora nella stanza del college di Peter e Ned ad osservare ogni minimo dettaglio del suo nuovo costume prima di riapparire nella cucina del quartier generale, dove trovò Steve e Sam.
-Sapete cosa ha fatto Tony???- Chiese con entusiasmo.
Steve la guardò con aria seria, mettendola in soggezione. -No, ma so cosa hai fatto tu.-
Amelia deglutì piano e guardò Sam, il quale mimò con le labbra qualcosa che assomigliava molto a "Te la sei cercata."
-Sono solo andata un po' da Peter e Ned, io...-
-Perché hai accettato di fare quella missione per Fury senza dirci niente?-
Lei rimase ancor più confusa dalla domanda. -Io non ho accettato di fare nessuna missione, hai detto che non sono ancora pronta!-
Steve la guardò con aria stizzita. -Fury me lo ha già detto, quindi è inutile che fai finta di niente.-
-Beh, Fury può infilarsi quello che dice nel...- Si fermò di colpo ricordandosi qualcosa.
Quando il pomeriggio prima stava andando da Plokhey, Fury le stava parlando di qualcosa a proposito di qualche missione.
 
-Siamo d'accordo?-
-Mh? Sì, va bene.-
 
Amy si morse l'interno della guancia e chiuse gli occhi rilasciando un sospiro esasperato. -Okay, forse l'ho fatto. Ma non lo stavo ascoltando, ero emotivamente instabile in quel momento.-
-Sai che sorpresa, sei sempre emotivamente instabile.- Commentò Sam cercando di alleggerire la situazione mentre prendeva un sorso dalla lattina di aranciata che aveva in mano.
Lei lo guardò furiosa. -Vai a quel paese uomo piccione.-
-Linguaggio.- Disse Steve.
Amelia spostò di nuovo lo sguardo su di lui. -Fai sul serio??-
-Che succede qui?- Domandò una nuova voce. Tutti e tre si girarono verso Natasha, la quale era rimasta sulla porta con Bruce al suo fianco.
-Niente. Buonanotte.- Disse a denti stretti affrettandosi verso le scale.
-Non abbiamo ancora finito!- Le urlò dietro Steve.
-Sogni d'oro!- Rispose lei di rimando.
Aveva quasi raggiunto la camera, contenta di non aver incontrato nessuno prima di accorgersi di qualcuno che usciva da una stanza.
-Hey.- Le disse Bucky prima che potesse sparire in camera sua.
Sospirò stringendo le mani. -Hey Bucky...-
-Qualcosa non va?-
-No, in effetti ero felicissima fino a qualche minuto fa.- Mormorò abbassando lo sguardo sul nuovo braccialetto.
-Ma?-
Tornò a guardare Bucky con un piccolo sorriso. -Sembra che qualcosa mi turbi?-
Lui esitò un attimo prima di sorriderle a sua volta. -Dalla camminata svelta sembrava di sì. E anche dalle punte dei capelli in fiamme.-
Amelia si guardò i capelli e scosse subito la testa per farli tornare come prima.
-Tutto bene?- Le domandò piano.
Lei annuì abbassando lo sguardo.
Passò qualche secondo di silenzio tra i due prima che Bucky tornasse a parlare. -Ti va di continuare Il signore degli anelli?--
Amy lo guardò sorpresa per la proposta.
-Non devi sentirti obblig...-
-Nessun obbligo, andiamo.- Disse aprendo la porta della camera della ragazza per poi rivolgerle un sorriso. -Legolas e Gimli si uccideranno a vicenda?-
Lei ridacchiò entrando nella stanza. -Lo scoprirai.-
-Oh, andiamo!- Protestò lui seguendola.
 
 
***
 
-Ripetimi perché lo devo fare.-
Amelia gli passò la corda ignorando beatamente la domanda, troppo impegnata a fantasticare sulla sua nuova tuta e con quale nome avrebbe dovuto chiamarsi.
Un supernome, insomma.
-Cosa devo farci con questa?-
-Chiudere la bocca e saltare.-
-Saltare cosa?-
-La corda, cos'altro?-
Loki la guardò come se fosse pazza.
-Non hai mai saltato la corda?- Chiese lei con curiosità.
Il dio continuò a guardarla dall'alto in basso con aria sdegnata.
-Steve mi ha detto di allenarmi con te perchè non ascolti nessuno. E perchè è ancora arrabbiato con me per la storia della missione... Quindi adesso fai quello che dico io.- Detto questo, Amy prese un'altra corda e cominciò a saltare. -Avanti Loki, fai qualche saltello!- Lo intimò con finto entusiasmo, lui roteò gli occhi e incrociò le braccia al petto. -Lo sapevo, non ne sei capace.-
-Amelia.- Cominciò con aria stizzita. -Credi davvero che i tuoi stupidi  e miseri trucchetti psicologici funzionino col dio degli inganni?-
A quel punto Amy smise di saltare e lasciò cadere la corda. -Volevo solo provare a farti divertire ma niente è degno dell'unico e meraviglioso Loki.-
-Chi si diverte a saltare una stupida corda?-
Lei alzò le spalle. -È più divertente se lo fai cantando una canzoncina.- Mormorò sedendosi sulla panca per i pesi.
Si fissarono negli occhi con aria di sfida.
-Non lo fare.- La intimò Loki.
Amy si dondolò a destra e a sinistra spostando lo sguardo sul soffitto, poi cominciò a canticchiare. -Salto con Loki il dio dell'inganno...-
-Se non la smetti giuro che me ne vado.-
-Ma lui preferirebbe fare il dragomannooo- Continuò lei chiudendo gli occhi.
-Continua così e mi verrà l'affanno.- Disse Loki accorgendosi solo dopo di aver fatto la rima con la sua canzoncina inventata. -Maledizione.- Guardò il sorriso e gli occhi brillanti di Amelia così cercò di pensare a qualcosa per fermarla dal cantare qualcos'altro. -Vuoi allenarti?- Domandò all'improvviso.
-Se non fosse così non ti avrei trascinato in palestra.-
-Allora alleniamoci.- Proclamò facendo apparire dei coltelli, per poi lanciarne uno che volò a pochi millimetri dalla testa della ragazza.
Amelia spalancò gli occhi sentendosi sfiorare i capelli, si girò a guardare il coltello conficcato alla parete e poi tornò a guardare Loki. -MA SEI IMPAZZITO?!? PERCHÉ TUTTI VOGLIONO ACCOLTELLARMI??-
-Chi vuole accoltellarti?- Chiese con inaspettato interesse.
-Mi hanno già accoltellata.- Disse alzandosi la manica del braccio sinistro per mostrargli la cicatrice ancora rossa.
Lui la esaminò -Nulla di che.- 
-Ma se la lama era avvelenata! Ho passato tre giorni in infermeria e ho mangiato solo un toast al formaggio. Solo quello perchè quando l'ho mangiato l'ho vomitato, però era il toast al formaggio più buono che io abbia mai assaggiato.- Concluse velocemente mentre arrossiva.
-Perché dovrebbe importarmi di questo toast al formaggio? E perché sei rossa?-
-Non sono rossa.-
-Sì che lo sei.-
-Allora ci alleniamo??- Chiese cercando di scacciare via il ricordo di Bucky che le portava il toast al formaggio nel cuore della notte dopo che il suo stomaco aveva brontolato.
Loki cominciò a spiegarle come impugnare il coltello nel modo corretto e lei cercò di non sembrare troppo divertita per l'interesse che mostrava nei coltelli e nelle lame in generale, poi cercò di insegnarle come evitare delle pugnalate e lei lo ascoltò anche mentre gli altri entravano nella palestra. Ma quando sentì una voce in particolare non riuscì a non girarsi verso la porta.
-Ecco, sei morta. Ti avevo detto di non distrarti e ora ti ho appena pugnalata al cuore.- La rimproverò Loki tenendo la punta della lama del coltello poco sopra il suo cuore.
Amy lo guardò, poi guardò di nuovo Bucky e gli rivolse un sorriso quando notò che la stava osservando con un cipiglio preoccupato.
"Non ci posso credere" Disse la voce di Loki nella sua testa. "Non il tipo strano e silenzioso che potrebbe ucciderti mentre dormi"
"Stai parlando di te? Oh no, aspetta... Tu non chiudi mai la bocca!" Lo rimbeccò lei rivolgendogli di nuovo l'attenzione.
Peter si intromise subito nella loro discussione telepatica. "State parlando di Visione??" Domandò facendo scoppiare a ridere Amelia.
-Direi che per oggi è abbastanza.- Proclamò Amy lasciando Loki con il coltello a mezz'aria.
Prima di uscire rivolse un altro sorriso a Bucky, guadagnandosi un sogghigno da Loki.
"Stai zitto" Pensò uscendo dalla palestra.
"Non ho detto un bel niente." Le rispose telepaticamente.
E Amelia giurò di sentire il suo tono di scherno.
 












 
 
 
 
 
_Angolo autrice
È passato un sacco di tempo da quando ho pubblicato l'ultima volta e questo capitolo non è nemmeno granché, quindi arrabbiatevi pure.
Mi sento male per tutte le cose che faccio passare ad Amelia, ma se non lo facessi questa storia sarebbe già finita.
È riuscita a far arrabbiare Steve, cosa che solo i veri Stark sanno fare. Tony dovrebbe esserne orgoglioso, non credete? Va bene, va bene. Sto scherzando...
Cosa ne pensate di questo capitolo? Troppo Loki? Troppo poco Loki???
Chiedo scusa per eventuali errori di ortografia o tempi verbali, probabilmente c'è qualche orrore in giro...
Grazie ancora per chi continua a leggere questa storia, per chi l'ha inserita tra preferite/seguite/ricordate, chi torna a darle una sbirciatina di tanto in tanto, a chi legge silenziosamente e a chi mi lascia qualche commentino.
Se avete voglia scrivete qui sotto cosa ne pensate o se avete qualche suggerimento, se volete che dia più spazio a qualche personaggio che magari ignoro troppo o se avete solo voglia di dire ciao :)
Giuro che non scomparirò mai del tutto, sono solo una grande procrastinatrice che pensa troppo prima di buttare giù due righe.
Alla prossima!:3

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Capitolo 18
*** diciottesimo capitolo ***


Era di nuovo seduta sulla panchina, ma era giorno.
Un raggio di sole le scaldava il viso e l'aria calda le scompigliava i capelli.
Una risata le fece voltare lo sguardo alla sua sinistra, dove era seduta Ilenia. -Non posso credere che sei finita per innamorarti del migliore amico di Captain America. Che te ne farai di tutti quei poster e pigiami ora?-
Amelia si ritrovò a sorridere. -Li indosso lo stesso ovviamente.-
-Quindi quando vi sposate?- Chiese Ilenia con eccitazione.
Lei rise di nuovo. -Mai. Figurati, lui è troppo per me- Mormorò con un sorriso divertito.
L'attimo dopo Ilenia la colpì forte al braccio.
-AHI!!!- Esclamò colta alla sprovvista.
-Non dire più una cosa del genere. Nessuno è troppo per te, al massimo qualcuno potrà essere troppo poco. Ma mai troppo.-
-Ma lui è troppo per tutti!- Protestò, subito pronta a difendere Bucky.
Ilenia la guardò con aria compiaciuta e preoccupata. -Mio Dio, sei davvero innamorata persa.-
Lei fece per negare ma qualcuno la chiamò.
Amelia e Ilenia alzarono lo sguardo sulla donna dal sorriso caloroso che era davanti a loro.
Heithr allungò il braccio verso di lei per farle una carezza, poi dei colpi fecero sobbalzare tutte e tre.
Alzò piano la testa dal cuscino dove aveva sprofondato il viso fino a qualche secondo prima.
Bussarono più forte alla porta e stavolta si sforzò ad alzarsi, nel momento esatto in cui si mise a sedere la testa cominciò a girare e due minuti dopo era ancora seduta a letto con la coperta sopra la testa a fissare la porta, completamente imbambolata.
-Amelia?- Chiese qualcuno dall'altra parte della porta bussando ancora una volta.
Si alzò dal letto passandosi una mano tra i capelli e andò alla porta cercando di non inciampare su qualche vestito o libro sparso per terra.
Sam fu sorpreso quando la porta si aprì, e ancora più sorpreso quando vide Amelia. La scrutò dalla testa ai piedi. -Pensavo che te la fossi svignata con una delle tue magie e invece... Hai dormito tutto il giorno? Con i vestiti con cui ti sei allenata stamattina?-
Amy lo guardò ancora disorientata dal suo sonnellino e per tutta risposta alzò le spalle e fece per chiudere la porta, poi si accorse che Sam teneva un piede in mezzo per sicurezza, il che le fece venire voglia di sbattere la porta con tutta la forza che aveva ma si trattenne.
-So che non mi parli da quasi tre settimane per quello che ti ho detto e voglio scusarmi ufficialmente.-
-Non ho voglia di parlare.- Disse piano.
-Vieni a mangiare qualcosa, parlo io.- Le disse Sam trascinandola in corridoio con la forza, tanto che Amy ebbe solo il tempo di recuperare una felpa dal pavimento.
Lo seguì ancora disorientata fino al soggiorno, dove la fece sedere sul divano. Vide che gli altri erano a tavola in cucina e si accorse solo in quel momento di quanto tardi fosse.
Dopo l'allenamento di quella mattina era tornata a letto per la stanchezza, Steve le aveva raddoppiato gli allenamenti in vista della sua missione per Fury.
Il risultato era che passava metà delle sue giornate ad allenarsi e l'altra metà a dormire, come era successo oggi. Solo che non intendeva saltare il pranzo e dormire fino alle otto di sera.
La cucina era collegata al salotto quindi tutti le riservarono un'occhiata incuriosita o preoccupata.
-Tutto bene lì, dolcezza?-
Amy rivolse a Nat un pollice all'insù e distolse lo sguardo prima che si posasse su quello di un certo super soldato mentre il ricordo del sogno la faceva avvampare.
-Stasera io e Amy ceniamo insieme, quindi lasciateci stare.- Annunciò Sam tornando al divano con due scodelle di pasta tra le mani.
-Davvero Sam? Stark ti uccide se lo scopre.- Commentò Bruce facendo ridere gli altri.
"Oh-oh... Il tipo strano è gelosetto" Disse la voce di Loki nella sua testa e lei si voltò verso Bucky, solo per incontrare il suo sguardo e distoglierlo subito dopo.
"Stai zitto Loki."
-Non in quel senso. Avrà tipo sedici anni.- Commentò Sam, guadagnandosi uno sguardo indignato da parte sua.
-Quest'anno ne faccio ventiquattro.- Disse Amelia a denti stretti.
Sam sorrise. -Sapevo che saresti tornata a parlarmi!-
Alzò gli occhi al cielo e prese la sua scodella per cominciare a mangiare mentre lui sceglieva qualcosa da guardare.
-Quello che volevo dirti..- Cominciò piano per non farsi sentire dagli altri. -È che qui dentro siamo tutti emotivamente instabili, io più di tutti. L'altro giorno quando stavo decidendo cosa ordinare per cena e Nat mi ha detto di muovermi, stavo per scoppiare in lacrime.-
Amelia alzò un sopracciglio, ma vedendo che Sam era totalmente serio decise di non andare oltre. Quindi gli diede una pacca sulla spalla.
-Tranquillo Sammy, succede a tutti di tanto in tanto.-
Lui annuì. -Sai cos'altro mi rende emotivamente instabile?-
-La sveglia che ti costringe ad alzarti dal letto per farla spegnere?-
-Sì, anche quello. Ma soprattutto guardare Anna dai capelli rossi.-
Amy lo guardò sorpresa. -Cosa?-
Sam indicò la tv dove stava cominciando la puntata.
Mezz'ora dopo avevano entrambi gli occhi che luccicavano mentre Thor singhiozzava accanto a loro.
-Questa ragazzina è così forte... Non si merita tutto quello che sta passando.- Provò a dire il dio tra i singhiozzi.
Sam e Amelia annuirono energicamente mentre Loki, che li aveva raggiunti insieme al fratello, alzava gli occhi al cielo dalla poltrona.
Amy gli lanciò un'occhiata e sorrise capendo che anche lui era totalmente immerso nella storia, dato che aveva lo sguardo attaccato allo schermo.
Non si lasciò distrarre nemmeno quando Thor si soffiò il naso con il suo mantello verde mentre anche il resto della squadra si univa a loro, alcuni su divani e poltrone, altri per terra.
Alla fine Sam si alzò e la guardò con le lacrime che gli rigavano le guance. -Guardatemi, solo con una serie su un'orfanella piena di sogni e speranze mi riduco in questo stato. Credo di essere quello più emotivamente instabile qui dentro.- Affermò ad alta voce, per farsi sentire da tutti.
Gli altri gli lanciarono delle occhiate confuse e preoccupate ma Amelia si alzò in piedi e lo abbracciò forte. -Ti voglio bene uomo piccione.-
L'attimo dopo qualcun altro soffocò entrambi in un abbraccio decisamente troppo forte.
Thor continuava a singhiozzare. -Sei forte uomo piccione.-
-Okay amico, credo possa bastare.- Cercò di dire Sam.
Amelia provò a districarsi dall'abbraccio spingendo i due e dopo vari sforzi ci riuscì, fece un passo all'indietro e inciampò sulle scarpe di qualcuno finendo distesa addosso a Wanda, la quale rovesciò il suo tè sulla maglietta di Visione.
-Amy!-
-Scusa!-
Visione sorrise strizzandosi la maglietta. -Fa niente, tranquille.-
Sam riuscì a liberarsi a sua volta e prima di andarsene sussurrò ad Amelia: -Lascia perdere quello che ho detto, è Thor quello emotivamente instabile qui dentro.-
Lei sorrise. -Non era il tuo lavoro? Aiutare chi è emotivamente instabile?-
-Sì ma ora sono un Avenger, ci sono degli psicologi a disposizione per tutti.- Poi si voltò mormorando: -Non vedo l'ora di andare in pensione...-
Amelia ridacchiò e fece per seguirlo quando Steve le si parò davanti.
-Vieni con me-
Lei sbuffò e lo seguì in cucina mentre anche gli altri seguivano Sam verso l'ascensore.
Prese posto su uno degli sgabelli attorno all'isola mentre Steve la guardava con le braccia incrociate appoggiato al ripiano.
Tentò di sostenere il suo sguardo, ma ci rinunciò dopo due secondi, finendo per fissare il cesto della frutta.
-Ti sei impegnata in queste settimane.- Disse lui infine.
-Sai com'è, non volevo sembrare troppo impulsiva o instabile a livello emotivo per una volta.-
Steve accennò un sorriso. -Ci sei riuscita.-
Amelia gli rivolse un'occhiataccia e lui alzò subito le mani. -Sto scherzando.-
-Sarà meglio per te.-
-Pronta per domani?-
Amy alzò le spalle. -Vorrei tanto sapere cosa significa essere pronti per qualcosa. Soprattutto se non si sa niente della cosa che si sta per affrontare.-
-Sai com'è Fury, l'hai accettata tu la missione.-
Lei stava per ribattere ma lui la fermò. -Stavo scherzando di nuovo, scusami. So che non è colpa tua, stavo pensando di chiamare Fury e dirgli che non avrebbe dovuto chiedertelo in quel momento. Ma poi ho pensato: Amelia è grande, può dire lei quello che pensa a Fury e io non ho nessun diritto per arrabbiarmi con lei per questo.-
Amelia lo guardò sorpresa. -Davvero?-
Steve annuì. -In fondo ero più arrabbiato perché volevo che in queste settimane mi aiutassi con una cosa, ma non ho potuto chiedertelo perché volevo che ti concentrassi sulla missione.-
Amy si raddrizzò, spinta dalla curiosità. -Cosa volevi chiedermi??-
Steve cercò di trattenere il sorriso per il cambiamento d'umore della ragazza. Si avvicinò e sussurrò: -Dobbiamo organizzare qualcosa per il compleanno di Buck.-
Gli occhi di Amelia brillarono per qualche secondo. -Me ne ero completamente dimenticata! Come ho fatto ad essere così stupida??-
-È normale, tra gli allenamenti, i pensieri per la missione e quello che ti ha mostrato Loki...-
-Sì ma Bucky non festeggia un compleanno come si deve da quando? Settant'anni?? Dobbiamo fare qualcosa di speciale. E siamo il tre marzo! Abbiamo solo sette giorni!-
Steve sembrò andare in panico per un momento, ma poi riacquistò la ragione. -Non dobbiamo fare niente di eccessivo, sette giorni ci basteranno. Sapevo di dover aspettare fino alla fine della missione prima di dirtelo..-
-Gli altri lo sanno?-
-No, se no rovinerebbero la sorpresa. In più tu sei quella con cui sembra avere più confidenza qui dentro, quindi volevo che fossi tu ad aiutarmi.-
Amelia si alzò subito dallo sgabello e corse velocemente attorno all'isola della cucina per stringere il super soldato tra le braccia. -GRAZIE-
Lui rimase sorpreso dal gesto ma subito dopo la abbracciò a sua volta. -Figurati, sapevo che ti avrebbe fatto piacere organizzare tutto con me.-
Lei sorrise e lo abbracciò ancora qualche secondo finché qualcuno non si schiarì la gola.
Entrambi si voltarono verso Bucky che era appena entrato e li osservava sorpreso.
-Pensavo di dover venire a dire a Steve di non fare lo stupido.- Mormorò. -Ma a quanto pare avete già risolto tutto...- Aggiunse con un mezzo sorriso.
Amy gli rivolse un sorriso a 32 denti. -Certo, Steve ha ammesso di essere un idiota e io ho ammesso di essere una stupida. Tutto risolto.-
Bucky spostò lo sguardo da lei all'amico, il quale alzò le spalle con aria divertita.
-Ora fila a letto e riposati per domani.-
-Sicuro. Buonanotte ragazzi.- Disse senza smettere di sorridere, consapevole che dopo quella notizia (e dopo aver già dormito tutto il pomeriggio) quella notte non avrebbe chiuso occhio.
Ma la cosa non la turbava, appena entrò in camera andò alla scrivania e pescò da uno dei cassetti il suo quaderno delle idee, stava per scrivere "idee per la festa di Bucky" ma all'improvviso le venne in mente quando aveva scorto il suo nome scritto nel diario del super soldato e prima di rendersene conto stava scrivendo al centro della pagina con grafia perfetta "James Buchanan Barnes".
Guardò il nome per qualche secondo e sorrise come una scema, poi scosse la testa e cercò di pensare a qualche idea per la festa.
 
 
***
 
 
Scese per aspettare intorno alle dieci.
Era una mattina soleggiata di inizio marzo.
Aveva piovuto tutta la notte quindi l'aria era fredda, ma era sicura che nel pomeriggio avrebbe fatto abbastanza caldo per stare all'aperto con una felpa leggera.
Per un momento pensò che se tutto fosse come lo era un anno prima, avrebbe potuto liberare i coniglietti nel giardino del negozio dove lavorava e che poi avrebbe potuto fare un salto da Ilenia.
Camminò avanti e indietro ancora una volta, e sentendo le armi che aveva addosso la consapevolezza che niente era più come un anno prima la colpì all'improvviso e si sentì stupida per averci anche solo pensato. Ma prima che potesse prendersi a schiaffi da sola, una macchina entrò nel quartier generale e si diresse verso di lei a tutta velocità per poi frenare con una sgommata facendole fare un salto indietro.
Il finestrino del guidatore si abbassò ed Amy si ritrovò a guardare Fury del tutto sconvolta.
Lui tentò di rimanere serio davanti alla sua espressione ma si tradì con un piccolo sorrisetto all'angolo della bocca. -Questo è per la nausea che mi hai fatto venire durante il nostro ultimo giretto in macchina.-
Amelia alzò gli occhi al cielo. -Tipo rancoroso...-
-Ciao Amy!- Amelia spostò lo sguardo da Fury al passeggero accanto a lui.
-Johnny, che... sorpresa.- Mormorò con un finto sorriso.
-HEY FURY- Gridò una voce facendola voltare.
Natasha li raggiunse due secondi dopo e sentì un mormorio eccitato nei sedili posteriori della macchina, Amy cercò di guardare dietro ma i finestrini erano oscurati.
-Sì, tieni.- Mormorò Fury passandole una banconota da cento dollari.
-È sempre un piacere fare affari con te.- Disse la rossa accettando la banconota con un sorriso soddisfatto. -La prossima volta non scommettere contro me e Barton. Oh, hey Doyle!- Esclamò poi sorridendo a Johnny per poi rivolgere un sogghigno ad Amelia.
Fury fece per lamentarsi di qualcosa mentre Amy cercava di non alzare gli occhi al cielo ma in quel momento Steve e Bucky stavano tornando dalla loro corsa. -Nat! Non è ora di scambiare altre scommesse- Le urlò dall'altra parte della stradina.
-Sicuro Cap!-
-Hey Capitano!- Esclamò Fury cominciando una piccola conversazione con Steve che Amelia non ascoltò.
Era troppo impegnata a capire cosa le stava mimando Bucky con le labbra.
Socchiuse gli occhi, concentrandosi solo sulle sue labbra. Cosa che non le dispiaceva troppo.
Alla fine capì.
"Stai attenta"
Amelia annuì con un sorriso e si tirò su il cappuccio per un attimo mentre mimava la parola "Bronx" con le labbra.
Per tutta risposta Bucky alzò gli occhi al cielo e cercò di non mettersi a ridere ricordando il pomeriggio passato insieme a Brooklyn.
Amy si lasciò scappare una risatina, ma se ne pentì subito perché Natasha le rivolse uno dei suoi sguardi indagatori e un mezzo sorriso spostando lo sguardo da lei a Bucky.
-Cosa?- Chiese subito sulla difensiva.
La rossa alzò le spalle come se niente fosse e le fece l'occhiolino. -Cerca di non farli sfigurare troppo durante la missione.- Sussurrò dandole un colpetto sulla spalla per poi raggiungere i due super soldati.
Amelia rivolse un ultimo sguardo ai tre ed entrò in macchina.
Rivolse un sorriso alla ragazza e al ragazzo che erano seduti nei sedili posteriori ma nessuno le rivolse lo sguardo. In compenso Johnny si girò subito verso di lei.
-Ragazzi, questa è Amelia.- Annunciò con un sorriso che accentuava le sue fossette. -Il gentile ragazzo che ti sta puntando una pistola alla fronte è Randall.-
In effetti Amelia non se ne era accorta ma il ragazzo accanto a lei stava lucidando la sua pistola, la quale era puntata proprio su di lei.
Si affrettò ad abbassarla e a quel punto Randall la guardò. -Oh tranquilla, non è carica- Affermò con un sorriso, poi tornò a guardare la pistola un po' titubante. -Almeno mi sembra.-
-Lo hai detto anche l'ultima volta.- Commentò la ragazza seduta accanto al finestrino con aria tranquilla, come se assistesse a quella scena ogni giorno.
-Lei è Kia, la ragazza più simpatica dell'intero universo.- Continuò Johnny guadagnandosi un'occhiataccia da Kia.
Intanto Randall stava tirando fuori dei proiettili dalla pistola. -Oh, era carica...- Rivolse ad Amy un sorriso di scuse e lei lo guardò sconvolta. -Carina la tua ragazza, Johnny.- Continuò poi.
Amelia guardò Johnny con un sopracciglio alzato. -Cosa??-
Lui per tutta risposta diventò paonazzo e tirò una sberla al ginocchio di Randall. -Non ho mai detto che è la mia ragazza.-
-Allora chissà perché Randall ne era così convinto... Oh aspetta, non sarà forse perché parli di lei continuamente?- Chiese Kia con finta aria sorpresa.
Johnny la guardò male. -Stai zitta.-
-Stai zitto tu.-
-Va bene. Doyle girati, Reed non intrometterti e Yang, quella pistola è abbastanza lucida.- Proclamò Fury mentre prendeva la strada per la città.
Johnny fece per dire qualcosa ad Amelia ma Fury continuò a fissarlo finché non si girò mentre Amy guardò fuori dal finestrino cercando di non sprofondare nell'imbarazzo creato dalla situazione.
Nessuno parlò per il resto del tragitto.
Quando tornarono a parlarsi Kia e Johnny avevano un coltello puntato alla gola e Randall cercava di trasferire dei file nella chiavetta mentre cercava di non beccarsi una pallottola in testa.
Amelia stava guardando la scena dall'alto. Fury le aveva detto di intervenire solo in caso di estrema necessità.
E se questo non era un caso di estrema necessità non sapeva cosa potesse esserlo.
Spostò piano la grata del condotto dell'aria dove si era intrufolata e scese con grazia, rallentando la caduta con i suoi poteri.
-Questa è tutta colpa tua.- Mormorò Kia a Johnny.
-Lo ammetto, tenere la suoneria del cellulare al massimo è stata una svista da novellino- Ribatté lui tranquillo. -Ma guarda, c'è Amy.-
-Come se lei potesse...- Cominciò Kia per poi zittirsi quando Amelia congelò le pistole del nemico per poi tirare calci e pugni a destra e a manca mettendo k.o. il nemico uno ad uno.
I tre la guardarono a bocca aperta e lei arrossì. -È stato facile... Hai finito con la chiavetta?- Domandò a Randall.
Lui annuì.
-Allora andiamo?-
Kia scoppiò a ridere e la seguì nel condotto dell'aria. Lei e Randall le fecero un sacco di domande e le riservarono degli sguardi pieni di ammirazione durante il viaggio di ritorno e lei cercò di rispondere cercando di non sembrare troppo imbarazzata.
Mentre scendeva dalla macchina le promisero che sarebbero tornati a trovarla e lei li salutò.
Guardò Fury per un po' e poi si ricordò delle parole di Steve.
-Non osare mai più parlarmi di cose serie mentre sono in quelle condizioni.- Gli sussurrò con le punte dei capelli che brillavano.
Fury sorrise tranquillo. -L'altra volta volevo chiederti di riempire la piscina di un mio collega di ghiaccio, questa era solo una lezione per farti capire che puoi sempre ritirarti dalle cose che ti propongo. Non devi mica accettare ogni cosa che ti dico.- Con questo le fece l'occhiolino e ripartì mentre Johnny le rivolgeva un sorriso imbarazzato.
Rimase a guardare la macchina che si allontanava a bocca aperta, poi Steve la raggiunse al parcheggio.
-Come è andata? Ti sei fatta male?-
Amelia lo guardò imbambolata, poi sorrise. -Ho un'idea per la festa.-
 
 
***
 
La mattina del dieci marzo era splendente e lei sapeva che sarebbe stata una giornata perfetta.
Amelia continuava a lanciare occhiate complici a Steve durante la colazione e lui cercava di ignorarla.
Loki le sedette accanto. "Pensavo fossi innamorata dell'altro, ma se ti piacciono entrambi fai pure."
Amy alzò gli occhi al cielo per poi squadrarlo con un'occhiata severa mentre lui nascondeva uno dei suoi sorrisetti beffardi dietro una tazza a forma di pugno di Hulk.
-Mi raccomando, siate naturali.- Sussurrò Steve mentre il resto della squadra annuiva con poco entusiasmo. Amy era sicura che uno di loro avrebbe rovinato la sorpresa nel giro di dieci minuti.
Due minuti dopo Sam e Bucky entrarono in cucina.
-Hey gente- Li salutò il primo.
Amelia era sicura di avere la bocca chiusa, ma subito dopo si ritrovò a rivolgere ai due un sorriso da pazza per quanto era emozionata. E disse velocemente: -Heyavetedormitobene?Nontrovatecheoggisiaunasplendidagiornata??WandaeVisionehannofattoimuffineioho...- Prima che potesse dire quello che aveva in mente, ossia "E io ho una gran voglia di mangiarli con Bucky" si tappò la bocca con forza, non capendo che cosa le avesse preso tutto d'un tratto.
Rialzò piano lo sguardo sugli altri, incontrando occhiate incuriosite e confuse.
Steve la fulminò con lo sguardo. -Colpa mia, a quanto pare qualcuno non sa nemmeno tenere un piccolo segreto per sé.- Commentò.
Amy fece per aprire bocca per scusarsi ma Steve la zittì con un gesto della mano e guardò Bucky. -Le avevo appena detto che ho trovato dei biglietti per la partita di baseball di oggi pomeriggio. Ti va? Come ai vecchi tempi.-
Bucky lo guardò sorpreso per poi sorridere. -Almeno questa volta non dovrò controllarti tutto il tempo per assicurarmi che nessuno ti schiacci, o che non ti venga un attacco d'asma.-
Steve sorrise con una strana luce negli occhi, forse non si aspettava che Bucky si ricordasse qualcosa del loro passato. E forse per questo si alzò di scatto e lo abbracciò. -Buon compleanno vecchio mio-
Tutti guardarono i due vecchi amici con un sorriso sincero finché anche Thor non si alzò per andare ad abbracciare Bucky esclamando: -BUON COMPLEANNO FRATELLO DI STEVE!-
Il povero Bucky venne stritolato per qualche minuto ma alla fine lo ringraziò comunque.
Mentre anche gli altri facevano gli auguri al festeggiato, Amelia si ritrovò di nuovo ad aprire la bocca a sproposito. -OH È IL TUO COMPLEANNO, SE LO AVESSI SAPUTO TI AVREI...- Si tappò di nuovo la bocca soffocando un piccolo urlo di esasperazione.
Stava davvero per dire "Se lo avessi saputo ti avrei scritto una lettera in cui mi struggevo d'amore per te"?
Gli altri la osservarono ancor più confusi e Bruce la esaminò con preoccupazione. -Ti senti male? Cosa c'era nei muffin?-
Wanda spalancò gli occhi e guardò Visione. -Hai scambiato di nuovo lo zucchero a velo con la polvere per la lavastoviglie??- Chiese con tono accusatorio.
-No, certo che no!- Esclamò subito Visione, per poi guardare verso lo scaffale dello zucchero con aria indecisa. -Certo che no.- Ripetè poi.
-In che senso "di nuovo"?- Chiese Natasha del tutto incuriosita mentre Amelia si premeva la mano sulla bocca ancor più forte per reprimere la frase che stava per esclamare. Ovvero "STO PER BACIARE BUCKY, CHE NESSUNO SI SCANDALIZZI"
Poi sentì una risatina sommessa accanto a lei e spalancò gli occhi realizzando quello che stava accadendo.
Si girò di scatto verso Loki. "Smettila." Gli disse telepaticamente.
"Oh andiamo, ti voglio solo aiutare con i tuoi piccoli problemi di cuore. È così noioso vederti andare in brodo di giuggiole ogni volta che guardi quel tipo strano... Non capisco come faccia a non accorgersene, stupido mortale."
Amelia perse il controllo una volta per tutte, i suoi occhi divennero rosso fuoco e i suoi capelli si accesero in tante fiamme che minacciavano di ridurre in cenere chiunque si fosse avvicinato.
Il secondo dopo era saltata addosso a Loki per buttarlo a terra ma lui si dissolse nell'aria e lei andò a sbattere il mento contro la sedia per poi cadere a terra.
-Ahi...- Mormorò piano mentre i capelli tornavano alla loro forma originale.
Si rialzò subito guardandosi intorno, ma di Loki nemmeno l'ombra.
-Il tuo mento è leggermente rosso.- Osservò Sam tranquillo, come se fosse abituato a vedere i propri compagni di squadra darsele di buona ragione ogni giorno.
Gli altri la guardarono confusi e incuriositi.
-Niente paura Amelia, ci penso io. Cosa ha fatto stavolta?- Chiese Thor con tono turbato ed esasperato.
Lei fece per dire qualcosa ma tutto quello che le uscì fu: -Io e Bucky dovremmo...- Si tappò di nuovo la bocca mentre un'ombra alla finestra oscurava la luce del sole per qualche secondo.
Loki le rivolse un sorriso malandrino dall'altra parte della finestra e lei scattò.
Saltò sopra l'isola della cucina dove stavano facendo colazione, dalla quale prese una rincorsa per saltare sul ripiano, dal dove si lanciò fuori dalla finestra quando la sagoma di Loki scomparì ancora una volta dalla sua vista e Steve le urlava dietro: -SEI COMPLETAMENTE PAZZA?! SIAMO AL SECONDO PIANO!!!- mentre lei atterrava elegantemente sullo scivolo di ghiaccio che la portò fino al giardino.
Loki comparve alle sue spalle. -È inutile arrabbiarsi per così poco, ti agiti per niente.-
Amy per tutta risposta provò a tirargli un pugno ma lui scomparve di nuovo, per materializzarsi ancora una volta dietro di lei.
-Vuoi fermarti un secondo? O hai paura che...-
-Adesso basta voi due.- Ordinò Steve che nel frattempo li aveva raggiunti. -Amelia smettila di inseguire Loki e Loki... Smettila di fare qualsiasi cosa, risulti fastidioso a tutti ultimamente. Non ho detto niente perché Amelia era l'unica a tollerarti, ma adesso hai fatto arrabbiare anche lei.-
Loki sorrise e l'attimo dopo al suo posto c'era Steve.
Amelia guardò da Steve a Steve con preoccupazione e curiosità.
-Sieeeeete pronti ragazzi??- Chiese Loki-Steve con tanta energia che Amelia rispose di riflesso -Sì, signor capitano!-
-Amelia...- Cominciò il vero Steve con tono infastidito.
-Non ho sentito bene...- Continuò Loki-Steve.
Amelia guardò prima il vero Steve con un sorrisetto, poi tornò a guardare l'altro e portò le mani attorno alla bocca per esclamare: -Sì SIGNOR CAPITANOOOOO!!!-
-Oooooooohhhhhhhh...-
Amelia scoppiò a ridere mentre Loki tornava alla sua vera forma e Steve cercava di non perdere la pazienza. -Ora devo andare, posso fidarmi che quando tornerò tutto sarà al suo posto?-
-Sì signor capitano!- Rispose Amy ridacchiando, ma dopo un'occhiata severa di Steve cercò di essere seria. -Tranquillo, è già tutto pronto. Dobbiamo solo addobbare la sala e prepararci. Rhodey farà giocare Loki e Thor a rugby insieme a Clint e alla sua famiglia, così si terranno impegnati.-
-Hey!- Protestò Loki.
Amy non lo ascoltò. -Wanda e Visione andranno a ritirare la torta mentre Sam, io, Bruce e Nat rimarremo qui a preparare la sala, poi ci raggiungerà Peter e accoglieremo gli ospiti. Quando tu e James tornerete sarà tutto pronto.-
Steve annuì, poi un'ombra di incertezza gli oscurò il viso. -E se non gli piacesse la sorpresa?-
-Io e te lo portiamo via e andiamo a mangiarci delle patatine fritte in qualche piccolo locale di Brooklyn.- Disse scrollando le spalle.
Lui sembrò più tranquillo e annuì, lanciò un'altra occhiata a Loki ed Amy capì che voleva dirgli qualcosa come "Comportati bene o te la vedrai con me" ma alla fine li salutò e se ne andò.
-Oh ti piacerebbe così tanto mangiare patatine fritte con Bucky in qualche locale...- Commentò Loki avvicinandosi.
-Ma io ho già mangiato patatine fritte con Bucky in un locale di Brooklyn- Replicò lei sorridendo.
-Oh...- Fece Loki pensieroso per poi sogghignare. -Allora la cosa è più seria di quanto credessi.-
Amelia alzò gli occhi al cielo. -Stai zitto Loki.-
 
 
Amelia controllò gli ultimi addobbi. Avevano lavorato tutto il giorno ma ne valeva la pena.
Il salotto era irriconoscibile, avevano spostato i mobili vicino alle pareti per trasformare la stanza in una vera e propria sala da ballo degli anni quaranta.
Tony, Rhodey e Peter avevano costruito un piccolo palco che nascondeva la cucina dove Peter stava provando i  microfoni.
-Su le mani se non siete dei babbani!!-
Amelia alzò una mano mentre teneva in braccio Morgan e Natasha finiva di sistemarle i capelli con l'aiuto di Pepper
-Tutte e due le mani.- Aggiunse lui sorridendo al microfono.
Amy guardò per un attimo la bimba che teneva in braccio.
-Non ci pensare nemmeno.- Disse Pepper dietro di lei.
Amelia fece una smorfia. -Non stavo davvero pensando di...-
-Bene.- Disse riprendendosi Morgan. -Ma l'hai tenuta abbastanza.- 
Peter le rivolse uno sguardo divertito mentre scendeva dal palco.
In quel momento una delle armature di Tony entrò trasportando un juke box per posizionarlo accanto al palco e i due si avvicinarono incuriositi.
-Anche in un posto dove andavo con la mia amica ne avevano uno ma credo fosse più moderno di questo- Mormorò Amelia osservando tutti i tasti e i bottoni del juke box ad arco.
-Ma questi non erano degli anni cinquanta?- Chiese Peter. -Sai, Happy days e quelle cose lì...-
Amelia diventò dubbiosa. -Dici?-
-In realtà sono diventati di moda negli anni trenta.- Disse una nuova voce dietro di loro facendoli sobbalzare.
Si voltarono per vedere una ragazza con un vestito bianco e dorato in puro stile anni quaranta.
-Da dove sei sbucata? E come fai a sapere dei juke box?- Chiese Peter per poi guardarla sconvolto. -Viaggi nel tempo! Sei tipo come Phil dal futuro.-
La ragazza lo guardò stranita. -Ho appena guardato su internet ovviamente.- Rispose mostrando loro un cellulare sall'aspetto super tecnologico. -Parli di viaggi nel tempo e invece che citare doctor who o ritorno al futuro, citi Phil dal futuro? Comunque no, sono arrivata dalla porta.- Disse indicando la porta che dava sul corridoio davanti alla quale Nat stava parlando con un uomo dall'atteggiamento regale che ad Amy ricordava tanto qualcuno che però non riusciva a ricordare.
-Diamine Peter, i tuoi sensi di ragno fanno schifo ultimamente.- Commentò Amy.
-Ero concentrato sul juke box, io...- 
-Sensi di ragno? Sei Spiderman?- Chiese la ragazza incuriosita.
-Cosa? Spiderman? Figurati, quel tipo è troppo in gamba.- Disse con evidente nervosismo.
-Pensa che a me è sempre sembrato uno sbruffone.- Continuò lei.
Peter sembrò combattere una battaglia interiore, ma alla fine esclamò un offeso: -Hey!-
-Lo sapevo che eri Spiderman.- Disse la ragazza alzando le spalle mentre Amelia ridacchiava.
-Tu sei Spiderman? Abbiamo lavorato insieme una volta.-
Gli occhi di Peter brillarono. -Lei deve essere T'Challa, è un onore poi fece un piccolo inchino e Amelia pensò di fare lo stesso quando T'Challa lo fermò. -Da noi non si usa.-
-Oh... Mi scusi.- Disse Peter mortificato.
Amelia guardò la ragazza con un sorriso. -Allora tu devi essere Shuri! Bucky sarà contentissimo di vedervi qui!- Esclamò felice guardando prima Shuri e poi T'Challa sperando che quest'ultimo non si ricordasse del loro ultimo incontro.
Come se le avesse letto nel pensiero, T'Challa la squadrò incuriosito. -Ci siamo già visti?-
Peter sorrise. -Era la tizia con il passamontagna che ci ha voltato le spalle e ha mandato a monte il piano.-
Amelia lo guardò male. -Grazie tante Peter.-
Shuri si mise a ridere. -Sapevo che eri tu Amelia, hai fatto un video di quando hai lanciato lo scudo di Cap contro mio fratello??- Chiese con un sorriso speranzoso.
-No... E poi non l'ho fatto di proposito...- Continuò cercando di sembrare almeno un po' sincera.
T'Challa tentò di riservarle uno sguardo severo. -Oh sì che lo hai fatto apposta. Pensavo che fossi lì per aiutarmi e invece mi sono visto arrivare addosso quello stupido scudo. E tu smettila di ridere.- Aggiunse cercando di non ridere per poi dare una piccola gomitata al braccio della sorella.
-Io ho un po' di riprese, credo di avere quella in cui Amy ha fatto scivolare tuo fratello per andare a salvare il suo Barnes. Vieni, ho il computer di là.- Disse senza aspettare nessuno.
Amelia rimase lì imbarazzata mentre Shuri seguiva Peter. Si schiarì la gola. -Non ho fatto apposta nemmeno quello...- Provò a dire mentre T'Challa le faceva segno di lasciar perdere.
Passò qualche secondo in cui non sapeva cosa dire e appena aprì la bocca per discutere del tempo lui la anticipò.
-Il tuo Barnes, eh? Non sapevo che si fosse trovato la ragazza.-
Lei arrossì. -Infatti non l'ha trovata. Peter non sa parlare, ha una grammatica pessima. È meglio non ascoltarlo.- Farfugliò velocemente mentre T'Challa cercava di non ridere.
-A me quel mortale sta simpatico, dice sempre la verità.- Commentò Loki, apparso dietro di lei magicamente. -Barnes non ha la ragazza ma sì, è il suo Barnes.- Concluse indicando Amelia.
Il re osservò il dio degli inganni con fare sospetto ma poi si limitò a sorridere divertito rivolgendo di nuovo lo sguardo alla ragazza.
-Anch'io sono di sangue reale come già saprai... Sono stato re di Asgard per un po' di tempo.- Continuò Loki guadagnandosi un'occhiataccia dal fratello che passava di lì con una scatola di pop-tarts in mano.
-Ovviamente non servono inchini nemmeno per me...- Disse con un sorriso. -Ma se nel caso volessi inginocchiarti...-
-Okay, ora basta Loki.- Gli disse Amelia sbuffando.
Natasha li raggiunse prima che potesse continuare. -Rogers e Barnes dovrebbero essere qui a momenti. E smettila di stroppicciarti il vestito, hai scelto tu di fare questa festa quindi devi tenerti in ordine come tutti gli altri.-
Amy smise subito di torturare la gonna del vestito blu che aveva scelto con cura il giorno prima quando lei, Natasha, Wanda, Sam e Bruce erano andati al negozio di vestiti vintage a prendere vestiti a tema per tutti.
-Finalmente è arrivato Scott.- Aggiunse poi la rossa andando ad accogliere i nuovi ospiti che stavano parlando con Sam.
-Oh quindi hai deciso tu di fare la festa per Barnes, che carina.- Commentò T'Challa osservando la sala. -Sembra che tu ti sia impegnata molto.- Osservò con tono divertito, come se stesse parlando a sua sorella.
Lei si mise a ridere per dissipare l'imbarazzo. -In realtà è stato Steve a chiedermi aiuto, io ho solo eseguito gli ordini.-
Loki si lasciò sfuggire un piccolo versetto a metà tra il compiaciuto e il divertito. -E pensare che Steve voleva fare qualcosa di semplice... Invece tu hai detto che avreste dovuto fare qualcosa di speciale perché il caro Bucky non festeggiava un compleanno come si deve da decenni.
Ed eccoci qui, ha addobbato la sala, preso i vestiti per tutti, scelto la torta e invitato gli amici di Barnes. Non ti sei impegnata per niente.- Concluse quasi ghignando.
-No, vedo che ci sono un paio di incomprensioni...- Cominciò Amy spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio mentre cercava di non arrossire. -T'Challa non conosce tutta la storia...-
Il suddetto le fece un cenno con la testa. -Sarei lieto di ascoltarla.-
Amelia si contorse le mani e sospirò. -Vedi, quando avevo pochi mesi James ha salvato me e i miei genitori. Non i miei veri genitori, in realtà ho da poco scoperto di essere un'aliena.
Anzi, mezza umana e mezza aliena, solo che il mio padre biologico era un ba...-
-Tutti ai vostri posti, sono arrivati!- Annunciò Tony e tutti smisero quello che stavano facendo.
T'Challa le rivolse un sorriso cordiale, ma lei non perse la piccola risatina che gli sfuggì quando le voltò le spalle, per questo fulminò Loki con lo sguardo mentre Steve e Bucky facevano il loro ingresso nella sala.
Li accolse un coro di -SORPRESAAAAA!!!!-
Steve tenne lo sguardo fisso su Bucky, il quale all'inizio sembrò andare subito sulla difensiva, poi scrutò il viso di ogni persona presente.
Guardò Steve e poi sorrise sussurrandogli qualcosa. 
Nel giro di pochi secondi ognuno dei presenti si prese un momento per fare gli auguri al festeggiato e Amelia si avvicinò di nuovo al juke box per cercare di capire come farlo partire e per cercare di far passare il nervosismo che l'aveva inghiottita negli ultimi minuti.
Provò a premere qualche pulsante quando infine il suo sguardo si posò sulla fessura per le monete e lanciò un'occhiataccia a Tony che al momento stava parlando con Steve mentre teneva in braccio Morgan.
-Genio, miliardario, playboy, filantropo e va a scegliere un juke box dove bisogna inserire le monetine... Che idiota.- Mormorò a denti stretti.
In quel momento Peter e Shuri si riavvicinarono.
-Hey Amy- La salutò il primo.
Lei si girò verso di lui con gli occhi accesi in due piccole fiamme e gli tirò un pugno al braccio con un po' troppa forza.
Peter barcollò all'indietro portandosi una mano al braccio. -Ma sei completamente pazza? E questo per cos'era??-
Amelia sapeva benissimo che lo aveva fatto per quel "il suo Barnes" ma decise di non rispondere. -Hai qualche moneta?- Chiese invece tornando a guardare il juke box.
Lui rimase a guardarla perplesso, poi cominciò a frugare nelle tasche del completo che stava indossando e ne tirò fuori alcuni centesimi. -Ho solo... 69 centesimi...- Disse contando velocemente le monetine.
Shuri sorrise come una pazza e guardò Amelia aspettando qualcosa, al che lei la guardò confusa. Shuri sospirò delusa e guardò Peter con serietà.
-Welp, you know what that means!- Esclamò con uno strano tono di voce.
A Peter si illuminarono gli occhi e, facendo finta di piangere esclamò: -I don't have enough money for chicken nuggets!!-
Amelia riconobbe il famoso vine e alzò gli occhi al cielo per poi prendersi i 69 centesimi mentre Shuri e Peter si davano il cinque. Quando la musica cominciò a risuonare nella sala cominciò a rilassarsi, poi le venne un'idea.
Andò in cucina e prese i vasetti di vetro pieni di monete che si trovavano vicino al frigo. Steve li aveva messi lì qualche mese prima per le liti stupide, inutile dire che venivano riempiti quasi ogni giorno.
Rientrò nella sala con almeno cinque vasetti stretti tra le braccia quando Thor le andò addosso facendola cadere all'indietro. Il rumore di vetri rotti e monete che rimbalzavano ovunque riempì la stanza e tutti si voltarono verso di loro.
Peter guardò le monetine che ancora correvano per il pavimento e cominciò a cantare. -Mmm, what'd you say? Mmm, that you only meant well?-
Pochi secondi dopo Wanda e Shuri si unirono a lui. -Mmm, what'd you say? Mmm, that it's all for the best? Of course it is...- subito dopo si misero a ridere, insieme ad alcuni ragazzini spuntati lì all'improvviso.
Amelia sospirò. -Giuro che se sento altre citazioni riguardo ad altri vines uccido qualcuno...- Mormorò.
-Scusa Amelia.- Disse subito Thor aiutandola ad alzarsi.
-Figurati, so che non lo hai fatto apposta.- Disse mentre Visione ripuliva il disastro. -Grazie Vis.-
Thor sembrò imbarazzato. -In realtà... Loki mi aveva detto di camminare all'indietro finchè non fossi andato a sbattere contro qualcuno.-
Lei guardò Loki in lontananza che fingeva di prestare attenzione a qualcosa fuori dalla finestra ma in realtà stava cercando di non ridere.
-E perché lo hai fatto? Anzi, senti... Lascia stare.- Disse in fretta andando da Nat, perché è quello che faceva quando non ne poteva più degli altri.
Andare da Nat. Ma poi vide che stava ballando sulle note di una canzone che sembrava molto vecchia.
-Ammetto che avevo i miei dubbi ma hai fatto un lavoro perfetto.- Disse Steve alle sue spalle.
Lei gli sorrise. -Non ho mica fatto tutto da sola. Vi siete divertiti alla partita?-
-Un mondo.- Il biondo sorrise per poi porgerle la mano. -Nat ha detto che se stasera non avessi ballato mi avrebbe organizzato un appuntamento al buio. Quindi per favore salvami.-
Amelia fece una finta espressione disgustata. -Ballare con Captain America su una canzone romantica come Don't fence me in? L'incubo di ogni donna.- 
Steve alzò gli occhi al cielo e Amelia accettò la mano. Un attimo dopo erano impegnati a pestarsi i piedi a vicenda.
Entrambi scoppiarono a ridere quando invece di fare un passo indietro, lo fecero entrambi in avanti andando a scontrarsi per l'ennesima volta. -Santo cielo Amelia, sei pessima nel ballo.-
-Senti chi parla, non sono io quella che è spuntata direttamente dagli anni quaranta-
-Hai presente com'ero fino al 1942? Nessuna ragazza voleva ballare con me, quindi non mi sono mai preso la briga di imparare. Poi quando ho trovato qualcuno che era disposto ad insegnarmelo, boom! Dritto dritto nel ghiaccio e poi nel 2012.- Mormorò con un mezzo sorriso e con lo sguardo perso nel vuoto.
Amy smise di sorridere. -Mi dispiace Steve...-
A quelle parole il biondo sembrò tornare al presente e le sorrise. -E di cosa? Almeno così ho avuto l'occasione di incontrare nuove persone. Umani e alieni.-
-O umalieni.- 
Steve ridacchiò. -Certo, mi sono trovato una sorellina umaliena. Il mio sogno da quando ero piccolo.-
Amelia lo guardò sorpresa. -Mi adotti come sorellina??- Chiese emozionata.
-Certo, non fai altro che metterti nei guai. Mi ricordi me stesso quando ero giovane.-
-Per questo ti arrabbi sempre con me?-
-Ovviamente. Mi arrabbio sempre e soltanto con te.- Disse lui divertito alzando gli occhi al cielo.
Alla fine della canzone entrambi fecero un inchino scontrandosi con le teste per poi scoppiare a ridere.
Subito dopo Don't fence me in, dal juke box partì Oh Johnny, Oh Johnny, Oh! e Amelia sfoderò un gran sorriso. -Adoro questa canzone.-
-Che strano, ti piace una canzone che dice "Oh Johnny, oh Johnny, Heaven's above, you make my sad heart jump with joy" e "Oh Johnny, please tell me dear, what makes me love you so?". Chissà chi ti ricorda...- Disse Natasha con un sorrisetto.
Amelia assottigliò lo sguardo imbronciata. -A Narnia. Mi fa pensare a Narnia.-
-Oh ecco dove l'avevo sentita, è all'inizio del film, giusto?-
Amy si voltò e vide Shuri accanto a Bucky.
-Sì. Grazie. Almeno qualcuno qui dentro è acculturato.- Disse Amelia lanciando un'occhiataccia a Natasha, la quale se ne andò con un sorrisetto sulle labbra.
-Chi non conosce Narnia è un idiota.- Affermò Shuri andandole a fianco.
-Beh.. Grazie tante.- Disse Bucky intromettendosi nel discorso.
Shuri guardò Bucky con un sorriso. -Mio figlio deve ancora imparare tante cose.- Disse dandogli una pacca sulla spalla per poi andare verso il fratello.
Amelia la guardò andare via con un sorriso. -Suo figlio?- Domandò a Bucky.
Lui sbuffò divertito. -Lascia perdere, è una lunga storia... Grazie per la festa comunque, non me lo sarei mai aspettato. Beh, tornando a casa Steve mi ha detto che ci sarebbe stata una piccola sorpresa. Forse credeva che dessi di matto o qualcosa del genere.- Mormorò con una piccola risata.
-Sai com'è Steve, si preoccupa più del dovuto... Buon compleanno a proposito!- Disse annuendo, un po' imbarazzata.
Rimasero un po' a guardarsi con un sorriso incerto, poi Bucky fece per porgerle la mano ma furono interrotti da Tony.
-Hey Barnes! Amy, ti ho vista ballare con Steve. So che è stata la realizzazione del tuo sogno adolescenziale, dal poster sul muro a ballarci insieme è stato un attimo. Ma ora è necessario che balli con il tuo vecchio.- Disse in fretta. E l'attimo dopo la stava già facendo volteggiare.
Amelia lanciò uno sguardo di scuse a Bucky, il quale la seguì con lo sguardo abbassando la mano che aveva ancora a mezz'aria.
Dopo il ballo con Tony passò a salutare Clint, il quale gli presentò la sua famiglia. E Amelia finalmente capì chi erano i ragazzini che si erano messi a ridere quando Peter si era messo a citare vines dopo che Thor l'aveva fatta cadere.
In seguito Sam le presentò Scott e Hope.
-Ti ricordi il tipo gigante dell'aeroporto?- Dopo la domanda di Sam a Amy brillarono gli occhi.
-Lei è Ant-man?? Quella cosa che ha fatto all'aeroporto è stata...-
-Fortissima.- Disse all'unisono con Peter che li aveva raggiunti e aveva sentito la conversazione.
-Oh beh, non esageriamo. Se non fosse stato per Hope non avrei combinato niente...- Disse Scott con un sorriso orgoglioso rivolto a Hope.
Amelia sorrise cercando di non saltellare per l'emozione. -Potete farlo entrambi?? Ci fate una piccola dimostrazione???-
Hope ridacchiò vedendo come l'espressione di Scott cambiò di colpo. -Scusate, ma Sam ci ha fatto promettere di non portare niente di strano stasera.-
-Oh... Allora possiamo fare una foto insieme?-
Scott guardò Amelia a bocca aperta. -Una foto?? Intendi... insieme a noi? O solo con Hope? O forse mi stai chiedendo di fare una foto a voi...-
-Insieme a voi ovviamente, ma se vi dà fastidio non importa...- Disse subito Amelia preoccupata dalla reazione dell'uomo.
-No! Va benissimo... In fondo ci sono abituato, me ne chiedono ogni giorno...-
Hope scoppiò a ridere mentre Scott le lanciava un'occhiataccia.
Sam scattò ai quattro una serie di foto, poi Amelia e Peter passarono una buona mezz'ora a parlare insieme ai due mentre mangiavano la torta.
Appena si allontanò, Loki la prese tra le braccia.
-Cosa hai in mente adesso?- Chiese alzando gli occhi al cielo.
Loki scosse le spalle con un sorrisetto. -Voglio solo ballare un po', niente di che.- Disse muovendo qualche passo ben studiato mentre lanciava delle occhiate soddisfatte dietro di lei.
Amy provò a girarsi per vedere chi stava guardando ma lui la tenne stretta, costringendola ad altri due balli finché non si fermò con scaltrezza proprio davanti a T'Challa.
-Posso avere l'onore di un ballo?- Le chiese posandole un leggero bacio sulla mano destra.
Lei arrossì e accettò.
Mentre danzavano, Amelia si accorse che anche T'Challa stava osservando qualcuno dietro di lei e appena le fece fare una giravolta incontrò lo sguardo di Bucky dall'altra parte della stanza.
Guardò il re sorpresa. -Tu e Loki siete d'accordo!-
-Forse.- Rispose scuotendo le spalle lui.
Amelia alzò gli occhi al cielo. -Qual è il piano far ingelosire Bucky? A lui non interessa.- Disse secca, poi arrossì. -Nemmeno a me ovviamente... E poi la gelosia non porta mai niente di buono.- Disse in fretta.
 T'Challa sorrise. -Sono d'accordo.-
-E allora perché lo fai?-
-Quel tuo amico Asgardiano ha insistito tanto che alla fine gli ho detto sì per farlo stare zitto.- Confessò divertito facendo ridere anche Amelia. -Ma dagli sguardi che ti lancia il soldato direi che aveva ragione Loki.- Mormorò velocemente mentre un'altra canzone andava cessando. -Perché non ballate insieme?-
Amelia fece per ribattere ma poi si accorse che non lo stava chiedendo a lei.
T'Challa porse la mano di Amelia a Bucky e poi si allontanò con un sorrisetto.
-Vuoi ballare?- Chiese piano lui.
Amy spostò lo sguardo dalle loro mani già intrecciate agli occhi che aveva sognato ripetutamente negli ultimi cinque anni e annuì timidamente.
Lui sorrise nervosamente e la guidò piano, con dei piccoli movimenti spontanei mentre le note di una nuova canzone si diffondevano piano nella sala.
 
Why do you whisper, green grass?
Why tell the trees what ain't so?
Whispering grass, the trees don't have to know
no, no
 
Amelia non potè fare a meno di notare che il modo in cui ballava Bucky era completamente diverso e più confortevole.
Se da una parte la trattava con più delicatezza, il modo in cui si muoveva era più sciolto degli altri, come se non fosse passato nemmeno un giorno da quando lui e Steve frequentavano le sale da ballo negli anni quaranta.
 
Now, don't you tell it to the breeze
'Cause she'll run and tell it to the birds and bees
And everyone would know 'cause you done told the blabberng trees
Yes you did, you told 'em once before
So that's why it ain't no secret any more, hmm, hmm, hmm
 
-Se ballavi così anche ai vostri tempi, devi aver fatto girare la testa a un sacco di ragazze.- Osservò Amy con un sorriso. -Hai ballato anche con Dot?- Chiese divertita.
Bucky ridacchiò facendole fare una giravolta. -Ancora con questa Dot? Se non ti conoscessi sembrerebbe quasi che tu sia gelosa...-
Amy si sentì arrossire, così spostò lo sguardo su Pepper e Tony che scambiavano un'ultima chiacchierata con Steve prima di allontanarsi con la carrozzina seguiti da Rhodey, Clint e la sua famiglia.
-Devi essere contenta di essere riuscita a ballare con Steve. Un poster sul muro, eh?- Chiese con un sorriso strano.
-Non ascoltare Tony per favore..-  Mormorò imbarazzata.
Bucky ridacchiò ma poi continuò con lo stesso tono strano -Quando vi ho visti abbracciarvi in cucina una settimana fa, pensavo che forse nascondevate qualcosa. Ma pensavo più a una relazione segreta che a una festa a sorpresa.-
Amelia lo guardò esterrefatta. -Ma se mi ha appena adottata ufficialmente come sua sorellina!-
-Come sua sorellina?- Domandò sorpreso e con un tono che ad Amy sembrò più tranquillo. -Ma se non riesce a badare nemmeno a se stesso.- Continuò poi facendola ridere.
 
Why tell them all the old things?
They're buried under the snow
Whispering grass, don't tell the trees
'Cause the trees don't need to know
 
Volteggiarono ancora un po' anche quando la canzone finì.
Poi Steve chiamò l'amico e Bucky le sorrise un'ultima volta prima di allontanarsi.
Lo seguì con lo sguardo e si strinse le mani quando notò che stava tremando, poi un fischio richiamò la sua attenzione. Guardò verso la finestra dove Peter, Shuri, Loki e T'Challa le sorrisero rivolgendole un pollice all'insù.
Lei alzò gli occhi al cielo mentre cercava di non arrossire e raggiunse Wanda e Natasha al tavolo degli snack.
Quando arrivò il momento dei saluti andò da Shuri e T'Challa. -Grazie per essere venuti, potreste rimanere qui stanotte.-
-No, il mio caro fratellone mi doveva un viaggio a Disney World.- Rispose Shuri con un sorriso.
 T'Challa alzò gli occhi al cielo, immaginandosi la giornata che lo attendeva. -Grazie comunque per l'invito.- Disse, poi la guardò e aggiunse -Non evitare le cose solo perché ti fanno paura.... O perché ti senti egoista ad assecondare i tuoi desideri.-
-Con questo vuol dire di farti avanti con Bucky, avete la mia approvazione.- Disse Shuri solennemente facendo alzare gli occhi al cielo al fratello.
Amelia arrossì ma annuì comunque.
Quando tutti gli invitati lasciarono il quartier generale, il resto della squadra decise di andare a letto, rimandando le pulizie al giorno dopo.
Bucky e Amelia si guardarono quando tutti gli altri si rifugiarono in camera.
-Grazie ancora per la festa, non passavo un compleanno così da quando... Beh, non ne ho idea...- Disse imbarazzato.
Lei sorrise. -Ancora buon compleanno James.- Mormorò piano, poi ripensando alle parole di T'Challa si alzò in punta di piedi per dargli un bacio sulla guancia.
Lui le sorrise, si girò per andare in camera e poi tornò a guardarla. -Sei stanca?-
L'unica cosa che Amelia voleva fare era andarsene sotto le coperte e dormire, ma si ritrovò a scuotere la testa.
-Possiamo guardare Narnia allora.-
Amy sorrise e lo seguì in camera.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*scena post credit*
 
 
 
 
Amelia si svegliò con la pancia che le brontolava.
Si stropicciò gli occhi e quando li aprì del tutto rimase confusa nel non riconoscere la stanza. 
Poi ricordò
Stava guardando Narnia con Bucky.
Si girò piano alla sua destra e sorrise vedendo come dormiva pacifico con una ciocca di capelli scuri che gli copriva la guancia.
Cercò di alzarsi facendo il minimo rumore possibile e uscì dalla stanza.
Si sistemò il vestito ormai del tutto stropicciato dopo averci dormito sopra e si bloccò vedendo che Nat era seduta a terra, appoggiata alla porta della sua camera.
-Buongiorno- Le disse la rossa con un sorrisetto.
Amy rimase a fissarla con grande confusione. -Hai dormito per terra?-
-No, ero solo venuta a darti il buongiorno.- Rispose Natasha divertita per poi lanciare un'occhiata alla porta di Bucky.
Realizzò cosa stava pensando Natasha e scosse la testa. -Non è come credi. Non abbiamo dormito insieme, stavamo...-
Natasha si alzò con il solito sorrisetto. -Infatti non penso che abbiate dormito.- Disse per poi girarle le spalle.
Amelia la guardò con occhi spalancati. -Nat!- Esclamò con aria indignata mentre arrossiva dalla testa ai piedi.














 
_Angolo autrice
Nuovo capitolo, spero non risulti pesante o ripetitivo.
Scusate per eventuali errori grammaticali e sviste.
Se avete voglia di dirmi cosa ne pensate lasciate un commento qui sotto, intanto ringrazio come sempre che ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate, ai lettori invisibili e a chi lascia sempre qualche pensiero qui sotto.
Credo di aver messo Amy su una montagna russa di emozioni in questo capitolo, ma credo ne sia valsa la pena, no?
Che dire... Avevo da un po' in testa la parte della festa, ma come sempre sono finita a scriverla negli ultimi giorni e scrivere di T'Challa dopo la notizia di Chadwick è stato strano e difficile. Quindi spero di essere comunque riuscita a descriverlo più o meno bene e a rendergli giustizia.
Spero di avervi lasciato un sorriso in questi giorni dìtristi per il fandom...
 
Alla prossima <3

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Capitolo 19
*** diciannovesimo capitolo ***


Una sera, diverse settimane dopo il compleanno di Bucky, Clint fece il suo ritorno.
-Rieccomi- Annunciò con un sorriso per poi lanciare la valigia sul tavolo della cucina dove Sam, Nat, Amy e Bucky stavano chiacchierando.
-Potevi stare via ancora un po'.- Commentò Sam scocciato dopo che la valigia dell'eroe aveva fatto rovesciare la ciotola di patatine al centro del tavolo.
-Mi sei mancato anche tu Sammy.-
Il sorriso di Clint si capovolse all'istante quando entrò in cucina Loki.
-Avevi detto che era andato via!- Esclamò con sdegno in direzione della sua migliore amica.
Natasha alzò piano lo sguardo dal cellulare e lo guardò. -Mh? No, vanno via dopodomani.- Disse tranquillamente. -Come stanno i ragazzi?-
Clint ignorò la domanda. -Avevi detto che era andato via.-
-Devo essemi sbagliata.- Concluse lei scrollando le spalle.
Amelia, Sam e Bucky si scambiarono uno sguardo divertito.
Intanto Loki si avvicinò a Clint con un sorriso. -Sapevo che non avresti rinunciato a salutarmi, abbiamo vissuto così tante avventure insieme...-  Continuò dandogli una pacca sulla spalla.
-Loki...- Cominciò Amelia in tono d'avvertimento, ma era troppo tardi.
Clint gli riservò una gomitata prima che lui svanisse del tutto per riapparire dietro ad Amelia.
Il dio si portò una mano al cuore -Dopo tutto quello che ho fatto per te?-
Prima che Clint potesse avvicinarsi ancora, Amelia afferrò il braccio di Loki. -Ora basta.- Disse tranquilla mentre la pelle di Loki passava dal pallido rosa al blu intenso.
Lui alzò le mani in segno di resa per poi sederle accanto. -Ero solo felice di rivederlo prima di partire, mi mancava così tanto...-
Clint sbuffò.
-Avanti Clint, sono solo due giorni.- Disse Amelia.
Sam la guardò divertito. -Perché cerchi di mantenere la pace tra loro? È divertente!-
Amy incrociò le braccia mettendosi in bocca una patatina. -Steve mi ha detto che devo tenervi sotto controllo mentre lui è via.-
-Ma se siamo più tranquilli quando lui non c'è- Mormorò Bucky facendola ridere.
Loki e Natasha si scambiarono uno sguardo complice per poi farle l'occhiolino, Amelia diventò rossa e cercò di prestare attenzione alla tv dove passava la pubblicità di qualche deodorante maschile.
-Dov'è Rogers?- Chiese subito Clint.
-Gli ho organizzato un appuntamento al buio con una tipa a posto.- Disse Nat.
Amelia guardò la rossa. -Gli avevi detto che se ballava con qualcuno non lo avresti fatto!-
-Infatti è così-
-Oh buono a sapersi, io non sono nessuno.- Scherzò Amy.
-Non intendevo con qualcuno della squadra-
-Ma se non c'era nessun altro al di fuori della squadra.- Intervenne Bucky con aria confusa.
Natasha sorrise. -Infatti, gli avevo già organizzato l'appuntamento prima della festa. Sam mi ha aiutato-
-Sam!- Esclamò Amy sorpresa. Per tutta risposta lui scrollò le spalle.
Loki incrociò le braccia e osservò tutti i presenti con un sorrisetto, e Amelia temeva già cosa ne sarebbe uscito.
-Perché non ne organizzi uno anche alla cara Amelia? Ne ha bisogno, ha enormi carenze d'affetto. Avete visto con quante persone ha ballato al compleanno di Barnes?-
Amelia sbuffò rumorosamente.
-Con me non hai ballato- Commentò Sam offeso.
-Perché sei emotivamente instabile-
-Touché.- Disse Sam divertito, facendola sorridere a sua volta.
-Sto provando ad organizzarle un appuntamento con Johnny da mesi.-
Amelia la guardò con occhi spalancati. -Tu cosa??-
-Ecco perché ti vedo sempre parlare con quell'agente, pensavo ti fosse passata la cotta per Banner-
Natasha riservò una violenta gomitata a Clint.
-Non fanno coppia fissa ormai?- Chiese Amelia allontanandosi un po' anche se Natasha era dall'altra parte del tavolo rispetto a lei.
-Tu non dovevi tenere tutti tranquilli?-
-Steve mi ha mandato un messaggio mezz'ora fa in cui diceva che stava tornando, quindi dovrebbe essere qui a momenti.-
Come per darle ragione i fari della moto di Steve illuminarono la finestra per un millesimo di secondo prima che scomparisse nel garage.
Due minuti dopo Steve entrò in cucina con un'espressione frastornata.
-Allora, come è andata?- Chiesero Bucky e Sam all'unisono mentre Natasha nascondeva un sorriso.
Steve stava guardando proprio lei. -Nat...-
-Hey Rogers, già di ritorno?-
-Mi hai preso un appuntamento da una tatuatrice??-
-È simpatica.-
-Cosa è successo?- Chiese Amelia ad un tratto molto più incuriosita di quanto fosse due secondi prima.
Il biondo guardò gli altri un po' incerto se raccontare le sue sventure oppure no, ma pensò che tanto lì dentro poche cose rimanevano segrete. 
-Natasha mi aveva organizzato questo appuntamento al buio dicendomi che la ragazza in questione era un'artista molto dolce, che sarebbe bastato anche un solo appuntamento perchè viene da una situazione molto difficile ed è sempre sola. Inserite un altro centinaio di parole che Romanoff usa per convincervi a fare qualcosa e alla fine ho dovuto accettare. Questa sera mi preparo, vado all'indirizzo che Nat mi aveva indicato, finisco in un negozietto di tatuaggi, chiamo Natasha. Mi dice di entrare e di chiedere di lei, lo faccio. Mi portano in una stanza dove incontro la ragazza in questione. Mi fa accomodare e dice di aspettare perchè andava a prendere delle cose. Finalmente arriva, faccio per alzarmi ma lei mi ferma e tira fuori l'ago. A quel punto mi sono spaventato. Le ho chiesto cosa stesse facendo e lei mi ha guardato come se fossi pazzo. Capite? Come se fossi io il pazzo.- Aggiunse sottolineando l'ultima frase con tono incredulo. -Comunque, con tutta la calma del mondo mi ha risposto "ti faccio un tatuaggio". In due secondi ho collegato il tutto, ho preso la mia giacca e ho fatto per andarmene. Ma prima di chiudere la porta, spinto dalla curiosità le ho chiesto cosa avrebbe dovuto tatuarmi e lei mi mostra il disegno di un ghiacciolo a righe blu, bianche e rosse.- Terminò tornando a guardare Natasha che stava ridacchiando come una bambina dell'asilo insieme agli altri.
Cap alzò gli occhi al cielo e fece per andarsene ma Amelia lo fermò. -Vieni Steve, ti faccio una cioccolata.- Lo fece sedere cercando di smettere di ridere e passarono la serata cercando di convincerlo a farsi quel tatuaggio.



***


Le sembrò di aver dormito per soli quindici minuti quando un allarme risuonò per tutto il quartier generale alle tre e mezza di notte.
Sobbalzò nel letto prima di alzarsi di scatto e uscire dalla camera.
Nel corridoio c'erano già Wanda, Sam, Bucky, Loki e Visione. Quest'ultimo aveva un'espressione seria.
-Incendio in un orfanotrofio non raggiungibile dai vigili del fuoco, gli altri ci aspettano al jet.-
Amelia li seguì di sotto e anche Loki, il quale a differenza degli altri non mostrava alcun segno di stanchezza e Amelia sospettò che al dio non servisse dormire molto e che non fosse mai andato davvero a letto quella notte.
Al jet Thor fece segno al fratello di sedersi accanto a lui, preferiva sempre averlo nelle vicinanze per evitare che combinasse qualcosa di irreversibile.
Bucky e Amelia rimasero a guardare finché Steve non fece loro un cenno.
-Venite anche voi se non fosse chiaro-
I due si scambiarono uno sguardo sorpreso prima di rivolgere l'attenzione a Steve.
Nessuno dei due aveva mai partecipato ad una missione ufficiale insieme alla squadra.
Mentre entravano Steve le scompigliò i capelli. -Non combinare guai-
All'espressione di sdegno della giovane, Bucky sorrise. -La terrò d'occhio io, non preoccuparti.-
Per quanto Amelia volesse riservargli un'occhiata furiosa, non poté fare a meno di nascondere un piccolo sorriso intenerito.
Clint prese il comando del Quinjet, quando furono abbastanza vicini videro la colonna di fumo innalzarsi davanti a loro e Amelia si sentì più nervosa di prima.
Fino ad ora era solo incappata in situazioni spiacevoli per caso, non aveva mai dovuto prepararsi prima per una missione e l'ansia le stava divorando lo stomaco.
Steve stava facendo uno dei suoi discorsi preparatori e probabilmente lei era l'unica a non ascoltarlo. Si diede un pizzicotto al braccio e rivolse l'attenzione al capitano.
-Molto probabilmente dei bambini sono ancora intrappolati, quindi la cosa più importante è entrare, recuperare i bambini e spegnere le fiamme dall'interno. Wanda, Visione, Loki, Amelia e Rhodes voi vi occuperete di tenere sotto controllo l'incendio finché non arrivano i vigili del fuoco. Dovrebbero essere qui tra un'ora.-
-Chi costruisce un orfanotrofio in mezzo al nulla, comunque? Non sarà un posto costruito su un cimitero o qualcosa del genere, vero?- Chiese Clint.
-Tanto mandiamo avanti Rogers.-
-Grazie tante Romanoff, ora preparatevi.- Disse Steve mentre Bruce faceva atterrare il quinjet.
Tutti presero la loro posizione, preparando le armi e i costumi.
-Per quanto sia carino il tuo pigiama, ti consiglio di indossare qualcos'altro per entrare in azione.- Le sussurrò Bucky seduto dietro di lei.
Lei diede un'occhiata a quello che stava indossando e vedendo il pigiama di captain america si affrettò a premere il fiocco di neve sul braccialetto che portava al polso. -Credi che Steve lo abbia visto?-
-A giudicare da come ti ha guardato il pigiama per cinque minuti buoni direi di sì. Se il tuo obiettivo era fare colpo su Steve ci sei riuscita, anche se credo si sia spaventato un po'-
Amy si girò verso Bucky con espressione furiosa, ma tutto quello che ricevette in cambio fu un sorrisetto divertito.
-Qualunque sguardo adorabile tu mi stia rivolgendo non posso vederlo se hai la maschera da supereroina addosso.- Disse lui facendola arrossire, poi alzò gli occhi al cielo anche se non poteva vederlo. 
-Dovresti passare meno tempo con Clint, stai prendendo il suo sarcasmo.-
Bucky rise. -E tu meno con Steve, non vorrai mica illuderlo-
Prima che lei potesse ribattere Natasha arrivò davanti ai due con un sorriso che Amelia conosceva bene. -Non voglio interrompere niente...- Cominciò lanciando un'occhiata ad Amelia e poi a Bucky. -Ma dobbiamo andare.-
I due si guardarono intorno e videro che gli altri stavano uscendo.
-Non è professionale rimanere qui a litigare amorevolmente mentre gli altri si danno da fare-.  Continuò Nat per poi seguire la squadra con un sorrisetto stampato in faccia.
Amelia guardò di sottecchi Bucky per capire se avesse capito che Nat aveva capito che lei... Beh, che lei forse aveva una leggera ammirazione per lui.
Ma l'unica cosa che fece fu guardare la rossa con intensa confusione per poi apprestarsi a seguire gli altri.
Amelia scosse la testa e uscì a sua volta per poi bloccarsi quasi subito quando vide davanti a lei l'immenso edificio scuro avvolto dalle fiamme, ma non ebbe il tempo di entrare nel panico perché Wanda le fece segno di seguirla.
Wanda stava tenendo a bada le fiamme per far entrare la squadra nell'edificio. Con la coda dell'occhio vide Steve parlare in modo serio con una donna che doveva essere una responsabile dell'orfanotrofio.
Dietro di lei dei bambini dall'aria spaventata stavano vicini, facendosi forza a vicenda mentre guardavano le fiamme alzarsi sempre più in alto nel cielo notturno.
Amelia entrò un po' in panico pensando a quanti bambini dovevano essere rimasti intrappolati nell'edificio, quindi fece di tutto per raccimolare un po' di coraggio dentro di lei pensando che era compito suo aiutarli.
Si infilò tra le fiamme creando un campo di forza attorno a sè e si mise subito a lavoro per estinguere l'incendio.
All'improvviso sentì la voce di Steve e si girò per vedere dove fosse ma poi si ricordò che aveva infilato il ricevitore all'orecchio prima di uscire dal quinjet quindi era in collegamento con tutti i membri della squadra. -Ci sono trentadue bambini nell'edificio, quattro educatori, due cuochi e tre inservienti. Sono bloccati lì dentro da un bel po', quindi sbrighiamoci. Come siamo messi?-
Amy si fece strada tra le fiamme e fu contenta di avere la tuta di Tony, così non respirava fumo e aveva altà visibilità. L'attimo dopo aver sviluppato questo pensiero vide davanti a sè un piccolo puntino rosso lampeggiante.
Non ebbe il tempo di  rimanerne troppo confusa perchè una voce alquanto allarmata eruppe dall'interno della tuta.
-Il pavimento sta per cedere!-
Amelia sobbalzò per lo spavento. -Ma che...- Ma non ebbe il tempo di finire la frase perché effettivamente sentì il pavimento scricchiolare sotto i piedi.
L'attimo dopo si ritrovò a cadere e fece per usare i suoi poteri quando sentì che qualcosa stava già rallentando la sua caduta.
La tuta aveva acceso i propulsori sotto gli stivali della tuta e per un attimo si ritrovò a mezz'aria.
-Protocollo bici con rotelle attivato. Le consiglio di estinguere le fiamme sotto di lei prima di scendere. Individuate forme di vita umana nella stanza accanto.-
Amelia si apprestò a spegnere le fiamme nella stanza dove era finita, disseminata di vecchi banchi e sedie ormai neri e rovinati dall'incendio, alle pareti cartine geografiche e poster stavano ancora bruciando e l'unica cosa che si sentiva era lo scricchiolare del legno sopra di lei.
Per un momento le sembrò di essere in una puntata di Supernatural, ma poi ricordò cosa aveva detto la voce.
-Ehm... Voce della tuta? Che dicevi a proposito delle forme di vita umana?-
-Ci sono sette bambini e due adulti nella stanza accanto.- E prima che Amelia potesse dire qualcosa, la tuta le mostrò le sagome delle persone attraverso il muro, così lei si apprestò a raggiungere la porta ma la trovò bloccata.
-Mancano ancora nove bambini e due insegnanti. Dobbiamo sbrigraci prima che l'edificio crolli su se stesso. Maximoff, Frosin com'è la situazione da voi?- Chiese all'improvviso la voce di Steve attraverso il ricevitore.
-Pensavo che Amelia fosse con te, sto provando a controllare l'incendio ma sembra quasi...-
-Magico- Disse Loki intromettendosi. -Comunque dov'è Amelia? Con Barnes?-
-Steve, era con te.- Disse subito la voce allarmata di Bucky.
-Piantatela, sono solo caduta quando il pavimento ha ceduto. Sono finita in una stanza dove sembra ci sia appena stata un'evocazione demoniaca.- Disse sapendo che metà della squadra avrebbe alzato gli occhi al cielo a quel commento. -Comunque adesso vi mancano solo due bambini, gli altri li ho trovati. Qualcuno viene ad aiutarmi? E cosa dicevate del fuoco magico?- Chiese mentre si concentrava per spegnere le fiamme anche sulla parete e la porta che doveva sbloccare.
Diede un calcio ben assestato alla porta, la quale si aprì subito. 
Sentì delle esclamazioni un po' intimorite provenire dalla stanza e quando entrò trovò degli sguardi impanicati rivolti nella sua direzione.
E disse la cosa più stupida che potesse dire ad un gruppo di persone impanicate. -Hey, come va?-
Uno degli insegnanti la squadrò da capo a piedi. -Cosa....-
Amelia si ricordò che il mondo non sapeva nulla di lei, quindi si presentò. -Oh, sono una nuova recluta degli Avengers. Vi consiglio di seguirmi a meno che non preferiate stare qui...-
I due insegnanti e i bambini la guardarono incerti. Ma quando Clint arrivò al suo fianco, una bambina si lanciò tra le sue braccia. -Aiutami occhio di falco, salvami!- Esclamò prima di scoppiare in violenti colpi di tosse.
Clint la prese in braccio e diede delle indicazioni agli altri di seguirlo facendo indispettire Amelia. Doveva imparare a sembrare professionale come lui.
Aspettò che tutti uscissero dalla stanza e aiutò uno degli insegnanti che cercava di portare tre bambini alla volta.
Si ritrovarono di nuovo nel punto in cui Amy era caduta. E proprio lì Bucky stava aiutando Clint a passare i bambini a Steve, il quale le fece un cenno dal buco sul soffitto.
-Stai bene?- Le mormorò Buck.
Lei annuì piano quando sentì uno strano rumore, come un mormorio proveniente dalla stanza che aveva appena lasciato.
-Voce della tuta?- Chiese piano mentre Steve diceva che avevano ancora pochi minuti prima che l'edificio cedesse del tutto.
-Sì, Amelia?-
-Riesci ad individuare altre persone in quella stanza?-
La voce non rispose per qualche secondo, poi le mostrò due piccole sagome oltre il muro. -Ci sono due bambini nella stanza oltre a quella dove siamo appena stati. Ma non è sicuro, il soffitto sta cedendo piano piano e i bambini sembrano avvolti da un'aura soprannaturale.-
Amelia guardò le due sagome e non ci pensò due volte. Bucky le stava prendendo la mano per aiutarla. -Amelia, andiamo?-
Lei si girò un attimo a guardarlo. -Aspetta, ci sono...- Quando sentì qualche scricchiolio proveniente dalla stanza dove erano appena usciti si lanciò in quella direzione e fece appena in tempo ad entrare che dietro di lei crollò tutto, subito divorato dalle fiamme. 
Spalancò gli occhi quando vide la sagoma di Bucky dall'altra parte delle fiamme.
-Cosa diavolo ti è saltato in mente?- Le domandò preoccupato attraverso l'interfono.
-Ci sono i due bambini mancanti. Tu vai, aspettami fuori!-
-No, non senza di te!!- Esclamò con forza.
-James...-
-Stai indietro, ora ti raggiungo.-
-No, aspetta!- Amy agitò le mani velocemente per creare un portale e l'attimo dopo Bucky era davanti a lei.
La scrutò con sguardo severo per alcuni secondi. -Non farlo mai più.-
Probabilmente fu per le fiamme dietro di lui che creavano un'aura luminosa attorno alla sua figura, per l'intensità del suo sguardo o per il fatto che forse l'ossigeno cominciava a mancare anche dentro la tuta ma rimase a fissarlo imbambolata finché non le schioccò le dita davanti agli occhi e fu felice che lui non potesse vedere la sua faccia perché era sicura di avere un'espressione da pesce lesso.
-Dove sono i bambini?-
Lei scosse la testa per riordinare le idee. -Mh? Oh, giusto...- Si girò verso la parete dietro di lei che era ancora in fiamme e ci posò sopra le mani.
Dopo qualche secondo non successe ancora niente. 
-Perché non si spengono?-
-Non ne ho idea...- Poi ricordò cosa stavano dicendo Wanda e Loki a proposito del fuoco. -Non prendere paura...- 
Bucky si limitò ad osservarla mentre gli faceva segno di stare indietro e cominciava a tirare calci alla parte più cigolante della parete ancora in fiamme. Avrebbe potuto usare un portale ma le riusciva ancora difficile crearlo per un posto di cui non conosceva l'aspetto.
-La tuta di Stark non può aiutare?- Domandò dopo un po'.
Amelia si fermò e riprese fiato. -Tuta?-
-Consiglio a lei e al signor Barnes di fare un passo indietro. Rivolga il palmo della mano verso la parete.-
Amelia fece indietreggiare Bucky e alzò la mano.
L'attimo dopo dalla tuta partì una piccola scintilla che aprì un buco nella parete, abbastanza grande da far passare entrambi.
Passarono attraverso il buco con cautela, all'improvviso incerti dal silenzio che proveniva dalla stanza. Amelia creò attorno a lei e Bucky un campo di forza ed entrambi si bloccarono quando videro la scena davanti a loro.
Una bambina di undici anni con due treccine rosse disordinate si reggeva su una stampella un po' bruciacchiata e piangeva mentre continuava a pregare l'amico di uscire di lì.
L'amico in questione era un bambino della stessa età. Aveva la carnagione scura sulla quale le fiamme sembravano prendere vita, disegnado ombre inquietanti sui suoi lineamenti. Era seduto a gambe incrociate al centro della stanza, avvolto da una strana bolla arancione/rossastra. Amelia e Bucky si guardarono un momento prima di tornare a rivolgere l'attenzione ai bambini.
La bambina li osservò, ma tornò subito a guardare il bambino. -David dobbiamo andare, per favore.- Fecero un passo avanti e Amelia fu sicura di sentire ancora più caldo.
-Ciao- Disse cercando di sembrare tranquilla.
David li osservò e sembrò che la bolla che lo stava avvolgendo si ingrandisse ancora di più. -Vai via Bonnie, voglio restare qui. È tutta colpa mia.-
A quel punto la ragazzina, che a quanto pare si chiamava Bonnie, guardò i due disperata. -Dovete aiutarlo!-
Amelia andò ad inginocchiarsi accanto alla bolla. -Perché vuoi rimanere qui?-
Bonnie rispose al posto dell'amico. -Quello stupido di Simon Fletcher mi aveva nascosto la stampella per la millesima volta. Io non riesco a camminare senza, David si è arrabbiato e... Non ditelo alla preside, non è colpa sua. Non sa controllarlo ancora....- 
-Amy...- Lei spostò lo sguardo dalla bambina a Bucky, il quale le indicò le travi sul soffitto che si stavano sgretolando piano piano.
-David.- Come si aspettava, non ebbe risposta. -David, vuoi che Bonnie rimanga qui sotto finché non crollerà tutto?-
A quel punto il bambino alzò lo sguardo. -No, dovete portarla fuori!- 
-E lo faremo- Lo rassicurò Amy.
-Io non me ne vado!- Protestò Bonnie arrabbiata.
-Volevo dire... Lo faremo quando verrai anche tu, come puoi vedere lei non ha intenzione di andarsene senza di te.-
David la guardò disperato per poi sussurrarle: -Devi portarla via, non riesco a fermarlo.-
Amelia voleva salvare entrambi ma un altro scricchiolio proveniente da sopra le loro teste le mise fretta e fece comparire un portale. -Bucky, portala fuori.-
Bonnie a quel punto ricominciò ad impuntarsi. -No!-
Amy toccò il fiocco di neve sul polso sinistro e la tuta si ritirò. Si accorse subito della scarsità di ossigeno e si domandò come avessero fatto i due bambini a respirare fumo per tutto quel tempo. -Puoi accompagnare il mio amico Bucky fuori? Credo stia per sentirsi male... Tra qualche minuto io e David usciamo, okay?-
La ragazzina ci mise un po' a ponderare la situazione, ma alla fine prese la mano di Bucky, quella sinistra, lasciandolo sorpreso. -Ti aspetto fuori David. E farai meglio a muoverti.- Disse tra l'arrabbiato e il preoccupato mentre con un braccio teneva la stampella e con l'altro si teneva a Bucky, zoppicando verso il portale.
Bucky le lanciò un'occhiata preoccupata, ma rivolse di nuovo l'attenzione a Bonnie quando quest'ultima stava inciampando su un'asse di legno caduta sul pavimento e l'attimo dopo sparirono attraverso il portale.
David cominciò a singhiozzare appena il portale sparì. -Mi ero solo arrabbiato con Fletcher e le fiamme sono partite come...- Non finì la frase perché si coprì il viso con le mani e tornò a singhiozzare.
Amelia si portò una mano tra i capelli e cercò di sorridergli. -Anch'io prendo fuoco quando mi arrabbio, guarda.- L'attimo dopo i suoi capelli le svolazzavano intorno in piccole fiamme vivaci e i suoi occhi sembravano piccole scintille arancioni e dorate.
La bolla che circondava il bambino sembrò leggermente più debole e Amelia sorrise vedendo come la stava osservando adesso. -Anch'io pensavo di non riuscire a controllarli ma guardami adesso, sono entrata negli Avengers.-
Lui tirò su col naso e la guardò dritto negli occhi. -Ma se non ti ho mai vista prima-
Amelia smise di sbrilluccicare e lo guardò offesa. -Sono con loro da quasi metà anno e questa è la mia prima missione ufficiale. E poi non è colpa mia se la stampa parla sempre e solo di Iron man.- Disse mettendo il broncio come se non si trovasse in un orfanotrofio in fiamme e non stessero per crollarle in testa almeno tre piani dell'edificio.
-Io adoro Iron man!- Protestò David.
Lei alzò gli occhi al cielo. -Tutti adorano Iron man... Anch'io, ma per motivi diversi.-
David le rivolse un piccolo sogghigno. -Ne sei innamorata?-
-Ma cosa ti passa per la mente?? Ha più di cinquant'anni! Credo...- Tralasciò la parte che per lei era come un padre, per quello non c'era tempo.
-Captain america ne ha un centinaio, no?-
Ora era confusa. -E cosa c'entra Cap?-
-Il tuo pigiama.-
Sospirò e si disse di non indossare mai più quel pigiama, anche se era un regalo di Ilenia.
-Senti, non sono qui per discutere di supereroi. Ma se fosse, Vedova nera e Scarlet witch sono le più forti.-
Sentirono un boato sopra di loro e d'istinto Amelia creò un campo di forza, così i resti di tre piani di edificio rimasero sospesi sopra di loro. Pensò che gli altri dovessero essere parecchio preoccupati a quel punto, doveva darsi una mossa.
-David, ora dobbiamo proprio andare...- Con cautela gli porse la mano, avvicinandosi piano alla bolla che divideva il bambino dal resto del mondo.
Appena cercò di oltrepassare quella linea sottile ritirò subito la mano quando un calore insopportabile le attraversò il corpo.
David sembrò ritirarsi ancor di più in se stesso. -Te l'ho detto che non ci riesco...- 
-Invece ci riesci.- Le mani e le braccia di Amelia si ricoprirono di un leggero strato di ghiaccio. -Andiamo da Buck... Voglio dire, da Bonnie.- Con decisione oltrepassò la bolla per afferrare le mani del ragazzino.
Non demorse quando incontrò una grande resistenza dai poteri del bambino, ma alla fine fu lei a prevalere tanto che la bolla esplose in piccole scintille gialle, rosse e arancioni intorno a loro e le braccia del bambino non furono ricoperte di ghiaccio.
Prima che potesse scioglierlo, scomparve subito dalle braccia di David quando si fiondò ad abbracciarla. Amelia ne rimase sorpresa ma lo strinse a sè quando lo sentì singhiozzare ancora. -È tutto finito, ce l'hai fatta.-
-Ho distrutto la scuola, ora non mi vorranno nemmeno a quella nuova dove volevano mandarmi.-
Ad Amelia si strinse il cuore. -Non ti manderanno via. E se così fosse mi occuperò io di te.-
-Non sei in grado di occuparti di un preadolescente.-
Lei sbuffò rendendosi conto che quel ragazzino era troppo intelligente per i suoi gusti, ma continuò ad abbracciarlo. -Ne parleremo fuori di qui...- Mormorò creando un nuovo portale.
-Puoi rimetterti la tuta? Non è forte essere salvato da una tizia in pigiama.-
Amelia alzò gli occhi al cielo. -È bello essere considerati così da chi salvi, lascio gli Avengers e mi prendo un camioncino dei gelati. Almeno i bambini mi ringrazieranno come si deve.- Detto questo richiamò la tuta e sorrise quando sentì il ragazzino ridacchiare.
L'attimo dopo si ritrovarono di nuovo fuori e Amelia ne fu grata anche se nell'aria alleggiava ancora un forte odore di fumo.
Le ci volle un po' per notare che l'attenzione di tutti era rivolta all'edificio e alla fine notò chi si era aggiunto al gruppo.
Iron man stava sorvolando le macerie insieme a war machine e Wanda. Nel mentre urlava cose incomprensibili a Steve che a sua volta stava spostando macerie a terra.
Thor invece stava urlando contro a Loki, il quale era comodamente seduto su un'altalena rimasta illesa dall'incendio.
-Guarda, è proprio lì. Che vi dicevo?- Disse tranquillo il dio dell'inganno indicando Amelia.
Thor chiamò a gran voce Tony, il quale lo guardò. Il secondo dopo la raggiunse spaventando sia lei che David, perchè vedere l'armatura di iron man fiondarsi a capofitto su di te non è sempre rassicurante. Quando fu a qualche centimetro da lei la tuta sparì e Tony la stritolò in un abbraccio soffocante. -Giuro su Dio che sarai la mia morte.-
-Va bene...- Amelia gli diede un colpetto sulla spalla mentre lanciava uno sguardo confuso dietro alle sue spalle.
Loki si avvicinò. -Pensavano fossi morta, ho detto che eri ancora viva e nessuno mi ha creduto. Mi hanno dato dell'insensibile, sono molto offeso.-
-Stai zitto.-
-Tony, andiamo. Sto bene.- Amelia si divincolò dall'abbraccio e guardò David che era ancora accanto a lei, completamente imbambolato. -Lui è David, è un tuo fan. Vero David?-
Il ragazzino guardò prima lei e poi lui con occhi sgranati. -Mi piace Iron man.-
Tony era ancora frastornato ma riuscì a sorridere e a dire una delle cose che ai ragazzini di undici piaceva sentirsi dire da iron man.
-David!!!- I tre si girarono e videro Bucky che portava in braccio Bonnie, la bambina aveva il viso rigato dalle lacrime e gli occhi rossi.
Appena furono vicini Bucky la posò delicatamente a terra dove si fiondò a stritolare l'amico, mentre James rivolse la propria attenzione ad Amelia.
La guardò con intensità per qualche secondo, senza riuscire a percepire come stava dato che, a parte i capelli, era interamente coperta dalla tuta blu e azzurra.
-Grazie per esserti fidato.- Gli sussurrò mentre anche il resto della squadra li raggiungeva. -Sei stato carino...- Aggiunse prima di essere di nuovo stritolata da due braccia possenti.
Non che potesse lamentarsi troppo dato che con la tuta non riusciva a sentire l'intensità con la quale uno ad uno, la stavano soffocando. Steve la rimise a terra. -Scordati un'altra missione tanto presto.-
-Dì la verità, volevi ridarmi indietro il titolo de "la più strana della squadra", vero?- Le mormorò Wanda con gli occhi lucidi.
Amelia non se n'era resa conto per davvero fino a quel momento, ma dopo soli pochi mesi si erano affezionati a lei. Rimase imbambolata senza sapere cosa dire finché la situazione in cui erano in quel momento non li richiamò alla realtà.
L'alba cominciava a mostrarsi in tutto il suo splendore e la squadra rimase sorpresa nel vedere come quel luogo, che fino a poche ore prima sembrava il posto più inquietante dove mettere un orfanotrofio, si riempì di vita.
Il sole cominciò a filtrare tra le foglie degli alberi e gli uccellini cominciarono a cinguettare vivaci, ignari del disastro che era avvenuto quella notte.
Ma presto la vista dei bambini, raccolti in gruppetti mentre cercavano conforto dai propri insegnanti e guardavano i resti della loro unica casa li risvegliò.
-Tony, tu sei il clown del gruppo. Fai qualcosa...- Mormorò Rhodey.
Tony lanciò un'altra occhiata ad Amelia per poi dirigersi da quella che doveva essere la preside. Non ebbe il tempo di concentrarsi sulla conversazione che un ragazzino biondo con i capelli sparati in aria in stile super sayan non si piantò davanti a loro.
-Ecco David, sei contento ora? Hai bruciato tutto.-
Bonnie si mise in mezzo ai due. -Fletcher, questa è tutta colpa tua. E non metterti a piangere solo perhé ora hai perso il tuo coniglietto di pezza!-
Amy si mise in mezzo ai due. -Bonnie, i coniglietti di pezza sono importanti. Tu non ne hai mai avuto uno?- Poi guardò il ragazzino. -Ti consiglio di non fare rissa con questi due, sono dei futuri Avengers. Se smetti di rubare stampelle alle persone che ne hanno bisogno potresti diventarlo anche tu-
Fletcher la guardò indispettito, poi speranzoso e alla fine girò i tacchi per tornare dal gruppetto che lo stava aspettando proprio mentre Tony faceva il suo ritorno.
-Gli operai cominceranno domani, arriveranno dei pullman a prendere i bambini, staranno in un hotel finché i lavori non saranno finiti.-
Sam passò un braccio intorno alle spalle di Tony. -Senti Stark, nel caso la mia casa si incendiasse la rifaresti? Per me?-
Tony alzò gli occhi al cielo in maniera drammatica e poi guardò Amelia come per dire "Come ho fatto a lasciarti vivere con questi idioti?", per poi tornare serio. -Nel mentre cerchiamo di intrattenerli, hanno appena perso tutto quello che possedevano.- A questa affermazione la squadra rimase in silenzio.
-Per questo ho detto ai bambini che Thor farà Raperonzolo per intrattenerli e Loki farà la matrigna cattiva che la tiene nella torre. Preparatevi, state per entrare in scena.-
Il viso di Thor si aprì in un sorriso più brillante dell'armatura di Heimdall. -Adoro quel film! E anche Loki, Amelia ha voluto guardarlo tre volte in una settimana.- Poi si passò una mano tra i capelli e provò ad imitare la voce di Rapunzel. -Chiusa lì dentro quelle mura, tra utopie e curiosità senza mai neanche un solo giorno di...-
-Di normalità senza stupidi mortali e fratelli idioti.- Concluse Loki per lui.
Il sorriso di Thor si capovolse ma poi continuò a cantare quando alcuni dei bambini si radunarono intorno a loro.
Amy diede un colpetto al braccio  di Loki. -Dovresti andare ad aiutarlo, sai?-
-E perché dovrei?-
-Per i bambini?-
-Anch'io ero orfano, se la caveranno.-
-Sì, ma loro non saranno adottati da una famiglia reale- Commentò Amy provando a farlo sentire in colpa.
-Mio padre no...-
-Odino avrà sbagliato qualcosa ma mi sembra di ricordare dai tuoi racconti che Frigga fosse una madre fantastica e hai ancora un fratello che ti vuole un mondo di bene. E anche tu gli vuoi bene, ma sei troppo orgoglioso per ammetterlo.-
Loki si lasciò sfuggire una mezza risata. -Siete così patetici quando siete innamorati.- E prima che Amelia potesse ribattere continuò. -Appena è uscito dal portale ha provato a mettere giù la bambina per tornare da te ma lei non lo mollava. Avresti dovuto vedere il sollievo sul suo viso quando sei tornata.-
Amelia rimase senza parole e cercò con lo sguardo Bucky. -Era solo preoccupato come tutti gli altri...- 
-Sicuro...-
Alla fine lo vide. Bonnie e David lo avevano convinto o ricattato a sollevare entrambi con il suo braccio.
-Tenetevi forte...- Prima di sollevarli si assicurò che si stessero tenendo per bene, l'attimo dopo alzò il braccio e i due bambini scoppiarono in delle risatine che contagiarono anche Bucky.
Amelia si ritrovò a sorridere davanti a quella scena e una piccola vocina nella sua testa le disse che ora non poteva più negare l'innegabile.
Lei era innamorata di James Buchanan Barnes.
Innamorata persa.
Completamente.
Non era una semplice cotta o "una leggera ammirazione".
Era inutile trovare altre scuse stupide.
-Sì, sei innamorata di lui.- Le disse Loki. E prima di deriderla ancora, qualcuno tirò il suo mantello.
I due abbassarono lo sguardo su una bambina che doveva avere almeno nove anni. -Io ti ho visto volare insieme agli alieni.- Disse tranquilla.
Loki incrociò le braccia e la guardò dall'alto in basso. -E allora?-
-Mia nonna aveva detto che eri un pazzo, ma a me sembravi forte.-
Amelia e Loki la guardarono, temendo quello che sarebbe uscito dalla bocca della piccola dopo. Ma lei sorrise. -Oh no, non è morta durante l'attacco alieno, tranquilli. Io sono la figlia di uno degli insegnanti.- Poi indicò un uomo che stava assistendo alla performance di Thor con uno dei bambini in braccio. -Tu non sai cantare? Thor è bravo-
Loki guardò la bambina con insistenza, probabilmente aspettava che sparisse. Alla fine sbuffò, andò da Thor e si unì a lui. -Grazie a lei, io non ho più dubbi. Grazie a lei apro gli occhi anch'io...-
Thor si illuminò sentendo il fratello cantare e insieme continuarono. -Dentro me capisco che è questo il posto mio... Ora vedo la realtà-
-È con te che voglio stare...-
-Ora vedo la realtà-
-La tristezza non c'è più-
Amelia sorrise nel vedere i bambini così estasiati, sembrava che si fossero dimenticati dell'incendio e della scuola.
Clint si avvicinò e diede una banconota da dieci dollari alla bambina. -Grazie Violet-
-Quando vuoi, però secondo me è davvero forte.-
-Allora è meglio se vai a farti un esame di coscienza ragazzina.- Le disse scompigliandole i capelli prima che se ne andasse.
-Vai spesso in giro a pagare bambini per mettere in ridicolo i tuoi nemici Barton?-
Clint la guardò, poi guardò Thor e Loki con un sorrisetto soddisfatto. -Prega che non lo faccia mai con te, Fiocco di neve- Commentò per poi raggiungere Natasha e Wanda.
-Non mi chiamo fiocco di neve!-
-A me Fiocco di neve piace- Commentò una voce dietro di lei.
-Solo perchè ti sei divertito fin troppo a fare Heidi con le caprette in Wakanda.-
Bucky sorrise. -Forse hai ragione.-
Amelia si portò le mani sui fianchi e fece per dire qualcosa quando notò l'assenza dei due bambini. -Bonnie e David?-
-Uno dei loro insegnanti li ha chiamati, eccoli lì- Le indicò il punto in cui David stava parlando con un uomo anziano su una sedia a rotelle. -Quelli chi sono?-
Lei non rispose, lo prese per la manica della divisa e se lo trascinò dietro.
-David non ha fatto niente, deve rimanere con gli altri!- Esclamò fiondandosi da loro.
Amy non se ne era accorta ma accanto all'uomo in sedia a rotelle c'era qualcun altro.
L'uomo al suo fianco si fece avanti e sfoderò gli artigli. Letteralmente.
Dalle sue mani spuntarono degli artigli di quello che sembrava metallo. Amelia si sentì tirare indietro e gli artigli dell'uomo finirono sul braccio di Bucky, producendo un clangore che fece fischiare le orecchie ad Amelia.
-Logan, non c'è pericolo! Scusate, a volte è un po' impulsivo.- Disse l'uomo sulla sedia.
Bucky e l'uomo che si chiamava Logan si fissarono per un po' e alla fine gli artigli di Logan si ritirarono nelle sue mani, lasciando Bucky e Amelia perplessi.
-Ma è fortissimo! Tu sei Wolverine!- Esclamò David estasiato.
Logan sorrise imbarazzato. -Sì, scusa ma hai un'aria temibile con quella tuta.- Disse rivolto ad Amelia.
Lei sorrise. -Davvero??-
Bucky le diede una leggera gomitata per tenerla concentrata e Logan lo guardò. -Forte anche il tuo braccio.- 
Lui lo guardò un po' infastidito. -Quindi ti piacciono i gatti?-
Prima che Logan potesse rispondere l'uomo sulla sedia a rotelle si schiarì la gola. -Io sono Charles Xavier, ho fondato la scuola Xavier per giovani dotati insieme ad alcuni miei amici molti anni fa.- Disse spostando lo sguardo dal bambino ai due. -Lui è James Logan Howlett, è un professore della scuola. Ma anche Wolverine.-
David saltellò dalla gioia con Bonnie che squadrava tutti dal basso verso l'alto.
-Mi allenerete per diventare un vendicatore?!?- Domandò il bambino.
Logan alzò un sopracciglio. -Ma gli x-men sono molto meglio.-
David sorrise. -Farò parte degli x-men!!-
Il professor Xavier sorrise. -Oppure un grande mangiafuoco.-
Amelia corrugò lo sguardo. -Aspettate... Scuola Xavier? Tony voleva che ci andassi quando avevo dieci anni.-
Il professore le sorrise.
"Ma tu non sei esattamente una mutante, vero Amelia Frosin?" Amy sobbalzò sentendo la voce nella sua testa. "Saremmo stati comunque contenti di averti avuta tra noi, ma sono lieto di vedere che hai trovato comunque la tua strada."
Amelia sorrise, ma poi si ricordò della tuta. Doveva cominciare a farci l'abitudine. "Beh... Grazie signor Xavier"
Videro arrivare i pulmini chiamati da Tony e i bambini cominciarono a salire.
L'uomo rivolse così l'attenzione alla bambina. -Bonnie, sei la benvenuta tutte le volte che vuoi per venire a visitare David. Oppure Logan può portare David per qualche weekend o qualche festa, ci metteremo d'accordo con la vostra preside-
Bonnie, che fino a pochi istanti prima guardava gli adulti presenti e l'amico con ansia sembrò tirare un sospiro di sollievo e andò ad abbracciare David. -Sarà uno schifo senza di te, quindi vedi di chiamarmi ogni giorno.-
David sorrise e la stritolò. -Se Fletcher ti dà fastidio mettigli le lumache nell'insalata, correrà a frignare dalla signorina Harris come l'ultima volta.- Disse facendola scoppiare a ridere.
Amelia si sentì inumidire gli occhi guardando la scena e quando i due si separarono salutandosi dal finestrino del pulmino e dalla macchina che guidava Logan non poté fare a meno di versare qualche lacrima.
Seguì gli altri nel Quinjet dove Clint stava mostrando a tutti il video di Thor e Loki e prese posto in fondo.
Bucky le si sedette subito accanto dopo aver scambiato qualche parola con Steve. - Quindi hai intenzione di tenere la tuta finché non torneremo?-
-Probabile...- Rispose cercando di tenere un tono di voce normale.
Bucky la osservò e allungò la mano per premere il fiocco di neve sul suo polso sinistro ma non successe niente. -Dovevo aspettarmelo...- Commentò ed Amy sorrise tra le lacrime.
-Stai piangendo?- Le domandò dopo un po'.
Amelia fu sorpresa dalla domanda. -No.- Disse forse un po' troppo in fretta. -Mi sono un po' emozionata...- Aggiunse dopo.
-Pensavi a qualcuno in particolare?- Le domandò subito dopo.
Lei rimaneva ancora un po' sorpresa quando Bucky le parlava così tanto come faceva con Steve visto che quando era entrata a far parte della squadra non le rivolgeva mai la parola, ma ne era comunque contenta.
Alla fine sospirò. -Alla mia migliore amica-
-Quella che vedo sempre nelle foto in camera tua?-
-Sì-
Bucky rimase in silenzio per un po'. -Non parli mai di lei-
-Vero-
-Dovresti farlo-
-Lo so-
-Puoi parlarne con me, avanti.- Disse incoraggiante dandole un colpetto al braccio.
Lei ridacchiò. -Cosa vuoi che ti dica?-
-La prima cosa che ti viene in mente.-
Amelia ci pensò su e alla fine si tolse la tuta. -Questo pigiama  me lo ha regalato lei.- Sorrise asciugandosi in fretta le lacrime.
Bucky sorrise guardando il pigiama di Captain America. -Quindi ha ottimi gusti-
-E ha una cotta segreta per Iron man-
-Ritiro quello che ho detto.- Sussurrò lui facendola ridere.
Continuò a parlargli di Ilenia finché non tornarono al quartier generale, dove si salutarono per andare a farsi una doccia.
Mentre faceva scorrere l'acqua calda sorrise sentendosi più leggera per la conversazione appena avuta con Bucky e per la sua prima missione ufficiale andata a buon fine.

 
***


Qualche giorno dopo, durante il pranzo tutti stavano parlando della partenza imminente di Thor e Loki. Tra un morso di taco e l'altro Amelia confessò a Loki che le sarebbe mancato molto e lui continuò a mangiare  per poi mormorare -Patetico.- Accompagnando l'affermazione con un'alzata di spalle.
Però stranamente quando tornò in camera sua con Peter per giocare a Mario kart lo trovò seduto sulla poltrona accanto alla finestra con un libro tra le mani.
Amelia sorrise. -Ciao Loki, non dovresti preparare le valige?-
-Mh...-
-Va bene, cercheremo di non disturbarti.-
-Sarà meglio.-
Peter lo guardò un po' terrorizzato ma Amy gli diede un colpetto sulla spalla e insieme si misero comodi sul letto, per poi cominciare a bisticciare per scegliere la pista di Mario kart.
Nelle due ore in cui giocarono Loki continuava a lanciare qualche occhiata ai due.
Alla fine Amy lanciò il volante sul materasso. -Ti odio.-
Peter rise. -Solo perché sei tremenda a Mario kart, questo non vuol dire che non sei brava in altre cose. Tipo nelle relazioni, ah no... Sei un disastro anche lì- Commentò guardandola di sottecchi.
Prima che Amelia potesse fare qualcosa, Peter cacciò uno strillo e fece un salto improvviso finendo appeso al soffitto.
-Cosa...?-
Lui per tutta risposta le indicò qualcosa sul pavimento e lei saltò sul letto vedendo una tarantola gigante che gironzolava sul suo tappeto.
-Come ci è arrivata quella qui?? Freddie, via!- Esclamò vedendo come il gatto stava guardando la tarantola con sguardo assassino.
Poi la porta si spalancò ed entrò Bucky con una pistola in mano.
Guardò subito Amelia. -Hai urlato?-
Lei lo guardò più che sorpresa. -È stato lui ad urlare- Disse indicando Peter ancora attaccato al soffitto e guardava Bucky con le mani alzate.
-C'è una tarantola gigante- Disse Amelia in risposta all'espressione confusa di Bucky. -Lì- Quando gli indicò il tappeto l'ex soldato la guardò come se fosse pazza e anche Amelia cominciò a dubitare della sua sanità mentale vedendo che non c'era più.
-Credo che questi due abbiano giocato troppo.- Disse Loki tranquillo girando la pagina del libro che stava leggendo.
Bucky lanciò un'ultima occhiata ad Amelia prima di abbassare la pistola ed uscire.
Quando la porta si chiuse Loki si mise a ridacchiare e Amelia lo guardò con sguardo assassino. -SEI STATO TU!!!- 
-Non è dvertente!!- Esclamò Peter ancora sottosopra.
Amy lo guardò imbronciata. -Tu sei Spiderman!- 
-E allora? Sono ancora traumatizzato da quando sono stato morso da quel ragno!- 
Amelia alzò gli occhi al cielo e sprofondò il viso nei cuscini mentre Loki continuava a sogghignare.
Nel tardo pomeriggio tutti si radunarono in giardino e salutarono Thor.
Amy dopo aver subìto un abbraccio stritolaossa da Thor, si avvicinò a Loki.
-So che hai preso qualche libro dalla mia libreria-
Loki sembrò sorpreso per mezzo secondo, poi si ricompose. -Te li restituirò...-
-Fa niente, te li regalo- Gli disse sorridendo. -Mi mancherai davvero tanto.- Ammise poi con le mani in tasca e al silenzio di Loki alzò gli occhi al cielo. -Posso abbracciarti?-
Il dio la guardò con disprezzo ma dopo qualche secondo annuì. -Basta che ti sbrighi.-
Amelia sorrise felice e lo stritolò in un abbraccio caloroso cominciando a bofonchiare cose come: -Per favore, vieni a trovarmi al più presto.- o -Mi prometti che non accoltellerai più Thor?- e ancora -Posso venire a visitare Nuova Asgard un giorno??-
Loki la strinse in un piccolo abbraccio per poi staccarsi dall'abbraccio con espressione disgustata. -Vedi di sbrigarti a concludere i tuoi affari amorosi con Barnes, la prossima volta non voglio vederti così debole e sentimentale.- Disse per poi raggiungere il fratello.
Anche se voleva controbattere, urlargli dietro qualcosa di poco carino e negare tutto si limitò a sorridere quando lui le rivolse un ultimo sguardo prima di scomparire con Thor.
Rimase a guardare quel punto ancora un po', pensando a quanto le sarebbe mancato avere in giro quei due.
Guardò il cielo nuvoloso sperando che Loki non combinasse qualcosa di grave in sua assenza e poi venne distratta da una freccia volante.
Si abbassò appena in tempo e si girò a guardare Clint. -Ma sei impazzito???-
-Sam aveva scommesso che non ti saresti abbassata in tempo, io invece credevo in te.-
Lei lo guardò sconvolta, poi lanciò uno sguardo a Steve per intimarlo a rimproverarlo ma lui scosse la testa e se ne andò, forse ne aveva abbastanza di supereroi con istinti assassini.





































scena post-credit


Amelia entrò in soggiorno e andò subito a sedersi tra Steve e Bucky sul divano. -Cosa disegni?- Domandò.
Steve si girò leggermente per non mostrarle cosa stava scarabocchiando sul suo quaderno da disegno. -Niente.-
Lei lo guardò sorpresa e un po' offesa. -Va bene...- Il suo sguardo si posò poi sulle penne colorate sul tavolino. -Posso disegnarti qualcosa sul braccio?-
-No.- Disse lui secco.
Amy mise il broncio e sospirò più volte. -Sono così triste...- Cominciò fingendo un tono malinconico. -Loki mi manca molto...-
All'ennesimo sospiro Steve alzò gli occhi al cielo. -Va bene, disegna.-
Lei si lasciò sfuggire un versetto per la felicità e Bucky rise.
Dopo una decina di minuti Amelia posò le penne. -Finito.- Disse con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
-Cosa hai disegnato?- Domandò Steve annoiato cercando di guardarsi sopra il gomito.
Bucky scoppiò a ridere vedendo il piccolo disegno del ghiacciolo blu bianco e rosso.
-Cosa???- Domandò Steve correndo in corridoio per guardarsi allo specchio, -AMELIA.- 























*Loki e Thor torneranno.*




























_Angolo autrice
Sì, l'ultimo aggiornamento risale al 31 agosto. Lo so.
Non troverò nessuna scusa, la colpa è mia e solo mia. Arrabbiatevi pure.
Sì, sono arrivati gli x-men, è stato più forte di me.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che nessuno si sia dimenticato di questa storia per colpa del mio ritardo.
Non mi dilungherò per aggiornare il prima possibile.
Grazie a tutti quelli che continuano a leggere le disavventure di Amelia, chi ha inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate, chi lascia qualche commentino, chi mi ha aggiunta tra gli autori preferiti e chi si limita a fare qualche visiina di tanto in tanto.
Siete tutti favolosi, dal primo all'ultimo.
Cosa ne pensate? Scommesse sui prossimi capitoli?
Se vi va lasciate un commento qui sotto.
Non sparisco, i capitoli potranno essere in ritardo ma non lascerò incompiuta questa storia, potete starne certi.
Intanto voi prendetevi cura di voi stessi. Un abbraccio a tutti, alla prossima! :3

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Capitolo 20
*** ventesimo capitolo ***


Era di nuovo sulla panchina.
Non poteva farne a meno. Andare lì la tranquillizzava e la faceva sentire vicina ad Ilenia.
La quale lasciava sempre qualche disegnetto in più sul legno della panchina. Quella sera aveva trovato una borsetta termica con dentro una tavoletta di cioccolato fondente alle nocciole, il suo preferito.
C'era anche un bigliettino. "Per il fantasma di Amy, o per chiunque si diverta a farmi credere che ci sia il suo fantasma. Puoi lasciare la borsetta? È l'unica che ho."
Si era un po' intristita a leggere quel messaggio, ma lo strinse comunque tra le mani mentre mangiava la tavoletta di cioccolato. E cominciò a pensare alla sua pazza vita con gli Avengers che non smetteva mai di annoiarla.
Far parte degli Avengers era decisamente stressante, Amy doveva ammetterlo.
Se poi non eri un super soldato, un dio o uno stregone di qualche tipo, trovare tempo per sé era difficile tra una missione e l'altra. Che poi non c'erano mica solo le missioni, dovevano far fronte alle emergenze di tutti i tipi.
Rapine, catastrofi naturali, invasioni aliene, individui con strani poteri che saltavano fuori dal nulla, nuove minacce da organizzazioni super segrete che miravano alla distruzione della società civile come la conosciamo oggi. E molto altro.
Quella mattina erano stati impegnati in qualche posto di montagna molto alto nell'Europa dell'est. C'era stata una valanga e avevano dovuto recuperare tutti i dispersi, poi sono arrivati i giornalisti, come al solito.
Dopo l'orfanotrofio la storia di una nuova aggiunta alla squadra aveva raggiunto anche i notiziari più ficcanaso e Tony continuava a pressarla per una conferenza stampa, ma lei non cedeva. Per questo si trovava giornalisti ovunque quando era in giro con gli Avengers per qualche emergenza.
Proprio mentre teneva a bada una nuova valanga insieme a Wanda, si ritrovò circondata da alcuni giornalisti più temerari. E mentre la tempestavano di domande del tipo -Da quanto tempo fai parte della squadra?- le fecero una domanda assurda -C'è qualche interesse amoroso con Spiderman?- Quella aveva quasi sconcentrato Amelia del tutto.
-Che razza di domande sono??-
-Come hai acquisito i tuoi poteri?- Domandò intanto un'altra giornalista.
Amelia alzò gli occhi al cielo. -Sono stata morsa da un fiocco di neve radioattivo e non posso espormi alla luce del sole, è la mia kriptonite.- Rispose facendo ridacchiare Wanda.
Entrambe sollevarono in aria la neve e Amelia la sciolse. Subito dopo spuntò Strange accanto a loro, il quale aprì diversi portali.
Le due divisero la quantità di acqua per quanti erano i portali e li trasportarono in ciascuno di essi.
-Cosa state facendo?-
-Doctor Strange, come saranno i prossimi giorni?-
Strange guardò la prima giornalista dopo aver chiuso i portali. -Hanno trasformato la neve in pioggia e l'abbiamo distribuita in alcuni dei posti del mondo che in questo periodo soffrono siccità. Il giusto necessario ovviamente, non vogliamo mica causare disastri naturali. Ma se non vogliamo più vedere catastrofi sarebbe meglio che più persone scegliessero uno stile di vita più sostenibile e che certe grandi multinazionali smettessero di servirsi del pianeta come se fosse solo loro- Contiuò guardando verso la piccola telecamera che la giornalista teneva tra le mani. Poi si rivolse al suo collega. -Che domande sono? Ti sembro un meteorologo? O un astrologo?- Poi alzò gli occhi al cielo e sparì in uno dei suoi portali.
Amelia lanciò uno sguardo divertito a Wanda da sotto la maschera, quando un altro giornalista ancora le chiese. -Un interesse amoroso con Falcon?-
Lei fece per andarsene mentre cercava di trattenersi dal rispondergli male quando un'altra le disse. -Almeno dicci come dobbiamo chiamarti-
-Poi mi lascerete in pace?-
I giornalisti si guardarono e alzarono le spalle. -Per qualche giorno-
Amy sbuffò e stava per girarsi quando iron man planò lì di fianco. 
-Frost-girl sarà lieta di rispondere a tutte le vostre domande. Avanti-
-Quindi il suo nome è Frost-girl?-
-Intanto sarebbe Frost Woman.- Si intromise Amelia, poi guardò Tony e gli parlò attraverso l'interfono. -Ho chiesto a Jarvis di dirmi le tue idee, ha detto che a volte ci parli un po' e che le scrivi sul tuo diario-
-Leggi il mio diario??-
-No, Jarvis ha solo detto che hai scritto delle idee sul tuo diario.- Poi Tony si rivolse di nuovo ai giornalisti. -Se volete possiamo spostarci al locale a valle e avere una conversazione più tranquilla. Volete della cioccolata calda? Andiamo.-
I giornalisti cominciarono a spostarsi con le loro attrezzature mentre Amelia cercava di tornare dalla squadra, ma Tony la bloccò. -Questa storia è andata avanti già abbastanza, ora vieni. Tutti hanno dovuto farlo, tu non sei la principessina che può fare quello che vuole, muoviti.-
Ad Amelia dispiacque di non poter mostrare a Tony lo sguardo glaciale con il quale lo stava giudicando, ma sembrò che lui capisse lo stesso.
-Scusa, Morgan non mi lascia dormire la notte. Puoi spegnere i capelli? I giornalisti si spaventeranno- Le disse con tono sinceramente dispiaciuto.
Lei non disse niente e superò tutti per andare al locale a valle. Appena la videro entrare i proprietari rimasero a guardarla sorpresi ma lei non si fece intimidire e andò subito al bancone.
-Il signor Stark sarà qui a momenti con alcuni giornalisti. Vorrei ordinare una cioccolata normale per tutti, a parte per il signor Stark.  A lui piace davvero piccante, usate tutto il peperoncino che volete, non siate timidi.-
I proprietari, una signora anziana e un ragazzo più giovane che doveva essere suo nipote, sembravano entusiasti all'idea che Tony Stark arrivasse nel loro negozio per bere una cioccolata, così si misero subito al lavoro e il profumo  fece venire fame ad Amelia. Tanto che ne ordinò altre quattro da portare via una volta finito.
Quando Tony tornò, accerchiato dai giornalisti, trovò Amelia seduta al tavolo che li fissava, così ando a sederle accanto.
-Bene, potete farle tutte le domande che volete. A parte quelle personali ovviamente, quelle non sono ammesse.-
Alcuni  di loro sembrarono dispiaciuti, ma almeno non dovevano più stare fuori al freddo.
Quindi la tortura di Amelia cominciò.
La giornalista le fece la stessa domanda che aveva posto prima. -Come hai acquisito i tuoi poteri?-
Amy sospirò. -Ci sono nata.-
-Come una mutante?-
-Tipo.-
-La tua famiglia cosa ne pensa?- Chiese un altro mentre la cioccolata veniva servita al tavolo.
Lei ripensò per un attimo ai genitori. -Ne sono felicissimi.- Tagliò corto mentre Tony le lanciava un'occhiata.
-Quanti anni hai?-
Tony alzò gli occhi al cielo. -Domande personali. Anche quella di prima era una domanda personale, concentratevi su altro per favore.-
-Non era lei a voler rendere pubblici tutti i dati degli individui con superpoteri qualche anno fa?- Chiese uno dei giornalisti lasciandolo spiazzato.
-Questo è un altro discorso- Disse proprio mentre stava assaggiando la sua cioccolata al peperoncino. Tony fece una faccia strana e lanciò un'occhiata alla ragazza che cercò di non mettersi a ridere.
-Perchè Frost-girl è così importante per lei? C'è una storia tra voi?-
Amelia guardò il giornalista estereffatta pensando alla cosa più adatta da dire in quei casi. -Intanto è Frost Woman e poi: CHE SCHIFO- 
I giornalisti la guardarono e prima che potessero dire qualcos'altro, lei si alzò.
-Sapete benissimo che il signor Stark è sposato e ha una figlia, quindi come vi permettete di fare queste stupide domande?-
Alcuni di loro sembrarono mortificati e si concentrarono sulla loro cioccolata, l'unica cosa buona che avevano fatto da quando li aveva conosciuti.
Ma un uomo che continuava a guardarla con aria di sfida sorrise e si rivolse a Tony. -Signor Stark, la vedo molto attaccata a Frost Woman, ma non nel modo in cui hanno sottinteso i miei colleghi. Non è che è sua figlia? Conoscendo la sua fama da playboy è molto probabile, ma perché nasconderla?-
Vedendo che Tony era sull'orlo di spifferare tutto prese in mano la situazione.
-Secondo voi il signor Stark sarebbe capace di tenere segreta una cosa del genere? Non so se vi ricordate la sua intervista nel 2008 in cui ha svelato la sua identità come Iron man nel giro di due secondi. E poi vi pare che mi obbligherebbe a stare qui di fronte a dei giornalisti rischiando di spiattellare tutto?-
Prima che lui potesse replicare, lei continuò.
-Poteri dalla nascita, forte senso di giustizia, mi sono unita alla squadra per difendere i più deboli, età tra i ventisei e i duecentocinquantacinque, nessun legame affettivo con altri membri della squadra, piatto preferito pizza, bevanda preferita cioccolata calda, hobby pattinaggio, celebrity crush Gary Oldman. Grazie per tutte le vostre preziose domande e il vostro tempo. Godetevi la cioccolata.- Disse velocemente per poi dare qualche colpetto al braccio di Tony, il quale capì il messaggio e si alzò per andare a pagare mentre lei recuperava la cioccolata da portare via ringraziando i proprietari. E senza aspettare Tony oltre (che si era dovuto fermare per fare un selfie con i proprietari del locale) uscì e si teletrasportò direttamente nel Quinjet dove li aspettava la maggior parte della squadra.
-Nat, Wanda.- Disse porgendo alle due la cioccolata. Poi andò a sedersi accanto a Bucky che stava osservando da una delle finestrelle Steve e Sam che si tiravano palle di neve. -James-
Lui alzò lo sguardo e accettò la cioccolata con un sorriso. -Ti aspettavo....avamo. Ti aspettavamo. Com'è andata con i giornalisti?-
Amy tirò un sospiro di sollievo quando fece ritirare la tuta nell'ormai familiare braccialetto con il fiocco di neve che portava al polso. -Prima Tony mi dà della "principessina che può fare quello che vuole" perché non volevo parlare coi giornalisti- Disse facendolo ridere.
-Allora anch'io sono una principessina- Commentò sorseggiando la bevanda calda. -Ma almeno Steve non mi ha assillato come Stark ha fatto con te.- La guardò preoccupato. -Dunque?-
Amelia dovette ritornare alla realtà perché stava pensando a quanto sarebbe stato carino con una tiara da principessa. -Dunque... Ah, sì. Prima ha fatto tante storie e poi quando i giornalisti hanno fatto domande a lui, non sapeva come rispondere. Capisco che sia stressato e che probabilmente non dorma la notte ma santo Loki...-
Bucky ridacchiò ascoltandola. -Io non gli farei sentire queste esclamazioni se fossi in te- Mormorò indicando Tony che entrava nel Quinjet con aria spaesata.
Il suddetto andò a sedersi tra i due senza tanti complimenti e lo sguardo perso. -Amelia...-
Lei alzò un sopracciglio. -Tony-
-È stato un disastro...-
Amy annuì -Io non sono andata poi tanto male- Bucky si mise a ridere, facendosi andare di traverso la cioccolata.
Tony gli riservò un'occhiataccia, così lui si allontanò cercando di non ridere ancora.
-Anche tu sei stata un disastro, pensano che tu sia mia figlia-
-Sempre meglio questo piuttosto che pensino che abbiamo una storia, quello sarebbe disgustoso.-
Lui si mise le mai tra i capelli. -Se ci fosse stata Pepper... Lei sa risolvere sempre tutto.-
Amelia sospirò dandogli un colpetto sulla spalla. -Non importa quello che dicono i giornali-
-Invece importa. Il mondo si farà un'opinione di te e l'unica cosa rilevante che hai detto è che ti piace Gary Oldman.-
-Quella è la cosa più importante-
-No.- Disse secco alzando gli occhi al cielo. -Sii seria d'ora in poi. Se il governo dovesse venire a farmi domande su di te...- Si interruppe, non sapendo nemmeno lui dove voleva arrivare.
-Tu non eri in paternità?- Chiese lei all'improvviso. -Non credo che il mondo abbia bisogno di Iron man in questo momento, hanno Frost Woman. Mentre il tuo mondo ha bisogno di Tony.-
Lui sbuffò divertito. -Saggia la ventiseienne... Pensavo ne compissi ventidue quest'anno.-
-Tra un mese sono ventiquattro!- Esclamò lei offesa facendolo ridere.
-Frost Woman di cosa ha bisogno allora?-
Lo sguardo di Amelia si posò per un millesimo di secondo su Bucky, ma per fortuna lui non se ne accorse. -Ha bisogno che Tony ci dia un taglio con la sua mania del controllo perché sta diventando molto pesante. Lei sta bene, salva il mondo con i suoi amici strani ed evita i giornalisti-
-Non ti stresso poi così  tanto-
-No, certo-
Tony sorrise. -E comunque quella cioccolata al peperoncino era deliziosa-
-Ovviamente...-
Amelia alzò gli occhi al cielo ripensando a quella risposta. Probabilmente avrebbe dovuto ordinare della cioccolata bianca per lui.
La cioccolata bianca non è cioccolata. E lui non si meritava la cioccolata in quel momento.
-Oh Ilenia...- Disse rivolta allo spazio vuoto accanto a lei mentre mordicchiava un altro pezzo di cioccolata. -Tony è un idiota a volte... Che dici? Bucky? Beh... forse ho una cottarella per lui.- 
Poi continuò a parlare di Bucky al vuoto, grata che nessuno passasse di lì quella sera.

 
***


-A sinistra!- Esclamò una voce dietro di lei.
Amelia alzò gli occhi al cielo mentre continuava a correre nel boschetto. -Non serve dirlo ogni volta che passi.-
Steve rise e la superò.
Ma lei sapeva cosa stava per succedere. Difatti poco dopo sentì un'altra voce.
-A sinistra!-
-Ti odio Barnes...- Mormorò mentre le passava di fianco.
Lui per tutta risposta le fece l'occhiolino e continuò a correre.
Come poteva dirgli di odiarlo se anche con un semplice occhiolino le faceva battere il cuore a quel modo? Si fermò un attimo per riprendere fiato mentre lo guardava correre verso Steve.
Già la corsa le aveva fatto mancare il fiato, se avesse continuato a pensare a Bucky le sarebbe di sicuro venuto un infarto. Scosse la testa e decise di camminare.
-Farmi un occhiolino, queste sì che sono mosse subdole Barnes.- Mormoro tra sè e sè per poi zittirsi quando sentì altri passi.
-Alla tua sinistra!-
-Non li prenderai mai Sam-
-Almeno finirò tutto il gelato che è rimasto in congelatore. Sì, proprio quello alla panna e caramello con pezzetti di noci che hai nascosto dietro il sacchetto di broccoli surgelati.-
-Hey! Quello è mio. C'è anche il mio nome.- A quella minaccia Amy ricominciò a correre ma non svelta quanto Sam, il quale l'aveva già superata di un bel pezzo. Subito dopo sentì altri passi e alzò gli occhi al cielo in anticipo.
-Alla tua sinistra!- Esclamò Clint.
-A destra bellezza!- Lo seguì Natasha.
Sospirò. Era snervante stare tra quei super soldati, super spie, super tuttologi e non poter usare i propri poteri durante l'allenamento.
Soprattutto perché era stata lei a suggerire una tranquilla corsetta nel bosco, ma ora stava morendo di caldo e non vedeva l'ora di andare a rivendicare il suo gelato. Però aveva promesso a Steve che avrebbe finito la corsa e lo avrebbe fatto. Anche perché se non lo avesse fatto avrebbe dovuto fare un'altra ora di allenamento.
Poco dopo Wanda la superò e la guardò divertita. Amelia la guardò con circospezione. -So che stai proiettando questa illusione nel mio stupido cervello e in realtà sei da qualche parte a sbaciucchiare Visione-
Come risposta l'immagine di Wanda scomparì del tutto, ma non senza averle fatto la linguaccia prima.
Lei ridacciò ma poi senti qualcun altro raggiungerla. -Steve. Sarà la quinta volta che rifai il giro, non hai nient'altro da fare? Un tatuaggio?-
Bucky rise andandole accanto.
-Ah, quindi è Barnes che vuole deridermi ancora una volta.-
-In realtà ero venuto a farti compagnia, ma se vuoi ti lascio correre da sola-
Amy rimase in silenzio per qualche secondo, indecisa se far vincere l'orgoglio o il cuore.
Alla fine vinse il solito.
-Mi aiuti ad arrivare prima di Sam?- Disse fermandosi.
Bucky si fermò e si voltò a guardarla. -Un buon motivo?-
-Dividerò il mio gelato speciale con te.- Affermò solennemente mentre si aggiustava la coda per poi togliersi le cuffiette dalle orecchie.
Lui d'istinto si sistemò il codino e ponderò la situazione con un'espressione che Amelia trovava adorabile.
-Beh...- a quel punto cercò di fargli gli occhi dolci, sicura che quello non lo avrebbe convinto ma Bucky la guardò con uno sguardo nuovo per mezzo secondo e l'attimo dopo si ritrovò aggrappata con braccia  e gambe alla sua schiena mentre correva attraverso il boschetto dietro il quartier generale.
Per mezzo secondo le sembrò di avere di nuovo tredici anni, stesa sul letto nella sua stanza ad immaginare di essere trasportata attraverso la foresta di Forks in quel modo da Edward Cullen. Ma doveva ammettere che preferiva di gran lunga Bucky.
Infatti approfittò di quei pochi minuti per abbracciarlo, d'altronde aveva una scusa molto plausibile. In più le aveva detto di tenersi forte, era quello che stava facendo.
Tenersi forte e sorridere come una ebete.
Chiuse gli occhi per scolpire nella memoria quel momento e più passavano i secondi più dettagli riusciva a percepire: i capelli di Bucky che le solleticavano la guancia, il profumo di pino mischiato a quello della crema solare, il respiro regolare di Bucky, il ritmo con cui correva e infine il fatto che le teneva la gamba destra più saldamente rispetto a quella sinistra.
Quell'ultimo dettaglio la intristì, si era già accorta altre volte di come temeva di ferire qualcuno col suo braccio ma sperava sempre che prendesse un po' più di fiducia in lui stesso. Doveva capire anche lui che era una delle persone più preziose dell'intero universo.
-Ti sei addormentata?-
Amy aprì gli occhi, erano fermi alla fine del boschetto.
Ridacchiò imbarazzata. -Potrei abituarmi ad allenarmi così-
-Se Steve ci vedesse ti farebbe rifare la corsa da capo- 
-Com'è il detto? Steve non vede, Steve non duole.-
Bucky sorrise divertito mentre si abbassava leggermente per farla scendere, da vero cavaliere. -Non mi sembrava proprio così in realtà, ma è comunque efficace-
Lei si esibì in un piccolo inchino. -La ringrazio. A chi arriva prima!- Esclamò poi per cominciare a correre verso casa.
Ovviamente lui la stracciò ma non ebbe il tempo di mettere il broncio perché doveva assicurarsi che il suo gelato fosse ancora intero. Arrivò in cucina in tempo per vedere Sam buttare via il barattolo vuoto.
-Dicevi sul serio!-
-Certo che dicevo sul serio, l'altra sera hai mangiato l'ultimo involtino primavera rimasto.- Replicò Sam infastidito, evidentemente quell'involtino era molto importante per lui.
-Quella è la mia missione. Devo mangiare l'ultimo pezzo di cibo che rimane per non mettere in imbarazzo nessuno. Ecco perché ho mangiato l'involtino della vergogna.
-Ti crederei ma mentre lo prendevi mi hai guardato fisso negli occhi con aria di sfida e quando hai finito di mangiarlo mi hai guardato ed eri estremamente soddisfatta. Quindi io mi sono mangiato il tuo gelato.- Decretò lui per poi bere un bicchiere d'acqua e uscire dalla cucina.
Amelia incrociò le braccia e guardò Steve. -Hai visto? Non dici niente?-
-Certo che ti ho vista obbligare il mio migliore amico a farti trasportare fino a qui, dovrei mandarti a fare altro allenamento ora- Disse Steve distogliendo lo sguardo dal suo blocco da disegno.
Natasha e Clint ridacchiarono mentre lei lo guardò sconvolta.
-No. Basta allenamento, mi stanno spuntando gli addominali. Ne faccio troppo. Guardate- Così dicendo si alzò la maglietta per mostrare la pancia. -Visto?-
Nat la osservò bene. -Io non vedo niente, ma non mostrare la pancia che abbiamo due centenari molto sensibili.
Steve e Bucky alzarono gli occhi al cielo.
-Ai loro tempi si mostravano solo le caviglie- Commentò Clint divertito.
-Chissà cosa pensano di te adesso- Continuò Nat. -Cosa dici Barnes?-
Bucky stava bevendo tranquillo un succo di frutta e alzò le spalle. -Niente che ti interessi, Romanoff. E comunque quelli non sono addominali, Steve dovrebbe mandarti a fare altro allenamento-
-Hey!- Protestò lei incredula.
Lui sorrise divertito. -Mi avevi promesso il gelato e ora non ce n'è più-
-Posso prometterti qualcosa di molto meglio.-
-Ovvero?-
Tutti la guardarono incuriositi ma lei alzò le spalle e gli fece segno di seguirla proprio mentre Bruce entrava nella stanza, attirando l'attenzione.
Bucky la seguì in corridoio. -Allora?-
-Sam è andato a farsi la doccia.-
-E quindi?-
-A lui piace bella calda.-
Lui la guardò confuso, non capendo dove volesse arrivare. Stava cominciando a pensare che avesse preso un colpo di sole quando Amy lo trascinò nel corridoio che portava alle camere e gli indicò i tubi scoperti su una parte del soffitto.
-Tubi.-
Amelia annuì entusiasta. -Sollevami.-
Bucky ancora non capiva ma non voleva di certo contraddirla, quindi fece come detto e la sollevò. -Stai solo cercando delle scuse per farti trasportare ovunque?-
Lei sorrise e alzò le braccia per raggiungere i tubi. -Così mi fate arrossire signor Barnes, smettetela di importunarmi e aiutatemi a capire quali sono i tubi dell'acqua- Disse tenendo lo sguardo fisso sui tubi mentre cercava di non arrossire troppo.
In effetti doveva trovare più scuse per stare tra le sue braccia.
Tornò a concentrarsi sui tubi. -Jarvis, quali sono quelli dell'acqua?-
-Non sono autorizzato ad aiutare la squadra a farsi scherzi, è una regola-
-Oh... Va bene, grazie Jarv-
-Di niente Amelia-
Alla fine decise che non valeva la pena stare lì a cercare di capire quale fosse quello giusto, così... Congelò tutti quanti. E qualche secondo dopo sentirono delle urla provenire dalla camera di Sam. -È GHIACCIATA-
Bucky scoppiò a ridere facendola sbilanciare, ma non aveva ancora finito. Si concentrò nuovamente e...
-SIETE IMPAZZITI?? È BOLLENTE! SE SCOPRO CHI È STATO...-
Amy e Bucky scoppiarono in risatine incontrollabili e Bucky la mise giù solo quando si furono rifugiati nella sua camera.
-Ti ucciderà-
-Ne è valsa la pena.-
Bucky scosse la testa ancora divertito. -Non sapevo che sapesse strillare in quel modo-
-Visto? Molto meglio del gelato- Affermò lei ancora ridendo.
-Sì... Anche se avrei voluto anche quello...-
-Possiamo mangiare della macedonia e guardare un film, ma ora devo farmi una doccia. Vieni?-
Lui alzò un sopracciglio con espressione confusa. -A fare la doccia?-
Amelia spalancò gli occhi arrossendo violentemente. -N... no... Intendevo... Dopo vieni a guardare un film? Dopo la doccia?- Balbettò velocemente. -Io la faccio nella mia stanza, tu nella tua.- Aggiunse poi temendo di essere fraintesa un'altra volta. Ma lui sembrava ancor più divertito.
-Certo. Io faccio la doccia in camera mia e tu nella tua. Poi ci guardiamo un film e mangiamo macedonia.- Disse cercando di non ridere.
Lei annuì e uscì velocemente dalla stanza arrossendo sempre di più.


 
***


Amy aveva appena steso altre tre guardie.
Ci stava prendendo gusto. Ogni guardia stesa era una rivincita in più per i suoi genitori.
-Fiocco di neve, hai liberato il piano superiore?- Chiese Clint.
-Sì. E non chiamarmi Fiocco di neve.-
-Va bene Fiocco di neve, vai a vedere se grande Bruce ha bisogno d'aiuto, è lì sotto da un bel po'-
-Va bene, tu che fai?-
-Niente di che, ho appena salvato le chiappe più belle d'America-
Sentirono entrambi sospirare nell'interfono. -Lo sapete che vi sentiamo tutti?-
Wanda ridacchiò. -Pensavo le avesse Natasha le chiappe più belle-
-Lei ha il primato europeo, quelle di Steve non le supera nessuno- Affermò Sam divertito facendo ridere tutti.
Amy sorrise mentre scendeva le scale di corsa. Si guardò intorno pensando a quale corridoio scegliere, ma un boato le indicò la strada.
Raggiunse quello che sembrava un enorme garage sotterranneo dove Hulk stava distruggendo tutto e non stava risparmiando nessuno. Ma proprio nessuno.
Rimase immobile a osservarlo per un po', non si sarebbe mai abituata alla trasformazione di Bruce. Eppure quel gigante verde era lo stesso che quella mattina le aveva dato un cioccolatino alle arachidi dicendole: "Questo ti darà un po' di carica e serotonina".
Mentre avanzava pestò dei vetri rotti e Hulk si girò di scatto verso di lei con aria feroce. Lei alzò di scatto le mani. -Sono io, Amy-
Lui mandò la guardia che continuava a sparargli dall'altra parte del garage e avanzò piano verso di lei.
Indietreggiò lentamente, un po' intimorita. -Quindi hai finito qui? Torniamo dagli altri?- Come risposta ebbe solo un leggero ringhio. -Probabilmente Nat sta arrivando...- Aggiunse speranzosa, ma neanche l'aver nominato Natasha sembrò risolvere la situazione.
La voce nella tuta la fece sobbalzare. -Individuato dispositivo estraneo sul collo di Hulk, allontanati immediatamente Amy.-
-Grazie per l'avvertimento Elsa...- Sì, aveva deciso di chiamare così la tuta, ma nessuno lo sapeva a parte Ned e Peter. -Cosa intendi per dispositivo estraneo?-
-Dev'essere una nuova invenzione Hydra-
Mentre Amy e Elsa avevano la loro piccola conversazione Hulk aveva afferrato una macchina e senza nessun avvertimento lo scaraventò verso di lei.
Amy scivolò a terra per evitarla e si rialzò. -Codice verde, gente. Ripeto: codice verde.-
-Cos'è un codice verde?- Domandò Clint.
-Mi sembrava ovvio ma...- Amy ora stava cercando di non rimanere schiacciata dai pugni di Hulk quindi continuava ad andare da una parte all'altra. -Hulk impazzito. Completamente fuori di testa. Gli hanno fatto qualcosa-
-Arrivano subito rinfor...- La voce di Steve si interruppe ed Amy non capì se fosse un problema di connessione o se fosse successo qualcosa. Comunque non ebbe il tempo di pensarci perché era concentrata a mantenere il campo di forza che sembrava sempre più debole sotto i colpi violenti del gigante.
Amy tolse solo la parte del costume che le copriva il viso. -Vogliamo parlarne?- Fece finta di non essere tremendamente spaventata dopo il suo ruggito. -Non senti un po' di fastidio al collo? Se tu mi lasciassi solo...- Altro ruggito. -Come non detto.- Cominciò a pensare a come avrebbe potuto toglire il dispositivo senza cadere vittima della forza bruta di Hulk quando sentì dei passi provenire dalle scale.
Si girò per un attimo nella direzione da dove era arrivata e vide Bucky. -Per quanto sia felice di vederti avrei preferito avere qui Nat o Wanda-
Lui alzò gli occhi al cielo. -Sono tutti impegnati di sopra, ho provato a liberarmi il prima possibile per raggiungerti, scusa se ci è voluto un po'.... Cosa succede?-
-Beh...- Dopo un colpo più violento Hulk riuscì a distruggere il suo campo di forza, cadde all'indietro quando le ruggì dritto in faccia.
Uscì dalla sua trance solo quando Bucky le si parò davanti e riformò il campo di forza, questa volta concentrandosi per davvero. -Gli hanno messo qualcosa sul collo, dobbiamo riuscire a toglierlo. Dici che gli altri ce l'avranno ancora per molto?-
Bucky alzò gli occhi al cielo mentre pensava ad un piano. -È bello sapere che hai fiducia in me-
-Io ho molta fiducia in te. Ma Hulk mi ha appena ruggito in faccia... Secondo te mangia le persone? È mai successo?-
Lui la ignorò. -Bruce si sentirà malissimo poi. Stava cominciando a trovare un equilibrio...-
Amelia strinse i denti guardando quello che in realtà era Bruce sbraitare e sbattere i pugni ovunque e si sentì stupida per non aver pensato a come si sarebbe sentito una volta ritrasformato.
-Io lo distraggo e tu gli togli quella cosa. Fammi un portale.-
-Cosa? No. Disapprovato sergente-
Bucky la guardò serio. -Fammi una serie di portali qui intorno, attiro la sua attenzione e salto da uno all'altro mentre tu riporti Bruce tra noi.-
-È troppo pericoloso, aspettiamo gli altri.-
-Non volevo dirtelo ma a quanto pare hanno tirato fuori degli ordigni esplosivi e Sam e Nat sono feriti. Niente di grave.- Aggiunse subito notando la preoccupazione nel suo sguardo.
-Per questo Steve ha smesso di parlare prima? O è ferito anche lui??-
Bucky le scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio per tranquillizzarla. -Sta benissimo. Ora dobbiamo solo far tornare Bruce in sè prima che succeda qualcos'altro di spiacevole.-
Non era per niente convinta, così Bucky le prese il viso tra le mani. -Hai appena detto che ti fidi di me, stavi mentendo?-
Amelia non capì come anche in quel momento drastico riuscì a perdersi nel blu più profondo dei suoi occhi, doveva ammettere di aver buttato giù qualche riga sui suoi occhi ma ora aveva voglia di riempire pagine e pagine con parole e aggettivi che nemmeno conosceva per parlare degli occhi di James Buchanan Barnes. Era consapevole che non sarebbe mai riuscita ad esprimere in parole quello che provava quando lo guardava. O come i suoi occhi rimanevano occhi da sogno anche quando cambiavano a seconda della luce.
Azzurri e splendenti come cristalli oppure bui e profondi come un lago che rispecchia il cielo notturno con tutte le sue stelle.
-Amy? Fiocco di neve?-
Amelia scosse la testa e rafforzò il campo di forza. -Se ti fai male giuro che ti picchio.-
Bucky sorrise e le fece una piccola e impercettibile carezza alla guancia. -Ci proverò, promesso. Ora vai col piano- 
Annuì e creò il primo portale che portava direttamente dietro a Hulk ma non abbastanza vicino per farsi spappolare. Lui lo attraversò e cominciò a sparare in alto per attirare la sua attenzione, cosa che gli riuscì subito.
Hulk cercò di colpirlo ma lui saltò subito su un altro portale finendo alla sua destra e nel mentre anche Amy si spostava con i portali cercando di colpire l'aggeggio che il gigante portava dietro il collo.
Se qualcuno avesse visto la scena da fuori avrebbe pensato che i tre si stessero esibendo in una strana danza dalle origini incerte. E anche ad Amy sembrava così, ma la danza sembrava più qualcosa creata per farle girare la testa. Era difficile rimanere concentrati mentre Bucky rischiava di essere colpito da un momento all'altro e ogni secondo che passava era sempre meno convinta del piano visto che Hulk sembrava solo arrabbiarsi ancor di più.
Cominciò a colpire l'aggeggio con i suoi poteri ma così faceva tornare l'attenzione su di sè. Si abbassò per schivare la manata che il gigante verde le aveva riservato e scivolò a destra verso un portale tornando al fianco di Bucky.
-Oh... Ho sbagliato direzione, scusa.- detto questo ricreò due portali, spinse Bucky in uno e lei prese l'altro così schivarono un altro colpo.
-Te la senti di correre un po' James?- Esclamò creando un paio di portali dietro a lui.
Lui annuì e cominciò  a correre attraverso i portali sparsi per il garage facendo zigzagare Hulk da una parte all'altra cercando di raggiungerlo.
Amy non aspettò oltre e proseguì con la stupida idea che le era venuta in mente. Seguì i due e quando fu abbastanza vicina, Elsa le disse quando procedere. 
Si alzò in aria con l'aiuto della tuta e dei suoi poteri e atterrò sulla schiena di Hulk. Conosceva il rischio che stava correndo ma non riusciva a farlo in altri modi. Se Harry Potter ci era riuscito con un troll di montagna a undici anni, poteva riuscirci anche lei. Forse.
Mentre cercava di rimanere aggrappata cominciò a dar colpi all'aggeggio  cercando di toglierlo.
Bucky si girò per capire come mai Hulk non lo stava più seguendo e spalancò gli occhi osservando la scena davanti a lui.
-Amelia!- Esclamò mentre Hulk cercava di afferrarla.
-Fatto!!- Gli urlò lei con un sorriso mentre saltava giù dalla schiena del gigante con l'aggeggio in mano. Ma Bruce non aveva ancora ripreso il controllo, così riuscì a colpirla spedendola direttamente contro la parete di cemento.
-AMELIA- Si sentì mancare la terra sotto i piedi quando vide il corpo di Amelia cadere esanime a terra e cominciò a correre verso di lei, ma nemmeno con lui Hulk fu clemente.
Anche mentre veniva scaraventato in aria non distolse lo sguardo da lei e fu l'ultima cosa che vide prima di perdere i sensi.







































*scena post-credit*

Tony aprì la porta di casa con un sorriso stanco. -Sono a casa tesoro! Abbiamo combinato un casino coi giornalisti, cosa dicono i media?-
Si aspettava di vedere apparire una Pepper furiosa e invece trovò Happy con un'espressione disgustata. -Sono stanco di essere incastrato a fare il babysitter. Pepper è dovuta andare a lavoro, quindi prendi.- Disse in fretta dandole Morgan che continuava a piangere. -Mi offrirò come baby sitter quando sarà finita l'epoca di popò pupù e vomito.- Continuò prendendo la sua giacca sporca di vomito dal pavimento. -Quindi mentre Pepper lavora tu occupati della piccola. Ho seguito la vicenda al telegiornale, tu non servivi. Prendi seriamente la paternità.-
-Con piacere.- Affermò sorridendo mentre Morgan si calmava. -Il mio mondo ha bisogno di me.-
Happy lo guardò come se si fosse bevuto il cervello. -Sì, quello che vuoi tu... Ora se non ti dispiace vado a vedermi l'ultimo episodio di Downton Abbey con May.-
Tony sogghignò guardando l'amico. -Oh, guardate le serie tv insieme adesso, eh? Peter ne sarà felice-
Lui alzò gli occhi al cielo. -Pensa a tua figlia, non a quelli adottati in giro per il mondo-  Disse in fretta uscendo dalla porta.
Tony ridacchiò e guardò la bambina che sgambettava tranquilla tra le sue braccia.
-Vuoi sentire una storia? C'era una volta, in una galassia lontana...-


















_Angolo autrice

Sono scomparsa di nuovo per due mesi ma non starò qui a inondarvi di scuse inutili (ma giustificate) e andrò dritta al punto.
C'è un po' di azione in questo capitolo, non trovate? Anche se è un po' più corto del solito succedono un bel po' di cose e spero che non vi abbia portato noia.
Cosa ne pensate degli occhi di Bucky?
Che dite? Bucky e Amy come staranno? E Happy?
Scommesse sul prossimo capitolo? Oh, il prossimo capitolo... Spero siate pronti.
Voglio ringraziare come sempre chi ha inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate (sì, anche voi nuovi lettori. Siete i benvenuti ^-^), chi legge silenziosamente e chi lascia sempre qualche commento, chi non si dimentica di questa storia nonostante la lentezza e la procrastinazione dell'autrice e chi se ne è dimenticato ma magari un giorno la ritroverà e si metterà a rileggerla. (It's been 84 years...)
Il prossimo capitolo vi aspetterà con trepidazione e io cercherò di darmi una mossa a scriverlo anche se la maggior parte è ancora tutto nella mia immaginazione (che è molto vasta, ve l'assicuro).
Prendetevi cura di voi e mangiate qualche biscotto.
Alla prossima! :3
Oh, buon Natale e buon anno (jumanji!) a tutti in ritardo^-^

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Capitolo 21
*** ventunesimo capitolo ***


All'inizio i rumori erano ovattati, come se fosse rinchiusa in un'enorme bolla di cotone.
Era una bella sensazione, come quelle mattine in cui le capitava di svegliarsi prima del dovuto e sentiva la pioggia battere ritmicamente sul tetto o sulla finestra facendola rimanere sotto le coperte con un piccolo sorriso soddisfatto dipinto sulle labbra.
Ma la bella sensazione non durò molto perché un dolore lancinante le attraversò la testa e dovette fuoriuscirne un lamento perché subito dopo sentì qualcuno al suo fianco.
-Passatemi la borsa e del ghiaccio...- Mormorò la voce stanca di Bruce.
-Starà bene?- Sentì domandare Nat.
-Sì... Controlla Barnes per favore-
Il battito di Amy accellerò all'istante. -B...Bucky??- Aprì piano gli occhi per guardarsi intorno e vide Bucky steso su un altro lettino del quinjet con Steve e Clint attorno a lui. Il suo primo istinto fu quello di alzarsi ma Bruce e Natasha la tennero ferma. -Cosa gli è...-
-Barnes è forte, si rimetterà prima di te dolcezza- Le mormorò Nat spostandole un ciuffo di capelli dalla fronte. -Ora riposati- Disse mentre premeva delle garze insanguinate sulla gamba.
-Ma io... Ahi.- Lanciò una mezza occhiataccia a Bruce che le aveva appena iniettato qualcosa con una siringa.
-Scusa...- Mormorò in modo sfuggente. -Ti aiuterà a dormire-
In effetti pochi secondi dopo non riusciva più a tenere gli occhi aperti.
Era in una radura innevata circondata da alberi. Solo che non erano alberi normali, erano ricoperti di fiori anche se sembrava pieno inverno.
E nemmeno i fiori erano normali, sembravano fatti di fuoco. Amelia si avvicinò all'estremità della radura per osservarli meglio.
I petali erano davvero fatti  di fuoco. Sorrise quando avvicinò la mano e ne sentì il calore, stava per toccarne uno quando questo si aprì per rivelare dei pistilli blu infuocati.
-Quello è un avvertimento- Disse una voce accanto a lei.
Si girò per vedere quella che era la sua madre biologica, vestita di bianco. Il che la faceva sembrare quasi un tutt'uno con la neve.
-Heithr.- Disse Amelia sorpresa, affascinata ancora una volta dalla sua figura come quando l'aveva vista nei suoi ricordi grazie all'aiuto di Loki.
Il sorriso della donna bacillò per un attimo, per poi tornare più forte di prima. -Una volta non vedevo l'ora che mi chiamassi mamma, ma hai assocciato quel nome ad un altro volto. Come è giusto che sia- Disse facendo sentire in colpa Amelia. -Lei ti ha salvata dall'inferno dove ti ho condotta io-
-Non è stata colpa tua! È stato quel...-
-Bastardo, sì. Lo era. Ma io avrei dovuto capirlo prima. Invece ho fatto finta che tutto andasse bene perché lo amavo. Stai attenta a chi ti offre amore perché non sai mai cos'altro nasconde dietro di sè- Mormorò pensierosa ma con un'aura solenne.
Amelia rimase in silenzio, colta dalla preoccupazione. Così lei le sorrise nuovamente.
-Ovviamente non sto parlando del tuo James, lui è un tesoro.- Affermò con un sorriso divertito mentre lei arrossiva.
-Lui non è interessato a me- Mormorò piano tornando a guardare il fiore che ora si stava richiudendo.
Heithr le allontanò di nuovo la mano mentre si avvicinava di nuovo al fiore. -Perdi tutta la tua scaltrezza quando si tratta di lui. Ha avuto una vita difficile-
-Lo so e...-
-E cosa? Non credi di essere abbastanza per lui? Non hai visto il modo in cui ti guarda? Ti guarda come tu guardi quel fiore. Ti prego, non toccarlo. Nel nostro mondo sono sacri.- Disse mentre Amelia aveva di nuovo la mano tesa verso il fiore.
-Scusa, è ipnotico...- Disse imbarazzata allontanandosi dall'albero di qualche passo.
-Questo vuol dire che sei innamorata-
La guardò sorpresa. -Davvero?-
Heithr ridacchiò. -No, ma sei innamorata comunque, quindi...- Accompagnò l'affermazione con un'alzata di spalle.
Amy la guardò con un sorriso sorpreso. -Mi stai prendendo in giro!-
-Scusa, è più forte di me- Disse con un sorriso prima di continuare. -Rappresentano l'energia del nostro pianeta per questo sono sacri e non andrebbero toccati-
-Se non fossero successe tutte le cose che abbiamo passato, saresti stata la madre migliore del mondo, lo sai? Non che tu non lo sia stata...- Aggiunse subito quando vide il sorriso triste di lei. -Quello che voglio dire è che... Avrei voluto più tempo.-
La madre le sorrise e la sorprese avvolgendola in un abbraccio caloroso. -Anch'io, ma hai una nuova famiglia. Un po' strana e preoccupante...- Disse pensierosa. -Ma vi volete bene, questo è l'importante. Sono fiera di te. Anche i tuoi genitori lo sono.-
Amy alzò la testa di scatto. -Li hai...-
-La morte è interessante, ogni cultura ha le sue idee su cosa possa succedere dopo di essa, ma alla fine è universale.-
-Quindi vuoi dire che questo è il paradiso?- Domandò guardando la radura affascinata.
-Per tutti prende le sembianze che desidera, per me è il mio vecchio pianeta. Quanto avrei voluto che tu lo vedessi... Era...- La donna si guardò intorno con sguardo colmo di gioia e meraviglia.
-Puoi mostrarmelo ora!-
Heithr scosse la testa e i suoi capelli sembrarono sprizzare qualche scintilla, facendo sciogliere la neve che le cadeva intorno. -Non credo ci sia abbastanza tempo. Ricorda quello che ti ho detto. Oh, prima che mi dimentichi: i tuoi genitori vogliono che tu sia più prudente con Ilenia-
-I miei genitori? Sono qui anche loro?- Chiese lei con gli occhi che le brillavano. -Posso vederli?-
Lei guardò in lontananza, oltre la radura. Sopra gli alberi spuntava del fumo blu. -Lì c'è il villaggio, probabilmente per loro questo posto ha tutto un altro aspetto- Amy si incamminò in quella direzione e la madre la seguì, paziente. -Non puoi restare qui a lungo, tra poco ti risveglierai-
Amelia continuò a camminare con determinazione anche se il villaggio sembrava ancora lontano. -Non voglio svegliarmi-
-Non vuoi tornare  a vedere come sta Bucky?-
Lei si fermò e si girò verso di lei. -Bucky... Sta bene?-
Heithr annuì con un sorriso dolce. -Tu e lui avete la testa dura, recuperate in fretta. Però la prossima volta stai più attenta.- Disse con un tono che ora sembrava proprio quello di una madre preoccupata, il che fece sorridere Amelia. -Ora devi tornare-
-Ma...-
-Niente ma.- Disse lei seria per poi sorridere. -Lo hai mai visto Ghostbusters? Era il mio film preferito-
Amelia la guardò divertita. -Ghostbusters? Davvero?-
-Sì, quando i terrestri hanno inventato il cinema non mi sono persa neanche un film probabilmente- Disse con lo sguardo rivolto ad un passato che Amelia non poteva vedere.
Allora le venne in mente una domanda che aveva in mente da tempo. -Eri presente quando hanno inventato i cinema... E sei vissuta a Nispellsheimr prima che venisse distrutto.-
Lei annuì. -Ho vissuto tra Asgard e altri pianeti per secoli prima di andare sulla Terra e avere una bambina dolcissima- Poi la guardò divertita. -Avanti, chiedilo-
Amy sorrise imbarazzata. -Beh... Quanti anni hai?-
-Sai... Uno arrivato a 2700 perde il conto-
-2700?!?- Esclamò sorpresa. -Come...-
Heithr ridacchiò. -Qualunque domanda tu voglia farmi, avrà bisogno di una lunga risposta e tu ti stai per risvegliare-
-No! Posso dormire ancora un po'-
Lei sorrise divertita per qualcosa che Amy non poteva capire. -Temo proprio di no mia cara... Continueremo a vegliare su di te-
-Ma...- Amelia fece per girarsi nella direzione del villaggio ma appena voltò la testa, tutto diventò nero.
Amy fu pervasa da un grande senso di delusione, come succede sempre quando capita di fare un bel sogno e ci si sveglia troppo presto. 
-Sbaglio o mentre dorme ha un'espressione da rana?-
-Sam...-
-È vero- Disse Natasha ridacchiando.
Amelia aprì piano gli occhi per riadattarsi alla luce. Anche se la luce era molto flebile, doveva essere notte.
Si trovava nella stanza grande dell'infermeria, quella con più letti. Guardò alla sua sinistra e vide Natasha, la quale le sorrise. -Hey dolcezza, ti sei svegliata in tempo per il pigiama party. Solo quelli feriti in battaglia sono invitati, quindi noi quattro e nessun altro. Oh Bruce, anche tu sei invitato!- Esclamò sorridendo alla porta.
Bruce entrò con indosso il camice. Rivolse un piccolo sorriso a Natasha per poi avvicinarsi ad Amelia. -Jarvis mi ha avvisato che eri sveglia.-
Amelia, con l'aria ancora intontita si mise a sedere. Solo allora notò Sam e Bucky sui letti di fronte. -Bucky... Stai bene?-
Lui le sorrise. -Certo che sto bene- Disse piano. -Tu invece?-
-Benissimo.- Mormorò stroppiciandosi gli occhi.
-A me niente, solo a Barnes.-
Amy guardò Sam scocciata. -Hai appena detto che sembro una rana.-
Sam e Natasha si scambiarono uno sguardo divertito mentre Bruce la visitava.
-Cosa ti senti?-
-Ancora un po' di sonno ...- Mormorò senza distogliere lo sguardo da Bucky.
-Mi dispiace... Per quello che ho fatto a te e Bucky- A quelle parole Amy alzò lo sguardo su Bruce. -Per fortuna la tuta ti ha salvata da gravi danni...-
-E per fortuna la testa di Barnes è dura come una noce di cocco- Commentò Sam.
Bruce non sembrava per niente felice. -Come potrò mai...-
-Scusarti? Non hai niente di cui scusarti, a meno che tu non sia andato a dirlo a Tony. In quel caso sarei davvero infuriata.- Disse Amy tornando a stendersi.
Lui sorrise leggermente. -Non l'ho ancora fatto...-
-Allora non lo farai, o non te lo perdonerò mai.- 
Bruce alzò gli occhi al cielo. -Affare fatto- Mormorò alla fine.
-Bene, ora che avete finito con le chiacchiere possiamo iniziare il pigiama party- Annunciò Nat. -Barnes, avvicina i letti, vieni Bruce-
Mentre Bucky si alzava per fare come gli era stato ordinato, Bruce andò a sedersi accanto a Nat, ben atteto a non fare pressione sulla sua gamba ferita.
Qualche minuto le estremità dei quattro letti erano unite a formare un quadrato e Natasha tirò fuori un borsone. -Barton è venuto a rifornirmi prima, è una nostra tradizione- Spiegò mentre dalla porta entrava proprio Clint.
-Hey gente, nessuno è morto durante la notte? Peccato, ti devo cinque dollari Nat- Annunciò andando a sedersi sul letto di Sam.
Quest'ultimo si lamentò facendogli spazio. -Su chi avevi puntato?-
-Su di te uomo piccione- Gli disse Clint facendo ridere Nat e Bucky. -Quando ti ho visto cadere dritto a terra con l'ala spezzata ho detto "Ecco, finalmente non faranno più confusione con i nostri nomi"... E invece sei ancora qui-
Sam gli riservò un pugno sul braccio. -Vado comunque più forte di te tra i bambini-
Amy sorrise debolmente ascoltando gli altri mentre in realtà era ancora persa nel suo sogno. Si stava domandando se fosse davvero un sogno o se avesse appena vissuto un'esperienza ultraterrena.
Non credeva che il suo inconscio potesse creare tutte quelle informazioni dal nulla, quindi doveva essere per forza... I suoi pensieri si dissolsero come fumo quando Natasha la colpì in faccia con una caramella a forma di ranocchio.
Confusa, alzò lo sguardo verso di lei.
-Basta pensare a Johnny e goditi il pigiama party-
Amelia alzò gli occhi al cielo e si infilò in bocca il ranocchio.
-Una rana che mangia un ranocchio, bah.-
Lei fulminò Sam con lo sguardo, ma Clint cambiò argomento. -Mi ha detto di salutarti l'altro giorno, ero andato a parlare con Fury. Ti saluta anche un'altra agente, non ricordo come si chiama-
-Kia?-
-Sì, lei-
-Lei mi sta simpatica- Affermò Amy allungandosi sul letto per prendere i nachos che le stava offrendo Sam.
-E Johnny?-
-Non ho una vera opinione su di lui- Disse in fretta per poi guardare Bucky con aria di rimprovero. -Stai mangiando la mia progenie James??- Domandò facendo ridere gli altri.
Lui alzò gli occhi al cielo sorridendo e senza distogliere lo sguardo da lei, prese un'altra caramella a forma di rana dal sacchetto.


 
***


Qualche giorno dopo, la gamba di Nat e le costole di Sam erano in splendida forma grazie alle cure di Bruce e della dottoressa Cho, la quale era ormai abituata ad andare e venire regolarmente dal quartier generale alla base dello s.h.i.e.l.d..
Wanda, Natasha e Amelia erano sedute sul divano a guardare Fleabag. Steve era in cucina a disegnare mentre Visione stava preparando dei sandwich al burro d'arachidi.
Natasha stava proponendo di andare a fare shopping quando lo schermo del cellulare di Amy si illuminò.
Un messaggio da Peter. "Quindi rilasci interviste adesso? Mitico."
Amelia aprì il link che aveva allegato con confusione e un brutto presentimento. Già la sola vista del titolo le procurò un tuffo al cuore.
"AMELIA STARK: LA FIGLIA SEGRETA DEL PLAYBOY PIÙ FAMOSO DEL MONDO"
Dovette emettere un suono strano perchè Wanda e Nat la squadrarono confuse per qualche secondo prima di tornare a fare piani per lo shopping insieme a Clint che si era appena unito a loro.
Lesse velocemente le prime righe dell'articolo e più leggeva, più cresceva la tentazione di scavare una fossa nel terreno per nascondercisi dentro.
"I due non hanno confermato la storia ma i loro comportamenti lasciano spazio a molte supposizioni"
"Padre e figlia sembrano sempre sull'orlo di una litigata, sarà per il fatto che Stark si è fatto una nuova famiglia?"
"Perché nascondere la figlia per così tanti anni? Alcuni suppongono che l'abbia abbandonata per la sua natura mutante."
-Non sono una mutante, sono mezza aliena!- Esclamò Amelia mentre continuava a leggere l'articolo con aria stravolta.
Gli altri la guardarono sorpresi e confusi.
-Ti ho detto che lo stava leggendo- Sussurrò Nat a Clint.
-Vado a prepararle un gin tonic?- Chiese Wanda ricevendo un cenno d'assenso da entrambi.
Amelia intanto continuava a leggere.
"Frost Woman o Amelia (Stark si è lasciato sfuggire il nome mentre lei usciva dal locale dove si è svolta l'intervista)"
-Lo uccido.- Commentò.
"Afferma di avere dai 26 ai 252 anni e sembra aver ereditato lo stesso umorismo del padre"
Amelia emise un verso di sorpresa -Il mio senso dell'umorismo è nettamente superiore al suo.- Disse con aria offesa.
-Non lo so, a volte mi sembra di sentire lui quando parli...- Commentò Clint.
In quel momento anche Sam arrivò in cucina accompagnato da Bucky.
-Mi dispiace vecchio mio, ma il burro canta- Affermò andando a sedersi accanto a Steve 
Bucky lo guardò confuso. -Si dice "carta canta", non sapevo fossi così idiota"
Sam sembrò arrabbiarsi poi si mise a ridere. -Scusa, ma stavo guardando Visione che spalmava il burro d'arachidi e ho confuso le parole-
-Questa è una scusa per dirci che stai invecchiando-
-Almeno io non sono nato nel 1917-
I due si zittirono subito quando Amelia si alzò dal divano scaraventando il cellulare dall'altre parte della stanza dopo aver letto l'ennesima scemenza: "Chissà cosa pensa la signora Stark di tutta questa storia, forse è lei il motivo per cui si è tenuto tutto all'oscuro"
-Pepper mi adora. Quando avevo undici anni ha obbligato Tony a costruirmi un hoverboard. Sì, l'hoverboard di ritorno al futuro. L'ho distrutto finendo contro un albero e mi sono slogata il braccio ma è stato il regalo più bello che io abbia mai ricevuto.- Affermò con i capelli infiammati che le svolazzavano attorno alla testa facendola sembrare una lontana cugina di Medusa.
Visione prese al volo il suo cellulare e glielo riportò  per poi appoggiare il piatto con i panini al burro d'arachidi sul tavolino del salotto.
Clint ne prese due e fece finta di darne uno a Natasha per poi infilarli entrambi in bocca.
La rossa gli diede una sberla al braccio per poi tornare a rivolgersi ad Amelia. -Hanno cominciato a notarti, è normale che comincino a scrivere stupidaggini su di te. Ci farai l'abitudine, ora sei solo la novità, settimana prossima torneranno a scrivere della relazione tra Wanda e Visione-
-O del colore naturale di Nat- Disse Wanda.
-Oppure dei rimedi della buonanotte di Bruce- Disse Clint guadagnandosi un'altra sberla da parte di Natasha.
-Ma sanno il mio nome...- Mormorò Amelia tornando a sedersi, ancora scossa dall'articolo appena letto.
Steve chiuse il suo blocco da disegno e li raggiunse sul divano. -Inventeremo qualcosa con l'ufficio stampa se Tony approva, non dovrebbe essere un problema-
-Sai quante persone si chiamano Amelia?- Chiese Clint
Amy lo guardò. -Quante?-
Clint la guardò confuso. -Non lo so, era una domanda retorica- Poi si alzò. -Quindi andiamo a fare shopping? Io voglio andare in quel negozio di pentole e prenderne una antiaderente-
Wanda e Natasha ridacchiarono per poi seguirlo. -Vieni Amy, ti tireremo su il morale- Le disse la prima.
Amy fece per alzarsi ma Steve la bloccò. -Sai che non puoi andare, vero?-
Lei fece per protestare ma poi pensò che essere vista in giro con gli Avengers senza tuta non sarebbe stata per niente una buona idea. Soprattutto dopo quell'articolo. -Divertitevi ragazzi, mi prendete un gelato al ritorno?-
Loro protestarono e dissero che sarebbero andati un'altra volta, ma lei li convinse ad andare a fare shopping di padelle antiaderenti, cosa che fece ridere mezza stanza.
Quando Clint, Natasha, Wanda, Visione e Bruce se ne andarono, Amy si diresse alla pista da pattinaggio. Mentre si infilava i pattini avviò una videochiamata. Non ebbe risposta per ben cinque tentativi ma non demorse.  Al sesto Tony rispose.
-Senti, mi sono sbagliato, okay? Sei uscita così in fretta da quel posto che mi è venuto da chiamarti-
Amelia lo fissò con aria furiosa attraverso lo schermo.
Lui abbassò lo sguardo, consapevole di essere riuscito a rovinare tutto anche stavolta. -Mi dispiace, okay?-
-Farai qualcosa?-
-Ne ho già parlato con Pepper, secondo noi in questo caso è meglio non commentare oltre-
Amelia sapeva che aveva ragione ma era comunque arrabbiata con lui. -E se qualcuno mi riconoscesse?-
-Temo che chiunque fosse al servizio di Plokhoy abbia già sospettato che fossi tu la nuova aggiunta-
-Non intendevo loro.-
Tony la guardò confuso. -Ma nessun altro sa dei tuoi poteri- Disse come se ci stesse ragionando su solo in quel momento. -Vero?- Amy si limitò ad annuire, il che non rassicurò Tony. -C'è qualcosa che devi dirmi?-
-No- Disse velocemente mentre si raccoglieva i capelli in una piccola coda. -Ora devo andare ad allenarmi.-
Lui la guardò indeciso se approfondire il discorso o lasciar perdere. Alla fine optò per la seconda opzione. -Spero che la mia svista non ti faccia cambiare idea sul fare la babysitter a Morgan sabato sera- Disse riuscendo nel suo intento. Amelia ridacchiò.
-Non mi tiro mica indietro. Ma non lo faccio per te, lo faccio per Pepper e Morgan.-
-Ovviamente. Sei un angelo.-
-Non esageriamo, sono solo mezza aliena- Disse terminando la chiamata per poi sorridere.
Finì di allacciarsi i pattini e quando finalmente la lama entrò in contatto con il ghiaccio, tirò un sospiro di sollievo. Si lasciò scivolare in avanti con una piccola spinta iniziale e sentendo l'eco dei propri movimenti cominciò ad andare più veloce tenendo lo sguardo fisso sul soffitto.
A volte si domandava cosa fosse venuto in mente a Tony per mettere uno specchio al posto delle travi che erano anche nella palestra.  Osservandosi mentre volteggiava sul ghiaccio a volte non capiva più chi fosse lei. Se quella sullo specchio o quella sul ghiaccio. O se il ghiaccio e lo specchio fossero la stessa cosa.
Per un breve, brevissimo momento vedere la sua figura muoversi in mezzo a tutto quel bianco le fece pensare di essere di nuovo in mezzo alla radura del sogno, con sua madre. Ma tutto svanì quando sentì la porta aprirsi.
Sorrise vedendo entrare Bucky. -Ciao James- Disse volteggiando nella sua direzione.
Lui la aspettò a bordo pista. -Non sapevo fossi così narcisista- Amy lo guardò confusa, così lui indicò il soffitto specchiato. -Ti ho vista mentre continuavi a specchiarti-
Arrossì  leggermente prima di scrutarlo con finta aria offesa. -Vuoi dire che sei rimasto lì a spiarmi per tutto questo tempo James?- Lui spostò lo sguardo quasi imbarazzato, sembrava sempre esserlo quando lo chiamava James invece che Bucky. Amy sembrò dispiaciuta, quindi guardò il foglio che teneva in mano. -Hai qualcosa per me?-
Bucky le porse il foglio. -Ricordi Bonnie?-
Amelia sorrise ricordando bambina dalle treccine rosse dell'orfanotrofio, nonché la migliore amica di David. -Come potrei dimenticarmene?Sono super invidiosa dei suoi capelli rossi. Ti ha mandato una lettera?- Domandò ancor più curiosa.
Lui sbuffò. -Lettera? Non sai che al giorno d'oggi si mandano le mail?- Domandò divertito per poi porgerle il foglio. -L'ho stampata, tieni-
-Uuh, ora sai anche stampare le mail. Non sei più il nonnetto che conoscevo...- Disse lasciandosi scappare mezza risatina. Bucky le scoccò un'occhiata offesa per poi sorridere a sua volta mentre cominciava a leggere la lettera:


Caro Bucky,

Il nuovo orfanotrofio è mitico. Il signor Stark ci ha pure messo uno scivolo interno che va dall'aula di matematica alla mensa. In più ora abbiamo anche una piscina e una palestra quindi purtroppo non c'è più molto tempo per annoiarsi. (A questa affermazione seguivano varie emoticon della risata)
Devo ancora abituarmi del tutto alla nuova protesi, ma è decisamente meglio di quella che avevo prima, potrei persino venire ad allenarmi con voi un giorno di questi (Posso, vero?). Intanto mi accontento di allenarmi con David, ci vediamo ogni fine settimana come aveva promesso il signor Xavier.
Lui continua a ripetere quanto sia forte Amelia (è così che si chiama, vero? L'ho sentito al telegiornale ieri sera!) ma è troppo orgoglioso per ammetterlo e mandarle una mail, me la saluti? Anch'io credo sia fortissima anche se non ha un braccio robotico.
Verrete a trovarci un giorno? Spero proprio di sì. Ora abbiamo una sala accogliente, potrei chiedere alla cuoca di aiutarla a fare dei biscotti per voi, sto diventando bravissima. Ma dovreste venire quando c'è anche David, se no non mi parlerà per settimane, è così suscettibile a volte.... Ma farei lo stesso anch'io (Qui altre faccine che ridono).
Ora devo andare a lezione di storia, è una noia senza David.
Spero di sentirti presto, stammi bene!

Bonnie.



Amelia sorrise leggendo le ultime righe. -Non sapevo che Tony le avesse fatto una protesi, ma ne sono felice. Quindi hai un'ammiratrice, eh?- Disse con un sorrisetto tornando a guardare Bucky.
Lui alzò gli occhi al cielo. -Non sono l'unico, hai fatto finta di leggere la lettera? Che brutta persona.-
Amy ridacchiò. -Ho letto tutto, tranquillo. Quando hai intenzione di andare a trovarli?-
-Vorresti dire quando abbiamo intenzione di andare a trovarli-
-E stare tutto il tempo con la tuta? Sai che noia... Facciamo così, se mi batti in una corsa verrò senza fare storie.-
Bucky alzò un sopracciglio. -Davvero?-
-Certo.-
-Quando?-
-Adesso.-
Lui cercò di capire dove fosse il trucco, ma alla fine si rassegnò, quindi si voltò di nuovo verso la porta.
-Dove stai andando?-
-La corsa?-
Amy gli rivolse un sorriso quasi malefico. -I pattini sono in quell'armadietto.-
Fu così che Bucky realizzò che si stava parlando di un corsa sul ghiaccio. Guardò la pista in modo incerto, ma dopo aver lanciato un'altra occhiata allo sguardo di sfida di Amelia andò verso gli armadietti di legno e cercò dei pattini della sua misura.
-Oh, rosso Iron Man. Non me lo aspettavo, io avrei scelto qualcosa sul blu o l'azzurro. Si intonano con gi occhi- Gli disse Amelia sorridendo.
-Sai Fiocco di neve...- Cominciò Bucky cercando di allacciarsi i pattini per poi rinunciarci quando Amelia si avvicinò per farlo nel modo giusto. -Se non ti conoscessi così bene direi che stai flirtando con un nonnetto che stampa mail-
Amelia finì di allacciargli i pattini facendo un nodo un po' troppo stretto dopo aver sentito quell'affermazione, quindi si rialzò cercando di non arrossire, per quanto fosse possibile controllare il rossore.  -Stai cercando di distrarmi perché hai paura di perdere ora?- Gli chiese tornando in pista senza aspettare risposta. -Allora sarò buona con te, un solo giro di pista.-
-Non ho paura di te...- Mormorò Bucky andandole accanto per poi quasi scivolare mentre frenava.
Cercò di non ridere e fece fiammeggiare gli occhi per mezzo secondo. -Sicuro?-
-No. Quando ti accendi in quel modo sei inquietante, credimi.-
Amy ridacchiò. -Va bene nonnetto. Tre, due, uno... Via!- Esclamò velocemente per poi partire senza aspettarlo. Rise sentendo un -Hey!- offeso dietro di lei e si girò per continuare a pattinare all'indietro. Vedendo Bucky che pattinava tenendosi alla ringhiera della pista scoppiò a ridere. -Hai dimenticato come si pattina?-
Bucky la guardò male. -Non è mai stato il mio forte.- Borbottò cercando di mollare la presa sulla ringhiera, ma dopo aver quasi perso l'equilibrio la strinse ancora di più. 
Amelia intanto aveva rallentato. -E io che pensavo che i super soldati sapessero fare tutto alla perfezione...- Mormorò con delusione facendo una giravolta nel mentre. -Vuoi un po' di vantaggio?-
-...No.-
-Va bene- Disse facendo comunque qualche giravolta verso il centro della pista. Bucky ne approffittò per avanzare di qualche metro e ad un certo punto cominciò ad aumentare la velocità sorprendendo Amelia. -Hey! Mi stavi prendendo in giro??-
Lui per tutta risposta continuò a pattinare, sempre tenendosi alla barriera, ma molto più velocemente di prima.
Amy lo raggiunse e non le volle molto per riacquistare il suo vantaggio. Stava per completare il giro della pista quando Bucky le gridò -Attenta!- Non si girò, pensando fosse solo un diversivo per superarla, ma l'attimo dopo qualcosa colpì la lama dei suoi pattini, facendole perdere l'equilibrio.
Cadde, ma invece di finire di schiena sul ghiaccio, finì su qualcosa di più... corposo.
-JAMES BUCHANAN BARNES, MI VUOI AMMAZZARE???- Esclamò, facendo rimbombare la voce per tutta la stanza.
I due andarono a scontrarsi contro la barriera della pista. Amy sentì Bucky tremare sotto di lei e a sua sorpresa, scoprì che stava ridendo.
Lo guardò meravigliata e al suono della risata dell'uomo non poté che unirsi a lui.
Rimasero a ridere sul ghiaccio per un po' finché Amelia non gli diede una sberla sulla spalla.
-Hey!-
-Così impari a barare e a farmi cadere perché stavi perdendo!- Esclamò ancora ridendo.
Bucky sorrise. -Carino da parte tua pensare che lo abbia fatto di proposito invece di cadere sul serio finendoti addosso-
Amy lo guardò ancor più sorpresa. -Non lo hai fatto apposta? Jarvis, voglio le registrazioni. Devo assolutamente mandarne una copia a Shuri.-
-Oh no.- Affermò Bucky. -Va bene chiamarmi nonnetto e prendermi in giro per qualunque cosa, ma non mandare video imbarazzanti a Shuri. Andrà avanti per anni.-
-È questo il punto.- Disse Amelia con un sorriso che ora era molto più che malefico.
Prima che potesse dire altro Bucky utilizzò il suo braccio sinistro per raschiare del ghiaccio.
-Hey! Non rovinare la mia pist... BUCKY- Strillò poi quando le infilò il ghiaccio dentro la maglietta. Si rizzò a sedere cercando di far uscire velocemente il ghiaccio e lo fulminò con lo sguardo mentre lui ricominciava a ridere. -Oh, ora sei spacciato.-
Prima che Bucky si rialzasse lei fece apparire della neve fresca nelle sue mani e lo ripagò della sua stessa moneta. Entrambi furono impegnati a rincorrersi e a ridacchiare come due bambini per un tempo indefinito. Finché Sam non spalancò la porta trovando la pista ricoperta di cumuli di neve e Amelia che cercava di infilare dell'altra neve nella maglietta di Bucky.
Rimase a guardare la scena davanti a sè ammutolito, soprattuto perché non aveva mai visto Bucky ridere così per più di due secondi. Alla fine dovette tornare alla realtà e interrompere i due. -Qualcunque cosa stiate facendo... Smettetela. Emergenza, vi aspettiamo al Quinjet tra cinque minuti.- Disse velocemente prima di uscire.
I due si guardarono confusi e Amelia gli tirò in faccia la neve che aveva in mano.
-Amelia.-
-Forza. dobbiamo muoverci. Non hai sentito Sam? A chi arriva prima al Quinjet!-
-Questa volta non puoi di certo vincere- Affermò Bucky soddisfatto mentre si toglievano i pattini per infiarsi in fretta le scarpe.
-Almeno ci provo.- Detto questo Amelia uscì dalla stanza e corse nel corridoio. Due secondi dopo Bucky la sorpassò.
-Ci si vede- Disse con un sorrisetto.
Amy fece finta di essere scocciata e quando lo vide svoltare l'angolo creò un portale. Lo attraversò in fretta e si ritrovò nel Quinjet con Sam e Steve.
Il capitano la guardò. -Dov'è Buck?- E lei scrollò le spalle cercando di non ridere.
-Cos'è successo?-
-Un mio amico ha chiesto aiuto. Ha detto di andare lì da solo perché non è niente di grave ma non mi fido per niente di lui-
Amelia annuì. -Devi essere un grande amico.-
-Lo sono. Tu non lo sai perché non sei mia amica-
-Hey!- Esclamò offesa facendolo sghignazzare. -Non è carino. Abbiamo pianto insieme guardando Chiamatemi Anna.-
Sam fece per dire qualcosa ma Amy si girò per vedere l'arrivo di Bucky.
L'uomo si guardò indietro con un sorriso soddisfatto prima di entrare nel Quinjet. Quando la vide lì seduta accanto a Sam sui posti da pilota rimase senza parole.
-Finalmente, ora possiamo andare- Annunicò Steve andando a sedersi.
Bucky la guardò male mentre andava a sedersi accanto al migliore amico e lei cercò di non ridere mentre Sam faceva decollare il Quinjet.
-Ci fermiamo a prendere gli altri?-
-No, credo che basteremo noi quattro- Disse Sam impegnato a regolarizzare qualcosa sul pannello di controllo.
Venti minuti dopo atterrarono a San Francisco, Amelia rimaneva sempre sorpresa di quanto potessero viaggiare velocemente con il quinjet, ma gli altri sembravano non farci caso.
Indossò la tuta prima di seguire gli altri fuori. -Quindi dov'è il tuo amico?- Chiese guardando la zona industriale che sembrava abbandonata dove erano atterrati.
All'improvviso qualcosa sfrecciò davanti a loro. Qualcosa che assomigliava molto a Scott che veniva scaraventato verso l'edificio vicino da una strana esplosione. Subito dopo videro passare un'altra figura, la quale si fermò. -Vi ha chiamati Scott? È fissato col chiamarvi ad ogni piccolo problema, ce la stavamo cavando-
-Ciao Hope- Disse Amy guardando svolazzare The Wasp davanti a loro.
-Ciao Amy. Ora scusate, vado a recuperare il mio... Scott- Disse velocemente per poi andare verso l'edificio dove era finito quest'ultimo.
I quattro si guardarono ma non ebbero il tempo di fare alcun commento che Hope tornò trasportando Scott.
-Ciao Cap- Disse estasiato guardando Steve. -Pensavo di aver chiamato solo Sam-
-Sì, ma non mi fido di te Tic tac.-
-Oh dai, è solo un esperimento andato male di un vecchio amico di Pym-
All'improvviso un'esplosione fece andare in mille pezzi un edificio lì di fianco e Amelia creò un campo di forza per proteggere tutti e sei. Quando un tizio avvolto da una strana aura grigiastra uscì dalle rovine dell'edificio appena distrutto, Amy capì che sarebbe stata una lunga giornata.
Alla fine lei e Hope riuscirono a imprigionarlo e insieme lo buttarono nel Quinjet come un sacco di patate dopo che che Pym comandò di portarlo nel suo laboratorio per privarlo dei poteri acquisiti per sbaglio. Scott si fermò da Baskin Robbins per prendere un mega frullato per tutti, certo che se non li avesse chiamati sarebbero ancora in mezzo a quegli edifici abbandonati.
-Non c'è di che Tic tac, ma la prossima volta avvisa in anticipo- Disse Sam quando si salutarono.
Amelia non voleva ammettere di essere esausta ma era felice quando Steve annunciò che mancavano solo cinque minuti per tornare a casa. Questo finché Clint non li chiamò per un'emergenza.
Così passarono altre tre ore a salvare delle persone che erano finite in mare dopo un'incidente navale.
E due giorni dopo si occuparono di anticipare un attentato sotto richiesta del governo.
E il giorno dopo ancora  requisirono delle armi Hydra dopo una chiamata di Fury che aveva sottovalutato il numero di guardie nel posto scelto dall'organizzazione.
Amelia si consolò nel constatare che non era l'unica ad essere esausta in quel periodo. E a quanto pare non fu l'unica a notarlo.
Una di quelle sere Steve se ne uscì fuori con la proposta di una vacanza e tutti sembrarono increduli.
Si misero a organizzare tutto.
L'accordo era che Strange li avrebbe avvisati per emergenze improvvise e li avrebbe teletrasportati lui stesso nei casi di necessità. Amy non stava nella pelle, sapeva che una piccola pausa serviva a tutti e l'idea di passare qualche giorno di relax con Bucky la faceva andare su di giri.
Questo finché non si accorse che la settimana di vacanza avrebbe coinciso con il suo compleanno. Nonché con quello di Peter. Quindi doveva assolutamente convincerlo a rimandare i loro festeggiamenti una volta tornata.
E sapeva già che non sarebbe stato facile. Alzò gli occhi al cielo in anticipo immaginandosi tutte le storie che avrebbero tirato fuori lui e Ned. Sospirò e pensò intensamente.
"Hey bimbo ragno"
"Hey Amy, Ned ha avuto un'idea grandiosa per il compleanno"
Amelia sospirò di nuovo.
Non sarebbe stato per niente facile.


 
***


Tutti gli abitanti del quartier generale non erano mai stati così felici di svegliarsi come quella mattina. 
Ci fu un po' di trambusto prima che tutti portassero i propri bagagli nel Quinjet. Amy vedeva un via vai di gente davanti alla sua porta mentre finiva di decidere quali libri portarsi dietro. 
Alla fine riempì una borsa con diversi volumi, certa che ne avrebbe letti solo due o tre, ma portarli tutti la rassicurava. -Vieni Freddie- Disse al gatto che stava giocando con la cinghia del suo zaino.
Il micio le saltò sulle spalle e insieme uscirono dalla camera. Fece per andare verso l'ascensore ma poi si voltò indietro e decise di andare a controllare una cosa. Superò la sua camera per poi affacciarsi su quella di Bucky.
La sua valigia era a terra, ancora mezza vuota. Stava guardando fuori dalla finestra con aria nostalgica, lo osservò per qualche secondo prima di decidersi a bussare.
Si girò lentamente e le sorrise.
-Dovresti proprio muoverti, sai?-
Il suo sorriso vacillò mentre andava a sedersi ai piedi del letto. -Non credo che verrò- Freddie miagolò come per protestare per poi saltare giù e andare ad accoccolarsi sulle gambe di Bucky menter Amy rimase confusa. -Non ho un costume.- Continuò poi.
Amelia assotigliò lo sguardo, poi andò a sedersi accanto a lui. -Hai ragione, non vale la pena andare su un'isola privata senza un costume, anche se hai avuto tutto il tempo di andartelo a comprare. Ma sai una cosa? Secondo me Sam o Steve potrebbero prestartene uno.-
Bucky rimase in silenzio ad accarezzare Freddie mentre Sam passava davanti alla porta con delle valige in mano senza accorgersi dei due.
Il silenzio si prolungò, così Amy si lasciò cadere sul letto. -Hai ragione, qualcuno dovrebbe rimanere qui. Ti immagini se arriva Fury a rovistare tra le nostre cose? Se si mette a leggere il mio diario di quando avevo tredici anni non so cosa potrei fare.-
Lui le rivolse un mezzo sorriso. -Lo sorveglierò per te-
-No, rimarrò qui anch'io. Non voglio correre rischi.- Disse fissando il soffitto. Sperava che cambiasse idea perché lei aveva davvero bisogno di una vacanza.
-Amelia...-
-James... Potremmo riempire la camera di Sam di ragni... O mettere i poster di Iron man nella camera di Steve. Riempire i condotti dell'aria di burro d'arachidi per quando ci salirà Clint e chissà quante altre cose...-
Lui sospirò e continuò ad accarezzare Freddie.
-Oppure... Potremmo andare in vacanza con gli altri e prima che vada a cambiarsi mettiamo polvere urticante nel costume di Sam-
Bucky a quel punto si girò verso di lei. -Ne hai davvero?-
-Sì, un mesetto fa Peter e Ned mi hanno portata in un negozio di scherzi.- Disse.
Sorrise divertito e poi sembrò pensare a qualcosa. -Quando Visione ha aperto il frigorifero e si è trovato la mano in una trappola per topi... Sei stata tu?-
Amy trattenne un sorriso al ricordo. -Forse.-
-Sei terribile- Disse lui scuotendo la testa.
-Lo prenderò come un complimento- Annuì soddisfatta guardandolo. -Quindi?-
Bucky rimase pensieroso per qualche altro secondo poi alzò gli occhi al cielo. -Sei insopportabile- Mormorò alzandosi per poi cominciare a mettere altri vestiti nella valigia.
Amy sorrise estasiata e balzò in piedi per aiutarlo. -Come vuoi James-
Poco dopo raggiunsero gli altri nel Quinjet, Wanda e Nat esclamarono -Alleluia!!- all'unisono dopo la lunga attesa e in men che non si dica stavano viaggiando tutti verso la loro meritata vacanza. Tranne Clint. Lui li avrebbe raggiunti con la sua famiglia nel corso della serata.
Amelia era estasiata nel rivedere la famiglia Barton al completo dato che l'ultima volta li aveva visti al compleanno di Bucky, ed erano passati mesi ormai. In più non ci aveva neanche quasi parlato, quindi doveva rimediare assolutamente, soprattutto dopo i racconti esilaranti che Clint raccontava ogni tanto.
Era troppo emozionata all'idea della vacanza, il solo pensiero di poter passare un po' di tempo lontana dalle missioni le faceva venire voglia di esibirsi in un balletto euforico. Ma concentrò le sue energie a leggere e a giocare a carte con Wanda e Visione mentre lanciava occhiate furtive nella direzione di Bucky, il quale sembrava divertirsi mentre Sam cercava di insegnargli qualche gioco sul suo tablet.
In effetti non voleva ammetterlo ma il pesiero di poter trovare qualche attimo tranquillo per poter rimanere con James era quello che la rendeva più euforica.
-Giuro che se non la smetti di sorridere in quel modo vado a dirgli tutto- Mormorò Nat che era seduta accanto a lei e faceva finta di dormire.
Amy tornò a concentrarsi sulle carte dopo che Visione aveva detto -Uno- mentre Nat e Wanda si scambiarono un sorriso complice.


Dire che il paesaggio era splendido non era abbastanza. 
La prima cosa che fece quando uscirono dal jet fu ammirare la distesa di acqua cristallina sotto di loro, circondata da una spiaggia quasi bianca che risplendeva come piccoli diamanti alla luce del sole. Lei e Wanda  si scambiarono uno sguardo per poi cominciare a correre giù per le scale di legno che portavano alla spiaggia con un ancor più emozionato Freddie al seguito.
Amy non capì dove avesse lanciato le scarpe mentre correva a perdifiato verso la spiaggia ma non le importava. Le due entrarono in acqua schizzandosi a vicenda per poi strillare quando Sam si tuffò all'improvviso lì accanto. 
Visione li raggiunse poco dopo, rimanendo però sulla spiaggia.
-Wanda, il tuo fidanzato ha paura dell'acqua-
Lei per tutta risposta lo schizzò. 
-Non ho paura dell'acqua, Natasha mi ha detto di dirvi che mentre voi fate gli scemi in acqua loro sono andati a prendersi le camere migliori.-
-CHE RAZZA DI- Cominciò Sam uscendo velocemente dall'acqua.
-BABBANI!!!- Esclamò Amy seguendolo di corsa, era a quasi metà scalinata quando si ricordò che poteva teletrasportarsi, quindi creò un portale davanti a lei e Sam. Sam andò a sbattere contro la porta della casa.
-Ma che diamine... Non potevi avvisarmi??-
Amy ridacchiò ed entrò senza rispondergli. -Nat! Non è giusto!-
Natasha si affacciò subito dalla rampa di scale. -Scherzavo, in realtà abbiamo già deciso tutto io e Steve prima di partire. Non entrate in casa bagnati fradici o farete scivolare tutti.- Disse per poi scomparire di nuovo al piano di sopra
Lei e Sam sbuffarono e andarono di nuovo in spiaggia nel tentativo di asciugarsi, così mentre Sam prendeva il sole lei andò in cerca delle sue scarpe insieme a a Freddie, cosa che non portò nessun risultato.
Alla fine ritornarono alla casa per scoprire finalmente la disposizione delle stenze, perché in quel momento sembrava la parte più importante della vacanza. C'erano cinque stanze.
Steve, Sam e Bucky ne avrebbero condivisa una, Wanda e Visione, così come Natasha e Bruce avevano la loro, mentre le altre due le avrebbero prese la famiglia Barton.
Natasha la accompagnò in cima alle scale, in una piccola mansarda dove c'erano un armadio, un comodino e un letto pieno di coperte. Amy si innamorò subito della finestra che le dava la vista sull'oceano.
-Bruce ha detto che può venire lui quassù se ti dà fastidio-
-Oh no, potete stare insieme. Qui mi piace, è così misterioso e...-
-Romantico?- Domandò Wanda spuntando dalle scale con un sorriso.
Amelia alzò gli occhi al cielo sapendo già dove volevano arrivare quelle due. -Sì, immagino di sì-
-Allora puoi invitare Barnes, si divertirà molto di più quassù invece di rimanere confinato nella stanza con gli altri due-
Amelia non disse niente e si mise ad avvolgere Freddie in un piccolo asciugamano, ma lui si ribellò e andò ad acciambellarsi sul letto con il pelo ancora pieno di sabbia.
-Cosa hai intenzione di fare?-
-Cosa intendi dire?- Domandò confusa guardando Nat.
Wanda andò a sedersi accanto a loro sul letto. -A proposito di Bucky, ovvio.-
-Dovresti farti avanti in questa settimana, al quartier generale siamo sempre stressati. Questo è il posto giusto per conquistarlo, c'è l'atmosfera e tutto- Continuò Natasha.
Amelia alzò di nuovo gli occhi al cielo. -Volete smetterla di fare le pettegole? Non succederà proprio niente, né qui né da nessun'altra parte.-
-Neanche un bac...- Natasha balzò in piedi quando sentì qualcuno gridare "Zia Nat!!!" dal piano di sotto.
Wanda le rivolse un sorriso. -Le piaci, sai?- Le disse per poi scendere le scale a sua volta.
Amy rimase seduta sul letto a fissare l'oceano fuori dalla finestra, cercando di non arrossire per l'affermazione dell'amica. Poi guardò Freddie. -Dovrei?-


I Barton riempirono la casa di  urla e schiamazzi, ma anche se alcuni cercavano di nasconderlo, tutti si divertivano in loro presenza.
Come scoprirono ben presto Cooper era un grande fan di Falcon, quindi cercava di passare ogni attimo con lui, cosa che a Sam non dispiaceva dato che la maggior parte dei ragazzini idolatrava solo Iron man, Thor o Captain America.
Il piccolo Nathaniel Pietro era, per ovvie ragioni, il preferito di Wanda. E in un modo o nell'altro riusciva sempre a convincere qualcuno a scavare nella sabbia "per trovare ossa di dinosauri" o per costruire qualche castello. Amelia era caduta in quella trappola almeno una decina di volte quella settimana, ma non se ne rammaricava per niente.
Lila d'altra parte non si allontanava mai da Natasha, la quale notò che la nipotina aveva sviluppato una segreta ammirazione per Bucky.
-Sei molto simile ad Amelia.- Disse alla ragazzina una di quelle sere in cui erano in spiaggia. Amelia e Lila si guardarono confuse mentre Laura rimproverò Natasha con lo sguardo anche se in realtà aveva un sorriso divertito. -Entrambe avete una cotta per Barnes. Per fortuna quella di Lila non è abbastanza grande, posso ancora salvarla. Ma Amelia... Lei era già persa la prima volta che l'ho incontrata e...-
Prima che potesse finire la frase Amelia si alzò e andò verso Nathaniel che stava costruendo un castello di sabbia con Bucky.
-È il castello di Dracula?- Domandò sedendosi a gambe incrociate accanto ai due.
-No, è il castello di Elsa.- Affermò Nathaniel con un sorriso soddisfatto. -Bucky ha detto che ti sarebbe piaciuto-
-Oh, Bucky ha detto questo, eh?- Chiese lei spostando lo sguardo su Bucky. -Mi volevi prendere in giro?-
Lui roteò gli occhi con un sorriso. -Devi sempre pensare male-
-Ah sarà...- Disse lei, poi vide una cosa strana.
Una palla di pelo arancione stava correndo a tutta velocità verso di loro, non ebbe nemmeno l'impulso di fermarlo che Freddie andò dritto dritto contro il castello di sabbia, finendo per distruggerlo.
Amy guardò Nathaniel in attesa di urla o capricci ma invece scoppiò a ridere e accarezzò Freddie. -Tanto faceva schifo- Disse semplicemente per poi cominciare a rincorrere Freddie per la spiaggia. Lei rimase a guardarlo esterrefatta, poi si girò di nuovo verso Bucky.
-I bambini possono dire "fa schifo"?-
Lui alzò le spalle. -Non ne ho idea Amelia Frosin-
Lo guardò al contempo divertita e stranita. -Perché mi chiami col mio nome intero?-
Bucky si voltò verso di lei. I suoi occhi erano ancor più cristallini sotto quel sole e Amelia si incantò per un attimo nell'osservare il riflesso dell'oceano nel suo sguardo. -Domani è il tuo compleanno, sei emozionata?-
-Oh...- Cominciò con un sorriso. -Non lo so, è strano...- Disse distogliendo lo sguardo. -L'ultimo vero compleanno che ho festeggiato risale ormai a due anni fa, papà mi aveva preparato la torta al cioccolato con la cialda di Taylor Swift- Disse divertita e dopo uno sguardo confuso di Bucky continuò. -Oh dai, I don't know about you but I'm feeling 22...-
Lui sembrò ancor più confuso, ma almeno sentendola canticchiare si mise a ridere. -Quindi pensi che non ci potrà essere nient'altro di altrettanto speciale?-
-Beh... L'anno scorso Tony continuava a chiedermi se volessi festeggiare oppure no, era ormai sera. Poi siete arrivati voi-
-Perché non lo ricordo?-
Amy sorrise divertita. -Appena Jarvis vi ha annunciati sono andata a nascondermi nel ripostiglio del laboratorio e...-
Bucky spalancò gli occhi. -Eri lì dentro! Ecco perché Stark ci si era parato davanti quando Bruce ha fatto finta di trasformarsi!- Amy rise vedendolo così meravigliato. -E le canzoni... Sei stata tu!-
Lei sorrise al ricordo. -Quello sì che è stato un compleanno speciale- Disse divertita mentre Bucky la guardava ancora sconvolto.
-Perché non ci ho pensato prima...- Mormorò tra sé per poi tornare serio. -Comunque Romanoff mi ha chiesto di chiederti come ti piacerebbe passare il compleanno.-
-Te lo ha chiesto Nat?- Chiese sarcastica girandosi per lanciarle uno sguardo truce. Ma era troppo impegnata a giocare a beach volley con Laura e i nipoti. -Non voglio niente di speciale, solo una torta. Quella è l'unica cosa importante.- Affermò.
Bucky la osservò e annuì. -E torta sia...- Disse per poi guardare Steve, Sam e Clint che si buttavano contro le onde come dei ragazzini di undici anni. -Quindi quale canzone mi avresti assegnato?- Chiese colto dalla curiosità.
-Ci devo pensare...- Disse lei sinceramente combattuta. -Te lo dirò. Ora ti va di raggiungere i tuoi amichetti in acqua?-
Lui tornò a guardare gli altri  e Amy lesse nei suoi occhi la voglia  di unirsi a loro, ma poi si guardò il braccio per un breve istante. -Sto meglio qui.- Affermò.
Amelia lo guardò dispiaciuta, poi si sdraiò lì accanto per poi cominciare a fare dei disegni sulla sabbia con le dita. -Hai ragione James, come sempre.-



Quando si svegliò il giorno dopo la mansarda era illuminata da una luce rosa e arancione. Si spostò ancora assonnata per avere una vista migliore dell'alba che si rispecchiava sull'oceano.
Quello era il loro ultimo giorno di vacanza e già sentiva la mancanza di tutto. Aveva una sensazione strana, come se dovesse ricordare qualcosa.
Pensò che fosse per il fatto che doveva ancora ritrovare le sue scarpe, ma poi ricordò che era il suo compleanno.
Si girò sulla schiena per fissare le travi bianche del soffitto e si alzò la coperta sentendo dei brividi di freddo. Per uno strano e sfuggente secondo percepì la presenza dei suoi genitori. Di tutti e tre.
Si chiese se fossero in grado di farle gli auguri di compleanno dall'oltretomba, ma la sensazione svanì in fretta e all'improvviso si sentì sola.
Si alzò scalciando la coperta e tirò fuori la valigia da sotto il letto. Non aveva intenzione di fare tutto in fretta quella notte e visto che non erano nemmeno le sei di mattina e tutta la casa stava dormendo, si mise al lavoro.
Mezz'ora dopo aveva già messo tutto nella valigia, così andò in bagno a rinfrescarsi e guardandosi allo specchio ricordò in che stato era un anno prima, bianca come un cadavere e senza nessun guizzo di luce negli occhi.  Per questo sorrise nel vedersi così rilassata e  come le lentiggini le riempivano il viso dopo quei giorni passati al sole. Poi ricordò come si era tagliata i capelli da sola. Ora le arrivavano sotto le spalle, ma in effetti avevano bisogno di una spuntatina. Alzò le spalle dicendosi che sarebbe diventata una tradizione del compleanno.
Afferrò le forbici e arrotolò le ciocche tra le dita per poi cominciare a tagliare.
Finì per tagliarli di nuovo un po' sopra le spalle e se ne pentì subito, ma dopo essersi fatta una doccia fu soddisfatta nel sentire la testa più leggera.
Scese piano le scale cercando di non fare nessun rumore, soprattutto quando passò davanti alla camera di Bucky, Sam e Steve e combatté con tutta se stessa per non mettersi a ridere sentendo ronfare. Dopo aver mangiato qualcosa uscì per andare alla spiaggia e lì cominciò di nuovo a cercare le sue scarpe tra i cespugli insieme a Freddie che pensava stessero giocando a nascondino e ogni volta che Amy rovistava tra le piante lui le saltava addosso facendole prendere un colpo.
Si arrese ancora una volta e cominciò a farsi rincorrere per la spiaggia dal gatto e ben presto fu raggiunta dai piccoli Barton.
Il pomeriggio lo passarono interamente in acqua, Clint e Sam quasi si annegarono a vicenda dopo un gioco finito male e Amelia li divise ghiacciando l'acqua attorno a loro, facendoli strillare come due porcellini d'india. Cosa che creò grande ilarità tra grandi e piccoli.
Il suo sguardo continuava a soffermarsi in spiaggia dove Bucky faceva finta di leggere un libro e Steve continuava a lanciare occhiate verso di loro, combattendo tra la voglia di unirsi oppure fare compagnia a Bucky. Così Amy uscì dall'acqua, si asciugò velocemente e si infilò il vestito che aveva dei granelli di sabbia incastrati qui e lì.
Si avvicinò ai due con un sorriso e si strizzò i capelli sopra Steve.
-Amelia!-
Lei sorrise innocentemente. -Ora hai la scusa di andare in acqua.- Affermò. Steve alzò gli occhi al cielo ma alla fine si alzò e li lasciò soli.
-Mi hai liberato della guardia del corpo- Disse Bucky alzando lo sguardo su di lei. -Potevi pensarci prima-
-Ma prima non avevo voglia di un gelato e mi rassicurava vedere voi due bagnini nonnetti qui a prendere il sole-
-Ecco che ricomincia...- Mormorò con aria divertita. -Ne prendi uno anche a me?- Disse indicando il frighetto portatile.
Lei scosse la testa. -Non hai capito. Ora ti alzi e mi accompagni al villaggio a prendere un gelato.- Affermò. -Così la smetti di fare il nonnetto in pensione-
Bucky alzò un sopracciglio. -E lo dovrei fare perché me lo dici tu?-
Allora Amy gli fece gli occhi dolci. -È il mio compleanno...- Disse con una vocina penosa.
Lui allora si alzò borbottando qualcosa e la seguì per il sentiero che portava al villaggio. -Chi ti ha tagliato i capelli?- Domandò mentre camminavano fianco a fianco.
-Io.- Affermò soddisfatta passandosi una mano tra i capelli che si stavano già asciugando. -Ti piacciono?-
-Mhmh... Carino anche il vestito- Borbottò guardando da un'altra parte.
Amelia arrossì abbassando lo sguardo sul vestito azzurro ricoperto di piccoli disegni di margherite. -Grazie- Mormorò imbarazzata. -Anche tu stai bene con la maglietta azzurra, risalta gli occhi- Disse velocemente, poi affrettò il passo rendendosi conto di quello che aveva detto. -L'altro giorno io e Wanda siamo andate in quel posto e il gelato era buonissimo- Disse indicando il gelataio in lontananza.
-Non lo so, non mi fido delle streghette come voi-
-Hey!- Esclamò offesa mentre lui ridacchiava. -Stai attento a quello che dici o ti trasformiamo in un rospo delle nevi.-
Lui sorrise divertito. -Tremo alla sola idea- Mormorò quando raggiunsero il gelataio.
Poco dopo stavano tornando indietro con il loro gelato e Bucky sembrava estremamente soddisfatto del gusto, ma evidentemente non lo voleva ammettere perché cercava di non mangiarlo troppo in fretta.
Amy sorrise gustando il suo gelato ai mirtilli e si avvicinò al parapetto di legno che si affacciava sul mare. -È inutile che fai il prezioso, so che lo trovi delizioso.-
Lui si appoggiò per osservare le onde che si infrangevano sugli scogli sotto di loro. -Non è male...-
-Non è male?- Ripeté lei divertita per poi avvicinare una mano al suo viso. -Almeno stai attento a non sporcarti nonnetto- Disse pulendogli la guancia sporca di cioccolato. Per un attimo giurò che stesse arrossendo, si guardarono negli occhi per qualche secondo finché una folata di vento non li investì facendo volteggiare i capelli di entrambi.
I due si misero a ridacchiare, poi sentirono qualche strillo e Amy si sporse dal parapetto per poi accorgersi che in quella posizione riusciva a scorgere un pezzetto della loro spiaggia e vide la squadra indaffarata a preparare qualcosa. Prima che si sporgesse oltre Bucky la tirò indietro.
-Cosa stanno facendo?- Domandò curiosa.
Bucky alzò gli occhi al cielo. -Stanno preparando qualcosa per il tuo compleanno, tu cerca di sembrare sorpresa quando arriviamo-
Lei sgranò gli occhi. -Ma avevo detto...-
-Niente di speciale, tranquilla.- Disse divertito. -Ti vogliono bene, sai?- Aggiunse poi.
-E tu mi vuoi bene?- Domandò all'improvviso mentre ricominciavano a camminare.
Lui le lanciò un'occhiata divertita. -Certo, ma di più a Freddie-
-Questo posso acettarlo.- Ammise con un sorriso.
Quando tornarono alla spiaggia trovarono varie coperte distese a terra e tutti si stavano ancora organizzando. Natasha li vide e sembrò imbronciarsi. -Già finito con l'appuntamento?-
Amy sgranò gli occhi e Bucky sorrise. -La prossima volta dovrete essere più svelti- Disse per poi raggiungere Steve e aiutarlo con i piatti.
Lei lo guardò allontanarsi con aria ferita. Quindi aveva accettato di accompagnarla solo per dare tempo agli altri di organizzare tutto? Ma non poté pensarci troppo a lungo perché Clint, Sam e Visione stavano scendendo le scale con le scatole della pizza.
In effetti Amy non se ne era accorta ma il sole stava già calando e probabilmente era già l'ora di cena.
Tutti presero posto sulle coperte e Amelia fu contenta di addentare la sua pizza in compagnia della sua nuova famiglia. Anche se le corse di Freddie e Nathaniel fecero volare sabbia anche sulla sua preziosa cena di compleanno.
Dopo aver soffiato le candeline arrivò il turno di regali e tra calzini di doctor who, piantine e libri vari ricevette qualcosa di speciale da Steve. Quando le porse il pacchetto rettangolare lo guardò sorpresa. -È pesante- Commentò prendendolo, poi lo posò sulla coperta e cominciò a  togliere la carta regalo delicatamente per paura di strapparla, cosa che fece sbuffare di impazienza molti di loro.
Amy sorrise incuriosita quando ne tirò fuori due cornici. All'inizio guardò con confusione la foto della donna con in braccio il neonato ma ben prestogli occhi le si riempirono di lacrime riconoscendo la madre. -Steve, come...?- Poi guardò meglio e vide che quella non era una foto. Ma un disegno. 
Prese l'altra cornice per osservarla da vicino e sorrise nel vedere un disegno di lei, i suoi genitori e sua madre tutti insieme. L'attimo dopo stava stringendo Steve in un abbraccio mentre cercava di non piangere. -Sei così bravo che mi fai schifo.- Mormorò continuando ad abbracciarlo.
Steve sorrise ricambiando l'abbraccio. -Devo ancora abituarmi ai complimenti del ventunesimo secolo- Disse facendo ridere gli altri.
Amy sorrise sciogliendo l'abbraccio. -Come hai fatto??-
-Quando Loki e Thor erano qui, gli ho chiesto di descrivermi come era fatta tua madre e Loki si è trasformato in lei.- Disse lui ancora sconvolto dal ricordo, cosa che la fece ridere.
Rimase a guardare i due ritratti anche mentre mangiava la terza fetta di torta, ma alla fine dovette portarli in camera per poi scendere di nuovo in spiaggia per guardare le stelle cadenti con gli altri.
Nathaniel espresse ad alta voce il desiderio di vedere una piovra gigante spuntare dall'oceano, ma poi Lila gli fece notare che doveva aspettare di vedere una stella cadente prima di esprimere un desiderio. Amelia sorrise osservando i due e quando vide una stella decise di regalarla a Nathaniel. Il bambino era tutto contento e si mise a osservare l'oceano in attesa della sua piovra gigante.
Amy diede una piccola gomitata a Wanda e lei capì subito.
In lontananza videro spuntare degli enormi tentacoli e Nathaniel, Lila e Cooper guardarono la piovra spuntare e muovere i tentacoli a mo' di saluto con occhi sgranati. E anche se gli altri sapevano che era frutto di un'illusione di Wanda, tutti rimasero ad ammirare lo spettacolo davanti a loro.
A guardare quegli sguardi meravigliati Amy pensò di avere davanti solo dei bambini. Dei bambini che in qualche modo erano stati convinti di poter proteggere il mondo intero.
La serata a un certo punto terminò e tutti tornarono alla casa. Anche Amy lo stava per fare, ma poi si ricordò delle sue scarpe.
Non poteva di certo abbandonarle sulla spiaggia, così si rimise a cercarle. Non passò molto prima che qualcuno si aggiungesse alla caccia al tesoro.
-Ancora non capisco come hai fatto a non trovarle- Le disse Bucky con in mano le sue scarpe verde acqua.
Lei lo guardò sorpresa. -Dove le hai trovate??-
-Sono rimaste in quel cespuglio tutta la settimana- Disse divertito indicando un cespuglio lì vicino.
Amelia fissò il cespuglio, sicura di averlo controllato più di una volta. Come tutte le altre piante e cespugli d'altronde. -E tu non mi hai mai detto niente??- Domandò esterrefatta.
Bucky ridacchiò. -Era divertente vederti girare per tutta la spiaggia come una matta-
-Ah sì, eh?- Domandò con un sorriso. -Un giorno di questi me la paghi James.-
-Te la prendi con un nonnetto?- Chiese alzando un sopracciglio. Lei alzò gli occhi al cielo con un sorriso. -È stato un compleanno speciale?- Chiese poi osservandola speranzoso.
Lei sorrise e annuì. -Sì... Ma non ho avuto la mia danza di compleanno.- Affermò poi mettendo il broncio.
Bucky la osservò per qualche secondo per poi porgerle la mano. -Tutto quello che vuole la streghetta-
Amelia sorrise e accettò la mano con grande piacere, grata che ormai fosse troppo buio perché qualcuno potesse accorgersi delle sue guance rosse. Lui la condusse più vicino alla battiglia e le fece un piccolo inchino prima di cominciare la loro danza.
I due danzarono senza musica , volteggiando tra sabbia e acqua con il solo suono delle onde in sottofondo. Amelia guardò come le loro impronte venivano cancellate subito dall'acqua e per un momento le sembrò di cominciare a levitare e si immaginò raggiungere la distesa di stelle sopra di loro, ma poi si accorse che Bucky la aveva solo sollevata per farle fare una giravolta.
Alzò gli occhi al cielo quando incontrò il suo sguardo divertito, ma poi sorrise quando le fece fare un casqué.
Sentì le farfalle nello stomaco vedendolo piegato su di lei con un sorriso e gli occhi pieni di parole e discorsi che lei non riusciva a percepire.
Il suo sguardo si posò poi sulle labbra di lui e proprio in quel momento si rialzò per farle un altro inchino. Rimasero a guardarsi, sorridendosi come due scolaretti, poi lui rialzò lo sguardo verso la casa e fece per dire qualcosa.
Amelia sapeva benissimo cosa stava per dire, ma non poteva far finire tutto così. -È l'ultima notte, è l'ultima possibilità per fare un tuffo- Disse in fretta guadagnandosi uno sguardo di sorpresa. E prima che potesse rifiutare aggiunse -Possiamo tuffarci vestiti, lo so che non ne hai mai avuto il coraggio per non sfigurare con i muscoli di Sam.- Bucky sorrise divertito, grato che lei non avesse detto ad alta voce il vero motivo per cui non voleva nuotare in mezzo agli altri a torso nudo. Lanciò un'altra occhiata alla casa e poi disse qualcosa che la sorprese. -E rovinare quel bel vestito? Non sia mai.-
Amy rimase senza parole, soprattutto quando lui si tolse la maglietta in fretta per poi correre in acqua. -Chi arriva ultimo va in pasto alla piovra gigante!-
Lei non si porse troppe domande sulla sanità mentale dell'uomo che aveva davanti o se fosse davvero lui. Magari la terza fetta di torta le aveva fatto male e ora aveva le allucinazioni. Ma non le importava. Se un'allucinazione era tutto quello che poteva avere, se la sarebbe goduta fino in fondo.
In un attimo si tolse il vestito rimanendo in costume e gli corse dietro, l'acqua era ghiacciata ma se proprio lei non poteva sopportarlo, non sapeva chi avrebbe potuto farlo. Entrambi risero mentre si lanciavano contro le onde, le quali sembrarono capire l'importanza del momento e usarono tutta la loro energia per infrangersi contro i due per farli ridere.
Dopo quel lungo gioco erano entrambi senza fiato, più per le risate che per lo sforzo di farsi trascinare avanti e indietro dall'oceano, e rimasero a fissarsi con dei sorrisi rilassati. All'improvviso Amy fu sospinta in avanti da un'onda e Bucky la afferrò.
Fu a quel punto che il suo sguardo si posò sulle cicatrici bianche e rosse attorno al suo braccio. E senza pensarci due volte cominciò a seguirne le linee con le dita, fermandosi solo quando sentì Bucky rabbrividire. Alzò lo sguardo per incontrare di nuovo quello di lui.
Anche nel buio della notte is uoi occhi sembravano brillare come le stelle sopra di loro. Le sue mani andarono a incorniciargli il viso mentre si sentiva di nuovo spinta in avanti dalle onde. Aspettò qualche secondo, sicura che lui si sarebbe tirato indietro. E non lo avrebbe biasimato.
Per un attimo tutto intorno a loro sembrò fermarsi, anche l'oceano sembrava in attesa.
Quando le loro labbra si sfiorano non successe niente. Poi Amy si fece avanti e avvolse entrambe le mani intorno al collo di lui,  Bucky la strinse a  sé come per istinto. Le loro labbra si trovarono e finalmente qualcosa esplose nello stomaco di Amelia.
Sorrise e fece per baciarlo più seriamente ma lui la allontanò il più possibile da sè. Lo guardò confusa e spaventata di aver sbagliato qualcosa, ma lui non disse niente.
La guardò con espressione seria e si girò. Continuò a nuotare anche quando lei lo chiamò.
Non si girò nemmeno per assicurarsi che la stesse seguendo. Amelia lo fissò mentre raggiungeva la spiaggia, raccoglieva la sua maglietta e saliva le scalette per tornare alla casa.
Le sembrò di sentirsi spezzare in due da una forza invisibile e per un millesimo di secondo le mancò il respiro. Le onde sembrarono farsi più violente e l'acqua più scura e gelida.
Continuò a fissare la spiaggia, sperando di vederlo riapparire. Ma non lo fece.
Si sentiva umiliata, ma il senso di vuoto che si stava impossessando di lei poco alla volta superava di gran lunga l'umiliazione e non ci volle molto prima che delle lacrime le solcassero il viso.























*scena post credit*


Cooper rise sentendo il discorso della zia. -Lila e Bucky seduti sotto un pino...- Cominciò con un sorriso sghembo senza farsi sentire dalla madre.
Sam, che era seduto lì a fianco, le sorrise. -Barnes è troppo sopravvalutato, non dovresti nemmeno perdere il tuo tempo- Disse, sicuro che quello fosse il modo giusto per parlare a una ragazzina.
Ma lei non era una semplice ragazzina, era una Barton. Appena si allontanarono, Lila afferrò due sassi e prese per bene la mira. Non doveva fare loro troppo male, se no sarebbe finita nei guai.
Con tutta la forza che aveva li lanciò e prese in pieno il braccio destro di Cooper e quello sinistro di Sam, facendoli strillare.
Poi andò a sedersi di nuovo accanto a Nat mormorando -Stupidi uomini.-
La rossa le passò un braccio attorno alle spalle con un sorriso soddisfatto. -Questa è la mia nipotina.- Affermò facendola sorridere.






















_Angolo autrice

Prima che qualcuno mi uccida per la fine del capitolo, voglio solo dire che non me ne pento.
Come ogni volta il mio ritardo per le pubblicazioni è enorme, ma non so nemmeno io cosa farci, quindi vi chiedo ancora scusa.
Se vi va lasciate un commento qui sotto per dire cosa ne pensate, io intanto ringrazio chi ha aggiunto la storia tra preferite/seguite/ricordate.
Chi mi ha aggiunto agli autori preferiti e chi continua a leggerla dopo le mie lunghe sparizioni.
Spero che stiate tutti bene e che tutti stiate manifestando la vostra gioia per il mese di The falcon and the winter soldier.
Questo è il capitolo più lungo finora e mi scuso se risulta ripetitivo o stancante. Ma soprattutto vi chiedo scusa per eventuali errori dato che il mio cervello non funziona correttamente quando pensa a James Buchanan Barnes.
Detto questo vi saluto per sbrigarmi ad aggiornare.


Alla prossima! :3

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Capitolo 22
*** ventiduesimo capitolo ***


Non seppe per quanto rimase ad osservare la spiaggia ma ad un certo punto riuscì a tornare a riva e rimase raggomitolata a osservare il cielo e a tremare per il freddo.
Voleva prendersi a pugni da sola per quello che aveva fatto. Come le era venuto in mente di poter piacere in quel modo a Bucky? Ora non solo si era fatta spezzare il cuore, ma molto probabilmente aveva rovinato un'amicizia.
Pensando che d'ora in poi le cose tra lei e Bucky sarebbero state strane si strinse di più in se stessa e rimase lì finché non si sentì i capelli un po' più asciutti. Alla fine si rimise il vestito e afferrò le scarpe che aveva cercato per tutta la settimana.
Quando passò davanti al cespuglio dove Bucky le aveva detto di cercare, per un attimo pensò che le avesse spostate di proposito per farla impazzire e aveva voglia di andare a chiederglielo subito, ma continuò a camminare piano finché non entrò in casa.
Quando passò davanti alla camera di Steve, Sam e Bucky cercò di trattenere il respiro e quando raggiunse la mansarda si rifugiò sotto le coperte, sperando di riuscire ad addormentarsi al più presto e che i suoi genitori venissero a consolarla in sogno.
Natasha venne a svegliarla il giorno dopo con una cuscinata. -Sveglia dolcezza, mi dispiace ma per te la vacanza è finita. Sono delusa che tu non abbia concluso niente con Barnes a proposito- Disse scostando la tenda.
Amy si alzò leggermente guardandola confusa. -E tu come lo sai??-
A quel punto la rossa la osservò per bene. -Sapere cosa?- Quando non le rispose, prese posto accanto a lei sul letto. -Non hai dormito molto stanotte- Osservò notando le occhiaie scure sotto agli occhi.
Prima che potesse dire qualcosa la voce di Clint si fece sentire dal piano di sotto. -Colazione pronta! I pancake a forma di dinosauro sono limitati, quindi sbrigatevi!- Esclamò. Poi sentirono delle risatine e Nat sorrise.
-Io e Bruce abbiamo deciso di rimanere una settimana in più con i Barton- Disse tornando a guardarla. -Ma se vuoi che torni con voi devi solo dirm..-
-Perchè dovrei voler rovinarvi la vacanza? Io sto benissimo.- Disse in modo un po' troppo scontroso mentre si alzava.
-Si parte tra mezz'ora!- Esclamò poi Steve dal piano di sotto.
Nat la guardò sorpresa, ma andò subito verso le scale. -Va bene... Ci vediamo giù-
Amy annuì mentre si pettinava i capelli che si erano annodati dopo essere andata a dormire senza averli asciugati per bene dopo la nuotata notturna. Strinse la spazzola troppo forte e si pentì subito di aver trattato così Natasha, ma sapeva che se avesse detto più di due parole di fila si sarebbe messa a piangere come una bambina. Si asciugò in fretta una lacrima ripensando alla sensazione delle labbra di Bucky sulle sue, per poi...
Scosse la testa e lanciò la spazzola nella valigia, poi prese lo zaino e ci infilò i regali del compleanno. Facendo ben attenzione alle due cornici si mise lo zaino in spalla e afferrò la valigia, lanciò un ultimo sguardo alla mansarda. -Andiamo Freddie...- Mormorò.
Il gatto la seguì giù per le scale tutto contento, felice di poter tornare al suo solito letto al quartier generale. Posò zaino e valigia nel corridoio d'ingresso e raggiunse gli altri in cucina.
Wanda stava trangugiando un pancake e sorrise commossa notando Visione che le metteva davanti uno a forma di saetta. I piccoli Barton stavano gustando quelli a forma di dinosauro, parlando dell'escursione che avrebbero fatto nel pomeriggio.
Amy prese posto accanto a Natasha che stava ridendo per qualcosa detta da Cooper e posò la testa sulla sua spalla con delicatezza. Sperando che bastasse come scusa per il suo comportamento di poco prima.
La rossa posò la testa sulla sua e poi la osservò bene. Amelia cercò di rivolgerle un sorriso sincero ma in quel momento entrò in cucina il resto della squadra e il suo sguardo si posò su Bucky, così abbassò subito la testa.
A Natasha non sfuggì niente e osservò come i due evitavano di guardarsi e come Amelia concentrò tutta la sua attenzione nel mangiare i suoi pancake a piccoli morsi. Le prese una ciocca di capelli e la divise in tre per poi cominciare a farle una treccina, sapendo bene che quel gesto la tranquillizzava.
Lei le rivolse un sorriso per poi tornare a mangiucchiare la sua colazione.
Una volta salutati tutti, Amy andò subito a sedersi sul posto singolo del Quinjet. Indossò le cuffie e si mise a scegliere un film sul tablet, sperando che gli altri non lo interpretassero come un comportamento strano.
Ma anche gli altri sembravano volersi rifugiare nel loro mondo, forse la prospettiva di tornare al compound era deprimente per tutti. Solo Wanda le lanciò alcune occhiate preoccupate durante il viaggio, ma lei le sorrise tranquilla anche se sapeva che poteva benissimo capire cosa era successo leggendo nel pensiero a Bucky.
Continuò a ripetere la scena della notte prima nella mente mentre faceva finta di prestare attenzione al film che aveva scelto a caso e prima che potesse finire tornarono al quartier generale. Sam stava dicendo qualcosa a proposito della cena anche se erano le dieci di mattina.
Amy prese le valigie e seguì gli altri stando ben attenta a non incappare in una certa persona. Quando raggiunsero la cucina si bloccarono tutti all'entrata.
Fury era seduto al tavolo e osservava Kia e Johnny discutere su qualcosa. Dopo qualche minuto decise di rivolgere la sua attenzione alla squadra.
-Finalmente siete arrivati, vacanza bella lunga-
-Siamo stati via una settimana.- Disse Steve sospettoso. -Che succede qui?-
Per tutta risposta Fury guardò Amy -Perché sembrano tutti più riposati tranne te?-
Prima che potesse rispondere, Kia si intromise. -Ciao Amy-
-Ciao Kia- Disse sorridendole.
-Amelia- Disse Johnny facendole un cenno, cercando di non sorridere come un idiota.
Steve fece cadere la sua valigia con un tonfo. -Fury.- 
L'uomo indicò un fascicolo sul tavolo. -Stiamo indagando su un'organizzazione-
-È una fabbrica di succhi di frutta- Disse Johnny. -Ma siamo sicuri che ci sia qualcosa di più grosso dietro.-
Steve sospirò e annuì. -Va bene, andate a mettere le valigie nelle vostre stanze e poi tornate qui- Disse infine.
Loro eseguirono gli ordini e passarono il resto della giornata ad ascoltare Fury e a pianificare la loro missione, Amy fu contenta di avere qualcosa da fare per non pensare al suo cuore che sembrava disintegrarsi ogni volta che il suo sguardo si posava per sbaglio su Bucky.
Ma lui era concentrato sulle informazioni date da Fury che di tanto in tanto veniva interrotto da Kia o Johnny i quali aggiungevano dettagli utili e non.
-Abbiamo intercettato una conversazione tra due operatori, è roba grossa. Si tratta di formule destinate agli individui dotati del gene mutante.- Affermò Kia.
-I loro succhi alla pera sono i migliori però- Aggiunse Johnny facendo ridere Amelia e Sam.
Johnny allora guardò Amelia con una luce negli occhi e lei si sentì in colpa ad alimentare false speranze, così si alzò dal tavolo e andò a ordinare cinese per tutti dato che erano stati ore al tavolo ed era sicura che non avrebbero finito molto presto. Infatti alle sette di sera stavano ancora discutendo sul da farsi anche se Sam, Amelia e Wanda si erano accomodati sul divano mentre Steve discuteva con Fury sul fatto di aspettare Nat e Bruce per procedere all'operazione.
Visione aveva attaccato un discorso sulle statistiche dell'operazione mentre Sam controllava il cellulare. Wanda posò la testa su quella di Amy con fare affettuoso. -Un penny per i tuoi pensieri?- Le domandò in un bisbiglio.
Amy accennò un piccolo sorriso. -Ti piacerebbe- Le sussurrò lei di rimando facendola ridacchiare.
-Oh, non sai quanto pagherei in realtà. È frustrante.- Continuò la rossa facendola ridacchiare.
-Se mi permette Fury, credo che potremmo aspettare una settimana- Intervenì la voce di Johnny dalla cucina.
-Lo dici solo perché vuoi vedere Hulk e la Vedova Nera- Lo rimbeccò Kia.
Wanda sospirò e senza guardare verso la cucina esclamò: -Che ne dite se rimandiamo il discorso a domani? È tardi.- Poi si rivolse ad Amelia. -Non dovevi andare da Tony per festeggiare il compleanno?-
Amelia si alzò di colpo con un -Oh.- Cercando di evitare di passare vicino a Steve e Bucky, corse in camera a prepararsi.

 
***

A Tony non piacque il suo ritardo quella sera. -Prima passa il compleanno con un gruppo di babbei invece che con noi, poi arriva pure in ritardo e si dimentica di prendere Peter-
-Oh... Peter, ecco perché ho mal di testa. Continua a cercare di comunicare con me...- Disse distrattamente mentre si concentrava sul suo legame telepatico con Peter.
"Sto aspettado da più di un'ora Amy, per favore.-
Sospirò e creò un portale che dava direttamente sulla stanza di Peter e ci entrò.
-FINALMENTE.- Disse Peter appena la vide. -Grazie per esserti degnata di presentarti, stavo per farmi accompagnare da zia May, ma poi mi son detto "No, Amy è sempre in orario, adesso arriva" per un'ora.-
Amelia sospirò di nuovo. -Sì, scusa Pete...- Mormorò prima di spingerlo attraverso il portale. Appena lo raggiunse notò che i due si erano dimenticati del suo ritardo e stavano già discutendo di qualcosa riguardo a un progetto su cui stava lavorando Peter, quindi lei andò a sedersi al tavolo già preparato nel portico.
-Pepper arriverà tra poco- Disse Tony. -Ha insistito per andare a ritirare la torta, così io ho cucinato e preparato tutto- Continuò indicando con orgoglio le salviette piegate a forma di fiori su ogni piatto.
-Quindi perché tante storie sul mio ritardo?- Mormorò in modo assente Amelia versandosi un bicchiere di limonata mentre Peter ammirava i tovaglioli piegati da Tony.
-Ha seguito un tutorial su youtube signor Stark?- Domandò Peter all'improvviso facendo una foto ai tovaglioli.
Tony però stava guardando Amelia con un'espressione che quest'ultima conosceva bene, quindi cercò di chiudere tutti i pensieri negativi che la assillavano e sorrise. -Dov'è l'alcol?- Chiese all'improvviso.
L'espressione preoccupata di Tony si trasformò in un'espressione sconcertata. -Niente alcol. Ci sono minorenni.-
-Io non sono minorenne!- Esclamò Peter offeso.
-Però non hai l'età per bere.- Ribatté subito l'uomo, facendo ridere Amelia.
-Oh andiamo, dov'è il Tony che conoscevo?-
Tony sembrò ancor più sconcertato. -Tu non hai mai conosciuto quel Tony, quindi stai buona.-
Amy gli rivolse un ultimo sorriso divertito prima di concentrarsi sulla macchina che stava parcheggiando in giardino, Tony corse da Pepper ancora con aria sconvolta. -Pepper, per fortuna sei tornata. Stanno crescendo e sono diventati due mostri.-
-Io non ho fatto niente!- Esclamò Peter, di nuovo offeso. Poi lanciò un'occhiataccia ad Amelia per incolparla, il che fece ridere quest'ultima.
Cercò di rimanere concentrata durante la cena ma invece di  partecipare alle conversazioni tra i tre preferì concentrarsi su Morgan. La piccola era completamente assorta nel tirare i capelli di Amelia con tutta la forza che aveva.
Pepper le stava osservando con un sorriso divertito. -Allora come è andata la vacanza con quel gruppo di matti?- Le domandò all'improvviso.
Amy alzò la testa per rivolgerle un sorriso. -Oh bene... La famiglia di Clint è fantastica.-
-A volte dimentico che Clint ha una famiglia- Commentò Peter rivolgendole tutta la sua attenzione.
-Sì, è sempre sconvolgente- Mormorò Tony ripensando a come lo aveva scoperto. -Cosa avete fatto?-
-Le solite cose che si fanno al mare: nuotato, fatto castelli di sabbia, mangiato marshmallow sparlando di te...-
Tony le scompigliò i capelli e prese Morgan dalle sue braccia, cosa che fece ridacchiare la piccola. -Credo che qualcuno abbia bisogno di addolcirsi- Dopo quelle parole si alzò e passò Morgan a Peter, il quale stava raccontando qualcosa a Pepper a proposito di Happy e May. -Vieni ad aiutarmi con la torta- Disse poi tirandole un ciuffo di capelli in modo affettuoso.
Amy lo seguì dentro e rimase appoggiata all'isola della cucina mentre lui tirava fuori la torta. -Vuoi che la scongeli?-
Tony sospirò mentre spostava la torta su un vassoio. -Cosa è successo in vacanza?- Domandò all'improvviso senza staccare gli occhi dalla torta.
Lei lo guardò sorpresa. Non poteva sapere cosa era successo davvero, no? In quel caso le avrebbe già fatto una lunga paternale su baci e uomini. Ma soprattutto se avesse saputo che tra tutti era andata a baciare un centenario, non sarebbe uscita da quella casa viva.
-Perché me lo domandi?- Chiese confusa prendendo dei piattini dall'armadietto dietro di lei.
-Non so se te ne sei mai accorta ma quando ti succede qualcosa di brutto il tuo comportamento comincia ad assomigliare terribilmente al mio- Affermò lui finendo di occuparsi della torta per concentrarsi sulla quasi figlia.
Amelia lo guardò sorpresa. Di certo non era quello che si aspettava. -Senza offesa ma credo che il mio carattere sia leggermente migliore del tuo. Poi se ti assomiglio un po' non dare la colpa a me, sei stato una delle mie figure di riferimento per anni. Per questo avevo messo il poster di Steve in camera, dovevo bilanciare le cose.-
Un abbozzo di sorriso spuntò sul viso dell'uomo. -Non provare a introdurre Capitan Ghiacciolo nel discorso- Disse, poi un'ombra di preoccupazione e rabbia gli scurì il viso. -A meno che non sia lui la causa del tuo cambiamento d'umore.-
Lei lo guardò ancor più sorpresa e quasi arrossì perché si stava avvicinando all'argomento. Peccato che il centro dei suoi problemi fosse un altro super soldato. -Steve non c'entra niente. Mi ha solo fatto un regalo bellissimo.-
Tony fece un verso di sdegno. -Non può essere più bello del mio.-
-Ora ti stai comportando in modo infantile, andiamo a portare la torta di là-
-Va bene, va bene. Scusa.- Disse lui facendo il giro dell'isola per fermarla. -Volevo solo sapere cosa c'è che non va, mi rendo conto che non sono la persona migliore con cui confidarsi. Penso che l'unico segreto che tu mi abbia confidato sia stato quello riguardante i tuoi poteri.-
-Sì, siamo quasi morti tutti e tre quella volta. Mi sembrava il minimo. Poi non è che te l'ho confidato, tu e Yinsen eravate arrivati al momento sbagliato e avete visto tutto...-
Tony si passò una mano tra i capelli ingrigiti e sospirò. -Va bene, nemmeno quello mi hai confidato...- Acconsentì con un sorriso stanco. -Voglio solo dire che se non ti confidi con qualcuno dei tuoi problemi, beh... Un giorno potrebbe esplodere tutto in una volta, lo dico per esperienza personale.-
Sentendo il tono serio e preoccupato dell'uomo, Amy sorrise. -So che sei sempre qui, pronto a sentire stranezze dalla vita di Amy. Ma davvero, non c'è niente che non vada. Tornare alla normalità dopo una vacanza è sempre difficile. Soprattutto se devo stare ad ascoltare Fury, Steve, Kia, Visione e Johnny tutto il giorno-
-Johnny è quel tipo che ci stava provando con te quando sono venuto a prenderti in quel posto dove eri andata con Fury?-
Amy sorrise in modo strano ricordando quando era andata a parlare con Plokhey qualche mese prima e Johnny le aveva offerto un passaggio. -Non ci stava provando con me, si era solo offerto di riportarmi al quartier generale perché Fury se ne era andato-
-Sì, certo...- Mormorò Tony facendole alzare gli occhi al cielo.
-Quindi il mio regalo?- Chiese improvvisamente per cambiare discorso.
-Quello dopo.- 
Amelia ridacchiò e prese la torta. -Allora facciamo presto, perché mi hai incuriosita.-
Tony la seguì borbottando qualcosa che lei non capì e quando raggiunsero gli altri le domandò invece del regalo di Steve mentre si apprestava a tagliare la torta.
-Dei disegni dei miei genitori e di mia madre- Disse sorridendo orgogliosamente. -Steve è bravissimo a disegnare.-
-Ovviamente...- Tony annuì con espressione infastidita, facendo ridere Pepper. -Ora mangiate la torta.- Disse posando una fetta di torta davanti a tutti.
-Niente candeline?- Domandò Peter un po' deluso.
Tony scosse la testa. -No, perchè con la vostra forza e i vostri poteri strani potreste incendiare facilmente l'intera casa e tutto il bosco intorno.
Amy e Peter si scambiarono uno sguardo divertito.
-Avanti Tony, una candelina. Ne abbiamo nel cassettone in cucina-
-No.-
Mentre i due battibeccavano, Amelia si alzò e abbracciò Peter da dietro. -Al mio tre ragnetto.- Disse facendo apparire davanti a loro delle candeline fatte di ghiaccio per poi accenderle con una vera fiamma. -Ci aiuti anche tu Morgan?- Domandò divertita vedendo come la piccola, la quale era ancora in braccio a Peter, guardava incantata le candeline. -Uno, due... Tre.- Amy e Peter soffiarono sulle candeline senza incendiare niente, per la felicità di Tony.
Dopo aver mangiato la torta, Tony andò dentro e ne uscì con una scatola gigante, sopra la quale c'era una scatola un po' più piccola. -Questa è per Peter- Disse porgendo lo scatolone al ragazzo.
-Ovviamente- Commentò Amelia con finto sdegno. -Fai le preferenze- Disse facendogli alzare gli occhi al cielo. Qualche minuto dopo però era troppo impegnata a sorridere come una scema vedendo Peter così felice per il suo BB-8 a grandezza naturale che lo seguiva dappertutto.
-Signor Stark, questo è... Il regalo più mitico nella storia dei regali, è...- Peter aveva gli occhi sgranati e Pepper dovette prendergli Morgan dalle braccia per paura che la facesse cadere per la troppa emozione.
Tony ridacchiò vedendolo tutto indaffarato con quel robottino e mentre mandava una foto a Ned lui si girò verso Amy con la scatola rettangolare che teneva ancora tra le mani. -So che Rogers ti ha fatto un regalo imbattibile ma... Buon compleanno Frost girl-
-Frost Woman- Lo corresse lei alzando gli occhi al cielo, ma poi prese la scatola con un sorriso. La aprì piano, ma poi l'euforia prese il possesso del suo corpo capendo cos'era e tirò fuori la tavola abbandonando la scatola per terra. -MI HAI FATTO UN ALTRO HOVERBOARD COME QUELLO DI RITORNO AL FUTURO-
Tony dovette trattenersi dal ridere per la reazione della ragazza. -Sì, ma blu come piace a te.- Amy emise un piccolo strillo di gioia e lo lanciò a terra, prima che toccasse il pavimento del portico si mise a fluttuare. -Stavolta promettimi che non lo distruggerai andando contro un albero. E soprattutto non slogarti un altro braccio.-
-Va bene.- Disse annuendo energicamente per poi mettere un piede sull'hoverboard, troppo emozionata per impegnarsi davvero nel cercare un equilibrio.
Tony allora le prese le mani mentre lei sorrideva da un orecchio all'altro. La aiutò a scendere le scale del portico e lei si lasciò sfuggire un altro piccolo strillo gioioso. -Guardati, mi sembra di insegnarti ad andare in bici-
-Quello l'ho imparato da sola.-
-E dammi un po' di soddisfazione ogni tanto, Fiocco di neve.- Mormorò lui facendola ridacchiare.
Amy quasi si dimenticò di quello che la affliggeva fino a pochi minuti fa e fu lieta di lasciare spazio a quel seppur breve momento di felicità. Quindi si fece aiutare da Tony finché non trovò un suo equilibrio e cominciò a girare il giardino con il suo hoverboard. -Quindi sull'acqua non funziona, vero? Marty McFly ci era quasi rimasto secco nel film- Disse quando si riavvicinò a Tony.
-Ovviamente. Ma solo se non hai energia, questo vuol dire che con la tuta...-
Amy sgranò gli occhi prima che finisse la frase e premette il fiocco di neve che aveva al polso. L'attimo dopo stava sorvolando il lago davanti a casa Stark con un sorriso sempre più ampio mentre i suoi movimenti facevano increspare l'acqua sotto di sè.
Alla fine dovette tornare indietro e andrò dritta tra le braccia di Tony, perdendo l'hoverboard durante l'azione. Ma lui mantenne l'equilibrio per tutti e due.
-Grazie uomo di latta- Mormorò continuando ad abbracciarlo.
Lui la strinse con un sorriso. -Non sarò un grande confidente ma faccio regali pazzeschi- Affermò facendola ridere, cosa che lo fece sorridere ancor di più.
Quando lei si staccò dall'abbraccio, la osservò bene. -Sicura di non volermi dire niente?-
Amy evitò di alzare gli occhi al cielo quando le venne in mente un'idea per prenderlo in giro. Finse un sospiro triste guardando a terra. -No, Tony. Sono incinta.- Alzò lo sguardo in tempo per vederlo strabuzzare gli occhi e non riuscì a fermare la risata che probabilmente sentirono tutte le creature del bosco attorno alla casa.
Tony la guardò incredulo e tornò a grandi passi verso il portico. -Pepper, mandali via. Non voglio più vederli.-
Peter guardò Amy cercando di non ridere. "Cosa hai fatto adesso?" Le chiese telepaticamente
"Gli ho detto che sono incinta"
Lui strabuzzò gli occhi, ma non come aveva fatto Tony. "Tu e Barnes siete già a quel punto?" Domandò sogghignando.
Si sforzò di sorridere e gli diede un pizzicotto appena si avvicinò. Anche se doveva ammettere che la menzione di Bucky le aveva fatto perdere qualche battito e la felicità per il regalo ricevuto sembrò svanire improvvisamente ricordando come lui la aveva allontanata dopo il bacio. Senza mai girarsi nemmeno quando lo chiamava.
Per un momento le sembrò di essere di nuovo in mezzo al mare, con le onde che cercavano di farle prendere una decisione spingendola violentemente in avanti per seguirlo. E spingendola di nuovo indietro per allontanarla da lì.
-Amy? Sei pronta?- Chiese Peter all'improvviso riportandola alla realtà.
-Mh? Sì, torniamo a casa?- Chiese riortando la sua attenzione sugli altri.
-Dobbiamo andare al laser game con Mj e Ned!- Esclamò lui offeso per la dimenticanza dell'amica.
-Sì, portala via.- Decretò Tony ancora pallido per lo scherzo subito facendo ridere gli altri. Poi però andò ad abbracciare Amy. -Non combinare guai.- Sussurrò per poi spingerla dolcemente verso Peter.

 
***

Amelia si fece sparare dieci volte, cosa che la fece innervosire. Si era allenata con la Vedova Nera in persona e si era fatta sparare al laser game da Ned, Peter e altri bambini che correvano avanti e indietro.
Due ragazzini particolarmente snervanti continuavano a girarle intorno, si erano prefissati di farla fuori. Finché Mj non saltò fuori e sparò un colpo dietro l'altro ai due per eliminarli.
-Hey!- Protestò uno dei due. -Stai barando!-
Lei si scostò il ciuffo con aria impassibile. -Lo sto facendo?-
I due rimasero confusi dall'aria enigmatica della ragazza e decisero di girare alla larga. Amelia ridacchiò. -Sei bravissima con i bambini-
-Oh, quando vuoi- Disse lei alzando le spalle con un sorrisetto divertito, poi tornò seria. -Stai bene?-
-Certo, grazie a te- 
-Non intendevo questo, sembri solo strana- Continuò scrollando le spalle.
Amelia sospirò risistemandosi i capelli. -Sì, beh... Sono solo stanca, non credevo che il laser game sarebbe andato per le lunghe.-
-Non dire altro.- Affermò Mj per poi spararle. E prima che potesse protestare cominciò a sparare a Peter e Ned senza farsi vedere. I due si stavano divertendo da matti e rimasero sconvolti quando i loro sensori diventarono rossi. Alla fine Mj sparò anche a se stessa. -Possiamo andare- Disse in risposta allo sguardo sorpreso di Amy.
La seguì fuori e aspettarono Peter e Ned, poi si diressero insieme in una piccola caffetteria dove ognuno scelse una fetta di torta diversa. Mentre si faceva consolare dalla seconda fetta di torta della serata e ridacchiava sentendo le storie super costruite di Ned e Peter a proposito del laser game, Mj stava schizzando qualcosa su un piccolo taccuino.
Quando i due ragazzi si allontanarono dal tavolo per andare a prendere da bere, Mj le rivolse un broncio mentre le mostrava il disegno. Amy sorrise esasperata vedendo che raffigurava lei con espressione triste.
-Capisco perché tu e Peter siete una coppia, siete entrambi insopportabili- Disse con tono scherzoso.
-Ti ringrazio- Rispose l'altra con tono soddisfatto mentre i due tornavano al tavolo.
Ned le porse il suo tè freddo insieme ad un libro con un fiocco adesivo sopra. Sorrise divertita pensando che non doveva aspettarsi un vero pacchetto da loro, poi prese il fiocco e se lo attaccò in fronte. -Come vincere a Fortnite- Lesse ad alta voce per poi ridacchiare.
-Peter ha detto che ultimamente ci giochi- Disse subito sulla difensiva Ned temendo che non le piacesse.
-Oh sì. Mi servirà per battere i miei amici-
Peter si mise a tossire, sputando un po' della sua bibita sul tavolo.
-PETER!- Esclamarono i tre disgustati.
-Scusate, scusate...- Disse lui in fretta pulendo con un tovagliolo il disastro combinato per poi guardare Amy. -Ma siamo noi i tuoi amici! È pericoloso parlare con gli sconosciuti su internet.-
Amy gli sorrise. -È solo un gioco Pete-
-Sì, ma se hai voglia di giocare puoi chiedere a noi-
A quell'affermazione Ned si lasciò scappare una risata. -Ma se tu fai schifo a Fortnite- Disse facendo ridere Amelia e Mj.
Peter si limitò a guardarlo male per poi rubargli un pezzo di torta.

 
***


Come aveva promesso, Fury si presentò anche il giorno dopo. E quello dopo. E quello dopo ancora.
Sempre in compagnia di Johnny e Kia. Occasionalmente anche di Randall.
A quanto pare la fabbrica di succhi di frutta stava lavorando ad una formula anti-gene mutante da inserire nei loro prodotti.
Anche Bruce e Nat avevano deciso di tornare. Per questo Amelia era ogni giorno sotto stretto controllo della rossa, che non aveva dimenticato il suo comportamento prima di partire.
-Quindi non ne sei certo- decretò Natasha interrompendo il riepilogo di Fury.
L'uomo sospirò. -Lo sono al novantanove per cento. Banner può analizzare quello che troveremo quando Amelia e Johnny avranno fatto le loro indagini-
Amy, che in quel momento stava guardando le nuvole rosa fuori dalla finestra si girò verso Fury con aria spaesata. -Mh?-
-Pensavo dovessimo ancora discutere questi dettagli- Si intromise Steve preoccupato e al contempo infastidito dal fatto che Fury sembrava aver già deciso tutto.
-Nessuno conosce Amelia, voi mi servite solo come rinforzo in caso estremo-
-Ma...- Cominciò il biondo per essere subito interrotto da Amelia. Sapeva che si sentiva protettivo nei suoi confronti per colpa di Tony.
-Steve, va bene.- Affermò alzando le spalle e sentì lo sguardo di tutti su di sè.
Si girò appena in tempo per incontrare il suo preferito, ma lui si voltò subito dopo.
Così tornò a guardare fuori dalla finestra mentre il nodo che aveva in gola si faceva sempre più stretto.

 
***

-Mi servono davvero così tante armi?- Domandò Amelia mentre Natasha le infilava un altro coltello in una tasca segreta dei suoi pantaloni super accessoriati che le aveva portato Kia.
-Ricordati che non puoi usare i tuoi poteri e non dovrai usare la tuta. Sono quasi tentata di confiscarti il braccialetto, ma tienilo per casi estremi.- Disse la rossa mentre caricava la pistola.
In quel momento arrivarono nella stanza Johnny, Clint e Bucky.
-Niente paura, farò in modo che non ti succeda niente- Disse Johnny con un sorriso sincero.
Natasha alzò un sopracciglio. -È più probabile che sia lei a salvarti le chiappe, O'Malley.-
Lui ridacchiò. -Di questo ne sono certo. Tieni- Disse poi infilando l'auricolare nell'orecchio della ragazza.
Amy arrossì per il gesto e mentre lui le sorrideva si aggiustò l'auricolare.
-Prova, Houston chiama Amy. Mi senti?- Domandò imitando una voce meccanica per provare l'auricolare.
Lei ridacchiò. -Ti sento forte e chiaro-
Johnny sorrise sentendo la sua risata e fece per dire qualcos'altro quando vennero interrotti.
-O'Malley, Fury ti stava cercando- Disse Bucky all'improvviso.
-Oh, va bene. A dopo Amy- Disse Johnny rivolgendole un ultimo sorriso.
Quando Natasha finì di sistemare le ultime armi, Amy uscì dalla stanza per raggiungere Fury a sua volta. La rossa allora guardò Bucky con le braccia incrociate. -ты идиот.-
Bucky la osservò con la coda dell'occhio mentre sistemava il suo zaino. -почему ^?-
-Вы прекрасно знаете, почему.-*
Lui non le diede risposta e uscì dalla stanza sotto lo sguardo severo della Vedova Nera.
Clint, che era seduto sulla panca, guardò l'amica incuriosito. -Cosa ha combinato?-
-Ancora non ne sono certa.-
-Vuoi una mano?-
-Sai che non mi serve.-
-Sì, ma se non ti offro aiuto poi ti offendi- Commentò Clint facendola sorridere.

 
***

Amelia e Johnny si presentarono al front office dell'azienda come concordato attraverso il loro finto colloquio.
Furono accompagnati insieme ad un gruppo di altre persone attraverso il cuore pulsante della fabbrica, tra bottiglie di succo e altri lavoratori. Amy ridacchiò vedendo lo sguardo sognante di Johnny quando passarono accanto a delle bottiglie di succo alla pera pronte alla partenza.
Fece per fare un commento ma in quel momento passò lì a fianco una donna che rivolse un sorriso freddo ai nuovi arrivati per poi scomparire dietro una porta.
-Quella sì che è una porta anonima- Commentò piano Johnny seguendo il suo sguardo. -Di sicuro finiremo nei casini lì dentro-
-È più che certo.- Rispose lei voltandosi di nuovo verso di lui.
-Che aspettiamo?- Le chiese con un sorriso contagioso.
I due si allontanarono dal gruppo senza farsi notare dal responsabile che stava spiegando le nuove mansioni con regolari commenti sulla sicurezza. Johnny fu il primo ad entrare e il primo a rimanere confuso.
Erano in un ripostiglio dove tenevano i prodotti per le pulizie.
Johnny e Amelia si guardarono, un barlume di curiosità e frenesia presente nello sguardo di entrambi. -Porta segreta.- Affermarono nello stesso momento per poi ridacchiare.
-Siete davvero due idioti.- Commentò la voce di Kia attraverso l'auricolare.
Per un momento Amy si era dimenticata che gli altri potevano sentirli.
-Sei solo invidiosa perché non sarai tu a scoprire la porta segreta.- Commentò piano Johnny.
Ne seguì qualche attimo di silenzio.
-È alla vostra destra, dovete tirare in avanti il manico della scopa.-
-HEY!- Protestarono all'unisono i due. Ma effettivamente la scopa che era appoggiata al muro non era una vera scopa, ma una leva. -Diamine, siamo tipo in Indiana Jones o...-
-FBI Operazione Tata- Continuò Amy.
-Ma lì facevano la danza del panda- Osservò Johnny, poi canticchiò un motivetto sottovoce. -È questo che Peter, è questo che Peter, questo che Peter Panda danza- Amelia lo guardò con un sorriso sorpreso e lui alzò le spalle. -Solo gli intenditori conoscono la danza di Peter Panda.- Affermò.
Amy scosse la testa divertita e attirò verso di sè il manico della scopa. I due si spostarono ai lati dell'entrata del muro che si stava aprendo in due davanti a loro.
-Agenti di controllo all'entrata.- Sussurrò Kia attraverso l'auricolare.
Amelia guardò Johnny con incertezza ma lui annuì chiedendole silenziosamente di fidarsi di lui. Poi entrò nella stanza con lei al seguito.
Due uomini con la divisa di sicurezza si avvicinarono con espressione poco gentile squadrando i due. -Identificazione.- Sputò fuori quello alla destra di Amy.
Prima che lei potesse dire qualcosa di stupido, Johnny pronunciò due parole che le fecero raggelare il sangue.
-Hail Hydra.-
Non furono proprio le parole a stupirla ma la pronuncia e l'accento utilizzati. Un accento che le ricordava quello di Plokhey.
Le guardie annuirono. -Hail Hydra.- Ripeterono per poi farli passare. 
Quella alla sua destra la squadrò per qualche secondo e Amelia pensò che la avesse riconosciuta. D'altronde se anche loro facevano parte dell'Hydra, dovevano riconoscerla per forza. Ma la guardia tornò al suo posto accanto alla porta senza dire niente e Amelia si ritrovò a seguire Johnny con un certo nervosismo.
-O'Malley. Un altro passo azzardato come questo e ti lascio a marcire dietro alla scrivania per il resto della tua carriera.- Ruggì la voce di Fury nell'auricolare, facendo sobbalzare Amelia.
Johnny sembrava tranquillo. -Non sa quante volte mi sono salvato con quelle due parole signore.-
-Quante?- Chiese Amelia impressionata.
-Beh, questa è la seconda volta in effetti...- Confessò facendola sorridere.
-Con te parlerò più tardi. Ora sbrigatevi, ci servono dei campioni e voglio che usciate il prima possibile da lì adesso che sappiamo chi collabora.-
Nell'ora successiva Amy fu grata di avere Johnny al suo fianco. Perché se da una parte lei era la persona giusta per tirarli fuori dai guai, lui sapeva come evitarli. Li accerchiava, fino a farsi incastrare in un angolo per poi passarci attraverso senza causare gravi conseguenze.
Era quasi una danza la sua, aveva quella scaltrezza che la portava a pensare a Natasha. Solo che la sua era nascosta dietro ad un sorriso gentile, quindi nessuno poteva sospettare niente di lui.
-Ancora non capisco come sei riuscito ad arrivare fin qui senza che nessuno sospettasse nulla.- Mormorò mentre raccoglieva dei campioni dal laboratorio dove erano entrati.
Johnny sorrise alzando lo sguardo dal computer del laboratorio. -Ho un sacco di sorprese nella manica.- Affermò con un tono che la fece arrossire.
-Si dice assi, non sorprese.- Lo corresse Kia attraverso l'auricolare facendolo sorridere imbarazzato.
-Sì, beh... Ho un sacco di assi, ma i modi di dire non ci stavano nella manica. Visto e considerato che ci sono anche tre coltelli lì dentro.-
Amelia si ritrovò a ridere ancora una volta davanti alla semplicità delle sue parole e stavolta non si preoccupò di distogliere lo sguardo quando lui le rivolse quel sorriso sorpreso e al contempo soddisfatto.
-State andando fuori tempo. Amy, hai finito con i campioni?- Le chiese la voce di Nat, e lei distolse lo sguardo dal ragazzo per raccogliere anche l'ultimo campione.
Nello stesso momento Johnny tolse la chiavetta dal pc che stava usando e se la infilò in tasca. -Pronta?-
Lei annuì e fecero per andare verso la porta quando Johnny la prese e la spinse verso la parete opposta all'uscita. In un attimo le labbra del ragazzo sfiorarono le sue e prima che Amy provasse a scansarlo, lui le strinse dolcemente il braccio. -Reggi il gioco.- Sussurrò così piano che quasi non lo sentì.
All'improvviso anche Amy sentì le voci avvicinarsi e la porta si spalancò.
-E io gli ho detto...- La donna smise di parlare con il collega appena vide la scena davanti a sè.
Johnny inclinò la testa di lato e le prese il viso tra le mani così che il loro potesse sembrare un vero bacio e Amy, una volta ripresasi dallo shock iniziale gli passò le mani tra i capelli e lo attirò a sè ancor di più, posando effettivamente le labbra su quelle di lui. Per quanto non volesse baciarlo, fingere di farlo era più importante che essere scoperti in quel momento.
-Perché quelli nuovi usano sempre il laboratorio per i loro affari amorosi? È la terza volta che mi succede.- Mormorò la donna seguendo il suo collega fuori dalla stanza e richiudendo la porta dietro di sè.
Appena sentirono la porta chiudersi, Johnny fece un passo indietro e per un millisecondo la guardò con occhi spalancati. -Scusa.-
-Teoricamente sono stata io a farlo. Quindi dovrei essere io a scusarmi.-
Lui le sorrise debolmente e annuì per poi farle un cenno verso la porta. Verificarono che la via fosse libera prima di uscire.
Kia li guidò attraverso i corridoi della struttura, tornarono all'ingresso sempre sorvegliato dalle due guardie che li squadrarono in modo meno severo rispetto a prima. Una delle digitò qualcosa sul tablet che aveva in mano e la porta si aprì, rivelando il ripostiglio da dove erano entrati.
Johnny fece un cenno alla guardia, e a qualche metro dall'uscita sentirono una voce dietro di loro. -Hey! Fermateli!- esclamò la donna che li aveva beccati poco prima in laboratorio. -Qualcuno ha rubato le formule!-
Le due guardie entrarono subito in azione mentre Johnny prese Amy per il braccio per cominciare a correre prima che la porta si chiudesse. Amelia si sentì tirare per i capelli e quasi cadde all'indietro per la forza con cui  la avevano afferrata. 
Si liberò della presa di Johnny per girarsi e tirare un calcio agli stinchi della guardia e nel farlo le cadde uno dei campioni dalla tasca. Le guardie per un momento osservarono la boccetta andare in frantumi per poi tornare a guardare i due con espressione soddisfatta.
Amy guardò il liquido a terra e poi la guardia davanti a lei con un sorriso imbarazzato. -Sentite... Posso spiegare.- Affermò per poi tirare un pugno in faccia alla guardia, la quale barcollò all'indietro tenendosi il naso.
-Andiamo.- Sussurrò velocemente a Johnny che aveva appena messo ko l'altro uomo.
Tornati al ripostiglio, Amy si fermò per spingere il manico della scopa. La porta si stava richiudendo quando sentirono uno sparo e Johnny la spinse da una parte.
Spalancò gli occhi sentendolo imprecare sottovoce, e con orrore guardò la sua spalla.
-Forza, dobbiamo sbrigarci.- Le mormorò mentre la sua maglietta si tingeva di rosso.
-Ma Johnny...-
-Non è la prima volta che mi sparano, tranquilla- Disse rivolgendole un sorriso rassicurante mentre uscivano dal ripostiglio per tornare in mezzo alle bottiglie di succhi di frutta.
-Sei stato un idiota.- Affermò lei seguendolo.
-Quello lo è sempre.- Aggiunse la voce di Kia.
Mentre stavano tornando al front office, la donna che prima stava mostrando loro le nuove mansioni li fermò. -Hey, voi due! È mezz'ora che vi cerco, dove eravate finiti??- Chiese con aria furiosa.
Amelia posò la mano sulla spalla di Johnny, un po' per fare pressione ed evitare che perdesse troppo sangue, un po' per nascondere la ferita alla donna.
-Ci dispiace molto, ma abbiamo appena scoperto di aver vinto alla lotteria e questo lavoro non ci serve più.- Affermò per poi voltarsi verso l'uscita insieme a Johnny che cercava di non ridere per l'espressione sconcertata della donna.
I due si affrettarono e una volta arrivati alla macchina nel vicolo dietro la fabbrica, Fury spalancò la portiera e Kia mise in moto.
Amy quasi finì addosso a Natasha.
-Stai bene??- Le chiese la rossa con preoccupazione.
Lei annuì e si girò verso Johnny. -Questo idiota si è preso un proiettile per me.- Disse prendendo la cassetta di pronto soccorso sotto il sedile.
-Speravo più in un grazie dato che quel proiettile era diretto alla tua bella testolina.- Replicò lui divertito, ma stavolta Amelia non sorrise.
Era troppo preoccupata ad osservare come diventava sempre più pallido mentre premeva delle garze sulla ferita.
Dieci minuti dopo erano di nuovo nel Quinjet e Banner si stava occupando di Johnny con Amy che girava loro intorno con ansia crescente.
-Amy, mi farai venire il mal di testa. Sto bene, davvero.- Le mormorò lui con un sorriso tranquillo proprio menter Bruce toglieva la pallottola dalla sua spalla. -Visto? Niente più proiettile.-
-Starà bene, non è andata molto a fondo. -Aggiunse Bruce per tranquillizzare entrambi.
Nel frattempo il resto della squadra era impegnata ad analizzare le informazioni che i due avevano raccolto.
-Come puoi biasimarla?- Domandò Clint distogliendo lo sguardo dal computer. -Prima la baci, poi ti prendi una pallottola per lei. Vorrà un appuntamento prima di vederti schiattare nella prossima missione- Affermò facendo voltare lo sguardo di tutti su di loro.
Amelia si sentì arrossire quando Johnny balbettò un: -In realtà è stata lei a baciarmi- sorrise imbarazzato guardando Amelia. -Insomma, in caso qualcuno dovesse riferirlo a Stark. Non vorrei fare una brutta fine.-
-Quella la puoi fare comunque- Mormorò Natasha al suo fianco sorprendendo Amelia. -Cosa? Mica ho detto che sarò a farlo fuori.- Affermò lasciando la ragazza ancor più confusa.
Quando atterrarono di nuovo al quartier generale, Amy stava aiutando Johnny  a ripulire il braccio dal sangue secco mentre gli altri raccoglievano le loro cose.
-Sai...- Cominciò piano Johnny facendole alzare lo sguardo. -Io, Kia e Randall usciamo dopo ogni missione. Mi chiedevo se ti andava di...- Si bloccò vedendo l'espressione compassionevole della ragazza. -No, davvero. Ci saranno anch Kia e Randall. È una sorta di tradizione, ma se non ti va di venire capisco.- Aggiunse velocemente mentre arrossiva leggermente.
Amelia sorrise per i suo comportamento e mentre buttava la pezza con cui lo stava ripulendo, incontrò il suo sguardo. Lo osservò per qualche secondo mentre ponderava la sua decisione.
Di certo non voleva alimentare false speranze, soprattutto dopo quello che era successo durante la missione. Ma visto che si trattava di un'uscita di gruppo, pensò che non ci sarebbero stati problemi. -Quando?- Domandò alla fine.
Il viso di Johnny si illuminò mentre Natasha le lanciava un'occhiata perplessa.
















Nessun pancake è stato sfruttato nella realizzazione di questa storia.










I Barton torneranno.







*traduzione della conversazione tra Nat e Bucky

-Sei un idiota.-

-Perché?-

-Sai benissimo perché.-











*scena post- credit*


Amy sorrise sentendo Thor imprecare attraverso le cuffie.
-Ascoltami bene, NoobMaster69. Io e i miei amici ti annienteremo e...-
-Thor, Korg, devo andare.- Disse all'improvviso sembrando dispiaciuta.
-Cosa? No! È la nostra occasione per distruggerlo, prima che arrivi il suo compagno!- Esclamò Korg indignato.
-Lo so, lo so. Ma c'è un'emergenza. Mi dispiace ragazzi, buona fortuna.- Aspettò i loro saluti prima di abbandonare la partita e riconnettersi con un altro account.
Sogghignò vedendo che Thor e Korg erano già alle strette. -Ma come? Non lasci neanche un po' di divertimento per me?-
-Sai, sei una doppiogiochista. Almeno io rendo chiare le mie intenzione sin da subito, è più nobile.- Affermò la voce di Loki facendola sorridere.
-Ora non parlarmi di nobiltà d'animo, per favore- Mormorò mentre accerchiavano Thor e Korg in un angolo.
-Sei migliorata.- Notò il dio dell'inganno.
-Peter, Ned e Mj mi hanno regalato un manuale su Fortnite. Peter ha anche detto che non dovrei giocare con gli sconosciuti su internet.- Aggiunse sorridendo.
-Soprattutto con Thor, non è sicuro.-
Amy ridacchiò. -Ovviamente.-
-Comunque mi sta simpatico il ragnetto, ma non dirglielo.-
-Oh, gli faresti il regalo più bello di sempre se glielo dicessi.- Rispose immaginandosi Peter saltare per la gioia.
-Ho detto di no.- Disse fermamente Loki facendole alzare gli occhi al cielo.
-Okay Boomer- Mormorò.
Lui rimase in silenzio per qualche secondo. -Boomer?- Chiese poi facendola ridere.
Quando eliminarono Korg e Thor, si misero a cercare altri avversari mentre Amy gli faceva domande su Nuova Asgard.
-Diversa da Asgard ovviamente, dovresti venire a trovarci. Puoi portare anche Barnes se vuoi-
Amelia rimase in silenzio sentendo nominare Bucky. Troppo in silenzio.
-Il gatto ti ha mangiato la lingua?- Chiese Loki all'improvviso.
-No...- Sospirò prima di decidere di essere sincera almeno con Loki. -Non ricambia i miei sentimenti, non ci parlo da più di una settimana perché mi sta evitando come la peste.- Borbottò guardando per un secondo per guardare fuori dalla finestra. Si stava preparando un temporale.
-Avete parlato?- Chiese Loki insistentemente facendo tornare la sua attenzione allo schermo della tv.
-L'ho baciato. Mi ha allontanata e non abbiamo più parlato.- Disse in fretta evitando i dettagli. Ad esempio di come avevano ballato sulla spiaggia prima di tuffarsi in mare, o di come si era sentita speciale pensando che il sorriso di Bucky quella sera apparteneva solo a lei, o di quanto...
-Voi mortali siete così noiosi...- Esclamò Loki all'improvviso. -Vi comportate come se aveste tutto il tempo del mondo quando potreste morire domani-
-Hey!- Esclamò offesa Amelia.
-Fammi un piacere, torna quando avrai trovato un modo di aggiustare il tuo patetico cuore perché così mi distrai dal gioco.- Disse annoiato, ma ad Amelia parve di sentire un tono preoccupato.
-E come dovrei fare?- Chiese con un sospiro. Ma lo schermo della tv diventò nero. -Mi hai appena buttata fuori dalla partita??- Domandò sconvolta.
Quando non ricevette risposta si tolse le cuffie e si lasciò cadere di schiena sul letto. -Sventura a te NoobMaster69.- Mormorò fissando il soffitto.














 








_Angolo autrice

Hey.
Sì, sono stati mesi strani per la mia ispirazione. E mi sento molto in colpa per la mancanza di aggiornamenti da inizio marzo.
Voi direte che mi sono lasciata distrarre da Bucky e Sam e dalle mosse di ballo di Zemo.
E io vi risponderò: Forse.
Spero che non abbiate abbandonato le speranze su questa storia.
Dunque... Pensieri sul capitolo? L'ultima volta vi avevo lasciati con un finale un po' cattivello, lo so.
Se avete voglia (potete anche rimproverarmi per la mia scomparsa, non vi biasimo) lasciatemi un commentino qui sotto.
Intanto come sempre devo ringraziarvi per esservi fermati su questa storia, per chi l'ha inserita tra preferite/seguite/ricordate, per chi ha lasciato un commento, per chi mi ha inserita tra gli autori preferiti (questo probabilmente non me lo merito) e per chi legge in modo silenzioso. Grazie, grazie, grazie e grazie.
Ne approfitto anche per augurare un buon pride month a tutti.
Ma anche: Buon mese di Loki.

P. s. Sì, nella mia storia ho reso canon la teoria di Loki e NoobMaster69

P. p. s. Ovviamente il discorso in russo tra Bucky e Nat l'ho tradotto usando google traduttore, quindi se ne sapete di più e trovate degli errori ditemi pure :3

Prendetevi cura di voi e ricordate che siete tutt* meraviglios*

Alla prossima :3

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Capitolo 23
*** ventitreesimo capitolo ***


Il resto della squadra  aveva capito che c'era qualcosa di strano nell'aria.
Dopo la vacanza Amy e Bucky non erano mai stati a meno di cinque metri l'una dall'altro. In più nessuno dei due partecipava attivamente alle interazioni con gli altri, di certo questo comportamento avrebbe destato qualche sospetto anche al più duro di testa.
Infatti Steve una sera si avvicinò con un sorriso strano mentre lei stava prendendo delle patatine e una bibita.
-Hey Amy- Disse in modo per niente casuale.
Lei alzò lo sguardo dalla sua bibita per sorridergli. -Steve- Mormorò con un cenno per poi voltarsi con l'intenzione di tornare nella sua stanza e passare la serata a guardare un film in pace.
-Come va?- Chiese lui all'improvviso.
Lei alzò gli occhi al cielo per poi girarsi di nuovo verso di lui. -Bene, tu?-
-Oh, bene...-
Amy annuì sorridendo per poi voltarsi di nuovo, non aveva nessuna intenzione di continuare la conversazione. Dato che sapeva già dove sarebbe finita.
-Sai...- Continuò lui, bloccandola un'altra volta. -È da un po' che Bucky mi sembra un po' strano-
Eccolo.
-Ah sì? Come mai?- Chiese continuando a camminare.
Lui la seguì per le scale. -Oh beh, non so. Pensavo che tu ne sapessi qualcosa.-
-Io? E perché io dovrei saperlo? Non sei tu il suo migliore amico? Lo conosci da più tempo di tutti.- Disse freddamente accelerando il passo.
-Amelia...- Mormorò lui quando raggiunsero la porta della sua stanza. -Non è che... Sai, nemmeno con me parla molto negli ultimi giorni. Tu e lui avete una connessione speciale, potresti...-
Fu interrotto da uno sbuffo sarcastico. -Una connessione speciale? Cosa siamo? Gli orsetti del cuore?- Chiese guadagnandosi un'occhiata confusa da Steve, cosa che la fece alzare gli occhi al cielo. -Gli orsetti del cuore. Davvero? Sono... Senti, lascia stare.- Disse arrendendosi con un sospiro frustrato. -Se hai problemi di comunicazione con il tuo migliore amico non è colpa mia. Sei grande e grosso, puoi cavartela da solo.- Decretò per poi sbattergli la porta della camera in faccia. Ma non mancò di notare l'espressione ferita e incredula del biondo.
Posò le patatine e la bibita sul comodino per poi saltare sul letto e rilasciare un grido soffocato nel cuscino.
Il giorno dopo a colazione Steve continuò a lanciarle delle occhiate apprensive che lei ignorò. Poi provò a intrattenere una conversazione con Bucky, ma si arrese subito quando l'altro continuava a rispondergli a monosillabi.
Alla fine lanciò un'occhiata disperata a Natasha.
La rossa fece roteare gli occhi per il comportamento del biondo e dopo aver preso un sorso del suo caffè, diede un colpetto al braccio di Amelia. -Pronta per l'appuntamento con Johnny?-
Amelia alzò lo sguardo dal telefono per guardarla male. -Non è un appuntamento.-
-Sì, come vuoi. Hai deciso cosa metterti?-
Lei sbuffò infastidita tornando a guardare il telefono. -Jeans e maglietta.- Mormorò senza darle attenzione.
-Nah, scelgo io come ti vesti- Dichiarò la rossa per poi alzarsi dal tavolo senza lasciarle la possibilità di rispondere.
Infatti quando tornò in camera sua nel pomeriggio, trovò Nat che scrutava il suo armadio con occhio critico.
-Get out loser, we're not going shopping.- Disse Amy sorridendo.
-Non citare mean girls senza una buona ragione- Rispose la rossa senza spostare lo sguardo dall'armadio. -Questo è carino, anche se sembra leggermente grande per te. Ma basterà fargli un piccolo nodo qui dietro.- Disse pensierosa osservando il vestito blu che aveva tra le mani.
Amelia si avvicinò a grandi passi e prese il vestito. -Questo non lo metto. Non è mio.- Disse velocemente per poi rimettere il vestito nella parte sinistra dell'armadio passandoci sopra la mano con cura.
Quando si girò vide lo sguardo preoccupato dell'amica e anche se capì che aveva capito, aggiunse lo stesso: -Era il vestito preferito di mia madre.-
Natasha annuì accennandole un piccolo sorriso preoccupato, poi le cinse le spalle guidandola fuori dalla stanza. -Stasera ti presto io qualcosa-
-Dobbiamo proprio fare questa cosa?-
-Certo che dobbiamo.- Affermò Nat con un sorriso incoraggiante che però la scoraggiò ancor di più.
Due ore dopo, la stava trascinando fuori dalla stanza di forza.
-Non ci vado vestita così, sembra che mi sia impegnata a scegliere l'outfit e che mi importi qualcosa.- Si lamentò cercando di aggrapparsi alla maniglia della porta.
Intanto Natasha la stava tirando per il braccio. -Beh, io mi sono impegnata. Quindi ora ti muovi.-
Amy rilasciò uno strillo soffocato e in quel momento da una delle porte del corridoio uscì Steve. Le guardò confuso, poi la sua confusione si trasformò in preoccupazione guardando Amy.
-Vai vestita così?-
A quel punto Amy lasciò la maniglia per raddrizzarsi e osservò il top nero e la gonna blu che Nat le aveva prestato. -Sì, perché?-
Steve la guardò per qualche secondo per poi sorriderle. -Stai benissimo-
Amelia lo guardò sorpresa, poi annuì.
-Posso accompagnarti se vuoi- Disse tornando allo sguardo preoccupato, facendola sorridere.
-Non ce n'è bisogno Steve, ma grazie- Rispose lei seguendo Nat nell'ascensore.
-Adesso che il tuo vecchio poster ti ha detto che stai bene vestita così non ti lamenti più, eh?- Domandò Nat con un sorrisetto mentre le porte si chiudevano.
Lei alzò gli occhi al cielo. -Voleva dirmi di andare a cambiarmi da bravo nonnetto qual è, e tu lo sai bene.-
-Però pensa davvero che tu stia bene così.-
-Stai zitta Nat.-
A quell'affermazione la rossa sorrise ancor di più.
-A domani- Mormorò Amy quando l'ascensore si fermò al piano cucina.
Nat non le disse niente e le afferrò il braccio.
-Nat, sono già in ritardo!- Protestò lei senza riuscire a liberarsi dalla presa ferrea.
-Faremo presto, tranquilla.-
L'attimo dopo erano in cucina, dove Sam, Clint e Bucky stavano bevendo una birra mentre Wanda, Visione e Bruce facevano altre ricerche sulla fabbrica di succhi di frutta.
-Ricordate Xavier? Ha detto che verrà a controllare questo affare di persona- Stava dicendo Bruce, finché Nat non gli posò una mano sulla spalla.
-Spiacente di interrompervi ma sono venuta a chiedere a Wanda quel lucidalabbra speciale. Amy è in ritardo per il suo appuntamento.-
-Non è un appuntamento!- Protestò ancora Amy, ma ormai tutta l'attenzione era su di loro.
Clint posò la birra e la guardò con un sorriso, ma l'espressione era seria. -In qualità di unico padre qui dentro, devo essere io a ragguardarti dagli uomini-
Amelia alzò gli occhi al cielo. -Se non chiudi la bocca farai docce gelate fino a Natale.- Lui alzò le mani in segno di difesa con un sorrisetto divertito. Allora lei si voltò di nuovo verso Nat. -E non mi serve il lucidalabbra. A dopo.- Disse in fretta tornando all'ascensore.
-Coprifuoco a mezzanotte!- le urlò dietro Sam.
-Ma che mezzanotte, alle undici- Aggiunse Clint facendola sorridere mentre le porte dell'ascensore si chiudevano.
Il tragitto verso la città fu lento. Amy si disse che più tardi sarebbe arrivata, meno tempo avrebbe dovuto stare lì.
In quel periodo aveva troppe cose per la mente (o forse solo una) e viaggiare da sola al tramonto, con un cielo che oscillava tra l'arancione e il violetto, riuscì a rilassarla almeno un pochino.
Arrivò al piccolo parcheggio che le aveva indicato Kia e dopo aver sospirato per l'ennesima volta, uscì dalla macchina.
-Finalmente!- Esclamò una voce a qualche macchina di distanza.
Amy si girò e sorrise facendo un cenno. -Ciao Randall-
-Ciao Frost wom... Ahi!- Esclamò all'improvviso mentre Kia usciva dalla macchina.
-Ma che ti salta in mente?- Bisbigliò infuriata per poi lanciare uno sguardo di scuse ad Amelia.
Lei sorrise e si avvicinò. -Ciao anche a te Kia-
-Scusalo, a volte... Non pensa.- Disse con un sorriso sincero. Amy sorrise notando come era rilassata quella sera, quindi si prese un momento per ammirare l'energia che irradiava con il suo completo carta di zucchero, il suo ombretto dorato che risplendeva sulla pelle scura e le treccine fermate da una forcina con le margherite.
-Io penso sempre!- Protestò Randall chiudendo a chiave la macchina.
Kia alzò gli occhi al cielo. -Allora pensi troppo- Affermò facendo un cenno ai due di avviarsi. -Andiamo che ho fame-
-Concordo- Aggiunse Amy, ad un tratto più ottimista.
Randall sbuffò. -Anche tu ora?-
-Cosa? No, intendevo che ho fame anch'io- Disse velocemente Amelia.
-Ti stava prendendo in giro- Le sussurrò Kia.
-Oh...- Riuscì a dire prima che i due si mettessero a ridere.
Finirono a camminare accanto alla banchina sull'East River, dove giravano poche persone. -Alquanto isolato- Commentò Amelia nervosamente. 
Da quando aveva cominciato a vivere a New York aveva imparato che i posti isolati erano quelli più pericolosi. In più le ricordavano la sera in cui stava tornando a casa in bici prima che tutto cambiasse.
-Oh sì, Johnny sceglie sempre posti così. Ti ci abituerai- Disse Randall tranquillo.
Amelia lo guardò confusa. -Cosa vuol dire che mi ci abituerò?-
Kia alzò gli occhi al cielo. -Va bene Amelia, sarò sincera. Randall ha detto che tu e O'Malley farete presto coppia, così io ho scommesso contro. Non deludermi.-
-Non vale dirle tutto!- Protestò lui girandosi verso Amelia. -Non ascoltarla. Non ho voglia di darle cinquanta dollari.-
Amy non cercò nemmeno di nascondere il fastidio e li guardò male. -Perché voi americani avete tutti la brutta abitudine di scommettere su ogni cosa? Soprattutto voi super spie.-
Kia le rivolse un sorriso di scuse. -Hey, io sto dalla tua parte- Mormorò prendendola sottobraccio. -O'Malley è simpatico qualche volta, ma non fa per te. Sai, meriti un po' di normalità-
Lei la guardò sorpresa. -Per questo sto uscendo con degli agenti dello shield, per la normalità.- Affermò facendo ridere Kia.
All'improvviso una moto si fermò accanto a loro. -Scusate, sapete dov'è l'irish pub più vicino?- Domandò il tizio togliendosi il casco. Randall e Kia alzarono gli occhi al cielo quando Johnny rivolse loro un sorriso divertito. -Volete un passaggio?- Chiese posando finalmente lo sguardo su Amelia con un sorriso ancor più grande.
-Io sì, che razza di posto hai scelto stavolta? Troppo lontano dal parcheggio.- Disse Randall andando a prendere posto sulla moto.
Johnny ridacchiò. -Puoi ripetermi come ci hai stracciato tutti battendo i record fisici dello shield?-
-Con costanza e andando a letto presto.- Affermò Randall mettendosi il casco. -Ci vediamo tra poco ragazze- Disse poi facendo un cenno a Kia e Amelia.
Johnny sorrise di nuovo ad Amelia. -Ci vediamo tra due minuti, il pub è qui dietro l'angolo- Disse facendole l'occhiolino per poi partire.
Amelia si ritrovò ad arrossire, ma non ebbe il tempo di soffermarsi troppo su quel gesto che scoppiò a ridere quando Randall allargò le braccia urlando -Jack, sto volando!- mentre Johnny faceva la curva.
-È davvero un idiota- Disse Kia ridacchiando.
-Ah sì? Il tuo idiota?- La incalzò Amy con un sogghigno.
Kia la guardò confusa.
-Oh andiamo, sei sempre lì a difenderlo e a ridere delle sue battute.-
-Questo fanno i migliori amici.- Ribatté lei mentre giravano l'angolo.
In lontananza Johnny stava parcheggiando la moto mentre Randall stava parlando con una ragazza  dai capelli rossi.
Amy notò il sorriso di Kia mentre si avvicinavano e sogghignò ancora una volta. -Guardala come sorride-
L'altra sorrise alzando gli occhi al cielo. -Quanto scommetti che ora ti farò sentire molto stupida, Amelia?-
Amy rimase a guardarla con espressione confusa. E l'unica cosa che riuscì a dire quando la ragazza rossa corse incontro a Kia per poi baciarla fu -Ooooh.-
Kia cercò di non ridere vedendo la sua espressione. -Amy, lei è Jenny. La mia ragazza. Jenny, Amelia. Un'amica.-
-Amica delle spie, eh?- Disse Jenny porgendole la mano con un sorriso che andava da un orecchio all'altro. -Dev'essere emozionante-
Lei le strinse la mano con un sorriso. -Più stancante che emozionante-
-Oh... Lo dice anche Kia-
La suddetta sorrise e le passò un braccio intorno alla vita. -E lei non mi crede mai-
-Perché siete super spie!- Esclamò Jenny mentre seguiva Kia dentro il pub.
-Spie per niente super- Disse l'altra divertita.
-Andiamo?- Domandò Johnny facendola sobbalzare. -Scusa- Aggiunse con una piccola risata soffocata.
Amy socchiuse gli occhi con un sorriso sarcastico. -Non sei per niente dispiaciuto.-
Lui per tutta risposta alzò le mani in segno di scuse senza però smettere di ridacchiare e le fece segno di entrare. Seguì Randall scendendo per le scalette che portavano al pub e non poté fare a meno di pensare di essere in un episodio di How I met your mother. Quando entrò si aspettava di vedere Ted, Robin, Marshall e Lily al tavolo e Barney al bancone. Ma dovette mettere da parte la sua fantasia e andare a sedersi tra Johnny e Randall.
-Pub irlandese, eh? Non me lo aspettavo- Commentò guardandosi intorno mentre gli altri consultavano il menù.
Johnny spostò lo sguardo su di lei. -Ma io sono irlandese- Disse divertito facendole spostare lo sguardo su di lui. -Da dove pensavi derivasse il cognome O'Malley?-
-Oh...- Disse semplicemente Amelia sentendosi di nuovo stupida per la seconda volta quella sera. -Beh... Allora puoi consigliarmi cosa prendere?-
Johnny le sorrise. -So che non è la cosa preferita da tutti ma mia mamma mi preparava sempre il boxty potato, li volevo sia a colazione che a cena. Probabilmente la facevo impazzire con la mia ossessione- Aggiunse sorridendo con un'aria nostalgica che Amy conosceva bene.
-Cosa sono?- Chiese quando l'espressione nostalgica si stava trasformando in pura e devastante tristezza.
Lui tornò a guardarla col solito sorriso. -Sono come dei pancake ma ripieni di purè di patate.- Affermò per poi ridere della sua espressione. -Sì, suona strano ma...-
-Sembra strano ma al contempo delizioso- Terminò Amelia sorridendogli. -Vada per il boxty potato allora.- Affermò chiudendo il menù.
Un quarto d'ora dopo Amelia si stava ingozzando con aria felice. -Voglio mangiare questi cosi per il resto della mia vita.- Affermò facendo ridere gli altri.
-Johnny sa cucinarli bene, dovresti andare a trovarlo qualche volta- Suggerì Randall alla sua destra facendo alzare gli occhi al cielo a Jenny e Kia.
-Johnny sa cucinare solo quelli, lascia stare.- Aggiunse Kia guardandolo male.
-Ma Johnny...-
-Johnny è stanco di sentirvi bisticciare, vado a ordinarvi altre patatine per farvi contenti.- Disse Johnny lasciando il tavolo con un sorriso esasperato. Fece appena in tempo a posare le patatine e la salsa alle erbe sul tavolo che  uno dei musicisti sul palco cominciò a suonare. -Oh no...- 
-Oh sì.- Commentarono Randall e Kia con un sogghigno.
Una donna salì sul palco e prese il microfono per dire velocemente: -Tutti i presenti in piedi sono obbligati a ballare la prossima canzone.-
Amelia non capì cosa stesse succedendo, ma l'attimo dopo stava guardando Johnny e altri due ragazzi esibirsi in una danza irlandese. Dall'apice della sua confusione non si accorse nemmeno della risata sorpresa che le sfuggì e che le fece guadagnare un'occhiataccia da Johnny.
Randall prese un sorso della sua birra e fece per saltare sul tavolo ma l'occhiata della donna che aveva cominciatoa cantare gli fece cambiare idea e fece alzare Amelia per uscire dalla panca e raggiungere il centro della pista per esibirsi in una breakdance che stonava del tutto con la musica irlandese ma che fece alzare l'ilarità nel locale.
Amelia, che prima era impegnata a ridere per la scena, si ritrovò a volteggiare e quando si fermò si trovò davanti il sorriso e le fossette di Johnny.
-No.-
-Oh sì- Replicò lui con un sorriso divertito per poi farla girare un'altra volta.
-Non conosco le danze irlandesi!-
-Possiamo rimediare.- Affermò Johnny guardandola con uno sguardo carico d'affetto che Amy si lasciò trasportare.
Le ore successive passarono con Amy che provava a imitare quello che Johnny le mostrava e con altre pietanze irlandesi.
Dopo aver saltato e mangiato così tanto Amelia si pentì di non aver portato con sè una giacca quando si ritrovò di nuovo fuori nell'aria della sera. Soprattutto quando si ritrovarono a camminare di nuovo accanto all'East River dove l'aria pungeva anche in quelle serate di fine agosto.
Stava ridendo per una battuta che aveva fatto Jenny quando sentì qualcosa sulle sue spalle e fece per protestare e togliersi la giacca quando Johnny la superò con un sorriso andando così a camminare accanto a Randall.
Amelia sorrise leggermente per poi tornare seria quando Kia le riservò un pizzicotto al braccio mormorando un: -Guarda che non ho voglia di pagare Randall, non mi lascerà mai più in pace-
-Ancora con questa storia?- Domandò più a sè stessa che a lei mentre si chiudeva per bene la giacca trovando subito sollievo.
Una volta tornati al parcheggio ascoltarono Randall parlare ininterrottamente dei suoi copri sedili a forma di dinosauro per una buona mezz'ora prima che lui, Kia e Jenny ripartissero con la musica di Jurassic park a volume altissimo.
Johnny e Amy ridacchiarono per un altro po' prima di riuscire a calmarsi. A quel punto Amy si appoggiò alla portiera della macchina incrociando le braccia. -Se penso che domattina dovrò allenarmi la voglia di sdraiarmi a letto e non alzarmi mai più è sempre più grande- Commentò divertita. -Mi hai distrutta con quelle jig irlandesi.- Continuò rivolgendogli una mezza occhiata di rimprovero, che servì solo a far ridere di nuovo entrambi.
-Se vuoi posso proporre a Fury di venire a darvi lezioni di ballo di tanto in tanto-
-Oh, Natasha apprezzerebbe di sicuro. Soprattutto per vedere Steve e Sam saltare in quel modo.- Disse sorridendo immaginandosi la scena. -Io sarei curiosa di vedere Visione.-
Johnny ridacchiò. -Comunque non potrei che guardare solo te- 
Amy arrossì alzando gli occhi al cielo. -Certo, in una stanza piena di Avengers tu guarderesti solo me.-
-Per forza, stasera eri la più buffa del club.-
Stavolta Amelia arrossì per l'imbarazzo. -Beh, forse è perché ho avuto un pessimo insegnante!- Esclamò indignata facendolo ridere ancor di più.
-Questo non posso giudicarlo io-
Amy sorrise scuotendo la testa. -Il boxty potato era buono però.-
-Te l'ho detto. Anche se non era come quello di mamma. Vorrei saperlo fare per fartelo provare. Te ne innamoreresti.-
Lei sorrise osservando il suo sguardo malinconico ma felice. -Cosa le è successo?- Domandò prima che riuscisse a fermarsi.
Quando lo sguardo di Johnny tornò su di lei, Amy capì di averlo fatto tornare alla realtà e se ne dispiacque. -Scusa, non dovev...-
-Hydra. Mio padre lavorava con loro e dopo qualche affare andato male se la sono presi con mia madre e me. Lei mi ha salvato- Mormorò guardando in lontananza.
Amelia gli prese la mano. -Mi dispiace.- Mormorò piano.
Johnny le sorrise per rassicurarla. -Sono venuto a vivere con i miei nonni qui negli Stati Uniti e crescendo mi sono allenato per entrare in qualche organizzazione come CIA o FBI. Dopo aver lavorato per entrambe sono passato allo Shield, quello nuovo ovviamente... Ma basta con le storie tristi- Disse all'improvviso con un sorriso malinconico. -L'immagine di te che provi a ballare è troppo divertente.-
Amy alzò gli occhi al cielo con un sorriso divertito. -Molto divertente.-
-Divertentissimo.- Replicò lui ridacchiando.
I loro sguardi si incontrarono tra le risate e Amelia si accorse di star stringendo ancora la mano di lui nella sua. Spostò lo sguardo dalle loro mani agli occhi di lui e vi colse di nuovo quell'affetto che avrebbe tanto voluto vedere negli occhi di qualcun altro.
Ma anche se gli occhi in cui si stava perdendo in quel momento erano verdi invece che azzurri, si ritrovò comunque ad avanzare verso di lui e senza rendersene conto si alzò in punta di piedi.
Sorrise leggermente socchiudendo gli occhi mentre si avvicinava sempre di più a Johnny e appena gli sfiorò le labbra lui le posò le mani sulle spalle per allontanarla gentilmente.
Lei spalancò gli occhi incredula e lo guardò.
-Amelia...- Mormorò con un sorriso triste.
-Cosa?- Domandò lei con tono offeso.
Johnny allora le fece una carezza alla guancia. -Non voglio essere la tua seconda scelta, soprattutto se sei ancora innamorata di lui-
Amy allora abbassò lo sguardo. -Non so di cosa tu stia parlando...-
-Per quanto vorrei riuscirci, è difficile ignorare il modo in cui guardi Barnes.- Disse lui allontanandosi di un passo con aria rassegnata. -Da quando ti ho incontrata per la prima volta alla festa di capodanno... Beh, è come se mi avessi lanciato un incatesimo. Quando ci siamo baciati durante l'ultima missione ho sperato che qualcosa cambiasse, di ricevere lo stesso sorriso che rivolgi sempre a lui ma...- A quel punto sorrise. -Quello che voglio dire è che so che non ti renderei mai felice come fa lui, e non ti devi accontentare di qualcun altro.-
Amelia era senza parole. -Ma lui...-
Johnny scosse la testa evitando il suo sguardo. -Lui è l'uomo che ami, non io.-
-Perché sei così maturo?- Fu l'unica cosa che Amy riuscì a dire, il che lo fece ridere.
-Alla prossima avventura?- Chiese porgendole la mano.
Lei la accettò annuendo un po' imbarazzata. -Scusa-
-Non devi scusarti. Spero che i tuoi sentimenti saranno ricambiati- Continuò con gli occhi un po' lucidi che gli fecero guadagnare un altro sguardo intenerito da Amelia. -Se continui a guardarmi così mi viene voglia di rimangiarmi tutto e baciarti. È meglio che vada.- Affermò cercando di convincerla con un sorriso.
-Hai lasciato la moto parcheggiata al locale, vuoi un passaggio fino a...-
-Non serve, mi piace camminare lungo il fiume. Mi ricorda l'Irlanda- Le disse prendendo la strada da dove erano arrivati. -Buonanotte Amy, la giacca puoi lasciarla all'ufficio shield al quartier generale.- Le sorrise prima di sparire dietro l'angolo e Amy sospirò appoggiandosi alla macchina.
-È la seconda volta in un mese che vengo respinta da qualcuno.- Disse tra sè e sè.
E con un senso di rimorso guardò la strada dove era sparito Johnny per poi entrare in macchina.
Quando tornò aveva l'umore sotto terra e il fatto che gli altri fossero ancora svegli non la aiutò.
Erano nella sala a guardare un film quando entrò per andare a bere un bicchiere d'acqua e senza accorgersene spostò l'attenzione su di sé.
-È mezzanotte passata- Disse Clint mentre Amelia passava dietro il divano.
-Sì, ho perso la scarpetta mentre scappavo-
-Come è andato l'appuntamento?- Domandò Natasha.
Amy alzò gli occhi al cielo e quasi andò addosso a Bucky raggiungendo la cucina.
-Scusa...- Mormorano all'unisono per poi guardarsi imbarazzati.
Bucky fece per dirle qualcosa ma poi il suo sguardo si posò sulla giacca di Johnny e richiuse la bocca.
Amelia seguì il suo sguardo e si sentì arrossire, riuscì a combattere la tentazione di spiegare cosa era successo e lo superò per prendersi da bere e scomparire in camera sotto lo sguardo curioso di Wanda e Natasha.



 
***



Qualche giorno dopo Amy era un po' più rilassata quando raggiunse gli altri all'allenamento. Forse il motivo era che Steve non era presente a causa della sua agenda super impegnata in qualità di Captain America.
Sam aveva preso il suo posto per la giornata e stava parlottando al telefono con qualcuno in un angolo della palestra, così Amy posò le sue cose e andò vicino a Wanda, la quale era seduta sotto la finestra a guardare dei video.
Non fece in tempo a sedersi accanto a lei che Sam posò il telefono e richiamò tutti all'ordine. -Oggi proviamo qualcosa di diverso dal solito se vi va- Annunciò.
Clint, il quale era lì accanto a lucidare una delle sue frecce, cominciò a mormorare. -Non dire esercizi sulla fiducia, non dire esercizi sulla fiducia, non dire...-
-Esercizi sulla fiducia!- Esclamò Sam entusiasta, al che Clint fece cadere la sua freccia rumorosamente. -Io sto in coppia con Nat!- Aggiunse poi con un sorriso soddisfatto.
-Barton tu sei sempre così sicuro di te, soprattutto quando Romanoff è nei paraggi. Ma ti senti così sicuro anche con il resto della squadra?-
Clint lo guardò pensosamente. -Io... Insomma, se avessi saputo che stamattina avremmo parlato dei nostri sentimenti mi sarei preparato meglio-
Natasha ridacchiò a quel commento mentre Sam alzava gli occhi al cielo.
-Sappiamo tutti che molto spesso abbiamo a che fare con cose più grandi di noi. Quello che noi facciamo per lavoro, per altre persone significa vivere o morire, perdere la propria casa o riuscire a salvarla.- Disse posando per un attimo lo sguardo preoccupato su Wanda, la quale gli rivolse un piccolo sorriso invitandolo a continuare. -Sappiamo anche che il legame nella nostra squadra è sempre un po' vacillante. Il che è normale, siamo tutti unici a modo nostro, abbiamo diverse radici culturali e diverse esperienze di vita. Ognuno di noi ha anche diverse esperienze tragiche alle spalle, per cui è normale rispondere diversamente a cosa ci capita davanti.- Fece una pausa posando lo sguardo su ognuno di loro. -Per questo è importante fidarsi l'uno dell'altro e conoscersi. Io, ad esempio. Vivo sotto il vostro stesso tetto e so che Clint odia chi lascia la porta del frigo aperta per troppo tempo ma non so qual è il piatto preferito di Visione.-
Visione spostò lo sguardo da Wanda a Sam sorpreso. -Oh, io non mangio.- Affermò sorprendendo Sam. -Però se dovessi scegliere sarebbe il pollo alla paprikash di Wanda.- Aggiunse con un sorriso divertito facendo ridere anche Wanda.
Sam scosse la testa ancora sorpreso. -Cosa? No, io sono sicuro di averti visto mangiare.-
-Mi dispiace Sam, ti sarai sbagliato. O forse non presti molta attenzione intorno a te. O forse ti sei autoconvinto che io mangi come voi perché sono sempre presente ai pasti. A volte faccio finta di mangiare per mettere le persone a loro agio- Disse Visione tentando di rassicurarlo. Ma all'espressione sconvolta di Sam, tutti si misero a ridere.
-Quindi tu non mangi.-
-No, appunto.
-Non mangia... Tipo, mai??-
-Esatto.-
-Com'è la vita senza il cibo? Dev'essere triste.-
A quel punto Visione lo guardò offeso. -Stavi parlando di esercizi di fiducia.-
Sam scosse di nuovo la testa cercando di concentrarsi, ma poi guardò Bucky. -Tu lo sapevi?-
-Tutti lo sapevano, Sam- Mormorò Bucky appoggiato al muro vicino ai sacchi della boxe.
Dopo aver mormorato qualcos'altro di incomprensibile, Sam li fece disporre tutti in cerchio. -Ora voglio che prendiate la mano a due persone. Ma non a chi avete di fianco.- Aggiunse velocemente prima che qualcuno potesse fare la mossa sbagliata.
Amelia, la quale era tra Natasha e Clint, allungò la mano sinistra per prendere quella di Sam. Ma fu fermata da una gomitata in faccia da parte di Clint che nello stesso momento si stava allungando per afferrare la mano di Nat.
Si tirò subito indietro portandosi le mani al naso. -Oh mio Dio, scusa Amy!- Esclamò Clint andando verso di lei. -Non ti ho fatto niente, vero? Insomma, sei mezza aliena, dovresti resistere.- Aggiunse velocemente studiandola.
Amy non poté fare altro che alzare gli occhi al cielo con un sorriso. -Allora la prossima volta prova a piantarmi direttamente una freccia in fronte-
-A quel punto sì che Stark mi ammazzerebbe- Le sussurrò divertito facendole l'occhiolino.
-Non prima di me- Aggiunse Natasha facendoli ridere.
-È questo il punto dell'esercizio, a volte agite senza vedere cosa stanno facendo gli altri e finite per mettervi tutti in pericolo.- Commentò Sam. -Stai bene Amy?-
Lei annuì e si mise di nuovo in cerchio, prese le mani di Sam e Visione cercando di non guardare davanti a sè dove una certa persona dall'aria sempre affascinante  stava tenendo a sua volta le mani di Visione e Sam.
-Bene, ora chiudete gli occhi e cercate di sentire il legame che vi unisce.-
Amy chiuse gli occhi e sorrise divertita quando Sam le strinse la mano affettuosamente.
-Io sento che le mani di Banner sono sudate- Commentò Clint.
-Confermo- Disse Wanda divertita..
Bruce riaprì gli occhi offeso. -Sentite, non è che le vostre siano così fresche-
-Le mie sì- Commentò Amelia con un sorriso senza riaprire gli occhi.
-Concentratevi.- Mormorò Sam cercando di mantenere la calma. -E non congelare le mani a nessuno, Frosin.-
-Ci proverò Sammy Piccione.- Aprì un occhio per osservare la reazione di Sam e cercò di non scoppiare a ridere quando vide lo sguardo di rimprovero che le stava riservando.
Le osservazioni sulle sensazioni riguardo l'esercizio furono povere, ma sembrava che Sam se lo aspettasse. Alla fine annunciò che dovevano formare due cerchi senza lasciarsi le mani.
Natasha sbuffò evitando per la decima volta una manata da uno dei compagni di squadra. -Se volevi giocare a twister potevi dirlo, Wilson.-
-Quello lo teniamo per la serata giochi-
-Io sono impegnata per la serata giochi.- Affermò Amelia cercando di passare sotto le braccia di qualcuno. Ormai non capiva più chi c'era attorno a lei, il cerchio si era trasformato in un groviglio di persone.
-Non ha neanche detto il giorno!- Esclamò Wanda studiando la posizione degli altri per cercare di capire quale sarebbe stata la sua prossima mossa.
-Ma sono certa di essere impegnata comunque-
-Sì, anch'io- Aggiunse Bruce. -Super impegnato.-
Natasha fece per aggiungersi al gruppo di lamentele quando Sam zittì tutti: -Ci sarete tutti, ora zitti. visto? Ci siamo riusciti.- Affermò quando il cerchio  iniziale si trasformò in due.
Ora Amy era tra Sam e Visione ma cercava ancora di evitare lo sguardo di Bucky che era ancora più vicino di prima.
-Ma è fantastico ragazzi- Disse Clint con un tono per niente convinto che fece sorridere i compagni di squadra. Poi si rivolse a Sam. -Abbiamo finito o...?-
Sam sorrise scuotendo la testa. -Ora vi dividerò a coppie- Affermò posando la mano sulla spalla di Clint che si stava già dirigendo verso Natasha. -Barton e Banner, Romanoff e Visione, Barnes e Frosin. Maximoff, con me.-
Amelia si irrigidì di colpo sentendo il suo nome e quello di Bucky così vicini. Guardò Sam, il quale spostava lo sguardo da lei a Bucky in cerca di qualche reazione.
Alzò gli occhi al cielo capendo che lui e Steve erano in combutta. In effetti le pareva strano che Steve avesse smesso di farle domande su Bucky nell'ultima settimana.
Era andato a chiedere aiuto a Sam.
Il suddetto le rivolse uno sguardo serio, che non ammetteva scuse. Non era ingenuo, sapeva che l'unico modo per farli parlare era incastrarli. E ci era riuscito.
Amy avanzò qualche passo verso Bucky che si era messo nell'angolo più lontano dagli altri. Afferrò le matite e i blocchi da disegno che le lanciò Sam.
-Bene, ora ritraete chi avete davanti.- Annunciò Sam sedendosi davanti a Wanda.
Amelia notò lo sguardo stupefatto che Bucky rivolse all'amico e si sedette a terra a gambe incrociate cercando di mantenere un'espressione indifferente quando in realtà voleva farsi inghiottire dal pavimento sotto di lei.
I minuti passarono, Bucky si era seduto davanti a lei ma a debita distanza. Mentre gli altri continuavano a ridere e fare commenti sui disegni dei propri compagni, loro due rimasero in silenzio.
Ma non un silenzio confortevole, un silenzio assordante che faceva aumentare il disagio di Amy secondo dopo secondo. E come se quello non bastasse, mentre lei continuava ad alzare lo sguardo su di lui per cercare di rendere il disegno almeno un minimo somigliante all'uomo che aveva davanti, lui non la guardò nemmeno per sbaglio.
Il che fece preoccupare Amy ancor di più. Forse, essendo un'ex spia/assassino era abituato a mantenere a mente i dettagli e per questo non aveva bisogno di guardarla. Il fatto che ricordasse ogni singolo dettaglio di lei le fece venire le farfalle allo stomaco per due secondi, poi si riprese ricordandosi cosa era successo l'ultima sera alla spiaggia.
Nel bel mezzo di quei pensieri bucò il foglio proprio sulla fronte del mini Bucky che stava cercando di disegnare nonostante la sua scarsa abilità nel disegno.
Quello fece alzare lo sguardo a Bucky per mezzo secondo. E Amelia fu stuzzicata dalla tentazione di strappare il foglio a metà proprio davanti a lui per vedere come avrebbe reagito, ma riuscì a trattenersi.
La voce di Jarvis interruppe le chiacchiere e le risate che riempivano metà stanza. -Signor Wilson, gli ospiti sono arrivati.-
Sam alzò lo sguardo dal suo foglio con un sorriso. -Grazie Jarvis, ora verranno accolti.- Disse semplicemente guadagnandosi delle occhiate curiose dai compagni di squadra. Lui tornò a guardare il suo foglio. -Barnes, Frosin. Continuate gli esercizi di fiducia andando ad accogliere gli ospiti per favore.-
Bucky e Amelia lo guardarono confusi ma si alzarono comunque, felici di fare qualcos'altro invece di disegnarsi a vicenda.
-Assicuratevi di fare un bel tour del quartier generale- Gridò Sam mentre uscivano dalla palestra.
I due camminarono in religioso silenzio per i corridoi, Bucky era davanti a lei di qualche passo e Amelia tirò un sospiro di sollievo quando si diresse verso le scale invece che all'ascensore. Quando arrivarono alla porta Bucky alzò la mano con incertezza prima di aprirla. Un uragano dai capelli rossi gli saltò tra le braccia. -CIAO BUCKY-
-Bonnie?- Domandò Bucky con tono incredulo.
-Ti sono mancata?? Visto? Non ho più la stampella, la protesi che mi ha costruito il signor Stark è formidabile!- Continuò la bambina con un sorriso emozionato, poi guardò dietro di lui e non smise di sorridere correndo verso Amy per abbracciarla. -CIAO AMY!-
Amelia, sorpresa, la strinse a sè con un sorriso confuso. -Bonnie, cosa...- Ma prima che potesse continuare, alla porta arrivò anche David che sorrise a Bucky, incapace di mantenere l'entusiasmo a sua volta.
Dietro di lui arrivò l'uomo che avevano incontrato all'orfanotrofio. Aveva due zaini e una sigaretta che gli pendeva dalle labbra. -Vengo a prenderli domani mattina, come accordato. Cercate di comportarvi a modo-
-Quindi non come faresti tu- Replicò David divertito.
Logan gli scompigliò i capelli con fare affettuoso. -Non tirare fuori gli artigli allora- Mormorò divertito.
-Aspetta, cosa intendi con "vengo a prenderli domani mattina"?- Chiese Bucky confuso.
L'altro alzò le spalle. -Così ha detto Charles. Ha parlato con un certo tipo, come si chiamava? Nilsson?- Domandò tra sé e sé mentre si allontanava dalla porta.
-Wilson?- Gli chiese Bucky.
-Sì, Wilson! Ecco com'era- Mormorò Logan facendo un cenno di saluto ai bambini per poi rientrare in macchina e andarsene con una sgommata.
Bucky per un momento condivise con Amelia uno sguardo sorpreso, poi entrambi si resero conto di quello che stavano facendo e distolsero lo sguardo nello stesso momento.
-Vi abbiamo fatto una sorpresa- Affermò Bonnie con un sorriso.
-E non è piaciuta- Mormorò David accanto all'amica.
Amelia allora tornò a guardare i bambini e sorrise. -Solo perché mi ha abbracciata solo Bonnie.- Affermò spalancando le braccia nella sua  direzione.
David alzò gli occhi al cielo. -C'è Iron man?-
-No, è in pensione.- Ribatté abbassando le braccia quando capì che non avrebbe ricevuto nessun abbraccio da lui, così portò le mani ai fianchi pensando "orgoglio maschile".
-Voi andate a fare il tour del quartier generale, io devo fare una cosa- Mormorò Bucky per poi scomparire.
Amy lo guardò pensierosa, poi tornò a guardare i due. -Allora, volete vedere la casa degli Avengers?-
Bonnie e David quasi saltarono dall'emozione mentre la seguivano per i corridoi della struttura. Dopo aver visto la pista da pattinaggio, la piscina e la sala cinema non poté più contenerli  e li condusse alla camera degli ospiti per farli cambiare. 
Mentre i due si perdevano a commentare il super televisore che avevano in camera lei tornò alla palestra dove erano gli altri per cercare Bucky, ma si fermò prima di svoltare l'angolo quando sentì delle voci.
-Cosa stai cercando di fare?-
-Posso risponderti tranquillamente quando mi dirai cosa è successo tra te e Amelia.- Rispose in modo pacato la voce di Sam.
-Non è successo proprio niente.-
-Allora torna da lei e aiutala con i ragazzini, sarà divertente. No?-
-Sam...-
A quel punto Amelia decise di intromettersi. -Oh, eccoti. Bonnie e David continuano a chiedere di te- Affermò senza guardarlo negli occhi. -Buona continuazione con gli esercizi di fiducia Uomo piccione- Disse poi tornando indietro.
-Tu divertiti a fare da baby sitter Fiocco di neve!- Le urlò dietro Sam facendole alzare gli occhi al cielo.
Sentì i passi di Bucky che la seguivano e si fermò in mezzo al corridoio prima delle scale per inspirare profondamente.
Quando si girò notò che Bucky si era fermato qualche passo dietro di lei e la stava guardando confuso.
Lei sospirò e abbassò lo sguardo. Quella conversazione non poteva più attendere. -Ti devo delle scuse.- Riuscì a dire creando ancora più confusione nello sguardo dell'uomo davanti a lei. -Quella sera alla spiaggia ho agito senza pensare a quello che avresti provato. Sono stata un'egoista e ho rovinato la nostra amicizia per dei stupidi...- "Sentimenti" era quello che voleva dire ma una piccola parte di sè voleva mantenere un minimo di dignità ed evitare di aggiungere che era innamorata di lui. Un'altra parte invece non voleva usare quel termine per banalizzare quello che provava. -Non devi evitarmi, anche se lo capisco. Possiamo far finta che non sia successo niente oppure se ti fa stare meglio ti starò alla larga.- Mormorò osservando il suo sguardo sorpreso. -Scusami ancora...- Terminò quando lui non disse niente.
Quando si girò Bucky fece per fermarla quando Bonnie e David corsero giù per le scale discutendo su cosa avrebbero dovuto fare prima.
Amy li fermò con un largo sorriso e decise per loro. -Pista da pattinaggio sia!- Esclamò entusiasta come se non avesse avuto voglia di piangere fino a due secondi prima.
La giornata coi due ragazzini servì ad Amy per liberarsi un po' dai sentimenti tormentati delle ultime settimane anche se la presenza di Bucky continuava a farla tornare alla realtà.
Dopo aver pattinato e fatto varie pause al distributore di caramelle nel corridoio, i due ragazzini decisero di andare in piscina. Bonnie mostrò ai due la protesi costruita da Tony con orgoglio prima di essere spinta in piscina da David.
Amelia ridacchiò mentre i due provavano tutti gli attrezzi dall'armadio che nemmeno lei aveva mai visto.
-La tavoletta è per perdenti- Disse David gettandola a bordo vasca.
-Quella la usa Sam- Affermò Bucky facendo ridere i due.
-Le pinne ti rallentano!- Esclamò Bonnie a David prima di cimentarsi in una gara di nuoto. Ma lui non la ascoltò e infatti arrivò dopo di lei, il che portò ad una gara di schizzi che non risparmiò Amelia.
-Va bene, basta.- Mormorò per poi andare sott'acqua per sfuggire ai due e raggiungere il bordo piscina per mettersi a sedere. 
Solo dopo si accorse di essere andata a sedersi proprio accanto a Bucky. Sobbalzò spontandosi un po' per poi scusarsi. -Non ti avevo visto.-
-Ho notato.-
Amy inspirò profondamente per poi trattenere il respiro mentre si strizzava i capelli e osservava Bonnie e David fare le capriole sott'acqua.
-Ti hanno stracciata alla gara di schizzi- Osservò Bucky sorprendendola.
Amelia lo guardò con la coda dell'occhio. -Sì, sto diventando vecchia- Mormorò con un mezzo sorriso che Bucky le imitò.
-Riguardo a que...- Cominciò poi prima di essere interrotto nuovamente dai due ragazzini.
-Bucky, mi avevi promesso di fare i biscotti.- Affermò Bonnie con un sorriso entusiasta.
-I biscotti? Non so di cosa tu stia parlando.-
Bonnie ossrvò l'espressione divertita di Bucky e inarcò un sopracciglio. -Sì che te lo ricordi. Me lo avevi super promesso.-
-Se lo hai super promesso sei fregato.- Commentò David. -Comunque io non li faccio i biscotti.-
Amelia alzò gli occhi al cielo e lo imitò. -Comunque io non li faccio i biscotti gnegnegne...- Disse con un sorrisetto divertito.
David la guardò male. -Alla Xavier's school mi sono allenato. Voglio sfidarti.-
-Ma io volevo fare i biscotti...- Disse Amelia.
-Hai paura?- Le chiese lui soddisfatto.
Amelia allora alzò gli occhi al cielo e si alzò mormorando. -Stupida preadolescenza...-
Bucky nascose il suo sorriso guardandola allontanarsi con David. -Che biscotti siano.-
Amelia, dopo essersi cambiata e asciugata i capelli, guidò David in una palestra lontana dalle altre. -Qui ci alleniamo io, Wanda e Visione. E Peter quando passa...-
-Chi è Peter?- Domandò David guardandola incuriosito.
-Peter...?- Ripeté maledicendosi mentalmente. -Nessuno. Comunque... Questa stanza è praticamente indistruttibile, ma non dobbiamo esagerare.-
David la osservò mettersi in posizione. -Non ci andrò piano con te- Annunciò.
Amelia rimase in attesa. -Allora fatti sotto nanetto.- 
Il ragazzino la guardò offeso e si concentrò. -Non voglio battermi davvero, volevo solo dimostrarti che sono migliorato.- Mormorò mentre dalle sue mani prendeva forma una piccola palla di fuoco che si allargava sempre più mentre lui alzava le braccia.
Amelia sorrise soddisfatta notando come aveva cambiato comportamento lontano dagli altri. Per un momento le ricordò come era insicuro quando era rimasta con lui la notte dell'incendio, ma meno impaurito.
Ora aveva un piccolo sorriso euforico dipinto sul volto e lo sguardo attento, così lei si avvicinò. -Stai andando alla grande David.- Gli disse con tono orgoglioso.
-Bobby mi ha aiutato.- Affermò felice mentre faceva levitare la palla di fuoco per poi crearne altre. -È uno dei professori. Ha il tuo stesso potere. Ma io gli ho detto che tu sei più forte- Aggiunse un po' imbarazzato. Amelia gli rivolse un sorriso entusiasta. -Non metterti a saltare dalla gioia, l'ho detto solo perché sai padroneggiare anche il fuoco e lui no.-
-Quindi sono più forte.- Puntualizzò Amelia soddisfatta facendogli roteare gli occhi. -Ora sei pronto ad allenarti un po' con l'Avenger più forte?-
-Non ho detto che sei l'Avenger più forte.-
-Blablabla. Rispondi alla domanda.- Gli disse Amelia cercando di non ridere.
-Sei più insopportabile di Bonnie.-
-Lo prendo come un complimento dato che è la tua migliore amica.-
-Pensa quello che vuoi.- Borbottò lui per poi tornare a guardarla con attenzione quando cominciò a usare i suoi poteri.
I due rimasero nella palestra per qualche ora e Amelia cercò di ricordare quali cose riguardo i suoi poteri le facevano paura quando era piccola per renderlo più sicuro di sè. La sessione di allenamento si trasformò quindi in sessione terapeutica e Amelia si ritrovò a dare più consigli di quanti si aspettasse.
Erano seduti a terra e Amelia aveva appena finito di tracciare uno schema di attacco sulla neve che aveva fatto comparire apposta per disegnare quando Jarvis annunciò loro che erano desiderati in cucina per mangiare i biscotti.
Amelia si alzò e porse la mano al ragazzino. -Troppe cose serie per oggi, ci vogliono dei biscotti- Disse facendolo sorridere.
Prima di andare in cucina Amelia decise di fermarsi in camera a prendere un maglione e dare da mangiare a Freddie. Il micio si affezionò subito a David e lo dimostrò saltandogli sulle spalle mentre lui osservava la stanza. -Chi è lei?- Domandò indicando una foto.
Amy forzò un sorriso vedendo che indicava una delle foto di Ilenia che tappezzavano il muro. -Lei è la mia Bonnie-
-Sa che fai parte degli Avengers?-
-No... È una storia lunga- Disse con un sospiro.
-Allora non è la tua Bonnie. Io e Bonnie ci diciamo tutto.- Affermò solennemente il ragazzino prima di passare alle altre foto.
Amelia rimase a rimuginare su quelle parole finché Jarvis non li chiamò un'altra volta per i biscotti.
Quando entrarono in cucina Bonnie era sulle spalle di Bucky e cercava di prendere Redwing che sorvolava la stanza sotto i comandi di Sam, il quale stava assaggiando i biscotti appena sfornati.
Wanda, Natasha e Visione assistevano alla scena commentando di tanto in tanto.
Bonnie sorrise entusiasta vedendoli. -Io e Bucky abbiamo bruciato i biscotti quindi abbiamo dovuto rifarli. Poi avevamo così tanta glassa e l'abbiamo messa tutta. Tasha ha detto "C'è un po' di biscotto in questa glassa" e io quasi mi sono strozzata con la spremuta mettendomi a ridere!- Esclamò facendo sorridere Amelia.
-A me sembrano deliziosi.- Affermò assaggiandone uno.
-Sentito Bucky? A Amy piacciono. Avevi detto che a lei sarebbero piaciuti!-
Bucky sorrise divertito posando Bonnie di nuovo a terra. -Lo avevo detto.- Ripeté guardandola divertito, poi rivolse un piccolo sorriso ad Amelia quando Bonnie corse da David. -Ha mangiato troppi biscotti, è in overdose da zucchero- 
-Vi siete divertiti- Affermò indicando il disastro che c'era sul ripiano della cucina.
-Infatti...- Mormorò lui seguendo il suo sguardo per poi tornare a guardarla. -Con David come è andata?- Domandò con la stessa insicurezza che Amelia stava usando per parlargli.
-Oh, alla grande. Mi ha stracciata, è pronto a entrare in squadra- Disse divertita osservando David che parlava timidamente con Sam e Wanda.
Dopo qualche secondo di silenzio tra i due, Amy decise di raggiungere gli altri per decidere quale film guardare ma Bucky continuò a parlare.
-Non sei tu a dovermi delle scuse.- Mormorò piano per farsi sentire solo da lei. Amelia si girò verso di lui senza però alzare lo sguardo, così lui continuò. -Sono io a dovermi scusare, non ho...-
-Lascia stare, è passata.- Disse all'improvviso Amelia per poi lasciarlo da solo in cucina e raggiungere gli altri sul divano.
Bonnie e David passarono la serata più memorabile della loro vita. D'altronde non a molti undicenni era concesso l'onore di fare un pigiama party con film, marshmallow, biscotti, patatine e storie dell'orrore con gli Avengers.
Il mattino dopo i due erano esausti dato che avevano dormito sì e no cinque ore. Erano fuori ad aspettare Logan, Bonnie era appoggiata a Bucky con gli occhi che le si chiudevano e David era accanto ad Amelia.
-Amy...- Mormorò quando in lontananza sentirono una sgommata che segnalava l'arrivo di Logan. -Non credo di averti mai ringraziata per avermi salvato.-
Lei abbassò lo sguardo sorpresa. -Non devi ringraziarmi per questo, David-
-Beh... Comunque grazie.-
Amelia sorrise e lo attirò a sè per abbracciarlo. -Farai grandi cose David.- Gli mormorò mentre Logan arrivava davanti a loro con un'altra sgommata. -Magari un giorno sarai tu a salvare la vita a me.-
-Questo è sicuro- Le disse facendola ridacchiare.
-David?-
-Cosa?-
-Grazie per l'abbraccio.-
David la strinse ancora un po' per poi allontanarsi. -Sembrava ne avessi bisogno...- Disse imbarazzato.
-Certo, ne avevo bisogno.- Ripeté lei trattenendosi dall'alzare gli occhi al cielo. -Fai il bravo e studia. Lo stesso per te Bonnie-
Bonnie sorrise e la abbracciò, troppo stanca per dire qualcosa. Poi abbracciò anche Bucky e montò in macchina con David.
-Cerca di andare piano- Disse Bucky lanciando un'occhiata a Logan.
-Certo nonnetto, alla prossima!- esclamò partendo in quarta facendo ridere i bambini.
Amelia sorrise divertita e rimase a guardare finché la macchina non sparì in lontananza. Nello stesso momento Bucky si girò catturando il suo sguardo.
I due si guardarono per qualche secondo e fu come se l'imbarazzo tra i due si fosse intensificato. Amelia allora si girò e tornò dentro senza dire niente.

 
***


Un'altra settimana di silenzi imbarazzanti e sguardi rubati passò.
Amelia riuscì a non rimanere da sola nella stessa stanza con Bucky fino a quella mattina.
Dato che non era giorno di allenamento dormì un po' di più rispetto al solito e sorrise quando andando a fare colazione, trovò la cucina completamente vuota. Cominciò a versarsi del latte nella scodella quando Bucky entrò in cucina.
-Buongiorno- Mormorò passandole vicino per prendere la caffettiera.
Amy lo guardò di sottecchi. -Giorno...-
Finì di preparare i cereali cercando di ignorarlo come meglio poteva e si sedette sull'isola della cucina quando Bruce entrò per prendere una tisana e commentare le notizie del giorno.
Lei annuì mentre mangiava i cereali e batteva i piedi sul mobile.
-Ora dovrebbe essere pronto...- Mormorò all'improvviso il dottore uscendo di fretta dalla stanza.
Passarono alcuni minuti di silenzio e fece per rinunciare e scendere dal mobile quando Bucky parlò.
-Prometti di non prendermi a pugni?-
Amelia alzò lo sguardo confusa e lo osservò avvicinarsi. All'improvviso il viso di lui era a pochi millimetri dal suo e prima che potesse rispondergli o fare qualche domanda su quel gesto improvviso, lui la baciò e fu come se Amelia avesse ricevuto una scossa elettrica.
Mentre le labbra di James si posavano con dolcezza sulle sue, si rese davvero conto di quel che stava succedendo e lasciò cadere la tazza di cereali per portare le mani al collo di lui, ma non sentì il rumore della ceramica sul pavimento.
James la avvicinò per tenerla più stretta mentre il bacio si faceva più passionale. E all'improvviso, come tutto era iniziato, tutto finì.
La allontanò e le rimise tra le mani la sua tazza di cereali al cioccolato che aveva preso al volo e si girò verso il frigorifero senza dire niente.
Amelia rimase confusa, delusa e impaurita pensando che anche quel bacio non volesse dire niente. Ma poi in cucina entrarono Clint e Visione e la speranza di Amy si riaccese quando lo sguardo di James tornò a concentrarsi su di lei e in quegli occhi blu lesse la promessa di una spiegazione.










*scena post-credit*

Sam si era appena messo a tavola per mangiare la sua cena appena riscaldata dopo una lunga giornata quando nella cucina entrarono Visione, Wanda, Clint e Natasha.
I quattro si sedettero al tavolo senza dire niente e cominciarono a far finta di mangiare qualcosa di invisibile.
Sam li guardò con confusione per qualche secondo prima di alzare gli occhi al cielo.
-Molto divertente. Andrete avanti con questa storia per chissà quanto. Mi sono già scusato con Visione, ora potete smetterla.-
I quattro continuarono imperterriti cercando di non ridere e Sam si alzò prendendo il suo piatto.
-Ora prenoto un volo per tornarmene in Louisiana e stare lontano da qui per un bel po'.- Affermò uscendo dalla cucina.
Natasha fu la prima a scoppiare a ridere sorprendendo tutti.












_Angolo autrice

Sono scomparsa ancora una volta ma ho delle ottime scuse (forse):
Ha fatto molto caldo e ho avuto molti mal di testa, ho dovuto sopportare le persone, sono stata rimproverata da un tizio mentre fotografavo un muro con l'edera,  ho visitato un castello e mentre salivo le scale non mi sono accorta che il soffitto si abbassava così la mia testa ha fatto un rumore perfetto che ancora mi fa ridere.
Ah, e ho anche guardato Black widow e Shang-chi. Per questo dovreste perdonarmi.
Detto questo... Spero che il capitolo sia abbastanza soddisfacente e che non sia noioso o ripetitivo.
Ho notato che dall'ultimo capitolo sono diminuite un po' le letture ma viste le mie lunghe assenze non me ne stupisco. Spero comunque che non vi siate stancati di questa storia e che  abbiate ancora voglia di leggere le disavventure di Amy.
Ovviamente ringrazio sempre tutti coloro che hanno inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate, chi si ferma per un capitolo e chi per 23, chi mi lascia recensioni e grazie anche ai lettori invisibili.
Se avete voglia di dire qualcosa lasciatemi un commentino qui sotto. Quale personaggio preferireste vedere di più nella storia? E quali interazioni vi piacciono di più?
Detto tutto questo, è ora di pubblicare.
Spero che stiate bene, prendetevi cura di voi stessi e mangiate cioccolato.
Alla prossima :3

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Capitolo 24
*** ventiquattresimo capitolo ***


Dopo quello che era successo a colazione, Amelia provò a concentrarsi in qualcosa fallendo miseramente.
Alla fine decise di teletrasportarsi nel suo posto preferito e andò a sedersi alla solita panchina dove trovò un altro messaggio di Ilenia insieme a dei dolcetti alle mandorle.
Osservò le prime foglie autunnali volteggiare nell'aria mentre mangiava il terzo dolcetto.
Sospirò ripensando a tutto quello che era successo. Prima il bacio alla spiaggia con Bucky con la respinge, poi due settimane e mezza senza una parola o uno sguardo da lui, e infine il bacio di quella mattina senza neanche una parola.
Amelia era nella più totale confusione e non sapeva nemmeno cosa pensare, il suo cervello continuava a ripetere quei momenti ininterrottamente per cercare di trovare una spiegazione nel comportamento dell'uomo di cui si era innamorata.
Tornò a guardare il messaggio di Ilenia che stringeva tra le mani.
"Chiunque tu sia, lasciami un altro messaggio. Per favore."
Non avrebbe mai dovuto cominciare quel gioco. Ma l'unica persona con cui voleva parlare in quel momento era la sua migliore amica che ancora la credeva morta.
Sospirò per l'ennesima volta e si alzò dalla panchina per fare una passeggiata lì intorno. Questa volta aveva preso precauzioni andando a prendere in prestito un velo fotostatico dai gadget da super spie della squadra.
Scese le scale accanto al fiume continuando a dare qualche morso al dolcetto. Si perse a guardare le prime foglie autunnali che le cadevano timidamente accanto, alla fine delle scale quasi ebbe un infarto vedendo chi le stava venendo incontro.
Ilenia stava camminando velocemente senza guardare dove andava e prima che Amy potesse fare qualcosa se la ritrovò davanti. La guardò impanicata mentre lei alzava lo sguardo.
La sua migliore amica la stava guardando con un sorriso di scuse. -Scusi signora, non stavo guardando...-  Disse prima di posare lo sguardo sul dolcetto alle mandorle.
L'espressione dell'amica si trasformò e quasi guardò male la donna davanti a sè. -Mi scusi signora ma...-
-Signora?- Domandò confusa prima di ricordarsi del velo fotostatico che stava indossando e che quindi agli altri sembrava una signora di settant'anni.
Ilenia ignorò la sua domanda. -Per caso ha mangiato altri dolcetti dalla borsa che c'è sulla panchina qui vicino?-
Amelia la guardò in silenzio per qualche secondo contemplando se mettere fine a quella storia oppure darle qualche speranza.
E alla fine decise.
-Oh sì, si trovano sempre dei dolcetti deliziosi. Mio nipote mi ha mostrato un video dove la gente fa queste cose gentili per il prossimo. Sei stata tu a idearlo?-
L'espressione di Ilenia si trasformò in pura delusione. -Sì... Sono contenta che le siano piaciuti...- Mormorò abbassando lo sguardo. -Le auguro una buona giornata...- Disse andando verso la panchina.
Amelia si morse il labbro ma si costrinse ad allontanarsi, combattendo il desiderio di correrle dietro e raccontarle la verità.
-È stata lei ad incidere il fiocco di neve sulla panchina?- Quasi le urlò dietro Ilenia facendola girare.
Lei cercò di sembrare confusa. -Come scusa?-
-Oh niente... Mi scusi.- Disse lei dandole di nuovo le spalle. E Amelia fece lo stesso.
Cominciò a camminare più velocemente per raggiungere  un posto lontano da occhi indiscreti e con le lacrime agli occhi fece apparire un portale. Lo attraversò per ritrovarsi in camera ed era pronta a lasciar cadere le lacrime che stava trattenendo quando si accorse che non era sola.
Tony e Peter si girarono verso di lei confusi e Amelia si tolse velocemente il velo fotostatico.
-Cosa. Diamine. Stai. Combinando.??- Chiese Tony guardandola esterrefatto.
-Io...-
-Ti ho chiamata. Non rispondevi, scopro che non sei al quartier generale anche se il tuo cellulare è in camera. E ora spunti fuori dal nulla vestita da ottantenne?-
-Credo settantenne.- Puntualizzò Amelia guadagnandosi un'occhiata estereffatta da Tony. -Sai che posso andare ovunque senza dirti niente, vero?-
Peter scosse la testa violentemente dietro Tony e Amelia lo guardò confusa, ma quando Tony diede di matto capì.
-Stamattina mi avevi chiesto di venire a trovarti perché avevi voglia di passare del tempo insieme!-
Amelia lo guardò confusa per un attimo poi si ricordò che prima di alzarsi per andare a fare colazione lo aveva effettivamente chiamato. Ma in sua difesa era stato prima che Bucky la baciasse e che Ilenia le parlasse per la prima volta dopo un anno e mezzo.
Guardò Tony, poi Peter e poi si mise a ridere. -Pesce d'aprile!- Esclamò sforzandosi di sembrare divertita. -Ci sei cascato, eh? Io che mi dimentico di averti chiamato e  scompaio per poi spuntare con un velo fotostatico... Classico, no?-
Tony sembrava avere un monologo interiore cercando di capire quello che stava dicendo, così Amy lanciò un'occhiata d'intesa a Peter.
Quest'ultimo sembrava ancor più confuso di Tony ma si mise comunque a ridere. -Questa sì che era forte Amy. L'hai fatta anche a me, scusi signor Stark. Eravamo d'accordo da qualche giorno.-
Tony guardò i due sconvolto. -Qualunque cosa stiate facendo, smettetela. È settembre.- Disse poi rivolto ad Amelia. Settembre. Non aprile. E non coinvolgere Peter nei tuoi scherzi, me lo stai rovinando.-
Amelia sorrise davvero divertita questa volta. -Devo farlo, non sono più la tua preferita. Ora è Peter il prediletto.-
L'uomo sospirò rumorosamente e si passò una mano tra i capelli. -Ora vado a trovare Bruce in laboratorio, voi ricomponetevi prima di raggiungermi.- Detto questo uscì dalla stanza borbottando qualcosa tra sè e sè.
Amelia sorrise divertita e guardò Peter. -Non potevi avvisarmi telepaticamente? Pensavo fossimo una squadra-
-Hey, non guardare me. Io sono arrivato cinque minuti fa e l'ho trovato così- Disse indicando la direzione dove Tony era fino a pochi minuti fa. -E poi tu non usi più la connessione, quindi pensavo ti fossi stancata- Disse poi smettendo di sorridere.
Amelia lo guardò sorpresa. -Cosa? Come ti viene in mente?-
Lui alzò le spalle. -No, niente. È che ora io vado al MIT, tu sei qui con gli Avengers ed è normale perdersi di vista...- Disse cercando di sorriderle, ma notando che lei non se la stava bevendo, continuò. -Prima mi dicevi tutto, ora invece...- Non sapendo come continuare indicò il velo fotostatico che aveva gettato a terra appena arrivata.
-Peter...-
-No, hai ragione. Non devi spiegarmi niente, stavo solo...-
Ma Amelia si era già fiondata su di lui per abbracciarlo. -Smettila. Sai che sei come un fratello per me. E ultimamente sono successe tante di quelle cose che...- Ma prima che potesse continuare, le emozioni delle ultime settimane e soprattutto di quella mattina la travolsero come una valanga e cominciò a singhiozzare sulla spalla dell'amico.
Peter la guardò un po' impanicato ma ricambiò subito l'abbraccio e ebbe la buona idea di chiudere la porta con una ragnatela quando sentì delle voci in corridoio.
Passarono qualche minuto così, con Amelia che singhiozzava e Peter che cercava di calmarla finché lui non disse: -So che non è il momento giusto, ma se piangessi fiocchi di neve sarebbe fichissimo.- Amelia ridacchiò e cominciò a prendere dei respiri profondi per calmarsi del tutto.
-Oppure della lava. Non sarebbe bello piangere lava??-
Lei rise di nuovo e lo schiaffeggiò leggermente sul braccio prima di allontanarsi e sedersi sul letto. -Sembra più doloroso che bello.- Affermò asciugandosi le lacrime.
Peter andò a sederle accanto e le tirò una ciocca di capelli. -Doloroso ma comunque fichissimo.- Disse facendola sorridere esasperatamente. -Quindi quelle cose successe ultimamente...?- Chiese con prudenza, per paura che scoppiasse di nuovo a piangere, il che la fece sorridere divertita.
Rilasciò un sospiro sconsolato prima di spiegarsi. -Ho parlato con Ilenia.-
-Oh??- Fu l'unica cosa che Peter riuscì a dire. -Quindi le hai spiegato tutto?-
Amelia scosse la testa leggermente tenendo lo sguardo sul tappeto. -È successo prima, per questo avevo il velo fotostatico...-
-Oh... Allora hai...-
Ma prima che chiedesse altre spiegazioni Amy continuò. -Bucky mi ha baciata stamattina.-
Peter allora la guardò sorpreso. -Cosa?-
-Mi ha baciata. Dopo non avermi parlato per due settimane...-
-Perché non ti parlava?- Chiese Peter cercando di processare tutte le nuove informazioni che stava ricevendo dall'amica.
-Perché lo avevo baciato. Quando siamo andati in vacanza.-
Peter si alzò, un po' sconvolto. -Prima che tu continui... Sarà meglio che vada a prendere qualche snack consolatorio per ascoltare altre novità dal mondo sottosopra di Amy.- Disse facendola sorridere. -Arrivo subito. Intanto tu non tirare fuori di nuovo il muso lungo che non racconta niente a nessuno e si porta dietro tutte le emozioni represse.- Disse tra il serio e lo scherzo.
Amelia sorrise e fece apparire un portale davanti al ragazzo.
-Ah beh, comodo così.- Commentò Peter prima di saltare nel portale facendo una delle sue acrobazie da Spiderman.
Due minuti dopo riemerse dal portale con una vaschetta di gelato e due cucchiai, un pacchetto di biscotti e delle patatine.
-Hai preso le patatine di Clint- Mormorò Amelia lasciandosi scappare un singhiozzo mentre chiudeva il portale.
-Il sale gli fa salire la pressione, noi siamo giovani, possiamo mangiarle-
Amy ridacchiò e gli fece spazio. -È cominciato tutto il giorno del mio compleanno-
-Che è anche il mio compleanno- Commentò Peter sedendole accanto per poi aprire la vaschetta di gelato e darle un cucchiaio.
Lei infilò in bocca un cucchiaio di gelato.- Sì, va bene. Il giorno del nostro compleanno- Acconsentì alzando gli occhi al cielo.
-Meglio, continua.- Disse Peter prendendo il suo cellulare per far partire Taylor Swift.
-Il giorno del nostro compleanno... Mi avevano preparato una piccola festa ed ero così euforica, e poi ho cercato le mie scarpe e Bucky mi ha aiutata e poi alla spiaggia abbiamo ballato e...-
Amelia gli raccontò per filo e per segno tutto quello che era successo in quelle settimane: dal bacio, a Johnny, a Ilenia, fino ad arrivare al bacio di quella mattina.
Alla fine del racconto Peter la stava guardando a bocca aperta. -Amy... Come diamine funziona il tuo mondo?- Le domandò sconvolto.
Lei sospirò e si lasciò cadere all'indietro sul cuscino per poi infilarsi un biscotto in bocca. -A volte mi sembra di essere la protagonista di una fan fiction scritta male.- Affermò osservando il soffitto.
Peter rimase in silenzio per qualche minuto, pensando che in effetti sembrava davvero una fan fiction scritta male, ma comunque tornò a guardarla. -Quindi devi ancora parlare con Bucky?-
-Sì...-
-Devi farlo subito. Prima che decidiate qualcosa senza consultarvi-
-Ma non so cosa dirgli!- Protestò Amy guardando l'amico.
-Digli che lo ami!- Disse Peter esasperato.
Amy si zittì passandosi una mano tra i capelli. -Non ho detto che lo amo...- Disse piano mentre arrossiva.
Peter alzò gli occhi al cielo divertito. -Sì, come no... Allora comincia col dirgli che ti piace molto e che vuoi passare le serate a sbaciucchiarlo.- 
Amelia arrossì ancor di più e ridacchiò nervosamente. -Peter...-
-Se non glielo dici tu...- Ma non riuscì a finire la frase perché qualcuno bussò alla porta.
I due si guardarono con occhi spalancati, pensando che il soggetto della loro conversazione fosse fuori dalla porta.
-Avanti!- Esclamò Peter entusiasta, mentre Amy cercava di sistemarsi i capelli.
La maniglia si abbassò e...
-Non vi avevo detto di raggiungermi? Forza, devo presentarvi qualcuno.-
Peter alzò gli occhi al cielo. -Senti, Tony. Questo non è il momento- Affermò lasciando di sasso l'uomo.
Quest'ultimo guardò Amelia esterrefatto. -Tony??- Le chiese per poi tornare a guardare Peter.
Amelia cercò di non ridere guardando la scena.
Peter sembrò sorpreso di se stesso. -Scusi signor Stark, può raggiungerci dopo?-
Tony lo guardò ancor più esterrefatto. -Non so cosa stia succedendo, ma ora seguitemi.- Disse frastornato. -Volevo farvi conoscere questa persona da molto tempo e oggi è qui, anche se per poco-
-Oh, dobbiamo proprio?- Chiesero Amelia e Peter all'unisono.
L'uomo a questo punto sbuffò. -Muovetevi.- Disse tenendo spalancata la porta.
I due brontolarono e si alzarono per uscire dalla stanza mentre Freddie sbadigliava sonoramente.
Lo sguardo di Amelia andò a posarsi sulla porta accanto alla sua,chiedendosi dove fosse Bucky in quel momento e non sentì quello che stava dicendo Tony, finché non le strattonò il braccio.
-Cosa hai fatto a Peter? Non mi aveva mai chiamato per nome prima d'ora- Le sussurrò Tony seriamente preoccupato.
Amelia sorrise divertita. -Il piccoletto sta crescendo-
-Sei tu che lo stai rovinando- Le disse ricollegandosi al discorso di prima.
-Guardate che vi sento- Disser Peter entrando nell'ascensore.
Amy gli andò accanto e si scambiarono un sorriso mentre Tony mormorava qualcosa tra sè e sè.
-Quanto ci vorrà?- Chiese Peter guadagnandosi un'occhiataccia da quest'ultimo.
-Senti ragnetto, cosa...-
Ma proprio mentre le porte dell'ascensore stavano per chiudersi sentirono una porta aprirsi in corridoio e subito dopo qualcuno si era infilato nell'ascensore.
Ad Amelia si bloccò il respiro e si sentì arrossire mentre Bucky andava accanto a lei.
-Barnes- Disse Tony facendogli un cenno col capo.
-Stark- Rispose l'altro imitando il cenno.
-Salve signor Barnes, come ha passato laa mattinata? Ha dormito bene stanotte?- Chiese Peter dopo aver rivolto un sorriso divertito ad Amelia.
Tony e Bucky lo guardarono confusi mentre Amy gli rivolgeva uno sguardo truce.
-Ah... Bene, grazie- Rispose spostando lo sguardo da lui  ad Amelia.
-Fatto una buona colazione?- Chiese poi, al che Bucky lanciò un'occhiata ad Amelia, capendo che sapeva quello che era successo.
E dopo qualche secondo annuì. -Ottima direi.- Affermò.
Peter si lasciò scappare una risatina divertita mentre Amelia diventava sempre più rossa.
-Cosa... Amy!- Esclamò Tony mentre le porte dell'ascensore si aprivano.
-Cosa?- Chiese alzando lo sguardo su di lui con occhi spalancati, temendo che avesse capito di cosa stavano parlando.
-Hai trasformato l'ascensore in una pista di pattinaggio.- Puntualizzò tenendosi alla parete per non scivolare.
-Oh.- Disse Amelia notando che effettivamente il pavimento era ghiacciato.
Bucky intanto stava uscendo dall'ascensore e guardò verso Amelia. -Avete programmi?- Chiese cercando di sembrare indifferente.
Mentre Peter e Tony cercavano di stare in piedi, Amelia incontrò il suo sguardo. -Noi... Tony ci deve presentare qualcuno, prima di cena però...-
Tony guardò Amelia. -Poi usciamo a cena con questa persona-
-Chi è? Il presidente?- Chiese Peter arrampicandosi a testa in giù al soffitto quando stava per scivolare.
A quel punto le porte dell'ascensore si stavano chiudendo e Amelia guardò Bucky incerta e proprio quando rimaneva una piccola fessura le mimò con le labbra: "Dopo cena?"
Lei fece in tempo ad annuire prima che l'ascensore si chiudesse.
-Divertente Amy, ora puoi far sparire il ghiaccio?- Le chiese Tony.
"Quindi hai un appuntamento per sbaciucchiarti con Barnes dopo cena, mitico" Le disse telepaticamente Peter.
Amelia lanciò un'occhiataccia al soffitto mentre faceva sparire il ghiaccio e sospirò.
Si prospettava un lungo pomeriggio.
Arrivati al laboratorio sentirono un vociare entusiasta da uno dei tavoli e Amelia e Peter osservarono Tony mentre si dirigeva dove Bruce e un ragazzo -che doveva avere uno o due anni in più di Peter- stavano parlando.
-Mi dispiace dover interrompere i geni al lavoro, ma come promesso...- Disse Tony indicando il ragazzo. -Harley, loro sono Amelia e Peter. Amy, Peter, lui è Harley.- Affermò osservandoli come un padre orgoglioso.
Peter e il ragazzo si guardarno un po' titubanti, allora Amelia si avvicinò porgendogli la mano. -Harley.- Affermò con un sorriso gentile cercando di lasciare da parte tutte le cose successe fino a quel momento. -Tony mi ha parlato molto di te, l'orologio di Dora l'esploratrice e tutto il resto-
Harley sorrise divertito lanciando un'occhiata a Tony e le strinse la mano. -Sì, quell'orologio diverte sempre tutti. Purtroppo non ti ho mai sentita nominare fino a stamattina, quindi non posso tirare fuori storie imbarazzanti su di te-
Amy ridacchiò e guardò Tony. -Sì, Tony parla solo dei suoi figli preferiti.- Affermò facendo alzare gli occhi al cielo all'uomo.
-Figli?- Chiese Harley confuso.
-A Tony piace adottare ragazzini a caso che trova nel corso delle sue sventure- Affermò facendo ridere Bruce, il quale aveva smesso di lavorare ai suoi progetti per osservare l'interazione.
-Adottare?- Chiese confuso Harley.
-Sì, io, te e Peter- Disse indicando dietro di sè.
Peter allora si avvicinò ai due e strinse la mano ad Harley. -Piacere di conoscerti, credo di averti incrociato al MIT qualche volta- Disse cautamente.
Harley lo squadrò dall'alto in basso. -Sei il tipo che mi ha versato il caffè addosso.- Affermò annoiato.
Peter sembrò arrossire e fece un'espressione che fece ridere Amelia. -Non so di cosa tu stia parlando-
"Gli hai versato il caffè addosso?" Gli chiese Amelia telepaticamente.
"Mj mi aveva spinto!"
"Ora non dare la colpa a Mj"
-Sì che sei tu, non sono mica scemo- Gli disse Harley guardandolo male.
-Beh, ora che ci penso... Sì, credo sia successo tempo fa... Ma ovviamente non l'ho fatto di proposito, quindi possiamo lasciarci tutto alle spalle-
-Mh.- Disse Harley.
Tony si avvicinò e posò una mano sulla spalla di entrambi. -Ma guarda com'è piccolo il mondo!- Esclamò sempre sorridendo. -Venite, ho in mente un nuovo progetto e vorrei che mi aiutaste-
Ai due brillarono gli occhi e lo seguirono subito a una postazione del laboratorio.
Amy si avvicinò a Bruce, il quale stava sorridendo. -Non sai da quanto stava organizzando questa cosa- Le disse.
Lei guardò teneramente i tre. -Quindi sono incastrata qui, eh?- Scherzò facendolo ridere.
-Credi davvero che Tony ti lascerebbe andare via? Ha tutto programmato, lavorare al progetto insieme, andare a cena....-
-Ha organzzato anche una cena? Sul serio?- Chiese Amy sorpresa. -Beh, addio chiacchierata o litigata con Bucky allora...- Mormorò.
-Cosa?- Chiese Bruce distrattamente mentre scriveva qualche nota sul suo quaderno.
-Oh, niente...- Disse lei.
-Ma dov'é Amy?- Chiese Tony all'improvviso girandosi verso di loro. -Amy! Vieni qui-
Amelia sorrise divertita per il suo entusiasmo e andò a sedersi accanto a lui mentre Peter e Harley discutevano su come comincire il progetto. -Sai che non capisco niente di queste cose-
-Per questo ti ho portato un libro da colorare.- Affermò tirando fuori da uno dei cassetti un libretto per bambini di Iron man. -Ci sono anche i colori e gli adesivi.- Disse facendola ridere.
-Tu sì che mi conosci.-
-Ma sai colorare dentro i bordi?- Chiese Harley divertito mentre cominciava a colorare la tuta di Iron man.
-È maleducato- Osservò Peter. -Ma no, non lo sa fare-
Amelia guardò male i due. -Solo perché non vado al MIT non vuol dire che io sia stupida, sapete?-
-Ti stiamo solo prendendo in giro- Disse Peter mentre afferrava il cacciavite che gli aveva lanciato Harley.
-Amy è pure brava, ma si ostina a lavorare in mezzo a individui di dubbia moralità invece di andare all'università- Commentò Tony controllando qualche calcolo.
Amy sorrise divertita alzando gli occhi al cielo. -Non farmi pensare a quante mail dovevo cancellare ogni giorno con le tue finte proposte per le borse di studio- 
Tony alzò lo sguardo da un ologramma per osservarla. -Quali mail?-
-Dove lavori?- Chiese Harley nello stesso momento.
-Lavora con gli Avengers- Rispose subito Peter rimanendo concentrato sul progetto.
A quel punto Harley guardò Peter, poi Amy e poi Tony. -Tipo come segretaria?- Tony si portò una mano alla tempia e stava per rispondere quando Harley spalancò gli occhi. -Aspetta un momento... Tu sei Frost woman?- Chiese sorpreso.
Peter sembrò rendersi conto di quel che aveva combinato quindi mormorò qualcosa e andò verso Bruce.
-No, come segretaria. Ovvio.- Rispose Amy lanciando un'occhiataccia a Peter.
Harley alzò un sopracciglio scettico e guardò Peter tornare fingendo un'espressione innocente. -Ora mi direte che lui è Spiderman- Disse ridacchiando.
A quell'affermazione seguì un silenzio assordante nel laboratorio, al che Harley quasi si strozzò con l'acqua che stava bevendo. -Non potete fare sul serio.-
Amy, Tony e Peter ridacchiarono nervosamente.
-Ti pare...- Cominciò Amelia.
-Che idee ti fai?- Chiese subito dopo Peter.
Tony sospirò e alzò gli occhi al cielo. -Pensa quello che vuoi Harley- Poi lo osservò di sottecchi -Ma non dire niente a nessuno. Andate avanti col progetto ora- Disse poi mostrando ai due un nuovo ologramma. -Quali mail?- Chiese poi tornando a rivolgere l'attenzione ad Amelia.
Lei lo guardò confusa per poi ricordare di cosa stavano parlando prima che Peter spiferasse le loro identità segrete.
-Oh... Sì, c'era un periodo prima che accadesse quello che è successo in cui ricevevo mail da parte di varie università. Dicevano che avevo ricevuto una borsa di studio ma non avevo fatto domanda per nessuna, pensavo fossi tu a mandarle-
Tony la guardò offeso. -Secondo te uso questi stratagemmi complicati?-
-Sì.- Rispose subito lei.
-Così mi offendi. In realtà lo speravo, ero pronto a mandare dei soldi ai tuoi genitori per aiutarvi con l'università, questa era una delle ragioni per cui ti tenevo d'occhio.- Mormorò osservandola pensieroso.
-L'altra è perchè sei un ficcanaso rompiscatole- Disse lei facendolo ridere. -Allora da dove arrivavano?- Chiese poi.
Tony distolse lo sguardo per osservare come Peter e Harley lavoravano insieme e rimase in silenzio per un po'. -Amy...- Cominciò.
E fu tutto quello che le servì per capire. -Hydra.- Mormorò. -Era quello il loro piano originale allora-
-Temo di sì-
-Avrei dovuto rispondere, avrebbero preso me e avrebbero lasciato stare loro.- Affermò stringendo la matita che aveva in mano.
Tony andò dietro di lei e le posò una mano sulla spalla. -Sai che sarebbe andata a finire nello stesso modo, non torturarti con questi pensieri.- Sussurrò osservandola preoccupato.
-Ma...-
-Ti avrebbero seguita ovunque, lo sai-
Amy annuì leggermente. -Il pensiero che quelle mail fossero tue mi piaceva, ti faceva sembrare disperato.- Gli mormorò accennando un piccolo sorriso.
Tony alzò gli occhi al cielo divertito e la abbracciò. -Ora spegni i tuoi capelli Raperonzolo, o partirà l'allarme antincendio- Le sussurrò facendola ridacchiare.
-Scusa- Disse scuotendo la testa, facendo tornare i suoi capelli alla normalità. -Non mi accorgo mai quando lo faccio-
-Posso perdonarti- Disse soffiando su una parte della sua maglietta che era stata bruciacchiata. -Se smetti di torturarti con pensieri inutili- 
Amy sorrise tornando a colorare il libretto. -Ci proverò uomo di latta.- Mormorò facendolo ridacchiare prima che tornasse a seguire Peter e Harley.
Per il resto del pomeriggio in laboratorio cercò di non tornare a pensare alla nuova informazione e cercò di concentrarsi su quello che stava facendo, ogni tanto faceva qualche domanda sul progetto a Peter, oppure cercava di non ridere per i piccoli litigi che iniziavano Harley e Peter e che facevano impazzire Tony.
Ma il suo cervello aveva deciso di distrarsi pensando a cose più liete, ovvero il bacio di quella mattina e l'incontro con Bucky nell'ascensore. Ogni volta che riviveva la scena nella sua mente sentiva le farfalle nello stomaco e non poteva fare a meno di sorridere come una scema e ovviamente doveva ricordarsi continuamente che non poteva perdonarlo subito per un bacetto, ma doveva chiedergli spiegazioni e probabilmente delle scuse.
Ma appena si diceva questo, tornava a sorridere e arrossire pensando al bacio.
"So esattamente a cosa stai pensando" Le disse Peter telepaticamente.
"Oh, stai zitto"
"Se continui a sorridere in quel modo Tony comincerà a farti domande e se tu non dici niente..."
Amelia alzò lo sguardo su di lui. "Posso anche perdonarti per aver rivelato le nostre identità segrete da supereroi, ma se osi farti scappare una sola parola su questa cosa io giuro. Giuro che te ne pentirai Peter Parker."
Peter la guardò un po' impaurito. -Wow.- Disse ad alta voce, guadagnandosi delle occhiate confuse da Harley e Tony.
-Cosa state confabulando voi due?- Chiese quest'ultimo.
-Niente.- Disse Amelia ferma mantenendo il contatto visivo con Peter.
-Niente.- Ripeté lui.
Tony e Harley li guardarono incuriositi per un po' prima di tornare a fare quello che stavano facendo prima.
"Stavo scherzando" Disse Peter poco dopo. "Diventi aggressiva quando si tratta di Barnes, lo terrò a mente"
Amelia scosse la testa divertita. "Stai zitto" Gli disse per poi sentirlo ridacchiare.
Verso l'ora di cena Tony batté le mani annunciando che sarebbero andati fuori, quindi si ritrovarono tutti a camminare verso la macchina sportiva di Tony.
Sia Harley che Peter avevano allungato la mano verso la maniglia della portiera anteriore e quando se ne accorsero, si guardarono in cagnesco. Amelia alzò gli occhi al cielo e spinse entrambi per allontanarli. -I bambini che litigano vanno dietro.- Disse entrando al lato del passeggero per poi sbattere la porta in faccia ai due.
-È così aggressiva- Sentì mormorare Harley mentre entravano in macchina.
-E non hai visto niente- Gli rispose Peter.
-Vi sento- Disse Amelia osservando i due dallo specchietto retrovisore.
Harley si allungò appoggiando i gomiti su entrambi i sedili anteriori. -Allora Frostwoman, com'è essere la fidanzata di Spiderman?- Chiese divertito.
Amelia lo guardò male. -Cosa?-
-Io ce l'ho già la fidanzata- Protestò Peter cercando di inserire il viso sopra il sedile dato che si sentiva escluso.
-Non li guardate i cartoni animati sugli Avengers? Spiderman e Frost Woman non vanno mai d'accordo ma combattono sempre insieme e nell'ultimo episodio si sono baciati-
-Cosa???- Chiesero Peter e Amelia all'unisono.
-Avete sentito bene, il mio compagno di stanza è ossessionato da quei cartoni e non se ne perde mai una puntata- Disse con un sorrisetto soddisfatto vedendo come aveva sconcertato i due.
-Da quando in qua siamo in dei cartoni animati?- Chiese Amelia. -Non ci pagano i diritti?- Chiese subito dopo.
-I derivati vanno in beneficenza- Spiegò Harley alzando le spalle.
-Ma è fichissimo. Devo dirlo a Ned- Disse Peter tirando fuori il cellulare.
-Ma perché proprio una enemies to lovers con il ragnetto...- Si lamentò Amelia facendo ridere Harley.
-Comunque... Perché Tony ci ha abbandonati in una macchina dopo averci costretto a passare il pomeriggio insieme?- Chiese quest'ultimo indicando l'uomo che stava parlando al telefono fuori dalla macchina.
Amy osservò Tony intenerita. -Vuole che andiamo d'accordo-
-Se lo può sognare- Mormorano Peter e Harley allo stesso tempo facendole alzare gli occhi al cielo.
-Sentite voi due, ora fate uno sforzo e fate contento Tony, avete capito?- Disse osservandoli.
Harley si lasciò cadere di nuovo sul sedile e alzò gli occhi al cielo. -Ma come fai a sopportarlo?- Chiese indicando Peter.
-Hey!- Protestò Peter offeso. -Forse il problema sei tu-
-Io non sono il problema, tu lo sei.-
-Siete tutti e due il problema.- Affermò Amelia girandosi per guardarli meglio. -Siete due...- Non ebbe il tempo di trovare la parola giusta che Tony era entrato in macchina.
-Allora, pronti per andare a cena? Ho chiamato Pepper, ci raggiungerà con Morgan-
-Prontissimi- Mormorò Harley dietro di lui.
-A proposito...- Cominciò Amelia mentre erano per strada e Harley stava mostrando a Peter i cartoni di cui parlava. -Quanto ci metteremo?-
Tony la osservò per un millisecondo prima di tornare a guardare la strada. -Hai qualcosa di importante da fare?-
Amy cercò di non sospirare. -No, Wanda mi aveva chiesto di guardare una serie tv insieme-
-Mi dispiace ragazzina, serie tv rimandata a domani. Morgan non vede l'ora di vederti-
"Non è l'unica a non vedere l'ora di vederti"
Amelia alzò gli occhi al cielo al commento telepatico di Peter.
La cena fu più lunga di quanto aveva previsto. Certo, si divertì un mondo commentando i litigi tra Peter e Harley con Pepper e giocando con Morgan che cominciava a stare in piedi da sola, cosa che la fece sentire vecchia per qualche strano motivo.
Ma i pensieri tornavano sempre a Bucky. E visto che si erano fatte le nove passate decise di andare in bagno per mandargli un messaggio lontana da occhi indiscreti. Stava cercando di trovare le parole giuste quando Pepper entrò in bagno.
-Hey- Le disse con un sorriso caloroso. -Tony ha insistito per cambiare Morgan ma avevo bisogno di un momento di pace da quei tre, anche se Tony ha prenotato tutta la sala per noi loro la riempiono come farebbero cinquanta persone- Disse divertita mentre stendeva la piccola assonnata sul fasciatoio.
-Oh, ti capisco.- Disse Amelia divertita lasciando perdere le parole giuste e scrivendo velocemente "Non credo di riuscire stasera" per poi inviarlo a Bucky. -Lascia, faccio io- Disse avvicinandosi e prendendo la borsa dei pannollini dalla spalla di Pepper.
-Oh beh, grazie- Disse Pepper per poi avvicinarsi al lavandino per rinfrescarsi il viso.
Amy fece qualche faccia buffa a Morgan mentre la cambiava e sorrise quando la piccola ridacchiava. -Sei stanca Morgana?- Le sussurrò mentre sbadigliava per poi prenderla in braccio.
Pepper ridacchiò per il nomignolo della piccola. -Tu e Tony siete uguali- Disse prendendo la borsa dei pannollini.
-Guarda che mi offendo- Replicò Amy divertita.
-E guarda che io dico a Tony che ti offendi perché ti paragono a lui- Mormorò facendola ridacchiare. -Oppure devo dirgli che ti eri rifugiata in bagno per mandare messaggini?- Domandò per poi ridacchiare vedendo la sua espressione. -Quindi ti ho beccata? E io che stavo scherzando-
Amelia alzò gli occhi al cielo. -Non stavo facendo niente del genere- Ma poi si tradì tirando subito fuori il telefono dalla tasca quando lo sentì vibrare.
Pepper cercò di non ridere e aprì la porta per farla uscire. -Non dirò niente a nessuno signorina Mistero, puoi stare tranquilla- Disse facendole l'occhiolino.
Lei le sorrise grata e rimise il cellulare in tasca mentre tornava al tavolo con le due.
Un'altra ora passò con Tony che osservava divertito Peter e Harley che litigavano tra loro per una ricerca scientifica.
-Non dovresti sembrare così compiaciuto, stanno letteralmente litigando per la tua attenzione- Mormorò Amelia dandogli un pizzicotto.
-E che male c'è a nutrire un po' il mio ego? E poi si stanno divertnedo, guardali- Disse indicando come Harley aveva appena riso per la battuta di Peter e come quest'ultimo sembrava confuso ma al contempo compiaicuto.
-C'è che il tuo ego è abbastanza grande-
-È abbastanza sotto controllo negli ultimi anni- Disse Pepper.
-Visto? È abbastanza sotto controllo- Affermò Tony compiaciuto.
Lei alzò gli occhi al cielo divertita.
-Io l'ho conosciuto prima- Disse Harley infine con un sorriso.
-E questo cosa c'entra?- Chiese Peter. -E comunque io ci passo più tempo- Aggiunse poi.
Amelia decise di mettere fine alla discussione prima che degenerasse. -Io lo conosco da quando avevo otto anni e ci ho passato un sacco di tempo insieme, mi ha portato anche a Disneyland- Affermò zittendoli una volta per tutte.
Harley e Peter guardarono Tony, finché quest'ultimo non si alzò infilandosi la giacca. -Bene Amy, ora devo organizzare qualcosa con questi due per compensare il tuo Disneyland, grazie tante.-
-Quando vuoi- Rispose lei ridacchiando per poi alzarsi a sua volta e posare Morgan nel passeggino, dove continuò a dormire beata.
Mentre Pepper e Tony raccomandavano delle cose a Harley Amy andò ad abbracciare Peter da dietro. -Ti sei trovato un nuovo amico- Gli sussurrò.
-È insopportabile- Mormorò facendole alzare gli occhi al cielo. -Hai scritto a...-
-Oh, sì- Disse subito Aelia tirando fuori il cellulare. Come aveva fatto a dimenticarsi del messaggio?
Peter allungò il collo per sbirciare. -"Tranquilla, possiamo parlare domani"- Mormorò Peter leggendo il messaggio. -Da notare come ha scritto "parlare" e non "sbaciucchiare", sei delusa?- Le sussurrò guadagnandosi una sberla sul braccio, cosa che lo fece ridacchiare. -Sul serio però, se fa ancora l'idiota chiamami e ci penso io.- Disse guardandola seriamente. -E non provare a tenerti tutte quelle cose per te ancora una volta- Sussurrò mentre Tony si avvicinava.
-Ci proverò- Mormorò Amy un po' dispiaciuta per averlo fatto preoccupare.
-Andiamo?- Chiese Tony.
-Oh, io mi arrangio, grazie- Disse Amelia facendo apparire un portale che portava direttamente alla sua camera. -Puoi tenere sotto controllo Peter? A volte si mette nei guai senza accorgersene.- Mormorò a Harley.
-Devo proprio?- Chiese Harley annoiato, ma dopo l'occhiata di Amy annuì -Credo di poter fare questo sforzo... magari se lo vedo in giro per il campus lo invito a bere un caffè-
-Grazie- Disse Amelia abbracciandolo. -Magari qualche volta vi vengo a trovare e guardiamo quei cartoni-
-Sarebbe divertente- Acconsentì Harley.
-Lo sapete che vi sento?- Chiese Peter dietro di loro.
Amy e Harley si scambiarono un'occhiata divertita e alzarono le spalle a Peter.
Dopo aver fatto un'ultima carezza a Morgan e aver salutato tutti, Amelia scomparì nel portale.
Una volta in camera salutò Freddie, il quale miagolò affettuosamente seguendola con lo sguardo mentre usciva dalla camera.
Il corridoio era buio e da sotto la porta di Bucky non si filtrava nessuna luce, quindi sospirò.
Non voleva rischiare di andare a svegliarlo, quindi, dato che non sarebbe riuscita ad addormenatrsi aveva deciso di sfogarsi un po' sulla pista.
Mentre si allacciava i pattini ogni piccolo rumore echeggiava per tutta la pista, per un momento si immaginò di essere rimasta chiusa in una cattedrale per la notte.
Si alzò e cominciò a girare lungo il perimetro della pista ripassando mentalmente tutte le cose successe nella giornata. E ogni volta che passava ad un altro pensiero faceva una giravolta, così la superficie del ghiaccio fu presto ricoperta di cerchi e ghirigori quasi a voler riflettere i suoi tormenti.
Cercò di pensare a cosa avrebbe potuto dire a Bucky il giorno seguente e mormorò sotto voce parole su parole finché non sentì chiamare il suo nome.
Si girò subito verso l'entrata della pista e il suo cuore perse dei colpi. -James- Sussurrò piano, ma era abbastanza per echeggiare nella stanza.
-Freddie è venuto a graffiare alla mia porta,  ho pensato che magari eri tornata ma in camera non c'eri, così ho deciso di andare un po' in palestra e mentre passavo di qui ho sentito dei rumori.- Disse velocemente. -Ma se vuoi parlare domani io...-
Amy scosse la testa. -Meglio farlo adesso.- 
-Okay.- Sussurrò lui aspettandola, e vedendo che non si avvicinava sospirò e prese un paio di pattini dagli armadietti. -Sai che non sono un granché con il pattinaggio- Sussurrò mentre cercava di mantenere l'equilibrio per raggiungerla al centro della pista.
Lei sorrise leggermente ripensando all'ultima volta che erano stati lì insieme e a come avevano praticamente rovinato tutta la pista. -Credo di ricordarlo vagamente-
Bucky ridacchiò ma se ne pentì subito perché proprio in quel momento perse l'equilibrio. Amy fu subito davanti a lui e lo aiutò a ristabilizzarsi tenendolo per le mani.
-Grazie- Susssurrò piano guardandola negli occhi, e per un attimo Amelia si dimenticò di respirare dato che non osservava quegli occhi azzurri da così vicino da un po' di tempo.
Abbassò lo sguardo e fece per allontanarsi ma Bucky continuava a strigerle le mani, e quando rialzò lo sguardo su di lui tutto diventò nero per una frazione di secondo.
Subito dopo vide passare davanti a sè diverse scene.

Un attimo prima stava guardando Bucky, e quello dopo stava  rivedendo la spiaggia dove erano andati in vacanza. Lei e Bucky stavano danzando sulla spiaggia e subito dopo stavano ridendo e nuotando insieme tra le onde, poi il bacio e Bucky che si allontana.
Quando la sua immagine le passò accanto notò gli occhi lucidi e il viso tormentato da qualche pensiero e si sentì in colpa. Osservò un po' se stessa che osservava Bucky andarsene e fece la cosa che voleva fare quella sera, quindi lo seguì.
Non camminò per molto, perché lo trovò nascosto dietro una siepe poco prima dell'entrata della casa dove erano gli altri. Lo guardò confusa perché quella sera aveva pensato che fosse andato direttamente a letto, invece stava guardando verso la spiaggia. Più precisamente stava guardando lei, un piccolo puntino in mezzo al mare.
E rimase a guardarla finché lei non uscì dall'acqua e cominciò a salire le scale verso la casa, solo in quel momento tornò dentro.
Amy rimase confusa, ma non ebbe il tempo di cercare una spiegazione al comportamento di Bucky che la scena cambiò.

Ora si trovava nel corridoio fuori dalla sua camera, dalla luce sembrava sera.
All'improvviso la porta di Bucky si aprì e lui uscì in fretta, camminò velocemente fino alla porta di Amelia e alzò la mano per bussare per poi bloccarsi. Rimase lì davanti per un po' prima di allontanarsi e tornare verso la sua camera. Si girò altre due volte prima di arrendersi e tornare in camera chiudendo la porta.

A quella seguirono varie scene simili, quindi si trovò ad osservare Bucky provare a parlarle in ogni occasione prima di rinunciare e allontanarsi senza che lei si accorgesse di niente: durante gli allenamenti, mentre erano da soli in cucina, quando si incrociavano in corridoio, sulle scale e mentre mangiavano insieme agli altri.

-Amy...- Mormorò Bucky, e all'improvviso era di nuovo davanti a lui a stringergli le mani sulla pista di pattinaggio. -Come fai a farlo? Come quella volta in aeroporto...- Disse ricordando il loro primo incontro dove era successa una cosa simile.
Amy scosse la testa e si scusò.  -Non lo so, non l'ho fatto apposta, sembra che non abbia il controllo su questa cosa...-
-Ti è successo altre volte?- Chiese Bucky curioso.
Amy ci pensò un attimo e scosse di nuovo la testa. -Solo con te, sei sicuro di non essere tu a farlo?- Chiese facendolo sorridere.
-Sono certo di non essere io- Mormorò abbassando lo sguardo per poi tornare  a guardarla seriamente. -Comunque ora sai che ho provato a parlarti molte volte in queste settimane ma non ne ho mai trovato il coraggio. E so di essere stato un idiota e di averti ferita. Quando mi hai baciato alla spiaggia mi è sembrato di vivere un sogno, prima di cominciare a pensare a...-
Amelia lo osservò preoccupata che stesse per dire quello che temeva, ovvero che non provava le stesse cose che lei provava per lui.
-...Prima di pensare a tutti i motivi per cui non ti merito- Mormorò infine incontrando il suo sguardo. -E di come tu meriti qualcun altro, per questo quando ti vedevo passare del tempo con Johnny ero combattuto. Da una parte ero geloso perché... perché insomma, è ovvio che ha una cotta per te e vederti ridere con lui, e quando vi siete baciati durante la missione...- Bucky si fermò non sapendo come continuare e alzò lo sguardo frustato per un attimo verso il soffitto. -Dall'altra invece ero sollevato perché lui è esattamente il tipo di persona che meriteresti, socievole, divertente, gentile e...-
-E?- Chiese lei quando notò che si era bloccato un'altra volta.
Bucky sospirò con un sorriso leggero. -E soprattutto non è me- Disse infine.
-James...-
-No, è così. Ne hai già passate tante e di certo stare con qualcuno come me non è quello che meriti e di cui hai bisogno. E di certo io non merito di stare con una persona meravigliosa come te- Disse sussurrando l'ultima parte.
Amy lo osservò sorpresa, il cuore le batteva forte e stava cercando di dare un senso a quello che Bucky stava dicendo ma non riusciva a trovare le parole giuste, così rimase in silenzio.
Lui la guardò con uno sguardo che le implorava di dire qualcosa. -Stamattina...- Disse infine. -Stamattina mi ero deciso di parlarti e chiedere scusa. Volevo chiederti se potevamo tornare a essere amici ma mi è bastato vederti per non capirci più niente e.... Scusami ancora, capisco se sei arrabbiata con me e non vuoi...-
Amelia alla fine riuscì a riprendersi e gli strinse le mani. -Quando smetterai di parlare di te e mi lascerai dire qualcosa?- Domandò.
Bucky sembrò andare in panico. -Scusa, io...-
-James, Peter e Ned mi prendono in giro per la mia cotta da quando ci siamo incontrati, i miei sentimenti non cambiano così rapidamente.-
Lui la guardò sorpreso. -Hai una cotta per me dalla prima volta in cui ci siamo incontrati?- Chiese stupito e con tono un po' compiaciuto.
Amy arrossì e scosse la testa. -Non è questo il punto. Volevo dire che i miei sentimenti sono gli stessi. E farai meglio a trovare un po' di autostima perché se ti sento ancora dire che non sei abbastanza per me o chiunque altro passerò le giornate  a ripeterti tutti i motivi per cui sei una delle persone più preziose dell'universo e come meriti di essere felice.-
In quel momento fu Bucky a rimanere senza parole e la guardò con lo sguardo affettuoso che le era mancato tanto in quelle settimane.
-Vuoi... Voi uscire con me allora? Organizziamo un appuntamento e...- Si fermò improvvisamente sentendola ridere. -Cosa?- Chiese preoccupato che avesse davvero cambiato idea.
Amy scosse la testa divertita. -Niente, è che hai tirato fuori la tua aria da gentiluomo degli anni quaranta.- Disse facendolo sorridere. -Comunque sì, James. Voglio uscire con te.- Affermò per poi abbracciarlo.
Bucky sorrise e la avvolse in un abbraccio caloroso per poi darle un bacio sulla fronte. Amy alzò lo sguardo su di lui con un sorrisetto dipinto sulle labbra e gli occhi sognanti. -Perché prima di baciarmi mi hai fatto promettere di non picchiarti?- Chiese in un sussurro.
Lui le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio senza distogliere gli occhi dai suoi, che sembravano attrarlo come due calamite. -Una volta hai raccontato a tutti di aver preso a pugni un tizio per evitare che ti baciasse mentre giocavate a obbligo o verità-
-Oh.- Disse Amy divertita. -Beh, sentiti libero di baciarmi quando vuoi James, prometto di non prenderti a pugni.- Disse infine continuando ad abbracciarlo.
Bucky sorrise divertito e le accarezzò la guancia prima di posare un bacio sulle sue labbra.
Dopo il primo i due condivisero lo stesso sguardo colmo di sollievo e affetto e nello stesso momento si avvicinarono per baciarsi ancora, cosa che li fece sorridere come due scemi innamorati.
Quella sera la pista di pattinaggio del quartier generale fu riempita di risate, chiacchiere, altre scuse e ovviamente altri baci.































fine.























Hey, hey. Sto scherzando.





















scena post-credit:


-Senti? Hanno smesso di litigare ora- Disse Tony mentre girava ad una curva.
Pepper guardò nel sedile posteriore e sorrise divertita. -Sembrano andare molto d'accordo nel sonno.- Affermò.
Tony lanciò un'occhiata allo specchietto retrovisore e sorrise vedendo i due dormire quasi abbracciati. -Puoi fare loro una foto e mandarla a Amy?-
Pepper sorrise e acconsentì alla sua richiesta.
Dopo un po' Tony sbuffò. -Non ha ancora risposto?- 
-Non ti pare di essere un po' impaziente?- Gli chiese la moglie alzando gli occhi al cielo.
-Di solito risponde in due secondi, è sempre attaccata al cellulare-
-Beh, magari in questo momento ha qualcosa di meglio da fare-
Tony pensò qualche secondo per poi dire: -No, non credo-

















_Angolo autrice

Thanos ha schioccato le dita e mi ha fatta scomparire, date la colpa a lui, non a me.
Se vi consola tra i propositi del nuovo anno ho scritto di aggiornare più spesso quindi ci proverò seriamente questa volta.
Cosa ne pensate del capitolo? Ma soprattutto cosa ne pensate di Amy e Bucky? È quello che aspettavate, no?
O magari no, chi lo sa.
Spero che vi sia piaciuto e che non abbia fatto troppi errori perché voglio sbrigarmi ad aggiornare.
Ancora miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiille grazie a chi ha inserito la storia tra preferite/seguite/ ricordate, chi segue la storia silenziosamente e chi mi lascia sempre qualche commento.
Se avete voglia scrivete quello che pensate qui sotto, anche un "fai schifo" può andare.
Magari non proprio "fai schifo" ma insomma, avete capito.
Spero che stiate bene e che vi stiate prendendo cura di voi.
Ci vediamo al prossimo capitolo dove vedremo come si evolverà il rapporto tra Amy e Bucky e come gestiranno la cosa. Siete fiduciosi?
Alla prossima! :3

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Capitolo 25
*** venticinquesimo capitolo ***


La mattina dopo Amelia si girò dall'altra parte appena sentì la sveglia, come faceva di solito. La lasciò suonare per un po', ma per una strana ragione non si sentiva del tutto disturbata dal suono e dalla prospettiva di svegliarsi, cercò di pensare se ci fosse qualche avvenimeno speciale quel giorno, ma non ricordava niente di importante a settembre.
Beh, a parte il compleanno di Sam. A quel punto si alzò leggermente sui gomiti con espressione confusa. -Ho pwe...- Sbadigliò socchiudendo gli occhi. -Il rw.... rewgalo per Sam?- Mormorò con voce assonnata.
Poi si alzò stancamente per far fermare la sveglia e sorrise soddisfatta vedendo il regalo già incartato sulla sua scrivania, anche se mancava ancora qualche giorno.
Mentre si stiracchiava si ricordò improvvisamente perché era alquanto felice di alzarsi dal letto e con un sorrisetto ripensò a cosa era successo la sera prima con Bucky.
Dopo aver passato un po' di tempo sulla pista di pattinaggio dove si erano scambiati qualche timido bacio, i due avevano deciso di fare un salto in cucina per uno spuntino di mezzanotte e prima di salutarla Bucky le aveva dato un bacio sulla fronte che le aveva fatto sentire le farfalle nello stomaco.
Girò su se stessa una o due volte prima di dirigersi in bagno con il solito sorrisetto.
Si sentiva al settimo cielo e quasi le venne l'idea di preparare pancake per tutta la squadra.
Infatti, dopo essersi allenata con Wanda, si ritrovò in cucina a mescolare l'impasto e a canticchiare una canzone che passava alla radio. Mentre cominciava a cuocere i primi aggiungendo qualche mirtillo, la squadra cominciò a entrare in cucina e si guadagnò delle occhiate incuriosite.
-Questo è uno dei miei profumi preferiti.- Affermò Sam andando a curiosare.
-Tutti i tuoi profumi preferiti riguardano il cibo- Osservò Natasha mentre si versava del caffè in una tazza con la scritta "best auntie".
Sam sorrise divertito quando Amy gli porse un piatto con i primi pancake ai mirtilli ancora caldi e andò a sedersi al tavolo. -Mi piace anche l'odore del mare.-
-Se mi dai altri dettagli ti faccio un profilo su Tinder- Affermò Nat per poi prendere un piatto. -Ce ne sono con le gocce di cioccolato?- Chiese ad Amelia, la quale annuì prendendo l'altra ciotola per versare il composto sulla padella.
-Due minuti e sono pronti- Disse continuando a canticchiare tra sè e sè.
La rossa la guardò con un sopracciglio alzato e la osservò mentre sorrideva da sola. -Qualcuno si è svegliato dalla parte giusta del letto stamattina- mormorò perché sentisse solo lei.
-Mhmh, si avvicina l'autunno e l'aria profuma di foglie-
A quel commento Natasha non seppe se ridere o preoccuparsi per la salute mentale dell'amica. -Anche poetessa è diventata dal giorno alla notte- Mormorò mentre andava a sedersi accanto a Sam dopo essere stata servita.
Anche gli altri dovevano aver finito perché cominciarono a entrare in cucina, a parte Wanda e Visione che avevano deciso di prendere una mattinata solo per loro dopo l'allenamento.
Clint andò subito a riporre le cose che Amelia non usava più per metterle nella lavastoviglie e la aiutò a finire gli ultimi pancake. Sorrise pensando che almeno lui, avendo una famiglia, era abituato a dividere i compiti nelle faccende domestiche.
-C'è qualche ricorrenza speciale?- Chiese Steve.
-Manca ancora qualche giorno al mio compleanno- Annunciò Sam facendo alzare gli occhi al cielo a mezza stanza.
-Credo tu debba ricordarcelo, non lo abbiamo ancora capito dopo le ultime trentasette volte- Gli disse Bucky passandogli accanto per andare a riempire il suo piatto.
-C'è davvero bisogno di un'occorenza speciale per i pancake?- Chiese Amy prendendo il piatto dalle mani di Bucky. -Mirtilli o cioccolato?- Gli chiese cercando di non guardarlo per evitare di balbettare.
-Entrambi?- Chiese con tono speranzoso.
Amy a quel punto non riuscì a trattenersi e alzò lo sguardo su di lui. Non riuscì a evitare il sorriso che spuntò all'improvviso sul suo viso. -Ottima scelta James- Disse per poi sorprendersi del sottotono che prese la sua voce chiamandolo per nome.
Lui per tutta risposta le fece l'occhiolino, facendola arrossire.
Sì, stavano decisamente flirtando.
-Ecco a te, James.- Gli disse riempiendo il suo piatto di pancake, non lo avrebbe mai ammesso ma per lui aveva lasciato da parte quelli venuti meglio.
-Grazie Fiocco di neve- Le mormorò affettuosamente prima che Steve li raggiungesse.
-Posso avere quelli al cioccolato?-
-Sei arrivato tardi, li ho finiti io- Gli disse Bucky soddisfatto.
-Tranquillo Steve, quelli ai mirtilli sono comunque deliziosi- Disse Amy riempiendo due piatti per lei e Steve. -E poi c'è la glassa al cioccolato.-
-Preferisco lo sciroppo d'acero- Disse andando a sedersi.
Amy sorrise divertita e andò a sedersi accanto a Bucky, soprattutto perché era l'unico posto non occupato. -D'accordo Capitan Canada- Disse facendo ridere la squadra.
Steve alzò gli occhi al cielo versando lo sciroppo d'acero sui suoi pancake. -Non vorrei essere ripetitivo, ma tu, Tony e Howard avete delle somiglianze sconcertanti-
-Per fortuna le somiglianze si limitano all'umorismo e all'uso di nomignoli- Le sussurrò Bucky mentre gli altri cominciavano a parlare di cosa avrebbero fatto per il compleanno di Sam.
Lei lo guardò divertita e allungò un ciuffo di capelli per metterlo sotto il naso. -Cosa c'è? Non mi ci vedi con baffi e pizzetto?-
Bucky diventò serio all'improvviso -Potrei sopportare una barba, ma il pizzetto...- Disse seriamente facendola scoppiare a ridere, al che lui la seguì subito con una risata un po' più contenuta.
All'improvviso si accorsero che la cucina era diventata silenziosa e notarono che gli altri li stavano osservando.
-Cosa?- Chiese Amy confusa.
-Voi non avevate litigato?- Chiese Bruce facendo riferimento per la prima volta dopo settimane all'elefante nella stanza.
Infatti tutta la squadra aveva notato che i due non si erano parlati per un bel pezzo, ma nessuno aveva mai osato tirare fuori la cosa come aveva fatto Bruce in quel momento. Di conseguenza Natasha gli diede una piccola gomitata.
Amelia arrossì e cercò di trovare qualcosa di appropriato da dire ma Bucky la anticipò.
-Questo è quello che succede quando qualcuno vi mette la polvere urticante nel costume da bagno, si merita il trattamento del silenzio.- Affermò richiamando la polvere urticante di cui aveva parlato Amelia prima che partissero per la vacanza.
Gli altri rimasero in silenzio per un po' pensando fosse uno scherzo e alla fine scoppiarono a ridere.
-Se è così io non verrò più in vacanza con voi- Affermò Sam facendoli ridere di nuovo.
Amy sorrise e scosse la testa tornando a concentrarsi sulla sua colazione. Notò che Steve e Sam si scambiarono uno sguardo sollevato, evidentemente contenti di non doversi più preoccupare della questione spinosa.
Natasha invece le lanciò un sorrisetto soddisfatto, al quale rispose alzando gli occhi al cielo. Non sarebbe mai riuscita a nasconderle del tutto qualcosa, ma aveva già in mente di renderle la cosa difficile evitando di regalarle dettagli.
Dopo la colazione la squadra si disperse per godersi il proprio tempo libero prima della riunione che avrebbero avuto nel pomeriggio.
Amelia stava tornando nella sua camera quando qualcuno le passò accanto sfiorandole la mano. -Hey.-
-Hey.- Sussurrò lei di rimando alzando lo sguardo su Bucky.
Lui si guardò intorno per accertarsi che fossero soli. -Non so quanto durerà la riunione di oggi, quindi che ne dici se ci organizziamo per domani sera?-
-Solo se posso organizzare io- Affermò Amelia guadagnandosi uno sguardo sorpreso.
Bucky si portò una mano al cuore. -Offendi il mio orgoglio di gentiluomo degli anni quaranta ora- Disse facendola ridere. -Ma forse è meglio così dato che tutti i posti a cui penso ormai non esistono più- Osservò poi. -Pensi che desteremo troppi sospetti se ce la filiamo entrambi con la moto di Steve?-
Amy sorrise divertita. -Decisamente. Nat sa già qualcosa, ti avverto.-
Bucky rilasciò un sospiro annoiato. -Certo, mi ha insultato in russo molte volte nelle ultime settimane.-
-Davvero? Beh, Nat ha sempre ragione- Osservò. Al che lui la guardò offeso. -Sto scherzando, dai. Comunque tranquillo, penserò anche a quello- Disse poi.
-Ora sì che mi sento inutile- Commentò facendola ridacchiare.
-Tu pensa a portare il tuo bel faccino- Gli disse mentre apriva la porta della camera.
-Oh, ora ho un bel faccino?- Chiese con mezzo sorriso appogiandosi allo stipite della porta per poi incrociare le braccia al petto. -Altro che dovrei sapere?- Chiese senza distogliere lo sguardo dal suo.
Amelia cercò di rimanere impassibile ma sapeva che in quel momento sul suo viso si potevano osservare diverse sfumature di rosso. -No, nient'altro. Solo un bel faccino.- Affermò incrociando le braccia a sua volta.
-Ouch.- Disse portandosi nuovamente la mano al cuore. -Amy, mi stai uccidendo proprio qui.-
Lei alzò gli occhi al cielo divertita e stava per dire qualcosa quando Sam passò nel corridoio. -Hey. Gatto.- Disse portando Freddie nella camera di Amelia. -Puoi tenerlo sotto controllo? Viene sempre nella mia camera e mi porta via i calzini.-
Amy cercò di non ridere. -Oh, allora sono i tuoi. Ce ne deve essere qualche altro paio sotto il letto.-
Sam andò a prendere i suoi calzini per poi lasciare la stanza mormorando: -Il tuo gatto è strano-.
Bucky e Amelia si scambiarono uno sguardo divertito prima che lei lo spingesse fuori. -Ora se vuoi scusarmi... Ho un appuntamento da organizzare- Affermò senza riuscire ad evitare un sorrisetto compiaciuto alla parola "appuntamento".
-E io vado ad occuparmi del mio bel faccino- Disse lui facendole l'occhiolino prima di allontanarsi.
Amy ridacchiò e chiuse la porta. Prese posto alla scrivania e accese il computer, era ora di fare qualche ricerca per vedere se New York aveva quello che stava cercando di organizzare.
E così cominciò.


Amelia aveva organizzato tutto. Aveva pronta una lista di posti che richiamavano i periodi che Bucky si era perso.
Aveva in mente di cominciare da un locale anni quaranta che aveva una sala da ballo, non era sicura di quanto storicamente accurato fosse, ma sapeva che Bucky se lo sarebbe fatto andare bene comunque.
Il peggio che poteva succedere era farsi elencare tutte le cose fuori posto da Bucky, ma dato che le piaceva sentirlo parlare di cose che solo lui capiva non ci vedeva nessun problema.
Durante la riunione continuava a pensare alla possibilità di comprare un nuovo vestito per l'appuntamento, Steve sembrò notare la sua distrazione e ogni tanto le faceva qualche domanda per assicurarsi che non si perdesse le parti importanti.
-Conosco quello sguardo- Le disse Natasha mentre uscivano dalla sala.
-Quindi sai che ho fame.- Affermò Amy facendole alzare gli occhi al cielo.
Allora guardò dietro di loro con un sorrisetto. -Wanda, un aiutino?-
La suddetta allungò il passo per raggiungerle. -Devo leggere nel pensiero di Barnes o vuoi ammetterlo?-
E prima che le due la prendessero sotto braccio per portarla chissà dove, lei fece apparire un portale nel pavimento e ci saltò dentro finendo direttamente sul suo letto. Poi aprì un altro mini portale e ci entrò con un braccio per prendere una mela dalla cucina. Sentì la voce di Sam dire -Amy, quante volte ti ho detto che questa cosa è inquietante?-
Per tutta risposta lei ridacchiò e chiuse il portale.
Quando finì la sua mela tornò a pensare a quale vestito sarebbe potuto andare bene per l'appuntamento. Fece anche un'accurata ricerca su internet e stava per comprare un vestito che aveva attirato la sua attenzione quando si ricordò di una cosa.
Saltò giù dal letto facendo quasi cadere il computer e corse all'armadio, cominciando a passare tra i vestiti finché non ne tirò fuori uno.
All'improvviso si sentì molto stupida per essersene dimenticata.
Il vestito che aveva preso per il compleanno di Bucky.
Sembrava l'altro ieri e invece erano passati un paio di mesi da quando aveva ballato per la prima volta con Bucky. Sorrise tra sè cominciando a fantasticare sull'imminente appuntamento.


Il pomeriggio dopo era seduta sul bordo della vasca da bagno cercando di non scaraventare la piastra per boccoli contro il muro per la frustrazione.
C'era una ciocca di capelli che non riusciva a sistemare e la cosa la innervosiva.
Sì, era nervosa per il boccolo che non le veniva, non per l'appuntamento. O almeno era quello che voleva credere. Non aveva alcun senso essere nervosa per il suo primo appuntamento con James Buchanan Barnes, no?
-O forse sì...- Mormorò posando la piastra un attimo per cercare di calmarsi.
Freddie si alzò dal tappetino sotto il lavandino per stiracchiarsi e la osservò incuriosito.
-Non trovi? Abbiamo già espresso i nostri sentimenti e tutte quelle cose che si dicono le coppie alla fine del film- Disse cercando di fermare i capelli con una forcina. -Forse è per questo che sono un po' agitata, i libri e i film non spiegano mai cosa succede dopo. Dicono "È solo l'inizio" e poi fanno partire i titoli di coda, ti pare giusto?- Chiese riuscendo finalmente a fermare i capelli per poi guardare il gatto che si stava appisolando di nuovo. -Stai diventando pigro con il riscaldamento a pavimento- Commentò per poi sospirare e tornare a sedersi sulla vasca, ma saltò di nuovo in piedi soffocando uno strillo.
Si sentì bruciare un punto dietro la coscia, poco sopra il ginocchio. E solo allora si accorse di aver appoggiato la piastra sulla vasca.
Imprecò sottovoce spegnendo la piastra e fece apparire un portale per correre nell'infermeria del quartier generale, dove passò quasi un'ora a farsi rimproverare da Bruce per la sua sbadataggine, ma ci guadagnò anche un lecca lecca alla fragola.
Quando uscì guardò l'ora e stava per creare un altro portale per arrivare direttamente in camera ma si fermò quando sentì qualcuno chiamarla. Si girò e vide Bucky camminare verso di lei.
-Hey.-
-Hey Bucky, stavo andando a...- Cominciò per poi interrompersi quando lui scosse la testa.
-Scusa Amy, ricordi la riunione di ieri?-
Lei ci pensò su e sembrò ricordarsi solo del vestito da indossare. -Mh... sì? Era ieri, perché dovrei dimenticarmene?- Disse velocemente.
Lui la guardò incuriosito ma poi continuò. -Hanno chiamato me e Sam, partiamo stasera, scusa...-
Amy lo guardò sorpresa e un po' delusa. -Oh... Allora dobbiamo rimandare-
-Già, scusa ancora...-
-Almeno passi un po' di tempo con Sam-
A quel commento lui ridacchiò. -Saltare l'appuntamento con te per passare del tempo con Sam, un sogno- Disse con tono sarcastico facendola ridere. -Comunque, carini i boccoli, ti stavi preparando?- Chiese prendendole un ciuffo di capelli tra le dita.
Lei arrossì leggermente. -Mi faccio sempre i boccoli...- Disse imbarazzata-
Bucky annuì divertito, poi corrucciò lo sguardo. -Cosa hai fatto alla gamba?- Chiese accorgendosi della fasciatura che aveva sopra il ginocchio.
-Si è ustionata con la piastra per boccoli- Affermò Bruce che passava di lì senza distogliere lo sguardo dai suoi appunti per poi sparire dietro la porta del laboratorio.
Lui la guardò preoccupato e incuriosito.
-...Mi sono seduta per sbaglio sulla piastra mentre parlavo con Freddie- Confessò imbarazzata.
Bucky la osservò per qualche secondo prima di uscirsene con : -Devo soffermarmi su te che parli con Freddie, sul fatto che ti sei seduta sulla piastra per capelli finendo per ustionarti, o sottolineare la parte in cui ti stavi facendo carina per il nostro appuntamento?- 
Amelia lo guardò sorpresa e un po' imbarazzata, ma poi ridacchiò. -Davvero James, credo stia saltando fuori il tuo charme degli anni quaranta. Perché lo tenevi nascosto?-
-Aspettavo solo di essere baciato in mezzo all'oceano dalla mezza-aliena più carina che esista- Disse con un sorriso sghembo facendola arrossire.
-Sono l'unica mezza-aliena che conosci- Replicò fingendosi offesa.
Bucky ridacchiò divertito. -Va bene, togli mezza-aliena- Le disse facendole l'occhiolino prima che Sam li raggiungesse.
-Pronto Buck?-
-Sì, ciao Amy- Le disse per poi allontanarsi con l'amico.
-Cosa si è fatta alla gamba?- Chiese Sam.
Bucky alzò le spalle. -Si è rovesciata addosso il caramello mentre faceva i popcorn-
-Oh...- Disse Sam guardandola un'ultima volta prima di uscire.
-NON È VERO!!- Esclamò Amy indignata.
Bucky cercò di non ridere e le fece un ultimo cenno di saluto prima di uscire.
Amelia sbuffò divertita. Non sapeva da dove fosse saltata fuori questa parte di James ma era felice di poter essere l'unica a tirarla fuori.
Di certo non sarebbe morta per qualche complimento in più dall'uomo dei suoi sogni, no?


Quando i due fecero ritorno dalla missione, Amy e Bucky non ebbero nemmeno il tempo di scambiarsi una parola che Fury chiamò lei, Rhodey, Natasha e Clint per un'altra missione che li tenne occupati per qualche giorno.
Al ritorno Amy era stanca morta ma era comunque decisa ad andare a bussare alla porta di Bucky per avere il suo appuntamento. Questo prima che Rhodey la obbligasse a compilare il rapporto della missione insieme a lui dato che Nat e Clint se l'erano data a gambe prima che potesse incastrare anche loro.
Amy si ritrovò persino a fingere un broncio. -Sai Rhodey, sei lo zio che non ho mai avuto, ti ammiro così tanto e...-
Rhodes le sorrise scompigliandole i capelli. -Come sei dolce.- Affermò per poi tornare a lavorare al computer. -Ora mettiti al lavoro.-
-Oh andiamo!- Protestò lei incrociando le braccia, cosa che fece ridere l'uomo.
Quando ebbero finito era comunque troppo tardi e Amelia raggiunse gli altri nella sala dove erano tutti mezzi addormentati su divani e poltrone con un film di Clint Eastwood in sottofondo.
Rubò un cuscino a Nat guadagnandosi qualche borbottio e andò a sedersi per terra. Prima di rivolgere l'attenzione al film guardò Bucky seduto di fronte a lei e gli rivolse un sorriso di scuse.
Lui scosse la testa con un sorriso e continuarono a guardarsi finché una sparatoia alla tv non la fece sobbalzare.
Quando tornò a guardare Bucky, lui cercava di non ridere e lei alzò gli occhi al cielo dopo avergli fatto la linguaccia.

Poi ci furono altre riunioni, il compleanno di Sam, altre missioni, Amy che doveva fare da babysitter a Morgan dopo essersi dimenticata di averlo promesso a Pepper e Tony, Steve che le rubava Bucky, missioni, riunioni, conferenze stampa, missioni...
Era un giorno stranamente tranquillo e a Bucky e Amelia era bastato un solo sguardo durante il pranzo per capire che quello era il giorno giusto per l'appuntamento.
Amy era corsa in camera ed era a metà della tortura con la piastra per boccoli quando cominciò a risuonare l'allarme per tutto il quartier generale.
-Mi prendi per...- Cominciò per poi essere interrotta dalla porta che si apriva.
-Steve ci vuole nel quinjet in quattro minuti!- Esclamò Wanda per poi richiudere la porta.
Amelia sbuffò e rimise al suo posto la piastra per poi correre a dare da mangiare a Freddie. -Non mangiare troppo in fretta- Gli raccomandò per poi recuperare il braccialetto e infilarlo al polso. -Addio appuntamento...- Mormorò prima di premere il fiocco di neve sul braccialetto, subito dopo creò un portale ed entrò direttamente nel Quinjet.
Dato che era apparsa proprio dietro i sedili di pilotaggio fece sobbalzare Clint. -Fiocco di neve.-
-Occhio di anatra.- Replicò lei.
-Hey. Questa da dove...- Ma non ebbe il tempo di finire che Steve cominciò a parlare quando gli ultimi arrivati raggiunsero il Quinjet.
Amy gli rivolse un sorrisetto divertito facendogli alzare gli occhi al cielo mentre andava a prendere posto accanto a Wanda.
-Fury ci ha chiamato per recuperare degli agenti dello Shield da una missione. Le cose si sono messe male e sono intrappolati in un edificio e ci sono delle probabilità che venga fatto esplodere per coprire le tracce dell'organizzazione che ci stava lavorando. Non è andato nei dettagli ma possiamo presumere che ci siano sostanze tossiche tra le cose su cui lavoravano quindi dobbiamo essere cauti. Oltre ai nostri agenti ci sono civili e membri del personale da evacuare.-
Amelia si mosse nervosamente sentendo i dettagli della missione e annuì quando Steve chiamò il suo nome dicendole che in caso estremo avrebbero avuto bisogno dei portali. Si rilassò solo quando Steve andò a parlare con Clint per controllare la loro posizione e qualcuno le strinse la mano.
Posò lo sguardo sulla persona alla sua sinistra e si tranquillizzò incontrando gli occhi azzurri che tanto aveva sognato negli ultimi anni. -Hey.- Gli disse.
Bucky le sorrise leggermente. -Credi che siamo le vittime di un complotto?- Le sussurrò.
-Se questo non è un complotto il destino ci odia.- Sussurrò di rimando.
Lui ridacchiò scuotendo la testa. -Potremmo licenziarci- Propose in un sussurro e Amelia disse alla tuta di scoprirle il viso per guardarlo meglio. Bucky sorrise sollevato incontrando il suo sguardo. -Eccoti.-
Amy sorrise. -E cosa potremmo fare?- Chiese incuriosita.
Bucky distolse lo sguardo dal suo per osservare il soffitto in modo pensioroso. -Apriamo un panificio?-
Lei cominciò a ridere e Bucky le lasciò la mano quando gli altri guardarono incuriositi in quella direzione cercando di trovare la fonte dell'ilarità.
-Dieci minuti- Avvisò Steve distogliendo l'attenzione dai due.
Amelia guardò gli altri tornare a concentrarsi su quello che stavano facendo prima e tornò a guardare Bucky con un sorrisetto. -Un panificio, davvero? Vuoi alzarti alle quattro di mattina per fare il pane?-
Lui ci pensò su. -Non posso fare il pane ad un orario decente?- Chiese rubandole un'altra serie di risatine.
-Sai fare il pane?-
Bucky si girò verso di lei con espressione seria. -Ma fatto in vita mia- Affermò per poi ridere insieme a lei.
In quel momento Bruce passò accanto a loro dopo essere andato a parlare con Clint. -Stavolta nessuna ustione?- Chiese indicandole i capelli.
Amelia si rese conto che avere metà acconciatura fatta e l'altra metà ancora da fare doveva darle un'aria ridicola. Assottigliò lo sguardo e guardò Natasha. -Nat, Bruce mi prende in giro-
-Se Bruce prende in giro qualcuno vuol dire che se lo è meritato- Disse la rossa con un sorrisetto divertito.
-Hey!-
-Siamo arrivati- Comunicò Steve. -Ricordate quello che ho detto e non fate di testa vostra- Disse lanciando un'occhiata a Clint e Natasha, che fecero finta di niente.
La squadra cominciò a calarsi sul tetto dell'edificio, Natasha e Clint con i loro aggeggi da spia, Wanda, Visione, Sam e Rhodey volando. Steve invece saltò facendo prendere un colpo ad Amelia, la quale tirò un sospiro di sollievo notando come atterrava abilmente sul tetto.
Bucky stava per seguirlo quando lei lo fermò. -Non credo proprio.- Disse facendo apparire un portale.
-Mi togli tutto il divertimento- Mormorò Bucky prima di attraversarlo.
Amy alzò gli occhi al cielo. -Mi togli tutto il divertimento...- Disse cercando di imitarlo.
Bruce ridacchiò andando alla postazione di pilotaggio. -Fai attenzione-
-Sai che solo la piastra per boccoli può ferirmi- Affermò Amy per poi attraversare il portale.
Si divisero per coprire ogni piano dell'edificio e assicurarsi di non lasciare indietro nessuno. La maggior parte delle persone che stavano evacuando non sapevano nemmeno di far parte di un'organizzazione segreta, ma di quello si sarebbe occupato Fury.
Mentre gli altri si occupavano dell'evacuazione, Amelia stava scendendo verso i piani sotterranei quando sentì qualcuno parlare.
-Lo hai detto anche tu, il LAD serve a poco se non c'è il LESS. Quindi smettila di provare ad aggirare il problema- Disse una voce femminile.
-Perché ricordi sempre quello che dico?- Si lamentò un'altra voce. -Comunque sì, ma stiamo parlando di un'intelligenza artificiale. Qualcuno deve per forza avere il controllo su tutto, ma non è detto che si trovi nell'edificio, potrebbero farlo da qualsiasi posto.-
Amy si avvicinò alla porta cercando di non fare rumore ma si fermò di colpo quando il suo piede andò a sbattere contro qualcosa. Guardò a terra e spalancò gli occhi trattenendo un conato di vomito pensando alla peggiore delle ipotesi quando vide un braccio spuntare dalla stanza.
-Elsa?- Sussurrò nella tuta.
L'I.A. rispose subito senza aspettare domande specifiche. -Battito rilevato. Temperatura corporea nella norma, sembra aver perso i sensi.- Dichiarò.
Amelia si tranquillizzò, o almeno finché non riuscì a dare un'occhiata alla stanza da cui provenivano le voci e vide una decina di corpi stesi a terra mentre due figure che ora stavano discutendo di qualcosa di scientifico le davano le spalle.
Solo finché uno dei due non nominò Fury si tranquillizzò capendo che erano gli agenti che erano venuti a recuperare.
Si schiarì la voce. -Ehm... Che succede amici?- Chiese per poi rendersi conto di aver appena citato Bugs Bunny. I due si girarono e la donna le lanciò un cacciavite, prontamente bloccato da un campo di forza. -Woah. Non ci andate piano, eh?-
-Ha veramente citato Bugs Bunny?- Chiese l'uomo divertito. Amelia si trattenne dal darsi uuna sberla per l'imbarazzo.
-È un Avenger.- Gli rispose semplicemente l'altra.
-Uhm... Okay? Sono un po' offesa in questo momento- Disse Amy avvicinandosi. -Sono...-
-Frost Woman, lo sappiamo- Dissero i due all'unisono.
-Io sono Simmons, lui è Fitz. Cosa ci fai qui?- Le chiese la donna.
Amelia stava per rispondere quando qualcuno cadde dal soffitto. O meglio, dal condotto dell'aria. E per un momento Amy pensò che fosse Clint, ma poi si rese conto che l'uomo era leggermente più in là con gli anni rispetto al suo compagno di squadra.
-Fitz, Simmons. Spero siate a buon punto perché Fury ha minacciato di chiamare gli Avengers se non ci diamo una mo... Oh, ciao- Disse l'uomo notando finalmente la presenza di Amelia, la quale era ancora ferma alla porta, un po' incerta sul da farsi.
-Fury ci ha mandati per recuperarvi- Disse chiarendo ogni dubbio, ma guadagnò solo degli sbuffi infastiditi dai tre. -Ma non siamo i benvenuti temo- Continuò constatando l'ovvio.
A quel punto una testa spuntò dal condotto dell'aria da dove era caduto l'uomo. -Coulson, è meglio se non ti fai vedere qui... Oh, hey. Io sono Daisy.- Disse la nuova arrivata facendole un cenno.
-Am... Ehm, voglio dire... Frost Woman- Disse Amy.
-Hai già detto alla stampa che ti chiami Amelia- Disse Simmons mentre tornava a studiare dei codici al computer.
-Giusto.- Ammise Amelia avvicinandosi di qualche passo evitando di calpestare le persone a terra. -Fury ha detto che eravate in pericolo-
-Non siamo in pericolo- Dissero Simmons e Fitz.
-Solo un po'- Disse Daisy dal soffitto. -Andiamo Phil, May ti vuole in macchina mentre loro risolvono qua.-
L'uomo annuì e guardò Amelia. -È stato un piacere conoscerti- poi guardò Simmons e Fitz. -Sbrigatevi qui, mi raccomando- Disse con tono da comandante accompagnato però da uno sguardo preoccupato che Amelia non mancò di notare. Poi salì sul tavolo e sparì di nuovo nel condotto dell'aria insieme a Daisy.
A quel punto Amelia si avvicinò ai due. -Sta per far saltare tutto?- Chiese esaminando il macchinario attaccato al muro che stava cominciando a fare rumori strani.
-Grazie Sherlock- Dissero i due all'unisono.
Amelia alzò gli occhi al cielo esasperata. -Posso creare un campo di forza per intrappolare l'esplosione e...-
-C'è un macchinario così in altri due piani e qualcuno sta controllando il sistema da fuori l'edificio. È inutile, avremmo appena il tempo di neutralizzare questo- Spiegò Simmons dando un calcio al tavolo.
Fitz le sfiorò la mano per cercare di calmarla ma anche lui sembrava teso.
-Mentre voi provate a neutralizzare questo io e Wanda possiamo occuparci degli altri due-
I due guardarono Amelia, poi si guardarono e cominciarono a parlottare tra loro e alla fine Simmons cominciò a farsi una coda per evitare che i capelli le finissero in faccia e Fitz si riavvicinò al computer.
-Quinto e ottavo piano, attenta a non esplodere- Disse quest'ultimo tornando a provare qualcos'altro insieme a Simmons.
Amy annuì, anche se ormai i due erano troppo concentrati a discutere su come procedere quindi corse fuori e risalì le scale in cerca di Wanda, ma un'altra rossa le bloccò la strada.
-Barnes sta impazzendo perché non hai acceso il microfono- Disse Nat prima di spostarle i capelli e attivarlo lei stessa.
-Oh...- Disse prima di essere travolta dalle voci della squadra.
-Visione, mi serve copertura al secondo piano- 
-Sì signor capitano- Rispose il suddetto facendo ridere la squadra.
-Davvero Visione? Anche tu?- Chiese Steve in tono esasperato.
Amy cercò di non ridere. -Hey, solo io posso prendere in giro Stevie. -Replicò divertita.
Dopo qualche borbottio sentì distintamente la sua voce preferita dire: -Ma guarda chi si è ricordata di attivare il microfono-
-Scusa Barnes, ho incontrato i nostri cari agenti al piano di sotto e sono impegnati a tenere sotto controllo le esplosioni imminenti. Wanda?- Chiese poi mentre saliva le scale con Nat.
-Ci sono- Rispose Wanda dopo qualche secondo.
-Tu vai al quinto piano, io all'ottavo. Potrebbe essere arrivato il momento delle esplosioni-
-Oh? Okay.- Rispose l'altra. -Com'è la situazione civili?- Chiese poi.
Mentre Steve dava indicazioni su come evacuare il resto delle persone presenti Nat rallentò il passo. -Li hai davvero lasciati là sotto a occuparsi di tutto?-
Amy si fermò a guardarla prima di capire che stava parlando di Simmons e Fitz. -Sì, non ero loro molto simpatica. Erano un po' scocciati perché Fury ci ha mandati senza il loro permesso-
-Sì, odio anch'io quando lo fa... Meglio se vado a controllarli- Disse facendo retromarcia.
-Non sono dei grandi fan degli Avengers-
-Sai che io sto sempre tranquilla a farmi gli affari miei, non ci saranno problemi- Disse facendole l'occhiolino.
Lei alzò gli occhi al cielo divertita e continuò a salire le scale, fermandosi per far apparire dei portali che conducevano all'esterno quando incontrava dei compagni di squadra con civili al seguito.
Stava uscendo dalle scale di servizio per raggiungere l'ottavo piano quando qualcuno le prese la mano per farla rallentare.
-Santi dei,  James!- Esclamò dopo aver fatto un salto per lo spavento. -Non dovresti essere con gli altri?-
-Sai com'è, ti ho sentita dire qualcosa di molto stupido come decidere di andare verso delle esplosioni e mi è parso giusto raggiungerti-
Amy alzò gli occhi al cielo mentre raggiungevano una porta che conduceva al complesso di uffici. -Non dovresti seguirmi-
-Se è sicuro per te, lo è anche per me- Rispose cocciutamente lui facendole alzare gli occhi al cielo. -Sai dove stai andando?-
-Ho la mappa dell'edificio, ti sorprenderesti a scoprire quante informazioni posso recuperare con la tuta.-
-Puoi entrare nei file del pentagono?-
Amelia ci pensò su mentre faceva strada. -Mhhh... No, ma può farlo Tony se glielo chiedo molto gentilmente.-
-Ovviamente...- Mormorò Bucky con un sorriso divertito.
-Da questa parte- Disse entrando in un altro degli innumerevoli uffici, ma si bloccarono quando sentirono dei colpi da una delle porte sulla destra.
I due si guardarono confusi e Bucky le fece segno di rimanere dov'era prima di avvicinarsi alla porta. -C'è qualcuno?- Chiese. -Cosa c'è?- Sussurrò poi vedendo che Amelia stava sorridendo.
-Niente, solo che era una domanda idiota.- Affermò facendogli roteare gli occhi.
-Grazie...- Mormorò prima che una voce attutita dall'altra parte della porta rispondesse.
-La porta è bloccata!-
-State indietro!- Esclamò di rimando Bucky per poi aspettare qualche secondo prima di sfondare la porta.
Ci fu un attimo di silenzio, poi una donna uscì dalla stanza con occhi spalancati. -Grazie mille. Siamo rimasti rinchiusi lì dentro per ore, andiamo- Disse tirando il braccio di qualcuno dietro di lei.
Un uomo sulla settantina con basettoni e occhiali da sole e un camice da laboratorio guardò i due con aria spaventata mentre la donna continuava a tirarlo per la manica.
Bucky e Amelia si scambiarono uno sguardo preoccupato. -Hey, aspettate un attimo.- Disse il primo avvicinandosi ai due prima che uscissero. Ma prima di poter dire qualcos'altro, la donna tirò un calcio a Bucky, che barcollò all'indietro colto di sorpresa.
Non ebbero nemmeno il tempo di reagire che tirò fuori una pistola puntandola verso Amy, la quale stava controllando Bucky e quando premette il grilletto lui bloccò prontamente la pallottola a pochi centimetri dal viso della ragazza.
Amelia guardò la mano di Bucky davanti a sè un po' sotto shock per poi tornare a guardare la donna che stava tentando di nuovo di trascinare l'uomo fuori dagli uffici. Creò un campo di forza per intrappollarla. -Sai, ti avrei anche perdonata per la pallottola ma non per il calcio.- Affermò avvicinandosi a lei.
-Qualcuno dovrebbe rivedere le sue priorità- Mormorò Bucky andandole accanto.
-Finalmente qualcuno ha fermato quella teppistella, non mi ero mai fidato di lei ma secondo voi qualcuno mi ascolta? Solo perché sto per andare in pensione non vuol dire che stia diventando automaticamente un vecchio bacucco- Si lamentò l'uomo che era stato trascinato fuori dalla stanza. Amy e Bucky si scambiarono uno sguardo divertito mentre ammanettavano la donna. -E ora perché ve ne state lì a ridere come degli scemi? Qui sta per esplodere tutto!- Esclamò.
-Giusto.- Disse Amelia riprendendosi per poi riattivare il microfono. -Capitano, persona sospetta in arrivo.- Disse per poi  aprire un portale e farci passare la donna.
-Non potete far...- Cominciò quest'ultima ma Amy aveva già chiuso il portale. -Ops.- Disse facendo ridacchiare Bucky, poi tornò a rivolgersi all'uomo. -Ora creerò un portale che la condurrà fuori dall'edificio così potrà mettersi al sicuro, va bene?-
L'uomo la guardò con la sua solita aria burbera. -Ora mi lasciate tornare al mio lavoro prima che questo posto salti per aria, ho ancora le lasagne che mi aspettano nel frigo della cucina. Quindi sbrighiamoci.- Disse per poi uscire dalla stanza.
I due rimasero a guardare la figura dell'uomo scomparire un po' sorpresi. -Ci ha offerto aiuto o ci ha dato degli incompetenti?-
-Credo tutti e due...- Rispose Amelia. -Forse più la seconda.- Disse guadagnando un cenno d'assenso da Bucky. -Mi ricorda un signore che mi ha offerto dei biscotti mentre stavo nuotando nell'oceano con Freddie- Disse poi andando nella direzione dell'uomo.
Bucky rimase lì per qualche altro secondo per poi seguirla con espressione confusa. -Hai accettato dei biscotti da uno sconosciuto??-
-Oh sì, ma era molto tempo fa, ora muoviamoci- Disse raggiungendo un laboratorio simile a quello dove aveva incontrato Simmons e Fitz. -Scusi signore? Quindi lei sa come fermare le esplosioni?-
L'uomo, che ora stava lavorando su un tablet, brontolò qualcosa tra sè per voi voltarsi verso di loro. -Chiamatemi Gary. Certo che so fermarle, ho fatto attivare io stesso il processo- Affermò orgogliosamente. E quando incontrò lo sguardo preoccupato dei due alzò le spalle. -Lo fareste anche voi se minacciassero la vostra famiglia. Ma tranquilli, risolvo tutto in due minuti.- Affermò convinto.
Amelia guardò in modo scettico prima lui e poi lo stesso macchinario che c'era al piano di sotto. -Ne è proprio sicuro?- Chiese osservando la lancetta della pressione che sembrava essere impazzita.
-Fidatevi.-
Amy spostò lo sguardo su Bucky che stava parlando sottovoce per informare il resto della squadra della situazione senza disturbare il lavoro di Gary. Sospirò e chiuse gli occhi. -Elsa?- Sussurrò nella tuta.
-Un minuto stimato per l'esplosione.-
-Gary, muoviti.- Disse posizionandosi davanti al macchinario, pronta a contenere l'esplosione.
L'uomo sbuffò. -Non mettermi pressione.-
-Era tanto per dire.- Replicò Amy sentendo salire la pressione. Cominciò a creare un primo campo di forza intorno al macchinario che l'avrebbe avvisata dell'impatto per crearne uno più forte. Guardò dietro di sè e Bucky le rivolse un piccolo sorriso che le infuse un po' di fiducia.
-Ci sono quasi...- Disse Gary.
-Dieci secondi- Disse nello stesso momento Elsa.
-Qual era il pin...- Domandò tra sè l'uomo.
-Non fa sul serio...- Cercò di rassicurarla Bucky.
-Forse 7813...-
-...Dovevamo aprire un panificio prima di finire qui...-
Amelia non rispose e chiuse gli occhi preparandosi per l'impatto. All'improvviso sentì una forza che cercava di spingerla all'indietro ma lei tenne i piedi saldi a terra e cercò di respingerla con un nuovo campo di forza. Per un momento si sentì venir meno ma bastò aprire gli occhi per vedere Bucky spingere a terra Gary mentre una parte del suo campo di forza cedeva per farla rinsavire.
L'attimo dopo i suoi capelli si erano accesi in mille fiamme e si ritrovò a levitare a pochi centimetri dal pavimento mentre con le braccia tese teneva sotto controllo le esplosioni. Stava cercando di pensare a un modo per neutralizzarle quando Gary esclamò: -Ecco fatto!- E all'improvviso si ritrovò a cadere a faccia in giù sentendo sparire la forza che la stava spingendo.
Qualcuno le fu subito accanto per aiutarla a mettersi a sedere. -Dovresti trovare un atterraggio da supereroina, questo non ha molto stile- Le disse Bucky cercando di rallegrare la situazione mentre la osservava per assicurarsi che non avesse qualche ferita.
-Tutte quelle migliori sono già state prese- Disse facendolo sorridere per poi farsi aiutare ad alzarsi.
-E ora se non vi dispiace vado a recuperare le mie lasagne e a fare la domanda per il pensionamento anticipato.- Affermò Gary uscendo dalla stanza.
Una volta messo in sicurezza l'intero edificio, la squadra si era ritrovata all'ingresso. Steve e Bruce stavano aiutando alcuni feriti quando una bambina corse tra loro urlando. -Frost Woman! Sergente Barnes!- Esclamò sorprendendo i due.
Di solito non erano loro gli eroi preferiti dai bambini. Infatti andavano quasi sempre da Captain America, Iron man e la Vedova nera.
Per questo si ritrovarono un  po' impacciati davanti alla piccola con treccine e cappellino.
-Avete salvato mio nonno!- Esclamò indicando Gary che era seduto appena fuori dall'edificio accanto a una donna dall'aria molto preoccupata. -Potete firmarmi il berretto?-
-Sicuro- Disse Amy prendendo il pennarello che Wanda aveva fatto apparire dopo aver osservato la scena divertita. -Tuo nonno è forte, sai? È riuscito a mangiare le sue lasagne?-
La piccola ridacchiò divertita. -Non ancora, mamma lo ha costretto a farsi visitare dai medici prima- Disse guardando verso il nonno che si stava facendo visitare con il contenitore delle lasagne stretto tra le mani.
Bucky le firmò il cappellino un po' incerto e rimase sorpreso quando la piccola lo abbracciò. -Grazie ancora- Disse velocemente per poi infilarsi di nuovo il cappellino e correre verso la madre e il nonno.
-Tutto bene?- Chiese Amelia notando l'aria pensierosa dell'uomo.
Bucky fece solo in tempo ad annuire prima di seguire gli altri al Quinjet.
Quando tornarono al quartier gnerale era ormai l'ora di cena. Amy capì che l'appuntamento era saltato di nuovo, quindi dopo essere uscita dalla doccia si infilò i pantaloni del pigiama e una maglietta senza troppi sensi di colpa.
Dato che avevano ancora qualche minuto prima che Sam e Visione tornassero con le pizze, andò a bussare alla porta di Bucky.
-Hey- Gli disse entrando nella stanza.
-Hey... Ti va di rimandare l'appuntamento ancora una volta?- Le chiese titubante.
Amelia lo guardò divertita. -Pensavi fossi venuta a trascinarti via per l'appuntamento vestita così?- Disse indicando i pantaloni del pigiama con gli unicorni.
-Non giudico la moda degli ultimi anni- Rispose facendola ridere.
-Eri molto silenzioso durante il ritorno- Osservò andando a sedersi ai piedi del letto.
Bucky sorrise leggermente andando a sedersi accanto a lei. -Non ti si può nascondere niente Sherlock-
-Sono un'attenta osservatrice quando si tratta di bei faccini.-
Lui rise scuotendo la testa. -Quindi osservi solo me qui dentro?-
-Ovviamente. A volte anche Steve-
-Amelia!-
Lei per tutta risposta ridacchiò. -Scherzavo, scherzavo. Allora?- Chiese poi cercando di tornare sull'argomento di prima.
Bucky spostò lo sguardo sul pavimento. -Non è niente, solo che trovo ancora strano quando le persone mi ringraziano.-
Amelia si sentì stringere il cuore a quell'affermazione e d'istinto gli prese la mano. -Beh, farai meglio ad abituartici visto che fai parte della squadra di supereroi più famosa al mondo.-
-È difficile farlo-
-Le persone con un gran cuore trovano sempre difficile accettare i ringraziamenti, e tu, James Buchanan Barnes sei la persona con il cuore più grande che conosca. E mi fa arrabbiare se penso a tutte le cose che hai dovuto vivere, ma sai perché sei la persona giusta per questa squadra? Perché anche dopo tutto il tuo dolore ti vedo risoluto a salvare delle persone senza pensarci due volte. E sei una delle persone che mi spinge a fare meglio anche quando vorrei abbandonare tutto. Quindi farai meglio ad esercitarti a fare autografi perché hai ancora molti cappellini da firmare e abbracci da ricevere James.-
Bucky la guardò sorpreso e la osservò per qualche secondo, Amy si aspettava qualche opposizione alle sue parole ma invece la colse di sorpresa con un bacio.
-Potrei fare discorsi motivazionali più spesso.- Sussurrò facendolo sorridere. 
Le fece una carezza alla guancia e fece per avvicinarsi nuovamente quando qualcuno bussò alla porta. -Hey Buck-
Amelia scattò in piedi e in pieno panico andò a nascondersi nel bagno.
Bucky cercò di non ridere e andò ad aprire la porta. -Hey punk-
Steve alzò gli occhi al cielo divertito. -Sam e Visione sono tornati, sono tutti in cucina-
-Qualche secondo e vi raggiungo- Affermò mentre Steve si alllontanava.
























*scena post-credit*

Bucky si avvicinò alla porta del bagno divertito. -Pensavo potessi teletrasportarti in camera.-
Qualche secondo dopo Amelia uscì dal bagno imbarazzata. -Senti... Steve mi coglie sempre di sorpresa.- Affermò facendolo ridere. -E non prendermi in giro. Mi merito una pizza- Disse uscendo dalla stanza.
-Io lo conterei come primo appuntamento.- Mormorò Bucky seguendola verso l'ascensore. -Anche se avrei preferito le lasagne di Gary piuttosto.-
Lei si limitò ad alzare gli occhi al cielo nascondendo un sorriso.












_Angolo autrice

Dopo tutto questo tempo? Sempre in ritardo, sì.
Ma almeno ho pubblicato quattro giorni prima del compleanno di questa fan fiction. Questo dovrebbe spingermi a impegnarmi di più per pubblicare più velocemente, vero?
Comunque... Cosa ne pensate delle romantiche disavventure di Amelia e Bucky?
Se avete voglia lasciatemi un commento qui sotto. E ora ne aprofitto per ringraziare ancora chi ha inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate, chi mi ha aggiunta agli autori preferiti, chi si ferma per lasciare quache parola, chi è arrivato da poco e chi continua a leggere la storia nonostante il mio ritardo nel pubblicare i capitoli.
Spero stiate bene, godetevi la primavera e mangiate tanti ovetti di cioccolato.
Alla prossima! :3

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Capitolo 26
*** Di danze e oceani ***


Un pomeriggio di fine settembre come tanti altri, con la luce del sole che illuminava l'intera stanza e i colori delle foglie che cominciavano a cambiare fuori dalla finestra, Freddie che dormiva acciambellato sul cuscino sotto il termosifone e la candela alla cannella che profumava l'aria, Amelia stava controllando delle cose al computer quando qualcuno bussò alla porta.
-Avanti- Disse distrattamente.
La porta si aprì e si richiuse l'attimo dopo. -È tutto così tranquillo che comincia ad essere noioso- Disse Bucky facendola voltare. -Magari potremmo movimentare la serata andando al nostro appuntamento...?- Voleva essere più sicuro ma gli uscì più come una domanda.
Amy si girò sorpresa. -Adesso?-
-Solo se ti va...- Mormorò lui stringendosi nelle spalle.
-Ma certo che mi va.- Affermò Amelia con un sorriso addolcito. -Mi preparo e arrivo-.
Così, appena la porta si richiuse, si ritrovò a mettere la camera sottosopra cercando di mantenere la calma mentre correva da una parte all'altra per prepararsi e controllando la propria immagine allo specchio ogni due secondi con Freddie che la guardava come se fosse pazza.
Si infilò in fretta il vestito che aveva indossato al compleanno di Bucky e mentre sistemava le pieghe della gonna sorrise ripensando a come quella sera si erano addormentati insieme mentre guardavano Le cronache di Narnia.
-Sembro una pazza?- Chiese poi a Freddie mentre si infilava le scarpe.
Freddie miagolò e sembrò guardarle i capelli. Lei si fissò allo specchio e sospirò. -Wanda.- Disse correndo fuori dalla porta per cominciare a bussare a quella davanti alla sua.
Stava ancora bussando quando si aprì.
Visione la guardò confuso e un po' preoccupato. -Tutto bene Amy?-
-Oh sì, Vis, tranquillo. Ho interrotto il vostro rewatch di Malcolm?- Chiese per poi sorridere quando Wanda li raggiunse alla porta.
-Puoi scommetterci, ma non di Malcolm, di Ghost whisperer-
-Non è per niente spaventoso- Disse Visione lanciando un'occhiata divertita a Wanda, la quale alzò gli occhi al cielo e gli diede una spintarella.
-Ti serviva qualcosa?- Chiese tornando a concentrarsi su Amelia, poi notò il vestito e sogghignò. -Ho qualche vago ricordo di quel vest...-
-Wanda. Puoi solo acconciarmi i capelli? Vorrei dei boccoli... Penso. Qualcosa anni quaranta?- Chiese quasi sull'orlo della disperazione controllando l'orologio.
Wanda cercò di non ridere. -Anni quaranta, eh?- Disse lanciando un'occhiata al corridoio, più precisamente alla porta di James. -Credo di poter...- Continuò osservandola per qualche secondo per poi schioccare le dita.
Amy sorrise e la ringraziò per poi correre di nuovo in camera a prendere la borsa. Lanciò un'ultima occhiata allo specchio e sorrise osservando la sua pettinatura, si passò una mano tra i boccoli pensando che avrebbe dovuto chiedere a Wanda di aiutarla anche le altre volte.
Almeno non si sarebbe ustionata la gamba per un appuntamento saltato.
-Augurami buona fortuna- Disse a Freddie che la guardò interessato per qualche secondo prima di tornare a dormire.
Amy lo prese come un segno per darsi una mossa.
Uscì dalla porta e si avvicinò a quella di Bucky nervosamente. Fece per bussare ma ci ripensò e si sistemò il vestito ancora una volta.
Poi alzò di nuovo la mano. -Andiamo...- Mormorò a se stessa per darsi un po' di coraggio.
In quel momento una porta nel corridoio si aprì.
Amelia girò la testa a sinistra e notò che era la porta di Sam. Nel panico totale si dimenticò di bussare ed entrò nella camera di James per poi chiudersi velocemente la porta alle spalle.
-Woah.- Disse Bucky e Amelia si coprì gli occhi.
-Scusa!- Esclamò in un sussurro per poi girarsi.
Sentì una risata soffocata e qualche movimento finché -Ora puoi girarti-
Amelia si girò ma tenne gli occhi coperti.
-Entrare così senza bussare spaventando a morte un nonnetto che si sta cambiando- Disse divertito avvicinandosi per poi prenderle le mani e spostargliele dolcemente dal viso. -Almeno mi ero appena infilato i pantaloni- Continuò divertito.
Amelia sospirò imbarazzata. -Scusa. Stavo per bussare e poi Sam...-
-È sempre Wilson- Disse Bucky facendola sorridere.
Poi la guardò per bene e sfoderò il suo sorriso sghembo tornando a guardarla negli occhi. -Allora è quel tipo di appuntamento. Dovrei cambiarmi?- Disse guardandosi la camicia e la giacca nera di finta pelle.
-Oh no.- Disse subito Amy tornando ad arrossire.
Bucky rise scuotendo la testa. -Non intendevo davanti a te, Amy.-
-Oh... Sì, ovvio. Andiamo?- Chiese poi cercando di cambiare discorso per dissipare l'imbarazzo.
Lui sorrise e annuì. -Se sei vestita così devo supporre che torneremo indietro nel tempo, hai chiesto aiuto  a Strange?-
-No, ma a internet sì.-
Bucky la guardò incuriosito ma non la interrogò oltre e la osservò con un sorriso mentre faceva apparire un portale.
-Pronto?- Chiese porgendogli la mano nervosamente.
Lui le prese la mano e la alzò per darle un bacio sul dorso e poi annuì in direzione del portale.
Amy arrossì ma lo seguì con un sorrisetto che non riuscì a togliersi dal viso per il resto della serata.
-Romantico.- Affermò Bucky guardandosi intorno.
-È il vicolo più romantico che conosco in effetti- Disse divertita per poi indicare la strada. -Dovrebbe essere qui vicino-
-Cosa esattamente?- Chiese lui mentre uscivano dal vicolo e cominciavano a passeggiare mano nella mano mentre la luce del sole si affievoliva sempre più lasciando spazio a quella dei lampioni. Ma alzò gli occhi al cielo quando lei cominciò a fischiettare per evitare di rispondere. -Molto maturo da parte tua-
Amelia ridacchiò e indicò un punto davanti a loro.
James alzò lo sguardo e si fermò in mezzo al marciapiede. Qualcuno quasi andò loro addosso e si lamentò ma loro non gli diedero peso. -Siamo a Brooklyn?- Chiese sorpreso. -E quella è la stessa sala da ballo dove andavo con Steve?-
-Ballavi con Steve?- Chiese Amelia divertita e rise quando lui ignorò la domanda.
-Hai fatto ristrutturare tutto apposta per l'appuntamento?-
-Che tu ci creda o no è stato chiuso per anni, lo hanno ristrutturato nel 2010 o giù di lì e a quanto pare alla gente piace, a volte bisogna persino prenotare. Ma essendo nel mezzo della settimana non dovrebbero esserci problemi-
-È pieno di nonnetti?- Chiese scherzosamente.
-Non vecchi quanto te-
Lui alzò gli occhi al cielo per poi sorriderle. -Vuoi entrare sì o no?- Le chiese una volta che ebbero attraversato la strada. -A meno che tu non voglia tirarti indietro proprio ora, paura di fare brutta figura con altri nonnetti?-
-Per quello mi sono già messa il cuore in pace- Affermò, poi fece per aprire la porta ma Bucky la anticipò e le fece cenno di entrare.
Amelia abbassò lo sguardo e si morse il labbro per nascondere il sorrisetto che le stava spuntando in viso e gli passò accanto mormorando un ringraziamento.
La parete del corridoio che portava alla sala da ballo era ricoperto di vecchie foto, una in particolare fece fermare Bucky.
-Steve Rogers, più conosciuto come Captain America frequentò spesso questa sala da ballo tra la fine degli anni trenta e l'inizio degli anni quaranta.- Lesse ad alta voce. -Certo, ce lo trascinavo io- Mormorò poi facendo ridere Amelia. Quindi tornò a guardarla. -Quindi è per questo che hai trovato la sala da ballo, ci fanno pubblicità con Stevie-
-Non siete mai andati nei dettagli, come potevo scoprirlo altrimenti?-
-Potevi chiederlo-
-E rovinare la sorpresa?-
-Sì, così avrei messo delle scarpe più eleganti-
-Le hai davvero?- Chiese Amy tornando a guardarlo.
Lui ci pensò su per un po' prima di arrendersi. -Credo di avere solo scarpe da ginnastica e scarponi- Ammise facendola ridere.
Quando si affacciarono alla sala rimasero per qualche momento a osservare le coppie che volteggiavano. Alcune graziosamente, altre meno.
-Direi che per l'età siamo a posto- Commentò Bucky spostando lo sguardo da delle coppie più anziane a quelle più giovani.
-Quindi non puoi più farmi sfigurare insieme agli altri nonnetti, perfetto.-
Bucky abbassò lo sguardo su di lei con un sorriso affettuoso. -Cosa c'è?- Chiese poi notando il suo sguardo nervoso.
Amelia scosse la testa leggermente. -Niente, è solo che la prima volta che abbiamo ballato abbiamo dormito insieme, la seconda volta mi hai lasciata in mezzo all'oceano pacifico. Mi chiedevo cosa succederà alla terza...- Disse cercando di tenere un tono scherzoso, ma la sua voce lasciò trapelare l'insicurezza che provava.
-Come minimo ti offro la cena- Le disse con un sorriso porgendole la mano.
Lei la accettò e lo seguì.
-O magari facciamo a turno, questa sera dormiamo insieme e la prossima volta che torniamo a ballare ti lascio in mezzo alloceano. Ma un altro, cambiamo oceano, non vogliamo essere ripetitivi-.
Amy alzò un sopracciglio. -James, guarda che ti pianto in asso qui sulla pista da ballo-
Lui cercò di non ridere e guidò le sue mani per prepararsi al prossimo ballo. -Questo implica che siamo ufficialmente in una relazione- Le fece notare.
Lei diventò di nuovo rossa e cominciò a balbettare qualcosa prima di essere interrotta dalle note di una canzone.
Bucky sorrise divertito. -Ah, lo swing. Eri preparata per lo swing? Perchè sai, lo swing...-
-Dì swing un'altra volta e ti swingo io-
-Visione avrebbe qualcosa da dire su questo inappropriato uso delle parole- Disse per poi farle fare una giravolta e inizare a muovere qualche passo mentre le altre coppie erano già in azione.
Amelia provò a stare dietro all'energia che riempiva la sala ma quel ballo era molto frenetico e ci voleva molta improvvisazione, per questo fu grata a James che la guidava passo per passo con molta pazienza anche se così sembravano più impacciati rispetto alle altre coppie.
Tra qualche salto e giravolta però non mancò di notare lo sguardo carico di affetto e adorazione con cui continuava a guardarla anche quando faceva un errore stupido facendolo ridere.
Non riuscì ad ignorare la dolce sensazione che provava ogni volta che tornava tra le sue braccia dopo una giravolta, una piccola parte di lei sentiva di essere tornata a casa dopo tanto tempo ma lei cercava di non darle troppo ragione.
O almeno ci provava finché non incontrava lo sguardo di Bucky e non capiva più niente.
Gli occhi azzurri che tanto la avevano tormentata e nei quali avrebbe potuto annegare guardandoli per troppo tempo. Sorrise pensando a come li aveva sognati il giorno prima di conoscerlo e come il loro primo incontro avrebbe dovuto essere uno scontro.
Beh, un po' lo era stato.
-A cosa stai pensando?- Le chiese interrompendo il flusso di pensieri in cui si stava perdendo.
Amelia scosse la testa con un sorriso mentre cambiavano di nuovo canzone, felice che ne avessero scelta una più lenta.
-Niente... Sai che non sei obbligato a tenere i guanti?- Disse poi unendo la mano destra alla sua sinistra.
Lui sorrise leggermente guardando le sue mani guantate. -E ricevere tutti quegli sguardi allarmati? No, grazie-
-Ma se pensano tutti che sia fantastico. Io per prima-
-Perché tu sei strana- Disse lui rivolgendole uno sguardo divertito per poi darle un bacio sulla fronte prima che potesse offendersi. -Strana nel senso buono- Mormorò mentre arrossiva.
I due si guardarono senza dire niente fino alla fine della canzone.
La band aveva intenzione di ricominciare con un altro swing e Bucky notò la sua espressione stanca quindi le prese la mano e uscirono dalla sala.
-Non vuoi più ballare?-
-Credo sia arrivata l'ora di cena, avevi già programmato qualcosa per questo?-
-Non del tutto, ma ci sono molti ristoranti qui intorno-
Bucky annuì e quando uscirono di nuovo in strada alzò lo sguardo al cielo per assicurarsi che il tempo tenesse ma vedendo che c'era solo qualche nuvola a coprire le stelle della sera tornò a guardarla con un sorriso. -C'è un posto molto divertente qui vicino-
-Ah sì? Non ti sei divertito abbastanza a vedere le mie mosse di ballo?- Chiese facendolo ridere.
-Oh credimi, mi sono piaciute molto. Ma i nonnetti chiedevano pietà, non avrebbero sopportato un altro nostro swing troppo lento- Disse con un sorriso chiamando un taxi.
-Non possono offendersi solo perché li intralciavamo-
-Sai che non ci sono più i nonnetti di una volta-
-Di questo ne sono molto consapevole, è una vergogna.- Commentò e lui le aprì la portiera quando il taxi si fermò davanti a loro.
-Dopo di lei signorina-
Amy si portò una mano alla fronte e con aria drammatica disse: -Che gentiluomo.- Per poi salire nella macchina sorridendo quando sentì ridere sia lui che il tassista.
-Dove vi porto?- Chiese l'uomo.
Bucky guardò Amelia con un sorriso mentre diceva -Coney Island.- E sorrise ancor di più vedendo l'espressione sorpresa sul viso di lei.
-Straccerai tutti quanti e mi vincerai un peluche super gigante come in tutte le commedie romantiche esistenti?- Chiese Amy con tono sarcastico. Anche se in realtà lo voleva davvero il peluche.
Lui alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. -Se usi questo tono me lo tengo io-
-Oh no.- Disse subito lei. -Sei così bravo, forte e possente. Me lo vinci un peluche?- Disse cercando di fare gli occhi dolci.
Bucky cercò di non ridere e spostò lo sguardo fuori dal finestrino. -Staremo a vedere-
Il resto del viaggio passò tranquillamente, con la musica della radio e qualche sguardo rubato seguito subito da dei sorrisi imbarazzati. Una quindicina di minuti dopo il tassista li salutò dicendo loro che erano una coppia davvero carina.
I due si diressero verso l'entrata del parco in un silenzio imbarazzante e mentre Amelia ammirava i vari pupazzi appesi sulle varie bancarelle dei giochi, Bucky se ne uscì con: -Anche il tassista pensa che siamo una coppia, ormai è ufficiale-
Amy per tutta risposta ridacchiò guardando verso le montagne russe per cercare di non mostrargli il rossore sulle guance. -È lì che Steve ha vomitato?-
-Oh sì, guarda c'è ancora lo stesso cestino- Disse meravigliato girando intorno al cestino mentre camminavano tra le giostre per decidere su quale salire.
-Vuoi andare sulle montagne russe? O vuoi mangiare e poi andare sulle montagne russe? Poi ti porto al cestino-
Lei ridacchiò. -Non so se sono vestita nel giusto modo per questo tipo di giostre- Ammise guardando il proprio vestito.
-Va bene. Se hai troppa paura possiamo andare alla giostra dei cavalli-
-Hey!- Esclamò lei offesa.
-Stavo scher... Dove stai andando?- Chiese Bucky vedendola allontanarsi per poi scuotere la testa divertito raggiungendola alla fila per le montagne russe. -Lo stiamo facendo davvero?-
-Ooooh, guarda chi si tira indietro adesso.-
Bucky alzò gli occhi al cielo. -Non mi sto tirando indietro-
-Oh davvero? A me sembra proprio che tu ti st...-
In quel momento Bucky decise che quello era il momento migliore per baciarla, cosa che non le fece capire più niente e si dimenticò tutto quello che stava dicendo due secondi prima, soprattutto quando le strinse un braccio attorno alla vita per avvicinarla ancora di più.
Stava per avvolgere le braccia attorno al collo di lui come per aggrapparsi per paura di essere portata via da qualche forza invisibile quando qualcuno sbuffò.
Avevano infatti raggiunto l'inizio della fila e l'uomo alla cassa li stava guardando con aria di rimprovero. -Ho capito tutto eh, però ho un lavoro da portare avanti-
Amy cercò di non ridere vedendo l'espressione scorbutica nascosta dietro gli occhiali da sole dell'anziano alla cassa. Aveva i capelli bianchi pettinati all'indietro e i basettoni che facevano tornare la nostalgia per gli anni settanta.
-Scusi signore- Disse Bucky tirando fuori il portafoglio per pagare i biglietti.
-Sì, sì... Muovetevi che sta per partire la prossima corsa-
I due si allontanarono ridacchiando sentendolo borbottare -Chissà quante coppiette sdolcinate devo sopportare prima di andare in pensione, almeno ai miei tempi avevano un minimo di contegno...-
-Prego- Mormorò Bucky porgendole una mano per aiutarla a salire lo scalino per arrivare ai sedili.
-Ho una confessione da fare...- Disse prendendo posto e osservando nervosamente le istruzione per metter la cintura di sicurezza cercando di seguirle correttamente.
Bucky la guardò incuriosito e le prese le mani tra le sue quando continuava a controllare la chiusura della cintura. -E questa confessione sarebbe...?-
Amelia sospirò nervosamente. -Non sono mai salita sulle montagne russe prima d'ora...-
-Oh? Beh, siamo ancora in tempo per scendere se non te la senti- Disse disegnando con il pollice dei piccoli cerchi immaginari sul dorso delle sue mani cercando di tranquillizzarla.
-No, è troppo tardi- Disse l'uomo della cassa mentre passava di lì per controllare tutti.
Proprio in quel momento le sbarre cominciarono ad abbassarsi.
-Dovremmo fare quelle discese con solo una sbarra sulle gambe?- Chiese Amelia a un tratto molto più preoccupata.
James guardò male l'uomo mentre cominciavano a muoversi e a fare la prima salita. -Hey, guarda me- Disse girandole delicatamente il volto verso di lui. -Di certo non è peggio di cadere dal piano superiore di un aereoporto per recuperare il tuo passamontagna o scendere dalla finestra del secondo piano su uno scivolo di ghiaccio- Disse guadagnando una risata dalla ragazza.
-O cadere verso il deserto dopo che l'armatura di Tony ha fatto cilecca-
Lui la guardò sorpreso -Cosa? È successo davvero?- Scosse la testa immaginandosi la scena. -In effetti non è nemmeno peggio di cadere da un treno sulle alpi- Ammise.
Lo sguardo di lei si rabbuiò. -Scusa...-
-Cosa? Credevo stessimo facendo battute sui nostri vecchi traumi-
A quell'affermazione Amelia scoppiò a ridere e sorrise più tranquilla vedendo che stavano raggiungendo la fine della salita, ma strinse comunque la mano di Bucky e chiuse gli occhi.
Ci fu quell'attimo di stallo in cui le sembrò di essere sull'orlo di un precipizio prima che cominciasse la discesa che le risucchiò tutta l'aria dai polmoni e qualcosa nel suo stomaco sembrò fare una capriola mentre la forza di gravità la schiacciava al sedile.
Non riuscì a fermare l'urlo euforico che le scappò e sentì Bucky ridere accanto a lei.
Il suo stomaco fece un'altra capriola ogni volta che andavano su e giù ma non capì se era effettivamente per quello o per il fatto che Bucky le stringeva la mano quando si avvicinavano a una discesa.
Quando scesero Amy aveva tutti i capelli arruffati, le guance arrossate dal vento e gli occhi colmi di una luce euforica che risplendeva ancor di più sotto le mille luci delle giostre. -Lo rifacciamo??- Chiese facendolo ridere. 
Lui fece per rispondere ma un gruppetto di adolescenti che erano seduti dietro di loro li sorpassarono imitando degli strani strilli.
Amelia li guardò sospettosa per poi guardare Bucky. -Aspetta... Stanno imitando me?- Chiese avendone la conferma quando il gruppetto ridacchiò guardando nella loro direzione.
-Ma no, cosa dici- Disse Bucky cercando di non ridere e passandole un braccio attorno alle spalle per dirigersi dalla parte opposta.
Lei lanciò un'ultima occhiata al gruppetto che si era radunato attorno a una fontanella e qualche secondo dopo sentirono: -Ohw! È ghiacciata!-
Bucky la guardò con un sopracciglio alzato e lei alzò le spalle. -Gli adolescenti sanno essere tremendi- Disse facendogli alzare gli occhi al cielo.
-Basta giri sulle montagne russe per te Fiocco di neve, ti rendono vendicativa-
-Oh dai, lo avresti... C'è la casa stregata, ci andiamo??- Disse indicando l'attrazione.
Lui sorrise divertito e acconsentì. Così i due passarono il resto della serata tra la casa stregata dove entrambi trovarono la scusa di stare ancora più vicini ogni volta che saltava fuori qualcosa di spaventoso, poi Amy insisté per andare sulle tazze e sulla ruota panoramica e alla fine Bucky le vinse il peluche gigante di Olaf al gioco dei palloncini.
Amy stava abbracciando forte il suo nuovo peluche e lo osservava con un sorriso orgoglioso. Erano seduti su una panchina sul molo dopo aver cercato a lungo un posto più tranquillo per mangiare delle patatine.
In sottofondo c'erano le urla e la musica del luna park ma il rumore delle onde sembrava spazzare via il resto del mondo per dare ai due qualche momento tranquillo.
Bucky la stava osservando con un sorriso affettuoso mentre le porgeva di nuovo le patatine fritte dato che continuava a distrarsi con il pupazzo. -Sto quasi diventando geloso di Olaf- Commentò.
Amelia allora ridacchiò e sistemò il pupazzo accanto a lei per poi tornare a guardarlo. -Oh James, scusami. Come ho potuto. Disse rubandogli la patatina che stava per mettere in bocca per poi mangiarla.
-Hey!- Protestò allontanando il cono di carta con le patatine.
Lei sorrise angelicamente e gli rivolse gli occhi più dolci che potesse esibire facendogli alzare gli occhi al cielo.
Bucky prese una patatina e fece per imboccarla ma poi se la mise in bocca e sorrise trionfante all'espressione della ragazza. Prima che potesse lamentarsi la sorprese catturando le labbra con le sue.
Amy si ammutolì all'istante e si sciolse nel bacio, e siccome ora avevano tutto il tempo del mondo lo attirò a sè e Bucky le carezzò dolcemente il viso mentre si allontanava di qualche centimetro per guardarla con uno sguardo che Amelia non aveva mai pensato di incontrare.
Quel tipo di sguardo che racchiudeva sia affetto che desiderio e che sembra esistere solo nei libri o nei film.
Quel tipo di sguardo che ti scaldava il cuore nelle notti più fredde e che ti faceva sentire a casa.
Prima che Amelia potesse farsi trasportare troppo dalle emozioni e dire qualcosa che forse era troppo precoce da dire in quel momento, avvicinò di nuovo le labbra a quelle di lui e si persero in un altro lungo bacio.
Erano così presi l'uno dall'altra che Bucky, allungando il braccio per rendele la posizione più comoda quasi fece cadere il peluche.
-Mf..Olaf!- Esclamò Amelia girandosi per raccoglierlo ma lui la tenne stretta e quello fu abbastanza per farla distrarre.
Qualche secondo dopo si staccarono per riprendere aria e si guardarono con dei sorrisi carichi di sentimenti.
Bucky si allungò per raccogliere il peluche e facendolo ne approfittò per lasciarle un bacio sulla fronte. -Scusa Olaf, ma non puoi rubare tutta la scena- Commentò facendola ridere.
I due rimasero in un silenzio piacevole, Amy aveva posato la testa sulla spalla di lui e si era persa a guardare le luci della ruota panoramica che si riflettevano sull'acqua del mare, e mentre mangiucchiava un'altra patatina corrucciò lo sguardo.
-James...-
-Mh?-
-Mi hai portata davvero all'oceano.- Constatò alzando lo sguardo su di lui e mettendo il broncio.
Bucky la guardò confuso e poi ridacchiò ricordando la conversazione che avevano avuto alla sala da ballo. -Giuro che non ti lascio qui, anche perché posso contare solo su di te per tornare-
Amy gli diede una gomitata e lui sorrise e le prese la mano per posarvi un bacio. -Giuro che non ti lascio più da nessuna parte, a meno che tu non lo voglia- Mormorò scostandole un ciuffo di capelli dal viso.
La pettinatura che aveva creato Wanda ormai irriconoscibile per colpa delle montagne russe, i boccoli avevano perso la loro forma lasciando posto a qualche ricciolino scompigliato. Ma Bucky doveva ammettere che era anche più bella così, con i capelli in disordine mentre spostava lo sguardo da lui alle onde del mare.
E per un attimo desiderò fermare il tempo e rivivere quella sera all'infinito.
-Sarà meglio.- Rispose Amelia distogliendolo dai suoi pensieri. -Mi hai anche portato su una panchina di Coney Island.-
-E cosa c'è di male?- Chiese all'improvviso preoccupato di aver fatto qualcosa di sbagliato.
-Cosa c'è di male? Taylor Swift....- Cominciò per poi sospirare. -I'm on a bench in Coney Island wondering where did my baby go...- Canticchiò sottovoce.
Scosse la testa con un sorriso divertito avvicinandola a sè ancor di più e si diede dello sciocco romantico per i pensieri fatti poco prima. -Che drammatica...-
-Taylor Swift non è drammatica!- Protestò Amy guardandolo come se le avesse appena tirato uno schiaffo.
-Non lei, tu.- Disse divertito.
-Oh, forse un po'...- Mormorò rimettendo la testa sulla sua spalla con un sorrisetto dipinto sul volto.
-Amy...?- Chiese dopo un po' Bucky.
Lei alzò lo sguardo su di lui e sorrise. -Sì James?-
-Dicevi davvero l'altro giorno, quando siamo tornati dalla missione?-
-Cosa ho detto? Ooooohh... Quando ho detto che Steve ha un bel faccino? Beh, devi ammettere che...-
Bucky la interruppe prima che potesse continuare. -No, Amelia. Non stavo parlando del faccino di Steve.- Disse con tono esasperato, cosa che la fece ridere. -Intendevo quando hai detto che a volte vuoi mollare tutto-
-Oh...- Disse lei con un sorriso tornando a rivolgere lo sguardo alle onde che si muovevano a velocità irregolare sotto di loro. -Ti ricordi tutto, eh?-
-Quello che dici tu- Replicò facendola sorridere. 
Amelia sospirò. -Non so nemmeno io cosa intendevo, solo che a volte ho una strana sensazione-
-Che tipo di sensazione?- Chiese incuriosito.
Lei fece una breve pausa, cercando di trovare delle parole per quello che sentiva. -Come se non appartenessi a nessun posto- Mormorò infine. -So che sono qui da ormai un anno... Ma mi sento ancora fuori posto a volte-
Bucky inarcò un sopracciglio e le fece una carezza. -Ma se tutti ti adorano- Protestò, cercando di capire come potesse sentirsi a quel modo e soprattutto perché non se ne era mai accorto.
-Lo so, tutti hanno cercato di farmi sentire a casa fin dal primo giorno e ora ognuno di voi fa parte della mia famiglia. Ma non è questo quello che volevo dire- Continuò alzando di nuovo lo sguardo su di lui per incontrare un'espressione confusa. -Ti ho detto che non so come spiegarlo- Disse ridacchiando.
-Hai anche detto che sono una delle persone che ti spinge a fare meglio quando vuoi abbandonare tutto-
-Sì beh, ora non montarti la testa- Disse facendolo ridere. -Dicevo sul serio- Continuò. -A volte ho voglia di mettere tutta la mia vita in uno zaino e andarmene durante la notte- Ammise. -Però poi vedo quel bel faccino di Barnes e cambio idea-
Bucky sorrise leggermente ma la preocciupazione non lasciò il suo sguardo. -Lo faresti davvero? Andartene durante la notte sena dire niente a nessuno-
Amelia ci pensò su qualche secondo, cosa che non lo rassicurò. -Se non lo dico a nessuno è perché vieni con me- Disse dopo un po'.
Il viso di lui si illuminò per il sorriso spontaneo che non riuscì a trattenere. -Sai che Olaf non ci sta nello zaino, vero?- Chiese per poi sorridere nuovamente sentendola ridere.
Rimasero ancora un po' al molo prima di trovare un altro vicolo fuori da occhi indiscreti per creare un nuovo portale.
Una volta tornati nella stanza di Bucky i due si guardarono per qualche secondo prima di avvicinarsi per un altro bacio.
-Mi hai portata di nuovo all'oceano quindi non possiamo dormire insieme, peccato- Mormorò Amy allontanandosi.
-Woah, woah. Io stavo scherzando, puoi dormire qui quando vuoi-
Lei sorrise divertita e scosse la testa. -Nah, devo mostrare a Olaf la sua nuova casa- Affermò formando un portale dietro di sè.
Bucky alzò gli occhi al cielo e sorrise. -Comincio a pentirmi di averlo vinto- Disse lanciando un'occhiataccia al pupazzo per poi tornare a guardarla. -Mi sono divertito stasera- Continuò prendendole una ciocca di capelli tra le dita.
-Dovremmo rifarlo-
-Se fosse per me anche subito- Disse facendola sorridere. Poi si abbassò per darle un ultimo bacio. -Ma magari aspettiamo il weekend, alla mia età serve tempo per recuperare le energie-
Amy ridacchiò alzando gli occhi al cielo. -Vada per il weekend-
-Ma non ignorarmi per Olaf in questi giorni-
-Ci proverò.- Promise divertita, avvicinandosi per dargli un bacio sulla guancia. -Buonanotte James-
-Buonanotte Amelia-
Cecrò di non sciogliersi troppo vedendo il sorriso che le rivolse e si girò per attraversare il portale e la prima cosa che fece fu buttarsi sul letto e urlare nel cuscino.
Qualche secondo dopo le arrivò una notifica e prese il cellulare per leggere il messaggio.
"Credo di averti appena sentita strillare, non sapevo di avere lo stesso effetto delle montagne russe"
Si portò istintivamente una mano alla bocca arrossendo dalla testa ai piedi.


La mattina dopo Amy stava dormendo abbracciata a Olaf quando la sveglia cominciò a suonare e qualcuno pensò che fosse divertente bussare alla porta insistentemente.
-AmyAmyAmyAmyAmyAmy!!!!-
Sentendo la voce allarmata si alzò di colpo e corse alla porta con Olaf tra le braccia. -Cosa è successo?? Quando partiamo???-
Sam sorrise divertito. -Bel pupazzo. Steve mi ha incaricato di svegliarvi per l'allenamento, quindi muoviti-
Amelia lo guardò sconvolta. -Ma sei un mostro!- Esclamò mentre andava a fare la stessa cosa alla porta di Wanda.
Bucky passò di lì con un sorrisetto divertito. -Hey bella addormentata, pensavo fossi sveglia e pimpante visto che ieri sei andata a letto presto- Commentò facendole l'occhiolino.
Any non riuscì a rispondere perché in quel momento Sam fu sollevato da terra da una luce rossa e andò contro il soffitto.
-Hey!- Protestò.
-Così impari!- Bofonchiò la voce di Wanda da dietro la porta.
Amy guardò dievrtita Sam e hiuse la porta mentre pregava di aiutarlo.
Quando uscì pronta per l'allenamento lui era ancora lì con le braccia incrociate e l'espressione imbronciata. -Andiamo Amy-
-Devi imparare dai tuoi errori- Disse prima di andare all'ascensore dove Bucky la stava aspettando.
I due salutarono Sam con la mano mentre lui continuava a chiamarli mentre le porte si chiudevano.
Dopo l'allenamento si erano ritrovati tutti in cucina, sul tavolo c'era quella che Amelia definiva "la colazione disordinata". Che consisteva in piatti di varie cose come frutta, cereali, dolcetti, uova, bacon e altro. Almeno così nessuno litigava perché mancava qualcosa.
Prese posto tra Bucky e Sam.
Quest'ultimo le lanciò un'occhiataccia e lei gli sorrise angelicamente per poi versarsi latte e cereali e aprire il libro che si era portata dietro.
Era una mattinata tranquilla e stavano chiacchierando allegramente decidendo cosa si sarebbe fatto nella giornata quando all'improvviso sentirono il pavimento tremare.
-Uh... Le noci ballano?- Chiese incerto Bruce alzando lo sguardo dal suo libro.
In effetti le noci, l'altra frutta secca e i piattini e le tazze che erano sul tavolo della colazione ora stavano traballando di qua e di là.
-Stanno decisamente ballando- Disse una voce dietro di lei.
Amelia si girò di colpo e quasi cadde dalla sedia quando si alzò per andare ad abbracciare il proprietario della voce che avrebbe riconosciuto ovunque.
-Loki!!!-
In quel momento la porta si spalancò e Thor entrò con un sorriso che si capovolse quando vide il fratello.
-Ti avevo detto che sarei arrivato primo-
-Avevamo detto niente trucchetti!-
-Tu lo hai detto- Osservò il fratello facendo spallucce.














*scena post credit*

-Dov'è Sam?- Chiese Steve quando raggiunsero la palestra.
Wanda, Bucky e Amelia alzarono le spalle cercando di non ridere.
Steve alzò gli occhi al cielo e guardò i tre con espressione esasperata. -Wanda.-
Quest'ultima alzò gli occhi al cielo e sospirò. -E va bene...- Poi guardò Amelia che ricambiò lo sguardo con un sorriso malandrino.
L'attimo dopo sul soffitto e sul pavimento apparvero dei portali e Sam continuò a urlare mentre cadeva ripetutamente finché Steve non le rimproverò di nuovo e Wanda fece apparire un materasso quando Amelia chiuse i portali.
-Rogers, d'ora in poi ti arrangi tu con le streghe.- Disse cercando di trovare la forza di alzarsi.












_Angolo autrice

Il capitolo è un po' corto ma volevo dare qualche attimo di pace a Bucky e Amelia, spero che vi sia piaciuto anche con qualche sorpresa verso la fine.
Se avete voglia lasciatemi un commento qui sotto:)
 E ora voglio ringraziare ancora chi ha inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate, chi mi ha aggiunta agli autori preferiti, chi si ferma per lasciare quache parola, chi è arrivato da poco e chi continua a leggere la storia nonostante il mio ritardo nel pubblicare i capitoli.
Spero stiate bene e che l'estate non vi faccia sciogliere troppo. Ma a volte vale la pena sciogliersi per qualcuno e quel qualcuno è Bucky Barnes.
Alla prossima! :3

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Capitolo 27
*** Speciale di Halloween ***


words count: 4224



Era una mattinata tranquilla e stavano chiacchierando allegramente decidendo cosa si sarebbe fatto nella giornata quando all'improvviso sentirono il pavimento tremare.
-Uh... Le noci ballano?- Chiese incerto Bruce alzando lo sguardo dal suo libro.
In effetti le noci, l'altra frutta secca e i piattini e le tazze che erano sul tavolo della colazione ora stavano traballando di qua e di là.
-Stanno decisamente ballando- Disse una voce dietro di lei.
Amelia si girò di colpo e quasi cadde dalla sedia quando si alzò per andare ad abbracciare il proprietario della voce che avrebbe riconosciuto ovunque.
-Loki!!!-
In quel momento la porta si spalancò e Thor entrò con un sorriso che si capovolse quando vide il fratello.
-Ti avevo detto che sarei arrivato primo-
-Avevamo detto niente trucchetti!-
-Tu lo hai detto- Osservò il fratello facendo spallucce.



Amelia spostò lo sguardo da Thor a Loki con un sorriso e mille domande che minacciavano di travolgere i due asgardiani.
Ma Bruce la anticipò.
-Cosa ci fate qui?-
-Sempre così ospitali- Commentò Loki sarcastico.
-L'ultima volta che ti sei palesato qui hai cercato di strangolare Amelia- Fece notare Bucky che cercava di non far notare la lunghezza prolungata dell'abbraccio tra Amy e Loki.
Amelia sorrise divertita e smise di abbracciarlo. -Vero. A chi tocca stavolta?-
-Sam.- disse Bucky
-Bucky.- Disse Sam nello stesso momento.
Loki alzò gli occhi al cielo. -Posso esaudire i desideri di entram...-
Amy spostò lo sguardo dai due a Loki, curiosa di sapere perché avesse interrotto la frase, ma stava guardando da un'altra parte.
-Ma che...- Disse Bruce e lei si girò di nuovo. Appena in tempo per vedere Thor ingoiare una lattina di sprite che Natasha aveva lasciato sul ripiano della cucina.
Loki assottigliò lo sguardo. -Lo sapevo.- Affermò come se avesse appena avuto una rivelazione.
Thor lo guardò con un sorriso scemo per poi cominciare a scappare quando un altro Loki gli fu accanto. E poi un altro. E un altro ancora finché Thor non fu circondato dalle varie illusioni di Loki.
Amy spostò lo sguardo sul vero Loki che era ancora accanto a lei. -È come la tecnica della moltiplicazione del corpo di Naruto- Affermò ancora confusa ma con un sorriso sorpreso.
Loki la guardò confuso e aprì bocca per chiederle di cosa stesse parlando ma alla fine scosse la testa e si avvicinò a Thor.
Che però non era più Thor. O almeno fu quello che constatò Amelia vedendo che al posto del dio c'era un giovane dai capelli corti e castani e le orecchie a punta.
-Ve l'ho fatta un'altra volta- Affermò.
-Senti, elfo.- Cominciò Loki per essere di nuovo interrotto dalla porta che si apriva.
Tutti i presenti, ancora confusi dagli accadimenti della mattinata, guardarono un Thor inzuppato dalla testa ai piedi.
-Avevo appena pulito i pavimenti- Disse Clint che per tutto il tempo era rimasto seduto sul ripiano della cucina a guardare male Loki.
-Ma se i pavimenti li puliscono i robot di Stark- Fece notare Natasha ancora in disappunto per la sua lattina di sprite.
Clint scosse le spalle. -Volevo solo farlo sentire in colpa- Affermò mentre uno dei mini robot Stark passava intorno a Thor per asciugare il pavimento.
-Mi ha buttato nel fiume- Affermò sconvolto Thor puntando il dito contro l'elfo che cercava di non ridere.
Loki cercò di non sorridere divertito mentre lanciava delle occhiattacce all'elfo.
-Davvero nessuno ha voglia di spiegare cos'è successo?- Chiese Bruce osservando i tre con interesse.
-Come re di Asgard Thor ha ospitato uno dei suoi vecchi amici che fa parte della popolazione degli elfi della luce- Borbottò Loki facedo capire a tutti che disapprovava l'idea del fratello.
-Non era così quando eravamo piccoli- Si difese Thor.
-Era esattamente così- Mormorò Loki in direzione di Amelia.
Clint sbuffò. -Quello che non capisco è perché lo avete portato qui-
-Voleva conoscere i miei nuovi amici- Affermò Thor con un sorriso.
-Valchiria ha detto di portarlo via da Nuova Asgard- Disse invece Loki con aria annoiata. -Ha distrutto la sala dei consigli- Disse poi più piano sempre rivolto ad Amelia.
Tutta la squadra guardò male il nuovo arrivato che ora stava scrutando con interesse il contenuto del frigorifero comune. Come se si accorgesse solo in quel momento di essere a casa di qualcun altro e di avere su di sè gli occhi di tutti, l'elfo si girò e rivolse un sorriso smagliante al gruppo. -Sono Mardìr a proposito, nessuno mi ha presentato-
Il dio dell'inganno sbuffò infastidito. -Perché non sei degno di presentazioni-
-Oh andiamo Loki, sono sicura che...-
-Fermati lì- la avvertì lui.
Amy fece per protestare ma notando che il resto della squadra la stava guardando andò a sedersi accanto a Bucky con l'ombra di un broncio sul viso.
-L'ultima volta che hai difeso uno sconosciuto ti si è ritorto contro- Le disse mentre gli altri tornavano a interrogare le intenzioni dell'elfo.
-Ma adesso Loki è mio amico-
-Sì beh, limitati ad un alieno psicopatico, gli altri lasciali stare-
Amelia lo guardò divertita. -Non farti sentire da Loki-
-L'ho sentito- Disse il suddetto che aveva rivolto la schiena ai due per tenere d'occhio Mardìr. -E sono un dio- Aggiunse girandosi un attimo per guardare storto Bucky.
Quest'ultimo alzò le mani in segno di scuse, ma non riuscì a trattenere il sogghigno che stava per fare capolino sul suo viso.
Amelia alzò gli occhi al cielo divertita e gli tirò la manica della felpa. -Non provocarlo- Gli disse prima di tornare a prestare attenzione agli altri.
-Non puoi scaricare il tuo amico elfo da noi perché a Nuova Asgard non lo vogliono- Fece notare Natasha.
-Non lo sto scaricando qui, passiamo solo una giornata qui, domattina la nave dei reali tornerà a prenderlo-
-Quidi saremo di nuovo a Nuova Asgard entro notte- Aggiunse Loki andando in aiuto del fratello.
Ci fu un sospiro generale prima che Sam prendesse parola. -Va bene, ma vale sempre la regola dell'altra volta. Un errore ed è fuori-
Thor annuì e andò a sedersi, visibilmente più rilassato. -Valchiria ti saluta- Disse cominciando a chiacchierare con Bruce.
Amy sorrise guardando i due, non aveva mai capito la loro dinamica relazionale visto che non si sarebbe mai aspettata di vedere due persone così diverse trovarsi in perfetta sintonia.
-Che hai da guardare?-
Amy si girò verso Bucky sorpresa, ma vedendo che la domanda non era rivolta a lei seguì il suo sguardo per notare che Mardìr stava guardando proprio lei.
Quest'ultimo lanciò una breve occhiata a Bucky prima di tornare a guardarla. -Come ci si sente ad essere l'ultimo esemplare della propria specie?-
Spiazzata dalla domanda si raddrizzò sulla sedia.
-Non è l'ultima della sua specie- Borbottò Loki. -E lasciala stare-
-Una degli ultimi però- Acconsentì l'elfo. -Allora?- Domandò ancora intimandola di rispondere.
Amelia lo guardò un po' confusa su cosa si aspettasse che rispondesse. -Mh... Come un mammut?- Rispose incerta guardandosi intorno.
Sam e Clint cercarono di non ridere menttre Natasha alzò gli occhi al cielo. -Non sei nell'era glaciale, Amy-
-Beh, credo che si possa considerare l'era glaciale una crisi climatica, io vivo nel bel mezzo di una crisi climatica quindi...- Disse alzando le spalle.
Con quello attirò l'attenzione di Bruce. -Questa è un'affermazione interessante ma dato che ti stai basando solo su dei cartoni animati non continuerò la conversazione... A meno che tu non voglia- Aggiunse poi.
Amelia fece per dire che sì, voleva ascoltarlo, quando i suoi pensieri vennero interrotti.
"Hey Amy! Siamo a casa per qualche giorno, ti va di andare a cercare un costume per Halloween in quel super mitico negozio che ha aperto appena fuori città?"
"Dipende, me lo stai chiedendo solo perché sono l'unica ad avere la macchina per portarvi?"
"Ma no..." poi ci fu un breve silenzio. "Al massimo puoi teletrasportarci lì, no?" Chiese incerto.
"Sai che Tony mi ha detto di non teletrasportarvi in giro per non attirare l'attenzione"
"Oh... Quindi vieni o..."
Amelia alzò gli occhi al cielo divertita. "Ora prendo la macchina Parker, tra mezz'ora sono lì quindi fatevi trovare pronti"
"Sei la migliore."
"Lo sono" Concordò prima di chiudere la loro connessione telepatica.
Solo allora si accorse che Bucky le stava schioccando le dita davanti agli occhi. Scosse la testa e guardò Bruce con un sorriso mortificato. -Scusa, devo portare i bambini a prendere i costumi di Halloween-
-I bambini?- Chiese confuso.
-Peter- Spiegò Bucky guardandola mentre si alzava. -Non mancano ancora più di due settimane ad Halloween?- Le chiese.
-Appunto, è tardi.- Affermò Amelia divertita dall'espressione confusa di Bucky. -Probabilmente Peter e Ned diranno che i costumi in vendita sono brutti e vorranno costruirne uno loro, Mj avrà già fatto il suo. Prenderanno principalmente accessori e trucchi per le loro idee- Gli spiegò. -Se vuoi cerco un costume anche per t...voi, per voi- Si corresse alla fine notando che tutta la stanza la stava ascoltando. -Prendo la carta di Tony-
Natasha sembrò interessata. -Puoi prendere un costume da cetriolo per Steve?-
Amelia la guardò curiosa ma non fece domande. -Mandami la sua taglia per messaggio- disse per poi insospettirsi quando scambiò un sorrisetto con Sam e Clint.
-Vengo a trovarti e tu preferisci andare in giro con il ragno?- Chiese Loki offeso.
-Tranquillo, poi torno prima di cena-
Loki sbuffò con aria offesa e Amy alzò gli occhi al cielo.
Ma non si dimenticò di rivolgere un ultimo sorriso a Bucky prima di uscire dalla stanza.

Un'ora dopo stava seguendo le indicazioni di Ned mentre Peter proponeva delle idee per i costumi e Mj sceglieva la playlist.
-Ora gira a sinistra- Disse Ned
Amy girò ma frenò di colpo per poi rimettersi sulla strada principale con qualche manovra non del tutto legale. -Era senso unico, Ned!- esclamò Amelia mentre la macchina alla quale erano quasi andati addosso continuava a suonare il clacson. -Sì, ho capito.- Mormorò a denti stretti fissando lo specchietto retrovisore, poi notò che Peter la stava guardando sconvolto. -Cosa... Oh- Disse per poi cominciare a ridacchiare vedendo che si era rovesciato la salsa al formaggio delle patatine -che aveva tanto insistito di prendere- sui capelli.
Mj si unì a lei solo perché era riuscita a farsi scudo con la giacca di Ned, cosa di cui si lamentò quest'ultimo.
-Mia nonna mi uccide-
-Basta portarla in lavanderia-
-Mia nonna???-
-La giacca.- Dissero Mj e Peter all'unisono.
Amelia scosse la testa divertita mentre ringraziava gli dei una volta raggiunto il negozio.
-Hanno il costume dei Teletubbies zombie!- Esclamò Mj emozionata mentre scendevano dalla macchina e Amelia veniva trascinata dentro di corsa.
Ben presto perse i tre tra le corsie del negozio mentre cercava qualche costume, con difficoltà perché ce n'erano un'infinità.
Gli americani prendono Halloween fin troppo sul serio, fu quello che pensò mentre passava tutta la sezione delle decorazioni per il bagno. Ma almeno avevano un'intera corsia con i costumi a tema cibo e non le fu difficile trovare quello da cetriolo per Steve.
Anzi, ce n'erano almeno sette tipi quindi mandò la foto delle opzioni a Nat e mentre aspettava risposta si spostò verso il reparto trucchi spaventosi.
Sorrise immaginandosi Sam, Natasha e Clint che discutevano su quale fosse il costume migliore. Stava per controllare la risposta sentendo vibrare il cellulare quando vide un kit per fare il trucco da gatto con le orecchie incluse e lo prese prima di tornare a pensare al costume per Steve.
Uscirono dal negozio dopo più di un'ora con Peter e Ned che continuavano a controllare di aver preso tutto il necessario per creare il costume di qualche personaggio di Star Wars e Mj con le buste piene di decorazioni inquietanti che prendeva in giro Amelia per aver preso il costume del Grinch.

 
***


Si accorse che c'era qualcosa che non andava appena spense la macchina una volta arrivata nel parcheggio.
I lampioni che di solito illuminavano l'intero giardino erano spente e nemmeno dalle finestre dell'edificio non si intravedeva nessun barlume di luce.
Amy tentennò un attimo prima di uscire dalla macchina ma alla fine si disse che probabilmente Bruce si era divertito un po' troppo con qualche esperimento e aveva fatto saltare la corrente.
-Oppure Clint e Natasha hanno fatto fuori il contatore d'elettricità con una freccia o un coltello- disse tra sè e sè mentre prendeva le buste del negozio dal bagagliaio.
Si avvicinò all'entrata e fece per posare la sua mano sullo scanner per entrare quando si accorse che la porta era già aperta. Le diede un piccolo calcio per spalancarla e rivelare la hall e il corridoio che conduceva alle scale e agli ascensori completamente al buio.
Per istinto fece un passo indietro. -Bucky?- Chiese un po' incerta. -Nat? Wanda...?- Controllò il cellulare e si ritrovò ancor più confusa vedendo che lo schermo non si accendeva.
Corrucciò lo sguardo, era sicura di avere la batteria al 70% mentre era con Peter e gli altri. E non aveva usato molto il telefono dopo.
Scosse la testa dicendosi che stava diventando vecchia mentre scendeva di nuovo gli scalini d'ingresso per tornare alla macchina, ma un rumore dal giardino la fece fermare. Guardò tra qualche albero cercando di distinguere qualcosa nel buio.
-Nat? Bruce?- Chiese incerta vedendo che c'erano due figure simili ai suoi compagni di squadra. -State facendo una passeggiata romantica mentre gli altri fanno qualche gioco notturno?- Chiese sollevata mentre andava verso i due. -Quando andavo al camposc...- Si bloccò di colpo quando le due ombre si girarono verso di lei e Amelia quasi cadde a terra per indietreggiare.
Osservò inorridita le due fessure lucenti che avevano al posto degli occhi. -Ma che...-
Ora le due figure nere sembravano avvicinarsi lentamente e Amy fece per azionare il suo braccialetto per indossare la tuta ma al polso sinistro non aveva più niente. -Cosa???- Sussurrò spalancando gli occhi.
Non lo toglieva quasi mai ed era sicura di averlo avuto al polso fino a poco fa. Tutti i pensieri rivolti alla tuta svanirono quando sentì un sibilo sinistro provenire dalle due ombre che erano sempre più vicine.
Cercò di colpirli con i suoi poteri ma fu come vedere qualcosa passare attraverso un fantasma.
Corse dentro e si chiuse la porta alle spalle sperando che la teoria del fantasma non funzionasse anche con gli edifici.
Si appoggiò alla porta sudando freddo mentre cercava di calmarsi sentendo battere forte il cuore. Non poteva essere reale.
Forse aveva fatto un incidente senza accorgersene ed era entrata in coma. Ma sapendo dell'esistenza di alieni e altro non doveva sorprendersi dell'esistenza di fantasmi o altre creature estremamente inquietanti che sembravano essere uscite da un film horror.
Cercò di distinguere qualcosa nella hall. -Friday?- Chiese in un sussurro. -Bucky??- Provò di nuovo.
Prese un bel respiro cercando di non farsi venire brutti pensieri sul perché James o gli altri non le rispondessero. Andò avanti a tentoni cercando di non andare a sbattere contro qualcosa mentre cercava l'inizio delle scale.
Le trovò, o meglio... Andò contro il primo scalino cadendo in avanti e sbattendo le ginocchia. -Maledizione.- Mormorò tra sè e sè mentre si sedeva sugli scalini massaggiandosi la parte dolorante. -Se questo è uno scherzo non è per niente divertente- Annunciò al buio. -Davvero. Giuro che non vi rivolgerò più la parola e dirò qualcosa di terribile su di voi a qualche testata giornalistica.- Si riaccesero le speranze quando sentì qualche rumore dal sottoscala. -Ecco, lo sapevo.- Disse con tono sollevato cercando di scorgere qualche suo compagno di squadra oltre la ringhiera.
Sentì qualche risatina e qualcuno correre alla base delle scale e si rialzò. -Wan?- Chiese in un sussurro per poi evocare delle piccole sfere di ghiaccio che emanavano una luce fioca, quello che le bastava per distinguere le sagome dei mobili e... -Questa è una proprietà privata e ci sono spie super addestrate in ogni angolo, io ci penserei due volte prima di...- Mise da parte il coraggio e se la diede a gambe su per le scale quando un'altra ombra seguita da una risatina sinistra attraversò la sala.
Le sfere di luce la seguirono illuminando almeno in parte le scale e il corridoio, corse fino alla sua porta con il cuore che le batteva a mille. -Freddie???-Esclamò in un sussurro. -Freddie??- Chiamò ancora ma niente.
Rizzò le spalle sentendo qualcosa provenire dalle scale.
Come una catena che veniva trascinata e qualcuno che ansimava.
Amelia inspirò profondamente cercando di darsi coraggio per affrontare qualcunque cosa la stesse raggiungendo. Non riusciva a smettere di pensare a cosa potesse essere successo agli altri e al perché  si fosse ritrovata senza preavviso dentro un libro di Stephen King.
-Freddie...- Chiamò ancora sottovoce, preoccupata per l'incolumità del gatto.
E mentre il rumore di catene si faceva sempre più vicino fece per formare un campo di forza quando si sentì sollevare da sotto le spalle.
Le sue urla furono smorzate da una mano che le copriva la bocca mentre veniva trascinata nei condotti di aereazione. Cominciò a scalciare e a cercare di colpire chiunque fosse il suo aggressore finché non riuscì a distinguere le voci che la circondavano.
-Amy smettila di urlare o ci troveranno- Bisbigliò Natasha.
-Mordimi la mano e te ne pentirai- Aggiunse Clint.
-Chiudi la grata, chiudila.- Diceva la voce di Sam
Ma solo quando sentì la sua voce preferita cominciò a tranquillizzarsi.
-Amelia, siamo noi.-
Lei si girò cercando di farsi spazio nel cunicolo angusto per raggiungerlo. -Bucky.- Disse in un sussurro approfittando del buio per abbracciarlo.
Bucky la strinse a sè rilasciando un sospiro di sollievo.
-Qualcuno può spiegarmi cosa sta succedendo? Dove sono gli altri?- Continuò poi rivolta al gruppo rievocando le sfere di ghiaccio per illuminare i visi stressati dei compagni.
-Quando è cominciato a calare il sole e poco dopo il ritorno di Steve, le luci si sono spente e ci siamo ritrovati nel set di Stranger Things-
-Io avrei detto di It- Disse Natasha interrompendolo.
Sam alzò gli occhi al cielo. -Va bene, quello che volete. Ci siamo divisi dagli altri. L'ultima volta che eravamo tutti insieme era fuori dalla piscina-
-Quindi la squadra di supereroi più famosa al mondo si nasconde nei condotti di aerazione men... Freddie!- Esclamò piano vedendo il gatto gironzolare nei cunicoli. -Sei qui.- Disse mentre il micio correva verso di lei.
-Certo che è qui, Barnes quasi ci faceva scoprire per andare a recuperare il tuo gatto- Brontolò Sam.
Amelia guardò Bucky rincuorata mentre stringeva Freddie.
-Mica potevamo lasciarlo da solo con quelle cose- Le disse
-Potete fare silenzio?- Chiese Clint infastidito mentre monitorava la situazione attraverso la grata.
-E perché? Tanto sei sordo Barton- Disse Natasha.
Clint sembrò accennare un sorriso ma tornò serio due secondi dopo facendo segno a tutti di stare zitti.
Amelia si ritrovò a trattenere il fiato ancora una volta mentre si avvicinava per cercare di intravedere qualcosa nel corridoio.
Il rumore di catene si fece più intenso e all'improvviso videro spuntare un'ombra deforme sotto di loro. Amy si sentì rabbrividere osservandola muoversi sotto di loro e stava per tirare un sospiro di sollievo vedendola allontanarsi quando all'improvviso guardò dritta attraverso di loro con i suoi occhi bianchi per poi emettere un verso gutturale prima di aggrapparsi alla grata attraverso la quale stavano guardando.
Clint e Amelia si allontanarono andando a sbattere la testa l'uno contro quella dell'altra.
-CORRETE- Esclamò Sam mentre Bucky la tirava indietro.
Ora erano solo lei, Bucky e Freddie dato che il resto del gruppo era dovuto scappare dall'altra parte del condotto. Ma a quanto pare la creatura era più interessata a loro.
O almeno fu quello che constatò Amelia quando si sentì afferrare per le caviglie e cominciò a sentirsi trascinare indietro.
-Amy!- esclamò Bucky cercando di afferrarla.
La creatura era riuscita a portarla di nuovo alla grata e ora le sue nocche erano spaventosamente bianche per la forza con cui cercava di rimanere aggrappata al condotto. Provò a mollare la presa con una mano per colpire la creatura con i suoi poteri ma come con le due figure che aveva trovato in giardino non successe nulla.
-Tieni duro- Bucky fu subito da lei e cercò di tirarla di nuovo verso di sè con scarsi risultati. Ad un certo punto il musetto dolce di Freddie spuntò dal condotto e vedendola in pericolo sembrò preoccuparsi.
L'attimo dopo definì la parte più scioccante della serata, o del resto della loro vita.
Perché non si sarebbero mai dimenticati come dalla bocca del gatto uscirono dei tentacoli giganti che andarono ad avvinghiare la creatura per poi sparire insieme a lei nel gatto di Amelia.
Bucky ne approfittò per tirare su la ragazza e la tenne stretta a sè mentre entrambi guardavano sconvoltoi Freddie che si leccava i baffi.
-Devo chiederlo.- Disse lui.
Amy scosse semplicemente la testa mentre Freddie le si appollaiava in grembo alquanto soddisfatto.
-Davvero.- Continuò Bucky ancora sconvolto fissando il gatto. -Sapevi di avere un gatto-polipo?-
Non si accorsero che le luci erano tornate in tutto l'edificio e che avevano due spettatori.
-Non sapevo avessi un Flerken- Disse una voce sotto di loro.
Amelia si sporse di nuovo per vedere Mardìr che guardava in alto con sguardo curioso, poi spostò lo sguardo su Loki che era appoggiato alla parete del corridoio con aria di noncuranza, ma ad Amy non sfuggì il luccicchìo divertito nei suoi occhi.
-Siete stati voi! Era una delle tue illusioni!- Esclamò un po' tradita.
-Oh, è stato molto divertente- Commentò Mardìr.
-Dovevo pur tenerlo impegnato in qualche modo per evitare che combinasse disastri irrecuperabili- Rispose il dio alzando le spalle. -Avresti dovuto vedere la tua faccia quando hai visto le due figure in giardino. O quella di Thor quando lo abbiamo fatto inseguire dai fantasmi delle anime in pena che ha sconfitto-
I capelli di Amelia si accesero in mille fiamme, come i suoi occhi.
L'attimo dopo era saltata giù dal condotto e stava rincorrendo Loki per tutto il quartier generale lanciando fiamme e stalattiti a destra e a manca mentre lui cercava di schivare i suoi colpi.
Loki era alquanto divertito dalla cosa, ma se lo tenne per sè per non scaldare ancora di più la ragazza. Alla fine Wanda e Bucky riuscirono a calmarla e Amelia acconsentì perfino a sedersi accanto a Loki a cena.
Solo perché sarebbe ripartito nel giro di qualche ora e non sapeva quando sarebbe riuscita a rivederlo. E poi aveva cominciato a spiegarle che il suo non era un normale gatto ma un Flecker, una razza aliena simile ai gatti terrestri.
La squadra guardò Freddie, che in quel momento si era appollaiato su una delle mensole della sala, con perplessità.
-Quindi niente più scherzi a Fiocco di neve se no il gatto ci ingoia e ci spedisce in un'altra dimensione, capito.- Disse Clint.
Ben presto il gruppo di supereroi ormai ripresosi dallo spavento generale, stava salutando ancora una volta i due fratelli.
-Va bene, prometto di portarti un libro sui Fleckers- Disse Loki annoiato mentre cercava di allontanare Amy che lo stava stritolando.
-Spero di rivedervi presto!- Esclamò Mardìr alquanto soddisfatto della sua visita.
Subito seguito da un -NO.- generale.
-Hey, perché c'è un costume da cetriolo qui all'ingresso?- Chiese Steve confuso.
Amy si ricordò solo in quel momento di aver fatto cadere le buste con i costumi prima di entrare.
-È il tuo costume per la conferenza di Halloween, dovevamo fare il costume di gruppo, non ricordi vecchietto?- Rispose Natasha con tutta la serietà del mondo.
Come se non si fosse messa a ridacchaire con Clint appena rientrati.
-Cosa c'entrano i cetrioli con il Grinch e i gatti?- Chiese Steve confuso.
-Quello è mio!- Esclamò Amelia correndo a prendere la busta.
-Quindi ti vesti da Grinch o da gatto?- Le chiese Bucky mentre tornavano nelle proprie camere.
Amelia si limitò a sorridere.
-Brutto segno.- Mormorò lui.























*scena post-credit*

-Vuoi stare fermo un attimo?- Chiese Amelia esasperata mntre cercava di disegnare dei baffi sulle guance di Bucky.
Lui sbuffò ancora una volta ma poi sorrise osservando dallo schermo la conferenza stampa con alcuni membri della squadra.
Tony e Steve erano chiaramente infastiditi perché gli altri li avevano convinti a fare un costume di gruppo come parti di un cheeseburger, ma alla fine solo loro due avevano indossato i costumi scelti da Nat.
Quindi, mentre Nat e Clint si erano vestiti da Alex e Martin di Madagascar, Sam da musicista jazz, Bruce dal Decimo dottore di Doctor Who, loro erano gli unici vestiti da pomodoro e cetriolo.
Amelia seguì il suo sguardo e ridacchiò a sua volta mentre gli metteva a posto le orecchie da gatto in testa.
-Sono davvero necessarie le orecchie?- Si lamentò.
-Davvero necessarie.- Rispose Wanda per lei mentre scattava loro una foto.
Amy le sorrise. -Sì, esatto. Poi dobbamo fare le foto con i bambini per beneficenza, ti adoreranno.- Affermò.
-Non potevo prendere il tuo costume da Grinch? Non lo usi nemmeno...-
-Perché i bambini preferiscono la mia tuta da supereroina, sciocchino.- Affermò per poi dargli un bacio veloce mentre gli altri non guardavano.
























_Angolo autrice

Questo doveva essere uno speciale di Halloween ma come al solito sono in ritardo.
Se avete voglia di dirmi cosa ne pensate del capitolo potete lasciarmi un commentino qui sotto, anche per dirmi che ad Halloween vi siete vestiti da qualcuno dei nostri amati supereroi.
Grazie a tutti coloro che hanno inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate, a chi mi ha lasciato qualche recensione, ai lettori fantasmini e a Elisa che ha troppa pazienza con me e questa storia.
Ci vediamo il prossimo mese con un nuovo capitolo, a presto! :3

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Capitolo 28
*** Spirito natalizio ***


ventottesimo capitolo

Spirito natalizio

Words count: 2314


La cioccolata le scaldava le mani attraverso i guanti, altra neve stava scendendo lentamente andando a posarsi sulla soffice coperta bianca che già copriva prati, muretti e lampioni.

-Io sono sicura che quello seduto poco più avanti di noi allo spettacolo fosse Fury- Ripeté per quella che doveva essere la cinquantasettesima volta prendendo un altro sorso di cioccolata.

Bucky alzò gli occhi al cielo divertito. -Sai una cosa? Comincio a crederlo anch'io ora- Le concesse alla fine facendola sorridere.

-Gli sarà piaciuto Lo schiaccianoci?-

-Non quanto è piaciuto a te, continuavi a saltellare sul posto- Replicò lui con un sorriso.

-Come poteva non piacermi??? Hai visto come pattinavano??? E com'erano teatrali ed erano tutti perfettamente sincronizzati con la musica. Oh, il mio cuore non è mai stato così in pace. Grazie James.- gli disse dandogli un bacio sulla guancia.

Bucky le aveva fatto una sorpresa e l'aveva portata a vedere Lo schiaccianoci sul ghiaccio, durante lo spettacolo passava dal commentare sottovoce ogni cosa che la aveva emozionata a guardare lo spettacolo in religioso silenzio stringendogli la mano dall'inizio alla fine.

-Grazie a te che hai tirato fuori i veli fotostatici per non farci riconoscere.-

-Ringrazia Johnny e Kia che mi hanno dato quelli da collegare ad altri così possiamo comunque vedere le nostre facce invece che quelli vecchi-

-Oh sì, sarebbe strano baciarti con la faccia di qualcun altro-

Amy ridacchiò. -Non ricordo nemmeno quale faccia ho impostato-

-Basta che non sia quella di Johnny-

-Oh andiamo, ha un bel viso-

Bucky quasi si soffocò con la sua cioccolata e cominciò a tossire.

Amelia cercò di non ridere battendogli la mano sulla schiena. -Su, su… Sai che vinceresti tu in un concorso di bellezza, non serve essere gelosi-

-Ah-ah-ah- le rispose lui lanciandole uno sguardo sarcastico facendola ridere.

Quando Amy si calmò i due rimasero in silenzio ad ascoltare il rumore delle neve che si posava sull'ombrello sopra di loro mentre in lontananza si sentiva qualche coro di Natale.

-Riesco quasi a sentire lo spirito natalizio- mormorò infine, poi notando come la guardava in modo curioso Bucky, continuò. -L'anno scorso era il mio primo anno lontana da casa e senza la mia famiglia. Non mi fraintendere, è stato bello festeggiare con voi e anche quest'anno lo sarà…-

-Ma non è lo stesso- la interruppe lui con un sorriso affettuoso mentre le cingeva le spalle con un braccio. -Non offendi nessuno Amy, mi preoccuperei del contrario-

Lei annuì sorridendogli leggermente. -Devo ammettere che avere qualcuno che mi vizia con spettacoli natalizi e cioccolata calda non è niente male- disse facendolo ridere.

-Quali erano le tue tradizioni natalizie?- le chiese dopo un po'.

Amy alzò lo sguardo divertita prima di tornare a guardare la neve. -Io e Ilenia ci regalavamo ogni anno un calendario dell'avvento fatto da noi con sorpresine dolci e divertenti- disse con un sorriso malinconico. -Poi giravamo tutti i mercatini di Natale possibili e ci prendevamo il pomeriggio prima della vigilia per organizzare una piccola festa di Natale tra noi due con biscotti fatti in casa, creme al cioccolato e all'arancia, tè e ci scambiavamo i regali prima di guardarci il Grinch. Stonavamo più di Cindy Lou mentre cantavamo la sua canzoncina- disse divertita.

-Farò finta di ricordare chi sia Cindy Lou- disse Bucky facendola ridere. -Facevi altro?- le chiese poi.

Lei annuì con un sorriso. -Io e mamma disfacevamo la ghirlanda ogni anno per rifarla con un nuovo tema. Un anno, quando ero piccola, ci abbiamo messo tutte le sorprese che avevo trovato negli ovetti di cioccolato del calendario, e un altro anno ancora abbiamo stampato delle foto della faccia di papà e le abbiamo attaccate tutte intorno alla ghirlanda con dei cappellini di lana fatti da noi, avresti dovuto vedere la sua faccia quando gliel'abbiamo mostrata- raccontò con mezza risata e gli occhi lucidi. -Io e papà mettevamo le luci anche sugli alberi in giardino, l'ultimo Natale ha portato a casa dei pezzi di legno e abbiamo costruito delle renne da mettere all'entrata ed erano spaventose. Freddie le odiava- disse con una risatina. -La vigilia di Natale preparavamo insieme il tronchetto di Natale al cioccolato e guardavamo canto di Natale di Topolino, mentre Natale lo passavamo…- All'improvviso sprofondò il viso nella giacca di lui. -Scusa…- gli disse asciugandosi una lacrima.

Bucky la strinse a sé e le fece qualche carezza. -Sono tutte tradizioni bellissime- le disse dandole un bacio sulla testa. -Scusami, non volevo farti piangere-

-Non è colpa tua…- lo rassicurò. -Tu avevi delle tradizioni con la tua famiglia?- gli chiese poi.

Lui ci pensò un po'. -Quando ero piccolo piccolo, prima della crisi del '29…- cominciò guadagnandosi una battutina.

-Quando ti si chiede qualcosa c'è sempre una lezione di storia in mezzo-

Bucky ridacchiò. -Se non vuoi sentire allora…-

-No, no. Continua.-

-Bene, prima della crisi del '29…- continuò cercando di non ridere per lo sbuffo della ragazza. -Tutti si lasciarono andare un po' di più con il Natale quindi la città aveva molte decorazioni, forse era l'inizio del consumismo natalizio e…-

-Bucky!- lo interruppe Amelia divertita.

-Va bene, scusa… la mattina della vigilia mamma ci portava al panificio e potevamo scegliere il dolcetto che più ci piaceva, la notte di Natale andavamo in chiesa ad ascoltare il coro di cui io facevo parte e Rebecca mi prendeva sempre in giro- disse divertito.

-Ma che carino, il piccolo Bucky che cantava in chiesa…. Avrei voluto vederlo.- Disse Amelia teneramente cercando di immaginarselo.

-Probabilmente mi avresti preso in giro ancora di più, c'era anche Steve-

-Ohw, il piccolo Stevie- disse lei portandosi una mano al cuore.

Bucky scosse la testa ridacchiando. -La mattina di Natale, dopo la messa, portavamo dei dolci fatti in casa ai nostri vicini e dopo il pranzo si aprivano i regali. Io e Becca costruivamo una nuova decorazione ogni anno da regalare ai nostri genitori, e nel pomeriggio andavamo a pattinare con Steve al fiume.- disse con un sorriso. -Cosa c'è?- chiese vedendo il sorriso intenerito di Amelia.

-Anche le tue sono bellissime tradizioni-

-Sì beh, se non me le avessi chieste non le avrei nemmeno ricordate probabilmente, quindi grazie- le disse dandole un bacio.

-E grazie a te per la lezione di storia- disse facendolo ridere.

-Ora è meglio tornare o domani mattina non riusciremo a tenere gli occhi aperti durante l'allenamento-

Amy brontolò sottovoce ma si alzò comunque e i due camminarono ancora un po' sotto la neve prima di tornare.

Prima di addormentarsi entrambi stavano pianificando diverse cose per le settimane successive…

Tutto iniziò qualche giorno dopo quando Amy, tornando in camera dopo essersi allenata a tirare con l'arco con Clint (e averlo fatto impazzire) trovò una scia di pacchettini che partiva dal pavimento accanto alla porta fino alle mensole dei libri.

Si chinò per prendere quello più vicino e notò che su ognuno c'era un numerino.

-Spero che gradirai un calendario dell'avvento fatto all'ultimo minuto- disse una voce dietro di lei facendola sobbalzare.

-James. Non avresti dovuto.- lo rimproverò con un sorriso commosso.

-Ormai l'ho fatto- disse alzando le spalle. -il bello è che hai da aprirne una dozzina solo oggi visto che siamo a metà dicembre-

-Oh, non ti preoccupare. Non mi lamento.- Affermò aprendo il primo pacchetto per poi sorridere quando trovò un piccolo fiocco di neve da appendere alla finestra, seguito da candele, cioccolatini, peluche, fermagli per capelli e via dicendo.

Il giorno dopo Amy si presentò alla porta della sua stanza con una scatola e quando James la aprì ci trovò materiali di ogni genere, da pezzi di legno, a stoffa, da fil di ferro a brillantini.

-Pensavo volessi costruire una nuova decorazione in memoria delle vecchie tradizioni- spiegò in risposta al suo sguardo confuso.

Al che Bucky sorrise. -Solo se ti va di aiutarmi-

Fu così che i due presero posto sul tappeto della camera cominciando a cercare di creare una decorazione presentabile.

Sam e Wanda, che passavano per il corridoio, si unirono a loro così come Freddie che però preferì sorvegliare il lavoro acciambellato nella scatola.

Due giorni dopo Amelia stava leggendo un libro accanto alla finestra quando dei movimenti dal giardino attirarono la sua attenzione.

Guardando giù vide Natasha fare dei segnali agli altri che stavano trasportando qualcosa. Guardando più attentamente notò che erano delle luminarie a forma di renna.

Bucky stava posando la sua in giardino quando la notò alla finestra, così la salutò.

Amy posò il libro e corse giù in giardino. -Cosa state facendo?- chiese curiosa.

-Bucky ha avuto l'idea di mettere delle luminarie in giardino e stamattina siamo andati a prenderle- spiegò Steve osservando il lavoro svolto. -Sono carine, no?-

Amy sorrise e annuì andando incontro a Bucky.

-Te lo giuro, ho provato a farne una con del legname trovato nel bosco ma era inguardabile- Confessò facendola scoppiare a ridere.

Arrivò in fretta la vigilia della vigilia di Natale, Wanda aveva messo alla porta il meme di Phoebe di Friends che diceva "Happy Christmas Eve Eve" e Amelia si stava preparando per andare a trovare Peter.

"Mj e Ned sono già qui, zia May chiede quando arrivi"

"Tra pochissimo sono da voi, sto uscendo dalla por…" Amy si bloccò quando qualcuno bussò alla porta. "Un secondo"

-Hey, Bucky- disse con un sorriso. -Stavo per andare da Peter-

-Oh, scusami… Andrò da Sam a chiedere come si spegne il timer del forno, scusa ancora- disse prima di allontanarsi dalla porta.

-No, no aspetta! Te lo spiego io, a volte le cose super tecnologiche che compra Tony sono un po' complicate-

-Un altro modo carino per dire che sono un nonnetto- disse divertito mentre scendevano le scale per raggiungere la cucina.

-Va bene, non volevo dirlo ma sì, sei…-

-Buona Natale!!!-

-Non è ancora Natale-

-Buona vigilia della vigilia di Natale!- Esclamò Wanda mettendo fine al bisticcio tra Peter e Ned.

Amelia li guardò confusa.

-Stiamo per preparare dei biscotti e poi guardiamo Il Grinch mentre facciamo le ghirlande, ma per le diciassette ce ne andiamo perché dobbiamo risolvere la fame nel mondo e non dirlo a nessuno- disse Mj citando il suddetto film.

Amy sorrise da un orecchio all'altro e si girò a guardare Bucky.

-Io preparo il tè- disse semplicemente facendole l'occhiolino.

La mattina della vigilia il quartier generale era praticamente vuoto.

Clint era tornato dalla sua famiglia e si era portato dietro Natasha, Sam era andato da dei lontani parenti (o almeno era quello che aveva capito Amy) e Bruce era andato da una sua cugina che lo aveva invitato per le feste.

Quindi rimanevano lei, Wanda, Visione, Steve e Bucky.

Tony le aveva chiesto di andare da loro prima di ricordarsi che avrebbero passato le vacanze dai genitori di Pepper, ma Amy era felice di poter stare con Bucky.

Molto felice.

-Davvero Amy, dove mi stai portando?- Chiese ancora una volta mentre lei controllava Google Maps e girava un altro marciapiede.

-Mhhh… Qui- disse infine quando arrivarono davanti a una pasticceria le cui vetrine erano decorate a festa con ghirlande e luci colorate che illuminavano una grande varietà di biscotti e dolcetti.

-Puoi scegliere quello che preferisci- gli disse.

E senza lasciargli il tempo di reagire entrò e cominciò a ordinare vari pasticcini da portare al quartier generale per gli altri.

Bucky continuava a guardarla con un sorriso affettuoso mentre ordinava il suo dolcetto al limone. -E può darci anche quel tronchetto di Natale per favore? Che c'è?- chiese poi rivolto a Amy. -Mica sono l'unico che può fare sorprese alla vigilia.- Affermò.

-Le mie non sono finite-

-Ma certo.- disse mentre le teneva la porta aperta.

Dopo aver passato la giornata in cucina seguendo varie ricette sotto gli ordini di Wanda, e aver passato la serata a guardare i classici di Natale Disney, Amy aveva creato un portale per lei e Bucky e ora erano seduti su delle panchine molto scomode di una chiesa.

-Sentiti libero di unirti al coro quando vuoi- gli sussurrò Amelia.

Lui alzò gli occhi al cielo mentre finiva la canzone e ne cominciava un'altra. -Ti prego, mi sembra di sentire Rebecca.- si lamentò senza riuscire a nascondere il suo sorriso.

-Ssh!- li zittì una signora anziana davanti a loro prima di girarsi nuovamente verso il coro.

Amelia e Bucky si guardarono e scoppiarono in una risata silenziosa, grati di essersi seduti negli ultimi posti.

Il giorno di Natale passò troppo in fretta per i suoi gusti.

Wanda li aveva svegliati presto e una buona parte della mattinata la passarono scartando regali e mangiando dolci, per poi passare al pranzo e ai vari giochi da tavolo che ognuno proponeva.

Nel pomeriggio Amy aveva proposto di andare a fare una passeggiata nel bosco, proposta accolta subito con entusiasmo, e li condusse vicino al fiume dove con i suoi poteri ne congelò una parte. Poi tirò fuori da dietro alcuni cespugli dei pattini che aveva portato lì il giorno prima.

-Questo mi riporta ai Natali passati, ricordi quando andavamo a pattinare al fiume Bucky?-

James sorrise mentre schivava Steve che stava pattinando con fin troppo fervore per i suoi gusti. -Ora che me lo dici lo ricordo bene- gli rispose lanciando un'occhiata ad Amelia che sorrise innocentemente.

Per finire, passarono la serata tra il gioco del mimo e altri film di Natale.

Amy non voleva che quel giorno finisse, per questo aveva seguito James in camera e ora stavano ballando lentamente con un po' di musica in sottofondo.

Aveva posato la testa sul petto di lui mentre la conduceva tra una giravolta e l'altra avanti e indietro per la stanza. Avrebbe passato il resto della sua esistenza in quel piccolo momento felice.

-Sai…- Le disse dopo un po'. -Non mi dispiacerebbe inserire anche questo tra le tradizioni- mormorò.

Amelia alzò lo sguardo su di lui e sorrise. -Nemmeno a me.-

-Buon Natale Fiocco di neve- le disse dandole un bacio sulla fronte mentre la musica accompagnava lo scoccare della mezzanotte.














_Angolo autrice

Come promesso eccomi con un piccolo (piccolissimo) speciale di Natale.
Spero vi siano piaciute le tradizioni natalizie dei nostri protagonisti.
E voi ne avete qualcuna?
Ci vediamo a gennaio con il prossimo capitolo, buone feste a tutti! :3

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Capitolo 29
*** Fantasmi dal passato ***


Capitolo 29

Fantasmi dal passato

Words count: 2988



 

Amelia voleva perdersi in quel piccolo e dolce momento.
Stava per addormentarsi cullata dal respiro di Bucky mentre osservava i raggi di sole che accendevano le pareti della stanza dal bianco ad un giallo dorato.
Avevano avuto una lunga settimana. Forse essere un Avenger non faceva proprio per lei. O almeno era quello che aveva pensato spesso quella settimana, dopo missioni emotivamente difficili e interviste per migliorare l'opinione pubblica della squadra.
Non era riuscita a passare un solo momento da sola con Bucky e forse era quella l'origine dei suoi pensieri. E per questo cercava di godersi quel piccolo attimo di pace fino in fondo.
Sorrise quando Bucky cominciò a passarle le dita tra i capelli con delicatezza e si spostò leggermente per guardarlo. Condivideva la sua stessa serenità con gli occhi chiusi e un sorrisetto pacifico sul viso illuminato dal sole.
Si ritrovò a sorridere e Bucky aprì un occhio per guardarla. -Cosa c'è?-
-Niente, hai un bel faccino- disse facendolo ridere. Alla luce del sole i suoi occhi brillavano come cristalli, e poteva perdersi ancora una volta a guardarli e affondare nuovamente nel suo sguardo.
-Quindi passerai tutto il tempo a fissarmi?-
-Oh no, ho anche altro in mente- affermò posandogli un bacio sulle labbra, al quale ne seguirono altri.
-If I lay here… If I just lay here, will you lie with me and just forget the world?- canticchiò sentendo la canzone alla radio che aveva acceso prima di usare Bucky come il suo cuscino personale. -Forget what we're told before we get too old…- non riuscì a continuare perché il suo cuscino cominciò a vibrare e sentì l'eco della  risata attraverso il suo torace, tornò a guardarlo senza riuscire a trattenere il sorriso divertito. -Hey, sto cercando di essere romantica canticchiandoti una canzone, non deridermi così- disse dandogli una leggera pacca sul petto mentre cercava di sembrare offesa.
-Scusa ma quanto vecchio vuoi che diventi?- disse cercando di smettere di ridere.
Amelia ripensò all'ultimo verso cantato e si ritrovò a ridere con lui. -Ma lo sai che pur essendo un centenario per me non sei abbastanza vecchio- gli disse.
-Hai mai parlato col tuo terapeuta sul perché cerchi relazioni con uomini centenari?-
-Non vado in terapia-
-Allora ecco la nostra risposta- disse Bucky guadagnandosi un'altra sberla sul torace.
Lui ricominciò a ridere e vedendo come lei cercava di rimanere seria, in mezzo secondo capovolse entrambi e cominciò a farle il solletico, sollecitando urla e proteste in mezzo alle risate. Quando si fermò, Amy era senza fiato e aveva il viso arrossato e le lacrime agli occhi per le troppe risate.
-Non pensavo fossimo già alla fase del solletico nella nostra relazione- disse cercando di riprendere fiato.
Bucky la guardò con un sorriso incerto. -Fase del solletico?-
-Sì, è una fase importante-
Lui inarcò un sopracciglio. -Le fasi del ventunesimo secolo sono strambe-
-Quali erano le fasi nel ventesimo?- chiese Amelia divertita mettendosi a sedere mentre anche lui tornava alla posizione di prima.
-Oh sai, corteggiamento, fidanzamento, matrimonio, figli e morire di polmonite a trentanove anni-disse alzando le spalle.
Amelia ridacchiò. -E trovare casa?-
-Prima della polmonite di sicuro, perché? Dopo la fase del solletico c'è quella della casa?-
-Sì, che ne dici di una casetta in mezzo al nulla fatta di legno? Piena di luce e di libri e di un giradischi.-
-Al frigo ci pensi tu immagino-
-Tranquillo, terrò io al fresco il formaggio per i toast delle due del mattino- affermò facendo cadere qualche fiocco di neve sopra di loro.
Bucky scosse la testa con una risata e la strinse a sé, posandole un bacio tra i capelli. -Quindi devo davvero mettermi a fare il pane?-
-Avevi proposto tu di diventare panettieri-
-Panettieri con orari decenti- le ricordò.
Amy sorrise. -Possiamo preparare il pane la sera per il giorno dopo, sarà ancora fresco-
-Dovremmo cominciare a preparare il nostro lievito madre, sai che bisogna rinfrescarlo ogni quarantotto ore?-
Lei fece una smorfia. -Oh no, il lievito madre mi fa senso. Sembra un alieno, non possiamo usare quello essiccato?- chiese facendolo ridere.
-Forse è meglio, non riusciremmo a tenerlo in vita per più di una settimana-
Amelia alzò gli occhi al cielo con un sorriso. -E come conosci tutte queste cose sul lievito madre alieno?- gli chiese incuriosita.
-Sam guarda sempre programmi di cucina, l'ultima volta voleva replicare una ricetta ma stava sbagliando tutto, sono dovuto intervenire più volte-
-Non ci credo, Sam è l'unica persona in grado di cucinare qualcosa qui dentro-
-Ora mi offendo.-
Amelia sorrise divertita prima di dargli un bacio. -Prima fammi assaggiare qualcosa, e poi vediamo-
-Sei un insolente, te lo hanno mai detto?-
-In effetti nessun…- cominciò per poi essere interrotta dai suoi baci.

Si svegliò qualche ora dopo, ancora circondata dalle braccia di Bucky dove sarebbe annegata felicemente senza fare storie. 
-È la terza volta che squilla- bofonchiò con una voce assonnata che Amy trovava carinissima.
Ci mise un po' a capire che si stava riferendo al suo cellulare, quindi sospirò e allungò il braccio per prenderlo. Una videochiamata da Tony.
Declinò la chiamata e si rimise comoda, impaziente di tornare ad abbracciare Bucky ma il telefono ricominciò a squillare. Sbuffò e si mise a sedere appoggiandosi alla testiera del letto e accettò la chiamata cercando di tenere il raggio della fotocamera solo su di sé.
Ma non funzionò del tutto.
Tony sembrava stanco ma sorrise vedendola. -Finalmente una risposta- le disse facendole alzare gli occhi al cielo. -Hai tolto le lucine a forma di stelle dal letto?- chiese poi cercando di scorgere la parete dietro di lei, ma Amelia avvicinò il telefono in modo che solo il suo viso fosse visibile sullo schermo.
-Sì, le ho messe sopra la scrivania, ma probabilmente le rimetterò di nuovo qui- disse nervosamente.
Intanto Bucky si copriva il viso con un braccio mentre cercava di nasconderle il suo sorriso divertito.
-Devi dirmi qualcosa?- continuò poi dando un piccolo calcio sotto le coperte a Bucky, cosa che lo fece sorridere ancora di più.
Tony sospirò pensando qualche secondo prima di risponderle. Lo osservò preoccupata notando come cercava le parole giuste da dirle, ma prima che potesse chiedergli cosa fosse successo, lui parlò.
-Ogni due anni la fondazione Maria Stark accoglie una ventina di studenti da tutto il mondo per visitare la città e i musei, Pepper aveva incluso la visita ai laboratori Stark qualche anno fa e da quest'anno c'è una visita al quartier generale e un incontro veloce con gli Avengers- Spiegò nervosamente.
Lei rimase confusa. -Se mi stai chiedendo se voglio partecipare al tour voglio dirti che non avrebbe senso perché io qui ci vivo- disse con espressione corrucciata.
Tony scosse la testa. -No, lo so che non avrebbe senso. Lasciami finire- disse con tono fin troppo gentile per i suoi gusti. -Io e Pepper stavamo controllando la lista degli studenti che hanno vinto il concorso e beh…-
-Beh?- lo incalzò cercando di capire dove volesse arrivare con quel discorso.
-C'è Ilenia- disse alla fine Tony mettendo fine al giro di parole che voleva evitare l'inevitabile rivelazione.
Ad Amelia si fermò il cuore per qualche secondo mentre la stanza cominciava a girare e stava per posare il telefono sul letto, ma riuscì a rimanere abbastanza cosciente da non farlo per evitare che Tony scoprisse che non era nel suo letto.
-Cosa?- chiese dopo un po' sperando di non aver sentito bene.
-Ilenia ha vinto il concorso e visiterà il quartier generale- ripeté cercando di essere chiaro. -Ma non devi essere presente se non te la senti. Se vuoi posso anche organizzarti una vacanza lontano da qui per…-
Amelia scosse la testa interrompendolo e Tony si zittì. -Quando?-
-Tre settimane- disse facendola sospirare.
-Tony, ora metto giù ma tu non offenderti- disse poi.
Lui fece per protestare ma vedendo la sua espressione si fermò e annuì, capendo che aveva bisogno di tempo per riflettere.
Amy terminò la chiamata e lanciò il cellulare ai piedi del letto prima di alzarsi di scatto. Rimase lì in piedi cercando di dare un senso alle parole appena pronunciate da Tony.
Ilenia.
Sarebbe stata di nuovo nella stessa stanza con la sua migliore amica dopo due anni.
La sua migliore amica che la credeva morta. E che avrebbe continuato a crederlo visto che non la avrebbe vista in faccia ma con la maschera di Frost Woman.
E se le avessero chiesto qualcosa avrebbe riconosciuto la sua voce? Conoscendola avrebbe indagato, e cosa avrebbe pensato scoprendo la verità? Probabilmente la avrebbe odiata, chi non lo farebbe se la propria migliore amica si fingesse morta? 
-Amelia. Respira.-
All'improvviso si accorse di essere ancora ferma nello stesso punto ma che Bucky era davanti a lei e la guardava con apprensione.
Solo dopo si accorse di essere andata in iperventilazione, e sembrò andare ancora più in panico ma Bucky cominciò a parlarle piano e spiegarle come riprendere la calma.
Lei non poté far altro che ascoltare la sua voce calma che le diceva di inspirare profondamente prima di rilasciare l'aria e a poco a poco il suo respiro si fece più stabile.
Bucky sembrò sollevato e le asciugò una lacrima che le rigava la guancia. Non si era accorta nemmeno delle sue lacrime silenziose.
-Va meglio?- Le sussurrò accarezzandole con tenerezza la guancia.
Riuscì solo ad annuire debolmente e a Bucky bastò quello per stringerla a sé.
-Amy…-
Lei sprofondò il viso nel suo petto e si lasciò abbracciare, ricambiando l'abbraccio solo più tardi.
-Devo fare finta di non conoscere la mia migliore amica mentre saremo insieme nella stessa stanza- riuscì a dire dopo qualche singhiozzo mentre lui le accarezzava la schiena cercando di calmarla.
-Non devi per forza essere presente, lo hai sentito- disse. -Come al contrario non sei obbligata a continuare a farle credere di essere morta- disse poi.
Amelia provò a connettere quello che stava dicendo e alla fine alzò la testa per guardarlo meglio.
-Non devi per forza mentirle per sempre- le disse asciugandole nuove lacrime. -Credimi, i migliori amici sono capaci di ritrovarti anche settant'anni dopo la tua presunta morte. Parlo per esperienza.- affermò rubandole un sorriso divertito.
-Ilenia è più testarda di Steve-
-Allora non hai scampo.- Disse facendola ridacchiare.
-Grazie- gli disse dopo un po'. -Devo pensarci su-
-Prenditi tutto il tempo che ti serve- le disse dandole un bacio sulla fronte.
Amelia sorrise e sciolse l'abbraccio per poi dirigersi verso la porta.
-Amy, aspetta- Lei lo guardò confusa ma poi capì. -Sì, scusami. Creo un portale per non farmi vedere dagli altri-
Bucky la guardò confuso. -Non mi interessa se gli altri ti vedono uscire dalla mia stanza, volevo solo dirti che puoi rimanere- Le disse come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Amelia si ritrovò ad arrossire mentre annuiva debolmente, toccata dalle parole dell'uomo.
L'attimo dopo era di nuovo tra le sue braccia cercando di pensare a quello che doveva fare mentre Bucky le sussurrava parole di conforto tra una carezza e l'altra.

 
***


Amelia ci aveva pensato a lungo in quelle settimane e oramai le ore che la dividevano dall'incontro si stavano esaurendo.
Non aveva chiuso occhio tutta la notte e alla fine si era ritrovata nella sala comune del quartier generale a bere tè e continuare un modellino Lego che Natasha e Clint avevano lasciato sul tavolino da caffè.
Doveva ricordarsi di smontarlo nuovamente per evitare l'ira dei due ex assassini. Anche se probabilmente se ne sarebbero accorti comunque; sospirò, pensando che avrebbe dovuto stare all'erta per qualche scherzo vendicativo nei giorni seguenti.
Ad un certo punto nel cuore della notte Bucky l'aveva raggiunta come se i pensieri di Amelia fossero stati troppo rumorosi da disturbare anche il suo, di sonno.
Non aprì nemmeno bocca, le posò un bacio sulla fronte e rimase accanto a lei, aiutandola a finire il modellino e versandole altro tè caldo nella tazza quando si svuotava.
Nemmeno una parola.
E Amelia trovò la sua presenza così confortante che quasi gli propose di tornare a letto per abbracciarlo e farsi cullare in un dolce sonno con la sua sola presenza.
Verso le quattro di mattina la sorprese spostandosi nell'angolo cucina e lo osservò posizionare farina e altro accanto a un foglietto e alla bilancia.
-Ti preparo il pane- le sussurrò dall'altra parte della stanza in risposta al suo sguardo curioso.
Amelia attraversò la stanza e lo osservò versare farina e acqua in una ciotola mentre continuava a controllare il foglietto dove con la sua indistinguibile calligrafia aveva scritto passaggio per passaggio.
Sorrise immaginandoselo tutto concentrato a scrivere i passaggi della ricetta accuratamente.
Dopo aver fatto lievitare l'impasto, Bucky le chiese di aiutarlo a formare delle piccole pagnotte e prima di infornarle ci disegnarono sopra.
Amy, terminato il disegno sulla sua, lanciò un'occhiata al disegno di lui. -Cos'è?-
Bucky la guardò un po' offeso per non aver riconosciuto le sue doti artistiche, ma tornò presto a sorridere vedendola arrossire alla sua spiegazione subito seguita da un occhiolino. -Un fiocco di neve-
-Sai che non devi flirtare con me? Mi hai già conquistata tempo fa, Barnes.
-Lui sorrise alzando un sopracciglio, poi osservò la pagnotta della ragazza. -Un sole?- Chiese curioso.
-Sì. Perché tu, James, sei il sole più splendente anche nella notte più buia.- Affermò. -Ma sei anche la luna con la calma che porti, ma se dovessi stare qui a paragonati a ogni cosa bella a cui posso pensare finirei per nominare l'intero sistema galattico- terminò senza rendersi conto di quello che stava dicendo.
Lui la guardò sorpreso e un leggero rossore gli dipingeva le guance, visibile solo grazie alla luce che emanava il forno.-E poi io non dovrei flirtare.- disse scuotendo la testa prima di tirarla a sé per baciarla.
Quella mattina la squadra trovò i due a spalmare crema alle nocciole su del pane ancora caldo, presumendo che Tony avesse mandato loro qualcosa per iniziare bene la lunga giornata che li aspettava.
Solo alcuni si accorsero degli sguardi persi dei due innamorati.

Amy era grata a Bucky per esserle stato accanto, riusciva a farle dimenticare le sue preoccupazioni così facilmente che cominciava a sospettare avesse un qualche super potere segreto.
Le era accanto anche in quel momento, mentre osservavano Tony, Natasha e Steve parlare al gruppo al di fuori del quartier generale.
Sarebbero entrati a momenti, avrebbe rivisto Ilenia, le avrebbe detto tutto, o forse no e… Stava per avere un attacco di panico?
-Fai dei respiri profondi, puoi andartene quando vuoi- le sussurrò Bucky stringendole la mano.
Lei chiuse gli occhi cercando di controllare il proprio respiro. -Mi viene da vomitare- disse cercando di non fargli notare come le tremavano le mani, ma ovviamente lui se ne era accorto.
-Elencami tutte le cose gialle che riesci a vedere in questa stanza- le disse.
Lei lo guardò confusa anche se non poteva vederla dato che indossava la maschera.
-Avanti- le disse dolcemente per incoraggiarla.
Lei si guardò intorno. -Vaso, calamita, cornice, calzini di Clint, le foglie della pianta… Nessuno la annaffia?- chiese facendo sorridere Bucky. -Lampada…- continuò finché non sentì la porta aprirsi e un chiacchiericcio eccitato riempì la stanza.
Bucky le strinse un'ultima volta la mano prima di lasciarla andare. -Se vuoi andartene tirami la manica e penso a tutto io, andrà tutto bene- le sussurrò.
Amelia ebbe il tempo di annuire leggermente prima di notare subito la sua migliore amica tra il gruppo di studenti.
Si era tagliata i capelli, quella fu la prima cosa che notò e voleva dirlo ad alta voce, probabilmente anche lei le avrebbe detto la stessa cosa visto che l'ultima volta che la aveva vista li avevi lunghi il doppio.
Ilenia stava ascoltando quello che stava dicendo Tony e Amy sorrise sapendo che Iron man era la sua cotta da quando erano due ragazzine, doveva essere emozionata.
Eppure non lesse nessuna emozione nello sguardo dell'amica, soprattutto quando si girò verso di lei e la guardò con aria seria.
Amelia rimase immobilizzata, catturata dallo sguardo di Ilenia.
Non poteva saperlo, era impossibile. Eppure continuava a guardarla come quando era andata a casa sua e aveva rotto il cd del suo cantante preferito sedendocisi sopra per sbaglio.
Continuò a sentire il suo sguardo addosso per tutta la durata dell'incontro, mentre gli studenti facevano domande ai vari supereroi, alcune anche a lei. E dubitava che il modificatore di voce installato nella tuta la stesse davvero aiutando.
Dopo le domande ci fu il momento delle foto prima che il gruppo si postasse nel giardino per provare lo scudo di Captain America e per la lezione di tiro con l'arco e quella di difesa con Clint e Natasha.
Amelia si accorse troppo tardi che Ilenia si era messa proprio accanto a lei per la foto, e appena il gruppo cominciò a disperdersi le rivolse la parola.
-Per quanto hai intenzione di fare finta di niente?-
Amelia la fissò senza sapere cosa dire.
-Quando avevamo dodici anni hai congelato una bottiglia di aranciata davanti a me e ho fatto finta di niente. Quando ne avevamo quindici ho visto la tua foto con Stark in camera, ti eri dimenticata di nasconderla.- disse con tono accusatorio e al contempo dolce.
Amy si guardò intorno prima di tornare a guardarla. -Non qui.- Fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Ilenia rilasciò una mezza risata sarcastica. -E dove allora? Al tuo prossimo funerale?-






















*Scena post-credit*
Clint e Natasha si sedettero sul divano pronti a continuare il loro modellino.
Ma c'era chiaramente qualcosa che non andava.
-Qualcuno lo ha toccato.- disse il primo.
-Telecamere di sicurezza?- domandò Nat
-Telecamere di sicurezza.- Ripeté l'amico.
I due si alzarono allo stesso tempo come delle nuotatrici sincronizzate per andare a ispezionare le telecamere.




























_Angolo autrice
Ecco un altro capitolo, pieno di momenti dolci e intensi.
Cosa ne pensate?
Ilenia e Amelia riusciranno a chiarirsi?
Grazie a tutti coloro che hanno inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate, a chi mi ha lasciato qualche recensione e ai lettori fantasma.
Ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 30
*** Fantasmi dal passato pt. 2 ***


Capitolo 30
Fantasmi dal passato parte 2
Words count: 1557






Amelia si accorse troppo tardi che Ilenia si era messa proprio accanto a lei per la foto, e appena il gruppo cominciò a disperdersi le rivolse la parola.
-Per quanto hai intenzione di fare finta di niente?-
Amelia la fissò senza sapere cosa dire.
-Quando avevamo dodici anni hai congelato una bottiglia di aranciata davanti a me e ho fatto finta di niente. Quando ne avevamo quindici ho visto la tua foto con Stark in camera, ti eri dimenticata di nasconderla.- disse con tono accusatorio e al contempo dolce.
Amy si guardò intorno prima di tornare a guardarla. -Non qui.- Fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Ilenia rilasciò una mezza risata sarcastica. -E dove allora? Al tuo prossimo funerale?-







Amelia osservò il gruppo dirigersi verso il giardino per provare lo scudo di Cap e per le lezioni di Nat e Clint.
Ilenia sembrava incerta sul da farsi ma quando fu sicura che nessuno del gruppo la stesse guardando, prese Amelia per il polso spingendola nel corridoio e dirigendosi verso l'ascensore a grandi passi.
-Hey!-
Ilenia lanciò un'occhiataccia a Sam che da parte sua era preoccupato per Amelia e stava per intervenire quando Bucky lo fermò, guadagnandosi un'occhiata confusa e irritata ma le due non riuscirono ad assistere alla continuazione della scena perché le porte dell'ascensore si chiusero, avvolgendole in un nuovo silenzio carico di tensione.
Prima che Ilenia lo rompesse. -Io non vivo qui, devi premere tu il pulsante-
Amelia scosse la testa tornando subito alla realtà. -Oh… sì, giusto…- Mormorò prima di premere il pulsante del piano che portava alle camere.
Sentì lo sguardo dell'amica su di sé per tutta la durata della corsa e quasi tirò un sospiro di sollievo quando le porte dell'ascensore si riaprirono e poté uscire.
Non si girò per vedere se la stava seguendo perché sentiva la sua presenza fissa dietro di sé e non la guardò nemmeno quando aprì la porta della propria camera per farla entrare.
Ilenia non commentò il suo comportamento ed entrò senza troppi problemi. Si guardò intorno mentre Amelia sembrava metterci un'eternità a chiudere la porta e soffermò lo sguardo riconoscendo gran parte delle fotografie appese alle pareti.
-Devo essere io a parlare?- Chiese prima di essere interrotta da un miagolio. -Ciao Freddie, è bello rivederti dopo averti cercato per mesi intorno alla casa di Amelia sperando che almeno tu fossi sopravvissuto alla fuga di gas- disse sottolineando le ultime parole mentre si inginocchiava per accarezzare il gatto.
Amelia sospirò. -Ilenia…-
-Niente "Ilenia" e niente giri di parole. Ho pianto la tua morte per mesi prima di capire che c'era qualcosa che non andava quindi non rifilarmi altre bugie.-Amelia annuì. -E togli la maschera.-
Lei sospirò nuovamente prima di premere il fiocco di neve del braccialetto, mostrando il viso rigato di lacrime silenziose all'amica.
Ilenia la osservò per qualche secondo, le si potevano leggere mille emozioni nello sguardo. -Sei stata crudele.- affermò prima di spingerla.
Amy fece per scusarsi ancora ma le parole le morirono in gola quando l'abbraccio improvviso dell'amica le fece mancare il fiato. -Non farlo mai più.- Le sentì dire tra i singhiozzi.
-Volevo proteggerti- riuscì a mormorare mentre cercava di non ricominciare a piangere.
Ilenia si allontanò il giusto per guardarla in viso, ma senza lasciarle le braccia. -Allora potevi restare e farmi da guardia del corpo se eri così preoccupata, oppure portarmi via con te invece di fingere la tua morte e quella dei tuoi genitori-
Amelia si raggelò sentendo nominare i suoi genitori.
Ma certo, se aveva dubbi sulla sua morte doveva averne anche su quella dei suoi genitori.
-Sono morti davvero- mormorò piano evitando il suo sguardo mentre gli occhi le si riempivano di nuove lacrime.
Ci fu un momento di silenzio prima che Ilenia riuscisse a processare quello che le aveva appena detto. -Cosa? Amelia, se questa è un'altra…- ma si bloccò vedendo l'amica scuotere la testa con forza. -Amy…Come…?-
All'improvviso Amelia indietreggiò di qualche passo. -Non ero pronta a questa conversazione- mormorò. 
Ed era vero, non aveva nessuna intenzione di spiegarle come aveva quasi riportato i genitori alla libertà prima di perderli nel giro di pochi secondi.
Ah, e che non erano nemmeno i suoi veri genitori.
E che la sua madre biologica era un'aliena.
E che pure lei era morta per colpa sua.
-Non voglio che mi spieghi tutto per filo e per segno. E nemmeno che mi spieghi tutto subito. Voglio solo riavere la mia migliore amica- disse quasi implorandola.
Amelia annuì. -Rimarrò a New York ancora per due giorni-
-Puoi rimanere qui per quanto vuoi e ti riporterò a casa io. Tony manderà un taxi, anzi… probabilmente ti manderà una limousine con un autista per niente felice- disse con mezzo sorriso pensando a Happy.
-Davvero?- chiese Ilenia ancora dubbiosa sul fatto che l'amica la volesse davvero indietro oppure no.
-Ma certo. Solo se lo vuoi ovviamente.- disse con un piccolo sorriso.
Ilenia la abbracciò nuovamente. -Mi sei mancata.-
-Tu di più.- mormorò Amelia stritolandola.
-Oh certo, con tutti i nuovi super amici che ti sei fatta- scherzò l'altra indicando una foto dove stava giocando a Twister con Nat, Wanda, Clint e Sam.
-Nessuno è più super di te.-
Ilenia alzò un sopracciglio spostando lo sguardo su una foto dove stava disegnando qualcosa con Steve. -Nemmeno la tua cotta adolescenziale?- chiese con un sorrisetto.
Amelia alzò gli occhi al cielo. -A proposito…-
Ilenia sorrise divertita vedendola in imbarazzo. -Non dirmi che hai fatto colpo sul vecchietto- disse felice che il nuovo argomento avesse alleggerito la tensione tra le due.
-No… Cioè…-
-Allora, ti stai sbaciucchiando il vecchietto sì o no?- chiese l'altra stanca di stare sulle spine.
All'improvviso sentirono un trambusto provenire dal giardino e si avvicinarono alla finestra in tempo per vedere Steve fare un'altra acrobazia per la dimostrazione con lo scudo. Sorrise perché persino da lì riusciva a vedere l'espressione imbarazzata dell'uomo mentre il gruppo lo applaudiva.
-Mi perderò la lezione di tiro con l'arco con Occhio di Falco- Commentò Ilenia. -Sì insomma, mi sono fatta in quattro per essere scelta al concorso solo per provare che la mia migliore amica è Frost Woman ma la lezione di tiro con l'arco non posso perderla.-
Amelia scosse la testa divertita. -Ti porto da Clint, e ti faccio conoscere Tony se vuoi. Ma ricordati che è sposato e ha una figlia-
-Certo, perché non me lo hai presentato prima- si lamentò l'altra mentre accarezzava Freddie per poi seguire l'amica fuori dalla stanza.
-Quando potrò rivederti?- chiese nervosamente mentre erano in ascensore.
Amelia le sorrise. -Paura di essere ghostata di nuovo?-
-Non sai quanto.- disse l'altra seriamente.
Lei allora le prese il telefono dalla tasca. -Carina la foto con Eddy- disse commentando lo sfondo prima di aprire l'app della rubrica per inserire il suo numero.
-Non puoi ancora usare la carta delle prese in giro-
-Tu sì e io no? Alquanto ingiusto- protestò Amelia tornando a indossare la maschera.
-Io posso e basta- disse Ilenia mandandole velocemente un messaggio per verificare che il numero fosse vero.
Amy la guardò con un sopracciglio alzato anche se con la maschera non poteva vederla.
Ma Ilenia sembrò capire comunque e si limitò ad alzare le spalle. -Non si sa mai-
-Mi commuovo per la tua fiducia-
-Sei troppo sentimentale- ribatté l'altra facendola sorridere.
Quando le porte dell'ascensore si aprirono le due si guardarono un'ultima volta e annuirono prima di uscire.
Wanda, Visione, Bruce, Sam e Bucky stavano osservando i compagni di squadra interagire con il gruppo di studenti dalla porta finestra che dava sul giardino.
A giudicare dalle risate la lezione di tiro con l'arco era già cominciata e Amelia accompagnò Ilenia fino alla porta.
Bucky intanto si era girato a guardarla, cosa che non sfuggì a Ilenia, tanto che le lanciò un'occhiata curiosa.
Perché era uno sguardo particolare.
E ora Ilenia era molto interessata. -Non sparire- le mormorò un'ultima volta prima di riunirsi al gruppo, dove nessuno si accorse di niente dato che erano troppo catturati dal resto degli Avengers per farci caso.
Bucky la guardò preoccupato mentre gli andava accanto, ma lei si limitò ad annuire.
-Vuoi spiegare? Barnes non è stato molto esplicito- le disse Sam.
-Bucky non è mai esplicito- aggiunse Bruce, per poi alzare le spalle alla protesta nello sguardo del suddetto.
-È la tua amica delle foto- osservò Wanda.
Amelia sospirò. -È una lunga storia- Mormorò piano guardando l'orologio.
Sperava che la sera arrivasse in fretta per poter spiegare tutto a Bucky.
Lui le prese la mano per un istante senza farsi vedere dagli altri, come se le avesse letto nel pensiero.


























*Scena post-credit*
Una normale macchina nera parcheggiò davanti a lei.
La osservò per un po' finché il finestrino non si abbassò.
-Allora sali oppure no?- chiese una voce scorbutica.
-Oh, l'autista infelice. Amy lo aveva accennato- disse Ilenia salendo in macchina con la sua valigia. -Mi aveva promesso una limousine però-
-Sì, perché non sa quanto è complicato guidare una limousine a New York- borbottò lui. -Sono Happy a proposito-
Ilenia alzò un sopracciglio. -Oh? Non sembra-
Happy roteò gli occhi e mise in marcia alzando il volume della radio.


















_Angolo autrice
Sono sparita ancora e arrivo con un capitolo cortissimo ma  non mi piaceva quello che stavo scrivendo quindi per il momento avete questo, mi impegnerò per il prossimo, promesso.
Grazie a tutti coloro che seguono ancora questa storia, se avete voglia lasciatemi un commentino qui sotto *-*
Fate una scorpacciata di cioccolato e godetevi questi pochi giorni di vacanza, alla prossima! :3

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Capitolo 31
*** Vecchie storie e nuovi incontri ***


CAPITOLO 31
Vecchie storie e nuovi incontri

 
Words count: 3151










Le ore erano passate lentamente e Amelia non era riuscita a trovare pace nell'attesa. E il fatto che il suo super soldato preferito fosse impegnato in alcuni incontri per una futura missione non migliorò la situazione.
Va bene, doveva ammettere che la sala riunioni è solo due piani più sotto rispetto a quello delle camere e che avevano pranzato insieme durante la pausa.
Aveva anche passato il pomeriggio con Wanda, dato che come lei non era stata convocata per la missione. Per questo non avrebbe dovuto avere problemi a far passare il tempo, ma l'agitazione mista alla gioia di rivedere l'amica non le dettero pace per tutto il giorno.
Ma ora era ormai sera e lei era fuori, seduta su una delle panche vicino all'ingresso a osservare i cancelli.
Ilenia le aveva mandato un messaggio dicendole che Happy era passato a prenderla e che sarebbero arrivati presto. Il messaggio era di mezz'ora fa e Amelia era rimasta seduta fuori per tutto il tempo dopo aver chiesto agli altri per la millesima volta se erano davvero d'accordo sul fatto che Ilenia sarebbe rimasta al quartier generale per qualche giorno.
All'inizio aveva intenzione di prenotarle un hotel più vicino ma loro avevano insistito perché venisse lì. E Ilenia aveva accettato dopo essersi assicurata della normalità del cibo assunto dai supereroi.
Amelia abbozzò un sorriso al pensiero per poi scattare in piedi quando i fanali di una macchina illuminarono il vialetto. 
Happy parcheggio lì davanti e Amelia si avvicinò stringendosi di più nella giacca.
-Grazie Happy, è stato bello conoscerti!-
Amy guardò l'autista incuriosita e lui scrollò le spalle. 
-Lei è simpatica-
Ridacchiò prendendo lo zaino dell'amica mentre lei recuperava la valigia. -Happy, vuoi entrare? Sam ha preparato una crostata alle mele-
-No, grazie. Io e May abbiamo la serata pizza e Downton Abbey-
-Oh, allora ti lascio andare, grazie ancora e salutami May!-
-Sembra simpatica questa May- Commentò Ilenia mentre entravano nel quartier generale.
-Lo è, te la presenterò un giorno- disse Amelia. -Oh, attenta alle attrezzature, le hanno lasciate ovunque- disse indicando frecce, scarpe e altri aggeggi da spie sparpagliati per il corridoio d'ingresso.
-Non dare la colpa agli altri, vedo i tuoi pattini proprio lì-
-Sì beh, li stavo per riportare al loro posto- disse con una risata imbarazzata.
-Non ci credo ma va bene…- disse divertita l'altra. -Oh, Captain America, ciao- aggiunse poi notando qualcuno scendere le scale.
-Steve può bastare- disse il biondo stringendole la mano. -Benvenuta, sono tutti in cucina e non vedono l'ora di conoscerti- continuo con un sorriso.
Ilenia spostò lo sguardo da lui a Amy -Oh? Non pensavo di incontrare tutti-
-Dovete comunque passare per la sala- fece notare Steve prendendole la valigia.
Amelia ridacchiò vedendo l'espressione dell'amica. -A lui piace prendere le valigie, è nel suo istinto cavalleresco- spiegò ricordando come aveva fatto la stessa cosa con lei appena arrivata al quartier generale. -E nella sua fibra morale- aggiunse poi guadagnandosi una risata sarcastica dal super soldato.
-Beh, sta attento che ho preso dei ricordini e il modellino del ponte di Brooklyn era in una posizione critica quando ho chiuso la valigia- 
A Steve bastò sentir nominare Brooklyn per sorridere come un ragazzino per poi cominciare a tartassare la giovane di domande per assicurarsi che avesse visitato le cose importanti della sua città natale.
Amelia seguì i due ascoltando la conversazione con un sorriso divertito finché non raggiunsero la sala.
-Tu devi essere Ilenia, è un piacere conoscerti. Permettimi di portare le tue cose nella camera che ti abbiamo preparato- Disse subito Visione prendendo la valigia dalle mani di Steve per poi sparire attraverso la parete.
-È normale anche questo- le mormorò Amelia.
-Chi ha mandato Rogers a spaventare gli ospiti con le sue buone maniere?-
-Ah ah ah- rispose con tono sarcastico il super soldato.
Natasha gli fece l'occhiolino sorridendo divertita, poi si avvicinò e porse la mano a Ilenia. -Piacere di conoscerti, è bello sapere che Amelia ha amici al di fuori di questo gruppo di disadattati- le sussurrò.
-Sei compresa anche tu nella descrizione- le disse Steve.
-Prima regola, mai sussurrare niente perché i super soldati ti sentono-
-Seconda regola, mai pensare qualcosa perché io posso sapere tutto- Scherzò Wanda, arrivando dalla cucina con un piattino di biscotti speziati tra le mani. -Tradizione sokoviana- le disse dandole il piattino.
Ilenia lo prese sorpresa. -Oh, wow... Grazie, non dovevi- disse balbettando un pochino dato che la sua seconda Avenger preferita le aveva apena dato un piattino di biscotti.
-Io non ho avuto la fortuna di ricevere qualcosa quando sono arrivata- commentò Amy offesa andando in aiuto dell'amica.
Wanda alzò le spalle. -Non posso leggerti la mente, non ero sicura meritassi dei biscotti- Disse facendole l'occhiolino.
-Li meritavo di sicuro- rispose lei con un piccolo broncio.
-Non può leggerti nel pensiero?- chiese confusa Ilenia nello stesso momento.
-Oh sì, poi ti spiego- disse Amelia, poi fece una faccia confusa. -Cioè, non c'è niente da spiegare perché non so come riesco a farlo-
-Perché sei mezza aliena- Le ricordò Clint da dietro di loro mentre teneva in equilibrio una torre di scatole provenienti dalla loro pizzeria preferita.
Ilenia aspettò una risata che indicava uno scherzo, ma quando non arrivò guardò Amelia ancor più confusa.
Amy sospirò lanciando un'occhiataccia a Clint, il quale le rivolse un piccolo sorriso di scuse sperando di scamparla. -No, non te la cavi così- gli disse prendendo due pizze dal mezzo della torre, grata che la pizzeria avesse scritto i gusti sul lato e felice di aver fatto perdere un po' l'equilibrio a Clint.
-A me basta non vedere gli occhi e i capelli fiammeggianti e sono a posto- le disse facendole l'occhiolino.
Natasha guardò l'amico divertita mentre cercava di rimettere la pila di scatole in equilibrio facendole barcollare da destra a sinistra con mosse azzardate, tanto che anche Sam e Bucky che erano rimasti in cucina si avvicinarono preoccupati per la loro cena. -Tutti quegli anni al circo sono serviti- commentò.
-Non è poi così difficile portare delle pizze- e disse confuso.
La rossa cercò di non ridere in anticipo per quello che stava per dire. -Intendevo dire che sei proprio un pagliaccio.-
Da lì cominciò uno dei soliti battibecchi tipici della squadra e Amelia decise che era ora di filare. Prese per mano Ilenia facendo levitare le pizze con i propri poteri e prima di uscire dallo scompiglio generale si fermò davanti a Sam e Bucky. -Sam, Bucky, lei è Ilenia. Ma ve la presenterò meglio domani, vi va?- chiese rivolta soprattutto a Bucky che annuì.
Sam le strinse la mano. -Fa niente, vi preparerò i miei pancake speciali. D'altronde domani niente allenamento. Vero Steve?- Chiese poi rivolto al biondo che stava aiutando Clint.
-Fate quello che volete- Rispose lui esasperato.
-Fantastico.- Mormorò Sam dando il cinque a Wanda che stava iniziando una piccola danza della vittoria.
Amelia cercò di non ridere mentre portava via Ilenia, la quale era già sopraffatta dalla presenza ingombrante dei supereroi.
Ma poi si ricordò che stava per raccontare alla sua migliore amica una lunga storia e che non sarebbe stato facile. Quindi prima di svoltare l'angolo lanciò un ultimo sguardo a Bucky.
Lui la stava già guardando ovviamente. Se da una parte Wanda, con il potere della telepatia non riusciva a leggerle il pensiero, dall'altra c'era Bucky.
Bucky che senza nessun potere riusciva a capire tutto quello che le passava per la mente.
Per questo in quel momento, mentre le sorrideva, riusciva a leggere nei suoi occhi mille parole d'incoraggiamento.
Ilenia la tirò bruscamente di lato quando si accorse che non stava badando a dove metteva i piedi e di conseguenza stava per andare a sbattere contro il muro.
-Scusa, grazie- disse imbarazzata rivolgendo un altro sguardo a Bucky prima di prendere l'ascensore con l'amica.
La suddetta si appoggiò alla parete dell'ascensore incrociando le braccia. -Devo ammetterlo, ho aspettato anni nella speranza di vedere quello sguardo.
-Quale sgaurdo- Chiese confusa.
Ilenia quasi roteò gli occhi divertita. -Lo sguardo che continui a rivolgere al migliore amico della tua crush adolescenziale- le disse.
Amelia, all'improvviso rossa dalla testa ai piedi, la guardò sorpresa. -Cosa? No, stavo...- Ma allo sguardo che le rivolse l'amica non riuscì a dire altro, quindi finì per sospirare. -Pensavo volessi sentire cose più complicate e meno divertenti-
L'altra annuì solo perché aspettava delle risposte da troppo tempo, ma non avrebbe di sicuro lasciato perdere il discorso.
E infatti: -Va bene, prima il dovere e dopo il piacere, risponderai più tardi al secondo interrogatorio- Affermò proprio mentre l'ascensore si aprì. -Andiamo- Disse prendendola per il polso per trascinarla fuori e dirigendosi subito verso la sua camera.
-Aspetta, magari vuoi rinfrescarti. ti mostro la camera così puoi sistemarti...-
Ilenia la interruppe subito. -Sciocchezze, sono fresca come una rosa. Ciao Freddie- disse entrando nella camera e prendendo posto su una delle due poltrone a sacco nell'angolino accanto al letto. -Ma accetto volentieri la pizza- Disse indicando le scatole che Amelia teneva ancora tra le mani per poi indicarle l'altra poltrona che avvicinò un po' alla sua.
Amy non si era accorta di essersi bloccata sulla soglia della porta e avanzò qualche passo prima di tornare indietro e chiudere la porta. -Va bene...- Disse sedendole accanto per poi passarle la sua pizza.
-L'altro giorno ho provato la pizza in un posto strano con quelli del gruppo, ho preso paura vedendo arrivare qualcosa più grande del piatto e di me- Scherzò Ilenia aprendo la scatola e prendendo una fetta di pizza.
Amelia sorrise e la ringraziò con lo sguardo per aver tentato di placare la sua ansia. -Ancora non mi sono abituata alle porzioni americane- Le confessò prendendo un piccolo morso dalla sua pizza per poi rimettere la fetta al suo posto. -Meglio cominciare, vero?- Le chiese poi senza guardarla.
-Quando sei pronta.- La rassicurò l'amica posando a sua volta la pizza.
Lei prese un grande respiro, chiuse gli occhi e cominciò la storia dalla caverna dove era finita quando era piccola e dell'incontro con Tony. Per poi decidere di saltare direttamente alla storia dell'aeroporto in Germania. -Ricordi quando non ti ho risposto per tutto il giorno e mi sono presentata a casa tua con...-
-Con la costola incrinata, un aspetto orribile e i nervi a pezzi? Lo stesso giorno in cui si sentivano notizie sugli Avengers e sull'aeroporto ovunque? Sì Amy, ho fatto due più due-
Amelia la guardò sorpresa e poi annuì. -Beh, avevo litigato con Tony per varie incomprensioni e poi non si è fatto più sentire per anni. Anche se a quanto pare mi controllava da remoto-
-Finché non sei sparita dopo avermi detto che i tuoi ci avrebbero portato a Firenze per il weekend?-
Annuì piano. -Quella sera mentre tornavo a casa mi hanno teso un'imboscata... Le stesse persone che avevano organizzato il mio rapimento quando ero piccola...-
E riuscì a raccontarle degli esperimenti, dell'Hydra, di Plokhey, di come aveva scoperto che i suoi genitori facevano parte della stessa organizzazione che le aveva tolto tutto prima di voltare le spalle ad essa e ai loro superiori per portarla via. Di come Bucky li aveva aiutati a scappare mentendo alle guardie.
Di come aveva trovato i suoi genitori nella stessa prigione dove la avevano portata, come erano quasi sani e salvi quando...
Ovviamente lasciò in sospeso le parti più cruente anche se nella sua mente rivedeva ogni singolo dettaglio come se non fosse passato neanche un giorno.
A quel punto entrambe avevano le lacrime agli occhi e Ilenia si stava trattenendo dall'abbracciarla per non interromperla.
-Plokhey era... è. Spregevole.- Mormorò Amelia con aria quasi assente. -Mi ha detto che non erano i miei veri genitori poco prima dello sparo, mamma e papà erano... devastati, pensavano me la prendessi con loro. Insomma, ero un pochino arrabbiata perché non mi hanno mai detto nulla sul loro passato ma allo stesso tempo anch'io avevo nascosto a loro molte cose. Mi dispiace solo non essere riuscita a scusarmi e a spiegare loro tutto- Riuscì a dire prima che le scappasse un singhiozzo.
Ilenia fu pronta a stringerla a sè. -Basta così, eri il loro mondo. Non si sarebbero mai arrabbiati con te, magari solo un po' ma perché ti volevano al sicuro- le disse cercando di non singhiozzare come l'amica mentre elaborava i suoi lutti, dispiaciuta di non esserle stata accanto quando ne aveva bisogno. -Ti hanno sempre amata e avevano il cuore d'oro, trattavano anche a me come una di famiglia.
-Perché eri la mia unica amica- Disse affettuosamente Amelia ridendo tra le lacrime metre Ilenia la rimproverava per lo scherzo.
-Sei proprio sciocca a volte- disse divertita, contenta di vederla sorridere almeno un po'.
-Pensavo fossi mia amica per questo- rispose facendole alzare gli occhi al cielo. -Quando Clint ha detto quella cosa prima...- Continuò. -Stava dicendo la verità, sono per metà aliena e metà umana-
Ilenia la guardò sorpresa. -Quindi...-
-Sì, so chi sono i miei genitori biologici... Ma sono morti, quello che doveva essere mio padre ha venduto me e mia madre a Plokhey quando avevo qualche mese. Ha ucciso entrambi- Disse per poi fermarsi vedendo le emozioni negli occhi dell'amica. -Scusa, troppe informazoni tutte insieme, lo so- Le disse dispiaciuta.
-Vorrei solo prendere a calci questo Plokhey e tuo "padre" biologico...- disse prendendole la mano. -Sai almeno come si chiamava tua madre?-
-Heithr- Disse con un sorriso. Stava per dirle che a volte le parlava in sogno ma forse non era una buona idea, quindi si limitò a indicare il disegno che Steve aveva fatto di lei e sua madre.
Ilenia si alzò per andare ad esaminarlo. -Come hai fatto a trovarlo?-
-Lo ha fatto Steve, Loki lo ha aiutato mostrandogli come era fatta-
-Loki? Quello che ha distrutto New York nel 2012?-
-Sì ma è simpatico, dovrai conoscerlo-
Ilenia la guardò come se fosse matta ma si riavvicinò comunque a lei con sguardo triste. -Non riesco nemmeno a immaginare come tu abbia potuto sopportare tutto questo-
Amy le sorrise. -Non sono mai stata sola, anche se mi dispiace averti tenuta all'oscuro di tutto e aver finto la mia morte...- Disse un po' imbarazzata.
-Beh, non sei mai stata brava a prendere buone decisioni in effetti- Disse facendola ridere.
Si alzò per abbracciarla stretta, contenta di riavere la sua amica del cuore. -Giuro che non farò mai più sciocchezze-
-Non fare promesse che non puoi mantenere, limitati a non dirmi più bugie- Bofonchiò Ilenia abbracciandola con lo stesso fervore.
Proprio nel bel mezzo della riconciliazione commovente tra le due, un ragno alto due metri e settanta entrò dalla finestra come se niente fosse.
Ilenia rilasciò un urlo di sorpresa e spavento, e Peter si tolse subito la maschera allarmato.
Amelia si mise a ridere. -Peter, non è una buona mossa togliersi la maschera ogni volta che senti qualcuno urlare-
-Spiderman è un ragazzino?- domandò sorpresa Ilenia.
-Te lo avevo detto- mormorò compiaciuta Amelia.
-Hey! Sono maggiorenne!- protestò l'uomo ragno con tono molto offeso. -E tu chi saresti?-
-Ilenia, Peter. Peter, Ilenia.- disse osservando i due mentre si stringevano la mano. -Forse mi sono dimenticata di aggiornarti su alcune cose negli ultimi giorni
-Peter alzò un sopracciglio. -Tu dici?-
-Lei è sempre misteriosa- Commentò Ilenia riaccomodandosi sul letto.
-Si, ormai dice tutto solo al signor Barnes- si lamentò lui.
-Barnes? Allora avevo ragione- disse l'amica lanciando un sorrisetto soddisfatto a Amy, la quale alzò gli occhi al cielo cercando di non arrossire. -E perché lo chiami "signor"?- chiese poi stranita guardando Peter.
-Beh, ha cinquant'anni per braccio… per gamba volevo dire- aggiunse subito rivolgendo uno sguardo impanicato a Amy.
Lei alzò gli occhi al cielo lanciandogli un cuscino -Per essere un genio sei proprio stupido a volte. E poi chiama "signore" chiunque, potrebbe chiamare signora anche te se non stai attenta- 
-Non è vero- 
-Va bene, smettetela- si intromise Ilenia. -Mi farete venire il mal di testa-
Amelia si zittì subito mentre Peter le fece la linguaccia.
-Entra sempre dalla finestra?- Le chiese poi guardando male l'intruso.
-Sì, solo quando la sua ragazza e il suo migliore amico sono impegnati-
Peter la guardò sorpreso. -Non è vero-
Amy incrociò le braccia al petto e alzò un sopracciglio. -Dov'è Mj?-
-Al corso d'arte- Disse imbarazzato.
-Ned?-
Lui si grattò la testa guardandosi intorno, probabilmente in cerca d'aiuto. -Aiuta sua nonna... Ma senti, avevo terminato il mio giro di controllo nel quartiere e quando sono tornato Happy e May stavano guardando Downton Abbey e io mi sentivo di troppo-
-Conosci Happy?- Chiese tutta interessata Ilenia.
-May è sua zia- disse divertita Amelia guadagnandosi un'occhiataccia da Peter.
-Ilenia, volevi sapere qualcosa su Amy e Barnes?-
La suddetta rizzò le orecchie e sorrise al ragazzo. -Non preoccuparti, posso riuscirci da sola-
-E questo cosa vorrebbe dire?- Chiese Amelia stupita-
Ilenia alzò le spalle e tornò a sedersi, poi addentò una fetta di pizza. -Spiderman, vuoi una fetta?-
Peter sorrise sorpreso e fece per prendere la pizza quando Ilenia la ripose nella scatola. -A patto di avere una foto con Spiderman, Eddie mi ha presa in giro perché ho incontrato tutti tranne te-
-È spietata- Mormorò Amelia a Peter.
-Anche tu Frost Woman- Disse Ilenia allontanandole la scatola della pizza che stava per prendere.
Amy mise il broncio ma attivò subito la tuta per fare la foto.






















*scena post-credit*

Amelia si rifugiò ancor di più sotto le coperte non avendo nessuna voglia di svegliarsi, ma aveva la sensazione che sarebbe stata una bella giornata.
E mentre combatteva tra il sonno e la veglia si ricordò che la sua migliore amica era lì e che poteva passare tutta la giornata con lei. Quindi si alzò e guardò verso il divano letto dove Ilenia aveva deciso di dormire anche se aveva una stanza tutta sua, ma di lei neanche l'ombra.
La porta del bagno era spalancata ma le luci spente quindi uscì dalla camera e si diresse verso la cucina al piano di sotto, dove trovò davanti a sè una scena molto interessante.
-Quindi tu e Amy fate sul serio o vuole solo far ingelosire Cap?-
-Ilenia!- Esclamò con la voce ancora impastata dal sonno.
Ilenia le rivolse un sorriso e alzò la tazza della colazione nella sua direzione.
Bucky dal canto suo sembrava molto sollevato di vederla arrivare.

























_Angolo autrice

Mai detto che sarei stata puntuale con il capitolo ma almeno è un po' più lungo rispetto al precedente.
Si accettano scommesse su quanto Ilenia riuscirà a metter in difficoltà ogni membro della squadra. Preghiamo tutti per Bucky.
Spero che la riconciliazione delle due amiche vi sia piaciuta, la vita di Amelia sarà più facile d'ora in poi secondo voi?
Grazie a tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra preferita/seguite/ricordate, ai tutti coloro che si fermano a leggere e a chi mi lascia un commentino sotto i capitoli!
Se avete voglia ditemi cosa pensate del capitolo e di cosa/chi vorreste leggere di più.
Mettete la crema solare e buon pride month a tutti!
Alla prossima! :3

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Capitolo 32
*** Recuperare il tempo perduto ***


CAPITOLO 32
Recuperare il tempo perduto

 
Words count: 2704







Amelia si rifugiò ancor di più sotto le coperte non avendo nessuna voglia di svegliarsi, ma aveva la sensazione che sarebbe stata una bella giornata.
E mentre combatteva tra il sonno e la veglia si ricordò che la sua migliore amica era lì e che poteva passare tutta la giornata con lei. Quindi si alzò e guardò verso il divano letto dove Ilenia aveva deciso di dormire anche se aveva una stanza tutta sua, ma di lei neanche l'ombra.
La porta del bagno era spalancata ma le luci spente quindi uscì dalla camera e si diresse verso la cucina al piano di sotto, dove trovò davanti a sè una scena molto interessante.
-Quindi tu e Amy fate sul serio o vuole solo far ingelosire Cap?-
-Ilenia!- Esclamò con la voce ancora impastata dal sonno.
Ilenia le rivolse un sorriso e alzò la tazza della colazione nella sua direzione.
Bucky dal canto suo sembrava molto sollevato di vederla arrivare.








-Caffelatte?- Le chiese subito prendendo la tazza preferita di Amelia (quella bianca con piccoli fiocchi di neve azzurri, abbastanza grande per inzuppare i biscotti e necessariamente spazioso per metterci le patatine quando non trova contenitori da portare in camera).
-Sì, grazie- Disse avvicinandosi lanciando un'occhiata all'amica.
Ilenia alzò le spalle. -Sto solo dicendo che Amelia ha sempre avuto una cotta per Cap, una volta le ho regalato una sua gigantografia da mettere in camera-
Bucky alzò un sopracciglio rivolgendo di nuovo lo sguardo verso Amy mentre le versava il latte nella tazza.
-Una gigantografia di chi?- chiese Steve entrando in cucina, seguito da Sam che era impegnato a parlare al telefono.
-Doctor who.- rispose Amelia lanciando un'altra occhiataccia a Ilenia. -E poi era un poster.-
-Ad Amelia piacciono talmente tante cose che non riusciamo a starci dietro-
-Doctor Who è interessante- Commentò Bucky guardando male Sam quando gli rubò il vassoio dei pancake.
Steve alzò gli occhi al cielo guardando i due. -Ti sei messo a guardare Doctor Who?-
-Qui alla Torre sapete essere tutti molto convincenti- Disse Bucky omettemdo il fatto che era stato obbligato a guardare parecchi episodi perché Amelia voleva sempre il controllo del telecomando la sera.
In effetti, un uomo degli anni quaranta non aveva l'abitudine di avere il controllo del telecomando, quindi la sfida per arrivare prima all'aggeggio che Amy faceva solo contro se stessa lo divertiva e confondeva ogni volta.
Sorrise vedendo che Amelia lo stava guardando divertita e porse due piattini e una ciotola di frutti di bosco a lei e Ilenia.
-E io?- Chiese Sam offeso.
-A te non va mai bene niente- borbottò Bucky porgendogli comunque la vaschetta di frutti rossi che aveva lasciato accanto al lavabo.
-Non ci sono le gocce di cioccolato?- si lamentò stavolta guadagnandosi uno sguardo esasperato.
Steve scosse la testa. -Oggi vorrei fare un giro in qualche nuovo museo, venite?-
-Sicuro, se ci fermiamo a mangiare in un posto che dovete assolutamente provare-
Amelia li guardò a bocca aperta finché l'amica non le diede una piccola gomitata.
-Non fate mai cose divertenti e oggi che sono impegnata invece sì!- Esclamò offesa rivolta ai tre.
Ilenia si versò dell'altro succo nella tazza mentre assisteva alla conversazione con aria indifferente. -No, vai pure con i tuoi amici, io starò qui a frugare tra le tue cose finché non trovo il quaderno di poesie che hai scritto sul tuo grande amore segreto- disse in italiano per non farsi capire dagli altri.
Amy alzò gli occhi al cielo. -Non vado con loro-
-Ah, quindi c'è un quaderno di poesie- disse divertita Ilenia allontanando il piatto di pancake mentre l'amica sbatteva la testa sul tavolo per la frustrazione.
-Divertitevi- disse con tono passivo aggressivo ai tre che si stavano alzando, lanciando uno sguardo particolarmente offeso a Bucky.
Il suddetto cercò qualcosa da dire per difendersi ma Amelia mise semplicemente il broncio incrociando le braccia mentre lui veniva trascinato fuori dalla cucina da Sam e Steve.
-L'amore non è bello se non è litigarello-
-Ilenia, giuro che ti rispedisco a casa.-
-Nah, devi farti perdonare troppe cose- rispose tranquillamente l'altra.


Durante il corso della giornata Amelia dovette pizzicarsi più volte il braccio per essere sicura di non star sognando. Solo l'idea di essere di nuovo al fianco della sua migliore amica era incredibile. Ogni minimo ricordo a cui si era aggrappata negli ultimi due anni non rendeva giustizia alla sua reale compagnia.
Quasi si era dimenticata della sua incapacità a vincere un argomento contro l'amica, o di quanto spiritosa fosse, o di quanto le piacesse prenderla in giro e viceversa. Ma tutti i dettagli che aveva dimenticato furono i benvenuti in quell'uggiosa giornata di gennaio.
Le due non sentirono nemmeno il bisogno di uscire dal quartier generale per paura die essere distratte da altre cose quando l'unica cosa che volevano fare era recuperare il tempo perso. E due anni di mancanze sfociarono in lunghe chiacchierate sul terrazzo della torre, tranquille passeggiate nel boschetto vicino e un tour privato del quartier generale.
L'interminabile chiacchierata della giornata riguardò i più svariati argomenti: il livello di pericolo delle missioni a cui Amy partecipa di solito (omise molti dettagli per ovvi motivi), la funzionalità della sua tuta e la nuova vita con gli Avengers, dei suoi poteri, del suo pianeta di origine e Amelia riuscì ad avere qualche risposta sull'evoluzione della relazione tra l'amica e Eddy.
-Non posso credere che tu e Eddy convivete! E non ho neanche visto la casa.- Disse imbronciata Amelia mentre frullava i ceci per fare la crema da metetre nella pasta.
-E io non posso credere che tu abbia fatto finta di essere morta per nascondermi la tua unica storia romantica- ribatté Ilenia mentre controllava i messaggi.
-Unica? Ne ha avute ben due da quando è arrivata qui- disse Natasha che fino a quel momento se ne era rimasta tranquilla a cucinare al fianco di Amelia qualche verdura da aggiungere al sugo che stava preparando.
Ilenia alzò lo sguardo confusa. -Due?-
-Non è vero- disse Amelia scocciata, ma Natasha aveva già il viso illuminato dal tipico sorriso che non prometteva niente di buono.
-Johnny era il suo nome.- Disse semplicemente la rossa prima di lanciarsi nel resoconto pieno di esagerazioni che Amelia dovette correggere ogni due parole.
Alla fine della spiegazione Ilenia era a bocca aperta. -Non è giusto! Non mi sono persa una storia romantica, ma ben due!- esclamò offesa. -Tu mi hai presa in giro per Eddy per anni e io non ho assistito a nessuna delle tue storie d'amore!-
-Non sono storie d'amore!- Esclamò Amelia rossa in viso, un po' per l'imbarazzo e un po' per indignazione.
-Quali storie d'amore?- Chiese una nuova voce entrando nella cucina all'improvviso.
Amelia guardò Bucky ancor più rossa.
-La storia d'amore tra Amelia e Johnny- Disse semplicemente Natasha servendo a tavola quello che aveva tutta l'aria di essere una deliziosa cena a base di pasta che npn sarebbe durata molto.
Gli occhi di Bucky andarono dalla spia, alla nuova arrivata per tornare subito dopo su Amy. Poi tornarono su Natasha. -Non hanno avuto nessuna storia- Disse cercando di sembrare sicuro, ma si ingannò quando tornò a guardare Amelia con uno sguardo pieno di interrogativi.
-Ecco, grazie.- Disse Amelia.
-Sì, perché ti sei rinsavito e ti sei dato da fare. Non sai che pene dell'inferno abbiamo passato a guardare questi due rincorrersi per mesi e mesi senza mai fare un passo avanti.- spiegò Natasha in modo drammatico andando a sedersi accanto a Ilenia. -Ma ora che ci siamo, storie imbarazzanti su Amy?- Chiese come se niente fosse mentre anche altri si aggiungevano alla cena.
Amelia alzò gli occhi al cielo e andò a sedersi mentre Bucky prendeva posto accanto a lei.
-Ti ho lasciato qualcosa in camera- Le sussurrò.
Lei lo guardò sorpresa e un po'confusa. -Cosa?-
-Niente di che, era per scusarmi per essere sparito con Sam e Steve stamattina-
Lo sguardo di Amy si addolcì. -Ma non dovevi prendermi niente-
-Non lo so, sembravi arrabbiata- disse facendola ridere.
-Solo perché a me nessuno promette mai niente di divertente o vagamente interessante e nuovo-
-Devo migliorare sul piano appuntamenti- Borbottò servendo a entrambi un abbondante piatto di pasta.
-Forse- disse guadagnandosi un'occhiata offesa che la fece ridacchiare.
-Vediamo, sapete la storia di quando ha preso a pugni un ragazzo durante obbligo o verità?-
-Sì.- Risposero all'unisono varie voci nella cucina.
Ilenia rimase sorpresa della risposta ma pensò velocemente ad altre storie all'altezza di quella appena citata, quindi si schiarì la voce. -Quando è finita in punizione per essere uscita senza permesso dopo le dieci di sera?-
Amelia diventò di nuovo rossa. -Ilenia.-
-Finalmente qualcosa di interessante- Affermò Sam imitando lo sguardo incuriosito del resto della squadra.
-Sei andata a qualche festa proibita?- Chiese Natasha cercando di non sembrare troppo curiosa come gli altri.
-Oh no, doveva solo fare la fila per un nuovo libro che sarebbe uscito a mezzanotte nella libreria locale, ma non poteva andare perché il giorno dopo aveva un'interrogazione-
Un coro di lamenti di delusione riempì la cucina.
-E ti sei fatta pure scoprire? Sono molto deluso.- Commentò Clint tra una forchettata e l'altra.
-Va bene, ora basta parlare di me...- Mormorò Amy completamente rossa mentre lanciava un'occhiataccia all'amica.
Quest'ultima stava esibendo il suo sorriso molto soddisfatto.

***

-Allora, sei pronta?- chiese Amelia con un sorriso che andava da un orecchio all'altro mentre entravano nella familiare stradina che portava a casa Stark.
Ilenia sembrava molto in ansia. -Ripeto: non rendere le cose imbarazzanti e non fare commenti stupidi.-
-Ma come? Non devo dire a Tony che sei follemente innamorata di lui da quando avevi dieci anni e l'interno del tuo armadio e il retro della tua porta è tappezzato di sue foto?-
-Amelia.- disse l'altra con aria severa.
Amy sbuffò infastidita mentre parcheggiava. -Non è giusto, tu hai raccontato tutto e di più al quartier generale e io non posso fare neanche un commentino innocente su...-
-Amelia.- Ribadì Ilenia.
-Va bene, va bene- disse con un broncio.
-Eccole!- Esclamò Tony dal portico, prendendosi una pausa dall'inseguire Morgan che si era fermata a sua volta a osservare le nuove arrivate.
La piccola si esibì in delle grandi esclamazioni di contentezza vedendo Amelia e le corse incontro mentre salivano le scale.
-Morgana! Chi ti ferma più ormai?- chiese divertita mentre sollevava la piccola facendola ridacchiare.
-Di certo non io- Disse Tony per poi porgere la mano a Ilenia. -Piacere di conoscerti, ho sentito molto parlare di te-
-Spero cose belle. È un piacere conoscerti- Rispose emozionata accettando la stretta di mano. -Anche se mi hai nascosto la mia migliore amica per un paio d'anni, ma sono comunque una grande fan-
Tony ridacchiò imbarazzato sotto lo sguardo  mezzo accusatorio della giovane. -Vuoi provare la tuta?-
Gli occhi di Ilenia si ingradirono a dismisura. -Posso??-
-Guarda come sono facilmente rimpiazzabile dalla tuta di papà- Disse Amy in una vocina per far ridere Morgan mentre guardava offesa nella direzione di Ilenia che stava già seguendo Tony.
Il laboratorio al piano inferiore era diventato, come il resto della casa, a prova di bambino. A dirla tutta Morgan aveva il suo mini laboratorio personalizzato in un angolino che comprendeva una vera e propria postazione da baby scienziati.
-Diventerai la nuova Marie Curie- sussurrò alla piccola mentre giocava nel suo angolino con le provette giocattolo. Poi guardò verso Tony e Ilenia con un sorriso divertito mentre quesat'ultimo le stava facendo provare varie parti della tuta.
-Amy fammi delle foto, Eddy sarà super invidioso- Disse emozionata.
Lei alzò gli occhi al cielo recuperando il telefono per fare delle foto mentre canticchiava. -Nel laboratorio di Tony ci son mille diavolerie. Tra errori ed esplosioni prendon forma le stramberieee-
Tony la guardò esasperato. -Perché devi sempre tirare fuori canzoncine strane?-
-Perché le adori, ovvio-
Lui fece roteare gli occhi prima di scompigliarle i capelli in modo affettuoso.
-Okay, la tuta è fortissima.- Affermò Ilenia con la voce ovattata dalla tuta. -Ma perché non farla blu?-
Tony allora la guardò offeso facendo un verso strano, quasi come se si fosse appena strozzato con qualcosa. -E poi cosa? metterci la bandiera americana? No grazie, quelle cose le lascio ai patrioti con gli occhi azzurri, i capelli biondi e i denti perfetti.-
Amelia e Ilenia si guardarono divertite.
-A volte sembra quasi che tu ne sia innamorato-
Tony strabuzzò gli occhi. -Tra tutte le cose più...- ma si fermò quando Morgan lo chiamò per mostrargli qualche suo gioco e lui accorse lanciando uno sguardo che voleva dire "ti tengo d'occhio" ad Amelia.
Le due amiche dovettero trattenersi dal ridere prima di tornare a studiare la tuta di Iron man.

-Mi piace vederti così felice- commentò Tony andando a sedersi accanto a lei sugli scalini di legno del portico.
Amelia distolse lo sguardo da Ilenia che giocava con Morgan per sorridergli. -Succede quando sono con belle persone-
-Lo so, per questo sei sempre così felice con me-
Lei ridacchiò dandogli una spallata amichevole.
-Almeno ora sono più tranquillo sapendo che passi del tempo con qualcuno di normale-
-Perché tu non sei normale-
Questa volta toccò a lui darle una piccola spallata. I due ridacchiarono tornando a guardare Ilenia e Morgan.
-È brava con Morgan, potrebbe farle da babysitter-
-Le faccio io da babysitter!- esclamò Amy facendogli alzare in aria le mani in segno di difesa.
-Dico solo che è molto brava-
-Per forza, fa la maestra e..- In quel momento Amy si accorse che Tony la stava prendendo in giro. -Sei odioso.-
-Ma che sciocchezze- Disse lui passandole un braccio attorno alle spalle. -Così permalosa- Mormorò scompigliandole nuovamente i capelli.
***

-Devi proprio andare?- Chiese Amelia per quella che sembrava la millesima volta mentre Ilenia riempiva la valigia.
Quest'ultima rilasciò uno sbuffo divertito mentre ripiegava dei maglioni. -Avevo detto a Eddy che avrei prolungato il viaggio di qualche giorno, ne sono passati cinque-
Amelia mise il broncio facendo ridere l'amica, gli ultimi giorni erano passati così velocemente che le sembrava di averli trascorsi sulle momtagne russe delel emozioni.
-Ma sai una cosa? Eddy ha il turno di notte- Disse controllando l'orologio. -In questo momento sarà già in ospedale, quindi posso farti fare il tour della casa-.
Lei si rizzò a sedere emozionata. -Sì. Ti prego. Ma devo farti un regalo per la casa!-
-Puoi farmelo la prossima volta. Non credere di liberarti di me facilmente, ci sono delle regole.-
Amelia la guardò incuriosita. -Delle regole?-
Ilenia chiuse la valigia e incrociò le braccia assumendo un'aria austera. -Messaggi ogni giorno, due chiamate a settimana e una cena almeno ogni due settimane-
-E se ho un'emergenza da Vendicatori all'ultimo minuto e devo saltare la cena?- Chiese divertita.
L'amica la guardò severamente mentre le mostrava la foto del soggiorno di casa sua per aiutarla per il portale.
Amy alzò un sopracciglio divertita e si concentrò per far apparire il portale, le prese la valigia e lo attraversò senza aspettarla, troppo curiosa di vedere finalmente la casa della migliore amica.
Ilenia la seguì subito. -Non mi interessa se l'intero pianeta è in fiamme, tu verrai a quella cena.- Affermò seriamente.
Amelia si prese una pausa dall'esaminare ogni singolo angolo della stanza per guardarla divertita. -Sei così altruista-
L'altra alzò le spalle -Non mi interessa, il resto del mondo può aspettare, io ho bisogno della mia amica.- Affermò.
Amy fece per abbracciarla ma sobbalzò sentendo qualcosa rompersi e seguendo lo sguardo impanicato di Ilenia, si girò verso la porta che portava in cucina per vedere Eddy con una mano ferma a mezz'aria e il viso pallido, come se avesse visto un fantasma.
Amelia trattenne il respiro rendendosi conto che era lei il fantasma.



















*scena post-credit*

Amy sembrò affrettarsi verso la camera per arrivare prima, cosa che Ilenia prese come una sfida e cercò di superarla ma gli allenamenti con gli Avengers dovevano pur servire a qualcosa, e infatti Frost Woman accelerò e si fiondò in camera, bloccandosi subito quando vide il mazzo di fiori sul comodino.
-Ooooohhh ma è un romanticone.-
Amelia si girò e le puntò un dito contro. -Non una parola.-
-È un bigliettino quello? Posso leggerlo?- Chiese divertita.
Lei si affrettò a prendere il biglietto lasciato da Bucky. -No che non puoi-
Ilenia alzò un sopracciglio incrociando le braccia. -Oh, ti prenderò in giro fino alla fine dei miei giorni Frost Woman-


















_Angolo autrice

Pensavo anch'io di essere morta dopo tutto questo tempo, ma qui c'è un altro capitolo.
Non so bene cosa pensare, quindi ditemelo voi se ne avete voglia.
Mi impegnerò a diminuire l'attesa per gli aggiornamenti. O almeno ci proverò.
Grazie a tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra preferita/seguite/ricordate, ai tutti coloro che si fermano a leggere e a chi mi lascia un commentino sotto i capitoli!
Se avete voglia ditemi cosa pensate del capitolo e di cosa/chi vorreste leggere di più.
Alla prossima! :3

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