Unici

di Cesca_Haibara20
(/viewuser.php?uid=1150526)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Sono varie settimane che Ai non mi parla, non so nemmeno perché mi sta facendo il trattamento del silenzio e questa cosa mi fa esasperare. Ora sono a cena dal dottor Agasa perché Ran e Goro avevano una cena di famiglia dove sarebbe venuta anche sua madre e mi sembrava brutto stare lì visto che non sono proprio un parente.
Poso lo sguardo su Ai e la vedo mangiare tranquillamente la sua fetta di pizza senza rivolgermi né lo sguardo e né la parola, così provo a fare conversazione. «Haibara?» cerco di attirare la sua attenzione.
Niente.
«Haibara?» la chiamo nuovamente nonostante sia seduta di fronte a me.
Niente.
«Ai?»
Niente.
«Ehm, Shinichi...» la voce di Agasa attira la mia attenzione. «Ai mi ha detto di dirti che non ti rivolgerà la parola finché non le chiederai scusa.» mi spiega.
«Ma perché? Non ho fatto niente!»
«Io non so cosa è successo tra voi due.»
Sospiro.
«Andiamo Ai, non sarai ancora arrabbiata perché ti ho chiesto l'antidoto?» le domando.
In tutta risposta lei mi lancia uno sguardo infuocato che mi fa drizzare la schiena.
"Ehm...Mi sa che è ancora arrabbiata..." penso tra me e me.
«Le hai chiesto nuovamente l'antidoto?» mi domanda sorpreso Agasa.
«Era l'ultimo giorno di scuola! Volevo fare una sorpresa a Ran e passare la giornata con i miei coetanei invece che con dei bambinetti come al solito.» gli spiego alzando gli occhi al cielo.
In quel momento Ai sbatte il bicchiere sul tavolo facendo un forte rumore.
«Mi spiace Signor Detective se la compagnia mia e dei ragazzi non è di suo gradimento!» sbotta tutto d'un tratto.
A quella frase rimango di sasso.
«I-io non intendevo d-dire...» borbotto senza riuscire a completare la frase.
«Certo, tu non intendi mai. - replica Ai con una nota di tristezza nella voce. - Per te è sempre più importante Ran. Ran di qua, Ran di là, Ran di su, Ran di giù. Chi se ne frega se gli altri intorno a te stanno male, l'importante è che Ran stia bene, no?» mi domanda con gli occhi lucidi.
Sta... Sta piangendo?
«Baka.» sibila lei scendendo dal divano per poi correre in camera in lacrime.
«Ai aspetta!» scendo dal divano con l'intento di seguirla ma Agasa mi blocca.
«Lascia che si calmi Shinichi, provare a parlarle potrebbe peggiorare le cose.»
«Forse ha ragione...»
«Torna domani e vedrai che starà meglio.»
«Va bene. Allora io vado.» mormoro. «A domani.» lo saluto dirigendomi verso la porta.
«Ci vediamo domani Shinichi.»

Metto le scarpe, esco di casa e mi dirigo verso l'agenzia.

"Ai stava piangendo... L'ho vista piangere in rare occasioni e, quelle poche volte che è successo, mi si stringeva il cuore. Non ha avuto una vita facile, ha perso la sorella, stava nell'Organizzazione ed ora è pure tornata bambina." penso a testa bassa mentre cammino. "Lei mi sembra l'unica contenta di questa cosa, al contrario mio che mi sembra una cazzo di prigione. Per lei è come una rinascita, un'occasione di avere una vita normale, come tutti.." ed in quel momento sospiro. "E se Ai avesse ragione? Sto trascurando gli altri perché metto Ran al primo posto? Ma io la amo e mi preoccuperò sempre di lei." mi fermo sul marciapiede aspettando che si possa passare.

Quando entro in casa non vedo nessuno.

«Ran? Ran ci sei?» la chiamo avvicinandomi alla porta di camera sua.
«Sono qui Conan...» risponde dall'altro capo della porta.
«Ti senti bene? Per caso è successo qualcosa?»
«No... No sto bene, non devi preoccuparti...» la sua voce è tremante.
"Oh Ran... Se solo sapessi..." penso posando il palmo della mia mano sulla porta.
«Hai bisogno di qualcosa?»
«Davvero Conan, non c'è bisogno che ti preoccupi per me... Mi passerà.»

Lì non ci vedo più, apro la porta ed entro in camera. Vederla in ginocchio a terra che si copre il viso con le mani mi fa sentire impotente; se solo potessi dirle tutto lei capirebbe perché Shinichi non c'è, perché non può essere sempre lì per lei, perché non riesce a dirle ciò che prova.
Mi avvicino a lei e poso la mia mano sulla sua spalla.

«Ran, per favore, non piangere per lui...»
«C-ci p-provo ma no-non ci riesco...» mormora tra le lacrime.
Mi inginocchio alla sua altezza e le prendo le sue mani scoprendole il viso.
«Shinichi ti ama davvero, devi avere solo un po' di pazienza e riuscirà a dichiararsi a te.»
Ran rimane sorpresa dalle mie parole.
«Come... Come fai a sapere tutte queste cose di Shinichi...?» mi domanda recuperando un po'di voce.
«Ehm... Ecco, vedi... Come le so...? Bella domanda.» farfuglio colto alla sprovvista.
«Conan...» Ran posa entrambe le mani sulle mie spalle costringendomi a guardarla negli occhi. «Se sai qualcosa in più su Shinichi devi dirmelo... Io non so quasi più niente, non ho più sue notizie da tanto tempo, lo chiamo e richiamo ma lui non mi risponde, l'ho bombardato di messaggi e niente, non so se sta bene, se sta male, non so se è vivo, se è morto, non so più nulla!» sbotta riprendendo a piangere.
L'unica cosa che riesco a fare è attirarla a me e abbracciarla forte.
"Ran non sai quanto mi dispiace... Se solo ti potessi dire tutto non piangeresti più per colpa mia. Io ti amo davvero tanto ma ora come ora non posso dirtelo e tutto ciò mi spezza il cuore..." penso accarezzandole i capelli.
«Ti prego, non piangere...» mormoro tenendola stretta a me.
«Non ce la faccio più Conan... Mi sento inesistente per lui.»
«Invece per lui conti moltissimo Ran, non sai nemmeno quanto; non è vero che preferisce i casi a te, se potesse staccare da tutto e stare con te lo farebbe senza esitazione, credimi.»
Ran si allontana dall'abbraccio per potermi guardare negli occhi.
«Davvero...?»
«Te lo posso assicurare, me lo ha detto lui.»
«Perché non me lo dice lui?! Sono stufa di sentirmelo dire da qualcun altro!»
«Io non lo so... Sta aspettando il momento giusto...»
«Sì, come no...» mormora a sguardo basso.
«Te lo giuro.» le accarezzo il viso con le mani.
«Ascoltami Conan... Sono molto stanca e vorrei riposare, ti dispiace lasciarmi un po' da sola?»
«Oh... Sì, non preoccuparti.» fingo un sorriso dandogli un bacio sulla guancia. «Buonanotte Ran.»
«Buonanotte Conan.»mi sorride e si mette a letto.

Prima di uscire le do un ultimo sguardo e la vedo mettersi a letto, coprirsi col lenzuolo e voltare lo sguardo verso il muro, poso lo sguardo a terra ed esco dalla sua stanza chiudendo la porta.
Mi dirigo in bagno a lavarmi i denti per poi tornare in camera mia e mettermi il pigiama.
Sospiro pesantemente cambiandomi e prendo il telefono che uso quando ho il mio corpo e scrivo a Ran.
Ciao Ran.
Ehi.
Come stai?
Così e così e tu?
Sono un po' giù di morale...

Oh... E perché?
Mi manchi. Mi manchi davvero tanto e sto andando fuori di testa...
Se ti manco tanto perché non torni qui e me lo dimotri?
Perché non posso venire lì.
Ma perché?!
Te l'ho già detto il perché...
CHE SE NE VADANO A FANCULO I CASI PER UNA VOLTA, NO? PER UNA VOLTA NON PUOI PENSARE ALLE PERSONE CHE TI CIRCONDANO?!

Quella frase mi lascia di sasso per qualche secondo... Ai mi ha detto la stessa cosa...

CAPISCI PERFETTAMENTE LA MENTE DEI CRIMINALI MA NON RIESCI A VEDERE LE EMOZIONI DEGLI ALTRI!
Ran, andiamo, calmati...
NO, NON MI CALMO! SONO STUFA SHINICHI! SONO STUFA DI SENTIRMI DIRE DAGLI ALTRI CHE TU CI TIENI A ME, TI VIENE COSÌ DIFFICILE DIRMELO DI PERSONA PER UNA VOLTA?!
Lo sai che se ne avessi l'occasione lo farei.
L'occasione? L'OCCASIONE? MI PRENDI IN GIRO?
Perché?
SHINICHI HAI AVUTO UNA MIRIADE DI OCCASIONI PER APRIRE LA TUA BOCCUCCIA MALEDETTA E DIRMI: "RAN, TI VOGLIO BENE", "RAN CI TENGO A TE" OPPURE "RAN SEI IMPORTANTE PER ME" ED INVECE? INVECE NO! SEMPRE SCENA MUTA!
Sì, ma non mi sembra il caso di arrabbiarsi...
MI ARRABBIO ECCOME!
Su Ran, non fare così...
Io sono stanca... Sono stanca davvero...
Che intendi dire Ran?
Dimmelo.
Dirti cosa?
Dimmi che i casi sono più importanti di me...
COSA?!
Non mi offendo Shinichi, dimmi che i casi vengono prima di me...
Ma non è per quello che non sono presente per te, davvero, è altro!
Ovviamente non ti chiederò di scegliere tra me ed i casi perché so già la risposta...
Ran...
Addio.
Andiamo Ran...
Non fare scherzi.
Non è divertente.
Ran.
Ran.
Ran!
RAN!
Ci sei?
Ran ti prego rispondi!

Ma niente. Le ho mandato tutti quei messaggi ma lei non ha risposto neanche ad uno. Sospiro poggiando il telefono sul comodino ed esco dalla camera per poter vedere come sta Ran. Apro delicatamente la porta senza farmi sentire e, sbirciando, la vedo singhiozzare; vederla così mi spezza il cuore.
"Complimenti Shinichi, hai fatto piangere due ragazze in una sola giornata..." penso triste.
Sono tentato di entrare e rassicurarla ma lei pensa che sto dormendo, chiudo la porta e torno in camera. Mi copro col lenzuolo e provo a dormire.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


I caldi raggi solari estivi mi obbligano ad aprire gli occhi anche se non ne ho voglia. Scendo dal letto con gli occhi semichiusi, mi metto una maglietta decente, dei pantaloncini e mi dirigo in bagno ancora assonnato; apro un occhio osservando il mio viso sciupato e poco riposato. Ho delle occhiaie che se mi vede un panda s'innamora di me. Sospiro pesantemente e cerco di svegliarmi sciacquandomi il viso.
Dopo essermi lavato il viso e i denti esco dal bagno con gli occhi ancora semichiusi dirigendomi in salotto con Ran e Goro.

«Buongiorno Ran.» mormoro sedendomi a tavola.
«Buongiorno Conan!» ricambia il saluto sorridente.
«'Giorno Goro.» mormoro salutando Goro.
L'uomo dall'altra parte, per tutta risposta, ridacchia.
Sono confuso...
«Forse dovresti provare ad aprire gli occhi.» la voce di fronte a me è familiare, ma non è Goro.
Apro gli occhi e me lo trovo di fronte tutto sorridente.
"Araide..." penso seccato.
«Buongiorno piccoletto.» mi schernisce scompigliandomi i capelli.
«Ciao.» borbotto togliendogli le mani dalla testa e rimettendomi a posto i capelli. «Come mai sei qui?» gli domando.
«Papà è andato a lavoro più presto del solito, Araide stava entrando nel bar sotto casa a fare colazione e così l'ho invitato qui.» mi risponde Ran al posto suo preparando dei pancake.
«Ah...» rispondo cercando di nascondere il mio scontento.
«Cos'è, non ti piaccio per caso?» mi schernisce.
«No, no, ero solo curioso.» mi affretto a rispondere.
Ran mi avvicina un piatto pieno di pancake ma io la freno.
«Oh no, non preoccuparti per me Ran. Io faccio colazione dal dottor Agasa.» mi allontano dal tavolo con la sedia e scendo da essa.
«Ma come Conan? Pensavo ti piacessero i pancake.» mi richiama Ran.
«Sì, ma... Ma avevo promesso ai Detective Boys che avremmo fatto colazione da Agasa tutti insieme.» mi affretto a dire una bugia avvicinandomi alla porta.
Indosso velocemente le scarpe e mi sistemo gli occhiali.
«Conan!» mi chiama un'ultima volta ma io non la sento già fuori casa.

Mentre cammino verso il dottor Agasa mando un messaggio ad Ai.
Buongiorno, sto arrivando a fare colazione da voi, ti dispiace?

Noto che lo ha letto ma non risponde.
"Vuole davvero continuare con 'sto cavolo di trattamento del silenzio?!" penso tra me e me seccato. “Già iniziare la mattinata con Araide non è il massimo, se poi ci si mette anche lei..."

Arrivo a destinazione in pochi minuti ed entro senza bussare, come faccio sempre.

«Buongiorno Agasa!» lo saluto vedendolo seduto sul divano.
«Oh, buongiorno Shinichi! Come mai questa visita mattutina?» mi domanda.
«Non volevo fare colazione a casa con Araide in casa, così ho preferito farla qui.» rispondo facendo spallucce.
Dalla cucina sento provenire una risatina, è sicuramente Ai.
«E tu che ci trovi da ridere?» le domando raggiungendola in cucina.
Appena nota la mia presenza smette subito facendo finta di nulla.
«Questo trattamento del silenzio è durato fin troppo Ai, adesso basta.» dico avvicinandomi a lei.
Per tutta risposta scrolla le spalle con fare indifferente.
«Ai, dico davvero, basta.» mi avvicino sempre di più a lei bloccandola tra me e la mensola della cucina.

Le sue guance si fanno più rosa e dai suoi occhi noto che è sorpresa.

«Parlami... Non lo sopporto più questo silenzio.» mormoro avvicinandomi pericolosamente al suo viso.

Lei posa il suo indice sulle mie labbra e si avvicina ad esse.

«Baka.» sussurra per poi allontanare il mio viso dal suo. «Esplodi se non ricevi atenzioni, mh?» domanda ironica allontanandosi da me.
«Non è per quello!» rispondo quasi seccato.
«Allora perché eri cosi bisognoso della mia voce?»

Ha ragione... Perché volevo che riprendesse a parlarmi? In verità non ne ho idea.

«Per nessun motivo particolare... Solo che quasi mi mancava sentire il tuo solito tono sarcastico e farmi il trattamento del silenzio solo perché ho preso l'antidoto è un pelino infantile.»
«Ma io sono una bambina, è ovvio che ho atteggiamenti infantili.» si giustifica fingendo innocenza.
«Ah-ah, molto spiritosa.»
«E poi, sei stato tu a dirmi di comportarmi di più da bambina e adesso ti lamenti?»
«Sì, ma non pensavo mi prendessi alla lettera.»
«Allora dovevi essere più specifico.» mi sfotte
Sorrido.
«Allora la prossima volta sarò molto più specifico.» rispondo stando al suo gioco.
«Allora, sei venuto qui per scappare da Araide?» domanda con un sorrisetto.
«Per favore non me lo nominare...» borbotto irritato.
«Ehi, è successo qualcosa con Ran?» domanda.
Sospiro.
«Si è arresa...» mormoro abbassando lo sguardo.
Ai posa le mani sulle mie spalle.
«Che intendi dire? In che senso si è arresa?»
«Si è arresa Ai! Non c'è nessun altro senso, si è stufata e basta! Ha cominciato a dire che voleva che le dimostrassi il mio affetto essendo più presente per lei e... E si è arrabbiata con me...» comicio a spiegare con sguardo basso. «Ha detto che ho avuto un sacco di occasioni di dirle che ci tengo a lei ma non le ho sfruttate e pensa che i casi sono più importanti di lei.»
«Cavolo...» mormora Ai sorpresa. «Shinichi, non buttarti giù, okay? Vedrai che le passerà presto e quando la chiamerai tornerà tutto come prima. Non è la prima volta che dice di arrendersi con te.» cerca di tirarmi su di morale e mi alza il viso.
«E se, prendessi-» non faccio neanche in tempo a finire la frase che Ai mi ammonisce.
«Assolutamente no. Lo sai che succede se ne prendi troppo.»
«Sì, ma-»
«Ho detto di no, capisco che per te può sembrare una emergenza ma, le vere emergenze sono altre.»

Sospiro mentre si protende verso la credenza e prende un barattolo pieno di biscotti al cioccolato.

«Prendilo.» dice porgendomelo.

La guardo confuso prendendo il barattolo.

«Non avevi detto che volevi fare colazione? Ti do il permesso di mangiarli tutti a patto che non mi chiedi più dell'antidoto fino a settembre.»
«Ma... Siamo a luglio...» mormoro cercando di farle gli occhi da cucciolo.
«Allora niente biscotti per te.» stringe le spalle e me lo toglie dalle mani pronta per riporlo a posto.
«No, no, no, va bene!» mi affretto a riprendere il barattolo.

Lei sorride, si riempie una tazza di caffè e mi stampa un bacio sulla guancia per poi tornare in salotto.
"Mi ha appena dato un bacio sulla guancia...?" penso rosso in viso. "Sarà stato un caso." riprendo il mio solito colorito e ritorno in salotto con il barattolo di biscotti.
Dopo mezzo'ora ho finito tutti i biscotti e mi sento felice come una Pasqua ma, in quel momento, mi squilla il cellulare di Conan. Mi affretto a prenderlo e rispondo.

«Pronto?»
«Ehi Conan.»
È Ran.
«Ehi... Tutto bene? È successo qualcosa?» domando preoccupato.
«No, no, volevo solo dirti che io, Araide e Sonoko andiamo al centro commerciale, devo comprare qualcosa e si è offerto di accompagnarmi, magari a te ed Ai andava di venire.»
«Aspetta che glielo chiedo.»
Poso la mano sulla cornetta e mi giro verso Ai.
«Ti va di andare al centro commerciale con Ran, Sonoko ed Araide?»
Lei sorride.
«Se questo comporta di vederti seccato e cercare, miseramente, di nasconderlo sì.»
Le faccio la linguaccia per poi riportare la mia attenzione al cellulare.
«Siamo dei vostri.»
«Perfetto!» esclama entusiasta. «Dateci cinque minuti che andiamo a prendere Sonoko e siamo da voi.»
«Va bene Ran.»
«A dopo Conan.»
«A dopo.»
Riattacco e poso il cellulare in tasca.
«Arrivano tra cinque minuti.»
«Okay.» Ai continua a guardarmi sorridente.
«Cosa c'è?»
«Sono solo curiosa di vedere come cercherai di nascondere la gelosia.»
«Io non sono geloso! È solo che non sono sicuro che Araide sia quello giusto.» mormoro.
«Lo dici di tutti i ragazzi che si avvicinano a Ran.» replica ridacchiando.

Il viaggio verso il centro commerciale è tranquillo, nonostante Sonoko continui a prendermi in giro sul fatto che Ai sia la mia fidanzatina. Ma figuriamoci!
"Ai la mia fidanzata? Che cosa ridicola! Va bene che siamo abbastanza simili ogni tanto per modo di fare o per come ragioniamo ma non potremmo mai stare insieme... Io amo Ran e basta anche se lei non lo sa..." penso tra me e me guardando il paesaggio.

«Ehi, c'è qualcosa che ti turba?» un sussurro mi distrae dai miei pensieri.
Mi volto verso la voce, è Ai.
«Mh?» mormoro confuso.
«Ti vedo un po' pensieroso, tutto okay?»
«Sì, sì, ero solo sovrappensiero.»
«E come mai?»
«Nulla di particolare, tranquilla.»
«Mh... Va bene allora.»

Ai mormora e si rimette seduta composta.

«Allora Conan, sembri un ragazzino simpatico.» inizia Araide attaccando bottone.
«Mh-mh.» mormoro distaccato.
«Dimmi, che ti piace fare nel tempo libero?»
«Non molto...» borbotto.
«A Conan piace tanto giocare a calcio oppure fare il finto Sherlock Holmes.» risponde Ai subito dopo la mia risposta.
«Oh davvero? Ti piace risolvere i misteri, eh piccolo detective?» ridacchia lui.
"Prendimi ancora in giro e ti giuro che Ran non la vedi manco col binocolo." penso stizzito.
«Sì... Diciamo di sì.» rispondo facendo il vago.
«Ed è anche bravo!» prosegue Ai. «Potrebbe sembrare Shinichi.»
Alzo lo sguardo verso Ran e la vedo irrigidirsi.
Lancio un'occhiataccia ad Ai che ricambia scrollandosi le spalle.
«A proposito di Shinichi!» esordisce Sonoko. «È da un bel po' che non si fa vedere, Ran l'hai sentito in questi giorni?» le domanda picchiettandosi l'indice sul mento.
«Sì...» mormora Ran a tono basso.
«Ah, e come sta?»
«Sta bene.»
«Oh... Avete litigato nuovamente?»
«No... Sì... Ce, volevo dire no.» farfuglia lei.
«Insomma Ran, sì o no?» taglia corto Sonoko conoscendo bene Ran.
«Lui non ha litigato con me, sono io che ho litigato con lui.» risponde.
«E che cosa significa?»
«Lui mi aveva scritto perché gli mancavo ed io gli risposto male dicendogli che se ci teneva davvero a me doveva dimostrarlo ed ho finito per litigare con lui... Gli ho detto che ero stufa ed ho preferito chiudere i ponti con lui.»
«CHE COSA HAI FATTO?!» esclama Sonoko. «MA SEI PAZZA?»
«Mi è venuto fuori così, ma io non ero così sicura...»
«Ma se siete fatti l'uno per l'altro cosa vuoi chiudere i ponti?!»
«Se Ran si è sentita di farlo, non mi sembra giusto andarle contro.» la difende Araide accarezzandole una mano.
"E te pareva, così c'è più campo libero per te, ma ti sbagli di grosso bello mio." penso a braccia conserte.
«Conan, tu cosa ne pensi?» mi domanda Ran.
«Io...?»
«Sì. Sembra che Shinichi parli tanto con te quindi tu puoi darmi un parere; pensi che ho fatto bene?»
Mi stringo nelle spalle.
«Non saprei bene... Da come mi ha scritto Shinichi sembrava molto giù di morale e dispiaciuto per non poter essere sempre lì per te, forse dovresti dargli dare un'altra occasione.»
«Visto? La voce della verità.» concorda con me Sonoko.
«Non saprei mio piccolo detective, se ci tenesse davvero, sarrebbe già qui.» commenta Araide.
«Non puoi dire una cosa del genere sul suo conto, non lo conosci bene.» rispondo subito stringendo i pugni.
«Oh certo, lo conosce bene un ragazzino di sette anni allora.»
Ai posa una mano sul mio pugno cercando di calmarmi.
«Araide basta così.» Ran cerca di calmare le acque.
«Ma non sto facendo niente.» ridacchia. «Voglio solo capire cosa pensa il detective qui presente.» mi sfotte.
"Già non mi stavi simpatico prima, con questa frase ti sei guadagnato la mia antipatia." penso con la rabbia alle stelle.
«Io penso che un uomo grande e vaccinato come lei, caro Araide, dovrebbe smetterla con questo atteggiamento poco maturo.» lo rimprovera Ai col suo tono pacato.
Tutti si girano verso di lei.
«Come prego?» ridacchia imbarazzato.
«Insomma, cercare di far innervosire un bambino solo perché si è in disaccordo col suo pensiero mi sembra davvero infantile e privo di senso, non trova anche lei?» gli domanda rivolgendogli uno sguardo di fuoco.
Araide ridacchia.
«Ma io stavo solo scherzando piccolina, non volevo di certo far innervosire Conan.»

Volto lo sguardo verso Ai e mimo un "Grazie" con le labbra mentre lei mi volge un timido sorriso.
Dopo quel piccolo inconveniente arriviamo al centro commerciale in poco tempo.

«Allora ragazze dove volete andare come primo negozio?» domanda Araide.
«Io ho un'idea.» propongo. «Potremmo dividerci ed andare in un negozio differente e ritrovarci qui in un orario preciso.»
«È un'idea piccoletto!» esclama contenta Sonoko.
«Che ne dici Ran?» le domando.
«Sì, per me va bene. Ci ritroviamo qui poco prima di pranzo, okay?»
Tutti annuiamo.
«Ci vediamo allora dopo, prendo una cosa e ti raggiungo.» la saluta Araide con un bacio sulla guancia e poi si allontana.

Stringo le mani e ci separiamo tutti.

«Non vorrai andare nella sala giochi?»
Sobbalzo sorpreso.
«Ai!» esclamo sentendo il mio cuore battere velocemente.
«Chi ti aspettavi?»
«Pensavo andassi in un altro negozio.» mormoro.
«In verità non sono una grande amante dello shopping.» scrolla le spalle. «Cos'è, non mi vuoi tra i piedi?»
«N-no, certo che no, è solo che devo prendere una cosa davvero importante in un negozio di elettronica e non vorrei annoiarti.»
Lei mi guarda alzando un sopracciglio per qualche secondo ma poi si rassegna.
«Non so cosa mi stai nascondendo ma va bene, ci vediamo dopo.» mi saluta e si allontana.
Faccio un sospiro di sollievo.
"Non posso farle una sorpresa sei lei mi segue." penso dirigendomi verso il Disney Store. "Ma che cavolo mi sta succedendo?" mi domando sorpreso dalle mie azioni. "Anche se, in fondo, non è nulla di che... Giusto? Oh andiamo, voglio solo farmi per perdonare per averla fatta piangere ieri!" annuisco deciso ed entro.
Mi guardo intorno sentendomi come in un altro mondo. È pieno di peluche di tutti i tipi e dimensioni, oggetti di ogni tipo marcati Disney.
"Ad Ayumi piacerebbe tanto venire qui." penso soffermandomi sugli scaffali dei peluche.
«Ciao bambino, posso fare qualcosa per te?» si avvicina a me una commessa mettendosi alla mia altezza.
«Sì, vorrei due peluche di Stitch.»
«Bene e li vuoi piccoli, medi o grandi?»
«Medi.»
«Perfetto! Vieni, te li faccio vedere così li prendi.» mi prende per mano accompagnandomi verso uno scaffale pieno di peluche medi.
Mi avvicino allo scaffale e ne prendo due uguali ma, appena prendo il secondo Stitch, ne vedo accanto uno ma rosa.
«Scusi, ma questo peluche chi rappresenta?» domando indicandolo.
«Questa è Angel, appare nel secondo film di "Lilo & Stitch".» mi spiega dolcemente.
Passo lo sguardo da Stitch ad Angel un po'indeciso. Sembra una cosa più carina piuttosto che prenderli uguali.
«Posso averla, per favore?»
«Certamente!» mi risponde dolcemente e me lo prende.
Poso il secondo Stitch e prendo Angel.
«Ti serve altro?»
«Mmmh...» mi guardo attorno ma non mi sento tentato di prendere altro. «No, sono a posto.»
La commessa si avvicina con me verso la cassa.
«Te li metto in un sacchetto insieme o separati?»
«Separati, sono due regali a parte.»
«Aaah, capisco. Li devi regalare a delle persone speciali, mh?» mi domanda con un sorriso mentre li inserisce entrambe nel loro sacchetto.
A quella frase arrossisco lievemente.
«Una specie...» mormoro preso alla sprovvista.
Chiude entrambe i sacchetti con un nastro di colore differente e me li porge.
«Ecco a te bimbo. Fanno 611 e 38 yen.»
Annuisco e dopo aver pagato esco del negozio con i sacchetti.
"Ricordati Shinichi: fiocchetto verde Ran e fiocchetto blu Ai." tengo a mente per non scambiare i sacchetti.
Giro per i negozi cercando Ai o Ran ma non le trovo.
Che strano.
Provo a chiamare Ai, prendo il telefono e la chiamo.

«Pronto?» esordisce al secondo squillo.
«Ehi Ai. In che negozio sei? Ti sto cercando da un po'ma non ti trovo.» la cerco con lo sguardo.
«Hai provato ad alzare lo sguardo, baka
«Eh?»
Alzo lo sguardo in alto e la vedo affacciata dal poggiamano in vetro del secondo piano. Sorrido e riattacco, corro verso le scale mobili e la raggiungo.
«Cosa sono quelli?» mi domanda vedendo i sacchetti.
«Dopo lo scoprirai.» le rispondo. «Tu hai trovato qualcosa di interessante?»
«Più o meno, già che sei qui potresti darmi un parere?»
«U-un parere?»
«Sì. Mi serve una consulenza.»
«E per cosa?»
«Ho bisogno di una maglietta e mi servirebbe un tuo parere.»
«Tu mi stai dicendo che ti serve un mio parere su una semplice magliettina?» le domando alzando un sopracciglio.
«Sì! Ma sei sordo?!» esclama esasperata. «Devo vedere se sta bene con questi.» aggiunge tirando fuori da un sacchetto una gonna nera plissettata ed una maglietta a maniche lunghe anch'essa nera con ricamata la scritta "honey" in bianco ed un emoji della tazza di miele e dell'orsacchiotto accanto.
Rimango sorpreso dai capi che ha scelto, non la facevo così dark.
«Sicura che sono per te?» le domando insicuro.
«Sì, li ho presi nel reparto bambina.» replica scrollando le spalle.
«A me non sembra. Ayumi è bambina come noi e non indossa questi vestiti.»
«Forse perché non è lo stile di Ayumi?» mi domanda ironicamente. «Dai non fare il rompiscatole e vieni con me.» si affretta a dire.

Ripone i capi nel sacchetto, mi prende per mano ed entra con me nel negozio. Nel vedere le nostre mani unite arrossisco lievemente sorpreso dal gesto di Ai.
Entro e mi do un'occhiata in giro.

«C'è anche il reparto bambino se vuoi comprarti qualcosa.» esordisce Ai.
"Mi legge nel pensiero?" penso sorpreso.
«Però prima mi devi dare una mano, ci stai?»
«E va bene, ci sto.»

Sospiro e la seguo verso il reparto bambina. Stare in questo reparto mi fa sentire un po'a disagio.

«Tienimelo un attimo.» mi passa il sacchetto e si avvicina verso delle magliette.

Sospiro prendendo il sacchetto e la seguo.

«Di che colore ti serve?» le domando guardando le varie magliette.
«Nera.» risponde subito.

Mi guardo intorno e vengo catturato da uno scaffale di magliette completamente nere.

«Che ne dici di questa Ai?» la richiamo a me prendendo una maglietta con le maniche corte a croptop con sopra la scritta "Trasher" rosso fiammante.
Come vede la maglietta si avvicina a me.
«Perfetta!» esclama quasi contenta.
Gliela passo e la esamina.
«Hai anche azzeccato la mia taglia, notevole per un baka come te.» mi stuzzica con un sorriso.
«Sono stato solo fortunato.» replico alzando gli occhi al cielo.
«Va bene, va bene.» sorride e se la poggia sul braccio. «Mi aspetti che la vado a provare?» mi domanda.
«Sì, ti aspetto.» rispondo scrollando le spalle.
«Okay. Torno subito.» mi da un veloce bacio sulla guancia e si avvicina al primo spogliatoio libero.
"Questo è il secondo bacio sulla guancia che mi da in una sola giornata, che le sta succedendo?" mi domando sorpreso dal suo atteggiamento.

Dopo pochi minuti esce dallo spogliatoio con indosso la maglietta.

«Come mi sta?» mi domanda fermandosi di fronte a me.

Nel vederla con quella maglietta e i pantaloncini neri che aveva già arrossisco.
"Perché continuo ad arrossire?" penso confuso. "Devo riprendermi."
Sbatto qualche volta le palpebre e riprendo il mio colorito normale.

«Ti... Ti sta molto bene, davvero, ti dona.» rispondo cercando di mantenere un atteggiamento disinteressato.
«Sei sicuro?» mi domanda insicura.
«Davvero, sei molto bella.»
Lei sorride lievemente.
«Grazie per la consulenza.» dice prima di ritornare a vestirsi.

Dopo aver pagato abbiamo raggiunto Ran che era nel negozio accanto e prima di pranzo ci siamo ritrovati all'entrata del centro commerciale per poi mangiare lì una fetta di pizza.
Mentre ritorniamo in macchina noto che Araide, tra i vari sacchetti, ne ha uno piccolo con una scritta da gioielleria.

«Che cos'è?» gli domando fingendo innocenza indicandolo.
«Oh, una cosa da grandi piccolo.» risponde con fare vago.
«Andiamo, voglio saperlo!» piagnucolo io.
«E va bene, te lo dico.» si avvicina a me e si mette alla mia altezza. «È un regalo speciale per una persona speciale.» mi fa l'occhiolino e riprende a camminare.
"Se pensi di poter comprare Ran con un gioiello, ti sbagli di grosso." penso camminando col sangue che ribolle.

Alla fine Araide ci accompagna a casa e prima che Ai scenda le do il sacchetto col fiocco blu per poi tornare all'agenzia.

«Per chi è quell'altro sacchetto?» mi domanda Ran posando tutto sul tavolo
«In verità... Questo è per te.» le rispondo porgendole il sacchetto col fiocco verde.
«Davvero...?» domanda sorpresa.
Per tutta risposta annuisco.
«Oh, ma che dolce che sei!» esclama contenta aprendolo. «È adorabile!» tira fuori il peluche di Stitch con un enorme sorriso in volto.
«Sono felice che ti piaccia.»
«Come hai fatto a sapere che Stitch è il personaggio Disney preferito?»
«Ehm...» ridacchio. «Me lo sono fatto suggerire da Shinichi.» mento.
"L'ho sempre saputo Ran." penso vedendola felice.
«Sei un angelo Conan!» sorride e mi da un bacio sulla guancia. «Vado a metterlo subito sul letto!» aggiunge prendendo anche gli altri suoi sacchetti.

Sorrido e mentre prendo una lattina di succo dal frigorifero mi arriva un messaggio.

Mi piace molto, è stato un gesto molto carino da parte tua.

È Ai.
Sono felice che ti sia piaciuto, angioletto.
Ora non ti allargare con i complimenti, baka.​

Ridacchio alla sua risposta.
"Ieri le ho fatte piangere entrambe e mi sono fatto perdonare." penso con un sorriso sul volto.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Mentre bevo il succo, mi vibra il cellulare così lo prendo per vedere chi mi scrive.

Ciao Conan!

Ayumi?!
Ciao Ayumi.
Volevo chiederti una cosa.
Dimmi pure, ti ascolto.
Sto andando al parco con mia mamma e lì mi aspettano Genta e Mitsuhiko, ti va di venire a giocare con noi? Ho chiesto anche ad Ai ma lei ha detto che aveva male alla testa.

Sbuffo.
"Che pizza! A me effettivamente non va di andare al parco con loro, ma se dico di no ad Ayumi se la prenderebbe male..." sospiro. "Ho le mani legate."
Dammi un attimo che chiedo a Ran se mi accompagna e poi ti dico.
Va bene!

Sospiro e mi avvicino alla camera di Ran e busso.

«Ran?» la chiamo bussando.
Dopo un paio di colpi la porta si apre.
«Sì Conan?» risponde lei uscendo dalla stanza.
«Ayumi mi ha chiesto di raggiungerla al parco a giocare con lei, mi accompagni?» le domando facendole gli occhi dolci.
"Mamma mia cosa mi sono ridotto a fare..." penso alzando mentalmente gli occhi al cielo.
«Certo Conan!» risponde lei arruffandomi i capelli.

Si avvicina al bancone della cucina.

«Però devo prepararti lo zainetto prima, dammi un attimo.» dice aprendo il frigo e tirando fuori degli affettati.
«Okay.»
Prendo il telefono e rispondo ad Ayumi.
Ran mi sta preparando lo zaino, tra pochi minuti saremo lì.
CHE BELLO! Ci vediamo al parco!
A dopo
 
Rimetto il cellulare in tasca e vado in camera mia a prendere lo zaino da riempire.
Dopo aver preparato lo zaino, Ran mi prende per mano e mi accompagna al parco; non ho un'espressione felicissima ma cerco di nasconderlo solo per fare un favore ad Ayumi.
Come metto un piede dentro al parco, una bambina dai capelli mori mi corre incontro e mi abbraccia forte.

«CONAN!» la sua voce la riconoscerei tra mille.
È Ayumi.
«Ehi Ayumi!» ricambio il saluto stringendola.
«Sono così felice che tu sia venuto!» confessa sciogliendo l'abbraccio.
«Non c'è bisogno che mi ringrazi.» replico imbarazzato.
«Ciao Ran!» la saluta Ayumi.
«Ehi Ayumi.» sorride lei. «Conan, io vado a mettermi lì.» indica la panchina più vicina. «Se hai bisogno di me chiamami, va bene?»
«Capito Ran.»

Mi da un bacio sulla guancia e va a sedersi sulla panchina.

«Vieni Conan, Mistuhiko e Genta ci aspettano!» esclama contenta e, tenendomi per mano, mi trascina verso gli altri due.
«Ehi Conan!» mi salutano all'unisono.
«Finalmente la squadra dei Giovani Detective è al completo!» esclamano Ayumi e Genta entusiasti.
Sorrido nel vederli così felici.
«Come mai mi avete chiesto di raggiungervi al parco?» domando.
«È da un po' che non vediamo né te e né Ai, ci siamo preoccupati.» risponde Mitsuhiko. «Tu sai come sta?»
«Stamattina sono stato un po' con lei ma dopo pranzo le era venuto mal di testa, così ho preferito lasciarla sola.» rispondo facendo il vago.
Noto Mistuhiko annuire quasi dispiaciuto.
«Giochiamo a rincorrerci?» domanda Ayumi sollevando la situazione.
«No ragazzi, lo sapete che non mi va.» si lamenta Genta.
"E quando mai?" penso con un sorriso.
«Che ne dite se invece giochiamo a nascondino? Genta, tu conti!» propone Mitsuhiko.
«Sì, mi piace!» esclama Genta.
«Tu che dici Conan?»
«Per me va bene.» rispondo scrollando le spalle.

Genta si avvicina ad un albero e si mette a contare fino a venti; Mustuhiko ed Ayumi corrono di qua e di là cercando il nascondiglio perfetto mentre io mi porto le mani dietro la testa e cerco distrattamente un posto.
Mi avvicino ad un paio di alberi cavi, metto un piede per nascondermi lì ma sento un tonfo dietro di me.

«Ahi!» mugola una voce.

Mi giro d'istinto e vedo che una cascata di capelli neri si mette seduta a terra mugolando.

«Ti sei fatta male?» le domando avvicinandomi a lei.
La bambina alza lo sguardo verso di me e ne rimango letteralmente folgorato. Ha due grandi occhi color nocciola, la frangetta, lunghi capelli neri e due piccoli codini che sollevano delle ciocche. Decisamente molto molto carina.
«Stai bene?» le domando nuovamente porgendole la mano.
«S-sì... Grazie...» mormora prendendo la mia mano e alzandosi. «Sono inciampata sulle radici.» aggiunge pulendosi i vestiti.
«Ti sei sbucciata le ginocchia.» le faccio notare indicandole.
«Oh, mamma!» esclama preoccupata, si guarda intorno cercando un volto
«Cerchi qualcuno?» le domando.
«Non vedo la mia amica, è sempre al mio fianco quando mi faccio male.»
«Vieni con me, bisogna mettere subito dei cerotti.» le spiego tenendo la sua mano.
Lei arrossisce lievemente ed annuisce.
«Riesci a camminare o ti fanno male?»
«No, ce la faccio...»
«Io mi chiamo Conan e tu?»
«Il mio nome è Asami.»

La tengo per mano e mi avvicino a Ran.

«Ran!» la chiamo raggiungendola.
«Sì?» risponde alzando lo sguardo dalla rivista a me.
«Hai i cerotti? Asami è inciampata e si è sbucciata le ginocchia.»
«Oh poverina! Vieni qui, ti disinfetto le ginocchia e mettiamo i cerotti.» Ran la prende in braccio e la fa sedere accanto a sé sulla panchina.

In quel momento sentiamo una voce.

«ASAMI! ASAMI DOVE SEI?»

Mi volto verso la voce e vedo una figura familiare.

«SONO QUI KAZUHA!» risponde Asami muovendo le braccia.
«Eccoti!» sospira di sollievo la figura e corre verso di noi. «Mi hai fatto spaventare, sai?»
«Scusa...»
E qui che ci fa Kazuha?!
«Ciao Ran!»
«Ehi Kazuha!» esclama sorridendo lei. «Che ci fai qui?»
«Ho portato la piccola Asami al parco, voleva svagarsi un po'. Quelli di Osaka erano tutti in fase di ristrutturazione, quindi siam venute qui.» spiega con un sorriso. «Piccola come ti sei fatta queste sbucciature?» domanda preoccupata.
«Sono inciampata su una radice.» ne indica una.
«Cavolo... Dovrebbero nasconderle meglio quelle radici.» mormora guardandosi intorno. «Non è la prima volta che qualcuno ci inciampa.»
«È tua parente?» le domando.
«Oh no Conan! Vedi, io abito di fianco a casa sua e, una settimana fa, sua mamma ha fatto un incidente... Ora è ricoverata in ospedale con la gamba ingessata e non la dimetteranno prima di due settimane. Nessun parente la poteva tenere così mi sono offerta io.» mi spiega con tono dolce.
«Fatto.» Ran posa delicatamente i cerotti sulle ginocchia di Asami e la ripone a terra.
«Grazie Ran.» la ringrazia Asami con un piccolo inchino.
«Non preoccuparti piccola.»

In quel momento sento una mano picchiettarmi la spalla.

«TANA PER CONAN!»

Mi giro di soprassalto e vedo Genta.
"CAVOLO! Mi ero dimenticato che stavo giocando a nascondino!"
«Andiamo Conan! Potevi fare tana libera tutti!» si lamenta Mistuhiko avvicinandosi a noi.
«Scusate ragazzi ma lei si era fatta male ed ho dovuto aiutarla.» spiego indicando Asami di fianco a me.
«Chi sei?» domanda Ayumi.
«Mi chiamo Asami, Asami Kimura.»
«Piacere di conoscerti! Io sono Ayumi Yoshida, lui è Genta Kojima ed infine, Mistuhiko Tsuburaya.» li presenta uno ad uno.
«È un piacere conoscervi.» si inchina e la invitiamo a giocare con noi.

Avere Asami intorno mi fa stare bene, non mi fa pesare il fatto di essere al parco con dei bambini nonostante sia lei stessa una bambina. È una sensazione strana che solitamente provo con Ai ma questa volta è diverso.
Dopo aver passato il pomeriggio al parco, Kazuha e Ran richiamano me ed Asami.

«Uffa, dovete già andare via?» domanda Ayumi dispiaciuta.
«Mi sa che dobbiamo andare anche noi, è quasi ora di cena.» replica Mitsuhiko guardando l'orologio.
E come finisce la frase, le loro mamme li richiamano.
«Che pizza...» mormora Ayumi. «Allora ci vediamo domani Conan?»
«Certo Ayumi, ci vediamo da Agasa come al solito.» le rispondo con un sorriso.

Saluto i ragazzi e mi avvicino con Asami da Ran e Kazuha e le vediamo chiaccherare allegramente.
"Chissà dov'è Heiji..." penso curioso.
«Eccoci.» esordisco interrompendo la loro chiaccherata. «Vi abbiamo interrotte?»
«Non preoccuparti Conan, stavo solo chiedendo a Kazuha se le andava di rimanere a cena da noi con la piccola Asami.»
Il mio cuore comincia inspiegabilmente a battere più velocemente.
«Tu che dici Asami, ci stai?» domanda Kazuha mettendosi all'altezza della bimba.
Lei per un attimo posa lo sguardo verso di me ed annuisce.
«Ci sto!» risponde decisa.
Le ragazze sorridono.
«Allora è deciso.» dicono all'unisono.

Nel tragitto verso casa Ran e Kazuha parlano del più e del meno.

«Sicura che per tuo padre non è un problema?» le domanda Kazuha.
«Tranquilla Kazuha! Papà ha una cena con dei suoi ex colleghi quindi ho casa libera.» spiega con un sorriso.
«Kazuha, come mai Heiji non è con te?» domando cercando di tenere un tono innocente.
«In verità quando sono arrivata al parco Heiji era ancora con me, ma all'improvviso ha avuto un impegno e, come suo solito, è dovuto scappare.» mi spiega. «È da un po' che non vedo nemmeno Shinichi, anche lui è impegnato?» domanda rivolgendosi a Ran.
«Beh... Diciamo di sì... Viaggia sempre di qua e di là con i suoi casi.» risponde lei facendo la vaga.
"Questa lontananza fa male ad entrambi Ran, credimi. Se fosse per me prenderei l'antidoto e ti stringerei a me anche se per poco..." penso ritraendo le labbra.
All'improvviso una voce mi distrae dai miei pensieri.
«E-eh?» mormoro confuso.
Asami ridacchia.
«Hai la testa tra le nuvole?»
«Sì, perdonami.» mormoro grattandomi la nuca.
«Mitsuhiko mi ha parlato di una certa Ai, ma oggi non c'era al parco, vero?»
«No, in verità no. Aveva mal di testa ed ha preferito rimanere a casa.»
«Ah capisco... È carina?»
«Perché?»
«Perché quando ho chiesto a Mistuhiko com'era, l'ha desritta come una principessa.»
Quella frase mi infastidisce.
«Beh Asami, per me Ai è molto bella, e gentile ma non vuole farlo notare nascondendo il suo vero carattere, anche se a volte litighiamo e ci scontriamo, ma alla fine facciamo sempre pace.» rispondo alla sua domanda con un sorriso.
«Hai una sua foto?»
«Purtroppo no, non è una a cui piace essere fotografata.»
«Che peccato... Le principesse dovrebbero essere circondate di fotografi secondo me.» replica con tono sognante.
A quella frase poso lo guardo su Ran.
"Quando ritornerò in me, ti tratterò come devi, mia principessa."

Dopo pochi minuti arriviamo a casa; poggio lo zaino mio e di Asami accanto al divano ed aiuto Ran col preparare la cena.

«Hai qualche preferenza per le cena Asami?» domanda Ran cominciando a tirare fuori gli attrezzi da cucina.
«Amo il riso al curry!» esclama contenta.
«E riso al curry sia!» replica Ran sorridendo. «Conan, che ne dici se tu ed Asami andate in camera tua a giocare con il Nintendo Switch?» mi domanda gentilmente.
«Non vuoi una mano a preparare la tavola?»
«Stai tranquillo Conan ce la faccio, voi due andate.»
«Okay.»

Prendo Asami per mano ed entriamo in camera mia.

«Come te la cavi con la Switch?» le domando accendendola.
«Non ci ho mai giocato...» risponde con lo sguardo basso.
«Davvero? Mai?»
«Sì... L'unico giocattolo che ho è la mia bambola di pezza Kiki. Mamma mi ha aiutata a cucirla per il mio compleanno un anno fa, ma la testa ci è venuta troppo grossa. Così faccio finta che una cimice ha deposto le uova nelle sue orecchie e che lei è triste perché le restano...» non riesce a finire la frase che scoppia in un pianto disperato.
Non ci vuole un genio per capire che la situazione economica di Asami è tutt'altro che florida. Mi avvicino a lei e la abbraccio così che lei posi le mani sulla mia schiena. Stringe la mia maglietta tra i suoi piccoli pugni tra un singhiozzo e l'altro.

«Tranquilla Asami...» sussurro al suo orecchio rassicurandola.
«S-sono preoccupata pe-per mamma...»
«Tua madre starà bene, quando le toglieranno il gesso tornerà a casa da te.»
«Davvero...?»
«Certo! Ha solo bisogno di riposarsi un po', e quando vorrai giocare con la Switch puoi tranquillamente venire da me.»
«Mamma non mi lascerebbe venire da Osaka fino a qui da sola...»
«Allora verrò io!» replico e le alzo i dolcemente il viso. «Tu chiamami ed io sarò da te in pochi minuti.»
«Come un principe che salva la sua principessa...?»
«Esattamente.» le sorrido asciugandole le guance.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Le settimane successive le ho passate con Asami, ci siamo visti un giorno sì ed uno no; Ran mi preparava lo zaino, prendevo il treno ed andavo da lei; giocavamo col Nintendo Switch, con la sua bambola Kiki, ci rincorrevamo al parco e l'ho fatta entrare anche nel gruppo dei Giovani Detective, ci teneva così tanto che non ce l'ho fatta a dirle di no. Ho conosciuto sua mamma e mi ha confidato che è molto contenta che la sua bambina abbia conosciuto qualcuno come me e, devo ammettere, che la sua frase mi ha davvero sorpreso... Non pensavo di poter diventare così speciale per qualcuno in così poco tempo. Prima che sua mamma sia stata dimessa dall'ospedale Kazuha stava a casa sua a farle compagnia ed a prendersi cura di lei e si vedeva che non navigano nell'oro. Mi fa quasi strano che una bambina così piccola debba già affrontare la dura e cruda realtà. Una cosa che mi ha preoccupato è stato come ha reagito Ai all'inserimento di Asami nel gruppo, non mi è sembrata gelosa ma non era sicura che fosse un buon "acquisto" nei Giovani Detective; come se tutti i misteri li risolvono lei, Genta, Ayumi e Mitsuhiko. Però agli altri andava bene, quindi Ai non ne ha fatto un gran dramma.
In questi giorni sto provando un sacco di emozioni strane che non mi so spiegare; è da un po' che non penso a Ran tanto quanto prima, i miei pensieri sono occupati da Ai ed Asami e tutto ciò mi fa sentire a disagio. Se sto con Ai sono felice a raramente penso ad Asami ma se sto con Asami sono felice ma penso lo stesso ad Ai e non mi era mai capitato prima.
"Comincio a pensare di essere diventato pazzo..."
Volevo chiedere consiglio a Ran stamattina ma, quando ho aperto la porta di camera ho visto Araide a colazione, così per non vedere la sua faccia sono scappato da Agasa ma, non so quanto posso parlare della situazione con lui visto che c'è Ai, così provo a scrivergli mentre sono in strada.
Buongiorno Agasa, c'è Ai per caso?
Buongiorno Shinichi!
Ai? No, è uscita a fare una passeggiata, perché?
Ho bisogno di parlarle, in privato.
Parlare con Ai?
No! Voglio parlare con lei Agasa!
Oh scusa! Ahahahahah!
Puoi tranquillamente venire, non farti problemi.
Grazie! Sarò lì tra pochi minuti.
Va bene Shinichi, ti aspetto.

Vari minuti dopo riesco a raggiungere la casa del Dottor Agasa ed entro senza bussare.

«Buongiorno Agasa!» lo saluto entrando in casa.
«Ehi, ciao Shinichi!» mi saluta calorosamente.
«Ai è arrivata?» domando guardandomi in giro.
«No, no, tornerà tra un po' di minuti.»
«Oh, allora farò meglio a sbrigarmi.»
«Perché? Di che devi parlarmi?»
«Ho un po' di casino per la testa...» mormoro sedendomi sul divano.
«Uuuh, il piccolo detective è innamorato!» mi canzona ridendo.
«Cosa?! Assolutamente no! Ce... Sì, lo sono ma di Ran...» mi tappo la bocca con le mano per pochi secondi. «È un'altra questione insomma!» mi affretto a dire.
«Tranquillo Shinichi, ti stavo solo prendendo in giro.» ridacchia.
Sospiro seccato.
«Comunque, vorrei sapere il suo parere su questa storia e su cosa dovrei fare.»
Agasa ritorna serio.
«Certamente, dimmi pure.»
«Ecco...» faccio un respiro profondo. «Quando sto con Ai ed Asami faccio dei pensieri strani.»
«Pensieri di che tipo...?»
«Nulla di scandaloso, eh.» ridacchio mettendo le mani avanti. «È solo che quando sto con Ai sono felice e non ho alcun pensiero o preoccupazione.» inizio a spiegare.
Agasa annuisce seguendo il discorso.
«E quando sto con Asami sì, sono felice, ma penso a cosa potrei fare se fossi con Ai. Lo so che da un certo punto di vista è da stronzi ma non posso farci niente, la mia mente va da sola!»
«Mh-mh.»
«Poi quando capisco che pensieri faccio mi riprendo e non ci penso più ma quello che non capisco è il perché. Perché penso ad Ai?»
«Beh... Il perché sembra molto semplice Shinichi.»
«Davvero? E qual è?» domando speranzoso.
«A quanto pare ti piace Ai.»
"ASPETTA, CHE?!"
La sua risposta mi lascia di sasso.
«COSA?! MA È IMPOSSIBILE!» esclamo stupito.
«E perché?»
«PERCHÉ IO ED AI SIAMO COME FRATELLO E SORELLA! Siamo amici da anni, se fossi innamorato di Ai lo avrei già capito!» rispondo alzando gli occhi al cielo.
"Che assurdità... Io innamorato di Ai? Certo, e la Luna è fatta di formaggio."
«Io ti ho detto quello che penso, poi sta a te credermi o meno.» replica stringendosi nelle spalle.
Sospiro.
«Hai fatto colazione?»
Altro tasto dolente.
«No...» sospiro.
«Oh, e come mai?» mi domanda alzandosi.
«Araide.» rispondo seccato.
«Proprio non ce la fai a vederlo in casa, eh?» mi domanda con una risatina dirigendosi verso la cucina.
«Non mi è mai piaciuto sia nei panni di Shinichi sia nei panni di Conan. Il modo in cui mi tratta mi irrita, con Ran fa l'educato ed il galante mentre con me ha tutt'altra facciata. Mi tratta come un bambino, capisce?»
Come finisco la frase lui torna dalla cucina e mi guarda alzando un sopracciglio. Poso lo sguardo sul mio corpo e mi accorgo dell'ilarità che c'è nella frase che ho detto.
«Insomma ha capito quello che volevo dire!» mi affretto a dire.
«A me non sembra così male Shinichi». mi porge una tazza di caffè. «Certo, da quello che mi ha raccontato Ai non sembra l'ultimo campione di simpatia ma sembra tenerci davvero tanto a Ran.»
«Anche io ci tengo a Ran ma non mi comporto come se fossi il Dio di 'sto cavolo.» replico seccato e bevo un sorso di caffè. «Mhh, caffè freddo! Che buono!»
«Ti piace? Ai mi ha consigliato di metterci i cubetti di ghiaccio.»
«Glielo ha consigliato Ai?»
«Sì, mi ha detto che ti piace il caffè freddo.»
"Ai sa che mi piace il caffè freddo? Da quel che ricordo non gliel'ho mai confidato..." penso leggermente stupito.

In quel momento la porta di casa si apre.

«Sono tornata!»

È Ai.
Si toglie le scarpe ed entra in casa.

«Ciao Ai. Sbaglio o è durata poco la passeggiata?» le domanda Agasa.
«Semplicemente non mi andava più di tanto di stare fuori. Questo caldo è quasi soffocante.» risponde col suo solito tono distaccato. «Oh.» come mi vede la sue guance si colorano di rosa. «Scusa, non ti avevo visto.»
«Non preoccuparti, ero nascosto dallo schienale del divano.» replico con un sorriso.
«Caffè freddo?» domanda indicando la mia tazza con l'indice.
«Oh? Ah, sì, sì.» sorrido. «Agasa mi ha detto che è stato un tuo consiglio di metterci i cubetti di ghiaccio.»
Lei sorride.
«Sì. So che ti piace il caffè freddo.»
«Ma come? Io non ricordo di avertelo mai confidato.»
«Caro Shinichi, non ci vuole un genio per capirlo. Ogni volta che vieni qui a fare colazione i cubetti di ghiaccio diminuiscono e una mattina, senza che tu te ne accorgessi, ti ho visto metterne un paio nella tua tazza.» mi spiega con un sorriso.
Sono proprio anti-sgamo.
«Bastava dirlo subito.» ridacchia lei.
«Scusa, non ci avevo pensato.» mi gratto la nuca.

Si siede accanto a me sul divano, prende il telecomando ed accende la TV.
Volto il mio sguardo verso di lei e mi metto ad osservarle il viso. I suoi dolci occhi azzurri, il suo piccolo naso e poi le sue labbra.
"Beh... Non è proprio così male, questo bisogna ammetterlo." penso ritraendo le labbra. "MA A CHE STAI PENSANDO SHINICHI?! RITORNA IN TE!" scuoto di poco il capo e scaccio via quei pensieri.
«Tutto bene?» domanda Ai.
«S-sì... Non preoccuparti.»
Lei scrolla le spalle e posa l'attenzione sulla TV.

Dieci minuti dopo arriva un messaggio sul mio cellulare di Shinichi, mi affretto a prenderlo e sbianco nel vedere il mittente: Ran.
Sblocco il cellulare ed apro la chat.

Ciao Shinichi.
Ehi Ran.
Ascoltami, devo dirti una cosa...
Dimmi pure, non avere paura.
Sei occupato?
No, sono libero tranquilla.
Sicuro di non averti disturbato?
Tranquilla Ran, sono libero. Cosa vuoi dirmi?
Tu ricordi Araide, vero?

"E ora questo cosa c'entra?" penso storcendo il naso.
Sì. Perché ti ha dato fastidio?
Oh, no, no, no, niente di questo!
Allora cosa è successo?
Non so se sia corretto al 100% dirtelo ma, mi sentirei in colpa se non te lo dicessi...
Dirmi cosa?
Ecco Shinichi... Araide mi ha fatto un regalo.

"Un regalo?! Che sia quel cofanetto di qualche settimana fa...?" penso ricollegando i pezzi.
Un regalo?
Sì.
E che regalo? Sempre se vuoi dirmelo.
Lui ha detto che per lui non è niente di esagerato ma mi ha regalato una collana con il ciondolo a forma di R ed un bracciale con due cuori piccoli per ogni lato e al centro un cuore leggermente più grande ricoperto di brillantini.

"Cazzo. E menomale che non è nulla di esagerato, eh." penso sentendomi l'aria mancare.
Dopo quel messaggio mi manda una foto del gioielli.

Mi sarei sentita in colpa se non te l'avessi detto, non lo so, ne sentivo il bisogno.
Mi dispiace, so che ti ho detto addio ma non ce la faccio a lasciarti andare.
In che senso a lasciarmi andare?
 
"Dillo Ran. Dì che sei ancora innamorata di me." penso speranzoso.

Ci conosciamo sin da piccolini, abbiamo trascorso quasi tutta la vita insieme. Io ti voglio tanto bene e te ne vorrò sempre, non ce la faccio a non averti nella mia vita.
Quindi tu, mi vuoi ancora bene?
Ma certo Shinichi! Non riuscirei mai ad odiarti o ad essere arrabbiata con te per tanto tempo!
Oh Ran...
E poi, queste settimane senza sentirti sembravano interminabili...
Mi dispiace. Mi manchi tanto anche tu e non sai quanto... Sto cercando di fare il possibile per tornare, te lo giuro.
Non fa niente Shinichi.

"Come non fa niente?" il suo messaggio mi lascia senza parole.
Come...?
Capisco che sei impegnato e lo accetto... Cercherò di non arrabbiarmi più con te se non riuscirai ad essere qui per colpa dei casi. È okay.
Ah... Quindi è okay per te?
Sì. :)
Quindi non devi più preoccuparti per me, so che prima o poi tornerai... Magari non tornerai per me, ma tornerai.
Ran... Ma che intendi con "non tornerai per me"? Certo che tornerò per te!
Mi dispiace ma, adesso devo andare. Ciao Shinichi.
RAN!
 
Dopo aver mandato quel messaggio è come se il mondo mi fosse cascato sulle spalle.

«Shinichi? Shinichi?» una voce amica cerca di riportarmi alla realtà. «Ma che ti succede? Cos'è quella faccia?»
Sono talmente sconvolto che non riesco a rispondere.
«Okay. Dammi questo telefono.» delle piccole mani prendono il telefono dalle mie mani con facilità.
Passano pochi minuti di silenzio.
«Oh, mio Dio...»
Mi giro verso Ai che ha il mio telefono nelle mani e la mano sulle labbra coprendo la bocca.
«Non preoccuparti Shin, okay?» cerca di rassicurarmi posando una mano sulla mia spalla. «Vedrai che è solo una cosa passeggera e-» la stoppo.
«No Ai. È inutile continuare. È finita. Shinichi non esiste più.» sospiro distrutto.

Scendo dal divano e mi dirigo in camera di Ai con gli occhi appannati dalle lacrime.

«Aspettami Shinichi!» Ai mi raggiunge ed entra in camera chiudendo la porta dietro di sé. «Non devi farne un dramma, alla fin fine una collana ed un braccialetto non vogliono dire nulla. Sono un regalo qualunque.» cerca di minimizzare la cosa.
«CAZZO AI, HAI LETTO I MESSAGGI SÌ O NO?!» scoppio ormai in lacrime.
Ai sbatte un paio di volte gli occhi stupita.
«È INUTILE CONTINUARE A MENTIRCI, HA DECISAMENTE MOLLATO! HA DECISO CHE IO NON SONO PIÙ IL RAGAZZO CHE PUÒ RENDERLA FELICE! AI BASTA!» lacrime scorrono incontrollate.
«Shinichi...» mormora lei facendo un passo verso di me.
«NO, NIENTE SHINICHI! ORMAI PER LEI NON ESISTO PIÙ!»
«Shshshsh...» sussurra lei avvicinandosi sempre di più verso di me.

Cerco di riprendere a respirare regolarmente senza riuscire a stoppare le lacrime.

«Cosa ho fatto di sbagliato? Ho cercato di essere presente in tutti i modi, c'è qualcosa che ho fatto male? Ti prego dimmelo...» farfuglio col respiro affannato dal pianto.
«Non hai fatto sbagliato nulla Shinichi.»
Ai mi toglie delicatamente gli occhi e li posa sul comodino.
«Tu hai fatto il possibile ed anche l'impossibile per lei... Non né colpa tua né sua e nemmeno di Araide. È normale che col tempo le persone cambino, lo sai meglio di me.» mormora vicino alle mie labbra asciugandomi le lacrime coi pollici.
La guardo negli occhi come stregato.
«Ascoltami, lo so che è dura e che forse dopo aver detto questa frase mi manderai a quel paese ma, devi accettare il fatto di dover andare avanti. È inutile rincorrere qualcuno che prosegue anche senza di te.»
«Ma lei ha detto che sono suo amico...» sussurro recuperando la voce.
«Ed è okay, non ho detto che non dovete più essere amici. Sto solo dicendo che devi accettare che Ran non ti cerchi più come prima...»
Continuo ad osservare i suoi occhi che tradiscono la sua voce tranquilla. Lo vedo nei suoi occhi che è dispiaciuta per me, ci è rimasta male tanto quanto me.
"Perché? E soprattutto perché non mi dici che ti dispiace?"
Ai asciuga le mie ultime lacrime con dolcezza.
«Perché Ai?» domando guardandola.
«Mh?»
«Perché non mi dici che ti dispiace? Te lo leggo negli occhi, è inutile fingere.»
A quella frase abbassa lo sguardo e fa un sospiro.
«E va bene. Ci sono rimasta male, okay? Forse io ci speravo più di te che Ran non smettesse di amarti... Insomma...» sospira. «Vi amate da quando siete piccoli, siete destinati a stare insieme.»
«A quanto pare non è così.» abbasso lo sguardo.
«Ma non abbatterti, okay? Troverai sicuramente qualcun'altra che accoglierà il tuo cuore e ne farà tesoro.» dice con un lieve sorriso in volto. «Così potrai essere finalmente felice, sia se avrai il corpo di Conan sia se avrai il corpo di Shinichi.» finisce la frase e mi accarezza i capelli.
Arrossisco lievemente.
"Ma che cavolo mi fa questa ragazza?" penso sorpreso dalle mie azioni.
«Ti senti meglio?»
«Un pochino...»
«Vieni.» si avvicina a letto, si siede su di esso e picchietta il posto accanto a sé.
Mi siedo accanto a lei e noto che sul suo cuscino si trova il peluche di Angel che le ho regalato quando siamo andati al centro commerciale.
«Ci dormi insieme?» domando indicando il peluche.
«Mh?» lei sembra sorpresa ma poi volta l'attenzione verso a ciò che stavo indicando e sorride. «Sì... Lo so che sembra assurdo ma, stringerla mentre dormo è come se stessi stringendo te.»
"Ai... Ma allora tu sei..."
«M-ma non farti i-idee strane, baka!» si affretta a dire in evidente imbarazzo. «Mi aiuta a dormire solo quando faccio dei brutti sogni.» si stringe nelle spalle.
«Quindi a giudicare da dov'è messo sul cuscino, stanotte hai fatto un incubo.»
«Più o meno...» mormora.
«C'entra tua sorella?»
Per pochi secondi mi guarda ma poi decide di rispondere.
«No... Akemi non c'entra.» sorride lievemente. «Sono cose di poco conto, non devi preoccupartene.»
«Oh... Okay allora.» scrollo le spalle.
«Ti va di vedere un film?»
Annuisco solamente.

Ai scende dal letto e si avvicina alla scrivania prendendo il portatile.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


ATTENZIONE: Questo capitolo sarà dal punto di vista (POV) di Ai, dal prossimo capitolo tornerà il punto di vista di Conan.
 
Ci siamo messi seduti sul letto con la schiena contro il muro ed entro su Netflix per cercare qualche film da guardare.
Dopo svariati film sento lentamente un peso sulla mia spalla, volto la mia attenzione e noto che Shinichi è crollato come un bambino. Sorrido dolcemente, gli accarezzo delicatamente i capelli, chiudo il portatile, mi sposto senza cercare di svegliarlo e lo faccio sdraiare mettendolo comodo sul letto con accanto il peluche giusto per fargli sentire una presenza.
Scendo dal letto e noto il suo telefono vibrare, non so perché ma lo prendo e vedo il numero di Asami.
"E da quando Asami lo chiama?" penso leggermente infastidita.
Mi allontano di pochi passi dal letto così che non riesca a svegliarlo.

«Pronto?» esordio rispondendo alla chiamata.
«Ciao Conan, sono Asami.» mormora lei con tono imbarazzato.
«Ehi Asami, sono Ai, rispondo io perché purtroppo Conan non può rispondere.»
«Oh... E perché?»
«Emh... Ha avuto una brutta sorpresa e sta cercando di riprendersi.»
«Oh, povero il mio Conan!» piagnucola.
"Mio?!" corrugo la fronte.
«Ti serve qualcosa?» le domando.
«Oh, sì! In realtà cercavo Conan perché devo dirgli una cosa abbastanza importante...» sento la sua voce esitante.
«Mi dispiace ma, come ho detto prima, non può rispondere; si è appena addormentato e mi dispiace svegliarlo.»
«Capisco...»
«Forse è meglio se lo richiami stasera, sicuramente gli farà piacere sentire la tua voce dopo una giornata come questa.» cerco di rassicurarla.
«Va bene! Grazie comunque Ai.»
Sorrido lievemente.
«Figurati Asami.»
«Ciao, ciao!»
«Ciao.»

Riattacco, poso il suo cellulare sul comodino con un sospiro e mi dirigo verso il salotto.
"La sua voce sembrava esitante e insicura, sicuramente quello che voleva dirgli doveva essere sicuramente importante. E se volesse..." quel pensiero mi fa sbiancare. "No, ma che vado a pensare?! È troppo piccola, non penso vorrà dichiararsi." sorrido scuotendo lentamente la testa.
Entro in cucina, apro la credenza e prendo un po' di biscotti, li metto in una ciotola, prendo un bric di succo alla pesca e torno in salotto; poso tutto sul tavolino di fronte al divano ed accendo la TV cercando un canale interessante da guardare.
In quel momento torna in salotto Agasa.

«Ehi Ai.» mi saluta venendomi incontro. «Ma Shinichi dov'è? È tornato a casa?» mi domanda guardandosi intorno.
«È in camera, è crollato.» rispondo con un leggero sorriso.
«I messaggi lo hanno stressato parecchio, mh?»
«Secondo me aveva anche bisogno di sfogarsi un po', non può fargli altro che bene.» aggiungo con un sospiro. «Penso che ora per lui sarà un pochino più difficile accettare la presenza di Araide a casa di Ran.»
Agasa si gratta il mento.
«Fammi pensare...»
«A cosa?»
«Potrei inventare una scusa per far stare a stretto contatto Shinichi ed Araide senza dargli la possibilità di scappare.»
«Li chiude in uno stanzino per ventiquattro ore?» domando alzando un sopracciglio.
Lui per tutta risposta ridacchia divertito dalla mia domanda.
«No, no, Ai, niente così di estremo. Stavo pensando che potremmo invitare Araide, Ran e i ragazzi a campeggiare per un paio di giorni, così che entrambe stiano a contatto ed abituarsi l'uno all'altro.» mi spiega con un sorriso.
«È una grande idea!» mi complimento con lui facendolo sorridere fiero. «Ma Shinichi non accetterà mai.»
«C-come non accetterà?»
«Se gli diciamo che viene anche Araide farà i capricci per non affrontarlo.»
«Non se non glielo dici.»
«Quindi dobbiamo mentirgli?»
«Semplicemente glielo teniamo nascosto finché non arriviamo al campeggio così non avrà altra opzione che restare.»
Mi accarezzo il mento con l'indice seguendo il ragionamento di Agasa.
«In effetti il ragionamento quadra.» ammetto. «Oggi che giorno è?»
«Oggi è venerdì, perché?»
Annuisco prendendo il cellulare.
«Adesso chiamo i ragazzi e gli chiedo se gli va di venire in campeggio domani e domenica.»
«Brava, io vado in ufficio ad invitare Ran ed Araide.»
«Ha il numero di Araide?» domando sorpresa.
«Certo che no! Chiederò a Ran di invitare anche Araide.» risponde come se fosse ovvio.
«Oh, giusto.» mororo sorpresa.
Mentre il dottore se ne va nel suo ufficio abbasso il volume del televisore e chiamo per prima Ayumi.

Dopo aver chiesto a Ayumi, Genta e Mitsuhiko mi manca di chiederlo ad Asami. Sono sinceramente incerta se invitarla, non per cattiveria ovvio ma non so come approcciarmi con lei. Quando ci ritroviamo io e lei cala sempre un silenzio imbarazzante dalla quale non sappiamo come uscirne.
"Magari potresti usare questa occasione per avvicinarti di più a lei ed evitare situazioni imbarazzanti." penso stringendomi nelle spalle.
Faccio un profondo respiro e chiamo anche Asami decisa ad invitarla.
A quanto pare hanno accettato tutti senza esitazione, sono curiosa di come prenderà Shinichi il fatto che domani andiamo al campeggio tutti insieme. Rialzo il volume della televisione, bevo un sorso dal bric prestando tutta la mia attenzione al programma che segue.

Le ore passano in fretta e Shinichi ha dormito fino a dopo l'ora pranzo, sorprendentemente ha accettato l'idea del campeggio ed ancora non sa della sorpresa che lo attende; ha pranzato da noi ed ora è ancora qui. Non se la sente di tornare a casa da Ran, non riuscirebbe a guardarla negli occhi e non lo biasimo.

«Ti dispiace se dormo da voi stanotte? Non me la sento di dormire da Ran.» mi domanda riprendendo il suo tono di sempre.
Gli sorrido dolcemente.
«Certo Shinichi, non devi preoccuparti.»
«Non mi chiami spesso così.»
«Lo faccio solo quando siamo io e te o la tua copertura salterebbe in un giorno, baka.» aggiungo facendogli l'occhiolino.
«Grazie.» replica con una risatina.

In quell'istante suona il campanello, io e Shinichi ci guardiamo per pochi secondi sorpresi poi decido di scendere dal divano ed andare ad aprire.
La figura che si presenta davanti a me mi lascia sorpresa.
È Ran.

«Ciao Ai, hai visto Conan?» mi domanda mettendosi alla mia altezza.
"Hai proprio deciso di spezzarlo definitivamente?" penso nascondendo il mio fastidio.
«Sì, è seduto sul divano, è rimasto con me tutta la mattina.» rispondo indicandolo con un cenno del capo.
«Oh, grazie al cielo!» fa un sospiro di sollievo. «Ho provato a chiamarlo ma non rispondeva.» mi spiega con una nota di preoccupazione.
«Ah, è perché si è addormentato... Ci siamo messi a guardare svariati film al PC ed è crollato. Probabilmente doveva essere ancora stanco.» le spiego fingendo indifferenza.
«Posso parlargli un momento?»
Poso per poco secondi lo sguardo verso Shinichi cercando consenso, mi fa cenno di avvicinarla ed io rispondo.
«Certo, prego.» le faccio spazio e lei entra in casa.
Prende Shinichi per mano e lo porta in cucina. Io chiudo la porta e ritorno sul divano, anche se cerco di origliare la loro conversazione Ran bisbiglia e ciò me lo impedisce.
"Che pizza! Volevo sapere che gli sta dicendo." penso con un lieve broncio in viso.
Pochi minuti dopo Ran e Shinichi tornano in salotto e lui ritorna a sedersi accanto a me.

«Allora Conan ti devo aspettare per l'ora di cena? Così ti fai la doccia per domani?» gli domanda Ran avvicinandosi alla porta.
«In verità preferisco dormire qui e raggiungere il campeggio con Ai e gli altri.» risponde Shinichi prendendomi per mano.
A quel contatto cerco di nascondere il rossore sulle mie guance dietro i miei capelli.
«Ma Conan, devi almeno farti la doccia.» replica con un sospiro.
«Può tranquillamente farla qui.» mi intrometto col mio tono pacato.
«Ti prego Ai non venirmi contro.»
"Oh cara mia, non puoi dirmelo dopo che hai rifiutato Shinichi per un bracciale ed una collana!" penso infastidita.
«Ma davvero, non c'è alcun problema se la fa qui. Abbiamo spazio ed inoltre è più comodo se dorme qui, il dottore ha persino noleggiato un piccolo pulmino così ci stiamo tutti.» spiego.
«Tutti chi?» domanda Shinichi confuso.
«Ma come tutti chi? Io, te, Genta, Asami, Mitsuhiko ed Ayumi. Nella macchina di Agasa non ci stiamo tutti insieme con anche gli zainetti e la attrezzatura per le tende.»
«Ah, giusto...»
«Ti prego Conan. Facciamo così, vieni a casa a farla subito la doccia così ti posso preparare lo zaino col cambio per la notte e lo zaino per il campeggio, che ne dici?»
Shinichi mi guarda per un paio di secondi ed io gli faccio un lieve cenno di consenso.
«Va bene, vengo.» sospira e scende dal divano.
«Grazie Conan.» Ran sorride e lo prende per mano.
«Ci vediamo dopo Ai.»
«A dopo Conan.»

Lo saluto con un cenno della mano e lo guardo uscire. In effetti devo preparare qualcosa da mangiare, almeno qualche panino per il viaggio o prima della grigliata serale. Scendo dal divano e raggiungo Agasa nel suo ufficio.

«Dottor Agasa?» esordisco entrando.
«E-eh? Chi è?» sobbalza sorpreso dalla mia presenza.
«Si calmi, sono io.» lo rassicuro.
«Ah, sei tu Ai.» sospira sollevato. «E chi era alla porta?»
«Era Ran, è venuta a prendere Shinichi per fargli fare una doccia e preparargli lo zaino per domani.»
«Capisco, capisco.»
«Ah e rimane qui a dormire.»
«Bene, bene...» annuisce riprendendo a lavorare. «ASPETTA HAI DETTO DORMIRE?!» esclama.
«Non se la sentiva di dormire da Ran così gli ho detto di sì, in fondo c'è spazio qui.»
«No, no, lo capisco, è solo che non viene spesso qui a dormire.»
«Meglio. Così è più facile per non incrociare Araide, no?»
«Giusto, giusto, brava Ai.»
Sorrido soddisfatta.
«Ah! Sono venuta qui per avvisarla che vado a fare un po' di spesa per prendere la cane da preparare al barbecue e ingredienti per preparare i panini per il viaggio. Sicuramente Genta avrà fame e non potremmo fermarci ogni cinque minuti.»
«Bravissima Ai! Il portafoglio è dentro al primo cassetto della mia scrivania, prendi tutti i soldi che ti servono.»
«Va bene, grazie.»
Annuisco ed esco dall'ufficio a prendere il portafoglio, prendo i soldi che mi servono, faccio una lieve lista degli ingredienti ed esco di casa.

Mentre passeggio per strada osservo tante coppiette camminare e scherzare felici tra loro, le osservo con una sensazione strana dentro.
"Chissà se anche Shinichi si sente così quando vede queste persone insieme mentre lui ha sofferto così tanto per proteggere la ragazza che ama." su Ai, non fare questi pensieri tristi!
Scuoto il capo ed entro in un supermercato a comprare i vari ingredienti che mi servono per i panini e la carne per il barbecue.

Torno a casa nel tardo pomeriggio e per strada incontro Mitsuhiko.

«Ciao Ai!» mi raggiunge da dietro.
«Oh, ciao Mitsuhiko.» ricambio il saluto. «Come mai sei in giro a quest'ora?»
«Potrei farti la stessa domanda.»
«Beh... Io, come vedi, sono andata a fare la spesa.» rispondo alzando le mani con le buste. «Qual è la tua scusa?» domando con tono da mamma.
«Anche io sono a fare spese.» replica con una risatina mostrando una piccola lista della spesa. «Mamma era stanca ed io mi sono offerto.»
«Oh, sei un ometto.»
«Più o meno». mormora grattandosi la nuca. «Hai bisogno di una mano con le buste?» domanda preoccupato.
«Non preoccuparti Mitsuhiko, non sono pesanti.» lo rassicuro.
«Andiamo Ai, insisto.»
Si avvicina maggiormente a me e toglie dalla mia mano la busta più pesante.
«C-che c'è qui dentro?» domanda con una risata.
«Ho messo tutte le lattine di bibite e la carne. Se è troppo pesante facciamo a cambio, tanto siamo quasi arrivati.»
«No, no, ce la faccio, vai tranquilla.»
Mitsuhiko sorride facendomi sentire sollevata, in fondo è un gesto molto gentile da parte sua.

Una manciata di minuti dopo arriviamo a casa del dottore.

«Eccoci qui.» posiamo entrambe le buste a terra. «Grazie per avermi fatto compagnia.»
«Ma figurati Ai. Lo sai che se hai bisogno, basta farmi un fischio e arrivo.» lo noto arrossire.
«Ancora grazie, sei stato un vero gentiluomo.» gli do un veloce bacio sulla guancia.
Improvvisamente la porta di casa si apre, ci voltiamo entrambe verso di essa e vedo un Shinichi non molto contento.
"Dio, ma oggi non è proprio giornata..." penso preoccupata dalla sua reazione.
«Ciao Conan!» lo saluta solare Mitsuhiko.
«Ciao Mitsuhiko.» ricambia il saluto un po' giù di corda.
«Q-quando sei tornato...?» domando tirando su le buste.
«Sono arrivato un paio di minuti fa, Agasa mi ha detto che eri a fare compere, ma siccome è tardi mi sono preoccupato e volevo venire a cercarti.» replica avvicinandosi a me e togliendo entrambe le buste dalle mie mani.
"Shinichi era preoccupato per me...?" questo pensiero fa battere forte il mio cuore.
«Non ce n'era bisogno...» mormoro cercando di scacciare l'imbarazzo.
«Mi preoccuperò sempre per te Ai.» replica lanciando uno sguardo a Mitsuhiko. «Vado a posare la spesa, ci vediamo domani Mitsuhiko.»
«Sì, ciao Conan!»
Per tutta risposta ricambia il saluto con un cenno del capo ed entra in casa. Faccio un piccolo sospiro.
«Si è fatto tardi, è meglio che vada dentro anche io.»
«Va bene...» annuisce. «Allora a domani Ai.»
«A domani.»
Lo saluto con un cenno della mano ed entro in casa chiudendo la porta dietro di me.

Raggiungo Shinichi in cucina e lo vedo che non proferisce parola.
"Ci aspetta una lunga serata." penso sospirando.

Shinichi ha deciso di rifilarmi il trattamento del silenzio e per tutta la sera non mi ha nemmeno degnata di uno sguardo; ora capisco come si è sentito quando io lo avevo fatto a lui. Io ho fatto la bambina ed ora lui lo sta facendo con me.
"Diciassette anni per niente! Solo quando vuole lui è il ragazzo dolce e maturo che è veramente. Non capisco perché prendersela tanto per un innocente bacio sulla guancia, va bene che oggi ha avuto una giornata di merda ma non mi sembra il caso di farla tanto tragica per un bacetto. Scommetto che se non avesse visto nulla sarebbe tornato il ragazzo di sempre, il ragazzo di cui mi sono innamorata." penso mangiando la mia cena ed posando lo sguardo su di lui ogni tanto.

Dopo cena e dopo aver preparato tutto il necessario Agasa va a dormire e rimaniamo solo io e Shinichi, da soli seduti sul divano a guardare un film.
Nessuno dei due ha il coraggio di aprire bocca, ma dopo interminabili minuti di silenzio, decido di parlare per prima.
«Quel bacio non significa niente. Ho solo ringraziato Mitsuhiko per avermi aiutato con le buste della spesa.» esordisco con lo sguardo incollato al televisore.
Passano alcuni minuti ma Shinichi decide di terminare il trattamento del silenzio.
«Se avevi bisogno di aiuto potevi tranquillamente chiamarmi.»
«Non potevo sapere che eri già tornato.»
«Anche se fossi stato da Ran sarei corso a perdifiato solo per aiutarti, lo sai. Farei di tutto per te.»
«Ti prego non voglio litigare... Soprattutto non con te e non per una questiona così piccola...» sospiro posando una mano sul suo braccio e guardandolo.
Lui volta lentamente il viso verso di me guardandomi intensamente negli occhi causandomi il batticuore.
"Ti renderai mai conto dell'effetto che mi fai?"
Improvvisamente abbassa lo sguardo.
«Hai ragione, non c'è motivo di cui essere arrabbiati... Scusami, è che è stata una giornata strana e non ci sto capendo più niente.» spiega tutto d'un fiato.
Gli prendo il viso tra le mani alzandolo in modo che mi guardi negli occhi.
«Non c'è bisogno che tu mi chieda scusa, è okay. Lo capisco che è stata una giornata stressante, soprattutto per te, e sai cosa?»
«Cosa...?»
«È tardi e domani mattina dobbiamo alzarci presto, vai a nanna su.»
Sono tentata di chiedergli cosa gli abbia detto Ran mentre lui era a casa ma non mi sembra il caso di stressarlo ancora di più.
«Ma Ai...» piagnucola con fare da bambino.
«Niente ma.» lo zittisco io. «Devo ancora farmi la doccia e domani sarà una luna giornata quindi, vai a lavarti i denti e fila a nanna.» ordino con tono da mamma.
Lui per tutta risposta sospira e scende dal divano andando in camera a prendere lo spazzolino per poi tornare in bagno.

E, finalmente, anche questa lunga giornata è terminata.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


ATTENZIONE: Ritorno del punto di vista di Conan!
 

Mi ritrovo nel letto abbracciato ad Angel, il peluche di Ai.
"Incominciamo bene..." penso lasciando la presa sul peluche. "Perché non c'è? Si è già svegliata?"
Scendo dal letto e mi dirigo in salotto trovandomi Ai intenta a parlare al telefono ma, appena mi vede, riattacca in fretta. La guardo e rimango folgorato: indossa una maglietta a croptop nera con stampato sopra un gatto, un girocollo elastico, shorts chiari e Converse bianche basse.

 

«Ehi Shin.» mi saluta mettendo il cellulare in tasca.
«E-ehi... Con chi parlavi al cellulare?»
«No, niente era Ran che chiedeva se fossi sveglio.»
«Ah, okay.» annuisco non poco convinto.
«Buongiorno Shinichi!» mi saluta allegramente Agasa arrivando in salotto. «Sei pronto per il week-end in montagna?»
«Sì, sono pronto.» ridacchio.
«I bambini arriveranno tra pochi minuti.»
«E Asami come viene?» domando preoccupato.
Ai corruga per pochi secondi la fronte.
«Asami la va a prendere Mitsuhiko e viene con lui.» mi risponde leggermente fredda. «Hai fame?»
«Mmm... Non molto.» mormoro grattandomi la nuca.
<<«Sei sicuro? C'è tempo prima di partire e di montare la macchina, puoi mangiare.»
<<«No, tranquilla, al massimo se mi viene fame mentre mangio ti chiedo di passarmi un panino.» ridacchio.
Ai alza gli occhi al cielo, mi conosce bene, è inutile combattere.
«Tu hai fame?»
«Non cambiare il soggetto.» sorride.
«Non sto cambiando il soggetto.»
«Io ho già fatto colazione, sono sveglia già dalle sette.»
«Perché che ore sono?»
«Sono esattamente le otto.» risponde Agasa guardando l'orologio.
«Perché non mi hai chiamato prima?»
«Dormivi così bene, mi dispiaceva svegliarti così ti ho lasciato dormire.» risponde scrollando le spalle. «Poi con la giornata che hai avuto ieri, te lo meritavi un po' di riposo.»
«Sì... Forse...» mormoro. «E per che ora arriva Asami?»
«La mamma di Asami mi ha detto che prendevano il treno delle sette e mezza e che sarebbero arrivate qui per le otto e qualcosa, ora che arriva Mitsuhiko con la sua macchina saranno le otto e mezza. Aspettiamo poi Genta ed Ayumi e partiamo verso le nove circa.»
«Ran con chi viene?» domando confuso.
«Con chi? Beh, Ran viene accompagnata da una sorpresa.»
«Che tipo di sorpresa? questa storia non mi piace.
«Fidati di me, sarà una sorpresa bellissima!» si affretta a dire sorridendo.

 

Aspettiamo l'arrivo di Mitsuhiko e gli altri chiacchierando de più e del meno, cosa strana tra di noi, non parliamo così spesso o almeno non di cose di tutti i giorni.
D'improvviso la porta si spalanca.

«Buongiorno professore!»

La voce di Ayumi illumina la casa.

«Buongiorno anche a te Ayumi, come siamo allegri stamattina.» risponde il dottore.
«Non vedevo l'ora di venire!»
«Immagino, immagino.»
«Buongiorno Conan!»
«Ciao Ayumi.»
Si avvicina a me e mi stringe in un forte ed allo stesso tempo dolce abbraccio, sorrido intenerito e la stringo a mia volta.
Si allontana dall'abbraccio e posa la sua attenzione su Ai.
«Ciao Ai!»
«Ehi Ayumni.» la saluta lei col suo solito tono. «Perché la porta è ancora aperta? Deve ancora entrare qualcuno?» domanda.
«Oh?» si gira verso la porta. «Andiamo, non l'ha ancora convinta?» sbuffa ed esce da casa.
Curosi io ed Ai la seguiamo fuori a troviamo Genta e Mitsuhiko che cercano di convincere Asami ad entrare.
«Insomma perché non vuoi entrare?» domanda Genta esasperato.
«Ho paura...»
«Di cosa?»
«E se non gli sto simpatica...?»
«Scherzi?! Ti adorerà e poi, Agasa già ti conosce!»
«Esatto!» aggiunge Mitsuhiko. «Ti conosce già e ti adora! Come tutti del resto.»
«Che succede?» domando avvicinandomi ai tre.
«CONAN!» Asami come mi vede mi corre incontro e mi stringe forte.
«Tutto bene?» domando tenendola stretta a me.
«Non voleva entrare in casa.»
«E perché?»
«È troppo timida e non voleva disturbare.»
«Ma quale disturbo?» domando abbassando il volto verso Asami.
«Non lo so...» sussurra nascondendo il viso nel mio petto. «Non volevo sembrare invadente.» si scusa.
«Stai tranquilla Asami, qui puoi entrare come se fosse casa tua.»
«Davvero...?»
«Certo! Vieni pure, dai.» la prendo per mano e la accompagno dentro.
«Oh ma buongiorno Asami!» la saluta calorosamente Agasa.
«B-buongiorno...» mormora in risposta.
Non ricordavo Asami così timida... Con me sembrava a suo agio. Forse è perché non è stata spesso coi Detective Boys e non è riuscita a socializzare così tanto da essere completamente a suo agio.” la tendo per mano e ci avviciniamo ai divani.

I ragazzi mettono i loro zaini con il cambio accanto ad essi e ci sediamo tutti.

Io, Asami e Genta in uno mentre Ai, Mitushiko ed Ayumi in quello di fronte al nostro.

«Prima di partire che ne dite di una bella fetta di melone fresco?» domanda Agasa posando sul tavolino un vassoio con varie fette di melone.
«Buono il melone!» esclama Genta con l'acquolina ed addenta una fetta.
Seguiti dall'entusiasmo di Genta prendiamo una fetta di melone. Asami sembra intimidita dal farlo ma, dopo aver visto me, lo fa anche lei.
«Datemi solo un attimo ragazzi, okay? Finisco di mettere l'attrezzatura nel furgoncino e partiamo.» ci rassicura prendendo il materiale per le tende.
«Va bene.» rispondiamo tutti in coro.
«In quanti staremo in una tenda?» domanda Ayumi.
«Se non sbaglio saremo in tre.»
«Io propongo che noi tre ragazze in una tenda e voi ragazzi in un altra.» propone Ai.
«Ci sto! Brava Ai!» concorda Ayumi.
«A voi ragazzi va bene, vero?» ci domanda Ai.
«Certo che ci va bene.» rispondo subito. «Così potete farvi le unghie e le treccine in santa pace.» le prendo un po' in giro facendo ridere Mitsuhiko e Genta.
«Baka.» replica Ai con un sguardo infuocato.
Quello sguardo mi fa drizzare la schiena.

Dopo svariati minuti, finalmente, riusciamo a partire per il campeggio. Ho scoperto che Ran era già partita con la “sorpresa” ed io non ho la più pallida idea di chi sia.
Che sia Sonoko che ha preso la patente ieri? Improbabile, è troppo ricca per guidare lei. Se si trattasse di Goro Ai non terrebbe così tanto la bocca chiusa. Che si tratti di Heiji e Kazuha? È un ipotesi. Invece che venire col motorino di Heiji avranno preso una macchina a noleggio. È abbastanza credibile.” sospiro. “Lo vedrò quando sarò lì.
Durante il tragitto sono tutti abbastanza tranquilli; Ai ascolta la musica con gli auricolari guardando il paesaggio, Mistuhiko, Ayumi e Genta parlano animatamente ed Asami rimane in silenzio ad ascoltarli parlare, come me del resto.

«Tu che ne pensi Conan?» la voce di Ayumi mi distrae dai miei pensieri.
«E-eh?»
«Secondo te si potrà fare il bagno?»
«Beh ragazzi, andiamo in campeggio non proprio al mare.» rispondo stringendomi nelle spalle.
«Però Ai ha detto di portare il costume.» piagnucola Genta.
«In effetti...»
«State tranquilli.» li rassicura Agasa. «Nel luogo dove andiamo a campeggiare c'è un laghetto dove potete tutti fare il bagno.»
«EVVIVA!» esclamano i ragazzi felici.
Per un attimo punto la mia attenzione su Ai: sembra così tranquilla mentre ascolta la musica; sta lì rannicchiata nel sedile a guardare fuori dal finestrino ed, a quella vista, non posso fare altro che sorridere.
È così carina. Sembra quasi un'altra persona.” penso posando la testa sulla mia mano osservandola.
Ai sposta il viso verso di me facendomi abbassare improvvisamente abbassare lo sguardo.
Dio, mi sento un cretino! Nemmeno Ran mi fa questo effetto!
Finalmente, alle dieci e mezza, riusciamo ad arrivare a destinazione, quando scendiamo dal furgoncino rimaniamo tutti incantati: una grande valle fiorita con un ruscello di acqua fresca; sembra quasi un luogo magico.

«WOW! Sembra un posto di una fiaba!» esclama Ayumi guardandosi intorno.
«Hai ragione, sembra un disegno!» aggiunge Mitsuhiko.

Scendiamo tutti dal furgoncino ma io non vedo Ran e comincio a preoccuparmi un attimo.

«Vuole una mano con le tende Agasa?»

Quella voce.
Quella voce mi fa partire il nervoso dalla punta dei piedi fino alla punta della testa.
Quella voce, quella persona, non la voglio vedere. Non qui. Non oggi.
Volto la mia attenzione verso la voce e vedo Araide avvicinarsi con Ran. Mi giro verso Ai.

«Possiamo tornare a casa?» le domando al suo orecchio.
«Sorpresa.» risponde lei sempre sussurrando.


Stringo i pugni nervoso.
TRA TUTTE LE PERSONE PROPRIO ARAIDE?!” penso ormai esasperato.
Prendo Ai per mano e la trascino lontana dal gruppo così che non possano sentire la nostra conversazione.


«M-mi fai male al polso così...» piagnucola Ai mentre ci allontaniamo.
Mi guardo intorno constatando che siamo lontani abbastanza e sospiro.
«Si può sapere che hai?» mi domanda massaggiandosi il polso dolorante.
«Io che ho, io?!» sbotto arrabbiato.
Ai rimane sorpresa dalla mia reazione.
«Dannazione sai benissimo che per un po' non voglio vedere quella faccia da culo e cosa succede? Ora dovrò sopportarlo per due giorni interi?!» esclamo passandomi le mani tra i capelli.
«I-io non s-sapev-» farfuglia ma io la freno.
«Bugiarda! Tu sapevi benissimo e scommetto che è stata un'idea tua e del dottore! Ecco chi era la fantomatica sorpresa, eh?»
«Ora basta!» si arrabbia lei stringendo i pugni. «Io e il dottor Agasa non l'abbiamo fatto per farti piangere addosso per i prossimi giorni. È vero che è stata un'idea nostra ma l'abbiamo fatto per te, per abituarti della presenza di Araide nella vita di Ran, non perché ci sembrava una cosa divertente!» spiega.
"Forse non dovrei essere così duro con Ai... In fondo voleva solo aiutare..."
«Ai...»
«Se tu avessi visto Araide a casa saresti venuto da me e il dottore a lamentarti o addirittura a piangere perché non ce la facevi più di vedere loro due insieme ed io ho voluto risparmiarti questa tortura, va bene?»
"L'ha fatto per me...?"
«Baka lo sai che ci tengo tanto a te e farei tutto pur di rivederti felice!»
«N-non ho detto che non devi ma-»
«Allora cosa?! Lo so che vedere Araide ora come ora non ti sembra la cosa più bella e facile ma, vedrai che col tempo ti abituerai e la perdita di Ran ti sembrerà più sopportabile.»
"Se non ci fossi tu..."
Prendo Ai per le spalle e le attiro a me abbracciandola forte.
«Scusami Ai, non mi sarei dovuto arrabbiare tanto. Lo fai per me perché mi vuoi bene, vero?»
Ai si stringe a me anche se esitante.
«Certo... Ti voglio un bene dell'anima Conan.»

Il nostro momento tenero viene interrotto da Ran.

«Eccovi voi due!» richiama la nostra attenzione avvicinandoci a noi costringendoci a staccarci di colpo. «Che fai Conan, ora hai anche convinto Ai a sparire come fai sempre tu?» scherza lei mettendosi alla nostra altezza.
«Eh sì Ran, Conan è proprio una cattiva influenza.» scherza Ai posando lo sguardo su di me.
«Ehi non è vero! Dovevo dirle una cosa»! la correggo sentendomi le guance bruciare.
«Che carino che sei Conan! Sei diventato tutto rosso!» esclama Ran accarezzandomi una guancia.
"Perché sono improvvisamente arrossito?" penso confuso.
«Dai venite, Agasa ed Araide hanno quasi montato il barbecue e prepareranno la carne.» Ran prende per mano entrambe riportandoci verso il gruppo.
«Ma non è presto per il barbecue? Ai ha fatto tanti panini che sono nel cestino da pic-nic.»
«Lo so Conan ma volevamo tenere i panini per oggi.»
«Oh...» annuisco. «E perché?»
«Oggi volevamo andare a fare il bagno visto che c'è un sole così cocente.»
«Ah, va bene.»

Ritorniamo dal gruppo e vediamo i bambini che giocano allegri con la palla ed Araide insieme ad Agasa che mettono la carne sul barbecue.

«Ciao Conan!» mi saluta Araide con un sorriso fintissimo.
Io per non fare il maleducato ricambio il saluto.
«Ciao.»
«Spero ti piacciano gli spiedini, questa carne è stupenda!» si complimenta posandoli sulla brace.
«Devi ringraziare Ai. È stata lei a comprare ieri la carne da cucinare.» gli spiego indicando Ai con un cenno della testa.
«Oh ma davvero?»
Il suo finto tono sorpreso mi irrita da morire.
«Prego non c'è di che, so di avere buon gusto.» lo zittisce Ai con un sorriso raggiungendo gli altri.
Araide rimane, finalmente, senza parole ed io nascondendo una risata seguo Ai.

«A che giocate ragazzi?» domando avvicinandomi.
«Ci passiamo la palla e chi la fa cadere è eliminato.» spiega Mitsuhiko.
«Interessante, posso giocare?»
«Certo Conan!» esclama Genta.
Mi avvicino a loro inserendomi nel loro cerchio così che possano passarmi la palla.
«Ai tu non giochi?» le domanda Mitsuhiko.
Lei per tutta risposta prende il suo zaino dal furgoncino e si mette seduta a pochi metri da noi.
«Giocate voi ragazzi.» si mette seduta ed apre un libro.
«Sei sicura che non vuoi giocare?» le domanda Mitsuhiko con tono semi-dispiaciuto.
«Stai tranquillo, magari dopo.» lo rassicura con tono gentile.


Lui annuisce ed iniziamo a passarci la palla a turno, dopo vari giri veniamo eliminati io e Asami perché ci è scivolata la palla e rimaniamo seduti nel cerchio a vedere chi rimane. So che solitamente sono un asso con la palla, ma non mi andava tanto di giocare così ho perso apposta. Genta passa la palla ad Ayumi troppo in alto facendola uscire dal cerchio, sta per finisce in testa ad Ai ma, fortunatamente, riesco a prenderla.


«Stai più attento a dove lanci la prossima volta Genta.» lo rimprovero lievemente ripassandogli la palla.
«Scusami Ai, non volevo prenderti.» si scusa abbassando lo sguardo imbarazzato.
«Non preoccuparti Genta.» sorride lei chiudendo il libro. «Mi sposto di pochi passi io.» si alza, posa il libro nel suo zaino e si avvicina a Ran che sistema la tavola.
«RAGAZZI, VENITE! È QUASI PRONTO!» Ran ci richiama facendoci segno di avvicinarci.
«Va bene Ran!» rispondo. «Andiamo ragazzi.»

Ci avviciniamo tutti alla tavola apparecchiata e ci mettiamo tutti a sedere.

«Preferite iniziare con gli spiedini o la salamella bambini?» ci domanda Araide.
«SPIEDINO, SPIEDINO!» esclamano i ragazzi tranne me ed Ai.
Ci guardiamo per pochi secondi per poi riporre l'attenzione sulla tavolata che parlotta allegra.

«Che libro stavi leggendo Ai?» le domanda Asami curiosa.
«Stavo le-»
«Sicuramente stava leggendo un noiosissimo enciclopedia sulla chimica o sui programmi per computer.» la interrompo io scherzandoci sopra.
Ai mi da un pugno sul braccio.
«Baka!» ringhia.
«Ahi...» piagnucolo.
«Stavo leggendo il libro di “Avatar: L'Ultimo Dominatore Dell'Aria”.» risponde rivolgendosi ad Asami.
«Woow! Alcuni miei compagni di classe parlavano del cartone animato!» esclama entusiasta. «Quando hai finito i libri me li potresti prestare?» le domanda facendole gli occhi dolci.
«Certamente Asami. Mi mancano pochissime pagine ed ho finito il primo, se vuoi te lo do stasera dopo aver fatto il bagno.»
«Davvero?»
«Sì, mi sono portata dietro il secondo libro perché sapevo che l'altro lo avrei finto subito.»
«Grazie mille!»
«Non sapevo che leggessi anche quel tipo di libri Ai.» dico voltandomi verso di lei.
«Significa che non mi conosci bene.» replica fredda.<«Allora apriti di più con me.» mi avvicino pericolosamente al suo viso ma vengo interrotto da Ran che finisce di porgere i piatti a tutti e anche lei, Agasa e Araide si mettono a tavola.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Dopo aver pranzato Araide ci fa prendere gli zaini.

«Forza ragazzi, chi vuole fare il bagno?» domanda con fare entusiasta.
Così inganni i bambini ma a me non mi freghi.”penso sbuffando e mettendomi lo zaino sulle spalle.
«Su Conan non fare il muso.» cerca di tirarmi su il morale Ran tirandomi delicatamente su il mento con l'indice.
«Non ho il muso...» bofonchio io. «È solo che non capisco perché hai rifiutato Shinichi per Araide.» cerco di assumere un tono disinteressato.
«Cosa?! Te l'ha detto Shinichi che l'ho rifiutato...?» sembra sorpresa.
«Sì... Ha detto che non lo aspetti più e che ora siete solo amici.»
«Oh... è vero che non lo aspetto più come prima e che siamo amici ma non significa che ora sono fidanzata con Araide.» si confida torturandosi le dita.
Rimango ad ascoltarla incantato.
«Gli sto dando una possibilità perché, in fondo, non si nega a nessuno.. sta cercando in tutti i modi di essere gentile con me e con te.»
«Io non credo proprio. Finge di essere gentile con me.»
«Andiamo Conan, ci sta provando davvero tanto ma gli risulta difficile se gli alzi un muro.» cerca di farmi cambiare idea accarezzandomi una guancia.
«Io preferivo Shinichi.» gonfio le guance offeso.
Ran sospira.
«Per favore Conan non venirmi contro... tu sei davvero importante per me, ti voglio tanto bene e so anche che tu me ne vuoi. Puoi per favore almeno provare ad andarci d'accordo?»
Lei mi sorride dolcemente ed io mi sciolgo.
«E va bene, per te posso provarci.» fingo un sorriso.
«Ti ringrazio Conan, per me significa molto.» mi da un bacio sulla fronte e si avvicina nuovamente ad Araide.
Lui la avvicina a sé con un braccio dandole un bacio a stampo.
Dio mio che fastidio.”stringo un pugno ma una mano me lo scioglie.
Abbasso lo sguardo verso la mano, successivamente seguo il braccio e vedo Ai.
«Maledirlo con lo sguardo non ti servirà a nulla, Ran sembra convinta di questa scelta, provaci.»
«È più difficile di quanto pensassi... fa male vederlo eccellere dove io ho fallito...»
Ai mi stringe la mano.
«Vuoi che ti aiuto io?»
«E come? Non puoi sempre correre in mio soccorso ogni volta che Araide mi infastidisce.»
«Magari non fisicamente ma, se hai bisogno anche di un semplice sfogo, lo sai che io sono sempre disponibile.» propone con tono gentile. «E poi, non penso che riuscirà ad infastidirti anche quando avrai 84 anni!» aggiunge con una risatina facendo ridere anche me.

Araide ci accompagna al laghetto che è a soli trenta minuti da dove ci siamo accampati noi ma, per quattro bambini di sette anni, camminare sotto al sole di inizio agosto, non sembra la migliore delle idee. All'inizio sembravano entusiasti ma dopo svariati metri hanno cominciato a cedere.

«CHE CALDO!» piagnucola Genta bevendo un sorso d'acqua dalla sua bottiglietta.
«Non arrenderti Genta, siamo quasi arrivati!» lo sprona Araide con un sorriso.
«Non ho mai sudato così tanto in vita mia!» esclama Ayumi mettendosi accanto al viso il suo mini ventilatore rosa.
L'unica che non sembra affaticata, oltre a me ed Ai, è Asami.
«Hai sete?» le domando porgendole una bottiglietta d'acqua.
«Non preoccuparti, sono a posto.» sorride lei. «Sono abituata a camminare sotto il sole quindi non mi affatico facilmente.»
Annuisco e torno a camminare accanto ad Ai.

Venti minuti dopo raggiungiamo finalmente il laghetto che sembra quasi un'oasi e, fortunatamente, non c'è nessuno.

«FINALMENTE ACQUA!» esclamano Genta ed Ayumi come se avessero attraversato il deserto.

Io, Ai e Mitsuhiko aiutiamo a posare una tovaglia dove mangiare i panini ed i vari asciugamani a terra per asciugarci; dopo aver finito ci togliamo i vestiti rivelando i nostri costumi e corriamo tutti in acqua.

«Fermi!» ci richiama Ran.
Noi ci blocchiamo e ci giriamo verso di lei.
«Dovete almeno spalmarvi un po' di crema solare, con questo caldo e questo sole rischiate di scottarvi tutti quanti. Forza.» ci richiama con tono da mamma.
«Va bene.» mormoriamo tutti e ci avviciniamo a lei.

Dopo esserci spalmati tutti un po' di crema solare in tutto il corpo ci tuffiamo in acqua. I bambini iniziano a schizzarsi l'acqua fresca addosso correndo qua e là finché toccano, io mi guardo intorno e vedo che mancano due persone; giro varie volte lo sguardo e poi le vedo sui loro rispettivi asciugamani con il naso nei libri.
Sorrido intenerito a quella scena. Ho sempre pensato che ad Ai non stava simpatica Asami ma credo che era solo perché non avevano fatto abbastanza amicizia.
I miei pensieri vengono interrotti da una pallonata in testa.

«AHI! RAGAZZI!» mi giro verso di loro passando la mano sulla parte dolorante.
«Scusa Conan!» si scusa Ayumi venendomi incontro. «Ti ho fatto tanto male?» domando posando delicatamente la mano sulla parte dolorante.
«N-non tanto...» mento per non farla stare male. «Siete un pericolo pubblico con la palla, è meglio che vi limitiate a risolvere misteri.» ci scherzo sopra per non farli preoccupare.
«Perché Asami ed Ai non vengono a giocare?» domanda Mitsuhiko.
«Dovremmo farle avvicinare?» aggiunge Genta.
«Io direi di no ragazzi, quando vorranno giocare loro, ci raggiungeranno.»
«Hai ragione.» annuisce Mitsuhiko prendendo la palla in mano.
Mi avvicino a Genta e Mitsuhiko con Ayumi e ci mettiamo a giocare.

Dopo dieci minuti buoni sento la mia pancia brontolare.

«Cos'è stato questo rumore?» domanda Ayumi sorpresa.
«Colpa mia.» ridacchio. «Credo di essere affamato.»
Usciamo dall'acqua e ci avviciniamo a Ran.
«Ran posso prendere un panino? Sto morendo di fame!» domando prendendo un asciugamano piccolo per asciugarmi il busto.
«Certo gioia e se hai sete ci sono delle bottigliette d'acqua e varie bibite nel mini frigo.» lo indica accanto al cestino da pic-nic.
«Voi avete fame ragazzi?» chiedo ai Detective Boys.
«Io sì!» annuisce Genta avvicinandosi a me. «Cosa c'è di buono?»
«Tre panini al salame, tre panini col prosciutto, tre panini con la bresaola e quattro o cinque mele.» risponde Ai senza staccare gli occhi dal libro.
«Panino al salame, il mio preferito!» Genta si strofina le mani ed afferra uno dei panini al salame e si mette seduto sul suo asciugamano.
Io prendo un panino al prosciutto, una lattina di Coca-Cola e mi siedo vicino ad Ai che è intenta a leggere il libro.

«Interessante?» le domando stappando la lattina.
Silenzio.
«Interessante il libro?» chiedo nuovamente.
Silenzio.
Sospiro. Tengo la lattina tra la mano e sorrido.
Appoggio delicatamente la lattina gelida sulla guancia di Ai facendola sobbalzare.

«AH!» esclama drizzando la schiena.
Scoppio a ridere.
«È ghiacciata!» si posa la mano sulla guancia fredda.
«Scusa, ma ero troppo tentato!» ridacchio. «Poi ti ho chiesto se il libro è interessante ma tu non rispondevi.»
«Più interessante e credibile del tuo finto interessamento sicuro.» sorride lei chiudendo il libro.
«Sono veramente interessato.» ridacchio. «Non pensavo lo leggessi e quindi mi sono incuriosito.» mi stringo nelle spalle.
«Te l'ho detto, ci sono molte cose che non sai di me.»
«Allora lasciati scoprire da me.»
«Forse.» sorride. «Lo capirai quando mi aprirò con te, Sherlock Holmes.» mi stuzzica.
«Va bene, ci sto.» le do un bacio sulla guancia e incomincio a mangiare il mio panino.

Dopo la pausa panino, Ran, Araide ed i bambini si sono messi a giocare nel laghetto con le pistole ad acqua di Mitsuhiko; rimaniamo fuori solo io ed Ai a prendere un po' di sole.

«Non devi starmi incollato per capire quando mi sto aprendo con te.» scherza sdraiandosi.
«Voglio solo prendere un po' di sole.» rispondo in modo vago.
«Da seduto?» sorride alzando un sopracciglio.
«Prendo il sole sulle spalle.»
<<«Cos'è l'acqua ti fa schifo ora che c'è Araide?»>>
Sbuffo.
<<«Certo che no!»>> mordicchio le labbra.
«CONAN!» Asami richiama la mia attenzione.
Sposto lo sguardo su di lei.
«VIENI A GIOCARE IN ACQUA CON NOI?»
Alzo gli occhi al cielo mentalmente.
«NO, TRANQUILLA.» la liquido dolcemente.
Ma Asami non ci sta. Esce dall'acqua e si avvicina a me.
«Dai vieni a giocare.» insiste.
«Davvero Asami, non mi va.»
«Non vieni solo perché non viene Ai, vero?» domanda con la voce tremante.
Dio mio, non posso farla piangere.
«Va bene, hai vinto, vengo a giocare con te.»
«SÌ! CHE BELLO!» saltella contenta. «Andiamo, andiamo!» mi prende per mano e mi fa alzare.
«Tu non vieni Ai?» le domando cercando di convincerla.
«No ragazzi, qualcuno deve tenere d'occhio la roba ed il dottore si è appena addormentato. Rimarrò qui a bermi qualcosa.» mi liquida con un sorriso malvagio.
«Va bene, andiamo Conan!» si affretta a dire Asami trascinandomi via.

Entro in acqua e Mitsuhiko si avvicina a me.

«Finalmente ce l'hai fatta a convincerlo!» si complimenta raggiungendoci.
«Visto che brava?» annuisce sorridendo soddisfatta.
«Ti spiace darmi il cambio Conan?»
«Cioè?»
«Gioca tu al posto mio che con l'acqua fredda le labbra mi stanno diventando viola.» ridacchia passandomi la pistola d'acqua.
«Vieni Conan.» Asami riprende la mia mano e si avvicina nuovamente ai ragazzi.
«Finalmente il piccolo detective si è aggiunto a noi!» ridacchia Araide vedendomi arrivare.
«Andiamo non dargli fastidio.» mi difende Ran. «Lo sai che lui lo è davvero un detective.»
«Lo so, lo so.» ridacchia.
Prendo la mira con la pistola d'acqua e lo schizzo in faccia facendo ridere tutti.
Queste sono le soddisfazioni di essere piccolo. Posso essere uno stronzo senza essere giudicato.” penso nascondendo un sorriso.

Nonostante la presenza di Araide riesco ad essere spensierato e giocare con Ran e i bambini con le pistole d'acqua.
Il pomeriggio passa velocemente e il sole comincia a tramontare.

«Ran, io comincio ad essere stanca.» mormora Ayumi asciugandosi i capelli con l'asciugamano.
«Tranquilla tesoro, adesso finiamo di vestirci e ritorniamo alle tende.» la rassicura finendo di indossare gli shorts.

Finiamo tutti di vestirci, mettiamo a posto i panini e gli zaini e ritorniamo verso le tende. Tengo Ayumi per mano cercando di darle un po' di forza e voglia di camminare. Ma a metà strada, nonostante abbia dato il suo zaino a Genta, Ayumi non ce la fa più.

«Sono stanca...» mormora camminando un po' a stenti.
«Aspetta Ayumi.»
Sistemo lo zaino in spalla, la prendo in braccio e riprendo a camminare.
«Sicuro che ce la fai Conan?» domanda Ran vedendomi con Ayumi in braccio.
«Sì Ran, ce la faccio.» la rassicuro con un sorriso.
«Sono pesante...» mormora imbarazzata.
«Non preoccuparti gioia.» le sorrido e cammino a passo sicuro.

Riusciamo a raggiungere le tende prima che il sole tramontasse del tutto, durante il tragitto Ayumi si è addormentata tra le mie braccia.
Arrivati alle tende, Ran prende Ayumi in braccio e la fa sdraiare nel suo sacco a pelo facendola dormire per un po'.

«Se volete cambiarvi i vestiti o chiudere un attimo gli occhi, potete tranquillamente farlo. Vi vengo a chiamare io quando è pronta la cena.» ci rassicura Ran aiutando Agasa ed Araide a cucinare qualcosa.

Io e i Detective Boys ci stringiamo nelle spalle senza sapere che fare.

«Sentite, io ed Asami andiamo in tenda a cambiarci e a controllare Ayumi, voi fate quello che vi pare.» si affretta a dire Ai avvicinandosi alla loro tenda seguita da Asami.

Mitsuhiko, io e Genta, ci stringiamo nelle spalle ed entriamo nella nostra tenda.
Sinceramente il costume comincia a starmi un po' scomodo così prendo lo zaino e lo apro.

«Che dite, conviene metterlo subito il pigiama ragazzi?» mi giro verso di loro e li vedo intenti a spogliarsi che hanno avuto la mia stessa idea.
Secondi di silenzio.
«Direi di sì.»
Scoppiamo a ridere e finiamo di metterci il pigiama.

Dopo esserci cambiati Mitsuhiko e Genta si sono messi a giocare a Pokémon con la Switch mentre io sono crollato come un sasso, probabilmente il fatto che ho portato Ayumi in braccio, mi ha stancato di più.

Non so quanto tempo dopo sento qualcuno scuotermi.

«Conan. Conan. Conan!»
Apro improvvisamente gli occhi spaventato.
Era Genta che mi sconquassava allora.
«Eh? Che c'è? Che succede?» farfuglio con la bocca ancora impastata dal sonno.
«Ci ha chiamato Ran, è pronta la cena.»
Annuisco cercando di riprendermi.
«Arrivo.»
«Va bene, ti aspettiamo a tavola allora.»

Genta e Mistuhiko escono dalla tenda, prendo i miei occhiali indossandoli ed esco anche io. Mi avvicino curioso alla tenda delle ragazze, apro di poco la zip ma vedo che non c'è nessuno.
Scrollo le spalle e mi avvicino alla tavola illuminata da varie torce da spiaggia.
Wow!” penso sorpreso. “Non sapevo che Agasa-... aspetta... queste le ha sicuramente portate Araide, ci metto la mano sul fuoco.” mi avvicino alla tavola, cavolo sono l'ultimo arrivato.

«Hai visto Conan che belle lanterne che ha portato Araide?» domanda Ayumi entusiasta.
«Sì, molto belle.» rispondo cercando di nascondere il mio disinteresse.
«Ah, volevo anche ringraziarti per avermi portato in braccio fino a qui. Non volevo addormentarmi, lo giuro.»
«È stato un piacere Ayumi, non devi ringraziarmi o sentirti in colpa.» la rassicuro.
«Sul serio?»
«Stai tranquilla, non è nulla di grave.»
Sorrido e la vedo risollevarsi.
«A chi va uno spiedino ed una fetta di melone?» esordisce Agasa posando sulla tavola un piatto enorme con tante fette di melone pulite e vari spiedini a fianco.
I bambini battono le mani felici e si fiondano sulle fette di melone.

E la serata passa così, tra risate e scorpacciate di spiedini e melone.

«Ragazzi, domani vi tocca svegliarvi presto perché torniamo a casa nel pomeriggio.» ci ricorda Agasa finendo di sparecchiare.
«Di già?» domanda Genta dispiaciuto.
«Eh lo so ragazzi che è triste, ma bisogna tornare nel pomeriggio anche perché Asami per andare a casa deve prendere il treno.» spiega con un sorriso.
È vero! Mi ero completamente scordato che Asami è di Osaka!” penso facendo mente locale.
«Uffa, è un vero peccato...» sospira Ayumi.
Asami abbassa lo sguardo sentendosi in colpa.
«In fondo ci siamo divertiti, no?» cerco di tirare su il morale soprattutto per Asami. «È stato un pomeriggio divertente passato in acqua e sotto al sole. Poi mangiare qui è molto meglio che mangiare a casa, sbaglio?»
«Ha ragione Conan.» acconsente Ran. «E poi, ti fa bene uscire un po', ti ho visto più spensierato del solito.» aggiunge sedendosi accanto a me ed accarezzandomi i capelli.
Arrossisco lievemente.

Dopo cena, tutti sono andati nelle tende a dormire, ma io non riesco.
Sospiro. Esco dalla tenda e mi metto a pochi passi di distanza a guardare il cielo.

«Wow... quante stelle...» mormoro tra me e me ammirando il cielo notturno.
«Bello vero?»
Una voce femminile mi fa girare.
Ed, a mia sorpresa, è Asami.
Si siede accanto a me.
«Anche a casa mi metto sul balcone a guardare il cielo notturno.» spiega lei portandosi le gambe al petto. «Mi aiuta a scacciare i brutti sogni o le paure.»
«E succede spesso?» domando guardando il cielo.
«Prima sì ma ora non molto.» confessa. «Da quando ho conosciuto te Conan, tutto è diventato più bello e colorato.»
Abbasso lo sguardo verso di lei colto di sorpresa ma lei continua a guardare il cielo.
«Da quando ti ho conosciuto quel giorno al parco, la mia vita sembrava normale; finalmente ho degli amici e qualcuno con cui passare le mie giornate. Tu non sei scappato dopo aver visto casa mia, anzi, sei voluto rimanere anche a dormire.» ridacchia lei. «Nessuno dei miei compagni di classe, dopo aver visto casa mia, ha voluto continuare a giocare con me.» posa lo sguardo su di me. «Ma tu no. Tu sei rimasto. Perché?»
«Perché a me non importa se tu sia ricca o povera, ti voglio bene per ciò che sei e non ciò che hai.» rispondo accarezzandole i capelli.
«Ed è per questo che mi piaci e sei il migliore amico.»
Asami... hai davvero un cuore d'oro.
La ragazza si avvicina a me e mi da un dolce bacio sulla guancia.
«Buonanotte Conan.» mi sorride alzandosi e torna alla sua tenda
«'Notte...» mormoro con un sorriso.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Finalmente arriva il mattino dopo aver passato la notte in bianco.
Preferisco dormire con il dottor Agasa che russa meno forte di Genta.” penso tra me e me.
Prendo gli occhiali e li indosso uscendo dalla tenda, il tepore del sole mi accoglie scaldandomi il viso.
Ed è arrivato un nuovo giorno, caro Shinichi.” sorrido compiendo un profondo respiro.
Sento un rumore dietro di me e mi giro colto di sorpresa.
«Oh, buongiorno piccolo detective.» mi saluta Araide con un sorriso.
Baka. Il pensiero che Ran abbia dormito in tenda con questo idiota mi uccide...
«Come mai sveglio così presto? I bambini come te dovrebbero dormire molto.» domanda avvicinandosi a me.
«Sinceramente non sono riuscito a dormire.»
«E come mai?»
«Genta russa e anche se dormire fuori sembrasse la migliore delle ipotesi, non sono riuscito per via delle parole di Asami.»
«Perché? La piccola Asami ha confessato i suoi sentimenti per te?» domanda con fare scherzoso.
Secondo me questo fa il finto scemo ma sa più di quanto deve sapere.
«Una specie... e poi sono fatti miei!» svio il discorso gonfiando le guance.
«Sei carino quando gonfi le guance.» sorride posando l'indice su una di esse cercando di sgonfiarle. «Sembri un criceto.»
«Sembrerò pur un criceto ma so mordere.» replico offeso.
«Suvvia Conan, non essere così drastico.» ridacchia. «Sai, non riesco davvero a capirlo.» aggiunge tornando serio.
«Capire cosa?»
«Come mai non ti piaccio.» scrolla le spalle. «So che abbiamo iniziato col piede sbagliato ma, tu sembri essere arrabbiato con me per qualcosa.»
Vuole farmi sentire in colpa?” lo ascolto anche se un po' confuso.
«Insomma, sei arrabbiato perché ho “portato via” Ran da Shinichi.»
A quella frase rimango di sasso. In effetti è vero ma pare brutto dirlo così. Sì, sono arrabbiato ma non è completamente per quello, buona parte del mio astio per lui è per il modo di porsi pavoneggiandosi come se avesse tutto lui.
«M-ma che dici Araide?» ridacchio imbarazzato.
«Tu sei più affezionato a Shinichi ed è okay. Ti comporti come lui ed è okay. Cerchi di difendere Ran ed è okay. Ma non è colpa mia se Ran ha cominciato ad allontanarsi da lui.»
Poso lo sguardo su di lui e noto che guarda il sole alzarsi in cielo.
«E allora di chi sarebbe la colpa?» gli domando inarcando un sopracciglio insospettito.
«La colpa è solo ed unicamente di Shinichi.»
Questo è troppo.” stringo i pugni col sangue che ribolle.
«Come prego?» sibilo incazzato.
«Ascoltami Conan, tu sei un bambino intelligente e capirai certamente quello che ti sto dicendo. Non puoi continuare a difendere l'indifendibile, è irresponsabile, a Shinichi di Ran è sempre fregato ben poco, ha sempre messo al primo posto la sua carriera da detective trascurando l'unica cosa veramente importante, ovvero Ran. Secondo te perché è sparito?»
Le sue parole colpiscono il mio cuore come frecce infuocate.
«N-non è sparito, sta la-...»
«Lavorando? È questo che vuoi dire? Quindi tu mi stai dicendo che Shinichi è fuori città da un'infinità di tempo perché sta “lavorando”?»
«Anche tu lavori ma non mi sembra che alle altre persone dia così tanto fastidio. Lui non può tornare perché è molto impegnato cosa che sa anche Ran.» stringo i pugni.
«Strano, perché il padre di Ran fa lo stesso lavoro di Shinichi e non mi pare viaggi molto.»
«Goro non è capace di fare il detective, lo sanno tutti.» borbotto.
«Perché ti ostini tanto a difenderlo? Ha sempre fatto soffrire Ran!»
«Shinichi è un mio lontano cugino.» mento. «Lo conosco meglio di chiunque altro, stiamo sempre in contatto, lui vuole un bene dell'anima a Ran e continuerà a volerglielo anche se, come dici tu, l'ha persa. Ed io continuerò a difenderò anche dopo la mia morte!» le mie parole fuoriescono dalla mia bocca come lava lasciando Araide sorpreso per pochi attimi.
Come si permette a fare supposizioni? Pensa che io sia un cazzo di stronzo! Crede di conoscermi ma non sa nulla di me. Come diavolo fa Ran a stare in compagnia di uno così?! Va bene che io non ci ho provato tantissimo a fare amicizia con lui ma non mi sembra particolarmente simpatico!
Piccole lacrime rigano le mie guance dalla rabbia.
«Tu non hai il diritto di parlare così di Shinichi! Non sei nessuno per sputare sentenze sulla gente che non conosci!» sbotto furioso. «Lui ama Ran ma per vari problemi ha preferito lasciarle vivere la sua vita senza interferire troppo, lui vuole che sia felice, non l'ha abbandonata come sostieni tu!»
Araide fa per aprire la bocca per replicare ma una voce femminile lo ferma.

«Ragazzi...»

Ci giriamo entrambe rimanendo sbigottiti.
Ran ha ascoltato la nostra conversazione.

«Ascolta principessa, non è come sembra...»
«Principessa?!» esclamo senza credere alle mie orecchie.
«Tu fa silenzio!» si affretta a dirmi tappandomi la bocca per poi riportare l'attenzione su Ran. «Principessa, non sta succedendo niente, io e Conan stiamo solo parlando come due uomini adulti.»
«Uomini adulti? Mi prendi in giro?» domanda Ran avvicinandosi ad entrambe. «Araide, è soltanto un bambino!» aggiunge prendendomi in braccio. «Shinichi è suo cugino, nessuno lo conosce meglio di lui!»
Mi stringo a Ran cercando di calmare le lacrime.
«Non piangere Conan.» cerca di tranquillizzarmi lei. «Ti ha colpito per caso?»
«N-no...» rispondo tirando su col naso. «È-è che mi so-sono arrabbiato...» mi asciugo le guance col dorso della mano.
«Non preoccuparti Conan, è tutto finito.» mi dona un sorriso gentile per poi guardare Araide con uno sguardo freddo. «Se è questo quello che pensi su di lui, è meglio che mi stai alla larga.»
«Cosa?!» esclama Araide. «Andiamo Ran!» ridacchia. «Non puoi fare sul serio, non puoi prendere come oro colato quello che dice questo bambino!»
Ridi, ridi, se continui così Ran la vedi col binocolo.
«Sta di fatto che questo bambino, come lo chiami tu, conosce bene Shinichi e sa com'è fatto e, sicuramente, a me non va di stare con uno che si crede il meglio di tutti.» replica dandogli le spalle e dirigendosi verso la loro tenda.

Entra all'interno della tenda, mi posa a terra e impacchetta le sue cose lasciando solo fuori il cambio.

«Ma guarda questo.» borbotta preparando lo zaino. «Gli ho detto in tutti i modi di lasciare in pace te e Shinichi ma niente! Ho dato la colpa a te senza accorgermi che la colpa era anche sua.»>
«Ran...»
«Mi sento così idiota! Mi dispiace di averti costretto ad essere gentile con lui.»
«Non fa niente Ran, davvero. Gli hai voluto dare una possibilità e lui l'ha sprecata...»
«Hai ragione Shin-emh... Conan.» si affretta a dire arrossendo di colpo.
Aspetta... mi ha appena chiamato Shinichi?!” penso sorpreso.
«Scusa Conan non... è stato un lapsus...»
«Oh, ma non devi preoccuparti Ran!» mi affretto a dire. «Succede di sbagliarsi.»
«Hai ragione...» sospira. «Ti dispiace girarti mentre mi cambio?» domanda leggermente imbarazzata.
«O-oh, certo!» mi giro senza accorgermi di avere le guance a fuoco.
«Come mai sei sveglio già a quest'ora? Hai dormito poco?»
«Non ho dormito affatto...»
«Come mai Conan? Hai fatto un brutto sogno?»
«No, non ho fatto brutti sogni. È solo che Genta russa abbastanza forte e mi ha tenuto sveglio tutta la nottata.»
Ran ridacchia alla mia confessione facendo sorridere lievemente anche me.
«Povero il mio piccolo Conan.» mi abbraccia improvvisamente da dietro.
Wow... avevo quasi dimenticato questa sensazione.” penso mentre il mio cuore salta un battito.
«Se ti senti stanco puoi riposare un po' nella tenda, ci vorrà un'oretta prima che si sveglino tutti e che facciano tutti colazione.» propone girandomi verso di lei.
«Non preoccuparti Ran...» mormoro grattandomi la nuca imbarazzato. «Non mi sento per niente stanco!» la rassicuro con un sorriso.
«Sei sicuro?»
«Sicurissimo!»
«E va bene, allora ti credo. Ma se cambi idea puoi sempre venire qui.»
«Lo terrò a mente.»
«Ora vai a cambiarti.»
«Ricevuto Ran!»
Sorride e mi da un bacio sulla guancia lasciandomi andare e finendo di impacchettare le cose.

Entro nella mia tenda e vedo Mitsuhiko e Genta che dormono beati. Sorrido intenerito dalla scena.
Prendo i vestiti di ricambio, mi cambio velocemente e metto il resto della mia roba nello zaino. Improvvisamente la tenda si apre.

«Conan? Sei sveglio?»

Mi giro di colpo sorpreso.

«A-Ayumi... mi hai fatto venire un colpo...» riprendo il respiro.
«Scusa...
«Come mai sei già sveglia? Stai poco bene?» le domando avvicinandosi a lei.
«No, è che non riuscivo a dormire, ho sentito la tua voce fuori e mi sono alzata.»
«Scusami, non volevo svegliarti...»
«Non mi hai svegliata, lo ero già da un po' e faticavo ad addormentarmi di nuovo.»
Annuisco solamente.
«Vedo che anche tu hai avuto il mio stesso problema visto che sei sveglio da un po'.»
«Sì, il russare di Genta non mi ha fatto chiudere occhio.»

Improvvisamente sentiamo qualcuno mormorare, mi giro e vedo che sono Mistuhiko e Genta.

«Buongiorno ragazzi!» esclama Ayumi sorridendo.
«Buongiorno...» rispondono ancora assonnati.
«Che ci fate già svegli?» ci domanda Mitsuhiko.
«Potrei farvi la stessa domanda.» replico io.
«Io sentivo voi parlare e mi sono svegliato.» risponde Genta.
«Anche io.» concorda Mitshiko.
«Ops! Scusate.» mi stringo nelle spalle un po' dispiaciuto.
«Andiamo a svegliare Ai ed Asami?»
«Ma è presto Ayumi, sono appena le sette!» replico guardando l'orologio.
«Sì ma io mi annoio a stare in tenda da sola.» piagnucola.
«Allora stai qui con noi!» conclude Mitsuhiko.
«Giusto! Abbiamo la Switch, puoi giocare con noi!» aggiunge Genta.
«Che bello!» Ayumi batte le mani contenta.

Passano 30 minuti e due figure esili si palesano davanti alla nostra tenda.

«Oh, eccoti Ayumi! Mi hai fatto preoccupare!»

Sono Asami ed Ai.

«Buongiorno ragazze! Scusa Ai ma, non riuscivo ad addormentarmi e sono andata a vedere se Conan era sveglio.»
«Conan? Allora era tua la voce che sentivo! Pensavo di essermela immaginata.» realizza Asami.
«Perché? È successo qualcosa?» domanda Ai quasi preoccupata.
«Ma niente di che...» minimizzo io. «Araide ha solo fatto un po' lo spocchioso dicendo che è colpa di Shinichi e della sua sparizione se Ran si è allontanata da lui. Ha detto che a Shinichi non è mai fregato di Ran, ha sempre preferito i casi a lei e che secondo lui non è all'estero a risolvere casi. E che secondo lui è solo un ragazzino senza cuore.» spiego riassumendo tutto.
«Ma è tutto matto questo!» sbotta Ai con le fiamme negli occhi. «Chi si crede di essere per dire queste cose su Shinichi se nemmeno lo conosce?! Io avevo capito che era poco intelligente ma non così tanto!» stringe i pugni.
Non ho mai visto Ai così arrabbiata... nemmeno quando ho preso l'antidoto senza il suo permesso...” penso stupito dalle sue parole.
«Scusate ma, chi è questo Shinichi...?» domanda Asami confusa.
«Shinichi è un lontano cugino di Conan, è il detective più bravo e bello del Giappone!» spiega Ayumi stringendomi.
«Aaaah, ora capisco.»
«Quindi hai litigato con Araide? Ran lo sa?» domanda Ai.
«Ran lo sa, ha anche sentito le parole di Araide e penso che per un po' non lo rivedremo.»
«Scommetto che ora tu sei contento, eh?» mi stuzzica facendomi l'occhiolino. «Stravedevi per lei e Shinichi!»
«Spiritosa. borbotto offeso.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


La mattina passa in fretta e, dopo aver fatto colazione con una tensione nell'aria impressionante, abbiamo impacchettato tutti le nostre cose e per l'ora di pranzo siamo partiti verso casa con Ran nel pulmino insieme a noi invece che con Araide, come era successo all'andata.
Nel tragitto verso casa tutti parlano del più e del meno e sono sorpreso nel vedere Ai ed Asami chiacchierare allegramente con un libro tra le mani.
Visto Ai? Dovevi solo farci un po' di amicizia.” penso sorridendo.
Improvvisamente mi vibra il cellulare di Shinichi, lo tiro fuori dalla tasca e controllo chi mi contatta.
Eh?! Heiji?
Sorpreso apro la chat.

Comoda la vita quando si va in vacanza con la propria bella, eh?
Smettila di fare il cretino, non è come pensi!
Oh giusto! C'è anche il nuovo amichetto di Ran, Araide vero?
Se cerchi di farmi ingelosire stai toppando alla grande, bello mio. Ran, io ed Araide abbiamo litigato perché ha parlato male di me davanti a Ran e ora non lo vuole più vedere.
Di te? Ma come? Lui e Ran sanno?!
No, baka! È ovvio che non lo sanno! Ha parlato male di me, Shinichi, ma io, fisicamente, ero nel corpo di Conan!
Aaaah! E dillo subito!
Poi non ti stupire se io sono più famoso ed intelligente di te.
Ma per quanto riguarda le donne sei una frana!
Senti da che pulpito!
La mia proposta di spaccarti la faccia è ancora valida, sai?
Non si picchiano i bambini con gli occhiali, vergogna.
Oh, non preoccuparti di quello, posso tranquillamente chiedere un favore alla tua amichetta Ai e, magicamente, non sarai più un bambino con gli occhiali per ventiquattro ore.
Sei tremendo.
Tanto quanto te.
Ora ti lascio, devo andare.
Va bene, ciao Kudo!
Ciao!
 
Sospiro e metto via il cellulare. Tutto il nervoso di stamattina mi ha consumato le energie o semplicemente sono stanco perché non ho dormito per niente.
Improvvisamente sento qualcuno sedersi accanto a me, mi giro di colpo.
È Ai.

«Ehi.» mi saluta lei con un leggero sorriso.
«Ehi.» replico io.
«Sembri un po' sciupato, sei sicuro di non voler dormire?» mi domanda accarezzandomi una guancia.
«S-sto bene... grazie...» farfuglio.
«Dico sul serio. Dormire poco non fa affatto bene.» mi rimprovera delicatamente.
«Parli tu che stai sveglia tutte le notti?» ridacchio leggermente.
«Io lavoro, è diverso.»
«Sì, ma dormi comunque poco e, come hai detto tu, dormire poco non fa affatto bene.»
Lei sorride.
«Touchè.» ridacchia.
«Ho visto che hai fatto più amicizia con Asami. Ed io pensavo che fossi gelosa.» scherzo.
«Baka.» mormora lei. «Non ero gelosa, ero solo... spaventata...»
«Spaventata?»
«Lo sai come sono... non sono proprio la persona più simpatica ed estroversa di questo mondo.»
«Ma io, Agasa, Ran, Mitsuhiko, Ayumi e Genta ti vogliamo bene così come sei.» la rassicuro prendendola per mano. «Perciò smettila di farti tanti problemi, mostrati per come sei e ti ameranno tutti.»
«Anche tu...?»
«Io per primo.» sorrido.
«In effetti... sono felice di essere simpatica ad Asami. Davvero.» sorride lievemente.
«Ti ricorda lei, vero?»
Lei stringe impercettibilmente la mia mano.
«Cosa?» ridacchia imbarazzata. «Ma cosa dici? Non sono affatto felice perché mi ricorda Akemi.» cerca di mentire. «Certo che no! Cosa vai a pensare?»
Sorrido alla sua reazione ed improvvisamente sbadiglio.
«Oh... e poi non sei stanco, eh?»
«Scusami...» mi stropiccio la faccia con la mano libera. «Davvero, non lo faccio apposta.»
«Non devi scusarti Conan. Facciamo così, io-...»>

Non faccio in tempo a sentire la fine la frase che i miei occhi si chiudono da soli crollando in un sonno profondo.
Mi risveglio dopo svariato tempo.
Quanto tempo è passato? Minuti? Ore?
All'improvviso sento una mano che accarezza dolcemente i miei capelli; apro meglio gli occhi mettendo bene a fuoco e mi rendo di essere appoggiato sulle gambe di qualcuno.

«Buongiorno dormiglione, siamo quasi arrivati.»
Oh, no! Che imbarazzo!
Mi alzo di colpo rosso in viso.
«S-scusa Ai! Non volevo addormentarmi! Sono dispiaciutissimo!» mi affretto a dire.
Lei, per tutta risposta, mi guarda senza capire.
«Ehi rilassati, è tutto okay. Non c'è bisogno di scusarsi così tante volte.» mi rassicura con un sorriso in volto. «Eri stanco, è perfettamente normale, anche gli altri sono crollati come sassi. Probabilmente solo io ed Asami siamo le uniche rimaste sveglie.»
«Q-quindi non ti da fastidio che...?» domando indicando le sue gambe con l'indice.
«Ma figurati! Anzi, ti ci ho messo io.»
Divento rosso come un pomodoro.
LEI MI HA FATTO DORMIRE SULLE SUE GAMBE DI SPONTANEA VOLONTÀ?!” penso sorpreso.
«Tu?!»
«Sì.» scrolla le spalle. «Rilassati, mamma mia. Eri crollato poggiando la testa sulla mia spalla, sembravi scomodo così e quindi ho preferito farti appoggiare sulle mie gambe così che potevi sdraiarti almeno un po'.» mi spiega come se fosse ovvio.
«Ah...»
«Asami, sei pronta? Siamo quasi arrivati.» Agasa attira la nostra attenzione chiudendo la questione sonno.
«Sì, lo zaino però è nel bagagliaio.»
«Va bene, non preoccuparti.»
«Siamo già arrivati alla stazione?» domando confuso.
«Non te ne sei accorto?» ridacchia Genta.
«Forse perché era impegnato a dormire beatamente sulle gambe di Ai!» mi prende in giro Mitsuhiko.
«Smettetela ragazzi, non è divertente!» incrocio le braccia guardando altrove. 
«Oh sì che lo è!» ridacchia Mitsuhiko.
«Se proprio volete saperlo è per colpa di Genta che non ho dormito! Ha russato tutta la notte senza farmi chiudere occhio.»
«Ehi! Io non russo!» replica lui.
«Invece sì che russi!» volto la mia attenzione verso di lui.
«Ripetilo se lo pensi davvero!»
«RAGAZZI SMETTETELA!» sbotta Ai. «Datevi una calmata voi due se non volete che vi metta in punizione!»
Passano alcuni secondi di silenzio.
«Scusa...» mormoriamo io e Genta intimiditi.
«Bravi bambini.» sorride soddisfatta.
«Wow Ai, complimenti!» esclama Ran con una leggera risatina. «Nemmeno io sono riuscita a far calmare Conan così velocemente. Dovrei chiamarti più spesso.» scherza lei.
«Basta solo avere la voce ferma.» replica standole al gioco per poi posare l'attenzione su di me. «Ti senti meglio Shin?» sussurra vicino alle mia labbra per non farsi sentire dagli altri.
«Sì... mi sono innervosito un attimo...» sussurro annuendo.
«Rilassati.» sussurra e prende la mia mano.

In quell'istante il pulmino si ferma.

«Eccoci alla stazione Asami, vedo già la tua mamma che ti aspetta.» esordisce Agasa.
«Davvero?» domanda Asami guardando dal finestrino. «Eccola!» esclama sorridendo.

Scendiamo tutti insieme per salutare Asami e per aspettare il suo treno che è in ritardo. Appena scende le corre incontro abbracciandola forte.

«Ti sono mancata mamma?»
«Tantissimo, non sai quanto! E tu ti sei divertita?»
«Sì, Ai mi ha anche prestato un suo libro!»
«Davvero? È stata davvero gentile, e l'hai ringraziata?»
«Ovviamente!»

Vederle mi fa un strano effetto, quasi nostalgico. Sembrava ieri che uscivo dall'asilo e stavo un po' di tempo con mia madre e, quando lei era in viaggio, c'era Ran con me, c'è sempre stata. Da quando l'ho difesa da quel bulletto quando eravamo all'asilo non mi ha mai abbandonato, siamo diventati subito amici e, forse, qualcosa di più, ma né io né lei abbiamo avuto il coraggio di dichiararsi... se non avessi aspettato chissà come sarebbe ora. Ma non mi lamento, sono felice di essere così perché ho trovato qualcuno molto simile a me.
La madre di Asami mi nota e mi saluta.

«Ciao Conan!» sorride calorosamente.
«Salve signora Kim!» ricambio il saluto con un sorriso.
«Kim...?» mormora Ran confusa. «Scusi ma lei è coreana?» le domanda.
«Sì. I miei genitori erano di Daegu ma si sono trasferiti in Giappone perché avevano trovato lavoro ad Osaka.» spiega con un sorriso. «Mio marito era giapponese, ma dopo la sua morte, ho tenuto il mio cognome...» aggiunge con tono malinconico.
«Oh, scusi signora, io non sapevo...» arguglia Ran dispiaciuta.
«Non si preoccupi signorina, è tutto okay.»

Poso lo sguardo su Ai e la vedo appoggiata al pulmino intenta a guardare il cellulare con uno sguardo triste.
Mi avvicino a lei.

«Ehi Ai, tutto okay?» le domando preoccupato.
«Mi manca...» mormora.
«Eh?»
«Mi manca.» ripete alzando lo sguardo verso di me.
Cavolo... chissà come deve essere perdere una sorella...” penso sentendo il magone.
«Non se lo meritava... lei doveva essere libera come tutte le ragazze della sua età... dovevo rimanere io a lavorare lì e non lei!» scoppia a piangere disperata.
Ai...
Mi avvicino a lei e la stringo forte a me facendola sfogare.
Chissà come dev'essere dura per lei portare questo fardello... perdere una sorella è una cosa davvero forte, un dolore indescrivibile. Se solo fossi arrivato in tempo lei ora non starebbe così male...
Le accarezzo i capelli come aveva fatto lei con me in modo da riuscire a tranquillizzarla.
«Ci sono io con te Ai...» sussurro stringendola.

Dopo pochi minuti riesce a calmarsi e sciolgo l'abbraccio.

«Va meglio?» le domando alzandole il viso.
«S-sì...» risponde con la voce ancora leggermente tremante.
Le asciugo le lacrime rimaste coi pollici.
«Se ti chiedono perché ho gli occhi rossi, avevo qualcosa nell'occhio.» mi istruisce ritornando nel suo solito atteggiamento facendomi sorridere.
«Okay, okay.»

Il treno di Asami e sua madre arriva.
 
«Oh, ecco il nostro treno piccolina.» dice la madre vedendo il treno arrivare. «Dai, saluta i tuoi amici.» la incita.
Asami si avvicina a me ed ai Detective Boys.
«Ciao ragazzi, grazie per avermi fatto passare una bellissima giornata.»
«Non devi ringraziarci Asami, è stato un piacere averti con noi!» risponde Ayumi.
«Dovresti venire a trovarci più spesso!» aggiunge Mitsuhiko seguito da Genta.
Sorride a quelle per poi posare lo sguardo su di me, si avvicina di pochi passi e mi da un abbraccio veloce.
«Grazie di starmi accanto.» sussurra al mio orecchio in modo che la possa sentire solo io.
Si allontana da me dandomi un veloce bacio a stampo per poi avvicinarsi ad Ai e darle un abbraccio più lungo, sembra sussurrarle qualcosa ma non riesco a sentire essendo poco più lontane da me.
«Andiamo Asami!» mette fretta la madre vedendo il treno frenare.
«Arrivo!» replica subito lei. «Grazie ancora di tutto.» aggiunge avvicinandosi alla madre. «Ciao!» ci saluta salendo sul treno.
«CIAO ASAMI!» la salutano i Detective Boys all'unisono.

Dopo aver guardato il treno ripartire saliamo tutti nuovamente sul pulmino diretti verso casa.
Il tragitto sembra un po' silenzioso così Ran decide di mettere dal cellulare delle canzoni Disney che canta insieme ai bambini.

«Tu non canti musone?» domanda Ai vedendomi osservare la strada.
«Sembra di essere all'asilo...»>> borbotto.
«Mamma mia come sei tragico.» scherza lei. «Sei giovane, lasciati andare.»
«Io non le canto quelle canzoni.» ripeto deciso.
«Sei proprio un musone.» scherza lei con un sorriso. «Peccato che sei divertente solo quando vuoi tu.» aggiunge, scende dal posto accanto al mio e si va a mettere accanto ad Ayumi a cantare.
Sono davvero diventato poco divertente...?” penso colpito dalle parole di Ai. “Certo, non sono sempre stato l'anima della festa ma non mi considero nemmeno noioso...
I miei pensieri vengono fermati da varie voci.

«DAI CONAN, VIENI A CANTARE CON NOI!» mi chiama Ayumi a gran voce.
«Sì, smettile di fare il tenebroso!» aggiunge Genta.
«Divertiti con noi!» si aggiunge anche Mitsuhiko.
«Andiamo Conan, che ti costa?»
«ANCHE LEI AGASA?!» esclamo sorpreso.
«Che ci vuoi fare? Sono orecchiabili!» ridacchia lui.
Sospiro.
Ed io che mi aspettavo un minimo di serietà almeno da parte sua.” mi passo le mani sugli occhi. “In fondo non ho scelta.
Scendo dal mio posto e mi avvicino a loro cantando anche se un po' svogliato. Non è che non mi piacciono le canzoni Disney, sia chiaro, ma non mi piace sentirmi forzato a fare una cosa che non mi va.
Fino a l'altro ieri non gli dava fastidio come cantavo?” penso divertito osservandoli e posando, infine, lo sguardo su Ran. “Non sei cambiata per niente in tutto questo tempo... sei rimasta sempre la stessa, la stessa bimba che si comporta da donna che conosco da una vita. Sembra che la mia distanza non le faccia male, anzi, il contrario. Dio, sono tentatissimo di chiederle se le manco oppure no... che faccio? Glielo chiedo o non glielo chiedo? Glielo chiedo? Non glielo chiedo?” mi torturo il mento. “Ma sì, buttiamoci, chissenefrega!
«Ran?» la chiamo.
«Sì Conan?»
«Volevo farti una domanda.
«Dimmi pure.» mi sorride lei.
«Mi chiedevo se...» non ne sono più sicuro.
Forse non è il caso, non ora che è così felice...
«Mi chiedevo se per cena potevamo avere un panino di quel fast food che hanno aperto in fondo alla strada.»
Non ce l'ho fatta.
Ran sorride.
«Ma certo Conan!»
«Ho un'idea. esordisce Agasa. «Che ne dite se dopo ordiniamo dal fast food da casa mia e mangiamo tutti insieme?»
«SÌ! CHE BELLO!» esclamo io insieme ai Detective Boys.
«Non se ne parla invece.» Ai smorza il nostro entusiasmo. «Punto primo: la mamma di Mistuhiko, Ayumi e Genta li aspettano a casa e non mi sembra giusto farle preoccupare per niente. Punto secondo: lei è a dieta dottore.»
«Andiamo Ai, un piccolo strappo alla regola?» domanda con una lieve risata.
«Se proprio vuole Conan e Ran possono rimanere a cena, ma lei mangerà un'insalata.» propone con tono diplomatico. «O questo o niente.»
«Uffa, e va bene.» borbotta come un bambino.
«Perché non possiamo rimanere a cena?» piagnucola Genta.
«L'ho appena detto, le vostre mamme vi stanno aspettando davanti casa, volete farle preoccupare?» domanda Ai.
«No...» rispondono in coro.
«Ecco, bravi.»
Ai quando si comporta in questo modo, sembra davvero una mamma. Ha un'atteggiamento davvero responsabile che spesso e volentieri tradisce il suo aspetto da bambina, ma quando ce n'è bisogno, sa recitare bene la parte della bimba innocente, quasi più di me. Che sia una caratteristica femminile riuscire ad apparire più innocenti di quanto si è?

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


ATTENZIONE: Questo capitolo avrà due punti di vista: quello di Conan e quello di Ai!
 
È passato un bel po' di tempo da quando il “tutto” è successo, Araide non si fa più vedere e questo mi rende sollevato non solo perché sono felice di non vederlo più, ma anche perché senza di lui in giro non mi sale l'istinto omicida. Siamo sinceri, Araide non è mai stato un gran campione di simpatia ed io sicuramente ci ho messo un po' del mio.
In questo periodo mi sono avvicinato sempre di più ad Ai e questo mi provoca un miscuglio di sentimenti e sensazioni. Quando sto con lei mi sento felice, spensierato, a posto con me stesso, mi sento Shinichi, come se Conan non esistesse, mi sento di appartenere a qualcuno ma, allo stesso tempo mi sento nervoso, mi fa arrossire di continuo e non so se dico la cosa giusta.
Cosa cavolo mi combina quella ragazza?
Poi in questo periodo di avvicinamento è più imperscrutabile del solito; si preoccupa per me, dice di sentirsi al sicuro accanto a me, quando vede una macchina nera che potrebbe somigliare a quella di Gin e Vodka non le viene subito un'infarto come succedeva prima e ogni tanto mi parla addirittura di Akemi ma, appena sbaglio a dire qualcosa si chiude a riccio tornando la ragazza di ghiaccio che era quando l'ho incontrata la prima volta.
Questo mi fa arrabbiare. Io non voglio farla chiudere sempre di più, voglio farle ritornare il sorriso, voglio vedere com'era prima dell'incidente di Akemi, voglio conoscere di più Shiho e non Ai, Ai la conosco benissimo.
Ad esempio, ieri l'ho portata in un museo di opere antiche ed ho visto un lato di lei che ho visto poche volte; aveva un'espressione in volto sognante, ammaliata e sorpresa da ogni cosa in quel museo, come un bambino che entra a Disneyland, Ai osservava i vari quadri, le varie statue come se fosse la prima volta che osservava tutto ciò.
Ai mi ha pure detto che si sta sentendo con Asami più spesso ed io non posso fare altro che essere felice per lei. Fa finta di niente ma io lo so che vede Akemi in lei e quindi cerca di tenerla sotto la sua ala protettiva.
Visto che Ran starà a dormire da Sonoko io ed Ai ci vediamo per testare il nuovo antidoto; facciamo colazione da me e poi andiamo da Agasa insieme. Ha detto che questo dura poco di più tre ore solo come esperimento, vorrei cercare di convincerla a provarlo con me, sono troppo curioso di vederla da Shiho più spesso. Anche perché mi piacerebbe sapere cosa si prova a baciarle le labbra...
ASPETTA CHE?! Resta concentrato Conan!”
Ran è uscita già da un'ora ed io sono rimasto da solo in casa mentre Goro è in ufficio.

«Che barba...» mormoro. «Ai doveva essere qui già da dieci minuti.» guardo l'orologio.

Prendo il cellulare e scrivo ad Agasa.
Buongiorno Agasa.
Buongiorno Shinichi!
Ai non è ancora partita da casa?
No, in verità è partita da almeno 3-4 minuti.
Davvero? Perché non è ancora arrivata...
Prova a chiamarla, magari ha incontrato Ayumi o Mitsuhiko per strada e si è fermata a parlare.
Può essere.

In effetti Mitsuhiko in questo periodo sta cercando di avvicinarsi sempre di più ad Ai ed un po' mi infastidisce la cosa. Io gli voglio bene a Mitsuhiko ma non penso che Ai sia adatta a lui, non la conosce come la conosco io e magari non riesce a gestirla o a capire i suoi silenzi.” penso uscendo dalla chat di Agasa per entrare in quella di Ai.
Ehi Ai, dove sei? Ti sto aspettando.

Il messaggio non le arriva nemmeno e la cosa mi puzza, lei ce lo ha sempre acceso ma magari non ha la connessione così la chiamo.
Compongo il suo numero e attendo.
Cosa? Squilla a vuoto? Impossibile!” penso confuso.
Riprovo a chiamarla.
Niente.
Riprovo.
Niente.
Riprovo nuovamente.
Ancora niente.
C'è qualcosa che non va, Ai risponde sempre, in quel momento mi arriva un messaggio da Sonoko sul cellulare di Conan.
Ehi nano! Ran è partita da casa sì o no?

Leggo il messaggio confuso.
Come se è partita sì o no? Certo che è uscita di casa!
Sì Sonoko, è uscita un'ora fa.
UN'ORA FA?! Allora perché non è ancora arrivata?

Fermi un attimo.
Non è ancora arrivata?
No...

Qui la situazione non quadra, c'è sicuramente qualcosa che non va. Compongo il numero di Ran.
Aspetto.
Non risponde.
Squilla a vuoto.
Ricompongo il numero.
Non risponde.
Richiamo.
Niente.
Richiamo.
Niente.
Qui la cosa mi puzza e mi sto anche preoccupando, scendo dal divano, indosso le scarpe ed esco di casa correndo.
Troviamo prima Ran, devo ripercorrere la strada che fa per andare a casa di Sonoko.” penso mentre corro a perdifiato.

Le strade sono deserte stamattina e la cosa non mi fa stare tranquillo.
Ho fatto più volte la strada e tracce di Ran non ce ne sono, ho guardato ogni vicolo ed ogni strada secondaria ma senza nessun risultato; Ran da Sonoko non ci è arrivata... non si è persa, sono sicuro l'hanno rapita.
Il mio cuore salta un battito.
Oh no... mi hanno trovato?”penso impanicato.

Corro verso casa e noto che all'entrata del bar c'è un cellulare probabilmente caduto a terra, lo raccolgo e realizzo che è quello di Ai. Rabbrividisco. Col cellulare di Ai in mano corro da Agasa per scoprire dove si trova e se anche Ran è con lei.

«DOTTORE!» esclamo entrando.
«Shinichi!» si avvicina a me preoccupato. «Allora, hai saputo qualcosa di Ai?»
Faccio cenno di “no” col capo.
«Nemmeno Ran non si trova, Sonoko ha detto che non è arrivata a casa sua come doveva fare ed ho trovato il cellulare di Ai a terra davanti alla pasticceria.» glielo porgo.
«E quello di Ran l'hai trovato?»
«No.» sospiro. «Ho pensato che potremmo cercare di rintracciare il cellulare di Ran per vedere se Ai è con lei e dove si trovano.»
«Va bene, vieni nell'ufficio con me.» annuisce ed usciamo dal salotto.

Ho il cuore in gola, sono un miscuglio di emozioni, preoccupato per Ran ed Ai.
E se c'è lo zampino dell'Organizzazione? Hanno trovato Ai ed useranno me e Ran contro di lei? Perché usare Ran poi? Se fosse l'Organizzazione userebbe Agasa o addirittura i bambini contro di noi, non solo Ran... c'è qualcosa che non mi torna e l'ansia non aiuta. Non so cosa pensare...
ATTENZIONE: Adesso subentra il punto di vista di Ai!
 
Riapro lentamente gli occhi recuperando le mie facoltà cognitive.
Mi trovo in un posto buio, spoglio, freddo, sembra quasi una cantina o uno stanzino abbandonato. La testa mi fa male da impazzire.
Come ci sono finita qui?
Alzo lentamente il mio sguardo e realizzo che le mie braccia sono state incatenate e alzate come se fossi sollevata, abbasso lo sguardo sul mio corpo e mi accorgo che non ho più i miei vestiti, sono rimasta solo con gli slip e le mie gambe sono a penzoloni ad una trentina di centimetri da terra. Sono veramente sollevata.
Dove sono? Voglio andarmene via...
Cerco di dimenare le braccia in modo da potermi liberare ma è tutto inutile, sono troppo debole e l'unico risultato che ottengo sono graffi dovuti alle catene. Mi guardo intorno per capire se sono sola o c'è qualcuno e vedo a pochi di metri da me una figura femminile, in ginocchio con anche lei i polsi incatenati dietro la schiena e in slip. Strabuzzo di poco gli occhi per mettere a meglio a fuoco la figura e sbianco.

«R-Ran...» quella parola mi esce come un sussurro.

La figura femminile si gira verso di me e si allarma.

«Ai!» cerca di alzarsi ma viene bloccata dalle manette. «Dio mio...» la sua voce sembra tremante. «Non ti preoccupare Ai... andrà tutto bene. Qualcuno verrà sicuramente a salvarci.»
A quella frase il mio pensiero va a Shinichi.
Shinichi... ti prego... vieni a salvarci. Vieni a salvarmi.” chiudo gli occhi lasciandomi scivolare una lacrima.

Improvvisamente una porta si apre ed una figura si avvicina a noi.

«Come stanno le mie bamboline?» la sua voce è agghiacciante causandomi brividi lungo tutto il corpo.

Si avvicina a me senza guardare Ran e passa la sua mano fredda lungo il mio corpo facendomi rabbrividire sempre di più.

«Lasciami! Levami le mani di dosso!» vorrei urlare ma la mia voce fuoriesce debole.

Deve avermi sedata per questo sono debole ed ho mal di testa.

«Non agitarti mia bambolina, adesso rilassati che il tuo papino ti farà stare meglio.» mormora alle mie labbra con un sorriso perverso in volto.
Non toccarmi! Stammi alla larga!” chiudo gli occhi cercando di scostare il mio corpo da lui fallendo miseramente.
«No, non farlo!» la voce di Ran lo ferma. «Piuttosto usa me.»
Lui ride.
«Rilassati, papino passerà anche da te.» dice posando lo sguardo di lei ma poi torna verso di me.  «Però prima voglio vedere come dev'essere assaggiare una bambolina così piccola e carina.» osserva il mio corpo. «Ti ho osservata per un po' sai? Ti vesti da emo e gironzoli sempre con un gruppo di bambinetti o con un bambinetto poco più alto di te e con gli occhiali.»
Shinichi...
«Cos'è? Il tuo fidanzatino?» domanda in tono canzonatorio.
«E se fosse?» replico decisa.
Scoppia a ridere.
«Patetico.» mi scosta dal viso una ciocca di capelli posandola dietro i miei capelli. «A te serve un uomo vero e non un bambinetto che pensa solo a giocare. Meriti qualcuno che ti coccoli come farà papino proprio adesso.»
«Tu non lo conosci. Lui non è un bambino come gli altri. Lui è molto misterioso e tranquillo anche se a volte diventa nervoso quando incolpano una persona innocente, può sembrare un detective un po' maniaco di Sherlock Holmes, lo ama e ama i libri su di lui, li ama così tanto che ha una libreria piena in casa sua. È anche un po' pervertito e di solito scherza facendo il buffone anche se sa diventare serio quando serve.» la mia voce è debole ma le mie parole escono decise.

Il tipo non sembra affatto turbato ma mantiene nel suo viso un ghigno malefico permettendomi di osservarlo meglio: ha i capelli neri e corti quasi a spazzola, i suoi occhi sono grigi e sottili, sulla guancia destra ha una cicatrice che parte dallo zigomo fino alla mandibola, mentre su quella sinistra ha delle piccole cicatrici come se avessero spento dei mozziconi di sigarette su di lui. Indossa un chiodo in pelle nero che fa tanto anni '70 tenendola chiusa senza permettermi di vedere la maglietta sotto, porta jeans con vari strappi ed anfibi bordeaux ai piedi.
Alzo lo sguardo verso di lui che avvicina pericolosamente le sue labbra schifose sul mio collo cominciando a baciarlo. Chiudo gli occhi.

Passano secondi, minuti, ore. Ore ed ore. Ho cercato di allontanarlo a me in tutti modi ma senza risultati, mi ha baciato ovunque spogliandomi totalmente ed io mi sento sporca. Non ho più le forze.

«Te l'ho detto bambolina, è inutile che mi fermi.» sorride. «Ora passiamo alla mia altra bambolina.» tira fuori un coltello e si avvicina Ran.
«No...» sussurro stremata. «Lasciala stare... continua su di me...»

L'uomo si ferma.

«A quanto pare la bambolina vuole giocare ancora. E va bene, papino ti accontenterà.» si avvicina a me prendendo una siringa e mi inietta nelle vene un sonnifero facendomi perdere nuovamente i sensi.

Quando li recupero sento vari voci ovattate e vedo tutto sfocato, non capisco nulla. Varie figure si muovono ed io sono confusa. Abbasso lo sguardo sul mio corpo e lo vedo completamente nudo con varie macchie rosse che perdono sangue. Non mi sento più io.
Dio, no...
Non riesco a capire quello che dicono e vedo tante figure sfocate, ma che diavolo succede?
Mi sforzo e finalmente riesco a mettere a fuoco e sentire bene.

Shinichi... quello vero... ma come è possibile?

«Shinichi...» è tutto quello che riesco a dire come un sussurro.

Non ho alcuna forza, vorrei reagire, vorrei urlare, scappare, correre tra le braccia di Shinichi e scappare da questo luogo orribile e credere che tutto questo sia stato solo un brutto sogno. Ma non posso. Piccole lacrime scorrono come fiumi lungo le mie lacrime bagnandolo.

«Mi dispiace...» sussurro continuando a piangere.
«RAN! Oh Ran, tu stai bene?»
Ran...? Ed io...? A me non pensi...?” penso confusa.
Poso lo sguardo su di lei e la vedo che cerca di liberarsi per andare incontro a Shinichi con ancora gli slip indosso.
Non ha tagli, non ha graffi... perché io sì?
Shinichi le corre incontro e la libera visibilmente preoccupato.
«Non preoccuparti Ran.» le dice con tono rassicuratorio, la libera e le accarezza le guance. «Vieni, metti questi.» le porge dei vestiti e la aiuta ad indossarli. «È tutto finito, c'è Shinichi qui...» la prende in braccio.
Shinichi no... salva anche me... vieni da me, ti prego... Shinichi, ho bisogno di te. Io ti amo...” penso in lacrime e cerco di muovermi verso di lui ma esce dalla stanza con Ran tra le braccia.
Dentro me qualcosa si spezza.
Subito dopo che Shinichi è uscito entrano Agasa, la polizia e dei dottori della Croce Rossa che mi vengono incontro immediatamente.

«Oh mio Dio! Stai bene Ai?» Agasa è il primo che si approccia a me.
«S-sì...» rispondo con la voce flebile.
«Mi dispiace tanto piccola mia...» ha la voce preoccupata e tremante. «È tutto finito, adesso ti portiamo subito in ospedale e starai bene.» osservo silenziosa ciò che fa.

Dopo avermi liberata le mani ed avermi messo una coperta intorno al corpo mi prende tra le sue braccia per poi poggiarmi sulla barella dei dottori.

«Sta perdendo molto sangue, dobbiamo portarla in ospedale d'urgenza!» esclama una dottoressa esaminandomi e cercando di tamponare le ferite con varie garze.

Chiudo gli occhi stremata.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


ATTENZIONE: Questo capitolo ha ancora il punto di vista di Ai!
 
Quando riapro gli occhi mi trovo in un luogo calmo, silenzioso e, per certi versi, rassicurante. Mi guardo intorno e le pareti bianche mi fanno rendere conto di essere in un stanza d'ospedale, alzo la coperta dal mio corpo e noto che ci sono varie bende sulle gambe e sulle braccia e sul braccio sinistro ho un tubicino che mi collega ad una flebo.
Sospiro di sollievo.
Sono salva.
Sento delle voci fuori dalla mia porta, mi copro velocemente e fingo di dormire.
Dei passi entrano nella camera.

«Allora dottoressa, come sta?»

 È Agasa.

«Ha perso molto sangue da quasi tutto il corpo, ma fortunatamente i tagli non erano profondi e siamo riusciti a ricucirli e disinfettarli senza problemi. Solo di un paio sul bacino rimarranno le cicatrici, ma non saranno visibili.» spiega con tono tranquillo. «La bimba è una guerriera, si riprenderà in fretta e c'è dell'altro.»
«Ovvero?»
«Avevamo notato che c'erano segni di sangue lungo le sue gambe ma derivavano dai tagli sopra che gocciolavano, successivamente, mentre la medicavamo, abbiamo constatato che l'uomo in questione ha cercato di violentarla e secondo la testimonianza della ragazza che era con lei le ha solo baciato le parti intime senza poter andare oltre...»
«Santo cielo...»
Mi sento sporca.
«Lo so, fortunatamente quel ragazzo, Shinichi, è riuscito a fermare l'uomo prima che potesse fare altro. È stato un vero sollievo.»
«Davvero...» c'è una pausa. «Ah, e per quanto riguarda Ran, la ragazza che era con lei?»
«La ragazza è stata davvero fortunata. Se l'è cavata con qualche graffio ai polsi dovuti alle catene, l'abbiamo tenuta qui fino a che l'effetto del sedativo non fosse finito e poi l'abbiamo dimessa.»
«Che fortuna.»
«Se le dispiace, può seguirmi un attimo? Dovrebbe firmarmi delle carte in quanto tutore della bambina.»
«O-oh, ma certamente.»

I passi si allontanano sempre di più ed infine la porta si chiude. Riapro i miei occhi e mi metto seduta sul letto sentendomi devastata. Perché? Perché a me?
Con tutto quello che poteva succedermi, proprio questo? Avrei preferito di gran lunga farmi sparare un proiettile da Gin.” sospiro.
Noto che sul comodino accanto al mio letto c'è un piccolo bouquet di rose rosse, mi ricordano quando ho fatto quello scherzo a Shinichi facendogli credere che gli avrei sparato. Quel ricordo mi fa sorridere ma mi incupisco subito dopo.
Non ha salvato me, ha salvato Ran. Agasa ha salvato me. È Ran colei che ama ed io che speravo che riuscisse ad andare avanti insieme al mio aiuto. Sono stata un'illusa, mi sono illusa.
Stringo le mani in piccoli pugni ma sento una notifica del cellulare, lo prendo e guardo chi mi scrive.

Ciao Ai<3. Come ti senti? Rispondimi appena ti svegli.

Shinichi. Con che faccia tosta. Decido di ignorare appositamente il messaggio, no non gli farò il trattamento del silenzio, semplicemente non lo voglio vedere mai più. Che resti con la sua Ran se vuole.
Aspetta!
Come cavolo ha fatto a ritornare Shinichi se-... Che bestia maledetta!
Ha preso l'antidoto di tre ore di proposito solo per far bella figura davanti a Ran e poterla salvare nei panni di Shinichi! E menomale che mi aveva promesso di non prendere l'antidoto fino a settembre.
Che egoista...
Scendo dal mio letto e lentamente mi avvicino alla grande finestra per osservare il paesaggio. Dal mio riflesso noto che come pigiama indosso una maglietta bianca a maniche corte semplice e dei pantaloncini sportivi neri con contorno bianco. Da quassù la città sembra così indaffarata nonostante sia domenica... a proposito, che ore sono? Dal colore del cielo sembra tardo pomeriggio, poso lo sguardo verso l'orologio al muro e vedo che sono le 17:30, wow.
Quel mostro deve avermi tenuta lì tutta la mattinata e tra la sua cattura e la mia ripresa dev'essere passato tutto il giorno.
È la peggior giornata di sempre...” penso posando nostalgicamente la mano destra sul vetro della finestra. “In momenti come questi vorrei tanto la compagnia di Shinichi, magari un suo abbraccio... ma lui a quanto pare, preferisce la compagnia di qualcun altra.
Improvvisamente la porta si apre e mi emoziono.

«Oh, sei sveglia Ai.»

È Agasa.
Sorrido lievemente.

«Sì, mi sono svegliata ora.» replico avvicinandomi a lui.
«Come ti senti?» mi aiuta a mettermi seduta sul letto.
«In verità, mi sento un po' febbricitante, è normale?»
«Sì, dev'essere a causa della flebo che ti aiuta ad espellere il tranquillante che ti ha iniettato quell'uomo.»
Annuisco solamente a volto basso.
«Ah! Shinichi ha detto che tra cinque minuti viene a trovarti! Non sei-»
Non lo faccio finire.
«Gli dica di non scomodarsi.»
«Come...?»
«Non voglio che Shinichi venga qui. Che se ne stia con la sua Ran piuttosto, visto che lei è più importante di tutto e di tutti... come sempre...» replico fredda.
«Ai...»
«Lui preferisce Ran? Bene! Che stia con lei allora.»
«Ma lui vuole sapere come stai, vuole assicurarsi che tu sia fuori pericolo.»
«Può tranquillamente dirglielo lei.»
«Sì, ma-»
«Visto? Problema risolto.»
«Lui ha visto le tue condizioni Ai. Per questo ha preferito salvare prima Ran e lasciare che dei veri professionisti salvassero te che eri visibilmente più a rischio. Tu non lo sai perché eri svenuta ma, quando Shinichi è entrato in quello stanzino ed ha visto quell'uomo intento a baciarti e toccarti, il suo sangue ribolliva dalla rabbia. Lo avrebbe picchiato volentieri ma ha preferito una via più ragionevole.»
Non so se crederci o meno.
«Non importa. Lui poteva tranquillamente slegarmi ma mi ha deliberatamente ignorata, e se quello che lei ha raccontato è vero, voglio sentirlo dalla bocca di Shinichi e non dalla sua.» mi stringo nelle braccia come se avessi freddo. «Ran era pulita. Quella che stava per morire ero io ma si vede che non sono abbastanza importante per lui.»
«Ti sbagli Ai, Shinichi ti-»
«Non voglio sentire il suo nome!» esclamo coprendomi le orecchie in lacrime.
«Va bene, va bene, scusami, non lo nomino più, okay piccola?» mi rassicura Agasa spostandomi le mani.
Mi calmo e mi asciugo le lacrime.
«Quindi... gli dico di non passare più...?»
«Esattamente.»
«Va bene, se è questo quello che vuoi, non posso fare altro che assecondarti. Dammi qualche minuto, lo chiamo e gli riferisco di restare a casa.» mi sorride dolcemente, si alza dalla sedia con il cellulare in mano ed esce dalla stanza.

Sospiro non appena si chiude la porta.
Vorrei stare qui per sempre... lontano da lui...” penso posando la testa sul cuscino cercando di rilassarmi chiudendo gli occhi.
Subito dopo sento la porta riaprirsi.

«Allora che le ha detto Shinichi?» domando ad Agasa tenendo gli occhi chiusi.
«Ha detto: perché non rispondi ai miei messaggi?»
«Per-»
Aspetta...
Riapro gli occhi e me lo trovo lì, di fronte alla porta, con i capelli scompigliati, uno sguardo misto tra preoccupazione e sollievo quasi enfatizzato dalla lente degli occhiali, con indosso una felpa poco più grande verde, jeans e le sue solite scarpe da ginnastica rosse.
Sospiro e chiudo la bocca posando lo sguardo verso la finestra.
«Ai, ti prego non ignorarmi.» si avvicina a me e mi prende una mano. «Ti fanno male le bende?» domanda quasi preoccupato.
Non rispondo.
«Dimmi almeno dove sono i tagli o se ti bruciano...»
Silenzio.
«Ti prego... sono davvero preoccupato, vorrei fare qualcosa per aiutarti.»
Dalla coda dell'occhio vedo che passa la mano sulle bende e non reggo più.
«Bruciano Shinichi!» sbotto spostando il braccio. «Bruciano, bruciano da morire ma non solo quelle sul corpo, ma quelle che ho nel cuore!» prendo un lembo della coperta scostandola e rivelando il mio corpo.
Nel vedere le fasce rimane sorpreso.
«Quell'uomo aveva un cazzo di coltello e mentre ero narcotizzata mi ha inflitto tutti questi tagli! La sua lingua schifosa ha toccato ogni centimetro del mio corpo, mi sento sporca e per grazia di Dio non mi ha violentata! E tu? Tu hai fatto l'egoista della situazione!»
«L'egoista...?»
«Credi che non abbia visto come hai fatto il principe azzurro con Ran? Anche se ero narcotizzata sono riuscita ad aprire gli occhi e a riprendere coscienza.» domando scendendo dal letto. «E a me non ci hai pensato? Fosse stato per te mi avresti lasciata lì, vero?» mi avvicino a lui.
«Ma che cosa dici?! Ho salvato prima Ran per poter chiamare i paramedici dell'ambulanza e salvarti la vita!»
«Bugiardo! È una delle tue solite bugie!»
«Ti sto dicendo la verità Ai, credimi!» mi prende entrambe le mani. «Fosse stato per me lo avrei ucciso con un paio di colpi ma ho preferito farlo semplicemente svenire per poi consegnarlo alla polizia. Quando ho visto la scena di te inerme e svenuta mi è salito il nervoso dalla punta dei piedi fino alla punta dei capelli, sei la persona più importante della mia vita, non accetterei che ti venga fatto del male.»
«E dovevi prendere l'antidoto per questo...?» la mia voce è tremante. «A-a me non solo ha dato fastidio il fatto che sei corso da Ran come se fosse lei quella in pericolo di vita ma che hai preso l'antidoto! T-tu l'hai fatto per farti bello agli occhi di Ran, vero?»
«No! No Ai... non volevo affatto farmi bello agli occhi di Ran, volevo solo assicurarmi che la polizia mi desse ascolto, capito? Lo sai che col corpo di Conan sarebbe risultato più difficile.» sospira. «Io volevo salvarti ma come ho visto Ran ho pensato che era meglio salvare lei per non peggiorare la tua situazione. Non sapevo come reagire, come agire e non volevo peggiorare le tue ferite prendendoti in braccio, magari in malo modo e portarti sulla barella.» mi accarezza una guancia.
«Non toccarmi!» lo allontano da me. «Hai infranto la promessa fatta un mese fa ed hai tradito la mia fiducia in te, sono stata così sciocca a crederci!» poso le mani sul mio viso nascondendo gli occhi lucidi.
«Lo so che te lo avevo promesso ma io l'ho fatto per te... per salvarti Ai. So che mentre eri lì hai pensato me, l'ho sentito dentro. E poi, credere a cosa?» posa una mano sulla mia spalla.
«A niente... credere a niente.» sussurro. «Ora vattene...»
«Ma Ai, fammi spiegare...»
«Ti sei spiegato abbastanza. Lo hai fatto per lasciare lo spazio ai paramedici e per non peggiorare la mia situazione, va bene, basta.» mi rimetto a letto coprendomi il corpo con la coperta.
Lui si avvicina a me e posa una mano sulla mia gamba anche se coperta.
«Ai, sappi che darei la mia vita per poter salvare la tua.» dichiara prima di uscire dalla stanza lasciandomi lì da sola.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


ATTENZIONE: Ritorna il punto di visto di Conan!
 
I giorni successivi li ho passati recluso in camera devastato come pochi. Sono stato una settimana chiuso in camera mia nemmeno fossi un carcerato.
Ran è stata dimessa dall'ospedale il giorno stesso mentre Ai verrà dimessa oggi, Agasa mi ha proposto di andare con lui a prenderla ma non credo proprio che lei voglia vedermi e non la biasimo, nemmeno io vorrei vedermi. Ma io non ho salvato Ran perché la amo ancora, lo so che dal suo punto di vista sono stato uno stronzo ma, quando sono uscito c'erano i paramedici ad aspettare un mio segnale nel caso qualcuno fosse ferito ed Ai era ricoperta di sangue e ferite così ho mandato i paramedici a salvarla mentre Ran l'ho accompagnata in ospedale con Goro.
So che sarei dovuto rimanere con Agasa e lasciare che Ran stesse con suo padre ma, non volevo risultare d'intralcio per i dottori...
Ho fatto una pessima scelta... come faccio a dimostrarle che la amo se appena ha bisogno di me scappo via?” tiro su col naso pensando. “Non volevo spezzarle il cuore, volevo solo fare la cosa giusta... ma a quanto pare non è stata quella...

Qualcuno bussa alla mia porta.

«Conan?»

È Ran.

«S-sì...?»
«C'è il dottore Agasa, ha detto che è venuto a prenderti.»
«Per cosa...?»
Silenzio.
«Per andare a prendere Ai in ospedale.»
«Mi dispiace, ma io non vengo.»
«Ma come? Ai rimarrà molto delusa se non ci vai...»
«L'ho già delusa abbastanza, anzi, credo che rimarrà delusa se mi vedrà lì...»
La porta di camera mia si apre e Ran fa capolino.
«Conan, perché dici queste cose...?»
Oh cazzo! Serve una scusa! Serve una scusa! Serve una scusa!
«P-perché non ero l-lì a salvarla ed ho lasciato il posto a Shinichi...»
Ran sorride dolcemente.
Se l'è bevuta grazie a Dio...
«Conan non devi sentirti in colpa per questo.» mi accarezza una guancia mettendosi alla mia altezza. «Hai fatto ciò che ritenevi giusto, le hai salvato la vita ed è la cosa più importante. Se non avessi avvisato Shinichi ed Agasa chissà cosa ci sarebbe successo, è vero che quell'uomo con Ai si...» sospira. «Si è divertito di più... ma è vero anche che è grazie a te e Shinichi se ora siamo salve e quindi meriti di andare a prenderla con Agasa.»
«Ma Ran-» farfuglio.
«Niente ma.» mi prende le scarpe e mi aiuta ad indossarle nonostante non voglia. «Ti sistemo un po' e vai.» va in bagno a prendere una spazzola e dopo avermi spazzolato i capelli mi prende in braccio uscendo dalla stanza.
La luce del giorno mi da fastidio agli occhi dopo essere stato giorni chiuso in camera al buio.
«Eccolo Agasa! È pronto per andare!» lo chiama Ran scendendo le scale.
«Eccoti Conan, era ora!»

Una voce familiare attira la mia attenzione.
Bambini...?

«Credevi che saresti andato a prendere Ai tutto solo, eh?» ridacchia Genta.
«Il dottore ci ha detto che ci porta a mangiare in un fast food tutti insieme! Non sei contento?» il sorriso di Ayumi mi contagia anche se lievemente.
«Sì...» rispondo.
«Asami non è potuta venire purtroppo perché sua madre aveva bisogno di lei.»
«Non preoccupatevi, lo so.»
Ran mi ripone a terra.
«Mi raccomando, dì ad Ai che sono fiera di lei e della sua forza.»
«Tu non vieni Ran?»
«Io devo aspettare qui Sonoko, mi viene a prendere e vado a pranzo a casa sua.»
«Ah... okay.»
«Ci vediamo dopo Conan.» sorride e mi da un bacio sulle fronte.

Il tragitto verso l'ospedale è molto vivace, i bambini parlano di cartoni animati e di cosa vorrebbero mangiare al fast food ma io non ho una gran voglia di fare conversazione.
Devo affrontare nuovamente Ai da quando sono uscito da quella stanza d'ospedale... il mio cuore è lacerato quasi tanto quanto il suo. L'ho delusa e non posso tornare indietro. Asami mi ha detto che ci ha parlato in questi giorni ed ha detto che sta meglio ma devo fare di più.” sospiro guardando fuori. “Devo comprarle un altro peluche? Nah, non mi sembra la scelta giusta. Le cose materiali non risolvono sempre tutto... ci sarà pur qualcosa che possa farla tornare a cuore aperto... a meno che non l'abbia persa per sempre.” a quel pensiero gli occhi mi si appannano ma mi passo velocemente la mano sugli occhi. Ci manca solo che piango di fronte ai Detective Boys.

Quando arriviamo in ospedale e raggiungiamo il piano di Ai, lascio entrare prima Agasa e poi i bambini, non voglio guastarle l'umore.

«Ciao Ai!» esclamano loro abbracciandola.
«Ciao ragazzi!» sorride lei ricambiando l'abbraccio.
Vederla sorridere, anche se da fuori dalla stanza, mi solleva facendo sorridere anche me.
«Vieni Conan! Non fare il timido!» mi chiama Ayumi sventolando la sua mano.
Merda...
Sospiro ed entro nella stanza rivelandomi ad Ai che si avvicina a me.
«Devo parlarti, vieni un attimo fuori?» sussurra vicino alle mie labbra.
«Emh... okay.» scrollo le spalle anche se dentro sono agitato.

Mi prende per il polso e mi accompagna fuori a vari metri di distanza dalla porta così che i ragazzi non possano origliare.
Si guarda intorno sicura che non ci ascolti nessuno e parla.

«Volevo dire che...» sospira. «Mi sei mancato in questi giorni.»
Cosa?!
«Lo so che forse io ho esagerato ignorando ogni tua chiamata ed ogni tuo messaggio ma, mi sono sentita tradita, capisci?»
Tengo lo sguardo basso.
«Pensavo che, dopo tutto questo tempo, tu ti fossi avvicinato a me ma, credo che posso accettare il fatto che non sia così.»
«No Ai, aspetta-»
«Non c'è bisogno che tu motivi la tua scelta, Shinichi.» sussurra il mio nome per farsi sentire solo da me. «Tu hai sempre amato Ran e sempre l'amerai, ed è okay. Basta che tu sia felice della tua scelta.»
«Però Ai, c'è una cosa che ti-»
«Fammi finire, ti prego.» i suoi occhi diventano lucidi. «Farò come ho sempre fatto, metterò da parte i miei sentimenti per vedere le persone a cui tengo felici.» sorride anche se debolmente e mi da un veloce bacio all'angolo della bocca.
«Io voglio invece che tu sia felice Ai. E vorrei poterti aiutare.» prendo una sua mano facendo intrecciare le dita.
«Lo sarò... riuscirò a ritrovare la felicità, tu non ti preoccupare. Essere troppo dolce con me non ti aiuterà.» scioglie le mani e sorride lievemente riassumendo la sua aria da tsundere.

La prendo per mano ed entriamo nel bagno per disabili per poi bloccarla tra me e il muro.

«S-Shinichi...?»
«Lo vuoi capire o no che sei tu la ragazza che amo?!»
A quella frase i suoi occhi diventano lucidi e le sue guance arrossiscono di colpo.
«Io amo te, non amo Ran! Lo so che le mie azioni di domenica hanno fatto sembrare l'esatto contrario ma ero nel panico più totale e non sapevo che fare!»
Ai rimane silenziosa in ascolto.
«Non posso lasciare che tu mi bruci, ma non posso nemmeno resisterti.»
«Cosa...?»
«Mi sento come se io fossi una candela e tu la mia fiamma. Non posso lasciare che tu mi consuma, ma non posso nemmeno stare lontano da te.» le accarezzo una guancia mentre lei rimane immobile con uno sguardo angelico.
«Ti... ti faccio così tanto effetto...?» domanda con fare ingenuo.
«Oh Ai, non hai la minima idea dell'effetto che mi fai...» sussurro.
Mi avvicino alle sue labbra con l'intento di baciarla ma lei mi blocca.
«Shinichi, no. Non ora, soprattutto dopo quello che è successo... non sto rifiutando i tuoi sentimenti ma, devo lasciar passare un po' di tempo.»
Annuisco comprensivo.
«Va bene, capisco.»
«Ora, possiamo tornare, per piacere...?»
«S-sì.»

Mi allontano da lei e torniamo in camera comportandoci come se non fosse successo nulla.

«Dov'è Agasa?» domanda Ai non vedendolo in camera.
«È andato con una dottoressa a firmare delle carte.» risponde Mitsuhiko.
«Ah, okay.» risponde, si avvicina al suo letto e chiude lo zaino con i vestiti dentro.
«Che vi siete detti voi due fuori?» domanda sospettoso Genta.
«Niente di importante.» rispondiamo entrambe all'unisono.
«Niente, eh?» ripete Ayumi con tono sospetto.
«A-ah Ai, mi son dimenticato di riferirti un messaggio di Ran.» cerco di sviare il discorso.
«Oh, e qual è?»
«È molto orgogliosa di te e della tua forza.»
Sorride a quella frase.
«Ringraziala da parte mia.»
«Lo farò sicuramente.»
Rimaniamo a guardarci per qualche secondo fino a quando non entra Agasa nella stanza.
«Ah, ci siete tutti.» commenta felice.
«E siamo tutti pronti!» esclama Genta emozionato.
«Pronti per cosa?» domanda Ai.
«Non lo sai? Agasa ci offre il pranzo al fast food!» risponde lui entusiasta.
«Oh davvero?» incrocia le braccia. «Non era a dieta dottore?» domanda contrariata.
«Andiamo Ai, è un'occasione speciale.» ridacchia lui minimizzando la cosa.
Lei non può far altro che sospirare.
«E va bene, andiamo al fast food.»
«EVVIVA!» esclamano i bambini entusiasti.

Nel tragitto durante il fast food rimango in silenzio mentre gli altri parlottano allegri.

«Come mai sei così silenzioso?» domanda Ai in modo che la senta solo io.
«Nessun motivo particolare...»
«Te la sei presa perché non ho reagito come ti aspettavi tu?»
«No! Non è per quello, figurati...»
«Allora per cosa?»
«È solo...» sospiro. «È solo che ho paura di aver fatto un gran casino tra noi due... ho tradito la tua fiducia e mi sento una merda...»
Ai mi accarezza una mano.
«Agasa nei giorni seguenti mi ha parlato e mi ha spiegato le circostanze anche dal vostro punto di vista ed ho capito perché hai fatto ciò che hai fatto...»
Stringo la sua mano.
«Mi ci vorrà un po' per metabolizzare ciò che è successo, lo capisci?»
«Certo.»
Ci sorridiamo a vicenda e dopo quella piccola chiacchierata sembriamo gli stessi di sempre.

Dopo essere arrivati al fast food e dopo aver ordinato tutti, sotto lo sguardo un po' contrariato di Ai per la dieta del dottor Agasa, ci mettiamo tutti ad un tavolo a chiacchierare.

«Vi rendete che tra un mese ricomincia la scuola? Non siete eccitati?» domanda Ayumi contenta.
Sì... evviva.
«Io non vedo l'ora!» esclama Genta.
«Anche io sono abbastanza emozionato.» si aggiunge Mistuhiko.
«Tu Conan che dici?» mi domanda Ayumi.
«Io non sono così contento...»
«Come mai Conan?»
«Perché non potrà più dormire fino a tardi.» risponde Ai per me prendendomi un po' in giro.
«Ehi! Questo non è affatto vero, per punizione devi darmi una crocchetta di pollo!» ridacchio avvicinando una mano verso le sue crocchette.
«Non ci pensare nemmeno!» replica lei colpendomi la mano.
«Ahi!» piagnucolo con un sorriso in volto.
«Non hai alcun motivo di rubarmi le crocchette.» sorride. «Mangia le tue!»
«Ma me ne mancano quattro e poi sono finite.»
«Arrangiati.»
Il “battibecco” tra me ed Ai fa ridere i bambini e vederla più spensierata mi fa stare bene.
«Tu Ai sei felice per il ritorno sui banchi?» le domanda Mitsuhiko.
Lei scrolla le spalle.
«Sì e no, non è che mi cambia la vita.»
«Secondo me dice così perché ci sarà ancora la professoressa di scienze.» ridacchio.
A quella frase Mitsuhiko realizza e scoppia a ridere sotto lo sguardo confuso di Agasa.
«Perché? Cosa è successo con la professoressa di scienze?»
«Niente.» si affretta a dire lei.
«No, no, deve sapere.» la fermo cercando di calmare le risate. «Un giorno Ai l'ha insultata perché, secondo lei, dava informazioni sbagliate!» rido.
«Ai!»
«Non ce l'ho fatta! Lei sa quanto mi piace la scienza e la sua poca informazione era una cosa vergognosa! Dovrebbero sostituirla.» cerca di giustificarsi.
«Ecco perché mi hai fatto firmare il libretto ma non mi hai detto il motivo.» ridacchia lui facendola arrossire.
Io e Agasa possiamo capire bene perché Ai ha reagito così contro la professoressa ma non i bambini, loro credono solo che sia un po' “fanatica” della scienza.” penso con un sorriso.
«Dai, quando ci sarà lei la farai sedere al tuo posto e  farai tu lezione.» scherzo.
«Giusto Conan, Ai spiega benissimo!» concorda Ayumi. «Un giorno avevo bisogno di ripassare per matematica perché la maestra voleva interrogarmi ma io non avevo capito alcuni passaggi, così Ai si è proposta di venire a casa mia ad aiutarmi a studiare e grazie a lei sono riuscita a capire i passaggi e il giorno dopo ho preso un 8!» spiega sorridendo.
«Davvero Ai? Non mi avevi raccontato di questa cosa.» commenta Agasa con tono orgoglioso.
«Non ho fatto chissà che cosa...» cerca di minimizzare lei arrossendo. «Se posso essere d'aiuto, perché no?» si stringe nelle spalle.
«Anche Conan sa un sacco di cose anche dei programmi dei ragazzi più grandi.» aggiunge Ayumi.
«Davvero?» domanda Genta.
«È solo perché Shinichi ogni tanto lascia i libri a casa del dottor Agasa e li leggo, ecco perché so così tante cose.» replico in fretta cercando di spiegare il motivo.
«Perché tuo cugino di che classe è?» domanda Mitsuhiko.
«Lui è delle superiori.» poso un attimo lo sguardo su Ai e la vedo che è un po' in difficoltà. «Ma è sempre fuori città per risolvere i misteri.»
«Wow...» mormora Ayumi posando le testa su entrambe le mani. «Dev'essere bello avere un cugino così famoso.»
Arrossisco lievemente.
«Sì credo di sì.» ridacchio imbarazzato.
«Ai, tu chi preferisci: Shinichi o il suo amico Heiji?» le domanda Mistuhiko.
Posiamo tutti lo sguardo su di lei in attesa della sua risposta. Lei scrolla le spalle e dopo aver dato un morso al suo panino decide di rispondere col suo tono pacato.
«A parer mio preferisco Heiji.»
«COSA?! HEIJI?!»
I bambini ed Agasa ridono di gusto mentre io sono rimasto basito.
«Non puoi preferire Heiji!»
«Perché no? Nessuno può obbligarmi a farmi piacere Shinichi, nemmeno tu che sei suo cugino.»
«Secondo me è gelosa perché a Shinichi piace Ran!» la stuzzica Mitsuhiko ridendo.
Infatti lei arrossisce lievemente lasciandomi con un briciolo di speranza.
«Cosa?! C-certo che no!» farfuglia sorpresa. «Non è affatto questo il motivo della mia scelta!»
«A noi non ci prendi in giro Ai!» ridacchia Ayumi. «Si vede da come ne parli che ti piace da morire!»
«Ma che dite?!»
«Perché come ne parla?» domando curioso.
«Non ne parlo affatto!» si affretta a dire.
«Quando non ci sei tu Conan, ne parla continuamente!» replica Ayumi e cerca di imitare la sua voce. «Dice sempre: “Quando vuole Shinichi sa essere intelligente!”, “Se si sforzasse un po' di più sarebbe bravo quasi quanto Sherlock Holmes.” oppure “Nonostante non sia il mio tipo, è un ragazzo molto carino.” e altre cose così.» ridacchia.
Poso lo sguardo su Ai e la vedo che è completamente rossa.
«Smettila Ayumi, non è vero!»
Quindi non sono il tuo tipo però ti piaccio, eh?” sorrido a quel pensiero. “Buono a sapersi.
«E menomale che preferisci Heiji.» la prendo un po' in giro sorridendo.
«Tu è meglio che taci baka!» mi da un pugno sulla spalla.
«Ahi!» piagnucolo.
«Tu non puoi esprimere un parere costruttivo su Shinichi.»
«E perché non posso?»
«Perché è tuo cugino, gli vuoi bene, lo ammiri, quindi lo difenderesti in tutto e per tutto. Come fai sempre.»
A furia di dire che Shinichi è mio cugino andrà  finire che ci crederò per davvero...
«Genta è da un po' di minuti che guardi l'orologio, tutto bene?» gli domando.
«E-eh?» alza lo sguardo. «Sì, tutto bene, è solo che alle tre devo tornare a casa perché c'è una riunione coi parenti.»
«Puoi stare tranquillo ancora per un po', è solo mezzogiorno e mezzo.» lo rassicura Agasa.
«È solo che non voglio fare tardi...»
«Rilassati, non ti faremo fare tardi.»

Ed infatti, per l'una e un quarto usciamo dal fast food sorridenti e con la pancia piena. Chi sta meglio di noi?
Accompagniamo a casa Mitsuhiko, Ayumi e Genta per poi tornare a casa del dottore.

«Finalmente a casa!» esclama Ai buttando lo zaino accanto al divano e sdraiandosi su di esso con un sospiro liberatorio.
«Ti mancava stare qui, vero?» le domando con un sorriso sedendomi sull'altro divanetto.
«Sì... ero sola in quella stanza, non avevo nessuno con cui chiacchierare quando l'orario delle visite finiva.» fa una piccola pausa. «Mi ricordava il mio laboratorio...»
Ritraggo le labbra sentendomi un po' in colpa.
«Come vanno i tagli?» le domando distogliendole l'attenzione sull'Organizzazione.
«Mh?» posa lo sguardo su di me. «I tagli vanno bene, si sono curati perfettamente e per fortuna non hanno lasciato cicatrici. Solo un paio ma non si vedono.» si accarezza la pancia.
Probabilmente devono essere lì le cicatrici.
«Senti...» mormoro guardandomi intorno. «Ma sono vere quelle frasi che ha detto Ayumi?»
«Quali?»
«Quelle dove imitava la tua voce...»
«Oh...» arrossisce. «Sai com'è Ayumi, no? È bimba quindi tende ad esagerare un po' le cose.»
«Ma non hai risposto alla mia domanda.» insisto.
«È così importante...?»
«Dimmi tu...» scrollo le spalle. «Parlava di me.»
«No, parlava di Shinichi, tuo cugino.» scherza lei con un sorriso.
«Ai, per favore, è una questione seria.»
Lei sospira e si mette seduta.
«Vieni qui.» picchietta lo spazio accanto a sé.
Faccio come dice e scendo dal divanetto per mettermi accanto a lei. Sospira.
«Se ti dicessi che non è vero che ho detto quelle cose, ti mentirei e sarebbe anche una bugia bella grossa.» inizia lei. «Sì ho detto quelle frasi ma, all'inizio, quando ci eravamo appena conosciuti... lo facevo per scherzare e perché non volevo ammettere i miei sentimenti.»
La ascolto in silenzio.
«Lo so bene che non li ho ancora ammessi pubblicamente ma...» sospira. «Ci vorrà ancora un po' di tempo.»
«Quindi tu provi ancora qualcosa per me nonostante ciò che ho fatto.»
«I sentimenti, quelli veri, non si spengono in un giorno Shinichi... e nonostante io abbia provato più e più volte a reprimerli, non ce l'ho fatta. Sì, ora sono più intimorita nel farlo ma, finché starai al mio fianco, so che almeno sono ricambiati.»
Wow... non so davvero che rispondere...
«Ho risposto alla tua domanda come desideravi?» mi domanda osservando la mia faccia sorpresa.
«S-sì...»
«Bene.» sorride lievemente. «Puoi anche riprenderti adesso, non c'è bisogno di rimanere bloccati come dei cubetti di ghiaccio, su.» mi da dei lievi schiaffetti sul viso aiutandomi a riprendermi.
Sbatto ripetutamente gli occhi e ritorno vigile.
«Ci sono, ci sono..» farfuglio.
Lei prende il telecomando ed accende la televisione capitando in un servizio del telegiornale.
«Oh!» esclama sorpresa.
«Che succede?.» poso l'attenzione sul telegiornale.
«A quanto pare domani il tuo amico amicissimo Kaito Kid ha intenzione di andare al'esposizione dei Suzuki per rubare lo zaffiro che vale 12.680,41 yen..»
Sbuffo.
«La smetti di dire che siamo amici?»
Ridacchia.
«Mi piace prenderti un po' in giro.» sdrammatizza lei. «Comunque che hai intenzione di fare?»
«Lo fermerò ovviamente.» replico deciso.
«Ti vedo piuttosto carico.»
«È da un po' che non si faceva vedere, era ora!»

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Ho passato tutto il pomeriggio ad elaborare un modo per bloccare ogni possibile mossa di quel ladro da quattro soldi di Kid, ma so già che in un modo o nell'altro riuscirà a scappare e non avrò molte possibilità.
Aaaah! È così frustrante!” sospiro passandomi le mani tra i capelli esasperato.

«Tieni, mangia questo.» esordisce Ai avvicinandosi a me con tramezzino tra le mani.
Alzo lo sguardo verso di lei e prendo il tramezzino con la mano libera.
«Grazie.» bofonchio addentando un pezzo di esso.
«È inutile stare qui a scervellarsi troppo, va a finire che ti viene mal di testa.»
«Mi è già venuto mal di testa...»
«Allora smettila di osservare la planimetria del museo sul cellulare per un po'.» mi rimprovera togliendomi il cellulare dalla mano.
«Ehi!» replico. «Ridammelo!»
«No Shinichi, è dall'una che continui a fissare il cellulare come uno zombie e si sono fatte le quattro! Riposa gli occhi un'attimo o lo nascondo nel laboratorio di Agasa.»
«Tanto so dove trovarlo.»
«Te lo nascondo lo stesso.» replica. «Datti un attimo per farti passare il mal di testa.»
«Ma-»
«Fallo per me, okay?» cerca di convincermi. «E poi il furto è domani sera, è inutile stare il pomeriggio prima a perderci la testa, non credi?»
Sospiro addentando un altro pezzo di tramezzino.
«E va bene...» ammetto. «Mi hai convinto.»
«Ne sono felice. Così non devo nasconderti il cellulare come se fossi un bambino di cinque anni.»
«Chissà se riesco a convincere Goro ad accompagnarmi dai Suzuki...»
«Se gli dici che ci devi andare per catturare per Kaito Kid ne dubito, non è mai stato un suo bersaglio.»
«Devo trovare un motivo convincente.»
«Che ne dici di una bella donna?» scherza facendomi ridere.
«Per lui sarebbe un motivo più che valido.»
«Di che parlate ragazzi?» domanda Agasa raggiungendoci in salotto.
«Io e Shinichi stiamo cercando un pretesto per convincere Goro ad accompagnarlo dal museo dei Suzuki domani.»
«E perché devi andare dai Suzuki? È successo qualcosa?»
«Kid ha mandato un'avvertimento per domani sera dicendo che vuole rubare lo zaffiro esposto ed io voglio acciuffarlo.» mi metto a braccia conserte findendo il tramezzino.
Agasa ridacchia nel vedermi in quella posizione ma cerca comunque di rendersi utile.
«Scusate ragazzi, ma Ran non è amica di Sonoko? Probabilmente non ci sarà nemmeno bisogno di convincere Goro perché ci sarà già la scusa di Ran.» propone il dottore.
È vero!” mi sbatto una mano sulla faccia. “Perché non ci ho pensato subito?! È proprio vero che a stare troppo col cellulare ti si frigge il cervello...
«Sono un'idiota...» mormoro.
«Wow, finalmente lo hai ammesso.» sorride Ai.
«Smettila, non sei divertente.»
«Lo so.»
«Su Shinichi, non è così grave.» minimizza Agasa. «Capita di non pensare a questi piccoli dettagli.»
«Ma io sono un detective! Appunto perché sono piccoli dovrei notarli subito.»
«Non ti preoccupare, ci ha pensato Agasa per te.» replica Ai con nonchalance dandomi del lievi colpetti sulla testa come se fossi stato un bravo cagnolino.
Sbuffo e mi arriva un messaggio sul cellulare di Conan, lo tiro fuori dalla tasca e controllo chi mi scrive.

Ehi Conan!<3 Come va da Agasa, tutto bene? Ti voglio a casa per le sette, mia madre verrà a cena da noi a mangiare la pizza e vuole vederti.

È Ran.
Che palle... a me non va di vedere sua madre! Vediamo se posso rimandare l'incontro.

Sicuri che mi volete dei vostri stasera? Perché volevo vedere un film nuovo con Ai e non mi andava di dirle di no.

Ti prego, fa che funzioni. Ti prego, fa che funzioni. Ti prego, fa che funzioni!” penso come un mantra.

Mi dispiace Conan ma ti tocca rifiutare... lo so che ci tieni tanto a stare con lei ma stasera devi esserci per forza.

Sbuffo contrariato.
Dovevo pensare più intensamente...
Va bene, va bene, sarò a casa per le sette.
Grazie!<3 Ci vediamo dopo a casa, baci!
Ciao Ran.
Sospiro rimettendo il cellulare in tasca.

«Problemi in paradiso?» domanda Ai notando il mio sospiro.
«Alle sette ci sarà la mamma di Ran a cena.»
«E qual è la brutta notizia?» sembra confusa.
«Qual è? QUAL È ? Quella donna mi odia!» sbuffo.
«Non è che Goro ti voglia così tanto bene, eh.» commenta.
«Lo so, ma è sempre meglio di Eri... sembra che capisca che io sia Shinichi.»
«Andiamo Shin, cerca di stringere i denti, in fondo è una semplice cena dopotutto.»
«Vieni anche tu? Ti prego!» cerco di convincerla facendole gli occhi dolci.
«Non ci pensare neanche. È una cena tra di voi, io sono un'estranea.»
«Andiamo Ai, fammi questo piccolo favore!»
«Te ne ho fatti pure troppi di favori Shinichi.»
«Su Ai, non ti chiedo tanto.»
«No, non me la sento davvero, sono stanca.»
«Uffa...» faccio il broncio.
«Su, non farmi questa faccetta.» cerca di tirarmi su il morale. «Se non combini casini domani vengo con te a catturare Kid.»
«No Ai, è troppo pericoloso e dopo quello che ti è successo preferisco farti rimanere al sicuro con Agasa che al museo dei Suzuki.»
«Shinichi non sono una bambina.» ribatte un po' offesa.
«Sì, ed io sono Donald Trump.» replico scherzando facendola sorridere.
«È un piacere conoscerla signor Trump.»

Dopo essere stato con Agasa ed Ai fino alle sette men un quarto, sono arrivato a casa in tempo per le sette e Ran mi ha fatto cambiare i vestiti che avevo indosso perché voleva che fossi più carino del solito.
Manco dovessi incontrare la Regina d'Inghilterra...
Nonostante il mio umore non fosse dei migliori, sono riuscito comunque a godermi la cena con Eri. Non ha fatto troppe domande su Shinichi, anzi, era felice del fatto che fossi stato io a salvare Ran piuttosto che la polizia, chissà perché. Anche se Eri era contenta, Goro non ha perso occasione di sminuirmi nonostante abbia accompagnato Ran in ospedale inseme a lui, ma ci sono abituato.
Dopo aver parlato di quello che è successo a Ran ed Ai la serata è passata davvero bene, non me lo aspettavo. Eri ha parlato del suo lavoro da avvocato che procede davvero bene e ne sono felice, sembra diversa da quando lei e Goro si sono separati e nonostante Ran ci abbia sofferto ed anche molto, le piace organizzare cene in famiglia. Per lei è molto importante e vederla così spensierata e sollevata mi fa sentire felice; ne ha passate molte e si merita un po' di felicità esattamente come Ai.
Aspetta, perché mi è venuta subito in mente Ai? Dio, non riesco più a pensare altro... ha davvero occupato ogni mio pensiero quella ragazza...” sorrido tra me e me. “Anche Ai si merita tutta la felicità di questo mondo. Non ha mai avuto una vita normale ed io dopo un grosso, anzi enorme, errore voglio fare di tutto per farla sentire di nuovo bene. Perché io la amo. Sì. Amo Shiho Miyano.” mi lascio cadere nel letto. “Da quel che ho capito anche lei prova lo stesso ma non si sente ancora pronta a confessarsi, probabilmente perché è ancora spaventata da quello che è successo. Le fa bene stare con me e i Detective Boys, la aiutiamo a sentirsi se stessa e a non avere brutti pensieri. Chissà cosa sta facendo ora.” chiudo gli occhi e crollo in un sonno profondo.

La mattinata la passo a casa con Ran e Goro scopre che Kaito Kid ha mandato un avvertimento ai Suzuki.
Buongiorno principessa, è da ieri che ne parlano tutti i giornali...
Improvvisamente Ran riceve una chiamata e si allontana di poco dal tavolo mentre io mangio i miei cereali osservando il servizio del telegiornale.

«A quanto pare i Suzuki non demordono. Perché continuano a tenere aperto quel maledetto museo se sanno che Kaito Kid andrà lì a derubarli?» borbotta contrariato Goro.
«Secondo me è anche una scelta di marketing.»
«Eh? Che intendi dire piccoletto?»
«Se si sa in giro che quel museo è sempre sotto l'occhio di Kid la gente farebbe di tutto per entrarci e tenerlo chiuso sarebbe sconveniente per le vendite, quindi lo tengono aperto perché è grazie a Kid se più persone vogliono visitare il museo.» gli spiego come se fosse ovvio.
«Non c'è bisogno che usi questo tono supponente pulce insolente!» mi da una botta in testa.
«Ahia!» piagnucolo massaggiandomi l'area colpita.
«Papà! La vuoi smettere di picchiarlo?» si intromette Ran dopo aver visto la scena.
«Ma perché è sempre colpa mia? È lui che fa il supponente!» brontola giustificandosi.
«Non è un buon motivo per picchiare un bambino!» lo rimprovera lei. «Ti sei fatto tanto male Conan?» mi passa la mano sul bernoccolo.
«No, sto bene...»
«Comunque stasera papà devi farci da autista.»
«Autista? E perché mai?»
«Sonoko ci ha invitati al suo museo per l'esposizione del suo nuovo gioiello.»
«Aaah, sì quello di cui parlano alla TV...» borbotta disinteressato. «Va bene, vi accompagno ma basta che non mi fate fare brutta figura!»
«Grazie papà!» gli da un bacio sulla guancia.
Fidati che riesci a fare brutta figura anche da solo.” penso tra me e me.

Il pomeriggio stesso l'ho passato in video chiamata con Ai per cercare di trovare un modo per bloccare Kaito Kid in qualche stanza senza finestre o addirittura nelle ventole di areazione così che possa finalmente prenderlo ma niente... tutto sembra contro questa probabilità.

«Quindi che fai? Ti arrendi?» mi domanda Ai vedendomi in difficoltà.
«Neanche per sogno! Un modo per raggiungerlo lo trovo ma sarà difficile fermarlo e consegnarlo alla polizia.»
«Non ti stai accanendo un po' troppo?»
«Eh? Che intendi dire...?»
«Insomma, da come si sa, alla fine ciò che ruba lo restituisce sempre.»
«Ma non è un buon motivo per non fargli passare un po' di notti al fresco!» alzo gli occhi al cielo.
«Okay, rilassati... era per dire...»
«No, scusami tu, è che sono un po' nervoso...»
«Ho notato.» sorride.
Sospiro stropicciandomi il viso con le mani.
«Su, non fare così. Vedrai che questa è la volta buona.» mi rassicura incoraggiante.
«Lo spero.»

Ran passa accanto a me e nota che sono in video chiamata con Ai.

«Oh, ciao Ai!» la saluta calorosamente.
«Ciao Ran!» ricambia il saluto.
«Come stai?»
«Molto meglio, grazie.»
«Che state facendo ragazzi?» domanda vedendo la planimetria del museo.
«Emh...» mormoro colto alla sprovvista.
«Conan voleva farmi vedere la planimetria del museo anche se assisterò all'esposizione da casa.»
«Se vuoi venire con noi Ai, puoi tranquillamente farlo. Sonoko mi ha detto che posso invitare chi voglio.»
«Non so se è ad Ai-» cerco di escludere questa opzione ma Ai mi blocca.
«Mi farebbe davvero piacere!» esclama contenta.
«Allora è deciso! Alle otto veniamo a prenderti, va bene?»
«Va benissimo. A dopo allora.»
«A dopo Ai.» sorride Ran e si dirige in bagno.
«Cosa ti avevo detto a proposito di venire con me?»
«Che potevo?» ridacchia.
Sospiro esasperato.
«Andiamo non fare il musone.» si imbroncia. «Magari posso esserti d'aiuto.»
«Sì... in effetti non avevo calcolato queste potesi.»
Sorride soddisfatta.
«A dopo...» mi saluta muovendo la mano. «...Shinichi.» sussurra l'ultima parola.
«Sì, a dopo...» sorrido. «...Shiho.» sussurro il suo nome.
«Come mi hai-»
Riattacco la chiamata prima che possa replicare.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Ci vestiamo tutti in modo più eleganti per consiglio di Sonoko: Ran ha i capelli semi raccolti ed indossa un maglioncino rosa sopra l'ombelico, una gonna bianca a vita alta, parigine anch'esse bianche e degli stivali alla caviglia rosa. Invece Goro indossa il suo solito completo elegante come il mio del resto. Né io né lui abbiamo vestiti più “eleganti” nell'armadio. Nei miei capelli invece Ran ha messo un po' di gel facendomeli un po' sbarazzini.
Quando andiamo a prendere Ai lei ci aspetta fuori dal cancello del dottor Agasa e rimango sorpreso nel vederla: al collo ha una collana a catena, indossa una maglietta bianca a maniche lunghe sotto un top nero con spalline sottili, una cintura semplice ma elegante nera ed una gonna a scacchi neri e bianchi, sotto la gonna un paio di collant non molto scure ed anfibi per completare il tutto.

«WOW! Come sei carina Ai!» si complimenta Ran aprendole la portiera per farla sedere accanto a me.
«Grazie Ran, anche tu sei molto carina.» ricambia il complimento salendo.
«Poche smancerie e andiamo.» borbotta Goro.

Ai si siede accanto a me ed io non riesco a non arrossire nel guardarla.

«Ciao Conan.» mi saluta con un sorriso dolce in viso.
«Ehi Ai.» sorrido salutandola.
«Sicura che riuscirai a starmi dietro con quella gonnellina?» le domando a bassa voce.
«Tu mi hai detto si vestirmi elegante e comunque, stai tranquillo ce la farò.» replica a voce bassa.
«Va bene, allora mi fido.»
«Sarà meglio.» mi fa l'occhiolino.
Non l'ho mai vista così bella... è davvero meravigliosa. Vorrei tanto poterla stringere tra le mie braccia.
«Ti senti bene?» le domando vedendola un po' nervosa.
«È che non sono abituata a questi “eventi”... io sono venuta solo per farti sostegno e per darti una mano.»
«Lo so ma non devi sentirti agitata, non ti accadrà nulla, Kid non potrà nemmeno sfiorarti.»
«Non è quello che mi preoccupa.»
«Allora cosa?»
«Sono preoccupata per quello che potrebbe accadere a te.»
Rimango sorpreso a quella rivelazione.
«So quanto sei ostinato nel riuscire a catturarlo ma promettimi che se scappa dal tetto, tu non gli correrai dietro.»
«Dovrei lasciarlo scappare?»
«Solo...» sospira. «Solo non fare gesti avventati, okay?»
«Puoi stare tranquilla con me, sono una botte di ferro!»

Anche se l'ho rassicurata la vedo che non è rilassata, probabilmente stare a contatto con così tanta gente, dopo quello che è successo, la farà sentire un po' in agitazione e posso capirla.

Quando arriviamo veniamo accolti calorosamente da Sonoko che ha un outfit molto “sobrio”: al collo porta una collana in argento con un ciondolo a forma di chiave, sul braccio sinistro ha un bracciale da braccio con vari ricami ricoperto di strass ed indossa un abito da cocktail corto bianco con una spallina in pizzo nero che si collega alla parte iniziale della gonna, una striscia di tessuto nera all'altezza della vita e la gonna è a cerchio con molto tulle, ai piedi decolletè bianche.
Appena ci vede ci viene incontro calorosamente.

«Ciao! Ce l'avete fatta a venire!» sorride e abbraccia Ran. «Caspita come sei elegante!»
«Ciao Sonoko, ti ringrazio. Anche tu sei molto elegante vedo.»
«Cosa? Questo straccetto? Non è niente di te.» minimizza vantandosi un po.' «Se ti vedesse Shinichi ti salterebbe addosso.» ammicca.
«Sonoko ma cosa dici?» arrossisce.
In realtà, mia cara Sonoko, io ho occhi per un'altra ragazza.” sorrido posando lo sguardo su Ai per pochi secondi.
«Andiamo, lo sai benissimo cosa dico.» sorride. «L'hai invitato a venire questa sera?»
«Beh... ecco...» mormora lei.
«Non dirmi che non l'hai fatto e invece hai invitato la fidanzata del marmocchio!»
«Ehi, non sono la sua fidanzata!» replica Ai con tono imbarazzato.
«No, no, no. L'ho fatto, ma Shinichi ha detto che aveva da fare e che non poteva esserci questa sera con noi...»
«Sì, certo, come no...» sbuffa Sonoko.

Ai mi picchietta la spalla facendomi cenno di avvicinarmi a lei e ci separiamo di pochi metri da Ran, Sonoko e Goro.

«Che scusa ti sei inventato per dirgli che non c'eri?»
«Le ho semplicemente detto che ero fuori città per un'altro evento in onore di Sherlock Holmes e che non potevo non andarci.» ridacchio.
«Sei sempre il solito.» commenta alzando gli occhi al cielo.
«L'importante è ce ci abbia creduto, no?»
«Sì, ma potevi inventarti qualcosa di meglio.»
«Senti, invece di borbottare su quale scusa era meglio perché non andiamo a cercare...» abbasso la voce. «Kid?»
«Va bene, andiamo.» annuisce.

La prendo per mano e ci facciamo strada tra la folla cercando un qualsiasi volto sospetto.
Raggiungiamo la sala dove è esposto il gioiello ed è in una teca circondata da agenti di polizia.
Ma lo sanno che più ci provano, più falliscono?” penso quasi divertito.

«Ehi...» la voce di Ai attira la mia attenzione.
«Dimmi.»
«Quel poliziotto non ti sembra sospetto?»
«Quale?»
«Il terzo a sinistra.» lo indica con un cenno del capo.

Poso lo sguardo sull'agente ed, in effetti, il suo atteggiamento non mi va a genio. Si guarda troppo intorno e sembra sentirsi a disagio. Qui le opzioni sono due: è il suo primo giorno di servizio o è Kaito Kid in attesa di poter fare la sua mossa.

«Hai individuato altre persone sospette?» le domando.
«No...» si guarda intorno. «Almeno, per me, non c'è nessun altro.»

Ritraggo le labbra guardandomi intorno e mi allontano da Ai cercando di osservare i volti degli agenti cercando qualcosa che mi riconduca a lui.
È più complicato di quanto pensassi... se qui in mezzo c'è Kid, tanto di cappello, si è travestito davvero bene.
In quell'istante va via la corrente per qualche minuto facendo sobbalzare tutte le persone in sala.

«BUONASERA E BENVENUTI ALL'ESPOSIZIONE!»

Il Direttore fa un'entrata teatrale e un riflettore rimane puntato su di lui mentre si avvicina alla teca col gioiello.

«Solo per stasera terremo il gioiello fuori dalla teca per permettere ai giornalisti e a voi appassionati di osservarlo più da vicino.» annuncia orgoglioso ed estrae lo smeraldo dalla teca posandolo su un cuscino viola che tiene un poliziotto.
La gente ed i giornalisti si avvicinano incuriositi.
Credo che più che scelta di marketing, gli piace proprio essere derubato da Kid...
Come lo penso Kaito Kid appare grazie ad un fumogeno sopra la teca nello stupore generale di tutti nella sala. Il riflettore punta lui che tiene il volto basso, poi lo alza spavaldo.

«SIGNORI E SIGNORE, CHE LO SHOW COMINCI!» annuncia col suo sorriso spavaldo.
Appena i poliziotti lo vedono si dividono in chi fa evacuare l'edificio e chi invece si fionda verso Kid per poterlo acciuffare.
Ai riesce a evitare i poliziotti senza farsi notare e si avvicina a me.
«Che cos'hai intenzione di fare?»
«Esaminare le sue mosse, ovviamente.»

Proprio prima che un poliziotto riesce ad afferrarlo, Kid si solleva in aria grazie ad un rampino.

«Cercavate questo?» domanda mostrando il gioiello.
«Ma come-» esclama sbigottito il Direttore osservando il cuscino vuoto. «Come hai fatto?!»
«Si perde la magia se il trucco viene spiegato.» ridacchia. «Ci rivedremo presto, Suzuki!» sorride, spara una carta contro il riflettore rompendolo e sparisce nel buio.
Mi copro la bocca col braccio, prendo Ai per mano e con la torcia situata nell'orologio rincorriamo Kaito Kid verso il tetto aiutandoci con le scale di emergenza.

Lo raggiungiamo e usciamo dalla porta che da sulle scale, lo vedo di spalle sul bordo del tetto.

«Stavolta non mi scappi!» attiro la sua attenzione.
«Mi piace la tua sicurezza, detective.» ridacchia girandosi verso di me.
«Sei in trappola.» mi avvicino di pochi passi.
«Quindi cosa intendi fare adesso, mio caro detective?» domanda avvicinandosi a me.
«Consegnarti finalmente alla giustizia.» sorrido.
Si ferma di fronte a me, fa un inchino e mi consegna i polsi.
«Prego, perché non approfittare?»
«È una trappola delle tue?» domando insospettito ed alzando un sopracciglio.
«Ma come? Credevo volessi questo.» domanda confuso, poi scrolla le spalle. «Allora ci rivedremo quando vorrai di nuovo acciuffarmi.» sorride e fa esplodere un fumogeno mentre si butta col deltaplano sparendo nella notte.
Merda!
Mi copro nuovamente la bocca col braccio per non respirare il fumogeno.
«Dannazione!» esclamo seccato.
Corro verso il bordo del tetto, anche se il fumogeno non si è ancora dissolto del tutto, cerco di afferrare almeno il mantello ma inciampo sul rialzo del bordo e riesco a salvarmi all'ultimo tenendomi con una mano. Non durerò a lungo.
«CONAN!» esclama Ai col cuore in gola.
Corre verso di me col cuore a mille ed afferra la mia mano tenendomi.
«Ti tengo! Non avere paura!»
«A-Ai... cadremo entrambe se mi tieni.»
«Non m'importa! Non posso lasciarti andare senza lottare!» replica lei con gli occhi lucidi.
Vederla così, non so perché, ma mi fa arrossire.
«Ai...»
«Dammi... dammi la mano libera.» allunga l'altra mano verso di me.
Dopo alcuni sforzi avvicino la mano e la afferra immediatamente.
«Non arrenderti, okay? Ci sono qui io a tenerti, andrà tutto bene.» cerca di rassicurarmi mentre stringe i denti tenendomi.
Le sue piccole lacrime bagnano delicatamente il mio viso facendomi capire quanto veramente ci tiene a me.
«Shiho...»
«Sì...?» la vedo arrossire.
«Se io non dovessi farcela-» non mi lascia finire.
«Che cosa stai dicendo?! Certo che ce la farai! Verrà qualcuno a salvarti!» replica decisa.
«Ma se così non fosse. Se non dovessi farcela, voglio sapere una cosa.»
«C-cosa...?»
«Tu mi ami?»
A quella domanda i suoi occhioni azzurri si riempiono di lacrime e le sue guance si fanno più rosee.
«Shinichi...» sorride. «Certo che-»
La sua voce viene interrotta da altre due che non riesco ad identificare.
«ECCOLI!»
«RAN! SONOKO! AIUTO!» cerca di chiamarle.
Ai cerca di tirarmi su ma con l'unico risultato di rischiare di cadere insieme a me.
«Stai ferma Ai, ti scongiuro!» la mia voce si fa tremante. Non voglio che cada insieme a me. «N-non te-terrò a lungo...» stringo i denti cercando di reggere.

Alzo lo guardo verso Ai e vedo spuntare dietro di lei il viso di Ran che la afferra per i fianchi e la solleva salvando entrambe.

Ai mi attira a sé scoppiando in un pianto liberatorio.

«Oh, Conan!» si stringe a me. «M-mi sono spaventata co-così tanto...» mormora tra le lacrime.
«È tutto finito Ai...» la rassicuro abbracciandola e accarezzandole i capelli. «Grazie Ran. Se non fosse stato per te...» sorrido.
«Mi hai fatto preoccupare! Non dovevi fare una cosa così avventata!» esclama furiosa.
Sonoko si avvicina a lei e posa una mano sulla sua spalla.
«Non essere così dura con lui. In fondo si è preso un bello spavento, e poi, senza l'intervento tempestivo di Ai non saremmo riusciti ad arrivare in tempo.»
Ran sorride dolcemente verso Ai che tiene il viso nascosto nel mio petto calmando le lacrime.
«Hai ragione Sonoko... siamo state fortunate. Restate qui, andiamo a prendervi delle coperte.» mi scompiglia i capelli Ran allontanandosi con Sonoko.

Alzo il mento di Ai con due dita in modo che la possa guardare negli occhi.

«Non hai ancora risposto alla mia domanda.»
Sorride.
«Baka.» mi attira a sé e mi da un bacio a stampo lasciandomi sorpreso per una manciata di secondi. «Ti basta come risposta, Shinichi
Sorrido, le prendo il mento e la attirò a me baciandola dolcemente.
 
FINE!<3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3921885