Desire- a truly believer heart

di Voidangyxr
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il desiderio ***
Capitolo 2: *** poteri nuovi ***
Capitolo 3: *** cuore del vero credente ***
Capitolo 4: *** pensatoio ***
Capitolo 5: *** Hogwarts express ***
Capitolo 6: *** i malandrini+1 ***
Capitolo 7: *** Tragitto in barca ***



Capitolo 1
*** il desiderio ***


Capitolo uno
 
2 giugno 2018, Londra.
Madeline aveva sempre pensato che nessuno di tutte le persone che la circondavano potevano capirla; si ritrovava sempre a essere giudicata come quella “strana” della situazione, sempre pensierosa e accertata sognatrice ad occhi aperti.
Aveva solo dieci anni ed era cresciuta, tramite alcuni parenti, in mezzo a valanghe di libri, fumetti e maratone di saghe e film.
Si rifugiava in essi come uno scudo che la proteggeva dalla realtà, in cui lei si trovava di troppo.
Nessuno riusciva a farla staccare dai suoi libri, li portava ovunque, aveva una libreria immensa per l’età che aveva, anche se (anche a causa della sua abbastanza corta memoria), rileggeva sempre gli stessi.
Li portava anche a scuola, dove, tra una lezione e l’altra leggeva qualche capitolo di nascosto. Parlando di scuola, di questo nessuno poteva lamentarsi: eccelleva in tutte le materie.
I libri che pero più amava, in tutte le loro sfaccettature, erano assolutamente quelli della saga di Harry Potter, di cui lei non si staccava mai, a volte le capitava anche di dormire con il terzo (suo preferito!)
Questo però, molto spesso la faceva allontanare da quelli della sua età, che la consideravano ingenua e illusa. Non capendo, però, che tra tutti era la più matura, nonostante i suoi continui paragoni tra fantasy e realtà.
I dieci anni che aveva erano ormai agli sgoccioli: tra poche ore sarebbe diventata un undicenne.
Della sua famiglia di certo poteva valutare sia i pregi che i difetti: suo padre, Michael, era sempre gentile e buono con lei, anche se molto spesso la faceva sentire come se avesse a malapena 2 anni; sua madre, Vanya, per lei era come un’amica: Le stava accanto, la aiutava quando non riusciva a capire un argomento da studiare, ma faceva sempre paragoni con gli altri sul suo aspetto fisico e su quello che faceva; sua sorella, Abigail, aveva quattro anni in più rispetto a lei. Era molto gentile, la figlia preferita, (niente in confronto alla nostra ragazzina, che a volte risultava anche antipatica!), molto spesso la abbracciava e le dava baci, ma molto spesso la escludeva dalla sua vita, preferendo le sue amiche e il suo ragazzo (ogni volta uno nuovo); e infine, suo fratello, Gabe, due anni più piccolo, a cui Made si sentiva più legata, anche se egli si faceva facilmente condizionare dai pregiudizi dei genitori.
Nonostante non gli facessero mai mancare niente, Made si sentiva come oppressa, come se non riuscisse a cacciare il suo carattere. Ogni volta che provava a fare qualcosa, ogni volta che diceva qualcosa in più, lei veniva derisa e sottovalutata, definita anche codarda. Sapeva di poter fare di più, sapeva che quella che mostrava a tutti non era lei, sapeva che ci voleva una spinta per dimostrarlo tanto quanto sperava di farlo.
Parlando di aspetto fisico, Madeline non era di certo una brutta ragazzina: aveva dei lunghi capelli semi ricci e neri, era bassa e non le piaceva definirsi magra, poiché ogni volta le venivano in mente le sue compagne di classe, magre e alte come il manico di una scopa. Lei era in forma, nonostante non le piaceva prendersi cura del suo corpo (tranne dei suoi capelli, guai a chi avrebbe solo osato toccarli!), a differenza di sua sorella.
Lei e quest’ultima erano molto diverse: Abby era bella, alta, con capelli corti e chiari; non le piaceva studiare, preferiva di gran lunga uscire e divertirsi; metteva solo gonne, a Made sembrava strano quando la vedeva con un leggins, capitava solo per quando andava in palestra (posto che Made odiava a priori). Era gentile, sempre disponibile e premurosa (o almeno era quello che mostrava a chi doveva, in realtà era tutto il contrario); era sempre acclamata come una regina, anche se più vanitosa di qualunque altra cosa; per ultimo ma non meno importante (o forse si) aveva decine e decine dei ragazzi più belli della città ai suoi piedi, e questo partendo già più piccola di Made, motivo per il quale molte volte la nostra ragazzina veniva derisa. In quel momento, Made era seduta sul ripiano della finestra di camera sua con un libro, cui non dava molta attenzione.
Tra qualche minuto sarebbe scoccata la mezzanotte, e Made avrebbe compiuto undici anni.
Le lancette si unirono e in quel momento, la realtà fu stravolta.
3 giugno, ore 00.00, Londra
“desidero solo essere libera”

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Capitolo 2
*** poteri nuovi ***


Capitolo 2
Appena Madeline aprì agli occhi fu accecata da una luce forte. Quando riuscì a guardarsi intorno, rimase piuttosto sconvolta da ciò che vide: era seduta a terra, su un pavimento di pietra ed intorno a se c’erano varie colonne rivestite di oro. Affianco a lei c’era la sua famiglia, che parevano svenuti.
“è un piacere vederla qui, signorina Mills”
Made sentì una voce parlarle, sentiva la testa pesante, Aveva i capelli ricci tutti avanti al volto e tutto le doleva.
Credeva di star sognando e quando si alzò pensò di averne la certezza: un esemplare di Albus Silente la guardava con curiosità.
“io… cosa… dove diavolo sono finita?” balbettò la ragazzina.
“era da un po’ che ti aspettavo, seguimi e ti spiegherò le circostanze” disse il mago
“ma aspetti… non posso lasciarli qui” rispose indicando la sua famiglia svenuta alle spalle.
“lasciali qui, ce ne vorrà di tempo prima che si sveglino”
E così fu, Madeline seguì il mago nel suo studio, con la mente sottosopra e piena di domande.
“come faccio ad essere qui?” chiese la ragazzina.
“di questo so poco e niente. Di preciso non so cosa vi abbia portati qui tutti, ma posso dirti che a farlo è stata una magia fin troppo potente e a me sconosciuta, ma era già da un po’ di tempo che ne sentivo la potenza. Non capivo da dove arrivasse, ma poche ore fa il registro dei maghi di hogwarts sembrava come impazzito ed improvvisamente il tuo nome è comparso tra tutti. La magia che segnava il tuo nome risultava essere nata proprio oggi e questo mi ha fatto capire che il motivo per cui essa, la magia, risultava sballata da un po’ era perché tu ti stavi avvicinando sempre di più, o meglio, era il tuo potere ad avvicinarsi.” Spiegò il vecchio mago camminando avanti e dietro per lo studio.
“cosa?! No, aspetti, si fermi, io avrei dei poteri?” chiese Madeline mentre si alzò di scatto. Un misto di emozioni governavano il suo volto e i suoi occhi.
“si, e sono anche fin troppo potenti. In tutta la mia vita raramente ho sentito parlare di viaggi tra universi o mondi, se mi permetti-”
“sta dicendo che sono stata io ad… a-”
“esattamente e, stavo dicendo, se mi permetti vorrei fare delle ricerche sul perché e come hai fatto a venire… e anche un modo per farvi tornare nella vostra realtà magari”
“vorreste dire che io e la mia famiglia siamo bloccati qui?"
“mi sa proprio di si, signorina Mills”
“e-e come faremo ora? Cioè cosa dirò ai miei genitori? Dove staremo fino a quando lei non troverà un modo?” disse made.
“per questo, mi prenderò io la responsabilità: potrete stare da una mia amica, una donna che mi deve un favore. E ora, se è stato detto tutto, potremo andare a svegliare i tuoi cari” rispose Silente.
“aspetti, un ultima cosa, signore, in che anno siamo e che ore sono?” chiese con un tocco di speranze nella voce Madeline. “oh e, mi chiami Madeline”
“oggi siamo all’alba del 3 giugno 1971, Madeline”
“1971?!” chiese con uno stupore felice la ragazza “quindi…” replicò sognante con lo sguardo perso pensando alle persone che avrebbe potuto conoscere in quell’anno.
“stop! Ultimissima cosa, che tu non possa mai dimenticare, non osare mai dire qualcosa su quello che sai potrebbe succedere avanti, potrebbe ucciderci tutti.” Disse silente con aria di scherno nella voce.
Madeline uscì da quell'uffico con la mente ancora più incasinata, ma forse anche più felice.

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Capitolo 3
*** cuore del vero credente ***


Capitolo 3
Dopo aver spiegato tutto a tutti, e dopo diversi incantesimi d’accertamento, svenimenti e quant’altro, attraverso una passaporta arrivarono a casa della signora Blake, cui doveva un grosso favore a Silente.
La signora Blake era una tipa piuttosto stramba: aveva ricci capelli di un bianco perlato e corti, portava cappelli ancora più strani e, diversamente dagli altri maghi, il suo vestiario era completamente babban0. Amava cucinare, non usava la magia per farlo e ogni giorno usciva, anche solo per prendere una burrobirra. Era ricca, viveva in una casa grande e aveva tanti vestiti che con qualche incantesimo d’aiuto riusciva a vestire tutta la famiglia, in quel momento non era proprio il caso di fare shopping.
In quanto alla famiglia Mills, furono serrati in casa e, ogni giorno, la signora Blake (o come preferiva farsi chiamare, Beth) e Madeline passavano il tempo a chiacchierare e Made non perdeva mai un’occasione per farsi raccontare qualche curiosità o avvenimento divertente del mondo magico, sempre più innamorata di quella realtà.
 Mentre Made non vedeva l’ora di uscire e godersi il mondo magico finche poteva, il resto della sua famiglia non vedeva l‘ora di tornare nel loro mondo.
Ogni giorno che passava, Made sentiva l’odio dei suoi genitori e fratelli crescere sulle sue spalle: sua madre non le rivolgeva la parola se non per accusarla; suo padre si comportava come se non fosse successo niente anche se non le rivolgeva mai la parola; sua sorella le riservava parole gratuite di disprezzo e ad ogni passo la guardava male e poi c’era suo fratello che completamente ignaro di quello che stava succedendo, non le parlava.
Made ci stava male, ma continuava a ripetersi che non fosse sua la colpa, o che magai quello fosse tutto un sogno e il giorno dopo si sarebbe svegliata.
Giorno dopo giorno, con quelle parole che le giravano per la testa di Madeline che si mischiavano con il suo orgoglio, lei arrivò al punto dal farsi scivolare addosso le cose, stanca di litigare ogni giorno.
Passarono settimane, quando, nel bel mezzo di luglio, Albus Silente bussò alla porta di Beth chiedendo se tutti i presenti in quella casa si potessero riunire nel suo ufficio.
E cosi fecero, senza che neanche se ne accorgessero, i due maghi misero le mani sulle spalle ad ognuno e si smateriallizzarono nell’ufficio di silente.
“come vi avevo detto in precedenza, ho fatto delle ricerche sul potere che vi ha portato qui e ho riscontrato diverse conclusioni, dopo una ricerca accurata” disse il mago.
“quando ce ne andremo da questo maledetto posto?!” esclamò Abigail piuttosto arrabbiata.
Sua madre le fece segno di fare silenzio e calmarsi, anche se la sua espressione la tradiva.
“prima che lei mi bloccasse, signorina Mills, le volevo dire che, a quanto pare, è stato desiderio a portarvi qui. Anche se, detta così, può sembrare abbastanza superficiale come cosa, vi assicuro che non lo è.” Continuò silente.
“mi creda, signor Silente, questa situazione di superficiale ha ben poco.”
Il mago fece un respiro profondo e continuò a parlare: "il desiderio si è avverato grazie al potere di un’antica magica, che non veniva raccontata da eoni: il cuore del vero credente. E, a quanto pare, Madeline ne è in possesso sin dalla nascita, e, il non smettere mai di credere nelle sue verità, non ha fatto altro che incrementare il suo potere”
“e quindi? Quando potremo tornare a casa nostra?” chiese con finta calma Vanya.
“è questo il punto, signora Mills, la magia del desiderio verrà a meno quando verrà raggiunto lo scopo. Potrete tornare nella vostra realtà solo quando Madeline riuscirà a risolvere qualcosa più grande di lei, che annullerà la potenza del desiderio.”
Made, che per tutto il tempo non aveva spiccato ne sguardo ne parola, alzò lentamente la testa e guardò silente con aria confusa.
“che problema?” chiese
“questo lo devi sapere tu, Made, a quanto pare sai più cose di noi” rispose Beth, mentre le stringeva la mano per rincuorarla.
Madeline sembrò avere lo sguardo perso mentre pensava a quale problema si riferissero gli studi di silente.
Non lo fece a lungo, poichè in un attimo collegò tutti i puntini.
La prima guerra magica.
 

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Capitolo 4
*** pensatoio ***


Capitolo 4
“penso di sapere a cosa si riferisca, signor Silente” disse Made con voce tremolante alzando lo sguardo agli occhi del vecchio mago.
“per quanto la cosa mi incuriosisca abbastanza, mi dispiace dirti che non potrai dirlo a nessuno” disse il preside.
“pertanto, dopo dovrai rispondere a delle mie domande, ma prima dovremo stringere un giuramento” continuò.
“aspetti! E noi? Potremo andarcene?” chiese Michael che, fino al quel momento, non aveva spiccato parola.
“nonostante il mio potere e la mia vecchiaia, sono piuttosto convinto di non poter riuscire a gestire un potere così grande. Finchè Made non scioglierà il desiderio, voi dovrete stare qui. E, ovviamente, Madeline dovrà stare a hogwarts, per intensificare il suo potere. Anche la signorina Mills potrà, nonostante non sia la portante del potere ha vissuto per anni alla destra, qui potrebbe avere anche lei una sottospecie di magia circolante nelle sue vene e stare libera nel mondo magico potrebbe prendere il sopravvento su di lei”
“mia figlia non prenderà posto in questo luogo di matti!” fece aggressiva Vanya, nonostante Silente continuasse a ripetere che fosse per il suo bene.
Fu Abby ad accettare: “lo farò” disse “se questo aiuterà ad andarcene il più presto possibile, lo farò” continuò.
“perfetto, e ora penso sia arrivato il momento di pronunciare il giuramento.” Disse Silente.
Tutti in quella stanza si avvicinarono al mago che collegò con la magia le loro mente così che la cantilena che tutti avrebbero dovuto pronunciare fosse stata più lineare.
Una volta finito, in piedi rimasero solo le persone che riuscirono a non farsi sopraffare dal potente incantesimo: Silente, Beth e Madeline.
Per quest’ultima, beth e albus si guardarono piuttosto sorpresi, mentre aiutavano il resto a rassestarsi.
“penso sia arrivato il momento di parlare con Madeline, in privato. Voi tornate a casa, avete tutti bisogno di riposo” disse silente.
Quando tutti se ne furono andati, Made iniziò a scrutare lo studio di silente, mentre quest’ultimo si allontanava per recuperare un oggetto: il pensatoio.
“non voglio sapere quello che succederà, ma in ogni caso voglio che tu possa non dimenticartelo mai. Tieni, prendi questa – le porse una bacchetta- poggiala alla testa e iniz-“ il mago venne bloccato.
“so come si fa” disse autoritaria, prendendo dalle mani di silente la bacchetta.
“si, giusto” mormorò Albus mentre Madeline portava la bacchetta alla testa e iniziava a pensare a tutto ciò che sapeva sui libri che aveva letto.
Una volta finito, silente spinse la ragazza a rivedere ciò che doveva cercare di evitare e così fu: Made rivisse tutti i momenti che potrebbero accadere se lei non avrebbe portato a termine la missione e a quel punto capì.
Avrebbe potuto salvare un universo, e di certo non aveva intenzione di non cogliere l’attimo.
Madeline si affrettò a chiudere tutto nel piccolo baule che silente le stava offrendo.
iniziava anche lei a sentire la stanchezza incombere e chiese a silente se potesse andare, e, dopo aver ricevuto un accenno di consenso, il mago la portò vicino al camino, le diede della polvere in una mano e la guardò come per dire “sai cosa fare”.
Lei accennò un si ma, prima che lei potesse pronunciare il posto, il professore la fermò e disse “un ultima cosa, Madeline, puoi chiamarmi Albus”
Made sorrise, il primo spontaneo dopo tante settimane, e se ne andò.
I giorni, le settimane, i mesi, passarono. Era il primo settembre e Made si svegliò con una sola certezza.
Sarebbe andata a hogwarts.

 
 
 
Ciao a tutti! Di solito non faccio note dopo i capitoli ma questa volta sono qui per dirvi di non demordere: nel prossimo capitolo vedremo finalmente i malandrini!
Se la storia vi sta piacendo potrete lasciarmi una recensione, le critiche costruttive sono benaccette.
E volevo anche premettere che tutto nasce da un mio film mentale, quindi non siate cattivi ;)
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Hogwarts express ***


Capitolo 5
1 settembre 1971, casa Blake
Quella mattina, Madeline si svegliò prima di tutti. Era fin troppo presto, lo sapeva, ma l’emozione l’aveva tradita.
Per delle ore, pensò a tutta la situazione in cui era, si imponeva di non pensare a altro se non la sua missione, ma il solo pensiero delle persone che molto probabilmente avrebbe conosciuto, mandava al diavolo tutte le sue preoccupazioni.
Persa tra i pensieri, non si accorse che la signora Blake era poggiata all’entrata della camera e la guardava con un mezzo sorriso.
“già sveglia, tesoro?” chiese Beth
“oh, si, io… ecco, non ho dormito molto.” Rispose Made, cercando di sorridere alla strega.
“ti capisco. Anche io, alla tua età, ero tanto emozionata. Ma ora, non sono qui per parlare di cose che sai già. Ero venuta per svegliarvi e per dirvi che i bauli sono pronti. Oh e Prenderete il treno, il professor Silente ha voluto così.”
“grazie mille, tra poco sveglierò Abby e le riferirò tutto” sospirò Madeline iniziando ad alzarsi dal letto.
“ehi, Madeline aspetta. Vieni qui, siediti.” La portò a sedere sul letto “quello che stai passando non è affatto semplice. Hai solo undici anni e sulle spalle hai già l’intero mondo magico”
“se questo dovrebbe essere un discorso di incoraggiamento, hai decisamente iniziato male, Beth” rise la piccola strega.
“si si, ne sono consapevole” rise con lei “ma ora sto parlando seriamente, Made. Tutto questo è immensamente più grande di te, non potrai farlo da sola”
“ma io non sono sola! Ho te, albus e…” cercò di rispondere Madeline.
“e? la tua famiglia? Mi dispiace deluderti, Madeline, ma è arrivato il momento di accettare la realtà. Loro ti hanno completamente lasciata andare.” Le prese le mani e la guardò negli occhi.
“loro sono ciechi, non riescono a capire quanto ti serva il loro aiuto, quanto ti serva avare una famiglia dietro le spalle. Ma è questo il punto, tutti in questa famiglia siete dannatamente orgogliosi, ma se solo uno di voi lo mettesse da parte, tutto potrebbe cambiare.”
“sono settimane che non mi parlano, settimane che non mi guardano, settimane dove l’unica cosa che faccio con mia sorella e mia madre è litigare. Non penso di poter riuscire a mettere da parte l’orgoglio.” Disse Made abbassando lo sguardo
“se pensi di poter riuscire a salvare un intero mondo, allora mettere da parte l’orgoglio sarà facile. Avere una famiglia alle spalle è una delle cose più rassicuranti, davvero. Anche se non ti dessero aiuto materiale, il loro amore ti spronerebbe a combattere ancora di più.”
Con due dita, beth prese il volto di made e lo girò verso il suo, cercando di confortarla e convincerla con uno sguardo profondo.
“e allora mettiamo caso che io ci riuscissi, che io riesca a parlarci. Ma se loro mi volteranno ancora le spalle? Cosa potrò fare?”
“in quel caso li manderai al diavolo! Perché ricorda, piccola strega, la famiglia non è chiamata famiglia solo perché si ha lo stesso sangue. La famiglia è amore e essere amati. Famiglia è sentirsi protetti e proteggere. Famiglia è aiutare e essere aiutati. E sono sicura che tu, a Hogwarts, troverai la tua famiglia.”
Entrabbe erano in lacrime, ma mentre quelle di beth le rigavano dolcemente le guance, quelle di made erano trattenute nei suoi occhi scuri.
Made, stupendo se stessa, sussurrò un “grazie”.
“ okay, okay, adesso basta frignare. Ho qualcosa per te.” Beth cacciò da dietro la schiena una scatola lunga qualche centimetro, made capì subito. La sua bacchetta.
“questa è stata fatta dal signor olivander in persona propriamente per te.” Le disse porgendogliela. Era di un marrone scuro, non troppo lunga, con delle insenature sul bordo.
Madeline la abbracciò, ma fu lei stessa ad allontanarsi quando si sentì dire “forza, ora sveglia quell’arpia e vestitevi”
--
Una volta alla stazione, tutti riuniti, Madeline cercò lo sguardo della Signora Blake, che le indicò di parlare con gli altri mentre fingeva di allontarsi.
Mentre sua madre parlava fittamente con sua sorella, lei si avvicino e chiese ad alta voce se poteva parlare a tutti.
La guardavano, e Madeline sentiva come se avesse dimenticato anche come parlare.
“io… ecco, volevo scusarmi.”
“scusarti?” disse sua madre
“si, volevo scusarmi. Per avervi portati qui, per avervi trascinato in questo guaio. Voi.., siete la mia famiglia.” Dovette davvero mettere da parte tutta la sua volontà per dire quelle parole, ma evidentemente non bastavano
“bene, accettiamo le scuse.” Disse fermamente la madre.
“ma ti dico una cosa, Madeline, fin quando non risolverai tutta questa diavoleria, potrai anche essere consapevole di non avere nessuna famiglia. Siamo morti e vivremo solo nella realtà.”
“questa è la realtà, mamma” disse trattenendo le lacrime.
“questo è solamente un sogno perverso, e ora muoviti a risorverlo”
“papà? Non hai niente da dire?” ormai aveva le guance rigate da grossi lacrimoni.
Suo padre, per la prima volta dopo mesi, la guardò in faccia, ma secondo Madeline sarebbe stato meglio se non l’avesse fatto: era deluso. E per Madeline questo era abbastanza.
Prese il suo baule, prese la rincora e si lanciò verso il muro del binario nove e tre quarti, con La testa piena di delusione.
Fu raggiunta da sua sorella qualche minuto dopo, le parlò, evidentemente intenzionata a litigare per la centesima volta quella mattina, e disse: “una volta arrivati in quel manicomio per pazzi, le nostre strade si divideranno. Non voglio più avere a che fare con te” le sussurrò
“stai tranquilla, abigail, di certo tra tutte le persone ad hogwarts io non cercherò te” la lasciò li, mentre iniziava ad incamminarsi verso il treno appena arrivato, fin quando un ragazzino dai capelli neri e piuttosto lunghi le tagliò la strada.
“guarda un po’ dove vai, razza di deficiente!” gli urlò dietro.
Si affrettò ad entrare e cercare un vagone libero, ma non fu così poiché tutti i vagoni furono occupati in meno di un minuto.
Ma, ad un certo punto, da lontano vide un vagone con dentro solo un ragazzo che leggeva un libro, si affrettò a chiedere se poteva prendere posto e quando egli alzò la testa, madeline scorse sul suo viso una grossa cicatrice.
“ehi, si si, siediti pure, io sono Remus Lupin, piacere di conoscerti”
Madeline fu certamente sicura di avere gli occhi a cuoricino in quel momento: uno dei suoi personaggi preferiti, in carne ed ossa avanti a lei.
“io sono Madeline Mills, piacere mio. Che leggi?”
Mentre made cercava di conversare, la porta fu aperta da un altro ragazzo: era biondino, basso e tra le mani aveva tante varianti di dolci magici. A made si illuminarono gli occhi.
“oh, madeline, lui è Peter Minus, l’ho conosciuto solo da qualche minuto” disse Remus.
Il volto di made si oscurò, il solo pensare a quel nome la faceva infuriare, ma decise di non pensarci. Al momento quel ragazzino non era il ratto infame di cui lei aveva letto, si rassicurò in quel modo.
“piacere, vuoi qualcosa?” le propose.
“oh, si, si, grazie” non potette rifiutare. Quante volte aveva sognato di poter gustare una delizia del genere?
Mentre si poneva quella domanda, un trambusto interruppe la quiete del vagone: erano due ragazzi, uno ricciolino e dai capelli e pelle scura, portava gli occhiali. Madeline lo riconobbe subito, James Potter. L’altro invece aveva la pelle chiara, i capelli neri e lunghi e mossi, ma la cosa che più stupì Made, erano i suoi occhi grigi, che proprio come aveva letto, erano profondi e incantevoli.
Sirius Black.
 
capitolo lunghissimo! finalmente abbiamo incontrato i malandrini!
lasciate una recensione, se vi va, si accettano molto le critiche costruttive!!

 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** i malandrini+1 ***


Capitolo 6
“ehy! Io e il mio amico vorremo sederci, possiamo?” chiese il moro mentre si sistemava meglio gli occhiali.
“Non c’è più uno straccio di posto in questo treno!” ribattè l’amico, guardandosi intorno.
Per quanto riguarda Made, lei si sentiva in una bolla, mentre guardava incantata i due ragazzini avanti a lei. Non riusciva a smettere di pensare a quello che stava succedendo: stava assistendo al primo incontro dei malandrini.
“allora Madeline, a te va bene?” le chiese remus, risvegliandola.
“cosa? Oh… si, cioè, va bene” balbettò made, mentre l’occhialuto la ringraziò e si mise al suo fianco, dal lato della finestra e di fronte a remus.
Sirius, invece, aumentò il livello di difficoltà di resistenza di Madeline e s mise esattamente di fronte a lei, scrutandola curioso.
A rompere il silenzio appena nato fu Peter che chiese: “allora, quali sono i vostri nomi?”
“io sono James, James Potter; e voi?”
Dopo Remus e Peter, Made prese l’occasione e si presentò: “il mio nome è Madeline Mills.”
“aspetta, io ti conosco, ci siamo già visti, per caso?” chiese Sirius, che ancora non si era presentato.
“no, non mi pare, no” disse velocemente la ragazza, abbassando lo sguardo sui capelli trattati al meglio del ragazzo di fronte a lei.
“beh, comunque, il mio nome è Sirius, piacere di conoscervi” disse sfrontato
“Sirius…?” chiese esplicativo remus, chiedendo il suo cognome curioso.
“black” mormorò, ma dovette ripeterlo per un'altra volta perché nessuno tra loro lo capì (oltre Madeline, ovviamente)
“Black” ripetè ad alta voce il ragazzo
“Black?” chiese con un sussultò simile a uno squittio Peter.
“beh se non vorrete più essere miei amici, vi assicuro che io non sono come i miei genitori o alt-” mentre si faceva mille problemi, James lo bloccò e disse qualcosa che riuscì a calmare l’area fredda che si era insinuata nel vagone.
“ehy, ehy, ehy, calma amico. Si vede da lontano un miglio che sei diverso dai tuoi genitori, già da come prima gli hai risposto e da come sei vestito, e poi guarda che anche mia madre è una black, ma è la donna più dolce e bella che io abbia mai conosciuto!” tutti puntarono lo sguardo su di lui e annuirono a riguardo, ma tra tutti, quello del diretto interessato era il più pieno di emozioni, in quel momento sapeva di aver trovato dei veri amici.
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“in quale casa volete essere smistati?” chiese James “io sarò di sicuro un Grifondoro, anche mio padre e suo padre prima di lui lo erano!”
“io non lo so, mio padre era corvonero ed è molto probabile che lo sia anche io, anche se mi piacerebbe essere smistato a grifondoro.” Disse remus
“io non ne ho idea, pero spero di essere con voi, ragazzi” disse peter
“tutta la mia famiglia è serpeverde, e penso che ci finirò anche io forse, anche se in realtà mi rispecchio di più in grifondoro!” disse Sirius “e tu Madeline?” continuò, interpellando la ragazza. Lei non sapeva come rispondere, molto spesso aveva sognato di andare ad hogwarts e tutte le volte la casa in cui si rispecchiava di più, era serpeverde. Ma ora, sapendo già come sarebbe andata a finire, il suo unico desiderio era quello di stare con loro, così per non perdere quell’amicizia, che voleva tenersi stretta più di ogni altra cosa.
“io.. non ne ho la minima idea! Molto probabilmente sarò serpeverde, anche se mi piacerebbe molto stare in grifondoro, ma diciamo che l’unica casata che sento più lontana è tassorosso!” rispose lei, facendo ridacchiare di gusto gli altri ragazzi.
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Passarono il tempo a scambiarsi cioccorane e caramelle tutti i gusti+1, e altre dolcezze del genere, fin quando non venne fuori la questione del sangue.
“io sono un mezzosangue, mio padre lavora al ministero mentre mia madre è una semplice babbana.” Disse remus.
“io purosangue” disse james
“si anche io, ma l’avere la camera tappezzata di poster di motociclette babbane fa impazzire mia madre tutte le volte!” disse di seguito Sirius, tutti risero con lui.
In quel momento, Madeline non sapeva cosa dire e quindi disse “io sono una mezzosangue, abito con mia zia.”
“anche io mezzosangue!” rispose peter.
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D’un tratto le risate dei ragazzi vennero bloccate dallo stridolio dei binari, indossavano già le divise, in quanto Made si era assicurata di ricordarglielo.
Un uomo grande e grosso era li che li aspettava alla fermata del treno e urlava “primo anno”. Tutti lo seguirono verso le barche che li avrebbe dovuto condurre verso il castello, che si poneva maestroso avanti ai suoi occhi.
Aveva realizzato il suo sogno, era a hogwarts.
 
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Capitolo 7
*** Tragitto in barca ***


Capitolo 7
Non poteva crederci, tutto ciò che aveva sempre desiderato, era proprio lì: avanti ai suoi occhi e al suo fianco.
Lentamente, fece dei piccoli passi verso il lago. C’era un vento leggero, fresco, che le solleticava il viso. I suoi occhi erano lucidi, mentre il suo sguardo non si spostava dalla bellezza incantante della sua nuova scuola.
Non pensava di poter reggere tutte quelle emozioni a lei sconosciute in così poco: mentre teneva lo sguardo perso nel vuoto, ammirando indirettamente e continuamente il castello, qualcosa dentro di lei le urlava di fermarsi, di mettere un freno, che quella non era la sua missione e che non doveva farsi coinvolgere troppo sentimentalmente. Ma dio, in quel momento era davvero l’unica cosa che avrebbe voluto.
Si sentì toccare una spalla e di scatto, velocemente si girò.
“ehi, tranquilla” era James, che preso alla sprovvista, automaticamente indietreggiò.  
“si, scusa, ero sovrappensiero. Cosa volevi dirmi?” chiese made, mentre si prese qualche secondo per scrutare meglio il ciuffo nero spettinato e gli occhiali tondi dell’undicenne avanti a lei.
“stiamo prendendo una barca per noi quattro, facciamo mettere un posto anche per te, no?” disse gentilmente il Potter.
“certamente! Datemi solo un secondo, vi raggiungo subito.” ribatte Madeline.
James fece un ghigno gentile e corse dagli altri.
Made guardò per un’ultima volta il panorama scuro avanti a se mentre il solito pensiero continuava a infastidirla.
Era così dannatamente sbagliato, ma le sembrava così dannatamente giusto.
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Una volta sulla barca, i futuri malandrini continuavano a parlare del più e del meno, quando a un certo punto, James riportò il momento prima successo con made a galla.
“Made, posso chiederti una cosa? Se non vuoi rispondermi, mi va bene, tranquilla” disse educatamente e con un’ombra di sorriso curioso sulle labbra.
Madeline parve subito capire cosa voleva che lei gli dicesse e, con un movimento veloce di capo e un sospiro, accettò.
“perché prima guardavi così intensamente il castello? Sembravi come persa, e quando ti ho chiamato, non mi hai neanche risposto, a cosa stavi pensando?” chiese.
“ecco… io non avevo mai visto Hogwarts, ne ho sentito parlare, certo, e mi ero fatta anche una mezza idea nella mia mente, ma ha completamente superato le mie aspettative.” Disse con un sospiro armonioso, pentendosi subito dopo ti aver mentito ai suoi nuovi amici. Si rincuorò però, dicendosi che quello che aveva detto non era niente che una mezza verità.
“davvero non avevi mai visto hogwarts?”
“ma mai mai? Neanche attraverso una cartolina?”
“o su qualche libro! Prima hai detto che ti piacciono molto, una curiosa quanto te si sarà sicuramente informata prima!”.
Le voci confuse di Peter, James e per ultimo Siris si addossarono e, mentre da un lato si era alzata un’area di discussione dove tutti e tre i ragazzi prima elencati le chiedevano com’era possibile e vantando la loro scuola (soprattutto James), da un altro lato c’era Madeline che non riusciva più a trattenersi dal ridere, sia dalla felicità sia dalle espressioni indignate dei ragazzi, aveva coinvolto nella sua risata fragorosa anche Remus che la guardava ridendo e scuotendo la testa.
In poco tempo, l’aria di discussione si placò e anche il resto degli altri si unì alla loro risata.
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“quindi, puoi svelarci quest’arcano mistero?” chiese Sirius, usando un tono molto criptico e assottigliando gli occhi.
“non ve l’ho detto? Io non sono inglese, sono americana e, a causa del lavoro dei miei genitori, io e mia sorella ci siamo dovute trasferire, ora abitiamo da nostra zia. Lei mi ha raccontato tantissimo, ma non mi hai mai fatto vedere nulla, se non qualche sua vecchia foto in uniforme ormai ingiallita!” scrollò le spalle, puntandosi nella mente la storiella che aveva creato.
“figo! Hai una sorella quindi… è carina?” come c’era da aspettarsi, a porgerle questa domanda fu Sirius, che la guardava con un sorriso beffardo.
Madeline si alterò e non poco, ma cercò di non dimostrarlo: tra le persone che più odiava, al primo posto spiccava sua sorella Abigail, da tutti considerata perfetta e modello di persona, che la faceva sempre sentire minore e la sbeffeggiava con i suoi migliori amici.
“non te la consiglio, sirius, perché oltre il fatto che è più grande di noi di anni, si crede forse una dea scesa in terra, neanche fosse nimue in persona!” disse con un tono aspro ma calmo, ma marcando il suo nome: prima il back aveva esplicitamente affermato che odiava essere chiamato tale, quindi avrebbero potuto chiamarlo per nome ma, dato che suonava troppo da “vecchia megera” (piccola allusione alla signora black, per cui James e Madeline non riuscivano a smettere di ridere) preferiva farselo accorciare con “sir” o simili.
Il citato alzo le mani al cielo e continuò a fare quel suo ghigno malandrino.
Fortunatamente, Remus anticipò l9 sguardo di fuoco di Madeline e disse “a quanto ho capito, tu e tua sorella non avete un bel rapporto…”.
“già, praticamente ci odiamo”
M prima che Madeline potesse solo continuare, si accorse che erano appena arrivati e che quel piccolo percorso che le era parso eterno, ea durato solo qualche minuto.
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Il mezzogigante li fece mettere a fila per due, e al suo fianco capitò una ragazzina dai capelli rossi e dagli occhi incantevoli. Madeline ci mise poco a riconoscerla e si presentò, ma lei con un tono saccente, alzò lo sguardo e mormorò un “Lily Evans” piuttosto basso.
Neanche il tempo di risponderle (e male) che la professoressa McGranitt le interruppe e fece il suo solito discorso, introducendoli poi alla sala grande.
Quando il portone si aprì, avanti ai suoi occhi vide i quattro lunghi tavoli delle grandi quattro casate molto confusionarie.
Si girò poi dal lato dei professori, dove vide il preside, silente, guardare proprio lei, per poi farle un sorrisino d’incoraggiamento, che made veramente apprezzò, ricambiando con uno più pieno.
La professoressa di trasfigurazione iniziò a spiegare le caratteristiche delle case e poi, dopo l’inascoltabile canzone che tutti sembravano sapere a memoria del cappello parlante, iniziò lo smistamento.

E Madeline non era per niente pronta.


 
 buonasera a tutti! so che ci ho messo tempo ad aggiornare ma con la scuola e tutto il resto era praticamente impossibile. 
so che la storia si sta svolgendo abbastanza lenramente, dato che siamo al settimo capitolo e questa ancora non si è neanche smistata! ma vi dico che queste cose molto elaborate mi serviranno più avanti per intensificare i loro rapporti e cose del genere, prometto che gia dal prossimo capitolo la storia andrà piu veloce e lineare.
kisses, a.
 
 
 

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