Tutto cominciò con un'estate strana

di lagertha95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I ***
Capitolo 3: *** II ***
Capitolo 4: *** III ***
Capitolo 5: *** IV ***
Capitolo 6: *** V ***
Capitolo 7: *** VI ***
Capitolo 8: *** VII ***
Capitolo 9: *** VIII ***
Capitolo 10: *** IX ***
Capitolo 11: *** X ***
Capitolo 12: *** XI ***
Capitolo 13: *** XII ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ed eccoci qui, a sfogliare un altro album fotografico in cui realtà e finzione si mescolano a formare un pot-pourri di roba dall’odore dolceamaro molto simile a quelli che si mettono nei cassetti per profumare i panni.
Siccome io non sono una persona ordinata, anzi, sono piuttosto caotica e tendo a saltare qua e là come una ranocchia, questa raccolta di (penso) drabbles sarà fatta allo stesso modo: scatti estemporanei senza una linea cronologica da seguire che racconteranno, almeno spero, un rapporto che dondola perennemente in bilico tra l’amicizia di una vita e qualcosa (ben poco chiaro) di più.
Maya ed Aureliano sono nati e cresciuti praticamente insieme, anime affini capaci di capirsi con una sola occhiata, complementari come lo yin e lo yang. Abituati, potrei dire, ad aversi l’un l’altra e per questo incapaci, a volte, di comprendere l’effettiva importanza che ricoprono nella vita dell’altro.
Alcune drabbles avranno come titolo o come “prompt aggiuntivo” quelle “parole intraducibili” che da un anno a questa parte hanno deciso di infilarsi nella mia vita rendendola più incasinata e al tempo stesso più chiara.


Tutto cominciò con un’estate strana

 

Maya ed Aureliano si conobbero che nessuno dei due aveva superato l’anno di età. Le loro madri, stese sull’asciugamano, li guardarono avvicinarsi. O meglio, le loro madri osservarono Aureliano avvicinarsi a gattoni stentati a Maya che, tranquilla e sola, giocava con la sabbia.
Fu, nei limiti delle possibilità di due quasi neonati, un’estate decisamente strana, fatta di combinazioni e incontri al parco, in spiaggia, alla sagra di paese…
Da lì era stato un susseguirsi di altre coincidenze che avevano voluto che i bambini si trovassero insieme al nido, alla materna e alle elementari e poi di conseguenza, in virtù di un’amicizia nata praticamente con loro, frequentassero anche le medie e le superiori nella stessa classe, compagni inseparabili di banco, separandosi per modo di dire soltanto all’università, quando finirono per scegliere indirizzi diversi della stessa facoltà.
Tutti, nessuno escluso, si erano chiesti una volta almeno nella vita come facessero ad essere amici due personaggi di quel calibro, così diversi in tutto tranne che nell’aspetto fisico, ma nessuno aveva mai trovato una risposta soddisfacente.

I. Addio
 
Prompt 1: L’ultimo abbraccio;
Prompt aggiuntivo - Viraha: la consapevolezza dell’amore che arriva nel momento della separazione, rendersi conto di amare una persona soltanto poco prima della sua (o vostra) partenza o di una separazione più o meno inevitabile.
 
La lasciò andare un attimo prima che il capotreno fischiasse e che le porte del treno si chiudessero alle sue spalle abbandonandola sulla banchina, le rubò un ultimo bacio a fior di labbra prima di sciogliere quell’abbraccio che sapevano entrambi essere l’ultimo. Le spalle gli si curvarono e il sorriso scivolò via dalle sue labbra. Un pezzetto di cuore, quello che non gli apparteneva più da tanto, troppo tempo ormai, salì con lei sul treno e lui si limitò ad osservarli allontanarsi insieme, come sempre.
[85]
 
II. Conquiste
 
Prompt 2: “Potresti abbracciarmi?”
 
Con costanza, dopo quasi vent’anni di amicizia, si era arrogato il diritto di poterla toccare senza rischiare il taglio delle mani.
Addirittura capitava, poche volte e generalmente nei casi di crisi mistica che la coglievano, che fosse Maya stessa a chiedergli un contatto più profondo.
Come quella sera in cui, semisdraiati su un lettino in riva al mare, lei sbronza marcia e appena lasciata dal primo amore, gli aveva chiesto di stringerla e lui l’aveva abbracciata.
[75]
 
III. Caution!
 
Prompt 3: Un quasi abbraccio
 
Si era fermato appena in tempo, giusto un attimo prima di chiuderle le braccia intorno alle spalle e varcare quel confine che - lo sapeva - l’avrebbe fatta irrigidire: era ancora troppo presto perché Maya si lasciasse toccare, le ferite troppo fresche perché si lasciasse curare senza ringhiargli addosso. Con noncuranza riportò le proprie braccia lungo il corpo, scrutato dallo sguardo nero e torvo dell’amica di sempre, sorridendo innocente come a dire “Ehi, guarda che non stavo facendo niente!”, limitandosi a sedersi di fianco a lei a guardare il mare.
[90]
 
IV. In bilico
 
Prompt 4: Immaginare un abbraccio
 
Da ragazzino Aureliano si era chiesto mille volte cosa si dovesse provare ad abbracciarla, che odore avrebbe lasciato sui suoi vestiti il suo corpo di ragazzina senza forme, amica di sempre eppure diversa.
Aveva tentato di immaginare cosa avrebbe provato nello stringerla, lei che da sempre era al tempo stesso abbastanza vicina da poter essere sfiorata e abbastanza lontana da non essere ingabbiata in un abbraccio, ma non ci era mai riuscito perché lei restava lì, in bilico, sempre pronta a scappare.
[82]
 
V. Arrocco
 
Prompt 5: “Tutto quello di cui avevo bisogno, era solo un tuo abbraccio”
 
«Tutto quello di cui avevo bisogno era solo un tuo abbraccio!» gli urlò Maya, gli occhi pieni di lacrime che pure restavano ferme sulla rima inferiore, spaventate forse dalla rabbia che la ragazza emanava quasi fosse calore.
Aureliano si mosse in un arrocco da manuale, scambiando il re con la torre, difendendosi attaccando perché voleva sentirselo dire che aveva bisogno di lui, perché ci sperava che si fosse accorta che qualcosa stava cambiando.
«Tu non vuoi mai abbracci! Cos’è cambiato questa volta?»
[82]

 

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Capitolo 2
*** I ***


VI. Quinto senso e mezzo
 
Prompt 6: L’abbraccio di un traditore

Aureliano aveva guardato con sospetto, fin da subito, quel ragazzo che a suon di sorrisi e moine leziose aveva ammorbidito Maya. Per carità, poteva benissimo darsi che fosse il suo essere protettivo nei confronti dell’amica a fargli storcere il naso, ma Aureliano si era sempre fidato del suo istinto e quel quinto senso e mezzo – tanto per citare il suo personaggio dei fumetti preferito – urlava da giorni “TRADITORE!”.
E fu così che un pomeriggio di maggio lo vide abbracciare – nello stesso identico modo in cui abbracciava Maya – una ragazza mingherlina e bionda appena fuori da un cinema.
[101]

 
VII. Prime volte
 
Prompt 7: Abbraccio impacciato

Aureliano ricordava con esattezza il primo abbraccio di Maya, quello partito da lei.
Avevano tredici anni e lui si stava tenendo il naso sanguinante a causa di una pallonata. Braccia magre e muscolose al contempo si erano strette intorno alle sue spalle mentre Maya, piccolo gufo tremante, gli si era seduta dietro sul marciapiede, allargando le gambe e poggiandogli la guancia sulla schiena.
Impacciata e a disagio, Aureliano aveva distinto la fatica di Maya nell’abbracciarlo, così aveva sorriso ed era rimasto fermo immobile godendosi quel calore improvviso.
[87]

 
VIII. Svelarsi
 
Prompt 8: “Abbracciarti non era proprio nelle mie intenzioni”

Ubriaca fradicia, Maya gli si era praticamente gettata addosso.
Col naso sprofondato nel collo dell’amico, la ragazza aveva cominciato a biascicare cose che Aureliano non aveva capito, ma che aveva tutta l’impressione fossero importanti.
Le braccia di Maya gli avevano circondato la vita, il viso era sceso accoccolandosi all’altezza del petto così da avere il capo esattamente sotto il mento – e le labbra – dell’amico.
Poi un biascichio meno indistinto era risuonato nella stanza buia.
«Abbracciarti non era proprio nelle mie intenzioni, ma avevo bisogno di sentirmi a casa.»
[90]

 
IX. Cocci in battigia
 
Prompt 9: “Odio gli abbracci.”
Prompt 10: Abbracciarsi mentre si è arrabbiati

«Odio gli abbracci.» disse lei, il visino da bambina imbronciato.
«Lo so.» rispose lui circondandola con le braccia e intrecciando comunque le dita poco sotto il punto vita.
Tutta la rabbia scivolò via quasi fosse pioggia sui vetri, portando via con sé le motivazioni – idiote e quasi dimenticate – di quel litigio e lasciando, sulla battigia umida, due ragazzi abbracciati che, in silenzio e cullati dal rumore delle piccole onde infrante sulla riva, cercavano di rimettere insieme i cocci.
[80]

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Capitolo 3
*** II ***


XI. Vuota
 
Prompt 11: Abbracciare qualcuno che piange

Maya piangeva disperata. I singhiozzi, pieni di rabbia e odio e rancore, le scuotevano le spalle larghe di chi si è sempre fatto carico di tutto e adesso si trova a fare i conti col vuoto.
Aveva trent’anni, i capelli corti e riccioluti, il naso grondante e gli occhi gonfi di chi piange da ore per aver perso tutto o quasi. Aureliano, come sempre, silenzioso al suo fianco l’ascoltava odiare.
Poi fu troppo, per entrambi e Maya si rifugiò in quell’abbraccio che era sempre pronto per lei e si lasciò stringere, continuando a piangere.
[94]

XII. Equilibristi
 
Prompt 12: “Potrei quasi abbracciarti.” “Potrei non desiderare altro.”

Non si sbilanciavano quasi mai, sempre tesi a ricercare l’equilibrio tra loro come fossero equilibristi su una fettuccia sospesa.
Ma ogni tanto accadeva – dopo una sbornia, dopo una rottura, dopo un litigio – che uno dei due si facesse sfuggire una parola, una frase, un gesto in più. Quella volta fu Maya a farlo, tra uno sbuffo di fumo e un sorso di birra sul mare.
«Potrei quasi abbracciarti.»
Maya si sistemò meglio al fianco di Aureliano, incastrandosi sotto la spalla e mettendogli le gambe addosso.
«Potrei non desiderare altro.»
L'abbracciò stretta, prendendola praticamente in braccio, godendo del calore e dell'odore di chi rappresentava casa.
[106]

XIII. Libro aperto
 
Prompt 13: Un abbraccio non-abbraccio

Maya, purtroppo o per fortuna, era una persona facilmente leggibile. Aureliano, nel mondo, era la persona che la sapeva comprendere meglio, anche solo dall’inclinazione – scettica, il più delle volte – di un sopracciglio.
Così quando le presentò Nora, espansiva compagna di università che le si buttò praticamente addosso per abbracciarla, la non-stretta di Maya intorno alle spalle magroline dell’altra fece scappare una risatina ad Aureliano, che ottenne in risposta uno sguardo interrogativo e uno fulminante.
[76]

XIV. Passo a due
 
Prompt 14: Prendere qualcuno tra le braccia

Stupidi. Ecco come sarebbero apparsi al resto della gente che in quei due che ridevano, l’una nelle braccia dell’altro, non avrebbero visto altro che due adulti fuori luogo. Ma non importava ad Aureliano e non importava a Maya, dello sguardo che gli avrebbe riservato il mondo inconsapevole di quello che c’era tra loro. Sulle note di un tango, scoordinati come erano sempre stati – nel ballo, nella vita, negli amori – Maya si lasciò andare, Aureliano le fece fare un casquè e risero insieme fino a non avere più fiato, ritrovandosi sull’uscio di casa a tentennare felici, tenendosi stetti tra le braccia.
[102]

XV. In somno veritas
 
Prompt 15: Abbracciare una persona nel sonno

Maya era decisamente meno rigida, quando dormiva: sbavava, russava leggermente e soprattutto si muoveva un sacco, in modo disordinato, rotolandosi nelle lenzuola alla ricerca di calore.
Aureliano lo aveva scoperto che aveva dieci anni, durante uno dei tanti sabati passati insieme a guardare film e mangiare schifezze.
Il suo sonno leggero gli aveva permesso di godere dello stretto abbraccio dell’amica quella volta e aveva continuato a farlo. Dormivano così da più di dieci anni, con Aureliano che faceva attenzione a svegliarsi sempre un po’ prima per sciogliere l’abbraccio e far finta di niente.
Gli restava però l'odore di Maya sulla maglia, silenzioso testimone di quell'avvicinarsi involontario e spontaneo.
[108]

 

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Capitolo 4
*** III ***


XVI. Cinque minuti
 
Prompt 16: Svegliarsi abbracciati

Era successo una sera di dicembre post-sessione, in cui entrambi si erano ritrovati troppo stanchi per dormire nei propri letti di coinquilini fuori sede.
Col sonno pesante di chi è spossato si buttarono sul letto di Maya e lì rimasero, dormienti, fino al mattino.
Il sole filtrava dalle imposte lasciate aperte, picchiettando con un raggio sul naso lentigginoso di Maya che aprì gli occhi sbattendo più e più volte le palpebre, trovandosi stretta tra le braccia di Aureliano.
“Solo altri cinque minuti, per una volta che male c’è?”
[88]

XVII. Comprendersi
 
Prompt 17: Desiderare un abbraccio, ma non chiederlo

Maya non chiedeva mai, ma Aureliano sapeva perfettamente quando avrebbe voluto farlo e di solito l’anticipava. Ma quella volta restò fermo immobile, niente braccia aperte, niente piccoli passi verso di lei che si era abituata a non sforzarsi.
La osservò con la coda dell’occhio avvicinarsi piano, cerbiatta spaurita in cerca di calore. La osservò sederglisi di fianco, le ginocchia al petto e il mento sulle ginocchia, inclinare il capo fino a poggiarlo sulla spalla.
Il braccio destro di Aureliano si allungò automaticamente ad avvolgere le spalle larghe di Maya senza che una sola parola uscisse dalle labbra sottili della ragazza.
[100]

XVIII. Disgelo
 
Prompt 18: Abbracciarsi per ripararsi dal freddo

A Maya la neve non piaceva, non troppo almeno.
Seduta sul davanzale della finestra osservava i fiocchi cadere impietosi ricoprendo tutto col loro gelido e ingannevole candore.
Si strinse le braccia fasciate dalle maniche di lana pesante del maglione intorno al corpo nel tentativo di riscaldarsi.
Jonas la raggiunse, l’avvolse in un abbraccio pieno di un amore che Maya sapeva di non riuscire – non ce l’avrebbe mai fatta – a ricambiare.
Chiuse gli occhi, immaginò che fosse Aureliano a stringerla.
Solo allora sentì una fiammella accenderlesi nel petto e il gelo che l'avvolgeva iniziare a sciogliersi.
[97]

XIX. Titanic
 
Prompt 19: “Non ti abbraccerò” “Per piacere, stai morendo dalla voglia di farlo.”

Maya marciava impettita verso la prua della nave, rabbiosa, pestando i piedi, bambina capricciosa a cui avevano fatto uno sgarbo.
Aureliano la seguiva con passo indolente, guardandosi intorno. La conosceva troppo bene per non sapere che quell’arrabbiatura – come tante altre – sarebbe scomparsa in breve tempo come la scia della nave nell’acqua dietro di loro.
Quando la raggiunse trovò che assomigliasse a una irosa Rose di Titanic.
«Non ti abbraccerò.» mise avanti le mani Aureliano, mettendosi di fianco a lei e guardando davanti a sé.
La risposta di Maya si limitò a un sussurro che strappò ad entrambi un sorriso complice.
«Per piacere, stai morendo dalla voglia di farlo.»
[110]

XX. Cafunè
 
Prompt 20: Addormentarsi sulla spalla di qualcuno
Cafuné: accarezzare la chioma della persona amata facendo scorrere le dita tra i capelli. 

Aureliano adorava quando Maya si lasciava andare a piccoli teneri gesti affettuosi che, proprio perché rari – e proprio perché provenienti da lei – acquistavano ancora più valore.
Quello che più gli piaceva era quando lei gli carezzava distrattamente il capo, passando delicatamente le dita tra i capelli corti, i polpastrelli sulla cute. Si rilassavano entrambi, lei carezzandolo, lui facendosi carezzare fino ad addormentarsi, la testa poggiata sulla spalla di lei.
[71]

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Capitolo 5
*** IV ***


XXI. 25 luglio 1990
 
Prompt 21: Il primo vero abbraccio

Ultimamente a Nadia, la madre di Aureliano, era presa la fissa di sfogliare i vecchi album fotografici che conservava, perfettamente in ordine, della grande libreria in salotto.
Fu così che un pomeriggio di ottobre, mentre fuori imperversava la tempesta, ad Aureliano e Maya fu presentata una prova inconfutabile.
Due anni, costumino giallo entrambi con pannolone evidente sotto. Maya attaccata al collo di Aureliano, intenta a lasciargli un bacio bavoso sulla guancia.
Didascalia: 25 luglio 1990, primo vero abbraccio.
[78]

XXII. Cwtch
 
Prompt 22: “Tra le sue braccia… era possibile morire.”
Cwtch (Galles): non un semplice abbraccio, non un abbraccio qualsiasi, ma un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro, quel luogo in cui ci sentiamo veramente a casa, tra le braccia della persona amata.

Tanti anni dopo, nella solitudine di una casa spersa sulla costa settentrionale del Portogallo, una Maya più vecchia stava compostamente seduta sulla sua poltrona preferita. Il fuoco scoppiettava nel caminetto e il libro che teneva tra le mani veniva di tanto in tanto sfogliato.
Un bussare leggero alla porta la fece riscuotere e il cuore le impazzì nel petto nonostante i tanti anni: avrebbe riconosciuto quel tocco sempre, al di là dello spazio e del tempo.
Non aprì neanche completamente la porta. Aureliano la strinse tra le braccia e Maya, sentendosi completa, pensò che tra le sue braccia… tra le sue braccia era possibile morire.
[105]

XXIII. Voragine
 
Prompt 23: Abbracciarsi dinanzi a un fuoco

Dall’altra parte del falò, su quella spiaggia isolata e umida, intrappolata tra il mare e la scogliera, Maya guardava Nora e Aureliano abbracciarsi teneramente, guardandosi ogni tanto negli occhi, scambiarsi piccoli tocchi leggeri come la schiuma delle onde che si raccoglieva sulla battigia umida.
Per la prima volta in vita sua Maya provò una fitta dolorosa al petto, una fitta che le tolse il fiato e le strappò una lacrima – una sola – che cadendo formò una piccola buca sulla sabbia, falso specchio della voragine che si stava scavando nel suo cuore.
[93]

XXIV. Estranei
 
Prompt 24: Un abbraccio gelido

La falsità di quell’abbraccio Maya l’avrebbe percepita in un attimo se non fosse stata così accecata dalla rabbia e dalla voglia di vendetta da buttarsi tra le braccia del primo capitato.
Ferita, in qualche modo tradita, non aveva esitato ad accettare il drink e poi il passaggio a casa di quel tipo conosciuto al bar dove aveva piantato in asso Aureliano.
Ma aveva freddo e quell’abbraccio non riusciva a scaldarla.
[70]

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Capitolo 6
*** V ***


XXV. Per lui
 
Prompt 25: Abbracciare un animale
 
Maya non amava particolarmente gli animali, “Sono sporchi” diceva guardando il cane, la lucertola, il pappagallino che, di volta in volta, Aureliano le metteva di fronte. Aureliano, di contro, amava ogni creaturina – viscida, pelosa, nuotante, svolazzante – che esistesse.
Però Maya, in un certo qual modo, amava Aureliano e per lui – e per una scommessa che non voleva perdere – abbracciò un ragliante asinello, molto carino tra l’altro, che gironzolava nei pressi dell’appartamento irlandese che avevano affittato per quella loro ennesima vacanza insieme.
[85]
 
XXVI. Per lei
 
Prompt 26: Stringere tra le braccia un peluche
Prompt 27: Stringere al petto un cuscino
 
Da bambino Aureliano aveva un peluche, un peluche a forma di coniglietto a cui teneva tantissimo. D’altronde a sei anni un peluche può rappresentare l’ultimo baluardo di protezione dalla miriade di mostri che abitano sotto i letti o dentro gli armadi.
Di contro, Maya era abituata a dormire senza niente, perché il suo letto non aveva un sotto dove i mostri potessero nascondersi e l’armadio lo teneva illuminato tutta la notte.
Per lei, che inizialmente non riusciva a dormire in un letto diverso dal suo, Aureliano rinunciò al suo peluche e si rassegnò a dormire abbracciato a un cuscino.
[99]
 
XXVIII. Caffè
 
Prompt 28: “Non lo merito un abbraccio?”
 
A Maya non piaceva l’espresso.
A Maya piaceva solo ed esclusivamente la moka e fatta in un certo qual modo: un po’ di zucchero nella polvere, così che quando fosse salito il caffè sarebbe stato già zuccherato. Non beveva caffè che non fossero fatti così, con estremo disappunto di Aureliano a cui il caffè piaceva amaro – “Come il veleno” diceva lei, “Come la vita” rispondeva lui – ma alla fine si arrendeva e ogni domenica mattina, come nella più classica delle gag, Aureliano le metteva davanti una tazzina di caffè fatto secondo i dogmi di Maya e, sorridendo sornione, le chiedeva: «Non lo merito un abbraccio?»
[107]
 
XXIX. Mateus
 
Prompt 29: Staccarsi da un abbraccio
 
Aureliano l’aveva guardata nascondendo un sorriso sotto gli appena accennati baffi e cercando di soffocare, senza riuscirci granché, una di quelle sue risate tipicamente grasse che facevano ogni volta innervosire Maya, ma vederla tentare – inutilmente – di liberarsi dalla stretta delle braccia grassocce di Mateus, un bambinetto lentigginoso e dai capelli rossi, lo faceva ridere troppo.
«Ti odio…» avrebbe aggiunto poi, una volta riuscita a staccarsi da quell’abbraccio.
[68]

 
XXX. Silenzio
 
Prompt 30: Abbraccio soffocante
Prompt 31: Abbracciare la morte
 
Maya tremava affacciata al ponte, gli occhi sgranati e pieni di lacrime che non riuscivano, nonostante tutto, ad uscire.
Aureliano arrivò correndo, il fiatone che quasi lo costrinse in ginocchio una volta fermo. Quasi, perché Maya gli si gettò tra le braccia e lo strinse in un abbraccio che gli tolse il fiato, un abbraccio soffocante che gli disse tutto quello che Maya non riuscì: che aveva avuto paura, che si era quasi arresa, che aveva aperto le braccia per accogliere la signora con la falce quando una carezza sul viso si era trasformata in un pugno che le aveva sfiorato la tempia.
[110]

 

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Capitolo 7
*** VI ***


XXXII. Tremore
 
Prompt 32: “Ho paura di sfiorarti”
 
Maya era diventata come un animale selvatico. Permetteva soltanto ad Aureliano di starle accanto, ma neanche lui poteva toccarla. Fu come ricominciare di nuovo da zero, piccoli passi, sfioramenti timorosi.
Alla fine però fu lei ad abbattere il muro che aveva costruito, a oltrepassare il mucchio di calcinacci e ad avvicinarsi ad un Aureliano tremante che, nello stringerla, le sussurrò all’orecchio «Ho paura di sfiorarti, non voglio farti del male…»
[72]
 
XXXIII. Annunci
 
Prompt 33: L’abbraccio più amaro
 
Maya ricordava perfettamente l’attimo in cui lo aveva perso definitivamente.
Era il 23 aprile, aveva annunciato ad Aureliano che si sarebbe sposata, che Marcus le aveva fatto la proposta. Aveva mostrato felice la mano con l’anulare fasciato da una sottile riviera d’oro rosa, ma non aveva ricevuto nessun sorriso né delle congratulazioni in risposta. Solo un abbraccio, con il tavolino in ferro battuto del bar nel mezzo. Un abbraccio che sapeva di perdita, un abbraccio così amaro e che conteneva così tante cose non dette da essere assordante.
[88]
 
XXXIV. Assenza
 
Prompt 34: Un abbraccio che non sa di nulla
 
Condoglianze.
Aureliano lo sentiva ripetere da ore in quella stanza vuota e fredda. Abbracci insipidi, indesiderati, di persone anonime, abbracci che rendevano ancora più palese l’assenza dell’unica persona che avrebbe voluto avere accanto in quel momento, l’unico abbraccio che avrebbe riempito quel vuoto che sentiva allargarsi sempre più e rischiare di inghiottirlo.
[52]
 
XXXV. Impaccio
 
Prompt 35: Non saper abbracciare
Prompt 38: “E tu questo lo chiami un abbraccio?”
 
L’aveva presa in giro per giorni – “E tu questo lo chiami un abbraccio?” le aveva detto ridendo – e lei si era imbronciata, mantenendo la stessa espressione corrucciata finché lui non l’aveva stretta e, continuando a ridere, le aveva guidato le braccia intorno al proprio collo.
«Non importa se non sai abbracciare, a me piace come lo fai.»
[57]

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Capitolo 8
*** VII ***


XXXVI. Nuovo
 
Prompt 36: Sperimentare un abbraccio
 
Aureliano aveva sperimentato una miriade di abbracci e di ognuno aveva portato con sé le sensazioni che gli avevano trasmesso: fastidio, affetto, rabbia, voglia di sesso…
Maya quella sera era strana: aveva bevuto, ma non così tanto da essere ubriaca. Eppure quando l’aveva abbracciato Aureliano aveva percepito un’emozione strana – stomaco stretto, gola secca, cuore impazzito – e nuova che aveva reso quell'abbraccio una novità assoluta tra loro. Novità che era culminata con uno sfiorarsi di labbra.
[77]
 
XXXVII. Insensibile
 
Prompt 37: “Non ho mai abbracciato nessun essere vivente, prima d’ora”
 
Maya era sempre stata strana e aveva sempre avuto strane e inaspettate reazioni che, generalmente, Aureliano si aspettava. Non quella volta però, quando aveva visto il tentativo di fumetto che la ritraeva come un’androide - «È evidente che sia io!» aveva gridato furiosa - nella cui nuvoletta c’era scritto “Non ho mai abbracciato nessun essere vivente, prima d’ora”.
[59]
 
XXXIX. Zorba
 
Prompt 39: Stringere a sé un cadavere
 
Che non fossero capaci, Aureliano soprattutto, di metabolizzare le perdite era stato chiaro fin da subito, quando entrambi scoppiavano a piangere disperati nel buttare via un paio di scarpe consunte. Per quello le loro madri avevano guardato con scetticismo il gattino adottato quando erano finiti a fare i fuorisede.
Adesso Maya piangeva disperata a singhiozzi rumorosi trasformando una scatola di Jimmy Choo in una bara per Zorba e Aureliano aveva il viso rigato da lacrimoni mentre ne stringeva il corpicino ormai esanime.
[82]
 
XL. Constatazioni
 
Prompt 40: Abbraccio pre-omidicio
Prompt 41: Accoltellare qualcuno durante un abbraccio
 
Aureliano non aveva mai capito – e non lo avrebbe mai fatto – quegli abbracci traditori che tanto andavano nei film, quelli tipo mafioso, quelli simili a baci di Giuda a cui necessariamente seguiva l’assassinio del tipo abbracciato.
Maya invece, durante l’ennesima serata passata a guardare film in cui le cose andavano esattamente in quel modo, sbottò dicendo «Scusa eh, ma secondo te è più facile accoltellare qualcuno a distanza oppure piantargli una lama liscia nel costato mentre lo si abbraccia?»
[81]

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Capitolo 9
*** VIII ***


XLII. Scudo
 
Prompt 42: Mentire durante un abbraccio
Prompt 43: Sussurrare qualcosa durante un abbraccio
Prompt 63: L’abbraccio consolatorio di un amico
 
A dodici anni, anche se il corpo dice il contrario, si è sempre bambini e mai come in quel fine febbraio fu chiaro a Maya che si trovò ad avere il ciclo in perfetta sincronia con la finale regionale.
Colata rossa guidata lungo le cosce magre dalle gocce d’acqua clorata che si andò a depositare i suoi piedi, tremore vergognoso di bambina non pronta ad essere donna.
Abbraccio inaspettato di un amico che la coprì col suo accappatoio sussurrando all’orecchio «Non ti preoccupare, nessuno ha visto nulla.»
[87]
 
XLIV. Nella luce
 
Prompt 44: Non riuscire a staccarsi da un abbraccio
 
Sulla soglia in pietra grigia di quella casa appollaiata su una scogliera due figure rimanevano lì, abbracciate strette, le sagome delineate dalla luce calda dell’interno della casa.
Abbracciate varcarono la soglia, abbracciate si sedettero sul divano e solo allora lei alzò il capo, avvicinò il viso a quello di lui e gli sussurrò di non lasciarla andare mai più, che il tempo perso era già stato tanto.
[67]
 
XLV. Odi et amo
 
Prompt 45: Abbracciare una persona odiata
 
L’uno per l’altra erano la persona più amata e più odiata allo stesso tempo. Lo avevano fatto per così tanto tempo da essere diventata abitudine. Si amavano al punto di non riuscire ad ammetterlo – né a sé né all’altro – e si odiavano con la stessa intensità proprio in virtù di quella mancata ammissione.
Mi hai lasciata andare.
Non mi avresti permesso di trattenerti.
Ti odio.
Anche io. Ma ti amo anche.
Anche io.
[75]

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Capitolo 10
*** IX ***


XLVI. Vaniglia
 
Prompt 46: “Avrei bisogno di un abbraccio”
 
Stretta soffocante profumata di vaniglia.
Maya aveva imparato col tempo a lasciarsi andare, almeno con Aureliano. Non che lo abbracciasse a caso, per carità, eppure bastava qualcosa, anche un cenno, un battito di ciglia, che dicesse “Avrei bisogno di un abbraccio” e Maya diventava una coperta avvolgente, calda e profumata che si drappeggiava senza sforzo intorno alle spalle magre dell’amico.
[60]
 
XLVII. 379
 
Prompt 47: Non potersi abbracciare
 
379 km. I numeri digitali lampeggiavano sul display della vecchia Volvo che Maya aveva comprato dando un nome falso durante una fuga di cui nessuno, neanche Aureliano, non del tutto almeno, era al corrente.
Quella notte, la prima di tante solitarie e torturanti notti, la cosa che a Maya mancò di più fu la stretta delle braccia di Aureliano. Quel non potersi abbracciare le dilaniava il cuore.
[67]
 
XLVIII. Domande senza risposta
 
Prompt 48: Abbraccio di mamma
 
Claudia abbracciò Aureliano sprofondando il viso terribilmente simile a quello di Maya nella spalla del ragazzo.
«Dimmi che sai dov’è, ti prego…» singhiozzò in preda al panico. «Se qualcuno sa dov’è, quello sei tu…»
Ma Aureliano non sapeva come rispondere, non poteva farlo, così sprofondò a sua volta in quell'abbraccio di madre disperata che era l’ultima cosa che gli riportava a mente lei.
[64]
 
XLIX. Contatti sbagliati
 
Prompt 49: “Quando mi abbracciò capii che era solo un amico.”
 
Non gli aveva più raccontato nulla di quel tipo conosciuto ad una presentazione di un libro, così Aureliano, nel bel mezzo di un pomeriggio estivo che stavano passando sul letto di lui a mangiare gelato e guardare film, decise di chiedere.
«Ma con…com’è che si chiama?»
«Christopher e so perfettamente che non ti piace, non affannarti a chiedere cose che non ti interessano.» rispose Maya lanciandogli un’occhiataccia. «Comunque niente, non è andata, quando mi ha abbracciata appena prima di provare a baciarmi ho capito che era solo un amico.»
[89]
 
L. Pezzi di un puzzle
 
Prompt 50: Avvinghiarsi a qualcuno
 
Baci umidi e passionali. Vaniglia e sandalo mescolati nell’aria scaldata dal caminetto acceso. Vestiti seminati sul pavimento come maschere tolte e corpi nudi che si cercano come poli opposti di calamite. Morsi e graffi a marcare un territorio mai stato realmente di altri.
Maya e Aureliano, avvinghiati sulla pelle del divano, in quella casa sperduta a nord, si sentirono finalmente completi.
[61]

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Capitolo 11
*** X ***


LI. Adolescenza
 
Prompt 51: Abbracciare qualcuno che puzza
 
«Tu puzzi!» esclamò ridendo Maya abbracciando un sudatissimo e nel pieno dell’adolescenza Aureliano.
Eppure, quando rosso paonazzo provò a districarsi da quello che era uno dei rari – e importanti – abbracci spontanei dell’amica, Maya lo tirò a sé, lo avvolse più stretto e gli strofinò il naso sul collo.
«È il tuo odore, non lo cambierei mai con quello di nessun altro.»
[63]
 
LII. Mia
 
Prompt 52: “Sei un orsetto”
 
Riccia e mora com’era, Maya non poteva dirsi una ragazza priva di peluria. Anzi. E come ogni ragazzina avrebbe cominciato ad andare dall’estetista a quattordici o quindici anni, se non fosse stato per un amorevole amico d’infanzia che, ad appena dodici, aveva iniziato a prenderla bonariamente in giro paragonando la propria inesistente peluria con quella di lei.
«Sei proprio un bellissimo orsetto, Maya!»
Il mio piccolo orsetto, avrebbe aggiunto poi.
[70]
 
LIII. Esplicitare
 
Prompt 53: “Vieni qui e dammi un abbraccio.”
Cheiro no cangote: strofinare la punta del naso sul collo della persona amata
 
Non avevano bisogno di parole per capirsi. Non ne avevano mai avuto bisogno nonostante ci fossero voluti anni per arrivare a capire cosa fosse celato nei loro cuori impazziti.
Nessuno dei due però voleva più lasciare le cose a caso, sottoposte a interpretazioni che potevano essere sbagliate.
Così Aureliano allargò le braccia e le sorrise.
«Vieni qui e dammi un abbraccio.»
E Maya ci si tuffò, si lasciò avvolgere e annusò, strofinando il naso sul collo di Aureliano, quello che per lei era e sarebbe sempre stato odore di casa.
[90]
 
LIV. Stazione
 
Prompt 54: Dirsi addio con un abbraccio
 
Faceva male e Maya non ricordava di aver mai provato un dolore simile, neanche quando si era rotta la gamba cadendo da cavallo o quando una borsite all’anca l’aveva costretta ad essere sballottata a destra e a manca come un sacco di patate.
Le sembrò di sentire distintamente un pezzo di cuore staccarsi e restare lì, sulle labbra e tra le braccia di Aureliano, in quella stazione di provincia dove non erano altro che due ragazzi sconosciuti.
[77]
 
LV. Geco
 
Prompt 55: Saltare al collo di qualcuno
 
Nonostante tutti i suoi sforzi, c’era una cosa che proprio Maya non sarebbe mai riuscita a superare. Aureliano osservò la scena come al rallentatore: Maya notò il geco, il geco si staccò dal muro e cadde sul braccio nudo della ragazza che, come fosse stata caricata a molla, saltò al collo dell’amico in preda a una crisi di panico con i controfiocchi.
[62]

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Capitolo 12
*** XI ***


LVI. Acquazzone estivo
 
Prompt 56: Abbracciarsi dopo molto tempo
Prompt 57: Un abbraccio prima di partire
 
Maya fuggiva spesso. Prendeva un treno – il primo la cui partenza fosse annunciata alla stazione – e scendeva al capolinea. Stava via qualche giorno, in completa solitudine, mandando un messaggio ad Aureliano con scritto “Tutto bene, torno tra un paio di giorni”. A volte lasciava che lui l’accompagnasse alla stazione e l’abbracciasse sul binario, appena prima della chiusura delle porte.
Quell’ultima fuga era durata un po’ di più di qualche giorno e riabbracciarsi dopo così tanto tempo era stato come un acquazzone estivo: improvviso, ma necessario.
[87]
 
LVIII. Amarena
 
Prompt 58: Abbracciarsi nonostante il caldo
Prompt 59: Accoccolarsi a qualcuno
Prompt 60: Mangiare un gelato avvinghiati
 
Caldo afoso, voglia di rinfrescarsi e mancanza di piscine vicine dove farlo.
Anche uscire di casa, dove vivevano nell’oscurità delle imposte chiuse, era impossibile.
Maya ed Aureliano stavano accoccolati sul divano senza fare nulla, abbracciati e sudati e felici. Nonostante l’afa sembrava che il contatto con l’altro non li disturbasse. Ogni tanto un lungo braccio di Aureliano si allungava ad afferrare il cucchiaino infisso nel barattolo di spagnola e, restando avvinghiati, imboccava prima Maya e poi se stesso.
Si addormentarono con ancora il sapore di amarena sulle labbra.
[88]
 
LXI. Salmastro e maestrale
 
Prompt 61: “Cerco solo un po’ di calore. Non negarmelo.”
 
La tempesta imperversava e la casa sulla scogliera, come nei migliori film, era battuta dal maestrale e dalle onde che incrostavano pareti, imposte e vetri di salmastro. Gli spifferi entravano e rendevano fredda la casa.
Maya si accoccolò di più contro il fianco di Aureliano, sussurrando come in una preghiera «Cerco solo un po’ di calore. Non negarmelo.» e sperando con tutto il cuore che, nonostante tutto, lui non si ritraesse.
[71]

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Capitolo 13
*** XII ***


E così siamo giunti anche alla fine di questa challenge (e di questo viaggio nelle vite di Aureliano e Maya).
Resterebbero tanti altri punti da trattare e foto da guardare, fantasticando sulle storie esistenti dietro al loro scatto, ma i prompt sono terminati e così questa storia.
Che poi, alla fine, è bello anche così no? Avere qualcosa da immaginare, pezzi di vita che sono rimasti celati e che voi potete cercare di ricostruire - un po' come quando sulla spiaggia si prova a ricostruire, che ne so, una mattonella in coccio smaltato raccogliendone i pezzi smussati dal mare. 
Non aggiungo niente se non un grande grazie dal più profondo del cuore a tutti quelli che hanno letto o leggeranno questa storia.
Alla prossima, 
Lagertha


LXII. Punti di vista
 
Prompt 62: “Mi hai lasciata sola proprio quando avevo bisogno di te. Sarebbe bastato un abbraccio…”
 
Maya era rancorosa e poco incline all’autocritica e questo, Aureliano, non glielo aveva mai fatto pesare.
Non glielo aveva fatto notare neanche quando, stanco, aveva pensato prima a se stesso e al suo cuore – che richiedeva cure attente e parecchi cerotti – lasciando che lei le sue beghe se le risolvesse da sola, negandole abbracci che avrebbero fatto bene a lei e male a lui.
«Mi hai lasciata sola proprio quando avevo bisogno di te. Sarebbe bastato un abbraccio…»
«Ti sei mai chiesta se di quell’abbraccio ne abbia mai avuto bisogno io?» aveva risposto con voce stanca.
[98]

 
 LXIV. Ana
 
Prompt 64: Stringere tra le braccia un bambino
 
Maya, ormai e di nuovo sola, sfogliava un album fotografico.
Reperto antico di una tradizione ormai obsoleta sostituito da istantanee digitali e incorporee che, a volte, non avevano che una durata di ventiquattr’ore.
Non c’era stato bisogno di imporsi, in quello scegliere il passato.
Pagine di cartoncino sotto le dita, ruvide, con foto liscissime che ritraevano un’intera vita. Una lacrima a bagnare la velina che le proteggeva quando la pagina si aprì sulle foto dedicate ad Ana. Ana che viene stretta in un abbraccio amoroso e sereno dai suoi genitori.
[90] 
 
LXV. Fine
 
Prompt 65: “Ho bisogno solo di restare abbracciata a te per sempre.”
 
Maya era vecchia ormai, molto più vecchia di quando Aureliano l’aveva ritrovata in quella casa a nord.
Pelle macchiata e cadente di chi ha visto tante lune passare sul proprio capo, rughe profonde di chi ha fatto del mare, del sole e del vento la propria casa.
Aureliano tossisce, Maya accorre. Lo sente, in qualche modo, che il loro tempo è agli sgoccioli. Si accoccola al suo fianco come ha sempre fatto, non disturbata dal petto scosso dai colpi di tosse.
«Mi dispiace.»
Un sussurro rompe il fragile silenzio della stanza, una lacrima scende lungo la guancia scavata di lei.
«Shh…Ho bisogno solo di restare abbracciata a te per sempre.»
[110]

 

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