Avengers- Infinity War

di JennyPotter99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Al momento del Big Bang, dell’esplosione che creò tutto, nel nostro Universo venne mandato anche un potere inimmaginabile: le sei gemme dell’Infinito.
  • La gemma del tempo: verde all’occhio, capace di avere il controllo su passato, presente e futuro.
  • La gemma dell’anima: arancione splendente, in grado di manipolare le anime di vivi e morti.
  • La gemma dello spazio: viola, che rende il possessore capace di esistere in ogni luogo nel medesimo istante.
  • La gemma della mente: di un blu accecante, dona al suo possessore illimitati poteri mentali.
  • La gemma della realtà: gialla quanto il sole, permette di realizzare qualsiasi desiderio.
  • La gemma del potere: rossa come il sangue, dona l’accesso a tutto il potere e all’energia che sia mai esistita.
 
Molti anni prima- Jotunheim
 
Tutte le pietre, se riunite all’interno del Guanto dell’Infinito, donavano un potere infinito.
Mia conosceva benissimo quella “favoletta”, le veniva raccontata quasi ogni sera quando andava a dormire, da piccola, prima che le venisse assegnato l’arduo compito di infiltrarsi dentro Asgard e ottenere il trono per conto dei Giganti di Ghiaccio.
Laufey non era sempre stato un cattivo padre: certo, passava con lei pochissimo tempo, ma quegli attimi Mia cercava di goderseli sempre.
Un giorno in particolare, anche se giorno non era mai poiché a Jotunheim il sole non esisteva, suo padre la condusse su un pianeta di nome Vormir, simile al loro: cadeva la neve e faceva freddo, ma c’erano solamente loro.
Laufey teneva la piccola manina di Mia con difficoltà, essendo più alto di lei.
-Che posto è?- domando quest’ultima.
-Siamo Vormir, nessuno conosce questo posto a parte me.- rispose Laufey.- E’ la dimora della Gemma dell’anima.-
Mia si guardò attorno sorpresa, ma non vide nessuna gemma luccicante.- Ma dov’è?-
-Per ottenerla, bisogna fare uno scambio: donare l’anima di una persona cara.- spiegò il gigante. –Adesso lo sai anche tu: qui giace una cosa molto potente e se un giorno ne sarai in grado, se avrai fermezza e invulnerabilità, sarà tua.-
 
 
Di certo non si sarebbe aspettata che tutto ciò finisse nelle mani dell’ultima persona che voleva usarle per fare delle bene.
L’alieno Thanos, proveniente da Titanio, possedeva il guanto dell’Infinito e su una nocca era già attaccata la Gemma dello spazio.
Egli era alto forse più di due metri, la sua pelle era color viola schiarito, gli occhi azzurri e senza nessuna chioma sul capo.
Indossava un’armatura oro che intonava con il guanto.
Ovviamente, non era solo: insieme a lui c’erano i suoi “figli”, l’Ordine Nero.
Gamma Corvi, Astro Nero, Fauce d’Ebano, Super Massiva e Proxima Nox.
Apparentemente, il primo, poteva essere scambiato come un felino dai denti appuntiti: la sua armatura argentata terminava con un lungo mantello e, quella notte, teneva la sua lunga spada sulla gola di Haimdall, inerme.
Thanos e la sua nave avevano attaccato inaspettatamente quella di Thor e sopravvissuti di Asgard, quasi sterminandoli.
Era Astro Nero a puntare la sua enorme ascia sul collo di Mia, che non era riuscita a fare niente.
La mano del mostro era grande due volte la testa della donna e la teneva in pugno, pronto a stritolarla da un momento all’altro.
-Udite e gioite. Avete avuto l’onore di essere salvati dal potente titano.- disse Fauce, camminando tra i cadaveri. – Forse voi crederete che sia sofferenza, ma no, è redenzione.
Thanos, invece, teneva il delicato collo di Thor tra la sua mano destra e fissava Loki come se da lui volesse qualcosa di preciso.
Loki era teso, doveva dire le parole giuste, o sarebbe stato ucciso.
-Dov’è il Tesseract?- gli domandò Thanos, con la sua voce roca e profonda.
-Non ho idea di cosa tu stia parlando.- rispose Loki, con incredibile tranquillità.
-Il Tesseract è andato distrutto con Asgard!- esclamò Thor, pieno di ferite.
-Io non credo proprio.- proseguì Fauce d’Ebano, unendo le mani: un altro alieno dai straordinari poteri telepatici, pelle grigia e bocca sempre imbronciata. Girò intorno a Loki per studiarlo.- Tu l’hai preso.-
Loki si guardò intorno, fissò i morti a terra, donne e bambini, ma dopotutto loro non erano mai stati la sua famiglia.
-Consegnami la Gemma dello spazio.- continuò Thanos.- O uccido tuo fratello.-
L’altro alzò le sopracciglia in segno di assenso.-Fa pure, anzi, mi faresti un favore.-
-No!- gridò Mia, cercando di muoversi.
La mano viola iniziò a stringere sulla testa del Dio: Loki non ebbe nessuna reazione, gli rammaricava soltanto che Mia dovesse guardare.
La fissava come per dirle che gli dispiaceva e Thanos se ne accorse.
-Ah..- commentò, osservando il modo in cui i due comunicavano con gli occhi.- Dovremmo usare un’altra leva, allora.- continuò, facendo cenno ad Astro di stringere la presa su Mia.
Suo figlio ubbidì e prese a schiacciare la testa della donna come una nocciolina.
Mia gridò e Loki tremò, credendo che l’avrebbe davvero uccisa.
-Va bene, va bene!- esclamò Loki.
Astro lasciò la presa e Mia cadde a terra, ormai troppo debole per fare qualcosa.
Non solo aveva il corpo stanco, ma la sua testa scoppiava e le mandava pile di immagini del passato: i ricordi che aveva perso stavano riaffiorando.
A quel punto, Loki tese la mano e fece apparire il Tesseract, rubato nelle segrete di Asgard prima che fosse distrutta.
-Sei davvero il peggiore dei fratelli.- commentò Thor col fiatone.
-Vedrai fratello, la luce giungerà di nuovo su di noi.- disse Loki.
Thanos fece un sorrisetto soddisfatto e afferrò il cubo per poi stritolarlo in mille mezzi, fin che non ne rimase una piccola pietra azzurra. –La tua fiducia è mal risposta, Asgardiano.-
-Non sono Asgardiano.- puntualizzò il Dio dell’inganno.
Non appena venne a contatto con il guanto, si infilò nella fessura della nocca dell’anulare, accanto alla pietra viola.
-Tutto ciò è necessario, capite? E’ il fato.- disse poi. –Lo temi, lo eviti, il destino arriva comunque.-
Mia prese a strisciare verso Haimdall, volendo prendere la sua arma: forse il suo tentativo sarebbe stato vano, ma almeno poteva dire di averci provato.
-Ci sono altre due gemme sulla Terra. Prendetele, figli miei e portatele a me su Titano.- ordinò l’alieno.
-Non ti deluderemo, padre.- disse Proxima, inchinandosi.
-Scusate se vi interrompo.- si avvicinò Loki.- Grande e potente Thanos. Io, Loki, figlio di Laufey, principe di Asgard, Dio dell’inganno, chiedo umilmente di unirmi a te.-
Mia strinse il pugno sentendo le sue parole: il suo cuore si avvelenò di vendetta verso di lui, l’uomo che continuava a dirle di amarla, eppure le mentiva sempre.
Serrò i denti e afferrò la spada del guardiano, per poi drizzarsi in piedi e tentare di colpire Loki.
Il suo corpo si bloccò prima che potesse riuscirci: Fauce, con i suoi poteri telepatici, glielo aveva impedito.
-Potrebbe servirci.- commentò poi.
Mia fissò negli occhi Loki con disgusto. –Cerca di non farti uccidere.- gli sussurrò.- Perché se qualcuno deve farlo, quella sarò io.- gli disse a denti stretti. –Io ti trafiggerò il cuore, a fondo!-
Gli occhi di Loki si riempirono di lacrime e in quel momento capì di non avere più scelta di redenzione. -Non possiamo vincere.-
-Noi abbiamo un Hulk.- proseguì Mia.
Improvvisamente, l’astronave prese quasi a tremare quando intervenne Hulk ad attaccare Thanos.
Lo afferrò per le spalle e lo scaraventò sul bordo della nave più volte.
I due erano alti uguali, ma la potenza del pugno dell’alieno non eguagliava quello del mostro verde.
Strinse i polsi di Hulk e lo allontanò da se con una forza ineguagliabile: l’altro tentò di difendersi, ma ricevette solo colpi su colpi che lo fecero svenire a terra.
-Di questi tempi, scoprirete cosa vuol dire perdere.- continuò Thanos. –Essere nel giusto, eppure fallire.-
Da dove si trovava, Mia udiva Haimdall sussurrare qualcosa, come se stesse pregando.
-Odino, padre degli Dei, concedimi un ultimo atto. Te ne prego, salvali.- mormorò, guardando Mia. –Loro sono la nostra ultima speranza.-
Tutto d’un tratto, Mia e il corpo di Hulk vennero trasportati via da una luce color arcobaleno, come quella del Bifrost.
L’ultima cosa che la donna vide, fu Gamma Corvi che, avendo scoperto il trucco del guardiano, lo aveva trafitto a morte.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Subito dopo, lo spazio: attraversarono l’universo in un secondo.
Mia era l’unica che aveva ancora gli occhi appena aperti, data la stanchezza e vide mondi, pianeti, distrutti.
Non sapeva se anche questo fosse un sogno, il suo corpo volava leggero come una piuma.
L’antico ponte arcobaleno condusse Mia e Hulk sulla Terra, precisamente a New York.
Vennero scaraventati dentro una casa e per quanto il mostro verde fosse gigante, crearono un buco nel pavimento.
La caduta fece svenire Mia.
 
I  suoi occhi si riaprirono chissà quanto tempo dopo.
Era sdraiata su un letto e notò di trovarsi in un posto che aveva già visto, solo non sapeva quando e probabilmente faceva parte di quel mucchio di cose che non si ricordava.
I mobili erano antichi e anche le lenzuola tra cui riposava puzzavano di vecchio.
I vestiti che aveva addosso erano ancora gli stessi: la sua tuta nera di pelle, strappata in alcune parti per via della battaglia con Thanos.
Scese dal letto e si rimise gli stivali, giungendo in un’altra stanza più ampia: al centro c’erano delle scale completamente distrutte e poco più in là, l’uscita.
Hulk era tornato ad essere Bruce e indossava anche dei vestiti.
Accanto a lui, Mia vide due uomini: uno alto, capelli neri e un tratto bianchi, un pizzetto sul mento e indossava un mantello che sembrava muoversi da solo.
Poi, un  uomo più basso, origini coreani, grassottello.
-Bruce, dove siamo finiti?- domandò con la bocca impastata.
-Sta tranquilla, siamo al sicuro. Loro sono nostri amici. Lui è il Doctor Strange.- spiegò Banner, indicando il tipo con il  mantello. –E l’altro è Wong.-
-Ci siamo già incontrati.- commentò Strange.
Solo dopo aver sentito il suo nome Mia si ricordò di lui: era l’uomo che l’aveva aiutata a trovare Odino.
Il curioso uomo che riusciva a teletrasportarsi in un secondo da un posto ad un altro.
-Si, mi ricordo di lei.- rispose Mia. –Ma perché siamo qui?-
-Dobbiamo trovare Stark e dirgli quello che è successo.- rispose Bruce.
Mia non aveva idea di chi fosse Stark, ma se poteva aiutarli, sarebbe stato meglio chiamarlo in fretta.
In quel momento Mia si rese conto di quello che stava realmente succedendo: non sapeva che fine avessero fatto Loki e Thor e quasi l’intera popolazione di Asgard era morta.
Poi collegò i  fatti.
Haimdall.
La sua spada.
-C’era una spada insieme a me!- esclamò.
-Si, ce l’ho qui.- disse Wang, porgendole l’arma all’interno del suo astuccio. –A cosa serve?-
Mia l’afferrò e l’analizzò, confermando le sue teorie La spada aveva una lama lunga quasi la sua gamba, gli ornamenti intorno al manico erano a forma di corna e incastrata al centro c’era un cristallo verde. –Haimdall la utilizzava per aprire il Bifrost, il mezzo per raggiungere qualsiasi mondo.- spiegò. –Io lo vendicherò.- E un istante dopo, osservando il dottore, Mia riconobbe qualcosa che egli aveva al collo. –Ma è la Gemma del tempo!-
Strange aveva una curiosa collana con un ciondolo a forma di occhio e proprio nel mezzo, era incastrata la Gemma del tempo.
-Esattamente e scommetto che Thanos sta venendo a prenderla.- confermò il dottore.
Subito dopo, fece una delle sue strabilianti magie.
L’anello che aveva al dito possedeva anch’esso un potere: l’uomo mosse la mano in modo circolare e creò una specie di portale.
Trovò Tony Stark fare jogging tranquillamente e dovette avvisarlo che il mondo stava per finire.
 
Il Doctor Strange era il protettore dell’antico tempio di New York, il posto in cui si trovava esattamente in quel momento.
Tony Stark raggiunse il posto da solo: l’idea di dover usare un portale lo terrorizzava, soprattutto dopo quello che era successo con gli alieni.
Ad aprirgli fu Bruce che doveva avvisarlo di un’altra cosa importante. –Tony, che piacere rivederti!- esclamò sorridendo, ma impedendogli di entrare.
-Ciao Bruce, quanto tempo.- commentò l’altro, ma notò che nascondeva qualcosa.- Tutto bene?-
-Ascolta Tony, c’è una persona che non vedi da tanto tempo. Ma ha i ricordi un po’ confusi, quindi magari non fare mosse troppo brusche, anche perché ha una spada in mano e potrebbe ferirti, quindi magari non dire niente.- spiegò Banner, con tono veloce e impaurito.
Tony lo guardò confuso. –Di cosa stai parlando?-
Entrò dentro e con sua grande sorpresa, vide Mia seduta su una scala in pietra distrutta.
Sgranò gli occhi e quasi non gli mancò il fiato: l’aveva vista morire, eppure adesso la stava guardando dritta davanti a se.
Aveva represso i suoi sentimenti quella volta ed ora erano tornati indietro.
Si avvicinò a lei con passo lento.- Ciao.- mormorò.
Mia gli tese la mano come di cortesia. –Piacere, sono Mia.-
-Noi ci conosciamo da circa 5 anni, in realtà.- disse Tony, stringendole comunque la mano.
-Mi dispiace, non ricordo. Tu fai parte degli Avengers?-
-Si…Beh, posso anche vantarmi di esserne il capo.- rispose con un sorrisetto, mentre Bruce alzava gli occhi al cielo, non si stupiva mai del suo vantarsi.
-Thor dice che avete tutti un’abilità speciale.- proseguì la donna. –E che lui è il più potente di tutti, ovviamente.-
Tony alzò le sopracciglia divertito.-Quindi tu..non ricordi assolutamente niente?-
Mia scosse la testa. – No, solo immagini sfocate di un uomo con gli occhi chiari. Thor dice che si chiama Steve.-
L’altro fece una ridarella. – Ovviamente.- mormorò tra se e se.
-Tony, dobbiamo chiamarlo.- intervenne Bruce.
-Non è facile, non credo che mi risponderà.-
-Cosa?- domandò Mia, curiosa.
-Io e lui abbiamo litigato, non ci parliamo più.-
Bruce sospirò e guardò bene negli occhi il suo amico.- Tony, tu non capisci cosa c’è in ballo.-
-O forse non vuole capire.- commentò Strange, acidamente.
-Allora ditemelo! Avanti! Fatemi sapere perché avete interrotto la mia corsetta mattutina!-
A quel punto Mia si alzò per raccontare la storia che ormai sapeva da anni.- Al momento del Big Bang, dell’esplosione che creò tutto, nel nostro Universo venne mandato anche un potere inimmaginabile: le sei gemme dell’Infinito. Tempo, anima, spazio, realtà, potere e mente. Unite insieme sono impossibili da fermare e Thanos intende prenderle. E se lo farà.. Potrò distruggere tutto con uno schiocco di dita, così.- chiarì, schioccando le dita infine.- Quindi, questo mi sembra il momento giusto per riunire gli Avengers.-
Tony guardò il vuoto e unì le mani sul naso.- Impossibile. Rogers, Natasha e Sam sono scomparsi, Visione e Wanda fanno i piccioncini ad Edimburgo e Clint è con la sua famiglia.-
-Ma dobbiamo fare qualcosa!- intervenne Mia. –Abbiamo quello che Thanos vuole, abbiamo la Gemma del tempo e non dobbiamo permettergli di prenderla!-
-Ne abbiamo due.- disse Bruce. –Visione ha la Gemma della mente.-
-Allora dividiamoci: voi proteggete Strange e io andrò in cerca di questo “Visione”.-
-Oppure possiamo buttare la gemma nella spazzatura.- commentò Stark.
-Niente da fare, abbiamo promesso di proteggere la gemma con la vita.- disse Strange.
-Con la vita?- ridacchiò Tony. –Perché tu cos’altro sai fare oltre agli animali con i palloncini?-
-Proteggo la tua realtà, imbecille.- grugnì l’altro, con sguardo serio.
Prima di procedere nel chiamare Steve con il telefono che gli aveva mandato, la terra prese improvvisamente a tremare.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Tony uscì fuori con cautela e vide che si era alzato un forte vento.
Alzò lo sguardo e in cielo, non lontano da lui, notò un enorme astronave circolare.
-Sono loro!- gridò Mia, stringendo in mano la spada di Haimdall. –E’ ora di mostrare il tuo potere, Stark!-
Tony si portò un dito all’orecchio dove aveva un auricolare: da esso iniziò a crearsi un’armatura che gli invase tutto il corpo, color oro e rosso.
Rimasero due fessure tra gli occhi che si illuminarono come i fari di una macchina.
Mia rimase quasi a bocca aperta.- Forte.- commentò.
A quel punto, vide venire verso di se uno degli scagnozzi di Thanos, Fauce d’Ebano, teletrasportato dalla nave, in piedi sopra quello che sembrava un cofano d’auto.
L’alieno aveva chiaramente poteri telepatici e poteva far fare a qualsiasi cosa quello che voleva.
Estrasse un palo della luce dalla terra con la mente e lo lanciò verso Mia, ma la donna lo tagliuzzò in due grazie alla spada. -Tutto qui’?!- esclamò.
Fauce la guardò con un sorrisetto malvagio e fece vibrare in aria 4 macchine, per poi mandargliele contro.
-Dovevi per forza dirlo?- commentò Strange.
Usò di nuovo il suo anello per creare un portale e spedire da un’altra porte del mondo le auto.
-Udite e gioite: state per perdere la vita per mano del potente Thanos.- gridò Fauce, accanto ad Astro.
Quest’ultimo avanzò verso di loro con la sua pesante arma.
-Banner, vuoi batterti?- domandò Tony al suo amico.
-N-Non saprei.- balbettò Bruce.
Tentò di far uscire Hulk, ma sembrava impossibile, come se l’altra parte di se stesso avesse un’enorme paura di qualcosa.
-Dov’è il fusto?-
-Non lo so, abbiamo un po’ di problemi..-
-Problemi? E’ quello il problema.- continuò l’uomo con l’armatura, indicandogli il bestione che era quasi vicino a loro. –Mi fai fare brutta figura con gli stregoni.-
Decise allora di intervenire, ma appena fece un passo verso Astro, Fauce mosse la mano e lo scaraventò via con un unico movimento.
-Se il tuo amico non intende intervenire, fatti da parte.- disse poi Strange al dottor Banner, mentre si preparò a combattere.
Stark riuscì a tornare a terra grazie ai raggi propulsori sotto la suola delle scarpe.- Porta via la Gemma!- ordinò al mago.
-La Gemma resta qui con me.- puntualizzò l’altro.
-Esatto, ciao!- esclamò l’altro, andando dritto contro Fauce.
Quest’ultimo usò qualsiasi oggetto che aveva vicino per fermarlo, ma lui riuscì ad evitarlo, fin che un parabrezza non gli colpì la testa e volò all’indietro, facendo capriole su capriole.
A quel punto, intervenne Astro, per dargli il colpo finale, ma qualcuno si presentò davanti ai due.
Aveva un costume attillato rosso e blu che gli invadeva tutto il corpo, a parte gli occhi dove vi erano due fessure bianche.
Era giunto volando grazie a delle ragnatele super appiccicose.
-Salve signor Stark, chi è questo?- chiese Peter Parker.
-E’ qui per rubare una cosa ad uno stregone.- rispose Stark.
-Ah, quindi è il cattivo!- esclamò l’altro.
Intanto, Mia, Strange e Wong si occupavano di Fauce, ma era impossibile dato i suoi poteri.
Mia impugnò la spada con la destra e con la mano sinistra tentò di congelare l’alieno: il raggio congelante non giunse nemmeno vicino a Fauce, poiché con la mente egli lo impedì.
Era troppo forte.
Approfittando del momento, l’alieno scaraventò Strange su di un muro e lo intrappolò con le macerie per farlo stare fermo.
-Dammi la  Gemma del tempo.- gli ordinò l’alieno.
Tentò di toccare il ciondolo che aveva al collo, ma non appena lo fece la sua mano prese a bruciare.
-Ho fatto un incantesimo.- disse Strange.
-Allora lo strapperò dal tuo cadavere!- gridò Fauce, evidentemente arrabbiato.
Utilizzò centinaia di cavi elettrici e legò il dottore per impedirgli di muovere qualsiasi arto.
Prima che fosse completamente bloccato, creò un ultimo portale.- Va ad Edimburgo!- gridò a Mia.
Allora la donna attraversò il buco nero e venne catapultata in tutt’altra città, dove era già buio.
Doveva cercare e trovare Visione, ma non aveva idea di come fosse fatto.
 
Erano le tre del mattino e la città sembrava tranquilla, tranne per il combattimento di alieni che si stava svolgendo alla stazione dei treni.
Gamma Corvi e Proxima Nox avevano trovato la Gemma della mente e non intendevano tornare dal loro padre senza.
Proxima era una donna dalle belle curve, la sua pelle aliena era sul grigio chiaro e come arma utilizzava quello che poteva sembrare un tridente elettromagnetico.
A contrastarli c’erano Visione e Wanda Maximoff che utilizzava i suoi poteri telepatici.
Mia si nascose prima di entrare, per studiare la situazione, ma quando vide che era presente anche l’assassino di Haimdall, decise di intervenire senza pensarci.
Proxima teneva Wanda a terra, con lo stivale sul viso, mentre Gamma, con la sua spada, cercava di togliere la Gemma dalla fronte di Visione.
Mia gli andò in contro e tentò di tagliargli la gola, ma lui la evitò, facendo qualche passo indietro.
Non era abituata a brandire la spada, era sempre stata un tipo da pugnali.
Quando Wanda la rivide, fu più che sorpresa, ma non riusciva a fare niente.
Le armi di Gamma e Mia vennero in contatto, l’una sopra l’altra, ma Gamma, slealmente, pestò il piede alla donna e le fece perdere l’equilibrio.
Prima che potesse davvero ucciderla, arrivarono degli spari dall’alto e guardando il soffitto, Mia notò un uomo dalla pelle scura volare per aria con un paio di ali meccaniche.
Egli scese in picchiata e diede un calcio a Proxima, che volò via.
Un’altra donna dai capelli biondi a caschetto disarmò Gamma e utilizzò la sua arma contro di lui.
Mia non aveva idea di chi fossero, ma sembravano voler aiutare e quindi li lasciò fare.
Infine, dall’ombra, arrivò un uomo vestito con una tuta blu scura, occhi azzurri cielo e una lunga barba castano chiaro.
Mia era ancora in piedi e Proxima era riuscita a riprendersi per colpire la donna disarmata.
Prima che potesse farlo, l’uomo barbuto si mise fra i due e bloccò l’aliena a mani nude.
A quel punto, tornò l’alato e gli diede un calcio sul viso.
I due seguaci di Thanos si ritrovarono senza sapere cosa fare.
-Non vogliamo uccidervi, ma lo faremo se necessario.- disse la donna bionda.
-Ve ne pentirete.- commentò Proxima, prima di essere trasportata all’interno della navicella insieme al compagno.
Wanda controllò che Visione stesse bene: era stato colpito più di una volta e il suo sistema sembrava in avaria, ma almeno non avevano preso la Gemma.
Poi andò in contro a Mia e l’abbracciò talmente stretta che alla Dea mancò il respiro.
-Sei viva, non ci posso credere,sei viva!- continuava a ripetere, singhiozzando.
-M-mi dispiace, ma io non ricordo nulla.- disse Mia, cercando di reprimerla delicatamente.
-Non ricordi nessuno di noi?- chiese la donna bionda.
Mia scosse la testa con sguardo di dispiacere, poi osservò l’uomo barbuto e notò che era esattamente l’uomo che vedeva nei suoi sogni.
-Beh, non proprio tutti.- commentò Mia,avvicinandosi a lui.
Steve non riuscì a muovere un muscolo, sembrava perfino che non respirasse.
La fissava negli occhi senza sapere cosa dire.
Intervenne Sam, l’uomo alato, che gli posò una mano sulla spalla come per rassicurarlo.- Direi che è meglio tornare a casa, per ora.-

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Visone, Wanda, Mia, Sam, Natasha e Steve utilizzarono un jet per tornare alla base originaria degli Avengers, anche se si erano sciolti da tempo.
-Credevo che avessimo un patto: non farsi vedere.- commentò Natasha.
-Volevamo un po’ di tempo per noi.- spiegò Wanda, cercando di curare le ferite di Visione con i suoi poteri.
Da come i due si guardavano, Mia notò che probabilmente stavano insieme.
Steve non aveva detto parola, continuava a fissare il vuoto e intanto Sam guidava.
-Quindi siete voi gli Avengers?- chiese Mia.
-In un certo senso, sì.- rispose Natasha con un sorriso rassicurante. –Lo eri anche tu.-
Mia si sorprese al solo pensiero di aver fatto del “bene” nella sua “vita precedente”. -Mi dispiace di non ricordare nulla.-
-Non ti preoccupare. Io sono Natasha.- spiegò. –Alla guida c’è Sam e i piccioncini sono Visione e Wanda.- continuò, alzando poi lo sguardo sull’uomo pensieroso.-E lui è..-
-Steve.- la interruppe Mia.
-Di lui ti ricordi?- chiese Wanda.
-In realtà, ho immagini molto confuse, ma in particolare di lui.- rispose la donna, annuendo. –Credo di avere qualche legame speciale.-
-Di questo non rimembri?-
Mia scosse la testa.- Eravamo una coppia?-
-Direi di sì.- continuò Natasha.
-Abbiamo fatto sesso?-
Le persone intorno a lei presero a ridacchiare a bassa voce, mentre Steve divenne rosso in viso.
Mia li fissò confusa.-Che c’è?-
In quell’istante giunsero ad un enorme edificio in mezzo al verde e atterrarono su di una pista che sul terreno aveva disegnata una grossa A, ma sembrava quasi completamente cancellata.
Ad aspettarli c’era l’ologramma del segretario Ross che parlava con Rudy Rhodes, un uomo dalla pelle scura e il corpo minuto.
Dagli avvenimenti precedenti, Ross non sembrava provare simpatia per il gruppetto.
-Avete un bel coraggio.- commentò.
-Potrebbe servirgli al momento.- disse Natasha.
-Il mondo sta andando in pezzi.-
-E noi intendiamo proteggerlo combattendo.- intervenne Steve aggrottando le sopracciglia.- E se ce lo impedirà, combatteremo anche lì.-
Li arresti.- ordinò a Rhodes.
-Non si preoccupi.- disse l’altro, chiudendo la teleconferenza.
Ovviamente Rudy non aveva alcuna intenzione di arrestare Steve e gli altri.
-E’ un piacere rivedervi.- disse poi sorridendo.
-Vi trovo in forma.-
Da un’altra stanza giunse Bruce Banner: era stato lui a chiamare Steve dopo che Tony aveva perso il telefono a New York.
Dopo essersi salutati, si riunirono tutti in una sala per decidere sul da farsi.
Mia notò che fra di loro c’era un bel rapporto, come se fossero un famiglia e sapere che qualcosa l’aveva separata da loro, le fece provare un senso di malinconia.
La sua famiglia era appena stata tutta uccisa: probabilmente Thor era morto ed era rimasta solo lei.
-Quindi, diteci esattamente cosa vuole questo tipo.- domandò Steve.
-Distruggere tutto: se avrà tutte le Gemme dell’infinito lo farà e ne ha già due.- rispose Mia. –Ma io so qualcosa che lui non sa: conosco la posizione della Gemma dell’anima.-
-Allora dobbiamo anche proteggere Visione.- intervenne Natasha.
-No, dobbiamo distruggerla.- disse Visione. –Ho pensato molto a questa entità dentro di me e credo che se la esponessimo ad una fonte di energia molto potente, probabilmente potrebbe collassare.- spiegò, incrociando lo sguardo con la fidanzata.
-Tu sei così potente?- chiese Mia alla ragazza.
-In teoria sì, potrei anche ridarti i ricordi se me lo concedessi.- rispose, guardando poi Visione. –E tu potresti morire.-
-Distruggerla è l’unica maniera per fermare Thanos.- ribatté l’altro.
-E’ un prezzo troppo alto da pagare…-
-Thanos minaccia l’universo…Una vita non potrebbe fare la differenza.-
-Noi non scambiamo vite.- commentò Steve.
-Capitano.. 70 anni fa tu hai rischiato tutto per salvarne molti. Perché ora sarebbe diverso?-
-Perché tu hai una scelta.- intervenne Bruce. –Tu non sei solamente composto dalla Gemma, sei fatto anche di altri strati. E’ possibile che estraendola, rimarrebbero tutte le altre parti di te.-
-E possiamo farlo?- chiese Wanda, sorpresa e confusa allo stesso tempo.
-Non io, non qui.- rispose il dottore.
Steve pensò bene a quello di cui si stava parlando: dovevano trovare in poco tempo qualcuno con una tecnologia potentissima e forse lui sapeva a chi rivolgersi.- Forse conosco un posto.-
-Nel frattempo qualcuno deve seguire i movimenti di Thanos per tenervi aggiornati.- esordì Mia,estraendo la spada di Haimdall. –Io ho l’arma che può condurmi da un mondo all’altro. Tornerò il prima possibile con notizie: so dove potrebbero trovarsi Thanos e il signor Stark.-
Steve la guardò con le sopracciglia aggrottate ed aria quasi gelosa.-Ti ricordi di Tony?-
-No, l’ho conosciuto stamattina.- rispose, avvicinandosi a lui.- Quindi tu sei il Capitano, giusto?-
Steve incrociò le braccia e annuì.
-Dove posso venirvi a cercare?-
-Wakanda.-

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Mia pregò di nuovo che Odino le potesse dare la forza per raggiungere i suoi “nuovi amici”, proprio come aveva fatto Haimdall nei suoi ultimi attimi di vita.
Odino sembrava volerla aiutare, così creò un altro ponte arcobaleno per lei che la condusse nel pianeta Titano.
Era paragonabile ad un deserto della Terra, solo che vi erano navi spaziali distrutte qua e là.
Proseguendo fra la sabbia, Mia vide anche la nave circolare che aveva attaccato New York, distrutta in due pezzi.
Poco più in là, ecco Stark insieme al dottor Strange e all’adolescente vestito di rosso e blu.
-Per fortuna state bene!- esclamò, andandogli in contro: a quanto pare lo stregone aveva avuto la meglio su Fauce.
Solo quando si avvicinò, notò che c’erano anche altre persone.
Un gruppetto di alieni, tra cui un umano: c’erano una donna dalla pelle verde e sguardo deciso, un uomo con parecchie attrezzature tra la cintura, uno più muscoloso dalla pelle grigia e un’altra ragazza che sulla testa aveva due antenne che si muovevano da sole.
-Ehi, sei tornata!- disse Tony sorridendo, come se non la vedesse da tempo. Ma poi fece sparire il sorriso, ricordandosi che Mia aveva perso tutti i ricordi riguardo se.- Ti presento i nostri nuovi amici.-
L’unico umano fece un sorriso a 32 denti e le baciò la mano.- Molto onorato, sono Peter Quill.-
-Okay, può bastare così.- intervenne Stark, evidentemente geloso.
-Gamora.- disse la donna dalla pelle verde.
-Drax.- alzò la mano l’uomo muscoloso. –E lei è Mantis.- indicò poi l’aliena con le antenne.
-Cosa avete a che fare con Thanos?- domandò poi Mia.
-E’ mio padre.- rispose Gamora, con un tono tra il disprezzo e il dispiacere.
-Esatto, lei sa..cose.- continuò Tony, gesticolando.
-So dov’è diretto.- esordì Gamora.
-E io so dove si trovi la Gemma dell’anima. Sono l’unica rimasta in vita a saperlo.-
-Ma lui sa che tu lo sai?- chiese Peter.
-Non credo.-
-In pratica non sai se lui sa che tu lo sai…Capisco.- continuò lui. –Gamora dice che è diretto ad Ovunque: un Collezionista tiene lì la Gemma della realtà.-
Subito dopo Mia estrasse la spada di Haimdall.- Allora ci dirigiamo là.- disse.
-E noi cosa facciamo?- domandò una voce giovanile: era un ragazzo sui 18 anni, era minuto, ma sembrava agile. –Sono Peter, a proposito.-
Solo a guardarlo, Mia si chiese come era possibile che un ragazzo così giovane venisse coinvolto in una cosa tanto grande e le fece ricordare quando venne “reclutata” per entrare ad Asgard.
-Andremo io, Gamora, Quill e il colosso grigio.- continuò Mia, riferendosi a Drax.
-Lo prendo come un complimento.- commentò lui.
I nuovi componenti della squadra possedevano una navicella, così vi entrarono tutti e si diressero ad Ovunque.
Entrarono dentro quella che poteva sembrare un negozio, ma era interamente messo a soqquadro.
I quattro videro che Thanos stava parlando con un uomo, forse il Collezionista: un uomo vestito con una pelliccia bianca che si intonava bene alla sua chioma biondo platino.
Si nascosero dietro un muro con le armi pronte, aspettando il giusto momento per entrare.
Gamora si accovacciò accanto a Mia.- Ascoltami.- le sussurrò. –Non posso chiederlo ai miei amici, perché non lo farebbero mai. Ma tu non mi conosci, quindi promettimi una cosa.-
Mia incrociò i suoi occhi neri e capì che era decisa, ma allo stesso tempo disperata.- V-Va bene.-
-Se Thanos mi prenderà come ostaggio o deciderà di portarmi con se…Uccidimi.- spiegò.
L’altra sgranò appena gli occhi.- Cosa? Perché? Cosa ti ha fatto?-
-Non è veramente mio padre. Ha sterminato il mio popolo perché credeva che fosse giusto e poi mi ha trattato come fossi sua. Sono riuscita a scappare e non voglio mai più tornarci.- raccontò. –Ti prego, dimmi che lo farai.- continuò, stringendole la mano libera.
Mia conosceva da qualche istante quella donna, ma percepì subito i suoi sentimenti.
Le annuì sicura e nell’istante successivo, Gamora andò allo scoperto senza un piano preciso.
I suoi amici non capirono cosa stesse facendo.
Attaccò Thanos alla schiena, montandogli sopra.
Poi afferrò un coltellino dalla tasca e glielo piantò dritto nella carotide.
Il Collezionista si nascose in un angolo, mentre l’alieno si accasciò a terra.- Figlia..Perchè..- balbettò, prima di esalare l’ultimo respiro.
Gamora si accasciò su di lui: finalmente aveva avuto la sua vendetta, eppure provava sentimenti contrastanti, poiché quando era piccola l’aveva sempre trattata bene.
Iniziò a piangere, quasi esausta.
-Sono lacrime per me quelle, figlia?- chiese una voce da sopra le loro teste.
Tutti gli altri alzarono gli occhi e videro che in realtà, quello che era appena successo, era solo un’immaginazione.
Thanos aveva già preso la Gemma della realtà e aveva architettato un piano per mettere nel sacco sua figlia.
Le apparve alle spalle, con tre Gemme incastrate nel guanto.
-Sapevi che sarei venuta.- sussurrò Gamora, tra se e se, ma non ne era sorpresa.
-Ci speravo.- rispose Thanos.
A quel punto intervennero tutti gli altri e Peter puntò la sua arma a propulsori verso l’alieno.
-Io non lo farei.- disse il titano, afferrando Gamora per il collo e tenendola stretta a se.
Non appena Gamora sentì la morsa di suo padre sul collo, guardò Mia.- Ti prego..- le disse a bassa voce.
Mia aveva la spada puntata verso di lei e le bastava lanciarla per raggiungere il suo petto e trafiggerla.
La guardò dritta negli occhi e vide che erano stracolme di lacrime.
Deglutì, non sapevo cosa fare.
Ma poi si ricordò delle parole dette da Steve a Visione: perché sacrificare una vita?
Sospirò e abbassò l’arma.- Non farlo, non ucciderla.- gli disse.
-E perché non dovrei?- chiese l’altro, quasi curioso.
Mia abbassò lo sguardo, sapendo che stava per commettere un enorme errore. -Perché so dove si trova la Gemma dell’anima.-
Gamora scosse la testa piangendo.- No! Perché?!-
Anche la Dea versò una lacrima.- Mi dispiace, non ci riesco.- singhiozzò.
La Mia degli anni passati lo avrebbe fatto senza batter ciglio, ma adesso era una persona nuova e no, non ci sarebbe mai riuscita, mai più avrebbe ucciso degli innocenti.
Thanos ridacchiò malvagiamente e afferrò Mia con l’enorme mano, come un gigante prende una piccola preda e poi sparì attraverso un portale.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


Il portale creato conduceva verso la grande nave di Thanos, la stessa che aveva attaccato quella degli Asgardiani.
Al suo centro vi era un ampio spazio con una scalinata di pietra che portava a quello che sembrava un trono.
Le mani di Mia vennero legate da Proxima, più che contenta di farlo, la spada le venne tolta, mentre, per farla stare ferma, incatenò le sue caviglie ad un palo.
Gamora si lasciò andare sulle scale, ormai stanca, quando Thanos le portò una ciotola di cibo.
-Immagino tu abbia fame.- le disse, porgendogliela.
Gamora la prese, ma poi la lanciò verso la sedia in pietra. –Odiavo quel trono. Odiavo questo posto e odiavo la mia vita!-
-Lo so…Me lo ripetevi ogni giorno…Per 20 anni.- disse Thanos, sedendosi a pochi metri da lei.
-Eravamo felici nel mio mondo.-
-Morendo di fame? Io ti ho salvato… L’universo deve esser controllato, o verrà distrutto.-
-Questo non lo puoi sapere!- esclamò lei. –Non potevi sapere come sarebbe andata la mia vita!-
-Io lo so più di chiunque altro.- chiarì Thanos. –Ti ho insegnato tutto quello che sapevo.-
-Esatto..Tutto quello che odio di me, me lo hai insegnato tu.- commentò Gamora, fissandolo bene negli occhi.
-E così ti ho reso la guerriera più spietata della galassia.-
Assistendo a quella conversazione, Mia si immaginò di parlare così anche con Laufey: dopotutto la situazione era stata simile.
Prima l’aveva amata, poi l’aveva addestrata.
I suoi pensieri si dissolsero quando Thanos le venne in contro.- Dov’è la Gemma?-
-Non dirglielo, Mia!- esclamò Gamora, scuotendo la testa più volte.
-Ho detto che lo sapevo, non che te lo avrei detto.- rispose Mia, alzando le spalle, doveva mostrare di non avere paura, questo le era stato insegnato.
Thanos sospirò.- Perché dovete farmi usare le maniere forti?- La liberò dalla catena e la condusse in una piccola cella: all’interno c’era Loki con delle catene legate al muro e collegato ad una dozzina di cavi elettrici.
Thanos si aspettava forse di averla  in pugno?
Non appena vide il fratello, Mia prese a ridacchiare.- E quindi? Credi che io tenga a lui? Ci godrei a vederlo soffrire. In realtà volevo ucciderlo io, ma fa pure.- gli disse Mia, più che tranquilla.
-Va bene.- proseguì Thanos, per poi attivare la macchina collegata a Loki: girò una piccola manovella e l’energia prese a scorrere dentro di lui.- Nessuna resurrezione, stavolta.-
Il corpo di Loki venne attraversato da una potente energia elettrica che gli fece avere parecchi spasmi.
Mia doveva resistere, ma non riusciva a guardarlo, così abbassò lo sguardo.
-Guarda.- grugnì Proxima. –Ho detto guarda!- gridò poi: le tirò i capelli all’indietro per rivolgere lo sguardo verso Loki.
Incrociò i suoi occhi e nonostante lo odiasse con tutta se stessa, cedette.
-Va bene, va bene, basta, basta!- gridò, portandosi le mani davanti agli occhi.
Thanos spese la macchina e Loki si accasciò a terra per riprendere fiato.
-Dov’è la Gemma?- chiese l’alieno, ancora una volta.
-Vormir.- rispose Mia in modo arrendevole.
-Troppo facile. Come la ottengo?-
A sentire quelle parole,Mia crebbe di essere, però, un passo avanti a lui.
Si ricordò che per ottenere la Gemma doveva sacrificare la vita di una persona cara, ma Thanos, di caro, non aveva nulla.
Sulla bocca di Mia si presentò un sorrisetto.- Non la prenderai mai.-
-Dimmelo!- grugnì l’altro.
-Devi sacrificare l’anima di una persona a cui vuoi bene, ma tu non ce l’hai, giusto?- rispose, quasi con soddisfazione.
Thanos la trovò insolente e le diede uno schiaffo.- Partiamo tra poco.- disse infine, prima di uscire dalla cella insieme a Gamora.
Proxima le lanciò un’ occhiataccia e poi chiuse la cella.
Nonostante aveva le mani legate, si piegò su Loki e gli tolse i cavi che aveva collegati al corpo.
Lui la guardò come per ringraziarla.
-Non guardarmi così, è stata solo pietà.- gli disse lei.
-Mi dispiace.- mormorò lui.
Mia guardò in alto per reprimere le lacrime.- Sai, non me ne faccio niente delle tue scuse.-
-E’ la mia natura, Mia. Sono il Dio dell’Inganno.- proseguì Loki.
-Tu potevi scegliere chi ingannare.- disse Mia.- Hai ingannato me, che fin dall’inizio sono stata al tuo fianco. Tu non ti meriti niente.- continuò, questa volta guardandolo negli occhi.
-Allora uccidimi.-
Mia annuì con decisione.- Lo farò, te lo prometto. Quando verrà il momento.-
Loki mosse una mano verso di lei, ma non riuscì ad arrivarci per via delle catene.-E ci riuscirai?-
Nel guardarlo negli occhi verdi, Mia si interrogò davvero sulla sua domanda.
Sarebbe davvero riuscita ad ucciderlo?
La sua testa diceva di sì, ma il suo cuore le diceva di no.
Prese a piangere sul serio.- Si!- singhiozzò, prendendogli il viso fra le mani.- Perché ti odio!Ti odio! Ti odio da morire!-
Loki non riusciva a muovere le braccia, ma di certo poteva muovere il collo: così si avvicinò al suo viso e premette le labbra sulle sue per alcuni secondi.
Durante quel bacio, Mia si ricordò le vicende passate insieme a lui: il piano per governare Asgard, quando le aveva ceduto lo Scrigno degli Antichi Inverni, quando avevano affrontato Ragnork insieme.
C’era luce in questi ricordi, ma anche un piccolo bagliore di oscurità: le bugie.
Per colpa di quelle menzogne, Mia si staccò da lui e si alzò.
Proprio in quel momento giunse Proxima.- E’ ora.-

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***


Attraverso un portale, Thanos, Gamora e Mia giunsero su Vormir.
Era rimasto come l’ultima volta che Mia lo aveva visto: desolato e con la neve che cadeva.
Mia fu costretta a guidare Thanos al di sopra del burrone dove Laufey l’aveva condotta da piccola.
Ma lì c’era qualcosa che non era presente l’ultima volta: un uomo dal lungo mantello nero e la faccia coperta da un cappuccio.
-Benvenuto Thanos.- gli disse una voce rauca.- E benvenute Gamora, figlia di Thanos e Mia, figlia di Laufey.-
-Ci conosci?- domandò Thanos.
-E’ la mia maledizione conoscere tutti.- rispose l’altro.
-Dov’è la Gemma?-
-Dovresti sapere che c’è un prezzo da pagare.-
-Sono pronto.- rispose Thanos, stringendo i pugni.
-Lo siamo tutti all’inizio.- commentò lo spirito, per poi venire alla luce.- E tutti sbagliamo.-
Egli aveva il viso di un color rosso scuro, gli occhi azzurri ed era privo del naso.
Ciò gli dava un’aria alquanto inquietante.
-Quello che cerchi è davanti a te.- continuò, mostrandogli il picco della montagna. –Come quello che temi.-
-Che cos’è?- chiese Gamora.
-Il prezzo da pagare. La Gemma dell’anima occupa uno spazio importante fra le altre: possiamo dire che ha una certa saggezza.-
-Dimmi di cosa ha bisogno.- proseguì Thanos.
-Ha bisogno che il suo possessore sappia cosa significa averla. Esige un sacrificio.-
-Di cosa?-
-Per prendere la Gemma, dovrai perdere ciò che ami: un’anima, per un’anima.-
In quell’istante, Gamora prese a ridere silenziosamente, proprio come aveva fatto Mia in precedenza.- Ogni giorno speravo che arrivasse questo momento: il momento in cui saresti stato punito.- commentò lei.- Ora, tu uccidi e torturi dicendo che sia pietà. L’universo ti ha giudicato, volevi una ricompensa e ti ha risposto No. Hai fallito perché tu non ami niente.-
Subito dopo, Thanos si voltò a guardarla e si poterono vedere le lacrime sul suo viso.
-Davvero? Lacrime?-
Nell’osservarlo meglio, Mia si chiese il perché stesse piangendo.
Il re di Titano avrebbe davvero versato lacrime per tutto questo?
Non era possibile.
-No..- si accorse Mia sgranando gli occhi.- Non sono per lui…-
Le due donne si guardarono e allora capirono: Thanos teneva a Gamora.
Entrambe non sapevano cosa dire, ma Mia sapeva cosa fare.
Fu una mossa azzardata quella di creare con le mani una lunga stalactite appuntita per trafiggere Gamora: almeno sarebbe morta in quel modo.
Ma prima che l’arma la colpisse, si trasformò in polvere: quello era il potere della Gemma della realtà.
Mia alzò gli occhi sulla donna.- Mi dispiace.- balbettò.
Gamora ebbe forza di sorriderle, come per ringraziarla di averci provato.
-Mi dispiace, piccola.- esordì Thanos per poi afferrarle il braccio e condurla verso il burrone.
Mia tentò di afferrarla per l’altro braccio, di tirarla verso di se, ma lei era troppo debole.
Serrò i piedi a terra ,ma per quando l’altro fosse forte, la trascinava via.
Aveva ancora la mano stretta al suo polso, quando Gamora cadde giù.
La Dea provò a tirarla su, ma Gamora sembrava non voler essere salvata.
Le sorrise ancora una volta, le carezzò la mano e poi lasciò la presa, cadendo nel vuoto.
Strinse gli occhi per non vedere il suo corpo steso a terra e successivamente si rialzò.
Thanos si diresse da lei e con una mossa le tolse le manette e restituì la spada.- Avvertili che sto arrivando: all’alba.- le sussurrò infine all’orecchio,prima di svanire.
La schiena di Mia rabbrividì a quelle parole: doveva avvisare sia Tony che la Terra.
A Thanos mancavano solo due Gemme.
 
La spada di Haimdall la condusse di nuovo a Titano e solo dopo qualche secondo, Mia si ricordò che doveva annunciare la morte di Gamora.
Prese un bel respiro e si diresse dagli altri, senza sapere effettivamente cosa dire.
-Allora, cos’è successo?- domandò Tony.
-Ha preso la Gemma dell’anima.- rispose Mia, abbassando lo sguardo.- Presto sarà qui a prendere l’altra.-
-Dov’è Gamora?- intervenne Quill.
Mia cercò di guardare da tutt’altra parte per non rischiare di piangere di nuovo.
-Allora?!- esclamò l’altro, aggrottando le sopracciglia: sembrava tenere molto a lei.
La donna scosse la testa.- Scusa, ho provato a salvarla.- balbettò.
-Non ci credo! Cosa le è successo?! Dimmelo!- singhiozzò l’altro, senza far cadere alcuna lacrima.
-Ha ragione.- intervenne Mantis, toccando improvvisamente il braccio della Dea.
Mia sobbalzò e si scansò.
-Non ti preoccupare, è una cosa che fa lei.- le disse Tony.
Allora Mia si lasciò toccare dall’aliena e le sue antenne presero a brillare.
-Provi un grandissimo senso di angoscia…E perdita..Di fiducia verso qualcuno che ami..- disse ella, come se sapesse cosa fosse appena accaduto solo dai sentimenti che Mia stava provando.
Ricordandosi degli ultimi atti con Gamora e Loki, Mia si allontanò dalla sua presa.- Adesso basta.- mormorò. –Dobbiamo difendere la Gemma del tempo.- continuò, per poi cercare fra di loro Strange: egli stava seduto a gambe incrociate su una pietra, in posa di yoga, mentre la sua testa si muoveva da una parte all’altra in modo molto veloce.
-Ehm..Fa sempre così?- chiese, stranita.
Tony si avvicinò a lui con cautela e gli posò le mani sulle spalle.- Amico, stai bene?-
D’improvviso Strange perse la sua concentrazione e la sua testa si fermò.-Ho visto tutto.- disse col fiatone. –Ho visto 14 mila futuri della battaglia contro Thanos.-
-E in quante abbiamo vinto?-
Il dottore lo guardò preoccupato.- Una.-
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. ***


-Perfetto.- commentò Mia sospirando.- Che cosa facciamo?-
-Stavamo pensando ad un piano.- rispose Tony.
-Il tuo piano fa schifo, è meglio il mio.- intervenne Quill.
-E quale sarebbe?- chiese Mia.
-Che tutti lo teniamo fermo mentre Stank gli toglie il guanto.- proseguì Drax.
-Non è male come piano.- commentò la Dea.
-Ha l’1% di riuscita.- continuò Tony.
-Ah, sei un tipo da statistiche? Odio quei tipi, sono noiosi.-
Prima che potessero continuare a discuterne, un portale si aprì non lontano da loro: Thanos era arrivato.
-Lasciate che me ne occupi io.- esordì Strange, stranamente tranquillo.
Tutti gli altri allora si nascosero e osservarono come Thanos guardasse il suo pianeta distrutto.
-Eh si…Non potevi chiamarti che Thanos.- osservò lo stregone.
-Immagino che Fauce sia morto.- disse l’altro, mentre Strange annuiva.- Questo giorno pretende un pesante sacrificio. Tuttavia, è riuscito nella sua missione.- disse poi, puntando gli occhi verso la collana del suo interlocutore.
-Tuttavia, ti ha portato davanti al Maestro delle Arti Mistiche.-
-E dove credi che abbia portato te?- chiese Thanos.
-Fammi indovinare: a casa tua.-
La Gemma rossa, quella della realtà, si illuminò sul guanto e fece sì che il paesaggio distrutto intorno a loro si trasformasse in una bellissima città popolata e circondata dal verde. –Sì…Ed era bellissimo.- commentò l’alieno. –Titanio era come molti pianeti: troppo popolata, troppe bocche da sfamare. E rischiando l’estinzione ho proposto una soluzione..-
-Il genocidio.- esordì il dottore.
-Ma casuale ed imparziale, sia per la classe più alta, che per quella più povera. Mi diedero del folle, ma quello che avevo predetto si avverò.- continuò Thanos, riportando il panorama alla sua forma naturale.
-Congratulazioni, sei un profeta.-
-Sono un sopravvissuto.-
-Che vuole uccidere miliardi di persone.-
-Con le sei Gemme potrei farlo schioccando le dita.- spiegò l’altro, facendo il segno con la mano.-La metà cesserebbe di esistere. Io la chiamo…Pietà.-
A quel punto Strange si alzò per dirigersi verso di lui.- E poi?-
-E poi mi riposerò.- rispose.- Le scelte più difficili richiedono la volontà più ferrea.-
Allora Strange si preparò a combatterlo.- Scoprirai che la tua volontà eguaglia la nostra!-
Thanos aggrottò le sopracciglia in modo confuso.- Vostra?-
Da sopra sua testa apparve Tony Stark, dentro la sua armatura, che trasportava un enorme detrito, decidendo di lanciarlo sopra di lui.
-Un gioco da ragazzi, Quill!- esclamò Tony, più che soddisfatto che l’alieno fosse stato schiacciato.
-Sì, se volevi farlo incazzare!- commentò Quill, estraendo la sua arma.
Il detrito esplose grazie alla Gemma del potere, mentre con la Gemma della realtà, Thanos trasformò la polvere in un centinaio di pipistrelli che presero ad inseguire Stark.
Intervenne Peter, il ragazzo, che lanciò una ragnatela in un occhio di Thanos, impedendogli di vedere da una parte.
Subito dopo, Drax lo colpì ad una gamba con un pugnale e insieme a lui, Mia fece un taglio sull’altra con la spada.
Ma con un solo pugno, Drax venne scaraventato via e Mia si ritrovò da sola.
-Non fargli chiudere il pugno!- esclamò Strange, venendo in suo aiuto.
Quindi la Dea saltò sulla mano con il guanto e la tenne stretta, mentre Thanos, con la mano libera, si tolse la ragnatela dall’occhio.
Grazie ai portali creati dallo stregone, l’uomo ragno lo colpiva da una parte all’altra senza venir colpito.
Almeno per un paio di volte.
Dopo la terza volta, Thanos gli afferrò il collo e lo spinse prima contro il terreno, poi lo lanciò verso il dottore.
Successivamente, staccò Mia dal proprio braccio come fosse un insetto, prima che giungesse Tony dall’alto che lo colpì con alcuni mini-razzi.
Ci fu un esplosione, che non colpì Thanos, anzi, la raccolse con una delle Gemme e la indirizzò verso l’uomo con l’armatura, che perse il controllo del volo.
Peter afferrò il braccio con il guanto grazie all’ennesima ragnatela, che sembrò bloccarlo per più tempo.
Drax strisciò a terra e gli diede un calcio sul polpaccio,facendogli perdere equilibrio.
Mia congelò l’altra mano con una spessa lastra di ghiaccio, mentre Strange si aggrappò al guanto per tentare di toglierlo.
Infine, da un altro portale creato dallo stregone, arrivò Mantis che si aggrappò sulla testa pelata dell’alieno e grazie ai suoi poteri mentali, lo stordì temporaneamente.- Dormi..- gli sussurrò, quasi come un ordine.
-Continua a tenerlo così!- esclamò Stark, aiutando a sfilare il guanto.
-Fa presto, lui è molto forte!- balbettò Mantis, evidentemente sotto sforzo.
Quill giunse di fronte all’alieno, guardandolo con disprezzo.- A quanto pare non sei così forte.- commentò.- Ah e questo era il mio piano! Dov’è Gamora?-
Thanos sembrava in trance.- La mia Gamora…-
-Basta con le stronzate!-
-Quill te l’ho detto!- intervenne Mia. –E’ morta! Mi dispiace!-
L’umano assunse uno sguardo tra il dispiacere e l’arrabbiato.- Bastardo! Dimmi che non l’hai fatto!-
-Quill, devi rimanere calmo! Ce l’abbiamo quasi fatta!- gli disse Tony, ancora impegnato con l’accessorio.
-Ho dovuto..- rispose Thanos.
-No, non dovevi!- gridò l’altro, iniziando a prenderlo a pugni.
Fu Tony a doverlo fermare, lasciando così il guanto.
Mantis perse la concentrazione e svenne a terra, esausta.
Thanos si liberò in un secondo, scaraventando via tutti e afferrò il collo di Strange.- Troppi trucchetti, mago. Ma non hai utilizzato mai la tua arma più potente.- commentò, togliendogli dal collo la collana a forma di occhio. La spezzò tra le mani, ma la Gemma non c’era.- Un falso..- grugnì, lanciandolo via.
Arrivò Tony che diresse verso di lui altri razzi, ma non gli fecero alcunché: anzi, Thanos gli tolse l’elmo, scoprendogli la testa e Tony si ritrovò senza protezione.
Prima che potesse fare altro, Mia saltò addosso all’alieno e utilizzò la lama della spada lungo il suo collo per soffocarlo.
Si tagliò perfino una mano gravemente, ma Thanos si ribellò e la colpì sul naso con la nuca.
Mia cadde giù, con il naso sanguinante e la testa che girava.
Fu in quel momento che si ricordò di alcuni momenti che aveva dimenticato, proprio insieme a Tony: quando si erano conosciuti la prima volta, quando si erano sdraiati sull’erba a parlare dell’amore e anche quando l’uomo le aveva rivelato i propri sentimenti tentando un bacio.
In quell’istante, Thanos stava prendendo a pugni Tony e stava spezzando la sua armatura.
Mia si voltò a guardare il modo in cui Tony Stark sembrava così debole in confronto all’alieno: improvvisamente, Thanos afferrò un detrito appuntito e avrebbe colpito Tony mortalmente.
-Aspetta!- gridò disperatamente Mia, col fiatone.
Thanos si bloccò e la guardò.
La Dea prese a strisciare verso lo stregone e lo guardò con le lacrime agli occhi.- Ti prego.- gli mormorò.
Ormai ferito da quasi tutte le parti, Strange fece apparire la Gemma del tempo e la cedette a Thanos.
L’alieno, soddisfatto, la aggiunse alla collezione, posizionandola sulla nocca dell’indice.
Prese un lungo respiro e poi guardò Tony.- Spero che si ricorderanno di te, Stark.-
Con un unico scatto, trafisse Tony da parte a parte.
Poi, scomparve.

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