Il Dottore ed io

di BeautyLovegood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ho bisogno di te, Dottore ***
Capitolo 2: *** Il tempo passa ***
Capitolo 3: *** Bisogno di un altro viaggio ***
Capitolo 4: *** Londra, 13 luglio 1985 ***
Capitolo 5: *** Troppe emozioni ***
Capitolo 6: *** Il concerto migliore della storia ***
Capitolo 7: *** Casco di banane ***
Capitolo 8: *** I still love you... ***



Capitolo 1
*** Ho bisogno di te, Dottore ***


Dottore?

So che puoi sentirmi, quindi, ti prego, rispondimi.

Fai apparire il tuo TARDIS davanti ai miei occhi.

Ho ancora bisogno di te.

Tu sei l’unico che può aiutarmi.

“Scusi, signorina, ha visto il mio cacciavite sonico?”

Alzo lo sguardo e mi copro la bocca con le mani.

Il Dottore mi sorride e mi offre la mano per aiutarmi ad alzarmi dalla panchina.

“Per tua fortuna, sono riuscito a trovare un po’ di tempo libero. Come stai, fiammetta? È successo qualcosa dall’ultima volta che ci siamo visti?”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa storia sarà una valvola di sfogo legata a tutto quello che sto provando negli ultimi tempi, soprattutto in questo dannato 2020! Spero che vi piaccia!

Al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Il tempo passa ***


Non posso fare a meno di abbracciare il Dottore. Quanto mi è mancato farlo.

“Non sei affatto cambiato. Meno male,” commento appena lo lascio andare.

“Per ora, ma comunque grazie per il complimento,” dice lui con un misto di allegria e malinconia, poi mi prende per mano e mi fa fare una giravolta.

“Sei diventata molto bella. E i tuoi capelli… oooh, quanto mi piacciono!”

“Non so se stai flirtando con me o con i miei capelli.”

Il Dottore mi sorride e io rischio di sciogliermi.

“Sono felice che tu abbia risposto al mio messaggio, Dottore. Non ce la facevo più a resistere,” dico cercando di trattenere il mio desiderio di piangere.

“La prima volta che ci siamo visti, eri una ragazzina e adesso sei una donna. Direi che hai resistito a sufficienza.”

“E per te quanto tempo è passato?”

“All’incirca tre anni. Me ne sono successe di tutti i colori. Mi farebbe comodo un pezzo di pizza adesso.”

Gli sorrido.

“Ti andrebbe di assaggiare quella che faccio io? Dicono che la faccio piuttosto bene,” gli propongo. Lui fa un sorriso malizioso e mi offre il suo braccio.

“Sono in Italia, perciò mi fido della tua parola riguardo il cibo. Allons-y, mademoiselle!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo faccio un po' apposta a fare dei capitoli brevi per tenervi sulle spine, ma anche perché fa in un certo senso parte della mia "terapia" personale.

Se riuscirò, pubblicherò un capitolo al giorno.

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Capitolo 3
*** Bisogno di un altro viaggio ***


Mentre mangiamo, rimaniamo in silenzio per volere suo, perché per lui le cose vanno meglio quando si è a stomaco pieno, tranne quando si scappa dagli alieni. Si gusta la mia pizza come se stesse mangiando il Sacro Graal.

“La pizza più buona che abbia mai mangiato in tutta la mia lunga esistenza!” conclude il Dottore dopo aver ingoiato l’ultimo pezzo della sua parte.

“Adulatore!” lo prendo in giro mentre sparecchio. Lo sento fare un piccolo ruttino e rido a bocca chiusa.

“No, dico sul serio! E ora che sono sazio, sono pronto per ascoltarti!” dice lui dopo essersi pulito la bocca e va a sedersi con le gambe incrociate sul divano del mio salotto.

Non so da dove cominciare.

Mi siedo vicino a lui e inizio a torturarmi le dita mentre lo guardo come se fossimo al nostro primo appuntamento.

“La prima volta che te ne sei andato, volevo richiamarti subito, ma non volevo risultare appiccicosa e rischiare di perdere la tua amicizia. Mi ci voluto un po’ per riprendermi definitivamente dall’adrenalina della nostra avventura insieme, poi mi resi conto che era arrivato il momento di imparare a fare le cose da sola. In un certo senso, me lo fecero notare quasi tutte le persone che vedevo ogni giorno, compagni di scuola, insegnanti e spesso anche i miei stessi genitori.”

“Beh, mi sembra di capire che tu te la stia passando bene. Ho visto le foto di te con le tue amiche e in alcuni posti del Mondo. Hai anche sviluppato un sacco di interessi, almeno così sembra dai vari libri che ci sono qua e anche in camera tua.”

Arrossisco e abbasso lo sguardo. Vedo la sua mano posarsi sulla mia.

“Ho anche visto che hai pubblicato dei libri. Significa che non hai perso la tua immaginazione, la qualità che preferisco di più in te.”

Sono commossa e non voglio esserlo, perché non riesco a trattenere le lacrime, così abbraccio di nuovo il Dottore.

“Hai ancora voglia di fare un viaggio, fiammetta? Ricordo che ti sei trovata molto bene con Joanne. Se non fosse stato per te, non avrebbe trovato l’ispirazione per almeno nove personaggi mentre combattevate insieme contro quell’orrido alieno senza naso…”

Lo lascio andare e respiro a fondo per riprendere il controllo di me stessa.

“Sì, ma lei è diventata qualcuno e io sono ancora qui. Comunque, sì, vorrei fare un altro viaggio, ne ho un grande bisogno, ma questa volta… ho bisogno di musica… e non una musica qualsiasi…”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Essendo sabato, ho più tempo per scrivere, ma vi tengo comunque sulle spine XD Siete libere di fare domande se vi sfugge qualcosa.

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Capitolo 4
*** Londra, 13 luglio 1985 ***


“Ciao, bellezza! Hai sentito la mia mancanza?” dico a voce alta all’interno del TARDIS.

“Smettila, dai! Le pareti sono delicate!” protesta il Dottore e io scoppio a ridere.

“Sei il solito gelosone!”

Lui mi risponde con una linguaccia e si mette ai comandi.

“Ti dispiace se lo dico di nuovo?”

“Solo se mi permetti di dirlo insieme a te.”

Lui mi fa l’occhiolino e io sorrido.

“Allons-y!”

Solitamente io ho paura quando la terra trema sotto i miei piedi, ma questa “piccola” cabina blu rende tutto più piacevole e divertente e la paura svanisce. E comunque, dura tutto solo pochi minuti.

“Eccoci arrivati: Londra, 13 luglio 1985!” annuncia il Dottore.

“In questo giorno, i miei sono sposati da poco più di un anno…” penso a voce alta.

“C’è forse il rischio di incontrarli?”

“No, no, stai tranquillo. Mia madre mi ha detto che si trovava a casa quel giorno a guardare la televisione.”

Il Dottore si dirige alla porta e mi permette di uscire per prima.

Al posto di casa mia, trovo una grande roulotte bianca. C’è molto rumore, sento soprattutto delle forti urla, come di un enorme pubblico.

Sento il Dottore annusare l’aria.

“Mmm, adoro l’odore di musica rock e sudore!”

“Meno male che non ne hanno mai fatto una colonia,” commento.

“Per ora,” aggiunge il Dottore e mi fa l’occhiolino, facendomi ridere. Anche se è un Signore del Tempo e ha visto tantissime fasi del futuro, non riesco mai a capire quando scherza.

La porta della roulotte si apre e io spalanco la bocca, anche se non riesco ad urlare dalla sorpresa.

Un affascinante uomo in jeans e camicia bianca mi guarda con un grande sorriso sotto i suoi baffi neri.

“Ciao! Che cosa ci fate voi qui?”

Dietro di lui sbucano tre uomini. Uno ha lunghi capelli ricci e scuri, uno è biondo e uno ha una buffa camicia rosa con dei fumetti azzurri e fucsia.

Il Dottore mostra ai quattro la sua carta psichica.

“Buongiorno, sono John Smith, il direttore del vostro fanclub ufficiale, e lei è il primo membro donna. Siamo molto onorati di assistere a questo grande concerto.”

Ho ancora la bocca spalancata e il Dottore mi tocca il mento per farmela chiudere.

“E noi siamo molto onorati di conoscere due fan come voi,” dice il baffuto stringendo la mano al Dottore.

“E tu come ti chiami, cara?” chiede a me dopo avermi fatto il baciamano.

“Mi chiamo… mi chiamo…”

La prima volta che ho viaggiato con il Dottore, per paura di condizionare troppo il futuro, ho usato un altro nome, Ginevra, e per fortuna si è rivelata una buona idea, ma adesso non so quale nome usare.

“Silvana…”

“Piacere di conoscerti, Silvana. Io sono Freddie Mercury.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SORPRESA!!!!

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Capitolo 5
*** Troppe emozioni ***


“Silvana?” mi chiede il Dottore dopo che Freddie, Brian, John e Roger ci hanno salutati per raggiungere il palco.

“Lo sai anche tu che è mia madre. Glielo devo. È grazie a lei se so chi è quel meraviglioso uomo.”

Sapendo quello che succederà tra qualche anno dopo questo indimenticabile giorno, non posso fare a meno di essere triste, ma so che se ci fosse mia madre, mi direbbe di godermi questo momento senza pensare al futuro, anche se in questo caso so già come sarà.

“Seguimi, fiammetta.”

Il Dottore ed io raggiungiamo il punto delle quinte dove gli ospiti speciali di Freddie possono godersi il concerto.

“Oh, Dottore… guardala, è lei! È bellissima!”

È emozionante incontrare anche Mary Austin, una delle mie donne preferite. È vero che non è una di quelle che ha dato un grande contributo alla storia con qualche scoperta scientifica o artistica, ma non è da tutte stare vicino per tutta la vita ad un uomo vivendo insieme a lui sia l’amore che l’amicizia fino al suo ultimo giorno.

E c’è pure Jim Hutton, l’ultimo compagno di Freddie. Ammiro tanto anche lui.

“Oh accidenti…” mormoro un po’ sconsolata.

“Che cosa c’è?” mi chiede il Dottore.

“Sto provando troppe emozioni allo stesso tempo.”

Lui mi prende per mano e mi guarda dolcemente negli occhi.

“È normale, fiammetta, non devi sentirti in colpa per questo.”

Una cosa che adoro del Dottore è che non protesta mai per la mia testa e il mio cuore sempre confusi. Lo ringrazio con un bacio sulla guancia.

“E ora goditi uno dei migliori concerti del mondo, se non IL miglior concerto!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non ho perso l'ispirazione per questa storia, avevo solo bisogno di una pausa dal nuovo romanzo. Il prossimo capitolo sarà sicuramente lungo!

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Capitolo 6
*** Il concerto migliore della storia ***


Quando i Queen vengono annunciati, so di non essere in un sogno.

Freddie si siede al piano, fissa un punto davanti a sé e inizia a suonare e cantare la sua prima parte solista di Bohemian Rhapsody. A causa dei bicchieri di Pepsi e birra non lo vedo bene, ma non importa, la sua voce è penetrata nelle mie orecchie ed è questo che conta.

Mi escono le lacrime dagli occhi senza il mio permesso, ma non m’importa di essere presa in giro.

Sento la mano del Dottore che accarezza la mia. Scommetto che sta piangendo dall’emozione anche lui.

Ammetto di aver sempre pensato a questo concerto con solo loro quattro e nessun altro, nemmeno i tecnici e i fotografi ai piedi del palco, ma non sono delusa, dopotutto ormai sono adulta e so più che cose sul mondo.

Le urla del pubblico si attaccano alla mie pelle fino a farmi tremare le ossa. Mi sembra di essere tornata al giorno in cui ho preso una brutta scossa elettrica alla mano, ma stavolta non rischierò di morire fulminata, al contrario, mi sento rinata. Ed è ironico, dato che sono nata sei anni dopo questo grande giorno.

“Dottore?” lo chiamo mentre i Queen passano da Bohemian Rhapsody a Radio Gaga.

Non riesco a ringraziarlo a parole, perciò lo bacio sulla guancia e lui mi sorride sorpreso.

La parte che adoro di più dei concerti è quando la band incita il pubblico a battere le mani. Per Freddie, Brian, Roger e John vale la pena farle diventare rosse e fumanti.

Anche se la Regina non può sentirmi, canto insieme a lui.

“EEEEEEEEOOOOOOOO!”

Ovviamente grido anche io. Ho sempre desiderato farlo così!

“EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEO!”

Con queste urla riesco a liberarmi di tutta la merda che mi è piovuta addosso negli ultimi tempi.

Devo a Freddie e al Dottore un grande bacio.

“ALL RIGHT!”

“Guardami, Dottore, sono bollente e tremo tutta!”

Alzo lo sguardo verso il Dottore, ma lui sembra terrorizzato.

“C’è qualcosa che non va, Dottore?!”

“Tu rimani qui, torno subito!”

E corre via impugnando il suo cacciavite sonico, mentre i Queen passano a Hammer to fall. Questa non la conosco benissimo, ma mi piace tanto lo stesso, così allegra e coinvolgente.

Spero che il Dottore non scopra niente di brutto. Non ricordo strani avvenimenti nel corso della performance dei Queen e neanche prima o dopo di loro.

Arrivati a Crazy little thing called love, non posso fare a meno di ballare, quasi come se volessi fare colpo su qualcuno, ma non mi serve.

Credo che perderò almeno due o tre chili mentre seguo il tempo di We will rock you, ma questa è la mia ginnastica preferita. Freddie mi guarda per un momento e mi fa l’occhiolino.

Ma dove diavolo è finito il Dottore?! Mi sto preoccupando! Non posso rimanere bloccata nel 1985 per sempre!

Quando Freddie si risiede al piano, riconosco subito le prime note che suona.

Ecco, è arrivato il finale.

Riesco ad immaginare la mia famiglia vicino a me, che sicuramente sta guardando questo evento in televisione.

"WEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE ARE THE CHAMPIONS, MY FRIEEEEEEND! AND WIIIILL KEEP ON FIGHTIIIIING TO THE END! WE ARE THE CHAMPIONS! WE ARE THE CHAMPIONS! NOOOO TIME FOR LOOSERS CAUSE WEEE ARE THE CHAAMPIONS OF THE WOOOOOOOOORLD!”

Mi guardo intorno, alla ricerca di qualche intruso, ma sembra tutto regolare, fino a quando vedo il Dottore con un casco di banane in testa, ma almeno sorride e non è ferito.

Canta insieme a me il finale di We are the champions alzando le mani come un pazzo scatenato.

Arrivati all’ultimo World, Freddie manda un bacio al pubblico e io non riesco più a trattenere i singhiozzi. Il Dottore mi abbraccia forte e io lo bacio sulle labbra. Grazie al cielo non mi respinge.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scusate la lunghissima attesa! Dato che oggi è il 29esimo anniversario della morte di Freddie, ho capito che non potevo più rimandare questo importante capitolo. L'ho scritto guardando il concerto nel finale del film Bohemian Rhapsody, un po' in fretta ma tutto quello che ho messo è vero!

Al prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** Casco di banane ***


Quando mi stacco dal Dottore, un addetto al suono ci manda via. Freddie, Brian, Roger, John e persino Mary Austin, il suo compagno e Jim se ne sono già andati.

“Mi sono perso qualcosa? No, tanto l’ho già visto altre volte!”

“Che diavolo ti è successo? Hai incontrato un gorilla che sa fare il parrucchiere?”

“Una cosa del genere. Era enorme e proveniente da un pianeta dal nome talmente lungo che è meglio se te lo risparmio. Voleva rovinare la festa a tutti, ma gli ho fatto capire chi è che comanda qui, l’ho chiuso nella mia cabina e lui… si è vendicato mettendomi questo in testa. Ma non è male, adoro le banane.”

Raggiungiamo la band nella loro roulotte personale e appena vedo Freddie che ride divertito, lo abbraccio forte, anche se è sudato e puzzolente. Non lo dirò mai a mia madre, ma questo gesto è anche per lei.

“Siete stati grandi! Grandi! Grandi! Grandi!”

“Un Grandi a testa?” mi chiede. Porterò sempre nel cuore anche la sua ironia.

“È stato il concerto più bello della mia vita. Non lo dimenticherò mai, te lo giuro.”

Freddie mi sorride e mi accarezza la testa.

“E io non dimenticherò mai questa tua bellissima testolina rossa, tesoro. M’ispiri gioia.”

Sono abituata a ricevere complimenti per i miei capelli, ma questo sarà tra i più preziosi che conserverò nel cuore, compreso il bacio di Freddie sulla mia guancia.

“E vale anche per te e la tua testa di banana, John Smith…” dice al Dottore e gli fa l’occhiolino, che lui ricambia.

Potessi fare un selfie…

“È ora di tornare a casa, fiammetta.”

Sospiro, dispiaciuta di tornare al presente e alla musica di plastica.

“Grazie ancora per questo bellissimo concerto. Ve lo dico dal più profondo del cuore: nessuna band sarà mai come voi” dico cercando di trattenere le lacrime, poi mi avvicino all’orecchio di Freddie per sussurrargli una cosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scusate se ci metto tanto ad aggiornare questa storia, ma è una storia talmente forte per me che devo essere dell'umore giusto per continuarla. Cercherò di pubblicare l'ultimo capitolo prima di Capodanno! A presto!

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Capitolo 8
*** I still love you... ***


Il Dottore è costretto a trascinarmi per farmi entrare nel TARDIS.

“Non voglio tornare alla noiosa modernità di plastica!”, piagnucolo mentre do un’ultima occhiata al 1985.

“Credimi, mia cara, ci sono tempi peggiori, sia nel passato che nel futuro!”, dice lui mentre torna ai comandi. Non si è ancora tolto il casco di banane dalla testa.

“Dov’è il gorilla di cui mi hai parlato? Ormai mi hai incuriosita!”, dico mentre cerco la creatura aliena sul fondo del TARDIS. Il Dottore si avvicina a me e imita dei versi simili a quelli di un orango che rimbombano nell’astronave.

“Che cosa hai detto?”.

Mi risponde un verso più forte e animalesco.

“Kiko ti saluta e ti augura un buon ritorno a casa”, traduce il mio amico, ma io lo guardo con un sopracciglio alzato.

“Scommetto che non ha detto così. Non si chiama veramente Kiko?”.

Il Dottore mi sorride e mi scuote i capelli, una cosa che non sopporto.

“Sei più sveglia di quanto tu creda, fiammetta, ma adesso teniamoci forte!”.

È come stare su un Tagadà quando il TARDIS è in movimento, ma per mia fortuna ho un forte senso dell’equilibrio, anche se non sono ancora capace di stare completamente ferma e senza tenermi a niente.

Quando tutto si ferma, il Dottore finalmente si toglie il casco dalla testa, stacca due banane e me ne lancia una.

“Siamo arrivati!”, esclama.

“Sììì…”, mormorò, malinconica. Lui se ne accorge e mi circonda con le sue braccia.

“Coraggio, piccola! Se ti può consolare, io sto peggio di te”.

“Che intendi dire?”, gli chiedo e poso le mani sul suo petto. Sento entrambi i suoi cuori battere regolarmente, ma forse per un alieno è un brutto segno. Adesso sono di nuovo paranoica.

Il Dottore mi prende le mani e mi guarda come se fosse in pace con se stesso.

“Come ti ho già raccontato, io non posso morire, o almeno, non veramente. Invece di fare come voi umani che chiudete gli occhi e non vi svegliate mai più… quando arriva il momento… io cambio… letteralmente. E non mi riferisco solo ai vestiti”.

Più il Dottore parla, più il suo sguardo passa da sereno a triste.

E adesso è disperato.

“Stai cercando di dirmi che… è arrivato il momento per te di cambiare?”.

“Sì… e per l’undicesima volta… e non ho mai la possibilità di sapere come sarò. A volte sono anziano, altre più giovane. Ho avuto i capelli ricci, sono state persino quasi pelato, e ho indossato tanti tipi di vestiti, persino femminili, ma non sono ancora diventato una donna. Forse questa sarà la volta buona. Spero almeno di essere rosso… o rossa… come te”, mi spiega e vedo una lacrima uscire dal suo occhio destro. Gliela asciugo con la mano e gli accarezzo la guancia.

“Intendi dire… che questa è l’ultima volta che vedrò questo viso?”.

Sto per piangere anche io.

“Hai ancora quella foto che abbiamo fatto insieme durante il nostro primo viaggio?”.

“Sì… quella di quando ci siamo abbracciati per la prima volta. Mi avevi resa la ragazza più felice del mondo”.

I miei maledetti rubinetti sono aperti, ma proprio come la prima volta, il Dottore li chiude abbracciandomi forte.

“Grazie a quella foto, avrai una prova dell’esistenza di questo aspetto per sempre!”.

Lo sento baciarmi sulla testa.

“Mi prometti che tornerai a trovarmi? Qualunque sarà il tuo nuovo aspetto?”.

È il desiderio di una disperata, ma il Dottore mi sorride. Spero che non perda il suo bellissimo sorriso, è nella Top 3 delle mie cose preferite di lui.

“Te lo prometto, ma mentre mi aspetterai, tu dovrai andare avanti con la tua vita senza pensarmi troppo, va bene?”.

Annuisco e lui mi accompagna fuori dal TARDIS.

Siamo nel salotto di casa mia, l’unica stanza in cui possa stare un’enorme cabina blu.

“Hai paura? Riguardo il tuo cambiamento?”, chiedo al Dottore continuando a tenergli la mano.

“Sempre… ma questa volta… più del solito. Non voglio andarmene. Dico davvero”.

Fosse per me, lo inviterei a rimanere qui con me, ma so che non può e l’ho già accettato, perciò lo bacio per l’ultima volta, o almeno queste labbra. Chissà come saranno le prossime.

“Tu non te ne andrai mai veramente. Perciò, arrivederci, Dottore. E grazie ancora”.

“Arrivederci… fiammetta”.

Il Dottore mi dà un ultimo bacio sulla testa e rientra nel TARDIS. Mentre scompare, sono costretta a togliermi gli occhiali perché sto ricoprendo le lenti di lacrime.

Sento arrivarmi un messaggio su Whatsapp da parte di un numero sconosciuto. Sono due link per vedere due videoclip dei Queen.

Guardo per primo quello di I’m going slightly mad. È uscito quando Freddie era allo stadio finale dell’AIDS e faceva molta fatica a fare anche le cose più semplici. Questa canzone è dedicata proprio al suo stato. Mi commuovo quando arrivo al momento in cui viene mostrato con un casco di banane in testa. Scommetto che il Dottore è passato a fargli un saluto mentre scriveva la canzone.

Ma il peggio arriva quando guardo il secondo video These are the days of our lives, l’ultimo ufficiale dei Queen.

“I still love you…”, dice Freddie alla telecamera prima di sparire dal video.

Sono fiera di avergli detto che nessuno lo dimenticherà mai e che quando si sentirà solo e sperduto e penserà di non essere amato da nessuno, lui dovrà rispondere… ti amo ancora. Giusto per ricordarlo.

Lo ricordo anche io al Dottore rispondendo al suo messaggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scrivere questa ff è stato come tornare sul TARDIS insieme a Ten, m'inventavo un sacco di scuse per non arrivare alla fine perché questo personaggio mi ha insegnato un sacco di cose e in un certo senso mi sono innamorata di lui, perciò è difficile lasciarlo andare tutte le volte, persino in questa storia e in questo ultimo capitolo che ho scritto tra le lacrime. Per il resto, spero vi sia piaciuto! E ne approfitto per augurarvi buon anno, nella speranza che le cose cambino davvero e IN MEGLIO nel 2021!

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