Creatures of the night

di JennyPotter99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The reunion. ***
Capitolo 2: *** Sospect. ***
Capitolo 3: *** A hole in the water. ***
Capitolo 4: *** Venom. ***
Capitolo 5: *** You can’t help everyone. ***
Capitolo 6: *** I fell in a hole. ***
Capitolo 7: *** The first kill. ***
Capitolo 8: *** The dread doctors. ***
Capitolo 9: *** The man with three eyes ***
Capitolo 10: *** If you can’t bring Maometto to the mountain, then bring the mountain to Maometto ***
Capitolo 11: *** The real purpose. ***
Capitolo 12: *** You cannot be your mother! ***
Capitolo 13: *** The unchecked Kitsune. ***
Capitolo 14: *** The wolf and the little redhood. ***
Capitolo 15: *** The human part. ***
Capitolo 16: *** The Banshee is always right ***
Capitolo 17: *** The hunt continues. ***



Capitolo 1
*** The reunion. ***


Era passato un mese da quando Wendy aveva scoperto di essere incinta e non l’aveva detto a nessuno, tranne Lydia, che lo aveva capito da sola.
La vita da neo-sposi procedeva tranquillamente: in realtà, l’unica differenza era che avevano due fedi d’orate al dito.
Mentre Derek cercava di capire come controllare il suo nuovo aspetto, Stiles aveva organizzato una piccola riunione del vecchio gruppo prima che Scott partisse per Boston.
Fuori stava per scoppiare un temporale e i tuoni lo svegliarono.
Sentendolo muoversi nel letto, anche Wendy aprì gli occhi.- Buongiorno marito.- gli sussurrò, sorridendo.
Stiles la baciò leggermente.- Buongiorno moglie.-
-Buongiorno figlia!- esclamò Angelica, irrompendo nella stanza e lanciandosi in mezzo al loro.- Allora, so che è una cosa top secret, ma vi prego, vi prego, posso venire anche io?- gli chiese, unendo le mani.
-Stasera c’è la luna piena.- puntualizzò Wendy. -A proposito, hai preso l’occorrente?-
Stiles si chinò sotto il letto e prese una borsa con dentro una catena nuova di zecca.- Equipaggiamento: preso.-
Angelica sospirò.- Ma sto bene, sono passate 3 lune piene e non ho ucciso nessuno.-
-Non sono per te, sono per Liam.- le disse Wendy.
-Già, per quanto ancora dovremmo fargli da balia?- borbottò Stiles.
-Fino a che non la smetterà di correre nudo per Beacon Hills durante la luna piena.- rispose Wendy, alzando le spalle.
Angelica si ricordò quello che era successo qualche luna piena fa e si morse un labbro, ripensando a Liam in mutande.
Stiles vide come stava sogghignando e le diede una spintarella.- Smettila.-
-Papà, lo sai già che stiamo insieme e prima o poi dovrai accettarlo.- affermò lei.
Stiles si alzò, iniziando a mettersi la divisa.- Ci penserò.- sbuffò.- Per adesso vado al lavoro.-
Wendy guardò la sveglia sul comodino.- Cavolo, sono in ritardo!- esclamò, alzandosi in fretta.
Angelica si ritrovò da sola.- E nessuno mi ha risposto…-
 
Dato che ancora non sapevano che tipo di creatura fosse Parrish, ogni volta che doveva fare qualche lavoro serio, Stiles lo accompagnava.
Di pioggia non ce ne era neanche l’ombra, ma i fulmini continuavano a cadere, causando vari guasti alla rete elettrica.
I telefoni squillavano all’impazzata per le lamentele e le luci nell’ufficio andavano e venivano.
-Agente del traffico, incidenti nel bosco, perché nessuno vuole darmi qualcosa di serio?!- borbottò Parrish.
-Quando capiremo che cosa sei e se devi stare sotto controllo, ti prometto che riprenderai a fare il vice sceriffo.- gli disse Stiles, prendendo un fascicolo.- Ecco: schiamazzi notturni, prendi questo.-
Parrish alzò un sopracciglio.- Dici sul serio?-
-Sì: qualcuno ha fatto degli schiamazzi e qualcun altro si è lamentato, vai a controllare, i devo restare qui a rispondere al telefono.- rispose Stiles, cercando di mettersi due cornette su entrambi le orecchie.
Parrish gli puntò il dito contro, guardandolo male.- Ti do retta solo perché sei il figlio dello sceriffo.-
Stiles osservò il modo in cui se ne andò infuriato.- Così non cominciamo bene!-
In quel momento, due poliziotti portarono dentro un ragazzo che la famiglia Stilinski conosceva bene.
-Donovan, te lo avevo detto, alla terza infrazione saresti finito in galera.- gli disse lo sceriffo.
-La prego sceriffo!- ribatté l’altro, dimenandosi dalle manette.
-Che cosa ha fatto?-
-Furto con scasso e resistenza a pubblico ufficiale.-
Lo sceriffo sospirò.- Portatelo dentro.-
-Cosa?! No! Sei morto, sceriffo! Sei morto!- replicò il ragazzo, mentre lo portavano via.
Stiles si alzò dalla scrivania con rabbia.- Ma come diamine si permette?!-
Il padre gli mise una mano sulla spalla.- Sta tranquillo, me ne occupo io, tu vai pure a quella cosa con i tuoi amici.-
 
-Sai, ci sono strane storie su notti come queste.- affermò Angelica, sedendosi sul cofano della Jeep. -Si narra di cavalieri nella notte, accompagnati da animali feroci che girano in cerca di anime.-
-Ricordami di toglierti i canali dove mandano film horror.- commentò Wendy, osservando la luna piena in cielo.- Davvero non senti niente?-
-No, ve l’ho detto: ho il pieno controllo.- affermò Angelica.- E anche lui, per favore, possiamo liberarlo?-
-Sto bene, davvero!- esclamò Liam, legato ad un albero.
Angelica porse la sua mano a Stiles e dopo un cenno da parte di Wendy, le consegnò la chiave per aprire le catene.- E va bene.-
Angelica liberò Liam con un sorrisetto soddisfatto.- Mi spieghi perché l’ultima luna piena giravi nudo?-
-Non l’ho fatto apposta, faceva molto caldo.- si giustificò lui.
Ancora una volta, Angelica si morse un labbro.- Beh, è stato un bello spettacolo.- mormorò, per non farsi sentire dai genitori.
-Ah sì?- replicò l’altro, avvicinandosi per baciarla.
-Distanza!- intervenne Stiles.
I due sbuffarono e, anche se contrari, decisero di trattenersi davanti a loro.
Salirono tutti sulla Jeep e mentre facevano la strada che portava all’ospedale e poi a scuola, d’improvviso, un fulmine cadde sulla strada e Stiles fu costretto a sterzare per evitarlo.
-Oh, merda!-
-E’ caduto davanti a noi!-
Stiles si voltò ai posti dietro.- State bene?-
-Sì…Un attimo prima e ci avrebbe colpiti.- rispose Angelica, col fiatone.
-E’ strano, una tempesta di fulmini non succede mai da queste parti.- commentò Wendy.
Liam prese il telefono per messaggiare a suo padre, ma si accorse che non c’era linea.- Perché non c’è campo?-
Gli altri tre estrassero i propri telefoni e notarono anche loro di non avere linea.
-Beh, andiamocene prima di venire colpiti da un fulmine.- aggiunse Wendy, mentre Stiles ripartì.
Quasi giunti all’ospedale però, trovarono la strada intasata.
-Oh, grande, non arriveremo mai in tempo.- borbottò Stiles.
-Perché che succede se non arrivi in tempo?- domandò Angelica, curiosa.
Stiles roteò gli occhi e Wendy scoppiò a ridere.- E’ proprio tua figlia.-
-Perché in queste tipo di situazioni è solo MIA figlia?-
-Avanti, portiamoli con noi.-
-Va bene, va bene, ma visto che è una cosa per veterani, non so se li faranno entrare.-
-E’ una biblioteca Stiles, non un strip club.- aggiunse Wendy, facendo capolino di fuori.- Siamo vicini all’ospedale, vado a vedere cosa è successo.-
-Vengo con te!- intervenne Angelica, ma Liam la fermò prima che uscisse dall’auto.
-Ti prego, non lasciarmi con tuo padre!- le sussurrò, nervosamente.
-Sta tranquillo, non ti ucciderà…Almeno credo.- gli disse lei, chiudendo lo sportello.
Mentre camminavano verso l’edificio, Angelica controllò ancora una volta il telefono e, per guardare lo schermo, non si accorse di esser andata addosso ad un ragazzo.
-Ops, scusa, non stavo guardando.-
Alzò lo sguardo verso un ragazzo dal sorrisetto affascinante, le spalle grosse e i capelli ingelatinati.
-Tranquilla, nemmeno a me prende, deve esserci un guasto con i ripetitori.- le disse, stringendosi nelle spalle.
Angelica fu talmente ammaliata da lui, che non riuscì a mettere due parole accanto all’alta, balbettando qualcosa di incomprensibile, fin che non corse via.
 
Stiles ticchettò le dita sul volante e Liam cercò di evitare il suo sguardo sul finestrino.
-Allora…Vi siete già baciati?- gli chiese Stiles.
Liam arrossì.- Ehm, direi di sì…Un po' di volte.-
Stiles annuì, cercando di controllare la rabbia.- Avete fatto sesso?-
L’altro sgranò gli occhi.- Cosa? No, no! Assolutamente no!-
-Bene, molto bene…Avvertirmi.-
-D-Devo avvertiti se voglio fare sesso con Angelica…?-
-Già…E usa preservativi che non sono scaduti.-
 
Quando Wendy entrò in ospedale, Melissa le corse in contro.- Finalmente, ho cercato di chiamarti 10 volte, ma il telefono non prende.- le disse col fiatone.
-Che succede?-
Melissa le prese il polso e la condusse in una stanza.
Parrish era svenuto sul letto con una ferita sul petto che stava fumando.
-E’ il suo modo di guarire?- domandò Melissa.
Jordan aveva un grosso graffio di qualche creatura che sembrava essere enorme.- Non lo so, non siamo ancora riusciti a capire cosa sia.-
Di scatto, Parrish alzò il busto da letto, con gli occhi che brillavano d’arancione.- Angelica! Dov’è Angelica?!-
Wendy lo guardò confusa.- Perché?-
Stava piovendo a dirotto e Angelica stava aspettando sua madre nel parcheggio delle ambulanze.
D’un tratto, le cadde un fulmine poco vicino e, dietro di esso, comparve un uomo alto almeno due metri: grondava sangue nero, le sue zanne erano enormi e i suoi artigli si illuminavano di blu.
Angelica non aveva mai visto un licantropo del genere e anche se tentò di dargli un pugno, egli non si mosse.
La prese per la gola e l’alzò, infilzandola poi nel petto.- Dammi i tuoi poteri.- ringhiò, fissandola negli occhi.
Angelica sentì letteralmente le forze prosciugarsi dal suo corpo, senza riuscire a fare niente.
Improvvisamente, una freccia colpì la spalla del lupo mannaro.
-Prima prenditela con me!- esclamò Stiles, pronto a scoccarne un’altra.
-E con me!- ruggì Liam, dandogli un calcio sul braccio che teneva Angelica, tanto forte da romperglielo.
Angelica cadde a terra, togliendosi dalla pelle i 5 artigli che smisero di brillare.
Ma quello grosso non si arrese, con la mano che ancora gli funzionava, fece sputare sangue a Liam e poi si diresse con sguardo arrabbiato verso Stiles.
A quel punto, un altro licantropo si mise in mezzo, afferrandogli i fianchi e facendolo camminare all’indietro.
Successivamente, un’Alfa prese slancio su un muro e gli saltò sulle spalle, stringendogli il braccio intorno al collo per soffocarlo.
-Basta, basta!- urlò l’altro, chiedendo pietà.
Wendy tornò con i piedi per terra.- Non so chi tu sia, ma ti do due possibilità: o resti e ti rompiamo altre ossa, oppure te ne vai via di qui.- lo minacciò.
Il licantropo col fiatone, guardò Angelica per un’ultima volta.- Non ci sarà sempre mammina a proteggerti.- commentò, prima di fuggire.
Il Beta che era intervenuto aiutò Angelica ad alzarsi, era lo stesso che lei aveva incontrato per strada pochi attimi prima.- Stai bene?- le chiese, porgendole la mano.
Angelica osservò che la ferita stava lentamente guarendo e gli fece un piccolo sorriso per ringraziarlo.- Sì.-
Liam si sentì infastidito per come la toccava.- E tu chi saresti?-
-Scommetto che non mi riconoscete.- rispose egli, guardando Wendy e Stiles.- Beh, sono un po' diverso dalle elementari.-
Wendy lo analizzò bene e riconobbe gli occhi scuri e le fossette sul viso.- Theo? Theo Reaken?-
Il ragazzo sorrise.- Esatto Wendy, sono io, sono tornato a Beacon Hills.-
-Fammi indovinare: qualcosa ti ha attirato qui.-
-Esatto: ho saputo che in città c’era un nuovo Alfa e quando mi hanno detto che era Wendy McCall, sono stato molto sorpreso: credevo che saresti morta prima dei 20 anni.- spiegò Theo.
-Il morso mi ha salvato.- affermò lei. -Ma perché sei venuto?-
-Perché voglio far parte del tuo branco.-
 
Verso la mezzanotte, Stiles, Wendy, Scott, Lydia, Angelica e Liam si avviarono in biblioteca, dove trovarono già dei ragazzi in fila per entrare.
-Per che cos’è tutta questa fila?- chiese Angelica.
-E’ una tradizione che va avanti da un po': un anno dopo essersi diplomati, gli studenti tornano e lasciano le loro iniziali scritte sugli scaffali.- raccontò Wendy. -Era importante per tuo padre.-
-Perché?-
Stiles storse la bocca.- Ecco…L’altro giorno stavo chiedendo a mio padre con chi dei suoi vecchi amici del liceo fosse in contatto e lui mi ha risposto nessuno.- rispose, abbassando lo sguardo.- Insomma, Lydia farà domanda a Standford, Scott domani parte per Boston, io sono un poliziotto e Wendy sarà presto una vera infermiera. Volevo che ci riunissimo tutti insieme prima di essere…Risucchiati dal nostro futuro.-
-Ehi..- intervenne Scott, mettendogli una mano sulla spalla.- Noi non ci separeremo mai, chiaro? Siamo sempre Batman e Robin.-
Le ragazze scoppiarono a ridere e si unirono con loro in un abbraccio.
Angelica sorrise guardandola.- Ora capisco.-
Lydia prese il pennarello nero e mise le sue iniziali nello spazio libero, passandolo poi a Stiles.
Prima di scrivere, Stiles notò che tra il mucchio, c’erano anche le iniziali D.H, Derek Hale e segnò le sue vicino ad esse.
Wendy scrisse le sue accanto a quelle di Scott, ricordandosi di quando andava ancora a scuola e del loro gruppo.
Due persone non potevano essere lì a scrivere i loro nomi, così, Wendy disegnò anche le iniziali A.A, porgendo il pennarello a sua figlia.- Avanti, fallo tu.-
Anche senza che sua madre glielo dicesse, Angelica capì a cosa si riferisse e scrisse le iniziali J.W.
-Sarebbero stati con noi.- commentò Stiles, riferendosi ad Allison e Jackson.
Wendy poggiò la testa sulla sua spalla.- Loro ci sono.-

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Capitolo 2
*** Sospect. ***


Mentre Wendy rifletteva sul fatto di far entrare Theo nel branco, Stiles non si fidava affatto di lui.
Dopo aver lasciato gli artigli di quel licantropo da Deaton per analizzarli, si diresse alla centrale di polizia per portargli il pranzo.
Si sedette sulla scrivania e osservò i fascicoli che stava analizzando, tutti con il nome di Theo.
-Stiles, per favore, non dirmi che stai indagando su di lui.- sospirò Wendy.
-Wendy, io mi ricordo di Theo in quarta elementare e quello non è Theo.- affermò Stiles, aprendo qualche finestra sul pc.
-Stiamo parlando dello stesso ragazzo che aveva l’asma come Scott, del poveretto alla quale è annegata la sorella.- replicò lei, addentando una barretta di cioccolata.
-Guarda qui: questa è la firma di suo padre su una multa di qualche anno fa.- le disse, mostrandole un foglio.- E questa è la firma sulla richiesta di trasferimento alla scuola: sono diverse fra di loro, io non credo che l’abbia firmato la stessa persona.-
-D’accordo, senti, se dico ad Angelica di chiedergli di vederci al parcheggio della scuola per parlare, prometti che dopo la smetterai?-
Stiles alzò le sopracciglia, mettendo le mani dietro la schiena.- Lo prometto.-
Wendy assottigliò gli occhi.- Stai tenendo le dita incrociate.-
-Va bene, va bene! Gli farò delle domande e poi valuterò!- esclamò, alzando le mani e prendendole la cioccolata dalle mani.- E non finirti il mio pranzo.-
 
-Quindi è ufficiale: state insieme.- affermò Mason, poggiandosi all’armadietto di Angelica.
-E’ strano, ma sì…E’ ufficiale.-
-D’accordo, ti ho portato una cosa…-
Mason si guardò intorno e con discretezza, le mise un pacchetto di preservativi nell’armadietto.
Angelica spalancò gli occhi.- Che stai facendo?! Mettili via!- gli sussurrò, spingendo via la sua mano: la scatolina cadde a terra e Liam se ne accorse.
Angelica si coprì la faccia, arrossendo.
-S-Sono miei.- balbettò Mason, ridacchiando e prendendolo velocemente.
-C-certo…- continuò Liam, grattandosi la nuca.- C-Ci vediamo a pranzo.-
Angelica si mise i capelli dietro l’orecchio, tentando di sorridergli normalmente.- Assolutamente.-
Quando Liam se ne andò, diede una pacca al migliore amico.- Io non farò sesso! Solo l’idea mi terrorizza! Nessuno mi toccherà fin che non mi sentirò pronta!-
In quel preciso istante, mentre si avviarono in aula, Angelica notò una ragazza della sua stessa classe di biologia che se ne stava al suo armadietto, fissando il vuoto.
-Tracy, stai bene?- le chiese, mettendole una mano sulla spalla.
La ragazza dai lunghi capelli marroni voltò lo sguardo verso di lei, con una goccia di sudore che le solcava la fronte.
Improvvisamente, si mise una mano sullo stomaco e un attimo dopo vomitò liquido nero sul pavimento.
Angelica capì che non era normale, mentre Mason osservò che a terra c’erano delle strane piume nere.
***
Tracy Stewart aveva raccontato alla psicologa della scuola che ultimamente aveva sempre il terrore che qualcuno entrasse nella sua camera ma che, alla fine, si rivelasse essere solo un sogno.
Jordan era stato incaricato di andare a controllare la casa e, prima di entrare, percepì qualcuno alle sue spalle.
-Mi sembrava strano che mi mandassero da solo.- commentò, sorridendo a Wendy.
Lei arricciò il naso.- Scusa.-
-Non fa niente, almeno non sei Stiles: tuo marito ha la parlantina facile.-
Wendy ridacchiò entrando nella camera della ragazza.- E’ vero.-
Sulla parete c’erano degli strani disegni fatti solo con la penna nera e la luce sul comodino era fulminata.
-Cos’ha esattamente questa ragazza?- domandò Parrish, analizzando la porta finestra sul soffitto.
-Oggi a scuola sognava ad occhi aperti: Lydia dice che si chiama Parasomnia.- rispose Wendy. -Crede che ci sia qualcuno che voglia entrare qui dentro.-
Parrish aprì la finestra verso l’alto e sospirò.- Io non credo che sia un sogno.-
-Perché?-
Il poliziotto fece un saltello per arrivare al tetto e poi aiutò anche lei a salire.
Intorno a loro c’erano una decina di corvi morti, il che spiegava le piume nel vomito, ma la cosa più inquietante, era che sulla maniglia della finestra, all’esterno, c’erano dei graffi profondi.
Wendy ci mise una mano sopra, capendo che coincidevano.
-Credi sia un lupo mannaro?-
-Non lo so, ma qualsiasi cosa succede, succede di notte.- puntualizzò lei.
-D’accordo, allora stasera tornerò a controllare.-
-Vengo anche io.-
-Sicura…? Non devi lavorare domani?-
Wendy gli sorrise.- Sì, ma non fa niente, posso stare sveglia un po' e portarti del caffè.-
Parrish annuì come se non vedesse l’ora.- Caffè americano, forte.-
 
Angelica, Liam e Mason riempirono i loro vassoi a pranzo e cercarono un tavolo libero.
Liam bloccò Angelica quando stava per sedersi allo stesso tavolo di una ragazza dai capelli neri e il naso a patatina, che stava facendo le bolle con la gomma da masticare.
-No, lì no.- le sussurrò, dirigendosi ad un altro tavolo.
-Perché lì no?- gli chiese Angelica, stranita.- Chi è quella?-
Liam si nascose per non farsi vedere da lei.- Hayden…-
-E come la conosci?-
-Veniva con me alle medie e…C’è stato un incidente, mi odia.- spiegò Liam, iniziando a mangiare.
Prima che Angelica potesse chiedergli che tipo di incidente, vide Theo salutarla da un altro tavolo con la mano e ricambiò sorridendo.
-E’ davvero un figo.- commentò Mason.
-Tsk, non è un gran che.- borbottò Liam.
Angelica sentì dal suo odore che era un tratto geloso.- Sei geloso?-
Liam scoppiò a ridere con la bocca piena.- Io? Di quello? Solo perché ti ha salvata da un licantropo di due metri, non vuol dire che sia il principe azzurro.-
Angelica e Mason si fulminarono.- Sei geloso.- affermarono all’unisono.
-Comunque neanche mio padre si fida, vogliono parlargli nel parcheggio.-
Così, Angelica convinse Theo ad incontrare i genitori per raccontargli come fosse diventato un lupo mannaro.
-Ero con lo skate al parco, non ero poi tanto bravo, continuavo a cadere. Ad un certo punto mi sono accorto che si era fatta sera e non c’era più nessuno. Sono caduto di nuovo, ma non ho sentito cadere lo skate.- raccontò Theo.- Un grosso Alfa me lo aveva rotto: è successo tutto così velocemente e prima che mi potessi rialzare, avevo un morso al fianco.-
-E perché non sei rimasto col suo branco?- gli chiese Stiles.
-2 giorni dopo lui era morto, ucciso da due gemelli Omega.-
Stiles e Wendy si guardarono, capendo che si riferiva ad Ethan ed Aiden.
-So che sono appena arrivato, ma sono sempre lo stesso ragazzo della quarta elementare.- continuò Theo, guardando Wendy negli occhi. -Ti ricordi quando sono finito in infermeria perché avevo finito l’inalatore? E tu eri lì perché eri svenuta? Ti ricordi cosa mi hai detto?-
Wendy iniziò a sentirsi in colpa per aver sospettato anche un po' di lui.- Che anche mio fratello soffriva d’asma e bastava fare dei bei respiri per calmarsi.-
-E io ti ho preso una zolletta di zucchero dalla scrivania dell’infermiere.- affermò Theo.- Sono sempre io, Wendy.-
In quel momento, la campanella suonò e Theo tornò in classe.
Wendy alzò le sopracciglia verso il marito.- Ti basta?-
-No, affatto e non mi serve che tu mi creda perché io continui a fare le mie indagini.- affermò Stiles, montando in auto.
Wendy fu costretta a muoversi lentamente, con la nausea allo stomaco: non sapeva per quanto ancora avrebbe tenuto il segreto.

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Capitolo 3
*** A hole in the water. ***


Una volta finito il turno in centrale, Stiles montò sulla Jeep e seguì Theo per tutto il tempo, anche quando andò nel bosco con una strana busta in mano.
-Che cosa stiamo guardando?- gli chiese Derek, dal sedile posteriore.
-Un tipo che guarda un po' troppo la mia ragazza.- borbottò Liam, al sedile del passeggero.
Derek alzò un sopracciglio.- E’ per questo che mi hai portato? Per seguire un ragazzino arrapato?-
-No, non è solo questo: devo capire perché Theo vuole entrare nel branco e non mi fido affatto di lui.- rispose Stiles, scendendo dalla macchina per seguirlo nella foresta.
Lo videro salire su un piccolo ponticello di legno dove sotto scorreva il fiume e si nascosero dietro un albero.- Annusalo, che cosa senti?-
Derek sbuffò.- E’ triste.-
-Perché è triste?- chiese Liam.
-Perché quello è il punto dov’è annegata la sorella.- sussurrò Stiles, vedendo che, in realtà, dentro la busta c’erano dei semplici fiori che Theo gettò nell’acqua.
-Okay, questo è troppo perfino per me.- commentò Derek.
Stiles lo guardò male.- Sei diventato improvvisamente un tipo sensibile?-
-Non sta facendo assolutamente niente di male: smettila di essere così paranoico.- replicò Derek.
-Buonasera, ragazzi.- intervenne Theo che, nel frattempo, si era avvicinato.- Anche voi qui?-
Stiles assottigliò gli occhi.- Non mi inganni con la tua aria da bravo ragazzo.-
Theo guardò Derek e sgranò gli occhi.- Wow, ma tu sei Derek Hale! E’ davvero un onore conoscerti!-
Derek fu confuso.- D-Davvero?-
-Certo: tra i licantropi si vocifera del legame licantropo-druido! La trovo una cosa affascinante!-
Stiles diede una pacca sul petto a Derek.- Smettila di parlarci, non lo vedi che cerca di fare?!-
-Cerca di entrare nelle grazie di tutti.- ringhiò Liam.
-Stiles, sono sempre io, perché non ti fidi di me?- replicò Theo.
Stiles estrasse i fogli con le firme.- Dimmelo tu: perché falsifichi la firma di tuo padre?-
Theo le osservò.- Sono leggermente diverse perché mio padre si è rotto un braccio al lavoro.-
-E ti aspetti che io ti creda?!-
-Theo, va a casa.- gli disse Derek, lasciandolo andare.
-Fai sul serio?!- esclamò Stiles, andandogli dietro.
-Stiles, adesso basta!- replicò il licantropo, facendo brillare gli occhi.
Il ragazzo cercò di fare un passo in avanti, ma era come bloccato da una forte energia. -Non usare il nostro legame contro di me!-
-Lo uso contro di te perché credo che tu stia esagerando.- commentò Derek.
-Non eri tu quello che non si fidava di nessuno?-
-E’ vero, ma ho imparato a dare il beneficio del dubbio.-
-Per la cronaca, io non mi fidavo di nessuno all’inizio!- affermò Stiles, gesticolando.
-Nemmeno di me, lo so. Ma poi ti sei fidato!- sospirò Derek, abbassando appena lo sguardo.
-Era diverso!- sbottò Stiles.- Io sono…- balbettò, passandosi una mano sugli occhi.- Io ero innamorato di te.-
-Stiles…Io me ne vado a casa.- disse infine Derek, voltandogli le spalle.
-E ora che facciamo?- chiese Liam.
-Aspettiamo.-
-Aspettiamo cosa?-
-Mio padre dice sempre una cosa: se sono colpevoli, prima o poi faranno un passo falso.-
***
Come promesso, Wendy prese due caffè dalla caffetteria e raggiunse Parrish davanti alla casa di Tracy.
-Caffè americano, nero.- gli disse, porgendogli il bicchiere.
-Grazie…Allora, nessuno è uscito o entrato da un paio di ore.- disse Parrish, sorseggiando.
Wendy sospirò.- Scusa se ti ho fatto perdere tempo.-
Parrish le sorrise.- Non mi hai fatto perdere tempo: da quando sono arrivato, non sono riuscito a farmi molti amici.- spiegò, osservando il suo bicchiere.- Stiles sa che sei incinta?-
Quasi Wendy non si strozzò, dandosi dei colpetti al petto.- C-Come scusa?-
-Stamattina ti sei divorata una barretta al cioccolato e sono quasi sicuro che quello non sia caffè, ma cappuccino con vaniglia e una spruzzatina di cacao.- rispose Jordan, ridacchiando.
Lei arrossì.- No, non lo sa ancora, sto cercando il momento giusto per dirglielo.- spiegò, tornando a guardare la casa.- E’ che inizia sempre tutto così, sai: una corsetta nel bosco, qualcuno che fa degli incubi o qualcuno che viene bruciato, ma non muore.-
-Per te è iniziata così?-
-Sì, io e mio fratello eravamo nel bosco di notte e Peter ci ha morsi entrambi.- raccontò, alzandosi appena la manica per scoprire il braccio.- Proprio qui.-
Parrish glielo sfiorò appena con le dita, facendola rabbrividire.- Neanche una cicatrice…-
Probabilmente erano gli ormoni, ma Wendy sentì un certo fuoco, mentre, a loro insaputa, qualcuno era appena uscito dalla finestra, vagando per la città.
***
Prima di tornare a casa, Wendy passò da Deaton per farsi dare spiegazioni su quegli artigli.
-Non ho mai visto niente del genere e mai così lunghi.- commentò il veterinario.
-Il fatto è che sembrano quasi finti, come creati dal nulla, ma Angelica ha detto che ha sentito come se letteralmente le stesse prosciugando la vita.- spiegò Wendy.- E’ possibile?-
-E’ possibile solo con un Alfa e il suo Beta: per esempio Liam potrebbe diventare un’Alfa uccidendoti, ma…Un Beta che lo fa ad un altro Beta, non so se sia possibile…Ma a quanto pare qualcuno sta cambiando le regole del gioco. Vogliono i poteri di Angelica e dobbiamo scoprire perché.-

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Capitolo 4
*** Venom. ***


Wendy aggiustò bene la cravatta dello sceriffo e Stiles gli pettinò i capelli.
-Papà, avresti dovuto tagliarteli i capelli!- commentò Stiles.
-Per me è perfetto.- aggiunse Wendy, sorridendo.- Ma chi è la fortunata?-
Lo sceriffo alzò le sopracciglia.- Non sono affari vostri.-
Allo stesso tempo, Parrish e un altro poliziotto stavano portando via Donovan che sarebbe stato trasferito alla prigione federale.
-Stilinski! Gliela farò pagare!- urlò, dimenandosi.
-Oh no, ancora?- borbottò Stiles. -Dacci un taglio con questa commedia, Donovan!-
Il ragazzo aveva gli occhi infuocati di rabbia. -Io te la farò pagare in modo che tu soffra veramente: ovvero prendendo un bel coltello affilato e piantandotelo nel petto fin che non morirai!-
Stiles applaudì.- Dategli un Oscar!-
-Portatelo via.- ordinò lo sceriffo.
Wendy aveva percepito tutta la sua rabbia.- Quel ragazzo ha qualcosa che non va.-
 
Quello stesso giorno, Malia aveva chiesto aiuto a lei a Lydia per esercitarsi con la guida.
Una buona scusa per dirle quello che Breaden aveva scoperto su sua madre, ovvero la Lupa del Deserto.
-E’ stata lei?- domandò Malia, vedendo una foto al telefono di una decina di uomini morti.
-Già: se lo meritavano, ma…E’ stata piuttosto brutale.- commentò Wendy.
-Ora capisco molte cose.- mormorò Lydia, dai posti dietro.
-D’accordo, ora concentriamoci sulla guida…Accendi il motore e mani a 10 e 10.-
-Sarebbe preferibile 9 e 15, a 10 e 10 l’airbag potrebbe romperti le dita.- intervenne Lydia.
Malia fece spallucce.- Io posso guarire.-
-Va bene 9 e 15.- replicò Wendy, mettendosi la cintura per sicurezza.- Ora premi appena il piede sull’acceleratore e ricordati di rimanere nella corsia di destra.-
Malia girò talmente il volante a destra che andò a finire fuori strada nell’erba.
-Okay, così e troppo a destra, gira il volante.-
Malia svoltò a sinistra e presero a girare in tondo.
-E questa è un’inversione a U…-
-Hai detto gira il volante.-
Wendy capì non avere molta pazienza ed inoltre le stava salendo la nausea.- Metti dritto il volante, Malia!-
-D’accordo, non arrabbiarti! Come sei suscettibile!- borbottò l’altra.
Lydia le mise una mano sulla spalla.- Stai bene?- le sussurrò.
Wendy fece un bel respiro.- Sì.-
-Gira a destra.- le indicò Lydia.
-Dove stiamo andando?- le chiese Wendy.
-A scuola, possiamo terminare con qualche parcheggio.-
Wendy osservò bene di fuori.- No Lydia, così andiamo in centro.-
La ragazza fissò la strada.- Vai avanti così…Ci siamo quasi.-
Malia e Wendy si fulminarono con lo sguardo, capendo che si trattava di una premonizione da Banshee.
Infatti, poco più avanti, videro un furgone della polizia ribaltato e alcuni uomini a terra.
Chiamarono subito la polizia, così arrivarono lo sceriffo e Stiles.
-Era il furgone che doveva trasferire Donovan: sotto tutti morti e lui non c’è.- disse Stiles.
-Quel ragazzo…Donovan, è uno di voi?- domandò lo sceriffo.
-No, non ho percepito alcun odore in lui.- rispose Wendy: fu talmente confusa che, mentre portavano via i cadaveri, decise di analizzare il mezzo.
-Chiunque sia stato, ha ucciso due poliziotti e il signor Stewart, l’avvocato di Donovan.- puntualizzò Parrish.
Wendy riconobbe quel cognome.- Vuoi dire il padre di Tracy?-
-Esatto.-
In quel preciso istante, dal soffitto cadde qualcosa di melmoso sul volante.
Di fatti, sopra di lei, c’erano dei graffi che coincidevano con quelli trovati sulla finestra di Tracy e fu a quel punto che Wendy collegò le due cose.- Ma certo! Avrei dovuto capirlo, che stupida!-
-E’ stato un lupo mannaro?- le chiese Parrish.
-No, un Kanima.-
-Aiuto! Aiutatemi!-
Si sentì urlare Donovan che, ancora con le manette ai polsi, si trascinava con una gamba paralizzata.
Era ufficiale: Tracy era un Kanima.
 
Il giorno dopo, a scuola, Angelica si avviò nell’aula di biologia, dove la professoressa Martin aveva unito i tavoli e tirato fuori alcuni strumenti.
-Buongiorno ragazzi, scegliete un compagno perché stamattina faremo alcuni esperimenti.- esordì la donna.
Liam era già seduto accanto a Mason e, l’unico tavolo rimasto libero, era quello con Theo.
Il ragazzo le fece un cenno con la mano, sorridendo.
Imbarazzata, Angelica si portò i capelli all’indietro e si sedette accanto a lui, ricambiando il sorriso.
-Cominciamo con qualcosa di facile: una lampada lava. Riempite la bottiglia di vetro con acqua e olio, aggiungete del colorante a vostra scelta e una compressa di Alka-seltzer.- spiegò la donna.- La coppia con il lavoro più originale, riceverà un premio.-
-Mi piace fare questo tipo di cose…Da piccolo volevo fare lo scienziato.- disse Theo, inserendo l’acqua.
-Io leggevo un sacco di storie, volevo fare una principessa.- ridacchiò Angelica, versando l’olio.
-Beh, sua maestà, scelga pure il colore che vuole inserire.-
Angelica arrossì e osservò le fialette.- Sbaglio o non ha detto quanti colori dobbiamo mettere?-
-No, possiamo metterli tutti, verrà una lampada lava arcobaleno!- esclamò il ragazzo, entusiasta.
-Sarebbe fantastico!-
Theo prese il contagocce e ci mise dentro gocce di tutti i colori, iniziando però a sentire qualcuno che, dietro di se, stava ringhiando.- Potresti dire al tuo fidanzato di non essere geloso?- le mormorò.
Angelica si voltò verso Liam che, infastidito, stava spaccando una fialetta di colorante tra le dita.
La ragazza sospirò.- Lascialo stare, si calmerà da solo.-
-E quella chi è?-
Angelica seguì lo sguardo di Theo verso un banco in fondo all’aula, dove Tracy, a piedi nudi e col pigiama, stava fissando dritto davanti a se.
-Oh no, dobbiamo far uscire tutti.- sussurrò Angelica, preoccupata per come avrebbe potuto reagire.
-Ci penso io.- affermò Theo, alzando la mano.- Mi scusi, posso andare in bagno?-
Una volta fuori dall’aula, Theo andò in corridoio e attivò l’allarma antincendio, così da far evacuare tutti.
Angelica rimase e le si avvicinò lentamente.- Tracy…Stai bene?-
La ragazza spaccò in due il tavolo in un secondo e poi si alzò, continuando a fissare la lavagna.
-Stanno arrivando…- bofonchiò, con le palpebre calanti.- Stanno arrivando per tutti noi…-
Poi, d’un tratto, svenne con gli occhi aperti e dalla sua bocca fuori uscì uno strano liquido argentato.
Angelica e Liam decisero di prendere il suo corpo e correre da Deaton.

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Capitolo 5
*** You can’t help everyone. ***


Dopo aver saputo dell’accaduto, Wendy e Lydia tornarono a casa di Tracy per analizzare bene la sua camera.
Sul comodino, Wendy trovò una piccola miniatura in legno del Nemeton.- Se solo avessi saputo quello che avrebbe comportato…-
-Lo avresti fatto comunque per salvare tua madre.- puntualizzò Lydia, trovando una scatola sotto il letto. Al suo interno, un acchiappasogni e un biglietto.- Sperando ti faccia stare meglio, Papà.-
-Perché ha ucciso il padre se cercava solo di aiutarla?- si chiese Wendy, mentre il telefono le vibrò: era un messaggio da Parrish.- E anche il suo psicologo.-
-Magari non sa quello che sta facendo, se soffriva di Parasomnia, forse si trova ancora in un orrendo incubo.- commentò l’altra.
Wendy ci rifletté su.- Ti ricordi quando succedeva a Stiles? Lui credeva di essere nel seminterrato di Eichen House, quando invece era nel covo di Malia e non si era reso conto che stesse sognando.-
-Credi che sia lo stesso anche per Tracy?-
-E se non si fosse ancora svegliata?-
-Sicuramente sta uccidendo le persone che cercavano di aiutarla.- puntualizzò Lydia.
-So che è anche andata dallo psicologo della scuola, ma non è più la Morrel, non so chi ci abbiano messo.-
Lydia sgranò gli occhi.- Mia madre.-
-E lei dov’è adesso?-
-Ad un appuntamento!-
In classe, Tracy non stava fissando il vuoto, fissava la professoressa con l’intento di ucciderla.
 
Deaton accese una piccola torcia e analizzò gli occhi di Tracy che, sul tavolo operatorio, respirava a malapena.
Stiles gettò della polvere di sorbo a terra, così che non potesse scappare: dal diario di sua madre, aveva compreso che un druido era capace di produrla da se.
-C’è l’evidente segno di un’iniezione nella parte destra del collo.- osservò il veterinario.- Ma non ho mai visto questo liquido, sembra mercurio.-
-Secondo Wendy è un Kanima: il che spiegherebbe il perché i poliziotti avevano nel veleno nelle vene.- intervenne Stiles.
Angelica guardò il suo corpo.- Credevo che i Kanima avessero la coda.-
Deaton e Stiles si guardarono preoccupati.- Infatti è così…Aiutami a girarla.-
Di fatti, quando le alzarono la maglietta, qualcosa di lungo si muoveva all’interno della sua pelle.
Improvvisamente, la schiena si divise di netto, spruzzando sangue sui due e da lì ne uscì una coda.
La ragazza si alzò e con un unico gesto, colpì tutti quanti con la coda, per poi fuggire via.
Deaton, Stiles, Liam ed Angelica si ritrovarono stesi a terra, paralizzati.
-E adesso che facciamo?- chiese Liam, seduto lungo il muro.
-La prima volta Derek mi ha perforato la vena della gamba per far uscire il veleno.- rispose Stiles, con la faccia spiaccicata sul pavimento.
Angelica ci provò, ma senza successo.- Non riesco a muovere le dita.-
-Ascoltatemi tutti, dovete iniziare a crederci. Immaginate di riuscire a muovervi, intensamente e ci riuscirete.- intervenne Deaton.
Liam serrò i denti e ci mise tutto se stesso.
Angelica alzò lo sguardo su di lui, vedendo che il suo piede si muoveva.- Sì Liam, così!-
Il ragazzo si alzò lentamente, reggendosi al tavolo per riprendere le forze. -Vado a cercarla.-
-Liam…- bofonchiò Angelica.- Salvala.-
Liam seguì il suo odore fino alla stazione di polizia.
Dato quello che era successo, lo sceriffo aveva annullato il suo appuntamento ma, quella sera, ci stava riprovando e proprio con Natalie Martin, la donna che Tracy cercava.
Quando Liam arrivò, lo sceriffo era paralizzato a terra: Wendy premeva le mani su una ferita di Lydia.
-Lei dov’è?!-
-E’ nel seminterrato.- rispose Wendy, col fiatone e le mani piene di sangue.- Liam, ascolta, lei crede di star ancora sognando…Devi farle capire che è tutto reale, non ucciderla!-
Liam fece un cenno con la testa e corse nel seminterrato.
-Devi andare con lui.- mugugnò Lydia, con la fronte sudata.
-Assolutamente no, non ti lascio!- esclamò Wendy, terrorizzata. -Resisti, l’ambulanza sta arrivando.-
Tracy aveva metà del copro squamoso e stava trascinando il corpo di Natalie come se volesse mangiarselo.
-Tracy, ascolta, so che credo di star sognando, ma non è così!- le disse Liam, alzando le mani per farle capire che non intendeva farle del male.- E’ tutto reale.-
La ragazza si guardò intorno, arricciandosi su se stessa.- Dove sono?-
-Andrà tutto bene.-
Improvvisamente, qualcuno arrivò dall’ombra: erano tre persone vestiti con abiti di pelle nera, maschere che non facevano intravedere le loro facce e con aria minacciosa.
Inserirono una siringa nel collo di Tracy, che la fece cadere a terra.
-No!-
Liam cercò di intervenire, ma uno dei tre gli premette la faccia contro il muro con forza.
-Tracy Stewart, esperimento fallito.-
***
Lydia venne immediatamente trasportata al pronto soccorso e le venne data della morfina così che non soffrisse più.
A Wendy fu consentito di vederla prima che la portassero in sala operatoria.
-La operiamo per vedere se c’è un’emorragia interna, altrimenti ricuciamo e basta.- le disse Melissa.- Hai avuto una mano molto ferma, fortunatamente non ha perso tanto sangue: dovrebbe essere anemica a quest’ora.-
-Va bene, grazie.-
-Mi hai salvato la vita.- mugugnò Lydia, tirando su col naso e accarezzandole la guancia.
Wendy le sorrise, mettendo la mano sulla sua.- Io ti salverò sempre la vita.-
La morfina iniziò a fare effetto e Lydia si addormentò.
-Tesoro, devo ribadirti che se continuerai a non venire a lavorare, verrai licenziata?- continuò Melissa.
-Lo so, mamma, ma non ho davvero tempo…E poi non credo che questo lavoro faccia per me.- affermò Wendy, stringendosi nelle spalle.
-D’accordo…Compilerò la lettera di dimissioni.-
In quello stesso momento, Angelica e Stiles uscirono fuori dall’ascensore e abbracciarono lei e Liam.
-Stai bene? Ho saputo che vi aveva paralizzati.- gli chiese, sollevata.
-Sono abituato al veleno di Kanima.-
-Come avete fatto ad arrivare?-
-Un piccolo aiuto.- rispose Angelica, mentre Theo si fece vedere.
Stiles lo guardò con sospetto.- Già, nel posto giusto al momento giusto.-
-Sapeva di Tracy, papà, ci ha aiutato a scuola.- puntualizzò Angelica.
-Volevo solo aiutare, il che non significa per forza far parte del branco.- commentò Theo.
-Comunque ti ringrazio.- gli disse Wendy.
-A proposito, che fine ha fatto?-
-Deaton sta analizzando il suo corpo.-
-C’è una cosa che devo dirvi…- intervenne Liam, con le mani tremanti.- Tracy…Lei…Vi giuro che era rinsavita, ma poi sono comparsi questi tizi con le maschere…Le hanno messo un ago nella gola e lei è svenuta.-
Erano tutti confusi dalla sua spiegazione e pensarono che magari se l’era immaginato.
-Io credo che dovremmo tutti fare una bella dormita.- commentò Wendy.- Forza, andate a casa.-
Mentre loro se ne andavano, Wendy dovette sedersi un attimo per deglutire la nausea.
-Stai bene?- le domandò Stiles, sedendosi accanto a lei.
-Devo dirti una cosa…-
-Aspetta, prima, c’è una cosa della quale ti devo parlare…-
Wendy lo vide strano, quindi lo lasciò parlare.
-Mentre ero immobilizzato, cercavo in tutti i modi di pensare a qualcos’altro…Angelica era accanto a me e io mi sentivo così impotente…- sussurrò, prendendole la mano.- Ma poi…Ho pensato a quando l’ho presa in braccio per la prima volta e a quanto ero felice…- continuò, sorridendo.
Per Wendy non c’erano parole più belle da sentire in quel momento.
-So che non è il momento giusto, ma desidero tanto avere un altro bambino.-
Wendy si coprì la bocca, incredula, mentre le vennero gli occhi lucidi.
-Che c’è? Non vuoi?-
La ragazza gli prese la testa fra le mani e lo baciò dolcemente.
-E questo perché?-
-Perché sono incinta.- balbettò sorridendo.
Stiles spalancò gli occhi.- Oh mio Dio, non ci credo! Davvero?! Non mi stai prendendo in giro?!-
Wendy scosse la testa, mordendosi il labbro.
-E’ fantastico!- esclamò ancora Stiles, abbracciandola.

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Capitolo 6
*** I fell in a hole. ***


Il pomeriggio successivo, per distrarsi dalla situazione e soprattutto dalla faccenda di Theo, Liam organizzò un appuntamento romantico con Angelica.
La bendò e la portò nel bosco, aiutandola a camminare.
-Siamo arrivati?- gli chiese, impaziente.
-Ci siamo quasi!-
-Liam, so che siamo nel bosco, riconosco l’odore, ci vivo qui dentro!-
-Silenzio e non rovinarmi la sorpresa!- ribatté Liam.
Improvvisamente, con la benda sopra gli occhi, Angelica lo sentì cadere e si guardò intorno.- Liam? Stai bene?-
Si tolse la benda e vide che Liam era caduto in una buca.
-Sono qui!-
Angelica scoppiò a ridere, inginocchiandosi sul buco.
-Sì, molto divertente! Non c’era questa cosa la prima volta che sono venuto qui!- borbottò l’altro.
-Vedi un po' se trovi il paese delle meraviglie!-
Liam tese il braccio.- Dai, aiutami ad uscire.-
Angelica gli prese la mano, ma Liam la trascinò giù, per scherzo, facendola cadere nel fango.
-Adessi chi è che ride?!- ridacchiò Liam.
Angelica prese un pugnetto di fango e glielo tirò sul viso per vendicarsi.-Ah, la metti così?!-
I due iniziarono una vera e propria guerra, sporcandosi interamente di terriccio.
Ad un certo punto, quando Angelica rilanciò sul suo viso, qualcosa colpì la fronte di Liam. Ahi!-
Tra il fango trovarono una collanina argentata.
-Mi sembra di averla già vista.- commentò Angelica, facendo un saltello per uscire dalla buca.
In quel momento, Liam, guardandosi attorno, capì che quella non era l’unica fossa, ma ce ne erano altre sparse per il perimetro.
-O è una talpa molto grossa…O qualcuno ha scavato queste buche.-
***
Più tardi, la famiglia Stilinski si avviò da Deaton per vedere cosa avesse scoperto.
-Artigli d’aquila su un licantropo.- esordì, mostrando le unghie brillanti dentro un contenitore di vetro.- Gli artigli di Tracy…Sono decisamente di un licantropo.- continuò, estraendo infine la pelle squamosa.- Ma un licantropo con le squame di un Kanima…-
-Tutto questo non ha senso.- commentò Stiles.
-E’ per lo più impossibile…Questo licantropi non sono stati morsi, sono stati creati.- puntualizzò Deaton.- Qualcuno sta rompendo la sottile linea tra scienza e sovrannaturale.-
In quel momento, Angelica vide che, intorno al collo di Tracy, c’erano dei segni, come se avesse portato qualcosa al collo fino a poco tempo prima.
-Cosa c’è, Angelica?- le chiese il veterinario, vedendola pensierosa.
-Oggi io e Liam siamo andati nel bosco e siamo caduti in una fossa…Abbiamo trovato una collana…Io credo che fosse di Tracy.- rispose la ragazza.
-E cosa ci faceva Tracy dentro una fossa?-
-Non lo so, ma io credo che qualcuno ce l’abbia seppellita: non erano buche naturali. E poi ce ne erano altre.-
Wendy sospirò, essendo costretta a sedersi per un capogiro.- Questa città diventa sempre più strana.-
Deaton aprì un cassetto e le porse una zolletta di zucchero, come se avesse capito che fosse incinta senza che glielo avesse chiesto.- Tieni, ti farà bene.-
I due si fulminarono con lo sguardo.- Grazie.-
-Mamma, stai bene?- le domandò Angelica, preoccupata.
-Forse dovremmo dirglielo.- intervenne Stiles.
-Dirmi cosa?-
Deaton le sorrise appena.- Angelica, tua madre aspetta un bambino.-
Angelica si immobilizzò: di certo non se l’aspettava e non sapeva bene cosa dire.
Tentò di dire qualcosa, ma alla fine scappò via.
 
Quella stessa sera, si doveva vedere insieme a Liam e Mason ad un locale gay, il Sinema, per fare da spalla al migliore amico.
Così decise di raccontargli tutto per strada.
-Avrai una sorella o un fratello e allora?- le chiese Mason, alzando le spalle.- Un altro licantropo in famiglia! Io ne sarei entusiasta!-
-No! Io non voglio nessuno! I miei genitori sono solo miei!- borbottò la ragazza.
Mason si gratto la nuca.- A volte dimentico che anagraficamente sei una bambina.-
Liam si guardò intorno confuso.- Perché stiamo entrando dal retro?-
-Sai quanto costa entrare qui dentro?-
Una ragazza aprì la porta sul retro: era Hayden, con in mano un vassoio che, a quanto sembrava, lavorava lì.
-Io ho invitato te, non loro e soprattutto non lui.- sbuffò Hayden.
Angelica non sapeva cosa fosse successo tra lei e Liam, ma non le stava affatto simpatica.
-E se facciamo noi tre e…50 dollari?- continuò Mason, mettendole i soldi sul vassoio.
Hayden roteò gli occhi e li fece entrare.
Angelica non era mai stata in un locale: c’era la musica alta, luci accecanti che giravano per la stanza e ragazzi in boxer che ballavano sensualmente.
Mason prese degli shottini dal bancone e glieli porse.- Divertitevi!-
I due fecero cin cin e li bevvero tutto d’un sorso, con entusiasmo, capendo poi che non gli piacevano affatto.
Liam si guardò intorno un po' spaesato.- Sono bravi!- commentò, a voce alta per via della musica, riferendosi ai ballerini mezzi nudi.
Angelica percepì il suo imbarazzo.- E tu che sai fare?-
Liam arrossì.- Ehm, non sono un grande ballerino.-
La ragazza gli sorrise e si fece spazio tra la pista.- Lasciati andare!-
Sollevò i capelli e iniziò a muovere il corpo sinuosamente, agitando il sedere.
Liam si bagnò le labbra e le si mise dietro, afferrandole i fianchi e ballando a ritmo con lei.
Angelica si voltò verso di lui e lo baciò intensamente con la lingua.
-Non dire a mia madre che siamo stati qui, ti ucciderebbe!- gli gridò poi.
-Ho più paura di tuo padre!-
Angelica scoppiò a ridere, ma fu in quel momento che vide nella sala qualcuno che conosceva.
Derek Hale era seduto su un divanetto, circondato da due ragazzi, molto probabilmente minorenni, che gli si strusciavano addosso.
-Che hai visto?-
Angelica si voltò verso di lui, coprendogli la visuale.- Niente, ci prendiamo una coca cola?-
-Decisamente meglio degli shottini!-
 
Intanto, Wendy era riuscita a riposare e stava per tornare in ospedale per vedere come stesse Lydia.
Quando uscì dalla camera, trovò Stiles che faceva le flessioni nel soggiorno.
Wendy non lo aveva mai visto fare sport con tutta quell’energia.- Che stai facendo?-
-Voglio segnarmi alla nuova palestra che sta per aprire in centro…Mi riscaldavo un po'.- rispose lui, togliendosi la maglietta sudata. -Devo occuparmi anche di Donovan: c’è stato un mal funzionamento con le telecamere della stazione ed è riuscito a scappare.-
-Perché dovresti andare in palestra?-
-Perché voglio migliorare nel corpo a corpo.-
-Hai le frecce, non ti serve il corpo a corpo.- ribatté Wendy.
-Beh, ma le frecce non sono infinite.-
Wendy diede un’occhiata all’orologio, sentendo l’eccitazione aumentare ad ogni goccia di sudore che gli cadeva dalla fronte.- L’orario di visita inizia fra 10 minuti.- gli sussurrò, spingendolo su una sedia e mettendosi a cavalcioni su di lui.
Stiles scoppiò a ridere.- Mi piacciono questi ormoni impazziti.-
 
Quando Wendy si avviò alla stanza di Lydia, sentì degli urli strazianti provenire da qualche camera dopo e andò a vedere cosa fosse successo.
Melissa stava legando un ragazzo al letto che non la smetteva di dimenarsi e urlare.
-Che cos’ha?-
-E’ stato morso da uno scorpione.- rispose la madre, togliendo il cerotto che il ragazzo aveva sull’avanbraccio: c’era tanto sangue e un paio di enormi fori.- Uno scorpione molto grosso… Ti prego, dimmi che non abbiamo un enorme scorpione che gira per la città…-
-No.- intervenne Deaton.- Abbiamo delle Chimere.-
-Ti prego, fallo smettere!- urlò il ragazzo.
Wendy gli prese la mano.- Okay, sta tranquillo adesso, come ti chiami?-
-C-Cory.-
-Ciao Cory, mi chiamo Wendy…Adesso cerca di stare calmo.-
-Wendy, non lo farei nelle tue condizioni.- commentò Deaton.
-Posso farcela.- affermò lei, iniziando a prendergli un po' di dolore.
Questo, infatti, le fece avere un capogiro e sua madre l’afferrò prima che potesse cadere.- Ma che cos’hai?-
-E’ incinta.- rispose Deaton, prendendo dell’ossigeno dal carrello e mettendole la mascherina sul naso.
-Che cosa?! Perché non me lo hai detto?!- esclamò Melissa, correndo a prendere una barella per farla stendere.
Wendy aprì lentamente gli occhi, rinsavendo.- S-Sto bene…- bofonchiò, guardando il ragazzo accanto a se che stava meglio.- Cory, chi è stato a farti quella cosa?-
-Il mio fidanzato…Si chiama Lucas, oggi si comportava in modo strano.- spiegò lui.- Di solito è sempre molto timido e invece oggi era molto sicuro di se…Dovevamo andare ad un locale stasera…Il Sinema.-

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Capitolo 7
*** The first kill. ***


Angelica andò al bancone per chiedere due coca cola, quando Derek l’affiancò, senza che si fosse accorta di lei.
I due si guardarono gli occhi sgranati.
-Ti prego non dirlo a mia madre.- gli disse Angelica, storcendo la bocca.
Derek alzò le sopracciglia.- E tu non dirlo a nessuno.-
-Non lo faccio se tu non lo fai.-
-Affare fatto.-
-Almeno qualcuno ha rimorchiato.- intervenne Liam, facendo cenno con la testa verso Mason e un ragazzo dalla testa rasata che si stavano baciando.
-Lucas…E’ carino, è un cliente abituale.- commentò Derek, sorseggiando un bicchiere di vodka.
Angelica alzò un sopracciglio.- Tu vai al letto con dei ragazzini?-
-N-non sono ragazzini, hanno 19 anni…E non ci vado al letto!- balbettò Derek.
In quell’istante, Angelica capì che, anche se voleva divertirsi, Derek era in realtà molto triste. -Sicuro di star bene?-
Derek la guardò negli occhi.- Starò bene.-
Tutto d’un tratto, si udì un urlo: Angelica riconobbe la voce di Mason e corse da lui.
-Ma che diamine è?!- gridò il ragazzo, indicando Lucas.
Lucas aveva gli occhi completamente neri: sulle braccia e sulla schiena aveva una fila di aghi appuntiti.
Derek si trasformò e gli corse in contro, prendendolo per la maglietta e tirandolo via.
Non fece in tempo a fare un’altra mossa, che dal nulla comparvero tre losche figure con la maschera e piantarono un ago nel collo di Lucas, uccidendolo.
Allora Angelica capì che Liam stava dicendo la verità. -Perché lo avete fatto?!-
Uno di loro si voltò.- Esperimento fallito.-
Dalla bocca di Lucas uscì lo stesso liquido argentato che era stato trovato su Tracy.
Di scatto, anche Derek iniziò a gridare di dolore, tenendosi la spalla.
-Ti ha punto?!- gli domandò Angelica, esaminandolo.
-No… Tuo padre! Qualcosa non va!-
 
Il giorno prima.
 
Parrish osservò Wendy che si rigirava un accendino tra le mani: c’erano solamente loro alla stazione di polizia, era molto presto.
-Vuoi fare un giochino di prestigio?- le domandò.
-Voglio vedere fino a che punto puoi arrivare.- rispose lei, prendendogli la mano e mettendola a mezz’aria.- Sei pronto?-
Jordan annuì con decisione e lasciò che Wendy avvicinasse di molto la fiamma al palmo della sua mano.
Di scatto, la ritrasse mugugnando.
-Oh avanti, puoi fare meglio di così.- commentò Wendy.
-Non so come si fa.-
-D’accordo: questa volta, non pensarci, guarda me e non la fiamma.-
Allora il poliziotto rimise la mano in posizione, fissandola intensamente negli occhi.
Quando la fiamma toccò la pelle di Parrish, gli occhi gli brillarono di arancione.
Wendy fece un ghigno.- Eccoti qui, qualsiasi cosa tu sia.- mormorò, accorgendosi anche che Parrish era entrato in una specie di trance.
Ad accendino spento, Parrish si guardò la mano: neanche una lieve bruciatura.
-A che pensavi?-
-Ad un sogno che ho fatto…Cioè, lo faccio da 6 mesi in realtà.-
Wendy lo guardò curiosa.- Racconta.-
-Sono nel bosco e porto un cadavere interamente bruciato. Sono davanti ad un vecchio albero, ma c’è rimasto solo la corteccia tagliata.-
Wendy capì di che albero parlasse e, dalla scatola dentro cui c’erano le cose di Tracy, estrasse il modellino in legno che anche lei aveva visto sul comodino.- Come questo?- gli chiese, rigirandolo al contrario.
-Sì…Poggio il cadavere sulla corteccia e poi…Basta, il sogno finisce lì.- spiegò Parrish.- Di che albero si tratta?-
-E’ un Nemeton: un antico albero che attira le creature sovrannaturali e potenzia il loro potere. E’ il motivo per cui ti sei sentito così attratto a venire a Beacon Hills.- raccontò Wendy.
-Beh, poteva andarmi molto peggio.- commentò sorridendole.
La ragazza arrossì sorridendo: con lui sentiva una certa connessione che non riusciva a spiegarsi.
***
-Allora, sono 350 dollari annui per tutti gli attrezzi, escluse le docce: gli spogliatoi delle donne sono in fondo a sinistra, lo stesso per gli uomini a destra.- spiegò la donna di colore alla reception della palestra. Abbassò poi gli occhiali, guardandolo dalla testa ai piedi.- E il mio ufficio è la prima porta a sinistra, se ti può interessare.-
Stiles si grattò la guancia imbarazzato.- Ehm, va bene, grazie per l’informazione.-
Successivamente gli diede una tessera magnetica.- Con questo puoi accedere ovunque, ma il parcheggio coperto per ora è ancora in costruzione, quindi dovrai usare quello di fuori.-
-Okay, c’è qualcos’altro che dovrei sapere?-
La donna notò la fede al suo dito, ma gli fece comunque un occhiolino.- Buona permanenza.-
Stiles tornò alla Jeep prima di arrossire, ma quando girò la chiave, il motore non partì.
Quella macchina era letteralmente diventata un ammasso di scotch vivente per quanto Stiles ne avesse usato sulle parti che non funzionavano bene.
Mentre copriva un buco dalla quale usciva fumo, sentì uno straziante dolore alla spalla che lo fece gridare.
Gli occhi gli si colorarono di nero e si sentirono dei tuoni in lontananza.
Si volto verso la presenza che sentiva dietro di se: era Donovan, ma non era più completamente umano.
Stiles riconobbe la fila di denti appuntiti: Wandigo.
Gli diede un pugno e andò a nascondersi dietro le auto parcheggiate.
-Tu non mi conosci Stiles!- gridò Donovan, con la pioggia che iniziò a cadere lentamente. -Tuo padre non ti mai parlato del mio? Erano in servizio insieme, un giorno, e quello che allora era il vice sceriffo lo lasciò entrare da solo durante un pattugliamento.- raccontò il ragazzo.- Mio padre adesso è sulla sedia a rotelle perché tuo padre è stato un codardo!-
Stiles non poteva arrivare alla Jeep e prende le frecce senza che lui lo vedesse.
Senza sapere cosa fare, corse verso il parcheggio ancora in costruzione e Donovan gli andò dietro, afferrandolo per la maglietta e lanciandolo verso una sfilza di tubi accalcati.
-Non risolverai niente uccidendomi, Donovan!- replicò Stiles, riprendendo fiato.
L’altro ringhiò.- Oh, io credo proprio di sì.-
Stiles serrò i denti e gli occhi gli si fecero di nuovo neri: tutto d’un tratto, un fulmine cadde dal cielo e colpì Donovan in pieno petto, facendolo sanguinare dalla bocca.
Una volta che il corpo cadde a terra, Stiles si precipitò da lui, ma ormai era morto per l’enorme buco che lo aveva trapassato da parte a parte.
Stiles non voleva ucciderlo, ma era molto spaventato.
Prima che qualcuno lo vedesse, fuggì fuori, con le mani insanguinate.
Fu allora che comparvero Derek, Angelica e Liam.
Derek gli vide il sangue addosso.- Che è successo?-

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Capitolo 8
*** The dread doctors. ***


Qualche settimana prima.
 
Stiles fece scuotere tutto il corpo per rilassarsi e non essere spaventato da un grosso lupo nero molto alto.
-Ce la puoi fare.- mormorò tra se e se, almeno una decina di volte.
Wendy, Angelica e Liam si sedettero sulla corteccia del Nemeton, in attesa che prendesse coraggio.
Stiles afferrò il pelo e fece un saltello per cercare di salire sulla sua groppa, ma era troppo alto per lui.- Magari se mi dessi un aiutino.-
Derek roteò gli occhi e si chinò appena, facendolo salire.
Stiles sorrise tenendosi.- Beh, non è tanto male.- commentò, per poi iniziare a scivolare dall’altra parte.- No, no, no…Okay, così non va.-
Gli altri tre scoppiarono a ridere sotto i baffi.
Ci provò un altro paio di volte, ma cadde lo stesso, fin che non fece aderire bene le gambe al corpo del licantropo. -Okay, così dovrebbe andar bene…Muoviamoci lentamente.-
Derek iniziò a camminare, ma poi improvvisamente prese a correre.- Ho detto lentamente!!-
Wendy, Angelica e Liam gli andarono dietro, facendo una vera e propria gara, urlando divertiti.
Ad un certo punto, Stiles capì dove stessero andando: intravide il picco della cascata e capì che tutti ci si volevano buttare.- Cosa?! No! No! No!- gridò, cercando di fissare i piedi a terra, ma era troppo alto.
La terra sotto i piedi e i 5 precipitarono nella cascata, con Stiles che fece un acuto grido femminile.
Risalì in superfice, sano e salvo, guardandosi attorno che tutti e 4 erano scoppiati a ridere.
-Se volevate farmi prendere un infarto, ci siete riusciti!-
-Fifone!- esclamò Derek, schizzandolo.
Liam si guardò intorno meravigliato.- Che posto è?-
-Non ha un nome preciso: è il nostro posto.- rispose Wendy, alzando le spalle.
-E’ la cascata del lupo.- intervenne Derek, uscendo dall’acqua completamente nudo.
Stiles coprì di scatto gli occhi di Angelica.
Liam sorrise.- Mi piace.-
 
Oggi.
 
Stiles tremò, guardandosi la mano insanguinata.- E’- E’ stato incidente.-
Angelica lo guardò confusa.- Che cosa, papà?-
Derek lo superò e andò a controllare il parcheggio ancora in costruzione, ma non trovò niente.- Stiles, qui non c’è nulla.-
Stiles aggrottò le sopracciglia: possibile che Donovan non fosse morto?
-Forse ha ragione la mamma, dovremmo tutti farci una bella dormita.- intervenne Angelica.
Derek gli si avvicinò, scrutandolo.- Stai bene?-
Anche se Donovan aveva fatto qualche furtarello, probabilmente non meritava di morire: Stiles aveva appena ucciso il suo primo innocente e non sapeva cosa avrebbe comportato.
Una cosa era certa: nessuno doveva saperlo.
Perciò, lo guardò negli occhi, sapendo di mentirgli.- Sì, sto bene.-
***
Anche se aveva detto che si sarebbe riposata, Wendy tornò a casa di Tracy, trovando Parrish che delineava la sua camera con il nastro della polizia.
-Che cosa mi è sfuggito?- si chiese Wendy, sedendosi sul letto sospirando.
-Non è colpa tua: se queste Chimere vengono create da qualcuno, magari non sono perfette.- commentò Parrish.
-Riescono anche a superare il sorbo, è incredibile!-
Sulla scrivania, Wendy trovò un libro con un bigliettino sopra: Tracy lo aveva preso dalla biblioteca della scuola.
Una lettura interessante, ma vecchia: i dottori del terrore.
La copertina aveva uno sfondo blu e al centro il disegno di tre uomini mascherati e vestiti in pelle.
-Che c’è?-
-Liam ha detto di aver visto dei tizi simili a questi uccidere Tracy.- rispose Wendy, confusa.
-Allora forse c’è un collegamento.-
 
L’indomani, prima che iniziassero le lezioni, Liam, Angelica, Kira, Wendy, Stiles e Derek si riunirono al parcheggio per parlare del libro.
-Erano esattamente così.- affermò Liam.
-Sì, li abbiamo visti anche ieri alla discoteca.- confermò Derek. -Hanno ucciso Lucas.-
-…Alcuni ragazzi vengono rapiti e sepolti dai dottori del terrore.- lesse Angelica, sul retro della copertina.- Mi è vagamente familiare.-
-Io credo che Tracy e Lucas siano stati sepolti in quelle fosse.- commentò Liam.
-Facciamo delle fotocopie e leggiamolo tutti.- aggiunse Kira.
-Intenso.- intervenne Mason, con un sorriso entusiasta.
Stiles alzò un sopracciglio.- Chi lo ha invitato?-
-E’ il mio migliore amico.- rispose la figlia, stringendosi nelle spalle.
-Per ora voi pensate all’ecografia.- continuò Kira.
-Tesoro, vuoi venire con noi? Potresti saltare un giorno.- le chiese Wendy.
-Ehm, non posso…Ho un compito importante di storia.- balbettò Angelica, come a voler evitare l’argomento.
Mason aggrottò le sopracciglia. -Ma non abbiamo stor- disse, prima che Angelica potesse pestargli un piede.- Ahi!-
Wendy e Stiles si fulminarono con lo sguardo: capirono che Angelica non l’aveva presa proprio bene.
Kira si occupò di fare le fotocopie e Angelica pensò, dato che Theo era ormai coinvolto, di dare una copia anche a lui.
-Fino a qualche giorno fa non sapevo neanche cosa fosse un Kanima, non so se posso aiutarvi in questa cosa.- commentò Theo.
-Anche se non fai ufficialmente parte del branco potresti aiutarci: magari insieme possiamo trovare una soluzione.- replicò Angelica.
Theo le sorrise.- Beh, questo Insieme mi piace molto.- le disse, controllando l’ultima pagina del volume.- Chi è il dottor Valack?-
Angelica lo guardò confusa.- Chi?-
-E’ scritto qui, all’ultima pagina, nella dedica: il libro è dedicato a questo dottor Valack.- osservò Theo. -Lo conosci?-
-No…Ma forse conosco qualcuno che sa qualcosa.-

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Capitolo 9
*** The man with three eyes ***


Melissa spruzzò il gel sulla pancia di Wendy e poi ci poggiò sopra il rullo.
-Il battito è molto debole: ti sei sforzata troppo in questi giorni.- commentò Melissa. -Credete che sarà un altro licantropo?-
-Non lo so, la gravidanza con Angelica è durata tre mesi.- rispose Wendy, stringendo la mano di Stiles.
-Beh, le cellule di questo bambino si stanno creando molto in fretta.- analizzò Melissa, indicando un punto sullo schermo.- Vedete, questo è il cuoricino e questo l’ombelico.-
Tutta la preoccupazione di Stiles per quello che era successo la sera prima se ne andò nel vedere l’immagine di suo figlio.- Non lo abbiamo mai fatto con Angelica, eravamo così terrorizzati.-
-Il sesso ancora non è chiaro, è troppo presto.-
-Oh, in realtà non vorrei saperlo…- intervenne Wendy, guardando Stiles.- Insomma, mi è piaciuto l’effetto sorpresa.-
Stiles le bacò la fronte sorridendole.- Sono d’accordo.-
Nessuno dei due la smise di guardare le foto dell’ecografia mentre uscivano dalla stanza.
A quel punto, i 3 videro sfrecciare per il corridoio dei poliziotti e il dottor Dunbar.
-Che succede?- chiese Melissa.
-Qualcuno ruba i corpi!-
***
Deaton aveva già incontrato il dottor Valack e lo aveva descritto come un uomo sinistro e alla quale si doveva star attenti.
Era rinchiuso nel reparto speciale di Eichen House.
Così, Stiles, Derek, Kira, Liam, Lydia ed Angelica raggiunsero l’edificio con la Camaro.
-Che carino! E’ uno scricciolo!- commentò Kira, guardando la foto del bambino. -Sapete già se è maschio o femmina?- gli domandò, restituendogliela.
-No, vogliamo l’effetto sorpresa.-
Stiles notò che Derek guardava di fuori senza dire niente e ogni tanto sorseggiava da una fiaschetta che aveva dentro la giacca.
-Perché non siamo andati con la Jeep?- chiese Angelica, sviando l’argomento.
Stiles non riusciva ad ammettere che la sua auto stesse cadendo a pezzi.- Perché ho il disperato bisogno di guidare questa macchina, va bene?-
Parcheggiarono davanti al cancello sempre più tetro e se lo lasciarono chiudere alle spalle mentre entravano.
-La senti ancora?- sussurrò Stiles a Lydia, per non farsi sentire dagli altri.- La premonizione su Derek?-
Lydia lo guardò preoccupato.- Sì e diventa sempre più forte…-
I 5 arrivarono alla reception dove l’uomo che avrebbe dovuto sostituire Brunski, gli mise una vaschetta di plastica davanti.- Mettete qui tutto quello che avete in tasca.-
Tutti consegnarono telefoni e chiavi, ma Derek non si mosse.- Contaci.- borbottò, avviandosi verso le scale.
Una delle guardie aprì la porta con una tessera magnetica e li fece entrare: la stanza di Valack era alla fine del corridoio.
Ma quando Derek oltrepassò la porta, non riuscì a proseguire. -C’è del frassino qui dentro, vero?- sospirò.
-Già, me ne ero dimenticato.- rispose Stiles, grattandosi la testa.
-Sei sicuro?- Angelica aggrottò le sopracciglia e mise una mano in avanti, aspettandosi che la barriera la respingesse, ma non fu così.
Liam fece la stessa cosa e ricevette una scossa.
-Il frassino non tiene fuori i mezzosangue?-
-Non lo so, se vuoi libero il mio zio pazzo e te lo faccio dire.- rispose Derek, acidamente.
Stiles roteò gli occhi e proseguì con Angelica e Lydia.- Andiamo prima che ci sputi acido addosso.-
Angelica si guardò intorno e vide che nelle varie celle c’erano creature di ogni genere.
Il dottor Valack era un uomo vestito di bianco, con un accenno di barba e una bandana sulla fronte.
-Il druido, la Banshee e la mezzosangue…Tre bocconcini in una sola giornata, che onore.- commentò, avvicinandosi al vetro che li separava con un sorrisetto.
Stiles gli mostrò il libro.- Conosce questo libro?-
-Certo…L’ho scritto io.- affermò egli.- Sono qui a Beacon Hills, vero? Sapevo che sarebbero tornati.-
-Aspetta…Tornati? Vuol dire che erano già venuti?- gli domandò Angelica, sorpresa.
-Il libro è stato scritto per far ricordare a chiunque fosse stata una loro vittima, che esistono davvero, che sono reali.-
-Chi sono?-
-Prima erano scienziati e grazie alle forze elettromagnetiche sono riusciti a diventare immortali. E’ di questo che si servono: elettricità.- spiegò Valack. -Io li ho visti.- affermò, togliendosi lentamente la benda: sotto di essa, c’era una palpebra con un terzo occhio.
Stiles voltò lo sguardo prima di vomitare.- Che cosa vogliono?-
Valack fece un ghigno.- Io cosa ottengo in cambio?-
Stiles serrò i denti.- Un bel niente.-
-Allora potete anche andarvene!-
Liam non fece altro che fare avanti e indietro per il corridoio, preoccupato.
-Così consumerai il pavimento, ragazzo.- gli disse Derek, sedendosi a terra.
-Non mi piace che stia parlando con quel tipo senza di me.- borbottò Liam, incrociando le braccia nervosamente.
Kira gli sorrise.- Sei innamorato.-
Liam arrossì.- E’ per questo che sono così nervoso?-
Derek sospirò, prendendo un sorso dalla sua fiaschetta con sguardo basso.- Vuol dire che è una cosa vera.-
-Credevo che i licantropi non si potessero ubriacare.-
-No, infatti.- sbuffò l’altro, riponendo la bottiglietta.
Tutto d’un tratto, le luci si offuscarono.
Liam si voltò verso Kira e vide che sprizzava energia elettrica da tutto il corpo.
-Qualsiasi cosa tu stia facendo, smettila!- esclamò Derek.
-Non sto facendo niente!-
Anche Valack si guardò intorno, preoccupato.- Chi c’è con voi?-
-Due licantropi e una Kitsune.-
Valack sgranò gli occhi.- Avete portato una Kitsune?! Non è solo il frassino a proteggere questo posto! Eichen House è costruita su una corrente tellurica! Se va via l’elettricità, non saremo più al sicuro!-
Improvvisamente, il cancello alle loro spalle si aprì: eccoli di nuovo, i dottori del terrore.
-Dobbiamo portarla via di qui!- esclamò Liam, mentre Kira era svenuta, ma continuava a balbettare qualcosa in giapponese.
Derek si chinò su di lei e anche se gli dava continue e dolorose scosse, la prese in braccio e usò le scale per fuggire fuori.
-Gli avete aperto le porte…Li avete fatti entrare!- replicò Valack.
-Che cosa vogliono? Diccelo!- ripeté Stiles.
Valack estrasse una piccola siringa e la mise nel contenitore comunicante.- Voglio il sangue! Il suo sangue.- ordinò, guardando Angelica.
-Non se ne parla!-
Angelica prese di scatto la siringa e si fece un’iniezione.- Adesso dicci che cosa vogliono!-
-Fare esperimenti, migliorarsi, trovare quello perfetto!-
Lydia sentì chiaramente dei passi arrivare e i 3 si nascosero dietro una colonna, mentre i dottori avanzavano nella cella di Valack.
Non videro che cosa stesse succedendo, sentirono solo l’uomo urlare e Stiles si ricordò improvvisamente di quello che era successo con Donovan.
-Se ne sono andati?- mormorò Lydia. -Siamo al sicuro?-
-No, non siamo al sicuro.- affermò Stiles. -Tutto questo…E’ colpa nostra.-

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Capitolo 10
*** If you can’t bring Maometto to the mountain, then bring the mountain to Maometto ***


Kira distribuì le copie del libro sul tavolo: lei, Wendy, Stiles, Lydia, Derek, Angelica, Malia e Theo si riunirono a casa di Wendy per leggerlo.
-Perché siamo venuti qui?- chiese Malia.
-Perché Wendy non deve muoversi di casa, ma vuole partecipare.- rispose Stiles.- Quindi se non puoi portare Maometto alla montagna, portiamo la montagna da Maometto.-
Malia alzò un sopracciglio.- Chi è Maometto?-
-Lascia stare, è una metafora.- le disse Wendy, dandole una pacca sulla spalla.
-Perché dobbiamo leggerli se alcuni di noi li hanno già visti?- intervenne Angelica.
-Perché Valack ha detto che non è stata la prima volta, ricordi? Questi tizi erano nella nostra testa molto prima di adesso e dobbiamo capire cosa vogliono.- spiegò Stiles.
-A proposito, mi dispiace molto per ieri.- balbettò Kira verso Derek, essendo intimorita dalla sua stazza.
Derek la osservò senza dire niente e sospirò.- Vado a prendere da bere.-
Wendy arricciò il naso.- Tranquilla, è fatto così.-
-Dov’è Liam?-
-Suo padre ha avuto un incidente, è in ospedale.- rispose Angelica.
Così, per il resto della giornata, chi sulla sedia, chi sul letto o sul divano, cercarono di finire di leggere l’intero libro.
Tra un sorso di vodka e una pagina, Derek sbuffò.- Vi sentite diversi?-
Kira si passò le dita sugli occhi.- No, io mi sento solo stanca.-
-Va pure a dormire di sopra.- le disse Wendy, accarezzandosi il ventre.
Theo la osservò.- Credete che sarà un altro licantropo?-
-Non lo sappiamo, ma probabilmente sì.-
-E tu non sarai sicuramente il primo a saperlo.- intervenne Stiles, toccandosi la spalla con una smorfia di dolore, proprio dove lo aveva morso Donovan.
-Che hai?-
-Niente, ho solo esagerato con la palestra…-
Derek alzò un sopracciglio, mordendo un grissino di pane.- Tu che vai in palestra?-
-Già, mi tengo in forma, dato che in situazioni critiche dovrò montare sul tuo enorme groppone.-
Theo lo guardò sorpreso.- Anche io sono in grado di trasformarmi completamente!-
Derek non fece trasparire alcuna emozione e spezzò il grissino con la lingua.- Buon per te.-
Verso le 10 di sera, si erano tutti addormentati, ma Theo continuava a sentire qualcuno che parlottava dalla camera di sopra.
Diede un colpetto ad Angelica per svegliarla.- Ehi…Vieni un attimo con me.-
I due salirono nella sua stanza, dove Kira stava dormendo e la sentirono sussurrare ancora delle frasi in giapponese.
-E’ normale?-
-No, lei ha origini coreane, ma non sa né il coreano né il giapponese.- mormorò Angelica.
Allora Theo estrasse il cellulare e la registrò.- Quindi che le succede?-
***
Il giorno dopo, Wendy si svegliò e sentì non solo l’odore di caffè, ma che a pancia era cresciuta durante la notte e scese da Stiles per fargliela vedere.
-Buongiorno.- gli disse, abbracciandolo da dietro.
-Ehi, buongiorno.-
-Guarda.-
Stiles sorrise guardandole il ventre.
-Licantropo.- dissero all’unisono.
-Buongiorno!- esclamò Angelica, rubando una banana dalla cesta di frutta. -Ci vediamo dopo!-
-Ehi signorina, ferma un po', dobbiamo parlare.- affermò Wendy.
-Ma sono in ritardo!- disse l’altra, con la bocca piena.
Wendy controllò l’orologio.- Ma sono le 8, le lezioni iniziano alle 9.-
Stiles le indicò il divano.- Seduta, ora.-
Angelica sbuffò e si sedette sul divano.- Lo so di cosa volete parlarmi e vorrei che me lo aveste detto prima di fare un altro bambino!-
Wendy ridacchiò appena.- Tesoro, non è una cosa che si comanda.-
-Non sono stupida, so come si fanno i bambini…E’ solo che…Quando nascerà passerete tutto il tempo con lui!- borbottò lei, incrociando le braccia.
-Oh, no, piccola…Noi vorremmo bene ad entrambi.- continuò Wendy, sedendosi accanto a lei per abbracciarla. -Ti prometto che non cambierà niente.-
Angelica li guardò entrambi negli occhi.- Me lo promettete?-
-Assolutamente sì.-
-Se è una femmina…A tuo padre piacerebbe molto chiamarla Hope, se è maschio, pensavamo…Jackson?-
Angelica sorrise appena con gli occhi lucidi.- Sarebbe fantastico.-
Dopo che Angelica e Stiles furono usciti, qualcuno bussò alla porta.
Wendy fece scorrere la porta a Parrish.
-Ciao licantropo incinto.-
-Ciao guardia del corpo.-
-Esattamente quello che mi è stato chiesto di fare!- continuò Parrish.- Devo stare attento che nessun granello di polvere ti faccia del male.-
-A proposito…Questa casa è enorme e non si pulisce da sola.- gli disse Wendy, tirandogli un secchio con dentro uno straccio e facendogli un occhiolino.-Sfrega bene.-
 
Intanto, a scuola, Theo chiese di vedere Angelica nella palestra.
-Ciao, che succ-
Quando Angelica si voltò verso di lui, Theo era seduto sulla macchina dei tricipiti senza maglietta e osservò i suoi enormi muscoli.
-Ehi, ciao.- le disse, asciugandosi la fronte con un asciugamano.
Angelica cercò di non fissarlo troppo.- Volevi vedermi?-
-Sì, sono riuscito a tradurre quello che Kira stava dicendo nel sonno ieri sera. Vuol dire: io sono il messaggero della morte.- spiegò Theo.
Questo la fece preoccupare sempre di più.- Continuava anche a dire di non riuscire a leggere bene.-
-Le sta succedendo qualcosa e non so se dovresti fidarti di lei...-
Angelica alzò un sopracciglio.- Lei la conosco da più tempo…E’ di te che non dovrei fidarmi.-
Theo fece un ghigno divertito e le afferrò la mano, posandola sul proprio pettorale.- Non c’è niente da temere…Di me puoi fidarti.-
Angelica sentì chiaramente il suo cuore battere lentamente: non stava mentendo.
-Angelica, devi venir- intervenne Mason, aprendo la porta bruscamente. -Oh…Scusate, ho interrotto qualcosa?-
Angelica tolse la mano di scatto.- No, niente.-
-Dovete venire a vedere.-
Mason li condusse sul campo di LaCrosse: sul prato erano state scavate altre buche come quelle nella foresta.
C’era una sola spiegazione.- Altre chimere.-
 
-Ehi Stilinski, tuo padre vuole vederti!- gli disse uno dei poliziotti.
Così, Stiles bussò all’ufficio dello sceriffo, ma quando vi entrò, capì di non essere più alla centrale di polizia.
Era il soffitto dell’ospedale: non sapeva come ci fosse finito, ma qualcosa gli diceva che si trattava dei dottori del terrore.
Una donna con il camice e i lunghi capelli neri gli passò accanto, salendo su una piattaforma in alto.
Stiles la riconobbe subito.- Mamma…-
-Claudia, ma che stai facendo?- esclamò lo sceriffo, afferrandola per portarla giù.
-Io non potevo stare lì un altro minuto!- balbettò la donna.- Lui è troppo forte, Alan, vuole uccidermi! E’ così che succede, capisci? Quando un druido raggiunge questa età, i suoi poteri arrivano al limite!-
-Claudia, ha 10 anni…Non può farti del male.-
Era sera, Stiles abbassò lo sguardo sulla propria ombra e capì di esser di nuovo bambino.
-E’ la malattia che parla, ricordi? I sintomi…Ti fa delirare.- ripeté lo sceriffo.
Improvvisamente, Claudia voltò lo sguardo verso di lui.- Smettila di guardarmi così! Vattene!- gli urlò.
Con una lacrima che gli rigò il volto e spaventato, Stiles fece dei passi indietro e si ritrovò di nuovo nella stazione di polizia.
Brunski aveva ucciso sua madre, ma una domanda iniziò a tartassarlo: era stato lui a farla delirare?

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Capitolo 11
*** The real purpose. ***


Angelica iniziò a pensare che forse Chris potesse avere qualche arma che potesse fermare i dottori del terrore.
Proprio come l’argento aveva funzionato sugli Oni.
Così, lei e Derek si avviarono al palazzo degli Argent, ma quando l’ascensore si aprì, si ritrovarono in un corridoio dell’ospedale.
-Questa non è decisamente la casa degli Argent.- commentò Derek, avanzando lentamente.
Mentre Angelica si soffermò su una sala operatoria che l’attirava molto, Derek proseguì fino ad arrivare al reparto di ginecologia.
Dietro il vetro, c’era la stanza dove riposavano i neonati e fu allora che si ricordò che giorno fosse: il giorno in cui era nata Angelica.
Aveva ricordi sfocati di quella notte in cui, dopo aver partorito in casa, avevano portato la neonata in ospedale per accertamenti.
Un Derek leggermente più giovane si avvicinò e la prese in braccio, cercando di non svegliarla e la cullò lentamente.
Poi, tutto d’un tratto, le luci si offuscarono.
Dalla porta entrarono tre tipi loschi con la faccia coperta da maschere con l’ossigeno, vestiti di pelle nera e guanti.
Derek si trasformò, dopo aver posato la bambina e gli andò contro, ma sembrava che né pugni, né artigli gli facessero niente.
Uno di loro gli afferrò il collo e inserì una siringa nel suo collo, facendolo svenire.
 
La casa brillava e profumava come non mai.
Wendy e Parrish si sedettero al tavolo, giocando a carte.
Il ragazzo le passò una carta e lei notò che la faccia della regina di cuore era bruciacchiata.
-Oh, cavolo, mi dispiace.- sospirò lui.
Wendy ridacchiò.- Sta tranquillo, un mazzo di carte costa mezzo dollaro.-
-Non riesco a controllarlo.-
Wendy si alzò e andò in cucina per prendere una bottiglia di vodka e un accendino.
Parrish assottigliò gli occhi.- Che vuoi fare?-
La ragazza fece un ghigno.- Voglio vederti prendere fuoco.-
L’altro arrossì.- Beh, se me lo dici così…-
Wendy scoppiò a ridere, rendendosi conto di quello che aveva appena detto.
Quando accese l’accendino però, iniziò a non sentirsi bene: il fiato le mancò improvvisamente, i suoi polmoni non si contraevano per darle aria.
Cadde dalla sedia, in preda al panico.
-Wendy? Che ti succede?-
La ragazza strinse gli occhi per il dolore e, quando li riaprì, si ritrovò nel corridoio dell’ospedale.
Scott aveva attacchi d’asma fin da quando era molto piccolo e svariate volte era stato portato d’urgenza in ospedale.
Ma stavolta era lei ad avere problemi.
-C-Credo di avere un attacco d’asma.- bofonchiò Wendy, stringendosi il petto tra le dita.
Parrish la prese subito in braccio.- Ti porto in ospedale!-
 
Angelica entrò in una stanza buia, dove le luci non si accendevano.
Il tavolo operatorio era pulito, ma la macchina bippava come se ci fosse qualcuno.
I parametri erano normali, ma Angelica non sentì solamente quello.
Qualcuno sussurrava un nome e più si avvicinava allo schermo, più era chiaro: Hayden.
Improvvisamente, Derek la fece voltare e le strinse le spalle.- Sei tu! E’ te che vogliono!-
***
-Ehi, ho bisogno di aiuto qui!- gridò Parrish, con il corpo di Wendy in braccio.
Melissa accorse subito.- Che è successo?!-
-Ha un attacco d’asma.-
Melissa fu confusa.- Ma lei non ha mai avuto l’asma.-
Nel frattempo, con gli occhi all’indietro, Wendy rivide se stessa quando Scott venne portato d’urgenza in ospedale quando era piccolo.
Dietro la sua barella, i dottori del terrore.
Parrish la fece stendere su un tavolo operatorio e Melissa prese velocemente una siringa.
-Che cos’è?!-
-Un bronco dilatatore!-
Con forza, Melissa glielo piantò nella gamba e Wendy tornò a respirare, facendo un grosso balzo e arrampicandosi alla divisa di Parrish.
Il poliziotto fece un sospiro di sollievo e anche Wendy, guardandolo.- E siamo a due…-
 
Angelica si avviò all’armadietto, continuando a guardarsi intorno: da quando aveva scoperto che lei era il vero scopo dei dottori del terrore, aveva timore che sarebbero apparsi da un momento all’altro per venire a prenderla.
Liam le venne in contro e l’abbracciò da dietro, baciandole la guancia.- Ciao, mi sei mancata.- le sussurrò.
Per un attimo, tutta la preoccupazione se ne andò.- Anche tu mi sei mancato.- ribatté, baciandolo dolcemente.
All’ora di pranzo, si riunirono con Mason ad un tavolo.
-Mi dispiace tanto per Lucas.- gli disse Angelica, storcendo la bocca.
-E’ acqua passata…Guarda chi ha lasciato single.- le disse invece Mason, indicandole un ragazzo minuto, piuttosto spaesato e triste.- Si chiama Corey…Ed ora è libero.-
Angelica ridacchiò.- Sei tremendo.-
In quel momento, Hayden e alcune sue amiche cercarono un tavolo per sedersi, evitando particolarmente il loro.
-Ma che hai fatto a quella ragazza?-
Liam si grattò la nuca.- Beh, in quarta elementare c’è stata una rissa e accidentalmente lei ci è finita in mezzo.- rispose, mostrandole una sua foto in cui aveva il naso gonfio e un occhio nero.- Questa è la sua foto dell’annuario.-
Sia Mason che Angelica scoppiarono a ridere.
-Lo so, molto divertente, non ne vado molto fiero.- borbottò l’altro. -Ma come sono fatte queste Chimere? Insomma, i dottori prendono adolescenti a caso?-
-I miei genitori ci stanno lavorando.-
 
-Allora…Ci sono Tracy e Lucas.- esordì Stiles, fissando le loro foto sulla lavagnetta.
-E forse anche Donovan.- intervenne Wendy.- Hai detto che le telecamere della centrale sono andate in panne, magari sono stati i dottori.-
Stiles rabbrividì a sentire quel nome e Derek lo notò; così Stiles aggiunse anche la sua foto.
-Cos’hanno in comune tutte queste persone?- domandò Wendy.
Stiles osservò i loro fascicoli.- Beh, Lucas era miope da piccolo e ha subito un trapianto di cornea…Tracy aveva la leucemia a 11 anni e le hanno sostituito il fegato e…Donovan… Ehm, ha avuto un incidente stradale con la moto del padre che gli ha perforato la milza.-
D’un tratto, un popcorn colpì la fronte di Stiles.
-Questo film è orribile.- borbottò Derek.
Stiles lo guardò male.- Non è un film, è la realtà!-
-Credevo fossimo qui per vedere un film: c’erano i popcorn!-
-I popcorn erano semplicemente sul davanzale!- replicò Stiles, innervosito. -Piuttosto, perché non ci dici perché i dottori vogliono nostra figlia?-
Derek si pulì le mani dal sale e si alzò.- Semplice: non ci vuole qualcuno con un Q.I. alto per arrivarci.- commentò, disegnando sulla lavagnetta un omino con dei lunghi capelli, che avrebbe dovuto essere Angelica.- Un mezzosangue è fatto di 50% di licantropo e 50% di umano. Se i dottori vogliono creare un licantropo perfetto…- continuò, disegnando altri tre omini con delle maschere.
Stiles assottigliò gli occhi.- Non gli assomigliano per niente.-
-Non interrompermi.- ringhiò Derek, continuando a disegnare.- …Hanno bisogno di una percentuale di umanità che intendono prendere dal DNA di Angelica.-
-E’ orribile.- commentò Wendy, storcendo la bocca.
-E tu che ti preoccupavi se avevo qualche pistola in più.- aggiunse Stiles.
 
Angelica ricevette una chiamata dalla madre nella quale l’aggiornò di quello che avevano scoperto.
Terminata la telefonata, nel corridoio, le luci si offuscarono e Angelica non si accorse di esser andata addosso ad Hayden.
-Cavolo, perché continua a succedermi questa cosa?!- esclamò, aiutandola a riprendere le sue cose, tra cui un flacone di medicine.- E’ per l’incidente con Liam?-
Hayden sospirò.- No, è per un trapianto al rene che ho fatto anni fa.-
Quella situazione fece subito sospettare Angelica: le si avvicinò lentamente e l’annusò appena.
L’odore era chiaro: licantropo.
-Non sembra un buon segno.- commentò Theo.
-Hayden è una Chimera, è una di loro, l’ho sentito dal suo odore.- esordì Angelica.- Ecco perché continuavo a sentire il suo nome nella mia allucinazione.-
-Allucinazione?- le chiese Liam, confuso.
-Una cosa che vedi, ma che in realtà non c’è.- puntualizzò Theo.
Liam lo guardò male.- Lo so che cos’è un allucinazione…Intendo, che centra con loro?-
-Abbiamo scoperto che i dottori del terrore comunicano tramite energia elettrica e questa ti fa andare fuori di testa.- spiegò Angelica.
Ecco che la luce se ne andò di nuovo.
-Dovremmo andare a controllare?- intervenne Mason.
-La centrale è nel sotterraneo, vado a vedere che succede.- disse Angelica.
-Vengo con te.- aggiunse Theo.
-No, ci vado io.- borbottò Liam.
-Tu parla con Hayden, dille tutto…Lei ti conosce, ti ascolterà.- gli ordinò, raggiungendo poi il sotterraneo con Theo.
I fili erano stati completamente rotti da una strana creatura con i denti affilati, che sembrava nutrirsi di energia.
Si trattava di Josh, un ragazzo del loro stesso anno e, probabilmente, un’altra Chimera genetica.
Josh prese uno dei fili infuocati e lo lanciò contro Angelica, facendola cadere a terra in preda agli spasmi per la scossa.
Prima che la Chimera le si avventasse sopra, Theo lo prese per la testa e gliela girò di netto, rompendogli il collo e uccidendolo.
Angelica si riprese qualche attimo dopo e si alzò, barcollando un po'.
Theo l’afferrò prima che cadesse e i due finirono molto vicini.- Stai bene?- le mormorò.
Per un attimo la ragazza si perse nei suoi occhi verdi, ma poi si scostò.- Sì.- Osservò il cadavere e si mise una mano nei capelli.- Lo hai ucciso!-
-Stava per ucciderti!- replicò Theo.
Angelica prese il cellulare per telefonare a sua madre.
-E’ così che fai? Ogni volta che succede qualcosa telefoni a tua madre?-
Lei lo guardò male.- Non la chiamo perché è mia madre…La chiamò perché è l’Alfa.-
***
Theo, Liam ed Angelica portarono il corpo di Josh alla clinica veterinaria, così che Deaton potesse controllarlo e li raggiunsero anche Derek, Wendy e Stiles.
-Tonsille asportate…Sicuramente quando era bambino.- osservò l’uomo.
-Perché lo avete ucciso?- intervenne Wendy.- La regola è: non si uccide, non siamo assassini.-
Theo abbassò lo sguardo, sentendo gli occhi rossi dell’Alfa su di se.- Non avevo scelta, avrebbe ucciso Angelica.-
Stiles si morse il labbro, ricordandosi l’esperienza con Donovan.- E’ stata legittima difesa.-
Wendy era confusa da quella sua osservazione: era la prima volta che suo marito era d’accordo con Theo.
-Parrish ha detto che ci può aiutare a destabilizzare la frequenza dei dottori. Lo faremo a scuola, stanotte e loro verranno da noi.- affermò Wendy.
-E vuoi farli venire scuotendo una scatola di croccantini?- intervenne Derek.
-Possiamo usare un’esca.- disse Angelica.- Ho trovato un’altra Chimera a scuola, si chiama Hayden, è un licantropo.-
-Bene: ditele che la sua collaborazione è essenziale.-
-Come facciamo con Josh? Se qualcuno ruba i cadaveri…- pensò Stiles.
-Resto io.-
-Non se ne parla!-
-Io non posso venire con voi comunque, quindi almeno farò qualcosa di utile.- ribatté Wendy.- Mi siedo sulla poltrona con un po' di caffè e veglio sul corpo. Tu, Derek, Angelica, Liam e Theo andate a scuola…Magari riusciamo anche a catturarne uno.-

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Capitolo 12
*** You cannot be your mother! ***


Hayden ci mise un po' ad accettare la faccenda, ma diede il consenso a partecipare.
Quando si fu fatta sera, tutti tornarono a scuola e Parrish piazzò tre trasmettitori per la scuola, il più vicino dentro lo spogliatoio dei maschi.
Derek, Stiles e Theo avrebbero fatto la guardia al corridoio, mentre Liam, Angelica ed Hayden rimasero negli spogliatoi.
Derek si poggiò ad un armadietto e sorseggiò dalla sua fiaschetta, passandola poi a Theo.
Come se gli avesse dato un premio, Theo l’accettò e bevve anche lui, porgendola poi a Stiles.
-No grazie, non bevo quella robaccia.- gli disse quest’ultimo.
Derek se la riprese bruscamente.- Tranquilla tesoro, non è vero che sei robaccia.-
Stiles strinse gli occhi.- Ma non lo vedi come ti stai riducendo? Fingi di essere ubriaco per non affrontare quello che ti gira intorno!-
L’altro ridacchiò.- Tu sei solo preoccupato perché una Banshee ha detto che morirò molto presto, il che mi stupisce perché hai una figlia e una bellissima mogliettina con la quale svegliarti ogni mattina!- esclamò, piuttosto furioso.- Perciò, ti chiedo Stiles, io cosa ho?! Io cosa cazzo ho?!- gli urlò in faccia.
Theo capì di trovarsi in mezzo ad una situazione difficile.- I-io…Vado a vedere come stanno gli altri…-
Stiles e Derek si fulminarono con lo sguardo.
-Tu menti.- mormorò Stiles.
-Anche tu.- ribatté Derek.- Che è successo con Donovan?-
Gli occhi di Stiles si fecero lucidi e voltò lo sguardo.- E’ stato un incidente.-
-Che tipo di incidente?-
-Lui ha cercato di aggredirmi, io mi sono arrabbiato e senza volerlo gli ho lanciato un fulmine addosso.- balbettò Stiles, torturandosi le mani.
Derek annuì.- Non lo hai ucciso tu, è stata legittima difesa.-
-Ti prego, non dirlo ad Angelica…Mi odierebbe.-
-Sta tranquillo, terrò la bocca chiusa…Non sono mai stato d’accordo sulla filosofia di non uccidere: avrei ucciso Jackson se non avesse avuto l’imprinting con Angelica.- commentò Derek, porgendogli la fiaschetta.- Bevi, ti farà bene.-
Derek raggiunse Theo e gli altri per controllare che fosse tutto okay e notò che Liam se ne stava tranquillo a controllare le finestre: il suo comportamento era molto diverso da Eichen House.
-Perché il ragazzo è così tranquillo?-
-Che intendi?- gli chiese Theo.
-Beh, ad Eichen era così nervoso che Angelica fosse in pericolo e adesso che sta facendo da esca non gli importa?-
Liam sgranò gli occhi.- Che cosa?!-
Derek si grattò il mento.- Oh, non sapevi dell’altra parte del piano.-
-Credevo che Hayden fosse l’esca!-
Angelica sospirò.- Loro vogliono anche me: vogliono il mio sangue per rendere umani i loro esperimenti.-
-Perché non me lo hai detto?!-
-Perché avresti reagito esattamente in questo modo!-
Liam strinse i pugni.- Non puoi sacrificarti per gli altri come se niente fosse! Come dovrei comportarmi io?!-
-Di sicuro non in questo modo!-
-Angelica, tu non sei l’Alfa, non puoi salvare tutti, tu non sei tua madre!- esclamò Liam, rendendosi conto poco dopo che aveva esagerato.
-Molto meglio di un film.- mormorò Derek.
Angelica lo guardò con le sopracciglia aggrottate e gli diede una spallata, uscendo dallo spogliatoio.- Vado da mio padre.-
-Angelica, io-
-Sssh.- gli disse Derek, dandogli una pacca sulla spalla.- Hai detto abbastanza.-
Angelica percorse il corridoio, ma non riuscì a trovare suo padre.
-Papà?-
Entrò in un’aula per controllare se fosse lì, ma niente.
Improvvisamente, una spada infuocata la trapassò da parte a parte, facendola sanguinare.
Kira le mise un filo appuntito intorno al collo, con gli occhi he brillavano d’arancione.- Io sono il messaggero della morte!-
Angelica tentò di liberarsi, mentre stava soffocando, quando qualcosa le punzecchiò la mano.
-Angelica, sveglia!- esclamò suo padre, prendendole la testa fra le mani.
Era solo un’allucinazione.
-C-Che succede?- balbettò, spaventata.
-Sono qui.-
Angelica corse verso gli spogliatoi: aprì la porta di scatto e vide Derek e Theo, a terra, che si reggevano la testa.
Liam ed Hayden non c’erano.
-Che è successo?-
-Hanno detto che…- bofonchiò Derek, alzandosi a fatica.- Che sono su una frequenza che noi non possiamo nemmeno immaginare.-
***
Wendy si era addormentata sulla poltrona, ma lo squillo del telefono l’aveva fatta svegliare.
-Ciao Malia, che succede?- rispose, controllando che il corpo ci fosse ancora.
-L’ho vista…Mia madre.- balbettò, con il sottofondo delle macchine che passavano ad alta velocità.
Wendy si tappò un orecchio per sentire meglio.- In che senso?-
-Non sono stata io a causare l’incidente quella notte, è stata lei!-
D’un tratto, la ragazza iniziò a sentire caldo.- D’accordo, poi ne parliamo…Scusami, ma credo di star avendo un colpo di calore.- bofonchiò Wendy, sventolandosi una mano sul viso.
Quando attaccò e sentì la porta aprirsi, capì che non si trattava affatto di un colpo di calore.
Parrish entrò nella clinica indisturbato, con il corpo mezzo nudo e pieno di cenere.
Wendy non sapeva cosa Parrish stesse facendo e rimase immobilizzata, vedendolo prendere il corpo ed uscire.
A piedi, lo seguì nella foresta: Jordan si avvicinò alla corteccia del Nemeton e ci poggiò sopra il cadavere, per poi prendere completamente fuoco senza morire.
Wendy non aveva idea di che tipo di creatura fosse, ma collegò il tutto al sogno che le aveva raccontato.
Non era un sogno, era la realtà, anche se gli occhi di Parrish erano fissi come se fossero in trance.
Gli si avvicinò con cautela.- Parrish…-
Il ragazzo non rispose, ma il fuoco intorno a lui si attenuò.
-Parrish?-
Wendy prese un bel respiro e fece brillare gli occhi.- Parrish!-
Jordan tornò in se e si guardò attorno, spaesato.- Cosa….Cosa ci faccio qui? C-Come sono arrivato?-
-Non ti ricordi niente?-
-No…-
A quel punto, una radiolina della polizia, a terra, insieme ai suoi vestiti bruciati, prese a suonare.
-Agente Parrish abbiamo un 187 alla centrale.-
-Che cos’è un 187?- domandò Wendy.
-Omicidio…-

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Capitolo 13
*** The unchecked Kitsune. ***


Intanto, nella foresta, Stiles, Derek, Theo ed Angelica erano alla ricerca di Liam ed Hayden.
Derek iniziò a spogliarsi e Theo lo guardò confuso.- C-Che sta facendo?-
-Con un olfatto animale forse abbiamo più possibilità di trovarli.- rispose Stiles, voltando lo sguardo quando Derek si abbassò i boxer.- Odio questa parte.- borbottò tra se e se.
-Io amo questa parte.- ribatté Derek, diventando un possente lupo nero in un attimo.
Theo sgranò gli occhi.- Magico.-
-Certo, perché tu non devi salirci sopra.- aggiunse Stiles, facendo un saltino buffo per salirgli in groppa.
Angelica non era in vena di scherzare e iniziò a correre per prima tra le sterpaglie, cercando l’odore di Liam.
 
Wendy e Parrish raggiunsero la centrale di polizia: sulla scrivania di Stiles, c’era il cadavere di un’altra Chimera genetica e una spada la trafiggeva da parte a parte.
Wendy riconobbe che quella era la katana di Kira, infatti la ragazza era seduta in cella con le manette ai polsi.
Chiese quindi di poterci parlare.- Ehi, che è successo?-
-Non ricordo niente, ero come sonnambula…Mi sono ritrovata a camminare sulla statale 115 in pigiama…- spiegò Kira, abbassando lo sguardo.- Non so cosa mi stia succedendo.-
Wendy mise una mano tra le sbarre per stringere la sua.- Vedrai, troveremo una soluzione.-
-Guardami Wendy…- sussurrò la ragazza, dispiaciuta.
-Ti guardo…-
-No, guardami con gli altri occhi.-
Wendy fece apparire gli occhi rossi e vide intorno a lei un’aura infuocata e l’immagine di una grossa volpe minacciosa.
-Mio padre si è preso la colpa…Devo andarmene via di qui, prima di ferire qualcuno…- continuò Kira, stringendole la mano.- Prima di fare anche del male a te…-
 
Nessuno aveva avuto successo nel trovare Liam ed Hayden, perciò, tornarono al loft, dove Wendy, Lydia e Mason avevano ospitato un’altra Chimera, Cory, per chiedergli se ricordasse qualcosa di quando i dottori lo avevano rapito.
-Ho provato con l’ululato, ma non ho ricevuto risposta. Probabilmente sono in un posto al chiuso.- disse Angelica, tremando per il nervosismo e la rabbia.
Theo le prese il polso, guardandola negli occhi.- Ehi…Lo troveremo, vedrai.-
-Allora Cory, devi cercare di sforzarti…- gli disse Wendy, porgendogli un bicchiere di succo.
Si vedeva che il ragazzo era spaventato.- Mi ricordo che ero in ospedale…Ma poi solo immagini sfocate.-
Angelica sbuffò.- Non ho tempo per questo!- esclamò, tirando fuori le unghie e in un attimo, le infilzò nel collo di Cory.
Chiuse gli occhi e si ritrovò in un tunnel sotterraneo, pieno di tubi e buio: vide Cory venir portato via in un laboratorio dai dottori del terrore e legato ad un tavolo operatorio.
Cercò di visualizzare bene il posto: sporco e peno di fili elettrici, con una grande ampolla dentro cui vi era un uomo, anzi, una strana creatura senza arti.
Di scatto le tirò fuori e dopo essersi ripresa, afferrò un taccuino e iniziò a fare un disegno: in quello era brava.
-Sei impazzita?! Avresti potuto ucciderlo!- commentò Wendy.
-Ma che mi hai fatto?- gridò Cory, terrorizzato.
Angelica ignorò entrambi.- Guarirai.-
-Tesoro, lo so che tieni a Liam, ma devi fermarti e riflettere bene.-
-Ho riflettuto bene e questo è il risultato.- affermò Angelica, col fiatone. – Sto solo cercando di salvarli e di proteggere tutti voi. Hai preso la decisione di avere un altro bambino e adesso sei debole!-
Wendy aggrottò le sopracciglia.- Stammi a sentire: io non ho bisogno di protezione, semmai dovrebbe essere il contrario! Tu sei la figlia e io la madre! Chiaro?!-
Angelica non si piegò nemmeno un attimo davanti alla madre.- Loro sono qui.-
Stiles osservò disegno.- Conosco questo posto, ci facevo skate quando ero piccolo.-
-Bene, allora mi porto te e Theo. Voi rimanete con Cory nel caso venissero a prenderlo.- disse, prima di uscire.
Wendy alzò le sopracciglia, incredula.- Adesso mi dà anche degli ordini!-
-Anche tu facevi così quando eravamo due Beta.- commentò Derek, lanciandosi un popcorn in bocca.
-Ti prego risparmiami la tiritera Lei è uguale a te.- borbottò Wendy, mettendosi al computer e cercando informazioni sui dottori, o almeno, su quello che erano prima di diventare anche assassini. Su una pagina straniera, trovò immagini del loro vecchio laboratorio, dove, sulla porta, c’era raffigurato un simbolo: un serpente che si mordeva la coda.- Hai mai sentito dell’Uroboro?-
-Ti sembro uno che ne sa qualcosa?- rispose Derek, a bocca piena.
-E’ il simbolo della perfezione.- intervenne Cory.
-Cosa?-
-Il drago o il serpente che si morde la coda è simbolo di infinito, perfezione, qualcosa che si distrugge e sempre si ricrea.- spiegò il ragazzo.
 
Era ormai mezz’ora che Stiles, Theo ed Angelica giravano lungo i tunnel sotterranei: si erano divisi, ma lei e il padre si ritrovavano sempre.
Stiles osservò una macchia d’olio a terra.- Di qui ci siamo già passati.-
Angelica diede un pugno al muro per sfogare la rabbia.
-Tesoro, non risolverai niente con la rabbia.- commentò Stiles.
Successivamente, la ragazza scoppiò a piangere e si sedette a terra.- E’ tutta colpa mia. Lo hanno preso perché vogliono me.- singhiozzò, coprendosi la faccia.- Hai sentito le cose orribili che ho detto alla mamma…-
Stiles si piegò su di lei.- A volte le persone fanno cose stupide quando sono innamorate.-
In quel momento, Angelica ricevette una chiamata da Theo: li aveva trovati.
 
Angelica osservò come Liam copriva con accuratezza Hayden che si era addormentata: nessuno sapeva che cosa avessero passato in quel laboratorio, ma almeno li avevano trovati.
Si vedeva che c’era tensione tra lei e Liam, così decise di non parlargli e abbandonarsi all’idea che probabilmente, in quei pochi momenti che avevano passato insieme, Liam e Hayden avessero legato più di quanto si immaginasse.
Si sedette sul suo letto e sospirò esausta.
Theo la raggiunse e dopo essersi seduto accanto a lei, le passò un Ringo dal pacchetto che aveva in mano.
Angelica gli fece un piccolo sorriso e accettò, rimanendo con lui, in silenzio.
Mentre finiva la scatola di popcorn, Derek notò che Lydia lo stava fissando.- Vuoi un popcorn?-
-Ehm, no grazie.- balbettò lei, timidamente. -Scusami, è che…Il tuo nome mi risuona nella testa da un po'.-
Derek alzò le spalle.- Se deve succede, succederà.-
-Non è questa la parte peggiore…- mormorò Lydia, guardandosi intorno.- E’ che succederà per mano di qualcuno in questa casa…-

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Capitolo 14
*** The wolf and the little redhood. ***


Angelica mise i libri dentro lo zaino controvoglia: non le andava di andare a scuola, ma con tutto quello che stava succedendo, i suoi voti erano in netto calo.
Derek fece capolino dalla porta.- Ehi, non hai fatto colazione.-
-Non ho fame…- mormorò, allacciandosi le scarpe.
-Almeno portati una mela.- continuò lui, mettendogliela nella tasca dello zaino.- Sei giù per Liam?-
-Mi sento come…Sbranata. Se avessi saputo che l’amore sarebbe stato così complicato, non mi ci sarei mai andata ad incappare.- commentò Angelica, sospirando.
Derek si grattò la nuca, osservando i libri di fiabe sulla scrivania. -Beh, non sono proprio la persona ideale per parlare di queste cose.- aggiunse.
-Mi ricordo quando me le leggevi, da piccola…E facevi le facce buffe.- gli disse ridacchiando.- Erano le storie migliori.-
Derek annuì sorridendo.- Beh, posso solo dirti una cosa…E’ proprio quello che ti sbrana a farti sentire viva.- le disse, mostrandole il libricino di cappuccetto rosso.- Ecco perché non esiste favola senza lupo.-
Angelica si mise lo zaino in spalla e lo abbracciò.- Ti voglio bene zio Derek.-
Lei e Liam non si parlavano: lui passava la maggior parte del tempo a spiegare ad Hayden del sovrannaturale e l’altra metà del tempo a fissarla senza avere il coraggio di andare da lei.
-Dovresti comprarle qualcosa.- intervenne Theo, sedendosi al banco accanto.
-Non accetto consigli amorosi da te, grazie.- borbottò Liam. -So che sei interessato a lei, quindi, perché dirmi queste cose?-
-Alle donne piacciono queste cose.- replicò Theo.- Va sulla Terra e prendile dei fiori.-
Liam lo guardò confuso, immaginandosi di aver capito male.- Come scusa?-
-Ho detto: va in centro e comprale dei fiori.-
-Non dirò di certo a te quello che farò.-
Theo alzò le mani.- Va bene, ma sappi che la stai trascurando. E quando trascuri qualcosa…Diventa di qualcun altro.- affermò, con un ghigno divertito sulle labbra.
 
Intanto, Wendy, Derek e Stiles si avviarono nel bosco per cercare il Nemeton.
-E’ Parrish a rubare i corpi?!- esclamò Stiles, stupito.- Da quanto lo sai?-
-Da quando facevo la guardia al cadavere di Josh: lui è semplicemente entrato, ha preso il corpo ed è venuto qui. Ma era in una specie di trance, per questo voglio prima capire il perché e poi parlarne con lui.- spiegò Wendy.
-Tu non dovresti camminare così tanto.- ribatté il marito.
-In realtà, sì, Stiles: non sono solo le creme contro le smagliature che mi faranno rimanere carina, mi serve anche un po' di esercizio.-
D’un tratto, Derek si fermò.- Dato che siamo in vena di rivelazioni…Stiles, vuoi dire qualcosa?-
Stiles sospirò e iniziò a battere il piede a terra.
-Perché? Che succede?- domandò Wendy.
-C’è stato un incidente…Con Donovan…- mormorò Stiles, torturandosi le mani.- Credevo di saper controllare i mei poteri, ma quando sono arrabbiati è complicato…Lui minacciava di uccidere mio padre e io mi sono infuriato…Un fulmine è caduto dal cielo e lo ha ucciso.- raccontò, abbassando lo sguardo. -Mi spiace, avrei dovuto dirtelo prima, ma non sapevo come…-
Wendy gli prese le mani.- E’ tutto okay, va bene…Ma devi dirlo ad Angelica.-
-Lo so, lo farò, te lo prometto.-
-Donovan era una Chimera?-
-Sì, un Wandigo.-
-Non sono cannibali?-
Derek si avvicinò e alzò la maglietta di Stiles, osservando che aveva un morso sulla spalla.- Direi di sì.-
-Perché non guarisce?-
-Non lo so, è così da giorni.-
-Non credo che sia colpa sua…- sussurrò Derek.- Comunque…Siamo arrivati?-
Wendy si guardò attorno e vide il Nemeton.- Sì.- affermò, venendo poi qualcosa di strano.- Un momento….I corpi non ci sono più.-
Stiles la guardò confuso.- Ma di che parli?-
-Prima c’erano almeno una dozzina di corpi, adesso non ci sono più.-
Derek assottigliò gli occhi.- Io non vedo un bel niente.-
-Volete dirmi che non vedete l’enorme corteccia d’albero?!-
-No…-
Wendy aggrottò le sopracciglia.- Beh, questo sì che è strano.-
D’un tratto, la pancia iniziò a farle male.
-Stai bene?!-
-Sì…Sta solo scalciando.-
-Ti riporto a casa adesso.-
 
All’ora di pranzo, Angelica si sedette da sola sulle tribune del campo a mangiare la mela, mentre notava che Cory e Mason avevano fatto amicizia.
Theo le si sedette accanto, porgendole una scatola di budino al cioccolato.
-Grazie…Come facevi a sapere che è il mio preferito?-
Theo le sorrise.- Intuizione.- rispose, facendole un occhiolino.- Stai bene?-
-Credo di no…- sussurrò, torturandosi le mani.- A casa le cose sono strane e io e Liam non ci parliamo da giorni.-
-Non so molto sull’amore…Non sono mai stato innamorato in vita mia, ma sai, credo nei colpi di fulmine.- commentò l’altro.
Angelica ridacchiò, dando una cucchiaiata al budino.
-Certo, certo, ridi pure. Ho sempre sognato che un giorno avrei incontrato qualcuno e, dopo averla guardata negli occhi, sarei stato suo per sempre.-
Angelica la trovò una cosa molto dolce: non si aspettava di trovare questo lato in lui.
Le loro dita si sfiorarono appena, mentre si guardavano negli occhi.
Ad un certo punto, Angelica sentì un rumore provenire da fuori. -Lo senti anche tu?-
-E’ un’ambulanza.-
I due accorsero a vedere cosa fosse successo: Cory stava per esser portato via, continuando a sputare mercurio dalla bocca.
-Ha cominciato a sputare sangue, non sapevo che fare.- balbettò Mason, impaurito.
-Angelica, dobbiamo seguirlo!- esclamò Theo.
-Io ho solo una bici, non ho la patente.-
-Io sì.-
-Noi che facciamo?- intervenne Liam, con Hayden a fianco.
-Nascondila alla clinica veterinaria, ci vediamo lì!- gli disse Angelica, seguendo Theo mano per mano al suo pick-up.
Salirono sul mezzo e si diressero velocemente in ospedale.
-Ascolta, c’è una cosa che devo dirti…-
Angelica lo vide piuttosto nervoso.- Cosa?-
-Non so, forse non dovrei dirtelo io, ma tuo padre…-
Lei aggrottò le sopracciglia.- Che centra mio padre?-
-Sicuro di volerlo sapere?-
-Assolutamente sì.-
-Apri il cruscotto…-
Angelica aprì il cassetto davanti a se e trovò la tessera della palestra di Stiles, con una chiazza di sangue sul bordo.
-I macchinari della scuola non mi bastavano più, così ho scelto di andare a segnarmi nella palestra in costruzione. Tuo padre era lì…Con Donovan. Hai iniziato improvvisamente a piovere e i fulmini cadevano come se niente fosse.- raccontò Theo, con le mani che gli tremavano sul volante.- Donovan continuava a minacciare di uccidere lo sceriffo, Stiles si è arrabbiato così tanto che… Un fulmine ha trapassato mortalmente il corpo di Donovan. Non ho mai visto tanta rabbia in vita mia.-
Angelica non ci poteva credere.- Perché non me lo ha detto?- sussurrò, ad occhi lucidi.
-Non lo so, ma è stata legittima difesa…Non prendertela con lui.-
Non sapeva cosa pensare mentre arrivarono all’ospedale: scesi dalla macchina, Theo notò qualcosa a terra.- Angelica, guarda.-
Angelica osservò delle gocce di mercurio che conducevano al parcheggio delle ambulanze.
Accasciato lungo una di essa, Cory, con lo sguardo fisso verso l’alto e il cuore fermo: erano arrivati troppo tardi.
-Cazzo.- sospirò Angelica, portandosi le mani sulla faccia.
-Non è colpa tua, vieni qui…- mormorò Theo, stringendola a se.
Fu in quel momento che ripresero quello che avevano interrotto: Theo non esitò a baciarla e Angelica non esitò a contraccambiare, confusa sui propri sentimenti per Liam.
Successivamente, dopo lo scoppiò di un temporale, arrivarono alla clinica veterinaria.
Stiles li aveva raggiunti con la Jeep, dato che Melissa lo aveva avvisato di un ragazzo rapito dentro l’ospedale.
-Angelica, che stai facendo? Dovevi aspettarmi prima di fare qualcosa!- le disse Stiles, sotto la pioggia.
Sua figlia non riusciva nemmeno a guardarlo: suo padre era diventato un assassino?
Stiles notò il suo sguardo.- Che c’è?-
Angelica estrasse la tessera della palestra e Stiles sgranò appena gli occhi.
-Angelica, io…-
-Hai ucciso Donovan.-
-Lui mi avrebbe aggredito e ucciso!- replicò l’altro.
-Credevo che sapessi controllare i tuoi poteri.- commentò Angelica, mentre la pioggia le cadeva sui vestiti.
-Ho fatto un solo errore, uno! Ho passato il resto della mia vita a proteggerti, a darti tutto me stesso!- esclamò Stiles, furioso.- Non siamo tutti Wendy McCall! Alcuni di noi sbagliano, sono umani!-
Improvvisamente, un fulmine cadde quasi vicino a loro e Angelica sobbalzò, avendo quasi paura del suo stesso padre, ma, al contempo, non volendo ferirlo.
-Io credo solo che tu abbia bisogno di stare tranquillo per un po'…- sussurrò Angelica, prima di voltargli le spalle.
Quando entrò dentro il negozio, Liam stringeva Hayden a terra che continuava a perdere mercurio dalla bocca.
-Sta male e non sta guarendo.-
-Perché non è un vero licantropo come noi.- puntualizzò Theo.
-Ma potrebbe diventarlo…-
-Come?- domandò Angelica.
-Tua madre potrebbe morderla.-

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Capitolo 15
*** The human part. ***


Angelica prese a girare per la stanza, non sapendo cosa fare, mentre Hayden continuava a tossire.
-Non so se possa resistere al morso.- commentò Theo, analizzando le sue condizioni.
-Non sappiamo nemmeno cosa sia.- puntualizzò Angelica.
Liam la guardò accigliato.- Credevo che volessi salvare tutti!-
Liam aveva ragione: non poteva lasciarla morire solo perché era una Chimera.- D-D’accordo portiamola in ospedale.-
Theo aiutò Liam a trasportarla.- Devo fare una cosa, ci vediamo lì!-
 
Intanto, dato che Cory era morto, Parrish si era fatto mettere dentro una cella apposta per non potervi uscire e rubare il suo cadavere.
-Non so se queste sbatte resisteranno…Ho visto come ti trasformi.- commentò Wendy, sedendosi davanti alla cella.
-Ma ci posso provare.- aggiunse lui, stringendosi nelle spalle. -Facevo paura?-
Wendy arricciò il naso.- Non a me…Ho visto di peggio.-
Parrish le sorrise, guardandola negli occhi e senza che se ne accorgessero, le loro dita si sfiorarono.
A quel punto, dalla finestra, si sentì un possente tuono.
-Piove molto spesso, ultimamente.-
-Sembra come il giorno della riunione…- osservò Wendy.- La caccia selvaggia.-
-Che cos’è?-
-Niente, è una storiella che mi racconta mia figlia… In giorni di pioggia come questi…Cavalieri oscuri vengono a prendere le anime con i loro animali feroci…- spiegò Wendy e, in quel momento, le venne un colpo di genio.- Ho avuto un’idea…Non muoverti!-
Parrish le fece uno sguardo ovvio.
-S-Sai che intendo…!-
 
Liam trascinò il corpo di Hayden dentro una sala operatoria e Melissa le mise velocemente un ago nel braccio, collegato ad una flebo.
Ma quando gli schermi si accesero, Hayden voltò la testa dall’altra parte e i suoi occhi si chiusero.
I monitor diedero segno che il suo cuore si era fermato per il troppo mercurio nelle vene.
-Mi dispiace ragazzi, dovevate venire prima.- sospirò Melissa.
Liam abbassò lo sguardo, dispiaciuto, per poi rialzarlo verso Angelica.- Abbiamo perso troppo tempo perché eri indecisa… Avresti potuto salvarla.- sussurrò, prima di andarsene.
Angelica strinse i pugni e Melissa notò i suoi artigli.- Stanotte c’è la luna piena…-
-Già, me ne ero dimenticata.- borbottò, osservando la luna dalla finestra.- Perché sembra più vicina?-
-Viene chiamata Super Luna…E non so che effetto avrà su di voi.-
 
Più velocemente che poteva, Wendy rientrò a casa, dove Lydia l’aspettava.
-Ho portato il libro che mi hai chiesto, quello che aveva Stiles all’inizio.- le disse la ragazza.
Wendy girò in fretta le pagine, fino ad arrivare a quella che parlava della Caccia Selvaggia.- La Caccia Selvaggia di Odino.-
-Che cos’è?-
-Credo centri qualcosa con Parrish.- rispose l’altra, sentendo qualche fitta alla pancia.
-Wendy, non dirmi che sei venuta qui correndo.- si preoccupò Lydia.
-Camminando…Dalla centrale.-
-Wendy, sono 3 chilometri, devi sederti.- ribatté lei, prendendole una sedia.
Wendy prese un bel respiro.- Sto bene.- affermò, iniziando a leggere.- Durante la Caccia selvaggia, i cavalieri scendono sulla Terra per mietere anime, accompagnati da cavalli e…Segugi Infernali.-
-Ecco perché è così attratto dalla morte…Come me.- commentò Lydia.
-Vado a dirglielo.-
Ma quando Wendy si voltò, trovò davanti a se Theo con aria minacciosa.
-Tu non andrai da nessuna parte.- esclamò, estraendo gli artigli.
-Che stai facendo?- ringhiò Wendy, facendo brillare gli occhi.
-Mi prendo ciò per la quale sono venuto.-
-Hai detto di esser venuto qui per far parte del branco.-
Theo alzò le spalle.- No, quella era solo una copertura. Sono venuto per qualcosa di meglio…Far parte di un branco non ti rende potente, sei soltanto una piccola briciola in mezzo al mucchio che potenzia l’Alfa.- spiegò, girandole intorno. -Io voglio qualcuno che sia al mio servizio, voglio quel legame che nessuno mi ha mai detto, che non ho mai avuto!-
Wendy ci arrivò subito.- Vuoi un druido.-
Allora Lydia capì la sua premonizione.- Sei tu che ucciderai Derek.-
-Esatto…E tu mi servi fuori dai giochi.-
Di scatto, Theo colpì il ventre di Wendy con gli artigli, facendola sanguinare.
Lei cadde a terra, svenendo.
Lydia provò ad urlare, ma Theo le bloccò la bocca, prendendola per i capelli.- Tu no Lydia, tu mi servi.-
 
Angelica aveva ricevuto uno strano messaggio da parte di Lydia: avevano capito cosa fosse Parrish e la stava aspettando alla biblioteca della scuola.
Ma quando Angelica vi entrò, era deserta.
-Lydia?- la chiamò, guardandosi intorno.
A quel punto, sentì un rumore alle proprie spalle: Theo stava ricoprendo l’uscita con della polvere di sorbo.
I licantropi non avrebbero potuto avvicinarsi al frassino.
Non i licantropi veri.
-Non è possibile.-
Theo si sfregò le mani.- Per te no, per me...Sì.-
Angelica lo guardò male.- Sei una Chimera!-
-La prima Chimera…Il loro quasi successo.- affermò lui, estraendo una siringa.- Avrei voluto farlo con più delicatezza…Magari dopo esser riuscito a portarti al letto, nel sonno.- continuò, con un sorrisetto divertito.- Ma fai la difficile, Angelica. Troppo per i miei gusti.-
Le afferrò i capelli e li tirò indietro, conficcandola la siringa nel collo e prendendo un po' del suo sangue, per poi spingerla a terra.
Grazie al suo sangue, i dottori avrebbero creato la Chimera perfetta.
-Io mi fidavo di te.- ringhiò Angelica, con il collo sanguinante.
-E’ questo il punto, Angelica, non dovresti farti prendere dai primi bei occhioni che vedi.-
Angelica tentò di corrergli incontro, ma venne respinta dalla barriera.
In quello stesso momento, un altro ringhio uscì dal buio degli scaffali: Liam, con le zanne di fuori e piuttosto arrabbiato.
-Parlando del diavolo…- aggiunse Theo, facendo per chiudere le porte.- Buon divertimento.-
Angelica mise le mani avanti perché non voleva fargli del male.- Liam…E’ la Super Luna che ti fa essere così arrabbiato.-
-Tu avresti potuto salvarla.-
-Lo so…E probabilmente mi merito tutto quello che mi faresti.- singhiozzò Angelica, camminando all’indietro.- Ma tu non sei un assassino, Liam.-
-Non mi importa se il colore dei miei occhi cambierà.- esclamò Liam, con gli occhi dorati.- Io voglio ucciderti!-

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Capitolo 16
*** The Banshee is always right ***


La vista di Wendy era tutta offuscata: continuava a vedere il sangue colare dal suo ventre, fino a formare una chiazza sul pavimento.
Credeva che il suo bambino sarebbe morto dissanguato e non riusciva nemmeno a gridare per chiedere aiuto.
Ad un certo punto, la porta scorrevole si aprì e Parrish, pieno di cenere, si chinò a terra e prese il suo corpo: come a dire che ormai era troppo tardi e lei era già morta.
Mentre la trasportava, Wendy svenne un’altra volta.
 
Stiles aveva ricevuto un messaggio da Lydia che gli diceva di venire con Derek nella foresta.
Straniti da quelle parole, i due si avviarono nel bosco, ma il druido decise di portare qualche coltello nella tasca.
-Lydia?!- la chiamò Stiles.
Derek annusò l’aria e seguì il suo odore, trovandola vicino ad un masso mezza svenuta e con la fronte sanguinante. -E’ qui!-
-Lydia, che è successo?!- le chiese Stiles, aiutandola ad alzarsi.
-L-Lui è qui.- balbettò la ragazza, premendosi la ferita.
Derek la guardò confuso.- Lui chi?-
-Parla di me.- intervenne Theo, alle loro spalle.
Stiles estrasse subito un pugnale.- Che cosa vuoi?!-
-Voglio te, Stiles.- affermò Theo.- Voglio quel legame che nessuno ha mai saputo darmi. Voglio un druido.-
Stiles strinse il pugno.- Sapevo che non ci dovevamo fidare di te.-
Theo alzò le sopracciglia.- Che dire? Sono un bravo attore, mi hanno creduto quasi tutti. In primis tua figlia…Uh…Quanto sono morbide quelle labbra a cuoricino…-
Stiles ringhiò e gli andò in contro, pronto a colpirlo, ma qualcosa lo bloccò: Derek iniziò a tossire pesantemente e dopo essersi messo una mano sulle labbra, il licantropo capì che era sangue nero.
-Che cosa gli hai fatto?- tremò Stiles.
-Te l’ho detto Stiles, sono stato un bravo attore.- replicò Theo, con un sorrisetto soddisfatto.
Derek ci rifletté su e tirò fuori la fiaschetta dalla tasca: mischiata alla vodka, c’era una polverina blu.- Strozzalupo.-
-Sei stato tu a volerla condividere con me, Derek!-
La presa sul coltello di Stiles vacillò, non sapendo che cosa fare.
-Adesso si gioca secondo le mie regole, Stiles.- continuò Theo, prendendogli il coltello dalla mano.- Io e Derek combatteremo per accaparrarci te.-
-Ma non è giusto, lui sta male, tu no!-
-Credi che stia male solo per lo strozzalupo? Sei stato tu. Perché credi che abbia cominciato a bere? Perché tu gli hai spezzato il cuore.- affermò Theo.- Tu non lo meriti.-
-Non ascoltarlo!- esclamò Derek, tossendo. -Sta solo giocando con la tua testa.-
Theo fece comparire gli artigli.- Solo io e te, Derek.-
L’altro fece lo stesso, con la maglia zuppa di sangue nero.- Allora basta chiacchiere.-
-Derek, non sei costretto a farlo.- gli sussurrò Stiles, avvicinandosi.
-Preferisco morire così che da vecchio, su una poltrona sbiadita e solo.- replicò Derek, facendo brillare gli occhi di azzurro.
 
Wendy sgranò gli occhi quando sentì un dolore forte al ventre: si guardò attorno e capì di essere in ospedale.
Melissa le prese le mani per calmarla.- Tesoro, è tutto okay, sono qui.-
-I-il bambino, sta bene?-
-Sta bene, ho fermato l’emorragia, adesso dobbiamo solo aspettare che ti dilati abbastanza per farlo uscire.- spiegò Melissa.
Wendy cercò di mantenere la calma e vide Parrish accanto al letto.- Devi smetterla di salvarmi la vita.- bofonchiò, mentre lui le sorrise. -Perché fa così male?- balbettò, stringendo gli occhi.- L’altra volta non faceva così male!-
-Ti faccio l’epidurale.- disse Melissa, inserendo una siringa nella flebo.- Magari non è un licantropo.- pensò poi.- Stiles è un druido, magari lo è anche questo bambino.-
Melissa non aveva tutti i torti.
 
Probabilmente era solo grazie alla Super Luna che Derek riusciva a stare in piedi e a combattere anche con l’aconito nel sangue.
Stiles prese un fazzoletto e tamponò la ferita di Lydia.
-Mi dispiace.- singhiozzò lei.
-Di che cosa?-
-Mi dispiace di predire soltanto morte.-
Erano svariati minuti che Derek stava perdendo, ricevendo solo pugni e calci.
Più passava il tempo e più Theo si convinceva che avrebbe vinto.
-Stiles, devi aiutarlo!-
-Non so come…Per essere uniti dobbiamo per forza toccarci.- balbettò Stiles, in preda al panico.
-Mentre eri ad Eichen House lui è riuscito a mettersi in contatto con te, ricordi? Stiles, il vostro legame è più forte di qualsiasi altra cosa! Provaci!- esclamò Lydia.
Allora Stiles prese un bel respiro e chiuse gli occhi: cercò di concentrarsi su di lui, sull’odore della sua pelle, sulle sensazioni che provava quando lo sfiorava e del vento che gli scompigliava i capelli quando si trovava sul suo dorso.
Quando gli occhi gli si fecero completamente neri, Derek si sentì molto più forte.
Diede un calcio sullo stomaco a Theo, che si piegò in due.
Poi, lo prese al collo, stringendo con forza.
-No! Io non posso perdere!-
-Sì invece.- affermò Derek.- Perché tu sei da solo.-
Derek gli diede un pugno che lo fece accasciare a terra.
Stiles, sorridendo, gli andò in contro: forse c’era ancora la possibilità di guarirlo dal veleno.
Ma Theo non era di certo uno che giocava lealmente: strinse tra la mano il pugnale di Stiles e lo conficcò nel cuore di Derek, trafiggendolo da parte a parte.
Stiles emise un gemito di dolore, sentendo il cuore fermarsi per un istante.
Corse verso di lui, afferrando il suo corpo prima che cadesse. -No, no, ti prego, no!-
Theo sorrise soddisfatto e una volta compiuto il suo volere, si voltò per andarsene.
Davanti a se però, comparvero Liam ed Angelica, trasformati e furiosi.
-Non hai calcolato una cosa nel tuo malvagio piano.- esordì Angelica, con gli occhi dorati.
-Noi siamo l’uno l’ancora dell’altro.- ruggì Liam, dandogli il colpo di grazia che lo fece cadere a terra e svenire.
Theo si era integrato bene nel branco, ma non abbastanza da sapere che il frassino non blocca una Mezzosangue e che, come la loro prima luna piena, Angelica e Liam si era calmati a vicenda.
Theo aveva purtroppo colpito un arto vitale che mischiato al veleno, non consentiva a Derek di guarire.
Stiles cercò di premere sulla ferita per fermare l’emorragia, mentre le prime lacrime gli rigarono il volto.
Derek gli prese lentamente la mano.- Stiles, fermati…-
-N-no io ci devo provare, devo provarci!- singhiozzò l’altro, tremando.
-Stiles, va bene così…-
-Tu hai motivo di vivere, hai capito?! Tu hai me!- gridò, asciugandosi gli occhi velocemente.
-Sta tranquillo, ero pronto a dirti addio…- mugugnò Derek.
-Ma io no…-
-No? E’ così tanto tempo che ci diciamo addio. Sembra che ci siamo incontrati apposta per dirci addio. Sono così stanco di dirti addio…Questa è l’ultima volta.- commentò l’altro, accarezzandogli le dita e guardandosi attorno con le ultime forze.- Guarda…Guarda dove siamo.-
Stiles alzò gli occhi e notò che a pochi metri c’era la casa Hale e fece un piccolo sorriso.- E’ qui che ci siamo conosciuti.-
-Non avrei mai creduto che proprio tu…Saresti stato l’amore della mia vita.- bofonchiò, accarezzandogli appena la guancia. -Il mio fragile…Il mio…-
Stiles mise la mano sulla sua e la strinse fin che non sentì la vita abbandonarlo.
Scoppiò poi a piangere, appoggiando la fronte al suo corpo fermo, immobile.
Nonostante quello che era successo, Angelica pianse sulla spalla di Liam e, infine, con un grido di sfogo che fece scoppiare a piovere e a far cadere fulmini, Stiles lasciò Derek.

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Capitolo 17
*** The hunt continues. ***


Melissa chiamò Stiles per informarlo che suo figlio era venuto alla luce.
Così, si precipitò in ospedale.
Stava già dormendo nella piccola culla accanto al letto e Wendy era pallida e stanca, ma preoccupata perché, durante il parto, aveva sentito una fitta al cuore, come quando erano morti Boyd ed Aiden, ma molto più dolorosa.
Stiles entrò nella stanza con le mani sporche di sangue secco e allora Wendy capì.
Poggiò la fronte al suo petto e scoppiò a piangere pesantemente, come non aveva mai fatto in vita sua.
Stiles la strinse a se, baciandole la nuca, non poteva fare altro.
Angelica si avvicinò lentamente alla culla e sorrise.- E’ una femmina…- si accorse, accarezzandole la testolina.- Ciao Hope…Ciao sorellina.-
***
Derek venne seppellito accanto alla sua casa e quindi accanto alla sorella Laura.
Wendy non sapeva cosa dire, ma sapeva che sarebbe stata male per un bel po' di tempo: ora come ora, non riusciva ad estraniare le sue emozioni.
Stiles si asciugò il naso rosso dopo aver depositato un mazzo di fiori.- Sono stato un pessimo padre.-
Wendy lo guardò sospirando.- Non è vero…Stiles, tu sei un ottimo padre. Tu sei quello che preferiva cambiare pannolini senza nessun aiuto, quello che metteva i para-angoli anche se non c’erano angoli, che ogni sera le leggeva le storie prima di andare a dormire…-
Stiles non riusciva né a guardare né a prendere Hope e per tutta la vita gli avrebbe ricordato che, nello stesso giorno in cui era nata, era anche morto Derek.
-Non lo so se sarà così, stavolta…- mormorò, mettendosi le mani nelle tasche e voltando le spalle.
 
Nello stesso momento, nel laboratorio dei dottori.
 
Theo estrasse del liquido dalla grande ampolla dell’uomo senza arti e se lo iniettò direttamente nelle vene per guarire dalle sue ferite.
Wendy non aveva trovato più i corpi al Nemeton, perché, proprio attraverso quell’iniezione, Theo li aveva fatti resuscitare tutti, così da creare il suo nuovo branco.
Cory, Hayden, Tracy, Josh e Lucas erano al suo servizio e il Kanima aveva spiato quello che era successo in ospedale.
-Spero che tu abbia buone notizie.- borbottò Theo, stanco.
-Direi di sì: Wendy ha partorito, c’è la probabilità che sarà un druido.- rispose Tracy.
-Bene, bene.- sussurrò Theo, con un ghigno sul volto.- Quale meraviglia.-
 
CONTINUA…

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