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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cotta ***
Capitolo 2: *** Dubbi per Sakura ***
Capitolo 3: *** Gelosia e domande ***
Capitolo 4: *** Non era nei piani ***
Capitolo 5: *** Tutto è bene ***
Capitolo 1 *** Cotta ***
Naruto Uzumaki sbuffò per l’ ennesima volta.
Poteva
aspettarsi tutto dalla vita. Ogni cosa, magari una vincita al lotto,
una
chiamata come portiere, o uno stipendio duplico per quel che guadagnava
al bar.
Sasuke
Uchiha, un tipo tenebroso e a volte troppo freddo,
stava seduto vicino a lui con le gambe incrociate.
La cosa che lo
stupiva, era che non si sedeva mai con le gambe incrociate. In tutti
quegli
anni di amicizia, non l’aveva mai visto un minimo scomposto.
Cosa ancora insolita,
non l’ aveva mai sentito nominare il nome
di Sakura Haruno, la
sua migliore amica, per più di dieci minuti.
Il
sole splendeva sopra le loro teste, ed il biondino
pregava Dio di non essere beccati da Rock Lee mentre fumavano rivolti
verso i
vasi di mughetto.
Quel
boro con la testa ad uovo e con delle grandi
sopracciglia folte era nipote del padrone del locale. Un tipo
estremamente
invadente con manie di possesso.
Ma a
parte quello, aveva una cotta per Sakura, e questo sia
a Naruto che a Sasuke non andava per niente a genio.
«Hai
visto come la fissa, Naruto? Sembra quasi la voglia
spogliare con gli occhi!» spense la sigaretta il moro,
gettandola nel vaso di fiori
«Ecco, così impara, quell’
idiota!»
Naruto
lo guardò con apprensione. Stentava a crederci, ma il
suo migliore amico stava passando una fase critica. Stava passando
dalle stelle alle stalle,
come la definiva lui. Stava rimanendo… fregato, folgorato,
abbagliato. Okay,
erano termini che non c’ entravano nulla, ma come definire lo
stato pietoso in
cui adesso si ritrovava Sasuke Uchiha?
«Oddio,
Sasu, sembri una merda» rise «Hai appena
chiamato Lee “idiota”. Non è
da te, sai?»
Sasuke
si voltò con uno sguardo raggelante. Il biondo scosse
la testa.
«Questo
invece è da te» spense la Marlboro, facendo per
gettarla dallo spiazzo.
«Aspetta,
gettala lì. Chi vuoi che ti veda?» Sasuke gli
prese di mano il mozzicone e lo buttò tra le piante.
Naruto
rimase attonito per qualche secondo, dopodiché si riscosse.
«Cavolo,
che ti prende? Mi fai preoccupare così, amico mio!
Parli di Sakura, ti vendichi lanciando mozziconi tra il mughetto... Hai
subito
un trauma, per caso?» scherzò.
Il
bel moro, però, lo guardò con ammonizione. Naruto
conosceva l’ amico. Quando faceva così non voleva
andare oltre, ma lui non
mollava. Si meritava pur una spiegazione!
«Non
m’ incanti! Spiegati una volta per tutte, non c’
è
niente di male. E’ con me che
stai parlando!»
«Ed
è questo che mi preoccupa» sospirò
Sasuke, facendo
voltare la testa indignato all’ altro.
«Bell’
amico! Io voglio solo darti una mano!»
Il
moro sbuffò.
«D’
accordo, d’ accordo» disse «Ma non
parlarne con
nessuno!»
Naruto
annuì, giocondo. Finalmente i fatti stavano per
parlare chiari!
«Nemmeno
con quell’ imbecille di Kiba, okay?»
«Figurati.
Da quando si è messo con Hinata, liberazione mia,
passa più tempo a cantarle canzoncine d’amore che
a fare due chiacchiere col sottoscritto!»
sbottò sferzante il biondino, mettendo le mani dietro la
testa.
Sasuke
lo squadrò per un attimo. Non era molto sicuro di
potersi fidare. Sì, dopo anni di convivenza
forzata era
diventato il suo migliore amico, ma quello che stava per raccontargli
era
di vitale importanza. Specie se entrava in
ballo una ragazza che
aveva dei lunghi capelli rosa, degli occhi color smeraldo e si chiamava
Sakura
Haruno.
«Allora,
Sasu? Sbrigati, che tra poco dobbiamo andare a
servire» lo incitò l’Uzumaki, impaziente.
«Okay,
okay» Sasuke respirò profondamente. D’
altronde, cosa
c’era di male? Lei era solo la sua migliore amica, non
cambiava certo i fatti.
«Naruto...
mi...mi... insomma, mi...»
Il
biondino lo squadrò confuso. «Che cavolo hai, un
tic nervoso?»
Sasuke
alzò gli occhi a cielo.
«Naruto,
mi piace Sakura! Ma stai zitto per favore, non
dirle niente! Naruto? Mi hai capito? Oh? Che cazzo hai,
perché non rispondi?!»
Preoccupato,
l’Uchiha mosse da un braccio l’amico che aveva
gli occhi spalancati e la bocca ad “ O” .
Non
ci poteva assolutamente credere! No, che non poteva
essere vero! Sasuke innamorato di Sakura?! E da quando? E come mai?
«Naruto,
dì qualcosa per favore!» lo
schiaffeggiò l’ amico.
Domande
o non domande… era felice come un fringuello!
«Evvai!»
urlò, saltandogli al collo e facendolo barcollare
«E’
una notizia bomba! E’ la notizia del secolo! Sono
così contento che potrei
soffocare!»
«In-infatti...
lo...mi…stai...facendo...urgh...» tentava di
scollarsi dalla sua presa il moretto, visto che non riusciva a
respirare.
«Che
fai balbetti?» rise il ragazzo, tenendolo ancora saldo e
scompigliandogli i capelli «Non fare il modesto, marpione! Lo
sapevo sarebbe
finita così! Che bello, i miei due migliori amici
innamorati! Non è un sogno?»
«E’
un incubo invece! Mollami, e non urlare, baka!» Sasuke
riuscì a liberarsi dal peso morto del biondino,
scaraventandolo per terra.
«Oh,
Sasu, come sei petulante!» si grattò la testa lui,
facendo per alzarsi «Non ti si può dire niente...
Oh, c-ciao, I-Ino!» babettò,
ritrovandosi la faccia della bella biondina ad un centimetro dalla sua.
Diventato
rosso, si spostò, ritornando vicino Sasuke.
Ino
Yamanaka era lì, di fronte a loro, con il suo grembiule
azzurro
intonato perfettamente con i suoi occhi cerulei, i lunghi capelli
biondi legati
in una coda altissima e una canottierina lilla lasciata intravedere
sotto il
tutto.
Gli
occhi blu di Naruto si dilatarono dall’ ammirazione.
Sasuke se ne accorse e gli mollò una gomitata.
«Non
sbavare, cretino. Ci fai una brutta figura» gli
bisbigliò.
Ino
si avvicinò con grazia ed eleganza.
«Ehi,
ragazzi, Rock Lee vi cerca. Ha detto che se non vi mettete
subito a lavoro vi licenzia senza stipendio! Dio,
com’è petulante in questi
ultimi giorni! Sarà che Sakura non lo caga neanche di
striscio!» ridacchiò, mentre
Naruto la seguiva a ruota sotto lo sguardo perplesso di Sasuke.
«Lo
raggiungiamo subito, Ino» ci
tenne a
sottolineare il moro, mentre pestava un piede a Naruto rosso dalla
vergogna.
Sasuke
sapeva della cotta del suo amico per Ino. Non che
fosse cosa nuova, si innamoravano tutti di quella. Gaara, Sai, e adesso
perfino
il biondino. Scosse la testa, e con un sorrisino li lasciò
soli, preoccupandosi
poi, di fare finta di tagliare la testa all’amico se solo
avesse spifferato
qualcosa su Sakura.
«Naruto,
tu non vai?» chiese la ragazza, dopo che furono
rimasti soli.
«Ehm...
Io?» si risvegliò da uno stato di trance
l’Uzumaki «Ma
certo, stavo solo osservando il paesaggio..
bello, no? Gli alberi,
la natura...»
Ino
gli lanciò un sorrisetto malizioso e si avvicinò
al suo
orecchio, facendolo arrossire fino alla punta dei capelli.
«Posso
capire di che paesaggio si tratta. A proposito…»
«Sì?»
«Sei
molto carino oggi» facendogli una linguaccia, lo
lasciò
solo a rimuginare.
Naruto
si tenne il cuore con le mani. La Yamanaka lo aveva
notato. Gli aveva fatto un complimento. La sua Ino
gli aveva
parlato all’ orecchio! Non c’ era niente di
più bello al mondo!
«Mitico!
Mitico! Mitico!» urlò con giubilo, saltellando qua
e là.
Doveva
parlarle, doveva dichiarale i suoi sentimenti...Non
poteva aspettare oltre, o sarebbe impazzito.
Come
se non lo fosse già.
«Naruuuuto!»
lo strillo di Rock Lee si espanse per tutto il
locale «Vieni immediatamente qui, scansafatiche di una testa
quadrata!»
«E
va bene, Lee, non agitarti così tanto!»
Sconsolato,
raggiunse il ragazzo che adirato gli passava una
pila di piatti e tazzine.
«Va’
a lavarli, e vedi di non fare danni!»
Sasuke
gli si avvicinò, ghignando.
«Troppo
entusiasmo, eh, Naru?»
Il
biondo strinse i pugni, lanciando per aria il vassoio.
«Chiudi
il becco tu! Da quando in qua ti siedi con le
gambe incrociate?! Cos’
è, una nuova moda?!»
CRASH!
Rock
Lee e tutti gli altri presenti si voltarono verso
l’Uzumaki.
«Naruuuuutoooo!»
Il
biondino tentò di fuggire dall’ira del ragazzo,
sotto un
Sasuke che ghignava divertito ed una Ino che si piegava in due dalle
risate.
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Capitolo 2 *** Dubbi per Sakura ***
Sakura
Haruno posò il suo grembiule azzurro sopra il
tavolino del salotto. Entrò in cucina e riempì un
bicchiere pieno di the alla
pesca, il suo preferito.
Rimase a
pensare, con il sedere appoggiato sul lavandino.
Quel giorno
al bar, Naruto aveva combinato un casino e Rock
Lee si era arrabbiato, trattenendolo più del dovuto. A lei,
però, l’aveva gentilmente lasciata
andare a casa senza problemi.
Sospirò,
sconsolata. Lo sapevano tutti che era innamorato
perso di lei.
E questo non
era un punto a suo favore. Beh, forse lo era
nell’ ambito del lavoro, visto che aveva un certa preferenza
per la ragazza, ma
per il resto non lo era di sicuro.
Per esempio,
ogni volta che si ritrovava a parlare con
Sasuke, s’intrufolava di mezzo quel sopracciglione invadente.
Uffa, non lo
sopportava più!
Inoltre,
Sasuke era piuttosto strano... Non le rivolgeva la
parola assiduamente, e ogni volta che rimanevano da soli la liquidava
quasi
sempre con una scusa scarsa. Sakura avrebbe giurato di averlo visto
arrossire
più di una volta, ma di certo non era a causa della sua
presenza.
Evidentemente
era solo colpa del caldo arrivato all’improvviso,
sì.
Bevve, un
po’ afflitta. Con Sasuke le speranze erano pari a
quelle di Rock Lee nei suoi confronti.
Lui
l’aveva sempre considerata un’ inutile bamboccia
con zero punto vita e zero cervello.
Era
innamorata di lui da sempre, pur sapendo di non essere
ricambiata.
Ma quel
giorno di Maggio, le era sembrato strano.
Aveva avuto
una reazione insolita quando l’ aveva raggiunto,
una reazione non da Sasuke.
Una
bella ragazza dai capelli rosa si avvicinò ad un
ragazzo moro con gli occhi scuri fissi sulla superficie del lago.
Ogni
tanto lanciava sassolini, e ogni tanto si fermava a
contemplare, triste, il limpido specchio d’acqua.
Sakura
sorrise tra sé e sé, e gli si avvicinò
alle
spalle.
«Buh!»
tentò di spaventarlo. Sasuke si voltò di scatto,
spalancando appena la bocca.
Dopo
averla squadrata per benino, tornò a fissare il
lago.
La
ragazza alzò gli occhi al cielo, maledicendo il brutto
caratteraccio che si ritrovava.
«Come
mai non sei con Naruto?» chiese, sedendogli accanto
«Di solito il bar riecheggia le vostre urla!»
Sasuke
non rispose. Si limitò a lanciare un sassolino
più
lontano del dovuto.
Sakura
lo guardò con ammirazione, dicendo:
«Complimenti,
un tiro geniale! Vediamo se ne sono capace
io, ma non ti prometto niente!» afferrò un
sassolino e lo lanciò non abbastanza
distante da superare quello del ragazzo.
«Urgh…»
disse, grattandosi la testolina «Sono proprio
negata!»
Sasuke
la guardò fisso negli occhi, provocandole un
brivido lungo la schiena.
Non
l’aveva mai fissata così intensamente.
«Ho...
ho un moscerino nell’ occhio per caso? O... o
qualcosa tra i denti?» si preoccupò di dire subito.
Il
moretto accennò mezzo sorriso. Quella ragazza lo
sorprendeva ogni attimo della loro permanenza.
«No,
niente del genere» rispose solo, voltando la testa
dall’ altra parte.
Sakura
sospirò «Cos’hai, Sasu?»
Come
al solito, il ragazzo non rispose. Quella era
sicuramente una delle cose che odiava di lui.
L’
indifferenza. Eppure lei voleva solo dargli una mano.
Non voleva mica farsi i fatti suoi.
Ma
d’ altronde da uno come Sasuke che l’aveva sempre
considerata una piattola poteva benissimo aspettarselo.
Triste,
o quasi, fece per alzarsi.
«Suppongo
tu voglia stare da solo. Bene, ci vediamo al
bar, allora»
Il
moro, però, l’afferrò da un braccio.
«Sakura...io...e
Itachi...» bisbigliò d’ un tratto.
La
ragazza si abbassò di nuovo e si sedette dietro di
lui.
«Cos-Cos’
è successo? Vi siete nuovamente presi a botte?»
Gli
occhi di Sasuke divennero improvvisamente lucidi.
Palesemente non rispose, anzi, appoggiò la testa che gli
scoppiava, sopra il
ventre di Sakura.
«C-che
significa?» biascicò, spiazzata.
«Sssh...»
le prese una mano lui «Ti prego, non chiedermi
niente»
Un
sorrisetto increspò le labbra dell’Haruno, mentre
pensava di essere in paradiso. Mise le braccia intorno al suo petto,
stringendolo, e rimase così senza proferire parola,
ignorando i numerosi
pensieri che affollavano la mente del ragazzo.
Fece un
piccolo sorriso, mentre ricordava quella scena.
Da quel
giorno in poi, avevano avuto più di una occasione
per stare insieme, o abbracciarsi.
Sasuke stava
male per colpa di suo fratello Itachi:
litigavano spesso, e ogni volta che lo facevano, il moretto si chiudeva
a
riccio. Bastava, però, la visione di Sakura e un suo sorriso
caldo per
rassicurarlo.
O almeno era
quello che pensava lei.
Era il 17 di
Luglio, e le cose, da un paio di giorni a
quella parte, erano cambiate.
Sasuke
sembrava evitarla e ciò era terribilmente spiacevole.
Specie adesso
che vivevano tutti nella stessa casa, dato che
frequentavano l’ università.
Erano stati
fortunati a trovare un appartamento a tre piani.
Al primo ci
stavano lei, Ino, Sasuke e Naruto, mentre negli
altri ci dormivano Kiba, Hinata, Tenten, Neji, Shikamaru, Temari,
Tayuya e
Tobi.
Insomma, un
casino giornaliero! Fortunatamente, la sua amica
Ino, che odiava il chiasso e l’ invadenza, aveva appeso un
enorme cartello alla
porta, con su scritto un bel “ NON
DISTURBARE DALLE ORE 7.00 ALLE
18.00! O SARANNO GUAI”.
Erano ancora
le 15.00 del pomeriggio, e lei aveva finito il
turno.
Poteva
ritenersi fortunata, e poteva andare benissimo a
farsi una doccia rilassante.
Sasuke,
invece, poteva aspettare.
«Sakura
– chan?» Una chiave girò nella toppa, e
la faccia
sorridente della biondina si affacciò sull’ uscio.
«Ino!»
esclamò la ragazza «Hai già finito? Ti
aspettavo per
le 16.00»
Ino,
sorridente, lanciò la borsetta ed il grembiule sul
divano, gettandosi alla rinfusa sopra i confortanti cuscini rossi e
bianchi.
«Naruto
si è offerto di fare il mio turno» disse
«E’ stato
veramente carino. Beh, che c’è, perché
mi guardi in quel modo?»
Sakura
alzò agli occhi al cielo con in viso un espressione
scettica.
«Rimango
della mia ipotesi. Quello scansafatiche è cotto di
te, puoi giurarci»
La bionda
rimase a fissare la parete di fronte.
Era da quando
viveva insieme a Naruto e gli altri che
sentiva di provare una certa predilezione per il biondino.
Ma non aveva
minimamente pensato ad una cotta da
parte sua. Era troppo arzillo e stupidino per i suoi gusti. Ma doveva
ammettere
che era un gran bel ragazzo, e la faceva sempre ridere.
Anche se ogni
tanto balbettava.
«Ah-ah!
Sei arrossita!» l’indicò Sakura, come
volerla
incolpare «Dì la verità. Naru-kun ti
piace, non è così?»
Ino
diventò rossa quanto i capelli di Gaara, uno dei suoi
corteggiatori insistenti.
«Ehm,
ma cosa dici, Sakura-chan! Non potrei mai...
insomma... è un caro amico!»
«Sì,
e da quando?» chiese la rosa, sbattendo la testa «E
poi
si può sapere perché non ti trovi un uomo? Da
quando ti sei lasciata con
Shikamaru fai di tutto per evitarli!»
«Oddio,
parla la coniuge convinta!» fece con sarcasmo Ino
«Perché
non pensi per te? Non mi risulta alcun tipo di ragazzo nelle tue
grazie! A
parte quello smidollato di Sasuke, ovvio»
Il ghigno di
Ino fece salire i nervi alla ragazza che
afferrò un cuscino, esclamando:
«Non
è uno smidollato! Forse
è un po’ troppo
introverso, ma non è uno smidollato!» e
tentò di colpirla, mentre l’ altra si
alzava e schivava i colpi.
«Screanzata!»
Ino
sparì in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
Sakura rimase
attonita per diversi secondi, fino a quando
ritornò sulla Terra, pigolando:
«Ma
Ino, dovevo andarci io! Non è giusto, sei un’
approfittatrice, scorretta ed anche bugiarda!»
La risata
fresca della bionda arrivò subito dopo, facendo
irritare Sakura ancor di più.
Borbottando
parole sommesse, afferrò il libro di arte
cercando di assimilare qualcosa. Non ne capiva niente di disegni e
figure,
tantomeno di artisti e movimenti vari.
Cinque minuti
dopo, non riuscì più a ricordare niente. La
voce acuta e perforante di Ino proveniva da sotto la doccia come un
getto d’
acqua ghiacciata.
L’Haruno
si tappò le orecchie. Dei giorni non capiva se la
sua amica lo faceva apposta a complicarle la vita, o le veniva
semplicemente
naturale.
A salvare la
biondina dalla sua ira fu il campanello.
«Ino-chan,
smetti di cantare con quella voce da citofono!»
esclamò, mentre apriva la porta.
Un Sasuke
affaticato alzò gli occhi su di lei, squadrandola
dall’alto in basso.
Doveva
ammettere che era veramente bellissima con i suoi
capelli rosa trattenuti in una coda di cavallo stile Ino; e la ragazza
doveva
ammettere che quel silenzio creatosi stava risultando fin troppo
imbarazzante.
«Ciao,
Sasu-kun!» sorrise «Non far caso a questa lagna!
E’
Ino che ha il mal di pancia!»
Il moro
accennò mezzo sorriso, dopodiché entrò
posando il
grembiule assieme agli altri.
Sakura
giurò sopra il suo nome di averlo visto lievemente
arrossire... Che non si aspettasse lei a dargli il benvenuto?
«Sasuke...»
chiamò, mentre lui si voltava di scatto.
Oh no, non
poteva rimanere da solo con lei! Le cose erano
cambiate. Non poteva abbracciarla semplicemente d’ amico,
perché non era questo
ciò che provava.
Si
allontanò, schivando la sua mano che tentava di fermarlo.
«Ehm,
Sakura... io... devo andare...»
«Aspetta,
Sasuke!» lo bloccò appena in tempo
«Perché
scappi?»
Il ragazzo
sospirò.
Non poteva
spifferare quello che provava per lei in quel
modo. Sarebbe stata una cosa sbattuta in faccia, non piacevole e
soprattutto
inaspettata.
«Mi
eviti da un paio di giorni. Ho fatto qualcosa che non
va?» chiese la ragazza preoccupata, senza lasciargli il
braccio.
«No,
tu non hai fatto niente» rispose lui, guardando dinanzi
a sé «Sono solo un po’ stanco,
scusami»
Si
divincolò delicatamente e si sbarrò in camera sua
e di
Naruto.
Sakura rimase
a fissare il punto in cui era sparito, e si
abbandonò sul divano.
Certo che
l’ Uchiha era davvero strano. Che avesse litigato
un’altra
volta con suo fratello?
Per quanto ne
sapesse lei, non si sentivano da un po’.
Quindi cosa
lo turbava? Perché la faceva stare sulle spine?
Non
si accorgeva che così la faceva solo stare male?
Uscita dalla
doccia, Ino si recò in cucina aspettandosi di
trovare la sua amica con un broncio da lì fino alla strada,
e invece, non trovò
nessuno.
Notò
tre grembiuli, e suppose dell’ arrivo di Sasuke.
Magari Sakura
era nella stanza con lui!
Ghignò,
mentre la porta d’ingresso si spalancava ed un
ragazzo biondo, tutto gocciolante, entrava imprecando.
«...idiota
di un sopracciglione! Ma tu dimmi se posso
abbassarmi a certi livelli!» a sentire quella voce, Ino si
rallegrò «“Naruto di
qua, Naruto di là!” Sempre a comandare! Ma che la
faccia un po’ nel cu...Oh,
I-Ino c-chan! Ehehe, scusa, non ti avevo vista!»
Come
al solito, si ritrovò a pensare subito dopo.
Ino sorrise
divertita.
«Cos’
è successo, Naru? Sei tutto bagnato!»
Naruto si
squadrò dalla testa ai piedi sbarrando gli occhi,
dopodiché, con un sorrisino di scuse, disse:
«Ehm,
sì... Ecco, vedi... Non spifferarlo a Sakura,
però... Ho
detto a Rock Lee, di rifarsi le sopracciglia, così magari
lei si sarebbe
accorta di lui... Ma Lee l’ha preso come un insulto e mi ha
gettato nella
piscina del residence! Oh, non dire neanche a Sakura che sto bagnando
il pavimento…»
La bionda
scoppiò a ridere.
«Vieni,
ti do una mano a cacciarti questo grembiule zuppo!»
Le mani della
Yamanaka vagarono sul suo petto, mentre il
ragazzo diventava rosso porpora.
Delicatamente,
gli sfilò il grembiule azzurro di dosso, e lo
gettò nella pila di panni sporchi.
Mentre
camminava, Naruto non potette fare a meno di
fissarla. Non si era accorto dell’ asciugamano che avvolgeva
il suo candido
corpo, e dei capelli bagnati che incorniciavano il suo volto bellissimo.
Il che voleva
dire che...Era appena uscita dalla doccia!
Il ragazzo
divenne di mille colori. Tentò di tapparsi la
bocca per non sbavare, o per emettere qualche suono indesiderato.
«Cosa
c’è, Naruto -kun?» lo raggiunse la
bionda, preoccupata
«Stai male? Ti viene da vomitare, per caso?»
Il biondino,
senza cacciare le mani dalla bocca, fece di “
no” con la testa.
«E
allora che c’hai?»
Naruto fece
cenno con una mano di lasciarlo stare.
«Boh,
sembra ti stessi trattenendo dall’ urlare qualcosa, o
perlomeno dal rigurgitare» Ino si attorcigliò una
ciocca di capelli bagnati tra
le dita.
Lui emise dei
piccoli gemiti.
L’altra,
non sapendo che fare, sorrise.
«Vabbè,
allora ti lascio, vado a cambiarmi. A proposito,
Naru»
L’Uzumaki
la guardò interrogativo.
«Grazie
per esserti offerto al mio posto. Ero proprio
stanca» e avvicinandosi, gli scoccò un bacio sulla
guancia, per poi
allontanarsi e chiudere la porta della camera sua e di Sakura dietro le
spalle.
Naruto
allungò una mano come per fermarla, mentre le sue
gote andavano a fuoco.
Un
bacio dalla Yamanaka, un sogno che diventava realtà.
Liberò
la sua bocca dalle mani e, lanciandosi sul divano, si
mise a saltellare.
«Yuppi!
Yuppi! Mamma, quant’ è figa! E’ proprio
figa!»
incurante del fatto che Ino e Sakura stavano nella stanza a due passi
dal
soggiorno.
Infatti
quest’ ultima, dopo aver sentito quelle urla
disumane, spalancò la porta di botto e lo raggiunse con in
viso un’espressione
adirata.
«Naruto
Uzumaki, che cavolo stai facendo?!» strillò
«Scendi
immediatamente dal divano con quei tuoi piedacci! Oh, guarda
cos’ hai
combinato! Hai bagnato tutto il pavimento! Sei un idiota! Un danno per
la
società!»
«Ehm...»
Il ragazzo scese con cautela da sopra il sofà con
un sorrisino di scuse ed un braccio sulla testa «Scusa,
Saku-chan, ma vedi... l’
entusiasmo ed io siamo una cosa sola. No, no, che fai con quella scopa!
Mettila
giù, Sakura-chan, mettila giù!»
La rosa,
incavolata, prese a rincorrerlo per tutta la
cucina, con una Ino sorridente ed un Sasuke che borbottava qualcosa del
tipo “testa
quadrata di un Naruto”.
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Capitolo 3 *** Gelosia e domande ***
«Scusate per
quest’invadenza» Hinata Hyuga sorrideva seduta
accanto a Kiba, il suo ragazzo,
con di fronte Naruto, Ino, Sakura e Sasuke.
Era ora di pranzo, e la
corvina aveva gentilmente chiesto una piccola ospitalità per
pranzare, dato che
i suoi compagni di piano erano usciti, portandosi via le chiavi.
Naruto aveva messo su un
bel broncio, che con le ripetute gomitate di Sakura, tentava di
nascondere.
Primo, perché la Hyuga
non
gli stava particolarmente simpatica; secondo, perché Kiba
non si accennava a
farla stare zitta, e terzo... si era seduta al suo posto!
«Ma ti pare»
sorrideva la ragazza
con i capelli rosa «Un giorno di questi saremmo venuti noi da
voi. Con Naruto
in casa è sempre una preoccupazione!»
Tutti ridacchiarono,
mentre Naruto faceva una smorfia irritata.
Ci mancava solamente la
sua migliore amica a fare le battutine del cavolo sul suo conto!
Ma una strizzata d’occhio
da parte di Ino gli fece cambiare idea.
«E dimmi, Naruto, hai
trovato la ragazza?» Hinata ammiccava verso
l’Uzumaki, mentre questo gettava
uno sguardo d’aiuto a Sasuke che come al solito non lo
guardava.
Sospirò pesantemente.
Hinata era una sua ex, e questo non era un punto a suo favore.
Sì, stava con Kiba, ma
non
aveva smesso di adulare lui... o almeno, secondo Sasuke.
«Oh, certo, forse...
» biascicò,
mentre Ino e Kiba alzavano gli occhi nello stesso momento.
Quest’ ultimo fece un
sospiro di sollievo. Se era fidanzato significava niente flirt tra lui
e
Hinata, bene.
Dispiaceva ammetterlo,
perché il biondino era sempre stato uno dei suoi migliori
amici, ma da quando
si era messo con Hina-chan sentiva una certa gelosia nei suoi riguardi,
qualcosa che lo faceva andare su tutte le furie ogni volta che i due
parlavano
insieme.
Ecco perché da qualche
giorno a quella parte tentava di evitarlo.
La biondina, invece, lo
guardava interrogativo. Non risultava nessuna ragazza nelle grazie di
Naruto.
Che fosse fidanzato con
un’ altra? Ma allora non era cotto di lei come farneticava
Sakura!
«Tu fidanzato? Ma che
diav-» Naruto, prontamente, pestò un piede alla
sua migliore amica, che si
zittì di colpo.
Hinata gettò gli uno
sguardo, mentre lui non alzava occhio dal suo piatto, ignorando le
numerose
frecciatine che Sakura gli mandava.
«Dunque, sei fidanzato.
Wow, non lo sapevo!» si stupì la mora «E
chi è? La conosco? Com’è di
aspetto?»
Sasuke per poco non si
affogò con l’aranciata. Se il suo amico aveva la
ragazza, lui assomigliava a
Rock Lee!
«Oh,
sì...insomma, forse
la conosci» rispose il ragazzo «E’...
è bionda, alta, con gli occhi azzurri,
e...» guardando la faccia perplessa di Ino si
affrettò subito a contraddirsi «Beh,
no, non la conosci di sicuro»
Hinata annuì con un
sorrisino falso. Un po’ le dava fastidio sapere che il suo ex
fidanzato stava
con
un’altra, ma aveva Kiba
al
suo fianco ed era quello ciò che importava.
«Oh, Naru, sono sicura
che
ti saprà meritare. Sennò fammi un
fischio!» rise, mentre Naruto faceva lo
stesso forzatamente.
Kiba lanciò un altro
sguardo d’astio al biondo, mentre Ino si alzava da tavola,
sparecchiando tutto.
Non l’aveva mai fatto e
non le piaceva, ma se significava stare lontana da quei due che
ridevano come
una coppia di piccioncini, allora andava bene.
Sakura la seguì con gli
occhi, notando una smorfia irritata incresparsi sulle sue labbra.
Tirò una gomitata per
zittire Naruto, ma quello, in tutta la sua ottusità, non
afferrò il concetto.
«Ino-chan, torna a
tavola!» L’ Haruno entrò di soppiatto in
cucina, spuntando alle spalle dell’
amica che stava già lavando i piatti.
«Figurati!»
sbottò «Non
capisco perché l’abbiate fatta entrare! Eppure il
cartello parlava chiaro:
fuori i rompiballe dalle 7.00 di mattina fino alle 18.00 di
pomeriggio!»
«Con rompiballe ti
riferisci a Kiba e Hinata, o solo ad Hinata?»
Alla domanda della rosa,
Ino alzò la testa di scatto. Un lieve rossore si
impadronì delle sue guance,
facendo di tutto, poi, per ricomporsi.
«Io... non ha importanza
di chi parlo!» biascicò «La cosa che
più odio al mondo sono gli intrusi all’ora
di pranzo! Per non parlare degli intrusi che ridono odiosamente,
facendo le
loro battutine ripugnanti e prive di alcun senso!»
Sakura rimase attonita con
in volto mezzo sorriso.
«Hinata è
nostra amica,
Ino. Abitiamo tutti nella stessa palazzina e la conosciamo da
tempo!»
«Certo!»
esclamò
sarcastica la biondina, non riuscendo a trattenersi
«Soprattutto Naruto!»
Rendendosi conto di aver
parlato troppo e senza freni, la Yamanaka si morse il labbro inferiore
e tornò
a sciacquare i piatti facendo finta di niente.
Sakura voleva ridere. La
sua amica era gelosa di Hinata e Naruto, non c’era alcun
dubbio.
Altrimenti non avrebbe
sparato a raffica un sacco di frasi con tutto quel nervosismo.
«Ino, dì la
verità...»
incominciò la ragazza, dopo qualche secondo di silenzio.
«Sì?»
«A te piace
Naruto?»
La bionda smise di
trafficare con un piatto e spalancò leggermente gli occhi
azzurri.
Non poteva pensare una
cosa del genere! La sua amica non poteva insinuare una cosa non vera...
o
perlomeno, una cosa della quale lei non ne era ancora cosciente.
Senza rendersene conto
iniziò ad accelerare, spostando di qua e di là
piatti e posate insaponate.
«Ma cosa dici... Io...
Non
potrei mai... Sakura-chan, non puoi insinuare una cosa del genere sul
mio
conto...» borbottò imbarazzata.
«Ino» la
ragazza la guardò
con un’ espressione scettica «a te piace
Naruto»
A quell’affermazione la
biondina si fermò.
Appoggiò il sedere sul
lavandino, togliendosi i guanti giallo limone dalle mani.
Sospirò. Forse era vero.
Naruto le piaceva, e come al solito Sakura se ne accorgeva prima di lei.
«A dir la
verità, forse
sì...»
Sakura alzò un
sopracciglio,
mentre l’amica volgeva gli occhi al cielo
«Uff, e va bene! Mi
piace,
hai ragione tu! Sono gelosa, anzi, gelosissima!»
«Bene, e
perché non glielo
dici?»
«Cosa?!»
«Diglielo»
affermò
tranquillamente la rosa «si vede che anche lui è
cotto a puntino»
«Sciocchezze!»
Ino diventò
lievemente rossa «Non cambierebbe assolutamente
niente»
«E per quale
motivo?»
Sakura incrociò le braccia. Avere una migliore amica
così testarda e
schizzinosa, non faceva altro che aumentare il quadruplo dei suoi nervi.
La biondina sospirò con
una punta di tristezza.
«Non hai sentito?
E’
fidanzato! Non so con chi, ma è bionda proprio come
me!»
Sakura ridacchiò.
«Non l’hai
capito? Allora
sei davvero ottusa, cara mia! Lui non è fidan...»
Ad interrompere quella
frase, fu una furia con i capelli all’ insù che
arrivò dietro le due, gridando
un “Largo!” e posizionandosi di fronte al lavandino.
Naruto aprì il rubinetto
e
ci ficcò la testa sotto, bagnandola con estremo sollievo.
Sia Ino che Sakura lo
guardarono perplesse.
«Scusate, ma Hinata mi ha
fatto ingoiare dei peperoncini al tonno!» spiegò
dopo, mentre la Yamanaka
storceva il naso «Mi sono bruciato tutta la lingua,
dannazione!»
Così dicendo se ne
andò,
facendosi aria con le mani.
«Hai visto?!»
sbottò Ino,
irata «Non fa altro che nominare quella
lì!»
«Ino-chan,
aspetta!»
Sakura tentò di afferrare l’ amica dal braccio, ma
lei si divincolò con
facilità.
Dopo che la bionda
raggiunse il soggiorno, la rosa sospirò con l’
intento di uccidere qualcuno e
le sue balle. Un ragazzo di nome Naruto Uzumaki, che combinava danni a
catena e
non se ne rendeva conto.
«Ehm, Naruto, devo
parlarti» alle parole di Kiba, il biondino alzò lo
sguardo su di lui,
perplesso.
«Eh bravo,
Kibs!» incrociò le
braccia, offeso «Ne approfitti solo ora, vero?»
Kiba cercò di rimanere
impassibile, anche se tutto ciò rendeva la situazione
dannatamente difficile.
«Andiamo di
là, quindi»
«Cosa?» chiese
Naruto,
sarcastico «Spiegami perché dovremmo alzarci da
questo comodissimo divano... Okay,
d’ accordo, ahia!»
Kiba lo trascinò da un
braccio e i due si barricarono nella stanza dell’Uzumaki e
dell’Uchiha, che era
sdraiato comodamente sul suo letto e faceva finta di sonnecchiare.
«Sasu, smettila di
poltrire!» gli fece la linguaccia il biondo, mentre Sasuke
apriva un occhio.
«Che vuoi, testa
quadrata?»
domandò «Non è ora anche per te del
pisolino pomeridiano?»
«No! Io e Kiba dobbiamo
parlare, ti dispiace?»
«A me no, piuttosto
dispiacerà più a lui dover parlare con
te»
«Ehi!» Il
biondo era
indignato, mentre Kiba iniziava a sbuffare. Prima parlava con Naruto,
meglio
era.
«Okay, okay, tolgo il
disturbo ma torno tra dieci minuti» Il moro si
alzò di malavoglia dal suo
comodo letto e si chiuse la porta alle spalle.
Naruto si gettò alla
rinfusa sopra i cuscini, esclamando:
«Dai, Kibs! Salta anche
tu, è divertente!»
Kiba ne aveva tanta
voglia, certo. Lui e Naruto facevano idiozie da quando si erano
conosciuti, ma
in quel momento aveva un urgente bisogno di parlargli, di chiarire le
cose.
«Allora?» lo
destò l’Uzumaki
«Come va? E’ da un po’ che non parliamo.
Ho una marea di cose da raccontarti!
Il bar, Rock Lee, il viaggio in Australia, lo stipendio da cani,
l’ università
che rompe, Ino...»
Kiba alzò la testa,
interrogativo.
«Ino?»
«URGH!» Naruto
divenne
color prugna e subito si affrettò a spiegare
«Certo, Ino! Lei mi aiuta spesso
con le materie, sai... Non sono una cima in filosofia del linguaggio...
Ehm...»
L’altro lo
guardò
sospettoso per due secondi. Aveva una gran voglia di dirgli che era un
gran
bugiardo, ma adesso doveva parlare seriamente.
«Senti, Naruto»
incominciò
sospirando «io sto con Hina-chan...»
«Sì, questo lo
so» lo
interruppe l’amico.
«Aspetta, lasciami
finire!» Kiba gli lanciò un’occhiataccia
e quello si zittì.
«Vedo che tu e lei avete
un certo feeling e... Insomma, sono preoccupato. Tanto preoccupato,
Naruto. Lo
sai che... beh, che lei mi piace un sacco e non vorrei rovinassimo il
nostro
rapporto per... insomma, mi hai capito? Mi da fastidio, Naruto, non
posso farci
niente! E’ più forte di me, è una cosa
dannatamente contro la mia volontà!»
Kiba gesticolava di brutto, e Naruto stava per ridergli in faccia
«Ecco perché
ti ho evitato per tutti questi giorni. Non volevo che Hinata si
avvicinasse a te
più di tanto. Solo che Shikamaru e Temari hanno portato le
ultime due copie
della chiave con loro, e... Uff, Naru, per favore, dimmi la
verità...»
Kiba era serio e Naruto
tratteneva a stento le risate. Era diventato rosso e stava per
scoppiare.
«Hinata. Provi ancora
qualcosa per lei?»
Il biondino non riuscì a
trattenersi e si sbellicò dal ridere, tenendosi la pancia.
La sua risata fresca
e cristallina fece adirare l’ amico che gli stava di fronte.
«Ti sembra un argomento
divertente? Io non ti capisco!» esclamò
imbronciato.
Ma era davvero così
ridicolo, o cosa? Che quel cretino dell’Uzumaki glielo
spiegasse, per favore.
«Kibs, sei... sei
una
femminuccia paranoica!» rise Naruto «Come puoi
pensare che a me piaccia la tua
ragazza? Io neanche la sopporto quella! Beh, ogni tanto è
antipatica e lo
sai... Insomma, stavamo insieme a sedici anni, ti rendi conto? Come
potrebbe
ancora piacermi una piattola del genere? Ehm... A volte è
antipatica, Kibs, non
negarlo!»
«Quindi...»
boccheggiò
quello, stupito e a bocca aperta «Lei non ti piace?»
«Ma certo che
no!» continuò
a ridere «Non pensarlo neanche se fosse l’unica
ragazza sulla faccia della
terra, amico mio!»
L’altro fece un sospiro
di
sollievo, mentre il biondino gli tirava pacche derisorie sulla schiena.
«Quindi non mi parlavi
per
questo? Sei un cretino, la devi pagare!» e afferrando un
cuscino, lo lanciò in
faccia all’ amico.
Kiba si rialzò, furente.
«Ho capito che ti
ignoravo
per una cavolata, ma per l’ amor del cielo, non puoi
spettinarmi i capelli in
questo modo!»
Naruto rise e si scansò,
afferrando il cuscino di Sasuke.
I due amici fecero la
guerra per un po’, sfasciando i letti ben ordinati e
combinando la stanza piena
di piume.
«NARUUUUTOOO! »
L’urlo di
Sakura si espanse per tutta la camera non appena entrò con
l’intenzione di
tenere una conversazione decente con il biondino.
Kiba e Naruto si fermarono
con la bocca spalancata, appena in tempo nel lanciarsi in un’
altra lotta coi
cuscini.
«Che
c’è, Sakura-chan?»
La ragazza sprizzava scintille.
Non solo i ragazzi non l’aiutavano di striscio a fare le
faccende domestiche ed
Ino odiava fare quelle cose, ma la
ripagavano in quel modo, sporcando e mettendo sottosopra le stanze! E
quell’
idiota del suo migliore amico-nominato così, per
chissà quale assurdo motivo-,
aveva il coraggio di chiederle “Che c’è
Sakura-chan?”. Glielo faceva vedere
lei!
«Vieni qui, razza di un
incompetente!» gli saltò addosso, facendolo
cascare nel letto di Sasuke ormai
tremendamente rovinato.
«Ahio, si può
sapere che
ti ho fatto?» si lamentò Naruto, mentre cercava di
cacciarla via
«E smettila di mordermi,
per la miseria!»
«Guarda cos’
hai
combinato, incapace! E adesso, a chi tocca mettere in
ordine? Eh?!»
«A...a...Sasuke?»
Sakura strinse i denti e i
pugni con gli occhi ridotti a fessure.
«NARUTO IO TI AMMAZZO
PRIMA DEI TUOI GIORNI! Come puoi pretendere che Sasuke faccia le
pulizie di
casa? Tu e lui non vi schiodate di un centimetro dal vostro caro divano
bianco,
che chissà per quale misterioso motivo è sempre
pieno di piedate!» urlò con una
nota di isteria.
Kiba ridacchiò con le
braccia conserte «Magari sono le impronte dello
Yeti!» se ne uscì.
La ragazza si voltò
minacciosa
verso lui.
«Che hai detto,
Kiba?»
«Uhm, niente,
io...»
«Esci subito di qui se
non
vuoi fare la stessa fine di questa specie di individuo che ho tra le
mani!» sbraitò
furente, mentre teneva Naruto da un orecchio.
Kiba non se lo fece
ripetere due volte; lasciò il cuscino dell’ amico
ed uscì in un batter d’occhio.
Quando Sakura Haruno si
arrabbiava era peggio di Rock Lee appena sveglio.
Dopo averlo menato per
benino, avergli fatto sistemare i letti-il risultato era come tentar di
profumare l’immondizia-, l’ Haruno si sedette,
accavallando una gamba e
spostandosi un ciuffo ribelle che le ricadeva sul viso.
«Naruto?»
chiamò,
sembrando finalmente calma.
«Che
c’è?» chiese quello,
mentre finiva di raccogliere le piume sparse nel tappeto
«Uffa, alzati da lì!
L’ho appena sistemato!»
«Se per
sistemare,» fece
la ragazza, toccando le coperte del letto messe a casaccio
«intendi quest’
obbrobrio, sei sulla cattiva strada!»
Il biondo incrociò le
braccia.
«Va bene, che
vuoi?»
«Dobbiamo
parlare» affermò
con il tono di una che non ammetteva esitazioni.
Naruto aprì leggermente
la
bocca e la richiuse un istante dopo. Lui e Sakura non parlavano
seriamente da
almeno cinque mesi.
L’ultima volta che
avevano
fatto un discorsetto era stato quando la rosa piangeva sulla sua spalla
per l’ennesima
delusione inflitta da Sasuke.
«Ah sì? Ma
oggi avete
tutti voglia di dar aria alla bocca? Prima Kiba, poi tu...»
Sakura alzò gli occhi al
cielo. Come faceva ad essere così idiota, quel ragazzo?
Ed Ino che si era anche
presa una cotta! Povera lei!
«Sentimi bene, Naruto dei
mie stivali!» lo prese dalla maglia, mentre quello alzava le
mani in segno di
resa «Tu adesso ti siedi qui di fronte a me e mi ascolti.
Anzi, parliamo
assieme, okay?»
«D’accordo,
Saku, okay. Ma
sta’ calma, sei più nervosa di Sasuke quando mi
mena!» si grattò la testolina
incerto il biondo, mentre si sedeva sul suo letto.
«Cosa ti passa per la
testa?» chiese senza tanti giri di parole la ragazza.
L’amico
aggrottò la
fronte. Era sempre stato un tipo tardo nel capire le cose.
Ma questa poi... Per una
volta che non combinava niente, non rompeva lampade, lampadari e
bomboniere,
Sakura lo incolpava lo stesso? Bah, che roba.
«Okay, Sakura-chan, non
capisco che vuoi dire!» esordì «Non
rompo sopramobili da un mese, ormai. Perché
dovrei...»
«Cosa ti passa per la
testa, ho detto» scandì bene le parole la ragazza.
L’Uzumaki rimase
pensieroso.
Perché la sua amica non
parlava e basta? Non era bravo a decifrare le rune.
«Sakura, per
l’amor del
cielo, non ti seguo!»
Questa sentì la rabbia
bollire nelle vene.
«Oddio! Perché
devi sempre
farmi passare per una ragazza con poco tatto e molto impulso? Grrr... e
va
bene, va bene! Ti piace Ino, non è
così?»
Naruto, nell’ udire
quelle
parole, fece una smorfia ebete.
«C-cosa?»
«NARUTO! Capisci il
giapponese, sì o no? Non te lo ripeterò ancora
una volta, se hai orecchie per
intendere, intendi!»
Il ragazzo guardò
Sakura,
che aveva le braccia conserte e lo scrutava come voler scovare la
verità.
Come aveva fatto a capire
che gli piaceva Ino? Era una maga o cosa?
O magari... no, no,
impossibile. Aveva parlato con Sasuke? .
Nah, troppo improbabile
per quel poco tempo che passavano insieme in quei giorni.
«Ma cosa dici, Saku-chan,
non potrei mai... Lo sai come la penso, sto bene single, affiatato ed
arzillo!
Come ti viene in mente una cosa del genere?!» Il biondino
gesticolava come un
forsennato, tentando di farsi passare per un mentitore credibile
«E poi, come
mai proprio Ino? Insomma, non mi pare ci sia solo lei come ragazza!
C’è...
vediamo... Temari! Uhm, sta con Shika...Ehm, Tayuya! No, è
fidanzata con
Tobi... Ci sono, Tenten! Ma sì, lei è perfetta!
Ah già, è occupata con Neji... Urgh!»
«Non eri tu quello
fidanzato, caro il mio Narutino?» ghignò
maleficamente Sakura, mentre quello si
allontanava «Fermo lì! Devi ancora dirmi la
verità!»
Con un gesto del braccio,
lo rimise a sedere senza obiezioni. Quando voleva sapeva essere una
vera
tiranna, deglutì, Naruto.
«C-Cosa ti fa pensare che
mi piaccia?» domandò, abbassando lo sguardo per
nascondere il rossore.
«Prima di tutto, per come
la guardi» incominciò Sakura con aria da saputella
«Ti scongiuro, non fissarla
come se le volessi saltare addosso, ti cola la bava dalla
bocca»
«Me lo dice anche Sasuke,
in effetti...» fece sconsolato, Naruto.
«Quindi stai dichiarando
apertamente che ti piace!» esclamò Sakura, con
occhi sognanti «Ah, amico mio,
lo sapevo, lo sapevo!»
«Ma io...»
«Poche storie»
l’ ammonì
con una mano «Ti ordino esplicitamente di dichiararle i tuoi
sentimenti. E’ una
cosa di vitale importanza per lei, per te e per i mie nervi»
«Ti giuro che
c’ ho pensato,
ma non so come fare!» pigolò l’ Uzumaki
come un pulcino «Lei è sempre così...
così...
bona! Ehm, sì, bona e sfuggente...» si corresse.
La ragazza si portò un
dito sul mento con fare pensieroso.
Le veniva in mente un
vecchio proverbio che sua nonna ripeteva spesso: se Maometto non va
dalla
montagna, la montagna va da Maometto.
Ma in quel caso non c’
entrava nulla, a meno che Ino non rappresentasse Maometto e Naruto la
montagna.
«Che stai
facendo?» la
destò lui, osservandola rimuginare.
«Faccio due seghe mentali
in più, problemi?» sbottò.
«No, no» si
affrettò a rispondere
lui. Era completamente strana la sua amica.
Strana e lunatica, sì.
«Ci sono!»
scattò all’
impiedi Sakura «Potrei aiutarti io! Ah, che genio!»
Naruto la guardò
scettico.
Non ci voleva molto per arrivare ad una conclusione del genere.
E poi diceva a lui, “idiota”.
«E quindi?»
chiese.
Destata dal suo momento di
gloria, la rosa lo afferrò dalla maglia e sibilò:
«Quindi tu adesso esci da
questa stanza e vai a fare il mio turno al bar, mentre io penso a
qualcosa! Ho
bisogno di tempo e tranquillità!»
«Ma io...»
«Non
obbiettare!» esclamò «Fila
via! Marsch!» ordinò, facendogli segno
d’allontanamento con la mano.
Naruto si grattò la
chioma
bionda.
«Ma Sakura, questa
è la
mia stanza, dovresti...»
«HO DETTO DI SMAMMARE! Di
liquidarti, archiviarti!» si avvicinò minacciosa
«Vuoi metterti con Ino, o no?»
«Ma certo, che
dom...»
«E allora smamma, questo
non è posto per te!» urlò, aprendo la
porta e gettandolo via con una spinta «Devo
pensare, e tu rendi difficile l’impresa! Babbuino!»
E chiuse la porta con un
sonoro “SBAM”.
L’Uzumaki stette a
fissare
la porta, confuso. Se c’era una persona pazza e schizofrenica
in quella casa,
allora era Sakura. Non poteva fare il suo turno di lavoro nel proprio
giorno libero!
Sbuffò sonoramente.
La ragazza, nel frattempo,
stava pensando ad un piano. Doveva assolutamente aiutare quei due
nell’ardua
impresa del fidanzamento, cosa che Naruto non aveva ancora ben chiara.
E per la sua semplice
stupidità, non era riuscita a fare in tempo a chiedere di
Sasuke.
Il suo Sasuke. Ah, come
voleva parlargli in quel momento.
Le mancavano i suoi
abbracci e le sue parole... Perché si comportava in quel
modo?
Girando la maniglia della
porta questi entrò silenziosamente, mentre lei si alzava col
cuore in gola,
presa alla sprovvista.
Lo fissò per qualche
secondo, finché per richiamare l’ attenzione su di
sé, esordì:
«Sasuke!»
E il moro, bloccandosi alla
sua vista, boccheggiò:
«S-Sakura, sei
qui?»
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Capitolo 4 *** Non era nei piani ***
Questa
accennò un sorriso. Finalmente era riuscito a bloccarlo in
camera, si disse. Lo
vide abbassare lo sguardo, trafficando con l’ I-Pod. Non
volendo, era riuscita
a metterlo in imbarazzo ancora una volta. Beh, non era da lui
comportarsi così.
Di solito le concedeva uno dei suoi sorrisi, o peggio parlando, la
snobbava. Ma
il periodo degli snobbamenti era
finito. Sasuke non la
trattava più come una delle tante, anzi. Le riservava
qualcosa di speciale, di
diverso. Avevano istaurato un rapporto idilliaco, quasi come
due amici.
Insomma, amici non era il termine
esatto. Sakura non voleva
essere assolutamente sua amica; ma se amicizia significava
stargli accanto per lei andava bene.
Non
le andava bene, invece, quel cambiamento improvviso.
«Sasu,
che ti succede? Sei incavolato con me?» domandò,
scrutandolo nelle sue iridi pece.
Aveva due occhi così intesi da far girare la testa.
Sasuke
alzò lo sguardo su di lei, tentennante. Non aveva mai avuto
a che fare col
cuore che batte forte e con il fiato mozzante.
«No,
io… Figurati»
«Eppure
sembri evitarmi. Ho fatto qualcosa che non va?» insistette la
ragazza «Mmh... per
esempio... ho rotto il tuo I-Phone, o il tuo stereo?»
Il
moro non potette fare a meno di increspare mezzo sorriso. Come
stranezze e
cavolate quella ragazza dai capelli rosa raggiungeva la cima
più alta della
scala. Dopo Naruto, s’intende.
«Ma
no, tutto apposto» rispose «In questi giorni sono
così stanco... Il… Il lavoro
distrugge»
Sakura
aggrottò la fronte, interrogativa.
«Lavoro?
Ti sei preso una settimana di ferie, Sasuke. Come puoi dire di essere
stanco?
Io ho ancora i turni da fare, tu invece sei libero»
Beh,
non aveva tutti i torti. Il fatto era che non sapeva cosa inventarsi di
meglio.
Non poteva spifferarle la verità. Sarebbe stato troppo per
lui. Andava contro
la sua norma, era una cosa completamente inaudita. Eppure il coraggio non
gli mancava di certo; ma il coraggio di esprimere i
suoi sentimenti...
forse quello sì.
«Ecco...
Io...» si fermò, mordicchiandosi il labbro
inferiore.
Perché
era tutto così dannatamente difficile? Eppure
aveva chiaro in testa ciò che provava. Ogni volta che la
vedeva sentiva un
forte imbarazzo e tutto si aggravava. Stava perdendo la testa.
Infatti,
adesso le si stava avvicinando senza un’intenzione precisa.
Sakura
lo guardò perplessa. Non aveva mai sperimentato una distanza
del genere con
lui. I loro nasi quasi si sfioravano e i cuori di entrambi avevano
preso a
battere forte, all’unisono.
Il
ragazzo, senza pensarci, posò una mano sopra la guancia di
Sakura. A quel
tocco, la rosa ebbe un fremito. Stava per succedere qualcosa, lo
sentiva.
Difatti
l’Uchiha le aveva preso il volto tra le mani e aveva portato
le proprie labbra
su quelle sue, che erano dischiuse. Lentamente, le loro lingue presero
a
danzare come in una coreografia ben precisa.
Se
le avessero detto che il Paradiso fosse migliore di quello, Sakura non
ci
avrebbe creduto.
Sasuke,
ormai incapace di controllare il suo istinto, muoveva la ragazza a suo
piacere
dalla nuca. Sakura, invece, aveva poggiato delicatamente le mani contro
il
petto di lui.
Dopo
che il bacio diventò più irruento, qualcosa li
indusse a fermarsi. Si
guardarono negli occhi per dei secondi, con le labbra arrossate ed il
respiro
affannato.
Una
caverna scura su un prato verde.
Sakura
si portò una mano alla bocca.
«S-Sasuke...
io...»
«No,
aspetta, non…» tentò di anticiparla il
ragazzo, ma fu tutto inutile.
La
rosa, al dir poco scossa, uscì dalla stanza e
scappò via. Prendendo le chiavi
sul tavolo, aprì la porta di casa e la richiuse alle spalle.
Era
stato bello, tutto così romantico e perfetto. E
perché adesso stava fuggendo,
allora? Il perché non lo sapeva nemmeno lei… era
troppo complicata da capire.
Sapeva
solo che era felice e che doveva prendere una boccata d’aria.
Sasuke,
dal suo canto, rimase a fissare il punto in cui era Sakura sparita. Si
maledisse per l’impulsività.
Doveva
continuare ad evitarla e fare il coerente!
Non
poteva farsi trasportare dalla sua maledetta indole passionale e fare
le cose a
casaccio, proprio come il suo amico Naruto.
La
sera stessa, Ino rientrò in casa con due buste in mano.
Aveva fatto shopping in
centro ed acquistato delle magliette molto carine.
Rientrando,
notò una chioma bionda sparsa sul sofà bianco. La
riconobbe e alzò gli occhi al
cielo.
Naruto
stava dormendo sul divano, come suo solito, e con la TV accesa. Anche
questo
come suo solito.
Le
russa del ragazzo si facevano fastidiose ed Ino era troppo perfettina a
volte.
Quel dannato russare disturbava il silenzio della casa.
In
punta di piedi, si accostò a lui osservandolo per un
po’.
Sembrava
un angioletto quando dormiva. I suoi capelli d’oro un
po’ umidi, probabilmente
per la doccia fatta da poco, gli ricadevano in fronte. E a parte il suo
russare, sembrava veramente una visone celestiale.
Come
sentendo i suoi pensieri, Naruto aprì un occhio, forse
disturbato dal chiasso
che si era creato in televisione. Vedendo il viso della ragazza
così vicino al
suo, rizzò subito a sedere, mentre quella, spaventata,
lanciava un gridolino.
«Santo
cielo, Ino!» esclamò il ragazzo, tenendosi il
petto con le mani «Mi hai fatto...
mi hai fatto pisciare addosso!»
La
biondina rise.
«Tu
sei tutto pazzo. Possibile che una campana è più
silenziosa di te? Le tue russa
si espandevano per tutta la casa»
L’Uzumaki
divenne rosso. Che figura del cavolo!
«Ehm,
ero molto stanco!»
«Lo
avevo immaginato» disse lei con apprensione «Hai
voluto fare il mio turno!»
Naruto
si portò una mano alla nuca. Faceva così ogni
volta che si sentiva in
imbarazzo.
«Ma
figurati. Per me è un piacere»
«E’
un piacere lavorare con Rock Lee?» alzò un
sopracciglio scettica la ragazza.
«Oh,
beh» si contraddisse il biondo «Lui è la
solita checca stridula, niente di
eccitante»
Ino
rimuginò. Magari lo faceva per lei… Ah, che
stupida! Era fidanzato, già.
«Senti...»
accennò, mentre lui diceva un
“sì”, guardandola intensamente.
Lei
se ne vergognò e cambiò subito discorso.
«Ehm...
niente, mi chiedevo solo dove fosse Sakura, ho comprato due maglie
anche per
lei»
«Ah...»
la speranza di Naruto si spense tutt’ad un tratto
«Beh, credo sia uscita. Quando
sono tornata non c’era»
«Ah
sì? E Sasuke?»
«Anche
lui»
I
due rimasero in silenzio per un po’. Ciò che
tartassava la ragazza era il fatto
di lui con un’altra. Non riusciva a capacitarsene. Era un
qualcosa che la
faceva impazzire.
Naruto,
dal canto suo, non sapeva bene come comportarsi.
«Naru,
per caso...» disse d’un tratto quasi senza pensarci
«Chi...chi è la tua
fidanzata?»
Il
biondino la guardò perplessa, mentre lei, diventava paonazza.
«Oh
no, lascia perdere ti prego! Fa finta che non ti abbia detto niente,
scusami!»
Ino
si alzò velocemente dal divano. Non doveva dirla una cosa
del genere! Cosa le
era saltato in mente?
Naruto
però, non fu d’ accordo. Così,
alzandosi anche lui, la fermò da un braccio.
«Aspetta,
Ino! Io non ho...»
Ma
presa alla sprovvista quest’ ultima barcollò
all’indietro e finì tra le sue
braccia. Sentì il cuore in gola, mentre Naruto boccheggiava
incapace di fare
nulla.
«ScusaNarutoscusa!»
soffiò tutt’ad un fiato, per poi scomparire nella
sua camera senza degnarlo più
di uno sguardo.
Chiuse
a chiave e si portò una mano al cuore. Non poteva fare una
pessima figura, si
disse.
Il
biondo, invece, rimase attonito per diversi secondi. Era successo tutto
così
veloce e lui odiava la fretta.
Si
risedette sul divano con la bocca spalancata.
Perché
era tutto così difficile?
Da
quel momento in poi riusciva a capire il suo amico Sasuke perfettamente.
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Capitolo 5 *** Tutto è bene ***
Sasuke
corse finché potette, rischiando più volte di
essere travolto da una macchina.
Arrivato ad un certo punto, il fiato mozzato, si fermò
appoggiandosi ad un palo
della luce per riprendersi.
Sakura
era scappata via. Perché lo aveva fatto, si disse? Lo
sapeva, non avrebbe mai
dovuto baciarla, era stato uno stupido impulsivo, aveva buttato al
vento il
loro rapporto. Quel bel rapporto che avevano da poco costruito. Rimase
a
riflettere, constatando che per quanto avrebbe corso per raggiungerla
non ce
l’avrebbe mai fatta. L’aveva ormai persa di vista.
Si
era illuso come un bambino, aveva creduto per un istante di essere
ricambiato.
Quando aveva incontrato quegli splendidi occhi verdi non aveva capito
più
niente, tutto era diventato così confuso, aveva reagito
secondo il suo cuore...
Era davvero patetico, si disse.
Sospirò
affranto. Adesso probabilmente la sua Sakura era arrabbiata con lui,
magari
offesa perché l’aveva baciata senza il suo
permesso. Era un idiota, una testa
quadrata, un “Naruto”.
Alzò
gli occhi al cielo, pensando che stava diventato matto.
Pazzo
per Sakura, pazzo perché aveva sbagliato tutto. Ancora una
volta, a causa del
caratteraccio che si ritrovava l’aveva fatta nuovamente
soffrire.
Anche
se Naruto blaterava il contrario, ovvero che la rosa lo amasse, lui non
ci
credeva più ormai. Aveva perso le speranze. Non restava che
trovarla, correre
per raggiungerla, fermarla e dirle tutto.
Ormai
il danno era fatto, avrebbe dovuto chiederle scusa e agire
educatamente. Dirle
che era innamorato perso di lei, che la voleva tanto, che... che quando
Rock
Lee le faceva la corte aveva voglia di strozzarlo.
Forse
lei non lo ricambiava, ma avrebbe capito lo stesso. Un barlume di
speranza si
accese in lui. Riprendendo fiato, cominciò a correre verso
il parco, luogo in
cui era cambiato tutto...
Sakura
correva a più non posso, senza fermarsi mai.
Entrò nell’unico posto in cui la
portava il cuore, l’unico posto che le ricordava il suo
Sasuke. Si fermò
riprendendo fiato, aveva fatto un kilometro senza sosta.
Era
matta da legare, si disse. Perché era scappata come
un’idiota non appena il
sogno della sua vita si era avverato? Sasuke l’aveva
finalmente baciata, e lei
si era sentita in paradiso. Ma l’imbarazzo l’aveva
colta di sorpresa e la sua
impulsività l’aveva indotta a fuggire via senza
una spiegazione.
Povero
Sasuke, pensò, l’aveva lasciato solo, che stupida!
Si sedette su una panchina
in riva al piccolo laghetto dove per la prima volta lei e Sasuke si
erano
guardati con occhi diversi. Lui l’aveva abbracciata, lei lo
aveva consolato.
Era stato tutto così bello... speciale...
Chiuse
gli occhi, risentendo le labbra del moro sulle sue.
Sorrise
mentre il cuore le esplodeva dal petto. Era così felice,
avrebbe voluto
saltellare.
I
raggi del sole le pizzicavano le pelle bianca e lei si sentì
davvero bene.
Avrebbe voluto tanto dirgli grazie, grazie per averla baciata ed averla
resa la
ragazza più felice dell’universo. Grazie per la
sua sola esistenza, perché
grazie a lui era tutto speciale, magico... Rise da sola, cristallina,
come una
scema.
Beh,
forse era meglio tornare alla palazzina, pensò
improvvisamente. Doveva parlare
con lui e chiedergli scusa per il suo comportamento infantile,
sì. Si alzò
dalla panchina per avviarsi, ma il luccichio del laghetto
catturò la sua
attenzione. Sorrise, e si abbassò per bagnarsi le dita...
Sasuke,
ti amo...
Fece
un balzo all’indietro, non appena udì una voce a
lei così familiare. Il suo
cuore accelerò di colpo.
«Sakura!
Sakura, sei qui?» era lui, oh dio, era proprio lui,
l’aveva seguita «Fatti
vedere, ti prego!»
La
rosa prese fiato, facendosi aria con la mano. Doveva stare
calma, calma.
Non doveva fare nuovamente la figura dell’idiota
Sasuke
spuntò dietro gli alberi e i cespugli, e non appena gli
sguardi dei due
s’incontrarono, sembrò come se tutto intorno a
loro si fosse fermato. Non
riuscirono a staccarsi gli occhi di dosso nemmeno per un secondo.
Il
ragazzo tentò di tranquillizzarsi, il suo cuore aveva
incominciato a fare le
capriole e ciò non era un punto a suo favore. Si
schiarì la voce e si avvicinò
a lei.
«Sakura,
io...» biascicò in difficoltà, mentre
lei si mordeva le belle labbra
«Io
mi... insomma, non so... non so che diamine mi sia preso...»
La
rosa sorrise tra sé. Poverino, forse pensava che a lei non
aveva fatto
piacere...
«Sono
uno sciocco, mi...mi sono fatto trascinare, sai…»
continuò Sasuke sedendosi
sulla panchina. La ragazza lo seguì, guardandolo negli occhi
pece. Era
bellissimo, aveva tanta voglia di baciarlo di nuovo.
Il
moro si passò una mano tra i capelli, non sapendo
più come continuare, come
giustificarsi ancora. Era talmente ovvio, voleva dirglielo, ma qualcosa
improvvisamente lo bloccava. Forse era colpa dei suoi occhi smeraldini
che
sembravano leggere nei meandri più profondi della sua anima.
Prese
un respiro profondo.
«Sakura,
davvero, io non... non so come dirtelo... E’ estremamente
difficile...» si
morse un labbro, abbassando gli occhi. Non riusciva più a
reggere quel contatto
visivo.
La
ragazza, però sorrise, poggiandogli un dito sulle labbra per
zittirlo.
«Sssh,
non dire altro, Sasuke» si avvicinò a lui, adesso
ciò che li separava era
soltanto la distanza di un respiro. Il cuore del moro prese a battere
più
veloce, non capì più niente, vedeva soltanto lei.
Lei, Sakura,
dovunque...
La
rosa poggiò le labbra sulle sue intrappolandole in un dolce
bacio, facendogli
quasi strabuzzare gli occhi dalla sorpresa. La lingua della ragazza
cercava il
suo permesso, e quando il moro, scombussolato, glielo diede, i due
cominciarono
a baciarsi.
Sasuke
sentì un moto di felicità pervaderlo, le sue
speranze si riaccesero
improvvisamente e abbracciò Sakura, stringendola come mai
aveva fatto, senza
fermare quella meravigliosa danza di lingue che adesso stavano
improvvisando.
Sakura
sorrise ancora tra sé, era tutto perfetto, Sasuke era
perfetto. Voleva immortalare
quel momento per sempre nella sua memoria, finalmente era suo,
finalmente la
baciava.
Finalmente
il sogno della sua vita si era realizzato...
Quando
si staccarono lentamente, il ragazzo arrossì abbassando gli
occhi. Lei rise
gettando la sua folta chioma all’indietro. E lui
pensò che in quel momento non
c’era niente di più bello della sua risata.
«Aspettavo
da anni questo momento, sai» gli confidò
imbarazzata, alzando poi lo sguardo
fino ad incontrare i suoi occhi scuri
«Era
da tempo che volevo dirti una cosa, Sasuke»
Il
moro, stordito, boccheggiò..
«C-cosa?»
«Ti
amo, ti amo da morire» e prese a baciarlo di nuovo,
abbracciandolo,
accarezzandogli i capelli. E Sasuke si abbandonò a lei, come
una preda in balia
del suo cacciatore.
Naruto
aveva ragione, Naruto aveva sempre ragione, si disse, anche se era un
esimia
testa quadrata, aveva detto giusto. Lei lo amava, da sempre...
«Anche
io ti amo...» mormorò, staccandosi per un attimo
da lei e guardandola negli
occhi. Continuarono a baciarsi felici, felici perché la loro
storia era
finalmente incominciata, il loro amore aveva trionfato. E tutto era
successo
lì, in quel parco dove era iniziato tutto, dove il ragazzo
aveva capito che era
da sempre stato innamorato di lei, ma il suo orgoglio maledetto gli
impediva di
ammetterlo.
Passarono
minuti, forse ore. Il tempo volava quando si stava bene, e Sakura
improvvisamente pensò ai suoi due amici, Ino e Naruto, che
anche loro, entrambi
innamorati, stavano compiendo il loro stesso sbaglio.
Non
avevano il coraggio di dichiararsi, e lei si ricordò
repentinamente che aveva
promesso al suo migliore amico di aiutarlo.
«Senti
Sasuke, ho un’idea, tira fuori il cellulare»
ordinò autoritaria, e il ragazzo
pensò che non poteva stare meglio di così.
Obbedì alla sua nuova ragazza,
pensando che se solo glielo avesse chiesto avrebbe perfino attraversato
l’oceano a nuoto. Tutto esclusivamente per lei...
Il
suo amore di sempre.
Naruto
si teneva la testa sofferente, seduto sul divano a rimuginare.
Perché era di
natura un perfetto idiota?! Perché era così
incapace da non sapere come
comportarsi non appena gli si avvicinava Ino? Non faceva altro che fare
figuracce, dire cavolate quando non doveva e... farla scappare da lui.
Guardò
la porta della stanza delle ragazze che era chiusa, dentro di essa si
era
barricata la bionda subito dopo che le era inciampata di sopra. Beh, in
fondo
mica capiva tanto perché era fuggita, ma lui era davvero un
imbecille, non
c’era ombra di dubbio. Poteva almeno fermarla, oppure trovare
il coraggio di
bussare a quella porta, entrare, chiederle cos’avesse. E
magari confessarle i
suoi sentimenti e dirle che non era affatto fidanzato come le aveva
detto,
anche se non credeva le potesse interessare, che aveva inventato quella
balla
solo per trovare un modo per ingelosirla. Anche se era consapevole di
non avere
speranze...
Sospirò.
Non era molto diverso da Sasuke, adesso riusciva a capire come il suo
migliore
amico si sentiva. Solo che perlomeno quel borioso di Sasuke non faceva
figure
di mer... del cavolo davanti a Sakura.
Aveva
voglia di sfogarsi un po’ con lui, solo per sentirsi
nuovamente dire che era un
coglione, una testa quadrata che non capiva niente, che non ci sapeva
fare con
le donne. Era comunque consolante in mezzo a tutta quella desolazione...
Ancora
con quei pensieri in testa e gli occhi azzurri persi nel vuoto,
saltò
spaventato, non appena il suo cellulare squillò.
Imprecò ad alta voce,
cellulare del cavolo...
Spalancò
gli occhi.
Ino
nel frattempo, stava seduta per terra con la schiena appoggiata contro
la porta
della stanza. Con le dita si attorcigliava nervosamente il ciuffo che
le
ricadeva in volto, mentre si mordeva le labbra.
Naruto
era a due passi da lei, in salotto, e poco prima aveva fatto una
colossale figuraccia.
Si spiaccicò cinque dita sulla fronte. Quello
era un errore che non avrebbe mai dovuto fare!, si disse
disperata. Non
avrebbe mai dovuto chiedergli con chi era fidanzato, mai.
Primo,
perché lei non era tenuta a sapere, non era nemmeno una sua
amica intima;
secondo, non doveva mostrarsi così debole di fronte a lui,
non avrebbe dovuto
rifugiarsi in stanza, poteva aver capito qualcosa.
Ino sei davvero
una stupida,
pensò di sé stessa.
Appena
era finita tra le sue braccia non aveva capito più niente,
il cuore aveva
incominciato ad andare per conto suo, e lei non era così
brava a reggere quel
dannato gioco in cui l’aveva messa di fronte
l’amore. Sì, perché si era innamorata, ormai non costava niente
ammetterlo a se stessa, nemmeno ad una ragazza orgogliosa, perfettina e
schizzinosa come lei.
Sbuffò,
picchiettandosi la fronte. Adesso non avrebbe avuto il coraggio nemmeno
di
guardarlo in faccia, non sarebbe mai più uscita di
lì. Ripensò alla sua amica
Sakura finita chissà dove, e quasi rabbrividì
immaginando i suoi rimproveri. Di
non essere impulsiva su certe cose, pensare sempre prima di parlare...
Continuò
a mordersi le labbra rosee, quando il suo I-Phone squillò.
Dapprima
gli lanciò uno sguardo tagliente con i suoi bei occhi
celesti, quasi
infastidita di essere stata disturbata.
Poi,
immaginando fosse Sakura o qualcun altro, si alzò da terra e
raggiunse la
scrivania sopra cui era appoggiato. Aprì il testo, leggendo
velocemente.
Spalancò la bocca, mentre il suo cuore aveva preso a battere
impazzito.
“Ino
– Chan, ho appena sentito Naruto e mi ha detto che ha voglia
di parlare con te
di una certa cosa, solo che vorrebbe lo raggiungessi perché
si sente in
imbarazzo quando è vicino a te. Ti va se vai a vedere
dov’è e gli chiedi cos’ha
da dirti?”
Lanciò
uno sguardo alla porta chiusa della stanza.
Come
faceva Sakura ad aver parlato con Naruto? Si dimenticò di
rispondere, lanciò il
cellulare sul letto e corse verso la porta. Si appoggiò su
di essa, mettendo un
orecchio sul legno, tentando di capire se il biondo era ancora
lì.
Questi,
nascosto dall’altro lato, aveva appena fatto la stessa cosa,
complice di un
messaggio di Sasuke. Era palesemente inquieto, e la sua mente cercava
di
trovare parole adatte da usare. Sudava freddo.
Ino
strinse gli occhi, convincendosi. Doveva andare da
lui, solo così
poteva rimediare alla figuraccia.
Naruto
annuì concordante con se stesso. Doveva
andare da lei, solo così poteva
rimediare alla figuraccia.
La
bionda prese un respiro e abbassò la maniglia, ritrovandosi,
completamente
basito, un Naruto che aveva la mano alzata, pronto a bussare.
I
due ragazzi presi alla sprovvista cacciarono un urlo. Poi si guardarono
con eloquenza,
arrossirono leggermente e ridacchiarono.
«Ehm,
Naruto... e-entra...» balbettò Ino, imbarazzata al
massimo.
Il
biondo si passò un mano tra i capelli spettinati e sorrise
timidamente. Cosa
estremamente strana: da quando era diventato timido?!
Si
sedette sul letto e aspettò che lei facesse lo stesso.
Quando Ino lo raggiunse,
i due non spiaccicarono parola per un po’, intenti a fissare
il pavimento. Il
silenzio era calato su di loro ed entrambi decisero di spezzarlo.
«Sai,
mi è arrivato...» dissero all’unisono.
Poi si guardarono, celeste su celeste, e
ridacchiarono.
«Prima
tu!» ripeterono insieme.
Scoppiarono
a ridere questa volta, più che altro per allentare quella
strana tensione che
si era creata.
«Parla,
Naruto, scusami...»
Questi
finì di ridere dato che lo aveva fatto per qualche secondo
in più, rischiando
di apparire isterico. Ino lo fissava interrogativa. Prese fiato, e
comunicò
mentalmente al suo cuore di smetterla di battere veloce, altrimenti
quell’angelo di ragazza che aveva di lato se ne sarebbe
accorta.
«Io...
Sai, guardavo la televisione, un... un programma dove ci sono belle
ragazze» mentì
per non apparire disperato beccandosi solo un’occhiataccia.
«Eh
insomma, mi... mi è arrivato un sms da parte dello
smidollato di Sasuke» disse,
cercando di apparire indifferente «E beh, diceva qualcosa del
tipo che volevi
parlarmi... Io non c’ho fatto nemmeno caso subito, sai,
però... beh...»
Si
bloccò non sapendo come continuare. Ino si sentiva
leggermente irritata. Primo
perché il messaggio che aveva mandato Sasuke al suo amico
era lo stesso che
Sakura aveva mandato a lei; secondo, non era carino ciò che
le stava facendo
capire. Non si era minimamente interessato a lei, allora.
D’altronde
che poteva aspettarsi? Era fidanzato...
«Ah,
bene, perché anche Sakura -chan mi ha mandato qualcosa del
genere» disse fredda
«Ma nemmeno io ho letto bene, ho pensato che qualunque cosa
tu volessi non era
necessario parlare proprio con me visto che sei fidanzato. Avresti
potuto chiedere
alla tua ragazza, ti pare?»
Naruto
boccheggiò non sapendo come rispondere. Abbassò
lo sguardo sentendosi in
imbarazzo. Forse aveva esagerato a dirle in quel modo... E poi come
faceva
adesso a sistemare la questione del fidanzamento? Lui non aveva una
fidanzata
da quando aveva lasciato quella sanguisuga di Hinata...
Ino,
rossa in viso, forse per l’irritazione, guardava un punto
imprecisato tra il
muro e il letto. Il ragazzo credette di impazzire, non ce la faceva
più. Lui
non era tipo da silenzi, frecciatine e tutte quelle cose, aveva bisogno
di
urlare al vento ciò che provava per lei! Aveva bisogno di
farlo, diamine!
Forse
un po’ troppo forte, strinse la mano al suo braccio facendola
voltare stupita.
Chiuse gli occhi, lui.
«Oh,
adesso basta, Ino! Non m’importa se Sakura e Sasuke ci hanno
imbrogliato, devo
dirti la verità!» urlò, mentre lei
alzava un sopracciglio incredula
«Il
fatto è che mi piaci, sei troppo bella, Ino, e quando sto
con te divento un
coglione patentato, più che una testa quadrata! Il che
è grave, perché Sasuke
dice sempre che peggio di una testa quadrata non
c’è niente!»
Si
strinse i capelli, mentre lei si avvicinava, leggermente preoccupata da
quel
comportamento. Gli appoggiò una mano sulla spalla e sorrise
tra sé.
«Io...
Io sto diventando pazzo, cazzo! Lo so che sei troppo figa per me,
diamine, sono
soltanto un energumeno, ma ti prego di dirmi ciò che pensi
ora o non farlo mai
più, perché io dopo questa stronzata colossale
che ho appena fatto non mi farò
più vedere in giro da te, anzi credo me ne andrò
di casa, partirò per il Tibet,
sì...»
La
ragazza l’osservò. Parlava con lo sguardo basso,
rosso in viso. Era così bello,
pensò. Sorrise timidamente, poi gli poggiò una
mano sulla bocca per farlo stare
zitto. Naruto la fissò stranito.
«E
dimmi, caro il mio Uzumaki» cominciò la bionda,
utilizzando un tono di voce
malizioso
«Che
mi dici della fidanzata?»
Si
avvicinò a lui piano, facendolo deglutire. Rise
nervosamente, allontanandosi il
colletto della maglia, cominciando a sentire un gran caldo.
«Q-quale
fidanzata?» chiese vago, mentre lei alzava un sopracciglio.
Non stava con
nessuno allora? L’aveva presa in giro? Incrociò le
braccia.
«Come
sarebbe a dire? Fino a ieri avevi detto di essere impegnato!»
Naruto
si schiarì la voce, leggermente in difficoltà.
Aveva paura si arrabbiasse se
avesse detto che era un single disperato, ma ormai... doveva dirgli la
verità.
Non poteva continuare a fare l’idiota, si disse
«Ehm,
no, Ino, io... ho detto una bugia...»mentre lo disse si
scostò da lei. Dallo
sguardo che aveva avrebbe potuto ucciderlo
«Ma
davvero?»
«Uhm,
volevo... volevo vedere la tua reazione...»
abbassò lo sguardo, rassegnato «Tanto
so già che a te non frega niente, ho toppato come un
idiota»
La
bionda non seppe se arrabbiarsi o meno. Optò per una terza
opzione: la felicità
la pervase, non fu più cosciente delle sue azioni, e in un
attimo fu addosso al
ragazzo, unendo le loro labbra in un bacio appassionato. Naruto,
stupito, gli
occhi spalancati, l’abbracciò senza rendersi conto
cosa diavolo stava
succedendo.
Quando
si mollarono Ino gli lanciò uno sguardo malizioso. Lui la
fissava ancora con le
orbite spalancate. Si tastò piano le
labbra, comprese al volo ciò che era
accaduto.
Lo aveva baciato...
Guardò la ragazza stralunato, lei pensò che
forse aveva sbagliato e maledisse nuovamente la sua
impulsività. Ma Naruto
piegò le labbra in un sorriso a trenta denti, il cuore gli
esplose dal petto e
scoppiò a ridere.
«Ma
che ti prende?» chiese la ragazza, offesa
Lui
respirava a fatica, soppresso dalla felicità.
«Io...
Io...» biascicò senza sapere bene cosa dire
«Io sono ufficialmente in
paradiso!»
Le
fu letteralmente addosso, baciandola, stringendola. La ragazza rise tra
le sue
labbra e si sdraiarono sul letto, felici. Si strinsero forte,
guardandosi negli
occhi, e ridere. Ridere di loro e della loro stupidità.
Perché come Sakura e
Sasuke avrebbero detto, erano delle teste quadrate e
grazie ai
loro amici avevano capito.
Si
amavano.
«Ehi,
Ino...» sussurrò Naruto, mentre
l’abbracciava, sopra di lei, e la baciava.
Lei
alzò gli occhi cerulei per guardarlo, interrogativa.
«P.s
I love you...»
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