Antiche Contadi di Silverymoon: Casate A-D

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Casata Akhenas ***
Capitolo 3: *** Casata Archer ***
Capitolo 4: *** Casata Avalie ***
Capitolo 5: *** Casata Basil ***
Capitolo 6: *** Casata Buttercup ***
Capitolo 7: *** Casata Cahe ***
Capitolo 8: *** Casata Doyne ***
Capitolo 9: *** Casata Drup ***
Capitolo 10: *** Casata Dufeinne ***
Capitolo 11: *** Casata Duskwatcher ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Titolo: Antiche Contadi di Silverymoon: Casate A-D
Autore: prof. Imadain Duskwatcher
Anno di pubblicazione: 1283 DR
Status: sottoposto a censura minore su richiesta delle famiglie Archer (estinta), Avalie, Buttercup (estinta), Doyne (censura ritirata nel 1313), Duskwatcher; scadente al termine dell'anno 1373 DR
Ubicazione: reparto libri proibiti, Vault of the Sages, Silverymoon


Introduzione


Questa collana di libri nasce per tramandare la memoria storica di quelle che si potrebbero definire, con un po’ di fantasia, casate della piccola nobiltà rurale.
Più importante ancora, attraverso la storia delle casate che hanno avuto in gestione le Contadi di Silverymoon, si possono raccogliere di rimando informazioni - o trovare conferme - su altri aspetti della vita cittadina, come l’incremento demografico e il progresso tecno-magico, ma anche le guerre, le carestie e le epidemie che hanno funestato la regione.

Prima di tutto, cos’è un Contado?
Nel Lo Bello Dictionario Omnicomprensibo di lingua Illuskan [Zerner-Farber, 710 DR], già c’è traccia dell’uso di questa parola:

Contado [kon-ta-do] (masch. sing.) : appezzamento di terreno agresto della minima estensione di un miglio quadro, fino alla massima estensione di quattro miglia quadre. Disgiuntamente da un latifondo, un contado pertiene alla municipalità della cittade di riferimento, non ad un privato proprietario. Un contado viene affidato in gestione ad un Contabile, avente mandato di administrar lo territorio per beneficio e per conto della cittade.

Questa è la più antica fonte accademica per quanto concerne la definizione di Contado, e anche il più antico riferimento alla parola Contabile usata in questa accezione. Non bisogna sottovalutare che per la gente comune il grano e gli ortaggi sono la vera moneta, non l’oro e l’argento. Nelle zone rurali e anche negli strati poveri della popolazione cittadina, perfino al giorno d’oggi, il baratto è molto comune. Era quindi compito di un Contabile dirigere il lavoro dei contadini, raccogliere i frutti della terra e foraggiare la città di Silverymoon.
Vi sono tuttavia fonti più antiche al di fuori dell’ambito accademico, più precisamente in quello legale.

La prima suddivisione del territorio agrario di Silverymoon in Contadi è stata registrata nel Catasto del Territorio dell’anno della Bestia Zannuta [640 DR, il quarto anno dall’assurgere di Silverymoon allo status di cittade], l’anno in cui fu definito finalmente il trattato con Everlund per i confini delle rispettive aree di influenza.
Il territorio agricolo di Silverymoon si estendeva soprattutto verso nord e verso ovest, mentre gli interessi nel sud all’epoca erano solo concentrati sulla protezione della strada commerciale per Everlund e verso est erano stati stanziati solo avamposti militari per proteggere i territori dalla minaccia dei mostri delle colline. Nulla di nuovo, dopotutto, anche a distanza di sei secoli.
Il territorio agricolo di Silverymoon si estendeva una cinquantina di miglia a nord e a ovest, fermandosi ben prima della odierna High Hold; la suddivisione contava più di trecento Contadi. Ad oggi il territorio di Silverymoon a ovest si estende fino al villaggio di Rivermoot, avendo più che raddoppiato la sua estensione.

È importante notare che, dall'epoca della redazione del dizionario sopra citato, la definizione di Contado è mutata non tanto nel significato ma nella sua applicazione legale. Con il passare del tempo la dimensione delle Contadi è giunta a misurare fino a nove miglia quadrate, inoltre nulla impedisce ai Contabili di essere anche effettivi proprietari della terra. È stata proprio la città di Silverymoon a fare dono dei terreni agricoli a personaggi che si erano particolarmente distinti nel corso della Storia, per i loro servigi alla città o per altri motivi. In alcuni casi la città ha perfino venduto alcuni appezzamenti di terreno in cambio di liquidità, di supporto militare o di altri servizi [cfr. Raccolta di Contratti, Nomine e Assegnazioni dal IX al XII secolo, Volumi 1-4, dott. Eferim Laiman, 1250]. Inoltre è stato rimosso il limite che prevedeva un unico Contabile per ciascun Contado e vice versa, trovandoci oggi nella situazione in cui una singola famiglia può avere accorpato sotto di sé diverse Contadi. Che questa non sia stata una buona idea, con il Senno del Poi è facile da dire. Tuttavia in alcuni casi si è trattato di una situazione di mutuo vantaggio, come si vedrà in alcune delle storie raccolte in questo volume e nei successivi.


Nota importante:

In questi volumi sono state raccolte le storie delle famiglie che hanno fatto parte della storia rurale del territorio di Silverymoon e di cui qualche notizia è stata tramandata ai posteri. È legittimo presumere che molte altre famiglie fossero state investite del rango di Contabili stante il gran numero di Contadi, che già all’inizio della storia della città contava più di tre centinaia. Purtroppo non di tutti è possibile reperire ancora oggi delle informazioni scritte, né la memoria storica dei nostri concittadini elfi si spinge così indietro per questioni ritenute triviali.
Si potrebbe quindi considerare che le famiglie citate in questi volumi siano le più rilevanti, per merito o per caso, perché alla fine che cosa importa in questo mondo se non quello che viene ricordato dalle generazioni future?

Le vicende familiari, amministrative e in qualche caso perfino araldiche di queste casate sono state arrangiate in forma quanto più possibile narrativa per non annoiare eccessivamente il lettore.
Al termine di ogni capitolo si troverà una puntuale bibliografia per ulteriori approfondimenti.




Territori sotto il controllo di Silverymoon nel 640 DR (tratteggio rosso); territori destinati a uso agricolo (tratteggio verde). Ricostruzione basata su fonti documentali, tratteggiata su mappa moderna. Irreperibili mappe d’epoca.



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Indice alfabetico delle Casate citate

Akhenas Ω
Archer
Avalie
Basil Ω
Buttercup
Cahe Ω
Doyne
Drup
Dufeinne
Duskwatcher

Il simbolo Ω indica una famiglia estinta per decesso di tutti i discendenti, o una famiglia il cui cognome si è perso.

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Capitolo 2
*** Casata Akhenas ***


Casata Akhenas


Status: Baroni
Anno di nomina: 719 DR
Capostipite: Ambrosius Akhenas
Origine: Due fonti attestano che Ambrosius Akhenas venisse “dall’est”, non meglio precisato
Territorio: Dieci contadi contigue nel nord-est
Motto: sconosciuto
Simbolo: Una falce nera in campo oro


Ambrosius Akhenas (ca 680-730 DR) fu un condottiero senza fissa dimora e con discreti mezzi personali, che si trasferì a Silverymoon quando il sopraggiungere della mezza età gli fece intendere che la carriera del soldato di ventura non era più consigliabile. La data esatta del suo arrivo in città è sconosciuta, si presume fra il 710 e il 715 DR.
Si arruolò nella guardia cittadina per avere di che vivere[1] e si sa per certo che si sposò e mise su famiglia negli anni seguenti. Nel 719 DR prese parte alla difesa della città quando i demoni provenienti da Myth Drannor osarono attaccare Silverymoon e riportò una brutta ferita che gli valse il soprannome crudele di Ambrosius mezzanappa[2].
Per le sue gesta eroiche venne ricompensato dall’Alto Mago Ederan Nharimlur con l’assegnazione di un vasto ma longilineo appezzamento nel nord, sul confine nord-orientale del territorio rurale della città. Insieme ad esso venne la nomina al rango di Barone. La scelta fu molto oculata perché Ambrosius era prima di tutto un guerriero che per tutta la vita aveva guadagnato più competenze che riconoscimenti, quindi la nomina blandì il suo ego e rafforzò la sua lealtà verso Silverymoon.
Il suo territorio era roccioso e ben poco fruttuoso - poco male, stando alle fonti dell’epoca il buon Ambrosius non avrebbe saputo contare fino a dieci usando entrambe le mani - ma era il più esposto ai pericoli delle colline, quindi quale persona migliore di un leale condottiero per proteggere i confini del territorio?
Alla casata non venne mai chiesto di versare tasse sul raccolto, che era invero appena sufficiente a sostentare i contadini, dunque non si può definire gli Akhenas dei veri e propri Contabili.
Ambrosius crebbe il suo unico figlio come un vero guerriero. Alla morte del padre, il giovane nuovo barone diede seguito alla tradizione militare della famiglia, facendo costruire alcune piccole torri di guardia lungo quello che un tempo era il confine dei territori della città. La maggior parte di questi torrioni oggi sono in rovina, ma un paio sono ancora agibili e usati come luogo di riposo dai viaggiatori e dai soldati diretti a Khelb.
Fu sempre il figlio di Ambrosius Akhenas a scegliere come simbolo di famiglia una falce nera, che simboleggia la morte sul campo di battaglia ma anche il raccolto, su sfondo dorato, che simboleggia un campo di grano. La falce ha la doppia valenza di portatrice di morte e portatrice di vita.

La famiglia si estinse nell’anno della Maledizione [882 DR], combattendo in prima linea nella guerra contro gli orchi che poi calarono fin quasi a Silverymoon.
L’anno seguente il Censimento indetto dal nuovo Alto Mago non reca traccia della famiglia Akhenas.
In seguito al censimento anagrafico ne fu condotto uno riguardante le proprietà rurali; la magione degli Akhenas venne minuziosamente ispezionata e i loro cimeli e documenti sfuggiti alla devastazione furono catalogati e archiviati nell’appena inaugurato Vault of the Sages, divenendo alcuni fra i primissimi documenti ivi contenuti.



[1] cfr. raccolta di lettere di Ambrosius Akhenas alla sorella, conservata negli archivi del Vault of the Sages
[2] una nappa è mazzetto di fili (di seta, lana o cotone) utilizzato come ornamento di tende o componenti d’arredo, ma per la sua natura pendula e crinita era all’epoca usata come metafora per l’organo genitale maschile





Bibliografia:

- Lettere di Ambrosius Akhenas alla sorella, raccolta di originali, reperibile al Vault of the Sages
- Cronache della guerra contro i demoni nell’anno del Lord Perduto [719 DR], autore presunto Nigellus Blark, segretario di lord Ederan Nharimlur, reperibile al Vault of the Sages
- Nuovo Censimento anagrafico dell’anno del Giuramento del Gigante [883 DR], volumi 1-3, reperibile al Vault of the Sages
- Nuovo Censimento rurale dell’anno delle Frecce Cantanti [884 DR], volume 1, reperibile al Vault of the Sages


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Capitolo 3
*** Casata Archer ***


Casata Archer


Status: Contabili
Anno di nomina: 1200 DR
Capostipite: Romina Archer
Origine: Bosco della Luna
Territorio: Un contado di grandi dimensioni vicino al Bosco della Luna
Motto: La corda troppo tesa spezza l’arco
Simbolo: Un arco nero in campo verde


La storia della famiglia Archer è molto recente, giacché la loro capostipite, Romina Archer (1176 - ), è ancora viva e scalciante, e calcerebbe il mio accademico didietro se mai dovesse leggere queste parole; cosa che spero non faccia, per merito del suo carattere pragmatico e poco amante della lettura.
Romina è una mezzelfa nata nel Bosco della Luna, da madre elfa e padre umano. La cosa non ha più molta importanza ormai, ma all’epoca della sua nascita l’identità di suo padre era il segreto peggio custodito di Silverymoon: si trattava di Michael Strongarm, capo degli arcieri della guardia cittadina, un uomo ammirato per il suo coraggio e felicemente sposato con la figlia di un ricco mercante.
Non serve spiegare il motivo per cui non poté mai ufficialmente riconoscere la figlia, ma lui e la sua amante elfa si accordarono per dare alla loro figlia di sangue misto un cognome umano e una posizione sociale dignitosa.
Romina Archer gestisce un vasto territorio al confine con il Bosco della Luna. In aggiunta ai suoi doveri di Contabile si occupa di supervisionare la manutenzione della strada che segna il confine fra il territorio umano e quello elfico e, cosa non secondaria, ha l’autorità e il permesso per gestire questioni diplomatiche minori con il popolo di sua madre senza dover sempre chiedere conferma all’Alto Mago.
Di recente ha avuto una figlia fuori dal matrimonio, sua unica erede, anch’essa mezzelfa. Siamo davanti all’affascinante istituzione di una nuova tradizione familiare di stampo matrilineare?

Ultima curiosità: quando ho chiesto a Romina Archer il significato del motto di famiglia inizialmente ha nicchiato, parlando di archi in tensione, di flessibilità del legno e di “cose che uno scribacchino non potrebbe capire”. Al terzo boccale di birra ha confessato che significa “L’arco sono io. La corda è la mia pazienza. La gente, capisci Ted, la gente non mi deve rompere i co... Perché gli sparo una freccia nel cu... prima di rovinarmi il fegato per sopportare gli stro...”.
La cosa, confesso, mi ha lasciato molto confuso. Non mi chiamo Ted, non so da dove le sia uscito.




Bibliografia:

- Registro delle insignazioni e delle nomine, anni 1200-1250 DR.

Altre fonti:

- Interviste
- Ritratto di sir Michael Strongarm, galleria piccola del Gran Palazzo, cfr. con
- Ritratto di Romina Archer, galleria piccola del Gran Palazzo

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Capitolo 4
*** Casata Avalie ***


Casata Avalie


Status: Contabili
Anno di nomina: 1000 DR
Capostipite: Atalie Avalie
Origine: Sconosciuta
Territorio: Diverse contadi di loro proprietà, distribuite nel territorio settentrionale e occidentale
Motto: Nulla può fermarci
Simbolo: Uno stemma completamente nero


La famiglia Avalie è forse quella con la storia più oscura fra tutte le casate di Contabili di Silverymoon. La loro capostipite, Atalie Avalie, era una donna misteriosa che non ha mai rivelato la propria origine. Divenne Contabile per matrimonio, sposando il capofamiglia di una casata nota come Kerrik che aveva in gestione un grosso contado in quelli che all'epoca erano i territori più occidentali sotto il controllo della città. In origine era stata sua sorella Margaret a sposare il medesimo uomo, ma la sfortunata donna era morta pochi giorni dopo le nozze, a causa (ufficialmente) di un'intossicazione alimentare. Uno storico è chiamato a sottolineare il fatto che tecnicamente il veleno nel cibo può essere ritenuto un'intossicazione alimentare…
La giovane Atalie fu rapida a consolare il cognato che si struggeva per il lutto, e pochi mesi dopo i due convolarono a nozze.
La coppia fece prosperare il contado, e fece prosperare anche la famiglia stessa. Dal matrimonio nacquero un figlio e una figlia, anche se lo sfortunato bambino cadde in un pozzo all'età di tre anni e perse la vita quando la madre era in attesa della seconda creatura. Si dice che il padre morì di crepacuore per il dolore di aver perso il primogenito, ma tutte quelle morti cominciavano a sembrare sospette e un investigatore venne incaricato dal governo cittadino, in via del tutto eccezionale, di indagare in modo discreto sulla casata. Dai suoi scritti emerge che con i suoi esperimenti magici e non magici riuscì a scoprire che nessuna delle morti strane e improvvise che avevano funestato la famiglia Kerrik era in realtà dovuta al caso o alla sfortuna: Atalie Avalie ne aveva tirate le fila, per insediarsi in una famiglia benestante ma situata al di fuori della città, dove il suo potere ammaliante sarebbe stato smorzato dagli incantesimi di protezione.
Siccome alla morte del marito si trovava in stato di attesa, fu impossibile perseguirla penalmente e condannarla. La legge dell'epoca imponeva di considerare le madri (o future madri) come dotate di una temporanea impunità fino allo svezzamento completo della prole.
Atalie diede alla luce la sua bambina che prese il cognome della madre secondo il costume dell'epoca, perché i figli nati senza un padre in vita potevano solo prendere il cognome della madre. Da allora la casata prese il nome Avalie perché l'unica erede portava quel cognome.
Atalie Avalie riuscì ad evitare la prigione facendo in modo di restare sempre incinta prima di completare lo svezzamento del figlio precedente. I figli e le figlie che ebbe in seguito erano illegittimi e non avevano il diritto di ereditare il contado, ma alla crudele madre servivano solo come mezzo per evitare la prigione.
Tutti i suoi figli maschi morirono misteriosamente, e il territorio della famiglia Avalie continuò a prosperare restando fertile perfino in tempi di carestia. Alcune leggende parlano di magia nera e di sacrifici umani in cambio di prosperità, ma di questo non è mai stata trovata alcuna prova certa.
La figlia legittima, Camille Avalie, non sembrò voler seguire le orme oscure della madre e si trasferì in giovane età a Silverymoon per studiare il necessario per la corretta gestione di un podere. Per un certo periodo frequentò il tempio di Tymora e sembrava che avesse scelto la carriera clericale anziché dedicarsi all'occupazione di famiglia, ma quando la madre scomparve misteriosamente Camille dovette assumersi la responsabilità del contado.
Sebbene la reputazione di Camille Avalie sia molto meno oscura di quella della madre, la seconda contabile degli Avalie divenne famosa per avere notevolmente ampliato i territori di famiglia. Lo fece in modo apparentemente legittimo, ma sospetto: acquistando altre contadi a un prezzo sospettosamente basso, seducendo i proprietari, oppure vincendo quei territori al gioco in modo presumibilmente poco ortodosso.
Al giorno d'oggi la famiglia Avalie mantiene il controllo su diverse grandi contadi non confinanti fra loro. La famiglia ha mantenuto una tradizione di matrilinearità, sebbene i figli maschi non siano più misteriosamente morti né scomparsi; semplicemente, hanno smesso di nascere. Come ciò sia possibile, è l'ennesimo mistero della casata delle Avalie.




Bibliografia:

- Raccolta di Contratti, Nomine e Assegnazioni dal IX al XII secolo, Volume 3, dott. Eferim Laiman, 1250

Altre fonti:

- Fascicolo d’indagine 15-999 presso Archivio del Gran Palazzo, documenti secretati, necessaria autorizzazione dell’Alto Mago per la consultazione

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Capitolo 5
*** Casata Basil ***


Casata Basil


Status: Baroni
Anno di nomina: 680 DR
Capostipite: Abboh Basil
Origine: Silverymoon
Territorio: Un contado confinante con le mura della città
Motto: sconosciuto
Simbolo: Un trifoglio verde scuro su sfondo verde chiaro


Non è stato tramandato molto sulla famiglia Basil. Ciò che si sa è che non è veramente appropriato definirla una casata o una famiglia, perché la sua storia comincia e finisce con il capostipite Abboh Basil. Si trattava di un cittadino di Silverymoon, un guaritore. Non si sa se fosse affiliato a qualche tempio. Tutto ciò che è stato passato ai posteri è che quel brav'uomo contribuì a salvare la città da una tremenda malattia infettiva che coinvolse gli umani e i mezzumani nel 679 DR, e fu solo grazie a lui se non si trasformò in un'epidemia.
Come ringraziamento per i suoi servigi verso la città venne nominato barone e gli venne donato un pezzo di terra, per sé e per la sua discendenza. Venne scelto un contado a ridosso delle mura della città perché Silverymoon non voleva rinunciare ad averlo vicino in caso di nuove epidemie.
Tuttavia l'uomo sapeva di aver contratto la malattia mentre era impegnato ad occuparsi dei pazienti, e anche se era guarito, sul suo volto erano rimaste le cicatrici dei bubboni che lo avevano infestato. Non volle mai prendere moglie e non ebbe mai figli.
Il suo territorio oggi è uno dei molti reclamati dalla casata Duskwatcher, ma passò per altre mani prima di arrivare a loro.




Bibliografia:

- Cronache e leggende della Peste Bubbonica del VII secolo nelle Marche d’Argento, AAVV, 901

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Capitolo 6
*** Casata Buttercup ***


Casata Buttercup


Status: Contabili
Anno di nomina: 899 DR
Capostipite: Sfrizio Ganglitter-Buttercup
Origine: Silverymoon
Territorio: Un contado nella regione settentrionale
Motto: sconosciuto
Simbolo: Una zangola per il burro


La storia della casata Buttercup è un po' diversa dalle altre. Innanzitutto in origine il cognome della famiglia era Ganglitter, ma il capostipite decise di cambiare cognome quando cambiò destinazione d'uso al suo contado.
La casata Buttercup è composta da halfling, una grande e prospera famiglia di halfling. Hanno ottenuto quel territorio per assegnazione cittadina dopo aver partecipato ad un concorso pubblico, come ogni tanto ne venivano indetti per trovare nuovi contabili per i territori rimastine privi.
Inizialmente il loro contado era destinato ad uso agricolo come tutti gli altri, ma Sfrizio Ganglitter e i suoi contadini (anch'essi halfling) sembravano avere qualche difficoltà ad afferrare il senso dei confini territoriali. Spesso nel periodo del raccolto accadeva che sforassero accidentalmente nelle contadi confinati. Fu in quel periodo che si cominciò ad usare le siepi per segnare i confini fra i poderi e filari di alberi da frutto per segnare i confini fra le contadi. Tuttavia a causa delle numerose lamentele dei contabili e dei baroni confinati, divenne evidente che nemmeno questa misura preventiva riusciva a mettere freno alla contabilità creativa dei Ganglitter.
Venne presa allora la decisione drastica di ritirare la concessione e affidare invece ai Ganglitter un territorio più lontano, verso est, e soprattutto non pianeggiante, perché non era necessaria la pianura per adibire un terreno a pascolo. La famiglia Ganglitter cominciò a dedicarsi all'allevamento e quindi alla produzione di latte e prodotti caseari, carne, lana di pecora e cuoio di bovini. Il nome della casata venne cambiato in Buttercup, a ricordare la nuova attività di famiglia che era prevalentemente casearia, e il pagamento delle tasse verso la città di Silverymoon che iniziarono a essere misurate in "coppe di burro". La città trasse altri benefici dal territorio relativamente ampio sotto il controllo della casata Buttercup, come ad esempio un prezzo di favore per l'acquisto degli altri loro prodotti.
La maggiore disponibilità di latticini e burro a Silverymoon andò modificare in parte le abitudini alimentari della città, e nello stesso periodo si riscontrò una piccola ma sensibile diminuzione nella comunità elfica. La teoria di alcuni storici è che le due cose siano correlate in quanto gli elfi sono notoriamente incapaci di digerire correttamente il latte e i suoi derivati.
Al giorno d'oggi la casata Buttercup contribuisce ancora alla varietà alimentare e alla disponibilità di beni primari della città di Silverymoon.




Bibliografia:

- Piccole voci: narrazioni halfling in territori umani, Volume 17: Silverymoon, AAVV, 1115
- Psicologia halfling e inutilità del sistema penitenziale: un caso di studio, Miralla Grey, 1240
- Storia alimentare del Nord, Gerard Genns, 1276
- Anatomia elfica e anatomia umana, Amber MacTrebol, 1261
- Storia dell’allevamento nelle Marche d’Argento, Amato Gonfils, 1270

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Capitolo 7
*** Casata Cahe ***


Casata Cahe


Status: Contabili
Anno di nomina: 728 DR
Capostipite: Armand Cahe
Origine: Silverymoon
Territorio: Un contado poche miglia a ovest di Silverymoon
Motto: sconosciuto
Simbolo: una "C" simile a una luna calante, rossa su sfondo argento


Pochissimi dettagli ci sono stati tramandati sulla casata dei Cahe. Il capostipite non ha lasciato altre tracce di sé che il suo nome in un vecchio albero genealogico, su cui era indicato l’anno di nomina al rango di contabile.
Suo figlio, Bernard Cahe, divenne tristemente famoso per aver perso il favore dell’Alto Mago macchiandosi di un crimine orrendo: nel tentativo di dimostrare l’incapacità dei contabili suoi confinanti, andò di nascosto ad avvelenare i loro pozzi con l’intento di rovinare il raccolto. Nelle sue intenzioni la dose di veleno non doveva essere tale da nuocere agli esseri umani, ma aveva fatto i conti su esseri umani adulti e in salute.
Non solo questo atto nefasto causò la morte di un’anziana donna e alcuni bambini, per non citare i molti animali da cortile, ma anche una generale moria del raccolto e la contaminazione dei campi, che richiese l’intervento di alcuni preti di Chauntea per essere sanata. Quelle terre non furono coltivabili fino alla primavera seguente, con grave perdita per molte famiglie e per la città.
L’unico motivo per cui la casata Cahe è degna di nota, è che Bernard Cahe costituisce l’unico caso noto di pena di morte applicata a Silverymoon dal giorno della sua fondazione al giorno corrente.




Bibliografia:

- La dura legge del contrappasso: il caso Cahe, Bompean Di Mitris, 1198

Altre fonti:

- Albero genealogico della casata Cahe, consultabile nella raccolta degli alberi genealogici conservati al Vault of the Sages

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Capitolo 8
*** Casata Doyne ***


Casata Doyne


Status: Contabili
Anno di nomina: 640 DR
Capostipite: Attilius Doyne
Origine: Silverymoon
Territorio: Inizialmente un contado a sud di Silverymoon, sulla strada per Everlund, in seguito fino a cinque contadi confinanti nella stessa zona
Motto: La mia spada è la mia torcia
Simbolo: Una spada che irradia luce bianca, su sfondo blu


La casata Doyne è senza dubbio una delle più virtuose della storia del territorio di Silverymoon, una famiglia di cui la città ha potuto andare fiera per secoli.
Il sopracitato Attilius Doyne non è veramente il capostipite, ma è l'uomo che ha dato lustro alla famiglia e l'ha portata all'attenzione delle autorità.
Doyne era un paladino di Lathander che servì fedelmente la sua chiesa e la sua città per tutta la vita. Dedicò la sua vita al tempio e alla missione di proteggere gli innocenti, specialmente i bambini, e per molti anni viaggiò in tutta la regione che oggi chiamiamo Marche D'Argento perseguendo i suoi nobili scopi. In età anziana gli venne affidato un contado e venne nominato Contabile, ma nel suo caso non si trattava di un territorio importante per la coltivazione; si trattava di una lunga e stretta striscia di terra che abbracciava un tratto della via commerciale, in prossimità del confine con il territorio di Everlund. Doyne aveva fama in tutte le Marche D'Argento, o in quello che erano all'epoca, di essere uomo onesto e smaccatamente corretto, capace di ammettere anche i suoi stessi errori in nome del suo sentimento di giustizia. È famoso l'aneddoto, sebbene sia posteriore alla sua morte e poco attendibile, secondo cui avrebbe fatto notare a una nobile di Everlund di avere un piccolo strappo sulla gonna all'altezza del ginocchio. A quel punto ammise di averlo notato perché le stava guardando le gambe, e accettò un pugno su un occhio da parte del marito di lei come forma di compensazione. Questa storia è probabilmente esagerata, ma nel settimo secolo è stata riscontrata talvolta l'espressione idiomatica "fare gli occhi da Doyne" per indicare chi guardasse con troppo interesse una donna di rango sociale superiore.
Doyne e i suoi discendenti contribuirono per secoli a mantenere la pace e la sicurezza sulla strada maestra fra le due grandi città, oltre che a sedare occasionali dispute per il territorio. Il loro contado e, in seguito, la somma delle loro contadi, non si trovavano su un territorio molto fruttuoso; la terra è collinosa, e nelle zone in cui è piana è argillosa, tende a diventare una palude con la pioggia, in un tratto è molto vicina al fiume. In quella zona la strada stessa necessita di frequenti manutenzioni e ogni decennio viene rialzata con uno strato di tronchi leggeri, ghiaia e terra battuta, perché tende ad affondare di qualche pollice ogni anno. Va' da sé che la principale fonte di sostentamento delle contadi dei Doyne non fosse l'agricoltura, specialmente non prima dell'importazione delle coltivazioni a riso che ha iniziato ad avere fortuna solo nel secolo corrente. I Doyne sopravvivevano con tasse sul commercio che avevano il permesso di trattenere nella misura del 5% delle tasse dovute alla città, oltre che con la pesca, la caccia sulle vicine montagne, e la curiosa tradizione di spedire i figli cadetti in giro per il mondo a cercare fortuna e gloria. Pare che nonostante la durezza della tradizione familiare moltissimi di quei figli cadetti abbiano mantenuto una relazione affettuosa con la Casata di appartenenza, foraggiando i parenti stanziali con i frutti delle loro avventure.
La Casata cadde in disgrazia agli albori del tredicesimo secolo, dopo quasi seicento anni di impeccabile servizio, a causa di un erede troppo avido che volle rompere la tradizione di famiglia e cercò di conquistare con la forza territori confinanti.
Grazie alla buona nomea della famiglia fino a quel momento, i Doyne vennero solo destituiti dal ruolo di Contabili senza però che il loro nome venisse infangato da un'inchiesta pubblica o da un arresto. Il colpevole ufficialmente si trasferì nella città di Mirabar in cerca di fortuna commerciale, ma in realtà venne esiliato in segreto e non si sa dove abbia scelto di recarsi.
I territori dei Doyne sono stati recentemente riassegnati alle Casate Randel, Griffin e Drup; i loro effetti personali sono ancora in possesso della famiglia. La loro unica discendente che vive ancora a Silverymoon, Lydia Doyne, ha aperto un piccolo museo privato con le curiosità e i tesori raccolti dai suoi molti antenati e zii nel corso di sei secoli di avventure in tutto il mondo.




Bibliografia:

- Archivi anagrafici del tempio di Lathander, secoli VII-X, presso Tempio di Lathander, Silverymoon
- Silverymoon antica: storia e mito, Bompean Di Mitris, 1195
- Archivio dei processi segreti di Silverymoon, presso Archivio del Gran Palazzo, documenti secretati, necessaria autorizzazione dell’Alto Mago per la consultazione

Altre fonti:

- Albero genealogico della famiglia Doyne, presso Piccolo Museo di Curiosità Doyne, Silverymoon
- Uno stradario di Silverymoon, edizione più aggiornata a disposizione, necessario per trovare il:
- Piccolo Museo di Curiosità Doyne, Silverymoon, indirizzo mutevole causa affitti crescenti

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Capitolo 9
*** Casata Drup ***


Casata Drup


Status: Contabili
Anno di nomina: 1207 DR
Capostipite: Turgar Drup
Origine: Silverymoon, prima: incerta
Territorio: Un contado a sud di Silverymoon, sulla strada per Everlund
Motto: nessuno
Simbolo: Un abaco su sfondo oro


Alla Casata Drup è stato assegnato un contado precedentemente sotto la supervisione della Casata Doyne. Non c’è molto da dire sui Drup se non che sono una famiglia di nani che abita a Silverymoon da tre generazioni (circa duecento anni), ma l’origine ancestrale della famiglia è dibattuta. Il vecchio Turgar Drup non si è mai scucito sul clan di origine di suo padre, Bagor Drup.
Contrariamente ai luoghi comuni sui nani, i Drup non sono per nulla battaglieri; persone tranquille, a modo, anche se leggermente troppo orgogliose per il loro stesso bene, i Drup sono perfetti contabili nel senso economico della parola: anche se il loro territorio è aspro e improduttivo, hanno saputo massimizzare i profitti del commercio offrendo protezione alle carovane e talvolta foraggiando di tasca propria la manutenzione della strada. Le loro tasse vengono versate alla città con regolarità perfetta, un esempio virtuoso per i loro vicini più lassisti.
Si dice che il loro simbolo araldico sia l’abaco perché i loro calcoli non sono mai inesatti.
Nonostante la loro vita ordinaria, il mistero delle origini della famiglia è ancora motivo di chiacchiere nei salotti di Silverymoon, ma un antico proverbio dice “se vuoi conservare un segreto, facci sedere sopra un nano”, e c’è un motivo se i proverbi diventano tali.




Bibliografia:

- Registro delle insignazioni e delle nomine, anni 1200-1250 DR.

Altre fonti:

- Interviste

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Capitolo 10
*** Casata Dufeinne ***


Casata Dufeinne


Status: Contabili, Baronetti
Anno di nomina: 877 DR
Capostipite: Sir Kayledin Dufeinne
Origine: Neverwinter (?)
Territorio: Attualmente dodici contadi in diverse zone del territorio di Silverymoon
Motto: Puntiamo alle stelle
Simbolo: Una stella a molte punte dorata su sfondo bianco


La famiglia Dufeinne è una famiglia di incantatori. Questa è la cosa più importante da sapere per poterli comprendere. Forse è l'unico brandello di informazione che abbiamo davvero sul loro conto, perché la famiglia Dufeinne è abbastanza avvolta nel mistero.
La loro fortuna cominciò quando Sir Kayledin Dufeinne[1] giunse da Neverwinter con solo i vestiti che indossava (vestiti eleganti, dice la leggenda) e un bagaglio di conoscenze.
Il fatto che Sir Kayledin venisse da Neverwinter è un dato parziale, basato solo sulla sua parola, ma non v'è alcuna traccia del suo cognome nella storica anagrafe di Neverwinter. Questo potrebbe non voler dire nulla, ma entriamo nel campo delle supposizioni. Di sicuro è contrario all'etichetta dubitare della parola di un Baronetto, quindi devo confermare, stanti le inoppugnabili evidenze, che la famiglia Dufeinne viene in effetti da Neverwinter e da null'altro posto che Neverwinter.

Quantomeno, qualcosa di certo sulla loro origine c'è: si sa che hanno sangue elfico. Sir Kayledin era elfo per un quarto e a Silverymoon sposò una mezzelfa. Da allora la famiglia ha custodito gelosamente il suo sangue elfico, non si sa per quale motivo, ma si spingono al punto di non consentire a nessun Dufeinne di sposare una persona che sia per meno di un quarto elfa. Questo ha portato ad un curioso miscuglio di aspettative di vita che mal si concilia con il tradizionale alternarsi delle generazioni. È capitato ad esempio che nel 980 la vedova Dufeinne ereditasse la gestione delle contadi fino alla maggiore età del suo figlio mezzo umano, e in seguito alla morte di lui nel 1099 ereditasse nuovamente la gestione delle contadi fino alla maggiore età del di lui figlio.
Questo ha, neanche a dirlo, messo a dura prova gli uffici notarili di Silverymoon, per non parlare degli uffici fiscali. In effetti la vicenda della famiglia Dufeinne ha contribuito allo sviluppo dell'approccio corrente alle questioni burocratiche, ossia un approccio più fluido di quello dei secoli precedenti; oggi il nostro apparato amministrativo, legale e anagrafico è molto basato sulle dichiarazioni di intenti e sulle prese di responsabilità mediante autocertificazione. Come aspetto corollario, questo ha incoraggiato un maggior numero di unioni miste, contribuendo a fare di Silverymoon il mirevole esempio di integrazione che è oggi.

Ma per tornare alla Casata Dufeinne e ai meriti che la resero così importante: narra la leggenda che Sir Kayledin vinse il suo primo contado grazie a una scommessa. A quanto pare scommesse con l'allora assessore allo sviluppo rurale, sostenendo che se avesse avuto in gestione un contado poco fertile per un intero anno sarebbe riuscito a incrementare la produzione di beni alimentari del 30% o più.
Gli venne concesso di tentare e si trasferì in un territorio quasi sterile insieme a sua sorella Geyla Dufeinne, che era lo aveva raggiunto da Neverwinter pochi mesi dopo il suo trasferimento a Silverymoon.

Non starei citando la loro famiglia fra le pagine di questo libro se Sir Kayledin non avesse vinto la scommessa.
Da allora ogni qualvolta un contado si dimostrava improduttivo, la città come ultima risorsa ne trasferiva la gestione alla Casata Dufeinne, che non ha mai fallito nel riportare questi territori agli antichi fasti. Mostrando una certa dose di umiltà, la Casata ha firmato secoli fa un accordo con la città di Silverymoon accettando di assumere in gestione alcune contadi anche per periodi limitati di tempo, accordandosi quindi per restituirle alla municipalità una volta restauratane la fertilità. È grazie alla sua operosità, ma anche alla sua modestia, che Sir Kayledin Dufeinne meritò il titolo di Baronetto. L'attuale Sir Dufeinne mantiene il titolo grazie a un particolare accordo con la città: ogni nuovo erede Dufeinne assume il rango di Sir insieme a quello di Contabile, ma solo se si impegna a mantenere la condotta di famiglia e rispetta tale impegno[2].

Purtroppo la famiglia Dufeinne è molto gelosa dei suoi segreti e delle tecniche sicuramente magiche che le consentono di rendere produttiva la terra, e in alcuni casi perfino di bonificarla, quindi nessun altro è mai riuscito a riprodurre i loro miracoli.



[1] Il titolo corretto per un Baronetto è Sir, mentre il titolo corretto per un Contabile è Onorevole, ma quest'ultimo si usa solo nelle occasioni ufficiali. I nobili, dal rango di barone in su, hanno diritto al titolo di Lord quando si parla in loro assenza, ma il modo di rivolgersi a loro direttamente può variare (Lord o Lady si usa per borgomastri e simili cariche pubbliche, anche se non sono nobili, quindi è offensivo chiamare un nobile Lord dritto in faccia: si usa Milord o Milady per baroni, visconti e conti; Eccellenza per marchesi e duchi; Altezza per granduchi e principi; Maestà per re, regine e arciduchi; Saer per nobili di rango incerto o per i giovani figli dei nobili). Mentre un titolo nobiliare viene ereditato, il titolo di Sir viene guadagnato grazie alle proprie azioni.
[2] Facendo così della famiglia Dufeinne l'unico caso noto di titolo di Baronetto ereditato per via dinastica.





Bibliografia:

- Puntando alle stelle, Autobiografia di Sir Kayledin Dufeinne, 948
- Raccolta di Contratti, Nomine e Assegnazioni dal IX al XII secolo, Volume 1, dott. Eferim Laiman, 1250
- Burocrazia a Silverymoon: una storia noiosamente avvincente, prof. Karsen De Aith, 1132
- Registro anagrafico di Neverwinter, consultabile presso la Biblioteca degli Uffici Pubblici di Neverwinter

Altre fonti:

- Rapporti di esaminazioni del terreno e dell'acqua di diverse contadi prima e dopo il passaggio dei Dufeinne, a opera di Mastro Vereithian Cathvadil, druido elfo, anni 903-1217, fascicolo reperibile presso il Vault of the Sages

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Capitolo 11
*** Casata Duskwatcher ***


Casata Duskwatcher


Status: Contabili, Conti
Anno di nomina: 932 DR
Capostipite: Asglyn Duskwatcher
Origine: Rivermoot
Territorio: Attualmente ventuno contadi nel territorio di Silverymoon
Motto: il motto ufficiale della famiglia è Anche nel buio ci guidano le stelle, ma il motto non ufficiale è Vittoria prima di tutto
Simbolo: Un sole al tramonto sotto un cielo stellato


Quante contadi servono per fare una contea?
Ecco un’ottima domanda da fare a un Duskwatcher se si è stanchi di avere due braccia e due gambe.
I Duskwatcher sono molto contenti del loro titolo di conti, sebbene, a conti fatti, non possano contare su alcuna contea. E se i conti non vi tornano, ecco spiegato l’arcano: nel 1103 l’allora lord Asglyn Duskwatcher II (1080-1133), omonimo del suo antenato Asglyn Duskwatcher I che portò la dinastia alla ribalta (901-967), fece il grande passo verso la nobiltà sposando una contessina, lady Mirella DeVell (1087-1140), che portava con sé una dote discreta, un titolo nobiliare emanato dal regno del Tethyr e la sua fresca avvenenza. All’epoca del suo arrivo nel nord, la sua contea era stata invasa dai mostri, “salvata” dal conte confinante... e ovviamente da lui reclamata, insieme alla mano della giovane Mirella. Racconta la leggenda che lady Mirella abbia fatto buon viso a cattivo gioco fingendo di prestarsi alle nozze forzate, solo per fuggire con l’aiuto di un mago la sera prima delle nozze. Sempre la leggenda narra che portò con sé il suo titolo nobiliare, una sacca di monete di platino e l’abito da sposa, pronta a maritarsi con il primo partito decente pur di sottrarsi alle pretese del fidanzato.
Non si sa come Mirella arrivò così a nord, di sicuro per sfuggire al conte che la reclamava, ma quel che è certo è che a Silverymoon si innamorò a prima vista del contabile Asglyn Duskwatcher II e della sua posizione stabile e comoda, mentre lui si innamorò a prima vista della bella fanciulla tethyriana e del suo titolo nobiliare. Era costume dell’epoca che una famiglia assumesse il titolo più alto posseduto o reclamato da uno dei suoi membri, quindi con il matrimonio Asglyn divenne lord, conte di una contea che non esisteva più.

Ma a questo punto, dopo aver narrato la vicenda che portò la famiglia al grado di supponenza e snobismo che vanta ora, sarebbe il caso di fare un passo indietro e raccontare le origini della famiglia e di come Asglyn Duskwatcher I divenne Contabile per la municipalità di Silverymoon.
La famiglia ha origine nel villaggio di Rivermoot, che come suggerisce il nome, sorge proprio laddove il fiume Rauvin e il fiume Surbrin s’incontrano. Il villaggio sorge su palafitte, un’idea del suo visionario fondatore, un mezzelfo apparentemente senza legami familiari, ma che io ho scoperto essere stato nientemeno che un appartenente alla medesima famiglia che cito in queste pagine: Triton da Quaervarr (851-932), padre di Asglyn Duskwatcher I. Triton era originario del villaggio di Quaervarr, ma non aveva avuto una vita facile a causa del suo nome sfortunato: secondo la tradizione della sua famiglia (dal ramo elfico) era stato chiamato come la stella o costellazione più luminosa al momento della sua nascita; sfortunatamente per lui, era la costellazione del Tritone.
I suoi compatrioti a quanto pare lo schernivano continuamente per questo, e Triton decise di lasciare il villaggio per fondarne uno tutto suo. In un posto molto panoramico e con solide palizzate. Un posto d'acqua, forse per sfida verso chi gli diceva di andare a trovarsi uno stagno.
Il motivo per cui Triton non è sbandierato ufficialmente come fondatore della Casata Duskwatcher è presto detto: non si chiamava Duskwatcher (all’epoca i cognomi erano comuni, ma non proprio comuni a tutti) e non era umano. Pur beneficiando ancora oggi di una certa vaga rassomiglianza con la struttura fisica degli elfi, pur mantenendo la tradizione elfica di dare ai figli nomi presi dalla volta celeste, la famiglia Duskwatcher disconosce le sue origini non umane. Il motivo, probabilmente, non ha nulla a che fare con il razzismo: all'epoca di Triton da Quaervarr i matrimoni misti non erano comuni, e questo in aggiunta all'assenza di cognome fa pensare a un figlio illegittimo.
Ad ogni modo Triton fondò il villaggio di Rivermoot immaginando correttamente che potesse diventare un buon punto di attracco per le navi mercantili che risalivano il corso d'acqua, i cui rematori dovevano essere particolarmente stanchi in quel punto in cui si doveva lottare contro le correnti di due fiumi che si uniscono. Rivermoot prosperò, ma non sotto la guida di Triton: era una sorta di ingegnere dei suoi tempi, ma non era un buon amministratore. Il capovillaggio venne eletto democraticamente e fu scelto qualcun altro (cfr. Storia dei villaggi del territorio di Silverymoon, prof.ssa Elania Stunk, 1270).
Suo figlio, Asglyn, fondò la prima piccola milizia di Rivermoot e la chiamò Duskwatcher, in quanto avevano il compito di fare la guardia ed erano l'avamposto più occidentale del nuovo territorio di Silverymoon; guardavano verso il tramonto, da cui la scelta del nome. Duskwatcher.
La sua piccola milizia dovette affrontare la sua prima grande sfida quando nel 932 il villaggio venne attaccato da un branco di scrag, i temibili troll delle acque. I rivermootiani da soli non potevano distruggere quelle creature malefiche ma riuscirono a resistere e a respingere gli attacchi per due giorni fino all'arrivo di un contingente da Silverymoon, che arrivò in poco tempo solo grazie alla presenza di una maga. Anche con l'aiuto dei rinforzi non fu una vittoria facile, alcuni cittadini persero la vita come anche il fondatore, Triton. Alla fine gli scrag vennero ricacciati, la palizzata del villaggio venne rafforzata e Asglyn venne ricompensato per essersi distinto con gesta eroiche. Gli fu affidato un contado vicino a Rivermoot e lui decise di prendere il cognome Duskwatcher. La leggenda vuole che lui e la maga di Silverymoon si fossero innamorati a prima vista e qualche mese dopo la battaglia convolarono a nozze, dando vita alla dinastia di contabili che prospera ancora oggi. Contabili e stregoni, perché quasi tutte le generazioni Duskwatcher ereditarono una innata propensione per la magia dalla loro antenata incantatrice.

A parte Asglyn I e il suo omonimo Asglyn II, nessun altro Duskwatcher si distinse in modo particolare in quell'epoca, ma ciascuna generazione ereditò il puntiglio di estendere i territori di famiglia, passando presto dalla semplice amministrazione al possesso. I metodi con cui i Duskwatcher assunsero nuovi territori furono spesso leciti, talvolta meno leciti, sempre moralmente questionabili. Scommesse, matrimoni, aste, crediti riscossi in forma di possedimenti, i Duskwatcher per decenni si fecero strada nel variegato mondo della piccola nobiltà rurale, fregiandosi del loro titolo di conti e del loro patrimonio per attrarre unioni vantaggiose anche dalle città di Evermeet, Sundabar e perfino Mirabar. Non più vincolati solo alla gestione amministrativa dei territori, che iniziarono gradualmente a delegare, i Duskwatcher estesero la loro lunga mano anche sui commerci, e nel campo degli investimenti. Non c'era ambito affaristico che li scoraggiasse, investirono nella produzione di pellicce e nella rilegatoria, nelle nuove alchimie per gli inchiostri e in compagnie mercenarie, nella costruzione di barche per il commercio fluviale e nell'implementazione di tecnologie di irrigazione per i campi. E soprattutto, fin da subito, nell'Università di Silverymoon. I Duskwatcher sono sempre stati grandi foraggiatori dell'Università, senza averne un particolare tornaconto monetario ma solo per dare lustro al proprio nome. Inoltre nel 1161 acquistarono una magione nel quartiere nobile della città e in quell'occasione essere già noti come benefattori delle istituzioni cittadine fu di grande aiuto per la loro integrazione, per fare il passo da nobiltà rurale a nobiltà con connessioni nella grande città.

Fra i Duskwatcher più famosi e famigerati ricordiamo lady Belnimbra Duskwatcher (1190-1251), che ereditò per linea materna un edificio a Everlund all’epoca usato come orfanotrofio e ne sloggiò gli abitanti per farne un’officina tessile; lord Correlian Duskwatcher (1069-1102) che prestò un’ingente somma alla famiglia Fraisen per poi richiederla indietro prima del tempo, mandando sul lastrico la casata per assorbirne il contado; Galleon Duskwatcher (1089-1160), fratello di Asglyn II, che arrivò ad assassinare il genero per fare in modo che fosse sua moglie a ereditare la fortuna paterna; lord Gorgon Duskwatcher (1227-), l’attuale capofamiglia, che falsificò un documento ufficiale all’anagrafe per far scomparire nel nulla l’ultimo erede della famiglia Vanyr in accordo con lo zio del neonato, per poter acquistare dallo zio spiantato la piccola baronia della famiglia Vanyr.

Non avrebbe senso a questo punto sciorinare una lista di nomi e date, laddove non hanno conseguito nulla di eccezionale, perché la famiglia in sé ha sempre avuto standard così alti che pochi di loro hanno svettato sui loro parenti, pur conseguendo tutti dei discreti successi. È più interessante parlare di un'altra tradizione familiare: non frazionare. Naturalmente poteva accadere che nascesse più di un figlio in una generazione, per parto gemellare o semplicemente perché i genitori non si fermavano al primo, in questi casi la tradizione è sempre stata far ereditare tutto al primogenito. I figli cadetti non avevano diritto nemmeno a un fazzoletto di terra sebbene la famiglia non ne fosse davvero a corto. In realtà i figli cadetti avevano l'obbligo di contribuire alla fortuna della famiglia in altri modi, cercare altri sbocchi e altri commerci, per poter continuare a usufruire del potere legato al nome Duskwatcher e del denaro della famiglia nel caso in cui ne avessero bisogno. È sempre stato un rapporto di dare e avere, un rapporto basato sulla scommessa sui futuri successi di un figlio, un rapporto che prevedeva di non foraggiare figli parassiti. Questo naturalmente ha portato al crearsi di alcuni rami cadetti, ma di solito questi Duskwatcher sceglievano di non trattenersi nelle Marche D'Argento. Forse la loro scelta non era neanche del tutto libera.
Quello che è certo è che in questo momento l'attuale lord Duskwatcher ha soltanto una figlia femmina, lady Faeraula Duskwatcher; secondo la legge corrente ella non potrebbe ereditare se ci sono parenti maschi in vita, i quali hanno cinque anni di tempo dalla futura (e si spera niente affatto prossima) dipartita di lord Duskwatcher per reclamare l'eredità scavalcando la giovane lady. Questo è il motivo per cui il cognome che condivido con questa famiglia sta correntemente turbando i sonni della giovane erede che suppongo, senza bisogno di grande inventiva, che prima o poi tenterà di uccidermi. Dovesse sfortunatamente riuscirci vorrà chiamare in causa l'argomentazione della lesione del suo onore, della mia natura di ciarlatano, del tentativo di furto che solo sfoggiando questo nome io sto sbandierando davanti ai suoi occhi. Volendo ipotizzare un grandissimo attaccamento verso la propria eredità, l'odio della giovane lady Faeraula Duskwatcher verso la mia persona sarebbe giustificabile in una forma un po' estrema di autodifesa. Vorrei rendere noto alla fanciulla che non m'importa dell'eredità, anche se faccio parte della discendenza di uno dei tanti rami cadetti. Ho scelto la carriera accademica e non ho famiglia, non avrei quindi nemmeno eredi a cui lasciare alcunché. Spero in ogni caso che uno studioso mio successore possa un giorno vergare sulle pagine di un libro di Storia giuridica che finalmente le Marche D'Argento hanno deciso di guardare in faccia il futuro e permettere l'eredità anche alle figlie femmine, senza se e senza ma. Io certamente ringrazierò dal paradiso dei bibliofili.




Bibliografia:
- Storia dei villaggi del territorio di Silverymoon, prof.ssa Elania Stunk, 1270
- Raccolta di Contratti, Nomine e Assegnazioni dal IX al XII secolo, Volume 1, dott. Eferim Laiman, 1250
- Registro contabile della famiglia Duskwatcher, documento non pubblico, presso la magione di Silverymoon della famiglia Duskwatcher
- Registro dei contratti fra privati, Vol II: contratti fra privati concernenti beni pubblici, anni 1260-1270 DR.

Altre fonti:
- Albero genealogico della famiglia Duskwatcher, presso la magione di Silverymoon della famiglia Duskwatcher
- Testimonianza personale

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