Retrò Machine

di Dakota Blood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo Capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo ***



Capitolo 1
*** primo capitolo ***


Luke Evans si svegliò madido di sudore, e non c’entrava la paura per un incubo o un sogno alquanto bizzarro. No.
Accanto a lui c’era la donna più bella e attraente che avesse mai visto in tutti i suoi ventinove anni, eppure a Las Vegas di ragazze particolari era pieno.
Ma Sarah Smith aveva qualcosa che lasciava il segno, non solo sul corpo ma anche nell’animo.
 Lui, il cantante dei Retrò Machine, lei la modella alternativa più desiderata di sempre. Il fatto che Sarah avesse tre anni più di lui non era un problema.
Luke era dark, lei metal. Avevano poco e molto in comune.
 
Si girò verso di lei, sorridente. Avevano trascorso una notte di fuoco, come sempre negli ultimi sei mesi. Mesi che erano sembrati anni, secoli. Per lei avrebbe rinunciato a tutto, perfino alla sua band. Ed era così bello guardare il suo nome su Google, Wikipedia o altri motori di ricerca, siti online.
Si gonfiava il petto tatuato, si inorgogliva.
Si alzò dal letto, seminudo. Sarah si stiracchiò. Aveva addosso le mutandine celesti e il reggiseno nero sotto la maglia degli Iron Maiden. Aprì gli occhi, sbarrandoli completamente.
 
-Che ore sono?-
-Mh?-
La voce di lei lo fece sorridere. Sembrava una donna-bimba. Luke si avviò verso l’armadio, per svestirsi e ricominciare daccapo, pronto ad una giornata intensa di emozioni, stress, adrenalina, altro sudore e magari poi ancora sesso. Di nuovo con LEI.
Lo specchio mostrava una figura esile, fragile. Quanto gli piacevano quei piccoli addominali, e i tatuaggi fatti da diciottenne. Tutte impazzivano per lui, ma lui aveva occhi solo per Sarah. I capelli della ragazza erano ancora sparpagliati sul cuscino, morbidi, lucenti, ma soprattutto azzurri come il mare quando è molto calmo. Quando assomiglia ad una piscina.
 
Lui iniziò a vestirsi e mettere le sue collane preferite, anelli e altre cianfrusaglie.  Intanto dava uno sguardo alla sua fiamma dai capelli color cielo, con quel culetto sodo e le gambe toniche, suadenti. Le mandò dei baci con le mani, per sentirsi più suo.
 
-Non è presto come credi, tesoro, ma puoi comunque rimanere a letto quanto ti pare. Ti sei dimenticata che oggi è domenica e non si lavora. Almeno tu non lavori, io ho le prove con i Retrò-
Sarah si accese una Marlboro, lanciando il pacchetto sul morbido letto, facendolo rimbalzare. Aveva tracce di mascara lungo le guance, come se non avesse avuto voglia di struccarsi, come se il rimmel le appartenesse. Non sembrava una puttana, era dolcissima.
 
-Non so neanche come mi chiamo stamattina, figurati se so che cavolo di giorno della settimana oggi!-
 
-Ti adoro, sai?-
 
Si avvicinò per darle un bacio con passione, con un trasporto energico che avrebbe coinvolto anche lei, ma purtroppo non riuscì a togliersi dalla testa ciò che aveva fatto una settimana prima, dopo lo shooting fotografico con il suo amante.
Deglutì a fatica, sentendosi stronza, ma non arrabbiata.
Lui si rese conto che era diventata fredda, algida, glaciale come la sua chioma, perciò si allontanò sospirando.
 
Tutte lo adoravano. Tutte lo desideravano.
 
L’unica che si ostinava a infrangere le regole del suo cuore, invece era l’unica per cui aveva perso davvero la testa. 



EBBENE Sì, SONO TORNATA. CON UNA NUOVA STORIA ♥

STAVOLTA NON LA LASCERO' INCOMPIUTA. PROMESSO. 



BACI, DAKOTA. 

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Capitolo 2
*** Secondo Capitolo ***


Lunedì mattina.
 
Mike scattò diverse foto, poi si bloccò all'improvviso. Era estremamente eccitato ma doveva darsi un contegno se non voleva perdere il suo lavoro. Aveva lavorato con migliaia di modelle molto più famose e belle di Sarah, ma lei, beh, gli procurava un certo fastidio/ piacere. I suoi capelli azzurri, il viso pallido, una bambolina dalle mille sfaccettature e dal corpo da sballo.
Le stava indicando il punto in cui si sarebbe dovuta stendere e lei sembrava compiaciuta, anche se appariva un po’ stanca, abbattuta.
Mike odiava il cantante dei Retrò Machin, non sopportava il suo fascino, la bellezza androgina e i suoi capelli sempre perfettamente disordinati. Sembrava un modello.
 
-Vieni più a destra, ecco vicino alla porta e alla poltrona. Non fissare il vuoto, concentrati su di me, come se mi amassi per davvero. Devo essere il tuo amore assoluto, ok?-
 
Sarah amava avere gli occhi addosso di tutti, era spontanea, decisamente scottante e amabilmente pericolosa per le lesbiche che seguivano ogni giorno il suo profilo Instagram  riempiendola di cuoricini rossi e commenti sdolcinati, e per gli uomini che volevano a tutti i costi i pass per vedere le sue foto di nudo integrale con indosso solo i tacchi a spillo e le grazie in bella mostra.
 
-Mi metto così? Dici che va bene Mike?-
 
-Allarga un po’ le gambe, tanto non ci vede nessuno tesoro-
Le fece l’occhiolino e lei sorrise maliziosa. Non erano amanti da anni, ma mesi sì.
 
Luke era uno stupido, pensava di avere tutto ciò che la vita gli poteva offrire, invece secondo Mike non godeva affatto del privilegio di poter toccare davvero il corpo di Sarah.
Certo, ci andava a letto anche Luke, proprio come lui, ma non era la stessa cosa, ne era certo.
 
-Va bene per oggi abbiamo finito, sei stata incantevole come sempre CHERIE-
 
Sarah saltellò, esausta. Stare sotto i riflettori le scaldava la pelle, a volte era talmente calda che pensava di avere le fiamme addosso. Non sopportava il sole, non andava mai al mare proprio per quel motivo.
 
-Perché hai voluto che facessi quella cosa?-
 
-Quale cosa, dimmi-
Mike fece finta di non capire, e nel frattempo accese la luce principale dello studio, spegnendo quelle piccoline che alimentavano la lussuria in quel luogo. Luci calde, rosse, colorate. Luci perfette per loro due, per il connubio uomo-donna.
 
-Aprire le gambe in quel modo, non avrai intenzione mica di farmi fare un calendario, non è vero?-
 
Rise e pensò per un attimo alla faccia che avrebbe fatto il SUO cantante nel vederla tutta nuda, in cartoni appesi nelle officine, nei luoghi in cui i maschi lavoravano e sbavavano tutto il tempo oltre che stiracchiarsi e bere birra tracannandola come fosse acqua.
 
-Chi lo sa, sei sexy, e io so tutto di te-
La fissò a lungo negli occhi celesti. Sembrava una sirena.
Assomigliava tanto a quelle scene queen dei primi anni duemila, quelle che uscivano con i ragazzi Emo.
Mai i ragazzi Emo a lui non erano mai piaciuti. Troppo tristi, troppo emarginati. Troppo poco sesso. Troppo romanticismo.
 
Si sedette accanto a lei, che indossava ora una vestaglia trasparente nera e sotto praticamente nulla.
-Lo sai che mi fa morire quel tuo sguardo, e poi come ti mordi le labbra, non devi avere mai vergogna. Sei perfetta così-
 
-Grazie Mike. Io ehm dovrei andare davvero-
-Non ti fermi a cena da me?-
In un attimo gli fu tutto chiaro e trasalì, non resse la competizione.
 
-Devo andare da Luke, è il mio ragazzo d’altronde-
 
Una risata che squarciò il silenzio. Sarah pensò che Mike stesse esagerando, assomigliava ad un pazzo.
 
Raccolse le sue cose, compresa la borsa e andò via. Le prese un braccio, senza stringerlo troppo.
 
-Tu non mi ami, vero? Mi trattieni solo per i comodi tuoi di notte e poi te ne vai da lui, dal Retrò-
 
Rise ancora, ma era al limite della pazienza, stava impazzendo sul serio di dolore e d’amore per lei.
 
-E tu allora? Tu mi desideri davvero oppure questo corpo pensi che sia solo merce? Ti piace l’idea di fare sesso con la modella alternativa più desiderata dell’anno?? Quella con 5 milioni di follower su IG? Si tratta di questo?-
 
Stava decisamente urlando.
 
E piangendo. E a lei capitava raramente, questo lui lo sapeva bene.
 
-Lasciami stare, non voglio che mi tocchi e la prossima volta dì a tua moglie di aprire le gambe, non a me, siamo intesi?-
 
 
 
 EBBENE Sì TESORINI, QUESTO E' IL SECONDO CAPITOLO DI QUESTA STRANA STORIA ♥ CHE NE PENSATE??

SI ACCETTANO CRITICHE, RECENSIONI COSTRUTTIVE, E ANCHE BELLISSIME XD SCHERZO, POTETE DIRE QUELLO CHE VI PARE ♥

UN ABBRACCIO, DAKOTA. 

 

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


 
Per fortuna non aveva smarrito le chiavi di casa. Altrimenti sarebbe stata fuori tutto il giorno. Luke aveva le prove con il gruppo, e lei si era appena messa le mani tra i capelli sinuosi e lunghissimi, le arrivavano giù per la schiena pallida, e sbuffava seduta sul gradino di casa, con un piatto in mano.
Che ci faceva la donna più bella di Las Vegas con un piattino e un pezzo di torta dentro? Tra l’altro con una candelina celeste.
Semplice: Era il compleanno di quell'idiota di Mike e l’aveva invitata poco prima alla festa, solo che per motivi personali non era andata, o meglio era andata solo per il dolce. E aveva fatto bene, visto che quel marpione le stava mettendo le mani ovunque nel bagno di casa sua, con la scusa di cercare il rossetto di sua moglie. Ma quale rossetto??
Aveva compiuto quarant'anni ma erano suonati!
Luke l’aveva chiamata più volte sul suo Samsung Galaxy ma non l’aveva trovata raggiungibile. Lo aveva fatto apposta, per non dovergli dire che si trovava dal fotografo porco.
-Come ho fatto ad andarci a letto e tradire la fiducia di Luke?-
 
Una lacrima le scese spontanea, di nuovo in pochi giorni. Solo quello precedente aveva pianto e la causa erano sempre e solo gli uomini.
Mai deludere una donna, mai rovinarsi il trucco per un uomo scialbo.
 
Il sesso tra l’altro era migliore con Luke rispetto a quello con Mike. Quest’ultimo voleva che lei facesse la spogliarellista solo per lui, nel suo letto, come se fosse una  sorta di cubista, un giochino erotico per mettere in pratica l’eros e mettere a tacere la psiche. Luke era dolce, permissivo, sensibile, non si sarebbe mai azzardato a chiederle una roba del genere. MAI.
 
Eppure lei lo tradiva da mesi. Che stronza.
 
Era in casa quando il telefono suonò. Pensò a Luke, perciò si precipitò di corsa e chiese chi fosse solo per sicurezza.
Non era Lui.
Bensì l’altro.
 
-Oggi sai che è il mio compleanno eppure sei volata via, sparendo come libellula di giorno, beh sai che ti dico? Divertiti con quel tuo Luke, e ingozzati con quella torta-
 
Chiuse la chiamata, infastidita.
-Che stress-
 
Avrebbe dovuto cercare un altro fotografo, uno competente, ma dove? Luke non se ne intendeva affatto di quelle cose, era bravissimo solo nel canto e nella scrittura.
 
-Uffa, insomma sono proprio una scema, una cretina e che altro?-
Prese di nuovo il telefono tra le mani e controllò Instagram stavolta. Milioni di followers solo per lei, il profilo verificato da qualche mese e quella faccina dolcissima ma maliziosa.
 
-Non so più chi sono-
 
Spense il cellulare, andò in camera da letto e si spogliò completamente. Lasciò il piattino della torta sul comodino, non aveva voglia di mangiar nulla, tanto meno quella schifezza che le ricordava quell'obbrobrio.
-Ci vuole una bella doccia rilassante-
 
Corse in bagno, senza vestiti e cercò i prodotti della Lush.
Erano i migliori secondo lei. Profumati ed ecologici. Non testati sugli animali e quindi cruelty free.
 
Fece scorrere l’acqua e la vasca si riempì velocemente. Intonò un motivetto, una canzone scritta da Luke sei anni prima di conoscersi, quando lui stava con Jessica Darver, la leader dei Masfers.
 
Troppo bella per tutti quella donna.
Troppo bella perfino per la morte, che non resistendo al suo fascino, aveva deciso di stroncare la sua vita alla fatidica età di 27 anni, l’età degli artisti, di Kurt Cobain, di Amy Winehouse e tanti altri.
 
-Che l’acqua possa consigliarmi-
 
Detto questo chiuse gli occhi e con i capelli legati in una coda bassa, si lasciò andare, giù lentamente. 

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Capitolo 4
*** Quarto capitolo ***


La vita dava sempre delle soddisfazioni, specie a Luke Evans.
 
-Ragazzi, per oggi abbiamo finito, tornate pure a casa dalle vostre donne-
 
Si riferì a tutti e tre, ma guardò specialmente Brandon Cooper, il suo migliore amico, il batterista dei Retrò.  Brandon aveva una moglie giovane e incinta, ma nonostante tutto la tradiva spesso con una stronza da senso prosperoso e il sedere illimitatamente grosso.
 
Luke non capiva perché Brand avesse una totale devozione per quella sciacquetta, mentre sua moglie gli preparava il pranzo, la cena, lo teneva sul piedistallo ogni secondo, faceva l’amore con lui con trasporto e gli dedicava ogni istante della sua giovinezza.
 
-Dalla tua donna, Brandon Cooper-
-Cazzo, Luke Evans, ho capito eh! Non è che perché sei il mio migliore amico devi rompermi in questo modo. Ti comporti peggio di mia madre e di mia nonna messe assieme. Sei isterico? Hai il ciclo per caso?-
 
Rise dandogli una pacca sulla spalla, sfiorando le borchie sul giubbotto.
Luke gli voleva un bene dell’anima, ma spesso doveva ammettere che era un esaltato, uno stronzo esagerato e un pessimo amante.
 
Se Luke per un caso improbabile del destino fosse stato gay, Brandon lo avrebbe ucciso e non perché fosse omofobo ma perché gli avrebbe sicuramente spezzato il cuore, lacerato l’anima.
 
-Dai smettila Cooper, non è il caso di tirarsela troppo, no? Ok, lavoriamo alla grande, la band è fenomenale, siamo in tour in ogni parte del mondo, ma stai per diventare padre cazzo, dovresti modificare il tuo atteggiamento, o no?-
 
Brandon schiacciò leggermente una cicca sporca di rossetto nero per terra, con lo stivale gotico acquistato su EMP, un rifornitore di roba assurda, tra cui anche magliette di merda purtroppo.
 
-Mia moglie è incinta, Luke, non malata, e ora se vuoi farmi passare… ah un’altra cosa… io se fossi in te mi preoccuperei più per Sarah e Mike-
 
Luke lo guardò a bocca spalancata, pallido come un cencio.
 
Che Sarah, la sua donna, lo tradisse con il fotografo delle modelle alternative?
 
Si stava impigliando tra quei fottuti pensieri, voleva guardare il viso di Sarah, anzi gli occhi celesti della donna che gli aveva rubato l’anima, strappandogli ogni pezzo di vita, per vedere cosa si celava al loro interno.
Verità o bugia? E se fosse stata tutta una farsa, una incredibile menzogna, come l’avrebbe presa lui?
 
Il suo cuore forse si sarebbe infranto del tutto, come un milione di piccoli pezzi di vetro.


che ne pensate di questo quarto piccolo capitolo? E della storia in generale? Scrivetemi le vostre impressioni, please ♥

Un bacio, Dakota. 

 

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Capitolo 5
*** Quinto capitolo ***




 
Mercoledì.
 
Sarah era scesa di tono, non aveva voglia di parlare con i suoi fans che per strada le chiedevano degli autografi, né di fare delle dirette Instagram in cui i follone potevano farle delle domande per di più scottanti.
Era giovane e stanca, e a volte stupida.
 
-Luke, puoi venire un attimo?-
Si stava nascondendo da tutti, specialmente da Mike e dalla società, tutti tranne Luke.
 
-Dimmi tesoro-
Voleva baciarla con tenerezza, magari raggiungere il collo, scendere lungo il seno grande, generoso, toglierle la maglietta con Spongebob disegnato sopra e fare l’amore con lei sfilandole lentamente le mutandine bianche.
Il suo odore era irresistibile, inebriante. Profumo di donna, dea che lui voleva toccare con brama.
-Potresti aiutarmi a scegliere tra questo due foto? Qual è la migliore?-
 
Tutte, Sarah.
Tutte sono fantastiche. E non perché il fotografo sia stato bravo, ma per via del soggetto perfetto.
Incanto, splendore.
 
 
E forse lo tradiva. Non riusciva ad odiarla in ogni caso, non lo avrebbe mai potuto provare un sentimento di odio profondo nei suoi confronti, oppure semplice indifferenza.
 
Si sedette accanto a lei, immaginando di possederla su quel tavolo bianco della cucina.
Si morse un labbro, carnoso. Pensò al dolore che gli avrebbe inflitto il tradimento mentale e fisico.
Atroce.
Sgomento, paura di perderla.
 
-Sono tutte bellissime, Mike ci sa fare-
 
-Sì ma io sono la regina della scena-
 
Disse ‘regina’ alzando le braccia tatuate con vari disegni e colori che catturavano di parecchio l’attenzione. Tatuaggi diversi dai suoi, ma che colpivano dritti al cuore.
Lei amava moltissimo Pupy, il gatto che era scomparso da qualche mese e che aveva accudito come un figlio, facendo sì che anche Lukas apprezzasse i felini. Se lo era fatto tatuare sul braccio destro, con sopra un fiore e accanto la frase ‘La morte non può dividere’.
 
-Sei la mia regina, sì-
L’eccitazione era al massimo.
Sarah amava le sue attenzione, Lukas amava dedicarle i concerti.
 
-Allora, Evans, questa… o questa?-
Si mise a sorridere, lucide le sue labbra e grosse come frutti.
Naturali, come tutto il resto, come se quel  giorno Dio avesse donato ogni bene alla sua creatura preferita, solo a lei.
 
Lu unghie erano rosso fuoco. Dita sottili indicarono le diapositive e con lo sguardo si strusciò mentalmente sul corpo di Luke, che stava grattandosi il collo, cercando di non dar dimostrazione dell’eccitazione che aumentava sempre più.
 
-Ok, questa. Solo perché so che ai follone su Instagram piace il tuo stivaletto nero e le calze strappate a rete, ma sappi che sono molto geloso-
 
-Le mie calze hanno più follone di Mike-
 
Rise ma per Luke non ci fu nulla da ridere.
 
-Perché devi sempre parlare di Mike? Perché proprio ora?-
 
Detto questo si alzò, non voleva che lei lo vedesse nervoso, impaurito, fragile. Gli mise un braccio intorno al collo, per tranquillizzarlo. Lei lo adorava, forse lo avrebbe addirittura amato un giorno, ma si sa, il colore delle cose più belle tende puntualmente a svanire, come un incantesimo non desiderato.
 
-Non mi accarezzare come se fossi un gatto, io non sono né Pupy, né tanto meno Mike-
 
Sarah si lasciò cadere sulla sedia, ormai il tavolo era ingombro delle sue foto abbastanza tranquille, ma Mike aveva con sé quelle piccanti, quelle che bramavano tutti.
 
-Ascolta Luke, è un periodo di stress per entrambi, ok?-
-Lasciamo, ho bisogno di stare solo-
 
-Come vuoi, non dirmi però che hai voglia di me solo quando ti fanno comode le mie gambe, il mio seno o altro, va bene?-
 
-Io ti ho amata da sempre. Ma qualcosa mi dice che nel mio cuore il posto per una come te non ci sarebbe mai dovuto essere-
 
Gli prese il viso tra le mani, o ci provò almeno.
 
-Smettila!-
 
Se fosse stato Brandon gli avrebbe sbattuto la faccia contro il muro o contro la sua mano,  ma era Sarah, cazzo.
 
Non poteva picchiare una  donna, altrimenti non sarebbe stato più un uomo.
 
Con il trucco sbavato, Sarah scrisse un messaggio di nascosto da Luke, che sedeva in un angolo con il volto rabbuiato, pronto ad andar via.
 
‘Proviamo a trovare un accordo, ti va? Ho bisogno di vederti. So che sono stata una stronza l’ultima volta, ma voglio parlarti’
 
Il destinatario era Mike. 





COME STATE??  DAKOTA VI SALUTA E VI MANDA UN ABBRACCIO E VI RINGRAZIA PERCHE' STATE LEGGENDO LA STORIA ♥

NE SUCCEDERANNO DELLE BELLE ;) STAY TUNED 

 

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