To hell and back

di JennyPotter99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The painting. ***
Capitolo 2: *** The magic of Beacon Hills ***
Capitolo 3: *** Family. ***
Capitolo 4: *** Walking blindly. ***
Capitolo 5: *** The hidden truths. ***
Capitolo 6: *** An hole in the head. ***
Capitolo 7: *** Bloody footprints ***
Capitolo 8: *** Let me see a story of love. ***
Capitolo 9: *** Currents. ***
Capitolo 10: *** Trust me. ***
Capitolo 11: *** The new pack. ***
Capitolo 12: *** That girl with rose skin and black hair. ***
Capitolo 13: *** Lies and gifts. ***
Capitolo 14: *** I wish i was never born! ***



Capitolo 1
*** The painting. ***


3 mesi dopo.
 
Le foglie secche avevano ormai circondato il buco nella terra che Stiles aveva fatto a forza di sedersi davanti alla lapide di Derek Hale.
Gli erano cresciuti i capelli e non si faceva la barba di settimane.
Nonostante Wendy e Derek avessero un legame fin dagli inizi, Stiles era quello che ne stava soffrendo di più.
A malapena aveva tenuto Hope in braccio da quando era nata.
Ormai cresciuta con la stessa fretta con la quale era cresciuta anche Angelica, Hope era diventata una ragazza snella, dai lunghi capelli marroni, dello stesso colore del padre, come gli occhi.
Era suo padre in tutto e per tutto.
Mentre sua sorella coltivava la passione per l’arte, Hope si era iscritta a karate a 12 anni.
Spesso si chiedeva perché suo padre non la considerasse: non perché non le voleva bene, ma perché la sua nascita continuava a ricordarle il giorno in cui Derek era morto.
Né i dottori del terrore né Theo si erano più fatti vedere, ma il branco sapeva che, dopo aver preso il sangue di Angelica, avevano dovuto per forza aver fatto altri esperimenti per creare la Chimera perfetta.
-Non lo vedi per la maggior parte della giornata…Ha chiesto delle ferie al lavoro ed era l’unico che lavorava in famiglia, quindi adesso siamo quasi sull’astrico.- raccontò Wendy, davanti al letto d’ospedale di Lydia: Theo non gli aveva solamente provocato un trauma celebrale, ma le era anche entrato nella testa.
Da quel giorno, Lydia era entrata in coma, pronunciando qualche parola ogni tanto e con gli occhi fissi nel vuoto.
-Angelica e Liam non si parlano, dato che lui ha tentato di ucciderla. A Hope non abbiamo raccontato né di Theo né di Derek per non sconvolgerla troppo.- continuò, prendendole la mano e accarezzandole la fronte.- Tu devi farcela, Lydia, non posso perdere anche te.-
D’un tratto, Natalie entrò nella stanza.- Tu che ci fai qui?!- esclamò, con rabbia.
-Sono la sua migliore amica!- affermò Wendy.
-Sì e questo l’ha uccisa! Tutti voi l’avete uccisa!- commentò la donna, con gli occhi lucidi.- Verrà portata d Eichen House, dove nessuno potrà farle visita e sarà al sicuro.-
Wendy sgranò gli occhi.- La prego no, non la rinchiuda lì dentro!-
-Vattene via!-
Gli addetti alla sicurezza sentirono le urla ed intervennero per prendere Wendy per le braccia e portarla via.
-La prego, mi ascolti! Non la rinchiuda lì dentro!-
***
Con l’inizio del nuovo anno scolastico, anche Hope iniziò ad andare a scuola.
-Allora, ripetimi cosa devi dire alla gente.- le disse Angelica.
Hope sospirò per la decima volta.- Mi chiamo Hope Watson, sono la tua sorella minore, i nostri genitori sono morti e viviamo con nostro zio.-
-Perfetto, questa è l’aula di biologia, ce l’hai alla prima ora.- continuò la sorella, indicandole l’aula.- Se ti serve qualcosa, chiamami.- le disse infine, proseguendo in un’altra aula.
Hope si grattò la guancia.- E come dovrei fare? Non ho un telefono. Ululo?-
Hope sapeva tutto della sua famiglia: che sua madre era un licantropo Alfa e che suo padre era un druido, ma non sapeva niente di Derek o che Theo avesse cercato di ucciderlo per ottenere il potere di Stiles.
Nessuno si sarebbe mai aspettato quello che sarebbe successo dopo.
Entrando in classe, Hope andò a sbattere contro un altro ragazzo e le caddero tutti i libri.
-Ehi, stai attento a dove vai.- borbottò un altro studente, aiutandola.
-No, non fa niente, sono io che sono maldestra, è una cosa di famiglia.- commentò Hope, alzando lo sguardo su di lui: era un affasciante ragazzo dagli occhi verdi e il ciuffo ingelatinato.
Theo Raeken.
-Mani di ricotta, allora.- aggiunse lui sorridendole.
-S-Sì.- balbettò Hope, arrossendo e mettendosi a sedere prima di fare un’altra brutta figura.
Theo si sedette in fondo, un po' confuso: non appena aveva incrociato i suoi occhi, si era sentito diverso dal solito.
Natalie Martin entrò in fretta in aula, con le occhiaie agli occhi di chi non dormiva da giorni.- Prego, aprite il libro a pagina 66.-
Hope cercò il libro fra gli altri, ma capì di non averlo e alzò la mano.- M-mi scusi…Credo di essermi dimenticata di comprarlo.-
-Tu devi essere quella nuova, sta tranquilla.- le disse l’insegnante, dandole un bigliettino.- Acquistalo qui e digli che ti mando io.-
Hope prese tutto il necessario dall’astuccio e, durante la lezione, continuava a percepire qualcuno che la fissava.
Ogni tanto voltava lo sguardo verso gli ultimi posti e, quando incrociava gli occhi di Theo, lui guardava sempre da un’altra parte.
Lo trovò un ragazzo parecchio strano.
Oltre a notare questo, quando lei ed Angelica andarono in biblioteca per ripassare, osservò che lei e Liam neanche si guardavano.
Angelica passò tra gli scaffali per prendere un libro, lasciando così un buco e dall’altra parte incrociò Liam, così rimise a posto il libro velocemente.
Hope si morse una guancia.- Quindi ancora niente, eh?-
-Sssh!-
La sorella assottigliò gli occhi.- Scusa…Dopotutto ha solo cercato di ucciderti, non ti ha tradito.-
Angelica sospirò.- Non è solo questo, io…- le disse, avvicinandosi al suo orecchio.
Hope li spalancò stavolta.- Hai baciato un altro!- urlò.
Angelica le tappò subito la bocca.- Sssh! Vuoi urlarlo per tutta la scuola?!-
Hope si strinse nelle spalle.- Beh, Liam è un bel ragazzo, l’altro deve essere proprio un gran figo.-
-E tu che ne sai? Da quanto tempo te ne intendi di ragazzi?- ridacchiò Angelica.
-Diciamo che…Oggi c’era un tipo in classe, un po' strano, ma che continuava a fissarmi.-
-E’ carino?-
Hope annuì più volte.- E’ uno schianto: tipo 5 centimetri di vita e 50 di spalle.-
Prima che continuassero a parlare, improvvisamente la terra prese a tremare.
Alcuni studenti si ripararono sotto i tavoli, credendo si trattasse di un terremoto.
Infine, ci fu un boato per il corridoio e lei due corsero a controllare.
La targa della Beacon Hills High School era stata lanciata all’interno della scuola e aveva distrutto metà del corridoio.
Entrambe si fulminarono con lo sguardo: solo qualcosa di estremamente forte avrebbe potuto farlo.
***
La polizia si precipitò a scuola, ma Stiles non ricevette la chiamata perché non andava al lavoro da 3 mesi.
Quel pomeriggio, tornò a casa, si tolse la giacca e vide che Wendy l’aspettava seduta al tavolo, fissandolo.
-Ti avevo detto che non c’era bisogno mi aspettassi.- le disse lui.
-E invece sì.- affermò Wendy.
-Non ho fame.- borbottò Stiles, aprendo il frigo per prendersi una birra.
Wendy sbuffò e si alzò, facendo strusciare la sedia a terra: lo prese per la felpa e lo fece specchiare. -Guardati! Guarda come sei ridotto!- esclamò, mettendosi una mano nei capelli.- Ad occhio nudo avrai perso 9 chili!-
-Che cosa vuoi che ti dica?! Che sto di merda?! Si, è vero!- replicò Stiles, aprendo le braccia.
-Questo già lo so! Devi dirmi che tornerai ad essere quello di prima, che ti prenderai cura delle tue figlie! Era quello che volevi, no?! Angelica: forte e coraggiosa come sua madre e la seconda, Hope, sa-
-Saggia e intrepida come suo padre.- si ricordò Stiles, con gli occhi lucidi.- Mi dispiace, non so come posso superare questa cosa.- singhiozzò, coprendosi gli occhi.
Wendy gli accarezzò il petto.- Lo faremo insieme tesoro, devi lasciare che ti aiuti.-
Stiles annuì, asciugandosi il viso.
-Iniziamo da una doccia.-
Quella frase fece ridere entrambi da un bel po' di tempo.
Così, con il sottofondo di una dolce musica lenta, Wendy gli fece il bagno, gli tagliò i capelli e gli fece la barba.
Stiles la guardò negli occhi mentre gli spalmava la schiuma.
-Che c’è?-gli chiese lei, arrossendo.
-Mi sembra passata un’eternità dall’ultima volta che ti ho guardata.- mormorò Stiles, accarezzandole la guancia. -Mi ero scordato quanto fossi bella.-
-Tornerai bello anche tu.- commentò Wendy, baciandolo dolcemente. -Ti amo.-
-Ti amo.-
 
Per dare la propria testimonianza alla polizia, Hope aveva fatto tardi per andare in libreria e comprare il libro di biologia.
Quando calò il sole, prese l’autobus per andarci e notò con un uomo sulla mezza età le fissava il sedere: fece uno sguardo disgustato e scese alla sua fermata, ma il tipo la seguì.
Girato l’angolo, ne apparve un altro che le sorrise maliziosamente: questo era più grosso e muscoloso.
-Ehi tesoro, perché non ci facciamo un giro?- le mormorò, avvicinandosi.
-Lasciatemi stare! V-Vi avverto, faccio karate!- affermò lei, mettendo le mani in avanti.
I due scoppiarono a ridere.- Certo, come no!-
-Ha detto: lasciala stare.- ringhiò un ragazzo dietro di loro. -Perché non te la prendi con qualcuno della tua stazza?- esclamò Theo, tirando fuori le zanne e prendendoli a pugni entrambi, fino a stenderli.
Hope sgranò gli occhi, tremando.- S-Sei…Un lupo mannaro.-
Theo le fece un sorriso amichevole.- Già, scusa.-
D’un tratto, uno di loro si rialzò e sfoderò un coltello.
-Attento!-
Hope gli afferrò il polso, gli tolse il coltello e gli rigirò il braccio dietro la schiena, fino a romperglielo: il tutto in pochi secondi.
Theo la guardò sbalordito, mentre i due scappavano.
-Faccio davvero karate.-
-Beh, se me lo avessi detto due minuti prima non sarei intervenuto.- commentò Theo, ridacchiando.
Hope si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio, arrossendo.- Grazie lo stesso.-
Per Theo era una sensazione nuova, trovarsi davanti ad una ragazza che sembrava piacergli.- Ti accompagno a casa?-
-Oh no, grazie, è qui vicino, basta qualche fermata di autobus.-
-Che scemo, non mi sono neanche presentato…Mi chiamo Theo.- le disse, porgendole la mano.
Hope la strinse.- Io sono Hope.- rispose, guardando poi l’orologio.- E sono in ritardo! Santo cielo, i miei si arrabbieranno!- esclamò, salutandolo con la mano mentre fuggiva via.- Scusami, ci vediamo a scuola!-
Theo rise tra se e se, guardandola correre con aria buffa.
Anche se la conosceva da appena un giorno, qualcosa in lui era cambiato.
***
A casa Stilinski regnava la tranquillità: nella stanza di Angelica, avevano aggiunto un altro letto per Hope.
E fu proprio nel pieno della notte, che Hope prese a gridare nel sonno.
Stiles e Wendy sobbalzarono, correndo subito nella loro stanza.
-Che è successo?!- esclamò Wendy, dopo aver acceso la luce.
-Non lo so, è saltata e ha iniziato a gridare.- rispose Angelica, preoccupata.
Hope aveva gli occhi fissi sul muro.- Lui…Lui prendeva fuoco…- bofonchiò, tremando.
Stiles osservò che le dita della figlia si muovevano in modo strano.- Aspetta…- Prese un taccuino dalla scrivania e le infilò la penna nelle dita.
Hope iniziò a disegnare qualcosa.- E…Denti, zanne, sangue…- singhiozzò, spaventata.
Nel mentre, le luci si offuscarono per un istante, come se fosse stata lei a farlo.
Wendy guardò il suo disegno.- Tesoro, che cos’è?-
-E’ un affresco…- rispose Hope, abbassando finalmente lo sguardo sul foglio.- Almeno credo…E’ stato orribile…-
I genitori si fulminarono con lo sguardo, decidendo però di continuare a mentirle.
-D’accordo, è stato solo un brutto sogno.- le disse Stiles.
Hope aggrottò le sopracciglia.- Ma sembrava così reale.-
-No, era solo un sogno.- affermò suo padre, con tono duro.
Wendy le accarezzò la spalla.- Tranquilla amore, torna a dormire.-
Una volta che si fu riaddormentata, i tre si riunirono in soggiorno.
-E’ ufficiale: hanno creato la Chimera perfetta col mio sangue.-
-E’ un druido.- disse Wendy.- Sapevo che poteva succedere.-
-Ma io non ho mai avuto visioni.- replicò Stiles.
-Tu ci sei diventato col passar del tempo, lei ci è nata.- puntualizzò Angelica.
Stiles batté il piede a terra nervosamente.- Dobbiamo tenerla lontano da Theo.-
-Non sa nemmeno che faccia abbia…Almeno abbiamo un vantaggio.- commentò la figlia.
D’un tratto, Wendy indossò la giacca di pelle e prese le chiavi dell’auto.
-Dove vai?-
Con sguardo deciso, aprì poi la porta.- A cercare di mettere fine a questa storia.-
Wendy si avviò nel posto in cui sospettavano che ci fosse il laboratorio dei dottori, ma, ad aspettarla, c’era Theo.
-Non troverai niente dove stai cercando.- confermò Theo, mettendosi davanti a lei.
-Io invece credo di sì, dato che ci sei anche tu: è il posto giusto, solo che non abbiamo guardato bene.- replicò Wendy, assottigliando gli occhi ed estraendo gli artigli.
In quel momento, al fianco di Theo si misero altri ragazzi che Wendy credeva morti: Hayden, Josh, Cory e Lucas ora facevano parte del suo branco.
Theo sorrise per il suo sguardo meravigliato.- Sorpresa? Credevi che in questi 3 mesi sarei stato con le mani in mano?- le chiese, alzando le sopracciglia.- Come sta il piccolo druido?-
Wendy strinse il pugno.- Tu non la toccherai.-
-Sì invece e prima o poi, sarà mia.-
L’Alfa ruggì, ma non volle attaccarli, perché i ragazzi dietro di lui non avevano fatto niente di male, non avevano scelto loro di essere Chimere genetiche.
Perciò, Wendy mise gli artigli sul muro e disegnò una spirale, il segno di vendetta.
-Credi di farmi paura, Wendy?-
La ragazza fece un ghigno divertito, mentre, a casa, Stiles caricava le pistole, i fucili, tutte le armi che aveva con proiettili d’argento.- Oh no…Non è di me che dovrai aver paura.-

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Capitolo 2
*** The magic of Beacon Hills ***


Stiles era finalmente tornato al lavoro.
Anche Parrish continuava a fare il vicesceriffo senza problemi e si iniziava a vociferare che, prima o poi, lo sceriffo avrebbe scelto un suo successore e che sarebbe andato in pensione.
Quella mattina, proprio lui riunì i poliziotti al centro della stazione.
-Allora, mi è stato detto che ci sarà qualcuno di nuovo oggi…- annunciò l’uomo, alzando le sopracciglia sorpreso dopo aver letto il nome sul foglio.- Oh santo cielo…-
I poliziotti in seconda fila fischiarono come uomini in calore in uno strip club, quando dalla porta entrò una donna con una coda alta liscia, il seno prorompente che usciva dalla divisa e degli anfibi neri che facevano rumore ad ogni passo.
Stiles sgranò gli occhi quando vide sua moglie e osservò che anche Parrish la fissava sbalordito.
Gli schioccò le dita davanti agli occhi.- Ehi, ciccio bello, tutto quello è mio, chiaro?- ribadì, alzando la mano per mostrare l’anello.- Ha la fedina!- disse ad alta voce.
Parrish scosse la testa per riprendersi.- S-Sì, scusa.-
-D’accordo, primo giorno agente McCall: tu e Stiles occupatevi delle segnalazioni di un grosso animale.- continuò lo sceriffo, consegnandole la cartella.
Quando Wendy lo lesse, capì che si trattava dello stesso posto dove avevano già cercato i dottori del terrore.
Così, i due salirono in auto.
-Perché non me lo hai detto?- le chiese Stiles.
-Volevo che fosse una sorpresa: quando abbiamo indagato insieme sul DARACH siamo stati una bella squadra, magari è questa la mia vocazione.- spiegò Wendy, alzando le spalle.- E poi…Agente McCall è molto più figo di Agente Stilinski Junior.- commentò ridacchiando, mentre parcheggiò.
L’entrata era stata fatta a pezzi da qualcosa di molto grosso.
-Infine, che dire, questa divisa mi sta da Dio.- affermò, facendogli un occhiolino ed estraendo la pistola.
Stiles assottigliò gli occhi con un sorriso malizioso.- E’ discutibile.-
Armati di pistola, Stiles e Wendy entrarono lentamente all’interno.
Videro subito una scia di sangue che portava ad un uomo steso a terra: Wendy si chinò per sentirgli il polso.- Morto.-
Illuminando il percorso con la luce, Stiles seguì il sangue che sembrava finire verso un buco nell’angolo, una specie di passaggio segreto.
Ma quando decisero di avventurarvici, udirono prima un ringhio nel buio.
Dall’ombra uscì una grossa creatura dagli artigli enormi e gli occhi azzurri brillante.
-Cazzo.-
-Lo affrontiamo?- domandò Stiles, tremando.
-Sei impazzito? Corri!-
Non appena la bestia ruggì, i due corsero fuori verso la foresta, con essa che li seguiva.
Un certo punto, Stiles si chinò sulle foglie, cercando qualcosa.
-Che stai facendo?!-
Stiles tirò fuori da una sacca un arco e ci mise dentro una freccia, puntandolo verso il mostro.
Essa si andò a conficcare dentro la sua gamba e fece un verso di dolore.
-Lo hai preso?-
-L’ho rallentato.- affermò il druido.
Wendy osservo poi i suoi occhi furiosi.- E fatto incazzare….Scappa!-
 
Ignara di quello che stesse succedendo, Angelica aprì l’armadietto per prendere i libri e al suo interno trovò un mazzo di fiori profumati.
Pochi sapevano la combinazione del lucchetto, tra cui sua sorella.
Vicino ai fiori, un biglietto con su scritto Scusa.
-Non c’era il biglietto Scusa se ho provato ad ucciderti.- esordì Liam, avvicinandosi timidamente.
Angelica gli sorrise, annusando i fiori.
-Io…Mi dispiace, non so che cosa dire…Se non che mi manchi…Mi manca parlare con te, entrare dalla tua finestra di nascosto, baciarti, anche solo guardarti…- balbettò Liam.
Angelica non lo lasciò nemmeno finire, che gli prese il viso tra le mani e lo baciò dolcemente.
Forse si stava mettendo tutto a posto.
-Non è stata colpa tua e io sono stata una stupida a non rivolgerti la parola.- replicò Angelica. -E’ che…Ho pensato per tanto tempo che ti avevo perso.-
Liam scosse appena la testa.- Sono qui.- le sussurrò, guardandola negli occhi.
La campanella suonò in quel momento.
-Ci vediamo a pranzo.- gli assicurò lei, baciandole la guancia.
Hope venne fuori da dietro il muro e si assicurò che tutto avesse funzionato.
Liam si voltò verso di lei e alzò il pollice, sorridendo.
Hope entrò in aula, soddisfatta e si sedette al solito posto.
-Cos’è quel sorrisetto?- le domandò Theo, accanto a lei.
-Oh, niente, ho solo aiutato un amico con una ragazza.-
-Bellissima e anche generosa.- commentò Theo, facendola arrossire. Successivamente, si avvicinò col banchetto al suo, aprendo il libro di biologia.
-C-Che fai?- balbettò Hope, percependo il suo calore.
-Non hai più comprato il libro, possiamo usare il mio.-
-Oh…C-Certo…-
-E magari possiamo prendere un caffè insieme, un giorno di questi...-
Hope fece cadere il libro quando si accorse che le aveva appena chiesto di uscire.- I-Io e te?-
Theo la fissò negli occhi.- Io e te.- sussurrò. -Non devi darmi una risposta per forza ora, pensaci e dimmelo, okay?-
Hope riuscì solo ad annuire e per tutto il resto della lezione, le loro mani si sfiorarono e lei capì chiaramente che Theo la fissava tutto il tempo.
Non era una semplice cotta.
 
A poche ore dall’inseguimento con quella creatura, Stiles e Wendy tornarono sulla scena del crimine per memorizzare le prove e vedere cosa ci fosse all’interno di quel nascondiglio.
Portava direttamente in un altro corridoio più profondo.
Wendy sentì subito un odore strano sul pavimento e accese la torcia, puntando verso un punto preciso.
C’erano delle tracce di mercurio che formavano una scritta.
-Damnatio Memoriae…Mh...Non sono brava col latino.- disse Wendy.
-Significa dannazione della memoria.-
-Significa che questa Chimera è più vecchia delle altre.- intervenne Tracy, estraendo gli artigli da Kanima.
Li infilzò direttamente nel petto di Stiles, ma sembravano non fare effetto, rendendo sorpresa anche lei.
Stiles strinse gli occhi.- Mi dispiace per te, ma ce l’ho avuto in corpo così tante volte che ormai non fa più effetto.- affermò, prima di darle una gomitata sul naso.
Dai lati del corridoio apparvero anche Josh e Lucas.
Essendo Lucas una creatura ad elettricità, Wendy afferrò il polso di Josh e rigirò i suoi artigli nel petto di Lucas, così da fargli prendere una scossa.
L’Alfa percepì anche odore di paura verso il muro e Cory ne venne fuori, come se prima fosse stato invisibile.
-Va bene, basta così, non sono pronti per lo scontro con un’Alfa.- esordì Theo, guardando male Cory.- O con chi conosce l’odore della paura.-
-Lei ha le zanne.- balbettò Cory, spaventato.
Non appena vide Theo, Stiles estrasse la pistola a denti stretti.
Theo lo guardò.- Stiles.-
-Stronzo.-
-Non sono io il vostro nemico adesso, ma quell’enorme cosa che sta girando per la città.- disse Theo. -Capite che dobbiamo allearci per fermarla?-
-Preferisco mettere la testa nel water e tirare lo sciacquone.- ribatté Stiles.
-Perché dovresti aiutarci? Sei tu che l’hai creata rubando il sangue di Angelica.- continuò Wendy: osservò poi che Theo si morse un labbro, come infastidito.- Nemmeno tu sapevi cosa ci avrebbero fatto, vero?-
-Io non dovevo saperlo: loro mi avrebbero dato un branco e io l’avrei aiutati ad ottenere il suo sangue.- spiegò il ragazzo.
-Perciò la storia del druido era una tua cosa personale.- commentò Stiles.
Theo alzò le spalle.- Penso che ognuno di voi sappia che se si vuole qualcosa, si deve combattere per ottenerla.- rispose, aiutando gli altri del branco ad alzarsi.- Fidati Wendy, prima o poi tu avrai bisogno di me.-
 
-Dobbiamo dirglielo.- esordì Wendy, una volta a casa.
-Perché?-
-Come le spiegherai quando vedrà in giro un bestione di tre metri con gli artigli e le zanne grandi quanto la sua testa?- ribatté lei. -Con il sogno ce la siamo cavata, ma questo non è un sogno, è reale.-
-Ci odierà a morte.- borbottò Stiles, mordendosi le unghie.
In quell’istante, Hope varcò la porta e trovò il resto della famiglia a fissarla. -Che c’è?-
-Tesoro, puoi sederti un attimo? Dobbiamo parlarti.- le disse la madre.
-Se è per quel brutto voto in matematica, giuro che rimedierò.- balbettò Hope, sedendosi sul divano.
Wendy le fece un sorriso incoraggiante.- No, sta tranquilla.-
La sorella le si sedette accanto. -Il sogno che hai fatto la scorsa notte…Non era solo un sogno…-

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Capitolo 3
*** Family. ***


Hope fissava davanti a se come se le avessero detto che una persona cara era morta: non riusciva a metabolizzare ancora tutto quello che le avevano raccontato.
Dei dottori del terrore, della nuova Chimera, di Derek Hale, ma non di Theo.
Stiles osservò il suo sguardo.- Hope, stai bene?-
La ragazza balbettò qualcosa di incomprensibile e poi scappò in camera.
Stiles si grattò la guancia.- L’ha presa bene.-
-Odio ammetterlo, ma Theo ha ragione…Non possiamo farcela da soli.- commentò Wendy.
-E chi vuoi chiamare? Kira? Che non riesce nemmeno a controllarsi? O Malia che è ancora alla ricerca di sua madre?- intervenne Angelica.
Wendy osservò di nuovo il disegno che Hope aveva fatto dopo il suo incubo.- Parlo di noi, della nostra famiglia.- puntualizzò, fissando il marito.
Stiles si sentì osservato.- Perché guardi me?-
-Devi insegnarle a controllare i suoi poteri. Stiles, quella ragazza cerca la tua approvazione sin da quando è nata.-
Stiles sapeva che quel giorno sarebbe arrivato: avrebbe dovuto guardare negli occhi sua figlia e affrontare tutte le sensazioni che avrebbe provato.
 
La sera dopo, Hope rimase fino a tardi alla biblioteca per ripassare matematica: non voleva vedere i suoi genitori, ancora non riusciva ad affrontarli.
Di certo la matematica non riusciva a distrarla e iniziò a fare disegni sul quaderno.
-Che cos’è?- le domandò Theo, sedendosi al suo tavolo.
Il disegno raffigurava 4 cerchi di seguito, sempre più piccoli e una linea che gli passava attraverso.
-Nulla…Solo un disegno che faccio da quando sono piccola…E’ un effetto ottico…I cerchi sono mia madre, mio padre, mia sorella e la più piccola sono io. La linea li attraversa, ma non li divide…Niente è come sembra.- spiegò Hope.
-E tu come sembri?-
-Una ragazza che non sa fare matematica.- rispose sarcasticamente ridacchiando.
Anche Theo ridacchiò.- Io ti do ripetizioni, se tu esci con me.-
Hope storse la bocca.- Mi spiace, ma non posso…E’ un periodo un po' difficile per me…-
Theo annuì.- Tranquilla, non devi darmi spiegazioni…Capisco che non è facile fidarsi di un licantropo.-
-Scusa…-
-Beh, non mi va che cammini di sera da sola, perciò fatti accompagnare almeno alla fermata dell’autobus.-
Hope si scansò la frangetta dagli occhi e osservò il suo sguardo.
-Che c’è?-
-E’ strano…Il modo in cui mi guardi…Sembra come se…-
-Mi facessi uno strano effetto che non riesco a spiegarmi?- sussurrò Theo, accarezzandole la guancia col pollice.
Hope assottigliò gli occhi.- No, come se volessi mangiarmi.-
Theo scoppiò a ridere.- No, non voglio mangiarti, uccellino.-
Improvvisamente, dal corridoio sentirono degli strani rumori e andarono a controllare.
La scuola era deserta e buia, tranne per loro due.
Ad un certo punto, da un altro corridoio, spuntò di nuovo la grande creatura dagli occhi azzurri.
Hope sgranò gli occhi.- Ma lei sì!-
-Scappa!- urlò Theo, afferrandole la mano e fuggendo di fuori.
Corsero nella foresta, con il mostro che li inseguiva: un suo salto erano 6 passi dei loro.
A quel punto, si ritrovarono in un bivio e l’altro lato era fin troppo lontano.
-Che facciamo?!- esclamò Hope, terrorizzata.
Theo si guardò intorno, cercando una soluzione.- Ti fidi di me?- le chiese, guardandola negli occhi.
I suoi occhi parvero sinceri.- Sì.-
-Allora saltami sulle spalle.-
Prima che la creatura li raggiungesse, Hope si aggrappò con le mani alle sue spalle e con le gambe al suo bacino.
-Reggiti!-
Hope affondò la testa nel suo collo per non guardare: Theo prese la rincorsa e fece un gran balzo, arrivando dall’altro lato del burrone.
La ragazza emise un grido e atterrò sana e salva su di lui.
Successivamente, la bestia se ne andò e fecero un sospiro di sollievo.
Theo e Hope si ritrovarono molto vicini.
-Di solito questo è il momento del bacio.- commentò Theo.
Lei arricciò il naso, alzandosi.- Non ti bacerò!-
Il ragazzo fece un sorrisetto soddisfatto.- Secondo me sarai tu a chiedermelo, uccellino.-
 
Dopo cena, Stiles prese un bel respiro ed entrò nella sua camera per parlarle.
La prima cosa che vide, era il disegno di una triscele attaccata al muro.
-Che cos’è questa?-
-Non lo so, è una cosa che sogno…- rispose Hope, portandosi le ginocchia al petto.
-Sogni molto?- le chiese, immaginando che quelli non fossero sogni, ma vere e proprie visioni.
Hope annuì e prese un quaderno che aveva sotto il letto.- Volti…Per la maggior parte del tempo…Ma da quando ho sognato quei mostri, sembra che la mia testa sia troppo spaventata.-
Stiles sfogliò le pagine e subito dopo un ritratto di Liam, ce ne fu uno che gli fece venire gli occhi lucidi.
Passò le dita sulle guance disegnate come se gliele stesse accarezzando davvero.
Hope non capì la sua reazione.- Lo conosci? Sai chi è?-
Stiles annuì, tirando su col naso.- E’ Derek.-
-Papà…Ma…Tu…Eri innamorato di lui?- mormorò lei, come fosse un segreto.
Stiles chiuse il quaderno e lo ripose.- Ne riparliamo un’altra volta.-
-Papà, io non so niente su come sia un druido.- continuò Hope, stringendosi nelle spalle.
Il padre le prese la mano.- Vieni, ti porto in un posto.-
I due si avviarono nella foresta e Stiles la condusse alla riva di un piccolo fiumiciattolo creato da una stupenda cascata.
-Wow!- esclamò Hope, meravigliata.- Che posto è?-
-La chiamiamo La cascata del lupo.- puntualizzò Stiles.- Ci siamo addestrati tutti qui: tua madre, tua sorella ed io.-
Hope si strinse nelle spalle.- Ma io non so neanche da dove cominciare.-
-Allora: il potere dei druidi si concentra sui 4 elementi: terra, acqua, fuoco e aria. Tu sei nata così, quindi dovresti riuscire a padroneggiarli senza problemi…Io, che lo sono diventato, non credo di essere potente quanto te.- spiegò Stiles.- Per esempio, se ti concentri bene, puoi trasformare l’acqua.-
Titubante, Hope si piegò sulla riva e avvicinò una mano alla superficie, fissandola intensamente.
In pochi istanti, piccole bollicine d’acqua iniziarono a volare.
Stiles ne fu sbalordito, gli occhi di Hope non erano nemmeno diventati neri.
-Oh mio Dio, che forza!-
-Come hai fatto?- le domandò, confuso.
-Non lo so, io…Ho solo immaginato di poterlo fare nella mia testa.- rispose entusiasta.
Il padre fece un mezzo sorriso.- Einsten diceva che l’immaginazione è più importante della conoscenza.-
Di scatto, Hope lo abbracciò.- Grazie papà.-
Non avevano mai avuto quegli scambi di affetto, così Hope si scansò subito.- Oh, scusa…-
Stiles le accarezzò la guancia: era giunto il momento di fare il padre.- No, tranquilla.- le sussurrò, stringendola a se.
 
Intanto, Wendy si era avviata a casa Argent per chiedere consiglio a Chris.
Gli mostrò le immagini della sorveglianza che ritraevano il mostro fuggire per strada.
Chris aggrottò le sopracciglia e rivide il video più volte.- Non è possibile.-
-Sai che cos’è?-
-Sì…E’ una bestia antica, uccisa dai miei avi. La bête du Gévaudan.-
Wendy si ricordò benissimo di quel nome: Allison ne aveva parlato con lei per fare una ricerca sulla propria famiglia e possedeva anche un ciondolo. -Intendi il lupo che Allison aveva sul ciondolo?-
-Non era soltanto un lupo, era un assassino spietato.- affermò Chris.- Non so molto di quella storia, ma conosco qualcuno della famiglia che ne sa qualcosa…-
Wendy capì subito di chi si trattasse.- Gerard…-

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Capitolo 4
*** Walking blindly. ***


Dopo l’attacco a scuola della Bestia, la centrale di polizia aveva messo un polizotto ad ogni angolo della scuola, armati di fucili d’assalto.
-E’ per la creatura che abbiamo visto, vero?- domandò Hope, chiedendosi se ci fossero anche i suoi genitori.
-Sicuramente, adesso metteranno anche il coprifuoco.- commentò Theo, appoggiandosi al suo armadietto con un sorrisetto.- E’ la tua ultima possibilità per dirmi se ti va di uscire o no.-
Hope arrossì.- Va bene, ma solo un caffè prima di cena.-
-Un brunch.- affermò Theo, facendole un occhiolino.
La ragazza ridacchiò.- D’accordo, un brunch.-
-Se mi dai il tuo indirizzo, ti passo a prendere.-
Hope sapeva che i suoi genitori non sarebbero mai stati d’accordo.- Ehm no, facciamo che ci vediamo qui?-
-Fammi indovinare: genitori iperprotettivi?-
-Super mega iper protettivi.-
Theo le sorrise, baciandole la guancia.- Va bene, ci vediamo qui alle 4, uccellino.-
Hope si morse un labbro, guardandolo andare via e il suo sguardo andò inevitabilmente a finire sul suo sedere.
-Conosco quello sguardo.- intervenne Angelica, facendola sobbalzare.
-C-Che sguardo?- balbettò la sorella.
-Lo sguardo da: ti spoglio con gli occhi.- aggiunse Mason, dandole un pizzicotto ai fianchi.- Avanti, chi è?-
-Nessuno che conosciate, fatevi gli affari vostri.- borbottò Hope, dirigendosi in aula.
-A proposito, Cory mi ha chiesto di uscire sabato.- continuò il ragazzo.
-Bene, vedi se sa qualcosa.- esclamò Angelica.
-Riguardo cosa?- chiese Hope, stranita.
Angelica non poteva parlare alla sorella del branco di Theo e, fortunatamente, il suono della campanella la salvò.
-Ehm, devo andare in classe, ci vediamo dopo!-
Hope pensò che la sorella si comportasse in modo strano e che, inoltre, forse la famiglia non le aveva detto proprio tutta la verità.
 
Continuavano le ricerche del laboratorio dei dottori: Angelica e Liam tornarono nei tunnel, ma si ritrovarono a girare sempre in tondo.
-C’è qualcosa che stiamo sbagliando.- borbottò Angelica, col fiatone. -E’ qui, ne sono sicura.-
-Mi hanno sedato quando sono stato portato qui, non sono riuscito a vedere niente.- aggiunse Liam.
Stare in quel piccolo spazio stretto con Liam, la faceva sentire molto a disagio, soprattutto perché non gli aveva ancora raccontato di quello che era successo con Theo.
Forse era arrivato il momento giusto.
-Vedrai, lo troveremo, non perdere la speranza.- le disse lui, prendendole la mano.
Angelica lo guardò negli occhi e si sentì tremendamente in colpa.- Devo dirti una cosa…-
Liam aggrottò leggermente le sopracciglia.- Cosa?-
-Prima che ci scontrassimo nella biblioteca, io…Ho fatto una sciocchezza e ti assicuro che per me non ha significato assolutamente niente.- spiegò lei, abbassando lo sguardo.- Ho baciato Theo.-
Il ragazzo voltò lo sguardo e strinse il pugno, rimanendo in silenzio per un attimo.- Era quello che voleva…Metterci l’uno contro l’altro.-
-Liam, mi dispiace….-
-E tu glielo hai permesso.- affermò Liam, stringendo i denti.
Angelica tremò e i suoi occhi si fecero lucidi.- Liam…-
A quel punto, egli puntò lo sguardo verso il muro.- E quello che cos’è?-
Attaccato al muro, c’era una statua impolverata di un serpente che si mangiava la coda.
-E’ un Uroboro.-
Angelica lo toccò e scoprì che si girava come una manovella: non appena lo fece, accanto a loro si aprì un passaggio segreto.
L’Uroboro era da sempre stato il simbolo dei dottori.
Non appena svoltarono, un uomo comparve dal nulla, con una pistola in mano.
Chris fece un sospiro di sollievo e abbassò l’arma.- Sei tu.-
-Come lo hai trovato?-
-L’Uroboro è il simbolo della distruzione, ma anche della rinascita. Qualcosa che si trasforma, ma che non si distrugge mai.- aggiunse Gerard, dietro di lui, completamente guarito.
-E lui che ci fa qui?- domandò Angelica, sgranando gli occhi.
-Non avevo altra scelta, sa molte cose sulla Bestia.-
Gerard fece un sorrisetto.- Sei cresciuta molto dall’ultima volta che ti ho vista. Assomigli molto a tua madre.-
-Chi è il vecchio?- chiese Liam.
-Un vecchio psicopatico che ha cercato di uccidermi quando ero ancora una neonata.-
-Nah, ti avevo solo preso in ostaggio.- la corresse l’uomo.- Puoi chiamarmi Gerard.-
Chris le fece cenno di seguirla all’interno di una stanza: sul muro, c’era raffigurato un disegno.
Due creature, una infuocata e l’altra con gli occhi azzurri che combattevano.
-E’ l’affresco che ha sognato Hope.- si accorse Angelica.
-Chi è Hope?-
-Mia sorella…Crediamo sia un druido…Ha delle visioni durante la notte.- spiegò lei.
-Un’altra figlia? Ah, i giovani, al giorno d’oggi non sanno tenerselo nei pantaloni.- commentò Gerard.- A destra, c’è la Bête, a sinistra, il Segugio Infernale.-
Angelica capì che probabilmente il Segugio, ovvero Parrish, era l’unico in grado di sconfiggere la Bestia.
-Entrambi creature preistoriche ed entrambi due persone normali di giorno.-
-I miei hanno trovato un messaggio con il mercurio: Damtatio Memoriae.- gli disse Angelica.
-I dottori vogliono che si ricordi chi era in passato.- spiegò Gerard.
-Perché?-
-Per far accadere questo.- intervenne Chris, dando dei calci al muro per far vedere che c’era altro nel disegno: una sfilza di cadaveri.
 
Hope raccontò che avrebbe ripassato in biblioteca insieme a Mason, perciò i suoi genitori la accompagnarono a scuola dove, effettivamente, si doveva vedere con Theo.
Una volta fermi davanti alla porta, Stiles le consegnò una scatola con all’interno un telefono.
-Wow, sul serio?-
-Sì, sei pronta per averne uno.- le disse suo padre.- Perciò, per qualsiasi cosa, chiamaci.-
Hope osservò che indossavano le divise.- Credevo che il vostro turno fosse finito.-
Wendy e Stiles si fulminarono con lo sguardo.- Già, ma dobbiamo fare un’altra cosa.-
-D’accordo, torno a casa col bus.- affermò Hope, scendendo dalla macchina.
Non appena loro se ne andarono, Theo giunse con il pick-up dalla parte opposta.
-Ciao, dove andiamo?- gli chiese Hope.
Theo gli indicò la scuola.- Lì dentro.-
-Oh, credevo che avremmo fatto un brunch…-
-E’ così, ma dentro la scuola, vieni.- le rispose sorridendo, prendendole la mano.
Hope lo seguì confusa e Theo la condusse in un’aula buia.
-Theo…Non vedo niente.-
-Sta tranquilla, ti fidi di me?- le mormorò, chiudendo la porta alle sue spalle.
-Mi pare di aver già detto di sì prima che saltassimo da un burrone di 5 metri.- rispose lei, ridacchiando.
Theo le prese le mani e poi fece brillare i propri occhi d’oro, così che lei potesse vedere almeno un po'.
Nell’oscurità, si sedettero ad un tavolo e iniziarono a mangiare, a ridere e scherzare.
Ogni giorno di più, Theo si sentiva legato a lei più di qualsiasi altra persona che conosceva.
Qualche ora dopo, il ragazzo accese le luci.
-Era tutto molto buono, grazie.- commentò Hope, sorridendogli.
-Non hai avuto paura quando mi hai visto trasformato la prima volta…-
Hope scosse la testa.- Non credo che tu sia un mostro…-
Theo abbassò appena lo sguardo.- Conosco un sacco di persone che direbbero il contrario…Per delle cose che ho fatto…-
La ragazza gli accarezzò la mano.- Non tutti i mostri fanno cose mostruose.-
Theo alzò lo sguardo sui suoi occhi e le scansò la frangia delicatamente.
Hope si avvicinò abbastanza da poggiare le labbra sulle sue, dolcemente.
Quando si staccò, lei notò che aveva uno sguardo confuso, ma allo stesso tempo rilassato. -Che c’è?-
-Niente…Io…Mi sento completo.- mormorò Theo.
-E’ la cosa più bella che qualcuno mi abbia mai detto.-
Successivamente, Hope posò lo sguardo sul vino rosso e si ricordò del sogno.- Se ti dico una cosa, prometti di non dirlo a nessuno?-
-Certo.-
Lei tirò fuori dallo zaino il disegno per mostrarglielo.- L’ho sognato qualche giorno fa…Avevo già visto quella creatura prima che apparisse in città per la prima volta.-
Theo capì che quello era l’affresco che c’era nei tunnel. -Ti porto in un posto…Ma non posso farti vedere dov’è.-
Hope fu incuriosita.- Se centra qualcosa con tutto questo, va bene.-
Theo prese un fazzoletto di stoffa e glielo mise sugli occhi.
Lei non capì dove la stesse conducendo, sentiva dei tubi che perdevano e odore di agenti chimici.
Quando Theo le tolse il fazzoletto, Hope vide l’affresco che sognava da sempre, solo che questa volta, era reale.
-Che diavolo è?-
-Si chiama La Bête: è un antico killer demoniaco che prendeva la forma di un lupo gigante.- spiegò Theo. -Sta tranquilla, io ti proteggerò…Non permetterò che ti faccia del male.-
Hope gli sorrise appena.- E chi proteggerà te?-
Theo fece un ghigno.- Non ne ho bisogno.-
Hope gli si avvicinò, mettendogli le braccia sulle spalle.- Ne sei sicuro?- mormorò, prima di baciarlo ancora, stavolta con più passione.
Nessuno dei due sapeva la vera identità dell’altro.
Almeno, non ancora.
 
Nello stesso momento, Stiles era appena uscito da Eichen House dopo esser stato a trovare Lydia.
-E’ ancora in una specie di coma…Ma mentre ero lì, sussurrava il nome di un vecchio poligono abbandonato…E il nome di Malia.- spiegò Stiles. -Credi che sia una premonizione?-
-Penso che Malia abbia trovato sua madre.- affermò Wendy.- L’hai presa?-
Stiles annuì ed estrasse dalla tasca la chiave magnetica di una guardia.
-Bene…Andiamo a prenderla.-

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Capitolo 5
*** The hidden truths. ***


Alla fine della serata, Theo decise di accompagnare Hope a casa.
Camminavano a piedi sul marciapiede, tenendosi per mano.
-Sai chi mi ricordi?-
-Chi?- domandò lei, facendo una giravolta.
-Mia sorella.- affermò Theo, attirandola a se per mettere un braccio intorno al suo collo.- Era così intelligente…-
Hope aggrottò le sopracciglia.- Era?-
-E’ morta quando ero molto piccolo…E’ caduta in un fiume che scorre qui, a Beacon Hills…Peccato che fosse la notte più fredda dell’anno…- spiegò Theo, abbassando lo sguardo.
-Intendi il fiume che crea la Cascata del lupo?-
Theo si fermò a guardarla.- E tu come la conosci?-
-Mio padre mi ci ha portata una volta.-
Ripresero a camminare, ma più lentamente, verso le case.
-Tuo padre è un licantropo? Per questo non ti sei spaventata quando mi hai visto trasformato?-
Hope ridacchiò.- No, gli piacerebbe, ma no….Oh ecco, siamo arrivati.-
Non appena Theo riconobbe il loft, sgranò gli occhi e il corpo gli si congelò: era il loft di Wendy e Stiles.
-T-Tu vivi qui?- balbettò sbalordito.
Hope non capiva la sua reazione.- Sì, perché?-
Di scatto, Theo si allontanò da lei.- Come ti chiami? I-il nome completo.-
-Hope…Mi chiamo Hope Stilinski.-
In un attimo, Theo realizzò che era appena uscito con la figlia di Stiles e Wendy, il druido che aveva bramato di avere tutto per se.
Ricollegò tutto in pochi secondi: il perché conoscesse la Cascata del lupo, del fatto che non avesse avuto paura di lui e il disegno della famiglia, i quattro cerchi.
Wendy, Stiles, Angelica e Hope.
La ragazza lo vide ansimare come in un attacco di panico.- Theo, ti senti bene?-
In quello stesso momento, le luci del loft si accesero.
Stiles, Wendy ed Angelica uscirono fuori dopo aver fatto capolino dalla finestra.
-Hope, vieni immediatamente qui!- esclamò Wendy, spaventata.
-Allontanati da lui!- replicò Stiles.
In pochi secondi, la situazione si era riscaldata: la sua famiglia continuava a gridarle di venire in casa, mentre Theo si allontanava piano all’indietro come un criminale che sta per esser arrestato.
-Ma perché?! Che succede?!- urlò Hope.
Angelica le corse in contro e l’afferrò per le braccia.- Hai sentito che hanno detto, no?!-
Improvvisamente, Stiles estrasse la pistola e gliela puntò contro.
-Papà, ma che fai?!-
Theo alzò le mani.- Stiles, ti prego, ti giuro non lo sapevo.-
-Non sapevi che cosa?!-
-Che era tua figlia! Non lo sapevo!-
Wendy cercò di ascoltare i battiti del suo cuore.- Non sta mentendo…- sussurrò, confusa.
-Voi lo conoscete?- domandò Hope. -Cristo, ti prego, papà, abbassa quella pistola!-
-E’ lui che ha ucciso Derek!- rispose Stiles.- E’ un assassino, Hope! Gli ha pugnalato il cuore a sangue freddo!-
-N-No, non è vero.- singhiozzò la ragazza, guardando la madre e la sorella.- Ditemi che non è vero.-
-E’ vero, tesoro…- mormorò Wendy, accarezzandole la guancia.
-Lui vuole solamente usarti.- aggiunse Stiles.
-Non è vero Hope, non ascoltare!- ribatté Theo.
-Ti ha raccontato della sua sorellina? Mh? Ti ha raccontato che l’ha lasciata morire assiderata per trapiantarsi il suo cuore? E’ un esperimento dei dottori: la prima Chimera.- spiegò Stiles, con tutta la rabbia che fino a quel momento si era tenuto dentro.
Hope si coprì le orecchie.- No, non è vero. Non voglio ascoltare!- gridò, facendo esplodere la luce di un lampione stradale.
Corse poi dentro casa, scoppiando a piangere.
Ma Stiles non perse la presa sulla pistola e guardò male Theo.- Sta lontano da lei.-
Theo si voltò per andarsene e si portò le mani nei capelli, con gli occhi lucidi.
Quella ragazza gli piaceva davvero.
 
Per tutta la notte, Hope diede le spalle a sua sorella, ma lei la sentiva chiaramente piangere.
Così si infilò nel suo letto.
-Vattene.- borbottò Hope, tirando su col naso.
-Hope, ti giuro che se solo avessi saputo…-
-Cosa? Non mi avresti mentito?- esclamò l’altra, alzando il busto.
-Lo abbiamo fatto per proteggerti.- affermò Angelica.
-Oh, ti prego, Angelica, falla finita una volta per tutte con questa frase come se fosse una giustificazione!-
-Hope…Tu non sai quanto la morte di Derek abbia distrutto papà.- replicò Angelica, sospirando.
-No, non lo so! Perché nessuno mi dice niente! C’è qualcos’altro, Angelica?-
In realtà, sì, ma lei si vergognava molto a dirglielo.
-C’è qualcos’altro?!-
-Ti ricordi che ti ho detto di aver baciato un altro che non era Liam? Era Theo…- raccontò Angelica. -Lo so che effetto fa, ma credimi, dietro quel bel faccino e i muscoli c’è un assassino.-
Hope incrociò le braccia.- Questo fallo decidere a me.- affermò, scansandola fino a farle cadere dal letto.- Ed ora togliti.-
Angelica alzò gli occhi al cielo e tornò nel suo.- Hope, abbiamo bisogno di te…Non potresti rimandare questo sclero?-
-Vi aiuterò solo per salvare Lydia, poi basta.-
 
Stiles aprì la cartina di Eichen House, mentre Wendy lanciò il telefono sul tavolo sospirando.- Sua madre non ha intenzione di ascoltarmi.-
-Beh, era il piano A, che sapevamo benissimo che non avrebbe funzionato.- commentò Angelica.
-Come entriamo in un ospedale psichiatrico pieno di guardie e con i muri fatti di frassino?- domandò Hope.
Stiles estrasse tessera magnetica.- Questa non serve a niente, perché ad Eichen i comandi cambiano ogni 10 minuti.-
Hope alzò un sopracciglio.- Quindi è inutile.-
-Non se c’è un calo di corrente.- aggiunse sua madre.
-Quando la corrente salta, per paura che i pazienti escano o si facciano del male, tutte le tessere funzionano allo stesso modo.- spiegò Stiles.
Wendy era rimasta sveglia tutta la notte per pensare a come agire.- Quindi, ecco il piano: le uniche cose che possono entrare liberamente ad Eichen House senza passare per la reception, sono i poliziotti e i cadaveri.-
-Intendi quelli che Chris ha trovato nei tunnel, uccisi dalla bestia?- chiese Liam.
-Esatto, li carichiamo sul furgone della polizia nei sacchi. Angelica e Hope entreranno nei sacchi e non appena il furgone è nel parcheggio, sgattaiolano dentro.- continuò Wendy.
-E come facciamo con la corrente? Kira non è qui per aiutarci.- pensò Liam.
-C’è qualcun altro con i poteri simili a quelli di Kira.- intervenne Theo, sulla soglia della porta, insieme a Josh.
Liam ringhiò ed estrasse gli artigli, pronto ad attaccarlo, ma Wendy lo fermò: era stata lei a chiamarlo.
Stiles la guardò male.- Stai scherzando?! Hai chiamato lui?-
Wendy alzò le sopracciglia.- Se hai qualche brillante idea, esponi.-
-Qualsiasi altra idea è meglio di questa.-
-Josh è in grado di calare la corrente senza farla scattare.-
Josh annuì.- Posso resistere alcuni minuti.-
-Ci basteranno.- affermò Wendy.- Io e Stiles rimaniamo fuori col furgone, Liam e Josh si intrufolano nell’impianto elettrico, Theo, Hope ed Angelica entrano per prendere Lydia.-
Stiles assottigliò gli occhi.- Sei impazzita? Vuoi lasciarlo con le nostre figlie?-
-Sono gli unici in grado di passare il frassino.- ribatté Wendy. -Chi è d’accordo, alzi la mano.-
Tutti la alzarono, tranne Stiles.
-Bene, io e Liam andiamo in ospedale a prendere i sacchi.- disse infine Wendy.
Il gruppo si sciolse e Angelica osservò lo sguardo di sua madre, come se avesse qualcos’altro in mente.- Mamma, sei sicura di quello che fai?-
Lei annuì.- Se va tutto bene, ne usciamo tutti vincitori.-
 
Così, Liam e Wendy si avviarono all’obitorio per caricare i cadaveri sul furgone della polizia e prendere i sacchi.
-Non sei ancora arrabbiata vero? Per la faccenda con Angelica…- le disse Liam, impilando i sacchi.
-Quando sarai più grande, capirai che crescere dei figli è abbastanza faticoso. Soprattutto se diventano dei diciassettenni in pochi mesi.- commentò Wendy, guardandolo male.- Ma se provi di nuovo ad attaccare mia figlia, ti uccido.-
Liam si morse un labbro.- Sei ancora arrabbiata.-
Così, insieme alle vittime della Bête, Angelica, Theo ed Hope si misero nei sacchi.
Theo osservò che Hope era un po' titubante.- Stai bene?-
Hope aveva le labbra che tremavano.- Non ho mai fatto una cosa del genere e poi, soffro di claustrofobia…-
-Beh, immagina di essere in un prato verde, all’aria aperta.-
Lei prese un bel respiro, ma poi si accorse di star parlando con lui e lo guardò male.- Io non ci parlo con te.- borbottò, stendendosi e tirando su la zip del sacco.
Mentre Liam e Josh si mischiarono insieme ai parenti in visita, Stiles e Wendy arrivarono sul retro col furgone dove li aspettarono le guardie.
-Salve, c’è un carico per l’obitorio.- disse Wendy, abbassando il finestrino e con la divisa.
L’altro controllò su un registro.- Non mi risulta.-
-Penso che tu sappia degli omicidi di una grossa bestia animale che ci sono in città, no? Credi che perdiamo tempo con le scartoffie?- intervenne Stiles.
La guardia sbuffò.- Aprite le porte così controllo.-
-Sicuro? Qui tra poco sveniamo per la puzza.- continuò Wendy.
-Aprite, ho detto.-
Wendy e Stiles si fulminarono con lo sguardo e la ragazza aprì le porte, abbassando poi la zip di una delle sacche per fargli vedere che effettivamente all’interno c’era un cadavere in decomposizione.
La guardia si coprì subito il naso, disgustato.- D’accordo, entrate.-
Non appena furono nel parcheggio, trasportarono i sacchi nell’obitorio e, da quel momento in poi, poterono solo che aspettare.
Hope, Theo ed Angelica spuntarono fuori dai sacchi e ci uscirono.
Tra i tre c’era molta tensione, ma cercarono di non pensarci per Lydia.
Senza farsi vedere dagli inservienti, salirono le scale e arrivarono al reparto speciale, ma giunti davanti alla porta, non c’era alcuna serratura dove mettere la tessera.

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Capitolo 6
*** An hole in the head. ***


Theo si mise le mani sui fianchi.- Sono confuso: non dovrebbe esserci una serratura?- domandò sarcasticamente.
-Forse dopo che i dottori sono entrati, hanno cambiato le cose.- pensò Angelica.
Theo alzò le sopracciglia.- Non avete controllato?!-
-Perché tu hai fatto qualcosa?!- sussurrò Angelica, per non farsi sentire.
Hope li guardò sospirando.- Siete proprio una coppia stupenda.-
-Ti prego Hope, basta con questa storia, lui non mi piace.- affermò Angelica.
Theo ridacchiò.- Non sembrava quando mi hai baciato.-
-Tu mi hai baciato!-
-Non credo proprio.-
-Zitti!- esclamò Hope, mettendo le mani sulla porta. -Credete che il fuoco possa sciogliere questo materiale?-
Angelica la guardò confusa.- Penso di sì, perché?-
-D’accordo Hope, puoi farcela.- mormorò tra se e se, chiudendo gli occhi.
Immaginò nella sua testa che il fuoco potesse bruciare la porta fino a creare un buco in cui passarci e, come per magia, fu così.
-Non ci credo, ce l’hai fatta!- affermò Angelica, sbalordita.
Neanche Hope sapeva come avesse fatto.- Ce l’ho fatta.-
 
Intanto, nel parcheggio, Stiles ticchettò le dita sul volante, preoccupato. -Non ci posso credere che tu abbia lasciato le nostre figlie da sole con Theo.-
-Se volesse ucciderle, lo avrebbe già fatto.- commentò Wendy.
-Ci ha provato, anzi, non si è voluto nemmeno sporcare la mani, lo ha lasciato fare a Liam.- borbottò Stiles, rosso in viso.- Perché lo hai fatto?-
-Perché voglio controllare una cosa.- rispose Wendy, tranquilla.
-Puoi illuminarmi?-
-Se te lo dico, prometti che non darai di matto?-
Stiles si morse il labbro.- No.-
Wendy sospirò, ma decise di parlare lo stesso.- C’era qualcosa nel modo in cui Theo guardava Hope, ieri sera.-
-Io non ho notato niente.-
-Già, perché eri troppo impegnato a puntargli la pistola contro.- ribatté lei.- Il suo sguardo…Ne ho visto uno simile solo una volta…Ma non so se ho ragione, dopotutto lui non è un licantropo autentico.-
-Ragione su cosa?-
-Credo che Theo abbia avuto l’imprinting.-
 
-Ehi, che fate voi qui?!- gridò una guardia, estraendo un manganello.
Angelica spinse dentro Hope.- Va, prendi Lydia!-
Lei e Theo si trasformarono, pronti ad affrontare le guardie.
Hope corse per il corridoio, dentro la camera di Lydia.
La ragazza era stesa sul letto, pallida in viso e piena di sudore.
-Lydia, per favore, svegliati, dobbiamo andarcene!- le ripeté Hope.
Lentamente, Lydia voltò lo sguardo verso di lei.- Tu sei Hope….-
-Sì, sono io.-
Le sorrise appena.- Sei identica a tuo padre.-
-Allontanati immediatamente!- esclamò un uomo dietro di lei.
Hope strinse i pugni, cercando di essere coraggiosa.- Lei viene via con me.- affermò, notando poi che in mano aveva un trapano.- Che cosa le vuole fare?-
-Ampliare i suoi poteri…Soltanto così sarà in grado di salvarvi tutti.- rispose, guardandola dalla testa ai piedi.- Tu sei il druido.-
-E tu chi sei?-
-Sono il dottor Valack, probabilmente i tuoi genitori ti avranno parlato di me.-
-Sì, lo psicopatico col terzo occhio…Beh, adesso non sei più tanto potente.-
Di scatto, Hope diede un colpo d’occhio alla lampadina sul soffitto e la fece esplodere, facendo cadere i vetri negli occhi dell’uomo.
Una volta distratto, Hope afferrò Lydia e la fece alzare, dirigendosi fuori.
Ma una volta usciti dalla stanza, osservò che le guardie avevano atterrato sia Angelica che Theo.
Improvvisamente, diedero anche l’allarme e velocemente tutte le uscite vennero bloccate da delle saracinesche.
Wendy e Stiles uscirono velocemente da furgone.- Oh no, sono in trappola.-
***
Josh si allontanò dalla rete elettrica, ormai troppo debole per continuare e così fece tornare la corrente.
In quell’attimo di sbalzo, il dottor Valack colpì Hope col trapano alla testa e afferrò Lydia, portandola via con se.
Theo corse da lei.- Stai bene?!-
-Sì.- bofonchiò, tastandosi la nuca.- Vuole farle un buco in testa! Dice che vuole ampliare il suo potere!-
Angelica sgranò gli occhi.- Quindi se urla…-
-Ci ucciderà tutti.-
 
-Qual era il piano B?!- domandò Stiles, sbattendo contro la saracinesca.
-Non c’era un piano B!- rispose Wendy, facendo lo stesso, ma il cancello non si muoveva.
Ad un certo punto, Stiles si sbottonò la divisa.- Inizia a fare caldo.-
-E’ perché sei nervoso.- affermò Wendy, col fiatone e la fronte sudata.
-No, fa davvero caldo!-
Infatti, dietro di lui, apparve Parrish con gli occhi arancioni e il corpo completamente infuocato.
Probabilmente senza sapere cosa stesse facendo, fece un buco all’interno della saracinesca ed entrò all’interno dell’ospedale.
Gli altri due lo guardarono sbalorditi e si guardano.- Piano B.- dissero all’unisono, seguendolo dentro.
Parrish mise fuori gioco tutte le guardie e i primi che incontrarono furono Liam e Josh.
Insieme a loro, salirono al reparto speciale per riunirsi con gli altri.
-Mi dispiace, non so dove l’hanno portata, l’ho persa solo per un attimo.- spiegò Hope, balbettando.
-Sta tranquilla, tu hai fatto la tua parte del piano, ora tocca a noi.- affermò Wendy.
-Scendiamo per lo scarico della doccia, da lì si arriva a tutti piani senza fare le scale.- continuò Stiles.
Improvvisamente, una guardia lo colpì al fianco con un teaser e Stiles cadde a terra, mentre arrivarono altre 5 guardie.
-Andate, ci pensiamo noi!- esclamò Angelica, con a fianco Liam e Hope.
Theo tese una mano verso Stiles, anche se lui non si fidava affatto.- Andiamo!-
Il druido sospirò e l’afferrò, per poi dirigersi insieme a lui e a Wendy nelle docce.
Stiles tirò su la grata e saltò giù, dove c’era un corridoio pieno di tubi.
-Sentite qualcosa?- chiese Theo, aizzando le orecchie.
-No, solo puzza di materia defecale e credo che quella sia tu.- borbottò il druido.
-Non son io il tuo nemico, Stiles. Io non voglio farle del male.- ribatté Theo, proseguendo a camminare.
-Ha ragione.- intervenne Wendy.
Theo fu stupito dalla sua affermazione.- Davvero?-
-Io credo che tu abbia avuto l’imprinting con lei.-
-Questa storia mette decisamente a dura prova la mia pazienza.- commentò Stiles, gesticolando.
Il ragazzo ci rifletté un attimo.- Ma certo, avrebbe tutto senso…-
Tutto d’un tratto, si udì un urlo e i tre trovarono una porta nascosta.
-Lydia, resisti!- gridò Wendy, sfondandola.
Il dottor Valack era a terra, con la testa tranciata di netto: l’urlo di Lydia lo aveva ucciso.
-N-no, vai via di qui.- singhiozzò Lydia, pallida in viso e con la testa sanguinante.
-Non ti lascio.- le disse Wendy, vedendo che i suoi occhi stentavano a rimanere aperti.- Lydia, rimani con me, rimani sveglia.- continuò, slegandola velocemente.
-Le voci…Sono troppo forti…-
-Senti la mia voce Lydia, ascolta solo la mia voce.- ripeté Wendy.- Ti ricordi la canzone che abbiamo ballato al ballo? Io, te ed Allison?-
Lydia sorrise appena.- Until we go down.-
-Esatto proprio quella, canta con me: And i feel it running…Come faceva?- canticchiò lei, incoraggiandola a stare sveglia mentre Theo la prendeva in braccio.
-Through my veins…- mormorò Lydia, debolmente.
-Andiamo! Andiamo!- gridò Wendy al resto del branco, correndo verso il furgone.
Salirono tutti a bordo e Stiles si mise alla guida, diretto alla clinica veterinaria.
Lydia strinse gli occhi per il dolore.- Fa male…-
Wendy le accarezzò la fronte.- Lo so, ma devi concentrarti sulla mia voce, continua a cantare.-
Tutti intorno a loro credevano che sarebbe morta per il troppo sangue perso dalla testa o che, invece, il suo urlo avrebbe ucciso tutti loro.
Si precipitarono alla clinica e Wendy la poggiò sul tavolo, tremando.- I-Io non so che fare.-
Theo si mise velocemente alla ricerca di qualcosa tra i vari scaffali.- Dobbiamo spegnerle il cervello.-
Hope lo guardò confusa.- Sai quello che fai?-
-No, ma voglio salvarla.-
Theo prese del vischio sotto forma di liquido e lo aspirò con una siringa.
-Sei impazzito?! Vuoi avvelenarla?!- esclamò Stiles, stringendogli il polso.
-Devi fidarti di me.-
Wendy lo guardò disperata.- Stiles, ti prego.-
Allora lui lasciò la presa e Theo le iniettò la siringa nel buco che aveva in testa.
Di scatto, Lydia si alzò col busto e fece un grido talmente forte da far esplodere le finestre.
Il resto del branco si coprì per evitare i vetri, ma infine, il corpo della ragazza si adagiò sul tavolo, immobile.
Wendy scosse la testa, muovendola appena.- Lydia no…Tesoro, svegliati, ti prego.- singhiozzò, accarezzandole la mano.- Ti prego…-
Sembrava ormai tutto perso e con rabbia, Stiles afferrò il colletto della maglia di Theo.- L’hai uccisa!!-
Hope si mise in mezzo.- Papà, lascialo stare!-
A quel punto, Wendy sentì battere il cuore di Lydia nel suo petto.- Zitti tutti!- gridò, prendendole la mano.- And i need that fire just….-
Lentamente, Lydia aprì gli occhi.- To know that i’m awake…-
Wendy sorrise ampiamente, stringendola a se.- Sì Lydia, sei bravissima!-
Tutti fecero un sospiro di sollievo e senza accorgersene, Liam sfiorò la mano di Angelica, mentre Stiles si allontanò da Theo.
Lydia venne subito riportata in ospedale, dove poté riabbracciare sua madre.
-Oh tesoro, ti prometto che tornerai mai più in quel posto.- le disse Natalie, abbracciandola.
-Va tutto bene mamma, lei mi ha salvato…- mormorò Lydia, sorridendo a Wendy.- la mia migliore amica mi ha salvato.-

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Capitolo 7
*** Bloody footprints ***


Grazie ad un mandato della polizia, Wendy riuscì ad entrare nel vecchio poligono abbandonato dove Lydia aveva detto di aver visto Malia.
Tirò fuori la pistola e si addentrò lentamente, superando mattonelle rotte e ragnatele.
Giunta in una sala, illuminato dalla luna, c’era Deaton legato ad una sedia.
Gli corse in contro e lo liberò, confusa.- Che sta succedendo?-
Deaton la guardò negli occhi, col fiatone.- Devi andare via, lei ancora qui.-
Improvvisamente, uno sparò sfrecciò di netto sulla spalla di Wendy, colpendo però il muro.
-Parla di me.- affermò una donna armata di fucile, con i capelli neri e gli occhi che brillavano di azzurro: un coyote mannaro.
Wendy estrasse gli artigli.- Fammi indovinare: La lupa del deserto?-
La donna fece un ghigno.- Puoi chiamarmi Corinne.-
In quello stesso momento, Malia le saltò sulle spalle, facendole perdere la presa sull’arma.
Wendy la lanciò via con un calcio e aiutò Deaton ad alzarsi.
Fu allora che la terra tremò: nel muro della stanza si fece un enorme buco fatto da un pugno della Bestia.
Nessuno di loro poteva affrontarlo.
-Va!- le gridò Malia, tenendo la madre per il collo con le braccia.
Wendy prese la mano di Deaton e lo caricò in macchina, osservando che la Bestia correva verso la strada dell’ospedale.
Partì velocemente e afferrò la radiolona.- A tutte le unità, l’enorme creatura si dirige verso l’ospedale! Ripeto: verso l’ospedale, evacuate immediatamente l’ospedale!-
Alla guida di un’altra pattuglia, Stiles giunse all’ospedale, dove Melissa stava già facendo uscire tutta la gente.
Non appena Stiles e Wendy entrarono, sentirono un boato e poi un potente ruggito.
Girarono un corridoio quando, ad un tratto, Parrish gli volò davanti, con il corpo in fiamme.
Wendy si precipitò su di lui, osservando l’enorme ferita sul suo petto.- Stai bene?-
Jordan fece una smorfia di dolore.- Credo di no.-
-Wendy!- la chiamò Stiles, piegandosi su delle impronte.
Dapprima una grande zampa, poi una scarpa insanguinata.
-E’ ferito.- osservò Wendy. -Ma certo, quando lo hai colpito mentre ci inseguiva, l’altra notte.-
-Sta ancora sanguinando.- commentò l’altro, analizzando la scarpa.- E’ una Converse…-
-E’ un adolescente.-
 
Dopo le ultime scoperte, Angelica, Liam ed Hope iniziarono a guardarsi intorno mentre erano a scuola.
-Mamma ha detto che dovrebbero essere scarpe Converse, circa il 41.- disse Angelica.- Non possiamo controllarli tutti, ma possiamo iniziare dagli spogliatoi.-
Liam annuì.- Io guardo quello dei maschi.-
-Io quello delle femmine.- affermò Angelica, dividendosi dagli altri.
Quando Theo andò al proprio armadietto, trovò un bigliettino che diceva di andare nell’aula di biologia prima del suono della campanella.
Entrando, vide Hope.
La ragazza aveva ascoltato tante brutte storie su di lui, ma voleva ascoltare anche un’altra fonte.
-Ciao.- le disse, avvicinandosi lentamente.
Ma lei mise una mano avanti, restando a distanza con aria seria.- Chi sei tu? E che cosa vuoi?-
Theo si bagnò le labbra, pronto a raccontare.- Mi chiamo Theo Raeken, andavo a scuola con i tuoi genitori alle elementari.-
-E’ vero quello che mio padre dice di tua sorella?-
-Avevo solo 9 anni, ero un bambino. A scuola mi prendevano tutti in giro perché ero grasso e avevo l’asma. C’era una ragazza che mi piaceva, si chiamava Olivia…- spiegò lui, abbassando lo sguardo.- Era la migliore amica di mia sorella…Un giorno le scrissi un biglietto e sai mia sorella cosa fece? Lo strappò.-
Hope aggrottò le sopracciglia.- E l’hai lasciata annegare solo per questo?-
-Tu non sai come ci si sente ad essere soli, odiati dal mondo e per lo più non riuscire a respirare come un bambino normale.- replicò Theo.- E’ per questo che volevo un druido. E’ il legame più forte nel mondo sovrannaturale.-
Lei scosse appena la testa.- Ma non è quel tipo di legame che ti serve.- commentò, scansandogli i capelli dalla fronte mentre lo guardava negli occhi.- Tu hai bisogno di qualcuno che ti ami.-
-Hai ragione.- affermò Theo, con gli occhi lucidi.- So che non sono il tuo tipo, ma… prendi me, scegli me, ama me.-
Quella frase spinse Hope a baciarlo con passione, appoggiando il suo corpo al suo.
Successivamente, poggiò la fronte alla sua.- Non posso.- sussurrò, dirigendosi verso la porta e voltandosi un’ultima volta.- La mamma ci vuole vedere tutti dopo la scuola.-
Theo sospirò, passandosi una mano sul viso: forse Wendy aveva ragione, lui aveva appena avuto l’imprinting.
 
Intanto, al loft, Wendy stava curando la ferita di Parrish e gli strinse la mano per prendersi un po' del suo dolore.
-Non farlo se ti fa troppo male.- le disse Parrish, dispiaciuto.
-Tranquillo, sono abituata.- replicò Wendy, sorridendogli.
Dopo aver pulito la ferita, ci mise un cerotto sopra.
In quello stesso momento, Stiles venne fuori dalla cucina con un vassoio pieno di tazzine.- Perché mi hai fatto preparare 9 tazze di thè?-
Contemporaneamente, dalla porta entrarono Liam, Angelica, Hope, Lydia e Theo.
-Perché abbiamo ospiti.-
-Nessuno ha qualcosa di più forte del tè?- intervenne Gerard, entrando zoppicando con un bastone da passeggio.- All’ospedale davano solo quello.-
-Scusatelo, è l’età.- aggiunse Chris, dietro di lui.
-Loro che ci fanno qui?- domandò Hope.
Wendy sbatté nervosamente una bottiglia di rum sul tavolo, riempiendo poi un bicchiere con del ghiaccio.- Ci racconteranno una storia.- rispose: neanche lei era entusiasta del fatto che Gerard fosse in casa sua.
-La storia della Bête du Geveaudan.- confermò il vecchio, sedendosi.
Stiles assottigliò gli occhi.- Come ha fatto a guarire?-
-Quando sono andata per chiedergli di Deucalion, lui ha voluto che in cambio gli togliessi un po' di dolore.-
-E così sono guarito.- sorrise Gerard, sorseggiando tranquillamente. Successivamente, tirò fuori un libro e la aprì al ritratto di una giovane donna.- Lei si chiamava Marie Jeanne…Detta anche la fanciulla del Geveaudan.-
Wendy osservò come somigliasse molto ad Allison.
-Quanti modi conoscete per diventare licantropi?-
-II morso.- rispose Hope.
-Per eredità.- disse anche Angelica.
-O creato geneticamente.- intervenne Liam.
-C’è anche un altro modo: bere acqua piovana dall’impronta di un lupo. E’ così che nasce la Bête.-
-Ma chi era?- domandò Parrish.
-Il suo vero nome era Sebastian Valet, fratello di Marie-Jeanne Valet. Quando la bestia aveva iniziato ad uccidere anche innocenti e bambini, Marie-Jeanne, la migliore cacciatrice di tutto il paese, decise di mettersi in azione. Inizialmente era scettica sul sovrannaturale, ma poi iniziò a credere, una volta entrata nella dimora di Henry: un uomo che aveva dedicato tutta la sua vita alla ricerca di un modo per uccidere un lupo mannaro. Durante la notte, costruirono una picca con una lama argentata, forgiata col sangue dei Valet sotto la luna piena.- raccontò Gerard. -Marie-Jeanne diede la caccia a suo fratello per tre anni e quando lo ebbe trovato, gli conficcò la lancia nel petto, mettendo in atto un’antica pratica romana.-
-Damnatio Memoriae.- intuì Wendy.
-Tutto ciò che c’era di Sebastian venne bruciato e nessuno si sarebbe più ricordato di lui, soltanto della Bête.- affermò il vecchio. -Ogni sera, i dottori del terrore, uccidendo civili, lo fanno rendere più forte e quando si ricorderà finalmente chi era, il corpo dell’adolescente che lo ospita svanirà.-
-E non vi avanza una picca d’argento, vero?- chiese Hope.
-L’arma andò perduta, ma c’è qualcun altro che potrebbe fermarlo.- disse Chris, voltando lo sguardo su Parrish.
-Io? Non so nemmeno cosa faccio la maggior parte del tempo.- balbettò Jordan.
-Ti ho seguito per qualche sera…La metà del tempo, credo che tu sia in cerca della Bestia, come ieri. L’altra metà…Sei qui…- continuò Chris, indicando la porta.
Stiles sgranò gli occhi.- Vuoi dire che c’è un Segugio Infernale nel mio parcheggio ogni notte e io non me ne sono accorto?!-
-E cosa fa?-
-Protegge il suo Alfa.- affermò il cacciatore, mentre Parrish e Wendy si sorrisero.
-E’ ora che tu e il Segugio veniate presentati come si deve.- commentò Gerard.
A storia finita, Wendy si occupò di radunare tutte le tazze e le mise nel lavandino: in cucina, notò Chris parlare al telefono.
-Scusa, era il mio avvocato.- le disse, attaccando.
-Tutto bene?-
Chris abbassò lo sguardo.- Io e mia moglie ci stiamo separando, ma va bene così…-
-Oh, mi dispiace…-
-Non è più la stessa da quando è morta Allison, dice che non vuole più avere niente a che fare con tutto questo e la capisco.-
-Ce la farai…Hai davvero due palle d’argento.- ridacchiò Wendy, prima di abbracciarlo.
Non appena gli Argent se ne furono andati, Mason entrò in fretta e in furia, zoppicando con una gamba mezza fasciata.- Ragazzi, abbiamo un problema!-
Angelica lo guardò stranita.- Mason, finalmente, ma dov’eri finito? Sono due giorni che cerco di chiamarti.-
-Hai ragione, scusa, ma durante l’uscita con Cory sono caduto dalle scale e mi sono slogato la caviglia.- spiegò il ragazzo, grattandosi la testa imbarazzato.
-Che cosa c’è?- gli chiese Wendy.
-Mentre ero fermo al letto, ho fatto delle ricerche: lo sapevate che gli attacchi della Bestia avvengono sempre vicino a delle reti di trasmissioni? Non può essere una coincidenza.- rispose Mason.
-Tutte le Chimere sono progettate con una trasmissione ben precisa.- intervenne Theo.
-Quindi i dottori attirano la Bestia in un punto particolare attraverso le reti di trasmissioni…E tra due giorni ci sarà…-
Angelica si ricordò die cartelloni sparsi ovunque per il corridoio.- Cavolo! La partita di beneficenza! Ci saranno i giornalisti.-
Mason annuì.- E almeno una decina di parabole.-
Wendy rabbrividì.- Dobbiamo fermare quella partita.-
-Dubito che il nostro supplente lo farà.- commentò Liam.
Stiles aggrottò le sopracciglia.- Che fine ha fatto Finstock?-
-Beh, dopo aver ricevuto una freccia nel petto, è finito in un centro di riabilitazione. E’ lì da 7 mesi.- rispose Angelica. -Ma possiamo provare a convincerlo.-
-C’è un modo per interrompere la trasmissione?-
-Rompere i fili.- affermò Mason.
-Bene, se non riusciamo a convincere il coach, questo è il piano B.-

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Capitolo 8
*** Let me see a story of love. ***


 
Il giorno dopo, a scuola, anche se la partita sarebbe stata annullata, la squadra di LaCrosse si riunì al campo per allenarsi: avrebbero giocato di nuovo contro la Devenfort, per raccogliere donazioni contro l’HIV.
Angelica si sedette sulle tribune all’ora di pranzo, vicino a Malia.
-Tua madre è ancora arrabbiata con me?- le chiese la coyote.
-Non è arrabbiata, avrebbe solo voluto che tu glielo dicessi, invece di fare tutto da sola.- rispose Angelica, alzando le spalle.
-Non capisci, lei ha ucciso tutta la mia famiglia e adesso è tornata per riprendersi i poteri che ha perso quando sono nata.- spiegò Malia.
-La vendetta non ti farà sentire meglio.- commentò Angelica, posando lo sguardo sul campo.
Liam stava andando molto bene e tutta la squadra si complimentava con lui: magari, un giorno, sarebbe diventato capitano.
Si tolse il casco, sudato in fronte e la salutò con un cenno della testa.
Istintivamente, Angelica si morse un labbro pensando che fosse molto sexy.
-Perché non fate sesso?-
La ragazza divenne rossa d’un tratto.- Cosa?! No! Ma sei matta! Mio padre ne morirebbe!-
Malia alzò le sopracciglia, dandole una leggera gomitata.- Tuo padre, non tu.-
Subito dopo, Liam si tolse la divisa, rimanendo a petto nudo e saltò petto a petto con un altro compagno per incitarsi a vicenda.
-Oh, santo cielo.-
Pochi attimi dopo, Liam spinse Angelica dentro un’aula vuota, baciandola con passione mentre si toglieva la maglietta.
La ragazza saltò su un tavolo, avvinghiando le gambe al suo bacino e ansimando leggermente per i suoi baci al collo.
Non appena riaprì gli occhi, la ragazza vide Cory e Mason, ad un altro tavolo, che si stavano rivestendo.
-Cristo! Mason!- urlò, voltando lo sguardo dall’altra parte.
-I-io non ho visto niente!- esclamò il migliore amico, riallacciandosi la cintura.
-Giuro, neanche io.- balbettò Cory, uscendo velocemente dalla stanza.
Angelica e Liam scoppiarono a ridere, ricomponendosi.
-Quindi non sei più arrabbiato?- gli domandò, mettendogli le braccia sulle spalle.
-Non ero arrabbiato, ero solo geloso…- mormorò Liam, poggiando la fronte sulla sua.- Lo so che per te non ha significato niente.-
Angelica gli accarezzò la guancia, guardandolo negli occhi.- Ci sei solo tu, te lo prometto.-
 
Nello stesso momento, Hope era nella foresta, alla ricerca di un’arma: aveva provato la pistola, il fucile e l’arco, ma con nessuno di essi era riuscita a colpire il mirino sull’albero.
-E neanche l’arco fa per me.- borbottò, mettendolo a posto con tutti gli altri e prendendo l’unica cosa rimasta: la balestra.- Per favore, fa che sia tu.-
Hope la puntò verso il mirino, quando sentì qualcosa muoversi tra le foglie alle sue spalle.
Si  voltò di scatto, mantenendo l’arma pronta.
-Ehi, ehi, sono io!- esclamò Theo, alzando le mani.
Hope sgranò gli occhi.- Sei impazzito?! Avrei potuto ucciderti!-
Theo le sorrise.- Se avessi caricato la balestra, forse.-
Hope si accorse di non aver messo la freccia.- Oh.-
Così, inserì una freccia e chiuse un occhio, cercando di colpirlo.
-Sei troppo tesa, il tuo cuore batte a mille.- commentò Theo.
Lei alzò un sopracciglio, infastidita.- Allora fammi vedere come fai tu, signor so tutto io.-
Theo ridacchiò si mise dietro di lei, appoggiando le mani sulle sue.- Fai un bel respiro, pensa all’obiettivo, non lo guardare solo con gli occhi.- le sussurrò.
Hope prese un respiro e chiuse un occhio per mirare, immaginando che la freccia avrebbe preso il centro del mirino ancor prima di scoccarla.
Di fatti, andò a segno: funzionava proprio come i propri poteri, doveva solo immaginarlo nella sua testa.
-Visto? Avevi solo paura di non farcela.-
-Tutti abbiamo paura di qualcosa, anche tu scommetto.-
-Ti stupirà saperlo, ma anche se sono un licantropo, soffro di vertigini.- affermò Theo.
Hope alzò le  sopracciglia ridendo.- Fai sul serio? Beh, allora conosco un posticino adatto per affrontare la tua paura!-
-N-Non serve, davvero…- balbettò lui, ma Hope lo aveva già afferrato per la mano e corso fino ad una piccola collina.
Di sotto, dopo un salto di qualche metro, c’era la cascata del lupo.
-Avanti.- lo incitò Hope, togliendosi le scarpe.
-C-Cioè vuoi che io salti? T-te lo scordi… S-sarà u-un salto di 8 metri.-
Hope assottigliò gli occhi.- Stai balbettando?-
-B-Balbetto quando sono n-nervoso, va bene?!-
-Coraggio, i miei lo hanno fatto già una volta, non si muore, sotto c’è l’acqua.- continuò Hope, facendo capolino sotto e vedendo degli scogli.- E qualche sassolino…-
Theo la guardò.- Ne sei sicura?-
Lei lo guardò negli occhi, prendendogli la mano.- Fidati. Al mio 3, okay?-
Il ragazzo annuì e si preparò a saltare.
-1…-
Di scatto, Hope saltò e Theo andò con lei, urlando.
Precipitarono per qualche secondo e poi finirono in acqua con un gran tonfo.
Hope ritornò in superficie entusiasta.- E’ stato magnifico!-
Theo si tolse i capelli dagli occhi come un cane bagnato, arrancando verso la riva.- Che fine hanno fatto il 2 e il 3?!-
Hope ridacchiò, schizzandolo.- Avanti, so che ti è piaciuto!-
Theo dovette ammettere di sì, avvicinandosi a lei e prendendole i fianchi.
L’altra si chiese perché proprio Theo dovesse essere il cattivo della situazione, odiato da tutti, quando a lei piaceva davvero.
-Devo dirti una cosa…- mormorò Theo, storcendo appena la bocca.
Hope notò che era preoccupato per qualcosa.- Cosa?-
Theo fu talmente distratto dalle sue labbra e dal suo corpo che emanava tanto calore, che si zittì e la baciò con passione.
Durante quel bacio bagnato, Hope notò che, poco più in là, ergeva una casa che non aveva mai visto.
-Quella che cos’è?-
Theo si voltò verso quella direzione.- Casa Hale…-
I due uscirono dall’acqua ed entrarono nella casa.
Era un po' impolverata, ma i mobili erano rimasti come tempo prima.
Non appena varcò la porta, Hope sentì delle voci nella propria testa, risate, in soggiorno.
Posò le mani sulla ringhiera delle scale e salì al piano di sopra.
La voce di suo padre, così serena, come Hope non aveva mai sentito.
Ti amo.
Gli sentì dire.
Dentro quella casa, si era consumato un amore profondo.
Le voci si spostarono di fuori e Hope decise di seguirle, arrivando fino ad un punto in cui sentì singhiozzare Stiles.
A terra c’era l’impronta di qualcuno che c’era stato steso.
Vicino ad essa, un pugnale d’argento, con del sangue secco.
Hope non era sicura di voler sapere quella storia.
-Sta tranquilla.- esordì Theo.- Guarda.-
Allora la ragazza mise una mano sull’erbe secca e chiuse gli occhi.
Quando li riaprì, era notte: Theo stava pugnalando Derek al cuore.
Non aveva mai visto un omicidio e che Theo fosse l’assassino, la fece rabbrividire.
Intervennero Angelica e Liam, che lo presero a pugni fino a farlo strisciare, ferito.
Egli venne verso di lei, fissandola negli occhi come se fosse lì con lui.
Improvvisamente, Hope riaprì gli occhi e Theo la voltò verso di se, notando che le sanguinava il naso.
-Hai usato troppo i tuoi poteri.- commentò.
Hope si pulì con la manica.- Sto bene.- affermò, allontanandosi da lui. -Come hai potuto?-
-Non lo so.- rispose lui, stringendosi nelle spalle con gli occhi lucidi.- Credevo che mi sarei sentito meglio una volta ottenuto quello che volevo. Ma ogni giorno, dopo allora, ho capito che non avrei risolto niente rubando un druido ad un licantropo. Ho capito che non funziona così. Tra i due ci deve essere una connessione potente.-
-Perciò hai minacciato di prendere me.-
Theo sorrise, con una lacrima che gli rigò il viso.- Pensaci Hope, è stato destino che ci fossimo incontrati senza sapere chi fosse l’altro. Non posso starti lontano neanche se lo volessi.-
Hope aggrottò le sopracciglia.- Perché?-
-Perché ho avuto l’imprinting.-

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Capitolo 9
*** Currents. ***


Angelica e Liam si avviarono al centro di riabilitazione di Beacon Hills.
Finstock era steso su un divanetto in pelle, con la barba lunga e lo sguardo fisso verso l’alto.
Davanti a lui, una scacchiera su cui erano rimasti pochi pezzi.
Liam gli agitò le mano davanti agli occhi.- E’ irrecuperabile, credo.-
Angelica sbuffò.- Coach, è un alcolizzato, non è in coma.- commentò, spostando il cavallo bianco di una casella.- Scacco matto.-
-Cosa?!- gridò Finstock, alzando improvvisamente il busto.- Come scacco matto?! Hai idea di quanto ci ho messo ad organizzare un piano d’azione?!-
Liam assottigliò gli occhi.- Qualcosa come tipo 7 mesi?-
Angelica lo annusò, non puzzava minimamente di alcool.- Non lo capiscono che lei finge?-
L’uomo ridacchiò.- No, sono degli idioti, ma fanno una pasta al pomodoro eccezionale.-
-Coach, abbiamo bisogno del suo aiuto.- intervenne Liam.
-Scordatevelo! L’ultima volta che ho visto voi monelli, una freccia mi ha attraversato il petto!- borbottò egli.
Angelica gli strinse la spalla.- Ma non è morto! Lei è forte! Ci serve il suo aiuto per fermare una partita di beneficenza.-
Finstock fece una smorfia.- Quelle odiose partite per raccogliere soldi. Per che cos’è quest’anno?-
-HIV.-
-Ah, stupidi adolescenti che non usano il preservativo.- borbottò, guardandoli entrambi.- Voi usate il preservativo, vero?-
-Oh n-no.-
-N-noi non…-
Balbettarono i due, imbarazzati.
-Timidi verginelli.-
-Coach, la prego, ci aiuterà?- domandò Angelica, facendogli gli occhi dolci.
-Ah, va bene!- esclamò l’altro. -Ma prima mi mangio un bel piatto di pasta.-
 
Arrivò la sera della partita: come predetto da Mason, nel parcheggio si presentarono 5 furgoni con un’antenna e pieni di giornalisti.
Wendy e Stiles erano riusciti a convincere lo sceriffo a far raddoppiare i poliziotti intorno al campo.
Così, mentre Liam giocava, Angelica e i suoi genitori, tennero sotto controllo il perimetro.
Intanto, dato che dovevano anche continuare a cercare le Converse insanguinate, Hope e Theo salirono a bordo del bus della Devenfort, controllando tutte le borse.
-25 borse e 25 scarpe tutte pulite.- sospirò Hope. -E se fosse qualcuno che conosciamo?-
-Non ha importanza, è pericoloso.- commentò Theo, scendendo dal bus.
Hope si morse un labbro nervosamente.- Certo, tanto a te basta uccidere, non è vero?-
-Hope, per favore, possiamo parlarne?-
Ma lei era concentrata su altro.- Lascia stare.-
In quello stesso momento, mentre veniva giocata la partita, Malia saltò su un furgone e staccò i fili dell’antenna.
-Che ci fai qui?- le domandò Hope.
-Vi aiuto.-
-Giù!- gridò Theo, facendo chinare Hope a terra.
Ci fu un enorme sparo, che bucò l’autobus dietro di loro.
Davanti, invece, ecco di nuovo il lupo del deserto.
-Stronza.- esclamò Malia, ringhiando.
L’altra fece un ghigno.- Preferisco mamma.-
Successivamente, dalla sacca che aveva sulle spalle, Corinne lanciò a Theo un contenitore in vetro.- Grazie per la soffiata, Theo.-
Malia osservò il contenuto.- Quelli sono gli artigli dei dottori.-
Hope lo guardò male.- Che cosa vuoi fare?!-
-E’ quello che cercavo di dirti ieri. Io voglio uccidere la bestia.- rispose Theo.- Ma prima voglio rubare i suoi poteri.-
 
Distratti dalla lupa del deserto, i tre non erano riusciti a staccare tutte le antenne.
Di fatti, quando la giornalista si preparò al collegamento, le parabole emisero un suono assordante che bloccò il gioco.
Improvvisamente, esplosero e dopo che tutti si fossero messi al riparo dalle scintille, si udì un boato nel parcheggio.
Angelica scese dagli spalti per andare a controllare, mentre la gente correva via spaventata.
-Perché non avete spento le parabole?!- gridò lei.
-Mi dispiace, ma la lupa del deserto ci ha distratto!- rispose Hope.
In quel momento, si udì un ruggito vicino a loro.
-Portala via!- ordinò Angelica a Theo.
-Cosa?! No! Non ti lascerò affrontarla da sola!- ribatté la sorella.
Angelica le prese le mani.- Resta al sicuro.-
Così, Theo la spinse via.- Hai sentito che ha detto? Andiamo!-
Dal campo di LaCrosse, Liam si tolse il casco e vide una figura enorme e oscura alle spalle di Angelica.- Angelica!-
La ragazza si voltò lentamente, mentre la figura della Bestia, alta 2 metri e mezzo, cresceva davanti ai suoi occhi.
Tirò fuori gli artigli, ma prima che potesse fare qualcosa, Liam si mise tra i due.
-Liam, no, aspetta!-
Il ragazzo prese uno slancio per arrivare alla sua altezza e colpirlo con gli artigli, ma, di conseguenza, la bestia lo scaraventò via come fosse niente.
Angelica si ritrovò da sola, e senza sapere cosa fare, camminò all’indietro, cercando riparo.
La Bestia alzò una zampa contro di lei, ma non la colpì, anzi, fu essa ad essere colpito da un enorme albero che la fece voltar via.
Angelica vide sua sorella, nella direzione in cui era arrivata la corteccia.
Hope non l’aveva ascoltata ed era tornata indietro ad aiutarla.
Theo si precipitò sul corpo di Liam, prendendolo in braccio. -E’ piuttosto grave.-
-Portiamolo dentro.-
Theo lo trascinò fino al tavolo di un’aula, strappandogli via la maglia.
Hope notò un enorme graffio sanguinante sul suo petto.- Oddio.-
Angelica strinse subito il braccio a suo, togliendogli il dolore.- Sei impazzito, perché lo hai fatto?!- singhiozzò, impaurita.
Liam la guardò negli occhi, debolmente.- Perché ti amo.-
La ragazza gli sorrise appena, accarezzandogli il viso.- Ti amo anche io.-
A quel punto, un altro ruggito provenne dal corridoio.
Theo si affacciò e vide Wendy strisciare a terra, dolorante e con la divisa squarciata.
-Credevi davvero di poterla affrontare da sola?!- esclamò, mentre la bestia ruppe i muri e scappò via.
-No, ma ho percepito il suo odore.- affermò lei, rialzandosi a fatica.
Così, mentre Angelica rimase con Liam, Hope e Theo seguirono Wendy e il suo fiuto al parcheggio, fino ad un’auto.
Wendy aprì il cofano e scoprì delle Converse insanguinate, dello stesso numero trovato all’ospedale.
Hope riconobbe subito quell’auto.- No, non è possibile…-
-Lo conosci?-
Lei si mise una mano nei capelli.- Lo conosciamo tutti.-
-Wendy…- bofonchiò Mason.- Che fai alla mia auto?-

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Capitolo 10
*** Trust me. ***


Qualche giorno prima.
 
Vestita solo della sua vecchia maglia da LaCrosse, Wendy adagiò le mani piene di crema profumata sulla schiena di Stiles, stando a cavalcioni su di lui.
-Oh sì, che bello, ne avevo proprio bisogno.- commentò il poliziotto, con un sospiro di sollievo.
-Sei troppo nervoso.- aggiunse Wendy, dandoci un dolce bacio.
-Intendi per il lupo mannaro di due metri per la città o per l’assassino che facciamo entrare in casa nostra?-
Wendy alzò gli occhi al cielo.- La seconda.- rispose, stendendosi accanto a lui.
-Puoi biasimarmi?-
-Stiles, Derek lo sapeva che sarebbe morto.- affermò Wendy, incrociando le gambe.- So che è una cosa orribile da dire, ma lui lo sapeva e si stava preparando. Gli ho chiesto che come mi sarei dovuta comportare e lui mi ha detto che avrei dovuto continuare a vivere la mia vita a testa alta.- spiegò, con gli occhi lucidi.- Ed è quello che ho fatto…- singhiozzò, tirando su col naso.- Ogni giorno mi sveglio e cerco di non pensare che lui non c’è più.-
Stiles le tolse una lacrima col pollice, restando in silenzio.
-Sai che lui non vorrebbe che lo vendicassimo.- affermò poi, prendendo dal cassetto del comodino il vecchio amuleto con la triscele.- 3 cose non possono essere nascoste: il sole, la luna e la verità. Se Theo è una brava persona, lo saprà dimostrare.-
Stiles abbassò lo sguardo annuendo.- Dobbiamo andare avanti…Hai ragione…Per le nostre figlie.-
 
Oggi.
 
Mason si guardò le mani tremando.- N-no, non posso essere io.-
Hope si portò le mani nei capelli, con gli occhi lucidi.- Mason, ti prometto che ti aiuteremo.-
Le strade erano desolate, erano tutti scappati.
Per questo fu facile sentire i passi dei dottori del terrore, venuti a prendere Mason.
Wendy si mise davanti al ragazzo.- Dovrete prima passare sul mio cadavere.-
-Affare fatto.- rispose uno di loro, con voce rauca.
Con la sua mano guantata, le diede un pugno e Wendy cadde a terra, già ferita dalla Bestia.
Theo gli ruggì contro e gli diede un calcio sul viso.
Ma un altro dottore lo afferrò per i capelli, sfoderando una siringa. -Theo Raeken, fallimento.-
-Lasciami stare!- gridò Theo, dimenandosi.
In quel momento, una freccia lo colpì alla mano, facendogli perdere la presa sulla siringa.
-Ha detto di lasciarlo stare.- esclamò Stiles, pronto a lanciare un’altra freccia.
D’improvviso, le luci del campo esplosero per via della rete elettrica dei dottori.
Tutti si chinarono a terra per proteggersi e, in quell’arco di tempo, i dottori rapirono Mason.
 
Angelica, Liam, Theo, Hope, Wendy e Stiles tornarono a casa sconfitti.
-Faccio un po' di tè caldo.- intervenne Theo.
Ma Stiles lo fermò.- Qui ci vuole qualcosa di più forte.- affermò, tirando fuori delle bottiglie di birra.
Theo lo guardò un po' imbarazzato.- Grazie, per prima…-
Stiles non disse niente, quasi non volendo ammettere di averlo salvato e gli fece un cenno con la testa, passandogli la bottiglia. -La prossima volta ti lascio morire.-
-Non capisco…Perché Mason?- si chiese Hope.
-Non lo so…Chiederò a mia madre di fare qualche ricerca in ospedale, magari ha fatto qualche trapianto e noi non lo sappiamo.- rispose Wendy, sospirando.- Avrei dovuto capirlo quando gli ho visto la gamba fasciata, probabilmente di notte non ricorda niente.-
-Come lo troviamo?-
-I dottori non usano più il vecchio laboratorio dopo che li avete scoperti.- commentò Theo.
-Possiamo seguire il suo odore.- disse Wendy.- Ma prima…-
Di scatto, prese Theo per la maglia e gli sbatté la testa contro il tavolo.- Che volevi fare con quegli artigli?!-
-Volevo rubare i poteri della bestia!- bofonchiò Theo, dolorante alla guancia.- Ma g-giuro che era p-prima di t-tutto questo!-
Stiles ridacchiò.- Sta balbettando?-
-Balbetta quando è nervoso.- spiegò Hope.- Avanti mamma, gli fai male!-
Wendy sentì i battiti del suo cuore e capì che non stava mentendo, così lo lasciò andare. -Scusa, volevo solo spaventarti.-
Theo si massaggiò la guancia.- E ci sei riuscita.-
-Ascoltate, forse non ci stiamo tutti molto simpatici, ma adesso dobbiamo essere un branco per aiutare Mason.- continuò Wendy. – Voi due, insieme a Liam e Angelica cercate il suo odore.-
-E tu che farai?- le domandò Stiles.
Wendy si controllò la ferita.- Non posso ancora combattere per ora…Gli Argent vogliono spronare Parrish ad aiutarci. Gli darò una mano.-
-Ce la faremo.- aggiunse Stiles, mettendo la birra al centro del tavolo.
Gli altri fecero lo stesso e fecero un cin cin.
Una volta bevuto un sorso però, la sputarono tutta contemporaneamente.
Stiles controllò il collo della bottiglia.- Scaduta.-
Intanto, Angelica aveva portato Liam in camera propria per medicarlo.
Gli disinfettò la ferita e la coprì con un cerotto.
-Va meglio?- gli chiese, accarezzandola lentamente.
Liam annuì guardandola negli occhi.- Sì…-
Lei arrossì, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.- Prima hai detto una cosa mentre eri incosciente, te la ricordi?-
-Certo e la penso ancora.- rispose lui, prendendole la guancia e baciandola dolcemente sulle labbra.
Angelica chiuse gli occhi e si lasciò andare, chiudendo prima la porta col piede e poi mettendosi a cavalcioni su di lui.
Senza staccarsi da lei, Liam le tolse la maglietta, baciandole e mordendole la spalla lentamente.
Angelica mandò la testa all’indietro, ansimando appena.
E mentre diventavano una cosa sola, le ferite di Liam iniziarono a guarire.
 
 
Ormai la notte era calata, ma Hope, Angelica, Liam e Theo erano nel bosco per seguire l’odore di Mason.
Il fiuto li portò fino ad una galleria sotterranea: il nuovo laboratorio dei dottori.
Il povero Mason era attaccato con un grosso ago piantato nella schiena, ad una grande ampolla con dentro un corpo quasi decomposto e un liquido verdastro.
-Che cos’è?- chiese Hope, disgustata.
-Loro lo chiamano il Soldato: era un nazista della seconda guerra mondiale e loro si servono di questo liquido per rimanere immortali.- spiegò Theo.
Angelica si piegò sull’amico, scuotendolo appena.- Mason?-
Il ragazzo aprì appena gli occhi, affaticato.- Andate via di qui.-
-No, non ti lascio.-
Liam afferrò l’ago e cercò di toglierlo dalla sua schiena, ma Mason gridò di dolore.
-L’ho appena toccato…-
-Successo.- esclamò un dottore, con voce rauca.
-Che cosa volete fargli?!- gridò Angelica, con rabbia.
-Credevamo che per creare il licantropo perfetto, dovessimo iniziare dal cattivo perfetto.- rispose il secondo dottore, guardando Theo.- Ma si è rivelato un fallimento.-
-Così, ci siamo concentrati su qualcosa di più puro.- aggiunse il terzo.
-Successo.- dissero all’unisono.
Angelica si era dimenticata che loro avevano preso il proprio sangue e, in quel momento, Mason tremò.
-Sta per succedere, andate via!- urlò Mason, col fiatone.
Angelica dovette allontanarsi, quando l’amico si trasformò in un lupo mannaro di quasi 3 metri e con gli occhi brillanti di azzurro.
La prima cosa che fece, fu prendere uno dei dottori e stritolarlo tra la zampa fino ad ucciderlo.
-Che facciamo?!-
Hope si guardò intorno.- Ho un’idea, ma è folle! Dovete uscire tutti!-
La Bestia si occupò di eliminare tutti i dottori e intanto, Hope posò le mani sul muro, chiudendo gli occhi.
Allora Theo capì il suo intento.- Vuole distruggere il sotterraneo.-
Hope si immaginò che la terra tremasse e fu così.- Via, tutti!-
-E tu che farai?!- le disse Theo, preoccupato.
Hope lo guardò negli occhi.- Cercherò di uscire prima che crolli tutto, ora va!-
 
Nello stesso momento, gli Argent avevano dato appuntamento a Wendy e Jordan in un edificio abbandonato.
All’interno c’era una macchina di metallo, con solo una fessura per vederci all’interno, collegata a vari tubi e saturimetri.
-Che cos’è?- domandò Wendy, non fidandosi di Gerard.
-Per far sì che il Segugio Infernale venga fuori, dobbiamo portare Parrish allo stremo, rallentare i battiti del suo cuore come quando dorme.- spiegò Chris, aprendo la serratura.
Wendy prese il polso di Jordan.- Non devi farlo se non vuoi.-
Lui la guardò negli occhi.- Voglio aiutarti, ma prima devo capire che cosa devo fare.-
La ragazza gli sorrise appena e lo lasciò entrare, vedendo il suo viso dal vetro e chiudendo a chiave la porta.
Gerard azionò la macchina e un fumo riempì il suo interno.
D’un tratto, gli occhi di Parrish divennero arancioni.
-Chi sei tu?- gli chiese Gerard.
-Mi chiamano con molti nomi.- rispose con voce profonda.
-Dov’è Jordan Parrish?- continuò l’Alfa, confusa dalla situazione.
Il ragazzo la guardò come un soldato in attesa di ordini.- Jordan Parrish non c’è più.-
Quella frase la fece rabbrividire.- E cosa gli è successo?-
-E’ morto quando sono nato.-
Wendy si voltò verso gli Argent.- Che significa?-
-Quando avete sacrificato la vostra vita, avete riacceso il potere del Nemeton e avete attirato anche Parrish a Beacon Hills.- disse Chris.- Ma lui deve capire il suo vero scopo.-
Improvvisamente, la macchina prese ad oscillare e Parrish gridò di dolore.
Wendy si precipitò ad aprirla e il ragazzo saltò giù, aggrappandosi a lei.
-Parrish, stai bene?!-
Lui la guardò col fiatone.- Ora so cosa devo fare…Uccidere la Bestia.-
 
Le rocce del soffitto iniziarono a cadere sul laboratorio, rompendo ampolle e tavoli.
-Hope, andiamo!- le gridò Theo, mentre Angelica e Liam erano già usciti.
-No, non è abbastanza! Va via!- replicò Hope, tenendo le mani sul muro.
Anche se non voleva farlo, Theo percorse il sotterraneo all’indietro e, prima che crollasse tutto definitivamente, Hope lo seguì.
Infine, saltò addosso a lui, prima che il buco del sotterraneo fosse riempito di terra e massi.
-Non farlo mai più!- commentò Theo, col fiatone.
-Ti ho salvato il culo!- ribatté lei, scansandolo con un sospiro.
Fu a quel punto che la Bestia venne fuori dalla terra, spingendo via i sassi come fossero briciole.
Theo sgranò gli occhi.- Anche a lui, direi!-
-Ragazzi, allontanatevi!- gridò Wendy, prima che Parrish, col corpo in fiamme, corresse verso la Bestia.
Gli altri si allontanarono, mentre i due combattevano.
Ad un tratto, la Bestia divenne uomo, ma non più Mason e scappò via.
Liam lo guardò andar via.- Ma quello chi era?-
Wendy capì che probabilmente Mason era perduto: la bestia aveva ricordato chi fosse tempo prima.- Sebastian Valet.-
 
Jordan aprì sul tavolo una mappa di Beacon Hills.- Se i dottori l’attiravano a se con le reti elettriche, possiamo farlo anche noi.-
-Sì, Argent conosce le loro trasmissioni, possiamo usare i loro trasmettitori per condurlo da noi.- affermò Wendy.
-E poi che facciamo? Come lo uccidiamo?- domandò Liam.
-No, non possiamo ucciderlo, c’è ancora Mason là dentro.- commentò Angelica.
A quel punto, il telefono di Wendy squillò.- Ciao mamma, hai trovato qualcosa?-
-Sì, quando Mason era ancora nell’utero, ha risucchiato letteralmente il suo gemello: la sindrome del gemello scomparso.- spiegò Melissa.
-Ecco perché è in grado di possedere due DNA.- aggiunse Theo. -Dobbiamo cercare un modo per ottenere l’effetto contrario dei dottori: dobbiamo far ricordare alla Bestia che è Mason e non Sebastian.-
-Un momento…- disse Chris.- Secondo il mito, come si fa a far tornare umano un licantropo?-
Wendy lo guardò con sorrisetto.- Si grida il suo nome.-
-Ma non deve essere una semplice persona a farlo.- intervenne Gerard.
Angelica capì a chi si stesse riferendo.- Lydia.-
Hope conosceva la storia di Gerard e iniziò a farsi qualche domanda.- Perché dovresti aiutarci? Cosa ci guadagni in tutto questo?-
-Perché, tesoro, è anche del mio nome che si sta parlando.- affermò il vecchio.- Henry, l’uomo che aiutò Marie-Jeanne a costruire la picca, era un mio antenato.-
In quel momento, Hope osservò il suo bastone.- Credevo che fossi guarito.-
Gerard deglutì in modo nervoso.- E’ così.-
-E allora perché hai bisogno del bastone?- gli domandò Hope, prendendoglielo con un unico scatto.
Angelica sentì subito uno strano odore e, nell’ osservarlo, trovò un tappo alla fine che racchiudeva una lama argentata.
Chris assottigliò gli occhi.- Ma quella è la picca.-
Wendy ringhiò.- Ce lo avevi tu per tutto questo tempo!-
Il figlio estrasse la pistola e gliela puntò contro.- Tu non volevi aiutarci a salvarlo…-
-Volevi ucciderlo per far ricordare a tutti il tuo nome.- continuò Angelica, guardandolo male.
-Siamo rimasti in pochi, Chris, ricordatelo!- borbottò Gerard, sputando fra i denti.
Egli scosse la testa.- Non mi importa!- esclamò con rabbia, prima di afferrargli la maglia e portarlo via.
-Ma come facciamo a combatterlo? Avete visto quando era forte?- domandò Hope.
Ad Angelica venne un’idea e prese il contenitore con gli artigli blu.- Lo indeboliamo.-
Theo annuì.- Si può fare, ma deve essere qualcuno di molto forte a farlo.-
Liamcsi pensò su.- Qualcuno con il suo stesso DNA.-
Tutti voltarono lo sguardo verso la primogenita.
-Non sei costretta.- le disse la madre.
Con decisione, Angelica aprì il barattolo.- E’ per Mason.-

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Capitolo 11
*** The new pack. ***


Intanto, alla centrale di polizia, Stiles stava per finire il suo turno, quando un uomo sulla quarantina e con dei lunghi capelli legati in una coda, entrò.
-Mi scusi, forse può aiutarmi a trovare una persona.- gli disse, con tono fermo.
A Stiles quell’uomo non piaceva per niente e mise la pistola davanti a se, sul tavolo. -Chi stava cercando?-
-Il suo nome è Argent.- rispose l’altro, senza togliere lo sguardo dal suo.
In quel momento, entrò anche Wendy e sgranò appena gli occhi, senza fare troppo rumore.
Stiles la incrociò senza farsi capire da lui e la moglie gli indicò che quell’uomo era molto pericoloso.
-Mi dispiace, ma non conosco nessuno con quel nome.- continuò, cercando di mantenere la calma.
A quel punto, Sebastian si avvicinò.- Tu sai chi sono e sai anche che cosa sono in grado di fare.-
Stiles prese la pistola lentamente e la alzò su di lui.- Credo che anche questa faccia qualcosa.-
Fu allora che Sebastian si accorse di Wendy.- Tu devi essere l’Alfa.- aggiunse, con un sorrisetto.- Buffo come i giovani al giorno d’oggi comandino il mondo. Non sapete neanche come si uccide.-
Wendy strinse il pugno.- Noi non siamo assassini.-
-Voi no…- affermò Sebastian, estraendo gli artigli.- Ma io sì!-
Con un unico scatto, colpì Stiles al petto e squarciò la sua pelle fino a fargli uscire il sangue dalla bocca.
-No!-
Wendy gli corse in contro e afferrò una scrivania per tirargliela contro.
Sebastian volò via, sbattendo contro un muro e poi fuggì.
In fretta, la ragazza si accasciò su Stiles.- D-Dio Stiles, non guarisci!-
-Va a prenderlo.- bofonchiò lui, tossendo.
-Sei pazzo?! Non ti lascio qui!- balbettò Wendy, strappandogli la maglietta. -Stiles, c’è solo un modo in cui posso aiutarti...-
Stiles la guardò negli occhi e capì a cosa si riferisse, ma era dura per lui.
-Lo so che è difficile, ma devi scegliere in fretta, o morirai!-
Debolmente, il ragazzo poggiò la nuca a terra, quando sentì una presenza accanto a se.
-Tic tac.- mormorò Derek, guardandolo.- Fallo, Stiles, o morirai. Io non ci sono più, puoi farlo. Vuoi lasciare tutti in questo modo?-
Stiles scosse appena la testa, riuscendo a parlare poco.
-Allora fallo.-
Prese un bel respiro e annuì.- D-D’accordo, facciamolo!-
Wendy afferrò subito il suo braccio e lo girò verso sinistra, creando un nuovo legame tra Alfa ed Emissario.
Gli occhi di Wendy brillarono e anche quelli di Stiles, cui ferita, lentamente, si rimarginò.
-Come ti senti?- gli domandò, col fiatone.
Stiles alzò il busto ed estrasse un pugnale dalla tasca.- Andiamo ad uccidere quel figlio di puttana.-
 
I trasmettitori degli Argent attirarono Sebastian nella foresta.
Ad aspettarlo, non c’era né Chris né Gerard, ma Angelica e Liam col bastone.
Sebastian strinse i denti.- Dammela.-
-Vuoi questa? Allora vieni a prenderla.-
Non appena l’uomo fece un passo in avanti, Theo calò giù da un albero sulla sua testa e gli diede delle gomitate per stordirlo.
Sebastian, però, lo scacciò via come un insetto, avanzando verso Angelica con l’enorme forma da licantropo.
-Hope!-
-Ci sono!- esclamò la sorella, alzando le mani verso di lui ad occhi chiusi. Servendosi del vento, creò un grande mulinello e glielo spedì contro.- Allontanatevi!-
La Bestia ci finì direttamente dentro e roteò più volte su se stesso, volando contro un albero.
Hope svenne a terra per lo sforzo e con il naso sanguinante.
Improvvisamente, la corteccia traballò e l’albero cadde proprio in direzione di Angelica.
-Attenta!- le gridò Liam, scansandola.
Gridò poi di dolore quando l’albero lo prese in pieno alle gambe.
-Liam!-
-Sto bene!- balbettò Liam, gesticolando.- Non pensare a me!-
A quel punto, arrivò una freccia dal nulla e colpì il mostro alla spalla.
Stiles si avvicinò, scoccando un'altra freccia e cercando di non colpire ai punti vitali, dato che Mason era ancora dentro di lui. -Chi non muore si rivede.-
Angelica notò qualcosa di diverso nel padre e, quando vide sua madre guidarlo con gli occhi rossi, capì.- Vi siete uniti.-
Wendy corse ad aiutarlo, quando la Bestia cercò di dargli una zampata e, insieme, la afferrarono, usando tutta la forza possibile.
Liam osservò le vene di Wendy sforzarsi talmente tanto, come se si stesse servendo dell’anima del suo intero branco.
Sebastian si rivelò purtroppo essere più forte di loro e li schiacciò.
Angelica si guardò attorno: i suoi genitori erano deboli, Liam cercava di togliersi il peso di dosso, Theo cercava di far rinsavire sua sorella: era rimasta da sola.
Anche se aveva gli artigli blu, sapeva di non poter farcela da sola.
-Sento l’odore della tua paura.- esclamò la Bête, con voce rauca.
Ad un certo punto, dal nulla, una Katana volò verso la bestia e si andò a conficcare nel suo petto.
Angelica si voltò verso la direzione in cui era arrivata e vide Kira sorriderle. -Scusa il ritardo.- le disse.- Ho portato un po' di gente.-
Dietro di lei: Parrish, Lydia, Malia, Hayden, Josh, Cory, Lucas e Tracy.
Malia spinse via il tronco che teneva bloccato Liam e lo aiutò ad alzarsi.
Anche Hope, Theo, Stiles e Wendy si unirono al gruppo.
-Adolescenti, quanto potete essere arroganti!- commentò Sebastian, tornando alla forma normale, ma  sempre con gli artigli pronti.
Angelica gli fece un sorrisetto.- Oh, non sai quanto.-
Gli corse poi in contro e gli conficcò gli artigli nel petto. -Lydia, adesso!-
La Banshee lanciò un potete grido, chiamando il nome di Mason.
E fu subito dopo, che il ragazzo si separò da Sebastian e cadde tra le braccia di Cory.
In quell’istante, Liam ebbe un deja-vu: una ragazza dalla pelle rosea e i lunghi capelli neri stava combattendo con tutta se stessa.
Di scatto, Sebastian le inserì le unghie nel collo, per ucciderla.
Ma quando la fissò negli occhi, l’uomo vide qualcosa di strano e familiare nei suoi ricordi.- Marie-Jeanne?- sussurrò, allontanandosi  con confusione.
Questo diede il tempo a Parrish di afferrare la picca e trafiggerlo da parte a parte.
Infine, ci fu un’ esplosione e la Bestia scomparve una volta per tutte.
Angelica si guardò attorno.- E’ andata? Ce l’abbiamo fatta?-
Wendy le andò in contro.- Sì, ce l’hai fatta.- affermò sorridendo e abbracciandola.
Tutti esultarono e saltarono dalla gioia.
Le Chimere si guardarono un po' imbarazzate, come se non si sentissero parte di tutto ciò.
-Allora…- intervenne Wendy.- Se volete…C’è un po' di spazio.- affermò, porgendogli la mano.
Hayden fu la prima ad avvicinarsi e a tenderle la mano.
Da quel giorno in poi, le Chimere divennero veri licantropi.

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Capitolo 12
*** That girl with rose skin and black hair. ***


Tutto si calmò a Beacon Hills.
Stiles e Wendy vennero chiamati nell’ufficio dello sceriffo, che li guardava piuttosto confuso.
-Non ho idea di cosa sia successo, non ho idea di come avete fatto e non voglio saperlo.- gli disse, gesticolando.- Ma grazie, avete salvato la città ancora una volta.-
I due si guardarono soddisfatti.
-Per questo…Ho deciso che andrò in pensione.-
Stiles alzò le sopracciglia.- Cosa?-
Lo sceriffo si tolse la stella dalla tasca e gliela porse.- Ora tocca a te, figliolo.-
Wendy si mise una mano sulla bocca, con gli occhi lucidi.- Oh mio Dio.-
-D-Davvero?- balbettò Stiles, incredulo.
Il padre gli sorrise, dandogli una pacca sulla spalla prima di uscire.
Wendy prese la spilla, con lacrime di gioia e gliel’attaccò alla tasca.
Stiles era il nuovo sceriffo di Beacon Hills.
 
Subito dopo aver ricevuto quella notizia, Stiles fece una passeggiata nel bosco, fino ad arrivare a casa Hale.
Entrò lentamente e, come aveva fatto Hope, bellissimi ricordi gli tornarono alla mente.
-Ha decisamente bisogno una spolverata.- commentò Derek, seduto sulle scale.
Stiles fece un ghigno.- Tu odiavi pulire.-
Stiles sapeva che vedeva il suo spirito per un motivo, ma dentro di se, non voleva che rimanesse.
Doveva lasciarlo andare.
-Adesso che ti sei collegato con Wendy, io svanirò.- aggiunse Derek, guardandolo negli occhi.
Stiles annuì.- Lo so…Ma non dal cuore delle persone che ti hanno voluto bene.-
Derek arricciò il naso.- Che frase smielata.- continuò ridacchiando.- E’ da te.-
-Ho cercato di comportarmi bene, sai, anche se certe volte è stata dura…-
-Perché Theo ha avuto l’imprinting con Hope?-
-Sì…E so che gli è stato lontano così che io non soffrissi.-
-Ma sai che non puoi fermare il legame che gli unisce.-
-Ho fatto quello che mi hai detto tu, non ti ho vendicato.-
Derek gli accarezzò la spalla.- E adesso la tua anima è salva.-
A quel punto, Stiles prese a singhiozzare.- Perciò non ti rivedrò più?-
-Stiles, la morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come se fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo l’uno per l’altro, c’è ancora. Continua a vivere la tua vita, a ridere, a sognare, a sorridere. E quando dirai il mio nome, vedrai che non sarai più triste. Solo perché non puoi vedermi, non vuol dire che non puoi pensarmi.- confermò Derek.
Stiles si asciugò il viso, poggiando la fronte sulla sua.- Ti amerò per sempre, Derek Hale.-
Derek gli diede una pacca sulla guancia.- Addio, Stiles.- gli sussurrò, guardandolo negli occhi e facendogli un cenno col capo verso fuori.- Ora va.-
Stiles si voltò verso quella direzione e vide arrivare Theo con le mani in tasca.
Si girò poi verso le scale di nuovo e Derek non c’era più.
Stiles sapeva di dover fare un grande sforzo per stare in pace con se stesso.
-Ciao.- gli disse Theo e timidamente estrasse dalla tasca dei soldi.- Non sono molti, ma volevo contribuire alla candela p-per la tomba, s-sai, d-d-i Derek.-
Stiles gli prese la mano e l’abbassò, scuotendo la testa.- Theo, non devi fare tutte queste cose per entrare nelle me grazie.-
Theo si grattò la fronte.- Mi sento un’idiota.- bofonchiò, abbassando la testa.- Stiles, io…Vuoi la felicità di Hope?-
-Più di qualsiasi cosa.-
-Allora, ti prego…Lascia che mi occupi di lei.- mormorò Theo, con le lacrime agli occhi.
Stiles si avvicinò, fino a finire faccia a faccia, non riusciva nemmeno a guardarlo, la ferita era ancora molto aperta, nonostante tutto.- No.- rispose secco, dandogli una spallata mentre se ne andava.
Inerme e triste, Theo si chinò sulle foglie senza poter fare niente.
 
Per Wendy, invece, era tempo di saluti.
Kira non sarebbe potuta rimanere a Becon Hills dopo quello che aveva fatto, così la famiglia Yukimura si sarebbe trasferita di nuovo e Wendy andò in aeroporto per salutarla.
-Mi dispiace per quello che è successo.- esordì l’Alfa. -Ma ti ringrazio di esser tornata ad aiutarci.-
Kira estrasse dal suo zaino un contenitore di porcellana con all’interno la sua spada.- Serve più a te che a me.-
Wendy le sorrise appena e l’abbracciò. -Grazie, Kira.-
 
Il giorno dopo, anche se gli ingegneri stavano ancora riparando i danni procurati dalla Bestia, Angelica, Hope, Theo e Liam andarono a scuola.
-Finalmente potremmo avere un vero appuntamento.- commentò Theo, camminando accanto ad Hope.
-Mi dovrò inventare qualche scusa con i miei, ma magari stavolta andiamo al ristorante o al cinema.- disse lei.- Scusa se te lo dico, ma come cuoco sei pessimo.-
Theo alzò le sopracciglia, dandole un pizzicotto sui fianchi. – Ah sì, eh?!-
Hope ridacchiò e gli mise le braccia sulle spalle.- Come faccio a stare lontano da te, Theo Raeken?-
-Non puoi.- le sussurrò, baciandola dolcemente. -Quanto ci hai messo ad innamorarti di me?-
Hope si morse un labbro.- Circa un giorno, credo…E tu?-
Lui la guardò negli occhi, accarezzandole la guancia.- Un secondo, uccellino.-
-Perché mi chiami sempre uccellino?-
-Perché corri sempre via da me.-
In quel momento, la campanella suonò.
-Già, ci vediamo a pranzo.- affermò, dandogli un bacio a stampo per poi dirigersi in aula.
Angelica e Liam entrarono mano per mano e si sedettero vicini.
-Mi sbagliavo, sai.- esordì Liam.
-Su cosa?-
Lui le sorrise, mettendole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.- Sei proprio come tua madre.-
Hope si sedette al banco vicino alla sorella.- Angelica, mi spieghi che cos’è l’imprinting?-
Per lei era un po' difficile parlarne, perché le ricordava Jackson.- L’imprinting è un po' come l’amore a prima vista. Non importa cosa ci sia di mezzo, tu sarai sempre la persona più importante. Non è più la gravità a tenerti attaccata al suolo, ma lei.-
Nello stesso momento, Theo passò davanti all’aula e le fece un occhiolino.
Hope si morse un labbro, poggiando la guancia sulla mano.- Quel ragazzo mi farà andare fuori di testa.-
Wendy e il nuovo sceriffo Stilinski, stavano seguendo i lavori di manutenzione del corridoio.
Stiles tornò dalle macchinette con un pacco di Ringo e le porse un biscotto, osservando che Wendy guardava fuori sorridendo.
-Cos’è quel sorriso?- le chiese.
-Pensavo ad Angelica e agli altri…-
-Riguardo cosa?-
-Non credo che abbia bisogno di noi ancora per molto…- commentò lei.
Stiles aggrottò le sopracciglia.- In che senso?-
Wendy guardò Hope, Angelica, Theo, Mason e Liam andare verso la mensa.- Ha il suo branco, adesso.-
Il ragazzo assottigliò gli occhi, guardandola.- Ti ricordi quando Sebastian ha infilzato il collo di Angelica con gli artigli?-
-Sì…-
-Ha detto un nome: Marie-Jeanne…Non avevi detto che ti sembrava Allison?-
-In realtà, sì…- rispose lei, tristemente.
-E’ per questo che l’ha lasciata andare, l’ha vista nei suoi ricordi…-
Wendy fu confusa.- Che intendi?-
Stiles fece un leggero sorriso.- Ha visto Allison.-

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Capitolo 13
*** Lies and gifts. ***


Un mese dopo.
 
-Dobbiamo per forza farla?- borbottò Hope, sistemandosi i capelli.
-E’ il primo Natale che passiamo insieme.- replicò Wendy, mentre Stiles sistemava l’autoscatto.- Ricordati di togliere il flash.-
La più piccola aggrottò le sopracciglia.- Perché?-
-Perché si vedono gli occhi, è una lunga storia.-
Non appena la fotocamera bippò, Stiles si mise in mezzo alle donne.- Dite: Banshee.-
-Banshee!-
-Usata per i sorrisi nelle foto…potrei creare un business.- commentò Lydia, entrando con un paio di buste regalo.
Dopo di lei, arrivarono anche Malia, Mason, Liam, Cory e Chris.
Come al compleanno di Angelica, si sedettero tutti intorno al tavolo e cenarono insieme mentre fuori nevicava.
Verso mezzanotte, si scambiarono i regali sotto l’albero.
Angelica aprì una piccola scatolina azzurra e dentro trovò un mazzo di chiavi.- Le chiavi della Jeep?- domandò, sgranando gli occhi.
Stiles annuì sorridendo.- E’ tua.-
-Le chiavi della Jeep!- esultò Angelica, alzando le braccia in aria.
-Oh, qui ce ne sono due per Hope.- esordì Wendy, passandole le due buste.
Sorpresa, Hope scartò un libricino.- Creature sovrannaturali e il loro mondo.- lesse il titolo, aspettandosi qualcosa di più carino da suo padre.
-E’ ora che ti fai una cultura.- affermò Stiles.
-Già, grazie papà.- aggiunse lei, facendo un sorriso finto.
-Apri il mio, è molto più bello.- intervenne Chris, facendole un occhiolino.
Hope aprì una scatola verticale che portava un luminoso pugnale.- Oh mio Dio, è argento?!-
-Puro argento, fatto apposta per te.-
-Grandioso! Grazie!-
Stiles si grattò la guancia, sia imbarazzato che piuttosto geloso.
Era chiaro come Stiles ancora non avesse creato un vero rapporto con Hope e la ragazza iniziò a risentirne.
Tutta via, alla fine delle vacanze, durante un’ora di buco in biblioteca, iniziò a leggere il libro.
-Che cos’è?- intervenne Theo, rubandole il libro di mano.
-Ehi, ridammelo!-
Il ragazzo lo alzò troppo in alto per permetterle di prenderlo.- Solo se stasera vieni al cinema con me!-
Hope sospirò.- Ho finito le scuse da usare con i miei genitori e Angelica non mi coprirà mai: è diventata la cocca di papà, ormai.-
-Oh avanti, so che sei piena di fantasia.- replicò lui, sfiorandole il naso per poi baciarla con passione.
Hope sentì fremere il corpo e alzò gli occhi al cielo.- D’accordo, mi inventerò qualcosa.-
Theo fece un sorrisetto soddisfatto.- Che stavi leggendo?-
La ragazza si mise seduta su un divanetto, riaprendo il libro.- Il mito della caccia selvaggia. Dei tizi chiamati Ghost Riders, scendono dal cielo, con cavalli e cani neri per cercare anime e prenderle con se.-
-E tu ci credi?-
Hope alzò le spalle, osservando gli occhi verdi del cavaliere fantasma in foto.- Non lo so…-
 
In centrale, Stiles aveva iniziato ad abituarsi alla vita da sceriffo: possedeva un ufficio tutto suo e ci aveva fatto montare delle tendine per avere un po' di privacy.
Wendy lo baciò con la lingua, prima che Stiles potesse sbottonarle la divisa e morderle la pelle.
La ragazza portò la testa all’indietro mordendosi le labbra.
-Sceriffo, la chiamano sulla linea 3!- disse un poliziotto, bussando.
-Sì, solo un secondo!-
Wendy ridacchiò, leccandogli il lobo dell’orecchio.
-Sssh, fai piano.- le sussurrò Stiles, sorridendo sotto i baffi.
-Sceriffo, è urgente!- ribatté l’altro.
Stiles sbuffò.- D’accordo!-
Wendy si ricompose e si portò la cornetta del telefono all’orecchio.- Sì? ….Arriviamo subito.-
-Che c’è?-
-Parrish ha trovato una macchina senza guidatore e con un bambino piuttosto spaventato.- spiegò Wendy, abbottonandosi la camicia.
Stiles si alzò dalla sedia e si sistemò le mutande nei pantaloni.- Va bene, sono pronto.-
Quando arrivarono, Jordan stava parlando con il bambino.
-Si chiama Alex, la macchina si è fermata da sola contro l’albero e lui era dietro.- spiegò Parrish, osservando qualcosa che non andava nella divisa di Wendy.- H-Hai un bottone storto.-
-Ops.- Wendy se lo aggiustò subito, ridacchiando timidamente.
Intanto, Stiles si piegò alla sua altezza.- Allora Alex, sono lo sceriffo Stilinski, puoi dirmi che cosa è successo?-
Wendy analizzò la macchina e notò che, non solo la portiera del passeggero era stata staccata con violenza, ma che qualcuno aveva sparato al parabrezza.
-Credi che sia stato un lupo mannaro?- domandò Parrish.
-Conosco un coyote mannaro con una pistola, ma non le interessa rapire civili.- rispose Wendy, accorgendosi che il vetro rotto era di una strana tonalità di blu.
-I-io non me lo ricordo, ma per favore, non fate che vengano a prendere anche me.- balbettò il bambino, tremando.
-Sta tranquillo, non permetterò che nessuno ti faccia del male.- gli disse Stiles, facendo un cenno a Jordan.- Portiamolo alla centrale.-
 
Mentre i poliziotti tornarono alla centrale, Stiles chiese alle sue figlie di perquisire casa di Alex, dato che si trattava sicuramente di qualcosa di sovrannaturale.
-Non ci penso proprio a coprirti per l’ennesima volta, sai che papà non vuole che esci con lui.- le disse Angelica, mentre parcheggiarono davanti alla casa con la Jeep.
-Angelica, lui non potrà comandare per sempre la mia vita. Theo ci ha aiutato con la Bestia, perché dovrebbe essere ancora cattivo? Ha ferito lui, non me.- replicò Hope.
La sorella la guardò seriamente.- Ha ucciso Derek: ha ferito tutti noi.-
Hope sospirò ed entrò in casa, accendendo una torcia: sembrava abbandonata ed era tutto molto impolverato. -Vado a controllare di sopra.-
Angelica accese l’altra torcia ed esaminò il soggiorno.
Non c’era nulla di sospetto, se non due piatti sul tavolo che nessuno aveva mai usato.
Andò in cucina, il frigo emanava puzza di marcio che risultò più potente alle sue narici.
Poi, quando tornò in soggiorno, i piatti erano misteriosamente scomparsi.
Di sopra, c’erano tre stanze: un bagno, una camera da letto immacolata e, alla fine del corridoio, probabilmente la camera di Alex.
Quando entrò, Hope si accorse che era molto diversa dalla camera da letto.
Non c’era un filo di polvere, il letto era ben fatto e appese ai muri c’erano delle foto del bambino.
In tutte, però, era da solo.
Dei suoi genitori nessuna traccia, come se fossero spariti nel nulla.
Infine, controllò sotto il letto e, ad un certo punto, un vento freddo le attraverso il viso.
Dall’altra parte, giurò di aver visto lo zoccolo di un cavallo.
Sgranò gli occhi e alzò di scatto il busto e sobbalzò spaventata quando Angelica apparve sulla soglia della porta.
-Non c’è niente di strano qui.- commentò Angelica.- Credo che papà si sia sbagliato, non c’è niente di sovrannaturale in questo caso. Tu hai trovato qualcosa?-
Hope guardò dall’altro lato del letto e capì di esserselo solo immaginato.- No…-

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Capitolo 14
*** I wish i was never born! ***


Con la scusa di andare cinema con Mason, Hope riuscì a cavarsela e si incontrò con Theo davanti ad esso.
Presero dei popcorn ed entrarono in sala.
Hope si accorse però che erano soli.
-Dove sono tutti?- si chiese, stranita.
-Ho pagato un piccolo extra al proprietario per farci stare da soli.- spiegò Theo, sedendosi accanto a lei.
Hope lo guardò con un sopracciglio alzato.- E dove vorresti che sfociasse questa cosa?-
Theo arrossì.- Oh, n-no, non voglio che pensi male! Dio, no! I-io…-
La ragazza scoppiò a ridere.- Stavo scherzando.-
Theo si bagnò le labbra, sorridendo.- No, seriamente, io… Io sono innamorato di te. Mi sono innamorato di te e non l’ho fatto per noia o per solitudine. E mi innamoro ogni volta che mi baci o mi tocchi, o peggio, quando mi guardi.-
-Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere.- sussurrò lei, baciandolo dolcemente.
-Perciò, buon Natale, anche se in ritardo.- continuò lui, passandole una scatola.
Hope sgranò gli occhi.- Scherzi? I-io non ti ho preso niente.-
Si trattava di una valigetta piena di colori di ogni tipo.
-Non fa niente, magari mi farai un ritratto.-
-Theo, non posso accettare…-
-Invece sì.- replicò, guardandola negli occhi.- Io non credo di essere l’unico che ha bisogno di essere amato.-
Hope ripensò al rapporto che aveva con suo padre e le vennero gli occhi lucidi, ma era contenta di quel regalo.- Grazie.-
Lo circondò con le braccia e lo baciò ancora.
Ma fu in quel momento che sentì di nuovo quel vento freddo e, aprendo gli occhi, vicino alle scale al lato della sala, vide di nuovo un cavallo nero.
Si stropicciò gli occhi e la figura dell’animale scomparve.
-Stai bene?- le domandò lui.
-S-Sì, è che sono solo stanca.-
-Vuoi che torniamo a casa?-
-Sì, è meglio…-
Anche durante il viaggio di ritorno, Hope non si staccò dal braccio di Theo neanche per un attimo: aveva una strana sensazione.
 
Wendy ticchettò il martello sul chiodo, fino a fare un buco nel muro.- Perfetto, passami la foto.- disse a Lydia.
La ragazza aveva in mano la foto di famiglia fatta il giorno di Natale e la stava fissando.
-Lydia, stai bene?-
Lydia alzò lentamente la testa.- Sta per succedere qualcosa…- mormorò, bianca in viso.
-Che cosa?-
-Non ne sono sicura…-
Fu in quel momento che Hope rientrò in casa.
Stiles uscì dalla cucina con passo rabbioso.- Finalmente.-
Hope non capì il suo comportamento.- Che c’è?-
-Che c’è? Vuoi ancora continuare a mentirmi?!- esclamò Stiles, rosso in viso.
Hope guardò male la sorella.- Hai fatto la spia!-
-Te lo avevo detto di smetterla di vederlo!- replicò Angelica.
Stiles assottigliò gli occhi.- Smettere di vederlo? Da quanto va avanti questa storia?!-
Hope voltò lo sguardo, senza rispondere e allora Stiles si appellò alla sorella.
-Da quando abbiamo sconfitto la Bestia.- rispose Angelica.
-Vuoi chiedere quella bocca?!- gridò Hope, gesticolando.
-Non ci posso credere che tu mi abbia mentito per un mese intero!-
Wendy sospirò, passandosi le mani nei capelli.- Stiles, stai esagerando.-
-Esagerando?! Non ti senti presa in giro?-
-Sapete che c’è…- continuò Hope, prendendole la foto di mano e gettandola a terra fino a romperla.- Non ci gioco più al ruolo della famigliola felice! Dici di fare tanto il padre! Dov’eri tu quando ho mosso i miei primi passi?! Quando ho detto la mia prima parola?! Quando mi sono misurata al muro?! Tu non c’eri!-
-Tu non lo vedrai mai più, sono stato abbastanza chiaro!? Anche se dovessi sorvegliarti 24 ore su 24, anche se dovessi chiuderti in camera tutta la vita!-
Hope singhiozzò, scuotendo la testa.- Derek non vorrebbe questo!-
-Non dire il suo nome!- urlò Stiles, a squarciagola.
-Non mi interessa!-
Le loro urla furono talmente forti, che un paio di lampadine del lampadario esplosero e una scheggia andò a conficcarsi nella guancia di Wendy.
Wendy se la tolse con una leggera smorfia, sanguinando appena.
-Mamma, scusa…- balbettò Hope.
-Adesso basta.- affermò Wendy, a denti stretti.
-Ti odio! Vorrei non essere mai nata!- Hope scoppiò a piangere e corse in camera, chiudendosi dentro.
Stiles tentò di dire qualcosa, ma Wendy gli mise un dito davanti al viso.- Zitto.-
Hope si accasciò sul letto, piangendo pesantemente.
Tirò via il libro che le aveva regalato Stiles per Natale ed esso si aprì ad una pagina specifica.
La ragazza si asciugò gli occhi e osservò la pagina della Caccia Selvaggia.
I cavalieri fantasma che scendevano dal cielo per prendere le anime e far sì che fossero dimenticate per sempre.
Tutto ciò coincideva al caso di Alex: i genitori che erano svaniti senza motivo e le sue foto in camera in cui era sempre da solo.
Ed ora toccava a lui.
In fretta, Hope uscì dalla stanza per avvisare i suoi genitori, ma non c’erano.- Dove sono andati?!-
-Hanno ricevuto una chiamata dalla scuola.- rispose Angelica.
Hope mise il libro dentro lo zaino e se lo caricò in fretta sulle spalle, dirigendosi a scuola.
Prese la bicicletta e pedalò fin lì, dove alcuni studenti erano rimasti a studiare fino a tardi.
Corse per il corridoio e fortunatamente incrociò suo padre.
-Papà! So che non vuoi parlarmi ora, ma è urgente! E’ la caccia selvaggia! Hanno preso i genitori di Alex!- gli disse, tutto d’un fiato.
Stiles le mise una mano sulla spalla.- Okay, adesso calmati: chi è Alex?-
Forse ormai era troppo tardi: Alex era stato preso.
-Alex, il ragazzo che avete trovato nell’auto.- puntualizzò Hope, col fiatone.
-Aspetta, facciamo marcia indietro, intanto, come ti chiami?-
Hope sgranò gli occhi: suo padre non la riconosceva.
Non capiva il perchè, inizialmente, ma poi ricordò di aver visto il cavallo nella camera di Alex e collegò tutto.
Non erano venuti solo per il bambino, ma anche per lei.
Hope fuggì disperata e incrociò Liam e Mason in un angolo.
-Per favore, dovete aiutarmi, non so che fare!- singhiozzò, terrorizzata.
Mason avvicinò le labbra all’orecchio dell’amico.- Ma la conosciamo?-
Hope rabbrividì e scappò fuori nel parcheggio: le sirene delle volanti le fecero esplodere la testa.
Ma fu in quel momento che vide Theo salire sul suo pick-up.
Pregò dentro di se che lui almeno la riconoscesse.
-Theo!- gli urlò, andandogli in contro.
Lui la guardò confuso. -Che succede?-
-Ti prego, dimmi che ti ricordi di me.- balbettò, prendendogli le mani.
-Certo che mi ricordo di te, perché non dovrei?-
Hope fece un sospiro di sollievo e lo baciò a stampo.
-Hope, mi stai spaventando, che succede?-
-E’ la Caccia Selvaggia, per questo sono tutti spariti!- spiegò lei. – E ora verranno a prendere me, si stanno dimenticando tutti di me!-
Infatti, in quel momento, un fulmine cadde vicino a loro e dal nulla comparvero tre cavalieri mascherati in sella a dei cavalli, alzando un grande vento.
-Li vedi anche tu?!- gridò Hope.
-Vieni!- Theo le prese la mano e salirono sul pick- up. -Io non vedo niente.-
-Sono ovunque.- balbettò Hope, tremando. -Non posso sfuggirgli.-
Theo le strinse la mano.- Sì che possiamo, ti porterò via di qui.- affermò Theo, ma quando girà la chiave, la macchina non partì.- Avanti!!-
Hope capì di non avere scelta e inoltre aveva paura che facessero del male anche a Theo.
Con un gesto tranquillo, mise la mano sulla sua, come a fermarlo.- Lascia stare…-
-Non voglio dimenticarmi di te.- sussultò Theo, scuotendo la testa più volte.
Hope gli prese il viso tra le mani, guardandolo negli occhi.- Lo farai, ti dimenticherai di me…-
-Ti prometto che cercherò una soluzione, qualsiasi cosa dovrò fare.-
La ragazza li sentì vicini e gli accarezzò la guancia dolcemente.- Ricordati che sei la prima persona che ho baciato, con la quale sono andata al cinema…Ricordati che sono innamorata di te.-
Lui annuì, poggiando la fronte sulla sua.- Lo farò.-
Di scatto, lo sportello si aprì e Hope fu risucchiata via.
Aveva desiderato di non essere mai nata e i Ghost Rider esaudirono il suo desiderio.
 
La mattina dopo, Theo si svegliò strano e con la testa un po' confusa, come se avesse sognato, andò a scuola.
Angelica notò il suo sguardo.- Tutto bene?-
Theo aggrottò le sopracciglia.- Ho la sensazione di aver dimenticato qualcosa…-
 
 
CONTINUA…

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