Se quell’estate
noi due…
Grimmauld
Place 12, 25 dicembre 1995
I singhiozzi di Molly riempivano
l’intera casa, mentre guardava sconsolata il maglione che Percy le aveva
rimandato indietro.
“Mamma, non te la prendere. Percy
è un idiota, lo sapevamo!”
“Non parlare così di tuo
fratello!”
“Mamma, lui è sempre stato
diverso da noi, lo sai!”
“Ma cosa dite?”
Passi veloci e un fruscio di
stoffa. Era lo strofinaccio con cui Molly continuava a pulire casa per tenersi
occupata, per non pensare, per smettere di piangere.
Sirius era seduto nella sala
dell’arazzo, davanti il nome di Walburga e ricordava chiaramente come sua madre
non fosse solita piangere, come nemmeno una lacrima fosse scesa dal suo viso
quando lui era andato via.
Molly non lo sapeva, nemmeno lo meritava,
dopotutto, nonostante i loro continui battibecchi su Harry, ma Sirius capiva
perfettamente quanto possano diventare soffocanti le pareti di casa con una madre
che desidera troppo il meglio per i propri figli.
Certo, nessuno si aspettava una
simile presa di posizione dal più ligio alle regole di casa Weasley. Eppure, eppure,
nemmeno quello avrebbe dovuto stupirlo. L’occhio gli cadde sul nome di Regulus,
un altro ligio alle regole che aveva finito per smarrirsi.
Mandò giù un bicchiere di Firewhisky
e sentì Molly arrivare: “Per Natale pensavo di fare l’arrosto e poi il
pasticcio di carne, se sei d’accordo.”
“Va benissimo, Molly, grazie. Notizie
da Arthur?”
“Dicono che se la caverà.”
“Vorrei tanto andarlo a trovare.”
“Lo sai che non è possibile.
Silente è stato molto chiaro sul punto.”
Sirius annuì. Molly tirò su con
il naso.
“Scusami, scusami, Sirius, non
faccio altro che domandarmi come starà Percy. Cosa si prova a trascorrere il
Natale lontano dalla famiglia?”
Sirius guardò il bicchiere ormai
vuoto e sorrise amaramente: “Il Natale non avrà lo stesso sapore di quando eri
bambino. Puoi essere nella famiglia più calorosa del mondo, ma una parte di te ricorderà
sempre che non è casa. Io adoravo i Potter, i Natale con te, Arthur, i tuoi
fratelli, erano meravigliosi, così diversi, allegri e calorosi, rispetto al
gelo di questa casa.” Si fermò un attimo per prendere fiato. Dare voce a quelle
emozioni era sempre difficile. “Eppure, non c’era Regulus e avrei dato
qualsiasi cosa perché lui potesse divertirsi con me. Voi non siete i Black,
però, e Percy tornerà.”
“E se avessero ragione i gemelli?”
domandò Molly tra le lacrime. “Hai sentito George? Ha detto Sembra che il
tradimento scorra nelle sue vene. E se avesse ragione? Se tutto ciò
dipendesse da quello che abbiamo fatto? Hai mai ripensato a quell’estate?”
“Lo sai che sono discorsi
ridicoli. Non lasciarti suggestionare,” le disse, “Percy si è lasciato
incantare da Fudge, tutto qui.” Guardò Molly, i suoi occhi marroni e i capelli
rosso acceso e sospirò: “Ci ho ripensato moltissime volte. Ogni volta in cui
sono stato con una ragazza. Dobbiamo tutti moltissimo a te, anche se gli altri
non lo sanno.” Le fece un occhiolino. “Non sono sicuro che oggi ci sarebbe un
Harry, se quell’estate noi due…”
***
La Tana,
Ottery St. Catchpole, 22 giugno 1976
Sirius era steso in giardino con
lo sguardo perso a contemplare le costellazioni pensando che suo fratello, a
quest’ora, sarebbe stato da zio Cygnus e zia Druella nel Wiltshire. Chissà se
anche lui era sdraiato in giardino a cercare Sirio, così come lui stava
cercando Regulus.
In lontananza, degli Gnomi da
giardino provavano a intrufolarsi tra i cespugli illuminati dalle lucciole. Era
così diverso dal Wiltshire. Riusciva persino a stare sdraiato sull’erba senza
il terrore di incontrare lo sguardo carico di disapprovazione di sua madre per le
camicie sgualcite e sporche di erba, o i capelli scompigliati.
James era andato a dormire con
Remus e Peter, Fabian e Gideon erano in missione per l’Ordine della Fenice,
insieme ad Arthur. Sentì dei passi raggiungerlo in giardino, l’andatura lenta
era quella di Molly, ormai al settimo mese della terza gravidanza.
Si scambiarono uno sguardo e
Molly gli domandò se potesse stendersi accanto a lui. Aprì la coperta che si
era portata insieme a dei cuscini e si stese.
“Non so perché, ma a questo
bambino piace guardare il cielo di notte,” disse, “forse è un romantico.”
“O un astronomo,” sospirò
Sirius.
“Pensi a qualche ragazza mentre
guardi le stelle?” gli domandò Molly. “Io pensavo sempre ad Arthur durante le
estati a casa, mentre segnavo i giorni sul calendario che mi separavano dal
ritorno a Hogwarts.”
“No, non c’è nessuna ragazza.”
“Fatico a crederlo, so che siete
abbastanza popolari a scuola.”
“Te l’ha detto Marlene, non è
vero?” lo sguardo di Molly fece capire a Sirius di avere indovinato.
Si sarebbe vendicato di quella
lingua lunga della McKinnon. Avrebbe fatto scivolare un po’ di sale nel succo
di zucca della colazione del primo giorno, così per tutto l’anno avrebbe avuto
paura ogni mattina.
Ridacchiò ripensando alla loro disastrosa
situazione sentimentale. “In realtà siamo dei casi disperati: James è
innamorato perso di una ragazza dal primo anno, io non sono mai riuscito a
concludere molto, Remus è così timido e restio a lasciarsi andare con chiunque
che fugge al primo sorriso. Peter credo che abbia combinato qualcosa quando è
stato a casa, ma era abbastanza incerto sul successo.”
“Non è difficile.” Molly cercava
di rassicurarlo con un sorriso gentile.
Sirius aveva sentito parlare
dell’effetto che la gravidanza aveva sul corpo delle donne. Lo aveva visto
anche su sua cugina Andromeda quando era andato a trovarla di nascosto. Molly
era diventata bellissima, nonostante il ventre gonfio. La sua pelle era così
profumata e liscia, spruzzata da lentiggini adorabili e i suoi capelli
sembravano illuminare l’ambiente circostante. Persino adesso, sotto il cielo
stellato, riuscivano a catturare la luce delle stelle e brillare come un fuoco
che non si è ancora del tutto spento sotto la cenere del camino.
“Vorrei ci fosse un manuale di
istruzioni da seguire per capire come comportarsi con le ragazze. Sarebbe tutto
molto più semplice.”
“Il segreto è osservare le
reazioni,” gli aveva detto, sempre sorridendo. “Abbiamo un sacco di punti in
cui riusciamo a passare dal solletico, al piacere, al dolore fino al fastidio
più assoluto a seconda del modo in cui veniamo toccate.”
“Siete complicate, l’ho detto.”
“Per nulla. Dammi la mano,”
aveva sorriso Molly. Sirius aveva acconsentito e allungato la mano verso di
lei, incerto di cosa avesse intenzione di fare.
“Questa mano la posso stringere.”
Molly afferrò la mano in una stretta vigorosa. “Posso intrecciare le mie dita
alle tue.” Gli sorrise mentre lo diceva. “Posso anche accarezzare il palmo.”
Sentì un formicolio sulla mano, sotto i calli dati dal manico di scopa. “Posso
prenderla tra le mie mani e portarla al viso.” La mano di Sirius tremò nel
contatto con le guance morbide e lisce di Molly. Aveva un buon profumo, di
biscotti, bucato fresco e fiori di giardino. Molly sapeva di casa, di
accoglienza e di calore.
Non riuscì ad allontanare la
mano dal viso di Molly. “Posso accarezzarti?” le aveva domandato.
“Osserva le mie reazioni.”
La mano di Sirius aveva provato
a stringere quel viso e infilarsi al di là dell’orecchio, verso la nuca. Molly
chiuse gli occhi e una smorfia infastidita le era comparsa sul volto. Sirius si
fermò.
“Troppo irruente,” gli disse.
Il sorriso gentile era tornato
sul suo volto.
Sentì la mano di Molly sulla
sua, lo guidava con lentezza, mentre Sirius osservava il volto di lei reagire a
quei nuovi stimoli. Molly lasciò andare la mano di Sirius e fu lei ad allungarsi
fino al volto di lui, imitò la carezza che aveva ricevuto e Sirius comprese l’irruenza.
Non doveva essere così nella sua mente.
“Forse è meglio così,” gli aveva
sussurrato accarezzandogli il volto. Fu impossibile trattenere un sorriso e un’espressione
beata sul volto.
“Per Godric, Molly…” aveva
sussurrato avvicinandosi a lei. Voleva sentire, ancora una volta, il suo profumo.
Il naso di Molly sfiorò quello di Sirius mentre continuavano ad accarezzarsi e
poi fu irresistibile e troppo forte per resistere, la mano di Molly si infilò
tra i ricci scuri di Sirius e gli accarezzò la nuca. Una scarica elettrica si
diffuse per tutto il corpo, più intensa e forte di quando le ragazze facevano
le coccole a Felpato.
Gemette e si avventò sulle
labbra di Molly. Bastò il modo in cui la mano di lei lo guidò sul viso perché
Sirius imparasse a dosare i baci ad alternare quelli più irruenti a quelli più
dolci, a godere di quel languore e sentire l’eccitazione che premeva contro i
suoi pantaloni.
Si scambiarono altri baci,
carezze e lei gli insegnò come toccare il seno, come baciare quelle meraviglie della
natura, e Sirius capiva benissimo perché Arthur avesse fatto già tre figli con
quella donna meravigliosa. Voleva fermarsi. Sapeva che era sbagliato, era persino
scorretto nei confronti di Fabian e Gideon. Insomma, era la loro sorella, e lui
non doveva toccarla in quel modo, non doveva leccarle i capezzoli, e sentirla
gemere di piacere, e sentire gli inviti a continuare.
“Molly, ti prego,” mugugnò
cercando di farsi forza. “Dovremmo fermarci prima che sia troppo tardi.”
Molly si morse un labbro e
annuì: “Hai ragione, Sirius, non so cosa mi abbia preso. Perdonami. Saranno gli
ormoni della gravidanza.”
Sirius si avventò di nuovo su
quelle labbra, verso le quali si sentiva ipnotizzato, incapace di
allontanarsene. La bocca di Molly rispondeva a quei baci, lo cercava, famelica,
e le mani di lei scesero lungo il corpo di Sirius, incapaci di fermarsi. Gli
sembrò di impazzire quando la mano di Molly sfiorò la sua erezione, si infilò
nei pantaloni, e stringendo le dita iniziò a massaggiarlo.
Sirius chiuse gli occhi e si
morse un labbro. Mugugnò versi senza senso. Non voleva vedere Molly, non poteva
pensare che fosse lei a dargli quelle sensazioni, a farlo stare così bene, come
nessuna ragazza prima d’ora era riuscita a fare.
Oh, Godric, Tosca, Corinna e sì,
anche Salazar! Chiedeva l’aiuto di tutti i Fondatori per
riuscire a uscire vivo dall’abisso di piacere in cui si sentiva sprofondare. Perse
il controllo, sporcando i pantaloni, le mani di Molly e provando un
grandissimo, enorme imbarazzo.
Molly non si scompose affatto,
prese la bacchetta e con un gesto veloce tutto tornò pulito. Sirius era incredulo
di quell’esperienza.
“Credo che ora tu abbia gli
strumenti necessari per far impazzire le ragazze,” gli disse, facendogli un
occhiolino, “resterà il nostro piccolo segreto.” La sentì rientrare in casa
mentre lui tornava a guardare le stelle, cercando di recuperare una
respirazione normale e togliersi dal viso quel sorriso beato, altrimenti James e
Remus lo avrebbero tormentato per secoli.
Questa storia è nata come una
sfida. Un puzzle su Facebook diceva “I primi due nomi che leggi sono la tua
ship” e spesso uscivano Molly e Sirius insieme. I commenti erano per lo più nauseati
e mentre io dicevo “Voi sottovalutate LollyMolly” questa storia prendeva forma
nella mia testa.
Il Lexicon, però, si è messo di
mezzo e ho scoperto che Percy è nato il 22 agosto 1976 e non me la sono sentita
di fare una lemon “completa” come avevo in mente inizialmente. Saranno
sollevate le fan di Sirius, anche se mi sembra di sentire un po’ di disappunto
da parte di lui.
Non prendete questa storia troppo
sul serio!
Sev