Sliding Doors

di Marti Lestrange
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Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 0. CAPITOLO INDICE ***
Capitolo 2: *** 1. bloom ***
Capitolo 3: *** 2. amore nuovo ***
Capitolo 4: *** 3. crime scene ***



Capitolo 1
*** 0. CAPITOLO INDICE ***


SLIDING DOORS1

 

CAPITOLO INDICE

 

 

Questa raccolta nasce dall’esigenza di riunire tutte le storie che nasceranno in occasione del #giocodiscrittura del gruppo Facebook “Caffè e Calderotti”

 

Il tutto consisteva nello stilare una o più liste, composte da 10 personaggi ciascuna. In un secondo momento, l’organizzatrice del gioco ha fornito a noi partecipanti una lista di 20 generi/note “a incrocio”, dove in corrispondenza di ogni genere/nota sono presenti da uno a tre personaggi. 

 

Queste sono le mie liste:


LISTA 1 [Death in the Night!verse2]

  1. Teddy Lupin
  2. James Sirius Potter
  3. Albus Severus Potter
  4. Scorpius Malfoy
  5. Connor Finnigan (OC)
  6. Dominique Weasley
  7. Molly Weasley II
  8. Roland Zabini (OC)
  9. Victoire Weasley
  10. Emma Nott (OC)

 


LISTA 2

  1. Rabastan Lestrange
  2. Rodolphus Lestrange
  3. Cassandra Dolohov (OC)
  4. Tom Riddle/Voldemort
  5. Bellatrix Lestrange 
  6. Evan Rosier
  7. Narcissa Malfoy
  8. Lucius Malfoy
  9. Barty Crouch Jr
  10. Draco Malfoy 

 


Questa invece è la lista di generi/note:

  1. First time 4 e 6
  2. Angst 7
  3. Fiaba!AU 1 e 8
  4. Threesome o Triangolo 3, 6 e 9
  5. Hurt/Comfort 5 e 10
  6. Crack 1
  7. Horror 10
  8. Kidfic 5 e 9
  9. Dark 2 e 8
  10. Romantico 4 e 7
  11. Soulmate!AU 2 e 4
  12. Death 10 e 3
  13. AU 9 e 4
  14. Het 5
  15. Slash/Femslash 6 
  16. Lemon 7 e 5
  17. Erotico 4 e 3
  18. Song-fic 3 e 2
  19. Commedia 7, 8 e 10 
  20. Fluff 1 e 2

 

Incrociando i generi/note con i personaggi, si creano tutte le combinazioni, quindi, per fare un esempio, secondo il punto 1. dovrei scrivere una storia con tema “first time” (declinato in vari modi) con i personaggi 4 e 6 di ciascuna lista, quindi per quanto riguarda la lista 1 parliamo di Scorpius e Dominique, per la lista 2 di Tom Riddle/Voldemort ed Evan Rosier.

 

Il termine ultimo per pubblicare le storie è il 31/12/2O2O e sono accettate storie di qualsiasi lunghezza. Non siamo obbligati ovviamente a sviluppare tutte le tracce, ma solo quelle che ci piacciono/ci ispirano.

 

Ci è concesso uno switch a lista, cioè la possibilità di cambiare un numero (ossia un personaggio) in corrispondenza di un genere/nota.

 

Per praticità, ho deciso di pubblicare una raccolta per lista, il che vuol dire che qui troverà spazio la lista 1 e relativi incroci, che vi riporto qui di seguito:

 

LISTA DI COMBINAZIONI

  1. First time Scorpius/Dominique ✔️  crime scene
  2. Angst Molly
  3. Fiaba!AU Teddy/Roland
  4. Threesome/triangolo Albus/Dominique/Victoire
  5. Hurt/comfort Connor/Emma
  6. Crack Teddy
  7. Horror Emma ✔️ The Haunting of Heydon Hall (capitolo due)
  8. Kidfic Teddy/Victoire (⇾ chiesto uno switch con Connor) ✔️ it's nice to have a friend
  9. Dark James/Roland
  10. Romantico Scorpius/Molly
  11. Soulmate!AU James/Scorpius
  12. Death Emma/Albus
  13. AU Victoire/Scorpius
  14. Het Connor
  15. Slash/femslash Dominique
  16. Lemon Molly/Connor
  17. Erotico Scorpius/Albus ✔️ bloom
  18. Song-fit Albus/James
  19. Commedia Molly/Roland/Emma
  20. Fluff Teddy/James ✔️ amore nuovo

 

 

Non so ancora quali di queste scriverò, ma vedrete comparire un segno verde di spunta (questo ✔️ ) accanto alle tracce scritte di volta in volta, con relativo link/collegamento. Per praticità, nelle caratteristiche generali ho inserito dei generi vari e un rating che potesse contenere tutto, ma troverete singoli specchietti relativi ai generi e agli avvertimenti e altro prima di ogni singola storia. 

 

Direi che è tutto e grazie per l’attenzione [seguono altre due note]; Marti 🐍

 

  1. Nota 1: il titolo è ovviamente tratto dall’omonimo film con Gwyneth Paltrow del 1998.
  2. Nota 2: il Death in the Night!verse significa che i personaggi rappresentati sono quelli della mia long sulla Nuova Generazione, “Death in the Night”, appunto (se siete curiosi e volete buttarci un occhio, vi basterà cliccare sul nome, vi reindirizzerà al link alla storia), MA non aver letto la long non vi preclude la lettura di questa raccolta, che può essere vista e considerata a sé. 

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Capitolo 2
*** 1. bloom ***


Storia partecipante all’iniziativa #giocodiscrittura del gruppo Facebook “Caffè e Calderotti”.

 

Titolo: bloom.
Tipo di storia: oneshot.
Rating: arancione.
Genere: angst, erotico, introspettivo.
Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy.
Coppia: slash.
Tipo di coppia: Albus/Scorpius.
Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova Generazione.
Note: lime, what if?
Avvertimenti: /
Genere/nota #giocodiscrittura: erotico 4/3 (Scorpius Malfoy, Albus S. Potter).

 


 

1.

bloom



“And it’s true, baby
I’ve been saving this for you, baby

(Yeah I bloom) I bloom just for you
(I bloom) just for you
Come on, baby, play me like a love song
Every time it comes on
I get this sweet desire
(Yeah I bloom) I bloom just for you
(I bloom) just for you”
Troye Sivan, Bloom

 

 

«Sei sicura che alle tue amiche non dispiacerà?»

«Sei sicuro che a Scorpius non dispiacerà?» Cassandra lo guarda, sorridendo sorniona, e prendendolo bellamente in giro senza tante cerimonie. Questa è un’altra ragione per la quale gli piace da morire. 

«Ci vediamo qui davanti domani dopo pranzo?» le chiede quindi.

Cassandra annuisce e Albus sente il suo stesso viso trasfigurarsi, e aprirsi in un vero, e spontaneo, e autentico sorriso, come non succedeva da giorni. Gli fa quasi male la mascella.

I due entrano in Sala Grande e Albus capta numerose paia di occhi osservarli e seguirli mentre raggiungono insieme il tavolo di Serpeverde. Si sorridono ancora una volta e poi Cassandra raggiunge le sue amiche e Albus prende posto accanto a Scorpius. 

«Tu e la Zabini?» gli chiede l’amico. «Non è una storia vecchia, questa?»

Albus lascia cadere la borsa a terra e si precipita ad afferrare una focaccina di mais, che si infila in bocca senza farsi alcuno scrupolo. Muore di fame, ora che ci pensa bene. 

«Domani —udiamo inscieme», racconta ingozzandosi e riempiendosi il piatto di pasticcio.

«Come, scusa?»

«Hai sentito», continua ingoiando un boccone. «Studiamo insieme, domani.»

«Ah, allora avevo capito bene.»

«Che c’è di strano?»

«Nulla, devi solo stare attento», risponde Scorpius sussurrando.

Albus gli lancia un’occhiata in tralice. Quella conversazione sta già minacciando di stufarlo. «Attento a cosa? La mia virtù è andata, ormai.»

«Ah-ah, divertente», commenta l’altro piegando la testa. «Sai bene a cosa mi riferisco. Cassandra ti piace da… vediamo… dal primo giorno di scuola? Quindi da secoli. Non vorrei che ti lasciassi andare più del dovuto e finissi dentro una situazione nella quale non vorresti entrare, ecco. So come sei fatto.»

Albus lascia cadere la forchetta nel piatto e un CLANG risuona sonoro lungo quel tratto di tavolo. Alcune teste si girano a guardare, ma distolgono subito lo sguardo quando capiscono di chi si tratta. 

«Ah, sì?» esclama. «Sai come sono fatto? E come sarei fatto, di grazia?» Così dicendo, recupera la forchetta e infilza un pezzo di carne con un po’ troppa irruenza, spargendo piselli ovunque.

«So che non sei fatto per una relazione seria, e so da fonti certe che una relazione seria è tutto ciò che vuole Cassandra, almeno da te.»

«Da fonti certe? Cioè? Rose?» continua Albus e gli scappa una mezza risata sarcastica. «E anche se fosse? E se volessi una relazione seria, questa volta? Non è che sei geloso?»

Scorpius sbarra gli occhi e alza un sopracciglio. «Non sono geloso, anzi, sono felice perché così finalmente mi sentirò meno in colpa quando vorrò passare del tempo con Rose», replica quindi, abbassando la testa sul suo piatto di stufato. 

«Ah, sì, giusto. Rose

Sente addosso lo sguardo dell’amico, mentre si avventa anche lui sullo stufato, riempiendosi la bocca di carne per non rischiare di dire cose di cui poi potrebbe pentirsi. 

«Hai problemi con tua cugina?»

Albus scuote la testa. «No, no, figurati.»

«Guarda che se devi dire qualcosa, puoi dirla, Albus, sono abbastanza grande da accettarla.»

Albus molla di nuovo la forchetta e si gira verso l’altro. Scorpius lo guarda strano e immagina di avere dipinta negli occhi la luce tipica dei pazzi. Ottimo.

«Va bene, se proprio ci tieni», comincia. «Ho da dire che tutte le volte in cui parliamo, non puoi fare a meno di tirare in ballo Rose. Rose di qua, Rose di là, sai Rose ha detto, sai Rose ha fatto. Chi se ne frega!»

Scorpius sussulta leggermente sulla panca e alcune teste si girano a guardarli, ma non gli importa. 

«Non me ne frega niente di cosa fa Rose, né lei, né tanto meno voi due, da coppietta melensa quale siete», continua, e si sente acceso, come non lo è da tempo, e ormai sa bene di non riuscire più a fermarsi. «Sono stufo di sentirti raccontare quanto è bella e brava e intelligente, sono stufo di vederti tornare dai vostri incontri con un sorriso ebete sul viso e guardarti restartene disteso per ore sul letto senza riuscire a spiccicare parola solo perché ti sei fatto uno scopata, sono stufo di dividerti con lei. OKAY?»

Si alza, afferra la borsa che ha lasciato cadere a terra e se ne va, pestando i piedi sul pavimento di pietra, la testa annebbiata. Non sa che cazzo ha appena fatto, e che cazzo ha appena detto, sa solo di doversi allontanare da lì, prima che sia troppo tardi. 

 

🥀

 

Scorpius continua a fissare un punto imprecisato del tavolo degli insegnanti, in corrispondenza di dove prima si trovava il viso di Albus. Non può credere che il suo amico gli abbia appena rivolto quelle parole, parole dure, cariche di risentimento e rancore e rabbia, parole che mai avrebbe pensato di sentirgli pronunciare, e mai rivolte a lui, proprio a lui, il suo migliore amico. Erano rimasti insieme, nonostante tutto e tutti, lui e Albus. Avevano affrontato guai, peripezie, pericoli e male lingue; si erano tenuti metaforicamente per mano in tutti quegli anni difficili, quando Albus era in crisi con la sua famiglia, e con suo padre; quando Astoria era morta e Draco era diventato un fantasma e Scorpius non sapeva neanche più cosa significasse la parola “famiglia”. E adesso, per una ragazza, Albus si era come trasfigurato e gli aveva riversato addosso anni e anni di recriminazioni e un’apparente sofferenza che però lui, il suo migliore amico (ché non riusciva a smettere di ripeterselo, ancora e ancora) non era stato in grado di recepire. Si sente male non solo per via di quelle parole, e del significato che celano, ma anche per non essere riuscito a capire Albus. Si sente male come non si sentiva da tempo e realizza che solo Albus, sempre e solo Albus, è colui che racchiude la sofferenza e la medicina adatta a curarla, è male e bene insieme, è luce e oscurità.

Così si alza in fretta proprio mentre Rose gli si avvicina. Rose. Si è completamente dimenticato di lei, nei suoi attuali deliri. La guarda allucinato e lei ricambia, gli occhi sbarrati.

«Scorpius, tutto bene? Sei pallido…»

«Tutto bene, Rose», risponde, e sente addosso una fretta del diavolo. Vuole solo raggiungere Albus e chiarire con lui. Solo questo gli importa. «Scusa, ma devo andare a fare un tema…»

«Non hai neanche finito di mangiare», continua lei indicandogli il piatto ancora mezzo pieno.

Scorpius sa che lo dice perché è preoccupata per lui, però improvvisamente si rabbuia, infastidito e spazientito da tutte quelle domande insistenti e invadenti. Solo perché stanno insieme, allora si sente in diritto di fargli il terzo grado, manco fosse sua madre? Lui l’ha avuta, una madre, non ne ha bisogno di un’altra. 

«Lasciami stare, Rose», esclama scrollandosi di dosso la mano che la ragazza gli ha poggiato sul braccio. In tutta risposta, lei segue il movimento della sua mano e poi lo guarda, ferita. «Ho detto che devo andare, posso o devo chiederti il permesso?» 

Rose alza la testa, fiera come sempre, e tutto il dolore sembra essere svanito dal suo volto, ora. «Vai da lui, non è vero?»

Scorpius deglutisce ma rimane imperturbabile. Non risponde. 

«Vi ho visti discutere», continua Rose. «Ho visto Albus alzarsi e andarsene come una furia, so quando è talmente ferito da aver bisogno di scappare via per non rischiare di spezzarsi. Credi che non mi sia accorta di come vi guardate? Del modo in cui vi cercate e vi tenete in piedi?»

Scorpius scuote la testa. «Non so di cosa parli. Albus e io siamo amici. Abbiamo discusso, sì, ma non sono affari tuoi.»

«Improvvisamente non sono più affari miei, eh? Quando ti sveglierai, Scorpius? Lui ti piace, e esci con me solo per cercare di convincerti del contrario, ché quella prospettiva ti risultava troppo difficile, troppo complicata. Innamorarsi del proprio migliore amico? Un vero schifo.»

Scorpius sente la testa girargli. Che cazzo significa? Non lo sa nemmeno lui, o meglio, lo sa ma non vuole riconoscerlo, non vuole ammettere quanto Rose si sia pericolosamente avvicinata alla verità. Una verità che ha ricacciato e rifuggito per tanto, troppo, tempo. 

Scuote la testa. «Senti, Rose, non mi sembra il luogo adatto per parlarne», dice guardandosi intorno. Qualcuno li osserva, qualcun altro li fissa, interessato e bramoso di pettegolezzi, altri si fanno gli affari loro e continuano a cenare e a chiacchierare. «Lasciami andare, ora. Per favore.»

Lei annuisce. «Possiamo parlarne quanto vuoi, Scorpius, ma io so già da tempo come stanno le cose, devi essere tu a capirle, ora. Pensaci e cercami quando ti sarai chiarito le idee, d’accordo?»

E così gli volta le spalle e torna al tavolo di Grifondoro. Roxanne gli lancia un’occhiataccia prima di cingerle le spalle con un braccio, protettiva com’è sempre stata con la cugina. Gli viene in mente che dovrà affrontare l’ira e il biasimo di tutta la famiglia Potter-Weasley, in un prossimo futuro, ma al momento non riesce, proprio non ce la fa, a pensarci, vuole solo trovare Albus, solo questo conta, ormai. 

Esce dalla Sala Grande come un fulmine, avviandosi verso i sotterranei. Quando raggiunge la Sala Comune sta ormai correndo e si ferma di fronte alla parete di pietra col fiato corto. Respira boccheggiando e, una volta regolarizzato il respiro, mormora la parola d’ordine, Python Regius. La Sala Comune è moderatamente affollata, ma di Albus neanche l’ombra. Immagina che si sia rintanato nel loro dormitorio a sbollire.

Supera un gruppetto di bambine del primo anno che lo circondano e gli chiedono di fare loro un autografo, adducendo come scusa un improvviso mal di testa e chiedendosi da quando in qua sia diventato così famoso da avere addirittura i fan club tra i primini. Dimentica tutto non appena mette piede in dormitorio. È tutto al buio e solo la striscia di luce originata dalla porta appena aperta gli permette di distinguere le sagome dei letti a baldacchino che si stagliano nell’ombra. 

«Albus?» chiede. 

Nessuno gli risponde, ma lui non si da per vinto. Richiude la porta dietro di sé e fa un passo avanti. Conosce l’esatta ubicazione di ogni mobile e ogni baule, là dentro, quindi può benissimo procedere anche al buio. Raggiunge il letto di Albus e sfiora i contorni in legno del baldacchino, fino a trovare i lembi della spessa tenda verde e tirarla. Subito dopo tira fuori la bacchetta e mormora «Lumos». La luce colpisce in volto proprio Albus, disteso supino sul letto, una mano sul volto per la sorpresa. Gli sfugge un lamento. 

«Ah, eccoti qui!» esclama Scorpius sedendosi sul letto e continuando ad illuminare l’altro con la bacchetta alzata. 

«Puoi per favore mettere giù quella dannata bacchetta, Malfoy?» quasi ringhia Albus.

«Allora tu accendi quella maledetta luce, Potter», ringhia di rimando Scorpius. «Nox», sussurra poi mentre sente Albus scostarsi per accendere la lampada sul comodino.

«Contento? Ora per favore smamma.»

«No che non me ne vado», replica lui. «Ti stavo cercando…»

Albus lo guarda sospettoso da sotto la mano che aveva prontamente rimesso sugli occhi. «In che senso?»

«In quale senso potrei volerti cercare, Albus? Nel senso che ho capito una cosa», risponde quindi Scorpius facendosi più vicino. Ora che si trova lì, di fronte ad Albus, è un pochino titubante, non sa bene come muoversi, ma l’istinto gli dice di farsi più vicino, così si sposta leggermente in avanti, e il fianco ora è contro quello di Albus e si rende conto che, ad allungare una mano, potrebbe arrivare a toccarlo in viso. 

Albus lo guarda con un’espressione dubbiosa, e sarcastica, ma incuriosita. Non può fare a meno di essere curioso, Scorpius lo sa bene. Eccome se lo sa. Così decide di provocarlo e allunga una mano e gliela poggia sul ginocchio. 

«Non sei curioso di sapere cos’è che ho capito?»

Vede Albus spostare lo sguardo sulla sua mano sul suo ginocchio e deglutire. Poi improvvisamente questi si alza, quasi di scatto, e Scorpius non riesce a trattenere un’esclamazione sorpresa. Si alza in piedi e sembra che lo abbia appena punto uno Schiopodo. 

«Stammi lontano», gli dice, perentorio, a bassa voce, quasi come se non riuscisse a trovare il giusto coraggio per parlare. 

Allora Scorpius si alza in piedi a sua volta e lo osserva. Si guardano dai lati opposti del letto, con un’intensità mai provata prima. Scorpius sente il cuore cominciare a pulsare, furioso e meccanico. 

«Sai quando prima mi hai chiesto se ero geloso?» continua quindi, trovando un residuo di coraggio che ora lo rende sicuro e deciso. 

Albus annuisce ma non replica. Si è seduto sul bordo del letto accanto al suo - sul bordo del letto di Scorpius. 

«Ho mentito, quando ti ho detto di non esserlo.»

Scorpius lo vede sbarrare gli occhi e gli sembra quasi che abbia trattenuto il respiro, ma non può esserne certo. Fa il giro del baldacchino e lo raggiunge dall’altra parte. Albus segue i suoi movimenti, non se ne perde neanche uno, circospetto e teso come un gatto pronto a balzare. Scorpius invece si sente un serpente, veloce e guizzante e letale. Si sente forte, sente di avere il coltello dalla parte del manico, sente di poter dire e fare tutto ciò che desidera. 

Si avvicina ancora e si inginocchia davanti all’amico e lo vede sussultare, e guardarlo spaesato. Appoggia i palmi delle mani aperte sulle sue ginocchia, per tenersi in equilibrio, ma anche perché vuole sentire Albus sotto il suo tocco. 

«Non hai niente da dire? Non hai niente da chiedermi?» lo incalza.

Albus scuote la testa e poi fa una cosa allo stesso tempo sorprendente e inaspettata: si allunga in avanti e gli cinge il viso tra le mani, e le loro fronti quasi si toccano, e Scorpius può sentire il calore del suo respiro quando gli parla, e insieme sente improvvisamente caldo, un caldo pazzesco.

«Sto cercando il modo più giusto per farti stare zitto. Tu parli troppo.»

«Io parlo troppo? Non credo proprio…» si difende Scorpius. Albus ha appena detto una grande infamia e non ha intenzione di starlo a sentire. 

«Shhhhh», continua l’altro chiudendo gli occhi. Scorpius rimane lì, con le sue mani sulle guance, e si sente andare a fuoco, di un fuoco che lo incendia, un fuoco che non ha mai sentito prima. Si chiede come sia possibile, si ripete che quello che ha davanti è solo Albus, il suo vecchio amico Albus. Nient’altro. O forse no? «Lo vedi che parli troppo?»

Poi Albus lo stupisce per l’ennesima volta: allarga i pollici e gli accarezza la pelle delle guance, disegna dei cerchi sul suo volto, per poi spostare le mani tra i suoi capelli, e immergervi le dita. 

«Albus…» comincia, ma quello gli fa segno di tacere. Comincia a ribollire, conscio della loro estrema vicinanza, in un modo tutto nuovo, un modo inaspettato e spiazzante, ma che gli piace da morire. 

Allora Albus sposta le mani sulla sua nuca, scende sul collo, e si ferma sulle clavicole, che spuntano dalla camicia allentata sul collo. Pazientemente, apre tutti i bottoni, uno ad uno, e gli sfila la camicia di dosso. Ora Scorpius non riesce davvero ad emettere suono, è completamente in sua balia. Sa che dovrebbe fare qualcosa, ma al momento non può. Non può e basta.

Intanto, le mani di Albus sono scese sul suo petto, vagano e toccano e curiosano, qui e là, e Scorpius aumenta la presa sulle sue ginocchia, e spera che Albus lo interpreti come un chiaro sintomo della sua sempre più crescente difficoltà. In risposta alle sue preghiere, quello gli si avvicina ancora di più e ora sono i loro nasi che si toccano, e il fiato caldo e invitante di Albus gli invade il viso. Scorpius chiude gli occhi per un attimo e sente di vacillare, le gambe stanno per cedere e rischia di finire con il culo per terra. 

«E se…» comincia Albus sfiorandogli il naso con il suo. 

«Sì?» chiede, la voca resa roca dall’eccitazione che sente crescere, sempre di più, sempre di più. 

«E se ti baciassi?» completa Albus finalmente. Annulla ogni distanza e Scorpius fa altrettanto e si ritrovano a metà strada, le bocche unite in una comunione lungamente attesa e anelata, forse da sempre, ma che entrambi si sono rifiutati di vedere - e accettare. Scorpius si tira su prima di vacillare e cadere e così facendo spinge Albus con tutto il suo peso, facendolo finire disteso sul materasso. Continuano a baciarsi mentre Scorpius poggia le mani ai lati del viso di Albus e non è poi così diverso da tutti gli altri baci della sua vita, anzi, forse è addirittura meglio. Poi pensa che è Albus a rendere ogni cosa migliore, è ovvio che anche i baci lo siano. 

Decide quindi di buttare alle ortiche ogni dubbio e ogni remora, e lascia andare le labbra di Albus solo un istante - durante il quale si sente freddo e solo - durante il quale l’altro lo guarda, altrettanto spaesato e inerme, ma solo per sbottonargli la camicia, ma senza pazienza, anzi, con irruenza, tanto che alcuni bottoni saltano e finiscono chissà dove. 

«Rude», commenta Albus ghignando. Per un attimo è tornato Albus e Scorpius lo guarda furbescamente mentre l’altro scivola verso i cuscini, attirandolo con quello sguardo da perfetta canaglia che, in fondo, Scorpius ha sempre adorato, e davanti al quale non può fare a meno di capitolare. 

Lo raggiunge e capisce di adorare averlo sotto di lui, per una volta completamente alla sua mercé, gli piace e lo fa sentire potente, e i pantaloni minacciano di esplodergli addosso talmente è eccitato. Albus lancia un’occhiata al cavallo del suoi pantaloni e poi ghigna soddisfatto. 

«È così, eh, signor Malfoy? Quello è l’effetto che le faccio?»

«Taci, per Salazar, taci!» esclama quindi buttandoglisi addosso e baciandolo. Albus risponde al bacio con ancora maggior vigore di prima, e allunga le mani a cingergli la schiena nuda e Scorpius preme il petto contro il suo, pelle contro pelle, mentre gli infila una mano tra i capelli e glieli tira leggermente. Sente Albus gemere e così lascia le sue labbra per scendere più giù, gli bacia la mascella definita che lo fa impazzire, il collo tenero, che morde senza nessuna remora mentre l’altro geme più forte, gli bacia infine il petto magro ma bello, lo mordicchia su un fianco e sente bene la sua erezione, ora, premergli addosso, ed è il suo turno di ghignare. 

«Allora è questo l’effetto che le faccio, eh, signor Potter?»

Albus gli afferra il mento per guardarlo in viso, quasi malamente, e lo bacia con forza, insinuandogli la lingua in bocca senza nessun riguardo, mordendogli le labbra finché entrambi non sentono il sapore del sangue. 

«Scorpius…» comincia Albus mentre lui gli passa una mano sul petto, pericolosamente vicina alla sua cintura. «Scorpius, non ce la faccio più…»

«Come? Non credo di aver capito bene…» risponde giocherellando con il bottone dei suoi pantaloni. «Ripetilo, per favore, chiaramente.» Sente di avere il controllo della situazione e la cosa gli piace da morire.

«Scorpius, ti prego», rantola l’altro guardandolo negli occhi e passandogli un dito sulle labbra, e in bocca. Scorpius lo succhia leggermente e attende. «Ti prego, ti prego, ti prego», mugola ancora Albus e lui decide che gli basta, è abbastanza, per ora. 

Gli sbottona i pantaloni e infila la mano all’interno, a stringere la sua erezione, e lo sente gemere talmente ad alta voce che spera che nessuno senta nulla, di sotto. A giudicare dal rumore di voci e di chiacchiere che giungono fin lì, però, non corrono nessun pericolo. 

Albus trova la lucidità necessaria a sbottonare anche i pantaloni  di Scorpius e a infilare la mano all’interno, cercandolo e trovandolo. Chiude gli occhi mentre entrambi provano piacere e si danno piacere a vicenda, ad un ritmo talmente sincronizzato e perfetto che Scorpius sente di non aver mai provato una cosa simile, mai, in tutta la sua vita sessuale con Rose. Ora i loro gemiti sono incontrollabili e, d’istinto, poggia una mano sulla bocca di Albus, mentre lui si morde le labbra fino a farsi uscire nuovamente il sangue, in precario equilibrio sopra il corpo dell’altro. L’orgasmo li travolge e li trova impreparati. Scorpius gli si accascia accanto e sente il corpo di Albus tremargli contro il fianco. 

 

🥀


La luce del primo sole si insinua placida nella stanza e filtra attraverso la stoffa ormai sgualcita delle tende. Albus osserva Scorpius dormire e non può fare a meno di sentire il cuore battergli furioso nella gabbia toracica. È così angelico, disteso lì accanto a lui, la coperta a celare una parte del suo corpo perfetto e bello, i capelli biondi spettinati e scomposti sul cuscino. È così bello, pensa, ed è mio, solo e soltanto mio, in un modo in cui non potrà mai essere di nessun altro. È stato suo per tutta la notte, e lo sarà ancora per tutte le notti che verranno. Ora, non è disposto a lasciarlo andare, per nessuna ragione al mondo. Dopo quel loro primo, sorprendente orgasmo, ne erano seguiti altri tre, nel corso di quella notte che gli era sembrata eterna, e si erano nuovamente addormentati solo intorno alle cinque, sfiniti e pieni di lividi e morsi e baci. Ha capito che non gli è mai importato veramente di nessuna, non come gli importa di Scorpius, nemmeno di Cassandra, alla quale fino a qualche ora prima pensava intensamente e tenacemente. 

Allunga una mano e la insinua sotto il lenzuolo, e Scorpius apre gli occhi di scatto e si gira a guardarlo. «Buongiorno, raggio di sole», lo accoglie sorridendo furbescamente. Sa che quel sorriso ha un effetto catalizzatore su Scorpius e non esita a sfoderarlo ogni volta che può. Ormai ha capito molto bene l’effetto che gli fa, e anche in quel momento Scorpius non si smentisce. Albus lo sente fremere sotto il suo tocco e intanto sorridergli. 

«Saranno sempre così, i nostri risvegli? Dimmi di sì», pigola Scorpius allungandosi a cercare le sue labbra. Albus si chiana e lo accontenta, lo bacia prima teneramente, poi al suo solito modo, infilandogli la lingua in bocca senza tante cerimonie e finendo a mordergli la carne tenera delle labbra, che ormai sono gonfie e martoriate ma che esercitano un fortissimo potere di attrazione, per lui. Da sempre. 

«Saranno proprio come vuoi tu, luce dei miei occhi», risponde Albus carezzandolo con sempre maggior vigore, mentre anche la sua eccitazione minaccia di farlo delirare. 

«Amo quando fai lo stronzo, lo sai, vero?»

«È un invito?»

«Forse.»

Allora Albus lo lascia andare e scoperchia le lenzuola. Gli sale sopra e lo bacia con irruenza, mentre con le mani afferra le sue e gliele porta sopra la testa, immobilizzandole con un incantesimo non verbale. Si stupisce che gli sia riuscito e Scorpius dapprima lancia uno sguardo all’insù, ma poi lo sposta nuovamente su di lui, con la bocca inclinata in un sorriso così invitante che Albus si sente tremare. Ma non si fa distrarre: scende a baciargli il petto, leccando con pazienza ogni punto e ogni anfratto, soffermandosi sotto le costole, dove ormai ha capito che Scorpius soffre il solletico. E scende sempre più giù, sempre più giù, finché non lo accoglie nella sua bocca e improvvisamente si sente completo, per la prima volta nella sua vita sente che ogni cosa è finalmente al suo posto, proprio dove deve stare - proprio dove avrebbe dovuto stare, fin da subito, e proprio dove sarebbe stata, da lì in poi.

 



Eccoci qui con il primo “esperimento” nato dal #giocodiscrittura. Che dire, si tratta della mia prima Albus/Scorpius e spero vi sia piaciuta perché io mi sono divertita molto a immaginare i miei Albus e Scorpius in una situazione “diversa” come questa. Sia chiaro, io continuo a shipparli con le rispettive controparti nate in “Death in the Night” (insomma, rimango fedele al mio headcanon), ma devo dire che insieme sono carini. Fatemi sapere cosa ne pensate, sono curiosa!

Alla prossima,
Marti ♥︎

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Capitolo 3
*** 2. amore nuovo ***


Storia partecipante all’iniziativa #giocodiscrittura del gruppo Facebook “Caffè e Calderotti”.

 

Titolo: amore nuovo.
Tipo di storia: flashfic.
Rating: verde.
Genere: fluff, romantico, sentimentale.
Personaggi: James Sirius Potter, Teddy Lupin.
Coppia: slash.
Tipo di coppia: James/Teddy.
Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova Generazione.
Note: what if?
Avvertimenti: /

Genere/nota #giocodiscrittura: fluff 1/2 (Teddy Lupin/James Sirius Potter).

 


 

2.

amore nuovo

 

“But I can see us
Lost in the memory
August slipped away into a moment in time”.
Taylor Swift, august

 

 

Casa Potter, agosto 2024

Allunghi una mano e gli carezzi il viso. C’è un accenno di barba, un’ombra tenue proprio alla base della mascella, ma non ti da fastidio. Ti sorride e inclina il capo, socchiudendo gli occhi. 

 

«E se ci vedessero?»
«Cosa potrebbero dire, se non che sto accarezzando il viso a mio cugino?»
«Lo sai che non siamo davvero… be’, cugini
«Grazie a Tosca.»

 

Ride e non puoi fare a meno di osservarlo ridere e pensare a quanto possa essere infinitamente bello e perfetto e tuo. E tu gli appartieni in un modo in cui non potrai appartenere a nessun altro, e lo ami in un modo in cui non amerai nessun altro - e in cui non hai mai amato nessuno.

 

Non è l’amore per tua nonna Andromeda, severa ma giusta, né quello per il ricordo dei tuoi genitori, e la loro fotografia sbiadita in salotto; non è l’amore per Harry, che ti ha fatto da padre, né quello per i tuoi amici, la tua seconda famiglia. 

 

È più un amore tutto nuovo che ti avvolge le membra e ti manda in pappa le gambe e ti sconvolge i sensi e la mente. È un amore nuovo, ma un amore che ha trovato la sua giusta evoluzione, con il tempo e l’attesa. 

 

James allunga una mano a sua volta e la intreccia alla tua. Sedete fuori, nel giardino di casa Potter, e fa caldo e siete entrambi sudati dopo aver tagliato l’erba del prato senza magia e stille di sudore gli imperlano le labbra e vorresti baciarle, proprio come hai fatto l’ultima volta - proprio come meriterebbero. 

 

Guardi le vostre mani intrecciate e rimanete lì, insieme, seduti sul primo gradino del portico in legno, mentre l’estate si consuma e il sole vi brucia la testa e da dentro si sente Lily cantare. 

 

«Ho pensato a come potremmo dirlo ai miei.»
«Sì?»
«Stasera, dopo la torta per il compleanno di Albus.»
«Credi che sia una buona idea? Rischiamo di rovinare la festa a tuo fratello.»
«Lui ama rovinare le sue stesse feste, gli faremmo solo un favore. E poi non puoi saperlo.»
«Cosa?»
«Che la rovineremmo. Magari andrà tutto bene e domani saremo ancora insieme.»
«Domani saremo insieme comunque, Jamie. Non cambierà niente. Solo, sarà più difficile.»

 

Annuisce e ti sorride. Si è sempre fidato di te e tu non puoi fare a meno di proteggerlo. Lo ami intensamente e vuoi che non sia più un segreto. 

 

«A volte mi chiedo come ci siamo finiti, sai? In questa situazione, intendo. Tu e io, insieme.»
«Mi piace pensare che fosse inevitabile.»
«Ah, sì? Io non l’ho mai vista in questo modo. Tu sei sempre stato il piccolo Jamie, e mai prima dell’anno scorso ho pensato a te in questi termini. La scorsa estate ha cambiato tutto.»
«Ha cambiato noi.»

 

Annuisci tu, ora. Vi sorridete e il sole brucia. 

 


 

Ben ritrovati su questi lidi. ALLORA, comincio col dire che quello che avete appena letto si tratta di un esperimento, un tentativo di esplorare qualcosa di nuovo e surreale e inusuale, anche perché non ho mai immaginato Teddy e James come una possibile coppia (intesa in senso sentimentale, ovvio) e mai la immaginerò - tranne che in questa raccolta, dove tutto diventa possibile e dove appunto lo scopo è anche quello di mettermi alla prova con coppie nuove e per me improbabili. Un’amica mi ha detto che qualche anno fa le Teddy/James andavano di moda e… be’, non so cosa pensare, anche perché, nel modo in cui ho concepito questi due personaggi nella mia long, il risvolto sentimentale è tipo oltremodo impossibile. Altre amiche mi hanno incoraggiata a pubblicare questa “cosa” e quindi chi sono io per deluderle? A loro rischio e pericolo, ovviamente u.u 

Fatemi sapere cosa ne pensate, come sempre ♥︎

A presto,
Marti

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Capitolo 4
*** 3. crime scene ***


Storia partecipante all’iniziativa #giocodiscrittura del gruppo Facebook “Caffè e Calderotti”.

 

Titolo: crime scene.
Tipo di storia: oneshot.
Rating: arancione.
Genere: commedia, fluff, generale.
Personaggi: Dominique Weasley, Scorpius Malfoy.
Coppia: het.
Tipo di coppia: Dominique/Scorpius.
Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova Generazione.
Note: lime, nonsense, what if?
Avvertimenti: /
Genere/nota #giocodiscrittura: first time 4/6 (Scorpius Malfoy/Dominique Weasley).


 

3.

crime scene

 

“Something's gotten into you
You don't really look at me the way you used to
And I'm hoping it ain't true
Every single rumor that I've heard of you.”

“You tell me it ain't what it seems
But, baby, this is lookin' like a crime scene.”

“Telling you I wish that we had never spoke
Baby, I already know.”
Conan Gray, Fight or Flight

 

 

Hogwarts, giugno 2020

«Immagino che non debba dirlo a nessuno.»

«Hai capito bene.»

I capelli biondi di Dominique Weasley gli sferzano il petto mentre la ragazza gli si adagia di fianco, un sorriso velato sulle belle labbra piene - e Scorpius si ritrova a volerla baciare di nuovo, come ha fatto nelle ultime due ore, e ancora, come ha fatto nel corso di quello strano anno. 

 

Dominique non si preoccupa di coprirsi il seno e Scorpius cerca di non guardarla, altrimenti rischierebbe di saltarle addosso e non sa se la Corvonero sarebbe disposta a ripetere l’esperienza. Ha appena perso la verginità con la cugina mozzafiato del suo migliore amico - e quasi non ci crede. 

 

Lui e Dominique hanno intrattenuto strani rapporti altalenanti per tutto il corso dell’anno, da quando lei lo aveva trascinato in una vecchia aula in disuso, la sera del banchetto di Halloween, e lo aveva baciato come Scorpius non era mai stato baciato - la sua misera esperienza si riduceva a qualche pomiciata scialba con Maya Warrington, sua compagna del sesto anno, che l’anno prima lo aveva arpionato e scaraventato su una delle poltrone della Sala Comune, subito dopo che Serpeverde aveva vinto la sua prima partita del campionato, e tutto ciò che ancora adesso ricorda (e che cerca di dimenticare, invano) sono baci umidicci e neanche un po’ di lingua, e Maya che gli teneva ferme le mani per evitare che la toccassero dove non era permesso. 

 

Da quella sera, qualcosa era nato tra lui e Dominique Weasley, spettacolo della natura dotato di due lunghe gambe, due occhi azzurri da capogiro e capelli biondi come il grano: in fondo, avere una madre in parte Veela doveva pur servire a qualcosa, no? Camminava per i corridoi di Hogwarts veleggiando e ondeggiando senza alcuna fatica, un essere etereo e angelico decisamente molto poco terrestre. 

 

Si era rivelata molto terrestre, invece, e pratica, e concreta, quando lo aveva baciato la seconda volta, circa a metà novembre, proprio quando Scorpius pensava che non lo avrebbe mai più calcolato, ma neanche di striscio. In quell’occasione non gli aveva solo ficcato la lingua in bocca, ma gli aveva preso una mano e se l’era poggiata su un fianco, come a volerlo incoraggiare, proprio laddove Maya gli proibiva di avventurarsi.

 

La terza volta, prima di lasciare Hogwarts per le vacanze natalizie (Scorpius era giù di morale perché non aveva affatto voglia di tornare a Malfoy Manor e vedere sua madre stare male, ancora e ancora), premendo il suo corpo contro quello di lui, Dominique gli aveva sbottonato i pantaloni e gli aveva afferrato l’erezione e lui aveva rovinato tutto venendo subito, proprio come il ragazzino che era. Ma Dominique gli aveva baciato la mascella e aveva guidato la sua mano sotto la sua gonna (lei era seduta su un vecchio banco impolverato, ma non sembrava curarsene), fin dentro le mutandine (territorio decisamente inesplorato, per il giovane Scorpius) e gli aveva sussurrato nell’orecchio cosa fare e come farlo, e sentire i gemiti di lei sul suo collo mentre lui muoveva le dita al giusto ritmo (e sembrava davvero bravo) lo avevano fatto eccitare di nuovo, e allora Dominique aveva ripreso in mano la sua erezione e lui era riuscito a reggere meglio, continuando a dare piacere anche a lei, impegnandosi a rimanere concentrato sul suo obiettivo. Dominique sembrava aver apprezzato il risultato finale, perché gli aveva sussurrato un «ma bravo, piccolo Malfoy» prima di leccargli le labbra, momento in cui si era decisamente sentito morire - di nuovo.

 

Erano seguiti altri incontri, per sua immensa sorpresa, alla fine dei quali emergeva sempre sporco e appiccicaticcio, confuso ma felice, stremato e allo stesso tempo pieno di energie, tant’è che una volta aveva azzardato un secondo round che Dominique non aveva disdegnato, e lui aveva riaffondato di nuovo la testa tra le gambe di lei, e aveva ricominciato da capo, proprio come lei gli aveva sapientemente insegnato. Sinceramente, non sapeva come mai Dominique, che avrebbe potuto avere tutti i ragazzi della scuola solo schioccando le dita, anche a distanza di chilometri, amasse trascorrere del tempo con lui. Un giorno glielo aveva chiesto e lei gli aveva sussurrato, con quella voce leggermente roca che lo faceva andare fuori di testa, che lo faceva perché amava educarlo e iniziarlo ai segreti del sesso, «quello libero e spensierato che ti innalza a vette celestiali», e lo aveva baciato per dimostrarglielo. Lui non le aveva più espresso i suoi dubbi, temendo che si sarebbe stufata di lui, e preferendo quindi godersi il momento. 

 

Quel giorno di giugno, Dominique era voluta andare fino in fondo, con lui, dopo un intero anno di giochi e piccoli dolori piacevoli che lo avevano cambiato. A scuola si diceva che la Weasley uscisse con Roland Zabini, un Serpeverde del suo stesso anno, il Capitano di Scorpius in squadra, alto, ben piazzato, bellissimo. E adulto. Non c’era ovviamente nulla di confermato, anche perché i due continuavano ad ignorarsi bellamente come avevano sempre fatto, alimentando la competizione che li vedeva fronteggiarsi come Cacciatori su sponde opposte, e anche le dicerie su di loro. A Scorpius importava relativamente, gli bastava che Dominique continuasse a cercarlo, ma a volte si ritrovava a pensare a cosa avrebbe potuto fargli (a come avrebbe potuto conciarlo) Roland Zabini se avesse saputo che se la faceva con la sua ragazza - sempre se lo era, la sua ragazza, e sempre se lo avesse scoperto, cosa improbabile, visto che lui e Dom stavano attenti a non farsi né vedere, né sentire, grazie all’abilità di lei con gli incantesimi, e poi, in ogni caso, chi ci avrebbe creduto ad una storia così surreale e improbabile? Ovviamente nessuno, si ripeteva lui fissando il baldacchino del suo letto, nelle notti in cui il pensiero del corpo di Dominique non lo faceva dormire e allora cercava di placarsi dandosi piacere da solo, mordendo il cuscino per non farsi sentire dai suoi compagni e infilandosi in bagno per ripulirsi, come un ladro senza né ritegno né contegno. 

 

«È vero?»

«Cosa, quello che abbiamo appena fatto?» Dominique si puntella su un gomito per guardarlo in viso. Aveva trasformato la loro vecchia aula da capo a piedi: l’aveva ripulita dalla polvere, aveva evocato un materasso completo di cuscini e lenzuola e insonorizzato ogni parete e, infine, aveva sigillato la porta con un Colloportus. Era così sexy, quando lanciava incantesimi di qua e di là. «Sì, decisamente vero.»

«No, intendevo… Be’, gira una voce… più di una voce, in realtà…»

Dominique sbuffa, roteando gli occhi. Scorpius cerca sempre di guardarla il meno possibile - soprattutto perché ora i suoi seni perfetti e sodi quasi gli sfiorano il petto mentre si sporge verso di lui. 

«Che te ne importa, scusa? È così importante, per te, saperlo?»

Scorpius scuote la testa. «No, no, affatto. Sono solo curioso.»

Dominique allunga una mano e, con un dito, disegna forme sconosciute sul suo petto magro. Scorpius si sente un idiota e non sa perché.

«Non devi dirlo a nessuno, Scorpius.»

Si volta di scatto verso di lei. La ragazza annuisce.

«Non voglio che qualcuno lo sappia. Non c’è nulla di serio, tra me e Roland, e se la cosa arrivasse alle orecchie dei miei penserebbero chissà che cosa, e ci vedrebbero già sistemati a vita come Teddy e Vic.»

«Ed è così sbagliato?» Scorpius capisce di non aver detto la cosa giusta perché Dominique si alza di scatto e si allunga per afferrare la canotta che portava sotto la camicia. «Okay, okay, scusa, volevo dire… Non lo so nemmeno io, cosa volevo dire, d’accordo?» Cerca di rimediare, ma lei si rimette la biancheria intima e si alza per indossare la gonna. 

«Sei giovane, Scorpius, ma credo che tu abbia sufficiente sale in zucca per capire questa cosa», dice quindi voltandosi e guardandolo. Lui intanto si è messo a sedere e il lenzuolo gli  ricade sui fianchi. «Io voglio l’avventura. A luglio entrerò alla Gringott e probabilmente ad agosto sarò già in viaggio per la mia prima esperienza come Spezzaincatesimi, capisci che non voglio legami? Che non posso avere legami?»

«Lo capisco, assolutamente.» Scorpius annuisce, passandosi una mano dietro la nuca. 

Poi Dominique torna sul materasso, gattonando verso di lui. Gli carezza una guancia. È la prima volta che è davvero tenera con lui. Scorpius la guarda negli occhi, quegli occhi azzurri come un cielo estivo, ma tempestosi, combattivi, liberi

«È stato bellissimo, quello che abbiamo vissuto insieme, ma non voglio lasciarti sapendo che sei assalito dai dubbi. Non voglio che tra noi rimanga un non-detto, un’incomprensione che potrebbe farti stare male o mandarti in confusione. Non posso permetterlo, quindi vorrei che fosse chiaro che non ci rivedremo più, almeno non in questi… » si guarda intorno e sorride, «… termini», conclude quindi.

Scorpius annuisce, vigoroso. Non prova niente per Dominique Weasley, a parte una forte attrazione fisica e sessuale, che però è sicuro che si placherà non appena lei non sarà più sotto il suo naso. In fondo, lei ha appena sostenuto i M.A.G.O., quindi uscirà da Hogwarts a breve, e lui continuerà la sua brillante carriera ancora per quattro anni. 

«Non ho nessun dubbio, Dom, non ne ho mai avuti, te lo assicuro.»

«Bene, allora», dice lei e gli si avvicina e gli bacia teneramente le labbra, senza fretta e senza la solita irruenza. Lui ricambia altrettanto teneramente e poi la guarda rialzarsi e finire di vestirsi. 

«L’incanto sulla stanza finirà tra due ore, prenditi tutto il tempo che vuoi.» Si dirige alla porta e indugia sulla maniglia. Si volta a guardarlo e gli sorride ancora, bella come il sole, libera come un cavallo selvaggio senza giogo e senza redini, pronta a correre verso il tramonto. 

«È stato bello, piccolo Malfoy, per quel che vale.»

«È stato bello, sì.»

Così dicendo, esce e richiude la porta. 

 


 

Allora, qualche piccola precisazione: non sapevo esattamente quale genere attribuire a questo “esperimento” (un altro, sopportatemi), quindi ho messo una roba un po’ mista che sinceramente non mi convince, ma penso che tutto questo sia a tratti un po’ comedy, e con qualche accenno fluff, ma ho lasciato il “generale” ad indicare la mia indecisione (non mi smentisco mai); nel mio headcanon personale, Dominique è nata a ottobre 2001 e quindi nel giugno 2020 termina Hogwarts; la nota nonsense la giustifico perché trovo parecchio surreale che una diciassettenne intrattenga questo tipo di relazione con un tredicenne, ma ovviamente nel mondo della finzione tutto è possibile, soprattutto in questa raccolta. 

Fatemi sapere come sempre cosa ne pensate. 

A presto,
Marti ♥︎


Ps se siete interessati all’headcanon che vi citavo sopra, vi lascio qui la mia long, conclusa, “Death in the Night”, se vi va di curiosare, prometto la totale assenza di nonsense 😉

 

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