No one is safe.

di JennyPotter99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Remember a daughter. ***
Capitolo 2: *** Close the eyes and dream. ***
Capitolo 3: *** Save your soul. ***
Capitolo 4: *** Relic. ***
Capitolo 5: *** Waiting the train ***
Capitolo 6: *** Do you remember the last thing that i say? ***
Capitolo 7: *** Ghost city. ***
Capitolo 8: *** The only one to stay will be the Banshee ***
Capitolo 9: *** The passage ***
Capitolo 10: *** It’s over. ***
Capitolo 11: *** Hypnosis ***
Capitolo 12: *** Notice to passengers, the train for Beacon Hills is arriving. ***
Capitolo 13: *** The happiness is not for everyone ***



Capitolo 1
*** Remember a daughter. ***


La vita di Wendy McCall non poteva che procedere meglio: lavorava come poliziotto insieme a suo marito che era lo sceriffo e avevano una splendida figlia.
La loro felicità era raffigurata in una foto fatta il giorno di Natale.
-Finalmente l’hai riparata, come aveva fatto a rompersi?- le domandò Lydia, passandogliela con la cornice nuova.
-Non ne ho idea…E credo che ieri ci sia stato anche un cortocircuito, dato che sono esplose due lampadine del lampadario.- rispose Wendy, appendendola al muro.
Fu riguardandola di nuovo che notò qualcosa di strano, un vuoto, tra lei e Stiles, come se mancasse qualcuno.
-Che c’è?-
Wendy assottigliò gli occhi, confusa.- Hai mai avuto la sensazione di esserti dimenticata di qualcosa, ma non sai che cosa?-
Lydia ci pensò su e poi sgranò gli occhi.- I biscotti nel forno!- esclamò, correndo in cucina.
Wendy ridacchiò e la raggiunse.- Da quand’è che non facevamo un pigiama party?-
-Probabilmente dalla nascita di Angelica.- affermò Lydia, con un sorriso malinconico.- Prima della morte di Allison.-
-Già, manca solo lei…-
Ci un attimo di silenzio in cui entrambe abbassarono lo sguardo, tristemente.
-Non avete mai pensato di fare un altro bambino?-
Wendy arricciò il naso.- Nah, è stato già difficile crescere questa.-
Wendy e Lydia erano rimaste da sole a casa, dato che Angelica era a scuola e Stiles al lavoro.
Dopo aver visto un film e finito i biscotti, Wendy si addormentò nel lettone matrimoniale.
Ma, ad un certo punto della notte, Lydia sobbalzò nel sonno, coprendosi le orecchie: la terra tremava e c’erano delle potenti luci fuori, mischiate allo straziante rumore di un treno che le sfrecciava molto vicino.
Wendy la sentì muoversi e accese la luce.- Lydia, stai bene?- balbettò, vedendola sudata e col fiatone.
-Non hai sentito il treno?-
L’altra scosse la testa, guardandosi intorno.- No, magari è stato solo un sogno…-
-Ma non stavo dormendo….-
 
A scuola, alcuni alunni, tra cui Angelica, Liam, Mason e Cory stavano seguendo la lezione extra del nuovo professore di fisica, Douglas, per ottenere crediti nella sua materia.
Angelica andava molto bene in fisica, in realtà lo faceva solo perché il professore era un uomo molto affascinante, sulla trentina, capelli dorati e occhi azzurri.
In verità, la maggior parte degli studenti che era in quell’aula stava lì per lui.
-Il gatto di Schrödinger: secondo questa legge, qualcosa non c’è fin che non la vedi.- esordì il professore.- Vado a spiegare: chi di voi ha mai fatto uno di quei giochini sui social in cui, in un determinato luogo strano, bisognava trovare il gatto?-
Angelica e Cory alzarono la mano subito.
Liam e Mason erano piuttosto gelosi che gli dessero così tanta attenzione.
-Molto bene, inizialmente, mentre lo cercate, non lo vedete, ma quando lo trovate, non fate altro che visualizzarlo, dico bene? Questa legge si basa proprio su questo.- spiegò il professore.-
A quel punto, un alunno alzò la mano.- Mi scusi prof, come si chiama la legge per obbligare qualcuno a farsi una bella doccia?- domandò Jake, fulminando lo sguardo di Theo Raeken in fondo all’aula.
In seguito ad aver sconfitto la Bestia, nessuno aveva più visto Theo: si diceva che abitasse nel vecchio laboratorio dei dottori e lo si vedeva solo a scuola.
Per tutto il resto, si era lasciato andare: indossava sempre gli stessi vestiti e la sua barba era quasi incolta.
-Che ne dici di: ti spacco la faccia?!- ringhiò Theo, facendo per alzarsi.
-Diamoci tutti una calmata!- esclamò Douglas, guardando l’orologio.- Andiamo tutti a casa, è tardi.-
-Qualsiasi posto è meglio di qui.- bofonchiò Theo, prendendo lo zaino e uscendo per primo.
Mentre camminava per il corridoio, si soffermò a guardare un armadietto in particolare.
Aveva uno strano odore familiare, ma non poteva di certo forzarlo per vedere cosa ci fosse dentro.
-Qualcuno sa che cosa gli è successo?- si chiese Angelica, sotto voce, ma Theo riuscì comunque a sentire la conversazione.
-Non lo so e non mi interessa, non mi sono mai fidato di lui.- rispose Liam.
Angelica alzò le spalle.- Magari dovrei andare a parlargli.-
-Non sprecare il fiato.- intervenne Theo, dandole le spalle.
-E’ diverso da quando eravamo in branco insieme.- commentò Cory.- Ha lo sguardo…Incompleto.-
Quando si avviò al parcheggio, Theo vide qualcosa di piccolo e nero per terra: era un uccellino che non riusciva a volare per via di un’ala spezzata.
-Ti sei fatto male anche tu, piccoletto?-
Theo non volle lasciarlo lì, così lo afferrò delicatamente e lo portò via con se.
Anche gli altri 4 si avviarono alla Jeep.
-Oh, il telefono, credo di averlo dimenticato in aula.- sbuffò Angelica.
-Vengo con te, devo andare in bagno.- disse anche Cory, seguendola dentro.
Il guardiano stava spegnendo tutte le luci, così i due si ritrovarono al buio.
Ad un certo punto, le porte vennero spalancate da un forte vento.
Si udirono dei nitriti di cavallo e, istintivamente, Cory afferrò la mano di Angelica, mimetizzando entrambi col muro grazie al suo potere da camaleonte.
Subito dopo, Angelica vide entrare 3 uomini a cavallo che trascinavano dietro di se Jake, con una corda alla gola.
Sapevano bene di cosa si trattasse: la Caccia Selvaggia.
 
Intanto, alla centrale di polizia, Stiles stava firmando le ultime scartoffie provenienti dalle altre contee.
Non appena lesse con la speranza di ricevere una risposta, ebbe una strana sensazione.
La parola speranza gli ricordava qualcosa, ma non seppe che cosa.
Chiuse tutti i fogli e la ripose dentro il cassetto.
Quando lo aprì però, al suo interno trovò un grande pezzo di vetro di uno strano colore blu luccicante.
Non lo aveva mai visto primo, né sapeva perché si trovasse lì.
-Sceriffo, abbiamo 4 cadaveri nel ripostiglio di un bar e un furgone lasciato in mezzo alla strada con le ricariche di elio rubate la settimana scorsa dall’ospedale.- esordì Parrish, notando il frammento.- Che cos’è?-
-Non lo so…Hai idea del perché fosse nella mia scrivania?-
Jordan si grattò la guancia, imbarazzato.- No sceriffo: lei ha detto che quello che succede nel suo ufficio, rimane nel suo ufficio.-
Anche Stiles arrossì.- Giusto…Beh, sta arrivando Wendy, perciò pensateci voi due.- sospirò, passandosi le mani sugli occhi.- Io sono stanco.-
Wendy era negli spogliatoi che si metteva la divisa, quando ebbe un’improvvisa fitta al ventre.
Si piegò in due dal dolore, reggendosi la pancia e vide che sulle dita c’era anche del sangue, come se stesse avendo una perdita.
Stiles le passò vicino.- Ehi, tutto bene?-
Wendy guardò lui e poi di nuovo le dita, ma il sangue non c’era più.
-Sì, sto bene.- balbettò, prendendo un bel respiro.
-Non sarai mica incinta, vero?- continuò lui, sarcasticamente.
Wendy lo guardò stranita, pensando anche alle domande che le aveva fatto Lydia.
Che ci fosse qualcosa che le sfuggiva?

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Capitolo 2
*** Close the eyes and dream. ***


 
Qualche giorno prima.
 
Theo era seduto in mezzo alla stanza, circondato da tavole da disegno, in posa: fissava Hope direttamente negli occhi, mentre lei provava i suoi nuovi colori.
La ragazza incrociò i suoi occhi profondi e rabbrividì.- Non guardarmi così.-
-Così come?- le chiese, con un ghigno divertito.- Quante volte ti ho detto che non voglio mangiarti, uccellino?-
-Come se volessi saltarmi addosso.- puntualizzò lei, aggiungendo un ultimo tocco di colore. -Siamo sempre a scuola.-
Theo si guardò intorno.- Sì, ma siamo soli.-
Hope ripose la matita nella sua nuova valigetta.- Fatto.-
Il ragazzo scese dallo sgabello e alzò le sopracciglia, sorpreso.- Wow…Quanto sono sexy!-
Lei gli diede una spintarella.- Dai, sul serio! Ti piace?-
Theo ridacchiò e la baciò dolcemente.- Lo adoro.- le sussurrò, strappando il foglio dalla tavola e riponendolo dentro un libro.- Lo porterò sempre con me.-
 
Oggi.
 
Il giorno dopo, Theo aprì la finestra per far volare via l’uccellino alla quale aveva riparato l’ala.
Soddisfatto dal suo gesto, decise di farsi la barba e anche una doccia.
Prima di andare a scuola, osservò per l’ennesima volta la grande ampolla dove i dottori tenevano il Soldato, vuota.
L’esperimento era riuscito ad uscire.
Scosse la testa, sospirando.- Non mi va di pensarci.-
Quando entrò in corridoio, sentì Angelica e Cory raccontare a Liam e Mason ciò che avevano visto la sera prima.
-Erano proprio qui, 3 uomini a cavallo hanno attraversato il corridoio!- esclamò Cory.
-Ma li abbiamo visti solo quando siamo diventati invisibili.- aggiunse Angelica. -Erano qui per qualche motivo, solo che non riesco a ricordare.-
-E’ la Caccia Selvaggia.- intervenne Theo, aprendo l’armadietto. -Cavalieri mascherati in sella a dei cavalli scendono dal cielo per rubare anime e farle dimenticare a tutti.-
Angelica sapeva qualcosa al riguardo, ma non ne aveva mai parlato con nessuno.- E tu come fai saperlo?-
Theo si ritrovò confuso.- In realtà, non lo so…-
Cory si mimetizzò con gli armadietti.- Vedete quella cosa incastrata nell’armadietto 1034?-
Tutti voltarono lo sguardo su di esso, scuotendo la testa.
Cory tornò visibile, mise una mano su Angelica per farla diventare come lui e, in quel momento, la ragazza vide una tessera incastonata nell’armadietto. -Ora la vedo.-
Il ragazzo la prese e la mostrò a tutti.- Ora la vedete?-
Theo la prese in mano.- E’ la tessera della biblioteca di quel coglione di Jake.-
-Mi ero scordato di lui, fa fisica con noi.- aggiunse Liam.
-Qui sta succedendo qualcosa, devo chiamare mia madre.-
Mason annuì sbalordito.- Intenso.-
 
Angelica e Theo raggiunsero Wendy e Stiles da Deaton.
Lo sceriffo gli stava facendo analizzare il frammento di vetro.
-Beh, è possibile che esista un tipo di vetro di questo tipo…Ma non nel nostro mondo.- disse il veterinario.
-Il punto è che non so perché sia finita lì…E’ da un paio di giorni che mi sveglio come se mi fossi dimenticato qualcosa, ma non riesco a capire che cosa. Ho solo questa strana sensazione…Mi sento arrabbiato.- spiegò Stiles, stringendo i pugni.
Wendy si avvicinò lentamente, reggendosi con una mano il ventre e con l’altra una foto.- Io credo…Credo di avere un’altra figlia…- affermò, mostrando la loro foto di famiglia.- E credo che fosse proprio qui, in questa foto.-
Stiles e Angelica la analizzarono bene.
-Non avevo mai notato questo vuoto…- commentò Stiles.
-Non è solo una sensazione.- intervenne Theo.
Lo sceriffo lo guardò male.- E lui che ci fa qui?-
-E’ quello che sto cercando di capire.- affermò Theo.- Sono quasi sicuro di aver conosciuto questa persona e non solo…- continuò, stringendosi nelle spalle con gli occhi lucidi.- Credo di averla amata.-
-E’ la Caccia Selvaggia.- confermò Angelica.- Io e Cory abbiamo visto i Cavalieri Fantasma del mito, a scuola, prendere un ragazzo della nostra classe.-
-E’ più che possibile.- annuì Deaton. -Dovete spingere il vostro subconscio a ricordare.-
-E come?-
-Dormendo: quando sognate, ricordate spesso cose che sono accadute durante la giornata.- spiegò il veterinario.- Andate a dormire.-
 
Così, Stiles e Wendy, dopo cena, si stesero nel letto e fissarono il soffitto.
-Credevo non volessimo un altro bambino.- esordì Stiles.
-Tu non volevi un altro bambino…Avevi detto che con Angelica era stato difficile, poi c’è stata la morte di Derek e io…Insomma, non sapevo cosa dire.- spiegò Wendy, imbarazzata.
Stiles si voltò a guardarla.- Volevi un altro bambino?-
Wendy gli sorrise appena.- Mi sarebbe piaciuto.-
-Perché non me lo hai detto?-
-Ci hai messo così tanto a superarla…-
Stiles le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente. -Vedrai, ci ricorderemo.- affermò, tornando a guardare il soffitto.- Non so perché mi sento così arrabbiato quando ci penso.-
-Forse avete litigato.- pensò Wendy.
-Ma per cosa…?-
 
Theo si era già addormentato sul pavimento appiccicoso del laboratorio e quando riaprì gli occhi, si ritrovò seduto su una poltrona da cinema.
Guardandosi intorno, notò che c’era solamente lui, ma, la poltrona accanto a se, era calda, come se ci fosse stato qualcuno.
Poi si alzò e, varcata l’uscita, si ritrovò nel parcheggio della scuola, con un forte vento che faceva alzare perfino le foglie da terra.
Successivamente, una voce femminile che gli risuonò in testa.
Non dimenticarmi.
-Non lo farò!- gridò Theo, sentendosi tirato verso una macchina.
Ci entrò dentro, col fiatone, era da solo, ma era come se non lo fosse.
Di scatto, riaprì gli occhi, ritrovandosi dove si era addormentato.
Però si ricordò qualcosa.
 
Wendy, invece, dopo essersi addormentata, riaprì gli occhi in un letto d’ospedale.
Si sentiva un po' stordita, però notò che accanto al letto, c’era la culla di un neonato.
Si alzò per vederlo, ma il bambino non c’era, solo una copertina calda e nemmeno il nome scritto.
-Dov’è il mio bambino?- bofonchiò, spalancando la porta della stanza.- Dov’è il mio bambino?!- gridò, prima di ritrovarsi nella palestra della sua vecchia scuola.
Risuonava una canzone lenta e familiare, di quando lei e Stiles avevano ballato il lento.
-La prima, Angelica, forte e coraggiosa come sua madre.- stava dicendo lui.- E la seconda…Hope…-
-Saggia e intrepida come suo padre.- si ripeté Wendy.
Stiles ed Angelica la ritrovarono vagare fuori dalla camera da letto e la scossero.
Wendy spalancò gli occhi.- Hope! Il suo nome è Hope!- esclamò velocemente.
Stiles ci rifletté bene.- Come avevamo deciso al ballo di fine anno…-
Lei gli sorrise.- Esatto…E’ Hope. Voi vi siete ricordati qualcosa?-
Angelica sospirò.- No, non riesco a dormire.-
La madre le accarezzò la guancia.- Devi solo rilassarti, tesoro.-
-Va bene, ci provo.-
Una volta tornata in camera, Angelica la osservò: c’era un netto spazio tra il suo letto e il muro, come se li ci fosse stato qualcosa.
Si sdraiò sulla mochette, riflettendo. -Eri qui?- sussurrò. -Ho una sorella…-

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Capitolo 3
*** Save your soul. ***


Quando passava per il corridoio, Angelica non faceva che soffermarsi su un armadietto in particolare.
Non era di nessuno, ma le dava una strana sensazione.
-Credo fosse il suo.- intervenne Theo.
-Hai ricordato qualcosa?-
-Penso di sì…Io ero con lei quando i Cavalieri l’hanno presa…Ad una specie di appuntamento.- spiegò Theo. -Ma era come se…Insomma, non stessimo insieme. Credo che non volesse farlo sapere a voi.-
Angelica alzò le sopracciglia.- E la biasimi? Papà ti avrebbe ucciso.-
-Ehi, gira al largo.- borbottò Liam, guardandolo male.
Theo alzò gli occhi al cielo e andò in classe.
-Trovato qualcosa?- gli chiese Angelica.
-Mason ha scoperto che se assisti alla Caccia Selvaggia, sarai il prossimo.- affermò Liam, indicandole con un cenno della testa una ragazza, poco più in là, che parlava con tutti.- Quella è Gwen: è tutta la mattina che chiede notizie della sorella Phoebe. Dice che non la vede da ieri sera, ma nessuno si ricorda di lei.-
-Credi che l’abbiano presa?-
-Ne sono sicuro…Ha detto di aver visto un uomo con il cappello e un lungo mantello in giardino.-
-Quindi, adesso…-
-Lei è la prossima.-
 
Liam chiese subito aiuto all’Alfa, ma lei sembrava fin troppo occupata: Melissa l’aveva chiamata urgentemente dall’ospedale.
-Ma cosa dovrei fare? I Cavalieri verranno per Gwen.- balbettò Liam, mentre Wendy si vestiva velocemente.
-Allora tu proteggila, puoi farcela.- gli disse Wendy.- Fa di tutto per proteggerla.-
Gli chiuse la porta in faccia prima che potesse replicare.
-So dove andrà stasera.- intervenne Angelica, mostrandogli sul telefono il manifesto della festa di un giocatore della squadra.
Liam guardò attorno a se il loft vuoto.- Ho un’idea.-
 
Melissa le aveva detto di incontrarsi nell’obitorio: quando aprì le porte, trovò sua madre e Chris molto vicini tra loro, come se si stessero per baciare.
Non appena la notarono, si distanziarono in fretta, arrossendo.
Wendy assottigliò gli occhi, confusa.- Mi sono persa qualcosa?-
-N-No, stavamo esaminando insieme questi corpi.- balbettò Melissa, alzando il lenzuolo da un uomo che aveva una ferita al cranio.
Wendy lo riconobbe.- E’ uno dei corpi che è stato ritrovato nel bar.-
-Tutti i corpi che c’erano lì avevano una cosa in comune.- disse Chris, indicando la ferita.- Questo è chiaramente il morso di un licantropo.-
-Ma perché morderlo alla testa?-
-Per prendere qualcosa.- rispose Melissa.- A tutti i cadaveri manca la ghiandola pineale.-
-Che cos’è?-
-E’ un organo che consente agli occhi di rimanere vivi…Che gli consente di avere un’anima.- spiegò Chris.
-Mi stai dicendo che un licantropo se ne va in giro a spaccare teste e a rubare ghiandole pineali?-
-Già, la domanda è…Perché?-
 
La musica era alta nel loft.
Angelica, Liam e Mason stavano facendo di tutto per non far andar in pezzi la casa.
Liam porse un bicchiere di birra ad Angelica per rilassarsi e la vide contrariata.
-Tutto bene?-
-Non capisco perché non ricordo niente di mia sorella.- borbottò lei, sorseggiando.
-Magari per lo stesso motivo di Stiles, magari avete litigato.- pensò Liam, osservando Theo che si aggirava per la casa come una guardia nel corpo.- Credi che lei sapesse di te e Theo?-
Angelica alzò le spalle.- Non ne ho idea.- rispose, ripensandoci su.- E se invece io sapessi di lei e Theo?-
-Hope e Theo stavano insieme?-
-No, lo tenevano segreto…-
-Forse da brava figlia hai detto tutto ai tuoi genitori.-
Angelica si mise una mano sul viso.- Sarei stata una sorella di merda, allora.-
In quel momento, Liam vide Gwen entrare con uno sguardo spaventato e stringere qualcosa fra le mani.
Angelica bevve il bicchiere tutto d’un sorso.- Vado a parlarle.-
C’era fin troppa gente in uno spazio piccolo e Angelica perse subito di vista la ragazza.
Invece, però, notò Lydia salire in camera con gli occhi fissi in avanti e camminando come uno zombi e decise quindi di seguirla.
-Lydia, stai bene?-
-Non lo senti questo rumore?- mormorò, entrando nella sua camera.
-La musica?-
-No…E’ un treno…- affermò lei, inginocchiandosi sulla mochette vuota e poggiandoci sopra l’orecchio.- Viene da qui.-
Nello stesso istante, entrò anche Gwen.- Scusami, puoi dirmi dov’è il bagno?-
-Ciao! Cercavo proprio te!- esclamò Angelica, prendendola da parte.- Tua sorella è scomparsa, vero?
-Sì, l’hai vista?- le domandò lei, stringendole le mani in modo speranzoso.
-No…Ma so chi l’ha presa. Tutti si stanno dimenticando di lei perché l’hanno presa i Cavalieri Fantasma, è così che fanno: rapiscono le persone e poi nessuno si ricorda più di loro.
Gwen scosse la testa, come delusa.- Vuoi prendermi in giro? Mia sorella è scomparsa e tu vuoi prenderti gioco di me?!-
-No, te lo giuro, è tutto vero!- esclamò, cercando di essere convincente e notò che tra le mani stringeva un braccialetto.- Che cos’è?-
-Era suo…E’ l’unica cosa che mi rimane di lei.-
Me ne vado.-
-No, aspetta!- urlò Angelica, prendendole il polso.- Non puoi andartene!-
Gwen si dimenò.- Perché no?!-
-Angelica, sono qui!- gridò Cory, anche se lei non riusciva a vederlo, quindi probabilmente mimetizzato.
Il ragazzo toccò la spalla di un Cavaliere Fantasma, proprio come aveva fatto con la tessera di Jake e così lo videro tutti.
-Ecco perché.- balbettò Angelica, nervosamente.
Nessuno sapeva cosa fare e il Ghost Rider puntò proprio verso Gwen.
-Fuori, tutti!- gridò Stiles, estraendo la pistola e sparandogli più volte.
La gente scappò fuori urlando e i proiettili sembravano non fargli niente.
-Tutti dietro di me!-
Mason, Cory, Liam, Angelica e Gwen si misero alle spalle di Stiles, prima che lui facesse una linea di sorbo che impedì al Cavaliere di avanzare.
Stiles si voltò a guardarli male.- Ma che diamine avete fatto?!-
-Wendy aveva detto che dovevamo far di tutti per proteggere Gwen.- balbettò Liam.
-Sì, ma non distruggermi la casa!-
Di scatto, Theo saltò addosso al Cavaliere e atterrandolo, gli chiede dei pugni.- Dov’è lei?! Dimmi dov’è?!-
-Theo, no!- gli gridò Stiles, afferrandolo per allontanarlo.
Subito dopo, il Ghost Rider scomparve.
-Lei dov’è….- singhiozzò Theo, spintonando Stiles.- Lei dov’è…-

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Capitolo 4
*** Relic. ***


 
Stiles prese Theo per le spalle e lo spinse a mettersi seduto, dandogli un bicchiere pieno di qualcosa.
Si voltò poi verso i ragazzi, mettendo le mani sui fianchi.- Di chi è stata la favolosa idea?-
Mason e Angelica indicarono Liam. -Bravo, è stata una grande idea: adesso tutti quelli che erano qui hanno assistito alla Caccia Selvaggia e verranno presi.-
Liam sgranò gli occhi, mettendosi le mani nei capelli.- Oddio, non ci avevo pensato.-
In quell’istante, Theo sputò il liquido con disgusto.- Ma che cos’è?!-
-Acqua e limone, idiota, cosa credi che ti avrei dato, del rum?!- replicò Stiles.
Intanto, Mason alzò gli occhi sul soffitto e notò qualcosa.- E quello che cos’è?-
Proprio in un punto preciso, c’era una strana macchia nera.- Sembra il punto in cui è caduto un fulmine.-
-E’ da lì che sono comparsi.- intervenne Cory.
-Quindi vengono con i fulmini.-
-Se vengono con i fulmini, possiamo capire quando arriveranno.- aggiunse Mason, tirando fuori il cellulare.- C’è un sito in cui possiamo controllare l’attività dei fulmini a Beacon Hills.-
Stiles alzò le sopracciglia, dandogli una pacca sulla spalla.- Vedi? Lui sì che è intelligente.-
-Ma come proteggiamo tutti quelli che erano qui?- domandò Angelica.
-Conosco un posto.- disse Theo.- Il laboratorio dei dottori ha una solo uscita ed è blindato.-
-Possiamo portarli lì.-
-E come li convinciamo?-
-Ditegli tutto, se è necessario.- commentò Stiles, mettendosi la giacca.
-D-Dove vai?- balbettò Liam.
-Al lavoro, sono lo sceriffo. Tu hai creato il problema, tu lo risolvi.-
 
Era ormai notte, Wendy, Melissa e Chris erano nella foresta, armati di fucile e artigli, sotto la luna piena, che cercavano il killer di ghiandole pineali.
-Proprio così volevo passare il sabato sera, con mia madre e il padre della mia migliore amica.- sussurrò Wendy, vedendo nel buio con gli occhi d’Alfa.
-So che può sembrarti strano, ma sono stanca di vedere le persone alla quale voglio bene che arrivano in ospedale in barella.- commentò Melissa.
Chris sospirò, abbassando il fucile.- Ragazze, di solito, quando si va a caccia, si sta zitti.-
-Giusto, scusa.-
In quel momento, Wendy odorò qualcosa.- C’è sangue qui vicino.-
La ragazza seguì l’odore e arrivò fino al corpo di un motociclista che aveva la stessa ferita alla testa.
Melissa inserì le dita nel foro.- Manca la ghiandola pineale.-
Nello stesso momento, Wendy notò delle gocce di sangue che portavano poco più in là, ad un altro cadavere di una donna.
Ma, in quel momento, Wendy percepì qualcuno correre veloce tra le foglie.
Tirò fuori gli artigli, quando davanti a lei si presentò Malia.
-Wendy, va via!- esclamò, col fiatone.
Non ebbe il tempo di fare altro, che sua madre le diede un colpo alla testa con la canna del fucile.
-Quand’è che la lascerai perdere?- ringhiò Wendy.
-Quando mi ridarà i miei poteri!-
Wendy osservò Malia ferita accanto a se e le ricordò molto la figlia che non c’era.
-Prendili da me.- affermò, ritirando gli artigli.
-Wendy, no, potrebbe ucciderti!- ribatté Malia.
-Non mi importa.- replicò Wendy, guardandola negli occhi.- Malia, io ho perso una figlia che non sapevo di avere! Non succederà lo stesso anche con te!- esclamò, avvicinandosi a Corinne.
-Avanti, c’è anche la luna piena…Per questo hai rapito Deaton, no? Perché non sapevi come fare. Bene, sono qui, ma dopo che avrai ottenuto quello che vuoi, lasciala in pace.-
Corinne fece un ghigno soddisfatto e affondò gli artigli nel petto di Wendy, facendo brillare i suoi occhi azzurri.- Sì, finalmente!-
Wendy cadde a terra, debole, mentre il coyote mannaro si trasformò a quattro zampe e se ne andò.
-Stai bene?- le domandò Malia, esaminando la ferita.
-Sì, penso di essere ancora un’Alfa.- affermò Wendy.- Scusami se te lo dico, ma hai una famiglia pessima.-
Malia le fece un piccolo sorriso.- Sei tu la mia famiglia.-
Wendy ricambiò il sorriso e l’abbracciò.
 
Liam aveva convinto tutti quelli della festa, perfino Gwen, che c’era un party a tema in un sotterraneo.
-Da questa parte.- indicò Theo, facendogli strada nei tunnel fino al laboratorio.
-Qui dentro c’è puzza.- commentò un ragazzo.
-Sicuro che non sia tu?- borbottò il licantropo, giungendo nel laboratorio dove c’erano già Angelica, Liam, Mason e Cory.
-Loro che ci fanno qui?-
-Siamo qui per pararti il culo.- affermò Liam, incrociando le braccia.
-Liam intendeva che dobbiamo stare tutti uniti: il tizio che avete visto ieri è un Cavaliere Fantasma e potrebbe tornare.- spiegò Angelica.
-Tsk, voi siete fuori di testa.- borbottò un giocatore di LaCrosse, Nathan, facendo per andarsene.
Ma Theo bloccò l’uscita.- Facciamo che adesso ti stendo, così non ti accorgerai di nulla.-
-Nessuno atterra nessuno.- intervenne Angelica. -Vogliamo solo proteggervi.-
-Li affronteremo solo noi 5?- mormorò Cory, un po' preoccupato.
Angelica fece una smorfia.- Certo che no, ho chiamato qualcuno.-
In quel momento, si presentarono Parrish e Chris, armato di fucile d’assalto.
Nathan notò quanto fosse grossa l’arma e, deglutendo nervosamente, si fece indietro.
Successivamente, Angelica osservò un cambio di scarpe e una borsa nell’angolo.- Tu vivi qui.-
-Dove altro dovrei vivere?- rispose Theo.
-E come paghi la scuola?- gli chiese Mason.
Theo si grattò la guancia.- Ho minacciato il preside.-
-E il pick-up?-
-Ho minacciato il proprietario.-
Liam osservò Gwen girarsi al polso il braccialetto di sua sorella.- Se Phoebe è scomparsa, perché ha quel braccialetto?-
-Vale la stessa cosa per Jake…La sua tessera della biblioteca è rimasta a scuola. E’ come se si lasciassero dietro qualcosa, prima di sparire.- commentò Mason.- Come una reliquia.-
Angelica abbassò lo sguardo, delusa.
-Che c’è?-
-A casa non abbiamo nemmeno una minima prova che Hope sia esistita, solo il sogno di mia madre.- rispose lei.
-Magari cercate nel posto sbagliato.- aggiunse Theo.
-O magari Hope non esiste per davvero.- affermò Angelica. – Forse il tuo subconscio si inventa queste cose perché ti senti solo.-
-Ragazzi…- esclamò Mason, guardando lo schermo del telefono.- Sono qui.-
L’indicatore di fulmini indicava che ne stavano cadendo a decine e, infatti da fuori, si sentì la pioggia scorrere.
-Tutti uniti!- esclamò Angelica, raggruppando i ragazzi, mentre Chris e Parrish tennero le armi pronte verso l’entrata.
-Deve esserci un modo per fermarli!- disse Cory.
Ci fu un lampo di luce e un Cavaliere apparve proprio davanti a Parrish.
-In ginocchio!- gli gridò, puntandogli l’arma contro.
Mason osservò che il Ghost Riders non fece alcuna mossa, anzi, scomparve.
-Non starò ferma qui!- commentò Gwen, correndo via.
-Gwen, aspetta!-
Angelica la rincorse fino all’aria aperta, afferrandola per il polso.
La guardò negli occhi e capì qualcosa.- Tu vuoi farti prendere.-
-Voglio solo vedere mia sorella.- singhiozzò, ormai zuppa per la pioggia.
Si udirono altri spari e Chris cadde a terra, ferito ad una spalla e alla gamba.
Gli altri ragazzi, terrorizzati, corsero fuori.
Fu in quel momento che si sentì il nitrire dei cavalli.
-Tutti dietro di noi!- ordinò Angelica.
I presenti si raggrupparono e Angelica, Liam e Theo formarono un cerchio intorno a loro.
La pioggia aveva creato una fitta nebbiolina nella quale si vedeva poco.
-Non vedo niente!-
Poi, alcuni spari.
Dietro di loro, dei ragazzi, tra cui Gwen, sparirono in una nebbia verde.
-No!-
Angelica gli ruggì contro e Liam saltò addosso ad uno di loro, facendolo cadere da cavallo e prendendolo a pugni.
Un altro Cavaliere estrasse una frusta e con un unico colpo, fece sparire i ragazzi rimasti.
Liam si rialzò da terra che ormai i Cavalieri erano scomparsi insieme a tutti gli altri.

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Capitolo 5
*** Waiting the train ***


Chris venne portato in ospedale dove lo raggiunsero anche Wendy e Stiles.
-Cos’ha?- domandò Wendy a sua madre, mentre veniva trasportato in stanza.
-Un foro alla spalla e alla gamba, con alcune costole rotte dovute ad una frusta.- spiegò l’infermiera.- Abbiamo estratto i proiettili, ma ha bisogno di molto riposo.-
-Mi dispiace, credevo di potercela fare, ma sono stati presi tutti.- balbettò Angelica, sedendosi con le mani nei capelli.
-Hai fatto del tuo meglio, tesoro.- le disse la madre.- Nessuna traccia di Hope?-
-Non abbiamo avuto neanche il tempo di cercare.- rispose Stiles, alzando le spalle.
-Chi è Hope?- intervenne Melissa.
-Crediamo che i Cavalieri abbiano preso nostra figlia e ora non ci ricordiamo più di lei.- spiegò Stiles.
Melissa alzò le sopracciglia.- Quindi voi avreste un’altra figlia?-
-Sì.-
-Tesoro…Ti sei dimenticata quello che è successo dopo che hai partorito Angelica?-
Wendy la guardò confusa.- C-Cosa?-
La madre le prese le mani.- Tesoro, avevi perso molto sangue…Abbiamo dovuto chiuderti le tube…Wendy, tu non puoi avere altri figli.-
Wendy rabbrividì ed improvvisamente se ne ricordò.- M-me ne ero dimenticata…-
-Perché non me lo hai detto?- le chiese Stiles.
Wendy non riuscì a rispondere, così lo fece Melissa, accarezzandole i capelli.- Perché probabilmente non l’ha ancora accettato.-
Stiles sospirò sedendosi.- Non c’è mai stata nessuna Hope, vero?-
-Sì, invece!- esclamò Wendy, stringendo i pugni ad occhi lucidi.- Io l’ho sognata!-
-Hai visto il suo corpo?-
-N-no, ma…L’ho partorita io! Una madre lo sa!-
-Wendy, era solo un sogno, un desiderio.- puntualizzò suo marito. -Perché noi non ce ne ricordiamo?-
-N-non lo so!- singhiozzò, mentre Stiles si alzò per abbracciarla.- Lei esiste, lo so…-
Angelica non sopportò vedere sua madre piangere, così uscì fuori, dove l’aspettavano Cory, Liam, Theo e Mason.
-Abbiamo perso.- affermò Liam, seduto su una panchina.
Angelica strinse i pugni.- No, invece.-
-Che altro vuoi fare? Li hanno presi tutti.- intervenne Cory.
-Ascoltate, non sono l’Alfa e adesso lei non può aiutarci. Aveva ragione Theo, non posso correre sempre da lei quando c’è un problema. Ci siamo noi adesso e faremo qualcosa.- affermò con decisione. -Ci state?-
Liam si alzò per primo, facendole un sorriso.- Sai che ti seguirei ovunque.-
-Sei la mia migliore amica.- disse Mason.
-Per me, adesso, sei tu l’Alfa.- continuò Cory.
Angelica voltò lo sguardo verso Theo che li vide tutti in piedi.- Oh, devo alzami? Okay.- sospirò, facendolo anche lui.- Di solito non mi faccio comandare, ma…Voglio pestare a sangue quei bastardi.-
-Faremo di meglio.- affermò Angelica.- Ne prenderemo uno.-
***
In tutto questo, una volta rapita dai Ghost Riders, Hope si era ritrovata in una stazione dei treni.
Non c’era solo lei, ma anche circa altre 50 persone che credevano davvero di star aspettando un treno.
Alla sua destra aveva un’ infermiera col camice, che le ricordava molto Melissa e alla sinistra, un ragazzo della sua età che ascoltava musica da un lettore CD.
-Sì, lo so, è una cosa vecchia…- le disse il ragazzo.- Mio zio me lo ha regalato per il compleanno, è una persona all’antica.-
Hope strinse a se il proprio zaino, dove dentro c’era ancora il libro che suo padre le aveva regalato a Natale.- Sai dirmi dove siamo?-
Egli alzò le sopracciglia come fosse ovvio.- In una stazione dei treni.-
Hope sospirò.- Davvero? E da quanto stai aspettando?-
Il ragazzo ci rifletté su.- Da un po', in effetti.-
Le prime quattro fermate sono state cancellate, disse una voce da un alto parlante.
Anche se era circondata da persone, Hope si sentì così sola, ma si asciugò subito gli occhi per non far vedere che stava piangendo.
-Che hai?-
-Niente…- balbettò, tirando su col naso.- Mi manca la mia famiglia.-
-La mia famiglia fa schifo.- commentò l’altro, osservando il tabellone dei treni.- Quale idiota chiamerebbe Canaan una città? Comunque io sono Jake.-
-Io sono Hope…Anche la mia famiglia è un po' strana, ma gli voglio bene…- continuò Hope, reprimendo le lacrime.- L’ultima cosa che ho detto a mio padre è stata Ti odio.-
-I genitori se lo sentono dire in continuazione, credimi.-
Improvvisamente, si udì un fulmine.
Le persone iniziarono a nascondersi dietro le panchine, quando, da uno squarcio del muro, simile ad un tunnel da dove arrivavano i treni, giunsero dei Cavalieri Fantasma con altre persone legate.
Hope si rimise lo zaino in spalla e si avvicinò a loro: voleva capire se davvero fossero reali, se fosse davvero lì o magari fosse un’allucinazione e che fosse morta.
Ma quando alzò la mano verso un cavallo, un uomo le afferrò le spalle e la scansò via.- Ma sei impazzita?!-
Era un uomo con i capelli neri, gli occhi azzurri e un accenno di barba.
Hope si mise le mani nei capelli.- Io devo uscire da qui!-
L’uomo si rimise tranquillamente seduto, come tutti gli altri.- Allora prendi un treno.-
-Ma non lo capisci?! Non c’è nessun treno! Gli unici che vengono qui sono i Cavalieri Fantasma!- esclamò, notando come intorno a lei, tutti si comportavano come se non fosse successo niente.- Ma li ho visti solo io?!-
L’altro la studiò.- Hai un’aria famigliare, ci siamo già visti?-
-Non credo, io sono Hope.- puntualizzò lei, sedendosi accanto a lui.
Gli porse la mano.- Piacere, Peter Hale.-
Hope sgranò appena gli occhi.- Hale?! Intendi QUEL Peter?! Zio Peter! Il pazzo psicopatico rinchiuso ad Eichen House?!-
Peter alzò gli occhi al cielo.- Non sono sempre stato pazzo.-
-Io sono la figlia di Wendy e Stiles.-
-Ti ricordavo più alta e mora.-
-Non Angelica, l’altra figlia, ne hanno fatta un’altra.- spiegò Hope.
Peter ridacchiò.- Adolescenti…Non riescono a tenerselo nei pantaloni. Sei un licantropo anche tu?-
-No, io…-
In quel momento, Hope si ricordò di possedere dei poteri che potevano spazzare via quel posto.
Si alzò e si avvicinò alle colonne, mettendoci le mani su e concentrandosi.
-Certo, parlare con i muri risolverà tutto.- borbottò Peter, tra se e se.
-Sta zitto.- ringhiò lei, sforzandosi talmente tanto, che le uscì il sangue dal naso.
-Sei decisamente la figlia di Wendy.-
Purtroppo però, non successe nulla.
-Era troppo facile.- affermò, pulendosi il naso col fiatone. -Dove diamine è questo posto?!- urlò, camminando verso una porta, ma, quando l’attraversò, si ritrovò nello stesso identico posto.- Questo posto non esiste…- capì, tra se e se.- Beacon Hills non ha una stazione dei treni.-
Peter aggrottò le sopracciglia.- Cavalieri Fantasma, hai detto?-
-Sì, arrivano con la tempesta, cavalcano il fulmine e cacciano le anime per poi farle dimenticare a tutti.- spiegò Hope, tirando fuori il libro dallo zaino.
Fu in quel momento che, proprio da lì, cadde qualcosa.
Era un CD dentro una copertina trasparente, con su scritto: Buon Natale, da papà.
-Allora siamo spacciati.-
-Ti ricordi come sei arrivato qui?-
-I-in taxi, credo…-
-No Peter, sono venuti i Cavalieri a prenderti…Eri rinchiuso ad Eichen, giusto?-
Finalmente Peter iniziò a ricordare.- Sì, ma poi è andata via la corrente e sono scappato…Volevo ricominciare a vivere, ma… Quella sera…C’era una tempesta.- mormorò, sgranando gli occhi.- Oddio…-
-Ci sei arrivato, finalmente.-
-Me ne devo andare di qui.-
-Questo concetto l’ho già ampliato, ma come?-
Peter voltò lo sguardo verso il buco da dove entravano i Cavalieri.- Dall’entrata.-
Hope nascose lo zaino sotto la panchina e seguì Peter davanti all’arco.
Deglutì nervosamente, come se quel punto della stazione le facesse paura improvvisamente.
-S-Spingimi.- balbettò Peter, avendo paura anche lui.
Hope prese un bel respiro e gli diede una spintarella, proseguendo avanti.
Sotto i piedi avevano le rotaie di un treno e sulla sinistra un’altra fermata con delle panchine piene di ragnatele.
D’un tratto, udirono di nuovo il nitrire dei cavalli e un forte vento.
Velocemente, si nascosero dietro le panchine.
Uno di loro portava una ragazza che Hope riconobbe subito.- Gwen?-
Successivamente, il gruppo di Ghost Riders se ne andò, attraversando una barriera.
Hope pensò ad un piano.- E’ così che usciremo: la prossima volta che tornano, saltiamo su un cavallo e ce ne andiamo con loro.-
Peter fece una smorfia, facendo marcia indietro.- Tu sei fuori di testa! Non sappiamo nemmeno se sopravviveremo!-
-Ma dobbiamo almeno provarci!- ripeté Hope.
-Ma cosa avete voi adolescenti? Tutta questa positività, voglia di vivere, credendo che la vita sia giusta con tutti voi solo perché avete gli ormoni impazziti e qualcuno ha voltato lo sguardo verso di voi per un solo secondo. Notizia del giorno, la vita è ingiusta! Ci hanno dimenticati tutti e noi non possiamo farci niente!-
Una lacrima rigò la guancia di Hope, che sentendo quel discorso, iniziava a perdere la speranza.- Non è vero…Mia madre mi troverà, mio padre verrà a cercarmi…- singhiozzò, spingendolo via per tornare alla stazione. Ma lo zaino non era più dove lo aveva lasciato.- Dov’è il mio zaino?! Chi ha preso il mio zaino?!-
-E’ qui!- disse Jake, alzando la mano verso di lei.- Ho pensato di tenerlo d’occhio per te.-
-Grazie…- Hope si mise seduta accanto a lui e osservò il CD.- Me lo presti?- gli chiese, riferendosi al lettore CD.
La ragazza inserì il CD e si mise gli auricolari all’orecchio.
Registrazione 23. Okay, ho preso una chitarra in affitto, non sapevo nemmeno che si potesse fare. Non ci ho messo molto ad imparare la canzone, spero ti piaccia. Buon Natale Hope, ti voglio bene.
Hope sentì suo padre iniziare a cantare una canzone che parlava coraggio e speranza,  lei poteva sempre contare su di lui, in qualsiasi situazione.
Sentire la sua voce, la fece scoppiare a piangere e si rannicchiò su se stessa.
Nonostante avessero litigato brutalmente prima che lei sparisse, Hope voleva disperatamente tornare da lui.
Alzò lo sguardo, deciso e si asciugò le lacrime, alzandosi.- Io uscirò di qui.-
-E come?-
-Non mi importa come! Lo farò con o senza di te! La mia famiglia mi starà già cercando, loro si ricorderanno di me! Ma chi si ricorderà di te? Ti odiano tutti.- ribatté Hope.
Peter alzò le spalle.- Magari mio nipote.-
Hope abbassò lo sguardo: lui non lo sapeva.- Tuo nipote è morto.-
Peter rabbrividì, lasciando andare il corpo sulla panchina.- La mia famiglia…Sterminata…-
Hope lo affiancò, capendo forse di esser stata troppo dura con lui.- Mi dispiace…- gli disse, prendendogli la mano.
In quella cosa, erano insieme.

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Capitolo 6
*** Do you remember the last thing that i say? ***


Era già il terzo giorno che Lydia veniva al loft per cercare di tirare su il morale di Wendy, ma con scarsi risultati.
Lydia uscì dalla sua stanza con il vassoio pieno di cibo.- Non vuole mangiare.-
Stiles sospirò, passandosi una mano sul volto.- Non può andare avanti così.-
Nello stesso momento, la radio di Stiles fece un assordante rumore e fu costretta a spegnerla.
-Perché la tua radio fa così?-
-Certe volte ci sono delle interferenze.-
Mason, Angelica, Liam e Theo erano sul divano, per cercare di darle supporto.
-Devi capirla, per una madre è diverso…Lei si sente di avere un’altra figlia…Se lo sente nella pancia.- affermò Lydia.
In un momento di riflessione, Theo fece rumore con la cannuccia del succo, cosa che fece voltare tutti a guardarlo male.
-Che c’è? E’ buona questa poltiglia.- commentò Theo.- Beh, sarà meglio che ripassi qualcosa dato che dobbiamo stare fermi qui.-
-Lo facciamo per mia madre.- replicò Angelica.
-Già, continuiamo a supportare una persona anche se non crediamo, anzi, anche se non credete che Hope esista davvero. Bella famiglia. Io vi dico che esiste, non me la sono immaginata.- confermò Theo, prendendo il libro di fisica.
-Già, peccato che io non mi fidi di te.- aggiunse Stiles.
In quello stesso momento, quando Theo aprì il libro, da esso cadde un foglio.
Era un suo ritratto, ma che lui non aveva mai visto.
Mason ci diede un’occhiata.- E’ molto bello…-
-Già, ma non so da dove arrivi.-
Il ragazzo seguì le linee del disegno con le dita.- Ci ha messo molto a disegnarlo, come se volesse che fosse tutto perfetto…La marcatura è molto profonda.-
Theo alzò un sopracciglio.- Da quando te ne intendi di disegno?-
-E’ solo quello più intelligente tra di noi.- disse Angelica.
Theo ci pensò su.- E se l’avesse fatto lei?-
Stiles fece una smorfia.- Perché mia figlia avrebbe dovuto fare un ritratto proprio a te?-
Angelica arrossì.- Papà…Se davvero questa persona esistesse, noi credevamo che avesse una specie di relazione con Theo.-
-Spiegherebbe il perché ti senti arrabbiato quando ci pensi.- intervenne Liam.
-Forse è questa la sua reliquia.- sussurrò Theo, cercando disperatamente di ricordarsi il giorno in cui glielo aveva fatto.
 
Mentre Hope pensava a come uscire di lì, ecco di nuovo la voce parlare da un altoparlante che indicava i treni sospesi.
Iniziò a pensare che quella voce doveva pur venire da qualche parte e, seguendo i fili, si ritrovò in una stanza impolverata dove c’era una radio funzionante.
-Com’è morto?- le domandò Peter.
-Non mi hanno detto molto, solo che è stato pugnalato al cuore.- rispose Hope: non poteva di certo dirgli che il colpevole era il ragazzo di cui si era innamorata.
-Non so cosa succederebbe se attraversassimo quella barriera.-
Hope drizzò le orecchie.- Vuoi provarci?-
-Potrei anche morire!-
-Tu guarisci, io no.- puntualizzò Hope, iniziando a collegare vari cavi.
-Che stai facendo? Vuoi mettere un po' di musica?-
-Cerco di collegarmi con la stazione di mio padre, è sceriffo adesso.-
Peter sorrise divertito.- Wow, e chi se lo aspettava da quel ragazzino.-
D’un tratto, ecco arrivare di nuovo i Cavalieri: non potevano farsi trovare lì.
-Allora, mi aiuti o no?- gli domandò velocemente, nascondendosi dietro una panchina.
-D’accordo, ma se sopravvivo, me ne andrò lontano da questa stramaledetta città!- borbottò Peter.
Hope gli porse il libro.- Ti prego, trova la mia famiglia, dagli questo.-
Peter se lo mise dentro la giacca.- Questa è l’ultima cosa che farò per te, ragazzina.-
I due seguirono i Cavalieri verso la barriera: Peter saltò in fretta su uno dei cavalli e, fortunatamente, riuscì ad oltrepassare la barriera.
Hope tornò a sorridere, finalmente c’era una speranza di poter tornare a casa.
 
Peter, purtroppo, non ne era uscito illeso.
Si era ritrovato nella foresta, ricoperto di ustioni e con un dolore lancinante.
Ma ebbe abbastanza forza da fare un ruggito che si sentì per tutta Beacon Hills.
Wendy sobbalzò dal letto e anche tutti gli altri lo sentirono.
-Avete sentito?- domandò Lydia.
-Tutta Beacon Hills ha sentito.- affermò Stiles.
Ancora in pigiama, Wendy corse fuori dalla camera, scalza e si avviò alla porta.
-Wendy, dove vai?!- intervenne il marito, prendendola per il polso.
-Conosco questo ruggito!- esclamò Wendy, guardandolo negli occhi.- Devi credermi, lo conosco.-
Stiles le accarezzò la guancia.- Ti credo.-
Wendy, Stiles e Theo corsero nella foresta, odorando del fumo in un posto specifico.
A terra, trovarono quest’uomo pieno di ustioni.
Stiles si guardò intorno.- Da dove diamine è arrivato?-
Egli voltò lo sguardo verso Wendy e fu in quell’istante che lo riconobbe.
-Peter?-
-Chi è Peter?-
A Wendy rivenne in mente un pezzo di vita che sembrava essersi dimenticata.- Peter, l’Alfa che mi ha morso!- ripeté.- Ma come ho fatto a dimenticarmi di lui?-
Peter riusciva a muoversi poco e col dito indicò l’interno della propria giacca.
-Cerca di dirci qualcosa.-
Stiles gli aprì la giacca ancora calda e all’interno trovò un libro tutto bruciato, ma della quale si leggeva il titolo.- Questo è mio…-
Nello stesso momento, la radio di Stiles riprese a fare rumore.- Accidenti, questa radio maledetta!-
-No, aspetta!- gli disse Theo.- Credo di aver sentito qualcosa.-
Stiles alzò il volume e lo avvicinò all’orecchio.
-Pronto, c’è nessuno?-
Era una voce femminile.
Tremando, Wendy prese la radio tra le mani.- Hope?-
-Mamma? Mamma sei tu?-
-Sì, sono io.- singhiozzò, incredula.- Lo sapevo! Lo sapevo che esistevi!-
-Mamma, mi manchi.-
-Anche tu, tesoro.-
-C’è anche papà?-
-Sì, sono qui.- balbettò Stiles, non credendoci ancora.
Hope scoppiò a piangere.- Papà, mi dispiace tanto, ti voglio bene…-
Theo gli prese la radio dalla mano.- Hope, mi senti? Sono Theo.-
-Ciao…-
Lui sorrise con gli occhi lucidi.- Ho trovato il tuo disegno, so che me lo hai fatto tu, è vero?-
-Sì, sono stata io… Ti ricordi l’ultima cosa che ti ho detto?-
Theo chiuse gli occhi e si ricordò quei momenti nel parcheggio della scuola, che ormai sognava da giorni.- Sì…Mi hai detto: ricordati che sono innamorata di te.-
-Esatto, è così.-
-Hope, dimmi dove sei, veniamo a prenderti.- le disse Wendy.
-No, se venite qui, poi non potrete più andare via.- spiegò Hope.- Ascoltate, trovate Canaan, capito? E prendetevi cura di Peter, lui mi ha aiutata.-
Subito dopo, ci fu un’ interferenza e cadde la linea.
Wendy strinse a se la radio, sorridendo.
-Avete sempre avuto ragione.- bofonchiò Stiles, sentendosi in colpa.
Theo strinse i pugni, deciso.- Andiamo a prenderla.-

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Capitolo 7
*** Ghost city. ***


Mentre Peter veniva trasportato in ospedale, Wendy e Stiles si prepararono a partire per Canaan.
Stiles segnò la città su GPS, quando vide Theo aprire il portello posteriore della Camaro.
-Ehi, cosa credi di fare?-
-Vengo con voi.- affermò Theo.
-Non penso proprio, tu non entri nella mia macchina.-
-E’ la mia macchina.- intervenne Wendy.- Stiles, devi accettare che Theo è dentro questa cosa quanto noi.-
Così Theo si sedette ai posti dietro.
-Sei pazza se ti aspetti che io accetti questa cosa.- le sussurrò Stiles, entrando in auto.
-Guarda che ti sento.- borbottò l’altro.
Wendy lo guardò negli occhi.- Fallo per Hope.-
 
Nel frattempo, Angelica e Liam pensarono ad un piano per catturare un Cavaliere Fantasma.
-Abbiamo assistito alla Caccia Selvaggia più di una volta, verranno loro da noi.- disse Angelica.
-Mason controllerà quando ci sarà il picco di fulmini, lo attiriamo dentro il laboratorio dei dottori e lo catturiamo.- continuò Liam.
-E come faremo se cavalcherà il fulmine di nuovo?- chiese Cory.
-Mason costruirà un parafulmine con il materiale della scuola. Se gli leviamo i fulmini, non potrà scappare.- rispose lei.
Mason annuì, incrociando le braccia.- Quindi, essenzialmente, voi due cosa farete in tutto questo?-
Angelica e Liam si guardarono imbarazzati.
-Beh, la parte fisica…-
-La parte fisica?-
-Cioè impediremo al Cavaliere di ucciderci.- confermò Angelica.
Mason assottigliò gli occhi.- Combattendo contro delle pistole e fruste fantasma.-
-Dobbiamo provarci.- esclamò Angelica, mettendo una mano al centro.
Liam e Cory la unirono alla sua.
Mason sospirò, facendo lo stesso.- Morirò.-
 
Dentro la Camaro c’era un imbarazzante silenzio.
Theo non sapeva cosa dire e iniziò a fare dei versetti con la bocca.
-Potresti smetterla?- borbottò Stiles, nervosamente.
-Scusa…Ti agiti subito, caro sceriffo.- commentò Theo. -Siamo arrivati?-
-Il GPS dice che arriveremo tra poco.- rispose Wendy, alla guida.
Theo fece un sospiro e iniziò a fare su e giù col finestrino.
Stiles strinse i pugni, voltandosi verso di lui.- Puoi stare zitto e fermo per 5 minuti?!-
-Siamo arrivati.- disse Wendy, fermandosi davanti al vialetto di una casa.
-Finalmente!-
Quando scesero dalla macchina, notarono che la città era deserta: tutto era abbandonato, una giostra con dei cavalli pareva ferma da anni e non c’era nessuno.
-E’ una città fantasma.- disse Wendy.
Su un vecchio tavolino da pic-nic, Stiles trovò dei giornali e lesse la data.
Intanto, Wendy osservò che su uno dei cavalli c’era del sangue secco e, quando si avvicinò, la giostra ripartì a girare senza che lei l’avesse toccata, in più, con un inquietante canzoncina che col tempo si stava rompendo.
-Questa me la sogno stanotte.- mormorò Theo.
-Ragazzi, questo giornale è datato 8 aprile del 1975.- intervenne Stiles, guardandosi attorno.- Dove sono andati tutti?-
-Perché Hope ci ha portati qui?- chiese Theo.
Tutti e 3, in quel momento, videro un bambino che li fissava davanti alla porta di una casa.
Non appena si accorsero di lui, egli entrò dentro.
-Chiediamolo a lui.- Wendy si fece avanti e bussò alla porta, che si aprì da sola, scricchiolando.- C’è nessuno?-
Dal soggiorno apparve una signora con dei capelli scompigliati, una vestaglia grigia e un sorriso che mostrava i suoi denti anneriti.
-Oh, delle visite! Caleb sarà contentissimo!- esclamò, entusiasta.- Io sono Leonore, prego, entrate.-
Anche se un po' titubante, i tre entrarono, dato che sembrava solo un’ innocua vecchietta.
Si sedettero al tavolo e la signora tornò con un vassoio di limonata. -Caleb sarà felice di giocare con voi, è da tanto tempo che non riceviamo visite.-
Infatti, Stiles si accorse che la limonata aveva assunto una disgustosa tonalità di giallo e che il bicchiere era lurido.
-Dall’8 aprile 1975, scommetto.- intervenne Theo.
Stiles gli diede un calcio sotto al tavolo, punendo la sua arroganza.
-Ahi!-
-Signora, che cosa è successo qui, dove sono tutti?- le chiese Wendy.
-Sono scomparsi, vero? I Cavalieri Fantasma li hanno presi.- disse Stiles.
La donna aggrottò le sopracciglia.- Non sono spariti…Se ne sono andati.-
Theo alzò un sopracciglio.- Tutti insieme?-
-Se ne sono andati!- esclamò Leonore, facendo tremare il tavolo con la sua voce.
Fu allora che Wendy iniziò a sospettare che fosse una Banshee. -G-Grazie Leonore, ma ora noi dobbiamo proprio andare.-
Lei alzò la mano verso la porta ed essa si chiuse.
-Nessuno va da nessuna parte, se prima non giocate con Caleb.-
Il bambino ricomparve dal nulla, pallido in viso e con una chioma ordinata di capelli biondi.- Seguitemi.-
Wendy fece cenno agli altri due di seguirlo.
-Non mi metterò a giocare con un-
Stiles si alzò e tappò la bocca a Theo, afferrandogli la maglia per seguire il bambino nel seminterrato.
-Caleb è un ragazzo dolcissimo, si divertiranno.-
-Leonore, perché è rimasta solo lei?-
La signora si sedette davanti a lei, torturandosi le mani.- Non lo so…Quando sono arrivati, hanno preso tutti. Mi hanno circondata, mi hanno guardata e se ne sono andati.-
Wendy le strinse la mano, cercando di capire quanto potesse essere difficile rimanere da sola per tutti quegli anni.- Ascolti, io cerco di salvare mia figlia.-
Leonore scosse la testa.- Non puoi…Se vieni preso e non più ricordato, diventerai uno di loro.-
Theo e Stiles si ritrovarono in un freddo seminterrato, dove Caleb guardava un filmato ad una vecchia tv.
Theo osservò la data sullo schermo.- Stiles, guarda la data.- gli mormorò, per non farsi sentire da lui.
8 aprile 1975.
-Caleb, ti ricordi quanto sei nato?-
-Certo, l’8 aprile 1975.-
-No…- mormorò Stiles.- E’ quando sei morto.-
-Mi si inizia ad accapponare la pelle.- balbettò Theo.
-Non guardare sotto la finestra.-
Theo lo guardò male.- Sei scemo? Se mi dici non guardare sotto la finestra, è ovvio che ci guarderò!- esclamò, voltando lo sguardo proprio verso quel punto: c’era lo scheletro in decomposizione di quello che sembrava un bambino.- Oh cazzo.-
Theo fu il primo a correre verso la porta, ma essa si chiuse di scatto.
-Mia mamma dice che dovete restare.- affermò Caleb, zuppo d’acqua.
Improvvisamente, Theo non riuscì a respirare e iniziò a vomitare acqua.

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Capitolo 8
*** The only one to stay will be the Banshee ***


L’unico modo per prendere le attrezzature scolastiche, era attendere che l’inserviente finisse di fare il suo giro di pulizie.
Angelica e Liam aspettarono vicino al ripostiglio, senza dare nell’occhio.
-Sai, pensavo ad una cosa…- sussurrò Angelica, abbassando lo sguardo.- Forse siamo in pochi contro uno di loro, insomma, in 3 sono riusciti a catturare quelli che erano alla festa.-
Liam le accarezzò la guancia.- Ehi, sta tranquilla, ce la faremo.-
Alzò poi lo sguardo sui suoi occhi.- Io non voglio che ti prendano, non voglio dimenticarti.-
Lui le sorrise.- Non succederà.- affermò, prima di baciarla dolcemente.
Fu in quel momento che Angelica notò il bidello allontanarsi.- Ci siamo.-
Di soppiatto, entrarono nel ripostiglio, ma, nascosto tra i vari scaffali, trovarono qualcun altro che stava facendo la stessa cosa.
-Professor Douglas, che sta facendo?- gli domandò Angelica, stranita.
L’uomo sobbalzò dalla sedia e si alzò velocemente.- Cosa fate qui? E’ solo per i professori.- balbettò.
Liam alzò le sopracciglia.- E perché sta scappando?-
Angelica notò gli oggetti sul tavolo.- Sta costruendo un parafulmine?-
-Non è niente che vi riguardi.-
-Li ha visti anche lei, non è vero? I Cavalieri Fantasma.-
Douglas capì allora di poter dire la verità.- Hanno preso un ragazzo che era vicinissimo a me. L’ho visto scomparire in una nebbia verde.-
-Noi progettavamo di catturarne uno.- intervenne Liam.
-Ci aiuterà?-
 
-Mi sta dicendo che non c’è speranza? Non rivedrò mai più mia figlia?- mormorò Wendy, con gli occhi lucidi.
Leonore si alzò dal tavolo, scuotendo la testa.
-Lei è l’unica rimasta perché è una Banshee? Succederà anche alla mia città?- le domandò, alzandosi di scatto.
-Sì.- rispose la donna, mentre la porta si riaprì.- Ora potete andare.-
Theo sputò l’ultima goccia d’acqua e poi tornò a respirare.
-La mamma dice che ora potete andare via.- disse il bambino, tornando a vedere il filmato.
Non appena la porta si aprì, i 3 fuggirono fuori.
Ma prima di tornare alla macchina, Wendy si voltò verso la donna: le faceva pena.- Può venire con noi, se vuole.-
Leonore le sorrise, dando una pacca sulla testa di Caleb.- Non posso lasciare da solo Caleb.-
-Leonore, sa che non è reale…-
La donna chinò leggermente il capo.- Per lei, sua figlia, è reale?- le domandò, prima di rientrare.
Wendy le sorrise e tornarono alla Camaro, diretti a Beacon Hills.
-Insomma, che cosa abbiamo capito da tutto questo?- domandò Theo, confuso.
-Forse Hope voleva avvisarci…Che Beacon Hills diventerà una città fantasma se non li fermiamo.- rispose Stiles.
-Già.- intervenne Wendy.- L’unica a rimanere sarà la Banshee.-
***
Stiles venne condotto da Liam e Angelica nella foresta, in una piccola caverna dove avevano messo una gabbia e il parafulmine costruito dal professor Douglas, spiegandogli il piano.
-E come lo attirerete qui? Qualcuno dovrà fare da esca.- puntualizzò il druido.
-Vado io.- annuì Liam.
-No!- esclamò Angelica, per paura che gli potesse succedere qualcosa.- Faccio io.-
-Ci aiuterai?- domandò Theo.
-Wendy vuole lasciarvi campo libero, ma è meglio che con voi ci sia qualcuno che ci sa fare con i fulmini.- affermò Stiles.
 
Melissa fece entrare Wendy dentro la stanza di Peter per raccontargli quello che sapevano: le bruciature erano quasi completamente svanite e la ragazza gli toccò una mano per assorbire un po' del suo dolore.
-Quanto tempo.- bofonchiò Peter, voltandosi verso di lei.- Te lo avevo detto che un giorno ci saremo rincontrati.-
-Il punto è: sei qui per aiutarmi o per ostacolarmi?-
-Ho visto la tua bambina…Somiglia molto a suo padre…Ostinata, ma molto intelligente.-
-Sai come posso salvarla?- bofonchiò Wendy, con gli occhi lucidi.
-Nessuno può attraversare il varco se non è in grado di guarire come noi.- spiegò Peter. -Perché mi stai facendo curare?-
-Siamo riusciti a comunicare con Hope, ci ha contattati dalla radio di Stiles.-
Peter cercò di fare un sorrisetto.- Alla fine ce l’ha fatta.-
-Cos’altro poteva fare, è solo una ragazzina…-
-No, è molto di più: è un druido. Lo ha ereditato da Stiles, ma i suoi poteri non funzionano lì.-
-Ha detto che dovevamo curarti, che dovevamo aiutarti come tu hai aiutato lei.- affermò, per poi alzarsi.
-Wendy…-
Prima di uscire, si voltò verso di lui.
-Scappa, fin che sei in tempo.-
 
Si era fatta sera, Stiles, Cory e Mason facevano la guardia fuori dalla caverna, mentre Angelica, Liam e Theo aspettavano fuori.
-Se Hope esiste veramente e prima di sparire è stata con te, perché non ti hanno preso?- si chiese Liam.
-Non lo so, non credo che abbiano delle preferenze.- commentò Theo.
-No, ti hanno lasciato per un motivo…- intervenne Angelica, ripensando alla tessera di Jake.- Sei tu Theo, tu sei la sua reliquia.-
In quel momento, il telefono di Mason iniziò a bippare, registrando una cresciuta di fulmini.- Ci siamo.-
Stiles si guardò intorno e fu pronto a scoccare una freccia.
Davanti a loro, cadde un forte fulmine che fece scintille e comparve un Cavaliere, con la frustra pronta.
-Via, ora!- ordinò ai due ragazzi.
Stiles non ebbe nemmeno il tempo di lanciare una freccia, che il Cavaliere gli afferrò l’arco con la frusta e lo lanciò via.
-Dai avanti, seguimi!-
Corse poi verso la caverna, dove Angelica si mise dentro la gabbia. -Sono qui, vieni a prendermi.- gli ringhiò.
Non appena il Ghost Rider fu dentro, Angelica gli afferrò la giacca e fece a cambio di posto, con uno scatto, chiudendo poi la gabbia.
-E ora che si fa?- chiese Liam.
-Ci parliamo.- rispose Stiles.- Che cosa volete?-
Il volto del Cavaliere era pallido, pieno di graffi e privo di bocca.
Egli fece qualche verso, ma nessuno capì nulla.
-Angelica, Angelica!- gridò Mason, entrando in fretta.- Pensavo ad una cosa: ricordi, nel sotterraneo, quando Parrish si è scontrato con uno di loro?-
-Sì, ma poi è sparito, come se ne avesse paura.- aggiunse Angelica.
-Io credo che cercassero di comunicare.- affermò Mason.- Chiamiamo Parrish.-

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Capitolo 9
*** The passage ***


Parrish si postò davanti la gabbia e lo guardò dalla testa ai piedi.
-Che cosa volete?- gli domandò.
Il Cavaliere fece di nuovo qualche verso che probabilmente solo il Segugio capì.
-Dice che vogliono solo la Caccia Selvaggia e che non si possono fermare.-
Successivamente, il Cavaliere fece un boato verso l’alto e altri fulmini caddero dal cielo.
-Era una specie di richiamo?- balbettò Liam.
Stiles corse di fuori, dove Mason e Cory erano rimasti da soli.
Il ragazzo di colore era a terra, svenuto, mentre un Ghost Rider teneva Cory per la gola con la frusta.
-No!-
Purtroppo Stiles non aveva armi con cui affrontarli e, inevitabilmente Cory scomparve.
Ma fu in quell’istante, che si sentì ringhiare da dietro le sue spalle.
Quando si voltò, Stiles vide un paio di occhi rossi nell’ombra.- Wendy?-
Il licantropo Alfa si rivelò essere invece il professor Douglas.
Lo afferrò per la gola e lo sollevò da terra.
Stiles cercò di dimenarsi e i suoi occhi si fecero neri.
Allora Douglas capì che era un druido e lo lasciò andare.- Ti lascio vivere, potresti servirmi.-
Angelica, Liam e Theo lo videro entrare nella caverna come se niente fosse e lo guardarono confusi.
-Professor Douglas, che sta facendo?- gli domandò Angelica.
Theo lo guardò con gli occhi sgranati.- Hauptmann.-
-Chi?-
-Scusatemi ragazzi, fatemi fare il mio lavoro.- sogghignò l’uomo, aprendo la gabbia.
Liam si trasformò e gli ruggì contro.
-Liam, no! Non puoi affrontarlo! E’ troppo forte!- esclamò Theo, fermandolo.
-Ascolta il ragazzino.- affermò Douglas, prendendo al collo il Cavaliere.- Ci rivediamo.-
Con uno scatto, lo privò della frusta e lo azzanno alla testa.
Angelica si voltò disgustata, non sapendo cosa fare.
Il licantropo affondò le dita nel cervello del Ghost Rider e si portò alla bocca la sua ghiandola pineale.
-Finalmente.- mormorò, mentre i suoi occhi brillarono di verde e se ne andò, tranquillamente insieme alla frusta.
Angelica raggiunse suo padre e aiutò Mason ad alzarsi da terra.- Che è successo? Dov’è Cory?-
Stiles sospirò.- L’hanno preso, mi dispiace.-
 
Il giorno dopo, Stiles, Wendy e Theo tornarono nella foresta, precisamente nel punto in cui avevano trovato Peter, per cercare il varco da cui era venuto.
-Mi spieghi chi diamine era quello?- domandò Stiles a Theo.
-Lo chiamano Il Soldato, è un generale nazista del 1943, metà lupo e metà leone. Ha speso la sua vita in cerca dei Cavalieri Fantasma, per creare un esercito tutto suo. Un esercito soprannaturale.- spiegò Theo.
Stiles si ricordò le sue parole.- Ecco perché ha detto che avrei potuto servirgli.-
 
 
-Un giorno riuscì a trovarli, ma loro fecero sparire tutti i suoi uomini, ferendolo alla schiena con la frusta. Successivamente, i dottori del terrore lo presero con se e lo lasciarono per 70 anni in un liquido pieno del veleno di quella ferita. E’ un lupo, un leone e mezzo Ghost Rider allo stesso tempo, per questo ho detto che è troppo forte.- continuò il ragazzo.
Wendy non ascoltò niente di quello che Theo stava dicendo, non le importò nient’altro se non trovare sua figlia e, quando proseguì a controllare tra le sterpaglie, trovò un enorme tubo che conduceva a dei tunnel sotterranei.
-Se Hope non può attraversare il varco, come facciamo a portarla indietro?- si chiese Stiles.
Wendy svoltò verso un corridoio, ma non appena lo fece, venne scansata via da una barriera. -Peter ha detto che Hope è un druido e l’unico modo che ha un druido per guarire…-
-E’ creare un legame con un licantropo.- affermò Stiles.
Theo strinse i pugni.- Allora mi farò prendere.-
Stiles alzò un sopracciglio.- Lo faresti davvero?-
Il ragazzo lo guardò negli occhi.- Quante volte te lo dovrò dire? Io sono innamorato di tua figlia e farei qualsiasi cosa per lei. Questa è l’unica cosa che ricordo di Hope. –
Wendy abbassò lo sguardo per non far vedere al marito che stava sorridendo.- Nessuno verrà preso da nessuno, troveremo un altro modo.-
 
Angelica e Liam osservarono che le strade erano completamente vuote.
Avevano pensato così tanto a trovare Hope, che non si erano resi conto che i Cavalieri avevano preso la maggior parte degli abitanti della città.
Varcarono le porte dell’ospedale e videro solo delle foglie a terra.
-No, no..- balbettò Angelica, correndo alla reception dove vide il camice di Melissa. -Nonna…-
-Hanno preso tutti…- sussurrò Liam, lasciandosi andare su una sedia.- Anche mio padre…-
D’un tratto, fuori scoppiò una tempesta: il cielo si annerì e iniziarono a cadere tuoni.
-Dobbiamo andarcene di qui!-
Angelica corse verso le porte, ma Liam non riuscì a raggiungerla, perché la sua caviglia venne intrappolata da una frusta.
-Angelica!-
La ragazza si voltò e vide Garrett con l’arma.
Si precipitò da Liam e lo afferrò, tirandolo verso di se.
Liam fece un verso di dolore, sentendo la caviglia rompersi per la troppa forza e capì che non c’era altra scelta.- Angelica, devi lasciarmi andare.-
-No! Non voglio dimenticarti!- esclamò Angelica, usando tutta la forza che aveva.
-Trova tua sorella e troverai anche me.- le disse Liam, guardandola negli occhi.- Ti amo.-
-Ti amo anche io.- singhiozzò lei, prima che il licantropo sparisse in una nebbia verde.
Angelica cadde sul pavimento e, in un attimo, fissando il soffitto, tutte le cose che ricordava di Liam, scomparvero dalla sua testa.
Poi, di colpo, Garrett le diede un calcio al viso, stordendola.
 
Angelica riaprì gli occhi, trovandosi dentro una stanza conosciuta.
Parrish era rinchiuso dentro una macchina, la stessa che gli Argent avevano usato per evocare il Segugio Infernale.
-La vostra famiglia è spettacolare: un druido e un mezzosangue, mi sarete molto utili.- affermò Garrett.
-Che cosa vuoi?- gli domandò lei, cercando di riprendersi.
-Tutto.- esclamò l’uomo. -Voglio il mondo e lo farò con il mio esercito personale.-
Angelica lo guardò male.- Noi non staremo mai ai tuoi ordini.-
Garrett fece un ghigno divertito.- Lo credi davvero?- Aprì poi la gabbia dove c’era Parrish.- Wach auf, Höllenhud.-
D’un tratto, Parrish spalancò gli occhi, ma non erano più arancioni, ma ben sì verdi.

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Capitolo 10
*** It’s over. ***


Wendy prese un tubo da terra e cercò di spingerlo attraverso la barriera, ma esso si frantumò.
-Non dirmi che ci riprovi con quello.- ridacchiò Garrett, comparendo con Parrish ed Angelica, che teneva in ostaggio con le unghie al collo.
Wendy non capiva perché Jordan stesse dalla sua parte.- Parrish, che stai facendo, fermati!- gli ordinò.
-Mi dispiace, ma lui non risponde più a te.- spiegò Douglas.- E ora, se volete scusarmi, devo attraversare il varco.-
-Non puoi, morirai.- gli disse Stiles.
-Per questo ho preso il Segugio con me.- sorrise, aumentandola presa sulle vene di Angelica.- Fatevi da parte, o la uccido.-
Ma Theo non l’ascoltò: si trasformò e gli andò in contro.
Parrish fece la stessa cosa e diede un pugno infuocato sullo stomaco di Theo, facendolo volare via.
Il ragazzo si ritrovò a terra più che ferito.
Wendy e Stiles non ebbero scelta e li lasciarono passare.
Parrish afferrò le estremità della barriera e la aprì, abbastanza da far passare entrambi.
Infine, Garret spinse Angelica vicino a Theo e se ne andò.
Theo si trascinò fino al muro per sedersi, con la bocca sanguinante.- E’ finita.- bofonchiò, con gli occhi lucidi.- E’ finita.-
 
Con il morale a terra, Mason, Angelica, Wendy, Theo, Stiles e Lydia si riunirono al loft.
-Non posso credere che sarò l’unica a rimanere.- sussurrò Lydia.
-Sembra che i Cavalieri abbiano una specie di venerazione per le Banshee.- commentò Wendy.
-In realtà è così.- intervenne Peter, entrando in casa.- E anche per i Segugi Infernali.-
-Che ci fai qui? Credevo che volessi andartene.- gli domandò Wendy, sorpresa.
-Ho avuto una certa ispirazione da eroe quando ho incontrato quella ragazzina, perciò intendo aiutarvi.- affermò lui.- Voi avete una figlia, si chiama Hope: non è tanto alta, è magra, ha i capelli marroni e gli occhi nocciola.-
Stiles ticchettò le mani sul tavolo, mordendosi il labbro.- Io non me la ricordo…-
-Avete litigato il giorno in cui lei è scomparsa.-
-Perché?-
-Perché si era innamorata di un ragazzo che tu odiavi.- rispose Peter, voltando lo sguardo verso Theo. – Dopo che la sorella più grande aveva fatto la spia…L’hai rinchiusa nella sua stanza e…-
Stiles improvvisamente si ricordò di quella sera.- Lei ha urlato che non avrebbe voluto essere mai nata…-
Peter annuì.- E i Ghost Rider hanno esaudito il suo desiderio.- continuò, guardando Lydia.- Il suono dei treni, continui a sentirlo?-
Lydia fece un cenno con la testa.- Ogni volta che entro qui dentro…Ed è più forte nella camera di Angelica.-
Wendy, Angelica, Theo, Stiles e Lydia entrarono nella stanza.
La Banshee si guardò intorno e si piegò sul tappetto, precisamente nel vuoto che anche Angelica aveva notato.
-Che c’è qui sotto?- chiese, indicando un punto preciso.
-Legno, credo.- rispose Stiles, stringendosi le spalle.
-Deve esserci qualcos’altro.-
Allora, Stiles, con un taglierino, fece un quadrato nel tappeto e lo tolse.
In effetti, c’era una botola.
Wendy gli passò un piede di porco e l’aprirono.
-Oddio…-
Il druido trovò alcuni peluche.
Wendy si inginocchiò davanti a lui e strinse a se un ciucco, singhiozzando.
Theo, invece, trovò una valigetta con dei colori di ogni genere, alcuni anche usati.- Glielo avevo regalato per Natale…- si ricordò.
-Dormiva qui, accanto a me.- sussurrò Angelica.- E’ sempre stata qui.-
Sembrava che i ricordi iniziassero a riaffiorare.
Stiles alzò gli occhi verso il muro e notò delle cose che prima non c’ero: disegni, principalmente, della triscele.- Lo vedete anche voi?-
Theo e Wendy voltarono lo sguardo e la ragazza sorrise.- Sì.-
Comparvero dei disegni, dei vestiti e perfino un letto.
Theo si alzò e annusò una sua maglietta.- Ero davvero innamorato di lei…- disse fra se e se.
Fu in quel momento, che dal muro ci fu un abbagliante luce.
Per un attimo, tutti e 3 giurarono di averla vista, di aver visto il volto di Hope, ma solo per pochi secondi.
-Che cos’era?!-
-Avete aperto un varco.- intervenne Mason.- Ricordandovi di Hope, avete aperto la barriera.-
-Quindi se possiamo farlo noi…- aggiunse Theo.
Stiles annuì.- Possono farlo tutti.-
***
La città stava diventando sempre più desolata: per le strade si aggiravano solo i Cavalieri Fantasma.
-Dobbiamo far riaffiorare i ricordi nello stesso modo che ci disse Deaton: dormendo o comunque abbassando la temperatura del vostro corpo.- esordì Lydia.- So dove possiamo andare.-
Non appena Mason aprì la porta, due Cavalieri Fantasma gli si presentarono davanti e lui sgranò gli occhi.- Mannaggia.-
-Mason!- gridò Angelica, prima che l’amico venisse colpito da un proiettile e scomparire.
Peter si precipitò alla porta e la chiuse.- Qualcuno deve distrarli per farvi uscire.-
-Andremo noi tre: tu, io e Theo.- affermò Angelica.
-Sei sicura?- le chiese Wendy.
-Ti sei sacrificata per salvare Malia da sua madre, adesso tocca a me.- rispose lei, abbracciandola.
-Fate attenzione.-
Wendy afferrò le chiavi della Camaro ed uscirono fuori.
Theo, Angelica e Peter si postarono davanti al gruppo, mentre li altri 3 sfrecciarono via.
Peter sospirò, tirando fuori gli artigli.- Si ricomincia.-

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Capitolo 11
*** Hypnosis ***


Lydia, Stiles e Wendy si diressero nella stanza dove c’era la macchina in cui era stato anche Parrish.
-Che fa questa cosa?- chiese Stiles.
-Abbassa la temperatura del corpo, come quando abbiamo immerso Isaac nel ghiaccio.- rispose Wendy, togliendosi la maglietta.
-Come sappiamo che non ti ucciderà?-
Wendy aprì la porta e ci si mise all’interno.- Perché sono un’Alfa.-
Lydia la chiuse dentro e premette start.- Concentrati su Hope, Wendy. Ripensa a tua figlia.-
La ragazza chiuse gli occhi e, quando li riaprì, si ritrovò nel soggiorno di casa sua.
Hope era lì, davanti a lei, proprio come l’aveva descritta Peter.
-…Non mi importa se dovrò rinchiuderti nella tua stanza o farti seguire dai poliziotti!- stava dicendo Stiles, con rabbia.
-Ti odio!- gridò Hope, facendo esplodere due lampadine del lampadario e cadere la foto attaccata al muro.
Wendy si piegò a prenderla: era la foto che avevano scattato a Natale e, quella volta, c’era anche Hope.
In quel momento, vide una luce provenire dalla cucina e ci entrò.
Si catapultò in ospedale: davanti, se stessa e Stiles.
-Wendy, io voglio avere un altro bambino.- disse lui, prendendole le mani.
Wendy lo guardò con gli occhi lucidi.- Davvero?-
-Sì, perché?-
-Perché sono incinta.-
Wendy sorrise, versando una lacrima di gioia, ma, d’un tratto, iniziò a sentirsi molto debole.
-Che le prende?- domandò Stiles, vedendo i suoi occhi socchiudersi.
-Troppo freddo!- Lydia spense la macchina e la fece uscire.
Wendy si guardò subito attorno.- Ha funzionato?- bofonchiò, aggrappandosi a Stiles, mentre lui la copriva.
Il marito scosse la testa, dispiaciuto. -Vado io, tocca a me.-
-No, la temperatura bassa di ucciderà.- intervenne Lydia, togliendosi la collana che aveva al collo.- Possiamo fare in un altro modo: ti ipnotizzerò.-
 
Theo ed Angelica si nascosero dietro il tavolo della reception, dopo che i Cavalieri avevano preso Peter.
-Sono in troppi, non ce la faremo mai.- balbettò Angelica, col fiatone.
-Sì invece.- affermò Theo.- Ci ricorderemo di Hope e salveremo Liam, chiaro?!-
Angelica lo guardò stranita: quel nome le parve familiare.- Liam?-
-Liam, il tuo fidanzato! Te ne sei dimenticata?-
D’un tratto, riaffiorarono tutti i ricordi legati a lui: quando si erano scontrati per il corridoio, il loro primo bacio e il momento prima che venisse catturato.
-Liam…Come ho fatto a dimenticarmi di lui?- mormorò, rabbrividendo.
In quel momento, desiderò tanto essere catturata solo per rivederlo, proprio come aveva pensato Gwen di sua sorella.
Così, diede un’ occhiata fuori e vide che stavano per entrare.
-Ascolta, vai nell’obitorio, è blindato, nasconditi lì.- gli disse.
-E tu che farai?-
-Faccio da esca.- esclamò Angelica, alzando in piedi.
-No, aspetta!-
Con un calcio, un Ghost Rider aprì la porta e le puntò la pistola contro.
Angelica si voltò un’ultima volta verso Theo.- Salva mia sorella.-
 
Stiles si mise seduto e Lydia iniziò a far dondolare la collana davanti i suoi occhi.- Okay Stiles, concentrati su Hope e segui la mia voce.- gli mormorò, con tono tranquillo.
Lo sguardo di Stiles si affievolì ed entrò in trance, accorgendosi di essere nella foresta.
Sentì una voce femminile e la seguì.
-Wow, come si chiama questo posto?- domandò Hope, meravigliata.
-La chiamiamo la cascata del lupo. Ci siamo addestrati tutti qui: io, tua madre e tua sorella.- spiegò Stiles.
Stiles non si sarebbe mai dimenticato il suo dolce sorriso di quel giorno.
Era come guardarsi allo specchio.
-La mia bambina…-
D’un tratto, accanto a Wendy e Lydia, ci fu un bagliore bianco che le accecò.
Wendy iniziò a vedere la figura di una persona.- Stiles, sta funzionando, continua!- esclamò, sorridendo.
-Ricordati di togliere il flash.- le suggerì sua moglie.
-Perché?- chiese Hope, stranita.
-Per via dei nostri occhi, poi ti spiego.-
Non appena la fotocamera iniziò a bippare, Stiles si unì al gruppo, mettendosi tra Angelica e Hope.- Dite Banshee!-
-Banshee!-
La luce si fece sempre più forte e Stiles si risvegliò dalla trance e vide una persona al suo interno, quasi vicina. -Ci sei tesoro, ci sei quasi!-
 
Come consigliato da Angelica, Theo corse all’obitorio e si chiuse dentro.
Si ricordò le parole di Lydia e si sedette lungo il muro, cercando di tranquillizzare il respiro.
Chiuse gli occhi e cercò nella sua mente qualsiasi ricordo che si riferisse a Hope.
Quando li riaprì, notò di trovarsi nel cinema della città.
A pochi posti più in là, lui ed Hope.
Theo estrasse un pacco regalo e Hope alzò le sopracciglia.
-Buon Natale, anche se in ritardo.-
-Oh, ma io non ti ho preso niente…- balbettò lei, arrossendo.
In quell’istante, si sentì qualcosa tra le dita e aprì la mano: era una piuma d’uccello.
-Uccellino…-

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Capitolo 12
*** Notice to passengers, the train for Beacon Hills is arriving. ***


Hope se ne stava rannicchiata su una panchina, stringendo a se il suo zaino.
Sembravano mesi che fosse intrappolata lì, ma dentro di se sperava ancora che qualcuno la trovasse.
-Attenzione passeggieri, il treno arriverà tra 1 minuto.-
Hope notò che la voce dell’altoparlante era cambiata e anche che la riconosceva.
Si alzò per andare a vedere e notò Cory, seduto alla scrivania, che parlava al microfono.
-Cory?-
Non sapeva il perché fosse lì e nemmeno il perché non riuscisse a sentirla: era come ipnotizzato, con gli occhi fissi nel vuoto.
-Avviso ai passeggieri, il treno è in arrivo.-
Hope tornò alle panchine, aspettandosi l’arrivo dei Cavalieri, ma non fu così.
Dall’arco, giunsero Angelica, Liam, Melissa, Chris, Mason e Peter e alte decine di persone che abitavano a Beacon Hills.
Tra la folla, Angelica incontrò Liam e i due si sorrisero.
-Oh mio Dio, ciao.- le disse lui, prendendole il viso tra le mani, sorridendo.
-Per un attimo…- balbettò lei, con gli occhi lucidi.- Mi sono dimenticata di te solo per un attimo.-
-Sssh, va tutto bene.- affermò lui, accarezzandole le guancia.- Ti amo.-
-Ti amo anche io.- singhiozzò Angelica, baciandolo a stampo più volte.
Hope si fece spazio tra le varie persone e corse in contro a sua sorella.- Angelica!-
Lei sgranò gli occhi.- Hope!- esclamò, abbracciandola.
-Non ci posso credere che sei qui!-
-Mi dispiace per aver fatto la spia, mi dispiace tanto, perdonami.- ripeté Angelica, guardandola negli occhi.
-Non mi importa, sei mia sorella, ti voglio bene, mi sei mancata da morire!- affermò l’altra, sorridendole. -Vi hanno catturato tutti? Come stanno gli altri?-
-Ti stanno cercando.- le disse Angelica. -Hope, devi tornare indietro.-
Fu in quell’istante che il druido sentì una voce provenire proprio dall’arco.
Uccellino.
La seguì e la riconobbe.- Theo?-
La mia bambina.
-Papà?-
Era ad un passo dalla barriera e dentro di se sapeva che sarebbe sopravvissuta, che ce l’avrebbe fatta.
Mise una mano in avanti e poi una gamba, capendo che sarebbe finalmente tornata a casa.
Ci sei quasi tesoro, ci sei!
Prese un bel respiro per prendere coraggio e l’attraversò.
 
Piano piano, la luce si spense e di Hope nessuna traccia.
Wendy versò una lacrima, delusa.- No…Era qui, l’ho vista.-
Stiles abbassò lo sguardo.- Non ha funzionato.-
-L’ho vista.- singhiozzò Wendy, scoppiando a piangere tra le sue braccia.
Lydia le accarezzò la spalla.- Mi dispiace…-
***
Riaperti gli occhi, Hope si guardò intorno e capì di trovarsi nell’obitorio dell’ospedale.
Davanti a lei, Theo, che la fissava chiedendosi se fosse reale o no.
Lentamente, alzò una mano verso di lei, con gli occhi lucidi.
Hope si avvicinò a lui, guardandolo negli occhi e intrecciò le dita alle sue.
Non appena sentì il contatto con la pelle, Theo fece un grande sorriso e l’attirò a se, baciandola dolcemente e sollevandola da terra.
-Sei vera, sei qui.- esclamò, accarezzandole la guancia.
-Sì, ti sei ricordato di me.- annuì lei, guardandolo negli occhi.- Perché mi chiami sempre uccellino?-
Theo le scansò un capello dal viso.- Perché scappi sempre via da me.-
Hope gli sorrise e gli diede un altro leggero bacio.
-Ora troviamo i tuoi genitori.-
 
Wendy camminò a stento, guardando a terra e lasciando andare il ciuccio di Hope che aveva stretto fino a quel momento tra le mani.
Stiles non sapeva cosa dire o cosa fare.
Il ciuccio rotolò a terra e Wendy notò che andò a finire accanto ai binari di un treno.
Lydia alzò lo sguardo e notò che, al posto della targa della scuola, c’era un tabellone dei treni. -Ma che diamine…-
Anche Theo e Hope, uscendo dall’ospedale, notarono i binari.
-Oh no, sta per succedere.- disse Hope, aprendo la porta della sala d’attesa: al suo interno, la stessa stanza in cui era stata fino a qualche minuto prima, dove tutti stavano aspettando il treno. Notò subito Peter seduto alla panchina, che leggeva il giornale.- Peter? Peter dobbiamo andare via di qui.-
Ma l’uomo non reagì, nemmeno quando Theo provò a schioccargli le dita davanti agli occhi.
-Dobbiamo trovare mia madre.-
Wendy seguì i binari, fino a giungere all’ospedale, dove vide Theo.
-Perso qualcosa?- le chiese, con un sorrisetto.
Hope si fece avanti e incrociò lo sguardo di sua madre.
-Hope?- sussultò Wendy, con gli occhi lucidi.- Hope!-
-Mamma!-
La ragazza le corse in contro e le due si abbracciarono.
-Lo sapevo che esistevi, l’ho sempre saputo!- esclamò Wendy, baciandola ovunque.
Hope voltò lo sguardo verso suo padre, un po' imbarazzata.
Stiles, invece, non esitò a stringerla a se. -Mi dispiace così tanto, Hope.-
-Anche a me, non le pensavo tutte quelle cose che ti ho detto.- singhiozzò lei, stringendosi al suo petto.
-Lo so, tesoro, lo so.- affermò lui, baciandole la fronte.
-Count on me…Di Bruno Mars…L’ho riconosciuta…L’hai cantata molto bene.- aggiunse Hope, sorridendo.
Stiles scoppiò a ridere.- No, ero pessimo.-
-Ma che bella famigliola felice.- intervenne Douglas, con accanto Parrish.
-L-lui è un cattivo?- balbettò Hope.
-Molto cattivo.- confermò Stiles.
-Vi volevo tutti nel mio esercito, ma ho capito che sareste molto insubordinati.- commentò, facendo un cenno a Jordan.- Töte, Höllenhound.-
Jordan gli ruggì contro e Hope spinse tutti indietro.- Tutti dietro di me!- esclamò, inginocchiandosi a terra e mettendo una mano sul terreno.- Scusa Parrish, ma tu non sei l’unico che controlla un elemento.-
-Che fa?- domandò Theo.
-Sfrutta l’acqua nel terreno.- rispose Stiles.
Wendy sorrise.- Un genio.-
Improvvisamente, un’onda d’acqua uscì fuori dalla terra e inondò il Segugio, facendolo volare via.
-Siete così ingenui.- ringhiò Garrett, mentre dietro di lui si univano una ventina di Cavalieri Fantasma.- Noi siamo tanti e voi pochi.-
-E’ vero, ma sono un branco.- intervenne Peter, che era riuscito a risvegliarsi. -Ho imparato a non mettermi contro di loro molto tempo fa.-
-Mi dispiace deluderti, Garrett.- aggiunse Angelica, accanto a lui.- Ma ti sei messo contro la famiglia sbagliata.-
Quella frase diede il via allo scontro: i licantropi si mossero per primi e attaccarono i Ghost Riders.
Wendy gli diede un calcio alla mano, facendo volare la frusta e afferrandola. -Peter!
Peter prese l’altra estremità e insieme la usarono per far cadere il Cavaliere.
Infine, Angelica lo trafisse alla gola.
Intanto, Hope cercò di inventarsi qualcosa.- Allora, i Cavalieri cavalcano il fulmine, giusto?- borbottò, osservando il cielo nero.
Stiles ne venne a capo.- Quindi significa che se non ci sono i fulmini…-
-Non ci sono i Cavalieri.- intervenne Lydia.
-Non avevi detto di essere bravo con i fulmini?- gridò Theo, fermando un pugno del Cavaliere.
-S-Sì, ma non li so controllare.-
-Ti aiuto io.-
Hope strinse la mano a suo padre e insieme si allontanarono dal caos.
-Chiusi gli occhi e immagina di far andar via tutte le nuvole.- spiegò lei.
-D’accordo.-
I due unirono le mani e non appena si guardarono negli occhi, divennero neri come la pece.
Subito dopo, le nuvole iniziarono a dissolversi.
-Funziona!- urlò Lydia.
I Cavalieri Fantasma si bloccarono tutto d’un tratto e fecero marcia indietro.
-Dove andate?! Tornate qui!- gli ordinò Garrett, sbattendo la frusta.
-Non ti ascolteranno mai, i Cavalieri non hanno un leader.- commentò Peter.
Improvvisamente però, si sentì il suono di un treno venire proprio verso la città.
-Dobbiamo deragliare il treno!- disse Hope, correndo lungo i binari per cercare la leva.
Ma prima che potesse spingerla, Garrett l’afferrò per le caviglie e la fece cadere.
-Levale le mani di dosso!- ruggì Theo, saltandogli sopra.
Hope si ritrovò dei brutti graffi alle gambe e non riuscì a camminare, ma era a pochi metri dalla leva.
E mentre Theo prendeva a pugni Garrett, la ragazza alzò la mano verso la leva e si concentrò.
Poco dopo, un vento così forte si creò dal suolo che la leva si mosse da sola e il treno passò, cambiando direzione.
Garrett si rialzò da terra a fatica, con il naso rotto.- Non finisce qui!- bofonchiò, scappando via.
Beacon Hills era salva.

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Capitolo 13
*** The happiness is not for everyone ***


Hope sorrise a Theo e lo abbracciò, con un sospiro di sollievo.
-Allora…Ti va un brunch domani?- le chiese, togliendole della sporcizia dal viso.
Hope ridacchiò.- Sì, mi va.-
Entrambi videro Stiles avvicinarsi, con uno sguardo ancora titubante.
Prima che la figlia dicesse qualcosa, lui la interruppe.- Tu ci tieni a lei?- domandò a Theo.
Il ragazzo la guardò negli occhi.- Più di qualsiasi altra cosa.-
-E faresti di tutto per proteggerla?-
-Sì.-
Allora Stiles annuì, come se stesse acconsentendo alla loro relazione.
Hope e Theo sorrisero entusiasta, baciandosi dolcemente.
-Non sarà un amore da principe e principessa, ma…-
Lei scosse la testa.- Non lo voglio.-
-E cosa vuoi?-
Hope voltò lo sguardo verso i propri genitori che si stava baciando con affetto.
-Voglio un amore come il loro.-
***
Tutti a Beacon Hills cominciarono a tornare e tutto si ristabilì.
Prima di andare al lavoro, Wendy si avviò al confine della città per salutare dei vecchi amici che avevano deciso di partire.
Wendy abbracciò Malia.- Grazie di tutto.- le disse quest’ultima.
-Non aspetterai la luna piena per rubarle i poteri, vero?- domandò Wendy a Peter, guardandolo dalla testa ai piedi.
-Nah, voglio solo vivere la mia vita con lei.- affermò Peter, sorridendo.
-Cosa ti ha fatto cambiare idea?-
-Ho guardato quel tuo piccolo gruppetto e ho sognato una famiglia come quella.- rispose l’uomo.- Ringrazio tua figlia per questo, perciò saluta quella ragazzina da parte mia.-
Wendy annuì con un piccolo sorriso e li salutò con la mano mentre se ne andavano via.
Andò poi alla centrale, dove Stiles la chiamò nel suo ufficio.- E’ arrivata una lettera per noi.-
Wendy aprì la busta e iniziò a leggere.
-Ci vogliono a New York.-
Lei sgranò gli occhi.- New York?! E’ tipo la città più pericolosa d’America!-
-Già…Con tanti omicidi…- affermò Stiles, iniziando a fantasticare.- A quanto pare, l’agente McCall dell’FBI ha messo una buona parola per noi.-
-Io…Non so se sono pronta a lasciare questa città.-
Stiles alzò le spalle.- Non dobbiamo per forza decidere adesso.-
-D’accordo, ci penserò…Ma ora…- mormorò Wendy, alzandosi di soppiatto per chiudere la porta e tirare giù le tendine.
Stiles le fece un sorriso malizioso.- Ah, adoro essere lo sceriffo.-
 
Theo si era finalmente comprato un piccolo monolocale in cui vivere e Hope l’aveva aiutato ad arredarlo.
Quella sera, si avviò da lui per cenare insieme.
Girato l’angolo, però, qualcuno l’afferrò con forza e la prese al collo, spingendola verso il muro.
-Credevi che ti avrei lasciata vivere sana e felice a correre nei prati?- ringhiò Garrett, al suo orecchio, con gli occhi rossi.
Hope cercò di mantenere la calma.- Che cosa vuoi?-
-Se non posso avere un esercito, allora mi prenderò te.-
La ragazza lo scansò via.- Non sarò mai tua!-
Garret le prese il mento fra le dita, voltandole lo sguardo verso la finestra di Theo. -Non credo che tu abbia voglia che io gli faccia una visitina.-
Hope non poteva permettergli di fargli del male.
-Decidi ora e adesso, Hope o il tuo principe azzurro farà una brutta fine.- la minacciò lui.
Hope lo guardò come agitava la padella entusiasta.
-E 1…-
Rabbrividì, non sapendo cosa fare: se avesse avuto anche il suo potere, Garrett sarebbe diventato ancora più forte.
-E 2…-
-Okay, va bene!- esclamò, balbettando.
-Perfetto!-
Garrett le strinse il braccio e lo voltò verso sinistra, creando un legame con lei.
-Magnifico.- commentò lui, sentendosi più potente.
Hope si sentì stordita per un attimo e strinse gli occhi per riprendersi.
Quando li riaprì, l’uomo era sparito.
Theo notò Hope dalla finestra e l’aprì.- Hope, tutto bene?-
Lei sobbalzò, cercando però di essere normale.- Sì, arrivo subito.-
Da quel momento in poi, Garrett si sarebbe aggirato per la città con il potere di un lupo, di un leone, di un Cavaliere Fantasma e di un druido.
-Oddio…Che cosa ho fatto?-
 
CONTINUA…

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