La bambola di carta

di gg_forever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


"...la paura era ciò che teneva in vita l'anima della piccola bambola, solo quella brutta bestia non le permetteva di uscire e provare nuove esperienze. E così, come una vigliacca, la bambola di carta rimase chiusa nel suo mondo di paranoie e angosce." Se chiudo gli occhi posso ancora sentire la voce della mamma mentre mi racconta la storia della buona notte, una storia un po' bizzarra di cui ancora non riesco a capire totalmente il senso; ma non importa, ormai è acqua passata: la mamma, la bambola di carta, le delusioni, le prese in giro... tutto questo è acqua passata. Riapro gli occhi e continuo ad ascoltare la musica nelle orecchie mentre tiro ancora qualche pugno al sacco. Come ogni pomeriggio sono venuta nella piccola palestra, vicino il tribunale, per sfogarmi un po', mi sento così libera insieme al mio sacco. Chiusa nel mio angolino, con la mia canzone preferita, che mi avvolge in un abbraccio per non farmi sentire freddo ed il familiare dolore alle nocche, che mi fa dimenticare per qualche minuto tutto lo schifo che mi porto dietro. Qui dentro sparisce tutto: l'indifferenza, la rabbia, i ricordi, la solitudine... la paura. Mi tolgo i guantini, avanzo verso lo spogliatoio femminile, mi faccio una doccia velocemente, per non sprecare acqua a casa, e scappo subito a lavoro. Faccio la barista in un locale in centro molto frequentato dai ragazzi della mia età; non è il massimo come lavoro ma i soldi dovrò pur prenderli da qualche parte, e quelli dei miei genitori non erano un opzione. A causa dei loro lavori loschi adesso io sono nella merda, costretta a pulire i pavimenti di pomeriggio e servire alcolici ad adolescenti ubriachi la sera, a causa loro sono costretta a visite settimanali da parte della polizia, a causa loro sono costretta ad occuparmi di quella vecchia megera di mia nonna, a causa loro la vita ha iniziato a tirarmi merda addosso ed io sono stanca di raccoglierla. Ma va bene così, me ne sono fatta una ragione ormai. Sono rassegnata a questa vita non desiderata, in cui tutti scappano da me, in cui tutti mi temono e odiano, ormai sono così rassegnata che la merda, lanciatami della vita, non la raccolgo più. La lascio lì, fin quando non mi sotterra... sperando che quel momento arrivi in fretta. Perché mentre i miei cari genitori, così ricchi che i soldi li usano come carta igienica, sono al sicuro in una bellissima isola deserta... io... continuo ad avere paura.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


"Bang!" "Bang!"

Ci risiamo... per cosa sparano questa volta?

Prendo la pistola nel cassetto della comodino e riempio velocemente uno zaino con delle merendine. <> dissi alla donna che con tutta la tranquillità del mondo posava nel cesto l'ago da cucito.

<> rispose la mia logorroica nonna.

<>

Apro la porta trascinando l'anziana fino all'ultimo piano del palazzo, ho trovato questo rifugio qualche hanno fa prima non ci viene mai nessuno quindi è un ottimo posto per evitare di entrare nei conflitti.

<>

Ed ecco di nuovo i discorsi da quattro soldi che mi rifila da anni, ma lei dovrebbe sapere meglio di me che la dolcezza non è gradita nel nostro mondo. Qui, nel nostro quartiere, nel nostro clan, le donne devono essere insensibili... non devono impressionarsi davanti alla vista del sangue, devono sapersi difendere da sole, devono saper ingannare la legge e, soprattutto, devono stare zitte quando un uomo vuole soddisfare i suoi bisogni. Fin da piccola i soli uomini potenti che ho conosciuto mi hanno ripetuto la stessa frase: "Le donne sono solo delle puttane e come tali devono comportarsi, non meritano niente, la loro vita è meno importante di quella di un moscerino. Le donne sono gli esseri più stupidi che esistono, così sensibili, se non fosse per la loro fica le ucciderei tutte."

La me dodicenne si chiedeva il motivo di tutto quest'odio da parte dei maschi... non riuscivo a capire perchè tutte le ragazze più grandi di me se ne stavano in silenzio quando i loro fidanzati le insultavano o toccavano in pubblico senza ritegno. Non riuscivo a capire perchè, nel mio quartiere, il mio sesso veniva maltrattato ed invece nelle altre zone della città le donne si comportavano come se il mondo fosse nelle loro mani e non in quelle degli uomini (come mi insegnavano dalla tenera età di quattro anni); non mi spiegavo come le femmine che incontravo per strada o al supermercato potessero essere così sicure di loro stesse, così...libere.

Poi, però, sono cresciuta e col tempo ho compreso il vero motivo dell'odio... gli uomini ci maltrattano perchè hanno paura di noi. Noi siamo più intelligenti, creative, persuasive. Quindi per evitare di mandare a rotoli i loro progetti o di prendere il controllo del clan, i grandi capi che stanno al vertice della piramide ci rendono docili, ci sopprimono e ci fanno crescere nell'ignoranza. In questo modo non possiamo ribellarci o costruirci un posto degno del nostro nome, come fanno tutte le donne che non fanno parte del clan, lontano da loro.

"Bang!" "Bang!"

<< Stai zitta o giuro che se ci trovano userò il tuo corpo come scudo>> rispondo al suo commento precedente, cercando di non essere troppo dura.

Anche se faccio la dura e la tratto male, lei è pur sempre mia nonna e, nonostante ciò che ha fatto insieme ai miei genitori, lei è l'unica persona che mi rimane.

<> inizia il fatidico discorso Himma.

Non voglio parlarne, preferirei buttarmi da un dirupo. << Ti ho detto di fare silenzio>> Spero capisca dal mio volto più scontroso del solito che se affrontassimo quell'argomento, rischierei di esplodere. Ma, cocciuta come un mulo, infligge il coltello sulla piaga.

<< Prima o poi dobbiamo parlarne e adesso non abbiamo niente da fare, devi conoscere tutti i termini dell'accordo perchè non manca molto al tuo diciottesimo compleanno.>>

<> la minaccio uscendo la pistola ma lei non batte ciglio, quindi infuriata torno di sopra sperando che il litigio di quelle misere pedine sia concluso.

Parlare di quel momento mi fa sentire fragile, mi fa sentire un oggetto... ed in fondo è quello che sono. Un insulsa merce di scambio, la libertà dei miei genitori in cambio della mia vita. Ma inutile lamentarsi, evidentemente per la mia famiglia non sono mai stata importante; devo solo rilassarmi e godermi questi ultimi mesi, scappare non servirebbe a nulla quindi meglio tuffarmi direttamente di testa sperando di annegare il prima possibile.

Proprio quando stavo iniziando a perdermi nei miei pensieri mi arriva un messaggio da Brayan, l'unico ragazzo con la testa sulle spalle che io abbia mai conosciuto. Frequentiamo la stessa palestra, lui è il mio insegnante di box e, nonostante il mio animo da guerriero solitario, se non fosse stato per lui non sarei riuscita a superare questi duri anni. Brayan mi ha aiutato a tenere il peso che porto sulle spalle da quando ho quindici anni ed io non lo ringrazierò mai abbastanta per tutto il supporto psicologico ed economico che mi ha dato.

Da Brayan: "Un lottatore ha rinunciato all'ultimo minuto. Ti va di combattere stasera?"

Perfetto, è esattamente ciò di cui ho bisogno per dimenticare l'orrenda conversazione con mia nonna.

Io a Brayan: "Preparati per un'altra vittoria."

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


<>

Prendo il borsone dal cofano e lo porgo a Brayan, il quale senza fiatare lo mette in spalla.

<> rispondo al suo commento con un po' di sarcasmo e ci avviamo verso il locale dove si svolgerà l'incontro.

Il posto si trova in uno spiazzale appena fuori città, vicino al fiume; nel grande prato è stato allestito un ring ben curato e imbottito, dove stanno già combattendo due partecipanti.

<> chiedo con molta sfacciataggine al mio allenatore, non ho un ego smisurato sono semplicemente brava a fare a botte, è un dato di fatto.

<> risponde Brayan un po' intimorito; rimango sempre scioccata quando noto la paura nel suo volto appena parliamo di risse clandestine. Voglio dire... perché lo spaventano tanto? Quando era un adolescente era il migliore, temuto da tutti per la sua forza e astuzia, nessuno osava sfidarlo. Mentre adesso sembra un uccello impaurito, inizia a tremare nello stesso istante in cui incrocia lo sguardo di un partecipante. Ogni tanto mi stupisco di come possa essere il mio maestro...

<< Vuoi dire che devo inventarmi anch'io un nome falso? Ma sai almeno che aspetto ha qual tizio? E adesso che ci rifletto bene... qual è il vero motivo per cui siamo qui? Non mi avresti mai iscritta ad un incontro senza preavviso.>> non sono stupida, il messaggio di Brayan mi ha insospettito fin da subito ma avevo bisogno di una distrazione, quindi eccomi qui a correre verso l'ignoto, o meglio a combattere con l'ignoto.

<< Calma zingarella, una domanda alla volta. Allora: si ti ho affibbiato un nome falso che scoprirai appena sarà il tuo turno, no non conosco il tizio e no non ti dico il vero motivo per cui sono qui. Non ti interessa saperlo; a te serviva una scusa per uscire di casa e a me un'accompagnatrice>>

"Ecco a voi il vincitore... si preparino i prossimi partecipanti, tra cinque minuti li voglio sul ring"

L'auto parlante interrompe il nostro discorso informandoci del prossimo turno che fortunatamente è il mio, vado verso i camerini per posare il borsone e mettere i guantini. 

Cazzo, adesso a causa di quel babbuino del mio amico sono di nuovo arrabbiata. Non mi piace essere usata come scusa. Giuro che se perdo l'incontro faccio nero quel suo bel faccino, certo sarebbe una grave perdita per il mondo privare della bellezza quel ragazzo, il classico biondo con occhi azzurri e tartaruga scolpita, non lo trovi tutti i giorni. Peccato il suo carattere troppo romantico per i miei gusti, lui è un tipo da relazioni amorose infinite invece io sono... beh non ho parole per descrivere il mio totale disinteresse per le relazioni, con i ragazzi non voglio averci nulla a che fare (fuor che non sia una botta e via).

Indosso tutte le protezioni e mi dirigo sul ring, con l'umore un po' meno carico di quando ero arrivata.

<> mi abbraccia affettuosamente, dicendomi un silenzioso scusa.

<< Tranquillo Bry, io vincerò...lo faccio sempre>> forse mi sto montando troppo, però se lui afferma che sono fantastica non trovo il motivo per cui dovrei negarlo.

"Adesso, amici miei, vi presento i due sfidanti (una coppia particolare, a dir la verità). Il primo partecipante è il nostro campione per tre anni di fila, la persona che ha sconfitto il grande lottatore ANIMAVERDE, il migliore mr. muscolo che io abbia mai visto (e fidatevi che addominali ne ho visti a non finire). Sale sul ring il TRITACAZZI. Un applauso per il campione, gente!

Il grande maschio alfa si sfiderà con un primino, o meglio dire una primina. Eh già... scioccati vero? L'avversario del nostro campione è una donna, la più brava combattente dell'ultimo anno ( così dicono, devo vederla in azione prima di dare un mio personale giudizio). Ecco a voi la PAPERDOLL." 

Quando sento il nome che Brayan ha scelto per me quasi svengo, non credevo si ricordasse quella storiella. Gliel'ho raccontata la prima volta che mi sono aperta con lui, per me ha significato molto quel momento perché era la prima volta che parlavo sinceramente con qualcuno dopo quel fatidico giorno. Mi giro verso di lui per poi rivolgergli un sorriso pieno di gratitudine, lui è l'unica persona che mi è rimasta ed è anche l'unico che merita il mio rispetto.

Ora sono carica posso affrontare qualsiasi avversario, anche quelli con un nome ridicolo come il Tritacazzi, ora posso andare vicino al presentatore e avere la certezza di vincere.

Arrivo in posizione ed inizio ad osservare i due ragazzi che mi stanno davanti: il primo con il microfono in mano avrà circa venticinque anni, un fisico normale, un volto anonimo con nulla di speciale, capelli e occhi castani, vestiti trasandati e capelli spettinati; colui che ha attirato il mio interesse, invece, è l'altro ragazzo, il mio avversario, un fisico alto e interamente costituito da muscoli scolpiti ben visibili data l' assenza della sua maglietta, dei capelli corvini leggermente impregnati di sudore come il resto del corpo, mascella squadrata e occhi grigi penetranti che mi fissano con sospetto. Ammetto di non aver mai visto un troglodita di sesso maschile più bello di lui, tutto del suo aspetto dai suoi occhi nebbiosi ai suoi addominali perfetti emana un non so che di magnetico, così sexy che dovrebbe essere illegale.

"Finalmente la donnina si è presentata, capisco che le femmine sono ritardatarie ma è scortese far aspettare il nostro campione. Sei pronta PAPERDOLL?Si? Perfetto, che l'incontro abbia inizio allora. Buona fortuna entrambi e date il meglio di voi. Specialmente te bambolina, facci vedere di che spasta sei fatta ahah."

Quella dannatissima testa di banana, deve ringraziare che io sia concentrata sul mio avversario o gli avrei rotto il naso. Chi si crede di essere? Sono una donna e allora? Posso essere più forte dei mille uomini messi insieme se voglio! Okay, magari ho esagerato ma non permetterò a nessuno di dirmi che non so fare qualcosa, dimostrerò a quel presentatore di merda e a tutti i membri del clan che le donne non sono solo oggetti. Sono sempre stata una ribelle, quindi carissimo sesso maschile adesso la pagherai cara. Volevi vedere di che pasta sono fatta? Eccoti accontentato.

TRITACAZZI non si decide a fare una mossa così parto io e attacco per prima, faccio una finta con il pugno sinistro per bloccargli la visuale e poi tiro un montante con l'altra mano e un calcio subito dopo. Lui, però, riesce a intercettare tutte le mie mosse lanciandomi poi a terra così provo un altra tattica, se non posso batterlo con forza e velocità lo farò con astuzzia e altezza. Rimango nella stessa posizione in cui sono caduta per qualche secondo, giusto il tempo per farlo avvicinare un po'  a me e quando sta per afferrarmi di nuovo passo sotto le sue gambe afferrandogli i sui bei gioiellini di famiglia in una mia stretta mortale. Il ragazzo come previsto si accascia a terra emettendo un urlo rauco ed io ne approfitto per sferrargli un pugno e riprendere fiato. TRITACAZZI, invece, nonostante il dolore è ben determinato a vincere quindi si rialza e torna a combattere, per mia fortuna però il colpo di prima mi ha permesso un grande vantaggio, infatti dopo vari colpi vani da parte di entrambi riesco a colpirlo in faccia con un calcio e subito dopo gli blocco il polso girandolo di schiena per poi buttarlo a terra. E come dice un orribile canzone che gira in questo periodo: 'Evviva, ne ho battuto un altro'

"Ma che sorpresa... ci rimetterò un sacco di soldi questa sera. Per la prima volta dopo tre lunghissimi anni il nostro, ormai ex, campione è stato battuto. Tralaltro, la fantastica bambola qui presente, l'ha battuto usando il suo colpo a effetto speciale. Esatto ragazzi il TRITACAZZI è stato battuto con una spremuta di palle e cazzi. Un applauso alla vincitrice, la nostra nuova campionesse PAPERDOLL"

 

 

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