Un'insolita coppia

di Iron_Captain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'offerta ***
Capitolo 2: *** Il rituale ***
Capitolo 3: *** La fuga ***
Capitolo 4: *** In soccorso di Karen ***



Capitolo 1
*** L'offerta ***


Capitolo 1: L'offerta

Come capitava ogni giorno, da quando l'Inferno era diventato la sua nuova casa, Angel Dust non faceva altro che essere perseguitato da quello stronzo di Valentino, che in alcune occasioni si approfittava di lui, così come del resto dello staff dei Porno Studios che lavorava per lui. Sicuramente a Pentagram City c’erano altri demoni pericolosi, infidi e subdoli; ma per Angel Dust, lui era il peggior demone che si trovava all'Inferno, il quale riusciva a tenere tutti quanti sottomessi a lui e faceva desistere chiunque a ribellarsi, nonostante a volte qualcuno ci provava inutilmente. Anche Angel Dust a volte, incluso oggi, a furia di reprimere la propria frustrazione e la rabbia che nutriva per quel porco, si arrabbiava e si sfogava rompendo lo specchio e lanciando qualsiasi tipo di oggetto dovunque. Alle volte, se ne aveva la possibilità, si gettava nella mischia in una qualche guerra tra gang e uccideva senza tregua i propri nemici; e se era in compagnia di Cherri Bomb, non esitava un secondo di più per “festeggiare” insieme a lei. Erano una fantastica coppia…e la considerava l'unica migliore amica che aveva.
Il demone bianco aracnide, vestito con il suo solito abito e il cappello bianchi, e gli stivali aderenti lunghi neri con il tacco, si apprestò a tornare al cosiddetto Happy Hotel, che Alastor aveva provveduto a cambiargli il nome in “Hazbin Hotel" senza il consenso del proprietario originale, dopo aver trascorso una delle peggiori giornate di lavoro trascorse ai Porno Studios per colpa del proprio capo (come succedeva sempre, d'altronde). Stava camminando sui marciapiedi, ignorando i demoni che gli stavano intorno, e non rivolgendo loro lo sguardo. Era sconvolto, e continuava a sperare che la propria vita potesse prendere una svolta. Ma sapeva benissimo che si stava illudendo: all’Inferno le cose potevano soltanto peggiorare. Per non parlare della “Redenzione" che Charlie, proprietaria dell'Hazbin Hotel e figlia del Diavolo in persona, gli aveva promesso se fosse diventato un paziente di quell'hotel, che aveva il compito di riabilitare i demoni. Assurdo. Veramente assurdo quanto la vita eterna stessa.
Ad un tratto il demone aracnide si fermò di colpo quando vide una macchina che andò sul marciapiede per ostruirgli il percorso, finendo per investire un altro demone, il quale morì sul colpo.
Angel Dust vide scendere dal veicolo tre peccatori che avevano una testa da dinosauro, simile a quella di un velociraptor, ed erano vestiti con giacca e cravatta nera, e le loro camicie bianche. La prima cosa che pensò fu che era caduto in un’imboscata da parte di una qualche gang; e ciò lo portò a estrarre le sue mitragliatrici e pistole, che era pronto a usarle se ce ne fosse stato bisogno.
“Se posso darvi un consiglio, ragazzi miei, pensateci bene prima di mettervi contro di me ed incontrare la morte per mano mia.”
“Il nostro capo ha un’offerta di lavoro molto ghiotta e adatta a una…prostituta del tuo calibro.” disse il demone che aveva guidato l'automobile, e ricordandosi di parlare ad Angel Dust in modo educato, come gli era stato ordinato dal proprio capo.
Vedendo che quei demoni non erano in cerca di un conflitto, l'aracnide omosessuale decise di riporre le proprie armi, dopodiché iniziò a riflettere.
“Che genere di offerta si tratta?” chiese Angel Dust incuriosito, ma con la consapevolezza che c'era il rischio di venire raggirato, anche se non tutti i demoni erano pronti a fare i furbi. Tuttavia aveva bisogno di soldi, e poiché all'Inferno c'erano individui disposti a pagare profumatamente per avere una scopata fatta per bene…specialmente dal porno attore più famoso di Pentagram City, era disposto a correre il rischio.
“Se sei interessato, allora dovrai salire in macchina e venire con noi.” fu la risposta dell’autista, che aveva il compito di portare il porno attore dal proprio capo.
“Va bene, ma guai a voi se provate a fregarmi.” fu la risposta di Angel Dust.
L'altro demone annuì, dopodiché invitò l'aracnide ad accomodarsi all’interno dell’auto, insieme agli altri due sicari.
Dopo aver messo in moto il veicolo ed essere partiti, Angel Dust notò dal finestrino che stavano uscendo dalla città. In un primo momento pensò che volevano ucciderlo in un luogo isolato, in modo tale che nessuno avrebbe mai più ritrovato il corpo. Da una parte pensò che sarebbe stato meglio così: avrebbe smesso di soffrire ed essere molestato da Valentino.
“Ehm…Avete da accendere?” chiese l’aracnide, che cercò di nascondere l'ansia usando un tono calmo e naturale.
Uno dei due sicari prese dalla tasca esterna della giacca un pacchetto di sigarette, dal quale ne prese una e la diede ad Angel Dust, poi prese l'accendino e gliela accese; mentre l'altro sicario abbassò il finestrino per far scorrere via il fumo.
Il viaggio durò un'oretta, e dopo aver raggiunto la meta prestabilita, l'automobile si fermò di fronte a due enormi portoni di ferro che sbarravano l'accesso all'interno di un castello diroccato. Dopo qualche minuto, durante il quale l'autista aveva fatto quello che sembrava essere un cenno, le porte si aprirono, permettendo al veicolo di entrare dentro l’enorme edificio e di parcheggiarlo nei posti riservati agli addetti della sicurezza. Non appena i tre demoni scesero dalla macchina, Angel Dust osservò il luogo, notando che era strettamente sorvegliato da parecchie guardie.
“Tse…che posto di merda.” fu il commento acido di Angel Dust, che aveva sempre odiato l'architettura medievale.
“Allora? Dove si trova il vostro capo?”
Per tutta risposta, il demone autista squadrò con espressione aggressiva l'aracnide, dopodiché fece cenno di seguirlo. I tre addetti alla sicurezza condussero il porno attore, facendogli fare il giro turistico della fortezza, nell’alloggio privato del loro capo. Dopo aver bussato, e aver ricevuto il via libera ad aprire la porta, il demone autista fece entrare Angel Dust all’interno della camera, dopodiché chiusero la porta e se ne andarono.

Non appena fu dentro la cosiddetta “tana del lupo", l'attore squadrò la stanza e l'arredamento in stile barocco. Non aveva mai amato la storia dell'arte, e quando vide colui che avrebbe dovuto proporgli la cosiddetta “offerta di lavoro", capì subito che quello stile così appariscente e da nobile non gli si addiceva proprio; quel demone era molto grosso, indossava un'armatura nera, provvista di elmo che gli ricopriva il viso, ed era avvolto da un mantello.
“Che c'è? Hai paura di mostrare il tuo volto e il tuo piccolo uccellino?” disse spudoratamente l'aracnide provocandolo.
Per tutta risposta, quel demone si mise a ridere.
“Il famoso Angel Dust. Ho sentito tanto parlare di te.” disse il cavaliere avviando la conversazione.
“Sentimi, cavaliere nero, non ho tempo da perdere: dimmi cos'hai da proporre, e con quale posizione vuoi cominciare.” disse spazientito l'attore, senza immaginare che quel demone aveva tutt'altro da proporre che una semplice notte fatta di puro sesso.
“Sono felice di sapere che non ti perdi in chiacchiere, Angel Dust.” disse con ammirazione il demone ricoperto dall'armatura. “Ma non ti ho fatto venire qui per fare ciò che sei abituato a fare: ho intenzione di proporti un incarico molto particolare.”
L'aracnide lo squadrò sospettoso, e anche perplesso.
“Di che si tratta?”
“Commettere un omicidio.” fu la risposta di quel demone, che non fece altro che insospettire ancora di più il porno attore.
“Ok, l'incarico è divertente, ma io sono abituato a gettarmi nella mischia, piuttosto che uccidere furtivamente i miei nemici…e poi cosa ci guadagno se decidessi di accettare?”
Il cavaliere nero rise ancora.
“Oltre a venire pagato con una notevole somma in denaro, composta da “dieci zeri"…avrai la possibilità di lasciare quello schifo di città in cui sei prigioniero…e venire così resuscitato dalla morte di cui tu sei schiava.”
Nel sentire quelle parole, Angel Dust ebbe la sensazione di venire preso in giro.
“La tua…conversazione è interessante, ma credo che rifiuterò.” disse l'aracnide giungendo alla conclusione che quel demone fosse pazzo.
Quando il cavaliere nero vide che il proprio cliente stava per andare via, si affrettò a chiamarlo e a prendere da sotto il letto una valigia grigia metallizzata, che la aprì subito per fargli vedere il contenuto.
L'attore andò a vedere, dopodiché toccò con le proprie mani due dei numerosi mazzi di dollari che si trovavano all'interno della valigia.
“Se accetterai l'incarico, ti darò la metà della cifra che ti spetta.”
Quel demone era davvero pazzo…ma non era più in condizioni di poter rifiutare quell'incarico: non poteva rifiutare a cinque miliardi di dollari…e se avesse portato a termine il lavoro avrebbe avuto anche l'altra metà della ricompensa. Non avrebbe mai più avuto bisogno di lavorare per Valentino…e se il resto che aveva detto fosse stato vero, sarebbe anche uscito per sempre dall'Inferno. Avrebbe potuto davvero avere una seconda possibilità di vita, nella quale sarebbe potuto cambiare.
“Chi devo eliminare?” chiese Angel Dust accettando l’incarico.
“Lui.” disse il demone dall'armatura nera consegnandogli la foto della persona che avrebbe dovuto uccidere.
“Ma…” esclamò l’aracnide non appena vide che avrebbe dovuto uccidere un essere umano…che per giunta era di bell’aspetto: aveva i capelli corti e biondi, barba e pizzetto corti intorno alla bocca; e indossava una camicia bianca, una cravatta bordeaux, e una giacca color cachi. Dall'aspetto…sembrava avere sulla quarantina di anni.
“Mi stai prendendo in giro?” chiese Angel Dust, che oltre a non conoscere quel tizio, avrebbe dovuto eliminare un umano, che si trovava nel mondo dei mortali, al quale non aveva per niente accesso.
“No. E so anche come mandarti nel suo mondo.” replicò quel demone, che era disposto a tutto pur di eliminare quell'umano.

Angolo Autore
Ciao a tutti. Quando avevo deciso di scrivere questa fanfiction, avevo in un primo momento pensato di rispettare il carattere originale dei personaggi, ma non appena mi ero reso conto che rischiavo di renderli volgari, ho deciso di limitare il linguaggio scurrile per evitare di pubblicare una storia troppo volgare. Se dovesse essere necessario, modificherò il rating…
Per il resto, spero di riuscire a sorprendervi. A presto.

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Capitolo 2
*** Il rituale ***


Capitolo 2: Il rituale

Prima di continuare la conversazione e di soffermarsi sui dettagli, il demone con l’armatura condusse il sicario che aveva appena assoldato nell'angolo bar-discoteca, all'interno dei sotterranei del castello. La stanza era enorme e ben curata, con una pista da ballo molto ampia al centro del pavimento; in un angolo c'era un tavolo grande sul quale si poteva giocare a poker, black jack, e altri giochi d’azzardo; e numerosi tavoli con sedie sparpagliate per la stanza, intorno alla pista da ballo, dove era possibile prendere posto.
“Organizza spesso feste, qui?” chiese incuriosito Angel Dust.
Il demone in armatura lo squadrò con i propri occhi color porpora.
“Si, ma sono riservate ai pochi amici che ho. E il momento migliore è quando c'è la Massacro Disco Dance.”
Intuendo subito che si teneva sull'enorme pista da ballo al centro della stanza, il demone aracnide si mostrò interessato ad informarsi su quel gioco.
“E in cosa consiste questa disco dance?”
Il cavaliere nero non tardò a rispondere.
“Devi semplicemente uccidere i tuoi avversari, e allo stesso tempo devi mantenere un ritmo di ballo che si deve attenere al tipo di canzone o musica che viene riprodotta. Ovviamente soltanto i sicari dei potenti boss possono parteciparci.”
Mentre diede quella spiegazione, dietro il bancone dell’angolo bar uno dei sicari di quel boss si avvicinò per chiedere cosa volevano bere.
“Dacci il Free Lies.” ordinò il capo.
Il velociraptor, che indossava i tradizionali vestiti da barman in stile chic e anni 80, prese da una delle mensole in cui erano appoggiati una gran quantità di liquori, whisky, vini, birre e ogni altro tipo di alcolico immaginabile, da quello più forte a quello analcolico, una bottiglia viola scuro con la scritta rossa in stile “scritto col sangue" Free Lies, e una volta aperta, versò il liquido arancione in due piccoli bicchieri di vetro, che poi diede ai due demoni.
Nonostante Angel Dust avesse provato diversi liquori, da quando si trovava all’Inferno, non aveva mai sentito parlare di questo…alcolico: non sapeva se era un tipo di whisky o un liquore.
Non appena quel cavaliere prese il bicchiere e fece il gesto del brindisi, bevve tutto il liquido in un colpo, per poi sbattere forte il suo gomito sul banco, appoggiando il bicchiere vuoto. Dopo aver visto ciò, Angel Dust si limitò a bere il drink alcolico senza fare alcun brindisi.
“Non male.” disse il demone aracnide bianco, che gradì quel liquore altamente alcolico. Essendo abituato a bere tanto, riuscì a reggere i forti effetti di quel nuovo drink.
“Allora, perché mi hai portato qui a prendere un drink?” chiese Angel Dust che, essendo abituato ad essere diretto su tutto, non gli piaceva perdere tempo in nessun modo…soprattutto ora che aveva un lavoro che se sarebbe riuscito a portare a termine gli avrebbe permesso di riscuotere una ricompensa che non si sarebbe ripresentata in futuro.
“Per bere un drink mentre aspettiamo che il rituale a cui ti devi sottoporre sia pronto.” fu la risposta del grande demone.
“Rituale?”
“Certo: il rituale che ti permetterà di entrare dentro il corpo di un essere umano affinché tu possa assassinare il tuo bersaglio.”
Angel Dust, che nonostante avesse accettato l’incarico e avesse visto che sarebbe stato pagato con una smisurata somma di denaro, del quale aveva avuto già la metà, continuava a nutrire forti sospetti su quel demone travestito da cavaliere...ma soprattutto aveva la sensazione che fosse pronto a far fuori chiunque non gli servisse più. Anche se non vedeva il suo volto, gli bastò studiare i suoi movimenti e il suo modo di parlare per avere quell'impressione.
“Come si chiama l'uomo che devo uccidere, e dove lo posso trovare?”
Il cavaliere demoniaco lo squadrò: i suoi occhi porpora diventarono più intensi.
“Si chiama John…e spesso frequenta bar e pub, poiché gli piace bere parecchio; e va spesso in vari posti, come manicomi e cliniche psichiatriche…”
Dopo aver detto ciò, il cavaliere smise improvvisamente di parlare e volse il proprio sguardo in un’altra direzione.
“E perché dovrei ucciderlo proprio io?” domandò il demone aracnide, dal momento che non trovò soltanto strano il fatto che non mandasse i suoi sicari ad eliminare un mortale, ma anche il fatto che aveva scelto come sicario un demone che non svolgeva il lavoro di mercenario e assassino, ma era porno attore, per giunta omosessuale, che sapeva combattere, si, ma non era come gli assassini professionisti che uccidevano nell'ombra…senza parlare del fatto era disposto a dare una ricompensa spropositata per eliminare un semplice individuo. Era chiaro che non voleva svelare tutti i dettagli…ma perché non farlo? Cosa voleva nascondere?
Invece di rispondere alla domanda, il cavaliere nero fece un cenno al barman dietro il bancone, il quale si piegò per prendere una scatola bianca dove c'era scritto…Angel Dust.
Il demone aracnide sgranò gli occhi non appena vide la sua droga preferita, e dalla quale aveva preso il nome.
“So che ti piace questa droga.” disse il cavaliere nero mentre prese da dentro quella scatola una busta grande di Angel Dust. “Ho due buste di questa droga da 1 kg l'uno…e te la darò tutta se non avrai ripensamenti sull'incarico che hai accettato venti minuti fa.”
Cazzo, disse tra sé Angel Dust non appena si rese conto che quel demone non voleva dargli la possibilità di tirarsi indietro. Era infido e subdolo, proprio come Valentino…anche se in modo diverso. Infatti cominciò ad odiarlo per il semplice fatto che si sentiva ricattato da lui.
“Lui sa riconoscere i miei sicari; e chiunque abbia tentato di eliminarlo, ha fatto una brutta fine…ed è per questo motivo che ho deciso di ricorrere a una strategia più…subdola: ossia tu!”
Non appena sentì ciò, Angel Dust capì dove quel demone voleva arrivare.
“Vuoi…che io seduca quell'uomo per poi ucciderlo?”
“Proprio così, Angel Dust.” fu la risposta del cavaliere demoniaco sorridendo. “E poi…a quanti demoni hai fatto credere di essere una troietta sprovveduta?”
Non appena sentì quell'insulto offensivo, Angel Dust strinse forti i pugni e lo fulminò con uno sguardo serio, nel quale era racchiusa la propria rabbia. Desiderava ucciderlo…ma non poteva farlo.
“Parecchi, e non tutti sono vivi per poterlo raccontare.” si limitò a dire freddamente. “E comunque sta attento al linguaggio che usi nei miei confronti, da adesso in poi, perché io ho una reputazione.”
Come se non avesse ascoltato nulla, il demone con l'armatura continuò a squadrarlo.
“Allora non dovrebbe essere un problema per te ingannare il tuo bersaglio e ucciderlo quando meno se lo aspetta.”
Dopo qualche minuto di silenzio, Angel Dust versò nel proprio bicchiere un altro goccio di quel liquore che aveva bevuto prima.
“Ci proverò.”
Il cavaliere nero fece lo stesso.
“Sapevo che sei il demone giusto per questo lavoro.”
A quel punto Angel Dust, ancora offeso per quell'insulto, non disse nulla, poiché le uniche parole che avrebbe voluto pronunciare facevano parte del cosiddetto linguaggio scurrile. Pensando a ciò, però, non ebbe modo di chiedergli come mai voleva uccidere quell’umano. Nel momento in cui si rese conto di aver trascurato quel particolare, nella stanza irruppe uno dei suoi tanti scagnozzi dinosauro che raggiunse di corsa il suo capo.
“Il rituale è pronto per essere eseguito, mio Signore.”
Senza dire nulla o fare accenni, il cavaliere nero si alzò dalla sedia e fece cenno al demone aracnide di seguirlo.
“Non mi hai ancora detto perché vuoi uccidere quell'essere umano e perché ti sta dando tante noie.” disse Angel Dust alzandosi anche dal proprio posto per seguire il proprietario del castello diroccato.
“Non è importante che tu lo sappia. E adesso seguimi.” fu la risposta del cavaliere.
Anche se offeso, Angel Dust seguì l'altro demone. Probabilmente non voleva dire altro perché non voleva che nessuno si impicciasse dei suoi affari privati nel mondo dei mortali. Tuttavia…sapeva davvero poco del bersaglio che doveva eliminare; e questo era preoccupante, così come il fatto che sembrava essere disposto a dare qualsiasi cosa pur di obbligare qualcuno ad eliminare quell'umano…soprattutto se sceglieva un demone come Angel Dust per portarlo a termine. Sapendo che non avrebbe avuto risposte a quegli interrogativi, decise di non fargli più domande: cosa che gli fece nascere parecchi sospetti, e che lo obbligò a non fidarsi di lui e a stare attento di non venire fregato da colui che lo aveva assoldato.
Una volta usciti dalla discoteca, il sicario del cavaliere condusse i due demoni all’interno di un'altra stanza presente nei sotterranei del castello. All'interno di essa c'erano numerosi demoni completamente avvolti da una tunica nera e con il volto coperto dal cappuccio, e la coda da dinosauro che fuoriusciva dal vestiario, che davano l’impressione di star pregando; mentre sul pavimento c'erano disegnati un cerchio enorme e, all'interno di esso, un pentagramma, e diversi simboli sconosciuti, sia all’interno, che all’esterno del cerchio, e alcune fiammelle sparpagliate.
Nonostante non credesse nella magia e nella stregoneria, Angel Dust si senti disagiato a vedere ciò.
"È così che intendete mandarmi nel mondo dei mortali?” chiese perplesso l’aracnide.
“Mi sembra ovvio, Angel Dust.” fu la risposta del cavaliere. “Ora vai a stenderti al centro del pentagramma, e tieni le braccia conserte.”
Il demone bianco osservò perplesso l'ambiente adibito per svolgere il rituale: poiché sospettava di quel cavaliere nero, non poté non pensare che tutto ciò fosse una specie di pagliacciata, e che al momento giusto si sarebbe ritrovato aggredito da tutti coloro che erano presenti in quella stanza.
“Già, è vero: noi siamo all’inferno, e la fiducia qui non esiste…perciò perché devo dare retta a un demone che mi ha proposto una cifra sconsiderata per eliminare un essere umano?” disse il demone con l’armatura nera quando notò l’esitazione dell'aracnide, che per tutta risposta gli rivolse lo sguardo.
“Lascia che ti dica questo: non ci guadagno nulla ad ingannarti e farti fuori. Perciò, Angel Dust, non essere timido e non esitare.”
Quel discorso lasciò il demone aracnide ammutolito: avrebbe davvero voluto dire qualcosa…anche se provocatorio. Ma non gli venne in mente nulla: era di fronte a qualcosa a cui non aveva mai creduto, e nemmeno conosceva. Cosa sarebbe accaduto nel momento in cui si sarebbe sottoposto a quel rituale?
“Che scopo ha questa…cosa?”
“Ti faremo entrare nel corpo di un altro essere umano.” fu la risposta del cavaliere nero. “Dopodiché, per te, avrà inizio la ricerca del bersaglio che dovrai eliminare.”
“Quindi dovrò possedere un mortale.” intuì Angel Dust.
“Oh ma che volgarità!...No: dovrai soltanto rimanere lì il tempo necessario eliminare John.” rispose il demone in armatura, che odiava il termine “Possedere”, usato dagli umani per giustificare la presenza di un demone all’interno del corpo di un loro simile.
Dopo aver sospirato ed aver appurato che non poteva avere alcun tipo di ripensamento, Angel Dust si diresse verso la posizione in cui erano stati tracciati quei disegni, e si mise sdraiato e con le braccia conserte…come gli aveva detto di fare il demone con l’armatura.
Una volta in posizione, gli altri demoni cominciarono a emettere in coro uno strano verso, simile a un canto fatto da un tenore, ma più roco, sottolineando la pronuncia della vocale “A”. In seguito il loro capo cominciò a recitare delle preghiere in una lingua incomprensibile agli altri.
Inizialmente non successe nulla, ma dopo pochi secondi, Angel Dust ebbe la sensazione che il soffitto stesse girando su se stesso. Cominciò a tremare e a gemere. Il canto di quei demoni e la voce del loro capo divennero più forti. All'improvviso vide il soffitto aprirsi, mostrando al povero demone aracnide un cielo color petrolio, animato da tuoni e lampi, e delle nuvole verdi scure che si disposero a tornado. Davanti a sé, nel cielo, vide una specie di teschio verde fatto di pura nube.
Angel Dust cominciò a provare paura di fronte a quello spettacolo, e per di più non sentì più il canto e le parole di quei demoni. Aveva freddo, e si sentiva incapace di agire.
Improvvisamente il teschio aprì la sua bocca, e dall'interno di essa comparve una luce di colore viola scuro che si tramutò in un raggio. Nel momento in cui il demone aracnide bianco venne colpito, sentì avvicinare il proprio corpo verso quel teschio, dal quale venne divorato. Non sapeva se era morto o no, ma l'unica cosa certa era che intorno a sé c'era soltanto buio.

Angolo Autore
Scusate se aggiorno soltanto ora la mia fanfiction, ma sono nel bel mezzo di un periodo incasinato.
Spero di avervi lasciato con il cuore in gola…ma soprattutto tenetevi pronti a una bella sorpresa, nel prossimo capitolo. Anche perché…la storia è appena iniziata.
Spero vi piaccia e…cercherò di aggiornare il più presto possibile.
A presto.

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Capitolo 3
*** La fuga ***


Capitolo 3: La fuga

Nonostante fosse cosciente, Angel Dust notò che intorno a sé c'era il buio più totale. Non riuscì a capire dove si trovava. Ricordò perfettamente del rituale a cui era stato sottoposto, così come del resto dei propri ricordi. Era forse andato storto qualcosa? Era forse morto un’altra volta? Se era andata così, dove si trovava adesso?
In quel preciso momento, mentre si pose quella domanda, comparve una flebile luce che gli permise di vedere chiaramente l’ambiente che lo circondava: la stanza era molto piccola e buia, a causa delle persiane ancora chiuse, che grazie ad alcuni spiragli fece entrare alcuni raggi del sole che la illuminarono leggermente; infatti notò che le pareti erano grigie scure. Si trovava in una camera da letto, poiché era disteso sopra un soffice materasso ed aveva la testa appoggiata su un morbido cuscino alto.
Non ci credo: ha funzionato davvero, disse tra sé Angel Dust incredulo; e a conferma di ciò, fu che il corpo della persona che avrebbe dovuto controllare si alzò dal letto per mettersi seduto, dopodiché si mise in piedi e andò ad aprire le persiane. Grazie a quell'azione, il demone capì immediatamente in quale citta era stato portato da quel cavaliere: si trovava a Londra, dove riconobbe il cosiddetto Big Bang, che vide dalla finestra.
Inglesi, pensò il demone a quattro braccia scocciato, poiché sapeva che nella lingua parlata, gli inglesi erano precisi e si offendevano facilmente se qualcuno parlava il cosiddetto inglese americano.
Quando l'essere umano si voltò, mostrando il resto della camera da letto, Angel Dust vide che era davvero disordinata, ma cosa più importante vide che i vestiti sparpagliati erano femminili: e poiché non c’erano altre persone dentro la camera, intuì subito di essere dentro il corpo di un transessuale...o di una donna.
Che fortuna, pensò sollevato il demone, il quale era preparato a impersonare un simile personaggio, e non aveva perciò bisogno di studiare la parte che avrebbe dovuto interpretare. Forse essere letteralmente all’interno di un corpo femminile sarebbe risultato abbastanza diverso rispetto a un uomo che cercava di imitare e assomigliare a una donna; ma poiché si trattava di una situazione temporanea, Angel Dust non si creò ulteriori dubbi sul ruolo che avrebbe dovuto ricoprire in quel momento, e decise di concentrarsi sull’incarico che aveva ricevuto.
Quando l’umano si diresse in bagno per lavarsi il viso e avere un aspetto più curato e presentabile, ebbe la conferma di essere dentro il corpo di una persona transessuale: nonostante l'aspetto verosimile a una ragazza, riconobbe perfettamente i tratti caratteristici che poteva soltanto avere un maschio; infatti era un ragazzo giovane, sui 25 anni, con i capelli corti biondi, gli occhi azzurri intensi, e con un viso talmente liscio e perfetto da sembrare…una creazione divina: non aveva nei, brufoli e nessun tipo di peluria. La sua bellezza lo faceva sembrava un famoso attore tedesco.
Dopo aver saputo in quale corpo si trovava, il demone aracnide capì subito che il bersaglio che avrebbe dovuto uccidere era un gay. Questo particolare lo trovò confortante, poiché era la sua specialità saper sedurre e attirare gli uomini...tuttavia non aveva mai fatto una cosa del genere allo scopo di uccidere di sorpresa un proprio cliente. Doveva esercitarsi a non destare sospetti nel momento in cui lo avrebbe sedotto e portato a letto…fino ad arrivare al momento in cui lo avrebbe ucciso.
Tuttavia Angel Dust, mentre osservava la ragazza che andò a prepararsi e a fare gli ultimi ritocchi per sembrare più bella e più femminile possibile, probabilmente per andare a fare il suo “lavoro”, per strada o in qualche locale, cercò di capire come poteva prendere il controllo del suo corpo, dal momento che era la prima volta che si trovò a possedere un essere umano.
Vediamo un po’…Come funziona?, rifletté il demone.
In quel preciso momento qualcuno bussò forte alla porta.
“Apri immediatamente questa porta, Karen. So che sei dentro!”
“Em…un momento solo!” disse Karen allarmata.
Il demone osservò in prima persona l’umana che stava al momento possedendo vestirsi rapidamente e mettere in ordine la stanza; dopodiché andò ad aprire a colui che stava bussando alla porta. Angel Dust vide che era un uomo robusto, con i capelli neri, quasi rasati, barba e pizzetto neri, e indossava una maglietta a maniche corte bianca con delle scritte azzurre, un paio di jeans marroni e degli scarponi neri consumati. Dall’espressione si vedeva chiaramente che era arrabbiato…
“Sei in ritardo con l’affitto.”
Prima che dicesse quelle parole, Angel Dust capì subito che quella persona non era affatto brava: era uno di quei tipi che si divertivano a ricattare e approfittare dei più deboli e fragili, e che erano disposti ad accettare il ritardo dei pagamenti degli affitti in cambio di favori di ogni tipo, inclusi quelli illegali…o di passare una notte nel suo appartamento per soddisfare i suoi desideri pervertiti, nel caso delle prostitute e delle donne. Il demone odiava quel tipo di persone…e nel momento in cui lo vide, crebbe dentro di sé una tale rabbia che fece fatica a trattenere, dal momento che aveva a che fare ogni giorno con un tipo che si divertiva a tormentarlo con ricatti e abusi di ogni genere. Conosceva quel senso di impotenza che aveva ogni volta che era presente Valentino…e ora avvertì quello stesso senso che provava la povera ragazza. Ovviamente sperava che quel tizio fosse lì soltanto per dare un avvertimento, o magari un ultimatum: non aveva intenzione di iniziare un litigio o una zuffa, poiché significava attirare parecchie attenzioni indesiderate.
“Mi dispiace…le darò tutto stasera, glielo prometto.” piagnucolò Karen, che era stata avvertita più volte di essere in ritardo con i pagamenti dell'affitto.
“Oh Karen…” cominciò a dire quell’uomo con tono intimidatorio e minaccioso. “Sei in ritardo di troppi mesi; e questo non va bene. Lo sai cosa ti aspetta.”
La ragazza iniziò ad allontanarsi impaurita non appena vide che il proprietario del palazzo entrò nell’appartamento e chiuse violentemente la porta.
Angel Dust capì subito cosa stava per accadere, soprattutto quando vide che quel bastardo si stava avvicinando sempre di più alla sua preda, impugnando la sua cintura che aveva sfilato dai suoi pantaloni.
Quando Karen vide, e capì, ciò che quell'uomo gli avrebbe fatto, andò ad accovacciarsi vicino al mobiletto, a fianco del letto, per cercare di proteggersi dalle sue cinghiate: sapeva bene che non aveva alcuna possibilità di scappare, né poteva prenderlo a pugni, poiché era più forte e robusto, oltre che essere violento. Dopo essersi avvicinato alla sua preda, l'uomo cominciò a colpirla con la sua cinta. Lei, che era abituata a subire quelle torture, si limitò a lanciare gemiti di dolore.
Mentre assisteva a ciò, la rabbia di Angel Dust crebbe a dismisura, poiché ciò gli fece ricordare gli abusi che riceveva spesso dal proprio datore di lavoro. Inoltre ebbe persino la sensazione di star subendo lui stesso quelle torture…dovuta probabilmente al fatto che si trovava dentro il corpo della ragazza transessuale, e che riusciva a sentire le sue sofferenze. Fatto sta che alla fine gli occhi del demone diventarono rossi e si illuminarono.

Dopo aver subito una serie di colpi da parte di quel bullo approfittatore, Karen, che si sentì come animata da un'adrenalina alimentata dalla rabbia, colpì con un pugno i suoi testicoli.

“LASCIALA STAREEE!!!!”

“Maledetto…!” esclamò l'uomo arrabbiato e dolorante, che smise di parlare non appena vide che gli occhi di Karen erano diventati rossi, e il suo viso si era deformato sui lati, mentre i suoi denti erano diventati appuntiti…e uno di essi era beige.
“O mio dio!” esclamò impaurito l'uomo nel momento in cui vide quell'abominio.

“Credi di essere il padrone di chiunque!...”

Cominciò a dire Angel Dust tramite la ragazza.

“Ma non sei altro che un verme senza palle che si diverte a picchiare e ad approfittare di coloro che non sanno cavarsela.”

Dopo aver detto ciò, il demone prese dal cassetto del mobiletto alle proprie spalle la pistola a quattro colpi dell'essere umano, che aveva comprato per la legittima difesa. Sapeva che c'era: lo aveva visto nei suoi pensieri.
“Sei un mostro!” urlò l'uomo riprendendosi da quel colpo basso doloroso.
Senza perdere tempo a rispondere, Angel Dust gli puntò contro la pistola e sparò, centrandolo sulla fronte. Il verme cadde all'indietro e sbatté la testa contro il muro alle sue spalle, ormai sporco di sangue. Non appena vide che era ancora in fin di vita, l'aracnide si avvicinò e gli sparò di nuovo sulla faccia fino a svuotare il caricatore e finendo per rovinare il suo volto.

“Sei tu il mostro, brutto sacco di merda senza palle.” disse infine Angel Dust dopo averlo ucciso e osservato il suo cadavere.

Dopo avergli sputato ed essersi calmato, senza rendersene conto, abbandonò il controllo della ragazza: il suo volto, infatti, tornò ad essere liscio e i suoi occhi azzurri…ma soprattutto non ricordò ciò che era accaduto poco fa, poiché non aveva ucciso lei stessa quell’uomo. Quando vide il suo cadavere, e la pistola che aveva tra le proprie mani, Karen entrò nel panico più assoluto.
“Oh no!...Che cosa ho fatto!?”
Completamente impaurita e confusa, Karen prese da sotto il letto il trolley e lo riempì in fretta di tutte le cose essenziali; e dopo aver preso tutti i contanti che custodiva all'interno di un piccolo borsello rosso, e un taccuino in cui aveva scritto tutto ciò che riguardavano gli appuntamenti con i clienti e i loro pagamenti, abbandonò l'appartamento prima che arrivasse la polizia.
Che reazione esagerata, pensò Angel Dust, che dopo aver trascorso tanto tempo all'Inferno si era dimenticato che nel mondo dei mortali certe cose risultavano essere più complicate del previsto.

Nei pressi della clinica psichiatrica San Patrizio

Un uomo di bell’aspetto, vestito con camicia bianca, una cravatta bordeaux, pantaloni lunghi e giacca di cotone color beige, e con le scarpe marroni scure della John Lobb, scese la grande scalinata della clinica psichiatrica in cui era andato a curare un paziente affetto dall'unica malattia che soltanto lui poteva curare: essere posseduti da un demone. Ebbene si: lui era l'unico essere umano in tutto il pianeta che sapeva cacciare via i demoni all’interno dei propri simili. Li conosceva come le sue tasche, e allo stesso modo sapeva anche evocarli nelle situazioni in cui era necessario farlo. Ma non era un esorcista qualsiasi: lui era John Constantine, e come diceva il suo biglietto da visita, era un demonologo, un esorcista, e uno specialista delle arti occulte. Era molto conosciuto, persino dai demoni, i quali lo temevano allo stesso modo degli angeli e…del Signore degli Eserciti, nonché il creatore del pianeta Terra e di tutti gli esseri viventi che la popolavano. Nonostante ciò, John non si vantava mai dei propri poteri, nonostante dimostrava spesso di essere arrogante e spavaldo, che usava soltanto quando era strettamente necessario, e qualche volta aveva avuto bisogno di stringere accordi persino con i suoi stessi nemici…riuscendo tuttavia a portare la situazione sempre a proprio vantaggio, e impedire ai demoni di usare l'inganno per trascinare il loro odiato nemico nel profondo Inferno, dove avrebbero voluto infliggergli le peggiori sofferenze immaginabili.
Dopo essere entrato dentro la macchina nera parcheggiata di fronte alla clinica, fu accolto dal proprio migliore amico, Chas Chandler, il quale era anche diventato il suo autista privato, oltre che suo apprendista e aiutante.
“Immagino sia andata bene.” chiese Chas mentre mise in moto la macchina.
“Come al solito, amico mio.” fu la risposta di John.
“Dove andiamo adesso?”
“Ho voglia di un cheeseburger, e te ne offrirò uno."
Per tutta risposta, Chas sorrise.
“Non c'è bisogno che tu lo faccia.”
“È il minimo che posso fare, dopo tutte le volte in cui mi hai sempre dato un passaggio per portarmi nei posti in cui c'era bisogno delle mie capacità, e per essere sempre stato al mio fianco nei momenti più difficili.”
“Innanzitutto, John, dovresti dire “delle nostre capacità”, e poi lo sai bene che lo faccio perché siamo amici e appoggio la tua causa.” lo corresse Chas, nonostante avesse una grande conoscenza soltanto delle arti occulte.
“Sai bene che non combatto per una causa, e che non ne ho una in cui credere.” ribatté John, che aveva un buon motivo per odiare i demoni.
“Ancora con questa storia, John.” disse Chas non appena notò l'espressione cupa del proprio migliore amico…e sapeva bene il perché. “Non è stata colpa tua…”
“Non ne voglio parlare!” tagliò corto il mago, che non voleva ripensare, per quanto fosse difficile, a quello che era successo tanti anni fa.
Ad un certo punto Chas parcheggiò l’auto di fronte a un Burger King. Dopo aver avuto i soldi da John, l’autista andò a comprare il pranzo. Una volta rimasto solo, il demonologo abbassò il finestrino alla propria destra, dopodiché iniziò a fumare una delle sue sigarette “Silk Cut".
Dopo aver atteso per un’ora in macchina, John vide uscire dal locale il suo migliore amico.
“Alla buon’ora! Sto morendo di fame.” esclamò l’esorcista buttando via la sigaretta consumata.
“Ho ricevuto la chiamata da parte del detective Adrian.” si giustificò Chas mentre entrò in macchina. “Per non parlare della fila chilometrica alle casse.”
“Che cosa vuole il nostro…scherzi?” esclamò John contrariato non appena ricevette, oltre al cheeseburger, una bottiglia di acqua minerale gassata.
“Ha un lavoro per noi, nonostante abbia citato soltanto TE, perciò devi essere lucido.” fu la risposta dell'autista, il quale sapeva benissimo che al proprio migliore amico piacevano gli alcolici, e che alle volte finiva per ubriacarsi…soprattutto quando non c'era nessuno che lo tenesse d'occhio.
“Che palle.” imprecò l'umano addentando il panino.
“Non fare i capricci, amico mio.” scherzò Chas mettendo in moto la macchina.
“Tu invece pensa a guidare, invece di farmi la predica…e dimmi piuttosto cosa vuole il detective Adrian.”

Nel frattempo…

Angel Dust aveva visto Karen fuggire e prendere la metropolitana. La situazione era degenerata, e cosa più importante non sapeva ancora bene come prendere il controllo del suo corpo, e pensare così a cercare il cosiddetto bersaglio che avrebbe dovuto eliminare.
Dannazione, imprecò il demone, che aveva tutta l’intenzione del mondo di portare a termine quell’incarico.

Che cosa ho fatto…Che cosa ho fatto!

Il demone sentì chiaramente i suoi pensieri…era come se gli avesse parlato. Doveva cercare di comunicare con lei…doveva assolutamente farlo, affinché potessero collaborare insieme e avere la possibilità di portare a termine l’incarico affidatogli.
“Karen…mi senti?”
Angel Dust non ricevette alcuna risposta. Ma non si diede per vinto: provò a parlare di nuovo, finché non avrebbe avuto una qualsiasi risposta.

Angolo Autore
Eccomi qua…e scusate il ritardo del mio aggiornamento, poiché avevo avuto qualche problema nel pensare a un proseguimento abbastanza degno di questa fanfiction. Inizialmente avevo anche pensato a proseguire diversamente, riservandovi alle ultime righe la rivelazione del crossover, ma non riuscivo a farlo venire bene. Alla fine è venuto fuori questo, e spero possa andare bene…e nel prossimo capitolo ho intenzione di far incontrare il nostro demone a quattro braccia con il nostro…John Constantine. Come andrà a finire? Continuate a seguire questa storia, e lo saprete.
Aggiornerò anche gli “avvertimenti" sulla fanfiction, che credevo non avrei avuto bisogno di modificarli.

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Capitolo 4
*** In soccorso di Karen ***


Capitolo 4: In soccorso di Karen

Dopo numerosi tentativi, il demone era finalmente riuscito a comunicare con la ragazza, la quale aveva paura di venire arrestata per l’omicidio commesso da Angel Dust. Si trovavano ancora all’interno della metropolitana, dalla quale sarebbero scesi tra poche fermate.

Non credevo provassi piacere ad essere violentata; d’altronde quel bastardo meritava di morire!

Fu la giustificazione dell’aracnide, che disse quelle cose perché aveva bisogno della ragazza transessuale in cui era rinchiusa: poiché non sapeva nulla sul fatto di possedere un essere umano, temeva che se fosse stata uccisa, sarebbe morto insieme a lei. E non poteva permettere che ciò accadesse.

Avevo bisogno di lui, cazzo! Avevo bisogno di un posto in cui stare!...E ora sono ricercata dalla polizia per un omicidio che non ho mai commesso, ed è tutta colpa tua!

Nel sentirsi dire quelle parole, Angel Dust si offese.

È questo il modo di ringraziarmi per averti salvata da quel porco? Lo sai che se non avessi fatto niente, saresti stata uccisa a forza di cinghiate; e poi quel bastardo meritava di morire, come lo meriterebbero altri stronzi come lui!

A furia di sentire quelle giustificazioni, Karen iniziò ad essere ancora di più arrabbiata…e non solo con il demone che aveva dentro il proprio corpo, ma anche con se stessa.

Tu non capisci in che situazione mi hai messa!...Tu non sai il disperato bisogno che avevo di quell'uomo, che nonostante il male che mi faceva, mi aveva dato una sistemazione in cui stare per non farmi morire di freddo e di fame! E ora…non ho più nulla!

Al demone aracnide bastò ascoltare quelle parole per ricordare la stessa situazione che viveva ogni giorno all’Inferno, anche se non riguardava i pagamenti dell’affitto, ma il lavoro: conosceva bene la disperazione e il bisogno assoluto di lavorare, o avere una sistemazione adeguata, e di non rinunciare ad essi neanche quando si veniva trattati male o abusati da quelle persone che avevano Il potere di toglierti tutto, inclusa la dignità. E se si incappava in quelle persone che non ti davano neanche il modo di farti andare via…eri finito.
A differenza di Karen, lui si trovava in quest'ultima situazione: era sfruttato, e non aveva modo di uscirne fuori…nonostante ultimamente avesse provato a sperare di cambiare totalmente vita grazie al demone che lo aveva incaricato di uccidere questo John, di cui non sapeva tanto. Riflettendoci su, aveva complicato un pochino le cose uccidendo quello stronzo approfittatore…ma lo aveva fatto per legittima difesa.

Invece capisco benissimo la tua situazione, cara, visto che la vivo anch’io ogni giorno, con la differenza che io sono messo peggio di te…

Dopo aver interrotto bruscamente la spiegazione del demone omossessuale mandandolo a quel paese, e ordinandogli di stare zitto e non parlare più, la ragazza si alzò dal sedile e scese dalla metropolitana. Dopo essere andata sulle scale mobili e aver percorso la galleria sotterranea, Karen salì le scale che la portarono fuori dalla fermata. Intorno a lei c’erano parecchi edifici e una gran moltitudine di gente, e le strade erano trafficate; si trovava in una delle zone del centro di Londra.

Suvvia, non è andata mica così male…o per lo meno, io mi sono divertito come non mai a vomitargli piombo dopo aver testato quanto fossero duri i suoi tre piccoli gioiellini.

Disse Angel Dust con sarcasmo, e lasciandosi sfuggire una risata sonora che poteva soltanto sentire Karen.

Vaffanculo, brutto demone insensibile!

Fu la risposta di Karen, che oltre ad essere stanca di quel mostro che l'aveva fatta cacciare nei guai, era furiosa con lui.

Sentimi, stronza, se vuoi davvero liberarti di me, e poiché neanche io sono felice di essere dentro questo corpo, per quanto possa essere sexy, aiutami a trovare l'uomo che devo uccidere, così me ne posso andare e lasciarti a te stessa…

Nel sentire la proposta di quel killer pazzoide, la ragazza transessuale rifiutò all'istante.

Col cazzo che ti permetterò di uccidere qualcun altro!...Quanto mi sono pentita ad aver ascoltato quel ciarlatano!

Quella risposta fece riflettere Angel Dust.

Di cosa stai parlando? Avevi per caso parlato con un chiaroveggente truffatore che in cambio di qualche centesimo ti aveva detto di farti possedere da un demone?

Cazzo, pensò Karen sbuffando, e senza farsi sentire da Angel Dust, il quale aveva quasi indovinato ciò che aveva fatto.

Presto o tardi troverò il modo di liberarmi di te!

Esclamò la ragazza arrabbiata.

Non sono un esperto di queste cose, ma credo non basti andare in bagno, o fare sesso con qualcuno per mandarmi via.

La provocò Angel Dust con sfacciataggine.

Anche se fosse stata notata dai passanti, la ragazza transessuale scosse la testa scocciato, dopodiché decise di ignorarlo e di pensare cosa fare.
Doveva trovare un posto dove poter passare la notte, e fortunatamente sapeva dove andare: conosceva una collega di lavoro, una escort, con la quale aveva stretto amicizia un po’ di tempo fa, quando lavoravano insieme in uno strip club. In passato si erano sempre aiutati a vicenda quando una di loro aveva un problema di qualsiasi genere. Dal momento che sapeva dove abitava, Karen si affrettò a raggiungere i mezzi pubblici che le avrebbero permesso di raggiungere la sua amica…senza avere, però, il minimo sospetto di essere seguita e sorvegliata…

Nello stesso momento…

Ad attendere i due maghi all’esterno dell'edificio in cui era avvenuto l’omicidio, alla periferia della città, c'erano diverse auto della polizia e due ambulanze, e un gran via vai di dottori e agenti e addetti della scientifica; mentre gli agenti erano impegnati a fare domande ai testimoni e a impedire ad alcuni giornalisti di invadere e contaminare la scena in cui era avvenuto il barbarico delitto. Chas andò a parcheggiare l’auto a qualche chilometro di distanza dal posto di blocco, dopodiché scese insieme a John e andarono a raggiungere la scena del delitto. Nel momento in cui raggiunsero il cordone allestito dalla polizia furono fermati da un agente.
“Via, circolare. Non c'è niente da vedere.”
“Lei forse non lo sa, agente Doyle, ma il suo superiore non sarà affatto contento di sapere che ci ha fatti mandare via.” disse John con tono spavaldo.
Il poliziotto lo guardò con sospetto.
“Ci conosciamo?”
“No, ma dovrebbe tenere i suoi promemoria più dentro i suoi taschini, o meglio ancora nel suo portafoglio…e poi il detective Adrian mi ha parlato di lei, qualche volta.” fu la risposta dello scaltro incantatore, al quale non sfuggiva nessun dettaglio.
Quando il poliziotto notò il pizzetto di carta che fuoriusciva leggermente dal taschino sinistro della divisa, mostrando le iniziali del proprio cognome, si curò di rimetterlo più dentro.
“Lasciali passare agente Doyle: loro sono con me.”
I tre uomini videro sopraggiungere da lontano una donna vestita elegantemente: giacca nera corta di cotone, maglietta bianca, pantaloni lunghi neri di cotone e che indossava scarpe nere lucide. Era molto alta, all’incirca un metro e ottanta, aveva i capelli castani chiari, i suoi occhi erano neri, e il suo viso aveva dei lineamenti lisci: nonostante si potevano notare i segni della stanchezza che ogni poliziotto mostrava, era una delle poche persone dotate di una bellezza “naturale”: infatti era molto corteggiata, persino dai suoi colleghi…e invidiata da tante donne. Ma lei rappresentava appieno il vecchio detto “le apparenze ingannano”: era mostruosamente intelligente, e aveva un intuito che possedevano poche persone al mondo…e una straordinaria memoria fotografica. Grazie a quegli attributi, aveva finito scuole, università e l’addestramento in accademia con il massimo dei voti. Dopo le numerose storie d’amore che aveva avuto ai tempi della scuola, aveva deciso di rimanere single e di concentrarsi soltanto sul lavoro e gli amici, con i quali si dimostrava molto protettiva, leale e sensibile. Era atea, e non credeva nella magia…finché non aveva conosciuto John Constantine, ed era stata testimone, durante un’indagine di omicidio brutale avvenuto qualche anno fa, di un suo esorcismo che aveva eseguito sull'assassino per liberarlo dal demone che lo aveva spinto a commettere quell’omicidio. Da quel giorno, nonostante fosse rimasta atea, aveva iniziato a chiedere la sua collaborazione in tutte le occasioni in cui era coinvolto un demone in un’indagine di omicidio.
“Mi perdoni detective…passate pure.” disse l'agente Doyle, che tolse momentaneamente i cordoni per far passare i due maghi.
“Grazie agente…Detective.” disse John salutando la sua amica.
“Fortuna che sei arrivato. Adesso venite con me.” tagliò corto Elizabeth, che non perse tempo a guidare i suoi amici all’interno dell’appartamento in cui era avvenuto l'omicidio. Una volta giunti a destinazione, i due uomini videro, al di la dei sigilli, il cadavere di un uomo seduto per terra e con la schiena appoggiata sul muro che aveva il volto completamente sfigurato e deformato; e al centro della camera c'era il disegno di un pentagramma con diversi simboli, e davanti la finestra c'era il letto, che come mostravano i segni sul pavimento, era stato spostato dalla sua posizione originaria, che era per l’appunto la stessa in cui si trovava quel disegno.
“Appena lo avevo visto, ho mandato via la scientifica.” disse Elizabeth.
“Hai fatto bene, amore.” replicò John, che aveva il vizio di chiamare così le donne, prima di entrare nella camera per andare a studiare i simboli.
“Hai per caso notato qualcos’altro di strano, o sentito qualche testimone blaterare qualcosa di strampalato e assurdo?” chiese Chas alla detective.
“In effetti si: per prima cosa, gli addetti alla scientifica avevano prelevato dal cadavere un campione di una strana sostanza…” replicò Elizabeth prendendo da una tasca una fiala di plastica con del liquido verde che fece vedere all'amico dell'esorcista. “E poi c'è una testimone che afferma di aver sentito la lite tra la vittima e l'assassino, che aveva una voce per metà maschile che non aveva mai sentito prima d'ora.”
In quel preciso momento arrivò John, che oltrepassò i sigilli per uscire dalla camera.
“A quanto pare hai fatto bene a chiamarmi, amore: quello è il classico portale usato dai demoni per uscire dall’Inferno, per andare poi a impossessarsi di un corpo umano.” spiegò il demonologo senza dilungarsi troppo, dal momento che era facile immaginare cosa faceva un demone una volta entrato dentro un corpo umano.
Dopo aver avuto la tanto temuta conferma, la detective si toccò la fronte con la mano e scosse leggermente la testa.
“Ti prego John, dimmi che lo puoi trovare.”
“Se il liquido dentro quella fiala appartiene al demone, allora lo posso rintracciare.”
Senza porsi alcun dubbio, Elizabeth consegnò all'esorcista la fiala.
“Vedi di trovarlo e di fermarlo in più in fretta possibile.”
“Come sempre, amore.” Fu la risposta di John, che dopo aver preso la fiala si mise a fumare una sigaretta.
“Io e John vorremmo anche parlare con il testimone che dice di aver sentito il demone.” intervenne Chas.
Elizabeth guardò prima l'autista, poi il demonologo.
“Ma non ha visto direttamente l'omicidio: a cosa potrebbe servirvi…”
“Ci potrebbe servire a capire quale tipo di demone stiamo per andare a rispedire all'Inferno.” replicò John. “Alcuni demoni hanno degli aspetti particolari che possono essere notati ascoltando con attenzione. Se emette alle volte un verso più metallico, o se la voce è raschiante, o altre cose ancora. E ciò mi permetterebbe di poterlo affrontare meglio.”
Quella spiegazione bastò alla detective per condurre i due maghi dalla testimone che aveva udito il demone assassino dalla stanza a fianco.

Johanna, coinquilina della sospettata principale, che al momento risultava essere scomparsa, stava per essere portata in ospedale per essere sottoposta a diversi esami, in quanto i medici credevano che fosse sotto shock a causa dell’omicidio a cui aveva assistito indirettamente, prima di venire interrogata dagli agenti di polizia in centrale.
“Aspettate!” urlò da lontano la detective non appena vide che i medici stavano per portarla dentro l’ambulanza.
Non appena arrivò, insieme ai due incantatori, Elizabeth andò a parlare con il medico, mentre i due uomini andarono da Johanna.
“Ciao, io sono John, e lui è Chas. Siamo due investigatori privati ingaggiati dalla polizia per ritrovare la tua coinquilina.” mentì l'esorcista per far avere alla paziente una buona ragione per collaborare con loro.
“Qualsiasi dettaglio ci fornirà, potrebbe aiutare a ritrovare la sospettata più in fretta.” intervenne l’altro mago dopo aver preso un taccuino e una penna.
“Voi mi credete pazza, proprio come i dottori e gli agenti a cui avevo detto cosa avevo sentito dalla mia stanza.” disse la testimone con tono freddo.
“Le assicuro che non è così: e qualunque cosa ci dirà, anche se assurda, ci aiuterà a trovare la sua amica.” ribatté John recitando bene la parte del detective.
“Voi non sembrate affatto dei detective.” disse Johanna osservando il modo in cui erano vestiti i due uomini.
“Sai come si dice: le apparenze ingannano.” fu la risposta del mago, il quale era molto bravo ad essere convincente con le persone.
Anche se titubante, la coinquilina della sospettata scomparsa decise di parlare, dal momento che aveva capito che non erano dei poliziotti.
“L'uomo che è morto abusava continuamente, o si divertiva a ricattare, i residenti del palazzo. Era indebitato fino al collo, e ultimamente erano anche venuti dei tizi che lo prendevano a pugni perché non riscuoteva i suoi pesanti debiti…”
“La tua amica quindi veniva molestata o ricattata?” la interruppe John, che voleva arrivare subito al punto.
“Karen…sarebbe un transessuale.” rispose Johanna, che voleva sottolineare quel particolare ai due uomini. “Veniva spesso molestata e…anche peggio…oggi quel bastardo era andato da lei per farsi pagare l’affitto. Avevo sentito Karen che diceva di non avere al momento i soldi…poi sentivo varie urla, e avevo capito che quell'uomo la stava torturando…ma a un certo punto avevo sentito un’altra voce e…poi degli spari.”
Quando vide che la ragazza smise di parlare, John prese la parola.
“Che tipo di voce avevi sentito? Era per caso roca, raschiante o cosa?”
“Era…sembrava essere più maschile, e dura…ma non roca o raschiante.”
“Che hai fatto dopo?”
“Nella paura avevo chiamato la polizia per denunciare l'aggressione; dopodiché ero andata nella camera di Karen per vedere come stava, ma lei non c'era…e vidi così il cadavere di quel mostro senza cuore.”
Dopo qualche istante di silenzio, il demonologo fece un'altra domanda.
“Avevi per caso notato qualcos’altro di strano e fuori posto nella camera di Karen?”
“La stanza era in disordine…ma non mi sembra di aver notato niente che fosse fuori posto.” fu la risposta di Johanna dopo aver riflettuto qualche istante.
A quel punto il maestro delle arti occulte squadrò la ragazza con espressione riflessiva, dopodiché sorrise.
“Grazie: il suo aiuto ci è stato molto utile. Ritroveremo la sua amica.”
Nel momento in cui i due uomini se ne stavano andando, la ragazza afferrò il braccio di Constantine.
“Io non sono pazza…e Karen ha bisogno di aiuto.”
Non appena le rivolse lo sguardo, il mago la tranquillizzò subito.
“Non sei pazza, e ti assicuro che aiuterò Karen; perciò tu non preoccuparti.”
“Grazie.” fu la risposta di Johanna, che fu immediatamente scortata dai dottori all’interno dell’ambulanza, che partì immediatamente alla volta dell'ospedale.
Dopo essersi congedati anche dalla detective, che ritornò al lavoro, i due incantatori raggiunsero la loro auto ed entrarono dentro.
“Sai a quale demone stiamo dando la caccia?”
“No, ma so per certo che posso escludere vari demoni.” replicò il demonologo, che ebbe la possibilità di capire che non doveva trattarsi di un demone estremamente pericoloso.
A quel punto John prese la fiala che aveva ricevuto da Elizabeth, dopodiché la guardò e iniziò a dire parole senza senso. Chas lo osservò con sguardo indifferente il suo amico, che stava usando un incantesimo di localizzazione.
Non appena John aveva iniziato a recitare la formula, cominciò ad avere le visioni di una ragazza giovane che trasportava un trolley, che indossa va un giubbino imbottito verde scuro, dei pantaloncini corti grigi chiari e degli stivaletti neri con il tacco non tanto alto che stava camminando per le strade di Londra. Dal modo in cui camminava, capì subito che era stanca. Notò anche un tipo, un uomo veramente grosso, che la stava seguendo: indossava una camicetta rossa e bianca a quadretti, dei jeans lunghi blu e degli scarponi marroni scuri; era pelato, e aveva una barba corta con il pizzetto marroni scuri…e i suoi occhi erano azzurri, ma con delle sfumature dorate. Poi vide due cartelli a un incrocio con delle scritte.
Quando si svegliò dallo stato di trans, John si rivolse a Chas.
“Tra Via Boulevard e Via Sagittis; e sbrighiamoci a raggiungere la nostra vittima perché è in pericolo.”
Senza farselo ripetere due volte, Chas avviò il motore dell'auto e partì a gran velocità, tenendo conto del fatto che stava per avvicinarsi l'ora di punta.

Angolo Autore
Ehilà!
Scusate se aggiorno soltanto adesso, ma ho avuto molti imprevisti, tra cui la difficoltà di caratterizzare il più verosimile Angel Dust…perciò chiedo davvero scusa se nella fanfiction ci sia un linguaggio…più volgare (d'altronde ho messo apposta il rating arancione). Poiché ho dovuto fare un po’ di fretta per pubblicare il capitolo, non ho avuto modo di rileggerlo e correggerlo come si deve, perciò farò le dovute correzioni in questi giorni. Comunque…la detective Adrian è un mio OC che ho completamente inventato.

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